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  Un'intervista nel giorno dello Spirito Santo del 2024

dal blog del sito Orthodox England, 24 giugno 2024

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1) Come è arrivato all'Ortodossia, padre Andrew?

Da bambino non sapevo nulla di chiese. Ma vivevo in campagna, nella cattedrale di Dio. Quindi, sebbene non sapessi nulla degli uomini, conoscevo Dio dalla sua Creazione, conoscevo la sua presenza dagli alberi alti e dai prati verdi, dagli uccelli che cantavano e dai cieli ampi sopra di me. Sapevo che Dio viveva appena oltre il cielo, a volte sentivo di poterlo vedere. Non credevo in Dio, conoscevo Dio.

E intorno a me ho trovato anche la prova vivente di altri che lo avevano conosciuto. Questi erano gli antichi santi: san Cedd (a proposito, il suo nome è pronunciato correttamente Ched), Apostolo dell'Essex, sant'Osyth di un villaggio vicino, santa Audrey di Ely, san Botolph e sant'Albright che erano ricordati localmente, e sant'Edmund, il nostro santo di famiglia. Vivevano tutti a poche decine di chilometri da me. L'unico problema era che quando chiedevo informazioni agli adulti, non potevano dirmi assolutamente nulla. Solo che erano vissuti tutti molto, molto tempo fa e dovevano essere stati importanti perché erano ricordati nei toponimi locali. A quei tempi non c'era internet per chiedere altro e comunque ero solo un bambino. Ma sentivo la loro presenza. Erano come i miei amici più cari.

Più tardi, quando avevo 12 anni, vidi un film americano, vagamente basato sul romanzo russo, Il dottor Zhivago. Sebbene fosse pieno di sciocchezze di Hollywood e di propaganda della guerra fredda, scatenò qualcosa dentro di me. Nella scena di apertura erano mostrati un funerale e un prete ortodosso. Come risultato di questo film, mi sono comprato un libro e ho iniziato a imparare il russo da autodidatta. Allo stesso tempo, a causa della scena con il prete – non avevo mai incontrato nessun tipo di prete prima – ho aperto e letto il Nuovo Testamento. Mi ha cambiato la vita, ma ha anche confermato tutta la mia esperienza infantile. Quando le persone mi chiedono quale consiglio come miglior libro ortodosso da leggere, rispondo sempre il Nuovo Testamento.

Nello stesso periodo, ho visitato anche alcune chiese. Ma erano fredde e vuote. Non riuscivo a trovarvi nulla. Poiché avevo letto il Nuovo Testamento, sapevo che da qualche parte doveva esserci una vera chiesa. Dov'era la continuità degli Atti degli Apostoli e delle lettere scritte alle Chiese locali dall'apostolo Paolo? Cosa era successo dopo? Cosa era successo dopo il Nuovo Testamento? Dov'era il Nuovo Testamento? Questo è ciò che volevo sapere. Quando avevo 14 anni, ho letto della Chiesa ortodossa e ho pensato: "Questo è ciò che ho sempre pensato e creduto". Alla fine, quando avevo 16 anni, sono riuscito a trovare e visitare una chiesa di emigrati russi, una che, purtroppo, non esiste più, poiché quelle persone sono tutte morte. Non appena sono entrato in quella chiesa, mi sono sentito a casa. Ho subito capito tutto il mio futuro, tutto era davanti a me, tutto era inevitabile, ho visto il mio destino, la volontà di Dio per me. Avevo finalmente trovato la mia casa, o meglio, la mia casa aveva trovato me. Quando avevo 17 anni, ho vinto un concorso e ho vinto un premio per visitare l'allora Russia sovietica. Era il 1973.

2) Cosa l'ha ispirato a fondare Orthodox England? Qual è la storia dietro la pubblicazione?

Dal 1974 avevo fato letture per cercare di capire la storia occidentale e come era avvenuta la rottura con l'Ortodossia e quali erano state le sue conseguenze, in altre parole, volevo sapere perché gli occidentali avevano perso i loro santi. Ero particolarmente interessato al primo millennio dopo l'arrivo dell'Ortodossia a Roma intorno al 50 d.C. fino alla metà dell'undicesimo secolo nell'Europa occidentale. Nel 1976 avevo chiesto a qualcuno perché non ci fossero libri su questo. Mi disse che se avessi letto abbastanza, avrei dovuto scriverli, colmando il vuoto, perché non c'erano libri del genere. Così, dal 1989 in poi, ho iniziato a scrivere libri su questa Età dei Santi, specialmente in Inghilterra, che conoscevo meglio. Nessun altro stava facendo qualcosa del genere. Sebbene avessi poche qualità, non avevo scelta. Dovevo farlo io. Non c'era nessun altro che potesse farlo.

Nel 1997 siamo tornati in Inghilterra dalla Francia. Avendo vissuto per sedici anni in Russia, Norvegia, Grecia, Francia e Portogallo, avevo una nuova comprensione della realtà. Sapevo che la vera Inghilterra non era britannica, così come la vera Russia non era sovietica. Ho desiderato pubblicare questa conoscenza. Qualcuno mi aveva consigliato che prima di iniziare una rivista trimestrale bisogna sempre avere pronto almeno il primo anno. Avevo già pronto molto materiale per i primi tre anni. Così iniziarono 20 anni e 80 numeri della rivista Orthodox England.

3) Molte persone hanno la sensazione che i convertiti all'Ortodossia debbano rinunciare alla propria cultura nel processo. Dove ritiene che esista un sano equilibrio tra sottomissione al rito orientale, rappresentazione, espressione etnica e idolatria etnica?

Qui è necessario discernimento per distinguere tra il primario e il secondario. Il secondario è l'espressione etnica, sia della propria cultura e lingua, sia di quella degli altri. Quindi, non dovremmo definirci ortodossi di fronte a chi è all'esterno, ma cristiani ortodossi. La parola ortodosso è solo un aggettivo e ha connotazioni etniche. Il cristianesimo ortodosso è molto più di una cultura, è semplice cristianesimo, la sequela di Cristo. Coloro che non sono cristiani ortodossi non sono pienamente cristiani, anche se non lo sanno. Ecco perché si definiscono solo cattolici o protestanti, non conoscono la parola cristiano nel nostro senso.

Lei parla di "sottomissione al rito orientale". Mi perdoni, ma questa è una frase molto strana per me. Non mi sono mai "sottomesso al rito orientale". Mi sono sottomesso a Cristo. Se voler entrare a far parte di una delle Chiese ortodosse locali non significa sottomettersi a Cristo, allora scordatevelo, non siete pronti per la Chiesa. Siete bloccati dai vostri pregiudizi culturali e non avete visto oltre il folklore e gli aspetti esteriori. Coloro che pensano di dover imitare gli altri, incluso il loro folklore, soffrono di idolatria etnica. Eccoci di nuovo a quel vecchio consiglio: se per voi c'è una differenza tra "entrare a far parte della Chiesa ortodossa" e "diventare ortodossi", allora non siete pronti per la Chiesa. Diventare ortodossi deve significare rimanere ortodossi.

C'è chi dice di voler aderire alla Chiesa ortodossa, ma non è disposto a spogliarsi del proprio bagaglio culturale. Se tali persone vengono accolte nella Chiesa, si allontaneranno sempre. Non erano pronti. Ricordo di aver parlato con un prete qualche anno fa. Mi ha detto che aveva accolto nella Chiesa alcuni anglicani. Mi ha detto che per un paio d'anni tutto è andato bene, ma poi hanno voluto cambiare e 'riformare la Chiesa' (!), perché non apprezzavano tutto. Se ne andarono, alcuni di loro sbattendo la porta, capendo finalmente che la Chiesa non sarebbe cambiata per loro. Quelli che dovevano cambiare per la Chiesa erano loro stessi, ma erano troppo orgogliosi per farlo.

In questa questione molto dipende da quale fosse la tua precedente cultura religiosa. Quelli senza un bagaglio culturale, come me, non hanno nulla da cambiare, nulla da perdere. Se arrivi alla Chiesa senza bagaglio culturale e tali pregiudizi, allora è tutto facile. Se hai un bagaglio culturale, non sei pronto. Devi digiunare da quel bagaglio. Devi prima disfare le valigie.

4) Quali parti cruciali della storia ortodossa ritiene siano state trascurate o perdute?

Ci sono due aree in particolare:

La prima area è il primo millennio della storia occidentale. Sappiamo che i primi cristiani a Roma erano di lingua greca. Sappiamo che nel II secolo sant'Ireneo e san Giustino martire scrivevano in greco. Sappiamo anche che a partire dal II secolo i romani locali di lingua latina, come santa Tatiana, della nobile famiglia dei Taziani, entrarono nella famiglia dei santi. Sappiamo che un padre della Chiesa, sant'Ambrogio di Milano, ha trasmesso l'Ortodossia al mondo di lingua latina. Poi venne l'importanza del deserto egiziano, che influenzò san Giovanni Cassiano e san Martino di Tours e da lì venne tutta la fioritura della santità irlandese, che poi si diffuse in Scozia e nel nord dell'Inghilterra. (A proposito, san Patrizio non era irlandese ma veniva dalla Gran Bretagna. Anche il nome Patrick è romano, non celtico). Sappiamo che nel V secolo san Simeone lo Stilita e santa Genoveffa di Parigi erano in corrispondenza.

Sappiamo che nella biblioteca del monastero di Santa Caterina nel Sinai si trovano dozzine di manoscritti irlandesi, scritti in latino. Sappiamo che l'ultimo Papa greco di Roma fu san Zaccaria (+ 752). Sappiamo che Roma conservò la sua Ortodossia fino ai primi anni dell'XI secolo. Allora, cos'è successo? Che cosa è andato storto? Come siamo arrivati all'invenzione del cattolicesimo romano? Quest'ultimo non esisteva nell'anno 1000, quando regnava in Occidente l'imperatore antipapista Ottone III, ma chiaramente esisteva nell'anno 1100.

La seconda area è l'ignoranza della Russia pre-rivoluzionaria. Sono stato estremamente fortunato ad aver incontrato russi che erano adulti prima della rivoluzione. Sapevano com'era stata, nel bene e nel male. Ricordiamo che solo il 10% di loro aveva mai messo piede in chiesa. Per la maggior parte erano atei o indifferenti alla Chiesa. San Giovanni di Shanghai menzionò questo fatto negli anni '30 a Belgrado. Li conoscevo.

Coloro che prima erano adulti non erano figli di emigrati russi, nati in Occidente, o di convertiti non russi, che idealizzavano tutti il passato come parte di un'ideologia nostalgica. Non si sono mai chiesti, se tutto era stato così meraviglioso prima della rivoluzione, perché la rivoluzione fosse avvenuta. Soprattutto, i figli degli emigrati russi non leggono mai la storia russa. Tutto quello che dovevano fare era leggere i resoconti dell'incredibile decadenza della vita della Chiesa russa prima della rivoluzione, per esempio quelli scritti dal metropolita Antonij di Kiev, il fondatore della ROCOR.

Quella conoscenza avrebbe dissolto la loro nostalgia e i convertiti idealisti non avrebbero potuto essere ingannati da coloro che hanno nomi russi o fingono di averli, ma non sanno nulla, che non sanno né leggere né scrivere in russo, che conoscono solo la cucina russa, perché sono di seconda o terza generazione, o non sono per niente russi. Dovrebbero smettere di fare i guru, di assumere falsi accenti russi. Possiamo vedere le loro illusioni. Sono ciarlatani.

5) Ritiene che a volte sia difficile discernere i confini che manteniamo come cristiani ortodossi dopo lo scisma, vale a dire le tombe dei nostri santi, le nostre antiche chiese in fase di ricostruzione sotto l'occupazione cattolica, ecc.?

Sì, assolutamente, è difficile. Si deve essere molto chiari qui, altrimenti ci sarà confusione spirituale. Ciò che resta dell'Occidente pre-scismatico è molto frammentario in termini materiali, per esempio in termini architettonici. In effetti, l'archeologia può dirci di più perché la maggior parte della storia materiale dei santi è sepolta sottoterra, opportunamente nascosta.

Ricordo di aver parlato con un ortodosso andato in pellegrinaggio a Roma. Ogni volta che voleva vedere l'Ortodossia, doveva scendere le scale, andare negli scantinati e nelle catacombe. In cima c'erano solo decorazioni medievali e rinascimentali. Per venerare le reliquie bisognava scrivere una lettera alle autorità cattoliche romane tre settimane prima! Tutto era sepolto, nascosto. Questo simboleggia tutto. L'eredità dei santi occidentali è soprattutto spirituale. Il modo migliore per sentirlo e ricrearlo è attraverso le nostre preghiere a questi santi del glorioso passato. Molti li credono scomparsi, ma noi li conosciamo come immortali.

Qui dobbiamo comprendere che il 1054 segna non l'inizio, ma la fine, della prima parte del processo dello scisma, iniziato tre secoli prima. Il secondo millennio è la seconda parte di questo processo. Questa è la storia del degrado. L'ultima benedizione papale alle coppie omosessuali è semplicemente l'ultima e del tutto inevitabile tappa di quella stessa apostasia del processo dello scisma. Non inganniamoci, lo ccisma d'Occidente è un processo, ed è un processo in corso.

6) Quali sono alcune delle sfide più grandi che ha dovuto affrontare nel suo ministero?

Nel maggio 1980 ho incontrato a Parigi padre Alexander Schmemann. Voleva che andassi negli Stati Uniti per finire lì i miei studi e poi penso, col tempo, per insegnare al St Vladimir. Non ho voluto. I santi mi interessavano di più. Durante la nostra conversazione gli ho chiesto le sue impressioni sulla Chiesa nell'allora Russia sovietica. Mi rispose che l'episcopato poteva essere diviso in due metà. Una metà era composta da santi, l'altra metà era composta dai più grandi furfanti che si potessero trovare ovunque, la feccia dell'umanità. Non c'era niente in mezzo. La sua storia ha semplicemente confermato le mie prime impressioni sull'episcopato ortodosso che avevo incontrato nel mondo occidentale.

Avevo già incontrato due volte il metropolita Pitirim (Nechaev) di Volokolamsk, il mentore del mio amico, l'attuale metropolita Tikhon (Shevkunov) della Crimea. Il metropolita Pitirim era un vero gentiluomo, che aveva mantenuto la nobiltà del vecchio mondo delle migliori figure pre-rivoluzionarie. Eppure nel 1986 fu mandato alla televisione sovietica a dire bugie. Era il periodo di Chernobyl e gli ucraini sapevano che Chernobyl è il nome di una pianta, che in inglese chiamiamo "assenzio". Ma alcuni dei più pii avevano letto le Scritture. Perché mentì, dicendo che le acque che sapevano di "assenzio" non erano tra le profezie del Libro dell'Apocalisse? Avrebbe potuto chiamare tutti al pentimento, ma lui e gli altri erano tutti ostaggi. Diceva bugie perché stava proteggendo gli altri. Se non avesse detto bugie, non avrebbe sofferto, ma decine di parrocchie sarebbero state chiuse, o i parroci e le loro mogli e figli sarebbero rimasti indigenti. Era molto bello emettere giudizi per coloro che vivevano fuori dal sistema, ma penso che noi non avevamo e non abbiamo assolutamente alcun diritto di giudicare. Dio è il nostro Giudice, di tutti noi.

Ma c'è qualcosa di molto peggio di tutto questo. Il metropolita Pitirim era dalla parte dei santi. Ci sono quelli che non lo sono. Ci sono quelli che dicono bugie volontariamente, quando vivono in libertà, quando non hanno armi puntate alla schiena o quando coloro che dipendono da loro non hanno armi puntate alla schiena. Dicono ancora bugie. Perché? Perché raccolgono qualche beneficio materiale dalle loro bugie psicopatiche, denaro o potere per se stessi. Sono quelli dell'altra lista di padre Alexander.

Potrebbe chiedermi perché non ho risposto alla sua domanda sulle sfide. Ebbene, l'ho fatto. Le sfide più grandi che ho dovuto affrontare negli ultimi quarant'anni di servizio all'altare sono stati i vescovi che non predicano Cristo, ma che predicano ideologie odiose ed estremiste, che li portano a calunniare, intimidire e tradire coloro che sono sotto di loro e a provare piacere nel cercare di chiudere le loro chiese. Sono usati dal diavolo per cercare di distruggere la Chiesa sulla terra, bestemmiando lo Spirito Santo e commettendo così un suicidio spirituale personale.

Un altro esempio. Abbiamo un carissimo amico in Moldova. Padre Grigorie è un prete con una lunga barba nera e sembra un'icona, anche se è sposato e ha cinque figli. Ha costruito un'enorme chiesa in pietra e ora sta costruendo un convento. Cinque anni fa anche lui è stato costretto a trasferirsi dal Patriarcato di Mosca al Patriarcato romeno. Perché? Perché il vescovo di Mosca era intenzionato a rubare la chiesa appena costruita, per cui non aveva dato un centesimo, a Padre Grigorie. Solo un altro caso, sempre la stessa cosa.

Un altro caso. Nella nostra parrocchia abbiamo la moglie di un ex prete del Kazakistan. Suo marito era un violento ubriacone, ma dato che pagava un sacco di soldi al suo vescovo per vari onori e premi, mitre e quant'altro, andava tutto bene. Come dice lei, il vescovo locale era solo "un mini-oligarca". Certo che lo era. La corruzione è ovunque. Oggi la qualifica principale per essere un vescovo è quella di agire come un "manager efficace". Questo è il gergo attuale, tutte parole occidentali. Ma i vecchi vescovi russi bianchi, che si sono estinti nel secolo scorso, che Dio li benedica, mi hanno detto che la rivoluzione è avvenuta perché i vescovi di allora erano solo "buoni amministratori" (un altro termine occidentale). Quella era la loro unica qualifica. Niente di nuovo sotto il sole...

Poi, solo pochi anni fa, uno di questi "manager efficaci" viveva nella sua cattedrale di Parigi, con la moglie e il figlio. Non era poi così male. Ma soprattutto era un ubriacone. O a Londra, il prete della ROCOR che era un molestatore sessuale, ma che amava anche il denaro. Non poteva smettere di molestare le parrocchiane. Perché hanno ordinato un uomo così famoso, contro ogni consiglio, compreso il nostro? Beh, potete indovinarlo: perché era "un manager efficace" e, almeno all'inizio, portava molti soldi, finché tutte le donne più giovani non se ne furono andate. Naturalmente tutto finì in lacrime. Succede sempre così.

Ho incontrato solo quattro patriarchi. Due di loro erano santi, due no. Oggi in alcuni patriarcati si fanno cose terribili. I canoni della Chiesa vengono utilizzati per la politica. Ci sono vescovi scismatici, spie o depravati. Cosa dovremmo fare?

Innanzitutto, è già stato visto tutto prima. Per esempio, legga la letteratura medievale russa. I miei professori a Oxford ne erano esperti e scrissero un libro a riguardo nel 1974. Solo gli inesperti e gli ignoranti si scandalizzano quando scoprono che alcuni vescovi russi di quel tempo erano sodomiti.

Per favore, non si scandalizzi. Si ricordi che Giuda era uno dei Dodici. Solo perché ci sono alcune mele marce in un cesto di mele belle, dolci e rosse, non le buttiamo via tutte.

Potrei raccontarle storie ben peggiori di queste. Ma perché? Lasci che le racconti le parole di san Paisios, dette a un mio caro amico svizzero negli anni '80. Il mio amico gli chiese esattamente come reagire a tali scandali. Padre Paisios rispose: "Quando cammini lungo un sentiero verso la skete o la kellia, potresti imbatterti in escrementi lasciati lì da un animale selvatico. Bene, quando tu che vivi nel mondo trovi gli escrementi di altri animali selvatici, fai quello che faccio io: li butti via a calci e ti pulisci le scarpe sull'erba, così la persona che verrà dopo di te non ci camminerà sopra e tu manterrai pulite le tue scarpe".

7) Quali sono alcuni dei momenti migliori o eventi memorabili del suo ministero?

I momenti migliori sono sempre quando i pentiti tornano a casa. Ciò include soprattutto gli ex criminali e le ex prostitute, i figli e le figlie prodighi. Poi saranno i migliori ortodossi. Pensate al ladrone sulla croce, leggete la vita di san Barbaro, oppure alle ex prostitute, santa Maria Egiziaca, santa Taisia, santa Pelagia. Come cappellano carcerario, li vedo con particolare frequenza. La salvezza arriva attraverso la profondità del nostro pentimento e ciò diventa visibile da come è cambiato il nostro modo di vivere. Più profondo è il pentimento, maggiore è la salvezza. Questa è la chiave.

Poi c'è l'opera missionaria. Questa avviene tra gli ortodossi che sono stati abbandonati dai loro stessi patriarcati. Questo lavoro ha avuto luogo in diversi paesi in Europa, ma soprattutto in Portogallo, da nord a sud, e in Inghilterra. In quest'ultimo caso, sono stato attivo in tutta la metà orientale dell'Inghilterra, dal nord-est vicino al confine scozzese, giù attraverso le East Midlands e la mia nativa East Anglia, fino alle coste del Kent e del Sussex. Metà del paese. Sebbene in seguito mi sia stato per breve tempo proibito di fare opera missionaria, incluso battezzare i bambini nelle cucine, confessare le persone nei loro salotti, celebrare commemorazioni all'aria aperta, predicare Cristo a coloro che volevano sapere, gli sforzi per fermarmi sono stati vani, perché poi la gente è venuta da me! I cattivi vescovi odiano l'opera missionaria. Questo perché hanno rinunciato allo Spirito Santo e non amano Cristo.

Poi c'è la Provvidenza. La Provvidenza è l'amore di Dio per noi, poiché egli provvede a ciò di cui abbiamo bisogno, anche se non ce lo aspettiamo e anche se all'inizio ci sembra difficile. La Provvidenza è Dio che condivide i nostri fardelli, rendendo il nostro giogo leggero, il nostro fardello facile. Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina nel 2014, hanno cercato di costringere il mondo intero a schierarsi, un ghetto contro un altro ghetto. Non voglio sembrare troppo drammatico, ma nonostante fossimo seguiti da una spia dell'ambasciata a Londra nel 2021 e fossimo stati avvicinati da alcune persone politicamente motivate, siamo rimasti fuori dalla politica, fuori dai ghetti etnici e politici.

Non siamo stati costretti a schierarci, perché Dio ci aveva fornito uno spazio intermedio, nel Patriarcato di Bucarest. Qui siamo stati in grado di governare la nave della Chiesa in modo da poter accogliere sia russi che ucraini in tutte le nostre chiese, così come molte altre nazionalità, romeni, moldavi, greci, inglesi. Questa capacità di stare fuori dalla ghettizzazione etnica e dalla politicizzazione ci è stata inviata da Dio. Questo è stato un miracolo della sua amorevole Provvidenza. Nessuno di noi ha il minimo dubbio su questo.

Infine ci sono i miracoli. Noi ortodossi sperimentiamo molti miracoli intorno a noi, perché confessiamo che lo Spirito Santo procede direttamente dal Padre. Durante la Liturgia del giorno dell'Ascensione del 2022, abbiamo assistito al fenomeno di un meraviglioso profumo emanato dalla grande icona di san Giovanni di Kronstadt. Questo è stato di grande conforto, poiché san Giovanni era un pastore modello, che accettava tutte le nazionalità. Non fu nominato rettore della sua enorme chiesa se non dopo 40 anni di sacerdozio. Questo perché il suo vescovo era geloso di lui e della sua popolarità. Ciò rispecchia l'esperienza di tanti. Se sei sincero, involontariamente riveli il compromesso. Ti odieranno per questo, ti calunnieranno e cercheranno di distruggerti. Mi vengono in mente le parole attribuite a san Basilio il Grande: l'inferno è lastricato di teschi di vescovi.

8) Quali amici ha nelle Chiese locali dell'Europa occidentale?

Devi avere degli amici in molte Chiese locali. Ti proteggeranno dagli squali, così potrai superarli in astuzia. Quindi, conosco il metropolita Seraphim (Joantă), il vescovo della Chiesa rumena per l'Europa centrale e settentrionale, dal 1986 e il nostro metropolita Iosif (Pop) dell'Europa occidentale e meridionale, che abbiamo conosciuto più di 20 anni fa tramite mia cognata, la principessa Laskin-Rostovsky, a Parigi.

Dal 2004 siamo stati in grado di costruire una rete intergiurisdizionale di clero in tutta Europa, soprattutto quando sono stato nominato rappresentante missionario per l'Europa occidentale dal defunto e grandemente rimpianto metropolita Hilarion (Kapral), l'ultimo di queste grandi figure. Questa rete va dalla Bielorussia all'Italia, dalla Repubblica Ceca alla Bulgaria, dalla Grecia alla Germania, dalla Moldova alla Finlandia, dalla Francia alla Norvegia, dalla Romania al Belgio, dal Portogallo alla Slovacchia, dalla Lettonia alla Scozia, dall'Ucraina alla Svizzera, dai Paesi Bassi alla Russia. Questa rete europea sostiene tutti noi nella nostra lotta per costruire la Chiesa locale dell'Europa occidentale, che è stata lo scopo della mia vita, la legge del mio essere, in questi ultimi quarant'anni come chierico. Vi dirò ora: non siamo gli ultimi dei Mohicani, siamo i primi dei Mohicani!

9) Chi è il santo con cui ha il rapporto più stretto in Occidente? E a Oriente?

Un santo in Occidente? Ce ne sono così tanti! Ma deve essere Sant'Edmund, perché è il santo della nostra famiglia locale. Sei generazioni dei miei antenati diretti portano il nome da lui, tutti Edmund, che vissero dal 1590 al 1768. Uno dei miei primi ricordi d'infanzia, è stato quando andai alle rovine del monastero di St Edmund con un prozio nel 1959. Guardò le rovine e si tolse il berretto con grande tristezza e rispetto. L'ho visto nei suoi occhi. Il nostro ultimo Re martire è nel mio sangue, nei miei geni. È così che ho composto il servizio per lui quasi venticinque anni fa.

Un santo in Oriente? Ancora più difficile! Ebbene, amo san Giovanni Crisostomo, ho tutte le sue opere in dieci volumi, e anche sant'Andrea il Folle, il mio santo patrono nella Nuova Roma nel X secolo, che vide il Velo Protettore della Madre di Dio. Sant'Andrea diceva sempre la verità. Alcuni anni fa ho potuto comporgli un inno acatisto.

Più recentemente c'è san Nettario, che ha una vita meravigliosa e ora c'è un ottimo film su di lui. Tutti i calunniati devono pregarlo. Poi c'è il più grande santo ucraino del secolo scorso: san Giovanni di Shanghai e dell'Europa occidentale. (Lo chiamiamo così perché ha trascorso tredici anni in Europa occidentale, ma solo tre a San Francisco, e lì lo hanno ucciso). San Giovanni era un pastore e per questo fu calunniato, processato e sospeso dai suoi confratelli vescovi nel Sinodo della ROCOR. Non è stato il primo e nemmeno l'ultimo.

Ma ci sono anche coloro che non sono ancora stati canonizzati come santi, sacerdoti e anziani che mi hanno ispirato molto.

Nel 1974 ho incontrato a Parigi padre Alexander Nelidov. Mi ha avvertito: 'Saranno pronti a prenderti. Satana è dentro la Chiesa'. Erano parole terribili, ma lui era un profeta. Poi, nel 1976, c'era l'anziano Serafim Tapochkin vicino a Belgorod in Russia. Mi ha dato la sua benedizione e il suo incoraggiamento. Vogliono canonizzarlo adesso. Giustamente. Nel 1979 ho incontrato padre Paisios a Stavronikita. Sapevamo già allora che era un santo. Era una cosa vera. Adesso è san Paissio. Ha apprezzato molto il nostro arcivescovo Antonio di Ginevra, che poi mi ha ordinato sacerdote.

Poi c'era l'anziano romeno Cleopa. Non l'ho mai incontrato di persona, ma ho visto in lui come la spiritualità dei Carpazi fosse la stessa dell'Athos, di Diveevo in Russia e degli antichi irlandesi. È un santo, lo sappiamo, e presto verrà canonizzato. Poi nel 1979 ho incontrato padre Ephraim a Philotheou. Mi ha dedicato un po' di tempo. Posso mostrarle esattamente dove ci siamo incontrati a Philotheou sull'Athos. Ricordo ancora le sue parole, anche se il mio greco non era molto buono. Ha fatto previsioni. È sempre stato con me. Anche lui viveva chiaramente nella realtà, anche se allora, per quanto ne so, non si parlava degli Stati Uniti e dell'Arizona.

Infine, devo menzionare l'anziano Nikolaj Gurjanov (+2002). Aveva capito tutto. Confinato su una piccola isola vicino all'Estonia, vedeva oltre. Era un mistico. Le sue profezie si stanno ancora avverando. Vedrete! E non stupitevi quando vedrete le sue parole realizzarsi e tutte le attuali sciocchezze spazzate via come la pula dal ventilabro. "Ha il ventilabro in mano e pulirà la sua aia, raccoglierà il suo grano nel granaio e brucerà la pula con fuoco inestinguibile" (Mt 3:12). Rimarrete sbalorditi dai miracoli e dalle trasformazioni che accadranno nei prossimi anni. Rimarrete senza fiato e direte: Questa è l'opera del Signore ed è mirabile ai nostri occhi. E ancora: Chi è un Dio così grande come il nostro Dio? Tu sei il Dio che opera miracoli. Canto queste parole nel mio cuore ogni giorno.

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