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foto: patriarchia.ru (cliccate sulla foto per il video)
Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus' è arrivato in Bulgaria venerdì 2 marzo 2018 in visita ufficiale per la celebrazione del 140° anniversario della liberazione del paese dal giogo ottomano, risultato della guerra russo-turca del 1877-1878.
Durante la sua permanenza in Bulgaria, il patriarca ha concelebrato con sua Santità il patriarca Neofit di Bulgaria e ha incontrato il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa bulgara e importanti politici bulgari.
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Il 3 marzo, giorno dell'anniversario, i patriarchi delle Chiese bulgara e russa hanno servito un Moleben di ringraziamento nella chiesa della Natività di Cristo sul monte Shipka, come riferisce il sito della Chiesa ortodossa russa. La chiesa commemorativa di Shipka è dedicata ai soldati russi, ucraini e bulgari che morirono per la liberazione della Bulgaria nella guerra di cui sopra.
Al servizio hanno partecipato il presidente bulgaro Rumen Radev, la presidente del parlamento Tsveta Karajancheva, i membri della delegazione ortodossa russa e un certo numero di membri del clero bulgaro, diplomatici, ospiti di altri paesi e molti pii bulgari.
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Rivolgendosi a coloro che si sono radunati dopo il servizio, sua Santità Neofit ha parlato delle relazioni fraterne tra Bulgaria e Russia, dicendo:
Sentimenti di gioia, orgoglio e gratitudine riempiono i nostri cuori in questo giorno festivo il 3 marzo, quando tutta la Bulgaria celebra solennemente il beato 140° anniversario della sua liberazione: la gioia della libertà, in cui abbiamo vissuto per 140 anni, l'orgoglio causato dagli eventi eroici che ricordiamo oggi, e la gratitudine a Dio e ai nostri liberatori, che hanno sacrificato le loro vite per noi per liberare il nostro popolo ortodosso e per poter ricostruire il proprio destino.
Questo tempio, eretto ai piedi del picco storico di Shipka, fondato sui resti di centinaia e migliaia di soldati russi e bulgari che hanno dato la vita per la nostra libertà, ricorderà per sempre alle generazioni future l'incredibile impresa fraterna della Russia e l'amore sacrificale che è stato testimoniato dai suoi figli, che hanno liberato il nostro popolo ortodosso dal giogo secolare.
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Anche il patriarca Kirill si è rivolto alla folla, dicendo:
Prego ora che la secolare connessione spirituale tra i nostri popoli, che si è manifestata 140 anni fa, rimanga inviolabile in ogni tempo e trovi espressione nel consenso fraterno e nella disponibilità a compiere sforzi per rafforzare l'unità della Santa Ortodossia, preservare i valori cristiani e le tradizioni ortodosse dei padri. Saluto cordialmente tutti voi in questo meraviglioso anniversario e un questa meravigliosa festa per il popolo bulgaro e per quello russo. Amen.
I primati della Chiesa ortodossa russa e della Chiesa ortodossa bulgara hanno poi visitato il Monumento alla Libertà in cima alla montagna, dove hanno deposto fiori nel luogo di sepoltura dei soldati che hanno dato la vita.
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La delegazione russa guidata dal patriarca Kirill ha incontrato la presidente del Parlamento Tsveta Karajancheva più tardi quel giorno, e più tardi sua Santità il patriarca Neofit e il primo ministro bulgaro Bojko Borisov.
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Domenica, i patriarchi russo e bulgaro hanno concelebrato la Divina Liturgia nella cattedrale patriarcale di sant'Alessandro Nevskij a Sofia, costruita nel 1912 in memoria dei soldati russi morti durante la liberazione della Bulgaria. Con i primati hanno concelebrato numerosi vescovi e chierici russi e bulgari. Al servizio ha partecipato anche il capo della Casa reale bulgara Simeone II di Sassonia-Coburgo-Gotha.
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La Liturgia è stata cantata dal coro sinodale di Mosca e dal coro della cattedrale di sant'Alessandro Nevskij. Il Vangelo è stato letto sia in slavonico ecclesiastico sia in bulgaro. Sono state offerte preghiere durante la Liturgia per il riposo dello tsar-liberatore Aleksandr Nikolaevich della Russia e per tutti i capi militari e soldati bulgari e russi. Il Credo e la Preghiera del Signore sono stati letti dal capo della Casa reale.
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Entrambi i patriarchi si sono rivolti nuovamente ai fedeli riuniti, ringraziando Dio per la liberazione della Bulgaria e commentando la lettura del Vangelo del giorno.
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Rivolgendosi al patriarca Kirill dopo la Liturgia, il patriarca Neofit ha dichiarato:
La nostra unità, con il Signore in mezzo a noi, è una condizione essenziale per portare avanti la chiamata e la missione della Chiesa. In questa unità sta il vero pegno della nostra forza e del nostro successo. Questa santa unità deve essere preservata senza permettere a chi è ostile al Signore e alle forze sovversive di distruggerla. Come stirpe eletta, regale sacerdozio (1 Re 2:9) siamo chiamati a stare sempre in guardia spirituale e a diffondere la luce, che è rifulsa un tempo nel nostro doloroso mondo con l'incarnazione, il ministero terreno e la gloriosa risurrezione del nostro unico vero Maestro e Signore, Gesù Cristo.
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Il patriarca Kirill a sua volta ha fatto una riflessione:
Un vero miracolo di Dio a volte si verifica quando tutte le forze umane sono esaurite, in risposta all'ultimo sforzo della volontà umana. È lì che tale sforzo è veramente necessario per la vita umana, per la sua salvezza. Richiede un'azione reciproca da parte dell'uomo, la preghiera con convinzione e la lotta per Dio e l'impegno a compiere la volontà di Dio.
In ricordo della fine della guerra, che 140 anni fa portò la liberazione al popolo bulgaro, è stato impresso un versetto dei Salmi sulle medaglie russe: Non a noi, o Signore, non a noi, ma al tuo nome (Salmo 113 : 9). È l'umile riconoscimento della volontà di Dio, il riconoscimento del miracolo divino che ha avuto luogo negli eventi della guerra e l'aiuto di Dio che ha riempito l'infermità della forza umana.
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