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  Il Dipartimento di Stato americano vede la persecuzione della Chiesa ortodossa ucraina

di Vasilij Mozhevelnyj

Unione dei giornalisti ortodossi, 5 luglio 2024

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foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha pubblicato un rapporto sui diritti umani in Ucraina, evidenziando numerose violazioni della libertà religiosa. Quali sono il senso e le conseguenze?

Ogni anno, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti pubblica un Rapporto sulla libertà religiosa internazionale. Il Rapporto 2023 sull'Ucraina contiene molti punti interessanti. Non prenderemo qui in considerazione le violazioni rilevate dal Dipartimento di Stato in relazione a ebrei, testimoni di Geova e altri gruppi religiosi. Invece, ci concentreremo sulle violazioni dei diritti dei credenti della Chiesa ortodossa ucraina e riassumeremo le informazioni principali in diversi casi per comodità.

Caso 1: disegno di legge anti-ecclesiale 8371

Il Dipartimento di Stato ha registrato che questo disegno di legge ha già superato la prima lettura nella Verkhovna Rada. Sebbene il rapporto del Dipartimento di Stato non fornisca una propria valutazione del disegno di legge, è chiaro che il Dipartimento di Stato ritiene che violi il diritto alla libertà di religione. Ciò è evidente dal rapporto che afferma che il disegno di legge è valutato positivamente solo dal governo e da alcuni leader religiosi. Tuttavia, menziona molto di più coloro che considerano il disegno di legge 8371 come una violazione della libertà religiosa. Nello specifico:

  • "Tuttavia, alcuni dirigenti della Chiesa ortodossa ucraina hanno definito il progetto di legge un 'divieto' per la Chiesa ortodossa ucraina";

  • "Il metropolita Kliment (di Nezhin e Priluki, ndr) ha descritto il disegno di legge come 'un progetto di legge veramente scandaloso, contenente molte disposizioni provocatorie che contraddicono la Costituzione'";

  • "L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk ha espresso la sua preoccupazione per il fatto che le restrizioni proposte nel progetto di legge violerebbero la libertà di religione e i diritti umani internazionali";

  • "Alcuni esperti di religione hanno affermato che il governo aveva già una base giuridica sufficiente, in base alle leggi esistenti, per affrontare le questioni di sicurezza legate alla religione e che non c'era bisogno di approvare ulteriori leggi";

  • Anche "l'arcivescovo maggiore Svjatoslav Shevchuk di Kiev-Galizia, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, ha messo in guardia il governo dal mettere al bando le comunità ortodosse legate a Mosca".

Caso 2: Sequestro di chiese

Il Dipartimento di Stato ha cercato di presentare questo caso in modo abbastanza neutrale, descrivendolo come una disputa tra due confessioni. Un esempio: "La Chiesa ortodossa ucraina ha nuovamente segnalato minacce e attacchi violenti ad alcune delle sue parrocchie ed edifici, accusando la Chiesa ortodossa dell'Ucraina di aver sequestrato le chiese della Chiesa ortodossa ucraina. La Chiesa ortodossa dell'Ucraina ha affermato che i parrocchiani, non la Chiesa ortodossa dell'Ucraina, hanno avviato il trasferimento dell'affiliazione ai sensi delle disposizioni di legge".

Quando si parla dei sequestri dei luoghi di culto della Chiesa ortodossa ucraina e delle nuove registrazioni illegali, il Rapporto fa riferimento a dichiarazioni della stessa Chiesa ortodossa ucraina. Per esempio:

  • "La Chiesa ortodossa ucraina ha continuato ad affermare che la Chiesa ortodossa dell'Ucraina sta prendendo possesso della sua proprietà";

  • "La Chiesa ortodossa ucraina ha continuato a segnalare casi di nuova registrazione 'illegale' di parrocchie dalla Chiesa ortodossa ucraina alla Chiesa ortodossa dell'Ucraina da parte di alcune autorità locali";

  • "I rappresentanti della Chiesa ortodossa ucraina hanno continuato a contestare la nuova registrazione delle parrocchie, affermando che alcuni funzionari locali hanno violato la legge consentendo a individui non affiliati alla Chiesa ortodossa ucraina di votare alle riunioni per cambiare l'affiliazione delle parrocchie locali alla Chiesa ortodossa dell'Ucraina";

  • "Secondo la Chiesa ortodossa ucraina, alcune autorità locali hanno trasferito affiliazioni parrocchiali contro la volontà dei parrocchiani. La Chiesa ortodossa ucraina ha anche affermato che i funzionari hanno permesso ai sostenitori della Chiesa ortodossa dell'Ucraina di prendere possesso di proprietà contestate prima della registrazione ufficiale del cambio di affiliazione".

Tuttavia, il Rapporto afferma chiaramente che le transizioni o i sequestri contestati avvengono solo in una direzione: dalla Chiesa ortodossa ucraina alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Ciò significa che i credenti della Chiesa ortodossa ucraina non stanno prendendo nulla da nessuno né stanno ri-registrando nulla. Il Rapporto menziona specificamente che i credenti della Chiesa ortodossa ucraina stanno cercando di difendere i propri diritti in tribunale.

Un'interessante menzione nel Rapporto è un caso specifico di un tentativo di sequestro di una chiesa durante il quale è morto un sostenitore della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". "L'8 aprile, sostenitori della Chiesa ortodossa dell'Ucraina e della Chiesa ortodossa ucraina si sono scontrati durante una disputa sulla proprietà di un luogo di culto della Chiesa ortodossa ucraina nel villaggio di Lipovets, nella regione di Kiev. Durante la colluttazione, un membro della Chiesa ortodossa dell'Ucraina è morto. La polizia ha riferito che l'uomo ha avuto un infarto, che, secondo la figlia della vittima, è stato il risultato del conflitto", afferma il Rapporto. È un peccato che i funzionari del Dipartimento di Stato non abbiano menzionato che quest'uomo è morto pochi secondi dopo aver tentato di strappare la croce dal prete della Chiesa ortodossa ucraina. C'è un video piuttosto dettagliato di questo incidente.

Nonostante lo sforzo di mantenere la neutralità nel riportare i sequestri di chiese, alcuni casi nel Rapporto sono descritti in dettaglio con vividi resoconti di credenti della Chiesa ortodossa ucraina picchiati. Per esempio, la cattiva condotta dei membri della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" a Cherkasy. "Secondo la Chiesa ortodossa dell'Ucraina, il 10 agosto, i parrocchiani della chiesa della Natività della Beata Vergine Maria della Chiesa ortodossa ucraina a Cherkasy hanno votato all'unanimità per unirsi alla Chiesa ortodossa dell'Ucraina, sebbene la Chiesa ortodossa ucraina abbia dichiarato che questa azione è stata determinata da membri non appartenenti alla comunità. Quando i parrocchiani che hanno votato per unirsi alla Chiesa ortodossa dell'Ucraina hanno tentato di entrare nella chiesa il 16 novembre, i membri della Chiesa ortodossa ucraina li hanno presumibilmente aggrediti, cosa che la Chiesa ortodossa ucraina nega. La Chiesa ortodossa ucraina ha affermato che decine di sostenitori della Chiesa ortodossa dell'Ucraina sono entrati nel monastero il 20 novembre, hanno aggredito coloro che li stavano filmando o cercavano di fermarli e hanno ferito un prete e diversi parrocchiani, tra cui due che hanno richiesto il ricovero in ospedale. la Chiesa ortodossa dell'Ucraina avrebbe dichiarato che i suoi membri hanno agito per legittima difesa e, mentre la polizia locale ha affermato che hanno cercato di prevenire la violenza, alcuni membri della Chiesa ortodossa ucraina hanno criticato la polizia per l'inazione".

Il fatto che i sostenitori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ricorrano alla violenza durante gli espropri delle chiese è confermato anche da una dichiarazione del 21 novembre rilasciata da membri di una certa "nota iniziativa popolare della Chiesa ortodossa dell'Ucraina", i quali hanno affermato che "l'uso della violenza fisica durante il trasferimento delle chiese alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è inaccettabile" e "chiediamo la fine di qualsiasi tentativo di espropriazione forzata degli edifici e chiediamo alla dirigenza della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" di condannarli".

Inoltre, il rapporto afferma che l'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani "ha documentato che le forze dell'ordine non hanno adottato misure adeguate per prevenire e rispondere alla violenza correlata ai conflitti che coinvolgono la Chiesa ortodossa ucraina, in particolare in relazione agli incidenti di marzo e aprile 2023".

Caso 3: Divieti della Chiesa ortodossa ucraina a livello locale

Il rapporto menziona che nel 2023, le decisioni di vietare la Chiesa ortodossa ucraina sono state prese dai "consigli regionali di Kiev, Zhitomir, Volinia, Rovno, Khmelnitskij, Chernovtsj e Transcarpazia, nonché da diversi consigli comunali...". Nota inoltre che divieti simili sono stati emanati nel 2022 a Leopoli, Zhitomir, Vinnitsa e Ternopol'.

Il Dipartimento di Stato ha definito queste decisioni "non esecutive" e "simboliche" perché eccedevano i poteri delle autorità locali. Perfino Viktor Elenskij, il capo del Servizio statale ucraino per la politica etnica e la libertà di coscienza (DESS), che non è favorevole alla Chiesa ortodossa ucraina, lo ha riconosciuto. A giugno, la Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha dichiarato che tali divieti eccedevano l'autorità di questi organi statali. La Missione delle Nazioni Unite ha anche "espresso preoccupazione per il fatto che l'impatto cumulativo delle azioni governative contro la Chiesa ortodossa ucraina potrebbe essere discriminatorio".

Caso 4: Persecuzione dei vescovi

Il rapporto menziona diversi vescovi che sono perseguitati. Tra questi, spicca il caso del metropolita Ionafan di Tulchin e Bratslav. Il Dipartimento di Stato rileva significative violazioni da parte delle autorità in questo caso, facendo riferimento al rapporto dell'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. Questo rapporto afferma: "Numerose violazioni dei principi del giusto processo sono state commesse in questo caso, tra cui la diffusione pubblica di fotografie scattate durante la perquisizione della casa dell'imputato, la mancanza di accesso dell'imputato a un avvocato durante la perquisizione e l'uso di pressioni per forzare una confessione e un accordo per partecipare a uno scambio di prigionieri".

Caso 5: Ostruzione e intimidazione dei pellegrini

Riguardo a questo caso, il rapporto afferma: "Dal 19 al 25 agosto, migliaia di membri della Chiesa ortodossa ucraina hanno partecipato alla processione annuale del pellegrinaggio da Kamenets-Podolskij nella regione di Khmelnitskij alla Lavra di Pochaev nella regione di Ternopol' per celebrare la festa della Dormizione della Madre di Dio. La processione ha avuto luogo nonostante un divieto imposto dalle autorità delle regioni di Khmelnitskij e Ternopol', che avrebbero cercato di impedire disordini dell'ordine pubblico e provocazioni organizzate dalla Russia".

Vale la pena notare che il Dipartimento di Stato sottolinea che, in primo luogo, questo pellegrinaggio è tradizionale e si svolge ogni anno. In secondo luogo, ha coinvolto migliaia di pellegrini, il che indica che si è trattato di un evento molto grande.

Vengono menzionati anche altri casi in cui le autorità hanno tentato illegalmente di fermare i pellegrini e addirittura li hanno minacciati.

"Secondo la Chiesa ortodossa ucraina, il 18 agosto, la polizia e i funzionari della SBU hanno impedito a un autobus che trasportava pellegrini della Chiesa ortodossa ucraina di entrare nella città di Kamenets-Podolskij. Analogamente, i rappresentanti della Chiesa ortodossa ucraina hanno dichiarato che il 19 agosto, i funzionari delle forze dell'ordine hanno impedito a un gruppo di pellegrini della Chiesa ortodossa ucraina che viaggiavano in autobus dalla regione di Chernivtsi a Kamenets-Podolskij di entrare nella regione di Khmelnitskij. I funzionari hanno avvertito i viaggiatori che avrebbero dovuto affrontare "problemi" se avessero continuato il loro viaggio e hanno spiegato il divieto di viaggio come conseguenza della decisione delle autorità locali di vietare le processioni religiose. A metà agosto, la polizia e i funzionari della SBU nella regione di Vinnitsa avrebbero minacciato una piccola processione di pellegrinaggio della Chiesa ortodossa ucraina in viaggio da Brailov a Pochaev, affermando che avrebbero dovuto affrontare "grossi problemi" se non avessero interrotto il loro viaggio, costringendo i pellegrini a tornare a casa", afferma il rapporto.

Caso 6: La Lavra delle Grotte di Kiev

Il rapporto menziona che fino al "2022, la Chiesa ortodossa ucraina era l'unica Chiesa con una comunità monastica nella Lavra delle Grotte... Tuttavia, nel 2022, il governo ha registrato una comunità monastica associata alla Chiesa ortodossa dell'Ucraina nel monastero" e ha anche avviato il processo di sfratto dei monaci della Chiesa ortodossa ucraina dalla Lavra. Lo sfratto ha preso di mira non solo la comunità monastica, ma anche il seminario e l'accademia della Chiesa ortodossa ucraina, con il coinvolgimento di SBU e ufficiali di polizia.

Il rapporto fornisce dettagli sugli scontri tra i lavoratori del museo e gli ufficiali delle forze dell'ordine con i credenti e i monaci della Chiesa ortodossa ucraina. "Lo sfratto ha attirato una notevole attenzione mediatica e ha provocato periodiche proteste pubbliche e dimostrazioni da parte di sostenitori e oppositori della Chiesa ortodossa ucraina sul posto, tra cui alcuni monaci", afferma il rapporto.

È interessante notare che il rapporto del Dipartimento di Stato cita il direttore della riserva della Lavra delle Grotte di Kiev, M. Ostapenko, che ha affermato che "i monaci che servono i santuari ucraini dovrebbero continuare a farlo, ma le attività illegali delle forze filo-russe nella Lavra devono essere fermate". Negli Stati Uniti, qualsiasi affermazione del genere deve essere supportata da prove; in caso contrario, il funzionario potrebbe essere portato in tribunale. M. Ostapenko non ha prove che i monaci della Chiesa ortodossa ucraina siano forze filo-russe o che le loro attività nella Lavra siano illegali, il che significa che non vi è alcuna base per proibire le loro attività.

Questo non è un elenco completo di tutto ciò che è contenuto nel rapporto del Dipartimento di Stato sulla Chiesa ortodossa ucraina. Un'analisi dettagliata di questo documento richiederebbe decine di pagine. Pertanto, per non stancare i lettori, passiamo alle conclusioni.

Conclusioni

In primo luogo, il solo fatto che il rapporto del Dipartimento di Stato descriva le circostanze che circondano la Chiesa ortodossa ucraina in modo così dettagliato e approfondito è significativo. Si tratta di una notevole quantità di testo. Sebbene molti fatti siano presentati con frasi come "la Chiesa ortodossa ucraina continua a segnalare casi", "secondo la Chiesa ortodossa ucraina" e così via, la loro inclusione nel rapporto indica che il Dipartimento di Stato presta molta attenzione a tutto questo.

In secondo luogo, il rapporto del Dipartimento di Stato cita ripetutamente dichiarazioni di funzionari delle Nazioni Unite sulle violazioni del diritto alla libertà di religione in Ucraina e le posizioni dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, che affermano categoricamente che in Ucraina si verificano numerose violazioni del diritto alla libertà di religione. Quando il rapporto di questo Alto Commissario delle Nazioni Unite è apparso per la prima volta, alcuni funzionari, in particolare dell'Ufficio del Presidente, hanno affermato che questi rapporti non hanno alcun significato pratico e che nessuno li avrebbe presi sul serio. Ora vediamo che il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti cita questo rapporto e si basa su di esso nel suo stesso Rapporto sulla libertà religiosa internazionale.

In terzo luogo, è impossibile non notare che il rapporto del Dipartimento di Stato contiene descrizioni di casi specifici di violazioni della libertà religiosa esattamente nella forma presentata alla comunità internazionale dalle organizzazioni per i diritti umani che difendono i diritti dei credenti della Chiesa ortodossa ucraina. Ciò significa che nonostante il coinvolgimento del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti nella creazione e promozione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", non possono semplicemente ignorare le segnalazioni di violazioni dei diritti della Chiesa ortodossa ucraina perché sono così tante, sono presentate nella forma corretta e hanno ricevuto ampia pubblicità. Pertanto, gli sforzi dei difensori dei diritti umani che parlano a livello internazionale della persecuzione della Chiesa ortodossa ucraina non sono vani. Pertanto, le violazioni dei diritti della Chiesa ortodossa ucraina devono essere discusse sempre di più perché vediamo come funziona la legge della dialettica sulla transizione dalla quantità alla qualità.

Infine, cosa significa tutto questo? Significa una cosa: se una pistola è appesa sul palco nel primo atto, deve sparare nell'ultimo. Allo stesso modo, qui, la pistola che deve sparare a quei politici e funzionari che violano il diritto alla libertà di religione è già appesa sul palco. Ora, se i nostri partner internazionali devono prendere decisioni che le autorità ucraine non gradiscono, possono giustificare queste decisioni, anche citando le massicce violazioni dei diritti dei cittadini alla libertà di religione in Ucraina. Il rapporto del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti è un documento ufficiale a cui fanno riferimento non solo i politici americani, ma anche molte organizzazioni internazionali e altri paesi. Potremmo presto sentire accuse di violazione del diritto alla libertà di religione contro specifici rappresentanti del governo in Ucraina. Questo argomento potrebbe essere sollevato nei negoziati ai massimi livelli.

È già chiaro che la mal concepita politica anti-ecclesiale delle autorità ucraine sta portando il paese in un vicolo cieco. Dato il livello di violazioni dei diritti umani in Ucraina, la prospettiva di adesione all'Unione Europea appare molto oscura. E rimane una domanda molto importante: le autorità ucraine si sforzano davvero di entrare nell'Unione Europea? Perché se così fosse, dovranno rispondere di tutti i crimini contro la Chiesa. Non si può dichiarare che l'Ucraina mira a integrarsi nelle strutture europee ed euro-atlantiche mentre allo stesso tempo proibisce e viola i diritti della confessione più popolosa del paese.

La comparsa di una descrizione così dettagliata delle violazioni della libertà religiosa in Ucraina nel rapporto del Dipartimento di Stato è uno sviluppo positivo. Tuttavia, i credenti della Chiesa ortodossa ucraina non dovrebbero rilassarsi e sperare che un'autorità straniera giusta venga a punire i malfattori. "Non confidate nei principi, nei figli degli uomini, in cui non c'è salvezza" (Ps 146:3). Molte volte nella storia, abbiamo visto la verità di queste parole. Al contrario, "Beato colui che ha per aiuto il Dio di Giacobbe, la cui speranza è nel Signore suo Dio" (Ps 146:5).

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