In una conferenza sulla storia del Patriarcato ecumenico nel XX secolo, il metropolita Chrysostomos di Efeso, di tre volte beata memoria, decano dei metropoliti del Patriarcato ecumenico, si è soffermato in dettaglio sulla pressione esercitata dal Santo Sinodo di Costantinopoli da parte delle autorità civili per costringere i vescovi a eleggere il metropolita d'America, Atenagora, come patriarca ecumenico. Ha descritto come i politici che sostenevano il patriarca si erano rivoltati durante il suo mandato e come nel 1970 le autorità turche avevano emanato un memorandum in nove punti che organizzava l'elezione del prossimo patriarca. Questo memorandum prevedeva l'istituzione di un comitato di tre persone per supervisionare la nomina e il processo elettorale e includeva un dettagliato schema per organizzare il modo in cui era preparata la lista dei candidati. Il memorandum concedeva al governo il diritto di condurre i procedimenti per indagare sui candidati e rimuovere quelli che riteneva inappropriati e gli dava la competenza di nominare il patriarca se il sinodo non si fosse attenuto al termine stabilito per eleggere il patriarca. Questo meccanismo supponeva anche che un rappresentante del governo avrebbe preso parte al processo elettorale formale per ratificare la validità delle elezioni e per confermare che esse soddisfacessero le condizioni legali.
Il metropolita afferma che il Santo Sinodo di Costantinopoli aveva fortemente contestato l'ultimo paragrafo, sottolineando che l'elezione è un processo puramente ecclesiastico che si svolge nella Chiesa secondo regole derivate dalla tradizione ecclesiastica che includono l'invocazione dello Spirito Santo. La risposta delle autorità, tuttavia, fu soffocante, poiché esprimeva i propri dubbi su quest'argomentazione, spiegando che "le elezioni nella Chiesa di Grecia e nella Chiesa di Creta che dipende da Costantinopoli avvengono alla presenza di un amministratore delegato dallo stato, che gode delle stesse competenze di cui godrà il delegato eletto dal governo turco". Il metropolita Chrysostomos ha dichiarato di aver attirato l'attenzione su questo incidente per avvertire che "ciò che facciamo nella sfera ortodossa di solito dà un cattivo esempio agli altri" che può ritornare a perseguitarci. Penso che sua Santità l'attuale Patriarca ecumenico conosca molto bene questo incidente, poiché era discepolo e compagno del metropolita Melitone di Calcedonia, che era stato escluso dalla lista dei candidati in quel momento dopo essere stato il candidato più forte e quello più preparato a succedere al patriarca Atenagora.
Forse rivisitare oggi le parole del metropolita Chrysostomos servirà da avvertimento sui pericoli insiti in ciò che il Fanar sta facendo in Ucraina, dove le decisioni che i fanarioti stanno prendendo in collaborazione con le autorità politiche potrebbero costituire precedenti le cui ripercussioni non saranno risparmiate in futuro né al Patriarcato ecumenico, né alle altre Chiese locali.
Costantinopoli riconsidererà le sue decisioni ed eviterà di essere immersa in piani politici e politiche di potere? Metterà i freni all'oppressione a cui è sottoposta la Chiesa legittima in Ucraina per non aprire ad altri la porta per usare questo comportamento come scusa per perseguitare la Chiesa in futuro? Impareremo dalle tragedie della nostra storia e dai nostri errori?
Chi ha orecchie per intendere, intenda.
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