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  Papa Francesco e la Chiesa romana a confronto con l'Ortodossia sull'immigrazione

di Nicholas, membro del Vicariato di rito occidentale dell'Arcidiocesi antiochena in America

Orthodox Reflections, 12 settembre 2024

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Il tema dell'immigrazione incontrollata, in gran parte illegale, sta provocando una tempesta di polemiche negli Stati Uniti e in altri paesi occidentali. La popolazione nata all'estero sta aumentando vertiginosamente. Le infrastrutture, i servizi governativi e la coesione sociale sono sopraffatti. La criminalità è in aumento e i cittadini nativi si sentono insicuri nelle loro case. Ovunque, la gente parla di invasione, decadenza, tradimento, collasso. La disillusione è profonda e diffusa.

Molti americani si stanno ponendo le stesse domande: "Perché io lavoro duramente, gioco secondo le regole, obbedisco alle leggi, pago le mie tasse, ...mentre un mucchio di immigranti illegali sta ricevendo dal governo enormi sussidi solo per il fatto di esistere".

Il contratto sociale è al di là del punto di rottura. Non sono sicuro che possa essere riparato. Questa è al 100% la colpa del governo federale.

Gli americani hanno la sensazione che stanno perdendo la loro cultura, la loro lingua e la loro nazione. In un periodo così privo di legami, molti si rivolgono alla religione come fonte di stabilità e incoraggiamento. Data la nostra numerosa popolazione cattolico-romana e il legame storico della Chiesa romana con le radici della civiltà occidentale, sarebbe logico per molti cercare conforto nelle sue parrocchie. Sfortunatamente, per coloro che sono preoccupati per gli effetti distruttivi delle frontiere aperte, rivolgersi alla Chiesa romana non è la soluzione, o anche solo parte della soluzione. Perché, sfortunatamente per tutti noi in Occidente, la Chiesa cattolica romana è al centro del problema.

Possiamo iniziare dal vertice: papa Francesco stesso. Secondo il "vicario di Cristo", cercare di proteggere i confini degli Stati Uniti, o di qualsiasi altra nazione occidentale, è in realtà un peccato.

Mercoledì, papa Francesco ha denunciato come peccatori coloro che volontariamente si adoperano per respingere i migranti, chedendo leggi restrittive sull'immigrazione, la militarizzazione delle frontiere e il respingimento come strumenti che mettono in pericolo i migranti.

Francesco ha aperto il suo discorso settimanale, solitamente incentrato sulla teologia, con un invito a riflettere sia sulle persone che "attraversano mari e deserti per raggiungere una terra dove vivere in pace e sicurezza", sia sulle persone che si oppongono attivamente alla migrazione.

"Bisogna dirlo chiaramente: c’è chi lavora sistematicamente e con tutti i mezzi possibili per respingere i migranti. Per respingere i migranti. E questo, quando fatto con consapevolezza e responsabilità, è un peccato grave. Non dimentichiamo quello che ci dice la Bibbia: 'Non molesterai né opprimerai lo straniero'," ha detto Francesco.

Vuoi che la tua città, il tuo stato e la tua nazione rimangano riconoscibili come i luoghi in cui sei nato e cresciuto? Vuoi spendere soldi e risorse per aiutare coloro che sono effettivamente cittadini della tua nazione, invece di dare priorità ai nuovi arrivati? Bene, allora sta' zitto, peccatore! Chiunque voglia entrare deve essere lasciato entrare. Non hai il diritto di decidere chi può vivere nel tuo paese. Solo i confini completamente aperti sono accettabili per Cristo.

Naturalmente, quando papa Francesco non chiama noi peccatori perché vogliamo arginare il flusso di immigrati clandestini, è impegnato ad umiliarsi baciando i piedi degli immigrati musulmani in Europa. Niente dice "successore di san Pietro" più che impegnarsi in un'umiliazione rituale strisciando ai piedi di un uomo la cui religione è macchiata di rosso dal sangue di innumerevoli martiri cristiani.

Il papa bacia il piede di un uomo.

Alhamdulillah [grazie a Dio, ndt] per l'islam. Noi non idolatriamo gli uomini. Noi ci inchiniamo solo ad Allah.

Ma il papa non è il solo nella sua devozione all'apertura delle frontiere tra i vescovi cattolici romani. In Germania, il partito anti-immigrazione Alternative für Deutschland ("Alternativa per la Germania") ha attirato un notevole sostegno nelle recenti elezioni statali. Qual è stata la reazione dei vescovi cattolici romani italiani? Hanno accusato gli elettori tedeschi in Turingia e Sassonia di essere composti per un terzo da nazisti.

L'ultimo esempio. Ieri cercavo un giornale da comprare. Ho notato la prima pagina di Avvenire, il giornale dei vescovi italiani. Hanno appena accusato un terzo degli elettori tedeschi in Turingia e Sassonia di essere "filo-nazisti". Perché le frontiere aperte sono così importanti per loro.

Anche negli Stati Uniti sentiamo le stesse calunnie "naziste" e "fasciste", rivolte indiscriminatamente contro chiunque prenda anche la posizione più mite a favore della sicurezza dei confini. Anche "razzista" fa una comparsa frequente, così come l'affermazione che gli immigrati cattolici romani aiuteranno a "rivitalizzare" le numerose parrocchie in gran parte vuote negli Stati Uniti. Cavolo, questi immigrati sono persino cattolici romani migliori di quelli della nostra varietà locale, quindi forse possono insegnare a tutti quei "cattolici culturali" come servire davvero Dio! Ovviamente una piccola cosa come la violazione della legge americana non avrebbe mai alcun impatto sulla loro pura santità.

Tuttavia, raccogliere nuovi partecipanti alla messa non è l'unico modo in cui la Chiesa cattolica romana trae vantaggio dall'immigrazione incontrollata. Dopo aver attraversato i confini ed essersi consegnati agli agenti di frontiera degli Stati Uniti, molti immigrati clandestini vengono indirizzati all'ente Catholic Charities USA, che fornisce loro camere d'albergo, pasti e vestiti. Spesso, Catholic Charities paga anche i biglietti dell'autobus o dell'aereo per le destinazioni scelte. Infatti, Catholic Charities spedisce così tanti immigrati clandestini in tutto il paese, che il governatore del Texas Greg Abbott dovrebbe probabilmente inviare loro un biglietto di ringraziamento. Ricordate i voli segreti per l'area di New York, dove l'amministrazione Biden trasportava immigrati clandestini su voli charter nel cuore della notte? Dopo che quei voli atterravano, di solito all'aeroporto della contea di Westchester a White Plains, gli immigrati clandestini salivano su autobus charter per destinazioni in tutta la regione, comprese diverse strutture di Catholic Charities.

Come può Catholic Charities permettersi di fornire tutti quei "servizi"? Sono i cattolici romani a contribuire abbastanza denaro per coprire le spese, per amore di questi poveri migranti? Dopo tutto, sorella Norma Pimentel, direttore esecutivo di Catholic Charities della Valle del Rio Grande, ha spiegato che tutti questi "servizi" sono l'equivalente del semplice "dare un bicchiere d'acqua nel nome di Gesù".

Ma non sono i cattolici romani a pagare tutti questi "servizi" agli illegali tramite donazioni volontarie. Invece, tutto questo è coperto da oltre 1,4 miliardi di dollari rubati ai contribuenti. Gli americani sono costretti a pagare per la scomparsa della loro cultura nazionale, tramite fondi pubblici riciclati tramite ONG cattoliche romane per nascondere il più possibile le attività . Queste organizzazioni caritatevoli cattoliche romane stanno funzionando come braccia del governo federale degli Stati Uniti in una cospirazione contro il popolo americano.

Volete un altro esempio della generosità concessa alle istituzioni cattoliche romane? Nel 2018 l'ente Catholic Charities dell'arcidiocesi di Galveston aveva incassato solo 44 milioni di dollari. Nel 2021, le entrate di questa ONG sono esplose a 217 milioni di dollari. Per il commercio di immigrati clandestini, gli affari vanno a gonfie vele.

C'è di più. Attraverso il CLINIC (Catholic Legal Immigration Network), la Chiesa romana facilita l'invasione dei migranti a ogni livello. Gli avvocati di questo ente collaborano con il Dipartimento della Sicurezza Interna per far entrare più clandestini, fornire servizi legali agli immigrati clandestini e strumentalizzare la giustizia a livello locale per reprimere "misure anti-immigrazione statali e locali".

Numerosi attivisti pagati da enti non-profit, con legami con ONG cattoliche romane, sono stati sorpresi a diffondere in lungo e in largo la voce su cosa dire per avere una richiesta di asilo sufficiente per essere rilasciati nell'entroterra degli Stati Uniti. Lungi dal limitarsi ad "aiutare lo straniero" che ha già attraversato un confine internazionale, le ONG cattoliche romane sembrano essere entrate nel business del reclutamento di immigrati clandestini per farli venire qui.

Questi sono solo alcuni esempi di ONG. Ci sono molte altre organizzazioni cattoliche romane che minano attivamente la coesione e la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Troppe per essere trattate qui. Infatti, c'è così tanto denaro che scorre nelle sue casse, che non è un'esagerazione riferirsi alla Chiesa cattolica romana come al più grande beneficiario mondiale del welfare governativo.

Tutto questo è molto duro da sentire per molti tradizionalisti nei paesi occidentali. Tuttavia, dobbiamo tutti affrontare la brutta verità: la Chiesa cattolica romana, così come è attualmente costituita, non può "salvare l'Occidente". Di fatto, Roma è una partecipante attiva ed entusiasta del declino dell'Occidente e del suo possibile annientamento finale. Non è sempre stato così, ovviamente.

Un tempo, i vescovi cattolici romani sentivano legami con i loro luoghi e con i loro greggi locali. La Chiesa romana sentiva l'obbligo di preservare e proteggere le culture locali in cui operava. Era comune riferirsi alla "Chiesa polacca", alla "Chiesa anglo-cattolica", alla "Chiesa austriaca", ecc. e quei termini significavano davvero qualcosa nella pratica.

Purtroppo, non è più così. La Chiesa cattolica romana è ora parte integrante dell'impresa globalista che cerca attivamente di cancellare l'Occidente.

Ora, confrontiamo l'atteggiamento cattolico romano sull'immigrazione, illustrato in precedenza, con quello della Chiesa cattolica ortodossa della Rus'. La fede cattolica ortodossa è universale. Tutti i cristiani ortodossi canonici sono in comunione tra loro e tutti condividono la stessa fede una volta consegnata agli apostoli. Tuttavia, l'organizzazione della Chiesa ortodossa è un'unione di Chiese locali. Ogni Chiesa locale si occupa di un'area specifica, che spesso equivale a un'etnia specifica (a volte coincide anche con un governo nazionale). La situazione diventa un po' confusa al di fuori delle tradizionali patrie ortodosse, ma torneremo su questo punto.

La più grande Chiesa ortodossa locale è in Russia, con il primate a Mosca. Quindi, in termini di immigrazione, cosa ha da dire la Chiesa russa? Molto, in realtà, e tutto completamente diverso da ciò che dice la Chiesa romana.

Il 27 marzo 2024, sotto la presidenza di sua Santità il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus', è stato approvato il documento del XXV Consiglio mondiale del popolo russo "Il presente e il futuro del mondo russo". Questo documento delinea proposte significative rivolte alle autorità legislative ed esecutive della Russia. Ecco parte della sezione sull'immigrazione:

Le principali priorità della nuova politica migratoria della Federazione Russa dovrebbero essere:

  1. Protezione delle famiglie russe, dei loro diritti e interessi socio-economici. Creazione di condizioni che garantiscano l'occupazione dei cittadini russi, nonché un elevato livello di reddito per le famiglie russe;

  2. Tutela dell'identità della civiltà russa, unità dello spazio giuridico, culturale e linguistico del Paese.

  3. Tutela dei diritti e degli interessi legittimi dei popoli russi e degli altri popoli indigeni della Russia;

  4. Tutela del mercato del lavoro nazionale, garanzia dello sviluppo scientifico e tecnologico dell'economia russa e crescita della produttività del lavoro;

  5. Attuazione di un controllo statale efficace, nonché pianificazione e gestione dei flussi migratori esterni;

  6. Creazione di condizioni che facilitino il rimpatrio di massa dei connazionali in Russia, nonché il trasferimento di specialisti stranieri altamente qualificati, scienziati, investitori e membri delle loro famiglie che siano fedeli alla Russia e pronti all'integrazione linguistica e culturale;

  7. Restrizione significativa dell'afflusso di manodopera straniera poco qualificata di altre culture nella Federazione Russa. Introduzione del principio di massima responsabilità legale ed economica del datore di lavoro per i lavoratori stranieri di altre culture da lui attratti;

  8. Garantire la sicurezza antiterrorismo, combattere l'immigrazione clandestina e la criminalità etnica.

Il documento richiede anche politiche volte ad aumentare la popolazione russa riducendo (si spera mettendo al bando) l'aborto e aumentando la dimensione media delle famiglie russe. A differenza dell'Occidente, che sta cercando di rinchiudere la maggior parte delle persone povere e senza figli in "città da 15 minuti", la Chiesa russa vuole distribuire i russi in sobborghi alberati per sfruttare la vastità della massa terrestre russa.

Questo può sembrare strano agli americani del XXI secolo, ma un tempo era perfettamente normale avere una chiesa nazionale e un governo nazionale che non odiavano il loro popolo e non desideravano vederlo distrutto. Sembra che ci siamo dimenticati che un tale stato di cose è persino possibile. Grazie a Dio per l'esempio della Russia.

Tuttavia, la Chiesa russa non è l'unica a desiderare di proteggere la lingua, la cultura e le tradizioni del suo popolo. La Chiesa bulgara, la Chiesa serba, la Chiesa romena e praticamente ogni Chiesa ortodossa locale la pensano allo stesso modo. I cristiani ortodossi, in gran parte radicati nel locale e nel tradizionale, sono dei pessimi cospiratori globalisti.

Ci sono le eccezioni del Patriarcato di Costantinopoli e del Patriarcato di Alessandria. Queste due sfortunate Chiese sono delle minoranze estremamente piccole all'interno di stati islamici ostili. Queste due Chiese, praticamente senza greggi nazionali, sono beni controllati dallo Stato di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, il cuore oscuro del globalismo. Costantinopoli è anche in un abbraccio particolarmente stretto con Roma.

Fuori dalla Turchia, il Patriarcato di Costantinopoli controlla varie "arcidiocesi greche" in tutto il mondo. Queste sono composte da parrocchie che sono state (prevalentemente) fondate da immigrati greci in vari paesi (per lo più occidentali). Il Patriarcato di Costantinopoli dipende da questi greci d'oltremare per la maggior parte del suo sostegno finanziario e politico. In questa "diaspora", il Patriarcato è stato molto attivo nel tentativo di promuovere "l'ellenismo" per mantenere i cristiani ortodossi di eredità greca legati alla lingua greca, alla cultura greca e a un senso di etnia greca. Se la "diaspora" diventa troppo autoctona, chi sosterrà il patriarca Bartolomeo, il cui gregge in Turchia conta al massimo qualche migliaio di fedeli?

Costantinopoli, per puro interesse personale, è felice di promuovere per i greci d'oltremare ciò che le sue simpatie globaliste negherebbero a tutti gli altri: il diritto di preservare la lingua, la cultura e la religione tradizionali. Per complicare ulteriormente le cose, per ragioni storiche, le arcidiocesi greche in Occidente tendono a essere i più grandi organismi ortodossi locali. L'attenzione al mantenimento dell'"ellenismo" danneggia l'evangelizzazione ortodossa in Occidente, dà via libera ad altri organismi ecclesiastici ortodossi nel concentrarsi sulla preservazione delle proprie etnie e quindi ritarda il giorno in cui avremo delle Chiese ortodosse occidentali veramente locali, dedicate a salvare le anime, le tradizioni, le lingue e i corpi dei loro vari popoli.

I globalisti sono terrorizzati dalle Chiese ortodosse completamente localizzate in Occidente. Queste Chiese ortodosse vedrebbero come parte delle loro missioni la protezione del loro popolo dalle depredazioni dei governi occidentali depravati e degli oligarchi. Dal punto di vista dei globalisti, le Chiese ortodosse locali sono delle gigantesche seccature. Basta guardare la determinata resistenza della Chiesa ortodossa ucraina agli sforzi di Zelenskij di mettere fuori legge la sua stessa esistenza e sequestrare i suoi luoghi di culto.

I cristiani ortodossi, sia chierici che i laici, sono chiamati alla resistenza quando necessario. Padre Geoffrey Korz ha esplorato questo aspetto in un articolo intitolato I santi ortodossi si sono impegnati nella politica e nella vita civica:

Tale è il coraggio dei santi. Tale è la loro fiducia nell'esempio coerente e costante mostrato dai loro santi predecessori nella Santa Tradizione. Con grande fiducia in questi grandi testimoni, chierici e vescovi oggi possono trarre forza quando sono chiamati a proteggere i luoghi santi, o a difendere i fedeli quando sono minacciati dallo Stato o da un datore di lavoro secolare su una questione attinente alla loro fede.

È una contraddizione esortare al silenzio coloro che difendono i fedeli, mentre si cerca l'approvazione pubblica insieme alle élite politiche. Da nessuna parte questo si trova nell'esempio dei santi, piuttosto, si trovano coraggio e fede totale nel potere che Cristo ha di aiutare coloro che agiranno – prima con la preghiera, il digiuno, il pentimento e la forza dei santi misteri, ma anche con un'azione ragionata.

In tutti i casi, ogni fedele cristiano corre il rischio di perdere la propria quiete interiore quando si confronta con questioni relative allo Stato. Questo è forse il rischio più grande, poiché è un rischio per la salvezza della nostra stessa anima, ed è per questo motivo che qualsiasi azione civica non deve essere intrapresa alla leggera.

Come possiamo vedere, mentre la faziosità è proibita al clero, la partecipazione attiva alla vita civica – sia da parte dei chierici che dei laici – per il benessere dei fedeli e la preservazione della libertà della Chiesa non è solo permessa, ma comandata dall'esempio dei santi. Dovremmo sottolineare con attenzione: in nessuno di questi casi né i chierici né i laici agiscono solo con la benedizione di un vescovo, come alcuni affermerebbero erroneamente (alla maniera della Chiesa papale in Occidente). Invece, questa è la normale iniziativa di una coscienza cristiana ortodossa ben formata, guidata da tutte le norme di una normale vita cristiana ortodossa e dalla via mediana della Santa Tradizione.

Ora, questo potrebbe sembrare estraneo a molti americani: l'idea che la Chiesa abbia un ruolo da svolgere nel controllare il governo per conto del popolo. La verità, tuttavia, è che varie Chiese negli Stati Uniti hanno svolto esattamente tale ruolo per gran parte della nostra storia:

Fin dall'insediamento del New England, le chiese si sono rese i principali veicoli per la partecipazione dei cittadini e per il controllo del governo. La proliferazione delle chiese come voci del dissenso politico è stata la forza trainante sia della Rivoluzione inglese del XVII secolo che del conseguente esodo in America.

Le chiese hanno plasmato e articolato le voci dei cittadini in una certa coerenza, in modo che le persone avessero più di opinioni individuali e mutevoli; avevano principi fissi e credenze condivise. Le chiese hanno permesso ai cittadini di unire le loro voci, consentendo loro di essere ascoltati in modo più efficace. Infine, le chiese hanno chiesto che agissimo quando i funzionari governativi erano troppo deboli o corrotti, anche quando l'azione poteva costarci qualcosa.

Hanno inculcato virtù necessarie per una cittadinanza efficace e per le quali le odierne società di lobbismo non hanno sostituti: autodisciplina, abnegazione, sobrietà, gratificazione ritardata, etica del lavoro, perseveranza, fedeltà, un impegno feroce per l'integrità familiare e la moralità sessuale, coraggio. I gruppi di pressione odierni, persino i più "cristiani", non sognerebbero mai di provare a elevare moralmente i propri membri.

Con la Chiesa romana e le tradizionali "Chiese americane" corrotte, plagiate, infiltrate e intimidite, ora è il momento per la Chiesa cattolica ortodossa di farsi avanti e proteggere il popolo sofferente dell'Occidente. Per essere veramente liberi di farlo, tuttavia, i fedeli ortodossi dovranno fare sacrifici audaci. Preghiamo di essere preparati per questo.

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