Igor Dodon. Foto: point.md
Igor Dodon ha dichiarato che le autorità stanno prendendo decisioni che potrebbero portare alla confisca dei monasteri della Chiesa e all'espulsione dei monaci.
L'ex presidente della Repubblica Moldova, Igor Dodon, ha affermato che le autorità del paese stanno preparando un attacco contro la Chiesa ortodossa e le sue proprietà.
Secondo Dodon, l'attuale presidente della Moldova Maia Sandu e il partito PAS stanno portando avanti una campagna anti-ecclesiastica "che nel nostro Paese va avanti ormai da tre anni".
Il politico ha sottolineato che "l'Ortodossia è il fondamento della nostra identità nazionale" e che il popolo moldavo "non ha altra fede e tradizione spirituale".
"La Chiesa ortodossa è la pietra angolare dello Stato moldavo, la misura dei nostri valori morali ed etici", ha sottolineato.
L'ex presidente sostiene che per lui è inaccettabile approvare documenti discutibili che "colpiscono la moralità e la tradizione spirituale e ai quali la Chiesa ortodossa di Moldova si oppone categoricamente".
In particolare ha scritto della ratifica della "Convenzione di Istanbul", che parla della molteplicità dei "gender", e che diversi Paesi europei si sono rifiutati di ratificare.
Ha anche scritto che è "inaccettabile per noi che le cosiddette 'parate dell'orgoglio' abbiano luogo nella nostra capitale sotto un cordone di polizia rafforzato", e che "gli ambasciatori stranieri guidino queste processioni ed espongano sugli edifici delle loro ambasciate simboli che promuovono valori e idee del tutto estranee al nostro popolo".
"Tali gesti rappresentano una palese interferenza negli affari di uno stato sovrano e una dimostrazione di mancanza di rispetto per i cittadini del paese", ritiene Dodon.
Egli ha inoltre sottolineato che "il coinvolgimento di funzionari statali, politici e giornalisti negli affari della Chiesa è inaccettabile".
A suo avviso, "con l'aiuto di giudici controllati, il regime al potere sta preparando un attacco diretto alla Chiesa ortodossa e alle sue proprietà".
Come esempio, ha citato la "decisione della Corte d'appello di Chisinau del 5 aprile di quest'anno, che ha annullato due contratti tra il Ministero della Cultura della Moldova e la Chiesa ortodossa moldava".
"La conseguenza di una tale decisione potrebbe essere la confisca degli edifici di monasteri della Chiesa e l'espulsione dei monaci", ha espresso la sua preoccupazione il politico moldavo.
Come riportato, la Metropolia di Bessarabia della Chiesa romena ha firmato un accordo con il Ministero della difesa della Moldova.
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