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I peccati dei padri: sulla futura unità amministrativa della Chiesa ortodossa russa nell'Europa occidentale

La Chiesa ortodossa russa in Europa occidentale è sotto due amministrazioni separate. Sebbene entrambe abbiano lo stesso patriarca a Mosca, una è direttamente dipendente da Mosca, l'altra solo indirettamente, in quanto dipende principalmente da un metropolita a New York. Il gruppo di Mosca conta circa 210 parrocchie in diverse diocesi, il gruppo di New York circa 70 parrocchie in tre diocesi, un terzo di quelle sotto Mosca, sebbene in alcune regioni locali sia ancora una maggioranza. D'altra parte, Mosca ha un controllo più o meno completo in Austria, Italia, Spagna, Portogallo, Paesi Bassi e Scandinavia.

Mentre ci muoviamo lentamente verso la futura unità amministrativa in una singola metropolia russa ortodossa d'Europa (Russian Orthodox Metropolia of Europe, o ROME), in tutta l'Europa occidentale si dovrà fare una scelta: a quale amministrazione desiderano appartenere le parrocchie? In altre parole, in definitiva, quale gruppo deve essere assorbito dall'altro? E tale assorbimento avverrà in tutta l'Europa occidentale, o solo in alcune aree? Non è una questione semplice, perché ciò implica che ogni amministrazione dovrà rispondere di errori molto tristi del passato. E ci sono stati molti di questi errori, e le loro conseguenze sono state posticipate per una generazione o più.

Questi includono compromessi politici e morali che, anche se perdonati, non sono dimenticati, l'incompetenza nel non costruire infrastrutture, non ottenere e non costruire chiese, non incoraggiare e non formare un clero locale, rifiutare di prendersi cura dei fedeli locale e dei loro bambini e nipoti e la mancanza generale di sforzo pastorale e missionario. Il rifiuto di assumersi la responsabilità e di chiedere perdono con pentimento sarà respinto. Frasi infantili come 'Abbiamo ragione perché siamo più grandi di voi...', o 'Noi eravamo qui prima', o 'Abbiamo più soldi di voi', non faranno breccia tra persone rese diffidenti dai peccati e dagli errori passati.

Il popolo, e con loro in definitiva il clero, non sceglierà un manager o un burocrate freddo, ma un vescovo pastorale che mostra amore genuino per loro e non li trascura, non li ignora e non li insulta. Tuttavia, la passata mancanza di amore sta per ricevere le sue giuste ricompense. I fedeli sceglieranno comunità genuine. Le parrocchie in cui le persone si conoscono e per le quali le persone provano un senso di appartenenza vinceranno la giornata. I fedeli non sceglieranno le parrocchie che avranno attraversato come stazioni ferroviarie, che sono macchine per fare soldi, o che sono centri di ritualità fredda e formale in lingue straniere e sconosciute.

C'è un momento di pericolo qui, perché l'Europa occidentale è già piena di relitti di piccole comunità ex ortodosse russe, alienate dalla mano pesante di entrambe le amministrazioni. Queste includono le minuscole comunità marginali della "giurisdizione di Parigi" da un lato, che sulla carta sono canoniche, così come le minuscole comunità marginali di varie giurisdizioni settarie "pure" o "vere", che anche sulla carta non sono canoniche. Per coloro che hanno sofferto sotto entrambe le amministrazioni e non hanno mai ricevuto scuse, lasciamo la scelta alla guida divina. I nodi tornano al pettine; i peccati dei padri hanno un prezzo.

Nel 2003 la giurisdizione di Parigi, allora sotto l'arcivescovo Sergij, stava negoziando il suo ritorno alla Chiesa ortodossa russa. Sarebbe diventata l'elemento locale nella speranza di una futura metropolia ortodossa russa dell'Europa occidentale, la fondazione di una nuova Chiesa ortodossa locale. Non è stato così. L'arcivescovo Sergij è morto e i suoi successori hanno intrapreso una virulenta linea anti-russa. Ora questa giurisdizione si sta avviando a diventare un decanato della Chiesa greco-ortodossa a Parigi. Tuttavia, insieme alle 70 parrocchie stabilite nell'Europa occidentale fino a 100 anni, Mosca può ancora stabilire una metropolia congiunta. Questa può guarire le ingiustizie del passato e al tempo stesso evitare ingiustizie future.

 
Chierici dell'Esarcato dell'Africa: Siamo stati ridotti in schiavitù dalla Chiesa d'Alessandria

il clero africano ringrazia per essere stato accettato nella Chiesa ortodossa russa. Foto: pravoslavie.ru

I chierici dell'Esarcato patriarcale d'Africa hanno ringraziato il patriarca Kirill per averli accettati nella Chiesa ortodossa russa.

In una lettera a sua Santità il patriarca Kirill e al Santo Sinodo, dieci chierici dell'Esarcato patriarcale dell'Africa, a nome di tutto il clero, hanno ringraziato per essere stati accettati nella Chiesa ortodossa russa e hanno affermato che "altrimenti avremmo continuato ad essere schiavi della Chiesa d'Alessandria". Lo riporta il sito web del Patriarcato.

"I nostri cuori sono pieni di gioia... Vogliamo che il mondo intero sappia quanto vi siamo grati per averci dato una mano. Altrimenti saremmo rimasti schiavi della Chiesa d'Alessandria e saremmo stati governati da un vescovo che non ci considera degni del minimo rispetto", hanno osservato i sacerdoti.

I chierici africani si sono impegnati "a essere fedeli, leali e seri, e a compiere diligentemente il proprio dovere sacerdotale. Costruiremo e svilupperemo la Chiesa in Africa a lode di Dio".

I sacerdoti dell'Esarcato africano della Chiesa ortodossa russa hanno augurato molti anni al patriarca Kirill e al metropolita Leonid e hanno promesso a quest'ultimo che "in accordo con voi, lavoreremo per liberare l'Africa dagli scismatici".

In precedenza, l'Unione dei giornalisti ortodossi ha scritto che sette chierici in Nigeria si sono trasferiti nell'Esarcato della Chiesa ortodossa russa.

 
L’Ortodossia attraverso i miti occidentali (1)

Iniziamo oggi a presentare una serie di saggi di padre Andrew Phillips, apparsi negli ultimi anni sulla rivista Orthodox England. La serie si intitola Orthodoxy Shines Through Western Myths (letteralmente, “L’Ortodossia risplende attraverso i miti occidentali”), e cerca di mostrare come la storiografia recente stia smantellando una serie di miti riguardanti la Chiesa ortodossa. Il metodo seguito da Padre Andrew è semplice ed efficace: presentare una miscellanea di brani di opere storiografiche, lasciando che gli autori contemporanei parlino da soli. Attraverso questi brani, arriveremo gradualmente a capire qualcosa di più sull’allontanamento dell’Occidente cristiano dall’Ortodossia, e potremo scoprire le radici della crisi del moderno cristianesimo occidentale.

Il primo testo analizzato da Padre Andrew è la revisione di The Distorted Past: a Reinterpretation of Europe (Il passato distorto: una reinterpretazione dell'Europa) di Colin Smith, che presentiamo nella sezione “Confronti” dei documenti, e che ci porta a riconsiderare il ruolo della creazione delle élite occidentali e la loro appropriazione di modelli pagani a scapito del cristianesimo orientale.

Questo è solo il primo articolo di una lunga serie, in cui a tutt’oggi (estate 2013) sono apparsi 10 studi. Ci ripromettiamo di tradurli e presentarli uno alla volta, per aiutare i nostri lettori ad avere un’idea dell’Ortodossia libera da preconcetti storici.

 
Quale sentiero per la Russia? Corona, scettro e globo

Quale sentiero per la Russia? Diventare ancora una volta uno Stato tirannico che tenta di occidentalizzare il suo popolo con il terrore e la forza, come sotto Pietro I o Stalin? O diventare una repubblica delle banane controllata dalla CIA, comandata da una giunta di fantocci oligarchi e ladri che sfruttano il paese e il popolo, trattandoli come loro proprietà privata, come in America Latina? Quest'ultimo sentiero è quello che Washington aveva originariamente previsto per la Russia. Infatti, negli anarchici anni '90, sotto l'ubriacone Eltsin che ha dato via grandi parti della Russia a banditi pro-americani, mascherati sotto il nome di oligarchi, il paese è stato minato e stava iniziando a diventare un'altra mera colonia o repubblica delle banane. Finora, tuttavia, Washington ha ottenuto risultati - e solo per il momento - solo nell'Ucraina provinciale, non in Russia.

In realtà, gli oligarchi traditori utilizzati da Washington come propri burattini in Russia sono uomini di ieri. Ora sono apertamente visti per quello che sono sempre stati, come traditori ricchi e ambiziosi che vogliono prendere il potere per se stessi, più o meno come gli aristocratici che, seguendo complotti organizzati dai britannici, assassinarono l'imperatore Paolo I nel 1800 o che deposero il suo discendente Nicola II nel 1917. Gli anni '90 sono finiti e a partire dall'anno 2000 e dai primi passi verso la libertà e la restaurazione in Russia, abbiamo visto panico, odio e furia da parte di Washington, con diversi piani per finanziare oligarchi traditori per minare la Federazione Russa, come in America Latina, o per creare una guerra economica applicando le cosiddette "sanzioni", come in Iran, o per dichiarare guerra e bombardare, come in Jugoslavia.

Il fatto è che ciò che Washington ha raggiunto per il momento in Ucraina non può essere realizzato nella Federazione Russa. A differenza dell'Ucraina, la Federazione Russa è un ottavo del mondo, con grandi risorse naturali, ma soprattutto è il centro di una civiltà cristiana unica e senza compromessi, rispettata da molti. Ha una speciale vocazione, una missione storica diffusa in tutto il mondo, che, tuttavia, può essere raggiunta solo attraverso la sinfonia della Chiesa e dello Stato. Questo è stato l'elemento chiave che mancava da oltre 300 anni, da quando la Chiesa russa fu decapitata dallo stato tirannico, di stile protestante, di Pietro I e da quando la tedesca Caterina ha chiuso 700 monasteri e ha rubato le terre della Chiesa. Di fatto, è stata quella mancanza di sinfonia che è stata responsabile della catastrofe del 1917.

Ora, quando Washington sente parlare della sinfonia tra la Chiesa russa e lo Stato russo, rabbrividisce e si rivolge ai torturatori della CIA per attaccare sia la Chiesa sia lo Stato attraverso eventi truccati come le 'Pussy Riot' e una serie di altre patetiche operazioni di propaganda. Washington si rende conto che se la Russia viene ripristinato al cristianesimo, tutto il costrutto della sua Sodoma e Gomorra occidentale cadrà. Perciò ha dichiarato una guerra economica attraverso l'imposizione di sanzioni illegittime, presumibilmente per punire la Russia per la scelta democratica del popolo di Crimea di tornare a casa dopo essere stato separato per 60 anni dalla propria patria. Il rublo ha perso il 40% del suo valore, i prezzi delle importazioni, tra cui beni di consumo occidentali, sono in drammatico aumento, e i russi devono stringere la cinghia.

Ma Washington sa che i piani per la dittatura globale sono ancora minacciati dalla Russia. Erano già stati minacciati quando la Russia ha respinto l'invasione georgiana della Russia sostenuta dagli Stati Uniti nel 2008, quando la Russia ha respinto i piani statunitensi di bombardare la Siria nel 2013 e quando la Russia ha sventato i piani per rendere l'Ucraina una base NATO nel 2014. Questo è il motivo per cui Washington sta ora attuando la sua nuova guerra fredda, costringendo tutte le sue colonie e i suoi vassalli, dall'UE al Giappone e all'Australia, a far parte di una coalizione per far rispettare una guerra mediatica e economica. I paesi dell'Unione Europea, in particolare la Germania, la Francia (con il divieto di vendere navi militari alla Russia), la Slovacchia, l'Ungheria, la Bulgaria (con il divieto di accedere al gasdotto South Stream) e la Grecia, sono stati vittima di bullismo nell'esecuzione delle "sanzioni" e nella rottura dei contratti contro i propri stessi interessi.

I vassalli dell'Arabia Saudita hanno aumentato la produzione di petrolio al fine di diminuirne il prezzo, poiché l'economia russa è in qualche misura dipendente dal petrolio. Tuttavia, questo è stato a scapito dell'industria del petrolio di scisto degli stessi USA. Inoltre, la Russia ha reagito, rinnovando le alleanze, sviluppando l'Unione economica eurasiatica, volgendosi con successo a est verso Cina e India, a ovest verso l'America Latina, e a sud verso la Turchia. Sta anche cercando di trovare alternative ai pagamenti internazionali in dollari USA, pagando in beni, in valuta locale o in oro. La forza di questa risposta russa alla guerra fredda economica dichiarata dagli Stati Uniti spiega perché i guerrafondai negli Stati Uniti stanno ora minacciando una guerra calda, che vedono come l'unico modo per riuscire a trasformare il mondo intero nel loro impero.

Questo è un rischio enorme, perché gli attacchi contro la Russia sono sempre stati sconfitti, le invasioni occidentali della Russia sono finite nella storia con le truppe russe che liberano Parigi o Berlino. Inoltre, anche se le sanzioni sono sicuramente pesanti per i russi, hanno portato anche risultati positivi. Così, il governo e il popolo russo si rivolgono sempre più all'ethos nazionale patriottico della loro storia, andando contro all'ethos filo-occidentale dell'ultima generazione. Inoltre, questo sta unendo il popolo e le élite e ha emarginato la piccola minoranza sovvenzionata dagli Stati Uniti dell'opposizione 'democratica' (= oligarchi-banditi), composta da 'liberali' (= neocon) alla ricerca di sé, russofobi della quinta colonna. Coloro che con il sostegno occidentale hanno stupidamente preparato una 'rivoluzione colorata' in Russia sono stati tutti smascherati come traditori.

Questa non era l'intenzione dell'Occidente. È un 'contraccolpo'. Il fatto è che alcuni in Russia stanno cominciando a capire che alcune cose sono più importanti delle dubbie 'benedizioni' materiali del consumismo occidentale, che infatti spesso risultano essere maledizioni. Hanno capito che ciò che è più importante è il ritorno all'Ortodossia, lo spirito ancestrale di sacrificio per la fede, la casa e la pace e il futuro di tutto il mondo. Quale sentiero per la Russia? C'è una terza via, né una tirannia occidentalizzante, né una repubblica delle banane sotto la CIA. L'8 dicembre è stato riferito che un semplice fabbro di Donetsk, Viktor Mikhalev, ha forgiato da pezzi di metallo di missili della giunta, lanciati contro i civili, una corona, uno scettro e un globo. Il sinedrio a Washington non ha una risposta a questo.

 
Il metropolita Athanasios ai credenti ucraini: rimanete fedeli al metropolita Onufrij

il metropolita Athanasios di Limassol. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Il vescovo cipriota ha espresso il suo amore e sostegno alle comunità perseguitate della Chiesa ortodossa ucraina e ha esortato i credenti a essere fedeli alla Chiesa canonica guidata dal metropolita Onufrij.

Un vescovo della Chiesa ortodossa cipriota, il metropolita Athanasios di Limassol, ha invitato i credenti della Chiesa ortodossa ucraina a ricordare che le persecuzioni e le prove prima o poi saranno superate, invitando "i nostri fratelli a rimanere fedeli alla vostra Chiesa e al metropolita canonico dell'Ucraina, Onufrij".

Il vescovo ha rilasciato questo commento al corrispondente dell'Unione dei giornalisti ortodossi dopo aver visto il film "I fedeli: un inno d'amore", che racconta il destino dei fedeli dei villaggi di Butyn e Kinakhivtsi, che hanno perso le loro due chiese dopo gli attacchi dei predoni aderenti alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ma non hanno perso l'amore reciproco e verso i loro assalitori.

"Con grande tristezza e dolore nei nostri cuori, stiamo assistendo alla persecuzione e alla lotta, intrapresa contro i nostri fratelli cristiani ortodossi in Ucraina, che stanno difendendo la loro vera fede e la loro fedeltà alla Chiesa canonica del metropolita Onufrij", ha detto il metropolita Athanasios. "Esprimiamo la nostra solidarietà, il nostro amore e le nostre preghiere, ed esortiamo i nostri fratelli a rimanere fedeli alla nostra Chiesa e al metropolita canonico dell'Ucraina, sua Beatitudine Onufrij. Ci auguriamo che la grazia del Signore li sosterrà, li rafforzerà e li consolerà. Devono essere sicuri che un giorno le persecuzioni e le prove saranno superate e la verità di Cristo e la canonicità della Chiesa risplenderanno, secondo il Vangelo del Signore".

Il vescovo ha augurato a tutti i credenti della Chiesa ortodossa ucraina forza e benedizione da Dio nello Spirito Santo.

Ricordiamo che in precedenza il metropolita Athanasios, tra gli altri vescovi della Chiesa ortodossa cipriota, si era  opposto alla commemorazione liturgica di Sergej (Epifanij) Dumenko da parte dell'arcivescovo Chrysostomos.

 
Современное искусство и/или искусство церковное? (+ВИДЕО)

Может ли светское искусство говорить о Боге, или это прерогатива только искусства церковного? Когда и почему художник становится на сторону зла? Есть ли пропасть между искусством светским и церковным, или они могут взаимодействовать друг с другом? Допустимы ли современные технологии и стилистики в Церкви? Все ли формы христианской культуры остаются сегодня живыми, или некоторые из них, например, церковнославянский язык, безнадежно устарели? Об этом мы беседуем с протоиереем Леонидом Калининым – настоятелем московской церкви священномученика Климента, папы Римского, на Пятницкой, членом Союза художников России.

Мы знаем, что цель искусства – служение Богу. Но бывает, что искусство начинает проповедовать грех. Где та граница, перейдя которую искусство начинает служить злу, забывая о своем божественном происхождении?

Давайте вспомним, что нет греха Церкви, а есть грех против Церкви. Церковь, как Тело Христово, безгрешна, и поэтому искусство, органически связанное с литургикой, с духовной, божественной составляющей, не может быть грешным. А когда идет отклонение от этого, когда искусство начинает заниматься, допустим, вопросами тщеславного человеческого жития, когда оно хочет прославлять себя, а не Бога, тогда начинается грех. При этом грех становится явным. Само искусство видоизменяется, его чистота и простота постепенно вытесняются попытками прославления не Творца, а художника, человека. Так что по мере отступления от Бога, естественно, увеличивается и грех. И наоборот: по мере возвращения к Богу, по мере покаяния грех исчезает.

Но считается, что многие светские великие художники, например Ван Гог, тоже искали Бога. Он был миссионером, проповедовал, даже хотел стать пастором.

Это как протестантизм, который ищет Бога. Сначала протестанты потеряли всё, практически выпав из Церкви, оставшись в бушующем море житейском на обломках своего корабля без спасения, а потом они стали грести за подлинным кораблем спасения и пытаться на него влезть. И, конечно, все эти попытки, как правило, ни к чему не приводят. Надо понимать самое главное: если человек обратился к Православию и вернулся в Церковь, тогда он вернулся на корабль спасения и его творчество совершенно изменяется. Примеров много и среди художников, и среди музыкантов, и среди иных деятелей культуры. Известный русский скульптор Вячеслав Михайлович Клыков был человеком совершенно светским, лепил каких-то каменных баб, повторял архаические древние образы. А когда пришел к Православию, акценты в его творчестве, естественно, сменились, он стал прославлять Бога и тех людей, которые Ему служили. И появилась прекрасная галерея портретов, появились замечательные монументы и памятники. А одним из первых его проектов на этом этапе творчества был установленный в Радонеже памятник преподобному Сергию Радонежскому. Мы видим фигуру старца, обрамляющую отрока, а можно описать этот монумент и так: отрок на фоне старца. Это попытка – может быть, первая в пластике советского периода – осознания и осмысления духовного пути. Вот он, возврат художника к Церкви. Так что, если бы Ван Гог пришел к Православию, его творчество бы очень изменилось.

Памятник в Радонеже. Скульптор:Вячеслав Клыков

Т.е. на картине Ван Гога «Едоки картофеля» позади людей висели бы иконы?

Да, может быть. и так. По крайней мере, там были бы знаки присутствия благодати, присутствия Бога среди тех, кто изображен на полотне. Знаки о многом могут сказать. Такой символ иудаизма, как менора, есть на логотипах разных компаний тоже не просто так. Кстати, если посмотреть на логотипы многих российских компаний, вы увидите удивительные знаки.

Когда у вас дома висит икона, и не просто висит, а является объектом вашего религиозного почитания, то это дает знак входящему, что здесь живут верующие, и ваши гости будут соответственно относиться к вам и к вашему жилищу.

Как вы относитесь к тем современным авторам, которые порой явно и нарочито выражают свои взгляды?

Я отношусь к художникам как к проповедникам. Кто-то проповедует ересь, кто-то проповедует Бога. Так что мое восприятие этих авторов совершенно четко ориентировано. Я никогда не буду восхвалять художника-богоборца. Потому что считаю, что он использует свой талант, данный Богом, против своего Творца. И это зрелище достаточно плачевное.

В истории искусства было такое течение, как импрессионизм. Его название образовано от слова «импресьон» – «впечатление». Эти художники старались уйти от всякой идеологии – и от религии, и от атеизма, и от каких-то политических взглядов. Они просто передавали красоту мира, пытались представить людям свое впечатление от нее. Это искусство очень красиво, но оно абсолютно безответственно, потому что оно не несет никакого заряда, который обращал бы человека к Богу. Но это с одной стороны. А с другой: прекрасное в искусстве – это в любом случае воспевание Творца, потому что источником любой красоты является Бог. Поэтому я с натяжкой, но все-таки могу принять искусство импрессионистов, особенно тех, которые пытались принять красоту мира Божиего. Например, К. Моне. Прекрасный пейзажист. Вспомните его изображения Руанского собора, по-разному освещенного солнцем. Он передает это удивительно красиво – передает красоту мира Божиего и творения рук человеческих. Семантически это связано, естественно, с богопоклонением.

Молочница. Художник: Ян Вермеер

Почему же сейчас на Западе эти прекрасные храмы превращаются в гольф-клубы, автосервисы, мойки?

Потому что экономика у них так построена. На Западе богом является доллар, евро – деньги. Там люди перестали ощущать свою причастность Богу и ответственность перед Ним. А если этого нет, то церковные здания перестают иметь какой-то сакральный смысл. Они выхолощены, они пусты. Этот процесс идет уже давно. Расскажу такой случай. В начале 2000-х годов я приехал в город Делфт в Голландии, чтобы посмотреть работы моего любимого живописца Иоханнеса Вермеера. Он жил в этом городе, торговал в своей лавке. Написал около 40 картин. Эти картины сделали его бессмертным. Он тоже своего рода импрессионист, только XVII века. Потому что передавал в своих картинах впечатление от удивительной красоты мира, от красок этого мира. В храме, в котором он погребен, нет престола. И храм этот не действует. Я спросил смотрителей, почему храм не действует. Мне сказали: «Да он еще с XVII века закрыт! Как раз после смерти Вермеера его и закрыли». Интересуюсь: «Почему?» – «А потому, что нам не нужен храм». Голландцам, у которых всё есть, которые живут сыто, Бог не нужен. Так мне и ответили. Так что когда человек ставит во главу угла материальное, оказывается, что Бог уже и не нужен.

А как раз в православной традиции всё не так. Многие богатейшие люди – наши соотечественники – были крупными меценатами. И пытались прославить не свое или чье-то имя, но Бога. Это русское меценатство заслуживает особого внимания именно как явление. Третьяков, Бахрушин… Они создавали музеи, собирали лучшие произведения искусства, которые возвышают. Искусство способно возвышать дух человека. Они такую задачу ставили и поэтому, собственно, обессмертили свое имя. Поскольку человек прославляет Бога, постольку он и приобщается к бессмертию.

Есть такая точка зрения, что церковное искусство и традиционное искусство противостоят искусству современному. Так ли это? И если так, то почему?

Я хочу поправить ваш вопрос: не церковное искусство чему-то противостоит, а современное искусство противостоит церковному. Это как борьба добра и зла. Не Бог борется с диаволом, а диавол борется с Богом. Вот в чем дело. Но поскольку в мире нет дуализма и это не равноценные силы, то все попытки диавола противостоять Богу бессмысленны. Так же бессмысленно и то искусство, которое противостоит Церкви. Потому что Церковь приобщена к вечности, а современное искусство, увы, нет. И если сегодня какие-то произведения кажутся модными и даже дорогостоящими, то завтра они могут оказаться на свалке, потому что в них нет того, что делает их бессмертными.

«Крик». Художник: Эдвард Мунк

Даже, например, такая популярная сегодня картина, как «Крик» Мунка?

Да, думаю, даже такая картина. «Крик» Мунка с точки зрения живописи, профессионализма, мастерства не имеет никакой ценности. Она имеет ценность как некий модный бренд. И это то, что часто прежде всего принимают во внимание. А если это бренд, то это дорого. Картины других художников – замечательных современных живописцев, таких, как, скажем, Илья Комов, работы которого близки к тому же Ван Гогу, но он верующий, и это чувствуется, – так вот, картины таких художников могут быть гораздо интереснее, но при этом будут оценены намного дешевле, чем тех авторов, которые раскручены определенной когортой искусствоведов. А ведь это целая индустрия от искусствоведения, которая раскручивает бренды, а потом их успешно продает. Знаете, Пикассо говорил: раз мне за это платят деньги, я буду делать это. Хотя он прекрасный художник. И Пикассо, и Сальвадор Дали, если вспоминать западных создателей нефигуративного искусства. Но, замечу, они являются великолепными профессионалами. В отличие, кстати, от многих современных художников, которые даже рисовать не умеют. И им достаточно раскрутить себя в определенном слое общества, чтобы на их картины нашелся покупатель, чем они и зарабатывают себе на очень неплохой кусок хлеба. Другое дело, что ценности это искусство, конечно, не представляет.

Но вот тот же Ван Гог до конца своих дней мало что и заработал…

Потому что он был человеком идеи. Он хотел, прежде всего, выразить то, что у него было в душе. Но я могу вам привести в пример Сальвадора Дали, который писал в своих дневниках о том, что демоны обступают его и требуют, чтобы он выразил на холсте то, что они хотят. И до тех пор, пока он не выразит это на холсте, он не может спать. Демоны не давали ему спать! Он вынужден делать то, что они говорят! Это же удивительное свидетельство той одержимости, в которой пребывал этот человек. И то же самое может быть и у других.

Лицо войны. Художник: Сальвадор Дали

Давайте вернемся к церковному искусству. Как можно было бы использовать это богатое наследие?

Нужно объяснять людям суть и язык этого искусства. Мы забываем, что наша молодежь воспитана не в этой традиции. Она просто не знает всего богатства и иконописи, и славянского языка, и церковной музыки, и богослужения. Для них всё это совершенно закрытая тема. Надо говорить об этом, уделять этому внимание, провести какой-то цикл лекций – это сейчас будет делаться в Историческом парке на ВДНХ, где развернуты замечательные выставки, проходившие раньше в Манеже. Это ведь взгляд на историю России через призму сознания православного христианина. Некоторые говорят, что там многое притянуто за уши, подано слишком некорректно. Ничего подобного! Это просто взгляд православного человека. Потому что такой взгляд наиболее востребован у нас, потому что большинство населения России – это всё-таки люди, причисляющие себя к христианству и к Православию. Другое дело, что крещеный – это не значит воцерковленный. А если человек не воцерковлен, не участвует в таинствах и не причащается, то, естественно, и его произведения будут соответствующими. Всё, что делают его руки, у него в сердце. Очень хорошие слова были сказаны преподобным Симеоном Новым Богословом: «Чего нет в сердце, того не могут изнести уста».

Если в сердце будет жить Христос, то Его светом будет освещаться вся жизнь человека. И задача Церкви – разъяснить, научить и привести человека ко Христу. Тогда и произведения искусства будут другими. Я приведу еще один пример – из области кино. Наш знаменитый режиссер Никита Сергеевич Михалков – человек православный. Поэтому, снимая свои фильмы, он смотрит на мир глазами христианина. И зритель расшифровывает ту семантику, которую он вкладывает в фильм, – и постепенно, через систему образов, через картинку, через определенные кинематографические приемы раскрывается тот смысл, который вложен в фильм. А этот смысл, в общем-то, всё та же борьба зла с Богом. Это борьба, которая бесконечно долго происходит и которая должна увенчаться победой Христа. Вот тоже пример современного искусства. Не надо воспринимать мои слова как то, что я конкретно этого режиссера выделяю, я говорю об общей тенденции: если у человека есть вера, он старается ее выразить, и всё, что он выражает, есть свидетельство его внутреннего мира. Поэтому самая главная задача для искусства, если мы говорим о светском искусстве, – очистить сердце человека, творца, художника. Потому что чистое сердце не может рождать грязные образы. И напротив: грязная душа не может рождать чистые вещи. Вот в чем я вижу духовный водораздел между позитивным искусством, которое ведет к Богу, и негативным, отрицательным искусством.

Троица. Иконописец: прп. Андрей Рублев

Расскажите подробнее, как искусство может очистить сердце?

Искусство – это зашифрованное послание, что бы это ни было: картина ли, икона, фильм. Если в него вложен позитивный заряд, безусловно, оно будет действовать на человека. Это и пример, и образ. Вот икона Рублева «Троица». Когда человек смотрит на этот образ, он, может быть, мало что знает об этом сюжете и мало что понимает. Но само зрение подсказывает ему, что это образ некоей гармонии, некоего совершенства, тайного и непонятного ему высокого смысла, образ чистоты и красоты. Безусловно, на человека это действует. Или вот вы смотрите на образ Христа Спасителя, Который глядит вам в душу. И вы начинаете вспоминать свои грехи, у вас возникает желание эти грехи исповедовать, очиститься, снять с себя этот груз. Искусство имеет огромное влияние на человека, и этим пользовались во все века. Да и сейчас есть определенные силы, которые сознательно настраивают, скажем, крупнейшие киностудии, такие, как голливудские, например, на создание фильмов откровенно деструктивного направления. Фильмы ужасов, фильмы-катастрофы и прочее.

Интересно, что разговор нас вывел на эту тему. Вспомните фильмы Диснея 1940–1950-х годов: «Белоснежка и семь гномов», «Меч в камне»… Это же шедевры мирового мультипликационного искусства! Они светлые, они добрые, они назидательные. Там есть борьба добра и зла, там есть драматургия, там есть положительный герой и есть отрицательный герой. Там есть выбор. Хочешь быть похожим на отрицательного героя? Конечно, нет. Хочешь быть похожим на положительного героя? Да, хочу. И так ребенок, смотря фильм, делает свой внутренний нравственный выбор, и этот выбор запечатлевается в его сердце. А что выпускают сейчас? Всё перемешано, добро и зло превращено в какую-то кашу. Их нельзя различить. В положительном герое много отрицательных черт, в отрицательном много положительных черт. И не поймешь, где что. Вроде бы по фабуле один должен быть представителем добра, светлым, а другой – зла, темным, но оказывается, что они все какие-то разноцветные. Так в сознании человека стирается грань, разграничение между добром и злом, между светом и тьмой. Я считаю, что это сознательная политика определенных кругов мировой закулисы, в существование которой я верю, и она ставит совершенно четкие задачи перед нынешними режиссерами. А самое последнее, что они сняли, – это фильмы про марсиан и про то, что нам уже давно пора с этой планеты убираться. Вместо того чтобы говорить о том, какой чудный дом подарил нам Господь, как мы должны возделывать его и как мы должны гармонизировать жизнь здесь, они говорят, что всё это уже помойка, ее надо оставить, надо лететь куда-то дальше, неизвестно куда. А это величайшая ложь, которая отравляет сознание миллиардов людей.

Что мы можем сделать, чтобы это остановить? Как этому сопротивляться?

Каждый, кто причастен к сфере культуры, должен, прежде всего, понимать свою ответственность. Не просто думать о самовыражении, а думать о том, как слово твое отзовется в сердцах людей. Потому что за это человек будет либо оправдан, либо осужден.

Киевская Псалтирь. Фрагмент

Хотелось бы вас спросить о церковнославянском языке. Это ведь тоже наше культурное богатство. Как мы должны его использовать?

Церковнославянский язык настолько является литургическим языком, что ему замену найти нельзя. Можно переводить тексты на национальные языки, допустим, на языки малых народов, чтобы люди на первом этапе понимали лучше смысл написанного. Так же, как и Евангелие новоначальному можно и нужно читать на русском языке. Но постепенно надо переходить к чтению Библии, изданной с параллельным церковнославянским и русским текстами, чтобы понимать более глубокий смысл, выраженный славянским языком.

Я убежденный сторонник церковнославянского языка в богослужении. Надо просто учить людей его понимать, объяснять смысл текстов на этом языке. Это будет продуктивно. И в школах церковных, и в проповеди можно объяснять сложные моменты богослужения, чтобы человек понимал полноту смыслов, которые доносит до нас православная служба.

В свое время митрополит Филарет Московский инициировал перевод Священного Писания на русский язык, потому что даже император тогда читал Евангелие по-французски, так как не всё понимал по-церковнославянски.

Я согласен, для обучения текст на родном языке очень важен, но не далее. Потому что, если мы попытаемся служить по-русски, как это делают некоторые модернистские общины сегодня, то в итоге потеряем и поэтичность, и многозначность, и многие смыслы, которые отражены как раз в церковнославянском тексте.

Как показать, что церковное искусство живо, что оно актуально и что оно призвано нас возвысить?

Я очень дружен с художниками, которые работают именно в сфере церковного искусства. И в Союзе художников России, и в Международном союзе художников есть церковные секции, как и верующие православные люди. И когда мы видим то, что они делают, это очень радует. Потому что они пытаются современными средствами, иногда даже новыми технологиями выразить свое православное мироощущение. Вот потрясающий проект «Сила света». Православная молодежь собралась и решила сделать такую выставку, где бы методом лазерного голографического изображения воспроизводились святые места России и особо чтимые иконы. Чтобы молодежь, увидев это, удивившись, может быть, технологическому подходу, постепенно бы пришла к тому началу, к истоку, к смыслу того, зачем это делается. И Патриарший совет по культуре, и я, как член Патриаршего совета по культуре, считаем, что не существует технологий, возможностей и новых подходов, которые нельзя было бы повернуть и обратить на службу Святой Церкви и проповеди Христа. Проповедь вечной истины может вестись разными средствами.

Что бы вы могли посоветовать тем, кто живет в глубинке, не имеет возможности приехать в Москву или в Петербург, чтобы посетить известные музеи?

Этим людям нужно обязательно подключить себе мобильный интернет и заходить чаще на портал «Православие.ру», где они могут увидеть и прекрасные статьи, и проповеди, и различные видеоматериалы, которые будут им полезны. И не только на портал «Православие.ру». У нас сейчас очень много ресурсов. Интернет, как любая технология, может работать не на разрушение, а на созидание и на проповедь слова Божия.

От лица читателей портала «Православие.ру» и его зрителей благодарим вас, отец Леонид, за эту беседу.

 
Протоиерей Сергий Гордун: Требовать автономию БПЦ — это церковный сепаратизм

С неожиданной инициативой получения определённой независимости Белорусской православной церкви от Московского патриархата выступает Митрополит Павел. В итоговом документе общего собрания епархий Минской метрополии, которое прошло 16 декабря, так и записано "ходатайствовать перед Святейшим Патриархом Кириллом и Священным Синодом о представлении БПЦ статуса самоуправляющейся церкви в составе Московского Патриархата по примеру Латвии, Молдовы и Эстонии".

Зачем БПЦ это самоуправление, и насколько реально её получение?

Вполне реально, уверен протоиерей Сергий Гордун. Но сам он не только против, даже сравнивает такую инициативу с... церковном сепаратизмом.

Протоиерей Сергий Гордун: "Для меня это нежелательно. Мне больше нравится позиция католичества: католическая церковь ни в Польше, ни в Беларуси, ни в Германии не стремятся к какой-то там независимости, какому-то такому статусу, какому-то сепаратизму. Я в принципе против этого".

И выражает обеспокоенность уровнем, на котором эта инициатива прозвучала: такие вопросы должны озвучиваться Собором епископов и обсуждаться всей церковью, а не священниками только Минской области. Коллегу поддерживает священник Александр Шимбалев. Говорит, что нужно больше думать о духовном, чем о "политизированных вопросах какой-то там независимости".

митрополит Павел

Получит ли БПЦ статус автономии, будет зависеть от того, захочет ли московское руководство откликнуться на "просьбу" из Минска, замечает главный редактор портала "Царква" Наталья Василевич. Там эту просьбу могут просто не заметить. Что, говорит Наталья, может быть в сегодняшних условиях только лучше для самой белорусской церкви.

Наталья Василевич: "Самоуправление абсолютно не означает, что политика православной церкви станет к белорусской культуре более дружественной — эти вещи не связаны. Во-вторых, это автоматом увеличивает зависимость церкви от белорусского режима. Тем более, что мы видим, что именно власть пытается продвинуть эту идею самоуправления Белорусской православной церкви".

По словам собеседника Еврорадио, надеяться на то, что, получив право на самоуправление, православная церковь сразу заговорит по-белорусски, а священники её будут под сутаной носить льняные рубашки с вышивкой, не приходится.

Наталья Василевич: "Каким содержанием это самоуправление будет наполнено — неизвестно. И вполне возможно, что это будет совсем не белорусское содержание. Вспомните высказывания Митрополита Павла о белорусском языке: он понял за год состояние белорусского языка в белорусском обществе, политизированность языкового вопроса, что режим не очень хорошо относиться к белорусскому языку. И я не думаю, что он видит нужду расширять язык в церкви".

Тем не менее, "независимые" настроения среди православных священников существуют, и появились они именно после назначения главой БПЦ "россиянина": на смену москвичу Митрополиту Филарету пришёл священник из Рязани Митрополит Павел. С редактором портала "Царква" не соглашается протоиерей Сергий Гордун.

Протоиерей Сергий Гордун: "Какая разница, россиянин или белорус? Поэтому нам прислали из России Митрополита, что не проявили инициативу белорусские епископы и не выбрали своего, потому что это нужно было сделать — предложить. Они не сделали, и этим доказали, что не дошли до уровня независимости. А это можно было сделать!"

И раскрывает тайну, как вообще родилась идея попросить для БПЦ статус самоуправляющейся церкви. По словам протоиерея Сергия Гордуна, "кто-то из участников собрания выразил пожелание, чтобы решения Собора белорусских епископов публиковались сразу после их принятия, а не после их утверждения в Москве, что предусматривается статусом БПЦ". Ни одного случая, чтобы решение Собора белорусских епископов не было утверждено в Москве, не случалось, говорит Гордун. И считает это главным доказательством того, что БПЦ и так имеет статус самоуправляющейся церкви. "Это утверждение в Москве — формальность, которую я не считаю поводом для требования какой-то там автономии", — говорит протоиерей Сергий.

Участники общего собрания епархий Минской метрополии

 
Un confronto sul matrimonio

Caro padre Ambrogio,

io credo che il matrimonio sia da considerare indissolubile come lo intende la chiesa cattolica, ovvero tale fino a dichiarazione di nullità pronunciata da un tribunale cattolico e che quindi non ci debba essere alcun secondo matrimonio come lo intende la chiesa ortodossa.

Tuttavia, con una concezione così rigida del matrimonio, la chiesa cattolica non è coerente nell’ammettere sostanzialmente tutti al matrimonio, senza spiegare mai agli sposi la differenza tra un matrimonio canonicamente valido e uno nullo, celebrando di fatto così un’enormità di matrimoni nulli.

La chiesa cattolica è corretta nella teologia ma non nella prassi, mentre la chiesa ortodossa non è corretta nella teologia ma è coerente nella prassi.

R. (2014)

Caro R.,

si è dimenticato di citare la vedovanza... che certamente non può considerarsi una “dichiarazione di nullità pronunciata da un tribunale cattolico”. Non è una questione di lana caprina, perché sottende una notevole differenza teologica: per i cattolici la vedovanza dissolve il matrimonio, per gli ortodossi no. Quale delle due sarebbe la “teologia corretta”?

Mi congratulo per la sua fiducia nella catechesi prematrimoniale, che tuttavia non mi sembra arginare il problema: il tasso di divorzi non è mai stato così alto come nei paesi e nei periodi in cui tutti i cattolici sono stati sottoposti a dosi massicce di spiegazioni delle “differenze tra un matrimonio canonicamente valido e uno nullo”. Intendiamoci: non voglio insinuare che le catechesi prematrimoniali siano la CAUSA dei divorzi, voglio solo dire che non mi pare che siano una contromisura efficace, anche solo a scopo preventivo. C’è un parallelo non indifferente con l’idea protestante che, se solo tutti avessero avuto accesso alla lettura della Bibbia, la volontà di Dio sarebbe stata chiara per tutti i cristiani... risultato: centinaia di visioni bibliche distanti e in contrasto reciproco.

Prima di definire corretta una teologia, gli ortodossi cercano di vedere se sia costante nel tempo, universale e sostenuta da tutti (quod semper, quod ubique, quod ab omnibus creditum est: hoc etenim vere proprieque catholicum). L’indissolubilità si situa, per dirla in modo un po’ rozzo, molte tacche al di sotto di questo standard. Abbiamo un esempio di rara “coerenza” negli epistolari tra san Bonifacio e il papa san Gregorio II (VIII secolo), che contengono addirittura un’istruzione papale a sciogliere un matrimonio, e sono generalmente considerati dagli ortodossi come in linea con la successiva posizione ortodossa... solo, appena un tantino più lassisti.

p. Ambrogio

 

Ha ragione, avevo dimenticato la vedovanza. E su questo punto è corretta la posizione della chiesa ortodossa, contrariamente a quella sul divorzio.

Io credo che si possa raggiungere una verità ecumenica nella misura in cui la chiesa cattolica accetta l’idea che il matrimonio non è solo per tutta la vita, ma per sempre e che quindi un vedovo si può risposare SOLO dietro dispensa del Vescovo in presenza di validi motivi e non automaticamente, ma la chiesa ortodossa deve accettare l’idea di matrimonio valido e nullo per i coniugi in vita.

In realtà a me di come una coppia intende il suo matrimonio non interessa più di tanto, ma non accetto l’incoerenza, e chi sceglie il matrimonio cattolico DEVE stare a quelle regole (potendo scegliere liberamente il matrimonio civile), con un’attenuante però: che la Chiesa cattolica quelle regole non le spiega mai a priori, per non perdere “clienti”... Ma un’attenuante non è un’esimente. Se la Chiesa cattolica prende in giro gli sposi (e molto spesso è così davvero) non per questo gli sposi possono prendere in giro la Chiesa cattolica e in ultima analisi se stessi.

Le pongo un quesito: un matrimonio tra coniugi dei quali uno o entrambi non vogliono figli, poi fallito, può davvero essere considerato un matrimonio fallito o è da considerarsi come un matrimonio mai esistito sin dall’origine?

Io conosco abbastanza bene i principi del matrimonio ortodosso sul piano generico, ma questo è un punto specifico della massima importanza per capire chi ha ragione.

R., non posso rispondere a questa sua domanda! Vede, tutto dipende da quel che LEI vuole considerare un matrimonio. Se, come per il famoso Humpty Dumpty in Attraverso lo specchio, le parole significano esattamente quel che noi vogliamo che significhino, credo che serva a poco chiedere un altro parere. Se descrivendomi il “caso” del matrimonio in cui uno non vuole figli, mi mette di fronte come un assioma la teologia matrimoniale cattolica con la sua exclusio boni prolis e poi mi chiede se quello può considerarsi un matrimonio... credo che si sia dato già la risposta da solo. Ed è inutile dirmi che non mette questa teologia come assioma, perché lei stesso fin dall’inizio mi ha posto come presupposti questi due punti:

1) La chiesa cattolica è corretta nella teologia
2) Non è la teologia cattolica che deve cambiare

Ma mettiamo per ipotesi che lei voglia proprio sentire una campana ortodossa (che sarebbe assiomaticamente sbagliata, quindi mi chiedo a che pro voglia sentirla...), e andiamo a un caso molto pratico e molto reale di due secoli or sono. Giovanni di Kronstadt, il grande santo pietroburghese del XIX secolo (i cui paralleli di vita con san Giuseppe Cottolengo sono impressionanti... per chi vuole fare un confronto ecumenico sulle figure dei santi), era un prete sposato. Ma era un prete sposato che fin dall’inizio non volle avere figli per dedicarsi completamente alla cura dei poveri: un caso da manuale di exclusio boni prolis. La presbitera Elizaveta volle sostenere il marito in questa decisione del tutto insolita (facendo prendere un colpo al suo povero padre... prete sposato pure lui), e insieme la coppia si adoperò per una cinquantina d’anni nell’apostolato. Ora, secondo questa teologia “corretta” che “non deve cambiare”, quel matrimonio fu nullo. Però non lo dica, per carità, di fronte a un devoto di san Giovanni di Kronstadt o a un pietroburghese medio, perché in tal caso la cosa più garbata che riceverà sarebbe – temo – una pernacchia.

E qui torniamo al punto di partenza: cosa vogliamo considerare matrimonio? Mettere insieme due vite per mutuo sostegno spirituale (in qualunque campo questo possa esprimersi) escludendo la procreazione di figli, per la teologia cattolica non è un matrimonio, per quella ortodossa lo è. Potremo chiederci e magari dibattere su chi ha ragione sul punto specifico, ma credo che sia un esercizio totalmente inutile, se a monte lei ha già deciso chi ha ragione sui principi generali.

 

Mi scusi padre, però lei non mi può fare il paragone tra un prete sposato che ha scelto di non avere figli per dedicarsi al prossimo e quei tanti personaggi italiani che non vogliono avere figli per continuare a fare la vita comoda e senza responsabilità.

Mi sbaglio ?

La sua è una risposta molto intelligente e competente, ma finalmente mi ha dato una risposta che come lei ha intuito non posso condividere per nulla (ma quest’ultimo punto poco importa).

Tuttavia ne discende un secondo quesito: “Un matrimonio tra coniugi dei quali uno o entrambi non intendono essere fedeli, poi fallito, può davvero essere considerato un matrimonio fallito o è da considerarsi come un matrimonio mai esistito sin dall’origine?

Tornando al prete sposato di cui al suo esempio, mettiamo che quel prete avesse raccontato una colossale panzana alla moglie illudendola che avrebbe voluto figli, in assenza della cui intenzione la signora non lo avrebbe mai sposato: se la avesse deciso di “scaricare” il marito una volta scoperta la verità, saremmo ancora in presenza di un matrimonio fallito o di un matrimonio mai nato sin dall’origine?

Mi ha messo di fronte davvero molti quesiti; cercherò di rispondere al meglio delle mie capacità, ma vorrei farle presente un punto di base che differenzia il matrimonio nella Chiesa ortodossa da quello oggi celebrato nella Chiesa cattolica (con una grande incognita su come la vedano DAVVERO i cattolici orientali... ma questo è un problema loro).

Nella Chiesa ortodossa il matrimonio è un atto di benedizione sacramentale che passa misteriosamente ai coniugi attraverso il ministero sacerdotale, esattamente come la consacrazione eucaristica (con cui il rito ortodosso del matrimonio ha impressionanti paralleli, inclusa l’epiclesi) o la remissione dei peccati. Non ha alcun senso dire che i ministri del matrimonio sono gli sposi stessi: questo alla coscienza ortodossa suona come l’obiezione luterana o riformata che in fin dei conti l’eucaristia dipende dal recipiente stesso e non dalla consacrazione del pane e del vino. La posizione cattolica è pesantemente dipendente da una “giuridizzazione” della vita sacramentale, che fa dei coniugi dei “contraenti” di un “contratto” misticamente ratificato. E qui casca l’asino delle concezioni giuridiche, purtroppo: senza una tecnologia di lettura delle menti e dei cuori, NON ESISTE modo di determinare con certezza cosa ci sia nelle menti e nei cuori di chi si assume un obbligo. La pretesa di scandagliare cosa ci fosse nella mente di chi ha dato un assenso a sposarsi ha esattamente lo stesso valore che ha la pretesa di scandagliare nella mente di chi ha firmato un contratto immobiliare, commerciale o lavorativo. Una visione giuridica oggettiva non tiene generalmente alcun conto di cosa voleva fare in cuor suo chi ha firmato un contratto.

Andiamo quindi al suo secondo quesito sui coniugi che non intendono essere fedeli.

Alla Chiesa ortodossa non può importare un fico secco che cosa INTENDANO fare gli sposi al momento del matrimonio: potrebbero davvero meditare ogni sorta di infedeltà futura, e poi rinunciarvi il giorno dopo! Quel che importa è che il matrimonio è stato celebrato, e i coniugi vi hanno dato l’assenso (maturo, immaturo, con coscienza di fedeltà, con incoscienza di fedeltà, con coscienza di infedeltà, o qualsiasi combinazione) con la loro presenza e quella dei loro testimoni. Ci possono essere, beninteso, casi che esulano completamente da quel che sta nella testa dei coniugi, e questi sono di solito contemplati come nullità anche da parte degli ordinamenti giuridici statali: così come il contratto di vendita della Torre Eiffel è invalido non per quel che ha il “venditore” nelle sue intenzioni, ma per il mero fatto che non possiede la torre e perciò non può alienarne la proprietà, così il matrimonio di Pino con Gino non sussiste anche se Pino crede veramente che in quel momento si sta sposando con Gina, perché Gino non è Gina. Le categorie di nullità oggettive erano ben note anche a don Abbondio: “error, conditio, crimen, cognatio...”

Allo stesso modo, voler fare un paragone tra san Giovanni di Kronstadt e chi non vuole figli per comodità evidenzia una differenza morale nel comportamento delle persone, ma non può, nella coscienza ortodossa, creare una differenza ontologica nel loro matrimonio.

Lei mi dice che non posso fare un paragone tra un prete sposato che sceglie di non avere figli per dedicarsi al prossimo e quanti fanno lo stesso per continuare a fare la vita comoda. A dir la verità il paragone lo ha fatto lei... io avevo solo detto che il matrimonio di san Giovanni di Kronstadt non è considerato nullo anche se è un caso da manuale di exclusio boni prolis. Ma passiamo pure a quei “tanti personaggi italiani”: mettiamo che una coppia cattolica che ha voluto una vita comoda per dieci anni passi, per un improvviso colpo di conversione, a trascorrere i successivi quarant’anni in qualche forma di apostolato senza prole. Ne dovrebbe conseguire che il loro matrimonio è stato nullo solo per dieci anni? Oppure la sua “rinnovata” validità dipende dal fenomeno di conversione dei loro cuori, altrettanto intangibile quanto il loro status mentale al momento delle nozze? Oppure i coniugi così “convertiti” dovrebbero farsi ri-ratificare il matrimonio?

Riguardo al caso della “panzana”, lei sa benissimo che la exclusio boni prolis non riguarda le panzane raccontate, ma essenzialmente quel che c’è nella mente degli sposi al momento della celebrazione del matrimonio. I casi di inganno seguono una disciplina diversa, come anche i contratti fraudolenti nel diritto civile. Come la Chiesa cattolica valuti le “panzane”, me lo faccia sapere lei, ma per favore non mi chieda di applicare le categorie del matrimonio con inganno a san Giovanni di Kronstadt. Onestamente non so che cosa abbia raccontato alla moglie (credo che non lo possa sapere nessuno), ma che si dedicasse anima e cuore all’apostolato era una cosa sotto gli occhi di tutti, prima e dopo e nozze, per cui non vedo il caso dell’inganno.

Quando da studente io insistevo troppo con il “mettiamo il caso che...”, di solito i miei insegnanti troncavano la discussione dicendo: “se mia nonna avesse avuto le ruote e un palo in testa, allora sarebbe stata un tram”.

 

La Chiesa ortodossa riconosce il divorzio civile a fronte di un matrimonio anche celebrato con rito ortodosso? A me risulterebbe di no.

Tutto dipende da cosa intendiamo per “riconoscere”: se si intende “convalidare automaticamente”, ovviamente anche la Chiesa vorrebbe dire la sua, quindi no, ma se si intende trovare una base per decretare che un certo matrimonio non esiste più, una dichiarazione di divorzio civile, che regola anche gli aspetti economici, le successioni, la tutela dei figli, etc., può essere addirittura richiesta come requisito essenziale prima che si arrivi alla benedizione ecclesiale per un passaggio a nuove nozze.

 

La Chiesa ortodossa accetta un matrimonio solo civile per battezzati ortodossi ?

Di nuovo – e a costo di apparire pedante – direi che dipende da cosa intendiamo per “accettare”: in paesi in cui il matrimonio religioso ortodosso non ha effetti civili (e stiamo parlando della maggioranza dei paesi nel mondo!) ci sono giurisdizioni ortodosse che pretendono che sia celebrato il matrimonio civile (con le sue corrispondenti garanzie di stato civile, di regime economico e sociale) prima che sia celebrato quello religioso.

 

Per accettazione del matrimonio civile intendo una coppia ortodossa che celebra SOLO quello e non anche quello religioso.

Ovviamente, c’è una riprovazione, ma non una condanna della coppia sposata solo civilmente. Credo che sia importante sottolineare che la Chiesa ortodossa NON condanna il matrimonio naturale. Il matrimonio religioso ortodosso non pretende di unire un uomo e una donna nella vita comune, e in certi casi può demandare completamente la legislazione di questi aspetti a una disciplina statale (ecco perché manca molta testimonianza sulla prassi matrimoniale nella Chiesa antica: sostanzialmente, il discorso del matrimonio religioso si innestava sulle regole già esistenti del matrimonio civile). Quello che il matrimonio religioso ortodosso pretende di fare, è di dare una dimensione divina al matrimonio naturale. Se ci pensa, anche l’eucaristia non è una pretesa di far mangiare a tutti i credenti il “vero” nutrimento, ma un’irruzione di una dimensione divina nel nutrimento naturale (di per sé buono: nessuno condanna chi si mette a consumare assieme mero pane e vino).

 

Il matrimonio tra una parte cattolica e una ortodossa è ontologicamente IMPOSSIBILE salvo che tra fedeli secolarizzati ma senza fede poi finisce male.

Esistono paesi ortodossi con “Concordati”, cioè con effetti civili automatici del matrimonio ortodosso ?

Sì, certo, ci sono paesi in cui la Chiesa ortodossa è Chiesa di Stato (nell’Unione Europea lo è in Grecia e in Finlandia), e altri in cui ci sono convenzioni particolari con gli stati (credo che in Italia sia già in effetto per i matrimoni l’intesa con l’arcidiocesi greca del Patriarcato Ecumenico).

Quanto al fatto che il matrimonio misto sia ontologicamente impossibile, sarei disposto a concederlo anch’io, a condizione di ricordare che anche il matrimonio (ipotetico, ovviamente) di cristiani della Chiesa di Roma prima dello scisma è ontologicamente impossibile con cristiani della Chiesa di Roma dopo lo scisma, e questo non solo per la buona ragione che i primi sono morti e sepolti da un pezzo, ma per l’altrettanto buona ragione che le loro teologie del matrimonio sono radicalmente differenti.

 

La grandissima maggioranza di preti e fedeli cattolici di fatto interpretano il matrimonio proprio come quello ortodosso senza accorgersene.

Ma nella vita non si può tenere un piede in 2 scarpe: se fai il cattolico fai il cattolico, oppure ti converti. Ecco perché la Chiesa cattolica a prescindere dalla bontà o meno della sua teologia è talmente incoerente in tutto...

La gente, sul concetto di matrimonio valido o nullo, la può pensare come gli pare. Ma chi sceglie il matrimonio cattolico e poi divorzia civilmente E’ UN IMBECILLE, e la Chiesa Cattolica è più imbecille di loro a sposarli alla cieca, senza mai spiegargli niente prima.

Il circolo vizioso e perverso di celebrare valanghe di matrimoni nulli e poi dichiararli nulli deve essere interrotto e tornare ad essere un’eccezione non più come ora una regola.

Si fa fatica a credere, come faccio io, nel Magistero della Chiesa, ma molto poco negli uomini di Chiesa, ma sono le evidenze a darmi ragione.

La Riforma della Chiesa la dobbiamo fare noi fedeli laici, perché i religiosi non la faranno mai.

Ma una soluzione sul matrimonio è impossibile...

Per la Riforma della Chiesa, accomodatevi pure. Non so se considera Henry Ford uno di “voi fedeli laici” (per lo meno non era un religioso), ma tutti i riformatori in erba farebbero bene a considerare uno dei suoi assiomi automobilistici, adattabile a molti aspetti della vita: “se in una macchina non metti un certo ingranaggio, quell’ingranaggio non si romperà MAI”. Le mie osservazioni delle riforme ecclesiali mi fanno puntualmente notare “ingranaggi” messi da improvvidi quanto miopi riformatori per “aggiustare” la Chiesa. In realtà fanno poco bene alla Chiesa e molto danno quando rivelano i LORO difetti e si guastano. Inter nos, sono convinto che uno dei più disastrosi tra questi “ingranaggi” esterni sia la dottrina della “indissolubilità del matrimonio”... un classico intervento che ha fatto giustamente gridare al “peggio la toppa del buco”.

 

Anche il matrimonio civile (che voi riconoscete come naturale) può essere dichiarato nullo, anche se per motivi solo in parte coincidenti con quelli del matrimonio canonico.

Il matrimonio di tutte le religioni del mondo e di tutte le legislazioni civili del mondo è molto simile sul piano giuridico poiché esiste il concetto di Scioglimento (Divorzio).

Solo il matrimonio Cattolico è decisamente diverso dove lo scioglimento non esiste, salvo 2 casi eccezionali (Privilegio in difesa della Fede e Matrimonio rato ma non consumato, peraltro rarissimi, a fronte di nullità frequentissime).

“...motivi solo in parte coincidenti”? Direi che questo equivale a pisciare in testa a qualcuno e dirgli che piove... I vizi del consenso sono un puro e semplice escamotage per chiamare un divorzio con un altro nome, arrampicandosi sugli specchi per salvare l’integrità di un “ingranaggio” bacato: l’indissolubilità. Vada a proporre a un giurista civile di introdurre i vizi del consenso nel campo dei contratti (“abbia pazienza, signor giudice, ma quando ho firmato la fattura, nella mia mente non volevo pagare il fornitore, per cui il contratto è nullo”), delle successioni (“mio fratello sta ereditando da nostro padre, ma nella mente di papà prima di morire c’era la netta convinzione che lui non fosse suo figlio, quindi il testamento è nullo e dovrei ereditare tutto io”), del diritto di famiglia (“si, è vero che ti ho adottato, ma il giorno in cui ho firmato la tua adozione avevo in mente che l’adozione non avesse conseguenze legali, quindi è nulla e non ha alcun effetto”), e via ipotizzando... siamo un po’ più onesti, per favore: dica che la Chiesa ortodossa non ha obiezioni alle nullità civili, perché queste si basano su dati oggettivi.

Mi piace davvero come lei parta dall’assioma che in casa cattolica lo scioglimento NON esiste, salvo poi elencare i casi in cui... esiste! Equivale a dire: “Questa cosa non si fa MAI... tranne quando si fa”. Il fatto che il privilegio paolino e il matrimonio rato e non consumato siano rarissimi mentre le “nullità” (io direi piuttosto i vizi del consenso...) sono frequentissime non viene dai privilegi di santità del Cattolicesimo romano, ma dal fatto che mentre le prime due eccezioni sono molto circostanziate e oggettive, i vizi del consenso sono attribuibili a casaccio a tutta una gamma di attitudini soggettive.

Sono ben conscio delle pretese di singolarità del matrimonio cattolico... attuale. Mi piacerebbe vedere un po’ di basi che possano anche giustificare la sua continuità con il matrimonio cattolico del primo millennio, altrimenti resto del parere che siamo di fronte a un ingranaggio da riformatori.

 

Lei nel rispondere sempre puntualmente e correttamente e con competenza sa benissimo che io sono un “provocatore” che pure non conosce ancora bene la storia passata della Chiesa come lei.

Ma mi dovrà pur riconoscere che io come “Riformatore” ne ho per tutti, cattolici e ortodossi, senza pregiudizi e senza tifare per la mia squadra (cattolica) che spesso “gioca” male.

Tenga presente che il codice civile considera non solo la nullità del matrimonio civile, ma anche quella dei comuni contratti per i medesimi motivi.

Ne sono cosciente. Ci possono essere contratti estorti oppure ingannevoli, e penso che la teologia ortodossa non abbia alcun problema a riconoscere la nullità di un matrimonio in cui uno dei coniugi sia stato fatto andare all’altare con minacce, oppure in cui abbia sposato Gina credendo che questa fosse sua sorella gemella Pina... viceversa, credo che tutti si metterebbero a ridere se si portasse uno dei “vizi del consenso” per giustificare la nullità di un contratto, mettiamo per esempio l’exclusio boni fidei: “scusi, è ben vero che ho firmato il contratto, ma nel momento in cui l’ho firmato non credevo nella legge!”

Mi piacciono i provocatori onesti. Non si faccia alcun problema a provocarmi.

 

Secondo i due massimi giudici italiani le nullità per esclusione dei “bona matrimoni” sono riconosciute civilmente solo se l’altro coniuge ne era a conoscenza (indipendentemente dalla sua accettazione delle stesse), oppure se poteva conoscerle con l’ordinaria diligenza. Come vede, anche i giudici italiani mettono il naso nelle coscienze, in qualche modo.

Capisco un interesse dello stato per l’esclusione del bonum prolis: quello ha effettivamente qualcosa a che vedere con la nascita di nuovi cittadini (anche se allo stato non dovrebbe importare molto di quel che volevano i coniugi al momento della ratificazione del matrimonio, ma piuttosto di una volontà messa in atto in continuazione). Invece, per quel che i due coniugi hanno in testa per quanto riguarda fede e sacramenti, mi sembra un’invasione in un campo dove lo stato non solo non dovrebbe legiferare, ma che non dovrebbe nemmeno considerare. Altrimenti, violerebbe l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge senza distinzioni di religione.

 

Le religioni in Italia non sono proprio tutte uguali, se legge con attenzione gli articoli 7 e 8 della Costituzione... ma mi pare che neppure in Grecia siano uguali...

E mi risponde così, con citazioni selettive della Costituzione? Senza nemmeno un accenno all’articolo 3? Io non ho parlato di uguaglianza di confessioni religiose, ho parlato di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge a prescindere dalla religione. Un cattolico che crede o non crede nell’indissolubilità del matrimonio – o perfino in Dio – non dovrebbe essere giudicato diversamente dalla legge italiana... altrimenti sarebbe una violazione dell’articolo 3. Non mi sembra che la legislazione italiana possa legiferare su cosa dovrebbe o non dovrebbe credere un cattolico nel momento in cui si sposa, e neanche su cosa crederà o non crederà in seguito. Le ho invece detto che un cittadino che non intende avere figli potrebbe essere considerato per un’esclusione di una serie di benefici statali (e questo non solo dall’Italia, ma anche da altri paesi), visto che uno stato ha un interesse obiettivo nella nascita di nuovi cittadini.

 

Circa il matrimonio di San Giovanni di Kronstadt, quel matrimonio potrebbe essere valido per la Chiesa cattolica, se i coniugi si astenessero da ogni rapporto sessuale (matrimonium virgineum) come il matrimonio tra la Madonna e San Giuseppe. Ce n’è davvero qualcuno in giro per il mondo, ma non ne ho mai parlato con nessuno, per non passare per pazzo...

Ah, un matrimonium virgineum, rato e non consumato, non “perfezionato” (e di conseguenza DISSOLUBILE)... per quanto riguarda san Giovanni di Kronstadt, è presumibile che il suo fosse di questo tipo (anche se non possiamo averne la prova provata), quindi è davvero una consolazione per gli ortodossi russi sapere che il matrimonio del loro più grande santo sociale “potrebbe” essere valido. Alle loro orecchie, lei suona un poco come quei telepredicatori evangelici che, per ingraziarsi gli spettatori cattolici, ammettono che il papa “potrebbe” essere cristiano!

Comunque, con quanto dice lei non passa affatto per pazzo tra gli ortodossi, che ammettono liberamente il matrimonium virgineum tra le opzioni ascetiche (anche se lo considerano di tale eroismo da non raccomandarlo), ma NON hanno bisogno di farne un caso di eccezione manualistica.

Il matrimonio tra la Madonna e San Giuseppe, secondo la tradizione apostolica ereditata dalla Chiesa ortodossa (ma trascurata e abbandonata dalla Chiesa cattolica romana) ebbe luogo quando Giuseppe era un vedovo di circa OTTANT’ANNI, con una nidiata di figli e figlie di primo letto (i famosi fratelli di Gesù, tormentone delle obiezioni tra cattolici e protestanti, che hanno entrambi dimenticato la tradizione apostolica), e si era offerto praticamente come CUSTODE dell’adolescente Maria, vissuta fino a quel punto tra le vergini del Tempio a Gerusalemme. In tali condizioni, ammetterà, non è difficile mantenere virgineum un matrimonio.

 

Il Matrimonium Virgineum non c’entra niente col Matrimonio Rato e Non Consumato, perché il primo è contratto già con l’intenzione di non consumarlo, mentre il secondo è contratto con l’intenzione al contrario di consumarlo, e poi ciò non avviene.

Mentre il matrimonium virgineum è indissolubile, il matrimonio rato e non consumato PUO’ essere SCIOLTO con Dispensa del Papa (uno dei 2 casi di Scioglimento, assieme a quello per Privilegio - difesa - della Fede).

Che il matrimonium virgineum sia 1) rato (altrimenti non sarebbe matrimonium) e 2) non consumato (altrimenti non sarebbe virgineum) mi sembra assiomatico; se poi lo volete considerare “altra cosa”, sempre con quel giochetto di prestigio delle intenzioni... fatti vostri.

 

Ma per consumazione non si intende la sola penetrazione come nel matrimonio civile, ma che abbia tutta una serie di requisiti (con amore; senza profilattico; con eiaculazione all’interno). Non so se da voi esiste questo concetto.

Che io sappia, no. (PS. i profilattici esistono più o meno dal XVII/XVIII secolo... figuriamoci che genere di requisito possa essere questo nella coscienza della Chiesa antica)

 

Tornando alla simulazione/riserva mentale, mentre nel codice civile c’è una certa considerazione del fenomeno (anche fuori dal matrimonio, parlando di contratti comuni), nell’ortodossia pare non essercene per nulla. Mi pare la negazione della ragione ancor prima che della fede. Ma se l’ortodossia dovesse mai accettare detti concetti riguardo ai contratti commerciali, allora... (Questa risposta mi preme)

Beh, se le preme, le ripeterò che stiamo parlando due lingue diverse, e quindi non ci capiremo neanche a sgolarci. Simulazione vuol dire FRODE. Non si vede perché l’Ortodossia dovrebbe accettare QUALSIASI COSA nei contratti commerciali, tanto meno la frode. Le riserve mentali (e qui io parlo esclusivamente dei vizi del consenso tanto comuni nelle cause di nullità) non sono frodi manco alla lontana. Non penso che ci siano molti che vogliano o intendano “simulare” qualcosa quando il giorno del matrimonio hanno in testa idee bacate. Mi sembra che una buona riprova sono le nullità date per exclusio boni prolis a coppie che di figli ne hanno avuti eccome! Credo che chi si serve dei “divorzi alla cattolica” (scusi, ma non posso chiamarli in altro modo) di simulare non ci abbia mai nemmeno pensato, finché arriva qualcuno a dar loro l’imbeccata “guarda che se non credevi così allora risolvi automaticamente il tuo problema di matrimonio fallito e puoi sposarti con l’altro/a che ti aspetta...”

 

Ma secondo lei ha un senso che il codice penale – di tutti i paesi del mondo – distingua tra Omicidio Premeditato e Omicidio Doloso per le medesime ragioni? 

Ma che caspita di paragone mi sta facendo? Il diritto PENALE del dolo e della colpa applicato al MATRIMONIO? Il suo scopo sarebbe di PUNIRLI, gli sposi? Ma mi faccia il piacere...!

 

Premetto che io non voglio convincere nessuno sulla bontà del matrimonio cattolico, ma SOLO diffonderne la conoscenza come facevo ai corsi pre-matrimoniali, dove non “sposavo” la causa, ma invitavo le coppie a SCEGLIERE tra il matrimonio canonico e quello civile; ma una scelta coerente, non finta, come fanno quasi tutti.

Spero che su questo lei sia d’accordo. La coerenza è un valore, se uno ha dei valori...

Che la coerenza sia un valore, nessuna obiezione! C’è forse però un metro diverso per essere coerenti nella visione ortodossa del matrimonio. Agli sposi ortodossi non è chiesto di essere coerenti nello scegliere il matrimonio civile OPPURE quello in chiesa. Di fatto, in certi paesi e circostanze, si chiede loro di scegliere PRIMA il matrimonio civile e POI di venire a santificare davanti a Dio l’unione così scelta, e talvolta – sempre per varie circostanze – passano un paio di anni tra l’una e l’altra cosa (e magari è già nato qualche figlio...); è una cosa ideale? No. Ma è coerente? paradossalmente, sì. I due non sono visti come pubblici peccatori nel tempo che hanno vissuto insieme prima del matrimonio religioso, se non nelle più retrive mentalità di villaggio, dove effettivamente si può creare scandalo per le altre giovani coppie, dove le nozze religiose sono viste né più né meno come “permesso di copulare da parte di Dio”, e dove vige una scandalosa ignoranza e superstizione su TUTTI i sacramenti.

 

Non potrò mai accettare che una povera donna (giusto come esempio) “sposata” da un uomo con l’intenzione (riserva mentale) di tradirla debba divorziare dal Vescovo ortodosso, in base al falso principio che non andavano più d’accordo o che lui a un certo punto ha iniziato a tradirla, quando questo tradimento era al contrario pianificato all’origine, con la falsità massima di potersi poi risposare con una cerimonia penitenziale, poiché il sacramento sarebbe solo nel primo matrimonio, quando in questo caso era solo una caricatura di matrimonio. Tutto ciò non ha alcun senso. Tra queste due tipologie di tradimento corre la stessa differenza esistente tra l’omicidio premeditato e il semplice omicidio doloso.

Il divorzio è una schifosa scorciatoia morale per non cercare mai la Verità nella propria dolorante e sporca coscienza, ma in questo modo non si può amare neppure un secondo coniuge; ma solo la Verità rende liberi.

Se uno le dà una gomitata in un occhio, non credo che le sia difficile capire se lo ha fatto con l’intenzione o per sbadataggine, cui lei reagirà in modi assai diversi...

Queste differenze sono elementari per chiunque ma quando si tratta di applicarle al matrimonio i laicisti – e gli ortodossi – si perdono in un bicchiere d’acqua.

Ah, dice a me? Beh, no, onestamente e a cuore in mano, le dico che in quanto vittima non me ne frega un tubo se chi mi ha dato una gomitata in un occhio l’ha fatto volente o nolente! Tutto quel che mi importa è che ho un occhio che mi duole, e che non voglio che la cosa si ripeta più. Può rigirare la frittata finché vuole e in tutte le salse, ma le intenzioni riguardano soprattutto il Creatore, finché non otterremo, naturalmente, il carisma della lettura dei cuori.

 

Per il diritto canonico, il parroco ha 3 obblighi:

1) Insegnare ed informare gli sposi;

2) Diffidare le coscienze di tutti gli sposi, sulle conseguenze di una possibile simulazione del consenso;

3) Non ammettere al matrimonio chi dichiara intenzioni contrarie al matrimonio.

Ma generalmente non fanno nulla su nessuno dei 3 punti.

Io ai corsi pre-matrimoniali tentavo di salvare loro la vita, spiegandogli la strada giusta per venire fuori da un matrimonio marcio senza ferirsi l’anima.

...e COME, precisamente, “tentava di salvare loro la vita”? Se erano corsi PRE-MATRIMONIALI, come faceva a spiegar loro come uscire da un matrimonio marcio... se il matrimonio non aveva ancora avuto luogo? Quando ha ricevuto da Dio (o dal diavolo) il dono della lettura nel futuro?

L’unico modo con cui, se si danno per buone le regole cattoliche, si potrebbero “salvare” due sposi dal commettere un grave atto con la distruzione di un matrimonio sacramentale sarebbe quello di dire loro di non sposarsi, oppure di sposarsi civilmente: si eviterebbe così la profanazione del matrimonio sacramentale, certamente, ma a quale prezzo? Come se Paolo avesse detto agli sposi, “piuttosto che sposarvi e poi divorziare... ardete dal desiderio” (o magari “vivete assieme da pagani”, o perfino “castratevi”). A me risulta che indicasse proprio il contrario...

Oppure si possono suggerire loro le regolette delle riserve mentali... così i fresconi, che manco ci avevano pensato, avranno già pronta la risposta per pararsi le chiappe quando vorranno risposarsi “legittimamente” (secondo la nota esperienza dei confessionali... ci sono stati casi in cui gli/le adolescenti non avrebbero nemmeno PENSATO di fare certe porcate in campo sessuale, se non glie le avessero messe in testa alcuni confessori con certe “domandine” insinuanti).

 

Se non è frode – come la chiama lei – sposare una donna con la riserva mentale di andare ad altre donne, non so cosa sia per lei (o per gli ortodossi) una frode.

Ah, si, exclusio boni unius vulvae... interessante, ma peccato che non esista proprio questa figura giuridica PRECISA nel vostro diritto canonico. Invece ci sono sia nel matrimonio civile che in quello religioso promesse serie di FEDELTA’ CONIUGALE. Vediamo i casi:

1) Aveva la “riserva di andare ad altre donne” e poi c’è andato. Rottura della fedeltà coniugale. Matrimonio cattolico nullo, matrimonio ortodosso valido, sciolto su richiesta della moglie... altrimenti il matrimonio continua (e santifica, come quello di santa Monica) se la moglie lo sopporta.

2) NON Aveva la “riserva di andare ad altre donne” e poi c’è andato. Rottura della fedeltà coniugale. Matrimonio cattolico valido, matrimonio ortodosso valido, sciolto su richiesta della moglie... altrimenti il matrimonio continua se la moglie lo sopporta.

3) Aveva la “riserva di andare ad altre donne” e poi NON c’è andato. Matrimonio cattolico nullo (...e come lo si determina?), matrimonio ortodosso valido.

4) NON Aveva la “riserva di andare ad altre donne” e poi NON c’è andato. Matrimonio cattolico valido, matrimonio ortodosso valido.

A me risulta chiaro chi è coerente sulla frode della fedeltà coniugale.

 

Una donna cornuta che accetta le corna santifica il matrimonio solo se le corna non erano pianificate all’origine, altrimenti è una cretina che si fa del male da sola. 

Ecco, in quel “solo se” sta in nuce la differenza tra la teologia matrimoniale cattolica, che ha un DISPERATO bisogno di trovare scappatoie, e quella ortodossa, che non ha questo bisogno.

 

Vorrei assolutamente una sua risposta, perché devo capire se la vostra contestazione del concetto canonistico della simulazione del consenso è sul concetto sostanziale o, come parrebbe, solo su una questione di procedura probatoria. Fa una bella differenza... lo capisce anche lei.

Quando mai ho parlato di “simulazione” del consenso? Nelle riserve mentali non si “simula” un bel niente. Il matrimonio “simulato” è semmai quello in cui ci si sposa senza averne alcuna vera intenzione, ma solo (putacaso) per offrire una cittadinanza o un altro status/beneficio (es. indipendenza dai genitori). Se uno si sposa con la “riserva mentale” di non considerare il matrimonio indissolubile, farà magari peccato per la concezione cattolica, ma non simula proprio nulla: si vuole sposare, si sposa e basta. Magari “si riserva” di non avere figli, poi ne ha una dozzina. Solo al momento della causa di nullità si ricorderà convenientemente che il suo matrimonio era nullo fin dal principio... siamo giunti agli antipodi del diritto. È chiaro che poi tali riserve non si possono “provare” in alcun modo incontestabile, se non con il giochetto di auto-inviarsi una lettera con ricevuta di ritorno, o di depositare detta lettera dal notaio, in cui si dichiara la propria riserva mentale il giorno del matrimonio. E potremo mai essere sicuri che da quando la lettera è stata inviata o depositata, e fino al momento in cui si pronuncia il fatidico sì, la “riserva mentale” sia rimasta immutata? Benvenuti nella Fantasilandia del diritto!

 

Nel testo delle differenze tra ortodossi e cattolici sul vostro sito parrocchiale, circa la contestazione della nullità matrimoniale, ci sono anche delle banalità, tipo che questa sarebbe un divorzio mascherato.

Faccio un esempio sulle “corna” coniugali. C’è una bella differenza tra un uomo che si sposa avendo anche un’amante nascosta e un uomo che si sposa onestamente e poi in seguito si fa l’amante. Il primo ha ingannato, il secondo ha peccato. La differenza tecnica è assoluta.

No, non mi sembra una banalità. Tra una Chiesa che dice “quel che hai in testa in quel momento non ci riguarda. Se non commettete errori di persona, forzature, minacce, eccetera, e siete entrambi liberi, e venite a sposarvi in chiesa, SIETE SPOSATI”, e una che dice “Non ti posso sciogliere il matrimonio (ovvero: lo facevo nello scorso millennio, ma ora ho deciso che proprio non posso farlo e di conseguenza non l’ho mai fatto), ma vediamo se posso escogitare una gabola a partire dal tuo stato mentale nel giorno del matrimonio, per dire che non sei mai stato sposato”, io direi che la seconda sta proprio tirando fuori un divorzio dal cappello del prestigiatore.

 

Però nel vostro testo c’è anche un ragionamento serissimo: “Il concetto stesso della possibile nullità del matrimonio rende impossibile essere sicuri che una qualsiasi coppia cattolica romana abbia avuto un matrimonio sacramentale, o sapere se in un rito nuziale cattolico romano venga davvero creato un vincolo matrimoniale valido”.

Grazie di cuore per averlo considerato serissimo. Vede, io sono fondamentalmente convinto che alla Chiesa ortodossa (non solo nella questione del matrimonio, ma in un sacco di altre cose che dividono le nostre chiese) importa prima di tutto la verità; alla Chiesa cattolica (e ai protestanti sotto un altro aspetto) importa prima di tutto la sicurezza della verità. Non mi spiego altrimenti l’insistenza maniacale sull’infallibilità.

 

Si decida se le riserve mentali “non esistono” oppure esistono “ma non si possono dimostrare in tribunale”, come risulterebbe dal suo sito.

Non ho bisogno di “decidermi”, e non la facevo tanto gnucco da non riuscire a capire, ma glie lo spiego comunque ancora una volta.

Dunque... né l’una né l’altra cosa! Che le riserve mentali esistano, nessuno lo dubita (io per esempio sto iniziando a covare una pericolosa riserva mentale che lei sia un imbecille, ma continuo a parlarle lo stesso). Che non si possano veramente dimostrare nella stragrande maggioranza dei casi, mi sembra altrettanto evidente (almeno finché non inizieremo a leggere le menti, beninteso). Il problema è che per la Chiesa ortodossa NON E’ RILEVANTE che esistano o non esistano o che siano dimostrabili o non dimostrabili, perché NON E’ RILEVANTE cosa abbiano in testa gli sposi al momento del matrimonio, riguardo alle loro “intenzioni”. Hanno dichiarato che VOGLIONO SPOSARSI, la Chiesa LI SPOSA (non sono loro i ministri del matrimonio... se la ricorda quella differenzuccia marginale marginale?), e SONO SPOSATI. Finis. Non avendo da occuparsi delle mene dell’indissolubilità, la questione è chiusa qui. Tutto chiaro... o devo farle un disegnino?

 

Se lei ruba un pollo, e la polizia non la becca, non per questo lei non è un ladro. Quindi non è la prova che fa la sostanza...

Presupponendo che il furto del pollo sia un reato, cosa che tutti ammettono senza particolari eccezioni. La visione dei vizi del consenso è invece radicalmente diversa tra ortodossi e cattolici, quindi non mi paragoni cose in sé non paragonabili.

Passiamo a una storia vera, indicativa di una nullità matrimoniale per exclusio boni prolis. X e Y si sposarono alcuni anni fa, entrambi professionisti affermati (X era radiologo, Y era avvocata) con un contratto pre-matrimoniale (voluto da lei) nel quale si scriveva l’espresso desiderio di non avere figli (voluto da lui: da radiologo, la sua attività quotidiana lo esponeva a una tale quantità di radiazioni che la sua probabilità di mettere al mondo figli con malformazioni o tumori era altissima). Evidentemente, la furbizia del contratto con clausola nullificante era stata pensata professionalmente dalla moglie.

Il matrimonio andò avanti un bel po’ senza problemi, e poi iniziarono i disaccordi. Fu tirato fuori il contratto pre-matrimoniale, vedendo il quale i giudici canonisti dichiararono immediatamente la nullità per exclusio boni prolis. Lui si risposò (verosimilmente mantenendo la stessa intenzione di non avere figli nel matrimonio successivo), lei no.

Cosa sarebbe successo se X e Y, invece che (pessimi) cattolici, fossero stati (pessimi) ortodossi? Avrebbero divorziato, poi al momento del secondo matrimonio di lui il vescovo avrebbe notato che sostanzialmente il matrimonio era andato a catafascio; essendo ormai inutili i tentativi di mettere i disaccordi da parte, avrebbe sciolto il matrimonio, senza stare troppo a lambiccarsi il cervello su chi era il colpevole (in questo caso ci sono evidenti indizi di complicità), e avrebbe dato a lui (perché solo lui glie l’avrebbe chiesta) una benedizione per passare alle seconde nozze.

Di fatto, entrambe le chiese, almeno in un caso come questo, risolvono le cose in modo molto simile. Unica grande differenza: gli ortodossi non hanno bisogno di costruire un castello di menzogne e di trucchi.

 

Se uno vuol fare il radiologo senza avere figli, allora deve cambiare mestiere, oppure usare la tuta in piombo. Parimenti chi vuole fare del bene agli altri, anche a Kronstadt, sempre senza avere figli (ma copulando, forse...), non deve fare il Santo “Sovietico”, ma “il monaco”, perché a Dio non l’ha ancora raccontata nessuno...

Ma non la sente, la puzza delle scemenze che dice? “Se uno vuol fare il radiologo... allora deve cambiare mestiere” (cioè “Se uno vuol fare il radiologo, allora non deve fare il radiologo”). Complimenti! Cosa si è fumato, oggi? Vorrei provarne un po’ anch’io...

La meschinità su Giovanni di Kronstadt come Santo “Sovietico” glie la passo perché non ne sa una mazza, ma è come chiamare Salvo d’Acquisto “Santo Nazista” (con l’aggravante che Giovanni di Kronstadt morì dieci anni prima dell’instaurazione dei Soviet, mentre Salvo d’Acquisto i nazisti li vide eccome).

 

Prima dello Scisma del 1054, il matrimonio nella Chiesa unica, era indissolubile o no ?

Prima della “giuridizzazione” del matrimonio nella Chiesa romana e della sua unilaterale applicazione delle categorie contrattuali a un sacramento, il matrimonio era considerato unico e irripetibile (anche in caso di vedovanza), ma visto che non erano scemi (tutti lo sanno che i matrimoni falliscono), e non erano costretti a tenere sugli occhi fette di salame di equipollenza giuridica con i contratti, si considerava tollerabile il permettere le seconde nozze ai matrimoni falliti o terminati per diverse cause (inclusa la vedovanza!).

 

Ma a questo punto si tratterebbe di capire anche come funziona nelle antiche chiese orientali né cattoliche né ortodosse (monofisite).

Onestamente non lo so. Avrei i miei dubbi che nella loro antica disciplina si trovi qualcosa come la concezione cattolica attuale, perché rispetto alla Chiesa ortodossa sono storicamente ancor più distaccate da Roma al momento dell’irruzione dei giuridismi romani tardo-medioevali. È ben possibile però che ci siano state influenze posteriori accettate acriticamente (per esempio, generazioni di preti copti furono fatte studiare in università occidentali ai tempi dell’Egitto dei mamelucchi), quindi non escluderei a priori qualche commistione.

 

Ma mi parrebbe che il matrimonio ortodosso non sia “solo” per tutta la vita, ma addirittura perpetuo. Quindi il vedovo non ha il diritto automatico di risposarsi (salvo dispensa del Patriarca).

Non si parla di dispensa patriarcale: i patriarchi non sono la versione povera dei papi di Roma. Queste cose sono sempre appannaggio del vescovo locale. In pratica, per quanto ho potuto vedere, il diritto dei vedovi a risposarsi (...per la prima volta!) è praticamente concesso senza particolari richieste. Negli altri casi, si richiede la benedizione del vescovo del luogo in cui è stato celebrato il matrimonio precedente (un bel pasticcio nel caso dei migranti!)

 

Io CREDO solo nel Matrimonio Indissolubile (come tratteggiato dalla Chiesa Cattolica)

Comincio a pensare, a dialogare con lei, che la differenza tra il matrimonio cattolico e quello ortodosso non sia di ordine teologico ma filosofico.

Strano... non ho ancora mai sentito un sostenitore dell’indissolubilità dire semplicemente che crede che “l’uomo non deve sciogliere ciò che Dio ha unito”. Questo farebbe tutto un altro effetto, ma, come le dicevo, finora tabula rasa.

Dove non c’è una rivelazione divina, non c’è teologia (come laddove non ci sono forme di vita, non c’è biologia, e via dicendo). Siccome lei non mi parla di rivelazione (prova ne è che le parole di GESÙ CRISTO sul ripudio glie le ho dovute citare io ora, altrimenti ancora non si vedevano all’orizzonte), io direi piuttosto che TUTTO quello che lei mi ha detto finora – e una buona parte di quel che le ho risposto io – è filosofia.

 

Secondo la Chiesa cattolica, il Ripudio per Adulterio non significa Divorzio, ma solo Separazione (manente vinculo), Istituto peraltro coerentemente esistente nel Diritto Canonico.

Ottima risposta giuridica, ZERO teologia. Che cos’è un ripudio? Che cosa significa “l’uomo non sciolga ciò che Dio ha unito”? Chi si intende per uomo? Come unisce Dio? tutta robetta da quattro soldi, come vede, che se non si chiarifica a monte, tutti gli istituti di tutti i diritti canonici valgono meno di zero.

 

Lei ha scritto: “1) L’uomo non sciolga ciò che Dio ha unito”? 2) Chi si intende per uomo? 3) Come unisce Dio?”

Per la Chiesa cattolica:

1) Il divorzio non può esistere a fronte di un matrimonio “pieno” (tali non sono quelli dei non cattolici e quelli non consumati)...

2) Qui andiamo per le lunghe, ma io di uomini ne vedo pochi...

3) Dio unisce col consenso, la consumazione e la forma canonica.

1) L’eccezione matteana finisce convenientemente nel cesso, con la conveniente giustificazione che un’eccezione prevista dallo stesso Gesù non è un vero matrimonio “pieno”, ovvero, come dicono Humpty Dumpty e un po’ di teologia cattolica , “le parole significano esattamente quello che io voglio che significhino”. Ragionamento circolare.

2) Battuta carina, ma teologia al di sotto del demenziale. Se il rifiuto di Gesù è il rifiuto del ripudio unilaterale dell’uomo, allora il singolo non ha il diritto di ripudiare (cosa che aveva sotto Mosè “per la durezza del suo cuore”), ma la Chiesa (in virtù di quella minuzia delle chiavi, ...se la ricorda? il potere di slegare nei cieli ciò che si slega sulla terra? ...mica si parla di soli lacci delle scarpe) può slegare un tale legame per evitare un male maggiore. E non è mica una cosa che non facessero i papi del primo millennio, che di teologia ne sapevano qualcosa! Nel secondo millennio, purtroppo, questo potere delle chiavi è rimasto confinato solo al piccolo rimasuglio del privilegio petrino. Davvero, avere un po’ di basi di teologia, e FARE COME HA SEMPRE FATTO LA CHIESA, aiuta parecchio.

3) Bene. Con queste premesse, nessuno è mai stato unito da Dio in matrimonio , da Adamo ed Eva fino al tardo medioevo, quando si è definita la “forma canonica” usata dai matrimoni cattolici “pieni”.

 

Riguardo la forma canonica, è vero che è stata rifinita da ultimo dal Concilio di Trento, ma aveva già iniziato il Concilio Lateranense circa 300 anni prima.

Per la Chiesa ortodossa è come sentirsi dire “è vero che questo lo ha fatto Stalin... ma aveva già iniziato Lenin tot anni prima”. L’uno vale l’altro, e tutti e due valgono zero.

 

Ma su questo le riporto un ragionamento del compianto Card. Pompedda (già decano della Rota Romana e Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica): “La Verità sul Matrimonio (e non solo su quello...) è immutabile, ma ne è perfettibile la conoscenza da parte dell’Uomo”... Ma il consenso, contrariamente alla forma, è stato ben compreso da sempre.

Anche quest’arrampicatura giuridica sugli specchi è una conseguenza di un’arrampicatura teologica sugli specchi: lo “sviluppo dogmatico”, che postula che le decisioni di Francesco (che può imporre dogmi ex sese) non sono altro che il naturale “sviluppo” delle decisioni di Pietro (quello che fu messo in minoranza a Gerusalemme alla prima e ultima volta che si dovette prendere una decisione conciliare tra gli apostoli): una dottrina singolarmente poco convincente.

 

“...fare quello che la Chiesa ha sempre fatto?” C’è un mio amico quasi laureato in teologia, gay praticante, che si sta per “sposare” con altro gay in una Chiesa vetero-cattolica con vescovo anglicano e parroco cattolico sposato civilmente senza alcuna trascrizione al civile (in Olanda o Spagna) e senza alcuna convivenza, e naturalmente in “separazione dei beni”: il “prete” NON è cattolico, ma solo Travestito.

Mi dica un po’ lei...?????

Per queste persone i titoli clericali sono solo un tipo di bijouterie (e fin lì si potrebbe perdonare: ci sono vari tipi di travestiti, nel mondo: quelli che amano travestirsi da cavalieri, da donne o... da preti), unito al fatto (questo sì un po’ preoccupante) che si ingeriscono in gruppi di soli uomini (e spesso, di uomini soli). Non è un caso che questi personaggi passino con facilità dagli ambienti clericali (di solito, di gruppi indipendenti creati da episcopi vagantes) ad ambienti massonici (anche lì, in loggia non puoi andare con la moglie, ma puoi andare con l’amichetto).

Il prete da lei contestato sarà scismatico di sicuro, verosimilmente eretico... ma NON ne consegue che deve essere solo un travestito.

Un cattolico è tenuto a seguire la dottrina della sua Chiesa per quanto riguarda gli ordini sacri. Se il prete di una comunità un po’ strana riesce a comprovare una sua ordinazione in una linea di successione apostolica riconosciuta come valida dalla Chiesa cattolica, allora si tratta davvero di un prete, e non di un travestito. Può essere accusato di compiere tutte le illiceità possibili, e naturalmente se celebra il “matrimonio” di due omosessuali, questo non avrà nessun valore sacramentale (proprio come non lo avrebbe se fosse celebrato da un prete cattolico che aveva tutte le carte in regola fino a quel momento), ma non gli si potrà dire che non è un prete.

La Chiesa ortodossa ha un’altra dottrina sugli ordini sacri, e può asserire che quel prete non è un vero prete. I cattolici romani non possono permettersi questo lusso.

 

Se una parte ortodossa vuole sposare con rito ortodosso una parte cattolica non libera (poiché non ha la nullità ecclesiastica), ma ha solo il divorzio civile, lo può fare senza passare dalla conversione della parte cattolica?

No.

 

Il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica in una “declaratio” al primate greco-cattolico di Romania del 2006 ha detto che una parte cattolica può sposare una parte ortodossa con scioglimento del matrimonio dal Vescovo ortodosso, solo PREVIO ottenimento della nullità da un tribunale cattolico.

Dal combinato della sua risposta e della declaratio di cui sopra, parrebbe che la Chiesa ortodossa rispetti il matrimonio cattolico, ma la Chiesa cattolica non rispetti il matrimonio ortodosso...

UN BEL CASINO...

Non la metterei sul “rispetto” (che vale quel che vale) ma sul non appropriarsi di quel che appartiene legittimamente all’altro. Una parte cattolica si può sposare in un matrimonio ortodosso solo se è libera di sposarsi per la sua chiesa.

Ma questi sono piccoli indicatori di una grande differenza di mentalità nei confronti della libertà dell’altro. Basta vedere da quale parte hanno inventato l’uniatismo...

 

Quindi da un punto di vista razionale, illuministico e filosofico le nostre 2 Chiese stanno facendo una lite da pollaio, solo per giustificare alla coscienza il modo migliore per venirne fuori senza i limiti impossibili di cui sopra...

Razionale, illuministico, filosofico E molto limitato nel tempo e nello spazio, visto che quella che chiama “lite da pollaio” in realtà divide cattolici e ortodossi in alcune CENTINAIA di ordinamenti giuridici e situazioni storico-sociali tutte diverse tra loro.

 

Ma non è che il matrimonio ortodosso sia un po’ tanto simile al matrimonio ebraico, dove anche lì c’è lo scioglimento da parte del Rabbino?

E secondo lei, di grazia, da dove viene il matrimonio cristiano? Le nozze di Cana NON erano precisamente fatte secondo il Codex Iuris Canonici... la differenza sostanziale è l’atteggiamento verso il ripudio unilaterale, che il matrimonio cristiano ortodosso non accetta, ma non perché lo ha detto il/un papa.

 

Sia dettagliato, per favore: è un argomento della massima importanza e priorità !

In COSA dovrei essere dettagliato? La mia ultima risposta non è altro che la conseguenza di quello che già le ho scritto... il matrimonio ebraico accetta che un marito ripudi la moglie... e SCIOGLIE (non “dichiara nullo”) il matrimonio. Il matrimonio cristiano ortodosso NON accetta il ripudio (perché lo ha detto Cristo), ma riconosce un eccezione di matrimonio fallito (perché lo ha detto Cristo), e SCIOGLIE (non “dichiara nullo”) il matrimonio. Tutto qui.

 

Aggiungo anche che il rabbinato vieta anche e sempre i matrimoni interreligiosi, che poi gli israeliani “gabolano” andandosi a sposare civilmente a Cipro (con riconoscimento del Governo Israeliano, come matrimonio estero, quando in Israele peraltro non esiste il matrimonio civile interno, ma sono riconosciuti dallo Stato i matrimoni delle varie religioni del paese).

In Israele ci si sposa seguendo le regole della NAZIONALITA’ segnata sul passaporto. Se hai scritto “ebreo” ti DEVI sposare di fronte a un rabbino, anche se sei un cristiano immigrato in Israele perché avevi un chissà qual parente ebreo di terzo grado. Ecco perché, per esempio, molti degli immigrati (cristiani) dalla Russia e dall’Ucraina, che non possono farsi segnare “cristiano” sul passaporto (se no perdono la cittadinanza) vanno a Cipro a sposarsi... dal prete ortodosso! (il matrimonio religioso ortodosso a Cipro è trascritto a valore civile). Quindi il matrimonio viene convalidato in Israele come “matrimonio ebraico”! Assolutamente affascinante...

 

Ripudio Unilaterale

1) Il marito di sicuro può ripudiare la moglie (per qualunque motivo o solo per tradimento?);

2) Ma la moglie può ripudiare il marito?

3) E nell’Islam?

4) Dovrebbe essere un istituto privatistico immediatamente esecutivo (come mi pare nell’Islam), ma allora perché si deve passare dal Rabbino, trasformando di fatto il Ripudio in Scioglimento ?

Scioglimento Ortodosso

1) E’ uno strumento pubblicistico, infatti si deve passare sempre dal Vescovo ortodosso che lo concede in modo non automatico (quindi solo lo ritiene giusto e conveniente) e poi solo il coniuge non colpevole si può risposare.

Divorzio Civile

1) E’ uno strumento pubblicistico-privatistico: si deve passare dal giudice civile, che però non lo può mai negare (almeno in Italia, fatti salvi i 3 anni di separazione).

Divorzio Islamico

1) Assomiglia molto al Divorzio civile, ma non so quando si usa questo e quando si usa il Ripudio Islamico.

Divorzio Protestante

1) Per i Protestanti il Matrimonio non è un Sacramento e riconoscono in toto il matrimonio civile, divorzio compreso, dei singoli stati. Il matrimonio in Chiesa è quindi solo una formalità religiosa. Per i secondi matrimoni danno però solo una benedizione.

Io non so se ci ho preso su tutto, ma come vede, l’argomento è articolato e della massima importanza.

No, non si può proprio dire che lei ci abbia preso su tutto. Procediamo per singole voci.

Ripudio Unilaterale

1-2) La pratica del ripudio dipende dai periodi e dalle società. Matteo parla solo di uomo, perché il suo vangelo è indirizzato agli ebrei, che a quel tempo non ammettevano il ripudio da parte della donna. Marco (che verosimilmente indirizza il suo vangelo alle comunità petrine, tra cui Roma), parla anche di ripudio da parte della donna, perché quello era ammesso dalla legge romana.

3) Non so quasi nulla di matrimonio islamico. Mi pare da quanto ricordo che il ripudio da parte dell’uomo e quello da parte della donna sono estremamente impari tra loro (tipo uno quasi automatico e l’altro assai complicato), ma come le ho detto, non sono io l’esperto.

4) Perché passare dal rabbino? Immagino per monitorare più seriamente l’atto... tenga però presente che quando parliamo di “rabbinato” parliamo del giudaismo DOPO i tempi di Gesù e la distruzione del tempio, quindi è possibile che non sia esattamente un parallelo a quel che succedeva ai tempo del Nuovo Testamento.

Scioglimento Ortodosso

1) Ufficialmente solo il coniuge non colpevole si può risposare, ma visto che i nostri vescovi (contrariamente a una certa vulgata...) NON sono agenti dei servizi segreti, non hanno mezzi per stabilire chi ha tradito chi. Quando poi devono giudicare una coppia emigrata da anni in un paese lontano, hanno ancor meno mezzi. Una misura di equilibro (o di economia) permette che un coniuge di matrimonio fallito venga ammesso a un secondo matrimonio SE sta continuando a frequentare la Chiesa, e di solito dopo un serio periodo di allontanamento dalla comunione.

Divorzio Protestante

1) Quello che lei dice è molto generico, e certamente non comprende tutti i protestanti. Ci sono protestanti che non ammettono il divorzio, MAI, e che escludono dalla comunione chi si è risposato dopo aver anche solo subìto un divorzio civile.

 

Lei dice che la Chiesa ortodossa non ha i mezzi di indagine. Quella cattolica però ce li ha!

No, non li ha. Li ruba ai fedeli. E con l’inganno! Scusi, ma qui non mi incanta. So benissimo e HO VISTO DI PERSONA, anche se dal solo caso di Torino, come funzionavano i tribunali ecclesiastici PRIMA e DOPO l’arrivo dei soldi dell’otto per mille. Le zuccherose pubblicità dell’otto per mille fanno vedere comunità di recupero, centri di carità per senzatetto, parroci di campagna, e quant’altro, ma non hanno MAI fatto vedere un giudice o un tribunale in sessione. E finché non si usano questi metodi per FRODARE i fedeli, il sistema dei tribunali ecclesiastici rimane quella nicchia classista da privilegiati che è stata per secoli. Non me la bevo.

Ragiono sulla base di quel che ho visto a Torino e di quel che mi è stato detto DA INTERNI DELLA CURIA. Il tribunale ecclesiastico di Torino contava QUATTRO (4!) dipendenti in tutto fino a un certo punto. Poi, improvvisamente, ha aumentato il suo organico a SESSANTA (60!) tra giudici e cancellieri. Quando ho chiesto cosa aveva portato tanta manna dal cielo, mi è stato risposto “l’otto per mille”. Ora, che siano proprio quei soldi, o che siano passati da una tasca a un’altra, o che vengano da fondi che si sono liberati grazie agli introiti dell’otto per mille, non cambia molto la questione. L’otto per mille è il responsabile (diretto, semi-diretto, semi-indiretto) di cotanta baldoria giudiziaria. Non crede che uno che destina onestamente il suo otto per mille pensando alle comunità di recupero avrebbe almeno il diritto di saperlo?

 

Una vulgata dice che il Patriarca Teoctist era un colonnello della Securitate...

Ah, proprio quello che ha accolto il papa in visita tanto amorevolmente... che bello! Se fosse vero, la direbbe lunga sui veri obiettivi dell’ecomunismo, pardon, dell’ecumenismo! Ma comunque non è vero, semplicemente perché il curriculum dell’una e dell’altra carriera sono incompatibili per mera impossibilità di seguirle entrambe, così come uno non può diventare un premio Nobel per la medicina per cinquant’anni di ricerca medica sul campo... e al tempo stesso un Nobel per la letteratura per aver scritto quaranta romanzi di successo. Semplicemente, non gli basta la vita.

Vulgata per vulgata, ce n’è anche una che ripete che gli ultimi cinque o sei papi sono (o sono stati) massoni. Che ce ne facciamo?

 

Quando dicevo della vulgata sul fatto che il Patriarca Teoctist fosse anche un Colonnello della Securitate, significavo che lo facesse “sotto copertura”, concetto che lei fa sempre fatica a metabolizzare…

Guardi che non sono tanto idiota da non sapere cosa sia un agente sotto copertura. Il problema è che i servizi segreti (a differenza dell’ordinariato militare dove i cappellani sono insigniti di gradi di ufficiali) non devono far sapere alle altre organizzazioni quanto è importante un loro infiltrato, in modo che i sottoposti prendano ordini da lui e si facciano intimorire.

Nei servizi segreti, se uno è davvero colonnello, ha un determinato potere, e suppongo che i gradi debba sudarseli, come quelli di un comune colonnello dell’esercito, e non come quelli di un pretino o pastorino che appena entrato tra i cappellani militari è già tenente. Ergo, difficile fare quella carriera e anche quella di un semplice vescovo allo stesso tempo.

Io faccio fatica a metabolizzare le cretinate, non i concetti... per cui se davvero è certo che una cosa sia una cretinata, veda di non mandarmela come se fosse la notizia del giorno o il punto fondamentale di un ragionamento, così facciamo prima... e di come io veda le cose non glie ne importerà più di tanto.

 

La Verità non si cerca a forfait frequentando la chiesa e saltando la comunione per determinati periodi, ma puntualmente, passo per passo, traccia dopo traccia, fino a incastrare il colpevole per liberarlo dalla menzogna, che è lo scopo del processo canonico; ma se liberi un uomo dalla menzogna, hai liberato il mondo.

Suona un po’ come se Cristo avesse fondato non la Chiesa, ma i processi canonici.

E perseguire il fine di “liberare l’uomo dalla menzogna” dopo avere istituzionalizzato una serie di menzogne ed averne elevato alcune addirittura a livello dogmatico suona un po’ come perseguire la purezza sessuale a forza di stupri.

...starò diventando un po’ anch’io provocatore?

 

Di fatto il sistema, non per questioni Magisteriali, è un sistema parecchio erroneo, ma non per questo quelle sentenze non sono giuste, altrimenti argomentando dovremmo chiudere anche i tribunali civili e penali, dove lì davvero chi ha dei soldi è più uguale degli altri . . .

Con questa risposta mi sono guadagnato la “scomunica” sia della Chiesa Cattolica che di quella Ortodossa, ma anche dello Stato, perché la Verità è scomoda per TUTTI.

Non si è guadagnato nessuna scomunica, ma rischia di guadagnarsi la fama di cattivo ragionatore. E questa resta poi addosso per sempre! Vediamo di ricapitolare:

1) io dico la “frase galeotta” che i vescovi ortodossi non hanno mezzi per valutare chi è il coniuge colpevole, soprattutto nei casi in cui devono dare un permesso di risposarsi a persone che stanno a grande distanza fuori dalle loro diocesi.

2) invece di darmelo come dato acquisito, lei ribatte che “la Chiesa cattolica i mezzi per valutare invece li ha” (riferendosi presumibilmente a quel che ha in Italia, perché vorrei vedere se gli stessi mezzi ce li ha anche laddove è una presenza sparuta... ma mettiamo che li abbia sempre, e chiudiamola pure qui).

3) io le dico che quei mezzi, se li ha, li ruba, per i motivi che ho espresso (sottinteso: i vescovi ortodossi, invece, NON li rubano... magari perché non hanno sotto il naso un’offerta concordataria, non necessariamente perché sono più buoni e/o santi; in ogni caso, non li ho mai visti pararsi dietro alla foglia di fico delle opere sociali per finanziare poi i tribunali ecclesiastici).

4) lei mi risponde che anche se il sistema fa acqua, comunque “le sentenze sono giuste”... E chi glie lo ha mai contestato?

È davvero stancante argomentare con chi cambia argomento ogni volta.

 

Secondo lei sarebbe più deficiente:

a) un parroco cattolico che non accetta la nullità matrimoniale;

b) o un parroco ortodosso che credesse nella nullità matrimoniale.

Oppure i parroci del caso a) – che sono di fatto una vasta maggioranza – semplicemente simulano di essere cattolici, essendo di fatto ortodossi ?

Il più deficiente sarebbe chi si pone questi quesiti. Il parroco ortodosso che “crede” nella nullità matrimoniale può liberamente dire al suo vescovo che ritiene il matrimonio dei suoi parrocchiani X e Y nullo per “vizio del consenso”, e il suo vescovo può con altrettanta libertà dirgli che risolverà lui il caso, ma non per i pareri strambi del parroco, bensì perché HA IL POTERE DI SCIOGLIERLO (...sempre quella banalità delle chiavi apostoliche, ricorda?) Il parroco cattolico che non accetta una parte del SUO diritto canonico, invece, è... faccia pure lei.

A una seria indagine, è venuto fuori che quando si spiega per bene l’infallibilità papale ai cattolici, tre su quattro NON CI CREDONO. Sono simulatori... o semplicemente vetero-cattolici che ignorano di esserlo? O magari si ingannano per quieto vivere? Anche qui, faccia lei.

 

I suoi ragionamenti sono tutti condivisibili, e come sempre espressi con intelligenza e preparazione... e ironia.

Fa eccezione solo il pregiudizio NON TEOLOGICO sul funzionamento concreto dei tribunali ecclesiastici.

Lo vuole capire una buona volta che il problema non è DENTRO i Tribunali, ma FUORI, dove non spiegano mai a nessuno Ex Ante i problemi che possono poi uscire Ex Post, e così “Dentro” ci arrivano solo i soliti informati DI NICCHIA (perché le persone informate sono sempre Di Nicchia in tutte le cose della Vita). Ma non fanno idiozie per mala fede ma per bigottismo perbenista.

Non so come spiegarle che per me come funzionino i tribunali ecclesiastici non ha importanza. Mi accusa di “pregiudizio NON TEOLOGICO sul funzionamento concreto dei tribunali ecclesiastici” sul quale funzionamento concreto non ho alcun particolare pregiudizio (beh, se poi mi imbatto in qualcosa che ha l’aspetto di una cacca, il colore di una cacca e olezza come una cacca, non mi ci avvicino, a prescindere dal fatto che qualcuno la chiami cacca oppure no. Se anche lei riuscisse a dimostrarmi, dopo un’estenuante giro di spiegazioni, che in realtà si tratta di cioccolata, io continuerei a tenermene un tantino alla larga...). Visto che i miei pregiudizi non sono sui tribunali in sé, ma sui principi teologici che li animano, credo che potremmo anche raggiungere un accordo sul fatto che non ci dividono particolari ostilità sul loro funzionamento. Gene Roddenberry, il creatore dei telefilm di Star Trek, era sempre assediato da giornalisti che gli chiedevano il perché e il percome delle sue creazioni di fantascienza. Quando un giornalista gli chiese “come funzionano i suoi motori a curvatura iperspaziale?”, rispose “...funzionano molto bene, grazie!”

 

Se lei vuole conoscere il matrimonio che tanto detesta, lo deve conoscere come io ho voluto conoscere il matrimonio ortodosso che sostanzialmente non mi pare dissimile da quello civile.

Da ultimo mi chiedo, poiché io le ho segnalato non poche idiozie nei comportamenti della Chiesa cattolica, se anche le Chiese ortodosse non ne facciano per caso qualcuna anche loro?

Guardi, io ho letto il Codex Iuris Canonici (...quello vecchio, in latino!) quando avevo sedici anni, e il primo libro sui vizi del consenso circa un anno o due dopo. Dopo trent’anni che si sarà informato sul matrimonio ortodosso ne riparliamo, va bene?

Prima di saper valutare le idiozie, dovrebbe saper valutare la Chiesa ortodossa. Finché la sua valutazione è pari a quella di un bambino di tre anni che pensa di conoscere Leonardo da Vinci perché anche lui disegna con dei pastelli su un foglio, avrà altrettanto valore delle conclusioni del bimbo sui difetti di Leonardo.

 

La Chiesa Ortodossa permette “solo” 3 matrimoni (in coerenza col principio teologico del matrimonio “unico e irripetibile...”)?

Che posso dirle, sui tre matrimoni ortodossi? Citerò san Gregorio di Nazianzo: “Il primo matrimonio è benedetto, il secondo tollerato, il terzo ammissibile ma nefasto, il quarto rende simili a bestie”. Era un grande Padre e dottore della Chiesa.

 

Quando “sconsiglio” il matrimonio canonico a coloro che verosimilmente lo vogliono celebrare in modo nullo, dovrei capire se indicargli di sposarsi civilmente, come ho sempre “consigliato” finora, oppure sposarsi con rito ortodosso, tenuto conto però che questi due matrimoni sono accomunati dal fatto che il matrimonio è sempre valido, “assurdità” comprese, perché la Chiesa ortodossa non capisce la differenza tra “bona fides” e “mala fides” che già nel matrimonio civile ha almeno un minimo di cittadinanza.

Però mentre per il codice civile – con matrimonio dissolubile – uno si può sposare senza limite di numero, nella Chiesa ortodossa, con matrimonio “unico e irripetibile” lo può fare “solo” per 3 volte, purché tra un matrimonio e l’altro “frequenti assiduamente” la Chiesa “per un congruo periodo”, un po’ come nel matrimonio civile questo congruo periodo è forfetizzato in 3 anni di separazione.

Non mi metta in bocca cose che non ho detto...

Se parlo del principio del matrimonio unico e irripetibile è OVVIO che non parlo di un principio di tre matrimoni (...ma per che razza di imbecille mi ha preso?). Se dico a un bambino che non deve rubare la marmellata (principio) e poi ammetto che la mamma è disposta a non prenderlo a legnate la prima volta o due che ruba la marmellata (tolleranza), con questo non ho stabilito alcun principio che la marmellata si ruba una o due volte! Altro che non capire la differenza tra bona fides e mala fides... qui siamo proprio o alle fette di salame sugli occhi (...bona fides?) o al pervicace ribaltamento di ogni cosa che dico (...mala fides?).

Allo stesso modo, la frequentazione della chiesa e i periodi di penitenza per i risposati non sono un articolo di fede. Vescovi diversi possono decidere in modo diverso, proprio perché le condizioni sono diverse. Noti ancora in questo caso la sua tendenza a mettermi in bocca cose che non ho detto: non ho parlato di frequentazione “assidua” (...e se fosse solo saltuaria?), e non ho parlato di “periodo congruo”. Abbia pazienza, ma “congruo” significa “proporzionato a qualcosa”, e finché non sappiamo a COSA debbano essere proporzionati i periodi, le sue sono solo parole vuote. Ho solo accennato a un “serio periodo di penitenza”, a discrezione del vescovo. La sua tendenza a dogmatizzare quello che le dico è una buona cartina di tornasole di una scarsa conoscenza della materia. La tendenza a razionalizzare su quello che lei ha dogmatizzato a partire dalle mie parole, poi, è la garanzia che non farà molti altri passi in questa conoscenza.

La prego di non consigliare a NESSUNO di sposarsi con il rito ortodosso, a meno che non incontri una persona DAVVERO ortodossa. Se lo è, lo saprà che deve sposarsi nella sua chiesa... ma un tantino di aiuto non guasta. Se non lo è... può vestire finché vuole i lupi in pelli di pecora, ma non per questo diventeranno pecore.

 

Mi può fare altri esempi, diversi dal matrimonio, sul potere della Chiesa di “sciogliere sulla terra” (possibilmente con spiegate le eventuali differenze con la Chiesa cattolica).

Solo così posso capire perché sul matrimonio ci sono i noti conflitti teologici che mandano il cervello in corto circuito...

Lo scioglimento dei voti monastici fatto dalla Santa Sede.

Curiosamente, la Santa Sede si dichiara incapace di sciogliere sulla terra un voto di fedeltà che si fanno un uomo e una donna l’uno all’altra, e poi si arroga il diritto di sciogliere i voti di fedeltà che un altro uomo e un’altra donna fanno a DIO! Bella coerenza, nevvero?

Dato che insiste sulle differenze.. La Chiesa ortodossa scioglie i matrimoni falliti, ma non scioglie i monachesimi falliti. Queste sono promesse fatte a Dio, e la Chiesa non è Dio, per cui non interviene. Se il monaco / la monaca può davvero provare di essere stato/a portato/a alla tonsura monastica sotto minaccia o per burla, si potrà anche dire che era una tonsura nulla (anche se è un po’ difficile, visto il testo e soprattutto il contesto di una tonsura monastica), ma qui non c’è “vizio del consenso” che tenga.

 

Intanto le dico che esiste la dichiarazione di nullità della sacra ordinazione. Non ho mai approfondito come funziona, MA ESISTE.

Non so cosa lei intenda per “sacra ordinazione”, ma io non mi riferisco agli ordini sacri, mi riferisco ai VOTI MONASTICI. Per quelli non ha bisogno di approfondire per sua vocazione professionale: i religiosi e le religiose non sono soggetti per quanto ne so alla Rota, ma alla disciplina interna dei loro ordini e in ultima analisi al dicastero vaticano per i religiosi.

 

Le nullità per vizi del consenso hanno un senso solo se esiste un filtro preventivo (come esiste per i voti monastici e per diventare preti), filtro di fatto inesistente (pur previsto giuridicamente, ma disatteso dai preti) nel matrimonio, che le faccia tornare ad essere un fenomeno eccezionale, quando ora i matrimoni nulli sono invece la regola (nel 2013 il tribunale ecclesiastico su 134 sentenze, 130 (ben il 97%!) sono state di nullità, ed è sempre così tutti gli anni e in tutti i tribunali. solo la Rota Romana ne annulla parecchi di meno, ma non perché è cattiva, ma perché vi pervengono solo i casi più dubbi.

Le nullità matrimoniali, in numero assoluto verosimilmente non sono molto più alte, solo perché la maggior parte della gente è ignorante (anche per colpa della Chiesa cattolica) e va a divorziare in tribunale civile non sapendo un accidente di tribunali della Chiesa e di matrimoni nulli.

Il problema non è quindi come sono finanziati...

Visto che è così ben informato su tali statistiche, invece di dirmi che le sentenze sono al 97% di nullità, potrebbe per favore dirmi quali sono le percentuali di nullità garantite per vizi del consenso, e magari per la precisione la percentuale di ogni tipo diverso di motivazione?

Esistono anche analoghe statistiche percentuali relative a tutti i tribunali ecclesiastici cattolici nel mondo?

 

Una fonte dice: “Per quanto concerne i motivi della nullità, i vizi del consenso sfiorano il 99%”. Il resto tratta di incapacità psichica, violenza, errore, ecc... (i motivi che piacciono a lei sono, per differenza, molto pochi).

Correzione: non quelli che PIACCIONO a me (bisognerebbe essere MOLTO malati per trovare piacevole una minaccia o una costrizione); dica piuttosto, quelli che a una normale coscienza cristiana appaiono chiaramente come un’assenza totale di un matrimonio perché riguardano nullità oggettive (avevo una pistola alla tempia, la sposa era un uomo e non una donna, etc.) e non totalmente soggettive (non voleva essermi fedele il giorno delle nozze e non importa se poi lo è stato/a per tutta la vita, non credeva in Dio il giorno delle nozze e non importa se oggi ci crede, non voleva figli il giorno delle nozze e non importa se poi me ne ha dati dieci, etc.)

 

Mi faccia ora lei qualche esempio di “giusti motivi” per i quali il Vescovo ortodosso scioglie i matrimoni e appioppa la colpa a uno dei coniugi... 

Abbandono del tetto coniugale (è abbastanza chiaro chi sia il colpevole). Teologicamente non è riconducibile all’eccezione di Matteo, perché non si può dimostrare un adulterio, ma è altrettanto chiaro che questo conduce un coniuge a vivere forzatamente separato, e trasforma un matrimonio in una mera finzione. È una misura GROSSA di economia.

Credo che questo sia il caso-rogna dei matrimoni ebraici. Là il matrimonio si può sciogliere, ma ci vuole il documento di ripudio firmato dal coniuge, e se il coniuge è scappato... ciccia! Stessa cosa per i coniugi presunti morti. Per fortuna il matrimonio cristiano non è dipendente dal libello di ripudio della legge mosaica.

 

Gli ortodossi mi sono simpatici quando si presentano da ortodossi, ma quando si presentano mascherati da cattolici, gli applicherei il codice penale militare di guerra, in quanto intelligenze nemiche sotto copertura...

Non capisco dove va a parare con quest’affermazione. Che gli ortodossi le siano simpatici quando si presentano da ortodossi (ovvero da sottosviluppati nella verità, secondo la posizione perfezionistica romana), bontà sua, ma chi sarebbero gli “ortodossi che le si presentano mascherati da cattolici”??? Visto che vorrebbe fucilarli... facciamo nomi e cognomi, please?

 

Gli ortodossi mascherati da cattolici sono tutti quelli che hanno in scandalo la nullità matrimoniale, e che sono la maggioranza. Io non so che cosa abbiano in testa... oppure li avete infiltrati voi...

Non si preoccupi, con i problemi che ha avuto il mondo ortodosso negli ultimi secoli, l’ultima preoccupazione era “infiltrare” in santa romana Chiesa persone che seminassero dubbi su minuzie come le nullità matrimoniali. Io direi piuttosto che quelli di cui parla sono persone che rimangono ancora con una naturale coscienza ortodossa; abbia pazienza, nemmeno un millennio di propaganda contraria riesce a cancellare dalla Chiesa romana TUTTE le tracce di una prassi ortodossa... ecco perché abbiamo ancora quelle testimonianze di papi del primo millennio che ordinano di SCIOGLIERE i matrimoni.

 

Dopo il costruttivo “brainstorming” con lei, mi sto convincendo sempre più che la differenza tra il matrimonio cattolico (basato sulla nullità ex tunc) e quello ortodosso (basato sullo scioglimento ex nunc) non sia affatto di natura teologica bensì logica e filosofica poiché sia l’economia che il diritto appartengono a quest’area secolare.

Un pò come la differenza tra un sistema di “common law” (il primato della sentenza) e uno di “civil law” (il primato della legge). Peraltro il diritto canonico è di questo secondo tipo, come il diritto romano e il diritto germanico. Solo il diritto anglosassone è del primo tipo.

Il matrimonio... BASATO sulla nullità e/o sullo scioglimento? Via, capisco che dopo tante discussioni il calo degli zuccheri al cervello (“brainstarving”, piuttosto che “brainstoming”) può dare qualche problema di concentrazione, ma è come dire che un’automobile è basata sugli incidenti.

Piuttosto, parlare del matrimonio cattolico BASATO sulla dottrina dell’indissolubilità (tanto radicata che il papa non si permette di cambiarla – ovvero di tornare a fare quel che facevano i papi suoi predecessori – nemmeno con l’esercizio delle sue prerogative di infallibilità con le quali ha cambiato ben altre cose della tradizione della Chiesa) e sul conseguente appiglio ai vizi del consenso (appiglio che non serve ad altro che a mantenere in vita la predetta dottrina) inizierebbe ad avere un po’ di senso, ma... sorpresa, viene proprio a essere una differenza di natura teologica!

Del resto, sono piuttosto colpito dall’affermazione che mi ha fornito, che “Per quanto concerne i motivi della nullità, i vizi del consenso sfiorano il 99%”. Capirà anche l’importanza di parlare di quelli e non di altro: in una chiesa dove i vizi del consenso sono BASATI sull’impalcatura della dottrina dell’indissolubilità, laddove questa non si pone, crolla tutto l’apparato rotale! E in questo, forse, il problema non è teologico, ma contingente.

 

In passato i matrimoni erano nulli per violenza, timore, errore, dolo, ecc, perché la gente era ignorante.

La gente è SEMPRE ignorante! Credere il contrario significa cadere nel mito positivista del progressismo.

Se i casi di violenza, timore, errore, dolo, ecc. passassero, che so, dal 70 al 60 per cento nello spazio di una generazione rispetto ai vizi del consenso, potrei anche ammettere che siamo in una società con un po’ più di infantilismi e depressioni, ma quando i casi riconosciuti e avallati di vizi del consenso oggi assommano al 99%, non c’è santo che tenga: non è una questione GENERAZIONALE, è una questione COSTITUTIVA di un matrimonio basato sul principio TEOLOGICO dell’indissolubilità.

 

Prima che lei mi scrivesse di “Sicurezza della Verità”, io il medesimo concetto lo definivo semplicemente come “Sicurezza”, e come il diritto secolare definisce “Certezza del Diritto”...

No, sono due cose completamente diverse, e non ha azzeccato nemmeno alla lontana il senso con cui io parlo della verità CONTRO la certezza della verità. Vediamo se riesco a spiegarglielo come a un bambino PARTICOLARMENTE ritardato.

Dunque, stiamo giocando tutti al tiro con l’arco contro un bersaglio. Lo conoscete, bambini, quel tondino rosso al centro del bersaglio? Bene, quella è la verità. Chi non fa centro non è necessariamente nell’errore, e anche tra chi sbaglia, c’è chi è più vicino alla verità di altri. Ma il centro resta sempre lì, per tutti, in modo da poter aggiustare la mira. Poi arriva un arciere furbetto, che chiameremo “il papa”, che dice ai suoi amici di tirare non verso il centro, ma verso il punto dove LUI ha fatto arrivare la sua freccia. Vicino o lontano dal centro, è irrilevante, l’importante è che tutti mirino a dove ha mirato il papa. Così, quando si sentono obiettare “Ma non stai mirando al centro!”, gli arcieri papisti dicono: “...ebbene? Sto mirando a dove ha mirato il papa, E SONO SICURO, e questo per me è sufficiente!”

...capita la storia, bambini?

 

Il “vizietto” del consenso (vizio del consenso dovuto a omosessualità), rende il matrimonio nullo dritto come un fuso, e ce ne sono più di quelli che pensa...

A tal proposito, una povera vittima di “vizietto” del consenso deve far “sciogliere il matrimonio”, oppure questa volta ha ragione il Papa?

Per la morale ortodossa l’omosessualità è un peccato, non una parte costitutiva dell’essere umano. Per cui, la riserva mentale del marito di andare a uomini o della moglie di andare a donne non sono diverse dalla riserva mentale di non considerare il matrimonio indissolubile. Se son venuti a sposarsi, sono sposati... non me lo faccia ripetere.

A considerare l’omosessualità come una componente psichica capace da sola di generare la nullità di un matrimonio, non facciamo altro che il gioco di quella lobby (assai potente, oggi) che vuole riscrivere tutte le regole per far salire l’omosessualità a livello di caratteristica innata degli esseri umani. Che straordinario assist dal Vaticano riceve oggi sotto questo aspetto il fronte anti-famiglia!!!

 

Il matrimonio di un omosessuale è nullo anche per l’art. 122 del codice civile, non solo per la dottrina viziata del Papa!

Il Tribunale di Milano con Sentenza del 13/02/2013 ha dichiarato la nullità il matrimonio contratto dai coniugi a causa dell’omosessualità del marito, taciuta alla moglie.

TACIUTA!!! Questa non è una riserva mentale (“al momento delle nozze il marito non poteva credere nel matrimonio perché fantasticava di copulare con il suo vicino”), è un INGANNO bello e buono. E usare un paragone COERENTE con quelli che le faccio io... proprio no, eh?

 

Pensi come può essere contenta una moglie che ha ottenuto lo “scioglimento” dal vescovo ortodosso perché suo “marito” si è sposato con la “riserva mentale” (e non solo la riserva...) di andare a uomini, e che si sente dire dal vescovo ortodosso che si può sì ri-sposare ma con “rito penitenziale” perché il matrimonio “unico e irripetibile” era il primo, magari dovendosi anche fare “un periodo di frequenza della Chiesa e di penitenza”, CASTO (immagino) prima di potersi ri-sposare...

Guardi, se per questo se lo sente dire anche una VEDOVA che quando si risposa in chiesa sta tradendo il suo UNICO matrimonio, ma non ho mai visto nessuno/a buttarsi dal balcone per disperazione. E poi, una buona volta... quel che dirà alla donna il suo vescovo SONO FATTI LORO, non nostri! E farci un po’ di fatti nostri, no, eh?

 

la Chiesa Cattolica non accetta di sposare una parte ortodossa divorziata dal Vescovo Ortodosso con una parte cattolica, se prima la parte ortodossa non riesce a fare dichiarare nullo il suo matrimonio da un tribunale cattolico.

Lei invece mi ha detto che la Chiesa Ortodossa non accetta di sposare una parte cattolica divorziata civilmente con una parte ortodossa, se prima la parte cattolica non riesce a fare dichiarare nullo il suo matrimonio da un tribunale cattolico...

Insomma i teologi siete voi, mettetevi d’accordo! Noi giuristi ESEGUIAMO...

Qui non c’è nessun punto su cui ci si possa “mettere d’accordo”... le posizioni non sono sullo stesso piano:

- Gli ortodossi non accettano di risposare un cattolico se la SUA chiesa (quella cattolica) non lo dichiara libero

- I cattolici non accettano di risposare un ortodosso se LORO non lo dichiarano libero (strafregandosene di quel che dice la sua Chiesa)

Dove può esserci l’accordo? Manco tra Cristo e Beliar...

Non si può proprio dire che gli ortodossi VOGLIANO la dichiarazione di nullità del tribunale cattolico. Purché i cattolici dichiarino il loro fedele libero di risposarsi, alla Chiesa ortodossa non importa un tubo di come la Chiesa cattolica lo dichiari libero: annullamento canonico, privilegio petrino o altro esercizio del “diritto delle chiavi”, decisione di SCIOGLIMENTO ratificata da un papa (come facevano i papi ancora ortodossi nel primo millennio), accettazione tout court di un divorzio civile, riduzione del coniuge allo stato canino...

Vuole che si faccia davvero un passo avanti nel dialogo? Forse sarebbe il caso di avere il coraggio di dire – come disse Fantozzi con La corazzata Kotiomkin – che la dottrina dell’indissolubilità del matrimonio...

 

Torno a rivolgerle il seguente quesito, cui lei mi diede già una risposta, ma non troppo chiara...

Una signora sposa un omosessuale, a sua totale insaputa, perché lui gliel’ha raccontata bene (l’Arci-gay è piena di questi personaggi in “camuffa”). Poi quando la signora apprende che il “marito” va a uomini, ottiene dal Vescovo Ortodosso lo Scioglimento del “matrimonio” (cioè il divorzio).

Quando la signora si vuole (ri)-sposare deve:

- fare un “periodo penitenziale di frequenza della parrocchia” ?

- il “secondo” matrimonio è in forma “penitenziale” ossia non sacramentale ?

- il vero matrimonio “unico e irripetibile” rimane il “primo”?”

Prima di rispondere, si assuma le sue responsabilità di fronte al SIGNORE!

Per iniziare, chiariamo un punto fondamentale: io non sono uno dei testimoni dei suoi “processi canonici”. Quindi, lasci da parte le rodomontate sul richiamarmi alle mie responsabilità davanti al Signore, come se lei fosse il Perry Mason del tribunale ecclesiastico che mi inchioda con un “le ricordo che è ancora sotto giuramento!”

Nel caso specifico, i due sono andati a sposarsi in chiesa sapendo che cos’è il matrimonio? DOVREBBERO saperlo, perché (contestualmente al matrimonio religioso, o addirittura PRIMA) dovrebbero aver fatto anche il matrimonio civile, con il quale dovrebbero dire di sì a certe cosette. Poi, lei mi dice: “quando la signora apprende...”. Questa vaghezza fa pensare che il marito non abbia rifiutato totalmente i rapporti coniugali per “pregressa omosessualità” fin dalla sera delle nozze, e quindi possiamo presumere che il matrimonio sia stato regolarmente consumato. Si tratta quindi di un VERO matrimonio, che capitombola per un COMPORTAMENTO del marito, e per la volontà dello stesso marito di non emendarsi. La moglie non è sicuramente colpevole del comportamento del marito, ma non si può dire che sia la parte “immacolata”. Ha voluto sposarsi? Sì. Ha portato il marito in comune e poi in chiesa (o in certi casi, in una cerimonia religiosa con valore per entrambi)? Sì. Ha portato dei testimoni, suoi AMICI, che hanno testimoniato la sua LIBERA volontà di sposarsi davanti a Dio? Sì. Il matrimonio esiste, è vero, è sacramentale. Ed essendo il primo – se accettiamo la premessa TEOLOGICA ortodossa del matrimonio fatto in vista di una dimensione di eternità – è l’unico e irripetibile. Il fine ASCETICO del matrimonio ortodosso richiederebbe alla donna di fare tutto quanto umanamente ed ecclesialmente possibile per strappare il marito alla sua omosessualità, ricordandogli che ANCHE LUI ha preso degli impegni.

Ovviamente, il marito potrebbe non volerne sapere di lasciare il suo vizietto (e c’è da chiedersi perché ha accettato il matrimonio, accettando anche di unirsi a una donna... misteri!), oppure potrebbe scappar via con l’amante, e la moglie può sentirsi libera di risposarsi (non come DIRITTO, perché una promessa per tutta la vita l’ha già fatta, ma come RIPIEGO). Allo stesso modo, il suo vescovo che riceve la sua richiesta di risposarsi (il suo vescovo, non uno di noi due, non un tribunale né chiunque altro) deciderà se e quanto dovrà fare penitenza.

...est-ce suffisant?

 

Il punto è che il “marito” era omosessuale (in forma bisessuale) già da prima del “matrimonio” e lo ha nascosto a TUTTI salvo i suoi amanti (che se ne guardano bene dal raccontarlo in giro).

Quindi il Matrimonio Ortodosso deve essere un bel po’ ASCETICO, oltre all’evidente IMPOSSIBILITA’ di distogliere il “marito” (o ex marito) dalla sua omosessualità.

Ca c’est le vrai problem!

In Diritto Canonico Cattolico il “matrimonio” sarebbe nullo per “Exclusio Boni Vulvae”.

Continuiamo a parlare due lingue diverse. Non capisco perché (a parte la sua fregola da provocatore) insiste a chiedere il mio parere.

Quando un fedele viene a confessare i suoi peccati, quando viene a fare la comunione, quando un non cristiano viene a chiedere il battesimo, quando un cristiano viene a farsi ordinare, e ha qualche peccatuccio sulla coscienza di cui non si è veramente pentito e che non ha intenzione di smettere di compiere, noi diciamo che è INDEGNO, ma non diremmo mai che non si è veramente confessato (potrebbe addirittura aver confessato QUEL peccato, ma senza pentirsene davvero), o che non si è veramente comunicato (anzi, diciamo proprio che la sua è una comunione sacrilega: se fosse una “comunione nulla”, non ci sarebbe alcun problema!) o che non è veramente battezzato o non è veramente prete. Piuttosto diremmo che è un pessimo cristiano o un pessimo prete... ebbene, la Chiesa ortodossa (il che include anche quella che oggi va sotto il nome di Chiesa cattolica... ma solo PRIMA dello scisma), dice che anche un matrimonio celebrato con questi bastoni fra le ruote è un vero matrimonio (magari pessimo, ma vero). Solo l’entità aberrante che va oggi sotto il nome di Chiesa cattolica (ma solo DOPO lo scisma), per essersi abbarbicata all’aberrante DOGMA dell’indissolubilità del matrimonio (in realtà non sarebbe un vero dogma, ma da come viene difeso, pare esserlo ancor di più degli altri dogmi di fede), presume di dichiarare che un cristiano quando va a sposarsi, sempre con quegli stessi peccatucci che NON rendono invalido NESSUNO degli altri sacramenti, rende il matrimonio (e SOLO il matrimonio) nullo. Se non è un’aberrazione questa...

Poi, perché dice che è evidente l’impossibilità di distogliere un marito dall’omosessualità? Se lei stesso afferma che il marito è bisessuale, allora non c’è ragione che non possa essere portato a preferire una delle due forme da lui praticate (quella eterosessuale) a scapito dell’altra (quella omosessuale). L’omosessualità è ANCHE una forma di paura della crescita (paura di completarsi con una creatura diversa e complementare, paura di mettere al mondo figli, paura di relazioni a lungo termine, e così via) che colpisce la maggior parte dei suoi praticanti... o addirittura la totalità (ci sono psicologi che, nelle MIGLIAIA di omosessuali da loro trattati o consultati, non ne hanno mai rinvenuto UNO che non avesse un blocco della crescita). Possibile che non le sorga alla coscienza che il matrimonio, tra i suoi effetti sull’anima degli sposi, possa avere anche un aspetto terapeutico?

 

L’omosessuale che si sposa non è BISESSUALE, ma solo omosessuale, e si “sposa” solo per COPERTURA PUBBLICA (una manovra di intelligence). Infatti la “moglie” lo scopre proprio perché non ha rapporti con lei se non le prime volte, per “dare causa” alla Copertura.

L’omosessualità rende NULLO anche il MATRIMONIO CIVILE (art. 122 C.C.). E su questo cosa mi racconta???

Il matrimonio NON è per chi ha bisogno di terapie, ma per chi c’è già con la testa (can 1095 CIC e can. 818 CCEO per le Chiese Orientali).

Ho dei grossi dubbi che i matrimoni con omosessuali fossero validi nella Chiesa Cattolica “pre-scisma”...

Come al solito, continua a rispondere Roma quando dico Gerusalemme... e quel che è peggio, mi sembra che lei ci provi gusto, a ripetere le cose in un’altra lingua. A me non piace più di tanto, e non so a cosa serva continuare a parlare lingue diverse.

Comunque...

Se un omosessuale si sposa con una donna e si accoppia con lei, è bisessuale per definizione. Copertura o non copertura, le ho già detto e stra-ripetuto che la prassi ortodossa non prevede processi alle intenzioni pregresse. Se hai fatto una cosa come questa va fatta, allora L’HAI FATTA, e BASTA! Puoi tirarti indietro, puoi cambiare, ma non serve a niente dire che “in realtà non l’hai fatta”, che è solo un nascondersi dietro una foglia di fico.

Bella anche la sua presa in contropiede, che dice che anche nel diritto civile l’omosessualità rende nullo il matrimonio (in realtà si parla di “una anomalia o deviazione sessuale, tali da impedire lo svolgimento della vita coniugale”, e nel suo caso il marito che va ANCHE a letto con la moglie è un segno che lo svolgimento NON è impedito: bel tentativo, ma senza successo!). Riparliamone comunque quando il diritto civile prevedrà il matrimonio omosessuale! Non siamo così distanti, dato che in Italia oggi si può chiedere, nei casi che coinvolgono stranieri comunitari residenti in Italia, l’applicazione in certe aree del diritto del paese dello straniero... basta che dalle successioni e contratti si passi al diritto di famiglia, e il gioco sarà fatto!

La sua affermazione sulle terapie (motivata dal mio accenno all’aspetto “terapeutico” dei sacramenti) mi conferma che lei non capisce un TUBO della funzione ascetica della Chiesa. Presentandomi la cosa in termini esclusivamente psichiatrici, dimostra di non capire (...ma non si preoccupi, è in buona compagnia di eretici!) che la malattia che i sacramenti curano è il PECCATO. Quindi, in un colpo solo di giuridismo psichiatrico, buttiamo nel cesso duemila anni di tradizione cristiana, che parla di Chiesa come “terapia per i mali dell’uomo dopo la caduta”, e via elencando... ma non le faccio l’elenco completo, perché non ci capirebbe comunque granché.

Non ho detto che la Chiesa cattolica pre-scisma prevedeva i matrimoni con omosessuali, ho detto che se il matrimonio non funzionava (per questo o per QUALSIASI altro motivo) li SCIOGLIEVA. Tutto qui. Finito il problema, anzi, mai esistito. Ooooops, ma che ne facciamo della dottrina “divina” dell’indissolubilità? Ecco...

Mi fa sorridere il fatto che da una parte lei dice di non essere teologo, di non capirci o di non volerci capire niente di teologia, e di essere un mero giurista... e dall’altra parte sostiene che la teologia matrimoniale cattolica è corretta COME ASSIOMA DI PARTENZA. E’ veramente un orgasmo stare a discutere con lei... “io non me ne intendo di matematica, non voglio studiarla e non me ne frega niente, ma partiamo dal PRESUPPOSTO che due è un numero dispari!”

 

Questo argomento non ha nulla a che vedere col matrimonio gay . . .

...per ora. Quando l’omosessualità verrà derubricata dal campo delle “anomalie e deviazioni sessuali” e promossa a “scelta di vita” (siamo già molto più vicini di quanto ci farebbe piacere...), la sua presenza nel matrimonio civile non lo renderà nullo più di quanto lo farebbe una seria differenza dei coniugi sul tipo di istruzione da dare ai loro figli.

 

Circa il fatto che la Chiesa pre-scisma non avesse la dottrina del matrimonio indissolubile mi pare inverosimile, tuttavia ora che lei mi ha stuzzicato mi informerò. Non vorrei che VOI aveste operato lo Scisma anche e proprio per contestarla dopo ben 1.000 anni.

La dottrina dell’indissolubilità è legata a doppio filo alla concezione giuridica del matrimonio, che si impose nella Chiesa cattolica romana DOPO lo scisma (non parliamo del 1054, andiamo avanti di un paio di secoli). Quindi nessuno può avere operato uno scisma per contestare qualcosa che si sarebbe consolidato secoli dopo. Se lei avesse la mente sgombra da un po’ di preconcetti, potrebbe “informarsi” sul fatto che quando gli imperatori di Costantinopoli dei secoli dal VII all’XI si risposavano, la Chiesa di Costantinopoli SCIOGLIEVA i loro matrimoni precedenti. Mai visto un papa di Roma di quei secoli indignarsi per l’abominevole violazione della sacra dottrina dell’indissolubilità? Manco per sogno. Anzi, quando lo ritenevano giusto, scioglievano i matrimoni pure loro (come testimonia quella bella istruzione del SANTO papa Gregorio II al SANTO vescovo Bonifacio).

 

Comunque mi voglio assolutamente informare, ma non so bene DOVE, sulle sue affermazioni circa l’avvento tardivo dell’Indissolubilità del Matrimonio.

Si legga questo libro: Pietro Dacquino, Storia del matrimonio cristiano alla luce della Bibbia

http://www.jstor.org/discover/10.2307/42618262?uid=3738296&uid=2129&uid=2&uid=70&uid=4&sid=21104357654407

 

Il libro da lei indicato è esaurito dappertutto.

Ettepareva... l’UNICO libro che mette un po’ di chiarezza in casa cattolica di quanto sappiamo della prassi antica è super-esaurito e mai più ristampato!!! C’è da chiedersi se non stanno cercando di farlo sparire nel dimenticatoio perché ha fatto tremare troppi pilastri...

 

In ogni caso io ritengo ragionevole l’Indissolubilità.

Anche indù e buddhisti ritengono ragionevole la reincarnazione.

 

Altrimenti Cristo avrebbe sostanzialmente mantenuto il matrimonio ebraico, e allora che cosa sarebbe venuto a fare sulla Terra (a parte il resto...) ?

Infatti, come le ho già detto (forse se l’è già dimenticato, forse non lo ha neppure registrato) le nozze di Cana non furono precisamente fatte secondo il Codex Iuris Canonici. Cristo fu molto chiaro nel dire che non si deve ripudiare il proprio coniuge: è già una gran bella differenza dal matrimonio ebraico, senza bisogno di inventarsi giuridismi tardo-medioevali, facendo dire a Cristo cose che non ha mai detto.

 

Cosa dice l’Ortodossia del sesso anale e del sesso orale (tra coppie sposate ovviamente)?

La questione è una delle tante che incominciano con “qual è la posizione dell’Ortodossia su...” e di solito sono stoppate bruscamente da una risposta del genere “non ce n’è una...”

Cerchi comunque di non fraintendere, NON si tratta di menefreghismo. Quelli che stavano a discutere del sesso degli angeli possono discutere benissimo della liceità di alcune pratiche sessuali, e di fatto lo fanno piuttosto spesso. Quello che non si vuole, tuttavia, è dire “questa condotta è immorale perché lo ha decretato il nostro vaticanetto, quaestio soluta”. Nella sfera dei rapporti coniugali, il principio è che la Chiesa NON fa irruzione nella camera da letto degli sposi. È ben per questo che li incorona! Se sono “sovrani” della loro sfera familiare, l’ultima parola DEVE spettare a loro (altrimenti, tanto varrebbe incoronare il prete che li unisce in matrimonio). Se la Chiesa si intromette in alcune limitatissime sfere (per esempio, vietare spirali, IUD e altri mezzi o medicinali abortivi) non lo fa per sovra-imporre un’autorità suprema nella vita della coppia, ma per salvaguardare eventuali figli da tentativi di omicidio (i coniugi saranno pure sovrani in camera da letto, ma questo non dà loro il diritto di vita e di morte sui bambini da loro concepiti).

Inoltre, a differenza della concezione “giuridico-egualizzante” del matrimonio cattolico, il matrimonio ortodosso è visto in chiave ASCETICA. Se il matrimonio è davvero vissuto su una base ascetica, tutte le discussioni su quando/come/in che posizione vada bene spompinare oppure no sono prive di senso. Se invece non è così, perché la coppia è ancora presa dall’edonismo dell’immaturità, allora non c’è alcuna produzione di canoni e regole sulla cubiculatio in ore retroposito che possa produrre qualche risultato degno di nota.

 

La sua risposta è molto interessante. Tuttavia le chioso quanto segue:

la Chiesa cattolica non entra neppure lei sotto le lenzuola degli sposi

a) se consenzienti in quello che fanno, ma qualora non fosse così interviene a colpi di DIRITTO a tutela della parte TRUFFATA nel consenso; e

b) purché le loro porcate non diventino di dominio pubblico. In quest’ultimo caso il matrimonio può essere impugnato anche dalla Chiesa stessa nella persona del Promotore di Giustizia (una sorta di Pubblico Ministero della Chiesa).

La sua chiosa mi ricorda proprio il detto “Questa cosa NON si fa, assolutamente, con NESSUNA eccezione, tranne in questo caso, in quest’altro e in quest’altro ancora...”

Non sarebbe più semplice (e tanto più onesto) dire che la Chiesa cattolica non entra neppure lei sotto le lenzuola degli sposi... tranne quando ci entra?

 

Il sesso orale è ammesso dalla Chiesa Cattolica, purché non vi sia eiaculazione nella bocca della moglie, ma solo “in vulvae”.

Per la precisione, dovrebbe dire che è ammesso come “preliminare” al coito, ma non come sua sostituzione (detta come l’ha messa lei, un rapporto orale che non termina con un’eiaculazione, anzi, non termina con nulla, sarebbe lecitissimo, e invece va contro sia alla lettera che allo spirito delle norme).

Chissà poi perché quando lei parla di “rapporto orale” si esprime solo riguardo alla fellatio, quando invece c’è ben altro. Accoppiata (mi passi il termine) a una visione estremamente legalistica, l’assenza di eiaculazioni in un rapporto oro-genitale che ha come oggetto una donna ha fatto concludere alle più rigoriste autorità religiose, quali (udite, udite...) il rabbinato ortodosso e alcune delle scuole islamiche di più stretta osservanza, che i rapporti orali tra lesbiche sono del tutto leciti.

Continuate pure ad applicare il vostro legalismo a ogni minuzia, finirete per trovarvi come compagni di letto (absit iniuria verbo) ebrei e musulmani (e magari qualche associazione di lesbiche “credenti”), e ancora più lontani dai cristiani ortodossi. Questo, tanto per dire chi dice di seguire Cristo e chi invece lo segue veramente.

 

“Quaestio Theologica”, la sua: io mi occupo solo di “Quaestio Iuris”. Giri il commento al Vaticano.

Troppo facile, svicolare da una visione teologico-ascetica dicendo “mi occupo solo di questioni giuridiche e non teologiche”, quando TUTTE le questioni giuridiche sono inestricabilmente legate a una particolare teologia. “Ah, no, guardi, agente, non sono io che guidando ho colpito la vecchietta per strada, è stato il mio paraurti! Giri la sua denuncia ai fabbricanti di pezzi di ricambio.”

 

Il mio amico omosessuale “cattolico”, che si è appena “sposato” con altro omosessuale in una Chiesa Vetero-Cattolica, mi ha detto che nell’Ortodossia ci sarebbero dei “Vescovi Itineranti” che non si capisce bene chi li abbia ordinati, che andrebbero in giro per il mondo a fare porcate, sputtanando anche la stessa Chiesa Ortodossa.

Il termine giusto non è “itineranti” (che farebbe piuttosto pensare a missionari in spostamento o a cappellanie per nomadi o immigrati), ma “vaganti”, nel vero senso di “vagabondi”, cioè non soggetti a regole canoniche. Non è che siano solo “nell’Ortodossia”: la gran parte dei vescovi vaganti nel mondo è originata da linee di successione cattolico-romana, vetero-cattolica oppure anglicana. Per capire chi li abbia ordinati, questo si capisce fin troppo bene (una delle caratteristiche del vero vescovo vagante è di sbandierare ovunque l’inoppugnabilità della sua successione di consacrazioni episcopali), e non vanno necessariamente in giro per il mondo “a fare porcate”: ce ne sono anche molti mossi da un autentico spirito pastorale, che si occupano di minuscoli gruppetti con tutta la buona cura che può avere qualsiasi parroco di una Chiesa maggioritaria. Comunque, è ovvio che quando non c’è la tutela di una rigorosa tradizione (come in Oriente) o di una standardizzazione di pratiche (come in Occidente), il vescovo vagante può far quel che vuole, e di solito, quando fa di testa propria, ha una tendenza a scegliere il peggio: è un fenomeno psicologico e sociologico, piuttosto che di fede o di dottrina.

 

È eticamente (e laicamente) corretto che persone che si sposano secondo le norme del Diritto Canonico poi “se ne escano” con le norme del Diritto Civile?

Tenuto anche conto di quello che mi ha detto lei, che voi NON sposate cattolici non liberi per la Chiesa Cattolica ?

Se la Chiesa cattolica pretende di fare quel che dovrebbe essere fatto dallo stato (diventando in molti casi un contro-stato), come potrei essere “scorretto” a seguire lo stato e basta? Il problema l’ha creato la Chiesa cattolica con la sua “giurisdizione parallela”? Se lo tenga...

Noi non (ri-)sposiamo cattolici non liberi per la loro Chiesa perché questo sarebbe un atto di violenza nei confronti della libertà della Chiesa cattolica (cosa che, noti bene, non è reciprocata dalla Chiesa cattolica nei nostri confronti).

Se nella prospettiva della Chiesa (sub specie eternitatis) un vescovo ritenesse più appropriato che una norma statale non sia applicata alla Chiesa, potrebbe benissimo soprassedere sulle legislazioni statali, e (putacaso) legittimare “solo in chiesa” un matrimonio di una persona che per lo stato è già sposata con un’altra, o cose del genere. Quindi in generale direi di sì, se qualcuno “se ne esce” con norme differenti, è un suo diritto (anche se non sempre è ideale).

 

Rarissimamente ho parlato con Psicologi che conoscono il concetto di nullità matrimoniale, e portano i loro pazienti solo sull’alternativa SBAGLIATA tra Riconciliazione e Divorzio, invece che nell’alternativa corretta tra Riconciliazione e ANNULLAMENTO.

Se è vero il presupposto ortodosso (che “annullamento” è solo un modo con cui dei poverini che si sono tagliati le palle da soli con il “dogma” dell’indissolubilità sono costretti a definire un divorzio che non possono chiamare “divorzio”), gli psicologi ci mettono generalmente un nanosecondo a capire che l’annullamento non è altro che un divorzio travestito. Altro che “alternativa corretta...”

 

Poco fa la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della norma della legge sul divorzio, in base alla quale scatta il divorzio automatico in caso di coniuge che cambia sesso, nell’ipotesi di opposizione dei coniugi.

La sentenza della Consulta è ineccepibile, poiché il divorzio non può mai operare ex lege contro la volontà dei coniugi.

Ma il transessuale ha dichiarato alla stampa che il suo “matrimonio” è valido anche per la Chiesa. Questo non è vero: quel “matrimonio” è certamente nullo poiché il transessuale aveva dei grossi dubbi sulla propria identità di genere da sempre ma mancando la volontà dei “coniugi” di impugnare il “matrimonio” di fronte al Tribunale Ecclesiastico, e non avendo il Promotore di Giustizia il coraggio di impugnarlo d’ufficio, alla fine quel “matrimonio” canonico rimarrà in piedi (fermo restando che il Promotore di Giustizia non ha riconosciuta la facoltà di chiedere la delibazione al civile di una sentenza di nullità canonica, potere che il Concordato affida alle sole parti).

Che ABISSO di differenza tra questa concezione legalistica cattolico-romana (che sembra preoccuparsi solo di pararsi le chiappe dicendo che il precedente matrimonio è “certamente” nullo in base ai PRESUNTI dubbi di identità, di cui nessuno può provare scientificamente QUANDO sono sorti per la prima volta), e la concezione ortodossa espressa nel documento di dottrina sociale della Chiesa russa del 2000:

Talvolta le perversioni della sessualità umana si manifestano come un sentimento doloroso di appartenere al sesso opposto, che sfocia nel tentativo di cambiare il proprio sesso (transessualità). Il desiderio di rifiutare di appartenere al sesso che le è stato assegnato dal Creatore non può avere che conseguenze rovinose per l’ulteriore sviluppo della persona. Il «cambio di sesso» mediante terapia ormonale e chirurgica in molti casi non porta alla soluzione dei problemi psicologici, ma al loro aggravamento, provocando una profonda crisi interiore. La Chiesa non può approvare un simile genere di «ribellione contro il Creatore» e riconoscere come reale un’identità sessuale cambiata artificialmente. Se un «cambio di sesso» è avvenuto in una persona prima del battesimo, la persona può essere ammessa al sacramento, come qualsiasi altro peccatore, ma la Chiesa la battezzerà come appartenente al sesso nel quale era nata. L’ordinazione sacerdotale di una tale persona e il suo matrimonio religioso sono inammissibili.

La transessualità deve essere distinta dall’errata identificazione del sesso di una persona nella sua prima infanzia, dovuta a un errore del medico in presenza di uno sviluppo patologico dei caratteri sessuali. La correzione chirurgica in questo caso non ha il carattere di un cambiamento di sesso.

Nel caso in questione, la Chiesa ortodossa non avrebbe alcun interesse ad “annullare” il matrimonio della persona che ha fatto il cambiamento di sesso: nella nuova condizione (in quanto persona che per la Chiesa continua ad appartenere al suo genere di nascita, nonostante tutti i trattamenti ormonali e chirurgici) al transessuale è vietato il matrimonio religioso, e quindi non c’è ragione di dichiararlo libero di risposarsi.

 

Mi spiega come mai lei è così arguto nel definire l’annullamento un divorzio mascherato e poi non applica anche lo stesso ragionamento ai matrimoni mascherati che ne stanno a monte?

In claris non fit interpretatio.

Nella Chiesa ortodossa, non abbiamo sopra la testa la spada di Damocle del “dogma” dell’indissolubilità, e pertanto non dobbiamo affrettarci a trovare la scusa che un matrimonio POTREBBE non essere un matrimonio perché chissà cosa pensavano gli sposi al momento del matrimonio. Perciò non mascheriamo... perché non abbiamo nulla da dover mascherare.

I casi da lei citati si riferiscono a persone che invece VOGLIONO mascherare qualcosa. In quei casi diremo loro: “hai mascherato qualche tua insicurezza (o debolezza, o deviazione) quando sei venuto/a liberamente a sposarti? Ebbene... cavoli tuoi! Sei comunque sposato/a, e in questo matrimonio ha perfino la possibilità di redimerti da queste insicurezze (che sono frutti del PECCATO). Se non vuoi redimerti, e lasci il/a tuo/a coniuge, noi gli/le daremo la possibilità di rifarsi una vita matrimoniale”. Tanto difficile da capire... o devo farle ancora un disegnino?

 Se le cose fossero davvero chiare, non starebbe a continuare a cercare di provocarmi, vero?

 

Se fossero solo “cavoli suoi” lei avrebbe ragione, ma poiché sono anche cavoli del “coniuge”, allora non ha più ragione.

Sono stato chiaro ora?

Continua il dialogo tra sordi, senza tregua...

Anche gli ortodossi dicono che sono pure cavoli del coniuge, cosa crede? Anzi, sono TANTO cavoli del coniuge innocente, che la Chiesa gli/le dice: Hai preso degli impegni anche tu, per cui se vuoi sposarti di nuovo te ne diamo la benedizione, ma non venirci a dire che in realtà il tuo non è mai stato un matrimonio.

Nemmeno il più innocente dei coniugi innocenti, che si è comunque impegnato per la vita, può sperare in un diritto automatico alla “dichiarazione di verginità”.

 

Lei mi deve spiegare come fa una signora “per bene”, cui un omosessuale l’ha raccontata BENISSIMO, ad avere avuto “la libertà di scegliere il matrimonio... per la vita”?

Non si è mica sposata per procura... lo ha ben SCELTO, o no, questo marito? Allora ha degli obblighi verso di lui, e verso la propria stessa scelta. Come le ho già detto, a voi biechi professionisti delle nullità non interessa affatto che un omosessuale sia omosessuale per tutta la vita... vi interessa solo che lo sia IL GIORNO DEL MATRIMONIO. Di quello che succede poi, potete fregarvene altamente, magari INVENTANDOVI di sana pianta che la sua condizione è irredimibile.

 

Ma se anche fosse un omosessuale “redimibile”, la signora, sapendolo a priori, ben difficilmente lo avrebbe “sposato”!

Salvo far fare indagini preventive al KGB (e relativi Patriarchi Ortodossi “arruolati” sotto copertura).

Qui c’è un’altra delle stranezze delle nullità matrimoniali. Se il marito, invece che omosessuale, fosse un impiegato dei servizi segreti, impossibilitato PER CONTRATTO DI LAVORO a dire alla moglie dove lavora (presentandosi solo come “impiegato statale”... cosa peraltro vera), non ci troveremmo di fronte a un matrimonio fatto con inganno? Sicuramente sì. La moglie, essendo informata correttamente a priori, rifiuterebbe il matrimonio? Verosimilmente sì. E allora chissà perché parliamo solo di preferenze sessuali? Nessuna riserva mentale per exclusio boni SISDE?

E poi... siamo tornati alla sua altra idiozia sui patriarchi colonnelli dei servizi segreti? Se i servizi estraggono informazioni dai membri del clero, cosa che accade in TUTTI i paesi del mondo (...crede che in Italia non accada?) non li arruolano manco per sogno. Le due forme di servizio hanno paralleli per quanto riguarda una dedicazione senza riserve a una causa, ma sono mutualmente esclusive. Finché non inizierà a fare uno di questi due lavori, smetta di sparare cretinate.

 

Il caso dell’agente del SISDE potrebbe benissimo essere causa di nullità proprio perché la signora forse avrebbe voluto una vita comoda. Ma certamente con l’omosessuale la nullità è più probabile.

Le ricordo la distinzione tra SIMULAZIONE e RISERVA MENTALE nel Diritto Canonico e nel Diritto Civile.

1) La Simulazione è bilaterale (quando si firma un contratto A ma si è d’accordo per eseguire un contratto B).

2) La Riserva Mentale è unilaterale (quando si firma un contratto A già con l’intenzione di NON rispettarlo).

Questa è una nomenclatura civilistica, ma il diritto canonico le chiama entrambe simulazione.

Nel Matrimonio:

Il caso 1) rende il matrimonio nullo non solo nel Diritto Canonico ma anche nel Diritto Civile (art.123 c.c.) (SEMPRE).

Il caso 2) rende il matrimonio nullo SOLO nel Diritto Canonico (SEMPRE). E qui ci sono non pochi problemi nella Delibazione al civile delle relative sentenze di nullità matrimoniale canonica (che passano solo a certe condizioni...).

Nella Spagna di Isabella La Cattolica e Ferdinando di Aragona (1492 circa), agli Ebrei e ai Mussulmani fu posta la scelta tra espatriare o convertirsi al Cristianesimo.

Molti emigrarono, ma alcuni rimasero, e si “convertirono” per poi continuare le loro pratiche religiose “in camuffa”. Li chiamarono Marranos (gli Ebrei) e Conversos (i Mussulmani).

Se ne faccia una ragione: la Simulazione e la Riserva Mentale fanno parte della natura umana, ma il PAPA ha trovato la CURA con la Dichiarazione di NULLITA’.

No, non ha trovato la CURA della natura umana: ha trovato la GABOLA per aggirare il mattone dell’indissolubilità da lui stesso propagandato come principio divino.

Il problema del marranismo da lei citato (a sproposito) non era che i convertiti SIMULASSERO, era che i convertiti erano stati OBBLIGATI a farsi cristiani (...cattolici, guarda caso, non ortodossi!) dietro minaccia. La “nullità” della loro conversione non era dovuta alla loro riserva mentale di simulazione di pratiche, era dovuta al fatto che la loro conversione era FORZATA.

Se con questo lei mi vuole dire che quella brava signora del suo esempio precedente era stata costretta con la pistola alla tempia a sposare un omosessuale dissimulato, allora sono d’accordo con lei: si tratta di un matrimonio nullo.

 

Certamente che erano conversioni FORZATE, ma nulla toglie che simulavano.

E allora non erano vere conversioni, caspita! 

Ma lei l’ha mai ricevuto un convertito? La prima domanda che si fa nelle conversioni SERIE (quelle della Spagna quattrocentesca, sorry, non lo erano) non è se il convertito è disposto ad accettare senza riserve una certa serie di verità e/o di autorità... la prima domanda è se viene alla conversione liberamente e senza forzature. Rispondi una balla a questa prima domanda, e tutto il resto è senza valore.

 

Che il matrimonio sia indissolubile o no è questione di puro atto di fede e non potrà mai, in quanto tale, essere dimostrato razionalmente.

Tuttavia una volta fatta la propria scelta le conseguenze che ne derivano non possono anch’esse essere liberamente scelte, ma al contrario ne discendono come conseguenze automatiche.

Non compete quindi ai vescovi né ai teologi affermare se i divorziati risposati possono e meno accedere alla comunione, poiché questa è sol una logica conseguenza di una libera scelta fatta a monte, ossia se il matrimonio è indissolubile o meno.

Se detto istituto lo si ritiene indissolubile allora ne consegue logicamente che non è ammessa la comunione per i divorziati risposati, ma al contrario è logicamente ammissibile se si ritiene che il matrimonio non sia indissolubile.

Ora nel recente sinodo dei vescovi, dove si pur riaffermato che il matrimonio è indissolubile, si ventila la possibilità di ammettere alla comunione i divorziati risposati.

Tutto ciò non ha alcun senso perché viola i paradigmi della ragione a partire al principio di non contraddizione.

Non si possono arbitrariamente modificare le conseguenza di una libera scelta se non rinnegando la scelta stessa.

La chiesa cattolica da sempre ha i piedi di cartapesta circa l’indissolubilità del matrimonio, poiché i fedeli l’hanno sempre rifiutata nei fatti. Ma non si può essere cattolici e ortodossi al contempo...

Qui siamo di fronte a scelte politiche, ovvero, la ricerca del consenso, mascherate da “riforme” teologiche, ma su questa base si butta la ragione nel cesso.

...”puro atto di fede” un paio di calzini! Qui non abbiamo la rivelazione di un Dio che ci spiega come ha fatto il cielo e la terra (questa sì che sarebbe indimostrabile), ma abbiamo un Signore che di fronte a un preciso atto legale (il ripudio della legge di Mosè) dice che questo atto non s’ha da fare (l’UOMO non dissolva ciò che Dio ha unito), e comanda chiaramente “non ripudiare”. In una circostanza in cui due coniugi si sono lasciati da tempo e il matrimonio de facto non esiste più, NON C’E’ NESSUNO CHE STA RIPUDIANDO NESSUN ALTRO. Anzi, un successore degli apostoli che scioglie ciò che è legato sulla terra perché sia sciolto anche nei cieli sta ADEMPIENDO A UN PRECISO COMANDAMENTO del Signore (Mt 18,18).

Quindi non è ci deve essere uno che sceglie “a monte” se l’acqua è bagnata oppure asciutta, e poi tutti DEVONO rimanere coerenti con la scelta fatta. Se qualcuno ci ha detto che l’acqua è asciutta, e tutti quelli che cercano di camminarci sopra affogano, non è che si possa accusare di incoerenza quello che propone di usare un canotto... bisogna proprio risalire al demente che ha detto per primo che l’acqua è asciutta e dirgli che la teoria fa acqua (...non asciutta!) da tutte le parti, NON andare a prendersela con chi cerca di non far affogare dei poveracci!

La Chiesa cattolica non ha i piedi di cartapesta nella sua pratica: ha il cuore di cartapesta nei suoi dogmi.

 

Ho appena appreso che la Chiesa ortodossa russa ha un’interpretazione diversa da quella degli altri ortodossi del concetto di adulterio (corna, in italiano postconciliare...) ossia è considerato adulterio anche diventare tossici o etilisti.

Ecco, allora non l’ha appresa giusta. Nessuno dice che avere il coniuge tossico sia un adulterio, ma tutti quelli che hanno un minimo di buon senso sanno che questi generi di dipendenza distruggono i matrimoni. Se ne faccia una ragione: del resto, queste stesse cose sono anche previste nel diritto canonico cattolico tra le cause di nullità (“l’ho sposata con deliberato consenso, ma non mi ha detto che si bucava, per cui il matrimonio è nullo”).

 

A questo punto mi chiedo: se mia moglie diventa tossica a Costantinopoli non la posso “sciogliere”, mentre a Mosca sì???????

...e le sembra tanto strano, che due Chiese con autonomia giuridica possano avere due ordinamenti giuridici leggermente diversi? In Italia non si può sposare un morto, in Francia sì ( http://www.oltremagazine.com/site/sposare-morto.html ), ma nessuno si strappa i capelli per questa evidente sperequazione giuridica, n’est pas?

 

Nel vangelo (ora non vado a ravanare per cercare le coordinate del versetto, universalmente note) si afferma il divieto di ripudio caso di adulterio. E a stretto diritto si può interpretare come ius divorziandi.

Così universalmente note che magari chi si occupa proprio di cause di tribunali ecclesiastici, il versetto dovrebbe citarlo A MEMORIA. Comunque è Matteo 5:32, la famosa “eccezione matteana” o “clausola matteana”. Non è chiaro che cosa si intenda per porneia, ma sicuramente si dovrebbe leggere la cosa alla luce del divieto del ripudio unilaterale, non del permesso del nuovo matrimonio, né tanto meno dell’ammissione dei divorziati risposati alla comunione.

 

Ma in S. Paolo I Cor, VII, 11) si parla chiaramente di SEPARAZIONE manente vinculo.

Appunto. Quindi inutile citarlo, anche perché Paolo dice “non io, ma il Signore”, quindi è come se dicesse: “andatevi a vedere cos’ha detto Gesù a riguardo”.

 

Beh, mie parodie a parte, le sue risposte sono interessanti e in larga misura condivisibili, con qualche chiosa però.

Non è opportuno paragonare le autonome legislazioni statali alle questioni teologiche che all’interno di una medesima chiesa dovrebbero essere UNIVOCHE, altrimenti che chiesa è? Oltre al rischio di creare “pellegrinaggi dello scioglimento” dalle autocefalie più restrittive a quelle più aperturiste (come i famosi viaggi del Titano degli anni ‘50, quando gli italiani andavano a farsi annullare i matrimoni civili a San Marino dove la cosa era immensamente più facile che in Italia).

“...altrimenti che chiesa è?” La Chiesa ortodossa, beninteso! Il fatto è che considerare l’alcolismo come una piaga distruttrice di un matrimonio, oppure, no rispetto all’adulterio, non può davvero definirsi una questione teologica. Non apriamo questa porta, per carità, perché poi dovremo spiegare perché un diacono cattolico di rito romano o ambrosiano può celebrare matrimoni, mentre un diacono cattolico di rito orientale non può farlo. Lì sì, che c’è una bella discrepanza di posizioni teologiche all’interno della stessa comunione ecclesiale!

I “pellegrinaggi dello scioglimento” non sono così terribili (pensiamo ai “pellegrinaggi dell’aborto” delle donne cattoliche irlandesi nel Regno Unito...). Anzi, non credo che siano neppure veramente possibili, visto che l’istanza ultima è comunque sempre il vescovo locale. E spesso questo non ha davvero voglia di stare a fare il pelo e insistere se uno scioglimento ha luogo per adulterio o per alcolismo... soprattutto in una diocesi in cui la metà del laicato di una certa età è composta da divorziati risposati!

 

Il punto rimane sempre il solito: o la Chiesa/le Chiese offrono punti di riferimento oggettivi oppure non servono a niente, perché è più che sufficiente avere una società civile che da sempre soffre di relativismo etico.

Forse la Chiesa cattolica spara scemenze (certamente le fa...) ma almeno tutti i suoi vescovi sparano sempre la stessa scemenza a ogni latitudine, mentre tra quelli ortodossi ognuno spara la sua personale scemenza.

Ma il massimo di relativismo teologico è quello della Chiesa Luterana: il vescovo di Stoccolma sposa i gay in chiesa, mentre il suo socio di Berlino se ne guarda bene...

Non credo che Cristo sia venuto sulla terra per essere interpretato, come poi hanno sempre fatto i suoi ciechi discepoli.

IN CLARIS NON FIT INTERPRETATIO.

Non credo che un matrimonio diventi una ciofeca a seconda se a celebrarlo è stato un prete o un diacono. Il matrimonio è già diventato una ciofeca irrecuperabile perché non si può ottenere nulla di buona da un precedente fidanzamento impostato sull’irresponsabilità

la Chiesa (non le Chiese: Cristo ne ha fondata solo una, e una è quella che confessiamo nel Credo) non è stata fondata per “darci punti di riferimento oggettivi”... Cristo l’ha fondata perché SIA IL SUO CORPO, e perché incorporati in essa troviamo la salvezza. Se avesse voluto solo darci punti di riferimento oggettivi, li avrebbe fatti cadere dal cielo bell’e pronti... magari sotto forma di Corano!!!

La sua visione dei vescovi cattolici e ortodossi spara-scemenze è davvero un tantino infantile... se l’esercizio di una lecita misura di economia è una “personale scemenza”, allora ogni vescovo cattolico che differisce da un altro in QUALSIASI tipo di giudizio (chi ammettere al seminario e chi no, chi ordinare e chi no, chi mettere o togliere da una parrocchia, e così via) esercita il suo personale livello di “relativismo teologico”. Ecco perché bisogna capire PRIMA che cosa è teologico e che cosa non lo è. Per esempio, “Non credo che un matrimonio diventi una ciofeca a seconda se a celebrarlo è stato un prete o un diacono” sottintende una certa ignoranza di teologia. Lei non avrebbe il coraggio di affermare una cosa come “Non credo che il pane e il vino diventino il corpo e il sangue di Cristo a seconda se a celebrarlo è stato un prete o un diacono”...vero? Ebbene, per un ortodosso, un diacono che celebra un matrimonio è esattamente come un diacono che celebra l’eucaristia... non può farlo, perché la Chiesa non gli ha mai dato questo mandato. Il cattolico di rito latino, a cui è stata RUBATA la teologia del matrimonio, è costretto ad ammettere che il diacono può celebrare il matrimonio (con il beneplacito del vescovo, potrebbe celebrarlo anche il sacrestano o la perpetua... tanto “i veri ministri sono gli sposi”); il cattolico orientale, invece, che ne sa ancora qualcosa di teologia del matrimonio, è d’accordo con gli ortodossi che il diacono non può celebrare il matrimonio; dato che non può far rientrare in santa romana Chiesa la teologia che le è stata RUBATA perché (siamo onesti) il suo parere teologico conta come il due di picche, allora “mantiene la tradizione” vietando ai diaconi della propria chiesa sui iuris di celebrare matrimoni “per rispetto delle particolarità rituali”! Sarebbe come dire che in Ruritania non si stuprano i bambini non perché stuprare bambini sia un atto vergognosamente immorale, ma per “rispetto al costume locale” che vuole che i bambini della Ruritania restino non stuprati fino a una certa età!!!

Forse non conosce un dato interessante: il vescovo luterano di Stoccolma non si limita solo a sposare i gay in chiesa; di fatto è una donna vescovo... sposata con una donna prete: https://it.wikipedia.org/wiki/Eva_Brunne

 

Papa Giovanni XXIII: “Io non sono infallibile, lo sono solo quando parlo ex Cathedra, ma non parlerò mai ex Cathedra.”

E da allora così fu.

Io al papa devo obbedienza, non necessariamente condivisione...

La comunione ai divorziati risposati è un’idiozia anche perché:

1) trattandosi di questione teologica, o la comunione la potevano fare anche prima oppure non la possono fare neppure adesso. Quindi o questo papa o tutti i suoi antecessori hanno sbagliato pesantemente.

2) Per far fare la comunione ai divorziati risposati civilmente il papa (su pressione del sinodo dei Vescovi, che però hanno solo potere consultivo) fa sostanzialmente riferimento ai principi di “economia ortodossa”, quelli che il Vescovo ortodosso utilizza per permettere successivi matrimoni dopo il divorzio.

Gli stessi principi di economia ortodossa da sempre non accettati dalla dottrina cattolica a motivo che la Chiesa non può derogare a norme evangeliche (divine).

È sostanzialmente passata la volontà dei Vescovi di lingua tedesca che avevano minacciato, in assenza di provvedimenti papali, di procedere da soli sulla comunione ai divorziati risposati.

Se io fossi il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede – competente per materia e personalmente contrario alla novità – mi dimetterei.

Tuttavia il papa ha – pilatescamente – delegato la soluzione operativa della rogna ai singoli Vescovi diocesani.

Ce n’è quanto basta per uno scisma, sullo stile di quello di mons. Lefevbre dopo il Concilio Vaticano II.

Benvenuti nell’Assurdistan della teologia... “Due non è un numero dispari. Oh, beh, sì, caspita, lo è DAVVERO. Ma io non dirò mai che lo è, così d’ora in poi non lo sarà più...” E da allora così fu.

Dovere obbedienza al papa non significa non andargli a rubare le caramelle... significa ADERIRE alla dottrina da lui promulgata. Se non è condivisione questa... ma tant’è, ci sono oltre tre cattolici su quattro che non “condividono”! Forse alcuni di loro sono ortodossi che non sanno di esserlo.

Però! “Gli stessi principi di economia ortodossa da SEMPRE non accettati dalla dottrina cattolica...” “...da SEMPRE”? Nemmeno dalla fondazione del papato, ma proprio da SEMPRE! Vuol dire che quei papi del primo millennio che scioglievano i matrimoni lo avevano fatto “prima di sempre”... continua il nostro viaggio nell’Assurdistan.

 

Justitia sine misericordia diabolica. Misericordia sine justitia nihil.

Dal che:

Epikeia = applicazione misericordiosa della norma

Oikonomia = deroga alla norma per questioni di misericordia

Possibile non trovare un punto di convergenza ?

Sul matrimonio il Vangelo è lacunoso e ambiguo, non credo per colpa del Signore, ma degli evangelisti che hanno riportato male.

Ad esempio, ammesso e non concesso il principio di economia per il divorzio, da dove salta fuori il tetto arbitrario dei 3 matrimoni. I protestanti ne concedono n., ovvero tanti quanti ne concede la legge civile di ogni singolo paese.

Veniamo ora all’economia riguardo al matrimonio del vedovo (che mi persuade di più di quella riguardo il matrimonio del divorziato, mi persuade molto di più del libero matrimonio del vedovo cattolico ...).

Se di economia si tratta allora il vescovo dovrebbe valutare caso per caso a quale vedovo concedere il matrimonio, ma una vocina mi suggerisce che il vescovo ortodosso non dirà MAI di no ad alcuno ... Allora si tratta però di RIFORMA normativa, adottata sotto le mentite spoglie dell’economia di fatto copiando il modello cattolico.

Per essere italiano, non le sembra di parlare un po’ troppo greco? ...pensi che in oltre 20 anni di vita nella Chiesa ortodossa io non ho sentito citare una sola volta l’epicheia!

Trovi pure lei le convergenze che vuole, tanto sta giocando con i termini a modo completamente suo.

Il limite ortodosso dei 3 matrimoni non è evangelico: è storico. Nacque per contenere gli abusi dei matrimoni della casa imperiale, che provocavano un grande scandalo nella popolazione. Il principio su cui si basava è però un principio di assoluto buon senso, cioè che non si può continuare all’infinito a sposarsi; inoltre, è un principio di equità (se 3 matrimoni sono concessi all’imperatore, allora 3 matrimoni devono essere concessi a tutti, senza creare cristiani di prima e di seconda classe). Ci furono alcuni seri sostegni patristici per questa decisione (per esempio San Gregorio di Nazianzo, che diceva che il primo matrimonio è benedetto, il secondo tollerato, il terzo permesso ma considerato nefasto, e il quarto rende simili alle bestie). Tuttavia, invece di permetterne 3, avrebbero potuto accordarsi per 2, 4 o 5, e sarebbe stata la stessa cosa. Perciò, anche se qualcosa NON è codificata nelle Sacre Scritture (come per esempio il papato), bisogna vedere se è in linea con le Scritture, oppure se non lo è. L’antico patriarcato di Roma con i suoi privilegi giuridici non fa a botte con le Scritture anche se tali privilegi non vi sono codificati; l’odierno papato romano invece è un contrasto continuo.

Dire che “i protestanti” concedono tanti matrimoni quanti ne concede la legge civile significa conoscere il protestantesimo in modo molto superficiale. Ci sono denominazioni protestanti che SCOMUNICANO chi si risposa in seconde nozze, alcune anche nei casi di vedovanza!

Nel secondo e terzo matrimonio dei vedovi il vescovo non ha nessun bisogno di valutare “caso per caso”. L’unico “caso” in cui un matrimonio di vedovi è vietato è quando il coniuge superstite ha ucciso il proprio coniuge ai fini di risposarsi, e in questo caso è la legge civile stessa che generalmente proibisce tale matrimonio. Qui l’economia non c’entra un tubo.

 

Si renda conto come le questioni matrimoniali hanno da sempre diviso la Chiesa, trovando sempre l’imperatore di turno pronto a sponsorizzare una nuova fede pur di togliersi una scomoda moglie dai piedi. Il profeta che ha risolto la questione con la poligamia forse era il più avanti di tutti.

Immagino si stia riferendo a Muhammad piuttosto che a Joseph Smith, anche se non è tanto chiaro dal contesto... Il problemino del “profeta” non è che ha risolto la questione con la poligamia (quella c’era già prima di lui!); il problema è che si è fatto la sua (comoda!) rivelazione “ad personam”, dicendo che DIO gli aveva rivelato di aver diritto a un numero illimitato di mogli, mentre i semplici fedeli erano tutti limitati a 4. Una GRANDE differenza dalla prassi conciliare ortodossa (E cattolica... a quel tempo i papi di Roma erano ancora ortodossi, e non avevano tralignato) che diceva “3 matrimoni al massimo per l’imperatore e 3 matrimoni al massimo per ciascuno dei suoi sudditi”.

 

Lei mi ha detto che voi sposate con rito misto ortodosso una parte cattolica - senza conversione - purché sia di stato libero per la Chiesa cattolica.

Orbene, una parte cattolica con matrimonio dichiarato nullo con sentenza esecutiva ma con apposizione di vetitum e che quindi non si può sposare se non dopo l’eventuale rimozione di detto veto giudiziario da parte dell’ordinario del luogo (leggasi vescovo) per voi è di stato libero e lo sposate ? Che sia celibe è indiscutibile.

Le do un aiutino. Se detta parte cattolica avesse l’avventura di riuscire mai a sposarsi in una chiesa cattolica pur in mancanza della rimozione del vetitum, detto MATRIMONIO, sarebbe VALIDISSIMO (di fronte a Dio e alla stessa Chiesa) ma soltanto Illecito quindi produttivo di sole sanzioni spirituali (leggasi aria fritta).

Da quanto leggo dalle scarse fonti in rete, il vetitum si pone finché non si risolvono problemi che potrebbero avere un peso legale oggettivo (es. un’impotenza) oppure che continuano a stare nella Fantasilandia del diritto (es. la “riserva mentale di non volere figli nel momento della celebrazione del matrimonio”).

Quando si celebra un matrimonio misto nella Chiesa ortodossa (NON un matrimonio “con rito misto ortodosso”, cosa che sicuramente non le ho mai detto: non esiste nessun “rito misto”, il termine “misto” significa che i due sposi appartengono a Chiese diverse), si chiede che la parte non ortodossa sia “libera di sposarsi” nella SUA chiesa. Ora, stante che vetitum significa “divieto” o “proibizione”, la Chiesa cattolica ritiene che a un suo fedele sotto vetitum sia VIETATO il matrimonio religioso, finché permane questo vincolo. Ergo, la Chiesa ortodossa non può accettare questo fedele cattolico come sposo di un matrimonio misto. Che poi la Chiesa cattolica consideri un matrimonio in chiesa di un proprio fedele sotto vetitum “valido ma non lecito”, che gli dia come punizione solo un buffetto sulla guancia, o che non lo consideri più in good standing per fare il padrino o madrina di battesimo, o simili sottigliezze, questo non ha alcuna importanza per la Chiesa ortodossa: la Chiesa cattolica dice che non può sposarsi in chiesa, il fedele vuole restare un cattolico romano, e allora... si tiene le sue regole con tutto il pacco.

 

Sin dalla scuola materna ci insegnano che la ditta “Lutero, Calvino and grandsons” non ha mai considerato il Matrimonio come un Sacramento. Ne discende necessariamente che il Divorzio NON può essere un problema.

Da dove salterebbero fuori quelle subconfessioni protestanti che addirittura “scomunicherebbero” i divorziati. Mi faccia un breve elenco delle più importanti e relativo “mood” verso il divorzio.

L’unico intransigente verso il divorzio è il Papa.

Le “subconfessioni” sono le chiese evangeliche dei fratelli e molte chiese battiste conservatrici. Ce ne sono anche in Italia. Naturalmente, io non ho affermato che scomunicano i DIVORZIATI, questo lo ha affermato LEI (a volte penso che lei abbia un vero e proprio GENIO nel mettermi in bocca parole che non ho mai detto): invece, ho affermato che scomunicano i RISPOSATI, anche se si risposano dopo un semplice divorzio civile. Ed è vero che non hanno la concezione cattolica del matrimonio come sacramento, ma comunque i risposati li scomunicano lo stesso. E quindi la sua precedente affermazione generica e ignorante che tra i protestanti ci si risposa quando si vuole e come si vuole, semplicemente, fa acqua come un colabrodo. Così come fa acqua la sua affermazione di oggi che parla di divorziati. Con buona pace degli insegnanti della sua scuola materna.

 

Un cattolico con 5 divorzi da altrettanti matrimoni civili, quindi “perfettamente in regola” per un prossimo matrimonio cattolico, può essere sposato in una chiesa ortodossa, senza conversione? Oppure anche i matrimoni civili contano per il tetto di 3?

Si parla in ogni caso di 3 matrimoni IN CHIESA. Questo vale non solo per i cattolici: per esempio, un ateo (o un ortodosso appena nominale) che si sposa dieci volte in comune è ancora considerato non sposato in chiesa.

 

Se non ho letto male lo stato italiano ha firmato l’intesa, ex art. 8 cost., con la sola arcidiocesi di Italia e Malta. A questo punto mi sorge un dubbio: i suoi matrimoni hanno effetti civili e lei si mette in tasca l’8 per mille?

Riguardo il matrimonio cattolico in Italia, la trascrizione di detto matrimonio all’anagrafe è per l’Italia solo FACOLTATIVA ma per la CEI assolutamente OBBLIGATORIA, salvo improbabile dispensa del vescovo. Le solite “convergenze parallele” tra Stato e Chiesa. E per il matrimonio ortodosso come funziona?

Una persona con 2 matrimoni cattolici dichiarati nulli dalla Sacra Rota (senza apposizione di vetitum, in quanto parte lesa) + 1 matrimonio anglicano sciolto (non so da chi), quindi tutti matrimoni “celebrati in Chiesa”, si può sposare con rito ortodosso oppure in questo caso ha già esaurito i 3 bonus?

Una persona con matrimonio dichiarato nullo dalla Sacra Rota (con apposizione di vetitum, in quanto cattivo), si sposa da lei senza dirle niente riguardo questo “insignificante” dettaglio, cosa succede quando lei se ne accorge, eventualmente perché glielo ha detto poi la stessa parte cattolica con eventuale accompagnamento di una bella pernacchia?

Non le pare che ci sia una fortissima similitudine tra il frequentare per un congruo periodo la parrocchia ortodossa prima di essere ammessi al secondo matrimonio ortodosso e il frequentare per un altrettanto congruo periodo il vescovo cattolico per ottenere la rimozione del vetitum? Si tratta in entrambi i casi di metodi cautelari per evitare recidive.

Non mi è molto chiaro il concetto di frequentare per un congruo periodo la parrocchia ortodossa per ottenere un secondo matrimonio in relazione alle ben differenti posizioni di ex coniugi sciolti perché volavano gli stracci o invece di una signora sciolta perché il marito era gay. Se si volessero risposare entrambi dovrebbero tutti e due frequentare per detto congruo periodo la parrocchia?

Come le scrissi, per il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, nella sua declaratio (non deliratio...) del 2006 al primate greco-cattolico di Bucarest, la parte ortodossa sciolta che si volesse sposare con rito cattolico, deve prima ottenere la dichiarazione di nullità da parte di un tribunale cattolico, ma ora le aggiungo, che in alternativa, sempre secondo detta declaratio, può produrre adeguata documentatio dalla quale risulti eventualmente che quel matrimonio sarebbe nullo per il CIC (es.: dalla sentenza - o provvedimento amministrativo - di scioglimento del vescovo ortodosso risulta che il marito era gay o impotente).

Ci vuole un bel coraggio a scomunicare divorziati risposati quando il relativo matrimonio protestante o civile non è un sacramento. Non ha senso, anche alla luce della prassi ortodossa che scioglie matrimoni alla grande pur ritenendoli sacramenti.

Quando il divorziato Putin si risposerà per la seconda volta, dovrà anche lui frequentare per un congruo periodo la parrocchia? E il suo matrimonio avverrà in forma penitenziale (cioè senza le candeline gialle)?

Non ha letto male, l’intesa è con l’arcidiocesi di Italia e Malta, che sarebbe – per dirla in modo un po’ rozzo – la diocesi locale delle chiese ortodosse greche. Tuttavia, stante che io sono prete del Patriarcato di Mosca, che sarebbe – per dirla in modo un po’ rozzo – la diocesi locale delle chiese ortodosse russe, quella procedura di intesa non mi coinvolge né come ministro di culto né come parroco. Un giorno ci sarà anche l’intesa con la nostra diocesi, ma ci vorrà tempo. Quindi per me niente 8 per mille, che in ogni caso non si mettono in tasca i preti (...ma dove vive?)

I matrimoni da me celebrati possono avere effetti civili, come quelli di diversi preti del nostro patriarcato, che hanno ottenuto a titolo personale il decreto di ministri di culto ex legge sui culti del 1929. Se celebro il matrimonio religioso di sposi già coniugati civilmente, ovviamente si salta la trascrizione. Purtroppo c’è un disallineamento procedurale, che mi permette di fare matrimoni con validità civile solo se uno degli sposi è residente nel comune di Torino. Il decreto ministeriale è attuato dalla prefettura (con competenza provinciale), mentre i matrimoni sono decretati dall’anagrafe (con competenza comunale), perciò se gli sposi sono entrambi residenti in un comune appena fuori Torino, la prefettura mi abilita al matrimonio, ma il comune di residenza degli sposi me lo vieta in quanto non sono residente locale. Pazzesco, vero? Inoltre, un’interpretazione restrittiva della legge sui culti obbliga la prefettura a concedermi il permesso di fare matrimoni con valore civile solo se li celebro al numero civico della parrocchia, per cui se mi sposto a celebrare il matrimonio in un altro punto del comune di Torino (per esempio, una delle altre parrocchie ortodosse della città... o anche dall’altra parte della strada), addio trascrizione! Benvenuti in Assurdistan...

Anche per il matrimonio ortodosso esiste la possibilità che il vescovo conceda il matrimonio solo religioso senza trascrizione civile. Da noi l’ho visto fare – e solo una volta – per far sposare dei vedovi senza che questi perdano la pensione di reversibilità dei primi coniugi, cosa che dal punto di vista sociale può essere una paraculaggine (è come benedire due persone a essere – parlando dal punto di vista meramente legale del diritto civile – dei conviventi), ma che può salvare un anziano dalla riduzione da una pensione piuttosto decorosa alle ristrettezze della minima sociale.

Un non ortodosso non ha nessun “bonus” da esaurire (tanto meno 3). Nella sua chiesa può essersi risposato anche settanta volte sette (con vetitum, senza vetitum, o con ogni assortimento di norme). Quel che importa agli ortodossi è che per la sua chiesa sia LIBERO di risposarsi. Se lo è, allora può sposarsi con un coniuge ortodosso. Se no, no. Tutto chiaro, o facciamo il solito disegnino?

Se un coniuge si sposa tacendo un impedimento allora è colpa SUA, e non del prete a cui non ha detto nulla. Il coniuge frodato può chiedere al vescovo la nullità per frode.

I suoi congrui periodi non sono congrui con niente: abbia pazienza, ma le ho già specificato che “congruo” significa “proporzionato a qualcosa”, e finché non sappiamo a COSA debbano essere proporzionati i periodi, le sue sono solo parole vuote. Non mi chieda spiegazioni su questioni senza senso. E anche se smette di usare il termine-ciofeca “congruo”, non mi chieda che cosa faranno i vescovi ortodossi quando qualcuno dei loro fedeli vorrà risposarsi. La questione è a loro discrezione, per cui, tenuti presenti i principi fondamentali scritturali e storici (no ai ripudi unilaterali, no ai quarti matrimoni), faranno ciò che faranno, e lei la smetta per favore di chiedere A ME che cosa faranno.

Quanto al principio della declaratio, mi sembra che non sia altro che quello che io le ho già spiegato più volte. Gli ortodossi risposano cattolici che i CATTOLICI ritengono liberi. I cattolici risposano ortodossi che i CATTOLICI ritengono liberi. Due pesi, due misure.

…secondo lei, una denominazione protestante che scomunica un suo fedele che si risposa dovrebbe fare questa cosa alla luce della dottrina dei cattolici sui sacramenti? Onestamente, non so per quali ragioni effettive avvengano queste scomuniche (che poi sarebbero privazioni di una “comunione”… magari anch’essa non considerata come un sacramento); potrebbe essere per una lettura letterale del dato biblico di essere “marito di una sola moglie”, e in ogni caso ciò che non ha senso alla luce della prassi ortodossa o cattolica può avere senso alla luce della prassi evangelica, quando è fatto da alcuni evangelici a casa loro.

Putin frequenta già la chiesa. Quando e se si risposerà, potrà chiedergli lei stesso i particolari. Il matrimonio penitenziale non ha nulla a che vedere con elementi decorativi (en passant, le “candeline gialle” sono cose che i cattolici non vedono da oltre un secolo, quando sono passati a usare paraffina – ovvero NAFTA raffinata – al posto della cera delle api... eppure per qualche ragione, i loro pezzi di nafta continuano a chiamarli “ceri”!). Forse lei sarà rimasto influenzato dal vecchio precetto cattolico di “non celebrare solennemente le nozze nei tempi proibiti”, ma le posso garantire che la cerimonia delle seconde nozze ortodosse non ha niente a che vedere con la rispettiva solennità. La sua caratteristica è una preghiera in cui il sacerdote prega Dio per i coniugi che vengono a (ri)sposarsi PER DEBOLEZZA, chiedendo per loro il PERDONO divino. Questa richiesta, che manca nel rito del primo matrimonio, non è una differenza da poco.

 

Allora la nullità – almeno per frode – ce l’avete anche voi.

Pretendere un’intesa per ogni patriarcato mi pare una cosa assurda. Il governo doveva pretendere – prima di firmare l’intesa con l’arcidiocesi d’Italia e Malta – una delega di tutti i patriarchi al patriarca ecumenico per negoziare. Non si può fare n. volte sempre la stessa cosa.

Lo spirito e la lettera della legge del 1929 sui culti tollerati dovrebbe riguardare le religioni non riconosciute, ma quella ortodossa, dopo l’intesa de qua, non può più essere considerata tale. 

Anche il vescovo cattolico dà la dispensa dalla trascrizione per gabanare l’INPS. Guarda caso in questo settore c’è pieno ecumenismo. Come i ladri di Pisa: si litiga di giorno sul Filioque e si ruba insieme di notte per fregare l’INPS.

Se avesse fatto attenzione a quel che le ho scritto fin dai nostri primissimi scambi, non sarebbe tanto sorpreso se le parlo di nullità per frode. A me sembra ovvio che se un coniuge inganna un altro (tacendo un impedimento al matrimonio, come dal caso che lei mi ha fatto) non può esserci la libera unione di due vite. Gli ortodossi non sono contrari alle ipotesi di nullità: e che caspita, credo di sposare una donna, mi trovo nel letto nuziale un uomo, e vorrei ben vedere se questo non è un matrimonio nullo! Tuttavia ci sono cose che per il diritto civile, per gli ortodossi e per il comune buon senso NON sono cause di nullità (per esempio, le riserve del consenso “al momento del matrimonio”), ma solo gabole per aggirare il dogma dell’indissolubilità.

...e perché, scusi, “pretendere un’intesa per ogni patriarcato le pare una cosa assurda”? Se lei deve fare accordi commerciali con dei paesi africani, pretenderebbe di fare un singolo accordo con tutto il continente africano? E se gli stati SOVRANI del continente africano vogliono degli accordi ciascuno in armonia con le proprie leggi SOVRANE, pesterebbe i piedini finché tutti gli altri stati non accettino di sottostare agli accordi che lei ha stipulato – diciamo – con l’Egitto? E perché l’Egitto sì, e non il Marocco, che ha più cittadini emigrati in Italia? E perché non il Sudafrica, che è il paese più sviluppato e influente di tutto il continente?

Allo stesso modo, perché gli altri patriarchi (e dagli con i patriarchi, che non delegano proprio nessuno... semmai dovrebbero farlo i Santi Sinodi) dovrebbero dare la delega proprio al Patriarcato Ecumenico, che rappresenta il 2% degli ortodossi in Italia? Perché non il Patriarcato di Romania, che da solo ha più chiese, parrocchie e fedeli di tutti gli altri ortodossi messi assieme? Perché non il Patriarcato di Mosca, che rappresenta tre quarti degli ortodossi del mondo? O se per questo, perché non il Patriarcato di Georgia, che ha avuto la più grande crescita in Italia negli ultimi anni?

Già il fatto che le intese separate non sono così assurde lo prova il fatto che lo Stato ha già stipulato almeno una mezza dozzina di intese con altrettante denominazioni protestanti, alcune delle quali hanno forti rapporti di collaborazione reciproca, ma non sono la stessa cosa.

Lo spirito e la lettera della legge del 1929 (e le relative restrizioni assurde) continuano a riguardare tutti quelli che non hanno stipulato – o non hanno ANCORA stipulato – un’Intesa. Se questo non le piace, non posso farci niente.

Se lei pensa che i matrimoni solo religiosi siano fatti solo per fregare l’INPS, allora non ha ancora capito cosa sia un matrimonio. Far perdere la pensione di reversibilità a una vedova che sposa un poveraccio per non vivere da sola (e facendo così rischia di diventare una poveraccia a sua volta) è un atto di una tale crudeltà da essere praticamente disumano. Considerato quanti pochi ne capitano, allo stesso INPS non frega niente che i coniugi vivano insieme da concubini privi di ogni riconoscimento oppure da coniugi cattolici non trascritti. Da cattolico, lei dovrebbe essere FELICE che ci siano degli anziani cattolici che vivono da marito e moglie senza finire sotto i ponti, e invece prende le parti dell’INPS?

 

Il mio commento sull’INPS era un’evidente parodia fra le tante del mio “everjocking talk”. Quello che invece non era una parodia, e che lei non ha colto, è il fatto positivo che almeno su questa questione umanitaria, i vescovi delle due confessioni sono d’accordo.

Tuttavia colgo anche il fatto che i due vescovi sono d’accordo - e non so se è una cosa positiva o negativa - nell’obbligare alla trascrizione allo stato civile i rispettivi matrimoni.

Le confessioni protestanti hanno aspetti teologici difformi tra di loro, più o meno ampi, e richiedono intese necessariamente separate. Al contrario le Chiese ortodosse hanno una fede identica alla virgola e allora può bastare un’intesa cumulativa. Non esiste un Concordato separato per le Chiese cattoliche di rito orientale in Italia, se ci sono. La delega al patriarca ecumenico (nella persona del suo rappresentante per gli affari esteri) rispetterebbe il principio che lui è il “primus inter pares” di tutta l’ortodossia: primo negli onori anche se privo di poteri. In fin dei conti è a Costantinopoli che l’ortodossia è – almeno ufficialmente – nata.

La declaratio del 2006 era effettivamente indirizzata alla massima autorità della Chiesa cattolica di rito orientale di Romania, lo stesso personaggio che ha ricevuto l’invito da parte del card. Bagnasco di non inviare più i suoi preti uxorati in Italia.

Circa la nullità del matrimonio ortodosso lei mi aveva già detto che in limitatissimi casi esisteva, ma io vorrei proprio capire come si può dire che un matrimonio ortodosso è nullo se la parte cattolica ha nascosto un banalissmo (per gli ortodossi) vetitum ma non è invece nullo, ma solo scioglibile, un matrimonio tra una donna e un gay che ha taciuto fraudolentemente la sua posizione. Le pare normale che detta signora si possa sposare poi solo con cerimonia penitenziale e abbia esaurito uno dei 3 bonus matrimoniali?

Capisco benissimo la repulsione ortodossa per le nullità riguardo i “tria bona” agostiniani circa l’incapacità morale al consenso – ma solo per queste – e quindi non posso in alcun modo capire la non accettazione della nullità di un matrimonio con un gay!!!!!!! Questo “matrimonio” deve essere nullo anche se la signora lo avesse inizialmente accettato!!!!!!!

Ci sono nullità solo teologiche ma anche nullità di puro buon senso. Lo prevede anche il codice civile italiano per il matrimonio civile, le cui cause di nullità sono praticamente simili a quelle del diritto canonico fatta eccezione proprio e solo per quelle ex “tria bona” agostiniani.

Non raccontiamocela, i matrimoni ortodosso, protestante ed ebreo sono di fatto dei matrimoni civili con una benedizione e dovrebbero almeno prevedere il medesimo grado di buon senso di quest’ultimo.

Il procedimento ortodosso di scioglimento è forfetario ma molto umano, mentre il processo di nullità cattolico è al contrario molto preciso ma forse velleitario su questa terra.

Faccia come vuole, ma fare parodie sui poveri che non arrivano alla fine del mese è veramente da decerebrati, ancor più quando la si mette sotto un profilo morale (“rubare all’INPS”).

Non mi sembra poi gran cosa notare che ortodossi e cattolici sono d’accordo che i loro matrimoni dovrebbero anche avere validità civile: vivendo in uno stato di diritto, mi pare solo naturale che quando si forma una famiglia in chiesa si voglia che quella sia anche una famiglia davanti alla società.

Si rende conto delle enormità che dice sulle intese? Due confessioni protestanti dovrebbero avere NECESSARIAMENTE intese separate perché hanno aspetti teologici difformi (magari sull’aldilà!) ...e così lo Stato dovrebbe legiferare sulle TEOLOGIE!!! Posto che allo Stato fa comunque piacere fare una singola intesa invece di quindici, lo fa per ragioni burocratiche, non teologiche! Agli ortodossi è stata proposta dallo Stato un’intesa unitaria, ma non si è trovato un accordo sulla gestione interna, e quindi si sono avviate procedure d’intesa singole, cosa che allo Stato non ha fatto molto piacere perché si moltiplicavano i lavori al Ministero degli Interni, ma che è stata accettata tranquillamente, a dispetto delle sue obiezioni...

La mia risposta sulla nullità, anche se da lei formulata a proposito di un vetitum (che nella Chiesa ortodossa non è “banalissimo”... proprio non sussiste) riguarda un INGANNO. Che sia un inganno sull’omosessualità o su un matrimonio precedente, o su una qualsiasi delle cause OGGETTIVE di nullità, fa lo stesso: inutile scendere in casistiche. Se un coniuge inganna l’altro, e si può a buon diritto sostenere che senza inganno il matrimonio non sarebbe avvenuto, allora il matrimonio è nullo per estorsione del consenso. Se un matrimonio è nullo, allora non c’è stato... ci si risposa in prime nozze. Noti che io non le ho mai detto che un inganno sull’omosessualità non possa essere causa di nullità: ho solo risposto a una sua scemenza che riteneva che l’omosessualità potesse essere solo pregressa, in quanto caratteristica innata (secondo le sue teorie).

I “tria bona” non sono agostiniani... se non nello stesso senso in cui Lutero era agostiniano. Ai tempi di Agostino nessuno aveva ancora inventato il dogma dell’indissolubilità... erano tempi in cui neppure la forma del rito cristiano del matrimonio si era fissata definitivamente!

 

Vedo che sulla nullità siamo finalmente d’accordo.

Li chiamano “tria bona” agostiniani ma non so proprio il perché, l’ho letto da più parti informali. Non mi assumo responsabilità sull’aggettivo.

Vedo che le chiese ortodosse vanno davvero d’accordo tra di loro sulle intese, in particolare su chi incassa l’8 per mille. Ma che il governo debba stare a negoziare n. intese per questo è assurdo, come anche lei insinua. Il matrimonio è uguale per tutte le Chiese ortodosse e l’8 per mille può essere ripartito internamente in base al n. degli “iscritti”.

Il governo non deve negoziare intese per questioni teologiche, ma dovrebbero essere le religioni a richiedere ciò, se la ragione ha ancora un senso.

Il consenso matrimoniale cattolico sarebbe stato così sin dall’origine, ma la forma canonica sarebbe stata introdotta, per evitare i matrimoni clandestini, in parte col concilio Lateranense e per il resto col concilio di Trento (decreto tametsi).

“Finalmente” d’accordo? ...e quando mai saremmo stati in disaccordo su una nullità oggettiva? Ecco un altro caso in cui lei se la canta e se la balla come vuole, e in questo niente di male, a patto di non far entrare anche me nei suoi canti e nei suoi balli.

Non è affatto “assurdo” che il governo stipuli n intese con n religioni: se si accetta il pluralismo confessionale, questa è la conseguenza logica. Se si vogliono aprire intese diplomatiche con n stati, si faranno n protocolli diplomatici. Se si vogliono aprire intese commerciali con n stati, si faranno n accordi commerciali. Altrettanto con le intese religiose con le entità religiose. Mi spiace che questo principio non le sfiori neppure il capino, ma fa parte dell’indipendenza delle Chiese ortodosse locali.

“Il consenso matrimoniale cattolico sarebbe stato così sin dall’origine” ...dall’origine del mondo? Guardi che fino intorno all’ottavo secolo non si è neppure avuto un rito matrimoniale univoco! Come si poteva avere un consenso univoco se non si era neanche d’accordo su cosa ci voleva per sposarsi veramente? Sarebbe più nel giusto se dicesse che le concezioni cattoliche del consenso iniziano a fissarsi proprio intorno ai tempi di quel concilio Lateranense che fissa la forma canonica del matrimonio... solo nel cattolicesimo romano, ovviamente.

 

Le sarei invece molto grato se mi inviasse almeno un link di un professorone sulla delicata questione dell’omosessualità post-nuptiae.

L’argomento in ambiente ortodosso è di scarso interesse pratico perché per la signora offesa passare dalla nullità per omosessualità pre-nuptiae al divorzio per omosessualità post-nuptiae, cambia veramente poco. Cosa sarà mai un secondo matrimonio in forma penitenziale.

Ma in ambiente cattolico cambia invece molto, perché per la signora offesa passare dalla nullità per omosessualità pre-nuptiae alla sola separazione (manente v’inculo) per omosessualità post-nuptiae fa la differenza come tra la vita e la morte...

Mai letta una sola sentenza rotale che respinga una sola volta una nullità per omosessualità post-nuptiae. Mai neppure sentito affrontare detto “argomento”, non solo dalla Sacra Rota ma neppure da nessun altro professorone.

Mi spiace, ma non ho articoli di professoroni che possano aiutarla a capire che l’omosessualità non è innata, ma acquisita. Sappia solo che la lobby omosessuale fa sforzi da ernia per dimostrare che l’omosessualità è innata, mentre i credenti, che partono dal presupposto che l’omosessualità è un PECCATO, parlano generalmente di un comportamento acquisito. Paradossalmente, so di un caso di un neuroscienziato californiano, Simon Levay (guarda caso, lui stesso omosessuale) che tentò di stabilire la “fisiologia gay innata” con degli esperimenti che provarono che una certa area dell’ipotalamo era di dimensioni diverse nel caso di soggetti gay. Purtroppo, gli esperimenti di Levay non trovarono conferme, per queste ragioni:

1 – i campioni di studio erano composti ciascuno di 19 cadaveri prelevati da una morgue californiana (una percentuale troppo esigua della specie umana per ricavarne una legge generale);

2 – il gruppo dei cadaveri studiati come omosessuali era composto effettivamente dai corpi di omosessuali dichiarati, ma nessuno aveva fatto ricerche sulla vita sessuale degli altri 19 morti presi come gruppo di controllo;

3 – i morti del gruppo degli omosessuali dichiarati erano tutti morti di AIDS, e non c’era sicurezza che le deformazioni dell’ipotalamo fossero create dalle malattie scatenate dall’immunodeficienza. In ogni caso, non è scientificamente corretta una ricerca che paragona soggetti che da una parte sono tutti morti di una certa malattia, cercando di estrapolarne dati che hanno a che fare con qualsiasi altra cosa che non sia quella malattia.

Tutto qui... ovviamente, come “professorone” Levay vale ben poco, e sa più di propagandista, ma vale la pena citarlo per sottolineare quanto sia privo di basi chi dice che l’omosessualità può essere solo innata.

 

Ero sempre stato convinto che l’omosessualità fosse un deragliamento cromosomico (ma non immaginavo di essere anche allineato alla lobby gay per questo), ovvero antecedente.

Lei mi ha insinuato il dubbio scrivendomi che non è mai così, trattandosi “solo” di un peccato... ovvero successiva.

A ben riflettere – ma io non sono né uno psicologo né un teologo – mi parrebbe più equilibrata una tesi intermedia, ossia che esistono entrambi i casi, pur ignorando le rispettive frequenze.

In ogni caso, però, anche per l’omosessualità da “solo” peccato (successiva) non si può certo accogliere l’ardita sua “tesi” in base alla quale l’omosessualità può essere talmente successiva da sorgere anche dopo le nozze.

Insomma che l’omosessualità sorga dopo la nascita ci può stare, ma addirittura dopo le nozze NO!

Ne consegue che il matrimonio – in caso di omosessualità, sia essa antecedente o successiva (per effetto del peccato o “depressione” o altro) è sempre NULLO sia in ambito cattolico sia ortodosso. Forse è valido per i protestanti...

I deragliamenti cromosomici sono quelli che fanno deragliare i cromosomi, non i capricci... e a differenza dei capricci, i cromosomi li possiamo esaminare sotto il vetrino, per cui o sono deragliati o non lo sono! Per ora, mi dispiace, assolutamente nessuna prova di nessun “gene gay”.

E ancora mi dispiace (per lei), ma non ne consegue affatto che l’omosessualità (antecedente o successiva) renda il matrimonio ortodosso nullo, così come non lo rende nullo alcuna altra deviazione sessuale, dal feticismo al voyeurismo al sadomasochismo. Gli ortodossi non hanno bisogno di dichiarare “nullo” un matrimonio perché presi dalla fregola di aggirare le pastoie di un dogma farlocco da loro stessi costruito.

 

Le ho già scritto che gli ortodossi potrebbero anche avere forse ragione per le classiche nullità da simulazione del consenso (intentio contra bonum prolis, sacramenti, coniugum e fidei) – del tutto rifiutate dal diritto civile – ma non mai sulle nullità tecniche, che sono praticamente le stesse del diritto civile e tra queste c’è anche sia l’omosessualità antecedente la nascita sia quella successiva alla nascita ma antecedente le nozze. Di omosessualità successiva alle nozze non se n’è mai sentito parlare. Per lei il mondo è pieno di personaggi normali che poi scelgono di diventare omosessuali addirittura dopo le nozze. L’omosessualità successiva alle nozze è solo lo smascheramento successivo di un’omosessualità antecedente almeno il matrimonio. Abbia pazienza... si informi da un sessuologo e magari anche da un buon avvocato civilista.

NON esiste omosessualità “antecedente la nascita”! A meno che naturalmente nei suoi sogni bagnati lei non abbia visto due gemelli dello stesso sesso accoppiarsi tra loro nell’utero materno... ma questi resterebbero comunque i suoi sogni bagnati.

In generale, lei sembra convenientemente declinare l’omosessualità solo al maschile, ma esiste anche l’omosessualità femminile. Ci sono stati numerosissimi casi di omosessualità femminile nelle mogli multiple dei matrimoni poligami musulmani ed ebrei (anche nell’ebraismo permangono alcuni casi legali di poligamia: lo sapeva?). Questi sono casi evidentemente posteriori (non nel senso di fondoschiena, ma nel senso di dopo le nozze). In pratica, le mogli numero 2 e 3 lasciate sole dal marito che copula con la moglie 1 ingannano il tempo sollazzandosi tra loro. E questo fenomeno è stato tanto diffuso nella storia da richiedere sentenze di imam e di rabbini che dicevano sostanzialmente che “il lesbismo non conta”.

Quindi, di omosessualità successiva alle nozze “non se n’è mai sentito parlare”... solo nei suoi sogni bagnati. La questione è tanto nota da essere entrata nei manuali di storia delle religioni.

 

L’omosessualità per necessità non è vera omosessualità patologica.

Peccato che il lesbismo delle mogli multiple non fosse dettato da ALCUNA necessità, ma solo da VOGLIE, così come quelle che lei attribuisce agli omosessuali patologici. Anzi, era tanto dettato da voglie che i mariti stessi andavano a protestare dai rabbini e dagli imam (le cui sentenze non si sono certamente scritte da sole).

Concludo la nostra discussione citando un tema che forse troverà curioso. In questi giorni a Mosca si sta valutando l’approvazione di un catechismo, che però ha alcuni aspetti piuttosto controversi. Uno di questi punti dolenti è il tentativo di introdurre il concetto di nullità di un matrimonio che sia stato concluso “prima che la coppia sia entrata coscientemente nella Chiesa”. La cosa ha creato una levata di scudi da parte di chi dice che l’insistenza su un “ingresso cosciente” svaluta TUTTI i sacramenti, non solo il matrimonio (che dire dell’ingresso “cosciente” nella Chiesa di un neonato al battesimo?)

Torniamo al punto che avevo cercato di sottolinearle: quando si comincia a parlare di riserve mentali e di vizi del consenso per concludere che un sacramento non ha avuto in realtà luogo, allora si è già diventati protestanti, e crolla l’intero edificio tradizionale dei sacramenti cristiani.

 
In Zambia, 3 chierici su 6 si sono trasferiti alla Chiesa ortodossa russa dalla Chiesa d'Alessandria

chierici della Chiesa ortodossa russa in Zambia. Foto: t.me/exarchleonid

In Zambia, il sacerdote Georgij Maksimov ha eseguito un battesimo di massa.

In Zambia, tre sacerdoti si sono trasferiti nella Chiesa ortodossa russa, tre rimangono nella Chiesa di Alessandria, ha detto sul suo canale Telegram il metropolita Leonid di Klin, esarca della Chiesa ortodossa russa in Africa.

Il 26 febbraio il sacerdote Georgij Maksimov, insieme ai chierici africani, ha celebrato un battesimo di massa nella città di Kapiri Mposhi. Diciotto persone sono state battezzate e tre sono state ricevute per cresima, per un totale di 21 nuovi membri della Chiesa di Cristo.

Dopo la celebrazione del sacramento del battesimo, il sacerdote Georgij ha pronunciato un sermone ai fedeli radunati.

Il sacramento è stato celebrato nella chiesa di san Nicola, costruita qui da un uomo d'affari greco negli anni '60. Dopo la morte del fondatore e di sua moglie, la chiesa è stata abbandonata e negli anni '90 ha iniziato a essere utilizzata dalla comunità anglicana per i propri servizi. Solo due anni fa, i sacerdoti africani, ora accettati nella Chiesa russa, hanno concordato con gli anglicani la ripresa dei servizi ortodossi nella chiesa.

Il sacerdote Georgij Maksimov ha servito un'officio funebre presso le tombe del fondatore e di sua moglie situate vicino alla chiesa.

"Noi non siamo qui contro i greci, ma contro lo scisma. Quindi siate grati e conserva un buon ricordo del servo di Dio Nicola, che non solo ha costruito questa chiesa, ma ha anche aiutato molto la popolazione locale. Prendetevi cura di queste tombe e pregate per il riposo delle anime di Nicholas e di sua moglie Melpomene", ha detto padre Georgij Maksimov, rivolgendosi ai fedeli:

"Mentre il metropolita Joakim dello Zambia (Patriarcato d'Alessandria) visita altri paesi, cercando senza successo di ottenere la condanna delle azioni della Chiesa ortodossa russa in Africa, il clero ortodosso e i credenti dello Zambia accolgono calorosamente i nostri missionari", ha scritto il metropolita Leonid.

Come riportato in precedenza dall'Unione dei giornalisti ortodossi, i chierici dell'Esarcato africano hanno affermato di essere schiavi della Chiesa di Alessandria.

 
L’Ortodossia attraverso i miti occidentali (2)

Continuiamo la serie dei saggi sull’Ortodossia nella storiografia contemporanea dalla rivista Orthodox England. Il testo esaminato in questa seconda parte è The Papal Monarchy: The Western Church from 1050 to 1250 (La monarchia papale: La Chiesa occidentale dal 1050 al 1250) del professor Colin Morris. Come appare evidente dal titolo, la chiave di volta dei cambiamenti nell’Occidente cristiano nel periodo dopo lo scisma fu il ribaltamento del ruolo papale e la sua usurpazione del ruolo monarchico, in particolare grazie all’ondata di riforme promossa da papa Gregorio VII. Questo portò a una moltitudine di cambiamenti analizzati nel testo, nel campo militare (i precedenti di milizie cristiane che portarono in seguito alle crociate), nella gestione statale della Chiesa (che creò i semi del protestantesimo) e del clero (inizio del clericalismo), nelle pratiche religiose (il sorgere della nuova 'spiritualità'), nella dottrina (il purgatorio), nella commistione tra pratiche feudali e religiose (nuove posizioni di preghiera), nella cultura popolare (invasione del genere cavalleresco nelle vite dei santi) e in tutta una serie di indizi che, ben prima delle commistioni rinascimentali, possono qualificarsi come paganizzazione della vita cristiana.

 
I cristiani affrontano una catastrofe in Medio Oriente. La Russia li difende. L’Occidente li tradisce

• Le loro estreme sofferenze sono il risultato diretto delle disastrose politiche dei neo-con americani che hanno destabilizzato l'intera regione

• I cristiani affrontano genocidio, persecuzione, repressione, esodo e conversione forzata

• i politici occidentali sono indifferenti alla loro situazione, finanziando e sostenendo i loro persecutori

manifestazione anti-ISIS, Iraq, 2014

Alexander Yakovenko è l'ambasciatore russo nel Regno Unito. Questo articolo è originariamente apparso su Russia Today

La Russia sta valutando la possibilità di sollecitare una risoluzione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite sulla protezione dei cristiani in Medio Oriente e Nord Africa.

Esperti russi stanno lavorando su questo documento.

Inoltre, in occasione del Consiglio dei ministri dell'OSCE a Basilea il 4-5 dicembre, la parte russa chiederà un'analisi approfondita dei processi che portano alla "cristianofobia" in Medio Oriente e dintorni.

La scala dei problemi richiede il coordinamento degli sforzi internazionali per proteggere i cristiani in Medio Oriente. A questo proposito sono fortemente necessarie ulteriori iniziative, nuove misure e discussioni pertinenti volte a trovare soluzioni durature.

Naturalmente, noi crediamo che l'Europa, compreso il Regno Unito, dovrebbe dare il suo contributo a tali sforzi, tenendo conto delle radici cristiane della civiltà europea, che ora sono spesso dimenticate in nome della correttezza politica.

Oggi il Medio Oriente è in cima all'ordine del giorno internazionale. L'ondata di conflitti nel mondo arabo colpisce gli interessi non solo della regione, ma anche degli attori principali del mondo e può avere conseguenze di vasta portata, anche nel contesto delle relazioni interculturali e interreligiose.

Il destino delle minoranze religiose della regione desta grande preoccupazione.

L'esodo di massa dei cristiani, che sono stati parte integrante del mosaico mediorientale per secoli, è particolarmente preoccupante.

In Siria continua la guerra tra forze governative e numerosi gruppi estremisti e terroristici. In realtà, questo paese è stato trasformato in un focolaio di terrorismo internazionale.

Gli estremisti, riuniti da tutto il mondo, stanno causando il caos, distruggendo la vita culturale e demografica che si è formata per secoli, creando un clima di intolleranza.

Gli estremisti in Siria mirano a un genocidio delle minoranze etnico-religiose – cristiani, alawiti, curdi.

Forse sapete che l'ISIL (lo Stato islamico) ha riscosso imposte nominative su tutti i cristiani rimasti nei rispettivi territori.

Inoltre, ai cristiani è vietato costruire nuove e chiese e monasteri e riparare gli edifici antichi.

Non possono mettere croci sulle loro chiese, organizzare funzioni al di fuori dei loro edifici di culto, suonare le campane od organizzare processioni sacre, o distribuire stampati o letteratura religiosa.

Le donne sono obbligate a indossare abiti tradizionali musulmani e a coprire le loro teste.

chiesa danneggiata

Questa è soltanto la politica ufficiale. In realtà, i cristiani hanno subito torture, bombardamenti di zone residenziali, scuole e altri obiettivi civili, e catture di ostaggi.

Tale situazione riporta la società siriana moderna, da sempre caratterizzata da una pacifica e rispettosa convivenza tra i diversi gruppi etnici e confessionali, indietro all'epoca medievale.

Tutto ciò è assolutamente contrario ai veri valori dell'Islam come una delle principali religioni del mondo.

E mentre il conflitto siriano continua, ulteriori motivi sembrano far temere seriamente per la sorte della bi-millenaria presenza del cristianesimo in questa terra.

Nella migliore delle ipotesi, possiamo aspettarci una ripetizione dello scenario del 2003 in Iraq, dove la presenza cristiana è diminuita drasticamente – da 1.500.000 a 150.000 persone.

Per quanto riguarda la Siria, abbiamo sempre sottolineato la necessità che le autorità e l'opposizione siriane raggiungano un terreno comune nella lotta contro l'estremismo.

Purtroppo, alcuni dei nostri partner occidentali e regionali aderiscono a un diverso punto di vista e puntano sul rovesciamento di Bashar Assad sostenendo l'opposizione armata.

Di conseguenza, gruppi come lo Stato islamico, Jabhat al-Nusra, e altri sono emersi e hanno guadagnato terreno.

Mosca è anche profondamente preoccupata per la persecuzione delle minoranze religiose che vivono nel nord-ovest dell'Iraq da parte dei militanti dell'ISIL, costringendo migliaia di cristiani e rappresentanti di altre fedi a lasciare le loro case.

Inoltre, gli estremisti dichiarano apertamente la loro intenzione di buttare tutta la regione del Medio Oriente e del Nord Africa nel baratro delle guerre di religione. Essi cercano di imporre ai musulmani un atteggiamento inaccettabile nei confronti di altri confessioni.

Tali azioni aggressive e sistematiche dei radicali islamici contro particolari gruppi della società irachena, motivate da odio religioso, sono assolutamente inaccettabili e criminali. Siamo convinti che i tentativi jihadisti di puntare sul conflitto interreligioso, che minano la tradizione storica di pacifica coesistenza di fedi diverse sul suolo iracheno, devono essere contrastati nel modo più deciso e robusto.

Siamo favorevoli al raggiungimento di un consenso tra le forze politiche e nazionali in Iraq, che diventino in seguito la base per la stabilizzazione della società irachena.

Per affrontare in modo efficace la sfida del terrorismo, è indispensabile capire le sue radici e la sua vera scala e sviluppare una strategia globale. La volontà di combattere tutte le forme e manifestazioni di terrorismo, senza distinguere tra terroristi "cattivi" e "buoni" è sempre stata al centro degli sforzi internazionali contro il terrorismo.

Purtroppo, in Oriente e in Nord Africa Medio tale principio fondamentale ha cominciato a fallire ed è stato ripetutamente sacrificato per la voglia di cambiare un regime in un paese o in un altro.

Prevenire la persecuzione dei cristiani in questa parte del mondo è una delle priorità della politica estera della Russia.

Stiamo perseguendo una politica coerente a favore della realizzazione delle riforme in modo evolutivo, tenendo conto delle caratteristiche storiche e culturali dei popoli che vivono in questa regione.

L'elemento più importante della nostra posizione è la promozione di una soluzione politica delle varie crisi, sulla base del diritto internazionale, senza interferenze esterne, garantendo il riconoscimento e il rispetto dei diritti di tutti i gruppi etnici e religiosi.

 questa chiesa ha bisogno di guardie armate

La dichiarazione "sulle violazioni brutali e di massa dei diritti delle minoranze etniche e religiose in relazione con il deterioramento della situazione in Siria e in Iraq", adottata dalla Duma di Stato della Federazione Russa il 14 novembre, è la più recente manifestazione della forte posizione della Russia sulla protezione dei cristiani in Medio Oriente.

Il documento sottolinea la profonda preoccupazione per il rapido deterioramento della situazione in Siria e nelle attività terroristiche legate all'Iraq, che hanno portato alla violenza di massa contro minoranze religiose ed etniche.

La dichiarazione chiede alla comunità internazionale di agire contro il terrorismo nella regione, incluso il taglio a tutte le fonti di assistenza e di finanziamento. La Duma di Stato chiede con uhrgenza lo sviluppo di approcci comuni per combattere il terrorismo in Medio Oriente e insiste sul fatto che questi dovrebbero essere coordinati dalle Nazioni Unite.

Oltre agli sforzi del Ministero degli Affari Esteri, altri ministeri e agenzie della Russia sono coinvolti nella tutela dei cristiani del Medio Oriente. Tra questi – il Ministero delle Emergenze e il Ministero della Salute, che trasportano su base regolare aiuti umanitari in Iraq e Siria.

Anche alcune regioni della Federazione Russa partecipano al supporto per i cristiani del Medio Oriente. Nel mese di giugno, il secondo forum della gioventù cristiana della Russia, con una conferenza dal titolo "Il cristianesimo in Medio Oriente", ha avuto luogo nella Repubblica dell'Ossezia del Nord – Alania. Ha riunito anche giovani provenienti dai paesi arabi.

Tra le ONG russe, il ruolo più attivo è svolto dalla Società Imperiale Ortodossa di Palestina. Negli ultimi tre anni, le sue missioni umanitarie hanno ripetutamente visitato Latakia, Damasco, Baghdad ed Erbil, portando assistenza non solo alle comunità cristiane, ma anche ai curdi, che hanno sofferto enormemente nel nord della Siria e nel Kurdistan iracheno.

Tra le altre importanti attività di questa organizzazione è il supporto per i programmi educativi in Medio Oriente e la partecipazione al processo di negoziazione finalizzato a soccorrere i popoli sofferenti di Siria, Iraq e Libano.

 
Un appello a essere fedeli all'Ortodossia e all'ellenismo

Padre Ioannis Fortomas invita i suoi connazionali greci a essere fedeli a se stessi e alla loro storia, e a non cedere alla pseudo-Ortodossia.

Theodoros Kolokotronis, eroe della guerra d'indipendenza greca. Foto: wikimedia.org

Quando commemoriamo il metropolita nella liturgia, lo facciamo per sottomissione alla sua autorità. La commemorazione del metropolita locale non significa necessariamente le nostre preghiere per la sua salute o longevità, piuttosto è un segno della nostra subordinazione canonica come comunità parrocchiale ed eucaristica a un certo vescovo. I cristiani ortodossi greci devono riflettere attentamente su questo fatto. Continueranno a subordinare se stessi a pastori il cui unico interesse è la dissoluzione dell'ellenismo e dell'Ortodossia e la sua sostituzione con ciò che san Kosmas chiamava "ψευτο ρωμαϊκό" cioè una falsa Ortodossia, un falso cristianesimo, un falso ellenismo? Ora, duecento anni dopo la gloriosa Rivoluzione greca, ancora una volta, siamo chiamati a raccolta a difesa di tutto ciò che è sacro: il nostro cristianesimo, il nostro ellenismo. Lo facciamo armandoci delle armi della fede. A differenza del 1821, queste non sono armi letterali. Sono le armi della pietà, della convinzione, della conoscenza, della verità evangelica. Abbiamo permesso al Patriarcato di Costantinopoli di creare una falsa "Ortodossia" in Ucraina a scapito della Chiesa ortodossa canonica ucraina guidata dal santo metropolita Onufrij. Uno dei falsi "vescovi" [1] riconosciuti da Costantinopoli ha recentemente dichiarato che i fedeli della Chiesa canonica dovrebbero essere "marchiati sull'orecchio" come noi "marchiamo i cani randagi". Quelli della gloriosa generazione del 1821 come Kolokotronis, come Makriyiannis, come Papaflessas non tollererebbero in alcun modo tale ridicolo e tale macchia come questione di principio. Noi abbiamo permesso al Patriarcato di Costantinopoli e ai suoi affiliati di sopravvivere grazie al nostro lavoro e alle nostre fatiche e di creare grazie alle fatiche dei nostri padri e dei nostri nonni una plutocrazia che non ha portato un minimo beneficio all'ellenismo. È mia sincera convinzione che ora i cristiani ortodossi greci debbano votare con i loro piedi [allontanandosi, ndt]. La sottomissione all'ordine del giorno del Patriarcato a Costantinopoli significa solo una cosa: l'Ortodossia ellenica non vivrà abbastanza a lungo da vedere un 300° anniversario della Rivoluzione greca.

In sostanza, il Patriarcato di Costantinopoli, nonostante le sue pretese di persecuzioni da parte delle autorità statali turche, ha goduto di una relativa tolleranza da parte della Turchia negli ultimi tempi. In effetti elogia spesso il governo turco ed è spesso utilizzato dal governo turco come piattaforma di propaganda. La stragrande maggioranza dei fedeli (e quindi del reddito) del Patriarcato sono i greci di Stati Uniti, Australia, Canada, Germania e Regno Unito (greco-ciprioti nel caso di quest'ultimo). Negli ultimi cento anni, il Patriarcato di Costantinopoli ha, in generale, aiutato gli interessi degli alleati occidentali (americani, britannici), dall'occupazione alleata di Costantinopoli fino ai nostri giorni. In cambio, al Patriarcato è stata "garantita" la sua esistenza in Turchia, cioè le potenze occidentali esercitano la giusta pressione sulle autorità turche affinché non facciano quello che hanno fatto nel 1955 (leggete dei "Pogrom d'Istanbul" su Wikipedia) al resto dell'ellenismo di Costantinopoli, i circa 2000 romei rimasti in città: una decimazione ed espulsione.

Come è ben documentato – ed è stato generosamente commentato negli ultimi tempi – il Patriarcato di Costantinopoli confonde i suoi interessi con quelli dell'Occidente. Certamente, potenze occidentali come l'America hanno fatto causa comune con Costantinopoli e le prove della loro cooperazione, soprattutto per quanto riguarda la nascita della falsa "chiesa" scismatica in Ucraina, sono ampie. In effetti, questa informazione è confermata dalle stesse potenze occidentali. Non c'è bisogno di guardare oltre la dichiarazione dell'ex segretario di Stato (Pompeo): "Ho agito su molti fronti contro la Russia, inclusa la libertà religiosa. Mi sono assicurato che gli Stati Uniti sostenessero il riconoscimento internazionale della Chiesa ortodossa dell'Ucraina, aiutassero il metropolita a sfuggire all'influenza russa", che è stato pubblicato su Twitter.

Le potenze occidentali hanno tentato storicamente un "contenimento" della Russia, utilizzando ogni mezzo possibile per questo risultato. Lo fece Napoleone e lo fece Hitler. Il comunismo è senza dubbio un male supremo e avrebbe dovuto essere contenuto e fermato. Tuttavia, per tutti gli anni della mia vita il comunismo aveva già cessato di esistere in Russia. L'URSS è crollata circa 31 anni fa. Il mondo dovrebbe capire che le prime vittime del comunismo sono state proprio il popolo russo e la Chiesa russa. Comunismo: il male supremo di cui la Chiesa russa è caduta vittima, come testimoniano i Nuovi Martiri e Confessori della Rus', la cui memoria abbiamo recentemente celebrato. La Chiesa russa e i fedeli ortodossi russi si sono guadagnati la "priorità assoluta" nelle persecuzioni guidate dal regime sovietico. Mentre l'Occidente continua il suo tradizionale assalto alla Russia, sembra che il Patriarcato di Costantinopoli abbia confuso i suoi interessi sia politici sia ecclesiastici con quelli delle potenze occidentali, e da questo nasce la sua "guerra" alla Chiesa ortodossa ucraina canonica con l'istituzione di una falsa "chiesa autocefala" in Ucraina.

Cosa c'entra con questi eventi la sopravvivenza dell'Ortodossia e dell'ellenismo, in particolare dell'Ortodossia greca o ellenica? È chiaro che i pastori dell'Ortodossia ellenica e le autorità politiche che governano la Grecia – cioè il governo Mitsotákis – ci stanno guidando verso un naufragio di altissimo livello. Questo è abbastanza appropriato da parte loro, è piuttosto "bizantino". Azioni simili furono seguite in altri tempi dal Patriarcato di Costantinopoli che cooperò con l'Impero bizantino – leggete la vita di san Simeone il Nuovo Teologo e scoprirete come le illustri autorità ecclesiastiche del tempo seppellirono le icone del padre spirituale di san Simeone per estinguere la sua venerazione, che consideravano blasfemia. San Simeone fu infine esiliato per aver ricordato al Patriarcato di Costantinopoli verità eterne. Prima di questo, molti sanno bene che lo stesso san Giovanni Crisostomo morì come ex vescovo caduto in disgrazia di quella che oggi è la Chiesa greco-ortodossa, che promosse il suo esilio, causandone infine la morte. Così, San Simeone il Nuovo Teologo scrisse dei vescovi del Patriarcato di Costantinopoli (come se Cristo stesse parlando loro): essi (i vescovi) maneggiano indegnamente il mio corpo e cercano avidamente di dominare le masse... Appaiono brillanti e puri, ma le loro anime sono peggiori del fango e della sporcizia, peggiori persino di qualsiasi tipo di veleno mortale, questi uomini malvagi e perversi! (Inno 58)

In che modo il patriarcato russo è diverso, mi chiedete? Il patriarcato russo non ha mai rivendicato diritti e prerogative non suoi. Non ha mai iniziato a insegnare che è il "primo tra i disuguali" – Costantinopoli lo ha fatto. Nel frattempo, la Chiesa ortodossa russa ha liberamente chiesto scusa per i suoi errori storici. Ne sono un esempio la persecuzione dei vecchi credenti, la prigionia di san Massimo il Greco. Anche la Chiesa russa storicamente si è opposta allo Stato russo. La morte (esecuzione) del metropolita Filippo II di Mosca ne è una testimonianza, così come lo è la morte sospetta (un probabile avvelenamento) del patriarca Tikhon. E di cosa si è mai scusata Costantinopoli? In che modo Costantinopoli o la Chiesa di Grecia hanno mai resistito agli interessi dello Stato quando il loro risultato finale è la distruzione del cristianesimo e dell'unità familiare? Fanno eccezione gli arcivescovi Seraphim e Christodoulos di Atene. Il secondo resistette agli intrighi del Patriarcato di Costantinopoli al punto che quest'ultimo escluse il nome (di Christodoulos) dai dittici.

Poiché Costantinopoli guida l'Ortodossia ellenica, io come sacerdote ortodosso greco – sebbene ora sotto la Chiesa ortodossa russa – non smetterò mai di proclamare che sta portando l'Ortodossia e l'ellenismo verso un precipizio, verso la distruzione e la fine definitiva. Non c'è certo disprezzo in me per la sede in sé. C'è solo un giusto disprezzo per le decisioni degli uomini che occupano quella sede. Invocando l'intercessione di Padri come san Giovanni Crisostomo, san Massimo il Confessore e san Simeone il Nuovo Teologo, mi vengono in mente gli antenati dei greci di oggi che hanno combattuto per uscire dalla schiavitù turca e verso la luce della libertà. Guardatevi intorno e almeno nel segreto dei vostri pensieri interiori e della vostra vita siate onesti con voi stessi: sono questi l'ellenismo e l'Ortodossia per cui furono fucilati, bruciati vivi o arrostiti su fuochi di braci all'aperto?

Nota

[1] Questo "vescovo", Adrian (Kulik) di Shepitivskij, che ha fatto questa dichiarazione su Facebook, ha avuto un percorso piuttosto tortuoso verso la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". È nato il 25 marzo 1972 nella provincia di Khmelnits'kij. Ha studiato per due anni nel seminario teologico di Mosca, dal 1991 al 1993, ma ha continuato i suoi studi nel seminario teologico di Leopoli della "Chiesa ortodossa autocefala ucraina", un'organizzazione scismatica di auto-consacrati. Ha servito a Kiev come diacono, e poi nel 1993 si è trasferito negli Stati Uniti, dove è stato accolto nella giurisdizione della Chiesa Ortodossa d'America (OCA), nella quale è stato ordinato sacerdote. Nel 2001 ha lasciato ufficialmente l'OCA in ragione del suo ritorno in Ucraina. Nel 2002, è entrato a far parte della chiesa autocefala ucraina del Nord e del Sud America e della diaspora, dove dopo la sua tonsura come monaco rassoforo con il nome di Bogdan, è stato consacrato vescovo a New York dai vescovi della chiesa autocefala ucraina del Nord e del Sud America. Nel 2004 è tornato alla chiesa scismatica autocefala ucraina, ed è stato accolto in quella chiesa a Kiev, poi nominato vescovo della diocesi di Cherkassy e Kirovograd. Ha continuato a servire come vescovo di quella chiesa in altre diocesi. A causa di un conflitto di opinioni tra due linee della chiesa autocefala ucraina, è stato tonsurato monaco stavroforo, ricevendo il nome di Adrian, e lo stesso giorno è stato riconsacrato vescovo. Nel 2013 ha cambiato nuovamente chiesa, questa volta il patriarcato di Kiev, ed è stato assegnato come rettore della chiesa di san Giorgio nella città di Khmelnits'kij [pagina di informazioni da Wikipedia].

 
Un’intervista sull’Ortodossia e sulle conversioni

1) Prima di tutto, la prego di farmi sapere quando lei ha incontrato la spiritualità ortodossa e quando lei è diventato ortodosso.

Entrambi i momenti hanno avuto a che fare con un libro.

Nei miei anni post-adolescenziali di inquieta ricerca religiosa, ho trovato in uno scaffale di libreria il libro The Orthodox Church, del metropolita Kallistos Ware (che ho poi incontrato di persona in alcune occasioni). Questa descrizione della Chiesa Ortodossa, fatta con cura e al tempo stesso con imparzialità, mi ha aperto un mondo di un inaspettato calore e buon senso. Per la prima volta, vedevo i dati del cristianesimo (che mi erano stati insegnati in anni di educazione cattolica) che finalmente risuonavano coerentemente con la mia aspirazione interiore. Non ero lontano dall’affermare (come del resto è scritto nel libro stesso – The Orthodox Church, II ed., p. 10): “ma queste sono le cose a cui ho sempre creduto!” Questo è stato l’inizio di un lento ma graduale processo di “ri-orientamento” di tutto quel che sapevo della mia fede cristiana, e un grande aiuto quando ho avuto effettivamente la possibilità di partecipare a funzioni ortodosse, o di parlare con cristiani ortodossi delle più diverse provenienze.

Il momento che ha visto la mia decisione di diventare un cristiano ortodosso è stato la lettura della biografia dello ieromonaco Seraphim (Rose), deceduto dodici anni prima all’eremo di Platina, in California. Mi si è presentato di fronte non solo un messaggio generale, ma un esempio di vita concreta: un occidentale che come me aveva passato anni di ricerca religiosa, e che per insoddisfazione delle risposte del cristianesimo a lui tramandato, aveva cercato in religioni orientali, suggestioni esoteriche e perennialiste, per poi trovare una casa nella Chiesa ortodossa. Non solo mi si presentava innanzi la fine di una ricerca, ma soprattutto la possibilità di portare questo cammino a un immenso frutto dopo un incontro salvifico con Cristo. Questa lettura mi ha messo di fronte alla domanda: “che cosa ci sto ancora a fare, al di fuori della Chiesa ortodossa?” Il resto... è cronaca.

2) Qual è la differenza tra lei come ortodosso e lei come eterodosso?

Da uno che si sforzava di cercare la verità, sono passato a essere uno che si sforza di vivere la verità. Esteriormente (tranne una barba un po’ più lunga) non credo che si possano vedere molte differenze. La fine dell’inquietudine della ricerca può aver portato un’attitudine diversa, ma io non sono il miglior giudice del mio carattere.

3) Come capisce lei dal punto di vista ortodosso Dio e la relazione dell’uomo con Dio?

Questo è uno dei campi nei quali non pretenderei di dare a tutti i costi una “risposta ortodossa” che sia radicalmente diversa da quella di tutti gli altri cristiani. Se è vero che nella teologia trinitaria ortodossa ci sono alcuni elementi (sottili ma importanti) che la distinguono da quella degli altri cristiani, e che la soteriologia ortodossa è tutta incentrata sulla partecipazione dell’essere umano alla natura divina (theosis), si tratta di elementi che non devono costituire un baratro insormontabile con la visione degli altri cristiani. Quell’aspetto di cui parlavo poco sopra (“queste sono le cose a cui ho sempre creduto”), mi fa pensare che ci sia un sottile influsso del “punto di vista ortodosso” che va al di là della semplice appartenenza ecclesiale.

4) Quale sarebbe la più importante lezione che noi dovremmo imparare nella Chiesa Ortodossa?

Proporrei una variante ecclesiale del detto popolare francese noblesse oblige. Dichiarare di avere mantenuto la fede cristiana nella sua integrità è una cosa naturale e – a un attento esame – abbastanza indisputabile, ma poi questa integrità di fede bisogna viverla in modo coerente. Questo significa che ogni cristiano ortodosso è chiamato a vivere più autenticamente la sua fede: non c’è un punto di arrivo – o per lo meno non c’è in questo mondo – nel quale possiamo dire di vivere l’Ortodossia in modo pienamente adeguato.

5) È corretto dire che noi possiamo trovare nella Chiesa Ortodossa il senso perduto, ma anche la bellezza dimenticata della vita?

Nel caso degli ortodossi occidentali, è molto corretto, soprattutto per quanto riguarda le nostre radici cristiane. Basta vedere chi nel mondo occidentale si ricorda non solo dei santi antichi, ma dei più profondi influssi culturali che sono stati dimenticati nell’ultimo millennio.

6) Mi ricordo che un convertito americano che mi aveva parlato della sua conversione all’Ortodossia, mi aveva detto le seguenti parole: “Non possiamo trovare l’Infinito fuori della Chiesa Ortodossa”. Lei è d’accordo con questa affermazione?

È un modo legittimo (e molto profondo dal punto di vista dell’esperienza umana) di esprimere il detto di valore perenne, che “non c’è salvezza al di fuori della Chiesa”. Anche se ha un certo valore di testimonianza, non mi limiterei a questa singola affermazione: è necessario dire qualcosa che accenda in chi ci ascolta un gusto per quell’Infinito...

7) Che cosa potrebbe dire sull’Ortodossia romena? Quali sono le conoscenze particolari che lei ha per quanto riguarda l’Ortodossia romena?

Posso dire di essere cresciuto nella Chiesa romena, anche se non vi ho mai appartenuto formalmente. Quando sono divenuto ortodosso e ho iniziato ad aiutare la formazione di una comunità di fedeli (che si è poi evoluta nella parrocchia di cui sono oggi rettore), nella mia città di Torino esisteva solo una parrocchia ortodossa romena, ed è lì che ho frequentato con maggior intensità tutte le funzioni: vi ho celebrato anche molte delle mie prime funzioni come diacono e come prete. È lì che ho mosso i primi passi per imparare il romeno, e posso rispondere con competenza sulle particolarità della Chiesa romena rispetto alle altre (tipico, stili di canto, calendario, e così via).

Tra le molte osservazioni che posso fare, una delle più importanti riguarda l’ingresso degli italiani nell’Ortodossia. La Chiesa romena, che conta oggi in Italia più luoghi di culto e più membri del clero di tutte le altre giurisdizioni ortodosse messe insieme, è allo stesso tempo quella che ha il minor numero di italiani ortodossi (sia in numero complessivo sia in termini di percentuali). Questo fatto, anche se si può comprendere alla luce del desiderio di non alienare i buoni rapporti con la Chiesa cattolica romana, è un autentico colpo al cuore alla pretesa romena di rappresentare, a qualsiasi titolo, il “volto latino” dell’Ortodossia. La Chiesa romena avrebbe tutti gli elementi (compresa una maggior vicinanza linguistica) per attirare gli ortodossi italiani, ma di fatto non li attira. In questo potrebbe essere utile un onesto confronto con le altre Chiese ortodosse (segnatamente, i patriarcati di Mosca e di Costantinopoli) che invece hanno saputo integrare gli ortodossi italiani. Non è una semplice questione di “emulazione nel bene”: la Chiesa romena in questo campo ha decenni di sviluppo ancora in arretrato, e deve ancora costruire una cultura missionaria di accettazione dei convertiti.

 
La corsa all'Europa dell'XI secolo e la globalizzazione del XXI secolo

Otto secoli prima della "corsa all'Africa" ​​del XIX secolo (la corsa con cui le élite dell'Europa occidentale invasero e conquistarono l'Africa a scopo di sfruttamento), ci fu la lotta per l'Europa, lo stesso processo di saccheggio legalizzato. Ciò accadde tra il 1050 e il 1250, con l'anno 1050 come un punto di arrivo in un processo di degenerazione lungo 300 anni e quindi un trampolino di lancio per ciò che prima era sconosciuto nella vasta parte dell'Europa: il feudalesimo. Il processo era guidato dai Franchi, un popolo il cui nome significa "liberi", perché tutti quelli che incontravano diventavano schiavi. Dal 1050 i franchi hanno creato una nuova uniformità istituzionale e culturale nella prima "Unione Europea".

Pertanto, questo processo può essere chiamato "la franchizzazione dell'Europa". Era un processo iniziato nel cuore carolingio di ciò che ora è la Germania occidentale e la Francia nord-orientale. Da qui nell'XI secolo, questo si diffuse a sud verso l'Italia e a nord verso la Scandinavia; nel 1066 fu trasportato dalle truppe d'assalto normanne verso ovest in Inghilterra e successivamente in Galles, Scozia e Irlanda, poi a sud verso la Spagna e in seguito dalle truppe d'assalto teutoniche verso est nelle terre slave e in Ungheria. Alla fine dell'XI secolo il processo aveva raggiunto confini oltre l'Europa in Terra Santa. Questo fu l'inizio di quella che ora viene chiamata "globalizzazione", che significa semplicemente la lotta per il mondo.

Così, le persone comuni d'Europa furono le prime vittime, e non i portatori, dell'espansione franca, calpestati sotto l'élite di cavalieri costruttori di castelli. Le crociate sono il miglior esempio di questa guerra di conquista orchestrata dal papa, combattuta in nome di Dio e del profitto, per espandere la religione e il commercio dei franchi. Questo è anche ciò che sta accadendo oggi, l'espansione della religione franco-occidentale della correttezza politica (compresa la sodomia) e il suo business predatorio. Vigore, audacia, brutalità e avidità: questo era ciò che costituiva la miscela faustiana del conquistatore dei franchi, proprio come di quello di oggi. Verso la fine del Medioevo l'80% dei governanti europei era composto da franchi; oggi i governanti appartengono alla "élite di Davos".

Alla fine dell'XI secolo, il vescovo gallese Rhygyfarch (1057-1099) assistette alla conquista normanna "gratuitamente crudele" del Galles meridionale e scrisse il suo lamento: "Il popolo e i sacerdoti sono disprezzati dalle parole, dai cuori e dalle azioni del francesi. Ci caricano di tasse e consumano i nostri beni. Uno di loro, per quanto possa essere di basso grado, fa tremare un centinaio di nativi con il suo comando e li terrorizza con il suo sguardo. Ahimè, questa è la nostra caduta, il nostro profondo dolore". Allo stesso modo, ma questa volta a sostegno della conquista e non per lamentarsi di essa, nel 1090 il monaco e storico francese Guibert di Nogent scrisse delle Crociate che "Dio ha istituito la guerra santa". Avrebbe potuto scrivere 'la jihad'.

Così ebbe inizio il mito del "mondo libero", che significa il mondo asservito ai franchi. Così nacque il mito della libertà e della democrazia, cioè dell'individualismo antisociale (egoismo narcisistico) dei tempi moderni. Lo si può ascoltare nell'inno imperialista "Rule Britannia", che proclama che gli inglesi delle classi superiori "non saranno mai, mai, mai schiavi", eppure il loro era un impero fondato sulla schiavitù, o nella migliore delle ipotesi, sulla schiavitù dei salari. Così nacque il mito del popolo eletto, degli ariani, dei nazisti e, negli Stati Uniti, dei WASP e del cosiddetto "eccezionalismo americano". La propaganda istituzionale della BBC insiste ancora sulla "comunità internazionale" – lo stesso mito che dice "l'Occidente è il migliore" e "l'Occidente contro il resto del mondo", mito che oggi è chiamato G7 e Nuovo Ordine Mondiale.

Tuttavia, oggi, dopo mille anni di santificazione della guerra, d'illusione occidentale dell'autogiustificazione, della militarizzazione e della monetizzazione della società, del terrorismo occidentale istituzionalizzato ("shock and awe"), il mito sta per finire . Dio non è dalla parte dell'avidità e del terrorismo dell'Occidente, o di chiunque altro. Le menzogne ​​millenarie hanno le loro conseguenze e dovranno essere pagate. Questo si chiama retribuzione. Gli stati vassalli del feudalesimo americano, dall'Europa occidentale al Giappone, dalla Corea del Sud alla Nuova Zelanda non saranno per sempre tenuti in soggiogazione dai loro signori. E questa è la storia futura del ventunesimo secolo, la cui terribile ma salvifica storia è ora in fase di scrittura.

 
Il primo antimensio della Chiesa ortodossa russa è arrivato in Congo

il sacerdote Georgij Maksimov consegna l'antimensio per il Congo. Foto: t.me/exarchleonid

I sacerdoti del Congo hanno riferito che stavano aspettando la Chiesa russa nel paese.

L'esarca della Chiesa ortodossa russa in Africa, il metropolita Leonid di Klin, ha scritto sul suo canale Telegram che il primo antimensio dell'Esarcato dell'Africa è arrivato in Congo.

"Per un incontro speciale con il sacerdote Georgij (Maksimov, ndc), è venuto un sacerdote ortodosso di un paese vicino, la Repubblica Democratica del Congo. Ha detto che il clero ortodosso e i credenti della Repubblica Democratica del Congo lo hanno inviato come loro rappresentante per annunciare personalmente che la Chiesa ortodossa russa è molto attesa nel paese. Questo appello sarà sicuramente ascoltato. Il primo antimensio dell'Esarcato africano è arrivato in Congo", ha osservato l'esarca della Chiesa ortodossa russa.

Come riportato in precedenza dall'Unione dei giornalisti ortodossi, in Zambia, 3 chierici su 6 si sono trasferiti nella Chiesa ortodossa russa dalla Chiesa d'Alessandria.

 
Intervista a padre Placide Deseille (+ Video)

Arsenij Zaguljaev, il giornalista della rivista Neskuchnyj Sad che ha pubblicato lo scorso mese l’articolo sulla nostra parrocchia madre a Milano, è stato in Francia a incontrare l’archimandrita Placide (Deseille), fondatore del monastero ortodosso di sant’Antonio il Grande (dipendenza del Monte Athos) nei monti del Delfinato. Dall’interessante intervista (ripresa anche in un paio di video su YouTube) ricaviamo dati sul monachesimo francese attuale, e sull’agghiacciante situazione di ateismo militante in Francia, appropriatamente definita “Unione Sovietica senza Gulag”. Presentiamo l’intervista a padre Placide nell’originale russo e in traduzione italiana nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.

 
Украина глазами геолога

Трезвый взгляд на вещи с цифрами в руках

По профессии я геолог, а не предсказатель и ясновидящий. Я не могу знать о чем сейчас думает Путин, и о чем вчера Порошенко беседовал с Обамой. Я не вожу знакомство с олигархами разных стран, которые в той или иной степени причастны к событиям в Украине, и имею смутное представление об их финансовых махинациях. Но я знаю сырьевые ресурсы, на которых базируется экономика Украины, и, исходя в первую очередь из этого, делаю свои предположения о нынешней ситуации.

В Советском Союзе Украина выступала, прежде всего, как первая по значению металлургическая база.

Криворожский железорудный бассейн занимает по запасам железа второе место в мире. (Первое занимает Курская магнитная аномалия.) Но рядом с Криворожским бассейном находится Донецкий угольный. Расстояние между ними всего 300-400 км. Нигде в мире железная руда и коксующийся уголь на таком расстоянии и в таких объемах больше не встречаются. И тут же рядом находится Никопольское месторождение марганцевых руд, которые необходимы при мартеновском способе производства стали. Кроме того в эксплуатации находились Кременчугское, Белозерское, Керченское месторождения железных руд.

На этой базе на Украине получило развитие металлоемкое машиностроение: оборудование для заводов и горнодобывающей промышленности, железнодорожный транспорт, морские суда, сельхозтехника и т.п.

А отходы черной металлургии и коксования угля являлись сырьевой базой для химической промышленности (кислоты, пластмассы, минеральные удобрения).

Естественно все это производство формировалось поближе к источникам сырья, что и образовало промышленный Юго-Восток Украины.

Именно эти территории (Днепропетровская, Запорожская, Донецкая, Луганская, Харьковская, Одесская, Николаевская, Херсонская области) и включает в себя проект Новороссия.

Хочу подчеркнуть: Новороссия - это единый промышленный комплекс, а вовсе не скопление русскоязычного населения.

Тем не менее к России он имеет самое прямое отношение. Так как промышленность Украины создавалась в СССР, то и производимая продукция по всем стандартам подходит именно для стран бывшего Советского Союза, для России, Казахстана, Белоруссии.

А вот для Европы, Америки украинская промышленность неприемлема . Все знают о несоответствии железнодорожного полотна, о несоответствии евророзеток, но ведь таких несоответствий тысячи... Поэтому получать с Украины запад может только сырье.

А это делает ненужными все украинские заводы, а следовательно, делает ненужными и всех людей, которые на этих заводах работают, а следовательно делает ненужными и всех тех, кто этих рабочих кормит, одевает, лечит... Ведь не зря Запад говорит о необходимости сокращения населения Украины до 15 млн. человек. И это абсолютно независимо от того, кто на каком языке разговаривает.

Ведь и весь сыр бор разгорелся вовсе не из-за языковой проблемы, а из-за того, куда вступать Украине: в ЕС или в ТС.

Авторы проекта Новороссия вполне рассчитали, что Юго-Восток Украины может быть вполне успешным, и как отдельная республика, поддерживающая тесные экономические связи с Россией, и как федеративная республика в составе России. А вот в составе Украины Юго-Восток может быть успешным только в том случае, если Украина будет поддерживать экономические связи с Россией не в меньшей степени, чем это было в СССР.

Как отдельное образование Новороссия может состояться без Одессы или Николаева, потеряв судостроение, или без Харькова, потеряв Харьковский тракторный завод, но она никоим образом не может состояться без тех областей, которые обеспечивают ее сырьевую базу: Днепропетровская, Запорожская области - месторождения железа и марганца, Донецкая и Луганская области - каменноугольный бассейн.

А вот Донецкая и Луганская республики сами по себе не имеют возможностей для существования.

Проблемы Донецкого угольного бассейна обсуждались еще советскими геологами и экономистами. Но для того чтобы понять эти проблемы, нужно иметь представление о том, что собственно представляет собой Донбасс - самое прославленное угольное месторождение Советского Союза.

Начну с того, что это сравнительно небольшое месторождение. Для сравнения приведу геологические запасы углей основных бассейнов СССР:

Ленский 2647 млрд. т

Тунгусский 1745 млрд. т

Канско-Ачинский 1220 млрд. т

Кузнецкий 905 млрд. т

Таймырский 583 млрд. т

Печорский 344 млрд. т

Донецкий 240 млрд. т

По своему строению Донецкий угольный бассейн представляет собой, грубо говоря, такое большое корыто из древних магматических пород площадью около 70 тыс.кв.км и глубиной до 8км . Корыто это заполнено осадочными породами с прослоями угля. Но залегают эти слои не горизонтально, они смяты в складки с разрывами, нарушениями, смещениями.

Всего установлено около 300 угольных пластов и пропластков. Около 50 пластов имеют толщину от 50 см до 2 м и являются объектами эксплуатации. Хотя сейчас в Донбассе разрабатываются уже даже 20 сантиметровые пропластки угля.

Для сравнения: в Кузнецком угольном бассейне мощность разрабатываемых слоев достигает 20 м, причем, залегают они горизонтально и находятся очень близко к поверхности.

В Донбассе же все неглубоко залегающие продуктивные пласты уже выработаны, и сейчас за углем необходимо идти на большие глубины (1000 - 1200 м), и это при том, что уже с 500 - 700 м начинают проявляться внезапные выбросы угля, газа и пород.

Для обеспечения нормальной работы людей в условиях большой глубины при высоком давлении и температуре требуется постоянное внедрение новых технологий по дегазации пластов, вентиляции, кондиционированию рудничного воздуха, по применению специального оборудования, которое обеспечивает добычу угля без присутствия людей в забое и т.д.. Все это требует непомерно больших капиталовложений.

Еще в СССР одни и те же затраты давали в Кузбассе в 3 раза больше угля, чем в Донбассе.

Показательно то, что интенсивность внедрения новых технологий в Донбассе начала падать еще в 80-е годы, когда в нашей экономике уже вовсю заработали законы рынка. И это сразу же сказалось на годовой добыче угля:

1940 г. - 94 млн. т

1970 г. - 218 млн. т

1980 г. - 223 млн. т

1985 г. - 200 млн. т

1991 г. - 165 млн. т

2000 г. - 75 млн. т

И, как видно, с начала перестройки годовая добыча угля в Донбассе падает стремительными темпами, потому что без постоянного совершенствования технологий эксплуатация Донбасса уже невозможна. А капиталисты вкладывать дополнительные средства на нерентабельных предприятиях не будут. Потому-то и закрываются одна за другой шахты Донбасса, и все новые и новые аварии уносят человеческие жизни.

В то же время качество Донецких углей очень высоко. И именно такой антрацит является необходимым для металлургических предприятий. Поэтому советскими экономистами и велась речь о максимально рациональном использовании дорогостоящих высококачественных донецких углей, т.е. исключительно для нужд украинской металлургии. А в качестве энергетических применять только низкосортные угли, добываемые попутно, не требующие на их добычу дополнительных затрат.

А энергетика Украины, входящая в топливно-энергетический комплекс СССР предполагала и использование российских газо-нефтепродуктов, и передачу электроэнергии от электростанций, работающих на низкосортных экибастузских и канскоачинских углях (где добыча ведется открытым способом, поэтому себестоимость угля почти в 10 раз ниже донецкого), и развитие атомной энергетики.

Но исключительно для украинской металлургии уголь необходим в таких количествах, что для его добычи хватило бы всего несколько шахт Донбасса, а для их обслуживания сотой доли из всех работающих на Донбассе шахтеров.

Именно проблема донецких шахтеров была в Советском Союзе причиной того, что шахты Донбасса продолжали работать в полном объеме и регион находился на государственной дотации. Ведь ликвидация целых поселков, переселение или переквалификация такого огромного количества людей вызвало бы бурю негодования. А так как интересы людей были все еще выше, чем интересы производства, то и предполагалась постепенная переквалификация шахтерского региона, строительство на Донбассе новых заводов преимущественно тяжелого машиностроения.

Естественно, что после отделения Украины ни о каких новых заводах уже не могло быть и речи, по всей Украине разорялись, прекращали свое существование действующие предприятия. И о донецком угле заговорили как об энергетическом сырье. Но добывать энергетические угли с такими затратами это не просто нерентабельно, это преступно, ведь в условиях капитализма затраты эти окупаются человеческими жизнями.

Но в своей преступности капитализм пошел еще дальше. Взамен нерентабельного угольного месторождения Донбасс стали рассматривать как перспективный район для добычи сланцевого газа.

Я, к сожалению, плохо знаю о том, какие запасы сланцевого газа прогнозируются в Донбассе. Теоретически в таком угольном месторождении в большей или меньшей степени должны быть загазованы все вмещающие породы. А добыча газа при помощи бурения значительно дешевле, чем добыча угля шахтным способом (и по стоимости оборудования, и по количеству рабочей силы). Кроме того бурение можно вести на значительно больших глубинах. Т.е. для капитала есть все предпосылки превратить нерентабельный регион в более или менее рентабельный.

Но это для капитала. Для жителей Украины , и в первую очередь Донбасса, такая переквалификация региона оборачивается трагедией. И главная беда не в экологии.Трагедия заключается в том, что при масштабной добыче сланцевого газа в бывшем угольном бассейне подавляющая часть населения Донбасса окажется просто ненужной, останется без работы и без средств к существованию.(Донбасс - это самый густонаселенный регион Украины, где подавляющая часть работающих связана с угольной промышленностью.) Более того, ненужной оказывается и большая часть всего

Юго-Востока Украины, где из промышленности останутся только добывающие предприятия, а все металлургические заводы, а вслед за ними и машиностроительные, трубопрокатные, судостроительные и т.д. и т.д. - вся эта промышленность прекратит существование.

Я не могу сказать, что я люблю Путина, или, что олигархи России для меня в чем то ближе и роднее, чем олигархи других стран. Но то, что Россия имеет намерение сохранить металлургический комплекс Украины делает меня в данном вопросе безусловно сторонником политики Путина. При том, что в этой политике меньше всего альтруизма, бескорыстной любви к русскоязычному населению Юго-Востока. Равно как и у правительства Порошенко меньше всего заботиты об интересах украинского населения.

Проамериканское правительство нынешней Украины ведет целенаправленную борьбу по уничтожению металлургического комплекса Украины, по изоляции украинских железорудных месторождений от угольной базы, по уничтожению Донбасса.

Военными действиями разрушается в первую очередь инфраструктура населенных пунктов Донбасса. Уничтожаются школы, больницы, коммуникации, разрушаются шахты. Беспорядочным обстрелом население запугивается, изгоняется, у него нарастает ненависть и к украинской армии, и ко всей Украине в целом. А по всей Украине нагнетается неприязнь к "колорадам", которые хотят подарить Путину кусок Украины.

Но России Новороссия в формате Донецкой и Луганской республик вообще не нужна. У нее достаточно своих и угольных, и газовых месторождений, которые, в отличие от Донбасса, не являются убыточными. Себестоимость угля в Донбассе значительно выше, чем в любом российском месторождении. Более того, Россия заинтересована в сохранении металлургического комплекса Украины, т.е. в том, чтобы не разорвалась связь между Донбассом и украинскими железорудными месторождениями.

Поэтому Россия и не спешит признавать независимость Новороссии. Отделение Донбасса от Украины - это американский проект. Проект, от которого пострадает в первую очередь население Донецкой и Луганской областей , и население всей Украины.

Сейчас в самопровозглашенных республиках ведется предвыборная кампания, и существует реальная опасность того, что к власти там вообще могут придти люди, которые ведя активную борьбу за независимость республик, добиваются этой независимости именно для осуществления американского проекта.

Донбассу не нужна независимость. Донбассу необходимо объединение с другими промышленными областями Украины, в первую очередь с Днепропетровской и Запорожской областями. Донбассу необходимо сохранение всей украинской промышленности.

И сохранение украинской промышленности необходимо всему украинскому народу. Но в подавляющем большинстве этот народ не понимает своих настоящих интересов, не понимает того, что Украина со своими ресурсами и своим населением не может быть независимым государством, что для обеспечения занятости населения на Украине должна быть трудоемкая промышленность, и должен быть внешнегосударственный сбыт производимой продукции, и что сбыт этот может быть только в страны бывшего Советского Союза, что разрыв с этими странами, и в первую очередь с Россией - это гибель для украинского народа.

Но никто это украинскому народу не объясняет. Проамериканские украинские СМИ ведут русофобскую пропаганду, а российские ведут речь о защите русскоязычного населения, о том, что Украины больше нет, о том, что ее никогда и не было, о том, что ее и не должно быть, т.е. со своей стороны также разжигая ненависть между украинским и русским народами и провоцируя отделение Донбасса.

 
5 importanti scoperte bibliche di archeologi contemporanei

Cosa sta facendo ora l'archeologia biblica? Quali cose interessanti hanno portato alla luce gli archeologi negli ultimi anni? E cosa hanno a che fare le loro scoperte con la Bibbia? Se ne parla negli studi del candidato di teologia Sergej Vasil'evich Kovach, insegnante dell'Accademia teologica di Kiev.

1. Il ritrovamento di una chiesa cristiano segreto a Laodicea

L'antica città di Laodicea, situata sul territorio della Turchia moderna, è menzionata dall'apostolo Paolo nella sua Lettera ai Colossesi (Col 2:1; 4:16), così come nell'Apocalisse di san Giovanni (Ap 3:14). Tuttavia, fino a tempi relativamente recenti, non c'erano prove archeologiche che al tempo della predicazione apostolica (cioè, nei primi anni e decenni dopo l'Ascensione di Gesù Cristo, 30-80 del I secolo d.C.) potesse davvero esserci stata una chiesa cristiana... Durante gli scavi condotti dal 2003 tra le rovine di una grande casa, sotto la guida dell'archeologo turco professor Jelal Shimshek, è stata scoperta una chiesa segreta della metà del I secolo, che sarebbe stata utilizzata dai primi cristiani.

rovine di una chiesa paleocristiana a Laodicea

Va detto che in precedenza il professor Shimshek aveva già trovato una chiesa cristiana a Laodicea, ma questa non era stata costruita prima dell'epoca dell'imperatore Costantino il Grande (prima metà del IV secolo), che pose fine alla persecuzione dei cristiani nell'Impero romano. La chiesa ora scoperta si trovava in una grande casa privata di venti stanze, situata accanto al teatro di Laodicea e di proprietà di persone benestanti. Di fatto, era una sala di preghiera improvvisata, nella sala orientale della casa, che originariamente era riservata alle donne (la sala occidentale era destinata agli uomini) e, a quanto pare, era usata segretamente come chiesa. Sebbene a quel tempo non fossero ancora iniziate le persecuzioni di massa contro i cristiani, questi ultimi erano già perseguitati dagli ebrei (anch'essi avevano le loro comunità a Laodicea), e talvolta anche dai pagani.

Anche il fatto che la chiesa fosse un locale di soggiorno trasformato ha influenzato la sua disposizione: era orientata verso nord, non verso est.

colonna da Laodicea

Inoltre, Jelal Shimshek scoprì a Laodicea un frammento di un'antica colonna raffigurante una menorah ebraica (candelabro a sette braccia) del periodo tardo romano e con una croce cristiana, che fu raffigurata sulla colonna più tardi, nel primo periodo bizantino. Ciò ha dato ai ricercatori il diritto di presumere che la prima chiesa cristiana di Laodicea avesse avuto origine all'interno delle mura di una sinagoga ebraica. Così, gli eventi descritti nella Bibbia (in particolare, i numerosi sermoni dell'apostolo Paolo nelle sinagoghe delle città dell'Asia Minore), hanno ricevuto ancora una volta un serio fondamento archeologico.

2. La decifrazione della prima menzione conosciuta degli ebrei

Il paese di Moab è ripetutamente menzionato nella Bibbia come uno stato ostile agli ebrei, situato nel territorio della moderna Giordania. Nessuno ha messo in dubbio la sua storicità dal XIX secolo, ovvero da quando è stata scoperta l'ormai nota stele del re moabita Mesh (IX secolo a.C.). I moabiti parlavano praticamente la stessa lingua degli antichi ebrei e le iscrizioni moabite, purtroppo, sono estremamente rare per gli archeologi. Tuttavia, ogni volta che i ricercatori le trovano, i testi moabiti li costringono a dare uno sguardo speciale al testo biblico.

La recente decifrazione dell'iscrizione sull'altare moabita del villaggio di Khirbat-Ataruz in Giordania (IX-VIII secolo a.C.), scoperta nel 2010, non ha fatto eccezione. Tra le altre cose, l'iscrizione parla di 64 sicli (circa 1 chilogrammo) di bronzo, presi dai moabiti agli ebrei (ibrin) durante la conquista della città di Atarot (Ataruz). La parola ibrin, che aveva una connotazione sprezzante tra i moabiti, può essere considerata la più antica menzione extra-biblica conosciuta degli ebrei in generale. Nello stesso senso la parola "ebrei" è usata nella Bibbia dal filisteo Golia (1 Sam 17:8) quasi trecento anni prima dell'iscrizione di Ataruz.

la parola "ebrei" (evidenziata in rosso) nell'iscrizione moabita

Nel contesto della storia biblica, questa iscrizione moabita è notevole in quanto consente di rintracciare un'ampia gamma di significati in cui la parola "ebrei" è stata utilizzata in tempi diversi, da un soprannome sprezzante allo stesso etnonimo (il nome di un gruppo etnico), che alla fine gli ebrei iniziarono ad applicare a se stessi ... Se i moabiti chiamavano gli ebrei "ebrei" per ostilità, un contemporaneo dell'iscrizione di Ataruz, il profeta biblico Giona (IX-VIII secolo a.C.), si definisce invece ebreo (עברי) semplicemente per spiegare a quale popolo (עם) appartenga (Giona 1:8-9). Così, a cavallo tra i secoli IX e VIII a.C., la parola "ebreo" era usata sul territorio dei regni israelita e giudeo, così come negli stati confinanti, simultaneamente in due sensi. E alla fine, ha perso completamente la sua precedente connotazione sdegnosa.

3. La fine delle domande su che tipo di popolo siano i filistei

Come nel caso dei moabiti, ai nostri giorni non è più messa in discussione la storicità dei filistei, ripetutamente menzionati nella Bibbia. Ci sono molte teorie sull'origine di questo popolo, ma fino a poco tempo fa tutte si basavano solo su argomenti indiretti. Per molto tempo gli archeologi furono convinti che i filistei non fossero indigeni della Palestina, ma che vi fossero arrivati durante la cosiddetta catastrofe dell'età del bronzo, che fu accompagnata dalla migrazione di massa dei popoli del bacino dell'Egeo e dell'Asia Minore (XIII -XII secolo a.C.). E proprio di recente, nel 2019, gli scienziati sono stati in grado di sequenziare (recuperare) il DNA dei filistei dai loro resti, trovati in una sepoltura nel territorio di Ashkelon, una delle città della cosiddetta Pentapoli filistea. La sepoltura risale al XII secolo a.C.

resti di un filisteo con un vaso per l'incenso. XII secolo a.C.

L'analisi ha dimostrato che il DNA dei resti delle sepolture filistee coincide quasi completamente con il DNA delle popolazioni di Grecia, Spagna e Sardegna risalenti all'età del ferro (dal IX al VII secolo a.C., terminata nel I secolo d.C.). Sono gli indigeni di questi territori ad essere citati, tra gli altri, in una serie di monumenti paleografici dell'Antico Egitto, che raccontano l'invasione dei "popoli del mare" nei secoli XIII-XII a.C. È interessante notare che diversi secoli dopo i filistei si sono completamente assimilati agli abitanti indigeni di Canaan (questo era il nome del territorio della Palestina prima dell'arrivo degli ebrei qui, guidati da Giosuè, ndc) e le sepolture filistee di questo periodo non contengono più tracce di DNA proprio di quei "popoli del mare".

4. La lettura dell'iscrizione su un "anello di Ponzio Pilato", una nuova conferma della sua realtà di personaggio storico

Fino al 1961, non c'erano prove serie che Ponzio Pilato fosse davvero esistito, per non parlare della sua posizione di prefetto della provincia romana della Giudea. Ponzio Pilato era stato menzionato da alcuni storici antichi (in particolare Giuseppe Flavio, Tacito e Filone d'Alessandria), ma i ricercatori moderni erano per la maggior parte scettici riguardo alle prove. Questo scetticismo è stato dissipato solo quando gli archeologi italiani hanno scoperto a Cesarea di Palestina una lastra con frammenti delle parole latine "... S TIBERI[VM... PON]TIVSPILATVS... ECTVSIVDAE...", che apparentemente significa che Ponzio Pilato era il prefetto di Giudea al tempo dell'imperatore Tiberio, proprio al tempo in cui Cristo fu crocifisso.

anello con la menzione del nome di Pilato

Tuttavia, un anno prima di questa scoperta, nel 1960, fu scoperto vicino all'antica fortezza del re Erode un anello in lega di rame, che conteneva anche una certa iscrizione. A causa della forte corrosione del metallo, l'iscrizione è rimasta non letta per quasi 60 anni e solo nel 2019, utilizzando i più moderni metodi di ricerca, gli archeologi sono riusciti a riconoscere le lettere greche "ΠΙΛΑΤΟ" iscritte sull'anello. La maggior parte dei ricercatori concorda sul fatto che l'anello non appartenesse personalmente a Pilato (una lega di rame sarebbe un metallo troppo semplice per un dignitario del suo rango), ma a qualcuno della sua cerchia ristretta, forse un assistente o un membro della sua corte. Comunque sia, questo ritrovamento è divenuto un'altra conferma archeologica della storicità del prefetto romano, che, inconsapevolmente, condannò a morte il Signore Gesù Cristo.

5. Il ritrovamento di un frammento di un idolo cananeo simile a quelli descritti nella Bibbia

Nel 2020, l'archeologo israeliano professor Yosef Garfinkel, durante degli scavi a Lachis, ha detto di aver trovato in uno strato del XIII secolo a.C. una bacchetta di bronzo, che nella sua forma ripete completamente la bacchetta sulle piccole statue allora note della divinità cananea El. Il professor Garfinkel ha avanzato l'ipotesi che la bacchetta da lui trovata facesse parte di una statua "a grandezza naturale" di El, che non è giunta fino a noi. Inoltre, l'archeologo suggerì che El non fosse l'unica divinità del pantheon cananeo, in onore del quale furono erette statue così grandi, e che la stessa tradizione della loro fabbricazione nella Canaan pagana a quel tempo fosse molto diffusa.

Questa scoperta e le ipotesi fatte in relazione ad essa si adattano bene ai singoli episodi della storia biblica. Quindi, nella storia della cattura da parte dei filistei dell'Arca dell'Alleanza (l'arca in cui erano conservate le grandi reliquie del popolo israelita: le tavolette ricevute da Mosè da Dio con i comandamenti incisi su di esse, un vaso con la manna e la verga di Aronne, ndc), Si dice che, venuti la mattina all'Arca dell'Alleanza, i filistei vi trovarono vicino l'idolo del dio Dagon, per la prima volta disteso a faccia in giù nel terreno, e il giorno successivo con gli arti mozzati (1 Sam 5:1–4). La soluzione migliore per questa descrizione è un idolo di dimensioni umane, di cui probabilmente Yosef Garfinkel ha scoperto una parte durante gli scavi di Lachis.

una grande bacchetta di bronzo, del XIII secolo a.C., e un piccolo idolo cananeo che regge una bacchetta simile

Post scriptum: che significato hanno tutte queste scoperte?

Per quanto possa sembrare paradossale, forse il più grande significato dell'archeologia biblica per la missione cristiana non sta affatto nella "prova" della storicità degli eventi descritti nella Bibbia. Sia nelle scuole pre-rivoluzionarie che in quelle teologiche moderne, l'archeologia biblica ha aiutato e aiuta gli studenti non tanto a convincersi dell'autenticità della storia biblica (dopo tutto, la vera fede non richiede una prova al cento per cento), ma a ricreare uno scenario storico e culturale, oltre che a conoscere le tradizioni, la vita religiosa e sociale degli antichi ebrei e dei popoli che circondavano Israele. Inoltre, sarebbe più corretto parlare non di archeologia biblica, ma di archeologia dei paesi del Medio Oriente, dal momento che quelle scienze ausiliarie e quei metodi scientifici, che si utilizzano nel nostro tempo per studiare i manufatti archeologici, rendono impossibile una visione rigorosamente confessionale. Ed è per questo che tutte le scoperte che gli archeologi fanno in Palestina, Asia Minore, Egitto e altri territori biblici ci appaiono come un'indicazione che la storia biblica è parte integrante della storia del Medio Oriente e, attraverso di essa, dell'intera storia del mondo.

 
Престольный праздник в Сретенской обители

8 сентября 2016 года в московском Сретенском монастыре торжественно отметили престольный праздник – Сретения Владимирской иконы Божией Матери.

Почти шесть веков назад Москва была спасена от разорения жестоким завоевателем Тамерланом, и видимый знак этого избавления – Владимирская икона Божией Матери.

В 1395 году к городу приближалось многочисленное и закаленное в сражениях войско Тамерлана. После себя завоеватели оставляли сожженные селения, а их жителей уводили в плен.

Великий князь Московский Василий Дмитриевич послал во Владимир за чудотворной иконой. Люди слезно молились перед образом: «Матерь Божия, спаси землю Русскую». По преданию, Тамерлану явилась в видении Божия Матерь, окруженная бесчисленным войском, – и хан, испугавшись, отступил от стен Москвы.

Благодарные за избавление русские люди воздвигли на месте встречи иконы Сретенский монастырь, ставший одной из главных святынь столицы.

За два десятилетия с момента возрождения обители ее престольный праздник стал одним из самых любимых у москвичей.

Фото: Иоанн Ткаченко

В этом году по традиции в соборе Сретения Владимирской иконы Божией Матери была совершена Божественная литургия, которую возглавил архиепископ Сергиево-Посадский Феогност – председатель Синодального отдела по монастырям и монашеству – в сослужении епископа Егорьевского Тихона – наместника Сретенского ставропигиального монастыря, ответственного секретаря Патриаршего совета по культуре – и епископа Парамона – наместника Донского ставропигиального монастыря, председателя комиссии по координации выставочной деятельности Русской Православной Церкви, – а также насельников Сретенской обители в священном сане и столичного духовенства.

Фото: Иоанн Ткаченко

Богослужебные песнопения исполнил хор Сретенского монастыря (регент – Никон Жила).

Фото: Иоанн Ткаченко

Радость праздничной службы разделили с насельниками обители, преподавателями и учащимися Сретенской духовной семинарии, прихожанами храма и многочисленные паломники.

Проповедь перед Причастием Христовых Таин произнес иеромонах Алексий (Годлевский), напомнив, как по молитвам Пречистой Богородицы пришло чудесное избавление Русской земли от неминуемой гибели.   

По окончании богослужения архиепископ Феогност от имени Святейшего Патриарха Московского и всея Руси Кирилла поздравил наместника обители епископа Тихона, братию монастыря и прихожан храма с престольным праздником.

«Есть замечательная русская пословица: “Невольник – не богомольник”, – отметил владыка. – Только добрая воля делает молитву человека искренней и благоприятной Богу». Напомнив слова Священного Писания: «По плодам их узнаете их» (Мф. 7: 16), владыка Феогност сказал: «Плоды сей обители на Лубянке видны всякому, кто не только заходит, но хотя бы проходит мимо: это дивная семинария, это дивный храм, который возводится на месте, где проходили подвиг исповедничества многие архипастыри, пастыри и благочестивые миряне…

Господь Свой Промысл совершает через людей и избирает тех, через кого Его воля будет более точно и верно исполнена. И когда мы видим дела Божии, мы благодарим не только Бога, но и людей, через которых эти дела совершаются».

Фото: Иоанн Ткаченко

В ответном слове епископ Егорьевский Тихон сообщил, что, по милости Божией, трудами и молитвами братии обители, преподавателей и учащихся семинарии, замечательных прихожан и благотворителей монастыря приближается к концу создание нового храма, который увековечит подвиг Новомучеников и Исповедников Церкви Русской; владыка выразил надежду, что освящение храма состоится 15 марта 2017 года – года 100-летия великой и страшной революции, столь потрясшей все устои нашего Отечества и Русской Церкви.

«Этот храм, – подчеркнул владыка Тихон, – строится и для того, чтобы помолиться тем, кто принял трагическую и святую кончину и теперь ходатайствует за нас пред Господом, но и для того, чтобы осмыслить эти события и извлечь уроки из них и тех 100 лет нашей государственной и церковной истории, которые начались в трагическом 1917-м…

Для нас очень важно, что Промыслом Божиим именно на сегодняшний день – праздник Сретения Владимирской иконы Божией Матери – выпал особый этап строительства храма: воздвижение его куполов и святых крестов».

«Как не благодарить Промысл Божий: три обители принимали участие в возрождении нашего монастыря – Псково-Печерский монастырь, Троице-Сергиева Лавра и Донской монастырь. И наместников этих обителей сегодня Матерь Божия собрала на Свой праздник», – особо отметил владыка Тихон.

В этом году на престольный праздник Сретенского монастыря были освящены и установлены главный купол и крест нового храма – значимое событие в жизни обители. Освящение совершил наместник Сретенского монастыря епископ Егорьевский Тихон.

Технические специалисты, руководившие процессом установки купола и креста, обратили внимание на то, что, хотя погодные условия накануне были не благоприятными для проведения инженерных работ – особое беспокойство вызывали порывы ветра, которые могли воспрепятствовать установке купола, – но в день праздника, во время богослужения погода изменилась. Поднятие и установка центрального купола и креста прошли по плану, с соблюдением всех технических норм, к всеобщей радости собравшихся москвичей и гостей древнего монастыря.

Накануне установки центрального купола. Фото:Глеб Заика

Освящение куполов. Фото: Владимир Байков

Центральный купол нового храма. Фото: иером.Игнатий (Шестаков)

Освящение куполов. Фото: Владимир Байков

Освящение куполов

Освящение креста. Фото: Иоанн Ткаченко

Молитва на освящение креста. Фото: иером.Игнатий (Шестаков)

Подъем креста. Фото: Анатолий Горяинов

Установка креста. Фото: Иоанн Ткаченко

Фото: Анатолий Горяинов

Фото: Анатолий Горяинов

Установка креста. Фото: иером.Игнатий (Шестаков)

Установка креста. Фото: иером.Игнатий (Шестаков)

Вид с Трубной площади на строящийся храм с центральным куполом. Фото: Глеб Заика

 
Sionismo cristiano: l'eresia preferita dei neocon

Per ogni sionista ebreo ci sono dieci sionisti cristiani evangelici fuori di testa

Almeno uno su quattro cristiani americani intervistati di recente dalla rivista Christianity Today ha detto di ritenere che sia la propria responsabilità biblica sostenere la nazione di Israele. Questa visione è conosciuta come sionismo cristiano. Il Pew Research Center ha posto la cifra al 63% tra gli evangelici bianchi. Il sionismo cristiano è pervasivo all'interno delle principali denominazioni evangeliche, carismatiche e indipendenti americane, incluse le Assemblee di Dio, i pentecostali e i battisti del Sud, così come in molte delle mega-chiese indipendenti. È meno prevalente all'interno delle denominazioni storiche, che mostrano un maggiore rispetto per il lavoro delle Nazioni Unite, un sostegno ai diritti umani, allo stato di diritto internazionale e un'empatia con i palestinesi.

Le origini del movimento possono essere ricondotte all'inizio del XIX secolo, quando un gruppo di eccentrici leader cristiani britannici iniziò a fare pressioni per la restaurazione degli ebrei in Palestina, come precondizione necessaria per il ritorno di Cristo. Il movimento acquisì slancio fin dalla metà del XIX secolo quando la Palestina divenne un punto strategico per gli interessi coloniali britannici, francesi e tedeschi in Medio Oriente. Il sionismo proto-cristiano ha quindi preceduto il sionismo ebraici da oltre 50 anni. Alcuni dei più forti sostenitori di Theodore Herzl erano chierici cristiani.

Il sionismo cristiano come moderno movimento teologico e politico abbraccia le posizioni ideologiche più estreme del sionismo. È diventato profondamente dannoso per una giusta pace tra Palestina e Israele. Propaga una visione del mondo in cui il messaggio cristiano si riduce a un'ideologia dell'impero, del colonialismo e del militarismo. Nella sua forma estrema, pone un accento sugli eventi apocalittici che portano alla fine della storia piuttosto che sul vivere l'amore e la giustizia di Cristo oggi.

I seguaci del sionismo cristiano sono convinti che la fondazione dello Stato di Israele nel 1948 e la conquista di Gerusalemme nel 1967 furono il miracoloso adempimento delle promesse di Dio fatte ad Abramo di stabilire Israele come nazione ebraica per sempre in Palestina.

I famigerati romanzi del ciclo Left Behind di Tim LaHaye, insieme ad altre speculazioni sulla fine dei tempi scritte da autori come Hal Lindsey, John Hagee e Pat Robertson, hanno venduto oltre 100 milioni di copie. Questi sono integrati da libri per bambini, video e persino videogiochi violenti.

Le fiorenti organizzazioni sioniste cristiane come l'Ambasciata cristiana internazionale (ICEJ), Christian Friends of Israel (CFI) e Christian United for Israel (CUFI) esercitano un'influenza considerevole sul Campidoglio, sostenendo una base di supporto di oltre 50 milioni di veri credenti. Ciò significa che ora ci sono almeno dieci volte più cristiani sionisti che ebrei sionisti.

E i loro cugini europei non sono meno attivi nella Hasbarafia sionista, facendo pressioni per Israele, attaccando i suoi critici e ostacolando il processo di pace. Gli Stati Uniti e Israele sono spesso raffigurati come gemelli siamesi, uniti nel cuore, che condividono comuni valori storici, religiosi e politici.

Il pastore John Hagee è uno dei leader del movimento sionista cristiano. È il fondatore e pastore anziano della Cornerstone Church, una chiesa evangelica di 19.000 membri a San Antonio, in Texas. I suoi programmi settimanali sono trasmessi su 160 stazioni TV, 50 stazioni radio e otto reti in circa 99 milioni di case in 200 paesi. Nel 2006 ha fondato in movimento Christian United for Israel ammettendo: "Per 25 anni e mezzo, ho martellato la comunità evangelica alla televisione. La Bibbia è un libro molto pro-Israele. Se un cristiano ammette "Credo nella Bibbia", posso farne un sostenitore pro-Israele o altrimenti fargli rinnegare la sua fede. Quindi tengo i cristiani dala parte del manico, si potrebbe dire".

Nel marzo 2007, Hagee ha partecipato alla conferenza politica dell'American Israel Public Affairs Committee (AIPAC). Ha esordito dicendo: "Il gigante addormentato del sionismo cristiano si è risvegliato. Ci sono 50 milioni di cristiani che applaudono attivamente lo Stato di Israele..."

Come ha sottolineato il Jerusalem Post, il suo discorso non mancava di chiarezza. Ha proseguito avvertendo: "Siamo nel 1938. L'Iran è la Germania e Ahmadinejad è il nuovo Hitler. Dobbiamo fermare la minaccia nucleare iraniana e stare con coraggio con Israele, l'unica democrazia in Medio Oriente... Pensate al nostro potenziale futuro insieme: 50 milioni di evangelici che si uniscono in una causa comune con 5 milioni di ebrei in America per conto di Israele come in un'unione stabilita nei cieli".

I sionisti cristiani hanno mostrato diversi gradi di entusiasmo per l'attuazione di sei convinzioni politiche di base che derivano dalla loro teologia ultra-letterale e fondamentalista:

1. La convinzione che gli ebrei rimangono il popolo eletto di Dio conduce i sionisti cristiani a cercare di benedire Israele in modi materiali. Tuttavia, questo comporta inevitabilmente anche l'approvazione acritica e la giustificazione delle politiche razziste e di apartheid di Israele, nei media, tra i politici e attraverso i tour di solidarietà in Israele.

2. Come popolo scelto da Dio, la restaurazione finale degli ebrei in Israele è quindi attivamente incoraggiata, finanziata e facilitata attraverso la collaborazione con l'Agenzia ebraica.

3. Eretz Israel, come delineato nelle Scritture, dal Nilo all'Eufrate, appartiene esclusivamente al popolo ebraico, quindi la terra deve essere annessa e i palestinesi cacciati dalle loro case e gli insediamenti illegali ebraici espansi e consolidati.

4. Gerusalemme è considerata la capitale eterna ed esclusiva degli ebrei e non può essere condivisa con i palestinesi. Pertanto, strategicamente, i sionisti cristiani hanno fatto pressioni sull'amministrazione statunitense per trasferire la propria ambasciata a Gerusalemme e garantire in tal modo che Gerusalemme sia riconosciuta come capitale di Israele.

5. I sionisti cristiani offrono vari gradi di sostegno a organizzazioni come il Jewish Temple Mount Faithful, impegnate a distruggere la Cupola della Roccia e a ricostruire il Tempio ebraico sull'Haram Al-Sharif (il nobile santuario di Al-Aqsa).

6. I sionisti cristiani hanno invariabilmente una visione pessimistica del futuro, essendo convinti che ci sarà una guerra apocalittica di Armageddon nell'imminente futuro. Sono profondamente scettici sulla possibilità di una pace duratura tra ebrei e arabi e quindi si oppongono al processo di pace. In effetti, sostenere un compromesso israeliano di "terra in cambio della pace" con i palestinesi è visto come un rifiuto delle promesse di Dio a Israele e quindi un sostegno ai suoi nemici.

All'interno della visione del mondo cristiano-sionista, i palestinesi sono considerati residenti alieni in Israele. Molti sionisti cristiani sono restii a riconoscere l'esistenza dei palestinesi come popolo distinto, sostenendo che sono emigrati in Israele dalle nazioni arabe vicine per ragioni economiche dopo che Israele era prosperato. Una paura e un profondo odio per l'islam pervade allo stesso modo la loro teologia manichea dualistica. I sionisti cristiani hanno poco o nessun interesse nell'esistenza dei cristiani arabi indigeni, nonostante la continuità di questi ultimi con la Chiesa primitiva.

Nel 2006 ho redatto quella che è divenuta nota come la Dichiarazione di Gerusalemme sul sionismo cristiano firmata da quattro dei capi delle Chiese a Gerusalemme: sua Beatitudine il patriarca Michel Sabbah, patriarca latino di Gerusalemme; l'arcivescovo Swerios Malki Mourad, del patriarcato ortodosso siriano di Gerusalemme; il vescovo Riah Abu El-Assal, della Chiesa episcopaliana di Gerusalemme e del Medio Oriente; e il vescovo Munib Younan, della Chiesa evangelica luterana in Giordania e Terra Santa. In esso hanno insistito: "Rifiutiamo categoricamente le dottrine sioniste cristiane come un falso insegnamento che corrompe il messaggio biblico di amore, giustizia e riconciliazione.

Rifiutiamo inoltre l'alleanza contemporanea dei leader e delle organizzazioni sioniste cristiane con elementi nei governi di Israele e degli Stati Uniti che stanno attualmente imponendo i loro confini unilaterali di prelazione e di dominio sulla Palestina. Ciò porta inevitabilmente a cicli infiniti di violenza che minano la sicurezza di tutti i popoli del Medio Oriente e del resto del mondo.

Rifiutiamo gli insegnamenti del sionismo cristiano che facilitano e sostengono queste politiche mentre promuovono l'esclusività razziale e la guerra perpetua piuttosto che il vangelo dell'amore universale, della redenzione e della riconciliazione insegnati da Gesù Cristo. Piuttosto che condannare il mondo al destino di Armageddon, invochiamo tutti a liberarsi dalle ideologie del militarismo e dell'occupazione. Che perseguano invece la guarigione delle nazioni!

Invitiamo i cristiani nelle Chiese di ogni continente a pregare per i popoli palestinese e israeliano, che soffrono entrambi come vittime dell'occupazione e del militarismo. Queste azioni discriminatorie stanno trasformando la Palestina in ghetti impoveriti circondati da esclusivi insediamenti israeliani. L'instaurazione degli insediamenti illegali e la costruzione del muro di separazione sulle terre palestinesi confiscate mina la vitalità di uno stato palestinese e la pace e la sicurezza nell'intera regione".

I patriarchi hanno concluso: "Dio chiede che sia fatta giustizia. Nessuna pace duratura, sicurezza o riconciliazione è possibile senza il fondamento della giustizia. Le richieste di giustizia non scompariranno. La lotta per la giustizia deve essere perseguita con diligenza e perseveranza, ma non con violenza". Il profeta Michea chiede: "Il Signore richiede da te di agire con giustizia, amare la misericordia e camminare umilmente con il tuo Dio". (Michea 6:8).

È mia opinione, dopo più di 10 anni di ricerca post-laurea, che il sionismo cristiano sia la più grande, controversa e distruttiva lobby del cristianesimo. Ha la responsabilità primaria di perpetuare le tensioni in Medio Oriente, giustificando l'ordine del giorno colonialista dell'apartheid di Israele e minando il processo di pace tra Israele e i palestinesi.

Il capitolo conclusivo del Nuovo Testamento ci riporta all'immagine del Giardino dell'Eden e alla rimozione della maledizione che scaturisce dalla caduta: "Allora l'angelo mi mostrò il fiume dell'acqua della vita, chiara come il cristallo, che scorre dal trono di Dio e dell'Agnello... A ogni lato del fiume c'era l'albero della vita, con dodici raccolti di frutti, che producevano il proprio frutto ogni mese. E le foglie dell'albero sono per la guarigione delle nazioni". (Apocalisse 22: 1-2) Sicuramente questo era quello che Gesù aveva in mente quando istruiva i suoi seguaci ad agire come ambasciatori di pace e riconciliazione, a lavorare e a pregare che il regno di Dio venga sulla terra come in cielo.

* * *

Il rev. dr. Stephen Sizer è il rettore della Christ Church in Virginia Water e l'autore di Christian Zionism: Road-map to Armageddon? (InterVarsity Press, 2004); Zion's Christian Soldiers? (2007) e di In the Footsteps of Jesus and the Apostles (Eagle, 2004). Per maggiori informazioni si veda www.stephensizer.com

 
30 anni di tragedia al monte Athos: la verità sull'occupazione del monastero di Esphigmenou

Una delle poche recenti notizie sulla Chiesa ortodossa che è riuscita a “bucare” la cortina di indifferenza dei media italiani riguarda un fatto recente a Monte Athos: il lancio di bottiglie molotov (nella foto) su ufficiali giudiziari lo scorso 27 luglio. Una notizia come questa cade totalmente fuori dal contesto tra i lettori italiani, che non sanno praticamente nulla della ormai trentennale storia di occupazione di uno dei venti grandi monasteri athoniti da parte di una fazione scismatica. Cerchiamo di offrire qualche informazione per chiarificare il contesto, con due testi apparsi sul blog Mystagogy: un documento della Sacra Comunità del Monte Athos sull’occupazione del monastero di Esphigmenou (con una serie di domande e risposte chiarificatrici), e una lista di fatti inquietanti relativi all’occupazione, utile come promemoria degli avvenimenti. Presentiamo entrambi i testi nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.

 
Decine di sacerdoti dell'Esarcato russo d'Africa convocati in tribunale e arrestati

foto: coingeek.com

Secondo il capo della struttura, i sacerdoti dell'Esarcato africano della Chiesa russa sono diventati oggetto di molestie legali.

Sabato, il metropolita Leonid di Klin, nominato Esarca patriarcale per l'Africa quando il Santo Sinodo russo ha creato l'Esarcato per operare nel territorio del Patriarcato di Alessandria il 29 dicembre, ha riferito che 28 sacerdoti kenioti sono stati citati in tribunale, mentre altri due sono stati arrestati in Madagascar.

Scrive:

Nel frattempo, in alcuni paesi dell'Esarcato africano sono stati coinvolti tribunali e polizia.

In Kenya, 28 dei nostri sacerdoti sono stati chiamati a comparire in tribunale. Stiamo esaminando le accuse. Una petizione contro i nostri padri è stata presentata da un vescovo della Chiesa greca di Alessandria, Markos di Kisumu.

In Madagascar, due dei nostri chierici sono stati arrestati oggi con l'accusa preliminare di aver usato utensili liturgici greci durante un servizio in chiesa. Il vescovo Prodromos della Chiesa greca di Alessandria ha sporto denuncia contro i suoi ex sacerdoti.

Ora che guardo tutto questo, mi rendo conto qual era il motivo per cui vi eravate tutti riuniti. Un patriarca scismatico, vescovi litigiosi senza scrupoli. Naturalmente noi non abbandoneremo la nostra gente e forniremo loro assistenza legale e in un prossimo futuro, con tutti gli strumenti necessari per la chiesa: nello stabilimento Sofrino si stanno già fabbricando centinaia di set eucaristici e tutto il necessario per la Liturgia.

Ma il principio stesso! Probabilmente, è davvero arrivato il momento. È giunto il momento che il clero africano veda chi li comanda, chi li umilia, li tratta come spazzatura e chi li denuncia ora alla polizia. Guardate, padri, fratelli e sorelle! Siate tutti occhi e ricordate. Questo è tutto ciò che queste persone possono fare. E chi sono ora gli "sciacalli e orsi del nord", vostra Beatitudine il patriarca di Alessandria?

A febbraio, OrthoChristian ha riferito che la stragrande maggioranza dei sacerdoti della diocesi di Kisumu si è unita all'Esarcato della Chiesa russa.

Il citato vescovo Prodromos è il vescovo di Tollaras e del Madagascar meridionale del Patriarcato di Alessandria. A febbraio, il vescovo del Madagascar settentrionale, Ignatios, aveva lanciato un severo avvertimento che tutti i sacerdoti che si uniscono all'Esarcato russo cessano di essere sacerdoti e si pongono fuori dalla Chiesa e rischiano l'inferno.

 
La Moldova divisa corre il rischio di ripetere gli errori dell’Ucraina

Articolo originariamente apparso sul sito dell’American Institute in Ukraine

Le elezioni parlamentari del 30 novembre in Moldova hanno prodotto una relativa, nella migliore delle ipotesi, approvazione del corso della coalizione filo-occidentale verso l'integrazione con l'Unione Europea (UE).

Dopo aver assicurato una pluralità di voti (circa il 44%), l'alleanza tripartita uscente sembra destinata a ricostituirsi con la maggioranza dei seggi (55 su 101).

Questo è al di sotto dei 61 voti necessari per eleggere un nuovo presidente, cosa che fa pensare a una possibile ripetizione del prolungato stallo politico vissuto in Moldova tra il 2009 e il 2012, quando un parlamento diviso non è stato in grado neppure di concordare un candidato a tale ufficio. Tale situazione di stallo potrebbe provocare elezioni anticipate.

Tuttavia, le forze pro-UE hanno indicato la loro volontà di andare avanti con energia su un ordine del giorno di "riforme" per l'attuazione dell'accordo di associazione (AA) con l'Unione Europea che Chișinău ha frettolosamente ratificato all'inizio di quest'anno.

"Abbiamo già iniziato le consultazioni sulla creazione di una coalizione pro-europea", ha detto l'ex primo ministro e leader del liberaldemocratici Vlad Filat subito dopo la votazione.

"Dobbiamo creare immediatamente una coalizione e andare avanti."

L'intoppo principale sembra essere non la direzione su cui la coalizione vuole portare la Moldova, ma capire come affrontare i problemi di corruzione cronica e ambizioni contrastanti:

Il 4 dicembre, i leader della nuova coalizione di governo hanno annunciato che il loro obiettivo principale sarebbe stata l'attuazione dell'accordo di associazione con l'UE. Tuttavia, gli elettori pro-UE sono molto preoccupati che i sedicenti leader pro-UE li inganneranno ancora una volta, e che il nuovo governo continuerà a servire gli interessi degli oligarchi, piuttosto che quelli della società.

I primi segnali non sono incoraggianti. I rapporti non ufficiali indicano che il principale ostacolo nei negoziati è, ancora una volta, il controllo politico delle forze dell'ordine e delle istituzioni giudiziarie. Alcuni partiti pro-UE (e gli oligarchi alle loro spalle) vogliono avere il pieno controllo della prossima lotta contro la corruzione ad alto livello.

Nel frattempo, i moldavi sono profondamente divisi sulle opzioni disponibili per il loro paese. Esiste un equilibrio di massima tra coloro che sono a favore dell'integrazione europea, sotto forma di "associazione" (Bruxelles rifiuta di offrire alla Moldova l'adesione anche come prospettiva lontana, così come rifiuta di approvare l'adesione all'Ucraina) e dell’integrazione con l'Unione doganale guidata dalla Russia, con un leggero vantaggio a favore di quest'ultima.

Questo non prende nemmeno in considerazione il sentimento in Transnistria, che non ha partecipato alle elezioni, e che Chișinău rivendica ancora.

Con la sospetta eliminazione all'ultimo minuto del partito "Patria" dal voto, i grandi vincitori nel campo dell'opposizione sono i socialisti pro-Mosca, che promettono una vigorosa resistenza all'ordine del giorno pro-UE.

Anche i comunisti, la cui posizione sull'accordo di associazione è stata ambigua, possono ritornare sui loro passi prendendo contro l'accordo di associazione una linea più dura di quella che hanno avuto in passato. Sia i socialisti sia i comunisti hanno criticato il voto – inclusa l'insufficienza di seggi elettorali per i lavoratori moldavi in Russia, con i quali i partiti dell'opposizione avrebbero ottenuto la maggioranza – e sono in corso azioni giudiziarie.

Vedendo la situazione nel contesto, si spera che la coalizione pro-UE proceda con cautela. Facendo tesoro della lezione data in Ucraina dal caos che è seguito dalla scelta "Europa contro Russia" forzata sul paese, si potrebbe pensare anche i più ardenti politici eurofili moldavi vedano la necessità di un equilibrio e di un compromesso tra i loro connazionali non meno divisi.

Questa lezione è ancora più urgente, dato che la Moldova ha già la sua potenziale "Crimea" o "Nuova Russia" sotto forma della Transnistria, con il pericolo di un'ulteriore frammentazione in Gagauzia e in altre regioni del nord e del sud del paese.

Allo stesso modo, coloro che in Occidente (Stati Uniti ed Europa) si presentano come amici della Moldova farebbe bene a sollecitare prudenza.

Ma se la retorica passata serve a dare qualche indicazione, invece di rispettare le differenze legittime di opinione tra i moldavi, i politici pro-UE – istigati dai governi e dai media americani ed europei – probabilmente continueranno a considerare qualsiasi obiezione solo come prova di un "ricatto" russo e di una "quinta colonna" di un sottoproletariato "diversamente civilizzato" di insufficiente coscienza.

Da questo punto di vista, la Moldova (come l'Ucraina prima di lei) può essere vista solo come un "campo di battaglia" noi-contro-loro con la Russia. Non è difficile vedere come questo approccio manicheo potrebbe lacerare il paese.

Passare come un bulldozer sulle obiezioni di circa la metà della popolazione come un mero ostacolo sull'opinabile via al futuro radioso nell'Unione delle Repubbliche Socialiste Europee ("Siete sulla strada giusta, compagni!") rischia di immergere la Moldova in una ripetizione dell'esperienza sgradevole dell'Ucraina.

Invece, ammesso che siano in grado di formare un nuovo governo, le forze pro-europee dovrebbero prendersi una pausa di riflessione sul "procedere" con l'accordo di associazione e invece aprire un dialogo nazionale su un approccio genuinamente equilibrato tra l'UE e la Russia.

Un buon primo passo sarebbe quello di ascoltare gli appelli dell'Istituto americano in Ucraina e di altri a un referendum nazionale sull'accordo di associazione.

Invece di vedere i cittadini in disaccordo come presunti nemici che devono essere costretti a sottomettersi al loro punto di vista, tenendo un referendum sulla scelta della Moldova il governo dimostrerebbe il rispetto per tutti i moldavi, a prescindere dalla loro identità etnica, dalla lingua che parlano, dalla regione in cui risiedono, o dall'alfabeto che utilizzano.

 
Metropolita Isaias di Tamassos: "La Chiesa russa non è tra le forze che cercano di usare la Chiesa di Cipro come un'arma"

il metropolita Isaias di Tamassos

Sebbene ci siano tentativi di usare la Chiesa di Cipro per interessi geopolitici, questi tentativi non sono mai arrivati ​​dalla Chiesa russa, afferma sua Eminenza il metropolita Isaias di Tamassos.

Tuttavia, lui e molti dei suoi confratelli vescovi hanno dovuto obbedire alle loro coscienze e parlare pubblicamente contro il modo in cui il loro primate, l'arcivescovo Chrysostomos, ha giocato con la politicizzazione della Chiesa, creando una situazione di tensione all'interno del Santo Sinodo.

Sua Eminenza, che si è costantemente schierato con i fedeli ortodossi in Ucraina e con quei vescovi che li difendono, ha affrontato questi e altri argomenti in una nuova intervista pubblicata oggi su Romfea.

La tensione geopolitica tra Oriente e Occidente è in aumento ed è acutamente sentita a Cipro. E mentre i tentativi di strumentalizzare la Chiesa di Cipro sono stati avvertiti da tempo, le preoccupazioni che la Chiesa russa stia cercando di controllare la Chiesa di Cipro sono un'invenzione, "deliberatamente impiantata e pazientemente coltivata da varie fonti decisionali attraverso i loro organi" e sostenuta da tutti i moderni mezzi di propaganda, dice il metropolita Isaias nella sua nuova intervista.

"In effetti, non c'è mai stata alcuna mossa da parte della Chiesa russa per interferire nei nostri affari interni", sottolinea.

D'altra parte, il metropolita Isaias ha parlato in un'intervista all'inizio di questo mese delle campagne geopolitiche del Patriarcato di Costantinopoli contro la Chiesa russa.

I russi erano ben accolti a Cipro, ma ora tutto ciò che ha a che fare con loro è demonizzato, e questo ovviamente colpisce quanti hanno rapporti ecclesiastici con loro. Infine, "è il dogma ortodosso a essere vittimizzato", ritiene sua Eminenza.

La demonizzazione di tutto ciò che è russo si manifesta anche nelle accuse di una quinta colonna russa nel Santo Sinodo di Cipro. Tuttavia, il metropolita Isaias e i suoi confratelli vescovi non sono interessati a giocare al gioco dell'arcivescovo e a cercare di dimostrare le loro credenziali elleniche e cipriote. È più importante combattere contro l'oppressione della Chiesa di Cipro, l'ingiustizia, il razzismo religioso e l'etnofletismo a qualsiasi costo, per l'unità dell'Ortodossia, sottolinea.

Le voci su una quinta colonna russa non sono altro che "intimidazioni e ricatti" per cercare di costringere il Santo Sinodo a riconoscere apertamente gli scismatici ucraini. A novembre, il Santo Sinodo ha votato a maggioranza sottile per "non opporsi" alla decisione dell'arcivescovo di commemorare lo scismatico Epifanij Dumenko ma non ha riconosciuto esplicitamente gli scismatici.

Alla domanda sul perché lui, insieme ai metropoliti Athanasios di Limassol e Nikiforos di Kykkos e al vescovo Nikolaos di Amathountos si sia espresso pubblicamente contro l'arcivescovo dopo che questi aveva deciso unilateralmente di entrare in comunione con gli scismatici ucraini, piuttosto che presentare le loro obiezioni a una riunione del Santo Sinodo, il metropolita Isaias nota che l'arcivescovo ha agito pubblicamente e al di fuori del Santo Sinodo, e che essi hanno risposto in modo simile, secondo la loro coscienza.

Certo, sarebbe più facile per chi cerca di manipolare la Chiesa di Cipro se essi rimanessero in silenzio, ma "La verità deve essere detta e confessata, non importa quanto amara possa essere".

Alla domanda su come si è sentito quando il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli ha criticato lui e i suoi fratelli vescovi in ​​modo così forte, il metropolita di Tamassos ha detto di essere addolorato per come il patriarca è stato attirato in questa storia, notando che ha sempre avuto buoni rapporti con lui.

Ma "Quando ami qualcuno, gli dici la verità. Se riconcili la tua coscienza con qualcosa che consideri illegale e ingiusto, per compiacere un tuo fratello dissenziente, allora il tuo amore è egoista e non reale", sottolinea il metropolita Isaias.

Ci sono molti russi nella diocesi del metropolita Isaias: per loro è stata costruita una chiesa in stile russo, dove talvolta vengono utilizzati paramenti in stile russo, cosa che ultimamente ha portato non poche critiche. Tuttavia, "La demonizzazione dell'arte per scopi geopolitici è qualcosa di razzista e fascista, qualcosa che ricorda l'atteggiamento nazista contro la cultura ebraica e il maccartismo negli Stati Uniti", ritiene sua Eminenza.

Alla domanda sull'atmosfera del Santo Sinodo, il metropolita Isaias confessa che a volte può essere piuttosto tesa, poiché la fiducia tra i vescovi è stata fortemente scossa. Quando arriverà il momento di scegliere un nuovo primate, il metropolita sosterrà chiunque possa riunire il Sinodo e apportare le modifiche necessarie.

In precedenza ha parlato di come l'arcivescovo Chrysostomos abbia intenzionalmente manipolato i vescovi per metterli l'uno contro l'altro.

Infine, il metropolita descrive le priorità nella sua metropolia: "L'obiettivo è fare di Cristo il centro della vita quotidiana dell'uomo, offrirgli varie scelte per il suo cammino verso Gesù, e non creare ostacoli".

"Desidero, attraverso la mia diocesi, evidenziare i veri obiettivi della Chiesa, ovvero il sostegno spirituale e sociale della nostra gente e non delle imprese. L'attività economica non dovrebbe dominare la vita di un vescovo a scapito del suo ministero pastorale", ha concluso il metropolita Isaias.

Ricordiamo che l'arcivescovo è al centro di uno scandalo che coinvolge la sua accettazione di centinaia di migliaia di dollari da un fuggitivo malese nel 2015 in cambio del suo aiuto al criminale perché costui ricevesse la cittadinanza cipriota.

 
Dai frammenti alla pienezza

Introduzione

Tre esperienze e la grande meraviglia e le molte domande da queste sollevate, che alludevano tutte all'esistenza di una realtà molto più grande al di là del velo, hanno formato e ispirato la mia vita. Queste sono state tutte esperienze di frammenti e di vestigia della grande civiltà cristiana imperiale che è stata respinta nel corso di un periodo compreso tra 1.000 e 100 anni fa e che da allora è stata in gran parte dimenticata e perduta. Anche se totalmente respinta, derisa e addirittura sconosciuta ai più, questa civiltà può ancora, grazie alla Provvidenza divina e al pentimento dell'uomo, essere ripristinata. Questa è la nostra speranza nel nostro piccolo angolo dell'Inghilterra orientale.

La mia vita è stata spesa nel compito di riconnettere insieme queste tre esperienze o pezzi in un grande quadro generale, complessivo, a cui tutti questi pezzi appartengono. Solo insieme come parte di un tutto hanno il loro pieno significato. Da soli sono meramente fatti separati, bagliori allettanti e sentori di alcune realtà più grandi, chiavi per le grandi porte di un regno che rimane bloccato finché avremo tutte e tre le parti e l'audacia di sbloccarle. Con il tempo, la pazienza e la preghiera, consultando molte persone e leggendo i libri di quelli che non ho potuto consultare nella vita, con grande sforzo, sono stato in grado di mettere insieme tutti i pezzi e ho trovato il quadro generale.

Il cottage del popolo

La prima esperienza mi è venuta durante l'infanzia. Nel 1963, in un posto in cui posso portarvi oggi, mi sono seduto con due prozii del diciannovesimo secolo, con i berretti rispettosamente rimossi, nei giardini dell'Abbazia a Bury St. Edmunds. Una serie di domande silenziose era sorta nella mia mente. Perché questi umili rappresentanti del popolo mostravano qui un tale rispetto? Chi era questo sant'Edmondo, dal quale questa città aveva preso il nome 1000 anni prima? Che cos'era un santo? Come si diventa un santo? Perché qui c'erano solo rovine? E perché non c'era più alcun santo? Tante domande, così poche risposte e nessuno in grado di rispondere.

All'età di dodici anni sant'Edmondo mi aveva portato a scoprire altri santi locali nelle mie contee native dell'Essex e del Suffolk, i santi Botolph, Cedd, Albright, Audrey, Osyth e Felice. Luoghi e chiese hanno preso i nomi da loro, ma nessuno mi poteva dire molto su di loro. I loro nomi erano diventati un rito vuoto di suoni, senza alcun significato, divorziato dalla realtà spirituale. Mi resi conto che ancor più lontano c'erano altri santi misteriosi, ma erano tutti solo frammenti. Così, da bambino, sono stato incapace e impotente di mettere assieme qualsiasi frammento di questi piccoli pezzi in un grande, ma misterioso e incomprensibile intero.

L'altare della fede

Da agosto 1968 ho cominciato a scoprire che questi santi, per quanto importanti fossero stati una volta a livello locale, appartenevano a un insieme di gran lunga maggiore, a un fondamento e a una cultura universale, a un'intera civiltà, la civiltà dei santi. Ho scoperto che, una volta posti nel loro contesto, avrebbero smesso di essere nomi e storie in libri aridi e polverosi e che sarebbero tornati a nuova vita e che io avrei potuto parlare con loro come ai miei compagni. Questo era tutto parte della più grande scoperta che ciò che li era stato presentato come cristianesimo non lo era affatto, ma era solo un sistema di noiosa etica organizzata dallo Stato e ideata per controllare le masse.

Poi è arrivata la consapevolezza che attraverso la sua inevitabile degenerazione questo falso cristianesimo era stato responsabile per l'opposto dell'autentico cristianesimo, il secolarismo. Sia nella sua forma protestante sia in quella cattolica romana, si trovava di fuori della vera e autentica vera Chiesa cristiana, la Chiesa ortodossa. Infine, nel 1972, quando ho visitato l'Unione Sovietica, mi sono reso conto che la parte essenziale e più grande della Chiesa ortodossa era lì, così crudelmente perseguitata e la sua integrità danneggiata, che portava la gente nel peggiore dei casi a un ritualismo superstizioso, a una frammentazione sovietizzata. Al di fuori di questa, c'erano altre chiese minori, ma ancor più nazionalizzate e compromesse.

Il trono del sovrano

Quando, all’età di 33 anni, avevo messo insieme la santità del cottage del popolo con quella dell'altare della fede che servivo nella così travagliato e purtroppo divisi emigrazione, ho cominciato a capire che sia cottage e l'altare dovevano essere integrati dal santo trono, il trono dell'Impero sacrale del cristiano, che dipendeva dal cottage e dall'altare, ma che allo stesso modo proteggeva entrambi. Nel Regno dei Cieli non ce n'era bisogno, ma sulla terra questo trono era il collante che teneva tutto insieme. Il trono era stato rovesciato sulla terra molti decenni prima. Ma qual era la speranza che il trono potesse essere ripristinato?

A quel tempo non sembrava esservene essere praticamente nessuna, perché il trono giaceva in rovina. La realtà imperiale era stata ridotta a frammenti, e ogni piccola parte pretendeva di essere l'Impero! Esso era stato ridotto a massoneria e corruzione, a compromessi caduti e a provincialismi sbandierati, a intellettualismi sterili e a culti della personalità privati. Era stato tradito dai modernisti disincarnati, che non riuscivano a vedere il quadro più grande, perché vivevano nella bolla dei loro ego; non potevano vedere la grande foresta perché avevano guardato troppo a lungo ai loro piccoli alberelli. Era possibile che il trono, per grazia di Dio e per il pentimento dell'uomo, fosse ripristinato?

Conclusione

Così, attraverso il santo cottage del popolo ho scoperto il Regno dello Spirito, attraverso il santo altare della fede il Regno del Figlio, e attraverso il santo Trono del Sovrano il Regno del Padre. Avevo scoperto nei santi l'essenza spirituale del popolo, nella fede l'Ortodossia e nel trono la sovranità. Avevo scoperto la civiltà cristiana, l'opposto del movimento di anti-civiltà in cui ero nato, con le sue guerre mondiali, i suoi campi di sterminio, le sue bombe atomiche, il suo culto di Mammona e il suo sfruttamento spietato e genocidio dei non-europei. Avevo visto il quadro generale, alla scoperta dell'unica civiltà cristiana.

L'elitismo ha disprezzato e deriso il cottage del popolo; l'Establishment ha falsificato e compromesso l'altare della fede; il secolarismo ha tradito e disprezzato il trono del sovrano. Ma io avevo visto il quadro generale, alla scoperta dell'unica civiltà cristiana. Potremmo chiamarla Nuova Roma Nova, Terza Roma o Santa Rus', anche se per alcuni questi termini hanno sfumature nazionalistiche, ma è semplicemente l'impero cristiano sacrale. Questo impero è iniziato a York il 25 luglio 306 e si è concluso a Ekaterinburg il 17 luglio 1918. Tuttavia, si è concluso? O è semplicemente stato interrotto da 'tradimento, viltà e inganno'?

 
Padre Theodoros Zisis: “non stiamo facendo appelli per uno scisma”

Padre Theodoros Zisis, un sacerdote della diocesi di Tessalonica della Chiesa greco-ortodossa, è stato messo sotto accusa a marzo quando ha annunciato che avrebbe smesso di commemorare il suo vescovo, il metropolita Anthimos di Tessalonica, per il suo sostegno al Concilio di Creta del 2016, che è stato deriso come ecumenista da vescovi, clero e monaci provenienti da tutto il mondo ortodosso, ha fatto una dichiarazione per chiarire che lui e altri che hanno fatto lo stesso passo non hanno intenzione di aderire a uno scisma o di creare uno scisma all'interno del Corpo di Cristo, come riferisce Hodigitria.

"Per confutare le malvagie calunnie che si diffondono contro di noi, e per calmare coloro che vogliono ascoltare la nostra spiegazione ufficiale, dichiariamo di sapere quanto sia orribilmente maligno lo scisma, che non viene lavato via nemmeno dal sangue del martirio", ha affermato fermamente padre Theodoros.

Tuttavia, un male ancora più grande dal punto di vista ecclesiologico, continua a spiegare padre Theodoros, è l'eresia, che priva l'uomo della salvezza.

"Nel cessare la commemorazione dei vescovi eretici, stiamo proteggendo noi stessi e i fedeli dalla paneresia dell'ecumenismo: non stiamo creando uno scisma, non ci sottomettiamo a un'altra giurisdizione ecclesiale non canonica, e non commemoriamo altri vescovi durante i servizi", ha dichiarato padre Theodoros, a cui è stato ordinato di non servire e che è stato privato del suo titolo onorario di arciprete, ma che rimane un chierico della diocesi di Salonicco.

Come padre Theodoros ha spesso spiegato, la sua decisione di cessare la commemorazione è stata basata sul canone 15 del Primo-secondo Concilio, svoltosi a Costantinopoli nell'861, presieduto da san Fozio il Grande. Questo canone afferma che se un vescovo predica chiaramente un'eresia precedentemente condannata da un Concilio o dai santi Padri, allora i sacerdoti possono smettere di commemorarlo nella Liturgia e non devono affrontare pene canoniche.

Il canone recita in parte:

Ma quanto a quelle persone, d'altra parte, che, a causa di qualche eresia condannata dai santi concili, o dai padri, si ritirano dalla comunione con colui che presiede, e che sta predicando pubblicamente l'eresia, e insegnandola a viso aperto in chiesa, tali persone non solo non sono soggette ad alcun castigo canonico a causa del fatto di essersi allontanati da ogni comunione con colui che è chiamato vescovo prima che sia stato emesso un verdetto conciliare o sinodale, ma, al contrario, essi saranno ritenuti degni di godere dell'onore che si addice a loro tra i cristiani ortodossi. Perché hanno sfidato non dei vescovi, ma degli pseudo-vescovi e pseudo-maestri; e non hanno scisso l'unione della Chiesa con nessuno scisma, ma, al contrario, sono stati attenti a salvare la Chiesa da scismi e divisioni.

Per una spiegazione più completa, si veda il discorso di padre Theodoros, "Difesa e Dichiarazione di Cessazione della Commemorazione del Vescovo sulla base dell'insegnamento dell'eresia".

"Abbiamo fatto il nostro dovere, quindi la nostra coscienza è chiara; nella nostra decisione abbiamo percorso il cammino fedele delineato dai santi apostoli e dai santi padri. Abbiamo combattuto e continuiamo a combattere contro l'eresia come loro. Torneremo alla commemorazione dei nostri vescovi quando condanneranno pubblicamente la grande eresia dell'ecumenismo e proclameranno il Concilio di Creta come un concilio di briganti. Questa è la nostra posizione, e non devieremo né a destra né a sinistra", ha continuato padre Theodoros, spiegando il suo desiderio di sostenere la purezza della fede ortodossa, rimanendo "murati" per il momento, ma senza entrare in alcun tipo di scisma.

Citando san Teodoro Studita, padre Theodoros termina dicendo: "noi non siamo rinnegati dalla Chiesa di Dio; che questo non accada mai con noi! Anche se siamo colpevoli di molti peccati, siamo un solo corpo con essa e siamo nutriti dai dogmi divini, e cerchiamo di osservarne le regole e i decreti" (Lettera al monaco Basilio 1.76).

 
La reliquia della mano di santa Maria Maddalena

In questa domenica (22 luglio/4 agosto) abbiamo celebrato la festa della santa mirofora Maria Maddalena, pari agli apostoli. Presentiamo nella sezione "Santi" dei documenti anche un breve articolo sui miracoli compiuti dalla reliquia della mano della santa, conservata nel monastero di Simonopetra al Monte Athos, e il cui aspetto più prodigioso è il fatto che si mantiene a temperatura corporea costante (oltre all’emanazione di profumo, come avviene per molte altre reliquie di santi). I miracoli accaduti nel corso dell’ultimo secolo comprendono la liberazione da incendi e da infestazioni grazie alla preghiere e alla presenza della santa reliquia.

 
La Chiesa ortodossa di Grecia e la crisi economica

Il 12 novembre, una conferenza pubblica, organizzata dall'Osservatorio ellenico della London School of Economics (LSE), è stata tenuta da sua Eminenza il metropolita Ignazio di Dimitrias, sul tema "La Chiesa Ortodossa di Grecia e la crisi economica". Il metropolita è stato presentato dal direttore dell'Osservatorio ellenico, il Professor Kevin Featherstone, che ha anche moderato l'evento. Il modo in cui la Chiesa ortodossa di Grecia (storicamente un polo centrale dell'identità nazionale) è influenzata dalla crisi economica della Grecia e come risponde ad essa, è di grande importanza per gli affari pubblici e sociali della nazione. Nella sua conferenza, il metropolita Ignazio, dopo aver descritto brevemente le tragiche conseguenze della crisi economica sulla vita del popolo greco e dopo aver delineato alcuni aspetti di base della diversa comprensione teo-politica offerto dalla Chiesa, ha descritto alcune azioni specifiche che la Chiesa ha attuato fin dall'inizio della crisi in risposta alle esigenze urgenti e alle sfide per il popolo, mentre non ha evitato un atteggiamento sincero di autocritica per i "torti" che, purtroppo, hanno trovato la loro strada anche nel corpo della Chiesa.

Ecco la lezione del metropolita Ignazio:

Ormai da alcuni anni, la crisi economica è rimasta al centro dell'interesse internazionale, colpendo in modo particolarmente negativo la vita quotidiana di migliaia di persone, anche nel cuore del mondo occidentale industrializzato. Come tutti sappiamo, uno dei paesi europei più colpiti dalla crisi è stata la Grecia, che l'ha sperimentata dal suo inizio, e continua a sperimentare le tragiche conseguenze di questa situazione globale senza precedenti, che ha duramente provato la coesione sociale e l'unità del popolo greco, e ha portato molti alla disperazione. Pertanto, secondo molti esperti, abbiamo a che fare non solo con una crisi economica, ma anche una umanitaria, con gravi conseguenze per la vita della gente e per la coesione sociale. Indagini ufficiali condotte da istituzioni governative e da diversi istituti economici dipingono un quadro preoccupante: circa un milione e mezzo di disoccupati (su una popolazione totale di 11 milioni), vale a dire, circa il 27% della forza lavoro attiva totale. Tra i giovani, la notizia è ancora peggiore, con il tasso di disoccupazione per le persone sotto i 30 anni a un astronomico 60%, una cifra senza precedenti nella zona dell'euro. Secondo le stesse indagini, dall'inizio della crisi, i greci hanno perso il 30-40% del loro reddito. E un recente rapporto di Eurostat per il 2013 delinea le tragiche figure della crisi in modo particolarmente vivo: il 35,7% della popolazione (cioè, 3,9 milioni di persone!) vive in prossimità della soglia di povertà, il 23,1% sopravvive grazie a un magro reddito nonostante i vari benefici sociali che vengono forniti, e il 20,3% non è in grado di coprire le spese per i beni più materiali importanti (per esempio il riscaldamento, il rimborso dei debiti, una dieta a base di carne o pesce una volta ogni due giorni e così via). Allo stesso tempo, un altro rapporto recente, questa volta dall'UNICEF, rivela che "circa 750.000 bambini in Grecia vivono in povertà e molti di loro sono malnutriti", mettendo in evidenza un altro aspetto dei vari problemi provocati dalla crisi economica, le cui vittime in questo momento sono i bambini in età scolare.

Da parte sua, la Chiesa, la più grande e più importante area di lavoro di volontariato in Grecia, ha lottato con forza per svolgere il suo lavoro filantropico, dal momento che il crescente impoverimento di vaste aree della popolazione ha portato ad una drastica riduzione dei contributi dei fedeli, sui quali la Chiesa fa principalmente affidamento per la sua opera sociale e filantropica.

Naturalmente, ci si può chiedere se la Chiesa possa e debba essere coinvolta in questioni politiche ed economiche, come la crisi finanziaria e il debito che affligge l'Europa – se, in altre parole, la Chiesa, che ha una missione spirituale, debba affrontare temi e questioni mondane. Tale obiezione, tuttavia, pur legittima, ha contro di essa due problemi: in primo luogo, ignora il fatto che l'attuale crisi economica ha gravi conseguenze per tutti i cittadini greci e, pertanto, per il gregge della Chiesa; in secondo luogo, sembra dimenticare l'identità e la missione della Chiesa, che è meglio incapsulata nell'espressione biblica "nel mondo, ma non del mondo", cioè, la dialettica tra storia ed escatologia.

Detto questo, non voglio in alcun modo suggerire di poter plasmare le politiche economiche e sociali meglio dello Stato greco o dell'Unione Europea; desidero semplicemente, in risposta al gentile invito di questa augusta istituzione accademica, per condividere con voi alcune riflessioni sulla crisi economica, oltre a fornire un quadro della risposta della Chiesa ortodossa in Grecia alle sue drammatiche conseguenze. La mia posizione deriva dalla mia sollecitudine pastorale e dal mio orientamento teologico, e non è destinata a offrire risposte facili o soluzioni già pronte per tutti i nostri problemi. Al contrario, con un umile senso di responsabilità come vescovo della Chiesa di Cristo, farò un tentativo di tracciare alcuni parametri per un approccio diverso all'economia, che pone al centro l'essere umano, creato a immagine di Dio, e non l'homo economicus, governato dalle finanze e dal consumismo. Nel resto di questo discorso, illustrerò brevemente alcuni aspetti fondamentali di questa diversa comprensione teo-politica (per esempio, la scelta operata dai primi cristiani, per identificare se stessi, del termine politico "ecclesia": un termine preso in prestito dalla pratica politica dell'antica democrazia ateniese, al fine di sottolineare la loro consapevolezza di appartenere ad un corpo, a una comunità e a una società, la dimensione sociale e politica del mistero dell'Eucaristia, la necessità della Chiesa, se vuole essere fedele al suo esempio, non solo di predicare ai poveri, agli affamati, agli stranieri e agli emarginati, ma di incarnarsi e identificarsi con Cristo e la sua croce, per pesante che possa essere, un nuovo senso della vita, ecc) e descriverò alcune azioni specifiche che la Chiesa ha implementato fin dall'inizio della crisi, in risposta ai bisogni urgenti e alle sfide del nostro popolo. Per esempio, la Chiesa ha istituito mense e distribuito cibo, offerto vestiti e riparo, e ha fornito un aiuto finanziario, medicine e cure mediche gratuite. Il suo contributo è passato attraverso le sue parrocchie, che costituiscono il più antico e il più grande sistema di rete di volontari e il più attivo sistema sociale, che estende (anche ai confini più remoti del territorio greco, fino al più isolato paese o isola, dove lo Stato stesso è spesso assente, incapace di adempiere anche ai propri obblighi medici di base), un programma di rifornimento e di gestione di mense e depositi alimentari, cliniche e dispensari medici gratuiti, centri di consulenza ai cittadini, sostegno psicologico per le vittime della crisi, ecc.)

Il quadro complessivo, tuttavia, non sarebbe completo se non fosse accompagnato da un atteggiamento sincero di autocritica per i "torti" che, purtroppo, hanno trovato la loro strada anche nel corpo della Chiesa (per esempio, la mancanza di un ethos ecclesiastico di auto-rimprovero e autocritica). Si deve ammettere che alcuni sacerdoti e funzionari della Chiesa hanno goduto di una vita lussuosa e di relazioni comode con il potere statale, e che questo ha portato alla loro burocratizzazione e professionalizzazione. Allo stesso tempo, questa vicinanza al potere non ha permesso a noi stessi di prendere sufficientemente le distanze dalla mentalità padronale / clientelare, dal populismo e dalla corruzione del sistema politico greco, in modo da poter mettere in guardia la gente su dove eravamo diretti con la natura profondamente parassitaria dell'economia greca e la nostra assurdità consumistica, finanziata da un eccesso di indebitamento e da ipoteche a lungo termine (e la conseguente distruzionedel futuro del nostro paese), dalla mancanza di un atteggiamento più critico verso il problema, da un atteggiamento che, fedele all'esempio dei Padri, esaminasse il problema alla radice e non solo superficialmente, osservando le strutture che producono povertà e ingiustizia sociale e non solo i sintomi, etc. I fedeli cristiani sono chiamati non solo a denunciare il dominio dei mercati e il male sociale, ma in primo luogo a esaminare i propri errori e omissioni, e a unirsi tra loro per il bene della nostra coesione sociale; in ultima analisi, devono anche diventare creativi, proponendo misure realistiche per uscire dalla crisi e per una restaurazione spirituale della persona umana. Alla fine di questo discorso, le nuove sfide poste dalla crisi attuale saranno affrontate in uno spirito di dialogo, tra cui tra l'altro, la questione del ruolo della Chiesa nella sfera pubblica greca: per esempio l'aumento in tutta l'Europa del neo-nazismo e del fascismo rappresenta una minaccia più ampia e una sfida per la Chiesa ortodossa stessa, nella misura in cui la ricezione e l'accettazione dell'altro, specialmente i poveri e gli stranieri, è un elemento fondamentale della propria tradizione e identità; la crisi e la vasta opera sociale della Chiesa – senza riguardo a religione o etnia – ha portato a un migliore rapporto e comprensione con l'intellighenzia laica e di sinistra, che ora vede il contributo della Chiesa alla società in una luce migliore, ma al contempo, una delle misure per il consolidamento fiscale dell'economia greca è stata la drastica riduzione dei nuovi funzionari. Dal momento che il clero ortodosso è composto da dipendenti pubblici e pagati dallo stato, un obbligo è derivato dalla confisca di beni della Chiesa e questa misura restrittiva specifica ha avuto un impatto diretto sulla Chiesa, che ora deve trovare modi alternativi per dotare le parrocchie di personale e pagare il clero, ecc).

La crisi economica è una realtà che, a quanto pare, ci perseguiterà per qualche tempo a venire. Nonostante i nostri difetti, la Chiesa ha comunque svolto un ruolo importante nell'arginare gli effetti di questa crisi, con ogni mezzo a sua disposizione per fornire una quantità enorme di lavoro caritativo e sociale. Ciò che la Chiesa deve fare ora è sottolineare ulteriormente, nella sfera pubblica, il primato della libertà e della dignità umana, come fatto universale e fondamentale dell'esistenza umana, in diretto contrasto con la logica del dominio del mercato e del profitto che trasforma la persona umana in un'unità economica usa e getta.

 
Libro di preghiera pubblicato nella lingua cebuana delle Filippine

foto: phvieparchy.org

Grazie agli sforzi del Centro educativo e missionario di santa Matrona di Mosca nella città di Davao, sull'isola filippina di Mindanao, è stato pubblicato un nuovo libro di preghiere ortodosse in lingua cebuana.

Secondo la diocesi delle Filippine e del Vietnam della Chiesa russa, questo è il primo libro di preghiere ortodosse in lingua cebuana, parlata da circa 16 milioni di persone, principalmente nelle isole meridionali.

La raccolta comprende le preghiere mattutine e serali, la regola di preparazione alla santa Comunione, le preghiere per ogni necessità e le Ore pasquali.

"I residenti locali hanno richiesto un libro di preghiere in lingua cebuana, dal momento che diverse centinaia di filippini si sono recentemente convertiti all'Ortodossia, dopo aver superato la catechesi appropriata. E il numero di queste persone continua ad aumentare", riferisce la diocesi.

Il Centro ha precedentemente pubblicato il testo in cebuano della Liturgia di San Giovanni Crisostomo a dicembre.

 

 
Sua Beatitudine il metropolita Onufrij si rivolge ai partecipanti al congresso de "I fedeli"

sua Beatitudine il metropolita Onufrij. foto: news.church.ua

La popolazione resta fedele alla Chiesa ortodossa ucraina perché la Chiesa è una madre che non può essere tradita, ha scritto nel suo discorso sua Beatitudine il metropolita Onufrij.

Sua Beatitudine il metropolita Onufrij si è rivolto ai partecipanti al congresso delle comunità delle chiese sequestrate della Chiesa ortodossa ucraina, "I fedeli", tenutosi il 22 febbraio alla Lavra delle Grotte di Kiev, e ha affermato che "nonostante tutti i tipi di ostacoli e persecuzioni, le persone rimangono fedeli a Dio e alla vera Chiesa e sono chiamate a non temere, come riferisce il Dipartimento per l'informazione e l'educazione della Chiesa ortodossa ucraina.

Il metropolita Onufrij ha affermato che negli ultimi anni la Chiesa ortodossa ucraina ha affrontato processi gravi come "il sequestro di chiese, la ri-registrazione illegale delle parrocchie sotto la giurisdizione di un'altra organizzazione religiosa, la violenza fisica contro i credenti, l'intimidazione e il ricatto alle loro famiglie" ma la popolazione rimanere fedele a Dio perché la Chiesa è per loro una casa.

"Qual è la loro forza e fermezza di posizione? E perché è così necessario restare fedeli alla vera Chiesa? Innanzitutto, vale la pena ricordare che ogni credente è giunto alla fede attraverso la propria strada. E la santa Chiesa ha accolto tra le sue braccia tutti noi, così diversi e deboli. Come una madre premurosa, si prende sempre cura di noi e ci sostiene, nonostante i nostri peccati ed errori quotidiani, guarisce le nostre ferite spirituali e fisiche, aiutandoci nell'opera della salvezza", ha detto il capo della Chiesa ortodossa ucraina.

"Solo nella vera Chiesa possiamo incontrare Dio e ricevere la sua grazia. Questa aspirazione è la chiave per la ferma posizione dei nostri credenti - né la politica, né la geopolitica, né un qualche tipo di ideologia, ma esclusivamente il desiderio di essere fedeli al Signore", ha aggiunto sua Beatitudine.

Sua Beatitudine ha sottolineato che oggi, quando varie forze spingono i credenti a fare un patto con la loro coscienza, a violare leggi e canoni, a mantenere uno scisma, vale la pena porsi solo una domanda – questo è gradito a Dio? – e tutto torna immediatamente a posto.

"C'è la grazia di Dio là dove regnano l'ingiustizia, la violenza e l'aggressione verso il prossimo? Le risposte oneste a queste domande non solo rimettono tutto a posto, ma spiegano anche in modo inequivocabile perché i credenti, sullo sfondo delle dichiarazioni provocatorie su una nuova "ondata" dei cosiddetti trasferimenti, continuano a rimanere fedeli al Signore e alla sua santa Chiesa", ha detto sua Beatitudine.

Sua Beatitudine il metropolita Onufrij ha ringraziato tutti i partecipanti al congresso e li ha esortati a lavorare per la gloria della Chiesa, nonostante tutte le prove.

"È impossibile trovare parole esaustive per trasmettervi la pienezza della nostra gratitudine per la vostra solidità nella fede. Preghiamo con tutto il cuore a Dio di sostenervi e proteggervi in questo difficile cammino. Difficile, ma pieno di grandi speranze. Dopo tutto, il Signore ci ha detto: "Non abbiate paura di coloro che uccidono il corpo ma non possono uccidere l'anima. Piuttosto, abbiate paura di colui che può distruggere sia l'anima che il corpo all'inferno" (Mt 10:28). Se siamo con Dio, se continuiamo a rimanere fedeli a lui, anche le minacce e le prove più grandi non diventeranno un ostacolo sulla via della salvezza", ha aggiunto il primate della Chiesa ortodossa ucraina.

 
Cappella secolare in Europa occidentale donata a una parrocchia ortodossa russa per Pasqua

La pittoresca cappella di legno, costruita in acero canadese, quest'anno compie 111 anni.

La parrocchia di san Serafino di Sarov della Chiesa ortodossa russa a Namur (Belgio) ha ricevuto in dono per Pasqua un edificio storico, una cappella in legno, che aveva precedentemente affittato da un'associazione che gestisce i beni ecclesiastici della città. Il capo della parrocchia Sergej Petrosov ha dato l'annuncio alla congregazione dopo la funzione pasquale e la benedizione dei cibi.

"I proprietari di questa chiesa hanno firmato un atto notarile di donazione di questo edificio e del terreno alla nostra parrocchia. D'ora in poi, questa chiesa appartiene a tutti noi, a tutti i parrocchiani. Pertanto, faccio appello a tutti affinché partecipino alla raccolta di fondi per riparare questa chiesa", ha detto Petrosov, notando che la cappella compirà 111 anni quest'anno.

"Credo che questo non sia un casuale regalo di Pasqua. Siamo qui da molto tempo e qui abbiamo pregato, ma qui ci siamo sempre sentiti un po' temporanei, e ora il Signore ci ha benedetti con questo posto di cui ora possiamo prenderci cura come se fosse nostro. Questo luogo di culto è stato richiesto per decenni e ora vediamo che le nostre preghiere non sono state vane", ha detto alla TASS padre Dmitrij Jatsun, rettore della parrocchia, che serve anche nelle parrocchie di Mechelen e Kortrijk. Ha detto che tutte queste parrocchie sopravvivono solo con i fondi delle comunità ortodosse locali, quindi lui stesso deve combinare le funzioni di sacerdote con un lavoro secolare di elettricista industriale.

Dopo la funzione, padre Dmitrij, portando alcuni dolci pasquali donati dai parrocchiani, si è recato in uno dei campi per profughi ucraini in Belgio, dove ha anche tenuto un breve servizio.

La cappella di san Serafino di Sarov è una struttura in legno con tetto in tegole rosse, situata in uno dei quartieri più pittoreschi di Namur, la cittadella della città vecchia, costruita su una roccia nel centro della città, ai piedi della quale il fiume Sambra sfocia nel fiume Mosa. L'edificio domina la città che si estende nella valle. La cappella è ora mantenuta grazie agli sforzi dei parrocchiani e qui si svolgono regolari funzioni. È stata affittata alla Chiesa ortodossa russa dalla Chiesa cattolica in Belgio nel 2007. La prima funzione ortodossa vi si è tenuta il 14 aprile 2007. In Belgio, dove tutti gli edifici sono tradizionalmente costruiti affiancati gli uni agli altri, questa cappella è una delle poche strutture ortodosse costruite su un appezzamento di terreno separato, ed è possibile condurre una processione attorno ad essa.

Secondo Petrosov, la cappella fu costruita nel 1911 ed era conosciuta a Namur come la cappella canadese. L'edificio è stato eretto da 14 famiglie di residenti di Namur, secondo una versione, il suo nome deriva dal fatto che è stato costruito in acero canadese. La cappella è sopravvissuta solo perché è stata costruita con legno di altissima qualità e solide fondamenta gettate su solida roccia. L'edificio è stato riconosciuto come parte del patrimonio culturale di Namur.

 
Una dichiarazione pubblica sulle diaconesse ortodosse da parte di chierici e laici preoccupati

Cinquantasette chierici e laici di spicco cristiani ortodossi, tra cui i capi di due principali seminari ortodossi negli Stati Uniti, hanno rilasciato una dichiarazione pubblica che chiede alla gerarchia della Chiesa di difendere l'insegnamento ortodosso sulla creazione e la definizione dell'uomo come maschio e femmina, opponendosi alla nomina di diaconesse nella Chiesa ortodossa.

La dichiarazione arriva in risposta a una dichiarazione pubblica prodotta in ottobre da nove studiosi liturgici ortodossi negli Stati Uniti e in Grecia, che esprimevano il loro sostegno alla decisione del novembre 2016 del Patriarcato di Alessandria di "restaurare" l'antico ordine delle diaconesse e la sua nomina di diaconesse nella Repubblica Democratica del Congo nel febbraio 2017.

Anche la Chiesa cattolica romana ha fatto il primo passo verso la nomina delle diaconesse con l'istituzione di una commissione per studiare la questione da parte di papa Francesco nel 2016. Tale commissione è presieduta dall'arcivescovo Luis Francisco Ladaria Ferrer, segretario della Congregazione per la dottrina della fede. I membri della commissione sono per metà donne. Una di loro, Phyllis Zagano, professore di religione alla Hofstra University, è una noto sostenitrice delle diaconesse.

Diverse chiese protestanti, inclusi anglicani, luterani, metodisti e presbiteriani, iniziarono a nominare donne come diaconesse nel diciannovesimo secolo. La maggior parte ha da allora ordinato donne a tutti gli ordini superiori come preti e vescovi.

La dichiarazione degli oppositori ortodossi delle diaconesse mette in discussione la rappresentazione liturgica del ruolo delle diaconesse nella tradizione ortodossa e solleva serie questioni dottrinali relative alla nomina delle diaconesse. Ci si interroga anche se la nomina di diaconessa da parte del patriarcato di Alessandria in Congo abbia rianimato un antico ordine o abbia istituito un nuovo ordine con un vecchio nome.

I firmatari includono 35 sacerdoti e sette diaconi, oltre a 15 laici (tra cui quattro donne) che sono professori universitari o direttori di periodici. Appartengono a sette giurisdizioni ortodosse: l'Arcidiocesi cristiana ortodossa antiochena dell'America settentrionale (AOCANA), il Patriarcato ecumenico (nel Regno Unito), l'Arcidiocesi greco-ortodossa d'America (GOAA), il patriarcato greco-ortodosso di Alessandria (Africa), la Chiesa ortodossa in America (OCA), la Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia (ROCOR) e il Monte Athos in Grecia.

Per ulteriori informazioni, contattare il protodiacono Brian Patrick Mitchell a protodeaconpatrick@gmail.com

 

Una dichiarazione pubblica sulle diaconesse ortodosse da parte di chierici e laici preoccupati

La nomina da parte del Patriarcato di Alessandria di sei "diaconesse" in Congo nel febbraio 2017 ha provocato appelli in alcuni ambienti affinché altre Chiese locali seguano l'esempio. In particolare, un gruppo di studiosi liturgici ortodossi ha rilasciato una dichiarazione aperta di sostegno ad Alessandria, che dichiara che "la restaurazione del diaconato femminile è tale che non sono in gioco né questioni dottrinali né precedenti autorevoli". [1]

Noi, i sottoscritti chierici e laici, ci permettiamo di dissentire e scriviamo ora con tre obiettivi: di mettere in questione ciò che è stato realizzato in Congo, di chiarire la documentazione storica sul ruolo delle diaconesse nella tradizione ortodossa e di sottolineare le serie questioni dottrinali sollevate dalla nomina delle diaconesse.

In primo luogo, per quanto riguarda ciò che è stato realizzato in Congo, notiamo che il patriarca di Alessandria non ha usato il rito bizantino di ordinazione per le diaconesse. [2] Ha imposto le mani [chirotesia] su una donna facendola "diaconessa della missione" e poi ha pregato su altre cinque donne usando una "preghiera per l'ingresso nel ministero ecclesiastico", una benedizione generica nell'Archieratico in lingua greca per un laico che inizia un lavoro di chiesa. Non ha concesso un orario a nessuna delle donne, ma le cinque donne lo hanno aiutato a lavarsi le mani, come avrebbero fatto dei suddiaconi. Tutto questo non è stato fatto durante la Divina Liturgia, come avviene con un'ordinazione, ma alla sua fine. Questi fatti, oltre a resoconti aneddotici dall'Africa che queste nuove diaconesse sono state assegnate ai doveri dei lettori, rimettono in discussione l'affermazione che ciò che è successo in Congo sia stato veramente una "restaurazione del diaconato femminile", poiché il loro insediamento e i compiti a loro assegnati hanno solo una parziale rassomiglianza a quelli delle antiche diaconesse.

In secondo luogo, ciò che può essere detto con certezza circa la presenza storica, il ruolo e lo status delle diaconesse nella Chiesa ortodossa è che la scelta delle donne come diaconesse era solo uno dei tanti modi in cui la Chiesa primitiva cercava di proteggere la modestia delle donne affidando a certe donne alcuni doveri come l'assistenza a battezzare e ungere le donne adulte e le visite alle donne nelle loro case dove e quando gli uomini non erano autorizzati, rigorosamente entro i limiti specificati per le donne dai santi Apostoli nella Sacra Scrittura. I doveri e lo status delle diaconesse variavano con il tempo e il luogo, così come il modo in cui le diaconesse erano nominate. Gli stessi doveri erano anche assegnati a vedove, a donne laiche, al clero maschile o alle monache, quindi il bisogno di diaconesse non esisteva universalmente. Gran parte della Chiesa antica non ha mai avuto diaconesse. Al di fuori della Siria, dell'Anatolia, della Grecia e della Palestina, le diaconesse erano al meglio rare, al peggio inesistenti. [3]

Neanche le diaconesse erano prive di polemiche. Diversi consigli locali proibirono la loro nomina (Nîmes nel 396, Orange nel 441, Epaone nel 517, Orleans nel 533), e molti testi testimoniano la preoccupazione dei Padri della Chiesa di minimizzare il loro ruolo, a volte a favore delle vedove. L'ordine sembra aver raggiunto il picco nel quinto o sesto secolo, sopravvivendo principalmente nelle principali città orientali come ufficio onorario per le pie nobildonne, le mogli degli uomini fatti vescovi e le guide delle comunità femminili monastiche. Il canonista del dodicesimo secolo, Teodoro Balsamo, scrisse che le "diaconesse" di Costantinopoli ai suoi tempi non erano vere diaconesse. Un secolo dopo, sant'Atanasio, patriarca di Costantinopoli, ordinò che non si nominassero nuove diaconesse. Proposte sparse e tentativi di nominare di nuovo le diaconesse nel diciannovesimo e nel ventesimo secolo non hanno ricevuto abbastanza sostegno per provocare una duratura rinascita dell'ordine. Anche ora, le altre Chiese ortodosse autocefale non si sono affrettate a seguire l'esempio di Alessandria.

In terzo luogo, alcuni biasimano la resistenza alle diaconesse come un pregiudizio mondano, puramente culturale contro le donne, ma tale accusa tratta la Chiesa stessa ingiustamente, anche con disprezzo, ignorando legittime obiezioni prudenziali alla creazione di diaconesse, motivate da sincera preoccupazione per la conservazione di un rispetto veramente cristiano e apertamente apostolico della distinzione tra maschio e femmina, a cui il nostro mondo post-cristiano è sempre più ostile.

La stessa affermazione dei liturgisti dà adito a tale preoccupazione. La sua argomentazione a favore di "rianimare" l'ordine della diaconessa non si basa sui bisogni delle donne di essere servite dalle diaconesse – bisogni che in qualche modo richiedano l'ordinazione, bisogni che le monache, le laiche, i laici o i chierici non stiano già soddisfacendo. Piuttosto, l'argomento della dichiarazione si basa sul presunto bisogno delle donne di essere diaconesse. Farle diaconesse sarebbe una "risposta positiva" al "mondo contemporaneo", una "opportunità per donne qualificate di offrire nella nostra epoca i loro doni unici e speciali" e un "modo speciale" per sottolineare la "dignità delle donne e dare riconoscimento al suo [sic] contributo all'opera della Chiesa". [4] Tali giustificazioni denigrano la vocazione dei laici ortodossi, sottintendendo che solo i chierici servono la Chiesa in modi significativi, contrariamente alla credenza ortodossa secondo cui tutti i cristiani ortodossi ricevono i doni dello Spirito Santo e una chiamata personale a servire la Chiesa nella santa Cresima.

La dichiarazione dei liturgisti chiarisce anche che non intendono sostenere una vera "restaurazione" dell'antico ordine delle diaconesse; il loro scopo è un nuovo ordine di clero autorizzato a fare cose mai fatte da diaconesse ortodosse e in alcuni casi esplicitamente vietate dalle ordinanze apostoliche e dai canoni della Chiesa. Vorrebbero far predicare le donne, cosa che gli Apostoli e i Padri non hanno mai permesso in chiesa. Lasciano aperta la questione degli altri doveri liturgici, non ammettendo limiti che i vescovi debbano rispettare. Mettono in discussione quali "qualità e qualifiche" siano veramente importanti, dubitando che le diaconesse debbano essere mature e non sposate, nonostante l'antica regola, sui cui si insistette con maggiore forza nel VI secolo da parte dell'imperatore san Giustiniano, che le diaconesse siano almeno di mezza età e che restino nubili. [5]

La più minacciosa affermazione dei liturgisti è la loro sottile nota, in previsione dell'opposizione popolare, secondo cui " una preparazione e un'educazione adeguate" non sono necessarie alle donne da nominare diaconesse, ma piuttosto "alle persone che saranno chiamate a ricevere, onorare e rispettare le diaconesse assegnate alle loro parrocchie". Chiaramente, essi prevedono la necessità di costringere il clero e il laicato ad accettare le diaconesse: il loro atteggiamento è difficilmente un atto di fiducia nello Spirito Santo o rispettoso della tradizionale considerazione della Chiesa ortodossa per l'autorità episcopale.

In breve, l'enfasi della dichiarazione sulla gratificazione delle donne, trascurando la tradizione e ricorrendo alla forza, dà prova di una prospettiva femminista e di un approccio coerente con l'infido mondo occidentale, ma non con la Chiesa ortodossa. Altre prove della prospettiva dei liturgisti sono disponibili altrove. Per esempio, due dei liturgisti hanno chiesto la rimozione di Efesini 5 dal Rito dell'Incoronazione sulla base del fatto che è incoerente con il pensiero moderno e quindi potrebbe essere frainteso. Suggeriscono un'epistola diversa o forse una versione igienizzata di Efesini 5 senza versetto 33 ("Tuttavia, ciascuno di voi in particolare ami la propria moglie come se stesso, e la moglie sia riverente [phobetai, "sia timorosa"] verso suo marito"). [6]

Dato questo stato di fede, crediamo che la nomina di diaconesse in qualsiasi forma nell'era attuale possa dividere la Chiesa e angosciare i fedeli sfidando la comprensione basilare della Chiesa sulla natura umana. Dio ha reso ognuno di noi maschio o femmina e ha ordinato che viviamo di conseguenza come uomo o come donna. Ci ha anche fornito molti autorevoli precetti che distinguono uomini e donne, nella Legge, nei santi Apostoli, nei canoni della Chiesa e nella letteratura dei nostri santi Padri, in passi troppo numerosi da citare. Ma se le leggi, i canoni e i precetti non bastano per convertirci al pentimento, Dio ci ha dato due distinti modelli di perfetta umanità, un maschio e una femmina: Gesù Cristo, il Verbo incarnato di Dio, e la sua purissima Madre, la Theotokos, le cui icone stanno sempre davanti a noi nel culto come promemoria di ciò che dovremmo essere come uomini e come donne.

Eppure ci sono sostenitori delle diaconesse che desiderano vedere le donne trattate allo stesso modo degli uomini nella Chiesa come nel mondo e che quindi usano il rito di "ordinazione" (chirotonia) delle diaconesse in una manciata di libri di culto bizantini per sostenere che le diaconesse erano una volta parte del "clero maggiore". Questi sostenitori desiderano il rango, l'onore e l'autorità del clero. Alcuni vorrebbero che le diaconesse siano proprio come i diaconi, con la sola differenza che sono donne. Metterebbero sottosopra l'ordine naturale ed economico del maschio e della femmina per elevare le donne al di sopra degli uomini nella gerarchia della Chiesa. Ordinerebbero donne giovani, sposate e con figli, e darebbero loro un ruolo vocale nel culto e tutta l'autorità che un diacono potrebbe esercitare sugli uomini e sulle donne. I liturgisti non vanno così lontano, ma la loro affermazione lascia aperta questa possibilità ignorando o mettendo in discussione i limiti tradizionali delle diaconesse, pur sottolineando l'esclusiva prerogativa dei vescovi di fare delle diaconesse quello che vogliono.

Non possiamo, quindi, prendere sul serio l'affermazione dei liturgisti che "la restaurazione del diaconato femminile è tale che non sono in gioco né questioni dottrinali né precedenti autorevoli". Né possiamo accettare le loro assicurazioni che le diaconesse di oggi non porteranno alle sacerdotesse di domani, sapendo ciò che analoghe innovazioni incrementali hanno portato nelle comunioni eterodosse. Inoltre, non dovremmo pensare solo a ciò che noi stessi potremmo tollerare oggi. Dobbiamo pensare in termini generazionali. Proprio come i bambini che crescono nelle parrocchie con lettrici sono più inclini a credere da adulti che le donne dovrebbero essere diaconi o diaconesse, quindi i bambini che crescono nelle parrocchie con diaconesse saranno più propensi a credere da adulti che le donne dovrebbero essere sacerdoti e vescovi.

Pertanto invitiamo tutti i gerarchi ortodossi, gli altri chierici e teologi a sostenere l'insegnamento dogmatico della Chiesa riguardo alla creazione e alla chiamata dell'uomo come maschio e femmina resistendo alla chiamata divisiva del nominare diaconesse.

NOTE

[1] Evangelos Theodorou, et al., “Orthodox Liturgists Issued a Statement of Support for the Revival of the Order of Deaconess by the Patriarchate of Alexandria,” Panorthodox Synod, https://panorthodoxcemes.blogspot.ca/2017/10/orthodox-liturgists-issued-statement-of.html?m=1

, 24 ottobre 2017.

[2] V. “Το Πατριαρχείο Αλεξανδρείας για Διακόνισσες και Αγία Σύνοδο,” Romfea, http://www.romfea.gr/epikairotita-xronika/11485-to-patriarxeio-alejandreias-gia-diakonisses-kai-agia-sunodo , 16 novembre 2016; e, “Στην Αφρική εόρτασε τα ονομαστήρια του ο Πατριάρχης Θεόδωρος,” Romfea, http://www.romfea.gr/patriarxeia-ts/patriarxeio-alexandreias/13147-stin-afriki-eortase-ta-onomastiria-tou-o-patriarxis-theodoros-foto , 18 febbraio 2017.

[3] Per lo studio più approfondito sull'argomento, vedere Aimé Georges Martimort, Deaconesses: An Historical Study, tr. K.D. Whitehead (San Francisco: Ignatius Press, 1986). Per uno studio approfondito delle diaconesse ortodosse prima della loro scomparsa, vedere Brian Patrick Mitchell, “The Disappearing Deaconess: How the Hierarchical Ordering of the Church Doomed the Female Diaconate,” http://www.brianpatrickmitchell.com/wp-content/uploads/2012/09/Disappearing-Deaconess-2017-03-10.pdf

[4] La "risposta positiva" e la "via speciale" provengono dal rapporto del Simposio inter-ortodosso di Rodi del 1988 intitolato “The Place of the Woman in the Orthodox Church and the Question of the Ordination of Women” (Istanbul: Patriarcato ecumenico, 1988), che i liturgisti citano con approvazione.

[5] L'età minima per le diaconesse è cambiata più volte nel corso degli anni: l'imperatore san Teodosio il Grande lo pose nel 390 a 60, l'età che l'apostolo Paolo stabilì per le vedove iscritte in 1 Timoteo 5:9, e menzionate nella legislazione di san Teodosio. Il canone 15 di Calcedonia la ridusse a 40 nel 451. La Novella 6 di san Giustiniano la fece salire a 50 nel 535, facendo un'eccezione per le donne che vivevano negli eremi e non avevano contatti con uomini. La sua Novella 123 la ridusse di nuovo a 40 nel 546, cosa che il Canone 14 di Costantinopoli III (in Trullo) confermò nel 692.

[6] Alkiviadis Calivas – Philip Zymaris, “Ephesians 5:20-33 as the Epistle Reading for the Rite of Marriage: Appropriate or Problematic?” Public Orthodoxy, https://publicorthodoxy.org/2017/09/08/ephesians-rite-of-marriage/

, visitato il Nov. 4, 2017.

 

FIRME (NB: I nomi delle organizzazioni servono solo per identificazione)

Archimandrite Luke (Murianka), D.A. (Cand.)

Rector & Associate Professor of Patrology, Holy Trinity Orthodox Seminary (ROCOR)

Archpriest Chad Hatfield, D.Min., D.D.

President, St. Vladimir’s Orthodox Theological Seminary (OCA)

Archpriest Alexander F.C. Webster, Ph.D.

Dean & Professor of Moral Theology, Holy Trinity Orthodox Seminary (ROCOR)

Protopresbyter George A. Alexson, Ph.D. (Cand.)

Holy Apostles Greek Orthodox Church (GOAA), Sterling, VA

Mitred Archpriest Victor Potapov

St. John the Baptist Russian Orthodox Cathedral (ROCOR), Washington, DC

Archimandrite Demetrios (Carellas)

Greek Orthodox Archdiocese of America (GOAA)

Archpriest A. James Bernstein

St. Paul Orthodox Church (AOCANA, Lynnwood, WA

Archpriest Lawrence Farley

St. Herman of Alaska Orthodox Church (OCA), Langley, BC

Archpriest Stephen Freeman

St. Anne Orthodox Church (OCA), Oak Ridge, TN

Archpriest Fr. Thaddaeus Hardenbrook

Saint Lawrence Orthodox Church (GOAA), Felton, CA

Archpriest Lawrence Margitich

St. Seraphim of Sarov Orthodox Church (OCA), Santa Rosa, CA

Archpriest Patrick Henry Reardon

All Saints Orthodox Church (AOCANA), Senior Editor, Touchstone, Chicago, IL

Archpriest Peter Heers, D.Th.

Assistant Professor of Old and New Testament, Holy Trinity Orthodox Seminary (ROCOR)

Archpriest Geoffrey Korz

All Saints of North America Orthodox Church (OCA), Hamilton Ontario

Archpriest Miroljub Srb. Ruzic

St. Nicholas the Wonderworker Orthodox Church (OCA), Center for Slavic and East European Studies, The Ohio State University, Columbus, OH

Archpriest David C. Straut

St. Elizabeth the New Martyr Orthodox Church (ROCOR), Rocky Hill, NJ

Archpriest John Whiteford

St. Jonah Orthodox Church (ROCOR), Spring, TX

Hieromonk Patrick (John) Ramsey, Ph.D.

(ROCOR) [On loan to the Metropolis of Limassol, Cyprus], Distance Tutor, Institute for Orthodox Christian Studies, Cambridge, England

Hieromonk Alexander (Reichert)

Acting Abbot, SS. Sergius & Herman of Valaam Monastery (ROCOR), Atlantic Mine, MI

Hieromonk Alexis Trader, D.Th.

Karakallou Monastery, Mt. Athos (Greece)

Fr. John E. Afendoulis

St. Spyridon Greek Orthodox Church (GOAA), Newport, RI

Fr. Kristian Akselberg, D.Phil. (Cand.)

St Andrew’s Greek Orthodox Church (Ecumenical Patriarchate}, London, England

Fr. Christopher Allen

SS. Joachim and Anna Orthodox Church (ROCOR), San Antonio, TX

Fr. John Boddecker

SS. Theodore Orthodox Church (ROCOR), Buffalo, NY

Fr. Ignatius Green

Holy Virgin Protection Russian Orthodox Church (ROCOR), Nyack, NY, Editor, St Vladimir’s Seminary Press

Chaplain (Major) George Ruston Hill,

U.S. Army (OCA) Ethics Instructor, The Judge Advocate General’s Legal Center and School, Charlottesville, VA

Fr. Johannes Jacobse

St. Peter the Apostle Orthodox Church (AOCANA), Bonita Springs, FL

Fr. Nathaniel Johnson

Saint Lawrence Orthodox Church (GOAA), Felton, CA

Fr. Andrew Kishler

St. George Antiochian Orthodox Church (AOCANA), Spring Valley, IL

Fr. Seraphim Majmudar

Saint Nicholas Greek Orthodox Church (GOAA), Tacoma, WA

Chaplain (Captain) Christopher Moody

U.S. Army (GOAA) Fort Sill, OK

Fr. John A. Peck

All Saints of North America Orthodox Church (GOAA), Sun City, AZ

Fr. John Schmidt

(OCA-ROEA) St. Elias Orthodox Church, Ellwood City, PA

Fr. Gregory Telepneff, Th.D.

Senior Research Scholar, Center for Traditionalist Orthodox Studies

Protodeacon Jeremiah Davis

Greek Instructor, Orthodox Pastoral School in Chicago, Christ the Savior Orthodox Church (ROCOR), Wayne, WV

Protodeacon Brian Patrick Mitchell

St. John the Baptist Russian Orthodox Cathedral (ROCOR), Washington, DC

Deacon Nicholas Dujmovic, Ph.D.

Visiting Assistant Professor, Department of Politics, The Catholic University of America, Protection of the Holy Mother of God Orthodox Church (OCA-ROEA), Falls Church, VA

Deacon Stephen Hayes, D.Th.

Archdiocese of Johannesburg and Pretoria, Greek Orthodox Patriarchate of Alexandria and All Africa

Deacon Alexander William Laymon

Colonel, U.S. Army, Retired, St. Herman of Alaska Orthodox Church (ROCOR), Stafford, VA

Deacon Michael Pavuk

Director of Development, Holy Trinity Orthodox Seminary (ROCOR), Jordanville, NY

Deacon Ananias Sorem, Ph.D.

Lecturer in Philosophy, California State U. Fullerton, Falling Asleep of the Ever-Virgin Mary Church (OCA-ROEA), Anaheim, CA

Teena H. Blackburn

Lecturer in Philosophy and Religion, Eastern Kentucky University

David Bradshaw, Ph.D.

Professor of Philosophy, University of Kentucky

Mark J. Cherry, Ph.D.

Professor in Applied Ethics, Department of Philosophy, St. Edward’s University

Corinna Delkeskamp-Hayes

Editor, Christian Bioethics, Freigericht, Germany

Tristram Engelhardt, Jr., Ph.D., M.D.

Professor, Rice University, Professor Emeritus, Baylor College of Medicine

Bruce V. Foltz, Ph.D.

Emeritus Professor of Philosophy, Eckerd College

David Ford, Ph.D.

Professor of Church History, St. Tikhon’s Orthodox Theological Seminary (OCA)

Nancy Forderhase, Ph.D.

Emerita Professor of History, Eastern Kentucky University

Ana S. Iltis, Ph.D.

Professor of Philosophy, Director, Center for Bioethics, Health and Society, Wake Forest University

Nathan A. Jacobs, Ph.D.

Visiting Scholar of Philosophy, University of Kentucky, President, 5Sees Production Company

Joel Kalvesmaki, Ph.D.

Editor in Byzantine Studies, Dumbarton Oaks

James Kushiner

Executive Editor, Touchstone, Chicago, IL

George Michalopulos

Editor and Publisher, Monomakhos.com

Sampson (Ryan) Nash, MD, MA

Director, Ohio State University Center for Bioethics, Associate Professor of Medicine, Ohio State University College of Medicine

Alfred Kentigern Siewers, Ph.D.

Associate Professor of English, Bucknell University

 
L’Ortodossia attraverso i miti occidentali (3)

Continuiamo la nostra esplorazione della storiografia sul Medio Evo e dei dati sull’allontanamento dell’Occidente cristiano dall’Ortodossia. L’opera analizzata nella terza parte del nostro viaggio attraverso i secoli è Reform and the Papacy in the Eleventh Century: Spirituality and Social Change (La riforma e il papato nel secolo XI: spiritualità e cambiamenti sociali), di Kathleen G. Cushing, che presentiamo nella sezione “Confronti” dei documenti. Le pagine di quest'autrice selezionate da padre Andrew Phillips ci parlano degli effetti (immediati e a lungo termine) delle riforme effettuate dal papato romano del secolo XI, che hanno contribuito ad alienare tanti aspetti della Chiesa occidentale (il papato, il diritto canonico, il clero nel suo genere) dalla tradizione più antica ancora mantenuta dalla Chiesa ortodossa.

 
О пользе исторической реконструкции, смехотворных «лыцарях» и гибельности неоязычества

Недалеко от Кирилло-Белозерского монастыря, в 15 километрах, на берегу Шексны, на древней белозерской земле, можно запросто попасть в средневековье: здесь расположен историко-этнографический комплекс «Сугорье», где воссоздана древнерусская княжеская усадьба с мощной сторожевой башней – вежей, с парадной палатой – гридницей, рядом с которой мирно, как и в старые добрые времена, соседствует дом викингов. А еще действует кузница, оружейная и даже подземный ход. Одни из основных посетителей здесь, конечно, дети – по большей части приезжие. Это и хорошо, – считает Игорь Александрович Ручин, хозяин «Сугорья», – историческая реконструкция развивает вкус к изучению истории. А знающий свою историю человек никогда не будет чувствовать себя туристом в православном храме. Мы беседуем с ним после школьной экскурсии, в ходе которой дети чуть не разнесли гридницу по бревнышку, воодушевившись возможностью побывать богатырями, князьями и княгинями и провести бои на мечах. Всё, к счастью, обошлось: богатыри и княгини нехотя пошли на обед, а запыхавшийся Ручин с облегчением рухнул на лавку.

Игорь Ручин

Петр Давыдов: Игорь, предлагаю начать с разрушения стереотипов. Ведь в отношении исторической реконструкции они существуют, согласитесь: взрослые дяди и тети «играют в лыцарей», руководствуясь собственными фантазиями о том, «как было на самом деле», проще говоря – сказками или в детстве увиденными фильмами. Причем фильмы – самое историческое еще по сравнению с тем, что творится в голове у впавших в детство дядей и тетей. Кроме того, многие считают, что историческая реконструкция подверглась разрушительному неоязыческому влиянию, став чуть ли не ареной т.н. «родноверческого» чревовещания. Так ли это?

Игорь Ручин: Давайте начнем по порядку. Что касается права исторической реконструкции называться именно исторической – да, с мнением, будто бы это игры для взрослых дядей и тетей, я сталкивался всю свою жизнь. В последнее время, правда, гораздо меньше: люди, скорее всего, видят плоды нашей деятельности, делают правильные выводы о ней и относятся уже более уважительно. А раньше было абсолютное непонимание… Как только меня не называли: и «первый лыцарь на деревне», и «привет из прошлого», и много чего еще. Ну да, странно для маленького городка видеть, как отец шестерых детей «вместо того, чтобы заниматься нормальными мужскими делами – огородом, рыбалкой, охотой и водкой», вдруг начинает строить какие-то крепости, мастерить кольчуги, копья, щиты и т.д., да еще предлагает на основе всего этого учить родную историю. Даже когда, помнится, мы доказали пользу нашей инициативы, построив гридницу, дом викингов, кузню, ладью, организовали исторический фестиваль, когда потянулись к нам туристы и город увидел для себя серьезное финансовое подспорье, и то слышалось что-то вроде: «Да ему вагоны разгружать надо, а не этой историей заниматься – пусть бы мужик дело настоящее делал! Что нам эта история?!»

Ну, если считать, что своей стране и народу я могу принести больше пользы, занимаясь разгрузкой вагонов, а не «оживляя» историю, то, конечно, это грустно. Мне кажется, что у каждого есть свой талант, и логично будет, если этот каждый займется тем, что умеет делать хорошо: кто-то поможет стране, работая грузчиком, кто-то – знакомя с ее историей, приобщая к ней соотечественников.

Впрочем, тут все в конце концов почти сошло на нет, и люди признали за нами право заниматься тем, что мы умеем, и умеем хорошо.

Историко-этнографический комплекс «Сугорье»

Что же касается необходимости изучения родной истории, то это даже не риторический вопрос – это насущная необходимость для нашего народа, по моему твердому убеждению. «Чтобы стоять, я должен держаться корней» – эта песня, думаю, ничуть не потеряла своей актуальности. Древо без корней, страна без истории обречены на гибель, и гибель недостойную: держаться не за что. Это, кстати, мы видим сейчас на примере южных соседей – бедной Украины: извращение собственной истории, отказ от родных корней, попытка во что бы то ни стало привить себе какие-то чужеродные элементы приводят к разрушению государства и общества в целом, что мы, увы, и наблюдаем с горечью и болью.

Понятно, что историю нужно изучать и всеми силами пропагандировать. Каким образом ее пропагандировать – вот вопрос. И тут можно как раз поговорить о пользе исторической реконструкции. Одно дело – учить историю, сидя в классе или в аудитории, зубрить даты, чертить какие-то графики. Часто приходится сталкиваться с людьми, которые говорят, что терпеть не могут историю после того, как изучали ее в школе. История – что в советской школе, что в нынешней – превращалась в ряд каких-то фактов, цифр, дат, имен, а в последнее время появилось еще невероятное количество диаграмм, схем. История как наука о жизни таких же людей, как мы, только живших раньше нас, превратилась в зазубривание схем, векторов… Как она может привлечь к себе, заинтересовать подростка, безвылазно сидящего в кабинете, мне непонятно. Да она и не привлекает. Такое сухое преподавание истории, на мой взгляд, убивает живую связь между поколениями.

Реконструкция костюма

Да, никто не спорит: и графики, и схемы иногда нужны – мы ведь должны знать, скажем, о том, как работала промышленность России в таком-то веке. Но нельзя превращать историю только в графики. Как не будем мы превращать, скажем, «Преступление и наказание» или «Евгения Онегина» в набор заданий по морфологическому разбору – это не литература получится, а ужас какой-то. Точно так же и с историей: мы должны чувствовать, что это живая наука, позволяющая нам ощущать себя родственниками со святым князем Владимиром, с Александром Невским, Дмитрием Донским и т.д.

Мне очень повезло в свое время с учителями. Один из них сейчас работает директором Музея археологии г. Череповца – Александр Валентинович Кудряшов, известный археолог. Он преподавал, разумеется, и в классе, преподавал настолько интересно, живо, что ученики слышать звонок с урока не хотели, но при этом он нас буквально влюбил в археологию: брал наши классы на раскопки, потом создал удивительно интересный школьный музей на базе археологических находок, а мы в этом музее работали экскурсоводами. Когда тебе 15 лет и ты уже имеешь некоторые базовые представления об истории, археологии, согласитесь, это многое значит для человека. Да, были раскопки, работали лопатой, кисточкой, были комары и оводы, были песни у костра и еда из котелка, были интереснейшие просветительские беседы о тех, кто жил в этих местах тысячу лет до нас, – может ли человек в этом случае не начать относиться к истории с уважением, а то и с любовью?

К чему я все это говорю: преподавание, популяризация истории должны быть многогранными, и историческая реконструкция – это одна из тех граней, причем граней очень ярких, образных, которая как раз и помогает заинтересовать людей, привить им вкус к изучению истории. Мы воссоздаем ту, прежнюю жизнь, и не по каким-то измышлениям «от балды», а по научным данным, по историческим образцам, по сохранившимся артефактам или по целому комплексу исторических источников.

Костюмы – «это не только ценный мех»

А какие источники вы имеете в виду?

Прежде всего, археологические: артефакты, сохранившиеся в культурном слое, относящемся к определенному веку, по которым мы можем сказать, например, что наконечник стрелы в XII веке выглядел так-то, а в XIII веке так-то, а еще назвать причины этого изменения. Или, скажем, поясной набор, который являлся серьезным показателем статуса воина, – почему появлялись определенные новшества, чем они были обусловлены, и т.д.

Следующий вид источников – письменный: описания, заметки путешественников об образе жизни, манере поведения, вере, даже костюмах жителей того или иного края. Это и сведения из летописей, писцовых книг, то есть вся совокупность письменных источников. Кроме того, есть и еще один источник: изобразительный. Это изображения в летописях, на церковных фресках и на иконах того времени… И тут надо учитывать, что задача иконы – не столько знакомить нас с тонкостями народного быта, сколько с верой людей и с Тем, в Кого они верят. Но, например, такая икона, как «Молящиеся новгородцы», может дать некоторые сведения о костюме жителей Великого Новгорода XV века.

А какое значение имеет описание костюмов? Я понимаю интерес к образу жизни или вере такого-то народа – но что важного мне расскажет, как одевались наши предки в XI–XII веках? Может, женщинам это и интересно – узоры там всякие, подвески…

Не скажите! Изучая (именно изучая, а не фантазируя) даже такую, казалось бы, второстепенную вещь, как народный костюм, приходишь к выводу, что не очень-то она второстепенная. Вот украшения. Скажите, пожалуйста, как это на Русском Севере, где жили финские племена, вдруг в народном костюме стали появляться наряду с финскими и славянские элементы? То, что идет колонизация Севера славянами, понятно – вопрос в том, как она идет. Если бы отношения между славянскими и финскими племенами были плохими, никогда бы не совместил в себе местный народный костюм элементы украшений двух народов. А вот если отношения были добрыми, такое развитие костюма представляется вполне логичным. Следовательно, даже по костюмам мы можем судить не только о том, что было, но и как было. К чести нашего северного края, было очень даже дружелюбно.

Ну, тогда расскажите, пожалуйста, о костюме подробнее.

Реконструкция женского костюма

В отличие от современного, древний костюм был очень информативен и выполнял множество функций, являясь своеобразной «визитной карточкой». Такие понятия, как род, племя, вероисповедание, профессиональная принадлежность, социальный статус, выражались в его внешнем облике посредством многих атрибутов, знаков, символов. Материал костюма, его крой, цветовая гамма, наличие или отсутствие в нем определенных элементов, орнаментация, украшения – это все в совокупности создавало законченный образ его владельца. В этом случае изучение древнерусского костюма позволяет лучше представить себе как бытовую сторону жителей Древней Руси, так и их мировоззрение. Традиционный для Белозерья костюм восточно-финского типа получает в XI веке мощный импульс со стороны славянских переселенцев, обогативших его характерными для своей культуры элементами. Торговые связи края с Поволжьем и Балтикой также способствовали проникновению на Белоозеро как новых форм одежды, так и типов украшений, имевших в древности важный сакральный смысл. Смешение культур более всего заметно в парадном женском уборе, который включал в себя многочисленные металлические украшения, носившиеся в строго определенном порядке. Убранство древнего белозерского костюма можно считать самым высоким достижением прикладного искусства Русского Севера X–XIII веков. За это время меняется набор украшений, исчезают и появляются их новые виды, сам убор упрощается, теряет свою варварскую пышность, упрочившаяся христианская обрядность вытесняет из костюма явные языческие элементы. На смену славянам и веси приходит единая русская народность, в жилах представителей которой течет кровь самых разных племен, нашедших на Белоозере свой дом.

Тщательные исследования – археологические, этнографические – и позволяли в свое время нам занимать первые места на исторических фестивалях. Повторюсь: мы руководствуемся именно исследованиями, а не фантазиями. Откуда мы решили, что костюм жителя древнего Белоозера представлял собой комплекс льняных одежд, дополненных меховыми накидками? – Об этом есть упоминание у арабского путешественника Абу Хамида Аль-Гарнати. Он, будучи в Булгарии на Волге, встречался с «жителями страны Вису», то есть представителями племени весь (отсюда, кстати, произошли такие названия, как Череповец, Весьегонск и т.д.). Так вот, он описывал весь как «людей, одетых в одежды из льна, которые защищают их от холода, и в одежды из шкурок прекрасного бобра мехом наружу», – вот вам, пожалуйста, источник для реконструкции.

Источников масса, но все они разрозненные. Задача реконструктора заключается в том, чтобы из всех них собрать воедино и изготовить своими руками некий логичный, последовательный и разумный комплекс, который соответствует данной эпохе. И этот комплекс нужно еще доказать, опираясь на свои знания, исследования, предлагая гипотезы, будучи готовым к их критическому восприятию. А это уже настоящая научная работа, предполагающая серьезные исследования, а не измышления.

Что хоббиту здорово, то психиатру – забота

То есть так называемые «ролевики» тут ни при чем?

Естественно. Одно дело – хоббиты, эльфы и игры в разных прочих орков, совсем другое – историческая реконструкция. На мой взгляд, такие игры могут быть опасными как для духовного состояния человека, так и, простите, для его психического здоровья. Мне приходилось сталкиваться с людьми, которые, будучи «ролевиками», настолько вживались в выдуманный ими образ такого-то героя из прошлого или же из фэнтезийной литературы, что просто-напросто теряли собственную идентичность – грубо говоря, становились чуть ли не шизофрениками. А, может, и становились – тут бы психиатрам разобраться не мешало. Поэтому мы твердо убеждены: работу, увлечение и повседневную жизнь необходимо разделять. На работе мы действительно ходим в реконструированных средневековых костюмах, знакомя с ними наших гостей, но домашняя наша жизнь подразумевает разумное использование разумных же достижений прогресса. Проще говоря, мы ездим не на лошади, а на машине, пищу готовим не на огне, а в мультиварке, пользуемся телефонами и компьютерами, медвежьи и волчьи шкуры, как и мечи и щиты, по стенам своего дома не развешиваем – этого всего нам хватает здесь, на работе.

Христианство как условие сохранения мира

Игорь, вы занимаетесь исторической реконструкцией, исследованиями, археологией, этнографией много лет. Можете кратко сказать, каковы главные выводы ваших изучений?

Даже вкратце это займет много времени, поверьте. Но если уж слишком общо говорить, то подниму все-таки патриотическую тему: мне стыдно, когда малообразованные люди постоянно апеллируют к так называемому «цивилизованному миру». Во-первых, стыдно, что у нас есть малообразованные люди: с таким-то количеством прекрасных ученых, которые есть в России, можно было бы обратиться к их трудам! Во-вторых, стыдно за адресат апелляций: что за «цивилизованный мир» такой? Мы что – с каменными топорами бегаем по России-матушке? Да у нас, несмотря на все наши просторы российские, на квадратный метр больше писателей, художников, поэтов, конструкторов и прочих, чем во всем остальном мире! И это самоуничижительное заглядывание в глаза «цивилизованным странам» откровенно тошнотворно действует. Есть что-то хорошее у других – не задумывайся, перенимай. Есть хорошее (а оно было и есть) у себя – не забывай, храни его. Дикий народ не мог бы создать ни такое государство, как Русь, ни такую страну, как Россия, – это давно пора усвоить! Этому и учит история. А толковая, основанная на исторических фактах и исследованиях, реконструкция оказывает, на мой взгляд, ей очень большую помощь.

И как, это у вас получается?

Игорь Ручин

Думаю, да. Многие, преодолевая унизительные стереотипы в отношении собственного Отечества, с удивлением узнают, что, например, те же скандинавы называли Русь «Гардарики», то есть «страна городов». Когда они все жили еще по хуторам, раскиданным по северным фьордам, среди скал, у нас в это время было уже несколько десятков крупных, развитых городов. Город – это же средоточие ремесла и торговли. Кроме того, это и настоящее военное укрепление со всем необходимым: крепостной стеной, рвом, сторожевыми башнями и т.п. Понятно, что наличие таких крупных центров – один из признаков высокоразвитой цивилизации. Город – это и средоточие политической и духовной власти, как это было, например, на Белоозере: здесь же был центр распространения Православия на огромной территории. Отсюда шли лучи христианского просвещения края. Мне кажется, это нужно знать и благодарить предков за их труд. Еще раз напомню: здесь, на Белоозере, не зафиксировано никаких вооруженных конфликтов между соседствующими племенами и народами. И, как мы считаем, огромную роль в этом сыграла проповедь Православия – мирная, дружелюбная, не высокомерная, открытая другим народам. В отличие, кстати, от нашего порубежья, где вооруженных столкновений и даже террора было, согласно летописям, предостаточно. Там-то и находят массовые захоронения, которые появились после нашествия кочевников на древнерусские города; там отмечены и следы княжеских усобиц, борьбы за власть, когда тактика выжженной земли применялась по отношению к своим же, – здесь этого не было вплоть до XIV века, когда Москва начинает бороться с Новгородом и Ростовом за эти земли. Тут мы уже видим следы войны: были и походы ушкуйников, и ответные меры враждебной стороны, и от всего этого противостояния страдали, конечно, жители.

А кто такие «ушкуйники»?

Что-то вроде новгородских викингов, славянские «джентльмены удачи». Это были и исследователи, и колонизаторы, и купцы (но не в традиционном смысле), но по большей части все-таки – обычные разбойники. Их боялись так же, как боялись в свое время викингов.

Чем могут порадовать неоязычники?

Не секрет, что историческая реконструкция – это еще и поле деятельности так называемых «родноверов» – неоязычников. Есть ли тут какая-то опасность для науки?

Не только для исторической науки, но и для самого человека. Опасность для науки заключается, прежде всего, в том, что они при своих т.н. «исследованиях» не опираются на правдивые источники. Ведь история – это наука об источниках, и если ими пренебрегать в угоду своим верованиям, а проще говоря – фантазиям, измышлениям, то ни о какой науке говорить не приходится вообще. Нельзя говорить и о гипотезах, потому что гипотезы опираются на совершенно четко очерченный круг исторических фактов, а здесь нет ни фактов, ни мыслей – домыслы есть, причем обязательно с притянутыми за деревянные уши Перуном или Велесом. Научный труд здесь в принципе не подразумевается, требуется лишь оправдать собственные безграмотность и ненависть к христианству.

Даже ненависть? Почему нельзя исповедовать свою веру без ненависти?

Просто потому, что без ненависти к христианству неоязычество невозможно – в этом я убеждаюсь, каждый раз сталкиваясь с т.н. «родноверами». Тут целый комплекс «нежных чувств»: презрение, страх, ненависть и, мне кажется, зависть, которая скрыта за первыми тремя. Если христиане могут доказать, показать основы своей веры, опираясь и на всевозможные науки: историю, философию, религиоведение и т.д., то язычники обладают отрывочными сведениями, которые покрывают просто невероятным слоем мистических измышлений, причем часто вся эта мистика коренится в далеко не безобидных псевдодуховных практиках. Эта неполноценная мифология берется из потребности иметь хоть какую-то основу, какое-то оправдание своим, простите, убеждениям. Доходит иногда до смешного: однажды на Куликовом поле во время фестиваля вышли какие-то ободранные ребята и стали орать: «Перуну – слава!», а потом убеждали всех, что именно так себя и вели русские воины во время битвы с Мамаем. Мы их спрашиваем: «Вы откуда это взяли-то, болезные?» Те гордо отвечают: «А мы знаем!» – «А-а, ну тогда извините».

Кстати, вменяемый диалог с неоязычниками возможен?

Игорь Ручин

Как показывает мой опыт, очень редко. Когда начинаешь интересоваться источниками их верований, оказывается, что верховному волхву Долбославу после продолжительных шаманских камланий явился во сне Перун и сказал то-то и то-то – вот и вся теология. Здорово, да? Когда пытаешься затеять серьезный разговор, то очень быстро эти ребята начинают нервничать, и твое дружелюбие (а я не хочу конфликтов, я честно хочу узнать, в чем коренятся их убеждения, как исторические, так и религиозные) наталкивается на истерическую агрессию по отношению к Православию. Все объясняется очень просто: люди, лишенные внутренней дисциплины, которая обязательна в христианстве, чувствуют свою – ладно бы слабость – ее мы все чувствуем, а панический страх и нежелание хотя бы попробовать сделать шаг навстречу Христу, зная, что такой шаг поставит их перед выбором: либо отказаться от многих самоубийственных «хотелок», либо продолжать прозябать в них. Да, часто неоязычники с удовольствием смакуют грехи – вымышленные и подлинные – христиан, тычут в них пальцем и, ухмыляясь, говорят: мол, на себя-то посмотрите – вы ж ничем не лучше. Это уже я говорю к стыду христиан. Но даже грешащий христианин знает, что он совершает грех, и не оправдывает ни себя, ни сам грех. Язычникам проще: то, что в христианстве является грехом, у них выглядит как добродетель. А христианин, вишь, мучиться будет, копаться в себе, стыдиться, каяться – это сложнее и больнее, но все-таки достойнее.

Страшно иногда бывает смотреть на то, что делает с людьми их собственная интерпретация язычества. По работе мне часто приходится общаться в социальных сетях, не так давно увидел там, что один из собеседников изменил свою фотографию в профиле: звериный оскал, дикие глаза, искаженное лицо, волчьи клыки на шее – так, по его мнению, должен выглядеть настоящий русич (а «настоящий русич – это, конечно, язычник»).

Меня это изменение потрясло: мужику за 40, в свое время был офицером – такой настоящий русский богатырь со светлым лицом и доброй улыбкой. А потом ушел из армии – и на тебе: вляпался от нечего делать, видимо, в псевдоязыческую секту, ничего общего с реальной историей не имеющую. И понеслось… Все по Достоевскому: нет у русских середины. Если уж принял какую-то идею, мысль, то будет следовать ей безоглядно. Лучше бы оглядеться на досуге. Нет, правда: страшно смотреть.

Таким образом, в реконструкции, по вашим словам, есть как здравый смысл, так и возможность его извращения?

Это так, и это касается не только реконструкции, но и литературы – да чего угодно! Знаете, как неприятно видеть, что наше общество в учителя и чуть ли не в пророки себе выбирает шутов и клоунов? И ладно бы для того, чтобы посмеяться, нет – шутовские суждения считаются чуть ли не откровением в области то лингвистики, то истории, то религии. Тут собирался было к нам один такой «пророк» приехать, чтобы очередной исторический шедевр снять про то, что христианство, оказывается, Руси чуждо, а все мы жили «у Ра». Мы, если честно, не испытывали восторга от предполагаемого визита. Так Бог отвел: разболелся наш «гуру от истории» и не смог приехать, дай Бог ему здоровья телесного, интеллектуального и наипаче духовного.

А бывали случаи, когда люди, по незнанию, по молодости попавшие в кажущуюся им романтической, но отнюдь не историческую «реконструкцию», выбирались из нее и, следовательно, из неоязычества?

Да, к счастью. Тут многое зависит от честности поиска человека. Если он действительно ищет смысл – в науке, вере, – то он его рано или поздно найдет. У нас работают несколько ребят, которые, начав знакомиться с наукой, с настоящей реконструкцией, увидели ее пользу и для ума, и для души. И если человек умный, интересующийся и умеющий анализировать, он никогда не позволит себе глупых выходок в отношении Православия – веры своего же народа.

Да и те люди, которые громко заявляют о своем язычестве, могут удивить по-хорошему. Все-таки сказывается христианство их предков, которое, пусть на пока не осознанном уровне, но укоренено в потомках. Сидим, разговариваем, тема обычная: «язычество – настоящая вера русских». Прошу в этом случае ребят быть честными с самими собой: если вы такие все из себя настоящие язычники, то, опираясь на данные этнографических исследований, которых пруд пруди, я требую от вас сделать следующее в подтверждение искренности ваших убеждений – и привожу им действительно выдержки из этнографических исследований XVIII – начала ХХ веков, которые содержат такие факты о бытовых языческих пережитках, что само упоминание их вызывает отвращение. Там всё больше «нижний этаж» психики и физиологии присутствует, короче – мерзость несусветная. Так вот, к чести многих моих собеседников, они начинают плеваться и спрашивают с возмущением, не сошел ли я с ума. «Не, – говорю, – я не сдвинулся, я вам про вашу веру рассказываю, подтверждаю всё это имеющимися в научном обиходе фактами. Будете повторять? А ты сам искренне веришь в то, что солнце – это бог Хорс, а не скопление раскаленной материи? Ты реально чтишь Перуна? – Так принеси пару младенцев ему в жертву по примеру “славных предков”! Ведь так делали воины Святослава во время осады Доростола! Это ж нормально!» – «Иди-ка ты!..» Ну, вот это «Иди-ка ты!», если честно, во многом утешает и дает надежду, что не совсем мы еще от Христа отошли – есть еще возможность к Нему приблизиться. Значит, даже те, кто называет себя язычниками, внутри, в глубине души отторгают суть язычества. Лишь бы не заигрались: опасные это игры.

О преображении ума и памяти

Историко-этнографический комплекс «Сугорье»

Но отрицать существование на Руси язычества, на мой взгляд, несколько некорректно.

А никто и не спорит, что оно было. Помню наш разговор с архиепископом Максимилианом (Лазаренко), владыка был тогда у нас в гостях: смущаясь, я ему рассказывал о влиянии язычества на быт русских людей, показывал языческие символы в древнерусском костюме и украшении жилища и т.д. Владыка сказал: «Всё так, это всё было. Но давайте задумаемся над тем, как христианство преобразило языческое младенчество Руси, заменив поклонение твари почитанием единого Творца всего сущего… Расскажите людям о том, почему и как русские люди вместо наивного поклонения силам природы выбрали поклонение Христу – Солнцу Правды. Расскажите о разнице в значении слов “раб” и “раб Божий”. И вообще – давайте помнить о значении христианского Преображения. Заставьте работать мысль человека – тогда заработает и его душа, я надеюсь».

Святого Александра Невского некоторые его противники обвиняли и продолжают обвинять в рабской покорности завоевателям: он-де покорился татарам-язычникам. А Димитрий Донской с благословения преподобного Сергия начал освобождение Руси, победив их. В чем разница? Почему один покорился, а другой начал освободительную войну?

Надо помнить, что в XIII веке Руси грозили захватчики пострашнее, чем тогда еще религиозно всеядные и терпимые к Православию монголы: наши западные «партнеры» имели совершенно другие планы по отношению к Руси, чем пришельцы с Востока. Если монголов интересовало только внешнее подчинение, материальная сторона (на духовную жизнь они и не думали покушаться), то западные соседи стремились как раз к духовной оккупации. Кстати, ее плоды мы можем, опять-таки, видеть на Украине. Вся эта уния, разделения, расколы – плоды той еще, давней истории, когда князь Даниил Галицкий обратился за помощью к инославным. Ни помощи не получил, ни Русь от разграбления не спас. А святой Александр Невский, устранив опасность духовной оккупации с Запада, вынужден был смириться перед монголами, что в итоге спасло сотни тысяч жизней и сохранило Православие. Как сказал историк Вернадский: «Это были два подвига Александра Невского: подвиг брани на Западе и подвиг смирения на Востоке». Кстати, благодаря этому и многие захватчики впоследствии стали христианами, по Промыслу Божию.

Но уже в XIV веке Орда не была такой терпимой к вере в Христа, даже наоборот: Мамая можно смело назвать исламским экстремистом. И вот тогда уже никакого компромисса быть не могло: мы прекрасно знаем, что случилось ровно через восемь лет на Косовом поле в братской Сербии, которая, потерпев поражение от магометан, на несколько веков попала под их разрушительное для христианства владычество. Оставалось снова брать меч и приступать к освобождению Руси, начало чего и было положено на поле Куликовом:

«А воеводы у нас уставлены – 70 бояринов, и кранцы бысть князи белозерстии Федор Семенович, да Семен Михайлович, да Микула Васильевич да два брата Олгордовичи, да Дмитрей Волыньской, да Тимофей Волуевич, да Андрей Серкизович, да Михайло Иванович, а вою с нами триста тысящь окованые рати. А воеводы у нас крепкия, а дружина сведома, а под собою имеем боръзыя комони, а на собой злаченый доспехи, а шеломы черкаские, а щиты московские, а сулицы немецкие, а кинжалы фряские, а мечи булатные; а пути им сведоми, а перевозы им изготовлены, но еще хотят сильно головы своя положить за землю за Рускую и за веру крестьянскую… Уже бо те соколи и кречати, белозерскыя ястреби, за Дон борзо перелетели и ударилися на многие стада на гусиные и на лебединые. То ти быша ни соколи ни крчеть, то ти наехали руские князи на силу татарскую. И удариша копия харалужныя о доспехи татарские, возгремели мечи булатные о шеломы хиновские на поле Куликове на речке Непрядве… Не тури возрыкали у Дону великаго на поле Куликове. То ти не тури побеждени у Дону великого, но посечены князи руские и бояры и воеводы великого князя Дмитрея Ивановича. Побеждени князи белозерстии от поганых татар, Федор Семенович да Семен Михайлович, да Тимофей Волуевич, да Микула Васильевич, да Андрей Серкизович, да Михайло Иванович и иная многая дружина», – как читаем в «Задонщине».

Я, как житель Белозерья, конечно, и рад, и горд тем, что в той великой битве принимали участие наши предки-белозерцы. Правда, радости сопутствует и печаль, ведь тогда они все погибли. Так или иначе, я бы очень хотел, чтобы такие чувства к предкам – и почтение, и гордость, и радость, и печаль о них – разделяло как можно больше людей, причем разделяло искренне, зная о славных делах предков, не чувствуя себя пришельцами на родной земле и туристами в родных церквах. Вот для этого и работаем.

 
Tutti i segni dell'imminente collasso di Kiev

Nella foto: Natalie Jaresko, la funzionaria ucraino-americana nominata da poco ministro delle finanze a Kiev.

* * * * *

Kiev, naturalmente, non è ancora crollata, e in qualche modo può passare relativamente indenne attraverso i suoi recenti problemi. Ma da quello che sto vedendo, questo risultato sembra sempre meno probabile col passare del tempo. È impossibile augurare problemi di questo genere a qualsiasi popolo, ma purtroppo un piccolo gruppo di accaniti idioti può costringere un'intera nazione ad affondare sotto le onde e nell'Oceano dell'oblio.

News da Kiev e dall'Ucraina:

Professionisti qualificati stanno lasciando l'Ucraina

Beh, dovremmo davvero esserne sorpresi? Per cosa, esattamente, sono così ansiosi di rimanere in Ucraina? Un'economia che affonda? Il deterioramento delle infrastrutture? Un governo continuamente disfunzionale? Una bella fossa profonda 2 metri con sopra il proprio nome? Un sistema educativo in stile Jekyll e Hyde che va in metastasi ogni due anni, a seconda di chi ha il potere? Un governo gestito da nazisti? Potete avere tutto questo e molto di più se rimanete in Ucraina; ma se questo non è esattamente il vostro sogno, state un bel po' meglio da qualche altra parte. E l'esodo è iniziato.

L'impianto aereo Antonov cessa la produzione

Beh, non è certo il primo, né sarà l'ultimo impianto industriale a chiudere. Ma è certamente uno dei più grandi impianti industriali in tutta Kiev. E ora non esiste più. Almeno temporaneamente. Perché sembra che la Boeing Corporation potrebbe essere interessata a rilevare quest'impianto. Ma cercare di prendere in consegna un impianto dal funzionamento vivace e con un sacco di ordinazioni è molto più costoso che prendere in consegna di una fabbrica inattiva.

Ma dal punto di vista degli Stati Uniti, questo è ciò a cui servita tutta la rivoluzione ucraina. Rovinare l'economia, costringere le aziende formalmente vivaci a chiudere le operazioni, e lasciare che le società straniere comprino tutto per pochi spiccioli. E con l'acquisto in un'economia depressa come l'Ucraina, è possibile contare su una forza lavoro che costa il 50% meno di quanto sarebbe costata due anni fa.

La centrale nucleare di Zaporozh'e ha avuto un incidente

Oh, questo sembra così innocuo, non è vero? Proprio come il piccolo Pierino ha avuto un incidente. (Tranne che è molto più grave).

Per fortuna, non è stata una cosa molto grave; certamente nulla a paragone della scala di Chernobyl. Eppure le autorità qui stanno giocando con il fuoco. Stanno cercando di utilizzare combustibile nucleare proveniente dagli Stati Uniti nei reattori nucleari dell'era sovietica.

Ci sono stati numerosi avvertimenti che affermano che questo potrebbe causare un disastro, ma quando la scelte è tra usare materiali compatibili e ben collaudati dalla Russia, oppure materiali non testati dagli Stati Uniti, la possibilità di farsi beffe della Russia era semplicemente troppo grande per alcuni degli idioti in carica da queste parti, per lasciarsela sfuggire. Ma non incolpate l'attuale governo per queste cose.

Questa decisione risale al 2005, quando era in carica il governo della "rivoluzione arancione". Allora, come oggi, gettiamoci sui materiali altamente modificati e non testati dagli Stati Uniti, freghiamo la Russia, e speriamo per il meglio.

Kiev affronta interruzioni di corrente

Secondo Kievenergo, la mancanza di carbone sufficiente per alimentare le centrali elettriche sta portando ad alcuni problemi a breve termine. Da Kievenergo ci assicurano che le interruzioni interesseranno solo le aree industriali e dureranno per non più di due ore alla volta. Sorpresa, sorpresa! Si sono sbagliati.

Ci sono già segnalazioni di numerose interruzioni residenziali, spesso da 3 a 4 ore alla volta, e spesso 2-3 volte al giorno. Ora, questo può avere qualcosa a che fare con l'incidente della centrale nucleare di cui sopra, ma non c'è stato alcun aggiornamento dell'annuncio originale. E le interruzioni continuano ancora.

Le scuole di Kiev chiudono per una settimana supplementare per la pausa invernale

Beh, questa non è una sorpresa. La pausa autunnale di una settimane si era magicamente trasformata in una di due settimane, e ora la pausa invernale di due settimane si trasforma magicamente in tre settimane. E questo, a quanto pare, per far risparmiare a Kiev un terzo di milione di dollari. Entro la metà di gennaio, i bambini avranno già perso due settimane di regolare programma di scuola. Ma non preoccupatevi! Siate certi che il programma di studi sarà accelerato per recuperare il tempo perduto.

Naturalmente, i vostri figli non imparano comunque più di tanto durante il programma a ritmo regolare. Ma gli studenti sono sicuri di essere motivati a imparare molto di più quando il ritmo riprenderà. E tutto questo sarà fatto da insegnanti che sono stati storicamente mal pagati e ora sono pagato ancor peggio sotto gli auspici del nuovo governo.

L'Ucraina ottiene il proprio "Ministero della Verità"

Sì, è il 1984. E l'Ucraina ha un nuovo ministero. Ufficialmente, è conosciuto come il "Ministero dell'Informazione politica". Ma i giornalisti qui e altrove lo stanno già chiamando il "Ministero della Verità."

Il termine "Ministero della Verità" deriva dal romanzo 1984 di George Orwell, dove il Ministero della Verità non aveva assolutamente nulla a che fare con la verità. Era rigorosamente il braccio della propaganda del governo. Così era nel romanzo; così è nell'Ucraina di oggi.

I giornalisti sono sul piede di guerra contro questo nuovo ministero, ma in realtà, non hanno motivo di lamentarsi. Questa è solo la formalizzazione di ciò che sta accadendo da quando la giunta è salita al potere. Immagino che la propaganda vada bene fino al punto in cui il governo arriva a dare la sua approvazione o disapprovazione. Ti fa sembrare meno indipendente.

I prezzi dei beni di lusso, come carne e medicine, sono fuori della portata dei cittadini comuni

Beh, cosa si può dire di questo? Credo che si potrebbe considerare la carne come un lusso che si può tagliare. Ma le medicine? Mentre queste sembrano certamente più una necessità che un lusso, se non ve le potete permettere, o se semplicemente non sono disponibili, quale scelta avete?

Ho scritto un po' di tempo fa che non solo ci sono farmaci più facilmente disponibili a Mosca, ma che spesso vi possono essere acquistati a metà prezzo. Con la continua svalutazione della moneta locale, questi farmaci diventeranno solo più costosi e più difficili da trovare.

I camion della propaganda in cerca di preda

Sta diventando un bel po' fastidioso, ormai, ma tre, quattro, cinque volte al giorno, passano i camion della propaganda con grandi altoparlanti sul tetto, informando tutti di quello per cui oggi dovrebbero essere indignati. Ma chi ha tempo per indignarsi quando è in gioco la sopravvivenza?

Ho visto il camion della propaganda locale parcheggiato in una vicina stazione di polizia un paio di giorni fa, e la propaganda si è fermata. Ma i camion tornano con la vostra dose giornaliera di pensiero propagandistico.

Kiev applaude alla scomparsa del "South Stream"

Beh, immagino che quando uno è incompetente, è incompetente. Qualcuno qui a Kiev sembra credere che la scomparsa del South Stream sia un bene per l'Ucraina. E che in qualche modo si tratta di un riconoscimento di Putin che l'Ucraina è un partner affidabile quando si tratta di forniture di gas. Povera, povera Ucraina. Semplicemente non capiscono ciò che fanno? In un modo o nell'altro, la Russia renderà l'Ucraina irrilevante quando si tratterà di consegne di gas in Europa.

Per sole 200 grivne (circa 13 dollari), è possibile aiutare l'Ucraina nell'assedio di Mosca

Quanto si può arrivare a essere deliranti? Un aspirante "imprenditore" locale, o come vuole farsi chiamare, recentemente ha dovuto abbandonare le sue speranze dell'invasione militare di Mosca, perché non si sono materializzati gli attesi 25 milioni di ucraini che avrebbero finanziato il suo progetto. Non hanno detto una sola parola su quanti esattamente hanno donato, o su cosa si farà con i fondi che sono stati donati.

L'Ucraina ha ancora grandi speranze per il gas naturale liquefatto

Uno dei precedenti schemi della giunta di Kiev e del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti prevedeva il trasporto di gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti a un nuovo porto da costruire a Odessa. Ma sembra che nessuno si sia consultato con i turchi su questo.

L'unico modo per far entrare tali navi nel Mar Nero è attraverso il Bosforo, e la Turchia non permette a questo tipo di navi di passare. Oh, beh, credo che ci sia sempre spazio per un'altra rivoluzione colorata. In Turchia. Ma sembra che i piani dell'Ucraina per questo porto stanno ancora andando avanti, imperterriti.

Gli ucraini stanno iniziando a rifiutarsi di pagare le bollette

Alla fine di novembre, il debito dei servizi pubblici in Ucraina ammonta già a 11,8 miliardi di grivne. Tradotto in dollari, sono circa 800 milioni! Mentre una parte di questo debito è probabilmente dovuta ad alcune persone che non sono in grado di permettersi di pagare, una parte è sicuramente un boicottaggio dei costi attuali, più un altro aumento del 50% che dovrebbe entrare in vigore il 1 gennaio, e questo indebitamento è destinato solo a crescere più velocemente nei prossimi mesi.

Ma questo non è niente di nuovo, qui. Ai tempi di Kravchuk e Kuchma (i primi due presidenti dell'Ucraina), un buon numero di persone non ha pagato le bollette per tre anni o più. Sembra che siano tornati i bei vecchi tempi del crollo post-sovietico.

Su questo penso di sapervi dire qualcosa di più a breve.

L'UE. Un giorno di ritardo, una tonnellata di euro in meno

Alcuni nell'UE ora rivendicano che "è solo un malinteso minore. South Stream è solo una questione di incompatibilità con l'azione legislativa". Sembra che la Russia, stanca delle perdite di tempo dell'UE abbia trovato partner più disposti a concludere affari.

Continuano a far saltare le chiese

I lettori più attenti sono già ben consapevoli del fatto che numerose chiese ortodosse dell'Est dell'Ucraina sono state deliberatamente bombardate dall'esercito ucraino. Ma ci sono anche altri fascisti al lavoro. Una chiesa vicino al complesso memoriale di Babi Jar è stata deliberatamente incendiata il 2 dicembre. Per coloro che non hanno familiarità con la storia di Babi Jar, si tratta solo del sito della più grande strage nazista della seconda guerra mondiale, durata due interi giorni.

Non sorprende che la microcriminalità sia in aumento

Un amico di mio suocero mi ha recentemente riferito di aver avuto le gomme tagliate sui suoi veicoli recentemente acquistati.

La truffa è questa. Gli autori cercano anziani, uomini o donne di qualsiasi età, che guidano veicoli costosi. Il conducente si ferma, entra in un negozio, e poi, quando esce, trova una gomma tagliata.

Uomini e donne anziani, molto probabilmente, hanno bisogno di aiuto per sostituire lo pneumatico. Il colpevole e un paio di complici offrono il loro aiuto. Mentre il proprietario e i colpevoli cambiare il pneumatico, un altro complice afferra ciò che può dalla macchina, mentre l'attenzione del proprietario è distratta.

Ma perché gli uomini? Qui gli uomini spesso portano gli oggetti di valore in una borsetta e non in tasca.

La faccendiera americana al ministero delle finanze si mette al lavoro

Beh, non ci ha messo molto tempo, vero? Ecco alcune delle notizie scioccanti che attendono i cittadini ucraini.

Niente più istruzione e sanità gratis. L'istruzione obbligatoria è ridotta da 11 anni a nove anni. La maggior parte degli studenti e degli insegnanti perderà l'accesso gratuito ai mezzi di trasporto. La maggior parte degli studenti perderà l'accesso alle borse di studio e per i pochi che continueranno ad averle, non saranno rivedute in base all'inflazione. Gli insegnanti con titoli e lauree supplementari non avranno più i rispettivi aumenti di paga. E molti insegnanti esperti vedranno il loro stipendio calare al livello di un neolaureato.

L'età pensionabile sarà aumentata di 10 anni per le donne e di cinque anni per gli uomini. Quelli che hanno lavorato durante il periodo sovietico potranno vedere un'ulteriore diminuzione della pensione perché hanno "lavorato per il paese occupante" durante il periodo sovietico.

Sul versante fiscale, sarà richiesto di dimostrare la fonte di reddito per ogni acquisto superiore a circa 800 dollari. E se il valore della grivna continua a diminuire, quella stima di 800 dollari sarà diminuita ulteriormente.

Se non è possibile dimostrare l'origine del reddito, questo sarà automaticamente considerato un reddito non dichiarato e si pagherà un ulteriore 30% per lo stesso acquisto. I risparmi diligenti o le rimesse da parte di parenti al di fuori del paese non saranno motivi sufficienti per evitare la tassa.

Queste cose naturalmente grattano solo la superficie della vita nella nuova Ucraina.

Queste sono le notizie delle ultime due settimane. Spero di mandarvi ulteriori rapporti ogni settimana o due. Fino ad allora, sperate per il meglio, ma aspettatevi il peggio. Da Kiev, per ora, passo e chiudo.

 
Схиархимандрит Гавриил (Бунге) встретился с братией Лавры

Выдающийся швейцарский богослов и патролог схиархимандрит Гавриил (Бунге) встретился с братией Святой Успенской Киево-Печерской лавры. Встреча состоялась 18 октября в рамках паломнической поездки отца Гавриила по святым местам Украины, сообщает Lavra.ua.

Представил высокого гостя настоятель храма в честь святого Амвросия Медиоланского города Милан архимандрит Амвросий (Макар). Священник рассказал о жизненном пути схиархимандрита Гавриила, о том, что он 36 лет подвизался в горах Швейцарии, а ныне является настоятелем Крестовоздвиженского монастыря в городе Лугано, автором ряда книг о монашестве, окормляет множество духовных чад.

Началась беседа с вопросов о жизни отца Гавриила в горах. Священнослужитель рассказал, как началось его знакомство с православной традицией и православным монашеством.

«В 1961 году я впервые соприкоснулся с Православием в Греции, – сказал отец Гавриил, – я тогда уже был в монастыре бенедиктинцев (католический орден), и практически половина братии нашего монастыря были приверженцами восточной литургической традиции. Этот монастырь захотел стать мостом между Востоком и Западом. Я много изучал, читал святых отцов. По благословению своего духовника я в 80-е годы стал отшельником и до сих пор живу в скиту, который находится 900 метров над уровнем моря. Я старался жить так, как жили древние отцы, писал и публиковал книги для того, чтобы подсказать людям на Западе – нам всем нужно вернуться к своим корням. Я с самого начала понимал, что Запад отделился от Востока. Многие даже из иерархов Римско-Католической Церкви обращались к учению отцов Восточной Церкви, но все же Римская Церковь шла своим отдельным путем».

В 2010 году отец Гавриил (Бунге) был принят в лоно Православной Церкви, но, по его словам, духовно он всегда был православным и всегда хотел общаться в Православии в Таинствах.

«Я жил одной ногой на Востоке, а другой – на Западе. Долгие годы я хотел побывать в Киево-Печерской лавре и поклониться мощам преподобных Печерских, помолиться им. Когда-то в одном антикварном магазине я приобрел крест, в котором были мощи двенадцати Печерских святых. Там были написаны их имена. Крест этот 1791 года. Как он попал на Запад, остается загадкой, но та святыня, которая в нем находилась, не представляла значения для сотрудников магазина. Сейчас этот крест стоит у меня на столе, и я каждый день молюсь Печерским святым. И теперь я испытываю очень большую радость от того, что имею возможность посетить Киево-Печерскую лавру».

Отвечая на вопрос о перспективах объединения Восточной и Западной Церквей, отец Гавриил сделал акцент на том, что «…нет богословского смысла в диалоге с Римско-Католической Церковью. Католики должны возвратиться обратно. Мой учитель, профессор, который потом стал папой Бенедиктом, понимал многие вещи, но ничего не сделал. Православная Церковь сохранила Литургию и монашескую традицию, а Римско-Католическая Церковь сейчас больше склонна к протестантизму, чем к возвращению в Православие. Настоящая проблема разделения – не разница, а несовместимость. Греческая и римская культуры в первом тысячелетии были разными, но совместимыми».

Богослов также привлек внимание к актуальной теме – какое место занимает в современном мире монашество: «Верующие люди ждут от монахов ответа на духовные вопросы, а не национальные или политические. Монахи отделены от этого мира, они живут своей жизнью, и она отличается от жизни в миру. Такая жизнь помогает приобретать мудрость не от мира сего, и именно этого и ждут люди. Многие приходят и ко мне, и ждут ответа. И я должен им сказать, что нужно делать, а что не нужно».

Говоря о том, каким путем должно развиваться монашество – отшельническим или общежительным, схиархимандрит Гавриил пояснил: «Монашество не началось с общежительной традиции. Первые монахи были отшельниками, но у них всегда был учитель. Оба пути хорошие. Все зависит от того, как Господь призывает. В Церкви есть место для всех! И Бог спасает всех нас не по отдельности, а всех вместе!»

В завершение встречи благочинный Киево-Печерской лавры архимандрит Антоний поблагодарил отца Гавриила за визит и ответы на актуальные вопросы, передал приветствие от Наместника монастыря митрополита Павла. После этого было сделано общее фото на память о встрече.

 
Direi a Bartolomeo: presto lei guarderà Dio negli occhi, cosa gli dirà?

matushka Uljana Taborovets. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

La storia di matushka Uljana Taborovets di Berest'e è tipica e unica. Una chiesa e una casa portate via, maledizioni da parte dei compaesani e una comunità forte e amichevole.

Al Congresso delle comunità perseguitate "Fedeli", svoltosi alla Lavra delle Grotte di Kiev il 22 febbraio, non ci sono stati volti cupi. I credenti hanno condiviso i loro problemi ma non si sono lamentati. Nonostante il fatto che i partecipanti fossero riuniti da una sfortuna comune, l'atmosfera era allegra: tutti erano molto felici di vedersi, comunicare, imparare qualcosa, condividere la loro esperienza e sentire che non sono soli, che ogni comunità è una parte di una grande famiglia ecclesiale.

Matushka Uljana Taborovets del villaggio di Berest'e, regione di Rovno, si è distinta sullo sfondo generale, per la sua energia, sincerità, cordialità e una sorta di "genuinità". Non somigliava affatto a una martire dolente, come gli ortodossi spesso immaginano la moglie di un prete aggredita dagli scismatici. Ha difeso la sua chiesa quando era negli ultimi mesi di gravidanza, e al momento del sequestro ha dato alla luce il suo sesto figlio. E sebbene inizialmente avessimo pianificato di registrare solo un breve commento da parte di matushka Uljana, la conversazione si è rivelata un’intervista completa.

matushka Uljana Taborovets. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Come è stata portata via la chiesa

Uljana, abbiamo parlato molto con le comunità che hanno perso la chiesa – hanno quasi tutte la stessa storia. Come è stato nel suo villaggio?

Nel nostro villaggio è successo tutto secondo lo scenario standard. Incitavano la gente, diffondevano false informazioni sulla nostra Chiesa, anche se a quel tempo servivamo da 15 anni. A essere onesti, sono stati i nostri parrocchiani a rimanere con noi – quelle 150-200 persone che sono sempre andate alle funzioni. E quelli che hanno sequestrato (la chiesa, ndc) non erano mai stati in chiesa prima. Abbiamo difeso la chiesa per un mese.

Il 3 marzo 2019 l'intera comunità in chiesa ha votato di rimanere in seno alla Chiesa madre (la Chiesa ortodossa ucraina, ndc). E proprio in quel momento, presso la scuola si sono riuniti per una riunione di villaggio. Ma non solo gli ortodossi, ma anche i pentecostali e i battisti vi hanno preso parte. E c'erano visitatori da altri luoghi. Per esempio, compaesani del mio villaggio che attualmente vivono a Kiev sono venuti nel villaggio e hanno votato come residenti del villaggio. E i parrocchiani della chiesa non erano lì, perché erano tutti in chiesa.

i partecipanti all'incontro del villaggio, che hanno annunciato il "trasferimento" della comunità alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", cantano un inno. Foto: screenshot del video della riunione

Dopodiché, abbiamo difeso la chiesa per un altro mese, ci sono stati quattro tentativi di sequestro. La prima volta è stata quando sono entrati nella sacrestia dalle porte d'ingresso laterali. Un uomo ha deciso di fare un inventario stando all'altare. Si è appoggiato alla tavola eucaristica e ha descritto cosa c'era nel santuario e nella chiesa. Dopodiché, siamo rimasti in preghiera vicino alla chiesa. Pregavamo continuamente. I sacerdoti sono venuti, hanno servito gli acatisti, mentre noi pregavamo. All'epoca ero incinta di 40 settimane, era molto difficile da sopportare. E una volta, quando ero già all'ospedale per la maternità, ci hanno organizzato un "corridoio della vergogna". Volevano che la nostra gente e il prete passassero attraverso di loro mentre ci gridavano "vergogna". Ebbene, giudicate voi – vergogna a chi? A chi veniva a pregare per la salute? Era una cosa molto difficile allora. Noi cantavamo il Padre Nostro e il Credo, e loro: "L'Ucraina non è ancora morta..." Ci sono stati grida e sputi, il sacerdote è stato ripetutamente picchiato durante questo mese.

La chiesa è stata sequestrata il 2 aprile (2019, ndc). La polizia era schierata, non ha permesso alla nostra gente di entrare in chiesa. Sono venuti, hanno tagliato le porte con una smerigliatrice, hanno picchiato i vecchi, trascinato le ragazze per i capelli. È molto difficile da ricordare adesso. Le persone erano come dei pazzi, sa? Guardi una persona negli occhi, ma sembra che non ci siano occhi. Penso che quelli adesso se ne pentano. Nel nostro distretto sono state portate via quattro chiese, e i capobanda sono tutti del nostro villaggio. La nostra gente non poteva nemmeno camminare tranquillamente per strada: veniva insultata. Anche adesso, quando i nostri parrocchiani vanno nella casa dove preghiamo, sono fermati e insultati con parole oscene. Dove stai andando? Dal prete di Mosca? E giù imprecazioni, e così via. Hanno preso la chiesa, la casa parrocchiale e persino la cappella del cimitero. Ora, quando seppelliamo la nostra gente, dobbiamo andare dal loro "prete" (per farci aprire il cancello) per arrivare al vecchio cimitero. Teniamo una funzione di sepoltura nel cortile o vicino alla tomba.

i sostenitori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" nel villaggio di Berest'e sfondano la porta della chiesa con una smerigliatrice

Dove pregate adesso?

Preghiamo a casa nostra. C'è una casa nel nostro cortile che volevamo smantellare da molto tempo. Per volontà di Dio, è capitato che a quel tempo non l'avessimo smontata. E ne abbiamo fatto una casa di preghiera, una cappella nel cortile. Abbiamo una media di 140 fedeli alle funzioni. Serviamo liturgie notturne ogni settimana. Vi partecipano fino a 50 persone.

Sull'ostilità nel villaggio

Sono passati due anni e solo ora le famiglie iniziano a comunicare, solo adesso! Fino a poco tempo fa, non si parlavano neanche tra familiari. Ma anche adesso è impossibile dire che tutto è passato. Abbiamo ancora una guerra nel villaggio perché c'è una divisione in "amici" e "nemici". Questa è la prima cosa. In secondo luogo, non appena compreremo un terreno per la costruzione di una chiesa, non ci sarà il permesso di procedere. Chi ci vende questa terra è intimidito. Come provi a vendere, sei un traditore, ecc. Abbiamo già comprato, ma hanno iniziato a farci causa.

matushka Uljana Taborovets. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Hanno registrato retroattivamente un proprietario di questo territorio e ci stanno facendo causa per 6 acri di terra. Ormai da 2 anni ci fanno causa ininterrottamente. Prima a causa della chiesa, ora – a causa della terra. Chiediamo: restituiteci almeno la nostra registrazione (della comunità, ndc). Non abbiamo niente, né la registrazione né la chiesa. Quindi, dire che è passata... No, non è ancora finita. Lo stiamo ancora sperimentando, ogni volta. Molti preti sono passati per il nostro villaggio. E quando guardi qualcuno che serve nella chiesa parrocchiale, e tu ti umili e servi in una capanna, è difficile esprimere queste cose. Solo chi l'ha sperimentato può capirlo. Così siamo arrivati ​​qui, e di nuovo ricordiamo tutto: le grida "vergogna", "fuori il prete di Mosca ...".

Autorità, non dividete le persone!

Cosa chiederebbe alle autorità?

Voglio chiedere alle autorità – non dividete le persone. Siamo tutti cittadini ucraini. E sono anche io cittadina ucraina. I miei figli sono cittadini ucraini. Parliamo, comunichiamo a casa in ucraino. Cantiamo canzoni ucraine a giorni alterni. E perché allora sono una "traditrice di Mosca"? Solo perché non ho tradito la fede? Secondo la Costituzione dell'Ucraina, tutti abbiamo diritto alla fede. Per coscienza. Chiunque voglia può mantenere la sua fede. Qui possono pregare anche i satanisti, possono pregare i musulmani, giusto? E i cristiani ortodossi del Patriarcato di Mosca, come ci chiamano, non hanno nemmeno il diritto di seppellire normalmente una persona nel loro villaggio! Perché?!

Abbiamo avuto di recente un caso nel villaggio. Abbiamo seppellito una donna anziana, che aveva 100 anni. E quando il loro "prete" (della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ndc) stava passando, ha chiesto – di chi è quel funerale? Gli hanno risposto: è morta una di Mosca. Ma è mai stata a Mosca nei suoi 100 anni? Che moscovita sarebbe?! È ucraina. Ha dedicato tutta la sua vita all'Ucraina. Voglio chiedere alle autorità: non dividete le persone, dateci l'opportunità di pregare. Guardate quante chiese sono state prese: dopotutto, nessuno le ha riprese con la forza, giusto? Pertanto, c'è solo una richiesta alle autorità: lasciateci registrare come Chiesa ortodossa ucraina, dateci l'opportunità di costruire. Perché, per esempio, il nostro capo del consiglio del villaggio ha detto che avremmo strisciato in ginocchio per chiedere la terra, ma non ce l'avrebbe data. Non abbiamo salvato la chiesa, è vero. Ma abbiamo salvato le persone. Tutte le persone sono con noi – tutti quelli che erano con noi rimangono.

Sul patriarca Bartolomeo

Cosa direbbe al patriarca Bartolomeo?

Che presto andrà da Dio e guarderà Dio negli occhi. Cosa dirà? Io non lo considero più un patriarca perché ha infranto i canoni. È divenuto egli stesso uno scismatico – da quando ha riconosciuto gli scismatici. Cosa ha fatto? Le persone (invasori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ndc) si sono giustificate, hanno giustificato le loro azioni: hanno diviso il villaggio, i villaggi. Abbiamo 4 villaggi nella regione, 4 di queste chiese. Cosa dire (a Bartolomeo, ndc)? Non si ha il diritto di giudicare, si possono solo condannare le azioni. Ma questo è terribile. È terribile – quanto male ha fatto, quante lacrime e quanto sangue sono stati versati in altre chiese, per quanto ne so.

 
Un’altra intervista di Tudor Petcu a un ortodosso italiano

Tudor Petcu: Le chiedo anzitutto di parlare un po' delle sue esperienze spirituali e di dirmi qual è stata l'influenza che queste esperienze hanno avuto sulla sua personalità.

M. G.: Io sono nato e cresciuto in una famiglia cattolica praticante, quindi oltre a ricevere i sacramenti spesso sono andato alla Santa Messa anche nei giorni feriali oltre alla domenica, mi piaceva visitare le chiese, i santuari. Ho fatto anche il catechista, ho ricevuto formazione cristiana in varie associazioni cattoliche e ho partecipato anche a varie realtà della Chiesa cattolica. Ho partecipato ad attività di volontariato. Per me la spiritualità è sempre stata al primo piano. Oltre alla fede cristiana sono stato sempre attirato dalla filosofia buddista, e nel passato ho anche praticato  e sperimentato delle pratiche di meditazione.

Diciamo che tutte queste esperienze mi hanno aiutato a coltivare una grande interiorità e una pace, mi hanno insegnato ad aiutare gli altri, e ad avere sempre una fiducia in Dio  Padre.

La prego di mettere in evidenza il momento in cui lei ha scoperto l'Ortodossia e il significato di questa scoperta per l'evoluzione della sua vita.

L’Ortodossia non posso dire quando l’ho scoperta, perché forse ancora la devo scoprire, o riscoprire.

Quando ero adolescente mio padre mi ha portato nel periodo di Pasqua in una chiesa cattolica russa di rito bizantino, e devo dire che sono stato rapito dalla profondità e dalla spiritualità delle icone, del rito, dell’incenso, insomma dalla bellezza in generale.

Poi in internet avevo già trovato la preghiera del cuore e avevo approfondito questo tipo di preghiera.

Poi a 26 anni sono andato con un gruppo di volontari in Romania, e lì ho visto per la prima volta delle chiese ortodosse e devo dire che ne sono rimasto incantato. Ero rapito dalle icone, stavo tutto il tempo a guardarle. Poi li ho conosciuto quella che adesso è mia moglie e madre di due bambini (stiamo aspettando il terzo). E grazie a lei ho approfondito tante cose della fede ortodossa, tra cui anche il digiuno, che nella chiesa cattolica è praticamente scomparso dal diritto canonico. Sono stato così attratto dalla liturgia ortodossa che ho smesso di andare anche alla messa cattolica e poi ho deciso di fare catechesi e fare la triplice immersione nell’acqua battesimale, e ricevere il santo Crisma ed entrare nella Chiesa ortodossa. Poi i sacerdoti rumeni mi hanno fatto sentire sempre a casa mia.

Perche l'Ortodossia è cosi tanto bella e importante dal suo punto di vista? Come potrebbe l'Ortodossia aiutarci capire meglio il senso (direi anche "il sottosuolo") dell'esistenza umana ma anche sentire e percepire l'Infinito? Ho voluto porre questa domanda pensando infatti a una conversazione con un altro italiano convertito all'Ortodossia che mi diceva che chiunque entra anche solo una volta nelle chiese ortodosse sente e percepisce l'Infinito.

Io il paradiso e l’infinito l’ho percepito nei canti, nelle chiese ortodosse piccole e grandi, nelle icone dipinte. Le preghiere sono molto profonde, e hanno molti riferimenti al Vecchio e Nuovo Testamento.

Ormai con internet e non solo, è facilissimo accedere alle traduzioni dei testi liturgici. Secondo me l’esperienza nell’Ortodossia è molto importante, e l’esperienza del digiuno, della liturgia, ci aiuta a conoscerci meglio e quindi a conoscere la nostra umanità,nell’umanità di Cristo.

Perché dovremmo considerare che la Chiesa ortodossa è la sola Chiesa degli apostoli fondata da Gesu Cristo? Quali sarebbero i suoi argomenti?

Perché è rimasta fedele alla tradizione e non ha cambiato tante cose, come invece hanno fatto altre Chiese cristiane.

Potremmo dire che l'Ortodossia e è di fatto il regno dell'infanzia? Se sì, come dovremmo percepire questo regno?

È bello ascoltare all’inizio di ogni liturgia “Benedetto è il regno del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Secondo me l’Ortodossia ci aiuta proprio a sperimentare Dio, perché c’è un’ascesi che manca in altre confessioni cristiane. Bisogna diventare come bambini per capire Dio. Questo regno di Dio come regno dell’infanzia lo possiamo percepire con il digiuno, con la comunione, con la confessione e con la semplicità vivendo il momento presente.

Crede che l'icona ortodossa sia la traduzione in un linguaggio universalmente leggibile della storia cristiana? Vorrei anche sapere se per lei l'icona è l'epifania dell'essere supremo e la finestra verso l'Assoluto.

A me ha sempre colpito l’icona ortodossa. Sì, può essere considerata una traduzione della storia cristiana in quanto si basa sull’Incarnazione del Verbo di Dio, è un’epifania della sua divinità. La prima icona di Dio è stata Cristo che ci ha mostrato il Padre.

Lo sfondo dorato dell’icona aiuta a percepire l’eternità, lo sfondo rappresenta la luce, lo Spirito Santo che ci rende santi e che è la fonte della santità.

L’icona ci guarda, ed è la presenza di Dio o del santo rappresentato. Anche il nome rappresenta la sua presenza.

 
Sviluppi dell'Esarcato in Africa

Dagli inizi di aprile non vi abbiamo più dato notizie dall'Africa, e ci rammarichiamo di questo silenzio, perché le vittime delle buriane mediatiche sono spesso i più poveri, che meriterebbero maggiore attenzione e rispetto.

L'Esarcato patriarcale dell'Africa non ha arrestato le sue attività, anzi, dietro la cortina fumogena della russofobia si è ancor più sviluppato, mostrando quanto poco interesse ci sia nella maggior parte del mondo per la propaganda di una sedicente "comunità internazionale" che non rappresenta nemmeno un quinto degli abitanti del pianeta.

Le notizie che vi diamo sono prese liberamente dalla pagina Facebook dell'Esarcato, che vi preghiamo di usare come riferimento per notizie che non riceverete da altre parti.

La notizia più importante riguarda la recente visita del metropolita Leonid in Uganda. Ve lo presentiamo qui in un incontro con il clero locale:

Nonostante l'opposizione delle autorità del patriarcato d'Alessandria, il metropolita Leonid ha potuto incontrare sia i rappresentanti del Consiglio inter-religioso dell'Uganda, sia il presidente del paese. Lasciamolo per ora a benedire antimensi per le nuove comunità e parrocchie dell'Esarcato:

Oggi l'Esarcato ha il suo simbolo, che fa buona mostra di sé alla sua sede nella Chiesa di Tutti i Santi in Piazza Slavjanskaja 2 a Mosca:

Dopo i viaggi missionari dei padri Georgij Maksimov e Andrej Novikov in vari paesi africani, ne è seguito uno del sacerdote Dionisij Grishkov e di Konstantin Gorditsa nei paesi dell'Africa centro-meridionale.

Ruanda

Repubblica del Congo

Camerun

Malawi

Padre Andrej Novikov ha fatto un ulteriore viaggio in Madagascar, portando antimensi e oggetti liturgici a 20 sacerdoti locali. Notate nelle foto seguenti che alcuni preti portano la croce pettorale su abiti civili: questo è dovuto al fatto che la diocesi del Patriarcato d'Alessandria in Madagascar, in adempimento di Lc 3:11, ha pensato bene di requisire le tonache dei suoi preti (anche se ne avevano solo una) in quanto "proprietà ecclesiastiche". Il metropolita Leonid si è limitato a commentare "Тут можно смеяться в голос", ovvero "qui si può ridere ad alta voce", e noi ci limitiamo a dargli ragione.

Tuttavia, per dare una voce anche agli ortodossi locali, riportiamo un bel commento in malgascio:

Efa ela no niandrasana azy ka indro tonga ihany.

Isaorana ny Tompo.

Isaorana ny Patriarkan'i Moscou.

Isaorana ny Exarchat.

(Il momento tanto atteso è arrivato.

Grazie al Signore.

Grazie al Patriarca di Mosca.

Grazie all'Esarcato.)

Chiudiamo con una notizia che riguarda una scelta di raro equilibrio. Padre Elijah Mhando Katisiko, il primo prete ortodosso del popolo Masai in Tanzania, di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo, ha richiesto una motocicletta per proseguire la sua missione presso il suo popolo. Alla notizia che l'Esarcato gli avrebbe fornito questo mezzo come dono alla festa dell'Annunciazione, la diocesi greca locale ha cercato di riprendersi il prete offrendogli una motocicletta in dono. Padre Elijah ha rimandato indietro la motocicletta della diocesi greca, e ha accettato il dono dell'Esarcato. Non sappiamo se padre Elijah conosca il verso "Timeo Danaos et dona ferentes" (Eneide, II, 49), ma certamente ha le idee chiare su chi sa aiutare le missioni ortodosse nel mondo.

 
Cristianesimo e comunismo, reliquie e cadaveri, verità e mezze verità

V. Putin a Valaam. Foto: en.putin.kremlin.ru

Dopo che un certo numero di media, in gran parte scandalistici, ha raccolto una storia in cui si dice che il presidente Putin ha equiparato il comunismo al cristianesimo, e i resti imbalsamati (ma comunque in decomposizione) di Lenin alle reliquie cristiane, speravo di vedere da qualche parte un articolo in cui discutesse di questa notizia, in russo o in inglese, in modo mentalmente sano. Il fatto che io non abbia trovato nulla di sostanziale in russo non è una sorpresa, e perché non è usa sorpresa, spero che apparirà chiaro procedendo con questo articolo. In cerca di qualcosa su questo argomento in inglese, ho visto solo una manciata di altri articoli con titoli come "Putin: ideologia comunista simile al cristianesimo, il corpo di Lenin come le sante reliquie", e "Il comunismo è come il cristianesimo e Lenin è un santo, rivendica Putin in un'intervista scioccante" o "Putin: le reliquie di Lenin". Il comunismo e le sue origini cristiane".

Questa strana situazione ha un'influenza diretta sulla stampa su come viene rappresentato il cristianesimo ortodosso in generale, poiché Vladimir Putin è un cristiano ortodosso, come lo è la maggioranza dei suoi elettori.

V. Putin a Valaam. Foto: www.tvc.ru

Le cose sono diventate ancora più imbarazzanti quando il Moscow Times ha pubblicato un articolo dal titolo: "Un vescovo ortodosso russo avverte i fedeli di non votare per il 'tenebroso' Putin". Stavano parlando del vescovo Evtikhij (Kurochkin) e di un post sulla sua pagina VKontake (un social network russo). L'articolo recita: "Un chierico ortodosso russo ha parlato per la prima volta contro il voto per la rielezione di Vladimir Putin questa primavera, dopo i recenti commenti del presidente che ha definito 'blasfemi'." "Devo andare contro Cristo e votare per le tenebre o consigliare ad altri di farlo?! No, no, no!" Ecco ciò che il Moscow Times ha estratto dalla pagina Vkontake in questione. Questo è anche un malcelato promemoria sul fatto che il tempo delle elezioni in Russia si sta avvicinando rapidamente e che i media potrebbero far sì che alcuni membri della grande comunità cristiana ortodossa della Russia votino contro l'attuale presidente, che si candiderà per la rielezione; se non ad andare contro a un presidente che ha manifestamente appoggiato la Chiesa nel suo paese, almeno a seminare i semi del dubbio nelle loro menti, e a portare le persone a non votare affatto, "per principio".

Anche l'articolo del Moscow Times afferma piuttosto astutamente alla fine di questo breve articolo: "Al contrario, il patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa e alleato di Putin fin dal suo ritorno alla presidenza nel 2012, ha invitato i credenti a votare nel prossime elezioni previste per il 18 marzo". Potrebbe il Moscow Times insinuare sottilmente che il patriarca stia invitando i cittadini ortodossi russi a votare per... tu sai chi?

Ecco il testo completo del post del vescovo Evtikhij:

Solo di recente ho espresso pubblicamente il mio rammarico per il fatto che siano sorti ostacoli nel mio desiderio di votare per Putin. La barriera consiste nel fatto che Vladimir Vladimirovich ha fatto un'osservazione piuttosto pungente in riferimento a Pjotr Arkadievich Stolypin: "Lo sappiamo, lo sappiamo... ci sono le carrozze ferroviarie di Stolypin e le cravatte di Stolypin". Era un revival sfacciato e ingannevole di un cliché bolscevico, inventato dai massoni, anti-sovrano e palesemente falso. Sono rimasto scioccato e ho espresso la mia speranza che avrei ascoltato dalle labbra del presidente delle scuse per tali parole irresponsabili. Ma invece di scuse ho letto queste parole blasfeme: "Bene, guardate, Lenin è stato posto in un mausoleo. Come si differenzia questo dalle reliquie per gli ortodossi, o semplicemente per i cristiani? Quando mi dicono che no, non esiste una tradizione simile nel cristianesimo, beh, certo che c'è – basta andare sul Monte Athos e vedere che là ci sono delle reliquie, come abbiamo delle reliquie anche qui". "Se la luce dentro di te è tenebre, allora qunto grandi sono le tue tenebre!" Queste sono le parole di Cristo. E io dovrei andare contro Cristo e votare per le tenebre o consigliare a qualcun altro di farlo?! No, no e no!

il vescovo Evtikhij. Foto: www.odinblago.ru

Per chi non conosce il vescovo Evtikhij, ecco un piccolo background. Non è un tipico vescovo della Chiesa ortodossa russa (patriarcato di Mosca). Prima della riunificazione della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia (ROCOR) con il patriarcato di Mosca, il vescovo Evtikhij era prete in Siberia. Scandalizzato da certi comportamenti osservati nel suo vescovo, padre Evtikhij protestò. Ciò lo mise nei guai con detto vescovo, e trovò rifugio nella struttura della ROCOR che era attiva all'epoca in Russia – ufficiosamente chiamata "Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia, all'interno della Russia". La ROCOR lo consacrò come vescovo della propria giurisdizione, e divenne una specie di dissidente contro il patriarcato di Mosca. Devo comunque dire che è molto più vocifero sulla sua pagina sui social media di quanto lo sia di persona. Di persona, dato che ho avuto la possibilità di osservarlo come parte di una delegazione, è l'incarnazione dell'autocontrollo e della quiete monastica.

Quindi la ROCOR si è riunita con il patriarcato di Mosca e cosa ne sarebbe stato di quei chierici dissidenti ordinati da loro in Russia? Ci sono stati diversi casi, ma il vescovo Evtikhij è rimasto con la sua Chiesa. È stato riassegnato nel 2007 come parte dell'Atto di restaurazione dell'unità canonica come vescovo vicario di Domodedovo (una città appena a sud di Mosca). A causa della cattiva salute, si è ritirato in pensione nel 2012 ed è tornato alla cattedrale che aveva restaurato in Siberia quando faceva parte della ROCOR, dove è di nuovo il rettore.

Questa non è una critica al vescovo Evtikhij. Tuttavia, la giustapposizione di personaggi in un articolo scritto in modo obliquo sulle prossime elezioni e su come i cristiani ortodossi dovrebbero vedere i candidati (o meglio, il candidato principale, dal momento che nessun concorrente di Putin gli si avvicina nelle valutazioni di popolarità) sembra molto strana, a dire poco. I pensieri di un vescovo in pensione, dalla storia anti-istituzionale, sulla sua pagina nei social media (e pensate che il suo pensiero completo non è stato pubblicato dal Moscow Times, ma solo la porzione più scioccante) prendono il sopravvento su un'altra dichiarazione ufficiale del patriarca di Mosca e di tutta la Rus'. Inoltre, la dichiarazione del patriarca era neutrale. Fondamentalmente si riduce a: basta che andiate a votare dopo aver valutato i pro e i contro di tutti i candidati disponibili. Chiunque sia il vincitore, votando avrete almeno fatto il vostro dovere civico.

Si noti inoltre che il vescovo Evtikhij ha espresso le sue principali inclinazioni politiche: "Solo di recente ho espresso pubblicamente il mio rammarico per il fatto che siano sorti ostacoli nel mio desiderio di votare per Putin". Quindi, aveva davvero un desiderio di votare per Putin. Questo non è scioccante, dopotutto: la presidenza di Putin ha visto molte cose positive nella vita della Chiesa ortodossa. Facciamo solo alcuni esempi:

• Il ripristino dell'unità canonica tra la ROCOR e il patriarcato di Mosca, in cui Putin ha avuto un ruolo attivo. La ROCOR non è stata privata del suo governo indipendente, e il patriarcato di Mosca non ne ha preso le parrocchie, almeno fuori dalla Russia.

• Migliaia di chiese e monasteri sono stati restituiti alla Chiesa e restaurati, spesso con il supporto legale e talvolta finanziario del governo, di solito a livello locale.

• È stata approvata una legislazione pro-famiglia, come la legge contro la propaganda omosessuale ai minori e l'aiuto finanziario alle famiglie con molti figli. Il numero di aborti in Russia, anche se è ancora molto alto, ha tuttavia registrato un calo significativo. La moglie di un sacerdote, Anna Kuznetsova, è stata nominata dal presidente come difensore civico dei bambini per la Federazione Russa. Kuznetsova è apertamente anti-abortista e porta una forte etica cristiana in questa sfera di governo.

Questa non è propaganda politica – sto semplicemente indicando alcune possibili ragioni per cui il vescovo Evtikhij aveva originariamente voluto votare per Putin.

Nel caso vi stiate chiedendo a cosa si riferisca il vescovo quando ha menzionato Stolypin... beh, ce lo chiediamo anche noi. Dopo aver perlustrato in giro, non siamo riusciti a trovare quella dichiarazione presumibilmente fatta da Putin: "Lo sappiamo, lo sappiamo... ci sono le carrozze ferroviarie di Stolypin e le cravatte di Stolypin". Possiamo solo spiegare cosa siano le carrozze ferroviarie di Stolypin e le cravatte di Stolypin.

P. Stolypin. Foto: russian7.ru

Pjotr Arkadjevich Stolypin fu il terzo primo ministro della Russia e ministro degli affari interni dell'Impero Russo dal 1906 al 1911. È noto per le sue riforme economiche, che, se non fossero state interrotte dal suo assassinio, avrebbero reso la Russia un gigante industriale e agricolo, quasi completamente autosufficiente. Era quasi arrivato a questo obiettivo quando un rivoluzionario gli sparò a Kiev. Non era stato nemmeno il primo attentato alla sua vita – un precedente tentativo di omicidio con bombe gli distrusse la casa e prese la vita di suo figlio. Ci furono dieci tentativi di omicidio contro di lui prima della sparatoria fatale. Ben dieci tentativi di assassinio contro un solo funzionario pubblico, per non parlare di tutto quello che stava succedendo in Russia all'inizio del XX secolo, giustificano l'arresto dei rivoluzionari? Sì, lo giustificano, e sì, furono arrestati. I vagoni ferroviari usati per portare i criminali in Siberia furono etichettati come "carrozze di Stolypin" dai bolscevichi dopo la rivoluzione, ma in effetti le carrozze originali con questo titolo furono usate per trasportare i contadini che si trasferivano in Siberia, dove erano statu dati loro gratuitamente dei terreni, per rafforzare l'economia russa e diffondere la popolazione in rapida crescita. I vagoni furono riutilizzati dai comunisti per inviare i loro prigionieri in Siberia. Per quanto riguarda le cravatte, questo era il modo in cui i bolscevichi chiamavano i cappi usati per impiccare gli assassini rivoluzionari.

Ma come ho detto, io non ho trovato quella citazione di Putin. Ho comunque trovato un'elegia su Stolypin in una conferenza a lui dedicata, in cui Putin elogia alla grande il riformatore:

E oggi diamo il più profondo tributo al suo contributo per il rafforzamento della nazione e lo sviluppo della sua società, alla sua nobile responsabilità civile e alla sincera, zelante cura per il destino della Patria. L'esperimento di riforme e trasformazioni elaborato da Stolypin è necessario laddove si decidono i problemi della modernizzazione dell'economia, dello sviluppo della vita sociale e dell'innalzamento del tenore di vita.

Sono sicuro che questa conferenza sarà veramente interessante e informativa e servirà a divulgare l'eredità politica, ideologica e creativa di P. A. Stolypin.

Quindi, se Stolypin è un fattore determinante per chiunque si rechi al seggio elettorale, almeno non ho trovato nulla che possa mettere Putin dalla parte sbagliata di questa storia.

Ma torniamo all'argomento principale contro Putin: ciò che ha detto del comunismo e della tomba di Lenin. Era parte di un documentario sul monastero di Valaam. Putin è stato invitato ad essere intervistato nel documentario perché è il presidente, ma anche perché è originario di San Pietroburgo, che è dall'altra parte del lago Ladoga rispetto a Valaam. Gli piace molto Valaam e, in quanto nativo di San Pietroburgo, ha dato un notevole sostegno al monastero di Valaam. Quindi, è apparso in questo documentario. Ecco il testo integrale dell'intervista di Vesti.ru, tradotto e con la frase sensazionale in grassetto:

V. Putin a Valaam. Foto: putin.kremlin.ru

Valaam: Vladimir Putin su Ortodossia, comunismo e fede

Giornalista: Vladimir Vladimirovich, dicono che Valaam sia lo specchio della Russia.

Putin: Ne abbiamo molti, di questi specchi. Valaam è uno di loro. Ha una storia molto interessante e talvolta drammatica. Valaam è legato, essenzialmente, alla formazione della sovranità nazionale russa.

Il patriarca ha appena parlato di come, quando le truppe sovietiche erano pronte a entrare nell'isola [1], nell'arcipelago, per qualche motivo rimasero sulla riva e convocarono un prete dal monastero. Andò uno di loro. Poi all'improvviso l'ufficiale dell'esercito sovietico gli dice: "Di quanto tempo avete bisogno per raccogliere tutto e partire?". Calcolarono tutto, chiesero alcuni giorni, raccolsero ciò che era più prezioso, tutti gli oggetti sacri. E poi se ne andarono, portando tutto con loro. Sapete cosa penso di questo? Naturalmente, durante quei giorni onerosi della guerra civile e della successiva guerra contro Dio, quando tutti quei semi di scisma venivano seminati nella società russa, i semi dell'unità rimanevano sempre con noi. Questo è innanzitutto grazie alla Chiesa ortodossa russa. E il fatto che gli ufficiali abbiano allora permesso ai monaci di andarsene e prendere tutti gli oggetti sacri con loro è la migliore testimonianza di quei semi di unità, l'unità che non ci ha mai lasciati.

Giornalista: Vladimir Vladimirovich, gli oggetti preziosi che sono stati salvati e portati fuori dal territorio di Valaam – li abbiamo visti. Forse dovrebbero iniziare dei negoziati con la Finlandia per restituire questi oggetti a Valaam?

Putin: la Finlandia è un nostro buon vicino. E se non fosse per la Finlandia, il monastero di Valaam avrebbe potuto cessare completamente di esistere, perché sappiamo come le autorità sovietiche consideravano gli oggetti di valore religioso. [2] Queste cose furono portate in Finlandia e vi sono state salvate. E per questo probabilmente dobbiamo solo ringraziare i finlandesi e i nostri compatrioti che sono partiti per la Finlandia e hanno salvato lì il nuovo monastero di Valaam e gli oggetti sacri di Valaam. Questi oggetti, che sono cari sia per i finlandesi che per noi, i finlandesi li stanno preservando, i finlandesi danno libero accesso a tutti coloro che vogliono venire in questi luoghi santi... sul territorio della Finlandia... Mi sembra che questi oggetti sacri debbano essere qualcosa che ci unisce, anche nella sfera spirituale.

Prima di tutto, questa fede ci ha sempre accompagnato. Si è rafforzata in tempi particolarmente difficili per il nostro paese, per il nostro popolo. Ci sono stati anni di lotta contro Dio completamente gravi, quando uccidevano i preti, distruggevano le chiese. Ma allo stesso tempo, dopo tutto, è stata creata una nuova religione. L'ideologia comunista è infatti molto vicina al cristianesimo. Libertà, fratellanza, uguaglianza, equità. Tutto questo era esposto nelle Sacre Scritture, è tutto lì. E qual era il codice per i costruttori del comunismo? Era una sublimazione, era semplicemente una citazione primitiva della Bibbia, non avevano inventato qualcosa di nuovo. Guardate come hanno messo Lenin nel mausoleo. Ma come si differenzia questo dalle sante reliquie? Per gli ortodossi o semplicemente per i cristiani? Quando mi dicono: "No, non c'è una tale tradizione nel mondo cristiano". Come, non c'è? Se andate al Monte. Athos, lì ci sono sante reliquie. E anche qui ci sono reliquie, quelle dei santi Sergio e Herman [di Valaam, ndt] Essenzialmente, il regime di quei giorni non aveva inventato nulla di nuovo. Si adattava semplicemente a ciò che il genere umano aveva inventato molto tempo fa nella propria ideologia.

coda al mausoleo di Lenin, 12 marzo 1960. Foto: TASS

Nel 1979 fu creato un museo/parco nazionale e nel 1989 iniziò la rinascita della vita monastica [a Valaam]. A quel tempo c'erano sei monaci, e ora ce ne sono più di duecento. Basta guardare le fotografie e le immagini di quel tempo. C'erano totali rovine qui, semplicemente totali e assolute rovine. Ora vedete qualcosa di cui non solo la Chiesa, ma anche il paese nel suo complesso può essere orgoglioso. Le chiese, i monasteri e le cappelle sulle isole sono rinati.

Questo è sempre stato nell'anima, nel cuore del russo, lo è ancora, e sono sicuro che lo sarà sempre. Proprio come nell'anima dei nostri cittadini che confessano le nostre altre religioni tradizionali: l'islam, l'ebraismo o il buddismo. Nelle religioni del mondo c'è molto in comune, e il loro fondamento è misericordia, correttezza, onestà e amore. Abbiamo una nazione multi-confessionale, ma questi fondamenti morali di un popolo russo multinazionale sono comuni a tutti noi e ci uniscono.

Ora spiegheremo perché nei media russi non ci sono molti commenti su quelle parole che abbiamo messo in grassetto. Qualsiasi russo che sia cresciuto con il comunismo sa esattamente di cosa sta parlando Putin. Tutti sanno che il comunismo non avrebbe avuto una possibilità nella Russia ortodossa senza mascherarsi come una nuova forma semplificata di cristianesimo, con idee vaghe di buoni auspici per il prossimo. Le persone più religiose erano i contadini, che non erano necessariamente equipaggiati per discernere i dettagli in ogni confronto o contrasto tra la dottrina ortodossa e la dottrina comunista, sebbene sicuramente molti dovessero aver percepito la differenza nelle loro ossa. Il popolo russo era stato profondamente ortodosso per molti secoli, e anche molti di coloro che hanno accettato il comunismo avevano ancora alcuni resti profondi del cristianesimo nelle fibre del loro essere. Molte volte ho sentito persone in Russia dire, con il caratteristico sarcasmo ironico russo (a cui Putin sa certamente prendere parte), che allora il comunismo divenne la nuova religione. "C'era lo slogan 'Lenin è stato, è e sarà per sempre' ...come può non essere Dio? E hanno persino messo le sue 'reliquie' nel cuore della Russia, il Cremlino di Mosca". Che ci crediate o no, è esistito davvero uno slogan così popolare, indipendentemente dal fatto che la gente ci credesse o meno. Il tutto è ovviamente completamente blasfemo, ma questo mi è stato detto come una condanna di tale bestemmia, e non come una sua ripetizione da credenti. Mi sembra piuttosto chiaro che, in questa intervista, l'osservazione di Putin è stata fatta nello stesso modo. Il punto è che i russi erano così profondamente ortodossi che il comunismo doveva, inizialmente, imitare il cristianesimo per ottenere un qualsiasi sostegno. Il comunismo con il suo codice etico e la tomba di Lenin era un surrogato del cristianesimo, una sostituzione primitiva e blasfema della religione russa.

Questa ironia nelle parole di Putin, che i russi darebbero per scontata, o si è persa tra i giornalisti che le hanno riportate in inglese o è stata intenzionalmente spinta fuori posto in modo che i lettori non illuminati non la capiscano da soli.

Chiunque è libero di leggere il resto dell'intervista e di decidere autonomamente se il presidente Putin crede che il comunismo sia la stessa cosa del cristianesimo e che il cadavere di Lenin sia la stessa cosa delle reliquie di un santo cristiano. Il presidente Putin è un laico che non ha nulla di simile a un'educazione teologica, ma non vedo nulla che indichi che la sua comprensione della religione sia davvero di livello così basso da equiparare seriamente il comunismo al cristianesimo e di permettersi il pensiero che Lenin in qualche modo somigli a un santo.

Tenete presente anche che Vladimir Putin è davvero il presidente di un enorme paese con molte nazionalità e più di una religione prima di gridare "ecumenismo" dopo aver letto quell'ultimo paragrafo.

Se fossi spinta a spiegare perché ho scritto questo pezzo, la ragione che offrirei è che sono fondamentalmente disgustata da ciò che è accaduto ai media, e voglio parlarne. Non si sa mai quanto i giornalisti possano offuscare e aggirare i fatti per ottenere i loro risultati, a meno che non si abbia esperienza e conoscenza diretta di ciò che viene presentato. Ovviamente, io non sto cercando di influenzare le elezioni. Solo i cittadini russi possono votare per il proprio presidente. Ma come cristiani ortodossi, dovremmo usare i nostri cervelli dati da Dio per trovare la verità, e quindi usare il nostro libero arbitrio dato da Dio per decidere cosa faremo con quella verità. I media coscienziosi dovrebbero fornire tutte le informazioni necessarie per trarre una conclusione intelligente. Ahimè...

Note

[1] Riferimento alla guerra sovietico-finlandese.

[2] Le autorità sovietiche distruggevano quegli oggetti.

 
Il monastero ortodosso di Monaco di Baviera

Continuiamo a seguire i viaggi di Arsenij Zaguljaev attraverso le chiese ortodosse in Europa occidentale per conto della rivista Neskuchnyj Sad di Mosca. Questa volta visitiamo Monaco di Baviera, dove si trova il monastero della Chiesa russa all’Estero dedicato a san Giobbe di Pochaev.

La presentazione del monastero nell’originale russo e in traduzione italiana, corredata da un ricco album fotografico, è nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.

 
Солидарность с Россией в час украинской трагедии

Декларация «Солидарность с Россией» составлена кн. Дмитрием М. и кг. Тамарой Г. Шаховскими, с участием инициативной группы «Русский Мост»*. С момента написания 26-ого ноября 2014 г. она уже получила поддержку больше ста видных потомков белой эмиграции, принадлежащих многим организациям из разных странах и континентов. Другие лица, имевшие или не имевшие связи с Россией, также пожелали присоединиться к Декларации. Список подписей каждый день пополняется новыми именами и остается открытый по электронному адресу solidairesdelarussie@gmail.com. Он будет обновлен на этом сайте при каждой новой подписи.

Уже почти год украинские события глубоко волнуют каждого из нас, потомков белой эмиграции, тем более что, в отличие от окружающих нас людей, мы в силу нашего происхождения имеем доступ к разносторонней информации. Знание близкого прошлого, а именно, прошлого дореволюционной России, предоставляет нам возможность, а с ней и обязанность, разоблачать явные исторические фальсификации, приведшие к нынешней драме на Украине.

Перед лицом обострения напряженности, как в Донбассе, так и в международных отношениях, напрашивается вывод: агрессивная враждебность, разворачивающаяся ныне против России, лишена всякой рациональности. Политика двойных стандартов зашкаливает. Россия обвиняется во всех преступлениях, без доказательств она априорно объявляется виновной, в то время как к другим странам проявляется поразительная снисходительность, в частности, в отношении соблюдения прав человека.

Мы ни в коей мере не отказываемся от защиты тех ценностей, на которых нас воспитывали наши предки, обреченные на изгнание после революции 1917 года. Мы не отказываемся ни от осуждения преступных деяний большевиков и их преемников, ни от восстанавления исторической правды о том страшном времени. Но это не значит, что мы можем смириться с ежедневно обрушивающейся на нас клеветой в адрес современной России, ее руководства и ее президента, которых подвергают санкциям и смешивают с грязью вопреки элементарному здравому смыслу. Эта саморазрушительная для европейских стран нелепая затея заставляет серьезно задуматься всех тех, кто усматривает в ней стремление Запада скорее воспрепятствовать развитию России, чем уладить кризис на Украине. Особенно смехотворны систематические нападки на всё, что, так или иначе, соотносится с «русским миром»: ведь речь идет об исторических, географических, лингвистических, культурных и духовных реалиях, о великой цивилизации, которая обогатила мир и которой мы по праву гордимся.

Нас также возмущает позорное замалчивание европейскими официальными инстанциями и СМИ, тех жестоких бомбардировок, которые украинская армия, поддерживаемая военными группировками под нацистской символикой, обрушивает в Донбассе на мирное население и объекты гражданской инфраструктуры. Такое замалчивание воспринимается киевскими властями как предоставление им полного права на продолжение убийств и разрушений. Многие месяцы дети и старики гибнут или получают тяжелые увечья, а пленные подвергаются пыткам. А теперь киевское правительство ввело еще и полную блокаду (на газ, электричество, железнодорожное сообщение, пенсии, зарплаты, лекарства, деятельность учреждений, больниц и т.д.), чтобы окончательно уничтожить регион, объявляемый при этом составной частью своей территории. И как не осудить насилие, чинимое сторонниками Киева в отношении Русской Православной Церкви на Украине?! Священников преследуют, принуждают к бегству и даже убивают; разбомблены полсотни храмов, из которых двадцать разрушены полностью; верующие подвергаются гонениям. Где тут европейские ценности?

Несмотря на полное неприятие Советского Союза, наши отцы и деды тяжело переживали страдания, выпавшие на долю русского народа во Второй мировой войне. В свою очередь и мы не останемся равнодушными и молчаливыми свидетелями перед лицом планомерного уничтожения населения Донбасса, вопиющей русофобии и лицемерных подходов, полностью противоречащих интересам любимой нами Европы. Очень хотим надеяться, что страны, приютившие в свое время наши семьи, вновь встанут на путь благоразумия и беспристрастности.

Кн. Дмитрий М. и кг. Тамара Г. Шаховские

Париж, 26 ноября 2014 г.

 
Ragazza perseguitata della Chiesa ortodossa ucraina sul bullismo a scuola: "piangevo ogni giorno"

una parrocchiana della chiesa di san Michele nel villaggio di Zadubrivka, diocesi di Chernovtsy della Chiesa ortodossa ucraina, Khristina Veluschak. Foto: screenshot di un video dalla pagina Facebook del Centro informazioni della Chiesa ortodossa ucraina

Khristina Veluschak di Zadubrivka, al congresso della Chiesa ortodossa ucraina, ha parlato dell'attacco dei predoni alla chiesa e della persecuzione nella scuola con il tacito consenso della direzione.

Al congresso delle comunità perseguitate della Chiesa ortodossa ucraina, "I fedeli" , che si è svolto presso la Lavra delle Grotte di Kiev il 22 febbraio 2021, Khristina Veluschak, una parrocchiana del villaggio di Zadubrivka, distretto di Zastavna, regione di Chernivtsi, ha parlato ai giornalisti di Inter TV dei tentativi di sequestrare la loro chiesa di san Michele da parte di predoni della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e di come è stata perseguitata a scuola, come riferisce il Centro informazioni della Chiesa ortodossa ucraina sulla sua pagina Facebook.

La ragazza ha detto che l'attacco organizzato della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è avvenuto il giorno in cui è morto il rettore della chiesa della Chiesa ortodossa ucraina, padre Leonid. Ha assistito agli eventi del 4 maggio 2020, quando 40 mercenari hanno picchiato un gruppo di compaesani che difendevano la propria chiesa. "Il giorno in cui è morto il nostro padre Leonid, sono venuti con le smerigliatrici e hanno spaccato le serrature. Ho visto con i miei occhi tutte quelle persone, ho visto come hanno sofferto i nostri compaesani, che stavano proprio accanto alle porte quando stavano attaccando. C'erano 40 mercenari, e loro (i difensori della chiesa, ndc) sono stati picchiati brutalmente. I nostri ragazzi sanguinavano sulle panchine, mentre i membri della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" dicevano: "Non picchiateli, uccideteli!"," ricorda Khristina.

Ha anche detto di essere stata perseguitata per diversi anni a scuola a causa del fatto che è una parrocchiana della Chiesa ortodossa ucraina. Allo stesso tempo, il bullismo è avvenuto con il tacito consenso dell'amministrazione scolastica. "Andavo a scuola e tutte le sedie e i bachi potevano essere macchiati di gesso. Non condividevo il banco con nessuno: nessuno voleva sedersi con me perché appartengo alla Chiesa ortodossa. Piangevo quasi ogni giorno; andavo a dire a mia madre: "Non ce la faccio più", ha detto la parrocchiana della chiesa di san Michele della Chiesa ortodossa ucraina.

Come riportato dall'Unione dei giornalisti ortodossi, il primate ha incontrato Khristina Veluschak, che era stata privata della sua cerimonia di laurea per opera di attivisti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

 
Церковнославянский дважды в месяц

О русском православном приходе в Бухаресте

Храм святителя Николая Табаку

Десять месяцев, проведенные мною в столице Румынии, оставили после себя немало воспоминаний, в большинстве случаев – теплых, трогательных и добрых. Академическая работа и участие в семинарах Новоевропейского колледжа перемежалась досугом, были и прогулки-размышления в парке Чишмиджиу... Впрочем, среди всей этой повседневной обыденности жемчужиной сияли те дни, когда я молился на службах в бухарестских церквях.

Так сложилось, что родными для меня стали три столичных храма. Церковь Успения Богородицы на улице Бургеля я посещал чаще всего – она была совсем рядом с домом, всего в пяти минутах ходьбы. Как правило, в этом храме я молился на воскресных Литургиях. Вечерние службы в Успенской церкви были редкостью (такова практика многих румынских приходов), поэтому в субботу вечером я иногда ходил в церковь святителя Николая на Университетской площади. В этом храме, построенном в начале XX века на деньги Российской империи для русских жителей Бухареста и по сей день именуемом «биcерика Руса» – «Русская церковь», сложилась добрая традиция вечерних служб – долгих и красивых. Но, пожалуй, самыми радостными для меня были те дни, когда я молился и читал Апостол на Литургии в церкви святителя Николая-Табаку, что на проспекте Викторией. В этом храме примерно два раза в месяц (по субботам) можно было услышать церковнославянский язык.

Всё-таки язык богослужений, его благозвучие, доступность и понятность имеют большое значение. Не скрою, службы на румынском красивы, пение величественно, а прошение «Домнэ, милуеште» (Господи, помилуй) будет еще много лет напоминать мне о времени, проведенном на юго-востоке Европы. Но всё же для нас, русскоязычных, церковнославянское пение и чтение какое-то по-особому родное, теплое, свое. И будучи оторванным от славянского богослужения даже на несколько недель, а затем услышав его вновь, ты ощущаешь, что ектеньи, антифоны и чтение Евангелия вызывают внутренний трепет, радостные слезы и особые движения души.

Церковь Николая-Табаку – это единственный канонический храм в Бухаресте, где можно услышать молитвы на церковнославянском. Правда, история служб на славянском здесь совсем короткая: первые богослужения были совершены шесть лет назад, в ноябре 2010 года. Тогда небольшая группа русских верующих под руководством Ольги Харитонцевой обратилась с письмом в Румынскую Патриархию. Верующие писали, что хотели бы молиться в Бухаресте на церковнославянских службах, желательно в «Русской церкви» на Университетской площади: всё-таки храм построен в русском стиле и некоторое время был в подчинении Московской Патриархии. Однако патриарх Даниил решил, что загруженность университетского храма не позволит найти в нем место для новой общины, хотя в целом просьба была принята благосклонно. Поэтому группе русских верующих предложили для богослужений храм святителя Николая-Табаку (Nicolae Tabacu) на проспекте Викторией, 180.

Место было выбрано неслучайно. Храм расположен в центральной части Бухареста, в пешей доступности от Российского посольства. Предполагалось (хотя реальность, увы, оказалась иной), что на службы будут ходить сотрудники Российской дипмиссии – в Бухаресте она многочисленная, и к ней еще можно добавить персонал русской школы, расположенной на территории посольства. Первоначально в храме служили протоиереи Владимир Лапте и Мариан Сава, позже их сменил священник Евгений Роготи. Он и служит на славянском по сегодняшний день.  

Священник Евгений Роготи

Сам батюшка родился в Молдавии, в румынском селе, еще в типичные советские времена – в 1978 году. Но духовное образование получил уже в Румынии. Вначале окончил семинарию в Тульче, затем – богословский факультет Бухарестского университета.

Мой отец желал, по совету своей бабушки, стать священником, хотел поступить в Одесскую семинарию, но ему тогда ответили, что шансов никаких нет, – вспоминает батюшка. – И отец мне сказал, когда я окончил девять классов школы: «Я не стал священником; может быть, ты сможешь». Я действительно этого пожелал и поступил в Тульчинскую семинарию.

В диакона Евгений Роготи был рукоположен в 2008 году, в иерея – в 2014-м. С 2003 года он также работал в Патриархии – вначале в Отделе внешних церковных связей, а с прошлого года трудится в Отделе прессы. Отец Евгений хорошо говорит по-русски – он один из немногих священников Бухареста, который может принять исповедь на русском языке.

По словам батюшки, службы на церковнославянском приживались в церкви святителя Николая-Табаку непросто: румынская община оказалась не готова к языковым новшествам.

Румыны не понимали славянский. Они выступали против его использования, тем более что число русских прихожан было невелико. Настоятель, отец Владимир Влайку, всё разъяснил, после чего возражения прекратились. Сейчас румыны привыкли, что дважды в месяц мы служим Литургию на двух языках – румынском и церковнославянском. Людям особенно нравится, что на эти службы мы приглашаем профессиональный хор, который оплачивает русская община. Ведь на воскресных службах хора у нас нет, поют сами прихожане. Конечно, у них не всегда получается петь так стройно и слаженно, как поет профессиональный хор.

К сожалению, число русских прихожан по-прежнему невелико, и, по словам батюшки, состав русской общины меняется каждые два-три года. В храм приходят сотрудники Посольства России (хотя, увы, посольских совсем мало), а также люди, приехавшие в Бухарест на работу или учебу. Прожив несколько лет в Румынии, они покидают страну, уступив место новоприбывшим. Украинцы после событий 2014 года в церковь святителя Николая-Табаку почти не ходят, хотя причина не совсем понятна, ведь Церковь находится в юрисдикции Румынского Патриархата и ее духовенство никак не связано с Россией. Также крайне редко бывают в храме русские, постоянно живущие в Бухаресте: им проще посещать близлежащие румынские приходы. Эти русские, как правило, знают румынский язык, понимают службы, поэтому им нет нужды ездить на Викторией, особенно если добираться до церкви неудобно и далеко.

К сожалению, финансовой поддержки из России община не получает: деньги на первостепенные нужды собирают среди прихожан, а основную текущую работу ведет Анжелика Зубкова, сотрудница Российского консульства. Деньги нужны для оплаты хора; также бывают небольшие расходы, связанные с приездом священника из Москвы. Как правило, батюшка из России приезжает в Румынию один или два раза в год, за счет ОВЦС. Последний раз – в апреле – в Румынию приезжал протоирей Владимир Александров. Отец Владимир выступил в актовом зале школы при посольстве, исповедовал, служил Литургию в церкви святителя Николая-Табаку и в церкви святителя Григория Паламы при Политехническом университете.

– Я вижу, что люди радуются, когда приезжает священник из Москвы, – говорит отец Евгений. – Для них это большой праздник. Даже на службах в эти дни бывает больше русских прихожан.

Впрочем, для наших прихожан нет особых сложностей и в другие дни: отцу Евгению всегда можно исповедоваться на русском языке, а в городе много православных храмов и монастырей. Румыния – религиозная страна, там в церквях немало молодежи и людей среднего возраста, там принято соблюдать посты и придерживаться нравственных норм христианства. Конечно, русскому человеку, особенно новоприбывшему, не всегда легко вписаться в специфическую среду румыноязычной православной жизни, но со временем эта трудность преодолевается, и человек принимает румынский храм как родной. Безусловно, службы на славянском, пусть и нечастые, поддерживают чувство связи с родиной у многих временных приезжих и даже у постоянных жителей, эмигрантов. Но при регулярной смене прихожан вряд ли можно рассчитывать на реальное укрупнение общины и появление в Бухаресте русского священника. Вероятно, так и будут по субботам в храм святителя Николая-Табаку приходить 20–30 человек, только их лица и имена уже через два-три года станут другими – это будут те, кому волею Божией выпадет временно проживать на гостеприимной румынской земле. 

 
Metropolita Ilarion: La Chiesa serba deve prendere l'iniziativa per risolvere il problema della Chiesa macedone

Il metropolita Ilarion (Alfeev) di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del patriarcato di Mosca, ha recentemente affrontato il problema in corso dello status non canonico della Chiesa ortodossa macedone in un'intervista a "Tvhram" della Chiesa ortodossa serba, sottolineando l'importanza del ruolo della Chiesa serba.

Trovare una soluzione al problema della Chiesa scismatica macedone che è attualmente in cerca di riconoscimento da parte delle Chiese ortodosse canoniche è "inconcepibile senza la Chiesa ortodossa serba", ha affermato il metropolita.

"Siamo convinti che la soluzione della questione della Chiesa macedone debba essere risolta all'interno del quadro canonico, ed è inconcepibile non tener conto, in questo processo, del ruolo guida della Chiesa ortodossa serba, da cui la 'Chiesa macedone' si è separata 50 anni fa", ha detto.

Il 9 novembre, la Chiesa macedone ha inviato una lettera alla Chiesa bulgara, cercando la restaurazione della comunione eucaristica e chiedendo ai bulgari di prendere i macedoni sotto la loro ala come "Chiesa madre" e di rappresentare il loro desiderio di comunione e autocefalia alle altre Chiese ortodosse canoniche.

La questione è complicata dal fatto che la Chiesa macedone si è formata come un corpo separato compiendo uno scisma dalla Chiesa ortodossa serba, di cui era un membro autonomo, nel 1967. Inoltre, l'Arcivescovado ortodosso di Ohrid sotto l'arcivescovo Jovan (Vraniskovski) si è separato dalla chiesa macedone nel 2002 per cercare la riunificazione con la Chiesa serba. L'arcivescovo ha poi sopportato diversi anni di pesanti persecuzioni, inclusa la prigione.

La dichiarazione del metropolita Ilarion riecheggia i sentimenti di entrambe le chiese, serba e greca.

Secondo quanto riferito, sua Santità il patriarca Irinej di Serbia ha espresso il suo sconcerto per la decisione della Chiesa ortodossa bulgara di assecondare la causa per la canonicità e per l'autocefalia della chiesa ortodossa macedone scismatica. Il Santo Sinodo serbo si è anche incontrato il 27 novembre, affermando che "è stato sorpreso dalla decisione del Patriarcato bulgaro" e che "spera che il Sinodo di Sofia aderirà all'ordine canonico, dato che l'arcivescovado di Ohrid, guidato dall'arcivescovo Jovan (Vraniskovski) è la legittima chiesa canonica in Macedonia, e questo è riconosciuto anche dalla Corte europea dei diritti dell'uomo ".

Nell'affrontare la decisione della Chiesa bulgara di assumere il ruolo di "Chiesa Madre" della Chiesa macedone, anche il Santo Sinodo greco ha espresso la sua preoccupazione per il fatto che la Chiesa bulgara interviene in tal modo nella giurisdizione di un'altra Chiesa locale, vale a dire la Chiesa ortodossa serba, da cui la Chiesa macedone si è separata. Secondo la stima della Chiesa greca, ciò costituisce un atto contrario ai santi Canoni e alla Tradizione della Chiesa.

Sua Santità il patriarca Neofit della Chiesa bulgara ha recentemente dichiarato ai giornalisti che esiste un "consenso sulle principali questioni per la futura unità" con la Chiesa ortodossa macedone.

 
Di nuovo la diaspora

La nuova Chiesa ortodossa macedone, a cui è stata concessa l'autocefalia dalla Chiesa madre serba, è stata autorizzata a mantenere la sua diaspora dalla Chiesa serba. Tuttavia in questa domenica di Pentecoste questo diritto le è stato negato dal Patriarcato di Costantinopoli. Qui potrebbe esserci un problema, anche se è vero che Costantinopoli non ammette il diritto di nessuna Chiesa locale alla diaspora.

Anche la nuova Chiesa ortodossa ucraina guidata dal metropolita Onufrij, con forse 15 milioni di fedeli dopo la defezione di tante diocesi alla Chiesa ortodossa russa, ha istituito una diaspora, aprendo in particolare una chiesa in Danimarca, ma a quanto pare anche in altri nove paesi dell'Europa occidentale, tra cui Portogallo e Germania. Sembra che ci sia altro in arrivo.

Qui c'è sicuramente un problema, perché la Chiesa madre di Mosca non ha nemmeno concesso l'autocefalia alla Chiesa del metropolita Onufrij, tanto meno le ha concesso una diaspora. La diaspora ortodossa russa è già divisa in tre giurisdizioni, in ordine di grandezza: chiese del Patriarcato di Mosca, chiese della ROCOR e chiese dell'Arcidiocesi dell'Europa occidentale. E questo non include le chiese ucraine sotto vari gruppi. E ora sembra che arrivi ancora un'altra giurisdizione.

Qualunque sia la simpatia che possiamo avere con qualsiasi gruppo in esilio, proviamo un certo rammarico per la frammentazione della Chiesa ortodossa nella diaspora. Significa che ora ci sono nove giurisdizioni canoniche ortodosse nelle diaspore nell'Europa occidentale, nelle Americhe e in Australia: greca, romena, russa (in più parti), serba, antiochena, bulgara, georgiana, macedone e ucraina.

Il problema di una tale nazionalizzazione della diaspora è che in realtà si tratta di una sua secolarizzazione e politicizzazione. Va contro la multi-nazionalità. Riteniamo che questo sia un errore, poiché l'enfasi sulle identità politiche in ultima analisi significa automaticamente divisione, piuttosto che un incontro sotto l'ombrello locale di una particolare nazione, regione o lingua all'interno della diaspora.

Abbiamo già una situazione negli Stati Uniti in cui il capo di una grande giurisdizione ordina al suo gregge di votare democratico e un'altra giurisdizione non è solo apertamente repubblicana, ma trumpista, e impone queste opinioni puramente politiche ai suoi membri a livello internazionale e li punisce se non sono d'accordo! (Proprio come il vecchio Patriarcato di Mosca sovietico cercava di imporre la lealtà all'Unione Sovietica atea a livello internazionale ai russi ortodossi al di fuori della Russia – e sappiamo come è andata a finire). Poi abbiamo una giurisdizione in Germania che sostiene l'invio di armi all'Ucraina da parte del suo governo.

Abbiamo sempre lottato per unire tutti e il nostro nemico è sempre stata la ristrettezza, sia razziale che politica, perché è sempre laica e sempre divisiva. Ne siamo preoccupati.

 
L’Ortodossia attraverso i miti occidentali (4)

Nel nostro quarto appuntamento con la storiografia medioevale, padre Andrew Phillips ci presenta, nella sezione “Confronti” dei documenti, alcuni brani da The Making of the Middle Ages (la formazione del medioevo) di Sir Richard Southern, un’opera non molto recente (1953). Osserviamo alcuni esempi di differenza di mentalità tra Occidente e Oriente cristiano, che si acuisce in modo irreparabile nel periodo delle crociate; vediamo alcuni dati sul processo di corruzione ecclesiastica del secolo XI; analizziamo i particolari del sorgere di una nuova spiritualità che si sviluppa in deviazioni iconografiche, nella letteratura spirituale e popolare, in forme di pietà e in un progressivo indurimento dottrinale contro il sorgere di eresie locali.

 
In Ucraina occidentale l’Olocausto è stato cancellato dalla storia

In una notte di fine estate a Leopoli, abbiamo il nostro primo incontro con la società civile ucraina: una dimostrazione di ciclisti. Le parole "massa critica" sono scritte sulle loro bandiere, e sono in lotta per avere più spazio sulle strade. Proprio come in Germania.

Ma qualcosa è diverso dalla Germania: Il leader della manifestazione grida "Slava Ukraini!" (Gloria all'Ucraina), e la folla gli grida indietro "Heroiam Slava!" (Gloria agli eroi)

Poi arriva il successivo canto organizzato e la relativa risposta:

"Gloria alla Nazione – Morte ai nemici".

Il fattore di coinvolgimento nella partecipazione è moltiplicato mentre i passanti gridano il canto, suscitando l'attesa risposta tra i manifestanti.

Il problema è che queste sono le parole d'ordine dell'organizzazione fascista dei nazionalisti ucraini (OUN) e della loro ala militare fondata nel 1942, l'Esercito insurrezionale ucraino (o UPA secondo la denominazione ucraina).

Tale organizzazione, che ha "quasi" combattuto i sovietici, raramente ha combattuto contro i tedeschi, ma si è distinta nella storia uccidendo (almeno) alcune decine di migliaia di polacchi ed ebrei.

Oggi, almeno il primo slogan (quello dell'UPA) è un saluto comune degli stessi patrioti ucraini che ritengono di essere "pro-europei".

Da quando l'Ucraina è divenuta indipendente nel 1991, la politica della storia è stata la sua arena politica. Molti leader anti-russi e dichiaratamente filo-occidentali vogliono riabilitare le forze fasciste del periodo tra le due guerre, che furono aiutanti e di fatto agenti della soluzione finale di Hitler durante l'Olocausto.

Da quando le bandiere dell'OUN e del loro capo Stepan Bandera sono state collocate in prima fila nelle prime proteste del 2014 in piazza Maidan, con ben poco disappunto degli stranieri, il loro uso è stato ampiamente accettato nella società.

Fino a che punto arriva la portata di queste azioni, e che tipo di effetti ha sul ricordo dell'Olocausto?

donazioni per il battaglione Azov

Leopoli (in ucraino Lviv, in russo e polacco Lvov, Lemberg nei tempi dell'Impero asburgico) è stata la roccaforte del nazionalismo ucraino (occidentale) fin dalla fine del XIX secolo.

Qui il partito d'estrema destra Svoboda ("Libertà") ha raccolto il trenta e più per cento alle elezioni. Le strade hanno nomi come "Eroi dell'UPA" o i nomi dei leader nazionalisti.

Sui mercati è possibile acquistare tazze, t-shirt e sciarpe con le immagini di Bandera e dei suoi compagni. Vi si trova anche il ritratto di Vladimir Putin: su un rotolo di carta igienica o uno zerbino.

Il viale Stepan Bandera collega il monumento gigante del leader dell'OUN (ironicamente, proprio come i monumenti Lenin in epoca sovietica), con il "Monumento alle vittime dei crimini comunisti."

Nelle vicinanze in un'ex prigione, c'è il "Museo delle vittime dei regimi d'occupazione." L'NKVD (agenzia di sicurezza sovietica) nel giugno 1941 ha ucciso diverse migliaia di prigionieri, quindi senza dubbio c'è una ragione per la commemorazione.

Ma dimenticano che i nazisti e i loro collaboratori locali, tra cui alcuni degli stessi "eroi" dell'OUN/UPA hanno gettato gli ebrei in prigione, accusandoli di essere i responsabili degli omicidi e uccidendone circa quattromila un pogrom – questo fatto qui non è menzionato. Questo luogo racconta la gloria e lo spirito di sacrificio dei soli ucraini.

Succede stesso nel cosiddetto "Museo per la Lotta di Liberazione Nazionale", aperto due anni fa in una cerimonia a cui hanno partecipato veterani dell'UPA.

Qui i combattenti senza successo per l'indipendenza degli anni dopo il 1917 sono rappresentati in ordine cronologico, nella stessa posizione dei miliziani dell'OUN, dell'UPA e anche della Waffen SS Division Galizia, tutti come presunti rappresentanti di una continua "lotta per la libertà."

Vediamo la stessa logica al cimitero Litshakivskij, dove i soldati morti negli scontri in corso nell'Ucraina orientale sono fianco a fianco con i combattenti dell'UPA e di fianco a un obelisco in onore della Waffen-SS.

Vi è anche un monumento a Roman Shukhevich qui. Quest'uomo era il comandante del battaglione "Usignolo" della Wehrmacht, e più tardi divenne capo dell'UPA.

Non c'è una sola cosa che ricorda l'Olocausto a Lviv, una città dove quasi un terzo della popolazione era ebraica quando l'esercito tedesco la occupò. La comunità ebraica ha istituito un monumento all'ingresso del ghetto, ma non c'è nulla di "ufficiale".

L'organizzazione ebraica per il benessere sociale e l'istruzione "Hesed Arieh" sei anni fa ha introdotto per uso didattico una lezione di scuola sulla cultura ebraica e sull'Olocausto.

Vi era incluso un film che mostrava, in alcune immagini di solo pochi secondi, come gli ucraini avevano celebrato l'invasione dei tedeschi nel 1941. I politici di Svoboda hanno protestato, il procuratore generale ha aperto un'indagine per presunte "attività anti-ucraine", e Hesed-Arieh ha dovuto comparire davanti a una commissione locale.

"Date le circostanze, non ci hanno permesso di continuare il nostro lavoro nelle scuole", riferisce Irina Belous di Hesed-Arieh.

Una delle persone che vogliono sostenere la memoria dell'Olocausto a Lviv è il produttore cinematografico Taras Tsholyi. Ha un approccio molto specifico.

Ha avuto l'idea di erigere un "Territorio del terrore" sul campo dell'ex ghetto, dove dopo il 1945 i sovietici costruirono una prigione dell'NKVD, e qui il punto è introdurre la teoria della "equivalenza di tutti i totalitarismi" e della politica rossa = bruna!

Dovrebbe essere "il più interattivo possibile," afferma Tsholyi, e includere un remake di recinzioni di filo spinato, caserme e torrette di guardia. "Alcuni lo chiamano Disneyland," ammette Tsholyi, che è sicuro che questo tipo di installazione sarà molto più interessante per i giovani rispetto ai musei della vecchia scuola.

Quando arriviamo nell'ufficio di Tsholyi, restiamo per alcuni secondi senza fiato: il trentenne o giù di lì sta mettendo un vecchio fucile nel bagagliaio della sua auto. Dopo l'intervista andrà nelle foreste, per un addestramento militare privato con alcuni dei suoi amici.

Si stanno preparando per la coscrizione, e nessuno si fida della formazione ufficiale dell'esercito. Tsholyi ha preso il fucile da uno zio – è una carabina originale della Wehrmacht prodotta negli anni '40.

Per non essere da meno, Thsolyi indossa una t-shirt con la bandiera della "Sich carpatica", un ramo dell'OUN che aveva combattuto nel 1938 per l'indipendenza dell'Ucraina carpatica.

Tsholyi vuole, senza dubbio, onorare l'OUN e l'UPA, e la sua pagina Facebook mostra un grande striscione dell'UPA. Tuttavia abbiamo la netta impressione che sia assolutamente interessato a commemorare, tra l'altro, anche l'Olocausto.

"C'erano persone che sapevano dove gli ebrei nascondevano il loro oro, e li consegnarono ai tedeschi", dice.

E ammette, comunque, che ci sono stati "errori" dell'UPA, dal momento che alcuni dei loro comandanti hanno aggredito villaggi polacchi nella regione, aggiungendo quindi l'onnipresente segno di uguaglianza: "Proprio come i comandanti polacchi hanno aggredito villaggi ucraini".

A parte questo, le sue idee sono spaventose. Tsholyi dice:

"Naturalmente la parte più grande del complesso memoriale sarà dedicata alle vittime del regime sovietico, perché questo è durato più a lungo ed è stato probabilmente il più terribile."

Sta citando sua nonna, che ha sempre dichiarato:

"I tedeschi sono stati terribili, ma non c'è stato nessuno più terribile di russi."

Incolpare l'UPA per avere assassinato ebrei è, secondo Tsholyi, "illogico" perché l'UPA ha chiesto l'assistenza degli Stati Uniti, e "gli Stati Uniti sono dominati dal capitale ebraico, così ditemi perché avrebbero dovuto commettere crimini contro gli ebrei. "

Il consiglio comunale di Leopoli ha fatto di Thsolyi un "regista", ma in realtà, questo è un titolo onorifico, perché non rende più di pochi spiccioli, come riferisce. I costi di costruzione sono finanziati da sponsor privati, e attualmente il progetto rimane in forse.

Il divario nel ricordo dell'Olocausto in Ucraina è evidente anche a Babi Yar, a pochi chilometri dal centro di Kiev, il 29 e 30 settembre 1941dove nazisti e poliziotti ucraini hanno fucilato 33.771 abitanti ebrei, accuratamente contati dalle SS.

Negli anni '60, è stato eretto un monumento ai "pacifici cittadini sovietici" assassinati, ignorando la loro origine ebraica. È stato solo dopo l'indipendenza che la comunità ebraica ha eretto un proprio monumento.

Diversi governi ucraini di diverso orientamento politico hanno annunciato che avrebbero istituito un museo dell'Olocausto, ma i progetti si sono conclusi con la semplice posa di prime pietre.

Al contrario, i progetti per un memoriale del Holodomor sono stati compiuti, quando tale memoriale è stato istituito nel 2008 sulle colline del Dnepr. È dedicato alle vittime delle carestie nell'Ucraina sovietica, in particolare ai tre o quattro milioni di vittime del 1932 e del 1933.

Gli storici concordano soprattutto sulla corresponsabilità dei leader sovietici, che peggiorarono artificialmente la carestia.

Ma il memoriale interpreta la carestia in una mostra molto suggestiva e manipolativa come un genocidio intenzionale da parte dei russi e dei bolscevichi contro il popolo ucraino.

Il fatto che persone di altra origine – russi, ebrei, tedeschi, rom – sono morte anche loro di fame non è menzionato qui. Uno storico del memoriale ne descrive lo scopo:

"Qui le diverse culture delle parti occidentale, centrale e orientale dell'Ucraina sono unificate dalla conoscenza della tragedia che è accaduta agli ucraini".

Pertanto, si tratta di creare una "identità nazionale" sulla base di una sofferenza ucraina puramente etnica.

Boris Zabarko ha 79 anni, è uno storico ebreo sopravvissuto all'Olocausto nel ghetto di un piccolo shtetl nella zona occupata romena.

Oggi è presidente dell'associazione degli ex prigionieri dei ghetti e dei campi di concentramento nazisti. Dice:

"Dopo la rivoluzione arancione il Holodomor è diventato il centro di ricerca scientifica. L'Olocausto è stato considerato come una questione ebraica marginale.

L' Istituto ucraino della memoria nazionale, istituito dall'ex presidente Viktor Yushchenko, ha elogiato i combattenti dell'UPA, i leader dell'OUN, i collaborazionisti, e quindi anche quelli che hanno partecipato ad azioni anti-ebraiche in Ucraina occidentale.

So fin troppo bene quale ruolo hanno giocato Bandera e i suoi uomini, che erano parte attiva nella soluzione finale della questione ebraica".

Parlare dell'Olocausto significherebbe parlare anche del collaborazionismo. "Ma qui tra noi questo tema piuttosto dev'essere nascosto".

Uno dei campioni degli eventi di Maidan è Volodymyr Viatrovych. Potrebbe essere il più importante mistificatore dell'OUN in tutta l'Ucraina.

Dopo la rivoluzione arancione ha diretto l'Istituto della memoria nazionale di cui parla Zabarko, l'unico progetto storico finanziato dallo Stato (e di cui la commemorazione del Holodomor è il risultato principale).

Sotto Yanukovich è stato degradato a semplice impiegato, ma dall'aprile di quest'anno Viatrovych è tornato di nuovo al vertice dell'istituto, è ha sotto il suo controllo una parte dei documenti storici dell'OUN e dell'UPA.

Nell'intervista ha ripetuto più volte che tutti gli aspetti e i rapporti negativi sull'OUN hanno origine dalla propaganda sovietica.

Gli ho chiesto, com'è che molti storici occidentali, proprio negli ultimi anni, hanno prodotto numerose pubblicazioni sul carattere fascista e sui crimini dell'OUN, circa l'omicidio di massa di polacchi e di altri? Dice Viatrovych:

"Questi storici sono influenzati dalle presentazioni sovietiche".

I seguaci di Bandera sono stati "i primi a combattere illegalmente contro la Germania nazista," ci assicura Viatrovych, sottolineando nello stesso respiro che qualsiasi collaborazione con i nazisti è stata solo di natura pratica, non ideologica.

Oggi i nazionalisti di Bandera sono "un esempio per molti ucraini, un esempio della lotta sacrificale e senza compromessi per uno stato indipendente".

Viatrovych indica una presunta conseguenza della propaganda russa che sta accusando il movimento di Maidan nel suo insieme come un fenomeno fascista di "banderovtsy".

"Sì, noi siamo banderovtsy, anche noi lottiamo per l'indipendenza dell'Ucraina."

Viatrovych viene da Leopoli. Lì, lo storico Jaroslav Hrytsak, docente presso l'Università Cattolica, non ha di lui una grande considerazione: egli crede che il suo collega si collochi nella tradizione degli esuli ucraini, "che hanno contaminato la ricerca storica e la memoria", prosegue Hrytsak:

"Viatrovych sta giocando con i documenti" al fine di rafforzare il mito Bandera, "e questo lo considero come un tradimento della sua formazione professionale."

Bandera, dice Hrytsak, è popolare perché la gente non considera il sostanziale divario tra l'immagine idealizzata del loro combattente per la libertà anti-russo e i fatti storici:

"Di sicuro Bandera era anti-russo, ma, anche di sicuro, non era un avversario di uno stato autoritario".

Hrytsak chiama l'ala banderista dell'OUN xenofoba e anti-europea. Se Bandera sapesse che la gente lo sta collegando con i valori pro-europei e liberali, "si rivolterebbe nella tomba."

Dieci anni fa Hrytsak ha pubblicato un articolo che critica l'OUN, come "invito per una discussione". Vi ha parlato degli omicidi di massa dei polacchi e dell'antisemitismo della UPA.

Questo invito non è stato accettato, ma ha allarmato Svoboda:

"Molti dei loro leader mi hanno minacciato pubblicamente e hanno promesso di trovarmi una bella cella di prigione quando sarebbero arrivati al potere".

Cosa succederà dopo? Anche se la maggior parte degli (auto-)dichiarati "banderovtsy" non hanno alcuna coscienza dei crimini di Bandera e dei suoi seguaci (e presumibilmente non ne vogliono sapere nulla), rimane il fatto storico che costui era il comandante di un'organizzazione criminale fascista.

E anche se la propaganda russa esagera molte cose, di certo non ha inventato i crimini di spirito nazista dell'OUN.

Ma con l'eccezione di pochi attivisti ebrei nessuno sembra disposto a parlarne. I pochi attivisti progressisti e di sinistra stanno seguendo altre questioni, non si preoccupano di Bandera.

Anche gli storici critici non vogliono discutere pubblicamente dell'OUN e di Bandera. Georgij Kasianov, che lavorando presso l'Accademia delle Scienze di Kiev e in passato era un critico dalla lingua molto tagliente della politica storica fatta dal governo, sostiene che è meglio evitare discussioni su temi storici:

"Se gli ucraini occidentali vogliono stabilire un culto di Bandera e vogliono parlare di eroi dell'Esercito Insurrezionale Ucraino, dovrebbero farlo liberamente, e dovrebbero farlo a casa loro, non dovrebbero andare a Donetsk a imporre i loro valori di memoria storica; lo stesso vale per l'est dell'Ucraina".

Kasianov si conclude con un sottotesto ironico, raccomandando una sorta di "coesistenza pacifica" di Bandera e Lenin.

Analogamente Hrytsak sostiene un "patto dell'amnesia", forse come in Spagna dopo la morte del dittatore Franco nel 1975.

"A mio parere l'Ucraina non è pronta per dibattito storico," dice, sarebbe perfino "suicida" per il Paese "se volessimo discutere Bandera. Voi tedeschi questo non lo capirete", aggiunge.

In realtà, in politica una tale tregua della memoria non esiste. Anche se il presidente Poroshenko ha chiamato sia i veterani dell'Armata Rossa sovietica sia quelli dell'UPA più volte, "difensori dell'Ucraina" da allora ha stabilito il 14 ottobre come festa nazionale. Questo è il giorno celebrato dai nazionalisti come il giorno della fondazione dell'UPA.

Mentre i (potenziali) critici di Bandera hanno cessato di criticarlo, i suoi seguaci non pensano nemmeno di rimanere in silenzio.

Dove mai arrivano, dopo aver tirato giù le statue di Lenin istituiscono marce di Bandera, e le loro interpretazioni sono sostenute, con l'assistenza dell'Istituto della memoria nazionale di Viatrovych, dalle più alte autorità dello Stato.

I cittadini ebrei e polacchi del paese devono continuare a vedere come i deliberati assassini – e solo su base etnica – di persone della loro etnia, vengono trasformati in eroi nazionali.

 
I filosofi greci che prefigurano Cristo

Gesù Cristo: “Questi è il Re della gloria”, insieme a san Paolo Apostolo e san Giustino Martire e Filosofo

Come sottolineato da numerosi Padri della Chiesa, Cristo era l’atteso di tutte le nazioni, e come tale, molti degli scritti di culture disperse in tutto il mondo raccontano e indicano il grande Redentore del mondo intero che doveva venire: Gesù Cristo.

Molti dei filosofi dell’antica Grecia sembrano indicare Cristo nei loro scritti, e quindi molti greci furono pronti, in un certo senso, ad accettare gli insegnamenti degli apostoli di Cristo. L’immagine qui sopra fa parte di una serie di icone del monastero della Grande Meteora che raffigurano san Paolo e san Giustino il Filosofo che conducono i greci a Cristo mentre citano la filosofia greca. Su entrambi i lati sono raffigurati molti filosofi greci antichi e citazioni dai loro scritti che sembrano indicare Cristo. (Vale la pena notare che hanno messo un piccolo recinto attorno a queste icone, molto probabilmente per fare in modo che non siano venerate come icone di santi).

Queste sono icone dipinte in un periodo recente, ma non sono affatto al di fuori dalla tradizione. La “Ermeneutica” o Manuale del pittore del monaco Dionisio di Furnà menziona i nomi, le descrizioni e le citazioni di tali filosofi. Anche i monasteri della Grande Lavra e di Vatopedi sul Monte Athos (per non fare che due esempi) hanno raffigurazioni di tali filosofi.

Possiamo vedere chiaramente come Dio opera per condurre tutte le nazioni alla Verità. Sebbene i loro esempi impallidiscano rispetto all’amore, alla grazia e al sacrificio di Cristo e dei suoi santi, questi filosofi ci aiutano a comprendere la condizione umana e come il nostro desiderio può essere saziato solo da Cristo.

Le seguenti citazioni greche dei filosofi raffigurati sono tratte dal blog Enaskitis, insieme a traduzioni amatoriali. Se avete suggerimenti per traduzioni migliori, o potete fornire una traduzione documentata o una citazione dagli scritti originali dei filosofi, condividetela.

La Sibilla di Eritre e i filosofi greci Solone, Pitagora e Socrate

 “Η Έλληνίς Σίβυλλα η φιλόσοφος”: “Ήξει ουρανόθεν βασιλεύς αιώνων ο μέλλων κρίναι πάσαν σάρκα και κόσμον άπαντα”.

La Sibilla greca, filosofa: “È venuto dal cielo il re eterno, che giudicherà ogni carne e il mondo intero”.

“Ο Έλλην Σόλων ο σοφός και νομοθέτης”: “Ήν δ’ αυτός τώι αυτοπάτορι απάτωρ τρισόλβιος ός [sic: ως] τι φως τριλαμπές ο δε παθών Θεός εστι και ου θεότης πάθεν όστις φως γαρ, βροτόσωμος αυτός Θεός ήδη και ανήρ πάντως φέρων εν θνητοίς”.

Il greco Solone, sapiente e legislatore: “Essendo egli stesso il padre senza padre, tre volte lodato e tre volte radioso come la luce, è Dio che soffre e non la divinità che soffre, che quindi è luce, questo corpo mortale è Dio, e porta sempre l’uomo tra i mortali”.

“Ο Έλλην Πυθαγόρας ο φιλόσοφος και μαθηματικός”: “Ο Θεός εστιν νους και λόγος και πνεύμα και λόγος [bis] σαρκωθείς εκ Πατρός”.

Il greco Pitagora, filosofo e matematico: “Dio è nous e parola e spirito e parola incarnata dal Padre”.

“O Έλλην Σωκράτης ο φιλόσοφος”: “Και το όνομα αυτού αυξηθήσεται και τιμηθήσεται υπό πάντων εφ’ όλην την οικουμένην”.

Il greco Socrate, filosofo: “E il suo nome sarà accresciuto e onorato da tutto il mondo”.

Omero, Tucidide, Aristotele, Platone e Plutarco

“Ο Έλλην Απολλώνιος ο φιλόσοφος”: “Ένα Θεόν ύψιστον εν τρισίν λέγω, ός ουρανόν έρξεν άμα και χθόνα, Θεός ήν μεν αεί και εστίν και έσται ούτε αρξάμενος, ούτε παυσόμενος”.

Il greco Apollonio, filosofo: “Parlo di un Dio esaltato in tre, che ha creato il cielo e la terra, Dio è sempre stato ed è e sarà, né cambia, né cessa”.

“Ο Έλλην Όμηρος ο ποιητής”: “Ήξει προς ημάς οψέ γης άναξ απλούς και σάρκα φανείται δίχα τινός σφάλματος”.

Il greco Omero, poeta: “Egli venne verso di noi, più tardi sulla terra, semplice all’inizio, e appare nella carne senza alcun errore”.

“Ο Έλλην Θουκυδίδης ο ιστορικός”: “Ου Θεός έτερος ουκ άγγελος ου δαίμων ου σοφία ουκ ουσία αλλ’ ή μόνος Κύριός εστι δημιουργός τού παντός τών απάντων παντέλειος Λόγος”

Il greco Tucidide, storico: “Non un altro Dio, né angelo, né demone, né saggezza, né qualsiasi altra cosa in essenza, ma solo il Signore è il creatore di tutto, il Verbo in tutto perfetto di tutte le cose”.

“Ο Έλλην Αριστοτέλης ο φιλόσοφος”: “Οψέποτέ τις επί την πολυσχεδή ταύτην ελάσειεν επί [bis] γην δίχα σφάλματος γενήσεται σαρξ ακάματος φύσει Θεός γέννησις εξ αυτού γαρ ο αυτός ουσιούται Λόγος”.

Il greco Aristotele, filosofo: “Mai prima d’ora tra i tanti sulla terra se ne è visto uno senza errore, nascerà carne dalla natura incessante di Dio, e da lui è nata la Parola essenziale”.

“Ο Έλλην Πλάτων ο φιλόσοφος”: “Εκ μητρονύμφου παναμώμου παρθένου μέλλει σπαρήναι του Θεού μόνος γόνος. Άσαρκον, σαρκικόν και γεννητόν εν γήι τέτοκεν τον ουρανού και γης ποιητήν”.

Il greco Platone, filosofo: “Dalla purissima vergine madre-sposa nascerà l’unico figlio di Dio. L’incarnato si fa carne e nasce sulla terra, colui che è il creatore del cielo e della terra”.

“Ο Έλλην Πλούταρχος, ο πατήρ της ιστορίας”: “Καταγγέλλω εν τρισίν ένα μόνον υψιμέδοντα Θεόν, ού λόγος άφθιτος εν αδαεί κόρηι έγκυμος έσεται [sic]. Ούτος γαρ ως τόξον πυρφόρον ίσος διαδραμείται και κόσμον άπαντα ζωγρήσει και τώι Πατρί προσάξει δώρον”.

Il greco Plutarco, padre delle storie: “Io proclamo in tre un unico Dio sovrano esaltato, la parola infinita all’interno di una ragazza incinta innocente. Poiché come un arco che porta fuoco egli si estende e dà vita a tutto il offerto in dono al Padre “.

San Giustino martire e filosofo, insieme al poeta Omero

Per le preghiere dei nostri santi Padri, Signore Gesù Cristo Dio nostro, abbi misericordia di noi e salvaci! Amen!

 
Un cammino verso l’Ortodossia

Gloria a Dio! Mi è stato chiesto di raccontare come è nata nel mio cuore la decisione di diventare ortodosso e con gioia rispondo a questa domanda.

La mia risposta è che il cammino che mi ha portato ad essere accolto nella Chiesa ortodossa del Patriarcato di Mosca è una grazia dello Spirito Santo e cercherò in poche righe di raccontarvi come la Santa Trinità mi ha condotto fino a questa scelta.

Nella mia vita ho avuto una serie di momenti difficili che sono sempre stati compensati da grazie, una di queste è stata il fatto di avere sempre al mio fianco (anche nel Cattolicesimo) dei buoni padri spirituali; oltre a questo ho avuto anche la possibilità nel lontano 2004 di fare un viaggio nella Repubblica di Moldova e di potermi fermare ospite un mese presso i villaggi del sud a casa di un sacerdote ortodosso, dentro di me questo viaggio ha lasciato immagini ed emozioni che senza che me ne rendessi conto mi hanno sempre accompagnato, ma torniamo al cammino fatto con il mio padre spirituale.

Intanto mi presento, mi chiamo Stefano ho 39 anni, sono sposato da dieci anni (nel rito latino) e abbiamo una bambina di quasi 6 anni; il nostro cammino di famiglia è sempre stato di fede abbastanza intenso e senza dubbio di ricerca. Dopo un paio di anni di matrimonio una notte ho percepito chiaramente nel mio cuore che Dio mi stava chiamando a una vita contemplativa e questo mi ha preoccupato: "Signore come posso dedicarmi solo a te, sono sposato!",  ma dopo un paio di giorni mia moglie si è avvicinata e senza che io le avessi raccontato nulla del desiderio che era nato nel mio cuore e mi ha detto: "Stefano, dobbiamo tornare con più forza a fare una vita di preghiera!" Allora ho capito che ciò che avevo sentito veniva proprio da Dio.

Ma come farlo? In che direzione andare?! Abbiamo deciso subito di metterci nella mani un padre spirituale e Dio ci ha fatto incontrare un eremita che ci ha accolti come suoi figli. Questo giovane eremita è discepolo dello schimonaco padre Gabriel Bunge; entrambi dopo aver ascoltato quello che il Signore aveva messo nei nostri cuori ci hanno consigliato di visitare dei monasteri latini (dato che tutti noi allora eravamo cattolici) e di verificare se qualcuno di questi ci dava la possibilità di fermarci a vivere alla loro ombra per poter, da famiglia, partecipare alle liturgie e abbeverarci alla loro tradizione. Abbiamo visitato diversi monasteri in Italia, forse una quindicina, siamo stati sempre bene accolti, in ognuno abbiamo trovato del bello e anche qualche nota stonata di disordine, ma quando ci trovavamo a confrontarci con il superiore del monastero sulla nostra ricerca quasi tutti rispondevano allo stesso modo: "Quello che state ricercando, una vita tutta donata a Dio, non è per le famiglie ma per noi monaci..."; oltre a questo, in maniera più o meno velata, facevano capire la loro preoccupazione ad avere vicino una famiglia che potesse "disturbare" il loro ritmo di vita. Quello che ci consolava dopo le tante porte in faccia che prendevamo era che questa ricerca non era nostra, ma Dio stesso ci aveva messo nel cuore tutto questo!

Nel frattempo dai nostri anziani venivamo guidati e istruiti alla vita spirituale attraverso gli scritti della Chiesa antica (prima dello scisma del 1054) e dalla vita dei grandi santi che la tradizione spirituale dell'Oriente continuava ad offrire nella Chiesa ortodossa (san Serafino, san Silvano, i Padri del Deserto, ecc.); dopo aver letto un testo su come pregare di padre Gabriel intitolato "Vasi di argilla" ho capito che la mia conoscenza dell'Oriente non poteva restare solo sulle pagine di un libro e nella mia testa ma dovevo partecipare alla Divina Liturgia per poter comprendere ciò che avevano vissuto tanti santi. Così, dopo aver chiesto la benedizione al mio padre spirituale, ho iniziato a frequentare la Chiesa ortodossa del Patriarcato di Mosca a Lecco durante le grandi Veglie della notte di Natale e di Pasqua.

Ricordo che la prima volta che mi sono recato alla Divina Liturgia sono rimasto meravigliato, nella Liturgia trovavo che emergessero con forza entrambe le nature di Cristo quella umana (ben rappresentata anche nel rito latino) e quella divina (decisamente meno presente nel rito latino), la percezione delle potenze angeliche, i santi sull'iconostasi, e poi le tante persone che vivevano e manifestavano la fede proprio nel modo in cui io avrei voluto fare nel cattolicesimo, proprio quel modo che molti monaci dicevano non essere adatto per una famiglia, e invece davanti ai miei occhi lo vedevo vissuto da nonne, mamme, papà e bambini; per la prima volta mi sono sentito non fuori posto, come papà e marito che finalmente poteva vivere il suo essere cristiano.

Tutto ciò mi aiutava nel mio cammino di fede, ma allora non avevo nessuna intenzione di convertirmi all'Ortodossia, così continuammo come famiglia a cercare un luogo dove abbeverarci.

Dopo alcuni anni il mio padre spirituale ci consigliò di smettere con la ricerca: i monasteri e le situazioni che avevamo provato non avevano portato a nessun risultato; con delusione ed obbedienza dissi: "io non cercherò più ma tu mi devi dire oggi dove possiamo recarci qui dove siamo..." purtroppo sapeva che nel Cattolicesimo non c'era un luogo capace di accogliere ciò che lo Spirito Santo aveva messo in noi; così chiesi la sua benedizione per poter frequentare con più assiduità la Chiesa ortodossa.

Padre Vitaly il batjushka e Anna la matushka mi hanno accolto da subito benevolmente, proprio come un figlio, pur avendo io dichiarato da subito il mio desiderio di restare cattolico; frequentavo diverse Liturgie, la comunità dei fratelli era squisita con me per vicinanza, affetto ed esempio nella fede.

Dopo qualche tempo in un incontro con il mio padre spirituale questo mi dice: "ho detto a padre Gabriel che vuoi diventare ortodosso"; e io: "Padre ma cosa dice, non ho mai pensato a una cosa simile", ma il sorriso fattomi mi fece comprendere che stava leggendo nel mio cuore ciò che era ancora a me nascosto. Infatti dopo qualche mese ho sentito che la mia Chiesa era diventata quella ortodossa e ho deciso di recarmi da padre Gabriel per farmi consigliare e ricevere la sua benedizione su da farsi.

Così è iniziato il mio periodo di preparazione, mio e di tutta la mia famiglia, dato che i miei padri spirituali hanno aspettato che questa scelta fosse un po' più comprensibile per mia moglie la quale nel tempo è arrivata a dare il suo assenso anche se a denti stretti, la mia bambina invece pur restando cattolica è oggi perfettamente inserita nel rito bizantino.

Il giorno 26 aprile 2016, lunedì della settimana santa, all'eremo della Santa Croce in Svizzera sono stato accolto nell'Ortodossia dallo schimonaco padre Gabriel Bunge con la presenza e la vicinanza dei miei famigliari e di padre Vitaly oltre ai fratelli della mia Chiesa; così nella notte di Pasqua mi sono potuto finalmente comunicare al Corpo e al Sangue di Cristo all'interno della Chiesa che sento essere l'unica vera via e nella quale è depositata la Verità tutta intera.

Oggi cerco di camminare, il Signore mi ha tolto ogni certezza e come un bambino muovo i miei primi passi nella fede, con la gioia di avere una comunità di fratelli e sorelle che mi accompagnano con il loro esempio e dei santi padri che mi guidano sulla via della fede.

Vi prego di pregare per me, affinché il Signore mi dia la forza di portare a termine ciò che ha iniziato in me.

Vostro fratello

Stefano

 
Tendenze nella Chiesa ortodossa russa di oggi

Introduzione

Dopo la rivoluzione dell'ultima generazione, la generazione dopo la fine della guerra fredda, qual è la situazione delle due parti della Chiesa ortodossa russa di oggi, del Patriarcato russo e della Chiesa fuori della Russia (ROCOR)? Una volta erano amaramente divise. E adesso?

A. Il Patriarcato russo del passato

1. Attitudini verso il mondo esteriore

Nei cattivi vecchi tempi, alcuni eminenti vescovi del Patriarcato erano costretti a sedersi di fronte a telecamere e a dire bugie palesi, per esempio, che non c'erano persecuzioni della Chiesa in Russia. Perché? Semplicemente perché se non facevano così, i loro sacerdoti e parrocchie ne avrebbero sofferto. Come ostaggi, hanno preso su se stessi il peccato politico della menzogna. Personalmente, tali palesi menzogne ​​non mi hanno mai infastidito. Sapevo perché lo stavano facendo. Francamente, pensavo che il peccato fosse più sulla coscienza di chi faceva domande così compromettenti. Tuttavia, qualcos'altro mi infastidiva.

2. Attitudini verso il mondo interiore

Ciò che mi infastidiva era l'ipocrisia. C'erano alcuni vescovi e altri nel patriarcato paralizzato che erano completamente corrotti, sia sessualmente che finanziariamente. E quella corruzione faceva marcire tutta la vita della Chiesa. Quella gente non era cristiana. Come loro vittima a quel tempo, so di cosa sto parlando.

B. La ROCOR del passato

1. Attitudini verso il mondo esteriore

Nei cattivi vecchi tempi, la ROCOR negli USA a volte prendeva soldi dalla CIA. Questo mi infastidiva. A quel tempo, alcuni membri della ROCOR lavoravano per diverse agenzie di spionaggio occidentali anti-sovietiche (di fatto, anti-russe). Queste persone oggi hanno lasciato quasi tutte la Chiesa o sono morte di vecchiaia. Oggi, per esempio, conosco persone che hanno aderito all'Esarcato di Parigi perché non avevano il permesso di unirsi ad alcuuna parte della Chiesa russa mentre lavoravano come spie per il GCHQ o per agenzie di spionaggio a Parigi. Per loro la lealtà verso l'establishment occidentale viene per prima, Cristo per secondo. Questo è chiaramente sbagliato.

2. Attitudini verso il mondo interiore

Anche l'ipocrisia nella vecchia ROCOR mi infastidiva. Alcuni pensavano che fintanto che si era anticomunisti, tutto andava bene: si poteva essere anti-missionario e razzista quanto si voleva, così come praticare l'aborto. Potrei citare dei nomi. Fortunatamente, un fariseismo così oltraggioso era prerogativa di una minoranza.

C. Il Patriarcato russo di oggi

1. Attitudini verso il mondo esteriore

Oggi il Patriarcato è una Chiesa di 150 milioni di convertiti, e ai margini vi si possono trovare varie deformazioni da neofiti. Per esempio, vi possiamo trovare attitudini secolarizzanti, filo-sovietiche, l'arroganza e il razzismo della vecchia mentalità del "carro armato sovietico" che vuole semplicemente entrare a prendere il controllo di tutto. Questo tipo di imperialismo, con un'ammirazione indiscriminata per lo Stato attuale, non presta attenzione alle questioni pastorali e alla costruzione della vita parrocchiale, ha poca comprensione delle famiglie e dei bambini. È ritualista, carrierista e orientato al denaro: i suoi rappresentanti non hanno mai sofferto.

Tuttavia, possiamo anche trovare attitudini filo-occidentali (ecumeniste, liberali, "diplomatiche") tra quelli di origine borghese, che diffamano il passato sovietico, ignorando la sua preservazione positiva dei valori culturali pre-rivoluzionari, detestano il presidente Putin e adorano il primo ministro atlantista Medvedev.

2. Attitudini verso il mondo interiore

Possiamo trovare un movimento conservatore e pietista. La pietà è cosa buona, ma il pietismo generalmente significa ritualismo, sentimentalismo, zelo senza comprensione, parole senza significato. Quante chiese abbiamo visitato dove le funzioni sono lette e cantate in modo tale da non poter comprendere una sola parola. Questo è ciò che allontana gli uomini, il che significa che le funzioni sono frequentate dall'80% al 90% da donne. Questo potrebbe essere stato normale nei tempi anormali sovietici, quando gli uomini avrebbero perso il lavoro se frequentavano la chiesa, ma oggi è anormale. È in corso un'enorme opera di catechismo. C'è molto da fare.

Possiamo anche trovare un movimento pro-sociale. Molti dei suoi rappresentanti sono molto liberali, ma stanno almeno iniziando ad affrontare gli enormi problemi sociali della società post-sovietica: corruzione massiccia ed endemica, alcolismo, aborto, spaccio di droga, degrado ambientale, handicap ...

D. La ROCOR di oggi

1. Attitudini verso il mondo esteriore

Oggi c'è il pericolo che la ROCOR diventi una Chiesa americanizzata, che semplicemente rifiuta di comprendere il clero non pagato e la difficile situazione della massa dei poveri che sono giunti tra noi dalla Russia sovietica e dall'Europa orientale. Non vuole conoscere le nostre sofferenze. Anche qui c'è una certa arroganza e spirito di conquista. 'Noi abbiamo ragione, voi avete torto'. Proprio come nella Russia di oggi, a volte può esserci uno spirito del mettersi in mostra, una concentrazione sulle cose esteriori. Ci può anche essere uno spirito di mafia, una concentrazione di potere tra i primi e i ricchi, in modo che gli altri siano esclusi come cittadini di seconda classe.

Questa mancanza di amore promuove anche un liberalismo mai visto prima nella ROCOR, che viene da fuori dalla Chiesa. Se non viene arginata, questa infiltrazione culturale di stampo americano di attitudini ecumeniste, liberali e "diplomatiche" provenienti da un passato borghese ostacolerà la nostra testimonianza senza compromessi.

2. Attitudini verso il mondo interiore

Esattamente come nel Patriarcato, possiamo trovare anche nella ROCOR un movimento conservatore e pietista. La pietà è buona, ma il pietismo generalmente significa ritualismo, sentimentalismo, zelo senza comprensione, parole senza significato. Quante chiese abbiamo visitato dove le funzioni sono lette e cantate in modo tale da non poter comprendere una sola parola. Questo può essere accompagnato da una negazione ipocrita del passato della ROCOR. 'Tutto era perfetto'. Questa nostalgia ovviamente è totalmente ingiustificata. Molte parrocchie della ROCOR sono comunità reali e modelli, esempi per il Patriarcato, ma non tutte.

Pastoralmente, nella vita parrocchiale molti stanno positivamente passando all'inevitabile futuro multinazionale e bilingue e creando comunità reali. Qui c'è anche il pericolo - che la vita della Chiesa diventi solo sociale, emotiva, tutta fatta di parole, senza memoria delle fondamenta ascetiche, come nell'Esarcato e nell'OCA.

Conclusione

Quindi, possiamo vedere notevoli paralleli, anzi convergenze, tra le due parti della Chiesa russa. Chiaramente, sono necessarie solo le tendenze positive, tutto ciò che è negativo non è necessario. Soprattutto, abbiamo bisogno dell'unità centrale del cibo spirituale che si trova nella purezza della nostra Tradizione della santa Rus'.

 
La Chiesa ortodossa ucraina e la diaspora: l'apertura delle parrocchie all'estero è ragionevole?

l'Ucraina potrebbe perdere oltre 5 milioni di persone a causa della guerra, la maggior parte è composta da fedeli della Chiesa ortodossa ucraina. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

L'Ucraina è già stata abbandonata da 7 milioni di persone. Il Paese sta perdendo i suoi cittadini, la Chiesa ortodossa ucraina sta perdendo i suoi credenti. Come può esistere la Chiesa in condizioni nuove?

Uno dei punti della Risoluzione del Concilio della Chiesa ortodossa ucraina (par. 8) era una decisione sulla pastorale della diaspora. Dice che a causa della guerra 6 milioni di persone hanno lasciato l'Ucraina, e per la maggior parte si tratta di fedeli della Chiesa ortodossa ucraina:

"Pertanto, la metropolia di Kiev della Chiesa ortodossa ucraina riceve richieste da vari paesi per l'apertura di parrocchie ortodosse ucraine. Ovviamente molti connazionali torneranno in Patria, ma non pochi rimarranno in residenza permanente all'estero. A questo proposito il Concilio esprime una profonda convinzione che la Chiesa ortodossa ucraina non possa lasciare i suoi fedeli senza cure spirituali, deve essere con loro nelle loro prove e organizzare comunità ecclesiali nella diaspora".

E questa è una delle decisioni più importanti del Concilio della Chiesa ortodossa ucraina a Feofanija. I critici lo hanno visto solo come un tentativo di appropriazione dei diritti di una Chiesa autocefala, ma in realtà l'apertura di parrocchie all'estero è una necessità vitale, e prima di tutto, per i credenti. Del resto, la cifra di 6 milioni di profughi indicata dal Consiglio della Chiesa ortodossa ucraina è stata in poco tempo superata. Secondo l'ONU, dall'inizio della guerra oltre 7 milioni di persone hanno già lasciato l'Ucraina. Certo, alcuni di loro vorranno tornare, ma se la guerra si trascina, secondo Ella Libanova, Direttrice dell'Istituto per la Demografia e gli Studi Sociali, l'Ucraina potrebbe perdere circa 5 milioni di persone. Ed è molto importante capire chi sono quei milioni. Sono giovani donne con figli: il futuro del paese.

La giornalista e scrittrice Elena Sachko scrive:

"So che molte persone non torneranno mai più. Anche se ora non la pensano così. Ma non lo faranno. Solo perché ora stanno ricominciando da zero. E tra tre mesi, sei mesi, un anno avranno almeno uno, non zero. E qualcuno avrà tre. E alcuni avranno anche dieci. E quando tornano, si dovrà azzerare tutto di nuovo. Lo vorranno? Non credo. Questa è un risorsa, e non è infinita.

Ricominciare da zero ogni volta è molto difficile. E quando cominceranno a fare tweet in polacco, tedesco, ungherese, ecc. verrà loro il pensiero: sono qui, perché dovrebbero tornare indietro? Cosa significa per me? Che il patrimonio genetico del paese sarà impoverito. Che il nostro piccolo mondo, il mondo qui, non sarà mai più lo stesso.

Sì, la guerra finirà un giorno, ma quelli che sono già partiti non sono le nostre uniche perdite possibili. "Quando il divieto di transito per gli uomini sarà revocato, molti uomini di queste famiglie espatrieranno per unirsi a loro. Le famiglie si riuniranno, ma non in Ucraina", afferma Libanova.

Quando una persona è gravemente ferita o traumatizzata, all'inizio si trova in uno stato di shock doloroso e non è in grado di rendersi conto di cosa le accadrà dopo. Gli ucraini sono in questo stato finora. Ma già adesso dovremmo cercare di guardare al nostro "domani", per capire come possiamo vivere nelle nuove condizioni del dopoguerra.

Non siamo più 52 milioni

All'inizio degli anni 2000 c'era uno slogan pubblicitario sui social su cartelloni pubblicitari e canali TV: "Saremo in 52 milioni. Facciamo l'amore!".

pubblicità sociale a Uzhgorod, 2005. Foto: 4studio.com.ua

Da allora, quella cifra è diventata un sogno irraggiungibile. Secondo Gosstat (Statistiche statali), l'ultima volta che la popolazione ucraina è cresciuta è stata durante l'era sovietica, nel 1990, e da allora è sempre in calo. Anche senza guerre, la popolazione ucraina è diminuita in modo catastrofico. Nel 2020, il ministro di gabinetto Dmytro Dubilet ha annunciato una cifra di 37 milioni. Ma secondo molti esperti, era troppo ottimista. E c'erano molte ragioni per questo.

Secondo Vjacheslav Kaminskij, direttore del Centro cittadino di medicina riproduttiva e perinatale a Kiev, l'Ucraina ha attraversato una crisi demografica durante i suoi anni di indipendenza. Dopo l'Euromajdan, il tasso di mortalità in Ucraina ha superato di due volte il tasso di natalità. Natalja Vlasenko, consigliere del presidente del Comitato statale di statistica dell'Ucraina, afferma che negli ultimi otto anni il nostro paese ha perso oltre 350.000 persone ogni anno. Mentre nel 1991 il paese aveva 12 milioni di bambini, nel 2021 ce n'erano solo 7. E ora più della metà di questa cifra ha lasciato il paese come profughi.

L'ONU afferma che il mondo non ha assistito a uno sfollamento così diffuso di bambini e civili in un periodo così breve dalla seconda guerra mondiale.

"Le famiglie e le comunità sono state sconvolte e sradicate. In poco più di tre mesi, quasi 14 milioni di ucraini sono stati costretti a fuggire dalle loro case, la maggior parte donne e bambini – una portata e una velocità di sfollamento mai viste nella storia", ha affermato per le Nazioni Unite la coordinatrice della crisi in Ucraina Amina Awada in una dichiarazione.

E poiché non vediamo ancora alcuna precondizione per la fine della guerra in Ucraina, è lecito affermare che tali sfollamenti, inclusa l'emigrazione dal paese, continueranno.

Sfide per la Chiesa ortodossa ucraina

Ma i territori del centro Europa non rimarranno mai vuoti. Se gli ucraini li lasciano, verrà qualcun altro.

Anche in tempo di pace, il vicedirettore dell'Istituto per la demografia e la ricerca sociale, Aleksandr Gladun, ha affermato che a causa della crisi demografica c'è la minaccia di una graduale sostituzione della nazione ucraina con migranti provenienti dalle regioni asiatiche. Abbiamo già parecchi villaggi abbandonati (circa 20 scompaiono ogni anno), che verranno gradualmente riempiti da non ucraini. C'è una grande probabilità che gli immigrati non siano nemmeno cristiani.

Pertanto, sia lo Stato che la Chiesa dovranno affrontare due problemi seri ma correlati.

  1. Emigrazione di massa degli ucraini in altri paesi.

  2. Sostituzione di quegli ucraini che se ne sono andati con "stranieri" – persone di un'altra cultura, mentalità e fede.

Questi problemi pongono compiti molto difficili per la Chiesa. Se il lavoro missionario tra "stranieri" è una questione di domani, ora serve il sostegno di chi ha lasciato il paese.

Oggi quasi tutte le parrocchie della Chiesa ortodossa ucraina dell'Ucraina centrale e sudorientale stanno subendo pesanti perdite. Gli uomini combattono al fronte e le donne e i bambini sono all'estero. E la Chiesa ortodossa ucraina deve affrontare un compito molto serio: come non perdere i suoi parrocchiani, come non alienarli dalla Chiesa in terra straniera, come sostenerli spiritualmente, ecc.

Parrocchie della Chiesa ortodossa ucraina all'estero: possibile o no?

Quindi, circa 7 milioni di ucraini sono andati all'estero dall'inizio della guerra, c'è un'enorme possibilità che circa 5 milioni vi rimarranno. Cosa deve fare la Chiesa ortodossa ucraina? Perché fino a poco tempo fa poteva agire solo all'estero come parte della Chiesa russa.

Ci sono molte prove che i rifugiati ucraini si rifiutano di visitare i luoghi di culto della Chiesa ortodossa russa in Europa o lo fanno con grande riluttanza. Certo, da un punto di vista cristiano, questo è sbagliato, perché "Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e in eterno". Ma è ancora molto difficile per molte persone superare i propri limiti. Se una persona ha perso i propri cari a causa dell'invasione russa, se la guerra ha distrutto la sua casa, ha bisogno di tempo per calmare il suo tumulto interiore. La parola "russo" evoca in loro solo negatività anche se è la Chiesa. Sì, possiamo rimproverare queste persone con rabbia, ma hanno bisogno di sostegno e consolazione più di altre, hanno bisogno di Dio.

Come sappiamo, esiste una sola Chiesa di Cristo nel mondo. Le Chiese locali in Serbia, Polonia, Repubblica Ceca, ecc. sono le parti che insieme formano una Chiesa ortodossa universale. Pertanto, se i fedeli della Chiesa ortodossa ucraina si sono recati in un altro Paese, nel territorio di un'altra Chiesa locale, possono confessarsi, ricevere la comunione e partecipare allo stesso modo ad altri sacramenti. Ma, siamo onesti, non è facile entrare a far parte di una comunità in un altro paese, soprattutto se non conosci la lingua. Pertanto, la Chiesa ortodossa ucraina organizza parrocchie per i rifugiati all'estero.

Il vice capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa ortodossa ucraina, padre Nikolaj Danilevich, ha sottolineato: "Abbiamo un principio, apriamo parrocchie della nostra Chiesa solo nei Paesi dove non ci sono Chiese ortodosse autocefale, in particolare in Germania, Svizzera, Italia, Spagna, Portogallo, Francia, ecc. Se parliamo di Europa, si tratta di 19 paesi" . Durante la guerra in questi paesi sono già state aperte 10 parrocchie e altre 10 sono in fase di organizzazione. Tuttavia, si stanno aprendo parrocchie ucraine anche in paesi "ortodossi": Polonia, Serbia e Romania. Secondo padre Nikolaj, nell'organizzazione di tali comunità, "si stanno risolvendo questioni giurisdizionali. Le Chiese locali soddisfano i nostri bisogni".

Se i rifugiati in un determinato paese vogliono aprire una parrocchia, scrivono una petizione a sua Beatitudine Onufrij con le loro firme e viene inviato loro un sacerdote. "Innanzitutto perché si crei una parrocchia ci deve essere la gente, in secondo luogo ci deve essere un sacerdote, e in terzo luogo ci deve essere un posto per il ministero, che si cerca dopo che le prime due condizioni sono soddisfatte", dice il vice capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa ortodossa ucraina.

È interessante notare che il ruolo del sacerdote, che non solo viene in una chiesa e conduce il culto, cambia in tali parrocchie. Diventa un sostegno spirituale per le persone, un pastore.

"La specificità del lavoro e della missione di un sacerdote all'estero è che non dovrebbe stare seduto in chiesa e aspettare che qualcuno venga da lui, ma dovrebbe lui stesso andare dalle persone, cercarle, comunicare con loro, andare in luoghi di distribuzione di aiuti umanitari, nei luoghi dove arrivano gli autobus dall'Ucraina, dove si radunano le persone. In effetti, è un ministero missionario, apostolico nel senso che 'apostolo' significa 'inviato', ecco perché i sacerdoti vengono inviati all'estero per radunare persone, per fornire loro assistenza spirituale", ha affermato padre Nikolaj.

* * *

La Chiesa ortodossa ucraina è proprio all'inizio del suo cammino di "diaspora". Non ha avviato questo viaggio, né ha costretto milioni di ucraini a lasciare le loro case e cercare la salvezza in terre straniere. Pertanto, ora non è appropriato spaccare il capello in quattro sugli statuti ecclesiastici, insegnando chi ha il diritto di prendersi cura degli ucraini all'estero e chi no. la Chiesa ortodossa ucraina non può abbandonare i suoi figli in tempi difficili. Ed è proprio questo il momento che le persone hanno bisogno dei sacramenti, di una parola di saggezza e di una semplice consolazione.

Speriamo che la guerra finisca presto e che i nostri compatrioti all'estero possano tornare a casa nelle loro chiese native, li stiamo aspettando qui. Ma se ciò non accade, dovrebbero poter vivere una vita ecclesiale piena nelle circostanze in cui si sono trovati a malincuore. E devono sapere che la Chiesa ortodossa ucraina ha a cuore ciascuno dei suoi credenti, che è la Chiesa del popolo ucraino anche se queste persone non sono nel loro paese.

 
Metropolita Hierotheos: Santa Parasceve di Roma

Presentiamo nella sezione “Santi” dei documenti un breve sunto biografico di santa Parasceve di Roma (festa: 26 luglio/8 Agosto), scritto da uno dei più famosi autori spirituali greci contemporanei, il metropolita Hierotheos (Vlachos) di Nafpaktos.

Santa Parasceve di Roma, martire delle persecuzioni sotto l’impero di Antonino Pio (II secolo) non va confusa con la sua omonima santa Parascheva di Iaşi, monaca dell’undicesimo secolo, e patrona della prima parrocchia ortodossa romena di Torino. La santa martire (talvolta chiamata “la maggiore” per distinguerla dalla santa monaca) è la patrona di quelli che soffrono di malattie agli occhi, e le sono dedicate molte chiese e santuari in Grecia.

 
Le guerre passate della Russia: un rapido sguardo alla storia

Il numero di commentatori, politici, blogger e osservatori ben informati che prevedono una guerra - o almeno di un grave rischio di guerra - tra la Russia e gli Stati Uniti è nettamente in aumento. Anche se io stesso sono piuttosto incline a credere che gli Stati Uniti utilizzeranno la giunta ucraina per attaccare la Russia piuttosto che rischiare un confronto diretto, non mi spingerei a dire che trovo impossibile una guerra diretta USA-Russia. Se non altro perché molte guerre non sono avviate deliberatamente, ma piuttosto ci si casca dentro. Per tutti questi motivi, credo, è il momento di guardare il resoconto storico delle guerre della Russia.

Scopriamo che uno storico militare in Russia ha già fatto tutto il lavoro per noi. Nikolaj Shefov è autore di 10 libri sulla storia russa tra cui uno intitolato "Le battaglie della Russia", in cui guarda non solo a ogni guerra, ma in realtà a tutte le principali battaglie combattute in tutte le guerre della Russia tra il 1700 e il 1940 (si ferma alla guerra sovietico-finlandese e non include la seconda guerra mondiale). Ecco le sue scoperte:

Tra il 1700 e il 1940 la Russia/URSS ha combattuto in 34 guerre e ne ha vinte 31 e in 392 battaglie e ne ha vinte 279. Potremmo dire che la Russia ha vinto il 91% delle sue guerre e il 71% delle sue battaglie. Gli oppositori della Russia includono: svedesi, francesi, tedeschi, turchi, polacchi, tartari, finlandesi, caucasici, giapponesi, cinesi, austriaci, ungheresi, inglesi, italiani e asiatici centrali.

A parere dell'autore, la Russia ha perso solo tre guerre: quella di Crimea, quella russo-giapponese e quella contro la Polonia nel 1920. Egli ritiene che la Russia abbia vinto la prima guerra mondiale, perché nessun nemico ha mai messo piede in qualsiasi parte del territorio russo (se siete interessati, ecco un un link al libro originale in russo, un articolo che riassume il libro, e una traduzione automatica di questo articolo in italiano).

Vorrei solo aggiungere che la guerra di Crimea fu combattuta contro quella che io chiamo una "grande coalizione ecumenica" (tra cui anglicani inglesi, latini francesi e musulmani turchi) e che i russi erano in inferiorità numerica di oltre 200.000 persone (c'era quasi un milione di "attaccanti ecumenici" contro poco più di 700.000 difensori russi). Ma sì, la Russia ha perso questa guerra.

La Russia ha perso la guerra contro il Giappone? Direi che sicuramente la flotta russa è stata sconfitta dalla marina giapponese, ma gli storici giapponesi hanno una visione molto diversa di quello che è successo e considerano che il potenziale militare del Giappone si fosse ormai esaurito al momento in cui è stato redatto il trattato di pace (da parte russa, tra l'altro ) e che il Giappone sia stato costretto ad accettare condizioni pessime. Per lo meno, definirei questo un pareggio.

Per quanto riguarda la guerra russo-polacca, sì, i sovietici l'hanno persa alla grande. Ma guardiamo il tipo di Unione Sovietica che c'era nel 1920: un paese nel mezzo di una guerra civile, con molte insurrezioni in atto, con un "esercito" di "lavoratori-contadini" senza veri ufficiali e guidato da commissari incompetenti. Così, anche se il risultato è stato una sconfitta, le circostanze di quella sconfitta sono, penso, così uniche da essere irrilevanti.

Ma qualunque siano le finezze e i diversi punti di vista del significato dei singoli risultati, credo che questi dati suggeriscano fortemente che attaccare la Russia è un'idea estremamente cattiva, anche se si considerano solo guerre convenzionali. Attaccare la Russia mentre questa ha il più potente arsenale nucleare del pianeta è follia assoluta.

Speriamo che questo breve promemoria arrivi ad almeno uno dei pazzi che pensano che un gioco con la Russia al pollo che indietreggia per primo sia una politica sana, e che i russi "indietreggeranno per primi", impressionati dal valore militare USA / NATO.

Saker

 
Se i credenti protestassero, non ci sarebbero leggi contro la Chiesa

Ruslan Bortnik. Foto: persona.top

Se avete paura di mettere un 'mi piace' su Facebook, in cosa sperate? Chiede Ruslan Bortnik agli ucraini.

Ruslan Bortnik, direttore dell'Istituto ucraino per l'analisi e la gestione delle politiche, in onda sul programma "Diritto alla fede" sul canale youtube Primo cosacco, ha affermato che se i credenti protestassero attivamente, non ci sarebbero azioni anti-eclesiastiche da parte delle autorità.

Ruslan Bortnik ha commentato le parole dell'ospite del programma, Jan Taksjur, che ha detto che ora sempre più voci della Chiesa ortodossa ucraina iniziano a parlare dell'esperienza dei credenti in Montenegro, dove fino a metà della popolazione del paese ha partecipato in protesta a processioni religiose, e di conseguenza, il disegno di legge anti-chiesa è stato abolito.

"Se le persone che vogliono onorare la memoria della Grande Guerra Patriottica (Seconda Guerra Mondiale, ndc), che vogliono parlare la loro lingua madre e andare nelle chiese che credono giuste per se stesse, andassero a proteste e a raduni, niente di tutto questo (adozione di leggi anti-ecclesiastiche in Ucraina, ndc) sarebbe accaduto", ha detto Bortnik.

"Una volta che i nemici pubblici saranno esauriti, prima o poi verranno a prendere voi, e lo faranno di porta in porta. Se volete vivere una vita normale, prendete una posizione politica attiva. Se avete paura di mettere un 'mi piace' su Facebook, in cosa sperate?" Ha aggiunto.

Come riportato in precedenza dall'Unione dei giornalisti ortodossi, il metropolita Varsonofij ha raccontato ai giovani la storia della Chiesa ortodossa ucraina e dell'attuale persecuzione.

 
В Польше отпраздновали 90-летие массового возвращения русин в Православие из унии

Русинская община Польши и вся Польская Православная Церковь отпраздновали 90-летие возвращения русинского народа Подкарпатья – лемков – в православную веру из унии. Эпицентром торжеств стала деревенька Тылява на самой границе со Словакией.

Село Тылява – знаковое место для польского Подкарпатья и всей Польской Православной Церкви. Осенью 1926 года жители села, лемки или русины, во всеуслышание объявили о своём возвращении к Православию из унии. За несколько лет на Лемковщине – так ещё называют этот регион в народе – после решения жителей Тылявы вернулись в Православную Церковь ещё несколько десятков сёл, почти 50 тысяч человек. Отметить 90-летнюю годовщину этого события в Тыляве собрались потомки тех русин, которые вернулись к вере отцов, прибыли гости из Трансильвании – региона Румынии, наиболее пострадавшего от унии, праздничную Литургию возглавили архиереи Польской Православной Церкви.

Протоиерей Роман Дубец, благочинный Горлицкого благочиния Перемышльско-Горлицкой епархии (Польская Православная Церковь):  "Именно здесь, в Тыляве, как писали в католических газетах, начался "схизматический пожар", пожар, который перекинулся на соседние сёла, пошёл через Среднюю на Западную Лемковщину. И до выселения (насильственное переселение в рамках акции "Висла" 1947 год – прим. ред.) на Лемковщине находилось более 50 сёл, в которых совершались православные богослужения".

Собственно православными многие люди и даже униатские священники в Карпатах называли себя и ранее, не разбираясь в тонкостях. Лишь когда народ стал свидетелем активных литургических изменений, вносимых греко-католическим священством из Галиции, и попыток навязать им украинское самосознание в противовес русофильским настроениям – тогда люди решили сбросить ярмо Брестской унии.

Паисий, епископ Перемышльский и Горлицкий (Польская Православная Церковь):  "Вот именно то, что униаты исказили восточный обряд, убрали поминовение "всех вас православных христиан", то, что вводили насильственно целибат, насильственно вводили огромную плату за церковные требы, ни во что не ставили людей, не считались с народом Божиим… И этот народ от дедов ко внукам передавал, как хорошо было в Православной Церкви, это наша родная Церковь, в этой Церкви мы выросли…".

Русины приняли христианство восточного обряда еще в середине 9 века от равноапостольных братьев Кирилла и Мефодия – на столетие раньше поляков и на 120 лет раньше Киева. Но этот народ пережил несколько гонений за своё Православие.

Самое великое зло в 20 столетии русинам принесла акция "Висла", когда лемков вместе с украинцами, всех коренных жителей Карпат, Холмщины и Южного Подлястья насильственно переселили на северные и западные территории, отошедшие Польше по итогам Второй мировой войны. Удалось вернуться на родные очаги немногим. Но потомки переселенцев помнят свои корни и приезжают на родину предков из других регионов. Как наш собеседник, чьи прадеды вернулись к Православию.

Ярослав Савчишин, житель г. Краков, выходец из села Туриньске, район Команча Подкарпатского воеводства (Польша):  "Для нас это традиция… Я думаю, что мы русские, карпаторусы. И это наш долг – отдать дань уважения нашим предкам, так как они имели мужество, веру, чтобы показать, что между униатами, между поляками и нами, русскими, есть такая граница, разница… Я приехал сегодня, чтобы показать, что я русский, что я православный, что это моя культура. Мои дети тоже такими будут, думаю, такими были и мои прадеды, отец и мать".

Предтечей массового возвращения русин Подкарпатья в Православие стала деятельность священномученика Максима Горлицкого – священника, преследуемого австро-венгерскими властями и, в конце концов, убитого австрийским офицером за проповедь Православия среди своих земляков. Перед расстрелом он успел воскликнуть: "Пусть живёт Святое Православие, пусть живёт Святая Русь!"

Паисий, епископ Перемышльский и Горлицкий (Польская Православная Церковь):  "И это Православие вспыхнуло большим огнём в сердцах людей. Не только тех, которые слышали эти слова священномученика, но и которым их передавали. И это пламя объяло всю нашу землю. Это пламя ещё больше разгорелось, когда начали мучать за русофильство в Талергофе (концлагерь времен I мировой войны для ликвидации русофильски ориентированных граждан Австро-Венгерской империи – прим. ред). Ведь людей мучали даже за то, если нашли у кого-то стишок Пушкина или Лермонтова, не говоря уже о книге на русском языке. Народ пострадал. И вопль этого страждущего народа был таким большим, что эта земля содрогнулась и восстала, и пришла обратно к православной вере. Это их подвиг, их мученичество, их кровь, и их слова: "Пусть живёт Святое Правословие" и оно воскресло!"

 
«Меня поразила святость христиан»

Антон Готман

Мы продолжаем знакомить наших читателей с программой телеканала «Спас» «Мой путь к Богу», в которой священник Георгий Максимов встречается с людьми, обратившимися в Православие из разных неправославных конфессий. Сегодняшний гость отца Георгия – Антон Готман, долгое время практиковавший буддизм. О том, что искал он в буддизме и так и не нашел, как Христос коснулся его сердца, о личности и безличном, об искусственном «русском буддизме» – беседа с ним.

Священник Георгий Максимов: Здравствуйте, в эфире передача «Мой путь к Богу». Сегодня у нас в студии Антон Готман – человек, который не понаслышке знаком с буддистской традицией. Антон Сергеевич, первый вопрос: до того, как вы пришли к буддизму, каково было ваше отношение к Богу?

Антон Готман: Настоящей веры в Бога у меня не было. Я был крещен лет в восемь. Иногда заходил в церковь вместе с родителями. Родители в принципе верили, но какой-то осмысленности этой веры я не видел. Порой какая-то литература попадалась, и всё… Глубокого изучения христианской традиции у меня не было. В церковь заходил, иногда встречался со священником, мне он очень нравился как человек, но христианство я не воспринимал. Потом я начал рок-музыкой увлекаться, боевыми искусствами и еще дальше стал от этого отходить, так что мне на каком-то этапе даже стало казаться, что христианство – это вообще глупость. И, со временем, уже после поступления в институт, я начал интересоваться Востоком. Пытался с учением Рерихов знакомиться, но оно меня вообще не впечатлило, как и различные идеи теософские. Затем был тяжелый период в жизни, началась сильная депрессия. И мне вдруг попалась одна советская книга по религиоведению, в которой описывался буддизм, и для меня это стало открытием. Я прочитал «четыре благородных истины» [1] и стал увлекаться этим, стал изучать с людьми, которые что-то и лично практиковали. Постепенно я захотел учиться непосредственно у учителя буддистской традиции.

А что привлекло в буддизме?

У меня не было веры в Бога. А человеку, у которого нет веры в Бога, но есть какие-то стремления к праведной жизни, к чему-то духовному, буддизм в принципе может дать определенный путь. Будда учил многим правильным вещам. Например, буддизм учит не убивать – и христианство учит не убивать. С одной стороны, вроде бы одно и то же, но есть серьезное отличие. Мы не можем сказать, что буддист исполняет заповедь Божию «Не убий» – потому что для него это не заповедь Божия. Исполнением заповеди Божией это становится для человека тогда, когда у человека появляется вера в Бога.

Намкай Норбу Ринпоче

Да, важна мотивация, которой руководствуется человек.

Так вот, хотя веры в Бога там нет, но всё же есть какой-то духовный путь, есть система медитации, что на определенном этапе привлекает и дает возможность успокоиться, пережить некие положительные состояния. А в тибетском буддизме, куда я пришел уже как член общины к Намкаю Норбу Римпоче, – там уже всё было намного интереснее и больше каких-то мистических переживаний, возможностей заниматься йогой и так далее… Я стараюсь не злоупотреблять буддистской терминологией, а объяснять так, чтобы было понятно. Так вот, я увидел в буддизме обширные возможности для самореализации, приобретения каких-то качеств – вот это, собственно, и привлекало. Также сказалось и общее увлечение Востоком, в частности боевыми искусствами. Сначала это просто заинтересовало, а потом пошло движение в этом направлении, и на каком-то этапе я был уже очень убежденным буддистом.

Ваше обращение к тибетскому буддизму было связано с поиском традиционного буддизма, чтобы это не осталось на уровне просто книжного увлечения?

Да, хотелось именно традиции.

И как это произошло? То есть вы принимали прибежище [2]?

Мне сначала дали почитать книгу Намкая Норбу Римпоче. Я ее прочитал, мне очень понравилось. Потом нашел общину людей, которые у нас в городе практиковали это направление. Там всего несколько человек было в то время, сейчас побольше. И потом я уже поехал на ретрит. И там, на ретрите, принял прибежище.

А что такое ретрит?

Это своего рода семинар. Там, где учитель учит, совершает посвящения, дает передачи и так далее. Ну и, естественно, так как приезжает много людей, то еще и инструктора есть, которые учат небольшие группы людей более подробно.

Наверное, там какие-то знакомства появились, друзья?

Конечно. И знакомства, и новые друзья, у меня жена в итоге к этому пришла. Фактически к тому времени, когда я пришел к христианству, все мои лучшие друзья, все мои знакомые были буддистами.

Насколько я знаю, у вас этот период буддистский в общей сложности занял около десяти лет вашей жизни. Это немалый срок, тем более что у вас был и наставник непосредственно из буддистской традиции, и весь круг знакомств уже сложился соответствующий. Что же побудило вас обратиться ко Христу?

Коротко говоря: Бог привел. Просто выдернул. И вот как это произошло. У нас в Луганске в 2008 году был концерт групп «ДДТ» и «Братья Карамазовы», посвященный 1020-летию Крещения Руси. И на этих концертах с проповедью выступал диакон Андрей Кураев. Естественно, когда я послушал его проповедь на концерте, я не обратился сразу же. Но у меня появилась мысль: «Это тот самый диакон Андрей Кураев, который писал какие-то гадости о буддизме, как мне говорили. Надо бы почитать». Взял, почитал. Скажем так, меня не впечатлило то, что он пишет о буддизме.

А почему?

Ну, когда буддисты говорят что-то о христианстве, часто для христианина это выглядит просто смешно, потому что внешний человек многих вещей не понимает так глубоко, как христианин, изучающий христианство. Точно так же зачастую выглядит в глазах буддиста и христианин, говорящий о буддизме. Просто потому, что он не может знать буддизм так, как человек, который долго его изучал и практиковал. В принципе отец Андрей опирался на труды востоковедов. Он и сам говорит, что глубоко не изучал буддизм. И вообще его книга «Сатанизм для интеллигенции» посвящена учениям теософов и Рерихов, а там просто есть раздел о буддизме, и я сначала прочитал этот раздел. Раздел не впечатлил, но меня немного зацепило то, что он говорит о христианстве. Если раньше я считал христианство доброй традицией, но какой-то не совсем умной, то тут я понял, что встречаюсь с традицией, которая для ума дает больше пищи и предлагает более глубокое понимание многих вопросов, чем я предполагал раньше. Я начал читать эту книгу с начала, но остановился, потому что книга посвящена теософии, Рерихам, а мне это было неинтересно. И я решил: возьму его книги по христианству, почитаю. Я выкачал всё с сайта диакона Андрея Кураева, а также скачал книги других православных авторов и начал читать. Примерно три недели я практически всё свое свободное время посвящал чтению этих книг. Я их читал, бывало, одну книгу за день-два. И у меня началась какая-то «ломка», иногда даже голова болела.

Елена и Николай Рерихи

Как вы это объясняете?

Это не было что-то психическое, а просто сильное напряжение, потому что я начал понимать, что вот сейчас я стою перед какими-то дверями, стою перед Христом и могу в принципе отвернуться и пойти дальше тем путем, которым шел. Но я потеряю что-то такое, чего я никогда больше в жизни не встречу, если сейчас отвернусь от Христа. Это была действительно серьезная ломка, потому что, сами понимаете, десять лет в буддизме, друзья, жена – то есть практически вся жизнь на каком-то этапе была посвящена этому. И здесь вдруг Христос, к Которому можно обратиться, а можно пойти дальше прежней дорогой.

Какие вообще впечатления были от знакомства с христианской литературой?

Собственно, что меня начало поражать во всех этих книгах – это глубина христианства. Начала поражать святость людей, святость христиан, с которой я не сталкивался, будучи в буддизме. Это не в обиду буддистам, но я начал сопоставлять это всё – и понял, что не видел такого вокруг себя, не видел такого в буддизме. И еще один интересный момент: оказалось, что многие буддистские практики и достигаемые в буддизме состояния (например созерцание внутреннего света и т.д.) христианские подвижники описывают как ошибки, как заблуждения, как прелесть. Я подумал: «Это люди, которые проходили эти состояния, видели то же, узнавали, но они от этого отворачивались, говорили, что этот путь ложный, и шли каким-то другим путем». Это меня тоже зацепило.

Так вот, я вернулся к книге «Сатанизм для интеллигенции» и решил: все-таки надо дочитать, раз уже начал. И в самом конце ее отец Андрей поставил ловушку – в хорошем смысле слова. И я ему очень благодарен. Он написал примерно следующее: «Бог дает человеку свободу, вы можете пойти оккультным путем, теософским. А можете обратиться ко Христу и пойти христианским путем. Но прежде, чем вы сделаете окончательный выбор, прямо сейчас, прочитав эту книгу, возьмите и просто обратитесь ко Христу в молитве». И там приведена молитва Иисусова: «Господи Иисусе Христе, Сыне Божий, помилуй меня, грешного». Когда я произнес эту молитву, то понял, что я христианин. И всё. У меня не было видений или чего-то такого. Просто я понял, что Христос присутствует, – вот Он, живой, Он со мной. Всегда был рядом со мной и всегда был в моей жизни. А теперь Он открылся, и я рядом с Ним. Словами это не опишешь, но понимание того, что христианство может мгновенно вывести человека за пределы сансары (которую он сам себе долго надумывал), приходит практически сразу… Не знаю, как это описать. Раньше я четко различал: вот такое переживание, вот другое. А в тот момент всего этого не было – никакого блаженства, никаких образов и т.п. Просто появилось чувство, как будто очнулся от многолетнего летаргического сна и начал жить.

Диакон Андрей Кураев, "Сатанизм для интеллигенции"

У меня на квартире в тот самый день собирались практиковать мои друзья. А я понимаю, что нет совершенно никакого желания заниматься сейчас буддистскими практиками, я не хочу этого. Но не буду же я людей выгонять: там ведь мои друзья! И я ребятам сказал: «Я схожу по делам, вы тут без меня сегодня». И в следующий раз без меня прошло. А потом уже, когда я всё рассказал жене и она сказала людям, то они решили в другом месте заниматься. Мы остались друзьями, никаких проблем. Я всем им благодарен, но…

Наверняка они удивились.

Удивились. Спрашивали у меня, почему. Объяснял, насколько мог.

Поняли?

Не знаю. Дай Бог, чтобы все эти мои друзья пришли ко Христу. Но, конечно, свобода-то у человека остается. Плюс у каждого есть свои убеждения, какие-то взгляды на жизнь. Всё это бывает нелегко переосмыслить.

Что, по-вашему, можно назвать главным различием между христианством и буддизмом?

Буддизм и христианство – это во многих вещах диаметрально противоположные мировоззрения. Вот мы в начале беседы говорили, что буддизм – это хороший путь для атеиста. Но если говорить точнее, это привлекательный путь для неверующего в Бога Творца. Не для полных атеистов – ведь в буддизме в кучу богов можно верить, и люди в них верят. Но эти боги в буддизме воспринимаются как такие же существа сансары, которые нуждаются в освобождении. А кроме богов есть просветленные существа, и уже в тибетском буддизме, как они говорят, – тысячи тысяч будд, то есть бесчисленное количество будд и бодхисатв, к которым буддисты обращаются… А вот веры в Бога Творца принципиально нет.

И еще одна аксиома для буддиста: «Абсолют безличностен». Я говорю: «Почему? Почему вы считаете, что Абсолют безличностен?» Отвечают: «Потому что личность – это ограниченное качество». Я говорю: «Давайте разберемся. Если у меня есть качество личности, а у Абсолюта его нет – значит, он никакой не Абсолют – он меня в себя не включает, мою личность. Значит, я более совершенен, чем Абсолют». Ведь получается, что Абсолют подобен камню или электричеству. Да любой безличной вещи! Вот, например, перед нами стол, чай в чашках – это все безличностное. А что нам на самом деле в жизни интереснее всего? Что мы ищем? Вот мы сейчас с вами общаемся, потому что нам интересна личность. Мы не общаемся ни с чаем, ни со столом. Или вот телепередача. Ее люди смотрят, потому что видят там общение личностей. То же самое с фильмом. Снимите сериал из десяти частей без личностей, например, как стоят две березы и лежит камень. Ну и что? Ну вот, дождь пошел, и всё. (Смеется.)

Ажиотажа такой сериал не вызовет. (Смеется.)

Думаю, никто это смотреть не будет. Возьмем детские мультфильмы. Вот рисуют мультик про паровозик. Это безличностный предмет. Но ему пририсовывают глаза, улыбку или показывают, что он грустит… То есть паровозик наделяют личностными качествами, приближают к человеку – для того, чтобы было интересно смотреть. Потому что нам интересна личность. Нам не интересно ничто другое. Вообще-то в мире мы ищем только личность. Мы ищем совершенных отношений с личностями. В детстве мы растем. У нас появляются отношения с родителями, с друзьями. Потом мы входим в более-менее взрослый возраст. Нам интересно найти настоящую любовь. Человек говорит: «Хочу найти любовь всей своей жизни». То есть найти более высокие отношения с другим человеком. И все люди ищут всё более высоких отношений. Вот заключили брак. Если это нормальные муж и жена, то они взращивают любовь в браке всё больше и больше. Почему? Потому что все мы ищем идеальных отношений с идеальной личностью. А есть Бог, Который идеальная Личность и с Которым устанавливаются абсолютные отношения.

И Христос, кстати, открывает еще больше. Во всех теистических религиях говорят: Бог один и Он – одна личность. А Христос открывает истину, что Бог – это Троица, Которая, с одной стороны, обладает теми же личностными качествами, о которых мы говорили, а с другой стороны, открыта в любви, открыта миру. Получается, что христианство в этом плане более глубокое откровение, чем учение всех других теистических религий. А в буддизме постулируется, что Абсолют безличен. И при этом признается наличие у нас страданий и что от них нам надо избавляться, как от бессмысленных мучений, а также помогать в этом другим существам. Такова мотивация буддизма, зерно, из которого всё прочее вырастает.

Но если мы исходим из предположения, что у нас есть Бог-Личность, любящий Отец, сотворивший мир и всех людей по любви, тогда, вступая в отношения с Богом, вернее – восстанавливая правильные отношения с Богом, чем для нас становится страдание? Наши страдания и все неприятности, которые с нами происходят, мы понимаем как наказание. А наказание – это указание, куда тебе правильно идти. То есть это добрый любящий Отец через такое событие показывает: сюда не лезь, а вот сюда пойди. И Он показывает нам что-то хорошее. Так страдания приобретают смысл.

Собственно, если мы верим в личностного Бога, с Которым возможны отношения, то не только страдания, но всё в нашей жизни наполняется смыслом. Вся наша жизнь становится диалогом с Богом. И у нас нет никакого балласта, никаких «лишних» происшествий в жизни. Каждое событие нашей жизни осмысленно. Через него нам Господь что-то хочет сказать. И страдания обретают смысл. И через них Господь нам что-то говорит, помогает нам и очищает нас. И это сильно отличается от того, что видишь, когда обращаешься к буддизму, который, как и другие индийские религии, возник из ужаса бессмысленности страданий, от которых нужно любой ценой убежать. Даже если цена такая, как…

Святой праведный Иов Многострадальный

...потеря своей личности. Да! Возьмем, к примеру, книгу Иова. Иов теряет всё – и то, чем владел, и детей, и здоровье. Страдания неимоверные. Но вот его слова: «Господь дал, Господь и взял. Да будет имя Господне благословенно!» (Иов 1: 21). Это человек, который понимает Истину на каком-то более высоком уровне, чем предлагает Будда. Иов понимает, что Бог на самом деле забрал у него всё это для его блага. И в конце концов так и происходит. Он говорит: «Я слышал о Тебе слухом уха; теперь же мои глаза видят Тебя» (Иов 42: 5). То есть он вышел на другой уровень богопознания.

Когда мы говорим о страданиях в мире, часто спрашивают: «Почему ваш благой Бог допускает это?» Но откуда вы знаете, что на самом деле лучше для этого человека? Страдать ему или не страдать? И когда ему лучше умереть – сейчас или через пять лет? Может, он за эти пять лет превратит себя в чудовище. Или сопьется, грубо говоря. Мы ведь этого не знаем. А Бог знает это намного лучше нас. Просто посмотрим на мир. Каждая клетка нашего тела намного сложнее, чем всё, что может создать человек. А тело – это огромная совокупность клеток, каждая из которых действует по-разному. А Земля? А Вселенная? Всё настроено таким образом, чтобы поддерживать жизнь и помогать человеку существовать в этом мире. Но кроме невероятной сложности мы видим и огромную красоту Вселенной, даже когда просто смотрим на звездное небо. Бог охватывает Своим разумом то, к чему мы даже и приблизиться не можем. И потому нелепы и несообразны претензии к Богу вроде «почему Ты, Господи, сделал так, а не сделал эдак, как нам хотелось бы?»

А с какими сложностями вам пришлось столкнуться? Когда вы перешли от внутреннего понимания истинности христианства непосредственно к практике христианской жизни, что для вас было труднее? Может быть, с чем-то пришлось бороться в себе?

Не знаю, стоит ли рассказывать о внутренних переживаниях, связанных с этим. Коротко говоря: были проблемы. Поэтому людям, которые сейчас делают выбор: туда или сюда, – хочу посоветовать: лучше не суйтесь. Есть многие вещи, которые лучше просто не трогать. Никогда. Не знать и не пробовать.

Буддизм к ним относится?

Многие практики в буддизме. Ну как сказать про весь буддизм?! Вот Будда за 500 лет до Христа давал определенное учение. Может быть, для атеиста, который ни во что не верит и не хочет воспринимать даже каких-то нравственных качеств, прийти к буддизму будет шагом вперед. Он хотя бы начнет соблюдать какие-то нравственные предписания и понимать, что жизнь не заканчивается смертью, что есть какая-то ответственность в загробной жизни. Об этом буддизм говорит, что после смерти ты ответишь за всё, что наделал в этой жизни. Для меня, допустим, это был такой шаг. Естественно, лучше было бы тогда мне прийти ко Христу и этого шага лишнего не делать. Лишние шаги всегда таят опасность, что человек застрянет и не станет дальше идти. Вот в чем проблема. Бог – Личность, и отношения с Богом – это самое главное в жизни, и, естественно, буддизм этого не даст. Буддизм может дать какие-то нравственные качества человеку, но при этом и много побочных эффектов. Одно дело – изначальное учение Будды, другое – то, чем буддизм стал обрастать на протяжении своей истории в различных регионах. Он стал обрастать божествами, охранителями, фактически даже какими-то демонами… Буддизм приходил в тот или иной регион, и даже демонов с их точки зрения – не с нашей, христианской точки зрения, а с точки зрения местных жителей – он вбирал в себя, в свой культ, когда демонические формы стали называться просветленными существами, охранителями учения и так далее. И в определенных практиках буддисты начинают к ним обращаться, почитать их.

Джамсаран

Да, Джамсаран [3] и так далее… все эти картинки с существами, которые находятся в крови, с оружием, «украшенные» человеческими черепами…

При этом буддисту объяснят, что это на самом деле просветленное существо – это просветленный, который явился среди демонов, чтобы демонам преподавать учение и выводить их из демонического состояния. Но даже с этой точки зрения возникает вопрос: «Если он среди демонов явился для них, то пускай он для них и проявляется. Зачем нам к нему в этой демонической форме обращаться?» Обращайтесь хотя бы к тем, которые в человеческой форме проявились. Нет, обращаются к демонам. И вот это всё потом начинает сказываться. Практики, связанные с обращением к ним, потом дают свои проблемы, которые могут завести очень далеко.

Я видел, что вы беседовали в интернете с людьми, которые называют себя русскими буддистами. Какие ваши впечатления об этих беседах, о том, насколько адекватно их представление буддизму, который вы знали?

Ну, мы – люди, выросшие в определенной культуре. Это культура, которая когда-то сформировалась на основе Православия, а потом ее долго громили атеизмом. Большинство буддистов моего возраста и чуть постарше – это люди, которые родились в Советском Союзе, потом пришла мода на Восток, а она в свое время была очень сильная. Это тот фон, на котором многие заинтересовались буддизмом. Но в итоге у многих сложились свои собственные представления об этом. Есть, конечно, традиционные школы, есть люди, которые серьезно пытаются разобраться, изучают тибетский язык и санскрит, начинают рыться в текстах, – но они всё равно остаются людьми нашей культуры. Об этом, кстати, даже Далай-лама говорил в одном интервью. Я читал его давно, еще будучи буддистом, и удивлялся: «Что это он так странно говорит?» А он говорил, что человеку, выросшему в христианской среде, лучше оставаться христианином и не лезть в буддизм, потому что он и буддизм толком не поймет, и христианином быть перестанет. Так оно, в общем-то, часто и происходит, что человек начинает адаптировать буддизм под какие-то свои личные представления.

У нас человек, желающий узнать христианскую культуру, имеет возможность войти в живую традицию. А человеку, который, живя на территории Центральной России, Украины или Белоруссии, желает узнать буддистскую культуру, войти в живую традицию довольно трудно. Можно, конечно, отправиться в Калмыкию, Бурятию, Тыву – но и там советский период не прошел бесследно, и насколько там в полной мере сохранилась непрерванная буддистская традиция – это еще вопрос. Что же в действительности происходит? Увлекающиеся буддизмом у нас, как правило, черпают знания из уже адаптированных под людей христианской культуры изложений, а потом даже это адаптируют еще и под свои собственные представления. И в результате получается так, что у каждого «русского буддиста» свой собственный буддизм, но при этом он истово верует, что это «самый правильный буддизм».

Монастырь десяти тысяч будд, Гонконг

Есть еще один такой момент: некоторые наши буддисты сначала в России изучают буддизм, потом едут окунаться в живую традицию, допустим, на севере Индии, где очень много тибетских монастырей. И вот, окунаясь в живую традицию, «русские буддисты» говорят: «Это же совершенно не то, что мы себе представляли! И чем это принципиально отличается от вещей, которые нам не нравились в Православии, например какого-то обрядоверия? Вот, здесь то же самое у традиционных буддистов». У нас тем, кто пытается войти в буддизм, часто свойственно представлять Восток в некоем романтическом ореоле. Но этот ореол может рассеяться после поездки в Индию или в традиционно буддистские страны – и часто рассеивается.

Проблема любой религии, традиционной для данной территории, в том, что есть много людей, которые лишь формально принадлежат ей. Они не интересуются ее учением, им важно лишь решение каких-то земных вопросов. В России они придут в православный храм, чтобы машину освятить, ребенка покрестить, чтобы не болел, – и всё. А буддисты в России – это люди сознательного выбора, которые ищут, изучают, практикуют. И когда некоторые начинают сравнивать номинальных православных с сознательными буддистами, то возникает впечатление, что последние смотрятся более выгодно. Но если вы поедете в буддистскую страну или регион, то увидите, что там большинство верующих также ограничивает свою религиозную жизнь лишь тем, чтобы с помощью обрядов изгнать духов из дома или из машины, что-то с ребенком сделать, чтобы он не болел, – и всё. Никакие «благородные истины» буддизма их просто не интересуют. А православные общины в такой иноверной среде, наоборот, зачастую состоят из глубоко верующих христиан, людей сознательного выбора. Этого не понимают многие у нас, увлекающиеся буддизмом. Но, попав в живую среду, в которой большинство людей связывают себя с традиционным буддизмом, испытывают удивление и разочарование.

Стоит заметить, что и сами наши неофиты нередко производят весьма своеобразное впечатление на жителей традиционно буддистских стран. Несколько лет назад я какое-то время жил в Таиланде, там один из русскоязычных телеканалов держит русский бизнесмен, который считает себя буддистом. И он вел на своем канале передачу, где с очень серьезными намерениями проповедовал буддизм русским зрителям. При этом, что интересно, тайцы, знающие русский язык, смотрели это как юмористическую передачу: им было смешно от того, что они слышали от этого иностранца про религию, в которой они с детства воспитаны. Собственно, упомянутые вами слова Далай-ламы касаются той же проблемы.

Антон Сергеевич, спасибо большое вам за рассказ. Дай Бог, чтобы каждый человек нашел свой путь к Богу.

 

[1] «Четыре благородных истины» – название традиционной формы изложения главных положений буддистского учения.

[2] «Принятием прибежища» называется буддистская инициация, после которой интересующийся становится членом сангхи (буддистской общины).

[3] Джамсаран – один из так называемых «защитников веры», почитаемых в тибетском буддизме. Ему совершаются службы, проводятся специальные медитации на его образ.

 
Un oggetto liturgico raro: il Sion

Uno dei più strani e al tempo stesso eleganti oggetti liturgici che si possa trovare nelle chiese ortodosse russe è il contenitore che ricorda la forma di alcuni antichi tabernacoli, e che viene portato dai diaconi in processione durante le incensazioni alla Veglia e alla Liturgia. Di che cosa si tratta? Scopriamo la storia, la simbologia e le caratteristiche di quest'oggetto nell'articolo sul Sion, che presentiamo nella sezione "Domande e risposte" dei documenti.

 
La Chiesa copta dona in uso alla Chiesa russa la chiesa del grande martire Mina

foto: Telegram

La Chiesa copta ha donato gratuitamente la Chiesa dedicata al grande martire e taumaturgo Mina e a papa Cirillo VI ("Mar Mina"), situata nei giardini delle piramidi a Giza, all'Esarcato della Chiesa ortodossa russa in Africa. Il 25 giugno 2022, il metropolita Leonid di Klin ha celebrato nella chiesa la prima Divina Liturgia in qualità di esarca russo sul suolo africano, come riferisce Patriarchia.ru.

Il trasferimento a uso gratuito della chiesa del grande martire Mina alla diocesi nordafricana dell'Esarcato della Chiesa ortodossa russa è stato annunciato dal vescovo Teodosio di Giza della Chiesa copta, che ha accolto il metropolita Leonid.

foto: Telegram

In risposta, l'esarca ha parlato delle relazioni speciali, gentili e fraterne della Chiesa russa con i cristiani copti.

"Quando abbiamo ricevuto questo gentile segnale da sua Santità il patriarca [copto], ovviamente siamo stati molto contenti di sapere che potevamo tenere servizi divini in uno dei luoghi di culto della Chiesa copta, e per di più a uso gratuito", ha detto. "In risposta, stiamo anche facendo ogni possibile sforzo a Mosca per far sentire la Chiesa copta a casa propria sul suolo russo, come hanno fatto sentire noi sul suolo egiziano", ha affermato il metropolita Leonid.

foto: Telegram

 
Parigi: estremismo violento genera estremismo violento

Nell'XI secolo, il mondo occidentale, che allora significava solo alcune parti dell'Europa occidentale, respinse definitivamente qualsiasi tipo di centro spirituale al di fuori di se stesso, e fece  di se stesso il proprio centro spirituale. Così, essendo diventato etnocentrico, iniziò a vedere tutte le altre civiltà come carne da macello per le proprie finalità totalmente senza scrupoli e egoistiche. Tutte le altre civiltà diventavano 'buone' se sostenevano l'egoismo sfruttatore e genocida dell'Occidente, e invece 'barbare', 'arretrate', 'primitive' e 'antidemocratiche' se non lo sostenevano.

Per esempio, l'elite ebraica è stata utile per finanziare le guerre tribali in vari punti nel Medioevo, o per finanziare la Riforma e le guerre che ne seguirono (come quelle di Cromwell in Gran Bretagna e Irlanda), o per finanziare le guerre 'mondiali' (in realtà, occidentali) del XX secolo, ma quando gli ebrei ordinari non erano necessari a tale scopo, potevano essere massacrati.

Per esempio, il mondo musulmano poteva essere massacrato, come nell'XI secolo nella penisola iberica, come nelle crociate, come oggi nella Striscia di Gaza, perché i musulmani 'stanno in mezzo ai piedi'. Tuttavia, quando si adattava e tuttora si adatta agli scopi senza principi dell'Occidente, il mondo musulmano poteva e può diventare il suo più stretto alleato, come nella guerra anti-cristiana di Crimea e nella Bulgaria del XIX secolo, quando l'Occidente ha sostenuto massacri anticristiani da parte di musulmani , come nel sostegno contemporaneo dell'Occidente a barbare dittature anti-cristiane in Arabia Saudita (i cui musulmani fanatici sono stati responsabili degli attentati dell'11 settembre, ma che non è stata invasa), in Qatar e in Bahrein, come in Cecenia, in Kosovo e in Bosnia, dove l'Occidente ha sostenuto la creazione di governi mafiosi di criminali musulmani anti-cristiani, come in Afghanistan, dove la CIA ha creato al-Qaeda, come in Iraq, dove il dittatore imposto dalla CIA, Saddam Hussein, è stato poi tradito dall'Occidente quando aveva esaurito la sua utilità ed è vissuto fino a vedere il suo paese saccheggiato e oltre un milione di cittadini del suo popolo massacrati ed esiliati, come in Libia, dove la Gran Bretagna e la Francia hanno fatto a pezzi il regime legittimo, assicurandosi che i suoi arsenali fossero saccheggiati da fanatici musulmani, come in Siria, dove l'Occidente ha finanziato e addestrato terroristi musulmani fanatici e incoraggiato i propri jihadisti nati in Occidente a combattere lì – fino a quando questi non hanno iniziato a portare la loro jihad in Iraq e ora in Francia, o come in Crimea, dove sostiene la minoranza tartara musulmana contro la maggioranza russa cristiana.

Così, il moderno 'Islam radicale' è un'invenzione occidentale. Le armi per le atrocità barbare come l'oltraggio a Parigi provenivano dalla mafia dei trafficanti di armi in Kosovo e in Libia. Chi semina vento raccoglie tempesta. L’élite del governo in Europa Occidentale (come anche negli Stati Uniti, in Canada e in Australia) nel corso degli ultimi 60 anni ha portato nei propri paesi decine di milioni di musulmani, per farli sfruttare dai propri industriali in lavori sottopagati. Le élite non hanno mai consultato i popoli da loro diretti circa le proprie politiche in materia di immigrazione – le élite vivono in quartieri per bianchi ricchi, e non vedono quello che hanno fatto. Ora si trovano ad affrontare la reazione. Questa è iniziata con il sadico terrorista Breivik in Norvegia. Ora è chiaramente visibile in Germania e in Francia.

In un certo senso l'atrocità estremista di Parigi è colpa di successivi governi francesi. Dopo aver commesso atrocità nel mondo musulmano per secoli (non ultimo in Algeria dai cinquanta ai sessanta anni fa o in Libia una ventina di mesi fa), i francesi ora vedono musulmani che commettono atrocità in Francia. Dopo che la Rivoluzione Francese ha ufficialmente rinunciato alle proprie radici cristiane e ha aperto la porta alla libertà della blasfemia, i governi francesi hanno creato tutte le condizioni per un vuoto spirituale, per l'incredulità cinica e senza principi. Ma la natura ha orrore del vuoto e il diavolo lo riempie sempre. La rinuncia alla spiritualità cristiana in Occidente ha portato a un vuoto che è stato riempito dalla spiritualità satanica del terrorismo. L'atrocità di Parigi non è che una conseguenza della crisi spirituale di incredulità e infedeltà dello stesso Occidente.

L'estremismo violento occidentale nel mondo musulmano ha allevato l'estremismo violento musulmano nel mondo occidentale. Con nostro grande dispiacere, l'atrocità di Parigi sarà ripetuta in altre parti del mondo occidentale da terroristi musulmani nati in Occidente e di etnia occidentale. E questi ultimi a loro volta provocheranno una reazione violenta sui musulmani che vivono in Occidente. Le atrocità terroristiche che l'Occidente ha commesso con bombe, proiettili all'uranio, mine e droni in Iraq, nei Balcani, in Afghanistan, in Pakistan, in Libia e in Siria si stanno ora diffondendo in Occidente, esattamente come previsto. Chi semina vento in realtà raccoglierà tempesta. Il mondo occidentale si è portato questa tempesta sul suo capo.

 
La reazione dei credenti alle illegalità contro la Chiesa

il vescovo Viktor (Kotsaba) di Baryshevka. foto: pravoslavie.ru

I fedeli della Chiesa ortodossa ucraina sono stanchi delle illegalità contro la loro Chiesa e sono pronti a difenderla con tutti i metodi legali, ha affermato il vescovo Victor (Kotsaba).

I credenti della Chiesa ortodossa ucraina, che negli ultimi anni è stata sistematicamente perseguitata, sono stanchi delle illegalità e sono pronti a difendere la loro Chiesa in tutti i modi legali possibili, ha affermato il vescovo Viktor (Kotsaba) di Baryshevka, vicario della metropolia di Kiev, il capo della rappresentanza della Chiesa ortodossa ucraina presso le organizzazioni internazionali europee e professore associato dell'Accademia teologica di Kiev, in un'intervista a Pravoslavie.ru.

Ha detto che negli ultimi cinque anni ci sono stati molti eventi di natura discriminatoria nei confronti della nostra Chiesa. Questi comprendono l'adozione di leggi anti-ecclesiastiche, il sequestro delle chiese con la forza, l'incitamento all'odio sistematico e l'aperta aggressione contro i credenti della Chiesa ortodossa ucraina. "Tutto questo è stato sperimentato da tutta la Chiesa, da milioni di nostri credenti che vivono nella Rus' Carpatica e a Leopoli, a Lugansk e a Donetsk, a Kiev e a Chernigov, a Odessa e in  Crimea", ha detto il vescovo Viktor. "Questo è il motivo per cui i credenti ortodossi ucraini non vogliono più tacere".

Secondo il vescovo, l'iniziativa del popolo di raccogliere firme per gli appelli agli alti funzionari del paese è apparsa dopo che hanno cominciato ad arrivare sempre più segnali da parte di credenti comuni e sacerdoti dei villaggi. Hanno invitato i vescovi diocesani e il primate della Chiesa a richiamare l'attenzione del governo centrale sulle illegalità commesse. "I credenti della nostra Chiesa hanno già iniziato a reagire in modo efficace, raccogliendo firme da ogni parrocchia e monastero per appelli alla leadership del nostro paese", ha detto il vescovo Viktor. "È possibile che questa attività continui".

Ha notato che, prima di tutto, la reazione dei fedeli della Chiesa ortodossa ucraina è una preghiera per tutti i nostri fratelli e sorelle, anche per i malvagi.

Come riportato in precedenza, se i credenti protestassero, non ci sarebbero leggi anti-ecclesiastiche, ritiene l'esperto politologo Ruslan Bortnik.

 
Интервью Святейшего Патриарха Кирилла французскому изданию «Фигаро» в преддверии визита во Францию

В преддверии пастырского визита в Корсунскую епархию, который пройдет с 3 по 7 декабря 2016 года, Святейший Патриарх Московский и всея Руси Кирилл ответил на вопросы ведущего французского издания «Фигаро».

Какое значение имеет для Московского Патриархата открытие нового русского собора в центре французской столицы?

Во времена гонений на верующих в моей стране Париж приютил многих русских людей, вынужденных покинуть Родину. Проживая в рассеянии, наши соотечественники особенно сознают, что Церковь помогает им чувствовать себя единым народом, и в молитве преодолевать разногласия, которые естественны в многонациональной и многокультурной среде, а именно такой средой является паства Русской Православной Церкви. И здесь в Париже — мир постоянного движения студентов, бизнесменов, деятелей культуры и искусства, туристов. Каждый из них должен иметь возможность посещения храма, где он найдет не только пространство для молитвы, но и круг духовно близких людей.

Я убежден, что возведение храма — событие в культурной жизни французов, которые всегда интересовались русской культурой, в том числе иконописью, храмовой архитектурой, хоровым пением. В этом смысле храм и центр не только молитвенное помещение, но и площадка для межкультурного общения по самому широкому кругу вопросов. Мы верим, что такое общение под сводами храма может быть более простым и открытым, чем то, которое ведут политики. Думаю, что именно такого общения сегодня не хватает нашим народам.

Подобные проекты осуществляются и в других городах Европы и мира. Является ли Русская Церковь частью стратегии по представительству России за границей?

Русская Православная Церковь не представляет Россию, как не представляет она и другие страны, относящиеся к сфере ее пастырской ответственности, в том числе Белоруссию, Украину, Молдавию, Японию, Китай. Церковь представляет только Христа, несет Слово Истины, возвещенное Им людям. И тут никого не обманешь. Если происходит иначе, то это уже не Церковь, а организация по проведению выставок на религиозную тему. Поверьте мне, в такую организацию никто не пойдет молиться, как не ходили молиться в музеи атеизма в советское время, хотя там могли быть размещены прекрасные иконы и богослужебные предметы.

Разумеется, каждый собор за границей — это олицетворение самобытного восточного христианства, бережно хранимого народами исторической Руси, у каждого из которых один «крестный отец» — равноапостольный князь Владимир Киевский, крестивший Русь в водах Днепра.

У Церкви не может быть никакой иной стратегии, кроме свидетельства о Христе и Евангелии. Политические отношения могут быть лучше или хуже, но храм всегда будет открыт для православных людей любой национальности и политических убеждений, объединяя их в молитве к Богу.

Строительство собора финансировала Российская Федерация. Не слишком ли близка к политике Русская Церковь?

Политика, если мы подразумеваем под этим словом борьбу за власть и влияние, есть там, куда ее приносят люди своими действиями. В том числе и туда, где ей не место. Никому не приходит в голову вести политический торг с женой или детьми, по крайней мере, если есть намерение сохранить семью. Так и Церковь не может становиться участником какого-либо политического размена, как бы этого ни хотелось тем, кто не видит красоты и спасительности христианства.

Да, Церковь ближе к государству и обществу, чем это было в те времена, когда клир и верующие были в концлагерях, насильственно помещались в психиатрические больницы, храмы взрывались или превращались в коровники. Я надеюсь, что не эта ситуация является желаемой для тех, кто упрекает нас в «близости к политической власти».

Уровень церковно-государственных отношений в нашей стране во многом подобен среднеевропейскому. В России, если мы говорим о государстве, где проживает большинство прихожан Русской Православной Церкви и находятся органы центрального церковного управления, нет государственной Церкви, как, например, в Великобритании или Дании. У нас Церковь не совершает публичных функций по регистрации браков, как в ряде североевропейских государств. Государство не выполняет для нас функций агента по сбору церковных налогов, как в Германии. Президент России не утверждает назначение епископов, как это делает Президент Франции в Эльзасе, согласно Конкордату 1801 года. Более того, наши священники не получают зарплату от государства в России, зато получают зарплату в Бельгии, где есть наши клирики.

Отношения Церкви государства построены на условиях независимости и соработничества в тех сферах, где это удовлетворяет интересам православных граждан. Уровень свободы, которым мы пользуемся, беспрецедентный не только по сравнению с советским временем, но и с синодальным периодом в Российской империи, когда Церковь была редуцирована до уровня министерства по духовным делам.

Ни одна христианская Церковь не переживает такого подъема, как Ваша, в которой за последние 25 лет было открыто около 30 000 храмов. Но растет ли также количество верующих?

Позвольте уточнить, за 25 лет было открыто почти 30 000 церквей и только за последние семь лет ― 5 000.

Возрождение церковной жизни в странах исторической Руси стало подлинным чудом, преодолением мрачных времен богоборчества. Христианский ренессанс символизирует свободное отвержение атеистического мировоззрения, десятилетиями отравлявшего жизнь народа. Это опыт актуален не только для нас, но и для всех государств, которые и в наши дни предпринимают попытки пересмотреть христианское наследие, создать нового человека, якобы лишенного религиозных предрассудков. Иногда мы с удивлением видим, что секулярные штампы и стереотипы, которые получают распространение в ряде европейских государств, приближаются по содержанию к хорошо известным нам в прошлом советским установкам. Это не может не беспокоить.

Рост числа верующих неотделим от строительства храмов. Каждый храм, который строится или восстанавливается в местах, где живут люди, у нас незамедлительно наполняется прихожанами. Это особенно наглядно в крупных городах, где в воскресный день множество семей с детьми собираются для участия в воскресном богослужении.

Учитывая столь стремительный рост количества приходов, мы придаем особое значение подготовке кандидатов для рукоположения в священники. Тема реформы духовного образования рассматривается как приоритетная. Священники, направляемые для работы на приходах, должны быть образованными и разносторонне развитыми людьми.

Означает ли это развитие, что Россия в некотором смысле снова обрела душу после коммунистического периода и богоборческого века?

Душа нашего народа не была потеряна даже в годы жесточайших антицерковных гонений. Будучи лишены возможности получения знания о своих корнях через систему советского образования, формально являясь атеистами, наши соотечественники не стали существами, двигавшимися стройными рядами в обещанное безбожниками светлое будущее. Народный подвиг в Великой Отечественной войне, достижения в области науки и техники стали актами самоотречения, которые могли быть совершены только людьми по своему внутреннему устройству остававшимися христианами. Нет таких атеистических идеалов, ради которых человек бы расстался с жизнью ради любви к ближнему. Ведь если нет вечности, то как можно добровольно пожертвовать своей жизнью?

Но наследие атеизма, тем не менее, проявляется в деятельности некоторых людей или социальных групп. Страх перед Церковью и христианством, носящий характер фобии, происхождением из советского времени, когда десятилетиями стигматизировали общины верующих, лишая их права голоса, изгоняя из публичного пространства.

Обратите внимание, как нервно некоторые в нашей стране реагируют на реализацию признанного Советом Европы права Церкви вернуть храмы, незаконно отобранные у верующих.

Христианской цивилизации — душе Европы, если хотите, угрожают общие вызовы радикального секуляризма и потребительства, когда центр человеческой жизни перемещается из храма в супермаркет, когда ставятся под сомнение идеи традиционной семьи, евангельской морали. В эпоху информационных технологий мы живем в едином пространстве общения, которое мы призваны наполнять любовью, милосердием и добродетелью, а не своими страстями и унижающими достоинство человека устремлениями.

Вы были избраны на Московскую Патриаршую кафедру восемь лет назад, став преемником Алексия II. Каковы приоритеты Вашего служения?

Свидетельство и утверждение Истины Христовой — всегда приоритет и основное содержание служения Церкви. Это не красивые слова. Без этого все остальное не имеет смысла. Это главное.

Если же говорить о том, как лучше исполнять это свидетельство в тех условиях, в которых сегодня находится Русская Церковь, отмечу несколько моментов. Я рассматриваю реформу церковного управления как один из основных приоритетов. Ее главное содержание заключается в создании новых епархий Русской Православной Церкви. Количество епархий в 2009 году — 159, сегодня — 296. Увеличение их числа обусловлено, в том числе тем, что российские расстояния делали невозможным реальное духовное руководство епархиями, размеры которых были сопоставимы с размерами европейских государств.

Рост количества епархий — значит качественное изменение в жизни Церкви. Теперь архиерей физически может посетить все приходы своей епархии, помолиться с верующими, уделить им время. Каждая епархия становится центром притяжения здоровых общественных сил, развивает социальные, образовательные, молодежные и другие проекты, о которых раньше не было и речи.

По существу достаточное количество епархий олицетворяет открытость Церкви, доступность правящих архиереев, раскрывает перспективы для подлинной общинной жизни. Думаю, что в большой епархии архиерей даже не знал по именам своих клириков, а теперь ситуация поменялась.

Про улучшение качества духовного образования я уже говорил выше, и эта задача интегрально связана с развитием церковного свидетельства, работой с молодежью, укреплением присутствия Церкви в общественном, в информационном пространстве. Я занимался этими вопросами и до избрания, возглавляя Отдел внешних церковных связей и знаю эту проблематику изнутри. Образованный человек — от приходского активиста до архиерея — без дополнительных объяснений понимает, что сегодня делать, чтобы христианское послание достигло сердца современного человека.

Какую роль Русская Православная Церковь может играть в защите христиан на Святой Земле?

Усилиями многих христианских общин, поддержанных рядом государств, в том числе Российской Федерацией, катастрофическое положение христиан более не замалчивается. Известны заявления политиков и дипломатов из России и США, назвавших преследование христиан геноцидом. Эта оценка вполне соответствует действительности, совпадает с нашей оценкой, высказанной ранее. Особо следует подчеркнуть заявление, сделанное мною совместно с Римским папой Франциском в ходе встречи на Кубе. Один из краеугольных камней заявления — призыв к защите христиан Ближнего Востока и Северной Африки.

Христиане действительно стали заложниками в ситуации гражданских войн и нестроений, которые привнесены в этот регион извне. Политика вмешательства в дела государств региона принесла кровь и страдания в жизнь христианских общин, которые ранее чувствовали себя в относительной безопасности. Это верно, в частности, для Ирака.

Оружие Церкви — это слово, и мы продолжим призывать к миру и прекращению насилия, к установлению справедливости в регионе Ближнего Востока. Если эти слова найдут отклик в сердце людей, ответственных за принятие решений, то это изменит ситуацию.

Как Московский Патриархат мыслит борьбу с радикальным исламом?

Мы боремся не против ислама в том или ином его прочтении, мы боремся против воинствующего безбожия, которое не имеет права отождествлять себя с какой-либо религией вообще, в том числе и с исламом. И эту борьбу мы ведем бок о бок с мусульманами, которые видят в ужасающих убийствах, совершаемых якобы во имя ислама, надругательство над своей религией. Мы их понимаем. Человек, который присваивает себе право убивать во имя Бога, должен быть остановлен, в том числе, если это необходимо, силой оружия.

Играют на руку проповедников религиозного радикализма те, кто борется с проявлениями религии в общественном пространстве, препятствует развитию государственного религиозного образования. Ведь дефицит подлинных знаний о религии дает огромное поле деятельности для вербовщиков из ИГИЛ. Нельзя не сказать о том, что в религиозный радикализм толкает людей искажение представлений о традиционной нравственности, уравнивание добродетели с грехом. Всесторонняя поддержка традиционных религиозных общин — самая лучшая профилактика от религиозного экстремизма, защита людей от богоборческой идеологии ИГИЛ, распространяющейся как вирус.

Во Всеправославном Соборе июня 2016 г. должны были участвовать все Православные Церкви. Собраться всем не получилось. Как выйти из тупика?

Никакого повода для драматических выводов о состоянии отношений между Поместными Православными Церквами итоги проведения Критского Собора не дают. Церкви сохраняют братское, евхаристическое общение, придерживаются одних и тех же догматов Православия. Да, наша Церковь, как и ряд других, не участвовала в Критском Соборе, но мы недавно имели возможность видеть наших собратьев за общим богослужением и на праздничных мероприятиях в Москве [по случаю 70-летия Святейшего Патриарха Кирилла — примечание редакции]. Мы не принимали документов, не вели официальных переговоров, но чувствовали себя, как и на многих других общих мероприятиях в разных странах, единой Вселенской Церковью. Что может быть больше этого?

Предсоборный процесс продолжится, он и не останавливался, и мы с собратьями из Поместных Церквей не устанем искать путей к укреплению богозаповеданного единства.

Ваша встреча с Папой Франциском на Кубе — несомненно историческое событие. Но обещает ли она дальнейшее сближение? Не спровоцировала ли она внутри Русской Православной Церкви противную реакцию, блокирующие дальнейшее продвижение?

Наши отношения с Римско-Католической Церковью всегда находятся в движении, мы поддерживаем мультиформатный диалог. Наши позиции по тем вопросам, которые требуют совместных усилий, едины и не требуют сближения. Мы готовы сообща противостоять разрушению традиционных семейных ценностей, попыткам навязывания воинствующего секуляризма, угрожающего идентичности христиан. Никогда Русская Православная и Римско-Католическая Церковь не будут безразличны к участи христиан любых конфессий, подвергаемых преследованиям где бы это ни происходило. Существует множество других сфер для общего действия.

Критика внутри Русской Православной Церкви, касающаяся нашего сотрудничества с католиками, как правило, имеет своей причиной недостаточную информированность о нашем взаимодействии. Вместе с тем, история наших двусторонних отношений отягощена действиями униатов, от которых пострадали многие православные верующие, в том числе на Украине. Эта проблема остается на повестке дня и вызывает вполне объяснимую озабоченность наших прихожан.

Мы не пытаемся скрывать вероучительных различий, не делаем вид, что они малозначительны. Взаимодействуя, мы сохраним неприкосновенными свои традиции. Ведь наша задача не изменить друг друга в ходе диалога, а сообща изменить мир вокруг нас, который полон страданий и несправедливости, угрожающих богоданному достоинству человека.

Пресс-служба Патриарха Московского и всея Руси

 
Una fede polemica

foto: kulturologia.ru

"Polemica" è un nome piuttosto brutto, e questo forse non sorprende, dal momento che deriva dalla parola greca polemos, che significa "guerra". Alcune persone in particolare si sentono angosciate quando vedono negli scrittori cristiani qualcosa di polemico o negativo. Perché, chiedono, questi scrittori cristiani devono denunciare certe tendenze e idee? Non possiamo essere tutti positivi, ottimisti e incoraggianti? Dopo tutto, Gesù ha predicato un Vangelo d'amore. Non possiamo semplicemente parlare delle cose vere senza denunciare le cose false? Spesso tale critica polemica si combina con una specie di attacco ad hominem, in cui lo scrittore polemico viene rimproverato di mancanza di carità, solidarietà e gentilezza generale, ed è ritratto come un misantropo carente di spirito cristiano, nonostante il fatto che chi lancia quest'ampia accusa ad hominem non ha alcuna conoscenza personale dello scrittore polemico.

C'è un certo valore in una riluttanza a occuparsi di polemiche. San Paolo avverte che il servo del Signore non deve essere litigioso (2 Timoteo 2:24), e deve evitare stupide controversie che sarebbero inutili e futili (Tito 3:9). San Giacomo ci ricorda che l'uomo saggio dovrebbe mostrare la sua saggezza nella mansuetudine, e che la vera saggezza è pacifica, gentile e aperta alla ragione (Giacomo 3:13,17). Sappiamo tutti di persone che amano litigare e sono sempre portate alla lotta, persone che non chiedono niente di meglio che correggere tutti gli altri. Quando li incontriamo online, li chiamiamo "troll". Una lunga familiarità con loro è sufficiente per dare a chiunque un ripensamento sul valore delle polemiche.

Ma le polemiche nel cristianesimo non devono essere così facilmente respinte. I troll possono abusarne, ma l'uso improprio non invalida un uso corretto. L'uso corretto è quello che vediamo nelle parole degli apostoli. Questo perché non è sufficiente dire semplicemente la verità positiva che 2+2=4. Purtroppo il mondo è pieno di persone che non possono fare a meno di ascoltare la propaganda anticristiana che inonda la nostra cultura e che quindi crederanno anche che 2+2 è uguale a 5. Non è logico, naturalmente, credere nello stesso tempo a due cose che sono reciprocamente contraddittorie e incompatibili, ma moltitudini di persone lo fanno comunque. Ecco perché alle persone buone serve non solo la verità che 2+2=4, ma anche la verità complementare che 2+2 non è uguale a 5. Hanno bisogno non solo di ricevere la verità positiva, ma anche di essere avvisati di non accogliere un errore.

Ecco perché gli apostoli nelle loro epistole hanno impiegato così tanto tempo a mettere gli altri sull'avviso contro l'errore e il peccato. Non hanno semplicemente detto chi era Gesù e consigliato opere di rettitudine. Hanno anche detto di non ascoltare coloro che avrebbero distorto la verità su Gesù e li hanno messi in guardia contro particolari atti di peccato. La fede apostolica è polemica nel suo cuore. Se ne dubitate, provate a fare questo esperimento: passate in rassegna le epistole del Nuovo Testamento e sottolineate tutto ciò che è negativo, ogni versetto in cui san Paolo avverte i suoi lettori di evitare gli errori e denuncia il peccato e l'eresia. Farete molte sottolineature.

Per esempio, nella sua epistola ai Romani, Paolo polemizza con gli ebrei su larga scala; nella sua epistola ai Corinzi denuncia i suoi detrattori come "falsi apostoli", come servi di Satana; nella sua epistola ai Galati insiste sul fatto che coloro che rifiutano il suo insegnamento sulla circoncisione sono recisi da Cristo e privati della grazia; nella sua epistola ai Filippesi chiama i suoi avversari "cani", "malvagi", "mutilatori"; nella sua epistola a Timoteo fa dei nomi e dice di stare attenti a "Imeneo e Alessandro, che ho consegnato a Satana [cioè, ho scomunicato] affinché imparino a non bestemmiare" (1 Timoteo 1:20).

E non c'è solo san Paolo, come se l'apostolo delle genti fosse una specie di eccezione. Anche san Giacomo denuncia il peccato e i peccatori, dicendo loro di piangere e lamentarsi per le miserie che ricadono su di loro (Giacomo 5:1). San Pietro mette in guardia contro il peccato, i peccatori e gli eretici, descrivendo i colpevoli come "audaci e intenzionali" e come "figli maledetti" (2 Pietro 2:10s). L'epistola di san Giuda consiste interamente nel mettere in guardia contro l'eresia, e descrive gli eretici come "nuvole senz'acqua, alberi senza frutto, onde selvagge del mare, che rigettano la schiuma della loro stessa vergogna, stelle vaganti alle quali l'oscurità delle tenebre è stata riservata per sempre" (Giuda 12-13). Anche san Giovanni, l'apostolo dell'amore, scrive ai suoi lettori di stare attenti ai falsi maestri, che stigmatizza come "anticristi" (1 Giovanni 2:18s), e ordina al suo gregge di non avere nulla a che fare con loro – nemmeno lasciarli entrare nelle loro case o dare loro un saluto (2 Giovanni 10s).

Non è che queste aperte denunce del peccato fossero qualcosa di estraneo alla fede. In effetti, si potrebbe dire che è da Cristo stesso che gli apostoli hanno appreso tale zelo. Le denunce di Cristo ai farisei presentati come ipocriti, figli dell'inferno, sepolcri imbiancati, serpenti e covate di vipere sono ben noti (si veda Matteo 23:13, 15, 27, 33). Coloro che suggeriscono che il cristianesimo riguarda l'amore, l'amore e solo l'amore dicono la verità, ma non sanno cosa comporta veramente l'amore. Cristo e i suoi apostoli non hanno fatto tali paurose denunce in un attacco di rabbia, ma per mettere in guardia i loro ascoltatori dal destino che li attendeva se si fossero rifiutati di pentirsi.

Non serve a nulla, dunque, pretendere che le polemiche siano evitate nella scrittura cristiana, poiché il cristianesimo apostolico è polemico nel suo nucleo. Non dovremmo dilettarci nell'offendere, ma non osiamo evitare di farlo quando è necessario. Dopotutto, la schizzinosità non è uno dei frutti dello Spirito. Come disse una volta Dorothy Sayers (nel suo pezzo Creed o Chaos?), è "un grave errore presentare il cristianesimo come qualcosa di affascinante e popolare privo di offese. Vedendo che Cristo è andato in giro per il mondo facendo le più violente offese a tutti i tipi di persone, sembrerebbe assurdo aspettarsi che la dottrina della sua persona possa essere presentata in modo da non offendere nessuno". Non c'è niente da fare: le polemiche sono una componente inevitabile per la fede cristiana. Questo non dovrebbe sorprendere, perché siamo tutti soldati cristiani, e la Chiesa è una Chiesa che è spiritualmente in guerra.

 
Rischi e pericoli del servizio all’altare

Presentiamo nella sezione “Ortoprassi” dei documenti un’intervista dal portale Pravoslavie.ru, nell’originale russo e in traduzione italiana, di Petr Davydov all'arciprete Aleksij Sorokin, rettore della chiesa di san Lazzaro a Vologda. Il tema dell’intervista è il servizio all’altare, e in particolare il rischio di eccessiva familiarità con un luogo santo che può portare i servitori d’altare (e non solo loro) a comportarsi con mancanza di rispetto. Le considerazioni di padre Aleksij sono importanti non solo per i chierichetti, ma per tutti quelli che cercano di mantenere un atteggiamento riverente in chiesa.

 
Film d'animazione di prossima uscita per il 600° anniversario del rinvenimento delle reliquie di san Sergio di Radonezh

(cliccate sulla locandina per vedere il trailer del film)

In onore del 600° anniversario del rinvenimento delle reliquie di san Sergio di Radonezh (18 luglio 2022), il 16 luglio 2022 uscirà in russo un lungometraggio animato dal titolo Забытое чудо ("Il miracolo dimenticato"). Il rinvenimento delle reliquie del grande santo è l'evento più importante nella storia della Lavra della Trinità e di san Sergio e della Chiesa ortodossa russa, come riferisce Patriarchia.ru.

"Il miracolo dimenticato" è un progetto congiunto dello studio di animazione "Locomotiva a vapore", dell'Accademia teologica di Mosca, della Lavra della Trinità e di san Sergio e della corporazione statale Rostec.

Il film racconta di come i compagni di classe Dima, Nastja e Gosha scappano da un gruppo di turisti nella Lavra della Trinità e di san Sergio, andando ad esplorarla da soli, alla ricerca di tesori. In una delle torri del monastero, i bambini scoprono accidentalmente un portale magico che li porta nel passato. Quindi il loro problema principale è tornare a casa. Per fare questo, devono attraversare la "foresta dei miracoli" del XIV secolo, l'epoca del giogo mongolo. San Sergio di Radonezh aiuta i bambini nelle loro difficoltà. Superando le prove, i personaggi iniziano a comprendere il valore dell'amicizia, rivalutano il loro atteggiamento nei confronti dell'avidità, dell'orgoglio e della codardia e imparano ad aiutarsi a vicenda.

Il team creativo del film ha collaborato per quattro anni con l'Accademia teologica di Mosca e la Lavra della Trinità e di san Sergio per trovare il tono giusto, per toccare le corde delicate dell'anima di un bambino, per trovare le parole e le immagini giuste e per trasmettere l'importanza dei valori universali con l'aiuto di un linguaggio artistico espressivo: compassione, sincerità, coraggio, disponibilità ad aiutare e sostenere gli altri nei momenti difficili.

Il montatore del film, vice rettore dell'Accademia teologica di Mosca, il sacerdote AnatolIj Kolot, ha osservato: "San Sergio è uno dei santi più amati dagli ortodossi. Vogliamo presentarlo a coloro che non appartengono ai frequentatori di chiese o che non sono affatto cristiani ortodossi. Il nostro cartone animato combina sorprendentemente uno stile audiovisivo moderno secolare con autentico materiale di chiesa, ed è accattivante sin dai primi minuti!

"Probabilmente potrebbe essere riconosciuto come il risultato positivo della collaborazione tra i professionisti dello studio "Locomotiva a vapore", la Lavra della Trinità e di san Sergio, l'Accademia teologica di Mosca e... i bambini. A essere onesti, durante tutti e quattro gli anni di lavoro al film, il mio gruppo di controllo principale sono stati i miei sei figli, che erano pronti a guardare tutto, dalle animazioni al montaggio finale. Nonostante abbiamo visto l'intero film centinaia di volte insieme, non vedono l'ora che arrivi la prima al cinema", ha aggiunto padre Anatolij.

L'animazione dinamica e brillante in uno stile visivo moderno si concentra sulla visione familiare, per la categoria di età dai 6 anni in su. Per creare l'atmosfera dei secoli passati, nella scelta di una combinazione di colori, gli autori si sono ispirati all'estetica della pittura russa.

 
Tempo di fedeltà pieno di grazia, o accettazione dell'abito nuziale di Cristo

la scelta tra fedeltà e infedeltà a Cristo può essere fatta da chiunque. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

"Fedele" non è solo colui che difende coraggiosamente la verità di Dio, ma anche colui che non lascia entrare il male nel suo cuore con nessun pretesto, per quanto plausibile.

Il 22 febbraio, sacerdoti e credenti delle comunità della Chiesa ortodossa ucraina , a cui gli scismatici hanno portato via le loro chiese o continuano a tentare di farlo, si sono riuniti alla Lavra delle Grotte di Kiev. Queste persone hanno sofferto molto negli ultimi due anni: persecuzioni da parte delle autorità locali, espulsione dalle chiese e, per molte famiglie sacerdotali, dalle proprie case. Queste persone sopportano insulti, scherno e odio da parte dei "vincitori" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Da grandi chiese antiche, si sono trasferiti a pregare in tende, capannoni, garage e vecchie case traballanti. Una dei credenti ha detto: "Molti preti sono passati per il nostro villaggio. E quando guardi qualcuno che serve nella chiesa parrocchiale, e tu ti umili e servi in una capanna, è difficile esprimere queste cose. Solo chi l'ha sperimentato può capirlo".

Ognuna di queste persone ha avuto una scelta – basta andare alla "chiesa patriottica" e tutto cambierà immediatamente – cesserai di essere un "moscovita" e un "traditore" e diventerai "l'ucraino giusto". Ma nessuno di loro esita. Sono persone FEDELI a Cristo. E nella nostra Chiesa non ci sono i 350 che sono venuti alla Lavra per il congresso chiamato "I fedeli". Ce ne sono molti altri. Inoltre, ora la scelta tra fedeltà e infedeltà a Cristo può essere affrontata da chiunque.

Il carico di grazia della fedeltà

Il Signore ci ha benedetti a vivere in un tempo straordinariamente pieno di grazia. Potremmo andare in chiesa per tutta la vita, credendo sinceramente che amiamo Dio e che gli resteremo fedeli in qualsiasi circostanza. Ma il fatto è che un guerriero non riceverà mai un premio di combattimento vivendo in una guarnigione pacifica, senza essere mai stato in una singola battaglia. Ecco come sarebbe potuta passare la nostra vita. Centinaia di migliaia di persone, che in altre circostanze avrebbero potuto essere glorificate come martiri, sono vissute con calma e misura sulla terra. Sono andate in chiesa, hanno pregato e hanno ricevuto la comunione, ma non hanno avuto l'opportunità di mostrare la loro fede e fedeltà in una situazione che richiede da noi la cosa principale: l'amore sacrificale per Dio. E non a parole ma con i fatti.

Probabilmente, non c'è niente di più bello che dire a Dio "ti amo" non con le parole ma con la vita stessa. Non c'è niente di più gioioso che perseverare per amore di Cristo. Com'è gratificante sapere e capire che le menzogne ​​e le calunnie, che si sono così abbondantemente riversate su di noi oggi, ci sono state date in modo da poterle sopportare per il bene del nostro amato Salvatore. Cosa potrebbe esserci di più grande che spargere sangue per amore di colui che ti è più caro di chiunque altro al mondo? Ognuno di noi deve attraversare le porte della morte. Tutti, in un modo o nell'altro, devono essere crocifissi dalla malattia e dal dolore. Ma essere crocifisso alla destra del Salvatore, accanto a lui e con lui: cosa potrebbe esserci di più desiderabile? Lode a Dio, sta arrivando il tempo in cui il Salvatore, nella sua grazia, potrà concedere un tale onore a molti di noi.

Non può essere altrimenti

Ora molti sono confusi e indignati dal fatto che nella nostra società il "male" è chiamato "bene", l’"odio" – "eroismo", il "banditismo" – "valore", la "menzogna" – "verità". Come potrebbe essere altrimenti? La Sacra Scrittura ci ha da tempo avvertiti che tutto questo deve inevitabilmente accadere "a causa del dilagare dell'iniquità" (Mt 24:12). "Guardate di non allarmarvi; è necessario che tutto questo avvenga, ma non è ancora la fine" (Mt 24:6). Ciò che sta accadendo nel mondo non fa solo sentire indignati. Sappiamo dalle Scritture che anche i santi in cielo un giorno si indigneranno e chiederanno a Dio: "Fino a quando, Sovrano, tu che sei santo e verace, non farai giustizia e non vendicherai il nostro sangue sopra gli abitanti della terra?" Ma sarà chiesto loro di aspettare che altri (non ci siamo anche voi e io?) si uniscano al loro numero (Ap 6:10-11). Dio ha dato alle persone l'opportunità "non solo di credere in Cristo, ma anche di soffrire per lui" (Fil 1:29). "Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi", (Gv 15:20), avvertì il Salvatore. Inoltre, saremo odiati da tutti proprio a causa di Cristo (Mc 13:13). Pertanto, ciò che sta accadendo è ciò che dovrebbe accadere, non può essere altrimenti. Dovreste solo ricordare ciò che il Salvatore ha detto molte volte nel Vangelo: "Non abbiate paura!" (Lc 12:4). Infatti, "rallegratevi perché partecipate alle sofferenze di Cristo, perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare" (1 Pt 4:12-14).

I fedeli: chi sono?

I santi anziani hanno profetizzato decine di anni fa ciò che la nostra società e la nostra Chiesa stanno attraversando oggi: Lavrentij di Chernigov, Zosima (Sokur), Damian (Kornejchuk), Kuksha di Odessa, Serafino di Vyritsa, ecc. La Provvidenza di Dio ci guida attraverso il crogiolo della sofferenza e delle prove. Questa è la volontà del Signore. Cosa ci resta? Solo una cosa, fare la scelta giusta, cioè rimanere fedeli a Cristo.

In una delle vite degli antichi santi (purtroppo non ricordo chi sia esattamente) ho letto di un uomo giusto che invitava i cristiani a difendere la loro chiesa. Allo stesso tempo, dava argomenti semplici: "Se difendiamo la chiesa, avremo un posto per pregare insieme. Se ci uccidono, diventeremo martiri e andremo a pregare Dio in cielo. Quindi, in ogni caso, non faremo che guadagnare". Se una persona non viene uccisa ma solo mutilata, allora diventerà un confessore, e di fatto, anche questo è martirio.

Questi argomenti sono validi ancora oggi. Non possiamo e non dobbiamo rispondere alla forza con la forza. La nostra forza sta nella pazienza e nel coraggio di stare con Cristo nell'Orto del Getsemani, durante l'interrogatorio di Ponzio Pilato, durante la sua flagellazione nel pretorio. La nostra forza sta nel fatto che possiamo dire con sicurezza il nostro fermo "no" all'ideologia satanica del nuovo ordine mondiale. La nostra forza sta nel fatto che, proprio come il Salvatore, possiamo accettare umilmente la nostra croce e accompagnarla al nostro Calvario. Devi capire che la confessione o anche il martirio per Cristo è un grande privilegio e non è dato a tutti. Il martirio deve ancora essere guadagnato, è un dono speciale di Dio, ed è ardito cercarlo senza permesso. Altrimenti, sarà una manifestazione di orgoglio piuttosto che di fedeltà a Dio. La gente dice: "Non chiedere la croce, ma non fuggire dalla croce".

Per i cristiani durante il periodo della persecuzione c'era una regola: "Se puoi nasconderti dai carnefici, è meglio nasconderti. Ma se vieni catturato, muori come cristiano". Questo principio di comportamento deriva dall'etica del Vangelo: "Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra" (Mt 10:23). Ma questo vale per la vita personale. Se stiamo parlando di difendere la fede, allora l'esempio dei cristiani montenegrini che difendono in massa la loro fede con processioni della Croce è la risposta a come dovremmo reagire quando cercano di privarci di ciò che è più santo: la nostra madre Chiesa. Non dovremmo mai nasconderci nell'ombra quando il Signore ci chiama a mostrare la nostra fedeltà. Questa chiamata è un invito al banchetto di nozze dell'Agnello e rimanere nella fede significa ricevere l'abito nuziale da parte dell'ospite della festa.

Sant'Alessio di Zosima, l'anziano a cui Dio aveva concesso il diritto di tirare a sorte per l'elezione del patriarca al Concilio locale del 1917-1918, era molto severo con coloro che si "vergognavano" della loro fede. Il monaco stesso era di natura molto gentile e amorevole, ma trattava come traditori della fede e apostati coloro che, dopo i cambiamenti rivoluzionari nella vita della società, iniziarono a temere di farsi il segno della croce in pubblico, di indossare una croce, di osservare feste e digiuni e generalmente di riconoscersi apertamente come ortodossi.

Circa la cosa più importante ...

L'intera serie di eventi con tutte le sue componenti emotive e di altro tipo passa attraverso i nostri pensieri. Questi sono il collegamento tra il mondo esterno e quello interno di una persona. Il mondo esterno, insieme al nostro corpo materiale, che è solo un contenitore in cui vive la nostra anima, è solo un'aggiunta temporanea al nostro "io" Eterno. Ma sono i nostri pensieri, sentimenti e desideri che formano l'aspetto o meglio il volto della nostra personalità. Tutta la nostra attenzione dovrebbe essere concentrata su di loro.

"Come sono i tuoi pensieri, così è la tua vita", insegna l'anziano Fjodor Vitovnitskij. L'arte di vivere una vita retta è mantenere la pace nell'anima in qualsiasi situazione. "Ciò che non ti porta fuori dall'equilibrio non ti possiede più", insegnava un antico filosofo. Il compito principale del diavolo è renderci malvagi nel confronto tra il bene e il male. Capisce perfettamente che non ci schiereremo dalla parte dei nostri delinquenti, non accetteremo mai i loro falsi valori e non sosterremo la loro ideologia. Ma possiamo odiare i nostri nemici per tutto il male che proviene dalle loro anime marce. E se Satana riesce a suscitare in noi questo odio e indignazione, allora la sua missione sarà adempiuta.

Verremo infettati dallo stesso virus dei nostri avversari. Non importa se il nostro odio è giusto e il nostro oltraggio è giustificato. L'importante è che nella nostra struttura mentale non siamo più diversi dai nostri avversari. Il desiderio della punizione di Dio sui nostri nemici, il sogno che il Signore si vendichi di loro, ci rendono nemici di Dio e ai suoi occhi uguali a coloro che odiamo e sui quali chiediamo la punizione del Signore. Pertanto, il "fedele" non è solo colui che difende coraggiosamente la verità di Dio sulla terra, ma anche colui che non lascia entrare il male nel proprio cuore con alcun pretesto, anche il più plausibile.

San Porfirio (Bairaktaris) di Kafsokalivia viveva sulla terra come se il diavolo e i suoi servi non esistessero affatto. In ogni cosa e dovunque vedeva il bene: viveva con il bene, serviva il bene e respirava il bene. E i demoni sono, secondo sant'Isacco il Siro, solo schiavi fuggitivi che si nascondono dal loro padrone. L'unica cosa che possono fare è spaventare. Ma per attuare un simile approccio alla vita, è necessario avere un cuore puro per poter vedere solo il bene in tutto ciò che accade. E non tutti possono farlo.

Un modo più semplice è limitarsi a ignorare il male. Non rifletterci sopra, non reagire e consideralo inesistente, il che, in effetti, è vero, poiché il male stesso non ha una sua essenza. Dobbiamo alimentare i nostri pensieri quotidianamente con la Parola di Dio e l'insegnamento dei santi Padri, vivere di preghiera e contemplazione, non lasciar entrare i nostri pensieri nel mondo e non permettere allo spudorato uccello della mente di volare attraverso la foresta della vita, sedendosi su ogni ramo, curioso di sapere cosa stia succedendo lì. Questo non significa affatto essere indifferenti e non difendere la fede. Confessare la nostra fede, se Dio ci chiama a farlo, è necessario nell'umile sopportazione delle circostanze dolorose, e non nel fuoco della "guerra santa" e del "nobile odio". L'anziano Simone l'Incruento dice che un cristiano non è colui che combatte contro il male, ma colui che combatte perché l'amore rimanga con lui per sempre. Che Dio ci aiuti in questo!

 
Alcuni notevoli commenti del presidente egiziano

Mentre la Chiesa ortodossa copta ammira un evento nuovo e altamente significativo, la prima visita a sorpresa di un presidente musulmano egiziano al patriarca dei copti per la Veglia del Natale (potete leggere qui ulteriori informazioni sulla visita), richiamiamo l'attenzione su alcune parole che il presidente Abdel Fattah al-Sisi ha pronunciato il 1 gennaio 2015 di fronte alle principali autorità musulmane egiziane, dal ministero dei beni religiosi e dall'università di Al Azhar. Ironicamente definito "discorso di Capodanno" (di fatto era tenuto nell'imminenza della celebrazione della nascita del profeta Muhammad; il 1 gennaio non è riconosciuto o celebrato nel mondo musulmano, in quanto basato su un calendario cristiano), nondimeno questo discorso presidenziale è un inaspettato apporto di verità e realismo rispetto alle relazioni dei musulmani con il resto del mondo: una dose di realtà che pochi capi di stato in Occidente osano dichiarare, o anche solo pensare.

Ecco qui un significativo estratto dal discorso presidenziale:

Mi riferisco qui ai leader religiosi. Dobbiamo riflettere seriamente su quello che abbiamo di fronte, e io, di fatto, ho già affrontato questo tema alcune volte. È inconcepibile che il pensiero che consideriamo più sacro faccia in modo che l'intera umma [il mondo islamico] sia una fonte di ansia, pericolo, abbattimento e distruzione per il resto del mondo. Impossibile!

Questo pensiero – non dico "religione", ma "pensiero" –, questo corpus di testi e idee che abbiamo sacralizzato nel corso dei secoli, al punto che allontanarsi da loro è diventato quasi impossibile, si sta inimicando il mondo intero. Si sta inimicando il mondo intero!

È possibile che 1 miliardo e 600 milioni di persone [i musulmani] debbano voler uccidere il resto degli abitanti del mondo, cioè 7 miliardi, in modo che essi stessi possano vivere? Impossibile!

Sto dicendo queste parole qui ad Al Azhar, davanti a questa assemblea di studiosi e ulema – Allah l'Onnipotente sia testimone della vostra verità nel Giorno del Giudizio riguardo a ciò di cui vi sto parlando ora.

Tutto ciò che vi sto dicendo, non lo potete sentire se rimanete intrappolati all'interno di questa mentalità. Dovete fare un passo al di fuori di voi stessi per essere in grado di osservare e riflettere su di essa da una prospettiva più illuminata.

Dico e ripeto ancora una volta che abbiamo bisogno di una rivoluzione religiosa. Voi, imam, siete responsabili di fronte ad Allah. Il mondo intero, lo dico ancora una volta, il mondo intero è in attesa della vostra prossima mossa... perché questa umma è strappata, viene distrutta, si sta perdendo – e si sta perdendo per opera delle nostre mani.

Non commentiamo ulteriormente le parole del presidente Al-Sisi, se non per invitare a rileggerle con attenzione, per capire il potenziale davvero straordinario delle proposte di questo politico che parla con voce tranquilla, invocando un ripensamento interno della sua religione a livello globale. Non sarà forse male confrontare queste parole con quelle di Putin a Valdai nel contesto del mondo cristiano. Forse potremo anche chiederci perché i media di maggioranza fanno tutto il possibile per oscurare questi discorsi sotto una ben calcolata campagna di demonizzazione di entrambi i personaggi.

 
Arciprete Andrew Phillips: Il nuovo anno

Ogni giorno nel mondo migliaia di persone muoiono di malattie (in Africa ogni giorno muoiono molti di più per la facilmente curabile malaria che non per Ebola); ogni giorno migliaia di corpi appena assassinati vengono bruciati negli inceneritori degli aborti del mondo occidentale (chi ha detto che i nazisti non hanno vinto?); ogni giorno centinaia di persone vengono uccise per mano di terroristi armati dall'Occidente in Siria e in Iraq, ogni giorno ottanta persone muoiono uccise da armi negli Stati Uniti; ogni giorno 24 ex militari statunitensi si suicidano perché non possono vivere in pace con la loro coscienza, dopo l'Iraq e l'Afghanistan; ogni giorno diversi ucraini muoiono per mano della giunta nazista installata dall'Occidente a Kiev. In mezzo a tutta questa morte viene l'attuale isteria ipocrita e grossolana manipolazione in Francia.

'Charlie Hebdo', di proprietà di un miliardario ebreo, non era affatto una rivista satirica, ma un pezzo di puro anticlericalismo e pornografia (15 anni di vita a Parigi me lo hanno insegnato), tanto intollerante da non avere mai deriso se stesso, né il giudaismo, né Israele, ma in compenso ha bestemmiato ogni settimana contro Cristo, la Madre di Dio e anche l'islam. È di fatto il crepuscolo dell'Europa. Le forze che governano il mondo sono state tanto rapide a manipolare questi omicidi barbari a Parigi, che alcuni teorici della cospirazione leggermente folli hanno cominciato perfino a scrivere che l'intera atrocità è stata intenzionale e gli psicopatici sono stati manipolati.

A causa di questa atrocità dicono che ora l'Europa occidentale diventerà uno stato di polizia militarizzato come lo sono diventati gli Stati Uniti dal 2001; che oggi l'Europa occidentale non criticherà mai più il genocidio di Israele a Gaza; che oggi l'Europa occidentale (in particolare la Francia) non toglierà mai le sanzioni anti-russe – proprio quando cominciava ad allontanarsi dalle politiche americane e unirsi all'asse Pechino-Mosca; che oggi l'Europa occidentale diventerà una semplice schiava di Washington, debilitata da una guerra civile continua tra musulmani e non musulmani, tra jihad e McWorld. In ogni caso, i preparativi per la venuta dell'Anticristo sono chiaramente in corso in Europa occidentale.

Qualunque sia la verità dietro la manipolazione di massa in Francia e in Europa occidentale, una cosa è chiara: il 2015 si apre con la continuazione della guerra mondiale che l'Occidente ha cominciato lo scorso anno. La fase in corso di questa guerra mondiale, che è chiaramente scoppiata in Iraq, la Siria e l'Ucraina, ma è latente da Parigi alla Nigeria e dall'Afghanistan a Hong Kong, ha anche dato origine alla politica economica della terra bruciata da parte della Federazione Russa. Provocato dall' invasione NATO dell'Ucraina dello scorso anno, questa politica consiste nel ritirarsi, guardando economicamente a est verso l'Unione economica eurasiatica e la Cina, e quando il tempo sarà maturo, prendere la NATO in contropiede nel settore economico.

Era stata questa stessa politica della terra bruciata, nella sua manifestazione militare, che aveva portato in un primo momento la ritirata verso est e poi le truppe russe a liberare Parigi nel 1814 e Berlino nel 1945. È la stessa politica che può portare ora la Federazione russa a liberare l'Europa occidentale dalla sua isteria di massa. L'attacco dell'informazione contro la Russia attraverso la patetica propaganda occidentale sulla massa ingenua e controllata, l'attacco economico contro la Russia attraverso le sanzioni, l'attacco della valuta contro il rublo russo, l'attacco contro le risorse del petrolio russo attraverso l'incoraggiamento dei fanatici musulmani in Arabia Saudita a pompare petrolio, stanno continuando tutti. L'Unione Europea, vassallo di Washington, si sta mandando in bancarotta. Ora è una questione di tempo su chi vincerà.

Dalla caduta dell'Unione Sovietica, il mondo occidentale è impazzito, e la sua aggressione millenaria non è più tenuta sotto controllo da qualsiasi opposizione. Ora, sulle rovine dell' Unione Sovietica atea e screditata e sulle rovine causate dal materialismo occidentale in quell'Unione Sovietica e nella rabbia dei laici occidentali e atei, possiamo vedere il ritorno sulla scena mondiale di una Russia imperiale rinata e della sua cultura cristiana ortodossa. I russi sono sopravvissuti alle conseguenze micidiali dell'ateismo occidentale e così lo hanno respinto; il mondo occidentale sta entrando di propria volontà in quella cultura atea, deliberatamente ignorando le lezioni apprese dalla Russia riguardo a tale cultura.

'La Russia è un paese che confina con Dio', ha scritto il poeta Rilke. E il tedesco baltico Walter Schubart ha aggiunto: 'Solo la Russia è in grado di rendere spirituale l'umanità, che è sprofondata nel materialismo ed è stata rovinata dalla sete di potere'. Ora, al Natale ortodosso, dal Monte Athos uno degli anziani più importanti della Russia contemporanea, lo ieroschimonaco Rafail (Berestov) ha scritto che dobbiamo prendere coraggio di fronte alle sofferenze del presente conflitto mondiale. Tuttavia, l'anziano Rafail ci ha anche consolato, affermando che durante questa guerra apparirà il prossimo tsar-conquistatore ortodosso russo, e tutti i cuori ortodossi lo riconosceranno. Quando sarà unto, saranno illuminate tutte le menti ortodosse. San Serafino di Sarov gli sarà testimone e riceverà il suo globo e il suo scettro dalla Madre di Dio che li ha custoditi dal 1917 e seguirà una grande purificazione. Così sia!

 
Il metropolita Onufrij benedice una speciale regola di preghiera quaresimale

foto: ukranews.com

Il primate ucraino ha invitato i fedeli ad aumentare la propria vita di preghiera durante i giorni del prossimo santo digiuno e ho benedetto per loro una regola di preghiera speciale.

"L'obiettivo più importante del digiuno è l'umiltà davanti a Dio. L'uomo, umiliandosi davanti a Dio, si sforza sempre per il bene. La mancanza di umiltà genera orgoglio, inimicizia, confronto e guerre, e oggi sfortunatamente ne abbiamo molti esempi nel nostro mondo. Dobbiamo sempre ricordare che dobbiamo essere tutti trasfigurati attraverso l'umiltà e il pentimento sincero", spiega sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di tutta l'Ucraina nella sua epistola quaresimale, da leggere domenica in tutte le chiese e monasteri della Chiesa ucraina.

In questo senso, il metropolita benedice che i fedeli della Chiesa ortodossa ucraina aggiungano preghiere e prosternazioni alla loro regola di preghiera quaresimale:

"I fedeli della nostra Chiesa hanno anche la benedizione di leggere un catisma dal Salterio ogni giorno durante questa Grande Quaresima, e di fare tre prosternazioni alla Preghiera del Signore, implorando il perdono per i nostri peccati, e anche tre prosternazioni alla preghiera 'Gioisci, Deipara Vergine...', implorando la benedizione di Dio per la nostra terra ucraina e il suo popolo".

Questo è il settimo anno consecutivo in cui sua Beatitudine ha lanciato l'appello per una maggiore preghiera per la pace durante la Grande Quaresima.

 
La sorellanza del convento di santa Elisabetta celebra il suo ventesimo anniversario

foto: http://catalogueofstelisabethconvent.blogspot.ru/

Il 7 dicembre 1996 è stato un giorno molto importante per il convento di santa Elisabetta. In quel giorno è stata fondata la sorellanza in onore della santa martire granduchessa Elisabetta. Nel giorno della festa di santa Caterina d'Alessandria, il metropolita Filarete di Minsk e Slutsk aveva rivestito le prime sorelle della misericordia nei loro abiti bianchi durante la funzione nella cattedrale dei santi Pietro e Paolo. Il primo luogo dove sono arrivate le suore è stato l'ospedale nazionale di salute mentale a Novinki (che si trova nei pressi di Minsk). In un anno, sarebbe iniziata lì la costruzione della prima chiesa. Tre anni più tardi il metropolita Filarete avrebbe dato la sua benedizione per la creazione del convento. Oggi la nostra casa di misericordia non è limitata dalle mura del convento, perché anche l'ospedale è diventato una sua parte inalienabile...

Le sorelle che hanno preso parte alle origini della sorellanza raccontano le loro storie su questo giorno memorabile.

"Il vostro lavoro è apostolico": un racconto della monaca Anfisa

20 anni... un periodo significativo. Sono passati in fretta, come 2 anni o addirittura 2 mesi... rapidamente e impercettibilmente, ma allo stesso tempo ricchi di risultati ed eventi. Tuttavia, l'inizio è stato piuttosto semplice. Padre Andrej ha raccolto tutti gli "agnelli" insieme e ha detto che era passato il tempo di sentirsi tristi e che dovevamo iniziare a servire gli altri. Quelle parole erano la sua benedizione per il nostro ministero. Così è apparsa la nostra sorellanza.

Quando il metropolita Filarete ci ha consegnato le nostre vesti, ha detto che santa Caterina ci benediva anche nel nostro stile apostolico, e ci ha augurato forza. Non capivamo niente, ma sapevamo che questo era ciò che il Signore voleva. Ci siamo vestite e siamo andate a servire. Le prime sorelle, benedette per quell'obbedienza, erano dirette all'ospedale di Novinki.

Tutto è accaduto allora in qualche modo impercettibile e naturale. Era solo la Divina Provvidenza. Dio agisce molto delicatamente, in modo semplice e invisibile di giorno in giorno. In tre anni le prime sorelle si sono stabilite qui, a Novinki, per dedicare tutta la loro vita al servizio di Dio come monache.

Il nostro ministero è solo un lavoro di tutti i giorni. Non ci sono parole alte o slogan rivoluzionari per descriverlo. Tutto è molto semplice: dovresti notare una persona. La sensazione di altruismo finisce molto presto, è forte solo all'inizio. E poi resta solo il lavoro di tutti i giorni, e questo è davvero difficile. Ci potrebbe essere uno inviato solo per voi, e dovete solo portargli il suo pranzo. Ma vi trovate troppo occupate, avete molto da fare e avete bisogno di andare da qualche parte per qualcosa che ha a che fare con la vostra attività... Quindi dovete fermarvi al momento giusto, perché portare il pranzo a questa persona è molto più importante. Il nostro ministero è uno studio di tutti i giorni, dove impariamo a notare una persona e a guardarla negli occhi. Forse, anche questo sarebbe abbastanza per aiutarla.

"Tutto è stato fondato sul coraggio del padre e sulla grazia di Dio": un racconto di sorella Julija

In precedenza, tutto quello che è successo in 20 anni mi sembrava irreale. Quando qualcosa mi confonde nella mia obbedienza o in qualsiasi altro luogo, ricordo sempre con cosa sono iniziati la sorellanza e il convento. Da un lato, sono iniziati con le parole di padre Andrej, che ci ha parlato di costruire ed edificare. D'altra parte, tutto è iniziato con la mia miscredenza assoluta.

Per essere onesti, tutto ciò di cui parlavamo allora mi sembrava impossibile. Questi 20 anni mi hanno dimostrato che non c'è nulla di impossibile a Dio! Ora sono sicuro che egli può facilmente creare qualcosa di reale e tangibile a partire dalle credenze e dalle idee, che a mio parere erano irrealistiche. Ciò riguarda non solo la costruzione del convento, che è l'incarnazione materiale delle idee, ma il ministero stesso e le persone visitate dalle nostre sorelle. Fin dall'inizio tutto è stato fondato solo sul coraggio di padre Andrej e sulla grazia di Dio. Questo mi era chiaro per me. Padre Andrej dice ancora oggi: "Quando mi guardo indietro mi chiedo, come può essermi venuto in mente tutto questo?"

Nonostante il mio atteggiamento e i miei sentimenti personali, ho capito – Dio mi ha fatto capire – che il convento sarebbe stato organizzato.

"Novinki" è una parola terribile per le persone. Non è compatibile con storie edificanti, trasfigurazioni o qualsiasi altro concetto che descrive cambiamenti per il meglio. Si tratta di un territorio sul quale non è stato possibile nulla fino al 1996. La gente aveva paura di questa parola. Quando padre Andrej si è offerto di visitare il suo ospedale, ho avuto paura anch'io. Ora ho capito, che Dio agisce più, ovviamente, quando si tenta di fare qualcosa di impossibile. Basta guardare quante persone si sono aperte e sono venute alla Chiesa grazie al nostro lavoro!

Visito il reparto narcologico. Ogni volta che vengo lì mi sento come la prima volta. Non ci si può abituare, perché ogni volta che si arriva lì si vede gente in cattive condizioni, persone inconsapevoli, persone legate ai loro letti... le persone lì si limitano a morire. Quindi, ci si può chiedere: c'è davvero qualcosa che puoi fare qui?

Se vi è la benedizione di Dio, allora crescerà anche su un terreno che ci sembra morto. Capisco che il reparto narcologico non è solo suolo morto, ma cemento. Sono passata attraverso questo cemento per gli ultimi 20 anni. Tuttavia, capisco anche che lo faccio con Dio. Ora posso dire che gli alberi possono crescere anche sulle pietre. Queste persone sono tali alberi. Si sono sempre confessate e partecipano alla santa comunione. E proprio questa esperienza di trasformare l'irreale in reale è ciò che "Novinki" ha dato a me. Per di più, ho imparato che non ci sono situazioni di vita insolubili.

Padre Andrej dice sempre che senza la benedizione di Dio non sarebbe successo niente. Il nostro convento e tutto ciò che vediamo intorno a noi sembra naturale oggi, ma non ci sarebbe nulla senza la benedizione di padre Nikolaj Gurjanov e l'audacia di padre Andrej, il nostro padre spirituale. Vengo al Convento, vedo le sue mura, e solo i miei ricordi mi riportano al deserto che era lì prima. Oggi sembra come se tutto sia stato sempre così... La sorellanza e il convento sono divenuti una parte della mia vita. Nel 1996, ho pensato che tutte queste cose fossero temporanee nella mia vita, e oggi ho capito che la mia vita dipende da loro. Tutta la mia vita!

Ricordo bene il giorno del 7 dicembre 1996. Non c'erano molte sorelle, solo un po' più di 20. Il metropolita ci ha asperse con l'acqua santa, ci ha messo la mano sulla testa e ha letto le preghiere. È stata una sorta di vera e propria iniziazione, e l'abbiamo sentita davvero come la benedizione di Dio o anche come una tonsura. In quel giorno, ha avuto luogo il mio miracolo personale. I miei genitori, che vivevano a 300 chilometri da Minsk, giunsero in città, certamente guidati dallo Spirito Santo. Non avevo parlato loro della cerimonia di iniziazione. Provate a immaginare che proprio in quel giorno hanno deciso di visitare la cattedrale dei santi Pietro e Paolo! Mia madre mi ha visto e piangeva. Questo evento è stato tanto significativo.

"È stato il giorno di nascita della sorellanza": un racconto di sorella Juliana

La cosa sorprendente è che il compleanno della sorellanza ha coinciso con la comparsa del nostro primo coro. Allora era un ensemble composto da soli sei persone sul kliros della cattedrale di San Pietro e Paolo. Padre Georgij Latushko ci ha benedetto per creare un nuovo coro. Ho raccolto persone interessate e abbiamo iniziato a provare. Ebbene, quando è venuto il momento, l'abate ha voluto ascoltare il nostro canto per poter capire che non si era sbagliato su di noi.

Dovevamo cantare molti canti di chiesa dopo la santa comunione. Ero molto ansiosa e non mi resi conto subito che qualcosa di insolito stava avvenendo nella cattedrale. Il metropolita Filarete era in piedi sulla solea, e le sorelle davanti a lui erano vestite in strani fazzoletti bianchi e grembiuli (non sapevo allora che l'abito fosse chiamato "paramento"). Tra le sorelle, ho visto molte figlie spirituali di padre Andrej, le future monache. Solo un po' più tardi mi sono reso conto che era la manifestazione della sorellanza e del convento. In dieci anni, il nostro piccolo coro è stato trasformato in coro festivo del convento di santa Elisabetta. I semi di tutte le imprese seminati da Dio nel 1992, con l'avvento di padre Andrej, sono cresciuti come piccoli germogli bianchi. In 20 anni questi germogli si sono trasformati in una grande comunità cristiana, che viene chiamata con delicatezza da persone amorevoli "i figli di Elisabetta".

 
L’Ortodossia attraverso i miti occidentali (5)

Siamo arrivati al quinto appuntamento con i brani di storiografia medioevale presentati dall’arciprete Andrew Phillips nella sezione “Confronti” dei documenti. In questa parte si analizzano alcune pagine di The Discovery of the Individual 1050-1200 (La scoperta dell'individuo 1050-1200) del professor Colin Morris, del 1972. L’opera sottolinea come l’individualismo tipico della società occidentale fino agli inizi del XX secolo (ma non dei tempi contemporanei) ha le sue radici nei cambiamenti e dissoluzioni dell’ordine cristiano tradizionale avvenuti dalla metà del secolo XI alla fine del XII secolo.

 
L'Esarcato d'Africa della Chiesa ortodossa russa riceve la prima registrazione statale nella Repubblica Centrafricana

padre Georgij Maksimov con nuovi convertiti nella Repubblica Centrafricana. Foto: Telegram

L'Esarcato africano della Chiesa ortodossa russa continua ad espandersi in tutto il territorio del Patriarcato di Alessandria.

foto: Telegram

Ieri il capo della struttura, il metropolita Leonid di Klin, ha annunciato un "momento storico" nella vita dell'Esarcato.

"Abbiamo ricevuto il nostro primo certificato di registrazione in Africa. Da oggi, nella Repubblica Centrafricana è attiva la "Chiesa ortodossa russa nella Repubblica Centrafricana (Patriarcato di Mosca, Esarcato patriarcale d'Africa)", scrive il metropolita sul suo canale Telegram.

L'Esarcato ha tenuto le sue prime funzioni nel paese il 2 luglio, presso la Casa russa nella capitale Bangui, quando padre Georgij Maksimov, considerato deposto dal Patriarcato d'Alessandria, ha officiato le benedizioni delle acque e dei locali della Casa russa.

Il metropolita Leonid riferisce anche che l'Esarcato ha ricevuto diverse comunità nella Repubblica Centrafricana che in precedenza appartenevano a un gruppo non canonico, chiamato "Chiesa ortodossa bizantina del Patriarcato di Costantinopoli".

Il gruppo era guidato da un "vescovo" e da quattro "sacerdoti" che hanno rinunciato tutti ai loro titoli e sono stati accolti nella Chiesa come semplici laici insieme ad altri 147 membri delle loro comunità.

 
Il monte Athos si oppone alla creazione di copie esatte di icone athonite miracolose

La Sacra Comunità del santo Monte Athos ha dichiarato la sua posizione contraria alla pratica, estesa su vasta scala negli ultimi anni, di creare copie esatte delle molte icone miracolose che sono custodite nella repubblica monastica semi-autonoma, copie che sono poi "intronizzate" in varie diocesi e parrocchie, stando a quanto riferisce il sito ortodosso bulgaro dveri.bg.

Il 15 febbraio, l'amministrazione della Montagna Santa ha inviato una lettera a tutti i monasteri e gli eremi, che chiede di "mostrare moderazione ed evitare tali attività", secondo una decisione della Comunità presa l'anno scorso. Il problema sarà presto ripreso da una doppia Sinassi del Monte Athos per una decisione finale.

La ragione della decisione è la critica sempre più acuta della pratica, che è diventata una specie di moda negli ultimi anni. I media greci suggeriscono che il principale sostenitore della pratica sia l'archimandrita Efrem, igumeno del monastero di Vatopedi, che spesso accompagna le copie in diverse città del paese.

I critici ritengono che la motivazione per fare tali copie non sia spirituale, ma finanziaria. L'arrivo delle icone è spesso accompagnato da un annuncio ai fedeli che una "copia fedele di un'icona miracolosa" sta arrivando, e le icone sono accolte quasi con onori di stato e con feste rumorose, dicono. Ci sono stati circa 30 tali "intronizzazioni" negli ultimi cinque anni, con ingenti somme pagate da ricchi uomini d'affari.

Ciò porta alla profanazione della venerazione dell'icona, ritengono i critici, e fa sorgere accuse di avidità e di sfruttamento dei sentimenti religiosi dei fedeli.

Due igumeni athoniti si sono recentemente scambiati dure lettere aperte sulla questione - a testimonianza che la questione è dolorosa per la Montagna Santa. L'ardente e esplicito archimandrita Gregorio, igumeno del monastero di Dochariou, ha condannato pubblicamente la pratica dell'igumeno Efrem di Vatopedi di viaggiare per il paese con copie di icone miracolose athonite. L'igumeno Efrem ha risposto che le icone erano state richieste secondo le norme canoniche e che tutto è avvenuto con il consenso dei vescovi locali. Inoltre, egli stesso non riceve alcun beneficio personale da tali viaggi.

 
Si terranno processioni della Croce in ogni diocesi ucraina alla Domenica dell'Ortodossia

foto: news.church.ua

Processioni della Croce e speciali servizi di preghiera si terranno in tutti i centri diocesani della Chiesa ortodossa ucraina alla prima domenica della Grande Quaresima, il Trionfo dell'Ortodossia.

La Grande Quaresima è un momento per il rinnovamento spirituale attraverso la preghiera, il digiuno e il pentimento. È anche il momento di testimoniare la nostra lealtà alla nostra santa fede ortodossa e al nostro amore per i nostri connazionali e la nostra terra, scrive sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di tutta l'Ucraina ai vescovi, al clero, ai monaci e ai fedeli della Chiesa ucraina nella sua epistola quaresimale .

Nonostante le numerose richieste e appelli della gente, le leggi di parte adottate dal governo di Poroshenko, che limitano severamente i diritti dei fedeli della Chiesa ortodossa ucraina, sono ancora in vigore, scrive sua Beatitudine.

Ma "vorrei che la voce dei nostri fedeli fosse ascoltata", continua.

Pertanto, in occasione del Trionfo dell'Ortodossia, "Con la preghiera sulle labbra e i tesori sacri nelle nostre mani, dovremmo passare per le strade delle nostre città per testimoniare la nostra fedeltà alla santa Ortodossia e il nostro amore per la nostra terra ucraina nativa, la nostra patria terrena".

"Siamo cittadini dell'Ucraina e abbiamo il diritto, conquistato dal sangue dei nostri antenati, di professare la fede ortodossa che ci è stata trasmessa dagli apostoli di Cristo e dai santi Padri", sottolinea sua Beatitudine.

Gli analisti di Pravblog suggeriscono diverse conclusioni dalla decisione di sua Beatitudine:

  1. La Chiesa ha dimostrato una reale volontà di tutelare i diritti dei fedeli nel modo più completo e su larga scala possibile.
  2. Un tale passo mostra che la Chiesa ortodossa ucraina non intende più mantenere una posizione neutrale di fronte alla crescente pressione. Si è praticamente esaurito il beneficio del dubbio dato alle nuove autorità per agire entro i confini della legge e per non consentire alcuna discriminazione religiosa.
  3. La decisione in questione non si limita semplicemente a contrastare le leggi incostituzionali, ma segnala anche, ritiene Pravblog, qualcosa su scala più grande: molto probabilmente il rifiuto dell'intero percorso di avvicinamento delle autorità al Patriarcato di Costantinopoli e alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" scismatica, cosa che si tradurrà in un'ulteriore ingerenza statale negli affari della Chiesa e nei tentativi di distruggere la canonica Chiesa ortodossa ucraina.
  4. Il metropolita Onufrij esprime la speranza che la voce della gente venga ascoltata e, se non viene ascoltata, la Chiesa ortodossa ucraina farà passi ancora più ambiziosi e potenti, ritengono gli analisti.

In conclusione, scrivono: "Non è un grande segreto per nessuno che nessuna forza politica o pubblica in Ucraina sia in grado, come la Chiesa ortodossa ucraina canonica, di portare immediatamente in strada almeno diverse centinaia di migliaia di persone, che, tra l'altro, usciranno secondo il richiamo del loro cuore, non per denaro".

 
Un esame delle premesse chiave nel discorso “Je suis Charlie”

Quando ho sentito la prima volta le notizie di Charlie Hebdo, ho concluso molto rapidamente che era una sorta di evento messo in scena, un "false flag" (operazione sotto falsa bandiera). La storia di base, che un gruppo di i musulmani scontenti si era mostrato nel centro di Parigi, con kalashnikov e un lanciarazzi, per risolvere le loro rimostranze nei confronti di alcuni vignettisti, mi è sembrato un pezzo da narrativa fantastica.  Quando ho visto lo stucchevole dialogo da film di Hollywood di serie B – " Allahu Akhbar! Il Profeta è vendicato!" – questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ho detto con sarcasmo a chiunque volesse ascoltarmi: "Che c'entra questo dialogo da pellicola di serie B? Quelli che hanno messo in scena questo evento avevano un budget ristretto? Non potevano assumere sceneggiatori migliori?" Mi sono anche chiesto se questi erano gli stessi che avevano scritto la scena di Abbottabad (poi smentita), in cui Osama Bin Laden aveva usato una donna come scudo umano.

Anche se le considerazioni di cui sopra sono sufficienti per farmi classificare tutto ciò come un evento organizzato, potrebbero non essere sufficienti per gli altri, e, col passare del tempo, ho iniziato a considerare altri aspetti della storia che sono sorvolati dai commentatori.

Tutto si riduce a questo: quasi tutta la discussione pubblica degli incidenti ruota intorno a una serie di premesse che, per quanto posso vedere, non resistono a un controllo logico. Le premesse sono le seguenti:

I. La premessa che i musulmani erano così infuriati per le vignette:

Charlie Hebdo era venduto in edicola in tutta la Francia. Se un passante musulmano era arrabbiato per questo materiale, perché lo riteneva sacrilego e abominevole, perché non avrebbe dovuto afferrare la pila di riviste dall'edicola e gettarla nel cassonetto più vicino?

C'è qualche traccia di reazioni a questo livello molto più basso? Non ne sono sicuro al 100%, ma credo di no. Se ci fossero stati incidenti di questo tipo, ne avremmo sicuramente sentito parlare, ormai. La mancanza di tali incidenti minori non suggerisce che, di fatto, in generale, ai musulmani non importava più di tanto delle vignette?

Certo, sono sicuro che a molti non piaceva questo materiale, ma sembra anche che nessuno fosse tanto sconvolto da ricorrere alle misure molto minori che ho appena descritto. C'è presumibilmente una storia che dimostra quanto sono stati sconvolti i musulmani. Tuttavia, è abbastanza dubbia. Nel 2005, un caricaturista danese ha ricevuto una minaccia di morte per le sue caricature di Maometto. Tuttavia, tale minaccia di morte sarebbe stata una telefonata anonima. Come facciamo a sapere che chi fece questa telefonata era davvero musulmano? L'esplosione del 2011 agli uffici di Charlie Hebdo è simile. È un crimine irrisolto. Nessuno sa chi sia stato. Del resto, qualcuno conosce la vera identità delle persone che, sotto la copertura della notte, profanano un cimitero ebraico con svastiche? Non dovremmo stare attenti a non saltare alle conclusioni? Cui bono?

In ogni caso, la premessa di cui sopra, che i musulmani in realtà erano così furiosi per le vignette, sembra essere falsa. Almeno, non riesco a trovare alcuna prova oggettiva che i musulmani fossero tanto arrabbiati per le vignette, di certo neanche lontanamente a sufficienza da commettere un tale atto depravato di violenza.

II. La premessa che, se c'erano persone sconvolte dalle vignette, si trattava solo dei musulmani:

In realtà, un po' di ricerca su Google rivela che la Chiesa cattolica si era lamentata amaramente per il materiale di Charlie Hebdo. In particolare, ho trovato menzione di una vignetta di Charlie Hebdo, che ritrae Maria nuda a gambe e braccia aperte con il bambino Gesù che vola fuori dalla sua vagina.

Ebbene, indovinate un po'. Elementi cristiani tradizionali, conservatori della società francese, un numero che comprende senz'altro milioni di persone, probabilmente più persone in numeri assoluti rispetto ai musulmani, non gradiscono NEPPURE LORO questo tipo di spazzatura! Quelle surprise!

Mi chiedo, come reagirebbero i buddisti a una vignetta che raffigura il Buddha e i Cinque Accoliti impegnati in un orgia di sesso gay? Vorrei avanzare in via sperimentale l'ipotesi che questo non li renderebbe felici.

Allora perché la folla di "Je suis Charlie" crede (o più probabilmente, fa finta di credere) che siano solo i musulmani che non amano questo schifo?

Beh, la spiegazione più semplice sembra che sia perché questo è il meme designato di questa messa in scena dell'evento, che parla di Islam. Anche in questo caso, abbiamo una premessa fondamentale del discorso dominante, una premessa che non regge al controllo.

III. La premessa che alcuni giovani musulmani della banlieue parigina, arrabbiati e alienati, sono capaci di questi atti:

Ora, io ammetto che questo punto è un po' più soggettivo rispetto alle due precedenti, ma ecco qui:

La mia percezione delle cose è che una normale persona religiosa (musulmana o no), anche tenendo conto della sua profonda indignazione per le vignette, non sarebbe in grado di svolgere gli atti descritti. Stiamo parlando di fare irruzione e ammazzare sistematicamente una decina di persone che, presumo, stavano singhiozzando e supplicando di avere salva vita. (Presumo che le vittime lo stessero facendo, perché è quello che avrei fatto io...) Ci si può fidare che un ragazzino da strada di un quartiere difficile, al momento della verità, riesca ad andare fino in fondo? Io credo di no. La mia intuizione, la sensazione nelle mie ossa è che questo è più o meno impossibile. Al limite estremo, posso immaginarlo mentre li prende a pugni, e anche in tal caso, un evento del genere è così raro che, a tutti gli effetti, non succede mai.

Le precedenti considerazioni mi portano a concludere che questo tipo di uccisioni con questi tipi di armi è un lavoro da assassini professionisti. Questo ci porta ad alcune ulteriori considerazioni che sono state discusse altrove, come ad esempio: gli assassini professionali lasciano i loro documenti di identità nella macchina usata per la fuga? Gli assassini professionali sono persone tanto sensibili da essere offesi a morte dalle vignette? Indipendentemente da ciò, dal momento che i tiratori nel video indossavano maschere, non sembra esserci alcuna prova concreta che i fratelli poi accusati del reato (e che non sono più con noi) fossero in realtà gli assassini. Le considerazioni di cui sopra rafforzano tali dubbi legittimi.

IV. La premessa che insultare le credenze religiose altrui sia una sorta di "valore fondamentale dell'Occidente".

Se si deve credere alla folla di "Je suis Charlie", il mio diritto di disegnare una vignetta che raffigura la Vergine Maria come una puttana di strada e suo figlio Gesù come un pappone è un diritto di fondamentale importanza, non importa quanto offensivo lo trovino le altre persone. Tuttavia, non è importante essere in grado di:

(i) tenere una discussione pubblica su quanto poco sia plausibile la versione ufficiale dell'11 settembre 2001.

(ii) tenere una discussione intellettualmente onesta degli avvenimenti della seconda guerra mondiale, in particolare le atrocità di cui sono state vittime gli ebrei, cioè "l'Olocausto".

(iii) menzionare appena il potere dell'ebraismo mondiale organizzato (e intendo dire semplicemente menzionarlo, senza preoccuparsi di dire se si pensa che sia una cosa buona o cattiva: è semplicemente un tabù menzionarlo.)

(iv) tenere una seria discussione di temi quali il genere, l'etnia, la razza al di fuori della camicia di forza imposta dalla "correttezza politica".

Perché i temi di discussione di cui sopra sono tabù? A quanto pare, è perché tali discorsi offendono delle persone. Sono dolorosi per loro!!!???

Questo è un paradosso bizzarro, che mi ha sconcertato per lungo tempo. Infine, ho risolto l'enigma. A quanto pare, in Francia, e in Occidente in generale, la libertà di parola senza restrizioni è importante solo nel caso di persone che, come i vecchi fumettisti fricchettoni di Charlie Hebdo, in realtà non hanno nulla da dire!

Okay, ora, in conclusione, siamo in grado di riflettere su tutte le assurdità che ho sottolineato in precedenza, indignarci e così via, ma la domanda è: qual è la linea costruttiva di pensare a queste cose?

Torniamo ai principi di base: Non faccio mistero del fatto che credo che questo sia un evento organizzato. Si tratta di un'operazione psicologica (psy op) per eccellenza. Sicuramente è ovvio che chi è realmente dietro l'evento è abbastanza intento ad architettare una certa atmosfera psicologica. E lo fa perché crede che un tale clima favorirà il proprio ordine del giorno. Quindi, per cominciare, questo significa che dobbiamo fare a meno dello spauracchio della "teoria della cospirazione", dal momento che qualsiasi analisi corretta dell'evento è *necessariamente* di natura cospirativa, no?

Allora, chi c'è dietro a questa messa in scena di psy op, e qual è il loro ordine del giorno? Questa, credo, è la domanda giusta su cui concentrarsi, non le sciocchezze artificiose dell'incompatibilità dell'Islam o della natura sacra della libertà di parola.

 
Battesimo di massa di ex protestanti celebrato in Malawi

foto: exarchate-africa.ru

Un gruppo di oltre due dozzine di ex protestanti è stato battezzato ieri nella santa Ortodossia in Malawi.

Complessivamente, 29 persone, inclusi ex pastori, hanno ricevuto la santa illuminazione per mano di padre George Chabera dell'Esarcato africano della Chiesa ortodossa russa nel villaggio di Chinsewu, come riferisce il sito dell'Esarcato.

Il gruppo è stato sottoposto a un lungo catechismo sotto la guida di padre George in preparazione ai sacramenti del Battesimo e della Cresima.

A maggio , il vescovo Chrysostomos di Bukoba e della Tanzania occidentale del Patriarcato di Alessandria aveva battezzato più di 200 persone in una settimana.

* * *

L'Esarcato è stato istituito dal Santo Sinodo russo il 29 dicembre con 102 chierici del Patriarcato di Alessandria che hanno protestato contro il riconoscimento degli scismatici ucraini da parte del patriarca Theodoros e hanno cercato di essere accolti nella Chiesa ortodossa russa.

Da allora, i sacerdoti russi in visita hanno lavorato per espandere l'Esarcato russo in tutto il territorio canonico del Patriarcato di Alessandria, ricevendo chierici, parrocchie e parrocchiani di Alessandria. Secondo l'esarca, il metropolita Leonid di Klin, il numero dei chierici dell'Esarcato è raddoppiato da dicembre.

A febbraio, il tribunale sinodale del Patriarcato di Alessandria ha deciso di deporre gli arcipreti Georgij Maximov e Andrej Novikov della Chiesa ortodossa russa per la loro attività sul territorio alessandrino, sebbene la Chiesa russa non riconosca questa sentenza.

 
La grande fuga: come Bucarest ha salvato intere chiese facendole slittare

Quando Bucarest ha subìto una riprogettazione radicale negli anni '80 sotto il dittatore comunista Nicolae Ceauşescu, gli ingegneri hanno spostato interi edifici per centinaia di metri su binari di metallo per preservare il patrimonio architettonico della capitale romena.

La chiesa Schitul Maicilor in Romania, una delle 13 chiese che sono state spostate su rotaie. Foto: Per gentile concessione di Eugeniu Iordăchescu

Deve essere sorprendente guardare fuori dalla finestra e vedere una chiesa secolare che slitta via. A maggior ragione se si è nella Romania comunista negli anni '80, in cui notizia è oggetti di uso quotidiano a controllo statale e razionato. Eppure, tra il 1982 e il 1988 quasi una dozzina di chiese, insieme ad altri edifici, sono state spostate di centinaia di metri, al fine di salvarle dalla distruzione, mentre il dittatore Nicolae Ceauşescu stava radicalmente ridisegnando il cuore di Bucarest, capitale della Romania.

Che un paese comunista facesse tutto il possibile per salvare delle chiese è abbastanza strano, ma il metodo di salvarle, quando altri paesi probabilmente avrebbero cercato di smantellare le costruzioni e rimontarle altrove, rende il risultato ancora più impressionante.

"Eravamo sbalorditi da quelle operazioni, confrontandole con lo sbarco sulla luna per un paese come la Romania", dice Valentin Mandache, uno storico dell'architettura che ha assistito allo spostamento di alcune delle chiese quando era ancora un giovane studente.

Al centro di tutto vi fu Eugeniu Iordăchescu, un ingegnere civile che ebbe l'idea radicale di mettere interi edifici sull'equivalente di binari ferroviari e di farli rotolare in salvo.

Eugeniu Iordăchescu, il 'salvatore' delle chiese di Bucarest. Foto: Kit Gillet

"Ero nella zona che doveva essere abbattuta e ho visto una bella chiesetta e ho iniziato a chiedermi come fosse possibile demolire un simile gioiello", dice l'arzillo ottantasettenne, seduto nella sua sala da pranzo in un anonimo appartamento a Bucarest, a pochi chilometri da dove le chiese che ha salvato tre decenni fa sono ancora in piedi. "Ho pensato all'idea di spostarla".

A quel tempo 30.000 residenti furono evacuati dalle loro case, quando un intero quartiere del centro storico di Bucarest, con circa 9.000 case, chiese, sinagoghe e altri edifici fu demolito per far posto al grandioso progetto della vanità di Ceauşescu, il Palazzo del Popolo e i dintorni del centro cittadino. Il centro ristrutturato della città e il palazzo – che domina ancora l'orizzonte e che si dice che sia il secondo più grande edificio amministrativo del mondo dopo il Pentagono – sarebbero stati ispirati dalla visita di Ceauşescu a Pyongyang, la capitale della Corea del Nord.

Iordăchescu, che lavorava presso il centro d'ingegneria e di progettazione all'Istituto dei progetti di Bucarest, dice che quando ha affrontato l'argomento dello spostamento della chiesa con i suoi colleghi, gli era stato detto che non era possibile, che l'edificio sarebbe caduto. Alcuni pensavano che fosse pazzo anche solo a suggerire l'idea, che lentamente si era formata nella sua testa.

L'ingegnere dice di aver raggiunto il punto di svolta dopo aver visto un cameriere passare attraverso una folla di persone con un vassoio di bicchieri in mano. "Ho visto che il segreto dei bicchieri che non cadevano era il vassoio, così ho iniziato a cercare di capire come applicare un vassoio a un'edificio".

lo Schitul Maicilor in movimento a Bucarest. Foto: Per gentile concessione di Eugeniu Iordăchescu

Alla fine fu sviluppato un processo in cui il terreno era scavato da sotto le chiese, con la creazione di un ampio sostegno in cemento armato, e le fondamenta erano reciso. Si ponevano dei binari, e leve idrauliche e pulegge industriali erano usate per muovere lentamente gli edifici alle loro nuove posizioni, spesso alla velocità di pochi metri l'ora.

Una chiesa richiedeva un team di circa cinque ingegneri per le fasi di progettazione, e poi fino a 20 lavoratori quando il lavoro fisico era in corso.

Il team doveva fare affidamento esclusivamente sulle attrezzature e tecnologie locali, in quanto la Romania comunista era in gran parte tagliata fuori dal mondo esterno. I binari e le altre attrezzature sono stati riutilizzati da sito a sito per risparmiare sui costi e sui materiali. Nel frattempo, il percorso da un sito all'altro doveva essere liberato e la logistica del trasferimento prevista, comprese le questioni dei gradienti e delle rotazioni degli edifici.

Molti erano scettici sul funzionamento, e per la prima chiesa ci fu solo il permesso verbale di andare avanti, mentre nessuno voleva firmare il consenso scritto.

La prima chiesa da spostare, lo Schitul Maicilor del XVIII secolo, del peso di 745 tonnellate, fu trasferito a 245 metri di distanza dal suo sito originale nel 1982. L'intero progetto richiese cinque mesi – anche se l'effettivo processo di spostamento delle strutture spesso prendeva solo pochi giorni.

un progetto per lo spostamento di una chiesa. Foto: Per gentile concessione di Eugeniu Iordăchescu

I sacerdoti, i funzionari di governo e gli abitanti si radunavano spesso per assistere allo spettacolo finale; in alcune fotografie si vede Iordăchescu in piedi accanto al patriarca della Chiesa ortodossa romena.

Col passare del tempo la squadra è diventata sempre più ambiziosa, con la chiesa Mihai Vodă del XVI secolo mossa in tandem con la sua torre campanaria. Era la più grande delle chiese spostate, tecnicamente un monastero, e pesava 9.000 tonnellate. È stata spostata a 24 metri dalla sua posizione originale.

A Bucarest e in altre città, Iordăchescu e i suoi colleghi hanno spostato un ospedale e una banca - e addirittura interi condomini, spesso con le condutture dell'acqua e del gas ancora montate e le persone ancora al loro interno. "In un edificio, gli inquilini all'interno pensavano che lo spostamento sarebbe iniziato alle 9, così hanno preparato i loro bagagli, i loro documenti, gli oggetti di valore, ma noi abbiamo iniziato alle 6 del mattino, quindi alle 9 del mattino quando se ne sono andati l'edificio era già stato spostato di un paio di metri", spiega Iordăchescu, mostrandomi una vecchia fotografia di se stesso in piedi sul balcone di un edificio in movimento.

Nonostante la complessità del lavoro, tutti gli edifici arrivarono indenni nelle loro posizioni finali. Tuttavia, non tutto è finito bene. Iordăchescu ha una lista di 22 chiese che sono state distrutte in quel periodo, alcune delle quali avevano già il permesso per essere spostate, ma Ceauşescu era impaziente di andare avanti con la revisione urbana della capitale.

il monastero Mihai Vodă è spostato e collocato dietro palazzoni in stile sovietico. Foto: Per gentile concessione di Eugeniu Iordăchescu

Indicando l'immagine di una chiesa, un tempo situata in quella che oggi è Piața Unirii – un'enorme piazza sfacciata che è effettivamente una rotonda a poche centinaia di metri dal Palazzo del Popolo – il figlio di Iordăchescu, Adrian, anch'egli ingegnere civile, dice: "È stata una tragedia. Il sacerdote è morto per un attacco cardiaco. Neanche gli operai volevano demolirla, e così Ceauşescu ha fatto fare il lavoro a dei carcerati".

Adrian, 54 anni, ha continuato l'eredità di suo padre, usando una versione aggiornata della tecnologia nella recente riconfigurazione del monumento della città, l'Arco di trionfo.

Molte delle chiese spostate, però, finirono per essere trasferite all'ombra di blocchi di appartamenti di grandi dimensioni, in stile sovietico, spesso incuneate saldamente come se sfidassero i passanti a socchiudere gli occhi e a perderle di vista. I visitatori della città possono trovare lo Schitul Maicilor nascosto dietro un enorme edificio che contiene diversi ministeri del governo.

Eppure, conservare queste importanti chiese della capitale, insieme con le loro centinaia di anni di storia, interni decorati ed elaborate iconografie e pitture, ha avuto un importante ruolo nella tutela del patrimonio culturale.

"È incredibile quel che sono stati in grado di raggiungere", dice Adrian, aggiungendo: "Durante gli spostamenti mio padre era sul posto tutto il giorno, perché proprio all'inizio aveva sentito che persone del gruppo di lavoro avrebbero cercato di sabotare l'opera, così stava sul posto 24 ore al giorno. "

Indicando il monastero Antim, uno degli edifici salvati, Mandache sottolinea l'importanza di ciò che è stato raggiunto nel salvataggio di quegli edifici tre decenni fa. "Antim è un gioiello dell'architettura nello stile Brancovan. L'architettura è il tratto di identità più visibile di una comunità, e quelle chiese sono tra i più importanti di questi tratti", aggiunge.

Il trasferimento di chiese e altri edifici ha avuto termine con la rivoluzione romena del 1989, e negli anni successivi Iordăchescu ha ricevuto un certo numero di diplomi ad honorem per il suo lavoro, così come una medaglia dalla Chiesa ortodossa romena. È andato definitivamente in pensione solo pochi anni fa.

Eppure, con il passare degli anni i suoi successi si sono sempre più offuscati nella nebbia del tempo. "Io ho 54 anni, e la più giovane generazione di architetti non conosce il metodo", dice Adrian Iordăchescu. "Mio figlio ha 23 anni ed è studente presso l'università di architettura. Sta iniziando a scoprire ciò che il nonno ha fatto solo nel corso dell'ultimo anno o giù di lì".

Eppure, Iordăchescu è molto orgoglioso di quello che lui e i suoi colleghi hanno fatto. "Quando vedo le chiese oggi non riesco ancora a crederci", dice.

 
Arcivescovo Mark (Arndt): consigli ai futuri monaci

Dopo l’articolo sul monastero ortodosso di Monaco di Baviera, che abbiamo tradotto pochi giorni fa per il nostro sito, presentiamo anche la seconda delle interviste fatte a Monaco da Arsenij Zaguljaev per la rivista Neskuchnyj Sad. Qui l’arcivescovo Mark (Arndt), il fondatore e padre spirituale del monastero, risponde a una serie di domande sulla situazione odierna del monachesimo ortodosso, con molti consigli utili a chi cerca di vivere una vita monastica in Occidente. Presentiamo l’intervista nell’originale russo e in traduzione italiana nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.

Per chi desidera approfondire la figura dell’arcivescovo Mark di Berlino, ricordiamo che il nostro sito ha già presentato una sua intervista del febbraio 2013 nella sezione “Pastorale” dei documenti.

 
Из истории Ирландской Церкви VII столетия

Лимерик, Ирландия

Главной темой богословских споров в Ирландии на протяжении VI и VII столетий было время празднования Пасхи. Дело в том, что в Ирландии, а также в кельтских Церквах Британии, главным образом в Уэльсе, и у эмигрантов из Британии, обосновавшихся в континентальной Арморике, ставшей Бретанью, со времен святого Патрика употреблялась пасхалия, основанная на 84-летнем цикле, при котором праздник Воскресения Христова приходился на время от 14 до 20 нисана по лунному календарю, что соответствовало числам от 25 марта до 21 апреля по солнечному юлианскому календарю. Эта пасхалия расходилась как с римской, так и с принятой у нас александрийской, которая в свою очередь отличается от римской тем, что исключает празднование христианской Пасхи ранее пасхи иудейской, в то время как римская пасхалия пренебрегает подобной предосторожностью. В Ирландии обосновывали свою пасхалию апокрифическими актами Кесарийского собора и ссылками на «Книгу вычисления Пасхи», которая усваивалась святому Анатолию Лаодикийскому.

В свое время Августин Кентерберийский, совершая миссионерское служение среди овладевших Британией англо-саксов, обратил внимание Римского престола на особенности кельтской пасхалии, представлявшиеся ему недопустимыми. С тех пор Рим в своих контактах со священноначалием Ирландской Церкви настаивал на том, чтобы она приняла римскую пасхалию. В 628 году папа Гонорий, известный более всего своей приверженностью монофелитству, за что он был анафематствован VI Вселенским Собором, обратился к епископам Ирландии с посланием, в котором потребовал привести местные церковные обычаи в соответствие с римской практикой, и в частности принять пасхалию, составленную Дионисием Малым: по словам Беды Достопочтенного, Гонорий «написал письмо к скоттам, ошибавшимся… в дате празднования Пасхи, вновь убеждая их, чтобы они не считали себя, малых числом и расположенных у самого края света, мудрее древних и новых Церквей Христовых всего остального мира и чтобы они праздновали Пасху только в дни, указанные в пасхалиях и соборных декретах епископов всего мира»[1].

Около 630 года в Маг-Лене состоялся церковный собор, направивший делегацию в Рим для обсуждения пасхалии. После него ряд епископов, монастырей и приходов Ирландии приняли римскую пасхалию, но другие общины ее отвергли, придерживаясь традиции, ставшей национальной. Среди приверженцев ирландской пасхалии была братия самой прославленной и авторитетной обители в кельтском мире – монастыря Иона. Отстаивая ее, аббат этого монастыря Сеген ссылался на заветы святого Колумбы. В 632 году аббат другого монастыря, расположенного в Дермаге (современном Дарроу), святой Куммиан обратился к своему собрату Сегену и монаху-отшельнику Беккану, который почитался народом, с посланием, призывая их принять римскую пасхалию ради церковного единства и мира. При этом он иронизировал: «Рим ошибается, Иерусалим ошибается, Антиохия ошибается; только бритты и скотты придерживаются истины»[2].

Иоанн IV сразу после своего избрания на папский престол в 640 году направил послание в Ирландию. «Возлюбленным и святейшим епископам Томиану, Колумбану, Кронану, Диме и Бетану, священникам Кронану, Эрниану, Лайстрану, Скеллану и Сегену, Сарану и всем ученым и аббатам скоттов… Мы обнаружили, что некоторые в вашей стране пытаются оживить старую ересь и в ослеплении, вызванном затмением ума, отвергают Пасху, в которую Христос был заклан за нас, и празднуют ее, подобно евреям, в четырнадцатый день лунного месяца»[3] – хорошо узнаваемый высокомерный менторский тон, вошедший в обиход римской канцелярии со времен папы Геласия. Уклонение от римской пасхалии получает без околичностей в этом послании зловещее клеймо ереси, к которому присовокуплено было еще одно грозное обвинение, почерпнутое из анналов, – в пелагианстве, к тому времени давно и без остатка изжитом в Британии и Ирландии: «Также мы узнали, что вновь ожил у вас яд пелагианской ереси, посему увещеваем вас изгнать это вредоносное и преступное заблуждение из ваших душ. Вы не можете не знать, что эта гнусная ересь не только осуждена и искоренена еще два столетия назад, но и доныне проклинаема и запрещаема нами»[4]. При всей на современный вкус избыточной эмоциональности обличительных тирад, в папском послании затем верно характеризуется несостоятельность учения Пелагия, но эти молнии разили мимо цели, в самом деле устарев на два века: «Как можно внимать надменным и беззаконным речам тех, кто уверяет, будто человек живет без греха и не по милости Божией, а по собственной воле?.. Глупо и достойно осуждения мнение, что человек может быть безгрешен; один лишь Посредник между Богом и людьми, Человек Иисус Христос, пришел и ушел без греха. Все же другие рождаются с первородным грехом и несут знак падения Адама, даже если не грешат сами, по слову пророка: “Вот, я в беззакониях зачат, и во грехе родила меня мать моя”»[5] – замечательно верный аргумент против провозглашенного папой Пием IX учения о непорочном зачатии Девы Марии. Впрочем, обеспокоенность Рима регенерацией пелагианства в Ирландии косвенным образом свидетельствует о близости сотериологии ее богословов с принятым на христианском Востоке учением преподобного Иоанна Кассиана, которое на Западе было отвергнуто как полупелагианство.

Увещевания Иоанна IV имели лишь относительный успех. Во всяком случае монастырь Иона не переменил тогда порядка празднования Пасхи.

В конце VII столетия, на соборе в Бирре, состоявшемся в 697 году, аббат этой обители Адамнан настоял на введении в церквах Улада (одного из королевств Ирландии) римской пасхалии: в ту пору ее придерживалась уже почти вся Западная Европа, но братия его же монастыря не переменила своих убеждений относительно времени празднования Пасхи. Святой Адамнан отошел ко Господу в 704 или 705 году, дожив до 80 лет, и как сказано в его житии, «преподобный немного не дожил до того момента, когда на острове Айона приняли римские традиции счета даты Пасхи – произошло это в 716 году»[6]. На соборе в Бирре святой Адамнан, опираясь на поддержку верховного короля Улада Лонгсеха мак Оэнгуса, добился принятия закона, который вошел в историю ирландского права с его именем. Согласно «закону Адамнана», клирики, женщины и дети освобождались от воинской повинности. Этот закон также воспрещал во время военных действий применять насилие по отношению к безоружным.

Монастырь Иона, или Айона, расположенный на крошечном острове, который ныне входит в состав британской Шотландии, был самым влиятельным духовным центром для Ирландии. В нем подвизались молитвенники и аскеты, проповедники и миссионеры, ученые богословы, переписчики книг, написанных на латинском или гэльском языках; искусные мастера – резчики по металлу, камню и дереву, изготавливавшие кресты, потиры, дискосы; талантливые художники, иллюстрировавшие книги замечательными миниатюрами. В монастырскую школу на этот остров приплывали юноши из Ирландии и Шотландии, из Уэльса и из англо-саксонских королевств, а также из стран континентальной Европы, чтобы получить там духовное образование, молитвенный и аскетический опыт. Принимая постриг, они либо оставались в этой обители, либо возвращались к себе на родину или уходили в иные страны, чтобы нести народам этих стран свет Христовой истины. Авторитет Ионской обители был так высок, что, пока в ней держались за национальную ирландскую пасхалию, ею руководствовались и во многих других монастырях и приходах Ирландии. Когда же Ионский монастырь принял римский порядок определения времени празднования Воскресения Христова, за ним последовали и другие Церкви Ирландии, а также Шотландии и Уэльса, которые до тех пор уклонялись от принятия римской пасхалии.

Насельники Ионского монастыря и других обителей Ирландии подвизались на поприще христианской миссии далеко за пределами своей страны и соседней Британии. По подсчетам медиевиста Ж. Ле Гоффа, «в VI–VII веках Ирландия экспортировала около 115 святых мужей в Германию, 45 – во Францию, 44 – в Англию, 36 – на территорию современной Бельгии, 25 – в Шотландию, 13 – в Италию»[7].

Монастырский устав преподобного Колумбана, который принимали основанные им и его учениками монастыри на континенте, успешно соперничали с уставом преподобного Бенедикта. При этом, по характеристике Ж. Ле Гоффа, «духу ирландского монашества была совсем не свойственна бенедиктинская умеренность… В основу устава Колумбана были положены, конечно, требования молиться, заниматься ручным трудом и учением. Но к этому прибавлялись суровые посты и строгая аскеза. Особенно поражали современников долгие молитвенные стояния со скрещенными руками. Святой Кевин, как утверждали, семь лет так простоял, опершись на доску, ни разу не сомкнув глаз ни днем, ни ночью и не шелохнувшись, так что птицы даже свили гнездо на нем»[8] – черта, очевидно, апокрифическая, но столь характерная для религиозной ментальности своей эпохи и своего этноса. В этом подвиге видятся параллели со столпничеством монахов Востока, с подвигом русского святого преподобного Нила Столобенского, так что в аскезе ирландских подвижников, при всей ее экстравагантности, много точек соприкосновения с монашеской практикой Восточной Церкви.

 

[1] Беда Достопочтенный. Церковная история народа англов. СПб., 2001. С. 69.

[2] Цит. по: Там же. С. 265.

[3] Цит. по: Там же. С. 70.

[4] Цит. по: Там же.

[5] Цит. по: Там же.

[6] Жития святых, в землях Британских и Ирландских просиявших. Лондон, 2012. С. 412.

[7] Ле Гофф Жак. Цивилизация средневекового Запада. М., 1992. С. 115.

[8] Там же.

 
Un esame dell’odio verso Vladimir Putin e la Russia

Chiunque abbia seguito la crisi in corso in Europa orientale e in Ucraina conosce l'opinione molto ostile che i media e la classe politica di Washington hanno del presidente russo Vladimir Putin e della sua politica. Nelle sale del Congresso e nella stampa mainstream – quasi ogni sera su Fox News – si fanno gravi accuse contro il presidente della Russia e le sue ultime oltraggiose novità. Sanzioni e misure bellicose sono emanate in modo schiacciante dalla Camera e dal Senato, con una magra opposizione e quasi nessuna discussione seria.

I media americani maggioritari e i leader politici americani sembrano intenzionati a presentare unicamente un'immagine molto negativa e unilaterale del leader russo.

Si ripetono continuamente e ripetutamente diverse accuse.

In che modo queste accuse reggono a un esame serio? Qual è la loro origine? E cosa dicono dell'ambiente politico e culturale attuale in America e in Occidente?

Le accuse contro Putin si possono riassumere in cinque punti principali:

1. Putin è un delinquente del KGB ed è circondato da delinquenti del KGB;

2. Sotto Putin la Chiesa ortodossa russa continua ad essere controllata da tipi del KGB;

3. Putin vuole ricomporre la vecchia Unione Sovietica, e crede che la disgregazione dell'URSS sia stata la più grande tragedia del XX secolo;

4. Putin è corrotto e ha accumulato miliardi di rubli scremando personalmente i vertici della debole economia russa;

5. Putin è un autoritario antidemocratico che perseguita in particolare gli omosessuali.

Le accuse contro Putin vanno dal falso al disonesto. Le accuse del "delinquente del KGB" e del disfacimento sovietico sono state affrontate in una varietà di libri ben documentati e articoli approfonditi. La documentazione contraddice queste accuse, tra cui alcune accuse che sono state lanciate da voci di solito conservatrici. È estremamente curioso che pubblicazioni apparentemente conservatrici come The New American, per esempio, si trovino a ripetere a pappagallo le accuse formulate prima da noti pubblicisti di sinistra e, quindi, da parte dei sostenitori internazionali per i diritti dei gay.

Al contrario, diversi storici e ricercatori, tra cui il professor Allen C. Lynch (nel suo eccellente studio, Vladimir Putin e and Russian Statecraft, 2011), il professor Michael Stuermer (nel suo volume, Putin and the Rise of Russia, 2008), M. S. King (in The War Against Putin, 2014), l'ambasciatore di Reagan in URSS Jack Matlock, l'assistente Segretario del Tesoro sotto Reagan, Paul Craig Roberts, l'ex membro del Congresso Ron Paul (il cui sito web, www.ronpaulinstitute.org, contiene numerosi articoli scientifici in difesa di Putin), il direttore del bilancio di Reagan David Stockman, e lo scrittore conservatore William Lind – nessuno di questi uomini si può dire di sinistra – hanno fatto notare che tali affermazioni sono state estrapolate dal contesto e sono in gran parte insostenibili. Inoltre, numerosi autori religiosi conservatori hanno studiato e difeso Putin, inclusi giornalisti cattolici come Michael Matt in The Remnant, il dr. E. Michael Jones in Culture Wars, il dottor Joseph Pearce in The St. Austin Review, e Gary Potter, e scrittori le organizzazioni protestanti conservatrici come la Gospel Defense League. Tuttavia, le accuse mosse contro Putin sono presentate come fatti da molte "teste parlanti" dei neoconservatori  su Fox (per esempio, Charles Krauthammer) e nei talk radio (per esempio, Rush Limbaugh, Glenn Beck), così come i media dell'establishment di sinistra. La disinformazione è chiaramente al lavoro qui, anche tra alcune delle voci più forti della destra americana.

Il professor Lynch rivela nel suo studio dettagliato che le prove per l'accusa "Putin delinquente del KGB " sono molto sottili e prive di fondamento sostanziale. In primo luogo, Putin non è mai stato "capo del KGB", come alcuni scrittori erroneamente (e, spesso, maliziosamente) fanno credere. Questa è semplicemente una falsità. Piuttosto, ha servito come burocrate di medio livello dei servizi e sedeva a una scrivania a Dresda, in Germania orientale, dove è stato di stanza con la sua famiglia per diversi anni prima di tornare a Leningrado. Il suo compito era quello di analizzare i dati, e non aveva alcun coinvolgimento in altre attività. [Lynch, pp. 19-21] i rapporti dei servizi americani contemporanei confermano questo fatto. In effetti, questo era stato uno dei motivi per cui nella fase iniziale, nel 1990 e nel 1991, Putin era stato considerato una figura di speranza tra la generazione di russi più giovani dalle fonti di intelligence americane.

Dopo la caduta del comunismo durante l'amministrazione di Boris Eltsin, ha servito molto brevemente su richiesta di Eltsin come capo del servizio di intelligence, l'FSB. Ma l'FSB non è il KGB.

Lynch tratta in dettaglio la questione della presunta continua sottomissione di Putin all'ideologia del KGB, con particolare riferimento agli eventi che circondano il colpo di stato comunista abortito orchestrato dai capi del KGB nell'agosto 1991. Putin, in quel momento, aveva dato le dimissioni dal KGB e prestava servizio come vice del sindaco pro-americano di Leningrado, Anatolij Sobchak, uno dei più feroci critici del KGB e del vecchio sistema sovietico. Fu Putin a organizzare la milizia locale Leningrado per opporsi al tentato golpe del KGB e per proteggere il sindaco Sobchak e le forze di riforma democratica:

Putin giocò un ruolo fondamentale nel salvare Leningrado per i democratici. Il colpo di stato, che durò solo tre giorni, fu effettuato il 19 agosto. Lo stesso giorno il sindaco Sobchak arrivò su un volo da Mosca. Il KGB di Leningrado, che sosteneva il colpo di stato, prevedeva per arrestare Sobchak immediatamente dopo l'atterraggio. Putin fu avvisato del piano e prese azioni decisive e preventive: Organizzò una manciata di truppe fedeli e incontrò Sobchak all'aeroporto, guidando un'auto fino alla rampa di uscita dell'aereo. Il KGB arretrò, non volendo rischiare un confronto aperto con l'entourage armato di Sobchak [guidato da Putin]. "[Lynch, p. 34]

Questo significativo fallimento nella seconda città della Russia condannò il tentato colpo di stato del KGB e assicurò il collasso finale del sistema sovietico e l'eventuale passaggio della Russia al di fuori dal comunismo. Fu Vladimir Putin, quindi, a essere in gran parte responsabile della sconfitta e della prevenzione del ritorno del comunismo in Russia. È molto difficile capire come un sostenitore segreto del KGB avrebbe intrapreso tale azione, se fosse davvero stato a favore del ritorno del comunismo.

Come racconta il professor Lynch:

Putin ha accettato l'irreversibilità del crollo dell'Unione Sovietica ed è venuto a patti con il mercato e la proprietà privata come fondamenta proprie dell'economia russa. [Lynch, p.28]

È vero che Putin ha lamentato la rottura della vecchia Unione Sovietica, ma non perché si rammaricasse della scomparsa dei soviet, ma, piuttosto, a causa delle numerose e intime connessioni economiche, linguistiche, sociali, e culturali che correlavano la maggior parte delle quindici repubbliche della vecchia Unione Sovietica. I suoi commenti sul tema sono stati molto chiari, ma sono stati selettivamente messi fuori contesto dai nemici di Putin. [Vedi il libro-intervista con Putin, con i commenti di altri leader russi, First Person: An Astonishing Frank Self-Portrait by Russia’s President Vladimir Putin, New York, 2000, pp 165-190]

Proprio come la disgregazione dell'impero austro-ungarico dopo la prima guerra mondiale, che lasciò significative minoranze etniche tagliate fuori dalle loro storiche ex-patrie – per esempio, milioni di austro-tedeschi nei Sudeti in Cecoslovacchia, i transilvani ungheresi in Romania, e così via – e un certo numero di stati economicamente non vitali nei Balcani, la dissoluzione dell'Unione Sovietica ha creato la stessa situazione in Europa orientale. L'attuale crisi non risolvibile in Ucraina è un chiaro esempio di ciò che può accadere ed è accaduto di conseguenza. Fu questa situazione che Putin giustamente lamentava; fu questo disfacimento che correttamente prevedeva come una tragedia.

La tanto criticata – dalla stampa americana – secessione della Crimea dall'Ucraina e la sua successiva ri-unione con la Russia illustra chiaramente questo fatto. Ciò che troppi cosiddetti "esperti" in America non riescono a capire (o, se lo capiscono, lo omettono abilmente nelle loro relazioni) è che la Crimea era stata parte integrante della Russia per centinaia di anni, fino a che il comunista Nikita Khrushchev la tagliò dalla Russia e la diede all'Ucraina nel 1954, nonostante il fatto che il 60% della sua popolazione è etnicamente russa e la sua cultura e lingua è completamente russa. [Vedi l'articolo di Wikipedia, "Crimea"]

Inoltre, le "oblast" o regioni ucraine di Lugansk e Donetsk hanno una simile storia e composizione etno-culturale. Sono state arbitrariamente aggiunte alla repubblica socialista ucraina negli anni '20 dopo la rivoluzione comunista, pur essendo storicamente parte della Madre Russia da secoli.

È interessante notare che, allo stesso tempo in cui Putin ha fatto il commento sulla "dissoluzione" della Russia sovietica, ha visitato la Polonia per denunciare e condannare il massacro e i crimini comunisti nella foresta di Katyn, all'inizio della seconda guerra mondiale, così come gli orribili gulag sovietici. In più di un'occasione, in particolare in occasione delle riunioni del Forum internazionale del forum di Valdai nel 2013 e il 2014, ha duramente condannato con la massima fermezza il comunismo e i crimini atroci commessi dai comunisti. Così facendo, ha fatto ampio riferimento all'eredità cristiana della Russia (criticando anche il matrimonio omosessuale, l'aborto e l'omosessualità come cose "in contrasto con i valori più sacri della nostra tradizione").

I commenti di Putin al forum di Valdai del settembre 2013, di fronte a rappresentanti di gran parte dei paesi europei, meritano un'ampia citazione. Ecco alcune delle cose che ha detto:

Un'altra grave sfida all’identità della Russia è legata agli eventi che hanno luogo nel mondo. Questo riguarda la politica estera e i valori morali. Possiamo notare come molti paesi euro-atlantici stanno negando le loro radici tra cui i valori cristiani che sono alla base della civiltà occidentale. Stanno negando i principi morali e tutte le identità tradizionali: nazionale, culturale, religiosa e perfino sessuale. Mettono in vigore politiche che pongono allo stesso livello le famiglie numerose e le unioni omosessuali, la fede in Dio e la fede in Satana. Questo eccesso di politicamente corretto è giunto al punto in cui alcuni stanno seriamente parlando di legittimare partiti politici il cui obiettivo è promuovere la pedofilia. In molti Paesi europei, la gente non ha il coraggio di parlare della propria religione. Le feste sono abolite o chiamate diversamente; la loro essenza è nascosta, proprio come il loro fondamento morale. E c'è gente che cerca, aggressivamente, di esportare questo modello in tutto il mondo. Sono convinto che questo apre una via diretta alla degradazione e al primitivismo che porteranno ad una profonda crisi demografica e morale. Che cosa testimonia meglio di questa crisi morale se non la perdita della capacità di riprodursi? Oggi, quasi nessuna nazione sviluppata è in grado di riprodursi, anche con l’aiuto di flussi migratori illegali. Senza i valori presenti nel cristianesimo, senza gli standard morali che si sono formati per millenni, le popolazioni perderanno inevitabilmente la loro dignità umana. Consideriamo naturale e giusto difendere questi valori. Dobbiamo rispettare il diritto di ogni minoranza di essere differente, però, i diritti della maggioranza non devono essere rimessi in questione.

E Putin ha ottenuto il solido sostegno e l'approvazione del più incallito e più intransigente anticomunista, Aleksandr Solzhenitsyn. Prima della sua morte nel 2008, Solzhenitsyn ha elogiato Putin e ha dichiarato che riteneva autentica l'accettazione personale di Putin della fede cristiana. L'ambasciatore americano William Burns ha visitato Solzhenitsyn poco prima della sua morte (aprile 2008) e ha citato la sua affermazione che sotto Putin, la nazione stava riscoprendo cosa significava essere russi e cristiani. [Vedi articolo in guardian.co.uk, giovedì 2 dicembre 2010] Il grande anti-comunista russo ha anche concesso una lunga intervista 2007 alla rivista tedesca Der Spiegel, dicendo la stessa cosa. Così, quindi, se i nemici di Putin sono corretti, Putin avrebbe ingannato il grande Solzhenitsyn, che è stato di gran lunga il maggiore e più intransigente anticomunista del XX secolo? Non è probabile.

Circa l'accusa di corruzione personale Lynch offre notevoli dettagli e discute come si sono diffusi, in pratica per opera degli oppositori liberali di Putin. A coloro che suggeriscono che Putin abbia fatto una fortuna con le sue scelte politiche, Lynch (e altri) offrono la documentazione sostanziale del contrario:

Putin non è un corrotto, almeno non nel convenzionale senso venale. Il suo abbigliamento modesto e francamente fuori moda rivela un'apparente indifferenza al lusso personale. Da vice-sindaco, aveva acquistato l'uso della dacia estiva dell'ex consolato tedesco-orientale e vi aveva anche installato una unità sauna lì, ma quando la casa bruciò nell'estate del 1996, i suo risparmi di una vita, 5.000 dollari, bruciarono con essa. Aver accumulato solo 5.000 dollari in cinque anni come vice-sindaco della seconda città più grande e del più grande porto della Russia, quando centinaia di russi meno ben posizionati si stavano arricchendo con bottini del governo, implica qualcosa di diverso da motivi pecuniari dietro le attività di Putin (...). Insomma, Putin è onesto, sicuramente lo è per gli standard russi. Ha vissuto in modo semplice e ha lavorato diligentemente. Accusato da un nemico... di aver acquistato una villa da un milione di dollari in Francia, Putin lo ha citato in giudizio per diffamazione e ha vinto la causa in tribunale un anno più tardi. [Lynch, pp. 33, 35]

Alcune delle ostilità verso Putin sono emerse quando è diventato presidente ad interim della Federazione russa dopo che Boris Eltsin si è dimesso nel dicembre 1999. Putin si era affermato come leader politico leale e schietto per il suo servizio di vice-sindaco sotto il pro-democratico sindaco Sobchak. Aveva anche servito fedelmente Eltsin.

Ma Putin non era Eltsin. Pur seguendo inizialmente la guida filo-americana e filo-occidentale di Eltsin in politica estera, Putin era anche consapevole che la Russia stava subendo una transizione radicale da stato comunista decrepito e al collasso, verso il recupero di alcune delle sue antiche tradizioni, incluso un crescente, vibrante ritorno all'Ortodossia russa tradizionale, una fede che ha abbracciato pubblicamente e personalmente. [Si vedano i vari rapporti che lo confermano, tra cui Charles Glover, "Putin and the Monk", Financial Times Magazine, 25 gennaio 2013, e questo video clip]. Ai tempi del regime comunista oppressivo, la Chiesa ortodossa russa, almeno la leadership ufficiale, era sottomessa al marxismo, con molti dei suoi leader che, se non servivano come agenti, almeno orecchiavano idee comuniste. L'ex patriarca della Chiesa ortodossa russa, Aleksej (morto nel 2008), era stato criticato come collaboratore del regime comunista. Tuttavia, la cosiddetta "prova dell'intelligence" che è improvvisamente "apparsa" in Estonia e ha affermato che era un agente segreto del KGB è stata messa molto seriamente in dubbio (vedi l'articolo di Wikipedia "il Patriarca Alessio"). A quanto pare, i "documenti" sono molto probabilmente fabbricati e non genuini. Infatti, come riferisce l'Encyclopedia Britannica nella sua biografia, Aleksej è stato "il primo patriarca della storia sovietica scelto senza pressioni del governo: i candidati sono stati nominati dalla base, e l'elezione è stata condotta a scrutinio segreto". Non solo, ma dopo la caduta del comunismo, Aleksej ha denunciato pubblicamente i crimini comunisti e ha chiesto la libertà del cristianesimo in Russia. Il dibattito è diventato fino a un certo punto irrilevante alòla morte di Aleksej nel 2008; lo ha sostituito a capo della Chiesa russa il metropolita Kirill, conosciuto per la sua ferma opposizione al marxismo e per la sua difesa del cristianesimo storico e della morale tradizionale.

Come uno studioso della religione russa, il professor John Garrard, dimostra esaurientemente nel suo eccellente studio, Russian Orthodoxy Resurgent (2008), dal 1991 in poi la Chiesa ortodossa russa ha iniziato una necessaria purificazione, con i più anziani collaboratori e agenti comunisti gradualmente dimissionari o rimossi. Oggi la Chiesa ortodossa russa è, di gran lunga, il corpo religioso più conservatore, tradizionale e anti-comunista del mondo. Si è spinta fino a canonizzare una moltitudine di martiri uccisi dai comunisti e celebrare lo tsar e la famiglia dei Romanov, brutalmente assassinati dai rossi nel 1918. È significativo che a partire dal 1991 oltre 26.000 nuove chiese cristiane sono state aperte in Russia, e il fatto che il cristianesimo sta rinascendo in Russia non è passato inosservato tra alcuni scrittori cristiani in America e in Europa, anche se è generalmente ignorato dalla stampa laica. [Ci sono numerosi articoli e rapporti che stendono una cronaca di quest'incredibile rinascita, per esempio, Russia has experienced a spiritual resurrection, in Catholic Herald 22 ottobre 2014; vedi anche "Faith Rising in the East, Setting in the West", 29 gennaio 2014, Break Point Commentaries. Tale fenomeno non è un complotto comunista, ma rappresenta un vero e proprio desiderio da parte del popolo russo di riscoprire le proprie radici religiose, ironicamente proprio nello stesso tempo in cui la maggioranza degli americani sembra ora sostenere il matrimonio omosessuale, l'aborto, e i peggiori estremi di immoralità e il rifiuto del cristianesimo tradizionale.

A sostegno dei suoi obiettivi Putin ha sostenuto leggi russe che: (1) mettono praticamente fuori legge l'aborto in Russia (divieto di aborti dopo la dodicesima settimana, e prima di questa data un permesso in casi limitati, e anche la fine del sostegno finanziario agli aborti, invertendo una precedente politica sovietica); (2) fermano l'omosessualità e la propaganda omosessuale – assolutamente nessuna propaganda omosessuale nelle scuole russe, niente manifestazioni pubbliche di omosessualità, con sanzioni penali comminate per la violazione di dette norme; (3) sostengono con forza il matrimonio tradizionale, in particolare il matrimonio religioso, con l'aiuto finanziario alle coppie sposate che hanno più di due figli; (4) stabiliscono l'insegnamento religioso obbligatorio in tutte le scuole russe (tra cui l'istruzione in diverse confessioni cristiane, in diverse regioni del paese); (4) attuano una politica di istituzione di cappellanie nei reggimenti militari russi (e le istituzioni religiose ora contribuiscono ad aiutare le famiglie dei militari); (5) fanno delle feste religiose giorni festivi ufficiali dello Stato russo; (6) istituiscono un programma nazionale di ricostruire delle chiese distrutte dai comunisti (la più famosa è la storica Chiesa di Cristo Salvatore a Mosca); e (7) sostengono ufficialmente l'industria cinematografica russa nella produzione di film religiosi e patriottici conservatori – curiosamente, il film più popolare in Russia nel 2009 è stato il film "L'Ammiraglio", un biopic molto favorevole del leader contro-rivoluzionario dei russi bianchi, l'Ammiraglio Aleksandr Kolchak, che fu giustiziato dai comunisti nel 1920. Il film è stato sostenuto dal ministero russo della cultura. Possiamo immaginare il National Endowment for the Humanities americano che fa qualcosa di simile negli attuali Stati Uniti? [Vedi i resoconti, OneNewsNow.com, 23 Gennaio 2013; LifeSiteNews, 26 ottobre 2011, 1 agosto 2013; Scott Rose, Bloomberg News, il 30 giugno 2013; vedi anche Garrard su alcune di queste azioni]

Come ha scritto un autore cattolico americano, Mark Tooley, in Understanding a More Religious and Assertive Russia, 2 aprile 2014:

Putin ha formato una stretta associazione con l'Ortodossia russa, come hanno tipicamente fatto i governanti russi in tutti i secoli. Ha fatto bene a farlo, perché la Russia ha sperimentato una certa rinascita spirituale... L'Ortodossia è largamente e comprensibilmente vista come il rimedio spirituale al cavernoso vuoto spirituale lasciato da oltre 70 anni disastrosi e spesso assassini del bolscevismo. Il risorgente tradizionalismo religioso ha alimentato la nuova legge della Russia contro il proselitismo ai minori degli orientamenti sessuali e la sua nuova legge anti-aborto. Entrambe le leggi rispondono anche alla lotta demografica della Russia contro la caduta dei tassi di natalità e le cifre mostruosamente alte di aborti che risalgono al dominio sovietico. Alcuni conservatori religiosi americani hanno visto i leader religiosi russi come alleati nella cooperazione internazionale in materia di cause pro-famiglia.

Essendo la più grande nazione del mondo, con collegamenti storici con il resto d'Europa, ma anche con l'Asia, Putin ha capito bene che la Russia, nonostante la parentesi comunista, era ancora una grande potenza da non sottovalutare. Un nazionalismo conservatore russo ridestato e un ritorno alla tradizionale fede cristiana ortodossa non avrebbero, nelle sue iniziali speranze, predeterminato un eventuale scontro con l'Unione Europea, né con gli Stati Uniti.

Di fatto, dopo l'attacco dell'11 settembre 2001 alle "torri gemelle" di New York, la Russia di Putin è stata la prima nazione ad offrire il suo pieno sostegno e la sua cooperazione con le agenzie di intelligence americane per combattere il terrorismo e portare i colpevoli alla giustizia. Avendo combattuto il terrorismo islamico ceceno nella regione del Caucaso, la Russia aveva esperienza dell'estremismo islamico. [Lynch, pp 100-105; Stuermer, pp. 5-6]

Tuttavia, i neoconservatori dell'amministrazione Bush fondamentalmente hanno preso la Russia a calci nei denti. Con la loro fede zelante nella democrazia liberale e nell'uguaglianza globale, da imporre se necessario offendendo intere nazioni, come un tempo si vantava Allan Bloom, hanno rifiutato con aria di sufficienza la collaborazione russa. Come ha detto il capo pubblicista e portavoce neocon, Charles Krauthammer, "oggi viviamo in un mondo unipolare in cui c'è solo UNA superpotenza, e sono gli Stati Uniti".

La condiscendenza neocon verso la Russia, in primo luogo dopo il 9/11, poi con la minaccia di posizionamento di missili in Polonia, spingendo la NATO fino alle frontiere della Russia, e, infine, dopo la pasticciata scappatella diplomatica americana in Georgia nel 2008, ha cementato la convinzione tra i russi e in Vladimir Putin che il partenariato desiderato con l'America era irrealizzabile, almeno per il momento. [Cfr Lynch, cap. 6, in generale, per una discussione approfondita della politica estera russa; Stuermer, pp. 196-199]

Il desiderio della Russia di diventare un "partner di collaborazione" in qualsiasi tipo di situazione simile parità internazionale non era del tutto inaccettabile per i neocon americani. Mentre Eltsin era stato accolto a Washington come "barboncino dell'America," disposto a eseguire gli ordini degli Stati Uniti, Putin credeva che la nazione più grande del mondo, che si era scrollata dalle spalle il giogo comunista, meritasse un ruolo più importante. Il suo desiderio era di un vero partenariato. Ma i tentativi aggressivi capeggiati dagli Stati Uniti incorporare nella NATO parti precedentemente integranti della Russia – aree che erano e continuano a essere considerate all'interno della "sfera di influenza" russa, anche se indipendenti – ha in gran parte deluso le speranze russe di partenariato con l'Occidente. [Stuermer, pp. 191-196] Nel 1996 il compianto George Kennan ammoniva l'establishment della politica estera americana che l'espansione della NATO in quelle aree "è stato un errore strategico di proporzioni potenzialmente epiche." Kennan metteva in guardia contro una politica estera che era "utopista nelle sue aspettative, legalista nel suo concetto... moralista... e ipocrita "[Robert Sidelsky, Kennan’s Revenge: Remembering the Reasons for the Cold War, Guardian, 23 aprile 2014,]. Henry Kissinger ha fatto eco a quest'avviso il 12 novembre 2014, chiamando in Der Spiegel la risposta americana alla Russia "un errore fatale".

Forse non è un caso che molti degli attuali pubblicisti neocon discendono da immigrati ebrei sionisti laburisti e da abitanti della "zona di residenza" russa, che sperimentarono pogrom tsaristi russi alla fine del XIX secolo e che in seguito formarono l'avanguardia degli sforzi marxisti per rovesciare lo tsar e stabilire uno stato socialista? Il mastodontico studio di Aleksandr Solzhenitsyn, Duecento anni insieme (ancora non tradotto in inglese, anche se esiste una edizione francese: Deux siècles Ensembles, 1795-1995, Fayard, 2002), offre affascinanti dettagli su questo processo. L'internazionalismo socialista manifestato da quei rivoluzionari ha trovato la sua incarnazione in Lev Trotskij, assassinato per ordine di Stalin in Messico nel 1940. Nonostante la presunta migrazione dei neocon verso la destra politica negli anni '70 e '80, l' eredità globalista e "democratica" di Trotskij resta una stella polare non troppo lontana per molti partigiani zelanti.

A volte questo rispetto paterno continua a irrompere da fonti improbabili. Su National Review Online, qualche anno fa, lo scrittore neoconservatore Stephen Schwartz ha scritto:

Fino al mio ultimo respiro, difenderò Trotskij che solo e perseguito da paese a paese e, infine, affossato nel suo sangue in una casa orribilmente calda a Città del Messico, disse di no alle coccole sovietiche all'hitlerismo, alle purghe di Mosca, e al tradimento della Repubblica spagnola, e che ebbe la capacità di ammettere che era stata sbagliata l'imposizione di uno stato a partito unico, nonché della sorte del popolo ebraico. Fino al mio ultimo respiro, e senza scuse. Lasciate che i neofascisti e stalinisti nella loro seconda infanzia ne facciano ciò che vogliono". [Vedi il commento del professor Paul Gottfried su Takimag.com, 17 Aprile, 2007]

Per questi neocon americani, l'emergere di una Russia nazionalista, cristiana e non democratica ricorda forse troppo i "brutti vecchi tempi". E nonostante circostanze molto diverse, uno stato russo non conformista che esiga qualsiasi forma di parità con la "sola superpotenza rimasta nel mondo" è fuori questione.

Al contrario, Boris Eltsin era un favorito dei neocon. Il mandato di Eltsin come presidente sembrava non solo echeggiare uno status di "barboncino dell'America" di secondo rango; la sua gestione dell'economia russa si è dimostrata disastrosa per il russo medio, ma redditizia per una manciata di oligarchi russi, che a loro volta erano collegati agli interessi commerciali americani. Wikipedia (articolo su Boris Eltsin) riassume le sue azioni in questo modo:

Nel 1995, mentre Eltsin lottava per finanziare il crescente debito estero della Russia e ottenere il sostegno dell'elite russa del business per la sua candidatura alle elezioni presidenziali anticipate del 1996, il presidente russo preparava una nuova ondata di privatizzazioni offrendo quote azionarie in alcune delle più preziose imprese statali della Russia in cambio di prestiti bancari. Il programma era stato promosso come un modo di accelerare la privatizzazione e contemporaneamente garantire al governo un' infusione molto necessaria di denaro per le sue esigenze operative.

Tuttavia, le offerte erano effettivamente svendite di beni di valore dello Stato a un piccolo gruppo di magnati della finanza, dell'industria, dell'energia, delle telecomunicazioni e dei media che sono stati poi conosciuti come "oligarchi" a metà degli anni '90. Ciò era dovuto al fatto che la gente comune vendeva i loro buoni in cambio di contanti. I buoni sono stati acquistati da un piccolo gruppo di investitori. Entro la metà del 1996, notevoli quote di proprietà di grandi imprese erano state acquistate a prezzi molto bassi da una manciata di persone. Boris Berezovskij, che controllava le principali partecipazioni in diverse banche e nei media nazionali, è emerso come uno dei più importanti sostenitori di Eltsin. Insieme con Berezovskij, Mikhail Khodorkovskij, Vladimir Potanin, Vladimir Bogdanov, Rem Viakhirev, Vagit Alekperov, Alexander Smolenskij, Victor Vekselberg, Mikhail Fridman e pochi anni dopo Roman Abramovich, erano abitualmente citati dai media come oligarchi della Russia.

Alla sua assunzione della presidenza e alla sua elezione a un primo mandato completo, Putin ha deciso di porre fine a questa dominazione economica degli "oligarchi", ma così facendo, si è attirato l'antagonismo dei loro partner capitalisti internazionalisti in Occidente a Wall Street e a Bruxelles.

Durante il suo primo mandato, Putin si è dimostrato un politico intelligente e pieno di risorse. Ha organizzato una base politica potente, il suo partito politico Russia Unita, e, come la maggior parte dei leader politici di successo, è stato in grado di mettere a profitto i suoi successi economici e una conclusione favorevole della guerra civile cecena in una forte base di appoggio in tutta la Federazione Russa. Criticato da alcuni oppositori interni per non aver seguito puntigliosamente tutti i parametri di riferimento caratteristici della "democrazia" di stile occidentale, Putin ha insistito che il difficile cammino verso la democrazia russa è stato diverso da quello spesso spinto (e imposto) da parte degli Stati Uniti in tutto il mondo. Tuttavia, il cittadino medio russo ha vissuto più libertà reale e più libertà economica che in qualsiasi altro momento nella lunga storia della Russia, e il credito per questo deve essere di Putin. [Lynch, pp 69-74.; Stuermer, pp. 199-200]

Le accuse continue che Putin è corrotto e si è circondato di ex-membri del KGB hanno come origine, non a caso, negli oppositori interni di sinistra e liberali del presidente russo in Russia, come hanno dimostrato Lynch, Paul Craig Roberts, M. S. King e altri. In realtà, alla maggior parte dei consiglieri di Putin manca un serio precedente coinvolgimento nel comunismo o nel KGB. Le accuse, però, sono state raccolte dai media di Murdoch e dalla stampa neocon. Proprio come avevano lodato Eltsin, hanno rapidamente trasformato il nazionalista Putin, che nella stampa occidentale è divenuto rapidamente un "delinquente del KGB", "corrotto" e desideroso di "ripristinare la vecchia Unione Sovietica".

Una delle principali (per quanto indiretta) fonti nazionali russe delle accuse di corruzione arriva da un prolifico politico russo, Boris Nemtsov. Nemtsov, identificato come un "neo liberal", è un avversario di lunga data di Vladimir Putin e un favorito di John McCain e di vari "conservatori mainstream" [Cfr, "Russians React Badly to U.S. Criticism on Protests", The New York Times, 6 gennaio 2011]. Nel corso degli anni ha scritto una serie di bordate e opuscoli elettorali, accusando Putin di tutto, dall'abbellimento del suo "nido" con "miliardi di rubli" alla frode elettorale [Cfr Nemtsov, Putin: What 10 Years of Putin Have Brought, 2010]. In ogni caso, alle sue affermazioni mancano le fonti per renderle credibili. È come se Al Gore avesse scritto un opuscolo su George W. Bush nelle elezioni del 2000: tale opuscolo e il suo contenuto sarebbero immediatamente e altamente sospetti.

Il fatto che alcune pubblicazioni e servizi stampa americani di area presumibilmente conservatrice abbiano potuto dare credito a queste accuse dimostra solo il potere dei media liberali e di sinistra e della lobby omosessuale internazionale anti-russa che hanno cercato disperatamente di diffondere queste idee.

Anche se l'origine di Nemtsov è importante per alimentare i costanti attacchi dei media, negli ultimi mesi la natura dell'opposizione occidentale a Putin e alla Russia è stata radicalmente trasformata. Mentre le frottole di Nemtsov hanno certamente trovato la loro strada nella stampa occidentale, dal momento dei divieti legali in Russia (nei primi mesi del 2013) contro la propaganda omosessuale (in particolare rivolta ai minorenni) e la sua difesa schietta dell'istituzione cristiana del matrimonio, la vigorosa opposizione a Putin ha assunto una dimensione "morale", meglio simboleggiata, forse, dalla nomina da parte di Obama di alcuni attempati atleti apertamente omosessuali a capo della delegazione degli Stati Uniti alle Olimpiadi di Sochi nei primi mesi del 2014.

Tale azione ha dimostrato sia il rifiuto fondamentale da parte della leadership americana (e dei leader europei occidentali) dell'affermazione russa del matrimonio tradizionale e del cristianesimo tradizionale, mentre illustrava l'apostasia formale da parte dell'Occidente dai propri ormeggi cristiani tradizionali.

Scende in campo la giornalista e scrittrice russo-americana Masha Gessen. Numerosi riferimenti a Gessen hanno cominciato ad apparire l'anno scorso, e presto è apparsa come "l'autorità sulla Russia" in diversi telegiornali della domenica mattina e come ospite in programmi speciali dell'Establishment che si occupano di Russia e Ucraina. Ripetutamente, è identificata come "nota esperta e autrice sulla Russia e Vladimir Putin". Il suo volume del 2012, L'uomo senza volto: l'improbabile ascesa di Vladimir Putin, è stato citato in programmi come "Meet the Press" e "Face the Nation" come opera di fondamentale importanza per comprendere la Russia e il suo presidente. È la scrittrice più ampiamente citata oggi in Occidente sulla Russia e su Putin.

Ma chi è questa Masha Gessen? È identificata da Wikipedia (non nota per la sua polarizzazione di destra) come un'attivista lesbica ebrea, con doppia cittadinanza russa e americana (come c'è riuscita?), "sposata" con un'altra lesbica, con una "famiglia", ma che sostiene l'abolizione della stessa "istituzione del matrimonio".

Si identifica come avversaria violento di Putin e del cristianesimo tradizionale. Eppure, il suo libro, L'uomo senza volto: l'improbabile ascesa di Vladimir Putin, è presentato come il migliore volume sulla Russia e il suo presidente, mentre anche i suoi difensori (che scrivono recensioni su Amazon.com, per esempio, e altrove) ammettono che il suo studio si legge come "un lungo, appassionato editoriale".

Aggiungiamo che Gessen è una campione inesorabile della banda punk rock lesbica russa, "Pussy Riot", che ha profanato l'altare di una delle chiese più sacre della Russia, la chiesa di Cristo Salvatore a Mosca. Il suo volume Words Will Break Cement: The Passion of Pussy Riot (2014), è un'apologia appassionata di quella banda lesbica pornografica e un attacco al vetriolo sia a Putin sia al tradizionale cristianesimo ortodosso, in particolare all'istituzione del matrimonio, che Putin difende con forza e pubblicamente. I suoi attacchi fanno presa su tutto lo spettro dell'opinione pubblica americana, tra cui, purtroppo, pubblicazioni presumibilmente conservatrici. In effetti, molti neocon sono molto "soft" su questioni che circondano i diritti degli omosessuali. [Vedi, per esempio, "Fox News Goes Gay," Christian Newswire, 14 agosto 2013; James Kirchick, "Out, Proud, and Loud: A GOP Nominee Breaks Boundaries", The Daily Beast, 18 febbraio 2014; Andrew Potts, "Fox News commentator Charles Krauthammer calls gay rights struggle ‘heroic’", Gay Star News, 1 gennaio 2014]

Gessen, poi, è diventata una fonte importante per gli attacchi e le "analisi" vomitate dalle reti televisive principali. Come si può vedere, la vera chiave qui è sempre il tema dell'omosessualità e il fatto che la Russia di Putin difende l'etica cristiana tradizionale e ha dato un giro di vite alla propaganda gay. Gessen trova queste cose intollerabili... Così, anche se i suoi scritti giornalistici pretendono di avere una visione ricercata e accademica delle cose russe, i suoi attacchi, le accuse di corruzione e di tendenze anti-democratiche, sono tutti raccolti in qualcosa di molto più importante per questa loquace attivista: una passione totalizzante per l'avanzamento dell'omosessualità in tutto il mondo e un'opposizione incessante al cristianesimo tradizionale.

Ma non è solo una pubblicista prominente e influente come Masha Gessen che identifica il tema dell'omosessualità come centrale nell'odio per Putin e la Russia contemporanea. I punti di vista di Gessen sono ora completamente tradizionali in Occidente, illustrati clamorosamente dalla denominazione da parte del Presidente Obama di quegli ex olimpionici gay per rappresentare gli Stati Uniti a Sochi. Il gesto era inequivocabile, ma il suo simbolismo indicava qualcosa di più profondo rispetto alla mentalità post-cristiana dell'Occidente. In effetti, questo aspetto saliente di quello che eufemisticamente viene ora chiamato "difesa dei diritti umani" è alla base delle politiche americane e dell'Unione Europea nei confronti della Russia. Organizzazioni come la Lega per i diritti umani, People for the American Way, e le Nazioni Unite sono state coinvolte a livello mondiale, cementando questo modello. Nella sfera politica internazionale, non si può trovare illustrazione di questa influenza pervasiva sulla politica più chiara che nella risposta dello stretto alleato americano, il cancelliere tedesco Angela Merkel, alle critiche del Presidente Putin sul crollo della morale cristiana tradizionale in America e in Europa. Come riportato dal Times di Londra, il 30 novembre 2014, la Merkel, che aveva da tempo sollecitato un approccio più morbido per la Russia e i negoziati continui, ha finalmente realizzato:

che non vi può essere riconciliazione con Vladimir Putin quando ha sentito le sue opinioni intransigenti sui diritti dei gay. Il cancelliere tedesco era nel mezzo di una delle 40 conversazioni che ha avuto con il presidente russo nel corso dell'ultimo anno – più del totale complessivo con David Cameron, François Hollande e Barack Obama – quando Putin ha cominciato a inveire contro la "decadenza" dell'Occidente. Niente esemplifica questo "decadimento dei valori" più della promozione occidentale dei diritti dei gay, Putin ha detto. Il Cremlino invece dovrebbe adottare una politica di contenimento nello stile della guerra fredda.

E la Merkel non è la sola. Si unisce a Barack Obama e ai primi ministri David Cameron, François Hollande e ai leader dell'Unione Europea a esprimere questo importante fondamento logico della politica occidentale nei confronti della Russia.

Quindi, è il formale abbraccio occidentale e americano all'omosessualità, al matrimonio omosessuale, e ad altre deviazioni dalla morale tradizionale cristiana come normativa che ha aperto una profonda voragine e motiva sostenitori zelanti, per i quali Vladimir Putin e una Russia tradizionale rinata presentano una netta sfida al loro eventuale successo globale.

Quindi, è questa ribellione contro la natura umana creata da Dio e contro la legge naturale, in sé, che è amaramente contraria all'affermazione in Russia di una credenza religiosa tradizionale. È ora questo divario a costituire la base più profonda del profondo conflitto tra Oriente e Occidente. In effetti, il mondo è stato capovolto, con la Russia che ora difende il cristianesimo, mentre le élite politiche e dei media americani e occidentali lo attaccano brutalmente. Come Patrick Buchanan ora chiede giustamente: "Da che parte sarà Dio d'ora in poi?"

Boyd D. Cathey ha conseguito un dottorato in storia intellettuale europea presso l'Università Cattolica di Navarra, Pamplona, in Spagna, dove è stato Richard Weaver Fellow, e un MA in storia intellettuale americana presso l'Università della Virginia (come Jefferson Fellow). È stato assistente del defunto autore e filosofo conservatore Russell Kirk. In anni più recenti ha servito come cancelliere della divisione degli archivi storici del North Carolina. Ha scritto in francese, spagnolo e inglese su temi storici e musica classica e lirica. È attivo in varie organizzazioni storiche, archivistiche e genealogiche. Piccole sezioni di questo articolo sono state originariamente pubblicate sul sito Communities Digital News il 16 aprile 2014.

 
Una nuova icona: santa Caterina insegna ai filosofi della corte d'Alessandria

santa Caterina insegna ai filosofi della corte d'Alessandria, dipinta da Natalia Aglitskaja, 2019

Vorrei condividere un interessante progetto in cui ho collaborato con l'iconografa Natalia Aglitskaja per sviluppare una nuova composizione iconografica. Il progetto è stato commissionato dal Trinity College di Hartford, nel Connecticut, per commemorare il proprio cinquantesimo anniversario di coeducazione, avvenuto nel 2019. Il college voleva che nella cappella fosse installato un monumento commemorativo dell'ammissione delle donne. Il cappellano mi ha proposto l'idea di creare un'icona speciale raffigurante santa Caterina d'Alessandria, che si distingue tra le sante donne per la sua reputazione di studiosa.

La Cappella del Trinity College è un'importante opera di architettura neogotica costruita nel 1933. Fu progettata da Philip H. Frohman, architetto della Cattedrale Nazionale, ed è consacrata come chiesa episcopaliana. Ho avuto l'opportunità di progettare lampade personalizzate per la cappella in diverse occasioni e sono stato lieto di accettare l'incarico di creare un'icona commemorativa. Una grande icona dorata poteva fare una certa impressione nell'interno pietroso e incolore della cappella ed esporre la tradizione dell'arte liturgica ortodossa agli studenti di molte fedi che usano la cappella.

cappella del Trinity College, Hartford, CT

cappella del Trinity College, l'interno

l'icona installata. La piccola cappella a sinistra è utilizzata dagli studenti cattolici romani

Ho ordinato una tavola personalizzata fatta a mano al Saint John's Workshop e ho assunto Natalia Aglitskaka per dipingere l'icona. Natasha dipinge in un ricco stile classico russo e ha interiorizzato la tradizione in modo tale da poter disegnare composizioni originali con grande autenticità.

Nella progettazione dell'immagine, la prima sfida è stata la rarità del soggetto. Secondo la sua agiografia, santa Caterina era la figlia aristocratica del governatore romano di Alessandria. Da ragazza ricca che viveva nella famosa città di biblioteche e studiosi, ricevette un'istruzione al massimo livello mondiale. Dopo la sua conversione, decise di affrontare l'imperatore Massimiano (305-313 d.C.) e di implorarlo di smettere di perseguitare i cristiani. L'imperatore, incuriosito dalla sua bellezza e dal suo intelletto, radunò cinquanta rinomati studiosi e li sfidò a convincerla della superiorità del paganesimo. Caterina vinse il dibattito e i filosofi accettarono Cristo, cosa che li trasformò tutti in martiri.

l'icona installata

Sebbene il dibattito con i filosofi sia centrale nella storia di santa Caterina, è molto raramente rappresentato. Siamo riusciti a trovare alcuni dipinti occidentali di questa scena, ma nessuna icona ortodossa storica. Non era ovvio come comporne una, poiché le scene con molti personaggi nelle icone possono assumere diverse forme. Alla fine, abbiamo deciso che Caterina doveva essere molto più prominente delle altre figure. Aveva bisogno di riempire la tavola se l'icona doveva servire come immagine devozionale, piuttosto che come immagine meramente illustrativa. Così abbiamo posto la santa su un palco centrale, con i filosofi riuniti sulle panchine sullo sfondo. La prospettiva non lineare delle icone consente a questo artificio di funzionare abbastanza bene.

un'icona occidentale, 1380 circa, raffigurante santa Caterina che disputa i filosofi. A cura di Cenni di Francesco

un affresco rinascimentale raffigurante lo stesso soggetto, nella basilica di san Clemente a Roma. Opera di Masalino da Panicale, 1425 circa

disegno concettuale di Natalia Aglitskaja

particolare raffigurante santa Caterina con le mani alzate in posa da istruzione

Una seconda sfida era un requisito dell'amministrazione del college: l'icona doveva rappresentare una diversità etnica, comprese figure nere e asiatiche. Questo, ovviamente, non è un tratto tipico nelle icone, e i filosofi pagani sarebbero normalmente raffigurati come greci in toga (uno dei pochi casi nelle icone in cui di fatto tale abito sarebbe storicamente accurato!) Non volevo semplicemente includere persone di etnie simboliche in toga, quindi ho considerato come rendere questo requisito una risorsa per il progetto. Alessandria era una delle principali capitali dell'Impero Romano e il centro mondiale del sapere, quindi sembra plausibile che studiosi di tutto il mondo avrebbero potuto essere presenti alla corte dell'imperatore. Così ho chiesto a Natasha di includere una figura dall'Etiopia, un'altra dalla Nubia e infine un unno (gli unni a quel tempo confinavano con l'Impero Romano e avevano tratti asiatici).

esempi di abiti tradizionali etiopici

particolare raffigurante uno studioso etiope seduto tra un romano e un greco

affresco egizio raffigurante nubiani dalla pelle nera nel loro abito di corte

ricostruzioni storiche di costumi unni

particolare che mostra due studiosi, un nubiano e un unno, accanto a un filosofo greco

Inoltre, ero ansioso di rendere lo scenario contestuale nell'icona riconoscibile come Alessandria. Ho chiesto a Natasha di mettere sullo sfondo il porto, in modo che la corte dell'imperatore si affacciasse sul mare. A quei tempi, Alessandria aveva il porto più famoso del mondo, grazie al Pharos, il grande faro, una delle sette meraviglie del mondo antico. Questo faro è rimasto in piedi dal III secolo a.C. fino al XIV secolo d.C., ed era il monumento che definisce la città. Il suo aspetto è ben noto dalle descrizioni antiche e dalle immagini dei mosaici, e io ho aiutato Natasha a progettarne una riproduzione accurata in stile iconografico. Abbiamo anche studiato la flora di Alessandria e abbiamo deciso di includere una palma da dattero e un papiro. Sento che questi dettagli saranno di grande interesse per coloro che sono istruiti nella storia e nella geografia e aiuteranno a rendere l'icona accessibile ai molti non cristiani che frequentano il college.

un mosaico di San Marco a Venezia raffigurante il Pharos. Questo mosaico è stato realizzato quando il faro era ancora in piedi. Sopra è una moderna ricostruzione grafica

particolare del faro con palma da dattero e papiro

Volevo che il soggetto di questa icona fosse comprensibile a persone che non avevano familiarità con la vita di santa Caterina e non avevano familiarità con icone e titoli agiografici in generale. Così ho deciso di intitolare l'icona con un testo chiaro e descrittivo: Saint Katherine Teaching the Philosophers of the Alexandrian Court. Non è molto tipico dell'iscrizione di un'icona, ma ha uno stile grandioso e misterioso, e spero che incuriosisca le persone e le incoraggi a ricercare l'intera storia.

Lo stile delle lettere è sempre complicato nelle iscrizioni in lingua inglese. Non mi interessano i caratteri che cercano di mascherare il nostro alfabeto come greco o slavo, ma un carattere completamente occidentale può essere visivamente discordante con lo stile di pittura ortodosso. Inoltre, i caratteri troppo facili da leggere possono essere una distrazione dalla preghiera, poiché gli occhi sono attratti a continuare a leggere più volte le parole. Ma qui non funzionerebbe neanche un carattere troppo illeggibile. Alla fine, ho progettato il mio carattere sull'icona con influenze dalla tipografia edoardiana e dalle iscrizioni romaniche. Spero che si riveli utile ad altri iconografi che si sforzano di usare l'alfabeto occidentale nelle icone.

L'icona richiedeva anche un'iscrizione di dedica, che si riferisse all'anniversario della coeducazione, ma non volevo che questa iscrizione fosse dipinta come se fosse parte dell'icona. Invece, ho assunto un argentiere per fare una targa incisa sistemata sul bordo inferiore del telaio. Ciò consente all'iscrizione dedicatoria di distinguersi visivamente dall'immagine sacra dipinta. Ho anche fornito una mia semplice lampada di vetro e un gancio in ferro battuto personalizzato con cui appenderla al muro di pietra.

particolare della targa di dedica in argento.

l'icona installata con gancio in ferro e lampada in vetro

Prego che questa nuova composizione di icone si riveli edificante per la chiesa e che altri ritengano opportuno dipingere questo interessante soggetto della vita di santa Caterina.

disegno preparatorio di Natalia Aglitskaja

disegno preparatorio di Natalia Aglitskaja

Natalia esegue una doratura all'acqua

brunitura dell'oro

 
Intervista sull'Ortodossia in Cambogia

In questa intervista, lo ieromonaco Paisie (Ipate) parla con OrthoChristian della storia e del futuro della missione ortodossa in Cambogia, comprese le sfide che deve affrontare e come noi possiamo aiutare.

evento di beneficenza per la Giornata dei bambini a Phnom Penh

Innanzitutto, vorremmo ottenere alcune informazioni generali sull'Ortodossia in Cambogia. Gli ultimi dati che ho visto risalivano al 2011, e riportavano circa 100-150 cristiani ortodossi nel paese in quel momento. Quali sono i numeri e i retroscena dei fedeli ortodossi oggi?

Si dovrebbe capire che la missione in Cambogia è molto nuova, e quindi ciò che possiamo vedere attualmente sono i suoi umili inizi. Il gregge ortodosso in Cambogia è ancora piuttosto piccolo oggi, principalmente a causa dei drammatici cambiamenti economici avvenuti in Cambogia. La comunità di espatriati (russi), da cui proveniva la maggior parte dei nostri credenti, è diminuita in modo significativo intorno al 2017 e con l'inizio della crisi del COVID. Abbiamo visto molte persone tornare in patria in questo periodo e il sostegno finanziario per la crescita della missione, proveniente principalmente da donatori russi, è diminuito. Alcuni ex parrocchiani si sono trasferiti in altri paesi. Altri sono stati qui solo temporaneamente con contratti di lavoro o per accompagnare i loro coniugi.

Il numero di convertiti locali è attualmente piccolo. Due battesimi di massa sono avvenuti nel 2015 e nel 2016. Da allora ci sono stati solo casi individuali. La maggioranza è diventata cristiana ortodossa per parentela o per matrimonio, anche se abbiamo anche persone che hanno trovato la Chiesa da sole, a volte accidentalmente, a volte dopo lunghe esplorazioni in questioni di fede.

Speriamo che uno di questi recenti convertiti persegua il progetto di andare in seminario. Avere un clero autoctono è fondamentale. In Thailandia, i convertiti che sono diventati chierici sono stati il ​​fattore più importante dietro la crescita delle parrocchie locali.

In Cambogia, le parrocchie hanno un numero molto diverso di nazionalità tra cui russa, cambogiana, ucraina, bulgara, serba, sudafricana, canadese e americana. Ma il profilo cambia man mano che le persone vanno e vengono. Siamo lieti che molti rimangano "amici della Chiesa in Cambogia" e continuino a tenersi in contatto e sostenere le nostre comunità in modi diversi.

pastorale giovanile: il "gruppo san Giorgio" prepara piccoli regali per i bambini malati dell'ospedale infantile Kantha Bopha di Phnom Penh

Per quanto ho potuto scoprire, c'è una chiesa presso l'ambasciata bulgara, anche se non ha un suo prete. Oltre a questo, ci sono alcune parrocchie appartenenti alla Chiesa ortodossa russa. Sono presenti altre giurisdizioni?

La cappella dell'ambasciata bulgara a Phnom Penh è una cappella commemorativa. È stata costruita nel 1993 in memoria dei membri delle forze di pace bulgare che hanno perso la vita durante l'operazione delle Nazioni Unite in Cambogia. La cappella non ha mai avuto un sacerdote assegnato, ma per molti anni è stata un luogo di culto e di ritrovo per la comunità ortodossa della Cambogia. Di rado, un sacerdote di passaggio serviva la Liturgia per la popolazione ortodossa locale. È una piccola cappella, ma la sua iconostasi in legno scolpito è piuttosto bella.

Dopo la visita in Cambogia del metropolita Kirill di Smolensk e Kaliningrad, presidente del Dipartimento per gli affari esteri del Patriarcato di Mosca (oggi sua Santità il patriarca di Mosca e di tutta la Rus') nel 2001, c'è stato un accordo tra le Chiese ortodosse bulgara e russa per uso liturgico e catechistico della cappella da parte della comunità della Chiesa ortodossa russa in Cambogia. Dopo aver ottenuto il permesso dalla missione diplomatica bulgara, la cappella è diventata il punto di incontro per la nostra comunità. Il personale dell'ambasciata continua a rimanere collaborativo e solidale, consentendo l'accesso alla cappella ogni volta che è necessario.

Nello stesso anno (2001) la cura pastorale della comunità ortodossa in Cambogia è stata affidata all'igumeno (ora archimandrita) Oleg (Cherepanin), rettore della chiesa di san Nicola a Bangkok e rappresentante della Chiesa ortodossa russa in Thailandia. Attraverso l'assiduo lavoro di padre Oleg, la Chiesa ortodossa in Cambogia è stata legalmente registrata come organizzazione religiosa nel 2013, con il nome di "Chiesa cristiana ortodossa di Cambogia - Patriarcato di Mosca".

Dal 2001, ogni anno fino al 2014, sacerdoti dalla Thailandia sono venuti in Cambogia per celebrare le grandi feste della Pasqua e della Natività, e altri servizi occasionali. Io sono stato nominato primo sacerdote permanente nell'agosto 2014 e sono arrivato tre mesi dopo. All'epoca era appena iniziata la costruzione della chiesa di san Panteleimone. Per quasi un anno e mezzo ho servito entrambe le parrocchie di Phnom Penh e Sihanoukville. Un secondo sacerdote, padre Roman Postnikov, è stato nominato nel gennaio 2016, e dopo un breve periodo di acclimatamento e a causa della mia nomina alla Scuola pastorale ortodossa recentemente aperta in Thailandia, è rimasto a capo di entrambe le parrocchie fino al 2017, quando un nuovo sacerdote è stato inviato per la parrocchia di Phnom Penh.

Al momento, la missione ortodossa in Cambogia è rappresentata solo dal Patriarcato di Mosca.

la chiesa di san Giorgio a Phnom Penh

Quindi adesso ci sono due parrocchie in Cambogia? Quanti parrocchiani ci sono in ogni parrocchia?

Beh, in realtà ci sono due parrocchie e una missione. Fin dall'inizio erano previste tre parrocchie nelle tre città principali: Phnom Penh (la capitale), Sihanoukville (una significativa città balneare dove lavoravano e vivevano molti russi) e Siem Reap (un punto di riferimento turistico dove si trova l'antico complesso di templi di Angor Wat). Un terreno è stato acquistato in tutte e tre le città e sono state costruite due chiese. La prima è stata la chiesa di Sihanoukville (2014–2015) dedicata a san Panteleimone e la seconda quella di Phnom Penh (2015–2017) dedicata a san Giorgio. Quando i fondi e le circostanze lo permetteranno, verrà costruita una chiesa a Siem Reap. A causa della situazione socio-economica, un progetto del genere è attualmente da tempo fuori portata. Il nostro principale supporto finanziario è storicamente venuto dalla Russia.

Attualmente, entrambe le chiese di Phnom Penh e Sihanoukville hanno un proprio sacerdote. La piccola comunità ortodossa di Siem Reap è sotto la cura pastorale del rettore della parrocchia di Sihanoukville. Tutte le parrocchie sono raggruppate in un decanato, come parte della diocesi della Thailandia dell'Esarcato del sud-est asiatico. Phnom Penh è la seconda città cattedrale della diocesi, il vescovo porta il titolo "di Bangkok e Phnom Penh". Ora il capo ad interim della diocesi è sua Eminenza Sergij, metropolita di Singapore, che è molto solidale con noi e che noi amiamo molto.

Come discusso in precedenza, negli ultimi anni abbiamo perso molti dei nostri membri. Nel 2021 Phnom Penh contava circa 35 membri registrati e Sihanoukville circa 15. Ci sono solo pochi fedeli che vivono ora a Siem Reap.

In che lingua sono celebrate le funzioni?

Di solito in slavonico ecclesiastico, inglese e khmer. I sermoni sono tenuti in russo e in inglese, e in occasione delle Grandi Feste anche in khmer.

Oltre agli ortodossi, i cristiani cambogiani sono divisi tra cattolici, vari gruppi protestanti e varie sette come i mormoni. Nel frattempo, circa il 98% della popolazione si identifica come buddhista Theravada. Ha scoperto che qualcuno di questi gruppi sembra essere più ricettivo all'Ortodossia in Cambogia?

Per la maggior parte i convertiti sono ex buddhisti. Dalle mie osservazioni personali, l'Ortodossia è meno interessante per le altre congregazioni cristiane in Cambogia. Alcuni di loro visitano le nostre chiese, ma soprattutto per l'architettura dell'edificio o per interesse per il rito bizantino.

Yuhan Hakrtey legge l'Apostolo in khmer

Il popolo cambogiano non è profondamente ostile al cristianesimo. Il cristianesimo è visto come una religione proveniente dall'Europa, dagli Stati Uniti o persino dalla Corea. Lo percepiscono come la religione delle persone più istruite e di successo. I cambogiani sono anche rispettosi degli europei e degli americani, e quindi anche della loro religione. Tuttavia, c'è poca consapevolezza delle differenze tra i gruppi cristiani e l'Ortodossia sembra essere solo una di una serie di selezioni cristiane. Nelle campagne la consapevolezza del cristianesimo è molto meno profonda. Occorre fare un importante lavoro missionario.

I cristiani cambogiani tendono ad essere "ortodossi" nella fede, o il loro cristianesimo è mescolato al buddhismo?

I nostri parrocchiani sono regolarmente impegnati in quello che io chiamo "studio della fede", ogni domenica dopo il brunch nel refettorio della chiesa. Possono porre domande e proporre argomenti di discussione. Trovo che non solo tra i visitatori, ma anche tra i cristiani ortodossi battezzati la loro "Ortodossia" a volte è diluita da idee eterodosse, persino pagane, o semplicemente dalla semplice ignoranza.

Sebbene facciamo del nostro meglio per aiutare i convertiti a seguire il nostro Signore Gesù Cristo secondo la fede della Chiesa ortodossa, dobbiamo mostrare comprensione e pazienza laddove essi non sono all'altezza.

A causa delle difficoltà che le persone devono affrontare, non solo nel convertirsi, ma nel vivere la fede ortodossa, abbiamo deciso di estendere il periodo del catecumenato da sei mesi a un minimo di un anno, o anche più. Idealmente, ciò offre ai catecumeni il tempo necessario per apprendere la fede sia intellettualmente che esperienziale, consentendo loro di acquisire lo stile di vita cristiano ortodosso.

Quali connessioni tra il buddhismo Theravada e l'Ortodossia è in grado di tracciare per cercare di aiutare le persone a entrare nella Chiesa? Per esempio, sembra che il monachesimo buddhista e i monasteri siano al centro della vita religiosa in Cambogia, ma allo stesso tempo lo sono anche dottrine come la reincarnazione, che ovviamente rifiutiamo.

Secondo me è difficile tracciare collegamenti tra buddhismo e cristianesimo, le dottrine e la spiritualità dei due sono completamente diverse. Ci sono somiglianze nominali: loro hanno monaci, noi abbiamo monaci. Loro hanno grani da preghiera, noi abbiamo corde da preghiera. Loro hanno preghiere in lingua liturgica, noi abbiamo preghiere in lingua liturgica. Tuttavia, lo scopo a cui servono queste cose e il modo in cui sono praticate è totalmente diverso.

Agli occhi della gente normale, il cristianesimo è ancora visto da molti come una religione straniera. Per queste persone è una religione accettabile solo per gli stranieri che lavorano o vivono temporaneamente in Cambogia. A causa del fatto che gli stranieri tendono semplicemente a "passare per il paese" e non a stabilire radici, le loro convinzioni sembrano non autentiche e contrarie a ciò che significa essere veramente un khmer.

Inoltre, i cambogiani tendono a non comprendere davvero la propria pratica del buddhismo. Le loro convinzioni sono sincretistiche, mescolate con l'animismo e con il culto cinese degli antenati. Quest'ultimo sta diventando sempre più popolare poiché una presunta discendenza cinese distingue una famiglia come "migliore" agli occhi degli altri. Sono abbastanza sincretistici a livello popolare e ci sono molti buddisti "nominali" per questo motivo. Inoltre, non dimentichiamo la grande tragedia avvenuta poco meno di mezzo secolo fa, quando il regime dei khmer rossi distrusse e/o esiliò l'intera élite intellettuale dei Khmer, compresi i monaci. È stato un trauma dal quale è abbastanza difficile riprendersi. Le sue conseguenze si fanno ancora sentire nella vita quotidiana dei khmer.

Non mi fraintenda. Ci sono grandi cambiamenti positivi nella società cambogiana a molti livelli. La libertà di religione è un frutto di questo cambiamento, ma non tutto ciò che è legale è allo stesso tempo accettabile o interessante per i khmer.

Naturalmente, i monasteri (templi, pagode) sono il centro della vita religiosa buddhista e i monaci sono tenuti in grande considerazione. Possono viaggiare di casa in casa, da un negozio all'altro e ricevere l'elemosina in cambio di una benedizione. Questo è onnipresente in Cambogia. Ma, come ho detto prima, questo elemento è troppo piccolo per "aiutare" le persone nella conversione al cristianesimo. C'è una certa somiglianza visiva con le nostre pratiche, ma in realtà è un modo di pensare radicato e completamente diverso dal nostro.

Il buddhismo Theravada rifiuta l'idea che la nozione di pudgala o "persona" sia qualcosa di più di una designazione concettuale. Questo sembrerebbe un grande ostacolo da superare per abbracciare l'Ortodossia, dove la persona di Gesù Cristo è il cuore stesso della nostra fede. Ha dovuto affrontare questo problema con qualcuno? Se sì, come ha fatto?

Questa è una domanda molto interessante e difficile, ma poiché la maggior parte dei cambogiani è solo nominalmente buddhista, tendono a non interagire intellettualmente con la loro fede a un livello così profondo di dottrina. Capiscono il karma, l'idea di fare del bene e ottenere del bene nella vita a venire, di ricevere benedizioni, di allontanare gli spiriti maligni con incantesimi, di beneficiare delle preghiere degli antenati per coloro che hanno un antenato cinese e cose basilari come questa. Quello che sta postulando è una questione più profonda per convertire un monaco buddhista o un chierico di qualche tipo, ma al momento non abbiamo contatti con questi tipi di persone.

Più potente di qualsiasi argomento intellettuale, ovviamente, sarebbe una rivelazione diretta del Dio personale, Gesù Cristo. È a conoscenza di qualche ortodosso in Cambogia che abbia avuto un'esperienza del genere?

Ho sentito dire che tra i musulmani è comune avere sogni su Gesù Cristo, e questo diventa determinante nelle loro conversioni. Un cambogiano che conosco, ma che non è ortodosso, ha sognato una chiesa con una croce sul davanti e questo è diventato una motivazione per frequentare la chiesa un po' regolarmente. Quindi, tali esperienze esistono. In generale, dove mi trovo in città, i cambogiani hanno una "conoscenza comune" sull'esistenza del cristianesimo e sull'idea che Gesù Cristo sia ciò che gli stranieri considerano Dio. La vera sfida è che siano motivati a conoscere quel Dio. Nelle nostre parrocchie, questa motivazione tende a essere sollevata darelazioni familiari e di lavoro.

la comunità di san Giorgio dopo il servizio della Natività

Quali sono i maggiori bisogni della missione ortodossa in questo momento? Un libro di preghiere e il testo della Liturgia sono stati pubblicati in khmer: ci sono altri progetti in corso?

Siamo in una situazione particolarmente difficile in questo momento. A causa della situazione socio-politica, siamo tagliati fuori dalla vasta maggioranza dei nostri donatori, che sono in Russia. Attualmente, la più grande necessità è trovare una o più fonti di finanziamento sostenibili per coprire i nostri bisogni primari. Abbiamo lavorato duramente per allungare ogni dollaro, che è una valuta comunemente usata in Cambogia, e "farcelo contare".

Pagare gli stipendi, le utenze, i visti, le licenze e le necessità di base di ciascuna parrocchia per il funzionamento costa circa 20.000 dollari all'anno. Siamo felici di condividere budget dettagliati se qualcuno è interessato e accoglierebbe con favore raccolte speciali o un sostegno coerente, come una parrocchia che vuole "adottare" una delle nostre. Prima di svolgere qualsiasi lavoro catechistico e missionario, dobbiamo prima coprire questi elementi essenziali. Con una comunità piccola e relativamente povera, il compito a volte sembra enorme!

Per quanto riguarda i progetti missionari, attualmente il lavoro principale ora è tradurre i materiali per rendere più accessibile l'Ortodossia e aiutare i nostri parrocchiani cambogiani ad avere una vita di preghiera più piena. Al momento abbiamo un paio di libretti di catechesi pubblicati e altri pronti per la pubblicazione non appena avremo i fondi per stamparli. Tra i lavori in corso si segnalano le seconde edizioni del Libro di Preghiere e della Divina Liturgia, oltre all'ambizioso progetto di un Orologion Ridotto. Il costo per questi progetti è di circa 3.000 dollari.

alcuni degli ingenti danni alla chiesa di San Giorgio

Più urgentemente, ho recentemente ricevuto delle notizie terribili. Sappiamo da un paio d'anni che la chiesa di San Giorgio a Phnom Penh richiede un certo grado di ristrutturazione. Le valutazioni di diversi appaltatori ci hanno informato di questo. Ovviamente eravamo scettici, perché l'edificio ha solo cinque anni. Ora, abbiamo ricevuto la notizia da un'azienda affidabile che le circostanze sono particolarmente gravi. A causa del clima rigido (con piogge abbondanti durante la stagione dei monsoni e temperature elevate) e, forse, dei materiali e di tecniche costruttive scadenti, l'edificio si è deteriorato rapidamente ed è necessaria una ristrutturazione completa. L'edificio si sta letteralmente sgretolando dal tetto alle pareti, arrivando fino al suolo. Le società di costruzioni che abbiamo contattato ha proposto costi che vanno da 25.000 a 35.000 dollari. Se posso, vorrei sfruttare questa opportunità per chiedere umilmente l'aiuto di tutti per portare a termine questo progetto. Preghiamo per tutti i nostri donatori e, naturalmente, Dio sa chi sono.

Questa è la seconda cattedrale della nostra diocesi e perdere l'edificio sarebbe un danno estremo. Purtroppo, l'esperienza dei fedeli nelle parrocchie è insufficiente per riparare l'edificio.

Dobbiamo portare il Vangelo in Cambogia. Abbiamo anche bisogno di una solida base per stabilire radici e prosperare. A lungo termine, mi piacerebbe vedere almeno un monastero in Cambogia, una biblioteca, una scuola, un ente di beneficenza: tutto è possibile se Dio lo vuole. La Chiesa deve essere presente e offrire al popolo cambogiano qualcosa di cui ha bisogno spiritualmente, intellettualmente e fisicamente. Un sostegno regolare è importante non solo per mantenere le cose in funzione per il presente, ma per rendere possibile un significativo lavoro missionario e una crescita parrocchiale.

Ci sono grandi problemi sociali che le persone devono affrontare e in cui la Chiesa può aiutare: droga, alcol, povertà, ecc.?

Nonostante la trasformazione economica della Cambogia, c'è ancora una povertà diffusa nel paese e anche nelle città in cui viviamo. Entrambe le parrocchie sono coinvolte in opere di beneficenza per quanto le nostre risorse lo consentono. Per quanto riguarda le esigenze a lungo termine, stiamo creando un conto per occuparci specificamente di beneficenza, in particolare nell'area dell'assistenza medica e dell'istruzione. Poiché le nostre risorse sono molto limitate, accogliamo con favore qualsiasi supporto finanziario che si possa offrire per aiutare nella nostra missione. Ogni regalo è importante e molto apprezzato.

Secondo la sua biografia, lei si è laureato alla Facoltà di teologia ortodossa dell'Università statale di Bucarest nel 2011 e poi ha iniziato a servire in Cambogia nel 2014. Può colmare le lacune per noi? Come è passato dallo studio in Romania al servizio nella missione russa in Cambogia?

Essendo nato e cresciuto nella Repubblica di Moldova, ho iniziato la mia vita monastica nel 1998 presso il monastero di san Giorgio nel villaggio di Suruceni (vicino alla capitale Chișinău) e l'ho continuata al monastero della santissima Trinità nel villaggio di Saharna, sulla riva del fiume Dniester. La mia lingua madre è il romeno (chiamato moldavo in Moldova), ma dal momento che il mio paese faceva parte dell'Unione Sovietica fino al 1989, la mia generazione ha studiato la lingua russa fin dalla seconda elementare. I programmi televisivi e radiofonici erano spesso in russo, quindi posso dire di essere cresciuto bilingue, anche se in famiglia si parlava sempre romeno.

Nel 2006 mi sono iscritto alla Facoltà di teologia ortodossa dell'Università di Bucarest. Dopo aver conseguito un master nel 2011, ho proseguito gli studi presso la Scuola di dottorato della stessa università, facendo ricerche sulla vita liturgica della Chiesa ortodossa russa e preparando una tesi di dottorato in questo campo. Nel 2014 si è presentata l'opportunità di servire nel sud-est asiatico e ho deciso di andarci. Non è stato un incidente o una coincidenza. La mia prima visita in Thailandia è avvenuta nel 2009 su invito dei miei amici romeni, che erano parrocchiani della chiesa di san Nicola a Bangkok. Lì ho incontrato padre Oleg (Cherepanin), che all'epoca era responsabile della pastorale dei cristiani ortodossi in Thailandia, Cambogia e Laos. Su suo invito, ho accettato il trasferimento. Sono stato incaricato di servire le parrocchie in Cambogia. Primo, Ho trascorso alcuni mesi in Thailandia, dove sono stato istruito e aiutato da padre Oleg per adattarmi al mio nuovo ambiente. Successivamente mi sono trasferito a Phnom Penh.

Nel giugno 2016 sono stato nominato vicerettore della Scuola pastorale ortodossa di recente costituzione a Phuket, in Thailandia, e mi sono trasferito lì. Nel marzo 2019 sono stato riassegnato alla Cambogia e nominato decano ad interim del decanato della Cambogia.

Padre Paisie, grazie mille per aver dedicato del tempo a parlare con noi per aiutarci a conoscere la missione in Cambogia.

Prego, e che Dio benedica!

chiesa di San Giorgio a Phnom Penh

Le donazioni per la Chiesa in Cambogia possono essere inviate tramite bonifico bancario o tramite PayPal, utilizzando le informazioni di seguito:

Banca intermediaria: Standard Chartered Bank, New York

Codice SWIFT: SCBLUS33

Nome della banca beneficiaria: Advanced Bank of Asia Limited

Codice SWIFT: ABAAKHPP

Indirizzo della banca del beneficiario: 148, Preah Sihanouk Blvd, Phnom Penh, Cambogia

Nome conto del beneficiario: Orthodox Christian Church of Cambodia Moscow Patriarchate

Conto del beneficiario n.: 000 089 566

Dati di contatto del beneficiario: No D70, Street 109KA, Phum Kbal Domrey, Sangkat Kakab, Khan Posenchey, Phnom Penh, Cambogia

PayPal: è anche possibile utilizzare PayPal. Poiché le banche cambogiane non hanno il servizio di incassare i fondi PayPal, le donazioni attraverso questo servizio vengono ricevute da un amico della chiesa, Craig Truglia, che successivamente usa altri modi per inviare il denaro.

e-mail: craigtruglia@gmail.com

Scoprite di più sulla Chiesa in Cambogia sul suo sito web ufficiale

https://orthodoxchurchcambodia.org/

 
"Che professore sei, se non conosci il Padre Nostro?"
L'imprenditore Tejmuraz Kristinashvili parla del suo cammino verso Dio

Può un bambino ispirato dalla lettura del Nuovo Testamento vincere una discussione con il padre, scienziato e ateo fervente? Probabilmente no, ma può resistere sulle sue posizioni. Tejmuraz Kristinashvili, ospite del programma Il mio cammino verso Dio del canale TV Spas, ci racconterà il suo viaggio verso Dio e come l'umile preghiera di una monaca ha superato il risentimento di una persona malata. Sentiremo dei miracoli e degli eventi inspiegabili accaduti alla sua famiglia e apprenderemo come un uomo d'affari può entrare nel regno dei cieli.

"Dopo aver letto il Nuovo Testamento ho sentito una tale vicinanza a Dio!"

Sacerdote Georgij Maximov: Buon giorno! State guardando Il mio cammino verso Dio. L'ospite del programma di oggi è l'imprenditore ortodosso Tejmuraz Aleksandrovich Kristinashvili. Anche se in termini di cultura e storia il popolo georgiano è ortodosso, proprio come il popolo russo, molte persone sono state strappate dalla loro fede nel periodo sovietico. La sua famiglia era religiosa, e come ha iniziato il suo cammino verso Dio?

Tejmuraz Kristinashvili: Grazie, padre Georgij. In effetti, ci sono stati tempi in cui solo i georgiani ortodossi potevano definirsi georgiani, perché se non erano ortodossi, non potevano essere georgiani. Tuttavia, questo era molto tempo fa e noi siamo nati e cresciuti in epoca sovietica. Mio padre era un ricercatore molto istruito. Devo dire che l'istruzione non sempre aiuta le persone a prendere le decisioni giuste e questo approccio critico e la sfiducia verso tutto ciò che a volte è associata all'istruzione superiore erano inerenti a mio padre. Lo stesso si potrebbe dire di mia madre, che era un insegnante. Tutti nella nostra famiglia avevano una preparazione scientifica e non si discuteva mai di questioni di fede.

Sono andato a una scuola con programmi avanzati di fisica e di matematica, dedicando tutto il mio tempo libero agli studi. Ho frequentato le classi principali, i corsi opzionali, e alcune altre classi. Ho imparato a conoscere la Chiesa e vi sono entrato in modo semplice ma straordinario. Una volta (ricordo che erano gli anni '80) il mio insegnante di fisica mi ha dato in segreto un regalo, era il libro del Nuovo Testamento... Ricordo molto bene il momento in cui sono diventato un credente. Stavo leggendo il Nuovo Testamento... Era una copia fotocopiata, alcune parole erano appena leggibili e qualche volta le leggevo in modo sbagliato. Era una traduzione sinodale. Quando ho finito di leggere l'ultimo capitolo dell'Apocalisse, improvvisamente ho sentito un senso di tale vicinanza a Dio! Ricordo molto bene quel momento, perché fu allora che sono diventato un credente. Improvvisamente avevo trovato qualcosa che da quando ero molto giovane mi mancava, e mi sono reso conto che vivere senza di esso sarebbe stato difficile.

Tra l'altro, avevamo un'enorme biblioteca a casa. Che ci crediate o no, avevamo circa 20.000 libri!

È una biblioteca molto grande.

Da quella biblioteca mio padre mi dava libri adatti alla mia età e ai miei interessi. Una volta, a sua insaputa o forse con il suo aiuto, non riesco a ricordare ora, ho trovato un libro sottile chiamato La vita di san Sergio (di Radonezh). Era stato scritto in un linguaggio molto semplice, quasi come un libro per bambini. Conteneva le principali preghiere, come il Re Celeste e il Padre Nostro, così come istruzioni su come ci si deve comportare e come pregare per i propri genitori, i malati e gli amici. Era un libro molto sottile. Essendo un avido lettore, potevo finire abbastanza rapidamente la lettura di un volume abbastanza spesso, ma ogni volta che leggevo questo libro, mi faceva vedere le cose da una prospettiva diversa, così ho continuato a leggerlo tutto l'anno. Quando ho finito di leggerlo, è sparito. In un primo momento non vi ho prestato attenzione, pensando che mia madre lo avesse smarrito o che mio padre lo avesse messo di nuovo nella libreria.

Dopo un po', ho iniziato a chiedermi: "Dov'è quel libro?" Mio fratello, mia madre, mio padre o i parenti stretti che spesso ci visitavano non potevano affatto ricordare di aver visto quel libro. Ho descritto loro il libro e continuavo a dire: "Come potete non ricordarlo? Lo stavo leggendo quando eravate nella stanza". E loro ancora non riuscivano a ricordare. Mio padre addirittura negava assolutamente che ci fossero libri religiosi nella nostra biblioteca ...

Quello fu il mio primo incontro con la fede e Dio.

Ha iniziato ad andare in chiesa dopo quel momento? O è successo più tardi?

Ho iniziato a cercare attivamente. Mi sentivo rassicurato che ci fosse la fede e che avessi bisogno di pregare. Così ho iniziato a cercare. Sono andato a una chiesa ortodossa, ma non capivo niente. C'era una certa barriera linguistica, perché come lo slavonico ecclesiastico si differenzia dal russo, il georgiano ecclesiastico è diverso dal georgiano moderno. Anche le lettere sono scritte in modo diverso. Pertanto, non ho potuto comunicare significativamente con il prete e prendere parte coscienziosamente partecipare ai sacramenti. Tuttavia, ho frequentato i servizi e ho pregato come meglio potevo. Sentivo che stavo facendo la cosa giusta, nel posto giusto. Questo ha dato un senso alla mia vita.

È stato allora che ho sentito il desiderio di essere un cristiano attivo. Mi sentivo non solo di vivere per me stesso, ma di fare qualcosa per amore per il prossimo e per Dio. Questo desiderio ha preso una radice tanto forte nel mio cuore che ce l'ho ancora. Prego Dio che questo desiderio non svanisca. Credo che le persone possano essere suddivise in coloro che amano lavorare di più e coloro che amano pregare di più. Non ho ancora raggiunto quel secondo stato. Sono ancora al livello di lavorare di più per Dio e per la gente. Posso sembrare presuntuoso, ma questo è quello che mi porta davvero gioia e mi dà la sensazione di felicità che le persone possono sperimentare su questa Terra.

"Le sue preghiere hanno umiliato mio padre."

Come hanno preso la sua scelta i suoi genitori quando hanno capito che era diventato un credente? Non stava nascondendo la sua ricerca spirituale...

No, non stavo nascondendo nulla. È stato molto difficile per i miei genitori accettarlo. Si può dire che per mio padre e mia madre questo era un disastro. Il loro bambino che aveva mostrato tante promesse improvvisamente ha fatto un passo su un percorso che sembrava loro così strano... Mio padre smise di mangiare allo stesso tavolo con me.

Tuttavia, quando i miei genitori si sono resi conto che questo non era un impulso emotivo temporaneo e che non avevo intenzione di tornare indietro, mio ​​padre ha comprato la Bibbia e ha iniziato a studiarla diligentemente, dicendo che era piena di contraddizioni, di distorsioni di avvenimenti storici e di storie fittizie. Ha dedicato un tempo abbastanza lungo a tali studi critici. Anche se ero un bambino relativamente ignorante, contrastavo facilmente tutte le sue argomentazioni scientifiche. Infatti sentivo che le risposte non venivano dalla mia mente e capivo che mi sarebbe stato difficile ripetere queste risposte. Ho sentito che in qualche modo parlava il mio cuore, ispirato da Dio. Era una sensazione così intensa... Mio padre era un uomo molto colto e nessuno riusciva mai a batterlo in una discussione. Tuttavia, le parole che gli ho detto lo hanno lasciato perplesso. Ammetteva in silenzio che la mia tesi era valida e si ritirava nel suo studio per cercare ulteriori contraddizioni e incongruenze storiche nella Bibbia.

Con il tempo, le cose si stabilizzarono e mio padre si rivolse a Dio. Le circostanze della sua conversione sono state sorprendenti. Anche i miei nonni si sono convertiti. Praticamente tutta la mia famiglia è giunta alle stesse conclusioni, come ho fatto io, solo anni dopo.

È successo attraverso i suoi sforzi?

Io non la penso così.

La storia di suo padre ha particolarmente suscitato il mio interesse. Come è venuto da una negazione atea del cristianesimo così fervida alla fede che in precedenza combatteva nella sua famiglia?

Ha a che fare con un concetto importante come il senso della sofferenza. Perché abbiamo dolori, malattie e problemi? L'esempio di mio padre mi ha mostrato che anche le crisi e le tribolazioni più gravi accadono per il bene delle persone. Vi dirò una storia sul percorso di mio padre alla vita religiosa. Mia madre era più giovane e le nostre liti legate alla fede erano cessate da un tempo piuttosto lungo, e abbiamo raggiunto un terreno comune... Lei non negava la fede, e anche se non era una persona profondamente religiosa, ha iniziato anche lei ad andare in chiesa. Inaspettatamente è morta. È successo così all'improvviso. Se ne è andata nel sonno. Mio padre, una persona molto prepotente sia in termini di carattere che di condizione (aveva una certa posizione nel governo) ha vissuto questa perdita in modo molto difficile. Così difficile che ha perso ogni interesse per la vita. Non voleva vivere. Poco dopo, ha avuto un ictus.

È rimasto paralizzato?

Sì. Gravemente. Praticamente non poteva muoversi, non riusciva nemmeno a sedersi correttamente, non poteva mangiare o andare in bagno senza aiuto. In sostanza, non poteva fare nulla. Poteva parlare un poco, ma le parole gli uscivano distorte, e si doveva amarlo per capire quello che stava dicendo. A quel tempo, la Georgia stava attraversando tempi difficili. La guerra civile ha portato molta devastazione. Io vivevo a Mosca, sperando di farmi una vita qui, mentre mio fratello era rimasto in Georgia. In seguito ha deciso di trovare lavoro all'estero perché la sua situazione finanziaria era molto difficile. Dal momento che aveva dovuto andare in Inghilterra per un lungo periodo di tempo, abbiamo dovuto trovare qualcuno per stare con nostro padre. Io ero già stabilito qui, e il trasporto di mio padre da Tbilisi a Mosca non è stato solo complicato, ma anche rischioso per la sua salute. Inoltre, mio ​​padre era così contrario a vivere nella sua condizione attuale che non era diventato solo un vecchio brontolone e malato, ma una persona realmente meschina. Era arrabbiato di essere ancora vivo e sfogava la sua rabbia su chiunque lo avvicinava. Mio fratello ha fatto una dozzina di tentativi di assumere badanti o infermiere per prendersi cura di mio padre. Ma mio padre cominciava ad agitarsi, imprecando e insultandoli. Piuttosto oscenamente. In ogni caso, nessun'infermiera poteva mai tollerare di stare più di due ore vicino a lui.

In uno stato di disperazione quasi totale, i miei parenti mi hanno ricordato che una delle loro amiche più care era diventata monaca in un convento in Georgia. Sono andati da lei e le hanno chiesto se la Chiesa poteva aiutarci in qualche modo. La badessa di quel convento aveva una novizia, una donna anziana, ma molto vivace e forte. Non era molto ben istruita. In assenza di istruzione superiore, non poteva competere con mio padre. In ogni caso, ha iniziato a prendersi cura di lui. Lei gli dava le sue medicine e il cibo, faceva tutte le procedure necessarie e iniziava a leggere le sue preghiere. Pregava ad alta voce per circa due ore. Lui la ingiuriava e la insultava, ma lei non gli prestava attenzione e continuava a pregare seduta al suo fianco. Ha continuato a imprecare contro di lei per una settimana, due settimane, un mese... Poi è divenuto troppo debole e ha dovuto ascoltare le sue preghiere. Lei non lo vedeva come una figura di qualsiasi autorità. Una volta gli chiese: "Conosci il Padre Nostro?" Lui ha detto che non lo sapeva. E lei ha detto, "Bah! Che professore sei, se non conosci il Padre Nostro?" Per lei, un professore che non conosceva la preghiera del Signore era uno spreco di spazio.

Lei continuava a pregare e mio padre ha cominciato ad ascoltare le parole delle preghiere. Dopo un po', queste parole in qualche modo sono penetrate fino a lui. Forse, provava la stessa cosa che avevo provato io nel leggere il Nuovo Testamento. Ha iniziato ad ascoltarle con gioia... Non aspettava più di essere nutrito; invece aspettava che lei iniziasse a pregare.

Quando mio fratello è tornato in Georgia, non abbiamo più avuto bisogno dell'aiuto di quella donna, che è tornata al convento. Mio padre ha chiesto un libro preghiera a caratteri grandi e ha iniziato a leggere da solo. Girava le pagine con un dito, anche se gli ci voleva molta fatica.

Sono stato così felice quando mi ha chiamato e mi ha detto: "Figlio, non posso prendermi cura di te adesso, ma pregherò Dio, chiedendogli di prendersi cura di te." Ho capito che mio padre aveva accettato Dio e che ora invocava Dio più di quanto avesse mai fatto in vita sua. Sarebbe stato difficile immaginarlo a dire queste cose se avesse ancora avuto una buona salute e la sua posizione di rilievo. A quei tempi, nessuno avrebbe potuto spostarlo dal suo percorso.

Di fatto, i dolori possono portare le persone a Dio, trasformarle, renderle più sagge ed empatiche... Questo, ovviamente, dipende dalla scelta interiore della persona sofferente. A volte i dolori non fanno che amareggiare le persone orgogliose e alcune di loro, purtroppo, rimangono fino alla fine nello stesso stato d'animo che aveva suo padre. Grazie a Dio che ha rivolto i suoi dolori al suo bene spirituale.

Un battesimo miracoloso

Vorrei dire che dopo aver accettato Dio, mio ​​padre ha chiesto a mio fratello di organizzare il suo battesimo. Mio fratello era appena tornato in Georgia ed era occupato a prendersi cura dei suoi affari. Così disse: "Padre, sei vissuto senza battesimo per tanti anni, aspetta ancora un po'... ti porterò a farti battezzare tra una settimana o giù di lì". E continuava a rimandare il battesimo. Poi il dolore ha colpito ancora e mio padre ha avuto un altro ictus. Quando è stato portato in ospedale, i medici hanno detto che aveva solo poche ore di vita e che non c'era speranza. Mio fratello si è sentito molto dispiaciuto di non aver mai trovato il tempo di far battezzare nostro padre, anche se questi continuava a chiedergli di farlo. Così, mio ​​fratello ha chiamato il suo amico Irakli che era un diacono assistente del patriarca Elia della Georgia, e gli ha chiesto di trovare un sacerdote nel più breve tempo possibile. Era tarda sera tardi, quasi notte. Irakli ha promesso di aiutare subito, ma a causa della strana piega degli eventi, quando ha cercato di chiamare i sacerdoti che conosceva, o non potevano essere raggiunto o erano fuori città e quando avrebbero potuto venire, sarebbe stato troppo tardi... Il tempo stava per scadere.

Poi Irakli ha iniziato ad andare per le chiese a Tbilisi chiedendo di un prete. Molte chiese nella nostra città rimangono aperte tutta la notte, ma non ha trovato nessun sacerdote così tardi. Disperato, ha chiamato mio fratello e si è offerto, "mi limiterò a venire in ospedale e battezzeremo tuo padre noi stessi, senza un prete..." Poi si è accorto che stava guidando vicino a un'altra chiesa e ha detto: "Aspetta, fammi controllare quest'ultima chiesa e se non c'è nessun sacerdote, verrò in ospedale". Secondo Irakli, entrò nella chiesa e vide un sacerdote che indossava una veste bianca... non è decoroso, ma devo dire la cosa com'era – il prete era seduto su una panchina nel nartece e beveva una birra. Accanto a lui c'era una valigetta con tutti gli accessori battesimali pronti! Iraklij è stato molto felice di vedere il prete e si è precipitato da lui: "Abbiamo bisogno di lei con urgenza! Dobbiamo battezzare un moribondo". Il sacerdote ha detto: "Sì, naturalmente". Ha messo la bottiglia sotto il banco, ha preso la sua valigia e si è alzato... Sono arrivati giusto in tempo per battezzare mio padre.

Mio padre si è ripreso, e ha guardato tutti con gli occhi lucidi. Era molto contento di essere stato battezzato. Non riusciva a parlare, ma ha detto addio con i suoi occhi.

Quando il sacerdote ha completato il sacramento del battesimo, Iraklij si è offerto di trovare una macchina per portarlo a casa. Mio padre è morto mentre il prete stava andando via.

Quando mio padre è morto, nessuno nella camera aveva una sensazione di dolore o di tragedia come quando era morta mia madre; sentivano qualcosa di diverso. La sua scomparsa ha lasciato in tutti una sensazione tranquilla e pacifica.

Ecco cosa è successo dopo. Il giorno successivo abbiamo cercato di trovare quel prete e siamo andati in quella chiesa. Irakli, come diacono assistente del patriarca, sentiva di avere una certa autorità nella chiesa. Ha detto alle persone in quella chiesa, "La scorsa notte, ho conosciuto un prete qui che è venuto in ospedale con me", e ha descritto quel prete. Gli hanno detto che non hanno mai avuto nessuno del genere. Ha chiesto allora del prete anziano e gli ha spiegato tutto. Anche il prete anziano gli ha detto: "Non abbiamo mai avuto un prete del genere". Hanno chiamato per un guardiano notturno. Questi è venuto e ha detto anche lui che non c'era nessun prete come quello nella chiesa. Iraklij ha cominciato a gridargli: "Devi essere stato ubriaco. Non ti ricordi che sono venuto qui ieri sera?" Il guardiano notturno, un uomo anziano, ha detto: "Perché sei così scortese con me? Ricordo tutto molto bene. Sei venuto qui, sei entrato nella chiesa, ci sei rimasto per cinque minuti e te ne sei andato da solo". Il guardiano notturno ha insistito sul fatto che questo era quello che era successo.

Irakli, ancora insoddisfatto, è andato dal suo padrino che era un vescovo e gli ha chiesto di aiutarci a trovare questo prete. Hanno fatto una sorta di una ricerca del sacerdote, ma nessun sacerdote del genere è stato trovato a Tbilisi e nella zona circostante.

Devo dirle una cosa qui. Circa una settimana prima della morte di mio padre, Irakli è venuto a vedere mio fratello, ma lui non era in casa. Mio padre gli ha chiesto di rimanere e ha iniziato a parlare con lui. Ha racontato a Irakli tutta la sua vita dall'inizio alla fine. Irakli era troppo educato per interromperlo, anche se aveva fretta, così ha rimandato tutti i suoi affari e ha ascoltato la storia di mio padre. Dopo il funerale di mio padre, i ricordi della vita di mio padre hanno iniziato a infastidire Irakli, che è andato dal suo padre spirituale e gli ha parlato del suo problema. Non ricordo tutti i dettagli ora, ma la risposta principale era che mio padre, essendo un uomo non religioso e non conoscendo la confessione, in sostanza si è confessato a Irakli, e dal momento che Irakli non era un sacerdote, non poteva portare il fardello di questa confessione. Il vescovo ha promesso di pregare per lui e ha detto che Irakli avrebbe dovuto leggere alcune preghiere per un certo periodo di tempo. Dopo che questo periodo è passato, i ricordi e le preoccupazioni che infastidivano Iraklij sono svaniti. Tuttavia, la questione rimane: chi era il sacerdote che aveva battezzato mio padre? Anche in questo caso, Irakli andò con questa domanda dal suo padre spirituale e gli ha detto: "Dove poteva essere andato? Gli ho anche stretto la mano quando ci siamo salutati! "Il vescovo, suo padre spirituale, ha detto," Sai, Irakli, penso che fosse un angelo di Dio." "Ma stava bevendo birra!" ha obiettato Irakli. Il vescovo ha risposto: "Probabilmente ti ha fatto pensare di avere visto la birra modo che non vedessi che in realtà era un angelo. Ma questa è solo la mia ipotesi". Così, abbiamo lasciato le cose come stanno e abbiamo accettato la spiegazione del vescovo.

In effetti, ci sono casi noti, anche se abbastanza rari, in cui un angelo è venuto a battezzare un uomo che muore quando non c'erano altre opzioni per il battesimo. Perché è così importante morire battezzati? Perché Nostro Signore Gesù Cristo disse: "Se uno non è nato d'acqua e di Spirito (cioè se uno non è battezzato), non può entrare nel regno di Dio." (Giovanni 3:5). Quindi, il battesimo determina essenzialmente ciò che accade a una persona dopo la morte.

È per misericordia di Dio che suo padre ha avuto l'opportunità di essere battezzato prima della morte. Questo non succede a tutti. Quindi, coloro che desiderano essere battezzati non dovrebbero rimandare.

Mio padre forse in qualche modo ha compiaciuto Dio e a causa dei dolori da lui sperimentati Dio ha reso possibile per lui un tale battesimo straordinario. Tuttavia, con il mio background in fisica, sono abbastanza scettico sui miracoli. Questo è il risultato della mia istruzione. In quanto tale, non posso dire di essere sicuro al 100% che questo sia ciò che è realmente accaduto. Ma non ho posso fare a meno di riportare questa storia.

C'erano molte cose che volevo scoprire da solo. Una volta siamo andati a visitare le tombe dei nostri antenati. Abbiamo un cimitero di famiglia dove sono sepolti tutti i nostri parenti. Mi sono sempre sentito depresso al cimitero. È consuetudine in Georgia di mettere fotografie dei defunti sulle lapidi. Quando guardi queste fotografie, non provi alcun sentimento tranquillo o positivo, perché molte di queste persone sono scomparse troppo giovani, alcuni sono morti tragicamente e alcuni di loro ti mancano semplicemente. Mi sono sempre sentito triste lì.

Così sono andato alla tomba di mio padre, dove volevamo tenere una Panichida (servizio commemorativo per i defunti). Quando mi sono avvicinato alla tomba, mi sono sentito bene al cimitero per la prima volta. Ho sentito pace, tranquillità e felicità. Come fisico, ho deciso di fare un esperimento. Sono andato alla tomba di mio nonno e la sensazione di felicità non c'era più. Quando sono tornato alla tomba di mio padre, ho sentito che la mia anima era di nuovo in pace. Poi mi sono avvicinato alle tombe di mio zio, mia madre e mia nonna e mi sono sentito depresso. Quando sono tornato alla tomba di mio padre, mi sono sentito tranquillo e felice di nuovo. Quando il sacerdote stava servendo la Panichida, per la prima volta ho sentito una sorta di euforia, per così dire. Questo esperimento mi ha convinto che la spiegazione del vescovo su un angelo che ha battezzato mio padre era probabilmente vera. Forse mio padre è andato in cielo senza alcuna particolare virtù o grande impresa, ma vi è andato battezzato... "Confesso un solo battesimo per la remissione dei peccati." Spero che sia in pace ora...

Vorrei toccare il tema della sua impresa commerciale. Le attività commerciali possono essere in armonia con la fede sincera in Dio e con la vita secondo la fede, o invece sono in conflitto? Qual è stata la sua esperienza in questo senso?

Tejmuraz Kristinashvili

La prima cosa che viene in mente quando la gente pensa a un imprenditore è la parola del Signore, è più facile per un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio (Matteo 19:24). Così tante persone credono – si tratta di una sorta di stereotipo – che queste parole significhino che il regno celeste è chiuso agli uomini d'affari o agli imprenditori. Tuttavia, Dio non ha mai specificato di chi stava parlando. Ha detto "ricco", ma questo non significa necessariamente un uomo d'affari o un imprenditore. Persone provenienti da vari ambiti della vita potrebbero essere ricche.

Devo dire che secondo varie stime, circa il 94 per cento di tutti gli imprenditori non ha successo nelle proprie iniziative. In altre parole, una grande maggioranza di coloro che hanno scelto questa linea di affari o va in bancarotta o interrompe la loro attività. Solo il 6 per cento "rimane a galla". Io non conosco alcun insegnante, commerciante o militare che sia andato in rovina. Può succedere, ma i casi non sono così numerosi. Gli uomini d'affari falliti, tuttavia, sono abbastanza comuni.

Un altro stereotipo è che un imprenditore sia sempre ricco, perché tutti conoscono il sei per cento che è riuscito a rimanere a galla. Tuttavia, non è sempre così.

Per quanto concerne l'imprenditorialità... anche l'apostolo Paolo tesseva cestini e si può in un certo modo chiamarlo un imprenditore su piccola scala. Si guadagnava da vivere lavorando e vendendo i prodotti del suo lavoro.

Ma c'è ancora una differenza.

Assolutamente. Qui ci avviciniamo a un momento chiave. Se Paolo avesse assunto alcuni lavoratori, ampliato la sua linea di prodotti, aperto una rete di negozi di cestini, e promosso i suoi interessi al Senato, sarebbe stato un imprenditore di successo, ma è improbabile che sarebbe diventato un apostolo.

Stava lavorando per vivere piuttosto che vivendo per questo business.

Esattamente! Egli non viveva per questo business. Questo era quello che stavo per dire. Uno scienziato potrebbe essere ossessionato dal desiderio di avere successo. Un qualsiasi commerciante può essere ossessionato dal suo mestiere e vivere per esso. In questo caso, non importa se sei un uomo d'affari o un commerciante, sei ossessionato comunque. Tale ossessione spinge l'amore per Dio, la gente, la famiglia e gli amici lontano dal tuo cuore. Quanto più sei ossessionato da varie idee, tanto più lontano sei da Dio. Questo è valido anche per gli imprenditori. Se un imprenditore vive solo per il suo successo, e il successo imprenditoriale è sempre misurato in chiave di capitalizzazione – o per dirla in modo semplice, dalle dimensioni del tuo conto in banca... Quindi, se un imprenditore comincia a pensare solo al successo, allora sarebbe essere difficile per una tale persona per entrare nel regno dei cieli, proprio come lo è per tutti gli altri che sono ossessionati dalle loro professioni, dal successo, dalla vanità, ecc.

In primo luogo, Dio ha detto in particolare, chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me. (Matteo 10:37). È per questo che la gerarchia di valori nel tuo cuore è molto importante: Dio viene prima e poi viene il vostro amore per i vostri vicini, la famiglia e gli amici. L'amore per il proprio lavoro viene dopo. Qui non vedo alcuna differenza tra un imprenditore e, per esempio, un insegnante. Il desiderio di un uomo d'affari di essere ricco può essere tanto ossessivo quanto il desiderio di un insegnante di essere il migliore insegnante, riconosciuto da tutti.

In secondo luogo, l'imprenditorialità ti dà una certa libertà. È possibile creare cose che rendono questa vita migliore. È possibile fare buoni prodotti alimentari o vestiti di qualità; è possibile fornire alcuni servizi utili e necessari. Oppure si può semplicemente fare un lavoro sciatto. Utilizzando i tuoi talenti, puoi in qualche modo rendere il mondo migliore o peggiore. Questo è dove gli imprenditori devono scegliere il loro percorso. Potranno essere onesti e creare prodotti di cui le persone saranno grate, o, al contrario potrebbero creare cose che non potranno che portare guai alla gente.

In terzo luogo, credo che l'imprenditorialità abbia un vantaggio, perché gli imprenditori sono per lo più persone non standardizzate che pensano fuori dagli schemi; sono persone che hanno attraversato una scuola da duri e sanno come comunicare con gli altri. L'apostolo Paolo disse: "Portate i pesi gli uni degli altri" (Galati 6:2). Molto spesso gli imprenditori hanno maggiori opportunità di seguire questo comandamento aiutando le persone con minore talento o meno fortunate. Chi vive in altre occupazioni non avrà tante occasioni per fare queste cose. Ecco perché, se si desidera lavorare per cambiare il mondo e renderlo migliore, l'imprenditorialità può offrire una più ampia gamma di opportunità.

Voglia Dio che tutti gli imprenditori scelgano il percorso migliore. Grazie per la sua storia.

 
Урок от Русской Церкви на мировую экономику

Москва. 9 августа 2013 г., ИНТЕРФАКС

Глава синодального Отдела по взаимоотношениям Церкви и общества протоиерей Всеволод Чаплин не согласен с теми, кто считает православные страны наиболее депрессивными в экономическом смысле.

"Многие сегодня с презрением и пренебрежением говорят о православных народах как экономически неуспешных. Строят графики зависимости экономического процветания от вероисповедания. Дескать, атеисты - самые успешные, протестанты - чуть менее, католики и того меньше, а православные самые бедные и несчастные", - сказал отец Всеволод, отвечая на вопросы посетителей сайта синодального Информационного отдела.

Вместо того, чтобы спорить с этой схемой, священник напомнил о следующем: "Многие современные экономисты, не страдающие рыночным фундаментализмом, говорят, что рост экономики и потребления не может быть бесконечным и что народы, которые смогут отойти от идеи непременного и ни чем не сдерживаемого роста, окажутся более успешными в условиях, когда этот рост прекратится".

Прекратится же он, по мнению отца Всеволода, "обязательно рано или поздно, потому что ограничены ресурсы планеты, да и потребление, даже бессмысленное, не может бесконечно нарастать".

Считая, что "нужно переходить от экономики роста к экономике достаточности", священник отметил, что "именно достаточность и самоограничение в стяжании земных благ всегда были свойственны православной цивилизации".

"В ее традициях было не бесконечное умножение материальных богатств, а умение довольствоваться малым или, по крайней мере, разумным количеством земных благ. Думается, что за таким подходом будущее. И нам сегодня нужно изложить его в категориях экономической науки и построения экономической системы", - сказал отец Всеволод.

Такая модель экономики, по его убеждению, будет гораздо более успешной, чем идея вечного роста и безграничного потребления, "которые не могут не окончиться крахом".

В то же время, оценивая нынешний уровень достатка российских пенсионеров, священник призвал государство и общество всерьез задуматься о том, почему люди, отдавшие себя служению стране и вышедшие на пенсию, живут на уровне прожиточного минимума, а иногда и ниже этого уровня.

"Пенсия должна быть достойной. И позаботиться об этом общество призвано, особенно если в этом обществе большинство людей называют себя христианами", - убежден представитель Церкви.

 
La comprensione cristiana del patriottismo

Un uomo britannico, che era stato costretto a unirsi al Patriarcato di Costantinopoli perché non gli era stato permesso dal suo datore di lavoro governativo di unirsi alla Chiesa ortodossa russa (questo la dice lunga sulla libertà nel Regno Unito), mi ha interrogato sul patriottismo e sul nazionalismo e mi ha chiesto come possiamo essere britannici ma anche "sostenere la Russia".

Il nazionalismo è una costruzione artificiale dello Stato e comporta avversione razzista e persino odio per tutti quelli che non sono della propria "nazionalità". Non è quindi cristiano. Sebbene ci siano esempi ovunque, il nazismo e il sionismo sono esempi prominenti di razzismo. Le Nazioni Unite sono d'accordo.

Viceversa, il patriottismo comporta un amore per i lati positivi del paese in cui, per volontà di Dio, sei nato. È, in altre parole, un amore per la creazione e l'ispirazione di Dio. Implica anche l'innata capacità di amare i lati positivi di altri paesi in cui altri sono nati.

Come patrioti cristiani, noi 'cerchiamo prima il regno dei cieli'. Ciò significa che ubbidiamo ai nostri governi solo tanto quanto essi obbediscono al Vangelo. Per dirla in un altro modo, siamo prima di tutto patrioti di Dio. Noi non mettiamo al primo posto alcuna istituzione né lo Stato profondo, che sono costrutti artificiali. Tuttavia, in obbedienza all'apostolo Paolo, preghiamo per le autorità secolari non ortodosse. Inoltre, se sono cristiani ortodossi, preghiamo per loro per nome.

Alcuni che sostengono di essere ortodossi, ma in realtà sono ancora pagani, sono scioccati dal fatto che preghiamo per le autorità non cristiane, per esempio per i nemici della Russia, della Grecia, della Romania, ecc. Queste persone non hanno ancora capito che la definizione stessa di cristiano è uno che non solo ama i suoi amici, ma ama anche i suoi nemici, e perciò prega per loro – così che possano smettere di fare del male.

Pertanto, le vecchie parole dell'inno nazionale tedesco "Deutschland ueber alles" (la Germania al di sopra di tutti) sono una bestemmia pagana. (L'inno nazionale francese è ancor peggio – è  pieno di un barbaro desiderio di spargimento di sangue). Per quanto riguarda l'inno nazionale imperialista britannico del XVIII secolo, "Dio salvi la nostra graziosa Regina", questo sembra un buon augurio, ma quando l'inno prosegue proclamando "Disperdi i suoi nemici e falli cadere; confondi la loro politica, frustra i loro tranelli", iniziamo a percepire il nazionalismo.

Quanto a "sostenere la Russia" (o la Romania o la Grecia o qualsiasi altro "paese ortodosso"), ciò è possibile solo se quel paese è effettivamente cristiano. (Ovviamente, io uso la parola "cristiano" come sinonimo di "ortodosso"). Così, non ho interesse per la Russia oligarca corrotta di oggi, creata dall'Occidente consumista, proprio come non avevo interesse per la Russia sovietica atea, né per i traditori aristocratici pre-rivoluzionari che avevano compiuto il colpo di stato anticristiano ("rivoluzione russa") del febbraio 1917. Dal momento che i "rossi" erano atei, gli ortodossi non potevano sostenerli. Tuttavia, secondo san Giovanni di Shanghai e una moltitudine di altri nell'emigrazione (e io posso confermarlo dalla mia esperienza personale), anche il 90% dei "bianchi" non aveva interesse per la Chiesa.

In altre parole, noi siamo patrioti di Dio, patrioti della Chiesa, patrioti dell'Ortodossia. Il nostro patriottismo per i paesi è strettamente limitato al loro contenuto cristiano. Pertanto, io sono un patriota dell'Inghilterra cristiana (= ortodossa), ma anche della Scozia ortodossa, del Galles e dell'Irlanda ortodossi, come pure della Russia ortodossa, della Lituania ortodossa, della Grecia ortodossa, dell'Argentina ortodossa o di qualsiasi altro luogo ortodosso. Ma non ho interesse per la Gran Bretagna anti-ortodossa o per la Russia anti-ortodossa.

 
Il mito della conquista cinese della Siberia

Contributo di "Mister Unknown", da Hidden Harmonies China Blog

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Da seguace avido e appassionato delle tendenze moderne nelle relazioni sino-russe (e della loro copertura mediatica), ho visto questo "gioiello" di editoriale aperto sul New York Times all'inizio di questa settimana, intitolato "Perché la Cina reclamerà la Siberia". Questo tipo di allarmismo sinofobo non è una novità nei media occidentali. Con divertimento, me lo sono letto tutto con la debole speranza di trovare alcuni nuove, convincenti argomentazioni diverse dalla solita retorica di "ci sono così tanti cinesi e così pochi russi". Non mi sorprende che non ce fosse nemmeno una. Ho scritto su questo argomento in precedenza, e ho dimostrato perché la cosiddetta "invasione per mezzo di migrazione di massa" dalla Cina verso l'Estremo Oriente russo è un mito. I cinesi etnici compongono il 3% della popolazione regionale dell'Estremo Oriente russo, e la maggior parte di quel 3% è composta da immigrati stagionali che non anno alcun desiderio di insediamento a lungo termine. Un'altra sfumatura degna di nota è che queste etnie cinesi sono concentrate in gran parte nei centri urbani russi, dove non hanno alcuna possibilità di raggiungere una maggioranza numerica. Realtà a parte, capisco che nel regno della propaganda e della disinformazione, i fatti e la logica dettata dai fatti sono accessori opzionali.

Tuttavia, voglio porre un'altra domanda che pochi hanno fatto, se mai l'ha fatta qualcuno, nel discorso su questo argomento – è in realtà nell'interesse strategico della Cina rilevare il controllo sovrano dell'Estremo Oriente russo o di qualsiasi parte della Siberia? Sembra che pochi abbiano fatto, se mai l'ha fatto qualcuno, un'analisi di base ad alto livello di costi e benefici da una prospettiva strategica cinese. Quando abbiamo fatto anche uno sforzo casuale per valutare i costi e i benefici, la risposta diventa subito  evidente – NO, non conviene. Come al solito, per coloro che non vogliono leggere troppo, il testo in grassetto fornisce una sintesi adeguata.

Qualsiasi tentativo da parte della Repubblica popolare cinese di acquisire territorio dell'Estremo Oriente russo e / o della Siberia sarebbe un enorme errore strategico per la Cina. Ci sono tre ragioni principali per questo.

1. La Cina miete benefici ESPONENZIALMENTE maggiori da uno stabile rapporto di progresso con la Russia rispetto a una conquista ostile della Siberia. Il motivo principale attribuito a uno scenario di conquista cinese è l'accesso alle vaste risorse naturali della Russia. Tuttavia, la Cina ha già accesso alle risorse naturali della Russia, senza dover ricorrere a rischiosi sistemi di conquiste territoriali. Tale accesso non farà altro che espandersi mentre la Russia diversifica urgentemente la sua economia come parte del proprio "perno asiatico", a fronte delle sanzioni occidentali e di una duratura ostilità americana. Inoltre, la Russia ha molto più da offrire alla Cina rispetto alle mere risorse naturali. Si tratta di un mercato emergente di reddito medio di circa 145 milioni di consumatori, un partner in tutte le istituzioni multilaterali, una forza di bilanciamento a un'egemonia americana altrimenti illimitata, così come una fonte di energia nucleare e di tecnologia militare. Ma forse la cosa più importante di tutte nel prossimo decennio è che la Russia è un ponte di terra essenziale per gli sforzi della Cina di costruire la nuova Via della Seta. Tutti questi vantaggi strategici sarebbero compromessi se un tentativo di scalata ostile dell'Estremo Oriente russo provocasse la Russia a chiudere le porte alla Cina, e a ritornare a un atteggiamento ostile che ricorda gli anni '60.

2. Una Russia ostile – anche se indebolita – costituirà una minaccia esistenziale strategica per la Repubblica Popolare Cinese. Qualsiasi tentativo cinese di prendere territorio russo distruggerebbe il partenariato globale e la buona volontà costruita con la Russia fin dai tempi della diplomazia funebre dei primi anni '80, e provocherebbe una violenta reazione anti-cinese. La Russia ha una gamma di opzioni di rappresaglia a sua disposizione, le più evidenti delle quali sarebbero i sostegni materiali e politici ai movimenti separatisti in Tibet, Xinjiang e Taiwan. Mosca può anche esercitare la sua persistente influenza politica regionale per sabotare i legami economici cinesi con l'Asia centrale, e ridurre i progressi cinesi nel progetto della Via della Seta. Se per qualche miracolo la Cina riuscisse effettivamente a rilevare parti dell'Estremo Oriente russo, avrebbe da affrontare da 4 a 6 milioni di russi etnici locali arrabbiati, tra i quali la Russia potrebbe sicuramente istigare sfide politiche e ribellioni armate contro l'occupazione della Repubblica Popolare Cinese. Anche se la Russia non volesse prendere misure di ritorsione contro l'ostilità nazionalista, sarebbe costretta a farlo per necessità strategica, semplicemente per distrarre la Cina da ulteriori incursioni, e per garantire la propria sopravvivenza nazionale. Tali minacce sarebbero aggravate se un futuro di distensione USA-Russia permettesse ai due poteri di collaborare in questi sforzi.

3. Non c'è alcuna possibile, realistica opzione per implementare un'invasione da parte della Cina, che abbia qualche ragionevole prospettiva di successo. Possiamo suddividere queste opzioni in quattro grandi categorie:

- L'azione militare è da scartare a priori. Un tentativo di conquista dell'Estremo Oriente russo / della Siberia richiederebbe un'invasione su vasta scala contro il più grande stato con armi nucleari del mondo. Ovviamente, nessuna quantità di terra o di risorse naturali russa potrebbe compensare la devastazione che la Cina sosterrebbe quando tale guerra si intensificasse a proporzioni nucleari.

- Gli strumenti di sovversione politica sono inesistenti. A differenza degli Stati Uniti e dell'Europa, la Cina non ha una rete ben addestrato ed esperta di "ONG", "attivisti", e altri operatori politici, con i quali sovvertire il governo e architettare cambi di regime in Russia. Anche se ce ne fosse una possibilità, qual è la probabilità che questi agenti di cambiamento di regime siano a tal punto una quinta colonna di sinofili dal cervello lavato, che consegnino apertamente la sovranità dell'Estremo Oriente russo alla Cina nonostante le obiezioni del popolo russo?

- Una "invasione" demografica semplicemente non sta avvenendo. Come ho già detto, i cinesi etnici costituiscono circa il 3% della popolazione dell'Estremo Oriente russo. Secondo tale stima, ci sono più cinesi etnici a New York di quanti ce ne sono in tutto l'Estremo Oriente russo.

- Una "egemonia" economica è impossibile in di fronte alla concorrenza. L'ultimo argomento comunemente propagandato contro l'espansione del commercio sino-russo è che questo ridurrebbe la Russia ad un'appendice di risorse della Cina. Tale argomento non tiene comodamente conto del fatto che la Russia – fino a poco tempo fa – è stata un'appendice di risorse quasi esclusiva verso l'Unione Europea, che rimane il primo partner commerciale della Russia, nonostante la rapida crescita del commercio sino-russo. Né l'Unione Europea né le grandi economie dell'Asia orientale se ne starebbero semplicemente ferme ad accettare l'egemonia economica cinese in Russia.

In breve, un leader cinese pragmatico e ben informato vedrebbe che non è negli interessi strategici della Repubblica Popolare Cinese conquistare l'oriente russo o la Siberia. Qualsiasi tentativo potrebbe gravemente peggiorare il contesto strategico della Cina e ha una probabilità di successo vicina allo zero.

"Mister Unknown" è nato a Pechino ed è stato portato negli Stati Uniti dai suoi genitori quando aveva dieci anni. Dopo il liceo, ha servito un arruolamento di quattro anni nell'esercito degli Stati Uniti (tra cui una missione in Medio Oriente). Ha poi completato un doppio master in relazioni internazionali e in russo. Dopo gli studi universitari, Mister Unknown ha trascorso del tempo a lavorare in Russia e Cina nello sviluppo del business e in ruoli di ricerca; parla entrambe le lingue. Attualmente studia economia aziendale e scienze ambientali in un programma di doppio master. I suoi argomenti di interesse sono la politica estera cinese, la modernizzazione militare e la sicurezza energetica.

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Commento di Saker:

Quando "Mister Unknown" mi ha inviato un'email per presentarmi il suo articolo sono stato assolutamente felice, perché per la seconda volta (il primo è stato Larchmonter445) uno specialista della Cina era giunto esattamente alle mie stesse conclusioni, ma guardando allo stesso insieme di dati "dall'altro lato" (quello cinese). Sono completamente d'accordo con questa conclusione, naturalmente, e vorrei aggiungere solo un paio di cose minori:

1) La Siberia è letteralmente impossibile da invadere, anche con una resistenza *nulla* da parte dei russi, l'esercito cinese non è né attrezzato né addestrato a invadere il tipo di terreno (montagne, taiga, permafrost, tundra polare, etc.) che avrebbe incontrato in Siberia. Anche se la Siberia è enorme, ci sono pochissime vie di comunicazione al suo interno e sono tutte strozzature. Quindi aggiungete a questo la resistenza alla morte di un paese armato di armi nucleari il cui popolo non è mai stato sottoposto ad alcun occupante straniero, e otterrete il quadro.

2) La Russia e la Cina sono simbionti ideali e hanno un bisogno vitale l'uno dell'altro. Non solo entrambi i paesi hanno disperatamente bisogno di quello che l'altro ha, ma senza l'altro diventerebbero molto più deboli e vulnerabili. Il futuro della Russia è la Cina e il futuro della Cina è Russia - nessuno dei due paesi ha qualche opzione alternativa comparabile.

3) Naturalmente, sono possibili tensioni e problemi tra la Cina e la Russia e probabilmente ce ne saranno. Ma qualunque sia il problema, la sua importanza sarà sempre completamente sminuita dalla priorità esistenziale di mantenere il partenariato strategico tra la Russia e la Cina.

4) Un ultimo dettaglio minore nel caso in cui qualcuno se lo chieda (per quale motivo uno se lo dovrebbe chiedere, comunque?): anche un'invasione russa della Cina è del tutto impossibile. Mentre il territorio cinese non è così follemente impegnativo come la Siberia, l'esercito russo semplicemente non ha il tipo di capacità di proiezione di potenza (o logistica) per operazioni di combattimento all'interno della Cina. L'esercito russo comunque non è mai stato addestrato per questo tipo di scenario. Al massimo, la Russia potrebbe colpire in profondità all'interno della Cina con un mix di attacchi aerei e missilistici, ma questo è tutto. Non potrebbe fare seguito con alcuna invasione di terra dopo questi (piuttosto inutili) attacchi. In realtà, la Russia e la Cina non guardano l'una all'altra, ma alla presenza degli Stati Uniti in Giappone, Taiwan e Corea, una ben più grave minaccia.

Conclusione: l'unica guerra in corso tra la Russia e la Cina è quella che ha luogo ogni giorno nel cervello demente dei neocon degli Stati Uniti e nei loro punti vendita di propaganda.

 
50° anniversario della tonsura monastica del metropolita Onufrij di Kiev e di tutta l'Ucraina

foto: monasterium.ru

Oggi ricorre il 50° anniversario della tonsura monastica di sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev, primate della Chiesa ortodossa ucraina.

Sua Beatitudine ha servito la Chiesa in numerose capacità negli anni successivi ed è diventato uno dei vescovi più amati e autorevoli dell'intera Chiesa ortodossa. È ampiamente riconosciuto come un uomo di preghiera e un asceta che guida il gregge ucraino con fede, amore e sapienza.

Il metropolita è stato tonsurato presso la Lavra della Trinità e di san Sergio il 18 marzo 1971, ricevendo il nome di Onufrij in onore di sant'Onofrio il Grande, come riferisce il Dipartimento di informazione ed educazione della Chiesa ortodossa ucraina.

È stato ordinato ierodiacono il 20 giugno dello stesso anno e ieromonaco il 29 maggio dell'anno successivo. Nel 1980 è stato elevato al grado di igumeno. Nel 1984 è stato nominato rettore della chiesa della santa Trasfigurazione (una rappresentanza athonita) nel villaggio di Lukino, nella provincia di Mosca. Nel 1985 è stato nominato decano della Lavra della Trinità e di san Sergio e nel 1988 abate della Lavra della santa Dormizione a Pochaev.

Foto: news.church.ua

È stato eletto vescovo di Chernovtsy e della Bucovina dal Santo Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina nel novembre 1990 ed è stato consacrato il 9 dicembre. È membro permanente del Santo Sinodo ucraino dal 1994.

Nel 1992, il vescovo Onufrij è stato tra i vescovi che si sono schierati con forza contro le azioni non canoniche di Filaret Denisenko, l'allora metropolita canonico di Kiev.

Il 13 agosto 2014 è stato eletto metropolita di Kiev dal Concilio episcopale della Chiesa ortodossa ucraina.

"Ringrazio Dio per tutto ciò che mi manda! Nessuno ha chiesto il mio consenso, ma è successo che Dio ha posto questa croce su di me. Mi sono sottomesso alla volontà di Dio e porto questa croce con gratitudine verso Dio... E ovunque io compia la mia obbedienza, dal giorno della mia tonsura fino ad oggi, mi considero un umile monaco", ha detto sua Beatitudine.

Nel suo saluto al metropolita Onufrij in occasione dell'anniversario di oggi, sua Santità il patriarca Kirill scrive del grande ministero e delle virtù del primate ucraino:

È significativo che questo evento, che ha determinato tutta la sua vita successiva, abbia avuto luogo mezzo secolo fa nella Lavra della Trinità e di san Sergio. Era un momento di dure prove per la Chiesa, un tempo in cui difendere la fede e la verità del Vangelo. Ma Lei, come intrepido soldato di Cristo, con pazienza e fiducia nella sua misericordia, da allora ha seguito la strada che un tempo aveva scelto...

Preservando la fedeltà alla sua vocazione e al suo dovere episcopale, attraverso la parola evangelica e anche il suo esempio personale di pietà, umiltà e amore a Dio e alla Chiesa, lei afferma i fondamenti canonici, accende il fuoco della fede nei cuori sia dei pastori che del gregge, sostiene i sofferenti, rafforza i dubbiosi e consola i deboli di cuore. Con tutte le sue buone azioni e buone imprese, testimonia costantemente ai nostri contemporanei l'invincibilità contro le porte dell'inferno della Chiesa di Cristo, che, secondo la parola della Sacra Scrittura, è la colonna e il fondamento della verità (1 Tim 3:15).

 
Consigli pastorali del vescovo Kallistos di Diokleia ai fedeli di Torino

Trascrizione in italiano della lettera del vescovo Kallistos (Ware, nella foto) in risposta a una lettera da Torino, dove si valutava la possibilità di avviare una parrocchia doppia dei patriarcati di Mosca e di Costantinopoli, sul modello di quella che da un quarto di secolo funzionava a Oxford sotto la sua guida.

* * *

VESCOVO KALLISTOS DI DIOKLEIA

Oxford, 25 agosto 1998

Caro padre Ambrogio,

Molte grazie per la sua interessante lettera del 6/19 agosto 1998 a proposito delle sue speranze di co-operazione tra le due comunità ortodosse in Torino, la russa e la greca. Che il Signore benedica tutte le vostre speranze future. Io certamente pregherò per questo.

Senza tentare di rispondere a tutte le importanti domande che pone, mi permetta di darle una bozza dei principi ssecondo i quali operiamo a Oxford:

1. La situazione canonica

Ciascuna parrocchia ha il proprio rettore (al momento siamo entrambi vescovi), che deve obbedienza canonica nel modo consueto al proprio ierarca diocesano. Ogni parrocchia ha il suo consiglio parrocchiale e i suoi responsabili, eletti secondo la costituzione registrata di tale parrocchia, e secondo gli statuti diocesani che si applicano in entrambi i casi. Ogni parrocchia è anche registrata separatamente come una fondazione caritativa secondo la legge inglese.

2. L'edificio della chiesa

L'edificio della chiesa (costruito nel 1972-3) è situato su un terreno che appartiene alla vicina Casa di San Gregorio e di Santa Macrina. Legalmente, pertanto, la chiesa appartiene alla Casa, e non a una delle due parrocchie. Tuttavia, il denaro per la costruzione della chiesa è stato raccolto dalle due parrocchie, che non pagano un affitto alla Casa, ma hanno piena responsabilità per il mantenimento della chiesa. Secondo un Atto Costitutivo formulato dalla Casa nel 1973 e pienamente valido secondo la legge inglese, la chiesa deve rimanere esclusivamente un luogo di culto ortodosso in perpetuo. Se la Casa dovesse chiudere, l'uso del terreno su cui sorge la chiesa e della chiesa stessa rimarrebbe alle due parrocchie. Nessuna delle due parrocchie ha il diritto di espellere l'altra dalla chiesa. Se una parrocchia dovesse ritirarsi, prenderebbe con sé dalla chiesa quegli oggetti che sono di sua specifica proprietà, ma non riceverebbe alcun altro compenso finanziario. Altre comunità e/o parrocchie ortodosse possono essere invitate a usare la chiesa solo per accordo congiunto di entrambe le parrocchie esistenti.

3. Disposizioni amministrative

Il consiglio parrocchiale si ciascuna comunità si incontra separatamente per decidere le questioni di specifica competenza che coinvolgono solo quella parrocchia. Le questioni di competenza condivisa sono discusse in riunioni congiunte, a cui sono ammessi a partecipare tutti i responsabili e i membri di entrambi i consigli parrocchiali. Tali riunioni congiunte hanno luogo ogni anno per circa tre volte.

4. Questioni finanziarie

Ognuna delle due parrocchie ha il suo conto bancario, su cui sono versati tutti i contributi indirizzati specificamente a tale parrocchia. Vi è anche un conto congiunto, su cui sono versate tutte le raccolte fatte durante le funzioni e tutti i soldi delle candele. Da questo conto congiunto sono pagate tutte le spese per il mantenimento, il riscaldamento e l'assicurazione della chiesa, come pure per i suoi rifornimenti (candele, olio, incenso, vino, materiali per la pulizia, ecc.). Quando queste spese sono state coperte, rimane di solito un considerevole surplus; da questo, per decisione della riunione congiunta dei due consigli parrocchiali, si trae il pagamento per i chierici. Per molti anni, il pagamento totale dato rispettivamente a ciascuna parrocchia per i suoi chierici è stato uguale, a prescindere dal numero dei chierici delle rispettive parrocchie. Anche le due parrocchie contribuiscono separatamente allo stipendio dei propri rispettivi chierici.

5. Disposizioni liturgiche

In ogni domenica o festa c'è solo una singola Liturgia (occasionalmente il Mattutino è duplicato, ed è tenuto sia alla sera precedente secondo l'uso russo, sia al mattino prima della Liturgia secondo l'uso greco) Tutti i vescovi pertinenti di entrambe le parrocchie sono commemorati a ogni funzione. La posizione di primo celebrante ruota alle funzioni della domenica e a quelle della Quaresima, della Settimana Santa e della stagione pasquale. In altre parole, indipendentemente dall'anzianità dei chierici nelle due parrocchie, i sacerdoti di entrambe le parrocchie hanno una quota uguale nella presidenza. Lo schema per decidere chi presiede è elaborato con largo anticipo e segue un modello fisso. Alle Liturgie domenicali abbiamo una lingua dominante: l'inglese due volte al mese, e il greco e lo slavonico una volta al mese. Accanto alla lingua dominante, si una anche una certa quantità delle altre due lingue. Il modello per la distribuzione delle lingue alle domeniche e negli altri tempi è accuratamente elaborato in anticipo, ma – soprattutto nei giorni feriali – è ammessa una certa flessibilità. Alle domeniche, a prescindere dalla lingua dominante, sono presi in considerazione le ricorrenze e i santi sia del vecchio che del nuovo Calendario. Ci sono disposizioni speciali per il Natale, l'Annunciazione e la Pentecoste (così come per la Pasqua). Per ulteriori dettagli, si veda l'orario delle funzioni allegato.

6. Chierici

A Oxford dal 1973 abbiamo avuto chierici residenti sul posto per entrambe le parrocchie. Se solo una delle parrocchie avesse un sacerdote residente, sarebbe certamente più difficile mantenere un equilibrio appropriato tra le due comunità.

7. Dimensioni

Le nostre due parrocchie hanno all'incirca lo stesso numero di membri attivi.

8. La crisi estone

Questa ha causato molto dolore a entrambe le nostre comunità, anche se da entrambe le parti abbiamo pensato di minimizzare i danni. Naturalmente la rottura della comunione era da una parte sola. Agendo per obbedienza canonica, il vescovo Basil non era in grado di invitare a concelebrare i chierici di Costantinopoli nelle occasioni in cui lui o altri chierici della giurisdizione russa presiedevano; inoltre, lui e gli altri non potevano commemorare vescovi di Costantinopoli. Da parte greca abbiamo continuato a commemorare i vescovi russi, e abbiamo chiarito che i chierici della Chiesa russa erano i benvenuti a concelebrare con noi; tuttavia, per ovvie ragioni, non potevano accettare il nostro invito. Il metropolita Antony di Sourozh ha ritenuto che la rottura della comunione non si applicasse ai laici. Se la situazione fosse continuata per un lungo periodo, avrebbe messo a dura prova la relazione tra le nostre due parrocchie; fortunatamente la comunine tra i nostri due patriarcati è stata velocemente ristabilita.

9. Disaccordi

Nel caso di una disputa che sorga tra le due parrocchie e che non possa essere risolta dai due vescovi diocesani, l'Atto Costitutivo (si veda il paragrafo 2) prescrive una procedura d'arbitrato, vincolante per entrambe le parti secondo la legge inglese. Fortunatamente duranrte il quarto di secolo della nostra cooperazione non abbiamo mai dovuto far ricorso, neppure una volta, a questa procedura d'arbitrato. Le nostre differenze di punti di vista sono sempre state risolte, in modo ragionevolmente amichevole, alle riunioni congiunte dei due consigli parrocchiali.

10. Eventi sociali

Ogni parrocchia ha il proprio programma di eventi sociali e di raccolta di fondi, ma abbiamo anche alcuni festeggiamenti comuni.

11. Convertiti

Quando i fedeli sono ricevuti nella Chiesa ortodossa, sono sempre ricevuti in modo specifico in una o nell'altra delle due parrocchie.

12. Trasferimenti

Se i laici desiderano passare da una parrocchia all'altra, è richiesto loro di ottenere la benedizione del loro attuale parroco.

Spero che tutto questo sarà d'aiuto nella vostra pianificazione.

A volte ho l'impressione che la nostra comunità a Oxford sia uno specchio di tutti i problemi insoluti nel mondo ortodosso contemporaneo. Ovviamente alcuni dei nostri membri – greci, russi e inglesi – preferirebbero una ristretta comunità etnica, che usa una sola lingua nel suo culto. Fortunatamente ci sono altri che hanno una visione più ampia e che apprezzano l'ideale dell'unità ortodossa. Mi incoraggia il fatto che molti degli studenti greci che vengono qui per due o tre anni mi esprimono apprezzamento per le opportunità che hanno avuto mentre erano a Oxford di imparare riguardo a tradizioni ortodosse diverse dalla loro. I membri fondatori della nostra comunità, sia greci che russi, danno un grande valore alla nostra vita condivisa; purtroppo, però, alcuni dei membri più recenti delle nostre due comunità sono meno aperti nella loro attitudine.

La prego di scrivermi ancora se posso essere di ulteriore aiuto.

Con le mie preghiere e benedizioni,

+ Vescovo Kallistos

Copia al vescovo Basil di Sergievo

Testo originale della lettera:

 
La Chiesa ortodossa in Uganda

Da un articolo pubblicato da pochi giorni e ripreso dal blog Mystagogy, ripercorriamo le tappe dello sviluppo dell’Ortodossia in Uganda, dove oggi si trova una solida Chiesa locale, nata grazie allo zelo di un ex seminarista anglicano, Reuben Spartas. Presentiamo il testo sulla Chiesa ortodossa in Uganda nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.

 
Sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev: "Un cristiano ortodosso non può essere un pessimista"

Nella sua intervista al quotidiano ucraino Segodnja il primate della Chiesa ortodossa ucraina del patriarcato di Mosca riflette sul 2016. Parla della corretta preghiera, di come evitare l'odio, degli intrighi nella Chiesa, delle aspettative per il futuro e dei suoi desideri per il 2017.

Vostra Beatitudine, che cosa significa lo scorso anno 2016 per lei e per la Chiesa? Quali eventi sono rimasti fissati nella sua mente e quali la addolorano di più?

Per la Chiesa ortodossa ucraina lo scorso anno è stato riempito sia da gioie sia da preoccupazioni. Ciò che ci affligge di più è che si versa ancora sangue in Ucraina, che non ci si può ancora riconciliare gli uni con gli altri. Una consolazione è stata la processione della croce, che ha attraversato la nostra terra ucraina dal 9 al 27 luglio. È iniziata ad est, dalla Lavra di Svjatogorsk (regione di Donetsk), e ad ovest dalla Lavra di Pochaev (regione di Ternopol), e queste due processioni si sono unite nella capitale. Abbiamo pregato per tutta l'Ucraina, per la Chiesa, per le autorità e per la gente comune, e abbiamo chiesto la benedizione del Signore. Abbiamo chiesto e ora chiediamo a Dio di darci ciò che non possiamo realizzare noi stessi a causa della nostra debolezza umana, una pace benedetta, e crediamo che il Signore ce la concederà.

Oggi la chiesa è circondata da numerosi intrighi. Quali sono gli effetti di tutto questo sulla sua vita interiore?

È vero, oggi la Chiesa ortodossa ucraina sta attraversando dolori e tribolazioni. Ma il Signore non ci ha promesso un altro tipo di vita. Gesù disse ai suoi discepoli: nel mondo avrete tribolazioni (Gv 16,33). La storia della Chiesa è ricca di persecuzioni, d'oppressione e di tutti i tipi di prove che il Signore permette che accadano ai suoi seguaci per la loro crescita e rafforzamento spirituale. Naturalmente, i nostri dolori non sono nulla in confronto a quelli che la Chiesa di Cristo ha sopportato nei primi tre secoli dopo la sua fondazione. A quei tempi i membri della Chiesa erano distrutti fisicamente, e oggi siamo semplicemente criticati e falsamente accusati. Il nostro amore e la nostra pazienza sono messi alla prova. Gloria a Dio per tutte le cose.

Vostra Beatitudine, è possibile fermare il conflitto in Donbass nel prossimo futuro?

La Chiesa dichiara che nessun problema mondano vale la vita di un singolo essere umano, che sulla bilancia della verità divina questa vita è più importante di qualsiasi problema. Alcuni pensano che i problemi di questo mondo debbano essere risolti dalla guerra, ma noi ricordiamo loro con amore che ogni problema ha una soluzione pacifica. Le persone hanno il potere della parola, che permette loro di raggiungere una comprensione reciproca. In questo modo la Chiesa chiede ai fedeli di risolvere tutti i problemi terreni e di pregare per la pace in Ucraina.

La Chiesa invita le persone a trovare la forza di perdonarsi l'un l'altro e di smettere di uccidersi a vicenda. La Chiesa ha avuto la stessa posizione in passato, quando c'erano guerre simili, quando i nostri principi si sono levati in armi l'uno contro l'altro. In quei tempi la nostra Chiesa canonica ha invitato tutti a perdonarsi a vicenda – ed è stata odiata per questo. I suoi monaci e vescovi sono stati spesso scacciati dai monasteri. In seguito i forti di questo mondo si sono resi conto che la Chiesa aveva ragione; hanno espiato i loro errori del passato e si sono riconciliati l'uno con l'altro. Credo saremo compresi anche in questa situazione. Tutti noi dobbiamo avere umiltà: il forte e il debole, i comuni mortali e i poteri forti, i ricchi e i poveri, tutti dovrebbero cercare una soluzione pacifica ai problemi mondani. Cerchiamo di umiliare il nostro orgoglio e pentiamoci dei nostri peccati. Solo allora il Signore riporterà la pace in Ucraina e ci benedirà tutti.

Cosa può consigliare a una persona che non riesce a perdonare un affronto mortale, che si sente amareggiata dall'odio? Come possiamo vincere noi stessi?

È l'orgoglio che genera l'odio tra le persone. Il nostro rimedio contro l'orgoglio è l'umiltà. L'umiltà è la virtù più importante che il Signore ci insegna. Non è debolezza di carattere, come sostengono alcuni. L'umiltà cristiana è auto-valutazione critica; è la capacità di trovare il proprio posto in questo grande, variegato mondo. Quando qualcuno è in grado di valutare se stesso correttamente, quando trova il suo posto in questa vita, allora può sottomettersi alla volontà di Dio. Quando una persona in questo mondo ha un atteggiamento giusto verso se stesso, verso i suoi vicini e tutta la creazione, allora è in grado di vedere la bontà e l'amore di Dio e di sottomettersi alla volontà di Dio. Nel linguaggio spirituale, questa sottomissione e rassegnazione alla volontà divina si chiama umiltà. Con l'umiltà, l'amore spirituale e la pace interiore entrano in un'anima umana.

Le è toccato di accettare il rango di primate della Chiesa ucraina durante un punto di svolta nella storia ucraina. Ha un santo preferito o una preghiera preferita a cui si rivolge nei momenti difficili della vita?

Qualsiasi santo aiuterà e qualsiasi preghiera sarà forte, a condizione che il tuo cuore è diretto verso Dio. Allora saprai che Dio ti aiuterà sempre, se cerchi Dio, lo onori e cerchi di piacergli. Se il cuore di una persona si rivolge a Dio, allora Dio gli dà tutto ciò di cui ha bisogno per questa vita e per la vita eterna, e lo aiuterà sempre nei momenti di difficoltà.

Vostra Beatitudine, lei è un vero uomo di preghiera; evita di apparire agli occhi del pubblico e preferisce la solitudine. E un giorno all'improvviso è stato eletto come capo della Chiesa ucraina. Che cosa ha provato in quel momento? È stato un momento di gioia o di ansia?

Io non sono un uomo di preghiera, io voglio solo imparare a pregare, ma finora non ho nulla di cui vantarmi. Per quanto riguarda la mia elezione, l'ho presa come la croce che il Signore ha posto sulle mie spalle peccaminose. I miei pensieri sono stati: cosa dovrei fare per poter svolgere il mio ministero in modo adeguato, al fine di non cadere lontano da Dio o dalle sue leggi, perché solo con lui e la sua grazia si possono sopportare tutti gli oneri e le tribolazioni. Le regole di questa vita sono le stesse per tutti, che uno sia un laico, un monaco o un metropolita. Tuttavia, un metropolita ha grandi responsabilità e dovrà rispondere di tutto. Questo è quello a cui ho pensato allora.

Chi ha svolto un ruolo chiave nella sua vita? Chi considera come un esempio da seguire?

Per me i modelli di tale servizio a Dio e al la Chiesa sono san Nicola il Taumaturgo, san Basilio il Grande, e san Dimitri di Rostov, che hanno tutti guadagnato abbondante grazia da Dio attraverso la predicazione e l'esempio personale di umiltà e di carità cristiana.

L'uomo porta l'immagine di Dio, con il quale il Creatore lo ha ornato. Due uomini dimorano all'interno di ognuno di noi, l'uomo nuovo e quello vecchio. L'uomo nuovo si sforza di vivere secondo il Vangelo, mentre il vecchio, che è fatto di vizio, ci induce al peccato. Questi due uomini –il nuovo e il vecchio – sono costantemente alle prese l'uno con l'altro, in una vera e propria guerra. Se cominciamo a commettere peccati, rafforziamo il nostro uomo vecchio; e quando il vecchio finisce per sopraffare l'uomo nuovo si diventa aggressivi e dispettosi.

Tutti i santi hanno trovato la forza di lottare contro l'uomo vecchio, così io mi inchino davanti alla memoria di sant'Onofrio il Grande, il mio santo patrono, dei venerabili Padri delle Grotte di Kiev, di san Sergio di Radonezh, di san Giobbe di Pochaev... ogni santo con il quale io, peccatore, sono imparentato in un modo o nell'altro, è un esempio degno di emulazione e ci mostra come trovare e ripristinare l'immagine di Dio in noi stessi e come preservarla.

Quando preghiamo invochiamo la grazia dello Spirito Santo, che ci trasforma, ci restituisce la pace che abbiamo perso, e mette tutte le cose nella nostra vita nel loro giusto ordine. La preghiera ci aiuta a comprendere rettamente Dio. Se una persona prega con cuore aperto, con pentimento e umiltà, Dio spesso lo conforta con gioia, rivelazione e sensazione di felicità.

Per quanto può vedere, cosa sta per accadere nel nuovo anno 2017? Che cosa prevede per il prossimo futuro in Ucraina e nel mondo? C'è motivo di pessimismo, o lei è ottimista?

Sono un ottimista – un cristiano ortodosso non può essere pessimista. I cristiani dovrebbero piangere solo sui loro peccati. Se una persona affida il suo destino alla cura di Dio, comincia a costruire la sua vita secondo le leggi divine, la sua anima è purificata più a fondo dai peccati, vede Dio in modo più chiaro e il futuro non appare più disperato e desolante. Alla fine del più oscuro tunnel della disperazione, il cristiano vede sempre Dio.

Vostra Beatitudine, quali sono i suoi auguri ai nostri lettori per l'anno nuovo?

Auguro a tutti e a me stesso la misericordia di Dio, il perdono di tutti i nostri peccati, e la benedizione di Dio, in modo che ognuno di noi possa portare la sua croce fino alla fine ed ereditare il regno dei cieli. Custodite la vostra fede, e, soprattutto, continuate a pregare, perché la preghiera aiuta a superare le difficoltà che affronterete sul percorso della vostra vita terrena. La preghiera vi dà il senso della verità, perché la verità difficilmente può essere comprensibile per la sola mente. Ci sono molti esempi di persone che hanno un'istruzione superiore in teologia, ma non hanno la preghiera, e sono quindi "confuse" e "ingannate". Ma le persone semplici che hanno la preghiera sentono dove si trova la verità e la menzogna in modo molto chiaro. È la preghiera che ti dà il senso della verità, il discernimento di ciò che è luce e di ciò che è tenebra, di ciò che è bene e di ciò che è male. E il Signore ci aiuti a conservare la preghiera nella nostra vita quotidiana.

 
I convertiti

C'è un detto russo-americano sui convertiti, basato sul fatto che la parola russa 'konvert' significa busta. Il detto è: il problema con i 'konverty' è che spesso sono vuoti e spesso cadono a pezzi.

Se questo sembra ingiusto e razzista, dovremmo ricordare innanzitutto che la Chiesa russa di oggi è una Chiesa di convertiti, con circa 150 milioni di persone (comprese alcune che oggi sono già morte), che sono state tutte battezzate negli ultimi 30 anni.

Vorrei anche ricordare come una certa persona, cercando di giustificare le imbecillità di un certo sacerdote, mi abbia detto di recente: "Sì, ma lui è 'ortodosso dalla nascita' (un'espressione orribile – non esiste una cosa simile). Al che ho risposto: "Lo era anche Stalin".

Si può notare che da nessuna parte gli apostoli si riferiscono a se stessi come convertiti, né erano visti come convertiti. Eppure lo erano. Quindi qual è la differenza tra un convertito e un ortodosso?

I convertiti, nel senso in cui usiamo qui questa parola, sono neofiti, cioè sono nuovi alla fede. La domanda è quindi: come smettere di essere nuovi alla fede e rendere la fede una parte istintiva della nostra natura, come diventare "vecchi nella fede"?

A volte si dice che "i convertiti hanno zelo, ma gli ortodossi hanno conoscenza". Questo non è corretto. Se fosse vero, vorrebbe dire che potresti semplicemente diventare ortodosso leggendo molti, molti libri. È esattamente l'opposto. [1] In realtà, i convertiti hanno zelo, ma gli ortodossi hanno esperienza. Quindi, per smettere di essere un convertito, devi semplicemente ottenere esperienza. Questo significa mescolarsi con gli ortodossi, più anziani di noi, che hanno esperienza, e seguirli nella pratica, non nella teoria.

Un esempio molto semplice è come alcuni convertiti pensano di poter "diventare ortodossi" copiando gli aspetti esteriori dei monaci. Ricordo 40 anni fa come, per qualche ragione che non potevo capire, i convertiti uomini sembravano credere di dover avere la barba e i capelli lunghi e le convertite donne di doversi vestire con gonne lunghe e nere e mettersi sopra il capo enormi teli. I convertiti di entrambi i sessi dovevano avvolgere nodi di preghiera intorno ai polsi e indossare qualche sorta di strani stivali. Questa era l'uniforme del convertito e potevi individuarli a un miglio di distanza. Era tutto tranne che elegante e sembrava più uno stile hippy che qualsiasi altra cosa.

La cosa strana era che nessuno degli ortodossi si comportava così: gli ortodossi (a parte il clero) erano sempre rasati e le donne ortodosse si vestivano con gonne e vestiti dai colori vivaci, appena sotto il ginocchio e indossavano dei copricapo piccoli e modesti. Tutto ciò che i convertiti dovevano fare era guardarsi attorno e copiare, piuttosto che chiudersi in ghetti e serre di convertiti, club e cricche di seguaci di guru.

L'apostolo Paolo dice che gli uomini dovrebbero tagliarsi i capelli (1 Cor, 11,14). Lo scrive in un contesto in cui rimprovera l'effeminatezza. Questo è giusto, siamo d'accordo con lui. San Paisio del Monte Santo offriva un paio di forbici ai laici che venivano da lui con i capelli lunghi e una barba lunga.

A questo punto alcuni protestanti, specialmente del tipo metodista o battista, possono chiedere, perché allora i monaci ortodossi (e anche alcuni preti di mentalità monastica) hanno i capelli lunghi e barbe lunghe? La risposta semplice è perché sono sotto obbedienza. Non lo fanno per delirio di essere santi, lo fanno per obbedienza, per il loro abate. In questo senso, i monaci maschi non sono "uomini", perché appartengono a un altro ordine, al di fuori del mondo.

L'Ortodossia non è una setta bizzarra, in cui la gente si veste in modo strano. È uno stile di vita. In realtà è semplicemente il modo di vivere cristiano, in cui le azioni delle persone sono l'unica cosa che conta. È tanto semplice.

Nota

[1] Parlando di libri, raccomandiamo quanto segue in questo ordine: leggete i Vangeli, il vostro libro di preghiere, le Epistole, il Salterio, le Vite e gli scritti dei santi, il resto dell'Antico Testamento, le vite degli anziani ortodossi (ancora non canonizzati, ma assicuratevi che siano veri anziani, venerati con venerazione popolare e non personaggi fraudolenti che si autoproclamano anziani). C'è anche una serie di libri introduttivi periferici sulla Chiesa: Timothy Ware (per gli accademici anglicani), il metropolita Antony Bloom (per gli intellettuali di origine atea) Olivier Clément (per gli intellettuali francesi), p. Sophrony Sakharov (per i filosofi), p. Alexander Schmemann (per gli ex-protestanti istruiti), p. John Meyendorff (per gli storici) ecc. Ecc. Ma nessuna di questi è una lettura essenziale.

 
Il patriarca di Gerusalemme: Dio ha scelto il metropolita Onufrij per superare lo scisma ucraino

foto: Unione dei giornalisti ortodossi

In un recente incontro con una delegazione ucraina a Gerusalemme, sua Beatitudine il patriarca Theophilos III della Città Santa ha espresso la sua convinzione che sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev sia l'unico in grado di far fronte alla difficile situazione in cui si trovano ora gli ucraini.

Il patriarca Theophilos si è dimostrato un vero amico della Chiesa ortodossa ucraina canonica, spesso parlando contro gli scismatici ucraini e chiamando tutti gli ucraini a riunirsi nella vera Chiesa guidata dal metropolita Onufrij.

"Dio ha scelto sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e Tutta l'Ucraina, la persona più adatta per la difficile situazione in cui si trova ora il popolo ucraino, ed egli avrà la forza per superare lo scisma che si è verificato in Ucraina", ha detto il patriarca, come riporta l'Unione dei giornalisti ortodossi.

Lo scisma ucraino è qualcosa che preoccupa non solo l'Ucraina, ma tutto il mondo ortodosso, ha affermato il patriarca.

La delegazione ufficiale della Chiesa ortodossa ucraina, guidata da sua Eminenza il metropolita Antonij di Boryspil e Brovary, era a Gerusalemme per partecipare alla cerimonia del Fuoco Sacro e riportare la fiamma benedetta in Ucraina il 7 aprile. Hanno avuto un'udienza ufficiale con il patriarca il giorno prima.

In un incontro del 2015 con i politici radicali ucraini, sua Beatitudine Theophilos ha parlato del cosiddetto "patriarcato di Kiev" come "i nostri fratelli perduti capeggiati da Filarete, che hanno abbandonato la Madre Chiesa". Il patriarca ha nuovamente espresso il suo sostegno ai fedeli sofferenti della Chiesa ortodossa canonica in un incontro dell'ottobre 2016 con una delegazione della Chiesa ucraina, e alla Pentecoste del 2017, il patriarca Theophilos ha parlato dei nazionalisti scismatici ucraini che si impossessano delle parrocchie della vera Chiesa, dicendo: "Condanniamo nei termini più categorici quelli che stanno commettendo azioni dirette contro le parrocchie della Chiesa ortodossa canonica in Ucraina. Non invano i santi padri ci ricordano che la violazione dell'unità della Chiesa è il peccato più grave".

 
I troll contro la Russia

L'edificio dell'ordine mondiale post-1991 sta crollando ora sotto i nostri occhi. La decisione del Presidente Putin di non partecipare al pellegrinaggio ad Auschwitz, subito dopo la sua assenza a Parigi al Charlie festival, ha dato l'ultima spallata. Era divertente e carino per i troll accusare la Russia, fino a quando rimaneva sulla rotta. Non più. La Russia ha rotto le regole.

Finora, la Russia, come un campagnolo a Eton, cercava di ritagliarsi un posto. Partecipato alle riunioni dei grandi in cui era evitata, pagava le sue quote di partecipazione agli organismi europei che la condannavano, soffriva pazientemente sia le intimidazioni incessanti delle grandi potenze sia gli irritanti punzecchiamenti dei pesci piccoli dell'Europa dell'Est. Ma qualcosa si è rotto. Il giovanotto non vuole più stare al gioco; ha raccolto le sue cose e se ne è tornato a casa - proprio quando avevano bisogno di lui in ginocchio in Auschwitz.

La riunione ad Auschwitz è una Canossa annuale dei leader occidentali dove piangere il loro fallimento storico nel proteggere gli ebrei e giurare loro la loro obbedienza perenne. Questo è un altro importante rito religioso del nostro tempo, l'unico Anello per domarli tutti, fondato nel 2001, quando l'impero giudaico-americano aveva raggiunto l'apice del suo potere. Il leader russo aveva regolarmente partecipato agli eventi. Quest'anno, dovranno fare a meno di lui. I ministri israeliani hanno già espresso la loro profonda insoddisfazione, perché è stata l'armata Rossa della Russia che ha salvato gli ebrei ad Auschwitz, dopo tutto. L'assenza della Russia trasformerà la Giornata della memoria dell'olocausto in un evento parrocchiale per soli occidentali. Peggio ancora, il posto della Russia sarà preso dall'Ucraina, governata dagli eredi impenitenti di Bandera, l'alleato di Hitler.

Questo viene dopo la demo francese di 'Charlie', anch'essa respinta dalla Russia. L'Occidente ha fatto capire che i peccati della Russia sarebbero stati perdonati, fino a un certo punto, se si fosse unita, prima alla demo, e più tardi, alla coalizione anti-terrorismo pianificata, ma la Russia non ha abboccato all'esca. Questo è stato un cambiamento visibile, perché prima, i leader russi partecipavano con entusiasmo alle manifestazioni comuni e votavano per le risoluzioni sponsorizzate dall'Occidente. Nel 2001, Putin ha sostenuto pienamente la guerra di George Bush al terrorismo alla sede dell'ONU e sui terreni di azione. Recentemente, nel 2011, la Russia ha concordato con le sanzioni contro la Corea del Nord e l'Iran. Quanto alla presenza a una dimostrazione, si poteva sempre contare ai russi. Questa volta, i russi non sono venuti, tranne che per la presenza simbolica del ministro degli esteri Lavrov. Questo successore indomabile del "signor njetha lasciato l'evento quasi subito ed è andato a pregare nella chiesa russa, in una contro-dimostrazione, in un certo senso, contro Charlie. Andando alla chiesa, ha dichiarato che lui non è Charlie.

La rivista Charlie Hebdo infatti era (e probabilmente è ancora) esplicitamente anti-cristiana e anti-musulmana. Si trovano sulle sue pagine alcune vignette molto blasfeme che offendono la Vergine e di Cristo, così come il papa e la Chiesa. (Non hanno mai offeso gli ebrei, tuttavia).

Un blogger russo che ha visto questa rivista per la prima volta, ha scritto sulla sua pagina: Mi vergogno che i bastardi siano stati fatti fuori da musulmani, e non da cristiani. Questa era un'opinione abbastanza comune a Mosca in questi giorni. I russi non potevano credere che tali oscenità potessero essere pubblicate e difese come un diritto di libertà di parola. A Mosca hanno programmato una manifestazione contro Charlie, ma il municipio l'ha proibita.

Ricordate, qualche anno fa, le Pussy Riot hanno profanato la chiesa del Salvatore a Mosca, come le Femen hanno fatto in alcune grandi cattedrali europee, da Notre Dame de Paris a Strasburgo. Il governo russo non ha aspettato che qualcuno si facesse giustizia da solo sulle virago, ma le ha condannate a un massimo di due anni di carcere. Allo stesso tempo, il diritto penale russo è stato modificato per includere il 'sacrilegio' tra reati comuni, per consenso generale. I russi sono più sensibili sulla loro fede di quanto prescrivano i governanti della Comunità Europea.

Nella Francia di Charlie, il regime di Hollande ha spinto una popolazione reticente in una legge sul matrimonio gay del tutto inutile, nonostante le forti manifestazioni di protesta da parte di milioni di cattolici. Le Femen che hanno profanato le chiese non sono mai state punite; ma il custode di una chiesa che ha cercato di fermarle è stato pesantemente multato. La Francia ha una lunga tradizione anti-cristiana, di solito descritta come "laica", e la sua grande coalizione anti-Chiesa di atei, ugonotti ed ebrei, coalizzati dai tempi di Dreyfus. Così la fuga in chiesa di Lavrov è stata una contro-manifestazione, che dice: la Russia è per Cristo, e la Russia non è contro i musulmani.

Mentre l'attuale regime occidentale è anti-cristiano e anti-musulmano, è pro-ebraico in una misura che sfida qualsiasi spiegazione razionale. La Francia aveva inviato migliaia di soldati e poliziotti a difendere le istituzioni ebraiche, anche se questa difesa si inimica loro vicini. Mentre Charlie è glorificato per aver insultato cristiani e musulmani, Dieudonné è stato mandato in carcere (solo per un giorno, ma con grande fanfara) per aver dato fastidio agli ebrei. In realtà, Charlie Hebdo ha licenziato un giornalista per una presunta frase irrispettosa verso gli ebrei. Questa ingiustizia è una fonte di aggravamento: i musulmani sono stati respinti dai tribunali a risate, quando si lamentavano contro le vignette particolarmente offensive di Charlie, ma gli ebrei vincono quasi sempre quando vanno in giudizio contro i loro denigratori. (Una nota personale: anche io sono stato citato in giudizio dalla LICRA, il corpo ebreo francese, mentre il mio editore francese è stato devastato dai loro attacchi legali).

I russi non comprendono l'infatuazione occidentale per gli ebrei, perché gli ebrei russi sono stati generalmente ben assimilati e integrati nella società. La narrazione dell'Olocausto non è popolare in Russia per una semplice ragione: così tanti russi di tutte le etnie hanno perso la vita nella guerra, che non vi è alcun motivo per individuare gli ebrei come vittime supreme. Milioni sono morti durante l'assedio di Leningrado; la Bielorussia ha perso un quarto della sua popolazione. Cosa ancora più importante, i russi non si sentono in colpa per quanto riguarda gli ebrei: li hanno trattati equamente e li hanno salvati dai nazisti. Per loro, l'Olocausto è una finzione occidentale, tanto straniera quanto JeSuisCharlie. Con la deriva della Russia al di fuori del consenso occidentale, non c'è motivo per mantenere una tale finzione.

Questo non significa che gli ebrei siano discriminati. Gli ebrei della Russia stanno molto bene, senza bisogno, grazie, del culto dell'Olocausto: occupano le posizioni più alte nella classifica di Forbes dei ricchi della Russia, con un capitale combinato di 122 miliardi di dollari, mentre tutti i ricchi russi possiedono solo 165 miliardi dollari, secondo fonti di proprietà ebraica. Gli ebrei gestiscono le più celebri trasmissioni in prima serata sulla tv di Stato; pubblicano giornali; hanno accesso completo e illimitato a Putin e ai suoi ministri; di solito ottengono quel che vogliono quando desiderano un appezzamento di terreno per i loro scopi comunitari. E la propaganda antisemita è punibile per legge – come quella anti-cristiana o anti-musulmana, ma ancor più severamente. Eppure, è impossibile immaginare un giornalista russo licenziato come Jim Clancy della CNN o Tim Willcox della BBC per aver contrariato un ebreo o aver parlato contro Israele.

La Russia conserva la sua pluralità, diversità e libertà di opinione. I media russi filo-occidentali – la Novaja Gazeta dell'oligarca Lebedev, proprietario del quotidiano britannico Independent – porta lo slogan JeSuisCharlie e parla dell'Olocausto, così richiede di ripristinare la Crimea all'Ucraina. Ma la stragrande maggioranza dei russi sostiene il proprio presidente e la sua scelta di civiltà. Ha espresso questa scelta andando alla Liturgia di mezzanotte di Natale in una piccola chiesa di villaggio in una provincia lontana, insieme a orfani e rifugiati provenienti dall'Ucraina. E l'ha espressa rifiutandosi di andare ad Auschwitz.

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La Russia non si defila né volentieri né facilmente. Putin ha cercato di stare al gioco occidentale: che si tratti di giochi olimpici, del confronto sulla Siria, delle politica sui generi, del confine georgiano, anche delle sanzioni correlate alla Crimea. Ma la guerra economica aperta ha cambiato le regole. La Russia si è sentita attaccata dalla caduta dei prezzi del petrolio, dai guai del rublo, dal declassamento del credito. Questi sviluppi sono considerati un atto di ostilità, piuttosto che il risultato della "mano invisibile del mercato".

I russi amano le cospirazioni, come diceva James Bond. Non credono al caso, alle coincidenze o agli eventi naturali, e sono inclini a considerare una meteorite caduta o un terremoto come un risultato di un'azione ostile americana, per non parlare di un calo del tasso del cambio rublo/dollaro. Potrebbero pure avere ragione, anche se è difficile da dimostrare.

Per quanto riguarda la caduta del prezzo del petrolio, la giuria non ha ancora emesso il verdetto. Alcuni dicono che questa azione saudita è rivolta alle società americane di fracking, o in alternativa, che è un complotto saudita-americano contro la Russia. Tuttavia, il prezzo del petrolio non è formato da domanda e offerta, ma da strumenti finanziari, futuri e derivati. Questa domanda di offerta virtuale è molto più grande di quella reale. Quando i fondi speculativi hanno smesso di comprare futuri del petrolio, la recessione dei prezzi è diventata inevitabile, ma i fondi sono stati diretti dai politici, o hanno agito in tal modo per la fine dell'alleggerimento monetario?

Il forte calo del rublo potrebbe essere collegato alla crisi del prezzo del petrolio, ma non necessariamente. Il rublo non è coinvolto nella formazione del prezzo del petrolio. Potrebbe essere un'azione di un grande istituto finanziario. Soros ha spezzato la schiena della sterlina britannica nel 1991; il won coreano, il bath tailandese e il ringgit malese hanno sofferto un destino simile nel 1998. In ogni caso, il paese attaccato ha perso circa il 40% del suo PIL. È possibile che la Russia sia stata attaccata da armi finanziarie dirette da New York.

Le sanzioni punitive europee hanno proibito un credito a buon mercato a lungo termine alle imprese russe. Lo Stato russo non ha bisogno di finanziamenti, ma le aziende russe sì. La combinazione di questi fattori ha messo alle strette le tasche dei russi. Le agenzie di rating hanno continuato a degradare il rating russo a quasi a livello della spazzatura, per ragioni politiche, mi è stato detto. Private del credito, le aziende statali hanno cominciato ad accumulare dollari per pagare i loro debiti futuri, e si sono astenute dal convertire i loro enormi profitti in rubli, come hanno fatto fino ad ora. Il rublo è sceso drasticamente, probabilmente molto più di quello che doveva.

Queste non sono sanzioni individuali volte agli amici di Putin. Questa è una guerra in piena regola. Se i promotori si aspettavano che i russi si arrabbiassero con Putin, hanno sbagliato i calcoli. Il pubblico russo è arrabbiato con gli organizzatori americani della guerra economica, non con il proprio governo. L'opposizione filo-occidentale ha cercato di manifestare contro Putin, ma pochissime persone si sono unite a loro.

I russi ordinari hanno mantenuto la flemma. Non hanno notato le sanzioni fino a quando il rublo ha barcollato, e anche allora hanno accaparrato beni di consumo e non hanno protestato. Di fronte alla svalutazione dei soldi, non hanno comprato sale e zucchero, come avrebbero fatto i loro nonni. Il loro grido di battaglia contro l'accaparramento era "Non prendete più di due vetture Lexus per famiglia, lasciare qualcosa agli altri!"

Forse, i finanzieri invisibili sono andati troppo lontano. Invece di essere intimiditi, i russi si stanno preparando a una vera e propria guerra lunga, come quelle che essi e i loro antenati hanno storicamente combattuto – e vinto. Non è come se avessero una scelta: gli americani insistono che la Russia si unisca alla loro guerra al terrorismo n. 2, ma non intendono sollevare le sanzioni.

I russi non sanno come affrontare un attacco finanziario. Senza restrizioni di capitale, la Russia sarà ripulita. Il personale della banca centrale e del tesoro russo sono stretti monetaristi, e le restrizioni di capitale sono un anatema per loro. Putin, essendo un liberale egli stesso, a quanto pare si fida di loro. La fuga di capitali ha assunto proporzioni enormi. A meno che la Russia non utilizzi le misure sperimentate con successo da Mohammad Mahathir della Malesia, la fuga continuerà. Allo stato attuale, tuttavia, non vediamo segni di cambiamento.

Questo potrebbe essere l'incentivo per Putin per avanzare in Ucraina. Se i russi non sanno mischiare futuri e derivati, sono invece esperti in movimenti corazzati e battaglie tra carri armati. Anche il regime di Kiev sta facendo di tutto per arrivare a uno scontro, apparentemente spinto dai neocon americani. È possibile che gli Stati Uniti ottengano più di quello che si aspettavano in Ucraina.

Si può essere certi che i russi non sosterranno la crociata mediorientale della NATO, in quanto questa azione militare è stata preparata dalla demo Charlie a Parigi. Non è affatto chiaro chi ha ucciso i vignettisti, ma Parigi e Washington intendono usarli per riaccendere la guerra in Medio Oriente. Questa volta, la Russia sarà all'opposizione, e probabilmente la userà come opportunità per cambiare la scomoda situazione di stallo in Ucraina. Così i sostenitori della pace in Medio Oriente hanno un buon motivo per sostenere la Russia.

Israel Shamir lavora a Mosca e Jaffa; può essere raggiunto a adam@israelshamir.net

 
Perché dovremmo andare alle processioni della Croce nel giorno del Trionfo dell'Ortodossia

sua Beatitudine Onufrij ha invitato il suo gregge a difendere la propria Chiesa. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Il primate della Chiesa ortodossa ucraina ha esortato i credenti ad andare alle processioni della Corce nelle loro città nel giorno del Trionfo dell'Ortodossia in difesa della Chiesa. Perché questo è così importante?

La Grande Quaresima non è solo un momento di profondo lavoro sulla propria anima; è anche un periodo in cui gli attacchi alla Chiesa e ai credenti sono particolarmente accentuati. Nel 2019, la Grande Quaresima ha coinciso con il culmine della campagna elettorale presidenziale, durante la quale l'allora presidente Petro Poroshenko ha promosso il Tomos con tutte le sue forze e ha cercato con vigore di sviare il maggior numero possibile di comunità della Chiesa ortodossa ucraina e ha dichiarato che i credenti della Chiesa canonica non avevano niente a che fare con l'Ucraina. Nel 2020 la Quaresima è stata soggetta a restrizioni di quarantena a causa del coronavirus: la Chiesa ortodossa ucraina è stata accusata di mancato rispetto dei requisiti epidemiologici, mentre l'imminente Pasqua era considerata quasi una catastrofe imminente. In quest'anno, 2021, durante la Grande Quaresima, questi due fenomeni – la persecuzione della Chiesa e una successiva ondata di coronavirus – hanno coinciso. Ci sono attacchi più frequenti a chiese e credenti; c'è un esplicito orientamento delle autorità verso la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Quest'anno in Ucraina non porteranno nessun tipo di Tomos – ospiteremo l'intero patriarca di Costantinopoli! Di conseguenza, la persecuzione contro la Chiesa ortodossa ucraina potrebbe aggravarsi ancora di più di quanto non lo sia stata sotto Poroshenko.

Allo stesso tempo, sua Beatitudine il metropolita Onufrij, nella sua benedizione al gregge per la Grande Quaresima del 2021, parla principalmente di pentimento, umiltà e preghiera. Questo è un riflesso della visione del mondo del Primate della Chiesa ortodossa ucraina: il valore più grande è l'anima umana, l'obiettivo più alto della vita è una buona risposta davanti al Giudizio di Dio, la cosa più importante per una persona sulla terra è l'acquisizione dello Spirito Santo.

Sua Beatitudine Onufrij: "L'obiettivo più importante del digiuno è l'umiltà davanti a Dio. Una persona che è umile davanti a Dio si sforza sempre per il bene. La mancanza di umiltà dà origine a orgoglio, inimicizia, confronto, guerre, di cui purtroppo ci sono molti casi nel nostro mondo oggi. Dobbiamo sempre ricordare che tutti noi abbiamo bisogno di essere trasfigurati attraverso l'umiltà e il pentimento sincero".

Solo dopo le parole sulla cosa più importante per la salvezza dell'anima umana il metropolita Onupfrij afferma che di fronte alle azioni ostili dello Stato, i credenti dovrebbero assumere una posizione civile attiva per difendere i propri diritti .

Sua Beatitudine Onufrij: "Non possiamo non preoccuparci che, nonostante le numerose richieste e ricorsi, le leggi che sono state adottate dal precedente governo, e che limitano notevolmente i diritti dei credenti della Chiesa ortodossa ucraina, non siano state cancellate nel nostro Stato. Vorrei che la voce dei nostri credenti fosse ascoltata. Pertanto, benedico che alla prima domenica della Grande Quaresima, quando si celebrerà il Trionfo dell'Ortodossia, si tengano le tradizionali processioni della Croce e le veglie di preghiera in tutti i centri diocesani della nostra Chiesa, nel rispetto delle norme emanate in vista della situazione d'epidemia. Dobbiamo camminare per le strade delle nostre città native con la preghiera sulle labbra e i simboli sacri nelle nostre mani per testimoniare sia la nostra lealtà alla santa Ortodossia sia il nostro amore per la nostra terra nativa ucraina – la nostra Patria terrena. Siamo cittadini ucraini e abbiamo il diritto, vinto dal sangue dei nostri antenati, di professare la fede ortodossa lasciata in eredità dagli apostoli di Cristo e dai santi Padri".

Prestiamo attenzione alle ultime parole di sua Beatitudine Onufrij.

Primo, cosa significa professare la fede ortodossa lasciata in eredità dagli apostoli e dai santi Padri? Significa, in relazione alla situazione ecclesiale odierna, credere "nell'unica santa Chiesa cattolica e apostolica". A causa del fatto che la Chiesa è una, non ci possono essere molte chiese in Ucraina uguali alla Chiesa di Cristo. Ciò significa che una persona che crede nella definizione di cui sopra del Simbolo della fede dovrebbe prendere la posizione che solo una delle quattro organizzazioni religiose in Ucraina: la Chiesa ortodossa ucraina (UOC), la Chiesa ortodossa dell'Ucraina (OCU), La Chiesa ortodossa ucraina del patriarcato di Kiev (UOC-KP) o la Chiesa greco-cattolica ucraina (UGCC) è la Chiesa di Cristo.

La storia ci dice che il cattolicesimo alla fine si è allontanato dalla Chiesa di Cristo nel 1054, quindi non possiamo riconoscere la Chiesa greco-cattolica ucraina come la Chiesa di Cristo, poiché è un'organizzazione religiosa cattolica che riconosce tutti gli errori eretici del Vaticano e obbedisce al papa. Per quanto riguarda la Chiesa ortodossa dell'Ucraina, anche le due strutture sulla base delle quali è stata creata nel 2018 si erano staccate dalla Chiesa di Cristo: la Chiesa ortodossa autocefala ucraina (UAOC) nel 1919 e la Chiesa ortodossa ucraina del patriarcato di Kiev nel 1992. In Ucraina, solo la Chiesa ortodossa ucraina è una vera Chiesa canonica che esiste in conformità con le leggi del Vangelo, secondo i comandamenti degli apostoli e secondo le istruzioni dei santi Padri. Appartenere a questa Chiesa, professare la sua unità, affermare che essa fa parte dell'unica santa Chiesa cattolica e apostolica è nostro diritto e dovere di cristiani ortodossi.

In secondo luogo, sua Beatitudine Onufrij dice che non solo abbiamo un tale diritto, ma che questo diritto è stato riconquistato con il sangue dei nostri antenati. Questi antenati sono i cosacchi ucraini, che hanno sacrificato la loro vita per impedire che il nostro popolo fosse cattolico sotto forma di unia. Questi antenati sono i confessori torturati dagli uniati. Questi antenati sono gli innumerevoli nuovi martiri che hanno sofferto per la fede nel XX secolo. Se non difendiamo il nostro diritto alla fede, se ci sediamo a braccia conserte, allora ci dimostreremo indegni dei sacrifici che i nostri antenati hanno fatto per l'Ortodossia.

Certo, si può scegliere la via della non resistenza. Si può difendere la Chiesa con intensa preghiera e digiuno. Anche questo percorso è coerente con il Vangelo e con la storia della Chiesa durante i tempi delle persecuzioni. Ma questo percorso non esclude affatto il percorso di manifestazione attiva della propria posizione civica nel quadro della Costituzione e delle leggi del nostro Paese. La storia conosce molti casi in cui è stata proprio una posizione attiva a portare il bene alla Chiesa con la liberazione dagli attacchi esterni. Il caso più recente è il Montenegro. Le autorità locali hanno adottato una legge secondo la quale quasi tutti i luoghi di culto di proprietà della Chiesa ortodossa serba sarebbero stati espropriati dallo Stato con il possibile trasferimento a un'organizzazione autoproclamata scismatica: la "Chiesa ortodossa montenegrina" (analoga della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"). Al richiamo della gerarchia della Chiesa serba, la gente è scesa in piazza in processioni della Croce, protestando contro questa illegalità. Le manifestazioni sono state talmente numerose che in alcuni giorni vi ha partecipato fino alla metà della popolazione del Paese.

processione religiosa a Podgorica nel 2020

La Chiesa è intrinsecamente apolitica e non partecipa alle campagne elettorali. Inoltre, queste proteste non avevano lo scopo di portare l'una o l'altra parte al potere. L'obiettivo era proteggere la Chiesa e non lasciarla nelle mani di politici senza scrupoli che vogliono placare le loro ambizioni politiche a scapito della Chiesa. Il risultato degli eventi in Montenegro è stata la sconfitta dei partiti ostili alla Chiesa nelle elezioni parlamentari, la formazione di un nuovo governo e l'abolizione delle disposizioni anti-ecclesiastiche della suddetta legge.

Ma cosa sarebbe successo se la popolazione del Montenegro non avesse ascoltato gli appelli della gerarchia della Chiesa? E se tutti avessero detto a se stessi: non voglio farmi coinvolgere, preferisco restare a casa e pregare? La storia, ovviamente, non conosce congiuntivi e condizionali, ma non è difficile intuire che il danno per la Chiesa sarebbe stato enorme.

Oggi sua Beatitudine il metropolita Onufrij invita tutti i credenti a partecipare alle processioni religiose nel giorno del Trionfo dell'Ortodossia. La questione, quindi, non è più se sia necessario difendere i propri diritti in questo modo, perché si tratta di obbedienza alla gerarchia della Chiesa. L'apostolo Paolo scrisse in una delle sue epistole: "Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi vegliano su di voi, come chi ha da renderne conto; obbedite, perché facciano questo con gioia e non gemendo: ciò non sarebbe vantaggioso per voi" (Eb 13:17).

Alla fine di febbraio 2021, si è svolto ala Lavra delle Grotte di Kiev un Congresso dei rappresentanti delle comunità della Chiesa ortodossa ucraina che hanno avuto le proprie chiese sequestrate, e il congresso ha ricevuto un nome molto adatto: "I fedeli". Il chierici e i credenti che hanno perso le loro chiese hanno condiviso la loro sventura e il loro dolore con tutti quelli che non erano indifferenti. A volte era impossibile ascoltare le storie sulle atrocità commesse dai sostenitori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" senza rabbrividire. Basterà solo citare gli assalti a Zadubrivka e Mykhalcha, quando i difensori dei templi furono picchiati con manganelli, tagliati con coltelli e così via. De jure, questi atti di violenza sono reati penali. Inoltre, i trasferimenti illegali delle comunità ortodosse verso la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" avviati da funzionari di alto profilo sono un abuso di potere. È improbabile che i credenti della Chiesa ortodossa ucraina si sarebbero riuniti alla Lavra per un simile congresso se i loro diritti fossero stati debitamente protetti dalle forze dell'ordine statali. Eppure, sfortunatamente, in molti casi questi corpi si schierano con gli invasori, piuttosto che con le vittime delle violenze.

A seguito dei risultati del Congresso "I fedeli", i suoi partecipanti hanno registrato un videomessaggio al presidente dell'Ucraina con la richiesta di tutelare i loro diritti e porre fine alla discriminazione contro i cittadini ucraini per motivi religiosi.

Non c'è ancora stata una risposta a questo videomessaggio e non c'è speranza che tale risposta possa mai seguire. Mentre le autorità del paese tacciono e le forze dell'ordine sono inattive, i sostenitori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" stanno dando fondo alla loro crudeltà. Nella notte del 13 marzo 2021, sei giovani hanno picchiato a sangue un anziano parrocchiano della chiesa di san Michele della Chiesa ortodossa ucraina a Zadubrivka, Vasily Khashchiyuk, che stava uscendo dalla chiesa dopo la sua guardia.

un parrocchiano della comunità della Chiesa ortodossa ucraina nel villaggio di Zadubrivka dopo l'attacco

Le parole non sono facili per descrivere l'abominio di questo atto! Sei ragazzi hanno picchiato un uomo che, in termini di età, potrebbe benissimo essere il loro padre, o magari il nonno! Non un solo uomo che avesse almeno la minima idea dell'onore e della decenza avrebbe osato fare una tale bassezza. Tuttavia, i sostenitori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non hanno battuto ciglio. Sono passati diversi giorni da allora, ma non c'è né alcuna condanna di questo crimine atroce su questo incidente da parte della leadership della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" né una dichiarazione sulla sua valutazione legale da parte delle autorità.

Inoltre, il sostegno dimostrativo delle autorità sembra dare ai sostenitori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" il diritto ad azioni illegali contro la Chiesa ortodossa ucraina e i suoi figli fedeli. Naturalmente, le promesse del Primo Ministro D.Shmygal al Patriarca Bartolomeo di sostenere in modo completo la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e il brutale pestaggio di Vasily Khashchiyuk a Zadubrivka non sono eventi direttamente correlati, ma la campagna di informazione contro la Chiesa ortodossa ucraina che è stata scatenata di recente, la pressione che le autorità esercitano sulla Chiesa ortodossa ucraina, quegli sforzi compiuti dai funzionari per trasferire le comunità ortodosse alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" – tutto questo crea la base ideologica per azioni illegali contro la Chiesa ortodossa ucraina e i suoi parrocchiani.

Ribadiamo che non abbiamo ricevuto alcuna reazione da parte dei funzionari pubblici riguardo al pestaggio di Vasily Khashchiyuk. I crimini contro i credenti della Chiesa ortodossa ucraina non sembrano verificarsi, i loro diritti non sembrano essere violati ed essi stessi sembrano non esistere. Pertanto, il nostro dovere è di prendere parte a una processione della Croce e mostrare a tutti che siamo vivi, che noi, come ha detto sua Beatitudine Onufrij, "siamo cittadini dell'Ucraina e abbiamo il diritto, vinto dal sangue dei nostri antenati, di professare la nostra fede ortodossa ".

Purtroppo, le autorità ascoltano solo l'opinione della strada. E questo sta accadendo non solo nel nostro paese. In tutto il mondo, vediamo le autorità dello stato assumere il punto di vista del popolo solo quando le persone scendono in piazza e mostrano che non si siederanno a guardare i loro diritti violati. Non intendiamo affatto proporre azioni illegali con rivolte e manifestazioni e resistenza alla polizia. La gerarchia della Chiesa ortodossa ucraina chiede di ricorrere al nostro diritto costituzionale a raduni e manifestazioni in modo che le autorità ascoltino le legittime richieste dei credenti. Dobbiamo tutti dimostrare che non siamo d'accordo sul fatto che, adottando un disegno di legge anti-ecclesiastico, la Chiesa ortodossa ucraina venga privata del suo nome; non siamo d'accordo che i nostri templi vengano sequestrati con la forza da tizi che non hanno né onore né coscienza; non siamo d'accordo con il fatto che le nostre comunità siano registrate di nuovo illegalmente a favore della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

C'è speranza che le autorità ascoltino! L'esperto politico Ruslan Bortnik in un'intervista al canale YouTube "Primo cosacco" ha spiegato un paradosso interessante: perché le persone votano per quei candidati che promettono la pace nel paese, il diritto di parlare la propria lingua madre, la libertà di religione, la libertà di parola e così via; e tuttavia, dopo essere saliti al potere, questi candidati iniziano ad agire esattamente al contrario: adottano la retorica del "partito della guerra", riprendono la persecuzione della Chiesa ortodossa ucraina, coltivano l'intolleranza verso lingue diverse dall'ucraino, e così via?

Secondo l'esperto politico, ciò è dovuto al fatto che il cosiddetto elettorato nazionalista, sebbene numericamente sia relativamente ridotto, è molto attivo, pronto a scendere in piazza, a dichiarare la sua attiva posizione civica e a difendere le sue opinioni, mentre il popolo di pace, giustizia, legge e ordine, in stragrande maggioranza, siede a casa e guarda come i propri diritti vengono violati. Così, la minoranza attiva impone la sua opinione alla maggioranza passiva. Secondo Ruslan Bortnik , "Se le persone che vogliono onorare il ricordo della Grande Guerra Patriottica, usare la loro lingua madre o andare nelle chiese che scelgono, protestassero e andassero alle manifestazioni, tutta questa vergogna non si verificherebbe".

Pertanto, il nostro dovere oggi è quello di adempiere alla benedizione di sua Beatitudine il primate della Chiesa ortodossa ucraina, il metropolita Onufrij, e andare alle processioni della Croce nelle nostre diocesi, per smettere di essere una maggioranza passiva e per dichiarare che non permetteremo ai nemici della Chiesa di Cristo di trionfare su di essa. Che Dio ci aiuti insieme alle preghiere dei nostri antenati, che non si sono risparmiati per amore di Cristo e della sua Chiesa!

 
"Ho usato le mie valigie per trasportare oggetti dall'Australia"

La maggior parte di noi sa che esiste un paese chiamato Madagascar esclusivamente dalla mappa del mondo e da un popolare cartone animato. Pochi, anche tra gli ortodossi più "avanzati", sono consapevoli dell'esistenza di una missione ortodossa che conta una ventina di sacerdoti e un diacono. L'arciprete Vladimir Boikov , il decano delle chiese russe in Nuova Zelanda, ha appreso per puro caso che la loro missione era priva di paramenti e, con la benedizione di un vescovo locale, ha sparso la voce nella sua diocesi. La risposta è arrivata rapidamente...

* * *

Padre Vladimir, è vero che ha saputo della missione ortodossa russa in Madagascar da Internet? Che cosa ha appreso a riguardo?

Esatto, su Internet! Circa dieci anni fa ho conosciuto padre Andrej Novikov, rettore della chiesa della santissima Trinità a Vorob'jovy Gory (le Colline dei passeri) a Mosca, e padre Georgij Maksimov. Padre Andrej e io occasionalmente ci scambiamo messaggi sui social media e seguo quello che fanno nel loro ministero in Africa. Non molto tempo fa, mi sono imbattuto nel post di padre Andrej sul suo ministero in Madagascar. Ha condotto un seminario pastorale ad Antananarivo per tutti i sacerdoti e un diacono del paese. Hanno fatto una foto di gruppo in cui tutti indossavano le loro croci, ma tre sacerdoti non avevano la tonaca.

In quel momento ho pensato: cosa c'è che non va, perché questi preti non indossano una tonaca? Poi ho letto qualcosa sul Madagascar e ho scoperto che era il paese più povero dell'Africa.

Tutto questo è accaduto il 14 maggio, ma due giorni dopo, il nostro caro metropolita Hilarion (Kapral), primo ierarca della Chiesa ortodossa russa all'estero, si è addormentato nel Signore. Amava veramente il lavoro missionario e, pensando a lui, ho deciso che sarebbe stato davvero bello offrire assistenza in memoria del nostro vladyka, perché pregassero per lui.

Mi chiedevo: ci sono molti paramenti e vasi sacri non più usati, ma ancora in discrete condizioni che giacciono nelle sacrestie delle nostre parrocchie. Ma laggiù hanno venti sacerdoti e un diacono che possiamo servire inviando loro gli oggetti di cui hanno bisogno. Ho scritto a padre Andredi quest'idea, e a sua volta ha ricevuto la benedizione dal metropolita Leonid, l'esarca patriarcale. Quindi, con l'aiuto di Dio, ci siamo messi al lavoro.

Non pensavo affatto alla logistica, poiché la mia conoscenza del Madagascar era basata su una caricatura. Quindi, ho semplicemente chiesto la benedizione del vescovo locale per portare avanti questa campagna: chiedere a tutte le parrocchie della diocesi australiana e neozelandese di raccogliere oggetti utilizzabili e inviarli in Madagascar attraverso la nostra chiesa della Resurrezione ad Auckland (Nuova Zelanda).

Ho portato tutti questi oggetti dall'Australia nelle mie valigie. Ci sono già stato alcune volte da maggio e ogni volta che tornavo compravo bagagli aggiuntivi. In questo modo, ogni volta riportavo una sessantina di chili di oggetti per il Madagascar. Li abbiamo smistati nella nostra parrocchia e abbiamo spedito due carichi del peso di 98 e 77 chili. Grazie a Dio, tutto era in ottime condizioni e l'unica cosa che abbiamo dovuto scartare era una piccola tovaglia d'altare, poiché era strappata.

Entrambi i carichi sono giunti a destinazione e i sacerdoti locali li hanno aperti e hanno cominciato a usare i paramenti.

Ho intenzione di inviare un terzo carico a metà novembre, perché ho ancora circa centoventi chili di paramenti e anche alcuni vasi sacri rimasti in Australia. Avrò bisogno di andarci altre due o tre volte per ritirare tutto.

Una parte significativa delle spese di spedizione è stata a carico della fondazione di beneficenza della nostra parrocchia. Ho preso in prestito questa idea dalla cattedrale di san Giovanni Battista a Washington, DC, dove ho servito nei primi anni 2000. A quei tempi i parrocchiani stavano raccogliendo fondi per un simile progetto, quindi ho pensato: è una grande idea! Ho chiesto al rettore, padre Victor Potapov: dove vanno questi fondi? Mi ha detto: in aiuto a chi ha bisogno.

Quando sono arrivato in Nuova Zelanda ho detto ai miei parrocchiani che anche noi avremmo dovuto aprire una sottoscrizione di quel genere. Potevamo non avere molti oggetti da regalare, ma era possibile raccogliere anche fondi per i bisognosi. E quel fondo ora ci ha aiutato molto.

Che tipo di oggetti ha inviato in Madagascar?

Innanzitutto, paramenti liturgici. Abbiamo inviato circa 30-40 paramenti per sacerdoti, diaconi, chierichetti, antimensi e leggii, copricalice e tende d'altare. Per la maggior parte erano stati realizzati a mano dai nostri parrocchiani tra gli anni '50 e '80, quando non esisteva né una fabbrica a Sofrino, né un'altra impresa simile in Russia che producesse tali articoli. Alcuni oggetti mi sono stati inviati dalla mia parrocchia in Australia, dove sono cresciuto, e li ricordo abbastanza bene. Sono per lo più oggetti vecchi, usati, ma in ottime condizioni e possono essere riutilizzati subito.

C'era solo una cosa di cui ero leggermente preoccupato. Per la maggior parte i sacerdoti in Madagascar sono bassi di statura, quindi questi paramenti potrebbero finire per essere troppo grandi per loro. Ho anche suggerito ai sacerdoti di apportare modifiche e di accorciarli, se necessario. Ma mi hanno inviato come prova delle foto che dimostrano che tutto era perfetto.

Che risposta ha ricevuto dal Madagascar?

I padri sono stati felici. Tanto più che, a causa dell'attuale situazione politica, non sono più in grado di ricevere grandi spedizioni dalla Russia. La politica non fa parte del mio ministero pastorale, ma aiutare il prossimo è la legge delle Scritture. Volevo solo aiutare chi ha bisogno. Se l'avessi saputo prima, avrei inviato aiuti in Madagascar fin dall'inizio.

Qual è stata la reazione dei suoi parrocchiani in Nuova Zelanda?

Anche loro sono stati felici. L'idea di creare una fondazione di beneficenza nella nostra parrocchia era di sostenere collettivamente i bisognosi. E, naturalmente, i fedeli sono stati felici di sentir parlare di tali aiuti umanitari. Viviamo una vita piuttosto isolata qui in Nuova Zelanda, lontano dal nostro centro diocesano situato in Australia. La vita parrocchiale qui non è mai stata facile fin dagli inizi, negli anni '50. Anche ora, quando, negli ultimi trent'anni, sono arrivati nuovi fedeli provenienti da tutta l'ex Unione Sovietica, i nostri parrocchiani capiscono quanto sia difficile mantenere viva la fede ortodossa in tale, seppur relativo, isolamento. Dopotutto, non è nemmeno molto facile arrivare in Australia e vedere altri cristiani ortodossi. Così, sono stati felici di offrire aiuto a una ventina di sacerdoti e a un diacono in Madagascar,

Ha un'idea di come l'Ortodossia russa in Africa sia diversa dall'Ortodossia che tutti noi tendiamo a conoscere, e in che modo siano simili?

A questo punto ho parlato solo con due sacerdoti del Madagascar, quindi non me ne sono ancora accorto. In ogni caso, mi piacerebbe visitarli, mi piace viaggiare e mi piace molto l'idea di fare opera missionaria. Ho deciso di andare lì e scoprire com'è essere un ortodosso locale. Nel frattempo, ho avuto notizie solo via Internet e dai messaggi che ho ricevuto dai sacerdoti locali. Attualmente, il loro decano, padre Nicholas, ha chiesto il mio aiuto per preparare i bambini del posto per il nuovo anno scolastico. Ho pensato che invece di inviare materiale scolastico, avremmo fatto meglio a mandare loro dei soldi, così possono comprare tutto il necessario da soli.

In che misura è importante che la Chiesa ortodossa russa mantenga la sua presenza in Africa in generale e in Madagascar in particolare?

È molto importante aiutare a diffondere la Parola di Dio. Se guardiamo sotto la superficie, ecco di cosa tratta l'opera missionaria: prendere la Parola di Dio e cercare di diffonderla nel mondo. C'è questo bisogno in Madagascar, quindi abbiamo deciso che dovevamo lavorare come buoni samaritani, conoscere i bisogni dei nostri fratelli e servirli. Si scopre che persone da un piccolo angolo del mondo stanno inviando assistenza in un altro piccolo angolo del mondo. Cercheremo sicuramente di farlo in futuro. Il sottoscritto si limita ad accettare e a trasmettere solo ciò che la nostra diocesi ha raccolto, e ringrazio i nostri sacerdoti e parrocchiani che si sono prodigati per farlo. Ho inviato un elenco completo dei nostri sacerdoti a padre Nicholas, il decano del Madagascar, perché potessero pregare per loro. Lui mi ha mandato i nomi dei loro sacerdoti e di un diacono. Condivideremo una preghiera fraterna gli uni per gli altri. È così difficile per noi essere cristiani ortodossi qui, all'estremità del mondo. È difficile anche per loro in Madagascar. Certo, non condividiamo le stesse difficoltà, ma dobbiamo sforzarci di superarle e restare uniti.

Lei ha servito in Australia, ha visitato la Cina e attualmente sta prestando servizio in Nuova Zelanda. Da un punto di vista ortodosso, tutti questi paesi sono esotici. Come si sente quando porta letteralmente la Parola di Dio agli abitanti del luogo, che forse non l'hanno mai ascoltata? Ottiene qualcosa in risposta?

È troppo presto nella nostra storia per parlare di qualche missione su larga scala specificamente correlata agli aborigeni australiani. Fondamentalmente, ho avuto a che fare con un solo sacerdote di etnia aborigena nella nostra Chiesa, si chiamava padre Seraphim, Dio riposi la sua anima! Abbiamo parlato spesso con lui della necessità di raggiungere anche i Maori, i nativi neozelandesi. Lui lo stava facendo su piccola scala in Australia, dove vivono parecchi neozelandesi.

l'arciprete Vladimir Bojkov

Naturalmente, Vladyka Hilarion (Kapral) è stato coinvolto in questo; amava aprire nuove parrocchie e missioni di lingua inglese nella nostra diocesi. In Nuova Zelanda, cerchiamo di soddisfare i bisogni delle popolazioni indigene che vengono da noi. Per esempio, durante la pandemia abbiamo avuto circa dieci o quindici persone native interessate all'Ortodossia. Ad alcuni può sembrare una goccia nell'oceano, ma per noi sono parecchi. Stiamo battezzandoli quando sono pronti: sono prevalentemente uomini giovani e anziani che cercano la spiritualità e hanno trovato la Chiesa ortodossa attraverso la nostra parrocchia russa.

Innanzitutto, la nostra missione è diretta al nostro popolo: quelli che hanno lasciato la Cina negli anni '50 e '60, negli anni '80, e quelli che sono arrivati dall'ex Unione Sovietica a partire dagli anni '90. Naturalmente non abbiamo molte risorse, ma stiamo cercando di servire sia i russi che la gente del posto. Per esempio, dopo la fine della pandemia, abbiamo iniziato a tenere due Vespri il sabato nella nostra chiesa invece di una sola Veglia notturna: un Vespro in slavo ecclesiastico e un altro in inglese, poiché abbiamo avuto un afflusso di nuovi parrocchiani anglofoni. Sono tutte persone molto devote e partecipano alle funzioni. Durante il digiuno della Dormizione cantiamo in antifone la Paraclisi alla Madre di Dio in entrambe le lingue ogni sera. Essenzialmente la metà dei nostri fedeli parla inglese e l'altra metà parla russo.

 
Una pioggia di meteore sulle... Meteore

Le due meteore catturate nella foto lo scorso 7 agosto fanno parte dello sciame meteorico noto con il nome di Perseid. Da quanto si vede, sembrano puntare proprio sui loro omonimi, i complessi rocciosi delle Meteore, sede di importanti monasteri ortodossi nella Grecia centrale.

 
Riflessioni sulla vita e sullo spirito

La lezione piu importante della vita: l'uomo deve diventare spirito e non continuare a vivere come uomo.

Il più importante viaggio interiore è infatti la preghiera del cuore.

Vogliamo sempre parlare della relazione tra fede e ragione, ma la fede è la sola ragione della vita.

Non è possibile trovare la verita, che è infatti l'eternita, senza seguire la coscienza spirituale per superare il tempo.

La filosofia esprime la saggezza quando diventa teologia perche la saggezza significa la ricerca della parola di Dio.

La logica della creazione di Dio è l'amore, ma la logica della creazione dell'uomo è soprattutto la lotta per il potere.

Nessuna rivoluzione sociale è riuscita perche nessuna è stata prima di tutto una rivoluzione dell'anima.

Il ritorno all'innocenza sarà possibile quando l'uomo stesso potrà capire il miracolo della santa semplicità.

Non e facile vivere in questo mondo ma io l'amo perche questo mondo e il viaggio verso l'Eternità.

Le cose più belle della vita non si vedono con gli occhi, ma si sentono con il cuore. Questo è il messaggio dell'Ortodossia dal mio punto di vista.

L'icona è la finestra verso l'Assoluto, ma prima di tutto rappresenta la possibilità di un incontro reale tra l'uomo e Dio. L'icona è anche la traduzione in un linguagio figurativo universalmente leggibile della storia cristiana.

Non credo per vivere, ma vivo per credere.

Nella tradizione ortodossa si può senz'altro trovare e capire il dramma sacro della vita.

Forse è difficile amare tutto, ma almeno possiamo provare a rispettare tutto.

L'Ortodossia ci insegna a lasciare spazio al cuore, non solo alla lettera, pertanto tramite l'Ortodossia si può scoprire il regno dell'infanzia.

L'Ortodossia non esprime una filosofia pratica, ma il mistero ontologico, vale a dire la filosofia del cuore che ci insegna anzitutto la potenza salvifica di Dio.

L'Ortodossia è universale, anche perche ci mostra la dimensione comunitaria del vivere insieme.

La Chiesa Ortodossa ha la pienezza perche nell'Ortodossia c'e la natura nascosta dell'uomo, ma l'uomo deve riscoprirla.

Non posso dire che ho capito Dio se non sono capace di capire l'uomo accanto a me perché l'uomo accanto a me è stato inviato da Dio nella mia vita.

L'uomo non vive in una realtà concreta come sostiene, poiché ogni essere umano costruisce la propria realtà.

La misura della ricerca dell'idea per dare la parola significa il fatto di ricercare la guida persa.

Non possiamo mai dire che abbiamo conosciuto davvero qualcosa se non siamo riusciti a capire che la comprensione è la conseguenza logica della conoscenza.

La gentilezza come vettore dell'intelligenza e dell'amore è la più grande virtù, perché la gentilezza ci guida verso il coraggio di essere differenti.

L'oblio potrebbe spesso essere l'appannaggio dell'ignoranza, ma a volte può essere una medicina salvifica per la mente stanca.

L'uomo non è quello che sarebbe stato, se non avesse ricevuto da Dio il regalo della perenne ricerca.

Dare qualcosa come regalo a qualcuno che non chiede niente significa la scienza di avere cura della propria anima.

Non tutto quello che esiste è necessario, ma l'uomo vuole assaggiare tutto perché non può ancora rinunciare al frutto proibito.

Crediamo spesso che siamo abbandonati in questo mondo e in questa realtà perché noi stessi abbiamo abbandonato il Signore.

I verbi "essere" e "avere" non esprimerebbero in modo chiarissimo il senso della vita e della natura umana, se non fossero basati sui verbi "pensare" e "sapere".

Se l'uomo è per Nietzsche solo un prodotto della malattia, per me è un'invenzione audace dell'universo.

Tudor Petcu

 

 

Tristeţe abisală

 

Întind o mână şi-ţi cuprind bărbia

Vreau să-ţi citesc tristeţea din priviri

E un abis latent în spatele pupilei

Ce se afundă într-un nor de şovăieli,

 

Nu ştii nici tu ce cauţi în adâncuri

Nu ştii ce ruguri să aprinzi în trupul tău

Te cerţi că ţi-ai pierdut cândva iertarea

Şi ai uitat să te închini la Dumnezeu,

 

Îţi prind în palme chipul răvăşit de neguri

Privesc acelaşi freamăt ca şi ieri

Ţi-e frică să-ţi cobori în piept bărbia

Ţi-e frică să priveşti adânc în ochii mei,

 

Te pierzi în căutări şi în răspunsuri

Le pipăi rând pe rând cu gândul tău

Te îndoieşti de tot ce-i scris în Carte

Deşi ai vrea să fie sincer, adevăr,

 

Mă-ntrebi apoi pe mine cu mirare

ce am găsit ? ce urme ? unde stă?

iubirea LUI dacă-i aşa de mare

de ce există moartea pe Pământ ?

 

Ţi-aş spune, simplu, să priveşti în tine,

să te găseşti pe tine primul, şi, de vrei

poţi să-ţi alegi dacă să mergi în moarte

sau viaţa s-o petreci în Dumnezeu.

 

(Liliana Petcu)

Tristezza abissale

 

Tendo una mano e reggo il tuo mento

Voglio leggere la tristezza nel tuo sguardo

C’è un abisso nascosto dietro la pupilla

Che si immerge in una nuvola di esitazione

 

Non sai neppure tu cosa cerchi nel profondo

Non sai quali roveti sono ardenti nel tuo corpo

Tu piangi spesso che hai perso il perdono

E ti sei dimenticato di adorare Dio.

 

Prendo tra le mani il tuo viso devastato delle nebbie

Guardo lo stesso fremito di ieri

Hai paura di abbassare il tuo mento sul petto

Hai paura di guardare nel profondo dei miei occhi

 

Tu stesso ti perdi in ricerche e in risposte

Le accarezzi una per una con i tuoi pensieri

Non credi a niente di quel che è scritto nel Libro

Anche se vuoi che il Libro sia vero e sincero

 

Mi chiedi poi con stupore

Cosa ho trovato? Quali passi? Dove sta?

Se il Suo Amore è davvero così grande

Perché c’è la morte sulla terra?

 

Ti direi semplicemente di guardar dentro di te,

Di ritrovare te stesso innanzitutto e, se vuoi,

Puoi scegliere di andare sul cammino della morte

O vivere la ricchezza di una vita in Dio.

 

(Liliana Petcu)

 

 
Se la tua Chiesa accetta l'omosessualità, è tempo di cercarne una nuova

Buongiorno, io sono Ekaterina Grachëva e questo è il programma "La Chiesa e il mondo" su Russia 24. Parliamo con il metropolita Ilarion di Volokolamnsk, presidente del Dipartimento delle relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca.

Buon giorno, vladyka.

Buon giorno, Ekaterina. Buon giorno, cari fratelli e sorelle.

Vladyka, alcuni giorni fa abbiamo avuto dalla Svezia la notizia che la Chiesa di quel paese intende usare solo pronomi asessuati per riferirsi a Dio. Cioè, rimane la preghiera a Dio, ma non come a al Padre. Tale forma di preghiera sarà ora vietata. E che ne sarà di "Nel nome del Padre e del Figlio e del santo Spirito"? Come formuleranno ora questa preghiera?

Non è un caso che abbiamo rotto le nostre relazioni con la cosiddetta Chiesa di Svezia nel 2005. Lo abbiamo fatto dopo che hanno incluso la benedizione dei cosiddetti matrimoni omosessuali nella loro pratica liturgica. Per esempio, oggi il vescovo di Stoccolma è una donna che vive in un'aperta unione lesbica. Nel cristianesimo ci sono alcune cose che si possono cambiare, ma ci sono cose immutabili: la prima cosa immutabile sono i dogmi della fede, e la seconda è la moralità. La revisione della tradizione ecclesiastica che sta avendo luogo oggi in alcune comunità protestanti molto liberali dell'Ovest e del Nord riguarda entrambi questi settori. Da una parte esse rifiutano la moralità cristiana tradizionale a vantaggio di una serie di standard liberali moderni, e dall'altra parte cercano di adattare la pratica liturgica e i dogmi della fede ai nuovi standard liberali e politicamente corretti. 500 anni fa, quando è iniziata la riforma, Martin Lutero proclamò il principio della Sola Scriptura, che significa che le Sacre Scritture dovrebbero avere la prominenza. Martin Lutero disse che tutto ciò che è scritto nelle Sacre Scritture è immutabile, ma che la Tradizione può essere cambiata. Se seguissimo in modo logico questo punto di vista, vorrebbe dire che ora proprio i protestanti dovrebbero difendere ciò che è ci dato nelle Sacre Scritture da Gesù Cristo stesso. Nelle Sacre Scritture, nel Vangelo secondo Matteo, leggiamo che inviando i suoi discepoli a predicare, Gesù disse loro: "Andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e del santo Spirito". Non ha detto: "nel nome della Madre e della Figlia", e non ha scelto alcun'altra forma sessualmente neutra, nonostante il fatto che la lingua ebraica che Gesù parlava avrebbe permesso tali forme. Ha parlato di Padre, Figlio e santo Spirito. E quando i discepoli gli chiesero: "Signore, insegnaci a pregare, così come Giovanni il Battista ha insegnato ai suoi discepoli!", egli rispose: "Quando pregate, dite: Padre nostro, che sei nei cieli", e disse quella stessa preghiera, il Padre Nostro, che  tutti noi, ortodossi, cattolici e protestanti in tutto il mondo, leggiamo a ogni funzione e nelle nostre preghiere domestiche fin dal tempo in cui ci è stata data. Penso che la cosa migliore per i cristiani di quelle chiese che pervertono le preghiere è di lasciare tali chiese e trovare una Chiesa in cui le Sacre Scritture e la Tradizione ecclesiale rimangono immutate fin dal tempo di Gesù Cristo e dei suoi apostoli.

Vladyka, come commenterebbe il fatto che in Francia si stia sviluppando un disegno di legge che riduce l'età del consenso a 13 anni, cioè una legge che non permetterà di perseguire i rapporti sessuali con un ragazzo o una ragazza di 13 anni?

Gli esperti della nostra Chiesa hanno detto da lungo tempo che dopo l'accettazione dei matrimoni omosessuali e la loro equalizzazione al matrimonio tra un uomo e una donna, il passo successivo sarebbe stato la legalizzazione della pedofilia. Tutti ci hanno risposto con una sola voce che questa era una cosa del tutto diversa e che non ci sarebbe stato alcun passo successivo. Ma [come dice il detto russo] dopo aver detto "A" si deve dire "B". I legislatori che si comportano così hanno la loro logica. Seguono la via della distruzione cosciente dei divieti morali che sono esistiti da secoli e che sono stati determinati dalla consapevolezza religiosa. Quando rifiutano apertamente le basi religiose della legislazione, tutti i divieti spariscono. E queste leggi non riguardano la non punibilità di un ragazzo e di una ragazza tredicenni che hanno deciso insieme di avere rapporti sessuali. Queste leggi ora dicono che un pedofilo può liberamente avere ragazzi e ragazze tredicenni come partner sessuali. Di fatto il punto è ora la legalizzazione della pedofilia, e la legislazione liberale europea si è mossa verso questo punto da molto tempo.

Molte grazie, vladyka, per questa conversazione.

Grazie, Ekaterina.

 
Le cadute di Roma

Icona di Mosca terza Roma

La storiografia, cioè la scrittura della storia, ha generato centinaia di teorie per spiegare la caduta della vecchia Roma. Alcuni la attribuiscono a divisioni politiche, altri a fattori economici, altri alle invasioni dei popoli germanici, altri a fattori ambientali, altri a una crisi demografica, altri alla decadenza morale, e così via. Tuttavia, quali che siano le ragioni della caduta della vecchia Roma e delle sue province nell'angolo occidentale d'Europa, l'Impero Romano in sé non è caduto. Molto prima della caduta della vecchia Roma per opera di tribù barbariche nel 476, l'Impero Romano, che si era da tempo esteso verso est, era diventato cristiano. E quindi, la sua capitale era stata trasferita in una posizione più centrale nel mondo, rispetto alla isolata Vecchia Roma e alle sue province occidentali periferiche con la loro pesante storia pagana, per diventare una città cristiana. E con la cristianizzazione e lo spostamento della capitale, l'Impero Romano si assicurò la sopravvivenza lì per altri 1000 anni, molto tempo dopo la caduta della vecchia Roma.

Così fu fondata la seconda Roma, posizionata tra l'Europa e l'Asia, dove era nato Cristo. Più tardi chiamata Costantinopoli, questa seconda o Nuova Roma divenne tristemente preda di un ristretto nazionalismo greco, perdendo il suo carattere multinazionale originale. Tuttavia, quando cadde a sua volta, prima per opera di saccheggiatori cattolici avidi e omicidi nel 1204 e, infine, degli invasori musulmani nel 1453, l'Impero Romano si spostò semplicemente a nord, a Mosca, e lì sopravvisse. Mosca divenne la terza Roma e sviluppò un impero cristiano che giunse a coprire un sesto del pianeta. Tuttavia, anche se si espanse fino in Cina e pure attraverso il Pacifico, anch'esso cadde nel 1917, durante la guerra contro l'invasione di tribù germaniche, e di rapaci materialisti occidentalizzati. Questi erano contrari all'esistenza dell'impero multinazionale cristiano romano (dei Romanov), ed erano opposti alla sua fede e ai suoi valori senza compromessi, e desideravano sfruttare i suoi vasti territori e le sue ricche risorse naturali.

Quali che siano le molte ragioni per la caduta della prima Roma nel 476, della seconda Roma nel 1453 e poi della terza Roma nel 1917, una di queste ragioni fu senza dubbio la perdita della fede cristiana e la conseguente perdita dello spirito di sacrificio che sostenne l'impero romano cristiano. Così, nel 476 pochi rimanevano credenti nel centro di Roma e di conseguenza la città fu minata da molti fattori - l'uso di mercenari nel suo esercito, la sua spesa per pane e giochi del circo per le masse, la sua crisi demografica, la sua dipendenza dagli schiavi per fare il suo lavoro, lo svilimento della sua moneta, le sue divisioni politiche, le sue continue guerre, la rivolta dei popoli soggetti, il suo orgoglio esagerato. È interessante notare che tutti questi nove fattori sono esatti paralleli di quelli della caduta del mondo occidentale di oggi, l'impero americano, le cui legioni neo-romane sono spedite dalla sua Casa Bianca neo-pagana ('neoclassica') a Washington nelle sue colonie in tutto il mondo, proprio come quelle della vecchia Roma.

Per quanto riguarda la seconda Roma, anche i suoi dirigenti anche perso la fede, tradendo il cristianesimo per interessi nazionalistici ristretti, trovando pieno sostegno nell'ideologia aliena del cattolicesimo romano, che era stato recentemente inventato in Occidente e si focalizzava sulla vecchia Roma pagana. Allo stesso modo, anche la terza Roma è stata tradita da una quinta colonna di gretti traditori, ingannatori e codardi, sradicati dall'Ortodossia cristiana multinazionale. Tuttavia, la caduta della prima Roma e quella della seconda Roma sono avvenute a causa di invasioni e occupazioni straniere, da parte di barbari e musulmani. Anche se è vero che poi i barbari nazisti hanno tentato di invadere e di occupare la terza Roma, divenuta dopo l'apostasia la terza Internazionale, hanno fallito miseramente in questo. A differenza della prima e della seconda Roma, la caduta della terza Roma ha avuto luogo a causa di un tradimento interno, quando una gran parte dell'élite ha voluto prendere il potere per sé rovesciando l'imperatore cristiano.

Ecco la differenza fondamentale. Le prime due Rome sono state invase e occupate da alieni, dai barbari germanici e dai musulmani, ma la terza Roma è stata tradita da un nemico interno. E quando il nemico all'interno della terza Roma sarà finalmente sconfitto, la terza Roma, a differenza delle prime due non restaurabili, potrà essere restaurata. È questo processo di restaurazione che è in corso ormai da molti anni, guidato dalla Chiesa, chiamata a cristianizzare lo stato russo paganizzato. Se la terza Roma sarà finalmente restaurata, sarà di nuovo in grado di sfidare le forze di questo mondo. Nel corso dei secoli il loro centro guidato da Satana si è mosso continuamente verso ovest dal Medio Oriente verso la California, manipolando i governi, seminando inimicizia e provocando guerre tra i popoli del mondo, controllando i media e lavando il cervello delle masse per il proprio unico scopo – guidare il mondo tra le braccia dell'Anticristo. La sfida della nuova terza Roma a tali forze è ora la nostra unica speranza.

 
Patriarca Porfirije di Serbia: riconsacreremo e ricostruiremo le chiese attaccate in Kosovo

foto: spc.rs

Sua Santità il patriarca Porfirije di Serbia ha trascorso i primi tre giorni della Grande Quaresima presso l'antico Patriarcato di Peć in Kosovo e Metohija. Dopo aver servito ieri la prima Liturgia dei doni presantificati, il primate serbo ha poi servito un memoriale per tutti i suoi predecessori sul trono primaziale serbo, nonché per le vittime delle violenze degli albanesi etnici che hanno avuto luogo in tutto il Kosovo il 17 e il 18 marzo 2004.

E in risposta alla recente ondata di attacchi a chiese ortodosse in Kosovo, il patriarca ha espresso anche la sua intenzione di ricostruire e rilanciare la vita spirituale nelle chiese, come riferisce il servizio stampa della Chiesa ortodossa serba.

Gli arcivescovi e patriarchi serbi che sono sepolti presso il Patriarcato di Peć sono "non solo testimoni dell'esistenza, ma sono stati anche mecenati e creatori della più alta cultura europea attraverso la quale abbiamo nobilitato la terra del Kosovo e Metohija", ha detto il patriarca.

Sui luoghi in cui riposano, sono state offerte preghiere per le vittime degli eventi del 2004, così come per quelli che hanno sofferto 40 anni fa quando i dormitori del monastero del Patriarcato furono bruciati, come ha osservato sua Santità.

E rispondendo alla profanazione delle chiese, il patriarca ha sottolineato la necessità di pregare e ricostruire ciò che è andato perduto:

Quale può essere la nostra unica risposta? Riconsacreremo con la preghiera ciò che è stato profanato, ricostruiremo ciò che è stato bruciato e distrutto. E pregheremo Dio per dare forza a quelli che sono rimasti in Kosovo e Metohija per perseverare e costruire le loro vite nella pace. Pregheremo anche che i distruttori smettano di distruggere, gli incendiari smettano di bruciare, i ladri smettano di rubare, perché in quelle stesse chiese preghiamo per loro, per i loro vicini e per i loro figli. Pertanto, preghiamo oggi per la pace tra tutte le persone che vivono in Kosovo e Metohija, indipendentemente dalla loro religione ed etnia.

Come riportato ieri da OrthoChristian, cinque chiese sono state attaccate e derubate in Kosovo in 10 giorni.

 
Istituita una commissione speciale della Chiesa ortodossa russa per gestire le parrocchie nei territori annessi

il metropolita Pavel di Krutitsy e Kolomna. Foto: moseparh.ru

Il dipartimento speciale è presieduto dal metropolita Pavel di Krutitsy e Kolomna.

L'arciprete Igor' Jakimchuk, vicepresidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, ha affermato che l'Ufficio per le diocesi del Patriarcato di Mosca nei paesi della CSI si occuperà della vita delle parrocchie nei territori annessi dell'Ucraina, come riporta ria.ru.

"Per decisione del Santo Sinodo del 24 marzo 2022, l'Ufficio per le diocesi del Patriarcato di Mosca nei paesi della CSI è stato formato sotto la guida del metropolita Pavel di Krutitsy e Kolomna. Anche le diocesi sul territorio dell'Ucraina sono di sua competenza", ha affermato l'arciprete Igor' Jakimchuk.

Le seguenti diocesi della Chiesa ortodossa ucraina si trovano nei territori annessi alla Russia: Donetsk e Mariupol', Lugansk, Gorlovka e Slavjansk, Berdjansk e Prymorsk, Rovenky, Kherson e Tauride, Zaporozh'e, Novokakhovka, Severodonetsk.

Come riportato in precedenza dall'Unione dei giornalisti ortodossi, il Sinodo della Chiesa ortodossa russa ha trasferito le eparchie della Crimea della Chiesa ortodossa ucraina sotto la giurisdizione diretta del patriarca Kirill.

 
L’Ortodossia attraverso i miti occidentali (6)

In questo nuovo esame della storiografia medioevale, padre Andrew Phillips ci presenta un’altra opera di Sir Richard Southern (di cui abbiamo già visto un testo analizzato nella quarta parte di queste analisi). Il testo, apparso nel 1970, è Western Society and the Church in the Middle Ages (La società occidentale e la Chiesa nel Medioevo), che analizza la separazione tra Oriente e Occidente proprio nei secoli in cui una loro coesione (ancora possibile fino agli anni dello scisma definitivo) avrebbe potuto cambiare le sorti della cristianità. L’opera presta attenzione in particolare alle pretese di superiorità dell’Occidente, all’ascesa del clericalismo e di nuovi modi di considerare l’erudizione legale e teologica, e sottolinea il cambiamento del ruolo papale con l’appropriazione del nuovo titolo di ‘vicario di Cristo’.

 
Introduzione alle scienze liturgiche: i colori liturgici dei paramenti nella Chiesa ortodossa

I paramenti

Il clero ortodosso indossa due tipi di abiti, quelli non liturgici e quelli liturgici. Gli abiti non liturgici sono l'abbigliamento quotidiano ordinario del clero, indossato sotto i paramenti liturgici. Gli abiti liturgici, o 'paramenti', sono indossati durante le funzioni religiose.

Gli abiti non liturgici sono chiamati tonaca interna (in greco endo-rason, in slavonico podrjasnik) e tonaca esterna (in greco exo-rason, in slavonico rjassa). Le tonache interne sono abiti lunghi fino al pavimento che hanno maniche lunghe aderenti come maniche di camicia. Anche le tonache esterne sono abiti lunghi fino a terra, ma sono meno aderenti, con le maniche molto grandi.

Nella tradizione russa, perché il clero monastico indossa tonache di colore scuro (di solito nero, blu scuro o marrone scuro) e il clero sposato indossa tonache di qualunque colore (spesso di colori più chiari), sono indicati come il clero nero e il clero bianco. In Russia, prima della rivoluzione del 1917, questo schema di colori era vero sia per le tonache interne sia per le tonache esterne. Inoltre, il colore della fodera delle maniche della rjassa [tonaca esterna] indicava il rango del sacerdote. Nella Russia moderna, tutto il clero usa colori scuri per la rjassa, con altri colori solo per le tonache interne. Non si usano più le fodere colorate delle maniche per indicare il rango. Tuttavia, dal momento che le chiese di tradizione russa fuori dalla Russia non erano state influenzate dai cambiamenti in Unione Sovietica dopo il 1917, molti membri del clero di tradizione russa al di fuori della Russia, soprattutto in America, continuano gli stili degli abiti prima del 1917 fino ai giorni nostri.

La pratica di indossare tonache colorate proviene dai tempi chiamati turcocrazia, dominazione turca o 'giogo turco'. Il clero musulmano si riservava il ​​diritto di indossare il bianco o il nero pensando di umiliare il clero cristiano, costringendolo a indossare abiti dai colori brillanti. Una volta che la Chiesa greco si è liberata dal dominio turco, ha abbandonato la pratica di indossare tonache colorate. Ma il clero russo aveva già copiato la pratica del clero greco, che era diventata parte dello stile russo.

Tra l'altro, il clero di tradizione greca indossa tonache interne colorate nei climi tropicali ed equatoriali. I colori crema, grigio e marrone chiaro sono popolari. Inoltre, le tonache interne blu non sono rare (non importa in quale zona climatica).

È appropriato indossare una cintura sulla tonaca interna. Nella tradizione greca, la cintura non è nulla di più di un nastro o corda legata intorno alla vita. Ma nelle chiese serbe e romene, queste cinture significano il rango del sacerdote. Nella Chiesa russa, la cintura è spesso molto elaborata. Il defunto arcivescovo John (Garklavs) di Chicago sembrava indossare sempre cinture ricamate con rose.

Indossare tonache interne ed esterne è comune a vescovi, sacerdoti, diaconi, monaci e monache. Il permesso di indossare una tonaca è spesso dato ai seminaristi, ai novizi monastici, e ai suddiaconi e lettori nelle parrocchie.

Per quanto riguarda i paramenti, quando il Tipico dice qualcosa su di loro, specifica solo paramenti 'chiari' o 'scuri', in modo che la tradizione locale è l'unico 'standard'. Nella Chiesa ortodossa, sono utilizzati sei colori liturgici: bianco, verde, viola (porpora), rosso, blu e oro. Più tardi, sono venuti in uso anche i paramenti neri. In alcuni luoghi è utilizzato un colore scarlatto arancione o ruggine.

È possibile assegnare significati ai diversi colori: il bianco per la pura luce dell'energia di Dio; il verde, il colore della vita, per lo Spirito Santo e il legno della croce; il viola per la sofferenza di Cristo; il rosso intenso per il sangue sulla Croce, il sangue dei martiri; il blu per la Madre di Dio; l'oro per la ricchezza dei doni dello Spirito Santo, e il rosso brillante per la fiamma ardente delle schiere spirituali. Il nero è tradizionalmente il colore della morte e del lutto in Occidente, ma in estremo Oriente il colore della morte e del lutto è il bianco. In Russia, il rosso è il colore della bellezza, della luminosità e della gioia. Niente di tutto questo è scritto nelle regole, e diversi colori hanno ovviamente diversi significati per i diversi popoli.

È quindi più facile descrivere i vari costumi che dire quali colori sono 'adeguati' e quali 'inadeguati' da utilizzare. Di seguito, diamo gli usi più comuni per i colori della Chiesa ortodossa, soprattutto nella tradizione russa (Mosca), carpato-russa e ucraina o 'piccolo-russa'.

I colori

Ecco cosa dice la Nastol'naja Kniga Sviashchenno-sluzhitelja (il 'Manuale da tavolo del sacerdote') della Chiesa russa sui colori:

Le feste più importanti della Chiesa ortodossa e gli eventi sacri per i quali sono stati stabiliti i colori specifici dei paramenti si possono riunire in sei gruppi di base:

1. Il gruppo delle feste e dei giorni che commemorano il nostro Signore Gesù Cristo, i profeti, gli apostoli e i santi ierarchi. Colore dei paramenti: oro (giallo) di tutte le sfumature.

2. Il gruppo delle feste e dei giorni che commemorano la santissima Madre di Dio, le potenze incorporee e le vergini. Colore dei paramenti: azzurro e bianco.

3. Il gruppo delle feste e dei giorni che commemorano la Croce del Nostro Signore. Colore dei paramenti: porpora o rosso scuro.

4. Il gruppo delle feste e dei giorni che commemorano i martiri. Colore dei paramenti: rosso. [Il Grande e Santo Giovedi, si indossano paramenti di colore rosso scuro, anche se la chiesa è ancora drappeggiata in nero e la santa mensa (l'altare) è coperta con un panno bianco.]

5. Il gruppo delle feste e dei giorni che commemorano i santi monaci, gli asceti e i folli per Cristo. Colore dei paramenti: verde. L'ingresso del nostro Signore in Gerusalemme (Domenica delle Palme), il giorno della santa Trinità (Pentecoste) e il giorno del santo Spirito (lunedì dopo la Pentecoste), di regola, si celebrano in paramenti verdi di tutte le sfumature.

6. Durante i periodi di Quaresima, i colori dei paramenti sono: blu scuro, viola, verde scuro, rosso scuro e nero. Quest'ultimo colore è usato essenzialmente per i giorni della Grande Quaresima. Durante la prima settimana di questa Quaresima e nei giorni feriali delle settimane successive, il colore dei paramenti è il nero. Alla domenica nei giorni di festa di questo periodo, i paramenti sono di colore scuro con oro o con ornamenti colorati. I funerali, di regola, si fanno in paramenti bianchi.

In passato, non c'erano paramenti neri nella Chiesa ortodossa, anche se l'abbigliamento quotidiano del clero, soprattutto dei monaci, era nero. Nei tempi antichi, nelle chiese greche e russe, il clero indossava, secondo il Tipico, "paramenti cremisi" o rosso scuro (color sangue). In Russia, fu proposto per la prima volta al clero di San Pietroburgo di indossare paramenti neri, se possibile, per partecipare al funerale dell'imperatore Pietro II [1821]. Da quel momento in poi, i paramenti neri sono diventati di uso comune per i funerali e per i servizi nei giorni feriali della Grande Quaresima.

I colori secondo vari costumi locali

Il bianco si indossa per le feste e le post-feste dell'Epifania, della Trasfigurazione e della Pasqua. Nell'antichità, il Natale e l'Epifania erano celebrati come una singola festa, la Teofania del Signore, così, in alcuni luoghi, il bianco è indossato il giorno di Natale, ma si indossa l'oro dal secondo giorno di Natale fino all'Epifania. Nel costume moscovita, la chiesa e i paramenti del sacerdote si cambiano in bianco al prochimeno della Liturgia del Sabato Santo. Poi si indossa il bianco fino alla fine del Mattutino pasquale, e il rosso brillante alla Liturgia pasquale e per tutta la stagione pasquale. In alcuni luoghi in Russia si indossa il bianco dall'Ascensione alla Pentecoste, ma in altri luoghi in quei giorni si indossa l'oro. Nello stile carpato-russo, nella stagione pasquale, si usa in esclusiva il bianco. Il bianco, colore della risurrezione, si indossa in occasione di funerali e funzioni commemorative dei defunti. Inoltre, è interessante notare che in Russia, alla liturgia del Giovedì Santo, si copre l'altare con una tovaglia bianca per rappresentare la tovaglia di lino dell'Ultima Cena [il sacerdote indossa il rosso scuro, e la chiesa rimane in nero fino a dopo la Liturgia, quando anche i paramenti del prete tornano al nero].

Il verde si indossa per la Pentecoste e la sua post-festa e per le feste di profeti e angeli. In alcuni luoghi, il verde si indossa all'elevazione della Croce nel mese di settembre. Nella pratica carpato-russa, il verde si indossa dalla Pentecoste fino al digiuno dei santi Pietro e Paolo. Il verde si indossa spesso alla Domenica delle Palme.

L'oro si indossa dal Natale all'Epifania, e in alcuni luoghi, durante il digiuno della Natività. L'oro si indossa quando non viene specificato alcun altro colore. In una tradizione locale, l'oro si indossa in tutte le domeniche (tranne quelle in cui si indossa il bianco), incluse anche le domeniche di tutti i periodi di digiuno. Nello stile carpato-russo, l'oro si indossa dalla vigilia dell'Ascensione alla vigilia di Pentecoste.

Il rosso, in particolare il rosso scuro o 'rosso sangue', si indossa nel digiuno dei santi Pietro e Paolo, nel digiuno della Natività, all'Elevazione della Croce (14/27 settembre), e in tutte le feste dei martiri. Il rosso brillante si indossa alla festa dei santi Pietro e Paolo, e per gli angeli. Nello stile di Mosca, al Monte Athos, e a Gerusalemme, si indossa il rosso brillante a Pasqua e alla Natività.

Il blu si indossa per tutte le feste della Vergine, alla Presentazione del Signore, all'Annunciazione, e talvolta al quinto Venerdì di Quaresima (dell'inno Acatisto). Nelle parrocchie carpato-russe, il blu si indossa al digiuno e alla festa della Dormizione, e poi fino all'Esaltazione della croce, e a volte anche fino al digiuno della Natività.

Il viola si indossa durante il fine settimana della Quaresima (nei giorni feriali si indossa il nero). In alcuni luoghi, si indossa il viola nei giorni feriali di Quaresima, e l'oro nei fine settimana.

Il nero si indossa nei giorni feriali di Quaresima, in particolare la prima settimana di Quaresima e la Settimana Santa. Nelle parrocchie ex-uniate carpato-russe, il nero si indossato tutti i giorni della settimana per i funerali e nelle funzioni e liturgie commemorative dei defunti, come avveniva nella Chiesa cattolica romana, anche se questo non più è universalmente vero.

L'arancione o ruggine si indossa in alcuni luoghi per il digiuno dei santi Pietro e Paolo, e in altri luoghi dalla festa dei Santi Pietro e Paolo fino alla Trasfigurazione.

Si prega di notare che la 'festa' si riferisce al periodo che va dalla vigilia della festa fino alla sua apodosi, o 'restituzione', un periodo di solito chiamato 'post-festa'. Le lunghezze di queste post-feste variano e sono riportate nel calendario liturgico e nelle rubriche. In generale, vi è una post-festa di circa una settimana per ciascuna delle dodici grandi feste.

Come si può vedere, c'è una grande varietà di modi di fare le cose. Nella Chiesa occidentale, si usano sei colori: bianco, rosso, rosa, verde, viola e nero. Il blu e l'oro non vengono utilizzati. Il nero si indossa il Venerdì Santo, e alle messe di requiem.

In molte parrocchie le coperture sull'altare e sugli altri tavoli, altri panni e paramenti, la cortina  dietro le porte regali e anche i contenitori in vetro per le lampade da vigilia si cambiano nel colore liturgico della stagione.

Nelle parrocchie della tradizione greca, è consuetudine chele lampade da vigilia e la cortina dietro le porte regali rimangano di colore rosso in ogni momento. A causa dell'associazione del racconto evangelico della cortina del tempio 'strappata in due' al momento del terremoto quando il Signore fu crocifisso, e della storia della trasformazione in rosso delle uova portate da Claudia Procula, moglie  di Ponzio Pilato (e del nostro uso di uova rosse a Pasqua), il costume è che la cortina dietro le porte regali rimanga rossa. Ricordate che questo ricco e profondo colore viola rossastro è anche il colore antico della regalità, e per questo motivo è usato dietro le porte regali e come drappeggio sul Golgota e in altri luoghi associati al nostro Signore e a sua Madre.

Fonte:

Nastol'naja Kniga Sviashchenno-sluzhitelja, Volume 4, Mosca, 1983, traduzione inglese in The Messenger of St. Andrew’s Russian Orthodox Cathedral, Philadelphia, giugno / luglio-agosto / settembre 1999.

 
Padre Sofronij (Sakharov) e la comprensione ortodossa della redenzione

Padre Sofronij (Sakharov) era nato in una famiglia borghese di Mosca nel 1896, era in tutto e per tutto un intellettuale, in gioventù cadde sotto l'influenza dell'induismo, poi divenne un pittore dell'Art Nouveau, emigrando a Parigi, e diventando in seguito il bibliotecario [1] al monastero di san Panteleimone all'Athos, nonché un filosofo religioso. Tuttavia, ha anche chiaramente imparato la saggezza da semplici monaci durante i suoi due decenni trascorsi sul Monte Athos. Il mio primo incontro con lui avvenne dieci anni dopo che aveva lasciato la Chiesa russa nel 1965, un evento che seguì la sua disputa con il vescovo russo locale (che come lui era un parigino di ricca famiglia russa). Così, incontrai per la prima volta padre Sofronij nel 1975 (non fu mai chiamato anziano in vita sua, e il termine improprio "dell'Essex" [2] gli fu attribuito in seguito dai suoi ammiratori stranieri). Lo incontrai spesso nei successivi otto anni fino al 1983. Morì nel 1993, quando i suoi sacerdoti e il convento da lui fondato erano diventati una calamita per i convertiti intellettuali.

Una delle prime cose che ho capito è quanto padre Sofronij fosse sotto l'influenza del grande rivitalizzatore della teologia patristica (cioè biblica / ortodossa / cristiana), in metropolita Antonij (Khrapovitskij) di Kiev (1864-1936), che fu anche il primo ierarca della Chiesa fuori dalla Russia. In particolare il metropolita Antonij era opposto alla scolastica cattolica romana che infestava le quattro accademie teologiche nella Russia pre-rivoluzionaria ("le tombe dell'Ortodossia", come erano allora chiamate). [3] Divorziata dal monachesimo e dalla pietà popolare, la filosofia latina aveva conquistato le accademie fin dall'inizio. [4] I diplomati delle accademie non sapevano nemmeno ciò che sapevano e che potevano esprimere con parole semplici i contadini ortodossi. Pertanto, anche figure come il vescovo di formazione scolastica (in seguito arcivescovo) Teofane di Kursk non riuscivano a comprendere l'insegnamento patristico sulla redenzione. [5]

Non solo padre Sophrony parlava apertamente con ammirazione della dimensione morale con cui il metropolita Antonij spiegava i dogmi dell'ortodossia ("dogmi" naturalmente nel senso ortodosso di "rivelazioni dello Spirito Santo") [6], ma anche della sua dimensione spirituale. In nessun luogo questo è più ovvio che nella comprensione patristica della Redenzione, ripresa dal metropolita Antonij nella sua opera 'Il dogma della redenzione' [7], e che si diffuse ai suoi discepoli, i futuri santi come sant'Ilarion (Troitskij, + 1926), sant'Alexis della Carpato-Russia (+ 1947), san Nikolaj (Velimirovich) (+ 1956), san Giovanni di Shanghai (+ 1966) [8] e san Giustino (Popovich) (+ 1979). Questa era anche la comprensione quasi bimillenaria di monaci contadini semi-alfabetizzati come san Silvano l'Athonita (+ 1938), di cui padre Sofronij era diventato uno dei discepoli prima di essere espulso dal Monte Athos dopo la seconda guerra mondiale.

Per il metropolita Antonij, la presentazione della sofferenza di Cristo sulla Croce è cattolico-romana, con la sua comprensione giudaica e legalistica di un Dio Padre feudale e adirato che chiede un sacrificio di sangue, e con il suo culto umanistico e morboso della sofferenza corporale e del sangue. Così, si impegnò nel suo energico combattimento contro ciò che chiamò "il monismo morale" della teoria giuridica della redenzione, spiegando la salvezza che proviene dall'amore di Cristo. Ciò che è importante nella storia della redenzione è il sacrificio d'amore di Cristo, che ha preceduto la Croce per tutta la vita di Cristo, culminando nel Getsemani [9] e poi sulla Croce e nella luce accecante della Risurrezione. Questo spiega l'enorme differenza nella comprensione della Croce tra la Chiesa e il Cattolicesimo romano. Per gli ortodossi in ogni momento la Croce è sempre stata il simbolo radioso della vittoria sulla morte, mentre per i cattolici romani è il simbolo morboso della morte e della sofferenza, motivo per cui i protestanti, come gli ebrei dell'antichità, lo hanno respinto.

Nel libro altamente intellettuale sulla comprensione della teologia ortodossa di padre Sofronij, compilato dal suo pronipote, si spiega che per padre Sofronij "l'evento del Getsemani non è da meno dell'evento della Croce nel momento redentivo". [10] L'autore spiega anche che per padre Sofronij il Getsemani era un sacrificio interiore e il Golgota era esteriore. Questo porta ancor più a fondo l'insegnamento del metropolita Antonij. Padre Sofronij aveva trovato conferma dell'espressione del metropolita Antonij del dogma ortodosso della Redenzione in san Silvano: "San Silvano suggeriva che la preghiera di Cristo nell'orto del Getsemani includesse l'intera razza umana da Adamo fino all'ultimo bambino nato da donna". [11] Padre Sofronij scrisse pure che "Cristo visse la tragedia di tutta l'umanità... prima della sa preghiera redentiva per tutta l'umanità nel Giardino". E ancora: "La preghiera di Cristo nel giardino del Getsemani è la più nobile di tutte le preghiere con la sua virtù e il suo potere di espiare i peccati del mondo" [12].

Qui è chiaro che padre Sofronij era stato illuminato da san Silvano, ma in seguito trovò la comprensione della sua illuminazione nelle opere del metropolita Antonij, che era già stato illuminato due generazioni prima di padre Sofronij attraverso la tradizione monastica in Russia. La fonte dell'illuminazione di tutti loro era unica e identica: la Tradizione della Chiesa, cioè lo Spirito Santo [13]. Cristo nel Getsemani era davvero "addolorato fino alla morte" (Mt 26:38), perché lì prese su di sé moralmente tutte le sofferenze dei 100 miliardi di membri dell'umanità da Adamo fino all'ultima persona nella storia, e così "sudò grumi di sangue " (Lc 22:44) [14]. Questa redenzione fu poi completata quando Cristo inchiodò i nostri peccati alla Croce, dove terribili sofferenze fisiche furono aggiunte all'immensa sofferenza morale, tale che la morte venne rapidamente, con grande stupore di Pilato (Mc 15;44). La nostra mente non può nemmeno cominciare a comprendere queste cose.

Note:

[1] Nel 1979 il defunto abate Misail di san Panteleimone mi offrì quel posto di bibliotecario, poiché nessuno aveva ancora occupato il posto lasciato vacante da padre Sofronij più di trent'anni prima.

[2] Gli intellettuali dall'estero vengono regolarmente alla chiesa di san Giovanni a Colchester, nell'Essex, alla ricerca di un certo "Essex", come se questo non fosse un'area di 1.300 miglia quadrate, ma un piccolo villaggio! È dubbio che più di poche centinaia del milione e 300.000 abitanti dell'Essex abbiano mai sentito parlare di "padre Sofronij".

[3] Per questa citazione e la decadenza di quell'epoca, si veda S. A. Nilus, Opera Omnia, Mosca 2002, vol. 4, pp. 811-812.

[4] A Parigi negli anni '70 mi fu detto che negli anni '30 c'erano dei "teologi" russi all'Istituto San Sergio che discutevano di teologia in latino. Questo era considerato un complimento! L'Istituto San Sergio ha purtroppo ereditato la decadenza filosofica e teorica delle Accademie pre-rivoluzionarie, che, purtroppo, ora sta facendo rivivere sia dentro che fuori la Russia. Si veda il mio articolo sulla "Teologia di Shanghai": http://www.events.orthodoxengland.org.uk/why-shanghai-theology-will-conquer-the-world/

[5] L'arcivescovo Teofane finì la sua vita nel 1940 in una grotta in Francia, pentendosi per aver ingannato ingenuamente Grigorij Rasputin, con una calunnia che aveva portato al suo sadico assassinio da parte di spie britanniche nel 1916 e poi al colpo di stato noto come "rivoluzione russa"; il suo pentimento mi fu raccontato in Francia negli anni '70 da coloro che lo avevano conosciuto.

[6] Traduzione inglese, 'The Moral Idea of the Main Dogmas of the Faith', Synaxis Press, Canada, 1984

[7] Traduzione inglese, Monastery Press, Montreal 1979

[8] Si veda specialmente il testo di san Giovanni "Per cosa pregava Cristo nell'orto del Getsemani" (apparso in russo in Church Life, n. 4, 1938), che appoggia pienamente l'insegnamento sulla redenzione del suo grande abba, il metropolita Antonij.

[9] Si veda la p. 113 di "The Moral Idea of the Main Dogmas of the Faith", Synaxis Press, Canada, seconda edizione, 2015.

[10] "I love therefore I am", St Vladimir's Press, Crestwood, 2002, pp. 176-77. In modo allarmante, la sovraccoperta di questo studio accademico piuttosto inaccessibile (che deve il suo titolo a un filosofo francese eterodosso!) afferma che "la teologia di padre Sophrony (sic!) trasmette il messaggio che il cristianesimo non è solo una disciplina accademica"!!! Questo vorrebbe dire che in realtà ci sono persone che immaginano che il cristianesimo sia una disciplina accademica?!

[11] https://www.johnsanidopoulos.com/2015/10/an-interview-with-elder-sophrony-about_8.html

[12] "His Life is Mine", pp. 39 e 91, Ristampa, Crestwood.

 [13] Ovviamente, qui ignoriamo le incomprensioni polemiche californiane quasi contemporanee (in particolare dell'allora recente convertito, lo ieromonaco Seraphim (Rose) in Orthodox Life del 1973, "On the New Interpretation of the Dogma of the Redemption", a cura del defunto Gleb Podmoshensky). Questa nuova interpretazione non era quella del metropolita Antonij, ma quella dello stesso padre Seaphim, che in qualche modo aveva immaginato che il metropolita Antonij avesse rifiutato la croce. Questo è stato poi ripetuto da alcuni a Crestwood, dove è stato pubblicato il libro sulla comprensione di padre Sofhronij della Tradizione ortodossa (!), dove si afferma che il metropolita Antonij era uno "stavroclasta" (!), cioè uno che ha rigettava la croce. Se ciò fosse vero, allora anche padre Sofronij era uno "stavroclasta"! Chiunque abbia visto il metropolita Antonij inchinarsi umilmente davanti alla Croce alla terza domenica di Quaresima o all'Esaltazione della Croce nella chiesa russa di Belgrado alla fine della sua vita (e io ho conosciuto persone che l'hanno visto), saprà che questo malinteso potrebbe essere diventato una calunnia per l'autogiustificazione di passioni personali. Se il metropolita Antonij era uno stavroclasta, lo erano anche san Nicola di Zhicha (che ben conosceva san Silvano l'Athonita) e i suoi amici san Giovanni di Shanghai e san Giustino di Chelije, padre Sofronij (Sakharov) e, se per questo, tutti i Padri della Chiesa! L'origine di tale incomprensione è nel condizionamento cattolico romano inerente alla "teologia" scolastica o accademica e al fraintendimento (purtroppo, talvolta deliberato) degli scritti del metropolita Antonij.

[14] Si veda in particolare Sant'Ilario di Poitiers, Sulla Trinità, libro X, sezione 36 e seguenti e le pp. 49, 113-114, 171, 174, 206 e 266 del sopra citato 'The Moral Idea of the Main Dogmas of the Faith', Synaxis Press, Canada, II ed., 2015.

 
Peculiarità del carattere nazionale russo

Zimnik

Zimnik, antico dio slavo: un vecchio tarchiato, dai capelli lunghi del colore della neve, indossa un manto bianco, e va sempre a piedi nudi. Tiene in mano un bastone di ferro, con il cui movimento congela istantaneamente tutto ciò che è solido. Può evocare tempeste di neve, tempeste di ghiaccio e bufere di neve. Va in giro a prendere quello che vuole, soprattutto i bambini che si comportano male.

Gli eventi recenti, come il rovesciamento del governo in Ucraina, la secessione della Crimea e la sua decisione di aderire alla Federazione russa, la successiva campagna militare contro i civili in Ucraina orientale, le sanzioni occidentali contro la Russia, e, più recentemente, l'attacco al rublo, hanno causato una certa fase di transizione all'interno della società russa, una fase che, credo, è molto poco, se non per nulla, compresa in Occidente. Questa mancanza di comprensione mette l'Europa in una posizione di svantaggio significativo per di negoziare la fine di questa crisi.

Mentre prima di questi eventi i russi erano piuttosto contenuti di considerarsi "solo un altro paese europeo", ora hanno ricordato che sono una civiltà distinta, con radici in una civiltà diversa (a Bisanzio, piuttosto che a Roma) – una civiltà che è stata oggetto di sforzi concertati di distruzione da parte dell'Occidente per una volta o due ogni secolo, da Svezia, Polonia, Francia, Germania, o da una combinazione di quanto sopra. Questo ha condizionato il carattere russo in uno specifico insieme di modalità che, se non è adeguatamente compreso, rischia di portare al disastro l'Europa e il mondo.

Affinché non pensiate che Bisanzio ebbe un'influenza culturale minore sulla Russia, il suo ruolo fu, infatti, piuttosto fondamentale. Le influenze culturali bizantine, venute con il cristianesimo ortodosso, prima attraverso la Crimea (la culla del cristianesimo in Russia), poi attraverso la capitale russa di Kiev (la stessa Kiev che ora è capitale dell'Ucraina), ha permesso alla Russia di fare un salto attraverso circa un millennio di sviluppo culturale. Tali influenze comprendono la natura opaca e pesantemente burocratica del governo russo, che gli occidentali, che amano la trasparenza (anche se la amano solo negli altri) trovano così snervante, insieme a molte altre cose. Ai russi a volte piace chiamare Mosca la terza Roma – terza dopo Roma stessa e Costantinopoli – e questa non è una pretesa del tutto vuota. Ma questo non vuol dire che la civiltà russa sia un derivato; Sì, è riuscita ad assorbire l'intera eredità classica, vista attraverso una lente decisamente orientale, ma il suo vasto ambiente settentrionale ha trasformato quel patrimonio in qualcosa di radicalmente diverso.

Dal momento che questo tema è di schiacciante complessità, mi concentrerò solo su quattro fattori, che trovo essenziali per comprendere la trasformazione a cui stiamo assistendo.

1. Sopportare le offese

Le nazioni occidentali sono emerse in un contesto di risorse limitate e di un'implacabile pressione demografica, e questo ha in gran parte determinato dal modo in cui essi rispondono alle offese. Per molto tempo, quando l'autorità centrale era debole, i conflitti furono stati risolti attraverso scontri sanguinosi, e anche un affronto minore poteva trasformare istantaneamente degli amici in avversari pronti a sfoderare le spade. Ciò è dovuto al fatto che era un ambiente in cui mantenere il dominio sul proprio territorio era la chiave per la sopravvivenza.

Al contrario, la Russia è emersa come una nazione in un contesto di risorse quasi infinite, anche se per lo più molto disperse. Usufruiva anche del bottino delle rotte commerciali che portavano dai vichinghi ai greci, rotte così attive che i geografi arabi credevano che ci fosse uno stretto di mare che collegava il Mar Nero con il Mar Baltico, mentre tale percorso era costituito da fiumi con una notevole quantità di portata. In questo contesto, era importante evitare i conflitti, e chi sfoderava la spada per una sola parola sbagliata non aveva molte probabilità di successo.

Così, è emersa una strategia molto diversa di risoluzione dei conflitti, che sopravvive fino a oggi. Se insultate, maltrattate o comunque danneggiate un russo, è difficile che se consegua una rissa (a meno che non sia un pestaggio dimostrativo in un luogo pubblico, o un regolamento di conti violento e calcolato). Invece, molto più probabilmente, il russo semplicemente vi dirà di andare all'inferno, e poi rifiuterà per sempre di avere a che fare con voi. Se la vicinanza fisica lo rende difficile, il russo prenderà in considerazione di trasferirsi, andando in qualsiasi direzione che sembra portare lontano da voi. Questo atto è così comune in pratica che è stato abbreviato nella lingua in un monosillabo: "Пшёл!" ("Pshol!"), che può essere definito semplicemente come "послать" (letteralmente, "mandare"). In un ambiente in cui c'è una quantità quasi infinita di terra libera per sistemarsi, tale strategia ha perfettamente senso. I russi vivono come persone stanziali, ma quando devono muoversi, si muovono come nomadi, il cui metodo principale di risoluzione dei conflitti è il trasferimento volontario.

Questa risposta ai maltrattamenti come qualcosa di permanente è un importante aspetto della cultura russa, e per gli occidentali che non lo capiscono è improbabile riuscire ottenere un risultato desiderato, o persino capire tale cultura. Per un occidentale, un insulto può essere risolto dicendo qualcosa come "Mi dispiace!" Per un russo questo praticamente è solo un rumore, soprattutto se viene detto da qualcuno a cui è già stato detto di andare all'inferno. Una scusa verbale che non è sostenuta da qualcosa di tangibile è una di queste regole di buona educazione, che per i russi sono considerate un lusso. Fino a un paio di decenni fa, la scusa russa standard era "извиняюсь" ("izviniáius' "), che può essere tradotto letteralmente come "io scuso me stesso". La Russia è ora un paese molto più educato, ma il suo modello culturale di base rimane saldo.

Anche se le scuse puramente verbali sono inutili, la restituzione non lo è. Mettere a posto le cose può coinvolgere l'abbandono di un possesso prezioso, o il prendere un nuovo significativo impegno, o annunciare un importante cambiamento di direzione. Il punto è tutte queste restituzioni comprendono azioni risolutive, e non solo parole, perché al di là di un certo punto le parole possono solo peggiorare la situazione, portandola dalla fase "Vai al diavolo" all'ancor meno soddisfacente fase "Lascia che ti mostri come andarci".

2. Trattare con gli invasori

La Russia ha una lunga storia di invasioni da ogni parte, ma soprattutto da ovest, e la cultura russa ha sviluppato una certa mentalità che è difficile da comprendere per gli estranei. Prima di tutto, è importante rendersi conto che quando i russi combattono un'invasione (e avere la CIA e il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti che dirigono l'Ucraina con l'aiuto di nazisti ucraini si qualifica come una invasione) non stanno lottando per il territorio, almeno non direttamente. Piuttosto, stanno combattendo per la Russia come un concetto. E il concetto afferma che la Russia è stata invasa più volte, ma mai con successo. Nella mentalità russa, invadere la Russia con successo comporta l'uccisione di quasi ogni russo, e, come sono soliti dire, "Non ci possono uccidere tutti" ("Нас всех не убьёшь"). La popolazione può essere ripristinata nel tempo (22 milioni erano perduti alla fine della seconda guerra mondiale), ma il concetto, una volta perso, sarebbe perso per sempre. Può sembrare assurdo a un occidentale sentire i russi che chiamano il loro paese "un paese di principi, poeti e santi", ma questo è quello che è: è uno stato della mente. La Russia non ha una storia: è la sua storia.

Poiché i russi combattono per il concetto di Russia piuttosto che per ogni pezzo di territorio russo, sono sempre piuttosto disposti a ritirarsi – in un primo momento. Quando Napoleone invase la Russia, pianificando un completo saccheggio su tutta la strada attraverso la campagna, trovò l'intera campagna data alle fiamme dai russi in ritirata. Quando finalmente occupò Mosca, anch'essa finì in fiamme. Napoleone vi si accampò per un po', ma alla fine, rendendosi conto che non c'era più niente da fare (attaccare la Siberia?) e che il suo esercito avrebbe fatto la fame e sarebbe morto di freddo se fosse rimasto, batté in una vergognosa ritirata, abbandonando alla fine i suoi uomini al loro destino. Mentre questi si ritiravano, un altro aspetto del patrimonio culturale russo salì alla ribalta: ogni contadino di ogni villaggio dato alle fiamme mentre i russi si erano ritirati era ora in prima linea mentre i russi avanzavano, preso da prurito per la possibilità di mirare a un soldato francese.

Allo stesso modo, l'invasione tedesca durante la seconda guerra mondiale fu in grado in un primo momento di fare rapidi progressi, prendendo un sacco di territorio, mentre i russi altrettanto rapidamente si ritirarono ed evacuarono le loro popolazioni, trasferendo intere fabbriche e altre istituzioni in Siberia e re-insediando le famiglie all'interno del paese. Poi l'avanzata tedesca si fermò, si invertì, e infine si trasformò in una disfatta. Il modello standard si è ripetuto, con l'esercito russo che spezza la volontà dell'invasore mentre la maggior parte della popolazione locale che si è trovata sotto occupazione ha evitato cooperazione, si è organizzata come bande partigiane e ha inflitto il massimo danno possibile alla ritirata dell'invasore.

Murmansk, 68° 58'45", popolazione: 300.000

12 gennaio: prima alba in 40 giorni

Lunghezza del giorno: 38 minuti

Un altro adattamento russo per trattare con gli invasori è fare affidamento sul clima russo per fare il loro lavoro. Un modo standard di liberare una casa di villaggio russo dai parassiti è semplicemente di non riscaldarla; un paio di giorni a 40 o più sotto zero e scarafaggi, cimici, pidocchi, pulci, coleotteri, topi e ratti sono tutti morti. Funziona anche con gli invasori. La Russia è il paese più a nord del mondo. Il Canada è molto a nord, ma la maggior parte della sua popolazione è situata lungo il suo confine meridionale, e non ha grandi città al di sopra del Circolo Polare Artico, mentre la Russia ne ha due. La vita in Russia per certi versi assomiglia alla vita nello spazio esterno o sul mare aperto: impossibile senza supporto vitale. L'inverno russo semplicemente non permette la sopravvivenza senza la collaborazione della gente del posto, e così tutto quello che devono fare per eliminare un invasore è non dare cooperazione. E se pensate che un invasore possa ottenere la cooperazione sparando ad alcuni abitanti del luogo per spaventare il resto, vedete sopra alla voce "Sopportare le offese".

3. Trattare con le potenze straniere

La Russia possiede quasi tutta la parte settentrionale del continente eurasiatico, che comprende qualcosa come un sesto della superficie asciutta della Terra. Questo, per gli standard terrestri, è un sacco di territorio. E non è un'aberrazione o un incidente della storia: nel corso della loro storia, i russi si sono assolutamente spinti per provvedere alla loro sicurezza collettiva a guadagnare quanto più territorio possibile. Se vi state chiedendo cosa li ha motivati a intraprendere tale ricerca, vedete sopra alla voce "Trattare con gli invasori".

Se pensate che le potenze straniere abbiano ripetutamente tentato di invadere e conquistare la Russia al fine di ottenere l'accesso alle sue vaste risorse naturali, allora vi sbagliate: l'accesso c'è sempre stato, per chi lo chiedeva. I russi non sono esattamente noti per rifiutarsi di vendere le loro risorse naturali – anche ai loro potenziali nemici. No, ciò che i nemici della Russia volevano era di essere in grado di attingere alle risorse della Russia gratuitamente. Per loro, l'esistenza della Russia era un inconveniente, che hanno tentato di eliminare con la violenza.

Quello che invece hanno ottenuto è stato un prezzo più alto per se stessi, una volta che il loro tentativo di invasione è fallito. Il calcolo è semplice: gli stranieri vogliono le risorse della Russia; per difenderle, la Russia ha bisogno di un forte stato centralizzato con un grande e potente esercito; ergo, gli stranieri dovrebbero pagare, per sostenere lo stato e l'esercito della Russia. Di conseguenza, la maggior parte del fabbisogno finanziario dello Stato russo è indirizzata sulle tariffe di esportazione, del petrolio e del gas naturale in particolare, piuttosto che sulla tassazione della popolazione russa. Dopo tutto, la popolazione russa è tassata abbastanza pesantemente quando deve combattere contro le invasioni periodiche; perché tassarla di più? Così, lo Stato russo è uno stato di dogane: utilizza dazi e tariffe doganali per estrarre i fondi dai nemici che vorrebbero distruggerlo e utilizza questi fondi per difendersi. Dal momento che non vi è alcun rimpiazzo per le risorse naturali della Russia, quanto più ostile è mondo esterno quando agisce contro la Russia, tanto più finirà per pagare per la difesa nazionale della Russia.

Si noti che questa politica è diretta alle potenze straniere, non alle persone di origine straniera. Nel corso dei secoli, la Russia ha assorbito numerosi immigrati: dalla Germania durante la guerra dei 30 anni; dalla Francia dopo la Rivoluzione francese. Flussi più recenti sono giunti dal Vietnam, dalla Corea, dalla Cina e dall'Asia centrale. L'anno scorso la Russia ha assorbito più immigrati di qualsiasi altro paese, tranne gli Stati Uniti, che hanno un flusso dai paesi sul loro confine meridionale, di cui le loro politiche hanno fatto molto per impoverire le popolazioni. Inoltre, i russi stanno assorbendo un grande flusso, che comprende quasi un milione di profughi dall'Ucraina devastata dalla guerra, senza fare tante storie. La Russia è una nazione di immigrati in misura maggiore rispetto a molti altri, ed è un melting pot più degli Stati Uniti.

4. Grazie, ma noi abbiamo il nostro

Un'ulteriore e interessante caratteristica culturale russa è che i russi si sono sempre sentiti in dovere di eccellere in tutte le categorie, dal balletto al pattinaggio artistico all'hockey al calcio al volo spaziale alla produzione di microchip. Si può pensare allo champagne come prodotto di marchio di fabbrica francese, ma l'ultima volta che ho controllato il "Советское шампанское" ("champagne sovietico") è ancora venduto alla grande attorno a Capodanno, e non solo in Russia, ma anche nei negozi russi negli Stati Uniti, perché, vedete, la roba francese può essere bella, ma semplicemente non è di gusto sufficientemente russo. Per quasi ogni cosa si può immaginare che ci sia una versione russa, che i russi ritengono spesso migliore, e, talvolta, possono rivendicare di avere inventato in primo luogo (la radio, per esempio, è stata inventata da Popov, non da Marconi). Ci sono delle eccezioni (la frutta tropicale è un esempio), autorizzate a condizione che provengano da una "nazione fraterna" come Cuba. Questo è stato il modello durante il periodo sovietico, e sembra tornare di moda ora in qualche misura.

Durante il periodo di "stagnazione" sotto Brezhnev / Andropov / Gorbaciov l'innovazione russa è di fatto ristagnata, insieme a tutto il resto, e la Russia ha perso terreno tecnologicamente (ma non culturalmente) rispetto all'occidente. Dopo il crollo sovietico i russi sono diventati ansiosi di importazioni occidentali, e questo era piuttosto normale, considerando che la Russia non produceva molto di nulla, in quel momento. Poi, nel corso degli anni '90, ci fu l'era dei compradores occidentali, che scaricavano prodotti importati sulla Russia, con l'obiettivo a lungo termine di cancellare del tutto l'industria nazionale e di fare della la Russia un fornitore puro di materie prime: a quel punto sarebbe stata indifesa contro un embargo e costretto facilmente ad arrendersi alla loro sovranità. Questa sarebbe stata un'invasione con mezzi non militari, contro la quale la Russia si sarebbe trovata senza difesa.

Questo processo andò abbastanza lontano prima di subire un paio di grandi battute d'arresto. In primo, i prodotto di fabbricazione russa e le esportazioni russe non di idrocarburi crebbero, raddoppiando più volte nel corso di un decennio. L'ondata comprendeva esportazioni di grano, armi, e alta tecnologia. In secondo luogo, la Russia ha trovato molti partner commerciali migliori, più economici e più amichevoli in tutto il mondo. Tuttavia, il commercio della Russia con l'Occidente, e con l'Unione Europea in particolare, non è affatto insignificante. In terzo luogo, l'industria della difesa russa è stata in grado di mantenere i suoi standard, e la sua indipendenza dalle importazioni. (Questo non si può dire per le imprese di difesa in occidente, che dipendono dalle esportazioni russe di titanio.)

E ora è arrivata la tempesta del secolo per i compradores: il rublo si è parzialmente svalutato in risposta alla diminuzione dei prezzi del petrolio, diminuendo le importazioni e aiutando i produttori nazionali; le sanzioni hanno minato la fiducia della Russia nell'affidabilità dell'Occidente come fornitore; e il conflitto sulla Crimea ha incrementato la fiducia dei russi nelle proprie capacità. Il governo russo sta cogliendo l'occasione per sostenere le aziende che possono influenzare in modo rapido la sostituzione delle importazioni provenienti dall'Occidente. La Banca centrale della Russia è stata accusata di finanziarle a tassi di interesse che rendono la sostituzione delle importazioni ancor più attraente.

Alcuni hanno fatto paragoni tra il periodo in cui siamo ora e ultima volta in cui il prezzo del petrolio è sceso, fino a 10 dollari al barile, precipitando in qualche misura il crollo sovietico. Ma questa analogia è falsa. A quel tempo, l'Unione Sovietica era economicamente stagnante e dipendeva dal credito occidentale per garantire le importazioni di grano, senza il quale non sarebbe stata in grado di allevare abbastanza bestiame per nutrire la sua popolazione. Era condotta dall'inetto e malleabile Gorbaciov – un pacificatore, un capitolatore e un parolaio di classe mondiale la cui moglie amava andare a fare shopping a Londra. Il popolo russo lo disprezzava e lo chiamava "Mishka il tracciato," a causa della sua voglia. E ora la Russia è in ripresa, è uno dei maggiori esportatori mondiali di grano, ed è guidata dal ribelle e implacabile presidente Putin che gode di un tasso di approvazione superiore all'80%. Nel confrontare l'URSS pre-collasso con la Russia di oggi, i commentatori e gli analisti mostrano la loro ignoranza.

Conclusioni

Questa parte quasi si scrive da sola. È una ricetta per il disastro, così la scrivo come una ricetta.

1. Prendete una nazione di persone che rispondono alle offese mandandovi all'inferno, e rifiutando di avere a che fare con voi, invece di combattere. Assicuratevi che si tratti di una nazione le cui risorse naturali sono essenziali per mantenere le vostre luci accese e le vostre case riscaldate, per fabbricare i vostri aerei civili e militari, e per tante altre cose. Tenete a mente, un quarto delle lampadine negli Stati Uniti si accende grazie al combustibile nucleare russo, mentre un taglio del gas russo all'Europa sarebbe un cataclisma di prim'ordine.

2. Fateli sentire invasi con l'installazione di un governo a loro ostile in un territorio che considerano parte della loro patria storica. L'unica parte veramente non russa dell'Ucraina è la Galizia, che si separò molti secoli fa e che, come vi dirà la maggior parte dei russi: "potete portarvela all'inferno con voi". Se vi piacciono vostri neo-nazisti, potete tenerveli. Tenete anche a mente cosa fanno i russi con gli invasori: li lasciano fuori a congelare.

3. Imponete sanzioni economiche e finanziarie nei confronti della Russia. Guardate con sgomento mente i vostri esportatori cominciano a perdere soldi quando come ritorsione immediata la Russia blocca le vostre esportazioni agricole. Tenete a mente che questo è un paese che, grazie alla sopravvivenza a una lunga serie di tentativi di invasione, si basa tradizionalmente su stati esteri potenzialmente ostili per finanziare la sua difesa contro di loro. Se non riescono a farcela così, allora faranno ricorso ad altri modi per dissuaderli, come per esempio lasciarli fuori a congelare. "Niente gas per i membri della NATO" sembra uno slogan accattivante. Speriamo e preghiamo che non prenda piede a Mosca.

4. Montate un attacco alla loro moneta nazionale, facendole perdere parte del suo valore per mezzo di un prezzo inferiore del petrolio. Guardate con sgomento mentre i funzionari russi stanno ridere fino alla banca centrale, perché il rublo più debole ha lasciato le entrate dello Stato invariate nonostante i prezzi del petrolio, cancellando un potenziale deficit di bilancio. Guardate con sgomento mentre i vostri esportatori falliscono perché le loro esportazioni hanno un prezzo fuori dalla portata del mercato russo. Tenete a mente, la Russia non ha debito pubblico da pagare, ha un deficit di bilancio trascurabile, ha abbondanti riserve in valuta estera e ampie riserve auree. Tenete a mente anche che le vostre banche hanno prestato centinaia di miliardi di dollari alle imprese russe (che avete appena privato di accesso al sistema bancario imponendo sanzioni). Speriamo e preghiamo che la Russia non metta un congelamento sul rimborso del debito alle banche occidentali fino a che le sanzioni siano sollevate, perché questo farebbe esplodere le vostre banche.

5. Guardate con sgomento mentre la Russia firma importanti accordi di esportazione di gas naturale con tutti tranne voi. Resterà abbastanza gas per voi quando sarà tutto finito? Beh, sembra che questo non sia più un problema per i russi, perché li avete offesi, e, essendo chi sono, vi hanno detto di andare al diavolo (non dimenticate di portarvi con voi la Galizia) e ora trattano con altri paesi, più amichevoli.

6. Continuate a guardare con sgomento mentre la Russia cerca attivamente modi per troncare la maggior parte dei legami commerciali con voi, trovando fornitori in altre parti del mondo oppure organizzando la produzione per la sostituzione delle importazioni.

Ma ora arriva una sorpresa – una sorpresa sottostimata, per non dire altro. La Russia ha appena offerto un accordo all'Unione Europea. Se l'UE si rifiuta di aderire al Partenariato di commercio e investimenti transatlantici con gli Stati Uniti (che, tra l'altro, le farebbe male economicamente), allora può aderire all'Unione doganale con la Russia. Perché congelarvi quando tutti possiamo invece congelare Washington? Questa è la restituzione che la Russia accetterebbe in cambio del comportamento offensivo dell'UE per quanto riguarda l'Ucraina e le sanzioni. Venendo da uno stato di dogane, si tratta di una offerta più che generosa. C'è voluto molto: il riconoscimento che l'Unione Europea non costituisce una minaccia militare per la Russia e neppure tanto una minaccia economica; il fatto che i paesi europei sono tutti molto carini e minuscoli e amabile, e producono gustosi formaggi e salumi; il riconoscimento che la loro attuale generazione di politici nazionali è inetta e sottomessa a Washington, e che hanno bisogno di una grande spinta per capire dove si trovano i veri interessi dei loro nazioni... L'Ue accetterà questa offerta, oppure accetterà la Galizia come nuovo membro e sarà "lasciata fuori a congelare"?

 
Si avvicina il tempo di particolari eroismi e tentazioni spirituali per la Chiesa ortodossa ucraina

Il metropolita Kliment di Nezhin e Priluky, capo del Dipartimento sinodale per l'informazione e l'educazione della Chiesa ortodossa ucraina ha parlato delle esperienze della sua Chiesa locale nell'inverno del 2021.

Kiev

Negli ultimi duemila anni, gli eventi della Chiesa ortodossa sono stati regolati dal calendario ecclesiastico. Pertanto, i grandi eventi dei primi mesi dell'anno avevano a che fare con le feste cristiane. Il primo evento era la Natività di Cristo, ma la celebrazione di quest'anno è stata influenzata dalla situazione epidemiologica in Ucraina. Oltre sei milioni di fedeli hanno scelto di guardare le funzioni festive di quest'anno online trasmessi in streaming in diretta dalla Lavra delle grotte di Kiev, e presieduti dal primate della Chiesa ortodossa ucraina, sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e tutta l'Ucraina. Un numero così elevato di spettatori può essere spiegato dal fatto che molte persone sono ancora preoccupate di visitare luoghi affollati e hanno invece scelto di visualizzare le funzioni online.

Vaccinazione

Il programma di vaccinazione Covid-19 è appena iniziato in Ucraina, ma la discussione pubblica sulla questione della vaccinazione è in corso dalla fine dello scorso anno. Sua Beatitudine il metropolita Onufrij ha espresso la sua opinione nei suoi sermoni, sottolineando la necessità di fare scelte di vita sane e sottolineando la necessità per i fedeli di concentrarsi sul pentimento, il nostro "vaccino per l'eternità".

Quante volte le persone usano doppi standard quando, invece di avere paura del peccato, o quel che è peggio, di mettere da parte Dio, hanno paura di cose oscure che non hanno alcuna affermazione nella Sacra Scrittura.

Né il metropolita Antonij di Borispol e Brovary, cancelliere della Chiesa ortodossa ucraina, né l vescovo Viktor di Baryshevka, capo della rappresentanza della Chiesa ortodossa ucraina presso le organizzazioni europee e internazionali, hanno rilasciato una sola volta dichiarazioni ufficiali sulle vaccinazioni. Quest'ultimo ha osservato nei suoi commenti che la comunità internazionale insiste su un processo decisionale volontario riguardo alle vaccinazioni che dovrebbe eliminare qualsiasi azione esecutiva per far ttare o rifiutare questa procedura medica.

Leggi anti-ecclesiastiche, sequestri di chiese e crisi nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

Le attività della Verkhovna Rada ucraina, che è diventata nota per il suo profondo interesse per la vita religiosa del Paese, sono state al centro dell'attenzione quest'anno. Sono state registrate tre proposte legge lì che, secondo le opinioni degli esperti, in un modo o nell'altro avrebbero attaccato l'esistenza della Chiesa ortodossa ucraina e spianato la strada alla futura liquidazione delle sue strutture.

Purtroppo, nei primi mesi del 2021, non abbiamo osservato una diminuzione dei tentativi di impossessarsi delle proprietà ecclesiastiche della Chiesa canonica ucraina da parte delle strutture scismatiche supportate dallo stato ucraino e da varie fazioni nazionaliste. Uno degli esempi più recenti è stata l'espulsione della parrocchia della Chiesa ortodossa ucraina nel villaggio di Delovoe, distretto di Rakhov, provincia di Transcarpazia, da parte dei seguaci della scismatica “Chiesa ortodossa dell'Ucraina”. Nonostante i media locali abbiano annunciato il passaggio dei fedeli ortodossi alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", in verità, ai credenti ortodossi locali semplicemente non è stato permesso di entrare nella chiesa che essi stessi avevano costruito e, fino ad oggi, non hanno altra scelta che condurre le funzioni della Chiesa all'aperto.

Non c'è niente di nuovo in questo tipo di comportamento. Dagli anni '90 fino ad oggi gli scismatici hanno fatto ricorso allo stesso tipo di routine. Proprio come prima e fino ad ora, di solito non ci sono state nuove comunità ecclesiali fondate a seguito di sequestri di proprietà della chiesa né alcuna funzione ecclesiale si è tenuta all'interno delle chiese sequestrate. Questo significa che per la maggior parte i sequestri dichiese fanno parte della campagna politica volta a stimolare la reazione del pubblico e creare l'impressione di una presenza della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" nella società, mentre il numero effettivo di fedeli in questa struttura rimane veramente trascurabile. Altrimenti, non avrebbero sequestrato altre chiese, ma sarebbero ricorsi a costruirne di nuove. Quello che vediamo in realtà è che nessuno costruisce nuove chiese e meno ancora viene a pregare nelle chiese sequestrate. Secondo gli ultimi dati, la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha un disperato bisogno di nuovi sacerdoti e pochi dei propri seguaci sono disposti a unirsi ai ranghi del clero in questa organizzazione. Ce ne sono ancora meno disposti a unirsi al rango dei suoi monaci. Ecco perché Sergej ("Epifanij") Dumenko, nel suo rapporto statistico annuale dell'anno precedente, non ha nemmeno menzionato i monaci presenti nella sua organizzazione religiosa. Probabilmente la cifra è stata omessa per distogliere l'attenzione dalla profonda crisi che sta attraversando la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Il 22 febbraio, il consiglio dei rappresentanti delle chiese sequestrate della Chiesa ortodossa ucraina si è riunito presso la chiesa-refettorio dei venerabili padri Antonio e Teodosio delle Grotte, presso la Lavra delle Grotte di Kiev. I chierici e i fedeli che rappresentano praticamente tutte le regioni dell'Ucraina hanno inviato un appello al presidente dell'Ucraina Vladimir Zelenskij, al primo ministro Denis Shmygal, al portavoce della Rada Dmytro Razumkov e ai deputati della Verkhovna Rada dell'Ucraina. In questo appello, hanno espresso la ferma richiesta di porre fine alla vergognosa pratica di abuso dei diritti dei credenti della Chiesa ortodossa ucraina attraverso sequestri di chiese, annullamento di statuti e adozione di iniziative di legge che violano il principio costituzionale di libertà di culto e impediscono il libero esercizio di qualsiasi religione.

Il nuovo patriarca serbo ringrazia esclusivamente sua Beatitudine il metropolita Onufrij

L'elezione del metropolita Porfirije al trono di patriarca della Chiesa ortodossa serba è diventata un evento di grande importanza non solo per la Chiesa ortodossa ucraina ma anche per il mondo ortodosso slavo in generale. Le Chiese ucraina e serba sono unite da legami di fratellanza di lunga data. A conferma di questa unità spirituale, sua Beatitudine il metropolita Onufrij, accompagnato dagli arcipastori della Chiesa ortodossa ucraina, ha visitato la metropolia del Montenegro e del Litorale la scorsa primavera in segno di sostegno al metropolita Amfilohije di beata memoria e al suo gregge, che ricevevano minacce dalla autorità locali al potere in quel momento. Dopo il beato riposo del metropolita Amfilohije e di sua Santità il patriarca Irinej, i rappresentanti della Chiesa ortodossa ucraina hanno preso parte ai servizi funebri dei leader spirituali della Serbia e, a nome dei fedeli ucraini, hanno espresso le condoglianze ai serbi ortodossi. Dopo l'elezione del patriarca Porfirije, sua Beatitudine il metropolita Onufrij ha inviato una lettera di congratulazioni che esprime i migliori auguri e le speranze di un ulteriore rafforzamento dei legami amichevoli tra le Chiese di Serbia e Ucraina.

Nel frattempo, ha ricevuto ampia pubblicità un'altra lettera, scritta al neoeletto patriarca serbo da Sergej (Epifanij) Dumenko, il "primate" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" scismatica non riconosciuta dal mondo ortodosso. Nonostante questo messaggio sia stato consegnato dall'ambasciatore dell'Ucraina in Serbia, il Patriarcato serbo ha inoltrato una lettera di ringraziamento esclusivamente a sua Beatitudine il metropolita Onufrij come unico primate canonico della Chiesa ortodossa in territorio ucraino.

Fumetti LBGT

Nel gennaio 2021, la comunità religiosa dell'Ucraina è stata oltraggiata dalla notizia dall'Istituto ucraino del libro e dal Ministero della cultura dell'Ucraina in merito all'acquisizione di 1240 copie di fumetti che pubblicizzano matrimoni omosessuali, destinati alla distribuzione nelle biblioteche scolastiche e tra le biblioteche locali per bambini. I rappresentanti della Chiesa ortodossa ucraina hanno più volte fatto appello alle autorità ucraine su questo tema, affrontandolo anche al forum del Consiglio civile presso il Ministero dell'istruzione e della scienza dell'Ucraina. La nostra indignazione è causata dal fatto che sono stati stanziati fondi statali per promuovere un'ideologia basata sul gender, sebbene non una sola grivnia sia stata utilizzata per promuovere la famiglia tradizionale e i valori morali ereditati dalla nostra società ai quali, insieme alla tradizione cristiana, aveva originariamente aderito.

Inasprimento nella politica ucraina contro la Chiesa ortodossa ucraina

Ci avviciniamo [al momento in cui scrivo, ndc] all'inizio della Grande Quaresima, il tempo assegnato ogni anno per le imprese [podvig] spirituali e noto come periodo di tentazioni particolari per la Chiesa. Negli ultimi mesi, abbiamo assistito a un aumento dell'attività dei politici ucraini nella sfera religiosa, che potrebbe servire come segno di imminenti tentativi di creare nuovi problemi alla Chiesa ortodossa ucraina. Queste preoccupazioni sono in gran parte causate dai preparativi per la visita del patriarca Bartolomeo di Costantinopoli in Ucraina, pianificata per l'agosto del 2021 in risposta all'invito del presidente dell'Ucraina. In ogni caso, questa visita andrà di pari passo con lo spettacolo teatrale del sostegno statale alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" scismatica. Inoltre, tutto ciò non può essere fatto in altro modo che attraverso il maltrattamento della Chiesa canonica ucraina da parte dello Stato.

 
Dozzine di uomini russi mobilitati ricevono il santo battesimo a Novosibirsk

screenshot dal canale YouTube della diocesi di Novosibirsk

Presso la Scuola di comando militare superiore di Novosibirsk è stato recentemente celebrato il sacramento del Battesimo per dozzine di uomini che hanno ricevuto avvisi di mobilitazione per combattere nella guerra in Ucraina.

Fino a oggi, 66 uomini hanno espresso il desiderio di diventare cristiani ortodossi e sono stati battezzati per mano dell'arciprete Viktor Guzhva, che lavora con i fedeli alla scuola, come riferisce la metropolia di Novosibirsk.

I battesimi sono stati celebrati presso la chiesa della scuola, dedicata al santo principe Dmitrij Donskoj. Padre Viktor celebra anche la Divina Liturgia nella scuola e molti partecipano ai santi misteri e vengono a chiedere consiglio spirituale.

"Ora i parenti e gli amici [dei neo-battezzati] potranno pregare per i soldati sia a casa sia in chiesa. E gli stessi convertiti si sentono protetti da Dio", scrive la metropolia.

 
La propaganda anti-russa e i pogrom

Dopo essere stati sottoposti a decenni (di fatto, a secoli) di propaganda e menzogne, è sempre difficile presentare la verità, soprattutto quando questa sembra una piccola voce in un mare di notizie contrapposte (e potentemente organizzate).

La parola russa Pogrom (‘devastazione’) associa immediatamente l’idea della persecuzione anti-ebraica al mondo russo, e da qui all’associazione con la Chiesa ortodossa il passo è breve. Ma perché usare una parola russa per descrivere fenomeni di persecuzione che ebbero luogo in misura minore nelle parti di confine (non etnicamente russe) dell’Impero russo, e in misura ben maggiore nei paesi di lingua tedesca dell’Europa centrale? Come reagiremmo in Italia, se tutte le violenze avvenute nella confinante ex-Jugoslavia fossero presentate al mondo con un nome italiano, e come un prodotto della cultura italiana?

Padre Andrew Phillips ci aiuta a capire il fenomeno dei pogrom della fine del XIX secolo e dell’inizio del XX secolo alla luce dell’indegno uso propagandistico che ne è stato fatto in funzione anti-russa. Presentiamo le sue note sulla propaganda anti-russa e sui pogrom nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.

 
Pubblicata una lettera di rimprovero di un metropolita al primo ministro greco

Una lettera aperta al primo ministro greco Alexis Tsipras dallo schietto metropolita Ambrogio di Kalavryta è stata pubblicata integralmente sul portale greco Romfea, e un riassunto dei punti principali è stato postato su Agion Oros.

Il prelato inizia ricordando al primo ministro che una volta aveva creduto nelle sue promesse pre-elettorali, in attesa dell'attuazione delle politiche di Tsipras per liberare la Grecia "dall'occupazione dei suoi partner europei".

Invece, il metropolita Ambrogio scrive di essere rimasto deluso a scoprire che Tsipras "si è prefisso l'obiettivo di distruggere la Chiesa ortodossa greca", e accusa il governo di aver deliberatamente portato la Grecia alla catastrofe attraverso la distruzione della sua economia, del patrimonio culturale, della storia, delle tradizioni e della fede ortodossa.

Scrive inoltre della distruzione del sistema educativo e del duro colpo per la famiglia, sotto forma di "unioni legalizzate dello stesso sesso, i cui partecipanti ricevono gli stessi benefici sociali delle famiglie tradizionali".

Il metropolita Ambrogio scrive anche della presenza ipocrita di Tsipras, ateo dichiarato, ai servizi divini ortodossi, durante i quali si comporta vergognosamente, mostrando la sua indifferenza e ridendo. "Forse vale la pena di ricordare l'esempio di sant'Ambrogio di Milano che non ha permesso all'imperatore Teodosio il Grande di entrare in chiesa?" chiede il metropolita, assegnando una parziale responsabilità alla gerarchia della Chiesa che ha permesso a un ateo dichiarato di partecipare alla Divina Liturgia.

Sant'Ambrogio di Milano ha notoriamente rifiutato all'imperatore il permesso di entrare nella sua chiesa, dopo che le truppe sotto il suo comando avevano massacrato migliaia di persone a Tessalonica in rappresaglia per una rivolta nel 390.

Il metropolita Ambrogio non ha mai evitato di stigmatizzare le condizioni spirituali, culturali ed educative in Grecia e ciò che egli vede come il ruolo dell'attuale governo nella degradazione della grande nazione ortodossa. Nel mese di dicembre ha scritto una lettera aperta al primo ministro rimproverandolo per aver paragonato la rivoluzione greca del 1821 con la guerra civile cubana del 1959 al funerale di Fidel Castro.

 
Arciprete Andrew Phillips: due punti della situazione geopolitica nel 2015

Notizie di tristezza e di speranza

dal blog del sito Orthodox England, 22 gennaio 2015

L'eurozona è in bancarotta, tanto che ora deve ricorrere all'ultima risorsa inflazionistica di stampare un trilione di euro (un processo noto con l'eufemismo di quantitative easing), così come sono già andati in bancarotta gli Stati Uniti e il Regno Unito. Eppure molti paesi colonizzati dall'eurozona feudale, come la Francia, la Grecia, l'Italia, la Spagna, il Portogallo e l'Irlanda, sono già stati devastati dal debito causato dalla stampa preventiva di soldi, debito che non potranno mai pagare. Gran parte dell'eurozona zona orientale e meridionale, anche se molto meno indebitata rispetto agli Stati Uniti e al Regno Unito (entrambi i quali, alla stessa maniera, non potranno mai pagare il loro debito), è diventata una regione di inevitabile fuga dei giovani. È tornata alla povertà sotto i programmi di austerità imposti da Berlino, che è alla cima alla piramide del Quarto Reich feudale in Europa.

In paesi come Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Ungheria, Grecia, Cipro, Italia, Spagna, Portogallo e Irlanda in particolare, i giovani sono costretti a fuggire all'estero per cercare lavoro come schiavi salariati, facendo lavori che la popolazione locale non vuole più fare. Così i loro governi possono dichiarare che 'la disoccupazione è in calo' (solo perché la popolazione è in calo) e i giovani in questione possono inviare denaro a casa ai loro genitori anziani, aiutando in tal modo a puntellare i governi. In Francia, governata da un regime apparentemente socialista, quasi ogni giorno raccolgono i cadaveri congelati dei morti per le strade nella sera prima (15.000 lo scorso inverno). Anche nel Regno Unito, apparentemente prospero, come negli Stati Uniti, decine di migliaia di persone vivono grazie a programmi di aiuti alimentari in una situazione impensabile solo pochi anni fa.

Nel frattempo, nel resort di lusso di Davos, al di fuori dell'eurozona devastata, si dice che 1.700 jet privati hanno portato molti dei miliardari del mondo, tra cui il mercante d'armi Poroshenko, per parlare dello stato del mondo. Altrove, in Europa, infuria una guerra tra la giunta della Galizia separatista finanziata dagli USA e il popolo ucraino. Sono già morti a migliaia. I liberatori del popolo ucraino trovano armi americane all'aeroporto di Donetsk. I bambini ucraini muoiono nei bombardamenti per mano del fantoccio neo-nazista Poroshenko e di altri oligarchi criminali e anti-cristiani, la maggior parte dei quali ha sede all'estero. Essi sono vivamente supportati dagli Stati Uniti dal Canada dai nipoti dei nazisti galiziani custodi di Auschwitz, liberato 70 anni fa da eroici russi, ucraini e bielorussi.

Gli Stati Uniti hanno lanciato sanzioni economiche anti-russe e una guerra valutaria, una dichiarazione di guerra economica contro la Russia, perché il popolo della Crimea ha massicciamente e democraticamente votato per unirsi alla Russia. Ora, per volere degli USA, l'Arabia Saudita sta pompando così tanto petrolio che il prezzo del petrolio è sceso di oltre la metà negli ultimi mesi. L'obiettivo è di mandare in bancarotta i paesi ricchi di petrolio percepiti dai ricchi neocon di Washington come nemici - paesi come la Russia, ma anche il Venezuela e l'Iran. L'obiettivo alla base di questo è il 'cambio di regime' - la manipolazione e la creazione di regimi fantoccio pro-Washington in questi paesi, le cui risorse naturali possono poi essere spogliate, o, se non si riesce a destabilizzarli, semplicemente creando in loro il caos, come è stato fatto con successo in Kosovo, Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, Yemen, Sudan, Nigeria etc.

Il primo problema con tutto questo è che sia le sanzioni imposte dagli Stati Uniti sia la svalutazione del petrolio hanno più probabilità di far fallire per primi gli stati vassalli europei e le società petrolifere americane. Il secondo problema è che l'élite degli Stati Uniti sembra aver non imparato nulla dal destino dei governi fantoccio nelle repubbliche delle banane che ha sempre creato in America Latina, così come nel Vietnam del Sud 50 anni fa e in Iraq e in Afghanistan dieci anni fa. Si sono dimenticati che, uno dopo l'altro, gli oligarchi locali corrotti sono caduti, e Washington ha dovuto mandare in quei paesi altri dei suoi giovani a uccidere e a morire in nome della 'libertà e democrazia', ma in realtà tutto per niente. Il risultato di tutto ciò è che un ormai gli USA in bancarotta (da 17.000 miliardi di dollari) si stanno riducendo a diventare nulla più di una potenza regionale, con un'economia già seconda a quella della Cina.

La prima guerra mondiale, di cui ora vengono così rumorosamente ricordati gli ingloriosi centenari del massacro dei giovani d'Europa, è comunemente considerata una guerra dai morti inutili. Eppure cosa c'è di più inutile della morte di milioni di uomini, donne e bambini che stanno morendo oggi per mano di psicopatici e criminali pseudo-musulmani, addestrati, armati e finanziati dall'Occidente anti-musulmano, dai suoi servizi segreti e dai suoi alleati? In Occidente non hanno capito che il terrorismo dei fanatici pseudo-musulmano da loro stessi creati in Siria e altrove si ritorce continuamente contro di loro? Nel mondo globalizzato che l'Occidente ha creato, non si può più vivere isolati dai propri crimini. L'Occidente laico e ateo si è creato i suoi peggiori nemici e si è scavato la fossa da solo nella sua vecchiaia autoimposta.

Fortunatamente, al di fuori dell'Occidente dalla mentalità insulare, si stanno radunando forze sane, non solo in Russia, ma in Iran, Cina, India, Brasile, in diversi paesi musulmani, tra cui la Turchia, nonché ai margini disillusi dell'Unione Europea e dell'Europa stessa, in Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Grecia, Serbia, Moldova, Armenia e Georgia. E queste forze stanno tutte dicendo la stessa cosa - ora basta. Così, ignorati dai media occidentali asserviti e privi di libertà di parola, nella capitale cecena di Grozny, 800.000 musulmani e cristiani ortodossi russi marciano di pari passo contro le bestemmie occidentali infantili e viziate. Ecco una speranza per il futuro, che le forze spiritualmente sane in tutto il mondo si uniscano ancora contro la grande apostasia occidentale, che Satana ha così astutamente preparato in questi ultimi mille anni. Non tutto è ancora perduto.

 

La fine del Nuovo Ordine Mondiale

dal blog del sito Orthodox England, 24 gennaio 2015

Proclamato dai suoi ideologi come 'la fine della storia', il Nuovo Ordine Mondiale è stato visto come la fine di ogni resistenza di civiltà a quella che sembrava essere l'ideologia occidentale trionfale del capitalismo globalista. Infatti il Nuovo Ordine Mondiale, a lungo annunciato su ogni banconota da un dollaro e strombazzato nel 1991 al crollo dell'ideologia occidentale del comunismo, è a sua volta crollato. Dopo la caduta dell'Unione Sovietica, non vi è stato alcun potere sulla terra per tenere sotto controllo l'aggressività e l'arroganza dell'impero americano. Così il Nuovo Ordine Mondiale che ha avuto inizio con la guerra in Iraq sta finendo dopo appena una generazione con il Nuovo Disordine Mondiale e con una guerra in Iraq.

'La fine della storia', 'l'Occidente è il migliore', sta finendo in una storia nuova e altamente movimentata di guerra incessante, caos, crisi, tirannia, corruzione, assassinio, disordine, fallimento e sconfitta. L'egemonia, l'ossessione di ottenere tutto il potere assoluto e la sua relativa corruzione, finisce sempre così, dal crollo dell'impero morto del detestato Gengis Khan al cadavere martoriato di Hitler tra gli echi delle rovine di una Berlino infestata da fantasmi. Così, l'effimero 'Trionfo dell'Occidente', basato sulle teorie di un 'eccezionalismo americano', così come ogni altro auto-proclamato 'Reich dei mille anni' dal nazismo al maoismo, non è affatto eccezionale, tranne che nella sua crudeltà e stupidità.

Questo crollo del Nuovo Ordine Mondiale, ovvero del Nuovo Disordine Mondiale, è il destino di tutte le false ideologie, che contengono tutti i semi deformanti della propria inevitabile distruzione. Questo disastroso esperimento occidentale, etichettato 'Pax Americana' (la pace americana), dovrebbe in realtà essere chiamato 'Bellum Americanum' (la guerra americana), in quanto si basa su una generazione della guerra di terrore (non una guerra 'al' terrore). Gli Stati Uniti hanno finito per diventare uno stato di polizia insicuro e sinistro, con fughe all'estero di posti di lavoro, problemi di salute di poveri e disoccupati, repressione continua, sorveglianza quotidiana di telefonate ed e-mail e guerra perpetua.

La guerra, o meglio una conflagrazione di guerre, ha travolto il Nord Africa (Sudan, Libia, Mali, Nigeria ...), il Medio Oriente (Iraq, Afghanistan, Siria ...) e l'Europa orientale (l'ex-Yugoslavia e quella che è ancora chiamata l'Ucraina, nonostante gli sforzi dell'Occidente per distruggerla). Durante l'ultima generazione dal 1991, l'applicazione di 'libertà e democrazia' con l'ingerenza occidentale di bombe e proiettili ha già distrutto diversi paesi una volta stabili, riducendo i loro popoli alla miseria, alla povertà e a condizioni di vita primitive. Una generazione di guerre ha portato a decine di milioni di rifugiati impauriti e affamati e a milioni di cadaveri, e ci sono ancora auto-illusi che la giustificano.

Destinato ora alla proverbiale pattumiera della storia, il Nuovo Ordine Mondiale è stato interamente determinato dai fallimenti di due forme precedenti di 'Nuovo Ordine Mondiale' occidentale - il comunismo e il nazismo. Le sue fondamenta sono stati i due pilastri del fallimento, simboleggiati dalle Twin Towers babilonesi distrutte nel 2001. Il primo pilastro è stato la 'libertà' di condannare ogni fede religiosa e invece conformarsi ciecamente al laicismo consumistico programmato dallo stato e rinforzato dai media (la cosiddetta 'libertà e democrazia'). Il secondo è il rammarico per l'orrore di ciò che la forma nazista di 'civiltà' occidentale ha fatto agli ebrei e la sua sostituzione con l'idolatria del sostegno a Israele.

Tuttavia, i recenti avvenimenti chiarificano che il mondo non occidentale sta ora rifiutando i due pilastri di questi "anti-valori" dell'Occidente contemporaneo, il suo odio per la religione e il suo sostegno allo Stato di Israele. La decisione del Presidente Putin di non partecipare battendosi il petto ai riti religiosi di correttezza politica in occasione della commemorazione annuale ad Auschwitz, liberato ironicamente dall'Armata Rossa, è più che simbolica. Il rito di Auschwitz, istituito nel 2001 dal senso di colpa dell'Occidente giudeo-cristiano per il suo crimine orrendo del massacro di ebrei innocenti e poi sfruttato al massimo da parte dello Stato genocida di Israele, è stato snobbato dal mondo russo.

Dopo tutto, i popoli del mondo russo hanno sofferto almeno cinque volte di più degli ebrei per mano dei nazisti occidentali, e il mondo russo ha salvato gli ebrei. In una ironia finale, i popoli di quel mondo stanno soffrendo per mano della giunta neo-nazista galiziana installata dalla CIA in Ucraina, dove alcuni dei membri della giunta sono i nipoti delle stesse guardie SS galiziane che sovrintendevano ad Auschwitz. Con il boicottaggio russo, la commemorazione ad Auschwitz, dove un'ideologia occidentale ha massacrato milioni di popoli non-occidentali, è stata ridotta a un evento del tutto occidentale. Tuttavia, non vi è alcuno in Occidente che si batte il petto per i genocidi in Medio Oriente e nell'Ucraina.

Per quanto riguarda un altro evento totem occidentale, la 'manifestazione Charlie' chiaramente orchestrata a Parigi l'11 gennaio, il presidente Putin ha boicottato pure questa. Indipendentemente dal fatto che gli omicidi siano stati commessi da psicopatici ora comodamente morti oppure dalla CIA, che ha voluto lanciare l'Europa pro-palestinese e filo-russa nelle braccia di Washington, l'evento ha rafforzato i legami dell'élite europea con Washington. Tuttavia, ha anche rafforzato il grande divario tra l'élite e i popoli dell'Europa. Infatti ha rafforzato i legami dei popoli con i partiti anti-USA e anti-Unione Europea di sinistra e di destra, dalla Francia all'Inghilterra, dalla Germania all'Ungheria, dalla Scozia alla Grecia, dalla Catalogna alla Danimarca.

 

La presenza russa alla manifestazione Charlie è stata limitata al ministro degli Esteri Lavrov, che ha lasciato quasi subito la baldoria occidentale ed è andato alla chiesa russa locale. Dimostrando che la Russia è con Cristo, ha detto di non essere Charlie, che è blasfemo contro i cristiani tanto quanto lo è contro i musulmani - tutto in nome del suo idolo della 'laicità'. I paesi cristiani, e la Russia sta tornando a esserlo per orrore degli atei occidentali, confessano altri valori. Il 7 gennaio, giorno del Natale ortodosso, il Presidente Putin ha partecipato alle celebrazioni in una chiesa di villaggio con orfani e rifugiati dalla aggressione della NATO in Ucraina. Questa era la sua scelta di civiltà non occidentale.

Di volta in volta l'Occidente ha dimostrato di avere sbagliato per la sua totale stupidità, per la sua incapacità di vedere i risultati a lungo termine delle sue azioni a breve termine: nei suoi crimini di guerra in Serbia; nell'Afghanistan e nell'Iraq intrisi di sangue; nel tentativo di invasione della Russia nel 2008 per mano di una cricca di banditi georgiani appoggiati dagli USA; in Egitto e Libia; in Siria, dove i ribelli sostenuti dall'Occidente, e non il governo siriano, hanno utilizzato gas tossico contro i civili siriani; ai Giochi Olimpici di Sochi, che l'Occidente ha voluto boicottare per gelosia. E ora in Ucraina, dove le forze genocide della giunta di Poroshenko, installato dall'Occidente, hanno massacrato pure i passeggeri di un aereo della Malaysian Airlines.

Ora l'Occidente ha lanciato non solo una guerra di sanzioni, ma anche una guerra per il petrolio e una guerra valutaria contro la Russia. Secondo l'ideologo fantasista russofobo Zbigniew Brzezinski, l'idea è di provocare le classi medie russe contro il presidente Putin. Perdendo i loro privilegi, si suppone che poi rovesceranno il legittimo governo democratico, adempiendo così il sogno americano del 'cambio di regime', come in Ucraina, solo per meno dei 5 miliardi di dollari che in quel caso sono costati al contribuente statunitense. È avvenuto esattamente il contrario - le classi medie russe una volta filo-occidentali sono ora furiose nei confronti dell'Occidente, in particolare degli Stati Uniti. Sbagliato di nuovo.

L'atrocità di Charlie, ufficialmente attribuita a da psicopatici (come l'attentato di gran lunga peggiore in Oklahoma e le regolari stragi nei licei negli Stati Uniti), manipolata dall'élite occidentale per giustificare il suo anti-cristianesimo e lo spirito antireligioso generale, è stato un punto di svolta. Il totem della commemorazione degli orrori della civiltà occidentale nella sua forma nazista ad Auschwitz, è un altro punto di svolta. (A quanto pare, l'orribile incendio di milioni di corpi ebraici negli inceneritori nazisti è da condannare, ma l'orribile incendio di decine di milioni di corpi di bambini abortiti negli inceneritori degli ospedali occidentali non lo è, perché l'aborto, secondo il presidente Obama la scorsa settimana, è 'un valore americano').

Dopo l'aggressione occidentale in Ucraina, ora circondata da truppe Nato, la Russia non offrirà più supporto all'élite occidentale. Offrirà solo un sostegno ai popoli occidentali nel loro amore per la loro libertà e sovranità perdute. Né ad Auschwitz, né a Parigi, e soprattutto non in Medio Oriente, dove l'élite occidentale, sia negli Stati Uniti sia nell'Unione Europea, vuole diffondere la guerra, usando ora la provocazione di Charlie come una scusa. Il Nuovo Ordine Mondiale ha infatti svuotato il Medio Oriente degli antichi cristiani pre-cattolici e pre-protestanti che vi hanno vissuto per quasi 2.000 anni - coesistendo per la maggior parte del tempo pacificamente con i musulmani.

Questo è molto comodo, ma non è un caso, perché le forze anti-cristiane che vogliono dominare il Medio Oriente hanno prima bisogno di svuotarlo del cristianesimo. Così stanno creando un accettabile deserto per i demoni che stanno risalendo dall'inferno nelle loro orde ghignanti e beffarde per colmare il vuoto sulla terra. Attraverso le sue bestemmie e aggressioni l'élite occidentale si è fatta molti nemici; ma la causa del cristianesimo e della pace in Medio Oriente ha un costante amico - la Russia ortodossa. Tra le rovine del Nuovo Ordine Mondiale c'è speranza, ma tale speranza non dipende dalla stoltezza umana, bensì dall'intervento divino. L'uomo propone, ma Dio dispone. Questa non è la fine della storia. Questa è la fine delle teorie sulla 'fine della storia', nonché l'inizio della fine della storia.

 
Da pastore a prete

Nel 2009, il famoso pastore protestante russo Igor' Zyrjanov si è convertito all'Ortodossia insieme alla sua intera comunità di neo-pentecostali. Oggi padre Igor' è il rettore della chiesa della santa Trinità nel villaggio di Ust-Ordynskij nella provincia di Irkutsk, decano della regione di Ust-Ordynskij, direttore del centro diocesano "La via verso casa" dedicato a San Giovanni Crisostomo. Abbiamo parlato con padre Igor'  delle sue scoperte nell'Ortodossia, nonché sul modo migliore per parlare con i protestanti della vera fede.

il sacerdote Igor' Zyrjanov

Padre, sono passati quattro anni da quando è stato ordinato sacerdote e sei da quando è diventato ortodosso. [1] Ci può raccontare in poche parole cosa è cambiato per lei dal momento in cui era protestante?

La cosa principale è che gli esaltati sogni e le speranze che avevo in passato da protestante si stanno ora realizzando. Speravo di diventare un missionario, volevo predicare il Vangelo alle moltitudini. Ora ho un'enorme opportunità per questo. Posso lavorare per Dio a pieno regime, dalla mattina alla sera, per quanto mi permettono le mie forze.

Quali ostacoli a questo c'erano nel suo passato protestante?

Prima di tutto, l'assenza della pienezza della fede e della grazia di Dio. I protestanti hanno buone intenzioni, ma nessuna forza per un'azione reale, che è qualcosa che il Signore ci dà attraverso i suoi sacramenti. Per esempio, i protestanti hanno "l'atto" del pentimento ma non il sacramento della confessione, grazie al quale il peccato umano è guarito, e il credente è liberato dal potere del peccato. Ma soprattutto i protestanti non hanno il sacramento della comunione, senza il quale qualsiasi trasformazione interiore è fondamentalmente impossibile.

Il secondo ostacolo che ci impediva di predicare alle masse è la barriera culturale [in Russia]. Il nostro paese è storicamente ortodosso e la predicazione protestante è percepita dalle persone come qualcosa di estraneo, come un tentativo di reclutamento per una causa straniera. Parlando di Gesù Cristo come protestanti, abbiamo letteralmente dovuto inseguire la gente. Abbiamo dedicato molto tempo e forza a una persona, abbiamo ideato vari progetti e programmi. Tuttavia, siamo sempre stati percepiti in modo inadeguato.

Ora è il contrario. Le persone hanno sete di parlare con un prete ortodosso. Non importa dove vada un batjushka, ci sono sempre persone in giro che vogliono parlare con lui, fargli domande e richieste. Quindi è facile per noi parlare della fede in Dio, portarli in chiesa e aiutarli in modo reale. Questo è ciò che facciamo, con l'aiuto di Dio.

Padre Igor', c'è qualcosa nell'Ortodossia che si è rivelata diversa da come si aspettava?

Non ho avuto alcuna delusione Tutto si è rivelato esattamente come immaginavo fosse all'inizio del mio viaggio. Ancora di più – ora vedo molti aspetti dell'Ortodossia più profondamente e seriamente di quanto pensassi una volta, specialmente la preghiera, il digiuno e la pietà umana personale. Ricordo bene il tempo in cui avevo appena iniziato a leggere le preghiere del mattino e della sera. Pregavo con grande piacere; il ricco contenuto e la pienezza spirituale delle preghiere mi hanno stupito. Mi immergo ancora in quel processo come in un oceano. Ora leggo ciò che i santi padri hanno scritto sulla preghiera di Gesù. È estremamente interessante.

il sacerdote Igor' Zyrjanov

Quando è diventato ortodosso, era sicuro che il sacerdozio fosse preparato per lei?

Ammetto di averci pensato. Ma non era cruciale. Avendo capito che la verità è nell'Ortodossia, ero interiormente pronto a diventare un parrocchiano ordinario. Per me era importante essere nella Chiesa di Cristo. La funzione non era importante. Sembrava che tutto mi indicasse di essere un semplice credente. Ma poi io e altri due nostri fratelli, ex protestanti, siamo stati invitati a ricevere il sacerdozio.

Sospetto che questo sia un momento importante, di cui ogni protestante che sta pensando di convertirsi all'Ortodossia dovrebbe essere consapevole. I ministri attivi che sono abituati a predicare, a prendersi cura delle persone, troveranno sicuramente il loro modo di servire nella Chiesa ortodossa; questo è possibile. La messe è grande... Ma allo stesso tempo, un ex protestante dovrebbe essere interiormente pronto a diventare un semplice laico in chiesa. È tutto nelle mani di Dio.

Padre Igor', cos'ha scoperto inaspettatamente in se stesso quando è diventato ortodosso?

Quando ero protestante, ero sicuro di essere santo. Confessavo semplicemente i peccati che avevo commesso e continuavo a condurre la cosiddetta "vita in trionfo". Quando sono diventato ortodosso, ho visto il mio vero volto. Ho capito che sono ipocrita, orgoglioso, ingannevole, ambizioso e così via... Questo mi ha reso deluso sia di me stesso che del protestantesimo in generale come insegnamento. Nell'Ortodossia ho ottenuto un sostegno serio, l'aiuto di Dio nell'essere liberato dai miei peccati, attraverso i sacramenti della confessione e della comunione. Più passo il tempo da ortodosso, più vedo la corruzione della mia stessa natura. Ma questa conoscenza mi dà una ragione per umiliarmi ancora di più davanti a Dio, per cercare il suo volto e per cercare di cambiare.

Padre, un articolo sui media ortodossi sulla conversione della vostra comunità alla Chiesa ortodossa russa ha suscitato un ampio dibattito. Persino i media secolari hanno pubblicato queste notizie su di lei. Qual era lo scopo nel pubblicarlo?

Non ho mai reso nota la sorte della nostra parrocchia per sete di gloria. Il fatto è che prima di diventare ortodosso dirigevo la missione internazionale chiamata "Ogni nazione", che predicava il Vangelo ai popoli nativi della Siberia e dell'Estremo Oriente. Ho avuto molti aiutanti in questa missione da comunità protestanti in Russia, Bielorussia, Ucraina e Kazakistan. Dovevo spiegare a tutti quelli che mi conoscevano personalmente e da una certa distanza le ragioni della mia decisione e le ragioni per cui non potevo continuare a servire come prima.

È così che è nata la storia della nostra conversione. A proposito, questa storia è ancora rilevante; molti protestanti la leggono ancora e in seguito scrivono e mi chiamano. La maggior parte di coloro che fanno domande sull'Ortodossia sono cittadini di Russia e Ucraina, ma ci sono anche protestanti che vogliono diventare ortodossi da Europa, Israele e Stati Uniti. Ricevo molte lettere e non posso nemmeno rispondere a tutte.

Con la benedizione del metropolita Vadim di Irkutsk e Angarsk, un centro di consultazione chiamato "La via verso casa" è stato organizzato nella vostra diocesi in onore di San Giovanni Crisostomo. Grazie a questo centro, 200 protestanti sono già diventati ortodossi...

Non posso dire che queste 200 persone siano interamente frutto del lavoro del nostro centro. Affinché una persona trovi la vera fede sono necessarie molte condizioni, che sono prima di tutto create dal Signore stesso. Una piccola parte di questo lavoro, per grazia di Dio, è nostra. Molti protestanti vengono da me, soprattutto ministri di culto. Ci sono quelli che vogliono incontrarci per parlare segretamente. Andiamo incontro a loro, rispondiamo alle loro domande e raccontiamo loro della nostra esperienza.

il sacerdote Igor 'Zyrjanov

A proposito, ora abbiamo due ex pastori di un movimento carismatico che servono all'altare della nostra chiesa. E oggi nella provincia di Irkutsk servono sei sacerdoti (compreso me stesso) ex protestanti.

Va detto che il flusso di persone che si convertono all'Ortodossia potrebbe essere ancora più grande. Stiamo vedendo come in altri paesi intere comunità si stiano convertendo all'Ortodossia, mentre in Russia non vediamo tali conversioni di massa dal protestantesimo.

Perché?

Ci sono diversi motivi. Spesso i sacerdoti che portano i protestanti all'Ortodossia hanno fretta. Si riferiscono al protestantesimo come a un movimento nemico e cercano di strapparvi bruscamente una persona. Questo non è sempre utile. Per esempio, se un pastore inizia a pensare all'Ortodossia, l'intera comunità può diventare ortodossa. Ma il sacerdote a cui si rivolge il leader cerca di convincerlo a ricevere rapidamente l'Ortodossia. Il pastore segue il suo consiglio, diventa ortodosso e... perde la sua autorità tra i suoi parrocchiani che non hanno ancora avuto la possibilità di capirci qualcosa. Il leader viene cacciato dalla congregazione e la parrocchia riceve una vaccinazione contro l'Ortodossia.

Nel nostro caso, grazie a Dio, questo non è accaduto. Padre Vjacheslav Pushkarev, capo del dipartimento missionario della diocesi di Irkutsk, non ha avuto fretta quando ha iniziato a incontrarci. È venuto ai nostri incontri con conferenze, ha permesso a tutta la comunità di comprendere l'Ortodossia, di esserne letteralmente permeati. Quindi siamo stati tutti in grado di entrare nella Chiesa ortodossa russa, e non abbiamo perso nessuno.

i sacerdoti Igor' Zyrjanov e Vjacheslav Pushkarev

Il clero che è coinvolto in attività missionarie in un ambiente protestante dovrebbe prendere contatto con pastori che sono aperti ad avere contatti. È utile parlare loro della fede, suggerire qualche lettura patristica. In questo caso l'intera comunità avrà l'opportunità di comprendere la bellezza dell'Ortodossia, di sapere cosa sia la Chiesa. Penso che dopo questo la maggioranza dei membri della congregazione riceverà l'Ortodossia. Semplicemente non può esserci altro risultato per un protestante che cerca sinceramente Dio. Avendo appreso i fatti sulla Chiesa ortodossa, sui sacramenti, sulla successione apostolica, semplicemente non si può rimanere protestanti.

E i dibattiti con i protestanti, che erano popolari in una volta?

Penso che questo formato sia insostenibile. Diciamo che facciamo un dibattito pubblico e vinciamo, mentre il leader protestante perde. È umiliato e insultato, ed è altamente improbabile che diventerà ortodosso. Se il lato ortodosso non aveva abbastanza conoscenza o argomenti sufficientemente validi e perde il dibattito, porta vergogna all'Ortodossia. In entrambi i casi abbiamo un fiasco.

Nel nostro lavoro ci sforziamo di essere guidati dalle parole di san Gregorio il teologo: "Stiamo cercando di ottenere non vittorie, ma il ritorno dei nostri fratelli, mentre la nostra separazione da loro ci tormenta".

Finché i cuori degli ortodossi non sono in realtà tormentati dalla loro separazione dai protestanti, qualsiasi servizio a loro non avrà successo.

Se stiamo parlando delle nostre relazioni personali con i protestanti, gli ortodossi dovrebbero rifiutarsi di partecipare a qualsiasi polemica aggressiva. Dovremmo parlare gentilmente della nostra esperienza spirituale, condividere le nostre esperienze. Dovremmo semplicemente mostrare sinceramente che c'è qualcosa nell'Ortodossia che può aiutare il nostro fratello: la grazia di Dio, che è quasi del tutto assente nelle congregazioni protestanti.

Quali domande le fanno i protestanti quando vengono da lei?

Prima di tutte quelle superficiali. Tutti conosciamo questo insieme di domande: sulle icone, sulla venerazione delle reliquie e dei santi. Ma in effetti non è importante quali domande ci faranno. Dobbiamo rispondere alle domande, ma l'importante è portare ai protestanti la comprensione di ciò che è la vera Chiesa. Osserviamo con rammarico che ci sono persone che sono diventate ortodosse ma che sono diventate solo cristiani nominali. Questo è successo perché non hanno compreso da soli ciò che è la Chiesa.

Non è un segreto che in chiesa possiamo incorrere in problemi, tentazioni e difficoltà e nel comportamento negativo dei parrocchiani. Ma se una persona ha un fondamento – la consapevolezza che la Chiesa è la nave della salvezza, e il suo capitano è Gesù Cristo stesso – non andrà via quando incontrerà questi problemi nelle chiese. Gloria a Dio che sono finito su questa nave, che nostro Signore Gesù Cristo mi ha trascinato su di essa. E che non devo più cercare di attraversare il mare sulla fragile barchetta del protestantesimo. Non mi interessa se una tavola della nave è marcita, o se c'è una leggera lacerazione ai margini della vela, perché la cosa più importante è il capitano della nave. Se lo capisci, sei protetto da tentazioni e problemi. Ma se non hai questa comprensione, allora tutto il resto – né la bellezza dell'Ortodossia, né l'ascetismo, né la libertà dalle passioni, né la preghiera, la grandezza dei servizi e il potere della Comunione possono tenere una persona nella Chiesa.

Ci sono anche esempi contrari, di quando una persona comprende il valore della fede ortodossa e non presta attenzione ai problemi.

Una donna, battista di terza generazione, iniziò a pensare all'Ortodossia, andò in una chiesa e chiese alla nonna al banco delle candele se poteva parlare con un prete. La nonna disse: "Ma sei almeno battezzata?" La donna rispose che non lo era. La vecchia le disse che in quel caso il batjushka non le avrebbe nemmeno parlato. La donna non si arrese al primo tentativo e scrisse al nostro centro. Finalmente ha incontrato un prete in un'altra chiesa. E questo non è un incidente isolato, sfortunatamente. Ci sono stati casi in cui dei protestanti erano pronti a ricevere l'Ortodossia, e sono andati da un prete chiedendo aiuto. In un caso il prete ha insultato la persona, in un altro caso il prete lo ha mandato dal vescovo. Fortunatamente questi protestanti non si sono arresi e sono divenuti comunque ortodossi. Forse questo trattamento è stato un test della loro risoluzione. Ma non significa affatto che le azioni di quei rappresentanti dell'ortodossia che ho appena menzionato siano state giuste.

Ha già parzialmente risposto alla mia prossima domanda su ciò che la Chiesa ortodossa dovrebbe fare in modo che i protestanti vi entrino.

In realtà, non dobbiamo cambiare nulla; essenzialmente abbiamo tutto Ci sono risposte significative, chiare e profonde nella Chiesa ortodossa alle domande che hanno i protestanti. È solo una questione di buoni rapporti con i protestanti e la conoscenza di coloro che ricevono i protestanti, per conoscere i problemi con cui arriva un protestante.

Forse il minimo sarebbe organizzare più centri come il nostro. Abbiamo già condiviso la nostra esperienza con la diocesi di Tomsk e siamo pronti a visitare altre regioni se saremo invitati.

Nota

[1] Quest'intervista ha avuto luogo nel 2015.

 
Quando il cristianesimo perde il suo antico nome

La seconda domenica della Grande Quaresima è chiamata "Dei digiuni creatori di luce".

La Chiesa celebra la memoria del santo ierarca Gregorio Palamas, grande teologo del XIV secolo, il "predicatore della grazia" come cantiamo di lui nel suo troparion. San Gregorio ha insegnato la luce del Tabor, o luce divina increata della Trasfigurazione, che non inizia e non finisce mai, ma rimane sempre dove c'è il Signore, nella Sua Chiesa. E siamo chiamati ad essere testimoni di questa luce. Possiamo contemplare questa luce, partecipandola come dono di Cristo, secondo la misura della purezza del nostro cuore.

foto: interludetours.com

Quando il cristianesimo perde il suo antico nome, non è più pericoloso per nessuno, e allora i suoi nemici aperti o nascosti volgeranno il loro sguardo ammirato verso i tempi del suo antico splendore. Non più spaventati dall'amore ardente di un cuore pieno di grazia, non risparmieranno alcuna lode per l'attività monastica, l'incomparabile bellezza dei servizi divini, le omelie ecclesiastiche e la perfezione della filosofia della Chiesa. Questo, diranno, è stato un grande momento nella nostra civiltà. Riconosceranno la sua capacità di penetrare nelle profondità dello spirito umano. Con toni riverenti mescolati a tristezza discuteranno dei suoi valori morali e culturali, sottolineando che nonostante tutte le sue qualità negative, il suo inutile dogmatismo e gli elementi di fanatismo, ha aiutato l'umanità a crescere e svilupparsi. Avendo gradualmente perso il suo futile desiderio dei cieli, è stato finalmente in grado di incarnarsi nel terreno. Tuttavia, aggiungeranno, proprio come ogni altra cosa al mondo, alla fine si è esaurito. Poi, nelle bellissime chiese ricoperte di capolavori di iconografia, antichi canti bizantini si diffonderanno dagli altoparlanti e gli utensili dell'eucaristia – preziosi oggetti da museo – saranno esposti alle folle curiose.

Come ha detto un teologo, quando il cristianesimo non ostacolerà più nessuno sarà finalmente valutato in modo equo, e questo sarà come un elogio funebre. E poi seguirà il trionfo totale del peccato e della morte. A causa dell'aumento dell'illegalità l'amore si raffredderà; il sale non sarà più salato, il sole si affievolirà e la luna non darà più la sua luce.

Possiamo vedere che le intenzioni dei nostri nemici sono serie. Pertanto durante il digiuno, in mezzo a dolori insopportabili, non stiamo semplicemente cercando conforto, ma il Consolatore, lo Spirito di Verità stesso. Sant'Ignazio (Brjanchaninov) pregava per il suo amico: "Signore, dai a Leonida consolazione spirituale, affinché la sua fede fosse sia e sentita, e non solo l'ascolto delle parole!" Anche San Silvano l'Athonita pregava in questo modo per tutte le persone.

Ma l'anziano Nektarij di Optina, che spesso ripeteva: "Come posso essere io il successore degli altri anziani! Avevano interi pani di grazia, mentre io ne ho solo una fetta", in risposta a una domanda di uno dei suoi ammiratori se è vero che ci sono già stati tutti i segni della seconda venuta, disse: "No, non tutti. Ma naturalmente, chiunque può vedere a prima vista – ed è particolarmente chiaro agli occhi spirituali – che se prima la Chiesa era un ampio cerchio diffuso attraverso l'intero orizzonte, ora è come un piccolo anello. Ma negli ultimi giorni prima della venuta di Cristo, tutto sarà preservato in questa forma: un vescovo ortodosso, un sacerdote ortodosso e un laico ortodosso. Non sto dicendo che non ci saranno chiese: ci saranno. Ma l'Ortodossia sarà preservata solo in quella forma". "Prestate attenzione a queste parole", aggiunse, "e comprendete. Perché questo vale per il mondo intero".

Ovviamente l'anziano Nektarij probabilmente non voleva dire che resteranno letteralmente un solo vescovo, un solo sacerdote e un solo laico, ma che finché ci sarà almeno una persona che cerca autenticamente la salvezza, solo per il suo bene il Signore non si ritirerà la sua grazia. E stanno arrivando tali tentazioni che senza una grazia speciale nessuno, nemmeno un singolo essere umano, può rimanere saldo nella verità e nell'amore.

Questo è ciò di cui ci parla la festa di oggi. In mezzo al trionfo delle bugie, ogni cristiano dovrebbe essere un teologo, qualcuno che può dire una parola su Dio, non perché conosce tutto di Cristo, ma perché conosce Cristo. Come dice Cristo stesso: "Conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me" (cfr. Gv 10:14). Quindi, dobbiamo attraversare il digiuno, in modo che alla sua fine possiamo cantare insieme alla Chiesa: "Contemplata la risurrezione di Cristo...". Come gli apostoli di cui abbiamo sentito parlare nei Vangeli della veglia notturna, noi stessi dobbiamo toccare le sue ferite e la sua risurrezione, perché è impossibile continuare a vivere senza di questo. Dobbiamo essere in grado di dire agli altri non solo che abbiamo sentito, ma che abbiamo visto con i nostri occhi ciò che abbiamo sentito con le nostre stesse mani – la Parola della Vita – poiché la Vita si è manifestata a noi. Diventiamo teologi attraverso il digiuno e la preghiera. La teologia è la continuazione della preghiera (dovrebbe essere la stessa lingua, la lingua con cui le persone parlano a Dio) e la continuazione del digiuno, come una donazione responsabile di noi stessi, anima e corpo, a Cristo Dio. Tutti ricordiamo queste parole: "Se sei un teologo, preghi in modo puro; e se preghi in modo puro, sei un teologo ".

Ecco i pericoli che ci circondano. Prima c'è la saggezza puramente umana, che considera come stoltezza le esigenze della vita nello spirito, e poi arriva la dissoluzione della coscienza e la distruzione di ogni cosa. San Teofane il Recluso diceva che l'ateismo non è criminale fin dall'inizio, è una sorta di adesione fin dal primo momento all'esistenza di una "ragione superiore". Ma il nostro Dio è più di una "ragione superiore". È il Padre, che ama, e il Figlio, che è stato crocifisso e che ha vinto la morte, e lo Spirito Santo, che illumina ogni uomo che viene nel mondo.

È l'ora del digiuno e della preghiera. Resisti alla morte, o cristiano! Sii pronto a pagare con il tuo sangue anche una sola goccia di grazia, acquistata a caro prezzo. Dobbiamo ostacolare il male, non permettergli di vincere, frenarlo – essere "colui che trattiene". [1] Dobbiamo essere coloro che di fatto partecipano alla forza di Dio – la grazia dello Spirito Santo – e chiudere le labbra alla corruzione e alle bugie che si sono già aperte per pronunciare la sentenza definitiva contro la Chiesa.

Nota

[1]  Colui che trattiene, il katechon, è un riferimento a 2 Ts 2:7, circa gli ultimi giorni: "Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene".

 
Una preghiera per l'archimandrita Marco (Davitti)

In questi giorni il nostro confratello padre Marco (Davitti) si sta spegnendo presso l'Ospedale Maggiore di Bologna, città in cui ha retto per 40 anni la parrocchia di san Basilio. Chiediamo a tutti i lettori del nostro sito di pregare per un suo trapasso sereno e per la consolazione dei suoi numerosi figli spirituali. Molto del lavoro di padre Marco è stato pionieristico, e molti degli ortodossi che oggi vivono rispettati e sereni in Italia lo devono al paziente e continuo lavoro preparatorio di persone come padre Marco, a cui va tutta la nostra stima ed affetto.

 
Il mondo contemporaneo e la coscienza cristiana

Bertrand Vergely, francese, è docente di filosofìa e filosofo. Esperto di divulgazione, nei suoi numerosi libri e seminari ha esplorato in particolare le tematiche legate, da una parte, alle esperienze limite (vecchiaia, dolore, morte) e, dall’altra, alla felicità e alla capacità di stupirsi, che possono non interrompersi mai.

Il cristianesimo, Dio e la metafisica non interessano più alla società contemporanea. È possibile un loro ritorno?

Viviamo nell'era della "morte di Dio". Almeno ufficialmente. In realtà le cose non sono così semplici. Le forze spirituali non possono essere soppresse in questo modo. Anche se ha escluso ufficialmente Dio, il mondo occidentale contemporaneo ha nostalgia della spiritualità. Come prova, l'entusiasmo di questo mondo per la saggezza orientale, per le arti marziali o per discipline come Tai Chi e Chi Qong. Spesso, studiando queste discipline, coloro che le praticano ritrovano le loro radici cristiane. Quando la Chiesa parla del mondo interiore, la gente si interessa, anzi si appassiona della sua parola, si rivolge a lei. La Chiesa interiore ha un futuro luminoso davanti. Così Cristo come maestro di saggezza. Nessuno può dire cosa accadrà, ma possiamo ragionevolmente supporre che questo entusiasmo per la vita interiore aumenterà nel mondo a venire. E per un semplice motivo. Solo la religione vissuta dall'interno dà senso alla vita. È quello che il mondo contemporaneo non è in grado di fare. Noi viviamo l'agonia di un mondo in cui la vita non ha senso o ha solo un senso soggettivo. Il tempo dell'individualismo e dell'assurdo è passato.

Il cristianesimo ha contribuito, insieme ad altri, a costruire l'Europa in tutti i campi, sia quello della conoscenza sia quello della vita morale. Ma oggi i suoi valori sono respinti. Perché?

In Occidente, il cristianesimo paga il prezzo di due errori che sono stati commessi. Il primo è di essere stato una Chiesa autoritaria, moralistica e accusatoria, nella quale Dio era solo un giudice e la vita celeste un tribunale ossessionato dal male, dal peccato e dalla colpa. Il secondo errore commesso è che è passato, senza transizione, da una Chiesa autoritaria a una Chiesa modernista con il pretesto di essere in armonia con la società moderna e di riportare questa società nella chiesa. In entrambi i casi, la Chiesa è colpevole di essere stata politica piuttosto che spirituale, mistica e interiore. Quando la Chiesa è interiore piuttosto che politica, suscita interesse, accende passioni, entusiasma. In Occidente, la Chiesa ha umanizzato troppo Dio col pretesto di portarlo al livello della comprensione di tutti. Confondendosi con i poteri di questo mondo o le correnti di opinione dominanti, la Chiesa ha perso aura, mistero, il legame con il sacro. Il messaggio del cristianesimo è assolutamente brillante. Tale messaggio è spesso molto mal trasmesso, e le preoccupazioni per il sociale prevalgono su tutte le altre. È importante, naturalmente, guardare con amore fraterno ai poveri, cosi come è importante amare, rispettare e aiutare il prossimo. Ma il cristianesimo non può essere limitato solo a questa dimensione. La sua vocazione è quella di rendere gli uomini e le donne partecipi alla contemplazione dei grandi misteri e non essere un centro di azione sociale. Nietzsche diceva che la morale ha ucciso Dio. Non si sbagliava.

Qual è il legame tra la Chiesa e la filosofia?

La Chiesa è fondata su una grande idea. E per idea si intende uno stato di coscienza che porta ad una visione della realtà che va dal visibile all'invisibile e dall'invisibile al visibile. In questo senso, la Chiesa è il luogo del vero pensiero che consiste in una conoscenza visionaria. In ogni epoca, il genio della Chiesa consiste nell'occuparsi di opere che si svolgono in tutti i campi, per realizzare il dialogo che va dal visibile all'invisibile e dall'invisibile al visibile. Pertanto, non è il dialogo tra la Chiesa e la filosofia su cui dobbiamo riflettere, ma il dialogo tra il visibile e l'invisibile. La vera conoscenza è visionaria. Questo mostra come ogni atomo nell'universo è vincolato a Dio, fonte ineffabile della vita. Illustra inoltre come la luce divina è incarnata in ogni punto dell'universo. In realtà, la vera conoscenza che va dal visibile all'invisibile e viceversa rafforza questo punto di vista. La Chiesa ha sempre incoraggiato questa concezione geniale e visionaria.

Il mondo contemporaneo ha optato per una visione pragmatica, senza esitazioni, soggiogata dalle emozioni violente, lontana dai valori dell'innocenza presenti nel cuore della cristianità.

Essere cristiani significa avere il coraggio di resistere a questo pragmatismo?

No, e per un semplice motivo. La caratteristica del cristianesimo non è quella di essere contrario, ma di essere favorevole. Non dobbiamo resistere al pragmatismo cinico della nostra epoca. Privo di contenuti, crollerà prima o poi. Se non è già crollato, tanto è vuoto. E molto più interessante preoccuparsi di ciò che funziona, piuttosto che di ciò che non funziona. Sono i grandi misteri la fonte della realtà. E importante ritornare ad essi, usando per questo tutta l'energia che abbiamo. Non dobbiamo giudicare il pragmatismo cinico. Si è già giudicato da sé. Tutto quello che appartiene a questo pragmatismo è generalmente triste e disilluso. Lasciamo che i morti seppelliscano i loro morti. Interessiamoci a ciò che è vivo. Quindi, opponiamoci alla tentazione di resistere alla nostra epoca. E, per questo, non resistiamo alla chiamata di Dio in noi.

La storia del XX secolo è stata caratterizzata dalle terribili tragedie dell'Olocausto e del Gulag. Non tendiamo a dimenticarle? Non se ne dovrebbe parlare di più, per sensibilizzare le coscienze?

In Occidente, si parla molto dell'Olocausto. Si parla poco o niente del Gulag. Naturalmente, non dobbiamo dimenticare questi terribili drammi. Ma è importante usarli in modo costruttivo. E non è male che abbiamo bisogno di parlare, ma dobbiamo parlare bene. Non dimentichiamo che ogni cosa malefica nel mondo è ossessionata dal male. In nome della lotta contro il male sono stati commessi i crimini più gravi. I nazisti volevano purificare il mondo dall'ebraismo, considerato come il male sulla terra, e i comunisti volevano purificare il mondo dai capitalisti borghesi, considerati come il male sulla terra. Tutti i totalitarismi vogliono purificare il mondo. Tutti amano la purezza e lottano contro il male. In Cambogia, nel nome della purificazione della società, Pol Pot ha massacrato la metà della popolazione del paese. Quindi, facciamo attenzione a non provocare lo stesso fenomeno nel nostro desiderio di purificare il mondo dal totalitarismo. Oggi, in Occidente, nel nome della lotta contro il totalitarismo, nel nome del pluralismo e della tolleranza regna un clima di caccia alle streghe. Si cercano le parole, si analizzano le frasi in cui si crede di rilevare un intento razzista o discriminatorio. Si crea un clima di terrore e di censura. Vivere in Cristo non consiste nel fare la guerra al male, ma nell'amare il bene, il bello, attraverso la contemplazione dei grandi misteri dell'esistenza. Cristo è il sole, il sole di giustizia. Non appena sorge Cristo, Satana è confuso e crolla. Non è il male che dobbiamo eliminare, ma è il bene che dobbiamo far sorgere, come il sole di giustizia. Non sconfiggeremo il male combattendolo, ma vi riusciremo soltanto accrescendo il bene, che è lo splendore della vita.

 
Il patriarca Kirill consacra la cattedrale di san Michele nella città di Arkhangelsk

Domenica 16 ottobre sua Santità Kirill, patriarca di Mosca e di tutta la Rus', ha celebrato il rito di consacrazione della cattedrale di san Michele Arcangelo nella città di Arkhangelsk, porto marittimo russo del Mar Bianco.

Successivamente il primate della Chiesa russa ha celebrato nella cattedrale la Divina Liturgia, a cui hanno partecipato folle di clero e laici locali e in visita, funzionari provinciali, benefattori, sponsor e personaggi pubblici.

Questa è la chiesa più grande della zona. La sua capacità progettuale è di circa 3.000 persone; l'altezza dell'edificio supera i 60 metri.

Al momento della funzione, nell'incontro con il governatore della provincia, il patriarca Kirill ha condiviso le sue impressioni sulla cattedrale appena eretta:

"Ho viaggiato molto attraverso le regioni settentrionali della nostra terra e devo dire che questa chiesa, se così posso esprimermi, è la cattedrale dell'intero nord russo. Non ci sono altre chiese così imponenti e maestose lungo tutto questo litorale del nord. La rinascita e la costruzione di nuove chiese sta avvenendo ovunque, ed è sorprendente come si stia sviluppando la vita della Chiesa, ma la cattedrale di Arkhangelsk è, ovviamente, il fiore all'occhiello dell'intero nord".

"Che Dio conceda che la città di Arkhangelsk possa mantenere il suo status di nave ammiraglia, dal momento che è davvero una delle più antiche città russe del nord, e quindi ha un tale privilegio storico e una tale priorità. Ma la città continua a crescere, e che Dio conceda che la sua crescita continui in tutte le direzioni, terrene e celesti", ha riassunto il patriarca.

 
Perché scriviamo?

Un lunedì di un nuovo anno. Un buon momento per dare un'occhiata più attenta al passato e per tracciare un corso sperimentale per il prossimo futuro. E mentre guardavo al passato, sono arrivato alla realizzazione che può essere necessario esaminare la base stessa dello scrivere in generale e dello scrivere di teologia in particolare. Cercherò di spiegare.

Perché la gente scrive? Immagino che un tempo la gente scrivesse perché aveva qualcosa da dire. Oggi, tuttavia, è molto difficile rispondere a questa domanda. Alcuni sembrano scrivere perché devono – magari per una lezione che stanno seguendo, o per una conferenza a cui è stato chiesto loro di partecipare, o perché sperano di essere pagati per il loro lavoro, o per qualche altro motivo del genere. Ma cosa succede se tutti questi motivi improvvisamente scompaiono? Ci sarebbero ancora molti di noi che scrivono? Ancora più importante, ci sono molti di noi che in realtà hanno qualcosa da dire?

Troppo spesso, gran parte della letteratura teologica moderna sembra essere un rigurgito degli scritti di qualcun altro. Per usare un esempio tratto da alcuni dei miei scritti precedenti, vengono in mente argomenti come "il Padre del deserto N. su come allevare i bambini". In primo luogo, la pura assurdità del tema non sembra far alzare troppe sopracciglia in questi giorni. "Il violoncellista professionale sugli aspetti pratici della chirurgia cerebrale". Perché qualcuno dovrebbe voler sapere ciò che un suonatore di violoncello pensa sulla chirurgia cerebrale? In secondo luogo, se qualcuno vuole sapere ciò che pensa qualche autore su un qualsiasi argomento, non sarebbe meglio studiare le opere di quell'autore? Qual è esattamente lo scopo di leggere il punto di vista di qualcuno sul punto di vista di qualcun altro? Lo so, lo so: "In adempimento parziale del requisito per..."

Inoltre, nulla di significativo o di logico è aggiunto alla somma della conoscenza umana quando io esprimo il mio punto di vista sul punto di vista di qualcun altro e dimostro le mie ragioni citando ampiamente il testo originale. Forse io credo che gli altri non siano in grado di leggere quel testo? Forse non credo che gli altri possano comprendere il testo e quindi è necessaria la mia pre-digestione e il mio rigurgito a loro beneficio? Non è un po' presuntuoso da parte mia dire ad altri adulti alfabetizzati, istruiti, ragionevoli e intelligenti ciò che qualche autore molto famoso ha scritto su un dato argomento? Perché non far leggere loro il testo e non farli giudicare da sé? Lo so, lo so: "In adempimento parziale del requisito per..."

Naturalmente, non intendo sminuire l'idea della grande conversazione. Tuttavia, la stessa cultura dell'Ortodossia sembra soffocare detta conversazione. L'ostacolo è che noi siamo la Chiesa dei Padri, non dei padri. Poiché non posso presumere di essere io stesso al medesimo livello dei Padri, i miei pensieri e le mie opinioni non possono far parte della loro conversazione. I Padri parlano come persone che hanno autorità. Il massimo che io posso fare è imparare ciò che hanno insegnato e rigurgitare ciò che ho imparato. Costruire su ciò che essi hanno già stabilito, aggiungere qualcosa a ciò che hanno già detto, reinterpretare e rivedere il loro pensiero sarebbe troppo presuntuoso.

E a proposito di presunzione, ciò che mi ha infastidito più mentre pensavo al passato è stato il fatto che io ho scritto dei testi senza avere nulla che valga la pena di dire. Nel Vangelo di Matteo (7:29), vi è un accenno interessante al modo in cui Gesù insegnava: "... infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi..." Gli scribi rigurgitavano quello che altri avevano detto prima di loro, citando un rabbino, facendo riferimento a un altro. I profeti, invece, non riempivano il loro discorso con riferimenti a rabbini; parlavano con autorità: "Così dice il Signore ..." Vale a dire, "ho personalmente sentito da Dio stesso, e quindi ho qualcosa da condividere con tutti voi". Gesù, naturalmente, aveva ancora più autorità e spesso diceva: "Ma io vi dico ..."

Utilizzando questi principi in sede di esame dei testi teologici moderni, è dolorosamente evidente che la maggior parte di noi scrive come gli scribi, non come chi ha autorità. Questa è la differenza fondamentale tra noi e i Padri della Chiesa. I Padri hanno conquistato peccati e passioni e poi hanno scritto della loro esperienza vittoriosa. Noi siamo gravati da peccati e passioni e scriviamo dell'esperienza di qualcun altro. I Padri hanno digiunato e pregato, vegliato per decenni e poi scritto da esperti in materia. Noi ci lamentiamo nostre debolezze, troviamo scuse, diamo a noi stessi delle dispense e poi spieghiamo agli altri i benefici del digiuno citando gli esempi di qualcun altro, incapaci di fare riferimento ai nostri.

In alcune discipline (anche se non tutte), una tale mancanza di esperienza personale in materia sarebbe inaccettabile. Immaginate qualcuno che non sa come suonare il violoncello e che tenta di dare lezioni di violoncello, o qualcuno che non sa nuotare e insegna a nuotare, o qualcuno che non ha mai costruito nulla che offre consigli in materia di costruzione invocando i nomi di famosi architetti. Ciò sarebbe assurdo. E tuttavia, non sembra essere assurdo quando si fa la stessa cosa nel cristianesimo moderno. Non ditemi che cosa pensava il Padre del deserto N. a proposito dell'educazione dei figli. Voglio sapere come avete cresciuto voi i vostri bravi bambini. Non ditemi come santa Maria Egiziaca teneva il suo digiuno; questo posso leggerlo anche per conto mio. Ditemi come fate voi a tenere il vostro digiuno e ciò che avete imparato dalla vostra esperienza personale.

Eppure, c'è un motivo valido per scrivere di cose che non io ho sperimentato personalmente. La scrittura è un buon modo per pensare; permette al pensiero di procedere. È necessario, tuttavia, essere onesti su questo tipo di scrittura. In primo luogo, il fatto stesso che io penso non vuol dire che i miei pensieri siano necessariamente corretti o che valga la pena condividerli con gli altri. In secondo luogo, questo tipo di scrittura deve essere diretto a se stessi, non agli altri. Se agli altri capita di trovare il mio pensiero interessante e scegliere di partecipare al processo di pensare insieme, questo sarà meraviglioso. Ma questo tipo di scrittura non deve mai presumere o fingere di essere un tipo qualsiasi di insegnamento. Pensare è necessario, e la scrittura non è un cattivo formato per questo esercizio. Ma questo non dovrebbe mai essere confuso con lo scrivere come uno che ha autorità: questo viene solo dalla pratica personale e dall'esperienza o come rivelazione diretta da Dio stesso.

 
Quesiti sulla 'pan-Ortodossia'

C'è una consuetudine nelle capitali di alcuni paesi della diaspora ortodossa di tenere un servizio chiamato "vespri pan-ortodossi" alla sera della Domenica dell'Ortodossia. Ho partecipato per la prima volta a un evento del genere nel 1975 presso la chiesa serba a Birmingham, quando l'allora padre Vladimir Rodzianko predicò contro le "giurisdizioni". Sono sicuro che la maggior parte delle persone presenti non aveva idea di cosa stesse parlando. Apparentemente l'usanza continua, oltre 40 anni dopo, anche se pochi ortodossi ne sono a conoscenza o ne sono interessati. Sappiamo chi siamo, confessiamo la stessa fede e non abbiamo bisogno di dimostrazioni politiche, che non cambiano nulla per il resto dell'anno.

Anche se l'usanza non è male in sé, l'ho sempre trovata molto strana. Non esiste nei paesi ortodossi, dove la città media, diciamo di 50.000-100.000 abitanti, avrà parecchie parrocchie ortodosse, ognuna delle quali vive la propria vita. Nessuno ha mai pensato di incontrarsi tra parrocchie in una domenica sera all'anno (a dire il vero, il parroco e un rappresentante laico di ogni parrocchia si incontrano quando il loro vescovo li chiama per un raduno diocesano annuale). E nella città dove servo, dove ci sono diverse parrocchie anglicane e cattoliche (le parrocchie cattoliche rappresentano diversi gruppi nazionali), le chiese anglicane o cattoliche locali non si sognerebbero mai di tenere un vespro "pan-anglicano" o "pan-cattolico" una volta all'anno.

Si dice che i "vespri pan-ortodossi" promuovano l'unità ortodossa, sebbene io non riesca a vedere come. Ma perché è necessario? Il fatto è che tutte le Chiese ortodosse sono già spiritualmente unite. C'è semplicemente una divisione amministrativa e linguistica, che si verifica in ogni caso, c'è sempre stata e sempre ci sarà. Per esempio, nei paesi ortodossi, le parrocchie sono divise tra diocesi (che a volte utilizzano lingue diverse) e il legame dell'unità è fornito da incontri e sinodi dei loro vescovi, che rappresentano ciascuna diocesi. Nella diaspora è la stessa cosa, solo che le varie diocesi per qualche ragione non sono chiamate diocesi, ma "giurisdizioni", che è un termine puramente secolare.

E qui c'è qualcosa di molto strano: il termine "pan-ortodosso" è diventato divisivo! Anche il termine straniero "Pan-" (usato invece della parola inglese "All-") suggerisce che qui ci sia qualcosa di strettamente etnico. E le minoranze che promuovono i vespri "pan-ortodossi" rappresentano spesso tendenze molto divergenti. Per esempio, molti di loro non usano il calendario ortodosso per le feste fisse, come fa l'80% degli ortodossi, ma usano aggressivamente il calendario papale e vogliono imporre i cicli pasquali papali. Sicuramente, se si preoccupassero per l'unità, sarebbero tornati al calendario ortodosso maggioritario, che 100 anni fa era universale, e non tenterebbero di promuovere un calendario eterodosso e, a volte, valori eterodossi?

Poi questi promotori d'unità si impegnano in pratiche come l'abbandono del sacramento della confessione, non hanno iconostasi nelle loro chiese, cantano inni natalizi protestanti durante la Liturgia della Natività dopo i tropari, gridano i nomi per la commemorazione alla proscomidia durante la Divina Liturgia (che chiamano "la santa liturgia") e bandiscono tutte le lingue tranne l'inglese! Un giorno forse qualcuno mi spiegherà queste cose. Ho aspettato una risposta per 43 anni. Ho sempre pensato che l'unità ortodossa possa basarsi solo sulla Fede ortodossa universale, non sulle deviazioni delle minoranze moderniste.

 
La fiaba di Pietro e Febronia – film d'animazione cristiano dalla Russia

Azione, romanticismo e valori familiari tradizionali! Il principe Pietro uccide valorosamente i draghi, mentre la sua fedele moglie guarisce abilmente le persone con erbe e preghiere. Pietro e Febronia sono i santi patroni del matrimonio e della famiglia cristiana. Si tratta di un film imperdibile per i bambini di tutte le età, dai 6 ai 106 anni.

Questo articolo tratto dai nostri archivi è stato pubblicato per la prima volta su Russia Insider nel settembre 2022.

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Avete mai desiderato che i film d'animazione unissero la qualità morale del cristianesimo tradizionale con la qualità di produzione della Pixar e della Disney? Se è così, allora il vostro desiderio si è avverato! Questo film spettacolare è ora disponibile e la vostra famiglia può guardarlo in questo video.

In questo film straordinario, i personaggi principali non solo combattono i draghi, ma pregano anche il Signore per essere liberati dalle grandi prove e dai problemi che si presentano. La forza e la bellezza del matrimonio cristiano sono al centro di tutta la storia. Anche se include molte fantastiche scene d'azione, il film ricorda allo spettatore che la fede, l'amore e la fedeltà sono le armi più potenti di tutte.

Questo bellissimo film è arrivato nelle sale russe nel 2017. Nel 2020, Russian Faith lo ha distribuito con sottotitoli in inglese. Non è un racconto storico: molte cose sono state aggiunte alla storia, trasformandola in un film drammatico. Alcune parti della storia sono state ispirate dalle vite dei santi Pietro e Febronia, ma questo particolare film è basato solo vagamente sui resoconti storici. Tuttavia, è un film edificante che rende giustizia ai valori tradizionali di pazienza, onestà, amore, matrimonio, coraggio, misericordia, preghiera e una profonda fede in Cristo.

La Russia moderna sta vivendo una rinascita cristiana su una scala senza precedenti e sta influenzando positivamente ogni aspetto della cultura. In meno di 30 anni, hanno costruito oltre 30.000 nuove chiese, si mostrano manifestazioni palesi di fede cristiana in luoghi pubblici come ristoranti e banche e, come si può vedere qui, stanno producendo spettacolari lungometraggi che onorano i valori tradizionali della famiglia.

Non dimenticate di dare un'occhiata a queste fantastiche istantanee del film di Pietro e Febronia:

 
Churchill: scomode verità

Ricordo che nel 1976 ho avuto una conversazione sul carattere inglese con il defunto Nicholas Zernov, un rappresentante di spicco della scuola di Parigi dei russi disincarnati. Egli ricordava che la reputazione degli inglesi tra i russi della sua generazione era di 'ipocriti che pugnalano alla schiena'. Alla mia protesta che, anche se questa era una descrizione perfetta dell'establishment anglicano della classe dirigente con la quale si accompagnava, non era una descrizione degli inglesi in generale e certamente non degli inglesi con i piedi per terra, tra i quali ero stato allevato, la sua reazione fu di completo stupore; dopo quasi cinquant'anni di vita ingenua e disincarnata nel mio paese non si era mai reso conto che la maggior parte degli inglese non faceva parte – e non aveva mai fatto parte – dell'establishment anglicano.

Un esempio di tale ipocrisia dell'establishment è la recente celebrazione del cinquantesimo anniversario della morte di Churchill. Presentato come 'il più grande degli inglesi' da un certo tabloid (che ignora il fatto che egli era per metà americano), possiamo davvero pensare di lui una cosa del genere? Naturalmente ci sono molti ottantenni e novantenni in questo paese, che sono d'accordo con il titolo a lui rivolto da quel. Ma ho incontrato anche anziani italiani che chiamano Mussolini un genio e anziani russi che dicono la stessa cosa di Stalin ('in quei tempi c'era ordine e non c'era criminalità'). Ho anche incontrato anziani francesi di Vichy, così come tedeschi e austriaci, che hanno un'alta opinione di Hitler. Forse sono tutti vittime di un lavaggio del cervello di propaganda e di nostalgia per un passato e una gioventù ormai scomparsi.

Quali che siano le nostre conclusioni equilibrate su Churchill, dobbiamo considerare alcuni fatti:

Churchill ha partecipato alla strage ('battaglia') di Kitchener a Omdurman nel Sudan nel 1898 (almeno 27.000 sudanesi furono crudelmente abbattuti dalla 'moderna' tecnologia militare, tra cui le mitragliatrici Maxim) e ancora di più in seguito nel saccheggio di Khartum, con molte persone bruciate vive.

Churchill ha sostenuto il genocidio di 28.000 donne e bambini afrikaaner nei campi di concentramento britannici nella guerra anglo-boera tra il 1899 e il 1902.

La campagna di Gallipoli assolutamente errata e malamente gestita da Churchill nel 1915 ha portato alla morte di 200.000 soldati alleati e turchi, e tutto per niente.

Churchill ha incoraggiato la soppressione britannica della rivolta araba in Iraq (invaso dalla Gran Bretagna nel 1914 e in seguito ripartito con conseguenze disastrose), che comprese il bombardamento dei curdi e l'uso di gas asfissianti contro di loro. Ciò ha portato a ripetuti violenti coinvolgimenti britannici sul posto fino ad oggi. Churchill riteneva il massacro dei curdi come una cosa priva di alcuna importanza dato che erano 'una razza degradata' – ma poi ha pensato all'incirca la stessa cosa di tutti i popoli non europei.

Nel 1941 Churchill sapeva che Singapore era indifendibile, ma da 8.000 a 15.000 soldati e cittadini britannici e del Commonwealth sono stati uccisi, e 130.000 catturati, nella sua inutile e umiliante campagna malese, la massima resa e sconfitta nella storia militare britannica.

Churchill non ha deliberatamente avvertito gli Stati Uniti dell'attacco di Pearl Harbour da parte dei giapponesi nel 1941 perché aveva bisogno che gli USA fossero coinvolti nella guerra dalla parte britannica.

Churchill ha respinto i pareri scientifici e ha ordinato il terribile bombardamento dei civili tedeschi ad Amburgo, Dresda... (600.000 civili tedeschi e 160.000 giovani aviatori alleati uccisi). Molti considerano Churchill niente più che un gangster per questo crimine di guerra impunito.

Nella seconda guerra mondiale Churchill fece morire di fame da 6 a 7 milioni di indiani nell'olocausto bengalese, quando avrebbe potuto salvare la maggior parte di quelle vite. (Churchill – razzista e imperialista fino al midollo – sembrava non avere alcuna idea anche dei precedenti orrori nell'India britannica – con 10 milioni di morti nelle rappresaglie dopo gli ammutinamenti indiani del 1857 e da 6 a 9 milioni di morti di fame nelle carestie dal 1895 al 1900, dicendo che 'gli indiani si riproducono in ogni caso come conigli' – senza parlare di orrori come la responsabilità britannica per la carestia delle patate in Irlanda nel 1840, col suo milione di morti).

Nel 1944 Churchill ha respinto il piano Brand per salvare gli ebrei ungheresi (tra 200.000 e 400.000 ebrei sono stati uccisi dai nazifascisti ungheresi).

Nel 1944 Churchill decise la spartizione della Palestina (nel 1878 gli ebrei erano il 5% della popolazione palestinese, nel 1948 erano un terzo della popolazione; dopo 67 anni, ora ci sono più di 7 milioni di profughi palestinesi nel mondo), garantendo una permanente crisi in Medio Oriente.

Churchill ha riconosciuto l'importanza cruciale della politica del divide et impera nel subcontinente indiano, cioè, mantenendo l'antipatia tra indù e musulmani, al fine di preservare sul posto il dominio britannico. Alla fine questo ha portato alla morte di un milione di persone nella partizione di India e Pakistan nel 1947.

Fatti che aiutano a riflettere.

 
Argyris Mitsis: "sono morto e sono andato all'inferno ma Cristo mi ha rimandato indietro"

Offriamo ai nostri lettori la sincera storia di un nostro contemporaneo che ha vissuto una morte clinica e si è trovato all'inferno.

Buon giorno! Il mio nome è Argyris Mitsis. Vengo da Megali Vrisi del distretto di Kilkis, in Grecia. Voglio condividere con voi quello che mi è successo dopo la mia morte clinica. Mi sono consultato con l'anziano Kirillos, il mio padre spirituale, e lui ha suggerito di raccontare questa storia ad altre persone. È molto probabile che alcuni di voi rideranno di me. Ma anche se almeno uno su cento mi credesse, andrebbe bene: forse si salverà solo un'anima. È stato abbastanza difficile decidere di parlare pubblicamente, ma sono disposto ad assumermi la responsabilità delle mie parole. Se qualcuno di voi dubita e insiste sul fatto che io "esagero", posso mostrare i miei documenti di dimissione dall'ospedale per dimostrare che avete torto.

Prima vivevo una vita empia. Facevo i turni di notte in un bar, imprecavo senza sosta e bestemmiavo il Signore e la Madre di Dio. Non c'era niente che ritenessi sacro.

Un giorno ho avuto un attacco di cuore e sono finito all'ospedale Papageorgiou. Ho un amico che lavora lì, il dottor Moskaros Lambros, capo del dipartimento di dinamica circolatoria. Abbiamo deciso di fare un'angiografia coronarica per avere un'idea di cosa mi stesse succedendo.

Anche lì, in ospedale, ho continuato a imprecare e bestemmiare il Signore Gesù Cristo e la Madre di Dio. È orribile anche solo pensare alle cose che stavo dicendo in quel momento! Quando i medici hanno ricevuto i risultati del mio test, hanno deciso di fare un intervento chirurgico con palloncino e di posizionare uno stent.

Sono stato operato in anestesia locale. Hanno iniettato l'anestesia epidurale e non ho sentito alcun dolore. Le mie gambe sono diventate insensibili e a un certo punto sono svenuto.

Mi sono ritrovato in un posto completamente diverso, avvolto nell'oscurità più totale. Altre anime mi circondavano chiedendo aiuto e implorando pietà. Il posto era pieno di un odore orribile. Qualcuno mi ha colpito duramente; mi sentivo come se il mio braccio destro si fosse gravemente ustionato.

Per darvi almeno un'idea di quello che stavo passando, immaginate di essere rinchiusi in una stanza buia come la pece. Qualcuno vi preme sulla bocca e sulle narici in modo che voi non possiate respirare. Tutto quello che potete sentire in giro sono pianti e gemiti. Si sentono voci che chiedono misericordia, salvezza, liberazione. In quel momento ho capito che ero finito all'inferno. Ero ancora il mio vecchio me stesso, come prima, ma senza un corpo: senza mani, senza piedi... Ho abbassato la testa per vedere che aspetto avevo ma non ho visto niente. A un certo punto, davanti a me sono apparsi degli occhi di un rosso brillante. Mi fissavano. Poi, ho sentito una voce potente e forte: "Finalmente sei qui, ti stavo aspettando. Sono..." Ha detto il suo nome. Non voglio pronunciare quel nome satanico. Poi, ha iniziato a picchiarmi forte, bruciandomi il braccio destro con il fuoco. Il dolore era straziante. Mi ha afferrato il collo cercando di soffocarmi. Ho vissuto così tanti tormenti che, se avessi scritto tutto sull'argomento e voi lo aveste letto, avreste supplicato il Signore in ginocchio tutto il giorno e la notte di avere misericordia di voi. Non sto entrando troppo nei dettagli, o la mia storia richiederebbe troppo tempo. Inoltre, la maggior parte del mio tormento aveva a che fare con i miei peccati precedenti che posso condividere solo alla confessione.

Poiché ero così terribilmente tormentato, sono caduto nella disperazione e, per la prima volta in 48 anni, mi sono appellato a Dio in preghiera. Ho gridato: "Signore, aiutami! Ho fiducia in te! Portami via da qui!"

È stato allora che ho visto una luce proveniente dall'alto. La luce si stava muovendo verso di me.

La speranza è sorta di nuovo nella mia anima e il mio spirito si è rafforzato. L'oscurità intorno a me si è schiarita e ho visto un giovane in piedi di fronte a me, con i capelli lucenti, una barba morbida e gli occhi verdi. Ha messo la sua mano sulla mia testa e ha detto: "Non aver paura, sono qui".

Dopo di che, ho aperto gli occhi e mi sono visto di nuovo in sala operatoria. La mia faccia era coperta da un lenzuolo. Tre minuti prima, il mio cuore aveva smesso di battere e i dottori stavano discutendo su come informare mia moglie della mia morte. Ho tolto il lenzuolo dalla mia faccia e ho detto: "Dove andate, ragazzi? Sono vivo, sono qui!" Il mio chirurgo Kostas e Georgios, il suo assistente, si sono precipitati da me e, senza dire una parola, mi hanno fatto un'iniezione e hanno proceduto con l'intervento. Non potevano credere ai loro occhi. Più tardi, sono stato trasferito in un'unità di terapia intensiva... Quando un medico mi ha visitato lì, ha detto: "Capisce che ha subito una morte clinica?" Ho risposto: "Non so se fossi morto ma sono sicuro di essere andato da qualche parte".

Quando l'anestesia è terminata, ho sentito un forte dolore al braccio destro e alla gamba destra. Era un dolore lancinante. Un'infermiera è venuta a darmi da mangiare. Mi ha guardato il braccio e mi ha chiesto: "Quando è riuscito a farsi questo?"

Ho girato la testa e ho visto che il mio braccio aveva un'ustione a forma di corona sormontata da tre sei. Tre sei che avevo ricevuto lì, all'inferno.

Il mio medico mi conosce da molto tempo ed era ben consapevole dei molti peccati che ho commesso durante la mia vita, ma non sono mai stato coinvolto in culti satanici o cose del genere. Ha detto che non aveva idea di dove mi fosse venuta questa bruciatura. Era un ateo a pieno titolo, tutto ciò in cui credeva era la sua scienza.

Sono stato dimesso dall'ospedale il quarto giorno. Non riuscivo a sollevare la mano che era ancora maleodorante. L'ustione con tre sei faceva molto male. Non credo che avrei potuto riceverla da nessun'altra parte se non all'inferno.

All'epoca conoscevo un uomo di nome Dimitri, un devoto cristiano. Che il Signore lo benedica per essersi offerto di accompagnarmi al monastero! All'inizio non volevo andarci: "È così stupido! A cosa serve?" Allora la mia fede era ancora troppo debole.

Sì, ho dimenticato di menzionare qualcosa. Mentre ero ancora nella mia stanza d'ospedale, c'era un'icona sul muro di fronte al mio letto e il santo raffigurato su di essa mi guardava dritto negli occhi. Ho sempre sentito che mi guardava dritto negli occhi. Ho chiesto all'infermiera di togliere l'icona dal muro e di avvicinarla. L'ha tolta dal muro e me l'ha mostrata. Era san Paissio l'Athonita .

Quando sono uscito dall'ospedale, Dimitri mi ha portato al monastero (non ho intenzione di dirvi quale). L'anziano ha ascoltato la mia storia e poi ho fatto una confessione, la prima in assoluto nella mia vita.

Devo dire che, non appena sono entrato nel monastero, ero completamente preso dalla rabbia. Ero pronto a picchiare i monaci; ero come impazzito. Per tre giorni e tre notti, i padri e i fratelli del monastero hanno tenuto una veglia di preghiera per me. Sono stati molto buoni per tutto il tempo che sono stato con loro e con l'aiuto di Dio siamo sopravvissuti a quei giorni orribili. Ogni notte, il diavolo veniva da loro: continuava a bussare e picchiare alle porte, e ruggiva con un ringhio infernale: "Dov'è il mio Argyris? Datemelo, è mio!"

Ma l'anziano era pronto per la battaglia. Ha detto: "O tu starai meglio o io morirò con te". Era veramente un uomo santo, virtuoso al massimo grado, e non avrei mai parlato di lui in pubblico se non fosse stato vero.

Argyris Mitsis

Il terzo giorno, mi sono svegliato e mi sono reso conto che il segno con i sei marchiato sul braccio all'inferno era quasi completamente scomparso. Tuttavia rimaneva un odore sgradevole e non riuscivo ancora ad alzare troppo la mano. Dimitri è venuto a farmi visita e gli ho chiesto un favore: portami a Souroti, alla tomba di san Paissio l'Athonita. Il mio secondo miracolo è avvenuto lì e non ho alcuna spiegazione per questo.

Dimitri mi ha portato a Souroti e ho visto molte persone in piedi accanto alla tomba di san Paissio, più simili a una grande folla. Una piccola casa era lì vicino e c'erano alcune monache con la loro badessa. Quest'ultima mi ha chiesto di avvicinarmi:

"Vieni qui!"

"Dice a me?"

"Sì", ha risposto. "Sei Argyris?"

"Come fa a sapere il mio nome?"

Per un momento ho pensato che forse Dimitri le avesse parlato di me, ma quando avrebbe avuto il tempo di farlo? Proprio in quel momento la gerondissa ha detto:

"Il santo ci ha detto che stavi arrivando. Seguimi."

Mi ha portato alla sua tomba e disse: "Prega sulla tomba di tuo padre". Mi sono chinato e ho baciato la croce. Quando ero pronto a lasciare la tomba, la badessa mi ha fermato di nuovo. Mi ha concesso il massimo onore portandomi nella cella dove il santo si è addormentato nel Signore; c'era anche il suo sgabello. "Vorrei che sapesse quanto gi voglio bene!", ho detto alla gerondissa. A questo, lei ha risposto: "Lo incontrerai".

Da allora, la mia vita è cambiata molto. Vivo male ma Cristo dimora nella mia casa e san Paissio è sempre con me. Forse è solo un santo per chiunque altro, ma per me è come mio padre. Da quando ho sentito la sua presenza nella mia vita, ho trovato una nuova vita. Mi guida e mi offre consigli.

Sei mesi dopo, ho avuto un altro attacco di cuore. Un'ambulanza mi ha portato all'ospedale e alla stessa unità cardiaca. Il dottore ha detto: “Devo fare un intervento chirurgico d'urgenza a cuore aperto, o te ne andrai tra un paio di giorni. Se non facciamo nulla, è sicuramente la morte; ma se facciamo l'operazione, c'è una probabilità del dieci per cento che tu sopravviva. Sei davvero in pessime condizioni".

Gli ho chiesto di darmi dieci minuti per pensarci. Quando sono rimasto solo, ho guardato l'icona del santo che avevo con me e mi ha dato forza. Era come se qualcuno mi sussurrasse dolcemente all'orecchio: "Va' e non temere nulla". Quindi, ho chiamato il mio medico:

"Georgios, andiamo in sala operatoria. Non lo farai da solo."

"Cosa vuoi dire, Argyris?"

"La tua mano sarà guidata da qualcun altro."

Sono andato al tavolo operatorio con una probabilità di sopravvivenza del dieci per cento. L'intervento è durato tredici ore. In seguito, sono stato trasferito in terapia intensiva. Quando mi sono svegliato, non riuscivo a respirare da solo. Il dottore e l'infermiera si sono precipitati al mio letto e mi hanno intubato con l'ossigeno. Il dottore ha detto: “Le notizie non sono buone. Qualcosa è andato storto e l'operazione non è andata come avremmo voluto. Ti terremo qui per tre o quattro giorni e poi rimarrai in un altro reparto, attaccato alle macchine di supporto vitale per dieci giorni".

È allora che ho visto un altro miracolo: la mia prima visione in assoluto di un santo. Ero sdraiato lì a guardare il soffitto e improvvisamente ho sentito come l'aria nella mia stanza fosse piena di profumo. Poi ho visto san Paissio. Ha detto: "Alzati, pigro, basta andare in giro! Va tutto bene con te. Alzati e lascia il posto a un altro paziente".

Posso presentare i miei moduli di congedo medico come prova che in due giorni sono stato scollegato da ogni supporto vitale e ho mosso i primi passi. Il mio chirurgo può confermare la stessa cosa. Il secondo giorno, quando è venuto a trovarmi, mi sono sentito benissimo come se non avessi mai subito un intervento chirurgico a cuore aperto. Il dottore si è avvicinato al mio letto, ha guardato l'icona che stava accanto al letto e poi ha detto: "È questo il padre di cui parlavi?" Ora, ricordate questo: era un ateo, in tutto e per tutto. Si è inginocchiato, si è fatto il segno della croce e ha venerato l'icona. Non dimenticherò mai questo momento. L'ho guardato pensando che restava da vedere chi di noi due aveva tratto maggior beneficio dal miracolo a cui aveviamo appena assistito...

È successo tutto di sabato. Il giorno successivo, domenica, un anziano monaco è entrato nella stanza per visitare un altro paziente. Chiunque rimanesse nella nostra stanza guariva e lasciava rapidamente l'ospedale perché il santo era lì. Il monaco mi ha guardato e ha chiesto:

"Cosa c'è che non va in te, figlio mio?"

"Ho subito un intervento a cuore aperto".

"Tutti qui ricevono visitatori tranne te; non hai nessuno che ti venga a trovare? Sei orfano?"

"Sì. Non ho né padre né madre."

Ecco cosa mi ha detto in risposta:

"Figlio mio, la santissima Madre di Dio è tua madre, e gli angeli vegliano al tuo capezzale. Ti proteggono."

Sono stato dimesso dall'ospedale e tenuto in vita come prima. Non so cosa penserete della mia storia. In seguito mi è stato diagnosticato un cancro alla gola, ma fino a oggi non ho mai chiesto al santo di guarirmi. Ogni giorno, passo del tempo in preghiera per il mondo intero, e anche... non lo so, forse è troppo audace ma prego il Signore che, quando sarà il mio momento di lasciare questa vita, san Paissio l'Athonita venga da me. Prego che mi prenda per mano e che partiamo insieme...

È impossibile nominare tutti i miracoli che mi sono accaduti da quando l'ho trovato nella mia vita. Una volta, ho toccato accidentalmente un filo elettrico esposto con la mia mano e di nuovo san Paissio mi ha salvato. Non riesco nemmeno a descrivere quanto sia cambiata la mia vita da quando questo santo vi è entrato.

Ovviamente amo il nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo più di ogni altra cosa al mondo. Il mio padre confessore, l'anziano Kirillos, una volta mi ha detto: "Argyris, il Signore ti ha veramente benedetto! Io vivo in monastero sin da quando ero ragazzo, ma il Signore non mi ha mai ritenuto degno di fare un'esperienza così preziosa. Con ogni probabilità, quel giovane, che ti ha salvato dall'inferno, era Cristo stesso. Ti ha dato un'altra possibilità e ha prolungato i tuoi giorni sulla terra in modo che tu potessi pentirti dei tuoi peccati per stare davanti al Signore con un cuore purificato".

So che il mio racconto può sembrarvi una storiella, ma, con onestà di fronte a Dio, vi ho detto la verità. Ho davvero vissuto tutto questo. Ho commesso tutti i tipi di peccati nella mia vita e Dio è l'unica ragione per cui sono ancora vivo.

Un tempo i testimoni di Geova mi hanno offerto soldi per risolvere le mie difficoltà finanziarie, ma ho rifiutato la loro offerta. Cristo, e solo lui, abiterà nella mia casa.

Ho condiviso la mia storia senza entrare in altri dettagli, che vi logorerebbero con la loro lunghezza. Le porte di casa mia sono sempre aperte per chi ne vuole parlare. La linea di fondo è: non so per quanto tempo vivrò o per quanto tempo il mio cuore continuerà a battere. Ovviamente a un certo punto morirò. Quello che avevo incontrato all'inferno mi perseguita ancora come un incubo. A volte salto giù dal letto terrorizzato nel cuore della notte. Quei suoni risuonano ancora nella parte posteriore della mia mente. Non ho paura della morte ma ho il terrore di tornare all'inferno. Dio non voglia che ci finisca di nuovo! Signore, abbi misericordia e salvaci!

In conclusione, vorrei aggiungere qualcosa che mia moglie non ama sentire. Ebbene, certamente, devo affrontare sofferenze e dolori qui sulla terra, ma come diceva il mio amato san Paissio l'Athonita: "La terra sarà il nostro rimedio contro tutte le nostre afflizioni". Grazie per la vostra attenzione!

 
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