Le parrocchie ortodosse in Italia hanno oggi, per la maggior parte, una vita di alcuni decenni. Alcune sono state fondate dopo l'afflusso di immigrati dall'Europa dell'Est in seguito alla caduta del muro di Berlino, e per queste si può parlare di una vita più che trentennale. Una conseguenza naturale è che i loro primi parroci iniziano ad andarsene: alcuni muoiono (che Dio li riposi in pace e li ricompensi per i loro sforzi), altri ritornano nei paesi d'origine, altri ancora si fanno affiancare da preti più giovani ai quali contano di affidare la gestione delle loro comunità.
Che cosa fare quando una figura che ha dato letteralmente la vita a una comunità parrocchiale deve essere sostituita da un nuovo parroco? Se il predecessore ha fatto bene il suo lavoro, il compito del successore sarà meno pionieristico e più ripetitivo, e fin qui niente di strano. Non sarà comunque male che chi deve inviare o ricevere un nuovo parroco (un vescovo, un suo vicario oppure un decano locale per chi ha il compito di inviarlo, e un consiglio o un'assemblea parrocchiale per chi ha il compito di riceverlo) sappia valutarne la professionalità. A questo fine, non è male servirsi degli strumenti con cui si valuta qualsiasi nuovo lavoratore che è promosso a un posto di responsabilità nel campo imprenditoriale: abbiamo scelto uno strumento tra i molti disponibili, sotto forma di domande. Ricordiamo che una parrocchia ha tutto l'interesse a essere guidata da un uomo che abbia qualche capacità decisionale e organizzativa, e se c'è già chi ne può valutare l'aderenza alla fede ortodossa, la dirittura morale e le competenze di studi religiosi, si possono anche sondare con la massima libertà e rispetto le attitudini del candidato al lavoro di gruppo e alla guida di altre persone.
Ecco pertanto:
Dieci domande da porre a un nuovo parroco
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Per quale motivo intendi entrare a far parte di questa parrocchia?
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Che cosa ti fa credere di avere tutte e caratteristiche adatte per il ruolo?
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Come mai hai lasciato il tuo posto precedente?
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Quali sono i tuoi punti di forza e di debolezza?
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Quali obiettivi ti prefiggi a livello professionale e personale?
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Dove prevedi di arrivare di qui a cinque anni?
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Che cosa hai apprezzato di più nei ruoli che hai ricoperto in precedenza e che cosa invece non ti è piaciuto?
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Come definiresti il tuo stile di lavoro e di guida di un gruppo?
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Ti sei mai trovato ad avere a che fare con un superiore o un subalterno particolarmente "difficili"?
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Quali sono i risultati più lusinghieri che hai conseguito finora sul piano personale e su quello professionale?
Ovviamente, queste domande non si applicano indistintamente a tutti i candidati. Quei nuovi parroci che crescono all'interno della propria comunità (e che possono essere i figli stessi dei parroci uscenti – cosa tutt'altro che insolita nel mondo ortodosso – oppure parrocchiani particolarmente attivi e zelanti) non avranno necessità di rispondere alle domande 1 e 3, ma potranno comunque riflettere sul loro precedente servizio alla parrocchia, e su come cambierà la loro vita se accettano il nuovo compito a loro proposto.
Non è detto che il nuovo parroco debba subire passivamente le domande di tutti gli altri: un candidato a un qualunque posto di lavoro ha tutto il diritto di valutarne le condizioni per sapere se si sente all'altezza del suo compito.
Ed ecco pertanto:
Dieci domande che il candidato a parroco può porre alla parrocchia
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Quali sono le responsabilità e gli obiettivi fondamentali inerenti al ruolo di parroco?
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Quali potrebbero rivelarsi le sfide più rilevanti per la parrocchia?
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A chi dovrò riferire e con chi dovrò lavorare?
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Di quali collaboratori o aiuti esterni potrò disporre?
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Il gruppo dei collaboratori è andato tendenzialmente crescendo o diminuendo nel tempo?
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Qual è il clima che predomina nella parrocchia?
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Che ne è stato del mio predecessore?
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Quali inconvenienti presenta il ruolo del parroco in questa chiesa?
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Quali progetti sono ora in corso in parrocchia?
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Quali progetti e/o nuove direzioni si vogliono intraprendere nei prossimi cinque anni?
Anche in questo scenario, le domande non si applicano a tutti. Chi sta facendo un periodo di addestramento sotto la guida di un parroco in procinto di lasciare la sua carica può avere già la risposta ad alcuni punti, e ovviamente non dovrà rispondere alla domanda 7. Tuttavia, la risposta a questa serie di domande aiuterà non poco a mettere in chiaro il compito pastorale del nuovo parroco, e a creare una continuità di vita parrocchiale senza troppi traumi.
Se gestito con competenza e attenzione, un cambio di parroco può essere un momento che porta una certa profondità spirituale, e che come per il passaggio di generazioni nella nostra vita familiare, scolastica e lavorativa, ci aiuta a imparare a vivere pienamente il tempo che il Signore ci offre di vivere in questo mondo.
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