Con il comunicato del 20 febbraio 2016, abbiamo appreso che il conflitto tra tale entità da una parte, e la Federazione Russa e il Patriarcato di Mosca dall'altra parte, è entrato in una nuova fase.
Noi siamo, naturalmente, scioccati da questa notizia.
Da una lettura dei primi elementi in nostro possesso, sembra che la sostanza del conflitto sia in realtà una disputa legale sulla proprietà di alcuni beni attualmente gestite dall'ACOR-Nizza (un'associazione che, naturalmente, fa parte dell'Arcivescovado, ma quest'ultimo non è direttamente coivolto). Sembra difficile prendere una qualsiasi posizione su questa controversia d'ordine strettamente civile e fondiario; in primo luogo perché la nostra associazione non ha elementi tangibili per giudicare, e d'altra parte perché questo problema non rientra nel campo puramente ecclesiastico.
Notiamo, inoltre, che i responsabili o i simpatizzati dell'ACOR-Nizza sembrano postulare l'esistenza di un'opposizione frontale tra la Federazione Russa e l'emigrazione russa. Questa ipotesi è molto discutibile ed è del tutto sbagliato pensare che tutti i membri dell'Arcivescovado condividano lo stesso atteggiamento di ostilità nei confronti del Patriarcato di Mosca. È vero che in virtù dell'argomento specioso che chi non condivide le vedute del consiglio dell'Arcivescovado si esclude personalmente dal suo seno, tutti gli oppositori della linea ostile al Patriarcato di Mosca sono stati discriminati e scacciati da tutti i posti di responsabilità in modi a volte al limite della decenza, sia che si tratti di vescovi, sacerdoti o laici.
Noi, da parte nostra, siamo sia membri dell'Arcivescovado sia amici del Patriarcato di Mosca e troviamo questo conflitto particolarmente sgradito.
Il comunicato del 20 febbraio comprende del resto diverse inesattezze. Vi si scrive, circa il cimitero di Caucade e la chiesa di rue Longchamp: che " l'ACOR-Nizza li possiede e li gestisce fin dall'inizio". Si deve specificare esattamente di quale inizio si parla. La chiesa in questione è stata costruita nel 1859, ben prima che l'Acor-Nizza iniziasse la sua esistenza dopo la rivoluzione russa. E il cimitero è stato costruito su un terreno acquistato da parte dell'Impero Russo nel 1867 per installarvi una batteria per proteggere la baia di Villefranche in cui stazionavano navi da guerra russe, dopo la guerra di Crimea.
Peraltro, questo comunicato accusa la Federazione Russa di falsificare la storia. Tuttavia, nessuno può contestare, anche se può deplorarlo, che l'URSS sia il successore dell'Impero Russo e che la Federazione Russa, ce ne possiamo rallegrare, sia il successore dell'URSS. Allo stesso modo, non si può negare che la Chiesa russa, divenuta autocefala nel XVI secolo, abbia proseguito la sua esistenza quando aveva perso il suo patriarca, per conoscere il periodo sinodale, poi il ripristino del patriarcato, immediatamente seguito dalla persecuzione selvaggia dell'era sovietica. Piaccia o no, questa è la stessa Chiesa che ha vissuto tribolazioni e ha dato migliaia di martiri, che vive la sua rinascita dopo gli ultimi dieci anni del XX secolo. La si può non amare o perfino detestare, la si può calunniare o accusare di tutti i difetti della terra, ma il Patriarcato di Mosca amministra la stessa Chiesa russa che esisteva prima della rivoluzione.
E visto che ci troviamo a invocare la storia, si deve ricordare che la proprietà della cattedrale di Nizza fu affidata all'ACOR proprio perché rappresentava, allora, la Chiesa russa locale. esistono ancora atti di trasferimento che lo attestano. Ed è certo che i primi emigrati e i loro discendenti non vedevano se stessi come i proprietari di luoghi di culto che hanno trovato in Europa occidentale, ma come custodi con il dovere di mantenerli piamente. Non potevano nemmeno immaginare che alcuni membri delle generazioni future s sarebbero appropriati questi monumenti per progetti senza alcun legame con la loro storia russa. Non è paradossale che "l'Arcivescovado delle chiese ortodosse russe in Europa occidentale", sia in guerra con la Chiesa russa (o viceversa)?
Chiaramente, entrambe le parti sono convinte del loro diritto. Ma ora sappiamo che l'arcivescovo Serge aveva già praticamente ottenuto dal Patriarcato di Mosca l'organizzazione di una metropolia autonoma a lui collegata. Non dimentichiamo neppure che quando l'ambasciatore della Federazione Russa ha fatto visita all'arcivescovo Gabriele per informarlo che il suo paese avrebbe fatto valere i suoi diritti sulla proprietà della cattedrale, si è offerto di rinnovare a favore dell'Arcivescovado il contratto di locazione che stava terminando. Proposta che fu seccamente rifiutata. Esistono quindi vie alla conciliazione.
Perché la pace regni nelle "sante Chiese di Dio", non è sufficiente trincerarsi sui propri diritti e focalizzarsi sui difetti degli altri. Si deve dimostrare un reale desiderio di vivere insieme e di cercare "l'unione di tutti" per la quale noi preghiamo a ogni funzione.
Séraphin Rehbinder
presidente dell'OLTR
9 marzo 2016
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