In un'intervista al canale televisivo ucraino "Inter", il metropolita Kallistos di Diokleia (Patriarcato di Costantinopoli) ha dichiarato: "La situazione attuale in Ucraina, a mio avviso, è davvero molto seria e non sono solo i cristiani ortodossi in Ucraina che sono preoccupati. Questa situazione riguarda l'intera Chiesa ortodossa. Sappiamo che oggi esiste uno scisma tra il Patriarcato di Costantinopoli e il Patriarcato di Mosca, che non sono in comunione. Il patriarcato di Costantinopoli ha concesso, come esso stesso afferma, l'autocefalia alla Chiesa ortodossa ucraina, ma questo non è riconosciuto da Mosca o da qualsiasi altra Chiesa ortodossa. Nessuno ha sostenuto il Patriarcato di Costantinopoli. Ora il Patriarcato di Mosca ha cessato la comunione con il Patriarcato di Costantinopoli. Noi, dalla parte del Patriarcato di Costantinopoli, non abbiamo rotto la comunione eucaristica con nessuno, ma la situazione è molto seria. Inoltre, a mio avviso - non quello del Patriarcato - pur rispettando profondamente il patriarca Bartolomeo, non sono d'accordo con la sua decisione. È chiaro che da oltre 300 anni l'Ucraina fa parte della Chiesa russa, è un fatto storico, non possiamo cambiare il passato. Ecco perché penso che fosse sbagliato per il Patriarcato di Costantinopoli intervenire negli affari del territorio che fa parte della Chiesa russa. Sono molto preoccupato per l'uso della forza e penso che non raggiungeremo una soluzione attraverso la violenza o l'oppressione. Per me sarebbe un disastro e un grande scandalo se, ad esempio, i monaci della Lavra delle Grotte di Kiev o di Pochaev venissero espulsi con violenza. Spero e prego che questo non accada. Qual è il percorso per una soluzione? Entrambe le parti, il Patriarcato di Costantinopoli e quello di Mosca, hanno assunto una posizione diametralmente opposta: come trovare un compromesso? Non ho un'idea chiara del modo migliore per raggiungere una soluzione, ma questa potrebbe essere una discussione dei problemi dell'Ucraina durante un incontro pan-ortodosso dei primati. Si potrebbe persino convocare un nuovo Santo e Grande Concilio come quello tenuto a Creta nel 2016 e al quale, purtroppo, la Chiesa russa non è stata rappresentata. Ma potremmo riconvocare il Concilio e spero che per grazia di Dio, essa partecipi. Chiamiamo la Chiesa ortodossa "conciliare" (sobornaja), e "sobornost" è il rispetto dell'altro, la capacità di ascoltare l'altro. Quindi, ascoltiamoci l'un l'altro, nell'onestà e nella verità, ma con l'amore di Cristo".
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