Cristo Pantocratore e crocifissione in legno. Dell'autore
Ci sono due immagini di base di Cristo nella Chiesa, e ciascuna segna uno dei due poli che sostengono i limiti stessi del cosmo. La prima immagine è quella del Pantocratore e dei suoi derivati, in sostanza, Cristo mostrato sotto le spoglie di un imperatore glorioso, che è sia l'origine sia il giudice finale del mondo. L'altra immagine di base è quella di Cristo sulla croce e dei suoi derivati, in cui viene mostrato umiliato, percosso e crocifisso al di fuori della grande città come un criminale, nonostante la sua innocenza.
Il Pantocratore è un'immagine di autorità e di potere, con Cristo che appare come l'origine e il culmine di ogni ordine. Nella cupola, il Cristo glorioso è l'apice di una gerarchia cosmica di angeli e santi, che dà struttura e forma al creato. Si tratta di un'immagine che incute timore, orgoglio e disciplina. Il Pantocratore, il grande giudice con la spada a doppio taglio proveniente dalla sua bocca, non ha solo il potere di includere, ma anche il potere di escludere ed emarginare. Questo è ciò che l'ordine fa sempre. L'ordine, e di fatto qualsiasi categoria, qualsiasi eventuale "logos" o identità, deve al tempo stesso includere ed escludere.
Cupola della chiesa della santa Ascensione a Mount Pleasant, Carolina del Sud. Artisti: Vladimir Grygorenko e Dmitri Shkolnik.
Eppure, all'altra estremità della distesa cosmica, ci sono la croce, lo sposo, la sepoltura e altre immagini della Passione di Cristo, in cui Cristo incarna lo spazio escluso e marginale in cui l'ordine si frantuma nella morte – in cui l'ordine, la legge, può escludere e uccidere l'innocente. È un'immagine che ispira compassione, pietà e misericordia.
Crocifissione, di Philip Davydov
Come esseri umani, tutti noi cadiamo a qualche pnto tra questi due poli nel nostro approccio alla fede e nella nostra percezione di Cristo. Essere più da una parte o dall'altra ha i suoi aspetti positivi, può renderci più forti o più compassionevoli, ma ogni parte può anche nascondere i nostri vizi. Favorendo segretamente Cristo come Re, possiamo sentire disgusto per quegli aspetti del mondo che non si adattano, marginali, ribelli e periferici, e questo può spingerci a vedere esclusivamente il pericolo rappresentato da coloro che si allontanano dall'ordine.
All'opposto, favorendo Cristo crocifisso, nel vedere Cristo come vittima innocente, possiamo giungere a risentirci dell'autorità, a opporci all'ordine mentre ci sentiamo autorizzati a contrastare quello che ci sembra un potere tirannico. Questo può arrivare fino al punto di accettare il peccato, di rallegrarci di ribellione e disordine.
Considerando questo, San Massimo il confessore collega questi due estremi alle nostre passioni. La prima è una passione dalla destra, basata sull'attaccamento compiaciuto alla nostra auto-professata capacità di disciplina e d'ordine. L'altra è una passione dalla sinistra, la caduta nel caos dei nostre capricci e desideri individuali:
"Le passioni della carne possono essere descritte come appartenenti alla mano sinistra, la presunzione come appartenente alla mano destra." [1]
È importante, soprattutto in questi tempi oscuri, tenere sempre a mente queste due immagini di Cristo, come una bilancia a due bracci, di cui ciascuno impedisce che l'altro si ribalti e ne controlla gli eccessi. Mantenere entrambe le immagini nella mente può anche agire per noi come un baluardo contro le avversità, perché la maggior parte delle critiche al cristianesimo proviene dall'uno o dall'altro di questi due estremi. Se la critica nietzschiana è che il cristianesimo è una sentina di risentimento, vittimismo e mentalità da schiavi, la critica femminista e post-moderna vede nel cristianesimo il bastione di una società patriarcale e dell'oppressione dei deboli. Ma vedere Cristo, colui che è "tutto in tutti" è vederlo sia come padrone sia come schiavo, sia come giudice sia come innocente condannato.
È attraverso la comprensione di questi due poli, che l'eccessiva polarizzazione della società contemporanea può apparirci esplicitamente come anti-cristiana, perché è attraverso la divisione di ciò che è unito senza confusione, la radicalizzazione della destra e della sinistra, che ci riduce a stati patologici. Come cristiani dobbiamo sforzarci di mantenere i nostri cuori, di mantenere il centro, in modo che possiamo vedere continuamente in queste due icone – il Cristo Pantocratore e la Croce – come le mani tese di Cristo che dal più alto cielo raggiunge le profondità dell'inferno.
Nota
[1] San Massimo il Confessore, IV secolo, n.96 nella Filocalia.
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