Una generazione dopo la caduta del governo ateo in Unione Sovietica, la Chiesa russa ha compiuto straordinari progressi nella ricostruzione e nel ripristino di se stessa. Tuttavia, come abbiamo spesso scritto: come ci sono volute tre generazioni per distruggere la Russia imperiale, ci vorranno anche tre generazioni per ripristinarla e anche di più per migliorarla, assicurando solo così che l'incubo ateo non possa mai più essere ripetuto. Gli atei hanno prodotto un paese in cui tutti gli ideali, le ambizioni e le speranze sono stati distrutti e così l'alcolismo maschile e l'aborto femminile sono diventati entrambi normali. Anche se le statistiche mostrano notevoli miglioramenti in queste aree, il paese sta ancora pagando un prezzo molto pesante, come si può vedere dall'aspettativa di vita e dalla demografia ancora relativamente basse. Per quanto riguarda la costruzione delle chiese, quello che è stato fatto è notevole, ma non possiamo essere soddisfatti – sono necessari almeno altre 100.000 chiese e altri 100.000 sacerdoti – e questo solo nelle storiche terre russe, per non parlare delle tante terre di missione per la Chiesa in tutto il mondo. Non ci facciamo illusioni, dobbiamo fare ancora molta strada per raccogliere i popoli, prima della fine che ora si avvicina rapidamente.
Come sempre, la Chiesa, non del mondo, ma ancora nel mondo, è schiacciata tra due tendenze opposte, le due facce della stessa superficiale medaglia. Da un lato, vi sono persone spiritualmente superficiali e primitive, ma intellettualmente sofisticate, i sognatori disincarnati e gli 'abitanti del paradiso', liberali ed ecumenisti, filosofi in prelest e adoratori del nome che ripetono i loro mantra, rinnovazionisti e modernisti di sinistra, parigini e kochetkoviti che si amano gli uni gli altri, nuovi Gapon suicidi, essenzialmente razionalisti protestanti, che non sono chiaramente di questo mondo, ma che non sono neppure, come illusoriamente immaginano di essere, del Regno dei cieli. D'altra parte, ci sono persone ugualmente spiritualmente superficiali e primitive, ma materialmente sofisticate, i mondani adoratori dello stato, pro-stalinisti, antisemiti (sì il 90% dei dirigenti bolscevichi era composto da ebrei atei, ma ai loro ordini satanici obbedivano russi battezzati ma non praticanti e un seminarista georgiano apostata), ritualisti fanatici (sia del vecchio sia del nuovo tipo), settari ristretti, farisei, superstiziosi e nominali, adoratori di cupole dorate, che non sanno che fare il segno della croce e aspergersi con l'acqua santa prima di peccare non benedice quel peccato.
Al centro si trova la Chiesa, sempre crocifissa e sempre risorto, non di questo mondo, con i santi e martiri in cielo e sulla terra, ma impegnati a santificare questo mondo e a trasfigurare i valori di stato in valori della Chiesa, mantenendo l'equilibrio con la vita parrocchiale e monastica insieme, entrambe vitali per qualsiasi chiesa sana, come abbiamo visto già nel IV secolo e ancora nel XIX secolo. Portata dalle donne per il 90% del tempo, la Chiesa deve ancora raggiungere gli uomini ed ecclesializzarli. Troppo è ancora centrato sull'attaccamento alle cose esterne, sulla riduzione della fede a rituali, sul mettere la carne al di sopra dello spirito. Tale superficialità è sempre seguita da una nemesi, il risultato del rifiuto della protezione divina e della scelta della stoltezza umana. L'invasione della Rus' kievana da parte dei mongoli barbari e della Rus' da parte degli ancor più barbari cavalieri teutonici di circa 800 anni fa, l'invasione polacca di poco più di 400 anni fa, l'invasione di Napoleone di poco più di 200 anni fa, la cosiddetta 'rivoluzione' di quasi 100 anni fa, l'invasione di Hitler di 75 anni fa, l'invasione della Ucraina di due anni fa e la giunta messa al potere dagli Stati Uniti a Kiev, sono tutte testimonianze dei risultati di un'Ortodossia meramente superficiale.
Per trovare la via in avanti abbiamo bisogno di guardare al meglio della russa, spirituale, ma anche incarnata. Questa ha sempre seguito tre principi (tre perché trinitari). Questi sono: in primo luogo, la fede ortodossa nella sua integrità, quindi senza i compromessi che hanno colpito modernisti ed ecumenisti, che seguono il mondo occidentale laicista e non il Vangelo di Cristo; in secondo luogo, l'ideale imperiale, incarnato prima del colpo di stato del febbraio 1917, organizzato da massoni aristocratici della Duma e generali traditori, oggi solo accennato in bagliori profetici e raggi di luce, ma atteso nel prossimo tsar; e in terzo luogo, il popolo ortodosso, di tutte le razze e lingue di tutto il mondo, all'interno delle terre russe e al di fuori delle terre russe, tutti spiritualmente uniti e legati da fedeltà spirituale alla santa Rus', l'Impero cristiano. Noi siamo i fedeli ortodossi imperiali, noi siamo la Chiesa, peccatori ma pentiti, rigorosi perché fedeli, ma aperti perché conosciamo le debolezze umane. Che Dio ci perdoni e ci porti alla vittoria prima della fine.
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