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Sezione 1

Siti ufficiali delle Chiese Ortodosse nel mondo

 
Arciprete Vladimir Shmalij: C'è vita dopo il "nuovo grande scisma"

L’arciprete Vladimir Shmalij (nella foto) delinea i possibili corsi d’azione dopo la rottura tra Mosca e Costantinopoli, evidenziando le possibili conseguenze di un corso d’azione drastico e intransigente, e di uno dialogico e diplomatico. Presentiamo le considerazioni di padre Vladimir in russo e in italiano nella sezione “Confronti” dei documenti.

 
Il primate della Chiesa russa ha rivelato i dettagli di un incontro con il patriarca Bartolomeo

Per la prima volta sono stati rivelati da parte moscovita, e possiamo leggerli in russo e in italiano, alcuni retroscena del dialogo a porte chiuse che ha avuto luogo nel corso dell’ultimo incontro tra i patriarchi Kirill e Bartolomeo al Fanar.

 
Il falso patriarca Filaret benedice un murale nazionalista con simbolismo nazista

I commenti di padre Serafim Gan, che abbiamo presentato alcuni giorni fa, facevano un accenno a un’icona blasfema recentemente prodotta in Ucraina, a cui Matfey Shaheen ha dedicato un attento studio che ora vi presentiamo in traduzione italiana. Come tanti frutti dell’ucrainismo contemporaneo, che ormai da molti anni cerchiamo di spiegare ai nostri lettori, nulla ci stupisce (e tutto ci indigna) in questo contemporaneo abominio della desolazione che oggi il Patriarcato Ecumenico vuol essere tanto sconsiderato da far entrare nei luoghi santi.

 
In memoriam: archimandrita Robert Taft, sj

Il 2 novembre è stato annunciato il decesso di padre Robert Taft (nella foto), il gesuita irlandese-americano che ha fatto un enorme lavoro nello sviluppo della conoscenza del mondo liturgico ortodosso in Occidente. Abbiamo nominato più volte padre Robert (a cui ci legavano conoscenze comuni) sul nostro sito, e abbiamo pubblicato anche una sua intervista, che lasciamo come tributo alla sua personalità, augurandogli un sereno “grande ingresso” nella Liturgia celeste di cui si è tanto adoperato a studiare i riflessi sulla terra.

 
L'arcivescovo Job e il "surrealismo ecclesiologico"

La difesa della posizione del Patriarcato Ecumenico e del suo ruolo della crisi ucraina ha visto come protagonista mediatico la nostra vecchia conoscenza, l’arcivescovo Job (Getcha, nella foto), che tra le sue intervste degli ultimi giorni:

1 - Ha dichiarato che il nome della nuova Chiesa autocefala (non un patriarcato) che il Fanar sta imponendo sugli ortodossi ucraini sarà "Chiesa ortodossa in Ucraina" e non quello attuale di "Chiesa ortodossa ucraina", perché la Chiesa appartiene a Cristo, e non a uno stato.

Deve essere per questa giusta e sacrosanta lotta all'etnofiletismo che il Trono ecumenico si oppone da 48 anni all'autocefalia di una struttura chiamata "Chiesa ortodossa in America", togliendole il supporto dei greci etnici, degli ucraini etnici, dei carpato-russi etnici...

2 - Ha dichiarato che nessuna struttura ecclesiale dipendente da Mosca potrà da ora in poi rimanere in Ucraina, perché in Ucraina "non ci può essere alcuna ripetizione dello scenario dell'Estonia".

Dev'essere proprio perché la convivenza para-canonica (iniziata, guarda caso, dal Fanar) di due giurisdizioni ortodosse che pretendono la competenza esclusiva su un paese è una mostruosità ecclesiologica, che il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa nella Rus' (per usare una terminologia cara a vladyka Job) ha decretato il 15 ottobre a Minsk che "non ci sarà alcuna ripetizione dello scenario dell'Estonia".

3 - Ha dichiarato che dall'11 ottobre la Chiesa ortodossa ucraina ha cessato di esistere, e TUTTI i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina sono ora chierici del Patriarcato ecumenico. Ha altresì dichiarato che non capisce perché essi dovrebbero preservare "il legame con il trono di Mosca", e suggerisce che lo facciano per mancanza di consapevolezza.

Richiamiamo l'attenzione di Vladyka Job sulla "mancanza di consapevolezza" delle diocesi di Poltava, Zaporozh'e, Kamenka, Krivoj Rog, Dnepropetrovsk, Odessa, Severodonetsk, Kirovograd, Kherson, Rovno, Tulchin, Voznesensk e Kharkov, che all'unanimità o alla quasi unanimità hanno dichiarato negli ultimi giorni il sostegno all'unica vera Chiesa canonica in Ucraina.

Da parte nostra, ci associamo ai commenti dell'arciprete Nikolaj Danilevich, direttore del Dipartimento degli esteri della Chiesa ortodossa ucraina, che definisce le recenti boutades mediatiche dell'arcivescovo Job con il nome molto appropriato di "surrealismo ecclesiologico", e quanto all'inesistenza da qualche settimana di una Chiesa ortodossa ucraina sotto Mosca, ha ricordato che a non esistere più da 565 anni è proprio Costantinopoli.

È triste, per noi, vedere un caro amico come vladyka Job ridursi a questo stato... capiamo le sofferenze di chi ha un familiare drogato. Non gli facciamo comunque mancare le nostre preghiere, anche se non possono essere quel tipo di supporto di cui il suo attuale “ultrabosforismo” avrebbe bisogno.

 
La comunità di Cosenza compie un anno

Riceviamo dal nostro confratello, padre Eugenio Miosi, e volentieri pubblichiamo:

Primo anniversario della comunità della Madre di Dio Kazanskaja a Cosenza. Il 4 novembre di un anno fa muovevamo i primi passi con la celebrazione di un Moleben alla Madre di Dio. Nonostante le difficoltà incontrate nel reperire dei locali per i servizi divini, la comunità ha resistito e si fortificata e consolidata. Insieme con l'instancabile padre Giovanni Capparelli speriamo di poter proseguire nel servizio a questa comunità e a tutti i nostri fedeli in terra di Calabria. Chiediamo le vostre preghiere!

 

 

 
Un saluto da sua Grazia Ireney, vescovo di Richmond e dell'Europa occidentale

dal sito della Chiesa ortodossa russa di Firenze

4 novembre 2018

Ai fedeli di Firenze!

Con amore dal cuore vi saluto tutti in questo giorno festivo dell'icona della Madre di Dio di Kazan'. Vivendo in un tempo di molte difficoltà, prego che vi rallegriate oggi nella protezione celeste della Santa Vergine, e nelle ricche benedizioni che il suo Figlio impartisce a tutti coloro che si aggrappano con fervore a lui. Oggi non sono in grado di essere con voi, ma vi ho inviato il nostro sacerdote anziano da Ginevra per festeggiare insieme a voi, per consegnare l'antimensio per i servizi divini in questa sacra chiesa e per estendere a voi tutti i miei saluti. Vi diamo il benvenuto nel nostro seno a braccia aperte e in questo momento difficile vi offriamo le nostre preghiere e il nostro amore. I vostri chierici sono stati ricevuti canonicamente nei ranghi della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia, in modo che possano osservare i santi canoni e prendersi cura delle vostre anime nel pieno abbraccio della Chiesa, senza alcun ostacolo di scismi o dissensi. Non sono sotto alcuna proibizione: al contrario, sono ora completamente equipaggiati per servire senza paura, senza esitazione – per la gloria di Dio e per la salvezza di tutte le vostre anime. Vi incoraggio a rimanere forti nella vostra fede, gentili nello spirito, senza amarezza o giudizio verso nessuno nei vostri cuori. Il Signore stesso vi ha guidati lungo il sentiero della salvezza – non temete! Attraverso le nostre lotte, il Signore ci porta alla gioia; e io so che ha proprio questo in serbo per voi: gioia spirituale e celeste che il mondo non può portarvi via. Vi do il benvenuto con tutto il cuore nella nostra diocesi dell'Europa occidentale e attendo con ansia un'occasione in cui potrò visitarvi e pregare con voi. Fino a quel giorno, siate certi delle mie ferventi preghiere per tutti voi.

Con amore in Cristo,

+IRENEI

vescovo di Richmond e dell'Europa occidentale

 
Metropolita Luka di Zaporozh'e: Per me il Patriarcato di Costantinopoli non esiste più

Il metropolita Luka (Kovalenko, nella foto), che conosciamo e stimiamo come amico della nostra parrocchia, è assieme al metropolita Onufrij di Kiev uno dei due soli membri ucraini del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa. Nella politica di caccia alle streghe che parla di “intrusioni russe in Ucraina”, è interessante notare come proprio il metropolita Luka abbia rappresentato una voce più dura di quella dei suoi confratelli russi contro le azioni del Patriarcato di Costantinopoli (se fosse stato per lui, la comunione con Costantinopoli sarebbe stata interrotta già in settembre, in risposta all’invio dei due esarchi, da lui definiti “piazzisti”). Leggiamo in russo e in italiano il testo dell’intervista senza mezzi termini da lui rilasciata al servizio ucraino della BBC.

 
Vita pacifica e luoghi santi della Siria pre-bellica

In questa galleria fotografica di Orthochristian.com, possiamo vedere le immagini del fotografo Vasilij Nesterenko, dal suo viaggio in Siria del 2010. Paragoniamo le immagini che vediamo con quello che ci è stato mostrato della Siria di questi anni, e preghiamo che la ricostruzione oggi in corso possa riportare a questo livello di vita, di dignità e di pacifica convivenza tra le fedi e le espressioni religiose del popolo siriano.

 
Tre punti di vista dall’Ortodossia greca sulla questione ucraina

Presentiamo le voci di tre personaggi influenti dell’Ortodossia greca sulla crisi dell’autocefalia ucraina.

1) Il metropolita Nikolaos di Mesogaia (a sinistra nella foto) ci offre una riflessione in russo e in italiano sul valore di contro-testimonianza ortodossa del conflitto, notando come solo un approccio di perdono e di riconciliazione possa garantire un’uscita indolore da questa crisi. Saremmo tentati di dargli pienamente ragione... non fosse che per la dinamica della crisi: quando qualcuno ti sfonda la casa e si mette a rubare adducendo come giustificazione che la casa è appartenuta per un certo tempo, secoli fa, a un suo antenato, e questo gli dà in diritto di fare quel che gli pare, servono a ben poco gli appelli al dialogo e alla riconciliazione, e sono più ragionevoli gli appelli alla polizia (o a un trattamento psichiatrico).

2) Da parte del metropolita Seraphim del Pireo (al centro nella foto), riportiamo in italiano il riassunto di una dichiarazione nella quale analizza i limiti dell’azione canonica condivisa dalle Chiese ortodosse sorelle, e conclude che Costantinopoli non ha alcun diritto di ricevere appelli dall'Ucraina, né di concederle unilateralmente  l'autocefalia

3) Gli stessi temi trattati dal metropolita Seraphim sono ripresi in maggior dettaglio dal protopresbitero Theodoros Zisis (a destra nella foto), che con grande integrità personale e accademica ci spiega in russo e in italiano le ragioni dell’illegalità del comportamento fanariota contemporaneo.

 
Il Patriarcato di Mosca dubita della salute mentale dell'arcivescovo Job

A volte, la realtà supera le nostre fantasie... non siamo stati solo noi, a prenderci bonariamente gioco l'altro ieri del "surrealismo ecclesiologico" dell'arcivescovo Job (Getcha, nella foto, in un momento particolarmente allucinato della sua intervista alla BBC del 2 novembre).

Ora, la strafottenza bonaria ha raggiunto i massimi livelli di rappresentanza del Patriarcato di Mosca, di solito estremamente attenti a non dare neppure l'ombra di un sospetto di mancanza di correttezza. Leggetevi in traduzione italiana ciò che ha scritto il segretario stampa del patriarca Kirill, padre Aleksandr Volkov, riguardo alla follia delle dichiarazioni di vladyka Job, e vi convincerete che le nostre affermazioni personali che leggete su questo blog sono spesso visioni moderate della realtà.

 
Metropolita Ilarion: la decisione sull'impossibilità della comunione eucaristica con il Patriarcato di Costantinopoli si estende ai monasteri athoniti

Il metropolita Ilarion di Volokolamsk è chiamato a presentare la posizione del Patriarcato di Costantinopoli in un vasto ambiente di relazioni ecclesiali inter-ortodosse, inter-cristiane e inter-religiose. Il suo ultimo intervento, del 6 novembre, è in un’intervista dell’agenzia SIR, disponibile in italiano sul sito dell’agenzia e in russo sul sito del Dipartimento delle relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca. Aggiungiamo ancora un estratto in russo e in italiano del colloquio con Ekaterina Grachëva nel programma "La Chiesa e il mondo" di Russia-24, tenuto il 3 novembre: qui vladyka Ilarion analizza le reazioni della crisi ucraina sul Monte Athos, accenna al caso marginale ma emblematico della “Chiesa ortodossa turca”, e parla del sostegno degli ortodossi ucraini alla propria Chiesa autonoma sotto il metropolita Onufrij.

 
Intervista di Tudor Petcu a Thomas Brodehl

Il nostro amico Tudor Petcu ha intervistato Thomas Brodehl (nella foto), redattore del sito Orthodoxie in Deutschland, autore di una serie di articoli sui santi ortodossi in Germania e maestro di un coro ecclesiastico in lingua tedesca, sulle ragioni che ha un tedesco per scegliere l'Ortodossia. Il testo italiano dell'intervista è disponibile nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.

 
Intervista a padre Mark Tyson

Lo scorso 26 ottobre vi abbiamo dato la notizia di padre Mark Tyson (nella foto, con la sua famiglia), il primo sacerdote ortodosso passato da Costantinopoli alla ROCOR in segno di protesta contro le azioni del Patriarcato ecumenico in Ucraina. Oggi vi presentiamo la traduzione italiana dell’intervista che gli ha fatto da pochi giorni Jesse Dominick di Orthochristian.com. Ne emerge un quadro di un chierico di grande dirittura morale, che ha semplicemente applicato la sua coscienza a quanto ha sentito accadere negli ultimi anni, e marcatamente nelle ultime settimane, e ha preso una decisione che gli è costata molto dal punto di vista economico e umano... ma noi sappiamo che a poco giova conquistare tutto il mondo, se nel farlo si perde la propria anima.

 
Il patriarca Kirill predice la "sconfitta storica" di coloro che cercano di creare una nuova chiesa in Ucraina

Pravmir, 5 novembre 2018

Sua Santità il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus' ritiene che i piani dei politici per istituire una chiesa autocefala in Ucraina siano destinati a fallire.

"Coloro che vogliono far dimenticare a vari popoli la loro parentela spirituale con la forza e separare legami spirituali millenari otterranno solo l'effetto opposto. I politici che incitano all'odio, all'inimicizia e alle spaccature dovranno riconoscere la loro sconfitta storica", ha detto il patriarca giovedì 1 novembre al Cremlino, all'apertura dell'Assemblea popolare del mondo russo.

Ha discusso la protezione della libertà religiosa nello spazio ex sovietico, principalmente in Ucraina, dove, secondo l'opinione del patriarca Kirill, questo tema è particolarmente urgente oggi a causa "dell'interferenza delle autorità nelle questioni più sacre della vita spirituale dei cittadini".

La storia ha già visto molti tentativi di questo genere di interferenze, "ma i persecutori della Chiesa sono passati all'oblio storico, e tutti i tentativi di sradicare l'identità cristiana sono falliti", ha detto il patriarca.

 
Il patriarca Bartolomeo riconosce e premia estremisti e nazisti

Eccovi in traduzione italiana alcuni esempi significativi della nuova “ortodossia” ucraina che il patriarca di Costantinopoli vorrebbe infliggere alla comunione delle Chiese ortodosse. Personaggi che in un paese civile meriterebbero un posto sulle foto segnaletiche della polizia, sono oggi oggetto di foto di benemerenze al Fanar.

 
Il rettore dell'Accademia teologica di Mosca bandito dall'Ucraina

Sua Eminenza l’arcivescovo Amvrosij (Ermakov, nella foto), giunto a rappresentare l'Accademia teologica di Mosca alle festività della corrispondente Accademia a Kiev, è stato respinto alla frontiera con motivazioni pretestuose e illegali, ed è convenientemente finito sulla famigerata lista dei “nemici dell’Ucraina”. Vi presentiamo in traduzione italiana gli aggiornamenti sui doppi standard di un governo che con una mano promette uguaglianza di diritti e libertà di culto, e con l’altra dispensa discriminazioni.

 
10 anni dalla fondazione della Chiesa ortodossa russa all’Avana

Domenica 4 novembre si è tenuta all’Avana la ricorrenza del decennale della fondazione della cattedrale ortodossa russa, dedicata all’icona di Kazan’. Ci fa piacere notare dalla foto della Liturgia come due dei tre celebranti (l’arcivescovo Antonij e l’arciprete Vjacheslav Bachin) siano stati entrambi parroci a Roma.

 
Cronaca della morte di un’autocefalia

Mai come in questi giorni ci si chiede cosa sia veramente un’autocefalia, soprattutto una di quelle della varietà proposta dal Patriarcato di Costantinopoli. Per aiutare a farci un’idea, leggiamo in russo e in italiano la storia della Chiesa ortodossa nelle Terre ceche e in Slovacchia, nonché la cronaca dei suoi avvenimenti più recenti, in cui il Patriarcato ecumenico ha avuto un ruolo preponderante (alcuni potrebbero dire: prepotente) nel formare l’autocefalia locale a propria immagine e somiglianza. L’autore dell’articolo, il dott. Jakub Jiří Jukl, è uno dei membri del consiglio diocesano di Praga, e arriva a descrivere l’autocefalia di matrice costantinopolitana come “il crollo di una Chiesa locale”.

 
Metropolita Ilarion: il patriarca di Costantinopoli pretende un potere sulla storia stessa

Il metropolita Ilarion di Volokolamsk ha rilasciato un’intervista al quotidiano serbo Politika, di cui presentiamo il testo russo e italiano. Questa intervista vede la crisi ucraina dal punto di vista piuttosto interessante di una Chiesa ortodossa terza rispetto ai patriarcati di Costantinopoli e di Mosca in conflitto, e ne illustra bene le perplessità e le domande sul futuro delle relazioni inter-ortodosse.

 
Cronologia della crisi ucraina

Poiché ormai i testi da noi tradotti e pubblicati sul tema della crisi dell'autocefalia ucraina stanno diventando tanto numerosi da non riuscire più a ricordarli, abbiamo pensato di rendere la vita un po' più facile a chi vuole raccogliere dati (o semplicemente avere un colpo d'occhio su quanto si è detto) pubblicando per voi una cronologia, che cercheremo di tenere aggiornata strada facendo. Nell'elenco, gli argomenti sono nell’ordine in cui li abbiamo presentati noi, non necessariamente nell’ordine in cui sono stati scritti o pubblicati in origine: a causa delle nostre limitazioni di tempo e di mezzi, abbiamo dovuto talvolta rimandare la presentazione di alcuni argomenti a periodi successivi.

 
La Chiesa serba rifiuta la riabilitazione degli scismatici ucraini da parte di Costantinopoli

Orthochristian.com, 12 novembre 2018

foto: spc.rs

La Chiesa ortodossa serba ha pubblicato la sua posizione sulla crisi della Chiesa in Ucraina dopo le ultime decisioni del Patriarcato di Costantinopoli dell'11 ottobre.

I vescovi della Chiesa serba si sono incontrati a Belgrado tra il 6 e il 7 novembre, affrontando diversi temi urgenti nella vita della Chiesa serba e della Chiesa ortodossa nel suo insieme, comprese la situazione in corso di crisi e persecuzione in Kosovo e Metohija, e il miglioramento dell'educazione nella Chiesa serba.

Il comunicato della santa Assemblea dei vescovi della Chiesa ortodossa serba sul Kosovo e Metohija può essere trovato sul sito ufficiale della Chiesa serba.

Per quanto riguarda la situazione in Ucraina, il Concilio dei Vescovi in ​​primo luogo "nota con rammarico che il Patriarcato di Costantinopoli ha preso una decisione canonicamente infondata di riabilitare come vescovi e di riconoscere i due leader dei gruppi scismatici in Ucraina, Filaret Denisenko e Makarij Maletich, insieme ai loro episcopato e al loro clero".

I gerarchi serbi osservano che il primo è stato canonicamente deposto e scomunicato e il secondo è privo di ogni successione apostolica, essendo il capo di un ramo dei cosiddetti "auto-consacrati", il cui episcopato è stato creato, piuttosto che ricevuto, in Canada negli anni '20.

Denisenko è stato deposto dal Patriarcato di Mosca nel 1992 e scomunicato nel 1997. A quel tempo, il Patriarcato ecumenico ha riconosciuto la "competenza esclusiva" del Patriarcato di Mosca ad affrontare tali questioni e ha accettato le sue decisioni.

Pertanto, "il Concilio dei santi Vescovi ha deciso che la decisione del Sinodo di Costantinopoli non è vincolante per la Chiesa ortodossa serba".

"L'Assemblea non riconosce le figure citate e i loro seguaci come vescovi e clero ortodossi, e di conseguenza non accetta la comunione liturgica e canonica con loro e con i loro sostenitori", continua la dichiarazione.

Infine, il Concilio episcopale serbo propone al Patriarcato di Costantinopoli e a tutte le altre Chiese autocefale che la questione della autocefalia e della diaspora ortodossa debba essere affrontata al più presto in un Concilio pan-ortodosso, "per confermare e rafforzare la cattolicità e l'unità della Chiesa ortodossa ed evitare in futuro la tentazione in cui la santa Ortodossia sta passando ora".

Una dichiarazione congiunta di sua Beatitudine il Patriarca Giovanni X di Antiochia e di sua Santità il patriarca Irinej di Serbia, firmata a fine ottobre, ha anche chiesto che un Concilio pan-ortodosso affronti la questione dell'Ucraina su una base conciliare, piuttosto che unilaterale.

 
Alla Lavra delle Grotte di Kiev è iniziata la sessione del Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina

Unione dei giornalisti ortodossi, 13 novembre 2018

i membri del Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina

All'incontro, i membri del Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina prenderanno in considerazione le questioni attuali della vita della Chiesa.

Il 13 novembre 2018, una regolare riunione del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina ha avuto inizio nella residenza del primate della Chiesa nella Lavra delle Grotte di Kiev, come informa il dipartimento della Chiesa ortodossa ucraina per l'informazione e l'istruzione.

L'incontro è stato presieduto da sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di tutta l'Ucraina.

"Oggi abbiamo bisogno di discutere un problema molto importante – la situazione ecclesiale nel nostro stato ucraino", ha detto il primate della Chiesa ortodossa ucraina, aprendo la riunione. "Molti eventi si stanno sviluppando intorno alla Chiesa oggi. Stanno cercando di coinvolgere la Chiesa in giochi politici. Vogliono trasformare la Chiesa in uno strumento politico che consenta di raggiungere alcuni dei loro obiettivi terreni. Il nostro obiettivo ultimo è preservare la purezza della fede ortodossa, preservare la nostra fedeltà a Cristo".

Si noti che durante i lavori del regolare incontro del santo Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina, i vescovi considereranno questioni attuali della vita della Chiesa. I verbali del sinodo saranno pubblicati successivamente sul sito Web del dipartimento per l'informazione e l'istruzione.

Come ha riferito l'Unione dei giornalisti ortodossi, il 13 novembre alle 14 si terrà una riunione del presidente dell'Ucraina Petro Poroshenko con l'episcopato della Chiesa ortodossa ucraina.

 
Pubblicati i dettagli del prossimo incontro di Poroshenko con l'episcopato della Chiesa ortodossa ucraina

Unione dei giornalisti ortodossi, 12 novembre 2018

il primate della Chiesa ortodossa ucraina, sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di tutta l'Ucraina, e il presidente Petro Poroshenko

Il presidente incontrerà il primate e i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina il 13 novembre. Una riunione episcopale avrà luogo alle 13:00, il capo dello stato arriverà alle 14:00.

Secondo i media, l'incontro si svolge sullo sfondo della crisi nel processo di creazione della Chiesa locale unica, come scrive "Vesti".

L'edizione ha scoperto che il presidente dell'Ucraina Petro Poroshenko ha avviato un incontro con il primate e i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina. Allo stesso tempo, il presidente ha insistito sul fatto che i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina dovessero venire da lui per l'accoglienza alla Casa ucraina. Ha discusso la questione con sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di Tutta l'Ucraina in un discorso telefonico la sera del 9 novembre.

Secondo una fonte dell'amministrazione presidenziale, la ragione per tentare di spostare l'incontro dalla Lavra delle Grotte di Kiev, dove questo era stato originariamente programmato, era di natura protocollare. Il presidente ha insistito per incontrarsi nella casa ucraina, poiché temeva che la sua visita al Lavra potesse essere percepita dal pubblico come espressione di sostegno alla Chiesa ortodossa ucraina.

L'edizione spiega: la conversazione telefonica è durata a lungo. Sua Beatitudine il metropolita Onufrij non ha accettato di trasferire l'incontro alla Casa ucraina e ha insistito affinché il capo dello stato venisse alla Lavra. Dopo molte esitazioni, il Presidente ha accettato.

Secondo la fonte, Poroshenko si è lamentato in una conversazione che non voleva che le informazioni sulla riunione imminente venissero divulgate alla stampa. Tuttavia, al momento della conversazione, l'informazione che tale riunione era programmata era già diventata nota al pubblico.

La risorsa riporta anche che, secondo dati non ufficiali, il metropolita Simeon di Vinnitsa e Bar, che, secondo quanto riferito dai media, era previsto come candidato alla carica di capo di una Chiesa ucraina unificata, non sarà presente all'incontro con Poroshenko. All'improvviso si è ammalato ed è in ospedale.

Come ha riferito l'Unione dei giornalisti ortodossi, in precedenza l'esperto politico Ruslan Bortnik ha spiegato che il processo di creazione di una nuova struttura ecclesiastica si è tradotto in una situazione di stallo e non è andato nel modo che vorrebbe l'amministrazione presidenziale. Secondo lui, senza i rappresentanti della più grande denominazione, la Chiesa ortodossa ucraina, il Concilio di unificazione si trasformerà in un Concilio di fondazione: il Patriarcato di Costantinopoli dichiara che lo scisma non è stato superato, e quindi non vede ancora il proprio Patriarcato in Ucraina. Ecco perché il presidente sta cercando di persuadere i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina a cooperare e a partecipare al Concilio di unificazione, ha detto l'analista politico.

 
Il Concilio dei vescovi a Kiev conferma l’invalidità delle ingerenze del Fanar

Vi presentiamo in russo e in italiano il testo delle risoluzioni prese martedì 13 settembre dal Concilio dei vescovi a Kiev. Da queste possiamo vedere l’attitudine di fede e di serenità della vera Ortodossia in Ucraina, che non si lascia smuovere né da propaganda né da minacce, e nemmeno da eventi plateali come il mancato arrivo del presidente ucraino all’incontro da lui programmato con i vescovi.

 
Gioco e spiritualità

Vi presentiamo nella sezione “Ortoprassi” dei documenti il testo di una conferenza del nostro confratello padre Eugenio Miosi sul tema, mai troppo approfondito, del rapporto tra gioco e spiritualità. Il testo è stato ispirato da una visita al Museo del Giocattolo di Bagheria, curato da una famiglia siciliana di origine russa.

 
Preghiera liturgica nei monasteri athoniti per il metropolita Onufrij e il suo gregge ucraino

Riportiamo in traduzione italiana una notizia piuttosto incoraggiante dal Monte Athos, dove diversi monasteri greci hanno iniziato a pregare pubblicamente per la Chiesa ortodossa ucraina sofferente, mandando in tal modo uno dei messaggi più chiari e limpidi sulla posizione più autentica dei cristiani ortodossi.

 
Intervista di Tudor Petcu a padre Guy Fontaine

Presentiamo il testo italiano dell'intervista di Tudor Petcu a padre Guy Fontaine (nella foto), ieromonaco dell'Esarcato di Rue Daru in Belgio.

Ricordiamo che, anche se non abbiamo mai fatto mistero dei nostri dubbi sulla raison d'être dell'Esarcato russo di Costantinopoli, ritenendolo al meglio un'istituzione anacronistica e al peggio un esempio di ecclesiologia aberrante, tuttavia non abbiamo nulla di personale verso i suoi chierici come padre Guy, e ascoltiamo sempre volentieri le storie del loro viaggio verso l'Ortodossia.

 
Storia del rinnovazionismo e della "chiesa locale unita" in Ucraina: strane coincidenze

Sergej Komarov ci aiuta a capire in russo e in italiano i nessi tra la "Chiesa vivente" dei rinnovazionisti al tempo del regime bolscevico di ieri a Mosca, e gli attuali scismi ucraini al tempo del regime nazionalista a Kiev.

 
Delusioni di autocefalia: l'esperienza amara della Chiesa ortodossa delle Terre Ceche e della Slovacchia

Una settimana fa vi abbiamo presentato l'articolo di Jakub Jiří Jukl, teologo e membro del consiglio diocesano di Praga, intitolato "Il ruolo del Patriarcato ecumenico nel periodo di crisi della Chiesa ortodossa nelle terre ceche e in Slovacchia". A dimostrazione che quell'articolo non è l'espressione di una voce isolata, anche il lettore Vladimir Zhurkin interviene con un saggio che vi presentiamo in russo e in italiano, e che riprende ed espande molti punti dell’articolo precedente, sottolineando la verità amara ma comprovata che il Patriarcato di Costantinopoli non è disposto a concedere a nessuno una vera indipendenza ecclesiale.

 
Intervista di Tudor Petcu a James L. Kelley

James L. Kelley (nella foto), filosofo e scrittore che vive a Norman, in Oklahoma, è stato intervistato dal nostro amico Tudor Petcu. Riportiamo volentieri la traduzione italiana di quest'intervista, ricordando che proprio il parroco di James Kelley, l'arciprete Anthony Nelson, rettore della parrocchia di san Benedetto a Oklahoma City, è stato uno dei nostri primi corrispondenti ortodossi in America nella seconda mettà degli anni '90.

 
Metropolita Ilarion: Gli atti del patriarca Bartolomeo non guariscono lo scisma, ma piuttosto lo approfondiscono

Nella sua intervista del 14 novembre all’agenzia di notizie greca Romfea, che vi presentiamo in russo e in italiano, il metropolita Ilarion di Volokolamsk si sofferma in particolare ad analizzare le decisioni del Concilio episcopale tenuto a Kiev il giorno precedente, e le conseguenze di queste decisioni nel mondo ortodosso.

 

 
Due barzellette di chiesa

Il sito dell’Unione dei giornalisti ortodossi (spzh.news), oltre a essere la più aggiornata fonte di dati sulla crisi ucraina, è gestito da persone che hanno un senso di responsabilità per la verità, e che come tali, non si gonfiano d’orgoglio. Uno dei migliori segnali delle persone veramente responsabili è la loro capacità di ridere di se stessi, anche in mezzo alle proprie disgrazie, quando la verità non è direttamente minacciata. Non stupisce pertanto che in questo sito – di solito serissimo – ci sia un simpatico angolo umoristico, da cui abbiamo estratto un paio di barzellette in russo e in traduzione italiana per la nostra sezione dei documenti dedicata all’umorismo cristiano.

 
La ROCOR e i filaretisti: l'analogia è appropriata?

Il metropolita Simeon di Vinnitsa (a sinistra nella foto) è l’unico dei vescovi ucraini che al Concilio di martedì 13 novembre a Kiev non ha sottoscritto le decisioni conciliari. Per lui la legalizzazione dello scisma dei filaretisti operata da Costantinopoli è possibile, nello stesso modo in cui la ROCOR si è riconciliata con il Patriarcato di Mosca 11 anni fa. Sergej Khudiev analizza le affermazioni di Vladyka Simeon in un saggio che vi presentiamo in russo e in italiano. Per chi è curioso di capire le ragioni di questa dissidenza nell’episcopato ucraino, non sarà fuori luogo ricordare che Vinnitsa è la città natale e il “feudo” oligarchico del presidente Poroshenko, che per lungo tempo non ha fatto mancare al metropolita Simeon il suo appoggio.

 
Particolarità politiche della subcultura ortodossa liberale

Vi presentiamo in russo e in italiano un’acuta analisi del fenomeno del liberalismo religioso contemporaneo ai margini della Chiesa, in un’intervista di Parlamentskaja Gazeta al professor Aleksandr Shchipkov (nella foto), di cui vi abbiamo già presentato una previsione sui comportamenti del patriarca Bartolomeo. Nei termini più consoni a un analista politico, Aleksandr Shchipkov sottolinea come nel seno della Chiesa ortodossa russa ci stiamo avviando verso un momento di separazione del grano dalla zizzania.

 
Un blog dedicato all’analisi della controversia ecclesiale ucraina

Per far luce sulle questioni della crisi ucraina da una parte terza (di provenienza antiochena), è interessante una lettura del blog Orthodox Synaxis, pubblicato da fedeli interessanti a un ripristino dell’unità ortodossa. Vi presentiamo ben tre testi tradotti in italiano da questo blog:

1) una FAQ (lista di domande frequenti) sulla controversia, aggiornata al 16 novembre:

2) l’analisi dei problemi relativi all’appello di Filaret Denisenko al Patriarcato Ecumenico

3) l’analisi delle violazioni di un canone fondamentale (il Canone 5 di Sardica) da parte di Costantinopoli.

 
16 fedeli espulsi da una parrocchia di Stoccolma per disaccordo con Costantinopoli

Il rettore della chiesa di Rue Daru a Stoccolma, l'arciprete Angel Velichkov, ha escluso 16 fedeli dalla parrocchia a causa della loro posizione contraria alle azioni di Costantinopoli in Ucraina.

Il decreto del rettore, fornito a Interfax Religion il 21 novembre, dichiara: "Le suddette persone, con le loro dichiarazioni pubbliche dopo il 15 ottobre 2018, sono entrate in conflitto con il nostro statuto, poiché hanno smesso di riconoscere la legittimità e l'autorità spirituale di sua Santità il patriarca ecumenico Bartolomeo e di sua Eminenza l'arcivescovo Giovanni di Charioupolis. Pertanto, il loro status di parrocchiani perde il suo significato e la sua legittimità".

In base alla decisione del rettore, le 16 persone non sono più membri della parrocchia e quindi non possono partecipare alle riunioni parrocchiali o esercitare gli altri diritti dei membri iscritti, incluso il diritto alle loro commemorazioni nell'elenco permanente, alla partecipazione gratuita alla scuola per bambini, all'uso dei locali della parrocchia, ecc.

Allo stesso tempo, il parroco ha notato che gli ex parrocchiani possono ripristinare la loro appartenenza alla parrocchia tramite una dichiarazione scritta di obbedienza e lealtà al clero che amministra la parrocchia.

 
Il sito della Chiesa russa apre una sezione sulla "Unità storica della Chiesa ortodossa russa"

Orthochristian.com, 21 novembre 2018

Sul sito ufficiale della Chiesa ortodossa russa è stata aperta una nuova sottosezione, dedicata alla "Unità storica della Chiesa ortodossa russa", che fornisce documenti, pubblicazioni e notizie dedicate alla crisi in corso nella Chiesa ortodossa ucraina.

Come si legge nell'annuncio, "Durante i suoi 1000 anni di storia, la Chiesa ortodossa russa, nonostante le mutevoli circostanze politiche e le divisioni temporanee, incluso il periodo di separazione forzata di due secoli dalla metropolia di Kiev, ha sempre visto se stessa come un tutt'uno".

Come ha affermato il Santo Sinodo della Chiesa russa il 15 ottobre, "Dopo la riunificazione della Chiesa russa nel 1686, per più di tre secoli, nessuno ha dubitato che gli ortodossi dell'Ucraina siano il gregge della Chiesa russa, e non del Patriarcato di Costantinopoli. E oggi, nonostante la pressione di forze esterne anti-ecclesiali, questo gregge di molti milioni di fedeli apprezza l'unità della Chiesa di tutta la Rus' e le rimane fedele".

La nuova risorsa fornisce documenti, pubblicazioni e notizie sulla storia e sulla vita moderna della Chiesa ortodossa russa unita, incluse ricerche ufficiali e autorevoli, interviste e altri materiali sulla situazione nella Chiesa ucraina, comprese le opinioni ufficiali di altre Chiese ortodosse locali.

I materiali sul sito sono attualmente disponibili in russo e in ucraino, anche se sono disponibili anche versioni in inglese e in greco.

 
Dai soldi di chi è stata alimentata la lotta religiosa in Ucraina – e chi ha cercato di rubarli?

Nella trattazione della crisi dell’autocefalia ucraina abbiamo cercato piuttosto il risvolto religioso ed ecclesiale, ma è inutile fingere di guardare da un’altra parte quando le dispute religiose si legano a grandi interessi monetari. Vi presentiamo perciò la traduzione italiana di un saggio dell’analista greco ortodosso americano James George Jatras (nella foto), che si chiede dove sia andata a finire un’enorme somma destinata a ricostruire una chiesa emblematica in America.

 
Intervista del metropolita Ilarion al giornale greco Ethnos tis Kiriakis

Facciamo un passo indietro nel tempo di un mese e mezzo, osservando il testo russo e la traduzione italiana di una delle ultime interviste del metropolita Ilarion, prima che le azioni unilaterali del Patriarcato di Costantinopoli dell’11 ottobre 2018 seminassero lo scisma nel mondo ortodosso. Chiediamo venia ai nostri lettori per non avere tradotto a suo tempo quest’intervista (vorremmo fare di più, ma il nostro tempo è limitato), che delineava già molto di quanto è successo in seguito.

 
Poroshenko è un "moderno persecutore della Chiesa" – metropolita Luka di Zaporozh'e: i vescovi sono sotto pressione per unirsi alla chiesa di Costantinopoli

Sono iniziate le “conversazioni” a cui i servizi segreti ucraini invitano i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina: si tratta di colloqui non previsti da alcun ordinamento legale (il responsabile del dipartimento legale della Chiesa, l'arciprete Aleksandr Bakhov, suggerisce ai vescovi che vogliono accogliere questa richiesta di recarsi alle “conversazioni” in compagnia di un avvocato), e non è difficile intuire la portata delle pressioni poste sull’episcopato canonico. Le pressioni non si limitano a tali colloqui, comunque, e ne parla la conversazione con il metropolita Luka di Zaporozh'e (nella foto), che vi presentiamo in russo e in italiano. A quelli che amano parlare di influenze del KGB sugli ambienti ecclesiali di oggi, ricordiamo solo che il KGB non esiste più dal 1991 (non guasta essere aggiornati...) e che i servizi segreti ucraini di oggi sono eredi del KGB non meno di quelli russi (anzi, a giudicare da azioni come quelle qui descritte, sembrano esserlo anche un tantino di più).

 
La Chiesa albanese si oppone alla rottura della comunione con Costantinopoli

Presentiamo in traduzione italiana l’aggiornamento sulla posizione della Chiesa autocefala d’Albania nella crisi ucraina. L’arcivescovo Anastasios (Yannoulatos, nella foto), pur avendo definito il progetto dell’autocefalia ucraina “un campo minato” per l’unità ortodossa, si è recentemente opposto anche alle contromisure prese dalla Chiesa russa. Ci preme di menzionare anche questa novità, perché si tratta dell’unica voce di leadership ortodossa al di fuori del Patriarcato di Costantinopoli che abbia criticato la reazione di Mosca.

 
"Metodi comunisti di lotta contro la Chiesa ortodossa"

Vi presentiamo la traduzione italiana di una lettera aperta dei fratelli della Lavra di Pochaev, che denunciano vessazioni (non certo le prime) da parte del governo ucraino per espellere i monaci dal complesso della Lavra. In questo l’attuale regime non si comporta diversamente da come faceva quello bolscevico.

 

 
"Non riuscite a vedere che vi stanno ingannando?"

Vi presentiamo la traduzione italiana delle considerazioni dell’arciprete Nikolaj Danilevich (nella foto) sulla pretesa “autocefalia” ucraina di cui tanto si sta parlando, spesso a sproposito. Il riassunto telegrafico e spietato delle parole di padre Nikolaj è che l’attuale autonomia degli ortodossi ucraini sotto Mosca è molte volte più “autocefala” di quanto lo sarebbe la loro autocefalia sotto Costantinopoli: un dato che abbiamo avuto occasione di osservare per decenni nei contesti di tutta la diaspora ortodossa, e che sottoscriviamo pienamente.

 
Immagini dal pellegrinaggio in Terra Santa

Ecco le foto che il nostro padre diacono Nicolae ci ha inviato dalla Terra Santa.

Qui lui e padre Victor, assieme agli altri chierici del gruppo internazionale di pellegrini, tra cui il nostro amico arciprete Maksim Volynets, sono alla Lavra di san Sava:

Qui invece tutto il gruppo dei pellegrini della nostra parrocchia ci saluta dalle Querce di Mamre:

 
Il Patriarcato di Costantinopoli ha bisogno di ammettere il suo status reale nel mondo ortodosso

Vi presentiamo il testo russo e italiano di una conversazione con padre Andrej Tkachev, uno dei chierici più informati e sinceri sulla situazione ecclesiale dell’Ucraina (cosa che gli è costata persecuzioni e l’esilio). Parlando ancora prima dell’acuirsi della crisi, nello scorso settembre, padre Andrej nota con assoluto buon senso cosa ci si poteva aspettare dall’iniziativa dell’autocefalia proposta dal Fanar.

 
Fine dell’Esarcato russo di Costantinopoli

Alla sua sessione del 27 novembre, il Santo Sinodo del patriarcato di Costantinopoli ha deciso di abolire lo stato di esarcato dell'Arcidiocesi di Rue Daru.

Con un comunicato che è un vero capolavoro di diplomazia, da leggere attentamente tra le righe, è stato annullato un processo pluridecennale di creazione di una “diocesi russa non russa”, della quale, peraltro, non ci siamo mai stancati di sottolineare la sostanziale incongruenza ecclesiologica: anzi, vi invitiamo a leggere la traduzione italiana dei commenti di padre Andrew Phillips, che è ancor più categorico in materia di quanto noi non lo siamo mai stati.

Il colpo di spugna del Fanar non è stato, com’era da prevedersi, accolto con benevolenza a Rue Daru, il cui arcivescovo Giovanni di Charioupolis dichiara in un suo comunicato di non essere stato neppure preventivamente informato della dissoluzione dell’Esarcato.

Ecco alcuni nostri commenti agrodolci alla lettura del comunicato del 27 novembre, per i quali chiediamo venia ai lettori che potrebbero sentirsene offesi, e a nostra parziale discolpa, sottolineiamo come il comunicato in sé sia molto più offensivo di quanto noi non potremmo mai essere.

- La decisione del Santo Sinodo dovrebbe rispondere "ai bisogni pastorali e spirituali della nostra epoca" (ci farà piacere sapere quali bisogni, e magari in cosa i bisogni del 2017 differiscano da quelli del 2019);

- La decisione avrebbe per scopo di "rinforzare ancora di più il legame delle parrocchie di tradizione russa con la Chiesa madre del Patriarcato di Costantinopoli" (ci facciano sapere se la nostra traduzione in italiano "non provate a ripetere lo scenario di Firenze" corrisponda a realtà, o se magari sia più corretta la traduzione "preparatevi a pagare la decima per mantenere aperte le chiese vuote a Istanbul").

- La frase "È per sollecitudine pastorale che il Patriarcato Ecumenico ha deciso l'integrazione e l'attaccamento delle parrocchie alle varie sante metropolie del Patriarcato Ecumenico nei paesi in cui si trovano", dovrebbe significare, se non ci inganniamo, la fusione automatica di tutte le chiese di Rue Daru nelle rispettive diocesi greche. Ora avremo quindi in una metropolia greca – quella di Francia – un arcivescovo sottoposto a un metropolita, che nella prassi greca è più o meno equivalente all'immagine di un generale sottoposto a un capitano. Non abbiamo dubbi che la cosa sarà presto risolta, ma notiamo che il comunicato del Santo Sinodo, nella sua sollecitudine pastorale, non dice nulla a riguardo.

- I membri del disciolto Esarcato sono invitati a "saper rimanere fedeli al Patriarcato Ecumenico, così come la Chiesa Madre di Costantinopoli è loro devota". Ci manca il coraggio di immaginare come potrebbero ripagare con la STESSA devozione il Patriarcato che li ha appena privati di ogni loro speranza di autonomia.

 
Arciprete John Whiteford: lo scisma sull’Ucraina

Il nostro confratello padre John Whiteford (nella foto) è uno dei tanti parroci che, come noi, si è trovato a dover spiegare al suo gregge le decisioni del Sinodo tenuto a Minsk il 16 ottobre scorso. Eccovi in traduzione italiana la trascrizione della predica da lui tenuta ai parrocchiani in conformità alle richieste della Chiesa russa di familiarizzare i fedeli con le motivazioni dell’interruzione della comunione eucaristica con Costantinopoli.

 
Altre foto dal pellegrinaggio in Terra Santa

Eccovi alcune altre foto del gruppo dei nostri pellegrini, che stanno per rientrare a casa. Presto potremo chiedere a loro stessi qualche impressione sul loro viaggio sulle orme del Signore...

 

 
Due pareri episcopali sull’evoluzione della crisi ucraina

Oggi vi proponiamo le interviste a due dei più attenti e informati osservatori della crisi dell’autocefalia ucraina. Possiamo leggere in russo e in italiano il metropolita Antonij di Borispol che spiega all’agenzia greca Romfea la complessa situazione dei vescovi e dei fedeli ortodossi in Ucraina, nonché la crescente diffidenza per il mondo ortodosso greco che si fa strada tra i fedeli che si sentono traditi; in un’intervista di respiro altrettanto internazionale alla trasmissione “La Chiesa e il mondo”, possiamo seguire in russo e in italiano il metropolita Ilarion di Volokolamsk che analizza il fallimento dei tentativi forzati di far confluire insieme gli ortodossi e gli scismatici in Ucraina.

 
Il Tomos e la legge marziale

La nuova legge marziale proposta da Petro Poroshenko, anche se limitata dalla Rada ucraina a zone specifiche e per una durata limitata, ha degli inquietanti risvolti sulla Chiesa ortodossa ucraina, che potrebbe diventare uno dei capri espiatori delle nuove direttive “legali”. Inoltre, la stessa proclamazione di una legge marziale ha complicate interazioni con il processo di richiesta del Tomos di autocefalia da parte delle autorità statali: possiamo capire qualcosa di più dei pericoli che questa legge comporta, leggendo il testo russo e la traduzione italiana dell’articolo di Kirill Aleksandrov nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.

 
Il cristiano ortodosso dovrebbe essere la persona più allegra nella compagnia

Vi presentiamo il testo russo e la traduzione italiana dell’intervista del diacono Andrej Psarev a padre Job Watts sul sito ROCOR History. Abbiamo già visto padre Job sul nostro sito nella cronaca del battesimo del nostro amico Lane Andrew Cobble, e qui possiamo approfondirne lo spirito pastorale e la sua visione della parrocchia ortodossa come vero “sale della terra” della comunità locale.

 
I figli della famiglia imperiale: cinque diversi caratteri

Nella sezione “Santi” dei documenti, eccovi in russo e in italiano alcuni tratti dei caratteri dei cinque figli della famiglia imperiale russa.

 
Carol Saba: Parlate ora... o tacete per sempre!

Carol Saba (nella foto), il giornalista responsabile delle comunicazioni per l'Assemblea dei vescovi ortodossi della Francia, invita i suoi ascoltatori a esprimere ciò in cui credono nel momento in cui l'ecclesiologia ortodossa sembra messa in dubbio, in un appello che abbiamo tradotto in italiano nella sezione "Figure dell'Ortodossia contemporanea" dei documenti,

 
Rivoluzione in Francia

Padre Andrew Phillips nota alcuni aspetti delle attuali rivolte anti-presidenziali in Francia, tracciando anche un parallelo con l’atteggiamento dei fedeli del disciolto Esarcato di Rue Daru a Parigi, in un saggio che vi presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.

 

 
L'etnofiletismo e il patriarca di Costantinopoli

Abbiamo già presentato uno studio che approfondisce l’attitudine del Patriarcato Ecumenico verso il nazionalismo religioso. Oggi vediamo in traduzione italiana come Anna Celinda Stickles, teologa della ROCOR, esamina il tema dell’odierno etnofiletismo del Fanar partendo dalle affermazioni discordanti di uno dei canonisti che difendono le posizioni del patriarca Bartolomeo nella crisi ucraina.

Un altro articolo di Anna Stickles, tradotto in italiano dal blog Traditio Liturgica, analizza più in dettaglio i limiti e le contraddizioni dell’ecclesiologia del Patriarcato di Costantinopoli.

 
Il patriarca Bartolomeo tratta il metropolita Onufrij come metropolita non canonico

Vi presentiamo la traduzione italiana dell’articolo di Orthochristian.com che parla di una lettera recentemente diffusa, in cui il patriarca di Costantinopoli si rivolge al metropolita Onufrij (che pure ha ora interrotto la comunione con il suo patriarcato) trattandolo sostanzialmente come un suo dipendente ribelle. Anche se la lettera risale al 12 di ottobre, nulla sembra essere cambiato nell’atteggiamento del patriarca ecumenico, che persiste nel voltafaccia verso la Chiesa ucraina canonica, dopo avere ripetutamente dichiarato in passato il Metropolita Onufrij come l’unico capo canonico della Chiesa ortodossa nel paese. Non ci stupisce la recente notizia che il metropolita Onufrij ha rimandato indietro al Fanar senza risposta l’invito alla partecipazione al “concilio d’unificazione” con gli scismatici.

 
Un altro prete di Costantinopoli passa alla ROCOR

Dopo il caso di padre Mark Tyson, il 6 dicembre un altro dei preti della diocesi carpato-russa degli USA ha lasciato il Patriarcato di Costantinopoli ed è stato integrato nel clero della cattedrale della ROCOR a Washington DC.

Padre Nectarios Trevino (nella foto), già parroco della Chiesa della Natività del Signore a Manassas, in Virginia, ha fatto questo passaggio dopo 16 anni nella diocesi carpato-russa in segno di protesta contro le azioni non canoniche di Costantinopoli in Ucraina.

Ex tenente colonnello delle forze aeree americane e laureato in legge alla Georgetown University, padre Nectarios ha 65 anni, è sposato e ha due figli.

 
"Autocefalia" fanariota e autonomia russa a confronto

La sezione del nostro sito che è stata più interessata dai temi della recente crisi ucraina è, per ovvie ragioni, quella dei confronti. Oggi possiamo proporvi un confronto puntuale e serrato, in seguito alla pubblicazione sulla stampa greca di parte degli statuti che Costantinopoli vorrebbe dare alla sua nuova struttura ecclesiale.

Qualche ingenuo si sta ancora chiedendo perché la proposta di diventare autocefali (ovvero, ecclesiasticamente indipendenti) dovrebbe essere così tanto osteggiata dalla maggioranza degli ortodossi ucraini.

In seguito alla lettura parallela delle proposte di autocefalia da parte di Costantinopoli e dei diritti di autonomia già garantiti da Mosca, speriamo sia chiaro a tutti dove si possa trovare una vera indipendenza ecclesiale.

 
Giorgio Bianchi e Marco Travaglio si scontrano su temi trattati dal nostro blog parrocchiale

I nostri amici del Saker blog italiano ci segnalano una polemica in atto in questi giorni, che coinvolge gli scenari geopolitici di Russia, Ucraina e Siria, da noi spesso trattati.

Il fotoreporter Giorgio Bianchi (a sinistra nella foto) accusa il direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio (a destra nella foto) di una gestione non professionale dei temi di politica estera, con particolare riguardo alle recenti crisi siriana e ucraina.

Sono anni che ci occupiamo proprio dei temi in questione, anche con le minuscole risorse di un sito parrocchiale, e abbiamo notato fin dal primo momento la sciatteria con cui i temi delle crisi ucraina e siriana sono stati trattati dal Fatto (un giornale che invece apprezziamo su quasi tutto il resto). Non possiamo pertanto non dichiararci d'accordo con la protesta di Giorgio Bianchi, pur nella consapevolezza della nostra amicizia con Marco Travaglio, a cui siamo vicini (non solo geograficamente) e che stimiamo come cattolico serio e impegnato.

Ecco la pagina del Saker blog che raccoglie le lettere aperte spedite da Giorgio Bianchi a Marco Travaglio:

Il “J’accuse” di Giorgio Bianchi rivolto al direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio

Il blog L'antidiplomatico, che aveva pubblicato all'inizio la lettera aperta di Giorgio Bianchi, pubblica anche l'unica risposta di Marco Travaglio pervenuta in merito:

La risposta di Marco Travaglio sulla politica estera de Il Fatto Quotidiano

Sputnik Italia pubblica un'ulteriore intervista a Giorgio Bianchi in materia:

Il teste d’accusa – intervista a Giorgio Bianchi

Giulietto Chiesa (che pure ha una sua colonna su Il Fatto Quotidiano) realizza su Pandora Tv una videointervista a Giorgio Bianchi, in cui si può sentire a viva voce le ragioni dell'interessato:

Un “Fatto” contestabile

Lasciamo ai nostri lettori il compito di giudicare in materia, e anche alla luce delle modeste – ma non indifferenti – quantità di informazioni che abbiamo raccolto per anni sul nostro sito, valutare nel merito le accuse di Giorgio Bianchi.

 
L’assemblea diocesana del Patriarcato di Mosca in Italia esprime il suo sostegno al patriarca Kirill, al metropolita Onufrij e alla Chiesa ortodossa ucraina

Sabato 8 dicembre il vescovo Ioann di Bogorodsk ha presieduto a Roma l’assemblea del clero della nostra diocesi (nella foto, un momento dell’incontro). Nel corso della giornata, è stata approvata una lettera al patriarca Kirill, che esprime l’accordo con le posizioni prese dal Santo Sinodo a Minsk il 15 ottobre scorso, e il sostegno alle sofferenze che devono patire oggi il metropolita Onufrij e la Chiesa ortodossa ucraina. Vi presentiamo in anteprima il testo russo e italiano della lettera.

 
La lettera del patriarca Bartolomeo non ha fatto altro che far crescere la statura del metropolita Onufrij nel mondo ortodosso

Vi presentiamo in traduzione italiana la notizia delle ripercussioni che ha avuto la pubblicazione della lettera del patriarca Bartolomeo al metropolita Onufrij (e di cui vi abbiamo parlato qualche giorno fa). La presa di coscienza del tono sprezzante della lettera patriarcale ha portato molti vescovi ortodossi ad apprezzare ancor di più la figura di vladyka Onufrij.

 
"Il patriarca di Costantinopoli non ha alcun diritto canonico di indire alcuna assemblea in Ucraina"

Eccovi la traduzione italiana delle risoluzioni del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina prese il 7 dicembre 2018 riguardo al prossimo cosiddetto "concilio di unificazione" e alla crescente ingerenza dello stato ucraino nella vita e nella persecuzione contro la Chiesa.

 
La risposta del metropolita Luka a un invito a prendere parte a un concilio di ladri

Vi presentiamo il testo russo e italiano della lettera di risposta del metropolita Luka (Kovalenko, nella foto) di Zaporozh'e e Melitopol' all'invito al "concilio di unificazione" da parte del patriarca Bartolomeo. A differenza del metropolita Onufrij, che si è limitato a rispedire la lettera al mittente senza risposta, vladyka Luka esprime nella sua lettera tutto lo sdegno per le ingiustizie subite dalla Chiesa ortodossa ucraina. La cosa interessante è che entrambe le reazioni sono perfettamente legittime, e rappresentano due corsi d'azione ugualmente degni di considerazione da parte nostra.

 
Visita di reliquie dalla Moldova

Nella giornata di martedì 11 dicembre, sono state portate alla nostra parrocchia le reliquie del santo martire Panteleimone e di san Serafino di Sarov (nella foto), nel quadro di un pellegrinaggio che dalla Repubblica di Moldova tocca diverse città italiane, per un periodo di due settimane. Ringraziamo gli organizzatori del pellegrinaggio, e ci associamo a tutte le preghiere che i fedeli hanno elevato ai santi in questi giorni.

 
Il teatro dell'assurdo in una lettera del patriarca Bartolomeo al metropolita Onufrij

La lettera del patriarca Bartolomeo al metropolita Onufrij, di cui abbiamo parlato in questi ultimi giorni, non è solo un segno di disprezzo che ha giustamente suscitato lo sdegno generalizzato del mondo ortodosso: è anche un compendio di grossolane contraddizioni della logica e del buon senso ecclesiale, che Kirill Aleksandrov cerca di esaminare in un testo che vi presentiamo in russo e in italiano.

 
Metropolita Kallistos (Ware): "Non sono affatto contento della posizione presa dal patriarca Bartolomeo"

Eccovi il testo italiano e il video di un’intervista al metropolita Kallistos (Ware, nella foto), che primo tra tutti i vescovi del Patriarcato di Costantinopoli, dichiara il proprio completo disaccordo con le azioni del patriarca Bartolomeo in Ucraina, pur mantenendo nei confronti della reazione della Chiesa russa una posizione simile a quella dell’arcivescovo Anastasios d’Albania.

 
"Il patriarca di Costantinopoli ha fatto il più grande errore nella storia del Trono ecumenico"

Il vescovo Irinej di Bačka (nella foto), portavoce del Sinodo della Chiesa ortodossa serba, spiega in una videointervista le ragioni della Chiesa ortodossa serba, che vi presentiamo in russo e in traduzione italiana.

 
Due testi di padre Andrew Phillips

Padre Andrew ci presenta due nuovi temi sul suo blog. Il primo articolo, intitolato Acchiappafantasmi, è una relazione di un caso in cui una sua preghiera ha posto fine a una preoccupante storia di infestazione. Il secondo testo, del suo corrispondente romeno Nicuşor Gliga, si intitola Sulle sacerdotesse e le vescovesse e spiega una ragione fondamentale dell’assenza di sacerdoti e vescovi donne nella Chiesa ortodossa.

 
Beato l'uomo che non va nel... "Concilio d'unificazione" (+ VIDEO)

Vi presentiamo un video a cura dell’Unione dei Giornalisti Ortodossi, con trascrizione in russo e traduzione in italiano, che spiega le ragioni per cui il cosiddetto “concilio d’unificazione” del 15 dicembre a Kiev non è solo una riunione illegittima, ma una vera impossibilità logica ed ecclesiologica.

 
Il vescovo speciale di Cesare

Il sito Orthodox Synaxis ci propone uno studio storico delle pretese della sede costantinopolitana, che vi abbiamo tradotto in italiano, e che spiega come la preminenza che pretende il Fanar sia fondata sull’unico presupposto della sede imperiale orientale, un privilegio in seguito applicato per analogia alla Porta ottomana.

 
L'arcivescovo Longhin al patriarca Bartolomeo: lei causa così tanto dolore ai nostri cuori

Vi presentiamo in russo e in italiano un articolo che parla della lettera inviata al patriarca Bartolomeo dal nostro caro amico, l’arcivescovo Longhin (Jar) di Banceni, in Bucovina. Usiamo per l’arcivescovo Longhin la grafia romena del nome e della sede, sia perché si tratta della sua lingua materna, sia perché questo enfatizza quanto la Chiesa ortodossa ucraina (quella autentica, nonostante tutti i funambolismi ecclesiologici del Fanar) ha nel suo seno fedeli di molte etnie, lingue ed esperienze, che preferiscono Cristo e il Vangelo a qualsiasi “ucrainismo” di circostanza.

 
Metropolita Onufrij: la legge di Dio non è stata né sarà abolita

Vi presentiamo in russo e in italiano il resoconto della risposta di sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di tutta l’Ucraina alla domanda su come valutare le ingiustizie che vediamo compiere contro la Chiesa in questi stessi giorni. Per descrivere cosa sia l’autentica Ortodossia in Ucraina, non troviamo parole migliori di quelle del suo rappresentante in capo.

 
Come l’obbedienza al Fanar fa perdere il buon senso

Al “sinodo dei briganti” tenuto a Kiev il 15 dicembre le autorità ucraine avevano annunciato di aspettare dai 10 ai 15 vescovi canonici: si sono presentati due metropoliti, coscienti che con quel gesto avrebbero definitivamente abbandonato la Chiesa canonica: Aleksandr (Drabinko), un vescovo che ha progressivamente perso ogni credito nella Chiesa ucraina, e Simeon (Shostatskij, nella foto), noto protegé del presidente Poroshenko, che nutriva una speranza di essere messo a capo della nuova “chiesa” di obbedienza fanariota (se non altro perché, a differenza degli altri candidati, poteva vantare un’autentica consacrazione episcopale ortodossa).

Il ritorno dell’ormai decaduto metropolita Simeon nella sua cattedrale, di cui vi presentiamo un resoconto in russo e in italiano, mostra tutto l’aspetto che noi abbiamo definito “pateticumenico” della tragedia ucraina: abbandonato da clero e fedeli, rimasto con una decina di seguaci, si è fatto riempire la cattedrale di funzionari del comune (preghiamo quelli che parlano di dipendenza della Chiesa russa dallo stato di prenderne debita nota...) e ha inneggiato al prossimo arrivo a frotte di fedeli e comunità attirate dalla “vera legittimità” di marca costantinopolitana, applaudito a suon di slogan nazionalisti dai “veri fedeli”. Tutto questo grottesco scenario ci conferma ancor di più la verità del detto latino Quos Deus perdere vult, dementat prius. Intanto, per la consolazione dei fedeli ortodossi di Vinnitsa, accogliamo con preghiera e incoraggiamento il nuovo metropolita canonico di Vinnitsa e Bar, vladyka Varsonofij (Stoljar), eletto alla sessione di lunedì 17 dicembre del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina, dove si è dato prova di sollecitudine pastorale e si è dimostrato che a Kiev ci sono cuori e cervelli che ancora funzionano.

 
I risultati del “concilio”

Vi presentiamo in russo e in italiano un articolo di approfondimento dei risultati che il recente “concilio d’unificazione” di Kiev ha portato su chi vi ha partecipato e su chi dovrà subirne le conseguenze: un trionfo per Poroshenko e per Filaret, una catastrofe per il patriarca Bartolomeo e per l’ex metropolita di Vinnitsa Simeon, la recrudescenza delle persecuzioni per la Chiesa.

 

 
Perché la Russia non invaderà l’Ucraina, gli staterelli baltici o chiunque altro
Per allentare un poco la tensione della russofobia, vi suggeriamo di leggere (e di far leggere) la versione italiana dell'analisi del nostro amico Saker sulla sempre incombente minaccia dell'invasione russa: vi troverete molti spunti di riflessione.
 
Il Patriarcato ecumenico vanta una giurisdizione universale?

Ormai il termine “papismo ortodosso” non è più un modo di dire, ma una triste realtà, di cui prima o poi dovranno prendere coscienza tutti quelli che professano la fede ortodossa, e in modo particolare quelli che hanno scelto la fede ortodossa a preferenza di quella cattolica romana. Fate un profondo respiro, e leggete la traduzione italiana della lettera di venerdì scorso del patriarca Bartolomeo all'allora metropolita Aleksandr (Drabinko), in cui abbiamo la pretesa di un patriarca di Costantinopoli, in un documento da lui definito “nostra Carta patriarcale”, di essere colui che per la provvidenza della Chiesa ha indiscutibilmente la responsabilità di giudicare ovunque le questioni ecclesiastiche e di dare loro una conclusione definitiva. Come comportarci di fronte a tali pretese? Potremmo ridurre tutto in satira, e limitarci alla rassegnata domanda russa: где ближайшая психбольница? Ma qui ci tocca essere seri. Questa NON è la fede ortodossa alla quale ci è stato chiesto di aderire, è un’eresia ecclesiologica bella e buona, e per di più neppure originale, ma la brutta copia di un papismo già da secoli condannato dalla Chiesa ortodossa. Forse l’espressione “eresiarcato ecumenico” usata dal nostro confratello padre Andrew Phillips può sembrare eccessiva, ma stiamo andando sempre più direttamente a confrontarci con questo tema. Che Dio ci aiuti!

 
La russofobia contagia anche le Hawaii: il rinnegamento delle radici storiche di Fort Elizabeth

Uno dei monumenti storici delle isole Hawaii, Fort Elizabeth (nella foto), è una fortificazione costruita dai russi sull’isola di Kaua’i, e porta il nome della consorte dello tsar Alessandro I.

Sull’onda della sempre presente russofobia, un gruppo di attivisti locali sta cercando di riscrivere la storia, asserendo che la fortezza è stata costruita da nativi e non ha alcuna relazione con la presenza russa nelle isole agli inizi del XIX secolo: si sta facendo pertanto un tentativo di rinominare la fortezza, per cancellare il ricordo della presenza russa nell’arcipelago. La ROCOR si sta attivando per contrastare questo revisionismo, e invita a sostenere la petizione che si può trovare sul sito del Congresso dei russo-americani.

 
Ecclesiologia dello scisma: riflessioni storiche

Vi presentiamo nella sezione “Confronti” dei documenti la traduzione italiana di un attento studio delle pretese giurisdizionali della sede di Costantinopoli nel corso dei secoli, da cui possiamo iniziare a trarre alcune considerazioni sull’estrema pericolosità delle posizioni che hanno generato l’attuale crisi ucraina.

 
Lettere del patriarca Kirill ai primati delle Chiese ortodosse locali in merito allo pseudo-concilio di "unificazione" tenutosi a Kiev

Si avvicina il momento in cui in tutto il mondo ortodosso saremo chiamati a fare una scelta relativa alla crisi dell’autocefalia ucraina. Il patriarca Kirill ha scritto ai primati delle Chiese ortodosse locali chiedendo loro di opporsi all’iniquità del “concilio d’unificazione” di Kiev e di non riconoscere la struttura pseudo-ecclesiale da questo creata. Possiamo leggere in russo e in italiano un articolo che ci spiega il contenuto di queste lettere.

 
I doppi standard in Ucraina gridano al cospetto di Dio

Eccovi due recenti esempi di doppi standard della nuova Ucraina “libera” e “indipendente”:

1) il primo è il resoconto in russo e in italiano di come nella cattedrale della Trasfigurazione a Vinnitsa (nella foto) gli impiegati statali sono forzati (sotto minaccia di licenziamento) a frequentare in massa le funzioni del metropolita traditore Simeon, perché i veri fedeli hanno disertato la chiesa appena hanno avuto notizia della defezione del loro ex vescovo.

2) il secondo è il resoconto in russo e in italiano di come Dmitro Jarosh, il capo di Pravyj Sektor, stia facendo un appello alla caccia all’uomo contro i preti di Mosca. Questa è istigazione all’omicidio (più precisamente, alla strage), punita in tutti i paesi civili con il massimo possibile delle sanzioni criminali. E di fronte a un tale esempio di comportamento di un deputato della Verkhovna Rada, chi vanno a inquisire i servizi segreti ucraini? Ma naturalmente, i preti che non sono d’accordo con il Tomos di autocefalia! Quanto alle motivazioni dei nazionalisti ucraini, rileggiamoci con attenzione Giovanni 16,2: “verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio”.

 
Nello stile dell’epoca dei Borgia

Vi presentiamo la versione russa e italiana dell’articolo del giornalista kievano Taras Mel’nik sul recente "concilio d'unificazione" e su tutti i retroscena che sono stati rivelati dai media nei giorni successivi. Se già questa riunione è stata considerata dagli autentici vescovi ucraini come un "consiglio degli empi" (Ps. 1), ora possiamo valutare quanti intrighi, ricatti, minacce e inganni degni dell’epoca dei Borgia abbiano circondato questa infausta riunione.

 
Incontro delle commissioni sulla vita diocesana e parrocchiale nei paesi "all'estero"

Il 20 dicembre 2018, con la benedizione di sua Santità il patriarca Kirill di Mosca e di Tutta la Rus', il Dipartimento delle relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca ha ospitato un incontro della commissione congiunta sulla vita diocesana e parrocchiale nei paesi "all'estero".

L'incontro di Mosca è stato guidato da sua Eminenza il metropolita Ilarion di Volokolamsk, Presidente del Dipartimento; erano presenti sua Eminenza l'arcivescovo Mark di Berlino e della Germania della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia; sua Eminenza l'arcivescovo Antonij di Vienna e Budapest, Capo del Dipartimento delle istituzioni all'estero del Patriarcato di Mosca; sua Grazia il vescovo Ioann di Bogorodsk, amministratore delle parrocchie del Patriarcato di Mosca in Italia; sua Grazia il vescovo Irenej di Richmond e dell'Europa occidentale della ROCOR; l'arciprete Nikolaj Balashov, Vice Presidente del Dipartimento; l'arciprete Serafim Gan, Cancelliere del Sinodo dei Vescovi della ROCOR, e l'arciprete Nikolaj Artemoff, Segretario della diocesi tedesca della ROCOR.

Si è discussa la cooperazione continua nei settori del lavoro pastorale nelle diocesi e nelle parrocchie dei paesi al di fuori della CSI. 

 

 
Esperto: Il "concilio d'unificazione" ha disunito l'Ortodossia

Eccovi un video con un articolo in russo e in italiano dei commenti dell’analista Pavel Rudjakov (nella foto), che non fa altro che confermare con dati di fatto quanto il recente "concilio d'unificazione" di Kiev abbia fatto di tutto fuorché unificare.

 
L'ortodossia ucraina e il revisionismo dell'olocausto

Dal blog di un ortodosso americano fedele del Patriarcato ecumenico, ma molto inquieto per le recrudescenze di nazifascismo, traduciamo volentieri in italiano la notizia del vescovo Daniel (uno degli “esarchi” inviati dal patriarca Bartolomeo a portare la sua “pace” in Ucraina), che celebra la memoria degli assassini genocidi dell’Esercito insurrezionale ucraino (forse non così sanguinario come gli ustascia croati, ma certamente più drastico delle SS tedesche, a cui diede manforte nello sterminio degli ebrei e dei polacchi). Speriamo che più persone all’interno dell’obbedienza costantinopolitana si accorgano di cosa stanno supportando, e magari vogliano trovare il coraggio di dire il loro όχι.

 
L’amore pastorale del metropolita Onufrij per il popolo ucraino

Vi presentiamo nella sezione “Testimoni dell’Ortodossia” la versione italiana di un degno tributo a sua beatitudine il metropolita Onufrij, per tutti quelli che vedono in lui un vero pastore.

 

 
Metropolita Daniil di Vidin: L'assemblea in Ucraina non è canonica

Vi presentiamo la traduzione italiana dell’intervista di Javor Dachkov al metropolita Daniil (Nikolov, nella foto) di Vidin, uno dei tre metropoliti bulgari (assieme a Gabriel di Lovech e Joan di Varna) ad essersi opposto sin dal primo istante e senza mezzi termini alle azioni anticanoniche del Fanar in Ucraina. La chiarezza, la responsabilità e il rigore canonico di vladyka Daniil ci rassicurano del fatto che la voce dell’equità e del buon senso è tutt’altro che spenta nel mondo ortodosso.

 
Poroshenko 2.0: il vaso di Pandora degli autocefalismi comincia ad aprirsi sul mondo

Come aveva previsto il nostro amico Saker (notate il paragrafo al termine di quest’intervista), c’è voluto poco perché un altro movimento nazionalista facesse pressioni per la “propria” Chiesa autocefala sulla falsariga della disgraziata impresa fanariota in Ucraina. Possiamo leggerne i particolari nella traduzione italiana di uno dei primi articoli a proposito delle nuove mire dell’autocefalismo di stato in Montenegro.

 
6 domande scomode ai fondatori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

Così come i veri giornalisti dovrebbero fare, lo staff dell’Unione dei giornalisti ortodossi continua a incalzare la nuova organizzazione religiosa ucraina con domande scomode sulla sua rappresentatività, sulla sua ecclesialità, sulle sue commistioni con la politica, sulla sua credibilità di fronte al mondo ortodosso: presentiamo il testo russo e italiano delle sue 6 domande scomode, che continueremo a porre anche noi.

 
Il cristianesimo ortodosso e le sfide della società occidentale

Tudor Petcu ci ha fatto avere il testo romeno e italiano della sua recensione di Le christianisme orthodoxe face aux défis de la société occidentale, il nuovo libro di padre Christophe Levalois, redattore capo di Orthodoxie.com. Per chi legge il francese e vuole tenersi aggiornato sulla visione del mondo della Chiesa ortodossa, ecco un ottimo pensiero natalizio!

 
Consacrata la chiesa di Tutti i Santi a Strasburgo

Domenica 23 dicembre vladyka Nestor ha officiato la piccola consacrazione della nuova chiesa stavropigiale a Strasburgo, per la quale vi abbiamo coinvolti già alla fine del 2015, e su cui vi abbiamo tenuti informati. Per la grande consacrazione, è atteso lo stesso patriarca Kirill il prossimo anno.

 

 
“Noi siamo con Cristo”: le reazioni dei fedeli alla formazione di una struttura scismatica

Nell’articolo di Sergej Geruk, che vi presentiamo in russo e in italiano, entriamo nella Lavra delle Grotte di Kiev per osservare da vicino le reazioni dei fedeli al “consiglio degli empi” di sabato 15 dicembre. Dal metropolita Onufrij (nella foto) ai monaci, fino ai più semplici dei parrocchiani e dei pellegrini, possiamo avere una visione d’insieme di come la vera Ortodossia in Ucraina reagisce in questi tempi tragici.

 
Metropolita Onufrij: il Signore ci dà da bere il calice del dolore, e noi lo beviamo con umiltà

Vladyka Onufrij, in una lettera al metropolita Hilarion della ROCOR, mostra una reazione davvero cristiana (che vi presentiamo in traduzione italiana) alle numerose umiliazioni alle quali è sottoposta la Chiesa ortodossa ucraina in questi giorni.

 
La “trappola” degli auguri di Natale e il momento della verità sull’autocefalia ucraina

Vi presentiamo il testo russo e italiano di una breve analisi sul valore degli auguri che i primati delle Chiese ortodosse locali si scambiano tradizionalmente il 6 gennaio. Da come si comporteranno in questi auguri, le Chiese autocefale ortodosse che finora non si sono espresse sulla controversia dell’autocefalia ucraina saranno obbligate a una scelta di campo.

 
Dai verbali della sessione del Santo Sinodo tenuta a Mosca, presso la residenza patriarcale del monastero di san Daniele, il 28 dicembre 2018

VERBALE № 98

TENUTE IN CONSIDERAZIONE le terribili conseguenze dell'invasione anticanonica e criminale del Patriarcato di Costantinopoli nel territorio canonico della Chiesa ortodossa ucraina.

SI È DELIBERATO:

1. Di testimoniare l'accordo con la valutazione dell'invasione del Patriarcato di Costantinopoli nel territorio canonico della Chiesa ortodossa ucraina, espressa nel discorso di apertura del patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus' all'incontro del Consiglio Supremo della Chiesa il 26 dicembre 2018, nonché nelle lettere del patriarca ai primati delle Chiese ortodosse locali.

2. Di sottolineare il carattere non canonico del cosiddetto "Concilio d'unificazione" svoltosi a Kiev il 15 dicembre 2018, composto da membri dei gruppi scismatici sotto la guida del metropolita Emmanuel di Gallia, del Patriarcato di Costantinopoli, e di P.A. Poroshenko.

3. Di concordare con la valutazione canonica di questo evento data nelle decisioni del Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina del 17 dicembre 2018.

4. Di testimoniare la profonda preoccupazione in relazione all'entrata in vigore della legge discriminatoria dell'Ucraina "sugli emendamenti alla legge dell'Ucraina 'sulla libertà di coscienza e sulle organizzazioni religiose'," sulla base della quale i politici secolari intendono cercare di privare la Chiesa ortodossa ucraina del suo nome canonico e legale. Di considerare questo atto legislativo come una grave violazione del principio di non ingerenza dello stato negli affari interni delle comunità religiose, sancito dalla Costituzione dell'Ucraina. Di prestare attenzione alla contraddizione di questa legge per i documenti internazionali di base sulla protezione dei diritti umani e delle libertà.

5. Di fare appello ai primati e ai Santi Sinodi delle Chiese ortodosse locali sorelle a sostenere il metropolita Onufrij di Kiev e di Tutta l'Ucraina, l'episcopato, il clero, i monaci e i figli fedeli della Chiesa ortodossa ucraina in connessione con l'esperienza vissuta, e a non riconoscere la comunità fondata sul cosiddetto "Concilio d'unificazione" del 15 dicembre 2018 a Kiev come Chiesa ortodossa locale autocefala.

VERBALE № 105

TENUTA IN CONSIDERAZIONE la situazione degli affari ecclesiastici nei paesi dell'Europa occidentale.

SI È DELIBERATO:

1. Di formare un Esarcato patriarcale nell'Europa occidentale con il centro a Parigi.

2. Di includere nella responsabilità pastorale di quest'Esarcato i seguenti paesi: Principato di Andorra, Regno del Belgio, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Irlanda, Regno di Spagna, Repubblica italiana, Principato del Liechtenstein, Granducato di Lussemburgo, Principato di Monaco, Regno dei Paesi Bassi, Repubblica del Portogallo, Repubblica di Francia, Confederazione Svizzera.

3. Di assegnare al capo dell'Esarcato patriarcale nell'Europa occidentale il titolo "di Korsun e dell'Europa occidentale".

4. Di nominare sua Grazia il vescovo Ioann di Bogorodsk con il titolo indicato in precedenza come capo dell'Esarcato patriarcale nell'Europa occidentale.

5. Di affidare a sua Grazia Ioann, vescovo di Bogorodsk, l'incarico di ordinario della diocesi di Korsun, pur mantenendo l'amministrazione provvisoria delle parrocchie della Chiesa ortodossa russa in Italia.

6. Di formare una diocesi della Chiesa ortodossa russa in Spagna e Portogallo, con il centro a Madrid.

7. Di assegnare al vescovo diocesano della diocesi ispano-portoghese il titolo "di Madrid e Lisbona".

8. Di nominare sua Grazia il vescovo Nestor di Korsun come vescovo di Madrid e Lisbona.

VERBALE № 106

TENUTA IN CONSIDERAZIONE la situazione degli affari ecclesiastici nei paesi del Sud-est asiatico.

SI È DELIBERATO:

A causa del notevole successo della missione della Chiesa ortodossa russa nei paesi del sud-est asiatico, espressa nella moltiplicazione di chiese e comunità, l'emergere di un clero dalla popolazione locale, l'aumento di interesse per l'Ortodossia russa, così come in relazione a un aumento della popolazione di lingua russa che vive in modo permanente o temporaneo nei paesi di questa regione:

1. Di formare un Esarcato patriarcale nel sud-est asiatico con il centro a Singapore.

2. Di includere nella responsabilità pastorale di quest'Esarcato i seguenti paesi: Repubblica di Singapore, Repubblica socialista del Vietnam, Repubblica d'Indonesia, Regno di Cambogia, Repubblica Democratica Popolare di Corea, Repubblica di Corea, Repubblica Democratica Popolare del Laos, Malaysia, Repubblica dell'Unione di Myanmar, Repubblica delle Filippine, Regno di Thailandia.

3. Di assegnare al capo dell'Esarcato patriarcale nel Sud-est asiatico il titolo "di Singapore e del Sud-est asiatico".

4. Di nominare sua Eminenza l'arcivescovo Sergij di Solnechnogorsk con il titolo indicato in precedenza come capo dell'Esarcato patriarcale nel Sud-est asiatico, e di liberarlo temporaneamente dall'incarico di capo della Segreteria amministrativa del Patriarcato di Mosca.

 
Nella Chiesa ortodossa russa si è deciso di creare diocesi all'estero senza riguardo per il Fanar

Vi presentiamo il testo russo e italiano dell’articolo in cui il metropolita Ilarion (nella foto) spiega come ormai la Chiesa ortodossa russa stia organizzando le proprie strutture nella diaspora senza più prendere in considerazione alcuna presenza locale dipendente da Costantinopoli. Questa attitudine spiega la recente creazione dei due nuovi esarcati, in Europa occidentale e nel sud-est asiatico.

 
Parole sagge di padre Nikolaj Danilevich

L'arciprete Nikolaj Danilevich (nella foto), vice capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa ortodossa ucraina, ha fatto negli ultimi giorni un paio di dichiarazioni degne della massima attenzione:

- Il 22 dicembre, riferendosi alla possibilità che alcune Chiese greche possano riconoscere la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da poco creata a causa dell'autorità che ha su di loro il patriarca di Costantinopoli, ha affermato che questo sarà per loro un momento di verità, nel quale dovranno scegliere se è più importante per loro l'ellenismo oppure l'Ortodossia.

- Il 23 dicembre ha fatto un paragone storico tra il nome che lo stato ucraino vorrebbe forzare sulla Chiesa ortodossa canonica e le stelle gialle che gli ebrei erano forzati a portare durante le loro persecuzioni in Germania. "All'inizio hanno dovuto solo portare questo marchio. E poi ricordiamo com'è finita".

 
Tour fotografico del monastero di Nuova Gerusalemme

Come regalo per il nuovo anno, vi presentiamo un servizio dal sito Russian Faith con un reportage fotografico e un video del monastero recentemente restaurato di Nuova Gerusalemme, a pochi chilometri a ovest di Mosca, presso il fiume Istra.

 
"Il nostro compito è missionario, educativo"

Vi riportiamo in russo e in italiano parte dell’intervista rilasciata dal metropolita Ilarion di Volokolamsk a proposito della presenza della Chiesa ortodossa russa nella diaspora, con particolare attenzione alla recente creazione dei nuovi esarcati in Europa occidentale e nel Sud-est asiatico.

 
Perché sto con la mia Chiesa

Vi presentiamo il testo russo e italiano della testimonianza di fede di Vladimir Kovalenko, che incarna la risolutezza della maggioranza assoluta dei fedeli ortodossi ucraini.

 
Una domanda su barbe e capelli di clero e monaci

Riportiamo la nostra risposta a una domanda che ci è stata fatta un paio di anni fa, che esprimeva una certa perplessità (forse ingenua, ma comprensibile) di fronte alle barbe e ai capelli di chierici e monaci ortodossi.

 
“Non è ancora troppo tardi per fermarsi”: lettera del patriarca Kirill al patriarca Bartolomeo

Il 31 dicembre, il patriarca Kirill ha inviato al patriarca Bartolomeo una lettera, di cui vi presentiamo il testo russo e italiano, in risposta alle affermazioni del Patriarcato di Costantinopoli e alle sue azioni anti-canoniche in Ucraina.

 
Celebrazioni del NATALE ORTODOSSO 2018/2019

Domenica 6 Gennaio

Vigilia di Natale / Domenica prima della Natività

ore 10  - Divina Liturgia

ore 17 - Veglia del Natale (Grande Compieta e Vespro + Mattutino)

(non celebreremo funzioni durante la notte)

 

Lunedì 7 Gennaio

NATALE DEL SIGNORE

ore 10 - Divina Liturgia

La recita di Natale dei bambini della parrocchia si terrà dopo la Liturgia di domenica 13 gennaio

Buon Natale! Cu Nașterea Domnului! С Рождеством Христовым!

 
Una lezione dalla storia

Vi presentiamo la traduzione italiana della lezione di storia rammentata in questi giorni dal blog Orthodox Synaxis, e insegnata dal metropolita Chrysostomos di Efeso (1921-2006, nella foto). Le forti pressioni del governo turco sull’elezione del patriarca ecumenico, pur giustamente deprecate dal Santo Sinodo di Costantinopoli, non sono altro che uno specchio delle analoghe ingerenze dello stato greco per eleggere i primati locali della Grecia e di Creta, e si ripetono oggi tragicamente nello scenario ucraino: ecco una lezione su come NON creare spiacevoli precedenti.

 
Un insolito vescovo ortodosso del XX secolo

Dal sito ROCOR Studies, abbiamo tradotto in italiano l’articolo biografico dell’arcivescovo James (al secolo Roy C. Toombs, 1887-1970, nella foto), una figura largamente dimenticata di vescovo ortodosso americano nella ROCOR ai tempi del metropolita Anastasij (Gribanovskij). Chi oggi lamenta (generalmente senza sapere di cosa parla) la mancanza di apertura missionaria dell’Ortodossia dovrebbe studiare molto di più queste figure, che per quanto marginali testimoniano una grande apertura missionaria in epoche passate. Piuttosto, dovremmo cercare di capire (e questo è il nostro augurio per il nuovo anno) il perché tali aperture non abbiano avuto successo.

 
Promozioni episcopali

Alla Liturgia del 3 gennaio 2019, celebrata alla cattedrale patriarcale della Dormizione al Cremlino di Mosca, il patriarca Kirill ha conferito alcune promozioni episcopali su mandato del Santo Sinodo. Due di queste riguardano proprio il nostro vescovo e uno dei nostri vescovi precedenti: al vescovo Ioann è stato conferito il grado di metropolita (nella foto, la consegna del klobuk) e al vescovo Nestor il grado di arcivescovo. Auguri di molti anni ai nostri presuli!

 
La Chiesa polacca respinge la richiesta del patriarca Bartolomeo di riconoscere la nuova chiesa ucraina

Prima tra le Chiese autocefale locali, la Chiesa ortodossa polacca, attraverso un messaggio del suo primate, il metropolita Sava (nella foto), ha rifiutato ufficialmente di riconoscere la struttura ecclesiale creata a Kiev nel "concilio d'unificazione" del 15 dicembre. Vi presentiamo la traduzione italiana dell’articolo che spiega questa posizione.

 
Video-messaggio di Natale del patriarca Irinej

La Chiesa ortodossa serba, nel video-messaggio natalizio del patriarca Irinej e del Concilio dei vescovi, ha espresso un parere non meno significativo di quello della posizione ufficiale della Chiesa polacca a proposito dello scisma in Ucraina, con comprensibili rimandi alle situazioni di scisma in Macedonia e Montenegro. Vi presentiamo la traduzione italiana dell’articolo relativo, con la parte del video (sottotitolata in inglese) relativa alla crisi ucraina.

 
Messaggio di Natale del metropolita Ioann di Korsun e dell’Europa occidentale

Carissimi fratelli e sorelle, reverendi presbiteri, diaconi, monaci e laici amati da Dio. Con gioia nel Signore vi faccio gli auguri per la grande e salvifica festa della Natività del nostro Signore Dio e Salvatore, Gesù Cristo!

“Io sono l’Alfa e l’Omega, il primo e l’ultimo”, dice il Signore Dio, “colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente” (Ap 1, 8)

Nella Natività di Cristo accade tutto ciò che avevano indicato i profeti e i santi delle narrazioni dell'Antico Testamento. Il lieto annunzio del Nuovo Testamento della nascita di Dio al mondo, ci parla della Verità, che vive con le persone nel Signore Gesù. Le prossime e le ultime cose nella storia del mondo iniziano con la Natività del Figlio di Dio. Il Natale porta la storia a un risultato vittorioso nel Figlio Unigenito.

Nella Natività di Cristo, le promesse del passato si sono avverate. Il veggente Mosè era un bambino abbandonato in un cesto. In questo, Dio previde il presepe di suo Figlio. Il profeta David si rallegrò davanti all'Arca dell'Alleanza. Con questo, il Signore aveva preparato la gioia degli angeli e dei pastori per la nascita del Bambino divino. Il grande Samuele guarì lo straniero Naaman. In questo, il piano di Dio Padre è stato rivelato nella salvezza di tutto il mondo attraverso il viaggio del Figlio.

Nella Natività di Cristo, il presente ha trovato la sua realizzazione e il suo vero significato. È l'essenza della proclamazione apostolica. Pietro annuncia la nostra comunione con la natura divina (2 Pt 1, 4). Giacomo ci dice "ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall'alto e discendono dal Padre degli astri luminosi" (Gc 1, 17). Paolo è felice di essere in paradiso e ascolta parole indicibili (2 Cor 12, 4). Nel Bambino divino che è nato, noi siamo già in comunione con Dio, onorati dai suoi ineffabili doni, divenuti concittadini del Cielo.

Nella Natività di Cristo è visibile il futuro che ci aspetta. La suprema gloria divina, la pace sulla terra e la buona volontà negli uomini ricolmino il nostro essere nella seconda gloriosa Venuta del Signore. Allora la malattia, il peccato e la morte saranno abbattuti. La Nuova Terra e il Nuovo Cielo diventeranno il nostro patrimonio. A Dio "tutto sarà sottomesso" (1 Cor 15, 28).

Carissimi fratelli e sorelle, reverendi presbiteri, diaconi, monaci e laici amati da Dio. Vi faccio gli auguri per la grande e salvifica festa della Natività del nostro Signore Dio e Salvatore Gesù Cristo!

+ IOANN,

Metropolita di Korsun

e dell’Europa Occidentale,

capo dell’Esarcato patriarcale,

amministratore pro tempore

delle parrocchie del

Patriarcato di Mosca in Italia

 
Le dogane ucraine sequestrano il messaggio di Natale del patriarca Kirill

In un perfetto spirito natalizio e di non ingerenza degli affari interni ecclesiastici, le autorità doganali ucraine hanno avuto l’idea di sequestrare i testi del messaggio di Natale del patriarca Kirill destinati a oltre dodicimila luoghi di culto. Vi presentiamo in russo e in italiano l’articolo relativo.

 
Il patriarca Bartolomeo ha rinnegato la procedura dell'autocefalia del passato

Dal blog Orthodox Synaxis vi presentiamo la traduzione italiana dell’articolo che analizza il discorso tenuto presso il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa romena dal patriarca Bartolomeo, che ammette apertamente di non seguire più né la pratica della concessione dell’autocefalia in uso nei secoli passati, né quella concordata da tutte le Chiese ortodosse nella commissione pre-conciliare del 1993.

 
Metropolita Amfilohije: L'amore per il potere del patriarca Bartolomeo è una catastrofe per l'Ortodossia

Vi presentiamo il testo russo e la traduzione italiana dell’articolo sui commenti del metropolita Amfilohije del Montenegro (nella foto) alle azioni del patriarca ecumenico in Ucraina.

 
Solidarietà con le vittime delle persecuzioni ucraine

Quelli che vedete in questa fotografia sono i partecipanti al recente congresso tenuto alla Lavra delle Grotte di Kiev.

La particolarità di queste persone che si stringono attorno al loro pastore, il metropolita Onufrij, è che tutti, chierici e laici, sono rappresentanti di circa una quarantina di parrocchie che sono state oggetto di numerose persecuzioni, perdendo locali di culto, case parrocchiali, arredi sacri, icone e reliquie e tanto altro, per non parlare dei danni e delle minacce alle persone e alle famiglie. Vogliamo essere vicini a tutti loro, dedicando loro le nostre preghiere.

Quest’estate il patriarca Bartolomeo vuole andare a Kiev a offrire il suo sostegno ai persecutori: noi ci limitiamo a invitarvi a dare il vostro sostegno ai perseguitati.

 
Patriarca Giovanni X di Antiochia: È irragionevole fermare uno scisma a spese dell'unità del mondo ortodosso

Vi presentiamo il testo russo e la traduzione italiana dell’articolo sulla reazione del patriarca Giovanni X di Antiochia e di tutto l’Oriente (nella foto) alla richiesta di riconoscere l’autocefalia alla “Chiesa ortodossa dell’Ucraina”.

 
La Chiesa ortodossa russa sul Tomos: ora le Chiese locali devono fare la loro scelta

Vi presentiamo il testo russo e la traduzione italiana dei commenti dell’arciprete Nikolai Balashov (nella foto), vice capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, sulla difficile scelta che le Chiese ortodosse locali si trovano costrette a fare di fronte all’imposizione di accettare la nuova struttura scismatica dell’Ucraina.

 
Sacerdote Aleksandr Volkov: Il patriarca Bartolomeo ha strappato Costantinopoli dall'Ortodossia mondiale

Vi presentiamo il testo russo e la traduzione italiana dei commenti di padre Aleksandr Volkov (nella foto), segretario stampa del patriarca Kirill, alla consegna del Tomos d’autocefalia alla  “Chiesa ortodossa dell’Ucraina”.

 
Vladimir Legojda: È il Natale, e non il Tomos, l'evento principale in questi giorni

Vi presentiamo la traduzione italiana dei commenti di Vladimir Legojda (nella foto), capo del Dipartimento sinodale per le relazioni della Chiesa con la società e i media, sulla prevalenza del Natale rispetto alla firma di un testo privo di alcuna forza canonica.

 
Messaggio natalizio di Sua Santità Kirill, Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, ai membri dell’episcopato, del clero, ai monaci e alle monache e a tutti i fedeli figli e figlie della Chiesa Ortodossa Russa

Eminenze e Eccellenze Reverendissime, reverendi presbiteri e diaconi, venerabili monaci e monache, cari fratelli e sorelle, porgo a tutti voi i miei più cordiali auguri in occasione della grande e salvifica festa del Natale di Cristo.

Oggi noi, come i pastori di Betlemme duemila anni fa, ascoltiamo con gioia e affetto il triofante coro angelico che proclama: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama!” (Luca 2, 14). Sentendo queste divine parole, il nostro cuore trova conforto e diventa pieno di gratitudine per il Creatore. Il Signore Dio Onnipotente, Dio potente, Padre per sempre (Isaia 9, 5) discende a noi e nasce nel mondo come un uomo semplice. Viene compiuta la profezia del salmista, ispirata dallo Spirito Santo:

Misericordia e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno. La verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo (Sal 85, 11-12).

Ed ecco: un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio (Is 9, 5), perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna (Giovanni 3, 16).

Nel corso della storia, l’umanità ha intensamente cercato Dio, essendo desiderosa di ritrovare la comunicazione perduta con il suo Creatore. E in risposta a questi sforzi, in risposta ai cuori e alle mani rivolti al cielo, il Signore ha mostrato il Suo amore per l’umanità e ha proteso a noi la sua mano salvifica. In Gesù Cristo dopo lunghi millenni Dio e l’uomo finalmente si incontrano, il cielo e la terra si uniscono e le aspirazioni spirituali dei figli e delle figlie di Adamo vengono realizzate.

Nell’evento della Natività di Cristo si manifestano sia il Mistero, sia la Rivelazione, visto che l’intelligenza umana non è in grado di comprendere pienamente come il Creatore dell’Universo, Dio che per la sua natura non ha alcun limite, discende nel nostro mondo lacerato dal peccato e si rivela come un Bambino indifeso, nato in una grotta dove pastori e bestiame si nascondevano dalle intemperie. La sua gloria, annunciata dalle forze angeliche, predicata dai saggi d’Oriente e testimoniata dagli umili pastori, viene proclamata in tutto il mondo. Tutto ciò ci rivela parzialmente la profondità dell’incomprensibile sapienza di Dio e ci rende partecipi dell’arcano disegno trinitario della salvezza umana.

Ora sappiamo che Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito… perché il mondo si salvi per mezzo di lui (Giovanni 3, 16-17). E ora, giustificati per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore,  mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l’accesso a questa grazia nella quale stiamo fermi; e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio… perché l’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato (Rm 5, 1-2; 5).

Inchiniamoci dunque con venerazione davanti all’umile mangiatoia, dove giace il Bambino mite e sereno. Inchiniamoci col timore di Dio, perché proprio qui inizia la via crucis terrena del Signore Gesù, e proprio qui prende inizio la nostra salvezza. Inchiniamoci e, glorificando il Natale del Figlio del Padre Eterno, godiamoci quella pace ineffabile e soprannaturale che riempie le nostrre anime.

“Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” – ripetiamo ancora e ancora, echeggiando gioisamente il coro angelico: l’amore di Dio, manifestato nella nascita del Salvatore, dona all umanità la vera pace. Questa pace non può essere scossa da turbolenze quotidiane o da sconvolgimenti sociali, disordini politici e persino da conflitti armati, siccome la pace di Dio contiene arcanamente un’enorme forza spirituale attraverso la guale egli vince tutta l’afflizione e tutte le disgrazie terrene (Sant’Ignazio Brianchaninov).

Ma come raggiungere questo stato di pace interiore? Come impadronirsi di questo grande dono spirituale? I padri della Chiesa sono unanimi su questo punto: l’agire della pace di Cristo nella persona umana è un importante segno caratteristico della perseveranza nell’osservanza dei comandamenti evangelici e soprattutto della carità, secondo l’insegnamento di San Paolo che dice: al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione. E allora, conclude l’apostolo, la pace di Cristo regnerà nei nostri cuori, siccome ad essa siete stati chiamati (Col 3, 14-15).

Il Signore sta cercando le persone che egli ama: coloro che seguono la sua legge, che saranno testimoni della salvezza per i loro vicini e lontani e proclameranno la perfezione di colui che ci ha chiamati dalle tenebre alla sua meravigliosa luce (1 Pet. 2, 9).

Siamo dunque degni di questa alta vocazione e, avendo visto il glorioso Natale che avviene in una grotta, allontaniamoci dalla vanità del mondo (contacio 8 dell’Acatisto in onore della Natività di Cristo), saliamo mentalmente in cielo, glorificando il Creatore di ogni cosa, condividiamo con gli altri la nostra gioia del Salvatore incarnato, specialmente con coloro che hanno bisogno di aiuto, che sono scoraggiati o si trovano in circostanze difficili.

Possa il Signore ispirare tutti noi nell’arduo cammino della vita cristiana, affinché continui a rafforzarsi la nostra fede, non esaurisca la speranza e cresca in noi l’amore; così che, entrando nella celebrazione del Natale, incessantemente annunciamo al mondo il grande mistero della pietà (1 Timoteo 3:16), portando a tutti  la gioia e la  benedetta santa pace di Cristo. Amen.

+KIRILL, PATRIARCA DI MOSCA E DI TUTTA LA RUS'

Natività del Signore 2018/2019 

Mosca

 
Un augurio natalizio dal patriarca Kirill

 
Il documento che chiamano Tomos non porta la vera autocefalia

Ancora un altro politologo, Valentin Gajdaj, analizza il testo del “Tomos d’autocefalia” per riconoscere l’ovvio, e cioè che non offre ciò che dice di offrire. Presentiamo in russo e in italiano le considerazioni di questo analista.

 
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