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Il patriarca Kirill discute la situazione della Chiesa ortodossa ucraina con i delegati delle Chiese locali

Vi presentiamo in russo e in italiano il resoconto dell’incontro del patriarca Kirill con le delegazioni delle Chiese che hanno partecipato al decennale della sua intronizzazione. Nel corso dell’incontro, il patriarca ha letto una dichiarazione sulla situazione in Ucraina, alla quale i delegati hanno risposto con i saluti delle loro Chiese. In questo incontro non c’erano i primati ortodossi giunti alle celebrazioni (i patriarchi Giovanni di Antiochia e Irenej di Serbia, e i metropoliti Rostislav di Cechia e Slovacchia e Tikhon della O.C.A.), che hanno avuto incontri personali con il patriarca Kirill. Nel video allegato al resoconto potete sentire la dichiarazione patriarcale, seguita dai saluti dei seguenti vescovi:

Per il patriarcato di Alessandria, il metropolita Theophilaktos di Tripoli;

Per il patriarcato di Georgia, il metropolita Andria di Gori e di Ateni;

Per il patriarcato di Romania, il metropolita Nifon di Târgovişte (il suo traduttore è padre Evgenij Rogoti, che abbiamo incontrato in un articolo sulla chiesa russa a Bucarest)

Per il patriarcato di Bulgaria, il metropolita Kiprian di Stara Zagora (notiamo nella delegazione bulgara anche il metropolita Daniil di Vidin, di cui abbiamo potuto sentire il parere sullo scisma in Ucraina);

Per la Chiesa autocefala di Polonia, l’arcivescovo Abel di Lublino e Chełm (di cui abbiamo trattato il sostegno alla Chiesa canonica in Ucraina)

Era presente all’incontro anche il rappresentante del patriarcato di Gerusalemme, l’archimandrita Stephanos (Dispirakis).

 
Alberto Fazolo: "La soluzione in Donbass? Aiutiamo l'Ucraina a liberarsi"

Vi segnaliamo dal Saker Blog Italiano l'intervista della nostra cara amica Elvia Politi ad Alberto Fazolo (nella foto), autore del libro In Donbass non si passa e buon conoscitore dei dolori che il popolo ucraino sta soffrendo in questi anni.

Il punto sottolineato da Alberto ci sta particolarmente a cuore, e cioè che l'Ucraina potra ritrovare la sua vera libertà e dignità solo se aiutata a liberarsi dal proprio interno della componente "neofascismatica" (l'espressione non è di nostra invenzione, ma esprime perfettamente l'essenza del problema) che la tiene in ostaggio.

 
Il silenzio delle Chiese: come lo spirito del papismo penetra nell'Ortodossia

Vi presentiamo in russo e in italiano uno studio molto profondo sullo sviluppo del papismo fanariota, che dovrebbe servire a farci riflettere tutti sui pericoli che sta correndo il mondo ortodosso.

 
È necessario il pentimento per la guarigione di uno scisma?

Una delle ragioni per cui la nuova “chiesa” ucraina non è per nulla una chiesa è il fatto che è formata da scismatici impenitenti. Di fronte a questo dato indubbio e oggettivo, ci sono sostenitori dell’autocefalia ucraina, tra cui l’archimandrita Cyril Hovorun, che cercano di aggirare l’ostacolo postulando che il pentimento non è realmente necessario per guarire uno scisma, e usano come specchietto per le allodole la riconciliazione relativamente pacifica tra Mosca e la ROCOR. Vi presentiamo la traduzione italiana dell’articolo di Anna Stickles, che conferma che invece il pentimento vi fu eccome, da entrambe le parti, e che sottolinea il valore del pentimento nel processo di guarigione degli scismi.

 
Il tesoro dell'Ortodossia. Intervista di Tudor Petcu a Massimo Anichini

Ringraziamo Tudor Petcu per averci fornito un’altra intervista a un ortodosso italiano, questa volta a un amico che conosciamo da molti anni, il fiorentino Massimo Anichini. Vi presentiamo l’intervista nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea”, augurando ogni bene a Massimo e a sua moglie Oksana.

 
Ortodossi ucraini di fronte a scismatici nazionalisti

Eccovi un video che ha avuto una certa diffusione nei giorni scorsi, ma che meriterebbe di diventare virale. Gli attivisti di Pravyj Sektor, giunti a convincere il nuovo arcivescovo di Vinnitsa e i suoi chierici a passare alla "chiesa" scismatica, fanno scena muta davanti alle semplici richieste di recitare il Credo e il Padre Nostro.

Trascrizione in italiano:

- Sai dire il Credo?

- Lo sai? "Credo in un solo Dio Padre..."

- Di' la preghiera "Padre nostro".

- Dilla - Padre nostro.

- Dilla. [Lo chiede anche l'arcivescovo Varsonofij]

- Non sai dire "Padre nostro"?

- A memoria!

- Vuoi impicciarti di affari di chiesa, e non sai dire il "Padre nostro"?

- Dilla - Padre nostro.

- Pensaci, e non sentirti insultato.

- Ma non sai dire il Credo e il Padre Nostro.

- Vi sono riassunti i dogmi della nostra fede.

- Pravyj Sektor, dove sono le vostre voci?

[Seguono canti ecclesiastici]

 

 
Riflessioni sulle feste di intronizzazione

Gli inizi di febbraio hanno visto due momenti di solennità a Mosca e a Kiev: al decennale dell’intronizzazione del patriarca Kirill a Mosca erano presenti i rappresentanti di quasi tutte le Chiese ortodosse locali (potremmo dire, “tutti tranne Costantinopoli” e quelle Chiese come Grecia, Cipro e Albania che non hanno neppure il diritto di mandare rappresentanti all’estero senza il benestare del Fanar). All’intronizzazione del “metropolita” Epifanij a Kiev erano presenti solo rappresentanti del Patriarcato di Costantinopoli (potremmo dire, “Costantinopoli tranne tutti”), ma non mancava il capo degli uniati.

Possiamo osservare qualche immagine delle due rispettive celebrazioni, l'intronizzazione a Kiev del "metropolita" Epifanij e la celebrazione, avvenuta due giorni prima a Mosca, del decennale dell'intronizzazione del patriarca Kirill. A un occhio non addestrato, sembra che la differenza fondamentale sia solo quantitativa, nel numero di vescovi e partecipanti, e si potrebbe essere tentati di concludere che, essendo Kiev più piccola di Mosca, tutto sia in proporzione... ebbene, no. Diamo un’occhiata alla piazza davanti alla cattedrale di Santa Sofia durante l’intronizzazione:

Riconoscete quella piazza che, nel giorno del “concilio d’unificazione”, era piena così?

Chissà dove saranno finiti i “fedeli” che volevano la “loro” Chiesa autocefala a metà dicembre... E non si può nemmeno dire che i problemi fossero di ordine climatico (il 15 dicembre non faceva tanto più caldo del 3 febbraio) oppure lavorativo (l’intronizzazione era il 3 febbraio, di domenica).

 
Un po’ di fake news per promozione fotografica

Nonostante il rifiuto della Sacra Comunità athonita di inviare rappresentanti del Monte Athos all’intronizzazione del “metropolita” Epifanij a Kiev, il patriarca Bartolomeo ha insistito che ci fossero due igumeni athoniti nella delegazione del suo patriarcato. E i due igumeni non sono stati scelti a caso, ma la richiesta è andata a chi intratteneva le relazioni più strette con il Patriarcato di Mosca e con la Chiesa canonica ucraina. A uno dei due, l’igumeno di Vatopedi, l’archimandrita Ephraim (Koutsou), noto per le sue inflessibili prese di posizione a favore della Chiesa canonica, è stata imposta la partecipazione all’intronizzazione dietro minaccia di sospensione dal sacerdozio. Giunto così “volontariamente” a Kiev il 1 febbraio, padre Ephraim è stato colpito da un infarto (era già sofferente di problemi cardiaci) ed è stato ricoverato in una clinica privata. Qui ai rappresentanti della Chiesa ucraina canonica è stato proibito di visitarlo da parte dei servizi segreti ucraini, mentre Epifanij ha potuto andarlo a trovare assieme a un seguito “terapeutico” di fotografi:

I media ucraini si sono subito effusi in commenti sulle congratulazioni fatte da padre Ephraim al nuovo “primate” a cui avrebbe augurato molti anni di felice servizio alla “Chiesa ortodossa dell’Ucraina”. Tuttavia le bugie hanno le gambe corte, e presto è arrivata la smentita, che vi presentiamo in russo e in italiano. Se la nuova “chiesa locale” ha bisogno di ricorrere a questi mezzucci per ottenere un po’ di ombra di riconoscimento ufficiale, possiamo immaginare a che livello stia già precipitando.

 
Un passo indietro per andare avanti

Il sito Orthodox Synaxis, creato espressamente per discutere la recente crisi ucraina, ha cercato di offrire anche uno spunto per l’uscita dall’impasse provocata dalla decisione unilaterale del Sinodo di Costantinopoli, cercando una via d’uscita nelle parole del metropolita Emmanuel al forum virtuale del 26 gennaio, e nella formulazione dello stesso Tomos del 6 gennaio. Anche se ci sono dubbi che a questo punto possa funzionare un compromesso pacificatore, vale senz’altro la pena di considerare questa proposta, che vi presentiamo in traduzione italiana.

 
Immagini dal decennale dell’intronizzazione del patriarca Kirill

Vi invitiamo a osservare la galleria fotografica con le immagini dalla celebrazione dei 10 anni dall’intronizzazione del patriarca Kirill (nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca), lasciando che le immagini parlino da sole.

 
Arcivescovo Juraj di Michalovce e Košice: le Chiese sono pronte a incontrarsi e affrontare insieme la questione ucraina

L'arcivescovo Juraj (Stránský, nella foto) di Michalovce e Košice è stato uno dei delegati della Chiesa di Cechia e Slovacchia alle recenti celebrazioni a Mosca in onore del patriarca Kirill: nelle ultime settimane, è stato a Kiev a sostenere il metropolita Onufrij a nome della sua Chiesa. Oggi vi presentiamo in russo e in italiano un’intervista a vladyka Juraj, in cui si delineano alcune delle direzioni che le Chiese ortodosse vogliono prendere a proposito della crisi ucraina.

 
I bordi decorativi – un'aggiunta di bellezza in una chiesa ortodossa

Vi presentiamo la traduzione italiana di un articolo su un aspetto insolito ma interessante delle “arti minori” della decorazione delle chiese ortodosse: i bordi decorativi, che spesso riescono a trasformare gli interni delle chiese, offrendo loro un carattere vibrante e affascinante.

 

 
Commenti sul forum virtuale degli arconti sull'autocefalia ucraina

Vi presentiamo la traduzione italiana di un’attenta recensione del recente forum sull'autocefalia ucraina. Jesse Dominick, uno dei principali traduttori in inglese di Orthochristian.com, analizza tutte le fasi della conversazione virtuale, che per ora è l’unico momento in cui uno dei principali attori della crisi (il metropolita Emmanuel di Gallia) è stato chiamato a rendere pubblicamente ragione delle scelte intrusive del Patriarcato di Costantinopoli.

 

 
La mia vita, l'ultima battaglia e il Nuovo Mondo Ortodosso

Da molti giorni padre Andrew Phillips non aveva postato novità sul suo blog: come abbiamo scoperto, è a causa di un suo viaggio in Ucraina, dal quale non è tuttavia rientrato senza qualche interessante novità da raccontarci. Vi presentiamo la versione italiana di una serie di suoi ricordi e riflessioni, in cui vede come “ultima battaglia” della sua vita la lotta per la libertà degli ortodossi ucraini dalle persecuzioni a cui sono oggi sottoposti.

 
Fedeli della Chiesa ortodossa ucraina stanno in preghiera continua per due settimane nella regione della Bucovina

Vi presentiamo la traduzione italiana del racconto di una preghiera comunitaria in un villaggio a nord di Chernovtsy. I parrocchiani della chiesa della Dormizione nel villaggio di Vaslovitsy (nella foto), minacciati di espropriazione della loro parrocchia per una una decisione illegale della comunità territoriale laica, hanno trasformato la chiesa in un luogo di preghiera continua (più che “sit-in”, potremmo usare il neologismo “pray-in”), da cui hanno tratto serenità e ispirazione.

 
La visita di una delegazione di ucraini scismatici crea torbidi al Monte Athos

In questi giorni, una delegazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", guidata dal "vescovo" Pavlo (Juristij) di Odessa e Balta, sta girando il Monte Athos con una benedizione (di fatto, un ordine) di visitare tutti i monasteri athoniti da parte del patriarca Bartolomeo.

Poiché il patriarca non è uno stupido, e sa bene che alcuni monasteri hanno già dichiarato che chiuderanno le porte di fronte alla nuova struttura scismatica, la "benedizione" a questa visita suona come un vero e proprio ultimatum del Fanar a tutti quelli che al Monte Athos si oppongono all'ingerenza costantinopolitana in Ucraina.

Finora, il risultato della visita "fraterna" sembra più un bollettino di guerra che un racconto di un pellegrinaggio. Contiamo le vittime:

- Alla sera di giovedì 7 febbraio e al mattino di venerdì 8 febbraio, il monastero Pantokratoros accetta di concelebrare le funzioni serali e la Liturgia con il "vescovo" Pavlo. Si tratta della prima volta in cui a un membro della gerarchia del "patriarcato di Kiev" è permesso compiere un simile atto sul Monte Athos.

- Venerdì 8 febbraio, la confraternita di Nuova Esfigmenu (ritenuta dalla Sacra Comunità athonita la legittima autorità sul monastero di Esfigmenu, occupato da scismatici vecchio-calendaristi), accoglie il "vescovo" Pavlo per la venerazione delle reliquie nella propria cappella. Anche se non c'è stata una concelebrazione, l'esposizione delle reliquie per venerazione è un gesto che di norma non si fa nelle visite di eterodossi e scismatici, e ci si sarebbe aspettati almeno dai monaci di Nuova Esfigmenu una certa sensibilità di fronte a casi di scismatici occupanti di chiese...

- A questo punto, sono pubblicate le rimostranze dell'arcivescovo Amvrosij (Ermakov) di Verej, rettore dell'Accademia teologica di Mosca:

"Davanti ai nostri occhi, uno ad uno, i monasteri dell'Athos si uniscono agli scismatici e commettono un incredibile tradimento degli ortodossi in Ucraina che sono perseguitati, ricattati, picchiati, cacciati dalle loro stesse chiese". Vladyka Amvrosij rivela anche che la delegazione scismatica ha ricevuto dal patriarca Bartolomeo l'ordine di visitare tutti i monasteri del Monte Athos.

- Sabato 9 febbraio l'archimandrita Evlogij, igumeno del monastero di san Panteleimon, fa chiudere le porte del monastero e vieta alla delegazione scismatica l'ingresso sul territorio del monastero russo, dove "non riconoscono il loro sacerdozio e non prevedono di farlo in futuro".

- Il portavoce della Chiesa ortodossa ucraina, l'arciprete Nikolaj Danilevich, denuncia la "desacralizzazione dell'Athos" con parole che dovrebbero rimanere per sempre nei nostri cuori:

"Semplici parroci sposati in Ucraina occidentale, con numerosi bambini, non hanno paura di perdere le loro chiese, non hanno paura di essere espulsi dalle loro chiese, sono costretti a servire nelle case, ma rimangono fedeli alla Chiesa, al loro giuramento sacerdotale, mostrano lo stesso podvig dei confessori, non vanno tra gli scismatici, e alcuni monaci dell'Athos che non hanno famiglie, che non rischiano nulla, che potrebbero essere un modello di fedeltà alla Chiesa, hanno paura di testimoniare la verità".

Padre Nikolaj fa anche notare che, negli stessi giorni in cui i rappresentanti degli scismatici sono a Monte Athos, il governatore dell'Athos Kostas Dimtsas è ad Atene a incontrare l'ambasciatore americano (ed ex ingegnere del colpo di stato del Majdan) Geoffrey Pyatt. Padre Nikolaj conclude che in qualche modo non ne è sorpreso. Neppure noi, batjushka...

- Dalle notizie dell’ultima ora provenienti da Interfax e dall’Unione dei giornalisti ortodossi, sette monaci del monastero di Vatopedi, di origine russa, ucraina e moldava, hanno lasciato Vatopedi domenica 10 febbraio in segno di protesta, dopo che la delegazione scismatica è stata accolta a Vatopedi, e sono passati al monastero di san Panteleimon. Dalle fonti giornalistiche, parrebbe che anche tra i monaci greci di Vatopedi ci sia un forte dissenso nei confronti dell’attitudine della leadership del monastero verso gli scismatici.

 
Il patriarca Bartolomeo è una minaccia per l’Oriente ortodosso!

Vi presentiamo la versione russa e italiana dell’articolo di denuncia di Dimitrios Anagnostou, apparso sul blog Aktines (una voce greca severamente critica del Fanar) e sul giornale Orthodoxos Typos. È importante vedere come anche tra i teologi laici della Chiesa greca non manchino voci che sanno intravedere il rischio di eresia di un papismo orientale, e non si fanno problemi a denunciare tale rischio.

 
Conversazioni con persone nuove alla Chiesa

Padre Andrew Phillips ci offre una serie di domande e risposte utili ai nuovi arrivati per orientarsi in una chiesa e per lasciarsi dietro diverse illusioni e pregiudizi.

 
La Sacra Comunità del Monte Athos discute degli scismatici ucraini, non prende decisioni

Mentre il “bollettino di guerra” dei danni causati dagli scismatici ucraini continua con i monasteri di Dochiariu e Zografu che chiudono le porte davanti alla delegazione scismatica, la questione ha dovuto essere discussa anche al massimo livello gestionale della Montagna Santa. La Sacra Comunità athonita si è riunita lunedì 11 febbraio per discutere su come gestire le visite di tali rappresentanti, ma non ha preso alcuna decisione concreta, segno di una mancanza di consenso. Vi presentiamo la traduzione italiana di uno dei resoconti più recenti, con nuovi sviluppi che si profilano nei prossimi giorni a causa della visita annunciata per la festa dell’Incontro del Signore (2/25 febbraio) del “metropolita” Epifanij, alla sempre più disperata ricerca di sostegno internazionale per la sua pseudo-chiesa.

 
Metropolita Ilarion di Volokolamsk: L'Athos di fronte a una scelta

Vi presentiamo il testo russo e italiano dei commenti del metropolita Ilarion (Alfeev) sulla situazione del Monte Athos a seguito del “pellegrinaggio” degli scismatici ucraini, con note sul valore dell’Athos come salvaguardia di verità e canonicità.

 
I media: il patriarca Bartolomeo sta per riorganizzare tre arcidiocesi

Eccovi il testo russo e italiano della notizia che il patriarca Bartolomeo sta per riorganizzare le diocesi d’America, Gran Bretagna e Australia (che radunano la parte più ampia – e più ricca – della diaspora greca sotto Costantinopoli). Al di là della sostituzione dei loro arcivescovi ormai anziani, il tempismo e l’estensione di queste riorganizzazioni fanno pensare molto facilmente a un desiderio di aumento del controllo patriarcale diretto sulla diaspora.

 
Епископа УПЦ Гедеона (Харона) депортируют из Украины

Ольга Цвилий, Союз православных журналистов, 13 февраля 2019 г.

Викарий Киевской Митрополии епископ Макаровский Гедеон (Харон)

Настоятеля Десятинного монастыря, который сообщил Конгрессу США о гонениях на каноническую Церковь и притеснениях верующих в Украине, СБУ задержала в киевском аэропорту.

Наместника Десятинного монастыря УПЦ, епископа Макаровского Гедеона (Харона) задержали в аэропорту «Борисполь» и собираются депортировать, сообщил в Facebook секретарь владыки Гедеона протодиакон Антоний.

«Куда депортируют неизвестно, т.к. он является гражданином Украины. Родился он в Украине. И на данный момент он лишен гражданства, и куда депортировать – непонятно», – поделился протодиакон Антоний.

Он попросил у верующих УПЦ молитв о епископе Гедеоне.

протодиакон Антоний

Секретарь иерарха канонической Церкви сообщил СПЖ, что у сотрудников Государственной пограничной службы Украины вопросов к наместнику Десятинного монастыря не возникло.

Задержание иерарха УПЦ произвела СБУ, которая изъяла у него загранпаспорт и объявила его «утерянным», рассказал протодиакон Антоний. Тот факт, что по якобы «утерянному» документу владыка Гедеон вылетел из Украины, и по нему же прошел пограничный контроль в США, у сотрудников правоохранительных органов не вызвал ни тени мущения. Представители Службы безопасности также заявили, что епископ Гедеон лишился гражданства Украины и решается вопрос о его депортации.

«Нахожусь в аэропорту "Борисполь", где меня не пустили, мотивируя тем, что "гражданство скасовано, недействительно". Хотя 15 дней тому назад я вылетал, никаких проблем не было. Никаких решений судов не было, ни решений Президента не было. Просто мотивируя тем, что паспорт якобы был мой потерян. Но заявлений я не давал. Ничего, – прокомментировал позднее в Facebooke случившееся с ним сам викарий Киевской митрополии. – Просто такое религиозное и политическое давление и беспредел, который сегодня происходит в Украине».

5 февраля 2019 года викарий Киевской Митрополии, наместник Десятинного монастыря Рождества Пресвятой Богородицы епископ Макаровский Гедеон (Харон) ознакомил Конгресс США с фактами дискриминации канонической Церкви властями Украины. Владыка Гедеон также передал Госсекретарю США Майклу Помпео и американским конгрессменам официальное воззвание УПЦ, в котором Церковь просит рассмотреть случаи нарушения прав и свобод верующих.

Тогда на вопрос журналистов о том, не усилят ли власти Украины давление на Церковь и на самого епископа после его выступления в Конгрессе США, владыка ответил, что может быть всякое. Но добавил, что надеется – с помощью Правительства Америки ситуация стабилизируется.

 
L’Igumeno Luka di Jordanville consacrato vescovo

L’archimandrita Luka (al secolo Mark Murianka, nella foto) è stato per molti anni l’igumeno del monastero della Santissima Trinità a Jordanville, nello stato di New York: il principale monastero della ROCOR  nel mondo. Padre Mark, come il suo predecessore, il metropolita Lavr (Shkurla), viene da una famiglia carpato-russa, e come Vladyka Lavr è stato eletto alla carica di vescovo di Syracuse (la città nello stato di New York esonima della nostra Siracusa in Sicilia). La sua consacrazione ha avuto luogo a Jordanville martedì 12 febbraio, nell’occasione della festa dei Tre Santi Ierarchi. Tra i vescovi consacratori, assieme al metropolita Hilarion della ROCOR, notiamo con piacere la presenza del nostro amico il metropolita Luka di Zaporozh’e, che condivide con il nuovo vescovo il nome monastico. Vi presentiamo la versione italiana dell’articolo, con ben tre video del processo di nomina e di elezione del vescovo Luka.

Многая лета! Unto many years! Per molti anni!

 
Il nuovo sito multilingue del monastero di Visoki Dečani

Non mancate di mettere tra i vostri preferiti il nuovo sito multilingue del monastero di Visoki Dečani, tesoro di fede e vita monastica del Kosovo e Metohija, e centro di luce spirituale per innumerevoli comunità ortodosse nel mondo (inclusa la nostra parrocchia).

Il sito è accessibile in serbo (in caratteri cirillici e latini), inglese, russo, italiano e greco. Passate la voce e visitatelo spesso: buona navigazione sul nuovo sito!

 
Cosa c'è dietro alla deportazione del vescovo Gedeon

Vi abbiamo dato l’altro ieri la notizia della deportazione dall’Ucraina di uno dei vescovi della Chiesa ortodossa ucraina, vladyka Gedeon (Kharon, nella foto) di Makarov, di ritorno dagli USA, dove aveva testimoniato al Congresso delle persecuzioni in atto nel suo paese. Oggi vi presentiamo in russo e in italiano un articolo di spiegazioni delle ragioni di questa apparentemente insolita espulsione.

 
Chiesa greco-cattolica ucraina: La posizione del Fanar dà il via libera a servire a un singolo altare

Il responsabile per l’ecumenismo della Chiesa greco-cattolica ucraina, padre Igor’ Shaban (nella foto), fa alcune affermazioni sul ruolo di Protos del patriarca ecumenico, che servirebbe a confermare il ruolo primaziale del vescovo di Roma e aprirebbe la strada alla tanto sperata unità dei cristiani (naturalmente, previa accettazione della posizione romana). Queste parole hanno a nostro parere un grande valore per determinare se VOI che le leggete siete ortodossi (o per lo meno, se lo è la vostra ecclesiologia). Leggete con attenzione le affermazioni di padre Igor’, che vi presentiamo in russo e in italiano: se siete deboli di stomaco, o se avete appena mangiato, tenete accanto a voi un sacchetto di carta... in caso di effetti spiacevoli, almeno non potrete dire che non vi abbiamo preavvisati. A seconda delle vostre reazioni, avrete una prova efficace del vostro grado di ortodossia:

- Se vi sentite di condividere appieno le idee di padre Igor’, allora non siete ortodossi, anche se magari occupate un seggio nel Santo Sinodo di Costantinopoli.

- Se all’idea di condividere le idee di padre Igor’, rispondete “nemmeno morti!”, allora complimenti, avete passato la prova e siete ortodossi (o per lo meno, lo è la vostra ecclesiologia).

 
Intervista di Tudor Petcu a Rico Vitz sulla Romania

Il nostro amico Tudor Petcu ci ha inviato il testo di un’ulteriore conversazione con il dottor Rico Vitz (nella foto), il filosofo ortodosso americano di cui vi abbiamo già presentato un’intervista due anni fa. Il nuovo colloquio ha avuto origine dalla recente visita del dott. Vitz in Romania per un congresso teologico, e offre alcuni spunti utili sull’interazione di un convertito occidentale con un paese di tradizione ortodossa.

 
La Serbia segreta

Vi presentiamo in russo e in italiano un racconto di viaggio di Vasilij Fadeev, un autore russo di libri sui Padri del deserto. La destinazione è la Serbia più nascosta, quella che ha visto formare il carattere di un popolo estremamente resistente e leale, e intimamente vicino a quello russo.

 
Il Santo Sinodo di Cipro si pronuncia sulla questione ucraina

Il Santo Sinodo della Chiesa autocefala di Cipro (nella foto) ha prodotto il 18 febbraio un documento sulla crisi ecclesiale in Ucraina, di cui vi presentiamo un riassunto commentato in italiano. Accanto a un chiaro messaggio di non riconoscimento degli scismatici ucraini, il documento del Sinodo cipriota sembra voler dare un colpo al cerchio e uno alla botte accusando la Chiesa russa per l’interruzione della comunione, nonché per la mancata presenza al concilio di Creta (cosa piuttosto illogica, perché il tema dell’autocefalia, tanto centrale nella crisi ucraina, non era neppure in discussione a Creta). Può darsi che le affermazioni vengano dal desiderio della Chiesa di Cipro di offrirsi come mediatrice della crisi, un ruolo che per ora non sembra particolarmente convincente.

 
Testimoniare Cristo in un paese "progressista"

Vi presentiamo la traduzione italiana dell’intervista al metropolita Tikhon (Mollard, al centro nella foto) di tutta l'America e del Canada, primate della OCA, rilasciata durante le conversazioni con i monaci del monastero Sretenskij di Mosca.

 
L'arcivescovo Mark di Berlino e della Germania ha inviato una lettera aperta all'Assemblea dei vescovi ortodossi canonici della Germania

Vi presentiamo il testo russo e italiano della lettera in cui l’arcivescovo Mark (Arndt, nella foto) di Berlino e della Germania ha ribadito l’uscita della ROCOR dalle iniziative inter-ortodosse presiedute dal Patriarcato di Costantinopoli nel territorio della sua diocesi, e, cosa ancor più interessante, l’apertura di un dialogo di riconciliazione affine a quello con cui fu ristabilita la comunione canonica tra la ROCOR e il Patriarcato di Mosca nel 2007. Uno dei punti più sconvolgenti del conflitto è, a parere di vladyka Mark, la presenza della firma del vescovo locale di Costantinopoli in Germania, il metropolita Avgoustinos, sul “disgraziato” (in russo злополучный, in inglese unholy) Tomos del 6 gennaio. Tali sviluppi potrebbero avere ricadute anche da noi, visto che la firma precedente a quella del metropolita Avgoustinos sul “disgraziato” Tomos è quella di un certo metropolita Gennadios d’Italia e di Malta.

 
Metropolita Daniil di Vidin: lo scopo di Costantinopoli è di imporre la sua autorità su tutta la Chiesa

Il metropolita Daniil (Nikolov, nella foto) di Vidin continia a essere una delle voci più chiare che si oppongono (non solo nella Chiesa bulgara, ma nell’Ortodossia mondiale) alle pretese di supremazia della sede patriarcale di Costantinopoli, e ce ne parla in un ulteriore articolo, che vi presentiamo in traduzione italiana, sottolineando il grave pericolo a cui la crisi ucraina assoggetta l’intera Chiesa ortodossa.

 
È inaccettabile essere in comunione eucaristica con scismatici non ordinati

Vi presentiamo in traduzione italiana i commenti del metropolita Nikiforos di Kykkos (nella foto), della Chiesa di Cipro, che aiutano a comprendere un po’ meglio la strana ambiguità della posizione del Sinodo cipriota sulla questione ucraina. Per spiegare la crisi ucraina usando la metafora di un furto, è come se il Sinodo della Chiesa di Cipro avesse condannato il furto in maniera inequivocabile, e poi, senza dire nulla sul ladro, avesse proseguito lanciando ogni sorta di rimproveri al derubato... uno scenario in cui non riusciamo a vedere molta utilità in una “mediazione” offerta dai fratelli di Cipro. È nostra convinzione che il mondo dell’Ortodossia greca non direttamente soggetto al Fanar dovrebbe, prima di tentare mediazioni nei casi di conflitto tra Mosca e Costantinopoli, avere le idee molto chiare su chi preferisce sostenere nei casi di conflitto tra Costantinopoli e la verità.

 
Poroshenko partecipa a una concelebrazione tra Costantinopoli e gli uniati nel New Jersey

Vi presentiamo il testo italiano di una notizia che conferma come il “servizio all’unità dei cristiani” offerto da Costantinopoli sia per ora riuscito a servire solo la causa nazionalista ucraina, come una “toppa nuova sul vestito vecchio” (cfr Mt 9:16) che riesce a creare danni in casa ortodossa tanto quanto in casa cattolica.

 
Lo scisma non è questo: i miti dell'ex-metropolita Aleksandr (Drabinko) sulla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

I sostenitori dell’ex metropolita Aleksandr (Drabinko, nella foto) hanno provato a confutare le accuse che il loro stesso metropolita faceva agli scismatici ucraini, prima del suo voltafaccia: a questo punto, Kirill Aleksandrov dell’Unione dei giornalisti ortodossi ha preparato una serie di risposte, in modo da permettervi di vedere, in russo e in italiano, una spiegazione approfondita delle due rispettive posizioni sullo scisma in Ucraina.

 
I nostri appunti di storia dell’Ortodossia in Italia appaiono in tedesco

Il nostro amico Tudor Petcu ha preparato una traduzione tedesca della sua intervista intitolata “Appunti di storia dell’Ortodossia in Italia”, e ci fa piacere che questo lavoro appaia su un sito significativo come Orthodoxie in Deuschland, curato da Thomas Brodehl, di cui abbiamo già ospitato un’intervista.

 
Dimmi chi veneri, e ti dirò chi sei

Vi presentiamo il testo russo e italiano dell’articolo di denuncia del protopresbitero Anastasios Gotsopoulos della diocesi di Patrasso, che sottolinea la malsana (dal punto di vista ecclesiologico) venerazione per Vasilij Lipkovskij, il prete ucraino che ha precorso le gesta dello pseudo-patriarca Filaret. Vi invitiamo ad analizzare gli incredibili parallelismi tra le due figure, compreso il dettaglio del supporto a entrambi gli pseudo-vescovi di governi locali persecutori della Chiesa ortodossa canonica.

 
Il patriarca serbo esprime ufficialmente sostegno a sua Beatitudine Onufrij

Eccovi il testo russo e italiano dell’articolo sul sostegno del patriarca Irinej di Serbia (nella foto) al Metropolita Onufrij e alla Chiesa ucraina canonica.

 
Tenuta a Parigi l’Assemblea generale di Rue Daru

Sabato 23 febbraio l’Assemblea generale dell’Arcivescovado delle parrocchie russe in Europa occidentale, come era prevedibile, ha deciso a larga maggioranza (oltre il 90% dei votanti) di non sciogliere l’Arcidiocesi, ma di continuare la sua esistenza legale. Parlando del tema della futura collocazione canonica dell’Arcidiocesi, che sarà l’oggetto della prossima Assemblea generale a giugno, l’arcivescovo Jean (Renneteau, nella foto) ha invitato il suo gregge ad accogliere la proposta del Patriarcato di Mosca, contenuta nella lettera del nostro arcivescovo Antonij (Sevrjuk). Vi presentiamo in traduzione italiana il resoconto della riunione e la lettera di vladyka Antonij.

 
Due interventi del metropolita Luka di Zaporozh’e

Il metropolita Luka (Kovalenko, nella foto) di Zaporozh'e e Melitopol' è per noi una figura di grande riferimento, come del resto sua beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev (non nascondiamo il nostro orgoglio che entrambi i metropoliti abbiano visitato e apprezzato la nostra parrocchia). Questa sera vi presentiamo due interventi di vladyka Luka a favore della giustizia e della verità: il primo, in versione russa e italiana, è un riassunto di suggerimenti su come rispondere all’illegalità dominante in Ucraina; il secondo, in traduzione italiana, è un atto di aperta denuncia dell’illogicità dell’imposizione di un nuovo nome alla Chiesa ortodossa ucraina.

 
C'è una ragione per interrompere la comunione eucaristica?

Vi presentiamo la traduzione italiana dell’articolo di Anna Stickes, teologa americana della ROCOR, sulle motivazioni dell’interruzione della comunione eucaristica. Queste ragioni sono ancor più importanti da capire quando vediamo accusare l’interruzione di comunione in sé e per sé, ignorando le illegalità di cui l’interruzione di comunione non è altro che una contromisura.

 
Dettagli dalla riunione del Santo Sinodo del 26 febbraio

Il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa si è riunito al monastero di san Daniele a Mosca il 26 febbraio 2019; tra le decisioni importanti per noi (Verbale № 7), è stato approvato il regolamento interno dell’esarcato dell’Europa occidentale, ed è stato deciso che le due chiese di san Nicola e di santa Caterina a Roma passino dallo status di stavropigie patriarcali al rango di parrocchie della nostra amministrazione.

 
Primi divieti pratici di concelebrazioni

La mancanza di comunione con gli scismatici ucraini, finora annunciata da alcune Chiese locali in linea di principio, diventa una serie di istruzioni pratiche con il documento dell’arcivescovo Michal (Dandar, nella foto) di Praga, di cui vi presentiamo un resoconto in russo e in italiano.

 

 
Padre John Whiteford partecipa a una conferenza teologica internazionale sulla crisi ucraina a Mosca

Abbiamo sentito poco ultimamente da parte del nostro amico e confratello del Texas, padre John Whiteford (nella foto), che è stato a Mosca a parlare presso l'Università ortodossa di san Tikhon di come la crisi ucraina stia coinvolgendo i cristiani ortodossi che vivono in Occidente. Vi presentiamo in traduzione italiana il resoconto del viaggio di padre John.

 
"Fammi posto su quella nuvola"

Partendo da un recente caso di cronaca, padre Lawrence Farley cerca di offrire una prospettiva ortodossa del suicidio, soprattutto quelli generati dalla noia di vivere e sostenuti dalla convinzione del tutto infondata che tutti vadano comunque in paradiso dopo la morte.

 
La Chiesa serba ha pubblicato una dichiarazione ufficiale sulla situazione in Ucraina

I vescovi della Chiesa ortodossa serba (nella foto) si sono espressi fin dal principio contro all’ingerenza di Costantinopoli in Ucraina, e mentre è stata sempre chiara la volontà della Chiesa serba di non riconoscere gli scismatici ucraini, la dichiarazione del 28 febbraio, che vi riportiamo in russo e in italiano, vede un passo ulteriore e a nostro avviso determinante nella vicenda ucraina. Infatti, anche se a livello di mera raccomandazione, la Chiesa serba chiede ora ai propri vescovi e chierici di astenersi dal concelebrare non solo con gli scismatici ucraini, ma anche con quelli che sono in comunione con detti scismatici (in chiari termini: il Patriarcato di Costantinopoli), secondo il principio che chi è in comunione con gli scismatici diventa a sua volta scismatico.

 
Domande e risposte – febbraio 2019

Eccovi una nuova serie di domande e risposte dal blog di padre Andrew Phillips, su temi ecclesiologici e giurisdizionali, su religione e politica, e sul presente e sul futuro della Chiesa.

 
La BBC ucraina scopre che la chiesa scismatica non ha alcun dato ufficiale sui numeri dei trasferimenti di parrocchie

Talvolta i migliori scoop giornalistici sono fatti da quelle agenzie che non hanno alcun interesse di parte a pubblicizzare i dati che scoprono. Nessuno può accusare la BBC di essere particolarmente “russofila”, eppure i dati recentemente scoperti dalla BBC ucraina dimostrano quale castello di carte sia stato eretto per dimostrare un esodo di massa dalla Chiesa ortodossa ucraina alla struttura scismatica montata da Costantinopoli. Ebbene, si è scoperto che la vantata cifra di 350 parrocchie passate di giurisdizione non solo non ha un riscontro effettivo, ma... nella chiesa scismatica non hanno neppure dati ufficiali su quante parrocchie vi siano transitate! A farne le spese è stata la mappa interattiva degli spostamenti di parrocchie pubblicata da RISU (guarda caso, il servizio stampa degli uniati, che non perdono il vizio di voler parlare a nome degli ortodossi), che gli stessi autori hanno dovuto dichiarare farlocca; qui in Italia, attendiamo fiduciosi che l’ondata di indignazione suscitata da queste menzogne mediatiche arrivi a travolgere anche la credibilità di AsiaNews, il servizio stampa nostrano sempre pronto a pubblicare bufale sull’Ortodossia in nome della “missionarietà”.

 
"La voce della Chiesa ucraina sofferente deve essere udita in tutto il mondo"

Vi presentiamo il testo russo e la traduzione italiana dell’intervista di Sergej Geruk al vescovo Viktor (Kotsaba, nella foto) di Baryshev, capo della Rappresentanza della Chiesa ortodossa ucraina presso le organizzazioni internazionali europee. Vladyka Viktor sta parlando da anni presso parlamenti, commissioni internazionali e rappresentanti dei media per denunciare le violazioni dei diritti religiosi e umani dei fedeli ortodossi in Ucraina.

 
Sacerdote Viktor Parandjuk: "Gli scismatici commettono un errore catastrofico"

Vi presentiamo in russo e in italiano la testimonianza di un parroco davvero notevole, padre Viktor Parandjuk (nella foto) che fino a 10 anni fa era un tenente colonnello dell’aviazione ucraina, e fino alla firma del “Tomos” era rettore della chiesa situata presso la scuola di polizia a Vinnitsa. Da lui riusciremo a capire qualcosa della vita dei preti scacciati dalle loro chiese grazie al meraviglioso dono di “riconciliazione” così generosamente scaricato sul popolo ucraino da Costantinopoli.

 
750.000 visitatori!

Alla sera di domenica 3 marzo 2019, il contatore dei nostri visitatori ha superato i tre quarti di milione. Per un sito parrocchiale che non pretende di fare altro che informare sulla Chiesa ortodossa, è davvero un buon traguardo, e testimonia un notevole gruppo di visitatori regolari: ora, sulla vita totale del sito in quasi sette anni, siete stati un totale di oltre 300 al giorno, e negli ultimi sei mesi, grazie alla nostra copertura pressoché quotidiana del tema della crisi ucraina, siete saliti a oltre 400 al giorno. Speriamo di poter mantenere la vostra attenzione e premiare la vostra fedeltà con la costante fornitura di informazioni di qualità. Vi ringraziamo tutti con affetto.

 
C'è una ragione per interrompere la comunione eucaristica? (Parte 2)

Alcuni giorni fa abbiamo iniziato a tradurvi le considerazioni di Anna Stickles sul tema della interruzione della comunione tra Chiese ortodosse. Oggi proseguiamo la serie con un secondo articolo sulle giustificazioni ecclesiali di tale pratica nella dottrina dei Padri della Chiesa.

 
Violenze contro la Chiesa nel silenzio generale

Dalla pagina Facebook Premio Goebbels per la disinformazione:

Ucraina. Gennaio, febbraio 2019 Violenze contro chiese e rappresentanti del clero del Patriarcato di Mosca. Vaticano, UE, stampa "democratica e antifascista" non pervenuti.

 
La ROCOR apre una missione in Texas per servire famiglie che hanno lasciato una parrocchia greca sotto Costantinopoli

Vi presentiamo la traduzione italiana di un’altra storia di passaggio da Costantinopoli alla ROCOR, questa volta non a causa di decisioni di parroci o consigli parrocchiali, ma di gruppi di fedeli che non apprezzano la linea del loro patriarcato. Una buona regola sociologica, ben conosciuta dagli editori e dai pubblicitari, dice che per ogni persona che manifesta pubblicamente un’opinione discordante, ce ne sono almeno un centinaio che condividono tale opinione senza renderla pubblica. In base a tale regola, dobbiamo dedurre che il dissenso nei confronti della politica di Costantinopoli in Ucraina è ben più profondo di quanto possa apparire.

 
Braci perpetue: una cronaca degli sforzi missionari della ROCOR in India

Uno degli aiuti più importanti per capire il respiro universale dell’Ortodossia è lo studio delle sue missioni. A tal fine, vi presentiamo la traduzione italiana di un dettagliato studio storico delle missioni della ROCOR nel subcontinente indiano, opera del monaco rassoforo Angelos (Stanway, nella foto) di Jordanville. Le lezioni che possiamo imparare dai momenti luminosi e oscuri di queste vicende missionarie sono insegnamenti di grande valore per ogni cristiano ortodosso che si vuole impegnare nell’evangelizzazione.

 

 
La diaspora ucraina inizia a mostrare l’inefficacia del Tomos

La diaspora del “patriarcato di Kiev” al di fuori dei confini ucraini, secondo i termini del Tomos di autocefalia del 6 gennaio, dovrebbe essere incamerata nelle diocesi locali del Patriarcato di Costantinopoli. Ma cosa dire, quando detta diaspora rifiuta i termini del Tomos e pretende di stare illegalmente sotto la sua ex “chiesa madre”? È proprio quello che succede tra le parrocchie del “patriarcato di Kiev” negli USA e in Germania, secondo le ultime novità. Questo ci porta a due conclusioni, non mutualmente esclusive tra loro: o il Tomos è carta straccia (come annuncia “padre” Olexandr Dviniatin di Bridgeport, nel Connecticut, nella dichiarazione su Facebook riportata nell’immagine, “per quanto riguarda le parrocchie d’oltremare della Chiesa ortodossa dell’Ucraina, il Tomos non è il Simbolo della Fede: percepitelo come il Tipico”; questo getta luci piuttosto sinistre su come certi “ortodossi” della diaspora percepiscano il Tipico, se questo può essere “percepito” facendo esattamente il contrario di ciò che esso indica esplicitamente...), oppure i membri di quella diaspora ucraina non sono altro che banditi (e verosimilmente lo sono pure i loro capobanda a Kiev), e allora dovremmo mettere in questione l’intera procedura della concessione di un Tomos di autocefalia a un gruppo di criminali.

 
Il buon senso dell'Ortodossia araba nella crisi ucraina

Vi presentiamo due articoli di Jad Ganem dal blog Notes on Arab Orthodoxy, che offrono intelligenti e provvidenziali contrappunti da parte della (purtroppo) poco considerata Ortodossia araba:

- Il primo articolo, intitolato Il vicolo cieco, del 5 marzo, analizza il rifiuto del patriarca Bartolomeo di indire una Sinassi dei primati per risolvere la questione ucraina, con il pretesto che non c'è l'unanimità (o per dirla con spietata sincerità, perché tutti gli altri sono in disaccordo con le sue decisioni). Qui vediamo l'assurda negazione del principio ortodosso della conciliarità: se fosse meglio non tenere riunioni conciliari quando manca l'unanimità, allora non ci sarebbe mai stato un singolo concilio in tutta la storia della Chiesa.

- Il secondo articolo, intitolato La fanteria dell'ellenismo, del 14 febbraio, è una salutare doccia fredda per tutti quelli che si illudono di avere dal Monte Athos indicazioni univoche per una via d'uscita dalla crisi ucraina.

 
47 pastori protestanti e 350 fedeli battezzati nella santa Ortodossia in India

Dopo avervi presentato ieri la storia delle missioni dell’Ortodossia russa in India, vi forniamo oggi il resoconto del più recente successo missionario che viene a ravvivare quelle “braci perpetue” di cui abbiamo appena seguito l’epopea secolare. È fuori di dubbio che l’Ortodossia stia per vedere nel subcontinente indiano sviluppi finora impensabili.

 
"Le acque sono state infangate": intervista a padre John Whiteford

Durante il suo soggiorno a Mosca per la conferenza sulla crisi ucraina, il nostro amico padre John Whiteford (nella foto) ha avuto modo di discutere di questo tema e di molti altri ad esso collegati con Jesse Dominick, uno dei traduttori americani di Orthochristian.com. Il dialogo che ne è sorto è davvero prezioso, e ve lo presentiamo in italiano ringraziando padre John per il suo contributo alla causa della verità.

 
Gli scismatici ucraini dicono che non accetteranno comunità cattoliche che vogliono trasferirsi sotto di loro

Domenica 3 marzo 2019 la comunità degli uniati della chiesa della presentazione del Signore a Leopoli (nella foto) ha chiesto spontaneamente di essere ammessa nella “Chiesa ortodossa dell’Ucraina”, solo per vedersi chiudere la porta in faccia il giorno successivo. Rileggendo la notizia, proviamo a riflettere su quel che ci racconta questa strana vicenda:

- Evstratij Zorja, “l’eminenza rossa” della chiesa scismatica e storico portavoce del “patriarcato di Kiev”, ha dichiarato che il desiderio della comunità uniate “è stato una sorpresa per noi”. Sopresa che un gruppo di eterodossi voglia... diventare ortodosso? Oppure soltanto sorpresa che un gruppo di uniati voglia barattare il proprio uniatismo con un altro uniatismo un po’ meno credibile?

- La chiesa scismatica, secondo le parole del portavoce dalla barba fulva e dai ragionamenti oscuri, “ha una politica di non accettare le comunità cattoliche”. Peccato che di questa politica nessuno ne sapesse qualcosa fino a quando si è aperto un primo caso che “è stato una sorpresa”.  Sembra strano che, vista la politica (questa sì, invece, ben nota e sperimentata) di accettare cani, porci e voltagabbana di ogni risma purché provengano dalla Chiesa ortodossa canonica, anche sotto minaccia, ci debba essere una politica di non accettare chi venga volontariamente dalla comunione romana. Ma forse la strana reticenza sarà dovuta all’assenza di qualcuno che sia in grado di spiegare a un gruppo di ex uniati la fede e l’ecclesiologia ortodossa.

- A noi viene una strana sensazione di déjà vu quando leggiamo questa storia e ci ricordiamo di qualche cattolico che ha cercato di diventare ortodosso qui in Occidente chiedendo asilo sotto qualche omoforio di Costantinopoli, solo per sentirsi dire che ciò era impossibile, perché avrebbe compromesso i buoni rapporti ecumenici, e che se proprio si desiderava un passaggio, erano sempre disponibili i “fanatici” del monte Athos o di... Mosca, che si fissavano su cose secondarie come la fede e l’ecclesiologia ortodossa.

 
Papa Ephraim: Il mio diario in India

Dopo avervi parlato nei giorni scorsi della missione ortodossa in India, vogliamo presentarvi oggi la versione italiana del diario di viaggio missionario tenuto nello scorso settembre dallo ieromonaco Ephraim (Poonen, nella foto), in missione di evangelizzazione nello stato indiano dell’Andhra Pradesh assieme a padre Athanasius Kone di Honolulu. Lasciatevi sorprendere da questa lettura, e chiedetevi se Dio non stia chiamando anche voi a sostenere questa straordinaria opera missionaria.

 
Una semplice "lettura" del Tomos d'autocefalia

Uno dei membri della Sacra Comunità del Monte Athos, scandalizzato dall’arrendevolezza di alcuni dei suoi confratelli monaci nei confronti delle azioni anticanoniche del patriarca Bartolomeo, ha offerto una lettura del Tomos che vi presentiamo in traduzione italiana. Anche se l’autore mantiene il suo anonimato (cosa comprensibile per non creare ulteriori spaccature nella Sacra Comunità e tra i monasteri), le sue conclusioni parlano chiaro.

 
Perché il patriarca Bartolomeo è contrario a un Concilio ecumenico

Vi presentiamo il testo russo e italiano dello studio di Kirill Aleksandrov sulle obiezioni (di fatto, la paura) del patriarca Bartolomeo a riunire il Concilio pan-ortodosso che gli è stato richiesto dalla maggioranza delle Chiese ortodosse local. Kirill Aleksandrov si sofferma anche sul recente concilio di Creta, e fa notare un punto che riteniamo molto importante, e cioè che l’ordine del giorno del concilio di Creta era fortemente mirato a impedire qualsiasi altro concilio pan-ortodosso non in linea con la politica del Fanar.

 
Una bella sorpresa dall’Emilia-Romagna

Di tanto in tanto abbiamo conferme che questo sito ha un impatto positivo sulla vita di alcuni fedeli. Per noi queste sono le migliori garanzie che i nostri sforzi sono utili. Recentemente, abbiamo scoperto che un gruppo di cristiani ortodossi italiani dell’Emilia-Romagna ha potuto non solo trarre informazioni sull’Ortodossia dal nostro sito, ma anche usarlo come uno degli strumenti della propria crescita. Tra i vari modi di servirsi del materiale da noi presentato, vi segnaliamo queste geniali rilegature artigianali dei nostri testi delle funzioni:

da un piccolo libretto della Liturgia...

...a un volume che raccoglie più funzioni

la rilegatura è facile da realizzare e durevole nel tempo!

 
In memoriam: patriarca Mesrob di Costantinopoli

L'8 marzo 2019 è morto per un attacco cardiaco all’età di 63 anni Mesrob II (Mutafian, nella foto), patriarca degli armeni di Costantinopoli, che era stato al corrente della vita della nostra parrocchia fin dalla sua fondazione.

Purtroppo, sin dal 2008 era stato colpito da Alzheimer, e non aveva più potuto esercitare il suo ministero: un'immensa perdita per il suo popolo, ma anche per noi, che vedevamo in lui un esempio di patriarca che, pur vivendo nelle difficili condizioni della Turchia contemporanea, non si lasciava piegare dalle seduzioni e dalle corruzioni della politica occidentale e di un falso ecumenismo di facciata.

Աստված հոգին լուսավորել (Astvats hogin lusavorel) – Che Dio illumini la sua anima!

 
Intervista di Tudor Petcu ad Alberto Migliori

Ringraziamo il nostro amico Tudor Petcu per un’ulteriore intervista a un ortodosso italiano, il fiorentino Alberto Migliori (nella foto), e lo ringraziamo per questa sua infaticabile ricerca, che non solo ci fa conoscere gli uni con gli altri (e già solo per questo il contributo di Tudor sarebbe preziosissimo), ma ci aiuta anche a capire che i nostri viaggi verso l’Ortodossia non sono avventure isolate, bensì risposte a una chiamata provvidenziale del Signore.

 
In memoriam: padre Andrej Parfenchik

Al mattino del 12 marzo 2019 si è addormentato nel Signore ancor prima di compiere i 40 anni il sacerdote Andrej Parfenchik, che dal 2014 al 2019 è stato il rettore della chiesa di sant'Alessandro di Comana a Palermo.

Nato a Minsk, padre Andrej aveva studiato al Seminario teologico di Minsk e all'Accademia teologica di Varsavia. Aveva servito per nove anni come rettore della chiesa del Pokrov a Kletsk fino a quando nel 2013 è stato trasferito in Italia

Nell'autunno 2018, gli è stato diagnosticato un adenocarcinoma pancreatico al quarto stadio. I medici hanno fatto tutto il possibile per salvare la vita a padre Andrej, ma alla fine hanno potuto solo alleviare le sue sofferenze, mentre passava coraggiosamente i suoi ultimi mesi in continua attività al servizio della parrocchia. All'aggravarsi della malattia, la sua famiglia ha deciso di riportarlo in Belarus' per continuare le cure presso il Centro oncologico di Borovljany, dove è arrivato il 1 marzo.

Вечная память! Вечная памяць! Eterna memoria!

 
Portavoce della Chiesa ortodossa ucraina: dei 47 vescovi georgiani, solo 7 vogliono riconoscere la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" (+ VIDEO)

Possiamo seguire in russo e in italiano come padre Nikolaj Danilevich (nella foto), vice capo del Dipartimento esteri della Chiesa ortodossa ucraina, riporta le novità del suo viaggio in Georgia e spiega come l’opposizione alla Chiesa canonica viene da inconsapevolezza da parte di alcuni vescovi georgiani, e da un vero dissenso filo-occidentale (opposizione liberale) da parte di un ristretto gruppo di “teologi” che sostengono la chiesa scismatica.

 
I macedoni in Grecia chiedono a Costantinopoli di poter avere servizi nella loro lingua

Vi presentiamo il resoconto di un’insolita richiesta da parte di una minoranza di cui si parla davvero poco (e che potrebbe far uscire alcuni spiacevoli scheletri dagli armadi dei nazionalismi novecenteschi) a una sede che non ha alcun vero interesse a sostenere i diritti di questa minoranza... se non per il suo valore di scambio in un complicato gioco di ricatti inter-ecclesiali.

 
Poroshenko ha promesso a Costantinopoli delle proprietà in cambio del tomos d'autocefalia

Non c’è stata molta apologetica delle liaisons dangereuses tra il governo di Kiev e il Fanar, ed è bene così, perché praticamente ogni affermazione in questo campo rischia prima o poi di essere denunciata come una madormale bugia. Vi presentiamo la notizia che il 12 marzo ukranews.com ha rivelato i documenti d’accordo tra Poroshenko e il patriarca Bartolomeo (nella foto), rivelando che si tratta di documenti di stato (trattenuti illegalmente segreti) e non di un’iniziativa personale, come già annunciato dal presidente.

 
Nuova parrocchia missionaria a Grenada

Avevamo già parlato dell’isola caraibica di Grenada tre anni fa, in uno dei nostri articoli di geopolitica, dove si sottolineava l’uso esasperato della paura di una “invasione russa” per giustificare gli interventi militari più ingiustificabili. Paradossalmente, oggi abbiamo notizia che la temuta “invasione russa” di Grenada ha avuto davvero luogo, ma a forza di servizi liturgici e di benedizioni di case, di cui vi presentiamo in russo e in italiano un resoconto aggiornato.

 
Due testi di padre Andrew Phillips

Vi presentiamo le traduzioni dei due ultimi testi dal blog di padre Andrew Phillips. Nel primo, dedicato a un confronto di ecclesiologie, si analizzano i modelli (imperiale e multinazionale contro imperialista e mono-nazionalista) che stanno emergendo sempre più chiari dal conflitto tra Mosca e Costantinopoli. Nel secondo, dedicato alla confusione del gender nel mondo occidentale contemporaneo, si identifica la fonte da cui nasce la confusione tra i sessi nel pensiero contemporaneo.

 
Il vescovo Irinej in visita a Sanremo

Martedì 5 e mercoledì 6 marzo il vescovo Irinej (Steenberg) di Richmond e dell'Europa occidentale ha fatto la sua prima visita alla parrocchia di Sanremo, dove ha potuto incontrare il parroco, padre Denis Baykov, oltre ai padri Georgij Blatinskij da Firenze ed Evgenij Nikitin da Mentone, celebrando con loro e i parrocchiani un Moleben a san Serafino di Sarov e avendo l'occasione di discutere la vita parrocchiale e le prospettive pastorali.

Pur con il nostro massimo rispetto per i sacerdoti che hanno servito negli anni precedenti, con grande fatica personale e spesso venendo da lontano, ci sembra che solo ora la vita della parrocchia di Sanremo si stia normalizzando, e le auguriamo la migliore crescita su questa linea.

 
Gli scismatici non hanno preti che possano servire nelle chiese prese con la forza

Uno degli aspetti più tragicomici della nuova struttura scismatica ucraina è il fatto che sta implodendo per mancanza di clero. I luoghi di culto appena rubati alla Chiesa ortodossa ucraina restano privi di preti, nonostante i “vescovi” scismatici come il “metropolita” Danilo (Koval’chuk, nella foto) della Bucovina stiano offrendo “ordinazioni facili” a uomini non preparati, come possiamo leggere in un resoconto dedicato a questo fenomeno. Le “ordinazioni facili” possono avvenire per diverse ragioni, non tutte negative: per esempio, quando la vita ecclesiale di una regione rinasce dopo una persecuzione, la forte richiesta di celebrazioni può indurre i vescovi a essere di manica più larga nelle ordinazioni, soprattutto quando non sono ancora stati ristabiliti i programmi di istruzione del clero. Di fatto, molti preti del Patriarcato di Mosca negli ultimi decenni sono stati ordinati piuttosto velocemente per necessità pastorali urgenti (tra l’altro, sarebbe anche interessante scavare nel passato di certi portavoce degli scismi ucraini e vedere quanti di loro sono stati “miracolati” dalla generosità di quella stessa Chiesa sulla quale ora sputano...) Il più grande rischio che si corre con queste politiche di ordinazioni facili è quello di ammettere a gradi clericali persone francamente indegne o incapaci del compito che vogliono intraprendere. Nel presente caso ucraino, questi nuovi “preti”, oltre a una preparazione raffazzonata, avranno anche la non invidiabile posizione sociale di ricettatori di beni rubati, che non farà altro che allargare ancor di più l’abisso tra la Chiesa e gli scismatici.

 
Il "libro nero" delle gesta di Costantinopoli

Il 27 febbraio è stato presentato presso il Dipartimento delle relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca un libro sulle relazioni tra i patriarcati di Costantinopoli e della Rus' nel XX secolo, opera dello storico pietroburghese Mikhail Vital'evich Shkarovskij (nella foto). Vi presentiamo un articolo in russo e in italiano sul nuovo libro, che già la stampa ha ribattezzato il "libro nero" delle gesta di Costantinopoli, a causa delle numerose iniquità in esso dettagliate, e sulle quali la Chiesa russa ha deciso di non mantenere più il silenzio dopo l’invasione anti-canonica dell’Ucraina.

 
Vescovo Irinej di Bačka: La Chiesa serba per ora mantiene la comunione con Costantinopoli per economia

In seguito alla dichiarazione ufficiale della Chiesa serba sulla situazione in Ucraina, che vi abbiamo presentato alcuni giorni fa, sono sorte voci di una rottura della comunione tra Belgrado e Costantinopoli. Il vescovo Irinej di Bačka, portavoce del Sinodo, ridimensiona queste voci in una nota che vi presentiamo in traduzione italiana, spiegando che esiste una raccomandazione a evitare le concelebrazioni con chi è in comunione con gli scismatici ucraini, e questa raccomandazione può essere implementata per correttezza (acribia) canonica, oppure non implementata per indulgenza (economia).

 
Il canto del Magnificat nella cattedrale dei Nuovi Martiri a Mosca

Eccovi un video (NB. Video non disponibile - chiedetevi perché) con sottotitoli di presentazione della cattedrale dei Nuovi Martiri e Confessori presso il monastero Sretenskij di Mosca (una chiesa che vi abbiamo già presentato in diverse occasioni sul nostro sito). La colonna sonora è costituita dal Magnificat, il cantico biblico che accompagna la nona Ode del Mattutino.

 
Ushakov, l’imbattibile

Non perdetevi sul Saker blog italiano l'articolo di Raffaele Ucci sull'ammiraglio Fjodor Ushakov, un affascinante quadro di vita di un grande personaggio della storia russa che accanto a un’ineccepibile vita di soldato ha anche avuto una vita di credente e penitente tanto intensa da essere stato canonizzato tra i santi.

 
Tattiche di doppi standard: come gli Stati Uniti interferiscono nella vita della Chiesa ortodossa

Vi presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti uno studio in russo e in italiano sulle interferenze del Dipartimento di Stato americano in Ucraina e prima ancora al Fanar.

 
Il patriarca Bartolomeo ha ripudiato il canone apostolico 34?

Quando la Chiesa ortodossa russa ha definito le azioni di Costantinopoli in Ucraina "non canoniche", lo ha fatto a ragion veduta, perché la vita della comunione ortodossa è regolata da canoni spesso piuttosto precisi. Già una volta il sito Orthodox Synaxis ha dedicato un articolo alla violazione di una di queste regole, il Canone 5 del concilio di Sardica; oggi vediamo come il Patriarcato di Costantinopoli stia scartando la visione ortodossa di uno dei Canoni apostolici (proprio uno che parla di primato locale) in favore di un'interpretazione nettamente neo-papista.

 
Nino Burjanadze: la Georgia non dovrebbe in alcun modo riconoscere la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

Nino Burjanadze (nella foto), ex presidente del parlamento georgiano, offre il suo parere non solo come figura politica, ma anche come credente vicina al patriarca Elia, sul rischio del riconoscimento degli scismatici ucraini, in un articolo che vi presentiamo in russo e in italiano.

 
Due aiuti per comprendere l’ecclesiologia ortodossa

Vi presentiamo due testi di un certo valore per giungere a una comprensione più profonda dell’ecclesiologia ortodossa e delle sue aberrazioni:

1) la traduzione italiana del documento della Chiesa russa da poco riunificata (nel 2008) sull’unità della Chiesa, dalla cui lettura si comprende come la posizione ecclesiologica di Mosca non si sia modificata di una sola virgola durante tutto il corso della crisi ucraina.

2) La traduzione italiana del documento intitolato “La pseudomorfosi dell'ecclesiologia ottomana”, in cui l’attento osservatore antiocheno che cura il sito Orthodox Synaxis valuta l’ecclesiologia di Costantinopoli come una falsa forma (“pseudomorfosi”, nella visione teologica di padre Georges Florovsky) che perpetua nell’Ortodossia odierna non il sistema imperiale cristiano, bensì quello ottomano.

 
La russofobia come attività professionale in Bulgaria

Un aspetto poco conosciuto della russofobia è la sua penetrazione nei paesi tradizionalmente amici della Russia, come la Bulgaria, non tanto per generare odio antirusso in questi popoli, quanto piuttosto per togliere ai russi la speranza di contare su alleati storici. Nell’articolo di Janina Alekseeva che vi presentiamo in traduzione italiana, cerchiamo di sollevare un poco il velo dell’omertà su queste attività di guerra culturale.

 
Domande e risposte dalla corrispondenza recente (marzo 2019)

Eccovi in traduzione italiana le risposte di padre Andrew Phillips alle ultime domande dei suoi corrispondenti sulla sua parrocchia, sul nazionalismo, sull’opera missionaria nell'Europa occidentale, sulla vita ortodossa e sul riscaldamento globale.

 
A Kiev hanno letto il testo degli anatemi contro Bartolomeo

Il Trionfo dell’Ortodossia, al termine della prima settimana della Grande Quaresima, è stato festeggiato dalla Chiesa ucraina nonostante le persecuzioni con un grande seguito popolare, come attestano foto e video da tutto il paese. Oggi ci vogliamo soffermare su una di queste processioni tenuta a Kiev, neppure troppo grande (circa duemila fedeli), ma sicuramente significativa per due caratteristiche:

1) si è trattato di una funzione laicale tenuta dall’Unione delle confraternite ortodosse (eredi ideali di quelle confraternite che furono l’anima della resistenza ortodossa contro l’Unia di Brest), con un Moleben (officio di intercessione) seguito dalla tradizionale recitazione degli anatemi contro i nemici della Chiesa;

2) uno di questi anatemi ha avuto come oggetto il "falso patriarca Bartolomeo di Istanbul".

In quanto funzione laicale, ovviamente tutto quanto vi è stato espresso non impegna l’episcopato della Chiesa ortodossa ucraina, ma avrà senza dubbio la capacità di influenzarlo: vi presentiamo in russo e in italiano il resoconto dell’evento, che invita a una riflessione sul ruolo della voce del popolo di Dio nella Chiesa ortodossa.

 
Il servizio di sicurezza dell’Ucraina apre una causa contro un sacerdote che ha salvato 30 parrocchie dallo scisma

Vi presentiamo nella sezione “Testimoni dell’Ortodossia” la traduzione italiana della storia di un prete di Rovno (o Rivne nella parlata locale), l’arciprete Viktor Zemljanoj (nella foto). Per il “crimine” di aver protetto le parrocchie locali dalla caduta nello scisma, i servizi segreti ucraini lo hanno sottoposto a interrogatorio e iscritto tra gli indagati per “incitazione all’ostilità religiosa”. Leggete la storia di padre Viktor, e chiedetevi quale sarebbe la vostra reazione se questi eventi accadessero in Italia.

 
Preoccupazione per la persecuzione dei membri dell’Unione dei giornalisti ortodossi espressa in un rapporto dell'ONU

In un paese in cui difendere la Chiesa ortodossa canonica è visto come un crimine, non si può permettere che qualche giornalista si permetta di raccontare le vessazioni subite da tali difensori. Leggete in russo e/o in italiano i risultati del rapporto dell’ONU sulle persecuzioni dei membri dell’Unione dei giornalisti ortodossi, e non rimarrete stupiti che il governo ucraino non abbia dato nessuna risposta alle richieste delle Nazioni Unite di difendere la libertà di parola in questo caso.

 
Come i vescovi possono dire la verità

Ci sono diversi metodi con cui i vescovi possono adempiere al loro compito di difendere la verità quando questa è minacciata.

1) Lo possono fare in modo sottile ma garbato e solenne, come ha fatto il metropolita Arsenij di Svjatogorsk (nella foto) alla Domenica del Trionfo dell’Ortodossia, quando ha affermato “non si può andare in paradiso partendo da chiese rubate”.

2) Lo possono anche fare apertamente e spiegando tutte le regioni, come ha fatto il metropolita Luka di Zaporozh’e, che ha accettato di dibattere pubblicamente contro il “vescovo” Fotij degli scimatici locali, come possiamo leggere in russo e in italiano nell’articolo dedicato a questo dibattito.

 
I rinnovazionisti e gli scismatici ucraini: tutti i paralleli

Vi presentiamo il testo russo e italiano dello studio di Konstantin Shemljuk che evidenzia le impressionanti analogie tra lo scisma storico dei rinnovazionisti russi (la “Chiesa vivente” filo-sovietica) e l’attuale struttura scismatica della “Chiesa ortodossa dell’Ucraina”: la sottomissione alle autorità statali e ai servizi segreti, le motivazioni essenzialmente politiche (accoppiate a ipocrite condanne della vera Chiesa perseguitata come “politicizzata), i tentativi di influenzare la Chiesa dall’interno, il sostegno aperto dei patriarchi di Costantinopoli, l’occupazione di chiese che rimangono vuote per mancanza di fedeli, i tentativi di aderire alla nuova struttura per fare carriere veloci o per “riciclarsi” dopo qualche malefatta... davvero, ci sentiamo di fronte a una lezione della storia che è stata così poco capita da essere amaramente ripetuta tale e quale.

 
"Orthodox Synaxis" rivela un’aperta menzogna teologica del patriarca Bartolomeo

Dobbiamo ammettere che il sito Orthodox Synaxis è la più più attenta fonte in rete a seguire i documenti ufficiali relativi alla crisi ucraina. In questi giorni, il sito ha rivelato che il patriarca Bartolomeo (o chi scrive i discorsi per lui, ma nel caso degli scrittori ombra tutti gli onori e gli oneri ricadono su chi mette la firma) ha mentito a più riprese rievocando un precedente storico e teologico (lo scisma meleziano nell’Egitto del IV secolo) per avvalorare la sua condotta in Ucraina, mentre invece, alla prova dei documenti, tale precedente ne costituisce una netta condanna. Vi presentiamo la traduzione italiana dell’articolo di denuncia delle bugie patriarcali.

 
Suvorov: l’uomo che avrebbe potuto battere Napoleone

Dopo avervi segnalato la scorsa settimana l’articolo di Raffaele Ucci sull’ammiraglio Fjodor Ushakov, non puo mancare la segnalazione dell’analogo articolo su Aleksandr Suvorov, uno fra i maggiori testimoni dell’Ortodossia nel mondo militare russo, che il nostro sito ha voluto segnalare fin dagli inizi, non solo come uomo di fede, ma anche come autore di testi di preghiera.

 
Ucraina: allora e adesso

Due giorni fa vi abbiamo presentato un parallelo storico tra i rinnovazionisti russi del periodo bolscevico e gli scismatici ucraini di oggi; ora l'arciprete Andrej Tkachev (nella foto) traccia per noi un parallelo tra la situazione dell’Ucraina attuale e quella dell’Unia di Brest alla fine del XVI secolo, con similarità che dicono molto a chi ha orecchie per intendere, e che possiamo seguire in russo e in italiano.

 
Padre Andrew Phillips sulla Chiesa fanariota

In un saggio che vi presentiamo in traduzione italiana, padre Andrew Phillips ci aiuta a discernere alcune tendenze del Fanar nell’ultimo secolo, invitandoci a guardare come modello di un accordo inter-ortodosso non tanto il recente fallimento di Creta, quanto piuttosto il Concilio di Mosca del luglio 1948.

 
Le origini dell'anarchia ecclesiastica moderna in Ucraina

Vi abbiamo già parlato della venerazione malsana per Vasilij Lipkovskij, l’iniziatore del movimento degli “auto-consacrati” nella Chiesa ucraina degli inizi del XX secolo. Oggi vogliamo offrirvi in traduzione italiana un quadro più completo del movimento di Lipkovskij e dei fermenti di autocefalismo ucraino a lui contemporanei, perché questo movimento segna il più alto grado di infiltrazione nella Chiesa ortodossa di una ecclesiologia (o piuttosto, di un’anarchia ecclesiologica) in stile protestante carismatico. Purtroppo, le conseguenze di questa infiltrazione si vedono ancora oggi, e il Patriarcato di Costantinopoli, nella sua improvvida ingerenza in Ucraina, se n’è fatto carico, consapevolmente (e allora siamo in presenza di un deliberato tradimento della fede ortodossa) oppure inconsapevolmente (e allora siamo in presenza di un branco di incapaci che invece di sorvegliare sulla purezza della fede la compromette in modo riprovevole). Questa è un’altra lezione del passato dell’Ucraina di cui è importante che tutti siamo consapevoli, per capire che la crisi a Kiev ha un effetto su tutta l’Ortodossia, anche a casa nostra.

 
Il tomos ucraino è una trappola per l'Ortodossia in tutto il mondo

Vi presentiamo in russo e in italiano una tanto rigorosa quanto spietata analisi del tomos d’autocefalia ucraina compiuta dall’arciprete Vadim Leonov (nella foto), che ci fa notare come l’accettazione di questo documento avrebbe conseguenze catastrofiche per l’Ortodossia in ogni paese.

 
Il Fanar ha fatto il suo dovere, il Fanar può andarsene

Come aveva previsto chi sottolinea che non ci può essere una reintegrazione di scismatici nella Chiesa senza pentimento, la neonata “Chiesa ortodossa dell’Ucraina” sta già cominciando a mordere dolorosamente la mano che ha cercato di regolarizzarla. Ben sapendo che il Fanar le ha dato un tomos d’autocefalia non per amore cristiano ma per interesse, la nuova struttura ucraina sta già preparandosi a dimenticare i benefattori fanarioti per guardare ai propri interessi, come possiamo leggere in russo e in italiano in un dettagliato articolo di Kirill Aleksandrov.

 
Viaggio nella Lavra delle Grotte di Kiev e nella sua storia

Matfey Shaheen ci dona un resoconto di viaggio alla Lavra delle Grotte di Kiev, con una serie di considerazioni sulle figure che qui hanno difeso (e che difendono ancora oggi) la fede ortodossa, che ci presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Testimoni dell’Ortodossia” dei documenti.

 
Il portavoce della Chiesa ortodossa ucraina spiega come fermare il conflitto religioso in Ucraina

Padre Nikolaj Danilevich (nella foto) ci spiega come il conflitto in Ucraina stia avvenendo perché lo stato lo permette, e ci offre in russo e in italiano dei consigli perché questa attitudine possa cessare.

 
"Abbiamo molti convertiti dall'Islam all'Ortodossia" – Note sulla vita dei cristiani ortodossi in Albania

Il nostro amico Sergej Mudrov è stato recentemente per un congresso a Tirana, e può condividere con noi in russo e in italiano diverse impressioni dai suoi incontri con i rappresentanti più significativi di una Chiesa da poco tempo rinata.

 

 
Metropolita Onufrij: la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha ricevuto un Tomos di schiavitù, non di libertà

In un raro intervento diretto del metropolita Onufrij sul tema del Tomos del Patriarcato di Costantinopoli, vi presentiamo il testo russo e italiano del resconto di un incontro che il primate ucraino ha avuto con i decani della metropolia di Kiev, e delle sue considerazioni comparative tra la situazione degli scismatici e quella della Chiesa ortodossa ucraina.

 
Una prospettiva americana sulla crisi in Ucraina

Dopo avervi dato la notizia del viaggio a Mosca del nostro confratello padre John Whiteford per un congresso sulla recente crisi nell’Ortodossia, e anche una sua intervista a Jesse Dominick per la stessa occasione, vi presentiamo oggi il testo italiano del suo intervento al congresso, che parla delle ripercussioni della crisi ucraina negli Stati Uniti, ma si può facilmente estendere a molti paesi del mondo occidentale tra cui l’Italia.

 
La Chiesa ucraina pubblica una mappa interattiva delle chiese sequestrate

Vi presentiamo la notizia (con mappa interattiva) dello status delle chiese sequestrate dai nazionalisti scismatici in Ucraina. Anche se questa mappa (basata su dati documentati e verificati dal Dipartimento legale della Chiesa ortodossa canonica) mostra alla data del 27 marzo 62 chiese (un numero molto inferiore delle 350 o più millantate dagli scismatici, un dato rivelato dalla stessa BBC ucraina come una bolla di sapone), si tratta sempre di 62 furti in più di ciò che dovebbe esistere in un paese che rispetta i dettami la sua Costituzione, e con un presidente che sia un vero garante di quest'ultima.

 
Saggio fotografico dei luoghi sacri dedicati alla Dormizione

Dopo che vi abbiamo presentato il viaggio alla Lavra delle grotte di Kiev fatto di recente da Matfey Shaheen, vogliamo anche mettervi a disposizione la traduzione italiana del precedente viaggio, una visita a tutti i principali monasteri e alle grandi cattedrali che la Rus’ ha dedicato alla Dormizione della Madre di Dio, con un corredo di immagini davvero stupende.

 
La sindrome di Giuda: perché i preti entrano nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

Gli ultimi mesi hanno visto un certo numero di preti (e anche due vescovi) della Chiesa ortodossa ucraina abbandonare i loro giuramenti di ordinazione e i loro principi morali per passare sotto la nuova struttura scismatica creata da Costantinopoli su istigazione del governo ucraino. In questi casi (peraltro piuttosto rari) sembra tuttora mancare un abbandono di campo dovuto a motivi puramente religiosi o di coscienza, e il concetto di tradimento comincia quindi a occupare un posto di preminenza. L’articolo di Konstantin Shemljuk che vi presentiamo in russo e in italiano analizza a fondo queste motivazioni nel complesso schema della "sindrome di Giuda".

 
Padre John Cox: c'è un futuro per l'Ortodossia conciliare dopo l'Ucraina?

Una volta chiaro che non sembra esserci margine di dialogo da parte di Costantinopoli, anche con tutte le altre Chiese ortodosse contrarie alla sua avventura ucraina, resta da vedere se ci sono vie di uscita dalla crisi. Padre John Cox (nella foto), prete della OCA a Richmond in Virginia, prova a suggerire modalità di soluzione in un saggio che vi presentiamo in traduzione italiana.

 
Sul presidente Erdoğan e la chiesa della santa Sapienza

In un saggio che vi presentiamo in traduzione italiana, padre Andrew Phillips valuta la situazione riguardante le proposte di ritrasformare Aghia Sophia in una moschea da parte del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan (nella foto), e traccia paralleli con altri casi di perdite di luoghi santi a causa di mancanza di fede e di moralità.

 
Il vescovo russo in Germania propone una visione sinodale per l'Assemblea dei vescovi ortodossi, in contrapposizione all'attuale struttura monopolista di Costantinopoli

L'arcivescovo Tikhon di Podolsk (nella foto) è stato il primo a fare ufficialmente una proposta di rimettere in discussione il sistema delle commissioni episcopali inter-ortodosse della diaspora, la cui efficacia è messa da anni a dura prova dalle pretese egemoniche di Costantinopoli (che, vale la pena ricordarlo, esercita la sua giurisdizione su meno del due per cento degli ortodossi nel mondo). È importante trovare un metodo per gestire le relazioni inter-ortodosse in molti paesi (Italia inclusa) senza subire i costanti ricatti della giurisdizione meno significativa e al tempo stesso più lesiva dei diritti degli altri: diamo credito a vladyka Tikhon di aver avuto il buon senso di iniziare un dibattito da troppo tempo rimandato, e vi presentiamo la traduzione italiana dell’articolo sulla sua proposta.

 
Il Sinodo pubblica una dichiarazione sulla situazione dell'Ortodossia in Ucraina e nel mondo

Eccovi in russo e in italiano il documento pubblicato il 3 aprile dal Santo Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina, in cui si tirano le somme del fallimento del Tomos e si chiede al Patriarcato di Costantinopoli e agli scismatici ucraini di accettare l’unica via di uscita dalla crisi: il pentimento per gli errori commessi.

 
L'arcivescovo Feodosij chiarifica se i sacramenti del Fanar e della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sono portatori di grazia

Dalle parole dell'arcivescovo Feodosij (Snigirjov, nella foto) di Bojarka, apprendiamo in russo e in italiano la differenza tra la posizione “dura” verso gli scismatici ucraini (considerati privi di qualsiasi grazia sacramentale e di ordinazione) e quella “di contenimento” verso il Patriarcato di Costantinopoli (sottoposto a una “quarantena” ecclesiale finché durerà il potenziale “contagio” del contatto con gli scismatici).

 
Vescovo coreano etnico nominato per la diocesi coreana della Chiesa russa

L'arcivescovo Feofan (Kim, nella foto), unico coreano etnico nell’episcopato ortodosso del mondo, è stato spostato dalla diocesi della Repubblica di Tuva alla diocesi coreana appena costituita nel seno dell’Esarcato del Sud-est asiatico. Possiamo leggere la sua presentazione in italiano nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.

 
Una costellazione di lampadari – Alcuni recenti progetti di illuminazione

Andrew Gould, il designer americano di chiese ortodosse che abbiamo seguito più volte sul nostro sito, ci parla delle sue creazioni nel campo dell’illuminazione delle chiese in un articolo in traduzione italiana corredato da un’interessante serie di fotografie.

 
Viaggio a Mosca (prima parte)

Vi abbiamo presentato diversi cenni al recente viaggio a Mosca di padre John Whiteford, per trattare il tema della crisi ucraina da una prospettiva americana. Vi presentiamo oggi anche la traduzione italiana della prima parte del suo diario di viaggio, che possiamo seguire con vera solidarietà, perché padre John rappresenta in gran parte anche noi ortodossi dell’Italia: le difficoltà pastorali da lui portate a Mosca sono molto simili alle nostre.

 
Una nuova video-intervista al metropolita Kallistos sulla questione ucraina

Il metropolita Kallistos (Ware) ha già espresso il suo disaccordo con la posizione del suo stesso patriarcato sulla questione ucraina, in una video-intervista che vi abbiamo presentato lo scorso dicembre. Ora, in un’altra recente video-intervista con trascrizione italiana che vi presentiamo nella sezione "Confronti" dei documenti, sua Eminenza alza il tono di sfida sia nel contesto (questa volta non su un canale teologico russo, ma sul canale televisivo ucraino "Inter"), sia nelle sue stesse parole di disapprovazione dell’avventura ucraina di Costantinopoli.

 
Sentenza chiave sul diritto della Chiesa in Ucraina

Il 5 aprile, con sentenza del tribunale amministrativo del distretto di Kiev nella causa presentata dal deputato Aleksandr Dolzhenkov contro il presidente della Verkhovna Rada Andrej Parubij, è stata riconosciuta l’illegalità delle azioni intraprese da quest'ultimo per forzare la Chiesa ortodossa ucraina ad assumere un nuovo nome imposto dallo stato. Anche se agli osservatori non può sfuggire la coincidenza del pesante risultato elettorale per la coalizione di Poroshenko (e di Parubij) che tanto aveva fatto contro la Chiesa canonica, nondimeno la sentenza aiuta a far sentire tutte le persone genuinamente religiose in Ucraina più sicure dei loro diritti.

 
Epistola del clero della diocesi americana occidentale della ROCOR

Vi presentiamo la versione italiana della lettera stilata in occasione della conferenza pastorale quaresimale della diocesi americana occidentale della ROCOR, una lettera centrata sulla crisi ucraina come ferita dell’intero mondo ortodosso, e indirizzata a tutti i fedeli (noi compresi). A nostro parere, questo testo riassume bene tutta l’importanza dell’opposizione alla disgraziata avventura autocefalista del Patriarcato di Costantinopoli, e potrebbe essere un buon manifesto per chiunque abbia davvero a cuore la verità e la libertà dell’Ortodossia.

 
Contestualizzare l'autorità dei concili ecumenici: alcuni pensieri sui commenti del metropolita Hierotheos

Il metropolita Hierotheos (Vlachos, nella foto) ha recentemente fatto affermazioni su come la Chiesa di Grecia dovrebbe rispondere alla questione dell’autocefalia ucraina. Le sue parole hanno suscitato una comprensibile delusione, in quanto riflettono una mentalità di completa subordinazione alle decisioni (anche se anti-canoniche) di Costantinopoli. Osservando attentamente quanto scritto dal metropolita, la teologa Anna Stickles offre una riflessione che vi presentiamo in traduzione italiana, e che cerca di ribadire un’ecclesiologia ortodossa che non debba mettere un fattore politico-istituzionale al posto dell’azione di Cristo nella Chiesa.

 
L'anziana Maria Maddalena (Le Beller), eremita al Monte Sinai (+2013)

Due nostri amici blogger ortodossi, John Sanidopoulos di Mystagogy e Claude Lopez-Ginisty di Orthodoxologie, hanno recentemente ricordato una figura che ci è molto cara, madre Maria Maddalena (Le Beller, nella foto), monaca ortodossa francese ed eremita al Monte Sinai, che è stata nostra ospite a Torino nel corso dell’ultimo anno della sua vita. Vi invitiamo a leggere la versione italiana della sua concisa ma straordinaria biografia, che mostra come la vita degli antichi padri (e madri) del deserto è ancora perfettamente percorribile per chi vuole dedicare totalmente la sua vita a Cristo.

 
Esperto: l'unico obiettivo della creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è una futura unia

In una recente intervista di cui vi diamo la notizia in russo e in italiano, il conflittologo ed esperto politico Vladimir Mulyk (nella foto) identifica il fine dell’autocefalismo ucraino con la creazione di un nuovo movimento uniatista, un impulso che durerà ancora a prescindere da qualunque esito delle elezioni presidenziali ucraine.

 
Viaggio a Mosca (seconda parte)

Continuiamo con il racconto di viaggio a Mosca del nostro confratello, padre John Whiteford (nella foto, a sinistra), con la seconda parte del racconto in traduzione italiana, in cui apprendiamo i dettagli della conferenza teologica sulla crisi ucraina a cui padre John ha preso parte in febbraio. Curiosamente, la conferenza ha avuto luogo nello stesso locale dove si era tenuto il Concilio di Mosca del 1917.

 
Gli scismatici ucraini continuano a creare problemi all’estero

Per chi fosse ancora convinto che il problema dell’autocefalia ucraina riguarda solo Kiev e dintorni, vi presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti una breve miscellanea di notizie dal Monte Athos, da Gerusalemme e dal Montenegro, che confermano che l’intrusione di Costantinopoli non ha solo creato tensioni con le altre Chiese ortodosse, ma le ha di fatto danneggiate.

 
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