Gli approcci alla “spiritualità” (parola che non viene dalla tradizione ortodossa) sono sempre pericolosi se si dà per sottinteso il lungo percorso di acclimatamento culturale che viene da una vita prolungata in un ambiente ortodosso, fatto di consapevolezza e di sensibilità. Questo è particolarmente vero con i convertiti, che sono tentati di correre dietro a insegnamenti spirituali prima di avere addestrato le loro anime ai sentimenti di base dei valori umani.
L’insegnamento di padre Seraphim (Rose) di Platina (1934-1982) è illuminante in tal senso: pur vivendo una vita di ascesi e di preparazione spirituale non indifferente, insegnava continuamente l’importanza della cura dell’anima, ovvero della coltivazione di sentimenti di bontà, verità e bellezza attraverso la letteratura e la musica "classiche", l’arte, la natura, le tradizioni popolari, e così via. Le sue parole fanno del bene a tutti, sia a quelli che provengono da famiglie ortodosse sia a quelli che si sono avvicinati alla fede in età adulta. Il testo di padre Seraphim che proponiamo oggi (riportato la settimana scorsa da pravmir.com) è nella sezione “Ortoprassi” dei documenti.
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