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  Robert Powell e il suo ritratto di Gesù

Dal blog Mystagogy, 29 aprile 2013 

di John Sanidopoulos

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Uno dei punti più cruciali della mia completa conversione al cristianesimo ha avuto luogo nel 1990 durante la Settimana Santa. Capitava in un anno in cui entrambi i cristiani orientali e occidentali celebravano insieme la Pasqua. Avendo solo 14 anni all'epoca, era un evento raro e il primo di cui avevo memoria, e finalmente mi ha offerto l'opportunità di celebrare la Settimana Santa e la Pasqua con la maggior parte del popolo americano e con quelli della mia cultura.

Fu durante questo periodo che vidi per la prima volta in televisione la miniserie di 6 ore Gesù di Nazaret (1977) di Franco Zeffirelli. Mi ha completamente affascinato. La guardavo prima e dopo andare in chiesa con la mia famiglia nel corso dei tre giorni in cui è andata in onda, e anche se a quel tempo avevo una certa familiarità con le profezie escatologiche bibliche, è stato attraverso questa miniserie che ho cominciato a studiare le profezie dell'Antico Testamento su Gesù. Ogni volta che vi era menzionata una profezia, la scrivevo e cercavo con entusiasmo nella mia Bibbia per trovare i riferimenti (era prima dei tempi di Internet). Ciò che trovavo distinto in questo film era il tono riverenziale e dignitoso, raro tra i film, e l'interpretazione assolutamente superba di Robert Powell, l'attore che interpretava Gesù.

Non è un film perfetto, ma ha il maggior numero di gemme tra tutti i film su Gesù, e ho già postato la mia preferita tra molte grandi scenein cui Gesù racconta la parabola del figliol prodigo. Si dice che Robert Powell si è addestrato a non battere mai le ciglia quando girava le sue scene come Gesù per ottenere un maggiore effetto, e questa è l'unica scena in cui può essere osservato a battere le ciglia, dal momento che è la sua più lunga inquadratura continua in tutto il film. Una delle mie scene preferite della recitazione di tutti i tempi è la dichiarazione di chiusura di Gregory Peck in tribunale ne Il buio oltre la siepe, una scena che riuscì a finire completamente al primo ciak. Le prestazioni di Robert Powell in questa scena per me sono esattamente simili.

L'intervista con Robert Powell da me preferita è stata nel 2011, in cui menziona la sua visita a Cipro per la Pasqua ortodossa di un anno relativamente recente e l'accoglienza letteralmente trionfale da parte dei greci, che lo ammiravano per il suo ruolo di Gesù.

Questo film è stato tanto importante sul mio cammino cristiano personale, che ho voluto offrire qui qualcosa che Robert Powell, il mio preferito tra tutti i Gesù cinematografici, ha condiviso sull'interpretazione di Gesù e su come questo ruolo ha giocato un impatto sulla sua vita.

Ecco Robert Powell, nelle sue stesse parole, in un articolo di James Barclay nel numero di maggio 1977 della rivista Movie Stars. Robert Powell riflette sul suo ritratto di Gesù in questa intervista che è stata condotta sul set mentre il film veniva girato.

"Prima di iniziare questo film, non avevo particolare interesse per la religione e assolutamente nessun parere su Cristo. Ora io credo in Cristo e nella sua divinità, anche se non vado necessariamente in chiesa. Prima di girare la mia parte, la mia conoscenza di Cristo era limitata agli insegnamenti della scuola domenicale e alle storie religiose, il tutto a un livello piuttosto immaturo. sapevo che questo non sarebbe mai stato abbastanza per me come attore per lavorare sullo sviluppo di un personaggio. Così ho letto la Bibbia da cima a fondo, cosa che non avevo mai fatto prima, smontandola e analizzandola. Ho anche consultato opere di riferimento e commentari sulla Bibbia perché volevo avere anche idee di altro. Un attore deve essere obiettivo quando interpreta una parte. Tuttavia , dopo aver interpretato Cristo per tutti questi mesi, sarebbe difficile non credere veramente in lui...

Molte scene mi hanno particolarmente commosso, come per esempio le riprese del discorso della montagna. Franco lo ha girato proprio mentre la luce del sole colpiva i boschi di cipressi e ulivi, e filtrava attraverso i campi. Ma in generale era abbastanza buio e le centinaia di comparse che scendevano in gruppi, illuminati dai fuochi che avevano fatto per tenersi al caldo, erano uno spettacolo mozzafiato. A metà della scena ero così colpito dalla sua bellezza che ho cominciato a piangere. Franco decise di tenere anche quello nel film, così com'era.

La mia interpretazione di Cristo non ha relazione con quella di qualsiasi altro attore che ha interpretato il suo ruolo. Non avevo mai visto nessuno di questi altri film, come La più grande storia mai raccontata e Il re dei re, e penso che sia meglio, in realtà, non averli visti.

Vedo Cristo come una combinazione di uomo e Dio. È un uomo che è andato contro i venti politici del tempo. Non è un uomo arrabbiato, anche se è capace di estrema indignazione. Né è un uomo accomodante. Non fa mai nulla poco a poco, e si aspetta lo stesso dagli altri. I suoi seguaci devono dare via non solo poche cose, ma tutto, prima di procedere con lui.

L'unico momento in cui Dio lascia Cristo è quando è inchiodato alla croce. Si tratta, ovviamente, del colpo da maestro di Dio, con Cristo che muore nello stesso modo di qualsiasi essere umano. Non è molto difficile perché sa che Cristo andrà avanti, che è immortale.

Teoricamente, la crocifissione non doveva essere una scena difficile per me. Ma ero un po' nervoso, però, forse a causa del fatto che mi ero letteralmente denutrito con una dieta di formaggio per 12 giorni prima che la scena fosse girata, per apparire emaciato.

Ero legato a una barra orizzontale, che ho portato sulla schiena per un tratto di strada. Era terribilmente pesante, perché Franco aveva insistito sul fatto che l'enorme peso avrebbe messo in me la giusta sensazione di sofferenza. Lo ha fatto. Al posto della crocifissione fui sollevato, per mezzo di funi e stuntmen addestrati, sulla barra verticale che formava la croce.

Purtroppo, alla prima ripresa la barra orizzontale cominciò a scivolare verso il basso. Avrei potuto rompermi la schiena, se qualcuno non avesse preso la corda che controllava la barra e l'avesse tirata indietro. Anche così, ho sofferto di strappi alle braccia. Abbiamo anche girato in un giorno piuttosto freddo, dal momento che dovevano esserci le riprese di un cielo piovoso. Sono stato fortunato a non scendere con l'influenza...

Mi è stato chiesto se pensavo che Cristo abbia avuto una vita sessuale. Le mie sensazioni sono che non l'avesse... Le energie di Cristo erano dedicate al 100 per cento alla sua missione.

Il sesso, a mio parere, non è una cosa necessaria per tutti. Per esempio, io sono stato in situazioni di lavoro in cui tutte le pulsioni personali vengono incanalate nel lavoro, e utilizzavo appena il due per cento circa del mio potenziale energetico rispetto a Cristo. Inoltre, si dovrebbe ricordare che Cristo non era solo un uomo comune .

A volte mi concentro così forte sulla parte che mi dimentico di persone e oggetti attorno a me sul set. Per esempio, l'altro pomeriggio ho camminato in una grata e mi sono tagliato. Sono stato fortunato: avrei potuto ferirmi gravemente.

Non solo il ruolo era impegnativo, ma lo erano anche gli elementi che avevamo contro. Abbiamo avuto sabbia soffiata in faccia da una macchina a vento e incenso che ci riempiva i polmoni in numerose occasioni. Franco voleva dare alla scena una sensazione di età , come i vecchi dipinti italiani, ed è il motivo per cui faceva queste cose.

Io non avrei saputo come farcela senza Babs (mia moglie). Mi teneva a rimorchio perché potessi concentrarmi sulla sceneggiatura. Babs mi riforniva di caffè quando ne avevo bisogno e teneva d'occhio, solo con minor successo, il mio consumo di sigarette!

Ogni giorno mi sento molto privilegiato per avere ricoperto questa parte, per averne condiviso l'esperienza. Vivendo questa storia, è impossibile non esserne colpiti. Penso di essere già una persona molto più umile. All'inizio, pensavo a questo progetto solo in termini di uno script e di immagini visive. Ma dovendo dire le parole di quest'uomo, che ha cambiato il corso della vita e della storia, il personaggio è divenuto vivo per me e le sue idee sono diventate realtà."

Leggete anche questo articolo dal numero di The Catholic Herald del 25 marzo 1977, dal titolo "L'attore dice che la parte di Gesù è la più difficile che io abbia mai fatto".

Ecco un altro articolo che offre più spunti sul suo ruolo di Gesù. Tra i commenti più interessanti c'è questo sull'impatto che il film ha avuto su suo fratello:

"Mio fratello è ateo, e ha guardato il film con i miei genitori. Questi mi hanno detto che quando apparivano i titoli di coda, dopo la crocifissione, era molto quieto e mormorava, 'ti fa pensare, non è vero?' Quindi, se posso far pensare un ateo, lo considero il mio più grande risultato".

Qui di seguito c'è anche Ernest Borgnine, che parla un po' dell'impatto che ha avuto su di lui, mentre era sul set, Gesù di Nazaret, in cui interpretava un centurione romano.

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