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  La Chiesa della Britannia celtica del VII secolo

dell'arciprete Vladislav Tsypin

Russian Faith, 26 settembre 2022

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La struttura della Chiesa, i riti liturgici, le specificità della pietà, i costumi cristiani e le tradizioni quotidiane del Galles... hanno reso questo angolo dell'estremo occidente del mondo cristiano molto vicino all'Oriente cristiano.

Nel VII secolo d.C., la popolazione della Britannia consisteva principalmente in due gruppi etnici relativamente uguali in numero, noti collettivamente rispettivamente come celti e anglosassoni. I celti possono essere divisi in tre sottogruppi principali, vale a dire i gallesi (i discendenti dei britanni, gli abitanti nativi della Britannia che furono spinti a ovest dagli invasori angli e sassoni) nel Galles; i pitti (una confederazione tribale indigena di popoli in Scozia); e i feniani, o scoti (un popolo gaelico che emigrò dall'Irlanda alla Scozia verso la fine del V secolo): così erano comunemente chiamati in Britannia ("Scoti", che significa "vagabondi", era riferito agli irlandesi in generale). Il nome "Scozia" deriva dal latino "Scotia", o "la terra degli scoti". Questo perché nel medioevo, la Scozia come paese fu sviluppata dagli scoti piuttosto che dai nativi pitti.

Dalriada

in verde, il territorio di Dalriada nel suo periodo di massimo splendore, gli anni '90 del VII secolo

Nel V secolo i feniani cambiarono nome e cominciarono a chiamarsi gaeli; fondarono a nord del Vallo di Antonino il regno di Dalriada (scritto anche Dal Riata), il cui territorio si estendeva fino all'Irlanda nord-orientale (Ulster) e gruppi di piccole isole tra Britannia e Irlanda. All'inizio del VII secolo Dalriada era diventato uno stato prevalentemente cristiano e in esso furono stabiliti i riti celtici irlandesi. Le tradizioni e le pratiche liturgiche della Chiesa celtica erano leggermente diverse da quelle della Chiesa romana. La loro principale controversia teologica di quel tempo era la controversia sulla data corretta per la Pasqua (il "partito romano" in Britannia era rappresentato dai discepoli di Sant'Agostino di Canterbury, evangelizzatore romano degli anglosassoni). La più grande e significativa differenza ecclesiologica e canonica era l'amministrazione della Chiesa. Nel cristianesimo celtico tutta l'autorità apparteneva agli abati dei monasteri, mentre i vescovi non avevano potere amministrativo: vivevano nei monasteri, obbedivano ai loro abati e svolgevano le loro funzioni sacramentali, comprese le ordinazioni.

I fondatori dei monasteri in Irlanda e Dalriada erano tenuti in grande onore, e quindi gli abati venivano spesso chiamati "comarbae" (che significa "eredi", "successori" in irlandese antico). Ogni abate di Iona in Scozia era chiamato "comarba Colum Cille" ("successore di Columba"), e ogni abate di Armagh era chiamato "comarba Patraic" ("successore di Patrizio"). Nella seconda metà del VII secolo, l'abate più influente a Dalriada, in Irlanda e persino in Northumbria nell'Inghilterra settentrionale fu sant'Adomnan (Adamnano) nono successore di san Columba e autore della versione più famosa della Vita di san Columba. Nel 688, sotto l'influenza dei monaci della Northumbria, sant'Adomnan introdusse i Paschalia (cicli pasquali) romani nelle chiese di Dalriada, sebbene i fratelli di Iona si rifiutassero di adottarli.

I pitti

il sinodo di Whitby

Il più grande gruppo etnico nella Caledonia (il nome romano per la Scozia) era quello dei pitti, che abitava la maggior parte del suo territorio. All'inizio del VII secolo la maggior parte di loro era diventata cristiana. Si convertirono al cristianesimo soprattutto grazie alle fatiche apostoliche di san Columba, che fece numerosi viaggi missionari nella loro terra nella seconda metà del VI secolo. All'inizio del VI secolo, la terra dei pitti aveva già un certo numero di monasteri fondati da san Columba e dai suoi discepoli, anche se la maggior parte degli insediamenti in cui erano situati oggi non può essere identificata. Tuttavia, non abbiamo informazioni sui vescovi che furono inviati a servire nella terra dei pitti, quindi presumiamo che la Chiesa in tutto il regno fosse amministrata dagli abati di Iona, dove vivevano effettivamente i vescovi.

Le tradizioni liturgiche della Chiesa dei pitti erano identiche a quelle delle Chiese in Irlanda e Dalriada. Ma nel 663/664 fu convocato in Northumbria il famoso Sinodo di Whitby, che riunì i fautori delle usanze celtiche e romane. Al Sinodo, san Colmán (Colomano) di Lindisfarne sosteneva il "partito celtico", mentre san Vilfredo di York e di Hexham sosteneva il "partito romano" con i suoi cicli pasquali. Dopo una disputa tra i santi Colmán e Vilfredo, il partito romano alla fine vinse la disputa. Dopo la consacrazione di san Vilfredo a vescovo di Eboracum (York), le chiese del sud della terra dei dei pitti, a quel tempo occupate dal regno di Northumbria, rimasero sotto la sua giurisdizione per diversi anni. A quel tempo usavano i cicli pasquali romani per celebrare la risurrezione di Cristo.

il miracolo di san Columba alla porta della fortezza di re Brude

Nel 681, fu fondata nella parte meridionale della terra dei pitti la nuova diocesi di Abercorn, vicino alla costa meridionale del Firth of Forth, per fornire guida spirituale alla popolazione locale. San Trumwine fu consacrato primo vescovo di Abercorn. Si sforzò di introdurre i cicli pasquali romani e altre pratiche in tutte le parrocchie della sua diocesi, ma dopo la sconfitta della Northumbria nella battaglia di Dun Nechtain nel 685, san Trumwine "si ritirò assieme ai suoi che vivevano nel monastero di Abercurnig [Abercorn], situato nel paese degli inglesi, ma vicino al braccio di mare che divide le terre degli inglesi e degli scozzesi. Dopo aver raccomandato i suoi seguaci, dovunque poteva, agli amici nei monasteri, scelse il proprio luogo di residenza nel monastero, di cui abbiamo tante volte accennato, di uomini e donne servi di Dio, a Streaneshalch [Whitby]". Qui si addormentò nel Signore molti anni dopo, incapace di dare una guida spirituale alla Chiesa dei pitti, che, quindi, tornò alle proprie pratiche celtiche e le sostenne per un quarto di secolo dopo di lui.

Il Galles

il Galles ai nostri giorni

Il popolo celtico più numeroso nella Britannia del settimo secolo erano i britanni, o cymry, che furono brutalmente massacrati in gran numero dagli invasori Angli e Sassoni e cacciati dalle loro terre native. Resistendo all'aggressione, le tribù celtiche rimasero al sicuro a ovest dalla dominazione anglosassone e formarono piccoli regni britannici in Cornovaglia (Dumnonia), Galles (originariamente chiamato Cymru o Cambria) e Strathclyde (o Cumbria), che si estendevano a sud-ovest della Scozia. Sebbene fosse un'entità distinta, il Galles (il più grande di questi) non era uno stato monolitico. Era diviso in diversi piccoli regni indipendenti che agivano in alleanza tra loro. Tra questi c'erano Gwynedd (Galles del nord-ovest), Dyfed (Galles del sud-ovest) e Powys (Galles dell'est).

Il settimo secolo, come il secolo precedente, fu segnato dalla tenace resistenza dei celti britannici al costante assalto degli anglosassoni. Sperimentarono sia vittorie che sconfitte in questa lotta. Eppure una delle battaglie si rivelò fatale per la Cambria. Fu la battaglia di Legacastir [il nome romano dell'attuale Chester] che ebbe luogo intorno al 616. In essa l'esercito congiunto di Powys e diversi regni alleati minori combatté contro quello della Northumbria. Tuttavia, la Cronaca anglosassone fa risalire questa battaglia al 604. La voce della Cronaca per il 607 dice: "Ethelfrith condusse il suo esercito a Legacastir, dove uccise un'innumerevole schiera di gallesi; e così si adempì la profezia di sant'Agostino, in cui dice: 'Se i gallesi non avranno pace con noi, periranno per mano dei sassoni'."

San Beda di Jarrow, raccontando la battaglia di Legacastir, si riferisce ai soldati e ai sacerdoti britanni che li accompagnavano come "eretici", solo a causa del loro modo di calcolare la data della Pasqua e di altre piccole differenze liturgiche: "I loro sacerdoti… si unirono per elevare le loro preghiere a Dio per i soldati, stando in disparte in un luogo più sicuro. La maggior parte di loro apparteneva al monastero di Bangor, nel quale si dice che vi fosse un numero così grande di monaci, che il monastero essendo diviso in sette parti, con un superiore per ciascuna, nessuna di quelle parti conteneva meno di trecento uomini, e tutti vivevano del lavoro delle loro mani. Molti di questi, dopo aver osservato un digiuno di tre giorni, ricorsero tra gli altri a pregare nella suddetta battaglia, avendo nominato loro protettore re Brocmail di Theyrnllwg, per difenderli mentre erano intenti alle loro preghiere, contro le spade dei barbari. Il re Ethelfrith, informato dell'occasione della loro venuta, disse: 'Se dunque gridano al loro Dio contro di noi, in verità, anche se non portano armi, tuttavia combattono contro di noi, perché si oppongono a noi con le loro preghiere'."

il venerabile Beda

Così, nel linguaggio legale moderno, il re di Northumbria rifiutò di riconoscere questi sacerdoti come non combattenti. Leggiamo inoltre: "Egli, quindi, comandò che fossero prima attaccati loro, e poi distrusse il resto dell'empio esercito, non senza considerevoli perdite del suo stesso esercito".

Qui il patriottismo anglosassone e l'intolleranza religiosa di san Beda sono al culmine... Per lui "l'empio esercito" non era l'orda degli angli pagani ma l'esercito dei britanni cristiani, anche se l'unica grande differenza tra le tradizioni celtica e romana (san Beda apparteneva a quest'ultima) era nel modo in cui le due Chiese calcolavano la data della Pasqua e tonsuravano i monaci. "Si dice che circa milleduecento di quelli che vennero a pregare siano stati uccisi, e solo cinquanta siano fuggiti in fuga. Brocmail, voltando le spalle ai suoi uomini, al primo avanzare del nemico, lasciò coloro che avrebbe dovuto difendere, disarmati ed esposti alle spade dei nemici". E san Beda conclude il racconto, gongolando per la loro sconfitta: "Quegli uomini perfidi... avevano disprezzato l'offerta della salvezza eterna". È interessante notare che altrove nel suo meraviglioso libro san Beda mostra un atteggiamento molto più tollerante nei confronti degli altri celti, vale a dire gli scoti (gli irlandesi) e i pitti. Forse provava un'antipatia personale per i britanni di cui non sappiamo nulla. A proposito, gli angli e i sassoni chiamavano sprezzantemente i britanni "gallesi", che significa semplicemente "stranieri" [sebbene, in effetti, loro stessi fossero stranieri! Quindi "Galles" significa "la terra degli stranieri" e "Cornovaglia", originariamente "Corn-Wales", significa "il corno", o "il promontorio, abitato dagli stranieri", ndt]. La vittoria nella battaglia di Legacastir diede alla Northumbria un facile accesso al Mare d'Irlanda e così il mondo celtico della Britannia fu quindi in gran parte disintegrato: Cambria (Galles) e Cumbria (o Hen Ogledd, che significa "il vecchio nord") furono così separati l'una dall'altra.

Sebbene gli attacchi degli angli e dei sassoni continuassero, i britanni riuscirono a riorganizzarsi nell'ovest dell'isola. In alcuni casi approfittarono della faida tra alcuni regni anglosassoni. Così, re Cadwallon di Gwynedd, in alleanza con il re pagano Penda di Mercia (suggellato dal matrimonio di Cadwallon con la sorella di Penda, Alcfrith, secondo fonti successive) attaccò la Northumbria, che allora era governata da sant'Edwin, che si era convertito al cristianesimo. In precedenza Cadwallon e sant'Edwin erano stati amici, ma dopo il ritorno di Edwin in patria e la successione al trono della Northumbria, la loro amicizia si trasformò in ostilità. Così i britanni di Gwynedd approfittarono delle faide tra alcuni regni anglosassoni per riconquistare l'indipendenza e vendicarsi degli Angli di Northumbria, loro "secolari nemici". Nel 630 circa, gli eserciti congiunti di Gwynedd e Mercia sconfissero la Northumbria nella battaglia di Cefn Digoll (vicino all'odierna Welshpool). Ma la battaglia di Hatfield Chase che ebbe luogo il 12 ottobre (alcuni danno il 14 ottobre), 633, fu un punto di svolta significativo nella lotta tra i britanni e gli anglosassoni.

Secondo san Beda: "In una grande battaglia combattuta nella pianura chiamata Heathfield, Edwin fu ucciso il 12 ottobre, nell'anno di Nostro Signore 633, all'età di quarantasette anni, e tutto il suo esercito fu ucciso o disperso. Nella stessa guerra, prima di lui, cadde anche Osfrid, uno dei suoi figli, un giovane guerriero". Quindi, secondo san Beda, sebbene possa aver esagerato poiché era molto prevenuto nei confronti dei britanni, "un grande massacro fu compiuto nella chiesa o nazione della Northumbria; e tanto più che uno dei condottieri, dal quale fu fatta, era pagano, e l'altro barbaro, più crudele che pagano; poiché Penda, con tutta la nazione della Mercia, era un idolatra e un estraneo al nome di Cristo; ma Cadwallon, sebbene portasse il nome e si professasse cristiano, era così barbaro nella sua indole e nel suo comportamento, che non risparmiava né il sesso femminile, né l'età innocente dei bambini, ma con selvaggia crudeltà li sottoponeva a morti e tormenti, devastando tutti loro paese per molto tempo, e decidendo di sterminare tutta la razza degli inglesi entro i confini della Britannia". Tuttavia, prima di allora erano stati gli angli e i sassoni a massacrare da molto tempo i britanni celtici che vivevano in Britannia, cercando letteralmente di sterminarli. Pertanto, uccidendo crudelmente gli abitanti della Northumbria, i britanni cercavano di vendicarsi dei loro oppressori. Questa ostilità era ampiamente spiegata dal fatto che gli angli e i sassoni, convertendosi al cristianesimo, consideravano i nativi britannici come "eretici" a causa della loro controversia sul corretto calcolo della Pasqua, mentre, secondo san Beda, "fino a questo giorno dura l'usanza dei britanni di non rispettare la fede e la religione degli inglesi, né di corrispondere con loro più che con i pagani".

Subito dopo, Cadwallon cadde in battaglia contro l'esercito degli angli sotto sant'Oswald. Al ritorno da Dalriada dove era stato in esilio, sant'Oswald con il suo piccolo esercito attaccò la banda di re Cadwallon a Cad-ys-Gual ("Heavenfield" in inglese). La battaglia portò a una vittoria decisiva per sant'Oswald e Cadwallon fu sconfitto e ucciso. Così i territori che Gwynedd aveva riconquistato dalla Northumbria furono persi. Da allora in poi fu la Mercia (con la quale si era alleata non molto tempo prima) e non la Northumbria a rappresentare una grave minaccia per il regno di Gwynedd.

Nel 634, in seguito alla citata battaglia, il trono di Gwynedd fu sequestrato da Cadfael ap Cynfeddw (cioè "Cadfael figlio di Cynfeddw"), mentre il figlio di Cadwallon di un anno, san Cadwaladr Fendigaid, fu nascosto per un certo periodo. Intorno al 655, San Cadwaladr finalmente salì al trono di Gwynedd. Fu amato come un sovrano pio e pacifico e prima della sua morte prese i voti monastici. San Cadwaladr morì durante la devastante pestilenza del 664 [sebbene, secondo la maggior parte delle fonti, questo santo morì di un'altra terribile pestilenza che colpì il paese diciotto anni dopo, nel 682, ndt] e fu canonizzato dopo la sua morte.

san David, arcivescovo di Mynyw

Il periodo tra il V e l'VIII secolo è chiamato in Galles "l'età dei santi". Il santo più venerato della terra gallese è il suo santo patrono: san David, arcivescovo di Mynyw (Menevia). La sua festa, il 1 marzo (è venerato nell'Ortodossia il 14 marzo), è ancora festa nazionale in Galles. Fu un paladino della fede ortodossa, un missionario, fondatore di un gran numero di monasteri in diverse parti della Britannia e persino nella Bretagna. Anche il suo monastero principale di Mynyw (ora St. Davids nel Pembrokeshire) divenne il suo arcivescovado. San David introdusse una regola molto rigida nel suo monastero. Il lavoro manuale era obbligatorio e sempre fiorente. Qualsiasi conversazione, tranne quelle più necessarie, era vietata. Ai fratelli non era permesso usare cavalli o buoi nell'aratura, quindi trascinavano sempre l'aratro attraverso i loro campi, mentre praticavano la preghiera incessante. Il cibo dei fratelli consisteva in pane, verdure e acqua. Erano esclusi la carne e i lattcini, l'alcol e persino il pesce. San David veniva spesso chiamato "aquaticus" ("uomo d'acqua") perché viveva esclusivamente di pane e acqua. Secondo una versione, san David si addormentò nel Signore nel 589 e secondo un'altra versione nel 601.

Tra coloro che seguirono le orme di san David nel VII secolo vi fu san Beuno . Nacque nel regno di Powys ed era imparentato con la famiglia reale. Spinto dall'amore per Dio e da un intenso desiderio di dedicare la sua vita al servizio di Cristo, san Beuno si unì da giovanissimo al monastero di Bangor, fondato da san Deiniol. Fu lì che ricevette la tonsura e fu ordinato sacerdote. Successivamente fu mandato a fondare nuovi monasteri nel regno di Gwynedd. Intorno all'anno 616 il santo fondò un monastero a Clynnog Fawr. Successivamente, seguendo la tradizione dei santi celtici, Beuno intraprese numerosi viaggi missionari attraverso il Galles e alcuni dei primi regni inglesi. In Galles costruì una decina di monasteri, che divennero semenzai di santi monaci e asceti nella tradizione celtica. Tra le comunità monastiche fondate da questo santo di Dio c'erano quelle di Llanfeuno e Llanymynech. "Le antiche tradizioni dicono che san Beuno, come predicatore errante, era solito fare visita alle isole monastiche del Galles a Bardsey e Anglesey. Ad Anglesey potrebbe aver fondato una chiesa, o, molto probabilmente, un monastero, in un luogo chiamato Aberffraw... San Beuno per qualche tempo condusse una vita ascetica solitaria nel Somerset, nel sud-ovest dell'Inghilterra, dove una minuscola e graziosa chiesa a Culbone, che esiste ancora oggi, servì come sua cella. Questa è la più piccola chiesa parrocchiale attiva in tutta l'Inghilterra. È dedicata a San Beuno... La chiesa di Culbone si trova in un luogo molto tranquillo e remoto, proprio accanto al Canale di Bristol, circondata dalla foresta... Questo è un luogo tipico per gli antichi santi celtici". Il venerabile Beuno si addormentò nel Signore verso il 640 nel suo monastero di Clynnog Fawr e vi fu sepolto. Un gran numero di miracoli avvennero presso le sue sante reliquie. Il santo divenne un patrono speciale dei bambini malati. La venerazione per san Beuno fu così forte che continuò dopo la disastrosa riforma, quando la venerazione dei santi fu ufficialmente vietata in tutta la Gran Bretagna. Così, anche nel Galles protestante, "i bambini che soffrivano di molte malattie venivano portati e condotti al pozzo santo, vi facevano il bagno e rimanevano per una notte dentro la cappella sulla tomba o vicino alla tomba del santo Beuno; e molti di loro furono miracolosamente guariti".

Santa Winifred, nipote di San Beuno, aveva un nome anglosassone ed era probabilmente di origine mista. In gioventù la santa volle farsi monaca e prese i voti monastici. Poche informazioni affidabili sulla sua vita sopravvivono, ma, secondo la tradizione più popolare, un principe gallese fu colpito dal desiderio di sposarla. Poiché la santa era determinata a preservare la sua verginità e condurre una vita monastica, il principe decise di prenderla con la forza. Winifred rifiutò le sue avances e questi la decapitò sul posto. Una sorgente curativa sgorgò dove era caduta la sua testa. Quel luogo si chiamava Trefynnon in gallese e Holywell in inglese. Secondo la tradizione, attraverso la preghiera di san Beuno la sua santa nipote tornò in vita. Winefred tornò quindi a Gwytherin (dove aveva preso il velo), vi stabilì un convento e ne divenne la badessa. La santa fanciulla si addormentò nel Signore intorno al 660. Col tempo le sue sacre reliquie furono traslate nell'abbazia di Shrewsbury (ora nella contea di Shropshire, nell'Inghilterra occidentale), dove avvennero innumerevoli miracoli grazie alla sua intercessione. Sia l'abbazia di Shrewsbury che il pozzo sacro di Trefynnon rimasero grandi centri di pellegrinaggio per tutto il Medioevo.

la venerabile Melangell del Galles

Un'altra celebre santa del Galles del VII secolo è la venerabile Melangell. Nata in Irlanda, viaggiò per mare verso il Galles dove visse per quindici anni come un'anacoreta in solitudine tra le fitte foreste di Powys. Un giorno il re Brochwel Ysgithrog, durante una battuta di caccia, giunse in una radura in cui una bella fanciulla stava in piedi in profonda preghiera. Secondo la Vita di santa Melangell, "una lepre inseguita dai cani giaceva accanto alla santa donna e fronteggiava i cani con coraggio. I segugi corsero da parte sottomessi e si fermarono, incapaci di muoversi". Stupito dalla pietà dell'anacoreta, Brochwel le donò un appezzamento di terra che servì a fondare un convento. A tempo debito la fanciulla di Dio fondò una comunità di monache, ne divenne la prima badessa e la governò fino alla sua morte.

Un'altra figura notevole della "età dei santi" in Galles è san Tysilio, figlio del suddetto re Brochwel, al quale è attribuita anche la Cronaca gallese dei re. Da giovanissimo il principe Tysilio andò a studiare nel monastero di Meifod, dove il suo mentore spirituale era il santo eremita e abate Gwydfarch. Successivamente, Tysilio visse per sette anni su un isolotto vicino all'isola di Anglesey nello Stretto di Menai (un canale che separa Anglesey dalla terraferma del Galles nordoccidentale). Quest'isola fu in seguito chiamata Ynys Dysilio ("Isola di san Tysilio") da lui. Al suo ritorno a Meifod, san Tysilio ne divenne abate e in seguito fondò numerosi altri monasteri in varie parti del Galles, ad esempio a Clwyd, Cardiganshire e Dyfed.

Tuttavia, l'uomo di Dio non poteva evitare la tentazione. Quando il fratello di san Tysilio morì, la sua vedova volle sposarlo e nominarlo re di Powys. Il sant'uomo rifiutò entrambe le proposte, e così, per ragioni politiche, il monastero di Meifod fu presto perseguitato dalla famiglia reale. Allora san Tysilio decise di lasciare la sua patria. Così, portando con sé un piccolo gruppo di monaci, il santo si imbarcò per la Bretagna, dove fondò infine il monastero di Saint Suliac nel 617 e ne divenne il primo abate. San Tysilio si addormentò nel Signore a Saint Suliac intorno al 640.

Testimoni della vita della Chiesa e delle fatiche ascetiche di una nuvola di santi in Galles durante il suo periodo di indipendenza sono le rovine sopravvissute di chiese primitive, recinti di chiese e celle monastiche, antichi cimiteri con lapidi antiche, pietre con iscrizioni in alfabeto ogamico e latino (che erano state erette ai crocevia e poi rimaste nelle loro sedi o trasferite in musei), e pozzi sacri venerati da persone pie da tempo immemorabile. La struttura della Chiesa, i riti liturgici, le specificità della pietà, i costumi cristiani e le tradizioni quotidiane del Galles avevano molto in comune con quelli di un altro paese celtico, vale a dire l'Irlanda. E in molti modi, tutti loro hanno reso questo angolo dell'estremo occidente del mondo cristiano molto vicino all'Oriente cristiano.

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