La preghiera di Gesù può essere pericolosa?
Tutto può essere pericoloso: tutto dipende da chi ne fa uso. Così la televisione può essere usata per trasmettere programmi spirituali oppure scene di dissolutezza e violenza; i computer possono essere usati per stabilire una dipendenza dal gioco oppure per fornire siti web di informazioni sulla Chiesa. Così anche la preghiera del cuore (chiamata erroneamente da alcuni la preghiera di Gesù: un termine assolutamente non patristico) può essere pericolosa.
Se la preghiera è usata con l'immaginazione e le immagini mentali, come una forma di meditazione o contemplazione come fanno i cattolici romani, cosa che l'Ortodossia vieta senza eccezioni, porta a uno stato di illusione. Così, se qualcuno ripete continuamente la "preghiera di Gesù" come una mera tecnica, senza amore per gli altri, con il cuore freddo, perché pensa di andare in paradiso così, senza vedere altro che la propria "preghiera" e la propria "spiritualità" egoista e narcisistica, questo porta alla morte spirituale. Vede e ama solo se stesso e le sue stesse speculazioni, riflessi della sua mente peccaminosa, non Dio, solo la sua immaginazione di Dio. Questa è la definizione di illusione/delusione spirituale (plani/illusio/prelest). Questa è un'illusione perché tale preghiera non ha umiltà, né cuore, è solo un desiderio intellettuale. Questa NON è precisamente la preghiera del cuore, ma la preghiera della testa, accompagnata da emozioni deliranti. Ho visto moltissimi che sono caduti in questo modo. Finiscono sempre per abbandonare la Chiesa, perché nella loro follia pensano di essere troppo buoni per la Chiesa, al di sopra degli altri.
In altre parole, se vuoi andare in paradiso da solo, per orgoglio, incontrerai il diavolo, l'ingannatore. Si può arrivare in paradiso solo con Dio, con l'umiltà. Questo è l'unico modo. Nella preghiera non dobbiamo prestare attenzione a sentimenti, pensieri e immagini mentali, soprattutto se ci danno una sensazione di dolcezza e ci fanno 'stare bene' o rilassare. Sono tutti lì per distrarci.
La chiave di tutto questo è l'umiltà. Se la preghiera ti rende umile allora va bene. Altri te lo faranno sapere, sia in un monastero che nella tua famiglia: ascolta loro e le loro sincere opinioni. Se ti senti insultato e offeso da loro, allora sei in uno stato di orgoglio, di delusione spirituale. Se la "preghiera" ti fa sentire superiore, migliore degli altri, e non riesci ad andare nelle loro chiese "inferiori", allora quella non è preghiera, ma il pensiero di te stesso, non di Dio.
Questo è il motivo per cui non c'è meditazione nell'Ortodossia. Per gli ortodossi questa porta al peccato. L'autoconcentrazione e la concentrazione sulle proprie capacità interne non fanno che aumentare l'orgoglio. Ma noi cerchiamo l'umiltà. Questa differenza è il risultato della diversa teologia o comprensione di come lo Spirito Santo viene a noi. Per gli ortodossi viene direttamente da Dio Padre, per i cattolici romani viene attraverso qualche mediazione umana, pensiero (contemplazione o meditazione), studio o manipolazione. Ecco perché per gli ortodossi non c'è differenza tra azione e contemplazione. Tutto è uno.
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