Vi presento una ricetta spagnola di pasta in padella, opera di Albert Bevia, autore del blog Spain on a Fork.
Il metodo di cottura della pasta detto one-pot ("una singola pentola") o one-pan ("una singola padella"), ideato dagli americani, è un modo alternativo di cuocere la pasta che fa indignare molti italiani (abituati alla bollitura della pasta in abbondante acqua), ma che sortisce gli stessi effetti: anzi, cuocendo la pasta in poca acqua, condensa l'amido superficiale della pasta in un liquido denso che crea un effetto ideale di cremosità.
Bollire la pasta in poca acqua è possibile, ma richiede un'attenzione continua per non far attaccare la pasta. L'impegno è come quello per fare il risotto, e si comprende perché molti italiani non amino stare continuamente a girare la pasta. D'altro canto, la pasta one-pot o one-pan è un metodo molto ecologico: arriva a dimezzare i tempi di cottura di certi tipi di pasta, rende inutili le doppie pentole e gli scolapasta, e soprattutto consente di preparare la pasta con una quantità del 10-20% dell'acqua che si adopera per le bolliture all'italiana. Se consideriamo che in Italia si usano mediamente ogni giorno 37.000 tonnellate di acqua potabile salata per cucinare la pasta, e che la maggior parte di quest'acqua finisce negli scarichi dei nostri lavandini, dobbiamo concludere che il metodo one-pot fa un grande servizio al nostro ambiente... e al nostro portafoglio, evitando enormi spese di riscaldamento. Per i puristi della cucina italiana che vorranno comunque obiettare a metodi "estranei", ricordo che il metodo one-pan è usato in una ricetta tradizionale pugliese, quella degli spaghetti all'assassina, messi crudi in padella con brodo e pomodoro.
La ricetta che vi presento ora è molto gustosa, ma al tempo stesso insolitamente equilibrata. La quantità d'aglio, come in molte ricette spagnole, può sembrare spaventosa a un pubblico italiano (un'intera testa d'aglio per 200 grammi di pasta), ma vi posso assicurare che l'aglio, una volta rosolato e bollito in brodo di verdura, non è così dominante nella ricetta. Ovviamente, di fronte a commensali italiani timorosi, potete diminuire la quantità di aglio a loro gusto.
La ricetta originale di Albert Bevia prevede olio e formaggio, e per renderla adatta al digiuno stretto ortodosso, devo suggerire due modifiche:
- L'olio è usato solo per rosolare l'aglio all'inizio. Si può usare una base debolmente grassa come il latte di cocco (io personalmente uso un'emulsione di pasta tahina in acqua), ma anche usare un poco di acqua o di brodo di verdura è sufficiente per non lasciar brunire l'aglio.
- Il formaggio è aggiunto alla fine: lo stesso autore specifica che può essere "qualsiasi tipo di formaggio", perciò possiamo usare un formaggio vegetale grattugiabile (o anche qualcosa di più semplice: io per esempio metto uno o due cucchiai di lievito alimentare).
Ingredienti
• 1 testa d'aglio
• 1 cucchiaino di timo secco
• 710 ml di brodo di verdura
• 200 grammi di pasta (la ricetta di Bevia prevede penne)
• scorza grattugiata di mezzo limone
• (opzionale) formaggio vegetale grattugiato, a scelta
• 1 manciata di prezzemolo tritato finemente
• sale e pepe
Preparazione
Pelate gli spicchi di un'intera testa d'aglio e tritateli finemente.
Scaldate una padella larga a fuoco medio, e fate rosolare per alcuni minuti l'aglio in acqua, brodo o un mix di materie grasse (come latte di cocco o tahina), avendo cura che l'aglio non brunisca. Aggiungete 1 cucchiaino di timo secco e mescolate, quindi aggiungete il brodo di verdura e mettete a fuoco alto.
Appena il brodo inizia a bollire, aggiungete la pasta e mescolate ogni 2/3 minuti perché la pasta cuocia in modo uniforme e non si attacchi. Dopo circa 10 minuti, quando dovrebbe restare ancora un poco di brodo sul fondo, coprite la padella e mettete a fuoco medio-basso. Dopo 3 o 4 minuti la pasta dovrebbe essere al dente e il brodo assorbito. Grattugiate la scorza di mezzo limone sulla pasta, aggiustate di sale, aggiungete pepe, formaggio vegetale e prezzemolo finemente tritato.
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