Ci sono idealisti che non hanno letto le opere di autori ortodossi pre-rivoluzionari (come gli scritti del metropolita Antonij Khrapovitskij) o sono troppo giovani per aver potuto parlare con quelli che erano adulti nella Russia pre-rivoluzionaria, e non conoscono neppure la Russia contemporanea. Essi pensano spesso che tutto andasse bene nella Chiesa russa prima della rivoluzione. Questo è sbagliato. Oltre a un gran numero di santi, purtroppo, anche fenomeni negativi di impurità spirituale sono usciti dalla Chiesa russa dopo la rivoluzione.
In primo luogo, ci fu il tradimento dello tsar (lo stesso spirito che aveva respinto la restaurazione del patriarcato, che lo tsar Nicola II aveva proposto nel 1905), che diede il benvenuto al nuovo governo anti-ecclesiale di Kerenskij. In secondo luogo, c'era il servilismo protestante (o erastianismo) nei rapporti tra Stato e Chiesa, che Pietro I aveva imposto 200 anni prima, così che quando il nuovo governo ateo sovietico pose la Chiesa sotto il suo controllo dopo il 1917, vi trovò persone abbastanza deboli per obbedire. A questo servilismo fu dato il nome di sergianismo. In terzo luogo, ci fu il rinnovazionismo, un movimento di intellettuali che volevano protestantizzare la Chiesa, immaginando che le pietre del loro arido razionalimo e intellettualismo avrebbero potuto nutrire le anime dei pii ortodossi, affamati di pane spirituale. Ciò causò un terribile scisma in Russia e un terribile scisma al di fuori della Russia, dove modernizzatori, massoni e occultisti, provenienti soprattutto da San Pietroburgo, detestavano la Chiesa russa, tanto che la lasciarono per andare sotto il Patriarcato di Costantinopoli controllato dall'Occidente.
Nessuna parte di quanto ho scritto è frutto di immaginazione. Questi tre vizi erano esattamente quelli a cui si riferiva lo tsar Nicola dopo la sua caduta, quando parlava di 'tradimento, viltà e inganno tutto intorno'. Il primo gruppo mostrò infatti tradimento, il secondo gruppo, i sergianisti, mostrò codardia e il terzo gruppo, i rinnovazionisti, che si definivano ortodossi mentre non lo erano interiormente, mostrò inganno, di fatto auto-inganno. Ciascuno dei tre gruppi rappresentava l'infedeltà a una delle tre pietre di fondazione dell'Impero ortodosso: l'Ortodossia, l'indipendenza sovrana e il popolo. I primi erano traditori dell'Ortodossia, i secondi erano codardi verso l'indipendenza sovrana tra Stato e Chiesa, i terza ingannavano il popolo. Di conseguenza l'impero ortodosso è caduto, proprio come lo tsar aveva descritto.
Nella storia i tre gruppi sono stati rappresentati da tre gruppi distinti nella Chiesa russa. Il primo gruppo, di cui alcuni si facevano addirittura chiamare 'monarchici', assassinò Rasputin e affermò di essere 'bianco', ma in realtà aveva poco tempo per la vera Chiesa o il vero tsar o il vero popolo, anzi giocò una politica di destra, cercò il denaro e il potere e utilizzò la Chiesa, lo tsar e il popolo come bandiera per nascondere i propri veri motivi. Senza la nobile causa dello tsar, perse la guerra contro il bolscevismo e dovette emigrare. Questi sono esemplificati dagli ortodossi nazionalisti e nominali ai margini della Chiesa della diaspora, che in seguito misero sotto processo il grande santo dell'emigrazione, san Giovanni di Shanghai, e lo perseguitarono.
Il secondo gruppo furono quelli che all'interno della Russia non ebbero il coraggio dei nuovi martiri e confessori e non furono fedeli all'indipendenza sovrana (dello tsar e della Chiesa), asservendo esteriormente quest'ultima allo Stato ateo. Il terzo gruppo, sconfitto in Russia, furono quelli che ingannarono il semplice popolo ortodosso, voltando le spalle del tutto alla Chiesa russa, e anche se pretendevano di essere di tradizione ortodossa russa, erano filosofi e massoni protestantizzanti. Il loro centro era a Parigi dove formarono 'la giurisdizione di Parigi' e da dove hanno cercato di colonizzare New York, dove ora hanno perso molte delle loro posizioni mentre sorge la realtà e tramonta la fantasia.
I primi due gruppi si sono liberati dell'impurità spirituale del passato e si sono uniti insieme come una cosa sola. Ora attendiamo il pentimento del terzo e più piccolo gruppo a Parigi, le cui eccentricità dottrinali e pratiche sono immediatamente evidenti a tutti tranne che a loro stessi, e alcuni dei quali stanno ancora cercando di giustificare se stessi. A differenza dei suoi quattro predecessori, che a me estraneo erano tutti ben noti, un nuovo arcipastore della giurisdizione di Parigi, l'arcivescovo Job, anch'egli un estraneo, ha avuto l'occasione e il coraggio di affrontare i rinnovazionisti. Ha voluto ristabilire l'Ortodossia, bloccando la persecuzione rinnovazionista dei fedeli, molti dei quali sono stati costretti a lasciare questa giurisdizione sempre più piccola, una persecuzione che iniziata negli anni '80 e che dura con alterne vicende da oltre 30 anni.
Ora l'Istituto Saint Serge ha chiuso, 90 anni dopo la sua fondazione. Ironia della sorte, l'Istituto era stato il vero motivo per cui nel 1925 il gruppo di Parigi per la prima volta entrò in scisma e lasciò la Chiesa fuori dalla Russia, lasciando subito dopo del tutto la Chiesa russa. Il suo primo rettore, padre Sergej Bulgakov, si è rivelato un eresiarca, e le sue fantastiche teorie sono state condannate da tutta la Chiesa Russa. Ora, 90 anni dopo, è entrato in scisma persino dal proprio arcivescovo!
La nostra impressione è che l'arcivescovo Job si renda conto che se la sua piccola giurisdizione ha un destino, anzi se ha proprio un futuro, in tal caso deve tornare alla canonicità dopo oltre trent'anni di totale allontanamento dalla tradizione ortodossa russa. La Chiesa russa si appresta a stabilire una Metropolia in Europa occidentale, fondamento di una futura nuova Chiesa locale, molto più grande rispetto al piccolo e sempre più irrilevante gruppo di Parigi e con un gran numero di vescovi, sacerdoti, fedeli e chiese reali. È tempo che le fantasie del gruppo isolato di Parigi abbiano fine e che il gruppo ritorni sulla terra. La giurisdizione di Parigi è ora come un agglomerato di naufraghi su un'isola deserta, insicuri se salire sull'ultima barca che sta partendo o rimanere bloccati in un isolamento autoimposto.
Naturalmente, l'arcivescovo, un monaco athonita legato a una dipendenza di Simonopetra, si trova ad affrontare calunnie e intimidazioni dal nazionalismo francese (il trucco più vecchio dei parigini contro gli estranei), ed è accusato di frenare il 'libero pensiero' e la 'creatività' nella repubblica atea. In realtà, egli è sostenuto da un gran numero di persone che capiscono che tutte queste accuse sono assurde. Il nostro compito ora, come prima, è di pregare per lui nel suo compito di restaurare la giurisdizione di Parigi canonicità ortodossia e all'autentica tradizione russa. Altrimenti non farà altro che scomparire ed essere dimenticata, come altri fenomeni marginali della storia della Chiesa, e diventare una semplice curiosità archeologica.
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