Introduzione
Ora abbiamo bisogno di un sito web multilingue per gli europei ortodossi di tutte le razze, che hanno pregato, sperato e lavorato per la creazione di una metropolia autonoma dell'Europa occidentale a guida ortodossa russa. Attraverso di essa, potremo cercare la rinascita tanto attesa della Chiesa locale dell'Europa occidentale dopo un periodo di 1000 anni, una Chiesa del tutto fedele alla tradizione cristiana ortodossa dei santi e dei Padri della Chiesa. Tra di loro consideriamo nostri patroni particolari i santi apostoli Pietro e Paolo, martirizzati a Roma, e san Martino, nato in quella che oggi è l'Ungheria, che ha vissuto in Italia ed è diventato un grande fondatore monastico e vescovo di Tours, nella Francia occidentale.
Tra i santi quasi contemporanei consideriamo nostri patroni l'ultimo imperatore cristiano, lo tsar martire Nicola II. Era per metà danese, parlava correntemente quattro lingue occidentali e aveva una visione europea: aveva fondato diciassette chiese in Europa occidentale. E la sua tsarina martire era nata in un'Assia indipendente pre-prussiana, ed era nipote della regina Vittoria, quindi con origini razziali e culturali inglesi e tedesche. Il nostro secondo patrono è l'ex arcivescovo di Parigi e dell'Europa occidentale, san Giovanni Taumaturgo, ierarca di Shanghai e di fatto primo santo globale, che ha fatto rivivere la venerazione dei santi occidentali, e le cui orme noi cristiani ortodossi in Europa occidentale seguiamo.
Territori
Questa metropolia, composta inizialmente da un metropolita e forse dodici vescovi (al momento vi sono nove vescovi ortodossi russi in questi territori), coprirebbe i seguenti sette territori e diocesi dell'Europa Occidentale, in ordine di grandezza di popolazione, che ammonta a 400 milioni:
Germania, Austria, Svizzera settentrionale e orientale e Liechtenstein (91 milioni e 3 diocesi: Berlino e Germania orientale; Monaco di Baviera e Germania occidentale; Vienna, Austria, Svizzera e Liechtenstein).
Francia, Belgio meridionale, Svizzera occidentale e Monaco (71 milioni e 2 diocesi: Parigi e le terre francesi del nord; Nizza e le terre francesi del Sud).
Isole britanniche e Irlanda (70 milioni e 2 diocesi: Londra, Inghilterra e Galles; Dublino, Irlanda e Scozia).
Italia, San Marino e Svizzera meridionale (60,5 milioni e 2 diocesi: Roma e sud Italia; Milano, nord Italia, San Marino e Canton Ticino).
Spagna (con la Catalogna e i Paesi Baschi), Portogallo, Andorra e Gibilterra (56,5 milioni e 2 diocesi: Madrid, Spagna, Catalogna e i Paesi Baschi; Lisbona e tutto il Portogallo).
Islanda, Norvegia, Svezia, Danimarca e Finlandia (26,5 milioni e 1 diocesi: Stoccolma e tutta la Scandinavia).
Paesi Bassi, Belgio settentrionale e Lussemburgo (24 milioni e 1 Diocesi: Amsterdam, terre olandesi e Lussemburgo).
Alcuni si chiedono perché non abbiamo incluso l'Ungheria nell'elenco dei territori. Questo perché siamo convinti che l'Ungheria, con le sue minoranze ortodosse di lunga data, carpato-russi, serbi e altri, a differenza di paesi dell'Europa occidentale nel prossimo futuro, un giorno avrà la propria chiesa locale, come gli altri paesi vicini alle terre russe, Polonia, Cechia e Slovacchia.
Unità nella diversità
Alcuni si chiederanno in modo del tutto naturale perché una tale metropolia dovrebbe essere guidata dagli ortodossi russi. La risposta non ha nulla a che fare con il nazionalismo primitivo o con l'imperialismo ecclesiastico (filetismo) – questi li lasciamo ad altri. È semplicemente perché le altre Chiese locali hanno solo ristretti interessi mononazionali e non sono interessati a fondare una tale Chiesa, mentre sua Santità il patriarca Alessio II di Mosca ha chiaramente indicato nell'aprile 2003 che la Chiesa ortodossa russa, con la sua vasta esperienza multinazionale e missionaria e con decine di nazionalità, è più interessata a questo tema, e alcuni di noi lo vedono perfino come il nostro dovere storico e pastorale.
Tale metropolia è stata resa possibile perché la Chiesa ortodossa russa è ora politicamente libera, cosa che non era anche solo due decenni fa. Presente in molti paesi dell'Europa occidentale per circa tre secoli, e con una nuova cattedrale centrale e seminario a Parigi, la Chiesa ortodossa russa è l'unica in grado di fornire l'infrastruttura necessaria per una simile Chiesa internazionale, con i propri monasteri, un seminario, edifici della Chiesa, strutture, traduzioni e musica ecclesiastica multinazionali. Tutto questo ci permette di essere presi sul serio e di non essere visti come una minoranza irrilevante e minuscola, senza nemmeno i propri adeguati edifici ecclesiastici.
Chiaramente, questo non significa che tale metropolia debba essere centralizzata e che non vi siano consentite le usanze locali osservate, per esempio, delle Chiese di Romania, di Serbia o di Grecia o in particolari paesi europei con i loro santi locali. Noi seguiamo il modello della Santa Trinità, di unità nella diversità. Ci potrebbero essere diocesi o decanati che seguono l'uso delle Chiese locali più piccole presenti all'interno di tale metropolia, se lo desiderano, partecipando a questa struttura unitaria. Alle parrocchie provinciali potrebbe anche essere autorizzato temporaneamente per condiscendenza pastorale l'uso del calendario cattolico romano per le feste fisse, se non si sentono ancora spiritualmente abbastanza forti per tornare al calendario ortodosso.
La tradizione
Alcuni si chiedono perché non stiamo sperando e lavorando per la fondazione di una serie di Chiese locali in Europa occidentale, per esempio, una Chiesa ortodossa francese, una Chiesa ortodossa tedesca, una Chiesa ortodossa italiana, o una Chiesa delle Isole, che copre il Regno Unito e l'Irlanda. Di nuovo, la risposta è semplice. Non siamo interessati a costruire Chiese ortodosse piccole, nazionaliste, irrimediabilmente provinciali, insulari, ripiegate su se stesse (tali segni di decadenza nazionalistica esistono già tra alcuni ai margini della Chiesa in Inghilterra, Francia, Finlandia e altrove).
Piuttosto vogliamo vedere la restaurazione di un patriarcato occidentale storico, multinazionale e tradizionale. Una metropolia autonoma di 500 o più parrocchie non è grande, ma è abbastanza grande per essere vitale come base per una futura Chiesa locale. D'altra parte, le piccole diocesi di 25-100 parrocchie da sole non sono vitali e cadono presto nel provincialismo, nello stretto giurisdizionalismo e nei culti della personalità, come abbiamo purtroppo già visto in passato, in particolare in Inghilterra e in Francia. Seguiamo la visione ampia della restaurazione e rigenerazione della totalità ortodossa dell'Europa Occidentale. Più a lungo termine, con centinaia di anni a venire, ci potranno naturalmente essere sviluppi in direzione di sette piccole Chiese regionali, ma parlarne ora è del tutto irrealistico, troppo prematuro.
Noi non vediamo la possibilità di costruire alcuna futura Chiesa locale su compromessi divisivi, per esempio con l'uso del cosiddetto 'nuovo' calendario (= cattolico romano) al posto del calendario ortodosso, chiamato con condiscendenza 'vecchio' dai modernisti. Una nuova Chiesa locale può essere costruita solo sulla pienezza della Tradizione, che è sempre stata mantenuta da genuini monasteri con vita liturgica e ascetica tradizionale, e diffusa attraverso parrocchie tradizionali da parte di chierici e laici fedeli. Qualsiasi tentativo di costruire una chiesa sul modernismo (tali segni di decadenza si sono già visti in Inghilterra, Francia e Finlandia) darà sempre esito negativo. Costruiamo sulla roccia, non sulla sabbia.
Due torti da raddrizzare
Abbiamo bisogno di lanciare un sito Web in questo momento, non solo perché si sta per aprire la nuova cattedrale ortodossa russa a Parigi. Quest'anno segna anche gli anniversari di due enormi ingiustizie storiche, che possono essere spiritualmente riparate solo attraverso la creazione di una simile metropolia. Il primo anniversario, a livello locale, cade anch'esso nel mese di ottobre del 2016, per ironia della sorte in coincidenza con l'anno della Brexit: si tratta del 950° anniversario dell'invasione genocida dell'Inghilterra da parte delle truppe d'assalto papali normanne dal continente, che ha così fondato l'Establishment britannico traditore. Questa invasione ha forzato i cristiani in Inghilterra a seguire lo stesso scisma di molti altri in Europa occidentale, già del tutto tagliati fuori dalla comunione con la Chiesa ortodossa.
La seconda ingiustizia è il 100 ° anniversario dell'assassinio da parte delle spie dell'Establishment britannico (= normanno) nel dicembre del 1916 in Russia, che ha portato direttamente al colpo di stato del febbraio 1917 organizzato e finanziato dall'Occidente, comunemente chiamato 'rivoluzione russa', con implicazioni universali. È stato questo colpo di stato che ha impedito la realizzazione delle speranze del pio metropolita Pitirim (Oknov) di San Pietroburgo, che tutte le capitali dell'Europa occidentale divenissero sedi di vescovi ortodossi russi e che tutti i libri di servizio della Chiesa fossero tradotti nelle varie lingue dell'Europa occidentale. Se gli eventi dell'inverno 1916-1917 non fossero avvenuti, l'idea di una metropolia dell'Europa occidentale a guida ortodossa russa avrebbero potuto benissimo realizzarsi, per esempio, nel 1928, settantacinque anni prima del 2003: per la follia del 1917 abbiamo perso tre generazioni.
Conclusione
Tale sito web ha bisogno di essere lanciato in un momento in cui l'Europa occidentale deve affrontare due gravi minacce alla sua stessa sopravvivenza. La prima è interna, il secolarismo militante, e la seconda è esterna, l'islamismo militante. La prima ha le sue origini nell'ultima fase dell'apostasia millenaria del mondo occidentale dalla Chiesa di Dio, e ha portato alla creazione di un'Unione atea e schiavista, distruttiva dell'identità e della sovranità di tutti i popoli europei locali, in mezzo a un vuoto spirituale. La seconda è stata causata dalla reazione fanatica e terrorista a quest'apostasia opprimente e vuota da parte del violento nazionalismo arabo musulmano e per il rifiuto dei paesi laici dell'Europa occidentale a insistere sul battesimo degli immigrati musulmani prima di ammetterli sul loro territorio.
Le origini della nostra speranza per una metropolia ortodossa dell'Europa occidentale si trovano esattamente trent'anni fa, nel nostro documento in francese del 1986, Une Eglise Orthodoxe pour l'Europe Occidentale – Vision ou Reve? (Una chiesa ortodossa per l'Europa occidentale – Visione o sogno?). Questo documento è stato subito scartato a priori dall'arcivescovo tedesco che lo aveva richiesto. Come dice il libro dei Proverbi (29:18) dice: 'Dove non c'è visione, il popolo perisce'. In Europa occidentale la camicia di forza dell'unità politica ha fallito, come anche le divisioni del nazionalismo xenofobo hanno fallito prima di essa. Le passate e future nazioni sovrane dell'Europa occidentale adesso hanno bisogno di unità spirituale. In una metropolia ortodossa, e poi una Chiesa locale rinata, si trova la speranza per la restaurazione e la rigenerazione dell'Europa occidentale dal suo attuale punto più basso. Come ha detto sant'Aleksandr Nevskij, che ha resistito sia ai gioghi della tirannia orientale sia a quelli del secolarismo occidentale nel XII secolo: 'Dio non è nella potenza, ma nella verità'.
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