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Il grido di libertà non si ferma

La dissoluzione dell'utopia dello stato ucraino continua a grandi passi, con il generoso contributo dei promotori stessi della sua ideologia.

Accogliendo l'invito fatto la settimana scorsa dal nostro patriarca, cerchiamo di non identificare la Chiesa in una delle parti in lotta, non promuoviamo scontri e men che meno ci mettiamo ad arringare la folla verso questo o quell'altro (di solito entrambi sconsiderati) corso d'azione. Tuttavia, questo non significa che possiamo trattare con la stessa imparzialità i sostenitori di un referendum di federalizzazione e gli autori di questo massacro (visione del link sconsigliata a chi è debole di stomaco).

Esaminiamo perciò il grido di libertà popolare delle regioni considerate "calde" dai resoconti d'attualità in un quadro più ampio, presentando le considerazioni di padre Andrew Phillips nell'ultimo articolo del suo blog, dedicato alla libertà dei popoli dell'Ucraina e dell'Europa, che presentiamo in traduzione italiana nella sezione "Geopolitica ortodossa" dei documenti.

 
Le azioni del Fanar e la postmodernità: tutto combacia

Il Fanar vive nella visione del mondo della profonda postmodernità. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Leggendo un'altra assurda affermazione del Fanar, siamo sbalorditi: come si può dire così apertamente che l'oscurità è luminosa e viceversa? Ma c'è una teoria che spiega tutto.

Oggi puoi sentire la frase che la modernità è già cosa dell'altro ieri e, di conseguenza, la postmodernità è cosa di ieri. La domanda "Qual è il nome oggi?" rimane aperta, ma non è questo il punto. Le azioni del Fanar di oggi rientrano pienamente nella filosofia di questa post-postmodernità e sono spiegate da essa. Esaminiamo la questione...

Evoluzione delle prospettive del mondo nel corso della storia

I termini "tradizionalismo", "modernità" e "postmodernità" sono usati per caratterizzare i fenomeni in diversi campi. Il tradizionalismo è associato alla religiosità, alle tradizioni, al rispetto per gli anziani, alla monarchia, ai rapporti di produzione agricola e artigianale e all'arte classica. Si ritiene che tutto ciò fosse rilevante fino, all'incirca, alla metà del XIX secolo. Una persona in una società tradizionale era guidata dalle norme della moralità religiosa, osservandole o violandole. Per esempio, nell'Impero Russo si viveva sotto lo tsar/padre, onorandolo o ribellandosi. Ciascuno era guidato dalle istruzioni degli anziani piuttosto che dalle proprie stesse speculazioni. La produzione era artigianale e l'arte era comprensibile.

Questa società è stata sostituita dalla modernità, che ha posto il razionalismo al di sopra dei precetti religiosi e le opinioni degli antenati, la democrazia ha sostituito la monarchia, la cultura urbana ha sostituito quella rurale, l'artigianato è stato sostituito dalla produzione industriale. L'arte classica è stata sostituita dall'art nouveau (Klimt, Vrubel, Modigliani, Kustodiev ...) Non si doveva uccidere non perché si viola il comandamento di Dio, ma perché si viola il diritto di un'altra persona alla vita. La sottomissione allo Stato non era più basata su precetti religiosi ma sul bene pubblico. Le persone dei villaggi accorrevano in città per guadagnare denaro perché la loro situazione finanziaria diventava più preziosa per loro rispetto allo stile di vita tradizionale nella comunità rurale.

Ma la modernità è caduta rapidamente nell'oblio, aprendo la strada alla postmodernità. La società industriale è stata sostituita dalla società dell'informazione, è emerso il globalismo e l'economia è stata dominata non dalla produzione di merci ma da vari servizi. L'uomo ha iniziato a cercare la diversità, le impressioni, i viaggi, la conoscenza di altre tradizioni e religioni. Ogni punto di vista alternativo (eccetto quello tradizionale), ogni esotismo e persino ogni perversione ha ricevuto il diritto di esistere ed essere proclamato da alte tribune e manifestato in grandi piazze. Il razionalismo ha lasciato il posto all'impulsività e alle emozioni, idee che, di regola, sembrano venire dal nulla e non vanno da nessuna parte.

Tutto questo è molto interessante, ma è più importante capire quale sia la visione del mondo offerta dal tradizionalismo, dalla modernità e dalla postmodernità. La formulazione visiva di questa vista è la seguente.

L'immagine del mondo nel tradizionalismo è un triangolo, in cima al quale c'è Dio, e sotto ci sono la persona (soggetto) e il mondo creato (oggetto). Il soggetto conosce l'oggetto e lo utilizza, ma ciò avviene entro i limiti e nella direzione fissati da Dio. Inoltre, questa immagine del mondo presuppone che Dio, il soggetto e l'oggetto esistano davvero.

Dio, il soggetto e l'oggetto: l'immagine del mondo nel tradizionalismo

Nella modernità, Dio viene rimosso dall'immagine del mondo. "Dio è morto", come disse F. Nietzsche. Puoi credere in lui o non credere in lui, puoi adorarlo o no, ma Dio non determina più il processo della cognizione e dell'uso da parte dell'uomo del mondo creato, che significa anche il mondo sociale, il mondo dell'arte, della scienza, ecc. Non ci sono restrizioni morali su azioni e atti, esperimenti scientifici o sociali. I comandamenti di Dio non sono più i regolatori del comportamento umano. Ma il soggetto e l'oggetto esistono ancora e tra loro avvengono relazioni soggetto-oggetto. I concetti rimangono: lo stato è ancora lo stato, la famiglia è la famiglia e il crimine è il crimine.

Nella postmodernità, l'oggetto è ormai escluso. Non che abbia cessato di esistere, ma per una persona non è l'oggetto in sé che conta, ma l'opinione del soggetto sull'oggetto. I concetti e le idee tradizionali sull'oggetto vengono messi in discussione: "Chi ha detto che è così?", "Perché pensi che sia corretto?"

chi ha detto che questo è un mucchio di vetri rotti? È un'installazione, un'opera d'arte!

"Dove sta scritto che il matrimonio è un'unione tra un uomo e una donna?" In realtà, questo è scritto nella Bibbia, ma dopo tutto, "Dio è morto" nella fase della modernità. Il matrimonio si è sempre fatto tra un uomo e una donna; questo è buon senso. Ma cos'è il buon senso e che differenza fa se ora è diverso? Nel mondo tradizionale, la questione del matrimonio tra persone dello stesso sesso non si poneva affatto. Nella modernità era possibile fare riferimento al buon senso (almeno dicendo che i bambini non nascono in unioni dello stesso sesso). Nella postmodernità non si possono trovare argomenti pesanti contro i matrimoni tra persone dello stesso sesso, e questi sono semplicemente legalizzati.

Post-verità nella politica

Nella postmodernità, la verità o la realtà oggettiva non interessa a nessuno. Quella che interessa è l'opinione sulla verità e sulla realtà, le dichiarazioni a riguardo da parte di persone autorevoli o di forze politiche. La post-verità emerge. L'uso di falsi è molto tipico della postmodernità. Per esempio, oggi tutti sanno che l'invasione statunitense dell'Iraq nel 2003 era basata su un falso. Il segretario di Stato americano Colin Powell ha agitato una provetta alla riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sostenendo che si trattava di un campione di armi biologiche.

il segretario di Stato americano Colin Powell alla riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 2003

Non importava se l'Iraq stesse sviluppando armi biologiche o meno. Importava l'opinione degli Stati Uniti. Molti anni dopo, Colin Powell ha ammesso di aver espresso un falso intenzionale, ma il fatto era già compiuto: gli Stati Uniti e i loro alleati hanno invaso l'Iraq e da allora sono rimasti lì. Di conseguenza, la nazione è stata distrutta, sono morte fino a un milione di persone (durante l'intero conflitto) e sono state danneggiate più di 8 milioni di persone.

Questa è la tecnologia della post-verità. È stata applicata con successo in tutte le rivoluzioni colorate in tutto il mondo. Alle persone di diversi paesi veniva insegnato che se avessero rinunciato al loro potere, sarebbero diventate libere, ricche e felici. La gente ci ha creduto, è scesa in piazza e ha rovesciato il governo. Ma i risultati si sono rivelati esattamente l'opposto: la corruzione si è intensificata, l'economia è rallentata, il tenore di vita è diminuito e al posto dell'ordine pubblico e statale è arrivato il caos. È successo ovunque! La gente si è chiesta: come è potuto succedere? – Ma non sarebbe potuto succedere nient'altro!

Gli organizzatori delle rivoluzioni colorate non hanno nemmeno pensato a come migliorare la vita della popolazione locale. Tutte queste rivolte sono state organizzate con l'obiettivo di creare un "caos controllato" nell'interesse degli Stati Uniti. Stephen Mann ha detto questo in modo chiaro nel suo articolo "Chaos Theory and Strategic Thought", che è stato pubblicato nella principale rivista professionale dell'esercito americano – "US Army War College Quarterly" nel 1992. Una citazione: "Con i vantaggi degli americanu nelle comunicazioni e le crescenti capacità di sfollamento globale, il virus (le proteste rivoluzionarie, ndc) si auto-replicherà e si diffonderà in modo caotico, quindi la nostra sicurezza nazionale avrà le migliori garanzie. <...>

Post-verità nella religione

Gli stessi approcci e, probabilmente con lo stesso scopo, sono stati applicati dal Patriarcato di Costantinopoli quando nel 2018 questo ha riconosciuto gli scismatici ucraini e concesso la pseudo-autocefalia alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". L'11 ottobre 2018, il Sinodo del Patriarcato di Costantinopoli ha adottato un documento sostanzialmente assurdo, in cui ha annunciato che Filaret Denisenko e Makarij Maletich con tutti i loro seguaci sono stati "riportati alla comunione con la Chiesa", e tutte le organizzazioni religiose che si definiscono ortodosse, situate nel territorio dell'Ucraina, sono state poste sotto la giurisdizione di Costantinopoli.

la decisione del Sinodo del Patriarcato di Costantinopoli dell'11 ottobre 2018

Prima della formazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", l'intero mondo ortodosso non sapeva come procedere – nessuno poteva capire come il Fanar avrebbe aggirato l'ovvio problema – la mancanza di una gerarchia canonica tra gli scismatici ucraini. Infatti, sia il capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", Epifanij Dumenko, sia l'altro "episcopato" in realtà non hanno né ordinazioni sacerdotali né, tanto meno, episcopali. La Chiesa ortodossa russa ha anche ipotizzato che il Fanar li avrebbe ordinati in segreto, per dichiarare al momento della creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" che ora "questi non sono più scismatici, ora hanno ricevuto ordinazioni canoniche". Ma, come si è scoperto, questi erano pensieri estremamente ingenui. Tutto si è rivelato molto più semplice. Dopo tutto, il concetto di postmodernità presuppone che l'oggetto (in questo caso, la consacrazione episcopale di Dumenko e altri) sia semplicemente messo tra parentesi. Di fatto, a nessuno importa se Dumenko abbia la grazia espiscopale o meno. Ciò che conta è l'opinione del soggetto (il Fanar in questo caso) sulla questione.

il bacio di Sergej (Epifanij) Dumenko e del patriarca Bartolomeo

E ora "concelebrano" insieme la Divina Liturgia.

Nella postmodernità è possibile esprimere proposizioni assurde. Anche se la loro assurdità è evidente a tutti, coloro che vi hanno qualche interesse continueranno a crederci (o a fingere di crederci). Un esempio di tale assurda assurdità è la recente lettera del patriarca Bartolomeo all'agenzia ucraina "Tserkvarium", in cui dichiarava i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina sono "temporaneamente tollerati" sul territorio dell'Ucraina.

In particolare, il patriarca Bartolomeo ha scritto: "Secondo il principio canonico di territorialità, che è un fatto integrale e permanente dell'ecclesiologia ortodossa, nessun'altra Chiesa (eccetto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ndc) può essere presente nella giurisdizione ecclesiastica dell'Ucraina. Tuttavia, in uno spirito di sensibilità pastorale, tolleriamo temporaneamente l'esistenza dei vescovi ucraini della Russia, non come vescovi ordinari locali ma solo come titolari o presenti (residenti) in Ucraina <...> Per questo motivo, sua Eminenza Onufrij non è più considerato il metropolita canonico di Kiev, ma un vescovo residente a Kiev".

Questo è già completamente al di là della verità e del buon senso, per non parlare del Vangelo. Cioè, i chierici della Chiesa ortodossa ucraina, e con loro, milioni di figli fedeli della Chiesa, che negli ultimi trent'anni hanno fatto rivivere la Chiesa, costruito migliaia di chiese, aperto centinaia di monasteri, stabilito confraternite, sorellanze, ripreso le attività di scuole teologiche, ecc. – tutte queste persone sono "temporaneamente tollerate" sul territorio dell'Ucraina dal patriarca Bartolomeo, che rivendica addirittura per se stesso il merito di questa "tolleranza". Sua Beatitudine il metropolita Onufrij, che è seguito da milioni di credenti in Ucraina che non lo tradiranno mai perché è il vero pastore del gregge di Cristo, è dichiarato semplicemente "residente a Kiev". E Sergej Dumenko, un laico che non ha alcuna dignità clericale, i cui sostenitori sono coinvolti in inganni, bestemmie, violenze contro i credenti e sequestri di chiese, dichiarato "metropolita canonico di Kiev"! Un atto ignobile, non è vero? Ma non dimenticate, stiamo vivendo nel tempo della postmodernità...

Ci fa davvero tristezza renderci conto che recentemente anche il primate della Chiesa di Cipro, l'arcivescovo Chrysostomos, ha seguito le orme del patriarca Bartolomeo: all'insaputa (!) del Sinodo della sua Chiesa ha commemorato Epifanij Dumenko alla Liturgia. Inoltre, aveva promesso (!) ai membri del Sinodo che non l'avrebbe fatto. L'intera cosa ha un odore di un gioco sporco.

Ma prestiamo attenzione all'argomentazione dell'arcivescovo Chrysostomos. Discutendo il suo atto e cercando di giustificare la sua lettera al patriarca Kirill del 2018, dove aveva dichiarato l'esatto contrario, il capo della Chiesa di Cipro ha detto: "Quando ho inviato la lettera, non conoscevo alcuni aspetti essenziali, come il fatto che nel Tomos d'autocefalia (il Tomos del 1686 sul trasferimento della metropolia di Kiev sotto la giurisdizione del Patriarcato di Mosca, ndc), concesso alla Russia, c'era la condizione che la Chiesa dell'Ucraina commemorasse prima il patriarca ecumenico come il capo, e poi il patriarca di Mosca".

Molto probabilmente, questa circostanza era ben nota all'arcivescovo Chrysostomos poiché i rappresentanti del Patriarcato di Costantinopoli l'hanno annunciata molto prima della creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Bene, d'accordo, prendiamo in parola l'arcivescovo Chrysostomos. Ma l'arcivescovo Chrysostomos non poteva non sapere che se la metropolia di Kiev nel 1686 era passata dalla giurisdizione del Patriarcato di Costantinopoli al Patriarcato di Mosca, allora, per definizione, non avrebbe potuto commemorare il primate di un'altra Chiesa locale "come proprio capo". Cioè, c'è un'evidente assurdità. Ma è ancora più assurdo considerare questa circostanza così importante da tradire di fatto, e contrariamente all'opinione del Sinodo della sua Chiesa, sia sua Beatitudine Onufrij sia i milioni di fedeli della Chiesa ortodossa ucraina, violando i sacri canoni della Chiesa, commemorando Epifanij Dumenko per compiacere il patriarca Bartolomeo.

C'è un ottimo consiglio per tutti – quando sorgono queste infinite controversie su chi commemora chi per primo, chi è la Chiesa Madre di chi, chi dovrebbe essere subordinato a chi, chi dovrebbe essere più in alto nei Dittici, e così via – prendete e leggete il Vangelo, per esempio il più corto, quello di Marco. E poi, sulla base di quello che avete letto, guardate tutte queste polemiche. Guardate... e vedrete il divario tra loro e il Vangelo.

In Ucraina è avvenuta una demarcazione molto netta: c'è la Chiesa ortodossa ucraina, che svolge la sua missione salvifica nella nostra terra, che insegna alle persone i comandamenti del Vangelo, l'amore per tutti, il perdono, le unisce a Cristo attraverso i santi misteri. E c'è un'altra parte che si impadronisce delle chiese e getta i santi troni per strada, trasferisce illegalmente le comunità allo scisma, picchia i credenti, espelle i sacerdoti insieme alle loro famiglie dalle loro case e compie altre azioni illegali. Tutto questo è così contrario all'insegnamento di Cristo che nessuno dovrebbe avere dubbi su dove sia la vera Chiesa. Ma questa è la postmodernità, e non è ciò che sta realmente accadendo che conta, ma conta ciò che dicono a riguardo le parti interessate, conta quale immagine tratteggiano i media. E queste parti interessate, prima di tutte il Fanar, si schierano dalla parte dell'illegalità e la Chiesa di Cristo viene dichiarata "temporaneamente residente" nel territorio dell'Ucraina. Ma anche in questo alla Chiesa è fatto un favore, poiché il cittadino turco Bartolomeo (Archondonis) "la tollera".

E cos'è la post-postmodernità?

È stato detto sopra che dall'immagine della modernità, dove esistevano il soggetto e l'oggetto, nella postmodernità l'oggetto scompare e al suo posto arriva un'opinione sull'oggetto. Ma anche questo è considerato un ricordo del passato. Oggi il processo va ancora oltre: nella post-postmodernità condizionale il soggetto scompare o è messo tra parentesi. Si può essere sorpresi ed esclamare: ma chi è quindi che conosce l'oggetto, o almeno che esprime un'opinione al riguardo? – È sconosciuto!

A titolo di esempio, citiamo la sensazionale presentazione da parte di Elon Musk di un chip elettronico impiantato nel cervello.

presentazione del chip Neuralink. Screenshot del canale Youtube "Neuralink"

Questo chip collegherà il cervello umano all'intelligenza artificiale globale. E sorge la domanda: chi sarà dunque il soggetto della cognizione: l'uomo o l'intelligenza artificiale? O forse quella creatura, umana o spirituale, che sarà dietro a questa intelligenza artificiale?

La tecnologia descritta da Elon Musk è il futuro. Vicino o lontano: non lo sappiamo. Ma oggi si pone la questione della soggettività di quelle persone che giocano al gioco geopolitico attorno alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Chi è l'oggetto della decisione sul Tomos per la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"? Chi è oggetto del riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da parte dei singoli primati delle Chiese locali? Sono loro stessi o c'è qualcun altro dietro di loro nel cui interesse vengono intraprese tutte queste azioni? Guardiamo da questo punto di vista l'operato dell'arcivescovo Chrysostomos. Ecco i fattori che gli impedivano di commemorare Epifanij Dumenko:

  • capisce perfettamente che Dumenko non ha una consacrazione episcopale;
  • conosce molto bene la persecuzione in Ucraina della Chiesa ortodossa ucraina;
  • sa perfettamente che la creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non è canonica;
  • egli stesso ha affermato che i membri del Sinodo della Chiesa cipriota non sostengono il riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina";
  • in precedenza ha espresso il proprio sostegno al metropolita Onufrij in diverse occasioni;
  • ha scritto lettere ufficiali alla Chiesa ortodossa russa per sostenere la sua posizione sull'Ucraina;
  • si rende conto che, a causa della sua età e del cancro, apparirà presto davanti al giudizio di Dio.

E nonostante tutto questo, l'arcivescovo Chrysostomos va verso l'evidente illegalità e commemora Dumenko durante la Liturgia. Sorge una domanda: è lui l'oggetto di questa decisione? Postmodernità profonda...

Il mondo davanti ai nostri occhi si sta muovendo verso il caos, dove si perdono non solo la fede e almeno alcuni orientamenti di valore ma in generale il senso della realtà di ciò che sta accadendo. Dove i burattini recitano il teatro dell'assurdo, controllati da un abile burattinaio. Dove il bianco è dichiarato nero e il nero è bianco. È triste che il Patriarcato di Costantinopoli, un tempo pilastro dell'Ortodossia, stia partecipando a tutto questo.

Ma è gratificante che noi, credenti della Chiesa ortodossa ucraina, nella lingua dei nostri figli, siamo "in casa". Apparteniamo alla Chiesa di Cristo di cui si dice: "Fonderò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa..." (Mt 16:18), e quindi non siamo preoccupati dalla modernità, dalla postmodernità o da qualcos'altro.

 
L'edificio del convento di Chervone è "tornato" allo stato nella regione di Zhitomir

la tenuta nell'insediamento urbano di Chervone, dove è situato il convento della Chiesa ortodossa ucraina. Foto: inok.info

Il Ministero della cultura ha riferito che "un altro edificio monastico della Chiesa ortodossa ucraina è stato restituito alla proprietà statale".

Il Tribunale economico della regione di Zhitomir ha accolto la causa intentata dalla Procura distrettuale di Berdychev riguardo al trasferimento in proprietà statale di un edificio nel villaggio di Chervone, dove si trova il convento della Natività di Cristo della Chiesa ortodossa ucraina, riferisce la stampa servizio del Ministero della cultura e delle politiche dell'informazione.

Il convento è situato in una tenuta che prima del 1917 apparteneva alla famiglia Tereshchenko, importanti imprenditori e benefattori. L'edificio è considerato patrimonio locale.

"Il Ministero della cultura e della politica dell'informazione dell'Ucraina si è unito al caso nel 2023 e ha difeso la conservazione di questo patrimonio", hanno riferito i funzionari. "Abbiamo così un'altra collaborazione di successo tra il Ministero della cultura e della politica dell'informazione e la Procura nella protezione e nella restituzione delle proprietà alla proprietà statale. Un altro edificio monastico della Chiesa ortodossa ucraina è stato restituito alla proprietà statale".

Secondo l'amministrazione eparchiale di Zhitomir della Chiesa ortodossa ucraina, nel 2000 la società "Chervonskij Tsukrovik" ha ceduto la tenuta, precedentemente di proprietà dei proprietari della fabbrica di zucchero Tereshchenko, alla proprietà dell'eparchia. L'edificio è stato inserito nel bilancio dell'eparchia di Zhitomir in uno stato semidistrutto, senza finestre e porte.

Dall'ottobre 2000 l'edificio ha ospitato l'eremo del convento di sant'Anastasia la Romana a Zhitomir. All'inizio del 2001, è stata consacrata una chiesa domestica, in cui hanno iniziato a svolgersi funzioni regolari. Il 22 gennaio 2001, il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina ha benedetto l'apertura del convento della Natività di Cristo di Chervone. Nel periodo di esistenza del convento le monache e i parrocchiani ristrutturarono parte degli edifici della tenuta.

Come riportato in precedenza, la polizia sta tentando di sfrattare le monache dal monastero della Teofania della Chiesa ortodossa ucraina di Kremenets, nella regione di Ternopol'.

 
‘L'Ortodossia, principale ostacolo all’apostasia dell’Occidente’

Quando abbiamo iniziato a ricordare su questo blog i pericoli di una visione anti-ortodossa in ascesa nel mondo occidentale, ci siamo presi tutte le accuse di essere polarizzati, politicizzati, unilaterali... ma siamo andati avanti lo stesso. Oggi, tanto per confermare che non avevamo colto tanto fuori dal segno, possiamo lasciare la parola niente meno che al ministro degli esteri svedese, Carl Bildt (nella foto), e alla sua recente dichiarazione che ‘l'Ortodossia è la principale minaccia alla civiltà occidentale’. Cerchiamo di capire qualcosa di più su questa affermazione (davvero inqualificabile per un diplomatico di professione) e su ciò che essa comporta, nell’analisi di padre Andrew Phillips, che riportiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.

 
“Voi sostenete dei bestemmiatori rivestiti di paramenti sacerdotali”

Sua Eminenza il metropolita Luka di Zaporozh'e è uno dei vescovi più schietti e autorevoli della Chiesa ortodossa ucraina di oggi. Ha pubblicato alcune lettere aperte riguardanti lo scisma ucraino e le azioni anti-canoniche del Patriarcato di Costantinopoli sul territorio della Chiesa ortodossa ucraina.

Nel 2018 si è rivolto al patriarca Bartolomeo di Costantinopoli, "fedele suddito della Repubblica Turca, signor Bartolomeo!" come lo chiama, a proposito degli inviti che stava inviando al "concilio d'unificazione" dove è stata creata la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" scismatica. In quella lettera, ha ringraziato il patriarca per aver contribuito alla discriminazione e alla persecuzione contro i fedeli ucraini, aiutandoli così a raggiungere il Regno dei Cieli.

Ha anche indirizzato una lettera aperta a sua Santità il catholicos-patriarca Ilia II della Georgia, invitandolo a rimanere fermo nell'Ortodossia nonostante le pressioni per riconoscere gli scismatici, e nell'agosto dello scorso anno, ha indirizzato una lettera aperta ai monaci athoniti, chiedendo loro di rimanere fermi nell'Ortodossia anche durante la prossima visita del patriarca Bartolomeo al Monte Santo. Il patriarca è "un uomo che il diavolo ha colpito con una terribile malattia: l'orgoglio", ha scritto sua Eminenza ai monaci.

In questa presente lettera, indirizzata all'arcivescovo Chrysostomos di Cipro, il metropolita Luka lo chiama al pentimento per il grave errore di aver riconosciuto la "Chiesa ortodossa ucraina" scismatica, ringraziandolo anche per aver contribuito alle prove spirituali che saranno portate ai fedeli ucraini, rafforzando così la Chiesa ortodossa ucraina canonica.

La lettera del metropolita Luka è stata pubblicata in greco su Romfea e in traduzione russa dal canale PravBlog su Telegram. 

* * *

La mia coscienza gerarchica non mi permette più di rivolgermi a voi come vescovo e ministro dell'altare, perché avete intrapreso la via del tradimento di Cristo, il capo della nostra Madre Chiesa!

Sono sicuro che il clero della Chiesa di Cipro che è fedele all'Ortodossia non può più pronunciare il vostro nome come primate nei servizi divini.

Prima di tutto, voglio ringraziarvi per essere diventato uno strumento della provvidenza di Dio, grazie alla quale Cristo dona al nostro gregge ucraino corone di confessione e forse di martirio.

Con il vostro riconoscimento [degli scismatici ucraini, ndt], voi sostenete dei bestemmiatori rivestiti di paramenti sacerdotali e contribuite al fatto che i loro seguaci si armeranno di seghe e martelli e si impadroniranno delle nostre chiese, mentre terrorizzano e picchiano chierici e fedeli.

Porterete ancora più lacrime, dolore e sofferenza alle famiglie dei figli fedeli della nostra Chiesa ortodossa.

Ma sono sicuro che nessuno di noi sarà scosso da queste afflizioni, perché sappiamo che a questo siamo destinati (1 Ts 3:3), e se soffriamo con lui (Cristo), allora saremo glorificati con lui (Rm 8:17).

Vorrei chiedervi: "Qual è stato il vero motivo del vostro tradimento?" Qualche materiale compromettente sulla vostra vita e la vostra pietà? [1] Ma c'è un solo Dio che è senza peccato, e conosce tutte le nostre debolezze e cadute come nessun altro. Se avete peccato, potete pensare che un Dio amorevole non vi perdonerà se vi pentite?

Ho un sincero desiderio nel mio cuore di dirvi: "Cristo è in mezzo a noi", ma voi mi avete privato di questa opportunità.

Il Vangelo ci insegna a non aver paura di ammettere che siamo peccatori, ma ci dice anche che non c'è caduta più terribile del tradimento di Dio.

Rendo testimonianza davanti al Signore che se vi pentite, sono pronto ad abbracciarvi calorosamente e a chiamarvi fratello, perché Cristo è stato crocifisso per voi e per me!

Ma se, insieme ai nemici della Chiesa, crocifiggete il nostro amato Salvatore, allora le mie parole per voi saranno: lungi da me, satana (Mt 16:23), perché non cercate ciò che è gradito a Dio, ma ciò che giova al diavolo!

Mio caro fratello in Cristo, pentitevi, perché il giudizio di Dio non è lontano e daremo conto di tutto!

Metropolita Luka di Zaporozh'e e Melitopol'

Nota

[1] L'anno scorso, dopo che l'arcivescovo Chrysostomos aveva dichiarato che non commemorava e non intendeva commemorare Epifanij Dumenko, il primate scismatico, nei servizi divini, e dopo che il Santo Sinodo cipriota ha rifiutato di riconoscere la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e ha fortemente messo in dubbio la sua legittimità, i media ciprioti hanno iniziato a riferire di uno scandalo del 2015 che coinvolge l'arcivescovo, che avrebbe aiutato il fuggitivo uomo d'affari malese Jho Low a ottenere un passaporto cipriota.

 
La Chiesa serba condanna i tentativi dei media di minimizzare il genocidio compiuto contro i serbi in Croazia

Il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa serba respinge assolutamente qualsiasi tentativo di minimizzare il numero delle vittime serbe nel campo di sterminio di Jasenovac in Croazia durante la seconda guerra mondiale.

I vescovi esprimono "rammarico e indignazione" per la recente campagna mediatica iniziata a Sarajevo, diffusasi in Croazia e Montenegro e ripresa dalla CNN a Belgrado, secondo cui la stessa Chiesa serba sta "sfatando il mito dei 700.000 serbi uccisi a Jasenovac".

Tuttavia, come spiega il Sinodo nella sua nuova dichiarazione, i rapporti non si basano su alcuna dichiarazione della Chiesa, ma sulla convinzione di un vescovo, il vescovo Jovan di Slavonia, che il numero delle vittime fosse inferiore. Quando il vescovo ha espresso il suo punto di vista al Sinodo, ritenendo tale punto di vista "arbitrario e storicamente infondato", il Sinodo ha invitato il vescovo Jovan a non rendere pubblica la sua opinione, sapendo che avrebbe attratto i nemici della Chiesa e del popolo serbo. Il Sinodo rileva che il vescovo Jovan si è attenuto a questa decisione sinodale nel corso degli anni.

Pertanto, il trionfalismo dei media è "mero autoinganno", si legge nella nuova dichiarazione. "La verità storica che è stato commesso un genocidio contro il popolo ortodosso serbo nello Stato indipendente di Croazia, così come contro i nostri fratelli ebrei e rom, non può essere negata da nessuna menzogna, indipendentemente da chi la pronuncia".

"La nostra Chiesa è da secoli vigile custode dell'autentica memoria storica nazionale, soprattutto della memoria eterna dei santi martiri, confessori e sofferenti, 'per l'onorevole Croce e l'aurea libertà' (за крст часни и слободу златну). Inoltre, è sempre stata la prima e la più grande vittima di ogni persecuzione e di ogni pogrom", si legge nel Sinodo.

Tale revisionismo storico "è solo parte di un processo globale i cui creatori stanno rivedendo e intendono distruggere tutti i valori della civiltà umana: la nazione, la famiglia, la fede in Dio, la genitorialità, i generi e persino la nozione dei santi martiri cristiani".

Il movimento generale è che "gli autori del genocidio vengano prima scagionati, poi acclamati come eroi, per poi essere infine scambiati per vittime. Così, nelle campagne mediatiche come quella attuale, il nero diventa bianco, il bene e il male si scambiano di posto senza sforzo e la menzogna si impone come verità ultima", avvertono i vescovi.

In conclusione, il Sinodo invita tutti a offrire preghiere in ginocchio ai santi martiri di Jasenovac.

 
James Joyce e la Settimana Santa ortodossa

James Joyce (1882-1941) è di solito considerato un letterato ateo, decaduto dalle sue origini cattoliche irlandesi. Tuttavia, una ricerca di alcuni episodi poco noti della sua vita rivela una sua profonda sensibilità al mistero delle celebrazioni della Settimana Santa, a cui cercò sempre di partecipare, e di preferenza nelle chiese ortodosse. Nelle sue indagini dei rapporti dei grandi letterati con il culto ortodosso, e in particolare con le funzioni pasquali, John Sanidopoulos ricorda i contatti con il culto ortodosso nella vita di Joyce (contatti che hanno avuto luogo anche alla chiesa di San Niccolò dei Greci a Trieste) nel suo blog Honey and Hemlock; riportiamo le considerazioni su Joyce in traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti.

 
Vescovo ucraino concelebra con vescovi antiocheni, e dona aiuti finanziari al metropolita di Beirut

foto: eparhia.vinnica.ua

Il 5 novembre, con la benedizione di sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di tutta l'Ucraina, sua Eminenza il metropolita Varsonofij di Vinnitsa e Bar della Chiesa ortodossa ucraina è arrivato in visita fraterna alla Chiesa ortodossa antiochena in Libano.

Dopo essere stato accolto all'aeroporto dall'archimandrita Filipp (Vasiltsev), rettore della chiesa di rappresentanza del Patriarcato di Mosca a Beirut, il metropolita ha visitato Abdullah e Tatiana Sarrav, una coppia ortodossa che aiuta molte chiese ortodosse in Libano, come riferisce il servizio stampa della diocesi di Vinnitsa.

Sua Eminenza ha poi visitato il monastero della Madre di Dio ad Arbeia, dove lui e la sua delegazione sono stati accolti dal fondatore e abate archimandrita Nikodimos (Mashroki), che ha trasmesso parole di sostegno ai vescovi e ai fedeli della Chiesa ucraina. Il metropolita Varsonofij ha servito un moleben nella chiesa del monastero e ha pregato per il metropolita Onufrij nel giorno del suo compleanno e per la pace in Ucraina.

Il giorno successivo, il metropolita Varsonofij e la delegazione ucraina si sono incontrati con sua Eminenza il metropolita Elias di Beirut nella sua residenza nella capitale e gli hanno consegnato gli aiuti finanziari raccolti dal clero e dai fedeli della Chiesa ucraina per la Chiesa di Antiochia dopo la massiccia esplosione nella città durante l'estate. Il metropolita Varsonofij ha dato anche una copia dell'icona della Madre di Dio di Pochaev al suo confratello vescovo antiocheno.

Durante gli incontri i vescovi hanno discusso dello scisma ecclesiale in Ucraina, della vita della metropolia di Beirut e di vari argomenti teologici.

Il mese scorso anche un sacerdote e rappresentante del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa ucraina ha visitato il Libano, dando al metropolita Elias l'assistenza finanziaria disponibile in quel momento.

Domenica 8 novembre, il metropolita Varsonofij e la delegazione ucraina hanno servito la Divina Liturgia presso la chiesa di san Nicola il Taumaturgo a Zahlé insieme al vescovo locale, il metropolita Antoun, e al metropolita Nifon di Filippopoli, rappresentante di Antiochia a Mosca.

Durante il servizio, i vescovi hanno commemorato il metropolita Onufrij, primate della Chiesa canonica ucraina.

Dopo il servizio, il metropolita Antoun ha regalato al metropolita Varsonofij una panaghia episcopale, e, a sua volta, il metropolita Varsonofij ha donato al metropolita Antoun una copia dell'icona della Madre di Dio Pecherskaja e al metropolita Nifon un'icona di san Serafino di Sarov.

Più tardi in quel giorno i tre metropoliti hanno tenuto un incontro durante il quale hanno discusso della situazione causata dall'interferenza delle autorità negli affari della Chiesa ucraina. In particolare, il metropolita  Varsonofij ha parlato del sequestro violento di chiese sia nella diocesi di Vinnitsa che in tutta l'Ucraina.

Il metropolita Varsonofij è stato persino aggredito fisicamente dai nazionalisti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" scismatica che gode del patrocinio e del sostegno del patriarca Bartolomeo e del Patriarcato di Costantinopoli.

A loro volta, i vescovi antiocheni hanno espresso la loro indignazione per le azioni del patriarca Bartolomeo in Ucraina.

Nell'ottobre 2018, il Santo Sinodo della Chiesa d'Antiochia ha fortemente criticato il patriarca Bartolomeo per le sue azioni unilaterali in Ucraina, e sua Beatitudine il patriarca Giovanni X di Antiochia ha respinto l'appello del patriarca Bartolomeo a riconoscere gli scismatici ucraini.

Il metropolita Nifon ha parlato anche dell'attuale situazione della Chiesa in Libano e ha ricordato le sue visite in Ucraina e la sua forte amicizia con il defunto metropolita Vladimir (Sabodan).

 
Il numero di rifugiati ucraini nell'Unione Europea supera i 10 milioni

quasi un terzo della popolazione ucraina è emigrata in Unione Europea. Foto: RBC-Ucraina

Il commissario dell'Unione Europea per il mercato interno, Thierry Breton, ha dichiarato all'emittente francese Sud Radio che il numero dei rifugiati ucraini nell'Unione Europea ha superato i 10 milioni di persone.

Il numero di rifugiati ucraini nell'Unione Europea ha superato i 10 milioni di persone. Lo ha affermato Thierry Breton, commissario europeo al mercato interno, nel corso di un'intervista all'emittente francese Sud Radio.

Commentando l'afflusso di migranti nell'isola italiana di Lampedusa, Breton ha sottolineato che la questione della migrazione non riguarda l'Unione Europea solo nel sud. Ha dichiarato: "Abbiamo accolto oltre 10 milioni di migranti ucraini. La questione migratoria non riguarda solo il sud ma anche l'est". Breton ha sottolineato che la Repubblica Ceca ha accolto la più alta percentuale di ucraini tra i paesi dell'Unione Europea.

"Il 4% della popolazione, 440.000 migranti ucraini in un paese di 9 milioni di abitanti, ve lo immaginate?", ha esclamato emozionato Breton al conduttore. Ha aggiunto che i migranti ucraini vengono accolti a braccia aperte in Ungheria e Polonia, dove è più facile per loro adattarsi.

In precedenza, l'Unione dei giornalisti ortodossi aveva scritto che secondo Ella Libanova, direttrice dell’Istituto di demografia e studi sociali intitolato a MV Ptukha presso l’Accademia nazionale delle scienze dell’Ucraina, anche dopo la vittoria, gli ucraini potrebbero finire in una spirale demografica mortale.

 
Benvenuto, padre Nicolas!

Con effetto dal 1 maggio 2014, l'arcivescovo Job di Telmessos ha sollevato l'arciprete Nicolas Rehbinder dalla sua funzione di rettore della parrocchia della Presentazione al Tempio (91, rue Olivier de Serres) a Parigi e gli ha dato la sua benedizione per lasciare l'Esarcato ed entrare nella diocesi di Chersoneso del Patriarcato di Mosca. Nel milieu ortodosso francese questo evento è salutato come una decisione intelligente e amichevole dell'arcivescovo Job. Per diversi anni, infatti, padre Nicolas ha fatto sentire la sua voce a sostegno di un ritorno canonico alla Chiesa madre, sulle linee proposte dal patriarca Alessio II nell'aprile del 2003. Grazie a Vladyka Job per la sua decisione, e un benvenuto a padre Nicolas sulla strada verso l'obiettivo da lui costantemente indicato e sostenuto: la fondazione di una Chiesa ortodossa autonoma in Europa Occidentale.

 
Oltre 100 chierici del Patriarcato d'Alessandria vogliono passare alla Chiesa russa

foto: foma.ru

La Chiesa ortodossa russa ha ricevuto più di 100 appelli da chierici del Patriarcato di Alessandria che chiedono di essere accettati nella Chiesa russa, sebbene quest'ultima si impegni a rispettare i confini ecclesiali, ha affermato in una recente intervista l'arcivescovo Leonid di Vladikavkaz e dell'Alania.

Venerdì, discutendo la questione nel corso del programma Strategia con Anna Shafran, l'arcivescovo Leonid, vice presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, ha detto che un gran numero di sacerdoti ha chiesto di entrare nella Chiesa russa in seguito al riconoscimento unilaterale da parte del patriarca Theodoros della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" scismatica un anno fa.

L'arcivescovo Leonid ha notato che il patriarca Theodoros aveva assicurato alla Chiesa russa lo scorso autunno che non avrebbe riconosciuto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", tuttavia, "nonostante le sue promesse e accordi, esattamente un mese dopo, ha fatto come riteneva opportuno".

Ricordiamo che il patriarca era stato in precedenza un forte sostenitore dell'Ortodossia in Ucraina , incoraggiando il gregge ucraino a rimanere fedele a Cristo nella sua Chiesa. Avendo infranto la sua promessa alla Chiesa russa, ha anche infranto la sua promessa a sua Eminenza il metropolita Athanasios di Limassol che non avrebbe commemorato lo scismatico Epifanij Dumenko mentre serviva la Liturgia nella metropolia di Limassol a Cipro. Il patriarca ha commemorato il capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", cosa che ha profondamente addolorato il metropolita Athanasios e altri vescovi della Chiesa cipriota.

L'arcivescovo russo ha anche sottolineato che il Santo Sinodo del Patriarcato d'Alessandria non ha dato al suo primate l'autorità di riconoscere la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ma piuttosto il patriarca ha agito per conto suo. Anche l'arcivescovo Chrysostomos di Cipro ha agito unilateralmente nel riconoscere la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", e lo ha fatto anche in violazione della sua promessa al suo Santo Sinodo di non farlo.

Come osserva l'arcivescovo Leonid, una Chiesa non può basarsi sui capricci di una persona, ma piuttosto è una società di credenti in Gesù Cristo, che sono chiamati a sostenere la fede e i canoni. Un vescovo non può semplicemente fare quello che vuole, ha sottolineato l'arcivescovo.

Sebbene il primate alessandrino non abbia concelebrato con Epifanij Dumenko da quando ha riconosciuto gli scismatici, lo scorso dicembre ha servito con due vescovi della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" a Costantinopoli: l’"arcivescovo" Evstratij Zorja e il "metropolita" Mikhail (Zinkevich).

Secondo l'arcivescovo Leonid, la situazione all'interno della Chiesa di Alessandria per quanto riguarda il riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è "non buona", come la Chiesa russa ha informato il patriarca Theodoros. Finora sono stati ricevuti oltre 100 appelli di chierici alessandrini che chiedono di essere ricevuti sotto l'omoforio del patriarca di Mosca.

Lo scorso dicembre, 27 sacerdoti di Kenya, Tanzania, Uganda e Zambia hanno diffuso una lettera aperta in cui si opponevano al riconoscimento illegale della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da parte del patriarca Theodoros, chiedendogli di invertire la sua decisione. Nonostante le minacce di sospensione, scomunica e perdita di salario da parte dei loro vescovi greci, i sacerdoti hanno dichiarato che sarebbero rimasti fermi nella loro posizione per l'Ortodossia.

Il Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne sta studiando la questione, secondo il vice presidente, e sta cercando di frenare il clero dal suo desiderio di unirsi alla Chiesa russa. Come l'arcivescovo Leonid ha spiegato, la Chiesa russa non è interessata a espandersi nel territorio di altre Chiese, ma osserva rigorosamente i canoni e sostiene relazioni oneste e dignitose tra le Chiese locali.

"Anche quando siamo stati traditi, continuiamo ad attenerci alle regole dei rapporti che si sono stabiliti tra le Chiese. Non veniamo meno alla nostra parola... E vogliamo vedere la stessa cosa anche da parte di altre Chiese. Vogliamo la stessa responsabilità e lo stesso atteggiamento di cortesia dai nostri partner. Non parole grandiose o dichiarazioni, ma se hai promesso qualcosa, fallo, perché hai milioni, milioni di persone dietro di te", ha detto l'arcivescovo.

Quando gli è stato chiesto perché il patriarca Theodoros ha scelto di fare un voltafaccia e riconoscere la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", l'arcivescovo Leonid ha spiegato che il patriarca la subito pressioni dal Ministero degli Esteri greco e dal Dipartimento di Stato americano.

Il vicepresidente del Dipartimento delle relazioni ecclesiastiche esterne ha anche osservato che la Chiesa russa ha aiutato finanziariamente le attività missionarie del Patriarcato di Alessandria “ma non se ne è mai vantata. Non ne parliamo, sarebbe indecente".

 
Sui processi ingiusti contro i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina

le autorità stanno conducendo cause giudiziarie di alto profilo contro tre metropoliti della Chiesa ortodossa ucraina. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Le autorità ucraine stanno perseguendo tre vescovi della Chiesa ortodossa ucraina che rischiano vere e proprie pene detentive. Un altro vescovo è il prossimo in linea. Di cosa sono accusati e quanto sono obiettivi gli accusatori?

Il 6 settembre 2023, il Servizio di sicurezza dell'Ucraina (SBU) e la Polizia nazionale hanno sottoposto al tribunale i casi del metropolita Vissarion di Ovruch, segretario dell'eparchia, e del rettore della chiesa della Natività della Vergine. Sono accusati di "incitamento alla discordia nazionale e religiosa". Le autorità sembrano determinate a imprigionare quanti più membri dell'episcopato e del clero della Chiesa ortodossa ucraina. A giudicare dai materiali stampati che sono accusati di possedere, le accuse saranno altrettanto "convincenti" di quelle contro i rappresentanti della Chiesa ortodossa ucraina i cui processi sono già in corso.

opuscoli dal titolo 'Educazione patriottica della gioventù. L'unità della Chiesa di Cristo comandata da Dio', trovati dalle forze dell'ordine nell'eparchia di Ovruch. Tra le altre cose, vengono definiti "prodotti di propaganda politica che impongono idee del 'mondo russo', promuovono la guerra e impongono le opinioni del Cremlino sulla storia ucraina"

Tre casi di metropoliti

Il 31 agosto, il metropolita Pavel di Vyshgorod, abate della Lavra delle Grotte di Kiev della Chiesa ortodossa ucraina, è stato dimesso dall'ospedale, dove era stato ricoverato dopo essere stato detenuto nel centro di custodia cautelare di Lukyanivka. Il 1 settembre si è svolta un'udienza in tribunale, alla quale il metropolita sotto inchiesta ha partecipato in videoconferenza a causa delle sue condizioni di salute.

Oltre al vescovo Pavel è indagato anche il metropolita Feodosij di Cherkassy e Kanev, mentre il metropolita Ionafan di Tulchin e Bratslav è già stato condannato a cinque anni (!) di prigione con confisca dei beni.

Quando leggi e ascolti notizie del genere, sembra che stiano accadendo in una realtà diversa, una realtà dell'assurdo.

Il primo abate della Lavra delle Grotte di Kiev, il metropolita Ionafan, è già stato condannato ai sensi dei seguenti articoli del codice penale: articolo 109, parte 2 – Azioni volte a modificare con la forza o al rovesciamento dell'ordine costituzionale o alla presa del governo; Articolo 110, parte 1 – Violazione dell'integrità territoriale e dell'inviolabilità dell'Ucraina; Articolo 161, parte 2 – Violazione dell'uguaglianza dei cittadini basata sulla razza, nazionalità o preferenze religiose; Articolo 436-2, parte 3 del Codice penale – Giustificazione, riconoscimento della legittimità, negazione dell'aggressione armata della Federazione Russa contro l'Ucraina, glorificazione dei suoi partecipanti.

Il secondo abate della Lavra è sospettato di aver commesso i crimini di cui alla parte 2 dell'articolo 161 e alla parte 3 dell'articolo 436-2 del codice penale.

Anche il metropolita Feodosij è accusato ai sensi degli stessi articoli del codice penale: articolo 161, parte 2 e articolo 436-2, parte 2-3.

Si ha l'impressione che queste accuse siano state mosse come se seguissero un unico comando. C’è anche un fortissimo senso di déjà vu storico: quando, dalla fine degli anni '20 alla fine degli anni '30, furono inscenati i processi dei bolscevichi-comunisti contro i chierici e i credenti della Chiesa ortodossa – tutto come progettato.

Sappiamo come è andata a finire: la Chiesa si è arricchita di una moltitudine di nuovi martiri per la fede, e i nomi dei "giudici", dei torturatori e dei carnefici sono caduti da tempo nell'oblio. La cosa più terrificante è che di tali "processi" sarà ritenuta responsabile l'intera stirpe dei "giudici" e tutti i "testimoni" dell'accusa. Molti rappresentanti sani di mente del sistema giudiziario, non disposti a partecipare a questa terribile farsa, si stanno ricusando.

Ma perché oggi c'è un'ondata così massiccia di accuse, così simili a ciò che un centinaio di anni fa veniva chiamato "tradimento della patria"? Perché si stanno svolgendo questi processi mentre si sta verificando un'ondata senza precedenti di sequestri di chiese della Chiesa ortodossa ucraina, sostenuta dalle forze dell’ordine e dal governo, caratterizzata da cinismo e intensità? Forse il problema non risiede affatto nei vescovi e nelle loro dichiarazioni, ma nel governo che, come un secolo fa, inventa cause contro i vescovi indesiderati. Proviamo a capire cosa ha causato tali accuse.

Il caso del metropolita Feodosij

A metà febbraio la residenza del vescovo è stata perquisita per dieci ore e lui è stato accusato di un reato penale ai sensi dell'articolo 161, parte 2. Poco dopo, il vescovo è stato messo agli arresti domiciliari per 60 giorni, con l'obbligo di indossare un braccialetto elettronico. Quasi contemporaneamente sorge un'altra accusa, l'articolo 436-2, parte 2-3. Mentre la prima accusa è legata alla religione, la seconda riguarda la giustificazione dell’aggressione russa. Gli accusatori potrebbero avere un tenue legame con l'accusa di "incitamento", poiché il vescovo critica costantemente le azioni della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", chiamando le cose con i loro nomi: lo scisma come scisma e il sequestro dei templi come palesi illeciti e saccheggi. Tuttavia, l’accusa di "giustificare l'aggressione" preoccupa l’accusa. Presentano dati effimeri provenienti da fonti elettroniche, letteratura pubblicata nei monasteri russi e, soprattutto, una bandiera della "Novorossija" presumibilmente ritrovata in uno dei monasteri dell'eparchia. Ma che dire del vescovo stesso?

"La prima e più grave accusa è ai sensi dell'articolo 436-2 (parti 2 e 3) per aver presumibilmente dato ordine di pubblicare materiali estremisti sul sito ufficiale dell'eparchia di Cherkassy. Tuttavia, non ho mai dato tali ordini e non ho mai avuto intenzione di farlo . Questa affermazione è completamente falsa e non corrisponde in alcun modo alla realtà. L'accusa non ha fatti, né alcuna prova per affermare il contrario. Le accuse contro di me ai sensi di questo articolo del codice penale ucraino sono completamente inventate dall'inizio alla fine, " ha detto l' arcivescovo .

Il metropolita Feodosij continua ad insistere non solo sull'infondatezza delle accuse, ma anche sugli accusatori e sui testimoni dell'accusa. Il punto chiave è che in aula i testimoni dell'accusa erano esponenti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ma per qualche motivo indossavano uniformi militari (chiaramente per motivi di persuasione).

Proprio lì, il vescovo chiese loro perché non erano venuti a testimoniare contro di lui con il loro abbigliamento sacerdotale appropriato – vesti o tonache? La risposta, ovviamente, è ovvia: se fossero venuti vestiti secondo il loro status e posizione con abiti sacerdotali, anche un cieco avrebbe visto che la causa contro il vescovo è guidata dagli schemi di una "organizzazione concorrente". Quanto all'ammissione di colpevolezza, come gli chiedono i funzionari giudiziari, il metropolita Feodosij non ci pensa nemmeno, affermando che non è lui ad essere perseguitato, ma è l'intera Chiesa ortodossa ucraina ad essere attaccata.

Il caso del metropolita Ionafan

Il metropolita Ionafan è stato il primo a cadere sotto la repressione repressiva. L'11 ottobre 2022 la sua residenza è stata perquisita nell'ambito di un'indagine sull'articolo 161, parti 1-2. Secondo i commenti ufficiali dell'epoca della SBU, il metropolita è stato considerato un testimone nel caso.

Gli sviluppi più interessanti si sono verificati più tardi, quando gli agenti della SBU hanno condotto una serie di perizie "linguistiche" e di altro tipo, compreso l'esame del computer e dei dischi rigidi sequestrati durante la perquisizione. A seguito di questi esami, il vescovo è stato accusato di molteplici reati, uno più grave dell’altro, comprese minacce alla sicurezza nazionale e all’integrità territoriale, e giustificazione dell’aggressione russa.

La giustificazione di queste accuse è stata trovata su un computer, dove sono stati rinvenuti volantini presumibilmente filo-russi scaricati da Internet, presumibilmente distribuiti dal vescovo al clero. Inoltre, i volantini stessi sarebbero stati sequestrati durante la perquisizione.

Tuttavia, avvocati e tecnici specializzati sono riusciti a risalire alla traccia elettronica e alle date della loro creazione, dimostrando che questi volantini sono apparsi sul computer dopo che era stato in possesso degli investigatori per diversi giorni. Questa prova suggerisce fortemente una manomissione delle prove. Di conseguenza, da gennaio, il metropolita Ionafan, insieme ai suoi avvocati, lotta non solo per la sua libertà e giustizia personale, ma contro l'intero sistema.

A quanto pare, ha avuto successo nella sua lotta, perché il vescovo ha ricevuto una proposta estremamente strana da un alto funzionario di polizia. Secondo il metropolita Ionafan, il rappresentante di questo funzionario ha detto che "con la giusta comprensione" durante un incontro personale con il suo superiore a Kiev, "potrebbe non esserci un processo nel suo caso". Il servizio stampa dell'eparchia ha riferito che il messaggero non ha specificato "dove e come tale processo potrà non svolgersi".

Il caso del metropolita Pavel

L'abate della Lavra delle grotte di Kiev ha dedicato tutta la sua vita alla rinascita e al restauro dell'antica bellezza e grandezza del monastero. Il motivo del caso contro di lui può essere compreso dalle parole dette da uno degli ufficiali della SBU : "Se non ci sarà il riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ci sarà un caso".

Il 22 novembre 2022 sono state condotte perquisizioni alla Lavra delle Grotte di Kiev. All'inizio del 2023, la Riserva non ha rinnovato il contratto di locazione per la chiesa del Refettorio e la cattedrale della Dormizione, e a marzo ha annunciato unilateralmente la risoluzione del contratto con la Bassa Lavra. Ciò ha portato ad uno scontro tra i fedeli e lo stato.

Il 30 marzo, alle 7 del mattino, il personale della SBU, della polizia e della procura è arrivato alla residenza dell'abate nel territorio delle Grotte vicine della Lavra di Kiev. Sono state perquisite anche la fattoria affiliata alla Lavra e la casa del metropolita a Voronkiv. Verso mezzogiorno il vescovo è stato portato in tribunale. A causa di un'udienza prolungata, la salute del vescovo è peggiorata ed è stato portato in ospedale. L'udienza è stata rinviata a lunedì. Tuttavia, il metropolita Pavel è stato improvvisamente convocato in tribunale alle 18:00 e, trattato come un criminale, è stato trasportato direttamente dall'edificio dell'ospedale. Intorno alle 22:00 di sabato (!), il tribunale ha posto l'abate della Lavra agli arresti domiciliari, con l'obbligo di indossare un braccialetto elettronico. È stato accusato di due articoli: incitamento all'odio religioso e giustificazione dell'aggressione russa.

La base ufficiale delle accuse era una raccolta di conversazioni telefoniche intercettate dalla SBU. Il motivo non ufficiale, però, era l'allontanamento dell'abate come figura che ostacolava la dispersione della Lavra.

Da allora il tribunale ha prolungato ancora una volta il periodo di detenzione del metropolita Pavel. Il 13 luglio, la SBU lo ha nuovamente accusato delle stesse accuse e il 14 luglio il tribunale di Solomianskij ha modificato la misura restrittiva, mandando il metropolita Pavel in custodia cautelare con possibilità di rilascio su cauzione per un importo di 33.300.000 grivnie. La riscossione della cauzione per il vescovo è stata ostacolata in tutti i modi possibili: dal blocco dei conti della Lavra all'impossibilità di portare a termine la transazione. Il 9 agosto il vescovo è stato finalmente rilasciato dalla custodia ma è finito quasi subito in ospedale a causa di un infarto e del successivo intervento chirurgico.

* * *

Questa è solo l'analisi più superficiale dei processi contro i vescovi basata su fonti pubblicamente disponibili su Internet. Un approccio giusto e imparziale rivela che non sono solo i fili bianchi che uniscono tutti e tre i casi. C'è un'ovvia analogia e un déjà vu con il secolo scorso: i giudici di oggi si comportano esattamente come i loro predecessori. Sembra che stiano semplicemente svolgendo un compito imposto dall’alto.

Sì, oggi i metropoliti non vengono esiliati né fucilati. Ma neanche su questo i bolscevichi presero una decisione immediata.

 
Preghiere per la pace in Ucraina

Ecco una nostra idea di preghiera per la pace in Ucraina. Non è un filmato di cronaca degli ultimi giorni: è del 19 febbraio. L'arcivescovo Mitrofan (*) di Lugansk, insieme al suo clero, prega di fronte all'icona della Madre di Dio di Lugansk.

(*) Attenzione a un rischio di omonimia: entrambi gli arcivescovi delle diocesi vicine di Lugansk e di Slavjansk si chiamano Mitrofan! L'arcivescovo Mitrofan (Jurchuk) di Lugansk è il più anziano dei due, e lo abbiamo incontrato pochi giorni dopo la sua consacrazione episcopale a Kiev, nell'estate del 2000. Il più giovane è l'arcivescovo Mitrofan (Nikitin) di Gorlovsk e Slavjansk.

Oggi siamo chiamati a partecipare a diverse iniziative di preghiera per la pace in Ucraina. Sarebbe bene mostrare un filmato come questo a chi ci fa inviti alla preghiera per l'Ucraina, e a chiedere che vengano rispettati per lo meno i canoni di preghiera della Chiesa a cui la maggioranza della popolazione ucraina dichiara di appartenere. Sulle parole non ci formalizziamo, né tanto meno sulla lingua (su questo blog, nel post del 21 aprile 2014, abbiamo riportato, anche in traduzione italiana, il testo di una preghiera simile fatta dal patriarca Kirill il Sabato Santo), ma vorremmo che la preghiera sia la stessa che si innalza dai cuori dei fedeli dell'Ucraina martoriata, e non formule inventate da estranei.

 
Solo alcuni primati ma non i Sinodi delle Chiese sostengono il Tomos

l'arcivescovo Leonid. Photo: blagos.ru

L'arcivescovo Leonid ha sottolineato che oggi in molti, all'interno delle Chiese i cui primati hanno riconosciuto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", stanno protestando contro tali decisioni unilaterali.

Il 6 novembre 2020, il vicepresidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa ortodossa russa, l'arcivescovo Leonid di Vladikavkaz e d'Alania, ha affermato che il Tomos della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è sostenuto dai primati delle singole Chiese, ma non dai loro Santi Sinodi. Il vescovo ne ha parlato durante il programma Strategia con Anna Shafran.

Secondo l'arcivescovo, il Tomos emesso dal patriarca Bartolomeo non è un documento legittimo.

Ha sottolineato che il sostegno al Tomos nelle singole Chiese si verifica a livello di primati, ma non a livello di Sinodi, dove i vescovi hanno pieno diritto di voto, e i Sinodi delle Chiese alessandrina e cipriota non hanno dato ai loro primati alcuna "carta bianca" né il diritto di decidere individualmente sulla questione del riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Vladyka ha ricordato: “La Chiesa non è solo un'organizzazione o un club di interessi. È una comunità di credenti in Gesù Cristo, che aderisce a determinati canoni, strutture e regole", e ogni vescovo ha una certa struttura e limiti per le sue attività.

"Una cosa è riconoscere da solo una persona che indossa una tonaca e si fa chiamare 'primate di una Chiesa', e un'altra è quando costui viene riconosciuto dalla pienezza della Chiesa locale”, ha detto l'arcivescovo Leonid, sottolineando che al momento "in molti stanno protestando contro le decisioni unilaterali" sul riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

In precedenza, l'Unione dei giornalisti ortodossi ha riportato la notizia che centinaia di chierici della Chiesa di Alessandria vogliono entrare nella Chiesa ortodossa russa.

 
Il terrorismo di stato contro la Chiesa ortodossa ucraina

l'arciprete Darko Djogo. Foto: SRNA

Darko Djogo ritiene che il Tomos della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" concesso dal Fanar sia utilizzato dai seguaci di Dumenko per giustificare l'aggressione contro i credenti della Chiesa ortodossa ucraina.

Il 21 settembre 2023 si è svolta a Belgrado una conferenza dedicata alla protezione della Chiesa ortodossa ucraina, alla quale hanno parlato diversi teologi e sacerdoti serbi, riferisce l'agenzia di stampa serba SRNA.

L'arciprete Darko Djogo, professore alla Facoltà teologica ortodossa di Foča (Bosnia ed Erzegovina), ha affermato che la lotta per i luoghi santi in Ucraina è una battaglia per le anime e l'identità delle persone che vivono nel paese.

"Viviamo in un'era di terrorismo di stato contro la Chiesa ortodossa ucraina, che continua, e non se ne vede la fine perché non ci sono istituzioni internazionali interessate a proteggere i diritti fondamentali dei credenti della Chiesa ortodossa ucraina. Questa strategia continuerà", ha detto Djogo.

Lui ha menzionato che il Tomos d'autocefalia ricevuto dalla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" dal Patriarcato ecumenico di Costantinopoli viene utilizzato da loro per compiere aggressioni contro i credenti della Chiesa canonicamente riconosciuta.

"Il Tomos serve come strumento per nuove violenze e legittimazione dei sequestri", ha osservato il sacerdote.

Come riportato in precedenza, padre Darko Djogo, nella sua pubblicazione intitolata "Il potere illusorio del Patriarcato di Costantinopoli" , ha affermato che il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, intossicato dall'autorità postmodernista che lo porta a creare una storia alternativa, si sta autodistruggendo.

 
Metropolita Onufrij: connazionali, fermatevi!

pravmir.ru

Fonte: Ufficio stampa della Chiesa Ortodossa Ucraina

Fermate l'aggressione; non usate le armi contro i vostri fratelli e compagni di fede! Dobbiamo renderci conto che nessuna idea politica vale la pena di uno spargimento di sangue

Metropolita Onufrij di Chernovtsy e Bucovina

4 maggio 2014

Appello del locum tenens della cattedra metropolitana di Kiev, il metropolita Onufrij di Chernovtsy e della Bucovina, in relazione ai recenti avvenimenti in Ucraina.

Già da diversi mesi, l'Ucraina sta vivendo un'impegnativa prova. La situazione rimane estremamente travagliata nelle regioni di Donetsk e Lugansk. Spaventosi eventi sono avvenuti il 2 maggio a Odessa, dove, a seguito di sanguinosi scontri e fuoco nella Casa dei Sindacati decine di persone sono state uccise e centinaia di altre sono rimaste ferite.

La Chiesa ortodossa ucraina esprime le sue condoglianze alle famiglie di tutte le vittime. Offriamo preghiere per il riposo dell'anima di chi ci ha lasciato, e per la pronta guarigione dei feriti. L'amore di Dio abbraccia tutti noi. Nell'oceano della Divina Misericordia scompaiono tutti i nostri desideri e confronti terreni. Per questo la Chiesa di Cristo non divide il suo gregge in base a nazionalità o preferenze politiche. Preghiamo per tutti, a prescindere da quale lato della barricata si siano trovati.

Durante tutti i mesi di crisi socio-politica in Ucraina, la nostra Chiesa ha sempre chiesto la riconciliazione e ha cercato modi per evitare spargimenti di sangue. Abbiamo fatto appello alle autorità dello Stato e all'opposizione a cessare le ostilità e a sedersi al tavolo dei negoziati.

La situazione politica nel paese è cambiata, ma la posizione della Chiesa rimane invariata. Ancora una volta sollecitiamo sia il nuovo potere sia la nuova opposizione a compiere ogni sforzo per fermare lo spargimento di sangue. Ci appelliamo ancora una volta a voi, nostri connazionali: fermatevi! Fermate l'aggressione, non usate le armi contro i vostri fratelli e compagni di fede!

Dobbiamo renderci conto che nessuna idea politica vale uno spargimento di sangue. Non si può costruire una società giusta sulla violenza, l'aggressività e il confronto. Infatti, tra i cittadini dell'Ucraina ci sono differenze significative: su questo non dobbiamo chiudere gli occhi.

Tuttavia, la ricerca un terreno comune e un compromesso non va fatta con le armi in mano, ma al tavolo dei negoziati. Ogni violenza genera sempre e solo altra violenza. E ogni omicidio comporta nuove vittime. Dobbiamo rompere questo circolo infernale e non dare al diavolo la possibilità trasformare il nostro paese in un campo di guerra fratricida.

In questo momento difficile, esorto i chierici della Chiesa ortodossa ucraina a una posizione pastorale equilibrata e responsabile. Dobbiamo ricordare che la missione della Chiesa è il Vangelo della riconciliazione dell'uomo con Dio e dell'uomo con l'uomo. Il clero deve fare uno sforzo per fermare l'escalation del conflitto.

Esorto tutti i fedeli della Chiesa ortodossa ucraina a una fervente preghiera. Preghiamo il nostro Signore Gesù Cristo, perché sotto la protezione della sua purissima Madre arresti tra noi l'odio e il fratricidio. Che la pace di Cristo e il perdono reciproco entrino nei nostri cuori!

+ Onufrij, metropolita di Chernovtsy e Bucovina, locum tenens della cattedra metropolitana di Kiev

 
L'anniversario del riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" in Grecia: illusioni di Chiesa e di unità

dopo il Tomos, tutti coloro che cercavano non Cristo, ma qualcos'altro, hanno lasciato la Chiesa. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Il 10 novembre 2019, il primate greco ha commemorato Dumenko alla liturgia. Questo "riconoscimento" ha portato a una crescita della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e all'unità dei credenti in Ucraina?

Domani, 10 novembre, sarà passato esattamente un anno da quando il primate della Chiesa ortodossa di Grecia, l'arcivescovo Hieronymos, ha pronunciato per la prima volta il nome di Sergej (Epifanij) Dumenko durante la Divina Liturgia.

In precedenza, il 26 agosto 2019, in una delle sue riunioni il Santo Sinodo della Chiesa di Grecia "ha riconosciuto il diritto canonico del Patriarca ecumenico di concedere l'autocefalia, così come il privilegio del primate della Chiesa di Grecia di risolvere ulteriormente la questione del riconoscimento della Chiesa ucraina". Il 12 ottobre il Concilio dei vescovi della Chiesa ortodossa di Grecia ha ratificato questa decisione. Il 19 ottobre, durante un servizio divino a Salonicco, con la concelebrazione di vescovi greci e del primate, il patriarca Bartolomeo ha pronunciato il nome di Dumenko, e il 10 novembre il capo della Chiesa di Grecia, l'arcivescovo Hieronymos, ha fatto lo stesso.

L'arcivescovo Hieronymos ha fondato la sua decisione di entrare in comunione eucaristica con gli scismatici ucraini (e la commemorazione liturgica implica questa comunione) nella cosiddetta "missiva di pace" che ha inviato a Dumenko. si dice che "l'autocefalia della Chiesa ortodossa dell'Ucraina ha rettificato la divisione nel gregge dell'arcipastore di nostro Signore" e che "è stata finalmente spezzata la barriera che stava in mezzo tra voi e noi, ortodossi e fratelli in tutto, la barriera che ci separava causando dolori, grandi scandali e un grave danno per l'intera Chiesa e per la testimonianza congiunta dell'Ortodossia nel mondo moderno". Inoltre, l'arcivescovo Hieronymos di Atene e di tutta la Grecia desiderava che il capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" potesse "sollevare completamente dalla Chiesa ucraina il tumulto che l'ha disturbata distruggendo la sua unità e riportando pienamente nella Chiesa pace, tranquillità e sostenibilità per l'amor di Dio e per l'intero oikumene dell'Ortodossia".

In realtà, un anno fa, il primate della Chiesa di Grecia credeva che il Tomos della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" dovesse essere riconosciuto per diversi motivi:

  1. Aiuterà a superare le divisioni nel mondo ortodosso. Verranno eliminati "dolori, grandi scandali e grandi danni a tutta la Chiesa".
  2. Il Tomos distruggerà la barriera che separava i "fratelli ortodossi" in Grecia e Ucraina.
  3. Il Tomos dovrebbe "sollevare il trambusto dalla Chiesa ucraina", "garantire la sua unità" e "riportare in essa la pace, la tranquillità e la sostenibilità".

Dopo un anno è già possibile trarre alcune conclusioni da quanto efficacemente il Tomos, concesso dal patriarca Bartolomeo, abbia adempiuto alla sua missione.

È cessato ciò che "causa grave danno a tutta la Chiesa"?

No. Ora, quasi tutti i cristiani ortodossi capiscono che la Chiesa è in uno stato di crisi profonda, forse la più grande negli ultimi 1000 anni. La Chiesa ortodossa russa, la più grande Chiesa locale del mondo, ha interrotto la comunione eucaristica con i patriarcati di Costantinopoli e Alessandria, nonché con quei vescovi della Chiesa greca che hanno riconosciuto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Oggi è vicino alla rottura della comunione eucaristica con il primate della Chiesa ortodossa cipriota, l'arcivescovo Chrysostomos.

Non c'è unità interna sulla questione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" tra quelle Chiese locali che hanno “riconosciuto” Dumenko. Per esempio, in Grecia, i metropoliti Seraphim del Pireo e Seraphim di Kythera si sono espressi ripetutamente contro la legittimazione dello scisma ucraino. Su questo tema sono intervenuti anche altri vescovi. Un numero enorme di laici comuni in Grecia ha adottato una posizione negativa al riguardo. Basti ricordare come il programma del "viaggio di pellegrinaggio" in Grecia nel 2019 degli ex metropoliti della Chiesa ortodossa ucraina, Aleksandr (Drabinko) e Simeon (Shostatskij) sia cambiato improvvisamente a causa del malcontento dei credenti.

È vero, però, ora il problema della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" in Grecia ha in qualche modo perso la sua rilevanza. Tuttavia, questo non significa che sia scomparso. Né significa che le persone di fede lo abbiano accettato. Per la maggior parte, è improbabile che lo accetteranno anche in futuro. Forse è per questo che nell'anno successivo al “riconoscimento”, né Dumenko né nessun altro dei "vescovi" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha mai concelebrato con il primate della Chiesa di Grecia?

Inoltre, Cipro è in subbuglio. Attualmente, quattro vescovi si sono apertamente opposti alla decisione non canonica e unilaterale dell'arcivescovo Chrysostomos di commemorare Dumenko. Anche il metropolita Neophytos di Morphou, che considera il metropolita Onufrij come l'unico primate canonico di Kiev, ha espresso la sua posizione. Non c'è dubbio che tra i vescovi ciprioti ci saranno altri che ritengono che riconoscendo Dumenko, l'arcivescovo Chrysostomos abbia violato l'intero ordine sinodale nella Chiesa.

Pertanto, invece di far cessare "i grandi scandali e il grande danno per l'intera Chiesa", il Tomos li ha solo provocati.

"La barriera che separa i fratelli ortodossi di Ucraina e Grecia è stata abbattuta?"

No. Va sottolineato che rompere la comunione eucaristica è un rifiuto della liturgia comune, e quindi un atto che riguarda non solo la gerarchia, ma anche tutti i membri della Chiesa. In effetti, il riconoscimento dello scismatico Dumenko, in generale, rovina la relazione spirituale tra i credenti ortodossi ordinari in Grecia, a Cipro e nella Chiesa russa. Un numero enorme di luoghi di pellegrinaggio ortodossi in Grecia non sembra più attraente per i pellegrini dalla Russia e dall'Ucraina a causa del fatto che sono nelle mani di scismatici (chiunque abbia riconosciuto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" scismatica diventa egli stesso uno scismatico). Cipro è ora minacciata.

Inoltre, avendo riconosciuto i dissidenti ucraini, le Chiese di Costantinopoli, Grecia e Alessandria non hanno abbattuto ma piuttosto eretto una barriera tra loro e gli ortodossi ucraini. Inoltre, ricordiamo che la Chiesa ortodossa ucraina comprende milioni di credenti, 12.338 parrocchie, 12.411 chierici (a partire dal 2019). In effetti, sono coloro che hanno riconosciuto Dumenko a essersi staccati da queste persone che rimangono una parte della Chiesa di Cristo.

Alla vigilia del dono del Tomos, Poroshenko, Filaret Denisenko, Epifanij Dumenko e quasi tutti i media ucraini hanno sostenuto che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sarebbe stata in grado di unire tutte le confessioni ortodosse e tutti i credenti in Ucraina. Tuttavia, quasi due anni dopo, gli stessi scismatici testimoniano che i cristiani ortodossi, secondo l'ex metropolita della Chiesa ortodossa ucraina Aleksandr Drabinko, non vogliono accettare il Tomos a loro "imposto". Inoltre, i credenti non solo rinunciano alla "autocefalia", ma lasciano anche coloro che l'hanno accettata. Sembrava che in due anni il numero dei membri della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sarebbe dovuto aumentare più volte e la Chiesa ortodossa ucraina avrebbe dovuto trasformarsi in un piccolo gruppo marginale. Tuttavia, in realtà vediamo che i "vescovi" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sono costretti a "servire" in chiese praticamente vuote.

Dopo aver riconosciuto i dissidenti ucraini, le Chiese di Costantinopoli, Grecia e Alessandria non hanno abbattuto ma hanno eretto una barriera tra loro e gli ortodossi dell'Ucraina.

"Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta" (Lc 13:35)

Per esempio, l'11 ottobre 2020, il "primate" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" Epifanij Dumenko è arrivato nella chiesa dell'ex metropolita della Chiesa ortodossa ucraina Aleksandr Drabinko. Oltre a lui, altri 11 "vescovi" della struttura scismatica, cioè un quarto dell'intero "episcopato", hanno concelebrato al "servizio divino". Sembrerebbe una buona opportunità per mostrare l'affetto degli ortodossi ucraini per la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Ma diamo un'occhiata: quanti parrocchiani hanno visitato la cattedrale della Trasfigurazione allora? Non più di 40-50 persone con Epifanij Dumenko e 11 "vescovi", anche se era domenica e si celebrava il 10° anniversario della consacrazione della chiesa!

funzione "episcopale" domenicale della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" con la partecipazione di Epifanij nella cattedrale della Trasfigurazione a Kiev. Foto: Facebook di Drabinko

Ecco per confronto qui di seguito una foto della Divina Liturgia officiata dal primate della Chiesa ortodossa ucraina nello stesso giorno alla Lavra delle Grotte di Kiev:

processione della Croce dopo la Divina Liturgia domenicale alla Lavra delle grotte di Kiev. Foto: screenshot del video

Sarete d'accordo sul fatto che la differenza è enorme. Questo confronto è della stessa classe di peso: Kiev, un culto domenicale, officiato dai capi delle strutture ecclesiali. Qui si vede chiaramente che i credenti semplicemente non si uniscono agli scismatici ucraini.

Ma usciamo da Kiev e diamo uno sguardo ai "servizi divini" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" in altre città. Ecco una foto dalla cattedrale della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" a Chernigov, dove uno dei più famosi "vescovi" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", portavoce di questa struttura, "l'arcivescovo" Evstratij Zorja, durante la funzione domenicale del 18 ottobre 2020. In chiesa vediamo circa 10-15 persone.

"servizio divino" nella cattedrale della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" a Chernigov. Foto: Facebook di Zorja

Possiamo vedere la stessa immagine frustrante in altre chiese appartenenti agli scismatici ucraini.

La Bucovina è una delle regioni più religiose dell'Ucraina. Tuttavia, come si vede, con una grande confluenza di "vescovi" (ce ne sono quattro) e "clero", anche la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" offre praticamente una chiesa vuota. Ecco una foto del "servizio divino" conciliare dei rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", avvenuto a Chernovtsi il 27 ottobre 2020, nel giorno della memoria di santa Paraskeva della Serbia:

"servizio divino" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" a Chernovtsi. Foto: Facebook di Drabinko

Questo è anche il caso di Vinnytsia. Il 3 novembre 2020 si è tenuto un "servizio divino" presso la Cattedrale di Vinnitsa della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", dove sono arrivati ​​i "vescovi" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" Aleksandr (Drabinko) e Tikhon Petranjuk in occasione del compleanno dell'ex metropolita della Chiesa ortodossa ucraina Simeon (Shostatskij). Oltre a loro e ai "sacerdoti", ci sono diverse dozzine di parrocchiani riuniti nella chiesa.

"servizio" nella cattedrale di Vinnitsa della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Foto: Facebook di Drabinko

Tuttavia, non molto tempo fa, in questo giorno, nella cattedrale di Vinnitsa si poteva vedere uno schema completamente diverso. Ecco una foto scattata il 3 novembre 2017 (un anno prima della concessione del Tomos e del passaggio del metropolita Simeon alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina") quasi dalla stessa prospettiva della foto del 2020:

servizio divino nella cattedrale di Vinnitsa quando questa apparteneva alla Chiesa ortodossa ucraina. Foto: diocesi di Vinnitsa della Chiesa ortodossa ucraina

Naturalmente, può sempre esserci un elemento di casualità, quando, per qualche motivo, la chiesa può non essere piena a sufficienza (malattie dei parrocchiani, visite di massa a case estive e orti, ecc.), Ma nella maggior parte dei casi i luoghi di culto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non impressionano per numero di credenti... Questo è tanto più strano quando sentiamo le dichiarazioni vittoriose della leadership di questa struttura sulla maggioranza degli ucraini che sostengono la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Pertanto, non importa quanti sostenitori dello scisma ucraino cerchino di convincerci che la maggioranza dei cittadini del nostro Paese sostiene la loro struttura, i fatti, chiari ed evidenti, testimoniano qualcos'altro. Tutte le assicurazioni che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha unito tutti gli ucraini ortodossi sono semplicemente false.

A questo proposito sorge una domanda ragionevole: a chi si sono uniti i greci, che avevano riconosciuto Dumenko come "primate" della Chiesa in Ucraina? Con la maggioranza dei cristiani ortodossi in Ucraina? Ovviamente no. Si sono uniti agli scismatici, che, con l'aiuto dei politici, hanno ricevuto "l'autocefalia", ma non hanno cessato di essere scismatici per questo fatto. Al contrario, i cristiani ortodossi "votano con i piedi": vanno in quelle chiese dove è presente la grazia di Dio, e nella Chiesa che predica Cristo, piuttosto che valori nazionali o patriottici. Come nel caso del capo del monastero di san Nicola della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" a Dubno, Merkurij Bikira, che ha deciso letteralmente di indossare la bandiera dell'Ucraina con una mappa dello stato ricamata sulla schiena. Anche lo stemma dell'Ucraina è raffigurato sulla tonaca del "prete".

Merkurij Bikira serve in "paramenti" formati dalla bandiera dell'Ucraina con la sua mappa

La pace in Ucraina è stata ripristinata?

No. Un altro compito del Tomos era quello di "riportare la pace in Ucraina" e porre fine ai conflitti religiosi. Il capo del Fanar ritiene che questo compito sia stato realizzato. Il 2 novembre 2020, ha detto : "Nel contesto della mia responsabilità per la stabilità e l'unità dell'Ortodossia, è inclusa la concessione dell'autocefalia alla Chiesa dell'Ucraina. Ciò è avvenuto con l'assoluta certezza che è così che viene ripristinato l'ordine normale e che la vita ecclesiastica in Ucraina ne risente in modo benefico ".

Ometteremo la tesi che "è così", e non attraverso il pentimento, che l'ordine canonico viene ripristinato nella Chiesa. La natura non ecclesiale delle tesi è troppo evidente. Tuttavia, l'affermazione che "la vita ecclesiastica in Ucraina è positivamente influenzata" dal riconoscimento degli scismatici ucraini richiede una considerazione più attenta. C'è la completa impressione che coloro che hanno riconosciuto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" vivano in una sorta di realtà parallela o distorcano deliberatamente quella esistente.

In Ucraina, la pace relativa in ambito religioso non è arrivata con il Tomos, ma con un cambio di potere, e ora la situazione rischia di tornare a quella che era nel periodo dal 2014 al 2019. Assistiamo quasi costantemente alla persecuzione dei cristiani ortodossi da parte degli aderenti alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Gli ultimi mesi del 2020 sono stati segnati dalla persecuzione dei cristiani ortodossi a Zolochiv, dal terribile pestaggio dei credenti della Chiesa ortodossa ucraina a Zadubrivka, dal pestaggio del sacerdote e dei parrocchiani della Chiesa canonica nel villaggio di Pryputni e molti altri fatti sull'atteggiamento disumano dei sostenitori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" nei confronti di coloro che considerano appartenere alla Chiesa "sbagliata".

credenti della Chiesa ortodossa ucraina di Zadubrivka dopo che hanno difeso la loro chiesa dai "fratelli" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

Dov'è "l'effetto benefico" del Tomos per l'Ucraina? Non ce n'è e non può essercene. Perché il beneficio per la Chiesa non sta nella concessione meccanica della "autocefalia" al gruppo separatista, ma nel ritorno degli scismatici alla Chiesa attraverso il pentimento e la confessione dei propri errori. Senza di questo, non si può portare la pace in Ucraina. Quindi, se il patriarca Bartolomeo si preoccupa così tanto del "normale ordine e della vita ecclesiale" nel nostro paese, se si preoccupa per coloro che sono stati privati ​​della comunione con l'Ortodossia mondiale per molti anni, allora dovrebbe invitare i fedeli della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" a pentirsi di fronte alla Chiesa e a porre fine all'ostilità e all'odio verso milioni di credenti della Chiesa ortodossa ucraina.

Questa narrazione è così ovvia che anche altre Chiese ne parlano. Così, il metropolita Nikiforos della Chiesa ortodossa di Cipro ha affermato che "la concessione dell'autocefalia alla Chiesa ucraina era finalizzata a raggiungere la pace per la Chiesa che vi esisteva, ma finora non è stata raggiunta".

Il metropolita è sicuro che sarebbe logico aspettarsi che il patriarca di Costantinopoli "convochi un Concilio pan-ortodosso o un Concilio dei primati per risolvere questo problema" se questo obiettivo non viene raggiunto. Tuttavia, si può affermare con certezza che che il capo del Fanar non sarà d'accordo. Almeno quello attuale.

Quanto alla nostra Chiesa, si è rafforzata. Dopo l'evento del Tomos, tutti coloro che non cercavano Cristo, ma qualcos'altro, l'hanno lasciata. Ma ciò che è gratificante è che ce ne sono alcuni che sono rimasti.

Ne è rimasto quel tanto che basta per liberare la Chiesa dalle impurità del mondo per farne la pura sposa di Cristo. Il compito principale ora è non perdere questa purezza, e Dio si prenderà cura di tutto il resto.

 
Negli Stati Uniti, il metropolita della Chiesa greco-cattolica ucraina ordina la chiusura del monumento alle SS galiziane

il monumento ai soldati delle SS "Galizia" a Filadelfia. Foto: Yong Kim

Borys Gudziak ha deciso di chiudere temporaneamente il monumento nazista sul territorio appartenente alla parrocchia della cattedrale greco-cattolica a Filadelfia dopo uno scandalo mediatico.

Il metropolita Borys Gudziak della Chiesa greco-cattolica ucraina ha ordinato la "chiusura temporanea" del memoriale ai soldati delle SS "Galizia" situato sul terreno della cattedrale dell'Immacolata Concezione a Filadelfia, a seguito di uno scandalo mediatico, come riportato da The Philadelphia Inquirer.

La decisione del metropolita Gudziak è stata motivata dalla protesta espressa dalle organizzazioni ebraiche di Filadelfia che solo di recente hanno saputo dell'esistenza del memoriale, che esiste da circa 30 anni, e che ora "cercano risposte, con scarso successo".

"Non ci sta bene che ci sia un memoriale per qualche unità delle SS nella nostra zona", ha detto Jason Holtzman, un funzionario della Federazione ebraica della Grande Filadelfia.

Andrew Goretsky, direttore regionale dell'Anti-Defamation League, ha detto venerdì che il suo gruppo è stato "recentemente informato" della situazione.

"L'ADL Filadelfia rifiuta qualsiasi commemorazione dei nazisti o dei gruppi nazisti adiacenti", ha detto Goretsky in una nota, aggiungendo: "Non abbiamo obiezioni al fatto che il simbolo nazionale dell'Ucraina appaia su qualsiasi monumento; tuttavia, ci opponiamo ai monumenti dedicati ai "soldati" delle Waffen SS.

Secondo il Boston Pilot, diverse organizzazioni, tra cui l'American Jewish Committee, hanno chiesto la rimozione del memoriale.

Come riportato in precedenza dall'Unione dei giornalisti ortodossi, un uomo in uniforme nazista ha partecipato presso la biblioteca regionale di Leopoli alla presentazione del libro dedicato alla divisione SS "Galizia".

 
Arciprete Andrew Phillips: Ricordi di vita ortodossa in Francia e in Inghilterra

Abbiamo presentato nel corso degli anni una gran quantità di materiale proveniente da padre Andrew Phillips, il parroco della chiesa di san Giovanni di Shanghai e San Francisco a Colchester, in Inghilterra, e curatore del sito e della rivista intitolati Orthodox England. Alcuni dei nostri lettori ci hanno fatto sapere di apprezzarlo moltissimo per la sua esperienza e la sua schiettezza, altri si sono chiesti perché sembra così radicale nelle sue caratterizzazioni dell’Ortodossia. Una parte delle sue posizioni certamente molto massimaliste (ma mai fanatiche) viene dalla sua esperienza di una vasta gamma di tentativi di radicare l’Ortodossia nel mondo occidentale. Vedendo ripetuti fallimenti e abusi, ne ha tratto lezioni che è difficile trascurare. Oggi proponiamo nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” la traduzione italiana del quinto capitolo dell’autobiografia di padre Andrew (che sta uscendo in puntate sulla rivista on-line). Questo capitolo, intitolato “Oscurità e delusioni”, copre il periodo dal 1980 al 1988, in cui la famiglia Phillips cercò di creare un ambiente ortodosso per i propri figli all’interno di tre giurisdizioni di tradizione russa: La Diocesi di Surozh del Patriarcato di Mosca, la diocesi della Chiesa Russa all’Estero (ROCOR) in Inghilterra, e l’Arcidiocesi russa /Rue Daru) del Patriarcato Ecumenico. Per ciascuno di questi ambienti ecclesiali, padre Andrew racconta i problemi che impedivano lo sviluppo di un’Ortodossia al tempo stesso locale e tradizionale. Alcuni di questi problemi sono ancora con noi, altri sono stati superati: emblematico il caso del nuovo corso della diocesi di Surozh. Per quanto interessante sia il resoconto delle vicende di una singola famiglia ortodossa attraverso queste giurisdizioni (e in cui si incontrano diversi personaggi di una certa fama nel mondo ortodosso), il racconto è utile soprattutto a far capire che non tutti gli approcci all’Ortodossia in Occidente hanno prodotto frutti positivi, e tutti devono essere accuratamente valutati per il loro grado di fedeltà alla più autentica tradizione della Chiesa.

 
Chi è che il patriarca Bartolomeo tollera in Ucraina e che cosa offre in cambio

il "tollerante" patriarca Bartolomeo e sua Beatitudine Onufrij. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Il Fanar ha dichiarato "illegale" la Chiesa ortodossa ucraina e "tollera temporaneamente" sua Beatitudine e l'episcopato in Ucraina. I milioni di fedeli della Chiesa ortodossa ucraina sono d'accordo con questo?

Il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli , che si autodefinisce "sua Tutta Santità", in una lettera ai propagandisti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" nella loro risorsa "Tserkvarium", ha dichiarato i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina "temporaneamente tollerati" sul territorio dell'Ucraina. È una vergogna... No, non per i vescovi ucraini, ma per lo stesso patriarca Bartolomeo, per il fatto che lascia che bugie e sporcizia gli escano dalle labbra. Vediamo un piccolo esempio, CHI e COSA il patriarca Bartolomeo "tollera temporaneamente". In questo articolo, non approfondiremo le complessità dei canoni per scoprire se il patriarca Bartolomeo ha il diritto di comandare sul territorio dell'Ucraina o meno, tutto questo è stato più volte analizzato sulla nostra risorsa. Diamo uno sguardo alle personalità del primate della Chiesa ortodossa ucraina e di alcuni vescovi, proprio quelli che il capo del Fanar "tollera" così generosamente.

processione della Croce della UOC, 2019

Un anno fa, il canale televisivo "Inter" ha trasmesso il documentario "La nostra Beatitudine" sul metropolita Onufrij.

Oggi, quando il patriarca Bartolomeo ha definito il primate della Chiesa ortodossa ucraina "un vescovo residente a Kiev", il titolo di questo film ha acquisito un significato aggiuntivo e molto profondo: il metropolita Onufrij non è un vescovo titolare, "temporaneamente tollerato" a Kiev fino a quando non accetterà di passare sotto "l'omoforio" di Sergej Dumenko. Il metropolita Onufrij è LA NOSTRA BEATITUDINE. Non importa quello che scrive il cittadino della Turchia Bartolomeo (Archondonis), noi, milioni di credenti della Chiesa ortodossa ucraina, lo riconosciamo come nostro primate, e testimoniamo la nostra fedeltà alla Chiesa, che egli serve in questa posizione di grande responsabilità. Davanti ai nostri occhi, in un momento molto difficile, Dio lo ha messo al timone della Chiesa, e gli anni successivi hanno mostrato quanto sia stato misericordioso il Signore verso di noi, concedendoci un arcipastore tanto pieno di grazia.

Il film inizia con la storia di come un altro vescovo della Chiesa ortodossa ucraina, il metropolita Longin (Zhar), sia arrivato in un orfanotrofio nel 1992 e abbia adottato due ragazzini che nessuno voleva portare nella propria famiglia. Per questo ha ricevuto la benedizione del metropolita Onufrij, allora vescovo dell'eparchia di Chernovtsy.

immagine dal film "La nostra Beatitudine". screenshot dal canale Youtube "Inter TV"

Metropolita Longin: "Due bambini che nessuno voleva adottare, due ragazzi... Mi è stato chiesto con insistenza quando siamo andati a salutare i bambini, se possibile, che li adottassimo. E abbiamo deciso tramite sua Beatitudine Onufrij, che allora guidava la nostra Eparchia di Chernovtsy. Ho chiesto il suo consiglio e per questo ho ricevuto una benedizione. Vladyka, la nostra Beatitudine, è sempre così: alza le mani al cielo e dice: "Dio vi benedica" ed è molto felice di questo".

Dopo i primi due ragazzi, la famiglia dell'allora arciprete Mikhail Zhar adottò altri due figli, poi altri dieci. All'inizio degli anni 2000, l'orfanotrofio, organizzato dal metropolita Longin, ospitava già più di 400 bambini, 82 dei quali sieropositivi e altri 86 con disabilità congenite.

immagine dal film "La nostra Beatitudine". screenshot dal canale Youtube "Inter TV"

Metropolita Onufrij: "L'ho ascoltato e l'ho benedetto, ma ho pensato: chissà cosa farà con i bambini... beh, questa cosa potrà impegnarlo per un mese, per tre mesi, per un anno, e poi? Ma mi sbagliavo, si è rivelato essere... molto più di quanto immaginassi. Oggi nessuno al mondo fa quello che fa lui. Posso dirlo con piena responsabilità".

All'inizio, la casa dei bambini si trovava presso il monastero della santa Ascensione di Banceni, un monastero che, per inciso, è stato anch'esso organizzato e costruito da vladyka Longin e poi trasferito nel villaggio di Molnitsa, nella regione di Chernovtsy. Oggi è un intero paese, composto da edifici belli e confortevoli, in cui i bambini trovano l'amore e la felicità dell'infanzia, nonostante le gravi disabilità di molti di loro.

I bambini con malformazioni congenite sono una croce molto difficile per i genitori. Molte famiglie non lo sopportano e abbandonano questi bambini, condannando i bambini a sofferenze fisiche e psicologiche per tutta la vita, e loro stesse a rimorsi di coscienza insopportabili, che prima o poi arrivano. Ma il cuore amorevole di vladyka Longin abbraccia tutti questi malati, sofferenti, abbandonati... Supplica Dio per la salute a tutti e dà speranza per il futuro.

Metropolita Longin: "Un bambino aveva due tumori maligni. Aveva due anni e pesava cinque chilogrammi. I dottori sono arrivati e hanno detto: "Questa è la fine. Un'ora o due e morirà". Riusciva a malapena a respirare – una volta ogni due minuti. E quando i dottori se ne sono andati, ho cominciato a piangere per lui, l'ho preso tra le braccia, mi sono avvicinato all'icona miracolosa della Madre di Dio di Boiani, l'ho messo davanti all'icona e ho detto: "Madre di Dio, è un orfano, non ha nessuno al mondo. Aiutalo tu...".

l'icona miracolosa della Madre di Dio di Boiani

La santissima Theotokos ha guarito il bambino. Con la sua intercessione, sono rimaste solo piccole cicatrici dei due tumori. Ora ha 25 anni ed è padre di famiglia. Alcuni bambini crescono, si sposano o vanno al monastero, ma rimangono sempre nel cuore del padre, il metropolita Longin. Alla loro età adulta, la grande casa di vladyka Longin non si svuota, altri bambini trovano qui affetto, cura e amore.

immagine dal film "La nostra Beatitudine". screenshot dal canale Youtube "Inter TV"

Prendersi cura di questi bambini non è facile. Non è facile sostenere quasi mezzo migliaio di orfani, dar loro da mangiare, vestirli, dare loro un tetto sopra la testa. A volte devi attraversare momenti molto difficili.

Metropolita Longin: "Ogni volta che è stato molto difficile per me, ho chiamato vladyka Onufrij e gli ho detto: 'Pregate, vladyka!' E abbiamo avuto una grande speranza che qualcuno ci stesse guidando. Era la preghiera della nostra Beatitudine all'Onnipotente".

Metropolita Onufrij: "Anch'io ho guardato spesso negli occhi questi bambini e non vi ho visto traccia di tristezza. <...> Là ricevono più calore di quanto la maggior parte dei bambini riceva dai propri genitori".

immagine dal film "La nostra Beatitudine". screenshot dal canale Youtube "Inter TV"

Metropolita Onufrij: “Questa è un'impresa speciale che ha un prezzo speciale. Un amore sacrificale, che è il più alto grado di amore umano".

immagine dal film "La nostra Beatitudine". screenshot dal canale Youtube "Inter TV"

Così, attraverso le preghiere e le fatiche di sua Beatitudine Onufrij, del metropolita Longin, delle monache che si prendono cura dei bambini, dei benefattori, la casa dei bambini vive nel villaggio di Molnitsa. In tutta l'Ucraina, più di 12.000 comunità ecclesiastiche, quasi mezzo migliaio di monasteri, più di cento vescovi servono Dio. E tutte queste persone sono "temporaneamente tollerate" da una persona che si definisce il capo dell'intera Chiesa ortodossa.

Patriarca Bartolomeo: "Tolleriamo temporaneamente l'esistenza di vescovi ucraini sotto la Russia non come vescovi ordinari locali, ma solo come titolari o presenti (residenti) in Ucraina...".

Cioè, secondo il patriarca Bartolomeo, in Ucraina non c'è posto per tutto ciò di cui sopra. E che cosa offre in cambio? E in cambio, suggerisce di seguire Sergej Dumenko e i suoi sostenitori, che, invece di prendersi cura degli orfani, pregare e vivere una vita retta, commettono quanto segue:

membri della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" tentano di forzare le serrature della parrocchia della Chiesa ortodossa ucraina nel villaggio di Belichi in Volinia

confronto attorno alla parrocchia della Chiesa ortodossa ucraina nel villaggio di Ptycha

credenti della Chiesa ortodossa ucraina di Zadubrivka dopo aver difeso la loro chiesa dai predoni della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

Ci sono molte di queste foto e video su Internet. In essi, i sostenitori di Sergej Dumenko, che il patriarca Bartolomeo chiama "il metropolita canonico di Kiev", sequestrano chiese, spaccano serrature, picchiano i sacerdoti... Non una sola parola di condanna di queste iniquità è arrivata né dal patriarca di Costantinopoli né da Dumenko...

Che tipo di cuore si deve avere, per "tollerare temporaneamente" il bene e benedire l'iniquità ?!

Proviamo a guardare l'intera situazione dall'esterno: dov'è l'amore evangelico in tutto questo? Chi va dietro a Cristo? Sua Beatitudine Onufrij o il patriarca Bartolomeo (per non parlare di Dumenko)?

E anche se oggi non c'è comunione eucaristica con il patriarca Bartolomeo, nessuno ha proibito di pregare per lui. E ora la sua anima ha disperatamente bisogno di preghiere...

 
Perché i sacerdoti della Chiesa ortodossa russa sono stati espulsi dalla Bulgaria?

le autorità bulgare non hanno spiegato il motivo per cui hanno espulso dal paese i sacerdoti della Chiesa ortodossa russa. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Le autorità bulgare hanno espulso dal paese il rettore della chiesa ortodossa russa di Sofia, accusandolo di spionaggio. Padre Vassian è una spia o ci sono altri motivi per la sua espulsione?

La situazione relativa alla chiesa di san Nicola in Bulgaria e l'espulsione dei sacerdoti della Chiesa ortodossa russa dal Paese potrebbero non solo mettere a dura prova i rapporti tra la Chiesa ortodossa russa e il Patriarcato bulgaro, ma potrebbero anche influenzare la cosiddetta "questione ucraina", in particolare il riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da parte della Chiesa bulgara. Analizziamo perché noi crediamo che sia così.

Spionaggio o promozione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"?

Il 12 settembre le autorità della Macedonia del Nord hanno vietato l'ingresso nel loro paese all'archimandrita Vassian (Zmeev), capo del metochio della Chiesa ortodossa russa in Bulgaria. Questa decisione è stata presa in seguito alle informazioni ricevute dalle autorità competenti, che suggerivano azioni da parte dei russi che violavano la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche.

Pochi giorni dopo, il 21 settembre 2023, le autorità bulgare hanno deciso di espellere l'archimandrita Vassian e altri due rappresentanti della Chiesa ortodossa russa, definendoli una "minaccia alla sicurezza nazionale della Bulgaria".

Il Ministero degli Affari Esteri russo ha definito questo incidente un "atto scandaloso e ostile da parte delle autorità bulgare" e ha affermato che l'obiettivo della Bulgaria era quello di "rompere le relazioni tra le Chiese ortodosse russa e bulgara".

In risposta, il primo ministro bulgaro Nikolai Denkov ha spiegato l'incidente affermando che la decisione di espellere i sacerdoti della Chiesa ortodossa russa dalla Bulgaria si basava su un rapporto riservato. Allora, qual è la "colpa" dell'archimandrita Vassian?

Risulta che sul sito web della chiesa di san Nicola sono stati pubblicati estratti del libro di Olga Reshetnikova sulla storia della chiesa russa a Sofia. A prima vista, questo potrebbe non sembrare problematico. Tuttavia, Olga Reshetnikova è la moglie del generale russo in pensione Leonid Reshetnikov, che è stato per un periodo a capo dell'Istituto per gli studi strategici sotto l'amministrazione del presidente russo. Il generale Reshetnikov ha guadagnato notorietà in Bulgaria quando nel 2016 ha predetto con precisione il nome del futuro presidente della Bulgaria – Radev – in un'intervista allo "Slavi's Show".

Nel 2019, il rapporto politico dell'Unione Europea ha collegato Reshetnikov alla figura dell'opposizione bulgara Nikolaj Malinov, leader del movimento nazionale "russofili", che sostiene il miglioramento delle relazioni tra Mosca e Sofia. Malinov è stato accusato di spionaggio e a Reshetnikov è stato vietato l'ingresso in Bulgaria. Ora, un destino simile è toccato all'archimandrita Vassian per aver pubblicato i capitoli del libro di Olga Reshetnikova sul suo sito web. Tuttavia, è improbabile che la semplice pubblicazione su un sito web giustifichi l’espulsione da un paese. Chiaramente ci sono ragioni più profonde per l'espulsione di Zmeev. Cosa potrebbero essere?

A nostro avviso, ciò potrebbe essere legato agli sforzi volti al riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da parte delle Chiese ortodosse bulgara e macedone.

Il mancato riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" come argomento di persecuzione

Il capo della Chiesa ortodossa macedone, l'arcivescovo Stefan, ha ripetutamente affermato che dopo aver ricevuto l'autocefalia dalla Chiesa ortodossa serba, anche i macedoni hanno bisogno di un Tomos del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. Tuttavia, il Patriarcato ecumenico non si è affrettato a concedere questo ambito documento, forse lasciando intendere che esso debba essere "guadagnato". Un modo per ottenere potenzialmente il riconoscimento potrebbe essere attraverso il riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Nell'aprile 2023 la Chiesa macedone ha annunciato il suo rifiuto di concelebrare con la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" .

Fu in questo periodo che le pubblicazioni sulla stampa ecclesiastica e quasi ecclesiastica macedone iniziarono a suggerire che questa decisione fosse stata presa dal Sinodo di Skopje con il coinvolgimento dell'archimandrita Vassian (Zmeev), il capo del metochio della Chiesa ortodossa russa a Sofia, in Bulgaria.

Zmeev era stato nominato capo del metochion nel 2018 a seguito di uno scandalo diplomatico-ecclesiastico che aveva coinvolto il presidente della Bulgaria, Radev, e il patriarca Kirill della Chiesa ortodossa russa. Radev ha affermato che la Bulgaria è stata liberata dal dominio ottomano non solo dalle forze russe ma anche dai rappresentanti di molte altre nazioni.

Il patriarca Kirill ha corretto il presidente bulgaro, sottolineando che proprio la Russia è stata la liberatrice della Bulgaria, e non la Polonia, la Lituania o altri paesi. Ha dichiarato il sostegno alla verità storica e ha rifiutato qualsiasi tentativo di distorcerla o metterla a tacere per ragioni politiche o pragmatiche. Queste dichiarazioni hanno suscitato indignazione negli ambienti politici bulgari, che vedevano la Chiesa ortodossa russa come un avversario ideologico.

Fino a oggi non ci sono prove concrete del coinvolgimento dell'archimandrita Vassian nello spionaggio. Tutte le accuse si basano su supposizioni e "coincidenze".

Per esempio, i media macedoni hanno riferito che nel maggio 2023, appena due giorni dopo che l’arcivescovo Stefan aveva inviato una lettera al capo del Patriarcato ecumenico richiedendo un Tomos per la Chiesa macedone, l'archimandrita Vassian (Zmeev) è arrivato a Skopje senza preavviso per un incontro. I giornalisti hanno ricordato che Zmeev non solo ha supervisionato la visita del metropolita Antonij a Sofia nel 2022, subito dopo l'inizio della guerra in Ucraina, ma ha anche organizzato la visita di quest'ultimo a Skopje, a seguito della quale la Chiesa macedone ha annunciato il suo rifiuto di concelebrare con la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Come prova della "influenza" di Zmeev su alcune decisioni sinodali macedoni, hanno citato la sua concelebrazione con due vescovi influenti nel paese: il metropolita Grigorij di Kumanovo e Osogovo e il metropolita Petar di Prespa e Pelagonia.

Forse vi chiederete cosa c'è di insolito nella concelebrazione tra sacerdoti e vescovi di diverse Chiese ortodosse. Tuttavia, in Macedonia, la situazione sembra essere vista diversamente.

Si scopre che il metropolita Grigorij di Kumanovo e Osogovo è considerato un "agente d'influenza della Chiesa ortodossa russa" perché è stato visto mentre assisteva a una funzione a Jasenovac, in Croazia, dove era in "compagnia di rappresentanti dello Stato e della Chiesa russa".

È interessante notare che prima di ciò il presidente della Macedonia del Nord, Stevo Pendarovski, aveva menzionato di aver ricevuto un avvertimento da parte della leadership della NATO sui vescovi macedoni che "giocavano un ruolo" nelle relazioni tra Russia e Macedonia.

Oltre a questi vescovi, i media macedoni hanno riferito che "due o tre personalità della Chiesa ortodossa russa, con sede nei Balcani", hanno influenzato in modo significativo le relazioni tra le Chiese. Sebbene l'identità di queste "figure" rimanga poco chiara, un nome è noto con certezza: l'archimandrita Vassian (Zmeev).

Naturalmente non è appropriato accusare qualcuno di spionaggio sulla base della sua conoscenza con Reshetnikov, tanto meno per aver ospitato l'ambasciatrice russa in Bulgaria, Eleonora Mitrofanova, nella chiesa di san Nicola. Tuttavia, esercitare "influenza" sui vescovi in Macedonia e Bulgaria riguardo al riconoscimento non canonico della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" potrebbe essere considerata un'accusa grave nel contesto odierno.

La Bulgaria riconosce la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"?

La "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è vista come una creazione del Dipartimento di Stato americano, ed è naturale che il riconoscimento di questa struttura rientri nella sfera degli interessi geopolitici americani. Abbiamo più volte scritto della pressione esercitata dai rappresentanti dei servizi segreti statunitensi sui vescovi di altre Chiese autocefale riguardo al riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Pertanto, la situazione di Zmeev è solo un'altra prova in questo senso.

D'altro canto, già oggi il mancato riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" costituisce motivo sufficiente per avviare un’azione legale o una persecuzione contro un individuo. Esempi di ciò includono i vescovi ucraini che vengono perseguiti per aver rifiutato di chiamare bianco il nero. Quindi, la storia di Zmeev non è sorprendente.

Ciò che è interessante, tuttavia, è quanto lontano si spingerà.

La situazione tra la Chiesa ortodossa bulgara e quella russa continua ad aggravarsi. Dopo l'espulsione dei sacerdoti della Chiesa ortodossa russa da Sofia, l'ambasciata russa ha annunciato la chiusura della chiesa di san Nicola. Tuttavia, subito dopo, il patriarca bulgaro Neofit ha nominato personalmente dei preti bulgari in questa chiesa, affermando sostanzialmente di essere il proprietario della chiesa.

A conferma di questa posizione, il metropolita Naum di Rusenski del Patriarcato bulgaro ha dichiarato che la chiesa di san Nicola a Sofia è di proprietà della Chiesa ortodossa bulgara. A prova di ciò, il metropolita Naum ha menzionato che la chiesa fu costruita con la benedizione del patriarca di Bulgaria nel 1914 (il che non è una prova molto forte). Ha anche scritto che "negli ultimi anni i preti bulgari sono stati allontanati dalla chiesa di san Nicola senza giustificati motivi", cosa che egli trova assurda.

Naturalmente la Chiesa ortodossa russa non chiuderà un occhio di fronte alla nomina dei sacerdoti e alla "acquisizione" della chiesa di san Nicola. Ciò è dovuto principalmente al fatto che tali azioni da parte del Patriarcato bulgaro indicano chiaramente "ostilità" nei confronti della Chiesa russa. Ricordiamo che qualcosa di simile è accaduto a Mosca quando la Chiesa ortodossa russa ha effettivamente preso il controllo della chiesa di san Nicola a Kulishki dal Patriarcato di Alessandria, che ha riconosciuto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Ed è una coincidenza che lo stesso giorno in cui il Patriarca Neofit ha nominato i sacerdoti nella parrocchia della Chiesa ortodossa russa a Sofia, lo ha visitato una delegazione ufficiale del Patriarcato di Alessandria?

Sorprendentemente, oltre al metropolita Emmanuel di Ptolemaidos, che guidava la delegazione, facevano parte della delegazione l'archimandrita Vartholomaios, l'abate del monastero athonita di Nuovo Esphigmenou e l'archimandrita Apostolos. Entrambi i monaci athoniti sono ardenti sostenitori del patriarca Bartolomeo e sostenitori delle sue idee, in primo luogo il riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Presumiamo che lo scopo della visita della delegazione del Patriarcato di Alessandria sia proprio quello di convincere il patriarca Neofit della necessità di riconoscere la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", come gli è già stato suggerito dal metropolita Emmanuel di Calcedonia del Patriarcato di Costantinopoli.

Tutto quanto sopra indica che il Patriarcato ecumenico (Costantinopoli) continua a muoversi in modo persistente e sistematico verso il suo obiettivo di costringere le Chiese autocefale a riconoscere la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Ci riuscirà?

 
9 maggio: Giorno della Vittoria (День Победы)

Un augurio per il Giorno della Vittoria, e un ricordo... questa non è che una delle vittorie della Rus' contro un'invasione dall'Occidente:

1242 1612 1814 1945 2014

навеки - вместе! (nei  secoli - insieme!)

 
Le "ordinazioni" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" come problema per il Fanar

al Fanar è stato ordinato un esarca per l'Ucraina con la partecipazione di "vescovi" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

L'8 novembre 2020, il Fanar ha ordinato un esarca per l'Ucraina con la partecipazione di "vescovi" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Com'è che questo gesto mostra l'atteggiamento del Fanar nei confronti dei "vescovi" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"?

L'8 novembre 2020, l'archimandrita Mikhail (Anishchenko) è stato ordinato al Fanar come vescovo di Comana, esarca del Patriarcato di Costantinopoli in Ucraina. Pochi giorni prima, una delegazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è arrivata a Istanbul per partecipare a questo evento. La delegazione era guidata dall'ex metropolita della Chiesa ortodossa ucraina Aleksandr (Drabinko). Comprendeva anche il "vescovo" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" Matfej Shevchuk, l'ex sacerdote della Chiesa ortodossa ucraina Viktor Martinenko e il "sacerdote" Pjotr Landvitovich. Il corso della consacrazione, così come gli eventi che l'hanno preceduta, ci permette di trarre alcune conclusioni che parlano dell'atteggiamento di Fanar nei confronti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" in generale e delle "consacrazioni" degli scismatici ucraini in particolare.

"Chiesa ortodossa dell'Ucraina" – una parte integrante del Patriarcato di Costantinopoli?

A livello ufficiale, i rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non mancano mai di sottolineare che il Tomos emesso dal Fanar conferisce alla loro struttura religiosa gli stessi diritti di tutte le altre Chiese ortodosse locali. In altre parole, afferma "l'indipendenza" e "l'autocefalia" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Filaret Denisenko, il "padre dello scisma ucraino" e il principale iniziatore della ricezione del Tomos, è fortemente in disaccordo con questa affermazione. A suo avviso, il Tomos, presentato dal patriarca Bartolomeo al "concilio d'unificazione" nel gennaio 2018, sancisce la dipendenza dal Fanar della struttura religiosa di recente costituzione. Denisenko sottolinea che uno dei segni della dipendenza dal Fanar della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è "il divieto di avere diocesi e parrocchie al di fuori dell'Ucraina". A loro volta, i fanarioti, parlando dello status "autocefalo" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", lo interpretano in un senso completamente diverso.

Ricordiamo che Costantinopoli rivendica l'intera diaspora del mondo. Cioè, crede di avere il diritto di fornire una guida spirituale a tutte le "terre barbare", cioè l'intera diaspora ortodossa "al di fuori delle Chiese patriarcali e autonome". Infatti, il 6 novembre 2020, un rappresentante del Fanar, rivolgendosi ai "vescovi" e al "clero" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ha affermato che gli ucraini sono parte integrante del gregge del Patriarcato di Costantinopoli: "L'Ucraina e tutti i correligionari viventi nella Città (Istanbul, ndc) sono il gregge del patriarca di Costantinopoli. Noi non vi separiamo; la Chiesa madre si occupa di ciò con amore pastorale".

Da questa dichiarazione consegue che l'Ucraina è vista da Costantinopoli come suo territorio canonico, il che è confermato dalla nomina di un esarca per questo territorio. L'esarcato è un distretto ecclesiastico separato che denota un'unità amministrativo-territoriale estranea allo stato di un particolare patriarca. A sua volta, l'esarca è il viceré del patriarca.

Nel suo discorso al vescovo di Comana, il patriarca Bartolomeo ha sottolineato più volte che contestare l'autorità del Fanar sconvolge l'unità dell'Ortodossia. Nella sua risposta, l'esarca del patriarca di Costantinopoli non solo ha espresso la sua devozione al Fanar, ma ha anche delineato chiaramente i compiti che gli è stato affidato di risolvere in Ucraina. Ne citiamo la parte più interessante:

"Mi ha fatto un grande onore quando mi ha nominato suo esarca nella Chiesa ortodossa dell'Ucraina. Le mie spalle sono deboli, ma il potere di Cristo si perfeziona nelle infermità. Ora sono un successore delle grandi figure della storia, i grandi esarchi dell'Ucraina, ma l'unica cosa che mi collega a loro è la devozione condivisa, la devozione incondizionata alla Chiesa madre e al mio patriarca. La chiesa stavropigiale di sant'Andrea ha una doppia essenza: da un lato, mostra che in Ucraina c'erano e ci sono molte stavropegie dei suoi predecessori, il cui valore patriarcale e stavropegico non diminuisce mai, poiché la firma del patriarca è la massima garanzia, e d'altra parte, è una conferma del privilegio stavropigiale senza tempo e della sua responsabilità, che discende dalle indisputabili tradizioni storiche ed ecclesiastiche di molti secoli e che nessuno ha il diritto di togliere".

Cosa si dovrebbe notare qui? Secondo il vescovo di Comana, "in Ucraina c'erano e ci sono molte stavropegie del Fanar, il cui valore patriarcale e stavropegico non diminuisce mai e che nessuno ha il diritto di togliere". È ovvio che è proprio nel ritorno di queste stavropegie alla giurisdizione di Istanbul che Mikhail (Anishchenko), originario dell'Ucraina, sarà attivamente impegnato.

Pertanto, la nomina del suo esarca nel territorio del nostro stato da parte del patriarca Bartolomeo parla non solo degli interessi del Fanar in Ucraina, ma anche della mancanza di indipendenza dell'Ucraina. Questo fatto è così ovvio che per coprire in qualche modo la cosa, i fanarioti hanno deciso di invitare una delegazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" a partecipare all'ordinazione del vescovo di Comana.

Tuttavia, anche in questo caso, i rappresentanti del Fanar hanno deciso di andare sul sicuro.

Perché proprio Drabinko?

Di tutto "l'episcopato" moderno della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", solo due vescovi possono vantare una consacrazione canonica: gli ex metropoliti della Chiesa ortodossa ucraina Aleksandr (Drabinko) e Simeon (Shostatskij). E non è un caso che sia stato Drabinko a guidare la delegazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" al Fanar.

La questione della validità delle "ordinazioni" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è stata sollevata fin dall'inizio dalle Chiese ortodosse locali e da singoli vescovi. Sono stati i dubbi sulle "ordinazioni" compiute da Filaret Denisenko (che ha "ordinato" la stragrande maggioranza dei "vescovi" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina") a costituire il ​​motivo per cui i Sinodi delle Chiese romena, albanese e cipriota hanno rifiutato di riconoscere sia il Tomos sia Dumenko.

Il Sinodo della Chiesa ortodossa romena si è appellato al Fanar con una richiesta "di chiarire il problema dei vescovi e dei sacerdoti non canonici che appartenevano all'ex 'patriarcato di Kiev'."

Il Sinodo della Chiesa albanese sui è espresso ancor più duramente: "Come si può, secondo oikonomia, riconoscere queste ordinazioni come dotate della grazia dello Spirito Santo, poiché tutte queste ordinazioni (degli scismatici, ndc) sono state una bestemmia contro lo Spirito Santo... È impossibile riconoscere retroattivamente le ordinazioni compiute da Filaret Denisenko scomunicato e anatematizzato, le cui ordinazioni sono invalide, prive della grazia e dell'azione dello Spirito Santo".

Il Sinodo della Chiesa cipriota ha anche messo in dubbio i "sacramenti" scismatici: "La storia di 2000 anni sia della Chiesa cipriota che dell'intera Chiesa ortodossa mette in dubbio la possibilità di legalizzare i sacramenti compiuti da vescovi ai quali è stato rimosso il rango, che sono stati scomunicati e sono caduti sotto anatema".

Secondo il primate della Chiesa ortodossa albanese, l'arcivescovo Anastasios , "dal momento in cui Filaret è stato scomunicato e anatematizzato, non ha potuto compiere ordinazioni".

Inoltre, molti ecclesiastici della Chiesa di Grecia hanno espresso la loro visione del problema delle ordinazioni della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", secondo le cui dichiarazioni "non c'è stata una risposta convincente riguardo al canonicamente inesistente 'ordine sacro' della nuova chiesa".

Analoga opinione è condivisa dai fratelli del Monte Athos, i quali ritengono che la "consacrazione episcopale" di Makarij Maletich "non possa essere considerata valida, così come le successive "ordinazioni" di altri "vescovi" scismatici.

Ed ecco le parole del metropolita Nikiforos di Kykkos della Chiesa di Cipro, da lui pronunciate nel 2019 e poi ripetute più volte: "Sono convinto che, come Santo Sinodo della Chiesa cipriota, non possiamo riconoscere lo scismatico Epifanij, che non ha una consacrazione canonica come metropolita canonico di Kiev e di tutta l'Ucraina. Inoltre, dal punto di vista dei canoni, non è consentita la comunione eucaristica con scismatici e non ordinati".

Va sottolineato qui che il problema della "consacrazione" dei rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è così spinoso per l'Ortodossia mondiale che, per esempio, i vescovi ciprioti rifiutano di concelebrare con il loro primate, che ha riconosciuto Dumenko. Così, il metropolita Isaias di Tamassos ha annunciato  che "non può concelebrare con nessuno che commemora Epifanij, poiché ciò significherebbe che riconosce qualcuno che non è stato adeguatamente ordinato".

Ma la cosa più interessante è che la legalità delle "ordinazioni" della stragrande maggioranza della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è stata messa in discussione all'interno della stessa struttura. In particolare, l'ex vescovo della Chiesa ortodossa ucraina, il metropolita Simeon (Shostatskij), ha detto di aver proposto al patriarca Bartolomeo di riordinare i "vescovi" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ma il capo del Fanar ha rifiutato.

Inoltre, l'ex metropolita della Chiesa ortodossa ucraina Aleksandr (Drabinko) ha espresso pensieri simili: "I sacramenti della Chiesa ortodossa ucraina e del Patriarcato di Kiev avevano grazia? Questa è una questione del passato; può interessare coloro che un tempo erano in queste strutture. Ma non io – un vescovo venuto alla Chiesa ortodossa dell'Ucraina dalla Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca, il cui status di grazia non è mai stato negato". In precedenza, Drabinko aveva affermato che se non fosse stato per la sua "impeccabile dignità canonica", non ci sarebbe stato affatto un Tomos.

Quindi, è chiaro che invitando il metropolita Aleksandr (Drabinko), non Epifanij Dumenko o Zorja, alla consacrazione di Anishchenko, il Fanar, in tal modo, ha cercato di proteggersi da possibili rivendicazioni da parte di altre Chiese locali riguardo allo status canonico di questa ordinazione. Tanto più se in futuro sarà comunque necessario riconsiderare la questione della "successione apostolica" tra i "vescovi" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Il "vescovo" Matfej Shevchuk ha preso parte alla consacrazione?

Un altro membro della delegazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" con dignità di "vescovo" è stato il "vescovo" Matfej Shevchuk, diventato famoso per aver affermato nel 2016 che "la nostra madre non è la Chiesa di Costantinopoli, ma la nostra terra". Ciò significa che tutto il ragionamento precedente riguardo al tentativo del Fanar di dare uno status canonico all'ordinazione di Mikhail (Anishchenko) non è corretto?

No. Primo, secondo le regole della Chiesa ortodossa, un vescovo deve essere ordinato da almeno due vescovi. Ciò significa che sarebbe stata sufficiente la partecipazione del patriarca Bartolomeo e di Drabinko. Tuttavia, alla liturgia, durante la quale è stato ordinato Anishchenko, hanno preso parte (oltre a Drabinko e Shevchuk) altri due vescovi del Patriarcato di Costantinopoli: il metropolita Chrysostomos (Kalaidzis) di Mirlikia e il metropolita Theoliptos (Fenerlis) di Iconio. Quindi in termini di numero richiesto di partecipanti all'ordinazione, non possono esserci reclami. Sorgono domande sul ruolo svolto da Matfej Shevchuk in questo evento.

Il fatto è che Shevchuk era il "vescovo" più giovane tra tutti i presenti e si trovava secondo a sinistra del patriarca Bartolomeo, mentre Mikhail (Anishchenko) era posto a destra al trono, e non al centro, quando è stata letta la preghiera di consacrazione, cioè il più lontano possibile da Shevchuk. Ecco perché, quando il capo del Fanar ha iniziato a leggere questa preghiera con l'imposizione delle mani sul capo di Anishchenko, il "vescovo" Matfej Shevchuk ha interpretato il ruolo di un osservatore e non è nemmeno entrato nell'inquadratura nella foto sotto. Le mani sul capo dell'esarca sono tenute dal patriarca Bartolomeo e dall'ex metropolita della Chiesa ortodossa ucraina Aleksandr Drabinko, e solo nel mezzo dell'ordinazione il diacono ha condotto Shevchuk ad Anishchenko e lo ha posto a lato del capo del Fanar.

ordinazione del vescovo di Comana. Foto: screenshot del video

ordinazione del vescovo di Comana. Foto: Facebook di Drabinko

In tal caso, i fanarioti potranno dichiarare con "coscienza pulita" che la consacrazione è stata compiuta da due vescovi (il patriarca Bartolomeo e il metropolita Aleksandr Drabinko), come prescritto dalle regole della Chiesa, mentre "era presente Matfej Shevchuk".

Ecco perché abbiamo il diritto di affermare che l'ordinazione di Mikhail (Anishchenko) ha chiaramente dimostrato come il Fanar consideri effettivamente le "consacrazioni" dei rappresentanti dello scisma ucraino. Nella migliore delle ipotesi – con altrettanti dubbi.

* * *

Da tutto quanto sopra, possiamo concludere che l'ordinazione dell'esarca del Fanar per l'Ucraina ha chiaramente dimostrato diversi punti significativi.

In primo luogo, la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è totalmente e completamente dipendente dal Patriarcato di Costantinopoli e non ha l'indipendenza di cui si lamenta.

In secondo luogo, il Fanar non ha intenzione di rinunciare ai suoi interessi in Ucraina e, con l'aiuto dell'esarca-vescovo, controllerà strettamente le attività della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ed eventualmente attuerà piani per "reclamare" tutte le stavropegie prescritte nell'accordo con Poroshenko.

In terzo luogo, il Fanar si rende conto del problema delle "consacrazioni" dei rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e quindi ha invitato l'ex metropolita della Chiesa ortodossa ucraina Aleksandr (Drabinko), il cui status canonico è "impeccabile", all'ordinazione del vescovo di Comana.

E in quarto luogo, è del tutto possibile che sia l'ex metropolita Aleksandr che diventerà colui che aiuterà il Fanar ad attuare i suoi piani in Ucraina in cambio... in cambio del più alto status possibile della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

 
Scoperte, innovazioni e invenzioni russe

La squallida russofobia, che nel 2022 ha prodotto anche in Italia picchi di rincretinimento culturale riguardo a tutto ciò che è russo, rischia di fissare nelle nostre menti il già fin troppo diffuso stereotipo dell'Occidente intelligente e innovativo rispetto alla Russia ottusa e retrograda.

Pertanto, anche sulle pagine di un sito parrocchiale, non è fuori luogo portare i lettori attraverso una rassegna storica dei principali punti in cui la Russia e la sua cultura hanno contribuito allo sviluppo dell'umanità.

Parliamo qui di invenzioni, di tecnologie, di scoperte geografiche, scientifiche e mediche, di prodotti e oggetti che hanno influenzato e talvolta rivoluzionato i costumi di numerosi paesi e culture. Includiamo varie innovazioni dovute a cittadini russi di qualsiasi etnia, anche se immigrati in altri paesi, e anche le collaborazioni scientifiche e di ricerca nelle quali la parte russa ha avuto un ruolo determinante.

RUS' KIEVANA

X secolo

Chiese a cupole multiple

Anche se chiese con più cupole si ritrovano in diversi luoghi, dalla Siria cristiana all'Italia (san Giovanni degli Eremiti a Palermo), questo elemento distingue la Russia dalle altre nazioni fin dalle prime chiese costruite subito dopo la cristianizzazione della Rus' di Kiev nel 988. Alcuni storici ipotizzano una derivazione dai templi pagani russi precristiani. La cattedrale di santa Sofia a Novgorod (989), in legno, aveva 13 cupole, e la chiesa delle Decime a Kiev (989–996), in pietra, ne aveva 25. Il numero di cupole ha un significato simbolico: 13 cupole per Cristo e i 12 apostoli, mentre 25 cupole aggiungono 12 profeti dell'Antico Testamento. Le cupole multiple delle chiese russe erano spesso fatte di legno ed erano relativamente più piccole delle cupole bizantine.

ricostruzione ipotetica della chiesa delle Decime a Kiev

cattedrale di santa Sofia a sei cupole, costruita nell'XI secolo a Novgorod al posto dell'originale chiesa in legno a 13 cupole

Kokoshnik

Il kokoshnik è il tradizionale copricapo femminile indossato fino ai tempi della rivoluzione russa, che offriva un immediato riconoscimento sociale (c'erano modelli speciali per le donne sposate) e spazio per una grande varietà di ornamenti e decorazioni. Anche se la parola kokoshnik apparve nel XVI secolo, i più antichi pezzi di questo tipo copricapo sono stati trovati nelle sepolture del X-XII secolo a Velikij Novgorod.

Il kokoshnik è modellato per abbinarsi allo stile del sarafan e può essere appuntito o rotondo. È legato nella parte posteriore della testa con nastri lunghi e spessi in un grande fiocco. La fronte a volte è decorata con perle o altri gioielli. I kokoshniki sono stati introdotti dagli emigrati russi nella moda occidentale, e sono divenuti modelli di tiare regali.

kokoshniki russi

Kvas e Kisel'

Due cibi particolari, che hanno avuto una vasta diffusione nell'Europa orientale, sono menzionati nella Cronaca degli anni passati, scritta da san Nestore il Cronista della Lavra delle Grotte di Kiev.

Il kvas è una bevanda fermentata a base di segale (in grani o in pane), usata anche come base dell'okroshka, una popolare zuppa fredda. In base al contenuto di alcol risultante dalla fermentazione, è classificata come bevanda analcolica: fino all'1,2% di alcol, un grado tanto basso da essere considerato accettabile per il consumo da parte dei bambini. La Cronaca degli anni passati racconta come il principe Vladimir il Grande offrì al suo popolo kvas e altre bevande, mentre celebrava la cristianizzazione della Rus' di Kiev.

Il kisel' è un dolce composto da succo di frutta zuccherato, tipicamente di frutti di bosco, addensato con avena e in seguito con amido di mais o fecola di patate, a volte con l'aggiunta di vino rosso o frutta secca. Può essere servito sia caldo che freddo e, se preparato con meno amido, può essere consumato come bevanda. Nella Cronaca degli anni passati il kisel' fa parte della storia di come una città russa assediata fu salvata dai nomadi peceneghi.

kvas e kisel'

XI secolo

Documenti in corteccia di betulla

Documenti scritti su pezzi di corteccia di betulla si svilupparono indipendentemente in diverse culture antiche. Nella Rus' questo uso apparve subito dopo la cristianizzazione del paese, come sostituto economico della pergamena o della carta. In totale, sono stati scoperti più di 1000 di questi documenti (probabilmente scritti nel primo quarto dell'XI secolo), la maggior parte a Novgorod e il resto in altre antiche città in Russia, Ucraina e Bielorussia. Molti documenti in corteccia di betulla sono stati scritti da gente comune piuttosto che dal clero o dalla nobiltà: questo suggerisce che prima dell'invasione mongola il livello di alfabetizzazione nella Rus' era considerevolmente più alto di quello dell'Europa occidentale contemporanea.

lettera in corteccia di betulla con lezioni di ortografia e disegni realizzati da un bambino di Novgorod di 6-7 anni, di nome Onfim

Nave rompighiaccio antica (koch)

Il koch, o kocha (коч / коча) era un'antica forma di veliero rompighiaccio, sviluppato dai coloni russi che nell'XI secolo iniziarono a stabilirsi sulle rive del Mar Bianco. Lo scafo del koch era protetto da fasciame resistente ai banchi di ghiaccio (in rovere o larice) lungo la linea di galleggiamento, e aveva una falsa chiglia per il trasporto su ghiaccio. Se un koch correva il rischio di rimanere intrappolato nel ghiaccio, le sue linee arrotondate sotto la superficie consentivano alla nave di essere spinta fuori dall'acqua e sul ghiaccio senza danni. Nel XIX secolo, simili caratteristiche protettive furono adottate nei rompighiaccio moderni.

ricostruzione di un koch del XVII secolo in un museo a Krasnojarsk

Smyk (Gudok)

Lo smyk (chiamato gudok a partire dal XVII secolo) è uno strumento musicale a corde, suonato con un archetto. Di solito aveva tre corde sullo stesso piano, in modo che l'archetto potesse farle suonare tutte contemporaneamente, e fino a otto corde di risonanza sotto la cassa armonica, che rendevano il suono caldo e ricco. Era possibile suonare questo strumento stando in piedi o ballando, il che lo rese popolare tra gli skomorokhi, i musicisti girovaghi russi la cui presenza è attestata fin dall'XI secolo.

smyk del XII secolo, trovato a Novgorod

skomorokhi in un affresco della chiesa di santa Sofia a Kiev (XI secolo)

Medovukha

L'idromele (bevanda alcolica a base di miele fermentato) era comune in tutto il mondo antico: Tuttavia era un bene di lusso, poiché la fermentazione naturale del miele prende da 15 a 50 anni, e l'idromele era costosa e accessibile solo alla nobiltà. Nell'XI secolo gli slavi orientali scoprirono un processo di fermentazione rapido a base di miscela di miele riscaldata, e la bevanda che ne risultava, la medovukha, divenne di consumo comune nella Rus'. Nel XIV secolo, grazie alla distillazione, la vodka avrebbe superato la medovukha in popolarità.

medovukha

Pugilato russo

La Cronaca degli anni passati, nel 1048, fa la prima menzione di una forma di lotta a pugni (кулачный бой, kulachnyj boj), che si sviluppò in versioni differenti (talvolta a mani nude, talvolta coperte di teli) nelle varie regioni russe, giungendo a eventi collettivi chiamati stenka na stenku ("muro contro muro"). Osteggiata dalla Chiesa ortodossa e trattata con indifferenza dal potere statale, questa forma di lotta sarebbe stata vietata definitivamente sotto lo tsar Nicola I nel 1832, ma nel XX secolo alcune sue tecniche sono state adottate nelle moderne arti marziali russe.

rappresentazione lubok del combattimento a pugni "muro contro muro" (stenka na stenku)

XII secolo

Pernach

Il pernach è la prima mazza ferrata con testa a flange ("mazza flangiata"), sviluppata a partire dal XII secolo nella Rus' di Kiev (probabilmente come evoluzione del matzoukion dell'Impero Romano d'Oriente, a testa metallica piena) e in seguito ampiamente utilizzata in tutta Europa. Il nome deriva dalla parola russa перо (pero), ovvero piuma: la forma del pernach ricorda una freccia con le piume d'impennaggio. La varietà più popolare di pernach aveva sei flange ed era chiamata shestopjor ("a sei piume"). Questo tipo di mazza era perfettamente adatto contro le corazze e le armature a piastre. Il pernach fu l'archetipo da cui svilupparono la successiva mazza d'arme della cavalleria europea, la bulava (mazza-scettro dei comandanti polacco-lituani o cosacchi) e il suo equivalente occidentale, il bastone di comando.

un pernach a otto flange (a sinistra) e due tipi di shestopjor metallico

Shashka

La shashka è una spada a una mano, a metà strada tra una sciabola piena e una spada dritta, molto affilata, a un solo taglio e senza guardia. La sua lama leggermente ricurva è efficace sia per tagliare che per colpire di punta. Originariamente sviluppata nel XII secolo dai fabbri adighè della Circassia (Caucaso settentrionale), nel XVIII secolo divenne la principale arma bianca dei cosacchi russi.

shashka con fodero

Treshchotka

La treshchotka (трещо́тка, al plurale treshchotki), è uno strumento a vibrazione della musica popolare russa, utilizzato per imitare il suono di un applauso. Fondamentalmente è un insieme di piccole tavolette unite in un gruppo su una corda. I resti di una treshchotka del XII secolo sono stati recentemente ritrovati a Novgorod.

modelli di treshchotka

Rogatina

La rogátina (рога́тина) era un tipo medievale di lancia utilizzata nella caccia all'orso, e utile anche contro bisonti e cavalli da guerra. La sua punta affilata era ingrandita e di solito aveva la forma di una foglia d'alloro. Proprio sotto la testa c'era una breve traversa che aiutava a fissare la lancia nel corpo dell'animale. Spesso era appoggiata al suolo sulla sua punta posteriore, per assorbire più facilmente l'impatto della carica dell'animale. Le cronache russe menzionano per la prima volta la rogátina come arma militare nell'anno 1149, e come arma da caccia nell'anno 1255.

modelli di rogátina

XIII secolo

Sokha

La sokha (соха) è un aratro di legno leggero che può essere trainato da un cavallo. Sviluppato attorno a Novgorod nel XIII secolo, ha una punta di aratura biforcuta (рассоха, rassokha), che offre alla sokha due vomeri, successivamente realizzati in metallo, che tagliano il terreno. La sokha è un'evoluzione dell'aratro graffiante con l'aggiunta di un dettaglio simile a una vanga che rivolta il terreno tagliato (negli aratri regolari il versoio ricurvo taglia e rivolta il terreno).

illustrazione di una sokha

Pelmeni

I pelmeni o pel'meni (пельмени) sono un piatto originario della Siberia, oggi considerato parte della cucina russa: un tipo di raviolo con un ripieno avvolto in una sottile pasta non lievitata. La parola pelmeni deriva dalle lingue ugro-finniche dei komi, degli udmurti e dei mansi. È probabile che i pelmeni siano entrati nelle cucine siberiane durante le conquiste mongole nel XIII secolo, verosimilmente sulla base dei ravioli cinesi. Tutti i tipi di ravioli dell'Europa orientale, centrale e occidentale derivano da questi modelli.

preparazione dei pelmeni, con artigianato khokhloma sullo sfondo

Cupola metallica a cipolla

La cosiddetta cupola a cipolla è la forma dominante per le cupole delle chiese in Russia: oggi i modelli più antichi ancora esistenti risalgono al XVI secolo, ma le illustrazioni delle vecchie cronache indicano che queste cupole erano già utilizzate alla fine del XIII secolo. Una cupola a cipolla ha spesso un diametro maggiore del tamburo su cui è posta, e la sua altezza di solito supera la sua larghezza. La forma facilita la caduta della neve in inverno, e la doratura delle cupole (ottenuta con una quantità insolitamente piccola di foglia d'oro) permette la visibilità delle cupole, in un paese largamente pianeggiante, per decine di chilometri.

cupole a cipolla della cattedrale dell'Annunciazione al Cremlino di Mosca

GRANDUCATO DI MOSCA

XIV secolo

Lapta

La lapta è uno sport russo con la palla giocato con una mazza, simile al baseball moderno. Il gioco si gioca all'aperto su un campo delle dimensioni di 20 x 25 sazhen (42.7 × 53.3 metri, circa metà di un campo da calcio odierno). I punti si guadagnano colpendo la palla, servita da un giocatore della squadra avversaria, e mandandola il più lontano possibile, quindi correndo attraverso il campo fino alla linea di fondo e, se possibile, tornando alla linea di partenza. Il giocatore che corre deve cercare di evitare di essere colpito dalla palla, lanciata dai membri della squadra avversaria. Le palle e le mazze più antiche per la lapta, ritrovate negli scavi a Novgorod, risalgono al XIV secolo.

bambini che giocano a lapta (illustrazione del 1915)

Zvonnitsa

Una zvonnitsa è una grande struttura rettangolare contenente più archi con campane, che i campanari, a livello seminterrato, suonano con lunghe corde, come se usassero una specie di gigantesco strumento musicale. La zvonnitsa, alternativa al campanile nell'architettura medievale della Russia e di alcuni paesi dell'Europa orientale, è apparsa in Russia nel XIV secolo ed è stata ampiamente utilizzata fino al XVII secolo. A volte era montata proprio in cima all'edificio della chiesa, dando vita al tipo speciale di chiesa chiamato pod zvonom ("sotto il rintocco") o izhe pod kolokoly ("sotto le campane"). L'esempio più famoso è la chiesa di san Giovanni Climaco adiacente al campanile di Ivan il Grande nel Cremlino di Mosca.

zvonnitsa della cattedrale della Trasfigurazione a Vjazemy vicino a Mosca

chiesa di san Giovanni Climaco nel Cremlino di Mosca

Scrittura Anbur

Come Cirillo e Metodio avevano sviluppato per i popoli slavi un nuovo alfabeto derivato dal greco e dall'ebraico, così santo Stefano di Perm, l'evangelizzatore degli zyriani (antenati dell'odierno popolo dei komi) sviluppò nel 1372 un alfabeto derivato dal cirillico e dal greco, nonché dai segni tribali komi, simili nell'aspetto alle rune. Il nome del nuovo alfabeto deriva dai nomi dei primi due caratteri: An e Bur. L'alfabeto Anbur rimase in uso fino al XVII secolo, quando fu sostituito dalla scrittura cirillica; fu utilizzato anche come scrittura crittografica per la lingua russa.

tabella dell'alfabeto Anbur

Sarafan

Il sarafan (сарафа́н, derivato dal persiano sarāpā, letteralmente "[da] capo a piedi") menzionato per la prima volta nelle cronache russe dell'anno 1376, è un abito lungo femminile composto da gonna e corsetto, usato fino al XX secolo in diversi stili, tra cui le versioni più semplici di abbigliamento quotidiano, nere, a fiori o a quadri, o le versioni più elaborate in broccato per occasioni speciali. Oggi si usa come costume folcloristico nei canti e balli popolari russi.

ragazze in sarafan: foto a colori del 1909 di Sergej Prokudin-Gorskij

XV secolo

Miniature di Kholuj

Il villaggio di Kholuj, nella regione di Ivanovo, ha dato origine nel XV secolo a una delle più antiche scuole di pittura laccata in miniatura: i soggetti di queste miniature variano dalle fiabe russe alle città.

scatola in miniatura di Kholuj raffigurante la città di Suzdal

Berdica

La berdica (берды́ш, berdysh) era un'ascia lunga, che combinava le caratteristiche di un'ascia e di una lancia, conosciuta principalmente nell'Europa orientale, dove veniva usata al posto dell'alabarda. Probabilmente sviluppata dall'ascia larga scandinava (sparth), e occasionalmente fabbricata nell'antichità e nell'alto medioevo, l'uso regolare e diffuso della berdica iniziò in Russia dell'inizio del XV secolo. Nel XVI secolo le berdiche divennero un'arma associata agli streltsy, le guardie russe armate di armi da fuoco, che usavano le berdiche per appoggiare i fucili quando sparavano.

streltsy con moschetti e berdiche

Cappello boiardo

Il cappello boiardo (боярская шапка, bojarskaja shapka), o più correttamente cappello gorlatnaja (горлатная шапка), era un cappello di pelliccia indossato dalla nobiltà russa tra il XV e il XVII secolo, in particolare dai boiardi, per i quali era un segno del loro status sociale. Più il cappello era alto più lo status che indicava era elevato. Mediamente era alto un ell (ovvero un cubito), aveva la forma di un cilindro con la parte superiore più ampia, velluto o broccato sulla sommità e corpo principale in pelliccia di volpe, martora o zibellino. Oggi il cappello è talvolta utilizzato nella moda russa.

boiardi con cappelli gorlatnaja in un dipinto di Andrej Rjabushkin

Guljaj-gorod

Il guljaj-gorod (гуля́й-го́род, letteralmente "città errante") era una fortificazione mobile costituita da un muro di grandi scudi posti su carri o slitte, uno sviluppo del concetto di fortificazione su carri. L'utilizzo di scudi installabili invece di carri corazzati in modo permanente era più economico e consentiva di assemblare più configurazioni possibili. Tali strutture mobili erano utilizzate principalmente nella steppa aperta, dove si potevano trovare pochi ripari naturali. L'uso su larga scala del guljaj-gorod iniziò durante le guerre contro il khanato di Kazan', e in seguito fu spesso usato dai cosacchi ucraini.

ricostruzioni di guljaj-gorod

Ukha

L'ukha (уха) è una zuppa russa fatta con brodo di pesce, ortaggi, erbe e spezie. In passato questo nome era dato ai brodi densi di carne e di pollo. A partire dal XV secolo il pesce fu utilizzato sempre più spesso per preparare l'ukha, creando così un piatto che aveva un sapore caratteristico tra le zuppe.

tsarskaja ukha ("ukha imperiale")

Forno russo

Il forno russo (русская печь, russkaja pech') o stufa russa è un tipo unico di forno apparso per la prima volta all'inizio del XV secolo. Solitamente collocato al centro dell'izba, l'abitazione tradizionale russa, ha svolto un ruolo immenso nella cultura tradizionale russa. È utilizzato sia per la cottura che per il riscaldamento domestico ed è progettato per trattenere il calore per lunghi periodi di tempo. Ciò si ottiene convogliando i fumi e l'aria calda prodotti dalla combustione attraverso un complesso labirinto di passaggi, riscaldando i mattoni di cui è costituito il forno. In inverno le persone possono dormire sopra il forno per riscaldarsi. Oltre che riscaldare e cuocere, il forno russo ha anche una vasca per i lavaggi. Un uomo adulto può adattarsi facilmente all'interno, e durante la Grande Guerra Patriottica alcune persone sono sfuggite ai nazisti nascondendosi nei forni. La kasha (porridge) o i bliny (frittelle) preparati in un tale forno possono differire nel gusto dallo stesso pasto preparato su una stufa o cucina moderna. Il processo di cottura in un tradizionale forno russo può essere definito "languore": mantiene i piatti per un lungo periodo di tempo a una temperatura costante. Gli alimenti che si ritiene acquisiscano un carattere speciale con la preparazione in un forno russo includono il latte cotto, l'orzo perlato, i funghi cotti in panna acida o anche le semplici patate.

È difficile realizzare quanto il forno russo – che rendeva superflua la presenza di camere da letto o stanze da bagno nelle case – abbia potuto facilitare la vita della popolazione, specialmente tra i contadini e i ceti meno abbienti.

tipico forno russo in una izba contadina

Rassolnik

Il rassolnik o rassol'nik (рассольник) è una zuppa russa a base di cetrioli sottaceto, orzo perlato e rognoni di maiale o di manzo, sebbene ne esista anche una versione vegetariana. Il piatto è noto dal XV secolo, quando era chiamato kalja. La parte fondamentale della zuppa, che le da il nome, è il rassol, un liquido a base di succo di cetrioli sottaceto con alcune aggiunte, famoso per il suo utilizzo nel trattamento dei postumi di una sbornia.

rassolnik

Vodka russa (1430)

La vodka russa è forse la versione più famosa al mondo di un liquore distillato composto unicamente da acqua ed etanolo con possibili tracce di impurità e aromi. La vodka è prodotta dalla fermentazione di segale, grano, patate, uva o melassa di barbabietola da zucchero. Il contenuto alcolico di solito varia tra il 35 e il 50 per cento in volume. La vodka russa standard ha il 40% di alcol in volume (80 gradi alcolici). Le origini esatte della vodka non possono essere rintracciate in modo definitivo, ma quasi certamente la vodka come bevanda proviene dall'Europa orientale del XIV-XV secolo. La Russia è spesso chiamata il luogo di nascita della vodka. L'apparato di distillazione fu noto dalla fine del XIV secolo a Mosca, dove serviva per produrre un distillato, precursore della vodka. Secondo lo storico culinario russo William Pokhljobkin, la prima ricetta originale della vodka russa fu prodotta intorno al 1430 dal monaco Isidoro del monastero di Chudov all'interno del Cremlino di Mosca.

vodka russa in varie bottiglie e recipienti

Inizio del XVI secolo

Kokoshnik architettonico

Con il nome di kokoshnik, ispirato dal tradizionale copricapo delle donne russe, si intende un elemento decorativo esterno nell'architettura tradizionale russa, semicircolare o a conchiglia, un tipo di arco cieco a mensola. I kokoshniki furono usati nell'architettura ecclesiastica russa fin dal XVI secolo, raggiungendo nel XVII secolo la loro più alta popolarità. I kokoshniki erano posti sui muri, sotto i tetti a tenda, sopra i telai delle finestre o in file sopra le volte.

i kokoshniki della chiesa della santa Trinità a Nikitinki, Mosca

Tetto a tenda (1510)

Il tetto a tenda o shatjor (шатёр) fu una tecnica ampiamente utilizzata nell'architettura russa nei secoli XVI e XVII. Prima di allora i tetti a tenda (conici o poligonali) erano realizzati in legno e utilizzati nelle chiese in legno. Si pensa che questi tetti abbiano avuto origine nel nord della Russia, poiché impedivano alla neve di accumularsi sugli edifici in legno durante i lunghi inverni. Tetti in legno erano utilizzati anche per coprire le torri dei cremlini o degli edifici comuni, come in Europa occidentale, ma i tetti sottili, appuntiti, quasi conici in mattoni o pietra divennero una forma unica nell'architettura ecclesiastica russa. Alcuni studiosi, tuttavia, sostengono che i tetti a padiglione abbiano qualcosa in comune con le guglie gotiche europee, e tendono persino a chiamare questo stile "gotico russo". La chiesa dell'Ascensione a Kolomenskoe, costruita nel 1532 per commemorare la nascita del primo tsar russo Ivan IV, è spesso considerata la prima chiesa con tetto a tenda, ma studi recenti mostrano che il primo utilizzo del tetto a tenda in pietra fu sulla chiesa della Trinità ad Aleksandrov, costruita nel 1510.

la chiesa dell'Ascensione a Kolomenskoe, Mosca, una delle prime chiese con tetto a tenda, nonché uno tra i siti del patrimonio mondiale dell'UNESCO. Si vedono i kokoshniki alla base del tetto

IMPERO DELLA RUSSIA

Fine del XVI secolo

Abaco russo

L' abaco russo o schoty (счёты, letteralmente la "conta") è un tipo di pallottoliere decimale in un'unica disposizione verticale, con dieci perline su ciascun filo (eccetto un filo che ha quattro perline, per le frazioni di un quarto di rublo, che di solito è vicino all'utente). È stato sviluppato in Russia dalla fine del XVI secolo, nel momento in cui l'abaco stava già cadendo in disuso nell'Europa occidentale. Tuttavia, la decimalità dell'abaco russo (spiegata dal fatto che il rublo russo fu la prima valuta decimale al mondo, a partire dal 1704) e la sua semplicità (rispetto alle precedenti versioni europee e asiatiche) hanno portato all'ampio utilizzo di questo dispositivo in Russia fino all'avvento delle calcolatrici elettroniche alla fine del XX secolo, anche se rimane di uso abbastanza comune oggi.

abaco russo

Streltsy (1550)

La prima uniforme militare standard conosciuta fu indossata dall'esercito regolare russo, nelle forze d'élite note come streltsy ("tiratori").

"Streltsy", quadro di Sergej Ivanov

Torre di batteria (1552)

La torre di batteria (батарейная башня, batarejnaja bashnja) è un tipo tardo di torre d'assedio, che trasporta l'artiglieria al suo interno, uno sviluppo del concetto del guljaj-gorod del XV secolo. La prima torre di questo tipo fu costruita dall'ingegnere militare Ivan Grigor'evich Vyrodkov durante l'assedio di Kazan' nel 1552, e poteva contenere dieci cannoni di grosso calibro e 50 cannoni più leggeri. Successivamente le torri di batteria furono spesso utilizzate dai cosacchi ucraini.

ricostruzione della torre di batteria di Vyrodkov

Cattedrale di san Basilio (1561)

La cattedrale di san Basilio è forse la più famosa cattedrale ortodossa russa, simbolo di Mosca e della Russia. Fu progettata da Postnik Jakovlev su ordine di Ivan IV di Russia e costruita sulla Piazza Rossa di Mosca nel 1555-1561, per commemorare la cattura di Kazan' e Astrakhan. La caratteristica unica della cattedrale di san Basilio è il fatto che si tratta di un complesso di più chiese messe insieme. L'edificio originario, noto come "cattedrale della Trinità", conteneva otto chiese laterali coperte da cupole a cipolla e disposte intorno alla nona chiesa centrale, quella della santa Protezione, con tetto a tenda; la decima chiesa fu eretta nel 1588 sulla tomba di san Basilio il Folle in Cristo. Il suo design sorprendente, a forma di fiamma di un falò che sale verso il cielo, non ha analoghi in altre parti del mondo ed è stato raramente riprodotto nell'architettura russa, in particolare nella cattedrale dei santi Pietro e Paolo a Petergof e nella chiesa del Salvatore sul Sangue a San Pietroburgo.

la cattedrale di san Basilio

Grande linea di confine (1566)

La Grande linea di confine (Большая засечная черта, Bolshaja zasechnaja cherta) è stata la più grande linea di fortificazioni del tipo abatis (o abbattuta: fortificazione composta da tronchi di alberi abbattuti), costruita dal Granducato di Mosca e successivamente dall'Impero Russo a sud di Mosca tra i boschi di Brjansk e le paludi di Meschera a partire dal XII secolo, e fu completata ufficialmente nel 1566, superando i 1000 km di lunghezza. Il suo scopo era proteggere la Russia dalle incursioni dei nomadi delle steppe dell'Europa orientale, come i tartari di Crimea. Come fortificazione che si estende per centinaia di chilometri, la Grande linea di confine è analoga alla Grande muraglia cinese e al limes romano. La maggior parte della sua lunghezza consisteva in barriere costruite con alberi abbattuti disposti a barricata. Era anche fortificata da fossati e cumuli di terra, palizzate, torri di avvistamento e caratteristiche naturali come laghi e paludi. Anche i cremlini di pietra e legno di città come Serpukhov, Kolomna, Zarajsk, Tula, Rjazan e Beljov furono inclusi nella Grande linea di confine, così come i forti più piccoli chiamati ostrog.

"Il grande confine", di M. Presnjakov, 2010

mappa della Grande linea di confine

"Tsar dei cannoni" (1586)

Lo "tsar dei cannoni" (Царь-пушка, Tsar'-pushka) è la più grande bombarda al mondo per calibro. Fu commissionato nel 1586 dallo tsar Fjodor e fuso dal mastro bronzista Andrej Chokhov. Pesa oltre 39,3 tonnellate ed è lungo 5,34 metri. La sua canna in bronzo ha un calibro di 890 mm e un diametro esterno di 1.200 mm. Insieme a un nuovo supporto, nel 1835 furono aggiunte le palle di cannone da 2 tonnellate che circondano il cannone e sono più grandi del diametro della sua canna; infatti, era originariamente progettato per sparare 800 kg di pietra a mitraglia. Il cannone è decorato con rilievi, tra cui uno raffigurante lo tsar Fjodor su un cavallo, da cui il cannone fu noto come "cannone dello tsar", anche se oggi la parola tsar è associata maggiormente alle enormi dimensioni dell'arma. Diverse copie del cannone sono state realizzate nel XXI secolo e installate a Donetsk e in altre città russe, mentre lo "tsar dei cannoni" originale si trova al Cremlino di Mosca.

veduta dello "tsar dei cannoni" che mostra la sua massiccia canna e le palle di cannone, nonché la testa del leone scolpita sul supporto

XVII secolo

Tetto bochka

Il tetto bochka o semplicemente bochka (dal russo: бочка, botte) è il tipo di tetto nell'architettura tradizionale russa che ha una forma di semicilindro con una parte superiore rialzata e appuntita, simile a un kokoshnik appuntito. Tipicamente realizzato in legno, il tetto bochka è stato ampiamente utilizzato nell'architettura sia ecclesiastica che civile nel XVII e XVIII secolo. Successivamente è stato talvolta utilizzato negli edifici nello stile del revival russo.

i tetti bochka della chiesa della Trasfigurazione a Kizhi, sormontati da cupole a cipolla

Gorodki

Gorodki (городки), o "cittadine", è il nome di un antico sport popolare russo simile al bowling, la cui popolarità si è diffusa anche in Scandinavia e negli Stati baltici. Lo scopo del gioco è quello di abbattere gruppi di birilli disposti secondo uno schema lanciandone contro un altro. I birilli si chiamano gorodki (letteralmente cittadine o paesini), e la zona quadrata in cui sono disposti si chiama gorod (città). Il gioco è menzionato nelle antiche cronache russe ed è conosciuto in una forma vicina a quella moderna almeno dal XVII secolo, poiché uno dei famosi giocatori di gorodki era il giovane Pietro I di Russia.

gorodki disposti secondo lo schema pushka (cannone) dietro la linea della zona gorod

Montagne russe

Le montagne russe, come sono chiamate dagli occidentali, nascono come corse invernali in slitta tenute su colline di ghiaccio appositamente costruite, a volte alte 60 metri o più. Conosciute dal XVII secolo, erano dotate di scivoli costruiti a un'altezza compresa tra 20 e 25 metri inclinati a 50 gradi e rinforzati da supporti in legno. Nel XVIII secolo erano particolarmente popolari a San Pietroburgo e nelle aree circostanti, da dove alla fine del XVIII secolo il loro uso e la loro popolarità si diffusero in Europa. A volte si usavano carri a ruote su binari al posto delle slitte, come sulla Katalnaja Gorka costruita nelle residenze di Caterina II a Tsarskoe Selo e Oranienbaum. La prima corsa su ruote di questo tipo fu portata a Parigi nel 1804 con il nome di Les Montagnes Russes, e in molti paesi oggi il termine "montagne russe" continua ad essere sinonimo di ottovolante.

scivoli di ghiaccio sull'Irtysh vicino a Tobol'sk, di E. Korneev (1732-1839)

Uccello della felicità

L'uccello della felicità (пти́ца сча́стья, ptitsa schast'ja) è il tradizionale giocattolo in legno della Russia settentrionale, scolpito a forma di uccello. È stato inventato dai pomory, gli abitanti della costa del Mar Bianco e del mare di Barents. L'uccello della felicità è realizzato senza colla o altri elementi di fissaggio, intagliando elaborati petali sottili per le ali e la coda dell'uccello e poi utilizzando un metodo speciale per allargarli e curvarli. Metodi simili sono utilizzati anche in altri prodotti dell'artigianato della Russia settentrionale. L'oggetto è solitamente fatto di pino, abete, abete rosso o cedro siberiano, ed è sospeso all'interno di una casa, a guardia del focolare e del benessere della famiglia.

un tipico uccello della felicità in legno

Giocattoli di Dymkovo

I giocattoli di Dymkovo, noti anche come giocattoli di Vjatka o giocattoli di Kirov (Дымковская / вятская / кировская игрушка, dymkovskaja / vjatskaja / kirovskaja igrushka), sono figure di persone e animali in argilla dipinta (talvolta funzionano come strumenti a fiato). È un antico artigianato popolare russo che esiste ancora nel villaggio di Dymkovo vicino a Kirov (ex Vjatka). Tradizionalmente, i giocattoli di Dymkovo sono realizzati da donne. Fino al XX secolo, questa produzione di giocattoli era stata programmata per la fiera primaverile chiamata свистунья ("svistun'ja"), o fischietto. La prima menzione registrata di questo evento risale al 1811, tuttavia si ritiene che sia esistito per circa 400 anni, datando così la storia dei giocattoli di Dymkovo almeno dal XVII secolo.

giocattoli di Dymkovo

Trojka

La trojka (тройка, "tripletta" o "trio") è una tradizionale combinazione di guida di finimenti russi, che utilizza tre cavalli affiancati, che di solito trainano una slitta. Si differenzia dalla maggior parte delle altre combinazioni a tre cavalli in quanto i cavalli sono imbrigliati fianco a fianco. Inoltre, la trojka è l'unica imbracatura multipla al mondo con diverse andature dei cavalli: trotto centrale e galoppo laterale. A piena velocità una trojka poteva raggiungere i 45-50 chilometri all'ora, che era una velocità molto elevata per i veicoli di terraferma nei secoli XVII-XIX, rendendo la trojka strettamente associata alla corsa veloce. La trojka è stata sviluppata dalla fine del XVII secolo; fu inizialmente utilizzata per la consegna rapida della posta e divenne comune alla fine del XVIII secolo. Era spesso utilizzata per i viaggi a tappe dove le squadre di cavalli stanchi potevano essere scambiate con animali freschi per trasportare carichi e persone su lunghe distanze.

una trojka che tira una slitta

Tarda architettura moscovita (1630)

Questo periodo architettonico è caratterizzato da molte grandi chiese cattedrali con cinque cupole a cipolla, circondate con tetti a tenda su campanili e navate laterali.

chiesa della Risurrezione di Cristo a Debre (Kostroma), 1651

Artigianato di Khokhloma (1659)

Khokhloma è il nome di un artigianato russo di pittura su legno, noto per i suoi vivaci motivi floreali, i colori rosso e oro su sfondo nero e l'effetto distinto su stoviglie o su mobili in legno economici e leggeri, che li fanno sembrare più pesanti, simili al metallo. Apparve per la prima volta nella seconda metà del XVII secolo, almeno dal 1659, nell'odierna regione di Nizhnij Novgorod, e prese il nome dal grande insediamento commerciale di Khokhloma. L'artigianato deve la sua origine ai Vecchi Credenti, i quali, fuggendo dalle persecuzioni dei funzionari statali, si rifugiarono nei boschi locali e insegnarono agli artigiani locali alcune tecniche di iconografia, come l'uso di un colore dorato senza applicare oro vero. Oggi il khokhloma è uno dei simboli della Russia e, a parte il suo utilizzo nella realizzazione di stoviglie, mobili e souvenir, può essere trovato in un contesto più ampio, per esempio nei dipinti sugli aerei di linea russi.

stoviglie di Khokhloma su un francobollo sovietico

Circolo delle quinte (1679)

Alla fine del 1670 un trattato chiamato Grammatika fu scritto dal compositore e teorico Nikolaj Diletskij. La Grammatika di Diletskij è un trattato di composizione, il primo nel suo genere a considerare le composizioni polifoniche in stile occidentale. Insegnava a scrivere kontserty, o polifonie a cappella, che normalmente si basavano su testi liturgici e che si creavano mettendo insieme sezioni musicali con ritmi, metri, materiali melodici e raggruppamenti vocali contrastanti. Diletskij intendeva il suo trattato come una guida alla composizione, ma pertinente alle regole della teoria musicale. All'interno del trattato Grammatika appare il primo circolo delle quinte, usato dagli studenti come strumento da compositore.

il circolo delle quinte di Nikolaj Diletskij in Idea grammatiki musikijskoj (Mosca, 1679)

Prjanik di Tula (1685)

Il prjanik di Tula (тульский пряник, "Tul'skij prjanik") è un pan di zenzero stampato, tipico della città di Tula: è il tipo più conosciuto di pan di zenzero russo. Di solito il prjanik di Tula sembra una piastrella rettangolare o una figura piatta. I moderni prjaniki di Tula solitamente contengono marmellata o latte condensato, mentre anticamente erano fatti con il miele. La prima menzione di un prjanik di Tula è nel libro del censimento di Tula del 1685.

prjanik di Tula

Balalajka (1688)

La balalajka (балала́йка) è uno strumento a corde dal caratteristico corpo triangolare e 3 corde (o talvolta 6, in 3 ordini), forse lo strumento musicale nazionale russo più conosciuto nel mondo. La famiglia di strumenti della balalajka comprende, dal più acuto al più basso, la prima, la seconda, l'alta, la bassa e la contrabbassa. La prima menzione di una balalajka si trova in un documento del 1688, e inizialmente era uno strumento degli skomorokhi (i giullari musicisti russi). Nel 1880 la moderna balalajka standard fu sviluppata da Vasilij Vasil'evich Andreev, che ha anche avviato una tradizione di orchestre di balalajka, che alla fine ha portato alla popolarità dello strumento in molti paesi al di fuori della Russia.

balalajka

Porta-bicchiere

Il podstakannik (russo: подстаканник, letteralmente "sotto-bicchiere"), o porta-bicchiere da tè, è un supporto con manico, più comunemente in metallo, per reggere un bicchiere. Lo scopo principale dei podstakanniki è quello di contenere un bicchiere di tè molto caldo, di solito consumato subito dopo che è stato preparato. È un modo tradizionale di servire e bere il tè in Russia, Ucraina, Bielorussia e altri stati post-sovietici.

un podstakannik con dentro un bicchiere

Barocco di Naryshkin (1693)

Chiamato anche barocco di Mosca, o barocco moscovita, è il nome dato a un particolare stile di architettura e decorazione barocca che era di moda a Mosca dall'inizio del XVII all'inizio del XVIII secolo.

la chiesa della Dormizione in via Pokrovka a Mosca, demolita nel 1936, era un notevole esempio di architettura barocca di Naryshkin

Inizio del XVIII secolo

Bicchiere da tavola

Il bicchiere da tavola o granjonyj stakan (гранёный стакан, letteralmente "bicchiere sfaccettato") è un tipo di bicchiere fatto di vetro particolarmente duro e spesso, dalla forma sfaccettata. Il granjonyj stakan presenta alcuni vantaggi rispetto agli altri bicchieri, poiché a causa della sua forma e durezza è più difficile da rompere. È più maneggevole nell'uso su treni o navi in movimento, dove è meno incline a ribaltarsi e cadere o scivolare dalle mani, e ha meno probabilità di rompersi quando colpisce il pavimento. Una leggenda dice che il primo bicchiere sfaccettato russo conosciuto fu regalato allo tsar Pietro il Grande dal vetraio Efim Smolin, che viveva nella regione di Vladimir. Smolin si vantava con lo tsar che il suo bicchiere non poteva essere rotto. Allo tsar Pietro piacque il regalo, tuttavia, dopo aver bevuto una bevanda alcolica, gettò il bicchiere a terra e riuscì a romperlo. Tuttavia Pietro non punì il vetraio, e la produzione di tali bicchieri continuò, mentre da quell'episodio ebbe origine la tradizione russa di rompere i bicchieri in certe occasioni.

un classico bicchiere da tavola sovietico a 20 sfaccettature

Valuta decimale (1704)

La valuta decimale è un tipo di valuta che si basa su un'unità di base e una sotto-unità che è una potenza di 10, tipicamente 100. La maggior parte delle valute moderne aderisce a questo modello. La Russia è stata il primo paese ad introdurre una tale valuta dopo la decimalizzazione del suo sistema finanziario nel 1704, durante il regno di Pietro il Grande, quando il rublo russo fu reso uguale a 100 copechi.

rubli e copechi russi moderni

Supporto a carrello per tornio in metallo (1717)

Un supporto a carrello su un tornio in metallo aggiunge la possibilità di tornire coni più facilmente e può essere utilizzato per tornire diametri più precisi. È una caratteristica standard dei moderni torni manuali, inventata nel 1717 da Andrej Konsantinovich Nartov, artigiano personale di Pietro I, e in seguito membro dell'Accademia russa delle scienze.

il tornio di Andrej Nartov

Circolo nautico (1718)

Un circolo nautico è un club sportivo specificamente legato alla vela. Il più antico circolo nautico del mondo, per data di costituzione, è il Circolo nautico della Neva, fondato dallo tsar Pietro il Grande nel 1718 a San Pietroburgo (probabilmente l'idea era nata già nel 1716, quando il primo cantiere navale sulla Neva aveva iniziato a costruire navi civili). Tuttavia, poiché non si trattava di un'associazione puramente volontaria di membri, ma di un'organizzazione fondata per decreto imperiale, il fatto che il circolo nautico della Neva sia il più antico del mondo viene contestato dal Royal Cork Yacht Club in Irlanda, fondato nel 1720. Entrambi i circoli hanno attraversato periodi di inattività e hanno subito vari cambi di nome.

veduta di San Pietroburgo di Aleksej Zubov (1716), con navi civili e da guerra sul fiume Neva

IMPERO RUSSO

1725 Tondo per cemento armato

Il tondo per cemento armato o barra di rinforzo è una comune barra metallica (tipicamente in acciaio), utilizzata nelle strutture in cemento armato e muratura armata. Il tondo per cemento armato era noto nella costruzione ben prima dell'era del moderno cemento armato, poiché circa 150 anni prima della sua invenzione il tondo per cemento armato era stato utilizzato in Russia nella Torre pendente di Nevjansk, costruita per ordine dell'industriale Akinfiij Nikitich Demidov tra il 1725 e il 1732. Lo scopo di tale costruzione è uno dei tanti misteri della torre. La ghisa utilizzata era di altissima qualità e non presenta corrosione fino a oggi.

un angolo della sala acustica all'interno della Torre pendente di Nevjansk, con alcune barre di rinforzo visibili

Cupola in ghisa / Parafulmine (1732)

La cupola in ghisa è uno sviluppo delle cupole antiche o medievali in pietra o mattoni. La prima applicazione di questa tecnologia si trova nella misteriosa Torre pendente di Nevjansk, completata nel 1732. Il tetto a tenda della torre aveva una carcassa e un guscio esterno in ghisa. Questa tecnica fu applicata per la seconda volta solo circa 100 anni dopo, durante la ricostruzione della cattedrale di Magonza in Germania nel 1826, mentre la terza volta fu utilizzata nella cupola della Cattedrale di sant'Isacco a San Pietroburgo, costruita nel 1840. La sommità della torre di Nevjansk era coronata da una sfera metallica dorata con punte. Poiché la sommità era messa a terra attraverso l'armatura della carcassa della torre, l'armatura metallica agiva come parafulmine. Pertanto, i costruttori russi hanno de facto creato il primo parafulmine nel mondo circa 25 anni prima di Benjamin Franklin, tuttavia non è noto se questo effetto fosse intenzionale.

la Torre pendente di Nevjansk ha in cima un'asta metallica, messa a terra attraverso l'armatura di tondi per cemento armato (alcuni dei quali sono visibili sotto gli archi)

Cattedrale dei santi Pietro e Paolo (1733)

La cattedrale ortodossa dei santi Pietro e Paolo è il primo e più antico punto di riferimento di San Pietroburgo, costruito tra il 1712 e il 1733 all'interno della fortezza di Pietro e Paolo. Sia la cattedrale che la fortezza furono originariamente costruite sotto Pietro il Grande su progetto del ticinese Domenico Trezzini. La cattedrale è il luogo di sepoltura di tutti gli imperatori russi da Pietro I a Nicola II, con l'eccezione di Pietro II. La cattedrale ha il campanile ortodosso più alto del mondo. Poiché il campanile non è autonomo, ma parte integrante dell'edificio principale, la cattedrale è stata talvolta considerata la più alta chiesa ortodossa del mondo.

fortezza e cattedrale dei santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo

"Tsar delle campane" (1735)

Lo "Tsar delle campane" (Царь–колокол, "Tsar'-kolokol"), nota anche come Tsarskij Kolokol o Campana Imperiale, è un'enorme campana esposta nel Cremlino di Mosca. La campana fu commissionata dall'imperatrice Anna, nipote di Pietro il Grande. Attualmente è la campana più grande e pesante del mondo, di 216 tonnellate, alta 6,14 m e di 6,6 m di diametro. È stata fusa dai maestri bronzisti Ivan Motorin e suo figlio Mikhail nel 1733-1735. La campana, però, non fu mai suonata a causa di un incendio nel 1737, quando un'enorme lastra (di 11,5 tonnellate) si staccò mentre si trovava ancora nella fossa di colata. Nel 1836 la campana fu collocata su un piedistallo in pietra accanto al campanile di Ivan il Grande. Per un certo periodo la campana servì da cappella, con l'area rotta che formava la porta. Secondo la leggenda, nel Giorno del Giudizio la Campana imperiale sarà miracolosamente riparata e sollevata in cielo, dove suonerà il blagovest (chiamata alla preghiera).

lo "Tsar delle campane"

Palazzo di ghiaccio (1739)

Un palazzo (o castello) di ghiaccio (ледяной дом, ledjanoj dom) è una struttura simile a un castello fatta di blocchi di ghiaccio, solitamente raccolti da fiumi o da laghi quando questi si congelano in inverno. Il primo palazzo di ghiaccio conosciuto apparve a San Pietroburgo, quando l'imperatrice Anna Ivanovna ne commissionò uno durante l'inverno 1739–40. L'architetto Pjotr Eropkin e lo scienziato Georg Wolfgang Krafft utilizzarono blocchi di ghiaccio di 16 m di lunghezza per 5 m di larghezza, uniti insieme con acqua ghiacciata, per costruire il palazzo. Anche tutte le decorazioni e gli utensili all'interno erano fatti di ghiaccio.

progetto del palazzo di ghiaccio dell'imperatrice Anna di Russia

Cannone a fuoco rapido (1741)

Andrej Nartov, autore del supporto a carrello per tornio nel 1717, inventò nel 1741 una batteria a fuoco rapido, composta di cannoni fissati su un disco rotante.

batteria di cannoni a fuoco rapido di Andrej Nartov

Rotore coassiale / Modello di elicottero (1754)

Nel luglio 1754 Mikhail Vasil'evich Lomonosov sviluppò un modello di un piccolo elicottero con rotore coassiale e lo dimostrò all'Accademia russa delle scienze.

modello di elicottero con rotore coassiale di Mikhail Lomonosov

Legge di conservazione della massa (1756)

Tentando di replicare l'esperimento di Robert Boyle del 1673, Mikhail Lomonosov formulò la legge di conservazione della massa nel 1756 e giunse alla conclusione che la teoria del flogisto, allora comunemente accettata, era errata.

Lomonosov considerò il calore come una forma di movimento, suggerì la teoria ondulatoria della luce e contribuì alla formulazione della teoria cinetica dei gas.

Mikhail Lomonosov

Edinorog / Unicorno (cannone da campo, 1757)

L'unicorno è un innovativo ibrido tra cannone e obice, ideato nel 1757 da M. Danilov e S. Martynov, che rimase in dotazione dell'esercito russo per oltre un secolo. Era in grado di sparare colpi da cannoni e da obici. Il nome del cannone viene dall'unicorno presente sullo stemma del comandante dell'artiglieria, generale Pjotr Ivanovich Shuvalov, noto anche come fondatore di Izhevsk, la capitale dell'Udmurtia.

unicorno del 1814 a Lugansk

Atmosfera di Venere (1761)

Mikhail Lomonosov fu il primo a ipotizzare l'esistenza di un'atmosfera su Venere basandosi sulla sua osservazione del transito di Venere del 1761 in un piccolo osservatorio vicino alla sua casa di Pietroburgo.

struttura delle nubi nell'atmosfera di Venere rivelata da osservazioni ultraviolette

Telescopio riflettore fuori asse (1762)

Nel 1762, Mikhail Lomonosov presentò al forum dell'Accademia russa delle scienze un progetto migliorato di telescopio riflettore. Il suo telescopio aveva lo specchio primario regolato ad un angolo di quattro gradi rispetto all'asse del telescopio. Ciò faceva sì che l'immagine fosse messa a fuoco sul lato del tubo del telescopio, dove l'osservatore poteva vedere l'immagine con un oculare senza bloccarla. Tuttavia, questa invenzione non fu pubblicata fino al 1827

diagrammi tratti da "L'apparizione di Venere sul Sole, osservata all'Accademia Imperiale delle Scienze di San Pietroburgo il 26 maggio 1761" di Mikhail Lomonosov

Mosaici moderni (1763)

Mikhail Lomonosov restaurò l'antica arte del mosaico, a partire dai suoi esperimenti sugli effetti della chimica dei minerali sul loro colore. Nel 1763 fondò una vetreria che produsse i primi mosaici in vetro colorato fuori dall'Italia. Dei quaranta mosaici attribuiti a Lomonosov, solo ventiquattro sono sopravvissuti fino ai giorni nostri.

mosaico di Pietro il Grande alla battaglia di Poltava (4,8 x 6,4 metri), di Mikhail Lomonosov

Sala d'ambra (1770)

La Sala d'ambra nel Palazzo di Caterina II a Tsarskoe Selo vicino a San Pietroburgo è una decorazione da camera completa di pannelli d'ambra con retro in foglia d'oro e specchi. È stata soprannominata l'ottava meraviglia del mondo per la sua singolare bellezza e la grande quantità di un materiale raro (l'ambra è piuttosto difficile da scolpire). Per la sua storia unica è stata anche chiamata il più grande tesoro perduto del mondo. Diverse generazioni di artigiani tedeschi e russi hanno lavorato a questo capolavoro, sollecitati da diverse generazioni di monarchi. La costruzione era iniziata nel 1701 in Prussia. Nel 1716 un gabinetto d'ambra fu donato dal re prussiano Federico Guglielmo I al suo allora alleato, lo tsar Pietro I: la sala poi fu ampliata da artigiani russi e nel 1770, quando i lavori furono terminati, copriva più di 55 metri quadrati e conteneva oltre sei tonnellate di ambra. Fu saccheggiata durante la seconda guerra mondiale dalla Germania nazista, portata a Königsberg e persa nel caos alla fine della guerra. Nel 1979-2003 gli artigiani russi hanno nuovamente ricostruito la Sala d'Ambra nel Palazzo di Caterina, mentre l'ubicazione di quella originale è ancora un mistero.

la Sala d'Ambra

Pietra del tuono (1770)

la "Pietra del tuono" (Гром-камень, Grom-kamen) è la più grande pietra mai spostata dall'uomo, utilizzata come base per la gigantesca statua equestre dello tsar Pietro I a San Pietroburgo.

trasporto della pietra del tuono alla presenza di Caterina II. Incisione di I. F. Schley dal disegno di Jurij Felten, 1770

Scialle di Orenburg (1776)

Lo scialle di Orenburg (Оренбургский платок, Orenburgskij platok) è un tessuto di pizzo lavorato a maglia. Il materiale di base è una miscela di seta e fibra di capra di razza Guberlinskoj, simile al cashmere o al mohair. Il clima rigido e le caratteristiche specifiche della zona di Orenburg hanno creato le condizioni perfette per l'allevamento di questa capra, che ha una particolare peluria setosa e a fibra lunga. Lo scialle è uno dei simboli classici dell'artigianato russo: talvolta è chiamato "scialle per fedi nuziali", perché, sebbene sia piuttosto grande, uno scialle lavorato in modo tradizionale è così fine da poter essere tirato attraverso un anello nuziale.

scialle di Orenburg

Samovar russo (1778)

Un samovar (самовар, letteralmente "autoriscaldatore") è un contenitore metallico tradizionalmente utilizzato per riscaldare e far bollire l'acqua. Nel 1778 i fratelli Lisitsyn introdussero il loro primo design di samovar e lo stesso anno registrarono la prima fabbrica di samovar in Russia.

Poiché l'acqua riscaldata viene tipicamente utilizzata per preparare il tè, molti tipi di samovar hanno un attacco a forma di anello (конфорка, "konforka") intorno al camino per contenere e riscaldare una teiera piena di concentrato di tè. Sebbene tradizionalmente riscaldati con carbone o legna, i modelli più recenti utilizzano l'elettricità in un modo simile a un bollitore elettrico. I modelli antichi di samovar sono spesso apprezzati per la loro splendida fattura.

Della Russia, il samovar si è diffuso in altre parti dell'Europa orientale, così come nell'Asia occidentale, centrale e meridionale.

samovar russo in argento e smalto, fine XIX secolo

Cavallo Orlov (1784)

Razza equina sviluppata per incroci dal conte Aleksej Grigorevich Orlov-Chesmenskij, ammiraglio della flotta imperiale dal 1768, fu considerata la più veloce razza di cavalli trottatori per la maggior parte del XIX secolo. Lo stallone capostipite, Bars I, nacque nel 1784

cavallo Orlov

Chitarra russa (1780)

La chitarra russa (a volte chiamata "chitarra gitana") è una chitarra acustica a sette corde sviluppata in Russia verso la fine del XVIII secolo. In russo è chiamata semistrunnaja gitara (семиструнная гитара), o affettuosamente semistrunka (семиструнка), ovvero "sette corde". Sebbene in numerose fonti l'invenzione della chitarra russa sia attribuita ad Andrej Osipovich Sykhra (1773–1850), ci sono forti ragioni per credere che lo strumento fosse già in uso quando Sykhra iniziò la sua carriera. È vero comunque che Sykhra (autore di più di mille composizioni) ha avuto una grande influenza nella creazione della scuola chitarristica russa.

chitarra russa a sette corde

Chiese di legno di Kizhi (1784-1862)

La prima menzione scritta di chiese sull'isola di Kizhi, al centro del Lago Onega in Carelia, è del 1563, e tuttavia menziona una versione più antica delle chiese, del 1496. Le chiese tuttora esistenti (terminate tra il 1784 e il 1872) sono costruite completamente senza chiodi e caratterizzate da elementi tradizionali dell'architettura russa come il tetto a tenda, le cupole a cipolla multiple e i tetti bochka.

panorama delle chiese di legno di Kizhi

Valenki moderni (dal 1790)

I valenki (ва́ленки), al singolare valenok (ва́ленок) sono calzature invernali in feltro, ricavate dal pelo di diversi animali, e oggi anche da fibre artificiali. Anche se risalgono agli albori della civiltà russa (sono state trovate calzature di feltro in tombe siberiane dell'età del ferro), la loro diffusione e accessibilità economica è aumentata con l'industrializzazione della fine del XVIII secolo.

I valenki non sono resistenti all'acqua e si indossano con galosce e altri rivestimenti (anticamente in pelle, oggi più spesso in gomma) per proteggere le suole dall'usura e dall'umidità. Tuttavia, offrono la migliore protezione dal freddo, e hanno avuto un ruolo notevole nella resistenza dei russi alle invasioni militari.

valenki di vari colori e grandezze, alcuni con galosce impermeabili

Ascensore a vite (1793)

L'ascensore a vite utilizza un sistema di azionamento a vite invece di un paranco, come negli ascensori precedenti. L'invenzione dell'azionamento a vite è stato il passo più importante nella tecnologia degli ascensori fin dai tempi antichi, che alla fine ha portato alla creazione dei moderni ascensori per passeggeri. Il primo di questi ascensori fu inventato da Ivan Kulibin e installato nel Palazzo d'Inverno nel 1793, come "sedia elevabile" per l'imperatrice Caterina II ormai anziana. Gli ascensori a vite moderni, iniziati negli Stati Uniti da Elisha Otis dopo la metà del XIX secolo, si svilupparono circa 65 anni dopo gli ascensori di Kulibin.

disegno della "sedia elevabile" di Ivan Kulibin

Miniature di Fedoskino (1795)

Le miniature di Fedoskino sono un tipo di pittura in miniatura laccata sviluppatasi alla fine del XVIII secolo nel villaggio di Fedoskino vicino a Mosca.

cofanetto in miniatura laccata di Fedoskino

Berretto con visiera (1796)

Il berretto con visiera (фуражка, furazhka) fu indossato dagli ufficiali dell'esercito russo a partire dal 1796 in alcuni reggimenti e dal 1811 nella maggior parte dell'esercito. Divenne subito popolare per la sua comodità e leggerezza, in contrasto con gli ingombranti bicorni e berretti cilindrici contemporanei. Iniziando dalla Prussia (allora alleata della Russia), il berretto con visiera si diffuse nel XIX secolo tra gli eserciti di tutto il mondo.

soldati russi che indossano berretti con visiera

XIX secolo

Giocattoli di Kargopol'

I giocattoli di Kargopol' (Карго́польская игру́шка) sono oggetti di artigianato stagionale, creati più per diletto che per commercio, risalenti agli inizi del secolo XIX. I vasai di Kargopol' (una città nella regione di Arkhangelsk) fabbricavano giocattoli dipinti con i resti dell'argilla rossa utilizzata per cuocere vasellame nei mesi invernali.

La produzione di questi giocattoli andò estinguendosi dopo il 1930, e fu tramandata ai posteri da una singola donna, Uljana Babkina (1889-1977), la cui arte fu riconosciuta a livello statale, e che poté passare le sue abilità a nuovi artigiani.

giocattoli di Kargopol'

Giocattoli di Filimonovo

I giocattoli di Filimonovo (Филимо́новская игру́шка) sono oggetti di ceramica artigianale russa prodotti nel villaggio di Filimonovo, nella regione di Tula. I giocattoli sono modellati a mano dall'argilla locale detta "sinika" (che significa grigio-bluastra), cotta fino a formare una ceramica bianca pura. Gli artisti dipingono le figure con coloranti all'anilina con motivi di strisce e macchie dai colori vivaci. Tra i modelli sono comuni i fischietti d'argilla a forma di donne, oltre a cavalieri e animali assortiti come orsi, bovini e galli.

giocattoli di Filimonovo

Pittura di Gorodets

La pittura di Gorodets (Городецкая роспись, Gorodetskaja rospis') è una forma d'arte popolare russa risalente alla prima metà del XIX secolo nell'area della città di Gorodets, nella regione di Nizhnij Novgorod.

La pittura di Gorodets trae origine dai locali filatoi in legno scolpiti: gli artigiani hanno trasformato la superficie dei pannelli dei filatoi in veri e propri quadri, e in seguito hanno esteso lo stesso stile di pittura ad altri tipi di pannelli di legno.

filatoi in legno di Gorodets, intagliati (a sinistra) e dipinti (a destra)

scatole con pittura di Gorodets, 2010

Rushnik

Un rushnik o ruchnik (рушник / ручник) è un tessuto decorativo in lino o cotone con disegni intrecciati o ricamati, simboli e crittogrammi antichi. Tradizionalmente ricamato a mano, iniziò a essere prodotto in massa su telai industriali agli inizi del secolo XIX. Ogni regione ha i propri disegni e modelli con significati nascosti, tramandati di generazione in generazione e studiati dagli etnografi. Uno di questi motivi è presente sulla bandiera della Bielorussia.

modello di rushnik russo

Latte in polvere moderno (1802)

Il latte in polvere è un prodotto naturale che si ottiene dall'essiccazione del latte vaccino pastorizzato. I mongoli lo conservavano tradizionalmente con un processo di essicazione al sole e riduzione in "una specie di pasta", come notava già Marco Polo. La prima menzione di qualcosa di simile al latte in polvere odierno risale al 1792, quando Ivan Erich scrisse negli Atti della Libera società economica russa che gli abitanti delle regioni orientali, congelando il latte, ottenevano "Grandi riserve di grumi lattiginosi". Nel 1802, Osip Gavrilovich Krichevskij, capo medico delle fabbriche di Nerchinsk, inventò il primo processo moderno di produzione del latte in polvere, che rilevò essere non inferiore al latte fresco in termini di qualità nutrizionali. Nel 1832, il chimico M. Dirchov fondò la prima produzione commerciale di latte in polvere. Nel 1885 questo processo di produzione fu brevettato negli altri paesi, e iniziò la sua produzione industriale.

latte in polvere

Arco elettrico continuo (1802)

L'arco elettrico (o arco voltaico, o scarica ad arco) è un tipo di scarica elettrica in un gas che si verifica a causa del fenomeno dell'emissione di elettroni da un catodo riscaldato. Fu descritto nel 1802 dallo scienziato Vasilij Petrov in un libro dal titolo caratteristico: "Novità di esperimenti galvanico-voltaici mediante un'enorme batteria, talvolta composta da 4200 cerchi di rame e zinco" (San Pietroburgo, 1803). L'arco elettrico è un caso speciale della quarta forma dello stato della materia, il plasma, ed è costituito da un gas ionizzato, elettricamente quasi neutro.

arco elettrico tra due chiodi

Droshkij (1805)

Il droshkij (дрожки), derivato dal termine droga, o "trave", era una carrozza leggera trainata da uno o due cavalli, costituita da una trave semplice che univa i due assi, con una panca imbottita, appoggiata sulle quattro ruote, su cui si sedevano da 2 a 4 passeggeri. Introdotta in Russia all'inizio del XIX secolo, era usata nelle città come un regolare mezzo di trasporto urbano, a differenza delle carrozze utilizzate esclusivamente a noleggio (antesignane dei taxi moderni).

rappresentazione dell'inizio del XIX secolo, di Aleksander Orłowski

Berretto da marinaio (1811)

Il berretto da marinaio (Бескозырка, bezkozyrka, letteralmente "berretto senza visiera") deriva dal cappello da foraggio dei raccoglitori nell'esercito russo: con una leggera modifica, fu introdotto come copricapo uniforme per i marinai della flotta russa. Nel novembre 1811, fu introdotto in tutte le parti dell'esercito e della marina imperiale russa come copricapo quotidiano. Per l'epoca era una parte d'uniforme abbastanza progressista, e per questo motivo i berretti senza visiera furono introdotti in molte flotte del mondo.

berretto da marinaio della marina russa

Mina navale a innesco elettrico (1812)

Le mine navali erano già note fin dal XIV secolo in Cina, ma il barone Pavel Lvovich Shilling fu il primo a far esplodere una mina sottomarina utilizzando un circuito elettrico. Nel settembre 1812 Schilling dimostrò la sua miccia navale telecomandata ad Alessandro I sul fiume Neva a San Pietroburgo. La miccia di Schilling, brevettata nel 1813, conteneva due elettrodi di carbonio appuntiti che producevano un arco elettrico.

banco di prova per mine navali dotate della miccia di Schilling

Telaio per alveare (1814)

Nel 1814 Petro Prokopovych inventò il primo alveare al mondo che utilizzava telai per arnie.

alveare a telaio realizzato sul modello di Petro Prokopovich

Scoperta dell'Antartide (1820)

Nei suoi studi di geologia, Mikhail Lomonosov aveva predetto teoricamente l'esistenza dell'Antartide (sosteneva che gli iceberg dell'Oceano Antartico potevano formarsi solo su una terra asciutta e ricoperta di ghiaccio): questa sua teoria fu verificata mezzo secolo più tardi da una scoperta russa.

Solo tre spedizioni navali nella storia hanno avuto come risultato la scoperta di un nuovo continente: il primo viaggio di Cristoforo Colombo nel 1492 che aprì la conoscenza dell'America, lo sbarco in Australia dell'olandese Willem Janszoon sulla Duyfken nel 1606, che scoprì e fece le mappe dei primi 300 chilometri del continente austaliano, e la spedizione polare russa del 1819-1821, che scoprì l'Antartide.

Due navi, la Vostok (comandata da Fabian Gottlieb von Bellingshausen) e la Mirny (comandata da Mikhail Lazarev), compirono in due anni la circumnavigazione del continente antartico, scoprendo quelle terre che cinquant'anni prima James Cook aveva ritenuto impossibili da raggiungere a causa dei campi di ghiaccio polari. Le due navi compirono tutto il tragitto senza mai pedersi di vista, e senza perdere uno solo dei 190 membri dei due equipaggi. A differenza dei primi due viaggi di scoperta dell'America e dell'Australia, la Mirny aveva a bordo un prete (lo ieromonaco Dionisij).

Fabian Gottlieb von Bellingshausen (a sinistra) e Mikhail Lazarev (a destra), i due comandanti della spedizione antartica

tragitto della spedizione antartica russa del 1819-1821

Architettura neorussa (dal 1820)

L'architettura neorussa, detta anche stile russo-bizantino o stile bizantino-russo, caratterizza un insieme di differenti movimenti sviluppatisi all'interno dell'architettura russa dal secondo quarto del XIX secolo e che hanno proposto un'unione a vari livelli dell'architettura russa antecedente Pietro I ed elementi dell'architettura bizantina.

Gli esempi più importanti di questa architettura a Mosca includono la cattedrale di Cristo Salvatore, la casa Igumnov (oggi redisenza dell'ambasciatore francese) e il museo Timirjazev di biologia.

museo Timirjazev di biologia

Monorotaia (1820)

La prima monorotaia fu costruita in Russia 15 anni prima della prima locomotiva a vapore. Nel 1820, nel villaggio di Mjachkovo, vicino a Mosca, Ivan Kirillovich Elmanov costruì una "strada su pali" (дорога на столбах, doroga na stolbakh): carrelli trainati da cavalli rotolavano su un pattino speciale lungo ruote fissate su una trave longitudinale superiore. Ci fu interesse per questo progetto anche negli ambienti commerciali e industriali; per esempio, si fece un progetto per utilizzarlo in Crimea per trasportare il sale.

Indipendentemente da Elmanov, una monorotaia fu brevettata in Inghilterra il 22 novembre 1821 e costruita nel 1825 da Henry Robinson Palmer, che non aveva mai sentito parlare del progetto di Mjachkovo: la storia del trasporto su monorotaia all'estero si fa partire dal 1825, perché la strada su pali di Elmanov era praticamente sconosciuta in Europa occidentale.

progetto della "strada su pali" vicino a Mosca, costruita da Ivan Elmanov

Pittura di Zhostovo (1825)

La pittura di Zhostovo (Жо́стовская ро́спись, Zhо́stovskaja rо́spis) è un'arte popolare di pittura di vassoi di metallo. Nel 1825, Osip Filippovich Vishnjakov aprì nel villaggio di Zhostovo presso Mosca un laboratorio di prodotti realizzati in cartapesta, tra cui scatole, portasigari e vassoi.

Sotto l'influenza dell'artigianato degli Urali (i dipinti a lacca dei tagil del XVIII secolo), si sviluppò a Zhostovo uno stile di pittura floreale su metallo, che dura ancora oggi.

francobollo dell'URSS raffigurante un esempio della pittura di Zhostovo

Processo di produzione industriale dell'olio di girasole (1829)

Dal Nord America, passando per la Spagna e i giardini europei (dove era apprezzato come pianta ornamentale), il girasole arrivò in Russia ai tempi di Pietro I. Si sa di un primo frantoio costruito nel 1827 nella provincia di Nizhnij Novgorod, ma la conoscenza dei semi di girasole come fonte d'olio si diffuse nel 1829 grazie a un contadino della provincia di Voronezh, Daniil Semjonovich Bokarev. Questi attirò l'attenzione sulla somiglianza di gusto tra i semi di girasole e i pinoli, da cui già a quel tempo si estraeva l'olio. Dal frantoio di Bokarev nel suo insediamento di Alekseevka, presto gli agricoltori della Russia iniziarono a coltivare e a lavorare il girasole da soli.

olio di girasole non raffinato

Tuta da palombaro (1829)

Lavorando nella base navale russa di Kronshtadt vicino a San Pietroburgo, il tecnico navale Karl Ernst Gauzen inventò nel 1829 un prototipo di "macchina subacquea", un tipo di costume da palombaro che consisteva in un casco metallico alimentato ad aria e una tuta in pelle. Il primo casco, sviluppato da Gauzen in casa sua, era di legno, a causa dell'assenza di fonderie nella sua nativa Curlandia. Il 7 ottobre 1832 Gauzen si tuffò con la sua muta fino alla profondità di 22 metri, un record per l'epoca. Da quel momento le immersioni subacquee diventarono per la prima volta indipendenti dal sistema della campana subacquea, noto fin dall'antichità. L'invenzione di Gauzen fu utilizzata dalla Marina russa per lavori subacquei fino al 1880, e anche i modelli successivi più avanzati ne portarono l'impronta.

la "macchina subacquea" di Gauzen

Telegrafo elettromagnetico (1832)

Il barone Pavel Lvovich Schilling (1786-1837) fu il primo a creare un telegrafo elettromagnetico nel 1830-32. Nel 1832, a San Pietroburgo fu posata una linea telegrafica di 5 chilometri con cavi sotterranei e subacquei tra il Palazzo d'Inverno e l'edificio del Ministero delle Ferrovie. Il dispositivo di ricezione fu successivamente semplificato, e Schilling valutò la possibilità di appendere i fili del telegrafo ai pali. Il 25 luglio 1837 Schilling morì senza avere il tempo di eseguire gli ordini di Nicola I di collegare Pietroburgo con Kronshtadt tramite telegrafo.

telegrafo di Shilling

Apparecchiature per la registrazione dei dati (1832)

La scheda perforata era stata introdotta nel 1805, ma fino ad allora era stata utilizzata esclusivamente nell'industria tessile per controllare i telai. Si ritiene che Semjon Nikolaevich Korsakov (1787-1853), funzionario governativo, medico dilettante e inventore, sia stato il primo a utilizzare le schede perforate in informatica per l'archiviazione e la ricerca di informazioni. Korsakov annunciò il suo nuovo metodo e le sue macchine nel settembre 1832, e invece di cercare brevetti offrì le macchine per uso pubblico.

omeoscopio lineare, disegno di Korsakov

Ventilatore centrifugo (1832)

Il ventilatore centrifugo, utilizzato per spostare aria o altri gas, è in grado di gestire grandi volumi di aria a una velocità di rotazione relativamente bassa. Il primo ventilatore centrifugo di uso industriale fu inventato dall'ingegnere militare Aleksandr Aleksandrovich Sablukov nel 1832, e fu utilizzato sia nell'industria leggera russa (come la produzione dello zucchero) che all'estero. Sablukov fu un inventore prolifico, sia nel campo dei ventilatori (di cui compilò i primi manuali d'uso nella vita quotidiana, anche negli edifici residenziali), sia nella creazione di pompe assiali e tecnologie di pompaggio dell'olio combustibile. Come soldato, fu autore di numerosi nuovi proiettili per artiglieria, mine e mirini ottici.

progetto del ventilatore centrifugo di Sablukov

Legge di Lenz (1834)

La legge di Lenz, formulata a San Pietroburgo dal fisico Heinrich Friedrich Emil Lenz nel 1834, afferma che la corrente indotta in una bobina va nella direzione che si oppone alla variazione del flusso magnetico attraverso la bobina.

applicazione della legge di Lenz: il flusso magnetico collegato a una bobina quando un magnete viene avvicinato o allontanato dalla bobina

Elettrotipizzazione (1838)

L'elettrotipizzazione (o galvanoplastica) è un metodo chimico per formare parti metalliche che riproducono esattamente un modello. Il metodo fu inventato da Boris von Jacobi in Russia nel 1838 e fu immediatamente adottato per applicazioni nella stampa (per la produzione di lastre per la stampa tipografica) e in molti altri campi. Boris (in origine Moritz) von Jacobi, ebreo prussiano che costruì il primo motore elettrico al mondo nel 1934, era stato invitato in Russia nel 1837 con uno stipendio annuo di 10 ministri, quindi fu naturalizzato ed elevato alla nobiltà.

installazione galvanoplastica

Barca elettrica (1839)

Boris Jacobi costruì nel 1839 il primo motore magnetoelettrico che spingeva una barca con quattordici persone sul fiume Neva contro corrente, dimostrando così la possibilità dell'uso pratico dei motori elettrici con movimento rotatorio continuo.

il motore magnetoelettrico di Jacobi

la barca elettrica di Jacobi

Scultura galvanoplastica (1839)

La collaborazione tra Boris von Jacobi e Heinrich Emil Lenz nello studio dell'elettromagnetismo produsse uno dei risultati più visibili dell'elettrotipizzazione da poco inventata da Jacobi: L'applicazione di patine galvanoplastiche alle sculture metalliche, che permetteva di avere oggetti più economici (per esempio, doratura galvanica di metalli comuni) o più leggeri (per esempio, statue di rame ricoperte di bronzo). Tra le prime e più spettacolari sculture di grandi dimensioni prodotte mediante elettrotipizzazione del rame ci sono i dodici angeli dorati di Josef Hermann, che si trovano nella cupola della cattedrale di sant'Isacco a San Pietroburgo. Queste sculture sono alte 6 metri: il metallo doveva essere sufficientemente sottile in modo che il peso delle sculture potesse essere sostenuto sulla struttura della cattedrale.

angeli dorati nella cupola della cattedrale di sant'Isacco a San Pietroburgo

sculture galvanoplastiche all'esterno della cattedrale di sant'Isacco a San Pietroburgo

Anestesia da campo (1847)

L'anestesia con etere per le operazioni chirurgiche fu utilizzata con successo indipendentemente dai medici militari Fjodor Inozemtsev (7 febbraio 1847) e Nikolaj Pirogov (14 febbraio 1847). Nello stesso anno, entrambi i chirurghi, che si trattavano a vicenda come rivali e concorrenti, eseguirono diverse dozzine di operazioni di successo utilizzando tale anestesia. Pirogov fu tuttavia il primo al mondo a documentare l'anestesia da campo, con un campionario di circa trecento operazioni. A lui è attribuita anche l'invenzione di vari tipi di operazioni chirurgiche e lo sviluppo di una propria tecnica di utilizzo di calchi in gesso per il trattamento delle fratture.

Pirogov opera con anestesia da campo

Pozzo petrolifero moderno (1848)

Il primo pozzo petrolifero perforato con strumenti a percussione fino a una profondità di 21 metri fu nel 1846 a Baku (insediamento Bibi-Heybat) Nel 1846-1848, i primi pozzi petroliferi moderni furono perforati nella penisola di Absheron a nord-est di Baku, dall'ingegnere Vasilij Semjonov.

pozzi petroliferi del XIX secolo vicino a Baku

Architettura neo-bizantina (1850)

L'architettura neo-bizantina (nota anche come revival bizantino) emerse nell'Impero Russo nel 1850 e divenne uno stile architettonico ufficialmente approvato per la costruzione di chiese durante il regno di Alessandro II (1855–1881), sostituendo lo stile russo-bizantino di Konstantin Thon. Il più famoso esempio architettura neo-bizantina a San Pietroburgo fu la cattedrale navale di san Nicola sull'isola di Kronshtadt, di Vasilij Kosjakov.

cattedrale navale di san Nicola a Kronshtadt

Arco geodetico di Struve (1851)

L'Arco geodetico di Struve è una catena di triangolazioni di rilevamento che si estende dal Nord della Norvegia al Mar Nero, attraverso dieci paesi e oltre 2.820 chilometri (1.750 mi), che ha prodotto la prima misurazione accurata di un arco meridiano. La catena fu stabilita e utilizzata dallo scienziato Friedrich Georg Wilhelm von Struve negli anni dal 1816 al 1855 per stabilire l' esatta dimensione e forma della terra. La misurazione della catena di triangolazione comprende 258 triangoli principali e 265 vertici geodetici. Nel 2005, la catena è stata iscritta nella Lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO, per la sua importanza nella geodesia e per la sua testimonianza di cooperazione scientifica internazionale.

mappa dell'Arco geodetico di Struve

Truppe ferroviarie (1851)

Le truppe ferroviarie furono istituite per la prima volta il 6/18 agosto 1851 per ordine dell'imperatore Nicola I, con un corpo di 4340 dipendenti, a protezione delle ferrovie, degli incroci, dei ponti.

truppe ferroviarie all'ospedale militare di Frateşti (Romania) durante la guerra russo-turca del 1877-1878

Moderna chirurgia da campo (1854)

La chirurgia militare da campo nella sua forma moderna (compreso il triage medico con smistamento dei feriti in cinque categorie) è stata fondata da Nikolaj Pirogov sulla base della sua esperienza di medico militare nella guerra di Crimea.

dipinto raffigurante Pirogov al museo-panorama della difesa di Sebastopoli

Fotocamera stereo (1854)

Una fotocamera stereo è un tipo di fotocamera con due o più obiettivi con un sensore di immagine o un fotogramma separato per ciascun obiettivo. Ciò consente alla fotocamera di simulare la visione binoculare umana e quindi le conferisce la capacità di catturare immagini tridimensionali, un processo noto come fotografia stereo.

L'invenzione dello stereoscopio visivo fu precedente alla scoperta della fotografia nel 1832.

Con l'avvento di quest'ultima, oltre alla produzione di coppie stereoscopiche con metodi grafici, furono fatti tentativi di costruire fotocamere stereoscopiche. Una di queste fu progettata da I. F. Aleksandrovskij, conosciuto come il fotografo ritrattista più popolare di San Pietroburgo, che realizzò le prime fotografie stereoscopiche nel 1852. Nel 1854, il Dipartimento del commercio e delle manifatture riconobbe la sua innovazione rispetto al normale apparecchio dagherrotipico, che al raddoppio di un'immagine su vetro non si fondevano del tutto in un tutt'uno in un visore stereoscopico, La fotocamera di Aleksandrovskij non aveva questi difetti. Nel 1859, Aleksandrovskij fu il primo a ricevere il titolo di "Fotografo di sua Maestà imperiale".

fotocamera stereoscopica di Aleksandrovskij

Teoria della struttura chimica (1857-1861)

Nel 1858 il chimico tedesco Friedrich August Kekulé von Stradonitz e il chimico scozzese Archibald Scott Cooper avevano messo in evidenza la capacità degli atomi di carbonio di formare catene ("catenazione") quando le loro "unità di affinità" sono sature. Questa dottrina meccanica della connessione degli atomi in una catena con la formazione di molecole costituì la base della teoria della struttura chimica di Aleksandr Mikhajlovich Butlerov. Nel 1858, durante il suo primo viaggio all'estero, Butlerov espresse le sue opinioni teoriche in una riunione della Società chimica di Parigi, che tre anni dopo divenne oggetto della sua celebre relazione "Sulla struttura chimica della materia".

Un grande merito di Butlerov è la creazione della prima scuola di chimici russa, dove insegnava con l'esempio: gli studenti potevano sempre osservare da soli su cosa e come stava lavorando il professore. Agli studi accedevano anche le donne: sostenitore dell'istruzione superiore femminile, Butlerov partecipò all'organizzazione di corsi femminili superiori nel 1878 e creò i laboratori chimici di questi corsi.

Oltre alla chimica, Butlerov prestò molta attenzione alle questioni pratiche dell'agricoltura, dell'orticoltura, dell'apicoltura e della coltivazione del tè nel Caucaso.

Aleksandr Mikhajlovich Butlerov (1828-1886)

Radiatore / termosifone (1857)

Un radiatore è uno scambiatore di calore utilizzato per trasferire l'energia termica da un mezzo all'altro a scopo di raffreddamento o riscaldamento. Il primo radiatore da riscaldamento in ghisa, che ha contribuito in modo significativo ai moderni sistemi di riscaldamento centralizzato, fu inventato a San Pietroburgo nel 1855 da Franz Karlovich San Galli, a cui diede il nome di горячий ящик (gorjachij jashchik, o "scatola calda").

radiatore domestico in ghisa del XIX secolo

Cattedrale di Sant'Isacco (1858)

La cattedrale di Sant'Isacco è la più grande chiesa di San Pietroburgo. Divenne la più alta chiesa ortodossa al suo completamento (successivamente superata dalla cattedrale di Cristo Salvatore). È dedicata a sant'Isacco di Dalmazia, patrono di Pietro il Grande, nato il giorno della festa del santo. Progettata da Auguste de Montferrand, la cattedrale è un capolavoro del tardo classicismo, costruita tra il 1818 e il 1858. Durante la costruzione furono utilizzate molteplici innovazioni recenti, come la gigantesca cupola di ghisa, strutture speciali per erigere colonne e il primo utilizzo della scultura galvanoplastica in architettura.

cattedrale di sant'Isacco a San Pietroburgo

Alluminotermia (1859)

Il metodo dell'alluminotermia, usato per ottenere metalli e leghe riducendo i loro ossidi con alluminio metallico, fu inventato nel 1859 da Nikolaj Nikolaevich Beketov, uno dei fondatori della chimica fisica e della dinamica chimica. In seguito Beketov continuò gli esperimenti con gli ossidi dei metalli alcalini, ottenendo nel 1887 il rubidio e nel 1893 il cesio. Nel 1898-1900, agendo sui metalli con alogeni, calcolò il calore di formazione degli alogenuri metallici, e nel 1902, insieme a suo figlio Vladimir Nikolaevich, studiò lo scambio di sali alogenuri nella massa fusa.

reazione alluminotermica con l'uso di ossido di ferro

Insalata russa (1860)

Lo chef franco-belga Lucien Olivier del ristorante Hermitage di Mosca introdusse attorno al 1860 nel suo menu un'insalata mista con maionese, che divenne immensamente popolare, tanto da essere chiamata ancora oggi in russo "insalata Olivier" (салат Оливье). Dopo la chiusura dell'Hermitage nel 1905, come spesso accade con le ricette gourmet che diventano popolari, gli ingredienti rari, costosi, stagionali o difficili da preparare furono progressivamente sostituiti con cibi più economici e facilmente reperibili, e oggi in molti paesi (Italia compresa) la ricetta è ricordata con il titolo di "insalata russa."

a sinistra: il ristorante Hermitage di Mosca. A destra: insalata Olivier preparata con la ricetta del ristorante Hermitage

Manzo alla Stroganoff (1861)

Il manzo alla Stroganoff o alla Stroganov (бефстро́ганов, befstróganov) è un piatto russo di pezzi di manzo saltati in salsa di senape e smetana (panna acida). Il piatto prende il nome dal conte Aleksandr Grigor'evich Stroganov, organizzatore a Odessa della cosiddetta "tavola aperta", dove poteva entrare qualsiasi persona istruita e vestita in modo decente. Uno degli chef del conte, lo chef francese André Dupont, aveva combinato con successo le tecnologie della cucina francese (salse, frittura della carne) con i metodi della cucina russa (salsa servita non separatamente, ma insieme alla carne). La prima ricetta del "manzo alla Stroganoff con senape" fu pubblicata nel libro Un regalo alle giovani casalinghe di Elena Molokhovets nel 1871. Il piatto ha ricevuto la più ampia distribuzione nel mondo in una ristoranti e mense. Dopo la seconda guerra mondiale, il manzo alla Stroganoff è entrato nella nomenclatura della cucina internazionale dei ristoranti come piatto russo.

Rompighiaccio moderno (1864)

Il primo rompighiaccio a vapore con scafo metallico fu il Pilot (Пайлот), costruito nel 1864 per ordine del mercante e costruttore navale Mikhail Osipovich Britnev. Aveva la prua modificata per ottenere una capacità di sgombero del ghiaccio (20° di sollevamento dalla linea della chiglia). Questo permetteva al Pilot di spingersi sulla sommità del ghiaccio e di conseguenza romperlo. Britnev modellò la prua della sua nave sulla forma del vecchio koch di legno dei pomory, che avevano navigato fin dall'XI secolo nelle gelide acque del Mar Bianco e Mare di Barents.

schema e disegno del rompighiaccio di Britnev

Coltivazioni sotto luce artificiale (1868)

Il botanico Andrej Famintsyn fu il primo nel 1868 a utilizzare la luce artificiale (a quel tempo, lampade a cherosene) per la ricerca botanica e la coltivazione delle piante, dimostrando che la conversione dell'anidride carbonica da parte delle piante e la formazione di amido possono avvenire in condizioni di illuminazione artificiale.

Andrej Sergeevich Famintsyn (1835-1918)

Poligrafo (1869)

Mikhail Ivanovich Alisov sviluppò nel 1869 il progetto di un apparecchio per la duplicazione di scritti e disegni, che chiamò "poligrafo", ma che più spesso fu chiamato "ettografo", perché permetteva la riproduzione di un centinaio di copie (anche se dopo alcune decine di copie la qualità si deteriorava). Il poligrafo era una piastra solidificata di gelatina e glicerina su cui si poneva, rovesciato, lo scritto o il disegno da duplicare. Lo scritto o il disegno, preparato con un particolare tipo di inchiostro all'anilina, restava impresso sui fogli di carta fatti aderire sulla superficie da duplicare. Erano disponibili almeno otto diversi colori di inchiostro ettografico, ma il viola era il più popolare per la sua densità e contrasto. Nel corso della sua esistenza, gli ettografi sono stati notevolmente migliorati e utilizzati nella piccola stampa (operativa) per la rapida riproduzione di materiali stampati con bassi requisiti di qualità delle stampe. Per rinforzare la massa gelatinosa era aggiunta della colla per legno. Utilizzando diversi tipi di carta che assorbono l'inchiostro in modi diversi, era possibile aumentare la tiratura fino a a 200 copie.

All'inizio degli anni '70 del XIX secolo Alisov creò la prima macchina per l'impaginazione russa, che chiamò "stampante veloce" (скоропечатник, skoropechatnik). Questa macchina fu presentata per la prima volta nel 1873 all'Esposizione Mondiale del 1873 tenutasi a Vienna, ma fu formalizzata come invenzione solo nel 1876, dopo aver ricevuto un brevetto in Russia

"La vita e le imprese di Antonij, arcivescovo vecchio-credente di Mosca e Vladimir", edizione ettografica delle opere di Arsenij (Shevtsov), 1882-1883

la "stampante veloce" di Alisov

Tavola periodica degli elementi (1869)

La tavola periodica degli elementi (o semplicemente tavola periodica o tavola di Mendeleev) è lo schema con cui sono ordinati gli elementi chimici sulla base del loro numero atomico Z e del numero di elettroni presenti negli orbitali atomici s, p, d, f.

È la prima e più utilizzata versione di tavola periodica, ideata nel 1869 dal chimico Dmitrij Ivanovich Mendeleev. Poiché allora non tutti gli elementi erano conosciuti, c'erano delle lacune nella tavola periodica si Mendeleev, che usò con successo la legge periodica per prevedere alcune proprietà di alcuni degli elementi mancanti

la tavola periodica di Mendeleev

Gimnastjorka (1870)

La gimnastjorka (гимнастёрка), o "tunica da ginnastica" (гимнастическая рубаха, gimnastichestkaja rubakha), modellata sulla tradizionale camicia da contadino russo, era originariamente destinata all'abbigliamento da lavoro in tempo di pace; fu poi introdotta nell'esercito imperiale intorno al 1870 per essere indossata dai reggimenti di stanza in Turkestan durante le estati calde. Assumeva la forma di una "tunica-camicia" di lino bianco aderente e comprendeva le spalline colorate della tunica verde indossata durante il resto dell'anno. La gimnastjorka fu adottata da tutti i rami dell'esercito imperiale al tempo della guerra russo-turca del 1877-78, che la usarono poi per i compiti ordinari e l'abbigliamento di servizio attivo. Era indossato come tale da sottufficiali in estate durante gli anni 1890 e all'inizio del 1900. Durante la guerra russo-giapponese del 1904-05, il colore bianco si dimostrò troppo evidente contro le armi moderne, e gli indumenti furono spesso tinti in varie tonalità di kaki: una versione kaki chiara fu adottata nel 1907-09 e indossata durante la prima guerra mondiale.

modello di gimnastjorka da ufficiale a doppio petto, 1873 circa

Lampadina elettrica (1872)

Nel 1872 Aleksandr Nikolaevich Lodygin fece domanda per un brevetto russo per la sua lampadina a filamento. Brevettò questa invenzione anche in Austria, Gran Bretagna, Francia e Belgio. Come filamento, Lodygin usava una bacchetta di carbonio molto sottile, posta sotto una campana di vetro.

Aleksandr Lodygin e la sua lampadina

Reazione aldolica (1872)

La reazione (o addizione) aldolica è una reazione che combina due composti carbonilici (aldeidi o chetoni) per formare nuovi composti conosciuti come aldoli, da ald-eidi + alc-oli.

Quella della reazione aldolica è un caso di scoperta indipendente, in cui il chimico e compositore musicale russo-georgiano Aleksandr Porfir'evich Borodin condivide la coperta con il chimico ed educatore franco-alsaziano Charles Adolphe Wurtz.

equazione della reazione aldolica

Aritmometro di Odhner (1873)

L'aritmometro di Odhner era un calcolatore a girandola di grande successo inventato in Russia nel 1873 da Willgodt Theophil Odhner, un immigrato svedese. La sua produzione industriale iniziò nel 1890 nel laboratorio di Odhner a San Pietroburgo, e divenne uno dei tipi di calcolatrice meccanica di maggior successo mai progettati.

aritmometro prodotto sotto la direzione di W. T. Odhner a San Pietroburgo prima del 1900

Incrociatore corazzato (1873)

La marina russa fu la prima a produrre una nave da guerra corazzata destinata alle rotte commerciali, con la General-Admiral, iniziata nel 1870 secondo il progetto dell'ammiraglio Andrej Aleksandrovich Popov e degli ingegneri navali I. Dmitriev e N. Kutejnikov e varata nel 1873.

la General-Admiral, generalmente considerata il primo vero incrociatore corazzato oceanico al mondo

Lampada frontale (1874)

Per la prima volta nella storia del trasporto ferroviario, nella primavera del 1874 fu installato un proiettore con lampada ad arco su una locomotiva a vapore da Mosca alla Crimea. L'inventore, Pavel Jablochkov, si rese conto, nonostante il successo dell'esperimento, che questo metodo di illuminazione elettrica non poteva essere ampiamente utilizzato e che il regolatore della lampada doveva essere semplificato.

Pavel Nikolaevich Jablochkov e le sue invenzioni elettriche

Sistema di elettrificazione ferroviaria (1875)

Nel 1874 l'ingegnere Fjodor Apollonovich Pirotskij iniziò gli esperimenti sul campo Volkov a San Pietroburgo e nel 1875 mise dei vagoni ferroviari alimentati elettricamente sulla linea Miller della ferrovia Sestroretsk. L'elettricità veniva trasferita per una distanza di circa un chilometro. Nel suo progetto, le rotaie erano collegate a un generatore Gramme. Entrambe le rotaie erano isolate da terra, una rotaia fungeva da conduttore diretto e l'altra da conduttore inverso.

linea ferroviaria Miller, su cui fu testato il primo treno elettrico di Pirotskij

Trasformatore (1876)

Un trasformatore è un dispositivo che converte la corrente alternata di una tensione in corrente alternata di un'altra tensione. È costituito da bobine avvolte attorno a un telaio utilizzando un filo isolato. Le bobine sono posizionate su un circuito magnetico costituito da speciali piastre in acciaio. Difficilmente è possibile trovare un dispositivo elettronico in cui non venga utilizzato un trasformatore elettrico. È anche uno dei componenti principali del sistema di alimentazione a distanza.

Il 30 novembre 1876, data di ricevimento del brevetto da parte di Pavel Nikolaevich Jablochkov, è considerata la data di nascita del primo trasformatore a corrente alternata. Era un trasformatore con un nucleo aperto, che era un'asta su cui erano avvolte le bobine.

il trasformatore di Pavel Jablochkov

Candela Jablochkov (1876)

Inventata nel 1876 da Pavel Jablochkov, la candela Jablochkov è stata la prima lampadina elettrica ad arco di carbonio commercialmente valida.

Una candela Jablochkov è costituita da due lunghe barre di carbonio, di circa 6 x 12 millimetri di sezione trasversale, separate da un blocco di materiale inerte e isolante come gesso di Parigi o caolino. C'è un piccolo pezzo di filo fusibile o pasta di carbonio che collega le due aste di carbonio all'estremità superiore. Il gruppo è montato verticalmente in un apposito supporto isolato.

Nelle sue prove per alimentare più serie di candele con diverso flusso luminoso e per ottenere tensioni diverse, Jablochkov inventò i primi trasformatori.

Come qualsiasi altra lampada ad arco di carbonio, le candele Jablochkov hanno una luce molto brillante che può essere utilizzata per illuminare grandi tratti di strade o interni di grandi dimensioni come fabbriche e stazioni ferroviarie e il suo utilizzo come sistema di illuminazione stradale era più economico delle lampade a olio. Il primo esperimento pubblico si tenne a Londra il 15 aprile 1876. Le candele Jablochkov furono usate per la prima volta commercialmente nel 1877 nella sala Marengo dei grandi magazzini Galeries du Louvre a Parigi con un'installazione di 80 lampade. La loro presenza è menzionata da Émile Zola nel suo romanzo Al paradiso delle signore. In questa occasione Parigi fu soprannominata la città delle luci. Furono dimostrate per la prima volta come illuminazione stradale durante l'Esposizione di Parigi del 1878, in particolare sull'Avenue de l'Opéra, in Place du Theatre Français (ora Place André Malraux) e in Place de l'Opéra. Nel dicembre dello stesso anno furono installate candele Jablochkov lungo il Victoria Embankment a Londra. Le candele furono presto utilizzate in molte città europee ma anche in altri continenti: città come Rio de Janeiro, Città del Messico, Nuova Delhi, Calcutta e Madras le utilizzavano. Lo scià di Persia e il re di Cambogia usavano le candele per i loro palazzi. Furono utilizzate con successo anche a bordo della corazzata francese Amiral Duperré, varata nel 1879.

Nel 1881 all'Esposizione Internazionale dell'Elettricità le candele Jablochkov erano considerate una delle principali attrazioni. All'epoca si stimava che il loro costo fosse sceso dai 66 centesimi di franchi francesi del 1877 ad appena 10 centesimi, rendendole molto convenienti anche rispetto alle lampade a gas. Al culmine del loro successo in Francia si producevano 8.000 candele al giorno.

una candela Jablochkov del 1876 e il suo uso in una lampada di vetro

candele Jablochkov sulla Avenue de l'Opéra a Parigi durante l'Esposizione Universale (1878)

candele Jablochkov installate al Victoria Embankment a Londra, dicembre 1878

Nave torpediniera (1877)

La nave torpediniera era un tipo di nave da guerra sviluppata alla fine del XIX secolo per aiutare a portare siluri in alto mare e lanciarli per l'attacco. Durante la guerra turco-russa del 1877, i russi requisirono 19 navi mercantili per convertirle in torpediniere. La Velikij Knjaz Konstantin è stata la prima nave storica in questa nuova classe di navi. Era sotto il comando del vice-ammiraglio Stepan Osipovich Makarov, che era un importante ingegnere navale, uno dei primi praticanti dell'uso dei siluri e l'autore del concetto di nave torpediniera. Il 14 gennaio 1878 Makarov effettuò il primo attacco riuscito della storia con siluri semoventi.

Velikij Knjaz Konstantin, la prima nave torpediniera della storia

dipinto di Lev Feliksovich Lagorio del primo attacco riuscito con siluri semoventi: la nave turca Intibah viene distrutta dai siluri della torpediniera russa Velikij Knjaz Konstantin

Carro e trattore cingolato (1877-1888)

Nel 1837, il capitano dell'esercito russo Dmitrij Andreevich Zagrjazhskij aveva progettato e brevettato un "carro con cingoli mobili", ma per mancanza di fondi e di interesse da parte dei produttori non fu in grado di costruire un prototipo funzionante e il suo brevetto fu annullato nel 1839. Il meccanico autodidatta russo Fjodor Abramovich Blinov, secondo alcuni, fu l'inventore nel 1877 del primo trattore a cingoli al mondo, e ricevette nel 1879 un brevetto per l'invenzione di un "carro con rotaie senza fine per il trasporto di merci". A causa del fatto che il brevetto non indicava che il carro avesse un motore, altri ricercatori contestano il diritto di Blinov di essere considerato l'inventore del trattore a cingoli. Dal 1881 al 1888 Blinov sviluppò un trattore cingolato a vapore. Questo cingolato semovente fu testato con successo e presentato ad una mostra agricola nel 1896.

trattore cingolato di Blinov

Serbatoio petrolifero cilindrico (1878)

Originariamente, pozzi aperti e serbatoi cubici venivano utilizzati per lo stoccaggio del petrolio industriale. Il serbatoio in acciaio a struttura cilindrica verticale fu ideato nel 1878 dall'ingegnere, architetto e scienziato Vladimir Grigor'evich Shukhov durante il suo lavoro per la compagnia petrolifera Branobel. Nel 1883 Shukhov pubblicò un articolo "Strutture meccaniche nell'industria petrolifera" (Механические сооружения нефтяной промышленности), dimostrando matematicamente che la forma cilindrica richiede la minima quantità di acciaio, modellando le sollecitazioni strutturali specifiche dello stoccaggio del petrolio. Shukhov sviluppò anche metodi di costruzione, comprese tabelle che consentivano di calcolare la quantità richiesta di acciaio e componenti a seconda delle dimensioni e del tipo di serbatoio. Nel 1890, in Russia furono costruiti 130 serbatoi cilindrici verticali secondo il progetto Shukhov.

uno dei primi serbatoi cilindrici di stoccaggio del petrolio

Petroliera moderna (1879)

La petroliera moderna fu sviluppata nel periodo dal 1877 al 1885 per Ludvig e Robert Nobel, fratelli di Alfred Nobel, che nel 1876 avevano fondato Branobel (abbreviazione di Fratelli Nobel) a Baku, in Azerbaigian. Alla fine del XIX secolo era una delle più grandi compagnie petrolifere del mondo.

Zoroastr', la prima nave cisterna al mondo, consegnata ai fratelli Nobel a Baku, in Azerbaigian

di Ludvig Nobel

Colonna Vinogradskij (1880)

La colonna Vinogradskij è un semplice dispositivo per coltivare una grande varietà di microrganismi. Inventato nel 1880 dal microbiologo Sergej Nikolaevich Vinogradskij, il dispositivo è una colonna di fango di stagno e acqua mescolata con una fonte di carbonio come fogli di giornale (contenenti cellulosa), cotone dolce annerito o gusci d'uovo (contenenti carbonato di calcio) e una fonte di zolfo come il gesso (solfato di calcio) o il tuorlo d'uovo. Incubando la colonna alla luce solare per mesi si ottiene un gradiente aerobico/anaerobico e un gradiente di solfuro. Questi due gradienti promuovono la crescita di diversi microrganismi come clostridium, desulfovibrio, chlorobium, chromatium, rhodomicrobium e beggiatoa, così come molte altre specie di batteri, cianobatteri e alghe. La colonna Vinogradskij è tuttora uno strumento eccellente per determinare le principali comunità batteriche in un campione.

un esempio di colonna Vinogradskij

Energia elettrica trifase (1888)

L'energia elettrica trifase (abbreviata 3φ) è un tipo comune di corrente alternata utilizzata nella generazione, trasmissione e distribuzione di elettricità. È un tipo di sistema polifase che impiega tre fili (o quattro includendo un filo di ritorno neutro opzionale) ed è il metodo più comune utilizzato dalle reti elettriche di tutto il mondo per trasferire energia.

L'ingegnere elettricista Mikhail Osipovich Dolivo-Dobrovolskij divenne uno dei fondatori (con Nikola Tesla, Galileo Ferraris e Jonas Wenström) dei sistemi elettrici polifase, sviluppando il generatore elettrico trifase e un motore elettrico trifase (1888) e lo studio dei collegamenti stella-delta. Il trionfo del sistema trifase fu mostrato in Europa all'Esposizione elettrotecnica internazionale del 1891 a Francoforte sul Meno, dove Dolivo-Dobrovolskij utilizzò questo sistema per trasmettere energia elettrica alla distanza di 176 km con un'efficienza del 75%. Questa dimostrazione ha avviato le reti elettriche odierne. Nel 1889 Dolivo-Dobrovolskij creò anche un motore a induzione con rotore a gabbia di scoiattolo e nel 1890 un trasformatore trifase, oltre a progettare nel 1891 la prima centrale idroelettrica trifase al mondo.

il primo generatore di energia elettrica trifase

motore asincrono e trasformatore trifase di Mikhail Dolivo-Dobrovolskij

Vitamine (1880)

Nel 1881 il medico russo Nikolaj Ivanovich Lunin studiò gli effetti dello scorbuto presso l' Università di Dorpat (l'odierna Tartu). Nella sua tesi di ricerca sperimentale, Ueber die Bedeutung der anorganischen Salze für die Ernährung des Thieres ("Sull'importanza dei sali inorganici per l'alimentazione animale"), documentò un esperimento su due gruppi di topi, uno

alimentato con latte vaccino naturale e l'altro alimentato con una miscela di proteine, grassi, carboidrati e sali minerali, nella composizione e nelle proporzioni completamente corrispondenti al latte vaccino. L'intero secondo gruppo di topi morì presto, il che permise a Nikolaj Ivanovich di esprimere un'opinione sul contenuto nel latte (come, in effetti, in qualsiasi altro alimento) di sostanze sconosciute, ma essenziali per la vita in quantità estremamente piccole, che convenzionalmente chiamò " sali inorganici". Fu la prima ricerca che evidenziò l'esistenza di un gruppo di nutrienti fondamentali per i quali solo nel 1912 sarebbe stato proposto il nome di "vitamine".

veduta dell'Università di Dorpat (oggi Tartu) nel 1860

Tram elettrico (1880)

Fjodor Pirotskij modificò un tram cittadino a due piani per farlo trainare dall'elettricità invece che dai cavalli, e il 22 agosto/3 settembre 1880 l'insolita forma di trasporto pubblico iniziò a servire i residenti di San Pietroburgo, fino alla fine del mese di settembre del 1880. Alcuni storici sostengono che questo fu il primo tram elettrico al mondo. Il sabotaggio da parte dei proprietari dei tram a cavalli bloccò l'esperimento di Pirotskij, che tuttavia divenne la base del tram elettrico lanciato a Berlino nel 1881 dai fratelli Siemens (Werner von Siemens contattò Pirotskij, e il fratello Karl lo incontrò a San Pietroburgo e discusse con lui l'invenzione).

il tram elettrico a due piani di Fjodor Pirotskij

Saldatura ad arco di carbonio (1881)

La saldatura ad arco di carbonio è un processo che produce la coalescenza dei metalli riscaldandoli fino a temperature superiori a 3.000° C con un arco tra un elettrodo di carbonio non consumabile (grafite) e il pezzo da lavorare. È stato il primo processo di saldatura ad arco sviluppato, debitore della scoperta dell'arco elettrico da parte di Vasilij Vladimirovich Petrov nel 1802. Gli inventori della saldatura ad arco di carbonio furono il greco-russo Nikolaj Nikolaevich Benardos e il polacco Stanisław Olszewski, che svilupparono questo metodo nel 1881 e lo brevettarono in seguito a San Pietroburgo con il nome Elektrogefest ("Efesto elettrico").

Elektrogefest, di Benardos e Olszewski

Cannone da campo a fuoco rapido (1882)

Uno dei primi cannoni da campo a fuoco rapido fu creato da Vladimir Baranovskij nel 1872-75 e fu ufficialmente adottato dall'esercito russo nel 1882.

Baranovskij e il suo progetto di cannone a fuoco rapido

il cannone di Baranovskij con il suo apparato di retrocarica, museo dell'artiglieria di San Pietroburgo

Cattedrale di Cristo Salvatore (1883)

La Cattedrale di Cristo Salvatore è la principale e più grande cattedrale della Chiesa ortodossa russa, situata a Mosca sulla riva del fiume Moscova. È stata la chiesa ortodossa più alta del mondo (superata solo dopo il 2010 dalla cattedrale della Salvezza del Popolo a Bucarest). Progettata da Konstantin Thon, è un eccezionale esempio di architettura neobizantina. Le cupole della cattedrale sono state dorate utilizzando per la prima volta nella storia la tecnica della galvanica in oro. L'edificio originale fu demolito durante l'era sovietica, ma fu ricostruito nel 1995-2000, come simbolo della rinascita religiosa della Russia.

la cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca dopo la sua costruzione

Aereo di Mozhajskij (1884)

Il contrammiraglio Aleksandr Fjodorovich Mozhajskij, lasciato nel 1862 il servizio attivo, dedicò il resto della sua vita allo studio del volo umano e alle macchine volanti. Tra il 1877 e il 1878 riuscì a realizzare un ibrido tra aliante e aquilone trainato da cavalli, con una fusoliera a forma di barca e un carrello di atterraggio a quattro ruote, che era in grado di sollevare un uomo a circa due metri d'altezza. Tra il 1876 e il 1882, con alterne fortune, ottenne finanziamenti per la costruzione di un velivolo a motore, conosciuto come una delle prime macchine più pesanti dell'aria a lasciare il suolo con le proprie forze. Approssimativamente nel 1884 l'aereo di Mozhajskij fece il suo primo volo. Il suo progetto si basava su una rampa anziché sulla potenza del motore per generare una velocità sufficiente per il sollevamento (il design delle ali non aveva la curvatura necessaria per generare portanza). L'aereo originale di Mozhajskij fu ritenuto incapace di generare portanza a causa della bassa cilindrata del motore. È stato anche dimostrato che con un motore più potente, che Mozhajskij aveva progettato poco prima della sua morte, l'aereo avrebbe potuto volare. In ogni caso, i risultati ottenuti da Mozhajskij nel campo dell'aviazione, in particolare per quanto riguarda i controlli di volo e la propulsione, furono considerevoli considerati i limiti della tecnologia a sua disposizione, e solo recentemente hanno ricevuto una seria attenzione.

modello dell'aereo di Mozhaiskij, Museo politecnico statale di Mosca

Sottomarino elettrico (1884)

Prima della propulsione elettrica, nei secoli dal XVII al XIX in diversi paesi si progettarono numerosi veicoli a immersione mossi a remi o a pedali, che nonostante modesti successi non trovarono applicazione pratica.

Nel 1719, un inventore contadino del villaggio di Pokrovskoe vicino a Mosca, Efim Pokop'evich Nikonov, aveva proposto il primo progetto in Russia di un sottomarino in legno, strisce e lastre metalliche e cuoio, chiamato la "nave nascosta": il suo scopo era fare arrivare in segreto sotto le navi nemiche dei guastatori dotati di tute in pelle con caschi in legno, il cui design conteneva gli elementi principali della moderna attrezzatura subacquea. Le invenzioni di Nikonov furono approvate da Pietro I, che ne seguì le prove sul fiume Neva nel 1721. Nonostante due immersioni e risalite di successo nel 1722, il progetto si concluse quando nell'autunno del 1724 il fondo della nave si ruppe contro il suolo marino, e dopo le riparazioni nella primavera del 1725, una falla impedì l'immersione.

Nel 1834, l'ingegnere militare Karl Andreevich Schilder (collaboratore di altri eminenti inventori come Schilling e Jacobi) costruì il primo sottomarino in metallo al mondo, senza motore, e mosso per mezzo di "pinne" meccaniche da forza muscolare. Il prototipo ebbe un modesto successo, ma fu tenuto segreto per decenni, fino a diventare obsoleto.

Un ulteriore prototipo di sottomarino a elica manuale, il Seeteufel (rana pescatrice) dell'ingegnere tedesco Wilhelm Bauer fu costruito a San Pietroburgo nel 1855. Dopo diversi fallimenti nei test, nel 1857 la barca fu riconosciuta inadatta all'uso in combattimento e il 25 febbraio 1858 il progetto fu chiuso.

I difetti del Seeteufel furono però utili all'artista, fotografo e ingegnere Ivan Fjodorovich Aleksandrovskij, che nel 1866 presentò il progetto del primo sottomarino della flotta russa con trasmissione meccanica, in cui l'aria compressa fungeva da fluido di lavoro. Con un dislocamento di 360 tonnellate, il sottomarino poteva immergersi e muoversi sott'acqua per un tempo relativamente lungo: il progetto fu approvato e la barca fu costruita e testata con successo. Grazie al talento fotografico di Aleksandrovskij, abbiamo anche la prima foto storica di un sottomarino russo.

Un mezzo di propulsione affidabile per le navi sommerse fu reso possibile solo negli anni ottanta dell'Ottocento con l'avvento della necessaria tecnologia delle batterie elettriche. I primi sottomarini a propulsione elettrica furono progettati dall'ingegnere polacco Stepan Karlovich Dzhevetskij nel 1881. Nel 1884 Dzhevetskij convertì due sottomarini meccanici, installando in ciascuno un motore da 1 cavallo vapore (0,75 kW) con una nuova fonte di energia per l'epoca: le batterie. Durante i test, i sottomarini viaggiarono sott'acqua contro la corrente del fiume Neva ad una velocità di 4 nodi (7,4 km/h). Furono i primi sottomarini al mondo con propulsione elettrica.

lo tsar Pietro I supervisiona le immersioni della "nave nascosta" di Nikonov

monumento alle prove della "nave nascosta" di Nikonov a Sestroretsk

sottomarino in metallo di Karl Schilder

il Seeteufel di Wilhelm Bauer

il sottomarino di Aleksandrovskij (foto)

sottomarino elettrico progettato da Dzhevetskij, costruito nel 1881 e ora conservato al Museo navale centrale a San Pietroburgo

Saldatura ad arco metallico schermato (1888)

La saldatura ad arco di metallo schermato, nota anche come saldatura ad arco di metallo manuale, saldatura ad arco con protezione di flusso o informalmente come saldatura ad arco, è un processo di saldatura ad arco manuale che utilizza un elettrodo consumabile ricoperto da un flusso per posare la saldatura. È uno dei primi e più diffusi processi di saldatura al mondo, utilizzato principalmente per saldare ferro e acciai (compreso l'acciaio inossidabile), ma anche leghe di alluminio, nichel e rame.

Nel 1888, l'elettrodo metallico consumabile fu inventato dall'ingegnere Nikolaj Gavrilovich Slavjanov: in relazione all'elettrodo consumabile, Slavjanov chiamò il suo metodo non saldatura, ma "colata elettrica di metalli"

Nikolaj Slavjanov e la saldatura ad arco

Fotocellula solare (basata sull'effetto fotoelettrico esterno – 1888)

Il 26 febbraio 1888 il fisico Aleksandr Grigor'evich Stoletov condusse un esperimento che dimostrò chiaramente l'effetto fotoelettrico esterno e mostrò la natura dell'effetto della luce sull'elettricità, scoperto dal fisico tedesco Heinrich Rudolf Hertz nel 1887 (a quel tempo si ignorava l'esistenza degli elettroni). Nel suo esperimento, Stoletov utilizzò un contenitore di vetro contenente due elettrodi, privato di aria e riempito con un gas rarefatto, in seguito chiamato "fotocellula a gas". I cilindri delle fotocellule, dopo aver pompato l'aria, sono ancora riempiti con un gas rarefatto: neon o argon. La presenza di questi gas nella fotocellula ne aumenta la sensibilità.

Nei primi decenni della sua esistenza la fotocellula era solo un dispositivo fisico. Serviva per la ricerca scientifica, ma non aveva alcuna applicazione pratica. Nei successivi miglioramenti della fotocellula, sostanzialmente non è cambiato nulla al suo interno.

Aleksandr Stoletov e la prima fotocellula

Motori Daimler e Mercedes (1890-1900)

L'ingegnere Boris Lutskij, co-fondatore dell'Unione automobilistica europea, inventò i motori dei modelli delle auto Daimler e il motore a quattro pistoni (a quel tempo senza paralleli) usato nel primo modello di auto Mercedes. Lutskij, di famiglia ebraica della Crimea, rimase un patriota russo, e trasferì al suo paese tutti i suoi modelli di veicoli militari (tra cui una dozzina di macchine da trasporto truppe nel 1902), perché non voleva lavorare per il governo tedesco, che lo imprigionò poi per tutta la durata della prima guerra mondiale.

Boris Lutskij

Fucile Mosin-Nagant (1891)

Il fucile Mosin 3-lineare (7,62 mm) è un fucile a ripetizione adottato dall'esercito imperiale russo nel 1891, sviluppato dal maggiore generale Sergej Ivanovich Mosin, con alcuni elementi del sistema d'armi del belga Leon Nagant. Fu il fucile più prodotto dell'epoca.

fucile modello 1891/30

Bambola matrjoshka (1890)

Le bambole matrjoshka sono un insieme di bambole dipinte in legno di dimensioni decrescenti poste una dentro l'altra, che raffigurano costumi tradizionali o altri temi, dai personaggi delle fiabe alle caricature di leader politici. Il nome matrjoshka, o "piccola matrona", è un diminutivo di Matrjosha (Матрёша), a sua volta diminutivo del nome femminile russo Matrjona (Матрёна).

La tecnologia per realizzare un giocattolo di legno dipinto utilizzando oggetti annidati l'uno nell'altro è nota in Russia da molto tempo, e gli esempi più famosi sono le uova di Pasqua in legno dipinto. La matrjoshka apparve intorno al 1890, quando il rapido sviluppo economico e culturale del paese fu accompagnato da un aumento dell'identità nazionale e dell'interesse per la cultura russa. Durante questo periodo nacque un movimento artistico conosciuto come "stile russo", impegnato nella rinascita e nello sviluppo delle tradizioni dei giocattoli popolari contadini. A Mosca, il laboratorio "educazione dei bambini" lavorava in questa direzione, creando bambole i cui abiti ripetevano gli abiti femminili festivi dei residenti di varie province e distretti russi. La prima bambola in legno a otto pezzi, chiamata "Matrona", fu realizzata nel 1890 dal tornitore di giocattoli Vasilij Petrovich Zvjozdochkin e dal pittore e architetto Sergej Vasil'evich Maljutin. Iniziò subito la produzione di massa della bambola come giocattolo e souvenir. Nel 1900, la bambola nidificante fu presentata per la prima volta all'Esposizione Internazionale dell'Artigianato a Parigi e ricevette una medaglia, ma per la crisi economica iniziata nello stesso 1900, il laboratorio "educazione dei bambini" fu chiuso e tutta la sua gamma fu trasferita al seminario di formazione e dimostrazione Zemstvo a Sergiev Posad. Di conseguenza, fu Sergiev Posad (dove si sviluppò l'intaglio del legno e dove vivevano famiglie di artigiani che fabbricavano giocattoli) a diventare il centro principale per la produzione della matrjoshka. Nel 1904 arrivò da Parigi un grosso ordine di bambole, e iniziò l'esportazione in altri paesi. I primi oggetti ispirarti alla matrjoshka si svilupparono in Giappone, dove l'artista e insegnante Yamamoto Kanae, che visitò la Russia nel 1916, organizzò nella prefettura settentrionale di Nagano una produzione contadina di giocattoli con origini russe.

set originale della matrjoshka di Zvjozdochkin e Maljutin, 1892

tipologie di matrjoshka al mercato Izmajlovo di Mosca

Esoscheletro potenziato (1890)

Il primo dispositivo conosciuto simile a un esoscheletro fu un apparato per assistere il movimento sviluppato nel 1890 dall'ingegnere Nikolaj Jagin. Utilizzava l'energia immagazzinata in sacchi di gas compresso per assistere nel movimento. Sebbene fosse uno strumento passivo e richiedesse energia umana per muoversi, questa tecnologia era in grado di combinare il potere dell'uomo con il potere del mondo esterno.

esoscheletro contemporaneo per riabilitazione, di marca russa "ExoAtlet"

Chemiosintesi batterica (1890)

Nel 1890, Sergej Vinogradskij scoprì che alcuni microbi potevano vivere esclusivamente di materia inorganica e descrisse un nuovo tipo di processo vitale chiamato "anorgossidante", per cui nel 1897 Wilhelm Pfeffer propose il termine "chemiosintesi".

figura di cera di Sergej Vinogradskij e riproduzione del suo laboratorio al G-Museum di Gorodok, Ucraina

Cracking chimico termico (1891)

Il cracking termico (in italiano piroclàsi o piroscissione) in chimica è un processo attraverso il quale si ottengono idrocarburi paraffinici leggeri (come le benzine) per rottura delle molecole di idrocarburi paraffinici pesanti (come il petrolio greggio). Sostituito nel 1937 dal cracking catalitico, è ancora in uso oggi per produrre diesel. Il primo dispositivo di cracking termico per l' industria petrolchimica fu inventato nel 1891 da Vladimir Grigor'evich Shukhov e dal suo assistente Sergej P. Gavrilov. Il suo brevetto (processo di cracking Shukhov – brevetto dell'Impero Russo n. 12926 del 27 novembre 1891) fu utilizzato per invalidare i brevetti della Standard Oil (processo Burton – brevetto degli Stati Uniti n. 1.049.667 del 7 gennaio 1913) sulle raffinerie di petrolio. Le soluzioni scientifiche e ingegneristiche di Shukhov furono ripetute da W. Barton durante la costruzione della prima raffineria industriale negli Stati Uniti nel 1915-1918. Le prime unità di cracking industriale furono costruite da Shukhov nel 1934 presso l'impianto di cracking sovietico di Baku.

raffineria che utilizza il processo di cracking di Shukhov a Baku, 1934

Virus (1892)

Il fisiologo vegetale e microbiologo Dmitrij Iosifovich Ivanovskij, era studente di Andrej Famintsyn al laboratorio botanico dell'Accademia delle scienze di San Pietroburgo. Nel 1887 avviò un ciclo di lavoro quinquennale sullo studio della malattia del mosaico del tabacco, con viaggi in Ucraina e in Moldova, e nel 1890 in Crimea. Scoprì che entrambi gli episodi di malattia erano causati da un agente infettivo estremamente minuscolo, capace di permeare i filtri di porcellana Chamberland, cosa che i batteri non avrebbero mai potuto fare. Ivanovskij non poteva vedere il virus del mosaico del tabacco con il microscopio ottico, ma era riuscito a osservare e a disegnare grappoli di virus, che più tardi in URSS furono chiamati "cristalli di Ivanovskij". Avanzò un'ipotesi sull'origine batterica della malattia del mosaico del tabacco, ritenendo che il filtrato contenesse batteri più piccoli o una tossina da essi secreta e capace di causare la malattie. Descrisse le sue scoperte in un articolo,"Sulle due malattie del tabacco", che fu pubblicato sul numero di febbraio 1892 della rivista "Agricoltura e silvicoltura", ed è considerato il punto di partenza dello sviluppo della virologia, cresciuta poi fino a diventare un campo scientifico indipendente.

La scoperta dei virus ha svolto un ruolo enorme nello sviluppo di biologia, medicina, medicina veterinaria e patologia vegetale. Ha permesso di decifrare l'eziologia di malattie come la rabbia, il vaiolo, l'encefalite e molte altre.

Dmitrij Ivanovskij, il fondatore della virologia

Nefoscopio (1894)

Un nefoscopio è uno strumento per misurare l'altitudine, la direzione e la velocità delle nuvole, utilizzando la misurazione del tempo di transito. Uno dei primi tipi di nefoscopio fu inventato nel 1894 dall'ingegnere e generale d'artiglieria Mikhail Mikhajlovich Pomortsev, uno dei pionieri nel campo dell'aeronautica e della missilistica russa.

nefoscopio progettato da Mikhail Pomortsev

Rilevatore di fulmini / ricevitore radio (1895)

Un rilevatore di fulmini è un dispositivo che rileva i fulmini prodotti dai temporali. Il primo di questi dispositivi fu inventato nel 1894 dal fisico e ingegnere elettrico Aleksandr Stepanovich Popov, fondatore della scuola scientifica di ingegneria radiofonica. È considerato anche il primo ricevitore radio al mondo, adatto al funzionamento a lungo termine senza la necessità di monitoraggio e aggiustamenti costanti.

Oggi il merito di aver costruito i primi ricevitori radio è dato generalmente a Guglielmo Marconi, che tuttavia inventò poco da solo. Fu certamente il primo a utilizzare le onde radio per comunicare (Popov, così come il suo contemporaneo inventore inglese Oliver Lodge, non trasmetteva messaggi in codice Morse, ma solo stringhe di impulsi casuali).

il rilevatore di fulmini di Aleksandr Popov

Struttura a guscio sottile, tensostruttura e struttura iperboloide (1896)

Vladimir Grigor'evich Shukhov, responsabile tecnico della costruzione dei primi oleodotti russi nel 1878 e di una raffineria di petrolio con le prime unità russe di cracking del petrolio (1931), fu anche l'inventore di una nuova famiglia di forme strutturali a doppia curvatura. Queste forme, basate sulla geometria iperbolica non euclidea, sono oggi conosciute come iperboloidi di rivoluzione. Shukhov sviluppò non solo molte varietà di torri iperboloidi leggere e sistemi di tetto, ma anche la matematica per la loro analisi. Per l'Esposizione artistica e industriale pan-russa del 1896 a Nizhnij Novgorod, Shukhov costruì otto padiglioni con i primi soffitti al mondo sotto forma di gusci di rete, il primo soffitto al mondo sotto forma di membrana d'acciaio (Rotonda di Shukhov) e la prima torre iperboloide di straordinaria bellezza, acquistata dopo la mostra dal mecenate Jurij S. Nechaev-Maltsov e trasferita nella sua tenuta di Polibino (ora nella regione di Lipetsk), che si è conservata fino ai giorni nostri. Dopo la mostra di Nizhnij Novgorod nel 1896, Shukhov sviluppò numerosi progetti di vari gusci di acciaio a rete e li utilizzò in centinaia di strutture: soffitti di edifici pubblici e impianti industriali, torri idriche, fari marini, alberi di navi da guerra e torri di trasmissione di energia. Shukhov e i suoi collaboratori progettarono un nuovo sistema di approvvigionamento idrico di Mosca: dal 1896 al 1930, secondo i progetti di Shukhov, furono costruite oltre 200 torri iperboloidi in maglia d'acciaio (oggi ne sopravvivono una ventina). Nel 1897, Shukhov costruì un'officina per uno stabilimento metallurgico a Vyksa, con il primo guscio sovrapposto convesso a volta a doppia curvatura. Questo edificio è stato conservato fino a oggi, così come la torre dell'acqua a Nikolaev (costruita nel 1907, la sua altezza con il serbatoio è di 32 metri) e il faro di Adzhigol nell'estuario del Dnepr vicino a Kherson (costruito nel 1910, di 70 metri, in acciaio con maglie di 70 metri, la più alta costruzione iperboloide a sezione singola di Shukhov). Anche la torre dell'acqua di Cherkassy è stata perfettamente conservata. Nel 2012, nel serbatoio di una torre dell'acqua progettata da Shukhov a Kolomna, è stato aperto il Museo di storia dell'edilizia abitativa e dei servizi pubblici. Shukhov inventò nuovi progetti di capriate spaziali piatte e li utilizzò nella progettazione di rivestimenti per il Museo statale di belle arti Pushkin, l'ufficio postale principale di Mosca, il garage Bakhmetevskij e numerosi altri edifici. Shukhov inoltre progettò i soffitti dei padiglioni e del pontile della stazione ferroviaria Kievskij (ex Brjansk) a Mosca e ne supervisionò la costruzione (48 m di larghezza della campata, 30 m d'altezza, 230 m di lunghezza). Mentre lavorava alla creazione di strutture portanti, Shukhov ha dato un contributo significativo alla progettazione finale degli edifici e ha agito inconsapevolmente come architetto. Nell'aspetto architettonico dei padiglioni dell'Esposizione artistica e industriale pan-russa del 1896 e della stazione ferroviaria Kievskij, la paternità di Shukhov determinò le caratteristiche più impressionanti degli edifici.

Esposizione pan-russa del 1896 a Nizhnij Novgorod. Un tram elettrico, invenzione di Fjodor Pirotskij, guida tra i padiglioni caratterizzati da progetti rivoluzionari di Vladimir Shukhov: le prime tensostrutture in acciaio al mondo, gusci a griglia, gusci sottili e la prima torre iperboloide in acciaio. La mostra ha dimostrato il primo rilevatore di fulmini e un primo ricevitore radio di Aleksandr Popov, il trattore a cingoli di Fjodor Blinov, la prima automobile russa e altri risultati tecnici

rotonda e padiglione rettangolare all'Esposizione pan-russa del 1896 a Nizhnij Novgorod, 1896

rotonda di Shukhov, Nizhnij Novgorod, 1896

il primo tetto a membrana e griglia in acciaio al mondo nella rotonda di Shukhov, Nizhnij Novgorod, 1895

costruzione di un padiglione ovale con copertura sospesa in rete d'acciaio per l'Esposizione pan-russa del 1896 a Nizhnij Novgorod, fotografia di A. O. Karelin, 1895

la prima torre iperboloide Shukhov al mondo, Nizhnij Novgorod, fotografia di A. O. Karelin, 1896

veduta odierna della prima torre Shukhov, trasportata a Polibino nel 1896

costruzione dei primi gusci di rete a doppia curvatura al mondo progettati da Shukhov presso lo stabilimento metallurgico di Vyksa, 1897

faro iperboloide di Adzhigol vicino a Kherson, Ucraina, 1911

progetto della torre Shukhov di 350 metri, 1919

la torre Shukhov a Mosca, 2007

torri Shukhov sul fiume Oka, presso Nizhnij Novgorod

torre Shukhov a Nikolaev

torre Shukhov a Podolsk

torre Shukhov a Krasnodar

torre Shukhov a Cherkassy, ancora nel 2011 oggetto di un programma di studi internazionale

ponte Shukhov sul fiume Ashe, vicino a Sochi

pontile di metallo-vetro Shukhov della stazione ferroviaria Kievskij di Mosca

pontile di metallo-vetro Shukhov del passaggio Petrovskij di Mosca

Rompighiaccio polare (1898)

Un rompighiaccio polare è una nave rompighiaccio in grado di operare nelle acque polari con il loro vasto e spesso ghiaccio marino pluriennale. Il rompighiaccio russo Ermak (dal nome di Ermak Timofeevich, l'atamano cosacco conquistatore della Siberia) è stato il primo rompighiaccio in grado di scavalcare e frantumare la banchisa polare. Fu costruito in Inghilterra tra il 1897 e il 1898 su progetto dell'ammiraglio Stepan Osipovich Makarov e sotto la sua supervisione. Tra il 1899 e il 1911 l'Ermak navigò in condizioni di ghiaccio pesante per più di 1000 giorni. Prestò servizio in diversi rami della marina militare e mercantile fino al 1964, diventando una delle navi rompighiaccio più longeve al mondo. A partire da questa nave, la Russia ha creato la più grande flotta di rompighiaccio oceanici del XX e XXI secolo.

l'Ermak, il primo rompighiaccio polare varato nel 1898

Pressione della radiazione (1899)

La pressione della radiazione (nota anche come pressione della luce) è la pressione meccanica esercitata su qualsiasi superficie a causa dello scambio di quantità di moto tra l'oggetto e il campo elettromagnetico. La forza associata è chiamata forza di pressione della radiazione o semplicemente forza della luce.

Le forze generate dalla pressione della radiazione sono generalmente troppo piccole per essere notate nelle circostanze quotidiane; tuttavia, sono importanti in alcuni processi fisici e tecnologie. Ciò include in particolare gli oggetti nello spazio esterno, dove di solito è la forza principale che agisce sugli oggetti oltre alla gravità, e dove l'effetto netto di una piccola forza può avere un grande effetto cumulativo per lunghi periodi di tempo. Per esempio, se gli effetti della pressione delle radiazioni del Sole sulla navicella spaziale del programma Viking fossero stati ignorati, la navicella spaziale avrebbe mancato l'orbita di Marte di circa 15.000 km.

L'affermazione che la luce, come radiazione elettromagnetica, ha la proprietà della quantità di moto e quindi esercita una pressione su qualsiasi superficie ad essa esposta fu dimostrata sperimentalmente dal fisico russo Pjotr Nikolaevich Lebedev nel 1900.

rappresentazione schematica dell'esperimento di Lebedev

XX secolo

Miniatura di Mstjora

La miniatura di Mstjora (Мстёрская миниатюра) è una forma di artigianato popolare russo di pittura in miniatura con colori a tempera su oggetti in legno laccato, sorta all'inizio del XX secolo sulla base di una tradizione locale di pittura di icone. Nel XIV secolo il villaggio di Mstjora (a metà strada tra Vladimir e Nizhnij Novgorod), insieme a Palekh e Kholuj, era stata uno dei centri dell'iconografia russa. Verso la metà del XVIII secolo apparvero le cosiddette "lettere meschine" (мелочные письма): icone con scene in miniatura e molti dettagli. All'inizio del XX secolo, con l'avvento delle cromolitografie, si verificò una crisi del settore, per cui ebbe inizio la produzione di oggetti d'artigianato come scatole con ornamenti o vassoi. Dopo la rivoluzione non fu più permessa la pittura di icone: gli ex iconografi si unirono nel 1923 nell'Associazione artistica della pittura antica russa (Артель древнерусской живописи), dove se non i soggetti delle icone, per lo meno le loro tecniche si potevano ancora impiegare. Di fatto, molti maestri della miniatura laccata di Mstjora erano apprezzati come restauratori di icone antiche nei musei.

I maestri di Mstjora hanno lavorato in diversi stili: sono stati utilizzati attivamente la tradizionale pittura di icone dei vecchi credenti, la pittura di paesaggi olandese, la stampa popolare russa e gli ornamenti persiani. Gli artisti hanno deliberatamente evitato il tono nero, quindi gli oggetti di Mstjora avevano un aspetto festoso. I temi dominanti sono le fiabe russe, le storie di tutti i giorni, i monumenti storici e architettonici.

miniatura di Mstjora

Riflesso condizionato (1901)

Un riflesso condizionato (o connessione temporanea) è una reazione individuale acquisita durante la vita attraverso l'apprendimento (al contrario di un riflesso incondizionato o innato). Si sviluppa in determinate condizioni: coincidenza nel tempo di uno stimolo incondizionato e di uno stimolo neutro (un classico esempio: la presentazione del cibo con l'accensione simultanea di una lampadina), a seguito della quale una reazione (nell'esempio, la salivazione) appare dopo poco alla presentazione del solo stimolo neutro.

Il termine è stato introdotto dal fisiologo Ivan Petrovich Pavlov, creatore della scienza dell'attività nervosa superiore, come prova delle basi fisiologiche della psiche (attività nervosa superiore), dove il riflesso condizionato è un meccanismo adattivo; lo studio del riflesso condizionato ha portato alla capacità di sistematizzare diversi tipi di sistema nervoso. Pavlov fu insignito del Premio Nobel per il suo lavoro nel 1904.

Pavlov presso il Dipartimento di fisiologia dell'Accademia medica militare, 1912

Cromatografia (1901)

Nell'analisi chimica, la cromatografia è una tecnica di laboratorio per la separazione di una miscela nei suoi componenti, che permette di studiare le proprietà fisico-chimiche di ciascuno di essi.

La cromatografia fu ideata per la prima volta nel 1901 all'Università di Kazan' dal botanico russo di origine italiana Mikhail Semjonovich Tsvet (nato ad Asti nel 1872), che sviluppò la tecnica e coniò il termine "cromatografia", ispirato dalla separazione di pigmenti vegetali come clorofilla, caroteni e xantofille in fasce di diversi colori (rispettivamente verde, arancione e giallo).

Mikhail Tsvet e i fondamenti della cromatografia

Schiuma antincendio (1902) ed estintore a schiuma (1904)

La schiuma antincendio è una schiuma utilizzata per la soppressione degli incendi. Il suo ruolo è quello di raffreddare il fuoco e di rivestire il combustibile, impedendone il contatto con l'ossigeno, con conseguente soppressione della combustione. La schiuma antincendio è stata inventata dall'ingegnere e chimico moldavo Aleksandr Loran nel 1902. Loran era insegnante in una scuola a Baku, che all'epoca era il centro principale dell'industria petrolifera russa, e aveva cercato di trovare una sostanza liquida che potesse affrontare efficacemente i terribili e difficilmente estinguibili incendi di petrolio che aveva visto da quelle parti.

La schiuma antincendio fu testata con successo in diversi esperimenti nel 1902-1903. Nel 1904 Loran brevettò la sua invenzione e nello stesso anno sviluppò il primo estintore a schiuma. Successivamente fondò un'azienda chiamata Eurica, con sede a San Pietroburgo, e iniziò a vendere i suoi estintori con quel marchio.

Incendio a Bibi-Heybat, il primo pozzo petrolifero moderno presso Baku, nel 1898

gli estintori a schiuma di Aleksandr Loran

Fondamenti teorici del volo spaziale (1903)

Nel 1881, il rivoluzionario Nikolaj Ivanovich Kibalchich, mentre era in prigione, aveva sviluppato un progetto originale per un aereo a razzo con equipaggio, con una camera di combustione oscillante per il controllo del vettore di spinta. Nel progetto, Kibalchich aveva considerato la struttura di un motore a razzo, il controllo del volo con modifica dell'angolo di inclinazione del motore, una modalità di combustione programmata e molti altri aspetti scientifici. Kibalchich aveva riflettuto sui problemi di controllo del volo di un aereo e della garanzia della sua stabilità con l'aiuto di ali stabilizzatrici, e analizzato i metodi per frenare l'apparato nell'atmosfera durante la discesa, motivando la scelta del fluido di lavoro e della fonte di energia del veicolo spaziale.

Tuttavia, l'apparato di Kibalchich non era in grado di raggiungere né la prima velocità cosmica, né quella supersonica, e l'aeronauta situato su una piattaforma aperta non era in alcun modo protetto dagli effetti dell'alta velocità e delle condizioni nell'alta atmosfera. Inoltre, non si forniva un paracadute, in relazione al quale il volo con equipaggio su un simile razzo si sarebbe concluso con una morte quasi certa dei membri dell'equipaggio.

Per la prima volta, gli aspetti teorici dei voli spaziali furono studiati dallo scienziato russo Konstantin Tsiolkovskij, uno dei padri fondatori della moderna missilistica e dell'astronautica, che formulò le disposizioni matematiche di base dei motori a razzo e derivò la formula di Tsiolkovskij.

Tsiolkovskij in giardino con modelli di dirigibili in metallo. Foto di A. V. Assonov, 9 luglio 1913

Citoscheletro (1903)

Nel 1903, il biologo Nikolaj Konstantinovich Koltsov, pioniere della genetica moderna, propose che la forma delle cellule fosse determinata da una rete di tubuli che chiamò citoscheletro: una rete complessa e dinamica di filamenti proteici interconnessi presenti nel citoplasma di tutte le cellule, comprese quelle dei batteri e degli archaea.

Nikolaj Koltsov al lavoro

Motonave a trasmissione diesel-elettrica (1903)

La prima motonave dotata di trasmissione diesel-elettrica fu la Vandal, una nave cisterna fluviale progettata per i canali del nord della Russia, varata nel 1903.

Nel 1902 Karl Hagelin, un veterano del Volga, aveva suggerito di accoppiare i motori diesel alle chiatte fluviali. Immaginava la spedizione diretta di petrolio attraverso una rotta di 1.800 miglia dal basso Volga a San Pietroburgo e alla Finlandia. I canali della via navigabile Volga-Baltico imponevano l'uso di chiatte relativamente piccole, rendendo antieconomico l'uso dei motori a vapore. Il motore diesel sembrava una scelta naturale. Hagelin riteneva che l'inversione del motore e la regolazione della velocità potessero essere effettuate con una trasmissione elettrica e reclutò quindi l'architetto navale Johny Johnson di Göteborg, che collocò il motore diesel e il generatore elettrico al centro, mentre i motori elettrici a poppa, azionando direttamente le eliche. Le stive erano separate da paratie longitudinali (piuttosto che trasversali) che correvano per tutta la lunghezza della nave, una caratteristica che divenne comune sulle petroliere d'alto mare.

la petroliera fluviale Vandal

Disturbo radiofonico (1904)

Fin dallo scoppio della guerra russo-giapponese nel 1904, ebbe inizio una vera guerra radiofonica, con rilevamenti e intercettazioni, e per la prima volta nella storia, disturbi radio: quando il 2 aprile 1904 gli incrociatori corazzati giapponesi Nissin e Kasuga iniziarono a telegrafare segnalando le posizioni dei forti attorno al Capo Liaoteshan, immediatamente la corazzata Pobeda e la stazione della Montagna d'Oro iniziarono a interrompere i telegrammi nemici con interferenze radio. L'efficacia dell'interferenza organizzata fu confermata anche dai seguenti dispacci degli stessi giapponesi.

la corazzata Pobeda ("Vittoria") da cui furono lanciati nel 1904 i primi disturbi radio

Fotografie a colori di Prokudin-Gorskij (1904-1916)

Sergej Mikhajlovich Prokudin-Gorskij era un chimico e fotografo russo, famoso per il suo lavoro pionieristico nella fotografia a colori all'inizio del XX secolo. La tecnologia di separazione dei colori utilizzata da Prokudin-Gorskij per ottenere fotografie a colori era stata inventata da James Maxwell già nel 1855 e implementata per la prima volta da Thomas Sutton il 17 maggio 1861. La ripresa era effettuata di volta in volta attraverso filtri colorati di colore blu, verde e rosso, che sono stati ottenuti tre negativi in bianco e nero, adatti alla proiezione additiva esu schermo. La difficoltà principale era l'impossibilità di ottenere le componenti verde e rossa dell'immagine a causa della ristretta gamma di sensibilità spettrale naturale dei materiali fotografici, che registrano qualitativamente solo la radiazione blu-viola. La possibilità di sensibilizzazione ottica alla parte a lunga lunghezza d'onda dello spettro visibile era stata scoperta nel 1873 da Hermann Vogel, che ricevette la prima emulsione ortocromatica. Il sensibilizzante rosso pinacyanol era stato ottenuto da Benno Homolka solo nel 1905, e la produzione delle prime lastre fotografiche pancromatiche era stata avviata da Ratten e Wainwright un anno dopo. Fino a quel momento, i fotografi a colori avevano sensibilizzato da soli le lastre fotografiche al rosso, e non tutti erano in grado di ottenere una visualizzazione completa del rosso con tempi di posa sufficientemente rapidi. Il contributo di Prokudin-Gorskij alla tecnologia fu lo sviluppo dei propri metodi di sensibilizzazione dell'emulsione, più efficaci di quelli stranieri. La composizione del nuovo sensibilizzatore, brevettato dal fotografo, aumentava l'uniformità della sensibilità alla luce della lastra di bromuro d'argento all'intero spettro visibile, escludendo l'allungamento dell'esposizione dietro un filtro a luce rossa. La "Petersburgskaja Gazeta" riportava nel dicembre 1906 che, migliorando la sensibilità delle sue lastre, il ricercatore intende sviluppare "istantanee in colori naturali, il che è un grande successo, poiché finora nessuno le ha ottenute".

La data esatta dell'inizio delle riprese a colori di Prokudin-Gorskij nell'Impero Russo non è stata ancora stabilita. È probabile che la prima serie di fotografie a colori sia stata scattata durante un viaggio nel Granducato di Finlandia nel settembre-ottobre 1903. Nel 1904 Prokudin-Gorskij scattò fotografie a colori del Daghestan (aprile), della costa del Mar Nero (giugno) e del distretto di Luga nella provincia di San Pietroburgo (dicembre). Nell'aprile-settembre 1905, compì il primo grande viaggio fotografico nell'Impero Russo, durante il quale scattò circa 400 fotografie a colori del Caucaso, della Crimea e dell'Ucraina (comprese 38 vedute di Kiev). Aveva intenzione di pubblicare tutte queste foto sotto forma di cartoline in accordo con la comunità caritativa di Sant'Eugenia . Tuttavia, a causa degli sconvolgimenti politici nel paese e della crisi finanziaria da essi causata, il contratto fu risolto nello stesso 1905 e solo circa 90 cartoline videro la luce. Nel dicembre 1906 Prokudin-Gorskij si recò per la prima volta in Turkestan per fotografare l'eclissi solare del 1/14 gennaio 1907 sui monti Alai vicino alla stazione di Chernjaevo (ora Khavast) sopra le miniere di Sulukta. Pur non potendo fotografare l'eclissi a causa della nuvolosità, nel gennaio 1907 Prokudin-Gorskij scattò molte fotografie a colori di Samarcanda, di Bukhara e della Steppa della Fame. Nel maggio 1908, Prokudin-Gorskij si recò a Jasnaja Poljana, dove scattò una serie di fotografie (più di 15), tra cui diversi ritratti fotografici a colori di Lev Nikolaevich Tolstoj. Il 30 maggio 1908 nelle sale dell'Accademia delle Arti furono mostrate proiezioni a colori delle fotografie scattate da Prokudin-Gorskij. Le sue fotografie di vasi antichi – reperti dell'Hermitage - furono successivamente utilizzate per ripristinare il colore perduto.

Già un paio di anni prima, Prokudin-Gorskij aveva pensato ad un progetto intitolato "Gli splendori della Russia", consistente nel fotografare in lungo e in largo il grande paese con la sua nuova tecnica, documentando la Russia contemporanea, la sua cultura, storia e modernizzazione in fotografie a colori; questo progetto sarebbe stato di difficile realizzazione perché gli spostamenti in Russia erano rigidamente regolamentati e la navigazione lungo le coste impedita. Il 30 maggio 1908 il granduca Mikhail Aleksandrovich ebbe occasione di ammirare i lavori di Prokudin-Gorskij e poco tempo dopo lo invitò a presentare le sue foto direttamente nel suo palazzo per una visione privata. Simile invito arrivò anche dall'imperatrice madre Maria Fjodorovna. Infine, il 3 maggio 1909 si tenne una visione privata direttamente per la famiglia reale. Per quest'occasione, Prokudin-Gorskij scelse accuratamente fotografie rappresentanti albe, tramonti e paesaggi, e, quando lo tsar Nicola II gli chiese cosa voleva ottenere col suo lavoro, egli presentò vari progetti tra i quali "Gli splendori della Russia", spiegando che forse sarebbe stato bello anche per lo tsar vedere tutti gli angoli del suo paese. Lo tsar Nicola II ne rimase così colpito, che commissionò il progetto di Gorskij e gli fornì un finanziamento e uno speciale vagone ferroviario con una camera oscura appositamente attrezzata per il suo lavoro. Furono messi a sua disposizione anche un battello a vapore, una barca dal fondo piatto per navigare lungo i canali e un veicolo a motore adatto ai terreni accidentati. Fu inoltre fornito dalla cancelleria imperiale di un lasciapassare e di un documento nel quale si invitavano i vari amministratori locali a fornire la massima collaborazione.

Prokudin-Gorskij iniziò la sua opera nell'estate del 1909 e attraversò instancabilmente l'Impero Russo, continuò con varie spedizioni fino al 1915, catturando migliaia di immagini, virtualmente di ogni aspetto della vita russa (incluse antiche chiese, monasteri, fabbriche, vedute di città e varie scene quotidiane), e presentando periodicamente quanto fatto in varie conferenze.

Nel marzo 1910 vi fu la prima presentazione allo tsar delle fotografie del corso d'acqua del Canale Mariinskij e degli Urali industriali. Nel 1910-1912, come parte di una spedizione fotografica pianificata lungo il corso d'acqua Kama-Tobolsk, Prokudin-Gorskij compì un lungo viaggio attraverso gli Urali. Nel gennaio 1911 tenne una conferenza all'Accademia delle arti di San Pietroburgo "Viste lungo il corso d'acqua Mariinsky e l'Alto Volga e alcune parole sull'importanza della fotografia a colori". Nel 1911 Prokudin-Gorskij fece due volte spedizioni fotografiche in Turkestan e fotografò monumenti nelle province di Jaroslavl e Vladimir. Nel 1911-1912, per celebrare il centenario della vittoria nella guerra patriottica del 1812, fotografò luoghi associati alla campagna napoleonica in Russia, visitando il campo di Borodino, Malojaroslavets, Smolensk, Krasny e Kovno. Nel 1912 Prokudin-Gorskij fotografò il corso d'acqua Kama-Tobolsk e l'Oka. Nello stesso anno terminò il sostegno ufficiale al suo progetto per una rassegna fotografica della Russia. Negli anni successivi, a Samarcanda, Prokudin-Gorskij testò la cinepresa da lui inventata per le riprese a colori. Tuttavia, la qualità del film era insoddisfacente. Si ritiene che con lo scoppio della prima guerra mondiale, Prokudin-Gorskij abbia creato una cronaca fotografica delle operazioni militari, ma al momento non è stata trovata alcuna prova documentale. Nell'estate del 1916 riprese temporaneamente il sostegno ufficiale al suo progetto di rilevamento fotografico, e Prokudin-Gorskij fece la sua ultima spedizione fotografica: fotografò la sezione meridionale di recente costruzione della ferrovia di Murmansk e le Isole Solovetskij.

il processo per ottenere un'immagine a colori

mappa delle riprese di Sergej Prokudin-Gorskij (1904-1916) in Europa, Siberia e Asia centrale

Sergej Prokudin-Gorskij sui monti del Caucaso, 1912: foto a colori dell'autore

Misurazione auscultatoria della pressione arteriosa (1905)

L'odierna tecnica auscultatoria per la misurazione della pressione sanguigna (con uno sfigmomanometro e uno stetoscopio) nacque nel 1905, quando il medico militare Nikolaj Sergeevich Korotkov incluse la misurazione della pressione diastolica in seguito alla sua scoperta dei "suoni di Korotkov", suoni circolatori sincroni alle pulsazioni ascoltati attraverso lo stetoscopio durante l'auscultazione della pressione sanguigna con lo sfigmomanometro.

Nikolaj Korotkov e il suo metodo di auscultazione

Tabelle di inaffondabilità per la compartimentazione navale (1905)

La compartimentazione, riferita alla terminologia marinaresca, è la suddivisione di uno scafo in varie sezioni ermetiche ed indipendenti tra loro, dette compartimenti, separabili completamente tra loro attraverso paratie stagne. Il fine della compartimentazione è quello di assicurare la galleggiabilità della nave anche in caso di frattura dello scafo, che comporti l'allagamento di uno o più compartimenti. L'ingegnere navale e matematico Aleksej Nikolaevich Krylov e il vice ammiraglio e scienziato Stepan Osipovich Makarov lavorarono a lungo sulla ricerca sull'allagabilità delle navi all'inizio del XX secolo. Fino a quel momento, i metodi tradizionali di lotta per la sopravvivenza della nave in caso di buchi nello scafo si riducevano al pompaggio di acqua da tutti i compartimenti allagati. Di norma, in questo caso, dai buchi entrava molta più acqua di quella che i sistemi di drenaggio dei compartimenti interessati potevano pompare. Le navi affondavano non per la perdita di galleggiabilità, ma per la perdita di equilibrio. Il peso dell'acqua che riempiva i compartimenti da un singolo lato raggiungeva la massa critica e capovolgeva le navi. Makarov e Krylov proposero un'idea piuttosto strana per quegli anni: una sequenza di auto-allagamento dei compartimenti della nave per livellarla. Questa affermazione costituì la base delle tabelle di inaffondabilità create da Krylov, che aiutano in una situazione minacciosa a determinare correttamente cosa allagare. Le tabelle erano compilate individualmente per ciascuna nave e prevedevano come l'allagamento dell'uno o dell'altro compartimento avrebbe influenzato l'assetto e il rollio della nave. L'obiettivo principale era livellare la nave ripristinando parzialmente una delle sue principali qualità di navigabilità: la stabilità. L'allagamento dei compartimenti necessari avrebbe dovuto essere effettuato utilizzando uno speciale sistema di valvole e tubazioni.

La correttezza di questo sistema fu riconosciuta dagli ufficiali militari solo dopo il 1904. Durante la battaglia di Tsushima, molte navi russe, dopo aver ricevuto piccoli buchi, affondarono. Solo la morte di molti marinai russi costrinse i funzionari a mettere in pratica la teoria. A poco a poco, su tutte le navi da guerra russe si iniziò a fornire le tabelle di inaffondabilità di Krylov, che apparvero anche nelle marine di altri stati. Per esempio, in Inghilterra, la più grande potenza marittima, queste tavole furono introdotte solo nel 1926, pochi anni dopo il disastro del Titanic, considerato inaffondabile.

bacino sperimentale in cui Krylov e Makarov studiavano i problemi dell'inaffondabilità delle navi

Sismografo elettrico (1906)

I primi sismografi (rilevatori di terremoti) erano meccanici. In essi le vibrazioni del corpo relative al carico venivano aumentate con l'ausilio di leve e trasmesse a una penna, che lasciava tracce sul tamburo con carta affumicata. Nel 1906 dal geofisico principe Boris Borisovich Golitsyn, uno dei fondatori della sismologia moderna, inventò il primo sismografo elettromagnetico basato sul fenomeno dell'induzione elettromagnetica. In un tale sismografo, al carico è collegato un induttore che, quando il corpo vibra, si muove rispetto ai magneti ad esso collegati. In questo caso si genera una corrente elettrica le cui oscillazioni, utilizzando un galvanometro dotato di specchio al posto della freccia, vengono registrate su carta fotografica.

Il sismografo di Golitsyn al Museo di Tokyo

Motoslitta (1907)

Il 1903 fu la data di nascita della motoslitta, che in seguito divenne molto diffusa. Nel 1905, la rivista "Aeronaut" la definì "una slitta con un'elica per muoversi sulla neve": l'autore del progetto fu l'ingegnere Sergej Sergeevich Nezhdanovskij.

Il primo modello era una slitta leggera, dotata di un motore a combustione interna con un'elica aerodinamica. Già nel 1907, nella fabbrica di Mosca "Dux", fu costruita e testata una "macchina da sci" di Jurij A. Meller, da lui progettata insieme all'ingegnere A. D. Dokuchaev. E un anno dopo, questa macchina fu chiamata motoslitta. L'invenzione degli ingegneri russi è stata preziosa per la Russia con i suoi grandiosi spazi, sui quali il manto nevoso a volte rimane per molti mesi. Alcune remote regioni del Nord potevano avere disponibile solo questo tipo di trasporto meccanico.

il granduca Kirill Vladimirovich in sella a una motoslitta, 1911

Motore a getto d'impulso (1907)

Il pulsoreattore (o pulsogetto), o motore a getto d'impulso, è una variante di un motore a reazione ad aria, che utilizza una camera di combustione con valvole di aspirazione e un lungo ugello di uscita cilindrico. Il carburante e l'aria vengono forniti periodicamente.

L'inventore e ufficiale di artiglieria in pensione Nikolaj Afanasievich Teleshov brevettò un motore a getto di impulso nel 1867, e nel 1906 un russo residente in Francia, Victor Von Karavodin, presentò un brevetto riguardante un propulsore a getto funzionante a impulsi, del qual completò il modello funzionante nel 1907.

schema semplificato di un motore a getto d'impulso

Baján (1907)

Il bajan (бая́н) è uno strumento popolare, un tipo di fisarmonica cromatica a bottoni sviluppata nell'Impero Russo all'inizio del XX secolo e prende il nome dal bardo Bojan dell'XI secolo

Per la prima volta, uno strumento chiamato "fisarmonica a bottoni" nel senso moderno del termine è stato realizzato a San Pietroburgo dal maestro Pjotr Egorovich Sterligov nel settembre del 1907. Dopo più di due anni di lavoro, Sterligov progettò uno strumento da concerto su misura per il famoso virtuoso fisarmonicista Jakov Fjodorovich Orlanskij-Titarenko, che iniziò a usare il nome "bajan" sui suoi manifesti all'inizio di maggio 1908 a Mosca. Orlanskij-Titarenko chiamò così questa fisarmonica in parte dal nome dal bardo Bojan dell'XI secolo, narratore dell'antico folklore russo, in parte per l'influenza delle storie degli operai, che spesso lo visitavano mentre stavano costruendo l'incrociatore Bajan nello stabilimento navale Novoe Admiraltejstvo.

Nel 1913, Sterligov avrebbe costruito la prima fisarmonica russa a bottoni a cinque file.

bajan con tastiera sinistra costruito da Pjotr Sterligov nel 1907

Chiesa del Salvatore sul Sangue (1907)

La chiesa del Salvatore sul Sangue Versato (Церковь Спаса на Крови, Tserkov' Spasa na Krovi), è una delle principali attrazioni di San Pietroburgo. La chiesa fu eretta sul luogo in cui i nichilisti politici assassinarono l'imperatore Alessandro II nel marzo 1881. La chiesa fu finanziata dalla famiglia imperiale Romanov in onore di Alessandro II, e il suffisso "sul sangue [versato]" si riferisce al suo assassinio.

In una città dall'architettura prevalentemente barocca e neoclassica, il Salvatore sul Sangue si rifà all'architettura russa medievale nello spirito del nazionalismo romantico: è modellata sulle chiese di Jaroslavl del XVII secolo e sulla celebre cattedrale di san Basilio a Mosca.

Le pareti e le volte all'interno della chiesa sono completamente ricoperti di mosaici intricati e dettagliati – le immagini principali sono scene o figure bibliche – ma con bordi a motivi molto fini che mettono in risalto ogni immagine. La chiesa contiene oltre 7500 metri quadrati di mosaici: secondo i suoi restauratori, più di qualsiasi altra chiesa al mondo.

esterno della chiesa del Salvatore sul Sangue

veduta laterale che esalta il cromatismo della chiesa

i mosaici dell'interno

Polibutadiene (1910)

Il polibutadiene fu la prima gomma sintetica commercialmente valida al mondo. Lo sviluppo delle gomme sintetiche iniziò per la prima volta in Russia nel 1900 dagli studenti di Aleksandr Butlerov: Ivan Lavrentievich Kondakov, Aleksej Evgrafovich Favorskij, Sergej Vasil'evich Lebedev e Boris Vasil'evich Byzov. Nel 1900, Kondakov fu il primo a sintetizzare l'isoprene, la cui polimerizzazione fu studiata da Favorskij. Nel 1903-1910, parallelamente, gruppi di scienziati guidati da Lebedev e Byzov studiarono il processo di polimerizzazione e isomerizzazione degli idrocarburi insaturi e nel 1910 Lebedev riuscì a ottenere un campione di gomma sintetica a base di 1,3-butadiene. Nel 1913 Byzov propose un metodo per ottenere dieni dal petrolio mediante pirolisi, dove uno dei prodotti è, appunto, l'1,3-butadiene. A causa delle difficoltà nel padroneggiare la tecnologia, il metodo è stato abbandonato. Si cominciò a cercare modi più semplici ed economici per ottenere 1,3-butadiene, uno dei quali fu sviluppato dallo stesso Lebedev, e consiste nella deidrogenazione (disidratazione) dell'etanolo. Il governo dell'Unione Sovietica cercò di utilizzare il polibutadiene come alternativa alla gomma naturale e costruì il primo impianto pilota nel 1930, utilizzando l'etanolo prodotto dalle patate. L'esperimento ebbe successo e nel 1936 l'Unione Sovietica costruì il primo impianto al mondo di polibutadiene in cui il butadiene era ottenuto dal petrolio. Nel 1940, l'Unione Sovietica era di gran lunga il più grande produttore di polibutadiene con 50.000 tonnellate all'anno. Seguendo il lavoro di Lebedev, altri paesi industrializzati come la Germania e gli Stati Uniti svilupparono il polibutadiene come alternativa alla gomma naturale.

circa il 70% del polibutadiene è utilizzato nella produzione di pneumatici

Logica non aristotelica (1910)

Il filosofo, psicologo e poeta Nikolaj Aleksandrovich Vasil'ev tenne il 18 maggio 1910 una conferenza (pubblicata nell'ottobre dello stesso anno) "Sui giudizi parziali, sul triangolo degli opposti, sulla legge del terzo escluso", in cui avanzò per la prima volta l'idea di una logica non aristotelica, libera dalle leggi del terzo escluso e della contraddizione. Ragionando per analogia con la geometria "immaginaria" del matematico Nikolaj Ivanovich Lobachevskij (che dal 1826 aveva contribuito all'abolizione del dogma della "verità" assoluta della geometria euclidea), Vasil'ev chiamò "immaginaria" la sua nuova logica, perché riteneva che fosse valida per i mondi in cui le leggi sopra menzionate non valgono, mondi in cui esistono esseri che hanno altri tipi di sensazioni. Vasil'ev distinse i livelli del ragionamento logico e introdusse la nozione di metalogico.

proiezione di una sfera su un piano, modello di geometria non euclidea alla base della logica non aristotelica di Nikolaj Vasil'ev

Paracadute a zaino (1911)

Sebbene il paracadute, come concetto e come modelli, risalga già a Leonardo da Vinci, l'inventore del paracadute nella sua forma moderna fu l'ingegnere, drammaturgo e attore Gleb Evgen'evich Kotel'nikov, che iniziò a sviluppare un paracadute a uso personale dopo aver assistito nel 1910 alla morte dell'aviatore Lev Makarovich Matsievich nel primo incidente aereo della storia russa. Nel 1911 brevettò il paracadute RK-1 (ранцевый Котельникова - модель первая, "zaino di Kotel'nikov – primo modello"), che fu testato con successo nel 1912 con lanci da un'auto in corsa e da un pallone frenato. Durante la prima guerra mondiale, il pilota militare Gleb Vasilievich Alekhnovich convinse il comando della necessità di fornire i paracadute RK-1 agli equipaggi degli aerei plurimotore. La direzione principale dell'ingegneria militare decise di coinvolgere Kotel'nikov nella produzione di paracadute a zaino per aviatori. Furono prodotti 75 paracadute, ma non furono utilizzati in guerra.

francobollo del centenario dell'invenzione del paracadute a zaino

Televisione (1911)

Allo scienziato Konstantin Dmitrievich Perskij, professore di elettricità all'Accademia di artiglieria di San Pietroburgo, è attribuito il merito di aver coniato la parola televisione (télévision, in russo телевизирование, televizirovanie) in un documento che presentò in francese al primo Congresso internazionale dell'elettricità, tenuto dal 18 al 25 agosto 1900 durante l'Esposizione Mondiale Internazionale di Parigi. Il termine trovò un'applicazione nell'opera dello scienziato Boris L'vovich Rosing il cui interesse di Rosing per la televisione – o il "telescopio elettrico", come lo chiamava lui – iniziò nel 1897. Altri avevano tentato di sviluppare una versione meccanica della televisione. Rosing riconobbe i difetti della televisione meccanica; pensava che l'immagine dovesse essere visualizzata elettricamente su un tubo a raggi catodici. Nel 1902, Rosing iniziò una vera e propria sperimentazione per testare le sue idee: costruì un semplice apparato per deviare elettricamente il raggio di un tubo a raggi catodici, che gli permise di disegnare figure sullo schermo del tubo. A quel tempo, i dispositivi meccanici scansionavano un'immagine su una fotoresistenza al selenio, la cui resistenza variava in risposta alla luce che lo colpiva. Tuttavia, i fotoresistori al selenio rispondevano ai cambiamenti nei livelli di luce troppo lentamente per riprodurre accuratamente le immagini in movimento. Pertanto, Rosing utilizzò una fotocellula, un pezzo di metallo alcalino in un tubo a vuoto che emetteva elettroni in risposta alla luce. Dopo aver sviluppato un rudimentale televisore funzionante che incorporava le sue due innovazioni – un rilevatore di fotocellule e uno schermo a tubo a raggi catodici – Rosing presentò una domanda di brevetto in Russia il 25 luglio 1907 e – con una versione migliorata del suo sistema, che includeva la deflessione magnetica attorno al cinescopio – il 2 marzo 1911. Secondo le parole di uno studente di Rosing, Vladimir Kozmich Zvorykin, in seguito progettista di tubi di trasmissione televisiva, lo scanner meccanico a tamburo a specchio trasmetteva "immagini molto grezze" tramite cavi al "tubo di Braun" (tubo a raggi catodici) nel ricevitore: le immagini in movimento non erano possibili perché, nello scanner, "la sensibilità non era sufficiente e la cella al selenio era molto lenta". Era comunque la prima televisione della storia.

francobollo commemorativo dell'invenzione di Rosing

Sistema di Stanislavskij (1911)

Il sistema di Stanislavskij è un approccio sistematico alla formazione degli attori, opera del professionista teatrale Konstantin Segeevich Stanislavskij. Il metodo (una progressione di tecniche utilizzate per addestrare gli attori a disegnare emozioni credibili nelle loro esibizioni) fu sviluppato nel periodo dal 1900 al 1910 e utilizzato dal 1911 al 1916: era basato sul concetto di memoria emotiva, per cui un attore si concentra internamente per ritrarre le emozioni di un personaggio sul palco.

diagramma del sistema di Stanislavskij, basato sul suo "Piano di esperienza" (1935), che mostra gli aspetti interni (a sinistra) ed esterni (a destra) di un ruolo che si uniscono nel perseguimento del "supercompito" complessivo di un personaggio (in alto) nel dramma

Zaum' (1913)

Zaum' (за́умь, letteralmente "transrazionale") è un linguaggio composto da neologismi che non significano nulla, organizzato attraverso l'analogia fonetica e il ritmo, un esperimento linguistico nel simbolismo sonoro dei poeti cubo-futuristi Viktor Vladimirovich ("Velemir") Khlebnikov e Aleksej Eliseevich Kruchjonykh. Kruchjonykh ha creato Zaum' rinunciando alle regole grammaticali e sintattiche, per dimostrare che il linguaggio è indefinito e indeterminato. Voleva trasmettere il disordine della vita introducendo il disordine nel linguaggio. Khlebnikov credeva che lo scopo di Zaum' fosse trovare il significato essenziale delle radici delle parole nei suoni consonantici. Credeva che tale conoscenza potesse aiutare a creare un nuovo linguaggio universale basato sulla ragione.

"Zangezi", racconto di Khlebnikov, 1922

Aereo quadrimotore (1913)

Il primo aereo quadrimotore al mondo fu il Russkij Vitjaz' (Русский витязь), o "Cavaliere Russo", precedentemente noto come Bol'shoj Baltijskij (Большой Балтийский), o "Grande Baltico"

Fu progettato da Igor' Ivanovich Sikorskij, pioniere dell'aviazione sia negli elicotteri che negli aerei ad ala fissa, e costruito all'inizio del 1913 a San Pietroburgo, presso la Russo-Balt, o Fabbrica di carrozze russo-baltica (Русско-Балтийский вагонный завод), una delle prime aziende russe a produrre veicoli e aerei tra il 1909 e il 1923.

gli aviatori russi Sikorskij, Genner e Kaulbars a bordo di un Russkij Vitjaz', c. 1913

Semicingolato (1913)

Un veicolo semicingolato è un veicolo fuoristrada il cui telaio è costituito da ruote piroettanti dell'asse anteriore e da un motore a cingoli al posto delle ruote dell'asse posteriore. Il concetto di veicolo a semicingolato e il design della sua elica furono sviluppati nel 1909 in Russia dall'inventore francese Adolphe Kégresse. Questi, sotto il patronato del principe Orlov, era entrato in servizio presso il garage dell'imperatore a Tsarskoe Selo. Poiché i veicoli non potevano spostarsi fuori strada Kégresse provò a trasformare in slitta un camion Daimler Colonial, un veicolo fuoristrada costruito dai tedeschi per l'Africa. Nel 1913 furono organizzate prove di slitte. La società automobilistica imperiale russa incluse tre auto in gara: una slitta con un'elica del conte de Lessel, la motoslitta di Igor' Sikorskij e l'autoslitta di Kégresse, che mostrò i migliori risultati Nel 1914 Kégresse il brevetto n. 26751 per "Un'auto-slitta, che si muove mediante cinghie continue con rulli di pressione e dotata di pattini girevoli sull'asse anteriore". Prima dell'inizio della guerra, sviluppò un motore a cingoli che poteva essere installato sui veicoli a ruote invece che sulle ruote posteriori. Con questo motore equipaggiò le auto imperiali Rolls-Royce, Packard e Clement Bayard. Nel 1915, il suo sviluppo fu preso in considerazione dalla Direzione tecnica militare principale, che diede a Kégresse il grado di guardiamarina. Nel 1916 completò i lavori sulla prima auto blindata a semicingolato al mondo, l'Austin-Putilovets-Kégresse, che poteva muoversi liberamente su terreno vergine, terreno umido e palude per 460 chilometri fuoristrada.

auto-slitta "Packard" dell'imperatore Nicola II, dotata di propulsione a cingoli del sistema Kégresse (1917)

Acrobazie aeree (1914)

L'asso dell'aviazione Pjotr Nikolaevich Nesterov fu il primo al mondo a effettuare un "giro della morte" (che fu chiamato al tempo "giro di Nesterov" ) il 27 agosto 1913, all'aeroporto militare di Syrets a Kiev, con un aereo Nieuport-4. Il "giro di Nesterov" mise in pratica la predizione dello scienziato e fondatore dell'aviazione (anche se lui stesso volò solo una volta) Nikolaj Egorovich Zhukovskij. Nel 1890 Zhukovskij aveva scritto due lavori scientifici: "Sulla teoria del volo" e "Sul volo degli uccelli": analizzando la capacità degli uccelli di rimanere in aria con le ali spiegate, aveva dimostrato teoricamente non solo il design del futuro aliante, ma anche la possibilità che questo compia un "giro della morte". Nel 1912 Nesterov, come studente del distaccamento aeronautico di Gatchina, aveva già teoricamente dimostrato la possibilità della sua attuazione, scrivendo: "L'aria è un mezzo completamente omogeneo in tutte le direzioni. Manterrà l'aereo in qualsiasi posizione se controllata correttamente". Sei giorni dopo, questa complessa figura aerea fu ripetuta dal francese Adolphe Pégoud, che nel maggio 1914 arrivò a San Pietroburgo per dimostrare il "giro della morte", incontrando personalmente Nesterov e riconoscendo la priorità del pilota russo. Nasceva in questo modo la moderna arte delle acrobazie aeree.

Pjotr Nesterov e il tracciato del suo "giro" acrobatico

Girocar (1914)

Una girocar, o "autogiro", è un veicolo a due ruote dotato di stabilizzatore giroscopico. Nel maggio 1914, il giurista e inventore conte Pjotr Petrovich Shilovskij dimostrò per le strade di Londra un modello funzionante di un'auto girostabilizzata, mantenuta in equilibrio grazie all'effetto giroscopico prodotto da un pesante volano di 600 kg. Il volano era un disco del diametro di 1 metro e aveva uno spessore di 12 centimetri. Per farlo girare era necessario un motore elettrico da 110 volt, collegato al motore dell'auto. Erano utilizzati anche due "pendoli" da 50 chilogrammi. Di conseguenza, questa stabilizzazione giroscopica piuttosto primitiva manteneva l'auto del peso di 2750 chilogrammi in posizione verticale, almeno finché il conducente non tentava di effettuare curve strette.

girocar a due ruote di Pjotr Shilovskij per le strade di Londra

Tachanka (1914)

Tachanka (тача́нка) è il nome di un carro a molla a cavalli con una mitragliatrice sul retro della direzione di marcia, sviluppato sulla base di un veicolo molto diffuso (un prototipo di veicolo da combattimento improvvisato) che esisteva agli inizi del XX secolo in Novorossia e nelle regioni meridionali dell'Impero Russo.

La tachanka poteva tenere il passo con la cavalleria, e la morbidezza del movimento le permetteva di fare fuoco mirato di mitragliatrice in movimento: divenne famosa come mezzo per rinforzare la fanteria e la cavalleria durante la guerra civile. L'equipaggio era solitamente composto da due o tre persone (un autista, un mitragliere e il suo assistente).

modello di tachanka

Aereo di linea / bombardiere strategico (1914)

Il Sikorskij Il'ja Muromets (Сикорский Илья Муромец) era una classe di grandi aerei quadrimotori di linea commerciali e bombardieri pesanti militari, utilizzati dall'Impero Russo durante la prima guerra mondiale. La serie di aerei prende il nome da Il'ja Muromets, un eroe della mitologia slava, ed era basata sul Russkij Vitjaz', il primo quadrimotore al mondo, progettato da Igor' Sikorskij.

L'aereo Il'ja Muromets come appariva nel 1913 era un progetto rivoluzionario, inizialmente concepito e costruito come un aereo di lusso e destinato al servizio commerciale con la sua spaziosa fusoliera che incorporava a bordo, per la prima volta nella storia dell'aviazione, un salone passeggeri isolato, sedie in vimini, una camera da letto, un salotto e persino la prima toilette in volo. L'aereo era dotato anche di illuminazione elettrica fornita da un generatore eolico e di riscaldamento fornito da due lunghi tubi di scarico del motore che passavano attraverso gli angoli della cabina. La cabina di pilotaggio aveva spazio sufficiente per consentire a più persone di osservare il pilota. Le aperture su entrambi i lati della fusoliera consentivano ai meccanici di salire sulle ali inferiori per riparare i motori durante il volo. Un portello sul lato sinistro consentiva l'ingresso alla cabina principale, dietro la cabina di pilotaggio. La cabina principale presentava due grandi finestre su ciascun lato. Più indietro c'era una cabina privata che comprendeva una cuccetta, un tavolino e un armadietto.

Nel 1913 l'Il'ja Muromets n. 107 volò per la prima volta e l'11 febbraio 1914 il n. 128 decollò per il suo primo volo dimostrativo con 16 passeggeri a bordo, segnando un record per il numero di passeggeri trasportati. Dal 30 giugno al 12 luglio 1914 stabilì un record mondiale effettuando un viaggio da San Pietroburgo a Kiev, una distanza di circa 1.200 km, e ritorno. La prima tratta durò 14 ore e 38 minuti, con un atterraggio per il carburante a Orsha, e quella di ritorno, con una sosta per il carburante a Novosokolniki, richiese ancora meno tempo, circa 13 ore.

Durante le prove, gli Il'ja Muromets furono dotati sia di sci che di pontoni in previsione della produzione di nuove varianti. Se non fosse stato per la prima guerra mondiale, probabilmente avrebbero iniziato i voli passeggeri nello stesso anno. Con l'inizio della guerra mondiale, Sikorskij fu incoraggiato dai risultati dei voli di prova a riprogettare l'aereo per diventare il primo bombardiere più pesante dell'aria progettato appositamente nel mondo. Le rastrelliere interne trasportavano fino a 800 kg di bombe e furono aggiunte posizioni per un massimo di nove mitragliatrici per l'autodifesa in varie posizioni, inclusa l'estrema coda (fu il primo aereo della storia a incorporare una posizione di mitragliere di coda). I motori erano protetti con una corazzatura spessa 5 mm. La versione militare fu progettata espressamente per il volo a lungo raggio sia in ruoli di bombardamento che di ricognizione.

Fino a 20 bombardieri entrarono in servizio entro la metà del 1916, e il numero raggiunse gli 83 nel 1918. non ebbero rivali nelle prime fasi della guerra, poiché le potenze centrali non ebbero a disposizione aerei sufficientemente capaci di competere con loro, se non molto tempo dopo.

Le operazioni con i bombardieri pesanti iniziarono il 12 febbraio 1915 con un raid sulle posizioni tedesche in prima linea. I piloti da caccia tedeschi erano spesso riluttanti ad attaccare gli Il'ja Muromets in aria a causa della loro potenza di fuoco difensiva, inclusa la posizione unica del cannone di coda e della difficoltà nell'abbattere un aereo così grande. Una volta ingaggiati, i piccoli caccia scoprirono anche di essere soggetti al flusso delle eliche dei quattro grandi motori.

Il 12/25 settembre 1916, i russi persero il loro primo Il'ja Muromets in uno scontro con quattro Albatros tedeschi, tre dei quali furono abbattuti. Questa fu anche l'unica perdita aerea causata dall'azione nemica durante la guerra; altri tre modelli furono danneggiati in combattimento, ma riuscirono a tornare alla base per essere riparati.

I bombardieri Il'ja Muromets registrarono una serie di primati nella storia dell'aviazione militare, come l'esecuzione di raid di gruppi di bombardieri su obiettivi nemici, i bombardamenti notturni e la valutazione fotografica dei danni delle bombe. Furono anche i primi a sviluppare tattiche difensive per un singolo bombardiere impegnato in un combattimento aereo con diversi caccia nemici. Grazie agli aggiornamenti sistematici delle armi, l'efficacia dello sgancio delle bombe ha raggiuse il 90%. Durante la guerra gli Il'ja Muromets effettuarono più di 400 sortite e sganciarono 65 tonnellate di bombe. I bombardieri pesanti degli altri paesi apparvero nel 1916, tutti somiglianti in una certa misura all'aereo pioniere russo.

un Sikorskij Il'ja Muromets usato come bombardiere strategico

Speronamento aereo (1914)

Pjotr Nikolaevich Nesterov fu l'eroe dell'aviazione russa agli inizi della prima guerra mondiale. Dopo aver effettuato 28 sortite durante la guerra, il 26 agosto/8 settembre 1914, vicino alla città di Zhovkva, Nesterov compì la sua ultima impresa: speronò un aereo Albatros nel quale c'erano il pilota Franz Malina e il pilota-osservatore barone Friedrich von Rosenthal, che conducevano la ricognizione aerea dei movimenti delle truppe russe. All'inizio della guerra nessun aereo dei paesi in guerra, tranne l'Il'ja Muromets russo, era dotato di mitragliatrici: i comandi ritenevano che l'aviazione servisse per la ricognizione, e che la presenza di mitragliatrici avrebbe distratto i piloti dallo svolgimento del loro compito principale. Pertanto, le prime battaglie aeree furono combattute con carabine e rivoltelle. Lo speronamento era il modo più efficace per abbattere un aereo nemico.

Il pesante Albatros volava ad un'altezza inaccessibile ai colpi da terra. Nesterov andò a intercettarlo con un Moran leggero e ad alta velocità. Gli austriaci cercarono di evitare la collisione, ma Nesterov li raggiunse e cercò di colpire il bordo dell'Albatros con il carrello di atterraggio del suo aereo. Tuttavia, apparentemente a causa dell'eccessiva spinta di Nesterov, il colpo prese nel mezzo l'Albatros, distruggendo entrambi gli aerei e portando alla morte di tutti e tre i piloti.

Nesterov non aveva alcuna intenzione di distruggere l'aereo nemico a costo della propria vita. Era da tempo sua opinione che fosse possibile abbattere un aereo nemico colpendo la sua superficie di appoggio con le ruote del proprio veicolo dall'alto. Sette mesi dopo la morte di Nesterov, nel marzo 1915, il tenente Aleksandr Aleksandrovich Kazakov usò questa stessa tecnica e, dopo un attacco riuscito, tornò sano e salvo all'aerodromo.

disegno della manovra di speronamento di Nesterov

Maschera antigas a carbone attivo (1914)

La prima maschera antigas al mondo, sviluppata in modo indipendente dal prototipo americano di James Bert Garner dello stesso anno, fu inventata nel 1915 a San Pietroburgo. Il chimico Nikolaj Dmitrievich Zelinskij propose di purificare l'aria avvelenata con il carbone attivo da lui inventato, in cui (grazie a una lavorazione speciale) si formavano numerosi pori, e che assorbiva perfettamente il cloro. Il tecnologo dello stabilimento Triangolo (Треугольник), M. I. Kummant, sviluppò una maschera di gomma che protegge il viso dall'azione delle sostanze tossiche. Il dispositivo risultante, costituito dalla maschera di gomma e da una scatola filtrante, fu chiamato "maschera antigas". È interessante notare che Nikolaj Zelinskij non brevettò la maschera antigas da lui inventata, ritenendo che non si dovesse trarre profitto dalle disgrazie umane, e la Russia trasferì il diritto di produrla agli alleati. Successivamente, il design della maschera antigas Zelinskij-Kummant fu migliorato da I.D. Avalov e messo in produzione in serie (furono ordinate circa 1 milione di copie per l'esercito). Dopo l'inizio dell'utilizzo di questo modello di maschera antigas da parte delle unità dell'esercito imperiale russo che parteciparono alla prima guerra mondiale, le perdite umane dovute ai gas nemici diminuirono drasticamente.

una maschera antigas Zelinskij-Kummant nel Museo militare della Finlandia

Vezdekhod (1914)

Il Vezdekhod (Вездеход) è stato il primo prototipo di carro armato cingolato, o tankette, e il primo veicolo anfibio fuoristrada a cingolo continuo. Fu inventato dal progettista di aerei Aleksandr Aleksandrovich Porokhovshchikov nel 1915. La parola Vezdekhod significa "colui che va ovunque", ovvero "veicolo fuoristrada". La costruzione del prototipo iniziò nel febbraio 1915, e a maggio furono effettuate le prime prove su strada asfaltata, per poi proseguire fino alla fine dell'anno. Nelle prove su terreno innevato il Vezdekhod fu in grado di raggiungere una velocità di 42,6 km con il peso di un'armatura simulata, ma si rivelò impossibile da sterzare utilizzando le ruote previste a tale scopo e il progetto fu quindi respinto, poi riaperto nell'ottobre 1916, ma senza ulteriori progressi. Le effettive prestazioni del Vezdekhod sono oggetto di dibattito, ma secondo il rapporto n. 4563 della commissione di prova, poteva risalire un pendio con un'inclinazione di 40 gradi, attraversare una trincea larga tre metri e un ostacolo verticale di 3/4 metri, attraversando tutte le buche significative e le superfici sconnesse ovunque fossero state effettuate le prove, sterzando facilmente durante il movimento veloce e passando su terreni e ostacoli impraticabili per i veicoli a motore convenzionali.

prototipo del Vezdekhod di Porohovshchikov durante le prove, 1915. Alla guida del mezzo, con un berretto e gli occhiali, è lo stesso inventore

schema del Vezdekhod

"Tsar dei carri armati" (1915)

Lo "Tsar dei carri armati" (Царь-танк, Tsar'-tank), noto anche come Netopyr' (Нетопырь, un genere di pipistrello) o carro armato Lebedenko (танк Лебеденко), fu un veicolo corazzato russo sviluppato dal 1914 in poi dall'ingegnere militare Nikolaj Nikolaevich Lebedenko, dallo scienziato, matematico e ingegnere Nikolaj Egorovich Zhukovskij e dai progettisti di motori termici e aeronautici Boris Sergeevich Stechkin e Aleksandr Aleksandrovich Mikulin. Il suo design eccentrico differiva dai carri armati moderni in quanto non utilizzava cingoli, ma un triciclo con ruote. Le due ruote anteriori a raggi avevano un diametro di quasi 9 metri; la ruota posteriore, più piccola, era solo 1,5 metri. Lo tsar Nicola II stanziò 210.000 rubli dai suoi fondi personali per la costruzione di un prototipo, che era pronto nell'estate del 1915, ma si rivelò insoddisfacente. Durante i test, a causa di un calcolo errato della distribuzione dei pesi e di una potenza motore insufficiente, le ruote posteriori del serbatoio rimasero incastrate nel terreno sabbioso. Inoltre, era estremamente vulnerabile all'artiglieria, per cui il progetto fu annullato.

foto dello "Tsar dei carri armati"

Ferrovia transiberiana (1916)

Ufficialmente, la costruzione della più lunga ferrovia al mondo iniziò il 19/31 maggio 1891 nella zona di Vladivostok, quando fu inaugurata la ferrovia Ussuri da Vladivostok a Khabarovsk. Alla cerimonia inaugurale aveva partecipato lo tsarevich Nikolaj Aleksandrovich. Una volta salito al trono, l'insistenza dello tsar Nicola II portò al completamento del progetto nonostante tutte le opposizioni. La linea ferroviaria fu definitivamente chiusa il 5/18 ottobre 1916 con l'apertura del ponte sull'Amur a Khabarovsk. In 20 anni la lunghezza delle ferrovie e delle reti telegrafiche era raddoppiata: di fatto, il tasso di costruzione delle ferrovie era uno dei più alti al mondo, e il successivo tasso sovietico ne fu solo una frazione. Le locomotive russe erano tra le migliori al mondo. Questo è il motivo per cui i treni blindati sono apparsi in Russia.

la ferrovia transiberiana completata, 1916

Pianoforte optofonico (1916)

Il pianoforte optofonico (оптофоническое пианино) è uno strumento ottico elettronico, classificabile come strumento sinestetico (in grado di creare simultaneamente suoni e luci colorate), creato dal pittore futurista russo Vladimir Davidovich Baranov-Rossiné (nato Shulim-Wolf Leib Baranov). Baranov Rossiné iniziò a lavorare sullo strumento nel 1916. Con esso si esibì, assistito dalla moglie, in numerosi eventi e luoghi, tra cui il teatro Bol'shoj (1924). Il pianoforte optofonico generava suoni e proiettava motivi rotanti su una parete o sul soffitto dirigendo una luce brillante attraverso una serie di dischi rotanti di vetro dipinto (dipinti dallo stesso autore), filtri, specchi e lenti. La tastiera controllava la combinazione dei vari filtri e dischi. Le variazioni di opacità del disco verniciato e dei filtri venivano rilevate da una cellula fotoelettrica che controllava l'intonazione di un unico oscillatore. Lo strumento produceva un tono variabile continuo che, accompagnato dalle proiezioni caleidoscopiche rotanti, veniva utilizzato da Baranov Rossiné in occasione di mostre ed eventi pubblici.

il pianoforte optofonico di Vladimir Baranov-Rossiné

Fjodorov Avtomat (1916)

Il Fjodorov Avtomat (Автома́т Фёдорова, o "fucile automatico di Fjodorov") è un fucile da fanteria a fuoco selettivo e anche uno dei primi fucili automatici operativi al mondo, progettato per caricatori rimovibili da 25 colpi dallo scienziato e inventore militare Vladimir Grigor'evich Fjodorov nel 1915, ed entrato in produzione nel 1916. Gli scrittori occidentali contemporanei hanno faticato a classificare il Fjodorov Avtomat. Alcuni lo considerano un "primo predecessore" o un "antenato" del moderno fucile d'assalto, mentre lo ritengono il primo fucile d'assalto al mondo.

fucile automatico Fjodorov modello 1916

RUSSIA SOVIETICA E UNIONE SOVIETICA

Effetto Kuleshov nel montaggio cinematografico (1917)

Il regista Lev Vladimirovich Kuleshov, attivo già a 18 anni nel 1917, dimostrò i primi effetti del montaggio cinematografico con una sequenza in cui l'idolo del cinema muto russo Ivan Il'ich Mozzhukhin osservava tre scene (una ciotola di zuppa, un cadavere e una ragazza). Tutti gli spettatori che guardavano i frammenti in modo indipendente giungevano alla conclusione che nel primo frammento l'attore è attratto da una buona cena, nel secondo frammento è rattristato dalla morte, nel terzo frammento è affascinato dalla ragazza. Di fatto, l'espressione sul volto dell'attore in tutti e tre i casi era la stessa. L'effetto Kuleshov fu utilizzato da molti grandi registi, come Sergej Eisenstein, Alfred Hitchcock e François Truffaut, ed è stato studiato anche dagli psicologi, che hanno dimostrato come in tali sequenze i volti neutri sono valutati in base al materiale di stimolo.

Kuleshov fu noto anche per un esperimento geografico del 1929, in cui gli attori passano di fronte a diversi monumenti in città e nazioni diverse, e le azioni dei personaggi sono percepite dallo spettatore come una sequenza in un unico spazio. In tal modo Kuleshov dimostrò la necessità di un'organizzazione mirata del montaggio delle azioni degli attori all'interno di ciascun fotogramma, ovvero la necessità di riempire i fotogrammi con determinati contenuti, presentati in una forma rigorosamente definita. L'esperimento, insieme all'effetto Kuleshov, divenne una spiegazione da manuale delle due principali funzioni del montaggio cinematografico.

fotogrammi dell'effetto Kuleshov

Realismo socialista (1917)

Il realismo socialista è uno stile di arte realistica idealizzata che si sviluppò nell'Unione Sovietica e fu lo stile ufficiale in quel paese tra il 1932 e il 1988, così come in altri paesi socialisti dopo la seconda guerra mondiale.

stazione Kievskaja della metropolitana di Mosca

Ionizzatore d'aria (1918)

Uno ionizzatore d'aria (o generatore di ioni negativi o lampadario di Chizhevskij) è un dispositivo che utilizza l'alta tensione per ionizzare (caricare elettricamente) le molecole d'aria. Nel 1918 il biofisico Aleksandr Leonidovich Chizhevskij creò il primo ionizzatore d'aria per la terapia ionica, originariamente utilizzato per la salute degli animali in agricoltura, che in seguito dimostrò di essere utile come purificatore dell'aria da diversi microrganismi infettivi.

modello di ionizzatore d'aria di Aleksandr Chizhevskij

Budjonovka/frunzenka, pilotka e ushanka (1918)

Una budjonovka (будёновка) è un cappello archetipico delle uniformi militari comuniste della guerra civile dopo la rivoluzione russa (1917-1922) e dei conflitti successivi. Il suo nome ufficiale era "elmo di stoffa doppia" (шлем суконный). Il nome popolare deriva dal comandante della cavalleria dell'Armata Rossa Semjon Budjonnyj, ed era anche conosciuto come frunzenka dal nome del commissario Mikhail Frunze. È un cappello di feltro che copre le orecchie e il collo, con visiera e paraorecchie ripiegati che possono essere abbottonati sotto il mento. Il cappello era stato creato come parte di una nuova uniforme per l'esercito russo dal famoso pittore Viktor Mikhajlovich Vasnetsov, che si era ispirato all'elmo della Rus' di Kiev. Il nome originale era bogatyrka (богатырка), ovvero l'elmo di un bogatyr, e aveva lo scopo di ispirare le truppe russe collegandole ai leggendari eroi del folklore russo. Il cappello non fece parte a lungo dell'uniforme dell'Armata Rossa, sia per ragioni politiche che pratiche. Sebbene fosse relativamente facile da produrre, richiedeva lana costosa, non forniva una buona protezione dal freddo e non poteva essere indossato sotto un elmetto. Un altro motivo era che apparteneva al periodo rivoluzionario della storia russa in cui l'espressione artistica e politica era stata sotto un controllo meno rigoroso da parte dello Stato. Fu abbandonato durante le riforme dell'esercito della metà degli anni '30 e sostituito con il berretto a bustina (Пилотка, pilotka) e con il berretto di pelliccia (ушанка, ushanka), basato in parte sui colbacchi con paraorecchie degli esploratori polari norvegesi e finlandesi. L'ushanka, che prende il nome dalle orecchie (уши, ushi) per la prominenza dei paraorecchie ripiegabili, è divenuto in seguito un copricapo simbolico dell'Unione Sovietica e della Federazione Russa.

Nonostante varie polemiche storico-ideologiche, ci sono buone ragioni per ritenere che la bogatyrka di Vasnetsov (che mal si conciliava con un abito rivoluzionario) fosse stata creata per ordine della corte imperiale intorno al 1915-1916, come abito cerimoniale progettato per le parate delle truppe russe a Berlino e a Costantinopoli.

budjonovka, pilotka e ushanka

la bogatyrka di Vasnetsov nella ricostruzione dell'uniforme pre-rivoluzionaria

Jet pack (1919)

L'inventore Aleksandr Fjodorovich Andreev nel 1919 sviluppò il primo razzo a zaino al mondo su un motore a reazione a propellente liquido, in grado di sollevare una persona in aria mediante la spinta del getto. La domanda di brevetto fu respinta, e dopo una nuova versione del 1925, nel 1928 gli fu concesso il brevetto per l'invenzione, che rimase non realizzata. Il primo esempio di jet pack funzionante sarebbe stato sviluppato da Wendell Moore negli USA alla fine degli anni '50.

schema del jet pack di Andreev

Scuola di cinema (1919)

Subito dopo lo sviluppo del processo di produzione cinematografica nell'ultimo decennio del XIX secolo, l'insegnamento formale del cinema iniziò con una formazione tecnica teorica piuttosto che pratica. I primi teorici del cinema erano più interessati a scrivere saggi sulla teoria del cinema che a insegnare agli studenti in un ambiente scolastico. La prima Scuola di cinema al mondo fu fondata a Mosca nel 1919, con registi come Sergej Mikhajlovich Eisenstein, Vsevolod Illarionovich Pudovkin e Lev Vladimirovich Kuleshov, che fungevano da docenti per diffondere i loro punti di vista molto distinti sullo scopo del cinema.

scuola di cinema di Mosca, lezione nell'aula di Sergej Eisenstein

Theremin (1919)

Il theremin (originariamente noto come eterfono, thereminvox o termenvox, терменвокс) è uno strumento musicale elettronico controllato senza contatto fisico dall'esecutore (noto come thereminista), uno dei pochi strumenti musicali spaziali. Prende il nome dal suo inventore, il fisico e ingegnere elettrico Lev Sergeevich Termen, o Leon Theremin.

La Russia può giustamente considerarsi la culla della musica elettronica: a cavallo tra il XIX e il XX secolo, l'entusiasmo per le nuove possibilità aperte dal segnale elettrico portò a visionari che credevano che tutto potesse essere fatto diversamente, compresa la musica. La prima persona del genere in Russia fu Lev Termen, invitato nel 1919 dal capo dell'Istituto fisico-tecnico di Pietrogrado, Abram Fjodorovich Ioffe, a lavorare come specialista in ingegneria radiofonica. Gli fu affidato il compito di misurare la costante dielettrica dei gas a varie pressioni e temperature. Inizialmente l'apparato del Theremin era un generatore di oscillazioni elettriche su una lampada a catodo. Il gas di prova era posto in una cavità tra piastre metalliche, diventando un elemento di un circuito oscillatorio, agendo come dielettrico in un condensatore e influenzando la frequenza delle oscillazioni elettriche. Nel processo di lavoro per aumentare la sensibilità dell'installazione, nacque l'idea di utilizzare il fenomeno dell'interferenza delle correnti ad alta frequenza combinando due generatori, uno dei quali dava oscillazioni di frequenza variabile e l'altro oscillazioni di frequenza costante. I segnali provenienti da entrambi i generatori venivano inviati a un relè catodico; all'uscita del relè si formavao un segnale con una frequenza diversa. La variazione relativa della differenza di frequenza con i parametri del gas di prova permetteva di compensare errori sistematici, aumentando la precisione della misurazione. Allo stesso tempo, se la differenza di frequenza rientrava nella gamma audio, il segnale poteva essere percepito a orecchio.

Imparare una melodia non fu un grosso problema per Termen, che amava la musica fin dall'infanzia. Nel novembre 1920, in una riunione del circolo dei meccanici intitolato al professor Kirpichev, Termen tenne il suo primo concerto. Lo strumento musicale si chiamava originariamente eterfono (suono dell'aria, etere), ma fu presto ribattezzato in onore dell'autore e divenne noto come theremin. Il nome "termenvox" (letteralmente: "voce di Termen"), datogli da un giornalista, si rivelò vincente e mise radici in lingua russa.

Nel creare lo strumento (oltre alla generazione elettrica del suono), Theremin prestò particolare attenzione "alla possibilità di un controllo molto preciso senza alcun dispendio di energia meccanica necessaria per premere le corde o i tasti. L'esecuzione della musica su uno strumento elettrico dovrebbe essere effettuata, ad esempio, mediante movimenti liberi delle dita nell'aria, simili ai gesti di un direttore d'orchestra, a distanza dallo strumento". Suonare il theremin consiste nel modificare la distanza tra le mani del musicista e le antenne dello strumento. In questo caso, cambia la capacità del circuito oscillatorio e, di conseguenza, la frequenza del suono. L'antenna verticale diritta è responsabile della modifica del tono del suono, mentre l'antenna a ferro di cavallo orizzontale è responsabile della modifica del volume del suono. Lo strumento è progettato per eseguire qualsiasi composizione musicale (classica, pop, jazz) nella pratica musicale professionale e amatoriale, nonché per creare vari effetti sonori (canto degli uccelli, fischi, ecc.) che possono essere utilizzati durante il doppiaggio dei film, nelle produzioni teatrali, in programmi circensi.

Leon Theremin dimostra il suo strumento in un teatro

Costruttivismo (1919)

Il costruttivismo è un movimento artistico dell'inizio del XX secolo fondato da Vladimir Evgrafovich Tatlin Vladimir e Aleksandr Mikhajlovich Rodchenko. L'arte astratta e austera del costruttivismo mirava a riflettere la moderna società industriale e lo spazio urbano. Il movimento rifiutava la stilizzazione decorativa e l'idea di arte autonoma a favore dell'assemblaggio industriale dei materiali e dell'arte come pratica per fini propagandistici e di sviluppo sociale.

club dei lavoratori Zuev, Mosca, 1927-1929

Rifornimento aereo (1921)

Fin dall'inizio dell'uso degli aeroplani, si era sentito il desiderio di estendere la loro autonomia trasferendo carburante durante il volo. Già nel 1912 furono fatti i primi tentativi di trasferire taniche di carburante da un aereo all'altro. A causa dell'elevato pericolo e della complessità delle manovre, questo metodo di trasferimento del carburante fu abbandonato.

Un nuovo metodo di rifornimento utilizzando un tubo di gomma che collega i serbatoi degli aerei fu sviluppato dall'aviatore e designer Aleksandr Nikolaevich Prokofiev-Severskij. Il primo rifornimento aereo riuscito con il metodo Severskij fu eseguito da piloti americani su due biplani Airco DH.4 il 27 giugno 1923, cosa che permise loro di migliorare il record in termini di autonomia e durata del volo.

il capitano Lowell Smith e il tenente John P. Richter compiono il primo rifornimento in volo il 27 giugno 1923

Iconoscopio (1923)

L' iconoscopio (dal greco : εἰκών "immagine" e σκοπεῖν "guardare, vedere") fu il primo pratico tubo per videocamera, un trasmettitore elettronico ad accumulo di carica utilizzato nelle prime telecamere. Alcuni dei principi di questo apparecchio furono descritti da Vladimir Kozmich Zvorykin, che aveva partecipato ai primi esperimenti sull'acquisizione e trasmissione elettronica di immagini nel 1911 sotto la guida di Boris Lvovich Rosing a San Pietroburgo, e che depositò due brevetti per un sistema televisivo nel 1923 e nel 1925.

Il funzionamento dell'iconoscopio si basa sui fenomeni dell'effetto fotoelettrico esterno e dell'accumulo di cariche. L'iconoscopio produceva un segnale molto più forte rispetto ai precedenti progetti meccanici e poteva essere utilizzato in qualsiasi condizione di buona illuminazione. Fu il primo sistema completamente elettronico a sostituire le precedenti fotocamere, che utilizzavano faretti speciali o dischi rotanti per catturare la luce da un unico punto molto luminoso.

iconoscopio esposto al Museo nazionale ceco della tecnologia

Miniatura di Palekh (1923)

La Miniatura di Palekh (Па́лехская миниатю́ра) è un'arte popolare sviluppatasi nel 1923 nel villaggio di Palekh, nella regione di di Vladimir (oggi nella regione di Ivanovo), che ha prodotto oggetti laccati dipinti a tempera. Palekh è una località famosa per i suoi pittori di icone sin dall'epoca pre-petrina (insieme a Mstjora e Kholuj). La pittura di icone di Palekh raggiunse il suo apice nel XVIII e all'inizio del XIX secolo, formando uno stile locale sotto l'influenza delle scuole di Mosca, Novgorod, Stroganov e Jaroslavl. Lo stile si estese anche alla pittura monumentale, partecipando al restauro di edifici, chiese e cattedrali, tra cui il Palazzo delle Faccette del Cremlino di Mosca, le chiese della Lavra della Trinità e di san Sergio, il convento di Novodevichy. Dopo la rivoluzione del 1917, gli artisti di Palekh furono costretti a cercare nuove forme per realizzare il loro potenziale creativo, e nel 1918 crearono un laboratorio artistico impegnato nella pittura su legno. Ivan Ivanovich Golikov creò nel 1921 la prima miniatura su una scatola di cartapesta e la mostrò alla direzione del Museo dell'artigianato. Nel 1922, lavorando nello studio dell'artista Aleksandr Aleksandrovich Glazunov, Ivan Golikov creò una serie di dipinti su cartapesta, delineando le caratteristiche principali della nuova arte, e divenendone, di fatto, il padre fondatore.

"Igor' guida l'esercito al Don", miniatura di Ivan Golikov, 1933

Ala volante (1924)

Boris Ivanovich Cheranovskij, di professione artista e scultore, si interessò all'aviazione e dal 1922 si dedicò alla progettazione e costruzione di alianti e velivoli del tipo "ala volante", schema aerodinamico di un aereo senza coda con fusoliera ridotta, il cui ruolo è svolto da un'ala che trasporta tutte le unità, l'equipaggio e il carico utile. Cheranovskij iniziò a testare alianti volanti senza coda nel 1924, creando l' aliante BIC-2, in cui il bordo d'attacco dell'ala aveva una parabola in pianta. Fu il primo in URSS a utilizzare un'ala delta sull'aliante BIC-8 "Triangolo", che nel 1929 effettuò 12 voli di successo.

Boris Cheranovskij e Sergej Pavlovich Koroljov sul BIC-8, 1929

Cellule staminali (1924)

Il termine "cellula staminale" (nell'originale tedesco, stammzelle) era stato proposto per un ampio uso il 1 giugno 1909 in una riunione di ematologi a Berlino, dove le cellule staminali ematopoietiche furono descritte dall'istologo ed embriologo Aleksandr Aleksandrovich Maksimov utilizzando i metodi del suo tempo nel rapporto "Linfociti come cellula staminale comune di vari elementi del sangue nello sviluppo embrionale e nella vita postfetale dei mammiferi"

In seguito Maksimov si interessò principalmente al sangue e ai tessuti connettivi. Dopo aver dimostrato che tutte le cellule del sangue si sviluppano da una cellula precursore comune, Maksimov confermò la teoria unitaria dell'ematopoiesi. Il suo altro lavoro sperimentale fornì prove che confermano che i linfociti del sangue e dei linfonodi sono cellule indifferenziate. Le sue scoperte si trovano nell'articolo "Relazione delle cellule del sangue con i tessuti connettivi e l'endotelio", del 1924

il professor Aleksandr Maksimov al lavoro nel suo laboratorio. Accademia medica militare imperiale, San Pietroburgo. Fotografia anteriore al 1917

Ipotesi del brodo primordiale (abiogenesi, 1924)

Una delle teorie della abiogenesi (il processo di trasformazione della natura inanimata in vivente), è l'ipotesi del "brodo primordiale", un termine coniato dal biologo Aleksandr Ivanovich Oparin nel 1924. Oparin avanzò la teoria secondo cui la vita sulla Terra ebbe origine dalla trasformazione, nel corso di una graduale evoluzione chimica, di molecole contenenti carbonio in un brodo primordiale.

ipotesi di Aleksandr Oparin sull'origine della vita

Locomotiva elettrica diesel (1924)

La prima locomotiva diesel-elettrica operativa al mondo fu la E el-2 (Э эл2), progettata da Jurij Vladimirovich Lomonosov e costruita in Germania. La locomotiva fu completata nel 1924. Il 20 gennaio 1925 fu trasferita nell'URSS e operò principalmente tra Mosca e Kursk; in seguito si trasferì ad Ashgabat in Turkmenistan. Nonostante alcuni problemi tecnici nei primi anni di servizio, subì diverse modifiche e durò fino al 1954, percorrendo complessivamente circa un milione di

prova della locomotiva E el-2 a Kiev

Video interlacciato (1925)

Il video interlacciato è una tecnica per raddoppiare la frequenza dei fotogrammi percepita introdotta con il segnale video composito utilizzato con la televisione analogica senza consumare larghezza di banda aggiuntiva. Fu dimostrato per la prima volta da Léon Theremin nel 1925.

a sinistra, un video interlacciato su un monitor progressivo con un deinterlacciamento scarso, con una "pettinatura" in movimento tra due campi di un fotogramma; a destra, pettinatura interlacciata ridotta riallineando il campo pari e dispari sull'asse X

Suono grafico (1926)

Il suono grafico o suono disegnato è una registrazione sonora creata da immagini disegnate direttamente su pellicola o carta, che sono poi riprodotte utilizzando un sistema audio. I primi pratici sistemi audio su pellicola furono creati a Mosca nel 1926 da Pavel Grigorevich Tager e a Leningrado nel 1927 da Aleksandr Fjodorovich Shorin Pavel Tager. La versione popolare del 1931, lo "Shorinofono", ampiamente utilizzata per la registrazione del suono sul campo e in studio, era basata su una riproduzione meccanica di solchi longitudinali simili a quelli dei grammofoni lungo una pellicola. Un'altra versione del sistema di Shorin, il "Kinap", utilizzata principalmente per la produzione del suono su pellicola, era basata su una registrazione ottica ad area variabile su pellicola: una registrazione "trasversale", come era chiamata in Russia.

lo "Shorinofono" era un sistema per la registrazione meccanica del suono su pellicola di celluloide standard da 35 mm utilizzando un ago

Diodo emettitore di luce / LED (1927)

Un Led, o diodo emettitore di luce è un dispositivo a semiconduttore che emette luce quando la corrente lo attraversa. Gli elettroni nel semiconduttore si ricombinano con le lacune elettroniche, rilasciando energia sotto forma di fotoni. Il colore della luce (corrispondente all'energia dei fotoni) è determinato dall'energia richiesta agli elettroni per attraversare la banda proibita del semiconduttore.

Mentre sperimentava nel laboratorio radiofonico di Nizhnij Novgorod con rilevatori di onde radio a cristalli, il fisico Oleg Vladimirovich Losev scoprì l'effetto dell'elettroluminescenza in un punto di contatto tra carburo di silicio e acciaio. Il primo LED fu brevettato nel 1927. La ricerca fu pubblicata su riviste scientifiche sovietiche, tedesche e britanniche, ma per diversi decenni non fu fatto alcun uso pratico della scoperta, in parte a causa delle proprietà di produzione della luce molto inefficienti del carburo di silicio, il semiconduttore utilizzato da Losev, che è comunque considerato uno dei primi fisici dei semiconduttori al mondo.

Oleg Losev e gli strumenti dei suoi esperimenti

Biplano Polikarpov Po-2 (1927)

Il Polikarpov Po-2, chiamato così dal suo progettista, l'ingegnere aeronautico Nikolaj Nikolaevich Polikarpov, era un biplano multiruolo per tutte le stagioni, soprannominato kukuruznik (кукурузник, "granoturco"). Il design affidabile e semplice del Po-2 lo rendeva un aereo da addestramento ideale, oltre a servire per attacco al suolo a basso costo, ricognizione aerea, guerra psicologica e aereo di collegamento, rivelandosi uno dei modelli da combattimento leggero più versatili costruiti in Unione Sovietica. Rimase in produzione fino al 1978, per un periodo di tempo più lungo di qualsiasi altro aereo dell'era sovietica, e fu il biplano più prodotto al mondo.

Po-2 al Museo dell'aeronautica di Chkalovsk, presso Nizhnij Novgorod

Pool genetico (1928)

Il pool genetico, o bacino genetico di una specie o di una popolazione è l'insieme di tutte le variazioni genetiche (alleli) dell'intero set di geni che appartengono a tutti gli individui che compongono una popolazione in un determinato momento. È un termine molto utilizzato nella genetica delle popolazioni.

Il genetista Aleksandr Sergeevich Serebrovskij formulò per primo il concetto negli anni '20 come genofond (Генофо́нд, "fondo genetico"), una parola che fu importata negli Stati Uniti dall'Unione Sovietica dal genetista e biologo evoluzionista Feodosij Grigor'evich Dobzhanskij, che la tradusse in inglese come gene pool. Serebrovskij fu anche il pioniere della teoria alla base della tecnica maschile sterile, su cui si basa oggi la gestione dei parassiti.

i dipendenti della stazione genetica Anikovskaja esaminano le raccolte di mutazioni del moscerino della frutta (Drosophila melanogaster) portate da G. Möller (al centro). Aleksandr Serebrovskij è il primo in piedi da destra

Brassicoraphanus (1928)

Il brassicoraphanus è stato il primo ibrido fertile ottenuto attraverso l'incrocio di piante appartenenti a generi diversi, che ha rappresentato un passo importante nella biotecnologia. Il nome deriva dalla combinazione dei nomi del genere brassica (cavoli, ecc.) e raphanus (ravanello), e indica qualsiasi ibrido tra i due generi. I primi incroci sperimentali tra specie di questi due generi erano stati sterili o quasi sterili, ma gli esperimenti su larga scala dell'agronomo e genetista Georgij Dmitrievich Karpechenko utilizzando raphanus sativus e brassica oleracea furono notevoli perché alcune piante producevano centinaia di semi. La seconda generazione era allopoliploide, risultato di gameti con numero di cromosomi raddoppiato. Come capì Karpechenko, questo processo aveva creato nel 1928 una nuova specie, che poteva essere giustamente chiamata un nuovo genere: le piante di questa parentela sono ora conosciute come radicole.

schema del processo di ibridazione a distanza, di Georgij Karpechenko

Trasfusione di sangue da cadavere (1929)

Nel 1929, il chirurgo Vladimir Nikolaevich Shamov di Kharkov riferì l'uso sperimentale di sangue cadaverico e dimostrò la sua assenza di tossicità. Il chirurgo Sergej Sergeevich Judin fu il pioniere della trasfusione di sangue da un cadavere a una persona vivente, e la eseguì con successo per la prima volta il 23 marzo 1930. La scoperta che il sangue cadaverico potesse essere conservato in modo sicuro forniva tempo sia per esami sierologici che batteriologici. La trasfusione di sangue cadaverico non è mai stata ampiamente utilizzata, nemmeno in Russia. Da questi studi, tuttavia, si svilupparono vari mezzi e metodi per la raccolta, la conservazione e la conservazione del sangue per le trasfusioni, che possono essere tutti raggruppati sotto il termine generico di "banca del sangue".

Sergej Judin; ritratto di Mikhail Nesterov (1933)

Cinescopio (1929)

Il cinescopio è una registrazione di un programma televisivo su pellicola cinematografica, direttamente attraverso una lente focalizzata sullo schermo di un monitor video. Il processo fu introdotto negli anni '40 per la conservazione, la ritrasmissione e la vendita di programmi televisivi. I cinescopi erano l'unico modo pratico per preservare le trasmissioni televisive in diretta prima dell'introduzione della videocassetta quadruplex, che dal 1956 alla fine sostituì l'uso dei cinescopi per tutti questi scopi. In genere, il termine cinescopio può riferirsi al processo stesso, all'attrezzatura utilizzata per la procedura (una cinepresa montata davanti a un monitor video e sincronizzata con la velocità di scansione del monitor) o a un film realizzato utilizzando il processo. Il termine originariamente si riferiva al tubo a raggi catodici utilizzato nei ricevitori televisivi, come nominato dall'inventore Vladimir Kozmich Zvorykin nel 1929. Quindi, le registrazioni erano conosciute per intero come film al cinescopio o registrazioni al cinescopio.

cinescopio modello Keystone

Pobedit (1929)

Il nome pobedit (победи́т) indica una lega di carburo sinterizzato composta per il 90% da carburo di tungsteno come fase dura e per il 10% circa da cobalto (Co) come fase legante, con una piccola quantità di carbonio aggiuntivo. La lega fu sviluppata nell'Unione Sovietica nel 1929, e serviva a realizzare utensili da taglio. Successivamente furono sviluppate numerose leghe simili a base di tungsteno e cobalto, e anche per queste fu mantenuto il nome pobedit.

Il pobedit è solitamente prodotto mediante metallurgia delle polveri sotto forma di piastre di diverse forme e dimensioni. Il processo di produzione è il seguente: una polvere fine di carburo di tungsteno (o altro carburo refrattario) e una polvere fine di materiale legante come cobalto o nichel sono mescolate e quindi pressate nelle forme appropriate. Le piastre pressate sono sinterizzate ad una temperatura vicina al punto di fusione del metallo legante, cosa che produce una sostanza molto compatta e solida.

Le piastre di questo composito superduro servono per la produzione di utensili per il taglio e la perforazione dei metalli; solitamente sono saldate sulle punte degli utensili da taglio. Non è necessario un post-trattamento termico. Gli inserti di pobedit sulle punte da trapano sono ancora molto diffusi in Russia.

denti di pobedit su una sega circolare

Teletank / robot militare (1929)

Teletank (телетанк) è il nome generico di un carro armato senza equipaggio, controllato a distanza, prodotto in URSS negli anni '30 per ridurre il rischio di combattimento per i soldati.

I teletank erano equipaggiati con mitragliatrici Degtjarjov, lanciafiamme, fumogeni, e talvolta una speciale bomba a orologeria da 200-700 kg in una scatola corazzata, sganciata dal carro armato vicino alle fortificazioni nemiche e utilizzata per distruggere bunker fino a quattro livelli sotterranei.

Furono progettati anche per essere in grado di utilizzare armi chimiche, ma non ne fecero uso in combattimento. Ogni teletank, a seconda del modello, era in grado di riconoscere da sedici a ventiquattro diversi comandi inviati via radio su due possibili frequenze per evitare interferenze e disturbi.

il teletank TT-26, il primo robot militare al mondo, all'opera nell'istmo della Carelia, febbraio 1940

Dispositivi Abalakov (1930)

All'ingegnere chimico, alpinista e progettista Vitalij Mikhajlovich Abalakov sono attribuite negli anni '30 invenzioni come i dispositivi a camme, l'ancora per arrampicata su ghiaccio senza ingranaggi con filo Abalakov (o filo a V) e molte altre innovazioni nell'attrezzatura per l'arrampicata e nei dispositivi utilizzati per una valutazione oggettiva del processo di allenamento degli atleti.

A prima vista, il dispositivo a camme è del tutto semplice. In qualità di matematico e designer preciso, Abalakov calcolò accuratamente la forma della camma. Grazie a questa forma, la camma si incastra così saldamente in ogni fessura che può essere estratta solo insieme a un pezzo di roccia. Ciò consente allo scalatore di fissarsi nel modo più sicuro possibile.

Per ottenere un'ancora Abalakov, si praticano con una piccozza speciale due fori ad angolo l'uno rispetto all'altro. Si ottengono due tunnel collegati nelle profondità della colonna di ghiaccio. Attraverso questi tunnel si fa passare una corda, legata con un nodo affidabile: si ottiene un anello, a cui è possibile attaccare un moschettone.

dispositivi a camme (a sinistra) e ancora Abalakov (a destra)

Motore a razzo elettrico (1930)

L'idea della propulsione elettrica per i veicoli spaziali era stata introdotta nel 1911 da Konstantin Tsiolkovskij. Il 15 maggio 1929, il Laboratorio di Dinamica dei gas (Газодинамическая лаборатория) di Leningrado iniziò lo sviluppo di motori a razzo elettrici. Guidato da Valentin Petrovich Glushko, all'inizio degli anni '30 creò il primo esempio al mondo di motore a razzo elettrotermico.

francobollo commemorativo delle ricerche di Valentin Glushko

Design moderno dello scafo di una nave (1930)

L'ingegnere navale Vladimir Ivanovich Jurkevich, già allievo di Aleksej Nikolaevich Krylov (autore delle tabelle di inaffondabilità delle navi), aveva lavorato nell'ufficio di progettazione del cantiere navale baltico, in un programma per la modernizzazione della marina russa dopo la sconfitta della Russia nella guerra russo-giapponese e l'effettiva perdita della marina nella battaglia di Tsushima. Al giovane ingegnere fu affidato il compito di lavorare sugli incrociatori più grandi e veloci che esistevano a quel tempo nella marina russa. Secondo gli esperti, la prima corazzata russa Sebastopoli, varata nel 1911, "era molti anni avanti rispetto al mondo nella costruzione navale". Jurkevich realizzò per la prima volta nella sua costruzione della corazzata la sua famosa "forma aerodinamica". Nel 1915 fu trasferito al dipartimento velico del cantiere navale baltico, come progettista designato dei sottomarini Forel ed Ersh. Prese parte al processo di progettazione e al collaudo di 11 sottomarini del tipo AG, e fu anche uno dei principali progettisti dei quattro incrociatori da battaglia della classe Borodino, non costruiti a causa della guerra civile.

Tutta questa eccezionale esperienza di progettista navale fu messa a frutto quando, da anni esule sopo la guerra civile, fu impiegato dalla grande società di costruzioni navali Penhoët nella progettazione e nella costruzione di un nuovo e massiccio transatlantico chiamato SS Normandie. Jurkevich decise di progettare autonomamente la planimetria della nave, e le forme che proponevo erano tanto diverse da quelle generalmente accettate, che dovette argomentare a loro favore fino alla fine, con il varo della nave nel 1931. Si può ammettere che Jurkevich abbia inventato il moderno design dello scafo di una nave quando ha progettato la Normandie.

Vladimir Jurkevich lavora alla progettazione della SS Normandie

Banca del sangue (1930)

Il chirurgo Sergej Sergeevich Judin, che aveva eseguito con successo una trasfusione di sangue cadaverico di donatori recentemente deceduti, per la prima volta nella storia, il 23 marzo 1930, organizzò nello stesso anno la prima banca del sangue al mondo presso l'istituto di pronto soccorso intitolato a Nikolaj Vasil'evich Sklifosovskij a Mosca. Questa fondazione diede l'esempio per la creazione di ulteriori banche del sangue in diverse regioni dell'Unione Sovietica e in altri paesi.

siringa russa della seconda guerra mondiale per la trasfusione diretta di sangue interumano

Elicottero a rotore singolo (1930)

Boris Nikolaevich Jur'ev e Aleksej Mikhajlovich Cherjomukhin, due ingegneri aeronautici che lavoravano presso l'Istituto centrale aeroidrodinamico (Центра́льный аэрогидродинами́ческий институ́т, ЦАГИ, TsAGI) di Mosca, costruirono e pilotarono l'elicottero a rotore singolo TsAGI 1-EA, che utilizzava un struttura a tubi aperti, un rotore di sollevamento principale a quattro pale e due set gemelli di 1,8 metri di diametro, rotori anti-coppia a due pale: un set di due alla punta e un set di due alla coda. Alimentato da due propulsori M-2, copie potenziate del motore rotativo Gnome Monosoupape 9 Type B-2 da 100 CV della prima guerra mondiale, lo TsAGI 1-EA effettuò diversi voli a bassa quota. Entro il 14 agosto 1932, Cherjomukhin riuscì a portare l'1-EA fino a un'altitudine non ufficiale di 605 metri, superando di gran lunga il precedente record di Corradino d'Ascanio nel 1931. Tuttavia, poiché l'Unione Sovietica non era ancora membro della Federazione aeronautica internazionale, il primato di Cherjomukhin rimase non riconosciuto.

modello dell'elicottero TsAGI 1-EA, progettato da Boris Jur'ev e pilotato da Aleksej Cherjomukhin

Paracadutismo (1930)

Il primo lancio con il paracadute di forze aviotrasportate risale al 2 agosto 1930 e avvenne al distretto militare di Mosca. I distaccamenti di truppe aviotrasportate furono istituiti dopo il lancio sperimentale iniziale del 1930, ma la creazione di unità più grandi dovette attendere fino al 1932-1933. Le truppe aviotrasportate russe non solo sono state le prime, ma tuttora sono le più grandi al mondo.

gruppo di paracadutisti che include il pioniere del paracadutismo Jakov Davidovich Moshkovskij (primo a sinistra), prima del lancio del 2 agosto 1930

Tuta pressurizzata (1931)

La prima tuta di compensazione per i voli ad alta quota fu progettata dall'ingegnere Evgenij Efimovich Chertovskij a Leningrado nel 1931.

Negli anni '20, i medici iniziarono a rendersi conto della necessità di creare tute per i piloti che effettuavano voli ad alta quota, poiché alcuni modelli di aerei potevano raggiungere un'altezza fino a 8-10.000 metri e i piloti iniziavano a lamentare vertigini e perdita temporanea di coscienza. Negli anni '30 iniziarono a guadagnare popolarità i palloni stratosferici ad alta quota, che raggiungevano altezze fino a 20.000 metri, e salire a tali altezze senza tute protettive o cabine protettive era impossibile.

Il primo lavoro di Chertovskij nella protezione dei piloti in quota fu la creazione di una cabina pressurizzata per il pallone aerostatico Osoaviakhim-1, che si schiantò durante la discesa a causa del ghiaccio, stabilendo un record di salita ad un'altezza di 22.500 metri. Durante la progettazione del pallone stratosferico URSS-3, i progettisti giunsero alla conclusione che la creazione di una sola cabina pressurizzata per salire a 27.000 metri non sarebbe stata sufficiente per la sicurezza dei piloti. Quindi Chertovskij progettò una tuta di compensazione per l'alta quota, che chiamò skafandr (скафандр), prendendo in prestito il termine dal vocabolario dei subacquei, mentre il nome tecnico era Ч-1 (Ch-1).

La Ch-1 era una semplice tuta a tenuta di pressione con un casco privo di articolazioni, che richiedeva quindi una forza notevole per muovere le braccia e le gambe quando pressurizzata. Questo problema fu risolto nei modelli successivi, in cui furono installate cerniere sulla piega degli arti.

lo Скафандр Ч-1, prima tuta spaziale al mondo, 1931

Propellenti ipergolici per razzi (1931)

Un propellente ipergolico è una combinazione di propellenti per razzi utilizzata in un motore a razzo, i cui componenti si accendono spontaneamente quando entrano in contatto tra loro.

I due componenti del propellente sono solitamente costituiti da un carburante e da un ossidante (oggi tipicamente tetrossido di diazoto e idrazina).

Valentin Petrovich Glushko diresse nel 1931 i lavori di ricerca e produzione del nuovo propellente quando presso il Laboratorio di Dinamica dei gas (Газодинамическая лаборатория) di Leningrado fu istituita una nuova sezione di ricerca per lo studio dei propellenti liquidi e dei motori elettrici

l'ORM-1, primo motore sperimentale a propellente ipergolico creato da Valentin Glushko nel 1930-1931. Usava il toluene o la benzina come combustibile e il tetrossido di azoto o l'ossigeno liquido come agente ossidante

Rhythmicon / Drum machine (1931)

Nel 1930, il compositore e teorico musicale americano d'avanguardia Henry Cowell collaborò con Léon Theremin nella progettazione e costruzione di uno strumento con cui suonare composizioni che coinvolgessero più schemi ritmici impossibili da eseguire contemporaneamente da una persona su una tastiera acustica o su strumenti a percussione.

L'invenzione, completata da Theremin nel 1931, può produrre fino a sedici ritmi diversi: un ritmo base periodico su un'altezza fondamentale selezionata e quindici ritmi progressivamente più rapidi, ciascuno associato a una delle note ascendenti della serie armonica dell'altezza fondamentale. Lo strumento produce il suo suono simile a una percussione utilizzando un sistema, che prevede che la luce venga fatta passare attraverso fori indicizzati radialmente in una serie di dischi rotanti a "ruota dentata" prima di arrivare ai fotorecettori elettrici. Il rythmicon è stato spesso descritto come la prima drum machine al mondo.

il rythmicon di Léon Theremin

Carro armato lanciafiamme (1931)

Un carro armato dotato di lanciafiamme, più comunemente usato per integrare attacchi combinati contro fortificazioni, spazi ristretti o altri ostacoli, trasporta molto più carburante rispetto ai lanciafiamme portatili, e può colpire più lontano. Grazie alla capacità di raggiungere le posizioni nemiche in relativa sicurezza, è efficace per sradicare le fortificazioni di fanteria pesante.

La portata massima di un lanciafiamme era generalmente inferiore a 150 metri: a causa di questa limitazione, il lanciafiamme era praticamente inutile su un campo di battaglia aperto. Tuttavia, si rivelò una potente arma psicologica contro le truppe fortificate. In molti casi, i soldati si arrendevano o fuggivano vedendo un carro armato lanciafiamme sparare colpi a distanza, piuttosto che rischiare di essere bruciati vivi.

Il carro armato T-26 fu scelto come base per il primo carro armato chimico, che fu messo in produzione in serie nell'URSS nel 1931. Il termine "chimico" deriva dal fatto che, oltre al lanciafiamme, il carro armato era dotato di lanciafumi e spray tossici.

il carro armato chimico KhT26 (ХТ-26)

Post-costruttivismo (1932)

Post-costruttivismo (постконструктивизм) è il nome dello stile architettonico, limitato al periodo degli anni '30, di transizione dal costruttivismo allo stile dell'impero stalinista. Sulla formazione del post-costruttivismo ebbero un certo ruolo gli esempi europei occidentali di architettura amministrativa (municipale), che combinavano forme utilitaristiche semplificate con alcuni elementi di art deco.

padiglione della stazione della metropolitana Park Kul'tury a Mosca, 1935, smantellato nel 1949, con colonne quadrate sottili senza capitelli

Codice postale (1932)

I codici postali moderni furono introdotti per la prima volta nella Repubblica socialista sovietica ucraina nel dicembre 1932, ma il sistema fu abbandonato nel 1939.

timbro di una lettera raccomandata con il codice postale 12U1, Kiev, URSS, anni '30

Ferrovie per bambini (1932)

Le ferrovie per bambini (детские железные дороги), o ferrovie pioniere, sono un'istituzione educativa extrascolastica in cui i bambini interessati al trasporto ferroviario possono apprendere le professioni ferroviarie. Questo fenomeno ha avuto origine in URSS e si è sviluppato notevolmente in epoca sovietica. La prima ferrovia per bambini al mondo fu aperta nel Gorkij Park di Mosca, nel 1932. Al momento della disgregazione dell'URSS, nel paese esistevano 52 ferrovie per bambini, per oltre 92 chilometri di strada ferrata. Il primo posto di macchinista di ferrovia per bambini fu di una ragazza, Evgenija Romanova German. Molte ferrovie per bambini funzionano ancora negli stati post-sovietici e nei paesi dell'Europa orientale: alcune impiegano tecnologie ferroviarie non più usate sulle linee principali e possono essere considerate ferrovie storiche. Oggi il contingente di giovani ferrovieri delle ferrovie per bambini in Russia è di 18.500 persone. Il numero annuale dei laureati è di 2.600 persone, di cui più della metà diventano studenti delle università e delle scuole tecniche di trasporto ferroviario e successivamente vanno a lavorare nelle Ferrovie russe.

A volte si definiscono erroneamente "ferrovie per bambini" i trenini situati nei parchi culturali e ricreativi. Tuttavia, tali attrazioni sono gestite da adulti e, in secondo luogo, le vere ferrovie per bambini sono organizzazioni che insegnano ai bambini le basi delle professioni ferroviarie, il che non si applica alle attrazioni.

Mosca-Rjazan', 1937: una delle prime ferrovie per bambini

Tersitone (1932)

Il tersitone (терпситон, nome derivato da Tersicore, la musa greca della danza), era uno strumento musicale elettronico, inventato da Léon Theremin, che consisteva in una piattaforma dotata di antenne per il controllo dello spazio, attraverso e attorno alla quale un ballerino controllava l'esecuzione musicale. Secondo molti, lo strumento era quasi impossibile da controllare. Dei tre strumenti costruiti, oggi sopravvive solo l'ultimo, realizzato dal Theremin nel 1978 per Lidija Kavina.

il funzionamento del tersitone

Saldatura subacquea (1932)

La saldatura iperbarica è il processo di saldatura a pressioni elevate, normalmente sott'acqua. La saldatura iperbarica può avvenire nell'acqua stessa o all'interno di un ambiente pressurizzato appositamente costruito e quindi in un ambiente asciutto. Viene definita prevalentemente "saldatura iperbarica" se utilizzata in un ambiente asciutto e "saldatura subacquea" se utilizzata in un ambiente umido. Le applicazioni della saldatura iperbarica sono diverse: si utilizza spesso per riparare navi, piattaforme petrolifere in mare aperto e oleodotti. L'acciaio è il materiale più comune saldato con questo processo. La saldatura iperbarica subacquea fu inventata dal metallurgista Konstantin Konstantinovich Khrenov nel 1932.

esempio di saldatura subacquea

Trapianto di rene umano (1933)

Il 3 aprile 1933, a Kharkov, per la prima volta al mondo, il chirurgo Jurij Jur'evich Voronoj trapiantò un rene cadaverico a una persona. Rifiutò l'idea di prelevare un organo da una persona vivente, ritenendo "impossibile infliggere una disabilità conosciuta a una persona sana asportando un organo necessario per il trapianto per salvare un paziente con problemi". Il paziente morì due giorni dopo, poiché l'innesto era incompatibile con il gruppo sanguigno del ricevente e fu rigettato. Il primo trapianto di successo sarebbe stato eseguito il 17 giugno 1950 su Ruth Tucker, una donna di 44 anni con malattia del rene policistico, dal Dr. Richard Lawler al Little Company of Mary Hospital di Evergreen Park, Illinois.

lezione del circolo chirurgico dell'Istituto dentale di Kharkov, maggio 1937. Jurij Voronoj è a sinistra in prima fila

Teorema del campionamento (1933)

Vladimir Aleksandrovich Kotel'nikov, pioniere della teoria dell'informazione e dell'astronomia radar, è noto soprattutto per aver scoperto, prima di Edmund Whittaker, Harry Nyquist o Claude Shannon, il teorema del campionamento nel 1933. Questo risultato dell'analisi di Fourier era noto nell'analisi armonica dalla fine del XIX secolo e circolava negli anni '20 e '30 nella comunità ingegneristica. Kotel'nikov fu il primo a scrivere un'enunciazione precisa di questo teorema sulla trasmissione del segnale. Fu anche un pioniere nell'uso della teoria dei segnali nella modulazione e nelle comunicazioni.

schemi del teorema del campionamento di Vladimir Kotel'nikov

Elicottero a rotore tandem (1933)

Un elicottero a rotore tandem è un velivolo con due grandi gruppi rotori per elicotteri montati uno di fronte all'altro sul piano orizzontale. Oggi questa configurazione è utilizzata principalmente per elicotteri cargo di grandi dimensioni

Il primo elicottero di successo a rotore tandem fu costruito da Nikolaj Anatol'evich Florin nel 1927.

l'elicottero a rotore tandem di Nikolaj Florin

Architettura stalinista (1933)

L'architettura stalinista, conosciuta principalmente nell'ex blocco orientale come stile stalinista (сталинский стиль, stalinskij stil') o classicismo socialista, è l'architettura dell'Unione Sovietica sotto la guida di Iosif Stalin, tra il 1933 (quando fu ufficialmente approvato il progetto di Boris Iofan per il Palazzo dei Soviet) e nel 1955 (quando Nikita Krushchjov condannò gli "eccessi" degli ultimi decenni e sciolse l'Accademia sovietica di architettura). L'architettura stalinista è associata alla scuola d'arte e architettura del realismo socialista. I progetti erano pensati per interi quartieri, trasformando visibilmente l'immagine architettonica di una città, e il suo stile non si limitò all'URSS e ai suoi satelliti (la Casa del Popolo a Bucarest, il secondo edificio amministrativo più ampio del mondo dopo il Pentagono, ne è un esempio tardivo), ma si estese anche ad altri paesi, particolarmente in Asia orientale.

l'edificio principale dell'Università statale di Mosca (Московский государственный университет / МГУ, dedicata a Mikhail Lomonosov), l'edificio scolastico più alto del mondo

l'Hotel Ukraina (Гостиница Украина), l'albergo più alto d'Europa

Tupolev ANT-20 (1934)

Il Tupolev ANT-20 "Maksim Gorkij" (Туполев АНТ-20 "Максим Горький"), un aereo passeggeri a 8 motori costruito nello stabilimento aeronautico di Voronezh, fu il più grande aereo del mondo negli anni '30. Nell'ottobre del 1932, per i 40 anni dell'attività letteraria di Maksim Gorkij, in un gruppo di scrittori e giornalisti guidati da Mikhail Efimovich Kol'tsov, nacque l'idea di costruire un aereo di propaganda dedicato allo scrittore. Per iniziativa di un comitato promotore, iniziarono i lavori sotto la guida di Andrej Nikolaevich Tupolev, progettista di bombardieri, che utilizzò le tecniche originali di progettazione di aerei interamente in metallo dell'ingegnere tedesco Hugo Junkers del 1918. L'aereo poteva raggiungere la velocità di 220 km/h, e aveva un'autonomia di volo di 1200 km.

La superficie dei locali interni dell'aereo era di 100 metri quadrati, e poteva ospitare fino a 70 passeggeri, incluso un equipaggio di 8 uomini. Le dimensioni dell'aereo permettevano di accogliere passeggeri non solo nella fusoliera, ma anche nelle parti centrali delle ali, dotate di cabine con letti a castello e di passaggi per l'accesso ai motori. Per la prima volta fu utilizzato un un pilota automatico per un aereo pesante. A bordo c'erano l'installazione radiofonica "Voce dal cielo" ("Голос с неба", Golos s neba), trasmettitori radio, un prioettore cinematografico, un laboratorio fotografico, macchinari di tipografia e una biblioteca. L'aereo era dotato di posta pneumatica, che consentiva all'equipaggio di scambiare appunti tra loro e con i giornalisti a bordo, e di una scala incorporata nella parte inferiore della fusoliera. L'aereo è stato il primo a utilizzare sia la corrente continua che la corrente alternata, e se necessario, poteva essere smontato e trasportato su rotaia. L'aereo stabilì diversi record mondiali di capacità di carico.

il Tupolev ANT-20 "Maksim Gorkij", il più grande aereo degli anni '30

Rivelatore Cherenkov (1934)

Un rilevatore Cherenkov (Черенковский детектор) è un rilevatore di particelle che utilizza la soglia di velocità per la produzione di luce, l'emissione di luce dipendente dalla velocità o la direzione della luce dipendente dalla velocità della radiazione Cherenkov. La radiazione prende il nome dal fisico Pavel Alekseevich Cherenkov, vincitore del Premio Nobel nel 1958, che fu il primo a rilevarla sperimentalmente sotto la supervisione di Sergej Ivanovich Vavilov presso l'Istituto Lebedev nel 1934.

La radiazione Cherenkov, o effetto Vavilov-Cherenkov (Эффект Вавилова–Черенкова), è una radiazione elettromagnetica emessa quando una particella carica (come un elettrone ) passa attraverso un mezzo dielettrico ad una velocità maggiore della velocità di fase (velocità di propagazione di un fronte d'onda in un mezzo) della luce in quel mezzo. Un classico esempio di radiazione Cherenkov è il caratteristico bagliore blu di un reattore nucleare sottomarino . La sua causa è simile a quella del boom sonico, il suono acuto che si sente quando si verifica un movimento più veloce del suono.

radiazione Cherenkov in un reattore nucleare

Kirza (1935)

La kirza è un tipo di pelle artificiale basata su tessuto multistrato modificato da sostanze simili a membrane, prodotto come sostituto economico ed efficace della pelle naturale. La superficie della kirza imita la pelle di maiale. Il materiale è usato come sostituto economico ed efficace della pelle naturale, principalmente nella produzione di stivali, nelle cinture a nastro per macchinari e nelle automobili. Il nome kirza è un acronimo di Kirovskij Zavod (stabilimento di Kirov) situato nella città di Kirov, che fu il primo luogo della produzione in serie di kirza. La tecnologia fu inventata nel 1935 da Ivan Vasil'evich Plotnikov e migliorata nel 1941. Da quel momento gli stivali kirza divennero un elemento tipico dell'uniforme nell'esercito sovietico e russo.

Per capire l'importanza di questa innovazione, occorre ricordare che, prima dell'avvento dei veicoli a motore, le calzature costituivano l'elemento più importante dell'equipaggiamento del soldato, poiché la fanteria, per definizione, si muoveva a piedi. Le calzature di scarsa qualità non solo si consumavano più velocemente, ma ferivano anche i piedi dei soldati, riducendo così l'efficacia in combattimento delle truppe. Il del generale del XIX secolo Mikhail Dmitrievich Skobelev disse: "se non si presta attenzione, la prima cosa che diventa inutilizzabile in una campagna sono gli stivali, e allora diventa inutilizzabile anche un soldato sano, forte e coraggioso". Solo alla vigilia della prima guerra mondiale, il tesoro russo stanziava per gli stivali dei soldati circa 3 milioni di rubli all'anno, quando l'intero budget del Ministero degli esteri ammontava a circa 12 milioni di rubli.

stivali miltari kirza

Metropolitana di Mosca (1935)

La metropolitana di Mosca, che copre quasi tutta la capitale russa, è il sistema metropolitano con maggior traffico d'Europa. Inaugurata nel 1935, è ben nota per il design ornato di molte delle sue stazioni, che contengono numerosi esempi di arte realista socialista.

metropolitana di Mosca: stazione "Komsomol'skaja" del 1935

Stelle del Cremlino (1935)

A partire dal 1935, stelle pentagonali furono installate al posto delle aquile imperiali in rame su cinque torri del Cremlino di Mosca (Borovitskaja, Trojtskaja, Spasskaja, Nikolskaja e Vodovzvodnaja).

Le stelle del Cremlino (Кремлёвские звёзды, Kremljovskie zvjozdy) hanno avuto diverse versioni, rimaneggiamenti, restauri (anche a causa dei danni bellici del 1944-42). Le versioni originali erano in acciaio inossidabile altolegato e rame rosso placcato oro; furono sostituite con modelli in vetro rubino con gabbia in acciaio e illuminazione interna.

stella sulla Torre Borovitskaja

Microscopia acustica (1936)

La microscopia acustica utilizza ultrasuoni a frequenza molto alta. I microscopi acustici operano in modo non distruttivo e penetrano nella maggior parte dei materiali solidi per creare immagini visibili delle caratteristiche interne, inclusi difetti come crepe, delaminazioni e vuoti.

La nozione di microscopia acustica risale al 1936, quando il fisico Sergej Jakovlevich Sokolov propose un dispositivo per produrre vedute ingrandite di una struttura con onde sonore a 3 GHz.

scansioni a microscopia acustica

Pompieri paracadutisti (1936)

L'idea di effettuare lanci di paracadutismo per spegnere gli incendi boschivi in luoghi difficili da raggiungere, fu proposta da Georgij Aleksandrovich Mokeev, che per più di 10 anni guidò tutti i lavori di estinzione di incendi forestali nell'URSS. Il 19 giugno 1936 eseguì il primo lancio in un bosco in fiamme nella regione di Gorkij. Inizialmente, gli atterraggi avevano luogo vicino agli insediamenti per informare la popolazione degli incendi boschivi e mobilitarla per combattere l'incendio, ma nel 1938, per la prima volta, i paracadutisti spensero da soli un incendio boschivo. Oggi esistono pompieri paracadutisti solo in tre paesi del mondo: Stati Uniti, Canada e Russia.

i primi lanci al mondo per estinguere incendi boschivi

Cuore artificiale (1937)

Nel 1937 il fondatore della trapiantologia russa, Vladimir Petrovich Demikhov, all'epoca studente del terzo anno all'Università statale di Mosca, progettò con le proprie mani il primo cuore artificiale al mondo e lo impiantò in un cane. Quest'ultimo visse solo due ore, ma ciò bastò al giovane scienziato per capire che era sulla strada giusta.

Vladimir Demikhov in un esperimento

Sintesi evolutiva moderna (1937)

La sintesi evolutiva moderna fu la sintesi all'inizio del XX secolo della teoria dell'evoluzione di Charles Darwin e delle idee di Gregor Mendel sull'ereditarietà in un quadro matematico congiunto. La sintesi combinava le idee della selezione naturale, della genetica mendeliana e della genetica delle popolazioni. Metteva anche in relazione la macroevoluzione su larga scala osservata dai paleontologi con la microevoluzione su piccola scala delle popolazioni locali. Feodosij Dobzhanskij, un immigrato dall'Unione Sovietica negli Stati Uniti, che aveva lavorato come ricercatore sulla mosca della frutta (principalmente con la Drosophila pseudoobscura), fu uno dei primi ad applicare la genetica alle popolazioni naturali. La sua opera del 1937, La genetica e l'origine delle specie, è stato un passo fondamentale nel colmare il divario tra genetisti delle popolazioni e naturalisti sul campo. Presentava le conclusioni raggiunte in precedenza da Fisher, Haldane e Wright nei loro articoli altamente matematici in una forma facilmente accessibile ad altri. Inoltre, Dobzhanskij affermava la fisicità, e quindi la realtà biologica, dei meccanismi di ereditarietà: che l'evoluzione era basata su geni materiali, disposti in una stringa su strutture fisiche ereditarie, i cromosomi, e collegati più o meno fortemente tra loro in base alle loro effettive distanze fisiche sui cromosomi. Il suo lavoro ha sottolineato che le popolazioni del mondo reale avevano una variabilità genetica molto maggiore di quella che i primi genetisti delle popolazioni avevano ipotizzato nei loro modelli, e che le sotto-popolazioni geneticamente distinte erano importanti. Dobzhansky sosteneva che la selezione naturale funzionasse sia per mantenere la diversità genetica sia per promuovere il cambiamento. Fu influenzato dal suo contatto negli anni '20 con il lavoro di Sergej Chetverikov, che aveva esaminato il ruolo dei geni recessivi nel mantenimento di un serbatoio di variabilità genetica in una popolazione, prima che il suo lavoro venisse interrotto dalle campagne pseudo-scientifiche di Trofim Denisovich Lysenko in Unione Sovietica. Nel 1937, Dobzhansky fu in grado di sostenere che le mutazioni erano la principale fonte di cambiamenti e variabilità evolutiva, insieme ai ri-arrangiamenti cromosomici e agli effetti dei geni sui loro vicini durante lo sviluppo e alla poliploidia.

Feodosij Dobzhanskij nel suo laboratorio con un microscopio

Superfluidità (1937)

La superfluidità è la proprietà caratteristica di un fluido a viscosità nulla che scorre quindi senza alcuna perdita di energia cinetica. Quando viene agitato, un superfluido forma vortici che continuano a ruotare indefinitamente. La superfluidità si verifica in due isotopi dell'elio (elio-3 ed elio-4) quando vengono liquefatti mediante raffreddamento a temperature criogeniche. È anche una proprietà di vari altri stati esotici della materia che si teorizza esistano in astrofisica, fisica delle alte energie e teorie della gravità quantistica. La teoria della superfluidità è stata sviluppata dai fisici teorici Lev Davidovich Landau e Isaak Markovich Khalatnikov.

La superfluidità fu scoperta nell'elio-4 da Pjotr Leonid Kapitsa e indipendentemente da John Frank Allen e Don Misener nel 1937.

francobollo commemorativo degli esperimenti di Pjotr Kapitsa nella misurazione delle caratteristiche dell'elio liquido

elio liquido nella fase superfluida

Paracadute frenante (1937)

Il paracadute frenante, noto anche come paracadute drogue, è progettato per essere lanciato da un oggetto in rapido movimento. Era stato inventato nel 1912 dallo specialista di paracadute Gleb Evgen'evich Kotel'nikov, che inventò anche il paracadute a zaino. Nel primo test di paracadute a terra in assenza di aeroplani, su una strada vicino a Tsarskoe Selo, Koteln'ikov aveva dimostrato con successo gli effetti frenanti di un simile paracadute accelerando un'automobile Russo-Balt alla massima velocità e quindi aprendo un paracadute attaccato al sedile posteriore.

Nel 1937, l'Unione Sovietica adottò per la prima volta il paracadute frenante su un numero limitato di propri aerei, nello specifico quelli destinati a operare nell'Artico, per fornire supporto logistico alle spedizioni polari dell'epoca. Grazie al paracadute frenante, gli aeroplani potevano atterrare in sicurezza su banchi di ghiaccio più piccoli, che altrimenti sarebbero siti di atterraggio impraticabili.

Il paracadute frenante ha trovato uso sui bombardieri strategici e nei programmi di recupero di veicoli spaziali con equipaggio; è stato ampiamente utilizzato anche sui sedili eiettabili come mezzo di stabilizzazione e decelerazione.

francobollo commemorativo dei paracaduti di Gleb Kotel'nikov

Stazione polare alla deriva (1937)

L'idea di utilizzare il ghiaccio galleggiante per l'esplorazione della natura alle alte latitudini dell'Oceano Artico era venuta a Fridtjof Nansen, mentre navigava sulla Fram tra il 1893 e il 1896.

La prima stazione al mondo progettata per andare alla deriva nell'Oceano Artico e collocata proprio sopra il ghiaccio galleggiante fu la Polo Nord-1 (Северный полюс-1), utilizzata principalmente per la ricerca. fu istituita il 21 maggio 1937 e inaugurata ufficialmente il 6 giugno, a circa 20 chilometri dal Polo Nord dalla spedizione alle alte latitudini Sever-1. La spedizione era stata trasportata in aereo da unità dell'aviazione, operò per 9 mesi, durante i quali il lastrone di ghiaccio percorse 2.850 chilometri.

la stazione Polo Nord-1

Scultura saldata (1937)

La scultura saldata è una forma d'arte in cui la scultura viene realizzata utilizzando tecniche di saldatura. La prima scultura di questo tipo è stata la famosa statua "Operaio e donna del kolkhoz" di Vera Ignat'evna Mukhina, inizialmente collocata in cima al padiglione sovietico all'Esposizione universale del 1937 a Parigi. La scelta del metodo di saldatura fu dovuta alle dimensioni giganti della scultura e aveva anche lo scopo di dimostrare le innovative tecnologie sovietiche.

la statua di Vera Mukhina sul padiglione sovietico all'Esposizione universale del 1937 a Parigi, direttamente opposta al padiglione nazista di Albert Speer, con un'aquila e una svastica

Sport antincendio (1937)

Lo sport antincendio è una disciplina sportiva che include una competizione tra varie squadre in esercizi correlati alla lotta antincendio, come salire scale speciali in una casa modello, aprire tubi dell'acqua e spegnere incendi utilizzando tubi o estintori. Lo sport è stato sviluppato in Unione Sovietica nel 1937, mentre le competizioni internazionali hanno avuto luogo dal 1968.

una delle prime competizioni di sport antincendio

Sintetizzatore ANS (1937-1957)

Il sintetizzatore ANS è uno strumento musicale fotoelettronico creato dall'ingegnere ottico Evgenij Aleksandrovich Murzin dal 1937 al 1957. La base tecnologica della sua invenzione era il metodo di registrazione grafica del suono utilizzato nella cinematografia (sviluppato in Russia contemporaneamente agli Stati Uniti), che ha permesso di ottenere un'immagine visibile di un'onda sonora, nonché per realizzare l'obiettivo opposto: sintetizzare un suono da uno spettrogramma sonoro disegnato artificialmente.

il sintetizzatore ANS

Stazione a colonne profonde (1938)

La stazione a colonne profonde è un tipo di stazione della metropolitana, costituita da una sala centrale con due sale laterali, collegate da passaggi ad anello tra una fila di colonne. A seconda del tipo di stazione, gli anelli trasmettono il carico alle colonne o mediante archi a cuneo o tramite arcarecci, formando un complesso colonna-arcareccio. Il vantaggio fondamentale della stazione a colonne è che il collegamento tra i padiglioni è significativamente maggiore rispetto a una stazione a tralicci. La prima stazione a colonne profonde al mondo è Majakovskaja, progettata da Aleksej Dushkin e inaugurata nel 1938 nella metropolitana di Mosca.

stazione metro Majakovskaja a Mosca

Sambo (1938)

Sambo (un acronimo, самбо sta per САМозащита Без Оружия, samozashchita bez oruzhija, ovvero "autodifesa senza armi") è un'arte marziale moderna, sviluppata nei primi anni '20 da parte dell'NKVD sovietico e dell'Armata Rossa per migliorare le capacità di combattimento corpo a corpo dei loro militari, unendo le tecniche più efficaci di altre arti marziali. Il primo sviluppo del Sambo derivò dagli sforzi indipendenti di Viktor Afanas'evich Spiridonov e Vasilij Sergeevich Oshchepkov per integrare le tecniche di catch wrestling, freestyle americano, judo, jujutsu e altri stili come köräş turco, kokh armeno, trîntă romeno, khapsagaj mongolo, chidaoba georgiano, gulesh azero, gushtingiri tagico, bukhe barildaan buriato e savat francese. Oshchepkov aveva trascorso diversi anni in Giappone, allenandosi nel judo sotto il suo fondatore Kano Jigoro. Gli stili di Spiridonov e Oshchepkov alla fine si fusero in quello che è noto come sambo. Rispetto al sistema di Oshchepkov, chiamato "wrestling libero" in Russia e catch wrestling in Occidente, lo stile di Spiridonov era più morbido e meno brutale. Era anche meno dipendente dalla forza, il che era in gran parte dovuto alle ferite subite da Spiridonov durante la prima guerra mondiale. Il sambo fu riconosciuto come sport ufficiale dal Comitato sportivo dell'Unione Sovietica nel 1938, presentato da Anatolij Arkadevich Kharlampiev, spesso chiamato il "padre del sambo", ma che più precisamente potrebbe essere considerato il padre del sambo "sportivo".

Il sambo è uno stile incluso Campionati mondiali di lotta, e nel 2021 è stato riconosciuto come sport olimpico dal Comitato olimpico internazionale.

Spiridonov, Oshchepkov e Kharlampiev, fondatori del sambo

Fotografia Kirlian (1939)

La fotografia Kirlian è una raccolta di tecniche fotografiche utilizzate per catturare il fenomeno delle scariche elettriche coronali. Prende il nome dal fisioterapista e ricercatore Semjon Davidovich Kirlian, che assieme alla moglie Valentina, nel 1939, scoprì accidentalmente che se un oggetto su una lastra fotografica è collegato a una sorgente ad alta tensione, sulla lastra fotografica viene prodotta un'immagine. La fotografia Kirlian non richiede l'uso di una macchina fotografica o di un obiettivo, perché è un processo di stampa a contatto. È possibile utilizzare un elettrodo trasparente al posto della piastra di scarica ad alta tensione, per catturare la scarica coronale risultante con una foto o una videocamera standard.

A lungo dibattuto nel campo della parapsicologia, l'effetto Kirlian è divenuto anche uno strumento di creazioni artistiche, nonché un metodo per trovare difetti nascosti nei metalli, e per l'analisi espressa di campioni di minerali in geologia.

Semjon Kirlian e le sue fotografie

Vought-Sikorsky VS-300 (1939)

Il Vought-Sikorsky VS-300 (o S-46) è un elicottero monomotore americano progettato da Igor' Sikorskij. Aveva un unico rotore a tre pale originariamente alimentato da un motore da 75 cavalli (56 kW). Il VS-300 fu il primo elicottero con rotore a sollevamento singolo di successo negli Stati Uniti e il primo elicottero di successo a utilizzare un rotore di coda a piano verticale singolo.

La ricerca di Igor' Sikorskij per un elicottero pratico iniziò nel 1938, quando, in qualità di direttore tecnico della divisione Vought-Sikorsky della United Aircraft Corporation, riuscì a convincere i direttori della United Aircraft che i suoi anni di studio e ricerca sui problemi di volo ad ala rotante avrebbero portato a una svolta. Il suo primo velivolo sperimentale, il VS-300, fu testato in volo da Sikorskij il 14 settembre 1939. Nello sviluppare il concetto di volo ad ala rotante, Sikorskij fu il primo a introdurre un unico motore per alimentare sia il sistema del rotore principale che quello di coda. L'unico precedente tentativo riuscito di un elicottero a rotore singolo, lo Juriev-Cheremukhin TsAGI-1EA nel 1931 in Unione Sovietica, utilizzava una coppia di motori rotativi potenziati di costruzione russa da 120 CV ciascuno per la sua potenza.

Sikorskij montò galleggianti di servizio (pontoni) sul VS-300 ed eseguì un atterraggio e un decollo in acqua il 17 aprile 1941, rendendolo il primo pratico elicottero anfibio.

uno dei primi voli del VS-300

Ilyushin Il-2 (1939)

L' Ilyushin Il-2 (Илью́шин Ил-2) è un aereo da attacco al suolo (o штурмовик, shturmovík) prodotto in gran numero dall'Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale. Durante la guerra furono prodotte 36.183 unità dell'Il-2 e, in combinazione con il suo successore, l'Ilyushin Il-10, ne furono costruiti un totale di 42.330, rendendolo l'aereo militare più prodotto nella storia dell'aviazione.

un Il-2 al Salone internazionale dell'aviazione e dello spazio di Mosca

Lanciarazzi multiplo semovente (1939)

Un lanciarazzi multiplo è un tipo di sistema di artiglieria a razzo che contiene più lanciatori fissati su un'unica piattaforma e spara i suoi razzi in modo simile a una pistola a scarica.

Il primo lanciarazzi multiplo semovente, e probabilmente il più famoso, fu il BM-13 Katjusha, utilizzato per la prima volta durante la seconda guerra mondiale e successivamente esportato agli alleati dei sovietici. Erano sistemi semplici in cui una rastrelliera di rotaie di lancio era montata sul retro di un camion. Ciò ha creato il modello per i lanciarazzi multipli moderni.

BM-13 Katjusha (in servizio dal 1939)

Macchina per la pulizia del pietrisco (anni '40)

Una pulitrice per zavorra (Щебнеочистительная машина) è una macchina specializzata nella pulizia della zavorra dei binari ferroviari dalle impurità.

Con il passare del tempo la zavorra di ghiaia o pietrisco si usura, arrotondandosi e cementandosi. Ciò ostacola sia il drenaggio del binario che la flessibilità della zavorra nel vincolare il binario mentre si muove sotto il traffico. La pulizia della zavorra rimuove la zavorra usurata, la scherma e la sostituisce con zavorra fresca. Il vantaggio della pulizia della zavorra è che può essere eseguita da una macchina su binario senza rimuovere la rotaia e le traversine, ed è quindi un metodo più economico di uno scavo totale.

Sulle estese ferrovie dell'URSS, l'uso diffuso delle macchine di servizio era iniziato negli anni '30, quando furono create le prime macchine spazzaneve e posabinari. Dagli anni '40 furono progettate numerose nuove macchine, tra cui quelle per la pulizia del pietrisco.

BM-13 Katjusha (in servizio dal 1939)

Carro armato T-34 (1940)

Il T-34 è un carro armato medio, che fu il pilastro delle forze corazzate dell'Armata Rossa durante tutta la seconda guerra mondiale. Ebbe un profondo effetto sul conflitto sul fronte orientale e un impatto duraturo sulla progettazione dei carri armati, tanto da essere adottato da una quarantina di altri paesi e impiegato sul campo fino al XXI secolo.

Fin dal 1937, l'ingegnere Mikhail Il'ich Koshkin fu incaricato di dirigere la squadra di progettazione che doveva proporre una versione migliorata dei precedenti carri armati, il T-26 e il BT (быстроходный танк, bystrokhodnyj tank, ovvero "carro armato a movimento veloce"). Entrato in produzione nel 1940 e prodotto in oltre 80.000 esemplari, fu il carro armato più prodotto della seconda guerra mondiale. Ebbe il plauso dei generali tedeschi, tanto che molti esemplari catturati furono riutilizzati dalla Wehrmacht, che ne iniziò una linea di produzione nell'Ucraina occupata.

carro armato T-34 della collezione di Stanisław Kęszycki durante la ricostruzione della battaglia di Berlino nella fortezza di Modlin

francobollo commemorativo del centenario di Mikhail Koshkin

Ginnastica ritmica agonistica (1941)

La ginnastica ritmica fu introdotta per la prima volta come sport femminile in Unione Sovietica: nell'aprile 1941 fu organizzato il primo campionato a Leningrado.

una delle prime competizioni di ginnastica ritmica

Telescopio Maksutov (1941)

Il Maksutov (chiamato anche "Mak") è un telescopio catadiottrico che combina uno specchio sferico con una lente a menisco debolmente negativa in un design che sfrutta il vantaggio che tutte le superfici sono quasi "sfericamente simmetriche". La lente negativa è solitamente a diametro intero e posta all'ingresso della pupilla del telescopio (comunemente chiamata "piastra correttrice" o "guscio correttore del menisco "). Il design corregge i problemi delle aberrazioni fuori asse che si riscontrano nei telescopi riflettenti. È stato brevettato nel 1941 dall'ottico Dmitrij Dmitrievich Maksutov.

il primo telescopio a menisco ASI-2 da 500 mm del sistema Maksutov, installato presso l'Osservatorio dell'altopiano di Kamenskoe nel 1950

Smagnetizzazione (1941)

La smagnetizzazione è il processo di diminuzione o eliminazione di un campo magnetico residuo, originariamente applicato per ridurre i campi magnetici delle navi e renderle meno sensibili alle mine navali. Sulle navi civili si usa anche per ridurre la deviazione della bussola magnetica.

Poiché i tedeschi usavano il gauss (che a sua volta prende il nome dal matematico Johann Carl Friedrich Gauss) come unità di misura dell'intensità del campo magnetico negli inneschi delle loro mine, il chimico canadese Sir Charles Frederick Goodeve chiamò il processo di smagnetizzazione con il nome degaussing.

I fisici Anatolij Petrovich Aleksandrov e Igor' Vasil'evich Kurchatov, indipendentemente da Sir Charles Goodeve, idearono nel novembre 1941 un metodo per smagnetizzare le navi per proteggerle dalle mine tedesche: il metodo fu in uso fino alla fine della seconda guerra mondiale e anche in seguito.

processo di smagnetizzazione su un monitor a tubo catodico

Sikorsky R-4 (1942)

L'R-4, progettato da Igor' Sikorskij e alzato in volo per la prima volta il 14 gennaio 1942, è stato il primo elicottero prodotto in serie al mondo e il primo elicottero utilizzato dalle forze aeree dell'esercito degli Stati Uniti, dalla marina, dalla guardia costiera e dalla Royal Air Force e dalla Royal Navy del Regno Unito.

un Sikorsky R-4 in volo stazionario

Carro armato alato (1942)

Il carro armato volante è una forma sperimentale di veicolo ibrido tra un carro armato e un aliante, possibilmente adatto al supporto della fanteria. L'URSS fu la nazione più avanzata in questi progetti. Mentre si stavano gettando le basi per la produzione della seta necessaria per i paracadute, l'Armata Rossa studiò la questione dello sbarco dei soldati senza paracadute, ma con gli alianti (anche nella stagione fredda). Successivamente, si usarono bombardieri pesanti che potessero atterrare sul campo di battaglia trasportando tankette T-27 e carri armati leggeri T-37, e si sperimentarono lanci dall'aria (sia con che senza paracadute) di carri armati leggeri. Nessuno di questi progetti era completamente soddisfacente, e nel 1942 l' aeronautica sovietica incaricò il progettista d'aerei Oleg Konstantinovich Antonov di sviluppare un aliante per l'atterraggio dei carri armati. L'A-40 di Antonov, dotato di grandi ali da biplano in legno e tessuto e doppia coda, aveva una culla staccabile per un carro armato leggero T-60. Sebbene un volo di prova fosse stato completato con un certo successo, a causa della mancanza di aerei sufficientemente potenti per trainarlo alla velocità richiesta di 160 km/h, il progetto fu abbandonato.

il carro armato volante A-40 di Oleg Antonov

Gramicidin S (1942)

Il Gramicidin S o Gramicidin Soviet, è un antibiotico derivato della gramicidina, prodotto dal batterio gram-positivo Brevibacillus brevis. È efficace contro alcuni batteri gram-positivi e gram-negativi , nonché alcuni funghi. Fu scoperto dal microbiologo russo Georgij Frantsevitch Gauze e da sua moglie Marija Georgievna Brazhnikova nel 1942, e fu subito usato negli ospedali militari sovietici per curare le infezioni.

Georgij e Marija Gauze in laboratorio

Microtrone (1944)

Un microtrone è un tipo di acceleratore di particelle originato dal ciclotrone, in cui il campo di accelerazione non viene applicato tramite grandi elettrodi a forma di D, ma attraverso una struttura di acceleratore lineare. Il microtrone classico fu inventato dal fisico Vladimir Iosifovich Veksler intorno al 1944.

le particelle in un microtrone classico sono emesse da una sorgente (blu), accelerate una volta per giro (cavità a microonde, grigia), aumentando il raggio del loro percorso fino all'espulsione

Spettroscopia EPR (1944)

La risonanza paramagnetica elettronica, o risonanza di spin elettronico, nota come EPR (ЭПР: электронный парамагнитный резонанс, elektronnyj paramagnitnyj rezonans), è una tecnica spettroscopica impiegata per individuare e analizzare specie chimiche contenenti uno o più elettroni spaiati (chiamate specie paramagnetiche). Queste specie includono: radicali liberi, ioni di metalli di transizione, difetti in cristalli, molecole in stato elettronico di tripletto fondamentale (come l'ossigeno molecolare) o indotto per fotoeccitazione. I concetti basilari della tecnica EPR sono analoghi a quelli della risonanza magnetica nucleare, ma in questo caso sono gli spin elettronici ad essere eccitati al posto degli spin dei nuclei atomici.

Il primo a osservare il fenomeno della risonanza paramagnetica elettronica fu il fisico Evgenij Konstantinovich Zavojskij, che nel 1944 notò che un cristallo di cloruro rameico esposto a un campo magnetico statico di 4 mT assorbiva radiazione elettromagnetica a 133 MHz.

A Zavojskij si devono probabilmente attribuire anche le prime ad osservazioni del fenomeno di risonanza magnetica nucleare. Infatti, nel 1941 fu in grado di osservare un segnale di risonanza magnetica dei protoni, ma le sue misure furono considerate non riproducibili a causa dell'impossibilità di ottenere un campo magnetico sufficientemente omogeneo.

Evgenij Zavoiskij e il suo laboratorio

Carro armato T-54/55 (1945)

I T-54 e T-55 sono una serie di carri armati introdotti negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale. Il primo prototipo del T-54 fu completato a Nizhnij Tagil alla fine del 1945. Il modello T-55 è il primo carro armato prodotto in serie al mondo dotato di un sistema di difesa antinucleare automatico, un pioniere di una nuova generazione di veicoli da combattimento in grado di effettuare operazioni di combattimento nelle condizioni di utilizzo di armi nucleari.

La serie T-54/55 è il carro armato più prodotto della storia. I numeri di produzione stimati per la serie vanno da 96.500 a 100.000. Sono stati sostituiti dai carri armati T-62 , T-64 , T-72 , T-80 e T-90 negli eserciti sovietico e russo, ma rimangono in uso in altri 50 eserciti in tutto il mondo: alcuni hanno ricevuto sofisticati retrofit.

un T-55 nel Parco della Vittoria a Kazan'

Endovibratore (1945)

Un'invenzione si sposò con una curiosa storia di spionaggio: l'endovibratore (Эндовибра́тор), chiamato colloquialmente "la cosa" (the Thing), progettato da Léon Theremin, fu uno dei primi dispositivi d'ascolto nascosti (o "cimici") a utilizzare tecniche passive per trasmettere un segnale audio. È noto anche come "cimice del Grande Sigillo", poiché, nascosto in una riproduzione in legno del sigillo degli Stati Uniti, fu donato da una delegazione di pionieri di Mosca all'ambasciatore americano William Averell Harriman il 4 agosto 1945. Poiché era passivo, necessitava di energia elettromagnetica da una fonte esterna per diventare energizzato e attivo, ed è considerato un predecessore della tecnologia di identificazione a radiofrequenza.

"La cosa" consisteva in una minuscola membrana collegata con una piccola antenna a un quarto d'onda; non aveva alimentatore né componenti elettronici attivi. Il dispositivo, un risonatore a cavità passiva, diventava attivo solo quando un segnale radio della frequenza corretta veniva inviato al dispositivo da un trasmettitore esterno. Le onde sonore (provenienti dalle voci all'interno dell'ufficio dell'ambasciatore) attraversavano la sottile custodia di legno, colpendo la membrana e facendola vibrare. Il movimento della membrana variava la capacità dell'antenna, che a sua volta modulava le onde radio ritrasmesse dalla cimice. Un ricevitore demodulava il segnale in modo che il suono captato dal microfono potesse essere ascoltato, proprio come un normale ricevitore radio demodula i segnali radio ed emette il suono.

Il suo design rendeva il dispositivo di ascolto molto difficile da rilevare, perché era molto piccolo, non aveva alimentazione o componenti elettronici attivi e non irradiava alcun segnale a meno che non fosse attivamente irradiato a distanza. Queste stesse caratteristiche progettuali, insieme alla semplicità complessiva del dispositivo, lo rendevano molto affidabile e gli conferivano una vita operativa potenzialmente illimitata: rimase appeso nello studio dell'ambasciatore a Mosca per sette anni, finché non fu rimosso nel 1952. La sua esistenza fu scoperta accidentalmente nel 1951 da un operatore radiofonico dell'ambasciata britannica, che origliava le conversazioni americane su un canale radio aperto dell'aeronautica sovietica, mentre i sovietici trasmettevano onde radio all'ufficio dell'ambasciatore.

replica della "cosa", chiusa e aperta, in mostra al Museo crittologico nazionale della NSA

Trapianto cuore-polmone (1946)

Il primo tentativo documentato di trapianto polmonare fu effettuato da Vladimir Petrovich Demikhov, appena congedato dopo la guerra, nel 1946. Come esperimento, l'operazione fu eseguita su un cane. Alla fine, il trapianto non ebbe successo a causa del rigetto del trapianto. Tuttavia, questo tentativo dimostrò per la prima volta che la procedura è tecnicamente fattibile. Nel 1947, Demikhov trapiantò un intero complesso cardio-polmonare in un cane, Damka, che sopravvisse all'operazione per sette anni.

Vladimir Demikhov con uno dei suoi cani

TRIZ (1946)

La teoria della risoluzione inventiva dei problemi (Теория решения изобретательских задач, abbreviata in ТРИЗ, TRIZ), sviluppata dall'inventore e autore di fantascienza Genrich Saulovich Altshuller, insieme ai suoi colleghi, a partire dal 1946, è un approccio che combina un metodo organizzato e sistematico per la risoluzione dei problemi con tecniche di analisi e previsione derivate dallo studio dei modelli di invenzione nella letteratura brevettuale globale.

La teoria si è sviluppata sulla base di una ricerca approfondita che copre centinaia di migliaia di invenzioni in molti campi diversi per produrre un approccio che definisca modelli generalizzabili come soluzioni inventive e le caratteristiche distintive dei problemi che queste invenzioni hanno superato. Lo sviluppo e il miglioramento di prodotti e tecnologie in conformità con TRIZ sono guidati dalle leggi oggettive dell'evoluzione dei sistemi tecnici, che costituiscono la base per gli strumenti e i metodi di risoluzione dei problemi TRIZ.

Altshuller iniziò a sviluppare TRIZ mentre lavorava nel dipartimento "Ispezione delle invenzioni" della flottiglia del Mar Caspio della Marina sovietica. Il suo compito era quello di aiutare con l'avvio di proposte di invenzione, rettificarle e documentarle e preparare le domande all'ufficio brevetti. Durante questo periodo, si rese conto che un problema richiede una soluzione inventiva se esiste una contraddizione irrisolta, nel senso che il miglioramento di un parametro ha un impatto negativo su un altro. In seguito chiamò queste "contraddizioni tecniche".

40 principi del metodo TRIZ resi schematicamente

Razzo multistadio moderno (1947)

Un razzo multistadio è un veicolo di lancio che utilizza due o più stadi di razzo, ciascuno dei quali contiene i propri motori e propellente. Nel 1947, l'ingegnere missilistico e scienziato Mikhail Klavdievich Tikhonravov sviluppò una teoria degli stadi paralleli, che chiamò "razzi a pacchetto". Nel suo schema, tre stadi paralleli si accendevano al decollo, ma tutti e tre i motori erano alimentati dai due stadi esterni, finché non erano vuoti e potevano essere espulsi. Questo è più efficiente della messa in scena sequenziale, perché il motore del secondo stadio non è mai solo un peso morto. Nel 1951, l'ingegnere e scienziato Dmitrij Evgen'evich Okhotsimskij condusse uno studio ingegneristico pionieristico sulla messa in scena generale sequenziale e parallela, con e senza il pompaggio di carburante tra gli stadi.

il razzo AviaVNITO (a sinistra, lanciato per la prima volta il 6 aprile 1936) utilizza un design di Tikhonravov

MiG-15 (1947)

Il Mikojan-Gurevich MiG-15 (Микоя́н и Гуре́вич МиГ-15) è un aereo da caccia sviluppato dall'ufficio di progettazione sperimentale di Artjom Ivanovich Mikojan e Mikhail Iosifovich Gurevich. È stato uno dei primi caccia a reazione di successo a incorporare ali a freccia per raggiungere elevate velocità transoniche, nonché, assieme ai suoi sviluppi, l'aereo a reazione più prodotto al mondo.

un addestratore biposto MiG-15UTI delle forze aeree sovietiche

AK-47 (1947)

L'AK-47, popolarmente noto come Kalashnikov (AK sta per Avtomat Kalashnikova) è un fucile d'assalto da 7,62 × 39 mm a fuoco selettivo, sviluppato in Unione Sovietica da Mikhail Timofeevich Kalashnikov. L'AK-47 è stato uno dei primi veri fucili d'assalto. Prodotto in molti paesi, anche dopo sei decenni, grazie alla sua durata, al basso costo di produzione e alla facilità d'uso, l'originale AK-47 e le sue numerose varianti sono i fucili d'assalto più diffusi e apprezzati al mondo; sono stati prodotti più fucili di tipo AK rispetto a tutti gli altri fucili d'assalto messi insieme.

Mikhail Kalashnikov alla progettazione di armi, 1944 circa

Microfono a raggio luminoso (1947)

La tecnica di utilizzare un raggio di luce per registrare il suono a distanza ebbe probabilmente origine nel 1947 con Léon Theremin, che sviluppò e utilizzò il sistema di intercettazione Buran, un precursore del moderno microfono laser. Il sistema utilizzava un raggio infrarosso a bassa potenza (non un laser) a distanza per rilevare le vibrazioni sonore nelle finestre di vetro. Lavrentij Berija, capo del KGB, utilizzò questo dispositivo Buran per spiare le ambasciate americana, britannica e francese a Mosca

Léon Theremin lavora a una delle sue invenzioni foniche

il microfono a infrarossi Buran

Ciclo di combustione a stadi (1949)

Il ciclo a combustione stadiata (Замкнутая схема, zamknutaja skhema, o ciclo a precombustione), proposta per la prima volta da Aleksej Mikhajlovich Isaev nel 1949, è un ciclo termodinamico chiuso utilizzato nei motori a razzo a bipropellente liquido. Una parte del propellente è bruciata in un precombustore in modo da alimentare la turbina delle turbopompe di alimentazione principali. I gas di scarico sono poi immessi, insieme al restante propellente, nella camera di combustione principale dove la reazione di combustione si completa.

Il vantaggio di un ciclo a combustione stadiata risiede nel fatto che tutto il calore dei gas rimane nel ciclo del motore e passa per la camera di combustione principale e l'ugello a differenza del ciclo a generatore di gas (ciclo aperto), dove i gas di scarico in uscita dalle turbopompe sono espulsi separatamente da quelli della camera di combustione principale, comportando una piccola percentuale di perdita di efficienza nella spinta.

Un altro vantaggio è la sovrabbondanza di potenza disponibile che permette di ottenere notevoli pressioni in camera di combustione (più di 20 MPa per i motori principali dello Space Shuttle) e conseguenti elevati rapporti di espansione nell'ugello e migliore efficienza a bassa quota.

Gli svantaggi sono dovuti alle condizioni avverse in turbina, alla necessità di complessi sistemi di controllo e condotti dimensionati per convogliare i gas ad alta pressione nella camera di combustione. In particolare, nei sistemi in cui la precombustione avviene in eccesso di ossidante, il flusso di gas ad alta temperatura è estremamente corrosivo ed è necessario impiegare particolari leghe metalliche. Per questo si preferiscono cicli in cui la precombustione avviene in eccesso di combustibile. Anche il ridotto salto di pressione disponibile nella turbina della turbopompa dovuto alla necessità di alimentare la camera di combustione ad una elevata pressione costituisce un fattore limitante dei sistemi a ciclo chiuso.

ciclo a combustione stadiata (a sinistra) e ciclo a precombustione a flusso completo (a destra)

Armatura reattiva (1949)

L'armatura reattiva è un tipo di armatura per veicoli che reagisce in qualche modo all'impatto di un'arma per ridurre il danno arrecato al veicolo protetto. L'armatura reattiva ha lo scopo di contrastare le munizioni anticarro che funzionano perforando l'armatura e quindi uccidendo l'equipaggio all'interno, disabilitando sistemi meccanici vitali o creando scheggiature che disabilitano l'equipaggio – o tutti e tre gli effetti.

L'idea della controesplosione (контрвзрыв, kontrvzryv) nell'armatura fu proposta per la prima volta dall'Istituto di ricerca scientifica sull'acciaio nel 1949 dallo scienziato meccanico Bogdan Vjacheslavovich Voitsekhovskij.

un carro armato T-72 rivestito con mattoni di armatura reattiva

Trapianto di testa (1950)

Nel 1954, all'Istituto di chirurgia sperimentale di Mosca, il trapiantologo Vladimir Petrovich Demikhov trapiantò con successo la testa e le zampe anteriori di un cucciolo sul collo di un cane adulto. Durante l'intervento, il sistema circolatorio di entrambi gli animali fu collegato per ottenere un flusso sanguigno comune. Le teste potevano abbaiare, e ci sono scatti fotografici in cui si nutrono contemporaneamente. I due cani, Shavka e Brodjaga, morirono quattro giorni dopo l'operazione per l'ostruzione di una vena che li connetteva.

La creazione di un cane a due teste non fu priva di critiche e rimproveri: fu ritenuta una stupidità inutile, ma Demikhov obiettò, non senza ragione, che il suo cane a due teste era la prova diretta della reale possibilità che il cervello funzioni se la testa viene trapiantata in un altro corpo. La sala operatoria di Demikhov divenne un luogo di stage e formazione per i suoi colleghi (sia dall'URSS che dall'estero). Il cardiochirurgo Christiaan Barnard, che nel 1967 eseguì il primo trapianto di cuore umano al mondo in Sud Africa, visitò due volte Demikhov, definendolo uno dei suoi maestri e affermando di essersi convinto della realtà del trapianto di organi quando aveva visto il famoso cane con due teste.

schema dell'esperimento di Demikhov del 1954

Magnetotellurica (anni '50)

La magnetotellurica è un metodo geofisico elettromagnetico per dedurre la conduttività elettrica del sottosuolo terrestre dalle misurazioni della variazione del campo geomagnetico e geoelettrico naturale sulla superficie terrestre. La tecnica magnetotellurica fu introdotta indipendentemente dagli scienziati giapponesi Hirayama e Rikitake nel 1948, dal geofisico Andrej Nikolaevich Tikhonov nel 1950 e dal geofisico francese Louis Cagniard nel 1953. Con progressi nella strumentazione, nell'elaborazione e nella modellazione, la magnetotellurica è diventata uno degli strumenti più importanti nella ricerca sulla Terra profonda. Gli usi commerciali includono l'esplorazione di idrocarburi (petrolio e gas), l'esplorazione geotermica, lo stoccaggio del carbonio, l'esplorazione mineraria, il monitoraggio degli idrocarburi e delle acque sotterranee.

risultati di sondaggio magnetotellurico

MESM (1950)

МЭСМ, Малая Электронно-Счетная Машина; 'Small Electronic Calculating Machine

Il MESM (МЭСМ, Малая Электронно-Счетная Машина; 'Piccola macchina calcolatrice elettronica') è stato il primo computer elettronico universalmente programmabile nell'Unione Sovietica. Da alcuni autori venne descritto anche come il primo dell'Europa continentale, anche se lo avevano preceduto i computer elettromeccanici Zuse Z4 e la svedese BARK. Inizialmente, il MESM era concepito come un modello di una grande macchina calcolatrice elettronica e la lettera "M" nel titolo significava "modello" (prototipo).

Il MESM, sviluppato da un team di scienziati sotto la direzione di Sergej Alekseevich Lebedev dell'Istituto di elettrotecnologia a Feofanija (vicino a Kiev), nella Repubblica socialista ucraina, divenne operativo nel 1950. Aveva circa 6.000 tubi a vuoto e consumava 25 kW di potenza. Poteva eseguire circa 3.000 operazioni al minuto.

il personale del MESM

Punta Berkovich (1950)

Una punta Berkovich è un tipo di punta per nanoindentatore utilizzata per testare la durezza dell'indentazione di un materiale. La forma originale della punta fu inventata dallo scienziato E. S. Berkovich nell'URSS attorno al 1950.

una punta Berkovich con "a" che indica il semiangolo

Reazione Belousov-Zhabotinskij (1951)

La reazione Belousov-Zhabotinskij, o reazione BZ, fa parte di una classe di reazioni che fungono da classico esempio di termodinamica di non equilibrio, che risulta nella creazione di un oscillatore chimico non lineare. L'unico elemento comune in questi oscillatori è l'inclusione del bromo e di un acido. Le reazioni sono importanti per la chimica teorica in quanto mostrano che le reazioni chimiche non devono essere dominate dal comportamento termodinamico di equilibrio. Queste reazioni sono lontane dall'equilibrio e rimangono tali per un periodo di tempo significativo ed evolvono in modo caotico. In questo senso, forniscono un interessante modello chimico dei fenomeni biologici di non equilibrio; in quanto tali, i modelli matematici e le simulazioni delle stesse reazioni BZ sono di interesse teorico, mostrando il fenomeno come ordine indotto dal rumore.

La scoperta del fenomeno è attribuita a Boris Belousov . Nel 1951, mentre cercava di trovare l'analogo non organico del ciclo dell'acido citrico, o ciclo di Krebs, notò che in una miscela di bromato di potassio, solfato di cerio (IV), acido malonico e acido citrico in acido solforico diluito, il rapporto di concentrazione degli ioni cerio (IV) e cerio (III) oscillava, facendo oscillare anche il colore della soluzione tra una soluzione gialla e una soluzione incolore. Ciò è dovuto al fatto che gli ioni cerio (IV) vengono ridotti dall'acido malonico in ioni cerio (III), che vengono poi ossidati nuovamente in ioni cerio (IV) dagli ioni bromato (V). Il biochimico Simon El'evich Shnoll incoraggiò Belousov a continuare i suoi sforzi per pubblicare i suoi risultati. Dopo la pubblicazione di Belousov nel 1959, Shnoll affidò il progetto nel 1961 a uno studente laureato, Anatollij Markovich Zhabotinskij, che studiò in dettaglio la sequenza di reazione.

modelli della reazione Belousov-Zhabotinskij mostrati in una capsula Petri

Emettitore di onde d'urto (1951)

Un emettitore di onde d'urto è un tipo di sorgente esplosiva di radiazioni elettromagnetiche a radiofrequenza con un rivestimento "virtuale". Il dispositivo genera sempre e solo un singolo impulso poiché viene fisicamente distrutto durante il funzionamento. Viene utilizzato nelle unità da combattimento di potenti bombe elettromagnetiche, proiettili, mine e altre armi elettromagnetiche, la cui azione si basa sul colpire bersagli con radiazioni elettromagnetiche a radiofrequenza

Il primo emettitore, il MK-1 del 1951, fu sviluppato da Robert Zaharovich Ljudaev. Nella primavera del 1952, RZ Ljudaev, Ekaterina Alekseevna Feoktistova, G.A. Tsyrkov e A.A. Chvileva intrapresero il primo esperimento con questo tipo di generatore, con l'obiettivo di ottenere un campo magnetico molto elevato.

sezione di un generatore di compressione di flusso. Il tubo di alluminio viene fatto esplodere all'estremità che si estende oltre l'elica del filo di rame. Dall'altra parte un trasformatore consente al generatore di funzionare in modo più efficiente nel carico elettrico

Maser (1952)

Un maser (acronimo di microwave amplification by stimulated emission of radiation, o "amplificazione a microonde mediante emissione stimolata di radiazione") è un dispositivo che produce onde elettromagnetiche coerenti (cioè microonde) per amplificazione mediante emissione stimolata. I maser sono anche utilizzati come dispositivi di cronometraggio negli orologi atomici e come amplificatori a microonde a rumore estremamente basso nei radiotelescopi e nelle stazioni terrestri di comunicazione dei veicoli spaziali nello spazio profondo. I moderni maser possono essere progettati per generare onde elettromagnetiche non solo alle frequenze delle microonde ma anche alle frequenze radio e infrarosse. Il maser è stato il precursore del laser, che funziona secondo lo stesso principio del maser ma produce una radiazione coerente a frequenza più elevata a lunghezze d'onda visibili.

All'inizio degli anni '50 i fisici Nikolaj Gennadievich Basov e Aleksandr Mikhajlovich Prokhorov svilupparono le basi teoriche per la creazione di un oscillatore molecolare e costruirono un tale oscillatore basato sull'ammoniaca. Successivamente questo oscillatore divenne noto come maser . Proposero inoltre un metodo per produrre l'inversione di popolazione utilizzando campi elettrici e magnetici disomogenei. I loro risultati furono presentati ad una conferenza nazionale nel 1952 e pubblicati nel 1954. Nello stesso periodo la teoria era testata negli Stati Uniti, e nel 1953 fu costruito il primo maser da Charles Hard Townes, James Power Gordon e Herbert J. Zeiger alla Columbia University. Nel 1964, Basov e Prokhorov condivisero il premio Nobel per la fisica con Townes "per il lavoro fondamentale nel campo dell'elettronica quantistica , che ha portato alla costruzione di oscillatori e amplificatori basati sul principio maser – laser". Era la prima volta che scienziati americani e sovietici condividevano un premio Nobel.

il primo prototipo di maser ad ammoniaca davanti al suo inventore Charles Hard Townes

Sette sorelle (Mosca, 1952)

Con il nome di "Sette Sorelle" sono definiti in Occidente i sette grattacieli a Mosca progettati in stile stalinista (in Russia sono noti come "grattacieli di Stalin": Сталинские высотки, Stalinskie Vysotki). Furono costruiti dal 1947 al 1953. Al momento della costruzione erano gli edifici più alti d'Europa e l'edificio principale dell'Università statale di Mosca rimase l'edificio più alto d'Europa fino al 1990. I sette grattacieli sono sono: l'hotel Ukraina, gli appartamenti sulla Kotelinicheskaja Naberezhnaja, l'edificio residenziale in piazza Kudrinskaja, l'hotel Leningrado, l'edificio principale del Ministero degli esteri, l'edificio principale dell'Università statale di Mosca e l'edificio amministrativo In Piazza delle Porte Rosse.

le sommità delle "Sette sorelle" di Mosca

Nanotubi di carbonio (1952)

Un nanotubo di carbonio (CNT) è una modificazione allotropica del carbonio, costituita da uno o più piani di grafene arrotolati in una struttura cilindrica cava con un diametro da dieci a diverse decine di nanometri e una lunghezza da un micrometro a diversi centimetri.

Esistono tecnologie che consentono di intrecciare i nanotubi di carbonio in fili di lunghezza illimitata. I nanotubi di carbonio sono attualmente utilizzati in molteplici applicazioni industriali e di consumo. Questi includono componenti di batterie, compositi polimerici, per migliorare le proprietà meccaniche, termiche ed elettriche del prodotto sfuso e come vernice nera altamente assorbente. Molte altre applicazioni sono in fase di sviluppo, inclusi transistor a effetto di campo per l'elettronica, tessuti ad alta resistenza, biosensori per applicazioni biomediche e agricole e molte altre.

La vera identità degli scopritori dei nanotubi di carbonio è oggetto di alcune controversie. Un editoriale del 2006 scritto da Marc Monthioux e Vladimir Kuznetsov sulla rivista Carbon ha descritto l'origine del nanotubo di carbonio. Un'ampia percentuale di letteratura accademica e popolare attribuisce la scoperta di tubi cavi di dimensioni nanometriche composti da carbonio grafitico a Sumio Iijima nel 1991. Il suo articolo suscitò un'ondata di entusiasmo e potrebbe essere considerato il merito di aver ispirato molti scienziati che ora studiano le applicazioni dei nanotubi di carbonio. Sebbene a Iijima sia stato dato gran parte del merito per la scoperta dei nanotubi di carbonio, si scopre che la cronologia dei nanotubi di carbonio risale a molto più indietro del 1991. Nel 1952, L. V. Radushkevich e V. M. Lukjanovich pubblicarono immagini nitide osservate al microscopio elettronico di tubi di carbonio di circa 100 nanometri di diametro sulla Rivista di fisica chimica in Russia. Questa scoperta passò in gran parte inosservata, poiché l'articolo fu pubblicato in russo e l'accesso degli scienziati occidentali alla stampa sovietica era limitato durante la guerra fredda. Monthioux e Kuznetsov menzionano nel loro editoriale su Carbon: "Il fatto è che a Radushkevich e Lukjanovich [...] va riconosciuto il merito della scoperta che i filamenti di carbonio potevano essere cavi e avere un diametro nanometrico, cioè della scoperta dei nanotubi di carbonio".

interno di un nanotubo di carbonio

Cosmetologia antropometrica o apparato Ilizarov (1952)

L'apparato di Ilizarov prende il nome dal chirurgo ortopedico Gavriil Abramovich Ilizarov che lo sviluppò nel 1952: è un apparecchio di fissazione esterna utilizzato per allungare o rimodellare le ossa danneggiate di un braccio o di una gamba, per il trattamento di fratture complesse e fratture ossee aperte, e usato per trattare le mancate unioni delle ossa infette che non possono essere risolte chirurgicamente. L'apparato Ilizarov corregge le deformità angolari e le differenze nella lunghezza delle gambe, e risolve le pseudoartrosi osteopatiche.

a sinistra: scultura memoriale dell'apparato di Ilizarov nella sua città natale di Qusar in Azerbaijan - a destra: Gavriil Ilizarov con uno dei suoi apparati

Centrale nucleare (1954)

La prima centrale nucleare al mondo a generare elettricità per una rete elettrica fu la centrale nucleare di Obninsk (nella regione di Kaluga), che iniziò le operazioni il 27 giugno 1954. Il fisico Igor' Vasil'evich Kurchatov (l'autore della smagnetizzazione navale) e l'ingegnere Nikolaj Antonovich Dollezhal lavorarono assieme al progetto della centrale.

l'edificio della centrale nucleare di Obninsk, oggi museo

MiG-21 (1955)

Il Mikojan-Gurevich MiG-21 è il primo aereo sovietico di successo che unì le caratteristiche di un caccia e di un intercettore in un unico velivolo. Fece il suo primo volo il 16 giugno 1955 e la sua prima apparizione pubblica durante l'esibizione della Giornata dell'aviazione sovietica presso l'aeroporto Tushino di Mosca nel luglio 1956.

La progettazione, la costruzione, i test e il perfezionamento del MiG-21 furono guidati da Anatolij Grigor'evich Brunov, inizialmente con lo status di vice capo progettista, e dal marzo 1957 capo progettista di aerei da caccia; in questa veste, Brunov continuò a dirigere lo sviluppo del MiG-21 e delle sue modifiche. Nelle sue numerose varianti, il MiG-21 è l'aereo supersonico più prodotto al mondo.

un MiG-21 in volo

Sottomarino lanciamissili balistico (1955)

Il Progetto 611 della Marina sovietica fu uno dei primi sottomarini d'attacco del secondo dopoguerra; sei dei suoi modelli furono convertiti nel 1956 per diventare i primi sottomarini lanciamissili balistici al mondo, sotto la direzione dell'ingegnere Viktor Petrovich Makeev.

un sottomarino lanciamissili Progetto 611

Reattore a neutroni veloci (1955)

Un reattore a neutroni veloci è una categoria di reattori nucleari in cui la reazione a catena di fissione è sostenuta da neutroni veloci, al contrario ai neutroni termici lenti utilizzati nei reattori a neutroni termici. Un reattore veloce non ha bisogno di un moderatore di neutroni, ma richiede un combustibile relativamente ricco di materiale fissile rispetto a quello richiesto per un reattore a neutroni termici.

BN-350 è la sigla del primo reattore al mondo a neutroni veloci, con un refrigerante al sodio. Fu progettato nel 1955 e messo in funzione il 16 luglio 1973 presso la centrale nucleare di Mangyshlak, situata a Shevchenko (ora Aktau) in Kazakistan, sulle rive del Mar Caspio. Oltre a fornire energia alla città, il BN-350 fu utilizzato anche per la produzione di plutonio e per la desalinizzazione per fornire acqua dolce alla città.

il reattore a neutroni veloci BN-350 ad Aktau, in Kazakistan, ha operato dal 1973 al 1994

Metropolitana di Leningrado (1955)

La questione della costruzione di una strada sotterranea a San Pietroburgo sorse nel 1820, quando l'autodidatta Torgovanov, presentò allo tsar Alessandro I un progetto di scavo di un tunnel dal centro della cittò all'isola Vasilievskij. Numerosi progetti furono presentati tra la fine del XIX secolo e il 1901, quando l'ingegnere ferroviario Pjotr Ivanovich Balinskij (uno dei primi ingegneri metropolitani russi) propose di costruire una rete dedicata di sei linee urbane, di cui due radiali, con un lunghezza totale di 172 chilometri. Quasi tutti i progetti pre-rivoluzionari presentavano il concetto di un sistema metropolitano sopraelevato con linee di cavalcavia, come per le metropolitane di Parigi o Vienna. Tuttavia, come si scoprì in seguito attraverso l'esperienza di gestione di tratti metropolitani scoperti a San Pietroburgo (poi chiusi), tali progetti avrebbero comportato molte difficoltà nella loro manutenzione, e all'epoca gli ingegneri russi non disponevano né dell'attrezzatura né delle competenze tecniche sufficienti per costruire tunnel profondi attraverso il terreno impegnativo sotto San Pietroburgo.

La costruzione dell'attuale metropolitana iniziò all'inizio del 1941, ma fu sospesa a causa della guerra e del successivo assedio di Leningrado, durante il quale le stazioni costruite furono utilizzate come rifugi antiaerei. Fu finalmente inaugurata il 15 novembre 1955. Oggi la metropolitana di San Pietroburgo è la più profonda del mondo in termini di profondità media delle stazioni. Molte stazioni hanno un design architettonico e artistico originale, e 8 di loro sono riconosciute come oggetti del patrimonio culturale della Russia. Una caratteristica che distingue questa metropolitana dalle altre del paese e del mondo è la presenza di stazioni di tipo chiuso (senza binari di imbarco laterali).

il progetto di Pjotr Balinskij per una metropolitana sopraelevata a San Pietroburgo, 1901

la stazione Avtovo è considerata una delle stazioni della metropolitana più squisitamente decorate al mondo

Tokamak (1955)

Il tokamak (тороидальная камера с магнитными катушками, o "camera toroidale con bobine magnetiche") è un dispositivo che utilizza un potente campo magnetico per confinare il plasma. Il tokamak è uno dei diversi tipi di dispositivi di confinamento magnetico sviluppati per produrre energia da fusione termonucleare controllata. Il primo vero tokamak sperimentale fu costruito nel 1955, a partire dai concetti dei fisici Igor' Evgen'evich Tamm e Andrej Dmitrievich Sakharov. Il primo tokamak funzionante è attribuito al lavoro di Natan Aronovich Javlinskìij sul T-1 nel 1958. Nella sua forma avanzata, il Tokamak T-4, è stato testato nel 1968 a Novosibirsk, conducendo la prima reazione di fusione termonucleare quasi stazionaria. Il design del tokamak gioca un ruolo fondamentale nei moderni progetti per la generazione di energia basata sulla fusione termonucleare.

costruzione della camera di forma toroidale di un tokamak

Sincrofasotrone (1957)

Il sincrofasotrone è un acceleratore di particelle per protoni basato sul sincrotrone presso l'Istituto congiunto per la ricerca nucleare di Dubna, presso Mosca, operativo dal 1957 al 2003. È stato progettato e costruito sotto la supervisione di Vladimir Iosifovich Veksler, che aveva inventato il sincrotrone, in modo indipendente da Edwin McMillan.

il sincrofasotrone di Dubna

Spazioporto / cosmodromo (1957)

Uno spazioporto o cosmodromo è un sito per il lancio o la ricezione di veicoli spaziali, per analogia con un porto marittimo per navi o un aeroporto per aerei. La parola spazioporto, e ancor più cosmodromo, è stata tradizionalmente utilizzata per siti in grado di lanciare veicoli spaziali in orbita attorno alla Terra o su traiettorie interplanetarie. Il primo spazioporto al mondo per lanci orbitali e umani, il cosmodromo di Bajkonur nel Kazakistan meridionale, iniziò come base missilistica militare nel 1955. Da qui partirono il primo volo orbitale (Sputnik 1) nell'ottobre 1957, e il primo lancio di un essere umano nello spazio (Jurij Alekseevich Gagarin) nel 1961. Il complesso di lancio utilizzato, il Sito 1, ha raggiunto un significato simbolico speciale ed è comunemente chiamato "partenza di Gagarin". Bajkonur è stato il principale cosmodromo sovietico ed è ancora spesso utilizzato dalla Russia in base a un accordo di locazione con il Kazakistan.

la piattaforma di lancio "partenza di Gagarin" del cosmodromo di Bajkonur

Missile balistico intercontinentale e razzo spaziale orbitale (1957)

Il primo missile balistico intercontinentale di successo al mondo, nonché primo razzo spaziale orbitale e sistema di lancio sacrificabile, l'R-7 Semjorka, fu sviluppato sotto la supervisione dell'ingegnere missilistico Sergej Pavlovich Koroljov tra il 1953 e il 1957, e tra il 1957 e il 1961 effettuò 28 lanci: fu utilizzato per lanciare i primi satelliti artificiali della Terra. Da allora, i veicoli di lancio della famiglia R-7 sono stati utilizzati attivamente per lanciare veicoli spaziali per vari scopi e dal 1961 questi veicoli di lancio sono stati ampiamente utilizzati nell'astronautica con equipaggio.

il razzo R-7 Semjorka

Satellite artificiale (1957)

Lo Sputnik 1 fu il primo satellite artificiale in orbita terrestre. Fu lanciato in un'orbita terrestre bassa ellittica dall'Unione Sovietica il 4 ottobre 1957 e fu il primo di una serie di satelliti noti collettivamente come Programma sputnik. La data di lancio dello Sputnik 1 segna l'inizio dell'era spaziale dell'umanità e viene celebrata ogni anno in Russia come un giorno commemorativo per le forze spaziali.

il primo satellite artificiale al mondo

Capsula spaziale (1957)

Lo Sputnik 2 (Спутник-2) è stato il secondo veicolo spaziale lanciato nell'orbita terrestre, il 3 Novembre 1957, e il primo a portare in orbita un animale, un cane randagio delle strade di Mosca, di nome Lajka. La scelta di inviare un cane in orbita era dovuta alla fretta, imposta da Khrushchjov, di effettuare il lancio in tempo per il 40° anniversario della rivoluzione bolscevica all'inizio di novembre, quando le condizioni per un volo umano non erano state ancora testate a sufficienza.

Lajka morì durante la quarta orbita del satellite a causa del surriscaldamento causato da un malfunzionamento dell'aria condizionata. Lo Sputnik 2 rientrò nell'atmosfera il 14 aprile 1958 dopo 162 giorni nello spazio e circa 2500 orbite.

modello dello Sputnik 2 al Museo memoriale della cosmonautica di Mosca

Aliscafo Raketa (1957)

"Raketa" (Ракета, ovvero "razzo") è la sigla di una serie di aliscafi fluviali per passeggeri, destinati al trasporto ad alta velocità su linee suburbane e locali con una lunghezza fino a 600 chilometri, progettati dal costruttore navale Rostislav Evgen'evich Alekseev, prodotti dal 1957 fino alla metà degli anni '70 . In totale furono costruite circa quattrocento motonavi. Il primo aliscafo sperimentale, Raketa-1, compì il suo primo viaggio sul Volga il 25 agosto 1957. Durante questo volo, la distanza di 420 chilometri da Gorkij a Kazan' fu coperta in sette ore, con trenta passeggeri a bordo.

aliscafo "Raketa" sul Volga

Computer ternario moderno (1958)

Un computer ternario è un computer che utilizza la logica ternaria (cioè a base 3) invece del più comune sistema binario (cioè a base 2) nei suoi calcoli.

Il primo computer ternario elettronico moderno, il Setun, fu costruito nel 1958 presso l'Università statale di Mosca da Nikolaj Petrovich Brusentsov, e presentava notevoli vantaggi rispetto ai computer a sistema binario che alla fine lo sostituirono, come un minor consumo di elettricità e minori costi di produzione.

sistema informatico digitale ternario

Rompighiaccio nucleare (1959)

Una nave rompighiaccio a propulsione nucleare è dotata a bordo di una centrale nucleare che produce energia per il sistema di propulsione della nave. Sebbene più costose da utilizzare, le navi rompighiaccio a propulsione nucleare offrono una serie di vantaggi rispetto alle loro controparti diesel, in particolare lungo la rotta del Mare del Nord, dove la forte domanda di energia associata alla rompighiaccio, le limitate infrastrutture di rifornimento lungo la costa siberiana e la resistenza richiesta rendono impegnative le operazioni alle navi rompighiaccio a motore diesel. A partire dal 2023, la Russia è l'unico paese che costruisce e gestisce rompighiaccio a propulsione nucleare, avendo costruito una serie di navi di questo tipo per aiutare la navigazione lungo la rotta del Mare del Nord e gli avamposti artici russi sin dall'era sovietica. Navi rompighiaccio nucleare di minore pescaggio, come quelle della classe Tajmyr, forniscono il servizio alle foci dei fiumi artici.

La Lenin è stata la prima nave rompighiaccio nucleare al mondo, varata nel 1957 come prima nave di superficie a propulsione nucleare al mondo e come prima nave nucleare a uso civile.

I rompighiaccio sono stati utilizzati anche per numerose spedizioni scientifiche nell'Artico. Il 17 agosto 1977 l'Arktika fu la prima nave di superficie al mondo a raggiungere il Polo Nord. Dal 1989 le navi rompighiaccio a propulsione nucleare della classe Arktika sono utilizzate anche per trasportare turisti al Polo Nord.

l'Arktika, costruita nel 1975, la prima nave di superficie a raggiungere il Polo Nord nel 2006

Sonda spaziale (1959)

Luna 1, conosciuta anche come Mechta (Мечта, o "Sogno"), fu il primo veicolo spaziale a raggiungere le vicinanze della Luna terrestre e il primo veicolo spaziale a essere posizionato in un'orbita eliocentrica. Destinato come dispositivo di simulazione, Luna 1 fu lanciato come parte del programma sovietico Luna nel 1959. Un malfunzionamento nel sistema di controllo a terra causò un errore nel tempo di combustione del razzo dello stadio superiore e la navicella spaziale mancò la Luna di 5.900 km (più di tre volte il raggio della Luna). Luna 1 divenne il primo oggetto creato dall'uomo a raggiungere l'orbita eliocentrica e fu soprannominato "Pianeta artificiale 1" e ribattezzato Mechta (Sogno). Luna 1 venne chiamata anche la "Prima nave cosmica", in riferimento al suo raggiungimento della velocità di fuga dalla Terra.

"Stazione interplanetaria Luna 1". Replica della stazione interplanetaria Luna 1 esposta nel padiglione "Kosmos" della Mostra delle conquiste dell'economia nazionale dell'URSS

Nave lanciamissili (1959)

Una nave lanciamissili è una piccola e veloce nave da guerra armata di missili antinave. Essendo più piccole di altre navi da guerra come cacciatorpediniere e fregate, le navi lanciamissili sono apprezzate dalle nazioni interessate a formare una marina a costi inferiori. Sono simili concettualmente alle torpediniere della seconda guerra mondiale; di fatto, le prime navi lanciamissili erano torpediniere modificate con i tubi lanciasiluri sostituiti da tubi missilistici.

La dottrina dietro l'uso delle navi lanciamissili si basa sul principio della mobilità rispetto alla difesa e alla potenza di fuoco. L'avvento di adeguate tecnologie missilistiche guidate e di contromisure elettroniche ha fatto nascere l'idea che le navi da guerra potessero ora essere progettate per avere la meglio sui nemici e nascondersi trasportando armi potenti.

Le navi lanciamissili furono inventate e prodotte per la prima volta dall'Unione Sovietica negli anni '50, a cominciare dal "Progetto 183R" che si sviluppò nella nave missilistica di classe Komar, che montava due missili antinave "P-15 Termit" (Styx) in lanciatori a scatola e un cannone automatico da 25 mm su uno scafo in legno di 25 metri che spostava 66,5 tonnellate. Quattro motori diesel fornivano al Komar 4.800 CV (3.600 kW) e una velocità massima di circa 44 nodi (81 km/h). L'autonomia era limitata a 1.000 miglia nautiche (1.900 km) a 12 nodi (22 km/h) e le navi avevano carburante e rifornimenti solo per cinque giorni in mare. Furono prodotte 112 navi di classe Komar, mentre furono costruiti oltre 400 esemplari della successiva nave missilistica di classe Osa, con un numero significativo di entrambi i tipi venduti a nazioni filo-sovietiche.

Essendo relativamente piccole e costruite in legno, le imbarcazioni di classe Komar avevano una sezione radar molto piccola. Un sofisticato radar consentiva alla lanciamissili, con la sua bassa riflettività radar, di rilevare una nave nemica più grande prima che quest'ultima si rendesse conto della sua presenza, sparare i suoi missili e allontanarsi. Gli architetti navali avevano progettato queste navi con queste caratteristiche per dare alle piccole imbarcazioni questo vantaggio contro navi molto più grandi che avessero tentato di attaccare la costa russa. Le barche erano progettate per operazioni costiere, con un'autonomia limitata.

nave missilistica di classe Komar durante un lancio

Ciclo di Klimenko (1959)

Il ciclo Klimenko, o ciclo a cascata a flusso singolo, è una tecnica a refrigerante misto a flusso singolo utilizzata per raffreddare o liquefare i gas. Il termine "ciclo Klimenko" è utilizzato nella refrigerazione se in un ciclo vengono utilizzati refrigeranti multicomponente. Lo scienziato russo Aleksandr Petrovich Klimenko descrisse il ciclo a cascata a flusso unico negli Atti della XIII Conferenza Internazionale sulla Refrigerazione a Copenaghen, Danimarca, nel 1959.

un processo a cascata automatica con due diversi refrigeranti

Ciclo di combustione a stadi (1959)

Il ciclo di combustione a fasi è un ciclo di alimentazione di un motore a razzo bipropellente . Nel ciclo di combustione a fasi, il propellente scorre attraverso più camere di combustione e viene quindi bruciato in più fasi. Il vantaggio principale rispetto ad altri cicli di potenza dei motori a razzo è l'elevata efficienza del carburante, misurata attraverso l'impulso specifico, mentre il suo principale svantaggio è la complessità ingegneristica.

La combustione a fasi (Замкнутая схема) fu proposta per la prima volta da Aleksej Mikhajlovich Isaev nel 1949. Il primo motore a combustione a fasi fu l'S1.5400 (11D33) del 1959. Più o meno nello stesso periodo, Nikolaj Dmitrievich Kuznetsov iniziò a lavorare sul motore a ciclo chiuso NK-9. Kuznetsov successivamente evolse quel progetto nei motori NK-15 e NK-33 per il razzo Lunar N1, senza successo. Il motore non criogenico N2O4/UDMH RD-253 che utilizza la combustione a fasi è stato sviluppato da Valentin Glushko intorno al 1963 per il razzo Proton.

schema del motore SpaceX Raptor del 2019

Stivali a razzo (1960)

Gli stivali a razzo sono un'invenzione dello scienziato sovietico Viktor Gordeev: una coppia di dispositivi da indossare sulla parte inferiore delle gambe e sui piedi. Gli stivali a razzo hanno lo scopo di consentire a una persona di viaggiare più velocemente e più lontano che camminando o correndo senza assistenza.

In questi stivali non ci sono veri e propri razzi. Piuttosto, la potenza proviene da pistoni riempiti con una miscela aria-carburante e attivati per compressione quando l'utente scarica l'intero peso corporeo sullo stivale. Quando il pistone si attiva, la piattaforma sotto il piede dell'utente spinge l'utente, lanciandolo in avanti verso il passo successivo con un'azione simile a quella del bastone salterello. Gli stivali consumano circa 4 cc di carburante per 9,97 km.

Gli stivali furono inizialmente sviluppati negli anni '70 per l'esercito sovietico, ma lo sviluppo fu sospeso fino al 2000. Il progetto fu riavviato nella Federazione Russa dagli scienziati dell'Università statale del Bashkortostan a Ufa, con l'obiettivo di sviluppare un prodotto per civili e militari.

Si prevede che utilizzando gli stivali a razzo, una persona possa viaggiare ad una velocità media di circa 16,89 km/h. Tuttavia, si ritiene che la velocità massima per un utente esperto sia di circa 35,4 km/h.

utilizzo degli stivali a razzo

Capsula di rientro (1960)

Una capsula di rientro è la parte di una capsula spaziale che ritorna sulla Terra dopo un volo spaziale. La forma è determinata in parte dall'aerodinamica; una capsula è aerodinamicamente stabile e cade per prima con l'estremità smussata, il che consente solo all'estremità smussata di richiedere uno scudo termico per l'ingresso nell'atmosfera. Una capsula con equipaggio contiene il pannello degli strumenti della navicella, uno spazio limitato e sedili per i membri dell'equipaggio. Poiché la forma di una capsula ha poca portanza aerodinamica, la discesa finale avviene tramite paracadute, fermandosi a terra, in mare o tramite cattura attiva da parte di un aereo.

schema del funzionamento di una capsula di rientro

Volo spaziale umano (1961)

Il Vostok 1 (Восток-1, "ovvero Est-1"), lanciato dal programma spaziale sovietico e supervisionato dallo scienziato missilistico Sergej Pavlovich Koroljov, fu il primo volo spaziale umano. La navicella spaziale Vostok 3KA fu lanciata il 12 aprile 1961, portando nello spazio il cosmonauta Jurij Alekseevich Gagarin. La missione Vostok 1 è stata la prima volta in cui qualcuno ha viaggiato nello spazio e la prima volta in cui qualcuno è entrato in orbita.

Il programma Vostok effettuò sei voli spaziali con equipaggio dal 1961 al 1963, seguiti nel 1964 e nel 1965 da due voli della navicella spaziale Vostok (identificata come Voskhod) modificata per un massimo di tre piloti. Verso la fine degli anni '60, questi furono sostituiti con i veicoli spaziali Sojuz, ancora utilizzati nel 2023.

modello della navicella spaziale Vostok 3KA con terzo stadio di lancio

RPG-7 (1961)

L'RPG-7 (РПГ-7, Ручной противотанковый гранатомёт, Ruchnoj protivotankovyj granatomjot, o  "lanciagranate anticarro portatile") è un razzo portatile, riutilizzabile, non guidato, lanciato a spalla, anticarro – lanciagranate a propulsione. L'RPG-7 e il suo predecessore, l'RPG-2, furono progettati dall'Unione Sovietica e ora sono prodotti dalla società russa Bazalt.

La robustezza, la semplicità, il basso costo e l'efficacia dell'RPG-7 lo hanno reso l'arma anti-armatura più utilizzata al mondo. Attualmente circa 40 paesi utilizzano l'arma; è prodotto in diverse varianti da nove paesi. È popolare tra le forze irregolari e di guerriglia.

un lanciatore RPG-7 (in alto) con una testata da addestramento inerte PG-7G bulgara e un booster (in basso)

Laurenzio (1961)

Il laurenzio, o laurencio, è l'elemento chimico della tavola periodica che ha come simbolo Lr e come numero atomico il 103. È un elemento sintetico, radioattivo, a vita breve, transuranico, appartenente alle terre rare. L'origine del nome, preferito dalla American Chemical Society, fa riferimento a Ernest Lawrence, l'inventore del ciclotrone. Fu co-scoperto all'Istituto di ricerche nucleari di Dubna e al Lawrence Berkeley Laboratory.

configurazione elettronica del laurenzio

Missile antibalistico (1961)

Un missile antibalistico è un missile terra-aria progettato per contrastare i missili balistici (difesa missilistica). I missili balistici sono utilizzati per lanciare testate nucleari, chimiche , biologiche o convenzionali in una traiettoria di volo balistica. Il termine "missile antibalistico" è un termine generico che indica un sistema progettato per intercettare e distruggere qualsiasi tipo di minaccia balistica; tuttavia, è comunemente utilizzato per sistemi specificamente progettati per contrastare i missili balistici intercontinentali.

Le creazioni dello scienziato missilistico Pjotr Dmitrievich Grushin rivoluzionarono le tattiche di utilizzo dell'aviazione e dimostrarono che i sistemi di difesa aerea possono essere non solo una forza militare, ma anche uno strumento di deterrenza e influenza politica nel mondo.

missile antibalistico di Pjotr Grushin

Cibo e tuta spaziale (1961)

Nel 1961 i due primi uomini nello spazio, Jurij Alekseevich Gagarin sul Vostok 1 e German Stepanovich Titov sul Vostok 2, si trovarono esposti ai problemi dell'alimentazione e della sopravvivenza nelle condizioni pressurizzate e di assenza di gravità dei loro velivoli. Il cibo deve fornire un'alimentazione adeguata ed essere facile e sicuro da conservare, preparare e consumare negli ambienti senza peso pieni di macchinari dei veicoli spaziali con equipaggio. La tuta spaziale deve poter mantenere un essere umano in vita in presenza del vuoto e di temperature estreme.

tipologie di cibo spaziale russo

evoluzione della tuta spaziale: dal modello SK-1 di Gagarin all'odierno Orlan-MK

"Tsar delle bombe" (1961)

Lo "tsar delle bombe" (царь-бомба, tsar'-bomba) o "AN602" era una bomba aerea termonucleare e l'arma nucleare più potente mai creata e testata. La sua fabbricazione, nota come progetto Arzamas-16, sotto la supervisione del fisico Andrej Dmitrievich Sakharov, fu ordinata da Nikita Khrushchjov nel luglio 1961, e la bomba fu testata il 30 ottobre 1961.

Lo "tsar delle bombe" era una bomba all'idrogeno a tre stadi con una resa da 50 a 58 megatoni di TNT (da 210 a 240 PJ). Ciò equivale a circa 1.350-1.570 volte la potenza combinata delle bombe che distrussero Hiroshima e Nagasaki, 10 volte la potenza combinata di tutti gli esplosivi convenzionali usati nella seconda guerra mondiale, o un quarto della resa stimata dell'eruzione del Krakatoa del 1883, e il 10% della resa combinata di tutti i test nucleari fino a oggi.

un involucro del tipo "tsar delle bombe" in mostra al museo della bomba atomica di Sarov

Porte schermate per binari (1961)

Le porte schermate, che separano la piattaforma dai binari di un treno, tram o metropolitana, sono utilizzate principalmente per la sicurezza dei passeggeri. Le prime stazioni al mondo dotate di porte schermate furono le dieci stazioni della linea 2 della metropolitana di San Pietroburgo , aperte tra il 1961 e il 1972.

la stazione Park Pobedy della metropolitana di San Pietroburgo, prima ad avere porte schermate sui binari nel 1961

Ekranoplan (1961)

Un veicolo a effetto suolo o ekranoplan (экранопла́н) è un veicolo progettato per planare su una superficie piana (solitamente sul mare) sfruttando l'effetto suolo, l'interazione aerodinamica tra l'ala in movimento e la superficie sottostante. La sua tecnologia si è sviluppata negli anni '60 in gran parte grazie ai contributi indipendenti di Rostislav Evgen'evich Alekseev.

ekranoplan A-90 Orljonok

Mil Mi-8 (1961)

Il Mil Mi-8 è un elicottero medio a doppia turbina, progettato dall'ingegnere aerospaziale Mikhail Leont'evich Mil nel 1959 e testato al primo volo il 7 luglio 1961. È l'elicottero più prodotto al mondo, sia nel suo ruolo più comune di elicottero da trasporto, sia come terzo mezzo aereo militare operativo più diffuso al mondo insieme al suo più potente sviluppo, il Mil Mi-17. È utilizzato da oltre 50 paesi.

un Mil Mi-8 della Baltic Airlines in decollo alla Fortezza di Pietro e Paolo a San Pietroburgo

Nanodiamante da detonazione (1962)

Il nanodiamante da detonazione è un diamante microscopico (intorno ai 4 nanometri) che ha origine da una detonazione. I nanodiamanti sono stati sintetizzati mediante compressione d'urto nel 1962 dagli scienziati del VNIITF sotto la guida del fisico nucleare Evgenij Ivanovich Zababakhin

Dopo la sintesi, i nanodiamanti sono estratti dalla fuliggine utilizzando un'autoclave ad alta temperatura e pressione elevata, con bollitura in acido per un lungo periodo (circa 1–2 giorni). L'ebollizione rimuove la maggior parte della contaminazione metallica, proveniente dai materiali della camera di detonazione e dal carbonio non diamante.

L'uso commerciale dei nanodiamanti è vasto (oli per macchine, lubrificanti per metalli, additivi per plastiche e gomme e per elettrolisi galvanica), ma il loro impiego più promettente è in campo medico: infatti, possono trasportare i farmaci chemioterapici alle cellule senza produrre gli effetti negativi degli attuali agenti di rilascio. Grappoli di nanodiamanti circondano i farmaci garantendo che rimangano separati dalle cellule sane, prevenendo danni inutili; una volta raggiunti gli obiettivi prefissati, i farmaci vengono rilasciati nelle cellule tumorali. I diamanti rimanenti, centinaia di migliaia dei quali potrebbero entrare nella cruna di un ago, non inducono infiammazioni nelle cellule una volta svolto il loro lavoro.

nanodiamanti da detonazione prima e dopo la ricottura a 520 °C

Struttura dati ad albero AVL (1962)

In informatica, un albero AVL (dalle iniziali del cognome dei suoi due inventori, gli scienziati Georgij Maksimovich Adelson-Velskij e Evgenij Mikhajlovich Landis, che lo pubblicarono nel loro articolo del 1962 "Un algoritmo per l'organizzazione delle informazioni) è un albero di ricerca binario autobilanciante. In un albero AVL, le altezze dei due sottoalberi figli di qualsiasi nodo differiscono al massimo di uno; se in qualsiasi momento differiscono di più di uno, viene effettuato un ribilanciamento per ripristinare questa proprietà. L'albero AVL è la più antica struttura dati ad albero di ricerca binario autobilanciante mai inventata.

albero AVL con fattori di equilibrio (in verde)

Olografia 3D (1962)

Il fisico Jurij Nikolaevich Denisjuk è stato uno dei fondatori dell'olografia ottica. Nel 1958, prima che venissero inventati i laser con la loro luce coerente, iniziò a condurre i propri esperimenti, dove usò l'emissione di lampade su vapori di mercurio e fu il primo a dimostrare l'ologramma 3D.

Nel 1962 Denisyuk inventò il metodo di registrazione delle immagini in ambienti tridimensionali che consente di salvare informazioni su fase, ampiezza e struttura spettrale dell'onda proveniente da un oggetto. In seguito Denisjuk pubblicò circa 240 articoli di ricerca, che comprendono 35 invenzioni.

Jurij Denisjuk, con in mano un autoritratto a ologramma

Tecnologia stealth moderna (1962)

Il fisico teorico Pjotr Jakovlevich Ufimtsev, insegnante nel campo della diffrazione delle onde elettromagnetiche, è considerato il padre della tecnologia stealth degli aerei moderni. Nel 1962, la casa editrice della Radio sovietica pubblicò il suo libro "Il metodo delle onde marginali nella teoria fisica della diffrazione", con una tiratura di 6.500 copie, in cui delineava l'apparato matematico allora utilizzato nella tecnologia di diffrazione su corpi di forma complessa.

in senso orario: aereo, aliante, lanciamissili e fregata con tecnologia stealth

KTM-5 (1963)

Il tram KTM-5 (abbreviazione di Кировский Трамвай Моторный di quinta generazione), più tardi conosciuto come 71-605, fu introdotto per la prima volta nel 1963. I tram KTM-5 sono stati costruiti esclusivamente per l'Unione Sovietica e quindi attualmente operano solo negli stati post-sovietici: tuttavia, con un totale di 14.991 veicoli, il KTM-5 resta il tram più prodotto al mondo.

un tram KTM-5 a Nizhnij Novgorod

Cocktail di ossigeno (1963)

Il cocktail di ossigeno, sviluppato e proposto nel 1963 dal fisiologoo Nikolaj Nikolaevich Sirotinin, è una sostanza schiumosa contenente una bevanda (succo, latte, ecc.) arricchita con ossigeno gassoso. La bevanda è utilizzata come parte dell'ossigenoterapia da numerose istituzioni mediche russe; le loro ricerche suggeriscono che la bevanda, fornendo ossigeno, riduca la sindrome da stanchezza cronica e l'ipossia e attivi il metabolismo.

Dopo primi tentativi (clinicamente fruttuosi ma sgradevoli) di somministrazione di ossigeno in forma aerea tramite sonde e in liquidi schiumogeni in tubi, Sirotinin suggerì di aggiungere la schiuma di ossigeno al cibo o alle bevande. Tali bevande arricchite di ossigeno ricevettero il nome di "cocktail di ossigeno" e furono prodotte in sanatori e cliniche. Dagli anni '70, il metodo di preparazione di tali bevande non ha subito quasi modifiche, ma sono stati migliorati gli ingredienti che formano la schiuma e le modalità di riempimento dei cocktail con l'ossigeno.

Come base del cocktail sono spesso utilizzati succhi (uva, ciliegia, lampone, ecc.), sciroppi, acqua, latte e bevande alla frutta. Il liquido di base può contenere estratti di piante ed erbe medicinali come biancospino, fiordaliso, erba madre e rosa canina, che a loro volta sono utilizzati nella pratica clinica. Un elemento essenziale del cocktail di ossigeno è un agente schiumogeno, come la gelatina o la liquirizia. Inizialmente, i cocktail di ossigeno venivano preparati con albume, ma gli studi clinici hanno dimostrato che questo ingrediente provoca allergie e sapore sgradevole e potrebbe favorire malattie infettive; così fu sostituito dalla liquirizia, che è schiumogena, tonica e sedativa. È stato osservato un miglioramento in tutti i pazienti con malattie respiratorie e nell'85% dei bambini con problemi del tratto digestivo. In Russia i cocktail di ossigeno sono prescritti alle donne incinte, agli sportivi, ai bambini e agli adolescenti, alle persone che vivono in cattive condizioni ecologiche o che soffrono di ipossia, malattie del sistema cardiovascolare e dell'apparato digerente, problemi al sistema immunitario, insonnia, sindrome da stanchezza cronica e peso corporeo eccessivo.

cocktail di ossigeno

Rutherfordio (1964)

Il rutherfordio è un elemento chimico radioattivo con il simbolo Rf e il numero atomico 104. Come elemento sintetico non si trova in natura e può essere prodotto solo in un acceleratore di particelle; l'isotopo più stabile conosciuto, 267 Rf, ha un'emivita di circa 48 minuti.

Il rutherfordio fu rilevato per la prima volta nel 1964 presso l' Istituto congiunto per la ricerca nucleare a Dubna. Poiché i sovietici affermarono di aver rilevato per primi il nuovo elemento, suggerirono il nome kurchatovio (Ku) in onore di Igor' Vasil'evich Kurchatov, ex capo della ricerca nucleare sovietica. Questo nome è stato utilizzato nei libri del blocco sovietico come nome ufficiale dell'elemento. I ricercatori dell'Università della California a Berkeley, che sintetizzarono definitivamente l'elemento nel 1969, proposero il nome rutherfordio (Rf) in onore del fisico neozelandese Ernest Rutherford, noto come il "padre" della fisica nucleare. Nel 1992, la IUPAC (Unione internazionale di chimica pura e applicata) ha valutato le affermazioni della scoperta e ha concluso che entrambi i team hanno fornito prove contemporanee alla sintesi dell'elemento 104 e che il merito dovrebbe essere condiviso tra i due gruppi.

configurazione elettronica del rutherfordio

Gasdotto Druzhba (1964)

L'oleodotto Druzhba (нефтепровод Дружба) è il più grande sistema di oleodotti petroliferi al mondo. Ha iniziato a funzionare nel 1964 e rimane in funzione nel 2023. Trasporta petrolio per circa 4.000 chilometri dalla parte orientale della Russia europea a punti in Ucraina, Bielorussia, Polonia, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Austria e Germania. La rete si ramifica anche in numerosi oleodotti più piccoli per consegnare il suo prodotto in tutta l'Europa orientale e oltre.

Il nome Druzhba significa "amicizia", e allude alle relazioni amichevoli tra l'Unione Sovietica e l'Europa occidentale attraverso l'approvvigionamento di petrolio. Oggi è la più grande arteria principale per il trasporto del petrolio russo (e kazako) attraverso l'Europa.

sistema degli oleodotti dell'Europa orientale

Motore di propulsione al plasma (1964)

Un propulsore al plasma, noto anche come motore a getto al plasma, è una forma di propulsione elettrica di un veicolo spaziale. Questi motori sono generalmente considerati la forma più semplice di propulsione elettrica di veicoli spaziali e sono stati la prima forma di propulsione elettrica a permettere voli nello spazio, a partire da due sonde sovietiche (Zond 2 e Zond 3) nel 1964.

rappresentazione artistica di un veicolo con motore al plasma

Scala Kardashjov (1964)

La scala Kardashjov (Шкала Кардашёва, Shkala Kardashjova) è un metodo per misurare il livello di progresso tecnologico di una civiltà in base alla quantità di energia che è in grado di utilizzare. La misura fu delineata per la prima volta in un articolo presentato dall'astrofisico Nikolaj Semjonovich Kardashjov nel 1964 alla conferenza di Bjurakan del 1964, un incontro scientifico che esaminò il programma di ascolto spaziale della radioastronomia sovietica. Questo articolo, intitolato Передача информации внеземными цивилизациями ("Trasmissione di informazioni da parte di civiltà extraterrestri"), propone una classificazione delle civiltà in tre tipi, basata sul postulato della progressione esponenziale del consumo di energia su scala cosmica.

tre immagini schematiche, Terra, Sistema Solare e Via Lattea, in cui il consumo energetico è stimato in tre tipi di civiltà, definite dalla scala Kardashjov

Passeggiata spaziale (1965)

Con il termine passeggiata spaziale, o più tecnicamente attività extraveicolare (EVA) si indica qualsiasi attività svolta da un astronauta nello spazio esterno a un veicolo spaziale. In assenza di un'atmosfera respirabile simile a quella terrestre, l'astronauta dipende completamente dalla tuta spaziale per il supporto ambientale. Il 18 marzo 1965, Aleksej Arkhipovich Leonov divenne il primo essere umano a compiere una passeggiata nello spazio, uscendo dalla capsula Voskhod 2 per 12 minuti e 9 secondi. Nel 1984, Svetlana Evgen'evna Savitskaja divenne la prima donna a compiere una passeggiata nello spazio, conducendo un'EVA fuori dalla stazione spaziale Saljut 7 per 3 ore e 35 minuti.

il cosmonauta Oleg Kotov nello spazio durante il volo spaziale ISS-22

Satellite orbitale Molnija (1965)

Un'orbita molnija (молния, o "fulmine") è un tipo di orbita satellitare progettata per fornire comunicazioni e copertura di telerilevamento alle alte latitudini. È un'orbita fortemente ellittica con un apogeo sul territorio russo, con un'inclinazione di 63,4 gradi, un argomento del perigeo di 270 gradi e un periodo orbitale di circa mezzo giorno siderale. Il nome deriva dai satelliti molnija, il primo dei quali a utilizzare con successo questa orbita, il Molniya 1-1, fu lanciato il 23 aprile 1965.

L'orbita molnija ha una lunga permanenza sull'emisfero di interesse, mentre si muove molto rapidamente sull'altro. In pratica, questo colloca un satellite sopra la Russia o il Canada per la maggior parte della sua orbita, fornendo un angolo di visione elevato alle comunicazioni e al monitoraggio dei satelliti che coprono queste aree ad alta latitudine. Il nome dell'orbita si riferisce alla velocità "fulminea" con cui il satellite attraversa il perigeo.

Le orbite geostazionarie, che sono necessariamente inclinate rispetto all'equatore, possono osservare queste regioni solo da un angolo basso, ostacolando le prestazioni che richiedono grandi energie di lancio per raggiungere un perigeo elevato e per cambiare l'inclinazione all'orbita sopra l'equatore (specialmente quando i satelliti sono lanciati da latitudini russe). In pratica, un satellite in un'orbita molnija ha lo stesso scopo per le alte latitudini di un satellite geostazionario per le regioni equatoriali, tranne per il fatto che sono necessari più satelliti per una copertura continua. I satelliti posizionati nelle orbite molnija sono stati utilizzati per trasmissioni televisive, telecomunicazioni, comunicazioni militari, ripetizioni, monitoraggio meteorologico, sistemi di allarme rapido e alcuni scopi classificati.

schema di un'orbita molnija. Di solito per trasmettere nell'emisfero settentrionale viene utilizzato il periodo dal perigeo +2 ore al perigeo +10 ore

Compressore Vojtenko (1965)

Il compressore Vojtenko è una carica sagomata, che assomiglia leggermente a una galleria del vento, usata per accelerare le onde d'urto e per produrre getti di plasma ad alta densità, proposto dal fisico Anatolij Emel'anovich Vojtenko nel 1964.

Il compressore Vojtenko separa inizialmente un gas di prova da una carica sagomata con una piastra di acciaio malleabile. Quando la carica sagomata esplode, la maggior parte della sua energia si concentra sulla piastra d'acciaio, spingendola in avanti e spingendo davanti a sé il gas di prova.

L'apparato esposto alla detonazione venne, ovviamente, completamente distrutto, ma non prima che siano estratti dati utili per studiare la fusione nucleare e altre reazioni quantistiche di ordine superiore: i combustibili utilizzati in questi dispositivi, insieme alle reazioni di combustione secondaria e al lungo impulso di esplosione, producono condizioni simili a quelle riscontrate negli esplosivi combustibile-aria e termobarici.

schema del compressore Vojtenko

Razzo Proton (1965)

Proton (Протон, designazione formale: UR-500), frutto dell'idea dell'ufficio di progettazione dell'ingegnere missilistico Vladimir Nikolaevich Chelomej, è un sistema di lancio consumabile utilizzato sia per lanci spaziali commerciali che per quelli governativi russi. Il primo razzo Proton fu lanciato nel 1965. Le sue versioni moderne sono ancora in uso nel 2023, rendendolo uno dei più utilizzati sistemi di lancio per carichi pesanti.

il lancio del modulo di servizio Zvezda della Stazione Spaziale Internazionale su un razzo russo Proton-K

Razzo potenziato ad aria (1965)

I razzi potenziati ad aria utilizzano lo scarico supersonico di qualche tipo di motore a razzo per comprimere ulteriormente l'aria raccolta dall'effetto ariete durante il volo da utilizzare come massa di lavoro aggiuntiva, portando a una maggiore spinta effettiva per qualsiasi data quantità di carburante rispetto al razzo o al solo statoreattore.

Il primo serio tentativo di realizzare un razzo potenziato ad aria in produzione fu il progetto del razzo sovietico Gnom dell'ingegnere missilistico Boris Ivanovich Shavyrin. Il programma fu implementato il 2 luglio 1958, e continuò fino al 1965, anno in cui morì il capo progettista Shavyrin, ma nessun prototipo venne mai provato in volo.

schema di un razzo potenziato ad aria

Nobelio (1966)

Il nobelio è un elemento chimico sintetico con il simbolo No e il numero atomico 102, che prende il nome da Alfred Nobel, l'inventore della dinamite e benefattore della scienza. È un metallo radioattivo, il decimo elemento transuranico, e può essere prodotto solo negli acceleratori di particelle bombardando elementi più leggeri con particelle cariche. Il primo rapporto completo e incontrovertibile della sua scoperta arrivò solo nel 1966 dall'Istituto congiunto di ricerca nucleare di Dubna. La priorità della scoperta e la denominazione dell'elemento furono contese tra scienziati sovietici e americani, e fu solo nel 1997 che l'Unione internazionale di chimica pura e applicata (IUPAC) accreditò la scoperta al team sovietico, ma mantenne nobelium, proposto dagli scienziati svedesi, come nome dell'elemento, a causa del suo uso di lunga data in letteratura.

configurazione elettronica del nobelio

Veicolo spaziale lander (1966)

Un lander è un veicolo spaziale che discende e poi si posa sulla superficie di un corpo astronomico diverso dalla Terra. A differenza di una sonda da impatto, che effettua un atterraggio duro che danneggia o distrugge la sonda una volta raggiunta la superficie, un lander effettua un atterraggio morbido dopo il quale la sonda rimane funzionale.

Nel 1966, Luna 9, progettato dall'ingegnere Georgij Nikolaevich Babakhin, divenne la prima navicella spaziale a realizzare un atterraggio morbido sulla Luna e a trasmettere dati fotografici alla Terra.

francobollo commemorativo di Georgij Babakhin e del suo lander Luna 9

Orbita lunare (1966)

Luna 10, del programma Luna del 1966, è stato il primo satellite artificiale in orbita attorno alla Luna: ha condotto ricerche approfondite nell'orbita lunare, raccogliendo dati importanti sulla forza del campo magnetico lunare, sulle sue fasce di radiazione e sulla natura delle rocce lunari (che sono risultate paragonabili alle rocce basaltiche terrestri), sulla radiazione cosmica e sulla densità di micrometeoroidi. Forse la sua scoperta più importante è stata la prima prova di concentrazioni di massa (aree ad alta densità sotto i bacini marini) che distorcono le traiettorie orbitali lunari.

modello del satellite Luna 10 (1966), Museo dell'aria e dello spazio, Parigi – Le Bourget

Jet regionale (1966)

"Jet regionale" è un termine nel gergo industriale e non una categoria normativa, perciò i produttori di arerei applicano questa categoria con diversi criteri, il primo tra i quali è una capacità di meno di 100 posti. Il principale vantaggio dei jet regionali è il basso consumo di carburante, che si traduce in un basso costo di esercizio: questo rende i jet regionali ideali per l'uso come aerei per pendolari o per collegare aeroporti a basso traffico ad aeroporti hub di grandi o medie dimensioni.

Il primo jet a essere contato in questa categoria era stato il francese Sud Aviation Caravelle del 1959, ma il modello portava più di 100 passeggeri. Il primo a soddisfare il criterio di meno di 100 posti fu lo Jakovlev Jak-40 (Яковлев Як-40), un trijet regionale progettato dall'ingegnere aeronautico Aleksandr Sergeevich Jakovlev. Il suo primo volo avvenne nel 1966 e fu in produzione dal 1967 al 1981, dal 1970 anche per esportazione.

Con il certificato di aeronavigabilità di Italia e Germania ricevuto nel 1972, lo Jak-40 divenne il primo aereo russo a poter essere utilizzato da compagnie di paesi esterni al blocco sovietico.

un aereo di linea Jakovlev Jak-40

Mostro del Mar Caspio (1966)

Il KM (Корабль-Макет, Korabl'-Maket, letteralmente "nave-modellino"), più noto come "mostro del Mar Caspio", era un veicolo sperimentale del tipo ekranoplan (velivolo a effetto suolo), il secondo più grande velivolo ad ala fissa del progettista Rostislav Evgen'evich Alekseev. sviluppato negli anni '60 dall'Ufficio centrale di progettazione degli aliscafi. Nonostante fosse tecnicamente un aereo, fu considerato dalle autorità più vicino a una barca e fu assegnato alla Marina sovietica, ma fu comunque utilizzato da piloti collaudatori delle forze aeree. Il KM iniziò a operare nel 1966 e fu continuamente testato fino al 1980, quando si schiantò nel Mar Caspio.

Il KM fu l'aereo più grande e pesante del mondo dal 1966 al 1988, e la sua scoperta a sorpresa da parte degli Stati Uniti e i successivi tentativi di determinarne lo scopo divennero un evento distintivo dello spionaggio della guerra fredda.

il primo modello del KM

Razzo Sojuz (1966)

Sojuz (Союз, "unione") è una famiglia di razzi consumabili sviluppati da OKB-1 e prodotti dal Centro spaziale missilistico Progress di Samara. Con oltre 1.900 voli dal suo debutto nel 1966, è il razzo con il maggior numero di lanci nella storia del volo spaziale. Secondo l'Agenzia spaziale europea, il veicolo di lancio Sojuz è il veicolo di lancio più utilizzato e più affidabile al mondo.

Per quasi un decennio, tra il 2011 e il 2020, i razzi Sojuz sono stati gli unici veicoli di lancio adatti e approvati per il trasporto di astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale.

la navicella spaziale Sojuz TMA-9 al lancio dal cosmodromo di Bajkonur in Kazakistan il 18 settembre 2006, per trasportare un nuovo equipaggio alla Stazione spaziale internazionale

Modulo orbitale (1966)

Il modulo orbitale è un compartimento di alcune capsule spaziali utilizzato solo in orbita, separato dalla capsula di rientro. Il modulo orbitale fornisce spazio di "habitat" da utilizzare in orbita, mentre la capsula di rientro tende a concentrarsi sui macchinari necessari per riportare in sicurezza i passeggeri seduti, con pesanti margini strutturali.

Progettato per l'uso solo in orbita, il modulo non necessita di essere rafforzato per sopravvivere al rientro, consentendogli di fornire più spazio utilizzabile con un peso inferiore rispetto ad altri modelli di capsule con equipaggio.

modulo orbitale della navicella spaziale Sojuz

Toilette spaziale (1967)

Nei primi voli umani nello spazio, brevi e per lo più effettuati in tute spaziali, i primi dispositivi per la raccolta dei rifiuti solidi e liquidi furono mutande elastiche con assorbenti igroscopici sostituibili. Fin dal primo volo della Sojuz-1 con modulo orbitale nel 1967, fu sviluppato un sistema di toilette per l'eliminazione dei rifiuti umani in un ambiente a gravità zero, con l'utilizzo di un sistema di aspirazione a flusso d'aria. Poiché l'aria utilizzata per convogliare i rifiuti va restituita alla cabina, deve essere preventivamente filtrata per controllare gli odori e rimuovere i batteri.

toilette situata nel modulo Zvezda

Torre di Ostankino (1967)

La Torre di Ostankino (Оста́нкинская телеба́шня, Ostankinskaja telebashnja), nell'omonimo quartiere a Mosca, è una torre televisiva e radiofonica. Alta 540 metri, è stata progettata da Nikolaj Vasil'evich Nikitin, e costruita dal 1963 al 1967. Superò l'Empire State Building diventando la struttura indipendente più alta del mondo per otto anni finché non fu superata dalla CN Tower di Toronto, in Canada, nel 1975, che superò la sua altezza di 13 metri. È tuttora la struttura autoportante più alta d'Europa e la dodicesima più alta del mondo.

la torre di Ostankino nel 2015

La madrepatria chiama (1967)

"La madrepatria chiama" (Родина-мать зовёт!, Rodina-mat' zovjot!) è il centro compositivo del complesso monumentale "Eroi della battaglia di Stalingrado" a Volgograd. La statua è progettata nello stile sovietico del realismo socialista. È stata creata dallo scultore Evgenij Viktorov Vuchetich e dall'ingegnere strutturale Nikolaj Vasil'evich Nikitin: la costruzione del monumento fu iniziata nel maggio 1959 e completata il 15 ottobre 1967. Al momento della creazione era la scultura più alta del mondo. Con i suoi 85 metri, è la statua più alta dell'emisfero orientale al di fuori dell'Asia e la statua più alta (esclusi i piedistalli) di una donna nel mondo. Se si includono i piedistalli, il titolo spetta alla Statua della libertà a New York. Il monumento fa parte di un trittico, insieme al Guerriero liberatore nel Parco Treptower a Berlino e al Memoriale delle retrovie a Magnitogorsk.

La scultura è cava. La tecnologia alla base della statua si basa su una combinazione di cemento precompresso con funi metalliche, una soluzione che si ritrova anche in un'altra opera di Nikitin, la Torre di Ostankino a Mosca.

la statua al centro del memoriale

Computer per operazioni con funzioni (1967)

Un computer per operazioni con funzioni (matematiche), a differenza di un normale computer, opera con funzioni a livello hardware (cioè senza programmare tali operazioni). Una macchina calcolatrice per operazioni con funzioni fu presentata e sviluppata da Mikhail Aleksandrovich Kartsev nel 1967. Tra le operazioni di questa macchina calcolatrice c'erano le funzioni di addizione, sottrazione e moltiplicazione, il confronto di funzioni, le stesse operazioni tra una funzione e un numero, la ricerca il massimo della funzione, il calcolo dell'integrale indefinito, il calcolo dell'integrale definito della derivata di due funzioni, la derivata di due funzioni, lo spostamento di una funzione lungo l'asse X e altro.

Mikhail Aleksandrovich Kartsev e l'Istituto di ricerca scientifica dei complessi informatici, da lui fondato nel 1967

Attracco spaziale automatizzato (1967)

L'unione di due veicoli spaziali in volo può essere temporanea o parzialmente permanente, come per i moduli della stazione spaziale. I primi attracchi, operati dagli Stati Uniti, furono pilotati manualmente. L'URSS utilizzò sistemi di attracco automatizzati sin dall'inizio dei suoi tentativi di attracco. Il primo di questi sistemi, Igla (Игла, ovvero "Ago"), fu testato con successo il 30 ottobre 1967 quando due veicoli di prova senza equipaggio di tipo Sojuz, Kosmos 186 e Kosmos 188, attraccarono automaticamente in orbita. Il primo attracco con equipaggio fu effettuato il 16 gennaio 1969, tra la Sojuz 4 e la Sojuz 5.

disegno della Sojuz con il sistema di navigazione per l'attracco Igla

il sistema di ingegneria radio Igla per l'attracco di veicoli spaziali

Atmosfera di Venere (1967)

Il programma Venera (Вене́ра) è il nome dato a una serie di sonde spaziali sviluppate tra il 1961 e il 1984 per raccogliere informazioni sul pianeta Venere. Tredici sonde sono entrate con successo nell'atmosfera venusiana, comprese le due sonde del programma Vega e Venera-Halley. Dieci sonde sono atterrate con successo sulla superficie del pianeta. A causa delle condizioni superficiali estreme su Venere, le sonde potevano sopravvivere solo per un breve periodo sulla superficie, con tempi che vanno da 23 minuti a due ore.

Il programma Venera stabilì una serie di precedenti nell'esplorazione spaziale, tra cui a prima sonda spaziale a entrare nell'atmosfera di un altro pianeta (Venera 3 il 1 marzo 1966), la prima a misurare l'atmosfera di un altro pianeta (Venera 4 il 18 ottobre 1967), la prima a effettuare un atterraggio morbido su un altro pianeta (Venera 7 il 15 dicembre 1970), la prima a restituire immagini dalla superficie di un altro pianeta (Venera 9 l'8 giugno 1975), la prima a registrare suoni su un altro pianeta (Venera 13 il 30 ottobre 1981), e la prima a eseguirvi scansioni cartografiche radar ad alta risoluzione (Venera 15 il 2 giugno 1983).

Venera 3 divenne il primo oggetto di fabbricazione umana ad avere un impatto sulla superficie di un altro pianeta durante l'atterraggio di fortuna il 1 marzo 1966. Tuttavia, poiché le sonde dati della navicella si erano guastate durante la penetrazione atmosferica, dalla missione non furono recuperati dati dall'interno dell'atmosfera del pianeta.

Il 18 ottobre 1967 Venera 4 fece scendere per 94 minuti un lander sferico sul lato notturno di Venere, utilizzando un sistema di paracadute. Giunsero informazioni che a un'altitudine di 25 km la temperatura dell'atmosfera di Venere è di 271°C e la pressione è di 17-20 atmosfere. Si è scoperto che l'atmosfera di Venere è composta per il 90% da anidride carbonica, e si è scoperta la corona di idrogeno del pianeta. Se prima del volo di Venera 4 si credeva che la pressione sulla superficie di Venere fosse di 10 atmosfere, l'elaborazione dei dati di Venera 4 ha permesso di ottenere una nuova stima di un ordine ben più grande (circa 100 atmosfere), che è stata presa in considerazione durante la progettazione dei successivi dispositivi della serie.

modello in scala reale della Venera 4 nel Museo memoriale della cosmonautica a Mosca

Dubnio (1968)

Il dubnio (che prende il nome dalla città di Dubna presso Mosca, sede dell'Istituto congiunto di ricerca nucleare) è un elemento chimico sintetico con simbolo Db e numero atomico 105. È altamente radioattivo: l'isotopo più stabile conosciuto, il dubnio-268, ha un'emivita di circa 16 ore.

Il dubnio non si trova naturalmente sulla Terra ed è prodotto artificialmente. L'istituto di Dubna ne rivendicò la prima scoperta nel 1968. Dopo un lungo contenzioso sul nome con il Laboratorio nazionale Lawrence Berkeley della California, a cui fu dato il credito congiunto per la scoperta condotta indipendentemente nel 1970, l'elemento fu formalmente chiamato dubnium nel 1997.

configurazione elettronica del dubnio

Mil V-12 (1968)

Il V-12 prodotto in soli 2 esemplari dall'Impianto di elicotteri Mil di Mosca, è stato l'elicottero da sollevamento carichi più grande mai costruito al mondo. Una caratteristica distintiva è la disposizione laterale delle eliche sulle ali a rastremazione inversa, che sono azionate da quattro motori D-25VF. Il V-12 è stato sviluppato come elicottero da trasporto super pesante con una capacità di carico di almeno 30 tonnellate per il trasporto di componenti di missili balistici intercontinentali per unità delle Forze missilistiche strategiche o per la creazione di aree di posizionamento su terreni senza strade asfaltate. Volò per la prima volta con successo nel 1968.

Nonostante i due prototipi abbiano stabilito numerosi record mondiali che sussistono ancora oggi, e siano valsi ai loro progettisti numerosi premi internazionali nel campo della tecnologia degli elicotteri, l'aeronautica sovietica rifiutò il V-12 alle prove statali, poiché non esisteva più la necessità di un rapido dispiegamento di missili balistici strategici pesanti.

uno dei due Mil V-12, esposto al pubblico conservato presso il Museo dell'aeronautica militare a Monino, presso Mosca

Trasporto supersonico (1968)

Un aereo di linea supersonico è un aereo civile progettato per trasportare passeggeri a velocità superiori a quella del suono. Il Tupolev Tu-144 è stato il primo aereo da trasporto supersonico commerciale al mondo, con il primo volo del suo prototipo dall'aeroporto Zhukovskij il 31 dicembre 1968, due mesi prima del Concorde franco-britannico. Il Tu-144 era un prodotto dell'ufficio di progettazione guidato dal pioniere dell'aeronautica Aleksej Andreevich Tupolev: 16 velivoli furono fabbricati a Voronezh.

prototipo del Tu-144 in volo il 1° febbraio 1969

Cometa 67P/Churjumov-Gerasimenko (1969)

67P/Churjumov–Gerasimenko (abbreviata come 67P o 67P/C–G) è una cometa della famiglia di Giove, originaria della fascia di Kuiper, con un periodo orbitale attuale di 6,45 anni, un periodo di rotazione di circa 12,4 ore e una velocità massima di 135.000 km/h. Misura circa 4,3 x 4,1 km nelle sue dimensioni più lunghe e larghe. Fu osservata per la prima volta su lastre fotografiche nel 1969 dagli astronomi Klim Ivanovich Churjumov e Svetlana Ivanovna Gerasimenko, da cui prende il nome. Il 12 novembre 2014 sarebbe diventata il primo nucleo di cometa su cui sia mai atterrato un lander spaziale.

immagine a colori della cometa 67P/Churjumov-Gerasimenko scattata il 19 settembre 2014

Missile balistico lanciato da un sottomarino intercontinentale (1969)

Il primo lancio riuscito di razzi sott'acqua era stato effettuato il 29 agosto 1834 sulla Neva, a 40 miglia da San Pietroburgo. Alla presenza delo tsar Nicola I, dal primo sottomarino sperimentale in metallo progettato dall'ingegnere militare Karl Andreevich Schilder furono lanciati razzi incendiari che distrussero diversi obiettivi di addestramento (barche a vela all'ancora). Ci volle oltre un secolo per un successivo esperimento di successo di lanci di razzi da sottomarini, che fu effettuato in Germania nel 1942.

Le prime versioni di missili balistici montati su sottomarini eraano lanciate dalla superficie e richiedevano una lunga preparazione per il lancio, il che aumentava la vulnerabilità dei sottomarini armati con tali missili. Successivamente sono stati padroneggiato due tipi di lancio da una posizione subacquea: "bagnato" (con allagamento preliminare della camera di lancio) e "a secco" (senza di esso). Il primo di questi missili a entrare in servizio nel 1963 fu l'R-21 sovietico, mentre il primo a essere lanciato nel 1969 fu l'R-29 Vysota (Р-29 Высота, letteralmente "altezza").

missile R-29 Vysota

Eterostrutture a semiconduttore (anni '70)

Un'eterogiunzione è un'interfaccia tra due strati o regioni di semiconduttori dissimili. È spesso vantaggioso progettare le bande di energia elettronica in molte applicazioni di dispositivi a stato solido, inclusi laser a semiconduttore, celle solari e transistor. La combinazione di più eterogiunzioni insieme in un dispositivo è chiamata eterostruttura, anche se i due termini sono comunemente usati in modo intercambiabile.

Lo sviluppo delle eterogiunzioni dei semiconduttori da parte di Zhores Ivanovich Alferov negli anni '70 (cosa che gli è valsa il Premio Nobel per la fisica nel 2000 insieme a Herbert Kroemer, "per lo sviluppo di eterostrutture di semiconduttori utilizzate nell'alta velocità e nell'optoelettronica") ha rivoluzionato la progettazione dei semiconduttori e ha avuto una gamma di applicazioni commerciali immediate tra cui LED, lettori di codici a barre e CD.

la struttura reticolare per l'eterogiunzione AlAs/GaAs. Sono gli atomi di arsenico a collegare i due semiconduttori

Laser a eccimeri (1970)

Un laser a eccimeri è una forma di laser ultravioletto comunemente utilizzata nella produzione di dispositivi microelettronici, circuiti integrati o chip basati su semiconduttori, chirurgia oculare e microlavorazioni.

Lo sviluppo del laser a eccimeri iniziò con l'osservazione di una nascente linea spettrale che si restringeva a 176 nm, riportata nel 1971 dal team di Nikolaj Gennadievich Basov all'Istituto di fisica Lebedev di Mosca, utilizzando un dimero di xeno liquido (Xe 2) eccitato da un fascio di elettroni.

schema di un'operazione alla cornea mediante un laser a eccimeri

Missione di ritorno di campioni (1970)

Una missione di ritorno di campioni ha il compito di prelevare campioni di suolo, detriti o gas da altri corpi celesti (pianeti, satelliti, asteroidi o comete) o da venti solari, a fini di analisi scientifica, come parte della scoperta e dell'esplorazione del Sistema Solare

Luna 16, parte del programma sovietico Luna, fu una missione spaziale senza equipaggio del 1970. È stata la prima sonda robotica ad atterrare sulla Luna e a riportare in modo automatico sulla Terra un campione di suolo lunare.

modello della stazione interplanetaria automatica "Luna-16" nel Museo della cosmonautica di Mosca

Rover planetario (1970)

Un rover planetario è un dispositivo di esplorazione progettato per spostarsi sulla superficie ruvida di un pianeta o di altri corpi celesti di massa planetaria. Alcuni rover sono progettati come veicoli terrestri per trasportare membri di un equipaggio di volo spaziale umano, altri come robot parzialmente o completamente autonomi.

Il rover Lunokhod 1 (Луноход-1, o "camminatore lunare 1"), sbarcato sulla regione lunare del Mare delle Piogge il 17 novembre 1970, fu il primo robot itinerante telecomandato ad atterrare su un corpo celeste.

Il Lunokhod 1 era formato da un compartimento simile a una vasca con un grande coperchio convesso su otto ruote a motore indipendente. Lungo 2,3 metri, era dotato di un'antenna a forma di cono, un'antenna altamente elicoidale, quattro telecamere e speciali dispositivi estensibili per testare la densità del suolo e le proprietà meccaniche del suolo lunare. Aveva anche uno spettrometro a raggi X, un telescopio a raggi X, rilevatori di raggi cosmici e un retroriflettore laser (fornito dalla Francia). Il veicolo era alimentato da batterie ricaricate durante il giorno lunare da un gruppo di celle solari montate sul lato inferiore del coperchio. Per poter lavorare sotto vuoto, per le parti meccaniche era utilizzato uno speciale lubrificante a base di fluoro, mentre i motori elettrici (uno per ogni mozzo della ruota) erano racchiusi in contenitori sotto pressione. Durante le notti lunari, il coperchio veniva chiuso e un'unità riscaldante del radioisotopo del polonio-210 manteneva i componenti interni alla temperatura operativa. Lunokhod 1 doveva operare per tre giorni lunari (circa tre mesi terrestri), ma in realtà operò per undici giorni lunari, fino al 14 settembre 1971, percorrendo e analizzando 197 metri di suolo lunare, e trasmettendo in 10 sessioni di comunicazione 14 immagini ravvicinate della Luna e 12 viste panoramiche.

modello del rover Lunokhod 1 (Луноход-1, o "camminatore lunare 1"), noto anche come Аппарат 8ЕЛ № 203, o "Dispositivo 8EL No. 203"

Stazione spaziale (1971)

Una stazione spaziale è un veicolo spaziale in grado di supportare un equipaggio umano in orbita per un lungo periodo di tempo ed è quindi un tipo di habitat spaziale, privo di importanti sistemi di propulsione o di atterraggio.

A metà degli anni '60, l' ufficio di progettazione dell'ingegnere missilistico Vladimir Nikolaevich Chelomej, dotato di un proprio veicolo di lancio pesante Proton, iniziò a sviluppare una stazione orbitale militare e un veicolo spaziale da trasporto. La Saljut-1 (Салют-1) o DOS-1, lanciata il 19 aprile 1971, fu la prima stazione spaziale al mondo lanciata nell'orbita terrestre bassa. Il programma Saljut seguì con altri cinque lanci riusciti di altre sette stazioni. Il modulo finale del programma, Zvezda (DOS-8), è diventato il nucleo del segmento russo della Stazione Spaziale Internazionale e rimane in orbita.

raffigurazione artistica della Saljut-1

Programma di scacchi Kaissa (1971)

Kaissa (Каисса) era un programma di scacchi sviluppato negli anni '60: il suo nome fu dato dai giornalisti della Komsomolskaja Pravda come accenno letterario a Caïssa, la divinità fittizia degli scacchi inventata nel Rinascimento italiano dal vescovo umanista Marco Girolamo Vida. Nel 1971, il programma fu avviato su un sistema ICL 4/70 presso l'Istituto di scienze del controllo dell'Accademia delle scienze russa. Kaissa divenne il primo campione mondiale di scacchi per computer nel 1974 a Stoccolma, vincendo tutte e quattro le partite del torneo. Kaissa è stato il primo programma a utilizzare bitboard; conteneva un libro di apertura con 10.000 mosse e utilizzava un nuovo algoritmo per la potatura delle mosse. Inoltre, poteva cercare durante la mossa dell'avversario, utilizzando l'euristica della mossa nulla, e disponeva di sofisticati algoritmi per la gestione del tempo. Tutto ciò è comune nei moderni programmi di scacchi per computer, ma a quel tempo era una novità.

applicazione di Kaissa su un computer

"Novichok" (1971)

Il "Novichok" (Новичо́к, letteralmente 'novellino') è una serie di armi chimiche sviluppate a partire dal 1971 presso l'Istituto statale di ricerca di chimica e tecnologia organica (Государственный научно-исследовательский институт органической химии и технологии, Gosudarstvennyi nauchno-issledovatel'skij institut organicheskoj khimii i tekhnologii) di Mosca. Gli effetti del "Novichok" sono significativamente più potenti di quelli del VX anglo-americano e del Soman tedesco.

la sede dell'Istituto statale di ricerca di chimica e tecnologia organica a Mosca

Propulsore a effetto Hall (1972)

Un motore ad effetto Hall è un tipo di motore a razzo elettrostatico che utilizza l'effetto Hall (una deriva chiusa di elettroni). A parità di dimensioni con un altro tipo di motore a razzo elettrostatico, il motore Hall ha una spinta maggiore. I motori sono stati utilizzati sui veicoli spaziali a partire dal 1972, per il lancio in orbita e le manovre dei satelliti.

modelli di propulsori SPT sovietici e russi

Mil Mi-24 (1972)

Il Mi-24 (noto anche come Крокодил, o "Coccodrillo") è un elicottero d'attacco sviluppato dallo Stabilimento di elicotteri Mil di Mosca. Introdotto dall'aeronautica nel 1972, L'elicottero è attualmente utilizzato da 58 paesi.

Divenne il primo elicottero da combattimento specializzato sovietico e il secondo al mondo dopo l'AH-1 Cobra, nonché il primo elicottero da combattimento al mondo con carrello di atterraggio retrattile. La produzione in serie è iniziata nel 1971 e continua ancora oggi.

È il secondo elicottero d'attacco più diffuso al mondo dopo l'AH-64 Apache.

un Mi-24D delle Forze aerospaziali russe

Desalinizzazione nucleare (1972)

Nel 1972, nella città di Shevchenko (oggi Aktau), in Kazakistan, fu messo in funzione l'unico impianto di desalinizzazione nucleare al mondo alimentato da un reattore a neutroni veloci (BN-350), che fu utilizzato per quasi 30 anni.

unità di desalinizzazione BN350, la prima a riscaldamento nucleare al mondo

Reflectron (1973)

Il reflectron (o specchio ionico) è un insieme di lenti ioniche in grado di invertire la direzione del moto di un fascio di ioni, usato in spettrometria di massa sugli analizzatori a tempo di volo.

Nel 1973, nel laboratorio di Boris Aleksandrovich Mamyrin fu costruito un riflettore a doppio stadio che utilizzava uno specchio ionico con due regioni di campo omogeneo.

uno specchio ionico (a destra) collegato a un tubo di volo (a sinistra) del riflettore. Le tensioni applicate a una pila di piastre metalliche creano il campo elettrico che riflette gli ioni verso il tubo di volo

Crogiolo cranico (1973)

Il crogiolo cranico è stato sviluppato presso l'Istituto fisico Lebedev di Mosca come primo processo commercialmente fattibile per la produzione di zirconia cubica (il più importante concorrente gemmologico ed economico per i diamanti, da quando è iniziata la sua produzione commerciale nel 1976).

Con questo processo si risolve il problema del punto di fusione della zirconia cubica, troppo alto anche per i crogioli in platino. In sostanza, riscaldando solo il centro di un volume di zirconia cubica, il materiale forma il proprio "crogiolo" dai suoi strati esterni più freddi. Il termine "cranio" si riferisce a questi strati esterni che formano un guscio che racchiude il volume fuso. La polvere di ossido di zirconio è riscaldata e poi lasciata gradualmente raffreddare. Il riscaldamento si effettua mediante induzione a radiofrequenza utilizzando una bobina avvolta attorno all'apparecchio. L'esterno del dispositivo è raffreddato ad acqua per evitare che la bobina a radiofrequenza si sciolga e anche per raffreddare l'esterno dell'ossido di zirconio e quindi mantenere la forma della polvere di zirconio.

Poiché l'ossido di zirconio allo stato solido non conduce elettricità, all'interno della goccia di ossido di zirconio viene inserito un pezzo di zirconio metallico. Quando lo zirconio si scioglie, si ossida e si fonde con l'ossido di zirconio ormai fuso, un conduttore, ed è riscaldato mediante induzione a radiofrequenza.

Quando l'ossido di zirconio è fuso all'interno (ma non completamente, poiché l'esterno deve rimanere solido) l'ampiezza della bobina di induzione si riduce gradualmente e man mano che il materiale si raffredda si formano cristalli. Normalmente questo formerebbe un sistema cristallino monoclino di ossido di zirconio.

Per mantenere un sistema cristallino cubico si aggiunge uno stabilizzatore, come ossido di magnesio, ossido di calcio o ossido di ittrio, nonché i coloranti per il cristallo. Dopo che la miscela si è raffreddata, si rompe il guscio esterno e l'interno della goccia è quindi utilizzato per produrre pietre preziose.

fusione di zirconia cubica in fase d'apertura

Cheratotomia radiale (1974)

La cheratotomia radiale è una procedura chirurgica refrattiva per correggere la miopia, sviluppata nel 1974 dal microchirurgo oculare Svjatoslav Nikolaevich Fjodorov.

Lo stesso Fjodorov, nel 1973, aveva sviluppato ed era stato il primo al mondo a eseguire un intervento chirurgico per curare il glaucoma nelle fasi iniziali, che ebbe riconoscimento internazionale e fu utilizzato per il trattamento del glaucoma in tutto il mondo.

schema delle incisioni della cheratotomia radiale

Raffreddamento elettronico (1974)

Il raffreddamento degli elettroni è un metodo per ridurre l'emittanza (dimensione, divergenza e diffusione dell'energia) di un fascio di particelle cariche senza rimuovere le particelle dal fascio.

Il metodo era stato inventato nel 1966 da Gersh Itskovich Budker, direttore dell'Istituto di fisica nucleare di Novosibirsk, con lo scopo di aumentare la luminosità dei collisori di adroni, e fu testato per la prima volta nel 1974.

sincrotrone acceleratore per l'accumulo di elettroni e positroni all'Istituto di fisica nucleare di Novosibirsk

Fucile d'assalto subacqueo (1975)

Un fucile d'assalto subacqueo, con maggiore portata e potere di penetrazione rispetto ai fucili da pesca subacquea, è un'arma da fuoco progettata per essere usata dai sommozzatori. Questo tipo di arma spara frecce o dardi simili a lance, spinte con gas pressurizzato, invece dei proiettili standard. L'APS (автомат подводный специальный, avtomat podvodnyj spetsial'nyj, o "fucile d'assalto subacqueo speciale") è stato progettato dall'ingegnere Vladimir Vasil'evich Simonov all'inizio degli anni '70, ed è entrato in produzione nel 1975 alla fabbrica di armi di Tula.

un fucile d'assalto subacqueo APS con un proiettile

Sistema di attracco periferico androgino (1975)

Sistema di attacco periferico androgino, o APAS (Андрогинно-периферийный агрегат стыковки, Androginno-periferijnyj agregat stykovki), indica una famiglia di meccanismi di attracco di veicoli spaziali. Il termine androgino si usa perché in ogni attracco c'è un lato attivo e uno passivo, ma entrambi i lati possono svolgere entrambi i ruoli a seconda delle esigenze.

Il primo modello del sistema, l'APAS-75, fu co-sviluppato da ingegneri americani e dal team sovietico di Vladimir Sergeevich Syromjatnikov, inizialmente per essere utilizzato in una missione americana verso una stazione spaziale Saljut, che invece divenne Apollo-Sojuz.

una navetta attracca alla Stazione Spaziale Mir

Missile balistico intercontinentale mobile (1976)

L'RT-21 Temp 2S (Темп-2С, dove temp significa "ritmo") è stato il primo missile balistico intercontinentale mobile sviluppato al mondo. Il suo concetto e design innovativi furono creati dall'ingegnere Aleksandr Davidovich Nadiradze

RT-2PM Topol, il primo missile balistico intercontinentale mobile affidabile

idea concettuale delle forze mobili missilistiche balistiche intercontinentali fondate da Aleksandr Nadiradze

Sistema di lancio verticale (1977)

Un sistema di lancio verticale è un sistema avanzato per trattenere e lanciare missili su piattaforme navali mobili, come navi di superficie e sottomarini. Si tratta di un dispositivo a cassetta costituito da celle o canali di lancio, che è un luogo per immagazzinare missili pronti al lancio.

Le prime installazioni per il lancio di missili da navi di superficie erano installazioni a trave, dove per mezzo di un ascensore il missile era sollevato dall'arsenale su una guida speciale da cui era lanciato. Il sistema di lancio verticale, con il missile costantemente pronto per il lancio dalla sua posizione di stoccaggio, consentiva tempi di reazione più brevi, e risparmiava spazio sulle navi.

La prima installazione di lancio verticale su una nave di superficie ebbe luogo nel 1977 sulla grande nave antisommergibile Progetto 1134B Azov (un incrociatore di classe Kara).

lanciatori verticali SS-N-19 sull'incrociatore da battaglia Frunze (in seguito rinominato Admiral Lazarev) di classe Kirov: le celle si possono vedere in rilievo al centro della nave

la "Azov" nel 1988

Incrociatore da battaglia di classe Kirov (1977)

Gli incrociatori da battaglia di classe Kirov della Marina russa sono le navi da guerra da combattimento di superficie (cioè, non portaerei, navi d'assalto o sottomarini) più grandi e pesanti attualmente in servizio nel mondo. La prima nave capofila del progetto, l'incrociatore Kirov (in seguito Admiral Ushakov), ebbe luogo il 27 dicembre 1977.

il Pjotr Velikij, quarto incrociatore missilistico a propulsione nucleare. È oggi la più grande nave da combattimento operativa non portaerei al mondo

Veicolo spaziale da carico (1978)

La prima nave mercantile automatica Progress-1 fu lanciata il 20 gennaio 1978 per l'attracco con la stazione orbitale a lungo termine Saljut-6 e il suo rifornimento. Il veicolo era costituito da tre compartimenti principali: un compartimento di carico sigillato con un'unità di attracco, che ospitava i materiali e le attrezzature consegnati alla stazione, un compartimento non pressurizzato (per il rifornimento di carburante della stazione orbitale e la sua protezione in caso di perdita di carburante tossico ) e un vano strumenti. Il complesso dei sistemi di bordo era simile a quello della navicella spaziale Sojuz con equipaggio e si differenziava da esso per una maggiore automazione, che consentiva di eseguire tutte le operazioni di manovra in orbita, d'incontro con la stazione e d'attracco ad essa in modalità completamente automatica.

raffigurazione artistica della Progress-1, la prima nave mercantile automatica nello spazio

Sistema di protezione attiva (1978)

Un sistema di protezione attiva è progettato per impedire attivamente che i missili anticarro e gli RPG distruggano un carro armato. Si compone di contromisure "soft", che nascondono il veicolo o interrompono la guida di una minaccia missilistica in arrivo, e di contromisure "hard", capaci di colpire fisicamente una minaccia in arrivo per danneggiarla o distruggerla e quindi limitare la sua capacità di penetrare l'armatura.

Drozd (Дрозд, o "tordo"), creato nel 1977-78 dalla squadra di progettazione di Vasilij Ivanovich Bakalov, è considerato il primo sistema di protezione attiva operativa al mondo.

sistema Drozd installato su un T-55AD

Radiotelescopio spaziale (1979)

Un radiotelescopio è un'antenna specializzata e un ricevitore radio utilizzato per rilevare le onde radio provenienti da sorgenti radio astronomiche nel cielo. I radiotelescopi sono il principale strumento di osservazione utilizzato nella radioastronomia, che studia la porzione di radiofrequenza dello spettro elettromagnetico emesso dagli oggetti astronomici, così come i telescopi ottici sono il principale strumento di osservazione utilizzato nell'astronomia ottica tradizionale che studia la porzione d'onda luminosa dello spettro proveniente da oggetti astronomici. A differenza dei telescopi ottici, i radiotelescopi possono essere utilizzati sia di giorno che di notte. La ricezione delle sorgenti radio astronomiche è migliore nello spazio, poiché l'atmosfera terrestre blocca le onde radio più lunghe e quelle più corte (raggi gamma, raggi X e luce ultravioletta), distorce alcuni aspetti della luce visibile e assorbe con i propri gas la maggior parte dello spettro infrarosso.

Il primo radiotelescopio nello spazio fu il KRT-10 (Космический Радио-Телескоп, dal diametro d'antenna a specchio di 10 metri), collegato alla stazione spaziale orbitale Saljut 6 nel 1979. Finora sono stati lanciati solo tre radiotelescopi spaziali: il secondo, HALCA, è stato inviato dal Giappone nel 1997, e l'ultimo, Spektr-R, è stato inviato dalla Russia nel 2011.

radiotelescopio KRT-10 montato su una stazione Saljut

Ciclo di Kalina (anni '80)

Il ciclo di Kalina, sviluppato negli anni '80 dall'ingegnere di Odessa Aleksandr Kalina, e brevettato dalla società Exergy da lui fondata in America, è un processo termodinamico per convertire l'energia termica in energia meccanica utilizzabile. Utilizza una soluzione di 2 fluidi (una miscela di acqua e ammoniaca) con diversi punti di ebollizione come fluido di lavoro. Poiché la soluzione bolle in un intervallo di temperature come nella distillazione, è possibile estrarre dalla fonte una quantità maggiore di calore rispetto a un fluido di lavoro puro.

In una centrale geotermica (il primo a utilizzare il ciclo di Kalina è stato lo stabilimento di Husavik in Islanda) il guadagno in termini di efficienza ammonta al 20-25% rispetto alle tradizionali centrali geotermiche.

schema del ciclo di Kalina

Terapia EHF (anni '80)

Lo scienziato Nikolaj Dmitrievich Devjatkov, ricercatore nel campo dei tubi a vuoto a microonde, lavorava principalmente alla difesa del paese, ma diede anche un contributo significativo allo sviluppo della strumentazione medica. Assieme al collega Mikhail Borisovich Golant, Devjatkov sviluppò le basi teoriche della terapia con onde millimetriche a bassa intensità chiamata anche terapia ad altissima frequenza (o terapia EHF). A metà degli anni '80, la società "Istok" di Frjazino presso Mosca, da lui diretta, sviluppò il primo apparecchio per la terapia con onde millimetriche "Jav-1".

Le onde elettromagnetiche EHF hanno un potere di penetrazione estremamente basso. La profondità di penetrazione nel tessuto corporeo è inferiore a un millimetro. L'energia dei suoi quanti è inferiore all'energia dei legami chimici, quindi la radiazione EHF non danneggia le molecole e, soprattutto, gli atomi, e non è ionizzante. Il riscaldamento dei tessuti mediante radiazioni EHF è insignificante e non ha alcun effetto termico sul corpo. Oggi la terapia EHF è utilizzata in Russia in cardiologia, neurologia, pneumologia, traumatologia, gastroenterologia, odontoiatria, dermatologia, ginecologia, urologia, pediatria, oncologia e narcologia.

Devjatkov e i suoi colleghi sono inoltre noti per lo sviluppo di numerosi altri strumenti medici: un apparecchio di termoterapia a microonde (ipertermia) che opera l'ipertermia elettromagnetica locale delle neoplasie maligne, vari modelli di acidogastrometro o sonda pH intragastrica e intraoperatoria, laser terapeutici e chirurgici, elettrodi per la coagulazione delle vene endovascolari, alimentatori per il trattamento di otorinolaringoiatria, malattie dentali e ginecologiche e di altri tipi.

trattamento di una malattia dell'articolazione del polso mediante terapia EHF

Sottomarino Progetto 941 Akula (1980)

Akula (Акула, o "squalo"), è una classe di sottomarini strategici a propulsione nucleare di terza generazione. Sono i sottomarini più grandi mai costruiti nel mondo: ne sono stati ultimati sei in totale. Per le condizioni di maggiore confort rispetto agli altri sottomarini, i modelli di questa classe sono chiamati scherzosamente "Hilton" dai marinai.

il TK-17 della classe Akula, di base a a Severodvinsk

Punto quantico (1981)

I punti quantici), chiamati anche nanocristalli semiconduttori, sono particelle semiconduttrici di pochi nanometri di dimensione, con proprietà ottiche ed elettroniche che differiscono da quelle delle particelle più grandi come risultato della meccanica quantistica. Sono un argomento centrale nella nanotecnologia e nella scienza dei materiali. Le potenziali applicazioni dei punti quantici includono transistor a singolo elettrone, celle solari, LED, laser, sorgenti a fotone singolo, generazione di seconda armonica, calcolo quantistico, ricerca sulla biologia cellulare, microscopia e imaging medico. I punti quantici offrono metodi meno costosi e meno dispendiosi in termini di tempo per la fabbricazione dei semiconduttori.

I punti quantici furono ottenuti per la prima volta nel 1981 da Aleksej Ivanovich Ekimov. La loro teoria fu presentata per la prima volta da Aleksandr L'vovich Efros nel 1982.

punti quantici colloidali irradiati con luce ultravioletta. Se o punti quantici sono di dimensioni diverse, emettono luce di colore diverso a causa del confinamento quantistico

Tupolev Tu-160 (1981)

Il Tupolev Tu-160 è un bombardiere pesante supersonico a geometria variabile introdotto nel 1981. Sebbene diversi velivoli da trasporto civili e militari siano più grandi, il Tu-160 ha la massima spinta totale e il peso al decollo più alto di qualsiasi aereo da combattimento, e la più alta velocità massima, nonché uno dei più grandi carichi utili tra i bombardieri pesanti. I piloti del Tu-160 lo chiamano "cigno bianco", per la sua manovrabilità e la finitura bianca anti-riflesso.

Tupolev Tu-160 alla parata del giorno della vittoria di Mosca, 2013

Seggiolino eiettabile per elicottero (1982)

Il Kamov Ka-50, testato nel 1982 ed entrato in servizio limitato per le forze russe nel 1995, è stato il primo elicottero di produzione con sedile eiettabile. Il sistema è simile a quello di un velivolo ad ala fissa convenzionale; tuttavia i rotori principali sono dotati di dardi esplosivi per lanciare le pale pochi istanti prima che il sedile venga azionato.

due Ka-50 nel cielo sopra Mosca

Tetris (1984)

Videogioco rompicapo della prima generazione, Tetris fu creato nel 1984 dall'ingegnere informatico Aleksej Leonidovich Pazhitnov presso il Centro informatico Dorodnitsyn di Mosca. Il nome è un composto di tetra (che significa "quattro") e dello sport preferito di Pazhitnov, il tennis. Basato su regole semplici, Tetris si è affermato come uno dei più grandi videogiochi mai realizzati.

screenshot della primissima versione di Tetris, completata nel 1985, che girava su un emulatore dell'Electronica 60

Stazione spaziale modulare (1986)

Mir (Мир, letteralmente "pace" o "mondo") è stata la prima stazione spaziale modulare (un'unità centrale alla quale sono stati successivamente aggiunti moduli aggiuntivi, generalmente con un ruolo specifico) ed è stata assemblata in orbita dal 1986 al 1996, operando in orbita terrestre bassa fino al 2001. Aveva una massa maggiore di qualsiasi veicolo spaziale precedente . All'epoca era il più grande satellite artificiale in orbita, sostituito dalla Stazione Spaziale Internazionale dopo il decadimento dell'orbita di Mir. Il suo design modulare consentiva una maggiore flessibilità operativa, oltre a eliminare la necessità di un unico veicolo di lancio immensamente potente. Le stazioni modulari sono inoltre progettate fin dall'inizio per ricevere i rifornimenti da mezzi di supporto logistico, il che consente una durata più lunga a costo di lanci di supporto regolari.

Mir è stata la prima stazione di ricerca a lungo termine abitata ininterrottamente in orbita e ha detenuto il record per la più lunga presenza umana continua nello spazio con 3.644 giorni, fino a quando non è stata superata dalla Stazione Spaziale Internazionale il 23 ottobre 2010. Detiene il record per il volo spaziale umano più lungo, con Valerij Poljakov che ha trascorso 437 giorni e 18 ore sulla stazione tra il 1994 e il 1995. È stata occupata per un totale di dodici anni e mezzo dei suoi quindici anni di vita, con la capacità di supportare un equipaggio residente di tre persone o equipaggi più grandi per brevi visite.

stazione Mir, 12 giugno 1998

Sommergibile Mir (1987)

I batiscafi Mir sono due veicoli da ricerca semoventi con equipaggio per acque profonde (con una profondità di immersione di oltre 6 km), usati per ricerche oceanografiche e opere di salvataggio. Progettati dall'Accademia delle Scienze di Mosca e dal centro di progettazione Lazurit di Nizhnij Novgorod, i veicoli furono costruiti dalla società finlandese Rauma-Repola, come primo esempio di cooperazione finlandese-sovietica, e consegnati nel 1987. Il progetto fu realizzato sotto la supervisione di costruttori e ingegneri dell'Istituto di oceanologia Shirshov di Kaliningrad.

Tra le spedizioni dei veicoli Mir si ricordano le ricerche del sottomarino giapponese affondato I-52 per uno speciale televisivo del National Geographic, le immersioni sui relitti della RMS Titanic e della corazzata Bismarck per il recupero di manufatti e per i film e i documentari di James Cameron, la prima discesa con equipaggio sul fondale marino sotto il Polo Nord geografico nel 2007, le esplorazioni del fondo del Lago Bajkal nel 2002-2010 e del Lago di Ginevra nel 2011.

Dopo la loro dismissione dal servizio attivo nel 2017, i due Mir si trovano a Kaliningrad, uno al Museo oceanografico mondiale e l'altro alla base dell'Istituto di oceanologia, da dove è previsto il trasporto nel museo del nuovo Istituto di oceanologia sulla Prospettiva Nakhimovskij a Mosca.

uno dei due Mir è calato in acqua dalla gru della nave di ricerca scientifca Akademik Mstislav Keldysh

Mir-1 al Museo oceanografico mondiale di Kalinigrad

Motore a razzo RD-170 (1987)

L'RD-170 (Ракетный Двигатель-170, Raketnyj Dvigatel'-170) è il motore a razzo a propellente liquido più potente e pesante del mondo. È stato progettato e prodotto dalla Energomash di Mosca per l'utilizzo con il veicolo di lancio Energia.

modello in scala 1:1 di un motore a razzo RD-170, mostrato capovolto

An-225 (1988)

L'Antonov An-225 Mriya (dall'ucraino Мрія, "sogno" o "ispirazione") era un aereo cargo da trasporto aereo strategico progettato dall'impianto Antonov di Kiev e messo in volo il 21 dicembre 1988. Era stato sviluppato negli anni '80 come derivato ampliato dell'aereo da trasporto Antonov An-124 con il preciso scopo di trasportare un veicolo spaziale orbitale di classe Buran.

L'An-225 deteneva diversi record, tra cui l'aereo più pesante mai costruito e la più grande apertura alare di qualsiasi aereo in servizio operativo. Era comunemente usato per trasportare oggetti un tempo ritenuti impossibili da spostare per via aerea, come generatori da 130 tonnellate, pale di turbine eoliche e locomotive diesel. Solo un aereo fu mai completato, mentre fu parzialmente costruito un scondo modello con una configurazione leggermente diversa. Dopo un breve periodo di utilizzo a supporto del programma spaziale sovietico, l'aereo fu messo fuori servizio all'inizio degli anni '90. Dopo il crollo dell'URSS divenne proprietà dell'Ucraina e ricevette il numero di coda UR-82060. La costruzione della seconda copia è rimasta in gran parte sospesa a causa della mancanza di finanziamenti. L'unico prototipo volante è stato distrutto in un hangar il 25 febbraio 2022 durante le battaglie per l'aeroporto di Antonov.

l'An-225 che trasportava il Buran 1.01

Pozzo superprofondo di Kola (1989)

Il pozzo superprofondo di Kola (Кольская сверхглубокая скважина? Kol'skaja sverkhglubokaja skvazhina) fu un progetto di perforazione della crosta terrestre condotto dal maggio 1970 con l'obiettivo di studiare la geochimica e la geofisica dello strato di crosta sottostante.

Il sito di scavo si trova a breve distanza dalla cittadina di Zapoljarnyj alle coordinate 69°23'46" Nord 30°36'31" Est, nella parte centro-occidentale della penisola di Kola (oblast' di Murmansk); costituito da una serie di perforazioni differenti, nel 1989 raggiunse la profondità di 12262 metri con un pozzo di 23 centimetri di diametro (perforazione SG-3), stabilendo un primato mondiale che, sebbene sia stato superato in quanto alla lunghezza del foro, rimane imbattuto per profondità verticale rispetto alla superficie terrestre.

Il pozzo superprofondo di Kola è penetrato per circa un terzo della crosta continentale dello Scudo Baltico, stimato a circa 35 chilometri di profondità, raggiungendo le rocce dell'Archeano sul fondo. Il progetto è stato oggetto di approfonditi esami geofisici. Le aree di studio dichiarate erano la struttura profonda dello Scudo Baltico, le discontinuità sismiche e il regime termico nella crosta terrestre, la composizione fisica e chimica della crosta profonda e la transizione dalla crosta superiore a quella inferiore, la geofisica litosferica e la creazione e sviluppare tecnologie per lo studio geofisico profondo. Per gli scienziati, una delle scoperte più affascinanti emerse da questo pozzo è che non è stata trovata alcuna transizione dal granito al basalto alla profondità di circa sette chilometri, o a qualsiasi profondità nel pozzo. Prima di ciò, le informazioni geologiche sulla crosta terrestre erano principalmente basate sull'analisi delle onde sismiche che indicavano discontinuità. I modelli scientifici avevano precedentemente suggerito che si dovesse vedere il basalto. Invece, le prove geologiche reali del pozzo rivelarono che c’erano più graniti, e a profondità molto maggiori di quanto gli scienziati avessero considerato. Gli scienziati allora pensarono che la discontinuità sismica fosse causata da una transizione metamorfica nella roccia granitica invece che dei basalti. Inoltre, la roccia a quella profondità era completamente fratturata ed era satura d'acqua a una profondità compresa tra tre e sei chilometri. L'acqua non vaporizzava naturalmente a nessuna profondità nel pozzo. I modelli scientifici in precedenza non avevano previsto la presenza di acqua a profondità così grandi. Si è scoperto che i graniti profondi possono fratturarsi e ricevere acqua a grandi profondità. Come risultato di queste scoperte, molti scienziati ora teorizzano che le falde acquifere possono essere trovate a profondità molto maggiori di quanto i modelli scientifici più vecchi avessero precedentemente ritenuto possibile. Quest'acqua, a differenza dell'acqua superficiale, doveva provenire da minerali della crosta profonda e non era riuscita a raggiungere la superficie a causa di uno strato di roccia impermeabile. Fossili microscopici di plancton sono stati trovati sei chilometri sotto la superficie. Un'altra scoperta inaspettata è stata una grande quantità di gas idrogeno . Il fango di perforazione che fuoriusciva dal foro è stato descritto come "bollente" con idrogeno.

sovrastruttura del pozzo superprofondo di Kola, 2007

Supermanovrabilità (1989)

La supermanovrabilità è la capacità degli aerei da caccia di eseguire manovre tattiche che non sono possibili con tecniche puramente aerodinamiche. Nel 1983, il MiG-29 e nel 1986 il Sukhoi Su-27 furono schierati con questa capacità, che da allora è diventata standard in tutti gli aerei russi di quarta e quinta generazione.

La prima dimostrazione pubblica di un effetto di supermanovrabilità fu data nel 1989 a le Bourget, a Parigi, dal pilota dell'OKB Sukhoj Viktor Georgievich Pugachjov. Nota come "cobra di Pugachjov" (Ко́бра Пугачёва), la manovra era stata compiuta la prima volta dal pilota collaudatore Igor' Petrovich Volk durante le prove del Sukhoj Su-27, per puro caso: quando il Su-27 di Volk, a causa degli errori del tester, era stato portato oltre l'angolo di attacco critico e il sistema di controllo aveva smesso di funzionare, Volk aveva spento il controllo automatico dei timoni, scoprendo che l'aereo non cadeva in spin e ritornava al volo orizzontale.

Il "cobra di Pugachjov" è utile quando un velivolo è inseguito da un avversario che si trova ad una quota leggermente superiore. Eseguendo la manovra del cobra, l'inseguitore viene a sopravanzare improvvisamente l'inseguito che ha rallentato, offrendo così un'opportunità per l'inseguito di puntare le proprie armi verso l'inseguitore. La manovra è anche potenzialmente una difesa contro i radar, poiché l'improvviso cambiamento di velocità può spesso far sì che i radar Doppler perdano l'aggancio sul bersaglio.

schema di un Su-27 che esegue la manovra "cobra"

Tupolev Tu-155 (1989)

Il Tupolev Tu-155 è una modifica del Tupolev Tu-154, ed è stato utilizzato come banco di prova per carburanti alternativi immagazzinati a criogenia. È stato il primo aereo sperimentale al mondo operante con idrogeno liquido e successivamente con gas naturale liquefatto. Volò per la prima volta il 15 aprile 1988 e per il primo volo di prova con gas liquefatto il 18 gennaio 1989, ed è ora stazionato all'aeroporto Ramenskoe, vicino a Mosca.

il Tupolev Tu-155

Sistema BARS (1989-1991)

Il BARS (o "sfera divisa", traslitterazione dal russo БАРС, Беспрессовая Аппаратура Высокого Давления РАЗРЕЗНАЯ СФЕРА, Bespressovaja Apparatura Vysokogo Davlenija "razreznaja sfera") è un apparecchio ad alta pressione e alta temperatura solitamente utilizzato per la crescita o la lavorazione di minerali, in particolare diamante e nitruro di boro.

La tecnologia BARS è stata inventata intorno al 1989-1991 dagli scienziati dell'Istituto di geologia e geofisica della sezione siberiana dell'Accademia delle scienze.

schema di un sistema BARS

Termoplano (1991)

Il termoplano è un dirigibile a forma di disco di tipo ibrido, con una struttura a due sezioni. La sezione principale del dirigibile è riempita di elio, mentre l'altra sezione è riempita di aria che può essere riscaldata o raffreddata dai motori. Questo design migliora notevolmente la manovrabilità, insieme alla forma a disco che aiuta a resistere a venti potenti fino a 20 metri al secondo. Il progetto fu avviato alla fine degli anni '70 presso l'Istituto di aviazione di Mosca da un piccolo gruppo di studenti sotto la direzione scientifica di Sergej Mikhajlovich Eger. Con l'aiuto del rettore dell'Istituto di aviazione, Jurij Alekseevich Ryzhov, nella seconda metà degli anni '80 si ottenne il sostegno di Gazprom per l'avvio dell'ufficio di progettazione "Termoplan", e il primo prototipo in scala, ALA-40, fu costruito presso il complesso di produzione aeronautica di Uljanovsk, testato nel 1991 e lanciato nel 1992. Si trattava di un dirigibile piuttosto piccolo, con un diametro di 40 metri, e il gigantesco termoplano non fu costruito a causa dei problemi causati dalla crisi economica degli anni '90. Il prototipo aveva 2 motori Klimov GTD-350 (da 400 CV ciascuno), 1 motore Vedeneev M14P (da 360 CV) e 2 propulsori elettrici per la propulsione verticale (da 50 CV ciascuno). L'equipaggio di volo era composto da 2 piloti. Alla fine del primo decennio del 2000, il progetto è stato ripreso con il nome di Locomoskyner dalla società Lokomoskij di Uljanovsk, ma il programma è stato sospeso.

prototipo del termoplano ALA-40 nell'officina del Complesso industriale aeronautico di Uljanovsk

Scramjet (1991)

Il primo test di volo di successo di uno scramjet fu eseguito in Unione Sovietica nel 1991, in collaborazione con la NASA. sviluppato dall'Istituto centrale di motori per l'aviazione di Mosca alla fine degli anni '70, e raggiunse la velocità di Mach 5,5.

schema del principio di funzionamento di un motore scramjet

FEDERAZIONE RUSSA

Motore RD-180 (anni '90)

L' RD-180 (Ракетный Двигатель-180, Raketnyj Dvigatel'-180) è un motore a razzo a ciclo chiuso a due componenti (carburante: cherosene, ossidante: ossigeno liquido) con postcombustione del gas ossidante del generatore dopo la turbina, dotato di due camere di combustione e due ugelli. Il motore è stato sviluppato sotto la guida di Boris Ivanovich Katorgin e prodotto presso la Energomash. L'RD-180 è derivato dalla linea di motori a razzo RD-170/RD-171, che furono utilizzati nel veicolo di lancio sovietico Energia e sono ancora in uso nei veicoli di lancio Zenit ucraini. A partire dal 2014, i motori utilizzati nel primo stadio del veicolo di lancio americano Atlas V sono in via di eliminazione a causa dei sospetti e delle chiusure reciproche relative alla crisi ucraina.

modello del motore RD-180

Znamja (specchio spaziale) (1992)

Il progetto Znamja (Знамя, "bandiera") consisteva in una serie di esperimenti sugli specchi orbitali condotti negli anni '90 con lo scopo di trasmettere l'energia solare sulla Terra riflettendo la luce solare.

Lo Znamja-2 era uno specchio solare spaziale largo 20 metri. Znamja-2 fu lanciato a bordo della Progress M-15 da Bajkonur il 27 ottobre 1992. Dopo aver visitato l'equipaggio dell'EO-12 a bordo della stazione spaziale Mir, il riflettore fu dispiegato dall'estremità della navicella spaziale Progress il 4 febbraio 1993, accanto alla Mir. Lo specchio si aprì con successo e, una volta illuminato, produsse un punto luminoso largo 5 km, che attraversò l'Europa dalla Francia meridionale alla Russia occidentale a una velocità di 8 km/h. Il punto luminoso aveva una luminosità equivalente approssimativamente a quella della luna piena. Sebbene quella mattina le nuvole coprissero gran parte dell'Europa, alcuni osservatori da terra riferirono di aver visto un lampo di luce mentre il raggio passava. Lo specchio fu deorbitato dopo diverse ore e bruciò durante il rientro atmosferico sul Canada.

Lo specchio Znamja era stato originariamente progettato come prototipo di un sistema di propulsione a vela solare, ma fu riproposto come specchio spaziale per l'illuminazione quando l'interesse per le vele solari diminuì.

lo specchio spaziale Znamja 2

Nuclotrone (1992)

Il nuclotrone è il primo sincrotrone superconduttivo al mondo, l'installazione di base dell'Istituto congiunto per la ricerca nucleare di Dubna. Questo acceleratore di particelle è stato creato sulla base di una tecnologia unica di magneti superconduttori, proposta e sviluppata presso il Laboratorio di alta energia dell'istituto di Dubna. Il nuclotrone è stato costruito tra il 1987 e il 1992 come parte del programma di modernizzazione del sincrofasotrone di Dubna (l'anello del nuclotrone segue il perimetro esterno dell'anello del sincrofasotrone). Gli esperimenti più importanti hanno testato un nuovo tipo di sistema criomagnetico e ottenuto dati sulle collisioni nucleari utilizzando un bersaglio interno.

il nuclotrone di ioni pesanti superconduttori

RAR (formato file) (1993)

RAR è un formato file di archivio proprietario che supporta la compressione dei dati, la correzione degli errori e lo spanning dei file. È stato sviluppato nel 1993 dall'ingegnere informatico Evgenij Lazarevich Roshal.

RAR è una sigla che contiene il nome del suo inventore: Roshal ARchive

 

Stazione di metropolitana su due livelli a volta singola (1997)

Sportivnaja (Спорти́вная) è una stazione sulla linea 5 (Frunzensko-Primorskaja) della metropolitana di San Pietroburgo, nelle immediate vicinanze dello stadio Petrovskij e del Palazzo dello Sport Jubilejnyj (dai quali deriva il nome), nonché della Fortezza di Pietro e Paolo. È la prima stazione profonda al mondo a volta singola e a due livelli (64 m), e l'unica di questo genere fuori Washington DC. È stata progettata dall'architetto Aleksandr Sergeevich Konstantinov e abbellita dal mosaicista Aleksandr Kirovich Bystrov. È stata inaugurata il 15 settembre 1997 come parte della linea Pravoberezhnaja. I suoi piani sono collegati da due gruppi di scale mobili. Il piano inferiore serve i treni diretti a sud mentre il piano superiore serve quelli diretti a nord. Il piano superiore è collegato all'uscita della stazione sul lato sud-orientale dell'isola Petrogradskij. Dal 27 maggio 2015 il piano inferiore ospita l'ingresso in un corridoio di trasferimento dotato di tappeto mobile che collega la stazione all'uscita sul lato nord-orientale dell'isola Vasil'evskij.

Stazione Sportivnaja (in senso orario): il piano superiore, il piano inferiore, l'accesso alle scale mobili e la passerella mobile

Beriev Be-200 (1998)

Il Beriev Be-200 Altair (Бериев Бе-200 Альтаир) è un idrovolante anfibio a reazione progettato e costruito in collaborazione dalle compagnie di produzione aerea Beriev e Irkutsk, con il primo volo il 24 settembre 1998. L'areo, progettato per la lotta antincendio, la ricerca e il salvataggio, il pattugliamento marittimo, il trasporto di merci e passeggeri, ha una capacità di 12.000 litri d'acqua o fino a 72 passeggeri.

Il nome dell'aereo, Altair, ovvero la stella alfa nella costellazione dell'Aquila, è un acronimo di Albatross, la sigla dell'idrovolante Beriev A-40 da cui fu sviluppato il Be-200, e dei nomi dei luoghi di produzione, Taganrog e Irkutsk.

Il Be-200 è un monoplano con coda a T ad ala alta. Lo scafo ha un design a scalino singolo con un elevato rapporto lunghezza-larghezza, che contribuisce alla stabilità e alla controllabilità in acqua. La cellula del Be-200 è costruita in leghe di alluminio con trattamenti anticorrosione. L'uso selettivo è fatto di titanio, compositi e altri materiali resistenti alla corrosione. Le ali sono dotate di galleggianti stabilizzatori. Le unità del carrello di atterraggio retrattile ad azionamento idraulico si retraggono tutte all'indietro e ciascuna unità è dotata di doppie ruote. Un timone acquatico fornisce il governo in acqua. Può operare da una pista lunga 1.800 m o da un'area di mare aperto lunga almeno 2.300 m e profonda 2,5 m, con onde alte fino a 1,3 m. Ha un'attrezzatura antincendio unica, che gli consente di raccogliere acqua sfiorando la superficie dell'acqua al 90-95% della velocità di decollo. I motori sono montati sopra i supporti delle radici alari sulle carenature del carrello di atterraggio per evitare spruzzi d'acqua nei motori durante il decollo e l'atterraggio.

Il Be-200 multiruolo può essere configurato come aereo anfibio antincendio, mercantile oppure aereo passeggeri: la cabina pressurizzata e climatizzata consente il trasporto di un massimo di 72 passeggeri. Il Be-200 può anche essere equipaggiato per missioni speciali. Se configurato come ambulanza aerea, l'aereo può trasportare fino a 30 pazienti in barella e sette pazienti seduti o personale medico. Nel ruolo di ricerca e salvataggio, l'aereo può essere equipaggiato con proiettori e sensori, un gommone, sistemi di sorveglianza termica e ottica e attrezzature mediche. La variante di ricerca e salvataggio può ospitare fino a 45 persone. L'aereo può anche essere configurato per compiti di guerra antisommergibile.

In configurazione anfibia antincendio, può far cadere l'acqua contenuta in otto serbatoi d'acqua in lega di alluminio ferrico, situati sotto il pavimento della cabina nella sezione centrale della fusoliera. Quattro prese d'acqua retrattili, due a prua e due a poppa del gradino della fusoliera, possono essere utilizzate per raccogliere un totale di 12 tonnellate d'acqua in 14 secondi. In alternativa, i serbatoi possono essere riempiti da un idrante o da una cisterna a terra. I serbatoi dell'acqua possono essere rimossi rapidamente per il trasporto del carico. L'acqua può essere lasciata cadere in una singola salva o fino a otto salve consecutive. L'aereo trasporta inoltre sei serbatoi ausiliari per agenti chimici ignifughi, della capacità totale di 1,2 metri cubi. L'aereo può svuotare i serbatoi dell'acqua sul luogo di un incendio in un tempo compreso tra 0,8 e 1,0 secondi quando vola al di sopra della velocità di caduta minima di 220 km/h.

Nel 2002 e 2003, il Be-200 ha partecipato a mostre aeronautiche internazionali in Francia, Grecia, Malesia e Corea del Sud. Un aereo è stato acquistato nel 2008 dall'Azerbaigian. Nelle sue missioni antincendio all'estero, è stato operato nel 2004 e nel 2005 in Sardegna da SOREM, l'operatore ufficiale delle attrezzature antincendio del Dipartimento della Protezione Civile italiana, nel 2006 e nel 2007 dai servizi antincendio portoghesi, nei mesi di ottobre del 2006 e del 2015 dall'Indonesia, in agosto e settembre 2007 dalla Grecia e nel dicembre 2010 da Israele. Un Be-200 è di stanza ogni estate in Serbia; uno è stato inviato nel gennaio 2015 per assistere nelle operazioni di ricerca e recupero in seguito alla perdita del volo Indonesia AirAsia 8501 nel Mar di Giava.

Nel giugno-ottobre 2020, i Be-200 sono stati ampiamente utilizzati per fornire servizi antincendio in Turchia. Durante l'estate del 2021 un aereo è stato utilizzato in Grecia. L'8 agosto 2021, un Be-200 noleggiato dalla Turchia dalla Russia per partecipare alla lotta contro gli incendi del 2021 si è schiantato vicino alla città di Adana, uccidendo tutti gli 8 membri del personale a bordo, inclusi 5 militari russi e 3 cittadini turchi.

Nel febbraio 2023 un Be-200 è stato inviato per spegnere un grande incendio nel porto turco di Iskenderun, scoppiato dopo il terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria.

La certificazione europea del Be-200 è stata revocata il 14 marzo 2022. Il governo greco ha quindi iniziato a pianificare di affrontare le imminenti stagioni degli incendi senza l'uso di alcun aereo Be-200.

un Beriev Be-200 Altair durante lo scarico dell'acqua in un'operazione antincendio

Veicolo spaziale lanciato da un sottomarino (1998)

Il razzo vettore Shtil' (Штиль, ovvero "bonaccia") è un missile balistico da sottomarino utilizzato per lanciare in orbita satelliti artificiali. Ha compiuto il primo lancio spaziale con successo di un carico utile in orbita dal sottomarino missilistico strategico "Novomoskovsk" il 7 luglio 1998, sebbene il suo lancio sia possibile anche da strutture terrestri.

il "K-407 Novomoskovsk", primo sottomarino da cui è stato lanciato un satellite in orbita

7z (formato file) (1999)

7z è un formato di compressione file che supporta diversi algoritmi di compressione, crittografia e preelaborazione dei dati. Il formato 7z, sviluppato dal programmatore Igor' Viktorovich Pavlov, è stato originariamente rilasciato come archiviatore 7-Zip, ed è stato reso disponibile al pubblico con open source nel dicembre 2008.

schermata di 7-Zip 19.00 per Windows 64-bit

Lancio in mare (1999)

Se da un sito vicino all'equatore terrestre si lancia un veicolo spaziale, questo può sfruttare in modo ottimale la sostanziale velocità di rotazione della Terra (un oggetto immobile su una rampa di lancio vicino all'equatore si sta già muovendo ad una velocità di oltre 1650 km orari rispetto al centro della Terra). Per questo scopo, il consorzio Sea Launch (una cooperazione multinazionale tra Norvegia, Russia, Ucraina e Stati Uniti fondata nel 1995) fornì servizi di lancio orbitale (per lo più per satelliti di comunicazione) dal 1999 al 2014. La società utilizzò una piattaforma di lancio marittima mobile per lanci equatoriali, ottenuta da un ex impianto di trivellazione petrolifera mobile/galleggiante ribattezzato Odyssey, usando razzi Zenit-3SL. La partecipazione russa alla Sea Launch fu dovuta allo scienziato, ingegnere e imprenditore Igor' Dmitrievich Spasskij, che vi sperimentò il processo di trasformazione verso l'economia di mercato.

lancio del primo razzo Zenit-3SL per la Sea Launch dalla piattaforma Ocean Odyssey, originariamente costruita in Giappone come piattaforma petrolifera, e poi modificata da Norvegia e Russia per lanci spaziali

Flerovio (1999)

Il flerovio è un elemento chimico superpesante con simbolo Fl e numero atomico 114. È un elemento sintetico estremamente radioattivo, il membro più pesante conosciuto del gruppo del carbonio e l'ultimo elemento la cui chimica è stata finora studiata. Prende il nome dal Laboratorio di reazioni nucleari Fljorov (dedicato al fisico Georgij Nikolaevich Fljorov, scopritore della fissione spontanea) dell'Istituto congiunto per la ricerca nucleare a Dubna, dove l'elemento fu scoperto nel 1999.

configurazione elettronica del flerovio

Livermorio (2000)

Il livermorio è un elemento chimico sintetico con il simbolo Lv e ha un numero atomico 116. È un elemento estremamente radioattivo che è stato creato solo in laboratorio e non è stato osservato in natura. L'elemento prende il nome dal Lawrence Livermore National Laboratory negli Stati Uniti, che ha collaborato con l'Istituto congiunto per la ricerca nucleare a Dubna, per scoprire il livermorio durante esperimenti condotti tra il 2000 e il 2006. Il nome del laboratorio si riferisce a la città di Livermore, California, dove si trova, che a sua volta prende il nome dall'allevatore e proprietario terriero Robert Livermore.

Nella tavola periodica è un elemento transattinide del blocco p. È un membro del settimo periodo ed è collocato nel gruppo 16 come il calcogeno più pesante, ma non è stato confermato che si comporti come l'omologo più pesante del calcogeno polonio. Si calcola che il livermorio abbia alcune proprietà simili ai suoi omologhi più leggeri (ossigeno, zolfo, selenio, tellurio e polonio) e sia un metallo post-transizione, sebbene mostri anche molte differenze importanti da essi.

configurazione elettronica del livermorio

Macchina a stati astratta (2000)

In informatica, una macchina a stati astratta (ASM) è una macchina che opera su stati che sono strutture di dati arbitrarie (struttura nel senso della logica matematica, cioè un insieme non vuoto insieme a un numero di funzioni/operazioni e relazioni sull'insieme).

La teoria delle ASM fu proposta per la prima volta dal matematico e informatico Jurij Shljomovich Gurevich a metà degli anni '80, come un modo per migliorare la tesi di Turing, secondo cui ogni algoritmo è simulato da un'appropriata macchina di Turing. Secondo la tesi ASM di Gurevich ogni algoritmo, non importa quanto astratto, è emulato passo dopo passo da un'ASM appropriata.

schema concettuale della macchina a stati astratta

Turismo spaziale (2001)

Con la realtà dell’economia post-perestrojka, l'industria spaziale russa era particolarmente affamata di denaro. Alla fine degli anni '90, la MirCorp, un'impresa privata allora responsabile della stazione spaziale, iniziò a cercare potenziali turisti spaziali che visitassero la stazione Mir per compensare parte dei suoi costi di manutenzione. Dennis Tito, un uomo d'affari italo-americano ed ex scienziato del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, divenne il loro primo candidato. Quando fu presa la decisione di deorbitare Mir, Tito riuscì a spostare il suo viaggio verso la Stazione Spaziale Internazionale a bordo di una navicella spaziale Sojuz. Dennis Tito visitò la Stazione Spaziale Internazionale per sette giorni nell'aprile-maggio 2001, diventando il primo turista spaziale "a pagamento" al mondo. Tito ha pagato circa 20 milioni di dollari per il suo viaggio.

il primo turista spaziale, Dennis Tito (a sinistra), a bordo della Stazione Spaziale Internazionale nel 2001

Miniera di Mirny (2001)

La miniera di Mirny, nella Repubblica di Sakha (Jakutia), è più grande miniera di diamanti del mondo, a cielo aperto (cava), profonda più di 525 metri, con un diametro di 1.200 metri, ed è uno dei più grandi pozzi scavati nel mondo, nonché il secondo più grande scavo effettuato dall'uomo: il più grande è la miniera di Udachnaja, nel nord della Jakutia, che misura 1.600 x 2.000 metri in superficie e 640 metri in profondità.

I depositi di diamanti di Mirny furono scoperti il 13 giugno 1955 dai geologi Jurij Khabardin, Ekaterina Elagina e Viktor Avdeenko; l'estrazione a cielo aperto ebbe inizio nel 1957 ed è stata interrotta nel 2001. Dal 2009 il sito è ritornato attivo come miniera di diamanti sotterranea. Nel corso degli anni di sviluppo con il metodo a cielo aperto, dal giacimento sono stati estratti diamanti, secondo dati non ufficiali, per un valore di 17 miliardi di dollari USA.

la miniera di Mirny in Jakutia

Rivelatore a singolo fotone a nanofili superconduttori (2001)

Il rilevatore a singolo fotone a nanofili superconduttori è un tipo di rilevatore di fotone singolo ottico e nel vicino infrarosso basato su un nanofilo superconduttore polarizzato in corrente. È stato sviluppato per la prima volta da scienziati dell'Università pedagogica statale di Mosca e dell'Università di Rochester nel 2001.

diagramma del funzionamento del rilevatore a singolo fotone a nanofili superconduttori

Scale mobili della metropolitana di Park Pobedy (2003)

Park Pobedy (Парк Победы, "Parco della Vittoria") è una stazione della metropolitana di Mosca nel quartiere Dorogomilovo della città. È su due linee: la linea Arbatsko-Pokrovskaja e la linea Kalininsko-Solntsevskaja. Con i suoi 84 metri di profondità, secondo i dati ufficiali, Park Pobedy è la stazione più profonda di Mosca e la quinta più profonda al mondo per profondità media, dopo la stazione Hongyancun di Chongqing Rail Transit , Arsenalna della metropolitana di Kiev, la stazione Hongtudi di Chongqing Rail Transit e la stazione Admiraltejskaja della metropolitana di San Pietroburgo. Contiene anche le scale mobili più lunghe d'Europa: ciascuna è lunga 126 metri e ha 740 gradini. La corsa con la scala mobile verso la superficie dura circa tre minuti.

le più lunghe scale mobili da metropolitana nel mondo

Nihonio (2003)

Il nihonio (simbolo Nh) è l' elemento chimico di numero atomico 113. È stato sintetizzato per la prima volta nel luglio 2004 all'Istituto RIKEN, vicino a Tokyo, ma è stato anche oggetto di una pubblicazione congiunta da parte dell'Università di Tokyo, dell'Istituto congiunto per la ricerca nucleare a Dubna e del Lawrence Livermore National Laboratory nell'agosto 2003, come prodotto di decadimento del moscovio. Il nome (da Nihon, "Terra del sol levante", il nome proprio del Giappone) è un tributo al primo elemento transuranico sintetizzato in Asia.

Il nihonio e un transattinide altamente radioattivo, il cui isotopo più stabile conosciuto, 286 Nh, ha un'emivita di 19,6 secondi. Situato sotto il tallio nella tavola periodica, è possibile che le sue proprietà chimiche, se potessero essere studiate, lo renderebbero simile a un metallo povero.

configurazione elettronica del nihonio

Moscovio (2003)

Il moscovio è un elemento sintetico con il simbolo Mc e il numero atomico 115. È stato sintetizzato per la prima volta nel 2003 da un team congiunto di scienziati russi e americani presso l'Istituto congiunto per la ricerca nucleare a Dubna. È un elemento estremamente radioattivo: il suo isotopo più stabile conosciuto, il moscovio-290, ha un'emivita di soli 0,65 secondi. Nella tavola periodica, è un elemento transattinide del blocco p. È un membro del 7° periodo ed è inserito nel gruppo 15 come il pnictogeno più pesante, sebbene non sia stato confermato che si comporti come un omologo più pesante del pnictogeno bismuto. Si calcola che il moscovio abbia alcune proprietà simili ai suoi omologhi più leggeri, azoto, fosforo, arsenico, antimonio e bismuto, e di essere un metallo di post-transizione, anche se dovrebbe mostrare anche molte differenze importanti da essi. In particolare, il moscovio dovrebbe avere somiglianze significative anche con il tallio, poiché entrambi hanno un elettrone legato in modo piuttosto lasco all'esterno di un guscio quasi chiuso. Finora sono stati osservati oltre un centinaio di atomi di moscovio, tutti con numeri di massa compresi tra 286 e 290.

configurazione elettronica del moscovio

Nginx (2004)

Nginx (pronunciato "engine x") è un software gratuito e open source. È uno dei web server più utilizzati al mondo: può essere utilizzato anche come proxy inverso, bilanciatore del carico, proxy di posta e cache HTTP . Il software è stato creato da Igor' Vladimirovich Sysoev e rilasciato pubblicamente nel 2004.

screenshot del corso completo del server Ngninx

Grafene (2004)

Il grafene è una modifica allotropica bidimensionale del carbonio, formata da uno strato di carbonio spesso un atomo. Gli atomi di carbonio sono collegati in un reticolo cristallino bidimensionale esagonale.

Per "esperimenti avanzati con un materiale bidimensionale: il grafene", i fisici Andrej Konstantinovich Geim e Konstantin Sergeevich Novoselov hanno ricevuto il Premio Nobel per la fisica per il 2010. Nel 2013, il fisico teorico Mikhail Iosifovich Katsnelson è stato insignito del Premio Spinoza per aver sviluppato il concetto di base e i concetti che la scienza opera nel campo del grafene.

la struttura cristallina ideale del grafene è un reticolo cristallino esagonale

Orbitrap (2005)

Nella spettrometria di massa, Orbitrap è un analizzatore di massa a trappola ionica costituito da un elettrodo esterno a forma di cilindro e un elettrodo coassiale interno a forma di fuso che intrappola gli ioni in un movimento orbitale attorno al fuso.

L'invenzione dell'analizzatore Orbitrap e la sua prova di principio da parte del fisico Aleksandr Alekseevich Makarov alla fine degli anni '90 ha avviato una sequenza di miglioramenti tecnologici che hanno portato all'introduzione commerciale di questo analizzatore da parte di Thermo Fisher Scientific come parte dello strumento ibrido LTQ Orbitrap nel 2005.

traiettorie degli ioni in uno spettrometro di massa Orbitrap

Oganesso (2006)

L'oganesso è l'elemento chimico di numero atomico 118, il cui simbolo è Og. È un elemento superpesante sintetico della tavola periodica, sintetizzato per la prima volta nel 2002 presso l'Istituto congiunto per la ricerca nucleare a Dubna da un team congiunto di scienziati russi e americani. Il nome, proposto dagli scopritori, è stato attribuito ufficialmente il 28 novembre 2016 e omaggia il professor Jurij Colakovich Oganesian. Si tratta del secondo elemento, dopo il seaborgio, a cui è stato dato il nome di una persona ancora in vita.

L'oganesso ha il numero atomico più alto e la massa atomica più alta di tutti gli elementi conosciuti. L'atomo radioattivo di oganesso è molto instabile e dal 2005 sono stati rilevati solo cinque (forse sei) atomi dell'isotopo oganesso-294. Sebbene ciò abbia consentito pochissima caratterizzazione sperimentale delle sue proprietà e dei possibili composti, i calcoli teorici hanno prodotto molte previsioni, comprese alcune sorprendenti. Per esempio, sebbene l'oganesso sia un membro del gruppo 18 (i gas nobili) – il primo elemento sintetico ad esserlo – può essere significativamente reattivo, a differenza di tutti gli altri elementi di quel gruppo. Precedentemente si pensava che fosse un gas in condizioni normali, ma ora si prevede che sia un solido a causa degli effetti relativistici. Nella tavola periodica degli elementi è un elemento del blocco p e l'ultimo del periodo 7.

configurazione elettronica dell'oganesso

50 Let Pobedy (2007)

Il 50 Let Pobedy (50 лет Победы, "50 anni di vittoria", in riferimento all'anniversario della vittoria dell'Unione Sovietica nella seconda guerra mondiale) è un rompighiaccio russo a propulsione nucleare di classe Arktika. La sua costruzione iniziò il 4 ottobre 1989: originariamente la nave si chiamava Ural. I lavori furono interrotti dal 1994 al 2003 per mancanza di fondi, tanto che in occasione del cinquantesimo anniversario del Giorno della Vittoria nel 1995, la nave era in stato d'abbandono. La costruzione è stata ripresa nel 2003 e completata nel 2007 con il nuovo nome. Questo rompighiaccio è il sesto e ultimo della classe Arktika. Oggi è la più grande nave rompighiaccio a propulsione nucleare del mondo, e la più grande nave rompighiaccio in generale. La nave è stata messa in servizio dalla compagnia navale Murmansk, che gestisce tutti gli otto rompighiaccio nucleari di proprietà statale russa.

La nave è lunga 159,60 m e larga 30,0 m, con un dislocamento di 25.840 tonnellate, ha una velocità massima di 21,4 nodi (39,6 km/h) è progettata per sfondare il ghiaccio fino a 2,5 metri (8,2 piedi) di spessore. Per la prima volta nella storia delle navi rompighiaccio russe il progetto incorporava una prua a forma di cucchiaio. Come previsto dai progettisti della nave, una tale forma aumenta l'efficienza degli sforzi della nave nel rompere il ghiaccio.

Il 50 Let Pobedy ha un equipaggio di 140 persone, e per fini di turismo artico, può trasportare 128 ospiti in 64 cabine di cinque categorie.

la rompighiaccio nucleare '50 Let Pobedy' a 88° di latitudine nord

Il padre di tutte le bombe (2007)

Bomba termobarica aeronautica di maggiore potenza (Авиационная вакуумная бомба повышенной мощности), soprannominata "padre di tutte le bombe" ("Папа всех бомб"), è un'arma termobarica lanciata da un bombardiere, l'arma convenzionale (non nucleare) più potente al mondo. La bomba è stata testata con successo sul campo nella tarda serata dell'11 settembre 2007. Secondo l'esercito russo, la nuova arma sostituirà diversi tipi più piccoli di bombe nucleari nel suo arsenale.

esplosione della palla di fuoco del "padre di tutte le bombe", ripresa dal Canale 1 della TV russa

Homo di Denisova (2008)

Homo di Denisova è il nome dato ad un ominide i cui scarsi resti sono stati ritrovati nei Monti Altaj in Siberia. La scoperta è stata annunciata nel marzo 2010, quando al termine della completa analisi del DNA mitocondriale è stato ipotizzato che potesse trattarsi di una nuova specie. Questo esemplare di ominide è vissuto in un periodo compreso tra 70.000 e 40.000 anni fa in aree popolate principalmente da sapiens e in parte da neanderthal; ciononostante, la sua origine e la sua migrazione apparirebbero distinte da quelle delle altre due specie, dalle quali il DNA mitocondriale del Denisova risulterebbe differente. L'uomo di Denisova è strettamente imparentato con l'uomo di Neanderthal: le due specie si sarebbero separate circa 300.000 anni or sono. Le implicazioni della scoperta di un terzo tipo di essere umano stanno rivoluzionando l'intero campo della paleoantropologia.

ingresso della grotta in cui sono stati ritrovati i resti dell'Homo di Denisova

Chatroulette (2010)

Chatroulette è stato il primo sito di chat online con webcam randomizzata, che abbina utenti casuali a una scelta tra altri due utenti per conversazioni basate su webcam. I visitatori del sito Web iniziano una chat online (audio e video) con un altro visitatore. In qualsiasi momento, entrambi gli utenti possono abbandonare la chat corrente avviando un'altra connessione casuale. Nel febbraio 2010, pochi mesi dopo la creazione del sito, circa 35.000 persone erano presenti su Chatroulette, e intorno all'inizio di marzo, il creatore stimava che il sito avesse circa 1,5 milioni di utenti.

Chatroulette è stato creato da Andrej Ternovskij, uno studente liceale di 17 anni a Mosca, in "due giorni e due notti", su un vecchio computer che aveva nella sua camera da letto. Il concetto è nato dalle chat video che aveva con gli amici su Skype. Il nome "Chatroulette" è ispirato dal film del 1978 Il cacciatore, ambientato nella guerra del Vietnam, in cui i prigionieri di guerra sono costretti a giocare alla roulette russa.

Ternovskij afferma di non aver pubblicizzato né pubblicato il suo sito da nessuna parte, e la sua conoscenza si è diffusa tramite il passaparola. Man mano che il numero di utenti attivi cresceva, Ternovskij ha dovuto riscrivere l'intero codice per far fronte al carico, la cui gestione rappresenta la parte più impegnativa del suo progetto. Nonostante l'espansione del servizio, codifica ancora tutto da solo.

Andrej Ternovskij e il social network di sua creazione

Tennessio (2010)

Il tennessio (talvolta indicato con l'anglicismo tennessinio, che fa riferimento allo Stato del Tennessee negli USA), è un elemento chimico sintetico di numero 117 e simbolo Ts. È stato ottenuto bombardando con calcio-48 del berkelio-249. È un probabile semimetallo.

Il tennessio è stato scoperto nel 2010 da un team di ricercatori russi e americani, guidato da Jurij Colakovich Oganesian, dell'Istituto unito per la ricerca nucleare di Dubna. Agli inizi non fu aggiunto alla tavola periodica in quanto un solo esperimento non è sufficiente a dare per certa la sintesi di un elemento artificiale. La scoperta è stata confermata il 1º maggio 2014 da un gruppo di ricerca della GSI (Società per la ricerca sugli ioni pesanti) di Darmstadt, che ha sintetizzato l'elemento utilizzando un team e apparecchiature diverse in un luogo differente da quello del primo esperimento.

configurazione elettronica del tennessio

Tram 71-409 (2011)

Il 71-409 è il primo tram prodotto in Russia con pianale ribassato su tutta la lunghezza della cabina La prima vettura della serie 71-409 è stata costruita nell'ottobre 2011. Tra il 2012 e il 2014, si è tenuta la fase dei test a Ekaterinburg e a Nizhnij Novgorod, e nel 2015 è iniziata la produzione.

il tram 71-409

Centrale nucleare galleggiante (2011)

Una centrale nucleare galleggiante (плавучая атомная теплоэлектростанция малой мощности, letteralmente "centrale nucleare galleggiante a combinazione di calore ed elettricità a bassa potenza") è un tipo di nave progettata da Rosatom, la società statale russa per l'energia nucleare. Il progetto prevede centrali nucleari galleggianti, autonome e di bassa capacità, prodotte in serie presso gli impianti di costruzione navale e poi rimorchiate nei porti vicini a luoghi che richiedono elettricità.

modellino della prima centrale nucleare portatile prodotta in serie, la Akademik Lomonosov, giunta il 14 settembre 2019 alla sua sede permanente nella regione di Chukotka, e che ha iniziato a funzionare il 19 dicembre 2019

Nord Stream (2011)

Nord Stream (espressione mista tedesco-inglese, in russo Северный поток, Severnyj potok) è una coppia di gasdotti offshore (il tracciato più lungo al mondo) in Europa che corrono sotto il Mar Baltico dalla Russia alla Germania. Nord Stream 1 parte da Vyborg, e Nord Stream 2 da Ust-Luga. Entrambi i gasdotti arrivano a Lubmin, nello stato tedesco nordorientale del Meclemburgo-Pomerania Anteriore. Ciascuna tubazione comprende due tubi, indicati con A e B; ciascuno dei quattro tubi è lungo circa 1.200 chilometri (750 mi) e con un diametro approssimativo di 1.220 millimetri (48 pollici). La capacità combinata dei quattro tubi è di 110 miliardi di metri cubi all'anno (3,9 trilioni di piedi cubi all'anno) di gas naturale. Il nome "Nord Stream" a volte si riferisce alla più ampia rete di gasdotti che include il gasdotto onshore in Russia e ulteriori collegamenti nell'Europa occidentale. I progetti Nord Stream hanno incontrato l'opposizione di alcuni paesi dell'Europa centrale e orientale, nonché degli Stati Uniti, a causa delle preoccupazioni che i gasdotti avrebbero aumentato l'influenza della Russia in Europa e avrebbero comportato una riduzione delle tariffe di transito per l'uso dei gasdotti esistenti nell'Europa centrale e nell'Est Europa.

posizione del Nord Stream

Spektr-R (2011)

Spektr-R (Спеkтр-P), parte del programma RadioAstron, indica un satellite scientifico russo con a bordo un radiotelescopio da 10 m, lanciato il 18 luglio 2011 dal cosmodromo di Bajkonur, progettato per effettuare ricerche sulla struttura e sulla dinamica delle sorgenti radio all'interno e oltre la Via Lattea.

il radiotelescopio Spektr R nel complesso di integrazione e test della rampa di lancio n. 31, al Centro spaziale di Bajkonur

Ponte dell'isola Russkij (2012)

Il ponte dell'isola Russkij (Русский мост, Russkij most) è un ponte strallato a Vladivostok, nel Primorskij Kraj. Il ponte collega l'isola Russkij e le sezioni della penisola Muravjov-Amurskij della città attraverso lo stretto del Bosforo orientale e, con una campata centrale di 1.104 metri, è il ponte strallato più lungo del mondo.

il ponte dell'isola Russkij sullo stretto del Bosforo orientale

Armata T-14 (2015)

Il T-14 Armata (Т-14 "Армата") è un carro armato basato sulla Piattaforma di combattimento universale "Armata", progettato nel 2014 e prodotto dalla Uralvagonzavod. I primi sette carri armati T-14 Armata sono apparsi pubblicamente alla parata del Giorno della Vittoria di Mosca del 2015.

carro armato T-14 Armata durante le prove per le celebrazioni del Giorno della Vittoria

Vaccino COVID-19 (2020)

Il Gam-COVID-Vac, prodotto con il nome Sputnik V, è stato il primo vaccino contro il COVID-19 approvato nel mondo da autorità governative.

flaconi di Gam-COVID-Vac

 
Un ricordo del campo di Butovo

Ogni anno, il 10 maggio, il patriarca di Mosca celebra una funzione memoriale alla chiesa costruita sul famigerato campo di Butovo, il luogo a sud di Mosca dove sotto il pretesto di un poligono di tiro si tennero le fucilazioni di oltre 20.000 prigionieri politici del regime sovietico, e le loro sepolture in fosse comuni. Un migliaio di quelle vittime erano chierici ortodossi, dei quali circa 300 sono stati oggi canonizzati tra i santi. Presentiamo un’introduzione alla storia di Butovo, tradotta da un articolo apparso di recente su The Moscow Times, nella sezione “Santi” dei documenti.

 
Un vescovo cipriota pubblica un libro con la posizione ortodossa sulla questione ucraina secondo i sacri canoni

foto: spzh.news

Sua Eminenza il metropolita Nikiforos di Kykkos della Chiesa ortodossa di Cipro ha pubblicato un libro che esamina la scottante questione ucraina dal punto di vista dei sacri canoni della Chiesa, come riferisce l' arciprete Nikolaj Danilevich, vice capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa ucraina.

Il libro, La moderna questione ucraina e la sua soluzione secondo i divini e sacri canoni, esamina diversi punti:

  • A quale giurisdizione ecclesiastica patriarcale appartiene l'Ucraina?
  • Chi ha il diritto di concedere l'autocefalia e a quali condizioni?
  • Il Patriarcato ecumenico ha il diritto canonico di accettare ricorsi di chierici al di fuori della sua giurisdizione?
  • Chi è il capo della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica?

Il metropolita Nikiforos è uno dei vescovi ciprioti che sostiene ad alta voce la Chiesa ortodossa ucraina canonica e denuncia la decisione unilaterale dell'arcivescovo Chrysostomos di entrare in comunione con gli scismatici ucraini.

Nel febbraio 2019, il Santo Sinodo cipriota ha rilasciato una dichiarazione molto diplomatica sulla questione ucraina, che era dura verso la Chiesa russa ma non criticava apertamente nessuna delle azioni di Costantinopoli. Quello stesso giorno, il metropolita Nikiforos ha pubblicato una sua dichiarazione, molto più diretta, sugli errori di Costantinopoli in Ucraina.

In tale dichiarazione il metropolita nota che il patriarca Bartolomeo non aveva il diritto canonico di revocare l'anatema contro Filaret e di creare una nuova chiesa "autocefala" sul territorio della Chiesa ortodossa ucraina. Ciò mostra il disprezzo del patriarca per sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di tutta l'Ucraina, ha scritto il metropolita Nikiforos in quel momento.

Costantinopoli ha solo aggravato lo scisma in Ucraina, scrive, e le sue azioni dovrebbero essere discusse in un concilio pan-ortodosso.

Nella sua omelia della domenica dell'Ortodossia di quell'anno, il metropolita Nikiforos ha sottolineato che le azioni illegali di Costantinopoli hanno avvelenato le relazioni inter-ortodosse e danneggiato l'intero Corpo di Cristo.

Nel suo discorso alla conferenza Il monachesimo e il mondo contemporaneo tenutasi con i rappresentanti delle Chiese russa e ucraina nel novembre 2019, ha nuovamente fatto riferimento alla "decisione non canonica di sua Santità il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, di riconoscere la chiesa scismatica di Kiev e di concedere la cosiddetta "autocefalia" all'Ucraina, disprezzando la tradizione canonica unanime e la pratica ecclesiastica senza tempo".

Dobbiamo "superare l'inammissibile egoismo, testardaggine e brama di potere e iniziare un dialogo fraterno pan-ortodosso per superare l'attuale crisi che minaccia l'unità dell'Ortodossia", ha sottolineato.

Insieme a tre dei suoi fratelli nell'episcopato, il metropolita Nikiforos ha anche espresso indignazione per la decisione unilaterale e mal concepita dell'arcivescovo di iniziare a commemorare gli scismatici il mese scorso, sottolineando che l'autocefalia deve essere concessa sinodalmente. È importante sottolineare che i vescovi hanno anche parlato della rottura della comunione con Costantinopoli da parte del Patriarcato di Mosca come una reazione giustificabile.

Quando i sacri canoni vengono violati, i vescovi devono parlare, ha sottolineato sua Eminenza.

In un'altra dichiarazione, il metropolita Nikiforos e gli altri tre vescovi hanno ricordato al patriarca Bartolomeo che ha il primato di responsabilità, non di potere.

 
L'ONU riconosce le azioni delle autorità contro la Chiesa ortodossa ucraina come violazioni dei diritti umani

la sede dell'ONU. Foto: shutterstock.com

Le azioni delle autorità ucraine contro la Chiesa ortodossa ucraina sono state incluse nell'elenco delle violazioni dei diritti umani nel rapporto dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.

Il 4 ottobre 2023, l'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha pubblicato un rapporto sulle violazioni dei diritti umani in Ucraina tra il 1° febbraio e il 31 luglio 2023. Nel rapporto pubblicato sul sito web dell'Alto Commissario, l'ONU ha riconosciuto le azioni dell'Ucraina autorità nei confronti della Chiesa ortodossa ucraina come violazione dei diritti umani.

L'ONU ha affermato di aver documentato 10 casi di violenza fisica e sei casi di minacce derivanti da conflitti tra parrocchiani di diverse confessioni (Chiesa ortodossa ucraina e "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ndc).

Il rapporto delle Nazioni Unite contiene anche informazioni sul sequestro della cattedrale della Chiesa ortodossa ucraina a Ivano-Frankivsk, dove i predoni della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" hanno utilizzato gas lacrimogeni contro i credenti e i chierici della Chiesa ortodossa ucraina. Si è notato che, sebbene la polizia si trovasse entro cinque metri dall'incidente, non ha separato i partecipanti né ha impedito le violenze.

Secondo l'ONU, diverse persone sono rimaste ferite nelle violenze contro i credenti della Chiesa ortodossa ucraina, almeno un chierico è stato ricoverato in ospedale e una donna ha avuto un aborto spontaneo a seguito di un attacco di gas lacrimogeni.

"Il numero di incidenti è diminuito dopo aprile, con un caso di violenza documentato a luglio. Durante questo incidente nella regione di Kiev, la polizia non è riuscita a prevenire gli scontri. Tuttavia, in diversi incidenti simili documentati dall'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, le forze dell'ordine sul posto sono intervenute per prevenire l'escalation della violenza", si legge nel rapporto.

Inoltre, il rapporto delle Nazioni Unite sulle violazioni dei diritti umani includeva la cancellazione degli accordi con la Lavra delle Grotte di Kiev, perquisizioni di chiese e monasteri da parte delle forze dell'ordine, sospetti e misure preventive contro chierici e vescovi della Chiesa ortodossa ucraina.

"Diversi consigli comunali e regionali hanno anche vietato le attività della Chiesa ortodossa ucraina nelle rispettive aree. Inoltre, il Ministero della cultura e della politica dell'informazione ha rescisso prematuramente l'accordo con la Chiesa ortodossa ucraina sull'uso della Lavra delle Grotte di Kiev, di proprietà statale, citando violazioni dell'accordo", ha riferito l'ONU.

Come riportato, le Nazioni Unite hanno registrato un'impennata della violenza e della retorica dell’odio contro la Chiesa ortodossa ucraina.

 
Pellegrinaggio da Bergamo

Lo scorso 1 maggio il nostro confratello, padre Oleg Podryachik, e i fedeli della parrocchia di Bergamo hanno compiuto un pellegrinaggio a Torino. Dopo le visite al Duomo e alla Cappella di Maria Ausiliatrice, il gruppo dei pellegrini ha visitato la nostra chiesa.

Padre Oleg è già stato molte volte gradito ospite da noi, e speriamo che continuino le occasioni di dare ospitalità a lui e ai parrocchiani.

 
Come restituire ai cattolici la fede dei loro antenati

Un recente rapporto di Aleksandr Shchipkov [1] sulla nuova enciclica di papa Francesco, Fratelli Tutti, offre una panoramica di questo "manifesto" vaticano e trae conclusioni del tutto inequivocabili che non posso trattenermi dal condividere con voi.

Questo cattolicesimo non è più il cattolicesimo criticato dai santi padri e apologeti del passato. Non è nemmeno il cattolicesimo che, come diceva Dostoevskij, aveva ceduto a tutte e tre le tentazioni che il diavolo usava per mettere alla prova il Signore nel deserto.

Finché pensavamo che ciò che divideva noi ortodossi dai cattolici fossero dogmi come il Filioque, l'ex cathedra (infallibilità papale), il primato del papa, la fede nel Purgatorio e l'Immacolata Concezione della Vergine Maria, avevamo ancora qualche possibilità di successo nel dialogo. C'erano possibilità di dimostrare, tramite il dialogo, la fallacia della loro esegesi delle Sacre Scritture e delle loro interpretazioni dei primi Padri. C'è sempre speranza nella conversazione con qualcuno a cui sei unito da una fede comune in Cristo.

Ma l'insegnamento cattolico dello "sviluppo della dottrina" ci ha privato una volta per tutte di ogni possibilità che avevamo per rapporti più stretti. Mentre cercavamo di trovare i punti di divergenza con i cattolici nella storia, guardando indietro all'XI secolo e prima, al fine di eliminare le cause degli errori e delle divisioni che erano apparse, il cattolicesimo stesso si stava allontanando sempre più dalle sue origini ortodosse.

È vero, questo movimento era iniziato prima della formulazione dello "sviluppo della dottrina". Inoltre, era iniziato anche prima dello scisma del 1054. È più probabile che quell'anno significativo abbia semplicemente consolidato e formalizzato ciò che stava maturando da diversi secoli. Ma fino al XIX secolo, c'erano ancora possibilità di un dialogo di successo. Nonostante tutte le persecuzioni cattoliche contro l'Ortodossia, tutte le false dottrine, l'uniatismo e le differenze nelle pratiche spirituali... Eppure, nel corso di nove secoli, ognuna ha lasciato sempre meno motivi di ottimismo... E le "ragioni di ottimismo" erano sempre più basate non su reali premesse, ma sulla fede cristiana in un miracolo, nella speranza del cuore e nel nostro amore per i nemici.

Tuttavia, mentre cercavamo modi per dimostrare l'errore del Filioque, il cattolicesimo si è allontanato sempre più dal Credo, non solo nella terminologia, ma anche nella sostanza, dando significati assolutamente nuovi ed estranei alle vecchie formule. I nostri teologi, in ogni sorta di commissioni congiunte con i cattolici, stavano inseguendo un treno che era partito da tempo... Mentre alcuni stavano inseguendo il treno, altri cercavano di usare questo desiderio di dialogo come pretesto per stabilire contatti, per tirarci dentro e imporci il loro ordine del giorno.

L'apostolo disse: non sapete che l'amicizia del mondo è inimicizia con Dio? Chiunque sarà dunque amico del mondo è nemico di Dio (Gv 4:4). E il cattolicesimo ha desiderato a lungo non solo essere amico del mondo, ma anche governarlo. In questi giorni, il termine usato per descrivere questo aspetto è "influenza".

E infatti vediamo che l'enciclica papale non offre alla parola valori nuovi e sconosciuti. Né veglia su valori che il mondo conosce ma rifiuta. Riflette e assorbe semplicemente ciò di cui il mondo è pieno: l'ideologia liberale di sinistra.

Non troveremo questo spirito della predicazione apostolica nelle proclamazioni papali: e mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio (1 Cor 1:22-24). Il cattolicesimo di oggi non vuole apparire né come un ostacolo né come una sciocchezza. Cerca di apparire rilevante e popolare. In realtà, era lo stesso secoli fa. Ma diversi secoli fa, il cattolicesimo non aveva bisogno di diluire il cristianesimo nel mondo in modo così drammatico per riflettere i valori del mondo. Il mondo stesso era più cristiano a quel tempo.

Oggi è giunto il momento di riconsiderare i nostri rapporti con il cattolicesimo. È vero, ci sono ancora alcune posizioni che ci avvicinano, ma anno dopo anno ce ne sono sempre di meno. Solo due settimane fa, non sarebbe stato fuori luogo affermare che ci univano le nostre posizioni sui valori della famiglia. E ora il papa ha eroso anche questa tesi...

È probabile che la stessa sorte attenda il loro atteggiamento nei confronti dell'aborto, del consumo di droghe e di altre questioni alle quali ortodossi e cattolici in precedenza avevano risposte identiche. Ora vediamo come perdiamo la nostra unità su queste questioni proprio come una volta abbiamo perso la nostra unità dogmatica.

Con chi dobbiamo dialogare se l'ala liberale “post-cristiana” della Chiesa cattolica romana sta prendendo l'iniziativa, guidandone e definendone l'insegnamento? Probabilmente con coloro che ascoltano il richiamo della loro coscienza cristiana e non possono accettare la scristianizzazione del cattolicesimo: i cattolici conservatori. Ieri non siamo riusciti a convertirli all'Ortodossia. Ma oggi davanti ai nostri occhi crescono le possibilità che il Vaticano lo faccia da solo allontanandoli. Perché ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio (Lc 18:27).

I conservatori nella Chiesa cattolica sono ancora forti, ma sono già molto più deboli di quanto non fossero cinque o dieci anni fa. E il processo mediante il quale stanno perdendo la loro influenza si sta intensificando. Quando l'ideologia neoliberista avrà completamente trionfato in Vaticano, dove cercheranno Cristo e la vera Chiesa di Cristo? Solo nell'Ortodossia.

Anche oggi, la nostra risposta alla liberalizzazione del cattolicesimo dovrebbe essere un invito a coloro per i quali il nostro cuore ha sofferto per tutti questi secoli: "Ritornate alla fede dei vostri antenati!"

Ciò di cui abbiamo bisogno oggi non è seguire un cattolicesimo che fugge da Cristo. Ciò di cui abbiamo bisogno è che quelli che cercano noi, la nostra Chiesa e gli immutabili valori cristiani, siano in grado di trovarci esattamente dove ci cercheranno: vicino al nostro Signore e Salvatore.

Nota

[1] Scienziato politico russo e primo vicepresidente del Dipartimento sinodale per i rapporti con la società e i media.

 
Nessun papa nella Chiesa ortodossa, nessuna minaccia alla fede cristiana tradizionale

Una delle ultime polemiche nella Chiesa cattolica romana è stata scatenata dal documentario del regista Evgeny Afineevsky intitolato Francesco, contenente diverse interviste fatte a papa Francesco. Tra le dichiarazioni del papa che hanno suscitato scalpore c'è stata questa legittimazione delle unioni civili omosessuali: "Quello che dobbiamo creare è una legge sull'unione civile. In questo modo [gli omosessuali] saranno coperti legalmente. Io sono a favore".

Immediatamente i fedeli cattolici si sono lanciati in un'aspra guerra di parole su ciò che il papa intendeva con le sue dichiarazioni. In quanto non cattolico, questo non è un argomento in cui sono qualificato a partecipare. Tuttavia, c'è un aspetto di questa deplorevole situazione che è direttamente correlato alla mia fede ortodossa. Il sito web Where Peter Is ha come slogan: "Laddove c'è Pietro, c'è anche la Chiesa". In altre parole, la Chiesa è definita come il corpo dei credenti guidato dal papa e in comunione con lui. Niente papa, niente Chiesa. Affrontando le dichiarazioni sulle unioni civili, uno scrittore su quel sito ha pubblicato un articolo intitolato Papa Francesco ha cambiato l'insegnamento della Chiesa sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso?

Per la cronaca, l'autore non crede che lo abbia fatto. Ma da una prospettiva cristiana ortodossa, non è proprio questo il punto. Per noi, il titolo stesso enuncia il problema del papato. I cattolici romani accettano che il papa possa cambiare l'insegnamento cattolico romano di propria autorità. Ecco perché quasi ogni parola pronunciata dal papa viene analizzata e discussa. Se la Chiesa romana è definita dall'ufficio del papato, allora la fede cattolica romana sembra essere qualunque cosa il "vicario di Cristo" dice che sia. Anche se quanto dice il papa non è fedele agli insegnamenti storici della fede cristiana. I cattolici romani onesti ammettono che è così, e ammettono che non c'è nulla che si possa fare a riguardo.

Scrivendo su Lifesitenews.com, l'arcivescovo Viganò ha scritto quanto segue:

Se canonicamente è impensabile scomunicare un cattolico per il solo fatto che vuole rimanere tale, politicamente e strategicamente questo abuso permetterebbe a Bergoglio di espellere i suoi avversari dalla Chiesa, consolidando il proprio potere. E ripeto: non si tratta di un'operazione legittima, ma di un abuso che, pur essendo un abuso, nessuno potrebbe impedire, poiché "la prima Sede non è giudicata da nessuno" - prima Sedes a nemine judicatur. E poiché la deposizione di un papa eretico è una questione canonicamente irrisolta su cui non c'è consenso unanime dei canonisti, chiunque accusasse Bergoglio di eresia andrebbe a chiudersi in un vicolo cieco e otterrebbe un risultato solo con grande difficoltà.

Ed è proprio questo, a mio avviso, quello che vuole realizzare il "cerchio magico" di Bergoglio: arrivare alla situazione paradossale in cui colui che viene riconosciuto papa è allo stesso tempo in stato di scisma con la Chiesa che governa, mentre quelli da lui dichiarati scismatici per disobbedienza si troveranno espulsi dalla Chiesa per il fatto di essere cattolici.

L'azione di Bergoglio è diretta soprattutto al di fuori della Chiesa. L'enciclica Fratelli Tutti è un manifesto ideologico in cui non c'è niente di cattolico e niente per i cattolici - è l'ennesimo embrassons-nous ["abbracciamoci"] di matrice massonica, in cui non si ottiene la fratellanza universale, come insegna il Vangelo, nel riconoscere la comune paternità di Dio attraverso l'appartenenza all'unica Chiesa, ma piuttosto l'appiattimento di tutte le religioni in un minimo comune denominatore che si esprime nella solidarietà, nel rispetto dell'ambiente e nel pacifismo.

Con questo modo di agire Bergoglio si candida a "pontefice" di una nuova religione, con nuovi comandamenti, nuovi costumi e nuove liturgie. Si allontana dalla religione cattolica e da Cristo, e di conseguenza dall'episcopato e dai fedeli, rinnegandoli e lasciandoli in balia della dittatura globalista. Chi non si adatterà a questo nuovo codice sarà quindi ostracizzato dalla società e da questa nuova "chiesa" come un corpo estraneo.

Il 20 ottobre a Roma, Papa Francesco ha pregato per la pace insieme ai rappresentanti delle religioni del mondo: il motto di quella cerimonia ecumenica era "Nessuno si salva da solo". Ma quella preghiera era indirizzata indiscriminatamente sia al Vero Dio sia ai falsi dèi dei pagani, facendo capire che l'ecumenismo propagato da Bergoglio ha come fine l'esclusione del Nostro Signore dalla società umana, poiché Gesù Cristo è considerato "divisivo", "una pietra d'inciampo". Quest'uomo moderno pensa di poter ottenere la pace lasciando da parte Colui che ha detto di se stesso: "Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Gv 14:6). È doloroso notare che questa apostasia delle nazioni un tempo cristiane è accompagnata da Jorge Mario Bergoglio, che dovrebbe essere il vicario di Cristo, non il suo nemico.

In che situazione difficile vi trovate. Per essere cattolici, dovete essere in comunione con il papa che è il "successore di Pietro" e il "vicario" di Cristo. Ma l'attuale papa è un eretico globalista che sta alterando la fede, forse arrivando addirittura a crearne una nuova sotto l'influenza massonica. Per preservare la fede cattolica, dovete opporvi alle innovazioni del papa, come fa l'arcivescovo Viganò. Ma se vi opponete al papa, rischiate di non essere più cattolici romani. Il papa può scomunicarvi per la vostra opposizione, mettendovi fuori dalla Chiesa, anche se la vostra opposizione è chiaramente fondata sulla Fede apostolica. E non c'è modo di rimuovere un papa anche se è palesemente eretico. Purtroppo per i tradizionalisti cattolici romani, non c'è niente che voi possiate fare perché "la prima Sede non è giudicata da nessuno" – prima Sedes a nemine judicatur.

Da un punto di vista tradizionalista, è improbabile che il prossimo papa sia migliore di questo. È probabile che ci vorranno decenni o più per aspettare che ciò avvenga, supponendo che un papa "cattolico" possa mai essere eletto di nuovo, dati i problemi nella gerarchia cattolica romana. Ecco come un prete cattolico romano ha riassunto la situazione tra i vescovi dopo la pubblicazione del rapporto sull'ex cardinale Theodore McCarrick:

Questo documento è solo un altro chiodo nella bara dell'autorità morale e della rilevanza dell'episcopato. Non sono stati rilevanti per i fedeli per un bel po 'di tempo. Penso che sia ora che i preti si rendano conto (se già non l'hanno fatto) che i vescovi hanno abbandonato anche loro. Ogni sacerdote è solo (a meno che non abbia degli amici di cui si fida veramente).

Avete scritto molto sul declino della nostra cultura e sulle imminenti persecuzioni. Sono d'accordo con voi. Credo sia importante rendersi conto che queste persecuzioni verranno da tutti coloro che sono al potere; compreso l'episcopato che proverà a fare la pace con i nostri persecutori, come già li vediamo fare con Biden. Stanno già svendendo preti che parlano troppo fortemente contro i mali morali. La minaccia alla libertà religiosa nella Chiesa non viene particolarmente dei laicisti; viene dai vescovi che si rifiutano di parlare e che sacrificheranno i loro sacerdoti che disturbano la fragile e immaginaria pace che cercano di mantenere con i potenti della cultura.

Il papato è perduto per coloro che desiderano mantenere il tradizionale insegnamento teologico e morale cattolico romano. L'ufficio ora serve potenti interessi globalisti. I parroci, quelli buoni, sono soli. Potrebbero esserci alcuni buoni vescovi rimasti nella Chiesa romana, ma non hanno il controllo e non costituiscono un blocco di voto sostanziale nel collegio cardinalizio. Ma anche se, a un certo punto, la Chiesa cattolica romana potesse riportare in vita un papa Giovanni Paolo II o un papa Benedetto XVI, il dilemma presentato dal papato sarebbe ancora irrisolto.

Se avete un papa Francesco, potete ovviamente averne un altro. Nemmeno l'ufficio papale ha le migliori delle storie in ogni caso. Le pretese e le innovazioni papali causarono il Grande Scisma e la Riforma protestante. Un prete ortodosso di talento fornisce un riassunto di molti dei problemi con le innovazioni papali in questo video. Come ha scritto padre Victor E. Novak, un prete ortodosso convertito dal cattolicesimo romano: "Per un millennio, da quando ha causato il Grande Scisma nel 1054, Roma è stata la causa di divisione dopo divisione in Occidente, portando alla frantumazione della cristianità occidentale e, infine, alla secolarizzazione dell'Occidente".

I tradizionalisti cattolici romani si trovano in una situazione insostenibile a lungo termine. Non possono aspettare che la crisi finisca. Come ha avvertito monsignor Vigano, Papa Francesco è solo all'inizio. Le eresie diventeranno presto più evidenti al punto che anche il difensore più accanito del papato non sarà in grado di elaborare una spiegazione. I tradizionalisti non possono risolvere la crisi deponendo il papa né eleggendone uno nuovo. Il che significa che a un certo punto dovranno riconoscere la verità della situazione. Possono preservare l'ufficio papale e la loro comunione con esso, oppure possono preservare la loro fedeltà alla fede cristiana. Non possono salvare entrambi.

Dal momento che non puoi essere cattolico romano senza il papato, ed è incredibilmente difficile essere cattolico romano quando il papa ovviamente non lo è, la linea di condotta più logica è convertirsi all'Ortodossia. Come ha scritto il suddetto sacerdote:

La Chiesa ortodossa non ha mai aggiunto o sottratto dalla "fede una volta per sempre consegnata ai santi" (Giuda 3), e non ha mai subito una riforma, una controriforma o una rivoluzione come si è visto durante e dopo il Concilio Vaticano II. Non ci sono problemi con il modernismo liberale nella Chiesa ortodossa, nessun battibecco sugli insegnamenti morali e nessun movimento per le donne sacerdote, le innovazioni liturgiche o le definizioni di nuovi dogmi. Nonostante non abbia un "capo terreno" e mantenga la primitiva struttura ecclesiastica decentralizzata cristiana, la Chiesa ortodossa rimane pienamente unita e non ha subito gravi scismi dal 1054. La Chiesa cattolica ortodossa è oggi quella che era 1.000 anni fa, 1.500 anni fa, 2.000 anni fa.

Oggi, i cattolici romani tradizionali che entrano nella Chiesa ortodossa possono credere essenzialmente come hanno sempre fatto, solo in piena comunione sacramentale e in unità visibile con i 300 milioni di membri della Chiesa cattolica ortodossa. Piuttosto che guardare indietro agli anni Cinquanta o al Concilio di Trento (che non è nemmeno antico quanto la Riforma protestante!), Possono abbracciare pienamente la fede e l'ordine della Chiesa "indivisa", la fede dei Padri della Chiesa, dei Sette Concili Ecumenici e del canone di san Vincenzo di Lerins.

E questo è il messaggio che molti di noi portano ai meravigliosi cattolici romani tradizionalisti che stanno lottando. Cristo li sta chiamando a casa nella vera chiesa e nella vera fede, e molti stanno rispondendo a questa chiamata. Credo che sarebbero di più a farlo, se non avessero un grave fraintendimento del ruolo di una figura divisiva all'interno dell'Ortodossia: il patriarca Bartolomeo di "Costantinopoli". Troppi credono che il ruolo del patriarca ecumenico sia analogo a quello del papa, e questo li rende riluttanti a scambiare un problema di un potere incontrollato con quello di un altro. Fortunatamente per la Chiesa ortodossa, mentre il patriarca è un problema, semplicemente non è un problema molto importante.

Costantinopoli fu elevata al di sopra di un normale vescovato nel 381 d.C. Il Canone 3 del primo Concilio di Costantinopoli spiega esattamente perché fu elevato il vescovo di Costantinopoli: "Il vescovo di Costantinopoli, tuttavia, avrà la prerogativa dell'onore dopo il vescovo di Roma perché Costantinopoli è la Nuova Roma".  Questa è stata una decisione politica basata sui fatti sul terreno dell'Impero Romano in quel momento. A differenza del vescovo di Roma, non c'è niente di equivalente alla "teoria petrina" che può dare credito a qualsiasi pretesa espansionista d'autorità fatta da Costantinopoli.

Inoltre, la sede di Costantinopoli fu occupata da eretici o scismatici per oltre 230 anni della sua intera esistenza. Nestorio era patriarca di Costantinopoli. Chiaramente, l'ottenimento della carica di patriarca di Costantinopoli non è  una garanzia  che un uomo sia ortodosso nella fede e/o nella morale. Nonostante questo record irregolare, tuttavia, la Chiesa ortodossa nel suo insieme ha chiaramente sopportato e preservato chiaramente il Deposito della fede. Questo perché la natura della Chiesa ortodossa può essere espressa così:

Fondamentale per l'ecclesiologia della Chiesa ortodossa è il concetto di conciliarità. La Chiesa, infatti, al suo centro è sempre un sinodo, il significato letterale della parola "Ekklesia". Il concetto di conciliarità, cioè l'approccio conciliare o sinodale alla gestione degli affari della Chiesa, non si limita solo alla convocazione di vari tipi di sinodi, ma include anche ogni espressione di vita ecclesiastica. Attraverso la conciliarità si esprime la natura della Chiesa come comunione teantropica in Cristo. Questo è il motivo per cui ogni pratica ecclesiastica che non sia il risultato della conciliarità è una deviazione dall'ecclesiologia ortodossa.

La conservazione della fede ortodossa non dipende da nessun vescovo. Questo è il motivo per cui i modernisti hanno tanto odio per la Chiesa ortodossa: la sua struttura decentralizzata è praticamente una sfida alle infiltrazioni significative.

Ora, questo non significa che il patriarca di Costantinopoli non sia un problema. All'inizio del XX secolo, il Patriarcato sembra essere stato infiltrato dai massoni, forse alla fine lo è stata anche gran parte della  Chiesa greca. All'inizio degli anni '20, il  patriarca Meletios  prese il controllo dell'arcidiocesi greco-ortodossa d'America e promulgò una nuova interpretazione del canone 28 di Calcedonia: la teoria delle "terre barbare", secondo la quale tutti i territori non facenti parte di un'altra Chiesa ortodossa appartengono al Patriarcato ecumenico. Nessuna delle altre Chiese ortodosse sembra particolarmente convinta da tale nuova interpretazione di un Canone che esisteva dal 451 d.C. Da quel momento storico molto, molto recente, le pretese all'autorità del patriarca ecumenico si sono costantemente ampliate. Ciò ha portato il patriarca Bartolomeo a interferire negli affari locali di varie Chiese ortodosse, come in Ucraina e in Macedonia.

Al momento, il patriarca Bartolomeo sta difendendo la tesi di se stesso che diventa, essenzialmente, un papa ortodosso:

"Noi, ortodossi, dobbiamo fare un'autocritica e riconsiderare la nostra ecclesiologia se non vogliamo diventare una federazione di Chiese protestanti", ha detto il patriarca Bartolomeo.

Secondo Bartolomeo, il problema dell'unità può essere risolto se si riconosce che c'è un vescovo nella Chiesa ortodossa che è al di sopra degli altri vescovi e che ha potere esclusivo.

"Poiché nelle nostre ordinazioni a vescovi giuriamo di obbedire alle decisioni dei Concili ecumenici, dobbiamo ammettere che in un'Ortodossia ecumenica indivisibile c'è un "primo" non solo per onore, ma un "primo" con responsabilità speciali e poteri regolatori affidati dai Concili ecumenici", ha detto il capo del Fanar.

Ci sono forze laiciste che spingono il ​​Patriarcato ecumenico nelle sue rivendicazioni sempre più espansioniste. Gli Stati Uniti hanno utilizzato l'interferenza del Patriarcato ecumenico in Ucraina come braccio della loro politica estera anti-russa. I suprematisti greci vogliono un modo per respingere la più ampia e potente Chiesa ortodossa russa, che a loro parere li oscura. I modernisti vedono la centralizzazione del potere nel Patriarcato ecumenico come il mezzo per trasformare finalmente la Chiesa ortodossa nello stesso modo in cui papa Francesco sta cambiando la Chiesa cattolica romana. Molti di questi modernisti sono raggruppati intorno all'arcidiocesi greco-ortodossa d'America con sede a New York.

Quante probabilità ci sono che riesca nella sua ricerca di poteri "papali"? Ci sono molte più possibilità che i maiali diventino piloti di caccia. Le azioni del Patriarcato ecumenico in Ucraina hanno già portato a uno scisma con la Chiesa russa e con la Chiesa canonica ucraina, che insieme costituiscono la stragrande maggioranza dei cristiani ortodossi nel mondo di oggi. Il capo della Chiesa ucraina canonica, non dell'organismo canaglia istituito da Costantinopoli, è il metropolita Onufrij. Sua Beatitudine ha avuto questo da dire su Costantinopoli:

"Questo rilassamento spirituale da Costantinopoli nel preservare la purezza della santa fede ortodossa è la causa principale dello scisma verificatosi nel 2019", continua.

Sua Beatitudine sottolinea anche il desiderio del Fanar di dare "a Cesare non solo ciò che è di Cesare, ma anche ciò che è di Dio", che fu la causa della caduta di Costantinopoli e della distruzione del grande Impero bizantino.

"E oggi, le autorità ecclesiastiche di Costantinopoli sono pronte ad accettare qualsiasi consuetudine e legge proibita da Dio che il mondo offre, solo per riportare Costantinopoli (ora Istanbul) al suo antico splendore e per riconquistare l'autorità che la Chiesa aveva nell'Impero bizantino", continua l'arcipastore ucraino.

"Teoricamente, la rottura della comunione eucaristica, avvenuta nel 2019, potrebbe essere sanata, ma per questo il rispettato patriarca di Costantinopoli dovrebbe comportarsi con tutti come il primo in onore e uguale in autorità. Sfortunatamente, sua Santità agisce come il primo sia in onore che in autorità, ma questo è estraneo allo spirito di conciliarità ortodosso, per il quale la Chiesa ortodossa ha vissuto e vive", conclude sua Beatitudine.

Il patriarca di Costantinopoli è uno strumento modernista delle forze globaliste anticristiane allo stesso modo di papa Francesco, di cui è un grande fan. L'attaccamento del patriarca Bartolomeo all'ecumenismo ortodosso – cattolico romano  fa preoccupare alcuni ortodossi, ch pensano che si unirà a Roma. Se lo facesse, ovviamente, qualche "ortodosso" modernista potrebbe seguirlo. D'altra parte, una mossa del genere creerebbe sicuramente uno scisma mondiale che lo lascerebbe praticamente da solo. Da solo, il patriarca di Costantinopoli ha una congregazione nativa di poche migliaia di greci in Turchia, una penisola di monaci e alcune chiese greche della "diaspora" sparse per il mondo. Non è certo una base di potere. In effetti, la capacità del patriarca di immischiarsi in altri paesi è possibile solo grazie al sostegno di potenze secolari come gli Stati Uniti. I tempi cambiano, i poteri mondani vanno e vengono e le priorità cambiano.

Permettetemi di illustrare, in un modo un po' grossolano, quanto poco importi il patriarca di Costantinopoli. Il patriarca Bartolomeo potrebbe sposare un suo amante omosessuale sui gradini del Vaticano a un "matrimonio" co-officiato dal papa e da un sommo sacerdote satanista, dopo di che potrebbe promettere devozione eterna a uno degli idoli di riserva della Pachamama del papa – e l'impatto pratico sulla fede ortodossa sarebbe esattamente nullo. Per essere onesti, la stessa cosa si potrebbe dire di qualsiasi vescovo, o anche di un sinodo di vescovi. Nessuno ha il potere di cambiare la fede ortodossa.

Per molti ortodossi in tutto il mondo, le ambizioni e le pretese del patriarca Bartolomeo sono dolorose da affrontare. Lui e il suo rappresentante negli Stati Uniti, l' arcivescovo Elpidophoros, possono essere snervanti, imbarazzanti e addirittura irritanti. In Ucraina e in altri luoghi, il suo intervento ha portato a molte tragedie strazianti. Per quelli di noi che hanno a cuore il compito di portare le persone verso il regno di Dio, il patriarca è una sorta di ostacolo. Ma il suo "potere" e la sua "influenza" sono fortemente limitati rispetto a quelli di papa Francesco, e sarà sempre così. Papa Francesco è importante, anche se non in senso positivo. Il patriarca di Costantinopoli non lo è davvero.

Quindi, per quelli di voi che cercano l'autentica fede cristiana, la troverete nella Chiesa ortodossa. Come in qualsiasi organizzazione guidata da uomini caduti, abbiamo alcuni problemi con il nostro personale. La Chiesa è un ospedale per anime malate, dopotutto. Ma i nostri altari sono puri, la fede è incontaminata e la nostra struttura decentralizzata è fatta su misura per la resistenza nel mondo moderno. Ci saranno sempre preti ortodossi e vescovi ortodossi, siano essi nelle catacombe o nelle cattedrali. E se uno compromette la fede, ci sarà sempre un altro a prendere il suo posto. Sebbene Cristo sia essenziale, nessun uomo o ufficio lo è mai.

Per favore, tornate a casa.

 
Perché i preti della Chiesa canonica sono esclusi dalla cappellania militare

i funzionari ai soldati parrocchiani della Chiesa ortodossa ucraina: va bene combattere, ma non va bene fare la comunione nella Chiesa canonica. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Un numero enorme di parrocchiani della Chiesa ortodossa ucraina sta combattendo al fronte seguendo il proprio cuore. Tuttavia, ai sacerdoti della nostra Chiesa non è consentito servire come cappellani. Perché?

La guerra in Ucraina dura da più di un anno. Durante questo periodo, la Chiesa ortodossa ucraina ha svolto una miriade di opere di beneficenza. Non si tratta solo di aiuti al fronte, ma anche di aiuti agli immigrati e ai rifugiati. La missione umanitaria della Chiesa ortodossa ucraina ammonta a decine di milioni di grivnie, raccolte da parrocchiani e chierici ordinari. Ma l'offerta più grande, ovviamente, non sono i soldi, ma le persone.

Fin dal primo giorno di guerra, il primate della Chiesa ortodossa ucraina, sua Beatitudine il metropolita Onufrij, ha invitato i fedeli a difendere la propria patria. E questo appello è stato ascoltato: centinaia di migliaia di parrocchiani della Chiesa ortodossa ucraina nelle retrovie aiutano il fronte, mentre decine di migliaia combattono al fronte.

Quasi ogni giorno sentiamo che i sacerdoti della nostra Chiesa celebrano i funerali dei soldati morti in guerra, molti di loro seppelliscono i loro stessi figli. Inoltre, secondo i rapporti, in questa guerra la Chiesa ortodossa ucraina ha perso più sacerdoti e chierici di tutte le altre organizzazioni religiose del paese messe insieme. Lo stesso si può dire delle chiese e dei luoghi di culto.

In altre parole, la guerra attuale, che porta grandi sofferenze al nostro popolo, è anche la più spietata nei confronti della Chiesa. In questo contesto, la persecuzione della Chiesa da parte delle autorità appare particolarmente barbara e cinica. E non si tratta solo di un effettivo sostegno alle incursioni nelle chiese, ma anche di isolamento sociale della Chiesa e, soprattutto, della privazione imposta ai credenti dell’opportunità di pregare, di prendere parte ai santi misteri di Cristo e di confessare la loro fede. Inoltre, ora non stiamo parlando solo di quei credenti ai quali i sostenitori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" hanno portato via le chiese nelle retrovie, ma di quelli che sono in prima linea nella difesa del nostro paese dal nemico.

Chi può essere cappellano in Ucraina

Su Internet è possibile trovare un numero enorme di video in cui i soldati delle forze armate ucraine si rivolgono alle autorità chiedendo di lasciare in pace la Chiesa ortodossa ucraina. Il messaggio dei soldati è chiaro: mentre noi combattiamo qui e difendiamo la nostra terra nativa, i nemici della Chiesa approfittano della situazione per prendersi le nostre chiese. Come ha detto uno dei credenti della Chiesa ortodossa ucraina, venuto dalla prima linea per difendere la Lavra delle Grotte di Kiev, "Sono venuto qui perché qualcuno ha preso a strattoni mia madre vicino alla chiesa in cui prega". Quindi i militari hanno invitato tutti i predoni ad andare al fronte: "Potete andare all'ufficio di arruolamento militare, ricevere convocazioni, invece di andare nelle chiese a maltrattare il nostro popolo ortodosso. Solo in questo caso sarete ucraini ragionevoli, esattamente come noi: se combattete per lo Stato e non contro i nostri ucraini".

Non sappiamo se qualcuno dei predoni abbia seguito il suo appello (ammettiamo che sia piuttosto difficile), ma sappiamo per certo che questo soldato, e non solo lui, è stato privato della possibilità di pregare al fronte.

Così, il capo del Servizio statale per l'etnopolitica e la libertà di coscienza, Viktor Elenskij, ha affermato che ai rappresentanti della Chiesa ortodossa ucraina non è stato assegnato un solo mandato di cappellania. Secondo lui, "per diventare cappellano militare, bisogna abbandonare il Patriarcato di Mosca". Allo stesso tempo, oltre alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", hanno conferito mandati di cappellania la Chiesa Greco-cattolica ucraina, la Chiesa cattolica romana, la Chiesa evangelica ucraina, la Chiesa ucraina dei cristiani evangelici, l'Amministrazione spirituale dei musulmani dell'Ucraina e una serie di altri organismi e organizzazioni religiose. Questa decisione delle autorità appare tanto più strana in quanto in Ucraina vi è una catastrofica carenza di cappellani militari. Ma nemmeno questo è il punto.

Credenti della Chiesa ortodossa ucraina: nemici?

Ripensiamo all'affermazione di Elenskij: "per diventare cappellano militare, bisogna abbandonare il Patriarcato di Mosca". Ignoriamo l'analfabetismo (o la deliberata distorsione) della dichiarazione di Elenskij sul "Patriarcato di Mosca", perché è ovvio che il capo dell'etnopolitica statale ha in mente i rappresentanti della Chiesa ortodossa ucraina. La domanda è: perché trova impossibile essere sacerdote della nostra Chiesa e cappellano?

La risposta è chiara, perché oggi c’è una lotta contro la Chiesa ortodossa ucraina a tutti i livelli. I sacerdoti vengono definiti solo "membri dell'FSB", "collaborazionisti" e "rappresentanti di una Chiesa ostile". Esistono dozzine di affermazioni del genere e chiunque può trovarle facilmente. Qualsiasi argomentazione che la Chiesa ortodossa ucraina fornisce assistenza al fronte, che è impegnata in progetti umanitari e di beneficenza nelle retrovie, che i suoi figli muoiono al fronte, cade nel vuoto dei nemici della Chiesa. Perché ciò che conta per loro non sono le discussioni, ma la distruzione della Chiesa in generale. Un'altra cosa strana.

Per esempio, un "sacerdote" e cappellano della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" di Volodymyr-Volynskij, Jurij Zdebskij, ha detto ai monaci della Lavra che erano "non umani e moscoviti sbiaditi". Le dichiarazioni di Zdebskij potrebbero essere prese come l'opinione di una persona non del tutto sana e a cui non si presta attenzione, se non fosse per il fatto che segue semplicemente la logica del suo "primate", Epifanij Dumenko.

Quindi, secondo il capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina ", la Lavra è difesa dal "mondo russo" con sentimenti anti-ucraini. In altro luogo ha affermato che i rappresentanti della Chiesa ortodossa ucraina sono collaborazionsti.

Secondo Dumenko, i credenti e i chierici della Chiesa ortodossa ucraina sono parassiti a cui non piace tutto ciò che è ucraino: "Questi santuari appartengono già all'Ucraina e al popolo ucraino. Continuano però ad essere utilizzati da chi non ama veramente questa nazione. Perché non amano veramente la nostra lingua e cultura, non conoscono e non vogliono conoscere la nostra vera storia e, all'unisono con il Cremlino, non riconoscono il nostro diritto all'indipendenza statale e ecclesiastica. Quando e come queste persone smetteranno di fare i parassiti nei nostri santuari dipende dalle autorità ucraine e dalla loro determinazione in questa questione davvero importante per lo Stato".

Si noti che sia Dumenko che Zdebskij, così come altri rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", che si permettono di insultare la Chiesa ucraina, parlano non solo dei sacerdoti, ma anche dei laici. Per loro, tutti coloro che pregano nella Chiesa insieme al metropolita Onufrij sono "collaborazionisti", "agenti dell'FSB", "parassiti" e "agenti del mondo russo". Ribadiamo: tutti i credenti della Chiesa canonica, non solo i sacerdoti.

Chi lotta contro la Chiesa?

Torniamo ora alla questione della cappellania. Piaccia o no, si scopre che ai credenti della Chiesa ortodossa ucraina che combattono al fronte viene negata la guida spirituale. I soldati delle Forze armate dell'Ucraina, che rischiano la vita ogni minuto, difendendo, tra gli altri, Elenskij e Dumenko, non possono confessarsi e ricevere la comunione nella denominazione con cui si identificano. Secondo alcuni funzionari, "appartengono alla Chiesa nemica".

Allo stesso tempo, secondo il Ministero della difesa, possono combattere. Essere nelle posizioni calde a Bakhmut, Makeevka, Konstantinovka. Come mai? Se la loro Chiesa è "nemica", allora come possiamo comprendere tutto questo? Puoi e devi combattere, ma non puoi fare la comunione. Dov'è la logica qui?

In definitiva, è chiaro che qui non c'è logica e non può esserci. Se i veri credenti della Chiesa ortodossa ucraina fossero dei "collaborazionisti", e la stessa Chiesa ortodossa ucraina fosse una "Chiesa nemica", allora bisognerebbe non solo espellerli tutti dalla prima linea, ma anche ammettere che coloro che portano avanti la missione di mobilitazione sono coinvolti in una grande cospirazione per la distruzione dell’Ucraina e sono complici dell’aggressore. Nessuno lo dice, vero?

Allora perché allora continua tutto questo folle baccanale intorno alla Chiesa ortodossa ucraina? Chi ne ha bisogno?

Daremo una risposta un po' inaspettata: sono i nemici dell'Ucraina che perseguitano la Chiesa. Un semplice esempio.

A Khmelnytskij, i rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" hanno portato via la chiesa di san Giorgio. Ora questa chiesa è vuota, i credenti non ci vanno, ma nemmeno i predoni. Tuttavia, recentemente, in questa chiesa funzionava una mensa, nella quale venivano nutrite quotidianamente fino a un centinaio di persone, per lo più rifugiati e sfollati interni, e i parrocchiani della chiesa inviavano regolarmente aiuti al fronte. Ora non daranno più da mangiare ai bisognosi né aiuteranno l'esercito dalla chiesa di san Giorgio. Chi ne ha beneficiato? L'Ucraina? Ovviamente no. E di esempi del genere ce ne sono dozzine, se non centinaia.

* * *

Che succede?

Si scopre che mettendo al bando la Chiesa ortodossa ucraina, privando i credenti della nostra Chiesa dell'opportunità di pregare e di ricevere la comunione nelle loro chiese e privando i soldati delle Forze armate ucraine del sostegno spirituale e materiale al fronte, i funzionari ucraini stanno agendo in modo contrario alle loro dichiarazioni sul desiderio di una vittoria anticipata per l'Ucraina.

 
Il metropolita Ilarion (Alfeev) dichiarato persona non grata in Ucraina
 
mospat.ru, 10 maggio 2014
Il Metropolita Ilarion di Volokolamsk, giunto a Dnepropetrovsk per partecipare alle celebrazioni dei 75 anni del metropolita Irinej (Serednij) di Dnepropetrovsk e Pavlograd, è stato arrestato al controllo dei passaporti dell'aeroporto; trattenuto per lungo tempo, gli è stato consegnato un documento che gli proibiva l'ingresso in Ucraina, senza specificare alcuna ragione per tale proibizione. Bloccato al punto di controllo di frontiera, il presidente del Dipartimento delle relazioni ecclesiastiche esterne del patriarcato si è dovuto limitare a offrire al metropolita Irinej gli auguri del patriarca e l'Ordine di san Daniele di Mosca, prima di fare ritorno.
 
Come la Chiesa ortodossa russa ha preso diocesi dalla Chiesa di Georgia: una risposta all'arcivescovo Chrysostomos

l'arcivescovo Chrysostomos ha accusato ingiustamente la Chiesa ortodossa russa di prendere "diocesi georgiane". Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Esaminiamo in dettaglio le accuse del primate di Cipro contro la Chiesa russa. Questo articolo è incentrato sulle "diocesi georgiane portate via".

Ai primi di novembre, l'arcivescovo Chrysostomos II di Nuova Iustiniana e di Tutta Cipro , unilateralmente e contrariamente alla precedente decisione del Sinodo della sua stessa Chiesa, ha riconosciuto la cosiddetta "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", commemorando il suo "primate" nella liturgia, e causando divisioni all'interno della Chiesa di Cipro.

A seguito di ciò, l'arcivescovo Chrysostomos ha rilasciato una serie di dichiarazioni molto forti in comunicazioni ai mass media, sia in relazione alla Chiesa ortodossa russa che ai vescovi della sua Chiesa, che sono in disaccordo con il riconoscimento degli scismatici ucraini.

Le accuse mosse dal primate della Chiesa di Cipro alla Chiesa ortodossa russa sono così paradossali che la maggior parte dei media ortodossi russi non le ha analizzate e confutate affatto o le ha toccate in modo selettivo e superficiale. Nel frattempo, l'arcivescovo Chrysostomos era precedentemente conosciuto come una persona con visioni insolite. Prendiamo, ad esempio, la sua dichiarazione secondo cui la Russia faceva parte in passato dell'Impero bizantino e che la giurisdizione storica della Chiesa di Costantinopoli includeva "tutta l'Europa".

A nostro avviso, le accuse che ha mosso non sono casuali: sono proprio le tesi di quelle accuse che il patriarcato di Costantinopoli usa nella sua politica per screditare la Chiesa russa e provocare conflitti con le altre Chiese locali. Semplicemente, la figura dell'arcivescovo Chrysostomos si è dimostrata adatta a portare queste accuse alla sfera pubblica. Questo ci dà l'opportunità di esaminare le accuse in modo più dettagliato.

La citazione con le accuse dell'arcivescovo Chrysostomos recita quanto segue: "Dopo la caduta del comunismo, il Patriarcato ecumenico ha chiesto alla Chiesa ortodossa russa di tornare allo status precedente al 1917, cosa negata dall'allora patriarca di Mosca, Alessio. E ora si comportano così. Chiedo al patriarca Ecumenico: dal momento che esistono dei codici, perché (il Patriarcato di Mosca, ndr) interferisce? So che oggi hanno preso il controllo di due diocesi dalla Georgia, due diocesi dall'Ucraina, hanno preso metà dei cristiani dalla Polonia, hanno preso diocesi dalla Romania. Chi ha dato loro il diritto di fondare una Chiesa autocefala in America? Questi interventi nelle giurisdizioni degli altri hanno portato sconvolgimenti in tutta l'Ortodossia".

Ecco un'analisi dettagliata del caso delle "due diocesi georgiane prese dal Patriarcato di Mosca".

Il Patriarcato di Mosca ha preso due diocesi in Georgia?

Dal momento che l'arcivescovo Chrysostomos non approfondisce le sue accuse, dobbiamo cercare nel contesto storico ciò che aveva in mente. A volte non è un compito facile poiché tali fatti nella storia della Chiesa russa, nella maggior parte dei casi, semplicemente non esistono. Ma si possono trovare nella storia fatti vagamente simili alle dichiarazioni del primate della Chiesa cipriota. Riguardo a questa accusa, si può presumere che si tratti di Abkhazia e Ossezia meridionale (regione di Tskhinvali). Questo problema merita un'attenta considerazione poiché singole forze in Georgia spesso tentano di creare uno scontro tra la Chiesa georgiana e quella russa.

Come sapete, in Georgia questi territori sono considerati occupati. E in Russia, sono stati riconosciuti come stati indipendenti dopo il conflitto militare del 2008. Tuttavia, sia la Russia che la Georgia sono stati secolari senza religione di stato. Ecco perché è assurdo equiparare le relazioni interstatali georgiano-russe con le relazioni tra la Chiesa georgiana e quella russa, così come lo è equiparare le autorità turche al Patriarcato di Costantinopoli.

Potrebbe essere difficile per l'arcivescovo Chrysostomos capire queste cose, poiché l'Ortodossia è la religione di stato a Cipro e in Grecia. In Russia, invece, è tutto diverso, nonostante un certo sostegno alla Chiesa da parte delle autorità. Per esempio, la Chiesa ortodossa russa non è stata in grado di riguadagnare i diritti di proprietà sulla cattedrale di Sant'Isacco a San Pietroburgo o di ottenere il permesso di costruire una nuova chiesa a Ekaterinburg, il che indica chiaramente la natura laica dello stato. Pertanto, equiparare la partecipazione militare della Russia al conflitto osseto con l'espansione ecclesiastica è molto difficile e assurdo. Ciò equivale, per esempio, a dichiarare che la Chiesa di Cipro intende aderire alla NATO.

La stessa Chiesa russa non ha sottratto diocesi alla Chiesa georgiana e, inoltre, ha sempre sottolineato che questi sono territori canonici del la Chiesa georgiana. E la Chiesa georgiana non ha mai accusato la Chiesa russa di "sottrarle" una o due diocesi. Purtroppo i sacerdoti georgiani non possono entrare in queste terre a causa del conflitto militare e politico, che crea numerosi problemi. E questa situazione va avanti dal 1989 circa.

Sulla situazione in Ossezia del Sud

Nell'Ossezia meridionale i cristiani ortodossi semplicemente non hanno un posto dove unirsi per ricevere i sacramenti o trovare un prete per un aiuto spirituale. Questa situazione a volte assume forme spiacevoli. Per esempio, nel 2019, la Chiesa georgiana ha protestato con la Chiesa russa per la sua intenzione di inviare cappellani in questi territori per prendersi cura dei soldati russi ivi presenti. In effetti, da un lato, tali azioni della Chiesa ortodossa russa violerebbero i confini canonici della Chiesa georgiana. D'altra parte, è difficile immaginare quale scandalo sarebbe scoppiato in Georgia se il Patriarcato georgiano avesse assunto la guida spirituale dei soldati russi su queste terre... Gli anticlericali accusano già il Patriarcato georgiano di "lavorare per Mosca" ...

Tuttavia, tale opzione era in ogni caso impossibile, poiché i sacerdoti della Repubblica di Georgia non possono entrare in questi territori. Tuttavia, nei trent'anni di questo conflitto militare e politico, questo è stato il più grave esempio di disaccordo tra il Patriarcato georgiano e quello di Mosca su questi temi. Ripetiamo che non c'è mai stata alcuna sottrazione di diocesi o annessione di territori ecclesiastici.

Tuttavia, lo status quo di questi territori canonici della Chiesa georgiana, che in realtà erano stati privati ​​delle cure del clero georgiano, ha creato un vuoto spirituale, immediatamente colmato da settari e gruppi scismatici.

Così, nell'Ossezia meridionale (distretto di Tskhinvali) questa nicchia è stata riempita dalla cosiddetta "diocesi di Alania". Questa organizzazione autoproclamata ha cercato di ottenere un certo status nella Chiesa ortodossa russa, ma questi tentativi sono stati categoricamente respinti, poiché si trattava di scismatici, attivi anche nel territorio della Chiesa ortodossa fraterna. La Chiesa ortodossa russa ha preso una posizione chiara fin dall'inizio: "non esiste una diocesi di Alania". La "diocesi di Alania" fa parte della cosiddetta "Chiesa greco-ortodossa di vecchio calendario", nota anche come "Sinodo della resistenza".

In altre parole, gli scismatici dell'Ossezia meridionale operano all'interno dell'organizzazione dei dissidenti greci, che cercano di dare loro l'apparenza di una certa legittimità, in particolare in materia di consacrazione. La posizione del Patriarcato di Mosca rispetto alla cosiddetta "Diocesi di Alania" è stata definita dal metropolita Kirill (il futuro patriarca), allora capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne: "La diocesi di Alania è una quasi-diocesi scismatica. Il Sinodo della Chiesa ortodossa russa ha rifiutato non solo di accettare gli scismatici, ma anche di negoziare direttamente con loro.

Nel frattempo, il problema del vuoto spirituale deve in qualche modo essere risolto. Si è creata una situazione paradossale: il territorio appartiene alla Chiesa georgiana e solo i rappresentanti della Chiesa russa hanno possibilità pratiche di assistenza spirituale. Poiché la ragione di questa situazione è sul piano politico-militare, nessuna delle Chiese citate può risolvere questo problema.

Le attività delle fondazioni caritatevoli ortodosse russe e dei singoli sacerdoti della Chiesa ortodossa russa nella cura dei cristiani ortodossi nell'Ossezia meridionale sono diventate un'alternativa temporanea allo scisma.

Sulla situazione in Abkhazia

La situazione in Abkhazia, dove i sacerdoti georgiani non possono entrare dal 1993, è in qualche modo simile. Neanche il vescovo locale della Chiesa georgiana è stato in Abkhazia dal 1993, cioè dal primo conflitto armato tra le forze georgiane e quelle abkhaze in questa terra. La diocesi di Sukhum-Abakhazia della Chiesa ortodossa georgiana è rimasta senza una vera guida episcopale. Nel 2005, la vicina diocesi della Chiesa ortodossa russa, quella di Majkop, ha iniziato a prestare assistenza ai sacerdoti della diocesi di Sukhum-Abkhazia. Allo stesso tempo, la posizione della Chiesa ortodossa russa sull'affiliazione canonica dell'Abkhazia è rimasta invariata. Nel 2009 l'allora arcivescovo Ilarion disse:

"Nonostante il cambiamento dei confini politici, consideriamo ancora l'Abkhazia come parte del territorio canonico della Chiesa ortodossa georgiana. Tuttavia, vediamo che la Chiesa ortodossa georgiana di fatto non può essere presente lì adesso: nessun vescovo o sacerdote georgiano ha l'opportunità di venire in Abkhazia per prendersi cura dei credenti. Ciò significa che dobbiamo aiutare i sacerdoti abkhazi ordinati canonicamente che sono lì a svolgere attività pastorali. Dobbiamo aiutarli ad acquisire almeno uno status canonico temporaneo".

Nel 2009, il clero della diocesi di Sukhum-Abkhaz ha tenuto una riunione e ha annunciato la sua riorganizzazione, invitando le Chiese locali (principalmente georgiana e russa) "a restaurare la Chiesa ortodossa abkhaza".

Questo invito, così come la proclamazione arbitraria di una certa "Chiesa ortodossa abkhaza autonoma", è stato ignorato dalle Chiese locali, inclusa la Chiesa georgiana, che ha aggiunto "metropolita di Tskhum-Abkhazia" ai titoli del patriarca georgiano nel 2010.

Allo stesso tempo, il capo ad interim della cosiddetta "Chiesa ortodossa abkhaza", Vissarion Aplia, un religioso della Chiesa ortodossa georgiana, non è stato sottoposto a sanzioni disciplinari. Aplia non è stato sospeso dal ministero, né deposto, né scomunicato, sebbene sia ovvio che vi siano motivi canonici per tali decisioni nelle sue azioni arbitrarie (Canone apostolico 39). È importante tenere conto che, secondo i sacri canoni, solo la stessa Chiesa georgiana può prendere una decisione in relazione a un chierico della Chiesa georgiana che svolge attività sul territorio canonico della Chiesa georgiana. In assenza di censure, Aplia e i suoi associati, dal punto di vista canonico, non sono altro che chierici a tempo pieno della Chiesa ortodossa georgiana,

I motivi dell'assenza di rimproveri da parte del Patriarcato georgiano non sono difficili da ipotizzare: è ovvio che il punto è nell'economia per amore dei figli della Chiesa georgiana in Abkhazia. Un divieto del ministero ad Aplia e ai suoi associati avrebbe lasciato i fedeli senza possibilità di comunione, confessione e altri riti sacri per un periodo di tempo sconosciuto. In una situazione in cui altri sacerdoti della Chiesa ortodossa georgiana non possono entrare in Georgia, ciò significherebbe la scomunica dalla Chiesa non solo dei colpevoli ma anche degli innocenti.

Gli stessi sacerdoti abkhazi non possono ricostituire le loro fila per prendersi cura dei credenti poiché non c'è un vescovo tra loro e l'ingresso di sacerdoti dalla Georgia è ancora escluso. L'unica opzione è la presenza temporanea in Abkhazia di chierici della vicina Chiesa ortodossa russa, su invito del clero locale. Ciò, di fatto, salva la situazione in Abkhazia dalle invasioni da parte degli scismatici locali e della Chiesa di Costantinopoli che li patrocina.

Ombre di Costantinopoli sull'Abkhazia

Oltre alla cosiddetta "Chiesa ortodossa dell'Abkhazia" (che dal punto di vista canonico è solo una delle diocesi della Chiesa georgiana), sul territorio dell'Abkhazia opera un'altra organizzazione religiosa di orientamento ortodosso – la "sacra metropolia dell'Abkhazia" o "diocesi di Anakopia". Questa è nata nel 2011 a seguito della scissione della cosiddetta "Chiesa abkhaza". Questa organizzazione scismatica è guidata da ex chierici della Chiesa ortodossa russa, l'archimandrita Dorofej (Dbar) e lo ieromonaco Andrej (Ampar). La "sacra metropolia dell'Abkhazia" si considera parte della Chiesa di Costantinopoli e, a lungo termine, pretende di ricevere l'autocefalia dalla "Chiesa madre" di Costantinopoli. Nel 2012, la "sacra metropolia dell'Abkhazia" è stata ufficialmente accettata dal Patriarcato di Costantinopoli: "Il patriarca Bartolomeo I ha annunciato che l'appello dell'Assemblea ecclesiale-popolare dell'Abkhazia sarà esaminato nel prossimo futuro dal Santo Sinodo del Patriarcato ecumenico".

Poiché entrambi i leader della "sacra metropolia dell'Abkhazia", l'archimandrita Dorofej (Dbar) e lo ieromonaco Andrej (Ampar), nonostante le loro origini abkhaze, erano stati ordinati ed erano stati chierici della Chiesa ortodossa russa prima a tempo pieno e poi part-time, la Chiesa ortodossa russa aveva il diritto canonico di applicare loro una punizione disciplinare. Le attività degli scismatici sono state condannate dalla Chiesa ortodossa russa ed entrambi i chierici sono stati sospesi dal sacerdozio.

Tuttavia, il capo della "sacra metropolia dell'Abkhazia", ​​come si è scoperto, oltre allo status di chierico non a pieno servizio nella Chiesa ortodossa russa, è riuscito a ottenere lo status di chierico a tempo pieno della metropolia di Goumenissa, che appartiene alla Chiesa ortodossa greca, violando così direttamente i canoni (Canone 10 del IV Concilio ecumenico). Un dettaglio importante è che la metropolia di Goumenissa, come tutte le diocesi della Grecia settentrionale, ha una doppia subordinazione: è sotto il Sinodo della Chiesa ortodossa di Grecia ad Atene e sotto il patriarca di Costantinopoli a Istanbul.

Così, di fatto, lo scisma in Abkhazia, con la pretesa di passare sotto la giurisdizione del Fanar, è guidato da un chierico della Chiesa di Costantinopoli, ed è questi che ha presentato al patriarca Bartolomeo una petizione per "guarire" lo scisma abkhazo che egli stesso ha creato ritirandosi dalla giurisdizione della Chiesa georgiana.

Se qualcuno vuole accusare la Chiesa ortodossa russa delle azioni dello Stato russo, da cui la Chiesa ortodossa russa è separata, come già indicato, allora, secondo la stessa logica, dovrebbe rivolgere la sua pretesa alle Chiese di Costantinopoli e di Grecia. Il rappresentante della metropolia di Goumenissa, che è sotto la doppia giurisdizione di queste due Chiese, sta guidando lo scisma in Abkhazia e sta operando per separarla dalla Chiesa georgiana e unirsi al Patriarcato di Costantinopoli. Inoltre, il chierico stesso non è sospeso e nemmeno fuori ruolo, il che ci fa credere che adempia l'obbedienza della sua gerarchia, secondo il Canone apostolico 39.

Nella regione di Tskhinvali, uno scisma greco vecchio-calendarista si è saldamente insediato, subordinato al centro di Atene, la capitale del paese, dove la Chiesa greca (che riconosceva anche la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", come Costantinopoli, e ora Cipro) è una Chiesa di stato. Come potete vedere, ci sono molti più motivi per tali affermazioni rispetto alle affermazioni inverosimili contro la Chiesa ortodossa russa, che afferma l'inviolabilità dei confini della Chiesa georgiana.

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Alla fine di gennaio 2019, una delegazione della Chiesa di Costantinopoli ha visitato Tbilisi per colloqui con la leadership della Chiesa georgiana. Uno dei temi ufficiali è stata la questione del riconoscimento da parte della Chiesa georgiana della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" scismatica, che ha ricevuto il Tomos d'autocefalia dal patriarca Bartolomeo. La delegazione era guidata dal capo ideologo dell'autocefalia ucraina, il metropolita Emmanuel di Francia.

Secondo informazioni non ufficiali ricevute dalla Chiesa georgiana, i fanarioti hanno lasciato intendere che se la leadership della Chiesa ortodossa georgiana avesse sostenuto la posizione della Chiesa ortodossa russa, la richiesta degli scismatici abkhazi a Costantinopoli sarebbe stata promossa... È impossibile confermare questa informazione sul ricatto a causa del suo carattere non ufficiale. Tuttavia, in questa luce, le azioni di un chierico del Fanar in Abkhazia e l'assenza di sanzioni da parte della gerarchia diventano logiche. Ed è anche chiaro perché l'appello della cosiddetta "sacra metropolia dell'Abkhazia" al patriarca Bartolomeo non sia stato trattato ufficialmente rivolto, rimanendo "una pistola appesa al muro" o, semplicemente, un mezzo di ricatto...

 
Il ruolo essenziale del patriarca Bartolomeo nel peggiorare la persecuzione ucraina

Solo pochi anni fa, il 70% degli ucraini apparteneva alla Chiesa ortodossa ucraina. Questa Chiesa è la discendente della metropolia di Kiev e di tutta la Rus' fondata nel X secolo. Il suo pedigree è antico e impeccabile. La Chiesa ortodossa ucraina, in seguito al crollo del comunismo, riprese possesso di monasteri e chiese di inestimabile valore. Nel monastero più grande, la Lavra delle Grotte di Kiev, c'erano oltre un centinaio di monaci e un rinomato seminario teologico. Pur essendo ufficialmente collegata a Mosca, la Chiesa ortodossa ucraina era autonoma. Il primate della Chiesa ortodossa ucraina, il metropolita Onufrij, era popolare sia in patria che all'estero. I suoi scritti erano letti in tutto il mondo, e molti si meravigliavano della sua santità personale, delle sue intuizioni pastorali e dell'amore che aveva per il suo popolo ucraino.

Poiché il Patriarca Bartolomeo è greco, le critiche rivolte alle sue azioni in Ucraina sono state attribuite da alcuni a pregiudizi "anti-greci". Ma numerosi vescovi greci in tutto il mondo amano e sostengono il metropolita Onufrij e la Chiesa ortodossa ucraina, tra cui il e sua Santità Theophilos, il patriarca di Gerusalemme.

io voglio bene a Onufrij. Sapete perché? Perché aderisce allo sforzo ascetico dei santi Padri, che io conosco, e che lui conosce. Anch'io seguo questo sentiero (metropolita Neophytos di Morphou)

Pochi anni dopo, anche se è ancora il più grande organismo religioso in Ucraina, la Chiesa ortodossa ucraina sta lottando per la sua stessa vita. La Chiesa ortodossa ucraina è passata dall'essere essenzialmente la "Chiesa nazionale dell'Ucraina" al pericolo di un divieto totale delle sue attività. Il suo clero e i suoi fedeli subiscono abusi e vengono arrestati. Le sue parrocchie vengono sequestrate violentemente. Nel frattempo, i governi occidentali, senza i cui finanziamenti l'Ucraina crollerebbe, scusano, minimizzano e nascondono la persecuzione.

Quanto vanno male le cose? Sua Eminenza il metropolita Luka di Zaporozh'e ha recentemente fatto appello al Segretario di Stato americano riguardo alla persecuzione sponsorizzata dallo Stato contro la Chiesa ortodossa ucraina:

recentemente abbiamo ricevuto una lettera in cui si chiedeva di liberare due locali presi in affitto, dove da molti anni si trovano chiese ortodosse.

Ma questo non è solo un problema della regione di Zaporozh'e. Attualmente tutta la nostra Chiesa ortodossa ucraina si trova sull'orlo di terribili prove. Parliamo ora di un tentativo di liquidazione e di fusione forzata nell'organizzazione denominata "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" (fondata nel 2019).

A tal fine, la Chiesa è ora sottoposta a una pressione senza precedenti a tutti i livelli. Solo nel 2022, con il sostegno diretto delle autorità locali, sono state sequestrate 250 chiese della Chiesa ortodossa ucraina. Quest'anno l'attività di rastrellamento è continuata. Ogni giorno vengono sequestrate chiese a Khmelnitskij, Chernovtsy, Kiev e in altre regioni dell'Ucraina. I nostri credenti sono mutilati, picchiati, avvelenati da gas lacrimogeni, sottoposti a ogni sorta di bullismo e attacchi. I sostenitori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" hanno iniziato a ricorrere alla violenza fisica contro i nostri vescovi. Di fatto, intere diocesi della nostra Chiesa vengono distrutte.

Inoltre, in parlamento sono già stati depositati diversi progetti di legge che prevedono il divieto o una significativa limitazione dei diritti della Chiesa ortodossa ucraina. Allo stesso tempo, in tutto il paese, i consigli regionali e comunali prendono decisioni per vietare il funzionamento della Chiesa ortodossa ucraina nelle regioni. I promotori di queste decisioni incostituzionali sono i deputati del Partito Europeo della Solidarietà (guidato da Petro Poroshenko).

La situazione è aggravata dal verdetto ingiusto della Corte costituzionale, che ha riconosciuto la legittimità della legge anti-ecclesiastica elaborata durante la presidenza di Petro Poroshenko. L'obiettivo era privare la Chiesa ortodossa ucraina del suo nome ufficiale e trasferire le sue proprietà alla neonata "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

I funzionari porteranno via dalla nostra Chiesa i principali santuari ortodossi dell'Ucraina: le Lavre di Pochaev e delle Grotte di Kiev (in quest'ultima alcune chiese sono già state trasferite illegalmente in uso alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina").

È stata colpita anche la dirigenza della Chiesa ortodossa ucraina. In particolare, alcuni dei nostri vescovi sono stati messi agli arresti domiciliari, alcuni sottoposti a sanzioni, altri privati della cittadinanza. Questa è la motivazione della loro deportazione dall'Ucraina.

Alla luce di questi avvenimenti, siamo francamente scoraggiati dal silenzio delle autorità americane. Dopotutto, la piattaforma del Partito Democratico, così come l'attuale posizione del governo americano, è per la protezione dei diritti e delle libertà in tutte le loro manifestazioni. Soprattutto quando si tratta di un diritto fondamentale: il diritto alla libertà di coscienza.

Tetyana, una cristiana ortodossa ucraina, descrive l'attuale persecuzione in termini personali:

Non so come descrivere ciò che sta accadendo attualmente in Ucraina in relazione alla Chiesa ortodossa ucraina. Ho la sensazione che siano tornati i tempi della persecuzione dei primi cristiani durante il regno dell'imperatore romano Nerone... o, per così dire, i tempi degli empi bolscevichi. I preti della Chiesa ortodossa ucraina vengono picchiati empiamente, derisi... Gli attivisti scismatici della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" entrano nelle loro chiese con un coltello per tagliare loro la gola o per versar loro addosso liquido rosso, gridando che su di loro c'è il sangue degli ucraini. Icone e croci vengono abbattute... e gettate via. Le chiese che i credenti della Chiesa ucraina stanno cercando di ricostruire vengono distrutte... Gli attivisti degli scismi della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" hanno dato fuoco alla Bibbia (perché non è in lingua ucraina). Zelenskij e il suo entourage, la SBU, la polizia – contribuiscono a questi crimini religiosi. Sembra che in Ucraina stia arrivando il tempo dell'Apocalisse... Questa è una totale e terribile illegalità... E in Ucraina recentemente è stato eretto un monumento al... TOMOS(!!!!!!!) – come "simbolo di indipendenza spirituale"...il TOMOS, che ha distrutto la vita dei parrocchiani e dei chierici della Chiesa ortodossa ucraina... Non ho parole... Le persone in Ucraina sono diventate demoni in relazione ai cristiani ortodossi della Chiesa ortodossa ucraina...

Se fosse possibile descrivere tutti gli orrori anticristiani che stanno accadendo ora in relazione alla Chiesa ortodossa ucraina, probabilmente sarebbe un grande libro – un libro sull'illegalità, un libro sulla persecuzione e gli abusi contro i cristiani ortodossi della Chiesa ortodossa ucraina.

Un monumento eretto al "Tomos" concesso dal patriarca Bartolomeo, senza il quale questa persecuzione non avrebbe avuto luogo.

Vi consigliamo vivamente di leggere questo commento di Tetyana che spiega un video che mostra quanto sia terribile la situazione con i manifestanti anti-cristiani, sostenuti dalla polizia, che molestano e interrompono il culto cristiano nei luoghi santi ortodossi.

Come è possibile che la situazione in Ucraina sia diventata così grave che i radicali accusano apertamente altri ucraini di essere "russi", semplicemente perché continuano ad appartenere alla Chiesa canonica?

Il patriarca Bartolomeo ha reso possibile questa persecuzione cristiana. Il suo riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha creato le basi per un torrente di propaganda implacabile che ha applicato una patina di legittimità alla violenza diretta contro la Chiesa canonica. Senza di lui, il presunto "leader spirituale" del mondo ortodosso, delle nazioni occidentali e del governo ucraino non potrebbe mai farla franca. È stato lui a fornire la "cortina ecclesiastica" dietro la quale essi nascondono le loro azioni demoniache.

Tetyana ha spiegato il livello totalitario della propaganda in Ucraina :

In Ucraina opera una potente struttura di "propaganda di Goebbels", che riversa sporcizia e calunnie sulla Chiesa ortodossa ucraina attraverso giornalisti ben pagati di canali televisivi filogovernativi ucraini (come TSN (1+1), Channel 24, Fakti ICTV, Radio Svoboda, Groshi e il 5° e 1° canale di Petro Poroshenko, che, insieme al Patriarca Bartolomeo, Filaret (M. Denisenko), Sergij Dumenko (Epifanij), ha creato l'organizzazione scismatica della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" nel dicembre 2018 per scopi politici pre-elettorali)

Il presidente ucraino Zelenskij ha vietato i media e i partiti politici dell'opposizione. Il suo governo ha il controllo completo della "narrativa" all'interno dell'Ucraina. Quella "narrativa" dipinge continuamente la Chiesa ortodossa ucraina, composta da cittadini ucraini, come traditori russi. Questo nonostante il fatto che la Chiesa ortodossa ucraina abbia sostenuto lo sforzo bellico, condannato la Russia, tagliato tutti i legami con Mosca e sia guidata da un primate ucraino nativo. I media occidentali, controllati da alcune holding a loro volta possedute da alcune massicce società di investimento, fanno eco a queste stesse accuse di tradimento, negando allo stesso tempo completamente l'identità della Chiesa ortodossa ucraina come qualcosa d'altro che una "Chiesa russa" .

Mentre praticamente tutti i media in Occidente diffondono la propaganda del governo statunitense, la NPR (National Public Radio) è un canale diretto utilizzato dallo Stato di sicurezza nazionale degli Stati Uniti per "modellare la narrativa" sull'Ucraina. Quando consumi contenuti NPR, ottieni la visione nuda del governo degli Stati Uniti. Alla fine di settembre, la NPR ha pubblicato un pezzo intitolato La rabbia cresce nei confronti della più grande Chiesa ortodossa dell'Ucraina, allineata con Mosca nonostante la guerra. Nell'articolo, possiamo vedere come la NPR presenti la Chiesa ortodossa ucraina come un'entità straniera all'interno dell'Ucraina, una "Chiesa allineata a Mosca" pericolosa e sovversiva, creando allo stesso tempo simpatia per il regime di Zelenskij alle prese con tale "minaccia":

"Siamo in guerra con la Russia", ha detto Alex Melnick, che portava la bandiera nazionale blu e gialla dell'Ucraina. "Protestiamo contro la chiesa di Mosca, contro i preti di Mosca".

In Ucraina è in corso un dibattito crescente su quanto la loro società dovrebbe tollerare i credenti ortodossi fedeli alla Chiesa di Mosca in un momento di aspra guerra.

Le nostre forze armate stanno respingendo l'aggressore russo, ma la guerra tornerà finché questa chiesa collaboratrice di Mosca sarà qui", ha detto Mykhailo Omelian, sacerdote e portavoce di un ramo separato della chiesa ortodossa governato interamente in Ucraina.

Sebbene l'articolo sia chiaramente orientato verso la narrazione della Chiesa ortodossa ucraina come Chiesa straniera, qualche verità è comunque rimasta confusa. Il pezzo della NPR confuta decisamente un punto di discussione recentemente popolare tra coloro che sono contro la Chiesa ortodossa ucraina: vale a dire, l'affermazione che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha superato la Chiesa ortodossa ucraina in termini di dimensioni e lealtà del popolo ucraino. Nel titolo e in diversi paragrafi dell'articolo, la NPR ha ammesso che la Chiesa ortodossa ucraina è ancora l'organizzazione religiosa più grande e popolare in Ucraina:

"I nostri monaci hanno vissuto qui fin dai tempi antichi", ha detto il metropolita Kliment, pieno di rabbia. "Adesso l'accesso è chiuso al clero e a molti credenti che potevano venire a pregare qui anche in epoca sovietica".

Kliment è portavoce della più grande comunità ortodossa dell'Ucraina, governata dal patriarca di Mosca fin dal XVII secolo.

I ricercatori dicono che prima dell'inizio della guerra c'erano circa 12.000 parrocchie ortodosse in Ucraina legate alla Russia. Negli ultimi 19 mesi, solo circa 1.500 di queste congregazioni hanno votato per unirsi a una chiesa separatista guidata dall'Ucraina.

"Sono davvero credenti, molto forti nella loro fede", ha detto Karen Nikiforov, un'ucraina che studia religione a Kiev, spiegando perché sempre più chiese non lasciano il patriarcato di Mosca.

Il Patriarcato di Costantinopoli e le sue entità associate (il Patriarcato di Alessandria, varie arcidiocesi greche nel mondo) ripetono tutti all'infinito le stesse bugie dei servizi di sicurezza degli Stati Uniti: la "Chiesa ortodossa ucraina" estremista e non canonica è la vera Chiesa ortodossa. Nel frattempo, la Chiesa ortodossa ucraina non è realmente una Chiesa ucraina, ma piuttosto una pseudo-Chiesa russa sovversiva, che non ha il diritto di stare nel paese. Perché? Perché lo ha detto il patriarca Bartolomeo con il suo "Tomos", e ha il potere di farlo perché è "il primo senza eguali". Queste sono tutte bugie riprovevoli che permettono ai politici occidentali di atteggiarsi a difensori della libertà religiosa, anche se la calpestano. Mike Pompeo, in qualità di Segretario di Stato sotto Trump, è stato strettamente coinvolto nella creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e ha un'enorme responsabilità per la persecuzione della Chiesa canonica. Tuttavia, grazie al patriarca Bartolomeo, Pompeo può volare in giro per gli Stati Uniti fingendosi leader di un movimento per far rivivere la morale cristiana in America. È un imbroglione totale, le cui politiche hanno calpestato il corpo di Cristo, ma nessuno lo denuncia per questo. Anche l'ex vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence si atteggia falsamente a leader morale cristiano, con il solo Tucker Carlson che ha avuto il coraggio di sfidarlo sulla persecuzione dei cristiani ucraini. Naturalmente, quale era la difesa di Pence contro la sua complicità nella persecuzione ortodossa ucraina? Era che aveva chiamato Kiev e parlato con la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", che gli aveva detto che andava tutto bene! Dopotutto, secondo Pence, la Chiesa ortodossa dell'Ucraina è la Chiesa "ufficiale". Lo ha detto il patriarca Bartolomeo.

"Cristo è sempre stato al centro della mia vita" (Mike Pompeo)

evidentemente, i valori americani includono il sostegno alla persecuzione dei cristiani ortodossi

La persecuzione della Chiesa ortodossa ucraina inizia e finisce con il patriarca Bartolomeo. È lui a fornire la "copertura" sotto la quale ciò accade. È lui a fornire la "contraerea" che consente all'Occidente di minimizzare, ignorare e insabbiare gli abusi. Il suo "ufficio" esaltato dà alla burocrazia globale il permesso di ignorare i numerosi primati ortodossi di rango "minore", come i patriarchi di Gerusalemme e Antiochia, che sostengono apertamente la Chiesa ortodossa ucraina. Fornisce interviste alla stampa che rassicurano con calma il mondo che non esiste alcuna persecuzione della Chiesa ortodossa in Ucraina, ma solo restrizioni su un'organizzazione russa illegittima e sovversiva che non ha nemmeno alcuna attività nel paese.

Fino a poco tempo fa, i cristiani ortodossi di tutto il mondo avevano sperato che un Concilio ecclesiale potesse essere convocato per risolvere la questione in Ucraina. Molti vescovi ortodossi ne hanno chiesto uno. La stragrande maggioranza dei cristiani ortodossi nel mondo continua a sostenere il metropolita Onufrij e la Chiesa ortodossa ucraina, quindi l'esito di un simile concilio sarebbe ovvio fin dall'inizio. Ecco perché il patriarca Bartolomeo ha definitivamente deluso ogni speranza di averne uno. Sua Santità considera la questione chiusa. È "il primo senza eguali" e ha esercitato il diritto concessogli da Dio di concedere l'autocefalia agli scismatici ucraini. A nessuno è permesso contestare le sue azioni.

Con questo passo il patriarca Bartolomeo ha cancellato ogni possibilità di compromesso. Il regime di Zelenskij è libero di continuare la sua implacabile persecuzione contro la Chiesa ortodossa ucraina e Costantinopoli continuerà a fornirgli copertura. Per Zelenskij, la Chiesa ortodossa ucraina rappresenta un utile "nemico interno" su cui tenere concentrati i suoi sostenitori estremisti. Tale distrazione è particolarmente necessaria in quanto il fallimento della "controffensiva" ucraina è diventato così evidente a tutti, nonostante il flusso costante di propaganda contraria. Ciò a cui state assistendo sono i proverbiali "due minuti d'odio" orwelliano, che si svolgono nella vita reale. E un patriarca cristiano ortodosso ha reso tutto ciò possibile.

Per rendere la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" una realtà, e la Chiesa ortodossa ucraina un'organizzazione "russa" fuorilegge, il patriarca di Costantinopoli ha dovuto cospirare con i servizi segreti degli Stati Uniti in modo da poter cambiare radicalmente il modo in cui l'Ortodossia globale è organizzata e opera. C'è chiaramente un grande sostegno tra attori molto potenti per centralizzare il potere sulla Chiesa ortodossa sotto Costantinopoli. Se queste persone riescono a far crollare l'antica e venerabile Chiesa ortodossa in una nazione a maggioranza ortodossa, immaginate cosa potrebbe accadere agli ortodossi in Occidente, se tutti coloro che non sono sotto Costantinopoli fossero etichettati come "agenti russi" ?

La recente caduta del deputato McCarthy dal potere nella Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti illustra il crescente livello di "stanchezza dell'Ucraina" in Occidente. Gli elettori stanno reagendo dove possono, eleggendo governi che si impegnano a porre fine al sostegno al governo Zelenskij. Anche negli Stati Uniti, il cui vero governo è praticamente immune all'influenza degli elettori, il vento sta cominciando a cambiare. Ora è il momento che i cristiani ortodossi di tutto il mondo parlino apertamente, perché ora è il momento in cui il mondo è più pronto ad ascoltare.

I vescovi, sacerdoti e fedeli ortodossi ucraini stanno ancora lottando per mantenere la loro Chiesa. Tutti quanti in Occidente apprezzano la libertà di essere ortodossi devono sostenerli. Per favore firmate e condividete la nostra petizione (riportata qui sotto) con quante più persone possibile. La petizione è pubblicata e può essere firmata nella pagina originale di questo testo, insieme all'elenco di quelli che hanno già firmato. Noi inviamo continuamente copie di questa petizione a leader, media, influencer, vescovi ortodossi e ONG che lavorano nel campo dei diritti umani e della libertà religiosa. È essenziale che noi, in Occidente, chiariamo che questa persecuzione cristiana non viene portata avanti in nostro nome o con il nostro consenso. Oggi è la battaglia della Chiesa ortodossa ucraina, domani potrebbe benissimo essere la nostra. Indipendentemente da ciò che accade, dobbiamo anche assicurarci che la responsabilità del patriarca di Costantinopoli per questa persecuzione non venga mai nascosta sotto il tappeto.

* * *

Noi condanniamo l'azione del Patriarcato di Costantinopoli per il suo ruolo nella persecuzione della Chiesa ortodossa ucraina

  • Considerato che il patriarca di Costantinopoli è intervenuto negli affari della Chiesa ortodossa ucraina nel 2018 a beneficio della campagna politica del presidente Petro Poroshenko e per promuovere gli obiettivi NATO/USA in Ucraina;

  • Considerato che, a quel tempo, la Chiesa ortodossa ucraina era completamente autonoma sotto la guida del metropolita Onufrij, lui stesso ucraino nativo, ed era la Chiesa preferita da circa il 70% della popolazione ucraina;

  • Considerato che la creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da parte del patriarca di Costantinopoli non ha sanato il precedente scisma (in corso da decenni), ma piuttosto ha creato uno scisma ancora più grande e pericoloso;

  • Considerato che il tomos concesso agli ex corpi scismatici, così riuniti dal Patriarca nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", è servito da allora come base per la persecuzione violenta e ingiusta della Chiesa ortodossa ucraina;

  • Considerato che, in seguito all'invasione russa, la Chiesa ortodossa ucraina ha reciso tutti i legami con Mosca (maggio 2022), ha sostenuto lo sforzo bellico e ha condannato le azioni russe;

  • Considerato che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", in alleanza con il governo ucraino ed estremisti civili, ha guidato il tentativo di danneggiare fisicamente i cristiani ortodossi (chierici e laici), confiscare parrocchie e altri luoghi santi dalla Chiesa ucraina, rimuovere tutti i cristiani ortodossi canonici dall'area della Lavra delle Grotte di Kiev, ha cercato di mettere completamente fuori legge le attività della Chiesa ortodossa ucraina e ha altrimenti interferito con la libertà religiosa di milioni di cittadini ucraini;

  • Considerato che il Patriarcato di Costantinopoli ha ripetutamente ignorato la persecuzione della Chiesa ortodossa ucraina e ha addirittura mentito apertamente riguardo alla sua attuazione, arrivando addirittura ad affermare che i sequestri di parrocchie e altri luoghi santi sono "volontari";

  • Considerato che la maggior parte del mondo cristiano ortodosso, invece, ha continuato a riconoscere il metropolita Onufrij e la Chiesa ortodossa ucraina, compresi i patriarcati di Georgia, Antiochia e Tutto l'Oriente, Gerusalemme, Bulgaria e Serbia. Ulteriore sostegno è arrivato da sua Eccellenza il vescovo Siluan dell'Australia, dal metropolita Isaak della Germania e dell'Europa Centrale del Patriarcato ortodosso di Antiochia, dal metropolita Nicholas e dal Sinodo della ROCOR, dall'arcivescovo Anastasios dell'Albania, dal metropolita Tikhon d'America e dal Sinodo dell'OCA, dal metropolita Neophytos di Morphou (Cipro), che sfida coraggiosamente il suo sinodo continuando a riconoscere la Chiesa ortodossa ucraina, e da molti altri, troppo numerosi per essere menzionati;

  • Considerato che il sostegno dell'Ortodossia globale alla Chiesa ucraina è ampiamente ignorato dai media occidentali poiché il Patriarcato di Costantinopoli coltiva intenzionalmente la menzogna secondo cui il patriarca Bartolomeo, in quanto "leader spirituale" dell'Ortodossia, ha il potere intrinseco di intervenire unilateralmente in Ucraina, e giustificare in tal modo la persecuzione derivante da tale intervento;

  • Considerato che il rappresentante del Patriarcato di Costantinopoli negli Stati Uniti, l'arcivescovo Elpidophoros, ha contribuito a giustificare e nascondere la persecuzione della Chiesa ortodossa ucraina, fino al punto di castigare i colleghi vescovi americani che continuano a sostenere la Chiesa canonica;

  • Considerato che, invece, le azioni del Patriarcato di Costantinopoli hanno avuto un grave impatto sull'unità dell'Ortodossia mondiale.

Ora, quindi, noi sottoscritti cristiani ortodossi e alleati condanniamo categoricamente le azioni del patriarca Bartolomeo e del Patriarcato di Costantinopoli, che hanno giustificato e consentito la persecuzione cristiana in Ucraina, che sono rimasti in silenzio invece di testimoniare il suo orrore e che hanno attivamente nascosto i fatti a essa relativi. Chiediamo ai candidati alle cariche politiche negli Stati Uniti e in tutto l'Occidente di conoscere i fatti reali delle sofferenze della Chiesa ortodossa ucraina e di sostenere la fine della persecuzione. Chiediamo ai media occidentali di conoscere e riportare accuratamente i fatti della persecuzione della Chiesa ortodossa ucraina. Chiediamo a tutti i vescovi ortodossi canonici di sostenere pubblicamente la Chiesa ortodossa ucraina e di porre fine immediatamente a questa persecuzione.

 
Architettura e iconografia ortodosse come soggetti di pittura

Ogni serio studio di iconologia si preoccupa di sottolineare la differenza fondamentale tra le icone ortodosse e le pitture ordinarie, o quanto meno di mettere in guardia dalle facili commistioni tra i due campi. Cosa succede invece quando un quadro non ha alcuna pretesa di sostituirsi a un’icona o a un luogo sacro, ma si limita a ritrarli secondo i canoni del proprio stile artistico? Possono esistere quadri che in qualche modo riescono a ritrarre l’atmosfera suscitata da un’icona o da una chiesa? Questa è l’affascinante domanda che si pone Andrew Gould in un articolo del blog Orthodox Arts Journal, che presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Testimoni dell’Ortodossia” dei documenti.

 
Io sono il primo senza eguali: il patriarca Bartolomeo ha deciso di cambiare ecclesiologia

il patriarca propone di cambiare l'ecclesiologia della Chiesa per diventare il sovrano indiviso nell'Ortodossia. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Il capo del Fanar ha detto che gli ortodossi hanno bisogno di rivedere la propria ecclesiologia e riconoscere che in essa c'è un primo con "poteri speciali". Cosa implica questo?

Una persona può, per un motivo o per l'altro, nascondere agli altri la sua vera visione del mondo, le sue convinzioni e i suoi obiettivi. Ma ci sono momenti in cui le rivela, le mostra a tutti, e manifesta senza scrupoli il suo reale punto di vista. In inglese, questo fenomeno è chiamato "coming out".

Il patriarca Bartolomeo, che ha ripetutamente affermato che lui e il Patriarcato di Costantinopoli da lui guidato sono i custodi della purezza dell'Ortodossia, dei dogmi della fede e dei canoni della Chiesa, ora dichiara che questo deve essere cambiato. Non tutto, ovviamente, ma il dogma sulla Chiesa e tutto ciò che consegue da questa posizione – di sicuro. Tale auto-esposizione è avvenuta in un'intervista del National Herald al patriarca Bartolomeo in occasione del 29° anniversario della sua permanenza sul trono di Costantinopoli.

screenshot del sito web ekirikas.com

Alla domanda rispettivamente: "Che cosa la preoccupa di più riguardo alla Chiesa ortodossa universale?", il patriarca Bartolomeo ha risposto così:

"Certamente, la sua unità, per amore della quale il Patriarcato ecumenico ha fatto molto nel corso dei secoli, e fin dai primi mesi del mio servizio patriarcale le ho attribuito grande importanza, quindi nel marzo 1992 ho invitato i miei fratelli primati ortodossi al Fanar al Santo Sinodo sotto forma di organo consultivo, non ufficiale e fino ad allora sconosciuto.

Da allora si sono tenuti molti simili incontri dei primati, l'ultimo dei quali si è svolto nel gennaio 2016 a Ginevra. Il culmine dei nostri sforzi per garantire l'unità e la cooperazione pan-ortodossa è stata la facilitazione della preparazione e della convocazione del Santo e Grande Sinodo a Creta, che ha integrato l'Ortodossia, che ha dato coraggiosamente buone testimonianze al mondo, ha guardato al futuro e fatto in modo che essa non ricordasse passivamente e nostalgicamente il passato.

Coloro che non hanno partecipato a questo Sinodo, ma hanno partecipato alla sua preparazione, saranno giudicati dalla storia. In ogni caso, sono certo che non riceveranno elogi per questo loro atto.

Noi ortodossi dobbiamo fare un'autocritica e riconsiderare la nostra ecclesiologia se non vogliamo diventare una federazione di chiese protestanti.

Poiché nella nostra ordinazione episcopale giuriamo di obbedire alle decisioni dei Concili ecumenici, dobbiamo riconoscere che nell'Ortodossia ecumenica indivisibile esiste un "primo", non solo in onore, ma anche un "primo" con responsabilità speciali e poteri regolari affidati dai Concili ecumenici.

Ciò garantisce la conservazione dell'unità nel tempo e una comune testimonianza dell'Ortodossia nel mondo moderno".

Come consideravano i Padri della Chiesa coloro che proponevano di rivedere l'ecclesiologia?

Iniziamo ad analizzare questa affermazione dal punto più importante: "Noi ortodossi dobbiamo fare un'autocritica e riconsiderare la nostra ecclesiologia..."

L'ecclesiologia ortodossa si manifesta con uno dei versi del Credo: "Credo nell'unica santa Chiesa cattolica e apostolica".

La Chiesa ortodossa è estranea all'insegnamento sull'evoluzione dei dogmi, la loro modifica o qualche tipo di implicazioni aggiuntive. I dogmi della Chiesa sono immutabili, indipendentemente dall'autorità che può avere la persona che desidera "migliorarli" e dagli obiettivi che persegue. Il santo Apostolo Paolo scrisse ai Galati: "se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! L'abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema! Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo!" (Galati 1:8-10).

La revisione, così come l'aggiunta o l'omissione di qualsiasi riga del Credo di Nicea-Costantinopoli è vietata, senza alcuna eccezione, dai Concili ecumenici.

Il canone 5 del quarto Concilio ecumenico a Calcedonia (451) dice che coloro che osano formare un'altra fede, o predicare, insegnare o professare un altro credo a chi desidera passare alla conoscenza della verità dal paganesimo o dal giudaismo, o da qualunque eresia, se sono vescovi, che siano deposti dall'episcopato e se sono chierici – dal clero; se sono monaci o laici, che siano anatemizzati.

Il canone 18 del sesto Concilio ecumenico a Costantinopoli (681) rafforza ulteriormente questo divieto, concentrandosi sull'impossibilità di un cambiamento anche solo testuale nel Credo.

Pertanto, il patriarca Bartolomeo, parlando della necessità di rivedere il dogma della Chiesa, si è definito "estraneo all'episcopato".

Adesso vediamo cosa vuole cambiare esattamente nell'ecclesiologia ortodossa.

Rispondendo alla domanda su ciò che lo preoccupa di più in relazione alla Chiesa, il patriarca Bartolomeo risponde: "la sua unità". In effetti, la Chiesa di Cristo è una e questa unità deve essere protetta. Ma sorge la domanda: unità attorno a cosa? O altrimenti, su cosa si basa l'unità della Chiesa? Sia le Sacre Scritture che il patriarca Bartolomeo danno risposte diverse a queste domande.

"Nessuno può porre un fondamento diverso da quello già posto, che è Gesù Cristo" (1Cor 3:11).

"Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore" (Efesini 2: 19-21).

Il Signore stesso disse all'apostolo Pietro che la Chiesa si basa sulla confessione di fede, che è stata pronunciata da Pietro – la fede che Gesù Cristo è il Figlio di Dio: "E voi?", chiese. "Chi dite che io sia?" Simon Pietro rispose: "Tu sei il Messia, il Figlio del Dio vivente". Gesù rispose: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa" (Mt 16:15-18).

Nella sua preghiera sacerdotale, il nostro Signore Gesù Cristo prega proprio per l'unità dei credenti nella santissima Trinità e in nient'altro: "... perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato." (Gv 17:21).

La Chiesa ha come fondamento e capo Gesù Cristo: "...Cristo è il capo della Chiesa ed è il salvatore del corpo" (Ef 5:23).

La Sacra Scrittura parla anche dello Spirito Santo come base dell'unità della Chiesa: "Vi esorto dunque io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo"; (Ef 4:1-5).

" Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti"  (1 Cor 12:4-6).

Cosa propone il capo del Fanar?

Contrariamente a queste e molte altre testimonianze della Sacra Scrittura, il patriarca Bartolomeo propone di fondare l'unità della Chiesa su... se stesso, cioè sul primato di potere del patriarca di Costantinopoli. Ecco cosa dice: "...dobbiamo riconoscere che nell'Ortodossia ecumenica indivisibile esiste un "primo", non solo in onore, ma anche un "primo" con responsabilità speciali e poteri regolari affidati dai Concili ecumenici. Ciò garantisce la conservazione dell'unità nel tempo e una comune testimonianza dell'Ortodossia nel mondo moderno".

Di conseguenza, la garanzia dell'unità, secondo il Patriarca Bartolomeo, non è una comune confessione di fede, non il nostro Signore Gesù Cristo e non lo Spirito Santo, ma questo stesso "primo" con responsabilità speciali e poteri regolari". Questo insegnamento è davvero nuovo e completamente estraneo alle Sacre Scritture e alla storia della Chiesa. In nessun punto della Scrittura c'è una parola che dica che l'unità è intesa come subordinazione a un unico centro amministrativo dell'autorità ecclesiastica. Non si fa menzione di "responsabilità speciali e poteri regolari" ovunque. Non un solo apostolo di Cristo li ha mai avuti o cercati. Anche l'apostolo Pietro, che è chiamato il primo corifeo nella Chiesa (tuttavia, alla pari con l'apostolo Paolo). I teologi ortodossi lo hanno dimostrato nell'epoca delle controversie sul primato del vescovo romano.

Non esiste nemmeno un solo canone dei Concili ecumenici che conferisca al patriarca di Costantinopoli, così come a qualsiasi altro vescovo, "responsabilità speciali e poteri regolari". Qui il patriarca Bartolomeo sta semplicemente mentendo, pensando per qualche ragione che nessuno esaminerà i canoni dei Concili ecumenici e li giustapporrà. È facile da controllare. Direttamente sullo status della sede di Costantinopoli, dicono: il Canone 3 del secondo Concilio ecumenico, il Canone 28 del quarto Concilio e il Canone 36 del quinto Concilio parlano direttamente dello status. Non citeremo qui i testi di questi canoni, diremo solo che, in primo luogo, parlano tutti del primato d'onore e non di potere. E in secondo luogo, affermano che il primato d'onore non si basa su nient'altro che sulla posizione politica di Costantinopoli come capitale dell'Impero, cosa che, come potete intuire, non è più da oltre 500 anni.

Così, il patriarca Bartolomeo si è denunciato da solo. Ha affermato direttamente che intende ridisegnare la Chiesa in un modo completamente diverso da quello del nostro Signore Gesù Cristo. Ha annunciato la sua intenzione di riconsiderare il dogma della Chiesa. Ha detto che d'ora in poi il potere del patriarca di Costantinopoli deve garantire l'unità della Chiesa. Lo ha detto lui stesso in modo abbastanza chiaro e inequivocabile: "Noi ortodossi dobbiamo fare un'autocritica e riconsiderare la nostra ecclesiologia..."

L'insegnamento del patriarca Bartolomeo suggerisce che la Chiesa sia:

  • non Una, poiché si basa non sull'unità in Dio, ma sull'unità del potere amministrativo del patriarca di Costantinopoli;
  • non Santa, poiché il patriarca di Costantinopoli è un essere umano e quindi è soggetto all'impatto del peccato ("ogni uomo è menzogna");
  • non Cattolica (o conciliare, ndt), poiché il principale organo visibile di governo della Chiesa non è più il Concilio, ma il patriarca di Costantinopoli, un "Primo" con poteri speciali;
  • non Apostolica, poiché gli apostoli di Cristo insegnavano cose molto diverse da ciò che insegna l'attuale capo del Patriarcato di Costantinopoli.

L'auto-denuncia è evidente. Il patriarca Bartolomeo predica un insegnamento estraneo all'insegnamento della Chiesa. E se è così, allora la questione che le Chiese ortodosse locali dovrebbero ora risolvere in modo conciliarmente non è quella di riconoscere o non riconoscere la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ma la questione della Chiesa ortodossa di Costantinopoli.

Ha senso citare ancora una volta le parole del santo apostolo Paolo: "se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! 9 L'abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!" (Gal 1:8-9).

 
Cosa dicono e cosa non dicono i dati della SBU sulla Chiesa

perché la SBU si oppone così attivamente alla Chiesa ortodossa ucraina? Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Il Servizio di sicurezza dell'Ucraina (la SBU) annuncia procedimenti penali contro chierici della Chiesa ortodossa ucraina. Perché questo avviene adesso? E quanti sono i collaborazionisti nella stessa SBU? Proviamo a capirlo.

Il 4 ottobre 2023, il canale Telegram della SBU ha pubblicato un messaggio sul perseguimento penale di oltre 60 rappresentanti della Chiesa ortodossa ucraina, che "lavoravano per la Russia, vendevano armi e materiale pornografico". La SBU ha dichiarato quanto segue: "Dall'inizio della guerra, la SBU ha smascherato più di 60 rappresentanti della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca, inclusi 14 metropoliti, che collaboravano con gli occupanti. La SBU ha indagato su 20 casi di tradimento dello Stato, collaborazionismo e assistenza alla Russia, mentre altri 18 casi riguardavano l'incitamento all'odio religioso. Ci sono stati anche casi di preti che vendevano armi e distribuivano materiale pedopornografico. Fino a oggi, 26 sospettati sono stati identificati e 19 hanno ricevuto condanne".

Il titolo molto forte sulla "vendita d'armi e pedopornografia" solleva interrogativi. Esistono davvero prove che la Chiesa ortodossa ucraina sia coinvolta in tali attività? Come risulterà chiaro dal testo successivo, la SBU non ha fornito alcuna prova di tali fatti, il che suggerisce immediatamente che tali pubblicazioni mirino più all'impatto emotivo sugli ucraini. Questo include l'etichettatura della Chiesa ortodossa ucraina come Chiesa "del Patriarcato di Mosca".

Tuttavia, questa "notizia" è stata immediatamente accolta dai media come una sorta di sensazione. Tuttavia, solo sei mesi fa, la SBU riportava quasi le stesse informazioni. Sebbene all'epoca non si menzionasse la "vendita d'armi e materiale pedopornografico", il numero dei "criminali" era quasi lo stesso.

In quella pubblicazione, il capo della SBU, V. Maljuk, aveva annunciato 61 procedimenti penali aperti contro il clero della Chiesa ortodossa ucraina, mentre in quello attuale sono 68. Ciò significa che negli ultimi sei mesi sono stati aperti solo 7 procedimenti penali, quasi un caso al mese. E durante tutta la guerra ci sono stati 68 casi. Ciò nonostante il fatto che la SBU e altre forze dell'ordine abbiano condotto circa 1.300 perquisizioni.

1.300 perquisizioni e solo 68 procedimenti penali! Di cui 20 accusati di tradimento dello Stato. È molto o poco? Ovviamente è molto poco. Così poco che, ad esempio, una critica di lunga data della Chiesa ortodossa ucraina, Ljudmila Filipovich, direttrice del Dipartimento di filosofia e storia della religione presso l'Istituto G.S. Skovoroda, ha cercato goffamente di spiegare questa cifra alla pubblicazione "Apostrof": "60 preti su 12.000, ovviamente, non è molto, ma questo non significa che la SBU stia facendo un pessimo lavoro, ci hanno detto solo quello che si può dire ora, quando è stata raccolta una certa base probatoria (sono sicura che che molti chierici siano accusati in base a più articoli contemporaneamente), quando ci sono verdetti dei tribunali. E probabilmente è solo la punta dell'iceberg."

Quindi, secondo lei, ci è stato detto solo ciò che ha già prove concrete. Ma che dire dei rapporti operativi delle forze dell'ordine il giorno delle perquisizioni nella Lavra delle Grotte di Kiev, nell'amministrazione diocesana di Chernovtsy, nel monastero di Korets e in altri luoghi, quando sono state immediatamente pubblicate le foto degli opuscoli ritrovati o delle riviste russe, cosa che di per sé non può essere prova di colpevolezza a priori? Sono state pubblicate foto di sacerdoti svestiti, a cui è stato immediatamente attribuito un comportamento inappropriato, cosa che in realtà non era evidente. Sembra quindi che alla SBU in quel momento non interessasse davvero una solida base probatoria.

Il 22 novembre 2022, la SBU, insieme alla Polizia nazionale e alla Guardia nazionale, ha condotto perquisizioni in 350 edifici ecclesiastici della Chiesa ortodossa ucraina in un solo giorno. Inizialmente, lo scopo di queste azioni era quello di "verificare le informazioni relative all'uso dei locali della Chiesa ortodossa ucraina per ospitare gruppi di sabotaggio e ricognizione, cittadini stranieri e depositi di armi, ecc." Ma invece di armi e gruppi di sabotaggio, hanno trovato quanto segue.

Per esempio, il volantino del patriarca Kirill si è rivelato un falso, composto da più citazioni pubblicate in tempi diversi e per ragioni diverse. Il primo paragrafo è stato tratto dal sermone del patriarca del 24 febbraio 2022, il secondo dal sermone del 19 aprile 2014. E il terzo paragrafo con il testo "L'Ucraina è parte integrante della Russia, ripristineremo la giustizia storica" è un'invenzione creativa di qualcuno. Questi volantini sono stati piantati in vari luoghi poco prima dell'arrivo delle forze dell'ordine. È stato così, per esempio, nel monastero di Korets. Come ha spiegato una delle residenti del monastero, la monaca Savvatia: "È interessante che questi volantini siano stati trovati in una soffitta umida e non riscaldata. Tutto ciò che è conservato lì, libri o carta, diventa immediatamente umido e coperto di muffa, ma questi volantini erano nuovi di zecca e asciutti. Abbiamo detto agli agenti della SBU che questi volantini non sono nostri, non sappiamo come siano arrivati lì." In altre parole, si tratta di un'ovvia provocazione volta a screditare la Chiesa ortodossa ucraina.

Dopo la perquisizione nella diocesi di Chernovtsy-Bucovina, le forze dell'ordine hanno affermato di aver trovato materiale pedopornografico sul computer del metropolita Meletij. Questa accusa è molto seria. Ma dov'è il processo, dov'è il verdetto? Sono assenti. Quindi l'approccio è il seguente: lanciare un'accusa vile che i media raccoglieranno, e poi non presentare alcuna accusa per mancanza di prove. Come ha detto lo stesso vescovo: "Nei computer che sono rimasti nelle mani della SBU per più di quattro ore senza controllo, si può trovare di tutto, da una ribellione in Camerun all'attentato a Biden".

Lo stesso vale per le accuse contro il metropolita Ionafan (Eletskikh), recentemente condannato a 5 anni di carcere con la confisca dei beni da parte del tribunale della città di Vinnitsa. Secondo il suo avvocato, Igor' Chudovskij, la "prova" del delitto del vescovo consisteva in tre volantini "trovati" sul computer del metropolita e nei locali dell'amministrazione diocesana. Inoltre, i risultati della perizia condotta da un dipendente dell'Istituto della SBU hanno mostrato che questi fascicoli sono stati creati il 15 ottobre 2022, quattro giorni dopo la perquisizione presso la residenza vescovile. In altre parole, in un momento in cui il computer era già nelle mani delle forze dell'ordine.

In generale, la base probatoria per le accuse contro il clero della Chiesa ortodossa ucraina è debole e le cifre non sono affatto impressionanti. Ma c'è un'altra statistica sulla quale i critici della Chiesa ortodossa ucraina preferiscono tacere.

Collaborazionisti in divisa

Più di un anno fa, il 17 luglio 2022, il Presidente dell'Ucraina, nel suo discorso, ha rivelato il numero di collaborazionisti tra i dipendenti del Servizio di sicurezza dell'Ucraina (la SBU), della procura e di altre forze dell'ordine.

"Fino a oggi, in Ucraina, sono stati avviati 651 procedimenti penali in base ad articoli relativi al tradimento dello Stato e ad attività collaborazioniste contro dipendenti della procura, delle indagini e di altre forze dell'ordine. 198 persone hanno ricevuto avvisi di sospetto. È noto che più di 60 dipendenti, compresi membri della SBU, si trovano attualmente nei territori dell'Ucraina controllati dalle forze russe e lavorano contro lo Stato ucraino", ha dichiarato il presidente, commentando i suoi decreti di sospensione dalle loro posizioni di capi della SBU e della procura.

Pertanto, più di un anno fa, il numero di procedimenti penali relativi al tradimento dello Stato contro i rappresentanti delle forze dell'ordine era dieci volte superiore a quello contro il clero della Chiesa ortodossa ucraina. E nell'ultimo anno, il loro numero probabilmente è aumentato ancora di più. Ma per qualche ragione, nessuno grida al mondo che le nostre forze dell'ordine dovrebbero essere bandite e che i loro beni dovrebbero essere confiscati.

Fino a oggi non è possibile trovare statistiche sul numero di casi penali legati al tradimento dello Stato che coinvolgono la SBU, la procura e altri dipendenti delle forze dell'ordine. Si ritiene che queste informazioni non siano deliberatamente pubblicizzate per impedire alla società di confrontarle con i numeri delle persecuzioni dei chierici della Chiesa ortodossa ucraina e di porre domande scomode. I risultati di ricerca di Google per ricerche pertinenti mostrano solo casi specifici. Per esempio, nel gennaio 2023 è arrivata la notizia che un colonnello della SBU stava conducendo attività di ricognizione e sovversione a favore dei servizi speciali russi nella regione di Zaporozh'e. Avrebbe raccolto e fornito informazioni sui suoi colleghi del servizio, sulla disposizione dei posti di blocco nella zona e altre informazioni.

Nel marzo 2023, la SBU ha riferito che un ex capo del dipartimento principale della polizia nazionale nella regione di Vinnitsa, Anton Shevtsov, era sospettato di tradimento dello Stato. Non solo avrebbe aiutò il nemico a condurre attività di ricognizione e sovversive, ma avrebbe sviluppato anche un "piano per il lavoro sovversivo sul territorio dell'Ucraina" per l'FSB russo.

Alla fine di settembre 2023 è stato riferito che tre giudici della Crimea, passati dalla parte del nemico, erano stati condannati in contumacia per tradimento di Stato, e tre dipendenti della SBU della Crimea erano stati informati del sospetto di aver commesso lo stesso crimine. Inoltre, questi agenti delle forze dell'ordine sono accusati non solo di tradimento dello Stato ma anche di coinvolgimento nella tortura e nel rapimento di persone.

In totale, dopo l'annessione della Crimea, 1.300 (!) dipendenti della SBU sono passati al servizio del nemico. Secondo l'avvocato della Lavra delle Grotte di Kiev, Nikita Chekman, si tratta di circa il 98% dell'intero personale locale. "Cerchiamo disertori non solo tra i rappresentanti delle forze armate ucraine, ma anche tra i membri della SBU. Sfortunatamente, abbiamo anche disertori che sono passati dalla parte del nemico: oltre 1.300 dipendenti della SBU che hanno prestato servizio nell'unità di Crimea, parte del Centro per le operazioni speciali e parte del dipartimento principale della SBU nella Repubblica autonoma di Crimea, a Sebastopoli e così via", ha dichiarato Vasyl Hrytsak, l'ex capo della SBU, in un'intervista al canale televisivo "112 Ucraina" nel 2016.

La domanda logica è: perché la SBU non viene sciolta, bandita o tutti i suoi dipendenti non vengono accusati di collaborazionismo? Potrebbero dire che ci sono dei traditori, ma in maggioranza sono ancora patrioti che compiono fedelmente il proprio dovere nei confronti dell'Ucraina. Ma lo stesso vale per la Chiesa ortodossa ucraina! Nonostante ci siano effettivamente dei singoli collaborazionisti tra i chierici, la maggioranza assoluta sia dei chierici che dei laici sostiene l'Ucraina e le sue forze armate, aiutando il fronte in ogni modo possibile. Molte migliaia di laici, figli e parenti di sacerdoti difendono direttamente il nostro paese con le armi in mano. Come possono essere accusati di collaborazionismo?

Dopo il citato discorso del presidente Vladimir Zelenskjj con numeri di traditori in uniforme, il vescovo Nikolaj (Pochtovyj), amministratore della diocesi di Kirovograd, ha scritto una lettera aperta ai deputati del consiglio regionale che avrebbero preso in considerazione la questione della messa al bando della Chiesa ortodossa ucraina nella regione di Kirovograd.

"Guardate negli occhi dei nostri credenti che stanno combattendo per l'Ucraina contro l'invasore, la Russia. Guardate negli occhi di migliaia di volontari della Chiesa ortodossa ucraina che danno tutto ciò che hanno ai nostri soldati. Guardate negli occhi di tutti coloro che frequentano le nostre chiese e dite loro che volete bandirli. E, cosa più importante, tutto ciò che fate, fatelo davanti agli occhi di Dio. Guardate l'icona di Cristo e ditegli che state mettendo al bando la sua Chiesa", ha scritto l'arcivescovo Nikolaj. Cos'altro si può aggiungere a queste parole?

Eppure ci è stato promesso che dopo la guerra sentiremo parlare di cose che in questo momento non possono essere discusse apertamente. Sia per quanto riguarda la resa di Kherson che lo sminamento dei passaggi dalla Crimea e molto altro ancora. Tuttavia, per qualche motivo, le forze dell'ordine preferiscono sporgere denuncia contro la Chiesa sulla base di accuse, il cui numero è di un ordine di grandezza ben inferiore a quelle contro gli stessi servizi di sicurezza.

Perché succede tutto questo?

Si scopre che oggettivamente ci sono molte più ragioni per perseguire le stesse forze dell'ordine (per quanto assurdo possa sembrare), piuttosto che la Chiesa ortodossa ucraina. Dopotutto, ci sono molti più procedimenti penali avviati contro i loro dipendenti che contro il clero della Chiesa ortodossa ucraina, sia in termini di quantità che di percentuale. Ma è la Chiesa ad essere perseguitata. Inoltre, nonostante il numero relativamente piccolo di casi penali e di sentenze (e quando questi casi arriveranno alla Corte europea dei diritti dell'uomo, forse non ne rimarrà più nessuno), la SBU sta facendo tutto ciò che è in suo potere per promuovere la narrativa dei "collaborazionisti in tonaca". Stanno cercando di creare rumore informativo attorno a questo argomento, mentre ci sono questioni molto più serie su cui discutere pubblicamente. Per tutto questo potrebbero essere d'aiuto le seguenti spiegazioni.

In primo luogo, questo rumore informativo può fungere da cortina di fumo intesa a nascondere o minimizzare nella coscienza pubblica altri argomenti che sono scomodi per le autorità e comportano determinati rischi politici. Questi includono casi scioccanti di corruzione tra funzionari di alto rango, scandali durante la mobilitazione e problemi emergenti negli aiuti internazionali all'Ucraina.

Oltre a ciò, la questione delle elezioni in Ucraina rimane poco chiara. Condurre elezioni durante una guerra è abbastanza assurdo, ma ci sono forze politiche che spingono l'Ucraina in tale direzione. Durante la campagna elettorale, le domande scomode sulle autorità saranno molto più forti. In queste condizioni, è molto facile tirare fuori dalla manica il tema "a prova di errore" dei "collaborazionisti in tonaca" e tentare di reindirizzare verso la Chiesa ortodossa ucraina la negatività pubblica che si è accumulata. Soprattutto perché è del tutto indifesa contro le forze dell'ordine, i tribunali, gli estremisti e la potente macchina dei media. La forza della Chiesa sta nella preghiera, nell'unità, nella fedeltà a Dio e ai suoi comandamenti. Ma per i laicisti tutto questo non ha alcun significato.

In secondo luogo, il costante richiamo ai procedimenti penali contro i chierici, soprattutto quelli di alto rango come metropoliti e vescovi diocesani, ha lo scopo di intimidire tutti gli altri. Il messaggio è: "Se riusciamo a fare questo con i metropoliti, non esiteremo a farlo con il clero più minuto". L'obiettivo di tale pressione psicologica è chiaro: stimolare le defezioni verso la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Dopotutto, lo Stato mira a creare una Chiesa uniate, come hanno ripetutamente affermato i politici di alto rango. Vogliono fondere la Chiesa ortodossa ucraina, la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e i greco-cattolici in un'unica struttura, che sia obbediente all'élite dominante e che adempia ai suoi compiti. Il fatto che la Chiesa ortodossa ucraina si rifiuti di aderire a tale società (anche se il rifiuto potrebbe comportare un suo divieto totale) dimostra che la Chiesa ortodossa ucraina è la Chiesa di Cristo, che serve prima di tutto Dio e non lo stato.

Vorrei, infine, citare le parole di san Giustino martire, vissuto nel II secolo e che scrisse un'Apologia in difesa dei cristiani. Si rivolge a chi detiene il potere con le seguenti parole: "Chiediamo che ci giudichiate sulla base di un esame rigoroso e approfondito, non guidati da pregiudizi o favorendo persone superstiziose, non influenzati da impulsi irrazionali o da cattive voci di vecchia data. In questo modo, pronunciate un giudizio contro voi stessi."

Queste spiegazioni fanno luce sul motivo per cui la narrativa dei "collaborazionisti in tonaca" viene promossa e sfruttata, nonostante ci siano, nel complesso panorama dell'Ucraina, questioni apparentemente più significative da affrontare.

 
Quando un’icona è un’icona?

Il blog Fos Ilaron riporta la traduzione di una risposta di padre John Whiteford a una domanda su quando un’immagine di Cristo e dei santi può considerarsi un’icona. Oltre a offrire alcuni consigli su come avere il giusto rispetto per le immagini sacre, l’articolo esamina la questione delle obiezioni alle benedizioni delle icone, fornite da padre Stephen Bigham in un articolo che a suo tempo abbiamo tradotto sul nostro sito. La risposta data ora da padre John Whiteford non è molto diversa da quella che abbiamo dato noi stessi presentando l’articolo di padre Stephen Bigham (si veda la voce del blog del 10 maggio 2013): le benedizioni delle icone fanno parte della pratica della Chiesa, e non desideriamo abolirle, pur lasciando spazio a un dibattito civile e sensato su ciò che può essere più confacente al bene dei cristiani.

 
Come la Chiesa ortodossa russa ha portato via metà della Chiesa polacca: la seconda risposta all'arcivescovo Chrysostomos

l'arcivescovo Chrysostomos ha accusato ingiustamente la Chiesa ortodossa russa di aver portato via "metà dei cristiani dalla Polonia". Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Analizziamo in dettaglio le accuse del primate cipriota contro la Chiesa russa. Questo articolo parla della "metà dei cristiani polacchi" portati via.

Continuiamo a rispondere ai "temniki" (ordinanze restrittive, ndt) del Fanar, espressi dal primate della Chiesa di Cipro, l'arcivescovo Chrysostomos, rivolti alla Chiesa russa. Nella precedente pubblicazione abbiamo esaminato in dettaglio le accuse del primate di Cipro secondo cui la Chiesa ortodossa russa "ha preso" due diocesi dalla Chiesa georgiana, ora ci rivolgiamo alla Chiesa polacca, dalla quale, secondo l'arcivescovo Chrysostomos, la Chiesa russa "ha portato via la metà dei cristiani".

Ricordiamo che ai primi di novembre l'arcivescovo, in modo unilaterale, contrariamente alla precedente decisione del Sinodo della sua stessa Chiesa, ha riconosciuto la cosiddetta "Chiesa Ortodossa dell'Ucraina", commemorando il suo "primate" alla Liturgia, cosa che ha causato divisioni all'interno della Chiesa di Cipro.

A seguito di ciò, l'arcivescovo Chrysostomos, in comunicazione con i mass media, ha rilasciato una serie di dichiarazioni molto forti sia in relazione alla Chiesa ortodossa russa sia in relazione ai vescovi della Chiesa che sono in disaccordo con il suo riconoscimento degli scismatici ucraini.

Le accuse che muove sono, da un lato, paradossali. D'altra parte, mirano ovviamente a screditare la Chiesa russa agli occhi del mondo ortodosso. In particolare, l'ovvio compito di tali accuse è quello di separare la Chiesa russa dalle altre Chiese locali: georgiana, polacca, romena e altre.

Nonostante l'assurdità delle accuse, non possiamo ignorarle, dal momento che i fanarioti usano a margine simili "prove compromettenti" durante i negoziati con le Chiese locali, il che significa che c'è bisogno di una risposta pubblica e dettagliata da parte nostra.

Le accuse dell'arcivescovo Chrysostomos recitano come segue: "Dopo la caduta del comunismo, il Patriarcato ecumenico ha chiesto alla Chiesa ortodossa russa di tornare allo status precedente al 1917, cosa negata dall'allora patriarca di Mosca, Alessio. E ora si comportano così. Chiedete al Patriarca ecumenico: poiché esistono dei codici, perché (il Patriarcato di Mosca, ndc) interferisce? So che ha preso il controllo di due diocesi dalla Georgia, due diocesi dall'Ucraina, ha preso metà della cristianità dalla Polonia, ha preso diocesi dalla Romania. Chi ha dato loro il diritto di fondare una Chiesa autocefala in America? Questi interventi nelle giurisdizioni altrui hanno portato sconvolgimenti in tutta l'Ortodossia".

"(il Patriarcato di Mosca) ha portato via più della metà dei cristiani dalla Polonia"

Il modo complicato di presentare le accuse da parte dell'arcivescovo Chrysostomos lascia di nuovo perplessi. Solo per esclusione possiamo presumere che si riferisca agli eventi del 1939, quando l'URSS stalinista annesse le terre dell'Ucraina occidentale e della Bielorussia occidentale. In seguito, in questi territori sono state create diocesi della Chiesa ortodossa russa. Per alcune altre versioni delle accuse del primate cipriota, semplicemente non ci sono prerequisiti storici.

Forse vale la pena iniziare dal fatto che la Chiesa ortodossa polacca non ha e non esprime nei confronti della Chiesa ortodossa russa alcuna pretesa su questo tema.

Vale anche la pena porre una domanda all'arcivescovo Chrysostomos: poiché ora lei, insieme al patriarca Bartolomeo, riconosce la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e crede che tutta l'Ucraina sia sotto la sua giurisdizione, allora forse convincerà le diocesi ucraine occidentali a "tornare" alla Chiesa polacca, poiché queste, in base alla sua opinione, sono state "portate via" alla Chiesa polacca? Oppure ora, secondo la tradizione, farà riferimento al Canone apostolico 34, a cui ama fare riferimento la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", e che dice che "ogni Stato indipendente dovrebbe avere la sua Chiesa"?

Sulla base dello stesso canone, dopo l'inclusione di questi territori nell'URSS, è stata ripristinata su di essi la giurisdizione della Chiesa russa.

Tuttavia, il punto è che all'esistenza della Chiesa ortodossa autocefala polacca nel 1939 credono solo a Costantinopoli. Nella Chiesa russa, come nella stessa Chiesa polacca, si ritiene che in quel momento si sia verificato uno scisma non canonico. Cioè, in altre parole, non esisteva nessuna Chiesa autocefala polacca.

Sfondo storico

Dal 1918, le autorità polacche (il regime nazionalista di Piłsudski) avevano bloccato l'accesso alla Polonia ai vescovi dell'URSS. In questo momento, la Chiesa russa ha deciso di creare in Polonia una Chiesa autonoma, composta dalle diocesi situate sul suo territorio.

E qui è opportuno ricordare il Canone Apostolico 34, nonché il Canone 17 del quarto Concilio ecumenico, a cui il Fanar ama fare riferimento . Entrambi questi canoni stabiliscono l'organizzazione dei confini ecclesiastici:

"I vescovi di ogni nazione devono riconoscere colui che è il primo tra loro e considerarlo come loro capo, e non fare nulla di importante senza il suo consenso; ma ciascuno può fare solo quelle cose che riguardano la propria parrocchia, e le campagne che le appartengono..." (Canone apostolico 34), "...Se, invece, una città è stata ricostruita dall'autorità imperiale, o è stata ricostruita di nuovo, secondo le formalità civili e pubbliche, si segua l'ordine delle parrocchie ecclesiastiche". (Canone 17 del quarto Concilio ecumenico). Sono queste le norme a cui spesso fanno riferimento i sostenitori della creazione di nuove Chiese autocefale.

La loro essenza è la seguente: i confini ecclesiastici seguono quelli politici. Tuttavia, di fatto, nessun canone ecclesiastico definisce parole come "autocefalia", "autonomia", "autogoverno", "esarcato". Cioè, il diritto canonico determina la necessità di creare una struttura ecclesiastica in ogni stato, ma non determina se debba essere autocefala, autonoma, autogovernata oppure una metropolia. La storia delle Chiese, così come il loro presente, lo testimonia chiaramente. La Chiesa di Costantinopoli ha tre Chiese autonome (negli Stati Uniti, Finlandia ed Estonia) e numerose metropolie in diversi paesi. Inoltre, nella Chiesa ortodossa russa, vi sono allo stesso modo varie strutture con diversi gradi di indipendenza in Giappone, Cina, Asia centrale, Ucraina, Bielorussia, Estonia, Lettonia, Lituania, ecc.

Ecco perché nel 1918, dopo l'emergere della Polonia indipendente, il Patriarcato di Mosca proclamò l'autonomia della Chiesa polacca. Tuttavia, le autorità polacche presero una decisione per separare la Chiesa polacca dalla Chiesa russa e allo stesso tempo per opprimere l'Ortodossia. Le chiese ortodosse furono sequestrate e cedute ai cattolici.

Nel gennaio 1922 si tenne il primo Concilio episcopale della Chiesa polacca, a maggio - il secondo Concilio, e a metà giugno dello stesso anno - il terzo Concilio.

"Questo Concilio è stato aperto dal discorso del ministro-presidente della Polonia, che ha espresso l'auspicio del governo sulla necessità di una struttura gerarchica della Chiesa ortodossa in Polonia e sull'adozione urgente, in vista della rimozione del potere canonico della Chiesa ortodossa a Mosca, di una decisione sull'indipendenza della Chiesa ortodossa in Polonia sulla base dell'autocefalia", scrivevano i vescovi della metropolia ortodossa in Polonia al patriarca Tikhon il 16 agosto 1924.

“Quindi, ora non c'è più motivo di dubitare che l'autocefalia della Chiesa ortodossa polacca sia sorta nel 1924 sotto l'ovvia pressione del governo Piłsudski, e questa pressione poteva essere dettata solo dagli obiettivi della polonizzazione della popolazione russo-ortodossa della Polonia e dell'asservimento della Chiesa ortodossa al Vaticano attraverso l'unia. È ora anche chiaro che il patriarca Meletios IV di Costantinopoli, per scopi politici o di altro tipo, andò incontro a queste intenzioni del governo polacco, approvando l'autocefalia della Chiesa ortodossa polacca senza il consenso della Chiesa madre russa, la sola a cui apparteneva questo diritto secondo i canoni", ha scritto Anatolij Vedernikov, professore associato dell'Accademia teologica di Mosca, su questa situazione.

Il Tomos di Costantinopoli alla Chiesa polacca

Nel 1924, la Chiesa polacca ricevette un Tomos d'autocefalia dalla Chiesa di Costantinopoli. Le ragioni di ciò nel tomos sono le seguenti: "Considerata con amore questa richiesta, tenendo conto delle prescrizioni dei santi canoni, che stabiliscono che l'organizzazione degli affari ecclesiastici debba seguire forme politiche e sociali (Canoni 17, 28 del quarto Concilio ecumenico), così come l'Apoftegma di Fozio: 'È accettato che i diritti relativi agli affari ecclesiastici, e specialmente agli affari delle parrocchie, debbano conformarsi ai cambiamenti politici e amministrativi'; d'altro canto, obbedendo alla voce urgente del dovere canonico di prendersi cura delle Chiese ortodosse bisognose, imposto al nostro santo Trono ecumenico; considerando ugualmente il fatto, su cui anche la storia concorda (poiché è scritto che la prima separazione dal Nostro Trono della metropolia di Kiev e delle metropolie ortodosse di Lituania e Polonia che dipendono da essa, così come la loro adesione alla santa Chiesa di Mosca, non è avvenuta secondo le prescrizioni delle norme canoniche, né è stato osservato tutto quanto fu concordato riguardo alla piena autonomia ecclesiastica del metropolita di Kiev, che porta il titolo di esarca del Trono ecumenico), la nostra umiltà e i santi metropoliti, nostri amati fratelli e co-ministri nello Spirito Santo, hanno ritenuto doveroso dare ascolto alla richiesta avanzata dalla santa Chiesa Ortodossa in Polonia e dare la nostra benedizione e approvazione per il suo stato autocefalo e indipendente".

Per analizzare gli eventi successivi, è importante per noi ricordare questi motivi e comprenderli. Sono importanti per comprendere sia la storia della Chiesa del XX secolo sia le azioni della Chiesa di Costantinopoli verso l'Ucraina che hanno già avuto conseguenze ai nostri giorni. Come possiamo vedere, il Fanar utilizza motivi quasi identici sia nel 1924 nella situazione polacca sia nel 2018 in relazione all'Ucraina. Pertanto, questi motivi sono importanti in quanto è la storia della Polonia che è il primo chiaro tentativo di aggressione da parte della Chiesa di Costantinopoli al territorio di altre Chiese locali. Consideriamoli attentamente:

1. Sfidare la validità del Tomos del 1686 sul trasferimento della metropolia di Kiev (che allora comprendeva parte della Polonia) sotto la giurisdizione del Patriarcato di Mosca.

2. Apoftegma di Fozio.

3. Canone 17 del quarto Concilio Ecumenico.

4. Canone 28 del quarto Concilio Ecumenico.

Per quanto riguarda il tentativo di annullare il valore del Tomos del 1686, citeremo il comunicato del Sinodo della Chiesa ortodossa russa sulla situazione ucraina nel 2018:

"L'Atto del 1686, che conferma la metropolia di Kiev come parte del Patriarcato di Mosca ed è firmato da Sua Santità il Patriarca di Costantinopoli, Dionisio IV, e dal Santo Sinodo della Chiesa di Costantinopoli, non è soggetto a revisione. La decisione di "revocarlo" è canonicamente insignificante. Altrimenti, sarebbe possibile annullare qualsiasi documento che definisca il territorio canonico e lo status di una Chiesa locale, indipendentemente dalla sua antichità, autorità e riconoscimento generale da parte della chiesa.

Nell'Atto sinodale del 1686 e negli altri documenti che lo accompagnano, nulla si dice sulla natura temporanea del trasferimento della metropolia di Kiev al Patriarcato di Mosca, o che questo atto possa essere annullato. Il tentativo dei gerarchi del Patriarcato di Costantinopoli di riconsiderare questa risoluzione per ragioni politiche ed egoiste più di trecento anni dopo che è stata emanata contraddice lo spirito dei santi canoni della Chiesa ortodossa, che non consentono la revisione dei confini ecclesiastici stabiliti e non contestati da molto tempo. Così, il Canone 129 (133) del Concilio di Cartagine afferma: "Se qualcuno... ha portato un luogo all'unità cattolica e lo ha mantenuto nella sua giurisdizione per tre anni, e nessuno glielo ha contestato, allora non gli sia più tolto, così come se in quei tre anni c'è stato un vescovo che avrebbe dovuto contestarlo ma ha taciuto". E il Canone 17 del quarto Concilio ecumenico stabilisce un termine di prescrizione di trent'anni per la possibile considerazione conciliare delle controversie riguardanti la proprietà, persino di singole parrocchie: "Le parrocchie di ogni diocesi ... devono sempre rimanere sotto l'autorità dei vescovi che le dirigono – specialmente se nel corso di trent'anni sono state indisputabilmente sotto la loro giurisdizione e amministrazione".

Si noti che nella questione relativa all'espansione ucraina di Costantinopoli nel 2018, la Chiesa russa fa riferimento allo stesso Canone 17 del quarto Concilio ecumenico, a cui si riferiva la stessa Costantinopoli durante la sua espansione in Polonia nel 1924... Più tardi torneremo su questo punto importante.

Inoltre, si dovrebbe tenere conto del fatto che nel 1924 i confini della Polonia (e la proclamata Chiesa ortodossa di Polonia) non si adattavano affatto ai confini della metropolia di Kiev del 1686, ma li superavano significativamente.

Non contesteremo "l'Apoftegma di Fozio", sebbene la Chiesa russa, in risposta al Tomos polacco di Costantinopoli, l'abbia contestato poiché non è stato approvato da nessuno dei Concili e, quindi, non ha alcun significato canonico per la Chiesa. Ci limiteremo a ricordarlo.

Analisi del Canone 28 del quarto Concilio ecumenico

Un ruolo a parte è svolto dal Canone 28 del quarto Concilio ecumenico. Quindi, in particolare, nel 1924, concedendo il Tomos d'autocefalia alla Chiesa polacca, il Fanar si riferì proprio ad esso:

"Seguendo in tutte le cose le decisioni dei santi Padri, e riconoscendo il canone che è stato appena letto, dei 150 vescovi amati da Dio (che si sono riuniti nella città imperiale di Costantinopoli, che è la Nuova Roma, al tempo dell'imperatore Teodosio di felice memoria), anche noi emaniamo e decretiamo le stesse cose riguardanti i privilegi della santissima Chiesa di Costantinopoli, che è la nuova Roma. I padri giustamente concessero privilegi al trono della vecchia Roma, perché essa era la città imperiale. E i 150 piissimi vescovi, mossi dalla stessa considerazione, diedero pari privilegi al santissimo trono della Nuova Roma, giudicando giustamente che quella città che è onorata dalla sovranità e dal Senato, e gode di uguali privilegi della vecchia Roma imperiale, dovrebbe anche in materia ecclesiastica essere come lei magnificata, ed essere in rango accanto a lei; affinché nelle diocesi del Ponto, dell'Asia e della Tracia, i metropoliti e anche i vescovi delle diocesi di cui sopra che sono tra i barbari, debbano essere ordinati dal suddetto santissimo trono della santissima Chiesa di Costantinopoli; ogni metropolita delle suddette diocesi, insieme ai vescovi della sua provincia, ordina i suoi vescovi provinciali, come è stato dichiarato dai canoni divini; ma come è stato detto, i metropoliti delle suddette diocesi dovrebbero essere ordinati dall'arcivescovo di Costantinopoli, dopo che le elezioni appropriate sono state tenute secondo consuetudine e sono state a lui segnalate".

La Chiesa ortodossa di Costantinopoli interpreta questo canone come un'indicazione di un certo primato di potere nell'Ortodossia universale. Tuttavia, se guardiamo da vicino il testo di questo canone, vedremo quanto segue:

In primo luogo, i Padri del Concilio fanno riferimento al Canone 3 del secondo Concilio ecumenico: "Il vescovo di Costantinopoli, però, abbia priorità d'onore dopo il vescovo di Roma, perché essa è la Nuova Roma". Come possiamo vedere, parla chiaramente del primato d'onore, e non del primato di potere. Nel caso che, contrariamente al testo del canone, ammettessimo che per qualche motivo si tratti di un primato di potere, allora dovremo ammettere che il vescovo di Roma lo possedeva, e quindi le rivendicazioni dei papi di Roma a un primato di potere erano giustificati, cosa che fu rifiutata dalla Chiesa, compresa Costantinopoli.

In secondo luogo, i Padri di entrambi i Concili definiscono chiaramente il motivo di questo primato d'onore: "perché è la Nuova Roma" , "perché è la capitale imperiale" , "a buon motivo ritengono che la città che è la sede di un impero e di un senato" . Cioè, viene data una ragione politica abbastanza chiara per quel tempo: il trasferimento della capitale dell'Impero da Roma a Costantinopoli, che rende il trono del vescovo di Costantinopoli un trono metropolitano. Ricordiamo che al tempo sia del secondo che del quarto Concilio ecumenico, tutte le Chiese autocefale erano all'interno e sui confini dell'Impero bizantino.

Ma nel 1924, l'Impero bizantino non esisteva più. Costantinopoli non era più "la sede di un impero e di un senato" , inoltre non era più nemmeno la capitale della Turchia, e nel 1930 Costantinopoli scomparve del tutto, rinominandosi Istanbul.

In terzo luogo, se si fa proprio il punto di vista del Fanar e si considera che questo canone è immutato nella sua rilevanza indipendentemente dal contesto storico, allora questa valutazione dovrà essere applicata all'intero testo del canone, e non solo a quella parte che piace ai patriarchi di Costantinopoli. Nel testo del canone, vediamo una chiara definizione dei confini della Chiesa di Costantinopoli: "... solo i metropoliti delle diocesi del Ponto, dell'Asia e della Tracia saranno ordinati dal santissimo trono della Santissima Chiesa di Costantinopoli suddetto, e allo stesso modo i vescovi delle suddette diocesi che sono situate in terre barbare".

Inoltre, considerando questo canone incrollabile, vedremo che i confini delle Chiese sono determinati non dal Sinodo della Chiesa ortodossa di Costantinopoli, ma dai Concili ecumenici. Avendo adottato questo punto di vista, dovremo riportare tutte le Chiese locali ai confini del V secolo poiché nessuno dei canoni dei Concili ecumenici menziona la "delega" del loro potere al vescovo di Costantinopoli, come rivendica il Fanar.

Prendendo la posizione del significato del contesto storico del canone e delle decisioni prese sulla sua base, dobbiamo ammettere che ha perso la sua rilevanza. E fino a oggi, il primato d'onore attribuito al vescovo di Nuova Roma sulla sua base non è altro che un tributo a una memoria storica della chiesa.

Analisi del Canone 17 del quarto Concilio ecumenico

La norma successiva su cui Costantinopoli ha fatto affidamento concedendo il Tomos polacco è il Canone 17 del quarto Concilio ecumenico, che recita per intero:

"Le parrocchie rurali, o parrocchie di campagna, in qualsiasi provincia, rimarranno in possesso indiscusso dei vescovi che ora le detengono, e soprattutto se le hanno tenute in loro possesso e le hanno gestite senza coercizione per trent'anni o più. Ma se durante un periodo di trent'anni è sorta o dovesse sorgere qualche controversia su di loro, coloro che affermano di essere stati trattati ingiustamente possono presentare reclamo al Sinodo della provincia. Ma se qualcuno è stato trattato ingiustamente dal suo metropolita, che si lamenti all'esarca della diocesi, o che faccia giudicare la sua causa davanti al trono di Costantinopoli, secondo la sua scelta. Se, invece, una città è stata ricostruita dall'autorità imperiale, o è stata ricostruita di nuovo, in virtù di formalità civili e pubbliche, si segua l'ordine delle parrocchie ecclesiastiche".

In questo canone possiamo evidenziare le seguenti disposizioni essenziali:

In primo luogo, la preservazione dei confini amministrativi ecclesiastici basata sulla pratica degli ultimi trent'anni. Per motivi di giustizia, va sottolineato che non si tratta di diocesi o metropolie, ma solo di parrocchie e del loro rapporto con una particolare diocesi. Questo è il modo in cui il famoso teologo del XII secolo, il monaco Ioannis Zonaras, il più autorevole interprete dei canoni nella Chiesa di Costantinopoli, spiega il suo significato. Tuttavia, nel Tomos, il canone è applicato in modo che possa riferirsi ai confini delle Chiese in generale. E questa norma del canone nega ovviamente le azioni della Chiesa di Costantinopoli. Dopo tutto, le diocesi polacche avevano fatto parte della Chiesa ortodossa russa per secoli, che è un periodo molto più lungo di trent'anni. Ciò dovrebbe indicare l'inviolabilità della loro affiliazione giurisdizionale. Inoltre, il tentativo di annullare le azioni del Tomos del 1686, prescritto nello stesso Tomos d'autocefalia, contraddice questa norma del canone. Ma, probabilmente, i fanarioti hanno dovuto usare questo canone per la mancanza di un altro a causa delle sue altre disposizioni.

In secondo luogo, il principio della risoluzione delle controversie nei Concili in forma gerarchica. Partendo da questo principio, il Concilio della Chiesa russa avrebbe dovuto considerare la contraddizione tra i vescovi polacchi e moscoviti, sulla quale, di fatto, insisteva il Patriarcato di Mosca, non avendo obiezioni fondamentali alla proclamazione canonica dell'autocefalia polacca. Perché, se lo guardiamo da un punto di vista canonico, il Fanar ha deciso di risolvere la questione da sé invece di lasciarlo fare al Concilio della Chiesa ortodossa russa? Per fretta? Ma non ci sono norme canoniche che richiedono una soluzione affrettata a tali domande. Inoltre, contemporaneamente, nel 1924, la Chiesa di Costantinopoli era da due anni in scisma con la Chiesa albanese e da 52 anni con la Chiesa bulgara. Costantinopoli non si è però affrettata a risolvere questi problemi, preferendo affrontare gli scismi sul territorio della Chiesa russa. Perché? Anche nel suo approccio agli scismi nella Chiesa russa, Costantinopoli è selettiva.

Avendo legalizzato gli scismi in Polonia, Finlandia ed Estonia a quel tempo, la Chiesa di Costantinopoli ignorò la Georgia, dove l'autocefalia fu proclamata, anche qui arbitrariamente, nel 1917. Perché? Forse perché i vescovi georgiani non erano pronti a sacrificare la loro indipendenza a favore di Costantinopoli? Va ricordato che il Fanar ha riconosciuto l'autocefalia georgiana solo nel 1990, sebbene anche la Chiesa ortodossa russa l'avesse riconosciuta nel 1943, al primissimo Concilio che aveva potuto riunire dopo la fase più terribile delle persecuzioni. Quindi, sottolineiamo ancora una volta: il canone presuppone una risoluzione dal basso verso l'alto di questioni controverse. Anche se si accetta l'ambizioso punto di vista che Costantinopoli abbia il diritto di "ultima istanza", allora, in ogni caso, l'istanza successiva alla riunione dei vescovi polacchi – il Concilio dei vescovi della Chiesa ortodossa russa – è stata persa.

In terzo luogo, Costantinopoli ha il diritto finale di appello, cosa che è importante per il Fanar. Questa potrebbe essere la ragione per cui questo canone è stato inserito nel Tomos, anche se nelle sue altre disposizioni si limita a essere un indicatore delle azioni oltraggiose della Chiesa di Costantinopoli. Ma probabilmente non c'era giustificazione migliore.

La specificità di alcuni canoni dei Concili ecumenici è che essi riflettono la considerazione di questioni di attualità non solo del significato della Chiesa ecumenica ma spesso della Chiesa di Costantinopoli poiché si svolgono sul suo territorio e convocano, prima di tutto, il suo episcopato. Nella storia della Chiesa nessuno si concentra particolarmente sul dato che fino al XX secolo questa circostanza non costituiva un problema particolare per il mondo ortodosso. Ma nel XX secolo, la Chiesa ortodossa di Costantinopoli ha perso la sua influenza nell'Impero Ottomano a causa della sua caduta (ricordate, in essa il patriarca di Costantinopoli era l'etnarca ufficiale – il capo di tutti i cristiani ortodossi dell'Impero alla corte del sultano). Ha anche perso i suoi parrocchiani in Turchia a causa del massacro della popolazione greca e dell'ulteriore deportazione di quasi tutto il resto in Grecia. Questo costringe Costantinopoli a cercare il suo gregge sul territorio di altre Chiese e a selezionare per questo motivo pretesti di diritto canonico.

Per capire se il canone parla della Chiesa ecumenica o solo della Chiesa di Costantinopoli, dobbiamo rivolgerci ai teologi di Costantinopoli, famosi interpreti del canone.

Quindi, la più grande autorità su questo tema, il cronista e teologo bizantino Ioannis Zonaras, scrive:

"...Quando un vescovo tratta con un confratello vescovo o un chierico con un vescovo, viene nominato loro giudice il metropolita, che il canone chiama l'esarca della diocesi; e quando il vescovo ha un'accusa da porgere contro il suo metropolita, allora il canone affida il giudizio al patriarca di Costantinopoli. Ma il patriarca di Costantinopoli è nominato giudice non di tutti i metropoliti, nessuno escluso, ma solo di quelli sotto di lui. Perché non può portare a giudizio i metropoliti della Siria, o della Palestina e della Fenicia, o dell'Egitto contro la loro volontà; ma i metropoliti di Siria sono giudicati dal patriarca di Antiochia, e i palestinesi sono giudicati dal patriarca di Gerusalemme, e gli egiziani devono essere giudicati dal patriarca di Alessandria, dal quale ricevono l'ordinazione e al quale sono subordinati..."

In quarto luogo, secondo le formalità civili e pubbliche, dovrebbe essere seguito l'ordine delle parrocchie ecclesiastiche. Tutti gli interpreti autorevoli di questo canone dicono che si tratta di casi di istituzione di nuove città nello stato. Lo dicono Ioannis Zonaras, Aristenos e Theodoros Balsamon. Ma non metteremo in discussione l'applicazione di questa disposizione al caso della Chiesa polacca, e ci limiteremo anche qui a ricordarla.

Così, nel 1924, la Chiesa polacca ricevette da Costantinopoli il Tomos d'autocefalia. Infatti, il Tomos concedeva alla Chiesa ortodossa polacca un'autocefalia limitata poiché le era vietato preparare da sola il santo miro, l'interazione con le altre Chiese locali doveva avvenire attraverso Costantinopoli, e c'era anche un'indicazione del diritto di Costantinopoli a giudicare, per il quale furono citati i canoni summenzionati.

Naturalmente, l'invasione del suo territorio canonico da parte della Chiesa di Costantinopoli non fu approvata dalla Chiesa russa e questa autocefalia non fu riconosciuta : "La proclamazione dell'autocefalia è un "ordine ecclesiastico" e, inoltre, un ordine di fondamentale importanza, e nei canoni, in particolare, nel Canone 2 del secondo Concilio ecumenico... è strettamente vietato ai vescovi di una Chiesa compiere ordini riguardanti un'altra. Il Canone 8 del terzo Concilio ecumenico, il Canone 39 del sesto Concilio ecumenico e il Canone 24 (17) del Concilio di Cartagine chiariscono che le questioni relative all'indipendenza di una certa parte della Chiesa dovrebbero essere decise su richiesta dell'episcopato di tale parte o dal Concilio Ecumenico o dalla pienezza del Concilio di quella Chiesa a cui questa parte apparteneva, ma non da qualsiasi altra Chiesa".

Ritorno dell'Ucraina occidentale e della Bielorussia

Nel 1939, l'URSS annesse le terre dell'Ucraina occidentale e della Bielorussia occidentale, precedentemente parti della Polonia. A quanto pare, è proprio questo momento della storia che l'arcivescovo Chrysostomos di Cipro definisce "la sottrazione della metà dei cristiani alla Chiesa polacca". Naturalmente, questa affermazione è una bugia inequivocabile. L'arcivescovo Chrysostomos sostituisce di nuovo i concetti, confondendo le azioni dello Stato (in questo caso, l'Unione Sovietica comunista) e della Chiesa russa. Questa confusione è tanto inappropriata quanto confondere le azioni delle autorità turche (per esempio durante l'invasione di Cipro nel 1974) con quelle della Chiesa di Costantinopoli. Dopotutto, l'URSS era un persecutore della Chiesa russa, soprattutto negli anni '30 del secolo scorso, un periodo di terribili repressioni.

Tuttavia, i confini dello stato furono cambiati e la giurisdizione effettiva della Chiesa russa, violata in precedenza da uno scisma arbitrario, tornò in queste terre. Cioè, la Chiesa russa non prese nulla da nessuna Chiesa autocefala polacca poiché, dal punto di vista canonico, semplicemente non esisteva una Chiesa autocefala polacca.

Naturalmente, il Fanar non sarà d'accordo con questa affermazione. Secondo loro, l'autocefalia della Chiesa ortodossa polacca esisteva già. Ma bene, possiamo guardare questa situazione dal punto di vista del Fanar:

Ricordiamo cosa abbiamo detto della giustificazione delle azioni di Costantinopoli nel Tomos polacco? "L'Apoftegma di Fozio" e il Canone 17 del quarto Concilio ecumenico, a seguito delle formalità civili e pubbliche dei confini amministrativi della chiesa?

Dunque, se i confini statali cambiano nel 1939, allora secondo la logica di Costantinopoli, anche i confini ecclesiastici devono cambiare. O questa logica funziona solo se hai bisogno di togliere qualcosa a un'altra Chiesa (per esempio, quella russa)? Queste regole smettono di funzionare in caso di ritorno ad essa?

Inoltre, non dobbiamo dimenticare il Canone apostolico 34, che indica la necessità di una gerarchia entro i confini di uno stato e di altri numerosi canoni simili nel significato (Antiochia 9 e altri).

Ma in realtà, tutte le circostanze, le argomentazioni e le opinioni di cui sopra non avrebbero potuto essere fornite poiché ci sono circostanze molto più significative in questa materia. E tali circostanze consistono nel pentimento dei partecipanti allo scisma polacco.

Pentimento e autocefalia canonica

Come risultato della seconda guerra mondiale, la Chiesa polacca fu liberata sia dal potere dei nazionalisti polacchi che dai nazisti che li sostituirono, tentando di usarli per i propri scopi. Al loro posto vennero i comunisti polacchi associati all'Unione Sovietica. Questo potrebbe essere sembrato il momento giusto per abolire l'autoproclamata autocefalia e restituire la Chiesa polacca alla Chiesa ortodossa russa. Tuttavia, tutto accade diversamente. Nel 1948 furono i vescovi della Chiesa polacca a rivolgersi al Patriarcato di Mosca:

"1. La Chiesa autonoma polacca riconosce l'autocefalia della Chiesa polacca, proclamata dal tomos del patriarca Gregorio VII di Costantinopoli del 13 novembre 1924 (n. 4588), come non canonica e invalida e chiede la benedizione della Chiesa madre russa per un'autocefalia canonica.

2. In considerazione del fatto che il metropolita Dionisij della Chiesa polacca si è separato dalla Chiesa madre ortodossa russa e ha ripetutamente affermato in lettere al patriarca di Mosca che la Chiesa polacca ha ricevuto l'autocefalia canonica dalla Chiesa di Costantinopoli, la Chiesa polacca non può continuare con lui la comunione di preghiera e liturgica e d'ora in poi non eleverà il suo nome durante i servizi divini come nome del suo primate.

3. Allo stesso modo, la Chiesa polacca cessa la comunione di preghiera con tutti i sacerdoti e laici della Chiesa polacca che condividono il citato errore del metropolita Dionisij, d'ora in poi fino al loro pentimento".

Quindi, i vescovi della Chiesa polacca si pentirono di uno scisma (un'autocefalia non canonica) e quindi rinunciarono effettivamente al Tomos di Costantinopoli del 1924. Inoltre, riconobbero lo status della loro Chiesa come autonoma, come lo era prima dello scisma.

In risposta a questo appello, fece seguito il seguente decreto di sua Santità il patriarca e del Santo Sinodo :

"1. Tenendo conto della rinuncia della Chiesa polacca alla sua autocefalia non canonica, sua Santità il patriarca e il Santo Sinodo ripristinano ora con essa la comunione canonica di preghiera e liturgica e le conferiscono il diritto a un pieno governo indipendente.

2. In base all'approvazione dell'autocefalia della Chiesa polacca da parte del Concilio episcopale della Chiesa ortodossa russa, la Chiesa polacca elegge il capo della propria Chiesa. La Chiesa polacca riceve così la disposizione richiesta dai canoni per l'autocefalia".

Di conseguenza, in contrasto con la sua posizione dallo status del Tomos di Costantinopoli, la Chiesa polacca ottiene la completa indipendenza, compreso il diritto di preparare in modo indipendente il santo miro, un tribunale ecclesiastico indipendente e pieni diritti in comunione con le altre Chiese locali.

In seguito, il 22 agosto 1948, terminò anche la storia dello scisma del metropolita Dionisij, che inviò la seguente lettera a sua Santità il patriarca Alessio, in data 22 agosto 1948:

"Santità, vladyka patriarca Alessio! Al Signore nostro Dio appartengono misericordia e perdono – con queste parole del santo profeta dell'Antico Testamento, pieno di umiliazioni, dolori e contrizione per i loro peccati, mi appello alla vostra Santità e vi chiedo di essere il mio primate e intercessore davanti alla grande Chiesa madre.

La mia anima non può sopportare il rimprovero che mi è toccato dalla vostra Santità insieme al Santo Sinodo, ed è dovere della mia coscienza supplicarvi di accettare il mio sincero, anche se tardivo, pentimento per tutte le trasgressioni contro la Chiesa madre.

Conscio della temporalità e dell'incompletezza canonica dell'autocefalia concessa da sua Santità il patriarca di Costantinopoli nel 1924, riconosco e confesso la santa necessità della benedizione della grande Chiesa madre russa sull'esistenza autocefala della sua giovane figlia, la Chiesa ortodossa polacca.

Prego filialmente la vostra Santità di non privarmi della futura comunione liturgica e canonica con la grande Chiesa madre russa, che mi ha allevato e innalzato all'altezza dell'episcopato, né con la sua fedelissima figlia Chiesa polacca, dalla quale sono legato una campagna di venticinque anni di ministero e lavoro gerarchici.

Per bocca del salmista, mi appello alla vostra Santità: ascolta le mie parole, o Signore. Ascolta la voce del mio grido. Poiché c'è perdono con te, affinché tu possa essere temuto!

Gli stessi pensieri e sentimenti riempiono me, peccatore, in questo momento, e sono crudelmente tormentato e soffro. Tuttavia, non perdo la speranza e spero fermamente e credo nell'amore e nel perdono della vostra Santità e della grande Chiesa madre russa: aspetto il Signore, la mia anima aspetta, e nella sua parola spero (Sal 129 : 5).

Il più umile novizio di sua Santità, il metropolita Dionisij".

(Lettera del metropolita Dionisij del 22 agosto 1948)

Sua Santità il patriarca e il Santo Sinodo, avendo sentito il "sincero pentimento in tutte le trasgressioni commesse contro la Chiesa madre" nella lettera dell'ex metropolita di Varsavia Dionisij al patriarca, e la sua fervida petizione per la rimozione del biasimo della Chiesa madre posto su di lui e per la sua accettazione nella comunione canonica, decise di:

"1. Accettare la petizione del metropolita Dionisij e, per amore del suo sincero pentimento, considerare restaurata la sua comunione canonica con la Chiesa madre russa.

2. Considerare possibile, visti i suoi trentacinque anni di servizio nella dignità episcopale, lasciarlo nel grado di metropolita, ma senza il titolo di "sua Beatitudine" a lui assegnato durante il periodo della sua uscita dalla giurisdizione del Patriarcato di Mosca.

3. Informare sua Eminenza il metropolita Dionisij sulla risoluzione del patriarca di Mosca e dell'episcopato della Chiesa ortodossa russa del 22 giugno 1948, sulla concessione del diritto all'autocefalia alla Chiesa ortodossa in Polonia".

Come si può vedere dalla risoluzione, sua Santità il patriarca Alessio e il Santo Sinodo hanno riconosciuto il metropolita Dionisij come vescovo penitente, in quanto ha riconosciuto, nella sua lettera del 22 agosto, di essere oppresso dal rimprovero della Chiesa madre per le trasgressioni che aveva commesso contro di essa.

La Chiesa di Costantinopoli ha preferito non accorgersi di questi eventi, fingendo che nel 1948 la Chiesa russa abbia solo riconosciuto l'autocefalia concessale dal Fanar nel 1924 e abbia aderito a questa opinione fino a oggi. Tuttavia, fatti e documenti suggeriscono il contrario.

Risultati dell'analisi

Quindi, vediamo quanto segue:

Da parte della Chiesa polacca non ci sono rivendicazioni territoriali contro la Chiesa russa, inventate dall'arcivescovo Chrysostomos.

All'epoca di questi eventi, nel 1939, la Chiesa autocefala polacca non esisteva. C'era all'interno della Chiesa ortodossa russa la Chiesa autonoma polacca, che era in scisma. Ciò è riconosciuto sia dalla stessa Chiesa polacca che dal leader di quello stesso scisma, che se ne pentì. Dal 1948 la Chiesa polacca non ha adottato alcun documento che permettesse di differenziare la sua posizione.

Il ritorno all'omoforio della Chiesa russa dei territori dell'Ucraina occidentale e della Bielorussia non fu solo il ripristino della giustizia storica e canonica, ma corrisponde anche al motivo che la Chiesa di Costantinopoli considerava sufficiente per cambiare i confini della chiesa nel 1924.

La storia dello scisma polacco del 1924-1948 è stata riesumata da parte dall'arcivescovo Chrysostomos completamente invano, poiché indica proprio l'intervento del Fanar nel territorio di altre Chiese locali, la violazione dei canoni ecclesiastici e la commissione di crimini canonici. Mostra anche la natura delle azioni della Chiesa russa, basate sull'amore e l'umiltà cristiani, il perdono dei peccati e degli errori sia dei propri stessi vescovi, che hanno ceduto alla tentazione dello scisma, sia dei rappresentanti di un'altra Chiesa locale che li hanno sedotti.

Nel contesto del fatto che l'attuale conflitto tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa di Costantinopoli (con l'arcivescovo Chrysostomos che ha aderito a quest'ultima) è divampato intorno al conferimento del Tomos d'autocefalia agli scismatici ucraini (che non hanno nemmeno una successione apostolica, a differenza degli scismatici polacchi del 1924), vorremmo sapere: a chi il Fanar, insieme all'arcivescovo Chrysostomos, vorrebbe assegnare le diocesi dell'Ucraina occidentale? Dovrebbero in futuro rimanere nella struttura della cosiddetta "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" o tornare alla Chiesa polacca, dalla quale, secondo l'arcivescovo Chrysostomos, sono state "portate via dalla Chiesa russa"? Ma questa è piuttosto una domanda per esercitare la mente...

 
Catastrofe demografica: la distruzione della Chiesa ortodossa ucraina come modo per distruggere l'Ucraina

le autorità stanno facendo tutto il possibile affinché i credenti emigrati non ritornino indietro. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

La popolazione dell'Ucraina sta diminuendo; i demografi ci spaventano con previsioni cupe, le prospettive economiche sono deboli; ci sono tentativi di distruggere la Chiesa. Cosa accadrà dopo?

Il 5 ottobre 2023 si è verificato un incidente scandaloso alla Verkhovna Rada. Il deputato Oleksiy Honcharenko del partito "Eurosolidarietà" ha affermato che nel 1991 il tasso di fertilità totale (il numero medio di bambini che sarebbero nati da una donna nel corso della propria vita) era di 2,3. Oggi è catastroficamente basso, pari a 0,7 (per preservare la nazione è necessario almeno un valore di 2,1).

Honcharenko ha dichiarato: "Se non iniziamo a sostenere la famiglia, la madre e il bambino adesso, tra 10-20 anni, non ci sarà nessuno a rappresentarci in questa sala".

In risposta a queste parole, la deputata Roksolana Pidlasa del partito "Servitore del popolo" ha osservato "con umorismo" dalla tribuna: "Oleksiy Oleksiyovych, lasciami andare ad aumentare il tasso di fertilità!" Questa frase ha suscitato risate selvagge e gioia nella sala, a cominciare dal portavoce Ruslan Stefanchuk. I parlamentari non sono riusciti letteralmente a calmarsi per diversi minuti.

Tuttavia, c'è davvero motivo di divertirsi? La situazione è più che grave e le parole di Honcharenko non sono un'esagerazione.

La popolazione dell'Ucraina non è cresciuta dal 1960; negli anni '90 ha iniziato a diminuire rapidamente e dall'inizio della guerra nel 2022 è caduto in modo catastrofico. Oleksandr Hladun, vicedirettore della ricerca presso l'Istituto di demografia e studi sociali dell'Accademia nazionale delle scienze dell'Ucraina, ha dichiarato durante una conferenza telefonica che, secondo i dati del suo istituto, la popolazione dell'Ucraina oggi potrebbe essere compresa tra 28 e 34 milioni di persone. Sfortunatamente, le stime più pessimistiche tendono a essere più obiettive. Ciò significa che oggi siamo meno della metà delle persone che eravamo agli albori dell'indipendenza.

Le tendenze e le prospettive sono ancora più scoraggianti. Secondo Ella Libanova, direttrice dell'Istituto di demografia e studi sociali dell'Accademia nazionale delle scienze dell'Ucraina, "Per avere un semplice ricambio generazionale, una donna dovrebbe dare alla luce in media 2,13-2,15 bambini durante la sua vita. Nel 2021, il nostro indicatore era 1,1. Nel 2022 era ancora più basso, ma il calo non sarà catastrofico a causa dei bambini nati nella prima metà dell'anno. Se Dio vuole, nel 2023 ci fermeremo a 0,8."

Secondo il "Wall Street Journal", il tasso di fertilità dell'Ucraina era già il più basso d'Europa prima dell'invasione su vasta scala della Russia nel 2022. Dopo il 24 febbraio 2022, è crollato drasticamente. Nei primi sei mesi del 2022 il numero delle nascite è diminuito del 28% rispetto allo stesso periodo del 2021.

All'inizio di settembre 2023, la risorsa Internet "Action on Armed Violence" (AOAV) ha pubblicato uno studio intitolato "Cradles and Conflicts: Is Ukraine Facing a Demographic Death Spiral?" riferendosi a un documento anonimo in cui si afferma: "I demografi ucraini prevedono che il tasso di natalità totale scenderà a 0,71 nel 2023-2024, che sarebbe il più basso mai registrato a livello mondiale". Viene citata un'altra dichiarazione di E. Libanova: "Penso che siamo in una situazione in cui la popolazione ucraina potrebbe finire in una spirale mortale... Anche se si ottenesse la vittoria, il tasso di natalità non si riprenderà".

Anche E. Libanova cita l'aumento della mortalità in Ucraina in un'intervista all'agenzia francese PFI: "In Ucraina, un terzo dei ragazzi che oggi hanno 16 anni rischia di non raggiungere l'età pensionabile. Nelle condizioni di guerra, il tasso già basso il tasso di natalità diminuirà presto di quasi la metà. E a causa della migrazione causata dall'invasione russa, lo stato potrebbe perdere i suoi cittadini più talentuosi e attivi".

Affronta anche l'aspettativa di vita media, dicendo: "Per gli uomini è di 57 anni, per le donne 68 anni. È molto bassa. Ma finché la guerra non finirà, la situazione non potrà migliorare".

Mentre il tasso di fertilità totale dell'Ucraina dovrebbe essere pari a 0,71, un dato che indica un declino irreversibile della popolazione, la storia è diversa in alcuni altri paesi. Gli Stati africani più poveri sono in cima alla classifica del tasso di fertilità totale:

Niger – 6,89;

Somalia – 6,42;

Ciad – 6,35;

Congo – 6,21;

Mali – 6,04.

Ma anche i paesi dell'Asia centrale si trovano in una situazione favorevole:

Tagikistan – 3,24;

Kazakistan – 3,13;

Kirghizistan – 3,00;

Uzbekistan – 2,90.

Una crescita demografica molto grave si registra anche in Medio Oriente: Iraq, Pakistan e Siria.

Abbiamo citato i dati su questi paesi per un motivo. Nell'intervista sopra menzionata, Hladun ha sottolineato che il continuo declino della popolazione porterebbe l'Ucraina a perdere la sua influenza in Europa e a cambiare la composizione etnica della nazione. Cioè, non saremo solo di meno. Al posto degli ucraini, su questa terra arriveranno altre nazionalità. Naturalmente, non possiamo dire con certezza che persone provenienti da paesi con tasso di fertilità totale più alto arriveranno inevitabilmente in Ucraina, ma in una certa misura questa sproporzione influenzerà i flussi migratori, il che significa che gli ucraini etnici saranno sostituiti da persone provenienti da paesi più poveri con un basso livello di istruzione e una mentalità completamente diversa. Ciò, a sua volta, minaccia un forte aumento dei conflitti interetnici e un peggioramento della situazione della criminalità in generale.

Il deputato Mykhaylo Tsymbaljuk afferma: "Non escludo che nello stato possano apparire migranti che non sono schizzinosi riguardo al livello dei pagamenti. È difficile dire da quali paesi possano provenire queste persone. Ma l'Ucraina dovrebbe essere pronta a un'ondata di migranti".

E uno scenario del genere non è solo una probabilità.

Per mitigare almeno tali eventi, il compito primario dello Stato è quello di facilitare il ritorno in Ucraina dei rifugiati che hanno lasciato la loro patria per sfuggire agli orrori della guerra. Va notato che l'Ucraina dovrà anche negoziare il ritorno dei suoi cittadini con i paesi che li hanno ospitati. Questi Stati non solo sostengono le spese per l'assistenza sociale ai nostri connazionali, ma traggono anche vantaggio dalle loro attività lavorative. Inoltre, ciò non include solo la manodopera poco qualificata e poco retribuita. Come dice E. Libanova: "Secondo ricercatori tedeschi e polacchi, le donne ucraine che se ne sono andate dopo l'inizio della guerra avevano al 70% un'istruzione superiore. Sono partite soprattutto giovani donne con bambini: persone proattive che non avevano paura di partire per un luogo sconosciuto. È chiaro che anche i loro mariti hanno un'istruzione superiore e hanno più o meno la stessa età". E. Libanova valuta come molto alto il rischio che dopo la guerra, quando gli uomini avranno la possibilità di viaggiare all'estero, il deflusso della popolazione aumenterà ancora di più.

"Ma c'è un altro rischio. Dopo l'abolizione della legge marziale, le famiglie potrebbero riunirsi non in Ucraina ma all'estero. L'ultimo sondaggio in Polonia ha mostrato che tra gli ucraini c'è una percentuale molto alta di occupati. E se le persone hanno un lavoro, anche se non nella loro specializzazione, e i loro figli stanno già studiando all'estero, mentre in Ucraina, al contrario, le case vengono distrutte e non c'è lavoro, è probabile che quelle persone restino all'estero. In altre parole, se i mariti vanno dalle mogli all'estero, non perderemo solo milioni di cittadini, ma perderemo le persone più attive con un alto livello di intelligenza, persone in età riproduttiva e lavorativa. Pertanto, quando parlo di crisi demografica, prenderei in considerazione non solo indicatori quantitativi ma anche qualitativi", dice E. Libanova.

Cosa può far ritornare i rifugiati ucraini? Prima di tutto, la sicurezza e la situazione economica. Se l'Ucraina non solo vincesse la guerra, ma ricevesse anche garanzie sulla sua sicurezza per il futuro, e se arrivassero investimenti significativi in Ucraina, allora il ritorno a casa sarà visto da molti migranti come una buona decisione. Il lato positivo è che queste persone, di regola, hanno in Ucraina parenti, oltre che a beni immobili che non possono permettersi di acquistare nei paesi europei. Ma lo svantaggio è che le condizioni economiche non devono essere solo attraenti, ma anche così attraenti da indurre gli ucraini a rifiutare le opportunità economiche offerte loro dai paesi europei dove anche le questioni demografiche sono una preoccupazione e i bambini ucraini saranno favoriti.

Ma c'è un gruppo di rifugiati al quale lo Stato dovrebbe prestare particolare attenzione e di cui dovrebbe in primo luogo facilitare il ritorno. Queste sono le persone credenti. Dopotutto, nelle famiglie delle persone credenti, il tasso di natalità è molto più alto che nelle famiglie non credenti. Questo è un fatto. Per una persona motivata religiosamente ad avere figli, fattori come salari bassi, problemi abitativi e simili giocano un ruolo minore. In poche parole, l'Ucraina è più interessata al ritorno di una famiglia ucraina numerosa che di una famiglia con un solo figlio, anche se, ovviamente, anche questa è una buona cosa.

Ma per qualche ragione, il nostro Stato sta facendo esattamente il contrario: invece di facilitare il ritorno, sta di fatto spingendo la popolazione credente fuori dal Paese. La diffusa persecuzione della Chiesa ortodossa ucraina, che si è intensificata di recente, non solo mette fine ai piani di credere che i migranti "europei" ritornino in patria, ma spinge anche i cristiani ortodossi che rimangono ancora in Ucraina a pensare all'emigrazione dal paese. Ciò è vero soprattutto nelle regioni occidentali del Paese, dove le eparchie della Chiesa ortodossa ucraina sono state praticamente annientate e non esistono parrocchie nemmeno sotterranee.

Allo stesso tempo, un'intera rete di comunità della Chiesa ortodossa ucraina è già operativa in Europa. E se un cristiano ortodosso si trova di fronte alla scelta di restare a casa sotto i bombardamenti senza confessione e comunione o di andare nella prospera Unione Europea dove può frequentare pacificamente la chiesa, sceglierà la seconda opzione.

Una scelta ancora più ovvia si presenta per coloro che si sono già stabiliti all'estero e pensano di restarvi o di ritornare in patria dopo la guerra.

L'arciprete Nikolaj Danilevich, vice capo del Dipartimento delle relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa ortodossa ucraina, ha pubblicato la seguente lettera di un credente della Chiesa ortodossa ucraina in Europa:

"Nella stragrande maggioranza, i bambini e i giovani che hanno studiato nelle scuole e nelle università europee durante questo anno e mezzo di guerra non vogliono più tornare a casa. Si sono abituati a un luogo che apprezzano. I genitori restano all'estero per il bene dei loro figli, e i loro cuori si spezzano perché vogliono tornare in Ucraina ma devono restare all'estero per il bene dei loro figli. Quindi, pochi vivono in Ucraina, e gli altri o non vogliono tornare o non possono, e ora le autorità vogliono anche bandire la Chiesa. Chi tornerà in Ucraina in questo modo? Cosa stanno facendo? Questo è un vero tradimento e un danno diretto al paese. Questo è un altro motivo per restare lì e non tornare in un paese dove non potrai nemmeno andare nella tua stessa Chiesa".

Secondo il deputato Mykhailo Tsymbaliuk, oggi circa 12 milioni di persone hanno lasciato l'Ucraina e sarà estremamente difficile riportarle indietro. Tsymbaliuk sottolinea che è fondamentale stabilire quali condizioni lo Stato possa offrire a queste persone. Il deputato parla di economia e di alloggi, ma anche il fattore religioso può essere decisivo per molti nella decisione se tornare o meno.

Quanti credenti ortodossi ci sono tra questi 12 milioni di emigranti? Anche se fosse un quarto o un quinto, si tratta comunque di un numero enorme di persone. Persone che alla fine saranno sostituite da rappresentanti di altre nazioni provenienti da diverse parti del mondo.

Non è un segreto che anche nel periodo prebellico molti credenti non hanno lasciato l'Ucraina proprio perché volevano essere più vicini ai santuari, alle Lavre e ai monasteri ortodossi, perché avevano chiese dove andavano a pregare, avevano confessori che offrivano lezioni spirituali e che si prendevano cura di loro, ecc. Ma ora, tutto questo viene tolto ai credenti. Al contrario, in Europa stanno emergendo comunità ortodosse. Ciò significa che in caso di emigrazione una persona non rimarrà più senza confessione, comunione, sostegno spirituale e così via. Non sarebbe sorprendente se presto si formassero intere enclavi di credenti ortodossi ucraini in vari paesi europei.

Esistono precedenti storici per tali processi: l'emigrazione di massa dopo la Rivoluzione del 1917, il reinsediamento di un numero significativo di monaci e laici dall'Impero bizantino durante l'era iconoclasta e molti altri esempi. Nei primi tre secoli di storia cristiana, in tempi di persecuzione contro la Chiesa, molti furono martiri, ma un numero ancora maggiore di cristiani preferì trasferirsi con le proprie famiglie in altri paesi dove poter vivere in pace.

Vorremmo concludere questo testo con una nota ottimistica, ma purtroppo i fatti non lo consentono. L'Ucraina è già entrata in una fase di catastrofe demografica; la sua politica religiosa non fa altro che aggravarlo. Non resta che gridare insieme a Samuel Milko, chierico della chiesa ortodossa di san Nicola a Basilea, in Svizzera, che ha pubblicato sul suo canale Telegram un appello al presidente dell'Ucraina e attraverso lui a tutte le autorità ucraine: "La prego, signor Zelenskij, la smetta! Per il bene del popolo pio, del popolo ucraino, la smetta! Questo non è uno scherzo".

 
Nuova galleria fotografica: Pasqua 2014

Con un poco di ritardo pubblichiamo le foto della funzione della notte di Pasqua del 2014, ringraziando il nostro amico Alberto Ceoloni per la sua gradita assistenza e testimonianza del momento più bello dell’anno liturgico cristiano ortodosso.

 
Un uomo si riconosce dalla sua compagnia, o perché ci separiamo dal patriarca Bartolomeo

il capo del Fanar "tollera temporaneamente" sua Beatitudine Onufrij. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Se il patriarca Bartolomeo, che solo di recente riconosceva il primate della Chiesa ortodossa ucraina, ora tratta lui e il suo gregge come "niente", può essere considerato un buon pastore?

Noi sappiamo che siamo da Dio, mentre tutto il mondo giace sotto il potere del maligno (1 Gv 5:19)

Continuando a discutere le dichiarazioni offensive del patriarca di Costantinopoli sullo status dei vescovi della Chiesa ortodossa ucraina e del nostro primate – sua Beatitudine il metropolita Onufrij, che il patriarca Bartolomeo "tollera temporaneamente" in Ucraina, considero importante prestare attenzione ad alcune circostanze.

Oggi nessuno pensa di nascondere che la concessione del "Tomos" sia un progetto puramente politico che non ha assolutamente nulla a che fare con un beneficio per la Chiesa e la salvezza delle anime umane. È stato promosso e sostenuto da persone che adorano cose puramente politiche. Ci sono certamente in questo progetto aspetti storici e canonici, usati per conferire a tutti i processi una relativa legittimità, ma spesso il lato etico del problema viene trascurato dietro le controversie sui canoni e sulla storia.

L'etica delle azioni del Patriarcato di Costantinopoli provoca grande sconcerto, e le dichiarazioni del patriarca Bartolomeo appaiono come una posizione coerente che non implica, per usare un eufemismo, il rispetto delle norme morali.

Pertanto, è facile spiegare perché una persona consideri i membri della Chiesa canonica come persone che hanno bisogno di essere "tollerate", mentre allo stesso tempo rivendica il primato nell'intero mondo ortodosso. Dopotutto, il capo del Fanar sembra non preoccuparsi affatto che in senso etico un primato implichi cura pastorale, amore e sacrificio, piuttosto che un atteggiamento tollerante di "condiscendenza" verso qualcosa di spiacevole ma inevitabile.

È questo modello di condotta etico peculiare e soggettivo che ti consente di cambiare le tue convinzioni e posizioni. Se il patriarca Bartolomeo, che solo poco tempo fa riconosceva il primate della Chiesa ortodossa ucraina, ora tratta lui e il suo gregge come "niente", allora sua Santità può essere considerato un buon pastore? In realtà, questo comportamento non può essere giustificato da alcuna logica storica o canonica. Non può esserci alcuna giustificazione canonica per aiutare i politici laici a perseguitare la Chiesa. Se una persona, che afferma di essere un pastore globale, si comporta in questo modo, le sue affermazioni sembrano estremamente poco plausibili.

Di recente, abbiamo assistito all'ardente sostegno del Patriarcato di Costantinopoli per politici americani le cui preferenze ideologiche contraddicono fondamentalmente la fede ortodossa. Non è un segreto che Joe Biden e Kamala Harris (candidata alla carica di vicepresidente), che il patriarca Bartolomeo ha salutato con tanto entusiasmo, siano a buon meritato considerati "i candidati più favorevoli all'aborto nella storia". Inutile dire che Biden e Harris sostengono con fervore l'ideologia LGBT, i cui oppositori sono chiamati "trogloditi" da Biden. Possiamo chiederci se Biden consideri il suo vecchio amico patriarca Bartolomeo un "troglodita".

Qualcuno potrebbe notare che questa è una formalità diplomatica convenzionale: bisogna vivere in qualche modo, e a Istanbul il patriarcato è estremamente vulnerabile e ha bisogno della protezione degli Stati Uniti, che, a proposito, non hanno potuto (o non hanno voluto) impedire la conversione di Santa Sofia in moschea. Ma anche se si giustifica una tale diplomazia "leale" di una Costantinopoli debole e indifesa, allora da dove viene questa ambiziosa retorica del "primato panortodosso"?

Penso che non si tratti di una cooperazione forzata basata sulla paura e sulla corruzione. Qui possiamo vedere una cooperazione sincera e volontaria, basata sulla coincidenza di opinioni e giustificata da un sistema etico auto-creato.

Si stanno svolgendo davanti ai nostri occhi processi volti a creare una nuova mentalità, una nuova identità ortodossa. E se siamo d'accordo con il patriarca Bartolomeo su questo, significa che saremo d'accordo con i suoi "amici" – con tutto il movimento ideologico che sta alle loro spalle. E l'ideologia e gli obiettivi di questo movimento sono in così netto contrasto con la fede ortodossa che il compromesso con loro è inappropriato non solo per un pastore, ma anche per qualsiasi cristiano ortodosso. Credo che sia nella nostra Chiesa che in quella greca la gente si accorga di questo "rifacimento" dell'ortodossia.

Pertanto, per quanto strano possa suonare ora, per me, come vescovo della Chiesa ortodossa ucraina, le parole del primate del Patriarcato di Costantinopoli sulla sua "tolleranza" nei miei confronti come vescovo canonico sono un segno di una chiara incoerenza nelle nostre posizioni ideologiche. Allo stesso tempo, viste le sue recenti dichiarazioni, si ha l'impressione che nel perseguire questo desiderio di imporci la sua visione e di renderci almeno fedeli, stia perdendo sempre più il contatto con la realtà. Purtroppo una persona può portare il titolo di "sua divina tutta Santità" e, come altre persone, soccombere a semplici tentazioni umane. Tra i vari errori di questo mondo, la Chiesa è chiamata a testimoniare la verità, piuttosto che essere attaccata alla coda dell'errore che è pubblicizzato come più prospettico.

Nel Vangelo, il Signore ci promette che anche "le porte dell'inferno non prevarranno contro la Chiesa", ma questo non significa che l'inferno non tenterà di vincere la Chiesa. Credo che la Chiesa sopravvivrà all'attuale processo, come in passato ha superato tutte le eresie e gli scismi. Potrebbe non essere facile, nemmeno immediatamente, ma accadrà.

Dobbiamo tutti pregare con fervore e cercare saggezza e coraggio da Dio, che non ha abbandonato e non abbandonerà la sua Chiesa.

 
Nessuno tranne la Chiesa ortodossa ucraina vuole la pace religiosa in Ucraina

l'arciprete Dimitrij Sidor. Foto: screenshot dalla pagina Facebook della cattedrale della santa Croce a Uzhgorod

L'arciprete Dimitrij Sidor ha affermato che nessuno, tranne la Chiesa ortodossa ucraina, suggerisce una convivenza religiosa pacifica in Ucraina.

Il rettore della cattedrale della santa Croce a Uzhgorod, l'arciprete Dimitrij Sidor, ha affermato che nessuno in Ucraina suggerisce la pace religiosa tranne i credenti della Chiesa ortodossa ucraina. Lo ha detto in un sermone in occasione della festa di san Michele, pubblicato sulla pagina Facebook della cattedrale.

Secondo lui, la Chiesa ortodossa ucraina chiede agli ucraini di restare uniti, mentre tutti gli altri chiedono una guerra di religione.

"Ognuno chiede il proprio: inventare una nuova religione, chiedere di bandire la nostra Chiesa, invocare una guerra di religione. Come bandire 5-6 milioni di persone? Come bandire chiese dove ci sono 12.000 preti, 5.000 monaci, 17.000 chierici e milioni di credenti? Al contrario, noi diciamo che in questo momento difficile si scopre chi è più santo, e restiamo uniti", ha detto il sacerdote.

Il rettore della cattedrale ha anche esortato i fedeli della Chiesa ortodossa ucraina a unirsi e a non cedere alle calunnie che oggi sono attribuite alla Chiesa.

"Siamo ufficialmente perseguitati, picchiati, ci sono attribuite cose terribili che non faremmo neppure nei nostri sogni. Ma i calunniatori hanno così tanto potere che oggi non possiamo punirli rivolgendoci a un tribunale. Cerchiamo di eludere le calunnie, cerchiamo di evitarle, di perdonarle, di sopportarle", dice. "Dio dice: 'Voi cristiani siete una luce per questo mondo. Non sorprendetevi. I vostri persecutori o sono analfabeti o non si rendono conto di quello che fanno infrangendo le leggi. Ma voi siete la luce e dovete far risplendere la vostra luce davanti alle persone con buone azioni, buona fede e pazienza".

 
Recensione: La storia degli arbëreshë (2011)

Poiché ci preme far conoscere aspetti di storia e vicende dei popoli ortodossi, rivolgiamo un'attenzione speciale a un testo pubblicato in questi anni dall'associazione "Testimonianza ortodossa". Sono molti i libri che parlano degli arbëreshë (italo-albanesi), ma ben pochi si sforzano di evidenziare l'identità ortodossa negata a questa minoranza etno-linguistica dell'Italia centro-meridionale e della Sicilia. Presentiamo la nostra recensione del testo La storia degli arbëreshë (2011) nella sezione "Geopolitica ortodossa" dei documenti.

 
Vescovo cipriota annuncia l’inizio del rovesciamento del regime sinodale della Chiesa

il metropolita Isaias di Tamassos. Foto: romfea.gr

Sua Beatitudine il metropolita Onufrij è l'unico primate canonico in Ucraina, ha sottolineato il metropolita Isaias di Tamassos.

Un vescovo della Chiesa ortodossa di Cipro, il metropolita Isaias di Tamassos, ha presentato al Santo Sinodo il suo punto di vista teologico sulla situazione che si era sviluppata dopo la decisione unilaterale dell'arcivescovo Chrysostomos sulla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e ha indicato "l'inizio del rovesciamento del regime sinodale della nostra Chiesa con conseguenze impreviste". I commenti del vescovo cipriota sono stati pubblicati dalla risorsa greca "Romfea".

Spiegando perché respinge qualsiasi proposta volta a legalizzare la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", prima di tutto, il metropolita Isaias ha dichiarato il suo "rispetto assoluto e il mio incrollabile impegno per lo stato sinodale della Chiesa ortodossa, come definito dall'ecclesiologia ortodossa, i santi Canoni e lo Statuto della Chiesa cipriota".

"Solo il Santo Sinodo ha il diritto esclusivo di "regolare i rapporti della Chiesa di Cipro con le altre Chiese ortodosse" (articolo 7 § 2 dello Statuto), e il primate è chiamato ad esprimere la decisione sinodale (articolo 7 § 2 a,c)", ha sottolineato il metropolita.

Ha dichiarato di insistere sulla decisione unanime del 18 febbraio 2019 del primo Sinodo della Chiesa di Cipro, decisione "che purtroppo è stata violata dall'arcivescovo".

"In particolare, ribadisco le mie forti preoccupazioni e dubbi che sono stati espressi nella suddetta decisione sinodale a causa dell'assenza di una successione apostolica nella gerarchia della cosiddetta Chiesa ortodossa autocefala in Ucraina. Di conseguenza, non posso accettare la validità delle ordinazioni e dei sacramenti celebrati da tale gerarchia.

Ribadisco la ferma posizione della Chiesa di Cipro secondo cui l'unico primate regolare della Chiesa ortodossa ucraina è sua Eminenza il metropolita Onufrij di Kiev. Pertanto, seguendo il normale requisito "che non ci siano due vescovi nella stessa ​​città" (canone 8 del primo Concilio ecumenico) mi rifiuto di riconoscere un altro "primate", di fatto, nel momento in cui costui non ha un'ordinazione regolare e valida", ha sottolineato il metropolita Isaias.

Il vescovo cipriota ha spiegato che il suo rifiuto di riconoscere la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e il suo "primate" Epifanij si basa sull'insegnamento, la fede e la tradizione ecclesiastica e canonica della Chiesa ortodossa.

"Questo non è un disaccordo su semplici questioni amministrative o minori, ma sul nucleo stesso dell'ecclesiologia ortodossa e dell'insegnamento della nostra Chiesa sui santi sacramenti e sulla successione apostolica, questioni riguardanti la nostra salvezza. Queste questioni non possono essere discusse o negoziate in alcun processo sinodale frettoloso, né possono essere approvate da una maggioranza opportunistica, marginale, di fatto", ha sottolineato il membro del sinodo cipriota.

Pertanto, ha sottolineato il metropolita di Tamassos, la decisione dell'arcivescovo Chrysostomos di commemorare Epifanij come primate è "arbitraria, irregolare e palesemente contraria alla nostra tradizione ecclesiastica, all'ecclesiologia ortodossa e alla decisione unanime del Santo Sinodo del 18.2.19 e indica l'inizio del il rovesciamento del regime sinodale della nostra Chiesa, con conseguenze impreviste".

Ha affermato che pur preservando l'unità della Chiesa cipriota in questo periodo difficile, non interromperà la commemorazione dell'arcivescovo Chrysostomos ma lascierà la concelebrazione con lui alla discrezione della sua coscienza gerarchica.

"Come vescovo della Chiesa apostolica di Cipro, sottopongo quanto sopra con molta agonia e dolore e con un accresciuto senso di responsabilità nei confronti della mia coscienza gerarchica, al gregge affidatoci dalla misericordia di Dio e alla società panortodossa e all'unità, lontano da meschinità e convenienze etno-razziali o secolari o economiche, guardando esclusivamente alla conservazione della "fede una volta per tutte consegnata ai santi" (Gd 3) e alla pacificazione della Chiesa "che il Signore si è acquistata con il suo sangue" (At 20:28)", ha riassunto il metropolita Isaias.

 
Il patriarca Bartolomeo approva i procedimenti penali contro i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina

il patriarca Bartolomeo approva i procedimenti penali contro i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina. Foto: Kathimerini

Il capo del Fanar ha detto al clero di Madrid che la persecuzione dei vescovi della Chiesa ortodossa ucraina da parte del governo ucraino è giustificata.

Il 15 ottobre 2023, dopo la Liturgia nella cattedrale dei santi Andrea l'Apostolo e Dimitri il Grande Martire, il patriarca Bartolomeo ha detto ai chierici della metropolia spagnola e portoghese del Patriarcato ecumenico che considera corretto e giustificato il procedimento penale contro i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina, stando a quanto riferisce una fonte della metropolia.

Secondo questa fonte, il patriarca Bartolomeo ritiene che le notizie dei media internazionali sull'ingiustizia delle persecuzioni del metropolita Pavel, del metropolita Ionafan, del metropolita Feodosij, del metropolita Ioasaf e del metropolita Longhin non abbiano fondamento. Il capo del Patriarcato ecumenico è convinto che tutti loro abbiano violato la legge ucraina e debbano essere ritenuti responsabili delle loro azioni.

Come riportato in precedenza, il capo del Patriarcato ecumenico spera in un incontro con il papa a Kiev.

 
Nuove funzioni del sito
È ora disponibile sul sito una serie di nuove funzioni utili per le ricerche e le condivisioni di documenti:
 
- Quasi tutte le pagine del sito possono ora essere condivise attraverso i pulsanti in cima e al fondo, via e-mail (cliccando sul quadratino viola) o attraverso una quarantina di social network internazionali e specifici del mondo russo. Per la lista completa dei social network, cliccate sul tondino con il segno "+" al fondo della fila dei simboli.
 
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- Ciascuna di queste pagine delle voci del blog è ora raggiunta dalla funzione di ricerca sul sito; in questo modo, si può ricuperare facilmente anche una notizia data da molto tempo, nello stesso modo in cui si può ricuperare un documento a partire dalla ricerca di un nome o di una frase.
 
Una copia dannosa dell'Ortodossia viene creata davanti ai nostri occhi

il metropolita Antonij (Pakanich) Foto: boryspil-eparchy.org

Il metropolita Antonij (Pakanich) ha dichiarato che l'unità pan-ortodossa non esiste più.

Il cancelliere della Chiesa ortodossa ucraina, il metropolita Antonij (Pakanich), in un articolo pubblicato sul sito Vesti.ua, ha condiviso la sua valutazione degli eventi che hanno avuto luogo a Cipro, quando il Santo Sinodo della Chiesa di Cipro ha riconosciuto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Vladyka ha affermato che "l'unità pan-ortodossa non esiste più", il suo posto è stato preso dalla sete di potere di un solo uomo, che non tiene più conto di nulla. Porta alla creazione di "una copia inferiore e dannosa dell'Ortodossia mondiale", con ancora più Chiese ortodosse locali che vengono attirate nel vortice.

"In questo sistema parallelo, aspetti come la perversione dei canoni, la legalizzazione degli scismatici, la concelebrazione con persone che non hanno ordinazioni valide e la violazione della forma conciliare del governo ecclesiale sono considerate cose naturali e normali. Tutto ciò che fino a poco tempo fa sembrava inconcepibile e impossibile diventa una cosa normale", dice vladyka.

Il cancelliere della Chiesa ortodossa ucraina non è sicuro che gli aderenti al simulacro del nuovo mondo avranno abbastanza determinazione per resistere a "un'ulteriore evirazione dell'ecclesiologia ortodossa" e ad altre tendenze globali, in particolare il sostegno alla causa LGBT.

“Questo è il motivo per cui l'essenza dell'attuale crisi può essere ridotta alla lotta tra coloro che vogliono creare la propria versione dell'Ortodossia, conveniente e personalizzata e coloro che desiderano rimanere fedeli all'Ortodossia. Ogni sacerdote e ogni credente in qualsiasi Chiesa ortodossa dovrebbe capirlo e, sulla base di questa comprensione, fare la sua scelta: se rimanere tra i fedeli a Dio o scendere a compromessi con la propria coscienza per diventare parte del simulacro della fede ortodossa", ha concluso il metropolita Antonij.

Come riportato in precedenza dall'Unione dei giornalisti ortodossi, un metropolita cipriota ha dichiarato l'inizio del rovesciamento del regime sinodale della Chiesa.

 
La proibizione della Chiesa ortodossa ucraina: suicidio su scala nazionale

Putin accoglie con favore la decisione della Rada, ne è contento. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

La Rada ha bandito senza alcuna ragione la denominazione più grande del paese, con milioni di credenti. Vediamo perché questo è un suicidio per un paese in guerra.

Il giorno 19 ottobre 2023 è già diventato parte della storia dell'Ucraina. Oggi la Verkhovna Rada ha votato a favore del disegno di legge 8371 che, di fatto, implica la messa al bando della Chiesa ortodossa ucraina, la più grande denominazione del paese, con almeno 5 milioni di aderenti ucraini.

Come è successo:

L'atmosfera nella Rada somigliava più a quella di un pub che a quella del parlamento di uno stato europeo. I parlamentari che hanno cercato di sostenere che il divieto della Chiesa contraddice la Costituzione sono stati fischiati e messi a tacere.

Nel contempo, i sostenitori del divieto si sono espressi liberamente, anche se hanno presentato evidenti falsità.

Il deputato Oleksandr Alyksiychuk, deputato del gruppo "Servitore del popolo": "Di quali altri fatti abbiamo bisogno per vietare finalmente l'attività degli agenti dell'FSB in Ucraina?"

Il deputato Ihor Huz: "L'ultimo avamposto di Mosca qui è la Chiesa russa. Tutti in questa sala lo sanno".

Il deputato Ivan Krulko: "Questa legge mira a eliminare finalmente l'Ucraina dalla feccia pro-Mosca dell'FSB, che qui fa di tutto per la vittoria di Mosca".

Anche un deputato greco-cattolico ha parlato liberamente, citando il metropolita uniate Sheptitskij.

Il deputato Pavel Bakunets: "Andrij Sheptitskij, il grande architetto del popolo ucraino, disse 100 anni fa: 'Se non esiste una religione ucraina, libera dall'influenza dei nemici, allora gli affari statali non possono svilupparsi con successo'."

Un totale di 267 deputati ha votato a favore del divieto della Chiesa ortodossa ucraina, mentre solo 15 sono stati contrari. Avrebbe potuto essere diverso oggi? Difficilmente. Non molto tempo fa, il leader del gruppo "C14" e altri radicali hanno minacciato pubblicamente di uccidere i deputati che non avessero votato contro la Chiesa ortodossa ucraina. Il capo del comitato per la politica dell'informazione della Rada ha invitato a stilare elenchi pubblici di tali deputati. Essenzialmente, sono stati dichiarati nemici del popolo. Chi vorrebbe essere un nemico del popolo in un paese in guerra?

Anche prima del voto i colleghi hanno minacciato apertamente i parlamentari della Rada.

Il deputato Ihor Huz: "Decine di milioni di ucraini guarderanno i nomi che voteranno tra pochi minuti. Quelli di voi che non premono questo pulsante possono considerarsi sostenitori di Mosca!"

La deputata Solomiya Bobrovska: "Vergognatevi (quelli che non votano per il divieto della Chiesa ortodossa ucraina, ndc). I vostri nomi saranno conosciuti da tutti gli ucraini nelle strade delle città, dei villaggi, ecc."

Da quasi un anno va avanti una frenetica propaganda contro la Chiesa ortodossa ucraina, a partire dai passi verso l'indipendenza spirituale dichiarati da Zelenskij, che hanno portato a perquisizioni di massa da parte della SBU nelle chiese e nei monasteri della Chiesa ortodossa ucraina. Una campagna senza precedenti per diffamare la Chiesa si è svolta nei media, dove sono state ripetutamente ventilate bugie secondo cui la Chiesa ortodossa ucraina è una struttura nemica controllata da Mosca, composta solo da traditori, collaboratori e agenti dell’FSB.

Un tipico esempio di tale propaganda è il film "Una Chiesa senza Cristo" del deputato Mykola Kniazhytsky del partito "Solidarietà Europea", che ha presentato alla Rada il disegno di legge per la proibizione della Chiesa ortodossa ucraina. Il suo video è stato diffuso solo un paio di giorni prima del voto.

La prima tattica è chiamare la Chiesa ortodossa ucraina "russa" e "controllata da Mosca". Tuttavia, non si troveranno questi nomi in nessun documento religioso o statale ucraino. È una falsità.

La seconda tattica è mentire agli ucraini, sostenendo che la Chiesa ortodossa ucraina è composta da russi e da nemici che hanno occupato il territorio ucraino.

Il deputato Mykola Kniazhitsky: "Vi racconterò una storia molto interessante sull'organizzazione pubblica più ricca dell'Ucraina. Partecipa alla guerra contro il nostro Stato. Solo a Kiev possiede 1520 ettari di terreno. Cos'è questa organizzazione? Si chiama Chiesa ortodossa russa. Opera non solo a Kiev ma in tutta l'Ucraina."

La terza tattica è mentire dicendo che i chierici della Chiesa ortodossa ucraina hanno commesso innumerevoli crimini.

Il deputato Mykola Kniazhytsky: "L'elenco dei crimini commessi dai preti di Mosca, che la SBU ha iniziato a documentare nel dicembre 2022, ha scioccato il paese. La portata dei loro crimini ha scioccato l'Ucraina".

La cosa è scioccante, ma nel senso opposto. La Chiesa ortodossa ucraina conta 12.500 sacerdoti, 4.550 monaci e oltre un centinaio di vescovi, per un totale di oltre 17.100 persone. Per questo numero, la SBU ha avviato 68 casi e solo 19 persone hanno ricevuto condanne. Per metterlo in prospettiva, uno su mille vescovi, sacerdoti o monaci della Chiesa ortodossa ucraina è stato dichiarato colpevole. E questa cifra è davvero scioccante, ma proprio al contrario. La SBU ha condotto oltre 1.300 perquisizioni all'interno della Chiesa ortodossa ucraina. Sotto il nuovo capo Maljuk, le forze di sicurezza hanno chiaramente scavato in profondità per trovare qualsiasi traccia di sporco sulla Chiesa ortodossa ucraina. E la SBU dispone di ampie risorse per questo. Qual'è il risultato? Quasi niente.

Un anno fa, nel luglio 2022, Zelenskij annunciò che erano stati avviati oltre 650 procedimenti penali relativi ad accuse di tradimento e collaborazione dello Stato contro pubblici ministeri, investigatori e altri funzionari delle forze dell’ordine.

Dopo aver perso la Crimea, il 98% di tutti i dipendenti della SBU si è trasformato in traditori, ovvero oltre 1.300 persone. Queste cifre sono davvero scioccanti. Perché Kniazhytsky non avvia una legislazione per vietare la SBU? Rispetto a questi numeri, 68 casi e 19 condanne su 17.100 rappresentanti della Chiesa ortodossa ucraina sono una goccia nell'oceano.

Il deputato Evhen Shevchenko: "Abbiamo più traditori nella SBU e nella polizia che nella Chiesa ortodossa ucraina. Quindi ora accanto alla Chiesa dovremmo bandire la SBU e la polizia?"

A proposito, Kniazhytsky è un uniate, come lo sono molti altri deputati della Rada. Nel 2019 costoro hanno sostenuto ardentemente Poroshenko. Ma ora si accontentano di Zelenskij. Inoltre, alcuni altri non sono meno contenti di Zelenskij.

Il deputato Artem Dmytruk: "Chi trae vantaggio da questo divieto? In primo luogo, questo divieto avvantaggia Putin, che dirà: 'Vi avevo detto che stanno perseguitando i cristiani ortodossi in Ucraina, ed eccomi qui a proteggerli.' Con questo divieto, stiamo solo giocando con le sue morbose ambizioni. Capisco i vantaggi di votare per questo disegno di legge per il precedente presidente che ha perso le elezioni. Capisco i vantaggi per la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Ma non capisco quale sia lo scopo utile di questo disegno di legge per il nostro paese."

Invece di unirsi e consolidarsi, il governo, gratuitamente, sta approvando una legge che causerà una colossale esplosione interna, non solo in Ucraina.

Il deputato Artem Dmytruk: "Molti credenti della nostra Chiesa stanno combattendo in prima linea. Come lo percepiranno? la Chiesa ortodossa ucraina non è un nemico; è composta da 6 milioni di cittadini ucraini che, in questo terribile periodo di guerra, difendono il nostro Paese sul fronte in prima linea e lavorano sul fronte interno. In tempo di guerra dovremmo unirci, ma purtroppo vediamo che molti lavorano contro l'Ucraina".

In realtà, 267 persone stanno commettendo azioni sovversive contro lo Stato ucraino, contro un paese che oggi si trova ad affrontare gravi sfide. Milioni di credenti non accetteranno mai che la loro fede venga loro portata via ingiustamente e sfacciatamente. Questi milioni non scompariranno; diventeranno un'opposizione interna. A sua volta, mettere al bando la Chiesa potrebbe diventare un vergognoso atto di suicidio di Stato.

 
Patriottismo

Diamo uno sguardo a questa immagine, che ritrae un momento dei recenti festeggiamenti del Giorno della Vittoria a San Pietroburgo:

Un’immagine come questa è normale in Russia; in Italia sarebbe difficile da immaginare, e non perché non ci siano altrettante persone e famiglie che hanno da ricordare un veterano di guerra o un caduto in combattimento, ma perché tra le cose che stiamo perdendo in Italia (e nei paesi occidentali in generale) c’è anche il senso del dono della vita al servizio della propria patria. Un ideale ben lontano da quello della santità (anche se pure clero e monaci hanno fatto la loro parte al servizio della patria, come si vede dalle immagini di questo servizio fotografico di Pravmir), ma pur sempre un ideale che richiama al sacrificio, al dono di sé senza il quale non si può costruire alcuna base spirituale. Ecco un’altra lezione dalla Russia ortodossa che faremmo bene a non sottovalutare.

 
Il riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" come fattore di scisma: cosa attende chi commemora Dumenko?

i vescovi che riconoscono Dumenko riceveranno uno scisma nella loro chiesa. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Il Sinodo della Chiesa di Cipro si è diviso quasi a metà sulla questione della commemorazione del capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Cosa attende chi segue la decisione di riconoscere Dumenko?

Il 25 novembre 2020, il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa di Cipro, a maggioranza dei voti, ha deciso di non opporsi alla commemorazione di Epifanij Dumenko da parte dell'arcivescovo Chrysostomos. Allo stesso tempo, la "maggioranza" non è stata schiacciante o addirittura significativa. A parte l'opinione dello stesso arcivescovo Chrysostomos, i voti del Sinodo sono stati divisi per quasi la metà: 9 vescovi hanno sostenuto la posizione del primate, 6 sono stati contrari e uno si è astenuto. Il fatto stesso parla di una mancanza di unità sulla questione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e indica che costringendo altre Chiese a "riconoscere" Dumenko, il patriarca Bartolomeo viola deliberatamente il principio di conciliarità, dividendo queste Chiese e provocando conflitti al loro interno. Questa tesi trova conferma sia negli eventi che hanno preceduto il Sinodo della Chiesa di Cipro sia in quelli che lo hanno seguito.

In vista dello scisma

membri del Sinodo della Chiesa di Cipro

Commemorando Dumenko un mese fa, l'arcivescovo Chrysostomos ha detto di averlo fatto negli "interessi dell'Ortodossia". Tuttavia, con la sua decisione unilaterale, ha violato la sentenza del Sinodo della Chiesa cipriota, che nel febbraio 2019 ha dichiarato una posizione neutrale sulla "questione ucraina". Ecco perché diversi vescovi si sono subito pronunciati contro la decisione unilaterale del capo della Chiesa di Cipro, dichiarando che l'arcivescovo Chrysostomos un compiuto una "flagrante violazione dei canoni" e una distruzione del principio sinodale della Chiesa.

A questo proposito, i vescovi che erano in disaccordo con questo stato di cose si sono rifiutati di concelebrare con il loro primate fintanto che questi commemorerà Dumenko. Poco dopo, un gruppo di teologi ciprioti ha annunciato la necessità di una soluzione conciliare alla "questione ucraina". A loro avviso, tutto ciò che accade a causa della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" minaccia un nuovo scisma non solo per la Chiesa di Cipro ma per l'intera Ortodossia in generale.

A sua volta, l'arcivescovo Chrysostomos, invece di convocare il Sinodo, ha prima dichiarato che i vescovi che si opponevano a lui non avevano il diritto di farlo, li ha accusati di creare una "parasinagoga", e alla fine ha fatto ricorso a insulti personali, chiamando il metropolita Isaias un "marmocchio". "

Lo scandalo è andato oltre i limiti delle relazioni ecclesiali interne e, alla fine, il capo della Chiesa di Cipro è stato costretto a convocare il Sinodo. Eppure, allo stesso tempo ha detto che la questione della commemorazione di Dumenko non sarebbe stata messa ai voti. Ma ultimamente, l'arcivescovo Chrysostomos ha cambiato e ha ritrattato la sua posizione in modo così radicale che tutti hanno capito perfettamente che era la "questione ucraina" che sarebbe diventata una priorità negli incontri del Sinodo della Chiesa di Cipro a novembre. Quindi, in linea di principio, è accaduto proprio questo.

All'incontro del ​​23 novembre, i vescovi ciprioti non hanno preso alcuna decisione. Il discorso dell'arcivescovo Chrysostomos è durato circa un'ora. Ha detto ai membri del Sinodo che "ha appreso tutta la verità sull'Ucraina nel marzo dello scorso anno quando è arrivato a Istanbul e ha tenuto una conversazione dettagliata con il patriarca ecumenico". Il capo della Chiesa di Cipro ha anche detto di aver "visto molti documenti autentici" sulla questione controversa, "che mostrano chi ha ragione e ai quali i membri del Sinodo possono fare riferimento". Inoltre, secondo l'arcivescovo Chrysostomos, "è stato male informato dal Patriarcato di Mosca" e quando "ha appreso tutta la verità, ha deciso che non poteva tacere e doveva prendere una posizione chiara".

Tuttavia, l'argomento principale a favore del riconoscimento di Dumenko è stato fatto dall'arcivescovo Chrysostomos al termine del suo intervento: "La Chiesa di Cipro ha sostenuto e continuerà a sostenere il Patriarcato ecumenico e non tollererà alcun tentativo di metterne in dubbio o ridurne il prestigio". Inoltre, il capo della Chiesa ha definito "anti-ecclesiale e contraria all'unità della Chiesa di Cipro" la decisione della Chiesa russa di interrompere la comunione eucaristica con quei ciprioti che commemorano il capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Non meno interessante è stata la dichiarazione del sostenitore del riconoscimento di Dumenko, il metropolita Georgios di Paphos. In generale, concordando con la posizione dell'arcivescovo Chrysostomos, lo ha gentilmente rimproverato che, prima di commemorare Epifanij, avrebbe dovuto informare i membri del Santo Sinodo. È interessante che il metropolita Georgios, così come l'arcivescovo Chrysostomos, non abbia fornito argomenti canonici a favore del riconoscimento di Dumenko. Tutto, ha detto, dovrebbe ridursi alla necessità di sostenere il Fanar, poiché "Mosca è guidata dai propri interessi nelle sue azioni". Ha sottolineato che non si dovrebbero permettere note "inquietanti" nei "rapporti eterni della Chiesa di Cipro con il Patriarcato ecumenico".

Dopo il Sinodo, il metropolita Georgios di Paphos ha affermato che "le discussioni si sono svolte in uno spirito di amore e unità" e tutti i malintesi "sono stati eliminati". Ha anche detto che la soluzione finale e "unanime" alla "questione ucraina" sarebbe stata data mercoledì 25 novembre.

Divisione del Sinodo cipriota

Tuttavia, come sappiamo, il 25 novembre non è stata presa una decisione "unanime" e il clima che ha regnato al Sinodo è testimoniato dall'incidente scoppiato tra il metropolita Nikiforos di Kykkos e il giornalista Aristides Viketos subito dopo l'incontro sinodale.

Il giornalista ha accusato il metropolita di difendere gli interessi della Chiesa ortodossa russa. Queste parole hanno infastidito il metropolita, ha chiesto fortemente a Viketos di "tacere" e gli ha proibito di interferire in questioni in cui non capiva nulla. Inoltre, ha paragonato la propria posizione a quella di san Marco di Efeso durante l'Unione Ferrara-Firenze, accennando così non solo alla correttezza storica del santo, ma accusando anche i sostenitori di Dumenko di azioni completamente anti-ecclesiastiche.

Il metropolita Nikiforos ha sottolineato che la decisione sinodale di "non opporsi" al riconoscimento di Dumenko non è vincolante per l'esecuzione poiché è "una questione di fede".

Il metropolita Neophytos di Morphou ha preso una posizione più dura anche prima del Sinodo. A suo avviso, la maggioranza sinodale non concederà lo status canonico a Dumenko: "Cosa succederà se sua Beatitudine troverà il sostegno della maggioranza dei sinodali? In questo caso, Epifanij diventerà improvvisamente vescovo canonico perché per caso nella Chiesa di Cipro si è trovata una maggioranza temporanea? E se la nostra Beatitudine vuole riconoscere Epifanij, ebbene... siamo tutti mortali ...e se poi avremo un arcivescovo che vuole riconoscere Onufrij..."

In questa osservazione del metropolita Neophytos, è importante non solo il fatto di essere in disaccordo con l'opinione errata della maggioranza, ma anche una chiara comprensione che la mera risoluzione di tali questioni crea un precedente non solo in una direzione ma anche nell'altra. Ciò significa che se il primate riceve il diritto di riconoscere in modo indipendente un'autocefalia, allora ha tutto il diritto di rifiutarla. Non è difficile indovinare a cosa possa portare questa "ecclesiologia": il completo caos canonico nella Chiesa.

Ecco perché, dopo il Sinodo, il metropolita Isaias di Tamassos ha insistito sulla necessità di una soluzione sinodale e unanime a tali questioni: "Non stiamo parlando di disaccordi su semplici questioni amministrative o secondarie, ma dell'essenza dell'ecclesiologia ortodossa e della nostra dottrina ecclesiale sui santi misteri e sulla successione apostolica, questioni relative alla nostra salvezza. Questi temi non possono essere posti in discussione o accordo neanche nel quadro di un processo sinodale, né possono essere approvati da una maggioranza opportunista, marginale, di fatto".

Inoltre, ha lasciato la questione della concelebrazione con l'arcivescovo Chrysostomos "alla discrezione della sua coscienza", il che potrebbe significare un rifiuto a una liturgia congiunta con il primate.

Il metropolita Georgios di Paphos non è stato d'accordo con queste obiezioni. Egli ritiene che, secondo lo statuto della Chiesa di Cipro, le decisioni del Santo Sinodo siano "vincolanti per tutti, indipendentemente dal fatto che siano adottate a maggioranza o all'unanimità".

Il fatto che i vescovi che hanno riconosciuto Dumenko non ascolteranno gli argomenti della controparte, così come il fatto che "l'accordo" con le decisioni sinodali sarà raggiunto non attraverso la discussione nel quadro dei canoni della Chiesa ma attraverso banali pressioni, è testimoniato da quanto accaduto durante il periodo della riunione del Sinodo della Chiesa di Cipro il 25 novembre.

Così, il portavoce della Chiesa ortodossa ucraina, l'arciprete Nikolaj Danilevich, riferendosi alle sue stesse fonti, ha riferito che alcuni metropoliti hanno fornito le loro ricerche sul problema della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", affermando che la struttura di Epifanij non ha successione apostolica: "Sono stati presentati anche altri argomenti che hanno portato stupore all'intero Sinodo della Chiesa ortodossa di Cipro", e tra le sessioni del Sinodo del 23 e 25 novembre "l'arcivescovo ha esercitato pressioni su molti vescovi della Chiesa di Cipro".

Le informazioni fornite dall'arciprete Nikolaj Danilevich sono confermate dalle parole del famoso teologo cipriota Theodoros Kyriakou, che ha affermato che "se il voto dei membri del Santo Sinodo per decisione dell'arcivescovo Chrysostomos fosse stato segreto, i risultati avrebbero potuto essere completamente diversi". Kyriakou ha sottolineato che "fortunatamente" ci sono Chiese che non hanno riconosciuto Dumenko; e in quelle che l'hanno riconosciuto, ci sono vescovi che non l'hanno fatto. Allo stesso tempo, ha notato che la "questione ucraina" ha causato un'enorme spaccatura nell'Ortodossia e ha detto che l'intera situazione "oltraggia i credenti".

Fanar, canonici e scismatici

Qual'è il risultato? Possiamo affermare il fatto di uno scisma sulla "questione ucraina" non solo all'interno delle Chiese locali ma anche nell'intero mondo dell'Ortodossia nel suo insieme. Questa divisione è stata provocata dalle azioni del patriarca Bartolomeo, il quale, avendo concesso "l'autocefalia" alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" senza il consenso dei primati delle altre Chiese locali, si è opposto alla struttura sinodale / conciliare della Chiesa e dei suoi canoni.

In particolare, il metropolita Neophytos di Morfou, rispondendo alla domanda sulla canonicità del metropolita Onufrij e sul "riconoscimento" di Dumenko, ha affermato che, secondo i santi canoni, "c'è un solo vescovo per ogni città". "In una città non possono esserci due vescovi, così come non possono esserci più padri in una casa. Quando ci sono due padri nella stessa casa, allora uno è un padre ("pateras" in greco, ndc), Mentre l'altro è un mostro ("teras", dal greco – bestia/mostro, ndc) ", ha sottolineato il vescovo.

Al momento, secondo vladyka Neophytos, c'è già un metropolita a Kiev, ed è sua Beatitudine Onufrij. La sua posizione è incrollabile poiché non ha ricevuto alcuna censura ecclesiale e non ci sono motivi canonici per privarlo della sua sede e del suo titolo. Pertanto, se siamo d'accordo con la posizione del Fanar e consideriamo Dumenko "metropolita di Kiev", questa sarà una violazione diretta e consapevole dei canoni della Chiesa, secondo cui può esserci un solo vescovo per ogni città.

La stessa opinione è stata espressa dal metropolita Isaias di Tamassos, che ha sottolineato allo stesso tempo che gli scismatici ucraini non hanno una consacrazione canonica: "Ripeto la ferma posizione della Chiesa di Cipro, secondo la quale l'unico primate canonico della Chiesa ortodossa ucraina è il metropolita Onfrij di Kiev. Pertanto, seguendo il requisito canonico "non ci siano due vescovi in una città" (canone 8 del primo Concilio ecumenico), mi rifiuto di riconoscere un altro "primate", soprattutto quando in realtà non ha un'ordinazione né canonica né valida".

Il metropolita Neophytos parla anche del problema delle "ordinazioni" degli scismatici ucraini, e ritiene che "questo sia già un compito difficile da risolvere ppiché il Patriarcato ecumenico, esclusivamente per ragioni geostrategiche, geopolitiche, nel quadro del nuovo ordine mondiale, ha riconosciuto come nuovo primate una persona proveniente da un gruppo scismatico non ordinato (ovvero senza lo Spirito Santo), Epifanij".

Sembra che gli stessi fanarioti non affronteranno questo problema. La sua unica soluzione può essere la consacrazione canonica degli scismatici ucraini, che deve essere preceduta dal loro pentimento per il peccato dello scisma. Tuttavia, il patriarca Bartolomeo, creando una nuova ecclesiologia, sembra ritenere che ora la grazia dello Spirito Santo non sia necessaria per l'ordinazione: è sufficiente la decisione del Fanar. Inoltre, sulla base delle sue azioni, possiamo concludere che i canoni della Chiesa ortodossa sono annullati dalle decisioni del Sinodo del Patriarcato di Costantinopoli. Eppure, allo stesso tempo il patriarca Bartolomeo per qualche motivo dimentica che il capo della Chiesa è Cristo, il che significa che nessuna "legge" del Fanar è in grado di unire gli scismatici al corpo di Cristo.

Ebbene, quei vescovi che, invece di sostenere i canoni, sostengono il desiderio del patriarca Bartolomeo di affermare se stesso costringendo al riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", dovrebbero capire chiaramente che non riceveranno altro che uno scisma interno alla loro Chiesa. Ci sono già esempi più che sufficienti. Oltre a esempi di quale sarà il loro destino futuro. Non per niente il metropolita Nikiforos ha ricordato san Marco di Efeso.

 
Sua Beatitudine Onufrij commenta la messa al bando della Chiesa ortodossa ucraina

sua Beatitudine Onufrij. Foto: Chiesa ortodossa ucraina

Secondo il primate, nonostante la messa al bando, la Chiesa ucraina amerà tutte le persone e pregherà per loro perché la nostra Chiesa è la Chiesa dell'amore.

Il 22 ottobre 2023, il metropolita Onufrij ha presieduto la Divina Liturgia nella chiesa di Sant'Agapito alla Lavra, come riferisce il servizio stampa della Chiesa ortodossa ucraina. Con il primate hanno concelebrato il metropolita Antonij, cancelliere della Chiesa ortodossa ucraina, il vescovo Lavr di Irpen, il vescovo Mark di Borodjanka e il clero della Lavra delle Grotte di Kiev.

Nel suo sermone il metropolita Onufrij ha commentato l'adozione da parte dei deputati della Verkhovna Rada del disegno di legge 8371, che prevede la messa al bando della Chiesa ortodossa ucraina.

"Non ce la prendiamo con nessuno", ha detto il primate. "Una cosa che vorrei sottolineare è che il centro di governo della nostra Chiesa ortodossa ucraina è in Ucraina, nella città santa di Kiev. Tutti cercano un centro spirituale dal quale essere governati: un tale centro esiste, ma è in paradiso. Là è il fondatore della nostra Chiesa, il capo della nostra Chiesa, il cui nome è nostro Signore Gesù Cristo".

Sua Beatitudine Onufrij ha affermato che, indipendentemente dalle decisioni prese riguardo alla Chiesa ortodossa ucraina, "ameremo comunque tutti, ameremo Dio, ameremo la nostra terra, il nostro popolo, il nostro governo, il nostro esercito, ameremo tutte le persone. E pregheremo per loro".

"La nostra Chiesa infatti è una Chiesa d'amore. Se viene messa a tacere, non ci sarà vita sulla terra. Io stesso sono in questa Chiesa perché è la Chiesa dell'amore. È stata fondata da Dio, che è Amore", ha sottolineato il primate.

Come riportato in precedenza, la Verkhovna Rada ha votato a favore della messa al bando della Chiesa ortodossa ucraina.

 
Minacce all’Ortodossia in Europa e in America

Anche se al momento è in viaggio negli Stati Uniti, padre Andrew Phillips non smette di osservare attentamente gli avvenimenti contemporanei alla luce di un’autentica visione ortodossa. Anzi, potendo paragonare da vicino la società americana di oggi con quella da lui vista nel suo ultimo viaggio negli USA nel 2008, ha l’occasione di riflettere su un’ulteriore degenerazione dei valori cristiani e su un rischio crescente per la pastorale ortodossa. Presentiamo i due ultimi articoli di padre Andrew, Eurosodoma o Euro-Visione? e La Chiesa può sopravvivere negli USA? nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.

 
Punire gli obiettori: come l'arcivescovo Chrysostomos ha risolto il problema delle "ordinazioni" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

l'arcivescovo Chrysostomos minaccia di punire con la deposizione i vescovi che si gli oppongono. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

L'arcivescovo Chrysostomos di Cipro ha detto che i vescovi che si rifiutano di concelebrare con lui a causa della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" saranno deposti. Chi segue i canoni ecclesiali in questa situazione?

Il 26 novembre 2020, il Primate della Chiesa ortodossa di Cipro, l'arcivescovo Chrysostomos , durante un programma televisivo sul canale cipriota RIK, ha dichiarato che il riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è obbligatorio per tutti i vescovi e laici della Chiesa di Cipro, e quei vescovi che rifiutano di obbedire alla decisione del Sinodo saranno puniti, fino a essere deposti.

Il fatto è che anche prima del Sinodo il metropolita Isaias di Tamassos aveva detto che non poteva servire con l'arcivescovo Chrysostomos, se quest'ultimo avesse commemorato Dumenko "o partecipare a una funzione in cui è menzionato il suo nome, perché significherebbe che io violo la decisione del Santo Sinodo sulla neutralità. Se io sono presente da qualche parte, e lui (Dumenko, ndc) viene commemorato, significa che riconosco lui e la sua chiesa e quindi violerò la decisione del Santo Sinodo di Cipro".

Poco dopo la riunione del Santo Sinodo del 25 novembre, il metropolita Isaia ha osservato che "pur preservando l'unità della Chiesa di Cipro durante questo periodo difficile", continuerà a commemorare l'arcivescovo Chrysostomos, "ma lascerà la questione della concelebrazione con lui alla sua coscienza episcopale".

A parte il metropolita Isaias, la decisione del Santo Sinodo è stata respinta dal metropolita Nikoforos, il quale ha sottolineato che il riconoscimento di Dumenko come "metropolita" canonico non può essere vincolante. Ha anche ricordato che la storia della Chiesa conosce casi in cui singoli vescovi non hanno obbedito alle decisioni di interi concili, e alla fine hanno avuto ragione. Per esempio, il metropolita Nikiforos ha fatto riferimento a san Marco di Efeso, che ha scelto di non firmare le decisioni dell'Unione di Ferrara e Firenze.

All'indomani di queste dichiarazioni, il metropolita Georgios di Paphos, sostenitore del riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ha affermato che a suo avviso le decisioni del Sinodo sono vincolanti per tutti, mentre l'arcivescovo Chrysostomos ha sottolineato che quando qualcuno chiede la convocazione del Sinodo, deve rispettare le sue decisioni.

Come possiamo vedere, la situazione a Cipro è tesa fino al limite. Tuttavia, questo non impedisce all'arcivescovo Chrysostomos di credere che "non ci sia né scisma né crisi nella Chiesa di Cipro" e che "questa posizione di arbitrarietà presto svanirà". È sicuro che chi non è d'accordo con le decisioni del Sinodo, "non può farla franca": "Tutti noi concelebriamo la Divina Liturgia alcune volte all'anno durante le feste. Se li invito a concelebrare con me la Divina Liturgia, non possono rifiutarsi di farlo. Quando li invito, possono non venire solo se si ammalano. Se scelgono di non partecipare, saranno puniti. Le punizioni previste vanno dal rimprovero alla deposizione. Non possiamo fare ciò che vogliamo all'interno della Chiesa di Cipro".

In altre parole, il primate della Chiesa di Cipro ha chiarito che intende portare avanti la questione del riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e sfruttare tutti i mezzi disponibili a tal fine – dal convincere gli obiettori al sospenderli dal sacerdozio, fino addirittura alla deposizione.

Vale la pena sottolineare a questo proposito che, prima di tutto, la deposizione è una punizione molto grave e solo coloro che violano i canoni della Chiesa possono essere puniti in questo modo. In secondo luogo, il primate di qualunque Chiesa non ha il diritto di privare unilateralmente un vescovo della sua dignità, poiché lo stesso primate è solo il primo vescovo in onore.

Ciò significa che la deposizione richiede una decisione del Concilio dei vescovi, che la prende sulla base di una conclusione del tribunale ecclesiastico. Questo, ancora una volta, ci riporta alla questione della violazione dei canoni della Chiesa. Allora quali sono le regole violate dai vescovi ciprioti che si sono opposti al riconoscimento di Dumenko come "metropolita" di Kiev?

Come è stato "ordinato" Dumenko?

Ricordiamo che il primo ostacolo serio, anzi insormontabile, nella questione del riconoscimento di Dumenko come "vescovo" è la sua carente consacrazione canonica.

Dumenko è stato "ordinato" nel 2009 da Filaret Denisenko insieme a diversi "vescovo" del "patriarcato di Kiev" - Dmitrij Rudjuk, Aleksandr Reshetnjak, Mikhail Zinkevich, Lavrentij Migovich, Lavrentij Khavruk, Ilarion Protsik ed Evstratij Zorja. Tutte queste persone (con l'eccezione di Migovich, "ordinato" dalla "Chiesa ortodossa autocefala ucraina" nella chiesa di sant'Andrea a Kiev) hanno ricevuto la loro "dignità episcopale" dalle mani di Denisenko, che è stato deposto nel 1992 e anatematizzato dal Concilio episcopale della Chiesa ortodossa russa nel 1997.

Sottolineiamo che la validità di questo anatema è stata pienamente e senza dubbio riconosciuta da tutte le Chiese ortodosse senza eccezioni, compreso il Patriarcato di Costantinopoli. Nel 1992 il patriarca Bartolomeo scrive in una lettera al Patriarca Alessio II: "In risposta al telegramma e alla lettera di vostra Beatitudine riguardo al problema sorto nella nostra santa sorella la Chiesa ortodossa russa e che ha guidato il suo Santo Sinodo, per ovvie ragioni, alla deposizione del fino a poco tempo fa membro onorario del Sinodo, il metropolita Filaret di Kiev, desideriamo informare fraternamente il vostro amore che la nostra santa Chiesa ecumenica di Cristo, riconoscendo la pienezza della competenza esclusiva della vostra santa Chiesa russa su questo tema, adotta la relativa decisione sinodale summenzionata". Inoltre, nel 1993, il patriarca Bartolomeo credeva che il fatto stesso della deposizione di Filaret implicasse la privazione della sua dignità episcopale. Ecco le sue parole, registrate dall'allora vice primo ministro ucraino N. Zhulinskij: "Nessuno riconosce Filaret come vescovo".

Dal punto di vista del diritto canonico della Chiesa, ciò implica che tutti gli atti sacri compiuti da Filaret dal momento della sua privazione della dignità sono considerati nulli, cioè invalidi. In altre parole, sia la "consacrazione" dei partecipanti alla "ordinazione" di Dumenko sia la "consacrazione" di quest'ultimo non hanno forza canonica. Denisenko era ed è perfettamente consapevole di questo fatto.

Per esempio, in un'intervista al quotidiano Den' del 15 settembre 2001, ha affermato che "dall'interpretazione degli anatemi dipende la soluzione di molte questioni importanti, come 'Due Chiese ucraine non canoniche hanno un episcopato oppure no?' Perché il non riconoscimento del patriarca Filaret comporta automaticamente il non riconoscimento di tutti i vescovi da lui ordinati, e quelli, a loro volta, che sono stati ordinati dai vescovi da lui precedentemente ordinati. Se io sono deposto, risulta che non esiste un sacerdozio ucraino ("Chiesa ortodossa autocefala ucraina", "patriarcato di Kiev", "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ndc), perché sono tutti ordinati da vescovi invalidi".

E anche la "rimozione" non canonica dell'anatema da Filaret nel 2018 da parte del Fanar non cambia minimamente la situazione. Perché, secondo Denisenko , "se il patriarca ecumenico mi ha rimosso l'anatema nel 2018, allora sono stato anatematizzato o no fino al 2018? Se lo sono stato, significa che tutti questi vescovi (la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ndc) non sono validi ed Epifanij non è né un metropolita, né un sacerdote. Se il patriarca ecumenico mi ha revocato l'anatema nel 2018, allora l'intero episcopato è invalido".

Questo fatto è stato segnalato anche al Patriarcato di Costantinopoli da rappresentanti di praticamente tutte le Chiese locali: tutte le "ordinazioni" di Denisenko, da lui compiute dopo essere stato deposto dalla Chesa ortodossa russa e ancor più dopo l'anatema, non sono valide. E questa non è l'opinione privata dei sinodi o dei singoli vescovi, ma la posizione canonica della Chiesa: Sergej Dumenko, che è stato "ordinato" da una persona scomunicata dalla Chiesa, non poteva diventare vescovo canonico. E anche la maggioranza dei voti del Sinodo cipriota, secondo l'opinione del metropolita Neophytos di Morphou, non lo ha trasformato automaticamente in un vescovo canonico.

Atteggiamento del Sinodo della Chiesa cipriota nei confronti delle "ordinazioni" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

Il Comunicato del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa di Cipro del 18 febbraio 2019 parla in modo chiaro e inequivocabile delle "ordinazioni" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina": "L'esperienza dell'intera Chiesa ortodossa ci dà motivo di dubitare della possibilità di legalizzare 'retroattivamente' quelle ordinazioni che sono state eseguite da vescovi deposti, scomunicati e anatemizzati. La deposizione, la scomunica e l'anatema delle persone che hanno dato inizio alla crisi ucraina sono stati riconosciuti da tutti i cristiani ortodossi".

Ricordiamo che questo decreto sinodale è stato adottato all'unanimità (a differenza della decisione di "non opporsi" alla commemorazione di Dumenko), il che significa che è stato firmato anche dall'arcivescovo Chrysostomos, che nel febbraio 2019 non considerava Sergej Dumenko un vescovo.

Un po' più avanti nello stesso comunicato si legge: "Il Patriarcato ecumenico deve ancora trovare un modo per quietare la coscienza dei credenti riguardo alla validità delle ordinazioni e dei sacramenti, compiuti da questa leadership" (la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ndc).

È stato trovato un modo?

A sostegno del riconoscimento di Dumenko, l'arcivescovo Chrysostomos cita la sua conversazione personale con il patriarca Bartolomeo e, presumibilmente, i documenti originali che ha visto durante la sua permanenza al Fanar. Riferendosi a questi documenti, l'arcivescovo Chrysostomos ha detto ai sinodali di aver "appreso tutta la verità sull'Ucraina" e solo i documenti indicano "chi ha ragione".

Forse l'arcivescovo Chrysostomos sta parlando di una sorta di documenti "segreti" che testimoniano la valida ordinazione di Dumenko? No. L'Arcivescovo Chrysostomos ha detto che l'essenza di questi documenti si riduce al fatto che "nel Tomos d'autocefalia, concesso alla Russia, c'era la condizione che la Chiesa dell'Ucraina doveva prima commemorare il patriarca ecumenico come capo locale e poi il patriarca di Mosca".

Di conseguenza, egli ritiene che l'Ucraina sia il territorio canonico del Patriarcato di Costantinopoli. Punto. In che modo questa convinzione influisce sulla successione apostolica degli scismatici dell'Ucraina? Dal fatto che il Fanar avesse un documento sulla procedura per commemorare i patriarchi, consegue forse che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" abbia ricevuto automaticamente la grazia? No, non è così. In altre parole, gli scismatici sono rimasti scismatici - senza ordinazioni, senza i santi misteri, senza l'eucaristia. E non importa a quanti documenti "segreti" l'arcivescovo Chrysostomos possa fare riferimento per giustificare le sue azioni, gli scismatici rimarranno certamente scismatici.

Che cosa dicono i canoni sulla concelebrazione con gli scismatici?

Ebbene, lo stesso primate della Chiesa di Cipro, così come coloro che riconoscono Dumenko come vescovo canonico, entrano effettivamente in comunione con un gruppo scismatico e violano i canoni apostolici. Secondo i canoni, chi entra in comunione eucaristica o letteralmente in una qualsiasi comunione di preghiera con gli scismatici, diventa anch'egli uno scismatico.

Nel Canone 10 dei Santi Apostoli leggiamo: "Se qualcuno pregherà, anche in una casa privata, con una persona scomunicata, sia scomunicato anche lui", mentre il Canone 11 recita come segue: "Se un sacerdote si unisce in preghiera con un sacerdote deposto, come se questi fosse un sacerdote, sia deposto anche lui ".

Così, l'arcivescovo Chrysostomos, essendosi unito in comunione di preghiera con uno scismatico, ha permesso anche a se stesso di diventare uno scismatico. È impossibile contestare questa tesi da un punto di vista canonico. Questo è probabilmente compreso dallo stesso primate della Chiesa di Cipro. Per questo motivo ricorre a banali minacce e intimidazioni, fissando la sua logica non sui canoni della Chiesa, ma sulla posizione autocratica che è stata molto appropriatamente caratterizzata dal metropolita Neophytos di Morphou: "Io sono il primate e sono libero di fare quello che voglio".

Tuttavia, come ha ulteriormente osservato vladyka Neophytos, "l'Ortodossia non è abituata a questo tipo di papismo. La sua struttura è sinodale, questo è ciò che i papisti invidiano e temono, quindi non dovremmo cadere nel peccato del papismo".  Si scopre quindi che i vescovi della Chiesa di Cipro, che non sono d'accordo con la commemorazione degli scismatici da parte del loro primate, seguono i canoni della Chiesa e la decisione unanime (!) del loro Sinodo sulla neutralità nella situazione in esame. Non c'è né mancanza di rispetto né disprezzo per l'arcivescovo Chrysostomos nelle loro azioni. Sono disposti a onorare l'ordine canonico della Chiesa e a preservare la sua struttura sinodale. Possiamo dire con sicurezza che la loro posizione è quella dei confessori, che può essere concessa solo alle persone che in questa vita non cercano altro che Cristo.

 
La Rada ci mette fuori legge con la sua decisione

l'arciprete Dimitrij Sidor. Foto: pagina Facebook della cattedrale di Uzhgorod della Chiesa ortodossa ucraina

L'arciprete Dimitrij Sidor ha detto che quando la Rada ha deciso di combattere contro la Chiesa, questo significa che i suoi deputati hanno dichiarato di essere persone senza Dio.

Il rettore della cattedrale della Chiesa ortodossa ucraina a Uzhgorod, l'arciprete Dimitri Sidor, ha commentato l'adozione da parte della Rada del disegno di legge sulla messa al bando della Chiesa ortodossa ucraina. Un video delle parole del sacerdote è pubblicato sul canale YouTube della cattedrale.

Secondo lui il pericolo del disegno di legge adottato è che è stato utilizzato per "convincere la gente che siamo tutti dei fuorilegge".

"Non avremmo mai immaginato che nello Stato potesse esistere una cosa del genere: che una propaganda tutta ucraina mettesse fuori legge noi cittadini ucraini per mezzo di una legge della Verkhovna Rada", dice il sacerdote.

Padre Dimitrij afferma che poiché la Verkhovna Rada ha deciso di combattere contro tutta la Chiesa, questo significa che i deputati hanno dichiarato di essere persone senza Dio.

Separatamente, l'arciprete ha commentato l'atteggiamento nei confronti della persecuzione della Chiesa ortodossa ucraina da parte di altre denominazioni dell'Ucraina.

"Ora, quando le noistre chiese vengono violate in Ucraina, per qualche motivo le altre religioni tacciono: sia i greco-cattolici, sia i cattolici romani, sia i protestanti. Non solo, gridano in coro: crocifiggete la Chiesa ortodossa ucraina, crocifiggeteli, cacciate via i sacerdoti moscoviti. In questa frase non c'è altro che calunnia, che la legge punisce", ha detto l'arciprete Dimitrij.

In precedenza l'Unione dei giornalisti ortodossi aveva scritto che le autorità avevano bandito la Chiesa perché ne avevano ricevuto il permesso dagli Stati Uniti.

 
Conferinţa ieromonahului Petru (Pruteanu)

joi 15 mai 2014 – orele 19

Parohia creştină ortodoxă "Sfântul Maxim, episcop din Torino"

Strada Val San Martino 7, 10131 Torino

"SFINTELE TAINE ÎN VIAŢA CREŞTINULUI ORTODOX"

Ieromonah Petru Pruteanu (numele de botez – Mihail) s-a născut în localitatea Corlăteni (lângă municipiul Bălţi, Republica Moldova), la 15 decembrie 1979, dintr-o familie numeroasă de creştini ortodocşi.

Licenţiat al Facultăţii de Teologie din Iaşi (2001) a făcut Studii doctorale la Moscova şi Kiev, unde în 2006 şi-a susţinut teza de doctorat. 

Între anii 2001-2003, a vieţuit la Mănăstirea  „Sfinţii Trei Ierarhi ” din Iaşi, unde în decembrie 2002, a fost călugărit cu numele Petru.

În iulie 2003 a fost transferat în Eparhia de Edineţ şi Briceni, unde în acelaşi an a fost hirotonit ierodiacon şi ieromonah de către Episcopul Dorimedont (Cecan), pe seama Mănăstirii „Naşterea Domnului” din Zăbriceni, raionul Edineţ. 

În perioada 2004-2009 a fost lector la Catedra de Liturgică a Facultăţii de Teologie din Edineţ, iar în perioada 2007-2009 – decan al Facultăţi.

În perioada 2009-2011 a predat Liturgica la Academia de Teologie Ortodoxă din Moldova, secţia masterat.

În 2011-2012 a făcut studii de cercetare în Muntele Athos (Grecia) şi la Universitatea din Thessaloniki (Salonic).

Începând cu luna iulie 2012 este preot în Portugalia (cu precădere în oraşul Cascais), sub jurisdicţia Patriarhiei Moscovei, Eparhia de Korsun.    

Este Autor a numeroase studii şi articole cu tematică dogmatică, patristică şi mai ales liturgică, preocupat în mod deosebit de istoria cultului şi de textele liturgice.

Ultima publicaţie mai importantă este cartea "Liturghia ortodoxă: istorie şi actualitate", apărută la Editura Sophia din Bucureşti în două ediţii: 2008 şi 2013.  

A participat la numeroase emisiuni radio şi TV, precum şi la diferite conferinţe, simpozioane şi manifestări cultural-religioase din Republica Moldova, România, Rusia, Grecia, Belgia, Portugalia, Germania şi Italia.  

 
Ritorno senza pentimento: è possibile l'unità con eretici e apostati?

la riconciliazione con i non ortodossi e con coloro che si sono allontanati dalla Chiesa senza il loro pentimento è impossibile. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

È impossibile riconciliarsi con i non ortodossi e con coloro che si sono allontanati dalla Chiesa senza il loro pentimento e allo stesso tempo preservare intatto l'insegnamento della Chiesa.

Nel corso della storia del cristianesimo, la Chiesa ortodossa è stata più volte scossa da varie eresie e scismi che comparirono già al tempo degli apostoli. Durante il periodo dei Concili ecumenici, la Chiesa ci ha mostrato molti testimoni della fede di Cristo, che, con la loro fede ferma e la loro santità di vita, hanno reso testimonianza alla verità. Tutti loro hanno visto la Chiesa come il centro della santità e della vita eterna, in cui i cristiani, secondo l'apostolo Paolo, costituiscono il corpo di Cristo (1 Cor 12:12-14,27). Ogni membro di questo corpo per azione dello Spirito Santo è in connessione vivente con Cristo – il capo di questo corpo (Col 1:18).

Va notato che la comunione con Dio, l'essere in unità con lui, non è concepibile senza la retta fede e una vita pia. Anche sant'Ireneo di Lione sottolineava che "la legge della preghiera è la legge della fede". In altre parole, non può esserci l'esperienza della giusta preghiera senza la giusta fede e viceversa.

I santi Padri sostenevano che la vera teologia è sempre direttamente correlata alla vita morale e alla preghiera corretta. Quindi, secondo san Nilo del Sinai, "Se sei un teologo, preghi veramente; e se preghi veramente, sei un teologo". Cioè, la preghiera che apre la comunicazione con Dio è vera teologia poiché la teologia non è un'attività intellettuale, non è una ricerca di "nuove vie", ma, prima di tutto, la corretta pratica di una preghiera di comunione con Dio, derivante dall'ascetismo cristiano e dalla purezza dogmatica. I primi teologi di spicco della Chiesa furono umili pescatori, esattori delle tasse e fabbricanti di tende...

Sfortunatamente, una tale comprensione della teologia nel mondo moderno trova sempre meno sostenitori. La teologia oggi è percepita separatamente dall'ascetismo personale, dall'esperienza patristica della vita e viene presentata come disciplina scientifica. Inoltre ultimamente ci siamo imbattuti sempre più spesso nel fenomeno della "teologia secolare", e con esso incontriamo "teologi" che non credono in Dio.

Una teologia così distorta porta a una comprensione distorta dei fondamenti del cristianesimo, cosa che si manifesta principalmente nell'ecclesiologia (insegnamento sulla Chiesa), quando la Chiesa è vista non come il corpo di Cristo, ma come una sorta di società di credenti in Cristo, o una confederazione di comunità "post-cristiane". Basandosi su falsi presupposti dottrinali e canonici, i creatori della "nuova ecclesiologia", se provengono da un ambiente ortodosso, causano problemi interni alla Chiesa di Cristo e alla sua unità. D'altra parte, se queste false visioni teologiche provengono da chi è al di fuori della Chiesa, allora creano ostacoli al ritorno di chi si è allontanato dalla Chiesa. E questo è ben illustrato dal movimento ecumenico moderno.

Sull'ecumenismo

L'ecumenismo non è apparso oggi. Le prime manifestazioni del movimento ecumenico possono essere attribuite quasi ai primi secoli del cristianesimo, quando gli imperatori e i vescovi della Chiesa cercavano modi per reintegrare coloro che si erano allontanati dalla Chiesa, sulla base non tanto di considerazioni politiche o preferenze personali, quanto degli insegnamenti e della tradizione della Chiesa. È vero, nell'antichità non esisteva un insegnamento ecumenico sistematico. Ma, sfortunatamente, il punto principale di numerose unioni e trattati con gli eretici, di regola, richiedeva un compromesso dottrinale inaccettabile da parte dei cristiani ortodossi.

I ripetuti tentativi di unirsi con gli apostati dalla Chiesa al di fuori della cornice della comprensione patristica dell'unità hanno portato al rifiuto di alcune verità dottrinali dell'Ortodossia o al silenzio su di esse in nome dell'armonia civile e della pace ecclesiastica.

Per esempio, nel 648, l'imperatore Costante II, durante una disputa sulle due volontà in Cristo, pubblicò un documento intitolato "Typos", cioè un "modello" della fede cristiana. In questo documento, su consiglio del patriarca di Costantinopoli Paolo II, era proibito parlare di una o due volontà in Cristo. Naturalmente, i cristiani ortodossi vedevano nel Typos il patrocinio dell'eresia del monotelismo (la dottrina di una singola volontà in Cristo) poiché, da un lato, questa eresia non era condannata e, dall'altro, era proibito insegnare le due volontà in Gesù Cristo. Tutti coloro che erano in disaccordo con il documento furono oggetto di una grave persecuzione. Fu per il rifiuto di riconoscere il "Typos" dell'imperatore Costante II che soffrirono il santo papa Martino, il monaco Massimo il confessore e molti credenti ortodossi.

I santi della nostra Chiesa hanno preferito stare nella verità anche a costo della propria vita perché hanno capito che un compromesso con una menzogna, consistente nell'eresia, avrebbe portato alla perdita della grazia e alla morte spirituale. E se prima un tale compromesso era imposto dall'esterno, il più delle volte dal potere statale, oggi assistiamo a simili processi ecumenici all'interno della santa Chiesa o in altre confessioni, avviati da vescovi e teologi che basano la loro attività missionaria su argomenti teologici estranei alla tradizione della Chiesa e agli insegnamenti dei santi Padri.

Ovviamente, questo ha creato alcune condizioni per la crisi moderna dell'Ortodossia, che deriva, prima di tutto, da una mancanza di comprensione della natura della Chiesa di Cristo e dall'introduzione nella Chiesa di strumenti mondani per risolvere il problema dell'unità. In questo caso, la preferenza è data all'unità esterna, fornita da sforzi umani, mentre l'unità interna è il risultato dell'azione divina e dell'essere nella grazia, che conferisce vitalità a questa unità.

La Chiesa può applicare l'economia a coloro che non si pentono?

La cosa più interessante è che i sostenitori di una tale "nuova ecclesiologia" cercano di spiegare la logica del loro ragionamento e delle loro azioni con il concetto di economia (in greco: oikonomia), cioè condiscendenza. In questo senso, in nome dell'economia, è giustificato violare quei canoni della Chiesa che esprimono i suoi insegnamenti per realizzare una certa unità chimerica.

Tuttavia, coloro che aderiscono a questo punto di vista, per qualche motivo, non vogliono vedere che la Chiesa applica l'economia solo a un peccatore pentito ma non a un apostata impenitente.

Così, nel Canone 74 di san Basilio il Grande, leggiamo: "Se, tuttavia, un uomo colpevole di uno qualsiasi dei peccati menzionati in precedenza dovesse diventare abbastanza onesto da confessarli, colui che è autorizzato dalla bontà di Dio a sciogliere e legare può, se ritiene opportuno esercitare maggiore bontà, mitigare qualsiasi pena inflitta a colui che confessa il suo peccato se la vede eccessiva, abbreviandone i termini, e così facendo non diventa degno di condanna , visto che la storia contenuta nelle Sacre Scritture ci informa del fatto che a coloro che confessano i propri peccati con maggior dolore viene presto concessa la benignità di Dio".

Il Canone 5 di san Gregorio di Nissa recita: "In modo che, se il ritorno appare plausibilmente credibile, il numero di anni non dovrebbe essere mantenuto invariato, ma per amore della commutazione il penitente dovrebbe essere restituito alla Chiesa e al diritto di prendere parte all'essenza del grande beneficio apportato dal mistero della santificazione degli elementi sacri".

Come si può vedere, la Chiesa intende che il principio dell'applicazione dell'economia può essere usato solo in relazione a un cristiano che si pente sinceramente dei suoi peccati, mostra correzione con la sua vita ed è degno di ricevere il perdono della Chiesa. La condiscendenza, o il principio dell'economia, è possibile in relazione sia agli scismatici che agli eretici che sono ammessi nella Chiesa attraverso riti diversi (ci sono tre riti per ricevere coloro che si sono allontanati dalla Chiesa attraverso i sacramenti del battesimo, della cresima e della penitenza). Tuttavia, ogni rito di ammissione alla Chiesa presuppone la rinuncia agli errori e il pentimento. In alcuni casi, accettando eretici o scismatici senza ripetere battesimo e cresima, la santa Chiesa applica l'economia, ma solo attraverso il pentimento,

Pertanto, l'applicazione del principio di economia per giustificare la violazione dei canoni ecclesiastici non è più sostenibile. L'economia è un principio esclusivamente interno alla Chiesa, si potrebbe anche dire uno strumento per applicare le regole della Chiesa. Sostituire le regole con l'economia significa sostituire l'essenza delle cose, e in questo caso, possiamo aggiungere, significa portare confusione e divisione nella Chiesa.

Nel tentativo di raggiungere l'unità con i rappresentanti di altre denominazioni cristiane, gli ecumenisti moderni spesso speculano su un concetto come l'amore cristiano. Cercano di nascondersi dietro l'amore per promuovere teorie moderniste che distruggono l'unità interna dell'Ortodossia.

Tuttavia, l'amore per il prossimo non implica l'amore per il peccato e l'errore del prossimo. Il Signore ha denunciato il peccato e non lo ha tollerato. Inoltre, la comprensione evangelica dell'amore per il prossimo suggerisce l'uso di tutti i mezzi disponibili per correggerlo: questa è esortazione, convinzione e chiamata al pentimento. L'apostolo Paolo nella seconda lettera a Timoteo scrive: "annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina" (2 Tim 4:2). San Basilio il Grande, spiegando questo passaggio dall'Epistola dell'apostolo Paolo, dice: "Qualsiasi rimprovero morde percettibilmente l'accusato, lo tormenta molto, rappresentando la vergogna del peccato; e attraverso questo, è molto benefico per chi non percepisce le proprie cadute, perché lo conduce alla consapevolezza e al vero pentimento".

Allo stesso tempo, la Sacra Scrittura dice che la verità non può essere trascurata, nemmeno per amore: "Dopo una o due ammonizioni stai lontano da chi è fazioso". (Tito 3:10). Inoltre, l'apostolo ed evangelista Giovanni il Teologo scrive: "Chiunque trasgredisce l'insegnamento di Cristo e non rimane in esso non ha Dio; chi rimane nell'insegnamento di Cristo possiede il Padre e il Figlio. Se qualcuno viene da voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo" (2 Gv 1:10). Pertanto, l'insegnamento corretto su Cristo è una condizione necessaria per la comunione religiosa con un'altra persona.

A sua volta, san Teofane il Recluso scrive che "il rimprovero va sia a chi devia nel dissenso (dogmatico, nda), sia a chi infrange i comandamenti. Il rimprovero ha come scopo quello di rivelare all'uno l'erroneità del pensiero e all'altro l'erroneità del comportamento; di portare l'uno e l'altro alla consapevolezza della colpa e di suscitare in loro il desiderio di correzione. Ci vuole un cuore forte per non vergognarsi apertamente".

Da queste parole, vediamo che il vero obiettivo della comprensione cristiana dell'amore per il prossimo è la correzione del peccato, sia esso morale o dottrinale. Allo stesso tempo, la Chiesa ha il diritto di usare una punizione. Ma ancora una volta, sottolineiamo che lo fa per amore, con l'unico scopo di correggere il peccatore.

In altre parole, l'amore non è infantilismo, non è indifferenza, ma al contrario è una partecipazione viva alla vita di una persona, un desiderio di ogni tipo di beneficio per questa persona, e soprattutto una correzione per raggiungere l'unità con Dio e la salvezza dell'anima. Non chiamare le cose con i loro nomi propri è di scarso aiuto.

In questo senso, l'assenza di un richiamo al pentimento nei confronti degli eretici e degli scismatici, nonché l'assenza di condanna delle loro delusioni nel desiderio di raggiungere l'unità con loro solo sulla base dei falsi principi dell'umanesimo, non c'entra nulla con la comprensione cristiana dell'amore. L'amore non implica permissività e trascuratezza di una vita nella fede e nello Spirito Santo. L'amore per Dio e per il prossimo si basa sulla Verità e non può esistere senza di essa.

L'umanesimo, basandosi su una comprensione dei valori esclusivamente umana, dimostra un completo disprezzo per la rivelazione divina. Si deve presumere che l'introduzione di idee umanistiche nella Chiesa abbia seriamente influenzato l'emergere della moderna crisi pan-ortodossa, che offre una falsa strada verso l'unità e rivela l'assenza di vero amore e armonia nella vita interiore della Chiesa perché l'unità non può essere raggiunta sostituendo la saggezza divina con una conoscenza umana che afferma l'orgoglio e l'arroganza umani. L'unità può essere realizzata solo attraverso l'accettazione delle ordinanze divine e l'assistenza dall'alto.

È impossibile riconciliarsi con i non ortodossi e con coloro che si sono allontanati dalla Chiesa senza il loro pentimento e allo stesso tempo preservare intatto l'insegnamento della Chiesa.

Nei tentativi di unirsi agli apostati, usando strumenti umani, può sorgere l'illusione che non ci si possa preoccupare dell'unità interna in questo caso, poiché è incrollabile. Ma questa è un'enorme delusione, come dimostrano la storia e gli eventi recenti associati al Concilio di Creta, la concessione dell'autocefalia alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da parte del Patriarcato di Costantinopoli, nonché il riconoscimento non canonico di tale autocefalia da parte di singoli primati delle Chiese locali.

L'unità, prima di tutto, è unità in Cristo e con tutta la Chiesa, e non con una parte eletta di essa. Non si basa su false opinioni teologiche, umanistiche, nazionali e preferenze personali, ma solo su Cristo. E gli sforzi nel processo di unificazione dovrebbero essere diretti non a ottenere il predominio di alcuni sugli altri, non a guadagnare potere nella Chiesa, ma a raggiungere l'unità in Cristo, il che presuppone la capacità di dimorare nella verità e nell'amore. Tutti gli altri percorsi sono distruttivi.

In questo senso, la fiducia nel Vangelo, nelle regole canoniche e nell'esperienza patristica della vita spirituale dovrebbero diventare la base della nostra unità, che senza di esse non può essere ottenuta. Altrimenti, si verificherà l'autoinganno quando un cristiano immagina di fare qualcosa di più importante di quello che dovrebbe fare sotto la guida della Chiesa, per sua invenzione individuale o collettiva. Questo è un falso sentiero offerto dal nemico dell'umanità – questo è un sentiero che allontana da Dio. Così, l'unità della Chiesa può essere realizzata in Cristo, attraverso Cristo nella sua verità divina, e la via per raggiungerla passa attraverso la fede patristica e gli atti penitenziali, che danno origine all'armonia e all'amore.

 
Il metropolita Mark di Berlino paragona le autorità ucraine a Lenin e Stalin

il metropolita Mark (Arndt). Foto: dzen.ru

Il metropolita di Berlino ha detto che oggi in Ucraina "si ripete l'Unione Sovietica, solo sotto un segno diverso".

Il 20 ottobre 2023 il metropolita Mark di Berlino e della Germania ha paragonato l'attuale autorità dell'Ucraina al governo di Lenin, Trotskij e Stalin, come riferisce il canale Telegram "Araldo della diocesi tedesca" .

Il metropolita Mark ha commentato il voto dei deputati della Verkhovna Rada a favore del disegno di legge n. 8371, approvato in prima lettura.

Secondo il metropolita, "il governo di Kiev e la Rada stanno giocando contro la Chiesa ortodossa ucraina canonica esattamente lo stesso gioco della 'lealtà' e dei 'sacerdoti leali' che Trotskij e Lenin concordarono nel marzo 1922, e che Stalin utilizzò poi attraverso la "Dichiarazione di lealtà" (1927) del metropolita Sergij (Stragorodskij)".

Il metropolita Mark ritiene che "ora il patriarca Bartolomeo accusa i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina e (esattamente come fece allora il metropolita Sergij) afferma che gli stessi perseguitati sono effettivamente dei delinquenti e che sono perseguitati giustamente".

"Allo stesso modo, a quei tempi, Costantinopoli, favorevole a Lenin e a Stalin, sosteneva attivamente i 'rinnovazionisti', che perseguivano una politica filo-sovietica favorevole alle autorità dell'epoca. Si sta ripetendo il quadro di un secolo fa", ha detto il metropolita.

Secondo lui, riguardo alla libertà di credo e di confessione in Ucraina "regnano solo il disprezzo e la grave violazione dei diritti elementari". "L'Unione Sovietica si ripete, solo sotto un segno diverso", ha sottolineato il metropolita.

Ha fatto appello "alla coscienza di tutti quelli che possono influenzare direttamente il corso degli eventi" e li ha invitati a "scongiurare le persecuzioni contro la Chiesa in terra di Ucraina e sostenere spiritualmente tutti gli altri nel cammino della verità con le loro preghiere".

Come riportato, il metropolita Mark di Berlino si è espresso a sostegno della Chiesa ortodossa ucraina.

 
Dal nostro corrispondente a San Pietroburgo: Festa di san Basilio di Ostrog

Il diacono Eugenio ci scrive dall'Accademia teologica di San Pietroburgo:

Con la benedizione dell'arcivescovo Ambrogio il 12 maggio abbiamo celebrato la festa di san Basilio di Ostrog. Al divino servizio hanno partecipato numerosi fedeli provenienti da Serbia, Montenegro e Macedonia attualmente residenti in San Pietroburgo. Al termine delle celebrazioni tutti abbiamo ringraziato Dio perché nel nostro padre tra i santi Basilio vescovo di Ostrog e maestro di umiltà ed ascesi, si rinsaldano i legami spirituali non solo tra i popoli slavi ma tra tutti i fedeli ortodossi delle sante Chiese di Dio.

Ecco le foto della Veglia:

 

 
Euromajdan: è davvero la "vittoria del bene sul male" per i cristiani?

i leader delle confessioni del "Majdan" si attengono alla loro retorica da 7 anni. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

I leader della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e della Chiesa greco-cattolica ucraina credono che il Majdan sia una "vittoria del bene sul male", e noi dobbiamo ricordare tutto ciò che abbiamo ottenuto.

Il 21 novembre l'Ucraina ha celebrato il settimo anniversario dell'inizio dell'Euromajdan. Il 30 novembre ha ricordato il "brutale pestaggio" degli studenti, le prime vittime del Majdan e, infine, gli omicidi del febbraio 2014. In generale, questo periodo della storia ucraina è chiamato la "rivoluzione della dignità". Lo si poteva considerare in modo diverso nel 2013-2014, ma solo il tempo fornisce una valutazione equa di qualsiasi evento storico (e l'Euromajdan è davvero un evento del genere). Sono sufficienti sette anni per valutare i risultati dell'Euromajdan? E come dovremmo valutarlo noi cristiani? Dopo tutto, la Chiesa vede gli eventi terreni in modo diverso dalla società secolare. È importante per la Chiesa quanto si è moltiplicato l'amore nelle persone e quanto è diminuito l'odio, se le popolazioni sono diventate più reattive, si sostengono a vicenda, amano la verità e odiano le bugie, ecc.

Ricordiamo che durante gli eventi del 2013-2014 gli ucraini, sebbene non fossero una società ideale, vivevano ancora in modo abbastanza amichevole. Durante le partite di Euro 2012, abbiamo fatto il tifo con altrettanto ardore per le nostre squadre nazionali di calcio allo stadio del Donbass di Donetsk e allo stadio di Leopoli; i residenti di Donetsk andavano in vacanza nell'Ucraina occidentale e i galiziani andavano in Crimea; L'Ucraina occidentale ha pianto quando si sono verificati i blocchi nelle miniere del Donbass e la Crimea e Donetsk hanno solidarizzato con le vittime della tragedia di Sknylov. Eppure, l'Euromajdan ha cambiato tutto. Quelle contraddizioni tra la mentalità dell'Occidente e dell'Oriente dell'Ucraina, che esistevano inizialmente, sono state esasperate fino in fondo. L'Occidente convenzionale ha sconfitto l'Oriente convenzionale. E non solo ha vinto, ma ha anche proclamato "guai ai vinti", dimenticando completamente che, se siamo un unico paese, la sconfitta di una delle sue parti è la sconfitta dell'intero paese.

Come si sono comportate le organizzazioni religiose in questa situazione?

Ricordiamo che strutture come la Chiesa greco-cattolica ucraina, la Chiesa ortodossa ucraina del "patriarcato di Kiev" e la "Chiesa ortodossa autocefala ucraina" hanno chiaramente preso una posizione pro-Majdan, dividendo le persone non sulla base della loro fede o mancanza di fede nel Signore Gesù Cristo, ma sulla base degli atteggiamenti verso l'Euromajdan.

Ricordiamo anche che solo la Chiesa ortodossa ucraina ha chiesto non la vittoria o la sconfitta del Majdan, ma la pace e l'armonia. Solo la Chiesa ortodossa ucraina ha dichiarato che i sostenitori e gli oppositori del Majdan devono ricordare di essere cittadini dello stesso paese, quindi devono rispettarsi e amarsi l'un l'altro indipendentemente dalle proprie opinioni e convinzioni politiche. Solo la Chiesa ortodossa ucraina ha cercato di diventare un elemento pacificatore nel mezzo di eventi rivoluzionari che hanno causato la morte di centinaia di persone. Questi sforzi di mantenimento della pace sono stati simboleggiati da tre fratelli del monastero delle Decime della Chiesa ortodossa ucraina: lo ieromonaco Melkizedek, i monaci Gavriil ed Efrem, che il 21 gennaio 2014 si trovavano tra i manifestanti e le forze dell'ordine.

lo ieromonaco Melkizedek e i monaci Gavriil ed Efrem  durante lo scontro sulla Khrushchevskaja a Kiev, 21 gennaio 2014

Si sono appellati e hanno esortato le persone di entrambe le parti in conflitto al pentimento e alla pace. Sfortunatamente, la pace è durata solo 22 ore, in gran parte a causa del fatto che i rappresentanti di altre organizzazioni religiose erano solo da una parte e chiedevano la vittoria di alcuni sugli altri, piuttosto che la pace e l'armonia. Quindi i rappresentanti della Chiesa greco-cattolica ucraina e del "Patriarcato di Kiev" hanno imposto agli ucraini il mantra che Dio era con loro, i majdaniti, che rovesciando il governo stavano compiendo un'azione divina. La questione religiosa era incorporata in tutti i simboli del Majdan, a cominciare dalla "centuria celeste". La loro morte è stata chiamata "vivificante", è stata paragonata al sacrificio pasquale di Cristo, mentre la Institutskaja è stata chiamata il "Golgota ucraino".

Ora, quando la società in Ucraina è in profonda crisi, gli ucraini sono divisi mentalmente e ideologicamente, quando c'è una guerra nel paese, le confessioni del "Majdan" continuano a sostenere che hanno fatto tutto bene, che la "rivoluzione della dignità" è quasi il meglio di ciò che sarebbe potuto accadere al paese.

Inoltre, sia Svjatoslav Shevchuk che Sergej Dumenko usano la stessa retorica di sette anni fa.

Sergej (Epifanij) Dumenko: “Per la provvidenza di Dio, il popolo ucraino oggi ha l'indipendenza spirituale e statale... Oggi ricorderemo tutto ciò che abbiamo raggiunto e ottenuto. Ricordiamoci di ringraziare i nostri difensori, che in questi minuti ci stanno proteggendo dall'aggressore russo, così come i nostri nuovi eroi da venerare che hanno sacrificato le loro vite per noi... Sì, ci sono molti ostacoli sul nostro cammino e ci sono molti che vogliono toglierci questo valore fondamentale: la libertà. Ma con l'aiuto di Dio, stiamo superando gli ostacoli, difendendo ciò che ci è stato dato dal Signore".

Il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina Svjatoslav Shevchuk: "Oggi guardiamo in modo speciale agli eroi delle centurie celesti, ai cittadini dell'Ucraina, che con la loro vita e la loro morte hanno assistito alla vittoria del bene sul male. La centuria celeste è una specie di icona di quella cattedrale dell'arcangelo Michele e dei poteri celesti incorporei nella nostra storia terrena".

Allora, cosa abbiamo "raggiunto e ottenuto" negli ultimi sette anni? Qual è l'essenza della "vittoria del bene sul male"? Diamo solo uno sguardo ai fatti:

  • deprezzamento della moneta nazionale di oltre tre volte;
  • aumento di 11 volte dei prezzi del gas per la popolazione;
  • crescita delle bollette da cinque a sette volte;
  • migrazione dall'Ucraina ad altri paesi a un ritmo fino a 200.000 persone al mese;
  • calo della produzione industriale;
  • aumento della corruzione e dei reati...

Questo triste elenco può essere continuato molto a lungo. Nel 2019, la Banca mondiale ha riconosciuto l'Ucraina come il paese più povero d'Europa. Questi sono solo indicatori economici, ma è così anche in altri settori. Bisogna avere una buona dose di immaginazione per chiamarla "la vittoria del bene sul male". Cioè, posizionando l'Euromajdan come qualcosa di positivo per il paese, i leader della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e della Chiesa greco-cattolica ucraina dicono una bugia esplicita. L'Euromajdan ha causato evidenti danni alla società ucraina e all'economia ucraina.

Ora diamo uno sguardo alla questione della "indipendenza spirituale" che è un tema ricorrente in quasi tutti i discorsi di Dumenko e Shevchuk.

Non concentriamoci troppo sul fatto che oggi "l'indipendenza spirituale" di cui parlava Sergej Dumenko è in realtà la dipendenza della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" dal Fanar, mentre l'indipendenza statale è la dipendenza del nostro Paese dalla misericordia dei funzionari del Fondo monetario internazionale. Ma le parole sugli aggressori e sugli eroi meritano una considerazione a parte.

Il 25 novembre 2020, nientemeno che il comandante in capo delle forze armate ucraine Ruslan Khomchak ha valutato il numero del personale militare russo che, secondo la sua versione, si oppone all'esercito ucraino in Donbass. Secondo il generale le persone sono 3.000, mentre il numero totale dei gruppi armati delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, secondo il ministero della Difesa dell'Ucraina, è di 34.000 persone. Zorjan Shkirjak vlutava più o meno la stessa cifra quando era consigliere del ministro degli affari interni. Ciò significa che oltre il 90% di tutti coloro che combattono contro le forze armate ucraine nel Donbass sono cittadini ucraini.

Ricordiamo che solo persone con passaporto ucraino sono state coinvolte nello scambio su larga scala di prigionieri tra l'Ucraina e le repubbliche non riconosciute del Donbass, avvenuto alla fine del 2017 (300 persone da entrambe le parti). Quindi, fatti chiari indicano che nel Donbass si sta svolgendo una vera e propria guerra civile. Questi dati non sono una sorta di propaganda nemica. Questi sono i dati annunciati dai rappresentanti più anziani delle forze dell'ordine ucraine. Se proiettiamo questa tesi sulle parole delle confessioni religiose del “Majdan” sulla difesa della “indipendenza spirituale”, questa risulta essere un'assurdità: da chi la difendono - dagli ucraini del Donbass?

Ma la cosa principale non è nemmeno lo stato economico del paese o ciò che sta accadendo nell'est dell'Ucraina.

Per le persone che si definiscono leader ecclesiastici, la cosa più importante dovrebbe essere la condizione spirituale del loro gregge: se gli ucraini si amano o si odiano, se sono pronti ad aiutare il prossimo, o viceversa - ad auguragli la morte - queste sono le domande che dovrebbero riguardare i veri pastori in prima linea, perché da loro dipende la salvezza dell'anima umana.

In questo contesto, l'affermazione di Svjatoslav Shevchuk secondo cui i sostenitori dell'Euromajdan sono "buoni" e i loro oppositori sono "cattivi" è un crimine pastorale. Certo, è molto dannoso per la società ucraina, poiché è una divisione del popolo in cittadini di prima e seconda classe. Ma prima di tutto, è distruttivo per le anime stesse dei "guerrieri della luce". Dopo tutto, se dei leader religiosi dichiarano con sicurezza che i sostenitori del Majdan sono "dalla parte del bene", allora tutto ciò che fanno è giusto non solo qui sulla terra, ma anche nell'aldilà.

Ma immaginiamo che una persona del genere muoia e vada al suo giudizio. Quale sarà il suo destino postumo? Il destino di un uomo a cui i suoi pastori hanno insegnato ad amare l'inno, lo stemma e la nazione, ma soprattutto - a odiare tutti coloro che hanno etichettato come nemici di questa nazione. Tuttavia, Cristo ha insegnato ad amare i nemici, piuttosto che odiarli. L'odio, come un peso, abbatte l'anima di una persona; è impossibile raggiungere il regno dei cieli se si è pieni d'odio.

I rappresentanti della Chiesa greco-cattolica ucraina e della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sequestrano chiese, danno fuoco a monasteri, picchiano sacerdoti e credenti. Le persone che fanno questo hanno anime luminose ed elevate? No. In loro regnano la rabbia e l'odio. Ma dove finisce una persona dopo la morte con un tale stato d'animo? La domanda è retorica.

Per la pace e l'armonia in Ucraina, è necessario che le autorità statali smettano di seguire doppi standard, privilegiando uno e ignorando l'opinione degli altri. E certi leader religiosi dovrebbero smetterla di dividere le persone su base politica, smettere di definire alcuni come patrioti e quasi santi solo per le loro opinioni politiche, mentre stigmatizzano gli altri e li chiamano "malvagi" solo perché non condividono questi punti di vista.

Nel Vangelo si può trovare la risposta a quasi tutti i nostri problemi o difficoltà urgenti. Cristo ci dice: “Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore". (Gv 10:11-13)

Quando gli ucraini capiranno chi sono i loro veri pastori e chi sono i mercenari, solo allora sarà possibile dare una valutazione obiettiva e corretta degli eventi che hanno avuto luogo a Kiev a cavallo tra il 2013 e il 2014.

 
Sulla questione ebraica

Il recente conflitto tra Gaza e Israele ha generato commenti molto accesi su questo blog. In parte ha a che fare con le ostilità stesse. Purtroppo altri commenti si sono invece concentrati sulla questione dell'influenza e del potere ebraico e questo particolare tipo di commenti è stato decisamente negativo. Troppo, per i miei gusti.

In ogni caso, ne abbiamo consentito la maggior parte a causa del nostro impegno a favore della libertà di parola. E anche perché nessuna nazione, etnia, istituzione o persona dovrebbe essere protetta dalle critiche. Ciò include lo Stato di Israele così come la cosiddetta lobby ebraica qui negli Stati Uniti. Allo stesso modo, l'influenza ebraica nelle culture ospitanti può – e dovrebbe – essere esaminata. Ma tutto questo controllo dovrebbe essere svolto nel modo più imparziale possibile.

Come molti di voi ricorderanno, ho scritto un lungo trattato in difesa della Chiesa dalla moderna calunnia di sangue di essere l'ideatrice dell'antisemitismo. Potete leggerlo voi stessi qui: "La diffamazione del sangue contro la Chiesa: una rassegna storica delle relazioni ebraico-cristiane".

Sebbene il mio desiderio principale con questo saggio fosse quello di difendere la Chiesa da questa calunnia modernista, nella mia ricerca sono giunta a diverse conclusioni riguardo alla diaspora ebraica e al suo rapporto con le culture gentili. Essi sono i seguenti: (1) l'odio verso gli ebrei precedette il cristianesimo di diversi secoli; (2) i conflitti interni tra ebrei e gentili non erano diversi da altri conflitti interetnici; e (3) l'ostilità antiebraica fu più diffusa e duratura a causa dell'entità e della durata della loro dispersione.

In poche parole, le altre famose minoranze di intermediari, come gli armeni, gli arabi levantini e i cinesi (tra gli altri), non hanno mai raggiunto un livello così elevato di penetrazione in terre straniere. (L'unica eccezione potrebbero essere i greci, che hanno avuto anch'essi una diaspora diffusa e duratura). Esiste tuttavia un fattore "X" sul motivo per cui i conflitti interetnici erano più probabili con le minoranze ebraiche, e ciò è dovuto ai monopoli di cui gli ebrei godevano nei settori finanziari.

Per coloro che hanno studiato la storia si può onestamente dire che l'influenza ebraica non è tutta negativa o positiva in un modo o nell'altro. (Non lo sono nemmeno le influenze e i contributi di qualsiasi altro gruppo minoritario.) Detto questo, l'elenco dei risultati ottenuti dagli ebrei nelle arti, nell'intrattenimento, nella scienza, nel diritto e nella medicina è sconcertante. Come disse qualche tempo fa un burlone, "se non ti piacciono gli ebrei, allora non prendere il vaccino antipolio".

Per quanto mi riguarda, non userò più la parola "antisemitismo" in riferimento agli interminabili conflitti che scoppiano di tanto in tanto in Medio Oriente. Principalmente perché gli arabi (così come gli ebrei) sono semiti. Sarebbe noioso, quindi, lasciarsi risucchiare in questa trappola retorica. Per questo motivo sono giunta alla conclusione che è falso da parte degli apologeti israeliani usare immediatamente quella parola per sviare le critiche dalle loro politiche. A mio avviso, queste politiche sono autonome e dovrebbero essere affrontate nello stesso modo in cui valutiamo le azioni di qualsiasi altra nazione. In poche parole, le azioni israeliane non dovrebbero essere viste solo attraverso il prisma dell'Olocausto.

Per quanto riguarda l'attuale situazione in Israele e a Gaza, è chiaro che Israele ha fatto un uso eccessivo della forza. È altrettanto chiaro che le tattiche belliche di Hamas sono spregevoli. Lo dico senza riserve. Nascondersi dietro scudi umani (spesso bambini) e lanciare razzi contro il nemico da luoghi civili è un atto criminale. Non aspettarsi rappresaglie è delirante.

Entrambe le parti si sentono vittime e attribuiscono l'aggressività ai propri nemici. Questo è un sentimento antico. Detto questo, se la causa palestinese è giusta, allora è loro dovere, nei confronti di se stessi e dei loro posteri, formare un esercito e combattere sul campo di battaglia nel modo più onorevole possibile. Nel frattempo, possono fare ciò che fecero i sionisti in Palestina prima che venisse loro conferito lo status di Stato. Nonostante il mio scetticismo nei confronti della causa sionista, non posso togliere nulla a ciò che hanno realizzato in quel periodo, vale a dire il loro desiderio di costruire uno Stato stabile ed economicamente sostenibile. A questo riguardo, il contrasto tra la causa palestinese e quella sionista è netto.

Questo, ovviamente, è tutto ciò che sono disposta a dire per ora sull'attuale conflitto a Gaza. A meno che e finché entrambe le parti non raggiungeranno un accordo amichevole, la pace non prevarrà mai e continueranno a verificarsi atrocità. Potrebbe essere un sogno irrealizzabile, ma è l'unica opzione praticabile.

Ma ora arriviamo alla seconda parte del mio saggio, e cioè alla pervasività dell'influenza ebraica. A differenza delle guerre del Medio Oriente (nelle quali, come ho detto, non userò più il termine "antisemitismo"), questa frase ha ancora una particolare rilevanza e non può essere evitata.

Allora, cos'è esattamente l'antisemitismo se visto in questo particolare contesto?

Una definizione è che implica un programma di disabilità civili e/o legali nei confronti delle popolazioni ebraiche locali. Un esempio di ciò sarebbero le leggi di Norimberga degli anni '30, istituite dal regime nazista per limitare i matrimoni misti tra ebrei e tedeschi. Altri esempi includono gli accordi restrittivi che prevedono l'acquisto e la vendita di beni immobili, come nel caso degli Stati Uniti. Un altro esempio potrebbero essere le quote obbligatorie che limitavano l'ingresso degli ebrei nei mestieri, nelle professioni e nelle università.

Una definizione più stravagante è "odiare gli ebrei più di quanto sia assolutamente necessario". (Questa l'ho presa da David Goldman, che scrive sotto lo pseudonimo di "Spengler" per l' Asia Times ). In ogni caso, sono giunta alla conclusione che quest'ultima definizione è fin troppo popolare tra molti critici di Israele e delle comunità ebraiche in generale. Nella misura in cui è predominante nelle comunità cristiane, è un peccato, in quanto rende impossibile la critica onesta.

Il defunto Joseph Sobran una volta scherzò: "Si diceva che un antisemita era qualcuno che odiava gli ebrei. Ora un antisemita è colui che gli ebrei odiano".

Contrariamente alla credenza popolare, la teologia ortodossa non insegna l'antisemitismo o alcun tipo di odio razziale/etnico. Un simile sentimento contravviene al Nuovo Testamento. Tuttavia, non vi è dubbio che molte etnie ortodosse (così come molte etnie cattoliche e protestanti) abbiano un'opinione decisamente negativa degli ebrei. Ciò, ho scoperto, non era dovuto principalmente agli ammonimenti scritturali, ma a conflitti interetnici.

Non lo si dirà mai abbastanza: pogrom, rivolte e altri disordini scoppiano quando la competizione per le risorse economiche tra le diverse fazioni diventa acuta. Quando esistono differenze etniche, razziali o religiose, questi conflitti diventano più acuti. Quando le fazioni in guerra sono divise (come a Cipro o in Irlanda del Nord), la violenza diminuisce. In ogni caso, stiamo vedendo questo fenomeno emergere attualmente negli Stati Uniti, dove siamo inghiottiti in un conflitto multietnico/multirazziale di cui la nostra nazione ha raramente visto qualcosa di simile.

A dire il vero, le parole dei Padri della Chiesa possono suonare scioccanti alle orecchie moderne e liberali. Ma lo sono anche alcuni dei versetti presenti nel Nuovo Testamento, tutti scritti da ebrei. Chiaramente, gli evangelisti e gli apostoli non si posero il il compito di allestire campi di sterminio per quelli della loro etnia. È assurdo quindi tracciare una linea retta dal Vangelo di Giovanni ad Auschwitz come fanno molti laici e liberali.

Per quanto riguarda i Padri della Chiesa (che per la maggior parte erano gentili), resta il fatto che molti di loro nel periodo ante-niceno erano discepoli di alcuni di questi uomini. Avevano infatti assorbito completamente la narrativa giudaica e, più precisamente, avevano combattuto ferocemente le incursioni ellenistiche per impedire loro di entrare nell'ovile cristiano. (Sto parlando principalmente dello gnosticismo, che come sistema di credenze era completamente antitetico agli ebrei, alla loro teologia e alle loro Scritture.) I Padri della Chiesa potrebbero aver disdegnato la sinagoga, ma disprezzavano maggiormente lo gnosticismo.

Ciò non significa che il tono di alcuni scritti dei Padri postniceni non irritasse. Per esempio, mi vengono subito in mente alcuni sermoni di san Giovanni Crisostomo. Detto questo, questi sermoni (e altre polemiche) devono essere intesi nel contesto dell'epoca. In poche parole, la Sinagoga era diventata un implacabile nemico della Chiesa dopo la distruzione del Secondo Tempio (70 d.C. circa). Per quanto riguarda le relazioni ebraico-gentili durante la tarda antichità, gli ebrei della diaspora erano inclini a improvvisi scoppi di violenza contro la maggioranza dei gentili. (In questo non erano dissimili dalle comunità musulmane odierne in Occidente.)

Si potrebbe dire molto di più sulla volatilità che può esplodere quando le culture semitica e indoeuropea si scontrano. Non è questo il nostro scopo qui; si tratta semplicemente di fornire un contesto adeguato in cui possiamo vedere la questione delle relazioni ebraico-gentili.

Questo non è un fenomeno sconosciuto. E non è neppure raro: il mondo è purtroppo disseminato di conflitti interminabili come quello che stiamo vedendo a Gaza. O in Cecenia, o in Somalia o in Tibet. Fu Erodoto a dire correttamente che "solo i morti hanno visto la fine della guerra". Continuerà ad essere così finché il Signore non ritornerà e metterà le cose a posto. Come storici, studiosi o semplici laici, abbiamo il diritto di mettere in discussione, rivisitare e analizzare ciò che è accaduto prima.

Ma dobbiamo farlo con onestà e senza rancore. Come è nostra prassi ormai da molti anni, sarà consentita la critica onesta, sia che si parli di nazioni, etnie, razze, individui o istituzioni. Pertanto, per quanto riguarda questo blog, continueremo a consentire tutti i commenti che non siano controversi, ingiuriosi o odiosi. Tutto ciò che arriva a questi estremi è fatto in malafede.

Chiunque violi questa regola non vedrà pubblicato il suo commento.

Pax.

 
Aggiornamento della Guida del sito

Presentiamo un aggiornamento alla Guida all'uso del sito con l’aggiunta dei dati relativi agli ultimi due mesi. In seguito alle modifiche strutturali del sito fatte nell'ultima settimana, è ora possibile anche fare riferimenti diretti alle singole voci del blog: d'ora in poi potranno esserci anche rimandi a queste voci, che in alcuni casi possono costituire argomenti d'interesse pari a quelli di articoli più lunghi e complessi.

 
Senza gli ortodossi ma con i cattolici: quale unità cerca il Fanar?

il Fanar e il Vaticano si stanno dirigendo verso l'unità eucaristica? Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Quasi nessuna delle Chiese ortodosse ha partecipato al giorno di festa del Fanar. Persino la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" era assente. Ma era presente una delegazione della Chiesa cattolica romana. Cosa significa questo?

Il 30 novembre 2020, il Patriarcato di Costantinopoli ha celebrato la sua principale festa dell'apostolo Andrea il Primo chiamato, le cui funzioni si tengono tradizionalmente al Fanar.

Il servizio è stato officiato dal patriarca Bartolomeo, con la concelebrazione di due vescovi del Fanar: il metropolita Theoliptos di Iconio e il metropolita Maximos di Silivria.

Secondo il comunicato stampa del Patriarcato di Costantinopoli, diversi vescovi erano presenti al servizio: il metropolita Apostolos di Derk, il metropolita Meliton di Filadelfia, il metropolita Irineos di Miriophyto, il metropolita Chrysostomos di Myra, il metropolita Stephanos di Kalliopoli, il metropolita Athenagoras di Kydonies, il vescovo vicario patriarcale Adrianos di Alicarnasso, il vescovo vicario patriarcale Veniaminos di Tralles, il vescovo vicario Smaragdos di Daphnousia.

Tutti questi vescovi appartengono al Fanar. In maggioranza sono titolari (come Theoleptis, Meliton, Chrysostomos e Stephanos) o vicari (Adrianos, Veniamin, Smaragd). Va notato qui che un vescovo titolare è un vescovo che porta il titolo storico di una città inesistente o di una città situata su un territorio non ortodosso, a cui un vescovo ortodosso non può accedere.

Pertanto, tra i vescovi presenti alla festa del patriarca di Costantinopoli, solo i metropoliti Maximos di Silivria, Apostolos di Derk e Athenagoras di Kydonies possono essere chiamati vescovi ordinari. Di questi, solo il metropolita Apostolos ha 5 comunità ortodosse nella sua diocesi. Tutti gli altri vescovi sopra elencati non hanno quasi nessuna chiesa funzionante o parrocchie reali.

Abbiamo bisogno di una descrizione così dettagliata dei vescovi presenti alla festa principale di Fanar per capire che non c'è un numero reale di comunità dietro la maggioranza dei vescovi del Patriarcato di Costantinopoli. Tutti questi vescovi rappresentano, nella migliore delle ipotesi, alcune dozzine di parrocchiani. Non possono, né nel senso letterale né figurato del termine, dettare la loro volontà al mondo ortodosso o risolvere questioni di grande importanza dottrinale e canonica.

Inoltre, alla festa in onore dell'apostolo Andrea nel 2020, a differenza degli anni precedenti, non era presente un solo primate delle Chiese ortodosse locali. Con l'eccezione dell'arcivescovo Nektarios di Anphidon (Chiesa di Gerusalemme), non c'erano nemmeno rappresentanti delle Chiese locali.

Naturalmente, una tale scarsità di comunicazione fraterna potrebbe essere attribuita alla pandemia poiché "tutti erano ansiosi di venire ma non hanno potuto". Tranne una cosa: i rappresentanti della Chiesa autonoma finlandese e una delegazione abbastanza numerosa della Chiesa cattolica romana sono stati in grado di venire alla festa nonostante la pandemia.

Fanar e Vaticano: verso la stessa meta

La presenza dei finlandesi è comprensibile. Primo, sono totalmente e completamente dipendenti dal Fanar. In secondo luogo, la Chiesa finlandese sta ora affrontando seri problemi interni e la sua leadership ha semplicemente bisogno di una dimostrazione di lealtà al Fanar.

Ma la presenza dei cattolici al servizio si spiega con motivazioni completamente diverse. Negli ultimi anni il Fanar si è mosso a ritmo accelerato verso l'unità con Roma. Ciò si esprime non solo nello scambio di doni e delegazioni, ma anche attraverso dichiarazioni specifiche, il cui significato si riduce all'inevitabile e imminente unità eucaristica tra queste strutture .

Così, in una lettera indirizzata al patriarca Bartolomeo, papa Francesco ha osservato che "il rapporto tra la Chiesa cattolica e il Patriarcato ecumenico è cresciuto in modo significativo nell'ultimo secolo". Ha sottolineato che "continuiamo a tendere verso l'obiettivo di ristabilire la piena comunione che si manifesta attraverso la partecipazione alla mensa eucaristica" e "sebbene rimangano ostacoli, sono fiducioso che camminando insieme nell'amore reciproco e mantenendo il dialogo teologico, riusciremo a raggiungere questo obiettivo".

Questa affermazione è stata pienamente e completamente sostenuta dal patriarca Bartolomeo nella sua risposta. Inoltre, ha delineato il percorso lungo il quale, a quanto pare, questo obiettivo sarà raggiunto: "Stiamo andando oltre il quadro del minimalismo teologico e dell'utopismo ecumenico, mostrando realismo e fede nella provvidenza di Dio".

Non è difficile indovinare cosa intenda esattamente il capo del Fanar facendo una simile affermazione. In precedenza, nel suo discorso al papa attraverso il cardinale Kurt Koch, ha detto che nel dialogo teologico con i cattolici ci sono "difficoltà che sorgono di tanto in tanto".

Queste "difficoltà", secondo il patriarca Bartolomeo, si associano "alla complessità dei temi in discussione, che da secoli occupano e dividono la Chiesa e la teologia". Ricordiamo che tra questi "temi in discussione" vi è il dogma cattolico romano del filioque, il dogma della "Immacolata concezione della Vergine Maria", "l'infallibilità ex-cathedra del papa". Senza risolvere questi problemi, qualsiasi dialogo teologico con i cattolici è impossibile. Dopotutto, sono state queste discrepanze a strappare la Chiesa cattolica romana dall'Ortodossia. Tuttavia, il Fanar è apparentemente giunto alla conclusione che questi problemi rientrino nell'ambito del cosiddetto "minimalismo teologico", e quindi non sono affatto un grosso problema.

Qualcosa di simile è già stato detto d  un primate fanariota. E, sebbene queste parole siano state pronunciate 100 anni fa, papa Francesco le ha ricordate al patriarca Bartolomeo per confermare la sua posizione, oltre che per fornire un esempio di come le "differenze teologiche" dovrebbero essere risolte:

Il Patriarcato di Costantinopoli ha mostrato la sua disponibilità a una vicinanza ancora maggiore e una comprensione reciproca tra i cristiani anche prima che la Chiesa cattolica e le altre chiese entrassero in dialogo. Lo si vede chiaramente nell'enciclica del Santo Sinodo del Patriarcato Ecumenico, indirizzata alle chiese di tutto il mondo esattamente cento anni fa. Infatti, le sue parole rimangono attuali oggi: "Quando diverse Chiese sono ispirate dall'amore e lo pongono al di là di ogni altra cosa nei loro giudizi sugli altri e in relazione tra loro, invece di aumentare e ampliare le differenze esistenti, saranno in grado di ridurle".

Così si riducono i disaccordi, anche teologici, non risolvendoli, ma eliminandoli con l'aiuto "dell'amore", che è "al di là di tutto".

D'altra parte, nel suo discorso, il patriarca Bartolomeo ha rifiutato "l'utopismo ecumenico". Che cos'è? Apparentemente, si tratta di lottare per l'unità attraverso il dialogo teologico, la partecipazione a conferenze, incontri e così via. Invece di questo percorso "utopico", il capo del Fanar propone di mostrare "realismo". Significa questo la necessità di avviare un ministero eucaristico congiunto con i cattolici? A giudicare dalla recente retorica, sia del Fanar che del Vaticano, tutto va in questa direzione.

Sostenendo la sua posizione subito dopo l'appello al "realismo", il patriarca Bartolomeo ha affermato che secondo il "Santo e Grande Consiglio della Chiesa ortodossa [Concilio di Creta 2016, ndc], l'obiettivo condiviso dei dialoghi teologici è la finale restaurazione della vera fede e amore per l'unità", su questo "l'obiettivo di tutti i dialoghi è lo stesso".

Tuttavia, dato il numero di vescovi di altre Chiese locali presenti alla festa principale del Fanar, l'Ortodossia mondiale non supporta questo "obiettivo". Almeno per il momento.

Dov'è la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"?

È interessante notare che quest'anno nessuno dei rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" era presente alla festa in onore dell'apostolo Andrea il primo chiamato. È impossibile spiegare la loro assenza a causa della pandemia. In primo luogo, perché una delegazione dall'Ucraina guidata da Denis Shmygal aveva visitato il Fanar in precedenza, e in secondo luogo, un paio di settimane fa, "vescovi" e "sacerdoti" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", guidati da Drabinko, hanno preso parte alla consacrazione dell'esarca per Ucraina Mikhail Anishchenko.

L'assenza degli scismatici ucraini sembra ancora più strana se si considera che durante la liturgia del 30 novembre Shmygal ha letto in ucraino il Simbolo della fede e il Padre nostro. Inoltre, i fanarioti hanno pronunciato diverse esclamazioni in lingua slavonica ecclesiastica (apparentemente, non avendo a portata di mano libri di servizio in lingua ucraina, il che indica la profondità della loro "preoccupazione" per l'Ucraina in qualità di "Chiesa madre").

L'affiliazione religiosa di Shmygal è sconosciuta, ma la sua direzione religiosa è nota: verso la Chiesa greco-cattolica ucraina e la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Perché nessuno dei rappresentanti della neonata organizzazione lo ha accompagnato al Fanar? Inoltre, lo scorso anno , durante la stessa festa, Evstratij Zorja aveva preso parte alla liturgia fanariota, a cui era presente anche il "metropolita" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" Mikhail Zinkevich.

Ci sembra che ci siano almeno due ragioni per questo stato di cose.

La prima è che concelebrare esclusivamente con gli scismatici ucraini e i loro vescovi titolari durante la festa principale del Patriarcato di Costantinopoli indicherebbe troppo chiaramente la posizione in cui si trova oggi il patriarca Bartolomeo a causa del Tomos. In altre parole, se fossero arrivati i rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", il capo del Fanar avrebbe dovuto servire con loro e solo con loro. Cioè, il quadro sarebbe stato senza pretese: non ci sono cristiani ortodossi, ma ci sono gli scismatici della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e i cattolici. Non voleva davvero entrare in questa situazione, così ha deciso di fare a meno dei suoi "figli", "riempiendo" la loro assenza con diverse esclamazioni in slavo ecclesiastico e leggendo la preghiera del Padre nostro in ucraino.

In secondo luogo, ricordiamo una situazione imbarazzante verificatasi l'anno scorso nel giorno del santo patrono del patriarca Bartolomeo. Allora il primate della Chiesa ortodossa di Grecia, l'arcivescovo Hieronymos, è venuto a congratularsi con il capo del Fanar. Tuttavia, Epifanij Dumenko si è presentato inaspettatamente davanti a tutti al Vespro. Di conseguenza, l'arcivescovo Hieronymos ha lasciato frettolosamente Istanbul, mentre al mattino nessuno dei vescovi ha servito la Divina Liturgia, compreso lo stesso patriarca Bartolomeo. La sua posizione era chiara: o serviamo con Dumenko o non serviamo affatto. I vescovi hanno optato per quest'ultima. Molto probabilmente, per evitare situazioni imbarazzanti del genere, le Chiese locali hanno deciso di non inviare i loro rappresentanti a Istanbul.

Inoltre, non dimentichiamo che quel giorno i rappresentanti della Chiesa autonoma di Finlandia erano al Fanar. Ciò significa che se lì fossero stati presenti anche gli scismatici ucraini, questo avrebbe potuto dare un chiaro segno della piena dipendenza della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da Istanbul.

Conclusioni

Di conseguenza, possiamo vedere che anche nella festa principale del Patriarcato di Costantinopoli, il patriarca Bartolomeo concelebra con due vescovi (di fatto, due vicari). Possiamo vedere che non solo nessuno dei primati è venuto per la festa, ma non c'erano nemmeno rappresentanti delle Chiese locali (ad eccezione del Patriarcato di Gerusalemme, e questo perché l'arcivescovo Nektarios è un rappresentante della Confraternita del Santo Sepolcro a Istanbul) .

La politica papista del Fanar negli ultimi anni ha portato a questo quadro. Affermando i suoi "privilegi", il patriarca Bartolomeo non tiene conto dell'opinione degli altri primati. L'unità pan-ortodossa è da lui considerata unicamente come la subordinazione di tutte le Chiese al "primo trono" (come il Fanar è chiamato dai fanarioti). Questa non è né un'unità di fede basata sulla Tradizione della Chiesa né un'unità di rispetto reciproco basata sui canoni della Chiesa, ma una "unità" di obbedienza "a immagine e somiglianza del Vaticano".

D'altra parte, affermando le sue ambizioni tra le Chiese ortodosse e costringendole letteralmente a prendere decisioni che contraddicono gli insegnamenti della Chiesa e la coscienza gerarchica, il patriarca Bartolomeo si batte per l'unità con i cattolici. In questo caso, come affermano sia lui che papa Francesco, la comprensione dell'unità si basa "sull'amore", cosa che implica l'eliminazione di tutti gli "ostacoli" (teologici, in primo luogo) per la realizzazione di un unico obiettivo: concelebrare l'eucaristia con il papa.

Semplicemente non c'è nessuno che fermi il patriarca Bartolomeo dal precipitare rapidamente nell'abisso dell'apostasia e della comunione con cattolici e scismatici. Infatti, secondo l'Epistola dei patriarchi orientali, "il guardiano della pietà (fede) nel nostro paese è il corpo stesso della Chiesa, cioè le persone stesse, che vogliono mantenere sempre la loro fede immutata e in conformità con fede dei propri padri. "La realtà è che i fanarioti non hanno un proprio gregge, ma allo stesso tempo sono sordi e indifferenti al gregge delle altre Chiese, guidati in questo caso dalle parole dei farisei, che dicevano che "questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!" (Gv 7:49)

Allo stesso modo, agli scismatici ucraini non importa l'unità con i cattolici. Non esitano più a "servire" insieme liturgie e molebny e fanno anche dichiarazioni sulla creazione di una "chiesa unica di Kiev" con a capo un "patriarca" comune (per la Chiesa greco-cattolica ucraina e la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"). Pertanto, le aspirazioni del Fanar sono loro vicine e comprensibili.

Ma alla fine, a causa del proprio orgoglio e arroganza, a causa della cecità teologica e spirituale, il Fanar si ridurrà a "liturgizzare" solo con scismatici e cattolici. Se il patriarca Bartolomeo osa concelebrare l'Eucaristia congiunta con la Chiesa cattolica romana, i vescovi ortodossi non concelebreranno più con lui, solo perché questo è contrario ai canoni della Chiesa.

 
Centinaia di persone manifestano in Romania e in Moldova a sostegno del metropolita Longhin perseguitato

foto: spzh.news

Centinaia di fedeli cristiani ortodossi sono scesi ieri in strada davanti alle ambasciate ucraine a Bucarest e Chișinău per protestare contro la persecuzione da parte dello Stato ucraino nei confronti di sua Eminenza il metropolita Longhin di Bănceni, della Chiesa ortodossa ucraina canonica.

Il metropolita Longhin, di etnia romena, è molto amato dal popolo romeno ed è uno dei vescovi più autorevoli della Chiesa ortodossa ucraina. Tuttavia, poiché sostiene fermamente l'Ortodossia canonica, è diventato un bersaglio delle autorità ucraine, nonostante detenga il titolo di "eroe dell'Ucraina" per i grandi sforzi volti ad amare e crescere centinaia di orfani.

Come molti altri vescovi, il metropolita Longhin è accusato di "incitamento all'inimicizia religiosa" e il mese scorso le forze di sicurezza armate hanno circondato e perquisito il monastero dell'Ascensione, di cui il metropolita è abate, spaventando i suoi figli adottivi.

Alle 11 di ieri, circa 300 persone si erano radunate davanti all'ambasciata ucraina a Bucarest a sostegno del metropolita Longhin e degli abitanti di lingua romena dell'Ucraina i cui diritti sono violati, come riferisce l'Unione dei giornalisti ortodossi .

I manifestanti hanno chiesto alle autorità ucraine di fermare l'aggressione contro i fedeli, di garantire agli ucraini il diritto alla libertà di religione e di garantire la sicurezza e la libertà del metropolita Longhin.

Le persone portavano striscioni con la scritta: "Se sei contro Dio, con chi stai?" "Difendiamo la fede che i nostri padri ci hanno lasciato in eredità", "Non lasciate gli orfani senza il padre", "Il metropolita Longhin è un martire ortodosso romeno proveniente dall'Ucraina", e altro ancora.

Anche a Chișinău, in Moldova, circa 100 persone si sono radunate presso l'ambasciata ucraina a sostegno del metropolita Longhin con messaggi simili.

Un'altra protesta a sostegno del metropolita Longhin si era svolta a Bucarest il 17 novembre.

Le manifestazioni erano programmate per un'altra sessione del processo contro il metropolita Longhin, anche se questa sessione è stata nuovamente rinviata a causa della mancata comparizione delle "vittime". Parlando alla folla riunita in tribunale, l'avvocato del vescovo ha osservato che le "vittime" non sembrano mai comparire.

Il metropolita Longhin ha osservato che le mosse dello Stato contro di lui e il continuo ritardo del suo processo gli impediscono anche di sottoporsi alla chemioterapia necessaria dopo che tre anni fa gli è stato rimosso un tumore maligno. il metropolita è stato colpito da un grave ictus nel mese di luglio, nel mezzo della campagna dello Stato contro di lui e la Chiesa.

Il precedente avvocato di sua Eminenza, Valentin Suhari, è morto per avvelenamento il mese scorso.

 
La sinassi dei nuovi martiri di Butovo

La memoria dei nuovi martiri di Butovo è celebrata al quarto sabato dopo la Pasqua. Dopo averne dato alcuni giorni fa una breve descrizione giornalistica, presentiamo nella sezione “Santi” dei documenti il testo russo e la traduzione italiana di un saggio sui nuovi martiri della regione di Mosca scritto nel 2010 dalla dott. Maria Degtiareva del dipartimento di teologia dell’Università statale di Perm.

 
Metropolita Ilarion di Volokolamsk: le pretese papiste di Costantinopoli sono infondate

In tempi recenti, il Patriarcato di Costantinopoli ha insistito che le altre Chiese locali riconoscano la sua assoluta preminenza e autorità nel mondo ortodosso. I media greci offrono regolarmente articoli e interviste su questo argomento, a volte apertamente di parte. In un'intervista a RIA-Novosti, il metropolita Ilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, ha spiegato se le affermazioni di Costantinopoli abbiano qualche fondamento.

Vladyka, il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli, in una recente intervista al quotidiano greco "Etnikos kirikas", ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Noi ortodossi dobbiamo rivedere la nostra ecclesiologia con occhio critico, se non vogliamo diventare una federazione di chiese di tipo protestante". Secondo lui, nell'Ortodossia, "c'è un 'Primo', non solo d'onore, ma un 'Primo' con responsabilità speciali e pieni poteri canonici". A cosa si riferiscono queste affermazioni, come dovrebbero essere intese?

Inizierò spiegando che cos'è l'ecclesiologia. Questo termine di origine greca è tradotto come "dottrina della Chiesa". Siamo quindi invitati a rivedere la nostra dottrina della Chiesa. Secondo quale modello? Ovviamente, secondo il modello cattolico. La Chiesa romana ha un papa, che non è solo "un primo d'onore, ma un primo con responsabilità speciali e pieni poteri canonici". Nella Chiesa ortodossa, fino ad oggi, questo non esisteva, c'era solo un primate d'onore.

Per secoli, i polemisti ortodossi, compresi quelli di Costantinopoli e di altri patriarcati orientali, si sono espressi contro il papa. Al momento, ci viene offerto di ridimensionare l'ecclesiologia ortodossa su un modello papista.

Ci viene detto: senza un primate dotato di particolari pieni poteri, si rischia di diventare "una federazione di chiese di tipo protestante". In altre parole, c'è il modello cattolico e il modello protestante, tertium non datur. Fino ad oggi, secondo quale principio ha operato la Chiesa ortodossa? Seguendo il modello protestante?

Non mi occuperò dell'elaborazione e dello sviluppo del modello papista in Occidente. È un argomento a sé stante. Mi accontenterò di sottolineare un fatto ovvio: nell'Oriente cristiano questa istituzione non è mai esistita. La Chiesa ortodossa è sempre stata organizzata come una famiglia di chiese locali che non hanno un leader terreno. È Gesù Cristo che è sempre stato considerato come capo della Chiesa a livello universale, mentre a livello locale le Chiese sono presiedute da primati, considerati uguali tra loro e indipendenti l'uno dall'altro: nessuna di loro è soggetta a un'altra, nessuna estende la propria giurisdizione ad altre Chiese.

C'era, però, un certo ordine di precedenza tra i primati, fissato dal secondo Concilio ecumenico, dove fu decretato che il vescovo di Roma fosse il primo vescovo; dopo di lui venivano i vescovi di Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme. Nell'Oriente ortodosso, questo sistema ha ricevuto il nome di "pentarchia". Il primo era al di sopra del secondo e il secondo al di sopra del primo, solo in ordine di precedenza. Ma il più vecchio non aveva potere sul più giovane, né il primo aveva autorità sugli altri.

Nell'XI secolo si è verificata una rottura tra Oriente e Occidente. Le pretese dei papi di Roma all'autorità universale ne furono una delle cause. I patriarchi d'Oriente non li hanno seguiti su questo punto, prima Costantinopoli, poi gli altri. Hanno rotto la comunione con il papa di Roma e quello che era il secondo è diventato così, di fatto, il primo nella famiglia delle Chiese dell'Oriente. Ma senza avere alcun privilegio, senza "responsabilità speciali" nei confronti degli altri primati.

E all'improvviso, ci viene detto che abbiamo assolutamente bisogno di un primo, che senza di esso la Chiesa ortodossa non potrebbe esistere. Abbiamo vissuto duemila anni senza di esso, ma ora non possiamo più, dobbiamo "rivedere la nostra ecclesiologia" il più rapidamente possibile, mettere qualcuno a capo della Chiesa.

Noi siamo ortodossi. Ciò significa che per noi è Cristo il capo della Chiesa, e non il vescovo di Costantinopoli o di un'altra Chiesa locale. San Germano, patriarca di Costantinopoli, ha scritto nel XIII secolo: "Il capo della Chiesa è Cristo, qualsiasi pretesa di autorità è contraria alla sua dottrina". Litigando con i papi, i Padri della Chiesa hanno chiaramente definito i limiti della concezione ortodossa del primato, attingendo all'esempio dell'antica sede di Roma. Secondo loro, non risiede "né nella sua sovranità, né nella sua supremazia (...) ma piuttosto in una precedenza fraterna all'interno della Chiesa universale concessa ai papi per la fama e l'anzianità della loro città" (Enciclica dei patriarchi orientali, 1848).

Queste affermazioni sono recenti o sono maturate gradualmente?

L'introduzione del modello papista nell'ecclesiologia ortodossa è stato graduale. È stato messo in atto, in particolare, attraverso il dialogo ortodosso-cattolico: noi vi abbiamo partecipato, ma non partecipiamo più. Volevano adottare un documento che stabilisse i fondamenti teologici del modello papista dell'organizzazione della Chiesa.

L'argomento era il seguente: all'interno della santissima Trinità c'è un primato di Dio Padre e una conciliarità del Figlio e dello Spirito Santo. Allo stesso modo, nella Chiesa, i principi del primato e della conciliarità devono operare a tutti i livelli. A livello diocesano, è il vescovo che svolge il ruolo di primate, mentre i sacerdoti assicurano la conciliarità. A livello di Chiesa locale, il primate è il primo ierarca, mentre la conciliarità è attuata dai vescovi. Anche a livello di Chiesa universale, quindi, deve esserci un "primo", con gli altri soggetti a lui.

L'autore di questo disegno è il metropolita Ioannis (Zizoulias). Attraverso il dialogo ortodosso-cattolico, costui ha cercato di imporre quest'idea a tutte le Chiese ortodosse locali. Ma ha incontrato una dura opposizione, soprattutto da parte della Chiesa ortodossa russa. Noi non abbiamo trovato né nella Tradizione, né nelle opere dei Padri, né nei canoni nulla che possa supportare questa teoria.

Dopo il Concilio di Creta, Costantinopoli ha affermato i suoi pieni poteri e privilegi. Ora cerca di mostrarci che il patriarca di Costantinopoli è l'arbitro supremo in tutte le controversie e in tutte le situazioni di conflitto all'interno delle Chiese locali o tra di loro, indipendentemente dalla posizione di queste Chiese. Per esempio, un chierico della Chiesa russa che è stato deposto per qualche colpa potrebbe fare appello a Costantinopoli ed essere reintegrato negli ordini sacri.

È esattamente ciò che è successo nel caso dell'ex metropolita di Kiev, Filaret (Denissenko), ridotto allo stato laicale, poi scomunicato. Ma il patriarca Bartolomeo, che ai suoi tempi aveva riconosciuto questa decisione, ha deciso di riportarlo "al suo rango". Quale ? Filaret si autodefinisce "patriarca di Kiev". Chi è lui per la Chiesa di Costantinopoli? Questo ripristino "al suo rango" non è avvenuto su richiesta della Chiesa russa, dalla quale è stato scomunicato, né su richiesta della Chiesa ortodossa ucraina, che è un'entità autogestita all'interno della Chiesa russa. Ha seguito la richiesta degli scismatici e delle autorità civili ucraine. In effetti, è un'ecclesiologia completamente nuova, fino ad allora inaudita.

Allo stesso tempo, il patriarca di Costantinopoli ha dichiarato che l'Ucraina fa ora parte del suo territorio canonico. Perché non l'aveva detto prima? Perché la Chiesa ucraina, in tutti i calendari della Chiesa di Costantinopolita fino al 2018, fa parte del Patriarcato di Mosca, senza che si parli di alcuna dipendenza da Costantinopoli? Sono rimasti in silenzio per più di trecento anni e all'improvviso lo ricordano.

Il patriarca Bartolomeo afferma ora di sostenere la presenza di sua Beatitudine il metropolita Onufrij e della Chiesa da lui diretta in Ucraina unicamente "per condiscendenza". È una situazione completamente assurda e insensata. Chi è lui, per giudicare? Questa Chiesa, che ha uno statuto di autonomia, che ha più di cento vescovi, 12.500 parrocchie, più di 250 monasteri, tra cui tre grandi Lavre, quella delle Grotte di Kiev, di Pochaev e di Svjatogorsk, lui la sostiene, a quanto pare, per condiscendenza!

Ci viene ancora chiesto di cercare "compromessi", una cosiddetta "soluzione alla questione ucraina". Il patriarca Bartolomeo ha già "risolto" la questione ucraina. Con quale risultato? In precedenza era il primo tra pari nella famiglia dei primati delle Chiese ortodosse locali. Con l'accordo di queste Chiese, aveva anche alcune funzioni di coordinamento. Adesso non coordina più niente. È assente dai dittici della Chiesa ortodossa russa. Per decine di milioni di ortodossi in Russia, Ucraina, Bielorussia e altri paesi sotto la responsabilità canonica della Chiesa russa, ora è persona non grata. Lo scisma ucraino oggi sta avendo ripercussioni su tutta l'Ortodossia.

Inoltre, questo scisma esiste all'interno di alcune Chiese locali. Ecco un esempio recente. L'arcivescovo di Cipro, su istigazione del patriarca di Costantinopoli, ha commemorato liturgicamente lo scismatico Epifanij. Il Sinodo della Chiesa cipriota si è diviso, alcuni vescovi si sono espressi categoricamente contro. Alla fine, è stato deciso che il Sinodo non si sarebbe "opposto" alla decisione dell'arcivescovo.

Ovviamente è la nuova ecclesiologia che ci viene proposta: una persona decide e le altre non si oppongono alla sua decisione. Quest'ecclesiologia non è adatta a noi nella Chiesa russa. Non possiamo andare contro la nostra fede e non agiremo contro la nostra fede, contro la Tradizione, specialmente contro l'ecclesiologia ortodossa. Conosciamo le parole di san Paolo: "Se anche un angelo dal cielo vi annuncia un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema!" (Gal 1:8).

Già nel 2008, il Concilio episcopale della nostra Chiesa avvertiva il patriarca di Costantinopoli: smettila di riscrivere la dottrina ortodossa della Chiesa e dell'autorità nella Chiesa, non servirà a niente. Sfortunatamente, allora non ci ha ascoltato, e neppure ora ci ascolta.

Cosa dire ? Secondo la parola del Signore, "li riconoscerete dai loro frutti" (Mt 7:16), possiamo già vedere quali sono i frutti dell'arbitrio del patriarca di Costantinopoli.

Il patriarca Bartolomeo assicura che sono i Concili ecumenici che hanno concesso pieni poteri ai primati costantinopolitani. È così?

I decreti dei Concili ecumenici sono parte integrante della Tradizione ortodossa, sono conservarti con devozione. Ma i decreti dei Concili non menzionano nessun altro primato nella Chiesa se non un "primato d'onore".

C'è il famoso Canone 28 del Concilio di Calcedonia che proclama: "I padri giustamente concessero privilegi al trono della vecchia Roma, perché essa era la città imperiale. E i 150 piissimi vescovi, mossi dalla stessa considerazione, diedero pari privilegi al santissimo trono della Nuova Roma, giudicando giustamente che quella città che è onorata dalla sovranità e dal Senato, e gode di uguali privilegi della vecchia Roma imperiale, dovrebbe anche in materia ecclesiastica essere come lei magnificata, ed essere in rango accanto a lei; affinché nelle diocesi del Ponto, dell'Asia e della Tracia, i metropoliti e anche i vescovi delle diocesi di cui sopra che sono tra i barbari, debbano essere ordinati dal suddetto santissimo trono della santissima Chiesa di Costantinopoli".

È tutto chiaro. La giurisdizione canonica del Patriarca di Costantinopoli è chiaramente definita: comprende tre diocesi (regioni) dell'Impero Romano, corrispondenti territorialmente all'incirca ai limiti dell'attuale Turchia. Si dice che il patriarca di Costantinopoli consacri non solo i loro metropoliti, ma anche i vescovi per i barbari (cioè per i non greci) che risiedono in queste tre regioni.

Un'intera teoria è stata utilizzata impropriamente da questo canone, secondo la quale il patriarca di Costantinopoli dovrebbe avere giurisdizione su tutte le terre "barbare" in generale, tra cui Europa occidentale, Nord e Sud America, Australia, Asia orientale e sud-est asiatico. Costantinopoli si affida con la massima serietà a questo canone per fondare le sue pretese di giurisdizione universale, richiedendo che ad esso siano sottoposte le parrocchie di tutte le Chiese locali situate in queste regioni. Ma è un'esigenza arbitraria, di cui nulla trova fondamento nel canone a cui si riferisce.

C'è anche il Canone 9 dello stesso Concilio di Calcedonia che proclama: "Se un vescovo o un chierico ha qualcosa contro il metropolita della provincia, deve portare la questione davanti al primate della diocesi o davanti alla sede di la città imperiale di Costantinopoli, e per renderle giustizia". Sulla base di questo canone, Costantinopoli afferma di avere il diritto di ricevere appelli da qualsiasi Chiesa locale. Ma questo non è corretto. Questo canone si applica solo alla Chiesa di Costantinopoli. In epoca contemporanea (XIX secolo), canonisti autorevoli come  san Nicodemo l'Agiorita, per esempio, hanno smentito l'argomentazione di un cosiddetto diritto del patriarca di Costantinopoli ad "agire nelle diocesi e nelle regioni degli altri patriarchi", in particolare per esaminare appelli da queste zone.

Ciò significa che il primato nella Chiesa ortodossa non è necessario di per sé? Cosa ne pensa la Chiesa ortodossa russa?

L'opinione della nostra Chiesa sul primato è stata espressa dal Santo Sinodo nel 2013 in un documento intitolato "La posizione del Patriarcato di Mosca sul primato nella Chiesa universale". La Chiesa russa non ha mai negato l'esistenza di un primato d'onore nella Chiesa. Ma il primato, nella Chiesa ortodossa, deve essere bilanciato dalla conciliarità. È un principio fondante, citato nel Canone apostolico 34: "È bene che i vescovi di ogni popolo riconoscano tra di loro il primo e lo considerino un capo, non agendo in ciò che eccede il loro potere senza chiedere la sua opinione; che ciascuno agisca solo nel campo della propria diocesi e dei luoghi ad essa annessi. Ma anche il primo non faccia nulla senza il parere di tutti. Così vi sarà concordia e Dio sarà glorificato attraverso il Signore nello Spirito Santo, Padre, Figlio e Spirito Santo"

C'è un altro punto di questo canone che il patriarca di Costantinopoli preferisce ignorare: agire solo nel dominio della propria diocesi e dei luoghi ad essa legati. I canoni dei Concili ecumenici definiscono abbastanza chiaramente i limiti canonici del Patriarcato di Costantinopoli: coincidono approssimativamente con i confini dell'attuale Turchia. Ma il patriarca Bartolomeo vuole estendere il suo potere ad altre Chiese, il che è contrario ai canoni della Chiesa.

Infine, attirerò l'attenzione su queste parole: "i vescovi di ogni popolo". Esse esprimono il principio di località. Il primate è primate a livello locale, non a livello universale. Non esiste un canone del tempo dei Concili ecumenici che stabilisca i pieni poteri di un primo vescovo a livello universale.

Il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli ha violato apertamente e consapevolmente il principio fondante della conciliarità. Non solo non ha accettato i consigli delle altre Chiese sulla questione ucraina, ma ha agito come ha agito contro la loro volontà. Ha fatto irruzione nei territori della Chiesa russa, dichiarando che tali territori erano suoi. È entrato in comunione eucaristica con scismatici che non sono mai stati ordinati canonicamente, e per questo ha perso il suo ruolo di coordinatore nell'Ortodossia e ha perso il diritto al primato d'onore nella Chiesa ortodossa.

 
Come i presidenti si "suicidano" con la repressione contro la Chiesa

l'ingerenza negli affari della Chiesa mina il rating dei politici. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

La storia della Chiesa in Ucraina mostra che i politici che avviano o sostengono le persecuzioni contro la Chiesa ortodossa ucraina perdono la fiducia delle persone e se ne vanno in modo vergognoso.

Quasi tutti i presidenti ucraini, nonostante le promesse pre-elettorali, prima o poi hanno cercato di controllare la "questione ecclesiastica". Molti politici e personaggi pubblici hanno seguito il loro esempio. Ma cosa è successo in seguito a queste persone? Ricordiamo i momenti chiave dei destini politici dimenticati di coloro che si sono intromessi negli affari della Chiesa.

Kravchuk

Cominciamo con il primo presidente dell'Ucraina, Leonid Kravchuk (anni di presidenza: 1991–1994). Salì alla presidenza dalla posizione di capo ideologo del Partito Comunista dell'URSS. Come ricordiamo, l'atteggiamento nei confronti della Chiesa nel paese sovietico era nettamente negativo. Tuttavia, Leonid Kravchuk ha dichiarato quanto segue in un'intervista alla pubblicazione "Novyj Region": "Oggi dichiaro che qualsiasi sostegno ai rappresentanti dell'uno o dell'altro ramo dell'Ortodossia da parte delle autorità danneggia l'Ucraina. Perché sia la Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca che quella del Patriarcato di Kiev contano milioni di credenti. La mia posizione è inequivocabile: lo Stato non dovrebbe interferire negli affari della Chiesa e non dovrebbe affrettare gli eventi".

Queste sono parole giuste, ma furono pronunciate 20 anni dopo che Leonid Makarovich aveva cessato di essere il capo dello stato ucraino – nel 2005. Nel 1992 aveva detto qualcosa di completamente diverso. Si attribuisce a lui, e non a Filaret Denisenko, il detto che "uno Stato indipendente ha bisogno di una Chiesa indipendente". Questa formula è emersa perché la Chiesa potrebbe essere utilizzata come sostegno significativo alle ambizioni politiche. A quel tempo, Kravchuk capì che né la Chiesa greco-cattolica ucraina né la "Chiesa ortodossa autocefala ucraina" potevano assicurarsi il sostegno popolare a causa della loro localizzazione nell'Ucraina occidentale e della mancanza di popolarità tra la popolazione del paese. Pertanto, Kravchuk, insieme al suo conoscente di lunga data del settore religioso (ricordiamo che era l'ideologo del Comitato Centrale del Partito Comunista Ucraino) Filaret Denisenko, creò il "patriarcato di Kiev", dividendo di fatto l'Ortodossia in Ucraina. Questo lo ha aiutato?

No. Nel 1994, dopo rivolte di massa e pressioni pubbliche, indisse elezioni anticipate e... perse contro Leonid Kuchma.

Kuchma

Il secondo presidente, Leonid Kuchma (1994-2005), è l'unico tra tutti i capi di stato che ha prestato servizio a Bankova per due mandati consecutivi. Inizialmente, non ha interferito negli affari della Chiesa. Grazie a ciò, ha vinto le sue prime elezioni, contando sul sostegno della parte orientale dell'Ucraina, la cui popolazione categoricamente non appoggiava la struttura di Filaret. Durante il suo primo mandato prese effettivamente le distanze dalla "questione ecclesiastica". Tuttavia, quando Kuchma divenne presidente del Paese per la seconda volta, il suo atteggiamento nei confronti della Chiesa cambiò. È noto che all'inizio degli anni 2000 si recò in visita dal patriarca Bartolomeo per negoziare la creazione di una "Chiesa locale unificata" e la concessione di un Tomos.

Nel 2001, celebrò in modo dimostrativo la Dormizione della Vergine non nella Lavra di Kiev, che festeggiava il suo 950° anniversario, ma nella chiesa di sant'Andrea, dove prestava servizio il capo della "Chiesa ortodossa autocefala ucraina", Mefodij Kudrjakov. Lo stesso giorno, il 28 agosto 2001, Kuchma pose sostanzialmente le "basi teoriche" per il successivo intervento dello Stato negli affari della Chiesa. Affermava: "L'unità della Chiesa, la sua posizione attiva e responsabile, cementa la nazione, rafforza la stabilità statale e politica, contribuisce allo sviluppo spirituale della società. Da questo punto di vista, dovremmo tutti considerare la questione di grande attualità di unire l'Ortodossia ucraina. La creazione di una Chiesa ortodossa locale non è fine a se stessa. È l'unico modo per valorizzare il ruolo che la fede e la religione svolgono e dovrebbero svolgere nella nostra esistenza."

Tuttavia, né i viaggi da Bartolomeo né le speculazioni sul tema della religione prolungarono il "regno" di Kuchma. L'era Kuchma si concluse con le accuse di coinvolgimento nell'omicidio di Gongadze, nelle proteste di massa e nella "rivoluzione arancione".

Jushchenko

Viktor Jushchenko (2005–2010) all'inizio del suo mandato come capo dello stato evitò attentamente la questione della Chiesa. Tuttavia, alcuni indizi che questo argomento gli fosse vicino erano già presenti nei video della sua campagna preelettorale. Ricordate come spezzò il pane e lo distribuì al popolo, alludendo chiaramente al racconto della moltiplicazione dei pani del Vangelo?

Ma qualche anno dopo, quando si profilava la prospettiva delle successive elezioni, Jushchenko cambiò drasticamente la sua retorica e il suo atteggiamento nei confronti della Chiesa. In effetti, fu il primo a realizzare quasi il progetto di una "Chiesa locale unificata", rendendolo quasi la sua principale realizzazione politica.

Nel 2008, Jushchenko invitò il patriarca Bartolomeo in Ucraina, tentando di convincerlo a concedere il Tomos. Prima che il capo del Fanar lasciasse Kiev, Jushchenko ebbe con lui una conversazione di cinque ore, di cui descrisse i risultati come segue: "Questa, la nostra ultima conversazione pratica e operativa, era dedicata ai modi di unire l'Ortodossia ucraina, e sarà l'inizio di processi che saranno di grande importanza per i nostri credenti".

Secondo lui, "la storica visita del patriarca Bartolomeo in Ucraina è l'inizio e un impulso importante per l'unità delle Chiese e dei credenti ucraini. Sono lieto che il patriarca sostenga il desiderio del nostro popolo di avere una propria Chiesa nazionale locale. Un tale desiderio corrisponde a tutti i principi della vita nazionale, statale e, senza dubbio, ecclesiastica."

Jushchenko divenne senza dubbio uno dei principali ideologi e promotori della "Chiesa nazionale", ma questo lo aiutò a ottenere bonus politici? In altre parole, il popolo ucraino ha sostenuto l'intervento dello Stato negli affari della Chiesa?

Le elezioni del 2010 hanno dimostrato il contrario: Jushchenko ha raccolto poco più del 5% di tutti i voti. È stato un fallimento e una catastrofe politica.

Janukovich

Molti credono che il quarto presidente dell'Ucraina, Viktor Janukovich (2010–2014), fosse interamente dalla parte della Chiesa ortodossa ucraina, e quindi, se è intervenuto negli affari della Chiesa, è stato solo a favore della Chiesa.

Ma lasciamoci deludere: non è così. "L'ortodosso" Janukovich non ha nemmeno tentato di restituire i beni della Chiesa sequestrati dai bolscevichi. Ha costantemente giustificato questa mancanza, affermando che la restituzione è difficile e impossibile da realizzare (ma allo stesso tempo ha restituito diverse grandi imprese alla proprietà statale). Di conseguenza, oggi vediamo l'abuso di potere nel "ritorno allo stato" della Lavra delle Grotte di Kiev e di tutti gli altri assurdi "monasteri" creati dal regime sovietico sulle proprietà sequestrate alla Chiesa in diverse regioni del Paese.

In effetti, Janukovich non ha avuto la volontà politica di cercare di affrontare la "questione ecclesiastica" in modo genuinamente democratico e civile, come avviene nella maggior parte dei paesi sviluppati in Europa e nel mondo. Non sappiamo cosa o chi gli abbia impedito di farlo. Sappiamo però come si è conclusa la sua presidenza: con l'Euromajdan, una vergognosa fuga dal Paese e un cambio di potere.

Poroshenko

Poroshenko (2014–2019), come Janukovich, all'inizio della sua carriera politica, si definiva parrocchiano della Chiesa ortodossa ucraina, aveva ottimi rapporti con l'allora metropolita di Vinnitsa Simeon e prestava servizio come suddiacono nel monastero Ioninskij. Durante la campagna elettorale, Poroshenko ha promesso di non interferire negli affari della Chiesa, e lo ha ribadito dopo essere diventato presidente. Ecco le sue parole pronunciate nel 2015 all'incontro del Consiglio pan-ucraino delle Chiese e delle organizzazioni religiose sulla collina di Vladimir a Kiev: "Io, come presidente e capo dello Stato, assicuro che lo Stato non ricorrerà ad alcun passo violento o a pressioni. Dobbiamo preservare la pace inter-religiosa come la pupilla dei nostri occhi."

Ha mantenuto la promessa per un paio d'anni. Ma all'approssimarsi delle elezioni, Poroshenko ha iniziato a dire cose esattamente opposte, insultando i credenti della Chiesa ortodossa ucraina e la Chiesa stessa, definendo il clero nemico e "agente" del Cremlino. Di fatto, è diventato l'ideatore di tutte quelle narrazioni che oggi i nemici della Chiesa vomitano abbondantemente.

"Siamo determinati a fermare la permanenza innaturale e non canonica di una parte significativa della nostra società ortodossa nella dipendenza dalla Chiesa russa. La Chiesa che santifica la guerra ibrida di Putin contro l'Ucraina, che prega giorno e notte per le autorità russe e l'esercito – è anch'essa russa", è solo una delle tante "perle" di Poroshenko. Questi ha inserito la "questione ecclesiastica" nella sua campagna elettorale, ha ottenuto il Tomos dal patriarca Bartolomeo, ha gridato "esercito, lingua, fede" a ogni angolo e, alla fine, ha perso le elezioni contro Vladimir Zelenskij con schianti e disgrazia, ricevendo solo Il 24% dei voti contro il 76%.

Conclusioni

Come possiamo vedere, quasi tutti i presidenti dell'Ucraina hanno cercato di interferire negli affari della Chiesa. Ognuno di loro ha contribuito alla situazione in cui ci troviamo ora. E ognuno di loro, cercando di fare pressione sulla Chiesa, si è suicidato politicamente. Sembrerebbe che Kuchma avrebbe dovuto capire che la "questione ecclesiastica" è una sorta di "marchio nero" per un politico, che, affrontandola, perderà inevitabilmente, completamente e disastrosamente. Ma al contrario, né Kuchma, né Jushchenko, né Poroshenko lo hanno capito.

Su questa strada si è incamminato anche Zelenskij che, come tutti i presidenti precedenti, ha promesso di non interferire nelle questioni ecclesiastiche prima delle elezioni. Ha promesso – e ha ingannato. Assisteremo quindi a un altro suicidio politico.

 
Domanda sul Filioque

Una delle tecniche di dialogo preferite nel moderno dialogo ecumenico è “cercare quel che ci unisce invece di quel che ci divide”. Uno degli spiacevoli effetti collaterali di questa ricerca dell’ovvietà è che ci fa dimenticare quel che ci divide, e ne ottunde la consapevolezza, ma non elimina il problema alla radice. Se invece di cercare le cause di una malattia insistessimo a elencare tutto ciò che ci fa star bene, probabilmente questo avrebbe un effetto tranquillizzante... ma non farebbe scomparire la malattia.

Padre John Whiteford risponde alla domanda di una persona che è riuscita effettivamente a isolarsi dai risvolti drammatici di un motivo di divisione dei cristiani – il punto dolente del filioque – ma nel far questo non capisce più le ragioni che dividono dalla Chiesa ortodossa gli altri cristiani che sostengono questa eresia. Riportiamo la risposta di padre John nella sezione “Domande e risposte” dei documenti.

 
La terza unione di Costantinopoli con Roma: si chiarificano i contorni

il patriarca Bartolomeo e il papa intendono giungere all'eucaristia comune. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Il papa e il patriarca Bartolomeo hanno nuovamente affermato in futuro l'eucaristia comune. Questo significa che una nuova unione è solo questione di tempo?

V.O. Kljuchevskij ha detto: "La storia è una luce sul futuro che risplende per noi dal passato". Oggi, il patriarca Bartolomeo sta conducendo così attivamente i suoi seguaci all'unione con Roma che questo non può più essere ignorato, né può essere negato.

Di recente, il 30 novembre, il Fanar ha celebrato la sua festa patronale: la memoria dell'apostolo Andrea il Primo chiamato. Non c'erano rappresentanti delle Chiese locali alla liturgia della festa, ma era presente una delegazione vaticana. Alla predica, il patriarca Bartolomeo ha affermato che per lui ogni incontro personale con papa Francesco è "una speciale esperienza di fraternità", che rafforza il desiderio di entrambe le parti "di procedere mano nella mano, combattendo sulla via del calice eucaristico comune".

Nel messaggio al patriarca Bartolomeo in occasione della festa del santo apostolo Andrea il Primo chiamato il 30 novembre 2020, papa Francesco ha affermato: "Possiamo ringraziare Dio per il fatto che i rapporti tra la Chiesa cattolica e il Patriarcato ecumenico siano cresciuti molto nel corso del secolo scorso, anche se continuiamo a invocare l'obiettivo del ripristino della piena comunione espresso attraverso la partecipazione allo stesso altare eucaristico. Anche se permangono ostacoli, sono fiducioso che camminando insieme nell'amore reciproco e perseguendo il dialogo teologico, raggiungeremo questo obiettivo".

È facile vedere che nelle parole di papa Francesco e del patriarca Bartolomeo è risuonata la stessa tesi: la fiducia nella "partecipazione allo stesso altare eucaristico". Questo è possibile solo in una Chiesa unica. Pertanto, abbiamo il diritto di prevedere che ci sarà un'unione, l'unica domanda è: quando? E sorge un'altra domanda: chi vi parteciperà? La storia può darci le risposte.

Il Patriarcato di Costantinopoli ha cercato di organizzare due volte un'unione con il Vaticano.

Le unioni di Lione e di Firenze

La prima volta fu nel 1274 a Lione. Dal 1204 al 1261 ci fu l'Impero Latino, formatosi a seguito della distruzione dell'Impero Bizantino da parte dei crociati durante la quarta crociata. A proposito, subito dopo questa crociata, che fu diretta contro i cristiani ortodossi piuttosto che contro gli infedeli, divenne chiaro che i latini non erano più correligionari ma nemici spietati. E questa non era l'opinione dell'episcopato e dei teologi, era sentita dalla gente comune con cui i crociati si erano comportati in modo estremamente crudele. Dopo l'espulsione dei latini da Costantinopoli da parte dell'imperatore Michele VIII Paleologo, l'ex capo dell'Impero Latino, Baldovino II, si recò in Occidente e chiese al papa e ai sovrani europei di aiutarlo a tornare a Costantinopoli.

l'Impero Bizantino nel 1265

Papa Urbano IV, che era completamente dalla sua parte, iniziò a diffondere proclami che chiedevano una nuova crociata contro Costantinopoli. E lo suocero di Baldovino, Carlo I d'Angiò, che allora era un sovrano molto potente, iniziò i preparativi militari per una futura guerra con i greci. Allo stesso tempo, i bulgari e gli abitanti del Peloponneso erano in contrasto con il restaurato Impero Bizantino. Inoltre, all'interno dell'impero stesso, c'era una minaccia di insurrezione, in connessione con l'accesso illegale al trono dello stesso Michele Paleologo.

Ed è in queste condizioni che l'imperatore mise l'Ortodossia ai piedi di Roma in cambio di un sostegno politico. I negoziati su questo con papa Urbano IV, Clemente IV e Gregorio X, che si sostituirono rapidamente a vicenda, portarono alla firma dell'Unione di Lione, secondo la quale la Chiesa ortodossa di Bisanzio accettò tutti gli insegnamenti cattolici e si sottomise al papa.

Il secondo tentativo di unione avvenne nel 1439 a Firenze. L'allora imperatore Giovanni VIII Paleologo necessitava anch'egli dell'assistenza militare e del sostegno politico del papa. E allo stesso modo aveva pianificato di ripagarlo con l'Ortodossia.

l'Impero Bizantino nel 1453

I turchi ottomani circondavano Costantinopoli da ogni parte, e i greci facevano tentativi disperati per cercare in qualche modo di preservare l'Impero. Nel 1437, Giovanni Paleologo portò una delegazione di vescovi in ​​Italia per svendere l'Ortodossia e proibì loro di lasciare il Concilio di Ferrara-Firenze senza firmare un documento che subordinava la Chiesa ortodossa al papa. Solo pochi vescovi, guidati da san Marco di Efeso, si rifiutarono di firmare. Un dettaglio interessante: uno di questi vescovi, per evitare di firmare, fece finta di essere pazzo, mentre l'altro si limitò semplicemente a fuggire. L'Unione non aiutò: nel 1453 Costantinopoli fu catturata dai turchi ottomani, guidati dal sultano Mehmed II.

Entrambe queste unioni non sono state attuate nella pratica, poiché il clero ortodosso e il popolo non le hanno accettate. I sostenitori dell'unione sono stati trattati come traditori. Il disprezzo per loro era così forte che, secondo fonti storiche, anche toccarli era considerato una profanazione.

Ciò che accomuna queste due unioni non è solo il fatto che sono rimaste solo sulla carta, ma anche il motivo per cui sono state concluse. Questo motivo è politico. Costantinopoli, di fronte a una reale minaccia della fine alla sua esistenza come stato, e gli imperatori, di fronte alla reale minaccia di perdere il loro potere personale, hanno cercato di scambiare il loro bene più prezioso – l'Ortodossia – per il sostegno dell'Occidente. I vescovi, guidati dai patriarchi di Costantinopoli, li hanno assecondati e chi esprimeva disaccordo era mandato in prigione e in esilio. Cristo non ha creato la sua Chiesa come una risorsa da consegnare agli imperatori bizantini con la possibilità di disporne a propria discrezione, ma le circostanze della conclusione di entrambe le Unioni indicano che il loro atteggiamento verso la Chiesa era proprio questo.

Sogni di far rivivere la grandezza del passato

Ora, attraverso il prisma delle vicende storiche sopra citate, diamo uno sguardo all'attuale azione del Patriarcato di Costantinopoli.

Nelle parole del papa e del patriarca Bartolomeo riportate all'inizio dell'articolo, non si può non notare la fiducia nell'unificazione del Vaticano e del Fanar, sebbene le parole "raggiungeremo questo obiettivo" possono essere intese in due modi. Se per "noi" si intende il papa e il patriarca, allora l'unificazione è vista nel prossimo futuro a causa dell'età avanzata di entrambi. Se per "noi" si intende il Fanar e il Vaticano, allora la prospettiva può essere rimandata a una data successiva. Ma bisogna fare attenzione al fatto che papa Francesco parla dell'intensificazione del dialogo nell'ultimo secolo. La storia testimonia che è proprio così. È anche vero che durante questo secolo il Patriarcato di Costantinopoli ha subito dalla storia pesanti colpi, che alla fine lo hanno portato sull'orlo della completa scomparsa.

Se nel 1914, secondo varie stime, da 1,7 a 2,3 milioni di greci vivevano sul territorio dell'Impero Ottomano, e il patriarca di Costantinopoli non era solo il capo religioso dei cristiani ortodossi dell'impero ma anche il capo secolare di questo "Rūm Millet". Poi, dieci anni dopo, dopo la prima guerra mondiale, la catastrofe dell'Asia Minore, il genocidio dei greci del Ponto e lo scambio della popolazione greco-turca, che pose fine a tutti questi eventi, poco più di 200mila greci etnici rimasero in Turchia, e nei successivi cento anni, il loro numero non ha fatto che diminuire. Oggi, circa 2-3 mila greci vivono in Turchia. Si tratta principalmente dei dipendenti del Patriarcato di Costantinopoli e dei membri delle loro famiglie. Va notato che i greci etnici in Turchia sono molti di più, secondo varie stime da 400.000 a 4 milioni, ma il fatto è che si tratta di greci islamizzati che non hanno nulla a che fare con il Patriarcato di Costantinopoli.

Dopo le terribili storie sulla tragedia della popolazione greca dell'Impero Ottomano all'inizio del XX secolo, la prima cosa che viene in mente è la domanda: perché il Patriarca di Costantinopoli non ha seguito il suo gregge durante lo scambio di popolazione? Dopo tutto, il Vangelo parla abbastanza chiaramente di come dovrebbe essere un buon pastore: "...Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore". (Gv 10:11-13). Il fatto che il patriarca di Costantinopoli sia rimasto in Turchia mentre il suo gregge era praticamente tutto esiliato principalmente in Grecia è comprensibile non dal punto di vista del Vangelo, ma dal punto di vista del nazionalismo greco.

Il Patriarca è rimasto a Istanbul per "tenere il posto", per essere un simbolo dell'antica grandezza greca, e per nutrire la speranza dei greci che un giorno torneranno e Costantinopoli tornerà a diventare la magnifica capitale dell'Impero risorto. Questo è il motivo per cui i patriarchi di Costantinopoli subiscono umiliazioni e oppressioni sia da parte delle autorità turche che da parte della popolazione locale ostile. Forse questo è lodevole dal punto di vista dell'identità nazionale greca, ma si deve riconoscere che un simile atteggiamento non ha una base evangelica. Il Vangelo dà piuttosto una valutazione negativa a tale identità nazionale. Dopotutto, questo è molto simile alle aspirazioni degli ebrei al tempo di Cristo che il Messia dovrà far rivivere il regno di Davide sulla terra e che gli ebrei governeranno su tutte le nazioni. E il rifiuto da parte di Cristo di realizzare queste aspirazioni fu la spinta per il popolo che esclamò all'ingresso del Signore a Gerusalemme: "Osanna al Figlio di Davide!" e pochi giorni dopo gridò: "Crocifiggilo, crocifiggilo!"

Forse un giorno ci sarà un ritorno trionfale dei greci a Costantinopoli, ma finora abbiamo osservato come le autorità turche stiano costantemente espellendo il Patriarcato di Costantinopoli dal loro territorio. Nel 1954, con la connivenza delle autorità, avvenne un pogrom nel patriarcato. Nel 1955 ci fu un simile pogrom della comunità greca a Costantinopoli. Nel 1971 la Turchia chiuse la scuola teologica dell'isola di Halki. Nel 1994, un ordigno esplosivo fu impiantato nella chiesa di san Giorgio. Allora fu neutralizzato con successo, ma nel 1996 ci fu un'esplosione nella chiesa. Nel 2020, Hagia Sophia, che aveva lo status di museo, è stata trasformata in una moschea. E questo non è un elenco completo.

Il ritorno trionfale dei greci a Costantinopoli non è ancora visibile, ma si fa sempre più concreta la prospettiva dello sfratto del Patriarcato di Costantinopoli dalla Turchia. In queste condizioni, la storia si ripete: il Patriarcato di Costantinopoli sta cercando di trovare aiuto in Vaticano e per questo è pronto all'unione con Roma. È difficile dire su cosa conti esattamente, ma una cosa è certa: se il Fanar non avesse avuto problemi come adesso, se avesse un gregge di molti milioni di fedeli come prima, se non fosse minacciato di sfratto, ecc., allora non si getterebbe tra le braccia del Vaticano. Dopo tutto, prepararsi per l'unione è un rischio enorme. Due tentativi passati indicano che quegli imperatori e patriarchi che li iniziarono finirono molto male. Il clero e il popolo si rifiutarono semplicemente di obbedire. Pertanto, prima di fare un altro tentativo, i patriarchi di Costantinopoli stanno cercando di consolidare il loro potere nell'Ortodossia. E questo si è visto anche negli ultimi cento anni.

Il primo a portare la Chiesa all'unione?

Recentemente, la dottrina del presunto primato di potere del patriarca di Costantinopoli è già stata finalmente formata e sistematizzata. È espressa nel modo più completo nel trattato dell'attuale capo dell'arcidiocesi d'America, l'arcivescovo Elpidophoros (Lambriniadis): "Il primo senza eguali." Questo trattato si conclude con le seguenti parole: "Il primato dell'arcivescovo di Costantinopoli, come abbiamo già detto, non ha nulla a che fare con i dittici, che si limitano a esprimere un ordine gerarchico (ordine che, in definizioni contraddittorie, il documento del Patriarcato di Mosca riconosce in una certa misura, ma in realtà nega). Se parliamo della fonte del primato, allora tale fonte è la personalità stessa dell'arcivescovo di Costantinopoli, che, come vescovo, è un primo "tra pari", ma come arcivescovo di Costantinopoli e, di conseguenza, come patriarca ecumenico è un primo senza pari (primus sine paribus)".

Gli fa eco uno dei più famosi teologi greci, il metropolita Hierotheos (Vlachos) di Nafpaktos della Chiesa ortodossa di Grecia: "Il patriarca ecumenico ha una serie di compiti che sono stati riconosciuti nella pratica da tutte le Chiese ortodosse. Tra questi c'è quello di presiedere ai Concili e di concedere l'autocefalia. Chi ha questi privilegi e responsabilità esclusivi? Chiunque le neghi dovrà respingere tutte le Chiese autocefale e le autocefalie che il patriarcato ha concesso alle Chiese più giovani. <...> Il patriarca ecumenico è il primo a formare l'unità della Chiesa a immagine di Cristo, senza essere "vicario di Cristo" <...> Chi non resta in comunione con il primo, insieme al suo Sinodo, è tagliato fuori dalla comunità ecclesiale".

E l'apogeo della comprensione perversa della natura stessa della Chiesa è l'affermazione del metropolita Amphilochios di Adrianopoli della Chiesa greca: "C'è un'opinione secondo cui la Chiesa ortodossa è guidata da Gesù Cristo. Ma in realtà la Chiesa è guidata dal patriarca ecumenico".

L'archimandrita Sofroniy (Sakharov) (1896-1993), che, a proposito, faceva parte della Chiesa di Costantinopoli ed è stato canonizzato da essa un anno fa, avvertì che una tale visione del mondo del Fanar avrebbe inevitabilmente portato alla negazione del dogma sulla Chiesa nella forma in cui esso fu formulato al secondo Concilio ecumenico del 381:

"Attualmente, nel profondo della nostra santa Chiesa, c'è un grande pericolo di pervertire l'insegnamento dogmatico su di essa, e quindi il pericolo di pervertire il suo essere, perché la coscienza dogmatica è organicamente collegata con l'intero corso della vita spirituale interiore. <…> La perdita della verità dogmatica, per la sua conseguenza irreparabile, avrà la perdita della possibilità di una vera conoscenza di Dio, la cui pienezza è data alla Chiesa. <...> Se ora distorciamo l'insegnamento sulla Chiesa e, di conseguenza, l'immagine del suo essere, allora come potrà servire i suoi figli sulla via della verità? Ci si può chiedere, ma dove si vede ora questa distorsione? Rispondiamo: nel neopapismo di Costantinopoli, che sta cercando rapidamente di passare da una fase teorica a una pratica".

Si può presumere che non tutti i vescovi del Patriarcato di Costantinopoli condividano l'aspirazione del patriarca Bartolomeo alla guida della Chiesa. Se guardiamo alla situazione che si è sviluppata nelle Chiese greca e cipriota e in misura minore in quella alessandrina dopo il loro riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", questo simbolo del primato del Fanar, vedremo che ci sono molti vescovi che si sono opposti fermamente a tale riconoscimento. Inoltre, questo disaccordo è stato supportato da argomentazioni così forti che, per esempio, il primate della Chiesa di Cipro, l'arcivescovo Chrysostomos, non ha trovato altri argomenti oltre alle minacce di deposizione. Nella stessa Chiesa di Costantinopoli, l'episcopato finora ha tacitamente concordato con la politica del patriarca Bartolomeo e di altri sostenitori del neopapismo di Costantinopoli, ma presto potrebbe arrivare il momento della verità in cui è necessario fare una scelta per l'una o per l'altra strada.

Presumibilmente, un tale momento arriverà nel 2025 durante la celebrazione del 1700° anniversario del primo Concilio ecumenico. Non c'è motivo migliore per il patriarca Bartolomeo e per papa Francesco di unire a un certo livello le strutture ecclesiali da loro guidate. Nel 325, al primo Concilio ecumenico di Nicea, in primo luogo, c'era una Chiesa unica sia in Occidente che in Oriente, e in secondo luogo, non erano state sollevate affatto questioni sul Filioque e sul primato del papa.

È vero, allora la Chiesa di Costantinopoli non esisteva come tale, poiché non c'era Costantinopoli. Il santo imperatore Costantino il Grande trasferì la capitale dell'impero nella città di Bisanzio solo nel 330 e fino al secondo Concilio ecumenico (381) la città era sotto la giurisdizione del metropolita di Eraclea. Ma nessuno ricorderà questo fastidioso malinteso. E ora, molto presto, il clero e il popolo greco dovranno dimostrare di essere degni della memoria dei loro antenati che non hanno accettato le unioni di Lione e di Firenze. Mi piacerebbe credere che la stessa fine ingloriosa attenda la nuova unione.

Tuttavia, il tempo lo dimostrerà...

 
Se domani ci fosse una guerra con la Turchia: i legami canonici della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

Immaginiamo che il Dipartimento di etnopolitica ucraino esamini lo statuto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" per verificare i legami con l'aggressore. Cosa scoprirà? Cercheremo di capirlo per vedere quanto sia autocefala la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Oggi per le autorità ucraine esiste un solo Stato aggressore, la Russia. Ma i tempi stanno cambiando e l'aggressore potrebbe cambiare (o potrebbe aggiungersene un altro). E se le parole del presidente della Turchia su una possibile "guerra della Croce e della Mezzaluna" diventassero realtà? E se l'Ucraina, che sostiene Israele nel conflitto con Hamas, e la Turchia, che sostiene i palestinesi, si ritrovassero sui lati opposti delle barricate? E se la Turchia, la cui politica assomiglia sempre più a quella dell'Impero Ottomano, si ricordasse che la Crimea un tempo le apparteneva?

Certo, tutti vorremmo che non iniziassero mai nuove guerre e che le guerre già intraprese finissero, ma comunque... A molti un'invasione dell'Ucraina da parte della Russia sembrava impossibile fino al 24 febbraio 2022. In generale, speriamo che tutto ciò che è stato detto rimanga nel mondo delle "fantasie". Immaginiamo però quali potrebbero essere i risultati dell'esame peritale religioso dello Statuto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" riguardante i legami canonici con la Turchia e il Patriarcato di Costantinopoli con sede in quel Paese.

La "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" dispone di tre documenti statutari in base ai quali svolge le sue attività. Si tratta del Tomos emanato dal Patriarca Bartolomeo il 6 gennaio 2019, dello Statuto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" adottato il 15 dicembre 2018 dal cosiddetto "Concilio locale d'unificazione" sulla base del Tomos ancora da emanare, e dello Statuto (regolamento) sul governo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", adottato dal Concilio dei vescovi il 27 luglio 2023. L'ultimo documento è stato adottato con l'obiettivo di "regolamentare più dettagliatamente le questioni statutarie della vita della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", è il documento più voluminoso, ben 76 pagine, che riprende e dettaglia lo Statuto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Non lo prenderemo in considerazione poiché la questione che ci interessa circa il rapporto canonico della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" con il Patriarcato di Costantinopoli si rivela principalmente nel Tomos e nello Statuto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" del 15 dicembre 2018.

Unità (subordinazione) con il Patriarcato di Costantinopoli

Il primo paragrafo dello Statuto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" recita quanto segue: "La Chiesa ortodossa d'Ucraina fa parte della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica ed è inseparabilmente unita alla Madre, la Grande Chiesa di Cristo a Costantinopoli, e attraverso di lei, a tutte le altre Chiese ortodosse autocefale."

Come possiamo vedere, qui c'è la stessa formulazione della Lettera del Patriarca Alessio II, inviata all'allora metropolita di Kiev Filaret nel 1990 e che testimoniava la formazione della Chiesa ortodossa ucraina nello status di autonomia. In quella Lettera si legge quanto segue: "La Chiesa ortodossa ucraina, unita attraverso la nostra Chiesa ortodossa russa con la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica, senza una decisione conciliare di tutta la pienezza cattolica ortodossa, non può cambiare nulla riguardo ai dogmi della fede e i santi canoni".

Questa formulazione è molto strana e sconosciuta al diritto canonico. Maggiori dettagli al riguardo si possono trovare nell'articolo "Passioni per la Lettera del patriarca Alessio II". Non ripeteremo in questa sede gli argomenti ivi menzionati.

Tuttavia, dopo aver letto lo Statuto della Chiesa ortodossa ucraina e lo Statuto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", non si può fare a meno di chiedersi perché nel caso della Chiesa ortodossa dell'Ucraina questa costruzione di "uniti attraverso" indica l'autonomia, e nel caso della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" – l'autocefalia?

È evidente che una Chiesa autocefala, nel pieno senso della parola, non può essere unita a tutta la Chiesa ortodossa attraverso un'altra Chiesa. In altre parole, il primo punto dello Statuto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ci rivela che, nonostante il titolo "autocefalo", la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è soggetta al Patriarcato di Costantinopoli.

Supremazia del Tomos

Il secondo paragrafo delle "disposizioni generali" dello Statuto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" la chiama "autocefala" ed è così formulato: "La Chiesa ortodossa dell'Ucraina è autocefala, secondo lo status kenotico (attraverso il sacrificio di sé) concessole dal santo corpo canonico martirizzato della Chiesa Madre di Costantinopoli, cioè del Santissimo Trono Ecumenico Apostolico, e si ispira, come si conviene, alla Sacra Scrittura, alla Sacra Tradizione, ai divini e sacri canoni, e alla pratica santificata della Chiesa, guidata secondo con il Tomos patriarcale e sinodale, con il quale le è stato concesso lo status di autocefalia il 6 gennaio 2023, nonché in dettaglio – con lo Statuto che a ciò corrisponde".

In questa sezione dello Statuto si avverte la paternità dei vescovi di Costantinopoli, sotto la cui guida il 15.12.2018 si è tenuto il cosiddetto "Concilio di Unificazione". Ciò significa che il Fanar si è strappato da sé dolorosamente (kenoticamente) la Chiesa ucraina, che aveva acquisito appena un mese prima, l'11 novembre 2018, quando ha deciso di annullare il trasferimento della metropolia di Kiev sotto la giurisdizione del Patriarcato di Mosca nel 1686. Dovrebbe essere chiaro che il Fanar "ha sofferto" nel concedere l'autocefalia alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" perché questo è esattamente ciò che dice lo Statuto.

Segue l'enumerazione dei grandi titoli del Fanar, tra cui "Ecumenico". Questa è l'autodesignazione del Patriarcato di Costantinopoli, intesa a impressionare la gente comune con l'idea che l'autorità di questo patriarcato si estende presumibilmente all'intero universo. Tuttavia, non così. In termini sacri, il patriarca di Costantinopoli è esattamente uguale a qualsiasi vescovo, e in termini amministrativi, uguale al capo di qualsiasi altra Chiesa locale.

Vale anche la pena notare che lo Statuto dà la preferenza al Tomos quando si tratta di possibili disaccordi riguardanti lo status e l'amministrazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Se confrontato con la Lettera del patriarca Alessio II e con lo Statuto della Chiesa ortodossa ucraina, quest'ultimo non dice che la Lettera abbia la supremazia. In effetti, non può essere così, poiché la Lettera non dice nulla sul modo di governo della Chiesa ortodossa ucraina; afferma semplicemente che essa è indipendente e autonoma. Il Tomos, invece, regola in modo sufficientemente dettagliato le modalità e i metodi di gestione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", e su questa base potrebbero effettivamente sorgere disaccordi. Per esempio, il Fanar potrebbe facilmente affermare, se lo desiderasse, che tutte le decisioni dei Concili locale ed episcopale della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non sono valide sulla base del fatto che questi organi di governo semplicemente non sono prescritti dal Tomos, che menziona solo la metropolia di Kiev e il suo Sinodo.

Il terzo punto delle "disposizioni generali" dello Statuto prevede che le questioni da esso non previste siano esaminate da "una Commissione mista nominata dal Patriarcato ecumenico". Si tratta in realtà di un riferimento al testo del Tomos, secondo cui "per la risoluzione di importanti questioni di natura ecclesiastica, dogmatica e canonica, sua Beatitudine il Metropolita di miev e di tutta l'Ucraina, a nome del Santo Sinodo della sua Chiesa, dovrebbe appellarsi al nostro Santissimo ed Ecumenico Trono Patriarcale" .

Potete immaginare che in una Chiesa del tutto indipendente le questioni non previste dal suo Statuto siano esaminate da una commissione nominata da un'altra Chiesa?"

Anche il punto 4 delle "disposizioni generali" fa riferimento alle disposizioni del Tomos. Si afferma che solo i cristiani ortodossi residenti in Ucraina possono essere membri della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Al di fuori dei suoi confini, "i cristiani ortodossi di origine ucraina nella diaspora ortodossa ricevono ora la cura pastorale dei vescovi eparchiali del Patriarcato ecumenico".

Ricordiamo la formulazione del Tomos: "La Santa Chiesa dell'Ucraina... non può nominare vescovi né istituire parrocchie fuori dello Stato; quelle già esistenti sono ormai soggette, secondo l'ordine, al Trono ecumenico, che ha autorità canonica nella diaspora, perché la giurisdizione di questa Chiesa è limitata al territorio dello Stato ucraino".

Questo non è un po' umiliante per una "Chiesa indipendente autocefala"?

La successiva conferma della dipendenza della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" dal Patriarcato di Costantinopoli si trova nella sezione che descrive i poteri del Concilio episcopale della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Nel primo punto si afferma che il Concilio dei vescovi "deve curare l'unità con il Patriarcato ecumenico e le altre Chiese ortodosse autocefale" .

Problemi maggiori

Il Tomos afferma che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è obbligata a sottoporre tutte le questioni importanti al Patriarcato ecumenico, cioè non può deciderle autonomamente. Dovrebbe essere chiaro che la determinazione di quali questioni specifiche rientrano nella categoria "importanti" non spetta alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ma al Patriarcato ecumenico di Costantinopoli.

Se il Patriarcato ecumenico lo desidera, può annullare qualsiasi decisione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" definendo la questione "importante". Ciò avverrà nel pieno rispetto dello Statuto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", che attribuisce la supremazia al Tomos.

Inoltre, un'altra disposizione dello Statuto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" stabilisce che eventuali modifiche allo stesso sono possibili "esclusivamente nello spirito del Tomos".

La terza disposizione del mandato del Concilio dei vescovi approfondisce l'obbligo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" di appellarsi al Fanar per la risoluzione di questioni importanti. È formulata come segue: "Sulle questioni più importanti che richiedono discussioni e azioni congiunte per un migliore sostegno alla Chiesa ortodossa, il Santo Concilio dei vescovi in Ucraina fa appello al patriarca ecumenico, che presta volentieri assistenza e annuncia la decisione necessaria per il Santo Concilio dei vescovi della Chiesa dell'Ucraina". In altre parole, si afferma esplicitamente che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non si consulta con il Patriarcato ecumenico e non chiede il suo parere, che potrebbe poi essere preso in considerazione o ignorato. Si precisa che il patriarca di Costantinopoli annuncia alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" la sua decisione già presa.

Stavropegia

La quarta disposizione delle competenze del Concilio dei vescovi riguarda la stavropegia del Patriarca ecumenico in Ucraina: "La decisione delle questioni riguardanti la redazione e l'approvazione delle regole interne della stavropegia patriarcale spetta esclusivamente ed unicamente al patriarca ecumenico".

Esiste una pratica abbastanza comune quando una Chiesa ha parrocchie e persino monasteri sul territorio di un'altra Chiesa e, di conseguenza, li gestisce a sua discrezione. Ma tali strutture si chiamano "metochia" e non possono aprire e operare senza il consenso della Chiesa locale sul cui territorio si trovano. Si tratta qui di stavropegia, cioè di strutture che il primate sottrae alla sfera di amministrazione del vescovo locale e le subordina direttamente a sé. La loro esistenza è una conferma che il patriarca di Costantinopoli è in realtà il capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e ha il diritto di gestire la sua stavropegia sul territorio dell'Ucraina.

Oggi, il Fanar ha solo una stavropegia: la chiesa di sant'Andrea a Kiev; tuttavia, secondo i resoconti dei media, secondo gli accordi raggiunti nel 2018 tra il patriarca Bartolomeo e l'allora presidente ucraino Poroshenko, al Fanar dovevano essere donati circa 20 dei monumenti più significativi dal punto di vista storico dell'Ucraina: monasteri e chiese.

Crisma e canonizzazione dei santi

La corrispondente disposizione sui poteri del Concilio episcopale della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" recita quanto segue: "Si prende cura di ricevere il santo crisma dalla Chiesa Madre di Costantinopoli. Inoltre, canonizza i santi per la Chiesa ortodossa dell'Ucraina e prepara proposte per l'introduzione di nuovi santi nel calendario liturgico generale, presentandoli al giudizio e all'approvazione della Grande Chiesa di Cristo secondo la lunga tradizione della Chiesa ortodossa orientale".

"La Grande Chiesa di Cristo" è un'altra autodesignazione del Patriarcato di Costantinopoli, intesa a sottolinearne l'universalità e la singolarità, e se presa alla lettera, suggerisce la sostituzione dell'intera Chiesa di Cristo con se stessa.

Ricevere il santo crisma da un'altra Chiesa non è considerato un segno obbligatorio di subordinazione, ma ll sua produzione indipendente significa un'autentica indipendenza, basata su considerazioni puramente pratiche. Come è noto, lo Spirito Santo discende sui neobattezzati mediante l'unzione con il crisma. Anticamente ciò avveniva mediante l'imposizione delle mani degli apostoli e poi dei vescovi, ma fu presto sostituita dalla pratica che esiste oggi. Ora, immaginiamo che la "Chiesa Madre" non dia il crisma. Cosa succede dopo? Dopo qualche tempo, le riserve del crisma già ottenuto si esauriscono e non c'è nulla che possa sostituirlo, interrompendo di conseguenza l'adempimento del sacramento del Battesimo. Così avveniva l'interdetto nella pratica del Medioevo.

Una situazione simile si verifica con la canonizzazione dei santi. Ogni Chiesa locale approva autonomamente la venerazione dei santi. Non c'è ordine che la venerazione dei santi canonizzati dal Patriarcato ecumenico diventi obbligatoria per tutti. Anche l'obbligo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" di seguire l'esempio del Patriarcato di Costantinopoli in questo senso indica indirettamente una dipendenza da esso.

Il diritto di ricorso

La sezione corrispondente dello Statuto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è esplicitamente intitolata "Ricorso (Ἔκκλητον)". Si precisa: "Un chierico di qualsiasi grado, condannato in via definitiva dalla sua autorità ecclesiastica a qualsiasi pena, può esercitare il diritto di appello al Patriarca ecumenico, conformemente ai sacri canoni (9 e 17 del IV Concilio ecumenico) e alla prassi consolidata della Chiesa".

La disposizione dello Statuto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" relativa ai ricorsi attesta direttamente la sua subordinazione al Patriarcato di Costantinopoli.

Se leggiamo le norme specificate in questa sezione, che si riferiscono al quarto Concilio ecumenico, vedremo che esse identificano effettivamente nel patriarca di Costantinopoli la massima autorità d'appello. Tuttavia tutti i commentatori di queste regole, soprattutto quelle antiche, sottolineano che ciò vale solo per la Chiesa locale costantinopolitana e per nessun'altra.

Per esempio, l'interpretazione di Zonaras (XII secolo) è la seguente: "Ma il patriarca di Costantinopoli non è nominato giudice su tutti i metropoliti senza eccezione, ma solo su quelli che gli sono subordinati. Egli infatti non può costringere i metropoliti di Siria, o di Palestina e Fenicia, o d'Egitto a comparire davanti alla sua corte contro la loro volontà. I metropoliti di Siria sono soggetti al giudizio del patriarca di Antiochia, e quelli palestinesi al giudizio del patriarca di Gerusalemme, mentre quelli egiziani devono essere giudicati dal patriarca d'Alessandria, dal quale ricevono l'ordinazione e al quale sono specificatamente soggetti".

In generale, questi canoni del quarto Concilio ecumenico mirano a impedire ai chierici di litigare tra loro nei tribunali secolari piuttosto che ad affermare l'autorità del patriarca di Costantinopoli. A questo scopo fanno riferimento al sistema di giurisdizione esistente all'interno della Chiesa locale.

Il Canone 17 stabilisce inoltre un periodo di 30 anni, trascorso il quale i cambiamenti nei confini delle diocesi diventano inalterabili, escludendo ogni possibilità di controversia. Se si applica l'analogia giuridica a questo canone, esso vieta al Patriarcato di Costantinopoli di chiedere il ritorno della metropolia di Kiev dopo la sua inclusione di 300 anni nel Patriarcato di Mosca. Ciò indica quindi l'illegittimità della creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e dell'intera iniziativa in generale.

Conclusione

Riassumendo quanto sopra, si può affermare che i seguenti punti indicano la subordinazione della Chiesa ortodossa ucraina al Patriarcato di Costantinopoli:

  • La "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è collegata all'Ortodossia attraverso il Patriarcato di Costantinopoli;

  • Il Tomos del Patriarcato di Costantinopoli ha la supremazia sullo Statuto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina";

  • Le questioni non coperte dallo Statuto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sono risolte da una Commissione nominata dal Patriarcato di Costantinopoli;

  • La "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha il diritto di prendersi cura spirituale degli ucraini solo all'interno del paese. Al di là dei suoi confini, se ne fa carico il Patriarcato di Costantinopoli;

  • La "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è obbligata a chiedere la risoluzione di questioni importanti al Patriarcato di Costantinopoli, e queste decisioni sono prese in modo indipendente dal Patriarcato di Costantinopoli e annunciate alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina";

  • Il Patriarcato di Costantinopoli ha la sua stavropegia nel territorio dell'Ucraina;

  • La "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" riceve il santo crisma dal Patriarcato di Costantinopoli;

  • Il Patriarca di Costantinopoli è l'autorità giudiziaria finale per la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", il che significa che può annullare qualsiasi sua decisione riguardante qualsiasi chierico.

In conclusione, sulla base di un esame religioso dello Statuto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", si può concludere che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non è semplicemente "canonicamente collegata" al Patriarcato di Costantinopoli ma è direttamente subordinata ad esso. Questa conclusione è tratta esclusivamente dal testo dello Statuto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Se si considera il Tomos del 6 gennaio 2019, questa subordinazione viene affermata ancora più esplicitamente. Inoltre, la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non può essere pienamente definita autocefala, considerando tutte le limitazioni sopra menzionate alle sue attività.

Certamente, in caso di conflitto con la Turchia, non si può seriamente sostenere che l'apparente subordinazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" al Patriarcato di Costantinopoli possa avere un impatto sulla sicurezza nazionale dell'Ucraina. Allo stesso modo, non possiamo seriamente affermare che la formulazione della Lettera della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarca Alessio possa minare questa sicurezza. Lo Stato deve vietare completamente la minima menzione dei legami tra le denominazioni ucraine e qualsiasi centro straniero, oppure rispettare la Costituzione e smettere di reprimere i propri cittadini.

 
Rendere noto il mistero

Padre Stephen Freeman analizza il modo di presentare il mistero cristiano a partire dalle Scritture, e sottolinea il diverso approccio della coscienza ecclesiale e patristica ortodossa e quello della moderna esegesi letteralista. La domanda che pone la coscienza ortodossa, che non presume mai che le Scritture siano chiaramente comprensibili, è la stessa che pone l’eunuco etiope nell’ottavo capitolo degli Atti degli Apostoli: "Come posso [comprendere le Scritture] se nessuno mi istruisce?"

Presentiamo le considerazioni di padre Stephen nella sezione “Confronti” dei documenti.

 
L'Ucraina chiede il blocco del sito web dell'Unione dei giornalisti ortodossi su richiesta della SBU

Nel prossimo futuro l'accesso al sito web dell'Unione dei giornalisti ortodossi potrebbe essere bloccato. Foto: fonti aperte

È possibile accedere al sito web dell'Unione dei giornalisti ortodossi solo tramite VPN.

Il 16 dicembre 2023, il Servizio statale per le comunicazioni speciali e la protezione delle informazioni dell'Ucraina ha pubblicato un ordine in cui si afferma che una serie di risorse, compreso il sito web dell'Unione dei giornalisti ortodossi (UOJ), dovrebbero essere bloccate in Ucraina. Il documento è disponibile sul sito della Commissione nazionale per le comunicazioni. Il blocco viene effettuato in risposta alla richiesta del Servizio di Sicurezza dell'Ucraina (SBU).

I lettori stanno già inviando messaggi alla redazione dell'Unione dei giornalisti ortodossi, segnalando che il sito web è inaccessibile tramite alcuni provider ucraini. Prevediamo che, in quanto strumento mediatico indesiderato, verremo completamente bloccati. Faremo tutto il possibile per rimanere nello spazio online del nostro Paese. Tuttavia, consigliamo ora ai lettori che, in caso di problemi di accesso al sito dell'Unione dei giornalisti ortodossi, utilizzare gli anonimizzatori (VPN).

In precedenza, l'Unione dei giornalisti ortodossi aveva riferito che, secondo una dichiarazione del Dipartimento di Giustizia, la SBU sta alimentando la discordia religiosa e l'odio contro la Chiesa ortodossa ucraina.

 
Il metropolita Luka commenta le parole dell'igumeno di Vatopedi sul conflitto tra Fanar e Chiesa ortodossa russa

il metropolita Luka (Kovalenko) di Zaporozh'e e Melitopol'. Foto: hramzp.ua

L'archimandrita Ephraim è in malafede quando parla del conflitto tra Fanar e Chiesa ortodossa russa, perché si tratta di una violazione del sistema canonico della Chiesa universale, dice il metropolita Luka.

Il metropolita Luka (Kovalenko) di Zaporozh'e e Melitopol' ha commentato le dichiarazioni dell'igumeno del monastero di Vatopedi, l'aarchimandrita Ephraim (Kutsu), secondo cui l'Athos può solo pregare per il ritorno dell'unità ecclesiale poiché non può in alcun modo influenzare il "conflitto tra due Sinodi, due Chiese, il Patriarcato di Mosca e il Patriarcato ecumenico" derivante dalla "questione ucraina".

"Che spettacolo triste!" ha scritto il metropolita della Chiesa ortodossa ucraina sul suo canale Telegram venerdì 11 dicembre. "Da un lato, chiese sequestrate, persone picchiate, altari e santi doni gettati per strada nel fango, e dall'altro nobili anziani che, sorridendo dolcemente, parlano dell'amore universale di Dio, del bisogno di unità e di pace spirituale. Che cos'è? Astuzia o riluttanza a riconoscere la verità? Oppure è un tradimento, rivestito delle vesti dell'obbedienza?"

Il vescovo di Zaporozh'e ha ricordato come la Chiesa ortodossa ucraina "pregava per un confessore di fede e un martire incruento", quando l'anziano Ephraim era in prigione e subiva persecuzioni, "ma cosa vediamo ora? Un uomo che stava per partecipare all'intronizzazione di Epifanij/Sergej Dumenko/Chokaljuk".

"Allora è riuscito ad arrivare in ospedale e a guardare in TV Cristo crocifisso nella mia terra, solo con la partecipazione del suo rappresentante, e quindi anche con le sue mani", ha aggiunto il metropolita Luka. Ma, dopo aver detto "A", ha dovuto dire "B", ricevendo gli scismatici nel suo monastero e pregando con loro. Ora l'igumeno Ephraim pronuncia altisonanti parole sull'amore, ma allo stesso tempo sostiene coloro che gettano esplosivi nelle case dei nostri sacerdoti, che spingono in strada madri con bambini piccoli, che fanno a pezzi il Corpo di Cristo - la Chiesa".

Il metropolita ha osservato che se, come afferma l'anziano Ephraim, "abbiamo tutti la stessa liturgia", anche "i funghi commestibili e quelli velenosi non differiscono quasi gli uni dagli altri" e "se l'igumeno Ephraim è pronto a servire la liturgia con qualcuno, ne mangia i funghi senza distinguere tra le loro proprietà e qualità. Ma i funghi sono meno pericolosi, perché in questo caso rischierà solo il corpo e la salute, contrariamente alla concelebrazione con gli eretici, in cui rischia la morte dell'anima".

Inoltre, ha detto il metropolita della Chiesa ortodossa ucraina, riferendosi alla sottomissione canonica al patriarca Bartolomeo, l'igumeno del monastero di Vatopedi "nella sua obbedienza ha attraversato il confine su cui finiva la sua obbedienza alla Chiesa", sostenendo "il papismo, l'etnofletismo e le altre eresie che il suo capo al Fanar sta promuovendo oggi".

Il metropolita Luka ha anche sottolineato l'inganno nelle parole dell'archimandrita Ephraim sul conflitto tra i Sinodi delle due Chiese - quella russa e quella di Costantinopoli, poiché “si tratta di una violazione dell'ordine canonico dell'intera Chiesa ecumenica, seguita da una rottura nell'unità dell'intero corpo di Cristo sulla Terra!".

"Padre Ephraim chiede, 'che cosa può fare?'. Risponderemo con quello che avrebbe potuto fare ma non ha fatto. Avrebbe potuto diventare un nuovo Massimo il Confessore o Marco di Efeso, ma non ha voluto. A quanto pare, la morbidezza del trono dell'igumeno e la doratura del bastone dell'igumeno si sono rivelate più care a padre Ephraim rispetto alla verità e all'amore per Cristo. È un peccato, un peccato che nel rispettato igumeno i geni del peccato abbiano conquistato l'uomo nuovo in Cristo. Durante la sua vita ha avuto una possibilità di diventare un santo confessore della fede in Cristo, e tuttavia l'obbedienza al bandito di Istanbul si è rivelata più vicina al corpo...", ha ripreso il metropolita Luka di Zaporozh'e e Melitopol'.

Come riportato, l'igumeno del monastero di Vatopedi, l' archimandrita Ephraim, ha affermato di non poter intervenire nel conflitto tra il Fanar e la Chiesa ortodossa russa sulla "questione ucraina".

 
Un blog di controinformazione politica si rivela seriamente ortodosso

Uno dei migliori blog (in inglese) sul quale si può seguire una cronaca fattuale degli eventi geopolitici degli ultimi anni, nonché un'interpretazione libera dalle distorsioni propagandistiche del potere mediatico globale, è The Vineyard of the Saker.

L'autore, che usa lo pseudonimo di Saker, o falco sacro, si definisce un 'alieno legale' residente negli Stati Uniti, ed è un conoscitore attento del mondo russo e di quello americano e occidentale in generale (prerequisito indispensabile per capire qualcosa degli avvenimenti attuali). Quello che non sottolinea spesso, trattando di temi di politica internazionale, è il fatto di essere un cristiano ortodosso, anche se la sua impostazione emerge sia dalla linea generale del blog sia da alcuni commenti sparsi qua e là.

Sabato 17 maggio, Saker ha presentato ai suoi lettori un "interludio non politico" nel quale cerca di rispondere a due domande di genere teologico, sulla natura della Chiesa e sulla corruzione delle Scritture. Le risposte rivelano un autore più esperto in temi di teologia ortodossa rispetto a molti "professionisti" della materia.

Invitiamo i nostri lettori che leggono l'inglese a tenersi informati attraverso questo straordinario blog, la cui impostazione cristiana ortodossa può essere un buon esempio da seguire.

 
Molteplici giurisdizioni depositano una memoria di "amicus curiae" in difesa dei diritti della Chiesa

foto: becketlaw.org

Diverse giurisdizioni ortodosse che operano negli Stati Uniti hanno recentemente presentato una memoria di amicus curiae in un caso discusso alla Corte suprema del New Jersey riguardante il diritto e la libertà di un'organizzazione religiosa di disciplinare, licenziare o destituire un chierico per non essere stato all'altezza degli standard dell'organizzazione.

La dottrina giuridica in materia, nota come eccezione ministeriale, tutela un'istituzione religiosa dall'applicazione delle leggi antidiscriminatorie riguardanti il rapporto di lavoro con i suoi ministri.

Come affermato nella memoria depositata dalla diocesi dell'America orientale della Chiesa ortodossa serba, dalla diocesi dell'America orientale della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia, dalla metropolia ortodossa romena delle Americhe e dall'arcidiocesi cristiana ortodossa antiochena del Nord America, "Questo mandato richiede necessariamente di garantire che i loro ministri, che sono 'lo strumento principale con cui la Chiesa cerca di realizzare il suo scopo', rimangano degni di questa pesante responsabilità".

"I ricorrenti hanno un forte interesse in questo caso perché si avvalgono regolarmente delle tutele costituzionali previste dall'eccezione ministeriale nell'adempimento del loro mandato spirituale di formare i fedeli affidati alle loro cure", si legge nella nota.

In effetti, l'eccezione ministeriale è al centro del caso che Alexander Belya ha intentato contro la Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia. Ex archimandrita della ROCOR, Belya è stato canonicamente destituito quando, nell'estate del 2019, ha inviato una lettera con una firma falsificata di sua Eminenza il metropolita Hilarion (Kapral), allora primo ierarca della ROCOR, al Santo Sinodo del Patriarcato di Mosca, chiedendo di essere confermato per diventare vescovo.

Belya ha intentato causa contro la sua precedente giurisdizione, sostenendo che un documento interno, che contesta la sua presunta elezione a vescovo e chiede che egli venga indagato per una serie di gravi accuse, costituisca diffamazione.

Tuttavia, il team legale della ROCOR, il Fondo Becket per la libertà religiosa, sostiene che l'eccezione ministeriale e la relativa dottrina dell'autonomia della Chiesa proteggono il diritto della Chiesa a disciplinare e destituire Belya e a discutere la questione internamente.

In questo contesto, la ROCOR e le altre giurisdizioni sono interessate all'ultimo caso riguardante l'eccezione ministeriale, Hyman contro la Rosenbaum Yeshiva del New Jersey, caso sorto quando il querelante, il rabbino Shlomo Hyman, fu licenziato dalla Rosenbaum Yeshiva dopo che un'indagine aveva confermato che aveva toccato in modo inappropriato le studentesse. I genitori sono stati quindi informati del suo licenziamento, cosa che, secondo Hyman, lo ha portato ad essere etichettato come pedofilo nella comunità. Hyman ha quindi citato in giudizio la yeshivah per diffamazione, tra le altre cose.

Un giudice della Corte d'appello ha respinto le affermazioni di Hyman, affermando: "Richiedere a una chiesa di accettare o trattenere un ministro indesiderato, o punire una chiesa per non averlo fatto, va oltre una semplice decisione di assunzione. Tale azione interferisce con il governo interno della chiesa, privandola del controllo sulla selezione di coloro che personificheranno le sue convinzioni".

E nella loro memoria di amicus curiae, le quattro giurisdizioni ortodosse ricorrenti chiedono alla Corte dello Stato del New Jersey di confermare la sentenza della Corte d'appello.

La nota sostiene che, mentre l’eccezione ministeriale salvaguarda tutte le tradizioni religiose, è "ancor più essenziale proteggere i gruppi religiosi minoritari le cui credenze e pratiche potrebbero essere sconosciute o non ampiamente condivise".

Il documento fornisce un esempio ipotetico:

Per esempio, queste Chiese [ortodosse] sono caratterizzate da una ricca tradizione monastica permeata di pratiche non familiari ai tribunali civili. Secondo questa tradizione, i monaci sono soggetti a qualsiasi regola stabilita dal loro abate, che funge da leader del monastero e spesso fornisce varie discipline spirituali a coloro che sono sotto la sua cura. Queste regole di disciplina spirituale possono includere qualsiasi cosa, da rigidi regimi di digiuno a incarichi di lavoro prescritti.

Se un monaco scontento potesse presentare i disaccordi su queste pratiche disciplinari come un semplice atto illecito, è improbabile che qualche giudice abbia familiarità o apprezzi pienamente le pratiche meno familiari delle Chiese ortodosse orientali. Ciò esporrebbe tali convinzioni a ripensamenti giudiziari da parte di un tribunale sconosciuto che potrebbe fraintendere le convinzioni o confonderle con credenze e pratiche che vengono interpretate in modo diverso tra comunità religiose simili.

Inoltre, se la Corte Suprema dovesse ribaltare la sentenza della Corte d’appello, i gruppi religiosi minoritari sarebbero spinti a definire come "attività religiosa" anche la propria autocomprensione "a partire dalle prospettive di contenzioso" piuttosto che dalle loro convinzioni religiose sinceramente sostenute.

 
Il capo del Fanar si era vantato di 25 vescovi pronti a passare sotto di lui

il metropolita Ilarion (Alfeev), capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca. Foto: pravmir.ru

Il metropolita Ilarion (Alfeev) ha parlato del colloquio tra il patriarca di Costantinopoli e il primate della Chiesa ortodossa russa al Fanar nell'agosto 2018.

Il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli era convinto che 25 vescovi della Chiesa ortodossa ucraina fossero pronti per entrare a far parte della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Lo ha affermato il capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, il metropolita Ilarion (Alfeev) di Volokolamsk in un'intervista al quotidiano greco Kathimerini, il cui testo è stato pubblicato sul sito del Dipartimento.

Il metropolita ha ricordato che nell'agosto 2018, quando il primate della Chiesa ortodossa russa è arrivato a Costantinopoli per un incontro personale con il patriarca Bartolomeo, "hanno parlato per più di due ore", in particolare, sulla situazione in Ucraina.

"Ero presente a quest'incontro, in cui il patriarca Kirill ha comunicato al suo interlocutore la situazione reale", ha aggiunto il capo del Dipartimento. "Il patriarca Bartolomeo è stato male informato, in primo luogo, dagli scismatici ucraini, in secondo luogo, dalle autorità ucraine di allora e, in terzo luogo, dai suoi consiglieri incompetenti".

Secondo il metropolita, il capo del Fanar era sicuro che non appena avesse firmato il "tomos d'autocefalia", molti vescovi della Chiesa ortodossa ucraina sarebbero stati pronti a unirsi alla nuova "chiesa".

"Il patriarca Bartolomeo ci ha detto che, secondo le loro informazioni, 25 vescovi erano pronti a farlo", ha detto il metropolita Ilarion. "E il patriarca Kirill gli ha risposto che uno o due potevano fare quuesto passaggio. In effetti, su quasi cento vescovi, solo due – un vescovo diocesano e un vescovo vicario – si sono trasferiti in questa cosiddetta chiesa creata dai gruppi separatisti".

Ha sottolineato che la Chiesa ortodossa ucraina, che ora ha più di 100 vescovi, "era ed è tuttora una Chiesa enorme", in cui l'episcopato, il clero e i laici "rappresentano una comunità molto unita" che non è disposta a entrare a far parte di una "chiesa" nominalmente autocefala creata sulla base di strutture scismatiche.

Ricorderemo che, in precedenza, il metropolita Ilarion ha fatto riferimento alle dichiarazioni del capo del Fanar che tollera la presenza in Ucraina della Chiesa ortodossa ucraina e del suo primate il metropolita Onufrij "per condiscendenza" come a una cosa assurda.

 
Un ringraziamento allo ieromonaco Petru (Pruteanu)

Ringraziamo padre Petru per la conferenza che ha tenuto nella nostra chiesa giovedì sera. Abbiamo potuto sentire interessanti testimonianze patristiche, storiche e pastorali che ci hanno incoraggiato a una più viva partecipazione ai santi misteri. Un ringraziamento anche al nostro confratello, l’arciprete Gigore Cătan, parroco della chiesa dei santi Tre Ierarchi a Piacenza, che ha organizzato il viaggio di padre Petru in Italia: un’esperienza da non dimenticare e... da ripetere!

 
Diversi chierici georgiani bruciano bandiere dell'Unione Europea dopo che al paese è stato concesso lo status di candidato

foto: sakartvelosambebi.ge

Alcuni chierici della Chiesa ortodossa georgiana hanno bruciato la bandiera dell'Unione Europea per protestare contro il tentativo della nazione di unirsi al movimento internazionalista.

In questo modo hanno anche dimostrato la loro solidarietà a Lasha Sharukhia, condannato alla custodia cautelare per aver abbattuto e bruciato la bandiera dell'Unione Europea nel municipio di Mtskheta, come scrive Georgian News.

Secondo la fonte, i sacerdoti Genadi Gogilashvili e Iakob Mestvirishvili e i diaconi Spyridon Tskipurishvili e Basil Akhvlediani avrebbero bruciato la bandiera.

In un video, il diacono Basil Akhvlediani afferma che "per i cristiani, la bandiera dell'Unione Europea è un simbolo di depravazione".

Il diacono Sypridon è stato sospeso subito dopo la pubblicazione del video, anche se una dichiarazione del Patriarcato ha chiarito che questo non è stato perché ha bruciato la bandiera dell'Unione Europea, ma perché ha diffamato un confratello in uno dei suoi video, cosa che secondo la dichiarazione viola una serie di canoni.

In questo video, un prete brucia la bandiera dell'Unione Europea al minuto 0:23.

Il Consiglio dell'Unione Europea ha concesso alla Georgia lo status di candidato nella sua sessione di inizio mese. Sua Santità il patriarca-catholicos Ilia II ha rilasciato una dichiarazione in cui accoglie favorevolmente la decisione, con la speranza che l'adesione all'Unione Europea porti stabilità politica al Paese.

Allo stesso tempo, anche la Chiesa georgiana si è opposta ad alcune iniziative provenienti dall'Unione Europea. Nel 2014, per esempio, la Chiesa si è espressa contro la cosiddetta legislazione antidiscriminatoria che prevedeva punizioni per gli insulti alle minoranze sessuali. L'adozione del disegno di legge è stata posta dall'Unione Europea come precondizione per la firma di un accordo di associazione.

Tuttavia, la Chiesa è stata categoricamente contraria al disegno di legge. Il patriarca Ilia ha detto che questo "segnerà il riconoscimento del peccato di Sodoma e Gomorra e la sua propaganda a livello legislativo".

Nel 2020, un altro vescovo, sua Eminenza il metropolita Anton di Vani e Bagdati, ha avvertito che il paese deve riconsiderare seriamente il suo orientamento filo-occidentale, affermando che gli Stati Uniti e vari stati dell'Unione Europea finanziano attivamente istituzioni che seminano odio contro la Chiesa ortodossa e promuovono l'ordine del giorno LGBT.

 
Un appello all'unità dalla Chiesa ortodossa polacca sofferente

foto: sputniknews.com

Sua Beatitudine il metropolita Sawa di Varsavia e di tutta la Polonia e l'intero episcopato della Chiesa ortodossa polacca si sono dimostrati tra i più ardenti sostenitori di sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di tutta l'Ucraina e della Chiesa ortodossa ucraina canonica mentre la crisi dell'autocefalia guidata dal Patriarcato di Costantinopoli continua a svilupparsi.

Nel maggio del 2018, il Sinodo della Chiesa polacca ha sottolineato la necessità di pentimento da parte degli scismatici ucraini prima di ammetterli di nuovo nella Chiesa, e di una discussione pan-ortodossa sul conferimento dell'autocefalia; alla fine del settembre 2018, il metropolita Sawa ha rinnovato personalmente l'appello al patriarca Bartolomeo di convocare un concilio pan-ortodosso per risolvere la crisi ucraina; il 16 novembre 2018 il Concilio episcopale della Chiesa polacca ha vietato al suo clero la comunione liturgica o di preghiera con gli scismatici ucraini; il metropolita Sawa ha scritto una lettera personale di sostegno al metropolita Onufrij a metà dicembre del 2018 in seguito allo scandaloso “concilio d'unificazione”, che, agli occhi di Costantinopoli, ha rimosso il metropolita Onufrij come metropolita canonico di Kiev; nel gennaio del 2019, il metropolita Sawa ha specificamente respinto la richiesta del patriarca Bartolomeo di riconoscere la nuova struttura ucraina e di commemorare il suo primate, il "metropolita" Epifanij Dumenko, alla Divina Liturgia; e nell'ottobre del 2019, il Concilio episcopale polacco ha dichiarato che ammettere gli scismatici nella Chiesa viola l'unità eucaristica.

Il 14 dicembre di quest'anno, la Chiesa ortodossa polacca ha inviato una lettera a sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e tutta l'Ucraina esprimendo preoccupazione per l'unità dell'Ortodossia nel mondo moderno. Il Dipartimento per l'informazione e l'educazione della Chiesa ortodossa ucraina ha pubblicato integralmente il documento.

* * *

La Chiesa ortodossa polacca, preoccupata per le tentazioni di divisione nell'unità dell'Ortodossia, si rivolge a tutti gli ortodossi con il seguente appello evangelico:

Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù (Gal 3:28).

Queste parole della Sacra Scrittura testimoniano che non ci sono confini per Cristo e per il suo insegnamento. Questo è un fatto e una norma per la missione spirituale ortodossa, il che significa che i confini, nella comprensione umana, non possono svolgervi un ruolo significativo. Per le persone di fede ortodossa, la cosa più importante è diffondere gli insegnamenti di Cristo crocifisso e risorto. Solo in lui e attraverso di lui il mondo riceve la salvezza. Le relazioni umane e la comprensione dei confini geografici non hanno qui alcun significato.

La missione di predicare la verità della salvezza in Cristo è responsabilità di tutti i cristiani ortodossi, a cominciare dai patriarchi, metropoliti e vescovi, sacerdoti e monaci e semplici fedeli. Abbiamo tutti la responsabilità di predicare questa verità. Pertanto, la salvezza di noi stessi e degli altri dipende dalla nostra diligenza. Dopo tutto, ogni credente desidera nella sua vita soprattutto la salvezza e la vita eterna.

Questa è la strada che hanno seguito i nostri antenati: gli apostoli, i martiri, i confessori e gli eremiti. È grazie alla loro missione che l'Ortodossia ora esiste nell'est e nell'ovest, nel nord e nel sud. I confini statali amministrativi che ora esistono non possono violare la missione della santa Chiesa e la sua unità.

Infatti, nella Chiesa non c'è né greco, né ebreo, né slavo, né romeno, tedesco, etiope o qualsiasi altro popolo. Siamo tutti di Cristo. L'apostolo Paolo ce lo confermò, dicendo: Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d'intenti (1 Cor 1:10). Queste parole non significano davvero nulla per noi oggi?

La divisione sperimentata dalla moderna Ortodossia non è favorevole alla diffusione dell'insegnamento di Cristo predicato dalla Chiesa santa, cattolica e apostolica, ma piuttosto a una tentazione crescente. Noi abbiamo qualcosa a cui pensare, ma ciò è possibile solo nello spirito di amore e unità in Cristo. Se non ci occupiamo di questa divisione temporale, lo faranno le generazioni future. Ma cosa potranno imparare da noi e cosa scriveranno di noi?

I santi apostoli Cirillo e Metodio portarono gli insegnamenti di Cristo della santa Chiesa ortodossa nella terra della Grande Moravia, e poi ai cechi, ai polani e vistolani e ad altri popoli. Da lì, si diffusero tra i lemko e i russini. Tutto ciò è avvenuto sul territorio del moderno stato polacco. Il battesimo della Rus' di Kiev è avvenuto molto più tardi. Questa cronologia ha un significato quando si tratta della nostra salvezza grazie a questa missione?

Alla luce di questi fatti storici, i moderni disaccordi tra le Chiese e la prova della nostra esattezza non hanno importanza vitale. Dopo tutto, nella società odierna, che è distrutta dalle divisioni, la cosa più importante è che rimaniamo discepoli e figli della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica – il corpo mistico di Cristo. Le debolezze puramente umane e le nostre ambizioni a questo riguardo non dovrebbero avere posto tra noi.

Il primato d'onore e di rispetto per il primo tra noi, nonché il posto di "angelo" di questa Chiesa, è stato plasmato dalla storia. Tuttavia, questo processo si è modellato sulla predicazione evangelica dell'amore del maggiore per il minore. Dopo tutto, il primato nella Chiesa consiste nel servire i deboli, secondo le parole di Cristo: Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti (Mc 9:35). Queste parole sono rivolte a ogni credente, chierico o laico. In una situazione così difficile, il primo sarà colui che tende una mano di riconciliazione, aiutando così a superare la divisione.

Naturalmente, la storia ha definito i confini amministrativi dei singoli popoli. Non perdiamo quello che abbiamo! Non violiamo la volontà e le istituzioni dei nostri antenati! Uniamoci attorno alla Divina Liturgia e non dissipiamo la nostra forza spirituale su questioni di secondaria importanza per la nostra salvezza!

Oggi, il nemico dell'umanità – il diavolo – sta facendo di tutto per disintegrare i cristiani ortodossi e la loro Chiesa. Soprattutto, è tormentato dall'unità espressa nella preghiera liturgica comune. Non aiutiamolo nelle sue intenzioni empie, ma resistiamo alla tentazione della divisione. Questo ci è richiesto da Dio, dalla santa Ortodossia, dalla storia e dal futuro della nostra Chiesa.

Questo appello è il grido della lunga sofferenza della Chiesa ortodossa polacca, che chiama tutti noi a tornare in sé di fronte ai fenomeni negativi della Chiesa nell'Ortodossia moderna.

Signore, benedici la tua Chiesa e aiutaci a vincere le tentazioni che ci tormentano.

"Signore, rafforza la santa fede ortodossa, la fede dei cristiani ortodossi, nei secoli dei secoli!"

A nome del santo Concilio dei Vescovi della Chiesa ortodossa autocefala polacca,

il presidente

+Sawa

metropolita di Varsavia e di tutta la Polonia

 
Un severo parere del professor Osipov sulle moderne università europee

Uno dei più noti e rispettati docenti dell’Accademia teologica di Mosca, il professor Aleksej Il'ich Osipov, di cui abbiamo presentato sul nostro sito un profilo biografico, ha rilasciato alcuni giorni fa una dichiarazione non lusinghiera sulle istituzioni teologiche occidentali (nelle quali include anche quelle della Grecia ortodossa), da lui considerate luoghi ormai secolarizzati, in cui non rimane niente di cristiano.

Presentiamo nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti l’originale russo e la traduzione italiana della dichiarazione del professor Osipov.

 
2024: L'anno dei boomerang in arrivo

Introduzione: Karma

I boomerang in arrivo sono quelli che hai lanciato mancando il bersaglio, e che ora stanno tornando verso di te. A meno che tu non cambi posizione, inevitabilmente ti colpiranno. Sono ciò che è popolarmente noto come "karma" o "i nodi che vengono al pettine", perché "chi la fa l'aspetti". Le ramificazioni della svolta millenaria nella storia del mondo, iniziata il 24 febbraio 2022, diventano sempre più visibili quasi ogni giorno. Infatti i boomerang lanciati dagli Stati Uniti a partire dal 1945 e anche quelli lanciati dagli inglesi (di cui gli Stati Uniti hanno seguito stupidamente le deviazioni e le delusioni imperialiste) già nel XIX secolo, in India, Afghanistan, Cina e Crimea (1854-1856), per non parlare del XX secolo, in Israele, Iraq, ecc., stanno ormai arrivando tutti, e tutti allo stesso tempo. Non c'è nessun posto dove scappare per i lanciatori di boomerange e per i loro discendenti spirituali – a meno che non cambino posizione. Un tale cambiamento si chiama pentimento.

L'Ucraina

In primo luogo, il conflitto in Ucraina ha dimostrato al mondo intero la superiorità della tecnologia militare russa, e non solo dei missili ipersonici Mach 10 come i Kinzhal, che l'Occidente non possiede e non può fare nulla per contrastare. C'è anche una serie di altre armi usate dalla piccolissima parte dell'esercito russo (circa il 15%, molti dei quali ucraini, che stanno combattendo per la loro libertà dal regime galiziano nominato dagli Stati Uniti a Kiev) che sta difendendo i russi che vivono in Ucraina. Le armi della NATO, usate in gran parte senza successo anche contro i coscritti e i caprai iracheni non addestrati che indossavano sandali e sparavano con i kalashnikov, si sono rivelate inutili e obsolete contro i missili, i carri armati, gli aerei, gli elicotteri e i droni russi più avanzati. Ora è chiaro che l'Ucraina sovietica, il costrutto di Lenin, Stalin e Krushchev e difesa così vigorosamente dal presunto Occidente antisovietico, con le sue truppe come burattini che muoiono invano per una cricca di Washington, sarà cancellata dalla mappa geografica. Quasi tutti i commentatori prevedono il collasso dell'Ucraina nel 2024, forse nella prima metà dell'anno, forse molto presto. Il sud e l'est della vecchia Ucraina torneranno alla Russia e alcune province dell'estremo occidente torneranno alla Romania, all'Ungheria e anche alla Polonia – se la Polonia le vorrà, il che è dubbio. Il resto, la vecchia Ucraina centrale intorno a Kiev, sarà un protettorato russo senza sbocco sul mare. La falsa Chiesa creata dagli Stati Uniti con la complicità di alcuni greco-turchi altamente corruttibili scomparirà, screditando quegli individui e altri responsabili.

Africa, America Latina e Palestina

In secondo luogo, ispirati dall'umiliazione dell'Occidente da parte della Russia in Ucraina, quelli del "Sud globale", ovvero i sette miliardi di abitanti del resto del mondo, stanno finalmente resistendo al miliardo del mondo occidentale. La Francia coloniale è espulsa dall'Africa, la Gran Bretagna coloniale dall'America Latina in Belize e Guyana, nonostante la ridicola presenza di una cannoniera britannica in stile vittoriano, e gli Stati Uniti coloniali dall'Eurasia. Pertanto, il vassallo americano-israeliano, l'insediamento costiero creato dagll'inglese Balfour, è stato sfidato dai palestinesi a lungo oppressi e ha perso simpatia e credito in tutto il mondo. Sebbene le bombe americane scendano dagli aerei americani pilotati da piloti israeliani e compiano un genocidio di civili palestinesi in uno dei più grandi atti di pulizia etnica dal 1939, Israele ha già perso la sua guerra attraverso il suo suicidio morale. Se gli Stati Uniti amassero davvero Israele (o l'Ucraina), lo proteggerebbero dalla propria stupidità e amoralità. Ora non esiste più una "soluzione a due Stati" in Palestina, ma solo una soluzione a uno Stato e quello Stato si chiama Palestina. Gli ormai sgraditi occupanti e coloni israeliani prima o poi dovranno tornare come rifugiati negli Stati Uniti e in altri paesi, odiati dall'intero vasto mondo musulmano.

Altrove in Eurasia

In terzo luogo, in tutta l'Eurasia la storia è più o meno la stessa. Gli yemeniti, che hanno cacciato gli inglesi dall'Aden del Mar Rosso che un tempo occupavano, stanno ora attaccando gli Stati Uniti con droni da 2.000 dollari che hanno alterato gli schemi da miliardi di dollari del commercio occidentale, mentre le petroliere russe passano con facilità attraverso il Mar Rosso. L'Iran, sovvertito dagli inglesi e dagli americani settant'anni fa, è desideroso di vendetta, così come lo sono l'Iraq e la Siria, dove milizie locali arrabbiate, contrarie all'ISIS finanziato dagli Stati Uniti, stanno attaccando le basi statunitensi illegali. Poi c'è la Libia, un tempo prospera, distrutta dalle bombe francesi e britanniche. Gli Stati Uniti stanno anche perdendo la capacità di arginare il desiderio di libertà dei popoli repressi nei Balcani occidentali (nonostante il recente fallito colpo di stato filo-UE organizzato dalla Germania in Serbia), nel Caucaso, in Kazakistan (dove la rivolta orchestrata dagli Stati Uniti nel gennaio del 2022 è fallita a causa dell'intervento russo) e nel resto dell'Asia centrale. Quest'ultimo guarda ora sempre più alla Cina, dove l'Occidente nonostante la sua migliore propaganda non è riuscito a fomentare il dissenso tra i musulmani cinesi. Per quanto riguarda l'Asia orientale, tutti sanno che la Taiwan cinese tornerà alla Cina entro il 2049, forse in modo del tutto volontario, come Pechino ha annunciato pubblicamente. Allora anche il Giappone occupato dagli Stati Uniti e la Corea riunificata passeranno inevitabilmente e in modo del tutto naturale nell'orbita della superpotenza cinese.

Il riorientamento letterale della Russia

Chiudendo la finestra su una storia d'amore vecchia di 300 anni, la Russia si è letteralmente riorientata, cioè dopo aver aperto una finestra sull'Occidente 300 anni fa, si è voltata nuovamente verso l'Oriente. La sua storia d'amore con l'Occidente aveva già cominciato a inasprirsi durante il periodo imperiale, poi la sua più grande importazione dall'Occidente, il marxismo tedesco, la fece davvero inasprire dopo il 1917, e dopo il fallimento di quel disastroso esperimento con i suoi milioni di vittime, gli ultimi tre decenni si sono rivelati amari. Il rapace Occidente collettivo ha pugnalato alle spalle la Russia ancora e ancora, non ultimo nella cosiddetta Ucraina negli ultimi dieci anni. Oggi la Russia si ridefinisce come un centro di civiltà, una potenza sovrana, l'Unione slava orientale della Federazione Russa, Bielorussia e Malorossija (l'Ucraina centrale sovietica). Il pensiero occidentale sulla Russia si è rivelato nient'altro che un pio desiderio, basato sulle sue delusioni e sulla fiducia nelle proprie bugie.

La fine del globalismo occidentale

Dopo aver creato oltre 750 basi militari in tutto il mondo per rafforzare la propria egemonia, gli Stati Uniti hanno ora quasi 34.000 miliardi di dollari di debito. La loro amministrazione non è riuscita nemmeno a controllare l'immigrazione di massa dall'America Latina, di cui ha impoverito le masse. Non riuscendo a fornire alcun sistema sociale efficace, un'istruzione dignitosa e un'assistenza sanitaria dignitosa, decine di milioni di persone vivono in condizioni di estrema povertà, malattie e praticamente senza tetto, soffrendo di alimenti avvelenati che provocano obesità e di farmaci letali a basso costo prodotti chimicamente. Gli strumenti che l'élite americana ha utilizzato per oltre 75 anni per dominare il globo, inclusa la separazione artificiale dell'Europa occidentale dalla Russia e la distruzione della sua industria, l'ONU, il FMI, la Banca Mondiale, l'OMC, il CPI, la NATO, l'Unione Europea, Hollywood, Disney, Coca Cola, MacDonald's, KFC, Google, Microsoft, Facebook, Twitter X, Netflix sono tutti screditati a vari livelli. I sette miliardi del resto del mondo hanno capito che "globalismo" significa sempre e solo il controllo e il dominio del globo da parte dell'Occidente, non l'unità del globo su una base di reciproco rispetto. Era tutto un mito propagandistico, un lavaggio del cervello. Esiste ora, tuttavia, un'alternativa, un vero globalismo, in cui i diversi centri di civiltà del globo lavorano insieme liberamente per il reciproco vantaggio, pur mantenendo la loro indipendenza sovrana. Questa alternativa è così tanto nuova ed è progredita così rapidamente da quando la Russia si è opposta all'Occidente in Ucraina, che non ha ancora un nome aggiornato.

Conclusione: Il Concerto delle Nazioni

Per il momento è conosciuta come BRICS o BRICS+. Si tratta di un concerto di nazioni, già più potente del G7 e che si espanderà rapidamente a partire dal 1 gennaio 2024. Successivamente proseguirà con l'ulteriore dedollarizzazione del commercio mondiale. Il suo sedicesimo vertice a Kazan' nella Federazione Russa nell'ottobre 2024, quando la guerra dell'America in Ucraina contro l'Ucraina e la Russia dovrebbe essere finita, sarà epocale. Il presidente Putin ha dichiarato che il paese è destinato a instaurare finalmente "un ordine mondiale giusto". A quel punto sarà diventato chiaro che i BRICS avranno bisogno di un nuovo nome. Come Alleanza di Popoli Sovrani, suggeriamo un nome sulla falsariga di The Confederation of Sovereign Nations ("Confederazione delle nazioni sovrane"). Ciò offre l'abbreviazione CONSONA, letteralmente consonante con armonia. Inoltre, in russo, il nome tradotto come 'Soglasny' significa anche 'Concordie', e una traduzione etimologica darebbe 'Sozvuch'e', la parola per 'Armonia', spiegando che questo è davvero un Concerto delle Nazioni. Qualunque sia il nome, ecco un possibile futuro alla fine di un anno di boomerang in arrivo.

 
Il sentiero di Сhrysostomos: sulla tragedia del primate che ha diviso la sua Chiesa

l'arcivescovo Chrysostomos, riconoscendo Dumenko, deve ricorrere alla falsità. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Riconoscendo Dumenko, l'arcivescovo Chrysostomos cerca di giustificarsi dicendo una bugia e cambiando spesso la sua posizione. Possiamo aspettarci un suo pentimento?

Il 25 novembre 2020 si è tenuto un incontro del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa di Cipro, in cui, con 10 voti contro 7 , si è deciso di "non badare" alla commemorazione liturgica di Sergej (Epifanij) Dumenko fatta dall'arcivescovo Chrysostomos.

Questa decisione ha provocato una reazione negativa da parte di quasi metà dei vescovi della Chiesa di Cipro, e alcuni di loro hanno espresso pubblicamente la loro condanna.

I canoni della Chiesa contro la maggioranza del Sinodo

In particolare, il metropolita Isaias di Tamassos ha affermato che il riconoscimento unilaterale di Dumenko, avviato dall'arcivescovo Chrysostomos, ha avviato "il rovesciamento del regime sinodale della nostra Chiesa, con conseguenze impreviste". Allo stesso tempo, cosa molto importante, il metropolita Isaias ha sottolineato che la questione con gli scismatici ucraini "non riguarda un disaccordo su semplici questioni amministrative o minori, ma il nucleo stesso dell'ecclesiologia ortodossa e dell'insegnamento della nostra Chiesa sui santi misteri e sulla successione apostolica, questioni riguardanti la nostra salvezza. Tali questioni non possono essere discusse o negoziate in alcun processo frettoloso e sinodale, né possono essere approvate da una maggioranza opportunistica, marginale, di fatto". Inoltre, il vescovo ha notato che "la conservazione dell'unità della Chiesa di Cipro in questo periodo difficile non lo porterà all'interruzione della commemorazione dell'arcivescovo Chrysostomos ma lascerà la concelebrazione con lui alla discrezione della sua coscienza episcopale".

Poco dopo (30 novembre), anche il metropolita Nikiforos di Kykkos ha detto di non essere disposto a concelebrare con l'arcivescovo Chrysostomos perché quest'ultimo aveva commemorato Dumenko. Ha sottolineato che avrebbe commemorato il capo per il principio della "condiscendenza", anche se lo avrebbe fatto solo fino a quando l'arcivescovo Chrysostomos non entri in comunione eucaristica con Dumenko. Allora il metropolita Nikiforos smetterà non solo di concelebrare con il capo della Chiesa di Cipro, ma anche di commemorarlo alla liturgia.

Si dovrebbe convenire che queste affermazioni sono molto serie. I vescovi che le hanno espresse hanno chiarito al grande pubblico che l'arcivescovo Chrysostomos, se non è uno scismatico di fatto, è molto vicino a esserlo. La situazione richiedeva una risposta netta da parte del capo della Chiesa di Cipro – e tale risposta ne è seguita.

Il 25 novembre 2020 (cioè poco dopo la riunione del Sinodo), l'arcivescovo Chrysostomos ha rilasciato una lunga intervista al canale televisivo cipriota RIK, tradotta in ucraino da Ivan (Evstratij) Zorja, ex addetto stampa del "patriarcato di Kiev" e attualmente portavoce della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Due punti di vista: ecclesiastico e personale

Va notato che nella sua critica alla decisione sia dell'arcivescovo Chrysostomos che di 9 vescovi del Santo Sinodo, che hanno sostenuto la commemorazione di Dumenko, il metropolita Isaias ha utilizzato esclusivamente argomenti ecclesiologici. Ha sottolineato che nei suoi discorsi si limita a ripetere "la ferma posizione della Chiesa cipriota, secondo la quale l'unico primate canonico della Chiesa ortodossa ucraina è il metropolita Onufrij di Kiev". Pertanto, sulla base del requisito canonico "una città – un vescovo" (Canone 8 del primo Concilio ecumenico), ha rifiutato di riconoscere Dumenko come un altro "primate" per la Chiesa ucraina, dato che "in realtà non ha un'ordinazione canonica né valida".

Il metropolita Isaias ha anche ricordato all'arcivescovo Chrysostomos che, secondo lo Statuto della Chiesa cipriota, "solo il Santo Sinodo ha il diritto esclusivo di regolare i rapporti della Chiesa di Cipro con le altre Chiese ortodosse (articolo 7 § 2 dello Statuto), e il primate è chiamato a esprimere la decisione sinodale (articolo 7 § 2 a)". Ciò significa che, in base allo Statuto, l'arcivescovo Chrysostomos non aveva né il diritto effettivo né quello canonico di prendere una decisione unilaterale sulla commemorazione di Dumenko, ma doveva farsi guidare dalla risoluzione del Santo Sinodo della Chiesa cipriota del 19 febbraio 2019, adottata all'unanimità, nemmeno a maggioranza semplice.

Risulta chiaro da quanto sopra che la posizione del metropolita Isaias è esclusivamente ecclesiologica, quando sottolinea che:

  1. Secondo le regole della Chiesa, Dumenko non ha un'ordinazione canonica né valida, il che significa che il suo riconoscimento come "vescovo" contraddice l'ecclesiologia;
  2. Il riconoscimento di Dumenko viola il Canone 8 del primo Concilio ecumenico;
  3. Il riconoscimento unilaterale di Dumenko da parte dell'arcivescovo Chrysostomus viola lo Statuto della Chiesa ortodossa cipriota.

Sembrerebbe che il caso canonico ed ecclesiastico avanzato dal metropolita Isaias richieda una risposta simmetrica – dal punto di vista del diritto canonico e dell'ecclesiologia ortodossa. E chi, se non il primate della Chiesa di Cipro, deve saperlo? Tuttavia, durante il suo discorso di quasi un'ora sul canale RIK, l'arcivescovo Chrysostomos non ha sollevato un solo (!) argomento simile, cioè canonico o ecclesiologico, per confermare la sua posizione. Tutto quello che poteva fare era minacciare il metropolita Isaias di deposizione per la non commemorazione del nome del primate durante la Divina Liturgia.

In particolare, all'osservazione del giornalista secondo cui il metropolita Isaias si sarebbe rifiutato di commemorare il nome del primate della Chiesa di Cipro se questi avesse concelebrato con Dumenko, l'arcivescovo Chrysostomos ha risposto che "non può compiere servizi divini senza commemorare il primate! Quando farà questo, allora sarà fuori dalla Chiesa, le dico questo!"

Il giornalista precisa: "Intende una scomunica? Queste decisioni non sono prese dal Santo Sinodo?" L'arcivescovo risponde: "Non ha posto nella Chiesa! Lui (il metropolita Isaias, ndr) non sa cosa sta dicendo. Non può celebrare la liturgia senza tale commemorazione, proprio come un sacerdote non può celebrare la liturgia senza una menzione liturgica del suo vescovo. Se non lo fa, deve essere immediatamente scomunicato dalla Chiesa... Se chiede a un teologo, le dirà che ciò che lui (il metropolita Isaias, ndr) dice è irrispettoso e sbagliato".

Tuttavia, da tutto ciò che è stato detto da entrambe le parti alla luce del problema emerso, potremmo essere convinti che, in primo luogo, i metropoliti che non sono d'accordo con la commemorazione di Dumenko "sanno quello che dicono" e, in secondo luogo, che non c'è nemmeno un'ombra di mancanza di rispetto nelle loro parole. E in generale, se l'arcivescovo Chrysostomos ritiene che una persona che si riferisce ai canoni della Chiesa per convalidare la sua posizione "mostri mancanza di rispetto", allora ciò appare per lo meno strano.

Inoltre, non molto tempo fa il primate della Chiesa di Cipro, in disaccordo con la concessione di un Tomos alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e firmando la decisione sinodale, ha fatto ricorso agli stessi argomenti del metropolita Isaias: Dumenko non ha una consacrazione canonica, e l'anatema di Filaret è stato riconosciuto da tutte le Chiese ortodosse.

Nel 2019, sembrava che la posizione dell'arcivescovo Chrysostomos sarebbe stata irremovibile, soprattutto perché aveva sottolineato personalmente che non vi avrebbe rinunciato. Ma, come sappiamo, dopo la visita al Fanar, tutto è cambiato radicalmente: il capo della Chiesa di Cipro ha iniziato a sostenere apertamente le azioni del patriarca Bartolomeo in Ucraina, che attraverso la commemorazione di Dumenko hanno portato alla violazione delle decisioni del suo Sinodo e dei canoni della Chiesa.

Tre bugie dell'arcivescovo Chrysostomos

La violazione della decisione del Sinodo della Chiesa cipriota, tenutasi nel febbraio 2019, è così palese che anche i media laici la capiscono. Così, nella stessa intervista, un giornalista televisivo cipriota chiede all'arcivescovo Chrysostomos: "Ha violato la decisione del Santo Sinodo, come sostiene il metropolita di Tamassos? Poiché il Sinodo ha preso una decisione l'altro ieri, e lei aveva commemorato il metropolita Epifanij prima che questa decisione del Sinodo fosse adottata. L'arcivescovo risponde: "Quando si è svolto l'incontro al Sinodo, ho spiegato e chiarito tutto". Giornalista: "Pensa dunque che al momento della commemorazione non abbia violato le decisioni del Sinodo (sulla neutralità)?" L'arcivescovo: "No, non l'ho fatto. Ma ho aspettato che arrivassero tutti per spiegare a tutti perché ho agito così".

Secondo il primate della Chiesa di Cipro, l'unico motivo per cui non ha chiesto consiglio ai membri del Santo Sinodo sulla sua decisione di riconoscere Dumenko è l'assenza di alcuni di loro. Tuttavia, letteralmente pochi giorni prima che si verificasse l'illegalità canonica, la Chiesa cipriota ha tenuto una riunione regolare del Santo Sinodo, durante la quale l'arcivescovo Chrysostomos ha promesso che non avrebbe preso una decisione unilaterale sulla "questione ucraina" e ha rinviato la sua considerazione a un tempo. Inoltre, dopo aver riconosciuto Dumenko, il primate della Chiesa di Cipro ha affermato di non aver avanzato la questione al Sinodo non perché qualcuno fosse assente, ma perché "i padri sinodali avrebbero detto di no".Queste sono le sue stesse parole. Pertanto, in questo caso, l'arcivescovo Chrysostomos ha mentito almeno due volte: prima ha mentito ai suoi confratelli vescovi quando ha promesso di non commemorare Dumenko, e poi ha mentito al giornalista quando ha detto che "ha aspettato che arrivassero tutti per spiegare loro tutto"...

Inoltre, anche il primate della Chiesa cipriota ha mentito quando ha assicurato a un rappresentante dei media che "la Chiesa di Cipro è l'unica Chiesa che non agisce come una chiesa nazionale".

Tuttavia, l'intera "lotta" dell'arcivescovo Chrysostomos, secondo le sue stesse parole, è impedire a "Mosca" di assumere il ruolo di guida nell'Ortodossia mondiale. Per esempio, durante una riunione del Sinodo della Chiesa di Cipro il 23 novembre 2020, l'arcivescovo Chrysostomos ha dichiarato di aver "sostenuto, sostiene e continuerà a sostenere il Patriarcato ecumenico e non tollererà alcun tentativo di mettere in discussione il suo prestigio." Di conseguenza, l'atto di riconoscimento di Dumenko da parte dell'arcivescovo Chrysostomos si riduce alla lotta per il prestigio del Fanar, piuttosto che per la purezza dei canoni ecclesiali.

Dopo la seconda riunione del Sinodo, tenutasi il 25 novembre, l'arcivescovo Chrysostomos ha spiegato ancora più chiaramente la sua posizione: "Dal momento in cui ho appreso tutta la verità, ho deciso di essere onesto con me stesso e con il Patriarcato (di Costantinopoli). C'è un pasticcio. Tutti mandano metropoliti, sacerdoti nelle comunità greche di tutto il mondo e vi creano metropolie, e il Patriarcato ecumenico ha stabilito delle restrizioni per questo... Mosca sta tentando di penetrare in Europa e negli Stati Uniti". Ancora una volta, possiamo vedere che il primate cipriota non è contento del fatto che in territori dove già esistono "comunità greche", altre Chiese osino creare le proprie metropolie. Ma che dire della dichiarazione di cui sopra che "solo la Chiesa cipriota non si comporta come una chiesa nazionale"? Infatti, a giudicare dalle parole dell'arcivescovo Chrysostomos, la decisione di commemorare direttamente Dumenko nasce dal desiderio di difendere gli interessi delle comunità greche in Europa e negli Stati Uniti, piuttosto che gli interessi della Chiesa!

In questa vicenda, il primate della Chiesa di Cipro è stato sostenuto da alcuni vescovi, che hanno votato per il riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Per esempio, il metropolita Georgios di Paphos, nella stessa prima riunione del Sinodo del 23 dicembre, ha dichiarato che "Mosca sta agendo per i propri interessi. Pertanto, non dovrebbero essere consentite violazioni delle relazioni eterne della Chiesa di Cipro con il Patriarcato ecumenico". Quindi, non importa quanto l'arcivescovo Chrysostomos possa dire sul fatto che prima devi essere un cristiano, e solo in seguito un greco, la situazione sembra esattamente l'opposto: prima di tutto sei greco e in secondo luogo... sei anche greco.

Anatemi e dissidenti

Nella retorica dell'arcivescovo Chrysostomos degli ultimi tempi, la sua risposta alla rimozione del suo nome dai dittici della Chiesa ortodossa russa è particolarmente sorprendente. A questo proposito, dice: "Questo non mi preoccupa affatto, perché non vorrei il tipo di 'Ortodossia' promossa dai russi".

Qui non si può fare a meno di ricordare parole ed espressioni simili che suonavano da un'altra persona: l'anatemizzato Mikhail Denisenko.

Ecco le sue parole sul suo anatema pronunciato su di lui dalla Chiesa ortodossa russa: "L'anatema non mi interessa. Che io sia anatemizzato o meno – non mi interessa... non lo riconosco ".

E più recentemente, già nel 2020, Denisenko ha dichiarato di non preoccuparsi non solo degli anatemi di Mosca, ma anche dei potenziali anatemi pronunciati su di lui da Fanar.

Naturalmente, non abbiamo il diritto di affermare che l'arcivescovo Chrysostomos sia ora nello stesso stato spirituale di Filaret. Ma non può essere negato neanche il fatto che si stia muovendo rapidamente verso rtale stato. Altrimenti, come spiegare queste parole del primate della Chiesa di Cipro: "Ho ottimi rapporti con i russi. E se ora non stiamo sviluppando buoni rapporti con la Chiesa russa, allora è colpa sua"? Cosa c'entrano i "rapporti con la Chiesa russa"? L'arcivescovo Chrysostomos "non sviluppa una relazione" con la Chiesa di Cristo – questo è il punto. Quanto alla Chiesa ortodossa russa, accusare questa Chiesa di essere in colpa per quanto accaduto è come se un ladro iniziasse ad accusare di furto il proprietario della casa perché quest'ultimo aveva lasciato la porta aperta...

Ovviamente la situazione può essere rettificata. Lo si può fare solo attraverso il pentimento. Ma il primate della Chiesa di Cipro avrà abbastanza coraggio per ammettere che ha torto? È più un pio desiderio, dal momento che gli eventi recenti ci dicono che farà di tutto per far percepire la sua opinione come l'unica corretta. È noto cosa risulterà da ciò: lo scisma dalla Chiesa di Cristo e la tragedia personale dell'arcivescovo Chrysostomos.

Probabilmente, qualsiasi crimine canonico è impossibile senza un degrado morale preliminare in un modo o nell'altro. D'altra parte, se un cristiano ha intrapreso la via di una menzogna, anche piccola, se non si pente, mentirà gradualmente ancora di più fino a quando alla fine tradirà Cristo.

Giuda non ha tradito Cristo immediatamente – all'inizio, si limitava a rubare denaro dal tesoro.

 
Dal nostro corrispondente a San Pietroburgo: la fiera dell’ospitalità

Il diacono Eugenio ci scrive:

in questi giorni si svolge nei giardini della metropolia di San Pietroburgo la "ярмарка хлебосолье", ossia la "fiera dell'ospitalità", dove i fratelli e le sorelle dei monasteri della zona offrono l'acquisto dei loro prodotti gastronomici e artigianali, che vanno dal miele ai salumi e dolciumi tipici della Russia, funghi essiccati e molte varietà di spezie, e ancora icone e candele, indumenti ed essenze fragranti. Il tutto accompagnato da canti e musiche popolari. Una piccola festa, come ancora se ne svolgono qua e là in Italia, ahimè sempre più di rado.

 

 
Perché Zelenskij deve perseguitare i cristiani. Sarebbe stupido per lui non farlo

La persecuzione della principale denominazione cristiana dell'Ucraina si è trasformata in uno sfacelo delle pubbliche relazioni per Zelenskij e per il suo regime tirannico. Voci potenti con un pubblico enorme e influente lo denunciano: Tucker Carlson, Glenn Greenwald, Elon Musk, Alex Jones e molti altri, ma non c'è tregua. L'orrore del genocidio e dei crimini di guerra a Gaza lo hanno cancellato dai titoli dei giornali, ma le repressioni e la brutalità continuano.

La reazione e il dibattito occidentale rivelano profonde incomprensioni della realtà ucraina, della storia ucraina e russa, della natura del regime di Zelenskij e del cristianesimo stesso, e sono, a mio avviso, molto superficiali. Di solito si limitano ai critici di cui sopra che concludono che: "Z. non è un democratico, dopo tutto", "è un cattivo soggetto" e "ecco un'altra ragione per cui non dovremmo sostenerlo".

Ciò che non capiscono è che Zelenskij agisce in modo completamente razionale e non ha davvero altra scelta, e nessuna reazione di pubbliche relazioni in Occidente giustificherebbe un cambiamento di rotta. Non si rendono conto che la Chiesa ucraina è davvero una minaccia alla sicurezza di Kiev. Nonostante tutti i discorsi sulla sua totale autonomia e lealtà al regime ucraino, questo non è del tutto vero, o addirittura possibile, sia a livello spirituale che razionale.

La confusione deriva dalla mancanza di conoscenza dell'etnia russa e "ucraina", della storia, del potente ruolo del cristianesimo in entrambi i paesi e della natura del cristianesimo.

In primo luogo, l'errata percezione etnica. Questa persiste anche tra la maggior parte degli occidentali che simpatizzano con la Russia in questo conflitto, che vedono la malvagità intrinseca del regime di Zelenskij e dei suoi burattinai globalisti negli Stati Uniti. I nomi che ho menzionato sopra, e molti altri critici di spicco – si pensi a Mearsheimer, Ritter, Duran, MacGregor, e così via – si riferiscono abitualmente al "popolo ucraino", come se questo fosse un'etnia, una nazionalità o un'identità nel senso consueto del popolo ucraino. termine. Ma nel profondo non è così, e questa è una delle prime bugie che devono essere scartate per capire perché la repressione della Chiesa è la politica logica per il compagno Zelenskij.

In ogni misura di ciò che definisce "un popolo": lingua, religione, DNA, storia secolare condivisa, gloria e sacrificio militare condivisi, governanti del passato e figure di spicco, nemici storici, tragedie condivise e trionfi condivisi, legami economici, legami familiari, letteratura, cultura, architettura, cucina, ecc., le persone che abitano quella che attualmente viene chiamata "Ucraina" sono tutt'uno con quelle della Russia. È completamente insensato credere il contrario. Lo stesso vale per la Bielorussia.

Gli attuali confini politici sono artificiali e arbitrari, il risultato di una serendipità politica in due momenti, in primo luogo i confini interni effettivamente privi di significato stabiliti durante i primi anni dell'URSS, e in secondo luogo i confini politici decisi, volenti o nolenti, da una manciata di imbroglioni dei partiti comunisti che non rappresentavano nessuno nel 1991. Alla popolazione non è mai stato chiesto di quale paese volessero far parte, piuttosto i confini sono stati presentati come un fatto compiuto. Questo è tutto ciò che rappresentano questi confini, che contraddicono i precedenti 400 anni di formazione dello Stato e del popolo russo. Molti in Occidente ancora non lo comprendono appieno.

Questo è un grosso problema per il regime di Kiev, che non è russo, ma piuttosto ebreo, una pura creatura di un'impresa criminale globalista ebraica che domina negli Stati Uniti e in Europa. Questo regime estraneo e oppressivo deve fare tutto il possibile per reprimere la verità di cui sopra, da qui tutte le lusinghe sulla lingua "ucraina" (falsa), sulla letteratura "ucraina" (inesistente), su questo e quello "ucraino". È tutto falso, inventato e un esempio piuttosto perfetto delle infinite bugie sfornate dalle élite occidentali praticamente su ogni aspetto della vita.

Per le ricevute su quanto sia falsa la "lingua ucraina", fate una ricerca per "украинский язык искусственный" (lingua ucraina falsa) su Yandex e sfogliate i risultati utilizzando Google Translate. Gli studiosi russi hanno esaurientemente demolito quella particolare menzogna.

Questa verità è il vantaggio finale della Russia nell'intero collasso dell'Ucraina, perché quando arriverà la fine per questi occupanti stranieri, e la fine sembra avvicinarsi rapidamente, questi legami fraterni scoppieranno, e tutti quei "nazionalisti ucraini" sperimenteranno una drammatica scelta tra cambiare idea o scappare a gambe levate. I loro commissari ebrei saranno i primi a fuggire.

Di tutti gli elementi sopra elencati che definiscono le persone, nel caso della Russia, quello più galvanizzante e determinante è la loro fede, in misura molto maggiore rispetto alla maggior parte dei paesi. Tale fede è letteralmente il collante che ha tenuto unita la Russia nei secoli precedenti la rivoluzione. È l'unica ragione per cui la Russia esiste, salvandola continuamente da una distruzione certa. Ha un pantheon di santi (nessuno dei quali parlava "ucraino", anche se molti di loro vivevano sul posto), che dicevano tutti la stessa cosa: che il popolo russo ha un ruolo speciale da svolgere nella storia, e quel ruolo è definito dal cristianesimo ortodosso. Questa è stata per secoli l'ideologia statale, con gli imperatori che vedevano se stessi e il popolo che era d'accordo con loro in quanto custodi e difensori del cristianesimo ortodosso, innanzitutto. Lo stato, il popolo e la cultura russi segnano la loro nascita a partire dalla conversione al cristianesimo avvenuta 1000 anni fa.

Si sente spesso dire che l'America e Israele sono gli unici paesi al mondo fondati sulle idee, quindi aggiungeremo la Russia alla lista. Tale idea è il cristianesimo, una patria intellettuale ben più avvincente, attraente, completa e ben definita di quella dell'America o di Israele. In effetti, negli ultimi 15 anni qui si è parlato molto del fatto che la Russia soffre della mancanza di una "idea nazionale", di un'ideologia ufficiale, non avendo escogitato nulla dopo l'eliminazione del comunismo se non "patriottismo" e "prosperità". La risposta ovvia è proprio davanti ai loro nasi: l'idea in questione è il cristianesimo, come è sempre stato, salvo durante l'interregno comunista. Nient'altro ha senso qui.

Quindi Zelenskij non ha scelta, davvero. I cristiani sono di fatto una minaccia al suo potere. E nessuna protesta da parte loro sul fatto che siano leali, che sostengano la guerra, che siano completamente autonomi dalla Chiesa russa, ecc. ecc., significa molto, perché, prima di tutto, sono dichiarazioni fatte dalla parte della canna di un fucile mitragliatore, e in secondo luogo, perché contraddicono il buon senso. Tutti in Ucraina e in Russia lo capiscono, soprattutto Zelenskij e i suoi delinquenti, che agiscono in modo assolutamente razionale. Naturalmente preti, vescovi e fedeli ucraini per la maggior parte nutrono simpatie filo-russe, anche se cercano di nasconderle, e sarebbe ingenuo pensare che non lo facciano. E quindi lo smantellamento della Chiesa deve avvenire. È essenziale per mantenere il potere. Nessun danno alle pubbliche relazioni in Occidente può controbilanciare questo semplice calcolo del potere.

Oltre all'identità nazionale, un'altra evidente minaccia da parte della Chiesa, un fatto scomodo per i demoni di questo mondo, è che il cristianesimo comanda ai suoi figli di non rendere falsa testimonianza, di aderire alla verità, come meglio si può, di respingere le menzogne e il male, anche quando questo porta persecuzioni e sofferenze. Il regime di Zelenskij si trova dalla parte sbagliata di questa altalena. È un'altra ragione molto potente per cui i cristiani onesti in Ucraina non lo sostengono e sono i primi candidati ai sentimenti filo-russi.

L'ultimo elemento dell'equazione è il carattere ebraico del regime di Zelenskij, che lo dispone a odiare tutto ciò che è cristiano e russo, a cercare di distruggere il cristianesimo in ogni occasione, a vederlo come il suo nemico finale. In questo, Zelenskij è decisamente dalla parte dei suoi predecessori che hanno perseguitato il popolo russo: i bolscevichi. Entrambi gli elementi sono ebrei ed entrambi nutrono un odio innato per il cristianesimo. I finanziatori neoconservatori di Zelenskij a Washington e a Londra odiano il cristianesimo non meno di lui, come dimostrato dalle loro stesse politiche interne, il cui esempio non fa altro che incoraggiarlo.

Zelenskij è infatti in grande svantaggio, perché quando reprimi il cristianesimo, ottieni solo resilienza, come quando spingi un pallone da spiaggia sott'acqua, quindi sebbene la repressione sia politicamente opportuna, persino necessaria, a breve termine, gli farà solo male a lungo termine. Non può ricorrere all'annientamento e al terrore selvaggi e totali come le sue anime gemelle bolsceviche, e tutto ciò che questa repressione otterrà sarà il rafforzamento spirituale della stessa forza che lui teme di più. Quando arriverà la fine, e arriverà, ciò accelererà la sua morte e le ingiurie da parte del narod (popolo). Deve saperlo, ma probabilmente non gli importa, perché, secondo me, e ancora una volta questo è sottovalutato in Occidente, l'intero conflitto è stato prima di tutto una truffa, un massiccio piano di appropriazione indebita che si è concluso con Zelenskij e i suoi co- cospiratori che trovano grande conforto tra le loro stoviglie placcate in oro da qualche parte in Israele.

La confusione e le percezioni errate su questi fatti in Occidente (ma non in Russia o in "Ucraina") derivano da una mancanza di conoscenza della storia russa, da un'ignoranza quasi totale sulla storia, sul ruolo e sull'insegnamento del cristianesimo ortodosso nell'Impero Russo e oggi, e da una mancanza di apprezzamento di quanto siano importanti i concetti cristiani negli affari mondiali, oggi relegati a una menzione, quando in realtà sono centrali.

Quindi le repressioni continueranno fino al collasso. Accuse inventate contro preti e vescovi, espulsione di nonne dai loro amati santuari da parte di corpulenti nazionalisti, espulsioni di monaci dai monasteri, torture e incarcerazioni occasionali, confisca di proprietà e reliquie, profanazione di altari, attacchi militari alle chiese, strani omicidi o incendi dolosi. Potete trovare il resoconto quotidiano di queste schifezze su orthochristian.com e altrove se volete tenervi aggiornati.

Cercare di comprendere gli eventi politici senza una visione cristiana del mondo ci lascia perplessi e confusi, e ci fa chiedere come le cose siano mai degenerate in un disastro così tragico. Indossate l'armatura di Dio e tutto avrà perfettamente senso.

 
Il Tomos dello scisma: l'anniversario del "concilio d'unificazione" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

chi è stato unito dal Tomos per la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"? Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Nel 2018 si è tenuto il "concilio di unificazione" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Chi si è effettivamente unito in questa "chiesa" e in che misura il Tomos ha adempiuto alla sua funzione?

Il 15 dicembre 2020, i membri della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" hanno celebrato il loro anniversario, due anni dalla creazione di questa struttura. Il suo capo Sergej (Epifanij) Dumenko ha detto parole molto interessanti nella cattedrale di Santa Sofia: "Il patriarca Bartolomeo e il Sinodo del Fanar hanno preso una decisione veramente storica due anni fa, che ha cambiato il corso della storia non solo dell'Ortodossia ucraina ma, ne sono certo, cambierà il corso della storia di tutta l'Ortodossia in futuro. Perché il futuro dell'intera Ortodossia dipende dalla nostra Chiesa – se ci sarà o meno la pace nella Chiesa ortodossa".

Sergej Dumenko ha fatto molte dichiarazioni false durante il suo "ministero primaziale", ma queste sue parole sono andate dritte al punto: l'Ortodossia mondiale, in cui una relativa armonia e pace ha regnato fino al 2018, con l'avvento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ha completamente perso questa pace. Inoltre, la Chiesa ecumenica sta attraversando un'evidente crisi, che viene già paragonata al Grande Scisma del 1054, quando la Chiesa romana si staccò dall'Ortodossia. Pertanto, affermando che "dipende dalla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" se ci sarà la pace nella Chiesa ortodossa", Sergej Dumenko ha assolutamente ragione. È solo necessario un piccolo chiarimento: è stata la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" che ha distrutto questa pace. Nessuno sa come sarà domani la Chiesa ortodossa.

Ripercorriamo come tutto è iniziato due anni fa.

Tomos e "unità": i vescovi

Per giustificare la loro illegalità canonica sul territorio e per legalizzare gli scismatici ucraini nella "Chiesa autocefala dell'Ucraina", dovevano essere coinvolti i vescovi canonici, cioè quelli della Chiesa ortodossa ucraina. Infatti, sarebbe stato possibile spiegare formalmente ad altre Chiese ortodosse locali perché il Fanar aveva invaso il territorio canonico della Chiesa russa solo se la Chiesa ortodossa ucraina canonica si fosse alleata con gli scismatici nel desiderio di ricevere il Tomos.

Naturalmente, il Fanar aveva capito che la maggioranza, su quasi un centinaio di vescovi della Chiesa canonica a quel tempo, non avrebbe accettato alcun compromesso politico con Filaret Denisenko e Makarij Maletich.

Lo avevano capito anche gli iniziatori ucraini del Tomos - Poroshenko, Parubij, Jurash e altri. Pertanto, speravano che sarebbe stato possibile convincere circa due o tre dozzine di vescovi della Chiesa ortodossa ucraina a un'alleanza con il "patriarcato di Kiev" e la "Chiesa ortodossa autocefala ucraina".

Il 13 novembre 2018, un mese prima che si tenesse il "concilio d'unificazione", l'allora metropolita della Chiesa ortodossa ucraina Simeon (Shostatskij) annunciò di avere firme riservate di 15 vescovi della Chiesa ortodossa ucraina, che erano positivi sul processo "autocefalo" e pronti a entrare a far parte della nuova struttura creata dal Fanar.

Approssimativamente le stesse cifre furono annunciate al patriarca Bartolomeo. Così nell'agosto 2018, durante un incontro con il patriarca Kirill, il capo del Fanar affermò che almeno 25 vescovi della Chiesa ortodossa ucraina si sarebbero uniti alla sua nuova "chiesa". A loro volta, alcuni chierici della Chiesa ortodossa ucraina alimentarono la situazione dall'interno, e in interviste a varie pubblicazioni affermarono  che "stavano già cominciando a commemorare il patriarca di Costantinopoli alle loro funzioni", "i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina sono divisi in gruppi e lì non c'è più unità". Inoltre, secondo loro, sentimenti simili aleggiavano tra i fratelli dei grandi monasteri: "La posizione dei fratelli non coincide con l'opinione degli abati. La posizione del capo della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca non coincide con la posizione dell'episcopato".

E così, quando il 15 dicembre 2018, non venticinque (come aveva anticipato il patriarca Bartolomeo), non quindici (come aveva detto il metropolita Simeon), ma solo due vescovi della Chiesa ortodossa ucraina (e solo uno di loro era un vescovo ordinario) arrivarono al cosiddetto "concilio d'unificazione" – questo fu sbalorditivo per i fanarioti. Dopo tutto, si scoprì che tutta la loro ideologia così attentamente costruita, secondo la quale il Tomos avrebbe finalmente unito TUTTI i "rami" dell'Ortodossia ucraina, era crollata in un momento.

Naturalmente, anche se ipotizzassimo che un quarto dell'episcopato della Chiesa ortodossa ucraina avesse effettivamente optato per la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", una tale tesi sarebbe comunque falsa, perché in una situazione in cui la parte del leone dei vescovi sceglie di rimanere con il proprio primate, non si può parlare di alcun tipo di unione. Inoltre, quando solo due si sono uniti allo scisma, sorge la domanda: come si può discutere seriamente una simile "unione"?

Pertanto, le parole di Epifanj Dumenko, pronunciate nel 2019, secondo cui "il 15 dicembre, tutti insieme abbiamo potuto testimoniare il fatto dell'unità dei tre rami dell'ortodossia ucraina" non si possono percepire diversamente che come una presa in giro.

"Transizioni" di comunità

È vero, però, che nel 2018 i rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" allora creata speravano ancora che, nonostante un rifiuto così unanime della struttura di nuova creazione da parte dell'episcopato della Chiesa ortodossa ucraina, i credenti ordinari avrebbero avuto una posizione diversa su questo argomento.

Anzi, allora tra i sostenitori del Tomos regnava una sorta di euforia. Pareva loro che il fatto stesso della concessione di questo documento garantisse il crollo della Chiesa ortodossa ucraina e la migrazione di massa dell'episcopato, del clero e dei credenti nella nuova struttura ecclesiastica creata dal Fanar.

Ecco cosa ha detto il metropolita Simeon di Vinnitsa: "Quando il Tomos sarà concesso, le parrocchie ucraine si trasferiranno nella nuova chiesa. Questo processo sarà particolarmente intensificato quando verrà adottata una legge che regola le sfumature di subordinazione delle parrocchie. I fedeli dovranno decidere da soli: sono nella Chiesa autocefala ucraina o nella Chiesa russa?" Nel novembre 2018, ha affermato con tutta serietà che "gli abitanti dei villaggi della regione di Vinnitsa sono sostenitori dell'autocefalia, mentre i residenti di Vinnitsa sono per il "mondo russo"."

Il "patriarca di Kiev" Filaret Denisenko era allora sicuro che a causa delle pressioni delle parrocchie, la maggior parte dei vescovi della Chiesa ortodossa ucraina si sarebbe trasferita nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina": "Secondo i nostri calcoli, fino a due terzi dei vescovi sono pronti per arrivare a una sola chiesa. Saranno stimolati dal fatto che le stesse parrocchie del Patriarcato  di Mosca inizieranno a trasferirvisi. Così i vescovi potranno rimanere senza parrocchie e non avranno altra scelta che seguire il loro gregge".

Infatti, un mese dopo il "concilio di unificazione" il quadro delineato da Filaret sembrava cominciare a realizzarsi, almeno in termini di "transizioni di credenti". Un'altra domanda è come sono avvenute queste "transizioni". A gennaio, i rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sono riusciti a portare via con la forza 243 parrocchie dalla Chiesa ortodossa ucraina, 10 al giorno. A febbraio questa cifra era di 153 parrocchie – meno che a gennaio, ma comunque molte. Sembrava che se questa dinamica fosse continuata, entro la fine del 2019 la Chiesa ortodossa ucraina avrebbe potuto perdere da un quarto alla metà delle sue parrocchie.

Nel maggio 2019, Epifanij sperava ancora in transizioni di massa delle comunità della Chiesa ortodossa ucraina alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Tuttavia, non è successo nulla del genere e 150 chiese sono state "trasferite" alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" entro 10 mesi nel 2019 (da marzo a dicembre). Inoltre, la maggior parte delle "transizioni" sono avvenute con la diretta complicità del vecchio governo e del presidente Poroshenko. E non appena la situazione politica è cambiata, le "transizioni" stesse si sono quasi fermate, motivo per cui nel settembre 2020 Dumenko ha lamentato che le "transizioni" si erano fermate sotto il nuovo governo.

Inoltre, lo stesso Shostatskij, che prima del "consiglio di unificazione" aveva rivendicato il sostegno alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da parte delle parrocchie rurali nella regione di Vinnitsa, nel giugno 2019 ha detto che aveva perso molto: "Prima gestivo 320 parrocchie, ora ne ho 20; avevo 280 sacerdoti, ora ne ho solo 30". Pertanto, anche nella diocesi in cui il vescovo ordinario, che prima della transizione godeva d'autorità e rispetto tra i credenti, si era unito alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", le parrocchie si erano rifiutate di allearsi con gli scismatici. Assieme al rispetto, il metropolita Simeon (Shostatskij) ha perso anche la sua diocesi ...

Anche l'ex metropolita Alexander Drabinko della Chiesa ortodossa ucraina non ha guadagnato nulla dal suo passaggio alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Sebbene abbia ricevuto lo status di "vescovo ordinario" nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", in realtà non ha alcuna diocesi. Al momento, deve dedicare la maggior parte del suo tempo a "fare apparizioni": l'ex metropolita si reca nelle "diocesi" dei suoi nuovi "confratelli vescovi", scatta foto con loro e rilascia interviste a varie pubblicazioni, la cui serietà sta diminuendo con il passare del tempo. Al momento, il futuro di Drabinko all'interno della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non sembra roseo, perché nessuno degli ex rappresentanti del "patriarcato di Kiev" o della "Chiesa ortodossa autocefala ucraina" gli permetterà mai di avere la sua "diocesi", ed è probabile che non conti su nient'altro che alcune chiese.

Falsità e violenze

Alla fine, i creatori e gli iniziatori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sono rimasti estremamente delusi in termini di transizione delle comunità dalla Chiesa ortodossa ucraina. Sono riusciti a portare via solo circa 500 luoghi di culto da una Chiesa canonica che conta più di 12.000 comunità. Sottolineiamo che nella stragrande maggioranza dei casi le comunità della Chiesa canonica sono rimaste fedeli all'Ortodossia, anche se hanno perso la loro chiesa.

Allo stesso tempo, negli ultimi mesi, siamo stati testimoni di vere e proprie violenze e bugie a cui hanno fatto ricorso i sostenitori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" durante il sequestro delle chiese ortodosse.

Per esempio, nel villaggio di Zadubrovka, nella regione di Chernovtsy, i rappresentanti della struttura appena creata hanno picchiato con forza i credenti della Chiesa ortodossa ucraina: li hanno picchiati con coltelli e manganelli in modo che questi ultimi finissero in un ospedale, e uno di loro ha avuto bisogno di un intervento chirurgico all'occhio.

Più recentemente, il 12 dicembre, ossia tre giorni prima del secondo anniversario del "concilio d'unificazione", che avrebbe dovuto "unire" i cristiani ortodossi ucraini, diverse dozzine di "credenti" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", armati di bastoni, mazze e tirapugni nel villaggio di Mykhalcha, regione di Chernovtsi, hanno cercato di portare via la chiesa ai credenti della Chiesa ortodossa ucraina, sfondando barbaramente la porta di una chiesa ortodossa con mazze.

Nel villaggio di Buzhanka, nella regione di Cherkasy, il "trasferimento" della comunità alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è stato accompagnato dalla falsificazione di documenti; attualmente sono stati aperti due procedimenti penali su questo tema.

Chiesa ortodossa ucraina e "Chiesa ortodossa dell'Ucraina": fatti

Sentiamo notizie simili sui sostenitori della Chiesa ortodossa ucraina? No, non le sentiamo. I fedeli della Chiesa ortodossa ucraina vanno con i tirapugni e le clave a "trasferire" i luoghi di culto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" alla Chiesa canonica? No, non lo fanno. Non portano via nemmeno le loro stesse chiese con accessori in mano. Essendo veri cristiani, usano ogni aiuto per lo scopo previsto: gettano le fondamenta di nuove chiese al posto di quelle sequestrate. Quasi ogni settimana sentiamo notizia che la comunità della Chiesa ortodossa ucraina ha costruito un luogo di culto in una particolare località al posto di quello portato via dalla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". In Transcarpazia, Volinia, Bucovina, nella regione di Ternopol' e in molti altri luoghi, vediamo che i credenti della Chiesa canonica si comportano come veri cristiani: dopo che la chiesa è stata loro portata via, non prendono i tirapugni per combattere i delinquenti locali, ma prendono le pale per scavare; non vanno a punire i loro colpevoli, ma vanno a costruire un nuovo luogo di culto.

Di recente è uscito un film sui veri cristiani nei vicini villaggi di Butyn e Kynakhivtsy, dove gli "uomini di preghiera" del "patriarcato di Kiev" (ora "Chiesa ortodossa dell'Ucraina") hanno portato via consecutivamente due chiese ai credenti – prima in un villaggio, poi nell'altro. Cosa hanno fatto i membri della comunità? All'inizio hanno pregato nella casa del capo, poi hanno costruito una piccola chiesa di truciolato e poi, con l'aiuto dei benefattori, hanno costruito una nuova bellissima chiesa. Ma anche questo non è il punto principale. Quei fedeli non si sono amareggiati minimamente. Il loro amore per Dio, per il prossimo e persino per i trasgressori non ha fatto che crescere.

E la comunità dei cristiani ortodossi non scompare insieme alla chiesa a seguito della "transizione": i fedeli continuano a pregare, si riuniscono nelle loro case, i sacerdoti servono la liturgia e, nonostante tutti i problemi, la comunità vive a pieno titolo vita spirituale.

Ecco perché, alla fine del 2020, la Chiesa ortodossa ucraina ha mostrato una crescita positiva in quasi tutti gli indicatori: sono emerse altre 36 nuove comunità, 45 sacerdoti e un altro nuovo monastero. Ora, tenendo conto delle chiese sequestrate con la forza, la Chiesa ortodossa ucraina conta 12.374 comunità, 12.546 sacerdoti, 255 monasteri e 4.548 monaci. Non è questa una prova di chi è la nostra gente?

Allo stesso tempo, nonostante tutta la narrativa di Dumenko, non vediamo alcuna crescita notevole nella sua struttura. È interessante confrontare i numeri che ha annunciato il 15 dicembre 2020 e il 14 dicembre 2019.

Secondo loro, la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha "più di 7000 parrocchie" (allo stesso modo, "più di 7000", senza numeri specifici, l'anno scorso), "più di 4500 sacerdoti" (esattamente le stesse cifre sono state citate nel 2019), "circa 80 monasteri" (nel 2019 avevano fornito una cifra più specifica – 77 monasteri: quest'anno, a quanto pare, hanno deciso di arrotondare) e 60 "vescovi" (invece di 62 nel 2019).

Perché Dumenko nomina un numero approssimativo di parrocchie e sacerdoti? Perché, in primo luogo, questi non possono essere conteggiati, poiché molti di loro sono ancora sotto la giurisdizione del "patriarcato di Kiev".

In secondo luogo, nessuno può dire con certezza quante parrocchie rimarranno nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" anche prima della fine di quest'anno, e non solo in un futuro più lontano. Ma è ancora possibile contare i "vescovi", e si scopre che sono due in meno rispetto al 2019.

Si tratta del "vescovo" Filaret Panku, espulso dalla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", e del defunto "vescovo" Ioann Boychuk. È interessante notare che, a questo proposito, Dumenko non ha commemorato Denisenko durante il "servizio di preghiera" a santa Sofia di Kiev, ma ha solo menzionato il fatto che Filaret "è caduto in tentazione e non è tra noi".

Ma l'allusione alla "tentazione" non giustifica in alcun modo il fatto che il Tomos non solo non è riuscito a unire gli ortodossi dell'Ucraina, ma ha diviso anche la stessa "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e quelle Chiese locali i cui primati l'hanno riconosciuta, e quindi ha diviso l'Ortodossia mondiale.

Il Tomos e la questione della sicurezza nazionale degli Stati Uniti

Basti ricordare qui che il "riconoscimento" del Tomos non è avvenuto per ragioni ecclesiastiche, validità canonica o altri argomenti comprensibili alla coscienza ortodossa, ma unicamente attraverso la pressione politica e la partecipazione diretta delle autorità greche e cipriote, che agiscono per volontà del Dipartimento di Stato americano.

Per esempio, il 9 dicembre 2020, l'ambasciatore degli Stati Uniti ad Atene Geoffrey Pyatt ha affermato che "la Grecia e gli Stati Uniti lavorano come partner strategici per rispondere alla sfida che la Russia pone ai nostri valori democratici e in particolare alla libertà di espressione religiosa qui in Europa".

Nella sua comprensione, gli Stati Uniti dovrebbero difendere non le libertà religiose in generale, ma il Patriarcato di Costantinopoli in particolare: "La Russia non solo sfida l'autorità del patriarca ecumenico, ma ha continuato a cercare di rompere l'unità della Chiesa ortodossa fomentando l'instabilità e minando la sovranità delle nazioni indipendenti a maggioranza ortodossa". Allo stesso tempo, Pyatt afferma direttamente che l'intera "sfida" della Russia sta nel rifiuto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da parte della Chiesa ortodossa russa: "L'anno scorso, quando il patriarca ecumenico ha concesso l'autocefalia alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" secondo i desideri del popolo ucraino, la Russia ha risposto rompendo i legami con sua Santità.

Tuttavia, il funzionario americano è fiducioso che il gruppo di coloro che riconoscono la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" crescerà sicuramente, perché il sostegno al Fanar è "una questione di sicurezza nazionale degli Stati Uniti". A questo proposito, vorrei chiedere ai rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" se non si vergognano di associare tutte le loro speranze per il futuro alla "questione della sicurezza nazionale degli Stati Uniti"? Come si sentono i "credenti" quando sanno che la loro "chiesa" può essere riconosciuta solo grazie alle pressioni del Dipartimento di Stato e dei servizi segreti americani? E cosa c'entra tutto questo con la salvezza personale dell'anima di una persona in particolare? Anche il Dipartimento di Stato darà le sue preziose raccomandazioni al Giudizio Universale?

Ma la cosa più interessante è che anche con una pressione così potente nelle Chiese, i cui primati hanno riconosciuto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", c'è un numero enorme di vescovi, sacerdoti e credenti che non vogliono entrare nell'unità con gli scismatici.

L'intero mondo ortodosso ha recentemente assistito a come quasi la metà del Sinodo della Chiesa ortodossa cipriota abbia rifiutato di considerare canonica la struttura religiosa propagandata in Ucraina. Alcuni vescovi di questa chiesa hanno annunciato il loro dissenso con i proprio primate se questi avesse continuato a commemorare Dumenko come "metropolita di Kiev". L'immagine è simile anche nella Chiesa greca. Per esempio, l'arciprete Nikolaj Danilevich ha detto che un certo numero di sacerdoti di questa Chiesa "o rifiutano con vari pretesti di concelebrare quando sono invitati alle feste, oppure vengono a pregare all'altare, ma non indossano paramenti, in modo da non concelebrare e non ricevere la santa comunione con gli scismatici e con chi partecipa ai santi doni con loro".

Chi è stato dunque "unito" dal Tomos?

Con cosa terminare? Il Tomos della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non ha potuto risolvere il problema della divisione tra i "rami" ortodossi dell'Ucraina e unire tutti i credenti in un'unica struttura per godere della comunione con l'Ortodossia mondiale (ciò che aveva dichiarato il Fanar quando era stata creata la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"). Inoltre, non solo non è riuscito a svolgere il suo compito in Ucraina, ma è diventato anche un ostacolo per le Chiese locali di tutto il mondo.

Il metropolita Seraphim del Pireo, rispondendo alle dichiarazioni del monaco dell'Athos Nikita, che afferma che il Tomos è "il più grande evento ecclesiastico degli ultimi decenni", scrive che "non solo l'autocefalia ucraina non può essere considerata 'il più grande evento ecclesiastico degli ultimi decenni', ma al contrario è stata l'evento ecclesiastico più tragico degli ultimi decenni".

Secondo lui, invece di pace e unità, il Tomos ha scatenato "una persecuzione senza precedenti della Chiesa ortodossa canonica sotto l'omoforio del metropolita Onufrij": i vescovi, i sacerdoti, i monaci e i credenti della Chiesa ortodossa ucraina sono esposti a percosse, monasteri e luoghi di culto vengono sequestrati con la forza, mentre le comunità della Chiesa canonica sono perseguitate, costrette a cambiare il nome in 'Chiesa russa' e devono far fronte a pressioni senza precedenti". Il vescovo è sicuro che il Tomos non ha aiutato nemmeno chi lo ha sostenuto in Ucraina, perché "le persone che perseguitano, rapinano, ricorrono alla violenza non sono sulla via della salvezza, ma sulla via della distruzione".

E probabilmente è il metropolita Seraphim del Pireo a trarre la migliore conclusione  su tutto ciò che è accaduto negli ultimi due anni in Ucraina e nell'Ortodossia: "Il Patriarcato ecumenico ha cercato con l'aiuto dell'autocefalia ucraina di guidare (presumibilmente) una manciata di persone, un minoranza insignificante degli ucraini, sulla "via della salvezza". Ma cosa ha ottenuto alla fine? Non è riuscito a condurle sulla "via della salvezza", ma allo stesso tempo ha creato uno scisma pan-ortodosso. È stata una "conquista" del Patriarcato ecumenico? Ciò significa davvero essere sulla "via della salvezza"?"

Tutto quanto sopra è effettivamente la "via della salvezza" nella visione dei fanarioti?

 
Metropolita Amfilohije: "Lo spirito del neofascismo sta seminando semi di discordia"

Durante le celebrazioni in onore di san Basilio di Ostrog a Nikšić, il 16 maggio, il metropolita Amfilohije del Montenegro e del Litorale ha dichiarato che lo spirito del neofascismo sta risogendo e seminando semi di discordia, "cercando di provocare una lite tra fratelli nell'Ucraina e in Russia".

Presentiamo nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” un breve resoconto su questa dichiarazione.

 
Domande sulla "canonicità" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da un suo "vescovo": il punto di vista di Mikhail Zinkevich

Mikhail Zinkevich pone domande a cui la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non ha risposte. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Mikhail Zinkevich afferma che Epifanij e i "vescovi" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" aderiscono alla tattica dello struzzo e pone domande a cui non ci sono risposte.

Nel secondo anniversario del cosiddetto "concilio d'unificazione" , in cui è stata creata la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", uno dei "vescovi" di questa organizzazione, Mikhail Zinkevich, ha rilasciato un'intervista all'agenzia "Glavcom", in cui, da un lato, ha sollevato domande piuttosto scomode e, dall'altro, ha ammesso che non ci sono risposte a queste domande. L'intervista si chiama: "La Chiesa ortodossa dell'Ucraina non ha risposte a molte domande: tutti hanno la testa nella sabbia". Studiamo le rivelazioni di Mikhail Zinkevich e traiamo le conclusioni.

Mikhail Zinkevich. Foto: "Volynski Novyny" ("Novità della Volinia")

Per cominciare, chi è Mikhail Zinkevich? Molte persone lo conoscono dall'odioso detto che ogni candela acquistata nella Chiesa ortodossa ucraina è un proiettile per i soldati ucraini nel Donbass. Questa affermazione è odiosa, in primo luogo, perché è una menzogna, e in secondo luogo, perché lo stesso Epifanij utilizza i prodotti dell'impresa russa Sofrino nei suoi "servizi". E in terzo luogo, come, in questo caso, spuinge a valutare le attività dello sponsor della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" Andrej Matsola, fondatore del marchio “Persha Privatna Brovarnya”, che, secondo i media, investiva annualmente 70 milioni di dollari nell'economia russa, ha pagato le tasse al bilancio russo e così via.

In generale, questa affermazione di Mikhail Zinkevich dà già un'idea sufficiente della sua personalità, ma qui ci sono alcuni dettagli in più al suo ritratto. Ha lavorato presso la Lavra di Pochaev, è stato sacrestano presso la Chiesa della Natività della Vergine a Cherkassy, ​​ha studiato al Seminario teologico di San Pietroburgo, e poi ha fatto una carriera nello scisma del "patriarcato di Kiev": nel 1997 "diacono", nel 2000 "vescovo", nel 2018 uno dei principali candidati alla carica di capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". A quel tempo Filaret Denisenko e Petro Poroshenko lo convinsero a ritirare la sua candidatura. Nella sua intervista a Glavcom, Zinkevich non ha ignorato neanche questo momento.

Alla domanda del giornalista: "Gli eventi del Concilio d'unificazione nel 2018 sono una sconfitta per lei?" Mikhail Zinkevich ha risposto: "Una sconfitta è quando perdi, ma quando sei ricattato, non è una sconfitta". Così, il fallito capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha ammesso di essere stato ricattato, costretto a ritirare la sua candidatura. Il fatto che ci sia un ricatto contro Zinkevich (così come contro altri membri della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina") non è una rivelazione, è risaputo, ma le seguenti tesi sono testimonianze davvero interessanti di una persona che conosce dall'interno il retroscena della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Rivelazione 1: il Tomos e stato davvero comprato a scatola chiusa, e ha deluso molti quando è uscito allo scoperto

Mikhail Zinkevich lo dice in questo modo: "Quando si parlava del Tomos, ne parlavamo per sentito dire, perché non ne vedevamo i contenuti, quello che è scritto nel testo. <...> Ma quando è apparso il testo del Tomos, non ha soddisfatto tutti. Il patriarca Filaret afferma: non ci aspettavamo di vedere in questo Tomos ciò che vi è scritto. A cominciare dal nome della Chiesa, da dove abbiamo il miro, e soprattutto il momento irritante è stato la questione delle parrocchie situate fuori dall'Ucraina. Queste, secondo il documento, non appartengono all'Ucraina".

Con queste parole, il "metropolita" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha effettivamente confermato quello che hanno scritto molti osservatori e analisti di temi ecclesiastici: il rapporto del Fanar con le autorità ucraine e gli scismatici ucraini è un gioco al "chi inganna per primo". Il punteggio in questo gioco è ancora un pareggio: il Fanar ha promesso un'autocefalia a tutti gli effetti ma in realtà ha reso la struttura della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" dipendente da se stesso. L'Ucraina, a sua volta, ha promesso di ripagare il Fanar con i più antichi monasteri e chiese sotto forma di stavropegie, ma finora ha dato solo la chiesa di sant'Andrea a Kiev.

Per quanto riguarda le parrocchie ucraine all'estero, è improbabile che Mikhail Zinkevich e altri "vescovi" del "patriarcato di Kiev" e della "Chiesa ortodossa autocefala ucraina" fossero all'oscuro della concezione che il Fanar promuove da circa cento anni, vale a dire: l'intera diaspora attorno al mondo dovrebbe essere sotto il Fanar. Quindi, semplicemente non c'era alcuna possibilità di mantenere le parrocchie estere.

Rivelazione 2: gli accordi dietro le quinte tra Filaret, Epifanij e Petro Poroshenko esistevano davvero

Mikhail Zinkevich: "E, naturalmente, questi erano accordi personali tra il patriarca (Filaret, ndc) e il circolo che era allora nel Patriarcato di Kiev. Abbiamo discusso di questi temi: funzioni e poteri. C'erano alcuni accordi. Quando questi accordi non sono stati rispettati, è diventato un ulteriore motivo di irritazione per il testo scritto del Tomos. <...> Ho sentito che il patriarca onorario Filaret accusa Poroshenko di averlo presumibilmente ingannato. Ciò significa che c'erano degli accordi tra di loro..."

La conferma dell'esistenza di accordi dietro le quinte significa il riconoscimento del fatto che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è stata originariamente costruita non sulla base delle tradizioni canoniche di governo ecclesiale esistenti nell'Ortodossia, ma sugli accordi personali dei padri fondatori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ognuno dei quali ha cercato il proprio vantaggio.

Inoltre, le parole di Mikhail Zinkevich confermano la validità di quelle affermazioni che Filaret Denisenko ha fatto contro il suo ex protetto Sergej Dumenko e l'ex presidente Petro Poroshenko. In generale, l'intera intervista di Mikhail Zinkevich a "Glavcom" è permeata di simpatia per Filaret Denisenko e per la posizione che occupa attualmente. E in queste simpatie, Mikhail Zinkevich è ben lungi dall'essere solo.

Rivelazione 3: il numero dei "vescovi" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" che simpatizzano con Filaret sta crescendo

Mikhail Zinkevich: "…quanti vescovi simpatizzano con il patriarca onorario (Filaret, ndc)? Oggi la simpatia comincia a manifestarsi sempre di più. Almeno c'è una tendenza al rialzo. C'è una tendenza tra i metropoliti a sostenere quanto dice il patriarca onorario Filaret".

Ricordiamo: di cosa sta parlando Filaret ora? Il suo messaggio principale è che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non è una struttura autocefala: è subordinata al Fanar. Mikhail Zinkevich concorda indirettamente con questa affermazione: "Il patriarca (Filaret, ndc) dice: la Chiesa ortodossa dell'Ucraina è una Chiesa di Costantinopoli. Ma se siamo una Chiesa indipendente, perché non produciamo il miro? Non c'è risposta a questa domanda".

Qui non è tanto l'essenza della domanda, chi e dove produce il miro, ma il fatto che Mikhail Zinkevich porti questo argomento a sostegno della posizione di Filaret è indicativo. Dopotutto, il "metropolita" sa (dovrebbe sapere) che, per esempio, la Chiesa greca, quella albanese e persino quella di Gerusalemme non fanno il miro da sole ma lo ricevono da Costantinopoli. E questo non impedisce loro di avere lo status di Chiese locali. Almeno il Patriarcato di Gerusalemme è una Chiesa autocefala a tutti gli effetti, anche se con caratteristiche proprie. Se Mikhail Zinkevich non avesse fatto proprio il punto di vista di Filaret, avrebbe facilmente confutato la sua stessa argomentazione sulla produzione del miro.

C'è un altro punto interessante nel passo sulla produzione del mirro. Il fatto è che il Patriarcato di Costantinopoli ritiene che la produzione del miro non sia un attributo indispensabile di una Chiesa autocefala, ma la Chiesa ortodossa russa la pensa diversamente: insieme allo status di autocefalia, la Chiesa dovrebbe ricevere il diritto di preparare il miro. Di conseguenza, negli Atti di autocefalia della Chiesa ortodossa polacca, della Chiesa ortodossa delle Terre Ceche e della Slovacchia e della Chiesa ortodossa d'America, che hanno ricevuto l'autocefalia dalla Chiesa ortodossa russa, viene indicato il diritto di queste Chiese di preparare il miro. Come possiamo vedere, il punto di vista di Mikhail Zinkevich coincide con l'approccio della Chiesa ortodossa russa a questo problema. Tuttavia, in modo sleale.

Ora pensiamo alle conseguenze della crescita del numero dei "vescovi" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" che:

  • deluso dal contenuto del Tomos;
  • insoddisfatto del mancato rispetto degli accordi dietro alle quinte;
  • simpatizza con Filaret.

Ciò può portare il conflitto nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da una fase latente a una aperta. Epifanij Dumenko non è il tipo di persona che può risolvere i conflitti nella sua struttura. Deve la sua posizione nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" interamente a Filaret Denisenko, il quale, per mettere Epifanij al posto di leader, è andato sia contro Petro Poroshenko, che voleva vedere il suo protetto, l'ex metropolita Simeon (Shostatskij) di Vinnitsa, come capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", sia contro Mikhail Zinkevich, che si è candidato per questo posto.

Siamo onesti: Dumenko non è praticamente nulla senza Filaret. Né esperienza, educazione, né istinto politico. Epifanij ha litigato con il suo unico mecenate ma non ne ha acquisiti altri. Non è difficile rispondere alla domanda perché Epifanij rimanga ancora a capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Sono in molti a volerlo rimuovere, ma si sono rivelati tutti ostaggi della scelta iniziale. Le dimissioni di Epifanij adesso, sia di sua iniziativa che contro la sua volontà, significherebbero un'ammissione del fallimento del progetto "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". E nessuno è ancora pronto per questo. Ma non appena i curatori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ammetteranno che Epifanij danneggia il progetto più che portare benefici, le sue possibilità di rimanere al suo posto saranno quasi zero. E poi sia Mikhail Zinkevich che Simeon (Shostatskij) avranno la possibilità di competere per la sedia di capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Domande sulla "canonicità" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", a cui non c'è risposta nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

Ora passiamo alle domande poste da Mikhail Zinkevich e alle quali nessuno nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" vuole rispondere, incluso egli stesso. Ci sono tre domande di questo tipo:

  1. Perché le parrocchie della diaspora sono state portate via dalla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"?
  2. Perché la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non può produrre il miro?
  3. Cosa fare con il "miro" che era già stato preparato nel "patriarcato di Kiev" e, soprattutto, come dovrebbe essere considerato?

C'è solo una risposta alle prime due domande: perché la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non è una Chiesa autocefala (se tale formulazione è generalmente appropriata a una comunità di scismatici privi di grazia) ed è subordinata al Fanar. Quanto alla terza domanda, merita di essere esaminata più in dettaglio.

Mikhail Zinkevich ha formulato la domanda nel modo seguente: "E in terzo luogo – cosa fare del miro che abbiamo già fatto e portato via al patriarca Filaret? Lo usiamo o cosa ne faremo? È ancora sacro. Cosa farne, come deve essere considerato ora? Vero miro, con cui ungiamo nel battesimo o nella consacrazione degli altari, oppure non è più miro? Come ritenerlo adesso?"

In effetti, questa è una domanda che porta alla luce sia lo stesso Mikhail Zinkevich che tutti gli scismatici in generale. Il miro è una sostanza speciale composta da olio d'oliva e altri oli e spezie, prodotta in modo speciale e consacrata da una schiera di vescovi guidati dal primate della corrispondente Chiesa locale. L'unzione con il crisma nel sacramento della cresima santifica i neobattezzati con lo Spirito Santo, cosa che nei primi tempi si realizzava mediante l'imposizione delle mani degli apostoli.

"Ma attenti, non considerate questo miro così semplice. Perché proprio come il pane nell'Eucaristia, alla chiamata dello Spirito Santo, non è più semplice pane ma corpo di Cristo: così questo santo miro non è più semplice, inferiore, ordinario per vocazione: ma il dono di Cristo e dello Spirito Santo, per la presenza della sua vera Divinità. Unge simbolicamente la vostra fronte e gli altri strumenti dei sensi. E quando il corpo è visibilmente unto, allora l'anima è santificata dallo Spirito Santo e vivificante" (San Cirillo di Gerusalemme).

Di conseguenza, solo i vescovi canonici possono comunicare per grazia questo "dono di Cristo e dello Spirito Santo" al mondo. E così, la domanda di Zinkevich – se il miro fatto sotto il "patriarcato di Kiev" sia vero – si trasforma ovviamente in una domanda sulla grazia dei "vescovi" della UOC-KP in generale. Dal punto di vista del patriarca Bartolomeo, questo "crisma" non è crisma, poiché "il cosiddetto 'Patriarcato di Kiev' non esiste e non è mai esistito" (dal comunicato del giugno 2019). E poiché, secondo il testo del Tomos, la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è obbligata ad aderire all'opinione del Fanar su questioni controverse di natura "eccesiastica, dogmatica e canonica", allora anche la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" dovrebbe tenerne conto.

Dubbi e perfino smentite dirette della grazia degli scismatici legalizzati dal patriarca Bartolomeo sono contenuti nelle dichiarazioni di quasi tutte le Chiese locali. Ecco solo alcune citazioni dalle dichiarazioni ufficiali.

"L'esperienza di duemila anni della Chiesa di Cipro e dell'intera Chiesa ortodossa nel suo insieme ci dà motivo di dubitare della possibilità di legalizzare "retroattivamente" quelle ordinazioni che sono state compiute da vescovi deposti, scomunicati e anatematizzati. La deposizione, la scomunica e l'anatema degli individui che hanno dato inizio alla crisi ucraina sono stati riconosciuti da tutti i cristiani ortodossi" (dal comunicato del Sinodo della Chiesa di Cipro del 21 febbraio 2019).

"Chiediamo al Patriarcato ecumenico di chiarire il problema dei vescovi e dei sacerdoti non canonici che appartenevano al 'Patriarcato di Kiev'." (dal comunicato del Sinodo della Chiesa romena del 21 febbraio 2019)

"Le persone dalle quali sono stati rimossi gli ordini dell'episcopato e del presbiterato non possono essere leader nello stabilire la pace nella Chiesa ortodossa dell'Ucraina. Le loro azioni diventano causa di disordini e tentazioni ancora maggiori" (Concilio della Chiesa polacca, 15 novembre 2020).

"Per tutto il tempo in cui era deposto e sotto anatema, il signor Filaret eseguiva riti non canonici, che non erano sacramenti validi. Pertanto, le ordinazioni da lui eseguite sono invalide, vuote, prive della grazia divina e dell'azione dello Spirito Santo. Tra loro ci sono le consacrazioni a diacono, a presbitero e, di conseguenza, al vescovo del suo segretario – Sergej Dumenko, ora metropolita Epifanij. La sua lettera del 24 dicembre dice: "...dopo averli reintegrati nel loro rango gerarchico o sacerdotale". Ma ci poniamo la domanda: come hanno fatto le ordinazioni compiute dal signor Filaret, che era sotto scomunica e anatema, retroattivamente, senza consacrazione canonica, ad acquisire nello Spirito Santo la legittimità e il vero sigillo della successione apostolica?" (Lettera del primate della Chiesa ortodossa albanese, arcivescovo Anastasios, al patriarca Bartolomeo del 7 marzo 2019).

E la cosa più interessante è che Filaret Denisenko la pensa esattamente allo stesso modo, dal suo pulpito: "Ebbene, se il patriarca ecumenico mi ha tolto l'anatema nel 2018, ero sotto anatema fino al 2018 o no? Se ero sotto anatema, significa che tutti questi vescovi non sono validi. Ed Epifanij non solo non è un metropolita, non è nemmeno un prete. Se il patriarca ecumenico mi ha rimosso l'anatema nel 2018, allora l'intero episcopato è invalido" (da un'intervista alla Radio ucraina nel programma Persona grata del 17 giugno 2019).

Sergej Dumenko e l'attitudine dello struzzo

Torniamo all'intervista di M. Zinkevich.

Corrispondente: "I dirigenti della Chiesa stanno cercando le risposte a queste domande? E che modo vede di risolvere questi problemi?"

M. Zinkevich: "Ora non si cerca nulla, ora si tiene la testa nella sabbia, apettando che tutto passi o che qualcuno decida".

Corrispondente: "Chi ha la testa nella sabbia?"

M. Zinkevich: "Ce l'hanno utti".

Corrispondente: "Cioè, anche il metropolita Epifanij, il primate?"

M. Zinkevich: "Tutti ..."

* * *

Sembra che a queste domande dovrebbe rispondere nientemeno che il patriarca Bartolomeo. Se dice che il miro del "patriarcato di Kiev" non è reale, significa che Filaret Denisenko, Epifanij Dumenko, Mikhail Zinkevich e tutti gli altri non sono vescovi ma impostori privi di grazia. E lo sono ancora. E se il capo del Fanar dice che tutti i "sacramenti", comprese le "ordinazioni" nel "patriarcato di Kiev", erano validi, allora deve spiegare perché ha sostenuto la deposizione e l'anatema di Filaret per tutto il tempo fino al 2018, perché ha pubblicato documenti in cui si diceva che il "patriarcato di Kiev" non era la Chiesa.

E in conclusione, vorrei fare una citazione dai Proverbi del re Salomone, che caratterizza questa situazione nel miglior modo possibile: "Chi si ferma sulle falsità, tenta di governare i venti, inseguirà gli uccelli nei loro combattimenti <...> e raccoglierà la sterilità con le sue mani" (Proverbi 9:12, nella traduzione moderna della LXX).

 
La Grecia e il matrimonio omosessuale: il paese è sull'orlo dell'esplosione?

l'arcivescovo Hieronymos si trova di fronte a una scelta difficile. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Il governo greco ha promesso di legalizzare il matrimonio omosessuale a febbraio. I vescovi sono unanimemente contrari; il Sinodo tace; la gente ribolle. Come può finire?

La situazione relativa alla legalizzazione del matrimonio omosessuale nella Grecia ortodossa ha raggiunto un punto critico all'inizio del 2024. Quasi tutti i metropoliti greci si oppongono fermamente alla proposta di legge, che consentirà agli omosessuali non solo di registrare le loro unioni omosessuali come "famiglie" ma anche di adottare bambini.

Nell'ultima sessione del Sinodo, la Chiesa greca si è espressa contro l'adozione di bambini da parte di persone gay, affermando che "i bambini non sono animali domestici", ma non ha fatto una dichiarazione chiara riguardo al matrimonio omosessuale. Allo stesso tempo, la stragrande maggioranza dei vescovi greci ha condannato con forza l'imminente disegno di legge, e i fedeli greci sono pronti a scendere in piazza per protestare. Ciò non sorprende, dato che alcuni metropoliti esortano direttamente i greci ortodossi a "lottare contro la legalizzazione dei matrimoni omosessuali.

L'arcivescovo Hieronymos ha gettato benzina sul fuoco assicurando che "la Chiesa non prenderà le armi", cioè non darà inizio a rivolte di massa. Tuttavia, la dichiarazione stessa, in cui una persona con un gregge di molti milioni di persone alle spalle menziona le armi, sembra molto allarmante, e indica che si sta almeno parlando di rivolte. Tuttavia, il governo, aderendo ad alcuni accordi "con i partner occidentali", è determinato ad approvare il disegno di legge indipendentemente dall'opposizione.

Allora, cosa sta succedendo in Grecia, e come potrebbe finire?

Chiesa e politica: sinfonia o cacofonia?

Secondo la Costituzione, la Grecia è un paese ortodosso. La posizione della Chiesa su varie questioni nel paese è molto significativa e, nella maggior parte dei casi, è in linea con lo Stato perché la Chiesa è sovvenzionata dal bilancio statale.

Tuttavia, nella storia del paese, ci sono stati casi in cui la "sinfonia" visibile tra la Chiesa e lo Stato è stata interrotta, portando non solo a una "cacofonia" ma anche a un serio confronto. Uno di questi casi è stata la voce "religione" nei documenti di identità.

Nel 2000, il governo ha deciso di rimuovere questa registrazione dai documenti. Tuttavia, l'allora capo della Chiesa greca, l'arcivescovo Christodoulos di Atene, si oppose a questa decisione. La sua ferma posizione su questo tema ha portato a massicce proteste ad Atene e Salonicco, e la Chiesa ha raccolto oltre 3 milioni di firme per chiedere di non rimuovere la voce "religione" dai passaporti. Vale la pena notare che a quel tempo l'intera popolazione della Grecia ammontava a poco più di 10 milioni di persone e che 3 milioni di firme erano più del numero di voti ricevuti dal partito PASOK (movimento socialista panellenico) per salire al potere nel paese.

Allora (come in tanti altri casi) la Chiesa ha perso il confronto con i politici, ma tutti tremano ancora al pensiero che gli eventi del 2000 possano ripetersi. D'altronde dopo il 2000 i politici si sono resi conto che la Chiesa ha un ruolo decisivo nella questione elettorale, il che significa che nessuno vuole litigare con lei.

Ma non nel caso della legalizzazione del matrimonio omosessuale.

Il 19 gennaio 2024, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha dichiarato che un disegno di legge sul matrimonio omosessuale sarebbe stato approvato all'inizio di febbraio.

In effetti, all'unisono con questa dichiarazione, è stato riferito che il 23 gennaio 2024 si terrà una riunione straordinaria del Sinodo della Chiesa ortodossa di Grecia. Si prenderà in considerazione solo una questione: il matrimonio gay e la reazione ad esso. Il Sinodo, secondo lo Statuto della Chiesa di Grecia, è stato convocato dall'arcivescovo Hieronymos. Tuttavia, come si è scoperto, lo ha fatto per un motivo preciso.

Politica nella Chiesa o Chiesa nella politica?

È importante capire che l'arcivescovo Hieronymos sta cercando di "bilanciare" opinioni direttamente opposte. In una delle sue recenti interviste, ha affermato che in materia di "unione omosessuale", non si dovrebbe pensare in termini di posizioni di "destra", "sinistra" e "centro", ma piuttosto considerare "che tipo di società e di famiglia avremo domani". Allo stesso tempo, per spostare la responsabilità personale e della Chiesa, ha dichiarato che la questione dei matrimoni omosessuali dovrebbe essere decisa in un referendum nazionale.

In questa situazione, il primate della Chiesa greca cerca di agire non solo come leader religioso ma anche come politico. Rispondendo ai giornalisti sulla sua posizione sul matrimonio omosessuale, l'arcivescovo Hieronymos ha detto: "In tali questioni, l'arcivescovo non può prendere posizione da solo, né può farlo il primo ministro". Questo è il motivo per cui non abbiamo sentito alcuna dura dichiarazione da parte sua, e probabilmente non la sentiremo. Egli si aspetta che anche il Sinodo della Chiesa di Grecia si astenga dal fare dichiarazioni forti fino all'adozione del disegno di legge, che è già al Parlamento greco dopo aver superato tutte le procedure necessarie per il voto.

In altre parole, l'arcivescovo Hieronymos spera di "sedersi" e poi, dopo l'approvazione della legge, affermare che "la Chiesa non può fare nulla".

Naturalmente, la mancanza di ferme convinzioni su una questione così ovvia per un credente come l'atteggiamento nei confronti del peccato di Sodoma provoca molto malcontento non solo tra i credenti comuni, ma anche tra i vescovi greci, che si permettono sempre più di criticare l'operato del primate.

Cosa c'è dietro la convocazione del Sinodo?

Pertanto, alcuni metropoliti si sono indignati per il fatto che l'arcivescovo Hieronymos, senza informare il Sinodo e la gerarchia, abbia incontrato il primo ministro greco Mitsotakis. I media greci definiscono questo incontro "segreto", sostenendo che i colleghi vescovi chiedono conto al capo della Chiesa greca di quanto accaduto durante l'incontro. Insomma, uno scandalo è evidente.

Uno scandalo ancora più grande si sta diffondendo per il fatto che il Sinodo del 23 gennaio è stato convocato dall'arcivescovo Hieronymos, ma a quanto pare, non per sua volontà.

Il fatto è che un gruppo di vescovi greci, figli spirituali e ammiratori del già menzionato arcivescovo Christodoulos di Atene e di tutta la Grecia (predecessore di Hieronymos), hanno iniziato a raccogliere firme per l'immediata convocazione del Sinodo. Hanno raccolto 25 firme di questo tipo. Tuttavia, la lettera non è stata inviata in tempo all'arcivescovo, che ha saputo della raccolta e, anticipando gli eventi, ha convocato lui stesso il Sinodo.

Tuttavia, secondo la stampa greca, un gruppo di vescovi della Chiesa greca accusa ora l'arcivescovo di non aver adempiuto ai suoi doveri di guida spirituale della nazione. I vescovi sostengono che il Primate flirta con le autorità e cerca di "manovrare" su una questione di principio. Per questo motivo hanno chiesto che convochi un Sinodo.

L'omosessualità non è un peccato?

A loro volta, i rappresentanti del governo greco affermano costantemente che l'opinione della Chiesa su questo tema non ha alcuna importanza. Per esempio, appena un'ora dopo che l'arcivescovo aveva suggerito di indire un referendum, il portavoce del governo greco ha dichiarato, in primo luogo, che la Chiesa non avrebbe dettato ai politici come votare e, in secondo luogo, che "le questioni relative ai diritti umani non si decidono nei referendum".

I credenti sono anche indignati dal fatto che le autorità stiano cercando di spostare la questione del riconoscimento delle famiglie omosessuali da una questione puramente politica a un problema spirituale. Un rappresentante del governo, ad esempio, ha affermato che "l'omosessualità non è un peccato" e che è "triste nel sentire" l'opinione opposta che, secondo lui, "non rappresenta né i credenti né la Chiesa".

Tali parole del funzionario sono state percepite come un tentativo da parte dello Stato di dettare alla Chiesa cosa dovrebbe essere considerato un peccato e cosa no. Il problema è ulteriormente aggravato dal fatto che praticamente tutti i vescovi greci vedono il riconoscimento del matrimonio omosessuale solo come il primo passo verso la distruzione dei valori cristiani e non percepiscono l'omosessualità come una "caratteristica biologica" di una persona. Inoltre, si sentono sempre più voci secondo cui le stesse persone che recentemente sostenevano che la famiglia tradizionale è un'istituzione completamente inutile e obsoleta stanno sostenendo la legalizzazione del matrimonio gay. Secondo i vescovi, sembra che se la famiglia è un'istituzione obsoleta, allora chi promuove le unioni omosessuali sta distruggendo questa "istituzione".

* * *

Vedremo presto a cosa porterà tutto questo. Probabilmente il 23 gennaio la Chiesa ortodossa di Grecia prenderà una decisione ferma sulla questione dei matrimoni omosessuali. Il metropolita Nektarios di Corfù ha già invitato i suoi fratelli a condannare la prossima legge. È anche molto probabile che il governo greco non presterà alcuna attenzione alla posizione della Chiesa e che la legge sarà approvata. Cosa accadrà dopo nel paese (proteste, raduni, manifestazioni) non è noto.

Tuttavia, ciò che è certo è che i politici del paese stanno lentamente e inesorabilmente distruggendo le radici e le tradizioni ortodosse di quello stesso popolo che avevano promesso di servire.

 
Israel Shamir: l'Ucraina in tumulto

Una lucida analisi della situazione ucraina è stata fornita al blog The Vineyard of the Saker da Israel Shamir, il giornalista ortodosso russo-israeliano di cui abbiamo già pubblicato sul nostro sito un altrettanto lucido articolo, La storia segreta delle Pussy Riot. Presentiamo l’attenta analisi delle vicende ucraine fatta da Israel Shamir nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti: anche se non si parla esplicitamente della Chiesa ortodossa in tutto l’articolo, ai lettori più attenti non sfuggirà che si sta parlando del cuore dell’Ortodossia russa attualmente sotto attacco.

 
Un creatore di una realtà alternativa: 5 fatti sulle bugie di Dumenko al "Concilio" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

Sergej Dumenko: un creatore

Sergej Dumenko ha rilasciato una serie di dichiarazioni fuori dal comune al "concilio dei vescovi" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Perché il capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" dice una bugia e per quale scopo?

Il 15 dicembre 2020, in occasione del secondo anniversario della fondazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", si è svolto in questa struttura il "concilio episcopale". Il capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" Sergej (Epifanij) Dumenko ha tenuto a questo evento un discorso che contiene molte tesi sbalorditive, per esempio che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è la più grande organizzazione religiosa in Ucraina, che le comunità della Chiesa ortodossa ucraina non vogliono aderirvi perché nuove chiese sono costruite per loro, e che il compito principale della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è essere un guardiano della pace religiosa in Ucraina.

Sarete d'accordo sul fatto che per qualsiasi persona anche lontanamente familiare con la situazione religiosa nel nostro paese, tali dichiarazioni espresse dal leader della nuova struttura religiosa suonano strane e persino ridicole. Non solo contraddicono i fatti e il buon senso, ma anche il concetto elementare di verità. Comunque, per non essere accusatori infondati, passiamo ai fatti.

La "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è la più grande chiesa in Ucraina?

Nel suo rapporto finale al “concilio” della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", Sergej Dumenko ha affermato che la sua struttura “rimane la più grande organizzazione religiosa in termini di numeri (!) e del sostegno di cui gode in Ucraina” . Una dichiarazione molto audace. Proviamo a capire quanto sia vera.

Sappiamo che la dimensione della Chiesa è determinata dai suoi credenti: coloro che si confessano, ricevono la santa comunione e partecipano alla vita della comunità. Come sapete, i credenti si uniscono in comunità. E sono loro che determinano le dimensioni della Chiesa. Esistono statistiche sul numero di parrocchie, sacerdoti, diocesi, monasteri, ecc. È sulla base di tali dati che si traggono conclusioni sulla dimensione di una particolare organizzazione religiosa.

Dumenko cita i numeri delle comunità della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", "più di 7000", dei chierici, "oltre 4500", dei monasteri, "circa 80". Il capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", tuttavia, non menziona affatto il numero dei "monaci".

Per fare un confronto, nella Chiesa ortodossa ucraina, secondo il rapporto del 2020 del cancelliere della Chiesa ortodossa ucraina, il metropolita Antonij di Borispol e Brovary, ci sono 12.374 parrocchie, 12.456 chierici, 255 monasteri monastici, 4.548 monaci, 109 vescovi e 1.531 studenti di seminari e di istituzioni religiose.

Per chiarezza, confrontiamo gli indicatori della Chiesa ortodossa ucraina e della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" nella tabella. Facciamo subito una riserva sul fatto che l'Unione dei giornalisti ortodossi non considera i membri della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" né vescovi né sacerdoti, quindi la tabella è piuttosto arbitraria:

Anno 2020

Chiesa ortodossa ucraina

"Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

Parrocchie

12.374

circa 7.000

Chierici

12.456

circa 4.500

Vescovi

109

60

Monasteri

255

circa 80

Monaci

4.548

???

Cosa salta subito all'occhio?

la Chiesa ortodossa ucraina ha quasi il doppio delle parrocchie della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" (analizzeremo di seguito come è emersa la cifra di 7000 parrocchie nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"), e 2,5 volte più sacerdoti. Di conseguenza, la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non può essere la più grande in termini di numeri.

Le parole "oltre" e "circa" usate nel rapporto ufficiale del "primate della Chiesa locale". Per esempio, cosa significa "circa 80 monasteri"?! Come può il primate non conoscere il loro numero esatto?

Assenza nel rapporto del numero di “monaci” della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Al momento della creazione di questa struttura, secondo il Dipartimento per gli affari religiosi, c'erano 230 monaci nelle statistiche del "patriarcato di Kiev" e 18 monaci nella "Chiesa ortodossa autocefala ucraina". Pertanto, aiutiamo Sergej Dumenko con cifre rilevanti. La sua struttura dovrebbe includere 248 "monaci", vale a dire 18 (!) volte meno che nella Chiesa ortodossa ucraina. E se dividiamo il numero 248 per "circa 80 monasteri", otteniamo la cifra di 3,1 - il numero esatto di "monaci" per ogni monastero della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Quanto è plausibile tutto ciò? Spetta al lettore decidere.

La "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha "oltre 7000" comunità?

Sappiamo che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è stata formata fondendo le strutture del "patriarcato di Kiev" e della "Chiesa ortodossa autocefala ucraina". Secondo il Dipartimento per gli affari religiosi, guidato da Andrej Jurash, al momento della fondazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", c'erano 5.363 comunità nel "patriarcato di Kiev", e 1.171 nella "Chiesa ortodossa autocefala ucraina". Insieme, fanno 6.534. Altre 84 si sono trasferite volontariamente dalla Chiesa ortodossa ucraina. Forse una dozzina o due di altre chiese è stata costruita nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" in due anni. Ma da dove vengono le "oltre 7000"?

Si possono ricordare i rapporti vittoriosi di Dumenko nel gennaio-febbraio 2019 secondo cui più di 600 comunità della Chiesa ortodossa ucraina si sarebbero presumibilmente trasferite alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Ciò è stato segnalato nonostante la stessa Chiesa ortodossa ucraina fornisse cifre molto specifiche: 84 comunità trasferite volontariamente alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", 122 chiese sequestrate, 220 comunità nuovamente registrate illegalmente a favore della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" (cioè le parrocchie continuano a rimanere sotto la giurisdizione della Chiesa ortodossa ucraina). Non è difficile presumere che Sergej Dumenko abbia aggiunto una piccola falsificazione: ha riassunto tutte queste cifre, le ha aggiunte alle statistiche della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e ha aggiunto un paio di centinaia per la cifra tonda. Ecco le "oltre 7000" comunità.

Se prendiamo in considerazione il fatto che il numero di chiese dovrebbe corrispondere al numero approssimativo di sacerdoti (la Chiesa ortodossa ucraina ha 12.374 comunità e 12.456 sacerdoti), diventa ovvio che Sergei Dumenko, pronunciando il numero di 7.000 parrocchie per 4.500 sacerdoti, sta dicendo un menzogna. In effetti, è improbabile che la sua struttura abbia più di 4.500 comunità effettivamente funzionanti.

La "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha il maggior numero di parrocchiani?

Scrive Dumenko nel suo rapporto: "Studi sociali mostrano che secondo varie stime, dal 65 a oltre il 75% degli intervistati in Ucraina appartiene alla fede ortodossa. La maggior parte di coloro che hanno risposto sulla propria affiliazione confessionale e giurisdizionale dichiara la propria affiliazione alla Chiesa ortodossa dell'Ucraina. In tutte le regioni, con l'eccezione dell'est, il numero di sostenitori della Chiesa ortodossa dell'Ucraina prevale in modo significativo sul numero di sostenitori del Patriarcato di Mosca, anche dove le attuali parrocchie della Chiesa ortodossa dell'Ucraina sono in minoranza. Tra i cristiani ortodossi intervistati, la loro identificazione con la Chiesa ortodossa dell'Ucraina è aumentata di un terzo rispetto allo scorso anno".

In altre parole, Sergej Dumenko determina il numero dei credenti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" tramite sondaggi d'opinione. Non sappiamo chi abbia condotto questi sondaggi (su questo Dumenko tace), tra chi li abbia condotti, come siano state formulate le domande, quante persone siano state intervistate, ecc. Il capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ci offre semplicemente di prenderlo in parola.

Per vedere quanto siano plausibili i risultati sui quali si basa Sergej Petrovich, faremo riferimento a un'altra citazione di Dumenko sulla fiducia degli ucraini nella sua persona: "Tra i credenti dell'Ucraina, l'83,2% si fida del primate, e solo meno del 3% non lo fa. Più del 70% dei sostenitori della Chiesa greco-cattolica ucraina si fida di lui, e ha anche la fiducia del 38% dei sostenitori del Patriarcato di Mosca in Ucraina". Il Patriarcato di Mosca in Ucraina è – come si può facilmente intuire – la Chiesa ortodossa ucraina. Offriamo ai credenti un piccolo esperimento – andate nella loro chiesa e intervistate i parrocchiani della loro comunità: si fidano di Sergej (Epifanij) Dumenko? Sembra improbabile che il risultato corrisponda alla cifra del 38% presentata dal capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Un altro punto importante – Dumenko dice che il numero di coloro che si identificano con la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" (ovviamente, sta parlando dei parrocchiani della sua struttura) è cresciuto di un terzo nell'ultimo anno. Ma gli indicatori quantitativi della sua struttura non sono cambiati in alcun modo nel corso dell'anno. Ci sono ancora "oltre 7000" parrocchie. Dove vanno a pregare tutti questi sostenitori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" appena arrivati? Una visione elementare della situazione religiosa suggerisce che tutte le cifre fornite da Sergej Dumenko suonino estremamente improbabili. E sembra ancora più strano sentire parlare così la persona che si posiziona come "il capo della chiesa locale".

Ma nella Chiesa il numero di chi assiste al culto non è nemmeno così importante quanto la loro disponibilità ad ascoltare e adempiere la parola di Cristo.

Nel 2019, Dumenko ha detto: "Dobbiamo anche essere consapevoli del fatto che una parte abbastanza significativa di coloro che si definiscono ortodossi sono cristiani con poca o nessuna pratica. Cioè, per il fatto del loro battesimo, per autoidentificazione, appartengono alla Chiesa ortodossa, tuttavia, o partecipano solo occasionalmente ai servizi divini e alla vita delle comunità ecclesiali locali o possono visitare la chiesa solo a Pasqua e per ordinare servizi".

In altre parole, Dumenko dice apertamente che molti di quelli che sono nella sua struttura non possono essere chiamati fedeli – queste sono, per la maggior parte, persone la cui fede è limitata al lato rituale primitivo. È chiaro che non verranno né ai "servizi divini" né a partecipare ai "sacramenti" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" (eccetto quelli obbligatori). Allo stesso modo, non pregheranno né parteciperanno alla vita della "chiesa". Questi sono normali "atei ortodossi". Quindi, ci sono esplicitamente operazioni di razzia durante il sequestro di chiese ortodosse, con mazze, tirapugni, bastoni, grimaldelli, credenti della Chiesa ortodossa ucraina picchiati, porte di chiese tagliate da flessibili e mutilate con martelli pneumatici.

Sorge un altro problema: avendo tolto un luogo di culto alla Chiesa canonica, queste persone lo lasciano vuoto. Allo stesso modo, avendo registrato una comunità, nella maggior parte dei casi cercano di portare via una chiesa ortodossa, e se questo fallisce, la questione non va oltre la registrazione, mentre la "comunità" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" esiste solo sulla carta.

La "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" – un combattente per la pace interreligiosa?

Tuttavia, tutte le dichiarazioni e le cifre di Dumenko sono messe in ombra dalle sue parole che "mantenere la pace interreligiosa in Ucraina, prevenire l'incitamento all'ostilità e al confronto per motivi religiosi è un compito importante per la nostra Chiesa, che, essendo la più grande associazione religiosa, ha un corrispondente dovere verso la società".

Conosciamo tutti l'espressione "Le api contro il miele" – un meme abbastanza comune, un ossimoro, un esempio di tesi che si escludono a vicenda. Probabilmente è difficile pensare a un commento più appropriato alle parole di Sergej Dumenko. Se ci ricordiamo del gennaio-febbraio 2019, quando i rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", insieme alle autorità guidate da Poroshenko, sequestravano quasi quotidianamente luoghi di culto della Chiesa ortodossa ucraina, allora questa espressione di Dumenko colpisce semplicemente per il suo cinismo. Sia l'Unione dei giornalisti ortodossi sia altre risorse abbondano di centinaia di pubblicazioni, fotografie e video in cui possiamo vedere con i nostri occhi proprio questo "mantenimento della pace interreligiosa in Ucraina" compiuto dai membri della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

E letteralmente tre giorni prima del "concilio episcopale" e del secondo anniversario della creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", il 12 dicembre 2020, gli attivisti della sua struttura religiosa hanno organizzato un assalto alla chiesa della santa Dormizione nel villaggio di Mikhalcha, distretto di Storozhynets, regione di Chernovtsy, dove la comunità della Chiesa ortodossa ucraina aveva sorvegliato la propria chiesa per più di 600 giorni, 24 ore su 24, dai predoni della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Circa un centinaio di persone con manganelli, tirapugni e gas lacrimogeni sono giunti sul sito della parrocchia della Chiesa ortodossa ucraina, che è stato illegalmente reimmatricolato a favore della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" contro la volontà della comunità, e hanno cercato di impadronirsene, devastando le porte della chiesa, che sono state semplicemente fatte a pezzi con una mazza. I Dumenkoviti hanno pianificato e organizzato una vera operazione militare: hanno rotto le telecamere di sorveglianza e la sirena di allarme, hanno portato un generatore e cibo per il gruppo d'assalto. Diversi credenti a guardia del territorio sono stati cacciati in un minuto. Tutti gli aggressori, compreso il "sacerdote" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", indossavano fasce rosse sulle maniche per identificarsi a vicenda. In realtà, pochi mesi prima, gli attivisti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" avevano già preso d'assalto questa chiesa. Poi hanno buttato giù le porte della chiesa con un ariete fatto in casa.

Ci sono dozzine di casi simili. C'è stata qualche reazione dalla direzione di questa struttura all'illegalità di coloro che parlano della loro fede in Cristo? No. Ed è improbabile che ci sia in futuro – dopo tutto, gli stessi "vescovi" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" mostrano un esempio di "risoluzione" dei problemi attraverso la violenza fisica .

Le comunità della Chiesa ortodossa ucraina non riescono a unirsi alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" perché vengono costruite nuove chiese per loro?

Dumenko ipotizza che durante il "passaggio" della comunità della Chiesa ortodossa ucraina alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" siano intentate cause contro la comunità e contro il cancelliere, l'accesso alla proprietà sia bloccato, i parrocchiani attivi siano esposti a intimidazioni e pressioni. Se tutti questi metodi di pressione e ricatto non funzionano, usano i fondi dei donatori per costruire un nuovo edificio per i sostenitori del Patriarcato di Mosca nel villaggio, pagare soldi e fornire assistenza materiale ai sostenitori più attivi della Chiesa russa.

Qui sorgono contemporaneamente due domande da porre a Sergej Petrovich:

La comunità della Chiesa ortodossa ucraina passa alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" o no? Se è così, allora per chi i "donatori" (come Dumenko chiama ovviamente iniziative di raccolta di fondi tutte fatte da ucraini per la costruzione di chiese al posto di quelle sequestrate dalla sua gente) costruiscono nuove chiese? Sembra persino qualcosa di sciocco. Si scopre che la comunità è passata alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ma nessuno sa chi sta costruendo una nuova chiesa e nessuno sa per chi la costruisce.

Se rifiuta di aderire alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", allora gli incontri nei club del villaggio, organizzati dai sostenitori di Dumenko insieme alle autorità locali, sono falsi e illegali. E i credenti, in modo abbastanza coerente, "intendono fare causa e bloccare l'accesso alla proprietà", perché hanno tutto il diritto di usare la legge per proteggere i loro interessi e le loro proprietà dalle invasioni dei predoni della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Le parole di Sergej Dumenko sembrano artificiali, assurde e false. Nuove chiese vengono costruite in quelle località dove c'è una comunità della Chiesa ortodossa ucraina che non vuole andare in scisma. I credenti pregano nelle case, nelle baracche provvisorie, nelle tende, nei capannoni e nei garage. Dopo aver attraversato tali prove, i credenti, nella maggior parte dei casi, costruiscono templi con i propri soldi. Per loro, stare con Cristo e servire la Divina Liturgia è la cosa più importante al mondo. Per assicurarsi che i cristiani ortodossi rimangano fedeli a Cristo indipendentemente dalla situazione, è sufficiente guardare un video su due comunità della Chiesa ortodossa ucraina della regione di Ternopil, a cui i predoni del "patriarcato di Kiev" (ora "Chiesa ortodossa dell'Ucraina") hanno portato via due chiese di fila.

Ancora una volta, la Chiesa ortodossa ucraina non ha luoghi di culto nominali e comunità inesistenti. Si costruisce una chiesa per una comunità valida, che esiste da un po' e che continua a pregare anche senza un luogo di culto, in una varietà di strutture riconvertite.

I tentativi di Dumenko di spiegare perché diocesi, monasteri e vescovi della Chiesa canonica non vogliono trasferirsi nella sua struttura non sembrano meno assurdi. Sergej Petrovich indica cattive leggi: "Se il cambio di giurisdizione da parte delle comunità religiose, sebbene difficile, è ancora possibile a causa di procedure determinate dalla legge, un tale cambiamento per le amministrazioni diocesane o i monasteri nell'ambito della legislazione attuale è praticamente impossibile a causa a una serie di ostacoli legali. Questa è una delle risposte principali alla domanda: perché i nuovi vescovi della gerarchia del Patriarcato di Mosca in Ucraina non sono riusciti a unirsi alla Chiesa ortodossa dell'Ucraina in questo periodo".

Abbiamo già detto che prima del "concilio d'unificazione" i fondatori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" si sono impegnati davanti al patriarca Bartolomeo a trasferire nella loro struttura la maggior parte dell'episcopato e dei credenti della Chiesa ortodossa ucraina. Sono stati nominati numeri diversi: da 15 a 25 vescovi, diverse comunità e intere diocesi. Di fatto, solo due (su quasi cento!) vescovi della Chiesa ortodossa ucraina e 84 comunità (su più di 12.000!) hanno scelto di schierarsi con gli scismatici. Il numero di coloro che sono entrati nello scisma è così insignificante (il 2% dei vescovi e meno dell'1% delle comunità) da rientrare nel quadro dell'errore statistico. Per questo motivo, Dumenko ha bisogno di spiegare in qualche modo questa situazione ai suoi capi fanarioti, quindi non poteva pensare a niente di meglio che inventare una bugia.

Perché mentire?

Ricordiamo ora: questi "ostacoli legali" hanno impedito al metropolita Simeon di Vinnitsa di partire senza problemi verso la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"? No, non l'hanno fatto. Forse l'ormai ex metropolita della Chiesa ortodossa ucraina non è stato in grado di registrare una nuova diocesi della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"? No, è stato in grado di farlo. La legge ha impedito a Drabinko, insieme alla cattedrale della Trasfigurazione della capitale nella zona residenziale di Teremki, di entrare nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"? No, non l'ha fatto. Drabinko ha tranquillamente tagliato il traguardo, si è nuovamente registrato ed è persino diventato un "vescovo diocesano" nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

* * *

La Chiesa ha avvertito molte volte che l'inganno e l'odio sono al centro dello scisma. E ne siamo stati convinti molte volte dalle azioni dei rappresentanti delle formazioni scismatiche – dai "sacerdoti" in villaggi lontani alle lotte interne nelle alte sfere della "gerarchia". Ma ora la menzogna è diventata non solo un attributo, ma un "elemento obbligatorio" della narrazione della struttura scismatica più alle prime armi – la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Il suo capo Sergej Dumenko ricorre a ogni sorta di falsità per plasmare una nuova realtà alternativa. Non ha scrupoli sul fatto che le sue bugie siano ovvie per tutti, né si vergogna affatto che sia facile confutarle. Appare spesso in televisione, di tanto in tanto rilascia interviste. Ovunque si presenti, ribadisce le sue tesi, accumulando le sue bugie strato su strato. Il suo metodo è semplice ma funziona. E non è una novità: "una bugia ripetuta mille volte si trasforma in verità". È il creatore della "nuova verità". L'unica domanda è cosa attende chi si innamora di questa "verità".

 
Ve l'avevo detto: dodici sorprese ucraine per il mondo occidentale

1. Il significato del nazismo

Per l'Occidente, la parola nazismo denota un breve periodo della storia tedesca, più di tre generazioni or sono. Tuttavia, avendo dovuto tollerare continue invasioni da parte dell'Occidente tra il XII e il XXI secolo, comprese quelle collettive nel 1812, 1854, 1914, 1941 e quella per procura nel 2022, i russi usano la parola nazismo per denotare il suprematismo razzista occidentale in generale. In altre parole, nelle nazioni succedute all'Unione Sovietica, che persero 27 milioni di persone, in maggioranza civili, a causa del nazismo, la parola in russo denota l'intero storico atteggiamento razzista occidentale nei confronti di tutti i popoli non occidentali, slavi, africani, asiatici, ebrei, arabi ecc. Proprio per questo i nazisti ucraini affermano di non avere sangue slavo, ma di essere scandinavi e tedeschi. Nell'era del DNA, questa affermazione è palesemente insensata. Esiste solo per cercare di giustificare il loro sadismo.

Quindi, nazismo è la parola che riassume lo spirito del senatore statunitense Lindsey Graham, suprematista bianco, che ha affermato che il finanziamento statunitense alla guerra condotta dal regime fantoccio di Kiev contro la Russia in Ucraina è "il miglior denaro che abbiamo mai speso". In altre parole, gli Untermenschen slavi, i russi subumani, devono essere uccisi.

2. I russi sono seri

Il mondo occidentale non ha mai preso sul serio le "linee rosse" chieste dai russi, ma ha pensato di poter agire impunemente sia in Georgia che in Ucraina e farle aderire all'organizzazione americana aggressivamente espansionista chiamata NATO. Tale era il disprezzo razzista e l'ignoranza razzista dell'Occidente nei confronti del più grande paese del mondo, sminuendolo come "una potenza regionale" e "una stazione di servizio con armi nucleari". Erano tutte bugie deliranti.

3. Gli effetti delle sanzioni

La Federazione Russa si stava preparando per ulteriori sanzioni occidentali illegali sin dagli inizi dl 2014, quando l'Occidente punì con queste la Russia per aver consentito la libera scelta democratica e l'autodeterminazione dei popoli della Crimea. Qui gli Stati Uniti volevano aprire una base navale NATO per fare del Mar Nero un "mare NATO". (Gli inglesi ci avevano già provato nel 1856. L'impero americano non fa altro che seguire l'impero britannico, ripetendone gli errori e l'inevitabile declino). In realtà, la Russia ha prosperato ed è cresciuta economicamente grazie alle sanzioni, poiché queste l'hanno costretta a diventare autosufficiente. In questo modo le sanzioni "anti-russe" si sono rivelate completamente controproducenti. Tuttavia, sono state un suicidio per le economie occidentali, causando il notevole collasso della Germania, la cui economia, un tempo dipendente dal gas russo a buon mercato, dal quale si è volontariamente tagliata fuori, è di conseguenza ora più piccola di quella russa.

4. "Rifugiati" ucraini

Nel 2022-23 l'Europa occidentale ha accolto quasi sei milioni di "rifugiati" dall'Ucraina. Questa decisione puramente politica di "tagliarsi il naso per far dispetto alla faccia" non è riuscita a capire che non molti di questi erano rifugiati. Milioni di veri rifugiati sono fuggiti in Russia dal genocidio e dalle persecuzioni del regime di Kiev per otto anni prima del 2022. Ciò non è stato segnalato; è stato censurato. Molti di questi "rifugiati", provenienti principalmente da luoghi dove non era in corso alcuna guerra, erano persone che stavano proteggendo se stesse e i loro figli dall'essere costretti ad arruolarsi nelle forze armate di Kiev (ora Zelenskij vuole che gli siano restituiti) e dall'essere mandati in morire al fronte. Possiamo solo essere solidali con loro.

Altri erano ucraini il cui senso del diritto significava che volevano approfittare della generosa stupidità occidentale e fare "una vacanza lunga e gratuita", come mi hanno informato molti di loro. Dopotutto, desideravano vivere in Occidente da anni, qualsiasi cosa pur di uscire dalla incredibilmente corrotta mafia ucraina, e farlo ed essere pagati e ospitati gratuitamente era semplicemente troppo allettante. Possiamo capirli. Nello stesso tempo in cui accoglievano questi ucraini, i paesi occidentali permettevano che veri rifugiati provenienti dall'Africa e dall'Asia morissero lungo il viaggio. Ciò dimostra semplicemente il razzismo o, come si dice in russo, il "nazismo", dell'Occidente.

5. La disponibilità a vendere tutto di un'Ucraina priva di principi

Questo senso di diritto e mancanza di principi spinge alcuni di loro a fare qualsiasi cosa per cui siano pagati dall'Occidente. Questo ci porta alla grande debolezza di molti ucraini: la loro disponibilità a vendere tutto per denaro. Non c'è da stupirsi che Kiev sia la capitale del mondo delle madri surrogate. Se vendono il loro grembo, venderanno qualsiasi cosa. Zelenskij ha venduto il 40% del territorio ucraino alla Blackrock Corporation statunitense. Ha letteralmente venduto il suo paese. Questo atto non ha fatto nulla per diminuire l'antisemitismo tra gli ucraini.

6. La portata delle delusioni occidentali e la disonestà dei media

Molti americani, citando il discorso di addio e l'avvertimento di Eisenhower del 17 gennaio 1961, parlano di MIC, il "complesso industriale militare". Sarebbe più esatto parlare di MIMP, il complesso "militare, industriale, mediatico, politico". Convenientemente, questo fa rima con pimp ("magnaccia"). Le bugie dei media occidentali sono state straordinarie riguardo agli eventi in Ucraina. L'uso delle sei multinazionali che controllano gran parte dei media mondiali per diffondere menzogne (propaganda, se preferite) ha portato molti occidentali a ignorare le notizie. Sanno che sono bugie.

Per esempio, l'Occidente usa il termine "controllo editoriale" invece di censura. Molto semplicemente, gli eventi più importanti accaduti in Ucraina non sono riportati dai media occidentali e, quando necessario, sono spesso sostituiti con storie assurde, locali o sentimentali senza importanza per distogliere l'attenzione. Questa è la manipolazione di massa orwelliana, la sindrome della Pravda (il principale mezzo di informazione dell'URSS utilizzato dall'élite per dire bugie si chiamava Pravda, "la Verità"). Pertanto, lo straordinario narcisismo e la mancanza di rispetto dei media occidentali li hanno portati immediatamente a "cancellare" la Russia. Questo è illegale, per non parlare di immorale. Per questo motivo, fin dall'inizio i media occidentali hanno ignorato i tre obiettivi russi chiaramente annunciati e molto limitati: la liberazione delle aree russe dell'Ucraina e la smilitarizzazione e denazificazione dell'Ucraina.

Altri esempi di menzogne mediatiche occidentali: chiamano Putin "un secondo Hitler", definiscono "un'annessione" il voto democratico della Crimea per il ritorno alla Russia dopo una dolorosa separazione dalla Russia durata 60 anni, facendo credere che il conflitto sia iniziato nel 2022, invece di dire la verità e ammettere che tutto è iniziato nel 2014, con il colpo di stato antidemocratico da 5 miliardi di dollari di cambio di regime degli Stati Uniti e dell'UE a Kiev, in cui sono morti così tanti innocenti. L'obiettivo della Russia è porre fine alla guerra in Ucraina, iniziata dall'Occidente. O definire l'operazione molto limitata (100.000 soldati) russa per liberare gli ucraini dai nazisti armati dall'Occidente una "invasione su vasta scala e non provocata". Questo è delirante.

Altri esempi sono il "Viale degli Angeli" a Donetsk, che commemora i 400 bambini ucraini massacrati dai bombardamenti di Kiev dal 2014 (non denunciati a causa del "controllo editoriale" esercitato dai media occidentali). I media ucraini sono controllati da società di pubbliche relazioni statunitensi e britanniche; scrivono gli scenari, poi li consegnano al Ministero della Propaganda ucraino e ai media occidentali per riferirli. Un esempio è l'MH17, quando un aereo di linea civile fu erroneamente abbattuto dai cannoni di Kiev, causando la morte di quasi 300 passeggeri, di cui poi attribuirono la colpa alla Russia per trasferimento psicologico o proiezione delle proprie colpe. Un altro esempio è lo scenario hollywoodiano della serie televisiva "Il servitore del popolo", che ha reso il comico Zelenskij presidente dell'Ucraina. Avevano bisogno di un attore che potesse vestirsi in kaki e seguire i loro copioni, non di un vero politico. Un ulteriore esempio è il "massacro di Bucha", organizzato con tanta cura da una società di pubbliche relazioni britannica (Bucha suona come butcher, "macellaio" – così è stata scelta la location per la messa in scena), dopo le riprese in cui i "morti" si sono alzati, hanno preso i loro dollari per il lavoro come comparse e se ne sono andati.

Altri esempi includono l'estrazione mineraria di edifici nelle aree da evacuare dalle truppe naziste di Kiev in ritirata, creando così città deserte e inabitabili, la massima distruzione per la ricostruzione della Russia. Un esempio è il ritiro strategico delle forze russe (molte di queste forze "russe" sono composte da cittadini ucraini) presentato come "sconfitte". La Russia, infatti, si è ritirata, sperando nella pace come le era stato promesso da Kiev, che poi non ha mantenuto la parola data. Sì, la Russia è stata colpevole di ingenuità. Poi ci sono state le incessanti e sempre più ridicole affermazioni dei media occidentali secondo cui i russi "non hanno più carburante, proiettili, proiettili, carri armati o attrezzature, e sono in bancarotta". Gli ucraini parlano di se stessi. Trasferiscono semplicemente le verità sull'Ucraina alla Russia. Per quanto riguarda la situazione militare attuale, dicono che è "congelata", "una situazione di stallo", e che "i russi chiedono la pace". Tutto questo a fronte della prova che è vero il contrario sotto ogni aspetto.

Poi ci sono le perdite russe (50.000 morti), a quanto pare enormi, molto maggiori delle perdite del regime di Kiev (500.000 morti), perché i russi combattono da suicidi come i "sovietici". I 1.000 ucraini morti e feriti al giorno non vengono mai denunciati. Tutti i vecchi cliché della Guerra Fredda sono buoni. Ma nessuna prova. Si rifiutano di capire che l'URSS è morta da tempo. Questa non è l'URSS, ma la democratica Federazione Russa. Poi, a quanto pare, "Putin non ha molto da vivere", perché "sta morendo di cancro", è "incontinente" ed è "mentalmente instabile", ecc. Naturalmente non è l'Occidente che vuole usare armi nucleari "tattiche", ma la Russia. Non c'è da stupirsi che i media portavoce dello Stato occidentale abbiano ignorato l'intervista di Carlson al presidente Putin, l'intervista più vista della storia, con oltre un miliardo di visualizzazioni in pochi giorni. Se un leader occidentale avesse rilasciato un'intervista importante, sarebbe stata pubblicizzata su tutti i media occidentali. Ma comunque quasi nessuno l'avrebbe guardata.

7. L'Europa occidentale è diventata un vassallo degli Stati Uniti

L'invasione illegale americana dell'Iraq e il sequestro del petrolio e del gas iracheni nel 2003 hanno incontrato la resistenza di Francia, Germania e altre nazioni dell'Europa occidentale. Allora avevano ancora una certa indipendenza. Ora, tutta l'Europa occidentale, non solo il Regno Unito, ha dimostrato di essere il barboncino dell'élite americana a Washington. Infatti, accettando la distruzione del gasdotto Nordstream da parte degli Stati Uniti, la Germania ha di fatto commesso un suicidio economico ed è stata superata dall'economia russa. È evidente che anche la Scandinavia, un tempo neutrale, si è trasformata in un barboncino americano. D'altro canto, sorprendentemente, Turchia, Ungheria e Slovacchia hanno tutte mostrato una certa coraggiosa indipendenza nonostante le grandi pressioni.

8. Il supporto globale alla Russia

L'Occidente ha rifiutato di riconoscere che il 90% del pianeta sostiene la Russia oppure è indifferente alle sue azioni in quanto sono quelle di un altro Stato sovrano di fronte a una minaccia esterna. L'Occidente può chiamare paesi come la Russia "autocrazie" e se stesso "democrazie", ma in realtà paesi come la Russia sono democrazie autoritarie e i paesi occidentali sono oligarchie liberali. Il fatto è che gli attuali dieci membri dei BRICS, che rappresentano i paesi non occidentali, sono da tempo superiori al gruppo occidentale del G7. Sia la Cina che l'India, che rappresentano il 35% della popolazione mondiale, fanno parte dei BRICS. Da quando la Russia ha sconfitto la NATO in Ucraina, anche altri paesi hanno iniziato a opporsi al bullismo occidentale, per esempio il Niger ha cacciato gli imperialisti francesi. Tutti si sono sentiti incoraggiati vedendo la sconfitta dell'Occidente in Ucraina, anche se gli occidentali, accecati dalla propaganda, non l'hanno ancora vista.

L'illusione dei falsi dati sul PIL è stata rivelata anche dai dati del PIL a parità di potere d'acquisto, utilizzati anche dalla CIA nel suo Annuario. Le otto economie più potenti del mondo sono: Cina, Stati Uniti, India, Giappone, Russia, Germania, Indonesia e Brasile e sia il Giappone che gli Stati Uniti saranno superati da Russia e India entro i prossimi anni. I BRICS aumentano di forza, anche se l'Occidente minaccia di rubare o "sequestrare" (un altro eufemismo mediatico occidentale) i beni russi. Questo è un suicidio perché nessuno darà più i propri soldi ai ladri. Questa potrebbe essere la fine del dollaro.

9. Le armi occidentali sono inutili e obsolete

Finora il mondo occidentale ha fornito oltre 200 miliardi di dollari all'Ucraina (anche se nessuno sa dove sia finito quel denaro e forse solo una minima parte è effettivamente arrivata all'Ucraina). Ha inoltre fornito enormi quantità di armi usate o obsolete, risalenti agli anni '70, '80 e '90. Sono tutte bruciate nelle steppe, dove bruciarono già nel 1943 e nel 1944. La maggior parte delle attrezzature occidentali sono le migliori di cui dispone l'Occidente deindustrializzato. Queste armi occidentali si sono rivelate inutili contro le armi russe molto più avanzate. Sembra che le armi occidentali non siano realizzate per vincere guerre, come lo sono le armi russe, ma solo per realizzare profitti. L'Occidente deindustrializzato non può produrre armi. La NATO ha dimostrato di essere una tigre di carta, come del resto l'UE e gli USA. Il fatto è che dal 1945 gli Stati Uniti hanno vinto solo una guerra, quella del 1983 con l'invasione contro i 1.300 uomini dell'esercito di Grenada, invasione che venne condannata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite come "una flagrante violazione del diritto internazionale".

10. Le bugie occidentali sulle intenzioni russe

Le élite occidentali hanno costantemente raccontato al loro pubblico la menzogna secondo cui la Russia vuole invadere e occupare l'Ucraina e poi il resto dell'Europa occidentale! Questi sono solo tentativi auto-giustificativi di intimidire i popoli occidentali deliberatamente disinformati e spremere loro più soldi. Questa è solo una forma moderna di maccartismo, che presenta la Russia come uno spauracchio. In realtà, la Russia vuole innescare un colpo di stato spontaneo a Kiev in modo che il popolo possa formare un nuovo governo ucraino, basato sugli interessi del popolo ucraino e non su quelli degli oligarchi occidentali.

11. La demenza del presidente Biden

Nessuno pensava che il "declino cognitivo" del presidente Biden sarebbe stato così rapido. Questo vuol dire che gli europei sono abbandonati.

12. La Chiesa ortodossa

Nessuno pensava che il Patriarcato di Costantinopoli avrebbe accettato le tangenti degli Stati Uniti e avrebbe fondato in Ucraina una falsa "Chiesa", guidata da spretati e da gangster. Tuttavia, anche alcuni vescovi russi del Patriarcato di Mosca sembrano aver gestito male la situazione, soprattutto per quanto riguarda le ricadute politiche dell'operazione in Ucraina. Quella Chiesa ora viene purificata. Le altre quattordici Chiese ortodosse locali guardano con stupore entrambi i patriarcati, dove vedono individui il cui potere è arrivato loro alla testa e che perseguitano i giusti.

 
Un aiuto per il popolo serbo
La Bosnia e la Serbia sono state colpite dalla peggiore alluvione degli ultimi 120 anni, e il patriarca Irinej (nella foto) ha lanciato un appello per l'aiuto alle popolazioni colpite. Per sapere come aiutare (ci sono diversi modi pratici e alla portata di tutti), seguite le indicazioni segnate su questo articolo del blog Fos Ilaron.
 
I canoni dei Concili ecumenici limitano il potere del capo del Fanar

il vescovo Sil'vestr (Stojchev) di Belogorod, rettore dell'Accademia teologica e del Seminario di Kiev. Foto: kdais.kiev.ua

Il vescovo Sil'vestr ha spiegato cosa dicono effettivamente i canoni a cui si riferisce il Patriarcato di Costantinopoli.

I canoni dei Concili ecumenici, con cui il Fanar giustifica le sue pretese di potere esclusivo nella Chiesa, limitano la sua ingerenza negli affari di altre diocesi, ha osservato il vescovo Sil'vestr (Stojchev) in un'intervista al portale "Vita ortodossa".

Ci sono due canoni dei Concili ecumenici a cui si fa riferimento quando si cerca di giustificare le ambizioni del patriarca di Costantinopoli al primato nella Chiesa ortodossa. Sono il Canone 3 del II Concilio ecumenico e il Canone 28 del IV Concilio ecumenico.

Entrambi i canoni distinguono la sede di Costantinopoli per l'accresciuto significato politico della città stessa, che ora è la sede "del re e del senato", ma non conferiscono al Fanar alcun potere speciale nella Chiesa, ha sottolineato il vescovo Sil'vestr.

"Come si può vedere da questi canoni, lo status e i poteri del vescovo di Costantinopoli nei tempi antichi erano associati al significato politico di Costantinopoli come nuova capitale", ha detto. "Non con l'antichità della sua sede, non con un'origine apostolica, e ancor meno con il diritto divino, ma solo con il fatto che questa è la città del re e del senato".

Il canone 28 del Concilio di Calcedonia consente al vescovo di Costantinopoli di ordinare metropoliti in alcune delle regioni limitrofe. Ma anche prima questi cercava di espandere il suo potere, poiché aveva sotto il suo controllo solo la capitale.

"Questo canone non solo assegna un'area ecclesiastica al vescovo di Costantinopoli, ma limita anche la sua ingerenza negli affari delle altre diocesi. Questo è il modo in cui gli esegeti bizantini interpretano questo canone", ha detto il rettore dell'Accademia teologica e del Seminario di Kiev.

"Ricordiamoci ancora una volta: Costantinopoli non esiste. C'è Istanbul. I greci hanno mitizzato Costantinopoli, rendendola una sorta di città come la Kitezh russa, alla maniera greca. Costantinopoli è una città della memoria, una città del mito, una città fantasma e una città dei sogni. Questo è un sogno del precedente status, splendore e grandezza dell'impero ortodosso. Come ha detto un autore, "I greci vivono come se non avessero sentito parlare della caduta di Costantinopoli", ha riassunto il vescovo della Chiesa ortodossa ucraina.

 
Perché l'Occidente è caduto nella cultura atea, ma non la Russia?

Vedendo questo titolo molti diranno: "Assurdo! La Russia è caduta nell'ateismo per 75 anni. Comunque conosco personalmente due russi ed entrambi sono atei e si rifiutano di battezzare i loro figli. D'altra parte conosco diversi occidentali e tutti vanno in chiesa ogni settimana!" A questi rispondo semplicemente: "Avete letto male il titolo". Lasciatemi spiegare.

Sono rimasti solo pochi luoghi in Europa dove le persone praticano ancora la propria fede. Così, ci sono ancora alcuni protestanti credenti nell'Irlanda del Nord, alcuni veri cattolici romani a Malta e alcuni ortodossi attivi, in particolare in Moldova e in alcune parti della Romania. Al di fuori di ciò, la frequenza in chiesa rappresenta, nella migliore delle ipotesi, l'1-2% di praticamente tutta la popolazione generale, sia in Spagna, Grecia, Francia, Russia, Italia, Bulgaria, Germania, Ucraina o in qualsiasi altra parte d'Europa.

Paesi che una generazione fa erano ancora cattolici romani, come l'Italia, l'Irlanda e la Polonia, si sono da tempo dissolti nel secolarismo, come è stata a lungo la norma nel Nord Europa. La Scandinavia, ex protestante, i Paesi Bassi e la Gran Bretagna hanno aperto la strada e lì il declino della pratica religiosa è andato ancora più velocemente: meno dell'1% della popolazione pratica. Il resto del mondo occidentale sta andando nella stessa direzione e rapidamente, verso lo 0%, poiché l'ultima generazione credente si estingue e non viene sostituita.

Tuttavia, il cristianesimo è molto più che andare in chiesa. Questo è solo un indicatore. Essere battezzati, sposati e sepolti in chiesa sono altri. Anche in questo caso possiamo vedere che dall'inizio degli anni '60 anche queste pratiche sono cessate: il matrimonio è finito con il divorzio e la sepoltura cristiana è stata in gran parte sostituita dalla cremazione pagana negli inceneritori, come erano soliti fare i nazisti. Con la protestantizzazione del cattolicesimo romano all'inizio degli anni '60, non vi è alcuna reale differenza tra esso e il protestantesimo. Tuttavia, il più grande indicatore del vero cristianesimo sono i tuoi valori nazionali e culturali e lo stile di vita che conduci come risultato di tali valori. L'esempio più chiaro di ciò oggi è l'accettazione del matrimonio "omosessuale".

L'accettazione del matrimonio come unicamente eterosessuale era infatti l'ultimo valore cristiano rimasto. Il matrimonio "omosessuale" è lo stadio finale della scristianizzazione. È stato introdotto nei Paesi Bassi nel 2001 e in una serie di altri paesi occidentali fino alla Germania nel 2017. Dopo che la concezione del matrimonio come unicamente eterosessuale è scomparsa nei paesi precedentemente protestanti e cattolici in Europa e Nord America, altri hanno cominciato ad andarsene. Lo possiamo vedere nella decisione presa la settimana scorsa dalla classe dirigente greca nominata dall'Unione Europea, che a sua volta ha imposto il matrimonio "omosessuale" alla sua popolazione. Ai greci viene chiesto di ritornare alle pratiche sessuali descritte dai loro filosofi, scrittori e storici pagani del tempo prima di Cristo.

Dopo il "matrimonio" omosessuale, inevitabilmente segue il transgenderismo, risultato della fine e della confusione dei ruoli "tradizionali" maschile/femminile, la conseguente disgregazione della vita familiare con l'epidemia di divorzi e quindi l'assenza di padri e madri modelli per i figli. Il cristianesimo nei paesi che accettano il transgenderismo è chiaramente più o meno morto. In altre parole, quando parliamo di cristianesimo non parliamo semplicemente della frequenza in chiesa o di coloro che professano un ateismo mentale ("non credo in Dio"), parliamo del modo di vivere delle persone, della loro cultura nazionale.

Per esempio, la maggior parte delle persone in Europa, dalla Francia alla Russia, non ha mai messo piede in nessuna chiesa, ma si può comunque dividere in due categorie, coloro che vivono valori che appartengono alla cultura cristiana e coloro che vivono valori che appartengono alla cultura atea. Nonostante l'ateismo sovietico, le proporzioni tra Francia e Russia sono molto diverse: in Francia appartiene alla cultura cristiana una minoranza sempre minore, in Russia una maggioranza sempre crescente. In altre parole, ciò che conta è la direzione del viaggio. In questo senso, Francia e Russia sono come due treni che si sono incrociati, andando in direzioni opposte su binari diversi.

In particolare, alcuni decenni fa potevamo vedere come nella Russia ufficialmente atea, i "sovietici" professassero valori cristiani. Lì l'omosessualità era bandita e il transgenderismo era impensabile, e la gente professava i "normali" valori cristiani di giustizia sociale. "Conservatorismo sociale" e giustizia sociale fianco a fianco. In effetti, oggi nelle società occidentali è impensabile quello che è chiamato "conservatorismo sociale", eppure per i cristiani è ciò che chiamiamo "normale" e per noi sono il matrimonio "omosessuale" e il transgenderismo ad essere estremisti.

Perché l'apparente contraddizione tra l'ateismo ufficiale sovietico e la pratica concreta nella vita quotidiana? Semplicemente perché, anche se nella testa si pensava che i sovietici fossero atei, nel loro cuore, cioè nel loro modo di vivere, professavano comunque i valori della cultura cristiana. Inoltre, con la caduta del regime sovietico nel 1991, cadde anche l'ateismo ufficiale e nel giro di pochi anni sono stati battezzati 100 milioni di persone. Non erano stati battezzati prima, solo perché il battesimo era proibito, non perché non volessero essere battezzati. In realtà, avevano sempre vissuto in gran parte secondo i valori culturali cristiani, parte integrante della loro cultura nazionale.

Ciò risulta evidente anche dal fatto che la cosiddetta sanità, istruzione e protezione sociale gratuite "sovietiche" non avevano nulla a che fare con l'Unione Sovietica atea, ma esistevano prima di essa, nella Russia dello tsar. Erano semplicemente un'eredità della Russia pre-sovietica, come l'alfabetizzazione, che aveva raggiunto un livello elevato prima del 1917, o il progresso tecnico come l'elettrificazione e l'industrializzazione, che si erano sviluppati molto rapidamente prima del 1917. Così, l'Unione Sovietica vinse la Seconda Guerra Mondiale. La guerra grazie a generali e ufficiali dell'esercito imperiale e a tecnici militari, inventori militari, scienziati e ingegneri, tutti formatisi nella Russia imperiale.

In altre parole, nella Russia sovietica la cultura cristiana sopravvisse, anche se escludeva l'andare in chiesa, poiché l'élite atea aveva chiuso la maggior parte delle chiese. Quando l'ateismo, un'ideologia di importazione occidentale, vi crollò nel 1991, la cultura cristiana fu fondamentalmente tutto ciò che rimase. Il fatto che una piccola minoranza di russi sia ancora atea e che i suoi figli non siano battezzati non significa che non professino affatto i valori culturali cristiani. Quello che sto dicendo è che in Russia il cristianesimo ha permeato la cultura nazionale così profondamente che non esiste una reale alternativa ad esso e anche coloro che sono mentalmente atei professano ampiamente la cultura cristiana sotto aspetti importanti.

In Occidente tutto è diverso, perché da quasi mille anni esistono due ambiti culturali, uno laico, l'altro religioso. In altre parole, nel corso di quasi mille anni di storia occidentale, il religioso si è progressivamente dissolto nel secolare, come un fiasco religioso che si è svuotato per gocciolamento in un fiasco secolare, attraverso una flebo millenaria. È questo che ha portato al moderno secolarismo occidentale. Qui c'è quindi un'alternativa intrinsecamente occidentale alla cultura cristiana da tempo consolidata: il secolarismo.

Nel cristianesimo ortodosso, come nell'islam, nell'induismo, nel buddismo e nel confucianesimo cinese, in effetti in tutte le religioni, civiltà e culture del mondo, tranne quella occidentale, non c'è separazione tra religioso e secolare. Non esiste separazione tra "Chiesa" e Stato. Nel contesto ortodosso, la cultura nazionale è l'Ortodossia. Pertanto, i giovani pionieri comunisti russi affermavano che: "Siamo tutti più o meno ortodossi", anche quando impedivano alla gente di andare in chiesa. Il presidente bielorusso Lukashenko afferma di essere un "ateo ortodosso". I serbi non battezzati mi dicono che sono "ortodossi". I greci mi dicono: 'Vai in chiesa? Tu sei un ortodosso migliore di noi'. Sottolineo le ultime tre parole "quello che siamo".

Tutte queste persone sono ortodosse per cultura nazionale, non possono essere nient'altro. Se non lo sono, si denazionalizzano, come hanno fatto alcuni russi con se stessi negli anni '90 e come fanno oggi con se stesse le coppie omosessuali greche. Alcuni che hanno lasciato l'Ortodossia tornano all'Ortodossia, dicendo che non possono fare diversamente perché altrimenti rinunciano a se stessi. (Ciò non significa che vanno in chiesa. Ti diranno che sono scoraggiati da preti avidi di denaro, ordinati da vescovi avidi di denaro – ne sono scoraggiato anch'io, e ho sofferto per questo per molti, molti anni. Il fatto che non ci preoccupiamo del denaro ha sempre reso popolari le nostre chiese). Tuttavia, nelle società ortodosse, una volta battezzato o riaccolto nella Chiesa, è per tutta la vita. Non puoi rinunciare a quella cultura. Puoi peccare, puoi smettere di praticare, puoi anche bestemmiare, ma non puoi rinunciarvi. È nella tua anima, è nella cultura a cui appartieni.

La domanda allora è: perché la civiltà occidentale è diversa da tutte le altre? Perché ha un'alternativa laica? Cosa accadde quasi mille anni fa, quando il secolarismo nacque e rese l'Occidente così diverso da tutte le altre fedi, civiltà e culture, che non hanno alternative secolarizzate? In mezzo a una schiera unanime di storici occidentali dei secoli X, XI e XII, inglesi (Dawson, Southern, Morris, Brooke, Brown, Moore, Bartlett), francesi (Le Goff, Pognon, Feller, Poly, Bournazel) tedeschi (Tellenbach, Fichtenau, Leyser), spagnoli (Fontana) e altri, nessuno forse lo ha riassunto così bene come Tom Holland nella sua opera Millennium del 2008:

I tre decenni che precedettero la resa dei conti di Canossa (nel 1077) e i quattro che la seguirono furono... un periodo in cui gli ideali della cristianità..."cambiarono sotto quasi ogni aspetto". Qui... fu la vera creazione dell'Occidente... Papa Gregorio VII (1020-1085) stava... introducendo all'Occidente moderno la sua prima esperienza di rivoluzione... In verità, non esistevano precedenti per lo sconvolgimento esemplificato da Canossa – né nella storia di nella Chiesa romana, né in quella di qualsiasi altra cultura... c'è stata una sola interruzione nell'evoluzione dell'Occidente... un cataclisma senza paralleli negli annali delle altre principali culture dell'Eurasia... la caratteristica distintiva della civiltà occidentale. Che il mondo possa essere diviso in Chiesa e Stato, e che questi due regni debbano esistere distinti l'uno dall'altro: ecco i presupposti che l'XI secolo rese "fondamentali per la società e la cultura europea, per la prima volta e permanentemente"... Certamente, per un pio musulmano, l'idea che la sfera politica e quella religiosa possano essere separate è scioccante, come lo fu per molti degli oppositori di Gregorio... Non che fosse mai stata lontanamente intenzione di Gregorio quella di bandire Dio da un'intera dimensione degli affari umani... Ironia piccante: che il concetto stesso di società secolare avrebbe dovuto in definitiva essere dovuto al papato; Voltaire e il Primo Emendamento, il multiculturalismo e i matrimoni gay: tutto è servito come segnavia nel cammino da Canossa. (pp. xviii-xxii)

In altre parole, la civiltà occidentale fatalmente divisa ha avuto per quasi mille anni un'alternativa alla fede, e quell'alternativa è intrinsecamente culturalmente occidentale. Questa alternativa si chiama secolarismo ed è iniziata quasi mille anni fa quando, ironicamente, il papato antipopolare e pro-elitario decise di dividere il suo mondo in due sfere, quella religiosa contro quella secolare, il clero costretto al celibato contro il popolo. Ciò significava che, ironicamente, è stato il papato con la sua nuova filosofia della "teologia scolastica", a creare un'alternativa al religioso – il secolare, poiché ha rinunciato al concetto di sacralizzazione o di incorporazione del secolare nel religioso. E questa filosofia affermava di essere razionale e ragionevole.

In ogni caso, oggi questo secolarismo domina e predomina a tal punto che la sfera religiosa è morta o morente in tutto il mondo occidentale. Inoltre, l'Occidente ha sempre cercato in modo aggressivo di esportare questo secolarismo e di imporlo al resto del mondo. Finora, al di fuori del mondo occidentale, una volta che l'Occidente ha rovesciato la monarchia russa, la società russa è caduta sotto di essa per un certo periodo, ma alla fine è uscita dal secolarismo perché quest'ultimo era estraneo alla sua tradizione nazionale. Ora, l'élite greca occidentalizzata è caduta in ginocchio, ma non le masse popolari. Anche altri ortodossi potrebbero cadervi, ma alla fine tutto sarà respinto. Per quanto riguarda il futuro del mondo occidentale stesso, esso ha una sola possibilità di sopravvivenza. Si tratta di ritornare ai valori del primo millennio, prima della scelta fatale di inventare la secolarizzazione, fatta nell'XI secolo.

 
Ricordi personali di san Serafino di Vyritsa

Serafino di Vyritsa, il grande starets di cui abbiamo pubblicato sul sito alcuni cenni biografici, ritorna a parlarci in una serie di ricordi personali raccolti dalla famiglia del diacono Vladimir Vasilik. Presentiamo il testo di questi ricordi nella sezione “Santi” dei documenti.

 
Perché la Chiesa ortodossa ucraina insegna ad amare, mentre la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" insegna a picchiare

una mazza con la quale i predoni hanno sfondato le porte del luogo di culto della Chiesa ortodossa ucraina a Mikhalcha. Foto: eparchia di Chernovtsy-Bucovina

La "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" prende d'assalto le chiese, lo definisce un "atto sacro", confronta i suoi attacchi con le guerre di Napoleone, crede che il capo del Fanar li supporti pienamente. Cosa c'è che non va?

Non puoi nascondere in un sacco un punteruolo e dei tirapugni, mazze e taniche di gas spacciando il tutto come accessori per il canto e la preghiera. Dei rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" hanno organizzato un altro assalto alla chiesa di Mikhalcha, secondo tutte le regole dell'arte militare. In linea di principio, niente di nuovo, tranne che per la prima volta nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" hanno chiamato le cose con i loro nomi propri: vengono in un luogo di culto della Chiesa ortodossa ucraina non per pregare, non per negoziare - stanno combattendo, stanno conducendo una guerra. E queste rivelazioni non sono sorprendenti. Fingere e fare il doppio gioco è sempre difficile. Soprattutto quando il fuoco dell'odio "giusto" per i cristiani ortodossi "sbagliati", con cui intendono la Chiesa ortodossa ucraina, sta ribollendo dentro. Solo Cristo ha insegnato qualcosa di completamente diverso. Tuttavia, faremo un resoconto del caso nel suo ordine dovuto.

Il 12 dicembre 2020, i nazionalisti hanno cercato di prendere d'assalto la chiesa della santa Dormizione nel villaggio di Mikhalcha, nella regione di Chernovtsy. L'attacco dei predoni è stato violento e brutale. I credenti descrivono le azioni degli aggressori con le seguenti parole: "Oggi c'è stato un attacco alla nostra chiesa da parte di estranei e residenti del villaggio di Mikhalcha, sostenitori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Ci hanno spruzzato del gas, ci hanno picchiati con manici di badili. <…> Uno di loro indossava apertamente dei tirapugni e, a quanto pare, molti nascondevano i loro tirapugni sotto i guanti. Questa non è la prima marcia di persone con tali armi verso la nostra chiesa, ma il Signore ha avuto misericordia di noi. Oggi hanno requisito loro una mazza di ferro, oltre a un intero mucchio di bastoni che avevano preparato per picchiare i fedeli. La polizia ha anche filmato petardi e fumogeni".

le porte della chiesa distrutte dai predoni con una mazza. Foto: eparchia di Chernovtsy-Buckovina della Chiesa ortodossa ucraina

Ma nonostante tutti gli sforzi dei nazionalisti, il Signore non ha permesso loro di impossessarsi della chiesa.

E ora queste azioni mostrano chiaramente chi è l'aggressore e chi è la vittima, chi ha uno spirito di pace e amore, e chi di inimicizia e odio, chi è dalla parte di Cristo e dei suoi insegnamenti, e chi è dalla parte opposta. A Mikhalcha, come in tutti gli altri casi di sequestri di luoghi di culto della Chiesa ortodossa ucraina da parte di sostenitori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", due visioni del mondo si sono scontrate. La visione del mondo dei credenti della Chiesa ortodossa ucraina è che per rimanere fedeli al Signore Gesù Cristo, è necessario osservare i Suoi comandamenti. "Se mi amate, osserverete i miei comandamenti" (Gv 14:15).

L'ideologia degli invasori è, nella migliore delle ipotesi, la lealtà all'idea nazionale (taceremo sul fatto che tutti i sequestri siano ordinati e pagati), dove "l'Ucraina viene prima di tutto", e quindi è al di sopra sia di Cristo che dei suoi comandamenti. Se una tale ideologia è promossa da politici e personaggi pubblici, allora questo si può ancora spiegare in qualche modo, ma quando persone che si definiscono "preti" e "vescovi" si trovano su tali posizioni, questo non solo è inspiegabile, ma rivela anche l'atteggiamento anti-cristiano di chi mostra una tale visione del mondo. In effetti, il "clero" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", sostenendo i crudeli e violenti sequestri di chiese, dimostra che non serve affatto Cristo ma qualcun altro. Per lo meno, serve l'idea nazionale ucraina, come menzionato sopra. A questo proposito, vorremmo ricordare un episodio evangelico: "E mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui. Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Ma Gesù si voltò e li rimproverò..." (Lc 9:52-55).

Dopo la lotta che i nazionalisti hanno fatto a Mikhalcha, la leadership dell'eparchia di Chernovtsy della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non solo non ha condannato queste azioni anticristiane o semplicemente ha taciuto, ma, al contrario, le ha approvate e ha chiesto nuovi tentativi. La lettera corrispondente, verosimilmente scritta a nome del "metropolita" Daniil Kovalchuk di Chernovtsy e di Bucovina della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", è stata pubblicata sul sito ufficiale della sua eparchia.

Quando l'eparchia della "Chiesa" confronta le azioni dei suoi membri con le guerre napoleoniche

uno screenshot del sito orthodox-cv.org

Questa lettera inizia con una citazione storica, che testimonia l'ignoranza dei rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" in questioni storiche e teologiche. Rammaricandosi del fallimento degli invasori del tempio, l'autore della lettera afferma che una battaglia persa non è una guerra persa e cita come esempio... Napoleone Bonaparte: "Napoleone perse diverse battaglie. Vide il ragno aggrapparsi alla tela e fallire, ma non si ritirò e si aggrappò alla tela. Dopo, Napoleone ha ancora combattuto e ha realizzato il suo sogno". Per le informazioni dei rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", l'esercito di Napoleone fu completamente sconfitto dalle truppe russe, che includevano anche reggimenti di cosacchi ucraini, o piccoli russi (117.000 a libro paga e 20-25.000 che parteciparono alle battaglie), nel 1812. Successivamente, le truppe della Russia e degli alleati entrarono a Parigi e Napoleone abdicò al trono e fu mandato in esilio all'isola d'Elba. Nel 1815 riprese il potere esattamente per cento giorni, perse la battaglia di Waterloo e di nuovo abdicò al trono. Trascorse gli ultimi anni della sua vita in prigionia degli inglesi sull'isola di Sant'Elena e morì di ulcera allo stomaco. Questo sarebbe la realizzazione di un sogno? E i rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" augurano ai loro sostenitori la stessa sorte? Per non parlare del fatto che le vittime delle guerre napoleoniche, destinate a soddisfare la sua ambizione, furono, secondo le stime minime, più di 5 milioni di persone, che per gli standard dell'epoca è un numero enorme.

Torniamo alla lettera. I suoi autori si rivolgono ai loro fedeli non come pastori ma come capi di una banda, contro la quale piovono le accuse di un raid fallito: "Cari parrocchiani, c'è molta indignazione, molte voci sul nostro fallimento. Era possibile..., avrebbe dovuto essere fatto in questo modo o in quel modo... È possibile o no, ma c'erano difficoltà perché gli aderenti all'Ortodossia di Mosca sono come quelli che hanno combattuto contro il popolo ucraino e lo stato ucraino a Kiev sul Majdan..."

Cosa possiamo dire? Ormai da sette anni, abbiamo sentito storie di scismatici e uniati secondo cui i partecipanti all'Euromajdan sono il popolo ucraino e coloro che non lo hanno sostenuto sono i nemici dello stato ucraino. Cos'è questo se non un tentativo di dividere la società e seminare inimicizia tra la popolazione? Può essere definito una parola pastorale?

L'assalto dei banditi alle chiese della Chiesa ortodossa ucraina è un "atto sacro" per il quale il patriarca Bartolomeo combatte instancabilmente

Ebbene, ciò che colpisce particolarmente è che l'eparchia di Chernovtsy della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" definisce l'attacco dei banditi alla chiesa con bastoni e noccoliere "un atto sacro" e invita direttamente a ripeterlo: "Non possiamo arrenderci, non possiamo ritirarci dall'azione sacra". E allo stesso tempo dicono di farlo a nome del patriarca Bartolomeo: "Non possiamo vergognarci se ci ritiriamo quando lo stesso patriarca ecumenico Bartolomeo combatte instancabilmente per la nostra causa". Queste parole sono tristi, dure ma vere: il patriarca Bartolomeo combatte davvero e, per di più, instancabilmente contro la Chiesa di Cristo, partecipa con la sua benedizione al sequestro delle chiese e al pestaggio dei credenti. Ha la responsabilità più diretta per l'inimicizia e l'odio che ha portato in Ucraina, per la divisione e la violenza giustificate dal suo nome.

In generale, l'intera lettera è permeata dell'idea che la canonicità dei "vescovi" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" si basi sul fatto che questi siano riconosciuti dal Patriarcato di Costantinopoli: "Mentre alcune Chiese, come i nostri sacerdoti ucraini subordinati a Mosca, esitato a riconoscere o non riconoscere la nostra Chiesa, il patriarca ecumenico Bartolomeo <...> ha dimostrato che i nostri vescovi sono veri e ha dimostrato che i vescovi e il clero della Chiesa ucraina subordinata a Mosca non sono canonici e che nessuna Chiesa ha il diritto di riconoscerli".

Anche qui manca la conoscenza dei fondamenti elementari dell'esistenza della Chiesa. Ciò che l'autore della lettera ha scritto è un criterio cattolico piuttosto che ortodosso, in cui la "canonicità" è determinata dalla sottomissione al trono romano. Ma per giustificare l'autore, possiamo dire che il patriarca Bartolomeo sta ora attivamente cercando di imporre al mondo ortodosso un criterio simile, per il quale il patriarca di Costantinopoli sia riconosciuto come guardiano dell'Ortodossia. In effetti, il criterio terreno di verità è l'intera pienezza della Chiesa e non una Chiesa locale separata. Il documento del 1723, che si chiama "Lettera dei patriarchi della Chiesa cattolica orientale sulla fede ortodossa", diceva al riguardo: "Perché non solo siamo convinti, ma indubbiamente anche confessiamo come ferma verità che la Chiesa cattolica non può peccare o errare e dire menzogne ​​invece di verità; poiché lo Spirito Santo, operando sempre attraverso i fedeli Padri e maestri della Chiesa, la protegge da ogni errore". Quanto alla pienezza dell'intera Chiesa ortodossa, possiamo dire che ha sempre considerato gli scismatici ucraini privi di grazia. E il fatto che alcuni vescovi, compresi dei patriarchi, abbiano cambiato questa opinione non toglie nulla al fatto che la Chiesa continui a considerare gli scismatici come impostori non canonici. Questo si può sostenere, sia perché la maggioranza delle Chiese locali non ha cambiato le proprie menti, sia perché i motivi secondo i quali la Chiesa riconosceva gli scismatici come non canonici non sono cambiati affatto.

Da scomunicati dalla Chiesa, non si può diventare membri della Chiesa se non attraverso il pentimento. La Chiesa semplicemente non conosce altre soluzioni alternative, indipendentemente da ciò che dice il patriarca Bartolomeo. Ma gli scismatici ucraini non solo non hanno intenzione di pentirsi e ricongiungersi con la Chiesa, ma invitano anche i membri della Chiesa... a unirsi a loro, scismatici: "Ma noi eravamo e siamo canonici e chiediamo loro (ai figli fedeli della Chiesa ortodossa ucraina, ndc): Tornate all'ovile della vostra Chiesa canonica ortodossa locale dell'Ucraina". Cioè, in sostanza, questo è un appello a tradire la Chiesa e a unirsi allo scisma.

I membri della chiesa di Cristo possono odiare qualcuno?

Ma ancor più dei riferimenti al riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da parte del patriarca di Costantinopoli, la lettera contiene una serie di menzioni di... Mosca:

"...perché i paladini dell'Ortodossia di Mosca sono come loro...";

"...Mosca in Ucraina ha preso il sopravvento, purtroppo...";

"...i sostenitori di Mosca e i figli ingannati da essa...";

"...la Chiesa russa ha servito l'impero...";

"...Gli amanti del potere di Mosca si sono proposti...";

"...la Chiesa di Mosca deve riconoscere...";

"...oggi i moscoviti in Ucraina stanno picchettando...".

Queste citazioni possono essere continuate per molto tempo. Sono tutti volti a suscitare in chi li legge un sentimento di odio per Mosca, per la Chiesa russa e per tutti i figli fedeli della Chiesa ortodossa ucraina. Solo che Cristo ha insegnato in modo diverso. È stato già menzionato sopra come il Signore disse agli apostoli che non sapevano quale spirito li conducesse. Si possono anche citare molti altri passaggi delle Sacre Scritture.

"La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i principati e le potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti " (Ef 6:12). I rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" dicono che è necessario combattere queste "forze spirituali del male"? Dicono che un credente cristiano debba estirpare l'odio dalla sua anima e piantarvi l'amore? No, al contrario, insegnano ai loro aderenti a odiare, ad attaccare e commettere violenze contro i fedeli della Chiesa ortodossa ucraina. E i frutti di tale ideologia sono evidenti: chiese sequestrate, monasteri bruciati, parrocchiani malmenati, preti espulsi insieme alle loro famiglie dalle loro case.

Possiamo fare un confronto: se i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina insegnano che anche la costruzione di una chiesa con i propri soldi o il proprio lavoro non garantisce a una persona il raggiungimento del paradiso nell'aldilà, che questo è solo uno strumento sulla via della salvezza, e che questo gesto non aiuterà una persona se questa viola i comandamenti di Dio; invece, i "vescovi" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", direttamente o indirettamente, chiedono il sequestro delle chiese altrui. Se una persona che ha assorbito un'ideologia anticristiana sequestra un luogo di culto, se prende una mazza e fa a pezzi le porte di una chiesa, se scaccia i cristiani che pregano lì da molti anni, quale sarà il suo destino nell'eternità? Un uomo con mazza, tirapugni e spray al peperoncino entrerà nel regno dei cieli?

Forse dovreste farvi queste domande? Dovreste confrontare ciò che dicono i rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" con ciò che dice la Scrittura? O dovreste forse seguire le parole dell'apostolo Paolo: "le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé" (Gal 5: 19-22)?

 
L'articolo russofobo di Texas Monthly sull'Ortodossia russa in Texas

Nota: L'articolo in questione è così esagerato che ho pensato di non rispondergli direttamente, ma penso che i fedeli della mia parrocchia, e quelli che hanno fatto parte della parrocchia in passato, o ne faranno parte in futuro, dovranno capire cosa è successo con questo articolo e cosa farne.

L'anno scorso, Meagan Clark Saliashvili mi ha contattato per chiedermi se avrei accettato di essere intervistato per un articolo che stava scrivendo per Texas Monthly sulla crescita dell'Ortodossia in Texas. Meagan è una giornalista indipendente convertita all'Ortodossia, sposata con un georgiano e laureata alla Harvard Divinity School. Non ignoravo l'inclinazione liberale dei suoi articoli passati, ma speravo, dato che si era convertita di recente, che sarebbe stata onesta e sincera, anche se avevo ragioni di dubitare che lo sarebbe stata. Tuttavia, ho pensato che se avesse scritto un pezzo di successo, probabilmente non avrebbe avuto importanza se avessi parlato o meno con lei, e parlare con lei avrebbe potuto aiutare.

Come si è scoperto, l'articolo non riguardava affatto la crescita dell'Ortodossia in Texas, ma era in realtà un tentativo estremamente parziale di dipingere me, la mia parrocchia e altri cristiani ortodossi come razzisti, teorici della cospirazione e seguaci dell'autoritarismo. Tuttavia, il fatto che le abbia parlato e le abbia permesso di visitare la mia parrocchia l'ha portata a inserire molti dettagli che contraddicevano gran parte di ciò che stava cercando di realizzare. Non sono sicuro che queste cose fossero incluse nella versione originale della storia o meno, ma sono stato contattato da un fact checker del Texas Monthly (il primo fact checker di qualsiasi organo di stampa con cui abbia mai interagito) e gli ho indicato un numero di fatti rilevanti che effettivamente apparivano nell'articolo così come pubblicato. D'altra parte, non avevo previsto l'impatto negativo che ciò avrebbe avuto su alcune persone nella parrocchia, e questo è il mio più grande rammarico nell'aver accettato una cosa del genere.

L'estrema parzialità dell'articolo non ha tardato a manifestarsi, in ogni caso. Il titolo dell'articolo è di per sé uno dei titoli più ridicoli che abbia mai visto in vita mia:

"Ispirati dalla Confederazione e dalla Russia zarista, gli 'Ortho Bros' sono in ascesa: un prete della zona di Houston fa parte di un gruppo di leader religiosi e personaggi dei media che attirano seguaci interessati alle teorie del complotto e al governo autoritario".

Delle centinaia di persone che ho incontrato nel corso degli anni, la maggior parte di loro non sapeva nemmeno cosa fosse lo "zarismo" o come pronunciare la parola quando hanno cominciato a venire nella mia parrocchia. E discutere della Confederazione è qualcosa che non inserisco affatto nelle mie discussioni sulla fede ortodossa con le persone in ricerca di fede. Ciò che insegno e predico è la Tradizione della Chiesa, cosa significa essere un cristiano ortodosso e come avvicinarsi a Dio – e questo è ciò che di fatto attira le persone nella Chiesa.

Apparentemente, per Meagan, pensare che i lockdown del COVID siano stati una cattiva idea rende chi lo pensa un teorico della cospirazione. Ma coloro che lei cita come autorità sull'Ortodossia credono nelle teorie del complotto, come l'idea che Putin e Trump abbiano cospirato per rubare le elezioni del 2016. E mentre i cristiani ortodossi sono liberi di avere le proprie opinioni su come dovrebbe essere gestito il governo, la maggior parte delle persone che io incontro credono che il governo che abbiamo in questo momento sia già fin troppo autoritario... difficilmente chiedono di più.

Perché mettere tutto questo nel titolo? Per assicurarsi che le persone che leggono i titoli sappiano che i cristiani ortodossi russi sono persone spaventosamente cattive.

In secondo luogo, guardate la mia foto che hanno usato per questo articolo. La mia Chiesa è una Chiesa molto ben illuminata. Quando è stata scattata questa foto, non solo la Chiesa era illuminata dalla luce naturale, ma il fotografo aveva molte altre luci che brillavano sul mio viso. Il fatto che abbiano reso l'immagine così cupa era chiaramente inteso a comunicare che l'articolo parlava di qualcosa di sinistro.

Le parole usate in tutto l'articolo sono costantemente pensate per dipingere un'immagine negativa di me e della mia parrocchia. I miei parrocchiani non entrano in chiesa: si trascinano dentro. Io non indosso paramenti quando servo: indosso un "mantello". La Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia non si è riunita con la Chiesa in Russia nel 2007 perché le questioni che ci tenevano separati sono state finalmente risolte: è stato "su richiesta del presidente russo Vladimir Putin".

Io ho vissuto il periodo prima, durante e dopo la riconciliazione della Chiesa russa nel 2007, e ciò non è avvenuto perché Putin lo aveva richiesto. Non aveva alcuna influenza su quelli al di fuori della Russia. Si trattava di una questione sul tavolo da anni, ed è avvenuta perché era giunto il momento in cui accadesse ed entrambe le parti volevano che accadesse.

In qualche modo, il mio sermone del giorno della visita di Meagan (che riguardava il massacro di civili palestinesi innocenti, e la tradizionale concezione che la Chiesa ha di se stessa come Israele in contrasto con i dispensazionalisti protestanti che esultano per il massacro dei palestinesi a causa della loro cattiva teologia, ma che tuttavia invitava a non odiare gli altri), è stato ritratto come se fosse un semplice commento politico, al quale i miei parrocchiani si sono limitati ad annuire in modo sconsiderato. Inviterei coloro che non hanno ascoltato quel sermone ad ascoltarlo e a giudicare da soli.

Meagan ha suggerito che io abbia nella mia "orbita" persone che sono "suprematisti bianchi". Le ho chiesto di nominarle, perché se poteva indicarmi qualcuno che ha effettivamente tali opinioni, vorrei assicurarmi che il vescovo lo sapesse e si occupasse di loro. Finora non ha nominato nessuno, ma la macchia della diffamazione rimane.

Ha descritto il mio viaggio spirituale nell'Ortodossia in modi sprezzanti. Inviterei chiunque sia interessato ai fatti a leggere il mio articolo sull'argomento: Il podvig di un pellegrino.

Si dice che io abbia detto: "Penso che la ragione per cui c'è stato questo grande afflusso dopo il lockdown è che molte persone hanno la sensazione che le cose stiano andando rapidamente in una direzione molto negativa, e stanno cercando di aggrapparsi a qualcosa di solido". Ma poi Meagan scrive in un editoriale: "Per Whiteford, quel qualcosa di solido sono spesso certi aspetti della cultura tradizionale del sud".

Questo non è affatto vero. Quel qualcosa di solido è la fede ortodossa. Chiunque abbia letto quello che ho scritto e sentito quello che ho detto saprebbe che è a questo che mi riferivo, ma invece Meagan deve distorcere quello che stavo dicendo in modo da poter spostare l'attenzione su ciò di cui vuole parlare e distorcere ulteriormente le cose.

Lei scrive:

"Durante un recente discorso nella Carolina del Nord, ha parlato dei benefici spirituali dell'agrarianismo e ha affermato che l'eredità della Confederazione è stata fraintesa: crede che la guerra civile non sia stata combattuta principalmente per la schiavitù. "Sono successe cose brutte, e dovremmo non difendere mai quelle cose", ha osservato. "Ma sarebbe il massimo dell'ingratitudine per me gettare i miei antenati sotto l'autobus, soprattutto quando non ho alcun motivo di credere che abbiano fatto qualcosa che ritenevano sbagliato, almeno non in modo gravemente immorale".

Il discorso che ho tenuto era intitolato "L'agrarianismo del Sud e la Moldova". Penso che Meagan pensi che "l'agrarianismo" abbia qualcosa a che fare con la Confederazione o la supremazia bianca, ma non è così: è un concetto molto più ampio. Quando il fact checker del Texas Monthly mi ha chiamato, mi ha chiesto informazioni a riguardo e gli ho fatto notare che gli scrittori dell'agrarianismo negli Stati Uniti meridionali divennero famosi negli anni '20 e '30, ma che lo scrittore contemporaneo più noto del genere è Wendell Berry, a cui spesso si pensa come a un ambientalista. Forse l'articolo sarebbe stato ancora più distorto se non avessi sottolineato tali cose, ma il presupposto di fondo sembra essere ancora lo stesso. In quel discorso ho menzionato la Confederazione solo una volta, parlando della diversità razziale nel Sud, quando ho sottolineato che l'ultimo generale confederato ad arrendersi è stato Stand Watie, il capo della nazione Cherokee. Ma come suggerisce il titolo del discorso, il focus del discorso era discutere le lezioni che potremmo imparare dalla Moldova, che è un paese ortodosso con una cultura prevalentemente agraria. Suggerirei a chi volesse seguire il mio intervento di ascoltarlo integralmente.

Ma quando Meagan dice che io avrei "affermato che l'eredità della Confederazione è stata fraintesa – lui crede che la guerra civile non sia stata combattuta principalmente per la schiavitù. 'Sono successe cose brutte, che non dovremmo mai difendere', ha osservato. 'Ma sarebbe il massimo dell'ingratitudine da parte mia gettare i miei antenati sotto l'autobus, soprattutto quando non ho motivo di credere che abbiano fatto qualcosa che ritenevano sbagliato, almeno non in modo gravemente immorale', ha affermato", sta ancora una volta travisando ciò che ho detto. Fortunatamente, i commenti a cui allude provenivano dalla sessione di domande e risposte, e potete ascoltare qui ciò che ho effettivamente detto, nel suo contesto.

Potete ascoltare un altro commento della sessione di domande e risposte che si svolgeva su linee simili, cliccando qui.

Io non penso che la guerra civile sia stata combattuta con lo scopo di abolire la schiavitù, e lo dico per ragioni storiche che ho già esposto. Se sbaglio sui fatti che indico, sarei felice che qualcuno mi correggesse e mi fornisse le prove del contrario, ma ci sono molti storici che sono arrivati alle mie stesse conclusioni. E sì, io non sostengo la distruzione di monumenti e manufatti storici, perché questo è ciò che fanno i bolscevichi, non le persone a cui interessa la storia. Nessuno è obbligato a essere d'accordo con me. La mia posizione su questo non è sicuramente una questione di dogma ortodosso. Non odio nessuno perché arriva ad altre conclusioni sull'argomento. Credo nell'essere tollerante nei confronti delle persone che hanno altre opinioni.

Più avanti, Meagan scrive:

"È difficile determinare quanti fedeli della chiesa di san Giona siano d'accordo con l'ideologia di Whiteford e quanti siano devoti alla chiesa per ragioni più tradizionali. Ma era chiaro che le idee marginali, comprese le teorie del complotto, sono le benvenute, dalle posizioni degli anti-vax alle preparazioni per scenari apocalittici."

La cosa strana è che Meagan non ha fornito alcuna prova che io abbia un'ideologia, tanto meno che l'abbia imposta a qualcun altro, né ha descritto quale potrebbe essere tale ideologia. Sarei molto interessato a sapere cosa dovrebbe essere questa ideologia, perché credo che il pensiero ideologico di qualsiasi tipo sia sbagliato in linea di principio, e contrario alla mentalità cristiana tradizionale. I fedeli nella mia parrocchia hanno opinioni molto diverse su moltissimi argomenti e non dico loro cosa possono o non possono pensare finché non sostengono qualcosa di contrario agli insegnamenti della Chiesa. Ci sono persone molto conservatrici, ma ci sono anche persone politicamente di sinistra. Ancora una volta, credo nell'essere tollerante nei confronti delle altre persone.

L'articolo suggeriva che io sostenessi in qualche modo l'istituzione di una monarchia negli Stati Uniti. Non ho mai suggerito nulla del genere, come potete vedere da questa risposta che ho dato a una domanda sull'argomento: perché la monarchia non funzionerà in America.

Meagan ha menzionato un "utente anonimo di Reddit che nel 2020 ha pubblicato un appello per bruciare la" chiesa ortodossa russa misogina, xenofoba e omofoba di San Giona" (Sembra che non sia venuto fuori nulla dalla minaccia, che Whiteford ipotizza possa essere stata piazzata dall'FBI)".

Lei fa sembrare che questa minaccia terroristica contro la mia Chiesa non sia stata un grosso problema. Ma lasciatemi citare da una recensione che ho fatto del libro di Sarah Riccardi-Swartz che cercava di ritrarre i membri della ROCOR come la quinta colonna di Putin negli Stati Uniti:

"Nel giugno del 2020, la mia parrocchia ha ricevuto una grave minaccia terroristica da parte di qualcuno che si riferiva alla nostra parrocchia come "la chiesa ortodossa russa di san Giona", nonostante noi non usiamo mai il termine "russa" nel nome della nostra parrocchia, anche se non facciamo mistero di far parte della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia. Quando è successo, ho chiamato l'FBI, così come l'ufficio di polizia locale. Le autorità locali sono state molto reattive, ma l'FBI non mi ha mai richiamato. Ho menzionato ciò che è successo a un ministro protestante che conosco e che ha buone connessioni. Questi ha contattato il nostro vice-governatore, che a sua volta ha chiamato l'FBI. Solo allora sono stato richiamato, ma alla fine non hanno fatto quasi nulla per rintracciare la persona che aveva fatto queste minacce, anche se aveva un profilo online che non avrebbe dovuto essere difficile da rintracciare e sicuramente viveva nell'area. Quest'anno, all'Annunciazione secondo il Vecchio Calendario, ho finalmente ricevuto (quasi due anni dopo) la visita di un agente dell'FBI, che ha iniziato menzionando cosa era successo nel 2020 e che ha detto che voleva solo assicurarsi che tutto fosse a posto, date le tensioni intorno alla guerra in Ucraina. Mi ha chiesto se fossi d'accordo a parlargli, e l'ho fatto. La sua linea di interrogatori non aveva quasi nulla a che fare con la sicurezza e la protezione della mia parrocchia. Riguardava i contatti che avrei potuto avere con il consolato russo a Houston, se il governo russo avesse avuto qualche influenza sulla mia chiesa e cose del genere. La storia recente ha dimostrato che non devi essere effettivamente colpevole di nulla perché l'FBI ti metta in prigione. Quindi, ovviamente, questa attenzione non è gradita, anche se sarebbe stato bello se si fossero interessati di più alla mia parrocchia nel giugno del 2020".

Ho ipotizzato che forse questa minaccia fosse stata lanciata da un provocatore dell'FBI che voleva vedere chi avrebbe risposto alla sua idea bruciare la mia chiesa. Prendo in considerazione questa possibilità solo perché per l'FBI rintracciare il colpevole sarebbe stato facile come sparare ai pesci in un barile, se avessero avuto qualche voglia di farlo, ma non lo hanno fatto, e quindi la domanda è: perché non l'hanno fatto? Non pretendo di sapere la verità su quello che è successo, so solo che la cosa è molto strana così com'è.

Poi Meagan parla di una famiglia specifica nella mia parrocchia e introduce il paragrafo con "Non tutti quelli che vengono alla chiesa di Whiteford cercano di essere coinvolti in battaglie politiche o ideologiche". Mi è stato detto dai membri di questa famiglia che hanno trascorso circa tre ore a parlare con lei, discutendo di crescita familiare, di distruzione domestica e di fede, ma che Meagan continuava a cercare di convincerli a parlare di politica. Le hanno detto che non vengono in chiesa per parlare di politica, ma è stata Meagan a continuare a sollevare l'argomento per prima.

Il fatto è che nessuno è mai venuto nella mia parrocchia cercando coinvolgimenti in battaglie politiche o ideologiche, tranne forse la stessa Meagan, ma il modo in cui lo esprime suggerisce che queste persone siano eccezionali. Non sono eccezionali né nel motivo per cui sono venute nella mia parrocchia, né nel motivo per cui sono rimaste.

È un peccato che una persona che apparentemente è cristiana ortodossa, e che mi ha assicurato che stava scrivendo un articolo per parlare della crescita dell'Ortodossia in Texas, abbia deciso invece di sfruttare l'occasione per attaccare le persone con cui non è d'accordo.

Il giorno dopo la pubblicazione di questo articolo, i fedeli della mia parrocchia sono stati contattati da un truffatore che affermava di essere me, e voleva avere accesso al nostro elenco parrocchiale. Non sappiamo quali siano le intenzioni di questa persona, ma possiamo ragionevolmente supporre che non siano buone. Quando diffami i cristiani ortodossi russi e li dipingi come scagnozzi di Putin, implicando che sono in qualche modo associati ai suprematisti bianchi nonostante vogliano fondare una parrocchia di lingua spagnola, scrivano dichiarazioni contro il razzismo e predichino sermoni su come non possiamo odiare le persone, allora i fedeli sconvolti potrebbero decidere di fare qualcosa che provochi dolore a persone reali. Spero che persone come Meagan manterranno presente la loro responsabilità per questo tipo di reazioni in futuro.

 
100.000 visitatori: grazie a tutti!

A due anni esatti dal rinnovo del sito nel maggio 2012 il contatore degli accessi unici ha passato quota 100.000, il che testimonia o un largo interesse generalizzato, oppure un gruppo di frequentatori assidui abbastanza considerevole. Il trend testimonia ancora una crescita nelle visite, il che ci incoraggia a continuare nei nostri sforzi di presentare la Chiesa ortodossa in modi utili alla crescita spirituale dei nostri lettori.

 
Uno ieromonaco e una parrocchia nelle Filippine passano da Costantinopoli a Mosca

foto: Facebook

Il più anziano sacerdote e unico ieromonaco del Patriarcato di Costantinopoli nelle Filippine è passato sotto la giurisdizione della Chiesa ortodossa russa.

Padre Philemon (Castro) era uno dei cinque sacerdoti in servizio sotto Costantinopoli. Con lui è passata alla Chiesa russa anche una delle tre parrocchie sotto la sua cura.

Padre Philemon e la sua famiglia avevano iniziato il loro percorso con l'istituzione a Siniloan nel 1980 della Chiesa cattolica ortodossa, che fu accolta canonicamente nella Chiesa ortodossa da sua Eminenza il metropolita Dionysios della Nuova Zelanda nel gennaio 1994. Dopo aver lavorato come catechista, padre Philemon è stato ordinato il 2 aprile 1995 nella cattedrale ortodossa di san Nicola a Seoul, in Corea del Sud. Oltre alla chiesa della santa Croce, ha fondato altre due parrocchie.

Il 23 dicembre, padre Philemon ha scritto su Facebook :

La chiesa ortodossa della santa Croce è ora la chiesa ortodossa della "Esaltazione della preziosa e vivifica Croce del Signore" sotto l'amministrazione pastorale di padre Philemon (Castro), per decreto del metropolita Pavel della diocesi ortodossa russa di Manila-Hanoi, e del metropolita Sergij della metropolia di Singapore e del Sud-est asiatico, e con la benedizione di sua Santità Kirill, patriarca di Mosca e di tutta la Rus'. Gloria a Gesù Cristo. (15 novembre 2020)

In risposta, il metropolita Nektarios di Hong Kong e del Sud-est asiatico ha sospeso padre Philemon e ha avvertito il suo gregge del pericolo di "Chiese ortodosse non canoniche".

"La metropolia ortodossa informa tutti i fedeli ortodossi che un certo Felipe Balingit è stato scomunicato e non è un membro canonico della Chiesa ortodossa e un certo Philemon Castro è un sacerdote sospeso e non ha il diritto di agire come sacerdote della Chiesa ortodossa. Inoltre, la cappella della santa Croce a Siniloan, Laguna, non è una chiesa ortodossa canonica", scrive il metropolita in un comunicato ufficiale del 22 dicembre.

"Attenzione alla disinformazione, alle notizie false e fabbricate. Come dice l'apostolo Paolo: Perciò, miei cari fratelli e sorelle, state saldi. Non lasciate che nulla vi muova. Dedicatevi sempre completamente all'opera del Signore, perché sapete che la vostra fatica nel Signore non è vana. (1 Cor 15:58)", avverte il metropolita Nektarios.

L'altro sacerdote menzionato, lo ieromonaco Felipe (Balingit), è un sacerdote della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia, attualmente studia al Seminario della santissima Trinità a Jordanville. Anche se il metropolita Nektarios si riferisce a lui come a un sacerdote non canonico, padre Felipe è membro della Chiesa ortodossa russa da molto tempo prima dell'attuale scisma tra Mosca e Costantinopoli.

In qualità di vescovo del Patriarcato di Costantinopoli, il metropolita Nektarios crede che chiunque non sia sotto il suo omoforio non sia canonico, cosa che nelle Filippine include il clero e i fedeli di diverse giurisdizioni, tra cui il Patriarcato di Mosca, la ROCOR e la Chiesa di Antiochia.

Dall'inizio dell'attuale invasione della Chiesa ortodossa ucraina da parte di Costantinopoli, diversi chierici e parrocchie hanno lasciato Costantinopoli per unirsi direttamente al Patriarcato di Mosca o alla Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia. L'intera missione ortodossa giamaicana è stata ricevuta nella ROCOR. E nel novembre dello scorso anno, l'arcidiocesi delle Chiese russe dell'Europa occidentale, sciolta da Costantinopoli, si è riunita alla sua Chiesa madre in Russia.

 
L'Unione dei giornalisti ortodossi chiede di aiutare i giornalisti ortodossi incarcerati

i nostri dipendenti rischiano l'ergastolo se dicono la verità. Foto: indipendent.ie

Non possiamo farcela senza di voi: l'Unione dei giornalisti ortodossi chiede di aderire alla raccolta fondi per l'assistenza legale ai suoi dipendenti arrestati.

Fin dall'inizio dell'aperta persecuzione contro la Chiesa , cioè dal 2015, la nostra risorsa – l'Unione dei giornalisti ortodossi – ha fatto di tutto per difendere il diritto dell'ucraino comune a credere in Dio. Il nostro compito principale è sempre stato ed è tuttora quello di mostrare alle persone che si definiscono cristiane che il Vangelo non è solo una teoria ma una pratica, e che Cristo non è un eroe mitico, ma la Via, la Verità e la Vita.

Abbiamo plasmato la nostra politica editoriale in modo che corrisponda non alle tendenze del tempo, non alle esigenze politiche e non alla situazione storica ma unicamente al Vangelo. Ciò significa che se qualcuno va contro il Vangelo, ne parliamo, indipendentemente dallo status e dalla posizione di quella persona, sia esso un membro del parlamento, un politico, un presidente, un vescovo o un patriarca. Questa posizione della nostra redazione non è piaciuta e non piace né alla "sinistra" né alla "destra", né ai liberali né ai conservatori. Siamo stati insultati, accusati di tutti i peccati immaginabili e inimmaginabili, ci è stato detto che siamo una risorsa "discutibile" e minacciati di ritorsioni.

In Ucraina hanno chiesto di metterci al bando perché abbiamo scritto del sequestro delle chiese; in Russia ci hanno accusato di lavorare per la SBU perché abbiamo scritto della posizione inaccettabile del patriarca e della Chiesa ortodossa russa riguardo alla guerra contro l'Ucraina, e alcune risorse filo-patriarcali ci hanno addirittura definiti scismatici per aver sottolineato costantemente l'indipendenza della Chiesa ortodossa ucraina.

Fin dal primo giorno dell'aggressione russa, la nostra redazione ha preso una posizione chiara, espressa da sua Beatitudine il metropolita Onufrij: questa guerra è il peccato di Caino. Abbiamo costantemente aderito a questa posizione. E non perché volevamo compiacere le persone, ma perché volevamo compiacere Dio. Ma anche in questo caso abbiamo sentito insulti e accuse...

In breve, per molti anni sono state riversate su di noi tonnellate di sporcizia, bugie e odio. Ora questo periodo è finito: è iniziata la distruzione.

Il 12 marzo gli ufficiali della SBU si sono recati dai dipendenti dell'Unione dei giornalisti ortodossi Andrij Ovcharenko, Valerij Stupnitskij e Volodimir Bobechko, nonché dai nostri colleghi di "Kozak1" e "Miriani".

Le loro case, così come quelle di altri giornalisti, sono state perquisite. Durante le perquisizioni non è stata trovata alcuna prova che indichi attività illegali da parte del personale dell'Unione dei giornalisti ortodossi. Tuttavia, ciò non ha impedito alle forze dell'ordine di rinchiudere i nostri colleghi in un centro di custodia cautelare.

Al momento i nostri dipendenti insieme a padre Sergij Chertylin si trovano nel centro di detenzione di Lukyanivka (SIZO). Loro e una dozzina di altri giornalisti sono stati oggetto di accuse selvagge che possono essere riassunte come segue: i giornalisti ortodossi e i difensori dei diritti umani, che si occupano della persecuzione della Chiesa ortodossa ucraina, sono membri di un gruppo criminale, hanno giustificato l'aggressione della Russia contro l'Ucraina, hanno incitato odio religioso raccontando come i rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" hanno picchiato i credenti della Chiesa ortodossa ucraina e hanno screditato il paese pubblicando materiale sui sequestri delle chiese.

Tutte le accuse sono così infondate e assurde che è difficile capire dove finisce la fantasia e dove inizia l'assurdità di chi ha inventato queste accuse. Ma nonostante ciò, dobbiamo ancora difenderci e confutare queste accuse. E lo faremo! Difenderemo il nostro diritto alla libertà di parola, il nostro diritto alla religione e il diritto di vivere secondo coscienza, non secondo gli ordini.

Allo stesso tempo, oggi la questione non riguarda solo la nostra difesa, ma anche la difesa di ciascuno di voi, di ogni cittadino ucraino. Perché difendendo l'onore dei giornalisti incarcerati, conquistando la loro libertà e chiudendo i procedimenti penali contro di loro, dimostreremo che l'Ucraina sarà libera, che ha il diritto di essere chiamata uno Stato democratico, dove le autorità sono al servizio del popolo, non individui senza legge.

Difendendo i giornalisti che difendono i diritti dei credenti, difenderemo anche la Chiesa per la quale attualmente soffrono.

Ecco perché l'Unione dei giornalisti ortodossi chiede il vostro aiuto.

Senza di voi, nostri cari lettori, non possiamo farcela! Contro di noi sono stati aperti una dozzina e mezza di procedimenti penali e i nostri dipendenti rischiano l'ERGASTOLO SOLO PER AVER DETTO LA VERITÀ!

Nelle circostanze attuali, con un numero enorme di casi penali, non saremo in grado di pagare il lavoro degli avvocati, le competenze e gli altri servizi che ci saranno forniti per proteggere il diritto alla libertà di coscienza e di parola. Pertanto, chiediamo il vostro aiuto. In quasi dieci anni di esistenza della nostra risorsa, è la prima volta che lo facciamo, perché senza di voi non ce la faremo.

In totale, abbiamo bisogno di 1 milione di grivnie per la difesa di chi si trova in custodia cautelare. Per la difesa dei sospettati sono necessarie circa 500mila grivnie. Ecco i dettagli e i link alle banche dove è possibile donare fondi.

Inviate denaro a qualcuno di loro, il vostro aiuto andrà in difesa dei tre giornalisti detenuti dell'Unione dei giornalisti ortodossi e di tutte le persone colpite dalle false accuse in questo caso.

Raccolta fondi per la difesa legale del giornalista ortodosso Valerij Stupnitskij:

Numero della carta: 5375 4112 1534 4651

Collegamento: https://send.monobank.ua/jar/4MP5Pwys38

Obiettivo: ₴ 460.000

Raccolta fondi per la difesa legale del giornalista ortodosso Andriy Ovcharenko:

Numero della carta: 5375 4112 1527 5855

Link: https://send.monobank.ua/jar/46uQTtgFy2

Obiettivo: ₴ 420.000

Vi esortiamo a non rimanere passivi perché la difesa dei giornalisti ortodossi è la difesa della fede ortodossa in Ucraina!

Unitevi a noi!

 
Arciprete Andrew Phillips: Le strade verso la Metropolia ortodossa russa d'Europa

Presentiamo nella sezione “Pastorale” dei documenti l’ultimo saggio del blog di padre Andrew Phillips, intitolato Tutte le strade portano a R.O.M.E. (un gioco di parole sul titolo inglese della “Metropolia ortodossa russa d'Europa”), in cui si analizzano difficoltà e prospettive di una Metropolia legata alla Chiesa ortodossa russa e alla sua tradizione, ma al tempo stesso multinazionale e incarnata nella vita dei singoli paesi dell’Europa occidentale.

 
La Verità o il Fanar: cos'è più caro ai monaci contemporanei del Santo Monte Athos

l'archimandrita Ephraim, superiore del monastero di Vatopedi all'Athos. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Sulla questione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", alcuni monasteri dell'Athos si sono schierati dalla parte del Fanar. Perché è successo questo, e gli athoniti possono ora essere considerati un faro spirituale per gli ortodossi?

L'11 dicembre 2020, l'abate del monastero athonita di Vatopedi, l'igumeno Ephraim (Kutsu), ha parlato per la prima volta online con i credenti ortodossi russi. Durante la conversazione, durata più di due ore, l'igumeno Ephraim è stato interrogato solo una volta sulla sua posizione sul problema più pressante dell'odierna ortodossia: l'assegnazione del Tomos alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da parte del Patriarcato di Costantinopoli.

In generale, la lealtà alla Chiesa canonica, la lealtà alla Tradizione e alle tradizioni della Chiesa, in ultima analisi, la lealtà a Cristo dipende dalla risposta a questa domanda. Il Tomos ha già portato a una scissione nell'Ortodossia mondiale e a problemi di comunicazione inter-ortodossa. Inoltre, l'atteggiamento nei confronti del Tomos influisce in modo significativo sull'atteggiamento dei cristiani ortodossi nei confronti dei singoli monasteri del Monte Athos.

Pertanto, quando la domanda sulla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è stata sollevata durante una conversazione con l'anziano Ephraim, avevamo il diritto di aspettarci da lui una risposta equilibrata, teologicamente e canonicamente fondata. Inoltre, l'abate Ephraim non è solo popolare nel mondo ortodosso come "geronda" (anziano, o starets, ndc), ma è anche conosciuto come difensore della purezza dell'Ortodossia.

Tuttavia, la risposta dell'anziano non solo ci ha deluso, ma ci ha fatto riflettere ancora una volta sul fatto che i monaci athoniti possano essere considerati autorità spirituali incondizionate e se per alcuni di loro la lealtà al Fanar non sia più importante della lealtà a Cristo.

L'Athos e la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina": non possiamo fare nulla, o come è cambiato l'atteggiamento nei confronti dello scisma

Allora cosa ha risposto l'igumeno Ephraim? Rispondendo alla domanda del presidente della confraternita "Figli dell'Athos" Aleksandr Tuzenko sulla confusione dei credenti per la posizione degli athoniti sulla crisi ucraina, l'archimandrita ha detto che i monasteri dell'Athos stanno facendo tutto ciò che è in loro potere, ma non possono fare nulla per risolvere questo problema. "C'è un conflitto tra due Sinodi, due Chiese: quella di Mosca e quella Ecumenica, qui è un livello diverso e non possiamo fare nulla per aiutare", ha sottolineato il superiore di Vatopedi.

Ma è davvero così? Gli athoniti hanno davvero fatto e stanno facendo tutto ciò che è in loro potere per risolvere il problema che è sorto, a loro avviso, tra "due Sinodi"? E la crisi ucraina è davvero solo un conflitto ordinario tra due Chiese, e non un crimine del patriarca Bartolomeo, che sta cercando di legalizzare ecclesialmente degli scismatici non ordinati?

Dal punto di vista dei cristiani ortodossi, il Santo Monte Athos è un luogo in cui vivono e si salvano veri asceti, il vero colore dell'Ortodossia. L'opinione espressa dagli athoniti ha spesso un peso maggiore delle parole di molti vescovi, quindi, sin dall'inizio dell'epopea della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", la posizione dei monasteri athoniti è stata un punto di riferimento molto importante. Dopotutto, gli athoniti sono i veri difensori della purezza dell'Ortodossia, non sono in grado di "cedere" ai potenti di questo mondo. Oppure... ne sono capaci? L'archimandrita Ephraim è sempre stato un esempio di pastore per il quale gli interessi della Chiesa vengono "prima di tutto". La sua autorità era così alta che nessuno poteva nemmeno sospettare che potesse essere ammalato di "solidarietà ellenica", o di paura per la sua posizione.

È interessante risalire indietro e vedere come la sua posizione sugli scismatici ucraini sia gradualmente cambiata. L'igumeno del monastero di Vatopedi ha visitato più volte l'Ucraina e tre anni fa era considerato uno dei più devoti sostenitori della Chiesa canonica in Ucraina e un oppositore degli scismatici del "patriarcato di Kiev" e della "Chiesa ortodossa autocefala ucraina".

In particolare, nel 2015, in un'intervista, ha detto: "Mi appello al popolo ucraino e chiedo loro di aderire alla Chiesa ortodossa canonica, guidata da sua Beatitudine il metropolita Onufrij. E vi chiedo con amore di essere membri della Chiesa canonica. L'intera Montagna Santa accetta e riconosce solo la Chiesa ucraina canonica guidata dal metropolita Onufrij".

Nel dicembre del 2017, l'igumeno Ephraim ha fatto un appello al nostro popolo nell'ambito del progetto "La parola agli ucraini", dove ha detto quanto segue sullo scisma: "Lo scisma taglia come le forbici, e chi è entrato nello scisma deve capire: è già fuori dal seno della Chiesa... Noi qui, sul Monte Santo, siamo molto addolorati a causa dello scisma nella Chiesa ucraina, causato da Filaret. Pertanto, chiediamo a tutti i nostri fratelli che hanno lasciato la Chiesa canonica di ritornare sui loro passi, e chiediamo loro di tornare in seno alla Chiesa ortodossa canonica".

Siamo d'accordo sul fatto che queste parole non possono essere interpretate in alcun modo ambiguo. Testimoniano chiaramente che a quel tempo l'abate Ephraim si trovava chiaramente sulla posizione della Chiesa canonica e non era pronto a entrare in comunione con gli scismatici senza il loro pentimento. E quale è stata la nostra sorpresa quando, alla vigilia dell'assegnazione del Tomos alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", si è improvvisamente saputo che l'igumeno del monastero di Vatopedi sarebbe arrivato per la "intronizzazione" di Epifanij Dumenko.

Cambio di posizione: causa ed effetto

Cosa, o chi, ha fatto cambiare posizione all'autorevole anziano del mondo ortodosso?

È noto che il 17 aprile 2018, l'ex ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina Geoffrey Pyatt ha visitato il monastero di Vatopedi all'Athos. Nello stesso luogo, a Vatopedi, ha incontrato uno dei principali iniziatori del riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" nella Chiesa di Grecia, il metropolita Hierotheos di Navpaktos, dopo di che ha affermato che "abbiamo avuto un'importante discussione sull'Ortodossia nel mondo e sul sostegno degli Stati Uniti al Patriarcato ecumenico".

Il 12 ottobre 2018 (cioè diversi mesi prima del riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"), l'abate Ephraim ha visitato la Casa Bianca e il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Lì, i funzionari americani hanno tenuto con lui diverse conversazioni, il cui argomento principale era "gli affari del Patriarcato ecumenico, la riapertura della scuola teologica di Halki e la distruzione di chiese e monasteri da parte della Turchia a Cipro del Nord". È chiaro che la levatura della personalità dell'igumeno Ephraim non è tale da convocarlo al Dipartimento di Stato per parlare del seminario di Halki, ma è molto probabile che si sia parlato della partecipazione alla "intronizzazione" del capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e di dare a questa almeno un qualche status.

In realtà, questo è stato quasi raggiunto: l'igumeno Ephraim è venuto a Kiev. Inoltre, la pressione su di lui era stata così forte che è venuto anche dopo che la Sacra Comunità del Santo Monte Athos aveva deciso che i rappresentanti della confraternita monastica non avrebbero partecipato all'intronizzazione di Dumenko.

E costoro, a proposito, non hanno partecipato, mostrando una certa astuzia. L'igumeno del monastero Xenophontos, l'archimandrita Alexios, all'evento di Kiev ha rappresentato il Fanar, non l'Athos. E l'igumeno di Vatopedi, l'archimandrita Ephraim... improvvisamente si è ammalato. Inoltre, si è ammalato a tal punto da lasciare i confini dell'Ucraina e volare in Germania, dove ha subito un intervento al cuore.

Certo, non proviamo ad affermare che la malattia dell'anziano fosse semplicemente un motivo per non partecipare al "servizio divino" assieme agli scismatici, ma è questa idea che è probabilmente venuta in mente a tutti quelli che seguivano gli eventi in Ucraina in quel momento.

Quindi, ricordiamo, Dumenko visitò improvvisamente l'igumeno di Vatopedi nell'ospedale di Kiev, dopo di che  dichiarò che l'anziano Ephraim "gli augurava un servizio di successo come primate della Chiesa ortodossa dell'Ucraina". In seguito si è saputo che l'igumeno di Vatopedi non aveva detto queste parole...

Perché l'Athos non si è opposto al Fanar sulla questione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"?

Tuttavia, anche senza il supporto verbale al capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", il comportamento dell'anziano Ephraim è difficile da giustificare. Lo stesso arrivo a Kiev con l'intenzione di partecipare alla "intronizzazione a primate" di un laico senza alcun grado sacerdotale parla da sé. L'improvvisa malattia dell'anziano e la sua frettolosa "fuga" dall'Ucraina fanno pensare che abbia perfettamente compreso e compreso che i rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sono scismatici, con i quali è impossibile entrare in comunione eucaristica senza il loro pentimento preliminare. Perché allora ha anche solo accettato di partecipare a questa azione?

È impossibile giustificare canonicamente ciò che il Patriarcato di Costantinopoli ha fatto sul territorio dell'Ucraina. Ecco perché, quando gli è stato chiesto del suo atteggiamento nei confronti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", l'anziano Ephraim ha semplicemente evitato di rispondere. Ecco le sue parole: "Non dimenticate che il Santo Monte fa ufficialmente parte del Patriarcato ecumenico. Mi pongo questa domanda: se uno dei vescovi o dei monasteri andasse contro il patriarca di Mosca, come reagirebbe (il patriarca Bartolomeo, ndc) in questo caso? E anche noi siamo subordinati al Patriarcato ecumenico, apparteniamo alla sua Chiesa, e questo non significa che abbiamo smesso di amare i russi. Preghiamo anche per loro e preghiamo che ritorni l'unità".

Cioè, le uniche ragioni per cui l'abate Ephraim ha aderito alla posizione del Fanar è la subordinazione amministrativa dell'Athos al Patriarcato di Costantinopoli, oltre alla reazione negativa del patriarca Bartolomeo verso coloro "che andranno contro di lui". Ma un cristiano ortodosso non dovrebbe denunciare un suo fratello se quest'ultimo cade nell'eresia o causa uno scisma, anche se si tratta di un patriarca? Non ci sono casi nella storia della Chiesa in cui dei sacerdoti non sono stati d'accordo con vescovi eretici, o dei diaconi - con presbiteri eretici (ricordate il diacono Atanasio di Alessandria e il presbitero Ario), e dei monaci comuni, come Massimo il Confessore, - con la gerarchia della Chiesa?

Sappiamo che nella Chiesa cattolica ci sono molti aderenti all'ideologia LGBT e all'aborto. Se domani all'improvviso il patriarca Bartolomeo si troverà sulle stesse posizioni, lo sosterranno anche in tal caso all'Athos, perché lì "appartengono canonicamente al Patriarcato di Costantinopoli”? E questa non è una prospettiva così fantastica. Il mondo sta cambiando rapidamente e ciò che era "impossibile" ieri diventa "possibile" oggi e "giusto" domani.

La strana logica dell'anziano Ephraim, secondo cui il Monte Athos non dovrebbe opporsi all'illegalità del capo del Fanar perché è nella sua giurisdizione, non trova conferme nella storia stessa dell'Athos. Neppure nella storia del monastero, il cui superiore ha preso parte alla "intronizzazione" del laico e scismatico non ordinato Epifanij Dumenko. Stiamo parlando del monastero Xenophontos.

Com'era prima al Monte Athos l'atteggiamento verso il Fanar?

Nel 1972, Dimitrios (Papadopoulos) fu eletto patriarca di Costantinopoli, e decise di continuare la politica ecumenica e filocattolica del suo predecessore, il patriarca Athenagoras. A questa politica si opposero gli abitanti dei monasteri del Monte Athos, per i quali la verità era più cara della prosperità e dei "buoni rapporti" con il Fanar.

Di conseguenza, il Patriarcato di Costantinopoli decise di rimuovere dalla Montagna Santa l'igumeno del monastero Esphigmenou, l'archimandrita Athanasios, e altri tre monaci della confraternita di quel monastero. Nel 1974 seguì la decisione di privare l'archimandrita Athanasios del suo rango, cosa che comportò una violenta reazione dei monaci athoniti. Fu rimosso anche l'igumeno del monastero Aghiou Pavlou, l'archimandrita Andreas.

Circa quattrocento monaci firmarono una petizione per protestare contro questo tipo di azioni. Tutti questi igumeni e monaci decisero di smettere di commemorare il nome del capo del Fanar durante la Liturgia.

Successivamente, a causa di misure repressive, alcuni degli igumeni che avevano interrotto la commemorazione del patriarca ripresero a commemorarlo. Tuttavia, l'igumeno Evdokimos del monastero Xenophontos, che aveva vissuto in questo monastero per 49 anni, e negli ultimi 22 anni ne era stato il superiore, continuò a non commemorare il patriarca. Inoltre citiamo il "Nuovo Paterikon dell'Athos":

"Poi vennero da lui rappresentanti del patriarca ecumenico sotto la presidenza del metropolita Maximos di Stavroupolis. Dopo che padre Evdokimos spiegò i motivi per cui aveva smesso di commemorare il patriarca, il presidente della commissione gli chiese:

- Santo igumeno, quanti monaci ha nel suo monastero?

- Quale tipo di monaci? – chiese padre Evdokimos. – Quelli che mangiano o quelli che lavorano?

- Come osa parlare così?! – improvvisamente arrabbiato, esclamò il metropolita. – Non sa che le posso portare via il bastone che ha in mano?!

- Tenga, eminenza, lo porti via, – rispose umilmente padre Evdokimos e diede il bastone da igumeno al metropolita. – Non sono venuto qui per diventare un igumeno, ma per salvare la mia anima".

Così il 10 marzo 1974, per decisione patriarcale, padre Evdokimos fu privato dell'igumenato. Successivamente, il governatore del Monte Athos, il signor Kriekukias, a sua disposizione ordinò "all'abate Evdokimos del monastero Xenophontou di ritirarsi dal monastero, poiché continua a occupare la stessa posizione spirituale".

L'igumeno Evdokimos morì nel 1990. L'unico monastero che lo accettò fu il monastero Dochiariou. L'anziano si umiliò e si addormentò nel Signore circondato da disprezzo e umiliazione. La sua sepoltura fu presieduta dall'abate del monastero Xenophontou, Alexios (eh sì, lo stesso che è venuto a Kiev nel 2018 per "intronizzare" Dumenko). Il giorno dopo la morte di padre Evdokimos, il suo perdono arrivò dal Fanar...

Tuttavia, anche dopo l'anziano Evdokimos, ci sono stati monaci sul monte Athos che hanno denunciato le attività pro-cattoliche del Fanar. Per esempio, nel 1984, il consiglio dei venti monasteri athoniti fece la seguente dichiarazione: "Ormai da diversi anni ci sentiamo profondamente a disagio per una sorta di tradimento che vediamo da parte di alcune Chiese ortodosse autocefale locali, nonché da parte di singoli vescovi. ...Se chi si è smarrito non si correggerà, saremo costretti a prendere una decisione ufficiale su questo tema" (Ορθοδοξος τυπος n. 595 del 24 febbraio 1984).

Dopo l'incontro del patriarca Dimitrios e di papa Giovanni Paolo II, la Montagna Santa inviò a Istanbul l'igumeno del monastero di Kutlumusiou Christodoulos, l'igumeno del monastero di Iviron Vasilios e l'igumeno del monastero di Grigoriou Grigorios come loro rappresentanti per protestare contro questo incontro e contro il prossimo "dialogo" tra Roma e il Fanar.

In questo contesto, le parole dell'abate Ephraim che "siamo nella giurisdizione del patriarca di Costantinopoli" e "non possiamo aiutare in alcun modo" sembrano molto impotenti e strane. Cosa è successo all'Athos?

L'Athos ha cessato di essere un "frangiflutti delle eresie"

Per avere una risposta a questa domanda, passiamo a una pubblicazione del metropolita Seraphim del Pireo della Chiesa ortodossa di Grecia, egli stesso in passato residente sul Santo Monte, che oggi è un'autorità spirituale per la maggioranza dei cristiani in Grecia.

Nel suo articolo di critica all'opuscolo del monaco Nikitas di Pantokrator, sostenitore della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e del Fanar, il metropolita Seraphim osserva che "il grave degrado spirituale e la caduta dell'attuale Monte Athos sono già diventate le solite tristi conclusioni per molte persone spirituali e personaggi famosi che seguono gli eventi del Monte Athos e la presenza generale dei monaci athoniti nel mondo ecclesiale contemporaneo".

Il metropolita ha sottolineato che per quasi un decennio della sua permanenza sul Santo Monte, ha incontrato molti pii asceti, che possono essere un esempio per i cristiani. Tuttavia, "con angoscia scopriamo che, sfortunatamente, il moderno Monte Athos, un tempo roccaforte dell'Ortodossia, un frangiflutti di eresie, che ha dato al mondo un certo numero di santi, asceti e confessori di fede, non ha nulla in comune con l'Athos della nostra giovinezza, che esisteva circa 35 anni fa"...

Il metropolita Seraphim scrive che "oggi vediamo l'Athos, spiritualmente irriconoscibile, spaventato e schiavo della sua autorità ecclesiastica, pronto ad obbedire agli ordini del Fanar, anche se in molti casi questi non corrispondono alla verità... Vediamo la Montagna Santa senza pulsazioni e vitalità... La Montagna Santa, che oscilla tra eresia e ortodossia, incapace di formulare un discorso teologico, incapace di parlare contro l'eresia e chi la promuove, da qualunque parte provenga".

Il metropolita ha osservato che queste conclusioni non si applicano a tutti i monasteri dell'Athos, perché tra loro ci sono i monasteri di Grigoriou, Karakallou, Konstamonitou e Philotheou, "così come diversi monaci in eremi e celle" che resistono all'illegalità del Fanar, ma, in generale, l'immagine è abbastanza triste...

Per molti cristiani ortodossi, queste parole del metropolita della Chiesa di Grecia diventeranno la verità scioccante che "non è tutto oro quel che luccica". Da sempre, in ogni momento, la Chiesa ha chiamato i cristiani alla sobrietà, il che significa la capacità di trarre conclusioni corrette. Nella nostra situazione, questo significa che se alcuni rappresentanti dell'Athos, invece di servire la Verità e Cristo, hanno scelto il servizio al Fanar, non possono essere guide ed esempi nella vita spirituale.

Queste persone non sono in grado di giustificare la loro posizione secondo i canoni ecclesiastici, perché agiscono esclusivamente per compiacere gli uomini o per paura – paura per la loro vita, paura per la reputazione, paura di far arrabbiare il capo del Fanar e perdere la cattedra d'igumeno o un posto in un monastero. E se un monaco ha paura di denunciare un eretico e uno scismatico, allora che consiglio può dare riguardo alla vita spirituale? Nessuno.

Ma la storia conosce altri esempi in cui i monaci athoniti sono rimasti nella Verità e sono stati pronti a sopportare disagi e difficoltà, per non perdere Cristo. Ci auguriamo che anche oggi sul Santo Monte ci siano tali asceti che alzeranno la voce in difesa della Chiesa. Di fatto è persino difficile immaginare un diverso sviluppo degli eventi...

 
Giustizia comparata in Ucraina

perché le autorità considerano i giornalisti ortodossi più pericolosi della corruzione? Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

La detenzione dei giornalisti ortodossi senza cauzione e le misure indulgenti per i funzionari corrotti fanno riflettere su ciò che le autorità ritengono più pericoloso per se stesse.

La giustizia per i giornalisti

Il 12 marzo 2024, agenti della SBU hanno condotto perquisizioni di massa dei dipendenti delle risorse online "Unione dei giornalisti ortodossi" e "Kozak 1", dell'Unione pubblica "Miriany" ("Laici") e dell'iniziativa per i diritti umani "Сentro di difesa legale" . I giornalisti e gli attivisti per i diritti umani sono accusati penalmente in base ad articoli molto gravi:

Art.111 Alto tradimento (fino all'ergastolo con confisca dei beni);

Art.111-1 Collaborazionismo (fino a 15 anni con confisca dei beni);

Art.161 Violazione della parità di diritti fondata <...> sulle convinzioni religiose (fino a 8 anni);

Art.255 Costituzione di associazione per delinquere (fino a 15 anni con confisca dei beni);

Art.436-2 Giustificazione dell'aggressione (fino a 8 anni con confisca dei beni).

Cinque giornalisti e difensori dei diritti umani sono stati arrestati e lo stesso giorno la SBU ha riferito sulla sua pagina Facebook di aver represso le attività di una presunta organizzazione criminale, che aveva legami con l'FSB e aveva commesso i crimini sopra menzionati contro l'Ucraina. Tuttavia, non è stata fornita alcuna prova per queste accuse. Nemmeno opuscoli religiosi già pubblicati in Russia, che spesso vengono presentati come "prove inconfutabili" in questi casi.

Poco dopo, la Procura generale ha commentato le perquisizioni e gli arresti, confermando le accuse, ma non ha più menzionato "legami con l'FSB" e altre sciocchezze. La Procura generale ha addirittura riconosciuto che la SBU aveva neutralizzato "il blocco mediatico della Chiesa ortodossa ucraina". Per riferimento: la Chiesa ortodossa ucraina, così come qualsiasi altra organizzazione in Ucraina, ha tutto il diritto di creare un proprio blocco mediatico e di cooperare con esso. Questa è una forma elementare di realizzazione del diritto costituzionale alla libertà di parola. Tuttavia, sarebbe più corretto dire che l'Unione dei giornalisti ortodossi è un mezzo di informazione indipendente che difende gli interessi della Chiesa ortodossa ucraina e dei suoi credenti. Le pubblicazioni dell'Unione dei giornalisti ortodossi hanno ripetutamente criticato le decisioni e le azioni di vescovi e chierici della stessa Chiesa ortodossa ucraina.

La Procura generale ha affermato che il "blocco mediatico della Chiesa ortodossa ucraina" ha agito "con l'obiettivo di destabilizzare la situazione socio-politica e religiosa in Ucraina", ma non ha fornito alcuna prova al riguardo. Secondo altri rapporti delle forze dell'ordine, prove di tale attività si trovano sul sito dell'Unione dei giornalisti ortodossi, si tratta cioè di informazioni pubbliche, frutto di un'attività giornalistica del tutto normale e legittima. Come ciò possa corrispondere anche lontanamente alla definizione di articoli penali è del tutto incomprensibile.

Il tribunale ha deciso di detenere tutti i giornalisti arrestati per un periodo di due mesi senza possibilità di cauzione.

Nessuno dubita che questo termine possa essere prorogato molte volte. I "crimini" dei giornalisti, come detto, sono pubblicati sul sito dell'Unione dei giornalisti ortodossi.

Cioè, tutti possono assicurarsi che si tratti di copertura di fatti, eventi della vita ecclesiastica realmente accaduti, articoli analitici che utilizzano lo stesso materiale fattuale verificato con riferimenti a fonti. E per questo la Procura vuole chiedere al tribunale l'ergastolo.

Non si poteva immaginare nulla di più assurdo, nessun tribunale adeguato darebbe un giudizio del genere. Tuttavia, le forze dell'ordine hanno già ottenuto alcuni risultati: il tribunale ha inviato i giornalisti in un centro di custodia cautelare senza diritto alla cauzione.

La giustizia per i funzionari corrotti

Ora vediamo a chi e per quali azioni il tribunale ha nominato una misura preventiva molto più blanda. Probabilmente, uno dei funzionari di più alto rango sospettati di aver commesso crimini è l'ex capo della Corte Suprema, Vsevolod Knjazev. Questo non è solo un giudice ma, si potrebbe dire, il volto dell'intero sistema giudiziario ucraino. È sospettato di aver ricevuto una tangente di dimensioni particolarmente elevate, circa 3 milioni di dollari. La corte ha immediatamente accettato di rilasciarlo su cauzione, anche se, data la sua posizione e le sue conoscenze, avrebbe potuto influenzare il corso delle indagini mentre era in libertà. Il tribunale inizialmente ha fissato la cauzione a 107 milioni di grivnie, ma poi l'ha ridotta di sei volte e infine ha fissato solo 18 milioni di grivnie, in base alle quali Knjazev è stato rilasciato dal centro di custodia cautelare.

Un altro caso recente e di alto profilo di frode ai danni dei fondi del Ministero della Difesa (denaro vitale per la difesa del Paese) è il "caso Hrynkevyches".

Nel gennaio 2024, il tribunale ha concesso una cauzione per un importo di 500 milioni di grivnie ai tre principali imputati del caso. Ciò nonostante siano accusati di aver fornito alle Forze armate ucraine abiti scadenti e di aver causato perdite per 1,2 miliardi di grivnie.

Già prima si parlava dello scandalo di corruzione "uova per 17 grivnie". Il 23 dicembre 2022, il direttore del Dipartimento degli appalti pubblici, Bohdan Khmelnytsky, ha firmato un accordo con la compagnia LLC per l'acquisto di prodotti per un valore di 13,16 miliardi di grivnie. Questo nonostante il capitale sociale della compagnia LLC sia, secondo Wikipedia, di sole mille grivnie, mentre il suo direttore era l'ex capo di una delle imprese statali del Ministero della Difesa.

Dopo un'indagine del "Dzerkalo Tyzhnja" (lo "Specchio della settimana"), si è scoperto che il Ministero della Difesa acquistava uova per 17 grivnie ciascuna (il prezzo reale è 7 grivnie), patate per 22 grivnie (nei negozi 8-9 grivnie), cosce di pollo per 120 grivnie al chilo (nei negozi – 80 grivnie) e così via. Nonostante tutti questi fatti scioccanti di profitto dalla guerra e somme di miliardi di dollari passate nelle mani dei sospettati, la corte ha fissato la cauzione per Khmelnytsky a soli 40 milioni di grivnie.

Ecco un esempio di profilo inferiore. Alcune settimane fa, la polizia ha denunciato la denuncia di funzionari del Ministero della Difesa nella regione di Vinnytsia. Secondo l'inchiesta, durante gli appalti per l'esercito, hanno causato danni al bilancio pari a 4,3 milioni di grivnie. Lo schema era semplice: gli ufficiali avevano stipulato un contratto per la vendita di 2.000 letti militari a prezzi gonfiati. Al principale sospettato è stato concesso di uscire su cauzione di 4 milioni di grivnie, mentre i suoi complici sono stati posti agli arresti domiciliari per 24 ore.

Ci sono molti di questi esempi. E in tutti questi casi le forze dell'ordine hanno presentato alla corte prove fisiche, documenti, denaro e così via. In altre parole, i tribunali potevano essere convinti che esistessero effettivamente buoni motivi per sospettare che queste persone avessero commesso dei reati.

Nel caso dei giornalisti ortodossi, invece, non vi è alcuna prova di attività illegale. Tuttavia, sono sottoposti a custodia cautelare per 60 giorni senza diritto alla cauzione. E le forze dell'ordine puntano alle condanne più pesanti.

Perché? Perché le persone coinvolte in casi di evidente danno alla sicurezza del paese vengono liberate su cauzione mentre i giornalisti impegnati in normali attività giornalistiche rimangono dietro le sbarre?

Qual è il motivo dei doppi standard?

La risposta a questa domanda potrebbe risiedere nel fatto che le autorità ucraine considerano l'attività giornalistica più pericolosa per se stesse rispetto alle attività di funzionari corrotti che si appropriano indebitamente di fondi delle Forze armate ucraine durante la guerra. In effetti, la verità è molto più minacciosa delle perdite materiali. Secondo questa logica, si può essere più tolleranti nei confronti della corruzione e delle varie truffe che nei confronti di migliaia di persone che apprendono la verità sui sequestri dei templi o sulle leggi anti-ecclesiali.

In molti paesi democratici, il giornalismo è chiamato il quarto potere (dopo il potere legislativo, esecutivo e giudiziario). E questo è effettivamente vero.

I diversi media offrono alle persone informazioni, analisi, spingono a pensare e a trarre conclusioni. Questi media possono competere tra loro nel difendere alcune tesi. Ma tutti offrono alle persone un certo punto di vista, e spetta alle persone decidere se accettarlo o meno. Questo è un elemento integrante della libertà di parola, che a sua volta è la chiave per il successo dello sviluppo dello Stato e della società. Tuttavia, ci sono paesi e periodi della loro storia in cui le autorità preferiscono mettere a tacere i giornalisti e non rivelare la verità sulle loro azioni, perché ciò potrebbe danneggiare gli interessi di chi detiene il potere.

Vorremmo sottolineare: non gli interessi dello Stato e della società, che sono interessati alla libertà di parola, ma gli interessi di chi detiene il potere, che mette i propri interessi al di sopra della società e dello Stato.

Se le autorità vogliono intraprendere determinate azioni illegali, impopolari o immorali, la cosa principale che dovrebbero temere è la divulgazione di tali azioni. Ecco perché devono mettere a tacere i giornalisti. Il loro obiettivo è garantire che il minor numero possibile di persone venga a conoscenza di tali azioni.

Cosa intende fare il governo ucraino dopo aver neutralizzato il "blocco mediatico della Chiesa ortodossa ucraina", come ha affermato la Procura generale? In apparenza ci sono due opzioni: o l'adozione definitiva della legge anti-ecclesiale 8371 e la messa al bando della Chiesa ortodossa ucraina, oppure l'espulsione definitiva della Chiesa ortodossa ucraina dalla Lavra delle Grotte di Kiev, oppure entrambe queste azioni insieme.

Presumibilmente, le autorità ritengono che senza le pubblicazioni dell'Unione dei giornalisti ortodossi su questi temi, la società resisterà meno a tali azioni. Ma questo è l'errore principale di chi è attualmente al potere.

Pensano che l'Unione dei giornalisti ortodossi sia uno degli ostacoli principali alla messa al bando della Chiesa ortodossa ucraina o al sequestro della Lavra. In realtà, tutto è molto più serio.

Non è l'Unione dei giornalisti ortodossi (o non è solo questa) ad impedire la distruzione della Chiesa ortodossa ucraina, ma la Provvidenza di Dio, la promessa di Gesù Cristo: "...edificherò la mia Chiesa, e le porte dell'inferno non prevarranno contro di essa..." (Mt 16:18). Ricordiamo come Saulo persecutore cercò di distruggere la Chiesa e ciò che il Signore gli disse: "Duro è per te ricalcitrare contro il pungolo" (At 26:14). Ricordiamo come lo stesso Saulo, già divenuto apostolo ed essendo in legami per il nome di Cristo, scrisse al suo discepolo Timoteo: "...io soffro fino a portare le catene come un malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata" (2 Tim 2:9).

È impossibile vincolare la Parola di Dio, è impossibile distruggere la Chiesa di Cristo, anche mettendo dietro le sbarre giornalisti ortodossi e attivisti per i diritti umani. La storia ha ripetutamente dimostrato la verità di queste parole. Crediamo che sarà così anche questa volta. Ed è tempo che l'Ucraina smetta di usare doppi standard di giustizia, altrimenti non ci aspetterà nulla di buono in futuro.

 
Due testi di Rod Dreher sull’Ortodossia in America

Presentiamo nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti due saggi di Rod Dreher, lo scrittore e blogger ortodosso americano che abbiamo già introdotto sul sito parlando dei commenti di un convertito dal Cattolicesimo romano. Il primo testo, che si intitola Senza forze di fronte alla bruttezza, è una testimonianza di come l’Ortodossia riesce a considerare la bellezza come parte integrante del suo messaggio, e di conseguenza non la perde come è accaduto al mondo cattolico in America. Il secondo testo, dal titolo Mangiare gamberi come un ortodosso, ci presenta un'interessante figura di convertita all’Ortodossia, Shawnee Smith, attrice di Hollywood di una certa fama, che si sta adoperando per presentare la Chiesa ortodossa attraverso un film documentario professionale.

 
Sacerdote greco di Costantinopoli si unisce alla Chiesa russa a causa della crisi ucraina

foto: Facebook

Il 27 dicembre, padre Ioannis Fortomas ha annunciato su Facebook: "Ho iniziato un nuovo lavoro nella diocesi ortodossa russa di Montreal e del Canada".

In precedenza era un sacerdote della Chiesa ortodossa di Grecia, sotto il metropolita Ephraim di Hydra, in prestito al Patriarcato di Costantinopoli, in servizio a Budapest dal dicembre 2018 a gennaiol 2020. Ora è sotto l'omoforio di sua Eminenza l'arcivescovo Gabriele di Montreal e Canada della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia, in servizio nella città di Hamilton, nell'Ontario.

Ieri padre Ioannis, che in precedenza era un fervente sostenitore del Patriarcato di Costantinopoli, ha pubblicato un video che spiega perché ha cambiato giurisdizione. come afferma nel video, la sua coscienza non gli permette più di stare con Costantinopoli e la Chiesa di Grecia dopo la scandalosa invasione della Chiesa ortodossa ucraina da parte del Patriarcato e la conseguente violenza contro i fedeli ucraini.

Padre Ioannis sottolinea che Costantinopoli ha scelto di concedere unilateralmente l'autocefalia agli scismatici ucraini, "a spese della Chiesa canonica in Ucraina guidata da sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di tutta l'Ucraina".

Ciò ha portato al sequestro illegale e violento di chiese, in cui sacerdoti e credenti sono stati spesso duramente picchiati - il tutto è facilmente verificabile online, ha detto padre Ioannis.

"Quindi, un comportamento molto, molto antii-cristiano, contrario al Vangelo, è stato compiuto in Ucraina e ha avuto davvero il marchio del Patriarcato di Costantinopoli", ha sottolineato.

E quando una parte del corpo si ammala, tutte le parti si ammalano, osserva il padre, facendo riferimento alla Scrittura, e così vediamo i risultati degli scismi "che oggi scorrono all'interno dell'Ortodossia greca". Ma, "a un certo punto, qualcuno deve alzarsi e dire: "Basta!"."

Gli scismatici ucraini non hanno né veri sacramenti, né successione apostolica, afferma padre Ioannis.

E l'intera faccenda ucraina non è per lui solo un'idea astratta:

Ho visto i risultati dello scisma in Ucraina manifestarsi proprio davanti ai miei occhi nel periodo in cui prestavo servizio come sacerdote in Ungheria, in prestito al Patriarcato ecumenico. Ho visto i risultati dello scisma, e sono arrivato a un punto in cui non potevo servire con una coscienza pulita il Patriarcato di Costantinopoli dopo che questo è andato avanti a commettere tali atti contro il Vangelo e contro la tradizione canonica della Chiesa ortodossa, presentandosi più o meno come un papato orientale.

Padre Ioannis ha capito che non poteva più servire la Liturgia in tali condizioni: "E ogni Liturgia, credimi, era una tortura. Era letteralmente una tortura cercare di arrivare alla fine. E sono arrivato al punto in cui non potevo più servire in queste condizioni".

Allo stesso tempo, i vescovi greci si sono inaciditi nei confronti di padre Ioannis quando si sono resi conto delle sue opinioni e dei suoi sentimenti in merito, "Quindi è stata una decisione molto naturale di aderire alla Chiesa ortodossa russa".

Come ha spiegato a OrthoChristian, padre Ioannis ha ricevuto un congedo canonico dal metropolita Ephraim, che gli ha dato la benedizione di unirsi a qualsiasi Chiesa ortodossa canonica.

Padre Ioannis sottolinea che l'arcivescovo Gabriel della ROCOR gli ha dato la sua benedizione per continuare a servire in greco, secondo il typikon greco, una pratica che, in effetti, ha una ricca storia nella Chiesa russa. "Ci sono molti esempi nel corso della storia recente in cui la Chiesa russa ha fatto così, e dove ha permesso a chierici di vivere la loro fede greco-ortodossa liberamente, senza pressioni esterne o addirittura senza alcuna richiesta, e sono molto grato per questa opportunità", dice padre Ioannis.

Quindi annuncia che, a questo punto, sta servendo la Divina Liturgia secondo l'uso greco a Hamilton, con l'obiettivo finale di formare una parrocchia di tradizione greca all'interno della ROCOR.

Ieri, OrthoChristian ha riferito che l'archimandrita Philemon (Castro), già sacerdote del Patriarcato di Costantinopoli, si è unito al Patriarcato di Mosca nelle Filippine, portando con sé la chiesa dell'Esaltazione della preziosa e vivifica Croce del Signore.

Dall'inizio dell'attuale invasione della Chiesa ortodossa ucraina da parte di Costantinopoli, diversi chierici e parrocchie hanno lasciato Costantinopoli per unirsi direttamente al Patriarcato di Mosca o alla Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia. L'intera missione ortodossa giamaicana è stata ricevuta nella ROCOR. E nel novembre dello scorso anno, l'Arcidiocesi delle Chiese russe dell'Europa occidentale, sciolta da Costantinopoli, si è riunita con la sua Chiesa madre in Russia.

 
Cristo è Re

Come avrete sentito, Candace Owens è stata licenziata da The Daily Wire. Il motivo è perché ha pubblicato un tweet che diceva "Cristo è Re", e questo è "antisemita", secondo i poteri costituiti.

Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

A dire il vero, la sua separazione da The Daily Wire era in preparazione da molto tempo. Qualche mese fa, andò in onda e disse: "Appoggio Nikki Haley come presidente di... Israele".

Inutile dire che Ben Shapiro è andato su tutte le furie.

Personalmente, ho pensato che fosse una delle cose migliori che qualcuno abbia detto in questa stagione politica. Per quanto mi riguarda, ha fatto quello che fece Tulsi Gabbard nel 2020, quando da sola distrusse la candidatura presidenziale di Kamala Harris. Per questo, tutti i veri patrioti devono profonda gratitudine a Candace Owens.

Poi lei e Ben si sono messi a litigare su una citazione delle Scritture, e Ben ha avuto la peggio. Questo è stato un altro colpo contro di lei. La settimana scorsa ha espresso solidarietà per le decine di migliaia di palestinesi morti. Licenziarla sarebbe stato troppo rischioso, soprattutto perché il mondo intero è inorridito dalla carneficina a Gaza.

Questa settimana però – e non dimentichiamo che questa è la Settimana Santa per i cristiani occidentali – ha pubblicato "Cristo è Re".

Ciò non dovrebbe sorprendere. Candace era atea, ma da allora si è convertita al cristianesimo e ha sposato un simpatico giovane inglese (che secondo molti rapporti è un cattolico tradizionalista) e ha tre figli, tutti di età inferiore ai cinque anni. Sta prendendo sul serio la sua nuova fede quindi, per quanto mi riguarda, non c'è assolutamente nulla di sbagliato in quello che ha detto.

Sfortunatamente, questo era troppo per i sostenitori di Israele di The Daily Wire, quindi l'hanno licenziata.

Ufficialmente, il suo contratto è stato rilevato dai suoi datori di lavoro, quindi non è stata "veramente" licenziata. Secondo quanto riferito, le restavano ancora diversi milioni di dollari dal contratto, che immagino dovessero darle. Eppure è una questione di principio.

Quello che vedo è questo: a causa della risposta sproporzionata di Israele all'attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre, il paese ha perso un'enorme quantità di simpatia in tutto il mondo. L'idea di Israele come faro di giustizia (oltre che come rifugio sicuro per gli ebrei) ha subito un duro colpo. Inutile dire che ha subito un duro colpo anche la posizione morale degli ebrei americani che sostengono Israele.

Per dirla senza mezzi termini, Israele non può continuare ad avvolgersi nel mantello del proprio vittimismo mentre commette un genocidio contro un'altra popolazione. La dissonanza cognitiva è eccessiva.

Di conseguenza, molti ebrei (e i loro sostenitori cristiani sionisti) sono rimasti sconcertati, arrabbiati e dispiaciuti allo stesso tempo a causa degli eventi attuali. I nervi sono tesi. Le persone in questa situazione tendono a non avere alcuna consapevolezza di sé.

Lo vediamo soprattutto nel caso di Shapiro. Perché? Perché è intrappolato in un dilemma. Sostiene di essere un sostenitore della libertà di parola e critica coloro che si impegnano nella "cancel culture", ma per quanto riguarda Candace si arrabbia e poi la licenzia. E per completare la soppressione della sua libertà di parola, Candace non è in grado di commentare il motivo per cui è stata licenziata.

Qualcuno a The Daily Wire non vede l'ironia?

In ogni modo, questa relazione probabilmente non finirà. Formerà diversi tipi di metastasi e avvolgerà altre persone, non solo Owens e Shapiro. Ciò diventerebbe più probabile se la guerra in Medio Oriente dovesse intensificarsi. Questa è una caratteristica della guerra: cristallizza le cose abbastanza velocemente.

E sì, Cristo è davvero Re. E no, questo non è antisemita. Dopotutto, Gesù era ebreo, no? Anche gli ebrei osservanti credono che il Cristo (cioè il Messia) sia Re.

È meglio che gli ottusi di The Daily Wire comincino a pensare al fatto che anche i cristiani hanno il diritto di credere in ciò in cui credono. E non devono scusarsi per questo.

 
Una sfida importante per il cristianesimo greco ortodosso

Tra le giurisdizioni ortodosse in America, l’Arcidiocesi greco-ortodossa è la più numerosa per numero di parrocchie e per le loro relative dimensioni. Tuttavia, in un rapporto scritto alcuni anni fa, gli indicatori di crescita sociale rivelano una preoccupante tendenza al collasso in un periodo non molto lontano. A suo credito, l’Arcidiocesi greco-ortodossa d’America ha onestamente affrontato questo problema, mettendo sul proprio sito il testo del rapporto, che presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Pastorale” dei documenti. Forse alcuni degli indicatori di questo rapporto possono metterci in guardia di fronte al sorgere di simili tendenze nel mondo ortodosso (non necessariamente di matrice greca) in Italia.

 
Come la Chiesa ortodossa russa ha preso diocesi alla Chiesa romena: la terza risposta all'arcivescovo Chrysostomos

l'arcivescovo Chrysostomos ha accusato falsamente la Chiesa ortodossa russa di sottrarre "diocesi alla Romania". Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Analizziamo in dettaglio le accuse del primate cipriota contro la Chiesa russa. Questo articolo riguarda le "diocesi della Romania" che sarebbero state portate via.

Continuiamo a rispondere ai "temniki" (ordinanze restrittive, ndt) del Fanar rivolti alla Chiesa ortodossa russa, ribaditi dall'arcivescovo Chrysostomos di Cipro. Ricordiamo che, alla fine di ottobre, l'arcivescovo ha commemorato Sergej (Epifanij) Dumenko, cosa che ha causato forti contraddizioni all'interno della Chiesa di Cipro, portandola sull'orlo dello scisma. La Chiesa ortodossa russa ha interrotto con lui la comunione eucaristica e di preghiera.

In seguito l'arcivescovo Chrysostomos ha assunto la funzione di "killer dell'informazione", comparendo sui media con accuse contro la Chiesa ortodossa russa . Le affermazioni da lui fatte, nonostante la loro assurdità, mirano chiaramente a screditare la Chiesa russa agli occhi del mondo ortodosso. In particolare, l'ovvio compito di tali accuse è quello di disunire la Chiesa russa e le altre Chiese locali: georgiana, polacca, romena e altre.

Nonostante l'assurdità delle accuse, non possiamo ignorarle, dal momento che i fanarioti usano simili "prove compromettenti" a margine quando trattano con le Chiese locali, il che significa che c'è bisogno di una risposta pubblica e dettagliata da parte nostra.  

La citazione delle accuse di vladyka Chrysostomos recita come segue: "L'arcivescovo ha anche detto che, dopo la caduta del comunismo, il Patriarcato ecumenico ha fatto appello alla Chiesa ortodossa russa perché questa tornasse al suo status di prima del 1917, cosa che è stata respinta dall'allora patriarca di Mosca Alessio. E ora si comportano così. Chiede il patriarca ecumenico: se esistono dei codici, perché (il Patriarcato di Mosca, ndc) interferisce? So che hanno preso due diocesi dalla Georgia, due diocesi dall'Ucraina, hanno portato via più della metà dei cristiani dalla Polonia, hanno preso diocesi dalla Romania. Chi ha dato loro il diritto di fondare una Chiesa autocefala in America? Queste interferenze nelle giurisdizioni di altri hanno causato sconvolgimenti in tutta l'Ortodossia".

Di tutte le situazioni nominate dall'arcivescovo Chrysostomos, in cui la Chiesa ortodossa russa avrebbe presumibilmente preso qualcosa da qualcuno, quasi tutte sono il prodotto dell'immaginazione dello stesso arcivescovo cipriota o dei suoi suggeritori al Fanar. Come abbiamo discusso in precedenza, né la Chiesa georgiana né quella polacca hanno rivendicazioni contro la Chiesa ortodossa russa. Ma esiste ancora una situazione in cui ci sono contraddizioni, ed è quella con la Chiesa romena. Qui per la verità non è la Chiesa romena a muovere rivendicazioni, ma la Chiesa ortodossa russa, che ritiene che la Chiesa ortodossa romena abbia violato i suoi confini canonici. È vero, la questione sembra completamente diversa da quella descritta dall'arcivescovo Chrysostomos. Proviamo a capirla.

Gli antefatti del problema

Wikipedia afferma: In seguito alle guerre russo-turche nel XVIII secolo, la Russia ha ricevuto il diritto di proteggere i territori ortodossi di Bessarabia, Moldova e Valacchia. Nel 1789, durante la guerra russo-turca del 1787-1792, il Santo Sinodo russo istituì "l'Esarcato di Moldo-valacchia"...

Durante la presenza di truppe russe in Moldova e Valacchia (1808-1812), fu effettuata una riassegnazione ecclesiastica dei territori dei principati: nel marzo 1808, il Santo Sinodo russo decise che l'ex metropolita in pensione Gabriel di Kiev "fosse nominato membro del Santo Sinodo ed esarca in Moldova, Valacchia e Bessarabia". Alla conclusione del trattato di pace di Bucarest, la Bessarabia fu ceduta alla Russia, dove nel 1813 fu istituita la diocesi di Chișinău e Hotin, guidata dal metropolita Gabriel.

La validità dell'ingresso di questi territori nella Chiesa russa si basa sul Canone apostolico 34, che dice: "I vescovi di ogni nazione dovrebbero riconoscere il primo tra loro, e riconoscerlo come capo, e non fare nulla che ecceda il loro potere senza il suo accordo: ciascuno faccia solo ciò che riguarda la sua diocesi e i luoghi che le appartengono. Ma il primo non faccia nulla senza l'accordo di tutti. Così vi sarà una mentalità simile, e Dio nel Signore sarà glorificato nello Spirito Santo".

Come ricordiamo, il Canone 17 del quarto Concilio ecumenico stabilisce un termine di prescrizione di trent'anni per l'eventuale esame conciliare delle controversie sulla proprietà anche di singole parrocchie ecclesiastiche: "Le parrocchie di ogni diocesi... devono invariabilmente essere sotto l'autorità dei vescovi che le governano – e soprattutto se per trent'anni le hanno mantenute senza obiezioni nella loro giurisdizione e amministrazione" (la questione è stata discussa in dettaglio nella seconda risposta all'arcivescovo Chrysostomos). Il Canone 25 del sesto Concilio ecumenico parla della stessa cosa.

In realtà, la nuova diocesi non era stata oggetto di controversie. E non poteva esserlo, poiché a uqel tempo non esistevano né lo stato della Romania né la Chiesa ortodossa romena.

La Romania si proclamò stato indipendente, situato nel territorio dei principati di Moldova (Moldova occidentale) e Valacchia, nel 1877. Allo stesso tempo, nonostante la coincidenza dei nomi, la moderna Moldova (Moldova orientale) o territorio della Bessarabia rimase parte dell'Impero Russo. L'autocefalia della Chiesa ortodossa romena era stata proclamata un po' prima (nel 1865), e il tomos d'autocefalia fu ricevuto dal Patriarcato di Costantinopoli nel 1885. Il tomos fu rilasciato alla Chiesa romena entro i suoi confini: cioè, non si parlava di rivendicazioni sulle terre della Bessarabia.

Gli anni 1918-1940

Wikipedia scrive: Dopo che le truppe romene occuparono la Bessarabia all'inizio del 1918, il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa romena, senza il consenso del Patriarcato di Mosca, estese la sua giurisdizione sul territorio della diocesi di Chișinău. Le autorità ecclesiastiche romene vollero lasciare l'arcivescovo Anastasij (Gribanovskij) nella sede di Chișinău, invitandolo a entrare nel Sinodo, ma lui, da vescovo della Chiesa russa, rifiutò e, ritiratosi a Costantinopoli, si rinchiuse a Galata, nel podvor'e (rappresentanza, ndt) del monastero russo di San Panteleimon al Monte Athos. Per decisione del Santo Sinodo della Chiesa romena, il vescovo Nicodim di Huși subentrò nell'amministrazione della diocesi di Chișinău".

Il primate della Chiesa russa, il patriarca Tikhon, reagì al sequestro della diocesi con due lettere indirizzate al presidente del Sinodo della Chiesa romena, il metropolita Pimen di Moldova e Suceava, redatte nell'ottobre 1918. In esse, il patriarca Tikhon protestava aspramente contro le azioni dei vescovi della Chiesa romena, Quest'ultima non aveva il diritto unilaterale di determinare il destino della diocesi di Chișinău nel senso di subordinarla alla sua autorità, dopo che la Bessarabia ortodossa negli ultimi cento anni era stata una parte inseparabile del corpo della Chiesa russa.

Il Sinodo romeno trascurò la protesta del patriarca Tikhon e nel 1919 nominò l'archimandrita Gurie (Grosu) alla sede di Chișinău... Il metropolita Evlogij (Georgievskij) scrisse di Gurie che, nonostante la sua educazione russa, era un militante sciovinista romeno che aveva accolto con favore l'ingresso della Bessarabia in Romania ... Dopo il sequestro della sede di Chișinău, Gurie fu sospeso dal ministero da parte della Chiesa ortodossa russa.

Successivamente, la Chiesa romena avrebbe fatto l'affermazione menzognera che "nel 1918, dopo 106 anni di occupazione zarista, il popolo della Bessarabia, approfittando della propria libertà ed esprimendo il proprio desiderio, ha presentato una petizione per il ritorno della Chiesa della Bessarabia sotto la protezione canonica della Chiesa madre, la Chiesa ortodossa autocefala romena". Da parte dei credenti e del clero della Moldova non ci fu un solo appello alla gerarchia della Chiesa ortodossa russa con la richiesta di trasferirsi in seno alla Chiesa ortodossa romena. Gli storici non conoscono neppure la petizione dei credenti moldavi al Patriarcato romeno, menzionata dalla parte romena. Conosciamo solo le corrispondenti richieste dei politici, imposte con la forza alla Chiesa".

Questi territori rimasero sotto la giurisdizione della Chiesa romena fino al 1940.

Giustificazione canonica delle azioni della Chiesa romena

Considerando la situazione solo dal punto di vista della Chiesa russa, saremmo di parte. Pertanto, dobbiamo vederle anche dal punto di vista della Chiesa romena.

In linea di principio, come spesso accade nella storia della Chiesa, le relazioni interconfessionali sono diventate ostaggio della situazione politica. Nelle sue azioni nel 1918 e successivamente, la parte romena per qualche motivo fa affidamento sulla presunta continuità dei diritti della Chiesa ortodossa del Principato moldavo, che comprendeva i principali territori della Bessarabia (Moldova orientale) e della Moldova occidentale (che divenne parte della Romania), ecc. La "Moldova settentrionale" (Bucovina) fu poi divisa tra Russia, Autro-Ungheria e, successivamente, Romania. Questa posizione è molto debole, sia dal punto di vista canonico che storico.

Canonicamente, la Chiesa romena non può rivendicare questi territori su questa base, poiché essa semplicemente non esisteva in quegli anni e la sua autocefalia fu concessa da Costantinopoli entro i confini del nuovo stato romeno. Storicamente, è anche difficile rivendicare alcun diritto su questa base, poiché, in primo luogo, oggi esiste uno stato separato della Moldova e, in secondo luogo, lo spettro delle richieste di qualsiasi stato per qualsiasi successione è molto ampio e diversificato.

Gli storici di almeno sei paesi, tra i quali anche alcuni romeni, rivendicano solo la successione del Regno di Romania. E questo non significa i diritti di nessuno di tali paesi nel territorio del Regno di Romania. Se le Chiese locali cercassero di determinare i propri confini sulla base di interpretazioni storiche, e non sul diritto canonico, allora tra loro sorgerebbero controversie non occasionali, ma costanti, e farebbero precipitare il mondo ortodosso nel caos di ostilità e conflitti molti secoli fa.

La posizione della Chiesa romena nel 1918 (quando la Bessarabia entrò a far parte della Romania) sembra essere più coerente se si basa sul Canone apostolico 34, che dice:

"I vescovi di ogni nazione dovrebbero riconoscere il primo tra loro, e riconoscerlo come capo, e non fare nulla che ecceda il loro potere senza il suo accordo: ciascuno faccia solo ciò che riguarda la sua diocesi e i luoghi che le appartengono".

E inoltre, con una considerevole forzatura, si basa sul Canone 17 del quarto Concilio ecumenico (di cui abbiamo fatto un'analisi dettagliata in precedenza nell'articolo di questo ciclo "Come la Chiesa ortodossa russa ha portato via metà della Chiesa polacca: la seconda risposta all'arcivescovo Chrysostomos").

Ma in questo caso, oltre alle obiezioni canoniche, le circostanze politiche impediscono l'applicazione di queste regole: l'URSS non ha riconosciuto l'inclusione della Bessarabia in Romania e ha considerato questi territori occupati.

Quanto fosse appropriato e fraterno per la Chiesa romena estendere il suo potere su questi territori è una questione polemica. Per fare un confronto, facciamo un esempio del comportamento della Chiesa russa nei territori che sono oggetto di controversie internazionali:

Nel 2014, la Russia ha annunciato l'inclusione della Crimea nella sua composizione. La parte ucraina ha denunciato l'occupazione della penisola. Nonostante il fatto che il centro della Chiesa russa si trovi in ​​Russia, la Chiesa ortodossa russa non ha modificato arbitrariamente i suoi confini. Le tre diocesi della Crimea, che prima erano nella Chiesa ortodossa ucraina, vi sono rimaste. Un altro esempio: nel 2008 la Russia ha riconosciuto l'indipendenza dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud, su cui le autorità georgiane hanno perso di fatto il controllo nel 1989-1993. A causa dell'inaccessibilità di questi territori al clero georgiano a causa della situazione politico-militare, alcuni sacerdoti della Chiesa ortodossa russa vi prestano temporaneamente servizio per non lasciare i fedeli senza cura pastorale. Ma queste terre sono riconosciute dalla Chiesa russa come territorio canonico esclusivo della Chiesa ortodossa georgiana (per maggiori dettagli si veda l'articolo "Come la Chiesa ortodossa russa ha preso diocesi dalla Chiesa di Georgia: una risposta all'arcivescovo Chrysostomos").

Ora, deliberatamente, non approfondiremo l'intera portata delle obiezioni della Chiesa ortodossa russa alle azioni della Chiesa romena nel lontano 1918, poiché ora questi eventi non giocano un ruolo importante.

Nel 1940, quando la Bessarabia fu restituita all'URSS, insieme a questo evento, la Chiesa ortodossa russa tornò in questi territori. In totale, la Bessarabia trascorse 22 anni come parte della Chiesa romena. E se le azioni della Chiesa romena nel 1918 possono essere giustificate dal Canone apostolico 34, che sostiene che i confini delle Chiese seguono i confini degli Stati, allora esattamente lo stesso canone può essere applicato al ritorno della Bessarabia alla Chiesa ortodossa russa nel 1940, quando la Bessarabia fu restituita dai romeni all'URSS.

Gli anni della seconda guerra mondiale

Il 22 giugno 1941, il Regno di Romania, insieme alla Germania, entrò in guerra contro l'URSS. Secondo l'accordo tedesco-romeno, le regioni della riva sinistra della Moldova, la regione di Odessa e parte del territorio delle regioni di Nikolaev e Vinnitsa entrarono nella zona di occupazione romena. La Chiesa romena estese la sua autorità canonica su questi territori.

Nel 1944, la Bessarabia fu nuovamente occupata dalle truppe sovietiche.

Il 12 settembre 1944 fu firmato a Mosca un armistizio tra la Romania e l'URSS, in base al quale il confine sovietico-romeno fu ripristinato a partire dal confine al 1 gennaio 1941. La Moldova e la Bucovina settentrionale sono tornate a far parte dell'URSS. La Bucovina meridionale è rimasta una parte del Regno di Romania. Nei territori inclusi nell'Unione Sovietica fu ripristinata la giurisdizione ecclesiastica del Patriarcato di Mosca.

Nel 1945 a Bucarest e nel 1946 a Mosca, i patriarchi Nicodim di Romania e Alessio I di Mosca e di tutta la Rus' confermarono la validità canonica del ripristino della giurisdizione della Chiesa ortodossa russa sulla diocesi di Chișinău.

Successivamente, nel 2008, il Patriarcato romeno avrebbe definito il trasferimento di questi territori alla Chiesa ortodossa russa un passo forzato a seguito della "occupazione sovietica", cosa che avrebbe provocato una reazione negativa  da parte della Chiesa russa.

Dal 1944 al 1992, la diocesi di Chișinău ha fatto parte della Chiesa ortodossa russa per 48 anni, senza alcuna pretesa da parte della Chiesa romena. E qui non sarà superfluo ricordare ancora il Canone 17 del quarto Concilio ecumenico, che stabilisce un termine di prescrizione di trent'anni per l'eventuale considerazione di controversie sulla proprietà delle parrocchie ecclesiastiche e dei confini diocesani, nonché il Canone 25 del sesto Concilio ecumenico.

La Chiesa della Moldova e la Metropolia di Bessarabia

Dopo la formazione della Moldova indipendente nel 1991, parte del clero e dei laici della diocesi moldava della Chiesa ortodossa russa ha  iniziato a sostenere il passaggio alla giurisdizione della Chiesa romena. Questa posizione è stata difesa più attivamente dal vicario della diocesi moldava, il vescovo Petru (Păduraru) di Bălți e dall'arciprete Petru Buburuz. Ma ai congressi del clero tenuti a Chișinău (8 settembre e 15 dicembre 1992) è stato espresso un desiderio quasi unanime di rimanere sotto la giurisdizione del Patriarcato di Mosca.

Il vescovo Petru, per la sua disobbedienza al suo vescovo ordinario e per la mancata partecipazione a una riunione del Santo Sinodo, è stato sospeso dal ministero. Nonostante ciò, il 19 dicembre 1992, il vescovo Petru e l'arciprete Petru furono ammessi alla giurisdizione del Patriarcato romeno senza una lettera dimissoriale della Chiesa russa. Sul territorio della Moldova fu creata la Metropolita di Bessarabia della Chiesa romena, guidata dal vescovo Petru, elevato al rango di metropolita. Questa metropolia comprendeva un piccolo numero di parrocchie ortodosse in Moldova.

In connessione con l'acquisizione dell'indipendenza da parte della Moldova, secondo il Canone apostolico 34, a partire dalla diocesi di Chișinău è stata creata la Chiesa ortodossa di Moldova (Metropolia di Chișinău) all'interno della Chiesa ortodossa russa, con cinque diocesi nella sua composizione.

Pertanto, l'incorporazione nella Chiesa romena del vescovo Petru (Păduraru), sospeso dal ministero dalla Chiesa ortodossa russa, è stata una flagrante violazione del Canone 15 del Concilio di Antiochia, che recita: "Se un vescovo accusato di crimini dovesse essere processato da tutti i vescovi della provincia, e tutti loro abbiano pronunciato una decisione contro di lui in completo accordo tra loro, non sia più processato da altri, ma sia registrato il giudizio concorde dei vescovi della provincia " .

E anche il Canone 13 del Concilio di Antiochia: "Nessun vescovo osi passare da una provincia all'altra e ordinare persone nella chiesa alla celebrazione della liturgia, anche se ne porta con sé altre, a meno che, dopo che sia stato richiesto, non arrivi con lettere di accompagnamento del metropolita e dei vescovi. Ma se un vescovo, senza che nessuno lo inviti o lo chiami, dovesse partire irregolarmente per imporre le mani su certe persone e per immischiarsi nello status quo degli affari ecclesiastici che non lo riguardano, tutto ciò che può fare sarà nullo e invalido; ed egli stesso incorrerà in una pena adeguata per la sua irregolarità e il suo procedimento irragionevole, essendo stato già deposto qui dal santo Concilio".

Tuttavia, mostrando misericordia per continuare il dialogo con la Chiesa romena, nel 1999 la Chiesa ortodossa russa ha rimosso le censure dal vescovo Petru, nonostante la palese natura non canonica delle sue azioni.

Tuttavia, non c'è dubbio che la creazione da parte della Chiesa romena sul territorio canonico della Chiesa ortodossa russa di una struttura ecclesiastica parallela, la Metropolia di Bessarabia del Patriarcato romeno, che si proclama "successore della Metropolia di Bessarabia del 1918-40 e del 1941-44", sia diventata una violazione ancora maggiore dei canoni.

"I canoni sono obsoleti"?

Qualsiasi Chiesa ortodossa locale reagisce con indignazione alle usurpazioni di un'altra Chiesa locale sul suo territorio canonico. Questo porta spesso a una rottura della comunione tra le Chiese. Così nel 2004, la Chiesa di Costantinopoli ha interrotto la comunione con la Chiesa di Grecia a causa di una disputa sulle diocesi della Grecia settentrionale; nel 2011, la Chiesa di Gerusalemme ha interrotto la comunione con la Chiesa romena a causa della costruzione di una chiesa sul suo territorio; nel 2014, la Chiesa di Antiochia ha interrotto la comunione con la Chiesa di Gerusalemme per la nomina di un suo arcivescovo in Qatar.

Naturalmente, la creazione di strutture ecclesiastiche parallele è stata talvolta gestita dalla Chiesa russa, non con un'interruzione della comunione, ma con obiezioni basate sui santi canoni. Così, in particolare, il Canone 2 del secondo Concilio ecumenico recita:

"I vescovi preposti a una diocesi non si occupino delle chiese che sono fuori dei confini loro assegnati né le gettino nel disordine; ma, conforme ai canoni, il vescovo di Alessandria amministri solo ciò che riguarda l'Egitto, i vescovi dell'Oriente, solo l'oriente, salvi i privilegi della chiesa di Antiochia, contenuti nei canoni di Nicea; i vescovi della diocesi dell'Asia, amministrino solo l'Asia, quelli del Ponto, solo il Ponto, e quelli della Tracia, la Tracia. A meno che vengano chiamati, i vescovi non si rechino oltre i confini della propria diocesi, per qualche ordinazione e per qualche altro atto del loro ministero. Secondo le norme relative all'amministrazione delle diocesi, è chiaro che questioni riguardanti una provincia dovrà regolarle il sinodo della stessa provincia, secondo le direttive di Nicea. Quanto poi alle chiese di Dio fondate nelle regioni dei barbari, sarà bene che vengano governate secondo le consuetudini introdotte ai tempi dei nostri padri".

Il Canone 8 del terzo Concilio ecumenico parla della stessa cosa, laddove i padri del terzo Concilio, dopo aver esaminato il caso dell'intervento della Chiesa di Antiochia negli affari della Chiesa di Cipro, stabilirono l'inammissibilità di una cosa del genere sia per una situazione specifica che in generale:

La stessa regola sarà osservata ovunque nelle altre diocesi e province, in modo che nessuno dei vescovi amati da Dio assuma il controllo di una provincia che non è stata fino ad ora, fin dall'inizio, sotto la sua mano o quella dei suoi predecessori. Ma se qualcuno ha violentemente preso e assoggettato una provincia, vi rinuncerà; affinché i Canoni dei Padri non vengano trasgrediti; o le vanità dell'onore mondano siano introdotte con il pretesto del sacro ufficio; oppure perdiamo, senza saperlo, a poco a poco, la libertà che il nostro Signore Gesù Cristo, il Liberatore di tutti gli uomini, ci ha dato per mezzo del suo sangue. Pertanto, questo santo ed ecumenico Sinodo ha decretato che in ogni provincia i diritti che finora gli erano appartenuti, gli siano conservati, secondo l'antica usanza prevalente, immutati e illesi: ogni metropolita ha il permesso di prendere, per sua sicurezza, una copia di questi atti.

In risposta a questo argomento, la parte romena ha sottolineato nel suo comunicato stampa speciale e nel comunicato : "Il Canone 2 del secondo Concilio ecumenico, il Canone 8 del terzo Concilio ecumenico, i Canoni 13 e 22 del Concilio locale di Antiochia regolano situazioni concrete che sono apparse nel seno della Chiesa che non hanno natura universale, e quindi non sono applicabili alla situazione ecclesiastica in Moldova".

Come si può capire una posizione del genere? Ci sono poche opzioni probabili: la prima è che poiché i canoni hanno un certo contesto storico in cui sono stati adottati, secondo gli apologeti dell'espansione della Chiesa romena in Moldova, i canoni non possono essere applicati in altre circostanze storiche. La seconda variante della comprensione di questa affermazione è che i canoni non sono applicabili in modo specifico alla situazione in Moldova per ragioni assolutamente poco chiare.

Fin dai primi anni della sua esistenza, la Chiesa è vissuta sui principi delle istituzioni conciliari, a cominciare dal primo Concilio apostolico di Gerusalemme, descritto nel libro degli Atti degli Apostoli. E la sua istituzione, quasi 2000 anni dopo, è ancora venerata dalla Chiesa ecumenica. Lo stesso si può dire dei canoni apostolici, e dei canoni dei concili ecumenici, dei concili locali e dei santi padri, la cui autorità sia stata confermata dalla pienezza della Chiesa. È difficile immaginare qualcos'altro nell'Ortodossia universale. Certo, ci sono canoni che sono stati realmente adottati in relazione a specifiche circostanze storiche, il cui cambiamento influisce sull'applicazione dei canoni. Ma quali circostanze sono cambiate dall'adozione dei canoni suddetti, tanto che questi canoni non siano più rilevanti? È piuttosto una domanda retorica...

Ma il prossimo argomento da parte romena è ancor più interessante.

"Ci sono sia greci che giudei" – l'interpretazione originale del Canone apostolico 34

È interessante che la Chiesa romena rivendichi il territorio della Bessarabia, "senza negare il diritto all'esistenza della metropolia russa di Chișinău e di tutta la Moldova" (alias Chiesa ortodossa di Moldova), ma ipotizza appunto l'esistenza di due giurisdizioni parallele. Allo stesso tempo, la posizione della Chiesa ortodossa romena si basa sull'interpretazione etnica del significato del Canone apostolico 34: "Anche nel primo millennio, la pratica ecclesiastica e la dottrina canonica hanno santificato l'ordine secondo il quale ciascuna delle Chiese dovrebbe avere vescovi del suo popolo che sono tenuti a organizzare la vita ecclesiastica". Secondo questa opinione, i credenti della Moldova "Sono in maggior parte romeni e, secondo la regola di cui sopra, devono avere i propri sacerdoti e vescovi in comunione con la Chiesa madre, rispettivamente, con la Chiesa ortodossa romena".

Allo stesso tempo, la stessa tesi sulla predominanza in Moldova di credenti di nazionalità romena è molto controversa. Secondo il censimento del 2014 : "Della popolazione totale della Repubblica di Moldova che ha segnalato la propria etnia, il 75,1% si è identificato come moldavo, il 7,0% come romeno, il 6,6% ucraino, il 4,6% gagauzo, il 4,1% russo, l'1,9% bulgaro, lo 0,3% rom. Il resto dei gruppi etnici rappresenta lo 0,5% della popolazione totale". L'intero segreto di questa discrepanza è che in alcuni ambienti romeni i moldavi non sono riconosciuti come nazione, ma sono considerati romeni. Allo stesso tempo, come possiamo vedere, il 75% della popolazione della Moldova la pensa diversamente.

Ma è compito della Chiesa convincere le persone della loro nazionalità imponendo una sorta di dottrina nazionalista? Per fare un confronto, ricordiamo che nella Chiesa russa ci sono un certo numero di aderenti all'idea della triunità del popolo russo, che negano l'esistenza delle nazioni ucraina e bielorussa, ma la Chiesa non fa propria la loro posizione, non la conferma né la nega, e nella sua composizione ci sono sia una Chiesa ortodossa ucraina che una bielorussa, con diversi gradi di autogoverno, con possibilità di funzioni nelle lingue nazionali. E questo è assolutamente naturale, poiché per la Chiesa "non c'è né greco né giudeo, né circoncisione, né incirconcisione, barbaro, scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto in tutti" (Col. 3:11).

La Chiesa ortodossa ha sempre percepito il Canone apostolico 34 secondo un principio non nazionale ma geografico, intendendo con il termine "popolo" la popolazione di una particolare località o stato.

La Chiesa primitiva non conosceva divisioni etniche. I cristiani a Roma, Corinto, Efeso, Gerusalemme e Antiochia non erano divisi secondo linee etniche, come nei secoli successivi. Se fosse altrimenti, molte Chiese locali non avrebbero affatto confini. Come sappiamo, ci sono solo cinque Chiese greche nel mondo (se contiamo quella di Antiochia, che però è greca solo nel nome) – con centri a Costantinopoli, Alessandria, Gerusalemme, Atene, Nicosia. Se il Canone 34 significasse un principio etnico della formazione delle Chiese, allora sarebbero una sola. Ma sono divise per geografia e tra i loro parrocchiani ci sono arabi, ebrei e altre etnie. La Chiesa albanese è composta da parrocchiani e sacerdoti di etnia sia albanese che greca, e non è divisa in due. La Chiesa russa, la Chiesa serba e altre sono multietniche.

Il principio etnico dell'attività diocesana esiste nell'Ortodossia solo nella diaspora nei paesi non ortodossi e, senza dubbio, non corrisponde alle norme canoniche. Tutte le Chiese lo riconoscono (si veda per esempio il documento "La diaspora ortodossa", firmato nel 2016 a Chambésy, in occasione di una Conferenza pan-ortodossa alla quale ha preso parte anche la Chiesa romena) e cercano modi per risolvere questo problema.

Il termine stesso "ethnos" (ἔθνος) , utilizzato nel canone, ha acquisito il significato di "nazione" solo nel XX secolo. Prima di allora, era usato proprio nel senso di una comunità di popolazione: "membri di una comunità associata a un territorio geografico speciale, eche hanno un senso di solidarietà di gruppo".

Nessuna delle Chiese locali conosce un'interpretazione del Canone apostolico 34 su base nazionale. Inoltre, questa contraddice direttamente tutte le norme canoniche che governano l'Ortodossia ecumenica: Canone 2 del secondo Concilio ecumenico, Canone 22 del Concilio di Antiochia, Canone 16 del Concilio primo-secondo, Canone 3 del Concilio di Sardi e altri canoni che vietano la mescolanza di Chiese e diocesi negli stessi territori.

Naturalmente, quest'originale approccio etnico all'interpretazione del Canone apostolico 34 apre incredibili opportunità per coloro che desiderano servirsene. Così, per esempio, il metropolita Petru Păduraru – come capo della "metropolia di Bessarabia" – nel 2005 ha firmato "un decreto di creazione del decanato della metropolia di Bessarabia a Mosca".

"Il 1 novembre 2007, commentando la decisione del Sinodo della Chiesa ortodossa romena di istituire tre nuove diocesi non canoniche della "metropolia di Bessarabia" con sedi a Bălți, Cantemir e Dubosari, Paduraru ha detto che questa decisione è temporanea. "Quando arriverà un momento favorevole, le sedi delle diocesi di Bălți e Cantemir si trasferiranno nelle città ucraine di Khotin, Izmail e Belgorod-Dnestrovskij", ha detto Anatolij Gonchar, un rappresentante della metropolia nel 2008.

Nel 2011 il metropolita Petru (Păduraru) ha consacrato una chiesa in onore dei santi apostoli Pietro e Paolo nel villaggio di Kamyshovka, nella regione di Odessa, con la partecipazione di una delegazione di funzionari romeni, cosa che ha provocato una protesta della Chiesa ortodossa ucraina.

Bucovina

Anche la Bucovina settentrionale fu governata dall'Impero Ottomano fino al 1774. Nel corso della guerra russo-turca fu occupata dall'impero austriaco e inclusa nella Galizia. Dal 1784, la diocesi creata su queste terre divenne parte della metropolia di Karlovac (metropolia autocefala, che in seguito divenne parte della chiesa serba). La Bucovina cadde nella struttura della Chiesa romena, così come la Bessarabia, nel 1918. Nel 1940, la Bucovina settentrionale fu trasferita all'URSS dalle autorità romene. Successivamente, secondo il Canone apostolico 34, la giurisdizione della Chiesa ortodossa russa è stata estesa su di essa. Nel 1941-44, durante l'occupazione romena, questi territori furono occupati dall'esercito romeno, seguito da rappresentanti della Chiesa romena. Nel 1944, la situazione tornò allo stato precedente alla guerra. Successivamente, la regione di Chernovtsy è stata inclusa nella Chiesa ortodossa ucraina autonoma. A questo proposito, la Chiesa romena non ha espresso alla Chiesa ortodossa russa le sue richieste, che sarebbero il fattore determinante in questa questione.

Un fatto interessante è che anche se improvvisamente il Canone 34 potesse essere interpretato su base etnica (cosa di cui abbiamo discusso in precedenza), allora in ogni caso questo territorio dovrebbe appartenere alla Chiesa ortodossa ucraina. Il fatto è che gli ucraini ora costituiscono il 75% della popolazione della regione di Chernovtsy e un altro 4,1% è costituito da russi, secondo i dati ufficiali. I romeni costituiscono il 12,5% della popolazione e i moldavi il 7,3%. Allo stesso tempo, tenendo conto delle specificità parrocchiali, si svolgono anche funzioni in romeno in 127 chiese e monasteri della Bucovina.

Nel 2018 il Patriarcato di Costantinopoli, sostenendo gli scismatici ucraini, ha consegnato loro un tomos d'autocefalia, estendendo la giurisdizione della cosiddetta "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" all'intero territorio dell'Ucraina, e quindi alla Bucovina settentrionale.

Se l'arcivescovo Chrysostomos parte dal presupposto che la Chiesa russa avrebbe sottratto alcune diocesi alla Chiesa romena, allora perché non chiede alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da lui riconosciuta di "restituire" questi territori alla Chiesa romena?

Conclusioni

Dopo aver considerato la prossima accusa dell'arcivescovo Chrysostomos contro la Chiesa ortodossa russa, vediamo quanto segue:

1. La Chiesa romena non nega, a differenza dell'arcivescovo Chrysostomos, i diritti della Chiesa ortodossa russa nel territorio della Bessarabia e della Bucovina settentrionale. Le rivendica nel formato originale della coesistenza parallela di strutture di due giurisdizioni ecclesiastiche.

2. Prima che la Bessarabia fosse restituita alla Chiesa ortodossa russa nel 1940, fu presa dalla Chiesa ortodossa russa dalla Chiesa romena nel 1918, dopo più di un secolo di appartenenza alla Chiesa ortodossa russa dal 1813 al 1918. Quando la Bessarabia entrò a far parte della Chiesa ortodossa russa nel 1813, la Chiesa autocefala romena non esisteva ancora.

3. Tutti i casi di adesione alla Chiesa ortodossa russa (nel 1813 e nel 1940) si sono svolti in stretta conformità con le norme canoniche, il Canone apostolico 34 e il Canone 17 del  Concilio ecumenico. Inoltre, si sono svolti proprio secondo l'interpretazione di questi canoni adottata nel Patriarcato di Costantinopoli (che l'arcivescovo Chrysostomos sostiene così ardentemente). Possiamo vedere un esempio di quest'applicazione del diritto canonico da parte del Fanar sul principio "i confini delle Chiese seguono i confini dello stato" nel tomos d'autocefalia della Chiesa polacca del 1924 e in altri documenti emessi dalla Chiesa di Costantinopoli.

4. Entrambi i termini della permanenza della Bessarabia nella Chiesa ortodossa russa, dal 1813 al 1918 e dal 1940 ai nostri giorni, hanno superato il periodo di prescrizione di trent'anni per contestare la proprietà di questo territorio, in conformità con il Canone 17 del quarto Concilio ecumenico e il Canone 25 del sesto Concilio ecumenico.

5. La situazione è simile in Bucovina, che fino al 1918 apparteneva alla Chiesa serba, e che in un modo canonico simile alla situazione della Bessarabia fu inclusa nella Chiesa russa nel 1940, e da allora la sua affiliazione non è stata contestata dalla Chiesa romena, tranne che per il periodo d'occupazione durante la seconda guerra mondiale nel 1941-44.

6. L'interpretazione su base etnica del Canone apostolico 34, su cui la Chiesa romena si basa nelle sue azioni in Bessarabia, contraddice sia il significato diretto di questo canone che la pratica della Chiesa dai tempi apostolici ai giorni nostri.

7. Questa non è la prima volta che l'arcivescovo Chrysostomos usa nelle sue dichiarazioni una confusione manipolatoria tra le azioni delle autorità politiche dell'URSS atea e le azioni della Chiesa russa. Inoltre, lo fa esclusivamente in interpretazioni negative per la Chiesa ortodossa russa, cosa che è abbastanza caratteristica della logica delle sue affermazioni.

* * *

Senza dubbio, il vero compito di queste dichiarazioni è quello di aggravare le differenze tra Chiesa ortodossa romena e Chiesa ortodossa russa e per conseguenza di rendere la Chiesa romena incline a riconoscere lo scisma ucraino e a sostenere il Fanar. Inoltre, le dichiarazioni cercano di screditare la Chiesa ortodossa russa tra le altre Chiese locali, la cui comunità ecclesiale non è a conoscenza delle sfumature della storia della Bessarabia.

 
"Giocare con il fuoco"

La storica bulgara Darina Grigorova sul revisionismo storico in Europa

"La storia come 'iniziativa potenzialmente pericolosa' nell'Unione Europea". Questo è il titolo dell'articolo della storica Darina Grigorova, docente all'Università di Sofia. L'articolo è stato pubblicato sul sito bulgaro "Glasove" il 5 febbraio 2024. Si concentra sulla "Coscienza storica europea", la risoluzione adottata dal Parlamento europeo il 17 gennaio 2024. Dice: "Le diverse e spesso contraddittorie narrazioni storiche delle nazioni e degli stati europei stanno facendo ogni sforzo per considerare la storia dal punto di vista politico come un'impresa difficile e potenzialmente pericolosa". Secondo la risoluzione, la "coscienza storica europea", con il suo obiettivo fondamentale di "una memoria storica comune", si basa non solo sui "valori europei" ma anche sulla "coscienza europea". Per chiarire questo argomento, offriamo una conversazione con la professoressa Darina Grigorova.

La risoluzione del Parlamento europeo che tenta di generalizzare e standardizzare la storia europea e, di conseguenza, l'insegnamento della storia, invita gli storici ad essere "responsabili" e a fare una "valutazione onesta" delle politiche dell'Unione Europea del passato. Come punto di riferimento vengono suggeriti una certa "coscienza europea" e "valori europei". Cosa può dire a riguardo?

Direi che non esistono valori europei, ma esistono valori cristiani e, in base a questo, esistono storici "responsabili" e storici irresponsabili. La lettura transnazionale della storia attraverso il prisma della cosiddetta coscienza europea rientra nell'ambito del pensiero ideologico e non di quello storico. Quanto alla risoluzione sulla "coscienza storica europea", si tratta di un manuale sulla memoria storica transnazionale volto a creare un ideale "transnazionale" o "sovranazionale europeo".

Per quanto riguarda la generalizzazione della storia, gli eurocrati di oggi non hanno inventato nulla di nuovo. Hanno ricapitolato A. Lunačarskij e la sua idea di "insegnamento della storia nella scuola comunista" (1918). Lunačarskij non aveva il concetto di "coscienza internazionale" (analoga alla coscienza "europea"), ma affermava esplicitamente che lo scopo dell'insegnamento della storia era "un'idea morale, [parte del] regime comunista, o direi, una religione ." Il comunismo è una religione dove, secondo Lunačarskij, "il 'noi' proletario" era il "Messia collettivo". Su questo postulato si basò la politica educativa dei bolscevichi durante la rivoluzione del 1917 e nei successivi dieci-quindici anni. La storia nazionale associata al patriottismo e alla Patria ha ostacolato l'ideologia dell'internazionalismo. La storia russa fu bandita e non fu insegnata fino al 1922. La parola "Russia" fu scritta tra virgolette e la parola "Patriotico", adottata prima della rivoluzione come parte del nome della Guerra del 1812, scomparve dal nome di quella guerra. È stato un duro colpo per la memoria storica e, allo stesso tempo, per la fede. Anche la guerra russo-turca del 1877-1878 per liberare i fratelli bulgari nella fede dei russi fu sottoposta a redazione: nella Russia post-rivoluzionaria, i monumenti legati a questa guerra furono demoliti. Questa politica continuò fino alla metà degli anni '30, quando la minaccia di un'altra guerra divenne chiara e il patriottismo, insieme alla memoria degli eroi-difensori nazionali, fu nuovamente necessario per la difesa della Patria. Questo è ciò che ha riportato in vita la storia nazionale.

la professoressa Darina Grigorova

Sì, nonostante la differenza ideologica, possiamo sicuramente tracciare paralleli tra l'Unione Europea e l'Unione Sovietica.

Posso fare un altro esempio, questa volta dalla Gran Bretagna. È di Herbert G. Wells, nel suo rapporto "The Poison Called History" scritto per la Conferenza internazionale degli insegnanti di storia convocata a Londra dalla Società delle Nazioni. Il famoso scrittore di fantascienza parlava della necessità di distruggere la vecchia storia perché ostacola il trionfo della pace nel mondo. E' tutto in nome della pace. Wells non parlava di internazionalismo, ma di cosmopolitismo. Secondo lui il futuro risiedeva in una governance unificata. Ecco perché abbiamo bisogno di una storia universale, con un solo libro di testo, e gli storici di tutto il mondo dovrebbero essere formati esclusivamente su questo libro di testo. Conclude la sua relazione:

"Le speranze per la pace universale non diventeranno realtà se non educhiamo le persone ad accettare le realtà della nuova storia. Allora mettiamoci al lavoro: prima nelle nostre menti e poi nelle università, nelle enciclopedie e nelle scuole. Offriamo l'olocausto dei libri di testo della storia antica come nostro contributo alla costruzione di Cosmopolis: una Fratellanza universale degli uomini naturale e ora semplicemente necessaria". [1]

Affinché tali idee funzionino, è necessario generalizzare e portare a uno standard comune non solo la storia, ma anche la religione.

Economicamente, l'Europa occidentale ha già assorbito e digerito l'Europa orientale, ma in termini spirituali, la maggior parte dell'Europa orientale rimane ancora ortodossa. In altre parole, è incompatibile con la coscienza e la memoria storica dell'Europa occidentale.

È ovvio il motivo per cui questa dichiarazione è apparsa ai nostri giorni, poiché parla apertamente della "concorrenza latente e della parziale incompatibilità" della memoria nell'Europa orientale e occidentale, della disinformazione e del "revisionismo storico russo" e della "protezione della memoria democratica". Ma quale reazione può innescare nell'Europa vera e propria, sia nella sua parte occidentale che in quella orientale?

I tentativi di distruggere la memoria nazionale possono portare all'effetto opposto: nazionalismo, o addirittura nazismo, e destabilizzazione. Non sarà possibile infilare la storia nel letto di Procuste di un'altra ideologia. Quindi questo progetto utopico, con le sue possibili conseguenze, ricade interamente sulla coscienza degli eurocrati. La risoluzione europea, attraverso l'immagine del suo nemico – in questo caso la Russia – sta cercando di introdurre la censura sulla libertà della prospettiva storica. Ma il globalismo può anche diventare un nemico, e allora c'è il pericolo dell'ascesa del nazionalismo.

I Balcani sono sempre stati una regione unica. La memoria storica qui è molto forte. Compresi i suoi legami con la Russia. La risoluzione sarà in grado di gestire tutto ciò?

Nei Balcani la storia è un fattore importante. E il fatto che teniamo davvero alla nostra storia può essere considerato un vantaggio: aiuta a preservare la nostra identità e a proteggerci dai pericoli di Bruxelles. Tuttavia, non ci protegge dal nazionalismo.

Tutta questa faccenda europea è come giocare con il fuoco. C'è resistenza. L'idea di sostituire la nostra festa nazionale, il Giorno della Liberazione della Bulgaria dal giogo ottomano, che è la festa più importante del nostro Paese e del suo popolo, è fallita. Quest'anno molte più persone del solito sono arrivate a Shipka il 3 marzo. Ma questa festa ha a che fare con il nostro liberatore, che è stata la Russia. Tutte le chiese ortodosse in Bulgaria proclamano ad ogni liturgia al Grande Ingresso:

"Che il Signore ricordi nel suo Regno nel beato riposo il nostro liberatore, lo tsar Aleksandr II Aleksandrovich, tutti i leader e i soldati ortodossi che hanno dato la vita sul campo di battaglia per la fede e la liberazione della nostra Patria".

La presenza spirituale della Russia nei Balcani, attraverso la storia e l'Ortodossia, non ha nulla a che fare con la geopolitica e rimane una costante. Questo non è certamente qualcosa che la risoluzione europea può affrontare.

Nota

[1] Dal libro "Viaggi di un repubblicano radicale alla ricerca dell'acqua calda", 1939

 
Un nuovo blog su scienza e fede ortodossa

Il nostro amico John Sanidopoulos, dopo avere portato il suo blog Mystagogy al livello di un apprezzato ministero online, ha iniziato a diversificare le tematiche da lui trattate. Dopo avere creato agli inizi del 2014 il blog Honey and Hemlock, dedicato a una vasta gamma di temi sociali in una prospettiva ortodossa (ne abbiamo dato un cenno sul nostro sito), John ha lanciato in questi giorni il blog Bio-Orthodoxy, in cui vuole esplorare i legami tra scienza e fede ortodossa, con una particolare attenzione alle teorie sull’origine del cosmo e della vita (anche teorie molto diverse tra loro), viste in una prospettiva cristiana. Facciamo il nostro augurio al nuovo blog, e invitiamo i nostri lettori che conoscono l’inglese e il greco a seguire (e se possibile, a sostenere) il lodevole sforzo missionario online di John Sanidopoulos.

 
Il patriarca Kirill chiede all'arcivescovo di Cipro di riconsiderare la decisione di riconoscere gli scismatici

foto: romfea.gr

In una recente lettera all'arcivescovo Chrysostomos di Cipro, sua Santità il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus' ha sottolineato che, riconoscendo la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", l'arcivescovo è entrato volontariamente in comunione con degli scismatici, e lo ha invitato a riconsiderare questa decisione anti-ortodossa.

Rispondendo ai saluti dell'arcivescovo per la festa della Natività del nostro Signore Gesù Cristo, il patriarca Kirill scrive che "quest'anno, la gioia della Natività è segnata dalla triste notizia della vostra commemorazione del leader di uno dei gruppi scismatici ucraini nell'assemblea dei primati delle sante Chiese di Dio. Sono profondamente addolorato della sua decisione", riferisce Romfea.

E nel riconoscere gli scismatici, l'arcivescovo ha disprezzato "la Chiesa canonica dell'Ucraina, una Chiesa martire, proclamando come vostri fratelli e concelebranti un raduno illegale di scismatici che è in guerra con lei".

Ricordiamo che la decisione unilaterale dell'arcivescovo di rompere la sua promessa al proprio Santo Sinodo e di riconoscere gli scismatici non solo ha approfondito le divisioni inter-ortodosse, ma ha anche causato una divisione nella sua stessa chiesa cipriota. Mentre diversi coraggiosi vescovi continuano a commemorare l'arcivescovo Chrysostomos nel tentativo di preservare l'unità della Chiesa cipriota, Sua Eminenza il metropolita Nikiforos di Kykkos ha sottolineato che se l'arcivescovo concelebrerà effettivamente con la gerarchia degli scismatici, allora ci sarà un vero scisma nella Chiesa cipriota.

Più avanti nella sua lettera, il primate russo osserva che "nel riconoscere Sergej Dumenko (il 'metropolita' Epifanij) come 'primate della Chiesa dell'Ucraina', come affermato nel comunicato del Santo Sinodo della Chiesa cipriota del 25 novembre, lei, con nostro grande dispiacere, ha ricevuto degli scismatici in comunione. Inoltre, lei conosce bene il vero primate della Chiesa ortodossa ucraina, il metropolita Onufrij di Kiev e tutta l'Ucraina".

Il patriarca Kirill ricorda inoltre che i vescovi della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non sono mai stati ordinati nella Chiesa ortodossa, come ha riconosciuto il Santo Sinodo dell'arcivescovo Chrysostomos nel febbraio 2019.

Non pochi vescovi della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" fanno risalire le loro "consacrazioni" non solo a ex vescovi anatemizzati, ma a vescovi auto-consacrati, sottolinea il primate russo, tra cui "l'opportunista ex diacono Viktor Chekalin, che è stato condannato per molestie su minori, e che non è mai stato consacrato vescovo da nessuno".

"Con il cuore teso, penso che ora siate in comunione con queste persone", si lamenta sua Santità.

Il patriarca Kirill ha anche sottolineato che non possono esserci due metropoliti dell'Ucraina, così come non possono esserci due arcivescovi di Cipro.

"Vostra Beatitudine, in questi giorni della luminosa festa della Natività di Cristo, vi appello a riconsiderare la vostra decisione o a rimandarla fino a quando non verrà presa una decisione pan-ortodossa sulla questione ucraina", conclude il patriarca Kirill.

Finora, come il patriarca Bartolomeo, l'arcivescovo Chrysostomos si è mostrato sordo agli appelli dei suoi confratelli vescovi, limitandosi a cercare di giustificare la sua decisione unilaterale e ostinata. Ha attaccato quei vescovi che si oppongono alla sua decisione e li ha pubblicamente accusati di slealtà nei confronti della Chiesa cipriota, del popolo greco e dell'Ortodossia nel suo insieme.

Ha persino minacciato di deporre i suoi confratelli vescovi ciprioti che resistono alla sua decisione, pur accettando la comunione con persone che non sono mai state ordinate.

Ha anche affermato che l'acquisizione da parte di Costantinopoli della Chiesa ucraina è giustificabile perché la Chiesa russa ha presumibilmente fatto lo stesso con le Chiese georgiana, polacca e romena. Le sue affermazioni antistoriche sono state completamente smentite dall'Unione dei giornalisti ortodossi qui, qui e qui.

Più di recente ha affermato che mentre il patriarca Bartolomeo ha promesso di non sollevare la questione ucraina al Concilio di Creta nel 2016, allo stesso tempo ha dato quattro anni al Patriarcato di Mosca per risolvere lo scisma ucraino. Questa affermazione non è mai stata avanzata prima da nessuno, nemmeno da rappresentanti del Patriarcato di Costantinopoli.

E in ogni caso, il patriarca Bartolomeo ha iniziato la sua interferenza anti-canonica in Ucraina nel 2018, solo due anni dopo.

 
Alla fine sono venuti per gli ortodossi...

Prima sono venuti per Chick-fil-A. Poi sono venuti per i suoi principali clienti, i protestanti evangelici. Poi hanno mandato l'FBI a dare la caccia ai cattolici (ma solo quelli che pregano in latino e che seguono di fatto gli insegnamenti della Chiesa sul peccato dell'aborto).

Adesso sono venuti per i cristiani ortodossi. Più recentemente – durante la nostra Quaresima, ovviamente – un pezzo di successo del Texas Monthly ha accusato gli ortodossi di essere "ispirati dalla Confederazione e dalla Russia zarista". Ma questo va avanti già da un po': lo scorso autunno, Newsweek ha detto che l'FBI sta avvertendo che il Cremlino sta "reclutando spie" nelle chiese ortodosse americane. Nel 2022, NPR ha pubblicato la storia iperventilante "Le chiese cristiane ortodosse stanno attirando convertiti americani di estrema destra". Quindi ora i cristiani orientali, non solo alcuni occidentali, sono nel mirino delle "élite".

I media, i politici democratici, le forze dell'ordine e le agenzie di intelligence vedono i cristiani conservatori di qualsiasi denominazione come una minaccia. Perché? Perché contestiamo il potere assoluto di Cesare. Nello specifico, ci opponiamo alle particolari bugie demoniache che il governo sostiene: l'ordine del giorno LGBTQIA+ ; la mutilazione transgender dei bambini; il luogo comune che "l'islam è pacifico" mentre questo importa legioni di musulmani fondamentalisti.

Perché le "élite" disprezzano i cristiani conservatori

Due terzi degli americani si identificano come cristiani. Circa la metà sono protestanti. E circa la metà di questi sono i temuti evangelici amanti dei panini al pollo. I cattolici costituiscono un altro 21% della popolazione, il che li rende la denominazione più numerosa sulle nostre coste. Ma i cristiani ortodossi? Costituiscono solo lo 0,5% della popolazione, contando forse 1 milione di persone in America (anche se sono circa 250 milioni altrove).

Non c'è da stupirsi che la sinistra odi i protestanti e i cattolici conservatori. Ce ne sono così tanti in America! Ma questo non è vero per gli ortodossi. Anche i musulmani qui sono più numerosi. (E il loro status di elettori cruciali nel Michigan supera il loro potenziale jihadista agli occhi dell'attuale amministrazione).

Allora perché mettere i cristiani ortodossi nella stessa presunta matrice di minaccia dei protestanti e dei cattolici conservatori? Ci sono tre ragioni principali: il cristianesimo ortodosso è altrettanto conservatore quanto le altre due correnti qui menzionate. Inoltre, sta guadagnando proseliti in America. E dà ai democratici uno spauracchio da "quinta colonna", aiutando così a mantenere la loro continua isteria, "Russia! Russia! Russia!".

Non sono SOLO le barbe...

Il cristianesimo ortodosso è molto tradizionalista, anche se non fondamentalista. Solo gli uomini vengono ordinati e preferibilmente portano la barba. La liturgia si svolge allo stesso modo da 16 secoli. L'omosessualità è ancora considerata un peccato, secondo gli insegnamenti biblici (i vescovi greci ortodossi stanno attualmente discutendo sulla scomunica dei politici che hanno approvato il matrimonio tra persone dello stesso sesso). La Chiesa ortodossa in America (OCA) parla a nome di tutta l'Ortodossia nella sua opposizione all'aborto. La stragrande maggioranza degli ortodossi americani si identifica nel campo conservatore o moderato, e solo il 16% in quello liberale (anche se dichiarano di essere democratici più che repubblicani o indipendenti). I laici ortodossi qui sono un po' meno conservatori del loro clero. Ma poiché questa è una Chiesa molto gerarchica, le opinioni dei vescovi e dei preti prevalgono, certamente sul piano teologico.

L'Ortodossia inoltre sta crescendo in tutta l'America, come ha notato il Wall Street Journal lo scorso maggio, in particolare nelle chiese più conservatrici, principalmente attraverso l'immigrazione.

padre John Whiteford

Padre John Whiteford è un prete ortodosso con un blog di lunga data a Spring, in Texas. È oggetto di una storia nel numero di aprile 2024 del Texas Monthly.

Ma cresce anche la ROCOR, la "Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia", grazie ai convertiti. Ciò, insieme al suo conservatorismo teologico, ha attirato lo sguardo di giornalisti, come la giornalista del Texas Monthly, Meagan Saliashvili, che scrive:

sebbene [padre John] Whiteford affermi di restare fuori dalle discussioni puramente politiche, altri nella sua orbita hanno usato la loro fede e i megafoni online per promuovere la causa della politica di destra. Alcuni di loro hanno trovato una causa comune con la Confederazione, il fascismo, il monarchismo e la supremazia bianca.

Saliashvili non fornisce collegamenti reali tra queste persone e padre Whiteford. E ovviamente, come ogni giornalista moderna, va su X, dove il prete "pubblica e ripubblica contenuti critici nei confronti di Israele, esprime scetticismo nei confronti del sostegno americano all'Ucraina… e insiste su vari punti di discussione reazionari". Padre Whiteford (orrore degli orrori!) sostiene anche l'istruzione domiciliare, si oppone all'ordine del giorno LGBTQ ed è contrario all'abbattimento delle statue confederate. Saliashvili poi denuncia che il Texas sta diventando una calamita per figure di "destra" e "adiacenti a destra" come Glenn Beck ed Elon Musk. E presumibilmente anche padre Whiteford.

Chi è che invia il messaggio subliminale?

Saliashvili cita Sarah Riccardi-Swartz, professoressa di religione alla Northeastern University. Lo stesso vale per Odette Yousef, autrice del già citato pezzo della NPR. La dottoressa Swartz afferma di aver trovato "forti ceppi di nativismo, nazionalismo bianco e filo-autoritarismo" nella ROCOR. In base a cosa? In base a una singola parrocchia della ROCOR nel West Virginia (un campione non enorme). Inoltre, si noti l'uso ripetuto di messaggi subliminali di sinistra: "Confederazione", "fascismo", "supremazia bianca", "reazionari", "ala destra", "contigui alla destra", "nativismo".

Da parte sua, padre Whiteford ha risposto a lungo sul suo blog all'assassinio della sua persona da parte di Saliashvili. Leggetelo voi stessi e giudicate a chi credere.

Infine, l'FBI senza dubbio vorrebbe trovare alcuni cristiani ortodossi che eseguono gli ordini di Vladimir Putin (probabilmente non tanto quanto lo vuole la CNN, però). Un gruppo di analisti mette in guardia sulle " spie in tonaca " che lavorano per il Cremlino. Ma fornisce un singolo esempio, dalla Bulgaria. L'intervista della CNN menziona che Mosca sta cercando di reclutare tra le "2.300 parrocchie ortodosse" negli Stati Uniti – ma solo 199 di queste sono della ROCOR, per un totale di circa 23.000 fedeli.

Molto più grandi, sia in numero di parrocchie che di aderenti, sono la Chiesa greco-ortodossa in America e l'OCA. È improbabile che i greco-americani si prendano cura della Russia, e l'OCA, sebbene originariamente russa, è autonoma e non è più sotto il Patriarcato di Mosca. Anche altre giurisdizioni ortodosse, politicamente, hanno poca simpatia per Putin o per il suo paese. (Come la mia Chiesa, la Diocesi ortodossa carpato-russa americana, che, nonostante il nome, in realtà è "rutena", non russa: pensate alla defunta Confederazione polacco-lituana). L'elenco di presunti alleati ortodossi di Putin si fa quindi piuttosto scarno. In effetti, forse l'FSB avrebbe più fortuna nel frequentare le chiese battiste del sud.

Noi cristiani conservatori non possiamo semplicemente pregare gli uni per gli altri?

Sempre più spesso, che ci piaccia ammetterlo o no, i cristiani conservatori protestanti, cattolici e ortodossi hanno più cose in comune attraverso le linee confessionali di quante ne hanno con i propri correligionari liberali. Ciò accade negativamente, in termini di condanna da parte dei nostri media e del governo, ma anche positivamente, nel senso che tutti possiamo confessare con la nostra bocca che Gesù è il Signore e credere nei nostri cuori che Dio lo ha risuscitato dai morti (Rm 10:9).

Durante questa Quaresima cristiana orientale, consideriamo l'idea di stare insieme e pregare gli uni per gli altri – nel nome di Colui che è stato crocifisso per tutti noi.

Timothy Furnish ha conseguito un dottorato in storia islamica, mondiale e africana presso la Ohio State University e un master in teologia presso il Concordia Seminary. È un ex linguista di arabo dell'esercito americano e consulente civile del comando delle operazioni speciali degli Stati Uniti. È autore di libri sul Medio Oriente e sulla Terra di Mezzo, professore di storia e occasionale opinionista sui media (come, per esempio, su War Stories: Fighting ISIS di Fox News Channel). Attualmente scrive e fa il consulente per The Stream su questioni di sicurezza internazionale.

 
Sua Santità il patriarca Kirill: un ritratto non ufficiale

Presentiamo nella sezione "Figure dell'Ortodossia contemporanea" le versioni russa e italiana di un lungo reportage fotografico raccolto dal portale Pravmir sugli aspetti meno appariscenti (ma non per questo meno importanti) del ministero del patriarca Kirill, offerti a sua Santità in occasione del suo onomastico (san Cirillo pari agli apostoli, 11/24 maggio) con una serie di auguri sinceri, ai quali si associa la nostra comunità parrocchiale.

 
Il patriarca Bartolomeo chiude gli occhi sullo scisma da lui creato, mentre accusa il patriarca Kirill di pretese papali

foto: rua.gr

Secondo il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli, oggi non c'è alcuno scisma all'interno della Chiesa ortodossa. E sebbene sia spesso accusato di neopapismo, il primate di Costantinopoli ha detto che è di fatto il ​​patriarca di Mosca a nutrire pretese papali, in un'intervista a To Vima pubblicata il 4 gennaio 2021.

Il 15 ottobre 2018, il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa ha compiuto il passo doloroso ma necessario di rompere la comunione eucaristica con il Patriarcato di Costantinopoli dopo che quest'ultimo ha invaso unilateralmente il territorio della Chiesa ucraina, ha ricevuto di nuovo in comunione scismatici deposti e anatematizzati senza alcun giusto processo o una ragione giustificabile, e ha annunciato le sue intenzioni di creare una Chiesa locale sul territorio della Chiesa ucraina, cosa che ha fatto due mesi dopo.

Tuttavia, il patriarca Bartolomeo chiude semplicemente gli occhi su questa realtà, fingendo che non esista.

"Non c'è alcuno scisma nell'Ortodossia", ha detto a Vimas.

E passando ad auto-giustificarsi, ha proseguito: "Non posso permettere che l'ecclesiologia ortodossa venga alterata sull'altare di interessi minori. Non ho il diritto di fare un passo indietro. La parola della verità è "più affilata di qualsiasi coltello". È testimoniata dalla storia, dalle fonti, dai documenti, dai fatti".

Ricordiamo che il patriarca Kirill ha proposto personalmente al patriarca Bartolomeo uno studio approfondito dei documenti rilevanti sul tema del trasferimento della metropolia di Kiev da Costantinopoli alla Chiesa russa nel 1686, ma il patriarca Bartolomeo ha rifiutato. Studi di storia e documenti possono essere letti qui e qui.

Innumerevoli vescovi hanno anche proposto che l'intera questione ucraina sia affrontata da un concilio pan-ortodosso, ma ancora una volta, il patriarca Bartolomeo ha rifiutato continuamente, anche se non è chiaro cosa potrebbe perdere, se la sua posizione è così solida.

Inoltre, la parola della verità è "alterata dal denaro, dall'intimidazione, dalla propaganda e da sogni irrealistici", ha continuato il patriarca nella sua intervista.

Solo il 3 gennaio 2021, il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha riconosciuto che gli Stati Uniti sono coinvolti nella pressione sulle Chiese affinché accettino le azioni di Costantinopoli e riconoscano la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" scismatica.

Sebbene Costantinopoli rivendichi per sé il diritto di agire unilateralmente all'interno della Chiesa, alla domanda sulle tendenze papiste a lui attribuite, il patriarca Bartolomeo ha semplicemente detto che non esistono. "È papismo assumermi le responsabilità del mio ministero?" ha chiesto.

Ha anche sostenuto che la vera motivazione dietro la posizione della Chiesa russa secondo cui gli scismatici anatematizzati e non ordinati non possono essere amalgamati in una nuova Chiesa in cui esiste già una Chiesa canonica universalmente riconosciuta, è il desiderio di "rimuovere queste responsabilità uniche dal trono di Costantinopoli e trasferirle ad altre mani".

Tuttavia, il patriarca Bartolomeo non può negare quelle responsabilità che crede di aver ereditato dai suoi predecessori, come ha detto a To Vima.

E mentre sinodi, primati e vescovi di ogni Chiesa locale hanno parlato del deplorevole neopapismo di Costantinopoli, il patriarca Bartolomeo rivela una tragica mancanza di autocoscienza e lancia la stessa accusa al patriarca Kirill. Riferendosi al primate russo, chiede: "Chi, dunque, si comporta come il 'papa dell'Ortodossia?' Chi rimane fedele alla sua tradizione o quello che rivendica per sé una posizione che non ha mai avuto e che non acquisterà mai?"

In una recente intervista, sua Eminenza il metropolita Ilarion (Alfeev) di Volokolamsk, capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, ha spiegato chiaramente che la Chiesa russa non ha alcun desiderio di detenere un titolo primaziale nella Chiesa ortodossa.

La Chiesa russa, di fatto, è l'unica Chiesa locale che riconosce ufficialmente a livello sinodale il primato del patriarca di Costantinopoli all'interno della Chiesa ortodossa.

 
Il sovvertimento dell'Ortodossia americana da parte della sinistra

Il 12 marzo la rivista Texas Monthly ha pubblicato un pezzo di successo intitolato "Ispirati dalla Confederazione e dalla Russia zarista, gli 'Ortho Bros' sono in ascesa". Questo "articolo" è stato principalmente un attacco a mio suocero, padre John Whiteford, alla Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia (ROCOR) e alla nozione di Ortodossia nel Sud degli Stati Uniti. Questo articolo è stato scritto da una convertita recente di nome Meagan Saliashvili, laureata alla Harvard Divinity, che pubblica molte cose che potrebbero portare a credere che sia una sostenitrice della politica ecclesiastica pro-LGBTQP, del diritto all'aborto e di un diaconato/sacerdozio femminile (lei lo ha negato – anche se non pubblicamente – e la prenderò in parola). [1]

La narrazione di Meagan (così come le successive dichiarazioni che ha fatto su Twitter/X) è che dei teorici della cospirazione di estrema destra si stanno infiltrando nella Chiesa ortodossa e, aiutati da predicatori politici, cercano di trasformare la Chiesa ortodossa in un rifugio per qualche strano mix di monarco-fascismo neo-confederato – come se anche quest'idea avesse senso.

Questo è ridicolo.

La Chiesa ortodossa è tradizionale per natura. Per sua stessa natura rifiuta il modernismo e l'iper-razionalismo che hanno portato l'Occidente all'apostasia. Dimostrare che questo è il caso sarà uno degli obiettivi principali di questo articolo. L'Ortodossia non è in alcun modo compatibile con il moderno liberalismo americano. [2]

Inoltre, dobbiamo discutere il fatto che gli sforzi di Meagan sono in linea con quelli di uno sforzo molto più ampio da parte di un gruppo piccolo ma ben finanziato e altamente motivato di sovversivi di sinistra (in gran parte concentrati nel mondo accademico) che mirano a sovvertire la Chiesa ortodossa.

Queste persone sono motivate da una concezione perversa della fede ortodossa e, vedendo la loro concezione respinta dalla stragrande maggioranza dei cristiani ortodossi, il loro orgoglio li rende incapaci di ammettere che potrebbero avere torto. Credono che il loro percorso per "correggere" (cioè sovvertire) e "modernizzare" la fede consista nel distruggere la Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia, o ROCOR. [3] Qui deve essere discusso chi siano queste persone.

Al mio pubblico protestante, cattolico e non confessionale: questo è altrettanto importante per voi da leggere e da comprendere. Non lasciatevi ingannare: se riescono a distruggere la mia Chiesa, la vostra sarà la prossima.

Meagan, se stai leggendo questo, sappi che non te ne voglio. Prego affinché tu possa vedere la verità, pentirti e convertirti completamente alla fede.

Una narrativa pericolosa

Non sento il bisogno di difendere punto per punto padre John poiché lo ha già fatto lui; Meagan ha ingannato gli intervistati, ha abusato di citazioni e altro ancora, facendo di fatto un doxing ai membri della sua parrocchia. [4]

La sua narrativa è pericolosa e deve essere discussa brevemente. Meagan tenta di utilizzare come arma la russofobia, i sentimenti anti-meridionali e l'immaginario dell'estrema destra come setta, e questo ha il potenziale di incitare alla violenza contro padre John e il suo gregge. [5]

Meagan, che afferma lei stessa di essere ortodossa, non dipinge il quadro della bella e antica liturgia ortodossa che molti di voi mi hanno sentito descrivere, ma il servizio di una setta fondamentalista e apocalittica nascosta nelle paludi del Texas orientale, più una manifestazione politica che una funzione religiosa.

Lei definisce i paramenti un "mantello cerimoniale", come se gli americani fossero troppo stupidi per sapere cosa significa la parola paramenti.

La breve omelia di padre John (sul tema delle recenti violenze a Gaza e sull'implorazione dei suoi parrocchiani di non odiare coloro che uccidono i cristiani, ma di perdonarli, pregare per loro e amarli) viene descritta come un "sermone" evangelico (del tipo in cui il libro dell'Apocalisse viene utilizzato per giustificare le opinioni politiche – che non erano state discusse in quella predicazione) che dura fino alla fine della "cerimonia". [6] Nelle successive conversazioni su Twitter/X, Meagan chiarisce di aver scritto l'articolo in questo modo perché non è destinato a essere letto dai cristiani ortodossi, ma da un "lettore generale" di Austin che segue il Texas Monthly – vale a dire, da un pubblico di sinistra e laico. In altre parole, ha creato una falsa narrativa su padre John e sui suoi parrocchiani, ha mosso gravi accuse contro di loro senza alcuna prova e ha diffuso tale narrativa a una sinistra potenzialmente violenta.

In tal modo, dipinge inavvertitamente la Chiesa come un grande bersaglio che i malcontenti e le persone mentalmente instabili possono attaccare.

Considerando che negli ultimi due anni le nostre chiese sono state vandalizzate, hanno ricevuto regolari minacce di morte, i nostri parrocchiani sono stati aggrediti verbalmente e fisicamente – anche nelle vicinanze della stessa città in cui lei ha pubblicato questo pezzo di successo – le azioni di Meagan sono più che sconsiderate e vergognose, e aumentano il rischio di violenza contro le parrocchie ortodosse russe. È difficile immaginare come non sarebbe in qualche modo responsabile se, Dio non voglia, venisse perpetrata violenza contro i cristiani ortodossi in Texas a causa della sua narrativa.

Possa il Signore avere compassione di lei e portarla al pentimento.

Arriva al punto di trascurare una legittima minaccia mossa contro padre John nel 2020 – avvenuta dopo quattro anni di "Russiagate".

Meagan – come molti di questi radicali – afferma in modo calunnioso che la ROCOR si è riunita al Patriarcato "su richiesta di Vladimir Putin", il che è palesemente assurdo. La ROCOR non ha legami con lo Stato russo, né il Cremlino ha alcun controllo sulla Chiesa russa all'estero, e non l'ha mai avuto. Cancella l'enorme lavoro svolto dalla ROCOR e dalla Chiesa Ortodossa in America (OCA) per aiutare il governo degli Stati Uniti nella sua battaglia ideologica contro i bolscevichi.

C'è chi continua a mentire sulla ROCOR e afferma che i nostri vescovi sono rimasti in silenzio sulla guerra in Ucraina, accusandoli addirittura di essere agenti russi. Ma come sottolinea il vescovo Irenei di Londra e dell'Europa occidentale, siamo una Chiesa autogovernata e lo siamo sempre stati, proprio come la Chiesa ortodossa ucraina perseguitata. La nostra gerarchia ha continuamente denunciato la guerra (e ogni guerra del resto) e ha spostato montagne per aiutare la Chiesa sofferente in Ucraina.

Chiaramente, Meagan voleva sfruttare la russofobia emersa negli ultimi anni, come hanno fatto ripetutamente lei e i suoi alleati.

La Fordham University e la sovversione della Chiesa ortodossa

Come accennato in precedenza, Meagan è affiliata a un gruppo più ampio di sovversivi (spesso chiamati fordhamiti) che desiderano cambiare radicalmente le dottrine della Chiesa. Queste persone non fanno necessariamente parte di un vasto sforzo coordinato, per essere chiari. Ma fanno parte degli stessi ambienti, promuovono le stesse narrative e lavorano per raggiungere gli stessi risultati. Lascerò decidere al lettore.

Il loro programma prevede l'istituzione di un sacerdozio femminile e l'insabbiamento dell'inamovibile Legge di Dio riguardo alla sodomia e alle "unioni tra persone dello stesso sesso".

Ritengono che i principali ostacoli a questo obiettivo siano:

  1. La ROCOR, poiché la Chiesa russa è sempre stata la Chiesa locale più tradizionale e zelante. Ciò è ben noto e ben attestato dai teologi e dagli accademici occidentali da diverse centinaia di anni.

  2. La crescita dell'Ortodossia nel Sud degli Stati Uniti. Il Sud, in quanto settore più religioso e con una mentalità tradizionale della popolazione americana, è pronto per essere evangelizzato, e il Centro Ludwell è in prima linea in questa missione, fianco a fianco con la ROCOR – e lo è da un paio di decenni. Ne sono terrorizzati, soprattutto se la Chiesa che evangelizza il Sud è innanzitutto la Chiesa russa.

Questo gruppo è in gran parte incentrato su un gruppo di accademici della Fordham University (e sulla loro pubblicazione Public Orthodoxy) e del St. Phoebe Center che sono attivi principalmente nell'Arcidiocesi greco-ortodossa d'America, e in misura molto minore nell'arcidiocesi di Antiochia e nella Chiesa Ortodossa in America. [7] Meagan Saliashvili si è unita ai ranghi di persone come "sorella Vassa", Sarah Riccardi-Swartz, Carrie Frost, Aristotele Papanikolaou, George Demacopoulos e altri.

Sfortunatamente costoro ricevono un grande sostegno dall'arcivescovo Elpidophoros – il leader dell'Arcidiocesi greco-ortodossa d'America, che sostiene l'aborto e che recentemente è volato in Grecia per battezzare il bambino adottato di una coppia gay in una cattedrale che gli era stato permesso di usare con l'inganno, una delle tante azioni che scandalizzano i cristiani ortodossi in tutto il mondo. Ciò ha dato loro un briciolo di legittimità di cui hanno bisogno e consente loro di ottenere grandi somme di denaro dalla CIA e dalle fondazioni collegate al Dipartimento di Stato: la Chiesa greca in America è stata una risorsa chiave dell'intelligence americana da quando Truman e la CIA hanno contribuito a insediare il patriarca Athenagoras di Costantinopoli.

Un'alleanza empia

Queste organizzazioni (come Fordham, Public Orthodoxy, St. Phoebe Center) ricevono grandi donazioni da fondazioni affiliate alla CIA e al Dipartimento di Stato, le stesse fondazioni che furono determinanti nel sovvertire i principali seminari protestanti nel ventesimo secolo. Ci si aspetta che aiutino l'intelligence statunitense nell'attuazione dell'agenda neoliberista a livello nazionale negli affari esteri. Questo fa parte del programma di guerra dottrinale degli Stati Uniti, di cui abbiamo parlato in precedenza sia in Ukraine: The Road to War Part One che in The Other Ukraine War.

Affinché il programma globalista LGBTQP+ possa penetrare pienamente nelle nazioni ortodosse dell'Europa orientale e del Mediterraneo – alcune delle quali sono già nella NATO – è necessario minare gli insegnamenti della Chiesa su entrambe le sponde dell'Atlantico.

28 agosto 2022: migliaia di serbi ortodossi protestano contro la parata dell'EuroPride a Belgrado. [Reuters/Zorana Jevtic]

La Chiesa russa è sempre stata la più conservatrice tra le Chiese locali. Anche i teologi occidentali che interagiscono con le varie Chiese lo affermano apertamente ormai da diverse centinaia di anni. È anche di gran lunga la Chiesa locale più grande.

Se si vuole che il programma anticristiano abbia successo, allora l'influenza della Chiesa greca cooptata – che sarebbe irrilevante se non fosse per l'immensa ricchezza della comunità greco-americana e della sua arcidiocesi – deve superare quella della Chiesa russa. Ecco perché era necessario che Costantinopoli e il Dipartimento di Stato sostenessero gli scismatici ucraini.

(La stessa Meagan è chiaramente a favore di questo programma, come possiamo vedere dalla sua frequente diffusione di disinformazione per coprire la persecuzione staliniana da parte del regime di Zelenskij contro la Chiesa ortodossa ucraina autocefala durante tutta la sua carriera giornalistica).

In tal modo, l'Occidente è riuscito a minare un terzo del territorio canonico associato al Patriarcato di Mosca.

Costantinopoli ha stabilito giurisdizioni parallele negli Stati baltici, nel Regno Unito (in cui metà della Chiesa russa è andata sotto Costantinopoli) e nel sud-est asiatico. Ora vedono un'opportunità per indebolire ulteriormente la Chiesa russa all'estero negli Stati Uniti. Questo è il ragionamento alla base del Vicariato slavo dell'Arcidiocesi greco-ortodossa d'America, in cui cercano di attirare i chierici russi, ucraini, bielorussi e serbi che sono stati deposti o che sono sottoposti a qualche altra sanzione canonica per ogni genere di fatti atroci.

Va notato che questa azione, e il desiderio di Elpidophoros di nominare vescovo del Vicariato slavo il monaco russo deposto Alexander Belya, sono stati universalmente condannati dalle altre giurisdizioni dell'Assemblea dei vescovi canonici ortodossi.

Negli ultimi decenni la Chiesa ortodossa, tradizionalmente centrata nel Nordest, si è ridotta. Nel frattempo, l'Ortodossia si è espansa sempre più rapidamente negli Stati Uniti meridionali – in particolare la Chiesa russa. [8] Questo è pericoloso per la missione dei fordhamiti. Se la religiosità e l'orientamento tradizionale del Sud porteranno convertiti in gran numero all'Ortodossia, sarà quasi impossibile sradicarli e attuare il loro programma perverso.

Questo è ciò che sta dietro l'emergere di affermazioni secondo cui razzisti, bigotti e altri estremisti di destra nel Sud (in altre parole, tutti gli Stati Uniti meridionali al di fuori di Austin, Atlanta e altre grandi città) hanno stretto un'alleanza empia con la Russia di Putin, idealizzata come una terra "etnicamente pura" di valori tradizionali. [9]

Nessuno ci crede davvero. Solo i liberali potrebbero essere così ottusi.

Per indebolire la Chiesa russa all'estero e prendere il controllo dei territori canonici d'America, questi sovversivi cercano di associarci al nazionalismo bianco, allo zarismo, ecc… Vogliono mettere a tacere padre John come un passo importante nello smantellamento della ROCOR – che è il loro obiettivo finale – aprendo la strada alle donne sacerdote e alla profanazione delle nostre chiese con le bandiere del loro "orgoglio".

Gli zelanti sforzi missionari LGBTQP+ del governo degli Stati Uniti sono ora diretti contro la Chiesa, dall'interno della Chiesa stessa. Come è stato fatto con gli anglicani, i luterani e altre denominazioni principali, questi sovversivi affermano di non voler cambiare l'insegnamento della Chiesa, pensano solo che dovremmo essere più "caritatevoli" e "moderni".

Ma da articoli e libri che affermavano che a Bisanzio esistevano unioni omosessuali benedette dalla Chiesa (sempre in totale opposizione alle prove reali, ovviamente) alla richiesta di reintegrare i chierici che sono stati deposti dopo aver lasciato le mogli per il loro amanti gay, è assolutamente chiaro che in realtà vogliono cambiare gli insegnamenti della Chiesa.

Non è "caritatevole" dire a qualcuno che il suo peccato, la sua malattia, è quello che è, e basta. È caritatevole distinguerli dai loro peccati, dire loro che anche loro possono essere guariti ed ereditare la vita eterna.

E per essere chiari, io sono un cristiano ortodosso russo e anche un attivista politico conservatore. Credo che le relazioni omosessuali siano un peccato e che la Chiesa dovrebbe sostenere il suo insegnamento e rifiutare le unioni omosessuali. Tuttavia, non condanno coloro che soffrono di attrazione per lo stesso sesso, non li denuncio né li disprezzo. I miei peccati non sono migliori e quasi certamente sono più numerosi. Il mio migliore amico, che per me è come un fratello ed è stato testimone del mio matrimonio, è un uomo "gay". Nel mio momento più buio, è stato un amico "gay" che mi ha accolto, mi ha dato un posto dove stare e mi ha aiutato a rimettere in carreggiata la mia vita.

Entrambi questi uomini erano al mio matrimonio. Padre John e molti altri cristiani ortodossi "radicali" li hanno trattati con nient'altro che rispetto e amore come avrebbero fatto con chiunque altro. Per essere chiari, questi ragazzi non hanno bisogno di dichiarare di essere gay, quindi non è che non lo sapessero.

Chiaramente, quindi, l'insegnamento morale della Chiesa non è un ostacolo all'essere educati e amorevoli verso coloro che lottano con questo o qualsiasi altro peccato. La Chiesa è aperta a tutti coloro che sono disposti a vivere una vita casta di pentimento, e affermare il contrario rivela solo che Meagan e i fordhamiti non hanno la mente della Chiesa.

Questo non ha nulla a che fare con "l'odio" o "la carità", ma ha tutto a che fare con queste persone che vogliono pervertire la Legge di Dio come Cristo ha comandato, come gli Apostoli hanno predicato, come i santi Padri hanno sostenuto e come i martiri hanno confessato fino alla morte.

Affermano che la Chiesa deve consentire alle donne di servire nel ministero per rimanere "rilevanti" – come se Cristo non guidasse la Chiesa, come se Cristo cambiasse. Un sacerdozio femminile non aiuterà la Chiesa a ottenere membri. Se così fosse, ciò avrebbe aiutato a consolidare le denominazioni protestanti.

Notizia flash: non è stato così.

Allo stesso modo, le chierichette nella Chiesa romana non hanno aiutato i cattolici a far crescere il loro numero di membri in rapido calo. La crescita limitata che hanno visto è stata limitata alle sette tradizionali all'interno della Chiesa papale. Queste persone sono disoneste, vogliono semplicemente istituire un sacerdozio femminile un passo alla volta. Oggi ci sono le diaconesse, non come lo erano nella Chiesa primitiva, ma come una copia carbone del diaconato ordinato da Dio, domani ci saranno le donne sacerdoti e vescovi. Padre John ha già sfatato le loro narrative e per questo lo disprezzano, tanto per essere "caritatevoli".

Cosa rivela l'articolo critico di Meagan su di lei e i fatti su padre John e sulla Chiesa ortodossa

Come affermato sopra, Meagan non descrive la liturgia come qualcosa di più di un incontro mistico di un culto neofascista. I miei lettori potrebbero notare l'estrema differenza nel modo in cui lei ha descritto la liturgia, rispetto a come l'ho descritta io.

Meagan descrive la liturgia non come il mistico trascendimento del tempo e dello spazio per adorare il vero Dio alla presenza e con gli angeli e i santi (un vero incontro con il Dio-Uomo Gesù Cristo), ma come una manifestazione politica con abiti migliori. È chiaro quindi che lei vede la Chiesa in questo modo.

Per Meagan – probabilmente come risultato del tempo trascorso nel cimitero spirituale della Harvard Divinity – la Chiesa è apparentemente solo un fenomeno sociologico, un'organizzazione strettamente umana orientata alla politica sociale e alla giustizia sociale. L'Ortodossia rifiuta il vangelo sociale.

I veri cristiani ortodossi vedono la Chiesa come un organismo escatologico. Per noi la Chiesa è un ospedale in cui tutti veniamo per essere guariti. Tutti sono invitati ad avvicinarsi alla sorgente.

Ma c'è un problema, devi essere disposto a essere trasformato.

Le persone nell'orbita di Meagan non vogliono essere trasformate, perché pensano di stare perfettamente bene, perfettamente in salute; tutti gli altri devono cambiare, loro hanno capito tutto.

Meagan non riesce a vedere l'ipocrisia delle sue lamentele nei confronti dei giovani convertiti "arrabbiati", "di estrema destra", che "tentano di cambiare la fede", e del fatto che lei è in realtà una giovane, recente convertita, che cerca di imporre le sue opinioni politiche alla Chiesa.

Ha l'audacia di dipingere padre John come un estremista ai margini della Chiesa, quando in realtà sono Meagan e i rinnovazionisti a essere estremisti marginali.

Non dimentichiamo che quando Ancient Faith Radio ha realizzato il documentario e il live streaming sulle diaconesse ortodosse, ha tenuto e strutturato il programma allo scopo di screditare le argomentazioni che stanno facendo le persone nella sua orbita, come il St. Phoebe Center. Ricordiamo che quando padre John ha chiamato nel programma, il fondatore di Ancient Faith Radio e il conduttore del programma erano euforici che lui avesse chiamato, arrivando al punto di dire: "sì, abbiamo bisogno dei commenti di padre John su questo tema". Quando la sua connessione si è interrotta, hanno aspettato che si riconnettesse e hanno cantato le sue lodi dicendo al minuto 2:39:05: "Per favore, chiama di nuovo... Dobbiamo farlo, padre John, dobbiamo mostrarlo a queste persone". [10]

Ancient Faith non è nota per essere una risorsa di estrema destra o addirittura eccessivamente conservatrice. Eppure, sono apertamente contrari all'ideologia di Meagan e offrono uno spazio alle omelie di padre John le stesse omelie che lei sostiene siano piene di dichiarazioni politiche di estrema destra e teorie cospirative. Hanno pubblicato il suo libro, ospitano un suo podcast e lo conoscono ormai da decenni.

Il nocciolo della questione è che padre John Whiteford rappresenta l'Ortodossia tradizionale. È Meagan a essere l'estremista marginale. Meagan, Public Orthodoxy e il St. Phoebe Center sono coloro che cercano di alterare la Tradizione della Chiesa e l'immutabile Legge di Dio; non Padre John, non la ROCOR, non il Centro Ludwell.

Questi sono i fatti. Poiché queste persone non possono accettare i fatti (e rifiutano la Verità nei loro cuori), hanno tentato di suscitare polemiche nella speranza di mettere a tacere uno dei più importanti difensori della santa Ortodossia in America.

Non posso fare a meno di notare uno dei motivi principali per cui Meagan ha attaccato padre John: apparentemente, perché uno dei suoi parrocchiani ha organizzato il Trad Forum nel West Virginia. Meagan attacca padre John per aver avuto quest'uomo come parrocchiano, ma non menziona nemmeno il fatto che al Trad Forum ha partecipato l'ex primo ierarca della Chiesa Ortodossa in America, il metropolita Jonah (Paffhausen), che è stato uno degli oratori principali dell'evento. Ignora che il metropolita Jonah, uno dei sacerdoti di più alto rango nel mondo di lingua inglese, è stato relatore alla Ludwell Orthodox Fellowship Conference a Tobaccoville, Carolina del Nord – dove accusa falsamente padre John di aver tenuto un discorso sui monumenti confederati.

Invece di venire alla Chiesa e abbracciare la fede consegnata una volta per tutte ai santi e permettere alla Grazia di Dio di purificarla e illuminarla, Meagan e gli altri hanno portato nella Chiesa la visione del mondo secolare di sinistra che hanno acquisito nel mondo accademico e vogliono che la Chiesa si conformi al mondo.

ecco ciò che Meagan considera "estremismo di destra" [Facebook]

L'Ortodossia e la "destra".

Quelli che la Chiesa ortodossa universale venera sono proprio quelli che Meagan accuserebbe di simpatie di "estrema destra". Sono sicuro che Meagan, come molti aspiranti intellettuali riformatori, sia una fan di padre Georgij Florovskij. Ignora forse che padre Georgij era un noto eurasiatista e scrisse molti articoli a sostegno del movimento? Eppure queste stesse persone considerano Aleksandr Dugin un "estremista" e "neofascista" per le sue simpatie eurasiatiche. Perché lui è un "neofascista" per il suo credo, ma non padre Georgij Florovskij? [11]

Meagan afferma che la monarchia è un'ideologia "estremista". Eppure la Chiesa onora decine e decine di santi e martiri regali. Hanno anche i loro titoli: principe/principessa re/regina imperatore/imperatrice di retta fede e portatore/portatrice della passione, rispettivamente.

Meagan condannerebbe un certo numero di santi, uomini e donne glorificati non dall'uomo, ma da Dio, come "di estrema destra".

San Giovanni di Kronstadt è un santo universale e un grande taumaturgo, fu coinvolto anche nei movimenti monarchici "reazionari" del suo tempo. Gli intellettuali del suo tempo affermarono che stava "travisando" l'Ortodossia – noterò che nessuno di loro operava guarigioni miracolose allora o adesso come san Giovanni, né alcuno di loro ha il titolo di "santo" prima dei loro nomi.

Come padre John Whiteford, san Giovanni fu diffamato da questi intellettuali e "riformatori". Sorsero confraternite ortodosse per difendere san Giovanni, i suoi insegnamenti, il suo amore per il sovrano e per sottolineare l'ipocrisia degli intellettuali occidentalizzati.

San Giovanni si scagliò contro questi "riformatori" che alla fine sarebbero diventati l'eretica Chiesa vivente che i sovietici usarono per brutalizzare la Chiesa russa – e che il patriarca di Costantinopoli riconobbe nel tentativo di impadronirsi delle chiese russe in America e in Europa occidentale.

Sembra che la storia si ripeta davvero, poiché anche padre John Whiteford è diffamato da intellettuali e "riformatori", che si alleano volentieri con gli scismatici sostenuti da Costantinopoli, questa volta in Ucraina – una nuova Chiesa vivente – e alcune di queste persone si allineerebbero volentieri con lo stato per brutalizzare la Chiesa russa.

La Chiesa è tradizionale, per definizione. La Chiesa è gerarchica, per definizione. Se Meagan e la sinistra non riescono ad accettarlo, sono sicuro che la Chiesa anglicana li accoglierebbe a braccia aperte.

L'Ortodossia e il liberalismo

Un principio centrale delle convinzioni di questi rinnovazionisti è che persone come padre John sono un'anomalia, una "frangia di destra" nella Chiesa. Ma non esistono ali di destra e di sinistra nella Chiesa, né esistono "fondamentalisti" nella Chiesa ortodossa. O sei ortodosso e segui gli insegnamenti della Chiesa, oppure non lo sei e non lo fai. O si raggiunge il phronema dei santi Padri oppure lo si rifiuta in favore del modernismo e del materialismo. [12]

Questi sovversivi cercano di sostenere alcuni intellettuali della fine del XIX secolo fino alla metà del XX secolo come portabandiera dell'Ortodossia e di rivendicarli come prova del fatto che essi stessi sono nella corrente principale. Ma l'intellighenzia russa prima della rivoluzione aveva abbandonato l'Ortodossia nelle sue simpatie occidentali, e quindi non dovrebbe sorprendere che questi uomini non siano mai stati i portabandiera dell'Ortodossia. Che questo sia il caso è confermato dalla testimonianza di giganti spirituali come gli anziani di Optina, san Filarete di Mosca, san Teofane il Recluso, sant'Ignazio Brjanchaninov, san Beniamino di Pietrogrado e San Giovanni di Kronstadt.

E lo testimoniano non solo queste figure ecclesiali – che però lo farebbero sicuramente meglio di chiunque altro – ma anche eminenti laici ortodossi, letterati e intellettuali come Nikolaj Gogol', Fjodor Dostoevskij, Nikolai Leskov e i fratelli Kireevskij.

Gogol' era il simbolo dell'intellighenzia russa dopo aver pubblicato il suo classico, Le anime morte. Poi, un giorno, si ritrovò in una piccola chiesa di villaggio dove l'omelia di un semplice prete di villaggio, padre Matfej Konstantinov, condannò il suo cuore. Divenne discepolo di san Macario di Optina e la sua mente liberale e occidentalizzata si convertì nell'antico e tradizionale phronema ortodosso.

E cosa successe? Scrisse la sua Corrispondenza con gli amici, in cui parlò a lungo della sua fede, e fu screditato e disonorato dall'intellighenzia di cui poco prima era il beniamino. Questi arrivarono al punto di dire che aveva subito un crollo psicologico.

Cosa ci dice questo?

Gogol si credeva "ortodosso", prima di incontrare provvidenzialmente la parrocchia di padre Matfej. Era battezzato, andava alla Liturgia e credeva in idee progressiste, simili a quelle di Meagan e dei fordhamiti.

Ma poi, un giorno, gli è stata rivelata la pienezza dell'Ortodossia, la ha professata non più solo con le labbra, ma con il battito stesso del cuore.

Di conseguenza, fu abbandonato da coloro per i quali l'Ortodossia era semplicemente un'affiliazione, un'organizzazione sociale, come credono i liberali. Gogol' è stato innestato nell'organismo escatologico della Chiesa, nel corpo di Cristo attraverso il quale lo Spirito Santo ci guida verso il Padre.

Anche Dostoevskij era l'argomento di discussione in città quando pubblicava i suoi thriller psicologici e frequentava coloro che odiavano Dio e il suo tsar consacrato, rimanendo coinvolto anche in un attentato alla vita dello tsar. Ma quest'ultimo, egli stesso un vero cristiano ortodosso, commutò la sua condanna a morte, prendendosi cura di lui, dei suoi cospiratori e delle loro famiglie. La misericordia e la compassione che lo tsar mostrò ai suoi nemici trasformarono radicalmente il cuore di Dostoevskij, avviandolo sulla strada da liberale e dipendente dal gioco d'azzardo a pio cristiano ortodosso che scrisse uno dei più grandi romanzi ortodossi di tutti i tempi, edificando i fedeli del suo tempo come così come il nostro.

Per Ivan e Pjotr Kireevskij l'Ortodossia e la Chiesa russa erano la Russia. La tradizione era il respiro e la vita della santa Rus', ed essi gettarono le vere basi per una filosofia russa ortodossa.

Il vero cristianesimo ortodosso è radicalmente altro dal mondo, proprio come il nostro Dio è radicalmente altro. Mentre gli intellettuali di San Pietroburgo erano quasi apostati (invitando perfino i guaritori occidentali e i pentecostali a predicare nelle loro case) e abbracciavano il materialismo occidentale, i santi, il clero e i semplici fedeli mantenevano la fede. Si aggrapparono alla loro fede mentre l'intellighenzia apostata e i bolscevichi li brutalizzavano, finché non furono nuovamente liberati con il crollo della cortina di ferro. [13]

i bolscevichi fanno irruzione in una chiesa [Google Images]

Nonostante ciò, questi accademici occidentalizzati del nostro tempo continuano a sostenere gli accademici occidentalizzati dei tempi passati come portabandiera, come luci splendenti dell'Ortodossia. Notano uomini come Vladimir Solovjov, Nikolaj Berdjaev, Sergej Bulgakov e (erroneamente) Pavel Florenskij. Questi furono sempre marginali ed erano popolari solo all'interno della crosta superiore dell'intellighenzia che disprezzava la pietà dei fedeli ortodossi dalla propria torre d'avorio e voleva abbracciare l'iper-razionalismo e lo scientismo dell'Occidente. In molti casi erano semplicemente eretici mascherati da cristiani ortodossi.

Solovjov si propose di confutare il modo di pensare occidentale e di gettare le basi di una filosofia russa ortodossa. Sfortunatamente, la sofiologia da lui inventata era eretica. La sofiologia sarebbe stata ulteriormente sviluppata e sistematizzata da Sergej Bulgakov – di cui un concilio condannò l'insegnamento come eretico. Alcuni hanno sostenuto che "non era veramente eretico", ma fu condannato nientemeno che da san Giovanni di Shanghai e San Francisco. Il suo insegnamento fu confutato da Vladimir Losskij e Pavel Evdokimov – due dei teologi più brillanti del XX secolo. Nicholas Berdjaev era un eretico dichiarato. Come ci ricorda padre Seraphim Rose, Berdjaev credeva che lo "stantio ascetismo" della nostra fede sarebbe stato sostituito da una medianità carismatica poiché tutte le religioni del mondo sarebbero state incluse in una nuova religione del futuro. [14]

Padre Pavel Florenskij aveva flirtato con la sofiologia in gioventù, ma in seguito la rifiutò e la definì "un interesse infantile della [sua] giovinezza". Viene spesso chiamato il Leonardo da Vinci russo, eppure rifiutava totalmente l'occidentalizzazione e detestava Bulgakov e Berdjaev per il loro compiaciuto intellettualismo. Fu un devoto discepolo di sant'Anatolio II di Optina e dell'anziano Isidoro del Getsemani, e morì da neo-martire del giogo bolscevico. La sua memoria è purtroppo contaminata dal suo flirt con la sofiologia e dall'essere ampiamente fraintesa da coloro a cui manca un phronema ortodosso.

Ecco come Florenskij parla della "nuova comprensione religiosa" di Bulgakov, Berdjaev e dei rinnovazionisti:

"smettono di vedere ciò che è davanti ai loro occhi, ciò che è loro dato e che non conoscono e non comprendono interiormente; nel perseguire tutto vengono privati di ciò che è. Se solo per poco tempo ritornasse in loro una calma sobrietà, allora forse vedrebbero – queste persone di falsa comprensione – che non hanno un terreno solido sotto i loro piedi e che dicono parole sterili, parole che loro stessi cominciano a conoscere. credere." – Pavel Florenskij, La colonna e il fondamento della verità [15]

Spero che Meagan mediti su queste parole. Spero che capirà il problema del tentativo di imporre una mentalità liberale moderna all'Ortodossia. Spero che riconoscerà che i programmi di coloro a cui è associata non sono ortodossi.

Conclusione: i dolori del parto

La calunnia infondata contro padre John e la ROCOR è inaccettabile, e tutti i cristiani in America devono prendere posizione qui. Potremmo essere noi oggi, ma sarete voi domani – questo è particolarmente vero per i nostri amici cattolici. Noi della ROCOR abbiamo ereditato una profezia dai nostri antenati che soffrirono sotto il giogo bolscevico: "Oggi in Russia, domani in America". Ciò che prima sembrava un'iperbole e una paranoia, sembra sempre più una realtà. Queste sono solo i dolori del parto di ciò che verrà.

L'FBI ha già ampiamente chiarito che tiene sotto controllo le nostre parrocchie e il nostro clero, mentre ignora gli attacchi alla nostra chiesa.

Sfortunatamente, la guerra in Ucraina potrebbe solo accelerare i tempi in cui la sorveglianza si trasformerà in piena persecuzione. Quando l'Ucraina si arrenderà, o se la NATO si impegnerà direttamente nelle ostilità, allora la guerra ecclesiastica in Ucraina arriverà probabilmente sulle coste americane mentre l'odio e la paranoia per qualsiasi cosa "russa" si intensificheranno. Assisteremo ad un aumento esponenziale della violenza contro la comunità ortodossa russa in America. Vedremo un aumento esponenziale della sorveglianza, della raccolta di "prove", degli arresti della nostra gente e del sequestro delle nostre chiese.

Essendo uno dei più accesi e conosciuti difensori della fede negli Stati Uniti, padre John è un obiettivo primario per l'attacco. Lui lo sa bene e credo che sia disposto ad andare dove Dio vuole. Ma non hanno preso di mira solo padre John. Hanno preso di mira i suoi parrocchiani, semplici laici e le loro famiglie che cercano solo di essere fedeli a Cristo. "Persone misteriose" stanno cercando di fare un doxing di ogni membro della sua parrocchia.

Ciò è inaccettabile, è qualcosa che dovrebbe indignare tutti i cristiani in America.

La mia sincera speranza è che una volta che Meagan avrà finito di cercare di difendere le sue deplorevoli azioni, si fermerà e penserà davvero a ciò che ha fatto e a come ciò potrebbe potenzialmente causare danni ai cristiani ortodossi.

La mia speranza è che lei metta da parte la mentalità con cui è entrata nella Chiesa e si sforzi di acquisire una mentalità ortodossa. La conversione è un cammino, richiede tempo, umiltà e pentimento. Questa è la mia speranza per Meagan, e spero che tutti voi vi unirete a me nell'inserire Meagan Saliashvili nelle vostre liste di preghiera.

Benjamin Dixon è un politico conservatore e commentatore della Carolina del Nord, nonché un membro della ROCOR. Attualmente ricopre il ruolo di presidente del comitato dei veterani per la Federazione nazionale dei giovani repubblicani. Potete seguire Ben su Substack in Where the Wasteland Ends.

Note

[1] Meagan ha assicurato a mio suocero che non crede a queste cose. La prendo in parola se dice che è "prolife", che crede che essere LGBTGP sia un peccato e che non intendeva che i suoi commenti su coloro che si oppongono a un diaconato femminile siano misogini. Ma permetterò al lettore di dare un'occhiata alla montagna di articoli, post sui social media e commenti che ha fatto e di trarre la propria conclusione. Infine, alcuni hanno detto che "vogliono solo le donne diaconi, non le donne preti". Vorrei ricordare loro che il diaconato fa parte del sacerdozio ministeriale.

[2] Ciò non significa che sia veramente compatibile nemmeno con il conservatorismo americano tradizionale, che è solo un'altra forma di liberalismo. Parte del nostro processo di conversione in corso consiste nell'analizzare le nostre opinioni alla luce della fede ortodossa e nel portare le nostre opinioni in linea con la fede. Non possiamo essere così attaccati alle nostre opinioni politiche da farle diventare un idolo, Cristo viene prima.

[3] La Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia (ROCOR), conosciuta anche come Chiesa russa all'estero, è stata istituita come organismo canonico indipendente sulla scia della rivoluzione bolscevica quando il patriarca di Mosca, san Tikhon, pubblicò un'enciclica in cui affermava che a causa della grave persecuzione e del caos in Russia, i vescovi russi fuori dalla Russia dovevano organizzarsi e governarsi fino a quando non fosse stata ristabilita una comunicazione efficace. (Ciò fu ulteriormente complicato dal fatto che Costantinopoli riconobbe la Chiesa vivente rinnovazionista, patrocinata dai sovietici, come la vera Chiesa russa. Fortunatamente il popolo russo rifiutò la Chiesa vivente, che crollò sotto il peso della sua stessa eresia.) Fu organizzato un Sinodo, che alla fine emigrò in America. La Chiesa ha collaborato con i governi occidentali per promuovere l'Ortodossia dietro la cortina di ferro e per informare il resto del mondo della persecuzione in corso. La Chiesa all'estero ha visto innumerevoli miracoli, leader zelanti e santi ed è stata un convinto difensore della fede.

Nel 2007, la Chiesa all'estero ha ristabilito la comunione con il Patriarcato di Mosca e rimane una Chiesa autonoma. L'unica responsabilità della ROCOR nei confronti del Patriarcato è che, in caso di elezione di un nuovo primo ierarca regnante, sia comunicata al patriarca l'elezione da parte del Santo Sinodo della ROCOR. Questo è simile al rapporto tra la Chiesa ucraina e il patriarca, fino a quando i legami non si sono completamente rotti a causa della persecuzione statale.

[4] In sostanza ha fatto il doxing di un membro della sua parrocchia riferendo che era andato in chiesa. Il giorno dopo la pubblicazione dell'articolo, gli intervistati hanno ricevuto messaggi di testo da un numero di telefono dell'Indiana che affermava di essere padre John, e che chiedeva l'accesso alla lista dei membri della parrocchia. Evidentemente qualcuno desiderava (un giorno o due dopo la pubblicazione dell'articolo) avere accesso a queste informazioni, e magari fare il doxing di ogni membro della sua parrocchia... C'è da chiedersi come abbiano ottenuto le informazioni di contatto di queste persone intervistate.

[5] Affronterò i suoi attacchi all'Ortodossia nel Sud in un articolo separato, poiché questo è abbastanza lungo così com'è.

[6] Per chi non lo sapesse, un'omelia ortodossa e un sermone protestante non sono la stessa cosa. Mentre in un servizio protestante il sermone è il fulcro centrale, in media il 50% o più del servizio, è estremamente raro ascoltare un'omelia ortodossa che dura più di dieci minuti. Appare a metà della funzione e non è affatto il culmine della funzione, che dura in media tra un'ora e mezza e due ore in una domenica.

[7] Sfortunatamente non si limitano esclusivamente a queste giurisdizioni. Ci sono infatti sovversivi/rinnovazionisti in ogni giurisdizione. Ma i greci in particolare sono altamente compromessi, e la loro gerarchia è stata una risorsa della CIA e del Dipartimento di Stato fin dai tempi dell'OSS. Ci sono molti documenti non classificati dell'OSS e della CIA che lo affermano esplicitamente. Questa non è una cospirazione.

[8] Ci sono molte ragioni per questo. Una è che il clero della ROCOR raramente riceve uno stipendio dalla propria parrocchia, perché di solito svolge un lavoro a tempo pieno al di fuori del proprio ministero a tempo pieno. Ciò è particolarmente importante nelle zone rurali, dove è altamente improbabile che una piccola missione sia in grado di sostenere lo stipendio di un prete. Le vaste e aspre distese della Russia e i contadini dei villaggi rurali hanno anch'essi dato vita a una Chiesa che è naturalmente missionaria e la cui cultura pone una grande enfasi sulla fede semplice e sulla pietà, sulla preghiera personale e familiare e sul legame con la terra. Queste sono caratteristiche particolarmente attraenti per gli americani rurali e per i meridionali.

[9] Potrebbero esserci alcuni giovani convertiti maschi moderatamente autistici che, quando si accostano alla fede, idolatrano la Russia. Di solito escono da questo dopo 2-3 anni nella Chiesa. La maggior parte dei preti si accorge di questa idolatria della Russia e mette in riga questi giovani. Tuttavia, poiché molti di questi giovani sono su Twitter/X e parlano molto rumorosamente, a volte sembra che si tratti di un fenomeno più ampio di quanto non sia in realtà. Con più convertiti, arrivano più russofili moderatamente autistici sui social media.

Ciò non vuol dire che la maggioranza dei convertiti non apprezzi la cultura e la storia russa, o che le loro opinioni sulla Russia non cambino. Certamente lo fanno, e questo è il caso delle persone che si convertono nelle chiese antiochena, serba, ecc. Ma c'è una differenza tra acquisire apprezzamento per le persone e la cultura che ti hanno portato a Cristo, e l'immagine da cartone animato che Meagan ha dipinto.

[10] Ciò si verifica intorno al minuto 2:39:05 della registrazione dal vivo. La sua parte inizia circa un minuto prima, ma riscontra problemi di connessione, come ho già detto.

[11] Sono sicuro che la risposta in un caso del genere sarebbe "beh, solo perché apprezzo il suo insegnamento e la sua pietà non significa che sono d'accordo con la sua politica". …Ok, allora perché lo stesso atteggiamento non viene esteso al nostro apprezzamento per Thomas Jackson o Robert E. Lee? Perché non si applica lo stesso atteggiamento ai sacerdoti di oggi con la cui politica si potrebbe non essere d'accordo? C'è una parola per indicare questo comportamento...

[12] Phronema, o φρόνημα (letteralmente mente o mentalità). Alcuni americani potrebbero riconoscere più facilmente l'equivalente tedesco Weltanschauung, o visione del mondo. Significa acquisire la mente di Cristo e dei santi Padri, acquisire il loro modo di pensare come proprio.

[13] Meagan ovviamente lascia intendere in un suo articolo che fu Iosif Stalin a creare la Chiesa ortodossa russa nel 1943. Ha sbagliato di circa 1.000 anni... Non si può inventare roba come questa, gente!

[14] V. padre Seraphim Rose, l'Ortodossia e la religione del futuro; edizione in inglese della St. Herman Brotherhood Press.

[15] Pavel Florenskij, La colonna e il fondamento della verità; edizione in inglese della Princeton University Press.

 
5 sacerdoti scismatici con 1.500 seguaci ritornano all'Ortodossia in Congo

Il blog Mystagogy, il 7 aprile 2014, riporta una notizia dal periodico missionario greco Φως των Εθνών (Luce delle Nazioni) dal titolo "Beato ritorno alla Chiesa Madre". Sua Eminenza il metropolita Ignazio della Pentapoli descrive il ritorno alla metropolia dell'Africa centrale sotto il Patriarcato di Alessandria di 5 sacerdoti e circa 1500 loro seguaci a Kananga, in Congo, provenienti da un gruppo scismatico:

Il leader di questo gruppo scismatico era padre Chrysostomos Mbakualsimbasu, che è stato il primo a tornare alla Chiesa canonica, e altri quattro sacerdoti lo hanno seguito cercando la salvezza delle loro anime. Immediatamente hanno consegnato le loro tonache e paramenti e sono ritornati allo stato laicale, lasciando il loro futuro nelle mani del Patriarcato, e a questo hanno fatto seguire la firma del documento di pentimento.

Uno di questi sacerdoti aveva sette villaggi sotto di lui, un altro sei villaggi, e altri due avevano un villaggio ciascuno, con circa 1.500 fedeli complessivamente, e tutti si sono pentiti e sono ritornati alla Chiesa attraverso il battesimo e la cresima, a seconda della loro situazione. Tutto questo è stato fatto con la benedizione del Metropolita Niceforo dell'Africa Centrale.

Un sacerdote ha parlato del vuoto nella sua anima per essere stato fuori dalla Chiesa madre, e della paura che provava per il gregge che lo seguiva, non considerandosi un vero sacerdote. Egli ha detto: "Mi sentivo esausto e come se tradissi i "misteri" che celebravo, perché non credevo di essere veramente un sacerdote".

Il metropolita Ignazio conclude: "La tristezza del loro ritiro è stata spazzata via dalla gioia del loro ritorno e rigenerazione!"

Questo è uno dei due possibili epiloghi (quello a lieto fine) delle vicende dei gruppi scismatici: l'altro epilogo è l'inevitabile avvizzimento, presto o tardi, del tralcio tagliato via dalla vigna. Anche a fronte di tutte le giustificazioni su come si può essere ortodossi al di fuori della Chiesa ortodossa, il nostro compito è quello di continuare a dire che chi si trova nelle comunità scismatiche si trova fuori della Chiesa, e ne perde la vita spirituale. Così come non c’è coercizione a far parte della Chiesa ortodossa per chi non desidera farne parte, allo stesso modo la porta è aperta per il ritorno di chi non vuole più appassire al di fuori del corpo mistico di Cristo.

 
Che cosa accadrà alle Lavre di Kiev e Pochaev se saranno sequestrate dalla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"?

Epifanij Dumenko intende portare via le Lavre dalla Chiesa ortodossa ucraina. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Epifanij Dumenko ha detto che le Lavre di Kiev e Pochaev dovrebbero appartenere alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Chi servirà nelle Lavre, se non ci sono quasi "monaci" nella sua struttura?

Il 24 dicembre 2020, il capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", Epifanij Dumenko, ha dichiarato che la sua struttura avrebbe cercato di trasferire a sua disposizione le Lavre di Pochaev e delle Grotte di Kiev.

Secondo il capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", "dipende dallo Stato trasferirle alla Chiesa ortodossa dell'Ucraina o non trasferirle". Allo stesso tempo, Dumenko assicura che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non mira "a incitare ostilità e confronto su basi religiose", ma "persegue solo giustizia e pace".

Innanzitutto, sentire da una persona la cui struttura religiosa ha portato via più di 120 luoghi di culto della Chiesa canonica, con l'aiuto della violenza fisica, le parole che non vuole inimicizia, non solo suona strano, ma anche assurdo. È come sentire da un lupo che non vuole l'inimicizia con l'agnello, ma solo mangiarlo.

In secondo luogo, facendo tali dichiarazioni, Dumenko comprende perfettamente che non porteranno a nulla di buono. I tentativi di sottrarre i monasteri alla Chiesa canonica provocheranno in modo inequivocabile proprio "l'incitamento all'ostilità e al confronto per motivi religiosi" che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" vorrebbe evitare. Inoltre, anche le parole di questo tipo non sono altro che una provocazione volta a incitare il confronto interreligioso.

Terzo, non è la prima volta e non è solo lui a parlarne. Diversi anni fa, il capo del "patriarcato di Kiev" Filaret Denisenko ha mostrato intenzioni simili. Inoltre, queste idee sono espresse con sorprendente tenacia dai radicali di destra e da vari “patrioti”, mentre negli anni '90 e nel 2014 ci sono stati addirittura tentativi di metterle in pratica.

D'altra parte, Sergej Petrovich Dumenko, parlando del sequestro "pacifico" delle Lavre di Pochaev e delle Grotte di Kiev, tace su un aspetto molto importante: chi abiterà in questi due enormi monasteri se questi arriveranno "pacificamente" alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"? In altre parole, la struttura guidata da Dumenko dispone di risorse umane sufficienti perché i monasteri rimangano monasteri, piuttosto che trasformarsi in qualcosa di sconosciuto? Proviamo a rispondere a queste due domande.

Quanti "monaci" ci sono nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"?

Il 15 dicembre 2020, Sergej (Epifanij) Dumenko, parlando al "concilio vescovile" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ha affermato che la sua struttura è la più grande organizzazione religiosa in Ucraina. Abbiamo analizzato in dettaglio tutte le bugie di questa affermazione in uno dei nostri articoli, e solo pochi giorni fa il Ministero della Cultura ha confermato che noi abbiamo ragione, mentre Dumenko dice bugie.

Secondo i dati del ministero della Cultura ucraino, pubblicati in risposta a una richiesta dei giornalisti di Radio Svoboda, la Chiesa ortodossa ucraina ha quasi il doppio delle parrocchie della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". E se Dumenko ha nominato solo un numero approssimativo di comunità nella sua struttura, il Ministero della Cultura ha espresso cifre abbastanza specifiche.

Allo stesso tempo, nel suo rapporto per il 2020, parlando del numero approssimativo di parrocchie, preti e monasteri (!), Il capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" tace sul numero dei monaci nella sua organizzazione religiosa. E questa non è la prima volta che lo fa: nel 2019, allo stesso modo non ha detto una parola su quanti monaci c'erano nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" nel 2019. Perché?

Il fatto è che i monaci della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", a differenza delle "parrocchie", sono molto più facili da contare.

In effetti, in generale, una parrocchia può essere registrata su carta (per questo è necessario raccogliere 10 firme), ma in realtà potrebbe non esistere. Ma con i "monaci" è più difficile fare lo stesso, soprattutto quando ce ne sono poche dozzine. E mentre Epifanij tace sui suoi "monaci", il Ministero della Cultura può fornire cifre precise.

All'inizio del 2019, vale a dire al momento dell'unificazione della "Chiesa ortodossa autocefala ucraina" e del "patriarcato di Kiev" nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", il Ministero della Cultura dell'Ucraina ha pubblicato i dati sul numero di "monaci" in entrambe le strutture.

A quel tempo c'erano 63 "monasteri" nel "patriarcato di Kiev". Comprendevano 230 "monaci" – in media, 3,65 "monaci" per ogni "monastero". Tuttavia, come è stato fatto notare in rete, è impossibile fare la media del numero dei "fratelli" dei "monasteri" scismatici, perché in alcuni di essi non vive nessuno.

Per esempio, nella regione di Chernovtsy c'erano 3 "monaci" per 4 "monasteri" del "patriarcato di Kiev", nella regione di Ternopol' – 5 "monaci"  per 6 "monasteri". E questo ci meraviglia poco. Perché se consideriamo che la maggior parte dei "fratelli" viveva nei monasteri di san Michele dalle cupole dorate di Kiev e Vydubitskij, allora solo pochi saranno disponibili nelle altre regioni.

La "Chiesa ortodossa autocefala ucraina" mostrava un modello simile. Per esempio, nel 2019 l'intera struttura aveva solo 18 "monaci" in 14 "monasteri" in tutto il paese – in media, 1,28 "monaci" per "monastero". Allo stesso tempo, come nel caso del "patriarcato di Kiev", in alcuni "monasteri" non c'erano affatto "monaci". Per esempio, nella regione di Ternopol' ci sono 5 "monasteri" con 5 "monaci", e in quella di Vinnitsa – 1 "monastero" con 0 "monaci".

In totale, al momento della fusione del "patriarcato di Kiev" e della "Chiesa ortodossa autocefala ucraina" nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ci dovevano essere 81 monasteri nella nuova struttura (Dumenko ha detto "circa 80") e 248 "monaci" (Dumenko ha taciuto su questo numero). La popolazione media dei "monasteri" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è di 3,1 "monaci". Inoltre, dobbiamo tenere conto che una parte del clero di Dumenko sta lentamente ritornando di nuovo da Filaret, quindi la cifra data di 248 "monaci" potrebbe persino risultare sovrastimata.

Allo stesso tempo, anche se non contiamo le recenti tonsure al monachesimo, che sono state effettuate nel periodo dal 15 dicembre 2020 al 4 gennaio 2021 (al momento della stesura di questo documento), la Chiesa ortodossa ucraina canonica conta 255 monasteri con 4.548 monaci.

Quindi si può capire il silenzio sui "monaci" nei rapporti di Epifanij – dare voce alla cifra di 248 "monaci" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" di fronte ai 4.548 della Chiesa ortodossa ucraina è un po' una vergogna, non è vero?

Cosa succede nelle "comunità monastiche" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"?

La cosa più interessante è che Epifanij non sembra imbarazzato nel dire che è necessario sequestrare le Lavre di Pochaev e delle Grotte di Kiev dalla Chiesa ortodossa ucraina, in cui ci sono molte volte più monaci che nell'intera "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" messa insieme. È chiaro che l'organizzazione di Dumenko semplicemente non sarà in grado di riempire di "monaci" questi due enormi monasteri. Cosa succederà a qeusti luoghi santi, se alla fine saranno trasferiti "pacificamente" alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"?

Per rispondere a questa domanda, diamo un'occhiata a tre esempi che mostrano ciò che sta accadendo in alcuni dei "monasteri" della struttura guidata da Dumenko.

Esempio numero 1: il monastero di San Teodosio

Che aspetto abbia la "vita spirituale" nei monasteri della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" può essere meglio compreso dall'esempio del monastero di san Teodosio, situato proprio di fronte alla Lavra delle Grotte di Kiev.

Questo monastero è stato preso dal "patriarcato di Kiev" nel 1992. Prima del restauro del monastero di san Michele dalle cupole dorate, qui si trovavano gli organi direttivi del "patriarcato di Kiev". Dopo il "concilio d'unificazione" del 15 dicembre 2018, il monastero è entrato a far parte della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e dal 20 giugno 2019 è subordinato direttamente a Epifanij Dumenko. Cioè, il monastero di Teodosio è ben lungi dall'essere un monastero secondario e provinciale. Cosa succede entro le mura di questo monastero? Ne scrivono gli stessi credenti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Hanno il il diritto di parlarne.

"Il giovane e ambizioso archimandrita Makarij, che è stato tonsurato al monastero di san Michele, è diventato il rettore del monastero di san Teodosio nel 2013. Da allora, si è adoperato per stabilire il proprio potere personale e illimitato nel monastero e lo ha trasformato, di fatto, nella propria parrocchia, dalla quale si nutre "assieme a tutta la sua famiglia". Nella foresteria del monastero, dove ci sono almeno 30 camere che potrebbero accogliere pellegrini da tutto il mondo, sistematicamente non ci sono "posti vacanti". Ci vive un gran numero di civili sconosciuti e famiglie con bambini piccoli, che i monaci locali identificano come compaesani del rettore Makarij dal villaggio di Lukov, nella regione di Leopoli. Sono molti di più dei monaci.

Non ci sono fratelli presenti alle funzioni, la preghiera del mattino è eseguita da un lettore e un sacerdote in servizio, e non c'è affatto preghiera della sera. Il monastero attualmente ospita solo sei monaci, due dei quali sono anziani e non servono nemmeno una volta alla settimana. L'officio (il culto quotidiano, ndc) è condotto da sei sacerdoti e diaconi sposati insieme a due ieromonaci. Inoltre, non ci sono pasti comuni nel monastero, dove siano presenti tutti i fratelli, guidati dal rettore, e si leggano salmi o vite dei santi. Il capo del monastero mangia separatamente nella sua cella di tre stanze con parenti e amici.

I fratelli inoltre non hanno guida spirituale. Non c'è un confessore nel monastero, quindi non ci sono confessioni né conversazioni regolari...

L'ultima tonsura monastica qui ha avuto luogo 5 anni fa. Non arrivano nuovi novizi, con l'eccezione dei seminaristi dell'Accademia teologica di Kiev per il canto e la lettura, ma nessuno di loro vuole restare a lungo. Di conseguenza, non c'è educazione della nuova generazione allo spirito di preghiera e lavoro. Tutte le faccende domestiche sono compiute da lavoratori assunti, comprese le donne, che non dovrebbero avere accesso alle celle.

Presumibilmente, il monastero non soffre di mancanza di denaro: sul suo territorio c'è un edificio che viene costantemente affittato da vari partiti politici, e per questo devono pagare somme considerevoli. Di tanto in tanto, stanze vuote, non occupate da monaci, pellegrini e parenti del rettore, vengono affittate come uffici. Alcuni sponsor hanno pagato per il restauro dell'alto campanile, un tempo fatto saltare in aria dai bolscevichi. Ma per chi suonano le sue campane?"

Si dovrebbe essere d'accordo sul fatto che l'immagine del declino spirituale di uno dei monasteri centrali della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non è solo qualcosa di deludente, ma anche di piuttosto rivelatore. Allo stesso tempo, gli stessi parrocchiani del monastero di san Teodosio citano la Lavra delle Grotte di Kiev come un esempio di come dovrebbe apparire una vita monastica adeguata. La Lavra, secondo loro, è un vero monastero, in netto contrasto con la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Questo è il motivo per cui, dicono i credenti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", "la maggior parte delle persone passa oltre al monastero di san Teodosio, dirigendosi rapidamente alla Lavra – alle grotte, ai santuari e agli anziani conosciuti in tutta l'Ucraina".

Esempio numero 2: il monastero Vydubitskij

Un altro monastero di Kiev appartenente alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" si chiama Vydubitskij. È stato fondato nell'XI secolo. Nel 1990, i servizi divini furono ripresi nel monastero. Due anni dopo, i credenti della Chiesa ortodossa ucraina canonica furono espulsi dal monastero, che fu rilevato dal "patriarcato di Kiev". La maggior parte dei credenti (per esempio l'intero coro, insieme al direttore del coro Dmitrij Bolgarskij) rimase fedele alla Chiesa ortodossa ucraina e si trasferì al Monastero di san Giona o alla Lavra delle Grotte di Kiev. Dal 1997, il "patriarcato di Kiev" ha ripreso la "vita monastica" nel monastero Vydubitskij. Nel 2008 Epifanij Dumenko ne è diventato l'abate. Ha ricoperto questa posizione fino al 2018, quando è stato eletto capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Cosa è successo e sta succedendo fuori dalle mura del monastero Vydubitskij?

Già nel 2015 (quando il monastero era guidato da Dumenko), le iniziarono ad apparire in rete informazioni, secondo le quali alcune organizzazioni, piuttosto strane per l'Ortodossia, operavano sul territorio del monastero Vydubitskij. Una di loro è "Yoga del mondo".

Andiamo sul sito web di questa organizzazione e vediamo che la sua registrazione interna non è cambiata: "Yoga del mondo. Ci troviamo nel cuore dell'antica Kiev, nel monastero Vydubitskij, vicino al giardino botanico". Cosa offre la guida di questa organizzazione oltre alle lezioni di yoga in "stanze accoglienti"? Leggiamo: "Qigong, meditazione, viaggi esoterici, letteratura esoterica e molto, molto di più!"

annuncio delle lezioni di yoga al monastero Vydubitskij

È difficile immaginare cosa si intenda per "molto, molto di più" dopo i "viaggi esoterici". Ma certamente non ha nulla a che fare con il monachesimo e la vita monastica.

Esempio numero 3: il monastero dei santi apostoli Pietro e Paolo

Nel 2019 si è saputo che la diocesi di Ternopol' della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" era implicata in uno scandalo relativo alla vendita del castello e del monastero di Chervonogorod in onore dei santi corifei degli apostoli Pietro e Paolo. Il monastero stesso, sebbene appartenga alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" (e prima ancora alla "Chiesa ortodossa autocefala ucraina"), era vuoto. Forse per questi motivi, o forse per altri, la dirigenza della diocesi di Ternopol' della "Chiesa ortodossa autocefala ucraina" ha deciso di venderlo, mentre la nuova dirigenza della diocesi di Ternopol' nella persona della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non ha voluto cambiare la situazione.

Secondo il capo del "Fondo memoriale del metropolita Mefodij" (Kudrjakov, l'ex capo della "Chiesa ortodossa autocefala ucraina", ndc) Natalia Shevchuk, vendendo questa proprietà, è stato raccolto "poco meno di mezzo milione di grivnie". Tuttavia, "non è stato accreditato un centesimo sul conto della diocesi".

I "vescovi" hanno venduto la proprietà della chiesa secondo uno schema semplice. La "diocesi" con la proprietà è entrata in una società a responsabilità limitata, mentre gli uomini d'affari hanno messo i soldi. In seguito, la "diocesi" si è ritirata dai fondatori della società lasciando il castello e il monastero.

Al momento, il caso della vendita immobiluare è gestito dall'Ufficio investigativo statale, dove all'inizio di dicembre è stato avviato un procedimento penale.

"L'arcivescovo" Mstislav Guk, coinvolto nella vendita del monastero, è stato sostituito da "vladyka" Tikhon Petranok, il quale ha affermato che la "diocesi" era a corto di soldi. "Sono arrivato alla diocesi, ma questa era senza un soldo".

Alla fine, la "diocesi" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" di Ternopol', che ha perso la proprietà nella transazione, ha rifiutato di riconoscersi come parte lesa.

Conclusioni

È noto che la presenza o l'assenza di monaci è un indicatore della vita spirituale della Chiesa. Dopo tutto, in primo luogo, è grazie alla preghiera monastica che il nostro mondo, impantanato nei peccati, continua a esistere. In secondo luogo, i monaci sono un esempio per la vita spirituale dei laici. Terzo, sono i rappresentanti del monachesimo che diventano vescovi. E in quarto luogo, se non ci sono persone nella Chiesa (o ce ne sono pochissime) che sono pronte a dedicare completamente la loro vita a Dio nel rango angelico, allora questo parla non tanto della crisi della vocazione monastica quanto della crisi di tale Chiesa.

In questo senso, la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" con 240 monaci è un cratere spirituale. Il numero di "monaci" è così scarso che il suo leader si vergogna persino di menzionarlo. Allo stesso tempo, dichiara di essere pronto a portare via le Lavre delle Grotte di Kiev e di Pochaev dalla Chiesa ortodossa ucraina. Quel che accadrà in questo caso nei due più grandi monasteri della nostra Chiesa si può intuire dall'alto degli esempi di quei monasteri che ora appartengono alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Non possono offrire né vita monastica né guida spirituale. Affittare uffici a partiti politici o a gruppi esoterici estranei alle organizzazioni cristiane è oggi il loro unico modo di sopravvivere. Se questi luoghi non possono essere utilizzati per profitti a lungo termine, possono essere semplicemente venduti.

Tutta la miseria della "vita monastica" nella struttura guidata da Dumenko è compresa non solo da noi, ma anche dai sostenitori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Gli stessi parrocchiani del monastero di san Teodosio notano: "La situazione del monachesimo nella Chiesa ortodossa dell'Ucraina, per usare un eufemismo, è deludente – in tutta l'Ucraina ci sono solo pochi monasteri con alcuni monaci ciascuno, che spesso vi giungono semplicemente per disperazione, a causa di una situazione difficile nella vita, dopo un divorzio, o per le ambizioni del vescovo. Cioè, sono pochissimi quelli che, fin dalla giovinezza, hanno scelto la vita angelica come propria vocazione".

E infatti è così. Infatti non può esserci "vita angelica" in una "chiesa" costruita non su Cristo e sull'amore, ma sul servilismo politico e sulla violenza.

 
Lo stato attuale dei media ortodossi in Ucraina: tutto è pronto per un pogrom?

foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Ieri le autorità ucraine hanno bloccato tutti i siti web ortodossi che trattano la vita della Chiesa ortodossa ucraina o si riferiscono ad argomenti ecclesiastici. Cosa attende la Chiesa ortodossa ucraina e i cristiani ortodossi?

Il 16 dicembre 2023, il Servizio statale per le comunicazioni speciali e la protezione delle informazioni dell'Ucraina ha emesso un ordine di blocco di una serie di risorse in Ucraina , compreso il sito web dell'Unione dei giornalisti ortodossi. Ciò è stato fatto a seguito di una richiesta del servizio di sicurezza dell'Ucraina.

Da ieri, i siti web che coprono le attività della Chiesa ortodossa ucraina, come il Dipartimento sinodale per l'informazione e l'educazione della Chiesa ucraina (news.church.ua), l'Unione dei giornalisti ortodossi (spzh.media), "Vita ortodossa" (pravlife.org) e "No agli scismi" (raskolam.net) hanno smesso di aprirsi in Ucraina.

Fase 1: blocco e smantellamento dell'Unione dei giornalisti ortodossi

Le ragioni per cui questi siti non sono più disponibili per i residenti in Ucraina non sono state specificate. In precedenza il deputato Artem Dmytruk si è rivolto al Servizio di sicurezza ucraino chiedendo di spiegare perché le autorità avevano bloccato l'Unione dei giornalisti ortodossi. Gli è stato detto che il servizio di sicurezza dell'Ucraina "nell'ambito dei compiti assegnati" monitora i media "per identificare le minacce alla sicurezza nazionale dell'Ucraina nella sfera dell'informazione, nonché per contrastare speciali operazioni di informazione contro l'Ucraina volte a minare l'ordine costituzionale, violando la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina e aggravando la situazione socio-politica e socio-economica". Tuttavia, non sono stati forniti fatti specifici su come l'Unione dei giornalisti ortodossi "mina l'ordine costituzionale dell'Ucraina" o su come "viola l'integrità territoriale" del nostro Stato. Invece di fornire prove delle attività illegali dell'Unione dei giornalisti ortodossi, il 12 marzo 2024, le forze dell'ordine hanno semplicemente inscenato un pogrom contro l'agenzia di stampa "Unione dei giornalisti ortodossi", arrestando tre dei suoi dipendenti e conducendo perquisizioni su un'altra dozzina di persone coinvolte nel lavoro dell'Unione dei giornalisti ortodossi.

Quasi immediatamente dopo questo pogrom, sia gli attuali politici ucraini che gli ex politici, così come alcuni analisti politici, hanno affermato all'unanimità che la situazione con l'Unione dei giornalisti ortodossi parla solo di una cosa: le autorità si stanno preparando a bandire la Chiesa ortodossa ucraina e non hanno bisogno di nessuno chi può raccontare al mondo questa illegalità.

Allo stesso tempo, l'analista politico Kost Bondarenko ha aggiunto che "Ermak e i suoi compagni hanno deciso di mostrare ai deputati che non intendono contrattare o arrendersi e hanno condotto un pogrom dimostrativo contro l'Unione dei giornalisti ortodossi per comunicare quanto segue: "così tratteremo tutti coloro che cercano di interferire con le autorità nella pulizia della Chiesa, indipendentemente dallo status di deputato o dall'identificazione di giornalista. Le perquisizioni e le detenzioni di ieri sono un segnale ai deputati: "Persistete ancora? Allora stiamo venendo da voi!"

Ciò significa che il blocco di tutte le risorse ortodosse più o meno evidenti in Ucraina parla solo di una cosa: le autorità faranno molto presto il passo successivo: mettere al bando la Chiesa.

Fase 2: Finalizzazione della preparazione della legge sulla messa al bando della Chiesa

Infatti, un giorno prima che le risorse ortodosse fossero bloccate, si è saputo che il Comitato per la politica umanitaria e dell'informazione aveva finalizzato il disegno di legge governativo "Sugli emendamenti ad alcune leggi dell'Ucraina sulle attività delle organizzazioni religiose in Ucraina" (8371).

Ora questo documento, come si ritiene alla Verkhovna Rada, è pronto per la seconda lettura. Inoltre, è pronto per essere votato.

Sì, non tutti i deputati vogliono farlo. Molti non vogliono, perché temono Dio, alcuni perché temono la condanna pubblica, ancora di più perché temono le sanzioni, più volte promesse dall'avvocato della Chiesa ortodossa ucraina, Robert Amsterdam. E sebbene ufficialmente i rappresentanti dell'establishment politico ucraino affermino che la minaccia di sanzioni non ha senso, ufficiosamente se ne preoccupano, come dimostra la richiesta della deputata Iryna Herashchenko di imporre sanzioni allo stesso Amsterdam.

A sua volta, Amsterdam ha affermato che questa isteria dimostra che un paese che mette al bando i partiti politici, limita i media dissenzienti, rinvia le elezioni e cerca di bandire la più grande Chiesa confessionale del paese, ha perso la capacità di comprendere la responsabilità politica, aggiungendo che "i legislatori devono capire che non possono distruggere in silenzio una Chiesa millenaria."

Ma le autorità hanno deciso di non fermarsi qui e di andare avanti. Perché, come ha detto Mykyta Poturaev, "Nessuno fermerà l'idea il cui momento è giunto".

Fase 3: bloccare chiunque possa dire la verità

Quando nel 1917 Lenin e i suoi compagni fecero la rivoluzione, capirono che i primi edifici che dovevano essere sequestrati non erano quelli del palazzo imperiale, ma gli edifici dell'ufficio postale, delle tipografie e delle pubblicazioni. Chi controlla l'informazione trasmessa alle masse, controlla, anche se solo per un po', proprio queste masse.

Più o meno la stessa cosa sta accadendo ora che le autorità ucraine bloccano i siti web ortodossi. Inoltre, non si tratta solo di quei siti che hanno osato fare dichiarazioni critiche contro le azioni antiecclesiali delle autorità, ma anche di quelli che hanno cercato di evitare il più possibile gli "angoli vivi".

Per esempio, il sito web del Dipartimento sinodale per l'informazione e l'educazione ha cercato di prendere le distanze il più possibile non solo dalle dichiarazioni taglienti, ma anche da qualsiasi pubblicazione che avesse un carattere troppo risonante. Scorrete il feed di questo sito e scoprite voi stessi che la parte principale delle pubblicazioni sono le vite dei santi, i servizi di sua Beatitudine, le congratulazioni dei vescovi per gli anniversari e le informazioni sull'assistenza della Chiesa ortodossa ucraina ai soldati delle Forze Armate dell'Ucraina. In altre parole, è solo una dichiarazione ufficiale. Anche quando, a quanto pare, il silenzio non era un'opzione, per esempio quando il 12 marzo sono stati arrestati i giornalisti dell'Unione dei giornalisti ortodossi (colleghi e collaboratori di coloro che lavoravano al sito web del dipartimento di informazione della Chiesa ortodossa ucraina), non abbiamo visto una parola al riguardo. Ma anche un atteggiamento così cauto nei confronti degli eventi in Ucraina non ha salvato i "sinodaliti", ovvero il sito news.church.ua.

"Pravlife" in questo senso assomiglia un po' ai "sinodaliti", nel senso che anche lì l'informazione era selettiva, spesso mirata a "non degenerare", fatta eccezione per alcune pubblicazioni di carattere piuttosto critico.

In questo contesto si colloca il sito web "Raskolam.net", dove sia le pubblicazioni di notizie che le analisi hanno esaminato criticamente i processi in corso nel campo religioso ucraino.

Ma, cosa più importante: né il sito web del Dipartimento sinodale, né Pravlife, né Raskolam.net, né l'Unione dei giornalisti ortodossi, in alcun singolo articolo, hanno mai giustificato l'aggressione russa o scritto nulla che potesse anche indirettamente suggerire violazioni della legislazione ucraina. Allora perché sono stati bloccati? La risposta è semplice, come dice una vecchia favola: "Tu sei colpevole semplicemente perché io ho voglia di mangiare". In termini allegorici: si designano i nemici e il popolo esige uno "spettacolo". In altre parole, la Chiesa ortodossa ucraina sarà bandita.

Fase 4: messa al bando della Chiesa ortodossa ucraina

Se qualcuno sperava che in qualche modo fosse possibile fare il giro della situazione, che le autorità non osassero fare il passo finale, si sbagliava di grosso. Il blocco delle risorse ortodosse ha dimostrato che non ci sarà alcun arresto. Perché ora? Perché prima c'erano molti fattori "opposti": la mancanza di voti parlamentari, la paura dei "partner occidentali", il desiderio di apparire "migliori" agli occhi del mondo civilizzato, che reagisce in modo molto sensibile alle violazioni della libertà di parola. Ma la cosa più importante è un'altra: la Chiesa deve essere vietata il più vicino possibile al 21 maggio. Il motivo è soffocare l'ondata di informazioni. Tenete presente le nostre parole secondo cui l'adozione del disegno di legge 8371 verrà presentata come "il risultato più importante nella storia recente dell'Ucraina", come il "secondo battesimo" e "l'addio definitivo" alla Russia.

Lo stesso Mykyta Poturaev afferma direttamente che "quando i lobbisti del Cremlino affermano che a causa di questa legge l'Ucraina rimarrà senza assistenza internazionale, è un bluff".

Noi non siamo lobbisti del Cremlino, quindi non faremo tali dichiarazioni. Ma se si tratti di un bluff o meno, lo dirà il tempo.

L'unica cosa che sappiamo per certo è che le parole di Amsterdam sulle sanzioni non sono un bluff, e il divieto della Chiesa non è un bluff. Quindi, i fedeli della Chiesa ortodossa ucraina devono essere preparati a vivere e pregare "fuori dalla legge". Questa situazione non è nuova per la Chiesa, ma lo è per noi. Riusciremo a preservare la nostra fede e a rimanere cristiani? Solo il tempo lo dirà.

 
L’ingresso nella chiesa dei bambini e delle bambine

Presentiamo nella sezione “Domande e risposte” dei documenti una risposta di padre John Whiteford a una domanda sul suo blog riguardo all’apparente “doppio standard” del rito dell’ingresso in chiesa dei bambini e delle bambine, in cui solo i primi sono portati all’altare, in segno della loro possibilità di servizio sacerdotale. La risposta di padre John si evolve in diverse considerazioni sui ruoli complementari dei servizi di uomini e donne nella Chiesa.

 
Se Bandera è vostro padre, che cos'è la Chiesa per voi?

"sacerdoti" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" che cantano una canzone su Bandera. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

A Ivano-Frankovsk, "sacerdoti" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" hanno tenuto un officio di "requiem" per l'uniate Stepan Bandera e poi hanno cantato la canzone "il nostro padre è Bandera". Cosa significa questo evento?

Di solito, gli scismatici e i loro ammiratori si sentono offesi quando osserviamo che stanno mettendo la nazione e i suoi leader al posto di Dio: chiamano queste parole manipolazioni, denigrazione dei patrioti e "propaganda del Cremlino". E forse lo pensano sinceramente. Ma veniamo ai semplici fatti.

A Ivano-Frankovsk, il "clero" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" , in un evento solenne presso il monumento a Bandera, dedicato al suo compleanno, ha eseguito un "requiem" per il leader (che, a proposito, non era ortodosso ma uniate) e poi ha cantato la canzone "Il nostro padre è Bandera, l'Ucraina è la madre". Il sindaco Ruslan Martsinkiv ha pubblicato un rapporto sull'evento sulla sua pagina Facebook.

L'opinione del "patriota" medio sull'azione a Ivano-Frankovsk non è difficile da prevedere: i "preti" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" amano la loro patria e quindi cantano una canzone sull'uomo che ha lottato per la sua libertà. Cosa c'è di così strano in questo?

In effetti, dal punto di vista di un nazionalista, non c'è niente di strano in questo evento: anche i sacerdoti devono amare la loro terra e rispettare gli eroi che hanno combattuto per essa. Ma i pastori dovrebbero proclamare pubblicamente come padre non Dio ma un uomo, e per di più, un uomo dai meriti cristiani molto dubbi?

Più precisamente, questa domanda è stata formulata da una lettrice, che ha commentato questo evento sulla pagina Facebook del sindaco di Ivano-Frankovsk: "E io pensavo che vostro padre fosse il Padre che è nei cieli?!"

screenshot del commento sotto il post di Facebook di Martsinkiv sulla celebrazione del compleanno di Stepan Bandera

La notizia della performance a Ivano-Frankovsk ha suscitato una grande risonanza in rete, quindi analizziamo la canzone stessa e cosa significa il suo canto da parte dei "preti" della struttura di Dumenko.

Di cosa parla la canzone?

Il "clero" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha cantato una canzone su un ribelle che, ispirato dal nome di Bandera, ha combattuto contro i "moscoviti" ed è morto eroicamente. La storia del protagonista, che giace sotto una quercia "senza gamba sinistra e mano destra", è interrotta dal ritornello "Il nostro padre è Bandera, l'Ucraina è la madre, combatteremo per l'Ucraina!"

Naturalmente, il testo della canzone non è obbligato a seguire la verità storica, ma ha una potente carica educativa e ideologica, che viene usata oggi per evocare emozioni "patriottiche" e influenzare "adeguatamente" noi ucraini moderni. Le tesi principali della canzone sono le seguenti: il padre per un ucraino è Bandera, la madre è l'Ucraina, i "moscoviti" sono cattivi e hanno bisogno di essere picchiati. Sembra che questo sia il motivo per cui i membri della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", che si presentano come i più patriottici tra i patrioti, hanno cantato questo pezzo.

Il testo stesso della canzone contiene una serie di tesi che non possono che sollevare interrogativi.

1. La canzone dice che gli ucraini erano in ostilità con i russi: "E non vivevamo in accordo con i moscoviti".

Di solito, gli insorti sono definiti come i membri dell'OUN-UPA, che dal 1944 al 1956 ha intrapreso una guerra partigiana contro il regime sovietico sul territorio dell'Ucraina occidentale. Già dalla regione in cui si sono svolte queste azioni, è facile concludere che i moscoviti (come i nazionalisti chiamano i russi) non c'erano. E se c'erano, erano in quantità troppo piccola per essere menzionati separatamente. Cioè, i ribelli "non vivevano in accordo" non con i moscoviti, ma con quegli ucraini che erano fedeli al regime sovietico. E per la maggior parte questi non erano membri dell'NKVD che combattevano contro l'UPA, ma comuni abitanti di villaggio che volevano semplicemente vivere in pace piuttosto che combattere contro i "sovietici". Secondo gli storici, nel 1944-1953 i membri dell'UPA uccisero 30.676 persone. La maggior parte delle vittime era costituita da civili dell'Ucraina occidentale: agricoltori e abitanti dei villaggi collettivi – 15.355; lavoratori – 676; rappresentanti dell'intelligentsia – 1.931 (di cui 50 sacerdoti); bambini, anziani, casalinghe – 860. In totale – 18.822 morti civili, per i quali i patrioti sono stati ispirati dal "nostro padre Bandera e dalla "madre" Ucraina.

2. La canzone parla di una certa battaglia, che, verosimilmente, ha avuto luogo nella festa di Pietro e Paolo: "... Il giorno di Pietro, siamo entrati in battaglia. I moscoviti sono fuggiti perdendo le scarpe e i nostri colpi sono stati sparati contro di loro".

La storia non ci parla di eccezionali vittorie dei reparti ribelli sui "moscoviti", ma solo di un gran numero di piccole incursioni partigiane. Ma la menzione di Pietro (ovviamente si intende la commemorazione dei santi apostoli Pietro e Paolo il 12 luglio del calendario civile) ci fa ricordare che nel 1944 (13-22 luglio) ci fu davvero una grande battaglia in cui parteciparono i ribelli. Solo qui non c'era l'UPA, ma la divisione "Galizia" delle SS della Wehrmacht. Questa battaglia è la battaglia di Brody tra il 13° Corpo della IV Armata Panzer della Wehrmacht, che comprendeva la divisione SS "Galizia", ​​contro le truppe sovietiche del I Fronte ucraino. La battaglia si concluse con la sconfitta della divisione, dopo di che parte dei "galiziani" si unì all'UPA. E il punto non è che il testo della canzone dei ribelli sia in contrasto con la verità storica (non sono stati i "moscoviti" a perdere le scarpe fuggendo). Il punto non è nemmeno che nel I Fronte ucraino c'erano molti ucraini di etnia ucraina, contro cui le SS "Galizia" "sparavano" come parte dell'esercito nazista. È importante che i "sacerdoti" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" considerino questo un atto di eroismo e lo offrano ai loro credenti come un esempio da seguire.

Chi è padre per i cristiani?

Gli ucraini amano i canti e sanno cantare. Chi di noi dopo aver bevuto troppo non ha iniziato una canzone, senza pensare molto al suo contenuto? Non ce ne sono così tanti. Ma c'è una sfumatura: se iniziamo un tale canto, di solito lo cacciamo in un'atmosfera di festa e in una cerchia ristretta.

Se i "preti" cantano un tale inno mentre sono rivestiti di paramenti, anche subito dopo il "servizio funebre", allora esprimono ovviamente la posizione della loro "Chiesa". In altre parole, l'atteggiamento verso Bandera come padre è la posizione ufficiale della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Ma è necessario dire chi nella vera Chiesa è chiamato Padre? Ricordiamo le parole del Salvatore: "non chiamate nessuno 'padre' sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare 'maestri', perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo" (Mt 23:9-10). Sì, nella Chiesa la parola "padre" non è usata solo per riferirsi a Dio. Oltre a un termine di rispetto per un sacerdote, la parola "padre" è usata per riferirsi a pastori particolarmente venerati. Per esempio, il defunto metropolita Amfilohije (Radović) è stato chiamato "il padre del Montenegro ortodosso". Esiste l'espressione "padre spirituale" in relazione a un mentore al quale un cristiano ortodosso confessa e affida i suoi problemi spirituali.

E, naturalmente, i credenti chiamano con amore "padre" le persone che la Chiesa ha chiamato santi. Sappiamo che i santi padri sono presso il trono di Dio e la loro preghiera ha un potere speciale.

Ma tutti i cristiani - pastori, clero e santi - cercano di imitare il Padre celeste.

"Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste" (Mt 5:48), ci dice Cristo. E non sono solo parole, è un modello per noi cristiani. In queste parole, il verbo motivante è "essere". Guardiamo alla perfezione del Padre celeste e ci sforziamo di diventare noi stessi più perfetti. Ed è naturale prendere esempio da colui a cui vuoi assomigliare.

I bambini piccoli adottano molto rapidamente le abitudini dei loro genitori. Guardano e ripetono. Sia i gesti cattivi che quelli buoni.

Gli adulti non sono fondamentalmente diversi dai bambini, cercano anch'essi un esempio da seguire. E se il modello per noi è il Padre celeste, allora abbiamo un incentivo ad avvicinarci alla sua perfezione. Ma se il modello fosse diverso?

C'è una menzione completamente diversa della parola "padre" nelle Scritture. Cristo, rivolgendosi ai farisei, disse loro: "Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole, voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna"(Gv 8:43-44).

La "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ci offre Stepan Bandera come "padre" e guida spirituale. Ci possono obiettare dicendo che nessuno dei "preti" lo ha affermato direttamente. Ma non è necessario. Se compiono atti di culto e poi cantano "il nostro padre è Bandera" in paramenti sacerdotali, questo è abbastanza. Inoltre, non molto tempo fa, il capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" Sergej Dumenko ha dichiarato che Bandera è stato un "genio dello spirito di costruzione della nazione", ed è orgoglioso quando lui e i membri della sua struttura sono chiamati "banderovtsy", o "banderisti".

Bandera può servire da guida morale per un cristiano?

La personalità di Stepan Bandera è molto contraddittoria per l'Ucraina moderna. Fino a poco tempo fa, l'atteggiamento nei confronti di Bandera era ampiamente negativo a causa della cooperazione con i nazisti e delle attività terroristiche dell'OUN contro la popolazione civile. Dopo l'Euromajdan, tutto è cambiato: ora è considerato come combattente per l'indipendenza dell'Ucraina e quasi come un eroe nazionale. Ma non valuteremo la personalità di Bandera in termini di attività politica. A noi interessa sapere che tipo di cristiano fosse.

Il padre di Stepan Bandera era un prete uniate. Negli anni '30, nel territorio dell'Ucraina occidentale (allora Polonia), Bandera organizzò una serie di atti terroristici, in poche parole, l'assassinio di eminenti statisti polacchi. Al processo di Varsavia per l'assassinio del ministro dell'Interno polacco Bronislaw Peracki, il procuratore disse a Bandera che le attività terroristiche dell'OUN "contraddicevano i fondamenti della moralità cristiana", cosa che non impressionò particolarmente il leader dell'OUN.

Nel 1940-1941, durante la divisione dei nazionalisti dell'OUN in seguaci di Bandera e di Meln'ik, Stepan Bandera diede ordini per lo sterminio di centinaia di "mel'nikovtsy".

Ma forse il fatto più ambiguo della biografia di Bandera è la sua collaborazione con i nazisti tedeschi. Nella primavera del 1941, l'OUN di Bandera formò la Legione Ucraina in Polonia come parte dei battaglioni nazisti "Nachtigall" e "Roland" con un numero totale di 800 membri. Questi sono accusati di pogrom ebraici di massa a Leopoli e in altre città dell'Ucraina durante l'attacco nazista all'URSS. Successivamente, i nazisti unirono "Nachtigall" e "Roland" nel 201° battaglione di sicurezza, che mandarono a distruggere i partigiani bielorussi e, allo stesso tempo, la popolazione locale sleale verso la Germania. Il presidente della Bielorussia Aleksandr Lukashenko ha accusato di questo i "banderisti".

Nell'attuale Ucraina, si ritiene che Stepan Bandera non abbia solo cooperato con la Germania nazista, ma abbia quasi combattuto con essa.

Questo di solito si sente dire più forte il 1 gennaio, durante la fiaccolata a Kiev in onore del compleanno del leader. Anche esteriormente la processione ricorda dolorosamente le fiaccolate della Germania nazista.

"sacerdoti" del "patriarcato di Kiev" (oggi "Chiesa ortodossa dell'Ucraina") guidano la fiaccolata "Bandera" nel 2014

L'ultima marcia, avvenuta il 1 gennaio 2020, è stata duramente condannata dall'ambasciatore israeliano in Ucraina Joel Lyon, che ha definito Stepan Bandera "complice del regime nazista".

È possibile trattare diversamente Bandera come politico, ma considerarlo un "padre" per un cristiano? Ha insegnato i comandamenti di Cristo? Ci ha insegnato ad amare i nostri nemici, a benedire coloro che maledicono e a fare del bene a coloro che fanno il male? Assolutamente no.

Forse, Stepan Bandera ha insegnato l'amore? No, ha insegnato a odiare e uccidere chi non era d'accordo con le sue idee.

Con un tale bagaglio, ci sono seri dubbi che Stepan sia stato accolto alla destra del Salvatore dopo la sua morte, per non parlare di essere una guida morale e spirituale per i cristiani.

Allora perché Sergej Dumenko considera Bandera un "genio nazionale" ed è orgoglioso di essere un uomo di Bandera? Perché i suoi "sacerdoti" chiamano Bandera loro "padre"?

Chi non ha Bandera come padre, non ha l'Ucraina come madre?

Benché "il nostro padre è Bandera" sia solo una canzone, il suo ritornello "il nostro padre è Bandera, l'Ucraina è la madre" è un vessillo ideologico dell'Ucraina moderna. L'atteggiamento verso la personalità di Stepan Bandera è imposto con questa connessione ed è una prova di "patriottismo" insieme al famigerato "di chi è la Crimea?". Agli ucraini viene detto che se non considerano Bandera un eroe nazionale, non possono amare completamente l'Ucraina. In poche parole, se Bandera non è tuo padre, allora non sei un vero ucraino.

Ma se non ti limiti a essere solo un ucraino, e sei pure un cristiano ortodosso?

Il cristiano non può semplicemente ignorare il fatto che il ritornello "il nostro padre è Bandera, l'Ucraina è la madre" è un prestito semantico distorto delle famose parole del santo martire Cipriano di Cartagine "chi non ha la Chiesa come madre, non può avere Dio come Padre". Di fatto, il santo si era espresso in modo un po' diverso: "Chi non può più avere Dio come Padre non ha la Chiesa come madre". Ma nel caso degli scismatici ucraini, questa formulazione suona ancora più brillante: una persona che è decaduta dalla Chiesa non considera più Dio come Padre e quindi è costretta a cercargli un sostituto.

E vediamo come funziona questa sostituzione nella realtà. Perché i "vescovi" e i "sacerdoti" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" insegnano al loro gregge a portare via le chiese ai credenti della Chiesa ortodossa ucraina, a rompere le porte con piedi di porco e a spezzare le serrature con i flessibili? Perché insegnano la "preghiera" con pugni e mazze? Perché insegnano non ad amare, ma a odiare il prossimo? Poiché, anche se dicono ad alta voce le preghiere della chiesa, hanno nel cuore "il nostro padre è Bandera". Poiché Stepan e altri leader nazionalisti hanno insegnato non ad amare, ma a odiare: polacchi, russi, ucraini "sbagliati", bolscevichi, ecc. E l'odio, per quanto "patriottico" possa essere, non può avvicinare l'uomo a Dio.

E se i nostri fratelli perduti non lo capiscono ora, potrebbe essere troppo tardi.

 
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