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  Accogliere i convertiti nella Chiesa ortodossa

di padre Lawrence Farley

Orthochristian.com, 26 giugno 2024

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foto: miloserdiedv.ru

Il metodo con cui la Chiesa ortodossa riceve i convertiti è un argomento molto controverso e che ha provocato molte discussioni online. Un convertito dovrebbe essere ricevuto mediante il battesimo, mediante la sola cresima, o forse semplicemente dopo una ritrattazione degli errori commessi in precedenza? Tutti e tre i metodi sono stati utilizzati in passato. E quali gruppi dovrebbero essere accolti e in quali modalità? Gli ortodossi non calcedoniani (come i copti e gli armeni) dovrebbero essere ricevuti allo stesso modo dei pentecostali? E i cattolici romani? Il problema è tutt'altro che chiaro e di solito ha generato molto più calore che luce.

Ovviamente la questione non può essere risolta qui in un post sul blog di un singolo scrittore. Ma vorrei sottolineare una piccola osservazione sull'elefante nella stanza, una cosa che spesso viene trascurata, come di solito lo sono gli elefanti in una stanza.

Padre Alkiviadis Calivas ha scritto un'eccellente recensione della storia di come la Chiesa ortodossa accoglie i convertiti nel suo saggio "Ricevere i convertiti nella Chiesa ortodossa: lezioni dalla tradizione canonica e liturgica" nel suo libro del 2018 La liturgia in dialogo. In questo saggio dimostra abbondantemente che le visioni rigoriste di san Cipriano († 258) e dei sinodi locali di Cartagine (tenuti nel 255 e 256) non furono seguite dalla Chiesa ortodossa negli anni e nei secoli successivi. Piuttosto, la Chiesa ha seguito la guida di uomini come san Basilio, che nella sua famosa Lettera ad Anfilochio sosteneva che gruppi diversi dovrebbero essere ricevuti in modi diversi, a seconda della loro vicinanza all'Ortodossia.

Quindi gruppi molto diversi dalla Chiesa ortodossa (come gli gnostici valentiniani) dovevano essere ricevuti mediante il battesimo. I gruppi che si erano separati dall'Ortodossia "per ragioni ecclesiastiche e questioni suscettibili di mutua soluzione" (come i catari [1] o "puristi") dovevano essere ricevuti solo con la cresima "perché appartenevano ancora alla Chiesa". I gruppi che facevano parte della Chiesa ma erano guidati da clero insubordinato che si ribellava al proprio vescovo (nelle parole di Basilio, coloro che "si riunivano in congregazioni illegali") potevano essere riammessi semplicemente attraverso il loro pentimento espresso.

Questa visione caratterizzata da sfumature e discernimento riguardo all'esistenza di gradazioni di separazione dalla Chiesa è stata seguita dai concili della Chiesa. Il Concilio regionale di Laodicea (tenutosi nel IV secolo) ha decretato nel Canone 7 che gruppi come i novaziani, i fotiniani e i quartodecimani dovessero essere ricevuti solo mediante la cresima.

Il Concilio Quinisesto (o Concilio in Trullo) ha decretato la stessa cosa. Nel suo Canone 95, ha ripetuto quasi alla lettera il Canone 7 del Concilio di Laodicea, aggiungendo all'elenco i nomi di altri gruppi. Pertanto ha dichiarato che i paulianisti dovevano essere ribattezzati, mentre i catari e gli apollinari dovevano essere ricevuti mediante la cresima.

Sembra chiaro quindi che la Chiesa successiva ha semplicemente respinto il punto di vista di Cipriano e dei suoi compatrioti africani secondo cui fuori dalla Chiesa c'era oscurità indifferenziata e che tutte le persone non ortodosse dovevano essere ricevute mediante il battesimo. Alcuni gruppi, etichettati come "scismatici" piuttosto che "eretici", (nelle parole di san Basilio) "appartenevano ancora alla Chiesa" anche se esistevano in uno stato di separazione dalla Chiesa. Suggerisco che questa "appartenenza alla Chiesa" significhi che tra loro si trovava ancora una certa grazia, anche se questa grazia non poteva funzionare come avrebbe dovuto finché rimanevano in uno stato di scisma e separazione.

Dicendo che oggi si può trovare la grazia tra gli scismatici, sto distinguendo tra i gruppi eretici del passato (che rifiutavano intenzionalmente l'Ortodossia) e i protestanti moderni (il cui conflitto originale non era tanto con l'Ortodossia quanto con il papato medievale). Dico cioè che non è legittimo equiparare un presbiteriano a un ariano o a un donatista. Ciò significa, suggerisco inoltre, che è possibile per i devoti protestanti conservatori e cattolici romani essere salvati, sperimentare il potere trasformante di Cristo e manifestare il frutto dello Spirito. Ciò non significa necessariamente che quelle denominazioni facciano quindi parte della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. E ciò non significa necessariamente che il loro battesimo debba essere accettato. L'autenticità di un sacramento è una questione completamente diversa.

Per esempio, per quanto ne so, nessuno ha dichiarato che nessuna grazia sia venuta attraverso il mio ministero ordinato nella Chiesa anglicana, ma tuttavia io sono stato (giustamente) riordinato nell'Ortodossia. Dire che Dio ha usato la mia ordinazione nell'anglicanesimo come veicolo della sua grazia non implica quindi che l'ordinazione fosse in qualche modo "valida" nell'Ortodossia o che la Chiesa ortodossa dovrebbe accettare che fossi un sacerdote e non ordinarmi di nuovo. La questione della generosità di Dio e della sua grazia donata anche alle anime umili nello scisma non predetermina la diversa questione se i sacramenti scismatici debbano o meno essere accettati.

Su quale base si dovrebbero prendere le decisioni riguardo a come accogliere gli ex scismatici nella Chiesa? Alcuni suggeriscono: sulla base dell'uso dell'acqua per il battesimo da parte degli scismatici e della formula battesimale corretta, nonché sulla loro adesione ad una teologia trinitaria.

Questa sembra essere l'opinione generale dell'Arcidiocesi antiochena delle Isole Britanniche e dell'Irlanda, che recentemente ha rilasciato una dichiarazione politica molto utile e una sintesi della prassi storica della Chiesa in un documento pubblicato il 9 gennaio 2024. Il documento riconosce che alcune chiese protestanti "progressiste" hanno modificato la formula battesimale da "Padre, Figlio e Santo Spirito" a una formula "più inclusiva" come "Creatore, Redentore e Santificatore" e sulla base di questa alterazione la dichiarazione rifiuta il loro battesimo. Oltre alla formula corretta, anche il gruppo scismatico deve essere trinitario affinché il proprio battesimo venga accettato, e quindi si rifiuta il battesimo di gruppi non trinitari come mormoni, testimoni di Geova, quaccheri e cristadelfi.

La decisione di basare l'accettazione del battesimo di un gruppo sulla corretta formula battesimale e sull'accettazione della Trinità è, certamente, in linea con la prassi della chiesa primitiva. Ecco perché (per esempio) il Concilio di Mosca del 1667 decise di accettare il battesimo dei cattolici romani convertiti e di riceverli solo mediante la cresima. Ma i tempi stanno cambiando, e il panorama ecumenico cristiano ora appare molto diverso rispetto al 1667 o addirittura al 1967.

Stando così le cose, dobbiamo confrontare gli scismatici dei tempi passati con gli scismatici attuali.

Ai tempi della Chiesa primitiva esisteva un'enorme quantità di terreno comune tra gli scismatici e gli ortodossi. In effetti, nel caso dei donatisti, non c'era alcuna differenza tra loro, a parte la loro opinione sulla legittimità dello status di consacrazione di un certo vescovo. Le loro opinioni su questioni attualmente controverse come la sessualità, la moralità, l'autorità della Scrittura e i sacramenti erano identiche.

Una rapida occhiata alle denominazioni protestanti di oggi dirà a chiunque che ora non è così. L'elefante nella stanza ecumenica è quello del liberalismo – e, nel caso dei gruppi evangelici, l'elefante dell'antisacramentalismo.

Prendiamo per primi, ad esempio, gli episcopaliani o (qui in Canada) la United Church of Christ. In questi gruppi l'autorità della Scrittura, incontrastata nel passato, è stata definitivamente respinta, qualunque fosse la sua adesione formale. Questi gruppi difendono apertamente anche l'aborto, sostengono lo stile di vita omosessuale e sposano omosessuali. Non sono certo gli unici: sebbene tali argomenti siano ancora oggetto di dibattito all'interno di questi gruppi, le principali denominazioni protestanti hanno ampiamente aderito alla concezione laica di aborto, sessualità e gender.

Bisogna poi considerare gli evangelici: certamente una grande tenda, contenente molti sottogruppi e molte opinioni diverse. Nonostante questa diversità, tuttavia, quasi tutti aderiscono a un antisacramentalismo che nega il potere rigeneratore del battesimo e la sua capacità di conferire la remissione dei peccati; un antisacramentalismo che nega anche che l'eucaristia sia il rito sacrificale in cui riceviamo la vero corpo e sangue di Cristo. Infatti, in molti luoghi, il ministro mentre officia il battesimo o la cena del Signore rende esplicito il proprio rifiuto di questi insegnamenti.

Il mio unico punto nel concentrarmi su tale liberalismo e anti-sacramentalismo è che queste cose rendono gli scismatici moderni drammaticamente diversi dai vecchi scismatici considerati da san Basilio e dagli antichi concili. La Chiesa antica avrebbe accolto i catari convertiti mediante la sola cresima, poiché a parte un rigorismo che rifiutava il perdono ai decaduti o la possibilità di un secondo matrimonio (così dice sant'Epifanio nel suo Panarion), i catari erano più o meno indistinguibili nella loro fede e nella loro prassi dagli ortodossi.

Ma cosa succederebbe se i catari (paradossalmente) accettassero e difendessero l'aborto e l'omosessualità, o negassero l'efficacia dei sacramenti? C'è qualche dubbio che queste divergenze avrebbero indotto la Chiesa a ricevere i convertiti catari mediante il battesimo? Se divergenze come il loro rifiuto di tollerare un secondo matrimonio erano sufficienti ad allontanarli dalla Chiesa, quanto più queste altre divergenze dalla prassi e dalla fede della Chiesa?

La recente dichiarazione antiochena ammette che gruppi antichi come gli gnostici, i modalisti e gli estremisti ariani erano problematici nonostante l'uso della formula battesimale corretta perché "la teologia di questi gruppi era tale che la Chiesa non poteva riconoscere al loro interno nulla che potesse abbracciare".

Proprio per questo, io suggerisco che i gruppi moderni che abbracciano apertamente l'aborto, l'omosessualità e il transgenderismo, e che consentono inoltre ai loro chierici di negare i principi fondamentali della Fede come la divinità di Cristo, abbiano essi stessi una teologia che la Chiesa non può riconoscere o abbracciare. Lo stesso vale per i gruppi evangelici che abbracciano un antisacramentalismo e ripudiano la pietà ortodossa fondamentale come la devozione mariana e il ricorso alle preghiere dei santi. Dovremmo ricevere tali convertiti mediante il battesimo, non perché (come dicono alcuni) "non c'è grazia al di fuori della Chiesa ortodossa", ma perché questi gruppi hanno abbracciato una fede e una prassi così estranee all'Ortodossia che non possiamo discernere il nostro battesimo nel loro o la nostra fede nella loro.

In questa materia siamo ancora dalla parte di san Basilio piuttosto che di san Cipriano. Ma san Basilio non incontrò mai uno scismatico cristiano che fosse una donna vescovo lesbica, o qualcuno che negasse il potere rigeneratore del battesimo. Se lo avesse fatto, forse dopo aver subito un colpo apoplettico, avrebbe ricevuto convertiti da quel gruppo mediante il battesimo. Credo che siano le sue orme che dovremmo seguire oggi.

Un'ultima parola (e spero non necessaria): suggerire che tutti questi convertiti protestanti debbano essere ricevuti mediante il battesimo non significa affatto che coloro che sono stati ricevuti mediante la sola cresima siano stati ricevuti in modo improprio e che la loro cresima debba ora essere "riparata" da qualsiasi " battesimo correttivo". La generosità di Dio supera queste cose e la grazia divina colma ciò che manca. Se sei "dentro" solo attraverso la cresima, sei dentro. Dobbiamo evitare un legalismo sacramentale che darebbe spazio insufficiente alla grazia sconfinata di Dio.

Nota

[1]

Con il termine "catari", in questo testo padre Lawrence Farley intende i seguaci di Novaziano del III secolo, e non gli albigesi degli inizi del secondo millennio, che nella loro concezione gnostica si pongono piuttosto nella prima categoria, quella dei gruppi dichiaratamente estranei alla Chiesa.

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