Ahmed è nato e cresciuto in un villaggio dell'Afghanistan nel mezzo della guerra. I suoi ricordi d'infanzia sono la polvere, la povertà, l'istruzione islamica obbligatoria nella madrassa e la guerra.
"Non mi ricordo più chi combatteva contro chi, comunque c'era uno stato di guerra permanente."
Per anni ha lavorato per i talebani a fare diverse cose. Era un musulmano fanatico che apparteneva al cosiddetto islam radicale. A un certo punto non ha potuto più sopportare questo genere di vita - la miseria, la povertà, la violenza, il dolore, e la morte che vedeva da ogni parte.
A 23 anni ha attraversato i passi invalicabili della montagna che per anni ha nascosto il famigerato Osama bin Laden, è entrato in Pakistan e da lì in Iran. Il suo unico "passaporto" era la lingua comune, il Farsi.
Lì ha lavorato due anni e sempre "senza documenti" è arrivato sulla costa dell'Asia Minore in Turchia, che per lui era la porta verso il Paradiso dell'Ovest.
Una sera di inverno di nove anni fa, con un gommone con cui i bambini giocano sulle spiagge, due remi giocattolo e 4-5 bottiglie di acqua, assieme a un amico si è lanciato in mare di fronte a Lesbo (Mitilene) che sembrava così vicina.
"Il mare era nero come la pece, abbiamo scelto una notte invernale senza luna e c'era molto vento. Non sapevamo nuotare. Le onde ci sembravano montagne. Da qualche parte in lontananza lampeggiava una luce rossa. La barca era come un guscio di noce tra le onde. Presto mi resi conto che il viaggio verso il paradiso non era né vicino né facile. Dopo circa dieci ore siamo arrivati a una costa scoscesa con rocce. Eravamo disperati, perché non sapevamo se saremmo stati in grado di salire, tanto era tagliente. Alla fine siamo saliti e siamo arrivati su una strada sterrata. In breve tempo abbiamo incontrato una donna anziana vestita di nero con un fazzoletto sul capo - abbiamo pensato che fosse musulmana - con un bambino. Il mio amico parlava poco l'inglese, la donna per niente. A gesti ci ha mostrato una strada asfaltata e ci ha dato alcune monete, che sapevamo che era tutto quello che aveva, per prendere l'autobus per la città. Siamo arrivati al porto e siamo saliti sul primo traghetto per il Pireo. Allo sbarco ci hanno presi. Dopo tre mesi in un piccolo centro di accoglienza per gli immigrati che aveva molte persone come noi, ci hanno dato una mappa e siamo arrivati ad Atene. Ho imparato il greco, ho lavorato in vari posti di lavoro fino a quando ho trovato un lavoro regolare come operaio in una società di installazione di pannelli solari. Mi hanno pagato bene, mi hanno iscritto alla previdenza sociale, e ho fatto richiesta di asilo politico. Ho lavorato ad Atene nella stessa azienda per sei anni. In tutti questi anni, dopo il lavoro mi recavo fuori dalle chiese - qualcosa mi attirava lì, e poi ho cominciato a entrarvi. Mi sentivo calmo. Quando il mio greco stava migliorando, ho voluto sapere di più su Cristo. Ho trovato un Nuovo Testamento, ma era in una lingua che non capivo [greco antico]. Alla fine ho trovato una copia blu nel greco che avevo imparato. Ho iniziato a leggere. Ho deciso che volevo diventare un cristiano. Ho lasciato Atene quando l'azienda ha chiuso e sono andato a fare vari lavori rurali in provincia. Alla fine ho trovato un piccolo appartamento seminterrato in una città nelle vicinanze. C'era una spiaggia. Mi piace tanto il mare in Grecia. Poco prima della Pasqua del 2013 ho deciso di chiedere di diventare cristiano".
Il pomeriggio di mercoledì 5 giugno, Mezza Pentecoste, sul terrazzo del kellion athonita di Maroudà sopra Karyes, di fronte allo skit di sant'Andrea (Sarai) e al blu infinito del Mar Egeo, lo stesso mare che una notte ha attraversato in direzione opposta, sotto un bel cielo e un sole brillante, Ahmed è diventato cristiano.
Ha preso il nome di Alessandro.
Per la cronaca, il battesimo ha avuto luogo al kellion di Maroudà del monastero di Hilandar dedicato alla Natività della Theotokos, alle 5 del pomeriggio di mercoledì 23 maggio - 5 giugno per mano dello ieromonaco Macario e dello ieromonaco Paolo alla presenza dell'imprenditore Rafafil e di 10 pellegrini ospiti del kellion. La santa comunione ha avuto luogo la prima volta la mattina seguente la liturgia. Il nome datogli è quello di sant'Alessandro martire di Tessalonica, martirizzato il 26 maggio del 1794, il cosiddetto sant'Alessandro "il derviscio." Alla vigilia del battesimo, in coincidenza con la visita del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus' sul Monte Athos, il catecumeno Ahmed ha ottenuto la benedizione del Protos del Monte Athos, padre Massimo di Iviron.
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