Il 16 marzo la Crimea ha fatto la sua scelta, con il voto dell'83% degli aventi diritto e il 96% degli assensi. Per tutta risposta, la giunta di Kiev il 26 aprile ha chiuso i canali dell’acqua verso la Crimea, ottenendo con tale rappresaglia la distruzione dei prossimi raccolti di riso nella penisola e un posto privilegiato nei ricordi dei crimeani e dell’opinione pubblica mondiale.
Il 7 aprile è stata dichiarata la Repubblica Popolare di Donetsk.
Il 24 aprile la Rus' Carpatica ha dichiarato l'indipendenza (il referendum regionale del 1 dicembre 1991, ignorato e insabbiato da Kiev per tutti questi anni, aveva espresso con il 76,8% dei voti la scelta dell'autonomia locale).
Il messaggio di sostegno del 26 aprile dalle piazze di Odessa è abbastanza chiaro.
Il 27 aprile è stata dichiarata la Repubblica Popolare di Lugansk.
A sentire la stampa generalista occidentale, pare che queste regioni (tra le più ricche, colte, produttive e pluraliste dell'Ucraina, certamente molte tacche al di sopra delle regioni galiziane da cui è stato sostenuto il putsch di Kiev) siano covi di beceri terroristi separatisti. Bisognerebbe che chi avanza queste idee ai confini della realtà ci facesse anche sapere dove sono stati in 23 anni di indipendenza ucraina tutti questi elementi così negativi, perfino in Transcarpazia, dove si è continuato pacificamente per tutto il tempo a non chiedere altro che l'autonomia regionale della popolazione russina, con diritti che l'Unione Europea concede statutariamente a tutte le proprie minoranze etno-linguistiche.
Perché tutte queste popolazioni non hanno protestato in tutti questi anni? Magari perché il sistema federativo ucraino non era poi così male, finché un governo golpista non ha cominciato a cambiarlo con la forza (con i metodi che nella storiografia e politologia corrente sono comunemente chiamati fascismo). Le ribellioni popolari odierne sono l'espressione della maggioranza della popolazione ucraina. Quando diciamo di voler sostenere l'Ucraina (e in sé l'idea è giusta!), QUALE Ucraina vogliamo sostenere?
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