Il ritratto funerario del giovane del Fayyum (a sinistra nell'immagine), del III-IV secolo, conservato al Museo Egizio di Torino, e la celebre icona del Cristo Pantocratore del Sinai (a destra nell'immagine), della metà del VI secolo, presentano analogie sorprendenti:
- Lo stesso genere di ritratto (un soggetto maschile a mezzo busto);
- La stessa tecnica pittorica (tempera fissata a encausto su una tavola di legno duro);
- Un'analoga leggera dissimmetria del volto.
Inoltre, le opere sono state entrambe realizzate in Egitto.
Se l'autore del ritratto più antico avesse dipinto il suo soggetto con barba e capelli lunghi, avremmo difficoltà a riconoscere i due uomini l'uno dall'altro!
Inoltre, teniamo presente questi dati:
- Tra i due ritratti su tavola intercorrono come minimo due secoli e mezzo (per fare un paragone con i nostri tempi, è come se un ritratto a noi contemporaneo fosse realizzato con la medesima tecnica e il medesimo stile di un ritratto di epoca pre-napoleonica);
- Il Cristo del Sinai è una delle più antiche icone su tavola ancora esistenti;
- I più antichi ritratti su tavola del Fayyum risalgono al I secolo, e riflettono modalità pittoriche in uso ai tempi di Gesù.
Questi dati ci aiutano a riflettere su come siano nate le prime icone cristiane.
Non siamo solo noi a incoraggiare una simile riflessione... ecco uno dei più cari amici della nostra parrocchia, il metropolita Nikolozi (Pachuashvili) di Akhalkalaki al Museo Egizio di Torino, mentre studia i dettagli del ritratto funerario del Fayyum:
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