Rubrica

 

Informații despre parohia în alte limbi

Mirrors.php?amp%3Bid=7019&amp%3Blocale=ru&cat_id=35&locale=ro&id=205  Mirrors.php?amp%3Bid=7019&amp%3Blocale=ru&cat_id=35&locale=ro&id=602  Mirrors.php?amp%3Bid=7019&amp%3Blocale=ru&cat_id=35&locale=ro&id=646  Mirrors.php?amp%3Bid=7019&amp%3Blocale=ru&cat_id=35&locale=ro&id=647  Mirrors.php?amp%3Bid=7019&amp%3Blocale=ru&cat_id=35&locale=ro&id=4898 
Mirrors.php?amp%3Bid=7019&amp%3Blocale=ru&cat_id=35&locale=ro&id=2779  Mirrors.php?amp%3Bid=7019&amp%3Blocale=ru&cat_id=35&locale=ro&id=204  Mirrors.php?amp%3Bid=7019&amp%3Blocale=ru&cat_id=35&locale=ro&id=206  Mirrors.php?amp%3Bid=7019&amp%3Blocale=ru&cat_id=35&locale=ro&id=207  Mirrors.php?amp%3Bid=7019&amp%3Blocale=ru&cat_id=35&locale=ro&id=208 
Mirrors.php?amp%3Bid=7019&amp%3Blocale=ru&cat_id=35&locale=ro&id=3944  Mirrors.php?amp%3Bid=7019&amp%3Blocale=ru&cat_id=35&locale=ro&id=7999  Mirrors.php?amp%3Bid=7019&amp%3Blocale=ru&cat_id=35&locale=ro&id=8801  Mirrors.php?amp%3Bid=7019&amp%3Blocale=ru&cat_id=35&locale=ro&id=9731  Mirrors.php?amp%3Bid=7019&amp%3Blocale=ru&cat_id=35&locale=ro&id=9782 
Mirrors.php?amp%3Bid=7019&amp%3Blocale=ru&cat_id=35&locale=ro&id=11631         
 

Calendar Ortodox

   

Școala duminicală din parohia

   

Căutare

 

In evidenza

04/10/2023  Scoperte, innovazioni e invenzioni russe  
14/03/2020  I consigli di un monaco per chi è bloccato in casa  
11/11/2018  Cronologia della crisi ucraina (aggiornamento: 3 febbraio 2021)  
30/01/2016  I vescovi ortodossi con giurisdizione sull'Italia (aggiornamento: 21 dicembre 2022)  
02/07/2015  Come imparare a distinguere le icone eterodosse  
19/04/2015  Viaggio tra le iconostasi ortodosse in Italia  
17/03/2013  UNA GUIDA ALL'USO DEL SITO (aggiornamento: aprile 2015)  
21/02/2013  Funerali e commemorazioni dei defunti  
10/11/2012  Naşii de botez şi rolul lor în viaţa finului  
31/08/2012  I nostri iconografi: Iurie Braşoveanu  
31/08/2012  I nostri iconografi: Ovidiu Boc  
07/06/2012  I nomi di battesimo nella Chiesa ortodossa  
01/06/2012  Indicazioni per una Veglia di Tutta la Notte  
31/05/2012  La Veglia di Tutta la Notte  
28/05/2012  Pregătirea pentru Taina Cununiei în Biserica Ortodoxă  
08/05/2012  La Divina Liturgia con note di servizio  
29/04/2012  Pregătirea pentru Taina Sfîntului Botez în Biserica Ortodoxă
 
11/04/2012  CHIESE ORTODOSSE E ORIENTALI A TORINO  
 



Pagina principală  >  Documente  >  Sezione 11
  L'arcivescovo Elpidophoros contro i santi Padri sull'americanismo

di Walt Garlington

Orthodox Reflections, 3 luglio 2024

Clicca per SCARICARE il documento come PDF file  
Răspândește:

L'arcivescovo Elpidophoros dell'Arcidiocesi greca d'America è il campione indiscusso di azioni autolesioniste. La sua enciclica del 2024 per il 4 luglio è l'ultima di una lunga serie di tali azioni. Ci sono punti notevoli in cui è in contrasto sia con la storia che con il giudizio dei santi della Chiesa ortodossa.

'Il 4 luglio è il nostro compleanno nazionale...'

Falso. Come abbiamo già sottolineato in precedenza, la separazione dall'Impero Britannico ha prodotto tredici nuove nazioni, non una. Ora ci sono 50 nazioni, invece di 13.

'...per celebrare la Dichiarazione d'Indipendenza, un documento davvero straordinario che ogni americano dovrebbe leggere ogni anno in questa data'.

In realtà siamo d'accordo con sua Eminenza su questo punto. La Dichiarazione è "davvero notevole", ma non in senso positivo. Il santo Padre sant'Atanasio Parios (+1813) demolisce i concetti osannati in quel trattato politico macchiato dall'Illuminismo, come la libertà individuale e l'uguaglianza.

Della libertà, dice,

...Non accetto che le persone nascano libere (indipendenti) nel mondo. Al contrario, sostengo e dimostrerò che non esiste tale libertà nel mondo: le persone nascono e vivono nel mondo come "schiave" (dipendenti) in molti modi.

– Le persone sono "schiave" di Dio, proprio come il resto della creazione. Che le persone siano "schiave" è così vero, che quando sono ignoranti del loro Creatore e non eseguono i suoi comandamenti, vengono punite anche per l'eternità. Infatti, questa punizione non si applica a nessun'altra creatura tangibile, perché solo le persone si distinguono da tutte le altre, poiché hanno la ragione e sono state adornate con il dono dell'autonomia, quindi diventano volontariamente servi malvagi e senza valore e disobbedienti agli ordini del loro padrone.

– Perciò, coloro che proclamano con le parole e decidono in conformità alla legge che gli uomini nascono liberi sono ignoranti e stolti. Coloro che la pensano così sono tra la mandria dei seguaci di Epicuro. Sono atei e credono che l'anima sia mortale. Sono apostati delle rivelazioni divine, ribelli alla grandezza di Dio stesso, meritevoli di odio e disprezzo da parte di tutta la creazione, come nemici di Dio, Creatore e Signore di tutto. Quindi qui abbiamo una via di "schiavitù" (dipendenza) che è necessaria e inevitabile, perché è impossibile per la creatura rinnegare il proprio Creatore, per il formato il proprio Artefice, per il causato la propria Causa. Dopo tutto, chi è così ignorante da non sapere che le parti costitutive dell'uomo sono due, cioè il corpo e l'anima? E che l'anima razionale è quella che governa il corpo, cioè la parte irrazionale, e lo fa muovere dove e come vuole? Quindi c'è qualcuno che non sa e non accetta questa verità, che è nota anche ai gentili? Basta una piccola osservazione perché tutti possano localizzarla nella propria coscienza.

... – Quando ci imbattiamo in un altro tipo di "schiavitù", la dipendenza dal corpo, che è del tutto naturale e necessaria, come possono varie persone vanitose dire e scrivere che le persone nascono libere? Dopo tutto, non nasce ognuno di noi sotto l'autorità dei genitori? I genitori non hanno naturalmente il potere assoluto su di noi di trattarci nel modo in cui vogliono che viviamo quando non viviamo correttamente o non obbediamo ai loro suggerimenti? Non ci puniscono? Non ci rinnegano e non ci privano della nostra eredità paterna?

– Ma ogni capofamiglia non è forse una specie di monarca a casa? Non ha persone diverse sul posto di lavoro e dice a qualcuno "vieni" e loro vengono, e a qualcun altro "fai questo" e loro lo fanno? E cosa succede a ogni apprendista e studente di ogni specialità? Non sono soggetti all'autorità dei loro insegnanti, come se questi ultimi fossero maestri? Chi può negare che obbediscono con rispetto e che eseguono sicuramente gli ordini e che vengono severamente puniti quando non obbediscono alle regole dell'apprendistato in modo accurato?

– Quando vediamo le persone sottomesse in così tanti modi e forse anche di più, dov'è la loro libertà naturale? Anche se consideriamo che possono essere liberate dalle dipendenze genitoriali e dottrinali, come possiamo ignorare il predominio dell'anima innata e quello della Causa prima e suprema, cioè del Creatore e Dio di tutto?

– Nella misura in cui è impossibile che il Creatore e Fattore non sia il Signore e il Padrone degli uomini, e nella misura in cui è impossibile che l'anima, in quanto natura razionale e intangibile, non sia la parte egemone della composizione umana, è altrettanto impossibile che le persone siano libere, indipendenti.

...E, se è vera (e deve essere vera) quella saggia opinione che dice "è più gravoso essere schiavi delle proprie passioni che dei tiranni esterni", sono assolutamente schiavi delle passioni, e questa schiavitù è molto più gravosa, peggiore e più povera della schiavitù di persone tiranniche. Perché il corpo è per natura soggetto ai comandi dell'anima dominante, e per questo motivo non è paradossale sottomettersi a qualche potere esterno e svolgere servizi e lavori corporei. Tuttavia, è del tutto inaudito e paradossale che l'anima dominante cada dal suo ordine elevato, quello completamente libero, e si sottometta con la propria volontà alle passioni irrazionali e sporche del corpo.

Dell'uguaglianza, dice quanto segue:

– Ma alle loro dichiarazioni di libertà, collegano anche la dichiarazione di uguaglianza. E in alto sulle loro bandiere scrivono "Libertà-Uguaglianza". E la folla sconsiderata e implacabile, cos'altro di più attraente e motivante per le rivolte contro i superiori si aspetterebbe di sentire oltre a queste dichiarazioni? Con la proclamazione di Libertà, si immagina libero da ogni potere umano esterno, che chiama indiscriminatamente tirannia, anche se non lo è. Con le dichiarazioni di Uguaglianza, il portatore d'acqua e colui che pulisce le feci, si immagina come il più nobile e importante.

Gente stupida e vanitosa! Se, come dice Gregorio il Teologo, la scimmia immagina di essere un leone, a cosa gli servirà una tale immaginazione? Uguale! Dimmi, dov'è questa uguaglianza? Lui vive in palazzi di lusso e torreggianti, e tu, sfortunato, hai una misera capanna, appena sufficiente a ospitare il tuo corpo malato e stanco. Lui riposa in un letto d'oro e avorio e su materassi morbidi, e tu sei forzato su una stuoia di legno, per adagiare il tuo corpo tormentato. Non c'è molto spazio rimasto sulla sua tavola a causa dell'abbondanza di cibo e vino, e tu hai solo un po' di pane e un po' di formaggio di scarsa qualità per ingannare la tua fame!

Ma perché dilungarsi sulla questione? Come possono due persone essere definite uguali quando una è molto ricca e l'altra è affamata e costretta a rubare a causa della sua povertà? Queste dichiarazioni sono un'invenzione di persone astute e insidiose, che, volendo soddisfare le proprie passioni e realizzare i propri desideri malvagi, hanno instillato nelle menti della gente comune questo vento sfrenato di uguaglianza, per aiutarli a raggiungere il loro scopo. Può mai esserci uguaglianza in società dominate dall'avidità, dominate dalle passioni, dove nessun'altra espressione si sente più spesso di "mio" e "tuo"?

Sant'Atanasio indica dove si può trovare la vera uguaglianza, e non nella "democrazia americana" o nel capitalismo , ma nella vita della Chiesa ortodossa:

L'uguaglianza, sì, esisteva una volta! Ma dove? Nella Chiesa appena formata di quei buoni cristiani, semplici e pii! Lì, come la descrive san Luca (Atti 4:32), nessuno aveva nulla di proprio, ma era tutto comune: denaro, vestiti e cibo. Ma perché era tutto comune? Perché, dice, i cuori e le anime dei fedeli erano uno! Ognuno aveva un'opinione e una volontà su Dio ed erano tutti collegati dall'amore fraterno, così vicini che, sebbene fossero tante persone e di età diverse, uomini e donne, vecchi e giovani, sembravano un corpo solo mosso da un'anima sola.

La stessa uguaglianza e solidarietà è esistita per molti secoli nei cenobi dei venerabili Padri di un tempo, Pacomio, Saba, Eutimio, Teodosio e molti altri, perché in essi si conservavano l'amore fraterno e la solidarietà. Questa, in effetti, era la vera uguaglianza!

Se le idee dell'arcivescovo su libertà e uguaglianza suonano più massoniche che cristiane, è perché lo sono davvero. Sant'Atanasio spiega:

E chi sono coloro che sono caduti in questa schiavitù malvagia, sporca e viziosa? Gli illuminati! Cioè, gli illuministi. Da dove sono stati illuminati? Dalla filosofia, come loro stessi si vantano. E naturalmente, nessun altro paese e nessun'altra nazione è stata abbastanza fortunata da essere così ricca di scuole accademiche e di ogni genere di scienza come il Regno di Francia. E tuttavia, "Dichiarandosi sapienti, sono diventati stolti" (Rom 1:22), secondo il santo Apostolo.

Tornando all'enciclica dell'arcivescovo, egli continua a dilungarsi sulla democrazia filosofica/degli illuministi:

'Perché la "democrazia", il nobile esperimento concepito dalla mente ellenica oltre 2.500 anni fa, non è mai stata statica.'

La democrazia è davvero così nobile? Uno dei più venerati padri ellenici e ortodossi della Chiesa, san Gregorio il Teologo (+ c. 390), non immaginava che lo fosse:

Le tre opinioni più antiche riguardanti Dio sono anarchia, poliarchia e monarchia. Le prime due sono lo scherzo dei figli dell'Ellade, e possano continuare a esserlo. Perché l'anarchia è una cosa senza ordine; e il governo di molti è fazioso, e quindi anarchico, e quindi disordinato. Perché entrambi tendono alla stessa cosa, vale a dire il disordine; e questo alla dissoluzione, perché il disordine è il primo passo verso la dissoluzione. Ma la monarchia è ciò che noi teniamo in onore.

E ricordando quanto siano onorati gli ucraini presso il Patriarcato di Costantinopoli in questo momento, sicuramente l'arcivescovo Elpidophoros non ha dimenticato le parole benedette e preziose di un martire di Kiev?

Un prete che non è monarchico non è degno di stare alla tavola dell'altare. Il prete che è repubblicano è sempre un uomo di scarsa fede. Dio stesso unge il monarca per essere capo del regno, mentre il presidente è eletto dall'orgoglio del popolo. Il re rimane al potere implementando i comandamenti di Dio, mentre il presidente lo fa compiacendo quelli che governano. Il re porta i suoi sudditi fedeli a Dio, mentre il presidente li allontana da Dio. - Metropolita e neo-martire san Vladimiro di Kiev (+1918)

(Entrambe le citazioni sulla monarchia provengono da questo saggio).

'Infatti, con il solo linguaggio, essa [la Dichiarazione d'Indipendenza, nda] ha rinnovato una visione positiva della polis umana, che ha resistito alla prova del tempo...'

Molte persone possono vedere con i propri occhi che la "democrazia" americana non offre una "visione positiva". Rod Dreher, per esempio, sottolinea in modo particolarmente efficace che se Trump e Biden sono il meglio che il sistema politico statunitense può produrre, tale sistema ha fallito completamente:

Joe Biden è l'incarnazione vivente dell'esausto establishment americano. Sempre più persone hanno semplicemente perso la fiducia nella nostra classe dirigente. Non si potrebbe avere un simbolo più potente della sua impotenza. Biden rappresenta una forma di declino americano.

Donald Trump rappresenta una versione diversa, più vigorosa, della stessa cosa. Non è una persona seria. È l'idea di un leader forte da bar, tutto un modo egocentrico di fare il bullo. È impossibile credere che abbia delle convinzioni, un fondamento morale e intellettuale e un piano per fare ciò che le democrazie hanno bisogno che il loro capo esecutivo faccia...

Questo, credo, è ciò che il prof. Lancellotti intende quando dice che la crisi americana è un punto di svolta culturale e storico. Se la democrazia liberale americana ci ha portato al dibattito di ieri sera, tra due candidati di quel calibro, allora la gente non ha torto a chiedersi se il sistema sia ancora adatto allo scopo.

Nonostante tutto questo, sua Eminenza vorrebbe farci credere che la fede in una fragile "Provvidenza" sia sufficiente a far sì che tutto vada per il meglio nella terra dell'eccezionalismo:

'Contempliamo come "una ferma fiducia nella protezione della Provvidenza divina" sia la garanzia delle nostre libertà. Su tale base, senza esclusivismi, possiamo "impegnare a vicenda le nostre vite, le nostre fortune e il nostro sacro onore". La fede in uno scopo più alto della nostra libertà è in definitiva il principio unificante mediante il quale possiamo legarci come concittadini... può fasciare e guarire qualsiasi ferita nella nostra coscienza nazionale, affinché non si inasprisca e infetti la nostra tranquillità e prosperità domestica'.

È impossibile che sia così. L'ossessione appassionata dell'arcivescovo per "ogni genere di minoranze, razziali, etniche e altro" lo garantisce. Se si rifiuta l'esclusivismo e si insiste sulla cacofonia di voci di minoranze offese, comprese quelle contrarie agli insegnamenti ortodossi dei Padri su cose come LGBT e aborto, è scontato che ci saranno molti che non accetteranno alcuna nozione di "Provvidenza" o "uno scopo superiore per la nostra libertà". Insistere sul fatto che queste minoranze limitino la loro libertà per obbedire a idee che negano esplicitamente violerebbe sia il loro percepito senso di identità e "ricerca della felicità" (un'altra parte della "notevole" Dichiarazione) sia il sostegno dell'arcivescovo Elpidophoros ai diritti delle minoranze.

'La Costituzione della nostra nazione, ratificata quattordici anni dopo la Dichiarazione d'Indipendenza, prevedeva con lungimiranza che gli Stati Uniti d'America sarebbero sempre stati in procinto di "formare un'Unione più perfetta".'

Questo può suonare piacevole ad alcune orecchie, ma ancora una volta la storia mina questa visione semplicistica di costituzione e nazione. La stessa costituzione di Philadelphia del 1787 è nata in circostanze dubbie. Approfittando di una rivolta chiamata la ribellione di Shays nel Massachusetts occidentale, l'élite politica dei primi Stati Uniti ha spinto senza sosta una propaganda di paura sui cittadini degli Stati finché questi non hanno acconsentito a dare all'élite il governo più potente e centralizzato, da essa voluto per sostituire i più deboli e decentralizzati Articoli della Confederazione:

"Non lasciare mai che una buona crisi vada sprecata" non è solo un'invenzione moderna di persone che vogliono espandere il potere del governo. Sembra essere un approccio utilizzato per convincere le persone della necessità di sostituire gli Articoli della Confederazione con una nuova Costituzione nel 1787.

Anche James Madison lo ammise molto più tardi nella sua vita.

La ribellione di Shays fu una delle ragioni più importanti addotte per un sistema di governo più "energico" di quello formato sotto gli Articoli. I federalisti, che per anni non erano riusciti a espandere il potere del Congresso sotto gli Articoli, citarono ripetutamente la crisi di Shays come un esempio lampante della debolezza e dell'insufficienza del sistema, e una ragione per uno nuovo.

Per esempio, in una lettera del 1787 a William Carmichael, John Jay affermò che la ribellione e l'incapacità del governo federale di finanziare le truppe per sedare la rivolta resero "sempre più evidente l'inefficienza del governo federale".

In una lettera del 1786 a Henry Lee, George Washington descrisse la ribellione come "nuvole che si sono diffuse sulla mattina più luminosa che sia mai sorta su qualsiasi Paese".

"Voi parlate, mio caro signore, di impiegare l'influenza per placare gli attuali tumulti nel Massachusetts. Non so dove si trovi quell'influenza; e se fosse possibile, sarebbe un rimedio appropriato per i disordini. L'influenza non è un governo. Facciamone uno con cui le nostre vite, libertà e proprietà saranno garantite; o vedremo subito il peggio".

Tuttavia, come hanno avvertito alcuni importanti antifederalisti, ci sono prove che i sostenitori di un governo centralizzato forte stavano semplicemente usando e persino enfatizzando la ribellione di Shays per raggiungere i loro obiettivi di un potere più centralizzato.

...Nel 1821, James Madison arrivò al punto di ammettere che la ribellione di Shays era esagerata e aveva portato alla creazione di un governo più potente di quanto fosse "giustificato".

In una lettera a John G. Jackson, Madison scrisse: "la maggior parte di noi portò alla Convenzione profonde impressioni, prodotte dall'inadeguatezza sperimentata della vecchia Confederazione e dagli esempi monito di tutte quelle simili, antiche e moderne, circa la necessità di legare insieme gli Stati tramite una Costituzione forte".

Madison menzionò specificamente la "allarmante insurrezione" guidata da Shays, scrivendo che ebbe "un'influenza molto sensata sulla mente pubblica".

"Tale era infatti l'aspetto delle cose, che agli occhi dei migliori amici della libertà, era giunta una crisi."

Ma Madison continuò ad ammettere che "Questa visione della crisi rese naturale per molti nella Convenzione propendere per un sistema più rigoroso di quanto forse fosse rigorosamente garantito da una corretta distinzione tra cause temporanee, come alcune di esse senza dubbio erano, e cause permanentemente inerenti a strutture di governo popolari". [enfasi aggiunta]

Questo non significa certo creare "un'unione più perfetta" (e ricorda con tratti inquietanti il modo in cui la nostra attuale élite ha sfruttato il Covid per cercare di concentrare ancora più potere nelle proprie mani).

"L'intero scopo della politica pratica è di mantenere la popolazione in allarme (e pertanto vogliosa di essere portata in salvo) minacciandola con una serie senza fine di babau, tutti immaginari" (H. L. Mencken)

Inoltre, la portata dell'unione costituzionale è dannosa per la diversità amata dall'arcivescovo. Durante i dibattiti di ratifica della costituzione di Philadelphia, quando l'unione proposta era limitata a 13 nazioni sulla costa orientale del Nord America (in contrapposizione alla federazione transcontinentale di oggi), gli oppositori di quel documento espressero i loro timori per la distruzione della diversità culturale:

Con il drammatico aumento di scala rappresentato da una repubblica continentale, gli antifederalisti come George Mason temevano che:

Essendo il Governo generale preminente e sotto ogni aspetto più potente dei governi statali, quest'ultimi devono cedere il passo al primo. Si deve supporre che un Governo nazionale si adatti a un paese così esteso, che abbraccia così tanti climi e contiene abitanti così diversi per modi, abitudini e costumi? È accertato dalla storia che non c'è mai stato un Governo, su un paese molto esteso, senza distruggere le libertà del popolo.

In altre parole, i grandi poteri della Costituzione su un territorio vasto quanto gli Stati Uniti minacciavano di consolidare gli stati in un governo nazionale. Il consolidamento cancellò le varie circostanze di popolazione, costumi, economie e geografia che caratterizzavano la diversità degli stati, sostituendola con ciò che il Federal Farmer descrisse come un "sistema uniforme di leggi" che era in conflitto con e si dimostrava dannoso per le "diverse leggi, costumi e opinioni" dei singoli stati.

...La scala di questa repubblica continentale minacciava non solo la libertà repubblicana, ma anche l'omogeneità necessaria per l'autogoverno. Come spiegò Brutus:

Le diverse parti dell'unione sono varie, e il loro interesse, di conseguenza, diverso. I loro modi e abitudini differiscono tanto quanto i loro climi e le loro produzioni; e i loro sentimenti non sono affatto coincidenti. Le leggi e i costumi dei vari stati sono, per molti aspetti, molto diversi, e per alcuni opposti; ognuno sarebbe a favore dei propri interessi e costumi, e di conseguenza, una legislatura... sarebbe composta da principi così eterogenei e discordanti, che sarebbero costantemente in conflitto tra loro.

Così, mentre l'omogeneità cedeva il passo all'eterogeneità, culture diverse e potenzialmente in conflitto si scontravano. Se una di loro avesse ottenuto le leve del potere, niente avrebbe potuto impedirle di realizzare la propria volontà.

Ancora una volta, è piuttosto ovvio che l'attuale costituzione, nel distruggere la buona e benefica diversità dei vari Stati e nel sostituirla con il culto aggressivo della consapevolezza (o qualunque cosa sia stata, sia ora o sarà) dall'alto verso il basso tramite direttive federali, per il bene di una grande unione, non ci sta portando verso la "perfezione".

Ciò che gli antifederalisti avevano previsto si è avverato:

Così, mentre l'omogeneità [del singolo Stato o della cultura regionale condivisa che coinvolge un certo numero di Stati, nda] cedeva il passo all'eterogeneità [di un'unione di Stati e culture troppo grande per il suo bene, nda], culture diverse e potenzialmente in conflitto si scontravano. Se una conquistava le leve del potere, niente poteva impedirle di realizzare la propria volontà.

Gli Yankees del New England, che avevano ottenuto il controllo del governo federale con l'elezione di Lincoln, fecero della loro volontà sezionale la cosa più importante e procedettero a invadere gli Stati di Dixie per creare un'unione omogenea da un'eterogeneità di Stati molto diversi. È abbastanza comico come quei sudisti, così spesso demonizzati da persone yankee come l'arcivescovo Elpidophoros, avessero una comprensione molto più salda di cosa fosse la costituzione federale e di come avrebbe dovuto funzionare. Uno di questi uomini esecrabili (secondo loro) è Jefferson Davis, il presidente degli Stati Confederati d'America, un tempo universalmente stimato dai sudisti prima che un'altra forte spinta propagandistica da parte dell'élite facesse vergognare il Sud persino di pronunciare il suo nome. In pochi paragrafi, questi demolisce la nozione dell'Unione eterna di Stati ordinata divinamente sotto il governo della costituzione federale a Washington, DC:

Il 6 novembre 1860, la legislatura della Carolina del Sud si riunì e diede il voto dello Stato per gli elettori di un presidente degli Stati Uniti. Il giorno dopo fu approvata una legge che convocava una Convenzione di Stato per 17 dicembre, per determinare la questione del ritiro dello Stato dagli Stati Uniti. I candidati per l'adesione furono immediatamente nominati. Tutti erano a favore della secessione. La Convenzione si riunì il 17 dicembre e il 20 approvò "un'ordinanza per sciogliere l'unione tra lo Stato della Carolina del Sud e altri Stati uniti a esso sotto il patto intitolato 'La Costituzione degli Stati Uniti d'America'". L'ordinanza iniziava con queste parole: "Noi, il popolo dello Stato della Carolina del Sud, riuniti in convenzione, dichiariamo e ordiniamo", ecc. Le autorità dello Stato si conformarono immediatamente a questa azione della Convenzione e le leggi e l'autorità degli Stati Uniti cessarono di essere obbedite entro i limiti dello Stato...

Lo Stato della Carolina del Sud è designato nella proclamazione come una combinazione troppo potente per essere soppressa dal normale corso delle procedure giudiziarie o dai poteri conferiti ai marescialli dalla legge. Questa designazione non riconosce lo Stato, né manifesta alcuna consapevolezza della sua esistenza, mentre la Carolina del Sud era una delle colonie che avevano dichiarato la propria indipendenza e, dopo una lunga e sanguinosa guerra, era stata riconosciuta come Stato sovrano dalla Gran Bretagna, l'unica potenza a cui avesse mai dovuto fedeltà. Il fatto che fosse stata una delle colonie nel Congresso originale, fosse stata un membro della Confederazione e successivamente dell'Unione, rafforza, ma sicuramente non può compromettere, la sua pretesa di essere uno Stato. Sebbene il presidente Lincoln la designasse come una "combinazione", ciò non la rendeva una combinazione. Sebbene si rifiutasse di riconoscerla come Stato, ciò non la rendeva meno Stato. Con l'affermazione, tentò di annientare sette Stati; e la guerra che seguì aveva lo scopo di far rispettare l'editto rivoluzionario e di stabilire la supremazia del Governo generale sulle rovine dell'indipendenza degli Stati conquistata con il sangue.

...Nella natura delle cose, nessuna unione può essere formata se non da parti separate, indipendenti e distinte. Qualsiasi altra combinazione non è un'unione; e, alla distruzione di uno qualsiasi di questi elementi nelle parti, l'unione cessa ipso facto. Se il Governo è il risultato di un'unione di Stati, allora questi Stati devono essere separati, sovrani e distinti, per poter formare un'unione, che è interamente un atto della loro volontà. Un governo come il nostro non aveva il potere di mantenere la sua esistenza più a lungo di quanto le parti contraenti desiderassero aderire, perché era fondato sul grande principio della federazione volontaria, e organizzato "per stabilire la giustizia e assicurare la tranquillità interna". Ogni allontanamento da questo principio da parte del Governo generale non solo perverte e distrugge la sua natura, ma fornisce una giusta causa allo Stato danneggiato per ritirarsi dall'unione. Una nuova unione potrebbe essere successivamente formata, ma quella originale non potrebbe mai essere ripristinata con la coercizione. Ogni sforzo da parte degli altri per costringere lo Stato secessionista ad acconsentire a tornare è un tentativo di sottomissione. È un torto che nessun lasso di tempo o combinazione di circostanze potrà mai rendere giusto. Un'unione forzata è un'assurdità politica...

Gli uomini non combattono per creare un'unione fraterna, né lo fanno le nazioni. Questi preparativi militari del governo degli Stati Uniti non significavano niente di meno che la sottomissione degli stati del sud, così che, con un colpo devastante, il nord potesse afferrare per sempre quella supremazia che aveva così a lungo bramato.

L'unione attuale è quindi ingiusta e imperfetta, e nessuna quantità di gioco antistorico di parole da parte dell'arcivescovo Elpidophoros, di Prager U, di Fox News, o di qualsiasi altra organizzazione di sinistra o di destra può cambiare questo.

Ancora una volta, supplichiamo sua Eminenza e tutto il clero ortodosso nei 50 Stati di respingere la finzione che "l'America" sia una nazione. Ciò non farà altro che ostacolare le missioni ortodosse verso i veri gruppi culturali affini che esistono tra di loro. La Ludwell Orthodox Fellowship sta facendo un buon lavoro a Dixieland; incoraggiamo tutto il clero negli Stati del Sud a partecipare alla conferenza che hanno pianificato per settembre in Texas. Allo stesso modo, il New England ha caratteristiche uniche che devono essere prese in considerazione quando si presenta loro l'Ortodossia. E così via per tutti i gruppi culturali.

Celebrare il 4 luglio come "compleanno nazionale" per gli Stati Uniti è terribilmente fuorviante. Le unioni forzate hanno la strana abitudine di sgretolarsi, non importa quanto repressivi diventino i regimi creati per tenerle insieme, dall'impero di Carlo Magno nell'VIII - IX secolo all'impero sovietico nel XX, fino all'attuale poco congeniale Unione Europea e agli Stati Uniti. Se l'arcivescovo Elpidophoros e il resto dell'élite non lo riconosceranno volentieri, potrebbero scoprire che la "divina Provvidenza" ha dei modi per costringere le persone ad accettare la realtà, e per i duri di cuore e i testardi, spesso non sono modi molto piacevoli da sperimentare.

Walt Garlington è un cristiano ortodosso che vive a Dixieland. I suoi scritti sono apparsi su diversi siti web e gestisce un sito tutto suo, Confiteri: A Southern Perspective.

Răspândește:
Pagina principală  >  Documente  >  Sezione 11