Tra tutti i libri delle Sacre Scritture, il libro di Giobbe è quello più difficile da situare in un preciso contesto storico e geografico. Sembra un libro piuttosto strano come stesura di una narrazione orale, a causa della sua ambientazione molto "asciutta" e dei lunghissimi e profondi dialoghi (una narrazione orale avrebbe piuttosto presentato un contesto più dettagliato a fianco di dialoghi più immediati e facili da tramandare a voce). Viene abbastanza naturale chiedersi se il libro di Giobbe fosse stato concepito fin dall'inizio come una sceneggiatura teatrale.
Il filosofo Horace Kallen (1882-1974) e l'ebraista George Moore (1851-1931) furono i co-autori nel 1918 di un libro dal titolo Il libro di Giobbe come una tragedia greca.
Oggi l'autore di questo blog teologico si chiede se il libro di Giobbe non fosse nato come pièce di teatro, e si schernisce subito, come se temesse di averla detta grossa, affermando che non sostiene che la storia di Giobbe non sia vera, ma solo che sia stata adattata alla rappresentazione teatrale. In ultima analisi, a nostro parere, la distinzione non ha tutta questa importanza, perché Giobbe non ha alcun collegamento con eventi storici (gli stessi ebrei lo considerano un pagano, un "giusto tra le nazioni"), e può essere tranquillamente considerato un personaggio di una parabola, senza che il messaggio del libro ne sia minimamente intaccato.
L'adattamento teatrale di questo libro è sorprendentemente facile e lineare, e c'è da rimanere stupiti che non sia stato provato molto più spesso (per la verità, alcuni ci hanno provato anche in questi anni). Sarà per la ritrosia a far interpretare a una persona il ruolo di Dio?
Di fatto, la parte scenografica è minimale: il dialogo nei cieli – che può essere ambientato parzialmente fuori scena –, la tavola di un pranzo, e le rovine di una casa. Alcune idee possono venire addirittura dalle illustrazioni del libro nei codici biblici antichi:
Anche gli attori necessari sono veramente pochi. La voce di Dio può tranquillamente venire da dietro le quinte, e gli unici ruoli di rilievo sono quelli di Giobbe e dei suoi tre amici.
Questo apre possibilità infinite di studiare il libro di Giobbe come argomento di una recita parrocchiale. Anche se gli argomenti sono profondi e i diloghi complessi, possono essere anche ridotti alla comprensione dei bambini, e ci sono alcuni che hanno già fatto dei tentativi in questo senso. Ci auguriamo di poter vedere, attraverso il mezzo della recitazione, più occasioni per rendere noto uno dei libri più belli e significativi di tutta la Bibbia.
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