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  Intervista a sua Grazia il vescovo Panteleimon di Orekhovo-Zuevo, presidente del Dipartimento sinodale per la carità e le opere sociali della Chiesa ortodossa russa

synod.com

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Vostra Grazia, siamo stati felici di apprendere che ha accettato di partecipare alla tredicesima Conferenza della gioventù ortodossa russa di tutta la diaspora prevista per a San Francisco, in California, nel giugno-luglio 2014. L'evento sarà dedicato all'opera missionaria nel campo della carità e del lavoro sociale. Quali indicazioni specifiche, a suo avviso, sono più importanti nella società di oggi, per i giovani che vivono in Russia o all'estero "vicino" o "lontano"?

Mi sembra che i principali sforzi nell'opera sociale riguardino il lavoro con i sofferenti. Se una persona è distesa per strada, soffre in ospedale o si sente abbandonata nel suo appartamento di tre stanze non fa alcuna differenza. La nostra sfida come cristiani è quella di tendere loro una mano.

Oggi il mondo soffre di mancanza di amore, e questa è la fonte dei problemi sociali. Così la nostra missione nel servizio sociale consiste prima di tutto nel riaccendere in noi questo dono d'amore, che inizia con la comunione ai misteri della Chiesa. Da questa luce dell'amore di Cristo, si può accendere la lanterna delle nostre buone opere. Ricordate la notevole preghiera che il sacerdote recita alla fine della lettura dell'Ora prima: "O Cristo, luce vera che illumina e santifica ogni uomo che viene al mondo, sia segnata su di noi la luce del tuo volto per farci vedere in essa la luce inaccessibile. Dirigi i nostri passi per farci compiere i tuoi comandamenti; per le preghiere della tua purissima Madre e di tutti i tuoi santi." Questa è la preghiera del servizio ai nostri vicini.

In tutto il mondo vediamo la distruzione della famiglia tradizionale. L'unità del popolo che una volta chiamavamo famiglia si sta sgretolando. Non ultimo dei motivi è il desiderio di alcuni gruppi di forzare sugli altri le loro concezioni di bene e male, verità e inganno. Noi come cristiani dobbiamo fermamente resistere a questi sforzi. Ma dobbiamo farlo con amore.

Cosa significa questo? Facciamo un semplice esempio. Mentre si spiega a una donna che non dovrebbe abortire il suo bambino, si dovrebbe parlare non solo del miracolo di una nuova vita umana, ma offrire un aiuto concreto, materiale, umanitario, se necessario, aiutarla a trovare un posto per vivere, per esempio.

Oppure prendiamo come esempio un tossicodipendente. Denunciare il peccato di questa persona potrà difficilmente aiutarlo mentre soffre di sintomi di astinenza. Ha bisogno di medicine, e di aiuto di riabilitazione. Le comunità ecclesiali possono concentrarsi su tale servizio. Gloria a Dio se una persona poi viene a Cristo come risultato, ma se non lo fa, non dovremmo essere delusi. Ricordate come Cristo guarì i dieci lebbrosi? Solo uno di loro tornò a lodare Dio. Ecco perché non dovremmo vacillare. Anche se una persona solitaria, vedendo il nostro amore, si rivolge a Dio, questa sarà una grande gioia.

Perché ha scelto questo metodo di lavoro missionario? È collegato al suo passato medico prima di diventare sacerdote?

Nella mia giovinezza, dopo aver finito la scuola, ero tormentato dalla questione del senso della vita. Ho letto molto, cercando di trovare una risposta. Ho pensato che si potesse trovare la verità attraverso l'arte. Ma un giorno, mentre stavo passando per un ospedale, ho pensato che forse uno dei modi per trovare la risposta a questa domanda angosciante potesse trovarsi a lavorare in un ospedale, fianco a fianco con le persone e le loro sofferenze. Così ho deciso di essere un infermiere. Lì ho capito che il vero significato della vita è il servizio agli altri. Poi, dopo essere stato battezzato ed essere diventato sacerdote, sono stato nominato rettore della chiesa del primo ospedale cittadino a Mosca. Alcune persone poi sono venute in chiesa e hanno voluto creare una comunità di infermieri. E così a poco a poco sono state fondate le sorelle della misericordia di san Dimitrij, una scuola per infermieri e altri progetti sociali a Mosca.

Di quali forme di lavoro missionario giovanile nel settore del servizio sociale pensa che sia importante discutere alla Conferenza di tutta la diaspora? Di cosa non vale la pena di discutere?

Penso che i giovani che vivono all'estero troveranno particolarmente importante il servizio alle persone che sono emigrate dalla Russia e vivono in povertà. Molti dei nostri connazionali ora vivono nella diaspora. Quelli che sono partiti in cerca di occupazione hanno bisogno di amicizia, di sostegno, spesso nemmeno spirituale, ma materiale. In molti paesi occidentali la qualità della medicina è alta, e i nostri compatrioti vanno lì, portando i loro parenti, i loro bambini malati per cure mediche. A volte hanno bisogno di vivere all'estero per diversi mesi. Sarebbe molto bello se i giovani provenienti dalle chiese ortodosse all'estero segnalassero queste persone per portare loro aiuto: incontrarli, aiutarli a trovare alloggio e ad adattarsi a un nuovo modo di vita.

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