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303

Foto 303

 
La luce che conosce il mio nome: conversione dal buddhismo tibetano al cristianesimo ortodosso

nella foto: la copertina della rivista con la foto del battesimo di Nilus Stryker, officiato da padre Victor Sokolov (a destra), assistito dal suddiacono Johann Morse (a sinistra)

Sono stato un buddhista per dieci anni. Sono stato ordinato dopo sette anni di studio con il mio insegnante in una piccola linea familiare del lignaggio Nyingma del buddhismo Vajarayana (il buddhismo tibetano). In quel lignaggio ho avuto un maestro spirituale a cui volevo bene e a cui ne voglio ancora. Lui era, e continua a essere, un esempio di bontà nella mia vita. È stato attraverso il suo insegnamento che ho cominciato a vedere il mondo con occhi più ampi e un cuore più grande. Sono stato ordinato come Ngakpa nel lignaggio Nyingma. Una ordinazione Ngakpa è un'ordinazione sacerdotale tantrica. Anche se si fanno voti (damtsig), questi voti non si basano sul celibato né sull'astensione dalla carne e dall'alcol. Il nostro Sangha (comunità di praticanti) non era rinunciatario, ma seguiva le istruzioni di base nel tantra e nello dzogchen, [1] entrambi basati sulla trasformazione piuttosto che sulla rinuncia, e su improvvisi momenti di intuizione variabili in durata e intensità che portano al rigpa (uno stato della mente e della percezione basato sul rilassamento nello stato naturale dell'illuminazione). Quei momenti erano generati dall'intervento energico del nostra insegnante o la nostra capacità di "rilassarci" nel tessuto e nella struttura della nostra esperienza dell'essere e del non essere – esperienza causata dalle pratiche che ci erano state insegnate. Nel corso degli anni quei momenti sembravano manifestarsi nel vedere il mondo sempre più nella bontà, nella gratitudine e nella compassione. Il mio maestro era solito dire che il buddhismo è novantanove per cento metodo e uno per cento verità. Le pratiche del buddhismo sono utilizzate per sviluppare una chiarezza e un senso di consapevolezza che consentono di discernere una realtà non distorta da una mente nevrotica e da abitudini nevrotiche di risposta.

Eravamo un lignaggio non liturgico, con sessioni silenziose e canto yoga, mantra, e serie di esercizi fisici psico-spirituali come nucleo della nostra pratica. Ho fatto pellegrinaggi ai luoghi sacri in Nepal e ho frequentato ritiri con il mio maestro e con sorelle e fratelli vajra negli Stati Uniti e in Galles. Quei ritiri, sia collettivi sia individuali, sono stati molto significativi nella mia vita. E, posso sicuramente dire che ho avuto alcune "aperture" di vista, approfondimenti di prospettiva e di esperienza che io attribuisco al mio maestro e alle pratiche che mi sono state date.

Un pomeriggio alla fine di gennaio del l999 sono andato al mio altare per la mia regolare pratica quotidiana. Di solito cominciavo con canto yoga e mantra e poi mi sedevo in silenzio. Ho acceso le candele sul mio altare e dopo aver terminato il mio canto e i mantra ho iniziato la mia pratica silenziosa. Non posso dire esattamente quanto tempo ero stato seduto, quando ho sentito la mia voce dire in parole mie ad alta voce, "mi manca Gesù." L'ho detto ad alta voce. Sembrava che fosse qualcosa che è venuto attraverso di me, piuttosto che io che lo dicevo, ma non c'erano voci esterne. Chiaramente lo stavo dicendo io.

Quando ho detto "mi manca Gesù" mi sono sentito pieno di questo desiderio. Non so come altro chiamarlo. Soffrivo. Mi faceva male dentro. Ho sentito questo desiderio assoluto e non ci potevo credere. Ho cercato di riorganizzare la mia attenzione e la mia consapevolezza per continuare la mia meditazione. Spesso in meditazione sperimenti percezioni al di fuori dell'ordinario, odori, illusioni visive, forse dei suoni, anomalie psico-spirituali che ti mandano fuori pista e ti distraggono dal viavai di pensieri che sei addestrato a far crescere e decrescere senza attaccamento.

I pensieri vanno e vengono, ma il metodo che stavo usando cercava di non attaccarsi ad alcun pensiero per evitare di seguire un pensiero in una narrazione o storia interna. Così ho provato a vedere questa esperienza come un nyam (esperienza meditativa) e a non prestarvi molta azione. Non riuscivo a riorganizzarmi, né a rilassarmi e mi sono alzato. Ho pensato, bene, questo è qualcosa della prima infanzia che sto proiettando sulla mia mediazione. Sono cose di mamma e papà sull'amore non ho avuto e ho voluto, e deve avere a che fare col cristianesimo della mia infanzia. Anche se i miei genitori erano cristiani nominali ero stato cresciuto come presbiteriano soprattutto perché era quella la chiesa vicino a casa nostra. I miei genitori non erano certo maniaci della Bibbia.

Ho finito la mia sessione di pratica, sono andato in cucina e ho cominciato a lavare i piatti. Ho sbrigato le mie faccende domestiche e non ci ho pensato molto, tranne per il continuo senso di nostalgia che non sembrava dissiparsi. Non riuscivo a scacciare l'esperienza, non importa quanto ci provassi. C'era questo terribile desiderio in me che non potevo ignorare né spiegare. Non ne ho parlato a mia moglie, ma non riuscivo a smettere di pensarci, né trovare sollievo dal senso di dolore. Abbiamo passato una serata normale, guardando per un po' la televisione e chiacchierando, e poi sono andato nel mio studio a dipingere. Io sono un artista e il mio studio è accanto al nostro cottage, e ci dormo quasi tutte le notti in cui dipingo fino a tardi. Dopo alcuni tentativi inquieti di lavorare a una tela che avevo iniziato, sono andato a dormire.

Quella notte, alle tre del mattino, sono stato svegliato da una "presenza" nella mia stanza. Era un desiderio. Non so come altro chiamarlo. Sentii una "presenza di desiderio" in camera. Ero preoccupato che qualcuno fosse entrato in casa. Sono sceso dal letto e ho controllato tutte le stanze. Non c'era nessuno (tranne mia moglie) in casa, e lei era ancora profondamente addormentata. Ho deciso sin da quando mi ero svegliato di fare un po' di pratica e sono andato al mio altare, nel mio studio. Ho meditato per circa due o tre quarti d'ora e sono tornato a dormire. La mattina dopo ho controllato che tutte le porte fossero chiuse e a disagio ho guardato in giro per casa per vedere se riuscivo a trovare qualcosa che potesse spiegare la "presenza". Non abbiamo animali domestici, e ho chiesto a Diane se si fosse alzata durante la notte per qualsiasi motivo. Aveva dormito profondamente, e mi ha chiesto se c'era qualcosa che non andava. Le ho detto che mi ero alzato e che per un po' non ero riuscito ad addormentarmi. Ho esitato a parlarle del senso di quella "presenza". Non volevo spaventarla e non volevo che pensasse che ero impazzito.

La notte successiva sono stato di nuovo svegliato da un "richiamo". Non posso dirvi esattamente come sembrava, se non che questa "presenza" era nella stanza. Niente luci, niente allucinazioni, nessun suono, niente fanfare, niente roba da schizzati (per quanto ne capivo), ma sicuramente una sensazione che ero stato svegliato da una presenza. Posso solo dire che era una "presenza di desiderio". Mi faceva male dentro e provavo desiderio per qualcosa che non potevo esprimere. Mi sentivo un milione di miglia lontano da casa.

Dovete capire che la mia vita era piuttosto felice. Eravamo sposati da 25 anni, e mia moglie e io ci amavamo. Siamo entrambi artisti, e avevamo una buona attività in questo settore. Avevamo un piccolo cottage con giardino in una piccola cittadina costiera della California settentrionale, vicino a San Francisco, che ci piaceva. Avevo un meraviglioso insegnante spirituale e avevo preso i voti ed ero devoto al mio lignaggio e sentiero buddhista. Ed ero abbastanza sano, per essere un uomo grasso oltre la cinquantina. Tutto andava generalmente bene. Nessuna grande crisi. Nulla che avesse a che fare con le esperienze che stavo avendo né con l'incredibile senso di nostalgia che provavo. Mi sentivo come se fossi innamorato, ma non sapevo di chi o di che cosa. Ero come un adolescente innamorato. Non riuscivo a smettere di sentire questo dolore e desiderio e confusione. Tutto era cominciato quando avevo detto "mi manca Gesù", ma non potevo credere che quella fosse davvero la fonte di questo male. Doveva essere qualcosa d'altro. Ma non sapevo cosa. Avevo cercato di risolvere la cosa in modo razionale, facendo un inventario delle possibili fonti, motivazioni, eventi, che potevano portare questo desiderio. Sono rimasto bloccato. Nulla di ciò che elencavo sembrava essere una ragione per l'esperienza di desiderio, e certamente non per la sensazione di una presenza notturna nella mia stanza.

Ogni notte, per una settimana, sono stato svegliato alle tre. Stavo cominciando ad avere un po' di paura. Non avevo spiegazioni per ciò che stava accadendo, né alcuna idea di come avrei dovuto comportarmi. Ho capito che era al di là di qualsiasi cosa avessi mai provato e speravo che il mio insegnante avrebbe potuto aiutarmi sia a capire si a far fronte alle esperienze. Se c'era qualcuno che sapeva cosa stava succedendo era lui. Alla fine ho contattato il mio insegnante in Galles e gli ho spiegato l'intera sequenza di esperienze. Mi ha dato il nome di una "divinità" tibetana da invocare e un mantra associato a tale "Essere di consapevolezza" (il nostro sangha usava il termine Essere di consapevolezza, al posto del tradizionale termine divinità). Mi ha detto che le se le esperienze continuavano, avrei dovuto fare pratica e recitare il mantra che mi aveva dato.

Quella notte sono stato svegliato di nuovo dal senso di una "presenza". Sono andato al mio altare e ho acceso le candele. Mi sono seduto nella meditazione in silenzio per un po' prima di usare il mantra e di invocare la divinità buddista come mi era stato detto di fare. È stata una potente meditazione. C'era una quieta profondo tranquillo e ho sentito una calma e un silenzio che sembravano penetrare nella stanza. Ho invocato il nome dell'Essere di consapevolezza come indicato da Rinpoche (un termine onorifico per un insegnante Vajrayana che letteralmente significa Gioiello prezioso). Con mia grande sorpresa ho sentito una voce dire "Quello non sono io". Non posso dirvi dove venisse la voce. Suonava come la mia voce anche se non ho alcun ricordo di avere davvero pronunciato le parole. Non posso dirvi esattamente se la voce fosse interna o esterna, ma era una voce che ha detto chiaramente e distintamente: "Quello non sono io".

Ero completamente scosso. Mi sono seduto a bocca aperta e in silenzio. Mi sono alzato e sono uscito fuori. Erano probabilmente le tre e mezzo del mattino e c'era una pallida luna appena visibile sopra l'oceano. Mi sono seduto sugli scalini di ingresso e ho cominciato a piangere. Il desiderio e il dolore interno non erano diminuiti ma sembravano essere aumentati. Ero al limite del mio ingegno e capivo che stava accadendo qualcosa. Solo che non sapevo cosa. Ho pianto dal mio cuore. Ho singhiozzato. Infine ho alzato la testa e ho chiesto, "Chi sei?"

Quando ho detto quelle parole è accaduto qualcosa di incredibile. Vi prego di capirmi, non ho alcun modo appropriato per esprimerlo. Non ho modo di spiegare neppure come e perché è successo. Io il più stupido di tutti. Non ho nemmeno il diritto di tentare di spiegare che cosa è successo, né di dire che io, in ogni caso, comprendo o merito quel che è successo. Ma quando ho detto quelle parole, sono stato colmato di una luce soffice. Non era visibile nel senso ordinario. Era una luminosità che mi riempiva. Non posso descrivere la luce né descrivere come la luce potesse portare un "sapere". Ma sapevo che una luce era venuta dentro di me e che mi conosceva personalmente. So che sembra impossibile ma è successo. La luce non solo conosceva me, Miles, un folle e irascibile brontolone, ma mi amava, mi amava davvero. Perdonate la mia presunzione, ma è quello che ho sentito. Non ho modo di dirvi come lo sapevo, ma lo sapevo. Non sapevo come chiamarla. Mi sentivo a disagio cercando di dire Dio o Cristo, eppure sentivo che aveva a che fare con Dio e con il Cristo/Logos. Però non riuscivo ad arrivare a dirlo. Sembrava troppo impossibile e così caricato di tutto quello che avevo respinto nel cristianesimo (il cristianesimo protestante della mia infanzia). Era impossibile dire le parole anche se sentivo come se un frammento di Dio avesse fatto irruzione dentro di me e che era amore. Percepivo amore. Percepivo un amore divino. Percepivo un amore che era venuto a me personalmente, come se avesse chiamato il mio nome mentre veniva dentro di me. Eppure sembrava di essere sempre stato dentro di me, ma io non lo sapevo. È entrato dentro e contemporaneamente è esploso fuori. So che è difficile anche solo da immaginare e non ho altre parole che posso usare per cercare di spiegarlo. Se potessi dirvi queste cose in modo più chiaro lo farei.

Mi sono messo in ginocchio e mi sono prosternato a terra. Non posso dire per quanto tempo ci sono stato, ma alla fine mi sono seduto sulle scale e mi sono di nuovo messo a piangere. Non ho modo di spiegare quello che ho provato. Potrei sbagliarmi ma sentivo le parole cadere via mentre entravo nella luce e ho sentito un "sapere" in me che sembrava essere nato con l'amore. Sapevo che Dio mi amava, eppure non riuscivo a dire la parola Dio. Sapevo che Cristo mi chiamava anche se non potevo dire la parola Cristo. Ero giunto ad alcune realizzazioni nel mio buddhismo, alcuni piccoli guizzi di comprensione del quadro generale, attraverso il mio maestro e la mia pratica, ma niente come questo. Brillavo all'interno di amore e di una conoscenza della luce. Non era una vera e propria luce, visibile o tangibile ma mi sentivo come se stessi brillando dentro. Non riuscivo a capire se Dio aveva nostalgia di me o se io avevo nostalgia di Dio. Sembrava quasi come ci fossimo incontrati nel desiderio. Per la prima volta il desiderio sembrava essere l'esperienza della presenza di Dio e della mia relazione con lui. Nel buddhismo parlavamo spesso di trovare la presenza della nostra consapevolezza in una circostanza di vita. Nel tantra tutto ciò che è vissuto presenta la possibilità di sperimentare l'illuminazione in quel momento. Le nostre pratiche erano spesso basate sulla ricerca della presenza di consapevolezza nelle emozioni o nelle situazioni di vita che stavamo vivendo. Mi sembra di aver trovato la presenza della mia consapevolezza nel desiderio di Dio e da Dio come luce e amore.

Per la prima volta nella mia vita c'era amore divino, un amore che conosceva il mio nome. Non so quanto tempo sono rimasto seduto sui gradini. Il cielo sembrava più luminoso, ma non posso dire quando sono rientrato. Sono sicuro che alla fine sono andato a dormire, ma non mi ricordo esattamente quando, anche se mi sono svegliato nel letto con i miei vestiti addosso.

La mattina dopo, quando ho raccontato a mia moglie quello che era successo, le ho detto che era entrata dentro di me "una luce che non è luce e che conosce il mio nome". Non sapevo come altro chiamarla. Ho descritto l'esperienza, ma ancora non riuscivo a dire la parola Dio, né potevo usare il nome di Cristo.

L'ho chiamata "una luce che non è luce e che conosce il mio nome".

Naturalmente mia moglie, da buona californiana, mi ha chiesto cosa avevo fumato. Entrambi abbiamo riso. Era passato molto tempo dall'ultima volta che avevo potuto farlo (fumare non eraa consentito nel nostro sangha), ma mi ha ascoltato e le ho raccontato i dettagli. Sapevo a quel punto che tutto era diverso. In qualche modo l'amore era entrato nel quadro e la vita come la conoscevo stava crollando. Il mio insegnante era ateo e il buddhismo che avevo imparato certamente non presentava l'idea di un Dio creatore, né di una divinità che è fonte d'amore. Parlavamo di compassione e saggezza, di gentilezza e consapevolezza, ma raramente si pronunciava mai la parola amore, e certamente non nel contesto di un amore divino. Potevo vedere che mia moglie era spaventata. Non importa quanto ci scherzassimo su, si sentiva che tutto era in bilico. Non sapeva dove questo mi avrebbe portato. Non lo sapevo neanche io. Tutto era diventato piuttosto stabile nella nostra vita. Quella sera tutto è stato profondamente scosso, e mia moglie se n'era accorta.

Quando la "luce che non è luce e che conosce il mio nome" mi ha pervaso di sé ho conosciuto cose che non potevo spiegare. Ho sperimentato un amore personale da una fonte che era al di là di tutto ciò che avevo sperimentato prima. Era meraviglioso e terribile allo stesso tempo.

Perché non potevo usare la parola Dio né Cristo? Che cosa mi tratteneva? Sembrava troppo agghiacciante pensare che fosse l'uno o l'altro, ma per la prima volta sembrava possibile. Era possibile che il suo amore fosse l'amore di Dio. Era possibile che questa fosse un'esperienza di Cristo. Credo che in qualche modo fosse troppo banale da dire. Certamente non volevo essere un cristiano. Avevo criticato i cristiani come ipocriti e idioti per anni. Da buddhista ero stato un po' più gentile a questo proposito, ma non avevo ancora alcuna intenzione di essere un cristiano, né alcun desiderio di esplorare questa strada. Non ho mai potuto sbarazzarmi di un concetto di Dio, anche se Rinpoche diceva che dovevo risolvere la mia idea di Dio in rapporto alla colpa. Io incolpavo Dio per un sacco di cose nella mia vita, e mi ha detto che per crescere spiritualmente dovevo lasciar andare il concetto di colpa. Aveva ragione.

Un mondo si stava aprendo e un altro stava cadendo a pezzi. I voti che avevo fatto diventando un ngakpa erano stati presi come voti per tutta la vita. L'impegno che avevo preso erano visto come impegno "di molte vite" sia verso il mio maestro sia verso il mio lignaggio stirpe. Ora ero di fronte al fatto che c'era un creatore dell'amore, una fonte dell'amore e uno spirito dell'amore che era inspiegabile nel mio buddhismo, e dalla mia esperienza, era una realtà che non può essere negata. Ho lottato chiedendomi cosa fare. Non avevo un contesto che contribuisse a risolvere l'esperienza. L'ateismo del mio maestro sembrava escludere la possibilità che lui comprendesse la realtà che aveva appena preso piede nella mia vita. Avevo avuto un'esperienza che sembrava sconvolgere completamente il mio buddhismo. La struttura della nostra pratica e l'istruzione del mio maestro sembravano limitate e, devo ammettere, incomplete. Sapevo che il mio insegnante si sbagliava su Dio. Che cosa avrei potuto fare?

Panteleimon David Walker è il mio agopuntore e un membro della Chiesa Ortodossa in America (OCA). Avevamo discusso il buddismo e il cristianesimo per mesi, mentre mi faceva i trattamenti. La settimana successiva avevo un appuntamento con lui. Dopo esserci salutati, ha detto, "Ho un libro per te, che credo ti piacerà". Era Christ The Eternal Tao (Cristo l'eterno Tao) dello ieromonaco Damascene. Quella notte ho divorato il libro. Non ho idea di quando sono andato a dormire, ma l'ho letto per giorni, e mi ha dato una base per sistemare le esperienze che avevo avuto in relazione alla "luce che non è luce e che conosce il mio nome".

il libro dello ieromonaco Damascene (Christensen)

Sapevo che c'era una fonte d'amore e una energia d'amore ma esitavo a chiamarla lo Spirito Santo. Avevo lasciato molto indietro il cristianesimo della mia infanzia. Le parole mi si bloccavano ancora in gola.

David mi suggerì di provare a frequentare una chiesa ortodossa e menzionò una chiesa della OCA a San Francisco. Eppure questo sembrava troppo strano, un impegno toppo intenso in una religione che avevo lasciato. Volevo qualcosa che non fosse basato su un contesto istituzionale. L'ultima cosa che volevo fare era essere coinvolto in una chiesa. Dopo tutto ero un buddhista. Perché venivo attratto verso un'altra religione, soprattutto il cristianesimo? Avevo preso un impegno verso il mio maestro e il mio lignaggio. Non avrei dovuto esplorare altre forme di culto a così tarda età. Ma il mio buddhismo non affrontava né riconosceva le esperienze che avevo appena avuto in relazione al divino. Sapevo come sapevo qualsiasi altra cosa che le esperienze che avevo avuto di una "luce che non è luce e che conosce il mio nome" erano reali e vere. Il mio insegnante diceva che non c'è nessun Dio e io sapevo di avere sperimentato personalmente l'amore divino.

Resistevo all'idea di una chiesa, eppure l'Ortodossia ha un'antica tradizione contemplativa e una prassi per approfondire e ampliare un personale senso di trasformazione di sé in relazione al divino. Il libro di padre Damascene mi aveva aperto almeno alla possibilità di esplorare (senza impegno) una tradizione nel cristianesimo che era di gran lunga al di là di ogni tradizione cristiana di cui avevo mai sentito parlare. Ho chiamato la cattedrale della santa Trinità (una chiesa della OCA a San Francisco). Ha risposto al telefono un uomo, a cui ho chiesto se le funzioni erano in inglese. Mi ha detto con un forte accento russo che erano in un inglese "stentato". Mi sono messo a ridere. Mi piaceva già il suo impassibile senso dell'umorismo. Ho chiesto gli orari della Liturgia e l'ho ringraziato.

Domenica 7 febbraio mi sono svegliato e vestito e ho detto a mia moglie che andavo a cercare una chiesa. Era sconvolta. "Che cosa?", ha esclamato.

"Lo so, non farmi domande. Torno presto".

la cattedrale della santa Trinità della Chiesa Ortodossa in America, all'angolo tra Green Street e Van Ness Street a San Francisco, California

C'era una forte pioggia e le strade erano quasi vuote. Ho guidato per San Francisco, con una vaga idea di una chiesa russa con un cupole blu. L’indirizzo della cattedrale della santa Trinità era Green Street e ho pensato di essere diretto in quella direzione. Ho finalmente visto la cupola e la croce. Non c'è mai un posto per parcheggiare in quella zona, così mentre mi avvicinavo mi sono detto: "Se c'è un parcheggio mi fermo, se no vado al Burger King". Nell'istante in cui l'ho detto, una persona ha lasciato un posto di fronte alla chiesa. "Ok, ok, ci vado". Sono entrato nella chiesa il 7 febbraio 1999. Non lo sapevo in quel momento, ma era la domenica del Figliol Prodigo.

Nel tantra tutti i mezzi di percezione sono usati nella propria pratica. I sensi non sono negati, ma utilizzati sia per aprirsi sia per rilassarsi nello stato naturale della propria illuminazione. Quando sono entrato in chiesa ho sentito una vasta gamma di luci e profumi. Sono stato accolto alla porta e mi è stato dato il benvenuto. Quando mi è stato chiesto se ero ortodosso ho risposto rapidamente (e probabilmente bruscamente) che non ero cristiano ma buddista. Sono rimasto nel retro della chiesa e ho guardato. Appena la Liturgia è iniziata, la musica e il canto e le letture sembravano riempire la stanza tanto quanto la luce e profumi. L'intero a funzione sembrava un elaborato rituale dei sensi. È stato meraviglioso e allo stesso tempo mi ha spaventato a morte. C'era qualcosa che sembrava giusto. Se solo non fosse stato così cristiano. Dopo la funzione sono stato invitato a pranzo. Ho accettato. C'è stata una buona conversazione e anche un interesse per il mio buddhismo. Sono andato via con la sensazione di aver trovato un nuovo tipo di cristianesimo. Sicuramente non era il cristianesimo della mia infanzia. Sono tornato la domenica successiva.

Ho cominciato ad ascoltare le parole della Liturgia. Presto ho cominciato a venire ad alcune delle funzioni serali e sono rimasto stupito di quello che veniva recitato. Non avevo mai sentito parlare di una teologia cantata insieme con le letture. Ancor più ho cominciato a capire che nell'Ortodossia c'era un cristianesimo che era più vasto e più profondo di quello che conoscevo. E ho cominciato a sentire riferimenti alla luce, una luce che sembrava avere molto in comune con la mia esperienza di "una luce che non è luce e che conosce il mio nome". C'era anche una teologia che riconosceva la luce e usava quella luce come una descrizione di come Dio, il Logos, e lo Spirito Santo chiamano e amano. Ho cominciato a sentirmi più a mio agio con le parole Dio e Cristo. Naturalmente mia moglie e i miei amici si sentivano molto a disagio sentendomi cominciare a usare quelle temute parole. La maggior parte della gente taceva quando sentiva che frequentavo una chiesa cristiana, e tanto meno una chiesa cristiana ortodossa. Frequentavo ancora il mio gruppo buddista e sapevo che quando il mio insegnante sarebbe arrivato a marzo, avremmo dovuto parlare. Mi sentivo come se fossi scappando furtivamente per andare in una chiesa cristiana e non volevo farlo. Ma dovevo cercare di trarre un senso dalle mie esperienze e sentivo che la chiesa offriva qualche possibilità di risposta a ciò che né il mio maestro, né il mio lignaggio buddhista sembravano di essere in grado di spiegare.

l'iconostasi della cattedrale della santa Trinità

Il libro di padre Damascene era stato il catalizzatore per quell'esplorazione, e lo sviluppo della chiesa nella mia vita sembra una progressione quasi naturale da quella lettura iniziale del suo libro. Quanto più partecipato alle funzioni, tanto più sentivo che questo era un posto dove avrei potuto essere a mio agio come cristiano. Anche se dovete rendervi conto che non usavo mai questa parola. Resistevo ancora. Indugiavo ancora. Mi nascondevo ai bordi del cristianesimo, nelle ombre delle candele tanto quanto nella luce. Resistevo e resistevo a prosternarmi e a farmi il segno della croce. La cosa stava semplicemente andando troppo lontano. Ero ancora un buddhista. Ero appena un visitatore del cristianesimo. In questo modo potevo ancora partecipare ed esplorare, ma non prendermi un impegno. Una sera matushka Barbara si è avvicinata a me e mi ha chiesto se volevo imparare a farmi il segno della croce. Quando ho detto di sì, sono rimasto sorpreso di me stesso.

So che sembra strano, ma farmi il segno della croce ha fatto una differenza nel modo in cui mi vedevo e come cominciavo a pregare. Era il primo segno da me fatto pubblicamente che riconosceva che mi fidavo del cristianesimo e che avevo cominciato a vedere me stesso all'interno della cornice cristiana. È difficile da spiegare. È un gesto così semplice, ma per molti versi è diventato il mio primo atto di riconoscimento cristiano. È diventato il primo segno che stavo "rivestendomi di Cristo". Ero stato cresciuto nell'odio verso i papisti. Mio padre era cresciuto tra i luterani tedeschi e odiava la Chiesa cattolica. Ne avevo ancora tracce in me. Ma mi sono segnato in quella sera e in altre sere mentre cominciavo a frequentare sempre più funzioni e a cercare nell'Ortodossia delle risposte e una nuova forma di devozione.

Nel buddhismo vajrayana si considera il proprio insegnante come un essere illuminato che rappresenta appieno il proprio percorso verso questo obiettivo. Ci si prosterna al proprio insegnante come segno di pieno rispetto e come segno di dipendenza da loro per il proprio avanzamento e realizzazione spirituale. Io mi prosternavo al mio insegnante senza alcuna riserva (tranne che per il mio grasso e le mie ginocchia). Nella Chiesa ortodossa ci si prosterna davanti a Dio, davanti a Cristo, davanti allo Spirito Santo. Ci si prosterna davanti alle immagini dei santi come atto di devozione e rispetto. Io non facevo ancora prosternazioni. C'era qualcosa nella mia testardaggine che non aveva senso nemmeno per me. Sapevo che era strano essere in grado di prosternarsi davanti a un insegnante, eppure non farlo davanti a Dio. In qualche modo sembrava più facile fidarsi di un uomo piuttosto che del divino. Mi segnavo, ma non mi prosternavo. Ero stato letteralmente tirato giù dal letto, chiamato in un modo che anch'io avevo potuto sentire, e avevo avuto questa incredibile esperienza di luce e amore in modo personale, ma il mio orgoglio e la mia testardaggine resistite vano ancora a un'espressione più ricca e più piena di devozione. Non mi volevo piegare. Non mi volevo prosternare davanti a Dio. Qualcosa stava ancora resistendo fortemente alla chiamata di Cristo e della Chiesa ortodossa. Eppure sapevo che non potevo tornare indietro.

La Grande Quaresima è un tempo di intensa valutazione spirituale. Tutta la chiesa inizia collettivamente un viaggio verso Gerusalemme con Cristo. Tutti i 40 giorni diventano un dramma cosmico sospeso in un tempo che avevo raramente sperimentato nel buddhismo. Il tempo sembra dileguarsi quasi in relazione a quanto si allungano le funzioni. In qualche modo il tempo era utilizzato per distruggere il tempo.

Avevo partecipato a lunghi rituali nel buddhismo. Ho avuto a volte la sensazione che scorressero più veloci di quanto mi aspettassi. Ma non avevo mai sperimentato il tempo in un modo "eterno". So ancora quanto sia difficile da capire, ma la maggiore lunghezza dei servizi e delle liturgie sembrava effettivamente collassare in una atemporalità che non avevo mai sentito così intensamente. Ogni parola del canto o della funzione sembrava essere diretta a me. Ogni versetto che parlava di essere perso e confuso e in balìa delle circostanze della vita era letto per me. Ero stato trovato dall'amore, ma ero ancora perduto. Andavo via ogni sera con la sensazione che era stato cantato tutto quello che avrei detto io, se avessi potuto dire qualcosa di così bello e vero. Lasciavo che il coro cantasse le mie lodi e che il lettore proclamasse il mio amore. Quanto più la Quaresima si approfondiva, tanto più diveniva vasta e ampia e, devo dire, dolorosa. Ho cominciato a vivere il tempo nella chiesa come nessun altro tempo.

Anche quando avevo passato ore in meditazione e settimane in ritiro solitario, il tempo non era mai diventato così quieto. Le funzioni della Grande Quaresima hanno cominciato a cambiarmi. Una notte, durante la Grande Compieta (credo), le mie ginocchia si sono piegate. Mi sentivo in ginocchio davanti a Dio e mi sono sentito così male per aver resistito tanto. Mi sentivo come uno sciocco e un idiota orgoglioso. Tutto in me mi aveva parlato del grande e buon cuore di Cristo e io avevo rifiutato il suo abbraccio. Quando la mia testa ha toccato il pavimento, Dio mi ha spezzato il cuore. Mi sono messo a singhiozzare. Quando padre Victor è venuto a incensare l'icona vicino a me sapevo che mi sentiva piangere. Non riuscivo a smettere. Ero così imbarazzato. Mi sentivo così esposto. C'erano persone con cui mi ero incontrato su base regolare per settimane e che stavano vicino a me in chiesa. Mi avevano visto arrogante nel mio buddhismo, mi avevano visto stare in piedi sul retro della chiesa. Mi avevano visto segnarmi eppure ancora trattenermi. E ora vedevano le mia ginocchia piegarsi e la mia testa toccare il pavimento di legno e piangere mentre Dio mi spezzava il cuore.

Ha spezzato il mio cuore proprio lì. Posso indicare il punto esatto. Mi aveva chiamato nella notte. Era entrato in me come luce. Ora mi spezzava il cuore. Non riesco a spiegarlo più in modo più chiaro. Dio ha spezzato il mio cuore e la mia arroganza e la mia solitudine e ha reso la solitudine impossibile. Mi ha tenuto sospeso nel tempo e nell'amore, e non ero degno di un briciolo di esso.

Ora mi aveva spezzato con l'amore. Ero un mendicante. Sono un mendicante.

Le funzioni serali sono diventate più frequenti e intense. Mia moglie era arrabbiata perché stavo lontano così tanto e spesso non eravamo d'accordo. Non avevo molto sostegno personale per continuare questo spostamento verso il cammino cristiano. I miei amici pensavano che fossi pazzo. I miei membri del sangha buddhista non sapevano nemmeno della mia frequentazione parallela della chiesa. Quanto più ero attratto verso la chiesa maggiori erano le forze che mi sembravano tirarmi indietro. Le contraddizioni e le ipocrisie della mia partecipazione come buddhista in una chiesa cristiana erano evidenti anche a me.

Non è stato fino a quella sera che ho capito che non potevo più tornare indietro. Ero innamorato e dovevo avvicinarmi il più possibile a quella fonte d'amore. Penso che si essere impazzito per un po'. Il desiderio non si fermava. Sembrava approfondirsi man mano che la Grande Quaresima progrediva. Piangevo a ogni piè sospinto. Passeggiavo per strada e vedendo una coppia di anziani che si tenevano per mano scoppiavo in lacrime. Alle funzioni e alla Liturgia ero perduto. Sentivo il suono delle campane all'inizio della recita del Credo e dovevo trattenere le lacrime. Il mio naso colava alla grande. Ho cercato di dire a Diane che potevo portare un migliaio di edizioni di grandi libri per comprovare di ogni frase del Credo e sarebbero stati nulla di fronte a poche lacrime. Ho cominciato a state in un angolo perché ero così imbarazzato. Mi mancava stare davanti vicino al coro, ma nel mio angolo mi sentivo come un mendicante che si riscaldato davanti a un fuoco acceso per la strada.

Ho scritto sia a padre Damascene, che era in Alaska, sia al rettore della cattedrale della Trinità, padre Victor Sokolov, per dire loro ciò che mi stava accadendo e la mio crescente necessità di affrontare la possibilità di esplorare l'Ortodossia più seriamente. Padre Damascene ha risposto con una splendida lettera di incoraggiamento. Sono stato molto commosso dalla sua gentilezza. Ho chiesto di incontrare padre Victor.

Sapevo che il mio insegnante stava per arrivare e l'ho chiamato chiedendogli di riservare un po' di tempo insieme. Avevo rotto i miei voti fatti a lui, non perché stavo cominciando ad abbracciare il cristianesimo, ma perché non mi fidavo di lui abbastanza perché capisse l'esperienza della "luce che non è luce e che conosce il mio nome". Ho sentito che, siccome la sua era una posizione atea, non avrebbe capito a priori l'essenza dell'esperienza della luce. Quello è stato in realtà il punto in cui ho rotto i miei voti. Ho violato allora la fiducia tra studente e insegnante, non in seguito, quando gli ho chiesto di lasciare i miei voti. È stato in quella breccia che sono stato effettivamente in grado di aprirmi all'espressione più piena dello Spirito Santo di aprire una parte di me stesso che mi ero impegnato a non aprire a causa dei miei voti.

Quei voti buddisti erano un tempo il centro della mia identità e della mia vita. Ho cercato di prenderli seriamente. Ho voluto bene a Rinpoche. Glie ne voglio ancora. Ho sentito questa incredibile responsabilità di continuare misticamente un treno di pensiero e di metodo che aiutava la gente a vedere gli schemi che li trattengono dal rilassarsi nella bontà naturale dell'essere e del non-essere. Avevo preso un impegno per questo e spero ancora che ci sia in me una parte di questo impegno verso la bontà e la liberazione.

Ho incontrato Rinpoche e abbiamo cominciato a parlare. Ho chiesto se potevamo spostarci dal soggiorno nella sua stanza privata per un po' di privacy. So che ha avvertito un disagio. Gli ho detto quello che era successo, ho cercato di spiegargli completamente l'esperienza della luce che non è luce. Credo che abbia visto in me che l'esperienza era reale. Forse si è riflesso nelle mie lacrime. Ancora una volta mi ero perso in queste lacrime di gioia e di terrore. Avevo paura di tagliare un cordone che mi aveva nutrito spiritualmente. Ho chiesto di essere tolto dalla linea di energia che si muove attraverso il cosmo come un fiume. Sono stato tolto fuori dal flusso. Ora ero un ex buddhista. Tutti i miei dèi erano stati portati via; le mie immagini di consapevolezza, del modo in cui il mondo era riflesso. Gli yidam e i protettori [2] con i quali condividevo un mondo non erano più lì per me. È stata una perdita strana, ma potente.

Piuttosto improvvisamente gli ho chiesto di essere liberato dai miei voti. La cosa è come esplosa dalla mia bocca. Mi sentivo malissimo. Ho sentito le mie parole che chiedevano di essere liberato dai miei voti e sentivo di aver tradito un uomo che ho amato e che mi ha amato teneramente. Era stato il mio padre spirituale per quasi otto anni. Sapevo che gli stavo facendo male. Gli stavo facendo male perché mi amava e io lo sapevo e avevo preso un impegno di unirmi a questo flusso di lignaggio fino a quando tutti gli esseri fossero stati liberati. Era più di un voto personale fatto a lui solo. Lo sapevo. Tali metodi di visualizzazione e identificazione nel vasto ambito di esseri e mondi ed energie erano i punti di riferimento centrali della mia vita. Ci sono nel buddhismo correnti di liberazione che hanno cosmologie e modi specifici di vedere il mondo. Tutte le correnti si riferiscono alla base di compassione e consapevolezza della loro religione. Stavo chiedendo di non far più parte di più di un semplice sangha.

Tutto era caratterizzato dalla tristezza. Rinpoche ha detto che mi avrebbe liberato dai miei voti. Mi ha detto di esplorare il cammino cristiano per un anno, e che entro l'anno se avessi voluto avrei potuto tornare ai miei voti. Ha visto che ero passato attraverso alcune trasformazioni, ma non ho idea di quello che ha visto. Come sempre ha optato per la gentilezza e ha creato la possibilità di un margine di spazio in un momento terribile. Poteva sempre trasformare un momento di flusso nell'essere da capo a piedi. È per questo che è stato un così buon insegnante per me. Ha capovolto i miei modelli di reazione al mondo esterno. Ma è stato attraverso l'esperienza della Luce di Dio, in cui tutto sembrava essere sovraccarico, che gli ho detto che non avevo intenzione di tirarmi indietro e che sarei andato più a fondo possibile.

Ha detto che la mia unica responsabilità verso di lui sarebbe stata quella di essere un buon cristiano.

Penso che abbiamo pianto insieme. Questo è il modo in cui me lo ricordo. Ma avrei potuto essere solo io. L'ho lasciato sentendomi come sotto shock. Mi sentivo come fosse morto qualcuno. Ho sentito quella terribile sensazione che si ha come dopo un incidente tutto cambia in un secondo. Quel terribile momento in cui un quindicenne mette le mani su una pistola e tocca il grilletto. C'è quel lacerante momento di certezza e terrore dove nasce qualcosa e qualcosa sfuma all'ultimo momento. Rinpoche aveva sempre cercato di mostrarci come trasformare questi momenti in punti di consapevolezza.

Mi sono messo a guidare sopra il Bay Bridge e improvvisamente mi ha colpito che al di là del dolore c'era un senso di certezza che la decisione era stata giusta. Era uno strano ricordo dolceamaro della "luce che non è luce e che conosce il mio nome". Anche in tutta l'angoscia era ancora presente. Comincio a ricordare tutto, dalla chiamata nella notte alla ricerca dei ladri. Ho dimenticato Dio per tutto il tempo. Questo è il mio problema. Ho dimenticato Dio per vent'anni.

Ero stato letteralmente risvegliato e portato alla soglia e fatto entrare. Ho cercato di ricordare la prima volta che mi sono segnato e il luogo in cui Dio mi ha spezzato il cuore.

A volte Dio deve colpire noi idioti in testa con un asse, prima che capiamo. Il mio stomaco era in subbuglio, eppure da qualche parte c'era un senso che tutto andava bene. C'era questo piccolo punto di calma. C'era un occhio in mezzo al ciclone. Il dubbio e dolore erano un'atmosfera che circondava questa piccola goccia di certezza dell'amore di Dio. Bisognava ricordare e in qualche modo ricordare per tutta la giornata, che questo punto era lì.

Alla fine, c'era una destinazione in questa strana confluenza di tempo, circostanze e mysterion. Sembra che ci sia, in questo grande dramma dell'economia delle cose, una fonte centrale di amore che svuota se stesso, che spazza tutto ciò che esiste e richiama tutto e tutti all'amore divino. Questo è il modo più vicino che ho di descriverlo.

Ho mandato una e-mail a padre Victor per dirgli che ero stato liberato dai miei voti buddhisti promette. Ho chiesto di incontrarlo per capire come procedere da questo punto. Ho continuato a frequentare le funzioni durante la Grande Quaresima. All'arrivo della Pasqua ero stanco. In realtà ero usurato. Ero prosciugato e svuotato eccetto che per questa piccola luce che si trovava da qualche parte alle mie spalle. Tutto era stato capovolto in pochi mesi.

l'arciprete Victor Sokolov

Mi sono incontrato con padre Victor e abbiamo parlato. Ha suggerito alcuni libri e mi ha incoraggiato a continuare a partecipare alle funzioni. Mi ha ricordato che c'era un gruppo di studio che si incontrava ogni poche settimane dopo i Vespri. Il mio incontro con padre Victor è stato molto congeniale. Non lo sapeva quando lo ha detto, ma mi ha dato probabilmente uno dei consigli più importanti che chiunque potrebbe dare a un buddhista che stava volgendosi verso Cristo. Lo ha detto in fretta e in modo casuale. Si è fermato e si è voltato e ha detto. "Anche se non hai nulla da offrire, offri quel nulla". In quel momento Dio ha fatto in modo che il mondo sembrasse abbondante e padre Victor mi ha aiutato. Mi sono reso conto che non avrei potuto offrire nulla a Dio. Gli potevo offrire la mia tristezza e depressione, la mia rabbia e sfiducia. In una buona giornata avrei potuto offrirgli un po' di gioia e di felicità. Era una cosa molto importante per me da sentire. Che stesse citando qualcun altro o no non mi interessa. In quel momento quelle parole erano di padre Victor, e sono state con me fin da allora. Non c'è mai stato un momento da allora in cui non ho avuto qualcosa da offrire a Dio.

Più mi muovevo verso la chiesa più le cose diventavano tese a casa. Io mancavo a Diane, che non faceva mistero nel farmelo sapere. Naturalmente dopo 23 anni insieme (a quel tempo) sapeva che la sottigliezza non funziona con me. Sono troppo stupido. Le più difficili rotture personali sono state con amici cari del mio gruppo buddista. Ho chiesto il permesso del mio maestro per raccontare alla mia sorella e al mio fratello vajra (le mie relazioni più strette nel gruppo) l'intera storia in modo che sapessero esattamente cos'era successo. Temo che non siamo riusciti a condividere una base di esperienza, né di lingua. Non importa quello che dicevo che era successo, loro vedevano solo che avevo rotto i miei voti. Ascoltare era molto doloroso e difficile per la gente. Come ho detto, c'era in gioco molto più di un piccolo gruppo di persone. Stavamo parlando della continuazione di un lignaggio e quei voti erano parte di questo impegno. La loro rabbia era in realtà un segno della loro devozione a Rinpoche. Si sono sentiti traditi e feriti e arrabbiati. Stavo rompendo un legame spirituale tra di noi. Avevano ragione. Ma anch'io ho avuto un momento molto difficile nel cercare di capire ciò che mi sembrava una mancanza di amore. C'è stato un lungo silenzio.

Il 23 maggio 1999, sono stato battezzato nella Chiesa Ortodossa in America. La seguente copia di una lettera che ho inviato al mio sacerdote può trasmettere qualcosa di ciò che il sacramento ha significato per me.

Caro Padre Victor,

Oggi si sono consumati quattro mesi di tentativi di accettare il mistero dell'essere di Dio e del suo profondo desiderio per ognuno di noi. So che questo è solo l'inizio. So che sono così nuovo e giovane che c'è il pericolo che il potere di questa gioia mi farà credere di sapere cose che non so. Ma oggi è stato un giorno meraviglioso – pieno di meraviglia.

L'incredibile gratitudine che ho sentito ieri era incompleta, debole. Io non sono ora, né mai sarò in grado di riempirmi della gratitudine di Dio in un modo che possa essere di qualche utilità a lui. Io sono un povero esempio di devozione, ma per me questo giorno è una misura di gratitudine traboccante, che si sparge sul pavimento, che riempie la cantina. Come potrei ricambiare Dio? Che cosa potrei anche solo concepire, che possa essere un'offerta? Non riesco a immaginare di essere in grado di esprimere questa primavera in me. Ma se potessi lo farei oggi. Vorrei andare da Dio e offrirgli questo giorno come ciò che gli posso dare. Vorrei svuotare le tasche di questa giornata e dire: "Ti prego, Signore, è il meglio che ho. Prendi questo da me – questo giorno".

Le lacrime scendono sulle mie guance. Mia moglie mi sta guardando solo un battito di cuore più in là. Sento il coro. Vedo gli occhi di mia moglie. Guardo te che vieni verso di me. È al rallentatore – un film girato fuori dal tempo. La chiesa respira di questa luce. Guardo la tua croce davanti a me, l'oro nel sole diffuso, il tessuto bianco dei tuoi parlamenti – Le parole che stai dicendo risuonano come campane. Sto solo, lì in piedi. Io sono solo questa persona in piedi in questo bellissimo posto. C'è una pienezza che non ho mai conosciuto – un senso di essere conosciuto da Dio dentro di me. In questo mi sento sicuro. Le crepe profonde del mio cuore, quei luoghi scuri, nascosti, tristi, quei posti che ho chiuso all'amore per tutta la vita sembrano toccati da una grande gentilezza. La neve si sta sciogliendo. Lo sento dentro di me. I ghiacciai si stanno trasformando in laghi. Le porte sono aperte e il vento spazza le tende. C'è una chiazza di sole caldo sul pavimento e i granelli di polvere brillano nell'aria, vorticosi come le pieghe della gonna di una ballerina che spazzano il pavimento.

Caro Padre Victor, non si tratta di una seconda occasione – è una prima occasione. Sono nuovo alla vita, nuovo a questo mondo. Non mi sono mai sentito come in questa novità. Mi sento pulito. Davvero, mi sento pulito dentro. Mi sento come se non avessi mai visto prima la luce del sole. Sono stupito dagli occhi della gente. Le piccole rughe attorno alla bocca quando sorridono. Il modo in cui il mattino brilla attraverso di loro e non solo su di loro. Sembrano così meravigliosi.

L'acqua mi ha lavato. Non avrei mai pensato che avrei potuto capirlo e nemmeno dirlo. L'olio mi ha benedetto. Mi ha sigillato nel corpo di una Chiesa senza tempo.

Questo non è qualche archetipo o simbolo, o semplicemente un rituale intrappolato in una piccola chiesa di San Francisco. È reale ed è meraviglioso ed è da Dio per tutti noi. Tutto in me dice che questo è vero. Ricordo la mano di Johann sul mio braccio, che mi aiutava mentre mettevo piede nel fiume Giordano. Ricordo il raggio di sole e Cristo attraverso le porte sante. Ricordo Diane che piangeva seduta sulla panca. Ricordo la tua voce e ricordo come Dio mi ha tenuto sotto l'acqua e mi ha preso e mi ha lavato e mi ha sollevato per mostrare al mondo che un nuovo bambino era nato.

Tu mi guidi dal fiume, i miei vestiti che mi si appiccicano addosso mentre afferro la mano avvolta nei paramenti – gioia nel mio cuore, a guardare ogni passo e il sorriso e gli occhi della Chiesa viva nel mattino. I fedeli aspettavano seduti sulle panche. Mia moglie guardava, e anche quelle meravigliose persone che mi hanno incoraggiato fin dalla Domenica del Figliol Prodigo a tornare – a tornare sempre.

Tornare sempre. Questa formula di pentimento – quel modo libero di tornare – è stato il mio modo libero di ritornare e di pentirmi da quando Dio mi ha spezzato il cuore. Posso mostrarti il luogo dove Dio ha spezzato il mio cuore nella tua chiesa – nella nostra chiesa. Posso mostrarti dove ho spazzato il pavimento con la manica dopo essermi finalmente prosternato a lui e aver gridato a lui e aver risposto a lui. Come potrei andare altrove? Quale posto potrebbe essere casa più di qui? Voglio essere nel luogo in cui Dio mi ha spezzato il cuore.

Quando mi sono avvicinato al calice sono tornato a casa.

Sono cresciuto prendendo la comunione, ma non ho mai veramente preso parte all'Eucaristia. Oggi mi è stata data attraverso la grazia la possibilità di mangiare del corpo e bere del sangue di Cristo. Non lo avevo mai sperimentato prima anche se avevo preso spesso la comunione. Non ci sono parole reali per questo – si tratta di un mistero di cui non posso nemmeno cominciare a parlare. Sono muto di fronte a questo. Sono solo grato oltre misura e benedetto nel silenzio.

E finalmente sono a casa. Dio, per qualche ragione sconosciuta, mi ama. Me! So che questo è vero. Egli mi ama come sono – con un nome, il mio nome. Dio conosce il mio nome! Dio conosce il mio cuore e il cervello e il grasso e i muscoli e mi ama. Dio conosce ogni mio pensiero e ogni paura e dolore e ancora mi accetta. Questa è la realtà più incredibile possibile. Padre, oggi è stato il grande dono di Dio a me e il mio a lui. Io sono povero e vuoto di fronte a questo.

Eppure, in quel mio vuoto sono pieno di lui. Oggi sono stato svuotato e oggi sono stato riempito. Tu hai retto la coppa per Dio. Come ministro del Corpo di Cristo, hai soffiato su di me, mi hai lavato e mi hai unto con il suo olio. Questo è ciò che egli ti ha dato di fare. Mi hai dato da bere e mi hai dato da mangiare. Questo è ciò che egli ti ha dato di fare. Ma è stato lui che mi ha svuotato oggi e lui che mi ha riempito oggi con la sua grazia

Questo è il mistero che abbiamo condiviso oggi. Tu ed io e le grandi persone di buon cuore che compongono il corpo della Chiesa. È stato il mio viaggio e il nostro come Chiesa.

Sono stato risvegliato dall'acqua e dalla grazia e dall'amore di Dio. Sono stato unto con l'olio in questo momento e per sempre. Sono stato rinnovato, ritrovato e chiamato, perdonato e perdonato e perdonato. Sono stato infuso con una comprensione di un mistero che va oltre la mia comprensione. Io sono un folle e un peccatore, ma sono stato abbracciato nello Spirito Santo e mi è stato dato un nome di fronte a una Chiesa che esisterà per sempre.

Offro questo giorno a Dio. Questa notte non restano parole, padre. Solo gratitudine e preghiera e silenzio.

Buonanotte.

Con amore in Cristo,

Nilus

Nota del redattore: Al suo battesimo, Miles Stryker ha ricevuto il nome di un santo della "Tebaide del Nord" della Russia: san Nilo di Sora.

Per informazioni sulla chiesa menzionata in questo articolo – la cattedrale della santa Trinità a San Francisco – guardate il sito www.holy-trinity.org

Note

[1] Il tantra è una serie di insegnamenti che sottolineano la relazione dei praticanti alle loro esperienze di vita quotidiana. Lo dzogchen è la caduta delle forme di insegnamento basata su un risveglio improvviso e spontaneo.

[2] Gli yidam sono una parte della cosmologia tibetana degli "esseri energetici" che i buddhisti invocano. I protettori sono i guardiani degli insegnamenti buddhisti.

 
Miti e realtà: lo tsar Nicola II

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Trascrizione del video

"Un reazionario debole, stupido, incompetente, che ha bloccato il progresso verso una monarchia o repubblica costituzionale di tipo occidentale". Questo è il primitivo stereotipo occidentale dello tsar Nicola II, tanto calunniato e poi martirizzato, la cui unica vera colpa era probabilmente quella di essere troppo gentile. In realtà, questo stereotipo così ampiamente ripetuto dice ben poco su lui, ma dice molto di più sull'odiosa xenofobia e sui pregiudizi arroganti, ipocriti e auto-giustificativi di chi sostiene queste idee.

Ciò che stanno dicendo in realtà è che l'innocente tsar, che si opponeva al loro "progresso" materialista occidentale, doveva essere distrutto, per quanto imbarazzante fosse per loro il modo barbaro della sua morte e di quella della sua famiglia. La cosa notevole è che questa storiografia occidentale antirussa coincide perfettamente con la storiografia antiortodossa, sia sovietica che prerivoluzionaria. Perché? Semplicemente perché i suoi scrittori hanno le stesse fonti – nella stessa ideologia anticristiana e materialista che si è sviluppata in Occidente e che l'Occidente ha diffuso in tutto il mondo. Quali sono alcuni di questi miti?

La servitù della gleba

La servitù della gleba non è un'idea russa: fu introdotta dall'Occidente insieme all'assolutismo, cioè al monarchismo tirannico. La servitù della gleba fu gradualmente introdotta in Russia da governanti occidentali o da governanti di mentalità occidentale, in particolare l'imperatore Pietro I e l'imperatrice tedesca Caterina II. Durò solo circa 200 anni e fu abolita pacificamente prima che gli Stati Uniti abolissero il loro sistema di schiavitù – solo che negli Stati Uniti ci volle una guerra terribile e mezzo milione di morti prima che la schiavitù potesse essere abolita. Per quanto riguarda l'Europa occidentale, va aggiunto che nel XIX secolo la condizione dei lavoratori agricoli e delle masse lavoratrici dell'industria era poco migliore della schiavitù.

La personalità dello tsar Nicola

Lo tsar Nicola parlava correntemente cinque lingue, aveva viaggiato per il mondo e conosceva molto bene la storia europea. Chiamarlo stupido o intellettualmente limitato è assurdo. È vero, non era un "intellettuale" – ma quale intellettuale è mai diventato un grande sovrano?

Se fosse stato debole, avrebbe ceduto allo stress di essere tsar molto prima della prima guerra mondiale. Se fosse stato debole, non avrebbe mai preso il comando delle sue forze armate da un incompetente nell'agosto del 1915. Non era un incompetente, anche se molti generali, ministri, aristocratici e burocrati intorno a lui, compresi i suoi cugini Romanov, certamente erano incompetenti – oltre ad essere inutili fannulloni.

Uno dei maggiori problemi dello tsar fu quello si trovare amministratori disinteressati, affidabili e competenti. Fu proprio il tradimento di carrieristi inaffidabili e incompetenti a provocare l'abdicazione dello tsar. Anche definire reazionario lo tsar è assurdo. Fu lui, per esempio, a nominare primo ministro, contro ogni consiglio, il brillante liberale Pjotr Stolypin. Questi tassò i ricchi e diede ai poveri, trasformando i contadini in proprietari terrieri, con grande irritazione di alcuni membri della famiglia Romanov e di altri aristocratici troppo ricchi, che poi complottarono contro lo tsar. La tragedia fu che Stolypin fu assassinato da un terrorista dopo soli cinque anni al potere e prima che le sue riforme avessero ottenuto tutti i risultati richiesti.

La personalità della tsarina Alessandra

La tsarina non era isterica né immorale né filo-tedesca. Si identificava pienamente con la Russia ortodossa; la sua alienazione dalla decadente società pietroburghese avvenne proprio perché aveva una morale.

E avendo visto il suo regno d'Assia distrutto dal prussianesimo, ebbe solo antipatia per il militarismo tedesco che si nascondeva dietro la guerra del Kaiser. Certamente soffriva molto di angoscia per le condizioni di suo figlio, ma quanto a essere isterica, come avrebbe potuto esserlo, quando scelse di lavare e medicare le ferite dei soldati giorno dopo giorno per due anni?

Khodynka

L'inaspettata calca di persone sul campo di Khodynka dopo l'incoronazione dello tsar nel 1896, nella quale morirono molte centinaia di persone, difficilmente può essere imputata allo tsar. Come i recenti esempi di calca nei paesi occidentali, si trattò di un terribile incidente, che causò centinaia di morti in una folla allora senza precedenti di 500.000 persone. Il compassionevole tsar diede in risarcimento ingenti somme del proprio denaro alle famiglie di coloro che avevano subito danni.

Pogrom

Di gran lunga le peggiori rivolte antiebraiche ("pogrom") all'inizio del secolo non ebbero luogo nell'Impero Russo, ma a Berlino, Vienna e altrove nell'Europa occidentale (chi ha dimenticato Dreyfus?). In Russia queste rivolte furono fortemente scoraggiate e coinvolsero piccoli numeri in Polonia, Bessarabia e Ucraina occidentale. Il governo dello tsar fece tutto il possibile per difendere gli ebrei del suo impero, che vi si erano trasferiti cercando protezione dalle persecuzioni nell'Europa occidentale. Pertanto, gli ebrei furono tenuti lontani da vaste aree della Russia per la loro protezione dai contadini, che si sentivano sfruttati e offesi dal genio commerciale di successo degli ebrei. Come tutti sappiamo, non furono i russi a uccidere milioni di ebrei negli anni Quaranta, ma gli europei occidentali – e tra loro, va detto, non solo i tedeschi.

La guerra russo-giapponese

Un Giappone bellicoso, impaziente e imperialista attaccò la Russia senza preavviso a Port Arthur nel 1905, proprio come attaccò senza preavviso gli Stati Uniti a Pearl Harbor nel 1941.

L'impreparazione russa è dovuta in parte al fatto che aveva speso così poco per le sue forze armate – a differenza delle aggressive nazioni occidentali e del loro imitatore – il Giappone. Era stato lo tsar Nicola a proporre all'Aja il disarmo internazionale. Accusare questo pacificatore di aver iniziato la guerra per creare l'unità nazionale è semplicemente un mito di coloro che non conoscono la storia.

Con solo circa un quarto delle spese militari dell'Europa occidentale e del Giappone, una Russia orientata alla pace non era equipaggiata per combattere una guerra a migliaia di chilometri dalla sua capitale. Incolpare lo tsar per l'aggressione giapponese o per la disastrosa inefficienza dei singoli membri della sua amministrazione prima e durante quella guerra non è affatto giusto.

Domenica di sangue

In assenza dello tsar da San Pietroburgo (a causa di un attentato quasi riuscito contro di lui e la sua famiglia tre settimane prima), una folla violenta (e non "pacifica e disarmata", come dice la propaganda occidentale), si ribellò bruciando e saccheggiando veicoli e altre proprietà durante la Domenica di sangue del 1905. Era guidata da un prete rinnegato, sposato due volte, padre Georgij Gapon, che si impiccò l'anno successivo, quando si scoprì che era in realtà un agente segreto. Per difendere i timorosi cittadini di San Pietroburgo, le truppe aprirono il fuoco e uccisero tragicamente circa 100 manifestanti, non "migliaia", come dice la propaganda occidentale. I soldati dovettero aprire il fuoco in difesa degli abitanti di San Pietroburgo, che per il terrore si erano barricati nelle loro case. La tragedia è stata che delle persone sono morte.

La presunta arretratezza della Russia

La Russia non era così arretrata come sostengono i media occidentali. Per molti aspetti, l'Europa occidentale e gli Stati Uniti erano in gran parte molto più arretrati. In 20 anni sotto lo tsar Nicola II la popolazione del suo regno aumentò da 123 milioni a 175 milioni. Nel 1913 la velocità dello sviluppo industriale in Russia aveva superato quella degli Stati Uniti. Nel 1913 la sua produzione di grano aveva superato di un terzo quella di Stati Uniti, Canada e Argentina messi insieme. L'impero russo era diventato il granaio dell'Europa; la sua produzione di grano aumentò del 70% tra il 1894 e il 1914. Tra il 1894 e il 1913 la sua produzione industriale quadruplicò. Nel 1914 l'economista francese Edmond Théry predisse che entro il 1950 la Russia avrebbe dominato l'Europa politicamente, economicamente e finanziariamente.

L'assicurazione sociale fu introdotta nel 1912, esisteva un ispettorato di fabbrica, ma già nel XVIII secolo erano state approvate leggi che vietavano alcune forme di sfruttamento, inclusa l'introduzione della giornata lavorativa massima di dieci ore. Nel 1914 l'80% delle terre coltivabili era nelle mani dei contadini e lo tsar stesso cedette liberamente 40 milioni di ettari di terra in Siberia. Furono aperte così tante decine di migliaia di scuole che nel 1917 il livello di alfabetizzazione era pari all'85%, paragonabile a quello odierno negli Stati Uniti.

La Russia dello tsar non fu distrutta perché era "arretrata", ma perché era l'ultimo baluardo del cristianesimo, e i materialisti nemici del Vangelo, capitalisti o comunisti, non potevano tollerarlo.

La prima guerra mondiale

Lo scopo degli alleati occidentali non era solo quello di sconfiggere la Germania. Doveva anche indebolire e dividere la Russia. L'Occidente sapeva che con altri trent'anni di pace la Russia sarebbe diventata la nazione più prospera del mondo. L'Occidente non lo avrebbe permesso. Pertanto, non appena ebbe luogo la rivoluzione organizzata dall'Occidente, all'inizio del 1917, gli Stati Uniti entrarono in guerra e il secolo americano ebbe inizio. Nel 1945 tutta l'Europa occidentale era diventata una marionetta degli Stati Uniti.

Non è stata una coincidenza. La lealtà dello tsar verso gli alleati gli impedì di concludere una pace separata; purtroppo, la sua lealtà e i suoi sacrifici per la causa alleata furono accolti dalla slealtà degli alleati nei suoi confronti e nel suo regno. Ciò che fu notevole nell'esito della guerra fu il tradimento dell'Occidente. All'abdicazione dello tsar, Lloyd George dichiarò addirittura in Parlamento che attraverso di essa "la Gran Bretagna ha raggiunto uno dei suoi principali obiettivi di guerra"!

Dopo il colpo di stato dei bolscevichi, che strapparono il potere agli aristocratici e alla borghesia incompetenti che avevano portato avanti la rivoluzione, gli inglesi sbarcarono nell'estremo nord e a Baku, nell'estremo sud dell'Impero Russo, dando l'indipendenza all'Azerbaigian, poiché erano avidi del suo petrolio. Gli italiani marciarono in Georgia e vi crearono uno stato indipendente, poiché erano avidi del suo manganese. I francesi occuparono Odessa e intrigarono per l'indipendenza dell'Ucraina. Invece di equipaggiare i russi bianchi, l'Occidente diede le armi ai polacchi, che poi invasero e occuparono Kiev e Smolensk. Poi gli americani e i giapponesi sbarcarono a Vladivostok. Il rinnegato generale Brusilov, passato dai bianchi ai rossi, osservò che "i polacchi assediano le fortezze russe con l'aiuto delle nazioni che abbiamo salvato da una sicura sconfitta all'inizio della guerra". Anche se era un traditore dello tsar, qui disse la verità.

 
La Chiesa: un sole caldo o un buco nero?

Circa cinque anni fa ho avuto l'occasione di incontrare un gruppo di tre convertiti dalla denominazione battista alla giurisdizione ortodossa antiochena. La loro prima domanda che mi hanno rivolto è stata: "È vero che i non ortodossi bruceranno all’inferno?". Al che ho risposto: "Chiedete a Dio se odia le persone tanto quanto le odiate voi".

Il fatto triste è che, soprattutto in questi giorni folli di ribattesimi e di "battesimi correttivi", ci sono quelli per i quali la Chiesa è come un buco nero, che risucchia le persone e queste scompaiono nell'oscurità. A quanto pare, ci sono persone a cui questo piace. Queste persone non appartengono alla Chiesa, ma a sette sociopatiche o psicopatiche. Narcisisti e sadici, qualunque sia il loro problema, sono ancora molto distanti dalla lettera A dell'alfabeto della Chiesa e devono capire che la Chiesa non è uno stendibiancheria su cui appendere i loro problemi psicologici personali. La Chiesa è il luogo della Teologia, cioè della conoscenza della Parola di Dio e del suo Amore per noi, non della psicopatologia dei neofiti, anche se per errore sono stati fatti preti e vescovi.

Per noi la Chiesa non è un buco nero, ma un sole caldo. Da esso derivano luce e calore, perché il sole è un'immagine della santa Trinità: il sole è il Padre, la luce (del mondo) è Cristo-Dio e il calore è lo Spirito Santo. Il sole non risucchia nessuno, ma irradia, perché come dice Cristo, la pioggia cade sia sui buoni che sui cattivi, e così anche il sole splende allo stesso modo sui buoni e sui cattivi. Per questo rifiutiamo totalmente l'idea psicopatologica del ribattesimo. Coloro che sono stati battezzati con acqua nel nome della santa Trinità, anche se al di fuori della Chiesa ortodossa, ma da allora sono entrati in contatto con la grazia dello Spirito Santo che irradia dalla Chiesa, Corpo di Cristo, non hanno bisogno di ripetere un rito del battesimo nel nome della santa Trinità.

Lo stesso vale per le altre forme sacramentali del cattolicesimo romano (il protestantesimo classico ha solo un potenziale sacramento: il battesimo). Sono tutte forme sacramentali, sacramenti potenziali. Sono la luce e il calore del sole a renderli reali. Se non ci credete, per favore tornate alla setta da cui provenite. Oppure andate da uno psichiatra.

 
Ucraina: geopolitica e identità

La crisi del 2014 in Ucraina serve a ricordare che nella ricerca di un vantaggio strategico, le potenze occidentali non solo sfruttano il malcontento popolare per effettuare un cambio di regime, ma ne manipolano anche le correnti di nazionalismo a vantaggio del loro ordine del giorno globalista. L'autore e pubblicista conservatore russo Mikhail Smolin condivide una prospettiva approfondita sulle origini del nazionalismo ucraino e il suo rapporto con il Grande Gioco. Traduzione inglese di Mark Hackard.

Nel 1912 l'eccezionale giurista russo, professore e dottore di diritto internazionale Pëtr Evgenievich Kazanskij ha scritto:

Viviamo in un tempo sconcertante, in cui si fondano stati artificiali, popoli artificiali e lingue artificiali.

Nella nostra epoca, vecchie finzioni storiche stanno sorgendo di nuovo dal nulla. Una delle più pericolose è "l'ucrainismo", che tenta di dare una base ideologica e storico-politica allo smembramento del corpo russo, separando da esso i piccoli russi, dopo averli auto-definiti come "ucraini", sconosciuti alla storia. Tali "formazioni nazionali" non hanno alcuna radice etnico-storica; sono un prodotto dell'era moderna. Prima della rivoluzione la nazione russa era una sola, e le condizioni della Velikorus' (Grande Rus'), Malorus' (Piccola Rus') e Belorus' (Rus' Bianca) erano percepite come concetti che determinavano la posizione geografica di origine di uno o di un altro cittadino russo dell'Impero russo. I separatisti nazionali si sono appropriati di significati etnografici applicandoli a questi nomi, in contrasto con la realtà storica della loro origine.

La comparsa di concetti come Piccola Russia, Grande Russia, piccolo russo, grande russo, ecc, deve essere riconnessa indietro nel tempo al periodo dopo l'invasione tartara. Una Rus' unita era stata smembrata dal nemico nella Rus' del Nord, quella di Vladimir-Suzdal, trasformata poi nella Moscovia, e nella Rus' del Sud-ovest – Galizia-Volinia – entrata poi nello stato russo-lituano, e dopo l'unione con la Polonia, nella Rzeczpospolita. Eppure, in queste condizioni, non cessarono la vita politica e la vita della Chiesa tra le parti smembrate della singola Rus'. L'autorità religiosa del Patriarcato di Costantinopoli sulla Chiesa ortodossa russa, che allora esisteva come sede vescovile di questo Patriarcato, era riconosciuta sia nella Rus' del Nord sia in quella del Sud-ovest. Continuavano a esserci rapporti politici tra le due parti della Rus' e l'imperatore bizantino hanno. La necessità di comunicazione con una Rus' frammentata in due costringeva gli uomini di chiesa e gli statisti di Costantinopoli a differenziare una Rus' dall'altra nei loro documenti, dopo aver dato a ciascuna una determinata denominazione. I Bizantini applicarono termini geografici tipici dell'antichità classica: il piccolo paese e il grande paese. Questi termini geografici significano che la metropolia iniziale di un dato popolo è chiamata la piccola terra, e le terre colonizzate dalla metropolia di questo popolo sono chiamate le grandi terre.

Nella pronuncia greca, la u è stata sostituita dalla o, e quindi i bizantini chiamavano il popolo russo Ρώσοι, e il nostro paese era conosciuto come Ρωσσία. Procedendo da questo, i letterati bizantini denominarono la Galizia-Volinia e la Rus' di Kiev come Piccola Rus', e la Rus del Nord, quella di Vladimir-Suzdal e la della Moscovia, come Grande Rus'. Attraverso gli studiosi russi, questa terminologia penetrò nella Rus' e divenne naturale, sia nella Piccola sia nella Grande Rus'. Come tale, la comprensione storica della Piccola Rus' e della Grande Rus' è venuta a noi come proprietà culturale dell'Impero bizantino.

Ora passiamo alle radici storiche del nazionalismo ucraino. Da dove sono apparsi iremini "ucraini" e "Ucraina" al posto dei termini storici Piccoli russi e Piccola Rus'?

Dovremo cominciare dal fatto che la parola "Ucraina" e "ucraino" nelle cronache russe si incontrano solo nel senso di terre di confine, non come una terra popolata da un ignoto popolo "ucraino". La parola Ucraina è solo un'altra forma della parola okraina (confine).

I ricercatori del nazionalismo ucraino fanno risalire l'apparizione della parola Ucraina, nel senso di un nome proprio piuttosto che di un nome comune, alla fine del XVII secolo, quando, dopo la Rada di Perejaslavl del 1654 e la "pace eterna" conclusa nel 1686 tra lo stato russo e la Polonia (secondo cui la riva sinistra della Malorus' con Kiev passò nel possesso eterno dello Stato russo), i polacchi capito quale vero pericolo portavano con sé la fede ed etnia comune tra i residenti delle terre del confine polacco e dello Stato russo. Con l'obiettivo di sopprimere il desiderio della popolazione russa che viveva in Polonia di riunirsi con lo Stato russo, gli studiosi polacchi diressero tutti i loro sforzi a dimostrare che non c'erano russi in Polonia, ma solo una speciale nazionalità "ucraina". Nella storiografia, vi è un consenso quanto mai diffuso sul ruolo dell'influenza polacca nel divorzio della Piccola Russia dalla Russia e nella formazione di un movimento ucrainofilo.

Sommando queste opinioni, possiamo ripetere con uno dei ricercatori di questo settore che i polacchi "hanno preso su di sé il ruolo di levatrice durante la nascita del nazionalismo ucraino e di nutrice durante la sua educazione".

Il ventesimo secolo

La "Rus' anti-russa", fondata dai polacchi nel XIX secolo sotto il pretesto dell'ucrainofilia per lo scopo nazionale della lotta contro l'Impero russo sulla propria sovranità perduta, cambiò padroni per un certo numero di volte nel XX secolo. Tra loro ci sono stati gli austriaci, i tedeschi e gli americani, ma l'obiettivo dell'esistenza del movimento è stato sempre lo stesso: lo smembramento della nazione russa.

Da parte sua, l'Austria-Ungheria sognava di creare un regno alleato a Kiev guidato dall'uno o dall'altro ramo degli Hohenzollern e degli Asburgo. La Germania, come potenza più forte, ha superato nei suoi schemi un'Austria-Ungheria indebolita da disfunzioni interne, in quanto quest'ultimo impero pensava piuttosto a preservare ciò che era già in suo possesso.

Il desiderio della Germania di strappare l'intero sud dell'Impero russo (il carbone di Donetsk, il petrolio di Baku, ecc) conforme ai sogni di lunga data di un importante passo avanti verso l'Oriente – qui si può ricordare il progetto di una ferrovia da Berlino a Costantinopoli a Baghdad, e anche la scelta degli alleati per la Prima Guerra Mondiale – l'Austria-Ungheria, la Bulgaria e la Turchia – di nuovo un tentativo di creare una linea da Berlino a Baghdad. Da qui il desiderio di indebolire la Russia il più possibile prima di intraprendere decisive battaglie su scala mondiale, per le quali la Germania si stava già preparando da diversi decenni. E così, per esempio, sotto il Generalstab tedesco, molto prima della prima guerra mondiale, fu organizzata una sezione impegnata negli affari ucraini. Questa sezione eseguiva progetti e organizzava disunioni all'interno della nazione russa.

Come scrisse il ricercatore del nazionalismo ucraino, il principe A. M. Volkonskij:

La Germania aveva bisogno di rompere i legami linguistici tra i piccoli russi e i grandi russi, perche dopo aver strappato la classe colta del sud della Russia dalla lingua letteraria e accademica russa, sarebbe stato più facile imporre la propria cultura tedesca al paese. I tedeschi cominciarono a sostenere l'artificiale 'mova ucraina'. Agirono in modo tedesco, in modo sistematico e senza perdere tempo. Dal primo anno della Grande Guerra, i prigionieri della Piccola Russia furono separati in campi speciali e lì sottoposti a 'ucrainizzazione'; per i più suscettibili, qualcosa sulla falsariga di una 'accademia dell'ucrainizzazione' fu istituita a Koenigsberg. Centinaia di migliaia di prigionieri sottoposti a propaganda di guerra che tornarono a casa nella Piccola Russia nel 1918 diventarono il principale strumento di diffusione dell'idea ucraina nell'ambiente contadino. (Principe A. M. Volkonskij. Verità storica e propaganda ucrainofila. Torino, 1920. Pagina 129.)

La cospirazione massonica del febbraio del 1917 non consentì all'imperatore Nicola II di effettuare l'offensiva generale di primavera lungo tutto il fronte e di spezzare una volta per tutte le forze del nemico esausto. Dopo alcuni mesi, la Germania fu in grado di portare al potere i suoi protetti – in Russia i bolscevichi leninisti, e nella "Ucraina indipendente" i mazeppisti di Grushevskij. In questo modo la Germania ebbe una proroga di un anno intero dalla sconfitta inevitabile nella prima guerra mondiale.

Il sud della Russia era di vitale importanza per la Germania. Matthias Erzberger, un ministro tedesco, disse in un incontro istituzionale:

La questione russa non è altro che parte di un grande dibattito che i tedeschi stanno conducendo con gli inglesi sull'obiettivo del dominio del mondo. Abbiamo bisogno della Lituania e dell'Ucraina, che dovrebbero essere gli avamposti della Germania. La Polonia dovrebbe essere indebolita. E se la Polonia è nelle nostre mani, allora chiuderemo tutte le rotte per la Russia, e questa apparterrà a noi. Non è forse chiaro che solo su questa strada si trova il futuro della Germania?

Gli statisti tedeschi agirono in modo del tutto cosciente e sistematico su questa strada, come evidenziato dal Cancelliere tedesco Michaelis, nel giugno del 1917:

Dobbiamo stare molto attenti che la letteratura con cui speriamo di rafforzare il processo del collasso della Russia non raggiunga esattamente i fini opposti... Gli ucraini comunque respingono ancora l'idea della separazione totale dalla Russia. Un'aperta interferenza da parte nostra a favore di uno Stato ucraino indipendente può senza dubbio essere utilizzata dal nemico per dimostrare come le correnti nazionaliste esistenti sono state create dalla Germania. (Zeman, Z. A., Germany and the Revolution in Russia 1915-1918. New York, 1958 . P 65-67.)

Ma tutte le esitazioni furono messe da parte quando la questione del destino della Germania divenne più acuta. Da qui l'idea suggerita dai tedeschi agli ideologi dell'ucrainismo su una "Ucraina indipendente dai Carpazi al Caucaso, senza padrone o servo". E i tedeschi ritenevano che dal Caucaso si potesse raggiungere il Medio Oriente.

In quel tempo apparvero anche idee di un'unione dal Mar Nero al Mar Baltico (il restauro della Rzezcpospolita in una nuova fase della storia?): l'alleanza di Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Bielorussia, e Malorussia. Questa possibilità è ora prevista in ulteriori piani di lotta contro la Russia: la separazione della Mosca "asiatica" dall'Europa "civilizzata" per mezzo di un muro di europei di "seconda classe"...

Il separatismo ucraino nel ventesimo secolo è diventato sempre più spregiudicato – è pronto a riconciliarsi con qualsiasi regime fintanto che è dalla sua parte, cioè sostiene in un modo o in un altro il movimento ucraino. E così molti sostenitori dell'indipendenza, guidati da M. Grushevskij, finalmente finirono nel campo dei bolscevichi, che riconobbero i termini "ucraino", "Ucraina" e "lingua ucraina". Nel 1923, dopo il XII Congresso, i comunisti dichiararono una politica di indigenizzazione, lo sviluppo di tutte le nazionalità non russe (e di quelle considerate non russe), un programma espresso in Ucraina attraverso l'ucrainizzazione della popolazione e l'introduzione della lingua ucraina iniziando dai funzionari statali e di partito. Dopo aver preso il potere, i bolscevichi in genere hanno creato tutte le condizioni per la crescita e la maturazione del nazionalismo ucraino, che dopo la morte del suo sorvegliante comunista ha fatto a brandelli l'unità del popolo russo, minacciando nel tempo di diventare un avamposto delle forze anti-russe nel mondo.

Lo stato moderno dell'Ucraina adotta in tutte le manifestazioni delle sue politiche una posizione coerentemente anti-russa. Come all'inizio del XX secolo, il separatismo ucraino ha il compito di fondare una nazione di "ucraini", attraverso la formazione di una élite ideologica ucraina, che dovrebbe modellare una singola nazione a partire dalle distinzioni etnografiche della popolazione

piccolo-russa di varie province e dal mito di una tribù cosacca unificata. Un'etnogenesi voluta artificialmente è in corso di creazione nel calderone dello Stato ucraino. M. Grushevskij avrebbe scritto che "l'ucrainismo in Russia dovrebbe andare oltre i confini della nazionalità etnografica e diventare un fattore politico ed economico, e partecipare ora all'organizzazione della società ucraina come nazione, se non vuole essere diverse generazioni in ritardo."

La storia russa ha dimostrato che i più terribili nemici del popolo russo sono stati di natura interna. I russi in loro placidità non possono credere pienamente che vi potrebbero essere traditori in mezzo a loro stessi. È per questo che la questione ucraina è così importante, perché è una questione di unità interna della nazione e di una nuova raccolta di terre che attende il nostro risveglio politico-nazionale. Così ha scritto l'ideologo della discordia, Dmitrij Dontsov:

Come regola generale, la questione ucraina appare come una cometa sui cieli politici europei ogni volta che si presenta un momento critico per la Russia.

Gli obiettivi nazionali dei popoli che hanno maturato la loro attività su scala mondiale sono sempre diretti verso la piena padronanza del loro territorio naturale e l'influenza sulle terre vitali adiacenti alla nazione. Pertanto, da un lato, il compito della nazione consiste nel definire i confini naturali della diffusione del suo dominio e nello stabilire l'influenza necessaria sulle regioni vicine vitali. D'altra parte, ne consegue la diffidenza verso idee come la nozione di egemonia mondiale, idee che inevitabilmente portano a un estremo sperpero delle energie della nazione e non portano al risultato desiderato.

Per il conseguimento degli obiettivi prefissati, sono necessarie la salute spirituale e l'unità interna della nazione. La prima si raggiunge attraverso il sostegno della fede che è la verità per la nazione. I russi confessano Ortodossia, l'unica fede vera e salvifica, e quindi la preservazione della fede ortodossa è il compito principale sia per la Chiesa sia per lo Stato sia per ogni russo. Il secondo requisito, l'unità interna. si raggiunge con una corretta organizzazione e supporto della vita sovrana, sociale e culturale della nazione, necessaria per proteggerla dalle influenze esterne nocive, soprattutto se sono finalizzate, come per esempio l'ucrainismo, allo scisma della nazione russa.

 
Padre Moses Berry e la sua parrocchia

Con tutte le cattive notizie dalla Chiesa Ortodossa in America (Dio ci perdoni tutti), ho pensato che potrebbe essere una buona idea parlare di una notizia davvero buona. Io non sono nella O.C.A., ma ho molti amici che lo sono. Uno di questi amici lo conosco da 40 anni e ho avuto la fortuna di condividere parte del mio viaggio verso la Chiesa con lui. La storia del suo incontro personale con san Mosè l'Etiope mi ha aiutato a entrare nella Chiesa quando l’ho sentita la prima volta e mi risolleva lo spirito oggi quando la ricordo.

Padre Moses Berry della parrocchia della Theotokos “Gioia inaspettata” (O.C.A.) ad Ash Grove, Missouri, è un sacerdote notevole che sta facendo un lavoro notevole nel suo piccolo angolo del Missouri sud-occidentale: un lavoro di portata internazionale. Io ci sono stato, ho visto alcuni dei frutti delle sue fatiche. Quei frutti costituiscono le buone notizie.

Padre Moses viene da una famiglia dedicata agli altri ed è l'erede di una tradizione di amore e di servizio, specialmente ai più bisognosi, senza distinzione di razza o di religione. Questa da sola è una testimonianza insolita considerando che è un discendente di schiavi in ​​una zona che era ancora fortemente segregata quando stava crescendo.

La sua trisnonna era una schiava di Nathan Boone, figlio del celebre esploratore Daniel Boone. Gli aveva dato un figlio. Nonostante le circostanze, padre Moses afferma che questo era molto di più di un caso di un proprietario di schiavi che aveva approfittato della sua schiava. Ci deve essere stato del vero amore, perché quando Nathan Boone la liberò verso la fine della guerra civile, le donò un appezzamento consistente di buon terreno agricolo su cui vivere e prosperare. E lei lo fece, e non solo per se stessa. La casa in cui padre Moses e la sua matushka vivono e crescono la loro famiglia è stata costruita su quella terra, e ne possiedono ancora la maggior parte. Anche la parrocchia è situata sulla stessa terra.

A quel tempo, tra le tante altre umiliazioni e violenze fatte agli schiavi liberati, nessun cimitero accettava i loro corpi quando morivano. La signora Berry fondò un cimitero sulla propria terra per seppellire gli schiavi liberati e altri indesiderabili. Ci sono due tombe di indiani Delaware che risalgono a quel tempo e si distinguono per la loro forma unica a guscio di tartaruga fatto con piccoli massi che coprono la tomba.

Padre Moses ha recuperato il cimitero dal suo stato di abbandono, ha ottenuto la sua inclusione sul Registro Nazionale dei luoghi storici e lo ha consacrato come cimitero ortodosso. Diversi ortodossi lo hanno scelto di recente come ultima dimora dei loro corpi. Per un certo tempo una monaca ortodossa ha vissuto in una piccola cella della cappella funeraria. È ancora in corso il lavoro di bonifica e ripristino delle vecchie tombe. Il denaro è sempre necessario, ed è usato con saggezza.

 

Oltre alla parrocchia e al cimitero, padre Moses ha anche istituito un museo di artefatti di famiglia e di storie di vita degli schiavi che testimoniano la forza, la fede e il perdono che ci voleva sia per resistere sia per trionfare su quella vita.

Il museo non è, come molti, un monumento alla crudeltà intento a promuovere un senso di colpa tra i bianchi, è pieno di pace e di guarigione, nonostante lo sguardo inflessibile alla disumanità di quella "peculiare istituzione" che domina gran parte della storia del nostro paese. Ci sono cose come le catene di ferro che indossava il pro-prozio (credo) di padre Moses quando i soldati dell'Unione gli hanno detto che era libero; ci sono le trapunte della ferrovia metropolitana e molto, molto di più in un piccolo edificio aperto all'eternità.

Ci sono troppe storie da raccontare e, francamente, queste stesse storie sono parte di un arazzo che solo una visita personale può adeguatamente rivelare, così come la profondità di amore e di guarigione che vi si trova. È un luogo iconico nella sua forza, catartico nella sua esperienza, affascinante nella sua bellezza e semplicità.

Padre Moses sta usando l'esperienza della sua famiglia e l'orrore della schiavitù per promuovere la guarigione portandola nella Chiesa e permettendo allo Spirito Santo di trasformarla e trasfigurarla. In questo piccolo angolo di campagna del Missouri, la Chiesa ortodossa è stata fatta parte di questa terra e della nostra gente, perché accetta il sangue, la sofferenza e il sacrificio di coloro che erano schiavi nel corpo, ma non nello spirito.

L'edificio parrocchiale in sé è bello, costruito con le mani, il denaro e il lavoro dei parrocchiani e di altri membri della comunità (neri, bianchi e asiatici). L'iconostasi è stata costruita in quercia locale da un signore (non ortodosso) che ha un negozio di falegnameria accanto al museo di Ash Grove.

Quando ha sentito quello che la parrocchia stava facendo, si è offerto volontario per fare per loro l'iconostasi in un modo giusto e bello. E ci è riuscito. Molte delle icone sono state donate da iconografi che hanno sentito parlare della parrocchia. Un iconografo romeno era a Chicago alcuni anni fa: venne a sapere della parrocchia e guidò fino ad Ash Grove per consegnare a mano una delle sue icone.

La parrocchia ha un set completo di reliquie degli anziani di Optina, che è stato dato loro in custodia. Una cupola a cipolla dorata sormonta il tetto e una serie di belle campane suonate a mano sta fuori per annunciare a tutti la gioia delle funzioni.

Padre Moses si è dedicato non solo a portare il passato dei popoli afro-americani nella Chiesa, ma anche ad accogliere gli abitanti locali per invitarli nella Chiesa, mostrando loro hanno un posto e sono benvenuti; collegandoli alle loro radici cristiane dall’Africa antica all’America degli schiavi e ora al Regno di Dio.

Per esempio, ho un nuovo amico, un dentista afro-americano di Wichita che si sta avvicinando alla Chiesa. Ho parlando con lui domenica scorsa di san Mosè l’Etiope, e la breve vita di San Mosè è praticamente saltata fuori dalla mia libreria in mano al mio amico. Gli ho chiesto se gli sarebbe piaciuto leggerla. Lui con gioia ha detto di sì. Nel processo gli ho parlato di padre Moses. Il mio amico ha detto: "Oh, questa è un'altra cosa che abbiamo in comune. Ho già parlato con lui. Mi ha veramente aiutato rispondere ad alcune domande che avevo e ad alcune che non sapevo nemmeno di avere."

La O.C.A. ha un gioiello assoluto in questa parrocchia della Theotokos “Gioia inaspettata” e nel suo sacerdote. Là c'è più di quanto possa descrivere adeguatamente. Sono pienamente convinto che il lavoro là svolto non si sarebbe potuto fare così bene in una qualsiasi altra giurisdizione. Per quelli tra voi che stanno pensando a chi sostenere economicamente, pensate alla parrocchia della Theotokos “Gioia inaspettata”. Come ogni cosa buona in questo mondo oscuro, non è facile da mantenere: la preghiera, la pubblicità e il denaro sono sempre i benvenuti. Andate, vedete di persona, bevete dal pozzo profondo di acqua viva che vi si trova.

Rallegratevi nel Signore e per il potenziale della O.C.A. di compiere l’opera di Dio. La chiesa si trova vicino a Springfield e all’altopiano di Ozark nel Missouri, quindi nella zona c'è anche molta bellezza naturale da apprezzare e da godere.

 
Che cos’è l’antimensio

Nella sezione “Preghiera” dei documenti, presentiamo un testo di spiegazioni storico-liturgiche sul’antimensio, il rettangolo di stoffa sul quale si celebra la Divina Liturgia. Il testo, nell’originale romenonella nostra traduzione italiana, è preso dal blog dello ieromonaco Petru (Pruteanu), che abbiamo avuto il piacere di conoscere anni fa in Moldova, e che ora collabora allo sviluppo delle chiese ortodosse in Portogallo. Speriamo di avere altre occasioni di presentare gli scritti di padre Petru, che sono estremamente interessanti e rilevanti per la diffusione di una cultura ortodossa in Occidente.

 
La volontà di fare il bene. Memoria eterna a Doktor Liza

Foto: RIA Novosti

Verso le 5:30 del mattino il 25 dicembre 2016, 92 persone provenienti dalla Russia sono morte in un incidente aereo nel Mar Nero, mentre lasciavano Sochi per la Siria in missione umanitaria. La causa dello schianto non è ancora stata stabilita, ma la gente di tutto il mondo è avvolta dal dolore, perché molti dei passeggeri erano noti a loro attraverso i media – noti e amati.

Oltre all'equipaggio e a un gruppo di giornalisti, quasi tutto il coro militare Aleksandrov (una formazione odierna del famoso coro dell'Armata Rossa) è morto nello schianto. Stavano per consolare le truppe russe nella notte di San Silvestro con la loro commovente musica vocale e strumentale e danza. Se si guardano le foto di queste persone non si può fare a meno di piangere – dei volti così meravigliosi.

Ma una persona mancherà in modo particolare, soprattutto per tutte le persone che ha aiutato quando nessun altro lo avrebbe fatto. Il suo nome è Elizaveta Petrovna Glinka, ma era nota a tutti semplicemente come Doktor Liza.

Come ha detto uno dei collaboratori di Doktor Liza: "Era una santa. Di persone come lei ne nasce una ogni mille anni". Altri la chiamavano "un'altra Madre Teresa", anche se la stessa Liza si scherniva a tale confronto. "Prima di tutto", aveva detto in un'intervista, "non sono una monaca. Inoltre, fumo e dico parolacce". Ma quei due difetti, comprensibili per una piccola donna che portava il peso del mondo sulle spalle, possono essere alcun dubbio trascurati anche dal fariseo più ostinata, perché il bene che faceva tutti i giorni della settimana superava tutto. E all'idea che di persone ne nascesse solo una in mille anni – Liza obbiettava che era un essere umano come tutti gli altri.

Foto: Pravoslavie.ru

Avevamo visto Liza più volte qui alle funzioni al monastero Sretenskij. Era una persona religiosa –non solo la domenica e nei giorni festivi. La sua visione cristiana penetrava il suo lavoro di medico, e ovviamente prendeva molto sul serio la chiamata di Cristo a nutrire gli affamati, visitare i malati, e aiutare i feriti sulla strada. Per Doktor Liza, semplicemente non potrebbe esistere un essere umano che non merita attenzione medica, accompagnata da parole gentili e da un vero amore attivo. Non importa se sono dalla parte sbagliata di confini politici, o se si stanno scavando la fossa con il loro modo di vita, o se dovranno comunque morire a prescindere da quello che facciamo. Queste erano le persone preferite di Doktor Liza, che si prendeva cura di loro con assoluta abnegazione.

Elizaveta Glinka (nata Sidorova) è nata nel 1962 a Mosca. Si è laureata presso l'Istituto nazionale russo di ricerca medica di Mosca specializzandosi in anestesiologia pediatrica. Nel 1986, lei e suo marito sono emigrati negli Stati Uniti, e in seguito si è laureata alla Dartmouth Medical School, dove ha studiato medicina palliativa. Elizaveta era particolarmente interessata al lavoro degli ospizi oncologici americani, e ha portato con sé quest'esperienza tornando in Russia e in Ucraina. È stata determinante nella fondazione del primo ospizio oncologico di Mosca, e nel 1999 ha fondato un ospizio per malati terminali a Kiev, finanziato da suo marito Gleb Glinka, un avvocato e imprenditore di successo.

Liza ha cominciato a comparire nei media russi per la sua fondazione chiamata "Giusto Aiuto", che serviva i malati di cancro e i senzatetto di Mosca. C'è una stazione ferroviaria denominata Paviletskij, dove per qualche motivo si riunisce un numero particolarmente elevato di senza tetto, che vivono la loro vita tra freddo, malattia, abuso e dimenticanza. Questa stazione non era lontana dal suo ufficio, e quindi ha "assunto" queste persone come la propria responsabilità. Una donna sottile di mezza età in un vestito pulito, bianco, i capelli acconciati in maniera impeccabile, truccata con gusto, appariva regolarmente in mezzo a queste persone malconce con una valigia da medico. Ognuno si avvicinava al suo ufficio improvvisato costituito da un tavolo portatile e da panche lamentando le sue malattie. Liza fasciava le ferite, trattava i congelamenti, distribuiva medicine, e, se necessario, accarezzava a qualcuno i capelli come una madre amorevole. "Alcune persone non possono sopportare di stare vicino al senzatetto", le ha detto un intervistatore. "È difficile. Possono essere pericolosi, e la maggior parte ha un cattivo odore". Questo pensiero è stato espresso come se Liza fosse in qualche modo immune da tutti questi aspetti negativi, mentre altri non possono fare a meno di soffrirne. Lei ha lasciato intendere che era altrettanto difficile per lei. Ma li aiutava comunque.

Foto: NIA

Un uomo venne da lei dopo essere stato picchiato, con il sangue che gli colava dalla bocca. Lei ha curato le sue ferite, ma subito dopo gli stessi teppisti di strada che lo avevano picchiato prima lo hanno picchiato di nuovo proprio in presenza di Liza. Cosa fare? Ha curato ancora una volta le sue ferite senza nemmeno un sospiro. La giornalista che ha filmato questa scena le ha chiesto: "Ma che fa se sa che questo è solo colpa sua?" Lei ha guardato dritto la giornalista con quegli enormi occhi intensi e ha detto: "E allora? Se un uomo viene da con il sangue che cola dalla bocca, cosa faresti? Ti limiteresti a ignorarlo?" "In ogni caso", ha detto," ci sono persone che danno contributi ancora più importanti del mio – mandano soldi e comprano cibo per queste persone. Altri volontari portano loro il cibo". Non metteva mai in discussione né giudicava la gente che lei stava aiutando. Come fossero finiti in tali situazioni non era di alcun interesse per lei. "Dobbiamo dar loro da mangiare se hanno fame. E anche se un uomo torna nove volte in una serata per una ciotola di kasha, glie la darò. La cosa principale è che non abbia più fame". A proposito, uno dei suoi collaboratori aveva scoperto da un'altra fonte che, in realtà, Liza era molto sensibile agli odori.

Doktor Liza non cercava pubblicità, ma la pubblicità è a volte necessaria per portare una causa alla consapevolezza di altre persone. Era molto convinta che nessuno dovrebbe morire umiliato, non importa chi sia. Oltre a studiare il lavoro degli ospizi oncologici in America, aveva studiato anche l'esperienza puramente russa degli ospizi pre-rivoluzionari. Soprattutto nelle grandi città, c'erano sempre state case collegate a monasteri e parrocchie per i senzatetto e i bisognosi, dove era loro offerto cibo e rifugio in un pulito e amorevole ambiente cristiano. Queste case spesso ricevevano aiuto da parte del governo o di ricchi benefattori. Voleva molto che ci fossero di nuovo tali luoghi a Mosca. "Non un sistema a nastro trasportatore di dormitori con 600 posti letto, ma case più piccole sparse per la città". Finora, alcuni luoghi del genere sono stati aperti sotto gli auspici della Chiesa ortodossa, ma molto poco sostegno è venuto dal governo municipale. Tuttavia, il piccolo gruppo che si è formato intorno a lei per fare questo lavoro è molto compatto e dedicato.

La sua fondazione Giusto Aiuto ha portato soccorso a centinaia di persone. Le donazioni sono venute, anche se solo in piccole dosi, da tutto il vasto territorio della Russia. Individui locali si sono occupati di donazioni di cibo, altri hanno offerto aiuto a portare il cibo. Un altro medico è venuto per assistere Liza in alcune delle sue visite a domicilio. Ma un progetto che era iniziato con il nutrimento quotidiano di un uomo senza fissa dimora al di fuori dell'appartamento della madre, è cresciuto fino a comprendere centinaia di malati terminali, senzatetto, e poveri. E il dottore che rispondeva alle telefonate e faceva visita agli appartamenti era quasi sempre Doktor Liza.

Doktor Liza portava spesso in salvo i bambini del Donbass con le sue mani. Foto: Moscow Times.

Quando è scoppiata la guerra in Ucraina e i civili pacifici nel Donbass sono stati bombardati, Doktor Liza si è sentita obbligata ad andare là a fornire assistenza medica. Dal momento erano stati fatti danni tanto ingenti alle infrastrutture locali, molti civili feriti dai bombardamenti avevano poche speranze di sopravvivenza. Senza prestare attenzione al fatto che poteva finire sotto il fuoco tanto facilmente quanto la gente del Donbass, Doktor Liza ha iniziato a fare visite con valigie piene di forniture mediche. Non era abbastanza per lei limitarsi a inviare gli aiuti. Doveva vedere con i propri occhi che questi fossero consegnati agli ospedali e alle cliniche. Volava fino a Rostov sul Don nella Russia meridionale, quindi proseguire per destinazioni nel Donbass, spesso sotto il fuoco nemico. Là Liza faceva turni per i malati e i feriti, organizzando il passaggio di decine di bambini negli ospedali di Mosca e San Pietroburgo. Molte famiglie sono apparse in televisione dopo il disastro aereo per raccontare come Liza ha salvato i loro bambini da morte sicura.

Guardando i film documentari prodotti su Doktor Liza e il suo lavoro, una delle cose più sorprendenti è il suo incredibile rapporto con i pazienti e un amore per loro che può solo essere descritto come un totale auto-svuotamento. C'è una scena in cui Liza sta visitando una ragazza che è priva di ogni senso, tranne quello del tatto. A causa del suo trauma ha paura di tutti e resiste violentemente alle cure mediche. Ma non appena Doktor Liza viene vicino a lei, la ragazza le getta le braccia al collo e la stringe a lei, senza lasciarla andare per ore. Liza si limita ad accarezzarle i capelli dolcemente, dicendole (anche se non riusciva a sentire) che non la stava lasciando, che sarebbe rimasta lì con lei. Finalmente lasciata libera, ma non del tutto, da questo disperato e completamente fiducioso abbraccio, Liza ha continuato a sedersi accanto alla ragazza per diverse ore. È chiaro che per questo medico, già esausto al di là di ogni limite, l'unica questione importante in quel momento era questa povera ragazza cieca e sordomuta.

Liza ha anche descritto un paziente che era malato di mente. Quando è venuta a fargli visita, era ossessionato da una battaglia contro "il male", che vedeva in tutto il mondo intorno a lui. Voleva tanto scrivere una lettera al ministro della difesa su questo tema, ma non si sentiva competente a farlo. Così Doktor Liza l'ha scritta per lui. Altri le hanno chiesto il motivo per cui trascorreva così tanto tempo a dargli ascolto, ma lei ha risposto, quasi impaziente per la domanda: "Hanno bisogno di così poco per renderli felici. Perché non dovremmo darglielo?"

Elizaveta Glinka era anche incapace di guardare dall'altra parte quando sono sorte opportunità di aiutare la gente nella Siria dilaniata dalla guerra. L'aereo che si è schiantato con lei a bordo era diretto a Latakia. Un suo associato in seguito ha raccontato che anche lui voleva andare ma non aveva ricevuto i permessi necessari. Ha osservato che in realtà Liza non doveva andare, l'aiuto poteva semplicemente essere inviato. Ma lei voleva sempre andare di persona, non importa quanto pericoloso potesse essere il viaggio.

All'inizio del mese di dicembre, il presidente russo Vladimir Putin ha pubblicamente assegnato una benemerenza a Liza per i suoi altissimi meriti nel campo della carità e delle attività per i diritti umani. Nel suo discorso di accettazione, ha detto che presto sarebbe andata in Siria. Quello che ha detto potrebbe essere visto come quasi profetico:

"Non sappiamo mai se torneremo vivi, perché la guerra è l'inferno sulla terra; e so di cosa sto parlando. Ma siamo certi che la bontà, la compassione e la misericordia sono più forti di qualsiasi arma".

Foto: The Independent

Il vice-ministro della difesa russo Ruslan Tsalikov ha assicurato o giornalisti provenienti da RT il 25 dicembre che "il carico umanitario del fondo "Giusto Aiuto" è stato inviato da un altro velivolo. È già all'aeroporto di Hmeymim, e, naturalmente, noi porteremo a compimento l'opera di Elizaveta Glinka". Il suo nome è già stato immortalato in campo medico – una struttura medica del ministero della difesa russo sarà chiamato con il suo nome, e anche il presidente della Cecenia, Ramzan Kadirov, ha annunciato che un ospedale pediatrico porterà il suo nome a Grozny, la capitale. Ha scritto su Instagram, "Doktor Liza si è dedicata alla più nobile delle cause – salvare i bambini. Aveva una brillante formazione medica e avrebbe potuto lavorare in qualche clinica, ma ha scelto la via difficile di aiutare coloro che non potevano ricevere aiuto da nessun'altra parte. "

Questo tragico incidente aereo ha colpito molte persone con un terribile senso di perdita. Un'orchestra che arriva in volo per senso del dovere per portare gioia e bellezza a persone in pericolo, e un medico umanitario che si preoccupava solo degli altri. Doktor Liza si caratterizzava come una persona comune, che spazza il pavimento di casa sua quando torna a casa dal lavoro. E veramente, non vi è alcuna ragione per cui ognuno di noi non potrebbe fare altrettanto. Ma Elizaveta Glinka aveva qualcosa che a molti di noi manca – la volontà indomabile di fare del bene.

Questa tragedia è stata la perdita di qualcosa di bello – di molto, dolorosamente bello.

 
Possiamo inginocchiarci in chiesa alla domenica?

Ho una domanda su qualcosa a cui ho pensato da un po' di tempo. Ho letto che i canoni della Chiesa dicono che non dovremmo inginocchiarci o prosternarci alla domenica, ma mi chiedo quanto ciò sia strettamente interpretato in pratica?

Attualmente frequento una parrocchia romena e tra i romeni (come probabilmente sa) è consuetudine inginocchiarsi durante il Padre Nostro, il Credo, la lettura del Vangelo, ecc. E alcune persone si inginocchiano per gran parte della Liturgia. Personalmente penso che sia un bel segno di riverenza ma mi chiedo perché sia ​​diventato una consuetudine accettata in Romania, ma non in altri luoghi, e se il "divieto" di inginocchiarsi alla domenica è veramente necessario, o qual è il suo scopo ?

Conosco alcune altre parrocchie in cui i fedeli mostrano poca o nulla riverenza e quindi mi sembra ancora meglio inginocchiarci o prosternarci piuttosto che essere solo passivi...

(Domanda da un corrispondente in Europa)

"Poiché alcuni si inginocchiano in chiesa alla domenica e nei giorni della Pentecoste, al fine di preservare l'uniformità in tutte le parrocchie, è sembrato più opportuno al santo Concilio che le preghiere siano offerte a Dio stando in piedi".

Canone XX del primo Concilio universale

I canoni a cui lei fa riferimento sono quello sopra citato, il Canone 90 del sesto Concilio universale e il Canone 15 di san Pietro il Martire di Alessandria, tutti dei primi sette secoli. Quindi, sì, sulla carta non ci si inginocchia nel giorno liturgico della domenica (dal sabato sera alla domenica sera) e neppure tra Pasqua e Pentecoste (le preghiere in ginocchio al Vespro della Pentecoste sono le prime in cui ci si inginocchia). Perché? Perché la domenica è il giorno della risurrezione e il periodo tra la Pasqua e la Pentecoste è di fatto il proseguimento della festa della Risurrezione. Se siamo risorti con Cristo, allora siamo risorti e stiamo in piedi.

Questo per la teoria. E la pratica?

Uno dei modi più semplici per notare la differenza tra certi convertiti e gli ortodossi è vedere se si inginocchiano alla domenica o meno (soprattutto alla Domenica della Croce durante la Quaresima). I convertiti, sia del tipo zelota vecchio-calendarista sia del tipo liberale neo-calendarista (gli estremi si incontrano sempre), rifiutano di inginocchiarsi a causa delle conoscenza delle loro teste, gli ortodossi si inginocchiano a causa dei movimenti dei loro cuori. Come ha affermato una persona in risposta a un convertito rigorista che insisteva sul fatto che tutti gli ortodossi stanno in piedi durante le funzioni: 'No, non è così: i russi stanno in piedi, i greci si siedono e i romeni si inginocchiano'.

Perché questa differenza? Si tratta di una questione di pietà - o di mancanza di pietà. Stare seduti è una mancanza di pietà (a meno che una persona non sia malata, appesantita da una gravidanza, ecc.), che si è insinuata nelle Chiese greche (tra cui quella antiochena) solo molto, molto recentemente. I pii russi sono orripilati quando vedono i greci e gli antiocheni seduti durante la lettura dell'Epistola. Ma anche stare in ginocchio è un grande sacrificio. Ammiro quei romeni che stanno in ginocchio per tutta la liturgia come un atto di pietà che si accorda con il loro temperamento. Io non credo di poterlo fare fisicamente. Anche stare in piedi è anche questione di ascetismo.

Una pratica comune russa tra i vescovi e i sacerdoti è quella di inginocchiarsi in certi punti durante la liturgia, per esempio durante il «Padre nostro».

Alcuni convertiti, spesso di provenienza protestante, tendono a interpretare i canoni letteralmente, ovvero secondo la lettera. Questi individui, sembra, erano fondamentalisti nella loro interpretazione delle Scritture e ora citano i canoni laddove prima citavano capitoli e versetti, sperando forse di mandare i loro simili all'inferno (e loro stessi in un paradiso molto orgoglioso). Se è così, allora è tutto puro fariseismo. ('Non si deve guarire o fare del bene nel giorno di sabato').

Conclusione: lei preghi e poi faccia quello che il suo cuore le dice di fare, osservando coloro che la circondano, in modo da non scandalizzare nessuno. Questa si chiama umiltà, ed è al di sopra della lettera della legge perché mantiene lo spirito della legge. Quando io, da sacerdote, vedo metropoliti e vescovi, o se per questo anche pii fedeli, in ginocchio alla domenica, non ho alcuna esitazione a mettermi in ginocchio con loro. Dobbiamo rifiutarci di mettere noi stessi al di sopra degli altri.

 
Motociclisti russi portano icone alle chiese russe in Africa

I motociclisti pellegrini dei "lupi della notte" hanno visitato le chiese ortodosse russe in Africa.

"La spedizione è durata un anno e mezzo. I suoi partecipanti hanno coperto 42 mila chilometri", scive il giornale ortodosso Krestovskij Most.

"Abbiamo iniziato il nostro viaggio con la benedizione del rettore della Lavra della santa Trinità e san Sergio. Dopo un momento di preghiera, ci ha incaricato di consegnare le icone di san Sergio alle parrocchie africane della Chiesa ortodossa russa all'estero e della Chiesa ortodossa di Alessandria", ha detto il motociclista Jurij Volkov.

I ciclisti hanno raggiunto la più lontana parrocchia della Chiesa russa in Uganda. La Chiesa dell'Annuciazione si trova sull'isola di Bukasa nel Lago Vittoria.

"Il prete Christopher Walusimbi è il primo sacerdote africano nero nella ROCOR. Ha detto che lì la vita è estremamente difficile: vi è un'estrema povertà, mancanza di assistenza medica e assenza di energia elettrica. Per raggiungere la posta, la banca o l'ospedale, padre Christopher deve viaggiare molte ore con la nave", ha detto Volkov.

Croci e icone donate da fedeli russi sono state date al sacerdote. Padre Daniil Lugovoj, il rettore della chiesa di san Sergio a Johannesburg, ha ricevuto le icone di san Sergio e di santa Maria Maddalena.

I motociclisti hanno anche visitato chiese in Marocco, Costa d'Avorio, Etiopia e Mozambico e hanno consegnato croci, icone e altri doni dalla Russia.

 
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L'Ortodossia sulla corrida, su una possibile rivoluzione futura in Russia, sulle statue religiose e sull'omosessualità: quattro domande dalla corrispondenza recente

Perché la corrida non esiste nei paesi ortodossi?

J. S., Catalogna

La corrida esiste solo in alcuni paesi un tempo cattolici, Spagna, Portogallo, Francia meridionale e nelle ex-colonie in America Latina. D'altra parte, la corrida è sconosciuta in Irlanda, in Austria e in altri paesi cattolici. È anche sconosciuta nei paesi un tempo protestanti e in quelli un tempo ortodossi. Tuttavia, sembra che esistesse nella Creta minoica pagana, così come nel mito di Ercole che aveva 'preso il toro per le corna'. Ciò suggerisce che la corrida sia un uso pagano pre-cristiano, prevalente in molte parti del Mediterraneo, ma che sopravvive solo nel Mediterraneo occidentale cattolico, non nel Mediterraneo orientale greco-ortodosso, né nel Mediterraneo centrale ex greco ortodosso. Perché?

Il fatto è che il cattolicesimo ha un culto del sangue e della morte, che possiamo chiamare "crocifissionismo", nato in modo molto chiaro e improvviso nel tardo XI secolo con immagini di "Gesù" come essere umano sofferente, morente o morto. (Si veda come conferma uno qualsiasi degli studi del medioevo cattolico dello studioso di Oxford Sir Richard Southern). Questo si sviluppò nella sanguinosa rappresentazione della vita dei martiri, per esempio, nell'antologia medievale "La leggenda aurea" e anche nel gonfio sentimentalismo del pietismo cattolico.

Questo culto del sangue, dei cadaveri e della morte può essere visto nella venerazione cattolica pietistica di organi umani (cuori sanguinanti) e delle ferite, nelle torture dell'inquisizione spagnola (e francese) e nell'arte cattolica (per esempio Bosch e Goya). Tuttavia, esiste anche in altri paesi cattolici, in cui non esiste la corrida, per esempio nelle mummie delle catacombe, in strane abitudini funebri in tutto il mondo cattolico e nelle abitudini di flagellazione e mutilazione nell'Italia meridionale e nelle Filippine un tempo spagnole, in particolare nel Grande e Venerdì santo.

Questo culto del sangue fa parte del culto cattolico di sofferenza e di flagellazione, amata ancora oggi dai seguaci di Madre Teresa e dall'Opus Dei. Il "crocifissionismo" morboso, come si può vedere nei film italiani sulla crocifissione o nel film di Gibson "La passione di Cristo", il ritratto del Cristo ('Gesù') umano e sanguinante sulla croce è in effetti il motivo per cui il protestantesimo rifiuta la Croce, vedendola come un simbolo di morte, invece che per quello che è, il simbolo della vita e della vittoria sulla morte. Potrebbe essere che la setta ariana-protestante, i testimoni di Geova, rifiuti le trasfusioni di sangue anche a causa del rifiuto di ciò che associa con il cattolicesimo.

La corrida è sconosciuta nei paesi un tempo protestanti (anche se qui i combattimenti di orsi e galli e fino a poco tempo fa la caccia alla volpe erano una volta molto popolari). Oggi in questi paesi tutti questi sport cruenti sono evitati e addirittura detestati a causa della prevalenza di valori laicisti come la correttezza politica e i diritti degli animali. Per i laicisti, infatti, gli esseri umani sono semplicemente animali intelligenti, e noi non dovremmo trattare gli animali in modo diverso dagli esseri umani occidentali. (Gli esseri umani non occidentali invece possono essere massacrati liberamente, come nei casi di Ruanda, Serbia, Afghanistan, Iraq, Siria, Libia e Ucraina).

Perché allora noi ortodossi non coltiviamo la corrida? Perché nell'Ortodossia, anche se e proprio perché prendiamo parte al corpo e al sangue di Cristo nella comunione, non abbiamo un culto del sangue, né un crocifissismo. Come ortodossi, riteniamo che già soffriamo abbastanza semplicemente essendo fedeli cristiani ortodossi – non da ultimo tramite le persecuzioni del cattolicesimo e del protestantesimo, e non cerchiamo o creiamo artificialmente sofferenze o immagini morbose di tortura del corpo umano.

Noi non tolleriamo l'auto-flagellazione o un culto morboso di morte, sangue e resti umani: i manichini di cera in cui i cattolici trasformano i santi morti (cosa che è molto diversa dalla venerazione delle sante reliquie). Questo perché non imitiamo Cristo all'esterno, ma lo imitiamo verso l'interno. Così viviamo nel Cristo risorto, per mezzo dello Spirito Santo, da cui la Chiesa, il cui capo è Cristo e che è il corpo risorto di Cristo, vive. Il nostro culto non è un culto della morte, ma della vita, dello Spirito, della risurrezione vittoriosa, di Cristo trionfante sulla croce.

Lei ha scritto che il ripristino della vita della Chiesa in Russia è molto lento e molto fragile. Che cosa accadrebbe alla Chiesa fuori dalla Russia se ci fosse un'altra rivoluzione anti-ecclesiale all'interno della Russia e il Patriarcato finisse di nuovo in condizione di schiavo?

R.T., Seattle

Penso che questo sia molto improbabile, ma è vero che tutto è possibile nella Russia di oggi, dove ci sono ancora statue di Lenin e la sua mummia è sulla Piazza Rossa, e ci sono luoghi pubblici che prendono il loro nome da altri sadici e terroristi.

In un simile caso torneremmo semplicemente alla nostra situazione di quasi 100 anni fa quando il patriarca Tikhon fondò la Chiesa fuori dalla Russia, proprio perché prevedeva che la Chiesa si sarebbe trovata in schiavitù, e diventeremmo così la voce libera della Chiesa. E penso che questa volta saremmo molto più forti.

Innanzitutto, coloro che sono sotto il patriarcato ma fuori dalla Russia, molto più numerosi rispetto a due e più decenni fa, si unirebbero sicuramente a noi in modo naturale, se l'amministrazione all'interno della Russia fosse nuovamente schiava.

In secondo luogo, non credo che questa volta ci sarebbero gli scismi politici nocivi e inutili a Parigi e in Nord America, come ci sono stati negli anni '20; Questa volta l'emigrazione è unita nella sua ortodossia e non permetterebbe che l'interferenza politica anti-russa rinnovazionista e massonica, da Costantinopoli o altrove, disturbasse la vita della Chiesa.

È vero che gli ortodossi non adorano le statue come fanno i cattolici perché le statue sono tridimensionali, mentre le icone sono bidimensionali? E perché questo fa una differenza?

P. A., Manchester

Penso che la verità possa essere espressa più chiaramente che non in questo modo. Non si tratta tanto di due o tre dimensioni quanto della questione del nostro concetto di realismo.

Innanzitutto, gli ortodossi non adorano niente o nessuno, salvo la Santa Trinità. Tuttavia, mostriamo onore, riverenza e venerazione per le cose sante, come le icone, la croce e le sante reliquie. Non abbiamo statue nelle chiese (ma queste possono esistere come memoriali fuori dalle chiese), perché le statue sono un tentativo di creare rappresentazioni realistiche di Dio o di esseri umani. Per la stessa ragione non dipingiamo né creiamo immagini realistiche (bidimensionali) di Cristo, degli angeli e dei santi. Per dirla in modo preciso, un'icona non è un tentativo di creare un'immagine realistica (come una statua o un quadro religioso cattolico), ma è un ritratto spirituale.

Il realismo ritrae solo la natura caduta, e noi vogliamo ripristinare la natura prima della caduta. È per questo che un'icona non ha prospettiva né rappresenta il corpo anatomicamente. È l'opposto di un ritratto realistico – o di una statua. Per questo motivo, anche se ci sono molti santi ortodossi di cui abbiamo fotografie, non veneriamo le loro fotografie. Veneriamo solo le icone – tentativi di produrre fotografie spirituali, rappresentazioni dell'essenza spirituale o dell'anima del santo in questione, ripristinate alla loro bellezza primordiale come lo sarebbero state prima della Caduta. Questo è il nostro realismo.

Un omosessuale può essere ordinato?

A.T., Norfolk

Noi condanniamo il peccato, non il peccatore.

Molti, ma non tutti, gli omosessuali sembrano essere di due tipi, anche se con una molteplicità di varianti: c'è chi per repressione è diventato narcisista (il narcisismo viene sempre da un complesso della personalità), ostile, aggressivo, geloso, traditore, calunniatore e vendicativo. D'altra parte, c'è chi, ovviamente omosessuale, può essere gentile, affascinante, fanciullesco e molto popolare tra le femmine, perché, privo di repressioni, non ha alcuna aggressività e non presenta per loro alcun pericolo.

La questione dell'ordinazione spetta a un vescovo, anche se sospetto che qualsiasi vescovo di qualsiasi giurisdizione, canonica e non canonica (esistono chierici omosessuali in tutte le giurisdizioni) o risponderebbe un 'no' deciso, altrimenti chiederebbe: 'che tipo di omosessuale '? Dopo tutto, l'abitudine di classificare le persone secondo una categoria, 'francese', 'omosessuale', 'inglese', 'cattolico', 'russo', 'sposato' le depersonalizza: penso che dovremmo vedere le persone innanzitutto come individui. Come tutti sappiamo, alcuni omosessuali sono ordinati.

Così, gli omosessuali evidenti del secondo tipo non sarebbero ordinati (anche se ho incontrato eccezioni tra coloro che sono stati ordinati da vescovi omosessuali). Tuttavia, quelli del primo genere ostile e narcisista, se ordinati – come, tristemente, ce ne sono, sono catastrofi, specialmente quando diventano vescovi, come tanti sono tristemente divenuti.

Tuttavia, ci sono eccezioni. Anche se ci sono due tipi principali di omosessuali, ci sono anche quelli che hanno un controllo sia sulla loro malattia (e la malattia dell'omosessualità è una croce pesante da sopportare) sia sulla loro aggressività. Per tali persone i vescovi farebbero eccezioni.

 
"Sento una fame e sete di Dio nella mia anima": Un colloquio con un musulmano che ha abbracciato il cristianesimo

"Quando ho visitato una chiesa ortodossa, era solo per vedere un'altra 'tradizione'... Comunque, quando sono entrato una chiesa ortodossa per la prima volta mi è successo qualcosa che non avevo sperimentato in qualsiasi tempio buddista o altro orientale; qualcosa nel mio cuore ha detto che questa era 'casa', che tutta la mia ricerca era finita. "Queste sono le parole di uno dei più grandi padri del nostro tempo, un uomo di vita santa, lo ieromonaco Seraphim (Rose), che ha vissuto in America, nel monastero di sant'Herman dell'Alaska, Platina, California.

Oggi parliamo con Alessio, un ex musulmano, che come padre Seraphim, ha cercato la verità per lungo tempo. Quindi ha scoperto Cristo ed è arrivato alla retta fede in lui - all'Ortodossia, ha capito le parole del Salvatore: La verità vi farà liberi (Gv 8,32). Anche se Alessio è diventato ortodosso solo un anno fa, a poco più di quaranta anni di età, ci ha impressionato per la semplicità della sua fede, il suo sincero amore per il prossimo e per Cristo il Salvatore.

* * *

Sono nato nel mondo musulmano. Sono rimasto orfano durante l'infanzia, e sono cresciuto con i miei fratelli. Le loro personalità sono l'opposto della mia. A loro piaceva stare con la gente, mentre io ero un solitario, una persona introversa. Anche se non conoscevo il Cristo Signore, quando sentivo la parola di Dio, mi scendevano brividi lungo la schiena. L'ho cercato molto seriamente. Fin da piccolo volevo sapere dove sta la verità, e ho cercato la verità, ma non sapevo dove trovarla. Ho perso la pace, ero agitato, e non sapevo dove andare o cosa fare per trovare la verità. Nella mia ignoranza ho pregato: "Dio, aiutami a trovare la verità!" A vent'anni, dopo aver sperimentato un grande dolore, ho trovato il Salvatore, Cristo, o più correttamente, lui ha trovato me. Ho comprato in una libreria un libro dal titolo, il sentiero verso Cristo, un libro che ha cambiato la mia vita. Poi, dopo diversi anni, ho letto la Bibbia. Anche se il Nuovo Testamento mi ha fatto una forte impressione, perché ho scoperto me stesso ancora una volta in questo libro, tuttavia non sono venuto immediatamente all'Ortodossia. Volevo qualcosa che mi confermasse che la verità è nell'Ortodossia. Dio mi ha mostrato dov'è la verità l'anno scorso, durante il clamore dei media sul problema dei passaporti biometrici. Conoscevo il Nuovo Testamento molto bene perché avevo letto molte volte, e ho visto che la profezia dell'Apocalisse si sta adempiendo ai nostri giorni. Ho considerato che questo è il segno che stavo aspettando. Quando ero più giovane, un monaco mi aveva dato il libro, Non rinnegate Cristo, scritto da un prete dal Monte Athos. In questo libro sono descritti gli eventi che stiamo vivendo e che preparano la strada per la venuta dell'anticristo e il marchio della bestia. Così, dopo questa conferma, mi sono rivolto all'Ortodossia e ho ricevuto il battesimo.

Hai cercato la verità altrove?

Ho letto molto sullo yoga. Ma ho capito che questo è un grande inganno, perché c'è una differenza essenziale tra lo yoga e gli insegnamenti divini della Sacra Scrittura. Mi sono limitato a studiare lo Yoga, ma Cristo il Salvatore mi ha protetto dal praticarlo.

Come ha avuto luogo la tua conversione?

Quando ho riconosciuto dov'era la verità sono andato da padre Arsenie (Papacioc) a Techirghiol (Romania) e lì ho parlato con questo sant'uomo. Mi ha insegnato che cosa dovevo fare. Mi ha detto che avrei dovuto parlare con il prete della parrocchia di cui faccio parte. Ho seguito il consiglio del padre, e durante la Grande Quaresima mia figlia e io siamo stati battezzati. Andavo in chiesa, spesso ancora prima del battesimo. Ascoltavo le funzioni, ma non mi segnavo. Consideravo che essendo musulmano, non avrei dovuto farmi il segno della Croce. Satana mi ha sviato con questo pensiero; solo dopo il Battesimo ho cominciato a segnarmi.

Il tuo stato emotivo è cambiato dopo il battesimo?

Certo, sento che il Signore Cristo è con me e mi aiuta. Ora io digiuno, prego al mattino e alla sera, e vedo che non importa quello che chiedo al mio Salvatore: lui mi ascolta e esaudisce la mia richiesta. Non molto tempo fa, Dio ha voluto mettere alla prova la mia fede attraverso mia moglie, che soffriva di una malattia. Ho pregato per la sua salute, e lui l'ha guarita. Ripensando a quei venti anni di ricerche, vedo che Dio non mi ha mai abbandonato. Quando ero musulmano, non dicevo le preghiere che ogni cristiano conosce, come il Padre nostro o il Credo; pregavo come il mio cuore mi suggeriva. Ogni volta, Dio ha adempiuto la mia preghiera. Oggi, molti pregano Dio di dare loro denaro, ricchezza o cose che non gli piacciono. Ma io lo prego di concedere la salute a me e alla mia famiglia, e che ci mantenga incrollabili nella retta fede, per non cadere lontani da essa. In questi tempi in cui stiamo vivendo, è importante rimanere saldi nella vera fede.

Come si è svolto il tuo battesimo?

Il sacerdote nella chiesa dove sono stato battezzato mi ha detto che avrei dovuto scegliere un santo commemorato non molto tempo prima del giorno in cui si sarebbe compiuto il sacramento. Ero molto ansioso: quale santo devo scegliere come patrono? Il 17 marzo, pochi giorni prima del mio battesimo, ho sentito parlare di sant'Alessio, l'uomo di Dio. Sono stato toccato dalla sua umiltà perfetta e dal suo ascetismo, e ho deciso di essere battezzato con il nome di Alessio. Il battesimo è stato fatto secondo il rito ortodosso, ho indossato una lunga veste bianca, e padre mi ha immerso nel fonte per tre volte. Anche se non sono stato subito consapevole dell'importanza di questo Sacramento, con il tempo ho sentito l'opera della grazia dello Spirito Santo. Si cambia quasi del tutto, ma questo cambiamento avviene gradualmente.

Ora ho una tale fame e sete di Dio che quando entro in una libreria ortodossa sembra che potrei comprare tutti i libri. Ho letto e riletto la Bibbia, e ogni volta l'ho capita più a fondo. Vi è una sorta di magnete nella mia anima che mi attira verso la Parola di Dio...

Hai parlato del sacramento del battesimo. Come agiscono i sacramenti della confessione e della comunione sulla tua anima?

Senza la confessione e la comunione non si può raggiungere il Regno di Dio. Si inganna chi pensano che se va in chiesa spesso e fa buone azioni, questo sarà sufficiente per la sua salvezza. Non c'è nessuna persona senza peccato, e solo il Salvatore ci può purificare con il suo corpo e sangue, che riceviamo nella santa comunione. Il Salvatore è venuto tra noi e ci ha liberati dalle catene del peccato attraverso la sua incarnazione, crocifissione e resurrezione. Se egli non fosse venuto, saremmo morti nei nostri peccati, saremmo schiavi del peccato. Pertanto, la confessione e la comunione frequente sono necessarie al fine di essere liberati dalle catene con cui i peccati ci tengono distanti dall'Altissimo. Più degnamente ci comunichiamo, più siamo purificati interiormente. L'anima è come una vigna: più è pulita, più è bella e meglio cresce; più si pulisce l'anima con la confessione e la comunione, più si sente di essere fermi nella fede e più vicini a Cristo. Crescendo nella fede, non ci si preoccupa più così tanto del materiale; si mette prima ciò che è spirituale.

Cristo ci chiama tutti alla salvezza. Ma ci sono tra noi persone che non ascoltano la voce del Signore...

Ho visto che quando una persona è addolorata, pensa di più a Dio; l'uomo cerca Dio, quando i dolori lo incalzano. So che anche molti non credenti sono completamente cambiati a causa dei dolori, e sono diventati buoni cristiani. Sarebbe bello se le inondazioni che hanno colpito il nostro paese avessero portato più persone a pensare... Se pensassero ai comandamenti di Dio, vedrebbero la connessione tra queste catastrofi e i grandi peccati commessi dal popolo: la fornicazione, la pornografia e l'omosessualità, che attirano la giusta ira di Dio. Nella Bibbia ci sono molti esempi in cui vediamo che fin fondazione del mondo, Dio ha punito gli uomini per la disobbedienza, per la vita trascorsa in un comportamento scandaloso.

Quale parabola del Nuovo Testamento ha lasciato la più grande impressione su di te?

Mi piace soprattutto la parabola delle dieci vergini: le cinque sagge che avevano olio nella loro lampade e le cinque stolte che non ne avevano. Le lampade sono la fede, e l'olio è la preghiera e le opere buone. Se non disponi di olio nella tua lampada, questa non brucia. Cioè, se non preghi e non compi buone azioni, se non fai l'elemosina e non aiuti le persone che sono in difficoltà, la tua fede è morta. Significa che bisogna pregare e aiutare quelli vicino a noi a versare l'olio nella lampada. Quest'olio è la vostra luce che conduce a Cristo. La fede deve essere unita con la preghiera e le buone azioni. Mi rallegra quando una povero viene da me e mi chiede qualcosa, perché trovo Cristo in lui. Il Salvatore ci dice chiaramente quello che richiederà da noi al giudizio: perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare; ho avuto sete, e voi mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato: nudo e mi avete vestito: ero malato e mi avete visitato: in prigione, e siete venuti da me (Mt 25:35-36). Questo significa che se si vuole essere salvati, è necessario aiutare molto.

Molti temono la fine del mondo; temono che non sopporteranno questa prova. Tu che ne pensi?

Io non temo la fine del mondo. Al contrario. Allora si vedrà chi è nella retta fede, chi è nella verità. Penso che se la tua anima è pura e in pace con Dio, non devi temere nulla. Cosa confessiamo nel Simbolo della fede (il Credo)? "Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del secolo futuro". Nel regno dei cieli ci sarà la vita con Cristo – brillante, puro, e completamente diversa dalla vita che viviamo ora. I cristiani ortodossi cercano questa vita. So che sono in arrivo tempi molto difficili. Voglio che Dio mi dia la forza per diventare un confessore quando egli così vorrà. Per ora, approfondisco la mia fede, e studio i Vangeli al fine di ottenere la forza di essere un confessore. So che non posso farlo da solo, ma solo entro l'unità che la Chiesa crea. Nell'Apocalisse si dice che quando arriverà l'anticristo, presenterà se stesso come il Salvatore e sedurrà molti. Se io vivrò in quei tempi, vorrei che mi fosse data la forza di dire alla gente che l'anticristo è un bugiardo; per dire loro chi è la Verità.

Hai detto ai tuoi fratelli che sei diventato ortodosso?

Mi sto preparando per quel momento. Vedono croci e icone nella mia casa e nella mia auto, ma non ho ancora detto loro del mio battesimo. Sto aspettando il momento opportuno per raccontare loro i miei cambiamenti, a loro vantaggio.

Se te lo chiedono, vorresti negarlo?

No, voglio dire loro la verità faccia a faccia. Sai, verrà il tempo, e non ne rimane più molto – in cui molti musulmani ed ebrei verranno alla verità: Cristo. Alcuni tra loro hanno già ricevuto l'Ortodossia – non molti, è vero, ma vedo in questo solo l'inizio. Prego Dio che illumini anche gli altri, come ha illuminato me, e li faccia uscire dalle tenebre alla luce; dalla morte alla vita.

 
Sul segno della croce e sul gesto della non-croce

il "decano" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" M. Torbakhevych traccia su se stesso delle linee parallele invece del segno della croce. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

La croce è un'arma contro il demonio. Ma cosa succede se una persona la distorce e la trasforma in una presa in giro? Anche questa è una confessione – ma confessione di cosa?

Sequestri di chiese con la violenza, trattamento inumano dei credenti: questo è un sacrilegio contro i luoghi di culto. Ma non è tutto. I sequestratori vanno oltre e commettono azioni blasfeme contro il simbolo principale del cristianesimo: la preziosa e vivifica Croce.

L'immagine qui sotto mostra lo schema del movimento del "segno della croce" da parte dell'"arciprete" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" Mykhailo Torbakhevych, che ha partecipato al sequestro del luogo di culto della Chiesa ortodossa ucraina a Ladyzhyn dedicato alla Madonna di Kazan'.

Siamo abituati al fatto che alcuni rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" (e non solo) si facciano con noncuranza il segno della croce. Ma ricordiamo come dovrebbe effettivamente apparire. L'Unione dei giornalisti ortodossi ha paragonato la croce ortodossa a ciò che Torbakhevych raffigura su se stesso. La differenza è impressionante.

Ed ecco un altro fotogramma con il deputato Mykola Knjazhytsky, del partito dell'ex presidente Petro Poroshenko "Solidarietà europea", che entra in una chiesa sequestrata a Lviv.

Invece di farsi il segno della croce, si disegna una specie di triangolo sulla pancia. Per di più alla maniera cattolica, da sinistra a destra. M. Knjazhytsky è uno dei propagandisti più attivi del Tomos della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e ha in odio la Chiesa ucraina. Nel 2022 ha sottoposto all'esame della Verkhovna Rada il disegno di legge più odioso sulla proibizione della Chiesa ortoodossa ucraina, dove ha scritto che solo coloro che fanno parte della struttura di Sergij Dumenko possono chiamarsi ortodossi in Ucraina. Potreste pensare che il triangolo sia stato fatto per caso, che la mano fosse ferita o qualcos'altro. Ma altri fotogrammi confermano solo che il deputato, che si considera uno specialista in questioni religiose, fa su se stesso esattamente lo stesso segno. Ecco un'immagine proveniente da una chiesa nei Carpazi.

Qui Kniazhytsky si fa uno zigzag invece del segno della croce – questo almeno da destra a sinistra.

Inoltre, tutti questi fotogrammi non sono scatti di spionaggio dell'Unione dei giornalisti ortodossi . Questi screenshot provengono da un documentario di Knjazhytsky intitolato "Chiesa senza Cristo" (da lui "dedicato" alla Chiesa ortodossa ucraina). In altre parole, è lo stesso Knjazhytsky che li ha resi pubblici. Pertanto deve aver fiducia che non ci siano problemi con il suo "segno della croce".

Va detto che i casi di Knjazhytsky e Torbakhevych sono emersi per caso nel campo dei "media". In realtà ce ne sono molti altri. Un certo numero di predoni di chiese usano gesti di non-croce per benedirsi.

Come esattamente bisogna farsi il segno della croce su se stessi è indicato nel Salterio, il libro che i santi Padri raccomandano ai cristiani di leggere quotidianamente: "Quanto a come il cristiano ortodosso, secondo l'antica tradizione dei santi Apostoli e dei santi Padri <...> dovrebbe fare su se stesso il segno della croce <...> Eccolo: il primo punto sulla nostra fronte, l'estremità superiore della croce, il secondo sul nostro ventre (addome), l'estremità inferiore, il terzo sulla nostra spalla destra, e il quarto a sinistra, e i punti trasversali della croce sono quelli delle estremità della croce, sulla quale è crocifisso per noi il nostro Signore Gesù Cristo, che stende le mani per raccogliere assieme tutte le genti sparse da ogni parte".

Nel libro "Legge di Dio" viene mostrato visivamente come farsi il segno della croce su se stessi. Gli autori del libro mettono rigorosamente in guardia dal rappresentare in modo errato la Croce del Signore, perché questo causa solo la gioia dei demoni.

Pensiamo a cosa significa veramente il segno della croce per un cristiano.

"Signore, come arma contro il diavolo ci hai dato la tua Croce. Egli ne freme e trema, non sopportando la vista della sua potenza, poiché hai risuscitato i morti e hai abolito la morte. Per questo adoriamo la tua sepoltura e risurrezione" (dalle Stichire delle Lodi domenicali, Tono 8°).

La Croce è un'arma contro il demonio, contro il quale questi non solo non può nulla ma non la può nemmeno guardare. Questo è l'insegnamento della Chiesa, espresso da tanti santi Padri, ma ci limiteremo alle opere di san Giovanni Crisostomo, per non sovraccaricare l'articolo. Questo santo parla di dove un cristiano dovrebbe rappresentare il segno della croce: "Con grande zelo tracciamo la croce sulla nostra abitazione, sui muri, sulle finestre, sulla fronte e nella mente. Questo segno è la nostra salvezza, la libertà universale e la misericordia del Signore".

Si noti che san Giovanni Crisostomo dice che la Croce dovrebbe essere raffigurata non solo sulla fronte, cioè sul nostro corpo, ma anche nella mente. Benedicendosi con il segno della croce, il cristiano eleva il pensiero al Golgota, al Salvatore crocifisso, a quel grande sacrificio mediante il quale siamo redenti dal peccato e dalla morte. In un altro punto delle opere di Giovanni Crisostomo, troviamo una spiegazione per questo: "Quando imprimi la croce su te stesso, rappresenta mentalmente l'intero significato della croce e placherai la rabbia e tutte le altre passioni".

Ma cosa succede se una persona disegna su se stessa dei triangoli o delle linee del tutto incomprensibili? A cosa eleva la sua mente, cosa immagina? San Giovanni insegna che anche il segno della croce rappresentato correttamente non ha alcun potere se una persona manca di fede e determinazione nel seguire Cristo. Scrive: "Non tracciare la croce solo con un dito, ma prima con la volontà, con grande fede, e solo allora benedirai con essa il tuo volto. Nessun demone immondo potrà starti vicino, vedendo quella spada con la quale fu trafitto a morte".

La descrizione del segno della croce come spada contro i demoni maligni si trova in molti santi Padri e in numerosi testi liturgici. Innumerevoli casi di santi asceti e credenti comuni descritti nella letteratura cristiana testimoniano il potere del segno della croce.

San Giovanni Crisostomo scrive: "Il segno della croce, anche tra i nostri antenati, apriva le porte chiuse, distruggeva i veleni mortali, infrangeva il potere della cicuta e guariva i morsi degli animali dannosi. Se ha aperto le porte dell'inferno, ha scosso le volte del cielo, ha rinnovato l'ingresso al paradiso e ha tagliato le insidie del diavolo, cosa c'è di sorprendente nel fatto che vincerà i veleni mortali, le bestie e tutto il resto? Traccialo nella tua mente, abbraccia la salvezza delle nostre anime. Questa croce ha trasformato l'universo, ha dissipato l'illusione, ha rivelato la verità, ha trasformato la terra in cielo e ha trasformato gli uomini in angeli. Perciò i demoni non sono più temibili ma meritevoli di disprezzo, e la morte non è più morte ma sonno; tutto ciò che si oppone a noi è abbattuto e calpestato".

Ciò che accade a una persona che non si segna con il segno della croce o lo fa con noncuranza è ampiamente descritto anche nella letteratura spirituale. Come esempio, c'è la storia di sant'Isacco delle Grotte di Kiev, che nel suo cammino ascetico affrontò una forte tentazione demoniaca. I demoni gli apparvero sotto forma di bellissimi giovani e chiesero adorazione. E poiché Isacco non si segnò con il segno della croce, il loro trucco funzionò perfettamente. Così lo racconta il "Patericon delle Grotte di Kiev":

"Una volta, quando venne la sera, cominciò, come al solito, a prosternarsi e a cantare salmi fino a mezzanotte. Stanco, spense la candela e si sedette al suo posto. Ed ecco, all'improvviso, brillò nella grotta una luce splendente come il sole, insopportabile agli occhi, e due demoni si avvicinarono a lui in forma di bellissimi giovani; i loro volti splendevano come il sole, e gli dissero: Isacco, noi siamo angeli, ed ecco Cristo che viene a te con altri angeli. Alzandosi, Isacco vide una moltitudine di esseri i cui volti splendevano come il sole. Uno di loro splendeva più di tutti e dal suo volto uscivano raggi. Dissero al santo: Isacco, questi è Cristo; inchinati e adoralo. Isacco, non comprendendo l'azione demoniaca e dimenticandosi di proteggersi con il segno della croce, si prostrò davanti a lui come a Cristo. I demoni allora lanciarono un forte grido e gridarono: Tu sei nostro, Isacco".

Ribadiamo: questo descrive le conseguenze se una persona dimentica di benedirsi con il segno della croce. Ma cosa succede se distorce questo segno? A questo proposito, il libro "La Legge di Dio" ci dice quanto segue: "Il segno della croce ci dà una grande forza per respingere e vincere il male e compiere il bene, ma dobbiamo ricordare che la croce deve essere fatta correttamente e deliberatamente; altrimenti, non sarà un'immagine della croce ma un semplice gesto della mano, di cui solo i demoni si rallegrano. Facendo con noncuranza il segno della croce, mostriamo la nostra mancanza di rispetto verso Dio: pecchiamo, e questo peccato si chiama blasfemia." Pertanto, il gesto di "suono della chitarra" che osserviamo nelle azioni di molti invasori delle chiese ortodosse è considerato una bestemmia. La Sacra Scrittura esprime un'affermazione ancora più forte: "Maledetto colui che compie l'opera del Signore fiaccamente..." (Ger 48:10).

Pertanto, coloro che si segnano con noncuranza con il segno della croce si sottopongono a questa maledizione. Giovanni Crisostomo dice riferendosi all'immagine della Croce: "Nessun demone immondo potrà stare vicino a te, vedendo quella spada con la quale fu colpito...". Quindi, secondo le parole del santo, è vero anche il contrario: i demoni impuri i circondano chi non si protegge con il segno della croce e, a maggior ragione, chi bestemmia facendolo con noncuranza.

Un altro pensiero di san Giovanni Crisostomo è: "Ogni volta che ti fai scudo con il segno della croce, sii pieno di grande audacia e offri te stesso interamente come sacrificio gradito a Dio". Ciò significa che chi fa il segno della croce eleva correttamente la propria mente a Dio e si offre a lui come sacrificio.

Cristo è stato crocifisso sulla Croce per ciascuno di noi; Egli è il "sacrificio vivente, l'Agnello di Dio che prende su di sé i peccati del mondo" (9a Ode del Canone del Sabato Santo). Quanti difendono le loro chiese con la preghiera e il segno della croce gli assomigliano in questa impresa sacrificale. Ma a cosa somigliano coloro che attaccano queste chiese e tracciano su se stessi strani simboli? A tutto tranne che alla Croce di Cristo.

 
Un futuro ortodosso per la Finlandia?

Prologo

Quasi 100 anni dopo il tentativo di aggressione occidentale per conquistare l'ultimo baluardo della cristianità in Russia nel 1917, ci sono motivi di pessimismo e di ottimismo. Da un lato, a sud, l'Occidente ha conquistato il Patriarcato di Costantinopoli e ne ha fatto un centro di aggressione contro la pienezza dell'Ortodossia nella diaspora. Inoltre ha cercato di sovvertire gli altri antichi patriarcati, le Chiese di Grecia, Cipro, Albania, e ora gli Stati Uniti e l'Unione Europea stanno cercando di sovvertire le Chiese di Georgia, Romania, Serbia e perfino della Russia. 

D'altra parte, abbiamo assistito alla resurrezione miracolosa della Chiesa multinazionale russa, il 75% di tutto il mondo ortodosso e il campione di tutti coloro che seguono la tradizione ortodossa. Devastata da attacchi selvaggi da parte del nazionalismo, del liberalismo e di Costantinopoli controllata da stranieri in Francia, Stati Uniti, Estonia, Ucraina e Inghilterra, non solo è sopravvissuta, ma ha trovato modo di rispondere alla sua chiamata a predicare il Vangelo e la conseguente unica Chiesa in tutto il mondo, offrendo la 'parola russa' al mondo in generale.

La linea di faglia tra due placche tettoniche spirituali, quella dell'Europa atea/laicista e dell'Eurasia cristiana, non è mai stata assolutamente netta. Lo abbiamo visto negli ultimi anni in quelle che oggi sono chiamate la Bosnia-Erzegovina e l'Ucraina occidentale, dove l'occidentalizzazione aggressiva sta ancora cercando di conquistare le terre ortodosse di confine. Tuttavia, nel nord, lungo la frontiera russo-finlandese, il confine è chiaro. Sul lato orientale si trovano i resti del cristianesimo ortodosso; sul lato occidentale ci sono il consueto laicismo ateo occidentale e poche oasi di ortodossia.

Introduzione

Il fatto è che il primo millennio della storia d'Europa è in generale la storia della sua de-paganizzazione o della sua cristianizzazione. Tuttavia, il secondo millennio della storia d'Europa è in generale la storia della sua ri-paganizzazione o scristianizzazione. Questa scristianizzazione o perdita della fede integrale è stata espressa dall'umanesimo, cioè, il culto dell'umanità caduta e peccaminosa, una storia che ora viene definitivamente completata dal pervasivo paganesimo e dal culto del peccato in questo inizio del terzo millennio.

Un altro fatto che riguarda l'Europa è che i nomi internazionali di alcuni dei suoi paesi non sono i nomi dati loro dai loro popoli nativi. Ad esempio, per quanto riguarda la Francia e Bulgaria, sono conosciuti con nomi di gruppi molto piccoli di invasori, perché i francese sono in realtà galli, non franchi, e i bulgari sono in realtà slavi, non bulgari (una tribù turca). Inoltre, la Germania è di fatto Deutschland, l'Ungheria è Magyarország, la Grecia è Elladha e Romania è un nome recente, inventato dai tedeschi, per Moldavia, Valacchia e Transilvania.

Anche altri paesi europei sono conosciuti con la parola germanica land ('terra'), eppure non sono abitate da popoli germanici. Così, i popoli gaelici di Irlanda (Ireland) e Scozia (Scotland) non usano la parola 'terra' nei nomi indigeni dei loro paesi. Allo stesso modo, Lettonia (Lettland), Estonia (Estland) e soprattutto Finlandia, non sono "terre" germaniche. Nel caso della Finlandia, il nome nativo del paese è 'Suomi', probabilmente correlato alla parola terra, simile allo slavo 'zemlja', che è completamente diverso dal suo nome straniero, ma internazionale. Perché?

L'Occidente

La ragione di questo strano nome di 'Finlandia' è dovuta alla posizione del paese tra Oriente e Occidente. La Finlandia era in realtà solo una piccola zona nell'estremo sud-ovest dell'attuale Finlandia, conquistata dagli svedesi, che diedero il nome a tutto il paese e poi convogliarono questo nome svedese al mondo occidentale. A quel tempo la Svezia aveva rinunciato al suo patrimonio dei santi Olaf e Anna di Novgorod del primo XI secolo, e nel tardo XI secolo aveva abbandonato l'Ortodossia della sua giovinezza per aderire al nuovo cattolicesimo.

Questo significa che la Finlandia non ha mai incontrato il cuore ancora ortodosso del primo millennio del cristianesimo d'Occidente, ma solo quello del secondo millennio. A quel tempo si era sviluppata una forma deviante del cristianesimo in Occidente, che si era allontanata dalla Chiesa e il cristianesimo della Chiesa rimase dominante solo nell'Oriente che allora era maggioritario. E qui si sviluppò rapidamente, soprattutto nei Balcani e nel mondo russo, un mondo che comprendeva tribù slave e finniche. Uno scontro era inevitabile.

Nei secoli XII e XIII la Svezia ora cattolica romana cominciò a lanciare le proprie crociate imperialistiche e l'istituzione svedese impose un 'santo patrono della Finlandia', il papista inglese Enrico di Uppsala (+1156). Così come altrove in Europa occidentale, gli aristocratici locali introdussero il feudalesimo e i contadini finlandesi furono sfruttati. Nel XVI secolo, seguendo l'ultima moda germanica, la Svezia adottò il luteranesimo e cominciò a luteranizzare i finlandesi e a massacrare gli ortodossi nella Finlandia orientale o Carelia.

In particolare, il giorno di Natale del 1590 furono martirizzati san Giona e 115 altri monaci e laici a Pechenga. Il XVII secolo fu un periodo di ulteriore fanatismo protestante e la Svezia, allora una grande potenza, si espanse a sud e a est. In Carelia le forze svedesi distrussero e rasero al suolo i monasteri di Valaam e Konevskij. I monaci che non fuggono furono martirizzati e molti contadini incontrarono lo stesso destino. Gli svedesi conquistarono Carelia, Ingermanland, Estonia e Lettonia, rifiutando di permettere ai loro abitanti di praticare l'Ortodossia.

Dopo questo venne l’'illuminismo', l'influenza atea e neo-pagana francese che gli aristocratici svedesi ora imposero a loro volta ai finlandesi. Anche se dopo il 1809 gli svedesi persero la loro influenza in Russia per oltre un secolo, tale era la presa del luteranesimo che la Finlandia abbandonò ancora il mondo ortodosso russo dopo il 1917. Nel corso dell'ultimo secolo ha progressivamente adottato un tipico modernismo e secolarismo post-protestante scandinavo, un mondo della plastica, acciaio e vetro, che per la maggior parte ha perso le sue tradizioni e vecchie devozioni solide come il legno.

L'Oriente

Diversamente dall'Occidente, dove l'autentica tradizione cristiana ortodossa era stata sconvolta e interrotta, in Oriente continuò immutata. Il cristianesimo ortodosso aveva cominciato a diffondersi in Finlandia al più tardi all'inizio del XII secolo. Alcune delle prime croci trovate in scavi archeologici in Finlandia, datate dal XII secolo in poi, sono simili a un tipo trovato a Novgorod e Kiev. Sembra certo che siano state stabilite parrocchie ortodosse ad ovest fino a Tavastia, al centro della Finlandia del sud.

Il principale lavoro missionario toccò ai monasteri nel deserto della Carelia. Due monasteri furono fondati sulle isole nel lago Ladoga, e secoli dopo divennero celebri: si tratta di Valaam e Konevskij. La Carelia e le foreste finlandesi furono abitate da eremiti spiritualmente avanzati. Spesso intorno alla capanna o skit di un eremita si stabilivano altri asceti e così si fondava un nuovo monastero. In particolare, nel lontano nord, san Trifon di Pechenga (+1583) divenne l'illuminatore dei Lapponi (Sami).

Un altro importante esempio di questo processo fu il santo careliano Alessandro di Svir (1449-1533), che lottò nella vita ascetica per 13 anni a Valaam e poi fondò un altro monastero sul fiume Svir. Tuttavia, dopo tali figure spirituali ci fu la persecuzione luterana della Chiesa. Fu solo nel 1809 che una nuova potente Russia riprese tutta la Finlandia alla Svezia. Tuttavia, anche se furono costruite alcune belle chiese ortodosse, queste erano principalmente per soldati e mercanti russi; l'opera missionaria fu debole.

Così, la Chiesa fu identificata nella mente di molti finlandesi con l'imperialismo di aristocratici e burocrati russi occidentalizzati. Quando la Finlandia divenne indipendente della Russia dopo il 1917, le 24 parrocchie ortodosse in Finlandia furono prese sotto il patriarcato di Costantinopoli, fu adottato il calendario luterano e cominciò la decadenza, associata con la massoneria, il modernismo e pratiche innominabili. Negli anni '40 la Russia fu ulteriormente screditata a causa delle guerre tra la Finlandia e l'Unione Sovietica atea.

E così per ragioni politiche le parrocchie in Finlandia, e più tardi un piccolo monastero e un convento, giunsero ad avere una vita indipendente dalle loro radici nella Chiesa madre russa. Il finlandese è diventato la norma – chiaramente una buona cosa per il lavoro missionario in Finlandia. Tuttavia, fin dall'inizio sotto il patriarcato di Costantinopoli controllato dall'estero, si è imposto il modernismo, che ha invaso sempre più la vita liturgica delle chiese. Molti si sono chiesti se il sale avesse perso il suo sapore sotto la pressione di rinnovazionismo e 'finlandizzazione'.

Conclusione

Gli ultimi due secoli di relazioni russo-finlandesi hanno prodotto le prevedibili reazioni russofobe. Il brutto nazionalismo dei russi non praticanti che tuttavia sostenevano di essere ortodossi ha creato per reazione un nazionalismo locale. Lo stesso processo della Finlandia è stato visibile anche nelle diaspore in Francia, Stati Uniti e altrove, dove la maggior parte ancora non capisce che nella Chiesa la parola 'russo' significa multinazionale e multilingue. Oggi in Finlandia ci sono 140 sacerdoti e circa 58.000 ortodossi fuori della Chiesa russa.

Anche se le funzioni sono ora in finlandese, vediamo un futuro limitato in un'Ortodossia luteranizzata e secolarizzata, una 'euro-Ortodossia' o 'mezzo-Ortodossia', una 'Ortodossia dietetica', razionalizzata, omogeneizzata, sterilizzata, sventrata, neutralizzata, castrata, che serve perfino il ciclo di Pasqua sul calendario cattolico/luterano. Vediamo un maggior futuro con il grande difensore dell'ortodossia nel Nord, sant'Aleksandr Nevskij (23 novembre/6 dicembre), che ha avvertito che 'Dio non è nella potenza, ma nella verita', e con la tradizione monastica della Carelia e del Nord della Russia.

Le chiese costruite dai russi in Finlandia ritorneranno un giorno alla pienezza dell'Ortodossia? Le chiese finlandesi in stile modernista luterano e uniate, per esempio, a Oulu, Lintula, Espoo e Pori possono stare con Costantinopoli. La Cattedrale della Dormizione (la più grande chiesa ortodossa in Europa occidentale) e la chiesa della Santissima Trinità a Helsinki, la magnifica chiesa di legno a Joensuu, la chiesa di sant'Aleksandr Nevskij (come era in origine) a Tampere e le chiese a Tornio, Vaasa e Hamina, rimangono tutte come testimoni e ricordi dell'autentica Ortodossia.

Epilogo

La questione della nostra Chiesa non è principalmente geopolitica, ma spirituale. La questione non è se il mondo ortodosso è con l'Europa (UE) o contro l'Europa, ma se il mondo ortodosso è con Cristo o contro Cristo. Quanto a noi, noi rimarremo con la Santa Rus', perché non c'è nulla di più elevato della santità, neanche in 'Europa'. Il nostro compito è di predicare la 'parola russa', come disse Dostoevskij, cioè predicare la parola ortodossa al mondo intero prima della fine, come ci invita a fare il Vangelo.

I valori cristiani ortodossi non sono quelli del mondo occidentale, che ha quasi abbandonato l'Ortodossia in 1.000 anni fa. Noi non stampiamo 'In God we trust' sulle nostre banconote: confidiamo nel Dio della Santissima Trinità, non nel dio di mammona. In Occidente, credono in quello che hai; noi crediamo in quello che sei. In Occidente, credono al numero 1; noi crediamo nella famiglia. In Occidente credono ad ambizione, carriera e denaro; noi crediamo nella vita, perché Cristo ha detto: 'Io sono la via, la verità e la vita'.

Noi ortodossi in Occidente, in Finlandia o altrove, rimarremo qui per tutto il tempo in cui la nostra testimonianza missionaria non sarà perseguitata e distrutta. Quando ciò accadrà, allora dovremo fuggire di nuovo nella Santa Rus', di cui siamo sempre stati autentici patrioti. Inoltre, resteremo fedeli all'Ortodossia, come la Chiesa fuori dalla Russia è rimasta fedele all'Ortodossia già da 94 anni. Non cambieremo, qualunque cosa pensino il mondo e tutte le sue istituzioni, perché non temiamo le istituzioni dell'apostasia, ma piuttosto abbiamo timore di Dio.

 
Intervista a John Sanidopoulos

Chi è John Sanidopoulos?

Per grazia di Dio sono un cristiano ortodosso, per retaggio un greco-americano, per nascita un bostoniano, per le mie azioni un grande peccatore, e per mia vocazione un teologo in senso accademico. Ho completato quattro gradi accademici in Religione, Filosofia, Storia e Teologia. Attualmente vivo a Boston, Massachusetts e gestisco un blog chiamato Mystagogy (www.johnsanidopoulos.com), che si occupa di una vasta gamma di argomenti da una prospettiva cristiana ortodossa del XXI secolo.

Chi sono i cristiani ortodossi?

Anche se ci sono nel mondo molti individui e gruppi che definiscono cristiani ortodossi, quando dico di appartenere alla Chiesa ortodossa, sto dicendo che appartengo alla comunione dei quattro antichi patriarcati apostolici che sono sempre rimasti in comunione: Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme. Dopo la Chiesa cattolica, siamo il più grande corpo cristiano nel mondo, circa un terzo del numero dei cattolici, e il nostro più grande numero di fedeli si trova nei Balcani e nei paesi slavi, anche se siamo diffusi in tutto il mondo.

L'Ortodossia è davvero necessaria?

Nel riferirci a noi stessi come "ortodossi", puntiamo molto su ciò che significa la parola greca, cioè allo stesso tempo "retta gloria" e "retta fede". Così, i cristiani ortodossi credono che attraverso la vera adorazione di Dio e la vera fede in Dio, possiamo essere guariti dai nostri peccati, vincere la morte e le sue conseguenze, ed essere salvati. Crediamo che la Chiesa ortodossa, come "una, santa, cattolica e apostolica", ha conservato fedelmente questi giusti e veri mezzi di salvezza in Cristo.

Che cosa divide ancora cattolici e ortodossi oggi?

Anche se cattolici e ortodossi hanno molti punti in comune, il che ci permette di avere rispetto ai cristiani protestanti una comprensione più profonda gli uni degli altri, come per esempio il nostro reciproco rispetto per la tradizione e la centralità della vita liturgica, abbiamo anche molte differenze.

Nei tempi antichi prima dello scisma la grande distanza tra Roma e gli altri patriarcati antichi ha favorito lo sviluppo di diverse tradizioni che si sono sviluppate in un impero diverso con l'uso di una lingua diversa. La maggior parte degli ortodossi sostiene che la distanza e l'isolamento di Roma dagli antichi patriarcati d'Oriente, così come dal centro dell'impero romano a Costantinopoli dopo all'inizio del IV secolo, ha portato i papi di Roma a stabilire se stessi come sommi pontefici, i primi vescovi tra vescovi minori, non solo nel proprio territorio, ma anche a estendere questa credenza anche ai vescovi sotto gli altri patriarcati antichi d'Oriente. Per i cristiani ortodossi, questo è inaccettabile. Questo è il problema principale che ci divide, tra gli altri elementi teologici e pratici.

Vedi la possibilità che ci sia ancora un'unità tra ortodossi e cattolici?

Dal momento dell'aumento dell'influenza dei franchi nella Chiesa cattolica e lo scisma "ufficiale" del 1054 tra Roma e Costantinopoli, cattolici e ortodossi hanno avuto storie diverse e un'evoluzione molto diversa nel nostro mondo moderno, il che ci lascia ancora divisi, anche se ora siamo impegnati in un dialogo di amore che si spera ci unisca ancora una volta, a patto che seguiamo umilmente la tradizione apostolica e patristica ricevuta in origine nei primi mille anni della cristianità. I cristiani ortodossi hanno sofferto molto per preservare la tradizione apostolica e patristica sotto il dominio musulmano e comunista, e tengono ad essa in modo molto forte. Dato che gli ortodossi e i cattolici non sono d'accordo su ciò che è la tradizione, non siamo uniti, e non lo saremo mai se continueremo a non essere d'accordo. Sia gli ortodossi sia i cattolici hanno molto da imparare dalla nostra tradizione comune, e Dio solo sa cosa riserva il futuro, ma io personalmente non vedo l'unità in qualunque momento del prossimo futuro fino a quando il papato continuerà ad aggrapparsi a prerogative che ci dividono e a una teologia che non ci guarisce attraverso la purificazione, l'illuminazione e la glorificazione partecipando alla grazia increata di Dio.

Qual è la comprensione ortodossa del sacramento della confessione e della riconciliazione?

Gli ortodossi vedono i sacramenti come misteri che aiutano ad unire l'uomo con Dio, e lavorano fianco a fianco con la nostra vita ascetica e spirituale personale. Lo scopo di questi misteri è di santificarci e renderci tempio dello Spirito Santo. Noi crediamo che il mistero del battesimo completa la nostra purificazione attraverso la remissione dei peccati dei nostri cuori, la cresima attiva la nostro illuminazione facendoci tempio dello Spirito Santo, in cui lo Spirito Santo risiede nei nostri cuori come nuove membra del corpo di Cristo, e attraverso la comunione veniamo a conoscere Cristo interamente nella sua gloria ogni volta che ne partecipiamo. Non crediamo che questo accada magicamente, ma come scrive san Cirillo di Gerusalemme, questo avviene secondo la misura della nostra fede.

Il mistero della confessione esiste per ripristinarci dopo che siamo caduti nei peccati che ci separano dal corpo di Cristo. Dal momento che il battesimo ci purifica dai nostri peccati e, secondo il Credo di Nicea, noi "crediamo in un solo battesimo per la remissione dei peccati", il mistero della confessione serve come un secondo battesimo attraverso le lacrime del nostro pentimento per renderci degni di nuovo di divenire un tempio dello Spirito Santo, secondo la misura della nostra fede, e ancora una volta membra del corpo di Cristo, quando siamo accettati dal sacerdote che rappresenta misticamente il vescovo e la Chiesa in quel momento, e ci riconcilia con Cristo.

Come vede un cristiano ortodosso la devozione del rosario della Vergine Maria, la nostra Theotokos?

 Anche se la preghiera e la contemplazione del rosario per i cattolici è al centro della loro spiritualità, nella Chiesa ortodossa poniamo molta enfasi sull'esicasmo e sula preghiera incessante. La preghiera centrale del dell'esicasmo è "Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me peccatore". Noi crediamo che questa preghiera aiuta nel processo della nostra purificazione e guarigione, e un segno dell'illuminazione è quando si raggiunge uno stato di preghiera incessante, quando lo Spirito Santo prega incessantemente nei nostri cuori giorno e notte senza interruzione e con la nostra completa consapevolezza. Così, invece di utilizzare una corda di preghiera o rosario per contare le nostre preghiere alla Madre di Dio, li usiamo per aiutarci a contare il numero di volte in cui diciamo la preghiera appena citata, altrimenti nota come preghiera noetica.

Per quanto riguarda le nostre preghiere devozionali alla Theotokos, piuttosto che il rosario incoraggiamo la lettura e la contemplazione dei servizi di preghiera conosciuti come "l'Inno Acatisto" (che è un po' più teologicamente sviluppato rispetto al rosario) e il canone di "supplica alla Theotokos". Incoraggiamo almeno uno di questi, se possibile, per la recitare quotidiana, dato che sono riccamente teologici e devozionali e sono molto belli. Usiamo anche una versione dell’"Ave Maria" nelle nostre preghiere personali.

Quali sono le posizioni degli ortodossi su aborto, contraccezione e omosessualità?

Per la maggior parte, ortodossi e cattolici sono d'accordo su questioni morali come l'aborto, la contraccezione e l'omosessualità. Possiamo avere differenze su alcuni dettagli, ma gli ortodossi tendono vedere questi dettagli con maggiori sfumature. In molte questioni morali, a causa di alcune questioni complicate che individui possono affrontare, la regola generale può essere in certa misura e/o temporaneamente messa da parte per aiutare fisicamente e/o spiritualmente una persona. Questo è il motivo per cui accade spesso che, mentre la Chiesa ortodossa fa dichiarazioni generiche su questi temi, tali temi sono applicati con cura alle persone alle prese con la questione attraverso il padre spirituale e il vescovo. Per esempio, mentre si considera l'aborto un peccato e un delitto, un individuo consultandosi con il proprio padre spirituale può avere un permesso per un aborto nei casi in cui la salute fisica della madre è in pericolo.

Per quanto riguarda la contraccezione, il clero ortodosso è incoraggiato a fare ogni sforzo per stare al di fuori del "letto nuziale immacolato" di una coppia di sposi e di come conducono la loro vita sessuale intima. Quando si fanno regole in queste cose intime, lo consideriamo come una forma di moralismo, che nell'Ortodossia è una eresia e serve solo a soffocare la crescita spirituale personale attraverso norme e regolamenti. Questo ci ricorda i ridicoli manuali dell'Occidente medievale che stabilivano regole soffocanti sui giorni e le ore accettabili per l'accoppiamento, e perfino quali posizioni fossero accettabili. Naturalmente, le coppie sono più che libere di accettare consigli su tali questioni, se lo vogliono, dai loro padri spirituali, ma non è un requisito o una regola. Idealmente ogni coppia dovrebbe avere molti figli e aiutare la popolazione cristiana a crescere, e per questo la contraccezione è scoraggiata. Preferiremmo che le coppie sposate riponessero la loro fiducia in Dio e non usassero la contraccezione, ma questo dipende dal loro comune accordo e dalla fede, e non dovrebbe essere un motivo di divisione tra di loro o con la Chiesa. Anche i rapporti sessuali sono scoraggiati nei giorni di digiuno nella Chiesa ortodossa, specialmente prima e dopo aver ricevuto la santa comunione. Si dovrebbe inoltre ricordare che la contraccezione è vietata in tutti i casi che potrebbero indurre un aborto.

Per quanto riguarda l'omosessualità, la consideriamo una passione sessuale come tutte le altre e profondamente complicata, anche se la pratica dell'omosessualità è vietata e richiede pentimento e lotta ascetica. È altresì vietato un "matrimonio" omosessuale.

Le Chiese ortodosse credono che siamo nell'Apocalisse?

Ufficialmente, no. La Chiesa non farebbe alcuna dichiarazione del genere a meno che non sia completamente accettata da tutti e non vi sia la prova innegabile che le profezie del Libro della Rivelazione siano compiute proprio ora. Tuttavia, ci sono molti ortodossi che non sono d'accordo. Su questo tema, ci sono casi simili tra ortodossi e cattolici. Così come ci sono molti cattolici che proclamano che "la fine è vicina" o che "l'anticristo è nato e vive in mezzo a noi", le stesse cose avvengono tra i cristiani ortodossi. Ad alcuni ortodossi piace sottolineare alcune "profezie" di alcuni dei nostri santi e anziani, come se queste si stessero compiendo in questo momento, e per loro tali profezie indicano che stiamo vivendo adesso l'Apocalisse, ma io di solito considero tali letture come fraintendimenti alimentati dalla paranoia e dalla confusione dei nostri tempi, oppure osservazioni personali, previsioni e opinioni basate su tradizioni popolari ed ecclesiastiche e non su una rivelazione personale di Dio. Come insegnava un santo e saggio anziano, il cui nome era Porphyrios e che è vissuto non molto tempo fa ad Atene, i cristiani ortodossi non dovrebbero pensare all'anticristo, ma dovrebbero piuttosto concentrarsi su Cristo, e contemplare la nostra morte, che è la nostra Apocalisse personale. Se abbiamo trascorso tutto il tempo a concentrarci su Cristo, piuttosto che sull'anticristo, non avremo paura dell'anticristo quando verrà e saremo più pronti ad accettare la sofferenza e il martirio per mano sua, piuttosto che cercare di leggere i "segni dei tempi". Un altro anziano santo e semplice, Evmenios, defunto di recente a Creta, era solito dire: "Sapete, io personalmente non credo che Cristo avrebbe dato solo 2000 anni di grazia al mondo. Non mi sembra proprio un tempo molto lungo." Quindi, gli ortodossi hanno pareri diversi a proposito.

Puoi parlarci dell'eucaristia e del perché è necessaria per la nostra salvezza?

Tutta la nostra teologia eucaristica è contenuta nella Divina Liturgia e in quelle che noi chiamiamo preghiere di preparazione prima di ricevere la santa comunione. Quello che apprendiamo è che il pane e il vino offerti durante la Divina Liturgia sono misteriosamente trasformati dallo Spirito Santo nel corpo e sangue di Cristo, attraverso i quali possiamo conoscere interamente Cristo nella sua gloria, a seconda della nostra fede. In queste preghiere chiediamo che la divina eucaristia a cui partecipiamo sia per la remissione e il perdono dei nostri peccati, per la nostra illuminazione, perché possiamo essere un tempio dello Spirito Santo, e per la nostra glorificazione, perché possiamo vedere Cristo nella sua gloria sia in questa vita sia nella vita a venire. Noi crediamo che questo non possa avvenire senza la partecipazione all'eucaristia.

I tuoi pensieri finali.

Vorrei ringraziarti per questa intervista che mi ha permesso di esprimere brevemente, apertamente e onestamente la posizione cristiana ortodossa sulle questioni importanti di cui abbiamo parlato. Spero e prego che questo ci aiuti a capirci reciprocamente quando ortodossi e cattolici discutono tra loro questi problemi.

 
Nizza: fine del ricorso legale sulla cattedrale

Dal blog Parlons d'Orthodoxie, 10 aprile 2013

Nizza: Vittoria! Il ricorso dell'ACOR è respinto!

Cari amici, lettori e collaboratori di Parlons d'Orthodoxie,

ecco qui allegata (in PDF) la sentenza della Corte di Cassazione pubblicata oggi, 10 aprile 2013.

Tutti i ricorsi introdotti dall'ACOR di Nizza sono stati respinti senza eccezione dalla Corte di Cassazione. I commentatori dell'ACOR hanno ripetutamente considerato un appello alla Corte Europea dei Diritti Umani; l'insulsaggine di questa eventualità è evidente.

E così, la Federazione Russa diviene definitivamente il legittimo proprietario della cattedrale di san Nicola.

Il diritto, il semplice buon senso ha prevalso sul settarismo e sulla negazione della realtà.

Tocca alla Federazione sviluppare il suo atteggiamento nei confronti degli altri importanti edifici ecclesiastici costruiti dalla Russia in Europa. La maggior parte di loro sono, a causa dei loro proprietari temporanei, in uno stato pietoso di abbandono.

Si può solo sperare che il precedente "Nizza" crei giurisprudenza per quanto riguarda le cattedrali di sant'Alessandro a Parigi, di sant'Alessandro a Biarritz, ecc.

Sono stati anche evitati mesi di procedure incerte!

Come non rendere omaggio al brillante savoir-faire e all'immensa saggezza giuridica del maestro Alain Confino, del Consiglio della Federazione e della sua squadra, così come degli esperti russi che hanno partecipato all'arduo lavoro storico di documentazione e di argomentazione.

Presto ci saranno la Settimana Santa e la Risurrezione. Le funzioni saranno celebrate nella cattedrale senza che il minimo problema esteriore vi getti ombre. Rendiamo grazie al Signore!

L’équipe di redazione, felice di poter voltare questa pagina.

 
A mano e a macchina: come fare arredi liturgici

Principi per la progettazione e la realizzazione di arredi liturgici

Il choros appena installato nella Cattedrale ortodossa russa della Dormizione, Londra, progettato da Aidan Hart.

Il passaggio dalla mano alla macchina

Uno strumento nelle mani di un artigiano è un'estensione del proprio corpo, mente e anima. L'artigiano sente la resistenza della pietra o legno. Attraverso lo strumento il materiale gli risponde, e si aggiustano l'uno all'altro mentre lavorano. C'è un dialogo veicolato attraverso lo strumento.

Una scultura in rovere del miracolo dei pesci, al monastero di Iviron, Monte Athos, di Aidan Hart. Il progetto è stato adattato nel corso della realizzazione dell'opera.

Iconostasi di calcare (dettaglio), chiesa ortodossa di san Nicola, Amsterdam, di Aidan Hart.

Questo dialogo a sua volta informa l'idea dell'artigiano riguardo al prossimo progetto, perché un buon progetto utilizza i limiti del materiale così come i suoi punti di forza a suo vantaggio. Per esempio, la bellezza dell'arco strutturale è nata dalla debolezza della trazione della pietra, che funziona bene sotto compressione, ma male in condizioni di tensione.

Ma cosa succede quando si sostituisce lo strumento con una macchina o una qualche forma di tecnologia? Come riesce tale meccanizzazione a cambiare il lavoro finale, poiché quella intima connessione tra artigiano e materiale è stata diminuita, o addirittura tagliata? Influisce non solo sulla finitura del lavoro svolto, ma anche sul suo design, perché la progettazione è sempre fatta con la macchina in mente? Possono la mano e il cuore restare maestri dell'opera, controllando quelle scorciatoie che i macchinari e gli ingegneri amano così tanto?

Alcuni recenti commissioni di oggetti di chiesa in metallo mi hanno costretto ad affrontare questi problemi in modo piuttosto pratico: un lampadario a choros in bronzo; una pannellatura in ottone; un bastone episcopale d'argento.

Il choros del santuario, cattedrale ortodossa russa della Dormizione, Londra, progetto di Aidan Hart.

Le griglie in ottone della balaustra nella cattedrale, di Aidan Hart.

Bastone episcopale d'argento (dettaglio), progettato e scolpito da Aidan Hart e Martin Earle, fuso e realizzato dagli argentieri Hart (nessuna parentela!)

Discutere di questi problemi non è un esercizio accademico, perché mentre nel corso degli ultimi decenni abbiamo assistito a un rilancio del benvenuto ai principi tradizionali dell'iconografia, io e molti altri riteniamo che la produzione di arredi da chiesa ortodossa sia ancora in uno stato precario. La qualità può essere spesso elevata, ma la progettazione può essere cattiva oppure adornata distrattamente. Forse perché si fanno più soldi con gli arredi che la manodopera dell'iconografia, la tentazione all'interno del settore degli arredo della chiesa è quella di lasciar dominare le questioni del profitto piuttosto che quelle della qualità dominare.

Così ho pensato di condividere alcune delle mie conclusioni, e vedere se altri hanno le loro riflessioni in materia. L'uso di macchine o computer per contribuire a progettare e realizzare arredi liturgici non è certo una cosa intrinsecamente cattiva. La domanda è come garantire che sia la progettazione sia l'esecuzione siano della massima qualità in modo da servire meglio il culto. Un certo grado di produzione a macchina è di solito necessario per mantenere gli arredi sacri a prezzi accessibili, ma la sfida è quella di mantenere la macchina come servitrice e di garantire che la qualità del design sia alta ancor prima che una macchina tocchi il materiale.

La delega

La meccanizzazione di solito introduce una seconda questione che dobbiamo discutere allo stesso modo: la necessità di delegare. Se vogliamo che qualcosa sia sottoposto a fusione, taglio a macchina, modellazione robotica o qualsiasi altra cosa, di solito abbiamo bisogno di coinvolgere una terza parte, sia essa una società o un individuo. Nel fare questo inevitabilmente rinunciamo a una certa misura di controllo. Tale delega non è di per sé una cosa negativa. Può essere vista come un'estensione della pratica medievale dell'opificio comunale. Ma, come con la meccanizzazione, come può il mittente garantire che la qualità sia mantenuta?

La meccanizzazione e la delega sono due problemi molto importanti e pratici per il culto comunitario, perché questi processi hanno un impatto sulla qualità degli arredi finali, e questi a loro volta hanno un impatto, nel bene e nel male, sull'atmosfera creata all'interno della chiesa. Non è solo la qualità del canto, dell'architettura e dell'iconografia che influenza la nostra liturgia, ma anche la qualità degli arredi, degli apparecchi di illuminazione, dei sedili di legno, delle teche delle icone, delle opere in pietra, perfino del colore della vernice sulle pareti. Questi elementi di design di interni non possono essere un ripensamento.

Una funzione che mostra che gli arredi occupano un ampio volume e che pertanto hanno un considerevole impatto sull'atmosfera liturgica

Perché mai usare tecnologia?

Io sono un luddista per inclinazione. Credo che il design sia fatto meglio da coloro le cui mani hanno intimità con il materiale, le cui menti conoscono per esperienza le debolezze e i punti di forza del materiale, e il cui cuore rispetta tali limiti.

Ma a volte i limiti di tempo e denaro impongono che dopo la progettazione uno debba delegare almeno una parte della realizzazione agli altri e alla tecnologia. Il lavoro manuale richiede tempo e quindi denaro. Generalmente, le macchine sono più veloci e quindi meno costose. E dal momento che i bilanci sono in genere limitati, abbiamo bisogno di qualche forma di assistenza da parte delle macchine.

E inoltre, ad alcuni materiali semplicemente non piace essere lavorati interamente a mano, per le chiese soprattutto l'ottone. Se stiamo facendo un lampadario per la chiesa, per esempio, l'ottone è un materiale eccellente per la sua resistenza alla corrosione e per il suo colore dorato. Ma l'ottone deve essere modellato in qualche modo. Non può essere ricavato da un blocco, quindi lo fonderemo o lo ritaglieremo da lastre? Nel primo caso, deve essere fatto un prototipo, uno stampo e poi una fusione, e il prodotto deve essere ripulito dalle sbavature e lucidato.

Una sezione del choros, fuso utilizzando il processo a cera persa. Si noti il ​​lavoro di rilievo.

Se l'ottone è tagliato da lastre non possiamo avere lavori di rilievo, quindi quali saranno le conseguenze del nostro progetto? Tutti questi processi richiedono una qualche forma di tecnologia e, probabilmente, anche di delega, ma anche di sapiente progettazione per trarre il meglio dal materiale e dai punti di forza e dai limiti della tecnologia scelta.

Una griglia da radiatore, tagliata a getto d'acqua. Si noti l'assenza di rilievo, appropriata per questa funzione. Design di Aidan Hart.

Ma senza il matrimonio tra mente, mano e materia dell'artigiano, come si fa a garantire che il dettaglio delle opere eseguite da una macchina rifletta la visione originale del progettista? Le macchine fanno un grande lavoro nel ripetere, ma non possono ripetere quelle perfette imperfezioni e varianti che fanno parte del processo a mano.

Queste sono le sfide che mi si sono poste davanti quando nel 2016 la cattedrale ortodossa russa della Dormizione a Londra mi ha incaricato di progettare e realizzare i loro articoli in metallo: un choros (lampadario) di bronzo per il santuario; undici griglie da radiatore in ottone; ventisette pannelli di ottone in fusione per le balaustre di quercia; e anche, per buona misura, un bastone episcopale d'argento. Quest'ultimo doveva essere dato in dono dall'Arcivescovo di Sourozh e dai parrocchiani al patriarca di Mosca, che doveva venire a benedire la ristrutturazione della cattedrale.

La generosità del principale donatore ha fatto sì che il denaro non fosse una preoccupazione importante. Ma con la data fissata della visita del patriarca, avevamo avuto un termine di tempo che non era così generoso – tre mesi di tempo per fare tutto.

Principi di meccanizzazione e di delega

Queste ed altre commissioni di arredi della chiesa, come un choros d'acciaio per una chiesa in Belgio, mi hanno insegnato alcuni principi in materia di meccanizzazione e di delega. Alcuni di questi principi li ho imparati obbedendo, e alcuni li ho imparati solo in retrospettiva per avere omesso di seguirli.

1. Delegate il lavoro ma non la responsabilità. Se qualcuno ci commissiona un lavoro, siamo noi in ultima analisi i responsabili della sua qualità. Non possiamo passare la mano.

2. Non lasciate alcuna ambiguità nella progettazione. I produttori e gli operatori delle macchine devono conoscere chiaramente il loro mandato.

3. Se qualcosa deve essere prodotto a macchina, per quanto possibile disegnate o modellate a mano il prototipo. È con questo processo che si generano i migliori parti del cuore e della mente. I computer possono poi essere utilizzati per convertire questo disegno o prototipo in un formato utilizzabile, per esempio un file CAD, affinché la macchina lo riproduca, ma la forma originale stessa rimane fatta a mano. Se releghiamo questa prima fase di modellazione al computer o al tecnico ci sono più probabilità di ottenere un risultato senza vita. Abbiamo delegato la responsabilità e non solo il lavoro.

4. Osservate i dettagli. Mentre un cattivo progetto complessivo non sarà salvato dalla cura per i dettagli, i dettagli sciatti possono sabotare un buon progetto complessivo.

5. Quando delegate l'esecuzione del vostro progetto ad altri, anche a un professionista, indicate chiaramente il livello di qualità che vi aspettate. Una volta ho commissionato a un falegname due porte di quercia per una chiesa, presumendo che avrebbe usato il miglior rovere di qualità senza nodi come lo avevo visto usare nella maggior parte del lavoro di altri. Tuttavia, il lavoro concluso presentava un bel po' di nodi, e quindi ho dovuto fare un duro lavoro per convincere il falegname a rifare il lavoro a sue spese, perché nel contratto non avevo esplicitamente stabilito la qualità del legno.

6. Non date nulla per scontato. Anche se non vi ingerite in processi che conoscete meno degli esperti, controllate lo stato di avanzamento della produzione a sufficienza per garantire la qualità. Per esempio, io non ho controllato i cavi metallici messi dai produttori del choros della cattedrale prima che questo fosse installato, pensando che sicuramente non si sarebbero sbagliare. Ma si sono sbagliati, e il semplice lavoro di correzione si è rivelato un esercizio complicato e costoso, perché doveva essere fatto in situ.

7. Sfruttate le competenze di colleghi qualificati, e siate disposti a migliorare il vostro progetto di conseguenza. D'altra parte, non soccombete alle pressioni da parte dei produttori di fare un cambiamento che potrebbe compromettere la bellezza del progetto semplicemente perché è tecnicamente più semplice.

8. Fate un contratto, assicurandovi che copra gli scenari peggiori. Avete bisogno di mettere in chiaro chi è responsabile di che cosa in modo che se qualche elemento va male, è chiaro di chi sarà il compito di porvi rimedio.

9. Mantenete chiara nella nostra mente la più ampia visione della vita liturgica della Chiesa, e garantite che i dettagli servano questa visione. I tecnici e le loro macchine potrebbero voler scendere a compromessi sui dettagli perché questi a loro non sembrano critici. Ma poiché il progettista conosce il quadro più ampio e il ruolo finale dell'opera all'interno della chiesa, è il progettista che sa quanto siano importanti questi dettagli per l'arricchimento della vita liturgica.

10. Quando un budget basso richiede un alto grado di meccanizzazione nella produzione, cercate comunque di introdurre quanto più possibile un lavoro fatto a mano. Includete questi dettagli nei luogo in cui defletteranno l'attenzione lontano dalle zone più meccanizzate. Vedete per esempio il choros per una chiesa in Belgio, dove ho usato maglie in acciaio forgiate a mano per compensare i pannelli in lamiera di acciaio tagliati con il laser.

11. Cercate l'autenticità. A volte è meglio adattare il design alla tecnologia moderna, piuttosto che utilizzare la tecnologia moderna per scimmiottare vecchi metodi. Con il choros in Belgio, per esempio, abbiamo lasciato cadere l'idea originale di imitare le candele elettriche a favore di un'illuminazione nascosta a striscia di LED intorno alla base del choros.

Choros nella chiesa ortodossa di sant'Amando, Kortrijk, Belgio, fatto di lastre di acciao tagliate con il laser e ricoperte con polvere metallica. Design di Aidan Hart.

Un choros di bronzo

L'arcivescovo Elisej mi ha chiesto di trovare alcune soluzioni per l'illuminazione nella sua cattedrale a Londra. Parte della soluzione proposta era di progettare e realizzare un Choros in ottone per il santuario, con la possibilità di farne altri simili in altre parti della navata. Dopo molte sfide tecniche e con l'aiuto di un esperto produttore, il choros è stato finalmente realizzato e installato in tempo per la visita del patriarca di Mosca il 16 ottobre 2016.

Choros, cattedrale ortodossa russa della Dormizione, Londra, di Aidan Hart.

Il choros è fuso in bronzo al silicio utilizzando il processo a cera persa. A causa della pressione del tempo, purtroppo tutto tranne i miei disegni originali doveva essere delegato a una società e fatto in gran parte a macchina. Sulla base di miei piani a matita hanno preparato i file CAD (Computer Aided Design) e da questi hanno creato le forme dei prototipi con il CNC, una sorta di robot operato da computer che è essenzialmente un router glorificato. Sono stati fatti stampi di queste forme in gomma al silicone, e poi sono stati fusi i positivi di cera. I bronzi sono stati poi fusi con il processo a cera persa. Un enorme processo!

Come quelli fatti da Andrew Gould e da me in passato, l'ispirazione per il design dei choros era il tipo medievale bizantino piuttosto che quelli in stile più barocco che le aziende più commerciali producono oggi. In passato io, come Andrew, ne avevo fatto modelli in acciaio, utilizzando tecniche di taglio delle forme di lamiera con il laser. Ma qui il budget ci ha permesso di fare le fusioni piuttosto che tagliare gli elementi. Questo ha permesso il lavoro a rilievo, cosa non possibile con i fogli di metallo tagliato.

Choros, chiesa ortodossa della santa Trinità, Danbury, CT, Stati Uniti d'America, di Andrew Gould.

Una sfida principale era quella di nascondere il più possibile il cablaggio elettrico. A tal fine, le croci d'angolo sono state fuse con un canale verticale attraverso il quale vengono passati i fili. La società di produzione ha trovato un metodo ingegnoso per farlo, così ho imparato la tecnica.

Una croce angolare del choros nella cattedrale di Londra, che mostra come i fili sono nascosti all'interno di un canale verticale.

La croce apicale del choros, che allo stesso modo ha un canale per nascondere i fili.

La funzione principale di questo particolare choros era quella di dareluce verso il basso, sulla santa mensa, così ho omesso le candele che di solito si trovano in cima a una Choros e ho utilizzato invece ciotole di vetro appeso, soffiato a mano da un artigiano locale. Queste ciotole sono leggermente colorate di bianco in modo che le lampadine non siano visibili. Per tenere ferme le lampadine a basso consumo energetico che gettano una luce verso il basso ho messo a punto un sistema di supporto che si trova sul bordo delle ciotole.

Ciotole di vetro soffiato a mano.

I pannelli a foglie di vite sono stati progettati per armonizzarsi con le sculture in legno e in pietra esistenti nella chiesa. Anche se i loro contorni sono stati fatti secondo il mio disegno a matita, a causa delle pressioni di tempo il prototipo per il processo di fusione a cera persa è stato fatto con modellazione al computer. Anche se tutti sembrano soddisfatti del risultato, penso che in retrospettiva i pannelli sarebbero stati ancora migliori se il prototipo fosse stato intagliato a mano. Ci sono dettagli importanti di ogni genere che vengono elaborati nel processo di intaglio a mano, e che si perdono nella modellazione al computer. Per esempio, io avrei probabilmente sfaccettato le vigne e le foglie per catturare la luce, mentre la modellazione al computer ha favorito le sezioni arrotondate.

I pannelli delle balaustre

La cattedrale è essenzialmente fatta a basilica, con colonne di ghisa sapientemente lavorate per imitare il porfido. Ma ha anche gallerie sopra le navate laterali, la cui balaustre di quercia si sono piuttosto scurite diventando di una tinta simile a quella delle colonne. Questo significava che la forte linea orizzontale dei parapetti comprometteva l'eleganza verticale delle colonne. Le balaustre dovevano essere rese più distinte dalle colonne.

Interno della cattedrale ortodossa russa della Dormizione a Londra, a metà delle ristrutturazioni.

La soluzione è stata quella di grattare la quercia per farla di nuovo tornare a un tono più leggero e sostituire i pannelli di compensato esistenti con filigrana in ottone. I nuovi pannelli erano basati sul disegno del choros. Sono stati fusi a livello locale con la tecnica della fusione a sabbia e poi sapientemente lucidati.

La balaustra della cattedrale, resa più leggera con i nuovi pannelli a filigrana d'ottone.

La fusione a sabbia è un processo molto più economico di fusione rispetto alla cera persa, ma tende a essere un po' più grezza, non sopporta molto bene i tagli, e ha bisogno di un livello più alto di pulitura (un processo chiamato sbavatura). Così nel decidere quale processo usare uno deve bilanciare i costi della fusione con il dettaglio richiesto, e anche il tempo necessario per la sbavatura e la lucidatura dei pezzi.

Anche se i lavori finali hanno avuto un discreto successo, avrei preferito più tempo per sintonizzare i piccoli dettagli del prototipo prima dell'inizio della fusione. Avevo delegato la realizzazione di questo modello a terzi, ma la pressione del termine non mi ha lasciato il tempo per una visita nel corso della realizzazione. Anche se avevo previsto che volevo le foglie e i rami sfaccettati piuttosto che arrotondati, e avevo mandato un'immagine come esempio, non mi sono assicurato che questo dettaglio fosse stato realizzato. Rivedete i principi 1, 2 e 4!

Le griglie dei radiatori

Come parte della ristrutturazione i radiatori del riscaldamento della navata nella cattedrale sono stati racchiusi in pannelli di quercia. Mi è stato chiesto di progettare e realizzare griglie di ottone per le cime. In un senso più ampio li ho basati su rami di vite per armonizzarli con gli intagli nell'iconostasi e nelle cornici in legno per le icone, ma ho usato come ispirazione i raffinati bordi decorativi che si trovano nei manoscritti miniati russi e bizantini.

Una griglia del radiatore, tagliata a getto d'acqua da una lastra di ottone. Design di Aidan Hart.

Ma ci sono stati requisiti pratici tanto quanto estetici. Le aperture dovevano essere abbastanza piccole in modo che non vi cadessero attraverso degli oggetti, ma grandi e abbastanza numerose per permettere all'aria calda di trasmettersi liberamente.

È stata usata la tecnologia a getto d'acqua per tagliare le forme in lamiera di ottone. In questo processo un getto d'acqua ad alta pressione trasporta sottili particelle abrasive che tagliano di netto il metallo. È più lento e più costoso del taglio con il laser, ma produce un bordo molto più pulito.

La società di taglio ha richiesto che la progettazione fosse presentato in quello che è chiamato formato di file DXF polilinea, quindi il mio collega e assistente Martin Earle ha eseguito la sua magia al computer sui miei disegni a matita per produrre questi file. Questo è stato un esercizio interessante, dove il disegno generalizzato era stato prodotto a matita, ma che poi abbiamo entrambi perfezionato sul computer. Il software ha permesso di mettere a punto le curve e lo spessore in modo molto più pulito e veloce che con la matita, e di copiare, replicare e innestare sezioni in pochi secondi. Ha salvato molto tempo senza perdita di qualità.

Il bastone patriarcale d'argento

L'arcivescovo Elisej ha anche commissionato un bastone episcopale d'argento come dono della cattedrale al patriarca Kirill in visita. Sua Eminenza ha voluto che il bastone rappresentasse il patrimonio ortodosso pre-scismatico del Regno Unito, così abbiamo deciso di includere disegni ispirati ai periodi celtico, anglosassone, romano e romanico.

Bastone episcopale d'argento per il patriarca di Russia, di Aidan Hart.

Cima del bastone patriarcale, argento massiccio.

Io ho fatto il disegno a matita, poi ho inciso il prototipo della cima a tau e Martin e io abbiamo realizzato le sfere. Abbiamo usato un materiale di schiuma densa. Si tratta di un materiale moderno, che anche se di per sé è piuttosto morto e senza carattere, è comunque molto utile per scolpire forme che saranno fuse. È forte e stabile ed è disponibile in vari gradi di densità e durezza. Il vantaggio principale in questo caso è che è senza grano, il che significa che può essere tagliato in qualsiasi direzione.

Il prototipo scolpito in un materiale di schiuma densa.

L'ispirazione per la cima a tau è stata una scultura in avorio risalente intorno al 1000 d.C., da Colonia, in Germania. Il disegno unisce la crocifissione da un lato alla risurrezione dall'altro. Adamo ed Eva sul lato della risurrezione sono rispecchiati dalla Madre di Dio e da san Giovanni sul lato della crocifissione.

L'ispirazione per la cima del bastone episcopale, un pastorale in avorio a tau da Colonia, Germania, del 1000 d.C. circa.

Il lato del bastone con la risurrezione.

I disegni delle sfere che coprono i giunti filettati si ispirano ad antiche opere romane, celtiche e sassoni.

Un design romano antico, di Aidan Hart, prototipo scolpito da Martin Earle.

Una sfera a nodi celtici, design e prototipi di Martin Earle.

Ho quindi commissionato a un piccolo studio di argentieri di fondere i pezzi e assemblare le parti. Le sfere e la cima sono stati fusi in argento massiccio con il processo a cera persa. Gli steli a spirale sono stati comprati già fatti in ottone, e gli argentieri hanno aggiunto la base in ottone. Hanno fabbricato le barre filettate che si avvitano all'interno le sfere per consentire al bastone di essere separato in quattro sezioni. Una volta che tutto è stato fatto, tutto è stato placcato in argento – naturalmente non le parti argento massiccio, ma i componenti in ottone.

I ritagli per i cuscini di schiuma nella custodia sono stati progettati sulla carta, trasformati in un file di computer CAD, poi tagliati da un robot. Questo ha fatto risparmiare tempo e quindi denaro, e ha garantito che gli spazi fossero tagliati con precisione in modo che le sezioni del bastone si incastonassero in sicurezza.

Tutti i processi sopra descritti sollevano la questione dei meriti relativi dell'informatica contro la matita durante la creazione dei progetti, del modellamento a mano contro quello a macchina e dei materiali sintetici contro quelli naturali, temi a cui ci rivolgeremo ora.

Matita o mouse?

Personalmente trovo essenziale la progettazione a mano piuttosto che al computer. Il computer può essere utile per mettere a punto alcuni disegni. Una volta digitalizzati, è possibile spostare gli elementi già disegnati in diverse posizioni e modificare i dettagli. E in ogni caso, un processo di fabbricazione a macchina richiede spesso la lettura di un formato generato da un computer – il CNC richiede un CAD, per usare il gergo tecnico. E a volte è utile avere lo stimolo e la conoscenza che il web offre così abbondantemente, se non in modo approfondito, almeno per esteso. In pochi secondi possiamo accedere a un centinaio di immagini di arti liturgiche per ispirazione. Il software può anche sollevare dalla noia di alcuni processi, liberando tempo per un lavoro più creativo.

Tuttavia, il computer è a mio avviso uno strumento goffo per originare un buon design. C'è una morbidezza di creatività quando la mano e la mente lavorano insieme per produrre disegni, dipinti o modelli. L'architetto Frank Gehry spesso produce i suoi primi disegni con pezzi di cartone contorto. Solo allora la sua squadra applica la forza della tecnologia informatica aeronautica per realizzare i suoi sogni di cartone.

C'è anche qualcosa di potente in molte idee incanalate in un punto fine – il pennello, matita o penna. Il software di computer offre una vasta gamma di possibilità, ma nelle prime fasi di progettazione tali possibilità possono troppo facilmente dissipare e distrarre la mente. Il software e Internet offrono il mondo a portata di mano. Lo schermo del computer ci induce a espanderci, in un'estasi di infinite possibilità, mentre il pennello o la penna raccolgono la moltitudine in un punto solo.

Per l'artista liturgico l'ambiente per il processo di progettazione dovrebbe generare un clima di quiete, preghiera, contemplazione, messa a fuoco. Il design liturgica è un atto di instasi, non di estasi. Il disegno manuale – che sia a matita, a pennello o a modello – mantiene questo processo in modo più interno rispetto al disegno al computer, che tende a esteriorizzare l'attività. Per fare arte liturgica si deve cercare di avere la musica del cielo dentro di sé, ascoltare, e disegnare solo ciò che si armonizza con quella musica. In questo senso l'arte liturgica è tanto un atto di preghiera quanto un atto artistico, un atto di comunione quanto un atto di creazione.

A mano o a macchina

L'archimandrita Basilio, abate emerito del monastero di Iviron al Monte Athos, mi ha spesso ricordato che esiste una perfezione imperfetta e un'imperfezione perfetta. Le macchine tendono verso la perfezione imperfetta, e lavoro manuale verso l'imperfezione perfetta. Prendiamo per esempio un candelabro a sette braccia in ottone che ho fatto per una cappella. Sarebbe stato molto più facile usare pietre rotonde e incastonature già preparate. Ma lo studio delle pietre incastonate medievali mi ha convinto che il loro fascino sta nella loro irregolarità. Così ho scelto pietre semi preziose irregolari, e ho fatto a mano ogni incastonatura in argento.

Candelabro a sette braccia e tabernacolo, di Aidan Hart.

Dettaglio delle pietre: ambra, quarzo e onice.

Credo che se le finanze non causano impedimento, tutti preferirebbero oggetti fatti a mano a quelli fatti a macchina. Tuttavia, le finanze sono spesso un grande fattore, e qualche volta abbiamo quindi bisogno di rivolgerci alle macchine per avere una mano. Dalla mia esperienza ci sono una serie di cose che possono aiutare a impedire che il lavoro a macchina comprometta la qualità estetica:

1. Ovunque possibile, fate a mano il prototipo. Questo può quindi essere sottoposto a scansione. La tecnologia moderna è abbastanza buona per fare copie accurate.

2. Se per qualche ragione una parte del ​​disegno o tutto il disegno si deve fare direttamente a computer (per esempio, trasportare il disegno pietra per un'iconostasi), fate stretto riferimento a capolavori per i dettagli. Per esempio, quanto profondamente questi capolavori sono scavati nella pietra? Ho visto troppi robot fare tagli a rilievo che sono troppo poco profondo. Questo non è colpa della macchina, ma del progettista.

3. Chiedetevi se una macchina farà il lavoro meglio o bene quanto voi. Se è possibile, ed è più economica, allora utilizzatela. Un semplice esempio è il taglio della schiuma per il bastone patriarcale di cui sopra, o della sgrossatura con il CNC come descritto di seguito.

4. A volte una macchina può essere usata per fare la sgrossatura, e quindi la modellazione artistica può essere completata a mano. Fintanto che l'artista ha creato il bozzetto, la sgrossatura del lavoro finale è fatica pura, e può essere realizzata altrettanto bene, se non meglio, da una macchina. Questo permette all'artigiano di trascorrere più tempo sul modellamento artistico. Ho fatto così con un blocco di pietra di sette tonnellate da cui dovevo scolpire una statua per la cattedrale di Lincoln. Ho  modellato a mano un bozzetto in creta di mezza misura, che ho poi fatto in gesso. Ho lavorato ulteriormente sul gesso e poi questo è stato scansionato e trasformato in un file CAD. Questo a sua volta è stato dato a una società che utilizza un robot CNC per sgrossare i blocchi di pietra in scala entro 25 mm (un pollice) dalla superficie finale. Da lì il mio assistente e io abbiamo scolpito tutto a mano con martello e scalpello. I tradizionali scalpelli a punta, ad artiglio e piatti non sono stati migliorati da secoli. Abbiamo usato uno scalpello pneumatico per una o due sezioni profonde, ma il rumore orribile di questa macchina distrugge l'atmosfera meditativa e riflessiva richiesta per prendere il gran numero di decisioni necessarie nel processo di intaglio. Questo pone l'intagliatore a un'ulteriore distanza dall'intimità con la pietra. Quindi abbiamo tenuto il suo utilizzo al minimo assoluto e ci siamo accontentati di usare i nostri scalpelli a mano e mazze.

Scultura abbozzata da un robot per la Madonna di Lincoln, Cattedrale di Lincoln, Regno Unito

Madonna di Lincoln, Cattedrale di Lincoln, Regno Unito. Statua completata a mano, prima della policromia, da Aidan Hart e Martin Earle.

5. Non presumete che le macchine debbano essere per forza monotone, ripetendo lo stesso disegno. Ho visto esattamente la stessa sezione di design biomorfico inutilmente ripetuta da un robot per tutta la lunghezza di un epistilio di iconostasi. Sarebbe stato di ben poco più costoso programmare il robot per variare un po' i dettagli.

6. Cercate di coniugare macchina e lavoro manuale nello stesso pezzo. La lavorazione a macchina aiuta a mantenere basso il prezzo, mentre le parti artigianali – se sono in luoghi visibili – possono dare al lavoro finito gran parte della grazia e tattilità di un pezzo fatto completamente a mano. La maggior parte dell'iconostasi qui illustrata è stata tagliata a mano utilizzando una pialla. Il vantaggio di questi strumenti è che, rispetto ad un router elettrico o una toupie (fresatrice), creano una leggera ondulazione sulla superficie, che invita ad accarezzarla. Inoltre, la fresatura brunisce la superficie, che la rende ancora più tattile, e gioca con la luce in un modo che il taglio meccanico non raggiunge. Ho anche rifinito la maggior parte delle superfici piane con un raschietto che brunisce nuovamente la superficie e produce un rivestimento superiore a quello delle carte abrasive. Il resto del lavoro è stato fatto con macchinari moderni – seghe da banco, pialle e spessori e così via.

Materiali naturali e sintetici

Seguendo l'adagio di un'imperfezione perfetta, i materiali naturali vincono a mani basse rispetto ai materiali sintetici. La loro varietà naturale dà loro la vita. Mi ricordo di padre Paissio (ora san Paissio) del Santo Monte che mi diceva che quando Dio fece le luci per la notte ha spaziato le stelle in modo irregolare, variando il loro colore e dimensione. Questo è qualcosa di delicato per gli occhi. Ma quando l'uomo moderno fa le luci per la notte depone i lampioni esattamente alla stessa distanza, alla stessa altezza e alla stessa intensità. Questo è monotono e quindi faticoso.

Questo articolo si occupa principalmente di arredi sacri e di oggetti metallici in particolare. I metalli sono molto pratici, perché per la maggior parte sono durevoli e forti, e questo è il motivo per cui

ottone e argento sono spesso utilizzati per cose come l'illuminazione della chiesa, coperture e recipienti. Anche se i metalli devono essere estratti dal loro minerali attraverso la tecnologia, sono tuttavia "naturali": sono elementi che esistono in natura e non sono sintetizzati da noi. Tuttavia, per loro natura sono molto uniformi e quindi tendono verso la monotonia se non gestiti correttamente.

L'uniformità del metallo aiuta a spiegare perché, da millenni, gli artigiani hanno avuto la tendenza ad abbellire i loro oggetti metallici. Li scolpiscono o vi creano forme, li patinano con ossidi, ondeggiano le loro superfici per giocare con i riflessi di luce, creano interesse contrastando sfondi opachi con primi piani lucidi. Quindi abbiamo bisogno di conoscere i punti di forza e di debolezza, le predilezioni dei nostri materiali.

Lampada d'argento, Iviron, Monte Athos, che mostra una scritta intagliata sulla banda in argento massiccio. Di Aidan Hart.

Lampada in ottone, di Aidan Hart, che mostra i giochi di luce sulle sfere e croce.

Sezione dei choros di Londra, che mostra il contrasto tra superfici lucide e opache.

La placca, in oro su rame patinato, per le porte della chiesa ortodossa di san Serafino a Santa Rosa, Stati Uniti d'America. Di Aidan Hart.

Croce apicale che mostra il gioco della luce sulla superficie arrotondata. Cattedrale ortodossa della Dormizione, Londra. Di Aidan Hart.

Questo processo può essere paragonato alla seconda fase della vita spirituale, chiamata teologia naturale o illuminazione. In questa fase siamo chiamati a discernere i loghi o parole divine di ogni cosa creata. Questo è il suo nome essenziale. Siamo chiamati a far emergere tutto il potenziale del materiale, senza lasciarlo nel suo stato crudo, semi-articolato, e senza costringerlo a fare qualcosa contro la sua natura.

Conclusione

Indubbiamente, icone, affreschi e pitture murali devono essere fatti a mano. Ma le cose sono più complesse quando si entra nel mondo degli arredi delle chiese, poiché un certo grado di lavoro a macchina è di solito necessario per mantenere le cose a prezzi accessibili. Tuttavia, penso che se sia il committente sia l'artigiano vogliono la massima qualità all'interno del budget, allora saranno in grado, con buon senso e seguendo i principi sopra descritti, di produrre un lavoro veramente liturgico. Ciò sarà in risonanza con il culto divino, di cui il culto sulla terra è un partecipante.

 
Nuovi martiri del XX secolo: il metropolita Vladimir di Kiev

lo ieromartire Vladimir (Bogojavlenskij). Foto: ekklisiaonline.gr

La vita di quest'uomo è una testimonianza vivente di Cristo in situazioni in cui molti preferirebbero tacere per non rompere l'ordine stabilito. La sua morte è una degna corona di una tale vita.

Il metropolita Vladimir (Bogojavlenskij) fu il primo vescovo a essere martirizzato per mano dei bolscevichi. La sua morte segnò l'inizio di una persecuzione senza precedenti della Chiesa di Cristo, che durò complessivamente 70 anni. Simbolicamente, fu a Kiev, dove nel 988 d.C. ebbe luogo il Battesimo della Rus', che nel 1918 iniziarono le persecuzioni, che quasi distrussero la Chiesa.

I primi anni

Diremo qualche parola sulla vita del vescovo prima della sua ordinazione episcopale. Nacque nel 1848 nel villaggio di Malo-Morshevka nel governatorato di Tambov, da una famiglia di chierici e si chiamava Vasilij. All'età di 9 anni perse il padre; e a 10 anni entrò in una scuola teologica, che lasciò nel 1864 come uno degli studenti migliori. Poi studiò al seminario di Tambov, dove eccelse, e nel 1870 entrò all'Accademia teologica di Kiev.

Una caratteristica distintiva del carattere del futuro ieromartire fin dall'infanzia era la timidezza. Da un lato, ciò lo proteggeva dal declino morale che prevaleva nei dormitori di quel tempo; e dall'altro, trovava difficile andare d'accordo con le persone, non faceva amicizia e non si fidava troppo di chi gli stava intorno. Ciò gli impedì, in termini moderni, di formare una squadra attorno a sé che potesse implementare efficacemente le sue iniziative. Spesso, doveva andare contro il sistema da solo, combattere l'incomprensione e la riluttanza a cambiare il solito corso delle cose. Si distinse anche sempre per il suo desiderio di adempiere ai comandamenti di Cristo e di rivelare la verità, a qualunque costo. Si può dire che non sapeva adattarsi e cogliere le opportunità, ma allo stesso tempo, non era un rivoluzionario nel senso ampio del termine e non cercava di cambiare tutto.

Cercò semplicemente di compiere la volontà di Dio nelle circostanze in cui si trovava.

All'Accademia teologica di Kiev, Vasilij Bogojavlenskij scelse il Dipartimento pratico-ecclesiastico, dove venivano studiate le scienze legate alle attività pastorali: teologia pastorale, omiletica, liturgia, diritto ecclesiastico, letteratura e lingue straniere. Nel 1873, difese la sua tesi sul tema "Sul diritto di scomunica della Chiesa", e nel 1874, si laureò all'Accademia con il titolo di candidato di Teologia.

Dopo essersi laureato all'Accademia teologica di Kiev, Vasilij Bogojavlenskij tornò alla sua alma mater, il Seminario di Tambov, dove insegnò omiletica, liturgia, diritto canonico, scrittura e lingua tedesca. Inoltre, insegnò geografia alla scuola femminile eparchiale e al ginnasio femminile.

Nel 1876, Vasilij Bogojavlenskij sposò Aleksandra Saltykova, ma fu ordinato sacerdote solo sei anni dopo, nel 1882. Il suo primo luogo di ministero fu la cattedrale della santa Protezione nella città di Kozlov nel governatorato di Tambov, dove divenne assistente del rettore. Nel giro di un anno, Padre Vasilij fu nominato decano delle chiese di Kozlov e rettore della chiesa della Trinità.

La prima cosa che sorprese i parrocchiani di padre Vasilij furono i sermoni da lui pronunciati dal vivo, anziché letti a prima vista, come era consuetudine.

La seconda sorpresa furono le sue attività educative al di fuori del culto. Organizzò incontri con le persone, discorsi pastorali e lezioni. Il suo obiettivo era instillare nelle persone una fede consapevole in Cristo piuttosto che eseguire meccanicamente rituali religiosi. Questa attività causò immediatamente incomprensioni e una silenziosa resistenza tra il clero e tra molti residenti di Kozlov. Tuttavia, col tempo, tutti videro il sincero desiderio di padre Vasilij di predicare il Vangelo alle persone. Nel 1883, su iniziativa di padre Vasilij, presso la chiesa dell'Esaltazione della Croce del cimitero fu fondata una confraternita, impegnata in attività caritatevoli ed educative.

Nel 1885, Padre Vasilij affrontò una dura prova: sua moglie morì di tubercolosi, seguita dalla morte del suo unico figlio. Percepì questo come la provvidenza di Dio e, un anno dopo, prese i voti monastici con il nome religioso di Vladimir.

Il giorno dopo la tonsura, fu elevato al rango di archimandrita e nominato abate del monastero della santa Trinità a Kozlov. Solo un anno dopo, fu trasferito alla posizione di abate del monastero di sant'Antonio a Novgorod e nominato membro del concistoro teologico di Novgorod. Ciò rifletteva lo spirito del tempo. Una persona che non aveva trascorso nemmeno un giorno come monaco veniva nominata abate di un monastero. Un prete, che conosceva solo la vita familiare, veniva messo a capo dei monaci.

Nella maggior parte di questi casi, ciò non portava altro che danni al rango monastico. Tuttavia, in questo caso, la mancanza di esperienza nel lavoro monastico fu compensata dalle elevate qualità spirituali del futuro santo e dal suo desiderio di predicare il Vangelo a chiunque incontrasse. Nel suo nuovo luogo di ministero, padre Vladimir iniziò anche a tenere discorsi non liturgici, aprì una biblioteca eparchiale e organizzò letture religioso-morali per il popolo.

Nel 1888, nella cattedrale della santa Trinità della Lavra di sant'Aleksandr Nevskij di San Pietroburgo, l'archimandrita Vladimir fu consacrato vescovo di Staraja Russa, vicario dell'eparchia di Novgorod.

L'inizio del ministero episcopale

Vladyka Vladimir rimase sul suo primo trono episcopale per un breve periodo, circa tre anni. È ricordato per aver tenuto discorsi spirituali e morali nella cattedrale di santa Sofia, per aver organizzato la celebrazione del 900° anniversario del Battesimo della Rus' e per aver trasferito l'icona miracolosa della Madre di Dio di Staraja Russa da Tikhvin a Staraja Russa. Secondo alcune fonti, l'icona apparve a Staraja Russa nel 1470, mentre altre sostengono che fu nel 1570.

Si sa per certo che nel 1570 fu trasferita temporaneamente da Starajya Russa a Tikhvin, dove era scoppiata un'epidemia di peste. Secondo la leggenda, l'epidemia cessò, ma per più di 300 anni la popolazione di Tikhvin si rifiutò di restituire l'icona con vari pretesti, a volte minacciando rivolte. Gli abitanti di Staraja Russa, di conseguenza, per tutti questi anni cercarono un modo per restituire l'icona.

Così, nel 1888, l'icona fu restituita con una solenne processione religiosa, alla quale andò incontro a Staraja Russa il vescovo Vladimir.

La cattedra di Samara

All'inizio del 1891, il vescovo Vladimir fu nominato vescovo regnante della cattedra di Samara. Trascorse meno di due anni in questa posizione, ma furono anni molto difficili e persino tragici. Come nei suoi precedenti luoghi di ministero, si preoccupò immediatamente dell'illuminazione spirituale del gregge a lui affidato. Tenne discorsi spirituali e morali, tenne lezioni pubbliche e comunicò direttamente con persone di tutte le classi e posizioni sociali.

A Samara, il vescovo Vladimir non solo tenne personalmente dei colloqui con la gente, ma incoraggiò anche con forza il clero a fare lo stesso. Introdusse la pratica della lettura dell'Acatisto seguita da un sermone e da una conversazione in varie chiese della sua eparchia. Leggeva lui stesso l'Acatisto, mentre l'omelia e il discorso erano affidati a un sacerdote. Inoltre, non lasciava la chiesa, ma si sedeva su una panca e ascoltava il sermone come un normale parrocchiano.

Le letture per l'intellighenzia si tenevano nell'edificio della Duma cittadina e furono così popolari che la sala riunioni non riuscì a ospitare tutti gli interessati. Il vescovo prestò particolare attenzione all'istruzione dei bambini. Grazie ai suoi sforzi, furono aperte circa centocinquanta scuole parrocchiali. Considerava l'istruzione e l'educazione dei bambini come sacro dovere del clero. Nel 1891, in occasione della festa dei santi pari agli apostoli Cirillo e Metodio, l'11 maggio, istituì una festa per tutti gli insegnanti e gli studenti. Alunni e studenti di tutte le istituzioni educative furono invitati alla cattedrale per un servizio solenne seguito da un discorso e dalla distribuzione di letteratura. Tali attività del vescovo non piacevano a molti e ci furono casi di sabotaggio silenzioso. Per esempio, la celebrazione della festa dei santi Cirillo e Metodio fu organizzata con successo solo al secondo tentativo.

Inoltre, il vescovo Vladimir chiese al Santo Sinodo di aprire una missione per istruire i non credenti del governatorato di Samara. Creò anche la confraternita di sant'Alessio per organizzare attività educative.

Nel 1892 due calamità colpirono la provincia di Samara: l'epidemia di colera e il fallimento del raccolto. Il vescovo Vladimir rispose con tutto il cuore alla sofferenza della gente. Ordinò di stanziare i fondi eparchiali per aiutare i bisognosi. A Samara stessa, così come in ogni città della provincia, istituì comitati ecclesiastici per raccogliere fondi e distribuire donazioni. Mense e sale da tè per i poveri furono aperte presso monasteri e parrocchie ricche. Tutti gli studenti e gli alunni delle istituzioni educative ricevettero cibo gratuito. L'eparchia compilò elenchi di chierici che avevano particolare bisogno di aiuto e in seguito questi elenchi iniziarono a includere anche rappresentanti di altre classi.

Quando scoppiò l'epidemia di colera, il vescovo iniziò a celebrare moleben nelle piazze di Samara davanti all'icona della Madre di Dio di Smolensk. Rischiando l'infezione, visitò infermerie e ospedali, confortando gli afflitti e fornendo loro assistenza. Quando il numero di morti raggiunse le centinaia al giorno, il vescovo Vladimir iniziò a celebrare servizi commemorativi al cimitero di Samara.

Tuttavia, non tutti gli abitanti di Samara erano desiderosi di aiutare chi era nel bisogno. Fu in questo periodo che il giovane V. I. Lenin viveva a Samara, appena agli inizi delle sue attività rivoluzionarie. Lui e i suoi compagni che la pensavano come lui cercarono di usare la carestia e l'epidemia per i loro scopi rivoluzionari per fomentare il malcontento della gente.

Uno dei soci di Lenin, V. V. Vodovozov, scrisse nelle sue memorie: "V. Uljanov (Lenin) si oppose nettamente e decisamente all'alimentazione degli affamati. La sua posizione, come la ricordo ora — e la ricordo bene perché ho avuto molti dibattiti con lui su questo argomento — si riduceva a quanto segue: la fame è un risultato diretto di una certa struttura sociale; finché questa struttura esiste, tali carestie sono inevitabili; possono essere eliminate solo distruggendo questa struttura. ... Farà riflettere il contadino sulle fondamenta del sistema capitalista, distruggerà la fede nello tsar e nello tsarismo e quindi, a tempo debito, faciliterà la vittoria della rivoluzione".

Questa era la situazione a Samara a quel tempo. Tuttavia, la fine della carestia e dell'epidemia non portò gioia al vescovo Vladimir. Vide che la gente non era ragionevole e tornò alle sue precedenti vite peccaminose dopo la fine della calamità. "Purtroppo, non appena l'ira di Dio si ritira da noi, la vita della città inizia ad assumere lo stesso aspetto che aveva prima dell'afflizione: i templi di Dio sono di nuovo vuoti, le piazze della città sono di nuovo piene di danze disordinate e canti sfacciati", disse dopo un altro servizio nella piazza di fronte alla cattedrale.

L'Esarcato georgiano

Il 18 ottobre 1892, il vescovo Vladimir fu nominato esarca della Georgia con l'elevazione al rango di arcivescovo. Questa nomina potrebbe essere opportunamente descritta come un'ascesa alla cattedra, come se si ascendesse al Golgota. La Chiesa georgiana, secondo la tradizione, fu fondata dall'apostolo Andrea il Primo Chiamato, che radunò la prima comunità cristiana nella città di Atskuri. Quando la Georgia divenne parte dell'Impero Russo nel 1801, la Chiesa georgiana godeva di un'autorità indiscussa tra il popolo ed era governata da un patriarca-catholicos con un sinodo di vescovi, come stabilito dai canoni. A quel tempo, la Chiesa russa era stata effettivamente integrata nell'apparato statale per cento anni, governata non da un patriarca e da vescovi, ma da un funzionario secolare, l'Ober-Procuratore del Santo Sinodo, che agiva per conto e nell'interesse dello tsar.

La Chiesa georgiana non fu trattata con particolare riguardo: la sua autocefalia fu abolita; il patriarca fu rimosso, lasciando solo due delle tredici eparchie, che furono integrate nel sistema di amministrazione della Chiesa russa con tutte le conseguenze che ne seguirono. Era del tutto naturale che il clero e i laici georgiani non favorissero la Chiesa russa e l'Impero Russo in generale.

L'arcivescovo Vladimir comprese tutto ciò perfettamente e, sebbene non fosse un sostenitore dell'immediato ripristino dell'autocefalia georgiana, fece tutto ciò che era in suo potere per il bene della Chiesa georgiana. Per cominciare, imparò la lingua georgiana e servì la liturgia in essa. Nel 1894, sostenne un rapporto presentato al Santo Sinodo dalla comunità georgiana, che conteneva lamentele sull'oppressione del clero georgiano e proponeva misure per riformare l'amministrazione dell'Esarcato georgiano, tra cui la nomina di un vescovo georgiano come esarca e un aumento del numero di eparchie.

Come in precedenza, il vescovo svolse attività nel campo dell'illuminazione spirituale: letture pubbliche, conferenze, l'apertura e la fornitura di tutto il supporto necessario alle scuole parrocchiali, la fondazione di una confraternita a Tiflis e l'apertura del seminario spirituale di Kutaisi.

Inoltre, fu attivamente impegnato nel restauro delle chiese. Durante il suo ministero in Georgia, furono costruite o ristrutturate circa un centinaio di chiese.

Un anno dopo la sua nomina alla presidenza georgiana, dovette affrontare lo stesso disastro di Samara: un'epidemia di colera. Ordinò inoltre che fossero stanziati fondi per aiutare i bisognosi, organizzò mense e sale da tè gratuite per i più poveri e visitò ospedali e rifugi. Celebrò moleben pubblici nelle piazze e organizzò processioni nelle aree in cui il colera era più dilagante.

Nonostante tutto questo, il vescovo Vladimir incontrò resistenza alle sue azioni, mancanza di comprensione e talvolta aperta ostilità. Numerosi rapporti diffamatori contro di lui furono inviati al Santo Sinodo. Un altro nuovo martire, l'arciprete Ioann Vostorgov, che prestò servizio anche in Georgia durante quegli anni, scrisse: "... sapevo dell'odio che circondava l'esarca, delle calunnie dirette contro di lui e di quanto fosse difficile la sua posizione tra il clero georgiano. <...> La sua mancanza di cupidigia, la semplicità, la nota diligenza, l'integrità in ogni cosa e in particolar modo la sua castità monastica: tutto ciò che riguardava l'esarca era soggetto a sospetti e vari rapporti diffamatori".

Mosca e San Pietroburgo

Il 21 febbraio 1898, il vescovo Vladimir fu nominato metropolita di Mosca e Kolomna. Qui, tutte le sue consuete attività continuarono, ma su scala più ampia. Fu aggiunta una lotta attiva contro l'alcolismo. Nel 1911, organizzò e tenne il Congresso antialcolista panrusso, seguito dal Congresso panrusso degli agenti pratici per combattere l'alcolismo nel 1912.

Ma più degno di nota fu il suo coinvolgimento nell'attività politica, vale a dire la lotta contro le idee rivoluzionarie che stavano sempre più catturando le menti dei cittadini. Sincero fin dall'infanzia, non ricorse alla riverenza diplomatica e chiamò le cose con il loro nome. Il suo messaggio "Cosa dovremmo fare in questi giorni difficili", dedicato alla rivoluzione del 1905, fu così tagliente che il clero esitò a leggerlo dai pulpiti delle loro chiese. Nacque un grave conflitto, che fu affrontato a livello del Santo Sinodo. I sinodali concordarono che sarebbe stato meglio non pubblicizzare il messaggio.

L'atteggiamento del vescovo nei confronti delle idee socialiste e comuniste si riduceva a quanto segue: le persone hanno il diritto di esigere giustizia sociale, ma devono farlo attraverso mezzi legali.

La rivoluzione del 1905 diede avvio anche a una riforma dell'amministrazione della chiesa che era maturata da diversi secoli. I punti chiave di questa riforma furono la convocazione di un Concilio locale, che non si verificava da 200 anni, e l'elezione di un patriarca. Per organizzare il Concilio, per il quale non c'era ancora il consenso dell'imperatore, la Presenza pre-conciliare fu convocata al Santo Sinodo nel 1906. L'arcivescovo Sergio (Stragorodskij) di Finlandia, futuro patriarca, divenne il presidente della Presenza, e il metropolita Vladimir (Bogojavlenskij) divenne il suo vice.

Il 23 novembre 1912, il metropolita Vladimir fu nominato alla sede di San Pietroburgo e divenne un membro di spicco del Santo Sinodo. Questa posizione non conferiva poteri speciali, ma serviva piuttosto a mascherare in qualche modo il fatto che la Chiesa fosse governata da un funzionario secolare. Nella capitale, le attività spirituali ed educative del vescovo continuarono, così come la lotta contro l'alcolismo. In particolare, assicurò l'istituzione del Giorno della sobrietà di tutta la Russia in occasione della festa della decapitazione di Giovanni Battista. Affrontò lo scoppio della guerra mondiale sul trono metropolitano. Il metropolita Vladimir istituì un fondo eparchiale per aiutare le famiglie dei soldati, un ospedale militare da 70 posti letto e un comitato per assistere i rifugiati. Fece tutto ciò che era in suo potere per alleviare le sofferenze delle persone durante la guerra.

Ma una prova ancora più grande fu la cosiddetta Rasputinshchina. Gli storici fino a oggi non riescono a raggiungere un'opinione unanime sulla personalità di Grigorij Rasputin e sulla portata della sua influenza sugli affari di stato e della chiesa. Alcuni considerano il suo impatto insignificante, mentre altri sostengono che Rasputin avrebbe potuto licenziare qualsiasi vescovo o ministro e nominarne un altro al suo posto.

In ogni caso, il metropolita Vladimir (Bogojavlenskij), membro di spicco del Santo Sinodo, considerava le attività di Rasputin molto dannose per la Chiesa e lo Stato. Nel 1915, riuscì a ottenere un'udienza con l'imperatore Nicola II ed espresse allo tsar faccia a faccia tutto ciò che pensava di Rasputin.

Partecipante attivo a tutti quegli eventi, il metropolita Antonij (Khrapovitskij), scrisse in seguito: "In un'epoca in cui gli altri mentivano completamente e cambiavano costantemente le loro convinzioni, il metropolita Vladimir non aveva paura di dire 'la verità agli tsar', e non 'con un sorriso' come diceva il nostro antico poeta, ma con le lacrime, sottoponendosi consapevolmente a dolori e sofferenze, e allo stesso tempo sopportando tutti i problemi della vita con umiltà e la massima fermezza d'animo. Sì, era un esempio vivente per i nostri vescovi, sperimentando spesso negli ultimi anni la lotta tra verità e beneficio, tra coscienza e onore degli uomini, un modello di come la prima dovrebbe essere preferita alla seconda!"

Alcune fonti sostengono che lo tsar fosse d'accordo con l'opinione del vescovo, ma menzionò che l'imperatrice non avrebbe mai permesso che Rasputin si offendesse. Poco dopo l'udienza con Nicola II nel novembre 1915, il metropolita Vladimir fu rimosso dalla sede di Pietrogrado e inviato a Kiev, un ruolo visto come un esilio onorario. Tuttavia, mantenne il titolo di membro di primo grado del Sinodo.

Il Golgota di Kiev

A Kiev, il metropolita Vladimir dovette affrontare problemi legati all'occupazione di parte del territorio ucraino e ai tumulti rivoluzionari. Come membro di primo grado del Sinodo, dovette spesso recarsi a Pietrogrado, dove trascorse una notevole quantità di tempo. Ciò causò insoddisfazione tra il clero e i laici di Kiev. Il metropolita Vladimir fu testimone delle rivoluzioni di febbraio e ottobre del 1917 a Kiev.

Dopo l'abdicazione dello tsar e l'istituzione del governo provvisorio, la maggior parte dei membri del Santo Sinodo si dimise, incluso il metropolita Vladimir. Al suo ritorno a Kiev nel marzo 1917, il vescovo scoprì che, in sua assenza, era stato istituito il cosiddetto Comitato esecutivo del clero e dei laici, che tentava di prendere il controllo dell'amministrazione della chiesa con il supporto della Rada centrale. Il metropolita Vladimir respinse le affermazioni del Comitato esecutivo, definendolo un'istituzione non autorizzata.

Nell'aprile del 1917, quando il vescovo fu costretto a partire di nuovo per Pietrogrado, si tenne a Kiev un congresso eparchiale, che formò un nuovo organismo chiamato Rada (Consiglio) eparchiale. L'assemblea approvò anche una risoluzione che affermava che "nell'Ucraina autonoma, la Chiesa ucraina dovrebbe essere indipendente dal Sinodo".

Secondo alcune fonti, il metropolita Vladimir diede la sua benedizione allo svolgimento di questo congresso, ma si oppose alle sue idee sull'autocefalia.

Tuttavia, l'assemblea non prese decisioni specifiche e decise di tenere il congresso successivo all'inizio di agosto 1917, a cui partecipò personalmente il metropolita Vladimir. Dovette sopportare così tanti insulti e calunnie contro di lui che si ammalò per diversi giorni. Il 15 agosto 1917, si recò a Mosca, dove aprì il Concilio locale della Chiesa ortodossa russa, e ne fu presidente onorario.

Il 23 novembre 1917, la Rada della Chiesa ortodossa pan-ucraina (AUOCR) guidata dall'arcivescovo Aleksij (Dorodnitsyn) fu fondata a Kiev. Questo vescovo era stato arcivescovo di Vladimir e Shuja, ma fu rimosso dall'incarico dal Santo Sinodo nella primavera del 1917 su richiesta del clero e dei laici della sua eparchia per i suoi metodi di amministrazione dispotici, il trattamento duro del clero e le accuse di stretti legami con G. Rasputin. È facile intuire che tutti questi fattori lo rendevano nemico del metropolita Vladimir.

Nell'autunno del 1917, Aleksij (Dorodnitsyn) arrivò a Kiev e si stabilì unilateralmente nella Lavra delle Grotte di Kiev. Dopo aver compreso la situazione politica, sull'onda dei sentimenti autocefali, cercò di impossessarsi del potere ecclesiastico e deporre il metropolita Vladimir.

L'obiettivo principale che l'AUOCR si era prefissato era quello di convocare un Concilio ecclesiale pan-ucraino. Dorodnitsyn e i suoi soci presumevano che questo Concilio avrebbe votato per l'autocefalia. Il 6 novembre 1917, l'AUOCR inviò una lettera al metropolita Vladimir, che si trovava a Mosca, esortandolo a non tornare a Kiev e a dimettersi dalla carica di metropolita di Kiev.

Tuttavia, il vescovo si rifiutò di farlo e il 2 dicembre 1917 arrivò a Kiev e si stabilì nella sua residenza metropolitana nella Lavra delle Grotte di Kiev. Aleksij (Dorodnitsyn) risiedeva già nella Lavra, essendo riuscito a mettere alcuni monaci contro il metropolita Vladimir.

Paradossalmente, il Concilio locale della Chiesa ortodossa russa a Mosca non si oppose alla celebrazione del Concilio a Kiev e vi inviò persino una delegazione guidata dal metropolita Platon (Rozhdestvenskij). Le sessioni del Concilio si aprirono il 7 gennaio 1918, nella cattedrale di Santa Sofia a Kiev. Il metropolita Vladimir fu eletto presidente onorario, mentre il presidente effettivo fu il vescovo Pimen (Pegov) di Balta. Ciò potrebbe essere accaduto perché il metropolita Vladimir era inizialmente contrario al Concilio, ma diede la sua benedizione per il bene della pace della chiesa.

Nella prima sessione, il Concilio decise di destituire l'arcivescovo Aleksij (Dorodnitsyn) per disobbedienza alle autorità ecclesiastiche e violazione dei canoni. Per quanto riguarda l'autocefalia della Chiesa ucraina, ci furono molti dibattiti, ma non si giunse a una decisione finale. Decisero di rinviare la questione fino al maggio 1918, quando fu pianificata la seconda sessione del Concilio.

La pausa nei lavori del Concilio fu dovuta al fatto che le forze bolsceviche stavano avanzando su Kiev e la città era sottoposta a pesanti bombardamenti. Dopo che Kiev fu catturata dai bolscevichi il 23 gennaio 1918, costoro scatenarono un vero terrore con uccisioni di massa e saccheggi.

Martirio

Anche la Lavra delle Grotte di Kiev fu sottoposta a violenza e saccheggi. I soldati dell'Armata Rossa vagavano per le chiese e le celle, commettendo sacrilegi, prendendo in giro i fratelli e sequestrando tutto ciò su cui riuscivano a mettere le mani. La sera del 25 gennaio 1918, cinque individui armati entrarono nelle stanze del metropolita, chiedendo che questi si vestisse e li seguisse. Il Metropolita Vladimir aveva già capito che lo stavano conducendo all'esecuzione. Ne parlò ad alcuni monaci presenti, li benedisse e salutò il suo custode di cella.

Fu condotto fuori dalla Lavra attraverso le Porte Economiche e fucilato non lontano dal muro della Lavra. Dopo la caduta, il vescovo, fu pugnalato più volte con una baionetta, e poi derubato. Prima di morire, pregò e perdonò i suoi assassini.

La mattina del 26 gennaio 1918, il corpo dello ieromartire fu trovato dai passanti. Ciò significa che i monaci della Lavra e le persone che si trovavano nei pressi del metropolita non si informarono nemmeno sulla sorte del vescovo e non lo seguirono almeno da lontano. e tanto meno cercarono di proteggerlo dai soldati dell'Armata Rossa. Forse, questo può essere spiegato dall'atmosfera di paura che prevaleva a Kiev in quei giorni. Il corpo del santo martire fu esaminato da professionisti medici, vestito con paramenti episcopali e posto nella chiesa di san Michele.

Il 29 gennaio 1918, il servizio commemorativo per il metropolita Vladimir ebbe luogo nella cattedrale della Dormizione della Lavra. Il metropolita fu sepolto nella chiesa dell'Esaltazione della Croce nelle Grotte Vicine. Nel 1992, lo ieromartire Vladimir fu canonizzato e le sue reliquie furono scoperte e ora riposano nelle Grotte Lontane della Lavra delle Grotte di Kiev.

Conclusione

Qual è il significato dell'impresa dello ieromartire Vladimir di Kiev per noi, suoi discendenti? Innanzitutto, serve come esempio di vita retta. C'è chi dice che ai nostri tempi è impossibile vivere secondo i comandamenti del Vangelo, che contraddice il ritmo della vita moderna, le regole del mondo in cui viviamo, ecc. Questo è ciò che dicono ora, ma è sempre stato detto nel corso della storia. In ogni momento, coloro che non volevano vivere secondo il Vangelo si giustificavano con tali argomenti. Eppure, i giusti che vivevano accanto a queste persone che si auto-giustificavano erano la testimonianza vivente che in qualsiasi epoca, in qualsiasi circostanza, si può vivere secondo i comandamenti di Dio.

Il metropolita Vladimir non solo visse in un periodo difficile, ma ricoprì anche posizioni elevate nella gerarchia ecclesiastica all'interno di un sistema di governo della chiesa decisamente anti-ecclesiastico, in cui la Chiesa non aveva né un patriarca né un'amministrazione sinodale. Si sottometteva completamente alla volontà del monarca e dipendeva dalla persona dell'Ober-Procuratore del Santo Sinodo, che di fatto guidava la Chiesa. Nel metropolita Vladimir non vediamo un ribelle contro questo sistema, ma un umile lavoratore nel campo di Cristo, che fece tutto il possibile per portare la buona novella di Cristo alle persone. Nonostante tutte le difficoltà e le contraddizioni della vita di quel tempo, salvò anime umane e adempì non formalmente ma efficacemente le parole di Cristo agli apostoli: "...andate e fate discepoli di tutte le nazioni, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e del Santo Spirito, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato..." (Mt 28:19-20).

Andava nelle piazze a predicare Cristo; radunava le persone nelle chiese e nelle sale di varie istituzioni. Non aveva paura delle domande scomode che potevano essere poste (e tali domande venivano spesso sollevate sotto l'influenza di sentimenti rivoluzionari). Avrebbe potuto vivere una vita calma e misurata da vescovo russo e non andare oltre il comportamento accettato a quel tempo. Ma era infiammato di spirito, bruciava di amore per Dio, ed è per questo che poteva accendere il fuoco della fede nei cuori delle persone.

Un'altra lezione che ci insegna lo ieromartire Vladimir è la confessione senza paura della verità di fronte a chi detiene il potere. Il vescovo non poteva, per esempio, ignorare i pericoli che comportava la sua posizione contro Rasputin, ma considerava suo dovere farlo.

Infine, il suo martirio ci mostra un esempio di come un vero cristiano dovrebbe affrontare la morte: con calma, abbandonandosi completamente alla volontà di Dio, con la speranza della vita eterna. Gli ultimi momenti prima degli spari: preghiera, segno della croce e perdono degli assassini.

Santo martire Vladimir, intercedi presso Dio per noi!

 
È ora di ripensare i ministeri universitari ortodossi?

Maggio è il mese delle lauree all'università. È un momento di nuovi inizi per gli studenti universitari cristiani ortodossi in tutto il paese, nella transizione al di fuori della vita del campus e all'interno dell'età adulta. La stagione delle lauree è anche l'occasione per osservare la pastorale universitaria ortodossa in America e il suo stato di salute. La salute della pastorale universitaria è un indicatore chiave della futura salute dell'Ortodossia in America.

Gli studenti universitari sono oggi di gran lunga uno gruppi più a rischio nella Chiesa ortodossa. Giovani uomini e donne nei college si confrontano con un ambiente che è sempre più ostile al cristianesimo ortodosso. Vivere la fede ortodossa in un campus universitario significa spesso offrirsi come oggetto di scherno. In molte università, una visione del mondo cristiana ortodossa è considerata nella migliore delle ipotesi una reliquia superstiziosa e nel peggiore dei casi una forma di bigottismo.

La pressione che gli studenti universitari cristiani ortodossi affrontano dai loro pari, per mettere da parte le proprie convinzioni e rimanere in silenzio sulla propria fede, non è mai stata così grande.

Questa è la realtà che oggi affronta la pastorale universitaria ortodossa.

Alla superficie, tutto sembra andare bene con la pastorale universitaria. Ci sono conferenze, viaggi missionari e ritiri durante tutto l'anno. I social media sono fitti di aggiornamenti. Si potrebbe pensare che gli studenti universitari vadano alla grande quando si tratta di rimanere collegati alla Chiesa. Tuttavia, le apparenze possono spesso nascondere preoccupazioni più gravi.

L'Assemblea dei vescovi ortodossi negli Stati Uniti ha prodotto uno studio di 114 pagine sulla pastorale universitaria ortodossa. Uno studio dei fatti presentati in questo rapporto mostra una serie di sfide quando si tratta di studenti universitari ortodossi. Questi problemi dimostrano che il modello attuale di ortodosso pastorale universitaria fa fatica a compiere la sua missione. Rispetto ad altri gruppi universitari cristiani, la Chiesa ortodossa è da anni meno efficiente nel ministero agli studenti universitari.

Gli sforzi di pastorale universitaria ortodossa sono stati ridotti notevolmente nel corso degli anni. Oggi ci sono solo due dipendenti a tempo pieno per il Nord America, una riduzione del 75% nel personale rispetto al giugno del 2012. Una revisione del piano strategico della pastorale universitaria mostra una serie di obiettivi che non sono stati raggiunti per anni: il fallimento più significativo è l'abbandono del programma dei coordinatori regionale e delle cappellanie regionali. Il ministero universitario fornisce anche scarse informazioni gestionali a ex studenti, donatori e volontari. Sul sito nazionale non sono disponibili gli statuti organizzativi, le minute dei consigli d'amministrazione, le relazioni annuali e regolari informazioni finanziarie. Il Consiglio di Amministrazione è stato ridotto da 19 membri nel 2010 a 9 membri nel 2016, con poco sforzo fatto per reclutare leader che possano portare nuove prospettive di pastorale universitaria.

La realtà della pastorale universitaria è che, nonostante le migliori intenzioni, è necessario un rinnovo se il cristianesimo ortodosso vuole essere una presenza vitale nei campus universitari negli anni a venire.

Ecco alcuni fatti del rapporto dell'Assemblea dei vescovi sullo stato attuale degli studenti universitari cristiani ortodossi; i fatti puntano alla necessità di un cambiamento quando si tratta di pastorale universitaria:

• Secondo l'Assemblea dei vescovi, ci sono circa 800.000 aderenti al cristianesimo ortodosso negli Stati Uniti e 1.350 studenti universitari che partecipano alla pastorale universitaria (p. 13). Ciò significa che tra tutti i cristiani ortodossi che in America frequentano regolarmente la chiesa, meno di 2 su 1000 sono studenti che partecipano alla pastorale universitaria.

• I gruppi di pastorale universitaria conducono una vita precaria e sono in perpetuo flusso (p. 5). Il 29% dei gruppi ha meno di 5 membri. Il 73% dei gruppi ha meno di 10 membri (p. 14). Data la realtà di una scarsa o nulla crescita, la semplice perdita di un paio di studenti o di un consulente in uno di questi gruppi può letteralmente significare la fine di una data pastorale universitaria. Anche la pastorale universitaria fluttua in modo significativo. Non vi è alcuna garanzia che un gruppo di ministero resterà attivo, per non parlare di una crescita, nel corso di un determinato anno scolastico.

• L'appartenenza alla pastorale universitaria mostra un declino dal 2012 al 2014 (p. 13). Ciò conferma che la statistica del 60% degli studenti universitari che lasciano la fede ortodossa è una realtà che non se ne andrà via presto. La Chiesa ortodossa perde costantemente sei studenti universitari per ogni quattro che mantiene.

• Solo la metà dei leader dei ministeri universitari prende sul serio la pratica essenziale della Chiesa ortodossa di una regolare frequenza in chiesa, dichiarandosi d'accordo con l'affermazione: "Penso che uno debba andare in chiesa regolarmente per essere un buon cristiano ortodosso"; i programmi dei ministeri universitari fanno fatica a creare connessioni liturgiche durature con la Chiesa. Tanto più preoccupante è l'osservazione che se il 50% dei leader degli studenti non prende sul serio la regolare frequenza in chiesa, si può immaginare quanto più grande sia la percentuale tra gli studenti universitari ortodossi meno coinvolti.

• Tra i leader degli studenti ortodossi, il 44% ritiene che il modo in cui si vive è più importante che essere ortodosso. (p. 52) In un'epoca in cui sempre più giovani dichiarano "nessuna" alla voce della loro appartenenza religiosa, questo rappresenta una chiara sfida se l'attuale prospettiva della pastorale universitaria contribuisce o no a formare cristiani ortodossi adulti e attivi. Ogni studente universitario cerca verità, bellezza e bontà, ma sempre più studenti non riescono a connettere tale ricerca con la fede cristiana ortodossa.

Cosa si può fare per rinnovare la pastorale universitaria ortodossa e aiutare gli studenti universitari a crescere fino a diventare discepoli dotati di discernimento? In primo luogo, la pastorale universitaria ortodossa deve essere disposta a correre rischi sostanziali e a lavorare al di fuori della sua zona di comodità. Cristo dice all'apostolo Pietro di "prendere il largo, e di calare le reti per la pesca" (Luca 5:4). L'Ortodossia non è semplicemente un obbligo o un'eredità etnica – è un dono, e al tempo stesso una chiamata. Tenersi legati alla Chiesa significa molto di più che tenere gli studenti in edifici della Chiesa o indurli a partecipare a una conferenza all'università – significa aiutarli a innamorarsi della verità di Gesù Cristo.

Mi spiego meglio.

La fede ortodossa non è cambiata affatto, ma è cambiato drasticamente il mondo in cui vivono gli studenti universitari cristiani ortodossi. Per molti anni, la risposta della pastorale universitaria ortodossa è stata di incoraggiare una conformità educata alla fede, piuttosto che di aiutare gli studenti ad acquisire gli strumenti ortodossi di cui hanno bisogno per navigare in tutto il mondo.

Che cosa intendo per conformità educata? Si tratta di un termine coniato dal teologo Luigi Giussani. La conformità educata è l'acqua poco profonda della nostra vita che Cristo ci comanda di lasciarci alle spalle. È l'adesione a tutti i rituali esterni del cristianesimo ortodosso senza prendersi il tempo di verificare da soli la Tradizione. Si tratta di una forma di testimonianza contraffatta. La conformità educata significa accettare il cristianesimo ortodosso senza critiche, accogliere a parole la fede per compiacere figure di autorità, membri della famiglia, o un gruppo di pari. La conformità educata significa dire di sì in chiesa, e in realtà credere e comportarsi in un modo che è in contrasto con la fede ortodossa. Quando 6 su 10 studenti universitari lasciano la fede e oltre il 50% dei leader studenteschi ortodossi non vede alcun valore nel frequentare regolarmente la chiesa, allora possiamo certamente dire che una cultura di conformità educata ha prevalso tra gli studenti universitari. Una volta che la pressione da parte dei pari a conformarsi all'Ortodossia viene rimossa, non c'è dubbio che molti giovani non siano più motivati ​​a essere ortodossi e che trovino la Chiesa non più significativa. Di conseguenza, scelgono di andarsene quando hanno terminato alcuni programmi.

I cristiani ortodossi possono invertire questa tendenza con la creazione di un ambiente di pastorale universitaria che sia disposto a navigare in acque profonde e a sporcarsi le mani con la nostra cultura. Gli studenti universitari hanno bisogno di incontrare un cristianesimo ortodosso che è disposto a lottare onestamente con le grandi questioni della nostra cultura e non a evitarle gentilmente per paura di offendere qualcuno. Questo va al di là di semplici sessioni di domande e risposte alle riunioni dei gruppi o alle conferenze nazionali. Significa educare in modo pro-attivo i giovani a cercare risposte dalla Chiesa sulle questioni più importanti della vita. Significa avere a che fare con i dubbi.

I campus universitari non sono ambienti neutrali quando si tratta di fare domande sulla vita, e nemmeno la pastorale universitaria dovrebbe essere un ambiente neutro. I responsabili della pastorale universitaria devono affrontare le grandi questioni della nostra cultura con la presentazione dell'Ortodossia nella sua pienezza. Ciò significa fare di più che semplicemente porre domande, significa dare risposte oneste che vengono dal cuore della Tradizione della Chiesa. La risposta ortodossa alle domande sulla vita umana, il perdono, il matrimonio, la sessualità, i generi maschile e femminile, il lavoro, la famiglia, la vocazione, l'amore e il culto devono essere presentate in modo compassionevole e chiaro. Perché nascondere gli insegnamenti più belli e salvifici della Chiesa quando questi hanno il potere di cambiare tante vite? Cristo ci ricorda: "Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, in modo che essi vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli". (Matteo 5:16)

Il secondo modo per invertire questa parabola discendente è di sottolineare la differenza tra informazione e sapienza quando si tratta della nostra Fede. La nostra cultura è satura di informazioni da una varietà di fonti, come per esempio i social media e i servizi di informazione per 24 ore al giorno. È l'era dell'informazione. Allo stesso modo, quando si tratta di cristianesimo ortodosso, i programmi universitari si accontentano spesso di presentare informazioni sull'Ortodossia, piuttosto che la sapienza dell'Ortodossia. Le informazioni sull'Ortodossia limitano la nostra conoscenza a fatti e riti, mentre la sapienza del cristianesimo ortodosso ci fornisce la possibilità di utilizzare la nostra fede per vivere la nostra vocazione come esseri umani. Nel profondo, gli studenti universitari bramano un'esperienza di fede che vada oltre ai messaggi su Facebook e ai video su YouTube. Anelano al significato che solo Cristo può dare e a un autentico senso di comunità che possono trovare solo in quell'ospedale per i peccatori che è la Chiesa.

Un ultimo modo per invertire questa tendenza è di sottolineare la leadership liturgica. I leader ortodossi non devono essere trovati solo in incontri, conferenze, o campi estivi. Si devono trovare –prima e soprattutto – alla Liturgia. Se vuoi essere un leader cristiano ortodosso, devi essere un leader liturgico, ovvero uno che sacrifica il suo tempo per vivere e imparare in modo coerente dalla vita liturgica della Chiesa. La Liturgia è la prima e migliore scuola di leadership nella Chiesa ortodossa.

Le sfide che la pastorale universitaria affronta sono senza dubbio gravi. La buona notizia è che le soluzioni a questi problemi si trovano sul percorso antico che è stato percorso da tempo e più volte dai cristiani ortodossi. È il cammino della ricerca di Dio, con le domande che nascono dal profondo del nostro essere. È il percorso di prendere sul serio queste domande, essere loro fedeli, e cercare le risposte nella Tradizione della Chiesa. San Gregorio del Sinai aveva ragione quando scriveva: "... se un uomo cerca Dio con obbedienza, mettendo le cose in discussione e con saggia umiltà, sarà sempre protetto dai pericoli dalla grazia di Cristo, che vuole che tutti gli uomini siano salvati".

Obbedienza, capacità di mettere le cose in discussione, e umiltà. Si tratta di tre strumenti che ogni studente universitario dovrebbe ricevere dalla Chiesa, e tenere nella propria cassetta degli attrezzi spirituali. Il nostro compito come cristiani ortodossi è di fare in modo di dare loro questi strumenti in modo che possano esplorare le acque profonde della fede cristiana ortodossa non solo all'università, ma cosa ancora più importante, per il resto della loro vita da adulti.

 
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Каким должен быть современный храм для Православной России?

Интервью с Андреем Альбертовичем Анисимовым - председателем Правления Гильдии храмоздателей, Заслуженным архитектором России, академиком Академии архитектурного наследия, членом Совета по архитектуре Союза архитекторов России.

Александр Артамонов. В свое время в Западной Европе было время соборов. Тогда соборы, по словам современников, «росли как грибы», а зодчие почитались представителями высшей гильдии средневековых ремесел. Считаете ли Вы, что время соборов наступило теперь и у нас?

Андрей Анисимов. Вы знаете, что сегодня в Западной Европе храмы не только закрываются, но и продаются с молотка. Причем далее они поступают в так называемое «свободное применение» - под кафе, даже под жилье, под офисы… Поэтому, надо честно признать, мы знамя подхватили – это правда! В России действительно строится очень много храмов – их строительство не уменьшается и даже кризис не повлиял. Более того, так как кризис у нас уже не первый, и мы к этому начинаем уже привыкать, то наши молодые архитекторы даже сделали анализ сопоставления темпов строительства храмов с кризисными явлениями. Что самое интересное – перед окончанием кризиса, количество построенных храмов становится больше, чем в спокойное время. То есть во время кризиса храмы строятся, а после его окончания, они освещаются. Храмы строятся как в Москве, так и по всей России. Могу это совершенно точно подтвердить – я это доподлинно знаю, хоть мы и московская организация и Гильдия Храмоздателей объединяет людей в Центральной части исторической Руси. Среди наших объектов есть и храмы в Нижнем Новгороде, в Суздале, в Москве. Но, тем не менее, мы работаем на Сахалине и в Мурманске, в Калининграде, а также за рубежом. Мы проектируем и строим храмы либо для нашей Церкви, либо для русскоговорящих общин.

Если мне память не изменяет, Вы начинали свой творческий путь с Когалыма.

Ну, в Когалыме я его начинал не как церковный строитель, но, как архитектор. Я в 25 лет был назначен туда главным архитектором города. Есть, конечно, некоторое недоумение. В Москве нас не очень используют для строительства храмов. Мне казалось, что в столице надо было бы собирать ярких представителей церковного зодчества и предоставить им возможность поработать. Но, к сожалению, пока этого не происходит.

Печально. Но когда знакомишься с тем, что Вы сделали: за сотню храмов восстановленных и построенных Вами уж точно перевалило! А теперь о сути Вашего творчества. Когда перебираешь историю церковной архитектуры, то невольно возникает мысль: столько всего сделано, столько построено… Неужели надо изобретать какие-то новые формы? Не лучше ли придерживаться уже освященной временем архитектурной традиции?

Когда мы только начинали проектировать и строить храмы, самое главное для меня было следующее: идти от той отправной точки, на которой прекратилось церковное искусство. Это была моя внутренняя позиция, в правильности которой я уверен до сих пор. То есть желание придумать что-то новое, оно у меня, как у молодого архитектора, желающего выразить себя, естественно, присутствовало. И конечно же, я на бумажке рисовал какие-то современные на тот момент проекты. Слава Богу, ни один не реализовался. Все-таки правильнее изучить наследие и попробовать построить учитывая его. Поэтому для меня было так интересно попробовать построить храм в моем любимом стиле русского модерна, использовать псковские мотивы. И если меня попросить заказчик построить храм в стиле классицизма или русского барокко, я тоже не отказываю, я тоже пробую и тоже пытаюсь понять и полюбить данную стилистику. И при этом возникает вопрос, что же такое современная архитектура. И так как все-таки существуют современные материалы и современные технологии и какие-то современные достижения и среда определенная, то у людей, которые сталкиваются с духовной архитектурой возникает  такой подход: поручили человеку проектировать храм, и он это делает, как будто бы проектировал современный микрорайон или какой-нибудь там соседний спортивный комплекс. Мотивировка у таких архитекторов такая: мол, это современная архитектура и мы будем ее вписывать в современную среду. На самом деле, это не очень получается. И хороших проектов и у нас нет – я имею в виду современную архитектуру, в современном понимании  современного дизайна. Любая попытка сделать нечто свое, на мой взгляд, приводит к творческому краху. Потому что большинство современных храмов 70-х-80-х годов в Европе – это бездушные бетонные монстры, хотя, может быть, некоторые их них и являются архитектурным шедевром – та же «Капелла» Корбюзье. Но она не является церковным шедевром и востребованным церковным зданием.

Тем не менее, вполне современный Богородичный храм Вашего авторства в деревне Надовражино Истринского района Московской области являет собой совершенный образец современной церковной архитектуры, редкостный по уровню художественного исполнения и лаконичной выразительности. Насколько мне известно, Вы также сумели уложиться в минимум средств. И это, безусловно, Ваше творение, а не повторение классических форм. Храм невысокий, с необычным куполом, с индивидуальным крестообразным решением окна рядом со входом, с домашней росписью иконостаса и фресковой наружной росписью…

Богородичный храм в деревне Надовражино

Вот именно так я и пришел к выводу, что не надо пересиливать ситуацию, то есть сидеть и что-то придумывать новое, потому что, на самом деле, все уже давным-давно выдумано. Просто надо посмотреть на те шедевры, которые были созданы в прежние времена. И когда я начинаю смотреть на памятники церковной архитектуры, то выясняю, что, на мой взгляд, чем древнее, тем лучше! То есть самые точные, выразительные и удобные храмы – это древние храмы. В России для меня это Псков. Потому что они простые, то есть по современным меркам они малобюджетные. Они похожи на крепости и выделяются выгодно на фоне современной застройки. Поэтому когда мы говорим о том, что церковь должна вписываться в окружающую городскую среду, то я считаю, что это совершенно не факт. Церковь может противостоять. Так как церковная архитектура является внешним выражением того, что происходит в самой церкви, то есть Литургического служения, то здание должно показывать, что внутри церковной ограды происходит совершенно другая жизнь. И мы должны заметить эту жизнь, пролетая по скоростной трассе Москвы или Подмосковья. Заметим: инок – он иной, и Церковь тоже иная! Церковь отделена от государства; в ней происходит совершенно другая жизнь. И это надо показать. Необязательно крутить рюшечки и делать в золоте – есть и другие способы выражения красоты. И поэтому меня заинтересовали как раз древние храмы русского Севера и Северо-Запада, в частности, Пскова. Меня также интересуют храмы Балкан и Византии.

Вам также нравится шатровая архитектура, судя по Вашим статьям.

Владимирский скит Валаамского монастыря. Проект Андрея Анисимова

Это абсолютно русская архитектура. Скорее всего, она пришла из деревянного зодчества. Это наше достижение, но шатровый храм нельзя отнести к малобюджетным. То есть в современной нашей тяжелой ситуации шатровые храмы строить достаточно сложно. Потому что это большой объем. Его надо отапливать и обогревать. Поэтому, конечно, это красиво и торжественно. Это может быть и современный храм, и храм монастырский. Но представить себе приходской храм, который еле-еле собирает средства на хор, и нам сделать его шатровым и заставлять батюшку его отапливать – это немножечко жестоко по отношению к приходу!

Именно этими мыслями Вы и вдохновились, насколько понял, когда Вы строили храм в Михайловской слободе Раменского района Московской области прп. Паисия Великого…

Единоверческая церковь Паисия Великого в Михайловской Слободе Раменского района Московской области

Совершенно верно! И именно из этого храма Паисия Великого и положительного опыта Богородичного храма в деревне Надовражино, у нас как раз и родилась идея, поддержанная митрополитом Марком, это идея строительства так называемых малобюджетных или быстровозводимых храмов. При строительстве должны соблюдаться все традиции -  то, о чем я и говорю, то есть чтобы там не было ни бетона, ни индустриальных конструкций. Он строится весь вручную. Мы сейчас построили такой храм в микрорайоне Кожухово, на востоке Москвы, за МКАДом, и он обошелся менее, чем в 50 миллионов рублей. По нынешним временам это копейки! Я надеюсь, что нам удастся построить еще несколько таких храмов. Единственно, что в связи с тем, что предполагается рост наших общин, Святейший Патриарх благословил строить храмы от 500 человек.

Но хотел бы остановиться на том, что такое современный храм. Это не просто архитектура, но и то, что диктуется требованиями нашего времени. Это то, что удобно для современного их использования. Поэтому храм не может быть просто кубиком, у которого один-два входа и алтарь. И все. Архитекторы, которым поручают проектировать храмы, должны смотреть не на храм Покрова-на-Нерли, так как он не является приходским. Это княжеский храм, наделенный другими функциями. Надо смотреть на приходские храмы. Ярким примером опять-таки является Псковский храм, где существует основной объем храма и множество обстроек и пристроек. Необходим один дополнительный придел для крещения, отпевания или исповеди, а также развитый притвор, в котором находятся иконная лавка, свечной ящик, лавочки для отдыха и т.д. Нам также необходим и гардероб. В храме в Усово, в котором мы принимали участие, есть еще и детская комната.

Хотел отметить, что в ходе предыдущего эфира на волнах нашей радиостанции, беседуя с коллегой Е.Д. Шеко, Вы отмечали такой забавный малобюджетный проект, как проект «из кубиков». Вы рассказывали нам, что зачастую современные зодчие не учитывают, что именно храм должен быть для людей, а не наоборот. То есть Пасха для человека, а не человек для Пасхи!

Кроме того, что храм существует для Литургии, сейчас крайне важно отметить социальное служение Церкви. Поэтому храм обрастает большим количеством функций. И если  говорить о том, что нужен храм плюс дом причта с трапезной, то это неправильно! Еще есть и школы, и различные благотворительные учреждения, попечительские, образовательные. Получается, что Церковь осуществляет огромное количество функций! В этом комплексе зданий храм занимает иногда до 20%, хотя все происходит именно под его крестом. Вы, наверное, видели и храм на улице Лобачевского, который мы построили. Он сблокирован с другими строениями комплекса.

Тем не менее, любопытно провести параллель с Западной Европой. Западно-европейцы шли по линии неоготики и создавали в XIX и в начале XX века репризу средневековых соборов. Потом они пошли по линии голого функционализма при максимальном использовании бетона, стилобата и других современных строительных средств. Вы же говорите о функциональности для людей, но не за счет утраты индивидуальности храма. Вы также не посягаете изменять форму иконостаса и избегаете инноваций в области священной атрибутики храма – будь то в Вашем исполнении крест или иконостас, церковный канон будет строго соблюден.

В процессе изучения древней архитектуры, мы приходим к следующему выводу. В чем сходство древней архитектуры и нашего решения? Для распространения христианства было необходимо, чтобы в службе участвовали все, кто находится в храме. Для этого, к сожалению, высокий глухой иконостас, который у нас появился в XV-XVI веках, не способствует выполнению этой задачи. Прихожане получаются отрезанными от алтаря. Как раз в данном случае лучше сделать алтарные преграды и иконостас, которые позволят сослужить в храме и видеть "святая святых". Поэтому мы сейчас делаем низкие алтарные преграды, либо, если иконостас высокий и многоярусный, делаем низкие Царские Врата, или же ставим иконы не вплотную, чтобы можно было видеть, что происходит в алтаре.

Получается, что Вы опять-таки возрождаете старинную традицию.

Совершенно верно! Каждое наше решение требует определенного подтверждения в традиции. То есть обязательно, чтобы был аналог в древности. Почему я и говорю, что когда ходишь по древним храмам, то понимаешь, что они предельно современны.

Также для меня немаловажно и является признаком современной архитектуры то, что мы все делаем вручную! Мы не применяем бетон и монолитные конструкции. В таких храмах очень плохая акустика и температурно-влагостной режим. Мы применяем кирпич, причем оставляем его во многих местах просто открытым. Мы применяем не штукатурку в стиле "евроремонта", а неровную обмазку, чтобы было видно движение руки.

Для чего это делается? Дело в том, что тогда на подсознательном уровне человек понимает, что находится в теплом, с душой сделанном пространстве. Когда все это отлито из бетона и подшито гипсо-картоном, то ощущение внутреннего холода передается людям. Это недопустимо в храме!

Есть стереотип, что храм должен доминировать в застройке. Но это не канон. Сложно себе представить храм, который будет доминировать в современном микрорайоне Москвы. Любая девятиэтажка будет над ним возвышаться. Именно поэтому мы применили другую концепцию, которая легко читается в Надовражино. Кстати, проект этого храма я нарисовал всего лишь за ночь. Идея родилась сразу! И это было хорошо. Кстати, нынешний епископ, а тогда архимандрит Тихон (Шевкунов) поддержал ее очень быстро. Ему нравится псковская архитектура. В чем была задача? Вокруг стоят «краснокожие» особняки, и как прикажете сделать доминанту? Тянуть все это вверх? Придется изрядно потратиться, ну а потом еще и содержать извольте! И тут мы подумали: а зачем? Лучше мы сделаем сооружение небольшое, но очень красивое. И оно именно этой своей стороной будет там доминировать. И так ведь и получилось на самом деле. Эта маленькая жемчужинка подчеркнула все безобразие, которое творится вокруг. Его, правда, сильно испортили куполами, покрытыми оксидом титана. Применение заменителей – оксида или нитрида титана, в частности – не способствует привлечению людей к церкви. Наоборот! Не делайте бутафорию! Есть, в конце концов, современный материал пурал, железо, покрытое полимером. Покрасьте, наконец, оцинкованное железо, но избегайте бутафории!

А сколько нужно еще храмов Москве?

Мы, к сожалению, в Москве не очень много храмов строим, но представлены они достаточно разнообразно. Мы построили храм св. Александра Невского при МГИМО на улице Лобачевского. Храм выдержан в северной архитектурной традиции. По нашим проектам, с небольшими отклонениями и упрощениями, построен храм в Братеево. Он шатровый и соответствует древним традициям. Также построен храм в Некрасовке, в византийском стиле. И, наконец, построен малобюджетный храм в Кожухово. Тем самым мы показали различные варианты храмов.

Я пытаюсь дать понять, что церковная архитектура – это не только храм Христа Спасителя и церковь Покрова-на-Нерли. Традиция предельно разнообразная и широкая. Хотелось бы, чтобы и в Москве появлялись храмы разного решения. Пора уже перестать строить типовые храмы! Да и такой установки, кажется, уже нет. Думается мне, уже через год будет освящение храмов по индивидуальным проектам. Но насытить Москву храмами практически невозможно. Это будет продолжаться очень долго, так как новые микрорайоны вообще не охвачены.

А разве при застройке нового квартала урбанисты не отводят сразу место для храма?

Насколько мне известно, это решение будет применяться в Новой Москве. Есть тут и еще одна проблема. Исторически храм был центром населенного пункта, начиная от деревни и кончая городами. Но с Петра Первого центрами городов становятся… учреждения. Для него это было Адмиралтейство. Пусть Петропавловский собор и центр города, но от композиционного центра он смещен. А для исторических городов храм – это центр любой жизни, и географически, и административно и т.д. Но у нас центром городов является не храм, а торговля, то есть торговые центры!

С учетом Вашего ранга и достижений не задумывались ли о возможности принять участие в восстановлении храмов, разрушенных на севере Святой Земли, то есть в Сирии, где Россия помогла справиться с черным сектантством ИГИЛ?

Мы, к сожалению, не такая мощная организация, которая могла бы помочь. Но если бы нас призвали, то думаю, что мы бы, конечно, с радостью в этом поучаствовали. Для меня очень печально, что во всей этой жуткой истории с Сирией, акцент на то, что это было уничтожение христианства и исторического оплота христианства на Ближнем Востоке, не был сделан. Наблюдается преступное замалчивание этой трагедии. Почему-то у нас боятся говорить, что существует Православие, существует Церковь, и есть на нее различные гонения! Я знаю, что Императорское Палестинское общество очень активно помогало Сирии на всем протяжении этого конфликта. Уже много лет туда отправлялись гуманитарные грузы. Оказывалась и другая помощь. Вот уже много лет я являюсь активным членом этого общества и буду очень рад, если удастся посотрудничать в деле восстановления и строительства храмов.

 
10 domande sul sacerdozio e sui preti

Quanto ne sappiamo dei sacerdoti e del loro ministero? Da dove proviene il sacerdozio, è diventato obsoleto? Chi può mettersi in questo modo al servizio di Dio? Infine, abbiamo davvero bisogno di un mediatore come questo tra Dio e il suo popolo, se Cristo stesso è diventato un simile mediatore 2000 anni fa?

Abbiamo scelto dieci domande sul sacerdozio, che sono spesso fatte dai non credenti o da quelli che hanno dubbi. Domande alle quali non tutti i fedeli cristiani riescono a rispondere. Padre Sergej Pravdolubov, titolare di un magistero in teologia, professore dell'Accademia Teologica di Mosca e rettore della Chiesa della Santa Trinità nel villaggio di Trojtsa-Golenischevo, risponde a queste domande.

1. Chi è stato il primo prete ortodosso?

Questo non è noto. Tuttavia, il Libro degli Atti menziona i "presbiteri della chiesa" di Efeso, che non erano vescovi come Timoteo, discepolo dell'Apostolo Paolo. Nei primi secoli del cristianesimo c'erano anche i corepiscopi o "vescovi dei paesi". I vescovi e i presbiteri di paese differivano leggermente.

2. Che cosa è "un sacerdote secondo l'ordine di Melchisedek" e perché questa citazione fa riferimento a Cristo? Chi è Melchisedek?

Melchisedek era "il re di Salem" ed era anche un sacerdote (Genesi 14:18, Salmo 110:4). La sua origine è assolutamente sconosciuta e poco chiara. Salem è spesso considerato il nome di Gerusalemme. Ma può anche essere interpretato come una regione non localizzata di origine poco chiara e probabilmente celeste. Questa oscurità simbolica del luogo e dell'origine viene utilizzata in relazione al Signore Gesù Cristo, che incarna Dio, il re e il sacerdote in una singola persona.

3. Perché abbiamo bisogno di sacerdoti?

Abbiamo bisogno di un qualsiasi mediatore tra Dio e gli uomini dopo la venuta di Cristo, se egli stesso è il Mediatore? Questo è ciò che proclamano i protestanti, che continuano a protestare contro l'istituto del sacerdozio tra i cristiani ortodossi e cattolici. Tuttavia, dimenticano una cosa: Cristo poteva risolvere questo problema e annullare risolutamente questo "culto dei sacerdoti". Poteva passare tutto a persone semplici e ai capi delle famiglie di tutto il mondo. Tuttavia, Cristo ha benedetto la continuazione di questo ministero, senza il quale il cristianesimo presto si esaurirebbe e svanirebbe. Dio conosce meglio di noi le ragioni per le quali abbiamo bisogno dei sacerdoti e della Chiesa con i suoi santi misteri.

4. Se Cristo definisce i suoi fedeli parte del "sacerdozio regale", allora perché solo a persone speciali è permesso di celebrare i santi misteri?

Secondo le parole del santo martire Pavel Florenskij, questo è l'argomento dei "preti protestanti".

Se qualcuno è in pericolo di morte, per esempio un neonato che può morire in ospedale, qualsiasi cristiano ortodosso può battezzare quella persona. In questo caso viene eseguita la versione breve del battesimo, con acqua versata per tre volte sopra il bambino mentre si leggono le preghiere richieste. Il mistero del battesimo ha luogo comunque.

Solo dopo che il bambino si è ripreso, un prete l'ungerà con il santo crisma in chiesa. Secondo le storie delle vite dei santi, fino al X secolo un laico con una benedizione del sacerdote poteva prendere dalla chiesa la santa comunione e in caso di emergenza dare la comunione a un'altra persona. Tuttavia la Chiesa, in cui vive lo Spirito Santo, ha deciso di terminare questa pratica e di proibirla nel secondo millennio.

5. Qual è l'origine del sacramento dell'ordine (ordinazione)?

È nato dal Signore Gesù Cristo stesso e dai suoi apostoli. L'apostolo Paolo chiede al suo discepolo Timoteo:

"Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l'imposizione delle mie mani" (2 Timoteo 1: 6).

Se questa pratica non corrispondesse pienamente alle parole di Cristo, l'apostolo Paolo e altri apostoli l'avrebbero certamente rifiutata e proibita. I primi cristiani non hanno lasciato alcun commento scritto sulla questione, perché per loro era chiara. Il nostro obiettivo invece è conservare questa tradizione apostolica e santa.

6. Perché i sacerdoti hanno il permesso di perdonare i nostri peccati? Chi dà loro questo diritto? È un diritto che appartiene solo a Dio.

Il nostro Signore Gesù Cristo ha dato questo diritto agli apostoli. Questo evento è chiaramente menzionato nel santo Vangelo: "Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi." (Giovanni 20: 22-23) I vescovi furono ordinati attraverso l'imposizione delle mani degli apostoli e ricevettero questo diritto, e quelli a loro volta hanno pensato che l'ordinazione tramandasse questo diritto ai sacerdoti. Tutto è molto chiaro e semplice.

7. Come si diventa sacerdoti? Chi può diventare sacerdote?

Qualsiasi uomo che è "marito di una sola moglie", gentile e appassionato per natura, che ha un'educazione necessaria e ha fatto pratica di preghiera e vita ascetica, può diventare sacerdote.

8. I sacerdoti fanno voti? Hanno regole o restrizioni specifiche di preghiera?

Un uomo di 30 anni può diventare sacerdote (secondo le regole canoniche). All'età di 25 anni si può diventare diacono. Sono possibili eccezioni (per esempio, il vescovo Timoteo, discepolo dell'apostolo Paolo), ma solo eccezioni, non regole. Un prete deve essere il marito di una sola moglie nel pieno senso di queste parole. Un giovane che diventerà prete non ha il permesso di avere rapporti carnali con una donna. È una regola vitale che è abbastanza difficile da soddisfare, ma è molto essenziale. Non è obsoleta, quindi dobbiamo seguirla e spiegare ai bambini che altrimenti sarà impossibile diventare sacerdote fin dalla loro infanzia. È così che ci hanno insegnato i nostri nonni e padri. Ecco cosa ho insegnato ai miei figli. A mio parere, dobbiamo essere fermi su questo punto fino alla morte, proprio come nella nostra fede – fino al martirio.

Lo stesso riguarda la questione del secondo matrimonio. È vietato. O servi come sacerdote, o lasci questo ministero se stai per sposarti per una seconda volta. Questa è fonte di dolori per il clero, ma non possiamo respingere questo principio. Altrimenti, la Chiesa cadrà con il tempo e noi ne saremo colpevoli.

I sacerdoti hanno una regola di preghiera, proprio come i laici ne hanno una: leggere le preghiere del mattino e della sera. Prima di ogni Liturgia, devono leggere le preghiere prima della santa comunione aggiungendo determinate preghiere specifiche per i sacerdoti.

9. È vero che per un laico cristiano ortodosso la parola del prete è legge? Che cosa significa "avere disprezzato la parola di un sacerdote"? Qual è il limite dell'influenza del sacerdote?

Purtroppo non tutti i laici e non tutti i sacerdoti realizzano il terribile potere dell'arma che è la parola, anche se dalla pratica personale è noto quanto sia pericolosa e spaventosa. Disprezzare significa rifiutare un consiglio che si è chiesto a un prete. Questo è qualcosa che non dovrebbe essere fatto. Se non sei pronto a fare come dice il sacerdote, non chiedere, perché nessuno ti ha tolto la tua libertà di fare come vuoi. Ma se chiedi, allora ascolta. Questo concetto è ancor più appropriato in relazione con gli anziani. San Serafino (Romanstov † 1976) diceva al mio anziano padre:

"Per favore, carissimi preti, cercate di non essere troppo specifici e di costringere qualcuno a fare qualcosa, ma limitatevi a citare un santo o una raccomandazione di un altro sacerdote. Perché se finite per essere specifici e chiedete troppo e la persona a cui parlate non obbedisce, la metterete in difficoltà, e non sarà a suo vantaggio. Evitate di comandare agli altri".

Queste sono parole molto sagge e molto pratiche.

La maggior parte dei sacerdoti non si rende conto della portata del proprio potere. San Giovanni Crisostomo lo descrive meglio nelle sue parole sul sacerdozio e San Silvano l'Athonita menziona lo stesso argomento.

10. Chi è un padre spirituale e come lo si diventa?

Un prete può diventare padre spirituale di qualcuno per mancanza di altri, perché una certa persona va in una certa chiesa. Un fedele frequenta una chiesa e il sacerdote che ascolta le confessioni può diventare suo padre spirituale. Se una persona è ancora alla ricerca di un padre spirituale, allora la preghiera è la risposta. Dio invierà il giusto padre spirituale che una persona può capire, che può rispondere meglio e può guidare con l'esempio di Cristo. Nei tempi antichi, i sacerdoti anziani e saggi erano scelti per essere padri spirituali. Qui a Mosca abbiamo due padri spirituali per tutto il clero. Anche i preti hanno bisogno di confessarsi regolarmente. Un padre spirituale non deve necessariamente essere un anziano o un santo. È necessario solo che sia umile e semplice, senza orgoglio nei confronti dei suoi parrocchiani, uno che prega e che digiuna. Nel complesso dovrebbe essere un prete costante e semplice che ringrazia Dio perché abbiamo ancora molti sacerdoti del genere.

 
Orrore cosmico contro terrore sacro: come trovare un significato nella moderna letteratura dell'orrore

Perché c'è tanta disperazione senza speranza nel moderno genere horror? Parte della risposta può essere trovata negli scritti di H. P. Lovecraft e nel suo concetto di "orrore cosmico". Egli spiega la sua visione della fine del mondo: "La razza umana scomparirà Altre razze di esseri appariranno e scompariranno a loro volta. Il cielo diventerà gelido e vuoto, trafitto dalla flebile luce di stelle mezze morte. Tutto scomparirà. E ciò che fanno gli esseri umani è altrettanto privo di senso come il movimento libero delle particelle elementari. Il bene, il male, la morale, i sentimenti? Pure 'finzioni vittoriane'. Esiste solo l'egoismo".

Lovecraft ha iniettato questa visione del mondo in tutte le sue storie. I fan di Lovecraft discutono i "miti di Cthulhu", basandosi su uno dei suoi racconti, The Call of Cthulhu. Da entità malefica, Cthulhu diventa una controfigura per tutti i mostri o gli alieni dell'universo di Lovecraft. L'autore presenta la sua visione atea del mondo attraverso i suoi "grandi antichi": "dei" alieni provenienti da altri mondi che non si preoccupano del nostro, oppure cercano attivamente di distruggerci. L'orrore cosmico è ciò che avviene quando i personaggi delle storie di Lovecraft affrontano questa realtà e reagiscono con disperazione all'inutilità di fare qualcosa a riguardo.

Lovecraft si situa in una profonda corrente di tentativi di trovare un significato attraverso l'orrore. Alcuni creatori moderni di storie dell'orrore per lo meno salgono al livello successivo, ponendo domande più profonde su come gli esseri umani trovano la speranza, ma non ci riescono, perché non c'è alcun modo di aggirare la disperazione lovecraftiana quando si gioca secondo le regole di Lovecraft. È necessario un copione diverso, quello scritto da Arthur Machen.

Mentre Lovecraft era ateo, Machen abbracciava pienamente le dottrine della sua fede anglicana. Il suo orrore conteneva il mistero dei luoghi abbandonati, delle divinità dimenticate, e il terrore assoluto di fronte all'ignoto, ma anche la possibilità per gli esseri umani di trovare la speranza oltre la disperazione. A differenza di Lovecraft, Machen si spingeva verso un terrore più santo, un timore sacro che potrebbe spingere una persona a inginocchiarsi davanti a Dio.

Machen sentiva che la disperazione potrebbe essere evitata vedendo il Dio buono che governa il mondo "dietro il velo." Una persona potrebbe sperimentare il terrore sacro come lo fece il profeta Isaia quando si trovava davanti al trono di Dio, o, per usare il paragone del cinema, come mostra Indiana Jones ne I predatori dell'arca perduta (quando dice a Marion di rispettare il potere dell'arca e di non guardarla quando viene aperta) e ne L'ultima crociata (quando, per raggiungere il Santo Graal, deve attraversare un labirinto insidioso che gli richiede di inginocchiarsi, di dire il santo nome di Dio, e poi di fare un letterale "salto di fede"). Machen utilizza il terrore sacro non solo per spaventare, ma per spingerci più in profondità a pensare alle "realtà invisibili". Attraverso questo terrore sacro, ha creato storie più ricche e più terrificanti di qualsiasi cosa Lovecraft abbia potuto concepire. Come scrisse C. S. Lewis in Mere Christianity, "Alcune persone parlano come se un incontro con lo sguardo della bontà assoluta possa essere divertente. Hanno bisogno di ripensarci".

La maggior parte dei registi dell'orrore moderno evitano la visione del mondo di Machen; possono non amare l'orrore cosmico di disperazione di Lovecraft, ma affrontare il terrore sacro pieno di speranza di Machen può rivelarsi troppo per l'immaginazione. Tale riluttanza può essere vista negli adattamenti cinematografici dei romanzi di Stephen King.

L'opera di King è un interessante mix di "orrore cosmico" e "terrore sacro". Le tensioni tra i due sono ciò che rende il suo lavoro così ricco, ma creano problemi ai moderni registi dell'orrore direttori, che spesso ne perdono il senso. I pasticci di Stanley Kubrick con l'adattamento di Shining illustrano questo punto. Nella versione di Kubrick, il padre (Jack Nicholson) è trasformato in un killer psicopatico spinto alla disperazione finale dai demoni dell'hotel.

Kubrick, senza che nessuno ne sia rimasto sorpreso, ha scelto la disperazione di Lovecraft, ma il finale del libro è molto più simile alla visione di Machen. Il padre cede quasi al male, ma finisce per sacrificare la sua vita per suo figlio, che è ricercato dai demoni dell'hotel. King detestava l'interpretazione di Kubrick, e ha scritto una sua miniserie tv per correggere quegli errori.

La tensione tra terrore sacro e orrore cosmico arriva al culmine in Signs, il film del 2002 di M. Night Shyamalan. Nel film, un prete, interpretato da Mel Gibson, ha perso la fede. Lui e suo fratello guardano i notiziari TV mentre strane luci appaiono nel cielo. Il velo è stato sollevato dagli occhi di tutti. Il personaggio di Gibson dice che ci sono due gruppi di persone, quelli che credono nei miracoli e quelli che credono che non ci sia nessuno ad aiutarli. Come si è scoperto più tardi, Shyamalan ha svelato il proprio punto di vista, ed è quello di Machen. La speranza si trova oltre il terrore e oltre il velo.

originariamente apparso in Christianity Today

 
Una tragedia in Finlandia

Ci piace segnalare buone notizie. Tuttavia, a volte, con profonda tristezza, dobbiamo segnalare notizie cattive. Questo è solo nella speranza che tali segnalazioni possano risvegliare la coscienza ortodossa e portare preghiera e penitenza.

Le 24 parrocchie e 100 cappelle e comunità in Finlandia, che vantano oltre 60.000 fedeli, hanno avuto lo status di Chiesa autonoma all'interno del Patriarcato di Costantinopoli dal 1923. Fin dalla fondazione sotto l'arcivescovo Herman (Aav) nel 1923, questo gruppo è noto per le infiltrazioni di alcune tendenze luterane. Sempre meno tradizionali, dal momento che sono state introdotte qua e là innovazioni liturgiche protestanti, alcuni membri della Chiesa sembrano voler rinunciare completamente alla fede ortodossa, in favore di un miscuglio in stile scandinavo, politicamente corretto, umanista e laicista, una pseudo-Ortodossia 'a la carte'. Questo è contro la volontà della maggioranza.

Il calendario e i cicli pasquali cattolico-romani, l'ecumenismo, la massoneria, il liberalismo, i sacerdoti divorziati e l'omosessualità, di solito portati nella Chiesa da convertiti ex-luterani, isolano alcune delle parrocchie finlandesi dalle altre Chiese ortodosse locali. Di fatto, molti membri del clero ortodosso rifiutano di concelebrare con alcuni sacerdoti, portando come pretesto il pericolo di cadere sotto l'anatema ortodosso per aver servito con i cicli pasquali cattolico-romani. Oggi in Finlandia sono state formate quattro parrocchie russe. Alcuni finlandesi preferiscono andare lì piuttosto che celebrare in talune parrocchie finlandesi.

Negli ultimi anni, alcune delle parrocchie finlandesi hanno subito una crisi che ora sta facendo irruzione nella consapevolezza degli ortodossi in tutto il mondo. Questa crisi riguarda l'omosessualità di alcuni dei suoi membri. Un sito web greco, sicuramente in modo esagerato, ha addirittura parlato di 'una mafia gay'. È vero che negli anni '20 si diceva ampiamente che l'imberbe arcivescovo Herman Aav era egli stesso omosessuale. Se questo fosse vero o no, non lo sappiamo. Ed è anche vero che coppie omosessuali sono state autorizzate a ricevere la comunione non solo in diverse parrocchie finlandesi, ma anche in almeno una parrocchia della Giurisdizione di Parigi, come lo sono state anche in una parrocchia della vecchia giurisdizione di Sourozh del defunto metropolita Antony Bloom, contro l'indicazione dello stesso metropolita Antony (ciò non ha niente a che fare con la nuova giurisdizione ortodossa di Sourozh) e, si dice, in alcune parrocchie della OCA, ma tutte queste devono essere eccezioni. Ovviamente, se un vescovo o un chierico fosse un omosessuale praticante, la corruzione si diffonderebbe molto rapidamente.

Abbiamo saputo da molti anni dello scandalo dell'omosessualità nelle parrocchie finlandesi. Ora è apparso un nuovo libro. Scritto da membri della Chiesa ortodossa finlandese nei termini moderati ed equilibrati che sono abituali in un paese nordico, tuttavia afferma la verità ortodossa sull'omosessualità, per tutti coloro che desiderano sentirla. Questo libro si può trovare all'indirizzo:

http://www.kosmas.fi/PDF-files-veljeston% 20paasivu/Finn_Ort_Probl_2009_Autumn.pdf

Vorremmo chiedere a tutti i nostri lettori di pregare per le molte anime coraggiose della Chiesa ortodossa finlandese, clero e laici, che si scandalizzano per l'apostasia dei pochi.

I numerosi immigrati russi ortodossi in Finlandia ora frequentano parrocchie ortodosse russe in Finlandia. Così è già avvenuta una divisione del paese. Questo rispecchia la situazione in Estonia, Inghilterra, Francia, Belgio, America del Nord, dove esistono piccoli, ma spesso ricchi e potenti, gruppi semi-ortodossi di mentalità protestante fianco a fianco di grandi gruppi di normali ortodossi, che seguono la Tradizione ortodossa universale. Dobbiamo tutti pregare per la maggioranza della Chiesa ortodossa finlandese, che lotta per l'integrità della Chiesa e della Fede ortodossa.

 
Lo ieromonaco Savatie Baştovoi sulla crisi della società moderna. Un "decalogo postmoderno"

1. Non dimenticarti che devi morire

Quando avevo due anni, sono caduto da una slitta trainata da cavalli, e papà ha proseguito senza accorgersene. Mio padre era allora guardia forestale, e l'incidente ha avuto luogo appena fuori da Oricova. Quando il cavallo è partito, sono caduto di spalle in mezzo alla neve, confondendomi nel cielo invernale bianco. Allora ho scoperto per la prima volta la solitudine e la morte. Non ho pianto e non mi sono lamentato. Mi ricordo che ero vestito con una tuta blu con cappuccio. Sono tornato in silenzio a casa, dalla mamma, andando così lentamente che ho dato a papà il tempo di tornare a prendermi.

2. Non dimenticarti che devi amare

La cosa peggiore che possa capitare a un uomo non è quella di non essere amato. Penso che il peggio sia non amare. Mi è sempre stato facile amare le persone, essere contento di vederle. Pertanto, non ho avuto nessun ostacolo a comprendere il Vangelo. Quando facevo stupidaggini, mia mamma diceva: "Vai via, non ti voglio più bene". Questa per me era la punizione suprema, che vivevo come una cacciata dal paradiso. Sant'Isacco il Siro ha detto che il fuoco infernale è semplicemente l'amore perduto che sei condannato a contemplare eternamente.

3. Non valutare in denaro ciò che Dio ti ha dato in dono

Questo l'ho capito nell'adolescenza. Studiavo al liceo artistico "Octav Băncilă") a Iaşi, mia mamma mi ha portato a San Pietroburgo a vedere l'Hermitage. Là siamo stati da una famiglia di abkhazi, una donna divorziata con due figli, ma piena di risorse. Il suo nome è Izolda, è lei che mi ha comprato la mia prima chitarra. Che Dio le dia la salute! Preparava carne alla griglia e guadagnava molto denaro. Non ho mai visto così tanti soldi. Passava la notte al barbecue fino al mattino, c'erano le notti bianche. A volte uscivo con loro, era interessante. Preparavano e vendevano la carne alla griglia, e io disegnavo su una cartella che tenevo sulle ginocchia. Mentre gli uomini mangiavano, avevo il tempo di "rubare" i loro ritratti. Un uomo calvo e allegro mi si avvicina e comincia a esclamare: "Ehi, sono io! Sono proprio io! Che cosa vuoi per vendermelo?". Io gli dico che glie lo regalo. E gli do quel ritratto. L'uomo, però, mi ha dato un dollaro; era il 1991. Poi se n'è andato. Sono rimasto con quel dollaro. L'ho messo in un quaderno e non l'ho mai usato.

4. Non pensare male

Ogni volta che ho pensato male di qualcuno ho avuto solo da perdere. Mi sono sentito sporco, partecipe di un'opera di degradazione umana. Ho anche parlato male, e il tempo mi ha dimostrato ogni volta che avevo torto. Preferisco sbagliarmi con una buona opinione di un uomo cattivo piuttosto che arrivare a credere una parola cattiva riguardo a un uomo buono. Ogni male è una bugia. Il male, come diceva il beato Agostino, non esiste. Il male è una grande mancanza, l'assenza del bene e dell'amore. Pertanto, pensare male equivale a immergersi nell'assenza, nella bugia.

5. Non crederti perduto

Io sono per natura incline alla disperazione, e conosco tutti i mali che provengono da questo stato d'animo. Ma un giorno mi è giunto un pensiero salvifico. Mi sono detto che Dio conosce i miei fallimenti, anche quelli passati e futuri, ma mi ha creato lo stesso, e Dio non fa nascere nessuno nel mondo per la sua perdizione. Se siamo nati significa che Dio ha messo tutta la sua fiducia in noi. È un grande incoraggiamento pensare che Dio si fida di te. In preda alla disperazione l'uomo è capace di ogni male, si getta contro la sua stessa, come con un piacere demoniaco di violare i propri principi, in pratica suicidandosi spiritualmente. Credo che ogni vero padre spirituale dopo la confessione dovrebbe cominciare i suoi consigli con le parole: "Non disperare".

6. Non crederti santo

San Silvano dell'Athos ha detto: "Non coltivare e non credere a due pensieri, primo, che non ti sarà possibile salvati, e secondo, che sei santo". Non crederti migliore degli altri. Il lavoro che fai, per grazia di Dio, può essere migliore di quello del vicino, ma questo non significa che ti sei migliore di lui, solo il lavoro è migliore. I doni dati da Dio non si perdono, ma chiunque si inorgoglisce delle sue opere entra nelle tenebre e usa in modo stolto i suoi doni, quindi arriva a perdere la sua dignità.

7. Non porti come garante

Ogni volta che mi sono posto garante per qualcuno, ho messo persone nei guai e ho fatto del male. Da quando riesco a ricordarmi, mi sono messo in mezzo a cercare di salvare tutto il mondo. Drogati, ubriaconi, donne picchiate dai loro uomini e così via. Non ho salvato nessuno, ma ho avuto solo guai, denaro rubato, oggetti scomparsi, problemi con i vicini. Ho concluso che se vuoi aiutare qualcuno, aiutalo secondo le tue possibilità, ma senza coinvolgere altre persone. Ciò significa farti garante di qualcuno, dichiarare che si correggerà, che ti rappresenta. Grande errore. Una volta ho letto nei proverbi di Salomone, il consiglio: "Non porti come garante". Noi, quando leggiamo le Scritture, capiamo e manteniamo solo quanto abbiamo sperimentato, le altre parole non le vediamo neppure.

8. Non vendicarti due volte

La vendetta è un peccato, ma è umana. La Scrittura dice di non punire due volte per lo stesso errore, principio fatto proprio anche dal diritto romano. Posso capire un atto di vendetta, anche se è meglio non vendicarsi, ma fuggo lontano dall'uomo che vendica due volte, ovvero senza fine, di un singolo errore. Quando mi sono vendicato una volta è andato come è andato, Dio mi perdoni, ma quando mi sono vendicato la seconda volta, tutto si è rivoltato contro di me e sono arrivato a capire che ho lottato con me stesso.

9. Non vincere a qualsiasi prezzo

Le persone che cercano di vincere a tutti i costi, alla fine, perdono tutto. Preferisco essere considerato a volte sconfitto per mantenere la possibilità di vincere alla fine. Una volta un vescovo romeno, di fronte a me, ha lodato Adrian Nastăse (accadeva nel 2004): «Ti rendi conto, questo uomo (Adrian Năstase) sulla pagella aveva solo dei dieci, neppure un nove! È incredibile, non è vero?". Gli ho risposto, "non mi fido delle persone che prendono solo dieci". "Perché?", mi ha chiesto il vescovo, sorpreso. "Perché non sanno perdere, e l'uomo che non sa perdere si vende per una vittoria temporanea".

10. Non ridere della vergogna di un altro

Quando ero piccolo, sentivo i ragazzi più grandi ridere di qualcuno che era stato colto in flagrante in qualche peccato vergognoso. Poi ogni volta che incontravo la persona in questione o ne sentivo parlare, mi veniva in mente, senza volerlo, il peccato che aveva fatto. Ma di quel peccato non parlavo mai, e con la persona mi comportavo come se non sapessi nulla. Anche adesso, quando la persona è morta, non dico quello che ho sentito, perché non voglio suscitare vergogna.

 
Recensione cinematografica: "Oltre le colline"

Da un paio di settimane si sta moltiplicando in Italia l’accesso in streaming al film Oltre le colline (2012), e abbiamo sentito la necessità di fornire una recensione ortodossa a questo film, che sta prepotentemente presentando in tutto il mondo vari aspetti, alcuni positivi ma in gran parte negativi, della vita monastica ortodossa in Romania (per molti spettatori, il film è il primo - e forse l’unico - contatto con il monachesimo ortodosso). Abbiamo consultato decine di recensioni cinematografiche in varie lingue, ma purtroppo nessuna di queste riesce a fornire più di pochi frammenti utili a un’interpretazione del film per i cristiani ortdossi. Quando eravamo ormai sul punto di forzarci a scrivere una recensione personale in italiano, abbiamo avuto la gradita sorpresa di vedere il lavoro già compiuto - ed egregiamente - da John Sanidopoulos nel blog Mystagogy, da dove abbiamo già da tempo tratto materiali interessanti ed edificanti. Presentiamo nella sezione "Geopolitica ortodossa" dei documenti la traduzione italiana della recensione.

 
Non rimandate MAI l'educazione religiosa dei bambini

"Non rimandate in nessun caso l'educazione religiosa dei vostri figli, non fate eccezioni per la loro età o la loro salute!"

Il 4 dicembre, giorno della festa dell'Ingresso al tempio della Madre di Dio, sua Santità il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus' ha officiato una Divina Liturgia presso la cattedrale della Dormizione del Cremlino di Mosca, come riferisce Patriarchia.ru. Dopo la funzione, il patriarca ha tenuto un sermone in cui ha parlato dell'educazione religiosa dei bambini.

"A volte le persone, compresi i giornalisti, mi chiedono: 'Quando si è sentito credente per la prima volta?' 'Quando ha cominciato a frequentare una chiesa?' Rispondo loro che non ricordo. A quanto pare, è successo a un'età in cui non ero ancora consapevole di me stesso. E sono grato ai miei genitori per aver iniziato la mia educazione in tenera età. Rivolgendomi ai genitori, agli ortodossi, oggi dico: non rimandate in nessun caso l'educazione religiosa dei vostri figli, non fate eccezioni per la loro età o la loro salute! Alcuni dicono che un bambino è troppo debole per portarlo in chiesa. Le persone dovrebbero portare i propri figli in chiesa in qualsiasi momento, se è fisicamente possibile. Quanto prima inizia l'educazione religiosa di una personalità, tanto più forte diventa la sua religiosità. Così diventano più forti le sue convinzioni, compresi i principi morali, che formano una personalità e la rendono potente, così che l'uomo è aperto al bene e capace di opporsi al male. Questa personalità è quella che la società considera un ideale. Non è possibile formare un simile ideale sociale senza allevare un bambino fin dalla tenera età. In primo luogo, parlo di educazione religiosa: avvicinare i bambini alla chiesa.

"A una certa età i bambini raggiungono un punto cruciale e diventano adolescenti. Provano certi sentimenti che non esistevano nella loro prima infanzia. Una persona diventa sensibile all'influenza esterna. Questa età è chiamata periodo di transizione ed è considerata molto difficile. Ma può essere del tutto innocua se una personalità è stata allevata fin dalla tenera età: si è formato un certo punto di vista e, soprattutto, si è acquisita esperienza spirituale. Se un bambino sa cos'è una chiesa, cos'è la santa comunione, se va con gioia a una funzione religiosa, la sua visione della vita non cambierà né a dodici, né a tredici, né a quindici anni, e la sua percezione del mondo esterno resterà la stessa. È perché le caratteristiche principali della personalità sono già state formate dalla grazia di Dio, che viene imposta al bambino quando frequenta la chiesa.

"Ecco perché portare i bambini in chiesa è uno dei compiti principali nell'educazione dei bambini. Se vogliamo che la prossima generazione sia sana, di spirito forte, coraggiosa, robusta e che ami quanti la circondano, in particolare che ami soprattutto i suoi genitori e la patria, dovremmo ricordare che l'educazione religiosa, la frequentazione di una chiesa e l'impatto della grazia di Dio sono fattori affidabili che assicurano la formazione di tale personalità.

"Alla fine di ogni servizio divino, noi ricordiamo i santi Gioacchino e Anna, chiamandoli antenati di Dio, proprio perché hanno allevato la santissima Deìpara in modo che potesse diventare la Madre del nostro Signore Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Questi santi genitori danno a tutti noi un esempio di come allevare spiritualmente i nostri figli, affinché nessuna tentazione del mondo e nessuna preoccupazione distruggano mai l'integrità della personalità", ha affermato il primate della Chiesa ortodossa russa.

 
Un uomo a Omsk costruisce una chiesa di neve

Una nuova "chiesa" è apparsa in Russia, ma non è in pietra o cemento o legno. Questa chiesa invernale, situata nel distretto di Azov della regione di Omsk, a 2500 chilometri a est di Mosca, è fatta di neve.

Le foto di questa chiesa-igloo sono apparse sul social network Vkontakte, e mostrano l'abilità del credente locale Aleksandr Bitjokhin, come riporta NGS Omsk. La chiesa è di circa 3 metri di altezza alla punta della cupola, con icone e portacandele al suo interno.

La madre dell'artista fa sapere che questi aveva costruito una chiesa simile nel 2014, aggiungendo che soffriva di una grave malattia, per la quale non era stato in grado di trovare un lavoro.

"È un autodidatta, ma in termini di costruzione sa fare molto. È un uomo profondamente credente, ha molte icone, sa molte preghiere. C'è stata molta neve in questo inverno. Egli voleva davvero avere una chiesa nel villaggio, e pensava a come farla lui stesso. Ha avuto questa idea ed è andato dal prete della chiesa di Omsk in cui è stato battezzato, e il prete lo ha benedetto per iniziare a costruire", spiega Tatjana Bitjokhina.

Ha passato due mesi immerso nella costruzione di questa chiesa neve nel suo cortile, che alla fine è apparsa alla vigilia della Natività, il 6 gennaio.

Aleksandr e la sua famiglia erano stati tutti atei, cresciuti in Unione Sovietica, fino a quando Aleksandr è venuto alla fede, ha ricevuto il battesimo, e in seguito ha convertito il fratello e la sorella e, infine, la madre nel 2016.

La piccola cappella neve nel piccolo villaggio di Sosnovka ha attirato molta attenzione, e perfino i bambini delle scuole locali sono stati portati in gita per ammirare l'opera di Aleksandr.

 
Memoria di sant'Atanasio, abate del Monte Athos

Nacque a Trebisonda, in una pia famiglia cristiana e fu chiamato Abramo. Rimasto orfano in giovane età, fu cresciuto da una pia monaca, imitandola nelle abilità della vita monastica, nel digiuno e nella preghiera. Il santo continuò la sua ulteriore istruzione a Bisanzio. Dopo aver studiato alla perfezione varie scienze, divenne un mentore per i giovani. Dopo aver incontrato il monaco Michele del monte Maleo, disprezzando ogni vanità mondana, il santo si ritirò nel monastero del monte Kiminas in Asia Minore, dove prese i voti monastici con il nome di Atanasio. Nel monastero, il monaco Atanasio eseguì diligentemente le obbedienze monastiche e nel tempo libero si dedicò alla copiatura di libri sacri. È noto che riscrisse il quarto Vangelo e l'Apostolo.

Con lunghi digiuni, veglie, prosternazioni e fatiche estenuanti, il monaco Atanasio raggiunse una tale perfezione che nel 960, con la benedizione dell'abate, si stabilì a vivere nel deserto sul santo Monte Athos. Il diavolo insidioso, desiderando scacciarlo da lì, lottò con pensieri incessanti affinché il santo lasciasse il luogo delle sue imprese. Ma il monaco Atanasio sconfisse le macchinazioni del nemico con la preghiera, durante la quale ricevette il dono di lacrime toccanti.

Pochi anni dopo, il monaco fondò un monastero cenobitico sul Monte Athos con uno statuto severo, dove fu abate. La fama del monastero e del suo abate ascetico si diffuse ovunque, tanto che persino gli igumeni di molti monasteri e i vescovi vollero essere semplici monaci nel monastero di sant'Atanasio.

Durante la sua vita santa, il monaco Atanasio ricevette dal Signore il dono della preveggenza e dei miracoli: con il segno della croce guarì i malati e scacciò gli spiriti impuri. La stessa santa Madre di Dio favorì il santo e apparve al monaco più volte, promettendo alla grande Lavra il suo aiuto e la sua protezione senza fine.

Prevedendo la sua fine, il monaco chiese ai fratelli di non lasciarsi tentare da ciò che sarebbe accaduto. Dopo aver dato ai fratelli le ultime istruzioni e aver pregato, salì con altri sei fratelli in cima al tempio per ispezionare la costruzione. Improvvisamente, per gli sconosciuti destini di Dio, la cima del tempio crollò e il monaco e i fratelli furono coperti di pietre e lì consegnarono le loro anime nelle mani di Dio. La morte del santo avvenne attorno al 1000-1001.

Il corpo di sant'Atanasio, dopo essere rimasto insepolto per tre giorni, non cambiò, non si gonfiò né si oscurò. E durante i canti funebri, sgorgò sangue dalla ferita che era sulla gamba, in un modo non naturale. Alcuni anziani raccolsero questo sangue con asciugamani e molti ricevettero guarigione dalle loro malattie attraverso di esso.

 
Come salvarono le reliquie di san Sergio di Radonezh

Le reliquie dei santi... Per i credenti – una prova della vita eterna, per gli scienziati – un mistero. Gli antichi cristiani, a rischio della propria vita, raccolsero le spoglie dei santi martiri e le conservarono con riverenza. Ma è cambiato qualcosa nel tempo? La storia eroica del salvataggio delle reliquie di san Sergio di Radonezh nel XX secolo testimonia il contrario!

"Più preziose dell’oro e delle pietre preziose"

Il ritrovamento di reliquie, il trasferimento reliquie, il ritrovamento di un capo – la prima volta, la seconda, la terza... Quante feste simili ci sono nel calendario della Chiesa ortodossa – sullo stesso tema di cui l'apostolo Paolo disse: scandalo per i giudei, stoltezza per i pagani (1 Cor 1:23)!

All'inizio del II secolo, quando l'apostolo Giovanni il Teologo aveva appena terminato il suo Vangelo, i persecutori dei cristiani giustiziarono – bruciandolo vivo – lo ieromartire Policarpo di Smirne. I discepoli raccolsero con riverenza i suoi resti e nell'epistola distrettuale sul suo martirio testimoniarono che le sue ossa erano "per loro più preziose dell'oro e delle pietre preziose". Non è un caso che il principale servizio cristiano – la Divina Liturgia, il cui cuore è il sacramento dell'eucaristia – sia celebrato sulle reliquie dei martiri, cucite negli antimensi.

Le avventure delle reliquie

Il monaco Sergio morì il 25 settembre 1392. E il 5 luglio 1422 – il 18 secondo il nuovo stile – secondo la testimonianza di Pacomio il Logoteta, furono ritrovate le sue reliquie incorruttibili, che divennero le principali reliquie della Lavra della Trinità e di san Sergio. Fino al XX secolo furono portate fuori dal monastero solo tre volte: due volte nel XVIII secolo, per salvarle da un incendio, e nel 1812, durante la guerra con Napoleone.

Ma nel 1919, per combattere la "droga religiosa" nella Russia sovietica, iniziò una campagna di "scoperta delle reliquie". I resti di san Sergio non sfuggirono al destino comune: diventarono reperti di un museo storico e d'arte. Nel 1941, insieme ai fondi del museo, furono evacuati a Solikamsk e solo dopo la guerra, il Sabato Santo del 1946, furono restituiti alla Chiesa. Da allora, hanno trovato per sempre il loro posto nella cattedrale della Trinità della Lavra.

Solo il capo del santo fu nascosta dai credenti.

Il "rapimento" del capo

Nell'autunno del 1919, a Sergiev Posad iniziarono a parlare del fatto che le reliquie di san Sergio sarebbero state trasportate in uno dei musei di Mosca. Dio sa quale destino le attendeva lì. E per non perderle del tutto, con la benedizione del Patriarca Tikhon, si deciso di salvare almeno il capo del santo dalla profanazione.

La cosa più sorprendente: padre Pavel Florenskij e il conte Jurij Olsufiev lo presero davanti a quasi tutti. Prima di essere inviata a Mosca, una commissione speciale doveva "mettere in ordine il reperto": rimuoverlo dal santuario, riorganizzarlo, "imballarlo". E all'inizio del 1920, padre Pavel fu nominato presidente ad interim della commissione. E lui e Olsufiev semplicemente sostituirono il capo di san Sergio con il capo del principe Trubetskoj, che era stato sepolto lì, nella Lavra.

La reliquia fu prima nascosta nella sacrestia del monastero e poi trasferita nella casa degli Olsufiev. Lì fu conservata nella sala da pranzo, in una scatola di legno su cui c'era una palma. Ma alla fine degli anni '20, un'ondata di arresti colpì Sergiev Posad. La famiglia Olsufiev si trasferì a Ljubertsy. E prima di partire, il capo del santo monaco fu sepolto nel giardino.

"...in un sacchetto, come un cavolo"

Pavel Aleksandrovich Golubtsov (divenuto in seguito l'arcivescovo Sergij di Novgorod e Staraja Rus') ricordava: "Quando l'hanno dissotterrato, è stato molto inquietante. Era notte. Da qualche parte un cane ululava e avevamo paura che svegliasse i vicini. Dovevamo arrivare prima dell'alba. Ho portato il capo in una borsa della spesa chiusa in modo che non ci fossero sospetti e ho coperto la parte superiore con un giornale, come se nella borsa ci fosse un cavolo.

Quando arrivai alla stazione era l'alba e i treni per Mosca non erano ancora partiti. Sono andato a piedi fino ad Abramtsevo o Khotkovo e poi ho preso il treno. E sul treno camminavo tra i vagoni o stavo in piedi per non sedermi". Non osava posizionare la reliquia sul sedile, per non profanarla.

Portò la reliquia a Olsufiev, che si stabilì, per non attirare l'attenzione, non lontano dal monastero Ugreshskij nel piccolo villaggio di Meshalovka. Ma nel 1938 Olsufiev fu arrestato. Mantenere il capo del santo monaco a Ljubertsy divenne sempre più pericoloso. E poi iniziò la guerra, e Golubtsov, che da un giorno all'altro sarebbe stato arruolato nell'esercito, lo portò da Ljubertsy – sempre a piedi – al suo anziano schema-archimandrita Ilarion (Udodov) al villaggio di Vinogradovo. E durante la guerra fu nascosto lì, nel santuario dell'icona della Madre di Dio Vladimirskaja, sotto il tavolo dell'altare.

Solo dopo la guerra la reliquia fu consegnata al locum tenens del Trono patriarcale, divenuto in seguito sua Santità il patriarca Aleksij I (Simanskij).

Ritorno a casa

L'arcivescovo di Jaroslavl e Rostov Mikhej (Kharkharov) ricordò in seguito che fu lo schema-archimandrita Ilarion a ricomporre il capo di san Sergio con le sue reliquie.

Il vescovo Aleksij lo mandò alla Lavra per preparare le reliquie di san Sergio per il ritorno ufficiale al Patriarcato di Mosca. Una delegazione di alleati inglesi era attesa al Concilio locale; il loro programma prevedeva una visita alla Lavra della Trinità e di san Sergio, ancora non aperta, e lo schema-archimandrita Ilarion fu incaricato di "rivestire le reliquie di san Sergio, che furono collocate al loro posto nella Cattedrale della Trinità, in abiti di schema monastico". Non restava che sostituire nuovamente il capo.

* * *

Per i cristiani, la divinizzazione inizia qui, nel mondo temporaneo, e la carne di una persona piena di Spirito Santo conserva la sua santità dopo la partenza dell'anima. Tuttavia, lo sapevano anche prima della Natività di Cristo: nel Libro dei Re dell'Antico Testamento c'è una storia su come una persona deceduta fu resuscitata da un tocco delle reliquie del profeta Eliseo (2 Re 13:21). I Padri del settimo Concilio ecumenico definirono le sacre reliquie come una fonte di salvezza, che riversa la grazia sui deboli. E oggi basta varcare le porte sante della Lavra della Trinità e di san Sergio per sentire tangibilmente che san Sergio è qui, con noi. Ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

 
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Il contributo di un blogger alla diffusione della fede ortodossa

Prima conferenza internazionale sui media digitali e la pastorale ortodossa (Atene, maggio 2016)

Claude Lopez-Ginisty

Suddiacono, insegnante di inglese e francese, traduttore e blogger. Direttore dei blog ortodossi orthodoxologie.blogspot.ch, stfeofanzatvornik.blogspot.ch, acathistes-et-offices-orthodoxes.blogspot.ch, viedessaintsdegeorgie.blogspot.ch, tableorthodoxe.blogspot.ch

"Un blog di servizio ortodosso"

Vorrei ringraziarvi per l'ascolto. Il mio contributo sarà molto modesto; venendo dalla Svizzera, un paese in cui le persone sono rispettose della legge, e dopo che mi è stato detto che non dovrei superare i quindici minuti, farò del mio meglio.

Vorrei anche ringraziare Padre Jivko e il Dr. Jean-Claude Larchet per aver suggerito che io fossi invitato, e Nikos Gouraros per avermi invitato.

La mia esperienza di blogger è iniziata da una strana sfida: durante la navigazione in internet alla ricerca di siti web ortodossi, mi sono imbattuto in un annuncio che sosteneva che uno potrebbe creare un blog in 10 minuti. Non essendo un informatico, e non essendo dotati nel campo della tecnologia dell'informazione, ho sempre pensato che computer fosse una specie di macchina da scrivere. Ho deciso di vedere se l'annuncio era vero, e infatti in meno di 10 minuti ho creato il mio primo blog. Un quarto d'ora dopo, avevo pubblicato il mio primo articolo e inviato l'indirizzo del mio blog appena creato alcuni dei miei amici.

Il primo articolo che ho postato è stato preso da una mia pubblicazione riservata: a quei tempi ero solito tradurre o scrivere testi di breve recensione per il monastero dell'archimandrita Placide (Deseille) in Francia: gli amici del suo monastero aiutavano finanziariamente la sua comunità e in cambio ricevevano una modesta pubblicazione che consisteva principalmente nella traduzione di testi spirituali ortodossi ancora inediti in ​​lingua francese. Questa pubblicazione appariva quattro volte l'anno e aveva tutto circa 50 lettori. Il blog creato sulla base di questi testi ha ora una media da 1.800 a 2.000 lettori alla settimana.

A quel tempo, nel 2007, c'erano pochissimi blog ortodossi in lingua francese e ne servivano certamente di più, perché la maggior parte era composta da semplici blog parrocchiali che davano gli indirizzi delle chiese, gli orari dei servizi ortodossi e molto raramente cibo spirituale per i loro lettori. A poco a poco ho usato tutto il materiale che avevo tradotto o scritto per la pubblicazione del monastero dell'archimandrita Placide nel corso degli ultimi 50 anni o giù di lì, pubblicando tutto sul mio blog.

Il blog Moinillon (moinillon significa 'piccolo monaco' in francese), un blog di un monaco russo-francese della Chiesa russa della diaspora, è stato un buon modello per me, e il suo generoso aiuto nei problemi tecnici era più che gradito a quel tempo; era anche molto attivo nel menzionare il mio blog sul suo e questo lo ha reso noto ai fedeli ortodossi.

Dopo aver usato tutti i testi che avevo già a mia disposizione ho iniziato a cercare materiale adeguato. Quello che volevo mettere sul mio blog era tutto ciò che poteva essere utile a fratelli e sorelle ortodossi isolati che capiscono il francese. Una cosa è difficile da capire per le persone che vivono in paesi ortodossi è che in Svizzera, Francia e Belgio, a parte le più grandi città, non ci sono chiese ortodosse, e che numerosi fedeli, siano essi di famiglia ortodossa o convertiti, sono isolati senza alcuna possibilità di frequentare le funzioni della Chiesa o di entrare in contatto con gente ortodossa.

Attraverso un passaparola, il mio primo blog è diventato ben noto. Il fatto che questo primo blog fornisse un indirizzo dove la gente poteva entrare in contatto con me ha iniziato a cambiare un po' i suoi aspetti e il suo contenuto. La gente faceva domande su temi o argomenti che le interessavano in modo specifico. Essendo consapevole del fatto che l'obiettivo del blog non era quello di soddisfare il mio ego, ma piuttosto di servire in maniera modesta la mia comunità e gli ortodossi isolati, ho cercato di rispettare le numerose esigenze e i desideri dei miei lettori. Ho sempre avuto in mente una certa linea per il mio blog: volevo che fosse tradizionale e che trattasse un'Ortodossia che non fosse altro che l'Ortodossia dei Padri e degli anziani della Chiesa. Gli articoli hanno cominciato a trattare la vita dei santi, i sacramenti e le loro spiegazioni, le testimonianze di miracoli e i consigli pratici su argomenti seri come la confessione e la comunione, e anche la difesa dei fratelli ortodossi tanto calunniati e perseguitati in Kosovo, Ucraina o in Medio Oriente.

Di tanto in tanto pubblicavo traduzioni di servizi e acatisti o testi originali che avevo scritto per i santi occidentali. Poiché questa parte stava diventando importante, ho creato un secondo blog interamente dedicato a servizi, acatisti e anche tropari ai santi occidentali ortodossi vissuti prima dello scisma romano del 1054, e i lettori continuavano a chiedere servizi e acatisti che non potevano trovare in stampa o in rete. Questo mi ha dato l'incentivo a fare più lavoro in quel campo traducendo o componendo tali testi.

Grazie a questo specifico blog, un archimandrita in Belgio si è messo in contatto con me e mi ha chiesto se ero disposto a scrivere acatisti per il suo monastero, che aveva reliquie di santi ortodossi occidentali che voleva onorare con un acatisto. Sono stato davvero molto colpito dalla sua proposta: gli ho scritto dicendogli che accettavo. Poi mi ha inviato un elenco di circa 32 santi per il quale voleva scrivere degli acatisti. Al termine del suo messaggio, ha aggiunto: "Non si faccia spaventare da una lista di tale lunghezza... non è completa, le invierò più nomi", e lo ha fatto nel corso degli ultimi sei anni; non solo ha tradotto gli acatisti in lingua olandese, ma ne ha anche pubblicato tre volumi, due in olandese e uno in francese.

Poi mi sono imbattuto in un libro sulla vita dei santi georgiani e poiché questi erano molto poco conosciuti nei paesi di lingua francese, ho creato un blog e giorno dopo giorno ho pubblicato la vita di questi santi, includendo tutto il sinassario georgiano su questo specifico blog.

Da alcuni lettori ho avuto richieste concernenti la Quaresima e come si doveva seguire, a volte con richieste molto precise che indicavano un bisogno urgente. Per le risposte e, naturalmente, la necessità di ricette, ho creato pertanto un altro blog con ricette provenienti da tutto il mondo ortodosso, ho iniziato con le ricette che avevo nella mia famiglia e nella mia parrocchia e poi ho tradotto le ricette provenienti da altre fonti, ottenendo anche il permesso da un sito athonita di utilizzare alcuni dei loro testi.

Poi, vedendo dalle e-mail che ho ricevuto che c'era una richiesta di commenti del Vangelo, ho tradotto i pensieri di san Teofane il Recluso per ogni giorno dell'anno e ho postato i suoi pensieri su un blog dedicato a questo scopo.

Ultimo ma non meno importante, avendo molte richieste circa icone specifiche e, in particolare, le icone della Theotokos, ho iniziato – ed è ancora in divenire – un blog con tutte le icone miracolose della Madre di Dio.

Quello che era iniziato otto anni fa come una sfida è ora una parte della mia vita a pieno titolo. Trascorro circa cinque o sei ore al giorno a tradurre articoli, rispondendo alle domande dei lettori sul mio blog e, talvolta, essendo molto difficile rispondere alle domande, perché sono più per sacerdoti o confessori, dirigo queste persone a miei amici sacerdoti; il più delle volte, tuttavia, queste domande sono domande fondamentali poste da persone che sono diventate ortodosse e vivono isolate, lontano da ogni comunità o chiesa ortodossa, e che hanno bisogno di avere risposte per sopravvivere in un ambiente eterodosso. Cerco il più possibile di dare risposte sotto forma di citazioni di padri o di anziani.

Fin dall'inizio ho deciso di non inserire commenti dei lettori sui miei blog: se mi danno un indirizzo e-mail rispondo ai loro commenti, richieste o domande personalmente senza pubblicarli sul blog a meno che non siano utili a futuri lettori del blog; questa corrispondenza è spesso un'attività che consuma molto tempo. Se scrivono al blog in modo anonimo non rispondo né sul blog né personalmente. Da quello che posso vedere su altri blog, aprire gli articoli ai commenti molto spesso dà inizio a una sorta di torneo di commenti che a volte si trasforma in una guerra verbale che è assolutamente inutile e molto dannosa, e non serve la causa dell'Ortodossia.

Ora gli amici ortodossi talvolta contribuiscono ai blog inviando le loro traduzioni, menzionando articoli da altri blog che dovrebbero essere pubblicati sul mio o suggerendo altri temi o articoli da inserire. I lettori del mio blog non sono tutti cristiani ortodossi; ci sono membri di varie altre denominazioni cristiane che lo consultano su base regolare. Le reazioni negative sono molto poche, ma a volte molto offensive; in genere provengono da alcuni estremisti cattolici romani che non hanno altro che un singolo argomento: io sono un eretico e dovrei convertirmi alla Chiesa latina; altri membri della stessa denominazione, ma ovviamente d'orientamento diverso, mi accusano di non essere a favore dell'ecumenismo e mi spingono a unirsi a loro nella generale apostasia dei nostri tempi. Altri argomenti negativi provengono da fanatici per i quali io sono uno scismatico o un eretico che dovrebbe immediatamente aderire alla vera o genuina Ortodossia, qualunque cosa questa significhi. Se queste persone con commenti offensivi hanno dato un indirizzo valido, scrivo a loro in modo più specifico. Infatti, per la grande maggioranza, i lettori che si mettono in contatto con me lo fanno con richieste di testi, preghiere, indirizzi, ecc. Per la maggior parte sono cristiani ortodossi, ma ci sono molti cattolici o protestanti o anche musulmani, che arrivano al blog ed entrano in contatto con me per manifestare in modo civile il loro apprezzamento, la loro approvazione, un rifiuto educato o le loro domande su un articolo pubblicato riguardo alla fede ortodossa in generale.

Dopo alcuni anni di attività con il blog sono entrato in contatto con altri blog che condividono gli stessi valori e lo stesso approccio e questo ha dato vita a scambi fruttuosi e alla creazione di una sorta di rete di blog tradizionali ortodossi: i collegamenti agli altri blog sono menzionati in questa rete. I miei blog sono blog di servizio, come li chiamo io; cerco il più possibile per rispondere alla necessità di servire i fedeli dell'Arca della salvezza, cioè la Chiesa ortodossa, stando sempre su ciò che il padre Seraphim (Rose) di beata memoria chiamava il sentiero regale, evitando gli estremi da entrambe le parti. Grazie, ευχαριστώ, спасибо.

 
La crisi continua a Rue Daru

Ora nell'Esarcato di Parigi ('Rue Daru') c'è una grande insoddisfazione verso il suo nuovo arcivescovo. Nei blog e nei commenti, le critiche non mancano. Qualunque sia la verità dietro le accuse a volte gravi, una cosa spicca. Ciò di cui i critici dell'arcivescovo Job sembrano non avere alcuna idea è che cosa sia un vescovo (o un liturgista). Parte del comportamento criticato è quello di quasi ogni vescovo del patriarcato di Costantinopoli e di altri vescovi in ​​altre Chiese locali. Non riusciamo a sentirci scandalizzati per questo. Un vescovo che cita i canoni e che si fa guidare da loro è un vescovo normale. L'impressione di alcuni di quelli che si lamentano è di un gruppo di persone vissuto senza canoni per un tempo molto lungo. Dopo tutto, i liberali e modernisti che ora si lamentano sono le stesse persone che hanno perseguitato gli ortodossi ordinari per decenni e li hanno cacciati fuori della Chiesa. Ora stanno soffrendo a loro volta e ora sanno come ci si sente. Non c'è davvero nessuno tanto intollerante quanto un liberale.

Il fatto è che la giurisdizione di Rue Daru ha sempre avuto vescovi deboli, nominati da laici in esilio, in un primo momento da aristocratici (che avevano voluto la Rivoluzione anti-ecclesiale e con essa il potere per se stessi), e in seguito da intellettuali. Che si trattasse del metropolita Evlogij, che era così indeciso che continuava a cambiare giurisdizione, o dei santi ma deboli e apertamente derisi metropolita Vladimir e arcivescovo Georgij (Tarasov), oppure dei vescovi nati in Europa occidentale che li hanno seguiti, l'Esarcato di Parigi non ha mai avuto un vescovo che abbia resistito allo strapotere dei suoi laici, meno di tutti l'arcivescovo Georgij (Wagner), che ha ordinato molti di quelli che ora sono in difficoltà. Ora che la giurisdizione ha un arcivescovo nominato dal patriarca Bartolomeo, naturalmente alcuni al suo interno sono molto insoddisfatti. Il problema è che quando il tuo patriarca ha nominato il tuo vescovo, che è un lealista fanariota, c'è un solo modo per evitarlo, ed è lasciare la sua giurisdizione. In sostanza, ciò che sta accadendo è che la giurisdizione si trova finalmente a dover affrontare la realtà, dopo decenni di fantasia.

Dopo tutto, la giurisdizione di Rue Daru è sempre stata una giurisdizione 'protestante', sia nel senso che la sua élite è composta da persone che protestano (i 'frondisti' e i 'sessantottini', come il protopresbitero Alexis Knjazev era solito chiamarli) e anche nel senso che è composta da razionalisti (come i protestanti). Questo è evidente dal codice di parole mimetizzate con le quali la sua élite si definisce. Per esempio, parlano del loro spirito di 'rinnovamento' (= di fatto, modernismo rinnovazionista pseudo-intellettuale ), della loro combinazione di 'Ortodossia con razionalismo occidentale' (= di fatto, desacralizzazione e decadenza spirituale), della loro 'creatività' (= di fatto, orgoglio condiscendente di coloro che immaginano di essere il centro del mondo, quando in realtà è una moda marginale francese di guardarsi l'ombelico, 'du nombrilisme hexagonal') e naturalmente, del loro 'ecumenismo' (= di fatto, apostasia dalla Tradizione). Sotto molti aspetti, sarebbe molto sensato che i cattolici romani creassero un esarcato russo uniata a Parigi, a cui tali soggetti potrebbero unirsi, in quanto i valori cattolici moderni differiscono poco dai valori protestanti razionalisti.

Si dice che Rue Daru è divisa tra chi vuole rimanere 'russo' e chi è 'aperto' e vuole costruire una 'Chiesa locale'. Che assoluta assurdità! Tutto questo si è già visto 30-40 anni fa sotto l'arcivescovo Georgij (Wagner). Ora è solo autogiustificazione per un'ideologia gerontocratica, che vive su nozioni rimosse dalla realtà (la sobornost, l'essere, la comunione), ed evita costantemente tutto ciò che è praticamente e concretamente ortodosso. Il sogno a occhi aperti della 'costruzione di una Chiesa locale', o meglio, le parole sulla costruzione di una Chiesa locale, puramente secolare e liberale nel suo progressismo, non sta portando da nessuna parte a Rue Daru. Altrove siamo fedeli alla tradizione russa e allo stesso tempo celebriamo nelle lingue locali e veneriamo i santi locali. Non c'è una scelta obbligatoria tra la fedeltà alla tradizione russa e l'essere una Chiesa locale, ma una complementarietà. I modernisti giocano sull'ambiguità dei localismi, appropriandosi di argomenti che richiedono che una Chiesa ortodossa abbia una posizione particolare. E poi abusano di tali argomenti per sostenere che proprio per questo le loro manie laiciste – che sono riusciti a imporre in quella particolare località (Parigi) – dovrebbero essere normative per la Chiesa ortodossa locale.

Tutto questo illustra la crisi d'identità di Rue Daru, una giurisdizione del patriarcato di Costantinopoli, apparentemente di tradizione russa (anche se, come qualcuno mi ha detto, la tradizione russa non è mai rimasta dalla sera alla mattina nella maggior parte dei posti sotto Rue Daru). È greca o è russa? Prima che il suo ex rappresentante in Inghilterra, il vescovo Basil (Osborne), fosse ridotto allo stato laicale, aveva il titolo di vescovo di 'Amphipolis'. Vari burloni hanno presto deformato questo titolo nel vescovo 'anfibio' e nel vescovo della 'ambivalenza'. Scherzi a parte, vi è qui una questione seria. Chi pensiamo di essere? Il clero che conoscevo e con cui ero in contatto a Rue Daru era composto tutto da persone che volevano che Rue Daru tornasse alla Chiesa ortodossa russa, non appena le oscenità politiche in Russia fossero finite. E sono finite da lungo tempo. L'arcivescovo Georgij (Tarasov), l'arcivescovo Sergij (Konovalov), il vescovo Aleksandr (Tian-Shanskij), il vescovo Mefodij (Kulmann), il vescovo Roman (Zolotov), il ​​protopresbitero Alexis Knjazev, l'arciprete Aleksandr Rehbinder, l'arciprete Vsevolod Dunaev, arciprete Igor Vernik, devono rivoltarsi tutti nelle loro tombe di fronte a ciò che sta accadendo oggi. Sarebbero tutti da tempo tornati alla Chiesa madre, insieme con una massa di laici, che non volevano aver parte in alcuna di queste sciocchezze.

Oltre all'ideologia modernista irrimediabilmente antiquata della sua élite (un anacronismo in un mondo post-modernista) Rue Daru ha enormi problemi finanziari. La cattedrale in Rue Daru ha bisogno di due milioni di euro, il Saint Serge sembra essere in bancarotta e la chiesa pre-rivoluzionaria a Biarritz ha bisogno di riparazioni costose. È difficile capire come un tale gruppo sia in grado di mantenere le chiese pre-rivoluzionarie a Firenze e San Remo – anch'esse parte del patrimonio ortodosso russo (non greco) in Europa. Poi c'è il problema di trovare sacerdoti per servire le chiese – sempre più provengono dall'Est Europa e non hanno tempo né comprensione per l'ideologia modernista delle élite o per le sue fantasie liturgiche. Due persone mi hanno detto che un giorno Rue Daru avrà più clero transfuga o spretato che clero in servizio. Ecco il risultato di decenni di semplici ordinazioni non canoniche e di inesperti, inondati di alti riconoscimenti – presumibilmente per aver cacciato e perseguitato fedeli ortodossi. Tutto questo è stato realizzato al fine di costruire un impero giurisdizionale. Per lasciarci con un pensiero, se non otteniamo il vescovo di cui abbiamo bisogno, forse otteniamo il vescovo che ci meritiamo.

 
I convertiti e la cultura

Come si può assimilare al meglio la 'cultura' dell'Ortodossia raccogliendo altre usanze nazionali senza perdere la propria nazionalità (per esempio negli Stati Uniti)? Come trovare quella via media di prendere il bene e lasciare il male nella nostra stessa cultura?

Non esiste un'Ortodossia generica. La nostra fede è tramandata da persone particolari, provenienti da particolari espressioni culturali della fede. Pertanto penso che un convertito possa abbracciare solo la particolare espressione della fede che ha ricevuto, nel contesto in cui si è convertito. Alcuni convertiti sono arrivati fino al punto di adottare l'identità etnica di qualsiasi giurisdizione ortodossa in cui si sono convertiti... ho sentito parlare perfino di casi in cui certe persone hanno russificato il loro cognome. Questo naturalmente è ridicolo, e non è né necessario né utile.

Quando io ho incontrato la fede ortodossa, questo è stato nel contesto ortodosso russo. Non mi sono mai illuso di poter diventare un russo, né ho mai avuto un grande desiderio di farlo. Quando la fede ortodossa fu portata agli slavi, questi abbracciarono molti aspetti della cultura ortodossa bizantina che li aveva portati alla fede, ma rimasero slavi e col tempo fecero propria la fede e si sviluppò una nuova cultura ortodossa. Si potrebbe tornare indietro di un passo e parlare della cultura ebraica degli apostoli e dell'interazione che ebbero con essa i convertiti greci, interazione che in ultima analisi si sviluppò nella cultura greca bizantina. Così, anche se io non sono un russo, né potrei mai diventare un russo, la mia esperienza dell'Ortodossia è venuta in un involucro russo, e quindi io sono un ortodosso russo e amo e apprezzo i migliori aspetti della cultura russa.

Tutto ciò che in una cultura è contrario alla fede cristiana ortodossa se ne deve andare. Ma tutto ciò che è buono o virtuoso in una cultura vi può essere incluso. I greci non hanno certamente rinunciato ai migliori aspetti della loro cultura quando hanno abbracciato la fede cristiana e la Chiesa è stata arricchita dalla cultura cristiana greca che ne è venuta fuori. Lo stesso vale per gli americani. Tutto ciò che è buono nella cultura che hai quando entri nella Chiesa, lo mantieni.

E mentre dobbiamo abbracciare l'espressione dell'Ortodossia così come la riceviamo, dato che viviamo in un contesto in cui ci sono molte altre espressioni culturali dell'Ortodossia, dovremmo resistere alla tentazione di disprezzare le altre pratiche che non sono meno autentiche, ma comunque diverse da quelle che conosciamo.

Un giorno, se Dio vorrà, vedremo una cultura ortodossa distintamente americana, ma i tentativi di forzarne prematuramente la nascita hanno incontrato risultati cattivi e credo che così non si riesca a capire come l'Ortodossia cambia una cultura. I russi non hanno deciso da un giorno all'altro di lasciar perdere la cultura greca, e concepirne una versione russa. Questo è avvenuto in modo naturale, con la maturazione della loro Chiesa nazionale. La Chiesa americana ha ancora molta strada da fare.

Tuttavia, ciò non significa che quelli di noi che sono di lingua inglese devono avere le funzioni in una lingua straniera. I testi delle funzioni sono stati tutti tradotti in inglese e quindi non esiste alcuna ragione per cui non dovremmo usarli.

Quello che un convertito dovrebbe cercare di fare è apprendere ciò che può dai cristiani ortodossi più pii e maturi che incontra nella propria parrocchia, ed emularli. Inevitabilmente si troveranno alcuni difetti in tali persone, e anche cose che non si dovrebbero seguire. E certamente non si devono emulare le cattive abitudini di coloro che sono cresciuti nella Chiesa. Per esempio, molti cristiani ortodossi hanno una cattiva abitudine di venire tardi in chiesa, o di venirci raramente. Ignorate il cattivo esempio di quelle persone e imitate quelli che stanno facendo ciò che dovrebbero fare.

Una tentazione per qualsiasi convertito è di prendere le cose all'estremo, e quindi bisogna fare sforzi per trovare un equilibrio. Per esempio, mentre possiamo e dovremmo imparare dal monachesimo, a meno che non andiate in un monastero, e finché non ci andate, non dovreste provare a vivere come se foste monaci athoniti. Per prima cosa, non funzionerà, e probabilmente le ruote della vostra fede si incepperanno in qualche momento. Focalizzatevi sul tentativo di vivere da normali e pii laici, e se Dio alla fine vi condurrà in un monastero, vi raggiungerete molto più facilmente la vostra salvezza se avrete imparato a raggiungerla in modo equilibrato mentre vivete nel mondo. Dovremo sempre ricordare le sagge parole di san Pimen il Grande:

"Tutto ciò che porta all'eccesso proviene dai demoni" (The Sayings of the Desert Fathers, The Alphabetical Collection, trad. di Benedicta Ward, Kalamazoo: Cistercian Publications, 1975, edizione riveduta 1984, p. 185).

 
La frontiera occidentale della Russia è diventata un deserto

Attenzione: quella che segue non è un'analisi, si tratta di un "cri du coeur"!

Guardando la foto dei tre tirapiedi oh così orgogliosi di avere "prevalso" sulla malvagia Russia ho sentimenti molto contrastanti. Da una parte, ho un senso di immenso disgusto. No, non per gli euroburocrati o per Poroshenko - che rispecchiano in modo autentico il loro personaggio. No, il mio disgusto è diretto a quella triste pseudo-etnia chiamata gli "ucraini" e che ora si è fratturata in due gruppi mutuamente esclusivi: i veri "ucraini" – i russi del "cuore della Russia" (che è il vero significato delle espressioni "Malorossija" o "piccola Russia"), che vivono sulla frontiera della Russia occidentale (il vero significato della parola "u-krainy") e l'ex homo sovieticus pseudo-ucraino (io li chiamo 'Ukies', o 'ucroidi'), che hanno subito una mutazione in pseudo-europei e che ora fantasticano di essere "europei" solo perché si sono offerti di diventare la prossima colonia anglo-sionista. Questa è gente che ha venduto una storia di 1000 anni per il premio (immaginario) che i capitalisti hanno fatto penzolare davanti ai loro nasi collettivi come una carota davanti a un asino. Due cose caratterizzano queste persone: sono dei fenomenali ignoranti praticamente in tutti i campi, ma soprattutto della propria storia, e la loro credulità è letteralmente infinita. In altre parole – sono degli stupidi allo stadio terminale. Per quanto riguarda i loro valori spirituali e culturali, questi non si estendono al di là di ciò che viene mostrato in una normale pubblicità televisiva.

È a questo punto che il mio pensiero si muove dal disgusto al sollievo. Sollievo che la Russia moderna non avrà a che fare con una popolazione tanto moralmente degenerata e spiritualmente corrotta.

Io sono russo. Le mie radici familiari vanno molto indietro nel medioevo russo e per me ogni fase della storia russa – buona o cattiva – ha un suo significato spirituale. Dalla nascita della Russia al battesimo di san Vladimiro, all'eroica resistenza di sant'Alessandro Nevskij, alla progressiva formazione di una nuova Russia sotto Ivan III, al periodo tragico di Ivan IV, allo Stoglav, al tragico scisma del vecchio rito, al deserto spirituale del regno di Pietro I, alla rinascita della Russia nei tempi di Alessandro II e Alessandro III e al martirio e alla transizione definitiva da un impero terrestre a una realtà spirituale sotto lo tsar-martire Nicola II – ognuno di questi momenti della storia può essere compreso solo attraverso occhi spirituali e non per mezzo di categorie materialistiche. E anche se la Russia moderna è ancora spiritualmente malata, molto malata, percepisco chiaramente i segni di una rinascita spirituale, o di un graduale abbandono delle illusioni materialistiche che sono state imposte al popolo russo nel corso del XX secolo.

Quello che alcuni (giustamente) chiamano "scontro di civiltà" tra la Russia e l'Occidente è una realtà. Allo stesso modo, quando la propaganda ucraina parla di una "scelta di civiltà", inavvertitamente esprime una profonda verità spirituale. La Russia è a malapena in piedi, ancora tremante e in molti modi confusa, ma già sta resistendo al marciume capitalista che sta corrodendo la civiltà occidentale, e la Russia è già (giustamente) percepita come una minaccia dalla plutocrazia occidentale. Se questo è ciò di cui è capace una Russia debole e ancora confusa, immaginate solo cosa potrebbe fare se recuperasse pienamente la sua vera identità e forza spirituale e culturale!

Quindi questa per me è una questione cruciale: la Russia in lenta guarigione ha davvero bisogno di vivere sotto lo stesso tetto culturale e di civiltà con il tipo di gente che ha portato Jatsenjuk o Poroshenko al potere? Direi di lasciare che l'Europa abbia a che fare con loro! Infatti, gli 'ucroidi' e l'Unione europea *si meritano* riccamente a vicenda.

Sì, lo so, Kiev è la culla di tutta la civiltà russa, ma non è stato lo stesso Cristo a dire "Se il tuo occhio destro ti offende, cavalo e gettalo via da te: perché è meglio per te che uno dei tuoi membri perisca, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna" (Matteo 5:29). Io non voglio che Russia perisca per l'Ucraina, tanto meno per la pseudo-Ucraina che io chiamo "Banderastan".

I crociati del papa sono venuti dall'Occidente. I massoni di Napoleone sono venuti dall'Occidente. Gli imperialisti tedeschi e austro-ungarici sono venuti dall'Occidente. Poi i nazisti sono venuti dall'Occidente. Ora gli anglo-sionisti vengono dall'Occidente. In passato, ogni volta che i "russi esterni" (la corretta traduzione di "Grandi Russi") sono venuti a salvare l'Ucraina da questi invasori, lo hanno fatto a costo enorme per la Russia. Ma almeno in passato, i veri ucraini non avevano mai confuso l'occupante e il liberatore. Oggi questo è cambiato. Infatti, i moderni "ucraini" pensano di sentire una profonda affinità con l'invasore, persino identificandosi con lui. Penso che la Russia dovrebbe smettere di fingere che questo non stia accadendo e che questi due siano popoli "fratelli". E va bene, forse erano fratelli in passato, ma ora tutto ciò che hanno in comune è la fratellanza di Caino e Abele.

Non c'è continuità tra san Vladimir e Poroshenko, e quello che stiamo osservando oggi a Kiev è ciò che la Scrittura chiama "abominio della desolazione nel luogo santo". E agli ucroidi piace così. La santità non ha per loro alcun valore. Io dico di farli vivere come vogliono!

Sì, certo, c'è la Novorossija che la Russia non può abbandonare e non abbandonerà. E la Crimea rimarrà sempre parte della Russia. E ci sono ancora veri russi a Kharkov, Dnepropetrovsk, Mariupol, Nikolaev, Odessa e anche a Kiev. Ma questi russi non possono o non vogliono combattere per liberare la loro terra dagli attuali occupanti occidentali e dovranno convivere con le conseguenze di questa scelta.

Per quanto riguarda il resto della Russia, spero di vederlo rivolgersi al Nord e all'Est dove si trova il suo vero futuro. Lasciate che l'Unione Europea abbia a che fare con il Banderastan, lasciate che il Banderastan abbia a che fare con l'Unione Europea e lasciate che godano insieme del ruolo di fedeli servitori dell'élite plutocratica che amministra il protettorato anglo-sionista europea a nome degli Stati Uniti. Lasciate che gli ucroidi, i baltici e gli altri est-europei facciano a gara tra loro per vedere chi otterrà il titolo di "impiegato del mese" dallo zio Sam. Lasciate che si crogiolino nel loro nuovo orgoglio di essere finalmente diventare membri a pieno titolo della civiltà dei Wal-Mart e dei McDonalds. E lasciate che continuino a scavare una profonda trincea lungo tutto il confine russo-ucraino. Anche se, ovviamente, è militarmente inutile (chissà a cosa stanno pensando i generali ucraini?!), è un fantastico simbolo di ciò che è diventata l'ex-Ucraina, ora "Banderastan associato all'Unione Europea". I bambini russi dovrebbero fare gite scolastiche in autobus, e si dovrebbe mostrare loro questa trincea, mentre i loro insegnanti spiegano loro che tipo di persone l'hanno scavata e perché.

La frontiera occidentale della Russia è diventata un deserto. È giunto il momento per la Russia di accettare questa realtà e agire di conseguenza.

Saker

 
La 'morte' di Anita Phillips

 

I monasteri 'sospesi in aria' delle Meteore, nella Grecia centrale, sono stati costruiti in cima a imponenti pilastri in pietra arenaria naturale, con picchi di più di mezzo chilometro di altezza. Foto: Rania Spooner

Vicino alle antiche torri di roccia delle Meteore è fiorita la leggenda di una turista australiana che è scesa da un autobus presso un monastero greco-ortodosso e non è stata mai più vista.

Nel corso dei decenni, la favola spacciata dalle guide turistiche ha assunto una vita propria.

Ma al tramonto in una sera d'estate, si può ancora trovare la donna cresciuta a Perth e una volta conosciuta come Anita Joy Phillips in pieno abito monastico, mentre cura un giardino sul retro del convento di Santo Stefano, i suoi occhi azzurri sorridenti da sotto un aderente copricapo nero.

 

Il monastero greco-ortodosso di Santo Stefano alle Meteore, Grecia. Foto: Rania Spooner

Il monastero di Santo Stefano fu fondato intorno al 1400 e in seguito fu trasformato in un convento di suore che alloggia fino a 30 donne, tra le quali negli ultimi 21 anni anche un'australiana.

Dopo aver preso il primo dei suoi "voti irrinunciabili" come novizia nel 1993, Anita è stata ribattezzata sorella Silouani (Silvana).

Il suo omonimo e ispiratore, san Silvano, era un monaco di origine russa del Monte Athos, e di lui si dice che raggiunse una grande umiltà e calma interiore prima della sua morte.

 

L'ex cittadina di Perth 'Anita Phillips', ora sorella Silouani, nella sua casa a Santo Stefano alle Meteore. La sua storia di come è finita al monastero fa parte del folklore locale, tuttavia la sua versione dei fatti è un po' meno colorita rispetto al racconto delle guide. Foto: Rania Spooner

La perdita del nome di nascita di una persona simboleggia una "morte al mondo", secondo le descrizioni accademiche della trasformazione intrapresa da tutte le monache e monaci greco-ortodossi.

"Morta per il mondo, ma viva in ​​Cristo", ha spiegato padre Emmanuel Stamatiou della chiesa greco-ortodossa dell'Annunciazione della Madre di Dio a West Perth.

"Questa nozione di essere morti al mondo si applica a tutti coloro che affermano di seguire Cristo, ma si applica e si realizza più pienamente in coloro che abbracciano la vita monastica".

In una rara intervista al quotidiano The Guardian, nel 2002, una monaca greco-ortodossa che vive nello Yorkshire del nord ha anche descritto l'abito nero indossato dalle sorelle "tonsurate", come un segno di morte al mondo.

"La nostra opera è opera di cadaveri di fronte al mondo", ha detto al Guardian.

Ma agli occhi dei suoi genitori in Australia, Anita Phillips è tutt'altro che morta.

"No, per niente," Joy Phillips, 70 anni, ha detto della "morte" della sua unica figlia, che lei chiama ancora "Anita".

"Anita" è stata una ragazza atletica e socievole, profondamente coinvolta nelle sue squadre di basket e di nuoto del liceo, secondo sua madre.

ha anche avuto successi accademici.

Dopo la laurea in economia presso la prestigiosa University of Western Australia, la ventenne Anita "è volata" a Londra con l'intenzione di approfondire i suoi studi commerciali.

Ben presto si è ritrovata ad Atene, dove ha iniziato a insegnare l'inglese e a imparare il greco.

"È andata in una chiesa un giorno e penso che abbia avuto un così caldo benvenuto e le è piaciuto così tanto che ha subito iniziato ad andarci regolarmente", ha detto la signora Phillips.

"Quando siamo andati a trovarla, nel 1992, era già abbastanza religiosa."

Ha preso i primi voti monastici l'anno successivo.

"Anita" si interessava di teologia prima della sua visita in Grecia? "Assolutamente no", ha detto la signora Phillips.

Anche sorella Silouani ha ammesso la sua "vocazione" deve sembrare "strana" per una ragazza di Perth.

Seduta contro un muro di pietra per evitare il caldo sole, la gioviale suora di circa 40 anni ricorda gli eventi che l'hanno portata a una serena vita di preghiera e di isolamento.

Parlava lentamente, con un accento australiano confuso, le mani calde che spuntavano da sotto la veste, mentre condivideva una risata o un dettaglio intimo.

La più giovane di tre figli, sorella Silouani è cresciuta a Como (un sobborgo di Perth), e come figlia di un padre cattolico non praticante e di una madre protestante, ha frequentato il Penrhos College prima di andare all'università.

Ma nella sua adolescenza aveva già cominciato a farsi domande sul suo destino.

Sorella Silouani ricorda una giovane Anita che cammina lungo la costa a Perth urlando alle onde, "ti prego, Dio, mostrami cosa fare e io ti servirò per il resto della mia vita", ha detto.

La storia intessuta dalla gente del posto racconta di una ragazza che è tornata all'autobus turistico dopo una fermata di mezz'ora al convento e ha chiesto il suo bagaglio.

L'autista del bus che sostiene di averla lasciata racconta ai suoi passeggeri - ripetutamente - di come ha insistito che Santo Stefano non era un hotel, ma la ragazza non voleva ascoltarlo.

"In realtà sono abbastanza sicura di aver preso un taxi," ha detto sorella Silouani dopo aver ascoltato la versione più colorita. "Non avrebbero mai preso qualcuna in quel modo".

Le monache vivono periodi di prova, i voti che prendono sono sacri e infrangibili, non c'è spazio per qualcuno se ne vada via per un capriccio.

"Non si può divorziare da Dio", ride sorella Silouani.

Essere accettata a Santo Stefano è stato un processo di un anno.

Mentre viveva ad Atene ha visitato il monastero ogni secondo fine settimana e le è stato permesso di prendere i primi voti dopo soli 12 mesi - un'eccezione estrema al tipico percorso lungo anni, ha detto.

I suoi genitori erano "un po' sorpresi, ma non preoccupati", quando ha chiamato per far loro sapere che stava andando a vivere nel convento di suore, ha detto la signora Phillips.

Ma una cosa era certa: la loro figlia non sarebbe mai tornata a casa.

"Sapevo che aveva preso una decisione a lungo raggio, non ne ho mai dubitato", ha detto la signora Phillips. "Molti nostri amici hanno detto che sarebbe tornata, ma non ho mai pensato che l'avrebbe fatto.

"È stata sempre molto determinata".

La vita di sorella Silouani nel convento comporta la sveglia alle 5 del mattino per andare in chiesa ogni giorno, scherzando sul fatto che non ci vuole molto tempo per mettersi in ordine i capelli e scegliere qualcosa da indossare.

Il resto del suo tempo è per la preghiera e per i suoi "lavori" nella falegnameria e in una fattoria di proprietà del monastero.

Anche se le suore non sono autorizzate a utilizzare i social media, mantengono un telefono ben utilizzato e sorella Silouani ha corrispondenti in tutto il mondo.

Parla ai suoi genitori una volta alla settimana al telefono e ne ha avuto rare visite.

Dopo due decenni, la madre non ha ancora "assolutamente alcuna idea" del perché sua figlia ha scelto di trascorrere la sua vita in un isolato monastero greco-ortodosso.

"Deve avere soddisfatto un suo bisogno", ha detto. "Ma lei è molto felice e questo è tutto quello che volete per i vostri figli, non è vero?"

"Non era fatta per essere un'economista."

Anche se le mancano i "picnic sulla spiaggia" con la sua famiglia, sorella Silouani ha detto che rimarrà a Santo Stefano fino a quando Dio le indicherà altrimenti.

"Quando ho lasciato Perth stavo venendo a fare solo un viaggio in Europa," ha detto.

"Ho voluto questa vita al 100 per cento e ne ho ancora voglia".

 
I sostituti vegetali di carne e latticini e il loro impiego nel digiuno ortodosso

Chi prende seriamente il digiuno quaresimale si fa spesso domande sui prodotti vegetali che simulano la carne, il latte, il formaggio... sono davvero permessi durante la Quaresima, anche se a consumarli sembra di non fare davvero digiuno? Dovremmo usarli oppure no? A queste domande risponde in modo molto serio ed equilibrato l’arciprete David Moser, parroco a Boise, Idaho (USA) in un articolo apparso su Pravmir. Presentiamo la traduzione italiana dell’articolo nella sezione “Ortoprassi” dei documenti.

 
Perché il rito occidentale?

Un dialogo filosofico sulla questione del rito occidentale

Ci sono stati tentativi all'interno della Chiesa ortodossa di incorporare la messa occidentale sin dalla fine del XIX secolo. Molti cristiani ortodossi si chiedono se ciò sia appropriato e quale motivo potrebbe esserci per fare qualcosa di diverso dalla liturgia standard. Ci sono stati molti studiosi e propagandisti liturgici, ma non c'è mai stato un filosofo-teologo che potesse spiegare perché il rito occidentale è importante e delineare una visione singolare affrontando onestamente le dinamiche e le debolezze intrinseche alla questione del rito occidentale. Offro questo dialogo per rispondere a molte di queste obiezioni e fornire un quadro su come il rito occidentale potrebbe essere affrontato e, soprattutto, perché.

Padre Leo: Grazie per aver visitato la nostra parrocchia. È la prima volta che partecipi ad una liturgia di rito occidentale?

Anthony: Sì, ma sono ortodosso da diversi anni. Sono piuttosto avventuroso e volevo vedere di cosa si tratta veramente quando si parla di questa cosa del rito occidentale.

Padre Leo: Puoi parlare con coraggio di qualunque tua preoccupazione. Penso che sia importante che queste domande siano aperte. Non devi preoccuparti di offendermi.

Anthony: Francamente, padre, non sono convinto che il rito occidentale sia effettivamente ortodosso.

Padre Leo: E perché non dovrebbe esserlo?

Anthony: Perché la messa occidentale celebrata oggi è quella del Concilio di Trento, che risale a molto tempo dopo lo scisma. E quindi la messa non è "perfettamente ortodossa" come spesso si sostiene. E la liturgia è molto più che un semplice testo, anche se in esso non vi sono espliciti problemi dottrinali. E come può esistere un unico rito occidentale quando ci sono state così tante varianti? E molte chiese celebrano la liturgia anglicana! Quindi quale rito occidentale è l'attuale rito occidentale ortodosso?

Padre Leo: Sento spesso questa obiezione, e se facessimo semplicemente la messa tridentina come vogliono i cattolici tradizionalisti, allora questo sarebbe un problema. Ma la messa tridentina in sé non è stata inventata in blocco. Quasi tutto è stato preso prima dello scisma. In effetti Trento prese la messa come veniva fatta a Roma e la rese standard in tutta Europa. È vero che Trento ha istituito l'orribile pratica della messa bassa, in cui il sacerdote si limita a borbottare la liturgia, ma qui non lo facciamo.

Per quanto riguarda le variazioni della messa, queste esistono anche nel rito orientale. I russi celebrano la liturgia in modo molto diverso dai greci e la maggior parte di questi cambiamenti risalgono al tardo impero. Una chiesa russa canta le beatitudini durante le antifone, ma i greci fanno tutt'altra cosa. Ma nessuno direbbe che si tratta di una liturgia essenzialmente diversa.

Un russo del 1500 sarebbe confuso e probabilmente offeso dalla musica comunemente cantata nella ROCOR o nell'OCA. Allo stesso modo, i greci medievali non avevano nel loro canto i microtoni che sono così caratteristici del canto bizantino odierno. Il nostro ciclo liturgico di rito orientale si è coalizzato intorno al tempo dello scisma. E così qualsiasi vescovo ortodosso dei concili ecumenici che fosse improvvisamente catapultato nel nostro secolo si sentirebbe disorientato e sopraffatto dalla moderna liturgia orientale.

Ma possiamo dire che non c'è continuità? Possiamo dire che il rito orientale è del tutto arbitrario? O che dobbiamo tornare a una qualche mitica forma pura della liturgia in cui hanno capito bene in un momento perfetto?

Anthony: È vero.

Padre Leo: L'Europa occidentale aveva diversi rituali, la maggior parte dei quali erano simili. Il nucleo era la messa romana del papa san Gregorio Magno, la maggior parte della quale era molto precedente a lui, e gradualmente molti di questi rituali alternativi si estinsero. Nella stessa Roma la messa era in qualche modo accorciata e snellita, ma nel resto d'Europa c'erano molte più parti variabili e frammenti di poesia liturgica.

E questo lo potete vedere nella messa luterana: l'ordine e il testo della loro liturgia non è significativamente diverso da quello che abbiamo fatto qui oggi, perché i luterani hanno adattato la messa tedesca pre-tridentina. Lutero affermò di non aver mai abolito la messa e di aver voluto soltanto riordinarla.

Molte chiese ortodosse di rito occidentale preferiscono l'uso del rito di Sarum della cattedrale di Salisbury in Inghilterra, anche se questo è un po' post-scisma. Ha molto di più della cerimonia e del rituale che manca nella messa romana standard. Abbiamo celebrato oggi una delle parti più belle del rito di Sarum, in cui passiamo l'icona di Cristo affinché ogni persona la veneri.

la cristianità nel 1000 d.C

Anthony: Sì, l'ho trovato molto bello. Vorrei che potessimo portare questo momento nell'Ortodossia di rito orientale.

Padre Leo: Per quanto riguarda la liturgia anglicana, ammetterla nel rito occidentale ortodosso è problematico, ma si tratta di una minoranza di chiese. Gli anglicani hanno preso la messa e ne hanno fatto una traduzione ponderata, hanno riorganizzato l'ordine della messa e hanno eliminato alcune delle frasi più cattoliche.

In un certo senso, non esiste un singolo movimento di rito occidentale. Esistono diversi movimenti con obiettivi diversi e capita che questi movimenti utilizzino un testo liturgico simile. Il fatto che alcuni sacerdoti facciano cose inappropriate non delegittima il testo stesso o le comunità che lo seguono in modo ortodosso.

Anthony: Ma solo perché il testo in sé non è eretico non significa che sia propriamente ortodosso. La maggior parte degli inni battisti sono ortodossi, ma ciò non significa che dovremmo avere un rito occidentale battista.

Padre Leo: Ma il testo è quasi interamente parte della Scrittura. Immagino che il 90% provenga dai Salmi. Solo i greci svilupparono un'ampia poesia liturgica tale da occupare uno scaffale. Nessun altro gruppo cristiano – ortodosso, scismatico, eretico o altro – ha sviluppato la densità liturgica dei monaci greci medievali.

Ammetto che la messa occidentale è meno ricca teologicamente di quella liturgica orientale, ma la considero come una sorta di cibo. Le liturgie greche sono di grado A-più, quelle russe sono di grado A-meno e il rito occidentale è di grado B. Tutti questi cibi sono nutrienti, ma alcuni sono migliori di altri. E le liturgie secolarizzate, pigre o arbitrarie sono di grado C e D. Il cibo di grado B ti fa ancora bene e può soddisfare i tuoi bisogni spirituali.

Ma quando la liturgia greca è fatta con contrappunto barocco e un organo, o se la liturgia russa è fatta con canti stonati e cori non provati, o se il rito occidentale è fatto basandosi sulla nostalgia infantile del sacerdote o sui gusti personali, allora queste liturgie sono molto meno nutrienti e soffocheranno la vita della parrocchia.

Eppure c'è ancora una grande profondità teologica nella liturgia occidentale. Leggi Amalario di Metz. Prende ogni parte del ciclo annuale, i sacramenti e la messa stessa e parla del simbolismo. È un libro bellissimo, e nessuno può leggerlo e dire che la messa occidentale è spiritualmente impoverita. Se la messa fosse stata spiritualmente arida, sarebbe caduta molto tempo fa. Ma il fatto che sia rimasta relativamente stabile nonostante tutti i cambiamenti avvenuti nel cristianesimo occidentale dimostra che ha una capacità di resistenza, che è qualcosa di autentico e umano che risuona nel cuore delle persone.

Anche se per molte persone l'Ortodossia non sembra l'Ortodossia senza l'Octoechos, vediamo qui che per molti nuovi convertiti, la messa occidentale è la loro Ortodossia. Puoi vederlo sui loro volti. Sarebbe crudele strappargliela via e dire: "Voi non siete ortodossi. Non contate". Se sono state fatte promesse che alcune comunità possano celebrare insieme la messa occidentale, allora tali promesse non dovrebbero essere mantenute?

Anthony: Ma non c'è epiclesi nella messa occidentale. Vi esiste quindi l'eucaristia?

Padre Leo: Ma questa è una pratica pre-scismatica, e anche i santi occidentali non avevano l'epiclesi. E così il palamita san Nicola Cabasilas, uno dei maggiori commentatori della liturgia orientale, difende l'assenza dell'epiclesi, anche dopo lo scisma. Dice che c'è un'epiclesi ascendente quando il sacerdote dice:

"Ti supplichiamo umilmente, Dio onnipotente, di comandare che queste nostre offerte siano portate per mano del tuo santo angelo al tuo altare negli eccelsi, alla presenza della tua divina maestà; affinché quanti di noi riceveranno il santissimo corpo e sangue del tuo Figlio prendendone parte da questo altare possano essere riempiti di ogni benedizione e grazia celeste: attraverso lo stesso Cristo nostro Signore. Amen."

E alla fine della messa, il prete dice, in latino, Ite, missa est. Da qui deriva il nostro termine "messa". Spesso questo viene tradotto come "Andate in pace. La messa è finita". Ma letteralmente significa: "Andate. È stata inviata". Cosa viene inviata? I commentatori moderni dicono che la Chiesa è inviata, ma i commentatori medievali dicevano che è l'oblazione ad essere inviata. Il sacerdote offre i doni a Dio – questo è ciò che significa la parola greca "anafora" – e la gente prega con lui come comunità. Una volta inviato il sacrificio a Dio, la messa è finita e si va.

E comunque prima del canone c'è una sorta di epiclesi, che è quella che i latini chiamano anafora. Il prete dice:

"E tu, o Dio, degnati in tutto di benedire, consacrare e approvare questa nostra oblazione, di perfezionarla e renderla a te gradita, affinché diventi per noi il corpo e il sangue del tuo dilettissimo Figlio, Gesù Cristo nostro Signore".

E quindi questo è ciò che viene inviato, l'oblazione. La messa è un sacrificio, ma un sacrificio deve sempre avere qualcuno a cui essere offerto. E così è offerto al Padre, insieme ai nostri cuori, mentre diciamo: "Innalziamo i nostri cuori al Signore", sia in Oriente che in Occidente. Naturalmente più tardi i latini svilupparono questo in una teologia della crocifissione continuata e trasposta nel tempo, ma questo è estraneo all'Ortodossia. La teologia ortodossa non ha un'idea chiara di cosa sia esattamente il tipo di sacrificio, ma lo facciamo per adorare Dio e gli offriamo tutta la nostra vita, che è infusa di grazia attraverso l'eucaristia. E l'eucaristia è la carne glorificata di Cristo, non la sua carne crocifissa come sostengono i cattolici. E così, offrendo l'eucaristia, offriamo noi stessi a lui e abbandoniamo le preoccupazioni del mondo. Mangiando l'eucaristia diventiamo parte del corpo e del sangue. In questo senso l'oblazione è inviata, sia l'eucaristia stessa, sia noi stessi che ad essa siamo stati uniti.

Ma a prescindere, gli ortodossi generalmente insegnano che non esiste un solo momento della consacrazione. Se il sacerdote intende invocare lo Spirito nel momento delle parole di istituzione, perché allora lo Spirito non dovrebbe scendere? Se il rituale non funziona perché il prete ha sbagliato le parole, allora si tratta di una mentalità da stregoneria. Sarebbe la forma fine a se stessa. Ma noi ortodossi crediamo che la liturgia sia dinamica e piena di grazia, e che le parole diano semplicemente forma a ciò che l'energia divina sta già operando.

Anthony: Ma perché il rito occidentale? Perché non fare semplicemente quello che fanno tutti gli altri?

Ci sono due ragioni addotte per il rito occidentale. Il primo è l'evangelizzazione di tipo "esca e scambio", che piacerà a cattolici e anglicani. Ma l'Ortodossia deve essere accettata alle sue condizioni. L'Ortodossia riguarda l'obbedienza. Come può qualcuno convertirsi e vedersi promettere che potrà mantenere ciò che già possiede? Dovremmo rinunciare a tutto per seguire Cristo.

La seconda ragione addotta è che a qualcuno semplicemente piacciono le liturgie occidentali. Ma ancora una volta, l'Ortodossia non riguarda il fare ciò che vogliamo. E questo non fa altro che dividere ulteriormente la Chiesa per etnicità e perpetuare l'etnofiletismo invece di imparare a funzionare all'interno delle espressioni etniche dell'Ortodossia come un outsider etnico.

E queste parrocchie non crescono quasi mai. Non sono sostenibili. Sono alcuni vecchi episcopali che pensavano di cambiare vescovo.

[Nota dello staff di Orthodox Reflections: alcune parrocchie di rito occidentale stanno segnalando una crescita significativa. Quindi, mentre ci sono parrocchie ortodosse di entrambi i riti che non crescono, ci sono molte parrocchie che lo fanno. Abbiamo sentito parlare di parrocchie di rito occidentale che hanno raddoppiato o più le loro dimensioni negli ultimi due anni].

Padre Leo: Sono d'accordo che entrambe queste ragioni sono pessime scuse, anche se ci sono comunque delle parrocchie fiorenti. La prima ragione è quanto meno comprensibile, ma scopriamo che queste persone spesso non sono affatto ortodosse nella loro mente. Spesso dopo diversi anni sentono di aver perso qualcosa che hanno tutti gli altri. Personalmente ritengo che il rito occidentale sarebbe più appropriato per un monastero o per un contesto in cui le persone sono ortodosse da molti anni.

Ma non è l'ideale convertirsi a una parrocchia di rito occidentale. La liturgia è la vita della Chiesa. Come minimo, i catecumeni e i nuovi convertiti dovrebbero visitare frequentemente altre chiese per ottenere un'ampia visibilità. Non si dovrebbe essere semplicemente ortodossi di rito occidentale senza alcun collegamento con la normale tradizione liturgica ortodossa.

E alcune cose dovranno sempre essere fatte alla maniera orientale. I riti della tonsura monastica sono molto pesanti e implicano molto più che i voti di "celibato, povertà e obbedienza". Questi devono essere eseguiti con il normale rituale orientale.

È anche strano che si parli così tanto di cattolici e anglicani, e nessuno sembra menzionare i luterani. I luterani liturgici sono le sette occidentali più conservatrici dal punto di vista liturgico, ma raramente ci rivolgiamo a loro.

Ma c'è ancora un'altra ragione per l'importanza del rito occidentale che nessuna propaganda sembra menzionare, ed è questo che mi spinge a venire qui ogni domenica. Dobbiamo tenere accesa la candela, per quanto piccola sia, anche se non c'è una reale crescita numerica, per dimostrare che questa è propriamente ortodossa e ci appartiene. Cattolici, anglicani e luterani hanno preso ciò che è nostro e lo hanno utilizzato per i propri scopi, ma è nostro. Noi siamo i veri eredi di questa tradizione e loro sono gli impostori.

Dio ci ha dato questa liturgia e non possiamo semplicemente seppellire il nostro talento sotto terra. Dobbiamo fare qualcosa con i doni che Dio ci ha dato e produrre frutto. Nel Giorno del Giudizio potremmo chiederci cosa abbiamo fatto con la messa occidentale, e dovremmo essere in grado di dire qualcosa di più di: "Bene, i cattolici ce l'hanno rubata e l'hanno infangata, quindi noi l'abbiamo lasciata morire e marcire nella spazzatura". No, questa liturgia è un dono di Dio, ma i doni di Dio comportano sempre delle responsabilità.

E allora cosa succede se non c'è crescita numerica? Lo scopo della liturgia non è quello di avere masse di persone che entrano. Gli evangelici lo fanno, e puoi vedere quanto siano spiritualmente superficiali. Ci viene detto in tutto il Nuovo Testamento che i veri credenti saranno molto pochi, soprattutto negli ultimi tempi.

Una chiesa missionaria deve avere un piano per la crescita a lungo termine? Anche se il sacerdote sarà sempre a tempo parziale, ha portato le persone al pentimento e ha nutrito il loro sviluppo spirituale, ha dato loro un posto in cui appartenere e sentirsi al sicuro nel caos della modernità, ha costruito una comunità di fede e una famiglia, ha dato alle persone qualcosa di significativo e autentico a cui guardare ogni settimana – questo non convalida la comunità liturgica che ha stabilito nel suo garage? E il fatto che non sia pagato dalla chiesa gli dà maggiore libertà di predicare ciò che ritiene giusto invece di preoccuparsi che i parrocchiani arrabbiati lo facciano licenziare e/o trasferire. È bene pagare al proprio sacerdote uno stipendio a tempo pieno, se possibile, ma questo vincola anche le mani dei sacerdoti.

i santi ortodossi delle Isole Britanniche e dell'Irlanda

Anthony: Tutti questi motivi hanno senso e li prenderò in considerazione.

Padre Leo: E penso che ci sia anche qualcosa di epigenetico. La messa occidentale è dentro di noi. È affondata nel cuore dei nostri antenati e loro ce l'hanno trasmessa. Spesso parliamo del sangue come se appartenesse a quelli delle generazioni precedenti. Parte di questa eredità di sangue è il modo in cui adoriamo Dio, perché è nell'adorazione che coinvolgiamo maggiormente l'anima. E così, anche se non vogliamo dire che il rito occidentale sia per i convertiti anglosassoni e che la liturgia greca sia per i greci, c'è in un modo molto reale qualcosa nella messa occidentale per cui noi anglosassoni aneliamo, in un modo di cui non eravamo consapevoli. Non abbiamo mai saputo che stavamo cercando una cosa del genere finché non l'abbiamo trovato.

la chiesa cattedrale dei santi Pietro e Paolo nella città e diocesi di Washington, comunemente nota come Cattedrale nazionale di Washington o Cattedrale nazionale, è una cattedrale americana della Chiesa episcopale

Io mi sono convertito all'Ortodossia ordinaria e per molti anni mi sono opposto al rito occidentale. E oggi sono un sacerdote di rito occidentale. Anche se amo la liturgia bizantina, c'è qualcosa nella messa occidentale che colpisce l'anima in un modo che la liturgia del Crisostomo non può fare.

Anthony: Ma l'Ortodossia significa tradizione, e la tradizione sono le canzoni che yiayia ti canta. Ma il rito occidentale è formato da libri. E quindi ci sarà sempre qualcosa di arbitrario al riguardo. Ho anche sentito parlare di alcune chiese che usano le ostie!

Anche se il rito occidentale non è invalido, è qualcosa di molto lontano nel passato. Non è stato il rito occidentale ad evangelizzare il Giappone e la Cina. Gli ambasciatori di Kiev hanno rifiutato il rito occidentale quando hanno visto la liturgia di Santa Sofia. È il rito orientale la lingua della Chiesa. Non si può semplicemente dire che la liturgia sia tutta arbitraria, come se le rubriche bizantine fossero un incidente della storia. Sembra crudele dire a un vecchio prete etnico che tutto ciò che fa è arbitrario e meramente etnico.

[Nota dello staff di Orthodox Reflections: le parrocchie di rito occidentale usano spesso inni, in particolare inni natalizi, che sono tradizionali per i cristiani occidentali, anche quelli usati nelle chiese non liturgiche. Si prega di vedere la fine di questo post per sapere come cantare un canto natalizio "tradizionale" ha fatto piangere un cristiano ortodosso].

Padre Leo: Certo, questo è un difetto del movimento di rito occidentale che non possiamo aggirare, e hai ragione nel dire che non possiamo insegnare che il rito orientale è meramente arbitrario e culturale. Il rito occidentale non può mai essere insegnato come "identico" al rito orientale.

Alcune comunità di rito occidentale sono effettivamente "uniate inverse" e cercano di incorporare quanto più possibile il cattolicesimo degli anni '50 nell'Ortodossia. La loro liturgia è ciò che il Vaticano II e l'anglo-cattolicesimo hanno promesso, e sebbene questa sia una tradizione umana, non è la tradizione ortodossa. Altre comunità cercano di fare qualcosa per lo più pre-scisma, che è la tradizione ma non una tradizione, perché, come hai detto, viene dai libri e non da una yiayia. Alcuni sacerdoti ritengono che solo il testo della liturgia dovrebbe essere diverso, e così celebrano la Teofania, tengono le letture del lezionario orientale e costruiscono la loro chiesa in stile orientale, e l'effetto è che la parrocchia non ha mai la sensazione di avere un'identità chiara.

È un difficile equilibrio tra l'essere occidentale e ortodosso, organico e ispirato, antico e contemporaneo. Pochissimi preti hanno il carisma per farlo bene. Da parte nostra, anche se abbiamo un altare maggiore e una balaustra, sulle pareti ci sono icone di secoli ed etnie diverse, e non permettiamo pratiche devozionali post-scisma come il sacro cuore, le cinque ferite, la Via Crucis o il rosario. Cerchiamo di farla sembrare un'Ortodossia normale e contemporanea all'interno di un'estetica liturgica occidentale.

Inoltre non abbiamo statue, anche se c'erano alcuni santi pre-scismatici che le usavano, e occasionalmente queste statue producevano miracoli. Ma le statue sono problematiche di per sé, e non è un caso che la tradizione ortodossa si sia concentrata solo attorno a immagini bidimensionali. Anche il settimo concilio menziona solo immagini bidimensionali e vieta qualsiasi tipo di aggiunta o sottrazione alla sua teologia. [NPNF 2.14, pagine 550-551]

Ma non esiste una risposta oggettiva a questa domanda. Non puoi fare i conti per determinare se dovremmo praticare la Teofania o l'Epifania. Usiamo calice e cucchiaio, ma non c'è alcuna ragione oggettiva per cui sia sbagliato intingere il pane nel calice. Gli inni in rima sembrano non ortodossi, ma non sono sbagliati, in senso stretto. E le nostre pratiche sull'uso del Sarum sono post-scismatiche, anche se alcuni sostengono che siano molto tardive rispetto alla Normandia pre-scismatica.

Sembra che l'interrogativo del rito occidentale debba avere una risposta semplice. Il testo della messa è pre-scismatico e perfettamente ortodosso, e quindi basta seguire il testo. Ma hai ragione quando dici che ci sono voluti mille anni di sviluppo. Si sono accumulati bagagli che non possono essere lasciati facilmente. Il movimento di rito occidentale sarà sempre molto complesso e diversificato, perché non è un movimento unico.

Ma nonostante tutti questi problemi, dobbiamo mantenere accesa la candela. E la candela continuerà a funzionare. Il rito occidentale non fiorirà mai a livello macro, ma non morirà mai e non può morire. Tutti i tentativi di ucciderlo sono falliti. Anche se zoppica per grazia di Dio, la messa occidentale sarà nella Chiesa fino alla venuta del Regno.

[Nota dello staff di Orthodox Reflections: "Il rito occidentale non fiorirà mai a livello macro" sembra eccessivamente pessimistico data la crescita che abbiamo sentito dalle parrocchie di rito occidentale, ma è vero che alcuni sostenitori del rito occidentale sono andati troppo oltre nel promuoverlo come "vera liturgia" degli Stati Uniti. Per un'ottima discussione sul rito occidentale da parte di un gruppo di chierici ortodossi, vedete questo video al minuto 55].

Alla fine ciò che non è veramente ortodosso morirà e ciò che è propriamente ortodosso rimarrà. Gesù disse: "Ogni pianta che il mio Padre celeste non ha piantato sarà sradicata". L'Ortodossia è vita e verità. Le parrocchie troppo orientali diventeranno di rito orientale, perché non si sentono vive con un'identità divisa. E le parrocchie uniate moriranno o apostateranno perché le loro promesse di "esca e scambio" sono false. Ma gli ortodossi di rito occidentale che si sentono organicamente ortodossi e autenticamente occidentali, rimarranno, resisteranno e porteranno la testimonianza necessaria che l'Occidente del primo millennio è ortodosso e solo ortodosso.

Spesso i cattolici affermano di avere la stessa eredità condivisa dell'Occidente del primo millennio, e molti teologi ortodossi lo ripetono. Ma non è proprio vero. Lo si può constatare entrando in un negozio di souvenir cattolici, dove del primo millennio non c'è quasi nulla. A loro sembra estraneo perché hanno uno spirito diverso, perché non hanno lo Spirito Santo, che bestemmiano nel loro falso Credo. Perché dovrebbero venerare Leone, Gregorio, Girolamo o Agostino? Non hanno nulla in comune con loro. Anche il giorno di san Patrizio è solo una scusa per ubriacarsi e dormire con qualche persona sconosciuta, ma loro non credono nei valori che hanno dato la spinta a san Patrizio. Spesso la Chiesa cattolica insegna che questi santi del primo millennio e i loro miracoli erano figure mitologiche.

estratto dalla preghiera di san Patrizio

Anthony: Ma come fa a sapere quali rubriche di rito occidentale usare? Perché la Germania del X secolo rispetto alla Spagna dell'VIII secolo? Nella nostra liturgia russa potrebbero esserci cose che non mi piacciono, ma posso almeno dire: "Lo facciamo perché è la tradizione dei russi". Ma ciò non potrà mai accadere con il rito occidentale.

Padre Leo: L'arbitrarietà e il gusto personale sono piuttosto un difetto insito nella rinascita del rito occidentale ortodosso. L'uso di Sarum fornisce una sorta di risposta. Almeno con Sarum abbiamo uno standard oggettivo su cui basarci. Possiamo dire: "Facciamo questa pratica perché è l'uso di Sarum", cosa che in realtà non può essere fatta se celebriamo la normale messa romana. E l'uso di Sarum ha ricchezza e pienezza, mentre la messa romana è piuttosto secca e scarsa. Quindi, secondo me, l'uso di Sarum si adatta molto meglio alla nostra etica ortodossa, anche se alcuni hanno buone ragioni per non essere d'accordo.

Anthony: Il che solleva un altro punto. Una cosa che ho notato oggi è che è molto più una liturgia della parola. Il prete sta facendo altre cose vicino all'altare, e la gente se ne sta da sola a guardare. E così i cattolici alla fine hanno sviluppato il termine "udire la messa", che è assente nell'Ortodossia. La liturgia occidentale sembra semplicemente più fredda. Non ha il calore delle liturgiche orientali.

[Nota dello staff di Orthodox Reflections: questo punto e contrappunto è stato una sorta di sorpresa per quelli di noi che conoscono, o almeno hanno familiarità, con il rito occidentale. Il rito occidentale antiocheno utilizza un ampio canto congregazionale da un innale, e le liturgie sia di san Tikhon che di san Gregorio hanno letture più reattive eseguite dalla congregazione rispetto alla Liturgia di san Giovanni Crisostomo. Inoltre, gli accoliti nella pratica antiochena svolgono molti più compiti rispetto agli accoliti del rito orientale. Mettono l'incenso, incensano la congregazione, aiutano il sacerdote a lavarsi le mani, gli consegnano oggetti, suonano le campane e altro ancora. Se avete avuto dei figli che servono all'altare in entrambi i riti, potrete apprezzare le maggiori opportunità di coinvolgimento che il rito occidentale comporta].

Padre Leo: La propaganda insiste sul fatto che il rito occidentale è "ugualmente ortodosso", ma ovviamente c'è una sensazione diversa. Penso che sarebbe meglio esprimere che il rito occidentale è "diversamente ortodosso". Il calore c'è, ma ci vuole un po' perché si stabilizzi. A quel punto trovi un grande conforto nella messa e ti diverti ad ascoltarla di per sé. Allora la messa ti diventa preziosa, e non vuoi rinunciarvi mai.

Ma il fatto che si tratti più di un servizio clericale si è sviluppato subito dopo lo scisma. I sacerdoti monastici iniziarono a celebrare la messa ogni giorno e persero la sensazione che l'intera comunità avesse bisogno di ascoltarla. Così iniziarono a dirla da soli nella loro cella e si limitarono a borbottare. Questa pratica si diffuse poi nelle parrocchie, dando così inizio alla messa bassa. E a un certo punto in tutto questo cominciarono soltanto a incensare le immagini davanti alla chiesa e a mormorare le letture del lezionario, col risultato che i laici erano distaccati dalla messa e spesso vi andavano semplicemente per consuetudine sociale o esigenza legale. Ben presto la massa si sviluppò in una mentalità da stregoneria, in cui si compie qualcosa di fine a se stesso come rituale vuoto o per placare l'ira di Dio oppure per ottenere qualche tipo di favore. E così i riformatori protestanti avevano in un certo senso ragione nel dire che la messa è un "hocus pocus", anche se vi applicarono le soluzioni sbagliate.

Lutero aveva, almeno in parte, ragione nel dire che la messa necessitava di essere aggiustata, ma il resto dei riformatori lo respinse del tutto. Vediamo questo modello negli ultimi secoli di necessità di fissare la messa. La Riforma luterana, le riforme liturgiche tridentine, il Movimento anglicano di Oxford, il movimento liturgico cattolico preconciliare e il nostro rito ortodosso occidentale – tutti questi avvertono che c'è qualcosa di rotto nella messa del secondo millennio ma che deve essere salvata. E provano a sistemarlo, ma non funziona mai bene. Ovviamente i cattolici dell'inizio del XX secolo furono gravemente traditi. Il loro lavoro è stato utilizzato per giustificare altri scopi che non avevano mai previsto.

Ma almeno qui nella nostra parrocchia cerchiamo di coinvolgere i laici. Incensiamo tutte le icone nella chiesa, facciamo circolare l'icona di Cristo affinché tutti possano venerarla, e i laici cantano molte delle risposte. Ci sono alcuni frammenti di latino e abbiamo croci celtiche e gigli ovunque per creare il contesto e farci sentire storicamente collegati. Nessuno sta nell'angolo a pregare il rosario da solo. Sembra l'Ortodossia. Forse un'Ortodossia diversa, ma pur sempre un'Ortodossia autentica, organica.

Lascia che ti chieda qualcosa. Credi che l'eucaristia a cui hai preso parte oggi sia proprio l'eucaristia?

Anthony: sì, certo.

Padre Leo: Allora non si può dire che non siamo ortodossi, perché sarebbe un rifiuto dell'eucaristia. Puoi dire che preferiresti non venire qui perché non ti piace la liturgia, ma non puoi rifiutarci perché non facciamo veramente parte della Chiesa.

Anthony: È vero. Ma sembra comunque arbitrario. Perché non fare semplicemente la stessa cosa che abbiamo sempre fatto? Perché dover sperimentare?

Padre Leo: Ma questo lo si potrebbe dire a qualunque prete. Le rubriche della Settimana Santa di rito orientale sono una combinazione di tre serie diverse e sono state incollate insieme nel 1800, motivo per cui tutto è ambientato dodici ore indietro e sembra un tale disastro. Nel secolo scorso, molti vescovi della diaspora e studiosi di liturgia hanno combinato le funzioni, le hanno abbreviate o hanno fatto ogni sorta di copia-incolla. Padre Schmemann voleva un Vaticano II ortodosso e un novus ordo, scrivendo che si trattava di una "crisi" e che coloro che vogliono continuare a fare la stessa liturgia di sempre mancano di fede.

Ma anche prima, il canto corale russo era un esperimento del tardo impero per sentirsi più occidentali, e l'attuale tradizione russa è il canto Znamenny, che oggi è quasi perduto. Le icone tradizionali russe sembrano poco diverse dalle icone greche, ma invece i russi volevano immagini scintillanti e occidentalizzate. Nel XVII secolo ci furono dei cambiamenti anche nel modo in cui i russi celebravano la liturgia dei Presantificati, e questo continua in gran parte anche oggi.

Il COVID è stato un enorme esperimento liturgico. Quando nella storia della Chiesa le persone si sono mai coperte il volto in chiesa perché pensavano che l'aria nella chiesa sarebbe stata velenosa e li avrebbe uccisi? Quando mai sono esistiti cucchiai multipli o usa e getta? Quando mai abbiamo vietato alle persone di venerare le icone o obbligato a prenotare per venire alla liturgia?

Tutta l'Ortodossia canonica nella diaspora ha messo le mani della marmellata degli esperimenti liturgici. Se rifiuti il rito occidentale come un esperimento liturgico, allora dovresti essere coerente e rifiutare anche il resto della Chiesa.

Anthony: Non riesco a pensare a un'obiezione.

Padre Leo: Il prete dall'altra parte della città insegna teologia della liberazione e critica i superiori. Alcuni lo definiscono eretico, ma nessuno dice che la sua parrocchia non conta come chiesa ortodossa. Eppure noi ortodossi di rito occidentale siamo continuamente messi in dubbio e trattati come se non esistessimo. Perché? A causa del ritualismo superficiale.

Anthony: Questo è vero.

Padre Leo: Gli ortodossi dicono spesso che è una tragedia che la Chiesa cattolica abbia abbandonato la messa tradizionale per il novus ordo, anche se noi non abbiamo motivo di preoccuparci di quello che fanno i cattolici. E il movimento anglo-cattolico è considerato una reazione positiva all'anglo-protestantesimo. Eppure, quando vogliamo fare la stessa liturgia ma in modo più ortodosso, la gente dice che ciò non dovrebbe essere permesso. Allora qual è la conclusione? La messa cattolica preconciliare e la liturgia anglo-cattolica erano una cosa buona o no? Le persone dovrebbero essere coerenti.

Anthony: Tutto questo è un punto valido. Prenderò quello che dice e lo considererò. Grazie per aver risposto alle mie domande.

Padre Leo: No, Anthony. Piuttosto, grazie per averlo chiesto. Vale la pena riflettere e affrontare la questione del rito occidentale. Non dovremmo affrettarci a respingere il rito occidentale, ma non dovremmo nemmeno accettarlo acriticamente. San Paolo disse: "Tutto sia fatto con decoro e ordine", e l'apostolo Giovanni disse: "Provate gli spiriti per vedere se vengono da Dio". E quindi accolgo sempre con favore questo tipo di domande e non mi offendo. Dimostra che tu prendi sul serio la tua fede e ti aspetti lo stesso dagli altri.

 
Eredità sacra: santuari ortodossi nella Carelia russa

La Repubblica di Carelia è una destinazione popolare non solo per il turismo tradizionale e la ricreazione, ma anche per i pellegrinaggi. Si possono trovare molti monasteri e luoghi santi in questa terra pacifica di paludi e foreste. Tra i pellegrini, la Carelia è considerata un luogo da visitare assolutamente.

Ecco alcuni dei santuari ortodossi della Carelia, che sono bei monumenti di storia e cultura.

La chiesa di san Michele Arcangelo nel villaggio di Chalna nella regione di Prjazha, Repubblica di Carelia.

La cappella della Discesa dello Spirito Santo costruita nel XVI secolo nel villaggio di Ahpojla nella regione di Prjazha, Carelia.

La cappella di san Nicola costruita nel XIX secolo nel villaggio di Kamennavolok nella regione di Prjazha, Carelia.

La cappella della Natività della Beata Vergine Maria, costruita nel XVIII secolo, nel villaggio di Manga nella regione di Prjazha, Carelia.

La cappella della Discesa dello Spirito Santo costruita nel XVI secolo, nel villaggio di Ahpojla nella regione di Prjazha, Carelia.

La chiesa-cappella di santa Barbara, nel villaggio di Novye Peski nella regione di Prjazha, Carelia.

La chiesa di san Nicola nel villaggio di Kudama nella regione di Prjazha, Carelia.

La campana nel campanile della cappella di san Giorgio costruita nel XVII secolo nel villaggio del distretto di Veshkelitsa Suojarvsky, Carelia.

La chiesa del profeta Elia costruita alla fine del XIX secolo nel villaggio di Vedlozero, regione di Prjazha, Carelia.

La cappella della Dormizione della Madre di Dio, nel villaggio di Sjamozero, regione di Prjazha, Carelia.

La cappella del profeta Elia costruita nel XVIII secolo nel villaggio di Ruga, regione di Prjazha, Carelia.

La Chiesa dell’intercessione della santa Vergine nella regione di Prjazha, Carelia.

 
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Стать богом, получить много жен и планету

Мы продолжаем знакомить наших читателей с программой телеканала «Спас» «Мой путь к Богу», в которой священник Георгий Максимов встречается с людьми, обратившимися в Православие из разных неправославных конфессий.

Олег Кожин в поисках Бога посещал собрания свидетелей Иеговы и неопятидесятников, потом познакомился с мормонами и девять лет провел в их среде, причем был не рядовым членом общины, а ее главой. Чем привлекают мормоны новых адептов? Как толкуют вопиющие противоречия «откровений» своих пророков? Кто такие мормонские «боги»? Где пребывает Дух Святой, а где только ложная уверенность в личной святости? Об этом и о том, как меняется жизнь человека, пришедшего в Православную Церковь после долгих духовных блужданий, – рассказ сегодняшнего гостя программы.

Священник Георгий Максимов: Здравствуйте! В эфире передача «Мой путь к Богу». Думаю, многие наши зрители время от времени встречали на улице молодых людей в костюмах и с бейджами типа «старейшина Джим» или «старейшина Сергей». Это члены «Церкви святых последнего дня», или мормоны. Наш сегодняшний гость – человек, который знает об этой организации не понаслышке, поскольку часть своей жизни связал с ней. Олег Александрович, не могли бы вы рассказать, с чего начался ваш духовный поиск и как вы оказались в этой организации.

Если начинать с самого начала… Меня в детстве воспитывала православная женщина – моя прабабушка, которой я очень благодарен, – бабушка Мария. Она была неграмотный человек, но все молитвы знала наизусть, соблюдала посты и водила меня в храм, учила меня вере, объясняла очень просто: «Олег, на небесах у нас есть Боженька, Который нас всех любит, и если ты будешь слушаться папу и маму, Он будет любить и тебя и в жизни у тебя будет всё хорошо. Но если ты папу и маму слушаться не будешь – придут страшные-страшные черти и унесут тебя в очень некрасивое место и будет тебе там плохо». Я этого очень боялся и хотел быть послушным ребенком.

Олег Кожин

Запомнилось на всю жизнь. (Смеется.)

Да, это запомнилось на всю жизнь, хотя это всё как-то сказочно было, но я до сих пор помню ее слова. И очень благодарен ей за эти слова. Когда мне было четыре годика, она с разрешения моих родителей крестила меня в православном храме. Я помню священника, который меня крестил, – это протоиерей Анатолий Шумов. Он крестил почти весь наш город того времени. Другого священника у нас просто не было. Когда мне исполнилось семь лет и я пошел в школу, прабабушка была уже очень старенькая, начала слепнуть, и в храм мы с ней ходить перестали. В школе я получил другое воспитание: октябренок, пионер. Храм пришлось забыть. Но когда наступил 1993 год, в мои руки попала замечательная книга – Библия.

Тогда достать ее было непросто.

Да, очень тяжело. Я даже помню день, когда первый раз о ней услышал. У меня был день рождения, и пришла моя тетя и объявила: «Я выписала из Петербурга Библию!» Я говорю: «Серьезно? Можно прийти посмотреть на нее?» – «Конечно, приходи, посмотри». И позднее тетя пригласила меня посидеть со своей маленькой дочерью, которую не с кем было оставить. Я пришел, думаю: «Чем же занять себя?» И вспомнил про эту чудесную книгу. Достал Библию, открыл Евангелие от Матфея и начал с первой главы. Дочитав до седьмой главы – то есть прочитав Нагорную проповедь, – я был потрясен. Это были простые, но очень глубокие слова. С этого времени моя жизнь начала меняться. Она стала более осознанной. Я стал задумываться о своих поступках. Мне в то время было 23 года, и я уже успел погрешить, вел довольно праздный, разгульный образ жизни. А прочитав Нагорную проповедь, я очень о многом задумался. И в один прекрасный день мне так захотелось прочитать Библию с самого начала, с Ветхого Завета. Я пришел к тете и попросил у нее эту книгу на время почитать. Она до сих пор у меня. Сейчас она вся истрепанная, зачитанная, там отмечены мои любимые стихи. Я ее берегу до сих пор – это память на всю жизнь.

Нагорная проповедь. Фреска Фаворского монастыря. Фото: А. Поспелов / Православие.Ru

И вот, когда я прочел в Библии о левитах, о священниках, мне самому ужасно захотелось быть священником. Это стало мечтой моей. И я очень хотел поделиться теми впечатлениями, которые я получал, читая эту книгу. Но, к сожалению, мои друзья были далеки от этого. У нас начались серьезные разногласия, споры. В итоге с друзьями пришлось расстаться. Я начал искать общения с верующими. Взял Библию под мышку и пошел в православный храм. Это сейчас я понимаю, что для Православия были очень тяжелые времена, но тогда мне это было непонятно. Я пришел туда со многими вопросами, хотел услышать ответы. Но вокруг меня стояли бабушки, несколько дедушек, обратиться было не к кому. Я вообще не понимал, что вокруг меня происходит.

А почему бы не подойти к священнику?

Я попробовал подойти к священнику. Честно сказать, я обиделся на него. Ему просто некогда было со мной разговаривать. Сейчас я понимаю: ему одному было очень тяжело. Нужно было восстанавливать храм, и тут я еще пришел со своими вопросами. Он действительно был очень занятой человек. Но в то время я его не понял. Я ушел и решил больше туда не возвращаться. Тут же нашлись другие учителя в лице свидетелей Иеговы. Был звонок, я открыл дверь: стоят мужчина и женщина: «Мы хотели бы с вами поговорить о Боге». Я: «Вот как здорово! Я бы тоже хотел поговорить о Боге». Я пригласил их к себе домой, они стали часто приходить ко мне со своими уроками. Но, слава Богу, я с ними не остался. Я почувствовал какое-то сильное давление: они давили на меня.

А в чем именно давили?

Они заставляли меня ходить на свои собрания: «Приходи туда, делай это, читай это». И это было не с мягкостью, а с нажимом. И я сказал: «Извините, я пока еще не готов к тому, что вы мне сейчас преподносите. Давайте подождем какое-то время. Мне нужно осмыслить. И потом я сам вас найду». Но, слава Богу, мы с ними больше никогда не встретились. Затем я был на собрании у пятидесятников. Просто как сторонний наблюдатель. Слушал их песнопения… Мне давали литературу, я читал ее. Но большого участия я в их жизни не принимал. И в то же время я впервые встретил мормонов.

мормоны

Как это произошло?

Один раз, возвращаясь домой, – это был 1999 год – я шел по улице и размышлял, чем займусь на следующий день. И увидел вдалеке двух ребят в белоснежных рубашках, с галстуками. Иду и смотрю на них. И они тоже поймали мой взгляд и, когда мы поравнялись, задали мне вопрос: «Вы верите в Бога?» Я говорю: «Да, я верю в Бога». – «А вы читаете Библию?» – «Да, читаю». На то время я уже заканчивал Откровение Иоанна Богослова и считал себя уже немножко грамотным человеком. «Вы слышали что-нибудь о Церкви Иисуса Христа святых последних дней?» – был их вопрос. Я говорю: «Нет, никогда не слышал». – «Ну, а название “Церковь мормонов” вам о чем-нибудь говорит?» Я говорю: «Нет, тоже никогда не слышал». – «А вы хотели бы почитать книгу Мормона?» – «А что это за книга?» – «О, это новое откровение. У нас есть пророк, и он перевел эту книгу – это история американского народа с откровениями об Иисусе Христе». Я говорю: «Как интересно!» – «А можно мы к вам придем?» – «Да, конечно, приходите. Я буду рад вас видеть». И они пришли ко мне. Было интересно с ними общаться. По сравнению со свидетелями Иеговы, это очень мягкие люди. Они завораживают своим отношением, своей обходительностью. Какой вопрос им ни задай – всегда отвечают с радостью, улыбаются.

Через несколько дней я встретил одного старого товарища. Мы не виделись долгое время. И он спрашивает: «А ты Библию когда-нибудь читал?» Я говорю: «Конечно. Вот и сейчас читаю». Он: «Я хожу в церковь “Слово жизни”. Ты слышал о ней что-нибудь?» Я говорю: «Нет, не слышал». Для меня всё это было ново и интересно. «А хотел бы со мной на собрание пойти?» – «Да, хотел бы». И я стал ходить одновременно на собрания мормонов и на собрания «Слова жизни» – это церковь «харизматического» направления, неопятидесятники. Был узкий круг общения, там собирались, как я понял, их лидеры. Был пастор этой церкви, пришли ребята с музыкальными инструментами – ну, по типу рок-группы. Играли интересно. А я тогда увлекался рок-музыкой, мне нравилось. И они восхваляли Бога рок-музыкой. Затем они встали в кружок: «Давайте помолимся» – и начали молиться на каком-то непонятом языке. И, что интересно, все одновременно говорили. И это было «ля-ля-ля-ля» – что-то непонятное.

Так называемая глоссолалия.

Да, глоссолалия. И пастор сказал: «Кто хочет покаяться? Среди вас есть, знаю, новые люди». Я вышел: «Я хочу покаяться». Я действительно очень хотел покаяться в своих грехах. «Вы хотите принять дар Святого Духа и очиститься?» – «Конечно, хочу!»

беснование под видом глоссолалии

Кто бы отказался?! (Смеется.)

Конечно. Это была моя мечта. Действительно, я очень хотел очиститься от своих грехов. И пастор подошел ко мне, приложил к моей груди руки и произнес какие-то заклинательные молитвы. Нажал на мою грудь и «даровал мне дух». Я весь напрягся и изо всех сил ждал, когда же Он на меня снизойдет, вспоминая, что было в день Пятидесятницы, как я читал в книге Деяний. Я ожидал чего-то подобного – что сейчас моя грудь загорится, я почувствую откровение, заговорю так же, как они, вот этими языками интересными… Ждал-ждал – и ничего не наступило. Потом отошел. Пастор сказал: «Вот, теперь у нас есть новый брат. И он получил такой же дар, как и мы. Он так же может говорить языками». И они снова начали молиться на этих «языках». Я изо всех сил старался тоже заговорить. У меня ничего не получалось, но мне стало стыдно: почему же я не умею-то? И я начал коверкать язык – просто чтобы не отстать от них. И начал говорить какую-то чушь, просто ахинею. И пастор воскликнул: «Вот, дар открылся!» А мне смешно стало. Да я такой язык знал с детства. (Смеется.) Это ничего не значащее бормотание. С тех времен я перестал туда ходить. И стал уже общаться только с мормонами.

У них есть цикл из шести бесед, в процессе которого они этап за этапом приводят к своему крещению. Наконец они мне задали вопрос: «Вы готовы креститься в “Церкви Иисуса Христа святых последних дней?» Я говорю: «Мне нужно подумать». Я думал какое-то время. Несколько месяцев не решался на это. Я ждал, на что-то надеялся. Но так никакого откровения или знака и не получил. И все-таки дал согласие. 6 декабря 1999 года я крестился у них. В бассейне «даровали мне Святого Духа». Через какое-то время назначили меня священником. И так начался мой путь восхождения к вершинам мормонской деятельности. Через какое-то время я стал лидером молодежного движения, затем первым советником президента прихода, затем президентом прихода – это ко многому обязывало. Проповедовать, узнавать глубину «книги Мормона».

Как раз хотел вас об этом спросить. Потому что «книга Мормона» – это то, что особенно отличает мормонов. Это написано их «пророком» Смитом. Так вот, когда вы читали ее, не возникало ли какого-то ощущения, что это что-то не то по сравнению с Библией?

Довольно-таки часто там встречается несогласие с Библией. И я, естественно, задавал вопросы американским миссионерам: «Что-то этот стих не похож на то, что написано в Библии, и этот стих не похож…» Они отвечали: «Это новое откровение, очень глубокое. Библия несовершенна. Ее переводили, переводили, переводили – и многие истины потерялись. А “книга Мормона” имеет всю полноту Евангелия. Если вы сейчас что-то не понимаете, придет время – вам откроется. Вы молитесь и узнаете больше. Главное – верьте, что эта книга – истинна». И я старался верить, что она истинна. Со временем у меня возникали всё более глубокие вопросы. Я всё больше находил противоречий. Но уже не миссионеры, а я сам себя убеждал: «Олег, наверное, ты неправильно понимаешь. Нужно подождать какое-то время – и откроется. Нужно еще читать, нужно верить, молиться – и всё будет хорошо. Я пойму. Когда-нибудь я это пойму».

Не вспомните какие-нибудь примеры противоречий?

Например, когда я встречался с миссионерами, они мне ни слова не сказали, что мормонами когда-то практиковалось многоженство. Я это услышал от посторонних людей. Когда я начал спрашивать о многоженстве, отвечали: «Да, это было. Церковь тогда была гонима, и нужно было ее распространить. А какой способ? Нужно было рождать очень много детей. И бог дал откровение – чтобы брали больше жен и жили с ними в праведности и рождали как можно больше детей. Но потом пришло время, и это было отменено. И мы сейчас даже не вспоминаем об этом».

50 жен мормона-фундаменталиста Уоррена Джеффса

Читая «книгу Мормона», я находил вот такие интересные стихи: «Этот народ всё более впадает в беззаконие. Они не понимают священных писаний. Ибо, совершая блудодеяния, ищут оправдание в том, что написано о Давиде и о Соломоне, сыне его. Вот, истинно, Давид и Соломон имели много жен и наложниц, что было мне противно, – речет господь». Дальше: «Вот, аламонийцы, ваши братья, которых вы ненавидите за их нечестие и за то, что они были прокляты, став темнокожими, – праведнее вас, ибо они не забыли заповедь Господа, данную нашему отцу: не иметь более одной жены». Это «книга Мормона», которую почитают за священное писание и где многоженство осуждается.

А теперь открываем книгу «Драгоценная жемчужина. Учение и заветы», которая считается даже выше «книги Мормона» – здесь записаны откровения Джозефа Смита. Читаем: «Истинно, так речет господь тебе, слуга мой Джозеф: в виду того, что ты обратился ко мне, чтобы узнать и понять, каким образом я, господь, оправдал слуг моих Авраама, Исаака, Иакова, а также Моисея, Давида и Соломона, слуг моих в том, что касается принципа и учения, разрешив им иметь много жен и наложниц. Я есть господь и бог твой и отвечу тебе на то, что касается этого вопроса. Поэтому готовься сердцем получить и повиноваться наставлениям, которые я намерен дать тебе, ибо все те, кому открыт этот закон, должны повиноваться ему. Ибо вот – я открываю вам новый и вечный завет, и если вы не будете соблюдать этого завета, то будете прокляты. Ибо никто не может отвергнуть этот завет и получить разрешение войти в славу мою». Это про многоженство. В предисловии перед разделом написано: «Откровение, данное через пророка Джозефа Смита в городе Наву, штат Иллинойс. Записано 12 июня 1843 года и касающееся нового и вечного завета, включая вечность завета бракосочетания, также как и многоженства».

Книга Мормона

То есть в «книге Мормона» – в их священном писании – многоженство осуждается. В другом писании, которое считается вечным заветом, про многоженство говорится: «И будет проклят каждый, отвергнувший его». Через какое-то время многоженство было осуждено законом Соединенных Штатов Америки – тут же приходит «откровение» одному из «пророков» церкви Уилфорду Вудраффу: «В силу того, что Конгрессом были приняты законы, запрещающие многобрачие, кои законы объявлены Конституционным верховным судом, я настоящим заявляю свои намерения подчиниться этим законам и употреблять свое влияние на членов церкви, в которой я председательствую, чтобы они поступали подобным образом. В моих наставлениях церкви… за указанный период времени нет ничего, что могло бы быть положительно истолковано как назидание или поощрение многоженства. Если какой-либо старейшина церкви когда-либо употребил высказывание, передающее эту мысль, то он немедленно получит упрек. И я ныне публично заявляю, что даю наставление святым последних дней воздерживаться от вступления в какой-либо брак, запрещенный законом страны».

Интересно получается. Сначала многоженство не поощряется, даже упрекается господом. Затем пишется, что многоженство – это вечный закон и кто его не соблюдает – будет извергнут. Далее опять откровение приходит, что тот, кто живет в многоженстве, – будет отлучен от церкви. Я не понимаю. Ведь «Бог не человек, чтоб Ему лгать, и не сын человеческий, чтоб Ему изменяться» (Числ. 23: 19). Его слова неизменны. А здесь их меняют, как хотят.

Стоит подчеркнуть, что хотя в Ветхом Завете у некоторых патриархов и царей было несколько жен, но нет ни одного случая, когда бы это было следствием Божественного установления, когда бы Бог предписывал многоженство. Моногамные браки однозначно утверждаются Господом Иисусом Христом как единственно естественная и законная форма семьи, когда Он ссылается на то, что «в начале создания Бог мужчину и женщину сотворил их (Мк. 10: 6). А то было своего рода уклонение древних людей по немощи. Но даже в Ветхом Завете имеются места, которые прямо указывают на нежелательность многоженства: «И чтобы не умножал себе жен, дабы не развратилось сердце его» (Втор. 17: 17). А в «откровении» Смита об этом говорится как о вечном завете. И он сам имел около 30 жен, и мормонская церковь официально разрешала многоженство с 1852 по 1890 годы. Насколько я знаю, есть и сейчас в США такие мормоны-раскольники, отделившиеся от основной организации, которые продолжают практиковать многоженство, несмотря на то, что это запрещено законодательно. Это, конечно, яркий пример. Но если говорить в целом, сами эти «откровения», которые, с одной стороны, мимикрируют под библейские, а с другой стороны, пронизаны духом чисто американских реалий, не вызывали ли у вас какого-то диссонанса в душе при сравнении их с Библией?

Вызывали. Ну вот, например, то, к чему стремятся все мормоны. Цель – стать впоследствии богом. Не уподобиться Богу, а стать богом. То есть, согласно их учению, каждый, кто был достойным мормоном, соблюдал все заповеди, платил десятину, впоследствии, после воскрешения, станет богом. Получит в свое владение какую-то планету, которой будет управлять как ее бог, будет иметь много жен, рождать от них духовных детей, посылать их на ту планету, которая будет ему дана, и будет наблюдать за ними так же, как Бог управляет и наблюдает за нами. Вот это цель их существования здесь, на Земле.

И так же Бог Отец когда-то Сам был человеком, по их учению. Он так же прошел какой-то жизненный путь, затем получил повышение, стал богом, получил гарем женщин. И вот мы рождены от какой-то из его небесных жен и сюда пришли на Землю проходить испытание здесь и получить то же самое. И я задавался вопросом: «Если Он был человеком, значит, у Него тоже есть бог? И у того бога тоже есть бог? И так бесконечно. Так сколько же богов у нас существует?» Это вообще абсурд. Бог один, Он Альфа и Омега, начало и конец.

великий план счастья. Схема спасения по-мормонски

Да уж, абсурд – это еще мягко сказано… А сколько лет вы провели у мормонов?

В общей сложности я был девять лет в этой секте. Семь лет из них я был президентом прихода. Мне, честно сказать, очень стыдно. Стыдно, что я мог верить этим басням, читать эту чушь, кому-то доносить, кого-то убеждать. Я прошу прощения у тех людей, которых я смутил, которых я привел к этому, которые до сих пор находятся в этой секте. Я у них прошу прощение за мои слова, за мои действия. И от всей души желаю, чтобы они быстрее ушли оттуда и пришли к Истинной Церкви, к Церкви наших отцов, к Апостольской Церкви, Православной.

А как произошел у вас процесс расставания с мормонской организацией? Ведь за девять лет пребывания у вас весь круг общения, наверное, состоял из мормонов. И должны были быть серьезные основания для того, чтобы решиться порвать с этим.

Просто мои вопросы назревали всё острее. Я стал спорить, стал неугоден. Там строгая дисциплина. Излишние вопросы и инакомыслие пресекаются. Я понял, что поступил приказ сверху: меня нужно убрать. Я это чувствовал. Было давление – и от миссионеров, и от руководства. Не слишком явное, но оно чувствовалось. Но я не сдавался и продолжал спорить и настаивать на своем.

О чем спорили? Только ли о вероучительных вопросах или еще о каких-то других?

Заявление Олега Кожина и других мормонов из т.н. «Церкви Иисуса Христа Святых последних дней»

От меня требовали рукоположить в «аароново священство» человека, про которого я точно знал, что за неделю до этого он совершил прелюбодеяние. Я отказался. А кроме того, я устал от того, что из центра всё время спускали задания, предусматривающие увеличение поборов с рядовых членов общины. Мне было жалко своих прихожан, это были в основном пожилые и очень небогатые люди. И вот об этом я тоже часто спорил. Затем меня сняли с руководства. И в один прекрасный момент я просто написал заявление с просьбой, чтобы мое имя было изъято из всех списков мормонов, а также имена всех моих родственников, которые были там крещены. Они это сделали.

Итак, вы перестали быть мормоном. А что заставило вас посмотреть в сторону Православной Церкви?

Здесь я хотел бы сказать спасибо моему другу Эдуарду. Он вовремя поддержал меня и дал мне почитать хорошую книгу отца Иоанна Кронштадтского, как стать святым. С этой книги начался мой путь в Православие. Мои глаза открылись. Я понял, где Истина, а где ложь. Затем я начал читать больше православной литературы, ходить в храм, интересоваться Таинствами. Всё начало становиться на свои места. Потом была первая исповедь. Я покаялся в том, что был мормоном, отрекся от этой веры. Отец Амвросий, благочинный нашего округа, прочитал надо мной разрешительную молитву. Я причастился. Поступил учиться в воскресную школу. Стал ходить в молодежный православный клуб. Меня там тепло встретили. Сейчас эти ребята, организовавшие клуб, мои близкие друзья.

А если сравнивать то, что вы увидели в Церкви Православной, с периодом мормонства, что вы могли бы отметить как самое большое отличие?

Став православным, я почувствовал благодать Божию. Я ощутил, что такое веяние Святого Духа. Настоящее веяние Святого Духа, а не какое-то мистическое ощущение, какой-то самообман. Говоря православным языком, прежняя моя жизнь была жизнью в прелести. Чему меня учили? «Ты – президент прихода своего города. Значит – ты пророк своего города». Понимаете, к чему меня подводили? Когда постоянно говорят: «Ты пророк своего города», чувствуешь себя так: «Да, действительно, ты можешь получать откровения для этого города». Это состояние глубокой прелести. Сейчас я живу жизнью Церкви. И вот это действительно глубина. Большая глубина. Я читаю достойную литературу святых отцов, правильную трактовку Священного Писания. Библию нельзя читать одному. Ее нужно читать обязательно с комментариями святых отцов – тех людей, которые действительно получили откровения от Бога, которые правильно понимали их. А когда мы принимаем свои мысли о Писании, то они могут нас увести в какие-то дебри.

Олег Кожин держит заявление о выходе из мормонов (т.н. «Церковь Иисуса Христа Святых последних дней»)

Собственно, многие секты, которые появились в мире, в том числе и те, с которыми вам довелось столкнуться, возникли именно из таких кружков понимания Писания, где каждый толковал его по-своему. Между тем в самом Священном Писании, как мы знаем, апостол Петр говорил, что «никакого пророчества в Писании нельзя разрешить самому собою. Ибо никогда пророчество не было произносимо по воле человеческой, но изрекали его святые Божии человеки, будучи движимы Духом Святым» (2 Пет. 1: 20–21), поэтому и толковать их могут лишь те люди, в которых дышит Дух Святой. А это, конечно, не так происходит, что ты пришел к малознакомым людям, один из них прикоснулся к тебе и сказал: «Вот, теперь на тебе Дух Святой»! Нет, надо сердце свое очистить, надо жить по воле Божией, надо войти в подлинную Церковь Божию, где Дух Святой обитает. И тогда, по мере того, как человек не просто говорит о себе: «Я уже святой», а на деле оказывается таким, – тогда и происходит стяжание Духа Святого, и так появляются те, кого мы знаем как святых. И им Сам Господь объясняет Свое слово. Я сам убеждался в этом. Когда открываешь святоотеческое толкование, то видишь такую глубину проникновения в текст Священного Писания, что понимаешь: «Вот я бы до этого никогда не додумался». А у них это получалось так просто, потому что Сам Господь им открывал. А когда человек по своему уму толкует Писание, тогда сбывается другое слово апостола Петра: «Во всех посланиях… есть нечто неудобовразумительное, что невежды и неутвержденные, к собственной своей погибели, превращают, как и прочие Писания» (2 Пет. 3: 16).

Да, так оно и есть.

А не было ли у вас предубеждений в отношении Православия, сложившихся за то время, что вы провели у мормонов?

Были. Я каюсь в этом. Я действительно очень негативно относился к Православию, особенно к иконопочитанию, почитанию мощей святых. Считал, что это вообще примитивная религия для недалеких бабушек.

И как удалось это преодолеть? Не было ли каких-то психологических трудностей, чтобы, например, пойти приложиться к иконам?

Святой праведный Иоанн Кронштадтский

Да как-то больших проблем не было. Когда я прочитал вот ту книгу святого Иоанна Кронштадтского, мое сердце открылось. Мои глаза открылись. Мое понимание открылось. И я еще раз хочу поблагодарить своего друга Эдуарда, который мне помогал. Мы вместе ходили на службу. Он говорил: «Не стесняйся, шепотом задавай мне вопросы, если что-то не понимаешь. Я буду рассказывать, что здесь происходит». Я так и делал. Говорю: «Эдик, куда они пошли?» – «Они кадят. Это символ того, что Святой Дух нисходит». – «А что сейчас священник делает?» – «А он делает то-то». И так он мне объяснял шаг за шагом. Мне всё было интересно. Затем, когда я был в командировке, мне попался в руки полный православный молитвослов. И это был мой первый опыт молитвы. Я стал читать молитвы и вдруг ощутил: вроде бы молитва написана, но такое чувство, что она идет изнутри меня, как будто это мои родные слова. Они вышли Святым Духом через сердце, через душу. Каждое слово здесь необходимо, и каждая молитва нужна. Так что я очень быстро пришел в Православие. Я поступил в воскресную школу, там были хорошие учителя, они доходчиво всё доносили. И именно об иконах. С тех пор я очень люблю иконы. Вы знаете, сколько у меня дома икон? У меня вся стена увешана. Я всё их приношу и приношу. Моя супруга говорит: «Олег, куда вешать? Больше мест нет». Ну, мест нет – я их складываю. И когда наступает день почитания этого святого, я достаю его икону, ставлю на центральное место – как делается это в храме – и читаю канон, акафист этому святому.

Олег Александрович, спасибо вам за ваш рассказ. Дай Бог, чтобы и другие люди, которые находятся в той же организации, задали себе такие же вопросы, которые вы задавали. Мы должны помнить, что самое главное в этой жизни – найти Истину и последовать за ней. Это то, для чего мы родились. Бывает так, что люди даже начинают чувствовать, что в той организации, где они находятся, что-то не так. Но включается внутренняя цензура: «Я не буду об этом думать, это может повредить моей вере». Некоторым тяжело бывает сделать этот шаг. Потому что это приведет к разрыву с окружением, потере привычного течения жизни. Но все-таки надо следовать за Истиной – ведь это та жемчужина, ради которой стоит продать всё, что имеешь, чтобы приобрести ее (см.: Мф. 13: 45–46).

 
La Chiesa ortodossa in Togo

1) Quali sono gli aspetti più importanti che dobbiamo conoscere della storia della Chiesa ortodossa in Togo?

Il Togo è un piccolo paese in Africa occidentale, con una popolazione totale, secondo la stima del 2015, di 7.552.318 abitanti. Di questi, oggi, il 25% è cristiano. Il restante 75% è costituito da musulmani e animisti. Basti dire che l'evangelizzazione non è profondamente radicata nell'animo della popolazione del Togo.

Prima di passare alla storia della Chiesa ortodossa in Togo, si dovrebbe fare una breve panoramica della storia della tradizione di fede ortodossa oggi presente nei paesi dell'Africa nera a sud del Sahara.

Nell'anno 451, a Calcedonia, i Padri conciliari hanno costituito la pentarchia, vale a dire, i cinque soggetti ecclesiali (Roma, Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme) ai quali la tradizione canonica della Chiesa accordava la qualità patriarcale. Tutto il continente africano era sotto la giurisdizione del Patriarcato di Alessandria. Toccava a questo patriarcato estendere il suo slancio missionario nell'Africa nera e garantire la giurisdizione della Chiesa ortodossa nel continente. Partendo dall'Egitto, nel quarto secolo, l'opera missionaria, incoraggiata dall'imperatore bizantino Giustiniano, gettò le sue fondamenta nei a regni sud dell'Egitto: il regno di Nubia (attuale territorio del Sudan) e quello di Axum (l'attuale Etiopia, ex Abissinia). Questa espansione missionaria del patriarcato di Alessandria nei paesi dell'Africa nera sub-sahariana, si trovò, nel VII secolo, ostacolata dall'espansione dell'islam. I copti in Egitto, dopo essersi legati al monofisismo, portarono al proprio scisma portato le Chiese che si trovavano sul territorio dell'odierno Sudan, così come quelle dell'Etiopia. Così la doppia barriera del monofisismo e dell'islam conquistatore ha distrutto le basi dell'Ortodossia in tutte queste regioni, tranne quelle della Chiesa etiopica. La missione evangelizzatrice ortodossa è stata quindi interrotta nelle regioni a sud del Sahara.

Bisogna attendere la fine del XIX secolo o l'inizio del XX secolo, vale a dire una pausa di tredici secoli, per vedere fiorire l'interesse degli stessi africani alla tradizione della fede ortodossa. Prima della scoperta dell'Ortodossia da parte delle popolazioni africane nere e della piena integrazione delle loro comunità ecclesiali nel Santo Sinodo del Patriarcato greco-ortodosso di Alessandria, quest'ultimo non estendeva la propria giurisdizione che al nord del continente. Nei paesi dell'Africa nera era presente solo la Chiesa cattolica, la cui missione era iniziata a partire dal XIV secolo, sotto l'egida dei missionari gesuiti dal Portogallo, e a questa si unirono alla fine del XVIII secolo la Chiesa anglicana e nel XIX secolo, le missioni della Riforma protestante.

2) con quali mezzi la tradizione della Chiesa ortodossa è arrivata in Togo?

L'Africa è stato un continente ferito e contuso in molti secoli della sua storia. Le sue ferite e le sue contusioni sono una piaga aperta, che la storia contemporanea ha difficoltà a curare. Le medicine che vi sono applicate, spesso, lungi dal curarla, spesso ravvivano i suoi dolori.

Oggi è necessaria una rilettura della storia dell'Africa alla luce dei valori evangelici di Cristo. Tuttavia, conviene che una simile rilettura sia spiritualmente illuminata, iscritta in una prospettiva cristiana, emancipata dai valori mondiali spesso contrastanti con quelli della Chiesa di Cristo. L'evangelizzazione dell'Africa sub-sahariana è stata assunta dai popoli d'Europa in una fase della storia in cui gli interessi delle potenze presenti erano pesantemente sottomessi a questioni politiche ed economiche, e la posizione della Chiesa era molto controversa a causa di tali problemi. La Chiesa cattolica romana, il principale attore nel XIV secolo, in quest'opera di evangelizzazione delle regioni dell'Africa sub-sahariana (in cui la Chiesa di tradizione ortodossa non ha avuto alcun ruolo), si è trovata intimamente implicata nel gioco politico dei vari regni e stati europei; senza queste implicazioni l'evangelizzazione avrebbe potuto dotarsi di mezzi per discernere meglio gli interessi, per una migliore efficacia in diverse modalità di azione missionaria nel continente africano. I missionari "in buona fede, agivano secondo l'ideologia dominante del tempo, l'orbis christiana, secondo la quale papi, re e principi dovevano diffondere la buona notizia con tutti i mezzi. Questa ideologia si trova nella Bolla di papa Alessandro VI, Inter cetera, scritta nel 1493 e le cui direttive hanno guidato l'evangelizzazione. Il papa scrive: "Che la fede cattolica e la religione cristiana, tanto più nel nostro tempo, siano esaltate ed estese in tutti i luoghi, che si cerchi la salvezza delle anime, e si sottomettano le nazioni barbare convertendole alla fede" [1]. I missionari cercarono quindi di battezzare il maggior numero possibile di persone al fine di garantire la loro salvezza, senza preoccuparsi troppo della profondità, né della sincerità della loro conversione.

Tuttavia abbiamo bisogno, oggi, di affrontare i fatti: il Vangelo di Cristo è e rimane, nonostante la debolezza e il peccato degli uomini che spesso mascherano il suo messaggio, la chiave ultima e sovrana per decrittare il senso della storia. Allo stesso modo è la Parola definitiva, rivelatrice del senso della vita, della libertà umana e della giustizia divina.

Gli ugandesi sono stati i primi tra gli africani a mettersi attivamente alla ricerca di una Chiesa che testimoniasse i valori di accoglienza dei popoli di questo continente, in uno spirito di carità fraterna ed evangelica, e che permettesse loro di trovare le radici della tradizione cristiana dei primi secoli. Questa ricerca li ha portati alla fine, dopo lunghe prove, a incontrare la tradizione ortodossa e la sua confessione di fede e di ritornare quindi alla giurisdizione del patriarcato greco ortodosso di Alessandria e di tutta l'Africa. Questa ricerca della tradizione autentica si è poi diffusa in Kenya e altre parti dell'Africa nel corso del XX secolo: Repubblica Democratica del Congo, Congo Brazzaville, Tanzania, Camerun, Ruanda, Burundi, Zimbabwe, Angola, Mozambico, Ghana, l'isola del Madagascar, Costa d'Avorio, Nigeria, Benin, Togo, Gambia, Sierra Leone, Zambia, Malawi. La tradizione della Chiesa ortodossa è arrivata in Togo nel corso dell'anno 2005. Si tratta di un'introduzione recente nel nostro paese.

3) Qual è l'importanza della Chiesa ortodossa del Togo nel mondo delle Chiese ortodosse?

Creata l'8 settembre 2005, la giovane Chiesa ortodossa in Togo comprende, ad oggi, appena un migliaio di fedeli in tutto il paese. Questi sono divisi in quattro parrocchie, tre delle quali si trovano nel sud del paese e la quarta nel nord. Le diverse denominazioni delle parrocchie del sud sono: La Natività della Madre di Dio nella città di Lomé, la capitale del paese; la Dormizione della Madre di Dio, nel villaggio di Ahépé, e san Giovanni Crisostomo nella città di Notsè. La quarta parrocchia, che si trova a nord, nella città di Kara, è sotto la protezione dell'Arcangelo Raffaele. La Chiesa ortodossa del Togo gestisce anche due scuole.

L'accoglienza, agli albori del terzo millennio, della "retta fede", la fede ortodossa, nel soffio dello Spirito, è un presagio del battesimo di intere nazioni africane, con le loro culture e le loro tradizioni. Le nazioni sono chiamate a entrare nell'eredità del Signore, e a formare un unico popolo in una pluralità di lingue e culture senza che tale diversità sia un ostacolo per l'unità del Corpo della Chiesa, ma contribuisca, con la sinfonia di cuori e il soffio dello Spirito Santo, a comporre nel linguaggio del Vangelo, un inno armonioso dagli accenti meravigliosamente accordati "in un solo amore, una sola anima, un solo sentimento" (Fil 2:2).

Quest'eredità della vera Chiesa di Cristo, che oggi è offerta all'Africa e che è ricevuta in un impegno di fede dai popoli di questo continente, non è tanto un patrimonio dottrinale quanto un modo di vita, un'attualità sempre innovativa e creativa, radicata nel terreno della tradizione conciliare dei primi secoli della Chiesa. L'offerta che l'Ortodossia fa agli uomini di tutti i popoli, lingue e culture, una pienezza di vita, un riflesso della vita divina e trinitaria, traspare nella sua liturgia, nei suoi riti e offici e nella parola del Vangelo sempre continuata negli scritti dei Padri della Chiesa, quelli dei primi secoli e quelli che lo Spirito Santo, nei periodi più recenti della storia, suscita come luci che illuminano il cuore del mondo con il soffio divino. In considerazione di questa fedeltà creativa con cui ha sempre testimoniato, la Chiesa ortodossa, con la sua spiritualità, con il suo senso del mistero della divino-umanità, estraneo allo spirito della razionalità scolastica, e con il suo proprio dinamismo, suscita in ogni epoca un rinnovamento del cuore e il volto dei popoli, e cerca di rendere attuale, alla luce del Vangelo, il messaggio di Cristo al cuore della storia, di rispondere in modo adeguato alle esigenze del mondo in ogni fase del suo percorso storico. Tale rinnovamento richiede da parte dei popoli che accolgono la tradizione di fede ortodossa, e soprattutto dal popolo del Togo, come notava padre Dumitru Stăniloae, "uno sforzo per essere degni eredi della testimonianza dei tempi apostolici [...]. Questo rinnovamento significa il rinnovamento della vita di Cristo in noi. Dovremmo arrivare a vivere con la stessa sensazione di presenza di Cristo che avevano i primi cristiani. Cristo, come a loro, dice a noi: "Io sono con voi ogni giorno" (Mt 28:20). [2]

L'offerta del cuore dei figli di una nazione, nella fede, nella fedeltà, nella preghiera di ringraziamento a Dio glorificato nella Trinità, porta in cambio una sovrabbondanza di benedizioni e di grazie che raffina, nella luce, il volto di una nazione. Dio è infatti il "difensore di coloro che sperano in lui [...], salva il popolo che si umilia, ma umilia gli occhi dei superbi" (Ps 17:31,28). Re Davide proclama "Beata la nazione il cui Dio è il Signore, il popolo che ha scelto come eredità" (Ps 32:12 e Ps 143:15).

4) Quali sono le relazioni tra la Chiesa ortodossa del Togo e le Chiese ortodosse storiche?

Oggi in Africa c'è una proliferazione di Chiese ortodosse non canoniche, auto-proclamate, venute per la maggior parte dai paesi europei. La Chiesa ortodossa del Togo fa parte della metropolia della Nigeria, nella giurisdizione del patriarcato greco ortodosso di Alessandria e di tutta l'Africa. La metropolia della Nigeria è posta fin dal 1998 sotto l'autorità di sua Eminenza il metropolita Alexandros. Con questo legame giurisdizionale, la Chiesa ortodossa del Togo è in comunione di fede con tutte le Chiese ortodosse storiche. La giurisdizione patriarcale greco-ortodossa di Alessandria conta nel continente africano ventun metropolie e sei diocesi. La sede della metropolia della Nigeria si trova a Lagos, e comprende le quattro diocesi di Nigeria, Benin, Niger e Togo. Si estende su una superficie di 2.362.316 chilometri quadrati. Si deve comunque ricordare che in questa vasta area, pari a dieci volte la Romania e quasi quattro volte la Francia, un terzo è costituito da regioni desertiche sul territorio del Niger.

5) Quali sono i rappresentanti ortodossi più importanti che hanno maggiormente contribuito al radicamento dell'Ortodossia in Togo?

Il metropolita Alexandros della Nigeria, conferendo l'8 settembre 2005 l'ordinazione sacerdotale a padre Thomas-Grâce Lugudor, un ex catechista cattolico convertito all'Ortodossia, gli ha affidato la cura pastorale della giovane Chiesa ortodossa del Togo. Padre Thomas-Grâce ha compiuto, durante i suoi dieci anni di ministero sacerdotale, una grande opera a servizio della Chiesa ortodossa in Togo. Padre di tre figli, è stato l'unico sacerdote al servizio di quattro parrocchie che, per la grazia dello Spirito, sono state create nel paese. Padre Thomas-Grâce ha percorso, infaticabile, il paese, da nord a sud e da est a ovest, per rafforzare la fede dei nuovi convertiti, garantire la catechesi e amministrare i sacramenti. Ha assicurato la gestione nel seno della Chiesa ortodossa delle due scuole di istruzione primaria e secondaria, di cui abbiamo parlato sopra, che raggruppano quasi 400 studenti. Un'attività agro-pastorale di dieci ettari è stata creata per fornire aiuto finanziario per le necessità della Chiesa e delle scuole. Il suo piano di creare un orfanotrofio, che ha avuto tanto a cuore per tutti questi anni, purtroppo non è stato realizzato. Il Signore lo ha chiamato a sé il 9 marzo di quest'anno 2016. Inviamo le nostre preghiere al Signore perché egli conceda a padre Thomas-Grâce il riposo nella sua luce e nella sua pace e una memoria eterna. Il nuovo sacerdote, Benoît Komlanvi, ordinato nel maggio del 2016, assicura la continuità della cura pastorale della Chiesa.

6) Può dirci qualcosa circa l'organizzazione della Chiesa ortodossa in Togo?

Questa giovane Chiesa non ha alcuna organizzazione particolare che la metta in evidenza in seno alla comunità della Chiesa ortodossa canonica dell'Africa nera, sotto la giurisdizione del patriarcato greco ortodosso di Alessandria. Il metropolita Alexandros intende darle presto uno statuto di vicariato nella metropolia della Nigeria. Ma prima che tale statuto diventi effettivo, dipende dal vicariato della Chiesa ortodossa in Benin, che la assiste nelle sue necessità pastorali. Le due chiese hanno legami che ricordano che la Chiesa ortodossa del Benin ha avuto un ruolo molto attivo nella creazione della Chiesa ortodossa del Togo.

7) Che cosa dovremmo sapere sulla tradizione dell'Ortodossia in Togo?

Con l'accettazione della tradizione ortodossa, nella continuità della fede dei Padri della Chiesa, sotto il sigillo dei primi sette Concili ecumenici e la fedeltà alla sana dottrina della Chiesa, siamo fiduciosi che il popolo del Togo è entrato nel patrimonio dei popoli che Cristo ha acquisito come possesso perenne, nel mistero della sua passione e della sua gloriosa risurrezione. La nazione è un crogiolo in cui fruttificano i semi dello Spirito che la Chiesa ortodossa, presente in ogni popolo deve portare alla maturazione nelle anime dei suoi figli. Poiché "La Chiesa è l'avvento dell'umano". [3] In essa si rivela la bellezza luminosa del volto di uomini e donne, bellezza che non è altro che la luminosità dell'anima in comunione tramite Gesù Cristo con la fonte di ogni bellezza nella creazione. Se la Chiesa ortodossa, come comunità eucaristica, è il luogo in cui vengono amministrati attraverso i sacramenti i rimedi benefici che guariscono l'uomo separato da Dio, la nazione, come comunità etnica (o multi-etnica) e linguistica, è il crogiolo in cui deve crescere l'unione di valori, di comunione nell'amore, di fraternità, di solidarietà dei suoi membri, chiamati a una vita di verità, giustizia ed equità.

Le regole giuridiche e le leggi che regolano la vita delle comunità, i diritti e i doveri individuali, devono essere dotati di virtù creative per fertilizzare la vita interiore, ringiovanirla, rinnovarla e trasformarla continuamente. In caso contrario, la vita rischia di essere bloccata in codici morali inadatti a ravvivare, pacificare, rinnovare il volto di una nazione. Le modalità della condivisione delle risorse e della distribuzione della ricchezza, della presa in carica delle necessità dei poveri, dei deboli, dei diseredati sono le linee guida che formano, conformandosi ai precetti del Vangelo, il destino di un popolo. Nessun programma è più adatto di quello del Vangelo, perché nessun sistema politico, per quanto sia generoso, attento a valori di giustizia, uguaglianza e fraternità, può elevarsi all'altezza delle prescrizioni del Vangelo, che è la vita intima di Dio manifestata all'uomo, la vita della Trinità divina, annunciata e proposta da Cristo agli uomini.

È questa divino-umanità di Cristo che lo Spirito Santo suscita nella Chiesa ortodossa, per farla propria nella libertà e nell'amore, che è offerta all'inizio del terzo millennio al popolo del Togo...

Note

[1] Arinte Touko, L'univers religieux et les limites de la première évangélisation au Togo (extrait de Mémoire).

[2] M.-A. Costa de Beauregard, Dumitru Staniloae, "Ose comprendre que je t'aime", p. 37, Coll. Témoins spirituels d’aujourd’hui, Éditions du Cerf, 1983.

[3] Ibid., p 14.

 
Com'era realmente il Medioevo

Questa domanda è apparsa in origine su Quora:

Ci sono esempi di cose considerate "conoscenze comuni" sulla storia che gli storici considerano quasi universalmente come inesatte?

Introduzione – Miti sul Medioevo

Ci sono molti miti storici sul periodo medioevale. Ciò è dovuto in parte all'ascesa dell'umanesimo nel primo periodo moderno e al movimento rinascimentale nell'arte e nell'architettura. Entrambi questi movimenti veneravano il mondo classico e consideravano il periodo successivo all'epoca classica come degenerato e barbaro. Così l'architettura gotica medievale, ora riconosciuta come estremamente bella e tecnicamente rivoluzionaria, fu denigrata e abbandonata per passare a stili che copiavano l'architettura greca e romana. Lo stesso termine "gotico" fu originariamente applicato a questo stile medievale come peggiorativo: si tratta di un riferimento alle tribù gotiche che avevano saccheggiato Roma e doveva significare "barbaro, primitivo".

L'altra ragione per molti dei miti su questo periodo è la sua associazione con la Chiesa cattolica. Nel mondo anglofono questi miti hanno origine in una denigrazione protestante del cattolicesimo e di un corrispondente disprezzo per il periodo in cui la fede cattolica era dominante. In altre culture europee, come la Germania e la Francia, simili miti hanno origine nella posizione anti-clericale di molti influenti pensatori dell'illuminismo. Ecco una sintesi di alcuni dei miti e delle idee sbagliate sul periodo medievale che hanno avuto origine come risultato di questi pregiudizi:

1. La gente pensava che la terra fosse piatta e che la Chiesa insegnasse questo punto come questione di dottrina.

Di fatto, la Chiesa non ha insegnato che la terra fosse piatta in qualsiasi momento nel Medioevo. Gli studiosi medievali erano ben consapevoli degli argomenti scientifici dei greci che dimostrarono che la terra era rotonda, e sapevano utilizzare strumenti scientifici, come l'astrolabio, per misurare con precisione la sua circonferenza. Il fatto che la terra sia una sfera era così tanto conosciuto, ampiamente accettato e indisputato che quando Tommaso d'Aquino volle scegliere un fatto oggettivo che non possa essere contestato all'inizio della sua Summa Theologica, scelse il fatto che la terra è rotonda come suo esempio.

E non erano solo i dotti a conoscere la forma della terra – tutte le prove indicano che questo era comunemente compreso da tutti. Un simbolo del potere terreno dei re, usato nelle loro incoronazioni, era l'orbe, o globo: una sfera d'oro tenuta nella mano sinistra del re, per rappresentare la terra. Quel simbolismo non avrebbe senso se non si fosse capito che la terra era rotonda. Una raccolta di prediche tedesche per i parroci del XIII secolo menziona anche che la terra era "rotonda come una mela", e sottintende che i contadini che udivano la predica avessero già capito ciò che questo significava. E il famoso libro inglese di racconti dei viaggiatori del XIV secolo, I racconti di Sir John Mandeville, racconta di un uomo che aveva viaggiato tanto a est da ritornare nella sua patria da ovest, senza spiegare al suo pubblico come questo funzioni.

L'idea popolare che Cristoforo Colombo scoprì che la terra era rotonda e che il suo viaggio ebbe l'opposizione della Chiesa è un mito moderno creato nel 1828. Lo scrittore Washington Irving fu incaricato di scrivere una biografia di Colombo, a condizione di descrivere Colombo come un pensatore radicale che si allontanava dalle superstizioni del vecchio mondo. Purtroppo Irving scoprì che Colombo si era veramente sbagliato circa la dimensione della terra, e scoprì l'America per pura probabilità. Dal momento che non ne usciva una storia molto eroica, inventò l'idea che la Chiesa medievale insegnava che la terra fosse piatta e creò questo mito persistente quando il suo libro divenne un best-seller.

Le raccolte di citazioni famose che si trovano su internet includono spesso una presunta citazione di Ferdinando Magellano che dice: "la Chiesa dice che la terra è piatta, ma io so che è rotonda. Infatti ho visto l'ombra della terra sulla luna e ho più fiducia nell'ombra che nella Chiesa". Magellano non ha mai detto queste parole, anche perché la Chiesa non affermava che la terra fosse piatta. Il primo utilizzo di questa "citazione" risale al 1873, quando fu usata in un saggio dal libero pensatore e agnostico americano Robert Green Ingersoll. Questi non cita alcuna fonte, ed è molto probabile che Ingersoll stesso abbia inventato l'espressione. Nonostante ciò, la "citazione" di Magellano può ancora essere trovata nelle collezioni di citazioni e su magliette e manifesti venduti da organizzazioni atee.

2. La Chiesa medievale ha soppresso la scienza e il pensiero innovativo e ha bruciato degli scienziati, rinviando il progresso di centinaia di anni.

Il mito che la Chiesa abbia soppresso la scienza e bruciato o represso scienziati è una parte centrale di ciò a cui gli storici della scienza si riferiscono come "la tesi del conflitto". Questa idea persistente ebbe le sue origini nell'illuminismo, ma fu fissata nella coscienza pubblica da due opere popolari del XIX secolo. Una storia del conflitto tra religione e scienza di John William Draper (1874) e Una storia della guerra della scienza con la teologia di Andrew Dickson White (1896) sono state opere molto popolari e influenti che hanno diffuso l'idea che la Chiesa medievale abbia soppresso la scienza. Gli storici della scienza del XX secolo hanno fin da allora criticato fortemente la "tesi White-Draper" e notato che gran parte delle testimonianze di White e Draper sono state fraintese in modo selvaggio o, in molti casi, completamente inventate.

Il primo cristianesimo dell'epoca romana inizialmente aveva un problema con quella che alcuni religiosi consideravano "conoscenza pagana" – le opere scientifiche degli intellettuali greci e dei loro successori romani. Alcuni hanno predicato che un cristiano dovrebbe evitare queste opere e rifiutare la loro conoscenza come non biblica. L'antico scrittore ecclesiastico Tertulliano chiedeva chiaramente con sarcasmo: "Cosa ha a che fare Atene con Gerusalemme?" Ma questa linea di pensiero fu respinta da altri prominenti uomini di Chiesa: Clemente di Alessandria propose che come Dio aveva dato agli ebrei una speciale comprensione in materia spirituale, così aveva dato ai greci una particolare comprensione delle cose scientifiche. Egli sosteneva che proprio come gli

israeliti avevano portato via l'oro degli egiziani e ne avevano trovato un uso, così i cristiani potrebbero e dovrebbero usare la saggezza dei greci pagani come dono di Dio. Clemente fu poi sostenuto dall'influente Agostino di Ippona, e in seguito i pensatori cristiani elaborarono quest'idea, osservando che se il cosmo era il prodotto di un Dio razionale allora poteva e doveva essere compreso razionalmente.

La filosofia naturale, fondata in gran parte sulle opere di pensatori greci e romani come Aristotele, Galeno, Tolomeo, Archimede e molti altri, divenne quindi una parte importante dei programmi delle università medievali. Grazie alla conservazione di queste opere da parte degli studiosi arabi quando furono persi in Occidente dopo il crollo dell'Impero Romano, gli studiosi medievali non solo studiarono questi testi e le opere degli arabi che vi avevano fatto aggiunte, ma li usarono per fare scoperte in proprio. Gli studiosi medievali furono particolarmente affascinati dalla scienza dell'ottica e inventarono gli occhiali in parte a causa dei loro studi con lenti per determinare la natura della luce e la fisica della vista. Lo scienziato del XIV secolo Thomas Bradwardine e un gruppo di altri studiosi di Oxford chiamati "i calcolatori di Merton" non solo formularono il teorema della velocità media, ma furono anche i primi a usare la matematica come lingua per descrivere la fisica, ponendo le basi di tutto ciò che è stato fatto da allora nella scienza della fisica.

Lungi dall'essere perseguitati dalla Chiesa, tutti gli scienziati del Medioevo erano essi stessi uomini di chiesa. Jean Buridan de Bethune, Nicole d'Oresme, Albrecht di Sassonia, Alberto Magno, Robert Grosseteste, Thomas Bradwardine, Teodorico di Friburgo, Roger Bacon, Thierry di Chartres, Gerbert di Aurillac, William di Conches, Giovanni Filopono, John Peckham, Duns Scoto, Walter Burley, William Heytesbury, Richard Swineshead, John Dumbleton e Nicola di Cusa non solo non sono stati perseguitati, soppressi o bruciati, ma sono stati onorati e rinomati per la loro conoscenza e la loro saggezza.

Contrariamente al mito e al malinteso popolare, non esiste un singolo esempio di una persona bruciata per qualcosa che avesse a che fare con la scienza nel Medio Evo, né c'è alcun esempio di scienza che sia stata soppressa dalla Chiesa medievale. L'affare Galileo è venuto molto più tardi (Galileo era contemporaneo di Descartes) e aveva molto più a che fare con la politica della Riforma e con le personalità in essa coinvolte, che piuttosto con qualsiasi cosa a che fare con l'atteggiamento della Chiesa verso la scienza.

3. Nel Medio Evo milioni di donne furono bruciate dall'Inquisizione come streghe, e i roghi di streghe erano un avvenimento comune nei tempi medievali.

In realtà, la "mania delle streghe" non fu affatto un fenomeno medievale. Il suo splendore fu nel XVI e XVII secolo ed era un affare quasi esclusivamente della prima era moderna. Per la maggior parte del Medioevo (vale a dire dal secolo V al XV Secolo) non solo la Chiesa non si preoccupava di perseguirele  cosiddette streghe, ma il suo insegnamento era in realtà che le streghe non esistevano nemmeno.

Fino al XIV secolo circa la Chiesa rimproverò le persone che credevano nelle streghe e rifiutò l'idea come una sciocca superstizione contadina. Diversi codici di legge medievali, sia quelli canonici che civili, non dichiarano che la stregoneria è proibita, ma ha dichiarano che la credenza nell'esistenza delle streghe è da mettere fuori legge e/o è peccaminosa. Un uomo di chiesa si trovò in un villaggio di persone che credevano veramente alle affermazioni di una donna che dichiarava di essere una strega e che diceva, tra l'altro, che poteva trasformarsi in una nuvola di fumo e lasciare una stanza bloccata attraverso il buco della serratura. Così, per dimostrare la follia di questa credenza, l'uomo si bloccò in una stanza con la donna mentre la incoraggiava a fuggire attraverso il buco della serratura picchiandola con un bastone. La "strega" non fuggì e gli abitanti del villaggio capirono la storia.

Il pensiero sulle streghe cominciò a cambiare nel XIV secolo, in particolare sulla scia della morte nera del 1347-1350, dopo la quale gli europei temettero sempre di più le cospirazioni di forze occulte maligne, soprattutto immaginarie. Oltre al fatto di incolpare gli ebrei e a temere cellule di eretici, l'idea delle congreghe di streghe cominciò a essere presa più seriamente dalla Chiesa. Il culmine si ebbe nel 1484 quando papa Innocenzo VIII pubblicò la bolla Summis desiderantes, che lanciò effettivamente la caccia alle streghe che infuriò in Europa per i successivi 200 anni.

Sia i paesi cattolici sia quelli protestanti furono colti nella mania delle streghe una volta che questa fu avviata. Quello che è interessante è come la mania sembra aver seguito le linee di frattura della riforma: i paesi cattolici che avevano poca minaccia dal protestantesimo, come l'Italia e la Spagna, videro molto poca caccia alle streghe, mentre quelli in prima linea nelle lotte religiose del tempo, come la Germania e la Francia, ne videro la maggior parte. Ciò significava che i due luoghi dove l'Inquisizione era più attiva erano anche i luoghi dove c'era la minima isteria sulle streghe. Contrariamente ai miti, l'Inquisizione era molto più preoccupata dagli eretici e dai convertiti ebrei che ricadevano nel giudaismo rispetto a qualsiasi "stregoneria".

Nei paesi protestanti, la caccia alle streghe esplose nei momenti di minaccia allo status quo (per esempio a Salem, nel Massachusetts) o in tempi di turbolenza sociale e religiosa (come nell'Inghilterra giacobita o sotto il regime puritano di Oliver Cromwell). Nonostante le esagerazioni esagerate di "milioni di donne" giustiziate per stregoneria, gli studiosi moderni stimano che il numero effettivo di morti sia di circa 60-100.000 persone in diversi secoli, e il 20% delle vittime era composto da uomini.

Hollywood perpetua il mito della caccia "medievale" alle streghe e pochi film di Hollywood situati in quel periodo possono resistere almeno a qualche menzione di streghe o di qualcuno che sia minacciato da un sinistro uomo di chiesa per sospetto di stregoneria. Questo avviene nonostante il fatto che la mania è in gran parte post-medievale e che per la maggior parte del periodo medioevale le credenze nelle streghe sono state respinte come sciocchezze superstiziose.

4. Il Medio Evo era un periodo di sporcizia e squallore in cui la gente raramente si lavava, puzzava e aveva i denti marci.

Di fatto, la gente medievale a tutti i livelli della società si lavava quotidianamente, faceva bagni e stimava la pulizia e l'igiene. Come in qualsiasi periodo precedente alla moderna disponibilità di acqua calda, erano meno puliti di noi, ma così come i nostri nonni o bisnonni, riuscivano a lavarsi quotidianamente e a rimanere puliti, stimavano la pulizia e non apprezzavano le persone sporche o puzzolenti.

La maggior parte della gente di quel periodo rimaneva quotidianamente pulita lavandosi con una bacinella d'acqua calda. Il sapone cominciò a essere usato ampiamente nel Medioevo (i romani e i greci non usavano il sapone) e i fabbricanti di sapone avevano le proprie gilde nelle più grandi città medievali. Il riscaldamento dell'acqua per un bagno completo era un processo che richiedeva molto tempo, quindi i bagni a casa erano meno comuni, ma anche gli strati inferiori della società apprezzavano un bagno in tinozza quando potevano farlo. La nobiltà elevò i bagni a un alto livello di lusso, con grandi vasche di legno d'acqua profumata, con sedili foderati di seta, non solo come un piacere solitario, ma come qualcosa condiviso con i partner sessuali o anche con gruppi di amici, con vino e cibo a portata di mano, come per una moderna vasca con idromassaggio o jacuzzi.

Esistevano bagni pubblici in molte città più grandi e centinaia di loro prosperavano nelle grandi città. La riva meridionale del Tamigi era la posizione di centinaia di "stufe" (in inglese stewes, all'origine della parola per il piatto "stufato") in cui i londinesi medievali potevano immergersi nell'acqua calda, così come chiacchierare, giocare a scacchi e invitare prostitute. A Parigi c'erano ancor più bagni e in Italia erano così numerosi che alcuni accettavano esclusivamente le donne o aprivano puramente per gli aristocratici, così i nobili non si trovavano a condividere una vasca con artigiani o contadini.

L'idea che la gente nel Medioevo non si lavasse si basa su una serie di miti e di idee sbagliate. In primo luogo, ancora nel XVI e nel XVIII secolo, cioè dopo il Medioevo, ci furono periodi in cui i medici sostenevano che il bagno era dannoso e in cui la gente evitava di lavarsi troppo regolarmente. Persone per le quali "il Medio Evo" sembra significare "qualsiasi momento prima del XIX secolo" hanno concluso che ciò significasse che queste idee erano prevalenti anche in precedenza. In secondo luogo, i moralisti cristiani e gli ecclesiastici nel Medioevo misero in guardia contro i bagni eccessivi. Questo perché tali moralisti mettevano in guardia contro gli eccessi in qualsiasi cosa: il cibo, il sesso, la caccia, il ballo o persino la penitenza e la devozione religiosa. Concludere che questi avvertimenti significassero che nessuno faceva il bagno è chiaramente assurdo. Infine, i bagni pubblici erano strettamente associati alla prostituzione. Non c'è dubbio che molte prostitute abbiano fatto il loro mestiere nei bagni pubblici delle città medievali e le "stufe" della Londra medievale e di altre città si trovavano vicino ai più noti distretti di bordelli e prostitute. Così i moralisti tuonavano contro i bagni pubblici come pozzi d'iniquità. Concludere da ciò che la gente non usasse quindi le vasche da bagno è tanto sciocco quanto concludere che non visitassero neppure i bordelli adiacenti.

Il fatto è che la letteratura medievale celebra le gioie di un bagno caldo, e la cerimonia della cavalleria medievale comprendeva un bagno profumato per l'iniziazione di uno scudiero, mentre eremiti ed asceti si vantavano di non farsi bagno proprio come si vantavano di non godere di altri piaceri comuni, e i fabbricanti di saponi e i tenutari di bagni pubblici facevano affari alla grande: questo dimostra che la gente medievale amava mantenersi pulita. Anche l'idea che avessero denti marcia è stata dimostrata assurda da parte dell'archeologia. In un periodo in cui lo zucchero era un lusso costoso e in cui la dieta media della gente era ricca di verdure, frutta di stagione e calcio, i denti medioevali erano in realtà eccellenti. Fu solo nel XVI e nel XVII secolo che lo zucchero a buon prezzo dalle Indie occidentali inondò l'Europa e causò un'epidemia di carie e di alitosi.

Un detto medioevale francese mostra come fosse fondamentale lavarsi tra i piaceri di una buona vita in quel periodo:

Venari, ludere, lavari, bibere! Hoc est vivere!

(Cacciare, giocare, fare il bagno, bere! Questo è vivere!)

5. Il periodo medievale fu un'epoca tecnologica "tenebrosa" e ci fu scarso o nessun progresso nella tecnologia fino al Rinascimento.

Il periodo medievale vide molti progressi nella tecnologia, alcuni dei quali sono tra i più significativi nella storia umana. Quando l'Impero Romano occidentale crollò nel V secolo l'effetto sulla cultura e la tecnologia materiale in Europa fu devastante. Senza l'Impero per finanziare i grandi progetti di ingegneria e le infrastrutture su larga scala, molte delle abilità e delle tecniche usate in edifici monumentali e tecnologie complesse furono dimenticate e perse. La rottura del commercio a lunga distanza significò che le persone diventavano sempre più autosufficienti e producevano ciò di cui avevano bisogno a livello locale. Ma questo ebbe effettivamente un effetto stimolante sull'adozione e lo sviluppo della tecnologia nel lungo periodo. I progressi tecnici che hanno aiutato le comunità agricole autosufficienti a essere più produttive sono stati adottati più ampiamente in tutta Europa e questo ha portato allo sviluppo del collare dei cavalli, permettendo un trasporto e un'aratura più efficienti, dei ferri da cavallo, dell'aratro pesante, che consentiva la coltivazione dei più pesanti suoli del Nord Europa, e di un'ampia adozione di potere idrico sotto forma di mulini ad acqua e di mulini a marea. Il risultato di questi sviluppi fu che ampie aree d'Europa che non erano mai state coltivate in epoca romana furono coltivate per la prima volta e l'Europa divenne molto più produttiva e, in ultima analisi, più ricca di quanto non fosse mai stata.

L'ampia diffusione dei mulini ad acqua su una scala mai vista in epoca romana portò non solo ad una più ampia gamma di usi per la potenza idrica, ma ad un aumento di altre forme di meccanizzazione. Il mulino a vento fu un'innovazione europea medievale, e entrambi i mulini a vento e ad acqua non erano usati solo per la macinazione di farina ma anche per la follatura delle stoffe, per fare pelli, soffietti e martelli. Queste ultime due innovazioni portarono alla produzione di acciaio su scala semi-industriale e, insieme all'invenzione medievale dell'altoforno e allo sviluppo della ghisa, la tecnologia medievale dei metalli avanzò ben oltre a quella dei romani...

Nella seconda metà del Medioevo (1000-1500 dC), la rivoluzione agraria del vento e dell'acqua dei precedenti secoli fece dell'Europa cristiana un potere ricco, popoloso e in espansione. La gente medievale cominciò a sperimentare altri usi della meccanizzazione. Notando che l'aria calda saliva in un camino (che era un'altra innovazione medievale), le più grandi cucine medievali avevano ventole installate nel camino per girare automaticamente gli spiedi usando un sistema di ingranaggi. I monaci medievali notarono che utilizzare un sistema di trasmissione simile guidato da un peso discendente poteva essere utilizzato per misurare meccanicamente un'ora di tempo. Nel XIII secolo cominciarono ad apparire in tutta Europa i primi orologi meccanici, un'innovazione medievale che avrebbe rivoluzionato il modo in cui gli uomini vedevano il tempo. Gli orologi medievali si svilupparono rapidamente, con orologi da tavolo miniaturizzati che apparvero in pochi decenni dall'invenzione dello strumento. Gli orologi medievali potevano essere dispositivi di calcolo molto complessi. L'orologio astronomico immensamente complicato costruito da Richard di Wallingford, l'abate di St Albans, era così complesso che ci volevano otto anni per passare attraverso il suo ciclo completo di calcoli: era la macchina più intricata mai costruita fino a quel punto.

L'aumento delle università nel Medioevo stimolò anche diverse innovazioni tecniche. Gli studiosi che avevano studiato opere sull'ottica di scienziati greci e arabi fecero esperimenti sulla natura della luce utilizzando lenti e occhiali inventati nel processo. Le università inoltre fornivano un grande mercato per i libri e incoraggiavano metodi di produzione di libri più a buon mercato. Gli esperimenti con la stampa a blocchi portarono finalmente all'invenzione del carattere mobile e alla fine a un'altra innovazione medievale altamente significativa: la stampa.

La tecnologia marittima medievale fece in modo che gli europei fossero in grado di navigare verso le Americhe per la prima volta. Il commercio marittimo a lunga distanza portò allo sviluppo di navi sempre più grandi, sebbene la forma più vecchia del timone – un grande palo simile a un remo montato sul fianco della nave – limitasse le dimensioni di una nave. Alla fine del dodicesimo secolo i carpentieri navali inventarono il timone ad agugliotto montato a poppa che consentiva di sviluppare e dirigere in modo più efficace le navi più grandi. La successiva era delle esplorazioni è stata resa possibile da questa innovazione medievale.

Così, lungi dall'essere un'età oscura della tecnologia, il periodo medioevale ha visto molte importanti innovazioni tecnologiche e molte di esse – occhiali, orologi meccanici e stampa – sono tra le più importanti invenzioni di tutti i tempi.

6. La guerra medievale consisteva in cavalieri disorganizzati in armature massicce e pesanti che guidavano marmaglie di contadini armati di forconi in battaglie che erano risse caotiche. Ecco perché gli europei furono solitamente battuti dai loro nemici musulmani tatticamente superiori nelle crociate.

L'immagine hollywoodiana della guerra medievale come un caos maldestro e disorganizzato dove cavalieri bramosi di gloria personale guidavano eserciti di reclute contadine ha origine in gran parte in un singolo libro - L'arte della guerra nel Medioevo di Sir Charles Oman (1885). Questo libro prese vita come saggio universitario a Oxford, ma fu poi ampliato e pubblicato come primo libro di Oman. Poi divenne il libro più amato in inglese sul tema della guerra medievale, in gran parte perché non ce n'erano altri fino alla seconda metà del XX secolo, quando ebbe inizio un più moderno studio sistematico del periodo.

La ricerca di Oman soffriva di molti degli svantaggi del tempo in cui fu scritta: un pregiudizio generale contro il periodo medievale come "retrogrado" e "inferiore" all'era classica, una mancanza di molte fonti che dovevano ancora essere pubblicate e una tendenza a prendere le fonti a valore nominale. Di conseguenza, Oman presentò la guerra medievale come poco qualificata e senza tattiche o strategie, concentrata principalmente su una ricerca di gloria individuale da parte dei cavalieri e dei nobili. Ma dagli anni '60 metodi storici più moderni e una più ampia gamma di fonti e interpretazioni si sono aggiunti a questo soggetto, inizialmente da parte di storici europei come Philippe Contamine e J.F. Verbruggen. Queste nuove opere hanno rivoluzionato la nostra comprensione della guerra medievale, mostrando che mentre molte delle nostre fonti hanno enfatizzato le azioni individuali dei cavalieri e dei nobili, l'uso di altre fonti dipingeva un quadro molto diverso da quello di Oman.

Di fatto, il sorgere dell'élite cavalleresca nel X secolo significò che l'Europa medievale ebbe una classe professionale di guerrieri che dedicavano la loro vita alle arti della guerra. Mentre apprezzava gloria e abilità individuali, quest'elite si allenava fin dall'infanzia e sapeva bene che le lotte erano vinte dall'organizzazione e dalla tattica. I cavalieri si addestravano in manovre di gruppo e gli aristocratici si addestravano a coordinare un certo numero di questi gruppi (spesso chiamati conrois o "lance") in "battaglie" o "battaglioni". Questo si faceva attraverso combinazioni di segnali di tromba, segnali di bandiera o comandi visivi e verbali.

La chiave per le tattiche del campo di battaglia medievale era quella di colpire il nucleo dell'esercito nemico – la sua fanteria – affinché le sue fila venissero disturbate abbastanza da essere vulnerabili a un colpo mortale: una carica da parte della cavalleria pesante. Il tempo per questa mossa doveva essere preparato con cura, mantenendo nello stesso tempo il proprio esercito e non permettendo alla cavalleria pesante dell'avversario un'occasione simile. Contrariamente alla credenza popolare, gli eserciti medievali erano sostanzialmente basati sulla fanteria, mentre la cavalleria, compresa la cavalleria pesante elitaria, ne formava una notevole minoranza.

Anche l'immagine hollywoodiana della fanteria medievale come accozzaglia di contadini armati di attrezzi agricoli è un mito. La fanteria era spesso arruolata prendendo gli uomini dalla campagna, ma gli uomini selezionati non erano mal addestrati o mal attrezzati. In terre dove era obbligatorio l'obbligo militare, c'erano sempre alcuni uomini che avevano il tempo di allenarsi per essere pronti per la guerra. Gli arcieri inglesi che vinsero a Crecy, Poitiers e Agincourt erano "reclute contadine", ma erano estremamente esperti, ben addestrati ed efficienti. Le città-stati italiane davano un giorno alla settimana ai cittadini per esercitarsi e manovrare in formazioni unitarie e queste unità giunsero a rappresentare forze formidabili. Infine, c'erano molti uomini che avevano scelto la guerra come professione e i nobili spesso ricevevano dai propri vassalli i loro obblighi militari sotto forma di denaro, e usavano questo denaro per assumere unità mercenarie professionali e unità di specialisti in particolari armi o tipi di guerra (per esempio, balestrieri o esperti di macchine d'assedio).

Le battaglie campali erano imprese rischiose che potevano facilmente finire in vittorie o sconfitte anche se il nemico era di molto inferiore. Di conseguenza, una battaglia aperta era in realtà molto rara e la maggior parte della guerra medievale consisteva di manovre strategiche e, più spesso, di assedi. Gli architetti medievali avevano portato l'arte della fortificazione a nuove altezze e i grandi castelli dei crociati come Kerak e il Krak dei Cavaliero o la catena dei massicci castelli di Edoardo I in Galles furono capolavori d'ingegneria difensiva.

Insieme ai miti degli eserciti medievali come marmaglie guidate da idioti tattici c'è l'idea che i crociati venissero solitamente declassati e sconfitti da un nemico musulmano più tatticamente sofisticato in Medio Oriente. In realtà, un elenco delle battaglie combattute dagli eserciti crociati dimostra che essi hanno vinto più incontri rispetto a quelli persi, con entrambe le parti che prendevano dall'altea tattiche e equipaggiamenti in quella che era generalmente una lotta uniforme. Fu una mancanza di leve militari che portò alla caduta dei regni crociati d'Oltremare, e non abilità inferiori nel combattimento.

Infine, ci sono miti circa l'armatura medievale. Il malinteso comune è che l'armatura medievale fosse massiccia e pesante, che i cavalieri dovessero essere sollevati in sella con delle gru, e che una volta atterrato, un cavaliere non fosse in grado di alzarsi di nuovo. Naturalmente, solo un idiota entrerebbe in battaglia e rischierebbe la sua vita in un'armatura che gli limiti il movimento in tal modo. In realtà il peso delle armature medievali a piastra è di circa 20 kg, che è quasi la metà di quanto porta oggi in battaglia un moderno soldato di fanteria. I ricreatori moderni di scene medioevali amano dimostrare quanto sia agile un uomo in armatura completa, facendo acrobazie in piena armatura a piastre. Le cotte di maglia precedenti erano molto più pesanti, ma anche con esse un uomo in forma era completamente agile.

Letture ulteriori:

Stephen J. Harris & B.L. Grigsby, Misconceptions about the Middle Ages (2008)

Jeffrey Burton Russell, Inventing the Flat Earth: Columbus and Modern Historians (1991)

Edward Grant, The Foundations of Modern Science in the Middle Ages: Their Religious, Institutional, and Intellectual Contexts (1996)

James Hannam, God’s Philosophers: How the Medieval World Lay the Foundations of Modern Science (2009)

Brian Levack, The Witch-hunt in Early Modern Europe (2006)

Richard Kieckhefer, Magic in the Middle Ages (1989)

Ian Mortimer, The Time-traveller’s Guide to Medieval England: A Handbook for Visitors to the Fourteenth Century (2008)

Jean Gimpel, The Medieval Machine: The Industrial Revolution of the Middle Ages (1976)

Lynn White jr., Medieval Technology and Social Change (1962)

J. & F. Gies, Cathedral, Forge and Waterwheel: Technology and Invention in the Middle Ages (1994)

Philippe Contamine, War in the Middle Ages (1984)

J.F. Verbruggen, The Art of Warfare in Western Europe from the Eighth Century to 1340 (1997)

 
Potrebbe l'Ucraina, sostenuta dalla NATO, attaccare la Russia?

In almeno tre post recenti ho cercato di sfatare l'idea che gli USA o la NATO potrebbero attaccare la Russia o le forze russe in Ucraina. Ho cercato di dimostrare che la geografia, gli inganni e la politica rendono impossibile un attacco convenzionale e ho cercato di mostrare che un attacco nucleare, tattico o strategico, non potrebbe avere successo. C'è una nuova teoria che ora a quanto pare sta circolando, che dice qualcosa di questo genere: l'Ucraina si ri-armerà e si ri-organizzerà, con l'aiuto tecnico e finanziario dell'Impero anglo-sionista, e poi attaccherà la Crimea, eventualmente con il supporto di forze aeree della NATO. Suona spaventoso, ma la buona notizia è che è tanto poco plausibile quanto le altre teorie. Oggi, voglio spiegare perché.

In primo luogo, da un punto di vista militare non ci può essere una cosa come un "attacco in Crimea" separato da un attacco su larga scala sulla Russia stessa. La Crimea non è una lontana isola nel mezzo del nulla (come le isole Malvine), e presto sarà pienamente integrata nel sistema di difesa russo. In secondo luogo, essendo una penisola, la Crimea è estremamente difficile da attaccare, come gli inglesi e i tedeschi hanno scoperto da soli. Quindi, non importa come lo si cerchi di presentare, da un punto di vista puramente militare, per avere qualche possibilità di successo un attacco alla Crimea dovrebbe includere un attacco su larga scala alla Russia.

E lasciatemi subito mandare in pensione l'argomento delle forze aeree NATO: non solo hanno miseramente fallito in Bosnia, non hanno nemmeno quello che serve per attaccare la Siria, per non parlare dell'Iran. L'USAF usa o aerei vecchi molto buoni o pessimi aerei moderni il cui tasso di attrito contro le forze aeree e la rete di difesa aerea russa, soprattutto intorno alla Crimea, sarebbe enorme. Bombardare una Serbia quasi inerme per 78 giorni (con risultati patetici!) è una cosa, cercare di bombardare la Crimea e la Russia stessa è più difficile per diversi ordini di grandezza. Per quanto riguarda le forze di terra USA / NATO, non ce la farebbero ad arrivare neppure nei pressi della Crimea. Il che ci lascia da considerare la US Navy.

A differenza dell'esercito e delle forze aeree, la marina americana è in forma molto migliore e di gran lunga più potente della marina russa. Ma per partecipare in modo significativo in un attacco alla Crimea dovrebbe agire dal Mediterraneo orientale, perché entrare nel Mar Nero non solo sarebbe suicida, ma anche impossibile per le portaerei degli Stati Uniti (per non dire del tutto contrario alla dottrina navale USA). In realtà, la USN potrebbe infliggere ben più devastanti attacchi contro la Russia nel Pacifico, nella penisola di Kola o persino nel Mar Baltico che nel sud della Russia.

Ci rimane da considerare un ipotetico "futuro esercito ucraino" (quello presente non è in grado di prendere Slavjansk o Kramatorsk, e non è riuscito nemmeno a tenere Krasnyi Liman). Possiamo ipotizzare tutto quello che vogliamo su quanto sia motivato questo futuro esercito ucraino, ma io personalmente non riesco a immaginare cosa potrebbe motivare un futuro soldato ucraino ad andare a combattere la Russia, persino per la Crimea. Ma anche se dessimo per scontata una tremenda motivazione, il fatto è che il massimo che l'Ucraina può sperare nei prossimi 1-10 anni è di mettere un sacco di uomini sotto le armi e utilizzare equipaggiamento militare obsoleto corredato di elettronica moderna, attrezzi di comunicazione, sistemi di puntamento, reti di comando e controllo, ecc. Ma anche questo esercito ucraino relativamente modernizzato si troverebbe ad affrontare lo stesso problema che ha sconfitto gli svedesi, i crociati, Napoleone e Hitler: no, non il solito "Generale Inverno", ma la profondità strategica della Russia. Facciamo solo un esempio.

Una delle armi più formidabili nell'arsenale militare russo è il nuovo bombardiere Su-34, il cui raggio di combattimento è stimato in oltre 1.000 km ma che già volato 6.000 km con 2 rifornimenti a mezz'aria. In una missione di combattimento, tali Su-34 potrebbero essere protetti da Su-35 avanzati che hanno un raggio di combattimento molto simile. In termini pratici, questo significa che l'aviazione russa potrebbe colpire le unità ucraine praticamente da qualsiasi parte a ovest degli Urali. E ho menzionato che la Russia dispone di 28 AWACS mentre l'Ucraina non ne ha nessuno?

Questo è solo un piccolo esempio, ma illustra i diversi tipi di importanza che la profondità strategica può avere nella guerra moderna.

Potrei andare avanti per ore a dare ulteriori esempi, ma credo che il punto sia chiaro: l'esercito ucraino, anche con il beneficio di un aiuto finanziario e tecnico occidentale, e anche con soldati motivati​​, non ha semplicemente alcuna possibilità di riprendere la Crimea, per non parlare di prevalere in un conflitto contro la Russia.

Quindi, l'unico rischio reale è che gli anglo-sionisti possano ordinare al loro Gauleiter a Kiev (sia questi Poroshenko o qualsiasi altro) di provocare un conflitto con la Russia non con l'obiettivo di prevalere, ma con l'obiettivo di creare una crisi e costringere la Russia a usare la sua potenza militare. Purtroppo, l'Ucraina avrà sempre abbastanza potenza militare per attaccare la Crimea e mandare a morire molte persone. L'attacco fallirà, ma potrà innescare una crisi.

Quale che sia il caso, l'esercito russo ha già annunciato un importante sforzo per rafforzare le difese della penisola di Crimea e il Mar Nero (compresi nuovi bombardieri, sottomarini, sistemi di difesa aerea, di fanteria navale, ecc.) Infatti, tutti i segni dicono che la Russia farà della penisola di Crimea nodo chiave di tutta la sua posizione difensiva sud-occidentale.

Credo sinceramente che, mentre tali teorie possono produrre buoni titoli di giornali, un attacco da parte di chiunque alla Russia è estremamente improbabile e che è inutile sprecare troppo tempo su tali possibilità inverosimili. Gli attacchi terroristici insensati e la sovversione della minoranza dei tatari di Crimea sono minacce molto più probabili rispetto a un attacco militare convenzionale.

Saker

 
La processione più lunga del mondo

Qual'è la più lunga processione religiosa del mondo?
Molte località (incluse le città di Trapani e Cagliari in Italia) si contendono questo primato. Tutto sta a vedere cosa si vuole considerare come "processione religiosa": il fatto che sia caratterizzata da una marcia continua, che sia ripetuta ogni anno o a intervalli periodici, che vi si includano i cammini dei pellegrinaggi (come quello di Santiago de Compostella) oppure no... certo, c'è motivo di presentare risultati diversi a seconda dei diversi parametri. In ogni caso, la processione della Croce da Vladivostok a Mosca, con i suoi 10.500 chilometri e la sua durata di oltre un anno (maggio 2007- giugno 2008) rimane un record difficile da superare. Per di più, questa è stata solo una (seppure la più lunga) di otto processioni che si sono tenute in contemporanea tra il 2007 e il 2008, convergendo su Mosca come gli otto raggi della stella di Betlemme. Nella foto, un momento della processione da Vladivostok a Mosca.

 
Padre Stephen Freeman: L'inferno è reale?

Su una delle strade che portano nella mia piccola città è apparso di recente un cartellone pubblicitario. Fa parte di una più ampia campagna di un evangelista di fama nazionale, che si sta preparando a guidare un revival a Knoxville. Il cartellone è semplice. In grandi lettere gialle luminose (tutte maiuscole), il cartello dice: L'INFERNO È REALE. Al di sotto, scritta in bianco in lettere minuscole, che si possono leggere quando l'auto si avvicina al cartellone, sta la frase: anche il cielo. Come le piccole bacheche esterne di molte chiese del Sud, questo cartellone appartiene a una parte della nostra cultura che è con noi da molto tempo. Ma ogni volta che vedo questo cartellone, la mia mente incomincia a occuparsi di ontologia (studio della natura dell'essere). Così oggi vi offro alcuni pensieri molto basilari sulla questione dell'essere - una parte classica della teologia cristiana.

La prima cosa che voglio sottolineare è che non si può dire l'inferno è reale e il cielo è reale cercando di intendere la stessa cosa. Qualunque sia la realtà del paradiso, l'inferno non dispone di tale realtà. Qualunque sia la realtà dell'inferno, il cielo è di gran lunga al di là di tale realtà.

Sant'Atanasio, nel suo De incarnatione, vede il peccato (e quindi l'inferno) come un movimento verso il "non essere". L'universo creato è stato fatto dal nulla - così quando si allontana da Dio si allontana dal dono dell'esistenza e verso il suo stato originale - la non esistenza. Dio è buono, e non impone l'esistenza a nessuno, quindi tutto quel che può fare la creazione è andare verso il non essere.

Sono certo che l'intento del cartellone era di suggerire che l'inferno non è immaginario o solo una fiaba. E certamente, non è nessuna di queste cose. Ma in termini spirituali ortodossi, direi che l'inferno è un enorme stato di delusione, forse lo stato ultimo di delusione. È una delusione, nel senso che (nella comprensione ortodossa), il "fuoco" del diavolo non è un fuoco materiale, ma in sé non è altro che il fuoco del Dio vivente (Ebrei 12:29). Per coloro che amano Dio, il Suo fuoco è luce e vita, purificazione e tutte le cose buone. Per coloro che odiano Dio, il suo fuoco è tormento, anche se si tratta di amore.

E queste non sono semplicemente minuzie riguardo la vita dopo la morte - sono questioni molto connesse con la vita presente. Cristo stesso ha dato questa "definizione" dell'inferno: "E questa è la condanna, che la luce è venuta nel mondo, e gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie" (Giovanni 3:19).

È di importanza fondamentale per noi per capire che l'essere, la realtà, la vita, la bontà, la bellezza, la felicità, la verità sono tutti sinonimi della realtà come ci è donata da Dio. Molte cose che sperimentiamo nella nostra condizione attualmente danneggiata (parlo del nostro stato decaduto), che descriviamo con parole come "l'essere, la realtà, la vita, la bontà, la bellezza, la felicità, la verità, ecc", sono, di fatto, solo relativamente reali e solo in quanto hanno una partecipazione o una relazione con la pienezza dell'essere, della realtà, della vita, ecc.

Purtroppo nel nostro mondo, molti vivono in uno stato di delirio (anche la maggior parte di noi vive in uno stato di delusione). Cristo disse: "Beati i puri di cuore perché vedranno Dio". Non siamo puri di cuore, e quindi non vediamo Dio, né vediamo alcunché della pienezza della sua verità. La nostra delusione fa molti errori riguardo alla realtà. La più grave illusione è quella descritta da Cristo, quando preferiamo le tenebre alla luce, perché le nostre opere sono malvagie.

Nella mia vita ho sperimentato che cosa siamo questi momenti di tenebra - e molte volte ho visto tale tenebra nel cuore e nella vita degli altri. Tutto il nostro ministero e la nostra vita di cristiani consiste nell'allontanarci da tali tenebre e nell'entrare nella luce di Cristo. "Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione l'uno con l'altro, e il sangue di Gesù Cristo, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato" (1 Giovanni 1:07)

L'inferno è reale? Solo per coloro che preferiscono vedere la Luce di Dio come oscurità.

Il cielo è reale? Sì, lo è, e tutto il resto è vero solo in quanto si riferisce a quella realtà. Dio ci dà la grazia di camminare nella luce.

Fine della lezione di ontologia.

 
Il discepolo disobbediente

Qui di seguito il lettore troverà un bel racconto di un discepolo che, attraverso la sua apparente mancanza di rigorosa obbedienza, portò grandi frutti. Egli giustamente unì il discernimento all'obbedienza. Senza discernimento, infatti, l'obbedienza può diventare abusiva. Naturalmente tale discernimento è stato (e deve essere) esercitato con grande amore e devozione cristiani. Questo è della massima importanza. Possiamo discernere che non era compito del discepolo "semplicemente obbedire", ma era anche responsabile di "comportarsi come Dio vuole". Che il Signore ci conceda la saggezza.

Penso che sia possibile anche, per il lettore comune, sostituire nel testo seguente la frase "vita monastica" con "vita cristiana". "Con quale amore vivevano la vita cristiana..." Il Signore ci conceda almeno un ditale pieno di questo amore e di compassione. Queste sono virtù coraggiose e non sono in alcun modo deboli o smidollate.

Lascio a te, lettore, che tu riceva nutrimento spirituale dal racconto stesso, tratto dal libro "Parole del cuore, della gerondissa Makrina Vassopoulou. Monastero greco-ortodosso di san Giovanni il Precursore; pp. 247-249".

Inizio del racconto:

C'era una volta un anziano che viveva una vita molto spirituale con un suo discepolo. A poca distanza dalla loro abitazione possedevano una piccola capanna abbandonata. Un giorno venne un altro anziano e chiese di viverci. "Abba, perché non mi regali quella piccola capanna, così posso abitare anch'io qui vicino a te?"

Il primo monaco rispose: "Perché no? Che ciò sia benedetto. È tua". E l'altro anziano si trasferì. L'anziano appena stabilitosi era spiritualmente molto colto e la gente lo visitava continuamente. Il primo anziano vide la folla ed ebbe pensieri invidiosi perché la gente andava dal nuovo venuto e non da lui. Non riusciva a superare tali pensieri. Dopo un po' disse al suo discepolo: "Vai a dire a quell'anziano di lasciare la capanna e trovarsi un altro posto dove vivere, perché ne ho bisogno".

Il discepolo disse: "Che ciò sia benedetto", si alzò e andò.

Quando il discepolo arrivò, chiese: "Come stai, caro padre?"

"Cosa posso dire, figlio mio? Sto lottando lungo la via monastica".

"Il mio anziano ti manda molte benedizioni e ti ama moltissimo".

"Digli che lo ringrazio e che preghi per me perché non sto bene. Mi dà fastidio lo stomaco".

Dopo un po', l'anziano proprietario della cella vide che l'altro anziano era rimasto e che la gente continuava ad andare da lui. Disse al suo discepolo di andare di nuovo dal nuovo arrivato e di dirgli di lasciare la capanna senza indugio. Il discepolo andò.

"Come stai, figlio mio? Cosa ti ha portato qui?"

"Sono venuto a trovarti, caro padre. Il mio anziano ha saputo che sei malato e mi ha mandato a trovarti. Invia i migliori auguri, preghiere e tanto amore, insieme al suo grande rispetto e stima".

"Lo ringrazio. Non ho parole per ringraziarlo del grande amore che mi dimostra. Digli che ora sto bene attraverso le sue preghiere".

Il discepolo tornò nella cella e disse al suo anziano che, a Dio piacendo, il monaco sarebbe partito entro domenica. Il povero anziano si calmò.

Di nuovo la gente andò dall'altro anziano e quando arrivò la domenica era ancora lì. Il primo anziano perse la pazienza e disse: "Ora vado a cacciarlo fuori dalla capanna con il mio bastone". Quindi si alzò per uscire.

"Lascia che ti preceda", riuscì a dire il discepolo, "per dirgli di uscire, così non ti stanchi di correre. Vedrò se c'è folla, così da non scandalizzare nessuno quando arriverai".

Il discepolo arrivò per primo e disse: "Caro Padre, il mio anziano verrà con tanto amore a visitarti e a portarti nella nostra cella". Appena seppe che sarebbe arrivato l'anziano proprietario della cella, pensò che l'anziano si fosse dato molto da fare per causa sua, e gli andò incontro. Appena lo vide, si prostrò completamente, dicendo: "Mio caro fratello, mio padre, mio benefattore", e cominciò a dirgli molte parole di affetto.

Allora l'anziano vide l'amore dell'altro, si addolcì, lo abbracciò senza dire nulla e lo condusse nella sua cella. Più tardi chiese al discepolo: "Non gli hai detto niente delle cose che ti ho detto, vero?"

"No", rispose.

Allora l'anziano prese il suo bastone e disse al discepolo: "Non sono degno di essere tuo anziano, prendi tu il bastone". Vedi quale amore avevano gli anziani e i discepoli!

Ora, se fosse andato e avesse detto qualunque cosa gli avesse detto il suo anziano, avrebbe sconvolto l'altro anziano con pensieri del tipo: "Cosa mi stai dicendo? La capanna gli era inutile e mi ha lasciato restare qui. Forse stavo richiamando io la folla? Molto semplicemente, Dio la stava richiamando". Che cortesia avevano allora. Con quale amore vivevano la vita monastica, con quale compassione! Le lotte spirituali di quel discepolo avevano raggiunto grandi altezze! Aveva convinzioni così elevate che non voleva amareggiare il cuore di nessuno dei due anziani! Il suo anziano disse: "Fai questo e quello" e lui usò il discernimento per fare ciò che era giusto. Obbedì e andò quando il suo anziano lo mandò, ma aveva questa mentalità: "Mi comporterò come vuole Dio". Aveva la grazia di Dio dentro di sé, che lo illuminava su come agire per aiutare gli anziani. In questo caso ha mostrato obbedienza con discernimento. Come vivevano le persone belle! Ecco perché dovremmo avere molto discernimento e timore di Dio nelle nostre anime.

Che cosa grave è la falsa accusa! Ascoltiamo una conversazione e andiamo a ripeterla come l'abbiamo capita. Sia che sappiamo o meno se è corretta o buona, andiamo a diffonderla. Pensate dunque al bel gesto compiuto da quel discepolo tra i due anziani! Che bell'amore, che meravigliosa compassione! Come li ha uniti! Ha aiutato il suo anziano a liberarsi della sua passione e a vivere con il suo vicino in pace e con amore!

 
La personalità spirituale del padre Arsenie Boca

L'Ortodossia romena ha sempre avuto dei tesori spirituali che potremo sicuramente capire molto meglio in futuro. Grazie a questi tesori, la storia della Romania, o almeno la storia recente, è stata piuttosto benedetta, una storia che ha messo in evidenza una vocazione dei romeni alla sofferenza, anche se una tale storia è stata caratterizzata da una parte dalle terribili tragedie del comunismo. Ultimo ma non da meno, grazie a questa vocazione dei romeni alla sofferenza, in Romania sono sempre nati santi, martiri ed eroi.

Uno di questi santi ed eroi di cui parlo ogni volta con grande gioia è il padre Arsenie Boca, molto conosciuto e amato in Romania ai nostri giorni e scoperto un po' anche al di fuori della Romania e da questo punto di vista possiamo senz'altro riferirci all'Ungheria. Il padre Arsenie Boca ebbe una grande autorità spirituale, la cui forza evocatrice era conosciuta soprattutto a Sâmbăta de Sus, dove si trova il monastero ortodosso di Constantin Brâncoveanu. Lì è nato un vero movimento di risveglio spirituale, forse il più importante della storia spirituale recente della Romania. Il carattere del padre Arsenie Boca fu sempre considerato davvero forte e morale e dovremmo anche sapere che egli non voleva parlare troppo, a causa della sua volontà interiore. Si può dire che la sua vocazione principale riguardava innanzitutto la preghiera, e per questo il padre Arsenie non era molto comunicativo.

Per quanto riguarda il movimento di risveglio spirituale che ha conosciuto una certa evoluzione a Sâmbăta de Sus, dovremmo dire che il periodo in cui vi fu monaco il padre Arsenie Boca ha rappresentato il periodo più importante della sua vita. Dall'altre parte, anche questo stesso movimento rappresenta qualcosa di molto importante per la ricerca storica della Romania, vista la forza della sua lotta contro il regime comunista. Studiare la personalità del padre Arsenie Boca insieme con la storia del movimento di cui ho appena parlato ci aiuta a capire abbastanza bene la resistenza ortodossa anticomunista della Romania.

Dobbiamo tuttavia farci la seguente domanda: quale fu di fatto il ruolo spirituale del padre Arsenie Boca per quanto riguarda il movimento anticomunista della Romania?  Per rispondere a questa domanda, non dovremmo mai dimenticare che il padre Arsenie fu un grande nemico del regime comunista e non aderì mai alle posizioni comuniste che intanto erano diventate dominanti in Romania. Egli ha respinto senza esitazione i valori nichilisti del comunismo, la politica comunista fondata sulle emozioni violente, per questo più tardi fu imprigionato nelle carceri comuniste. È importante anche il fatto di prendere in considerazione che oltre che sacerdote e monaco, il padre Arsenie Boca era anche un confessore della gran parte dei combattenti della resistenza anticomunista nei Monti Făgăraș, e rappresentava per loro una sorta di ritiro.

Ma, come ho già provato a dire, per capire la personalità spirituale del padre Arsenie Boca, dobbiamo prendere in considerazione lo sviluppo del movimento spirituale che ha avuto una influenza reale sulla popolazione che si trovava a Sâmbăta de Sus.

Non è facile parlare di una tale figura dell'Ortodossia romena, il cui ruolo ha cambiato senza dubbio tante coscienze, ma questa misura impegnativa sarebbe necessaria non solo per scoprire un altro santo della Chiesa, ma per capire uno spirito che non ha voluto mai fare dei compromessi con il Cielo, in altre parole con Dio. Egli ha saputo lottare senza rinunciare, insegnandoci una vera lezione per quanto riguarda l'amore per Dio anche quando la nostra coscienza è messa alla prova. Per questo, direi che il padre Arsenie Boca è uno dei vertici della Chiesa ancestrale che non cesserà mai di esistere.

 
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Una nota sull'eresia dell'adorazione del nome

 

Introduzione

Un certo numero di persone ha recentemente chiesto informazioni sulla molto curiosa eresia dell'onomatodossia (adorazione del nome), viste soprattutto le informazioni fuorvianti, per non dire propaganda, che si trovano su di essa in internet.

L'adorazione del nome (in russo, imjaslavie o imjabozhie, anche conosciuta con il termine greco onomatodossia) è un'eresia che è stata condannata sia dalla Chiesa ortodossa russa sia dal patriarcato di Costantinopoli agli inizi del XX secolo. Tuttavia, è ancora promossa in alcuni gruppi di protesta modernisti e gnostici ai margini della Chiesa. Sotto influenza protestante, questi gruppi sono composti da alcuni elementi intellettuali pro-origenisti e pertanto neo-platonici, vagamente associati al defunto padre Sergej Bulgakov dell'Esarcato delle parrocchie di tradizione russa con sede a Parigi, al seminario di San Vladimir nei pressi di New York, e anche a una setta anti-ecclesiale in Russia.

Storia

L'adorazione del nome ha avuto inizio nel 1907 con un libro scritto da un eremita poco istruito, ex monaco del Monte Athos, chiamato padre Ilarion. In questo libro, un'opera della sua immaginazione chiaramente infettata da delusione spirituale, padre Ilarion parlava della preghiera del cuore e scriveva che 'il nome di Dio è Dio stesso e può fare miracoli'. Nel 1909 questa frase, ulteriormente distorta e trasformata in un nuovo dogma da padre Ilarion, era diventata popolare tra alcuni monaci contadini russi sul Monte Athos.

Alcuni di questi caddero in una sorta di superstizione oscurantista, sostenendo che il nome di Dio deve essere esistito prima della creazione del mondo, e che quindi il suo nome non può essere altro che Dio stesso. Essi affermavano, come forma di idolatria feticistica, che il nome di Dio è Dio stesso, da qui il titolo 'adorazione del nome'. Tra le altre cose, si pensava che ciò significasse che la semplice conoscenza del nome di Dio permette di fare miracoli. Paradossalmente, questo attrasse non solo ciarlatani ignoranti e senza scrupoli, ma anche filosofi intellettuali esoterici (di fatto, ciarlatani intellettuali), che vedevano in questa dottrina una forma di neo-platonismo – cosa che in effetti è.

La condanna dell'eresia

Ovviamente, per la Chiesa, l'adorazione del nome è una forma di paganesimo, una superstizione del tutto incompatibile con il cristianesimo. Dal momento che, prima della creazione, Dio non aveva bisogno di un nome, il suo nome è qualcosa di creato, un suono creato che non ha in sé alcun potere mistico di sorta. Il principale fautore dell'adorazione del nome era un monaco russo del Monte Athos, un ex ufficiale di cavalleria caduto in disgrazia che alcuni consideravano mentalmente squilibrato, chiamato padre Antonij (Bulatovich). La Chiesa rispose a lui e ai suoi fanatici seguaci contadini senza mezzi termini attraverso la figura patristica e altamente qualificata dell'arcivescovo Antonio di Volinia (poi metropolita di Kiev e primo candidato a patriarca). Questi definì giustamente l'adorazione del nome un'eresia. Naturalmente, fu sostenuto in questo dai monaci di Optina (tra cui san Barsanufio) e di Glinsk, dal Santo Sinodo russo e, nel 1912, dal patriarca Gioacchino di Costantinopoli.

1913: soldati russi sul monte Athos

Tuttavia, nel 1913 i monaci onomatodossi russi sul Monte Athos divennero sempre più violenti. Cominciarono ad aggredire gli altri 4.500 monaci ortodossi russi sul posto (tra i quali il futuro san Silvano, in russo Siluan) e minacciarono di ucciderli. Il nuovo patriarca di Costantinopoli, Germano V, condannò l'adorazione del nome come panteista. Gli atti di violenza fanatica e la persecuzione dei monaci ortodossi divennero così terribili che le autorità greche proposero l'invio di truppe e la rimozione di tutti i monaci russi, con l'obiettivo secondario di ellenizzare completamente il Monte Athos. Come risultato, nel mese di giugno 1913 il governo russo fu obbligato a inviare tre piccole navi a Monte Athos per salvare gli ortodossi dalle violenze, rimuovendo gli adoratori del nome dall'Athos e riportandoli nell'Impero russo. In tutto furono trasportati in Russia 840 monaci nel mese di luglio 1913. In realtà, come gli stessi adoratori del nome ammisero, solo una cinquantina di loro dirigeva effettivamente la nuova setta. Gli altri erano semplicemente pii e zelanti, ma ignoranti. I capi furono riotti allo stato laicale per la loro violenza nei confronti dei monaci ortodossi, ma la stragrande maggioranza in seguito si pentì e fu ricevuta di nuovo nella Chiesa.

L'interesse tardivo degli intellettuali

Dopo questi tragici eventi, sua Santità il patriarca, san Tikhon di Mosca, fu molto fermo nella sua condanna dell'adorazione del nome, e firmò un documento in tal senso nell'ottobre del 1918. Nel gennaio del 1919 il ricco capo degli onomatodossi, Antonij Bulatovich, se ne andò dalla Chiesa, prima di essere assassinato nella sua tenuta nel dicembre 1919 da ladri o da soldati dell'Armata Rossa. La maggior parte dei sostenitori dell'adorazione del nome era composta da contadini ignoranti e spesso analfabeti, attratti dall'idolatria rozza e materialista di un nome. Tuttavia, dopo la rivoluzione due filosofi, che in quel tempo erano entrati nella chiesa ed erano stati ordinati, anche se non avevano mai completamente assorbito l'ethos della Chiesa, i padri Pavel Florenskij e Sergej Bulgakov, entrambi poi considerati eretici, sostennero l'adorazione del nome.

Parte del fascino era senza dubbio la propaganda 'romantica' montata dall'eloquente capobanda, Antonij Bulatovich, che si presentò come una vittima ingiustamente deposta. Questo corrispondeva allo spirito laico e auto-giustificante di quei tempi ribelli e di coloro che si ribellarono contro la disciplina della Chiesa russa a Parigi e poi in Nord America. Dagli anni '30, sia a Parigi sia New York, l'eresia dell'adorazione del nome ha attirato la simpatia dei modernisti, e in entrambe le città sono state scritte tesi accademiche da parte di intellettuali negli anni '80. Recentemente, nel 1999, il giovane vescovo educato a Oxford (oggi metropolita) Ilarion (Alfeev) ha fatto la seguente sorprendente dichiarazione: 'Anche se il movimento degli adoratori del nome è stato schiacciato all'inizio del secolo per ordine del Santo Sinodo, la discussione del tema ha ripreso slancio negli anni prima del Concilio di Mosca (1917-1918), che avrebbe dovuto prendere una decisione su di esso, ma non riuscì a farlo. Così la valutazione finale dell'adorazione del nome da parte della Chiesa rimane una questione aperta fino a oggi'.

Conclusione

L'abuso e l'incomprensione della cosiddetta 'preghiera di Gesù' (nel linguaggio tradizionale, preghiera del cuore o preghiera noetica,) l'ha fatta paragonare al buddhismo (così attraente per gli intellettuali, perché è così facile e non comporta alcun cambiamento di stile di vita) e anche a pratiche indù e musulmane. Tuttavia, forse è più vicina di tutti al pietismo protestante, con il suo 'gesuismo' e la sua dottrina di 'salvezza personale' automatica alla confessione del nome di Gesù. È forse in questo contesto che si può capire la sua attrazione per i filosofi neo-platonici e intellettuali ai margini della Chiesa ortodossa. L'attrattiva dei non praticanti per qualcosa di semplice come la ripetizione di una preghiera, senza vivere nel contesto di disciplina della Chiesa, del ciclo liturgico, del pentimento, della confessione, della preghiera e del digiuno, è chiaro.

Così, alcuni modernisti sotto l'influenza dell'eresia onomatodossa insistono sul fatto che 'Gesù' (o 'l'eucaristia') è al centro della Chiesa. (Tendono anche a disprezzare i servizi non eucaristici del ciclo liturgico). Che Cristo sia al centro della sua Chiesa è certamente vero, ma è una verità unilaterale. Per esempio, si potrebbe anche dire che il pentimento (parafrasando san Giovanni Battista) o lo Spirito Santo (parafrasando san Serafino di Sarov) sono al centro della Chiesa. Oggi, un criterio di Ortodossia è l'opposizione all'eresia dell'adorazione del nome, i cui sostenitori sono sempre marginali, eretici e persino nemici aperti della Chiesa. Tuttavia, il pericolo di culti della personalità che si sviluppano intorno a tali pratiche e di affermazioni illusorie di santità per i loro leader, come è accaduto sul Monte Athos cent'anni fa, è ancora reale.

Sono in debito per i dettagli su questo argomento al recente ed eccellente libro in lingua russa dell'igumeno Petr (Pigol'), 'Una tragedia athonita. Orgoglio e disegni satanici '. Mosca 2005, disponibile in russo su Internet anche in: http://www.blagogon.ru/biblio/211/

 
Domande e risposte dalla corrispondenza recente (agosto 2017)

È giunto il centenario del Concilio locale di Mosca del 1917-18. Quali sono i suoi pensieri?

Questo è stato un evento importante perché il Concilio ha finalmente ripristinato il patriarcato (ciò è accaduto dodici anni dopo che lo tsar Nicola II aveva già offerto di ripristinarlo, ma certi vescovi a quel tempo si erano dimostrati incapaci di ripristinarlo e avevano respinto apertamente la sua offerta. Erano diventati dipendenti dello Stato. Tuttavia, dopo essere stato preparato per anni sotto lo tsar, è triste che questo Concilio abbia alla fine avuto luogo non sotto il suo regno, ma sotto la tirannia "democratica" del traditore Kerenskij, che aveva deposto entrambi i metropoliti di San Pietroburgo e di Mosca, e i cui tirapiedi interferirono nel Concilio. Ogni opinione sul Concilio deve essere mista a causa delle interferenze e delle pressioni politiche su di esso, ma tra coloro che hanno partecipato, c'erano dei santi, dei futuri martiri. Questi li riveriamo, in particolare san Tikhon il patriarca.

Nei suoi scritti chiede la restaurazione dell'Impero ortodosso eppure le dispiace l'imperialismo, per esempio l'imperialismo britannico. Sicuramente questa è una contraddizione?

Ho chiarito che non amo e che rifiuto totalmente l'imperialismo centralista di stile occidentale / sovietico (è la stessa cosa: il marxismo era un'ideologia occidentale). Tuttavia, la restaurazione dell'Impero ortodosso non si riferisce a un rozzo imperialismo in stile occidentale, ma al compimento del dovere cristiano della Russia. Questo è il dovere di Dio dato dalla Russia solo perché nessun altro popolo ortodosso è abbastanza grande o abbastanza forte da farlo. Dio ha dato ai russi una così grande parte del mondo con tante risorse affinché possano difendere il cristianesimo, ovviamente non per qualche ristretta gloria razzista. Come dicono le Beatitudini: beati i mansueti, poiché erediteranno la terra. I russi hanno perso l'Impero Cristiano nel 1917, proprio perché avevano perso la loro mansuetudine.

Se i romeni o i serbi, o qualsiasi altro popolo ortodosso, fossero abbastanza forti, allora li sosterrei. Ma evidentemente non sono abbastanza forti e abbastanza multinazionali, concentrandosi invece sulla costruzione della chiesa più importante nei Balcani e facendo il gioco degli americani. Questo è provincialismo e nazionalismo primitivo. Solo l'episcopato russo, quali che siano i suoi difetti, è multinazionale. Prendete per esempio il patriarcato di Antiochia: ogni singolo vescovo in esso è arabo, e non può essere altrimenti. Altre Chiese locali fanno le stessa cosa, dalla Georgia alla Grecia.

L'impero ortodosso onnicomprensivo, multinazionale, multilingue della Rus' (o della Romaiosini) in tutto il mondo deve essere ripristinato perché esso solo può contrastare l'Impero anti-cristiano che oggi ha il suo centro a Washington (prima era a Londra). Solo l'Impero ortodosso può trattenere l'Anticristo.

Tutti gli ortodossi dovrebbero sostenerlo, anziché dividersi in gruppi marginali e di frangia con le loro politiche ristrette, etniche, balcanizzate dettate, assieme alla nomina dei vescovi dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Questi includono alcune persone delle frange spirituali della Chiesa russa, che ha due tipi di nemici e traditori: i liberalisti modernisti e i ristretti nazionalisti russi. Entrambi respingono ugualmente la vocazione multinazionale e imperiale ("ecumenica", in senso ortodosso) della Chiesa russa, entrambi allo stesso modo provinciale.

È una visione importante per i russi allo stesso modo che per i non russi?

È vitale. Per esempio, la maggior parte dei russi in questo paese non proviene dalla Russia stessa, ma sono persone che parlano russo provenienti dagli Stati Baltici, dall'Ucraina e dalla Moldova, cioè da frammenti dell'Impero Russo. Una delle loro maggiori difficoltà è la ricerca di un'identità. L'identità sovietica da molto tempo è andata, non hanno alcuna identità con la Federazione Russa, in quanto generalmente non hanno la nazionalità russa. Per quanto riguarda i nuovi paesi in cui sono nati, non appartengono a tali paesi, trovandoli provinciali, ristretti e sostanzialmente colonie americane e comunque sono stati respinti e trasformati in cittadini di seconda classe dai loro governi-fantoccio sciovinisti e russofobi. Essi appartengono a qualcosa di molto più grande, cioè alla Rus', all'Impero cristiano multinazionale. La nostra nazionalità è ortodossa russa, indipendentemente dai nostri passaporti. I passaporti sono semplicemente documenti di Stato. Non ci porteranno in paradiso, l'unico posto dove dobbiamo andare. Abbiamo un passaporto spirituale che dice "ortodosso". E questo è molto più importante.

Vuol dire che lei vede l'Europa occidentale attraverso occhi russi?

Solo in quanto gli occhi russi sono occhi cristiani. È interessante che lei dica questo, ma ciò suggerisce che lei non comprende la parola 'russo'. Io non ho alcun interesse per la Russia non cristiana e per i russi non cristiani (come ortodosso, naturalmente uso la parola 'cristiano' nel suo vero senso, cioè il suo senso ortodosso). Ecco perché non ho mai visitato la Russia tra il 1976 e il 2007.

Circa tre anni fa un certo membro anziano della giurisdizione di Parigi in questo paese mi ha accusato di non rispettare l'Establishment britannico e di non metterlo in primo luogo nei miei punti di vista. Questo mi ha fatto ridere, ma è stato anche molto triste perché significava che costui disobbediva al Vangelo e che non aveva mai messo in primo piano il Regno di Dio (avrebbe dovuto leggere il sermone sul monte). Tali liberali sono sempre erastiani, e mettono in primo luogo lo Stato anti-ortodosso, così come fece nel 1917 il "liberal-democratico" Kerenskij.

Io guardo all'Europa occidentale, incluse le Isole Britanniche e l'Irlanda, attraverso occhi cristiani (ortodossi). Leggete san Beda il Venerabile – egli fa lo stesso, datando la sua scrittura secondo il regno dell'imperatore cristiano a Nuova Roma. Io faccio lo stesso: vivo nel distretto del Suffolk della provincia dell'East Anglia del Regno d'Inghilterra dell'Impero cristiano della Nuova Roma. Il fatto che la Nuova Roma sia ora a Mosca e non più a Costantinopoli non è il punto principale. Il punto è che dobbiamo essere coerenti e reali ortodossi, rifiutandoci di ridurre la Chiesa di Dio a una certa spiritualità fantasiosa, esotica, liberale, disincarnata, la via dell'illusione spirituale, o a qualche nazionalismo razzista (filetismo), ma essere fedeli all'incarnazione dell'insegnamento della Chiesa. Altrimenti non siamo fedeli alla preghiera del "Padre nostro": "Sia fatta la tua volontà sulla terra, come nei cieli". O siamo cristiani o non lo siamo.

È vero che la globalizzazione è controllata dagli ebrei? Come possiamo contrastarla?

No, non è vero. Questo è razzista. Molte persone sono responsabili della globalizzazione e del Nuovo Disordine Mondiale, anche se dubito che siano di più di un milione in tutto il mondo e forse anche molto meno. Certamente, la globalizzazione (che un tempo si chiamava americanizzazione) è pro-Israele e molti dei suoi leader sono ebrei atei (sionisti) e la globalizzazione è essenzialmente una parola in codice per il sionismo, ma per la maggior parte le persone coinvolte non sono ebrei e certamente non ebrei credenti. Il punto è che per la maggior parte i sionisti del mondo non sono affatto ebrei, ma semplicemente persone che sono cadute nell'invenzione di Satana di un governo mondiale.

Noi ci contrapponiamo alla globalizzazione costruendo la Chiesa, che è allo stesso tempo multinazionale (interpatriottica) e locale (patriottica), l'unità della diversità. Questo è il significato spirituale della nostra vita.

Sono stato sconvolto da alcune parole e atti del suo patriarca Kirill, che ha incontrato il papa a Cuba lo scorso anno. Sicuramente questo è indifendibile?

Ogni patriarca è qui oggi, e non c'è più domani. Il capo della Chiesa è Cristo, non un patriarca, chiunque sia. Devo dire che non sono mai riuscito a capire una mentalità che afferma che le opinioni personali devono sempre coincidere. Io potrei avere opinioni personali diverse da quelle del mio patriarca. E con ciò? In una Chiesa così grande come la nostra, le differenze di opinioni sono inevitabili. Noi non apparteniamo a una piccola setta, in cui tutte le opinioni personali devono e possono coincidere. Questo è puro protestantesimo, convertismo, settarismo. Equicale a dire: "Non sei d'accordo con me, quindi ti lascerò e andrò via e fonderò la mia Chiesa". Deve esserci tolleranza negli elementi non essenziali. Quali sono gli elementi essenziali? Sono tutti elencati nel Credo. Questo è ciò che crediamo; il resto è opinione, non essenziale.

In una simile prospettiva che richiede assoluto accordo in tutto c'è un certo orgoglio: 'Non è d'accordo con me, quindi non mi piace'. Ciò suggerisce che chi parla creda in realtà che gli altri debbano essere d'accordo con lui perché ha sempre ragione! Non è così che funziona il cristianesimo. Per esempio, io non scrivo perché voglio che la gente sia d'accordo con me. So che è impossibile perché io stesso mi sbaglio così spesso. Scrivo solo per provocare pensiero e preghiera. Se non riesco a farlo, allora cesserò di scrivere per gli altri.

Il patriarca Kirill ha incontrato una volta il papa. Il patriarca di Costantinopoli lo incontra costantemente. E allora? Io faccio la spesa in un supermercato dove una dei cassieri è cattolica romana e parlo con lei. Questo mi rende un eretico?

In ogni caso nella Chiesa russa chi ha una mentalità da anni '60 sta morendo. Leggete quel che scrivono i metropoliti Veniamin di Vladivostok, Vikentij (Morar') di Tashkent, Agafangel di Odessa: questi sono vescovi ortodossi amati da tutti.

L'ecumenismo non è una minaccia per la Chiesa?

L'ecumenismo qui è morto, una cosa ridicola e antiquata; sembra essere vivo solo in luoghi meno occidentalizzati, in Grecia, Romania e Serbia. Qui sopravvie solo tra persone molto vecchie. Non lo sento mai nominare oggi, era vivo negli anni '60, '70 e '80. Non è dove oggi si muovono le cose.

Da russo che vive in Inghilterra, ho recentemente visitato alcune chiese anglicane e dovevo continuare a salire su lastre di pietra e metallo con tombe al di sotto di loro. Ma gli inglesi mi hanno detto che potevo camminare su di loro. Sono rimasto inorridito. Perché gli anglicani camminano sui loro morti?

Presumo che sia qualcosa che ha a che fare con il rifiuto protestante di pregare per i defunti, e quindi una mancanza di rispetto per loro, ed è questo che li mette in grado di camminare sulle tombe.

Ha dei detti o proverbi preferiti?

Sì, ne ho alcuni. Ho pensato alla sua domanda per diversi giorni. Ecco una selezione di questi detti preferiti, che considero tutti veri per avere osservato la vita:

Puoi prendere più mosche con il miele che con l'aceto.

Se sputi nell'aria, ricadrà su di te.

Sii buono con le persone che conosci quando sali in alto, perché potreste incontrarvi nuovamente quando scendi in basso.

Chi non risica non rosica.

La penna è più forte della spada.

Ho anche dei detti preferiti, che, per quanto ne so, sono personali e provengono dalla mia esperienza:

C'è un solo errore: non imparare dai tuoi errori. (Dalla mia vita).

Non distruggere qualcosa fino a quando non hai qualcosa di meglio da mettere al suo posto. (Una lezione per coloro che invadono Afghanistan, Iraq, Libia ecc.).

Non puoi costruire una vita spirituale sulla fantasia. (Questo viene dall'osservazione degli intellettuali che si uniscono alla Chiesa ma non divengono mai ortodossi).

 
Rapporto sugli sfollati dal Donbass

Abbiamo ricevuto i primi 5 sfollati che ospiteremo con i nostri sforzi. Abbiamo due donne adulte e tre bambini. Non darò alcuna informazione su questo gruppo o sul modo in cui è venuto a noi, al di là di dirvi che queste sono persone speciali che nessun altro avrebbe potuto aiutare. Quando questa guerra sarà finita vi racconterò alcuni dettagli degli sfollati. Finora il gruppo che siamo riusciti a portare fuori è in tutto di 8 donne e bambini. Il primo gruppo di 3 donne era composto da madri di un gruppo precedente di bambini con la cui evacuazione non siamo stati coinvolti direttamente. Mia madre si sta prendendo cura di loro per cibo e alloggio.

Questo gruppo è stato preso e portato alla struttura in cui vivranno per tutta la durata del conflitto. Il loro viaggio non è stato tranquillo. Dopo che abbiamo organizzato tutto per loro, V. ha trascorso tre ore a parlare con loro e a tradurre per me mentre si davano il cambio a fare la doccia e a ripulirsi. Sono esauriti ma tre di loro erano ansiosi di raccontare la loro storia. La migliore terapia per loro è di parlare delle loro esperienze.

Io sono abbastanza bravo a estrarre delicatamente informazioni dalle persone. Quando tre persone mi raccontano la stessa storia nel corso di tre ore, e spesso non tutte e tre sono insieme, e io di tanto in tanto ritorno a conversazioni fatte una o due ore prima di quel momento e faccio una domanda e ottengo la stessa risposta di base, tendo a credere che stanno dicendo il vero. Inoltre, V. ha trascorso qualche tempo a parlare da sola con loro e ha ottenuto esattamente la stessa storia con particolari aggiunti.

In primo luogo, un avvertimento.

Tutte le informazioni di identificazione, come i nomi e i numeri delle vie, i nomi delle persone, i luoghi di lavoro, ecc, sono state omesse. Queste persone sono in pericolo, semplicemente per quello che sono. Dobbiamo proteggerle, ma dobbiamo anche tirare fuori la loro storia. Le informazioni che hanno dato erano dettagliate e voluminose, molto più di quello che è scritto qui.

Gli sfollati parlano

'Lavoravo nell'ufficio di una banca. Ci sono stata per alcuni anni. Non sono stata pagata da marzo. Ogni settimana ci promettevano che la paga sarebbe arrivata la settimana successiva. Tre settimane fa uomini mascherati e armati sono entrati nell'ufficio con il gestore. Ci hanno ordinato di uscire. Siamo rimasti fuori e abbiamo osservato mentre gli uomini caricavano tutti i computer, i macchinari e i registri in due auto (camion) di grandi dimensioni e all'ultimo hanno portato via tutto il denaro in grandi scatole di metallo nero. Abbiamo chiesto loro dei nostri soldi e ci hanno puntato addosso i loro mitra e ci hanno detto di stare zitti. Se ne sono andati. Quella notte la sede della banca è stata bruciata. I nostri самообороны (forze di difesa) sono stati incolpati per il fuoco. Non erano i nostri uomini, erano gli uomini che hanno preso tutti i soldi.

La militsija (polizia) è inutile. Non lavorano, sono vigliacchi, stanno in attesa di vedere chi vince questa guerra. Quando ci sono problemi mandiamo di corsa i bambini a chiamare da noi i самообороны.

Hanno iniziato a sparare. Ci sparano dalla torre della radio sulla collina ogni giorno e ogni notte. Molti negozi sono stati danneggiati. Quasi tutti i negozi ora hanno smesso di funzionare. Nessuno può ritirare i propri soldi dalle banche. Tutte le banche sono chiuse. Ogni giorno qualcuno viene ucciso vicino a noi. Non abbiamo alcun posto di самообороны nella nostra zona. Le armi da fuoco sono molto grandi. Possiamo sentirle quando sparano. Non abbiamo alcun posto dove nasconderci.

La fabbrica dove lavorava mio marito è stata colpita. È bruciata e c'era una sorta di polvere bianca sul terreno quando siamo andati a vedere la fabbrica. I самообороны ci hanno detto di non toccare la polvere, era fosforo e ci avrebbe bruciato le mani. Non ci sono auto dei pompieri per spegnere incendi. Non c'è acqua che possano utilizzare. Mio marito non è stato pagato da maggio. Il suo padrone è corso a Kiev molto tempo fa.

Mio marito è andato tra i самообороны. Mi ha detto che dovevo prendere i bambini e andarmene. Non potevamo fuggire, non c'era modo per noi. Noi non avevamo i soldi per pagare qualcuno per aiutarci. La nostra città è bloccata dal nemico. Nessuno può entrare o uscire. Non abbiamo acqua, né elettricità, eravamo quasi senza cibo, senza latte per i bambini, appena un po' di zuppa di cereali fatta con l'acqua presa da un carro con cui talvolta i самообороны portano l'acqua.

4 giorni fa mio marito mi ha detto di mettere poche cose in valigia e di essere pronti a fuggire. Non metto in dubbio mio marito. Due giorni fa nella notte mio marito mi ha detto di svegliare i bambini, era tempo di partire. Ci ha portato giù per le scale in un auto che era in attesa per noi. La casa (edificio di appartamenti) dall'altra parte della strada stava bruciando in alto. Ho baciato mio marito, lui ha baciato i nostri figli e siamo partiti. Mi ha detto che c'era un modo con cui mi avrebbe fatto sapere ogni giorno se era vivo. Ha detto che avrei capito quando sarei giunta al sicuro. Mi ha dato 50 grivne (4 $), cioè tutto quello che aveva. Non sapevo dove stavamo andando, non me lo ha detto.

(Comincia a piangere) Ringrazio Dio che i miei figli sono al sicuro. Sono preoccupata per mio marito.' [Donna]

'Ero a scuola quando è arrivato il primo attacco. Avevamo sentito sparare prima, molte volte. Siamo andati alle proteste nella piazza della città, quando Kiev ha detto che non potevamo più parlare russo. Il russo è l'unica lingua che conosco. Ho cercato su internet e ho letto le norme dell'Unione europea e delle Nazioni Unite. Dicono che possiamo parlare la lingua russa. Perché i politici a Kiev non ci permettono di parlare russo? Sono nata in Ucraina, perché mi dicono che devo andarmene? Non capisco.

C'è stato rumore molto forte, siamo corsi tutti fuori dalla scuola per vedere cosa fosse. C'era un buco nella strada, non grande. L'aria odorava di ammoniaca e di zolfo. Conosco questo odore dalle classi di chimica. C'era una donna sull'erba. Non si muoveva, il suo pacchetto di cibo era a terra. Aveva alcune patate e carote e un pacchetto di latte. Il pacchetto di latte era rotto, il latte era rovesciato per terra. La nostra insegnante ci ha urlato di tornare a scuola, ci ha detto di non guardare. Ho visto la donna, aveva sangue sulla schiena. Speravo che stesse bene. Ora so che era morta. Perché l'hanno uccisa? Mia madre la conosceva. Ora lei è morta. Perché? Mia madre piangeva.

Il nostro appartamento si trova al piano superiore. Possiamo vedere la montagna dal nostro appartamento. Non è una vera montagna. Io e mia madre ci siamo stati, da lì si può vedere tutta la nostra città e i villaggi e le città vicini e la ferrovia e i ponti e le grandi strade. Quando i grossi calibri hanno iniziato a sparare riuscivo a vedere la fiamma mentre sparavano. Le mie amiche e io stavamo sedute nel nostro appartamento dopo la scuola e guardarli. Siamo intelligenti, abbiamo imparato in fretta a sapere cosa stava sparando. Potevamo vedere le esplosioni in aree lontane, c'era fumo e fuoco nelle fabbriche. Presto ci sono stati incendi negli appartamenti. I colpi si sono avvicinati a casa nostra (un edificio di appartamenti).

Mia madre ha detto che non avevamo soldi. Ha detto che al lavoro non era pagata. Ha detto che mio padre al lavoro non era pagato. È difficile trovare cibo ora, quasi tutti i negozi e i magazzini sono chiusi, la sparatoria oggi è per noi. I nostri самообороны ci hanno detto che è l'esercito ucraino a spararci. Perché stanno facendo questo? Siamo ucraini! Non capisco.

Il mio ultimo giorno di scuola i miei amici mi hanno detto che Aljona era morta. Sua madre l'ha mandata a cercare del pane. È andata nei negozi. Erano tutti chiusi. Stava tornando a casa. Una bomba è caduta proprio accanto a lei. I miei amici dicono che è stata fatta a pezzi. Mi piaceva, era mia amica. Ora lei è morta. Perché? Che cosa ha fatto? Mi manca. Era molto bella.

Mio padre è arrivato una sera e ha detto che dovevamo andarcene. Mio padre non sarebbe venuto con noi. Ho chiesto a mia madre perché papà non sarebbe venuto con noi, lei ha detto che me lo avrebbe spiegato più tardi. C'era una vecchia auto (furgone) in attesa, c'era un'altra donna e un bambino in macchina. Mio padre ci ha baciati. Lo abbiamo lasciato. Abbiamo guidato tutta la notte su strade fangose. Mancava una porta alla vettura, era molto freddo e umido. L'autista ha detto che si era perso. L'altra donna gli ha urlato contro, gli ha detto mat (oscenità), ha preso la sua mappa e l’ha osservata con la sua lampada. Ci ha detto di uscire dalla macchina, ci avrebbe portato lei. L'autista ha chiesto soldi, la donna gli ha detto altre mat. Se ne è andato. Abbiamo camminato per lungo tempo fino a quando siamo arrivati ​​a un fiume.

Il mio fratellino non riusciva più a camminare, è piccolo. L'abbiamo portato io e mia madre. L'altra donna ci ha detto di essere forti, presto saremo stati al sicuro. Lei portava il suo bambino. Siamo arrivati ​​a una strada e abbiamo camminato lungo la strada. Siamo arrivati ​​a un posto di blocco, ho visto la bandiera dell'Ucraina. Avevo paura. Mia madre mi ha detto di tacere. Giovani soldati ci hanno fermato, avevano tutti dei fucili. Ho guardato e ho visto la bandiera russa sul lato opposto dell'acqua. Un soldato ha preso il passaporto dell'altra donna e ha iniziato a urlare mat contro di lei. Lei gli ha dato un calcio e lui è caduto. Lei ci ha detto di correre verso l'altro lato. C'erano un sacco di macchine che vanno oltre il ponte. Perché i soldati ci urlavano mat? Non ho capito, ma ci siamo messi tutti a correre.

I soldati dall'altro lato ci gridavano di venire, ci hanno spinto attraverso la loro linea, urlandoci di fare in fretta. Quei soldati non mi hanno fatto paura.

Sono arrivate da noi delle donne, che ci hanno portato a una tenda e ci hanno dato del tè. Faceva caldo nella tenda, c'era una stufa in un lato. Fuori pioveva e faceva freddo. Il mio fratellino tremava. Le donne lo hanno avvolto in una coperta e lo hanno messo accanto alla stufa e ci hanno dato tutte le coperte. Parlavano un russo diverso da quello che parliamo noi.

Un ufficiale è venuto nella tenda. Ha chiesto all'altra donna chi eravamo. Lei gli ha detto da dove veniamo. Ha parlato a un soldato e ci ha detto di stare calmi, e che qualcuno sarebbe venuto per noi. Abbiamo aspettato. Dopo un lungo periodo di tempo è arrivata una grande macchina bianca. Due donne e due uomini sono venuti da noi. Una donna ha parlato con mia madre e con l'altra donna. Dopo aver parlato con mia madre e con l'altra donna la donna ha parlato con uno degli uomini. Avevo paura. Siamo entrati ​​in macchina. Era caldo. Abbiamo viaggiato per un lungo periodo di tempo. Siamo arrivati ​​a una chiesa dall'aspetto strano. Ci stavano aspettando delle donne. Siamo stati portati in camere accoglienti con letti. Ci hanno dato del tè e piccoli pani. Mia madre e l'altra donna piangevano. È venuto da noi un prete. Ci ha detto che eravamo al sicuro. Non riesco a dormire. Ho paura.' [Bambina]

'Mio marito lavora in miniera. Io lavoro in un magazzino. Mio marito è stato pagato fino alla fine di maggio. Faceva un lavoro molto duro. Io non sono stata pagata per molte settimane e ora il magazzino è stato bombardato. È bruciato.

Le proteste sono iniziate quando Kiev ha approvato la legge che dice che il russo non può più essere utilizzato o parlato nel Donbass. Il russo è la nostra lingua, è tutto ciò che parliamo. Sono andata a manifestazioni e incontri. A un incontro un uomo, un deputato del partito Svoboda ci ha minacciati, ci ha chiamati traditori, ci ha chiamati moskali. Aveva con lui uomini armati. Ha detto che non ci sarà alcuna discussione di ciò che vogliamo, ha detto che dobbiamo fare quello che ci viene detto di fare. Noi non volevamo lasciare l'Ucraina, l'Ucraina è la nostra patria, siamo nati qui e anche i nostri figli. Gli abbiamo detto questo. Ha cominciato a urlare, ci ha detto mat, ha detto che volevamo la Russia e non l'Ucraina. Ha detto che l'esercito sarebbe venuto a ucciderci tutti e i suoi combattenti sarebbero venuti a ucciderci tutti. Se n'è andato. Un uomo che aveva partecipato alla riunione è stato ucciso quella sera dopo aver lasciato la sala. Gli hanno sparato in strada alla fermata del bus. C'era gente in piedi intorno a lui. Due uomini hanno camminato verso di lui e gli hanno sparato. Aveva moglie e tre figli.

Presto è venuto l'esercito. Hanno combattuto i nostri самообороны e hanno ucciso alcuni di loro. I nostri uomini allora non avevano armi automatiche, solo alcuni vecchi fucili della Grande Guerra Patriottica. L'esercito ha preso il monte Karachun e ha cominciato a sparare contro di noi dalla torre della televisione. Da lì possono vedere tutto. Non sparano ai posti dei nostri самообороны, quasi sempre sparano alle nostre case (edifici di appartamenti), ai magazzini, mercati, luoghi industriali, scuole e miniere. Hanno cominciato a uccidere o ferire la gente.

Al fondo della nostra strada un edificio di appartamenti sulla strada accanto è stato colpito sul tetto e sulle pareti. Il mio vicino mi ha detto che quattro persone sono morte nel palazzo, tre donne anziane e un bambino di 3 anni. Ho cominciato ad avere paura. Mio marito ha cominciato ad arrabbiarsi.

Ogni giorno l'esercito spara, a volte di notte e a volte il giorno. Mio figlio è in preda al terrore, urla quando sente rumori, non vuole mangiare. L'elettricità è saltata e ora ritorna solo a volte e per non molto tempo. Non abbiamo più acqua. I nostri soldati portano carri di acqua ai quartieri secondo un programma. Ci danno 12 litri per 3 giorni. Il nostro gas è spento, la stazione di rifornimento è stata bombardata.

Abbiamo iniziato a sentire storie di molti giovani che arrivano in città. Ne ho visti alcuni nel nostro quartiere. Guardano dappertutto. Non parlano russo come noi, hanno un accento dell'ovest. Sembrano sempre arrabbiati. I самообороны dicono che sono combattenti del settore destro da Kiev. La militsija non li arresterà. Quelli della militsija sono dei vigliacchi, stanno semplicemente in attesa che la guerra finisca e che possano tornare a fare di nuovo i criminali mafiosi. I самообороны non hanno abbastanza uomini per combattere il nemico e arrestare questi del settore destro. Abbiamo paura che quando il nemico attaccherà il settore destro attaccherà da dentro la nostra città.

Giovani donne e ragazze hanno cominciato a scomparire. Abbiamo sentito un urlo, una mattina. C’è stato il rumore di una corsa in auto e una donna ha iniziato a urlare. Siamo usciti. La donna gridava che qualcuno aveva preso sua figlia di 13 anni. Solo una scarpa era rimasta in strada. Era andata a prendere l'acqua. È stato due settimane prima della mai partenza. Nessuno ha visto la ragazza in due settimane. Conosco sua madre. Sono state portate via altre giovani donne e ragazze, dove lo non sappiamo, ma noi donne sappiamo il perché. Sono tutte giovani e belle.

Mio marito ha detto che dovevo andarmene. Non volevo lasciarlo, ma ho nostro figlio a cui pensare. Lui è andato da sua madre in un villaggio non lontano. La madre è molto anziana e malata, e non può fuggire. Il villaggio è stato bombardato, molte casette sono distrutte, bombardate e bruciate. Mio marito ha mandato via me e nostro figlio ed è andato da sua madre. Mi ha detto di mettere alcune cose per il bambino in una borsa che posso portare sulla spalla e di stare pronta.

Il giorno dopo mio marito è venuto all'appartamento e mi ha detto che dovevo partire, prendere il bambino e venire con lui. Abbiamo camminato per un chilometro, fino a dove ci stava aspettando un'auto (o piccolo furgone) molto vecchia e arrugginita. La grande porta sul lato non si chiudeva, era tenuta con fili. Mio marito ha pagato l'autista e mi ha dato i pochi soldi che aveva con sé. L'autista non sembrava un uomo buono. Mio marito gli disse che se fosse successo qualcosa a me e nostro figlio lo avrebbe ucciso. Mio marito ci ha baciato e siamo partiti.

Il conducente non parlava molto e la vecchia auto era molto rumorosa. Si stava facendo freddo in tarda serata, ha cominciato a piovere e ci siamo fermati. Un pneumatico rotto, e l'autista ci ha messo un'ora per risolvere il problema. Siamo ripartiti e siamo andati per un'altra ora verso una casa in un altro distretto. Una donna e due bambini sono saliti sulla nostra macchina. Siamo ripartiti di nuovo. Il conducente non ha preso strade buone, ma strade dissestate. Lui sa dove andare, ho pensato, probabilmente è un contrabbandiere di sigarette.

Abbiamo proseguito per ore sulle strade, fuori città tutte le strade su cui passavamo erano sporche e fangose. È iniziato a piovere e faceva molto freddo. Eravamo tutti bagnati con la porta aperta. L'autista ha cominciato ad andare lento. Si è fermato e ha guardato una mappa. Ho chiesto cosa stesse facendo. Ha detto che non sapeva dove si trovava. Nel buio ho potuto vedere l'indicazione di un piccolo villaggio a 10 metri di distanza. Sono scesa e ho guardato il cartello. Era vecchio, ma ho potuto leggerlo. Sono salita in macchina e ho preso la mappa del conducente. Ho potuto vedere un punto segnato sulla mappa e quando ho trovato il villaggio ho capito che si era perduto e che non eravamo dove dovevamo essere. Gli ho detto mat e ho detto alla donna di uscire con i suoi figli e di venire con me. Ho preso la mappa. L'autista ha chiesto più soldi. Gli ho detto mat che non aveva mai sentito prima. Abbiamo iniziato a camminare. La pioggia è cessata. Dopo che abbiamo camminato intorno al villaggio, in cui non volevo entrare, mi sono fermata e abbiamo parlato per un minuto, mentre guardavo la mappa. Ho pensato che avevamo da fare sei chilometri a piedi verso un piccolo fiume. Seguendo il fiume, ci avrebbe portati fino al confine. Ho potuto vedere sulla mappa che due ponti attraversano il confine. Abbiamo iniziato a camminare di nuovo, io portavo in braccio il mio bambino, che è troppo piccolo per percorrere una tale distanza. La donna e io avevamo stivali bassi, i suoi figli avevano scarpe da ginnastica. Il suo bambino piccolo ha cominciato a stancarsi così lei e la sua figlia maggiore hanno portato il piccolo in braccio.

Abbiamo trovato il fiume. Ho guardato di nuovo la mappa e ho visto che eravamo a 2 chilometri da uno dei ponti. Abbiamo seguito il fiume. Siamo arrivati ​​a una strada e abbiamo camminato lungo il lato della strada. C'erano un paio di macchine che andavano in entrambe le direzioni. Nessuno si è fermato per aiutarci. Presto ho visto il confine, ho potuto vedere la bandiera dell'Ucraina. Io amavo l'Ucraina. Sono nata in Ucraina. Dopo quello che l'Ucraina ha fatto per la mia città, i miei amici, dopo che l'Ucraina ha ucciso tanti di noi senza motivo, io odio l'Ucraina. Odio quella bandiera. Ho potuto vedere la bandiera russa sul lato opposto del ponte. Ho detto all'altra donna di seguirmi al confine, e di lasciarmi parlare con la guardia di frontiera.

C'erano 3 guardie sulla camminata, gli altri perquisivano le auto sulla strada. Una guardia ci ha visti e ha cominciato a ridere. Ha detto ai suoi amici che eravamo moskali che scappavano. Gli ho detto di no, che stavamo andando per le vacanze e la nostra auto si era rotta. Ha chiesto il mio passaporto. Ha guardato il luogo di residenza e si è arrabbiato. Ho gridato alla donna e ai bambini di correre sul ponte. La guardia ha cercato di tenermi per il mio braccio. Gli ho dato un bel calcio tra le gambe. Sono corsa dietro agli altri con il mio bambino tra le braccia. Eravamo arrivati in Russia.

Un sergente e due soldati ci hanno portati da alcune donne, che ci hanno portati a una tenda. Ci hanno dato coperte e del tè. Eravamo tutti bagnati e infangati dalla pioggia. Le donne ci hanno asciugati come meglio potevano. Una metteva più legna nella stufa. Il pavimento della tenda era di legno. Nella tenda c'erano brande miliari, di quelle che si piegano. Le donne ci hanno chiesto le nostre scarpe e ci hanno detto che le avrebbero portate alla tenda dei cuochi per asciugarle. Mio figlio dormiva, era esausto.

Un ufficiale e un sergente sono venuti nella tenda. L'ufficiale ci ha chiesto dove stavamo andando. Gli ho detto che non sapevo, che il nostro autista si era perso e che avevamo raggiunto il confine. Ha chiesto i miei documenti. Gli ho detto che erano in Ucraina, li aveva la guardia. Mi ha chiesto se avevo ucciso la guardia. Gli ho detto quello che avevo fatto. Lui ha riso, e ha detto che la guardia era stata a terra per un lungo periodo di tempo. Gli ho mostrato la mappa. Lui l'ha mostrata al sergente. Il sergente ha detto: 'avvertirò via radio. Sono alla ricerca di questo gruppo'. L'ufficiale, un capitano, si è rivolto a me. "Benvenuti in Russia. Siete al sicuro".

Non ho retto. Tutta la paura e preoccupazione di mesi era sparita. Ho cominciato a piangere. L'altra donna è venuta da me e mi ha abbracciata. Piangeva. Siamo andate alla porta della tenda e siamo uscite nel bosco. Eravamo a piedi nudi. La pioggia era finita, stava spuntando la luna. Faceva freddo. Potevo vedere la bandiera della Russia sotto la luce. Quando mio marito tornerà da me dopo la guerra ci rifaremo una nuova vita in Russia.

Dopo un po' di tempo una grande macchina bianca (furgone) è venuta per noi. Sono uscire quattro persone, di cui due donne. Due hanno parlato al capitano e al sergente. Una donna ha parlato con noi. Gli uomini ci hanno aiutato a portare i nostri figli in macchina. La macchina era calda. La macchina è partita. Mi sono addormentata.

Mi sono svegliata su un'alta collina. Potevo vedere una città. Sapevo dove stavamo andando.' [Donna]

La situazione nei calderoni di Kramatorsk e Slavjansk si sta deteriorando di ora in ora. I rapporti sull'utilizzo di gas di cloro a partire da ieri sono confermati. I nazisti faranno con il gas la stessa cosa che hanno fatto con i bombardamenti. Prima un colpo singolo di mortaio, poi 5, poi 50 mentre il mondo ignorava la sparatoria contro obiettivi civili. Poi i missili. Prima uno, poi 5, poi salve intere. Ora il gas. Ieri un singolo attacco con quantità 'non letali' su un posto di blocco. Oggi di più. Che accadrà domani?

Stiamo lavorando sodo per far uscire più donne e bambini. Ce ne sono due che dovrebbero essere qui a breve. Altri arriveranno entro questa settimana. Noi (e anche loro) abbiamo aspettato troppo a lungo. È difficile ora per farli uscire da alcune aree, impossibile da altre.

Il silenzio dall'Occidente è assordante.

 
Il lavoro può rovinare un giorno di festa? Approfondimenti dell'anziano Paisios

Nel mondo frenetico di oggi, le persone sono sempre più gravate dal trambusto delle responsabilità quotidiane. Nella fretta di realizzare tutto ciò che è sulla nostra lista di cose da fare e altro ancora, l'esperienza profonda delle festività religiose spesso ci sfugge. A volte sembra che abbiamo dimenticato uno dei comandamenti fondamentali di Dio trasmessi tramite Mosè: lavorare per sei giorni e dedicare il settimo al Signore. Al contrario, alcuni riconoscono la domenica come un giorno di riposo, ma la trascorrono nell'ozio eccessivo o indulgono in piaceri peccaminosi.

Nella sua illuminante raccolta di epistole, san Paisio offre spunti di valore inestimabile, indubbiamente ispirati dallo Spirito Santo e convalidati attraverso le sue stesse esperienze. Attraverso vividi esempi, il venerabile anziano ci istruisce su come onorare la domenica e le feste religiose in modi che piacciano veramente a Dio. Sebbene gran parte dei suoi consigli siano rivolti ai monaci, i laici sono ugualmente incoraggiati ad aspirare a questi ideali per una vita arricchita con Cristo.

Come trascorrere una festa della Chiesa in modo spirituale?

1. Partecipate pienamente alle funzioni: san Paisios sottolinea l'importanza di partecipare alla Veglia notturna e alla Divina Liturgia durante le feste principali e di ricevere la santa comunione. Egli nota che in questi giorni il Signore benedice abbondantemente i cristiani con amore e gioia, ci eleva ad altezze spirituali e ci rinnova alla vita vera se partecipiamo alle celebrazioni insieme alla Chiesa. "Poi festeggiamo spiritualmente, bevendo il vino celeste portato dai santi, che essi ci offrono".

Purtroppo, l'anziano osserva che molti non riescono a cogliere il significato di queste pratiche spirituali e trascurano di partecipare alla Divina Liturgia alla domenica e nei giorni festivi. Egli lamenta: "La Divina Liturgia santifica una persona. Se un cristiano non va in chiesa la domenica, come potrà essere santificato?"

2. Date priorità alla riflessione spirituale rispetto ai preparativi mondani: l'anziano Paisios mette in guardia dall'affogare la nostra mente in preoccupazioni mondane come preparare pasti festivi o lasciarci prendere dalle preoccupazioni pre-festive, che distolgono dal nutrimento spirituale. Sostiene un approccio contemplativo alle feste: "Dovremmo meditare sugli eventi di ciascuno dei giorni santi, sia esso il Natale, l'Epifania, la Pasqua o qualsiasi altra festa, e dire la preghiera del cuore, lodando Dio. Celebreremo così ogni festa con molta riverenza". Inoltre, sottolinea l'importanza di ascoltare attentamente i versetti festivi e i tropari durante i servizi divini, poiché questi forniscono una visione più profonda dell'essenza della festa o delle gesta dei santi commemorati. "Quando la mente si sofferma sui significati divini, si sperimentano eventi sacri e si viene così trasformati", spiega l'anziano Paisios.

icona della Resurrezione con le scene della Passione di Cristo e i santi dei Minei dell'anno

3. Coltivate amicizie spirituali con i santi: Secondo l'anziano Paisios, riflettere sui santi che commemoriamo favorisce una relazione spirituale reciproca: "Se pensiamo ai santi di cui celebriamo la memoria, allora anche i santi pensano a noi e ci aiutano". Ciò stabilisce un'amicizia spirituale più salda di qualsiasi amicizia terrena.

Inoltre istruisce: "Per ricevere aiuto, dobbiamo sempre celebrare con riverenza la memoria dei santi che hanno versato sangue, sudore e lacrime per amore di Cristo". Suggerisce di stare attenti durante le letture in chiesa delle vite dei santi, come i soldati che onorano i loro compagni caduti, sottolineando il nostro ruolo di "soldati di Cristo" impegnati quotidianamente nella guerra spirituale.

4. Abbracciate il silenzio nei giorni festivi: l'anziano Paisios ricorda che "il silenzio durante le feste è di grande beneficio". I giorni festivi e le domeniche sono destinati alla pace e alla tranquillità, che consentono la lettura spirituale e la preghiera. Questa calma aiuta a vivere profondamente il significato della celebrazione. Mentre i laici potrebbero aver bisogno di lavorare durante molte feste religiose, rendendo possibile partecipare solo a una Divina Liturgia al mattino, l'anziano Paisios incoraggia tutti a cercare di avere un'indole più tranquilla del solito in questi giorni sacri. I libri di preghiere ortodossi riflettono sentimenti simili, in particolare nelle "Preghiere di ringraziamento dopo la comunione", che esortano i fedeli a "rimanere in purezza, astinenza e discrezione" per mantenere adeguatamente la santità del sacramento ricevuto.

5. Mantenete una forte fede nell'aiuto di Dio e date priorità alla Divina Liturgia: l'anziano Paisios sottolinea l'importanza di mettere da parte i compiti minori e non urgenti nei giorni di festa per concentrarsi sull'arricchimento spirituale. "Affinché tutte le nostre fatiche siano santificate, affinché possiamo avere la benedizione di Dio, bisogna prima occuparci delle cose spirituali", consiglia. Condivide un aneddoto dei suoi primi giorni monastici per illustrare questo punto: un assistente di cella nel suo monastero rimaneva sempre fino alla fine della Divina Liturgia e gestiva i suoi compiti in modo efficiente nonostante iniziasse più tardi degli altri. Al contrario, il giovane padre Paisios, che lasciava presto la Liturgia per preparare gli incontri, spesso affrontava incidenti come caffettiere rovesciate o bicchieri caduti. Ciò gli ha insegnato il valore di confidare nei tempi e nell'assistenza di Dio, evidenziando che la dedizione spirituale porta le sue ricompense.

san Paisios nella sua giovinezza

6. Evitate il lavoro nei giorni di festa quando possibile: l'anziano Paisios sostiene fortemente l'astensione dal lavoro nei giorni di festa, spiegando che così facendo si può sperimentare pienamente il significato spirituale della giornata. "Lavorando nei giorni in cui gli statuti della Chiesa consigliano il riposo, diamo al diavolo dei diritti su di noi, ed egli interferisce in ciò che facciamo fin dall'inizio", osserva. Ricorda come i monaci sul Monte Santo non scaricassero i beni consegnati nei giorni festivi, preferendo rischiare di perdere i beni piuttosto che disonorare la santità del giorno. L'anziano Paisios si è lamentato di aver visto cambiamenti in queste pratiche più avanti nella vita, quando i monaci iniziavano a dare priorità al lavoro rispetto all'osservanza spirituale. Conclude con un consiglio ai fedeli: "È meglio, se possibile, lavorare più a lungo il giorno precedente, in modo che durante e dopo il Vespro della vigilia della festa non si lavori". Questo approccio garantisce che anche i compiti necessari siano gestiti con discrezione e non sminuiscano la sacralità dei giorni di festa.

L'anziano Paisios sull'importanza spirituale della domenica

La guida fornita dall'anziano Paisios si applica anche alle domeniche, che egli sottolinea come feste di una "piccola Pasqua". Sottolinea l'importanza di onorare questo giorno, allineandolo con il comandamento divino, e fornisce esempi potenti che illustrano perché questa osservanza è cruciale.

"In passato, solo la domenica era considerata un giorno libero, dopo una settimana di lavoro. Successivamente, anche il sabato è stato designato come giorno libero. Tuttavia, questo cambiamento ha portato a una vita più spirituale o ha aumentato il peccato? Sfortunatamente, spesso abusiamo della nostra libertà, optando per attività mondane piuttosto che spirituali. Se le persone dedicassero il loro tempo alla crescita spirituale, le loro vite sarebbero più focalizzate. Eppure noi, essendo imperfetti, tendiamo a abusare anche dei doni spirituali, cercando di prendere più di quello che diamo".

L'anziano Paisios condivide un esempio toccante che coinvolge l'anziano athonita Mina per evidenziare che le attività svolte invece di partecipare alla Divina Liturgia della domenica non piacciono a Dio. Una domenica mattina, un pescatore offrì a padre Mina del pesce appena pescato. Sorpreso, l'anziano chiese: "Quando l'hai preso?" Il pescatore rispose: "Stamattina". Disapprovando, padre Mina esclamò: "Buttalo via! È maledetto. Nemmeno un gatto lo toccherà". Fedele alla sua parola, un gatto vicino rifiutò il pesce, illustrando la santità dell'osservanza del riposo domenicale.

Lo stesso San Paisios non lavorava mai la domenica o durante le festività religiose, sperimentando le benedizioni di Dio nei suoi sforzi. Racconta un episodio della sua giovinezza, quando le mietitrebbie furono programmate per mietere il grano alla domenica. Egli insistette per aspettare fino a lunedì, preferendo la frequenza in chiesa ai lavori agricoli. Miracolosamente, quando alla domenica i mietitori iniziarono a lavorare, le loro macchine funzionarono male e furono riparate solo il giorno successivo.

Tali eventi erano comuni nella sua esperienza. Ricordava un incendio scoppiato quando i monaci iniziarono a tagliare la legna una domenica pomeriggio dopo la Dormizione della Madre di Dio. Nonostante il cielo sereno, un improvviso temporale scatenò un grave incendio. Per nulla turbati dalla disapprovazione divina, i monaci ripresero le loro attività alla domenica successiva, mostrando disprezzo per il significato spirituale del giorno.

In passato, i contadini interrompevano il lavoro nei campi per pregare dopo aver ascoltato la campana del Vespro, una pratica rispecchiata dalle donne che interrompevano le faccende domestiche. Questi atti di devozione portavano loro salute e gioia. Purtroppo, il disprezzo odierno per i giorni sacri allontana molti da Dio e li porta a malattie spirituali e fisiche.

L'anziano Paisios una volta consigliò a un visitatore, il cui figlio era misteriosamente malato, di astenersi dal lavoro domenicale. Quando l'uomo ascoltò questo consiglio, suo figlio si riprese miracolosamente.

l'anziano Paisios

L'anziano Paisios credeva fermamente nel potere protettivo dell'osservanza della domenica e dei giorni festivi: "Consiglio costantemente ai laici di evitare di lavorare in questi giorni per prevenire disgrazie. Con la sensibilità spirituale si può trovare una soluzione in ogni situazione. Accettare piccole perdite per amore dell'osservanza spirituale porta alla fine a benedizioni supreme".

Questi insegnamenti, sebbene semplici, sono profondi. Integrandoli nella nostra vita e trasmettendoli ai nostri cari, possiamo raggiungere altezze spirituali e vivere in un modo che piace al Signore.

 
Recensione cinematografica: Cirillo e Metodio – Apostoli degli Slavi

È un piacere raro vedere un film che cerca di gettare luce su due santi che hanno segnato profondamente la storia dell’Europa e la coscienza dei paesi ortodossi.

(cliccate sulla locandina del film per vedere il trailer)

Il film del 2013 Cyril a Metoděj – Apostolové Slovanů (Cirillo e Metodio – Apostoli degli Slavi) è un progetto internazionale (al quale hanno cooperato soprattutto la Repubblica Ceca, la Slovacchia, la Russia e la Slovenia) in occasione del 1150° anniversario della missione dei santi Cirillo e Metodio nella Grande Moravia. La collaborazione al progetto della Chiesa cattolica e della Chiesa ortodossa della Repubblica Ceca testimonia l'interesse comune a questi santi che hanno lasciato un retaggio valido per tutti i popoli.

L'opera è uscita nel 2013 in due versioni: un vero e proprio film da grande schermo, della durata di 85 minuti, e una docu-fiction televisiva in 4 puntate da 52 minuti l'una. Entrambe le versioni sono disponibili anche in italiano, e sono trasmesse di tanto in tanto sui canali televisivi.

La storia dei fratelli Costantino (poi Cirillo) e Metodio parte dalla loro infanzia e adolescenza a Tessalonica, parlando delle loro vicende a Costantinopoli, dei loro primi viaggi missionari in Arabia e tra i kazaki, e della partecipazione di Costantino nella lotta contro l'iconoclastia. Dopo l'invito del principe Rostislav a mandare insegnanti cristiani in Moravia, si racconta la creazione della prima letteratura dei popoli slavi e le traduzioni dei libri più importanti (ai due fratelli sono attribuiti: l'invenzione dell'alfabeto glagolitico, un nuovo sistema legale, le traduzioni della Liturgia e dell'Antico Testamento). La storia segue le difficoltà del viaggio di Costantino e Metodio in Moravia, le lotte contro il paganesimo e i conflitti con il clero di lingua latina, sostenuti dall'Impero franco. Queste ultime lotte frenano la missione, e costringono i fratelli a difendere il loro operato a Venezia e a Roma. Qui, dopo che il loro lavoro missionario è accettato e incoraggiato, Costantino (divenuto monaco con il nome di Cirillo) muore, e il fratello Metodio riesce a portare a frutto i suoi sforzi divenendo primo arcivescovo della Moravia.

All'attore che interpreta Metodio, Roman Zach, è assegnato il compito di narratore della storia del film, mentre la docu-fiction aggiunge un narratore contemporaneo con note esplicative. Un aiuto per situare geograficamente i luoghi della vicenda è costituito da una 'mappa viva', su cui una coltre di nebbia si schiarisce rivelando i luoghi in cui si svolge la storia.

Un luogo particolare delle riprese del film è l'isola di Cipro (che offre lo scenario soprattutto per i viaggi missionari di Costantino e Metodio), scelta per una fortunata combinazione di fattori favorevoli alla produzione: paesaggi spettacolari, brevi distanze tra ambienti diversi, e località con reperti cristiani antichi molto ben conservati. La colonna sonora include testi liturgici recitati anche in lingua ceca arcaica.

Una delle critiche principali al film è che ha dovuto tagliare un'enormità del materiale presente nella serie televisiva, tra cui quasi tutta la prima puntata (ridotta a cinque minuti nel film) e i discorsi di Costantino, che sono alcune delle parti migliori della sceneggiatura. Anche le scene di immagini generate al computer sono piuttosto tagliate nel film: la loro qualità non è generalmente alta, ma alcuni degli interni di chiese sono davvero magnifici.

Un dato curioso: sulla locandina del film (e copertina del DVD) i due santi non sono raffigurati con i loro volti, ma solo con due sagome; l'attore raffigurato è Jan Jankovský, che interpreta il principe Svatopluk.

 
Intervista a un prete cosmonauta

Scienza e fede non sono mai in contrasto, quando sono entrambe perseguite con rispetto per la verità. Per sviluppare questo tema, il portale Pravoslavie.ru presenta l’intervista all'igumeno Iov (Talats), padre spirituale del distaccamento dei cosmonauti della Federazione Russa.

L’intervista a padre Iov è davvero interessante, non solo per i racconti del cammino di fede (e di scienza) di un cappellano in un settore davvero “di frontiera”, ma anche per i temi trattati, tra cui le attitudini dei cosmonauti verso la fede, i dati sul “secondo e terzo cielo” di cui parlano le Scritture, le ipotesi sulle origini della vita e sulle civiltà extraterrestri e le questioni dei contatti con gli alieni. L’originale russo e la nostra traduzione italiana dell’intervista a padre Iov si trovano nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.

 
Il caso del "miracolo battesimale" nel New Mexico

 IL FATTO

All'incirca dal 2012, nel mondo ortodosso (in particolare di lingua greca), stanno circolando alcune fotografie di un rito di conversione alla Chiesa ortodossa. Le foto sono state scattate in una chiesa del New Mexico (USA), e presentano un dettaglio davvero inconsueto: una delle persone ritratte nelle foto appare letteralmente risplendente di luce. Prima ancora di elencare le descrizioni del fenomeno, cerchiamo di guardare le quattro foto (di cui la seconda è un ingrandimento della parte centrale della prima), con attenzione ai dettagli:

Foto 1

 

Foto 2

 

Foto 3

 

Foto 4

 

LA SPIEGAZIONE (in rete)

I testi che presentano queste foto ne parlano in questi termini: una coppia di cattolici romani, marito e moglie, ha chiesto di essere ricevuta nella Chiesa ortodossa. Il sacerdote della chiesa ha indicato due possibilità: il battesimo per triplice immersione, oppure le preghiere esorcistiche seguite dalla cresima. La moglie ha scelto il battesimo, e il marito ha optato per la cresima. Quando sono state sviluppate le fotografie, il marito è apparso in modo del tutto naturale, mentre la moglie è apparsa in un alone di luce.

Vediamo, come prima fonte, un video di YouTube, che non fa altro che presentare le fotografie assieme a una serie di commenti in greco : ΘΑΥΜΑ ΕΝ ΩΡΑ ΒΑΠΤΙΣΕΩΣ (MIRACOLO ALL’ORA DEL BATTESIMO)

Questo altro video di YouTube presenta abbellimenti fotografici e musicali, ma sostanzialmente ripete le stesse cose del primo video.

Per essersi verificato nel New Mexico, l’evento sembra sorprendentemente ignorato sui siti ortodossi in lingua inglese (si veda tra i pochi esempi questa pagina di forum, che non manca di sottolineare come l’anima della moglie è divenuta ‘chiara e lucente come un angelo’, e che ‘gli occhi non possono vedere ciò che l’apparecchio fotografico riprende’).

In lingua greca, i blog che riportano l’evento sono una moltitudine, alcuni con le sole foto e più o meno la spiegazione data sopra (molti insistono sulla ricezione del battesimo come forma corretta), alcuni riportano uno dei video di YouTube sopra citati. Ecco un primo elenco di blog:

Αγιορείτικο βήμα (da cui sembra tratta l'unica notizia circolata finora in lingua italiana)

Διακόνημα - Questo blog cita come fonte (purtroppo senza specificare numero o data) la rivista «Ορθόδοξος Τύπος» (Orthodoxos Typos), il settimanale dell’Unione Ortodossa Panellenica (Π.Ο.Ε.).

Παράκλητος

Έκτακτο Παράρτημα, di Yiorgos Thalassis

Κατάνυξις Ιστολόγιο

InKarpathos

Tutti i siti citati finora hanno una caratteristica: non identificano la chiesa in cui sono state scattate le foto, limitandosi a dire che si trova nel New Mexico. Le cose cambiano leggermente con un altro gruppo di fonti:

Στῶμεν καλῶς

Φιλούμενος - Una pagina di forum che riporta anche una curiosa foto di un calice eucaristico che risplende nella Liturgia in una chiesa russa

ΟΡΘΟΔΟΞΑ ΠΕΡΑΣΜΑΤΑ

Κύριος Ἰησοῦς Χριστός-Ὑπεραγία Θεοτόκος

Queste fonti identificano (correttamente) la chiesa ortodossa nel New Mexico come la parrocchia ortodossa antiochena della santa Trinità a Santa Fe, e il suo parroco come padre John Bethancourt, un convertito all’Ortodossia dalla Chiesa episcopaliana, curiosamente egli stesso ricevuto nell’Ortodossia per mezzo della cresima, e non del battesimo. Inoltre, riportano quella che finora è l’unica testimonianza in proposito fatta dallo stesso padre John, il celebrante del rito. Ecco il testo in inglese con la nostra traduzione:

The pictures were taken a number of years ago at Holy Trinity (Antiochian) Orthodox Church in Santa Fe, New Mexico. I am the priest in the center of the picture and I had just completed three baptisms and was finishing the chrismations. The shorter young woman at the left hand side of the picture (not the one in bright light) was a convert from Judaism, and her father - who is a rabbi - took the pictures. So I know they weren't touched up in any way.

Le foto sono state scattate alcuni anni fa alla chiesa ortodossa (antiochena) della santa Trinità a Santa Fe, New Mexico. Io sono il prete al centro della foto, e avevo appena completato tre battesimi e stavo finendo le cresime. La giovane donna più bassa sul lato sinistro della foto (non quella nella luce brillante) è una convertita dal giudaismo, e suo padre - che è un rabbino - ha scattato le foto. Per questo so che non sono state ritoccate in alcun modo.

Non ci siamo messi a fare troppe ricerche in altre lingue. Segnaliamo tuttavia, in lingua romena, un articolo dal blog del nostro confratello, ieromonaco Petru (Pruteanu), Confirmare minunată: romano-catolicii trebuie (re)botezaţi [Conferma miracolosa: i cattolici romani vanno (ri)battezzati].

Pur dichiarandosi fin dal primo istante favorevole alla ricezione dei cattolici romani per mezzo del battesimo, padre Petru spiega con dovizia di particolari la sua posizione dovuta non tanto a criteri di forma (infatti, ricorda quanti difetti di forma esistano anche nella Chiesa ortodossa di oggi), quanto piuttosto a criteri di ecclesialità.

Quanto al fatto in sé, Padre Petru sottolinea che non si tratta di un trucco di photoshop, ma di un miracolo che deve darci da pensare.

E di conseguenza, ci siamo messi a pensare.

I DUBBI

 

Anche noi, quando abbiamo visto queste immagini, siamo rimasti colpiti. Per la verità, è difficile non rimanere impressionati da quel che sembra la cosa più vicina a una trasfigurazione che possa essere vista da occhio di... fotocamera digitale!

Le spiegazioni delle foto, a essere sinceri, ci hanno convinti molto di meno. Su queste cose abbiamo una preparazione teologica, basata su testimonianze storiche, patristiche, conciliari, e sulla pratica della nostra Chiesa, che ha ricevuto i cattolici romani per mezzo del battesimo solo nei decenni incredibilmente polemici del tempo dei Torbidi, verso la metà del XVII secolo, mai prima e - almeno per chi si è mantenuto fedele alla tradizione dell’Ortodossia russa - mai dopo.

Tuttavia, come cristiani ci è chiesto di mantenere una mente aperta e di non scartare con disprezzo e a priori alcun segno, ma di esaminare ogni cosa e tenere ciò che è buono (1Ts 5,21). Non abbiamo problemi a esaminare questi dati, e lo abbiamo fatto - speriamo - con scrupolo.

Il primo dato che ci è parso allarmante è la scarsità di testimonianze accurate. Nella maggior parte dei rapporti, non si identifica neppure la chiesa in cui sono state scattate le foto. Laddove la chiesa è correttamente identificata, non ci si prende la briga di specificare in che anno sono state prese le foto, chi è diventato ortodosso in quel giorno (padre John parla di “tre battesimi e in seguito le cresime”, ma non ci è data neppure una conferma che i cresimati non fossero stati TUTTI battezzati in precedenza). Non sappiamo per certo di quale provenienza fossero i convertiti: l’unica provenienza confermata da padre John è di una donna che viene dal giudaismo, e questa deve essere stata per forza ricevuta con il battesimo, anche se non sappiamo se il suo battesimo abbia avuto luogo in concomitanza con la cerimonia ritratta nelle foto. Se è stata battezzata in quel giorno, il fatto che LEI non appaia luminosa smonta un po' delle teorie finora costruite... Inoltre, il fatto che i due convertiti ritratti in centro siano marito e moglie lo sappiamo solo per sentito dire da fonti esterne, così come sappiamo solo per sentito dire che il marito abbia voluto essere ricevuto con la cresima e la moglie con il battesimo (...e se fosse il contrario? Le foto sarebbero forse una ‘prova’ di come i cattolici romani devono essere ricevuti con la cresima e NON con il battesimo?)

Se uno presentasse prove a sostegno come queste in tribunale (o a una sessione di laurea), perderebbe la causa (o sarebbe bocciato nella tesi) in pochi minuti.

Ma ammettiamo pure che tutto quanto riportato nella blogosfera greca sia sostanzialmente corretto, per quanto riportato da fonti geograficamente e linguisticamente distanti. Ora, di fronte al pluralismo di informazioni dal mondo greco, stupisce l’assordante silenzio delle fonti locali in America. La parrocchia della santa Trinità a Santa Fe ha un suo sito Internet, ma su questo, del “miracolo” non c’è neppure un cenno! Possibile che il prete e tutti i parrocchiani siano tanto ottusi da non avere mai detto neppure “io c’ero”? Padre John ha certamente visto le foto (ne parla nella sua testimonianza), ma non fa un solo cenno a qualcosa di miracoloso, né le ha postate sul sito della parrocchia, neppure come curiosità!

Se ammettiamo (e stiamo andando avanti - avrete notato - a forza di ammissioni) che gli ortodossi antiocheni locali possono non avere notato il “miracolo”, come mai non ne parlano i siti greci d’America? Perché non ne ha dato notizia, per esempio, il nostro amico John Sanidopoulos sul blog Mystagogy, la più estesa e accurata fonte di notizie greco-ortodosse in lingua inglese? John, per inciso, è un conoscitore e frequentatore abituale della blogosfera greca e athonita, e la probabilità che una notizia come questa gli sia scappata sotto il naso è veramente minima.

Un dubbio finale, ma molto intenso, ci è venuto quando abbiamo visto la foto numero 4. Ritorniamo un attimo sopra, e confrontiamo l’ultima foto con le tre precedenti. Noteremo che, mentre nelle prime foto la figura della donna sembra completamente avvolta dalla luce, nella quarta foto la luce la avvolge solo dalla sommità del capo fino al petto. In compenso, la luce sta toccando, appena per un poco, la figura del marito. Come lo spieghiamo, questo? La luce increata si sta forse ritirando? Sta passando dalla moglie al marito? Sta forse illuminando solo le teste e i cuori, ma trascurando il resto dei corpi? (Questa sarebbe cattiva teologia, dato che l’Ortodossia insiste sulla divinizzazione dei corpi, ma vale la pena considerare anche quest'aspetto, a mero titolo di ipotesi).

Di solito, quando i credenti si trovano di fronte a un fatto inesplicabile, hanno quattro vie generali di spiegazione del fenomeno:

1 - origine divina;

2 - origine naturale;

3 - origine umana (inclusi i trucchi);

4 - origine diabolica.

Tutte le fonti che abbiamo citato finora - nessuna esclusa - si sono affrettate a spiegare il fenomeno con l’origine 1 (divina), e alcune si sono date da fare a escludere la possibilità di trucchi (origine 3, umana). In modo piuttosto incauto, nessuno ha preso in considerazione l’ipotesi 4, forse per una naturale ritrosia ad associare una manifestazione diabolica con qualcosa di santo come il battesimo. Tuttavia, come credenti, sappiamo che satana può apparire "travestito da angelo di luce" (II Cor 11,14), e anche la prudenza è una delle virtù cardinali.

Un’altra cosa che ci ha stupiti è che nessuno, ma proprio nessuno, ha provato anche solo a ipotizzare l’origine 2, ovvero che le foto siano uscite così per una ragione del tutto naturale. I fotografi professionali conoscono bene i fenomeni della sovra-esposizione luminosa. Ci siamo chiesti anche noi: e se le foto fossero uscite con la figura della donna circondata da luce perché al momento delle foto la donna era sotto una forte luce? Per verificare l'ipotesi, abbiamo provato a fare una ricerca.

LA RICERCA

Per iniziare, dobbiamo ricordare che, all’inizio del nostro interesse per le foto, noi stessi non sapevamo dove fosse la chiesa nel New Mexico. La nostra prima esposizione (absit iniuria verbo) alle luci delle foto è stata attraverso il blog moldavo di padre Petru, che a sua volta non identifica la chiesa. Invece di passare a setaccio tutta la blogosfera greca (con la cui lingua non abbiamo eccessiva dimestichezza), abbiamo semplicemente cercato la chiesa sugli elenchi. Esiste un ottimo servizio on-line, che permette di trovare tutte le parrocchie ortodosse (quelle autentiche, non quelle settarie) in Canada, Usa e Messico, e nello stato del New Mexico non ci sono molte parrocchie: non ci è stato quindi difficile trovare in pochi minuti la parrocchia antiochena della santa Trinità a Santa Fe, e il suo sito Internet.

In seguito, la revisione delle fonti greche che riportavano la testimonianza di padre John Bethancourt ha confermato i risultati della nostra ricerca (nella quale avevamo identificato la parrocchia da alcuni particolari quali le colonne lignee che separano il nartece dalla navata, appena visibili nelle foto del “miracolo”, ma abbastanza inequivocabili). Questa tappa dell’indagine si chiama convergenza delle fonti, ed è un tratto distintivo di ogni seria presentazione dei risultati di una ricerca.

Una volta identificata la chiesa, ci siamo chiesti se sia possibile che una persona che sta tra il nartece e la navata sia investita da un fascio di luce che può sovraesporre una fotografia.

Ecco cosa abbiamo trovato:

 

Cupola e abside della chiesa della santa Trinità a Santa Fe

(nodo 24569 del sito dell’Arcidiocesi Antiochena in America)

Come vedete dall'ultima foto, il tamburo della cupola, in perfetto stile architettonico bizantino, presenta una serie di finestre che proiettano diversi intensi fasci di luce. Si possono vedere in più punti le aree illuminate dalla luce solare, e non sarà inutile ricordare che nel clima desertico del New Mexico la luce del giorno è molto intensa.

Il sito della parrocchia presenta uno splendido slideshow dell'iconografia nella chiesa. Vale la pena vedere queste immagini anche se non si è interessati alla vicenda del “miracolo” battesimale, perché testimoniano come si dipinge una chiesa con esempi di ottima iconografia moderna. Per la nostra ricerca, tuttavia, alcune di queste immagini sono altamente istruttive. Vediamole.

 

Si possono intravedere molto chiaramente i fasci di luce attraverso le impalcature degli iconografi, anche se questi fasci sembrano piuttosto proiettarsi in orizzontale...

 

...ma si tratta di un’illusione ottica: in realtà i fasci si proiettano ben al di sotto, fino a raggiungere altezza d’uomo.

 

Il parroco presenta i lavori della chiesa ai parrocchiani. Si può vedere una chiazza di luce, verosimilmente proveniente da una finestra del tamburo, vicino all’arco d’ingresso nell’angolo superiore destro. Padre John è abbigliato nei paramenti della Liturgia: siamo all’incirca a metà mattina, e con lo spostamento del sole il fascio di luce si proietterà più in basso verso il centro della chiesa.

 

Ma queste luci si proietteranno proprio nell’area illuminata delle foto? Ebbene, qui vedete la chiazza di uno dei fasci di luce che illumina chiaramente il tappeto all’ingresso della navata, a pochi centimetri di distanza dal punto in cui stava la donna nelle foto del “miracolo”. Magari i sostenitori a oltranza del miracolo potranno dire che si tratta di una macchia di luce increata rimasta sul tappeto a memoria del fatto prodigioso...

CONCLUSIONI

Un principio elementare di buon senso ci invita, quando esiste una spiegazione perfettamente naturale di un evento, a non voler forzare una spiegazione soprannaturale, particolarmente quando lo facciamo soltanto per sostenere le nostre ideologie (e quella della ricezione di tutti i non ortodossi con il battesimo è, a nostro avviso, una mera ideologia, che coincide solo sporadicamente con la storia e la tradizione della Chiesa ortodossa, e per di più in periodi tormentati e polemici).

Nel presentare la nostra ricerca, non abbiamo alcuna intenzione di far cambiare opinione ai sostenitori del (ri)battesimo dei cattolici romani. Conosciamo bene, dai nostri studi di sociologia della religione, il fenomeno della dissonanza cognitiva, o “sindrome di Festinger”, che fa sì che, quando fallisce una profezia, si trovino tutti i modi per continuare a sostenere la dottrina che la profezia voleva dimostrare, nonostante il fallimento della profezia, e spesso proprio a causa del suo fallimento. Per dirla con la favola di Esopo (paradigma letterario della sindrome di Festinger), quando la volpe è proprio convinta che “l’uva non è matura”, non c’è santo che possa spiegarle che l’uva è solo fuori portata.

Che cosa lascia, a noi, la vicenda di questo controverso “miracolo”? Intanto, una serie di foto obbiettivamente impressionanti, nonché la conoscenza di una bella e fiorente parrocchia ortodossa nel New Mexico. Ci può certamente aiutare a non prendere per oro colato tutto quel che viene dalla blogosfera ortodossa (perfino se qualcuno si presenta come portavoce del Monte Athos o di altre venerabili istituzioni ortodosse), e a cercare di far funzionare il dono della razionalità che Dio ci ha dato, nel rispetto della sua trascendenza, aprendoci al fatto che i miracoli possono accadere davvero.

 
Padre Serafim Popescu (1912-1990)

Per cominciare, gradirei molto che mi dicesse come ha conosciuto padre Serafim Popescu e che cosa ha significato per vostra Eminenza l'incontro con questo grande padre spirituale dell'Ortodossia romena.

Ho conosciuto padre Serafim Popescu del monastero Brâncoveanu quando sono andato da bambino con i credenti del mio villaggio natale (Boholţ) a piedi nel pellegrinaggio della Dormizione (circa 30 km) al monastero di Sâmbăta. Dall'infanzia e fino a quando sono entrato a studiare teologia a Sibiu (1970) non mi è rimasto che un quadro idilliaco di Padre Serafim. Il padre mi impressionava con il suo volto bello come quello di un angelo, con un tono di voce dolce e un sorriso permanente sulle labbra. Mi sembrava una creatura celeste, più che umana. Anche se in quel periodo mi sono confessato più volte da lui, non comprendevo ancora l'alto dono spirituale che aveva. Solo dopo che ho cominciato a studiare teologia, e con essa a conoscere meglio me stesso con tutte le ombre dell'anima, ho scoperto in padre Serafim le sue qualità di padre spirituale abile, gentile, paziente e comprensivo verso l'impotenza umana. Con una coscienza scrupolosa, forse eccessivamente scrupolosa, padre Serafim cercava di "temperare" in me la tendenza a vedere più peccati che lati positivi e doni di Dio. Con l'aiuto di padre Serafim, che è stato il mio primo confessore, ma anche con l'aiuto di molti altri confessori, sono giunto, per dono di Dio, a pensare sempre in positivo, a capire l'impotenza dell'uomo e a evitare, per quanto posso, di giudicare i miei simili. Indubbiamente, i pellegrinaggi a Sâmbăta e gli incontri con padre Serafim, e anche con Padre Teofil, mi hanno segnato la vita, nel senso che l'immagine di molti dei loro insegnamenti mi è rimasta sempre impressa nel cuore. E ora, dopo 25 anni dalla dipartita nel Signore di padre Serafim, lo sento così vicino come se fosse ancora tra noi. Perciò prego per il riposo della sua anima, ma lo prego anche di intercedere per me, con fiducia che abbia ricevuto da Dio questo dono.

Come descriverebbe la personalità di padre Serafim Popescu e quale pensa che sia la sua unicità nel panorama spirituale romeno?

Padre Serafim è meno conosciuto rispetto ad altri grandi padri spirituali in Romania. Questo è anche perché si è addormentato nel Signore poco dopo la caduta della dittatura comunista, quando i nostri padri spirituali hanno cominciato ad essere assaliti soprattutto dai giovani. Nel tempo in cui padre Arsenie (Boca) è stato a Sâmbăta (fino al 1948), Padre Serafim ha vissuto un po' nella sua ombra. La gente cercava padre Arsenie, ascoltava le sue prediche, e cchi arrivava ​​a parlare con lui gli poneva domande sui propri problemi. Padre Serafim ascoltava la gente nel silenzio del sacramento della confessione. Aveva una struttura spirituale distinta da quella di padre Arsenie. Padre Teofil (Părăian) ha detto che padre Arsenie era la "mente" e padre Serafim il "cuore". Padre Serafim era davvero un uomo caldo, umile e riservato, anche se era cercato da molti credenti del paese di Făgăraş. La gente lo cercava perché trovava in lui riposo, perché sentiva che la sua preghiera e il suo consiglio erano d'aiuto. Questo non significa necessariamente che se ne andavano con le questioni risolte, ma che tornavano a casa diversi da come erano andati al monastero, sollevati nell'anima e con più coraggio per affrontare le difficoltà. Una grande tentazione del diavolo è proprio scoraggiarci e di farci credere che i peccati e i pesi della vita superano i nostri poteri di affrontarli. Così rinunciamo facilmente a combattere e paralizziamo la nostra volontà. Ogni buon padre spirituale ispira coraggio a un suo figlio spirituale. In questo campo, padre Serafim era eccellente: non incoraggiava solo in sede di confessione, ma semplicemente un incontro con lui. Le sue parole: "Bătute-ar binele!", pronunciate con un sorriso, suonavano come un motivo conduttore nelle discussioni con ogni credente. Ti mettevano in connessione con il tuo stato interiore e ti davano coraggio. Io non credo che nessuno sia stato accolto da padre Serafim senza ricevere da lui almeno una briciola di gioia. A questo proposito, e senza dubbio in molti altri campi, padre Serafim assomigliava a san Serafino di Sarov, che come si sa salutava i suoi visitatori con le parole: "gioia mia, Cristo è risorto!". Per questo abbiamo sempre chiamato padre Serafim un padre spirituale della gioia.

Qual è il più importante consiglio spirituale che ha ricevuto da padre Serafim Popescu e che ha aiutato la sua evoluzione spirituale?

Padre Serafim è stato un uomo di grande purezza spirituale. Tutti se ne rendevano conto. È stato anche un uomo di preghiera e di abnegazione. Ogni padre spirituale insegna ai propri discepoli le virtù che lo caratterizzano. In caso contrario, i discepoli non possono seguire i suoi consigli. Anche se mi non posso considerare un discepolo di padre Serafim, perché raramente mi confessavo da lui, ha comunque influenzato la mia vita con alcuni suggerimenti che ho provato, quanto meglio potevo, a prendere in considerazione. Per esempio le esortazioni: "Mantieni la purezza dell'anima e del corpo, perché una volta che la si perde, non la si può riacquistare" o "Prega di più, perché la preghiera ti protegge da tutte le tentazioni" o "A un sacerdote è richiesto soprattutto l'amore per la preghiera e il servizio disinteressato. Se il prete non cerca i beni materiali, ma quelli spirituali, Dio gli da gli uni e gli altri". Queste sono parole di testi patristici! Sull'importanza della preghiera, padre Serafim ripeteva spesso le parole di un monaco romeno che si era migliorato al Monte Santo: "mantieni la regola di preghiera ovunque tu sia, perché altrimenti finirai indemoniato". In altre parole, abbi una regola di preghiera quotidiana che rispetti a ogni costo.

Di tutti gli incontri che ha avuto con padre Serafim, quale è stato il più rappresentativo per vostra Eminenza?

Non posso rispondere a questa domanda, perché i miei incontri con padre Serafim non erano programmati e non avevano un obiettivo specifico. Purtroppo, mentre il padre era vivo non ho saputo trarre il massimo vantaggio dalla sua presenza in mezzo a noi.

Quanto è importante e notevole, secondo l'opinione di vostra Eminenza, l'eredità spirituale lasciata da padre Serafim Popescu?

Anche se era un buon teologo (aveva studiato ad Atene, Berlino e Vienna, inviato dal Metropolita Nicolae Bălan che voleva fare di Sâmbăta un monastero di intellettuali), padre Serafim ha scritto solo un libro di sermoni: "Ieşit-a semănătorul " e diversi articoli nella "Revista teologică" a Sibiu e nel "Telegraful Român". La sua tesi di dottorato, rimasta in forma di manoscritto, si occupa del libro del Triodio nella vita liturgica della Chiesa. Conoscendo anche il greco antico, tradusse molti testi dei padri ascetici, e fu assieme a padre Arsenie a fianco del rev. padre Dumitru Stăniloae alla pubblicazione del primo volume della Filocalia. In un'autobiografia, confessa: "Se nella scrittura sono stato un poco meno audace, ho lasciato che la parola si sentisse nelle prediche che ho tenuto qui, una stringa ininterrotta nel corso degli anni." Nella stessa autobiografia, padre Serafim confessa che tre persone hanno segnato la sua vita: padre Dumitru Stăniloae, padre Benedict Ghiuş e padre Arsenie Boca. L'eredità di padre Serafim è discreta, come quella della maggior parte dei nostri grandi padri spirituali, che con i loro sforzi ascetici si sono fatti dimora dello Spirito Santo e guide dei monaci e dei fedeli. Nei libri di padre Ioanichie Bălan sulla spiritualità romena, "Conversazioni spirituali" e "Il Patericon romeno", troviamo padre Serafim Popescu con indicazioni che possono essere di grande beneficio a chi le legge con attenzione e con desiderio di seguirle nella vita. Coloro che hanno conosciuto padre Serafim conservano in loro il suo volto sempre allegro e di una tenerezza rara. Si tratta, a mio avviso, di ciò di cui la gente ha più bisogno oggi: la gioia e la bontà.

 
Monaco Kiprian: stare in battaglia è più facile che essere un monaco

Valerij Anatol'evich Burkov è noto come l'ultimo ufficiale ad aver ricevuto la più alta onorificenza in Unione Sovietica, il titolo di Eroe dell'Unione Sovietica. Come soldato di carriera di seconda generazione e ufficiale aviatore, ha perso entrambe le gambe nella guerra in Afghanistan, è clinicamente morto tre volte, è sopravvissuto, ed è tornato a combattere. Negli anni novanta, ha fatto una brillante carriera politica, ha lavorato come consulente per il presidente della Federazione Russa, è stato deputato alla Duma. Poi, Burkov è scomparso dalla vista del pubblico. Sembra che ci sia una lacuna nella sua biografia dal 2009 al 2016. È tornato nel 2016, ma come monaco Kiprian. Quando gli si chiede che cosa è successo in quegli anni, risponde: "Stavo imparando a essere un cristiano."

Valerij Anatol'evich Burkov

Preparandomi a incontrare il padre Kiprian (Burkov), studiando le sue interviste precedenti, ascoltando le canzoni della guerra afghana che aveva scritto e cantato, penso che mi aspettassi di vedere una persona diversa. Valerij era stato tonsurato solo di recente, nell'estate del 2016, quindi per la maggior parte della sua vita era stato un militare, un ufficiale e un politico.

Abbiamo visto un uomo di altezza colossale, con occhi luminosi e brillanti e una barba grigia. Il nostro cameraman continuava a distrarsi, cercando di ottenere una benedizione da padre Kiprian come se fosse un prete – non rimaneva quasi niente di mondano nel suo aspetto. Tra l'altro, non si riusciva a immaginare che padre Kiprian avesse camminato su protesi per oltre venti anni!

Anche se il monachesimo è stato un passo logico nella vita di questo Eroe dell'Unione Sovietica, eppure ora è una persona diversa, molto diversa dall'uomo a cui fu assegnato il più alto riconoscimento militare, la Stella d'oro (un'insegna indossata dai detentori del titolo di Eroe dell'Unione Sovietica), nel 1991.

La guerra è innaturale

"Il percorso di una persona a Dio passa attraverso tutta la vita", dice padre Kiprian, "Cristo ha detto, 'Ecco, io sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce, io entrerò da lui e cenerò con lui'. (Ap 3:20) Io ho sentito molti "colpi alla mia porta" nella mia vita, e se è per questo, colpi ben evidenti!"

Una delle ragioni più serie per fermarsi a pensare, per rivalutare la vita, era ovviamente la guerra.

Quando era ancora un giovane ufficiale, diplomato all'Istituto di navigatori Bandiera Rossa di Cheljabinsk, aveva avuto un incubo. Aveva sognato di saltare in aria su una mina. "Non può andare peggio di così," pensò tra sé. Burkov parlò con un amico del suo sogno. "Dio non voglia! Preferirei spararmi!", disse allora...

1979. La guerra in Afghanistan ha inizio. Il padre di Valerij, il colonnello Anatolij Ivanovich Burkov, parte per l'Afghanistan come parte di un contingente limitato di truppe sovietiche. Nel mese di ottobre del 1982 arriva a casa la notizia della sua morte. Durante una missione per salvare l'equipaggio di un elicottero che era stato abbattuto, Burkov senior è stato colpito ed è morto tra le fiamme nel suo Mi-8 (l'equipaggio è stato messo in salvo). Anatolii Burkov è stato insignito postumo della Stella d'oro.

Valerij serve fin dalla metà degli anni Settanta. Laureato all'università militare, presta servizio nell'Estremo Oriente russo, ma dopo la morte del padre costringe letteralmente il comando dell'esercito a mandarlo in Afghanistan, anche se avrebbe potuto evitare di andarvi per motivi medici. Alcuni pensavano che cercasse vendetta, ma, in realtà, voleva adempiere a una promessa fatta al padre l'ultima volta che avevano parlato.

Padre Kiprian può guardare in guerra da una sola prospettiva – non è un gioco, né un luogo per mettere alla prova i propri muscoli, è qualcosa di terrificante, qualcosa di completamente estraneo all'uomo.

"Quando ho visto i morti e i feriti nella mia prima offensiva, mi sono sentito male, ho avuto la nausea, era molto sgradevole. La guerra è un trauma psicologico, in ogni caso, perché si vede la morte, il sangue e la tragedia ogni giorno. Non ci si può abituare alla morte, ma subentra una sorta di meccanismo di difesa interna, e si comincia a guardare in modo diverso a quello che sta succedendo. In guerra, si sta sempre di fronte a una scelta, se oltrepassare la legge morale impiantata in noi da Dio oppure no".

Una volta Burkov non si è limitato a stare a guardare quando poteva intervenire, salvando così la vita di un uomo. La guerra è guerra, avevano catturato un dushman (ribelle), che si è rivelato non essere un dushman, ma un soldato dell'esercito afghano regolare, e per evitare di doverselo trascinare dietro o dubitare se liberarlo o no (non si dovrebbe mai lasciar andare un nemico, ma è anche pericoloso trascinarselo dietro), il comando diede l'ordine di ucciderlo.

Burkov non permise al comandante del battaglione di farlo, con immenso sollievo dei soldati ai quali era stato ordinato di giustiziare l'uomo. Fino a oggi, egli ritiene che questo sia stato l'unico atto utile in tutta la sua vita e nella guerra.

Ogni soldato, dice, odia la guerra:

"Nessuno può odiare la guerra più dei soldati, soprattutto coloro che hanno sperimentato il combattimento. Non auguro a nessuno di partecipare al combattimento! La guerra è dura, innaturale."

Un infelice incubo profetico

... L'incubo si è avverato nel mese di aprile, 1984. Durante una offensiva Panjshir, il giovane maggiore è saltato in aria su una mina. Era un terreno montagnoso, con grande difficoltà è stato evacuato in elicottero. In attesa di aiuto sulla cima di un precipizio, nel dolore, pensava solo a come sua madre avrebbe preso la notizia. Il padre era morto prima, ora il figlio si era fatto saltare in aria – come lo avrebbe sopportato?

All'ospedale militare, dopo tre morti cliniche, i medici sono riusciti a salvare il braccio dell'ufficiale per miracolo, ma le sue gambe hanno dovuto essere amputate. "Al mattino, quando mi sono risvegliato dopo essere stato ferito, il mio braccio destro era ingessato, così ho sollevato il lenzuolo con la mano sinistra e ho visto i resti delle mie gambe ingessati. Improvvisamente, come una sorta di icona, mi è apparsa in mente una visione di Aleskej Mares'ev, il pilota della Grande Guerra Patriottica, che dopo aver perso entrambe le gambe, tornò a volare sul suo aereo. Ho pensato, 'Lui era un pilota; io sono un pilota; e sono anch'io un uomo sovietico. Perché non potrei fare quello che ha fatto lui?' E ho smesso di preoccuparmi, 'Andrà tutto bene! Mi faranno delle nuove gambe!' Da allora non mi sono più preoccupato. Ero sicuro che sarei rimasto nell'esercito e che sarei tornato a combattere".

Una volta, quando Burkov aveva già le protesi, lo stesso amico a cui aveva confidato il suo incubo è venuto a vederlo. "Allora, che cosa farai?" – Gli ha chiesto. "Hai intenzione di spararti?" "No di certo!" Questo incubo si è rivelato profetico, ed è stato un "bussare alla porta" da un altro mondo, in quanto tali coincidenze ti fanno pensare, da dove viene questa comunicazione profetica? E la luce alla fine del tunnel che ha visto quando era clinicamente morto, da dove viene?

Padre Kiprian, – chiedo, – si è mai chiesto: "Che cosa ho fatto per meritarmi questo?"

L'ho chiesto davvero in un canto, ma era una sorta di metafora, "Perché gli dei mi puniscono così? Ero rimasto lì sul precipizio, crocifisso, digrignando i denti, tendendo i miei nervi. "No, non ho mai avuto tali emozioni. Ho fatto una scelta consapevole andando in Afghanistan, sapevo quali rischi si potevano correre.

E il servizio militare si è concluso. Il padre era morto, il figlio ha perso gli arti, per che cosa? In seguito, Burkov ha risposto egli stesso a questa domanda e ha scritto una canzone,

"Allora, cosa posso dire, che cosa ho capito?

Sì, per la felicità dei giovani,

Anche se vengo da una terra straniera,

Vale la pena di vivere e morire".

Tuttavia in un'intervista radiofonica padre Kiprian, a quel tempo ancora Valerij Anatol'evich Burkov, si è lasciato sfuggire che la guerra in Afghanistan non era necessaria e che coloro che vi avevano trascorso un po' di tempo si erano resi conto che, comunque, il servizio militare è un servizio a un ufficiale, il dovere è dovere, e sia lui che suo padre erano stati allevati in questo modo,

"La patria ha detto, 'Il popolo afghano ha bisogno del nostro aiuto', e noi siamo andati ad aiutare il popolo afghano".

Non ho mai pensato che avrei potuto piangere così

La fase afghana della sua vita volgeva al termine. Padre Kiprian dice che, nonostante tutti i suoi orrori la guerra gli ha dato una specie di forza interiore che non aveva mai avuto prima. Egli descrive come ha rivalutato tutta la sua vita. Si ricorda le persone che vi si sono sacrificate,

"Vi farò un esempio semplice, più eloquente di qualsiasi descrizione. È successo durante un'operazione militare. Secondo le normative, i nostri genieri camminavano davanti a noi. Tutto a un tratto i dushmani sono saltati fuori da dietro un recinto di mattoni di fango e hanno aperto il fuoco contro di loro.

"Il nostro comandante, il primo tenente, con il quale eravamo seduti attorno a un tè solo il giorno prima, si è preso un proiettile in pieno stomaco. Il sergente che camminava accanto a lui è stato colpito alla testa, metà del suo cranio era scomparsa, si poteva vedere il suo cervello. E in questa condizione, ha tirato il suo comandante da parte e solo dopo è morto. In sostanza, non avrebbe lasciato uccidere il suo comandante, ma lui è morto al suo posto".

Padre Kiprian ammette di essere diventato sentimentale dopo la guerra – le emozioni che erano contenute a forza sono sgorgate fuori.

Ha mai pianto? Chiedo.

Non ho mai pianto a causa della guerra o per qualcosa di mondano. Ma sono scoppiato a piangere al funerale di mio padre, quando ho letto la sua ultima lettera e ho raggiunto le parole: "Non compatirmi, mamma, io non soffro, e la mia vita non è difficile. Sono stato bruciato e sto ancora bruciando, ma non ti darò alcun motivo di vergognarti di me". Era letteralmente andato in fiamme in quell'elicottero. In seguito, ho pianto e pianto molto di più di fronte a Dio. Non avevo mai saputo uno potrebbe piangere così tanto – uscivano torrenti dalla mia anima, torrenti di purificazione...

È il 1985. Valerij Burkov torna nell'esercito dopo un anno trascorso in ospedale. Si iscrive all'Accademia Gagarin delle forze aeree, dove incontra la sua futura moglie Irina.

Qui si dissipano i dubbi che lo avevano assalito in ospedale, "Prima pensavo, le ragazze mi guarderanno con questa ferita? Ero single allora. Più tardi, ho scoperto che mi guardavano ancora – non si facevano problemi!"

Si sono sposati dopo il primo anno di studi. Rispondendo alle domande dei giornalisti su quanto a lungo Valerij l'aveva corteggiata, Irina ha detto, "Ma stiamo scherzando! Sono stata io a corteggiare lui per sei mesi per dimostrargli che sarei stata una buona moglie! "Infine, Burkov ha ceduto e le ha creduto.

Anni dopo, la moglie ha dato il suo consenso perché Valerij diventasse monaco.

Il metropolita Pitirim e il patriarca Alessio

1991-1992. Valerij si occupa delle questioni dei disabili in qualità di presidente del comitato di collegamento degli affari delle persone disabili, sotto il presidente della Russia. Dal 1992 al 1993 è consigliere del presidente sulle questioni delle persone disabili. La Russia è molto indietro in questo settore, si deve fondamentalmente ripartire da zero. Per esempio, l'attuale concetto di "bezbar'ernoe prostranstvo" (accesso senza barriere per le persone disabili) è stato introdotto in quel momento.

il metropolita Pitirim (Nechaev)

Ma il Signore bussa alla porta... Valerij è a capo di una delegazione che si dirige a una conferenza a Roma, sulle problematiche delle persone disabili. Amche il metropolita Pitirim (Nechaev) era parte della delegazione. Durante il loro tempo libero, sua Eminenza ha parlato a Valerij dell'Ortodossia, delle sue differenze dal cattolicesimo, hanno visitato le chiese, sia cattolici che ortodossi, hanno parlato di diversi argomenti. Poi Valerij ha avuto modo di incontrare Alessio, patriarca di Mosca e di tutta la Rus', così "i colpi sono divenuti davvero forti!"

Poi c'era un altro ricordo, l'immagine di una vecchia signora che un tempo viveva alla porta accanto, vestita di nero dalla testa ai piedi, la lettura di una spessa vecchia Bibbia.

Valerij aveva circa dieci anni a quel tempo, ma davvero da allora ha sempre voluto leggere quel misterioso Bibbia. Ma, dice, come al solito, non c'era mai abbastanza tempo, vanità delle vanità (Qo 1: 2)...

"Coperto di cioccolato" all'esterno, solitario all'interno

2003. Burkov torna alla politica, dirige il partito "Rus" alle elezioni della Duma nazionale. Nel 2008 entra a far parte della Duma regionale di Kurgan. Torna a fare un'opera sociale, nel tentativo di aiutare la gente.

2009. Burkov ha tutto ciò che un uomo normale può sognare. La sua carriera è sulla buona strada – nell'ufficio del presidente è visto come uno dei principali candidati per il governatorato. Ha una famiglia con un figlio adulto, una vocazione, ha successo – tutti gli obiettivi sono raggiunti, la vita sembra piena. "Tuttavia, dentro, la mia anima era vuota", ricorda padre Kiprian. "Avevo raggiunto un punto morto completo nella mia vita mondana, un vuoto, una solitudine, e una delusione assoluta nella vita, anche se al di fuori mi sembrava di essere "ricoperto di cioccolato. "

Online ci sono alcune storie selvagge sul suo ritorno alla fede: attraverso l'incontro con sensitivi e poi con monaci; attraverso un poltergeist nella sua casa e una benedizione miracolosa della casa con l'acqua santa della Teofania, fatale per il nemico del genere umano; attraverso un incidente stradale. In realtà, secondo lo stesso padre Kiprian, non poteva più ignorare il "bussare", perché la chiamata di Dio era troppo evidente, troppo personale.

C'è stato un incidente d'auto, però: ancora una volta è stato a un pelo dalla morte, per la quarta volta, e di nuovo il Signore lo ha salvato e protetto. Ma l'incidente è accaduto davvero e, secondo padre Kiprian, è stato ovviamente la vendetta dei demoni che lo volevano colpire e uccidere per aver aiutato a far battezzare dei musulmani...

Ma già nel 2009, prima ancora di dare le dimissioni da deputato, Burkov è partito per il suo cammino verso Dio. Ha iniziato diligentemente lo studio del Nuovo Testamento, della letteratura spirituale, dei santi Padri. Nel 2010 ha vissuto la sua prima Grande Quaresima e dice di avere fatto sorta di giuramento di fedeltà al Signore a Pasqua.

Padre Kiprian parla della sua prima confessione con ironia e ride di se stesso:

"Ho portato un elenco lungo sette pagine per la confessione – una favolosa relazione dei peccati commessi! Mi ci sono applicato da militare, da analista – tutti i peccati elencati riga per riga, vantaggi, svantaggi, in fondo, tutto come dovrebbe essere!

"Lo ieromonaco Panteleimon (Gudin) (oggi abate ad interim del metochio patriarcale nella chiesa dell'icona della Santa Madre di Dio "Moltiplicatrice del grano" nella stanitsa di Prjazov), che ha ascoltato la mia confessione, ha dato un'occhiata alla mia lista dei peccati e ha detto, "Wow, non ho mai visto niente di simile prima! "

Ho finito la mia confessione con, "Per quanto riguarda l'orgoglio, non ne vedo in me..." Lo ieromonaco mi ha guardato con affetto e ha sorriso, "Non ti preoccupare! Il Signore te lo mostrerà un giorno". La mattina seguente, mi sono comunicato, poi sono andato alla libreria della chiesa. Nel momento in cui ho messo piede sulla soglia ho visto un libro dal titolo: 'Signore, aiutami a liberarmi dall'orgoglio'. L'ho comprato e ho trascorso il resto della giornata a ridere di me stesso – non avevo visto la foresta a causa degli alberi!"

Per molti dei militari che conosceva era sufficiente "avere Dio nelle loro anime". Ma per lui non era abbastanza. "Per questo ho sempre risposto, 'Amico! Cosa ti fa pensare che sia vero? Hai almeno chiesto il permesso a Dio o lo hai solo cacciato a forza dentro la tua anima'?"

"Molti ufficiali sovietici trovavano difficile passare da qualcosa in cui avevano creduto fin dalla loro infanzia a una nuova visione della vita. Egli comunque ha fatto questo passaggio, "L'ostacolo è solo interno – siamo abituati a vivere in un certo modo e non vogliamo rinunciare alle nostre opinioni – non c'è niente altro! Siamo troppo pigri per pensare. Vanità delle vanità!"

"Era difficile rinunciare alla propria falsa comprensione delle cose. Mi sono trovato a resistere e a dubitare ogni singola riga del Nuovo Testamento: chi dice che Cristo è Dio? Perché mai dovrei crederci?"

"Ma è così che la Parola di Dio opera", spiega padre Kiprian. "Non importa quanto si resiste, in fondo lo si sa, la verità è lì!"

Padre Kiprian ricorda di quando vide un sacerdote per la prima volta in un talk show televisivo.

Lo ha ascoltato e ha pensato: "Ma perché li uccidevano durante i tempi sovietici? Predicano l'amore!"

Un'altra volta un prete invitato al talk show si rivelò molto giovane, e l'ufficiale Burkov ridacchiò:

"Che cosa potrebbe insegnarmi questo giovane, questo ragazzo sbarbatello? Io sono stato all'inferno e sono ritornato. Che dire di lui? È una recluta, non sa niente della vita!" Tuttavia, ho continuato a guardare e poi,"a un certo punto, mi sono sentito come un completo idiota con tutta la mia esperienza di vita rispetto a questo giovane sacerdote per mezzo del quale parlava Dio! Un po' più tardi ho capito che era così perché il sacerdote non parla da sé, ma annuncia la Parola di Dio, dove risiede la vera forza!"

Sono come i miei figli!

2010. Valerij Burkov si dimette da deputato.

Non dà interviste, si rifiuta di apparire a show radiofonici e televisivi, "Una persona che inizia a conoscere Dio non può più farsi disturbare da tali vanità". Ha cominciato a rifiutare di parlare davanti ai ragazzi di scuola – qualcosa a cui si era abituato in quegli anni – perché non sapeva più di cosa parlare con loro. Prima parlava con loro di patriottismo, di amore per la propria terra, della morale, poi si rese conto che era tutto privo di senso senza Dio, che anche l'amore non era amore senza Dio, non era altro che sensazioni, e le sensazioni tendono a cambiare.

Una volta, sono riusciti a convincerlo a apparire in televisione. Hanno detto che una coppia di sposi, veterani di guerra, sarebbe apparsa a uno spettacolo del Canale Uno il 9 maggio, giorno della Vittoria. Ha accettato solo perché aveva ammirato i veterani di guerra fin da bambino, perché rispettava questi uomini di incredibile coraggio, nobiltà, e pazienza, duri come rocce. È andato lì solo a causa dei veterani solo per rendersi conto che era una "causa completamente persa per la televisione!"

Una nuova fase della sua vita era cominciata, "stavo scoprendo Dio, la Sacra Scrittura, seguivo corsi di teologia, mi stava risistemando la mia mente, pentendosi con qualsiasi mezzo noto." Tuttavia, dal momento che la fede da sola, se non ha opere, è morta (Gc 2:17), ha trovato una nuova occupazione...

La sua casa di campagna alla periferia di Mosca è diventata una sorta di centro di riabilitazione per persone con gravi problemi: alcolisti, vittime delle sette religiose, persone che si erano dilettate di magia, sensitivi, così come persone che semplicemente si sentivano perdute.

"C'erano alcuni", ricorda padre Kiprian, "che erano arrivati al punto in cui odiavano tutto: la Russia, la gente, i bambini, insomma, tutto ciò che avrebbe dovuto farli felici. La loro vita non era altro che odio, era un inferno e un dolore costante. Non è una condizione che una persona raggiunge facilmente, sono spinti a poco a poco verso il bordo. Come regola generale, tutto inizia con la relazione padre-figlio, il che significa che non è colpa di qualcuno, ma una loro sventura... E l'unica cosa che può vincere l'odio è l'amore, è un processo lungo e lento. "

Stranamente, sono venuti anche battisti, e pure un bel po' di musulmani, dodici dei quali sono stati battezzati.

"Sono tutti come figli per me", dice il padre Kiprian, "Mi chiamano 'papà'."

L'ex deputato ha dato loro vitto e alloggio, ha studiato l'Ortodossia con loro, ha detto loro cosa devono leggere o ascoltare, e li ha visti cambiare,

"Posso solo ammirare la misericordia di Dio! Quanto riesce il Signore a cambiare la gente! In seguito, mi telefonavano, "Grazie, padre Kiprian, è tutto diverso ora a causa delle sue preghiere," e avrei voluto che la terra mi inghiottisse – ma quali preghiere ?! Io non so nemmeno come pregare in modo corretto. Era ovvio per me che il Signore operava il miracolo, io ero solo un tramite.

Quando una persona apre la porta a Cristo, tutto nella sua vita comincia a cambiare drasticamente. La gente si stupisce, e un tempo mi stupivo anch'io: quando una persona apre il suo cuore a Dio, diventa felice! La stessa cosa è successa a me: mi sentivo vuoto e solo, e poi la mia vita è stata piena e felice, e colma di divertimento"!

"Dicono che i difetti fisici sono nulla in confronto ai 'difetti' nell'anima, 'Che cosa importa se non ho le gambe? Non le ho, ma ho le protesi. A me personalmente non importa affatto. Tuttavia, ciò che è all'interno, questo è ciò da cui dipende la felicità o infelicità di una persona".

Sette anni sono passati in questa vita quasi monastica.

Tuttavia, mancava qualcosa... "Mancava l'obbedienza!", dice padre Kiprian. Mancava qualcosa di più, con la sensazione che qualcosa deve accadere nella vita. C'erano sempre e ovunque da tre a nove persone che vivevano nelle vicinanze, mentre lui desiderava la solitudine.

È la volontà di Dio che io diventi un monaco?

lo schema-archimandrita Elia (Nozdrin)

Poi, improvvisamente, nel 2015, è stata organizzata una visita all'anziano Elia (Nozdrin). Il futuro monaco Kiprian non ha chiesto di partecipare, ma è stato invitato. Non sapeva che cosa chiedere a padre Elia, ma quest'ultimo era un anziano, avrebbe probabilmente detto qual è la volontà di Dio di sua spontanea volontà. Padre Elia è andato prima da Konstantin Krivunov, l'amico con cui Burkov era venuto, e ha detto: "Bene, diventerete un prete!"

"Konstantin e io avevamo discusso sacerdozio prima", ricorda padre Kiprian. "La sua risposta alla mia domanda era 'Sai, Valera, per quanto riguarda il sacerdozio, non so se sarei in grado di gestire la cosa, ma il diacono, probabilmente lo potrei fare...'."

Quando è venuto il turno di Burkov, l'unica cosa a cui l'eroe dell'Unione Sovietica è riuscito a pensare era: "È la volontà di Dio che io diventi un monaco?" L'anziano non ha risposto subito, ma ha pregato per un minuto o due, poi gli ha dato una pacca sulla testa e una benedizione.

È passato un anno e mezzo, e improvvisamente è arrivata una telefonata dallo ieromonaco Makarij (Eremenko), decano del metochio episcopale maschile dell'icona di Kazan' nella città di Kara-Balta, nella diocesi di Bishkek e del Kirghizistan, "Controlla la tua email. Hai una benedizione per diventare un novizio. Sarai il responsabile della comunità dei kirghizi in Russia. Ti occuperai di educazione religiosa e sociale".

E otto mesi dopo, nel giugno 2016, un'altra telefonata, "Vieni nel corso del digiuno degli Apostoli per la tonsura monastica! Il Vescovo ha dato la benedizione!"

"Ho pensato tra me", ricorda padre Kiprian, "Oh, Signore! Tutto è stato fatto senza di me! Ma io credo nel non rifiutare nulla, eccetto il peccato, soprattutto quando un'offerta o una richiesta proviene da un prete, e nel non chiedere nulla per me stesso. Tuttavia, è stato molto improvviso. Ero pieno di dubbi, nella speranza che forse mi avrebbero fatto monaco nel corso del digiuno successivo..."

Si è scoperto che il vescovo aveva già firmato il decreto, non c'era modo di cambiare la data. Così, senza alcun passo proprio, Valerij è divenuto prima un novizio, poi un monaco.

E un uomo che aveva trascorso tutta la sua vita a dettare legge e a dare ordini sotto di un'altra autorità, ha offerto se stesso in piena obbedienza:

"In un primo momento, quando ho letto la preghiera, 'sia fatta la tua volontà, non la mia,' non riuscivo affatto a capire, cosa significava? Cosa mi succedera ora? Ho sempre preso io stesso tutte le mie decisioni e ho agito di conseguenza. Con il tempo, però, ho capito che non c'era niente di meglio che abbandonarsi alla volontà di Dio e obbedire a una persona esperta. Infatti nessuno sa meglio di Dio ciò che è meglio per te!

"Tu stesso non sarai mai in grado di organizzare la tua vita come può farlo Dio. E poi la cosa ti sorprende!

"È meglio non programmare nulla. Prima io effettivamente ero solito pianificare tutto un anno in anticipo. In questi giorni non so cosa accadrà dopo pochi giorni e non faccio più piani! "

Un monaco con una stella da eroe

2016. Il giorno dopo la sua tonsura monastica il monaco Kiprian ha avuto la benedizione di indossare le proprie insegne militari, la stella di eroe dell'Unione Sovietica. Ne è stato molto sorpreso! Aveva pensato di avere chiuso con la sua vita terrena, e con le sue insegne, così come non avrebbe più dovuto indossare abiti civili. Eppure gli è stato detto che indossare la stella è un modo di predicare. Non riusciva a capirlo in un primo momento, ma durante i diversi mesi trascorsi viaggiando in tutta la Russia, tutto ha preso un senso.

"Non vi è ancora solitudine, tuttavia," sorride padre Kiprian. "Ero solito pensare, finalmente, riuscirò a rinchiudermi nella mia cella e a pregare, ma il Signore ha voluto altrimenti."

Ha viaggiato per il paese a partire dall'autunno del 2016. Ammette che anche come politico parlava meno di quanto parli ora. È molto diverso ora: naturalmente, sta predicando.

E, a quanto pare, lo studio non finisce mai. Sta formandosi con una laurea presso l'Università San Tikhon concentrandosi sull'educazione religiosa, con una laurea in psicologia presso l'Università ortodossa russa per assistere i sofferenti, con un corso di lavoro missionario – è difficile fare missione in Kirghizistan senza competenze e conoscenze speciali. "Dobbiamo portare la luce ai nostri fratelli musulmani, e ciò deve essere fatto in modo intelligente", spiega padre Kiprian.

Ci sono solo sei monaci nel metochio maschile in Kara-Balta, in Kirghizistan. Vivono in celle di mattoni di fango con stufe a legna, padre Kiprian na ha aggiustata una. Le condizioni sono molto semplici, non c'è riscaldamento in chiesa. Il restauro del monastero non sta andando bene. È difficile fornire anche le condizioni di base per una scuola domenicale, per un centro di aiuto spirituale e psicologico. Non c'è posto per ospitare persone anche se vengono solo per una notte, non c'è posto per parlare con persone che vengono dai monaci per chiedere aiuto, tranne le celle, dope parlare non è davvero corretto.

L'eroe dell'Unione Sovietica deve ora cercare vecchi legami e viaggiare per assistere la missione in Kirghizistan. Padre Kiprian descrive il popolo kirghiso come semplice, gentile e cordiale. Non smette mai di meravigliarsi,

"Interessante! A Mosca chi mi ha mandato il Signore? Kirghizi e kazaki, non ortodossi. E dove sono diventato monaco? In Kirghizistan! Questo è il modo in cui il Signore dispone le cose. Nella mia vita non avrei mai pensato che sarei finito qui. Eppure, se sono qui, significa che c'è bisogno di me qui".

Padre Kiprian non ha dimenticato completamente la sua vita. Egli cita gli ufficiali in Siria che conosce, pensa che la nuova generazione dei militari sia stimabile e lodevole. Dice che l'atteggiamento verso l'esercito è cambiato, è migliorato. Molte persone sono ora in attesa di essere ammessi alle scuole militari e di servire sotto contratto.

"Qual è la cosa più importante per un militare? Il fronte interno, sapere che se muore in guerra, si prenderanno cura della sua famiglia. In tal caso, non vi è alcuna paura della morte, perché la tua famiglia è la tua patria".

In questi giorni la cosa più importante della sua vita non ha nulla a che fare con la politica, o con l'esercito, o con il lavoro sociale:

"La cosa più importante è la predicazione, è lasciare qualcosa impresso nei cuori," Ama il Signore con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente, con tutte le forze, e il prossimo tuo come te stesso.

"Il centro della vita di una persona è l'amore. Dio è amore, e chi rimane nell'amore, rimane in Dio e Dio in lui. Dove non c'è amore, non c'è Dio".

Nel 1992, quando Valerij era in ospedale, ha sentito l'espressione, "la fede muove le montagne". E queste parole gli hanno dato forza, lo hanno aiutato a rimanere ottimista. In questi giorni...

"In questi giorni", dice il padre Kiprian, "io non credo, io so! Sono semplicemente una persona che conosce e che si è convinta attraverso la conoscenza che tutto sarà bene per coloro che amano il Signore. Mentre quelli che lo rifiutano, sono già nell'inferno – queste sono le persone che vengono da me".

La guerra di Burkov ancora non è finita, ma è un tipo molto diverso di guerra. "Essere nell'esercito è niente in confronto al monachesimo!", sorride il colonnello in pensione, il nuovo monaco. La guerra interna e la lotta contro gli spiriti del male è molto più difficile:

"Lasci che le dica una cosa. Ci sono tre tipi di sforzo: in guerra, nel mondo, cioè nella vita quotidiana, e lo sforzo monastico. Io ho esperienza in tutti e tre. Sono andato in guerra, ho vissuto nel mondo e sono stato sposato, ora sono in un monastero.

"Lasci che le dica che lo sforzo monastico è molto più difficile rispetto agli altri. Lo classificherei come il più duro! Eppure lo riterrei anche il più gioioso... Si dice che se le persone sapessero quanto sia difficile essere nel monachesimo, nessuno diventerebbe un monaco. Ma se sapessero che gioia appartiene ai monaci, tutti vorrebbero diventare monaci".

 
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Perché l'Ortodossia è la vera fede

Oggi siamo tutti in una situazione in cui in nessun modo è possibile separarci dal mondo. Qual è la vera fede? Viviamo nel mondo del pluralismo religioso. Siamo di fronte a tanti missionari, ognuno dei quali offre i suoi ideali, i suoi modelli di vita, le sue opinioni religiose, e per queste cose nella generazione precedente o nella mia generazione nessuno avrebbe provato invidia. Per noi è stato più facile. La scelta principale che abbiamo dovuto affrontare noi è stata la scelta tra religione e ateismo.

Ora la scelta è più ampia, ma di gran lunga più difficile. Trovare la risposta alla domanda se Dio esiste o non esiste è solo il primo passo. Se una persona giunge a credere che Dio esiste, che cosa succede dopo? Ci sono molte fedi, ma a quale ci si dovrebbe convertire? Uno dovrebbe diventare cristiano, o perché no un musulmano o un buddista o un krishnaita? Non ho intenzione di elencarli tutti. Oggi ci sono tante religioni, lo sapete meglio di me. Perché? Beh, dopo essersi fatto strada attraverso i cespugli e la giungla di questo albero multireligioso uno è diventato un cristiano. Ha capito che il cristianesimo è la religione migliore, quella giusta.

Ma quale tipo di cristianesimo? Ha così tanti volti. Che cosa si dovrebbe essere? Un ortodosso, un cattolico, un pentecostale, un luterano? Ancora una volta, qui si va al di là dei numeri. Questa è la situazione che i giovani devono affrontare oggi. Inoltre, di regola i rappresentanti di vecchie e nuove religioni, di confessioni non ortodosse, alzano attivamente la loro voce e hanno maggiore possibilità di dichiarare le loro opinioni nei mass-media, rispetto a noi ortodossi.

Così la prima cosa che si deve affrontare oggi è un'ampia varietà di fedi, religioni, punti di vista. Ecco perché mi piacerebbe camminare rapidamente attraverso questa sfilza di stanze che si apre oggi davanti ai ricercatori della verità e considerare brevemente, ma tenendo conto delle caratteristiche fondamentali, perché uno dovrebbe essere non solo cristiano, ma cristiano ortodosso.

Così, il primo problema è "religione o ateismo". A diversi convegni, anche di alto livello, incontro persone istruite, erudite, non principianti, che mi fanno sempre le stesse domande: Chi è Dio? Esiste? E anche: Perché dovrei avere bisogno di lui? O, se Dio esiste, perché non fa un discorso a una sessione delle Nazioni Unite e dichiara la sua esistenza? La gente dice anche queste cose. Che cosa dovrei rispondere?

A mio parere, siamo in grado di rispondere a questa domanda con l'idea centrale della filosofia moderna, che è espressa nel modo migliore nel concetto di esistenzialità. Qual è l'obiettivo dell'esistenza umana, qual è il senso della vita umana? Certamente, prima di tutto la vita stessa. Che altro può essere? Quale senso cerco quando dormo? Il senso della vita non può che essere di comprensione, "godendo" il frutto della propria vita e attività. E nessuno ha mai sostenuto né ha creduto né lo farà in futuro, che il senso ultimo della vita umana può essere la morte. Questo è il punto in cui si trova il divario invalicabile tra la religione e l'ateismo. Il cristianesimo afferma: per l'uomo questa vita terrena è solo l'inizio, il presupposto e il mezzo per prepararsi per l'eternità: preparati, la vita eterna ti aspetta. Il cristianesimo dice: per accedervi devi fare in questo modo ed essere in questo modo. E qual è l'idea dell'ateismo? Non c'è Dio, né anima, né eternità, così, uomo, credi che la morte eterna ti aspetta! Non sentite terrore, pessimismo e disperazione in queste parole? Fa gelare il sangue: uomo, la morte eterna ti aspetta. Per non parlare delle strane argomentazione, per usare un eufemismo, a sostegno di questa idea. Solo questa frase fa rabbrividire l'animo umano. – Niente da fare, non posso accettare tale fede.

Se uno si è perso nei boschi e sta cercando la strada di casa, trova qualcuno e gli chiede: "C'è una strada che porta fuori da qui?" E l'altro risponde: "No, e non cercarla, stabilisciti qui come puoi", gli crederà? Ne dubito. Non proverebbe a cercare oltre? E se trovasse un altro, che gli dice: "Sì, c'è una via d'uscita, ti spiegherò i segni e i punti con i quali potrai tornare a casa",  –non gli crederebbe? Lo stesso accade quando uno sceglie tra religione e ateismo. Fino a quando una persona mantiene una scintilla di ricerca della verità, del senso della vita, non può accettare il concetto, che alla fine la sua personalità e di conseguenza tutte le altre persone troveranno la morte eterna, e non cui resta che prepararci il miglior ambiente economico, sociale, politico, culturale. E poi tutto sarà O.K. – Domani morirai e ti seppelliremo al cimitero. Meraviglioso!

Vi ho mostrato solo un lato, psicologicamente molto importante, e credo sia sufficiente a ogni persona con un'anima ancora viva per capire che solo questa visione religiosa del mondo ci permette di affrontare il senso della vita, quando accettiamo per nostro fondamento colui che chiamiamo Dio.

Quindi io credo in Dio. Supponiamo di aver superato la prima stanza. E con fede in Dio entro nella seconda... Mio Dio, cosa che vedo e sento qui? Un sacco di gente, e ciascuno grida: "Solo io ho la verità". Questo è davvero un problema... Ci sono musulmani, buddisti, confuciani, giudei, e quant'altro. Ci sono anche molti che aderiscono al cristianesimo. Così qui c'è un missionario cristiano, tra gli altri, e cerco quello che ha ragione, a cui posso credere.

Ci sono due approcci qui; forse ci sono più, ma mi limiterò a sottolinearne solo due. Uno di loro è capire quale religione sia quella vera (che corrisponde oggettivamente alla natura umana, agli sforzi umani, alla comprensione umana del senso della vita), e questo è il metodo della teologia comparata. È un percorso piuttosto lungo; per compierlo si dovrebbe studiare ogni religione. Ma non tutti sono in grado di farlo, ci vuole tempo, forza e alcune abilità per studiare tutto questo - tanto più che prende tanto sforzo dell'anima.

Ma vi è anche un modo diverso. Dopo tutto ciascuna religione si rivolge all'uomo, e dice: la verità è questa e null'altro. Allo stesso tempo, tutti i punti di vista e tutte le religioni affermano una cosa semplice: allo stato attuale delle cose, le condizioni in cui viviamo (politiche, economiche e sociali da un lato e spirituali, morali, culturali dall'altro) non sono normali, non ci possono accontentare e anche se qualcuno è personalmente soddisfatto, la stragrande maggioranza soffre in modo maggiore o minore. L'umanità non si accontenta nel suo insieme, è alla ricerca di qualcosa di diverso, di qualcosa di più grande. Sta cercando da qualche parte in un futuro ignoto, è in attesa del "secolo d'oro" – allo stato attuale delle cose nessuno è contento.

Da questo risulta chiaro il motivo per cui l'essenza di ciascuna religione e di ogni sorta di visione del mondo si riduce alla dottrina della salvezza. E proprio qui ci troviamo di fronte a qualcosa che ci dà la possibilità di fare una scelta ragionevole in questa diversità religiosa. A differenza di altre religioni il cristianesimo afferma qualcosa, che è assolutamente sconosciuto alle altre religioni (per non parlare dei punti di vista non religiosi). Non è solo una cosa che le altre non conoscono, ma la respingono in modo indignato quando si trovano ad affrontarla. È l'idea del cosiddetto peccato originale. Tutte le religioni, e anche tutte le visioni del mondo e ideologie parlano del peccato. Lo chiamano in modo diverso, ma non importa. Ma nessuna di loro considera la natura umana, allo stato attuale, come danneggiata, malata. E il cristianesimo parla dello stato in cui noi, esseri umani, siamo nati, siamo cresciuti, siamo stati educati, siamo maturati, lo stato, in cui godiamo la vita, ci ricreiamo, studiamo, facciamo scoperte e così via – questo è uno stato di profonda malattia, di corruzione profonda. Siamo malati. Non si tratta di influenza o di bronchite o di una malattia psichica. No, siamo psichicamente e fisicamente sani – siamo in grado di risolvere problemi e volare nello spazio, ma ancora una volta siamo gravemente malati. All'inizio stesso dell'esistenza umana è avvenuta una strana e tragica separazione del singolo essere umano in tre entità dotate di esistenza autonoma e spesso antagoniste, la mente, il cuore e il corpo, come il cigno, il gambero e il luccio nella favola di Krylov. È assurdo, ciò che afferma il cristianesimo, non è vero? La gente è indignata: "Io sarei insano di mente? Mi spiace, forse gli altri, ma non io". Ma se il cristianesimo è giusto, è qui solo per trovare la radice, la fonte del perché la vita umana (singolarmente o su scala universale) porta a una tragedia dopo l'altra. Infatti, se una persona è gravemente malata, non vede e di conseguenza non cura la malattia che la ucciderà.

Le altre religioni non riconoscono questa malattia nell'essere umano. La rifiutano. Ritengono che l'uomo sia un seme sano, che può svilupparsi normalmente oppure in modo anomalo. Il suo sviluppo è condizionato dal contesto sociale, dalle condizioni economiche, da fattori psicologici, e molte altre cose. Ecco perché l'uomo può essere buono o cattivo, ma per natura è buono. Questa è l'antitesi principale della percezione non cristiana. Non voglio dire di quella non religiosa, perché il suo slogan è "L'uomo – suona con orgoglio!" (Человек - это звучит гордо! Maksim Gor'kij, ndt). Solo il cristianesimo afferma che il nostro stato attuale è uno stato di corruzione profonda, e che è impossibile curarla al solo uomo. Quest'idea è il fondamento del più grande dogma cristiano di Cristo Salvatore.

Quest'idea è il principio di divisione tra il cristianesimo e tutte le altre religioni.

Inoltre cercherò di mostrare che il cristianesimo, a differenza di altre religioni, ha un riscontro oggettivo per questa affermazione. Diamo uno sguardo alla storia del genere umano e delle sue finalità nell'intero periodo accessibile al nostro studio. Certamente l'umanità ha voluto creare il Regno di Dio sulla terra, creare il paradiso. A volte con Dio, che in questo caso era considerato come il mezzo per raggiungere il benessere sulla terra, ma non come il fine ultimo della vita. A volte senza Dio. Ma ciò che è importante qui è che tutti hanno capito che il regno di Dio sulla terra è impossibile senza cose fondamentali come la pace, la giustizia, l'amore (è chiaro, il paradiso è impossibile laddove la guerra è in corso, l'ingiustizia e la malizia prevalgono, etc. ), e forse, il rispetto per l'altro. Tutti capiscono perfettamente, senza tali valori morali fondamentali, senza la loro realizzazione non è possibile raggiungere alcun benessere sulla terra. È chiaro? Sì. Ma in cosa è impegnato il genere umano in tutta la sua storia? Cosa stiamo facendo? È stato ben detto da Erich Fromm: "La storia umana è scritta con il sangue. È storia di violenza incessante.". Molto vero.

Penso che gli storici, soprattutto quelli militari, potrebbero mostrare molto chiaramente di cosa è piena la storia dell'umanità: guerre, spargimento di sangue, violenza e crudeltà. Il XX secolo in teoria doveva essere il secolo del più alto umanesimo. E ha mostrato l'umanesimo nella sua "perfezione", superando tutti i secoli precedenti del genere umano per sangue versato. Se i nostri antenati avessero potuto vedere cosa è successo nel XX secolo, sarebbero rabbrividiti di orrore per la scala della crudeltà, dell'ingiustizia, dell'inganno. Vi è una sorta di paradosso incomprensibile che nel corso della sua storia l'uomo fa esattamente il contrario del suo obiettivo e idea principale, a cui tutti i suoi sforzi erano indirizzati.

Ecco perché faccio una domanda retorica: "È possibile che un essere ragionevole si comporti in questo modo?" La storia ha solo scherno verso di noi: "In verità, l'umanità è ragionevole e sana. Non è folle in alcun modo. Semplicemente, fa di più e si comporta peggio, rispetto ai pazienti di un manicomio..."

Purtroppo, questo è un fatto, da cui non vi è alcun modo di nascondersi. E mostra che non pochi nel genere umano sbagliano in qualche modo (purtroppo solo pochi non si sviano), ma questo è un paradosso caratteristico tipico di tutta l'umanità.

Ora, se si esamina una sola persona, o per essere più precisi, se una persona ha abbastanza forza morale per osservare se stessa, vedrà un quadro sorprendente. L'apostolo Paolo lo caratterizzava in modo esatto: "O miserabile uomo che sono, perché io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio!" E infatti, chi fa solo un po' di attenzione a ciò che accade nella sua anima, a ciò che si trova di fronte a sé, non può non vedere, quanto seriamente è spiritualmente malato, soggetto a varie passioni, schiavizzato da loro. È insensato chiedere: "Perché, sciagurato, gozzovigli, ti ubriachi, menti, provi invidia, fornichi, e così via? Facendo questo stai uccidendo te stesso, distruggendo la tua famiglia, mutilando i tuoi figli, avvelenando l'atmosfera intorno a te. Perché stai picchiando, tagliando, ferendo te stesso, rovinando i tuoi nervi, la tua psiche e il tuo corpo? Capisci quanto è disastroso per te?" Sì, lo capisco, ma non posso fare altro. Una volta Basilio il Grande,ha dichiarato: "La peggiore delle passioni mai nate nelle anime umane è l'invidia". Come regola generale, anche nella sofferenza, non si può far fronte a questa malattia. Nel profondo della sua anima ogni uomo ragionevole comprende le parole di Paolo: "Io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio".

Allo stesso tempo, diamo uno sguardo a come una persona che conduce una retta vita cristiana può cambiare. Chi riesce a sbarazzarsi di passioni, acquisisce l'umiltà", ottiene – secondo la parola di san Serafino di Sarov – lo Spirito Santo", raggiunge uno stato psicologico molto interessante: comincia a vedersi come il peggiore dei peccatori. Pimen il Grande ha detto: "Credetemi, fratelli, dove sarà gettato Satana, sarò gettato anch'io"; quando Sisoe il Grande stava morendo, il suo viso si illuminò come il sole ed era impossibile da guardare, eppure implorava Dio di dargli un po' più di tempo per il pentimento. Che cos'era? Ipocrisia, umiltà pretenziosa? Niente del genere. Avevano paura di peccare anche nei loro pensieri, ed è per questo che parlavano dal loro cuore; dicevano sinceramente ciò che sentivano. Tuttavia noi non lo sentiamo affatto. Io sono pieno di tutti i tipi di sporcizia, ma credo di essere un uomo molto buono. Ah, io sono un uomo buono! Ma se faccio qualcosa di sbagliato, allora chi è senza peccato, gli altri non sono meglio di me, e non sono io il colpevole, ma gli altri. Noi non vediamo la nostra anima, ed è per questo che siamo così bravi ai nostri occhi. Vedete che grande differenza tra la visione spirituale di un santo e di un uomo comune!

Vorrei sottolinearlo ancora una volta. Il cristianesimo afferma che nella sua natura, nel suo presente e cosiddetto stato normale, l'uomo è profondamente corrotto. Purtroppo, a causa di questa strana cecità siamo quasi completamente incapaci di vedere la nostra malattia. E molto pericoloso, perché quando uno vede la sua malattia, prende medicine, va dai medici, cerca aiuto. Ma quando vede se stesso in buona salute, egli stesso invia dal medico coloro che gli dicono che è malato. Questo è il più pesante sintomo della corruzione presente in noi. E la sua presenza è inequivocabilmente testimoniata sia dalla storia dell'umanità sia dalla storia individuale di ogni persona. Questo è il punto a cui il cristianesimo sta indicando.

La conferma obiettiva di questo singolo fatto, che è solo una delle verità della fede cristiana (sulla corruzione della natura umana), mi suggerisce quale religione devo scegliere: se quella che scopre le mie malattie e mi offre i mezzi per curarle, o una religione che le nasconde, nutre il mio orgoglio e mi dice: tutto è buono, tutto è meraviglioso, non devi essere guarito, ma devi guarire il mondo che ti circonda, devi cercare lo sviluppo e la perfezione? L'esperienza storica ha dimostrato che cosa significa rifiutare i trattamenti.

Bene, siamo arrivati ​​al cristianesimo. Gloria al Signore, ho finalmente trovato la vera fede. Ora entro nella stanza accanto, e ancora una volta ci sono un sacco di persone, e ancora una volta sento delle grida: La mia fede cristiana è la migliore di tutte. I cattolici invitano: date un'occhiata, siamo 1 miliardo 45 milioni nel mondo. I protestanti di varie denominazioni dicono che sono 350 milioni. Gli ortodossi sono meno di tutti – solo 170 milioni di persone. Qualcuno suggerisce che la verità non è nei numeri, ma nella sostanza. Eppure la questione è estremamente seria: "Dove si trova, il vero cristianesimo?"

Ci sono anche diversi modi di risolvere questo problema. Al seminario abbiamo fatto studi dei sistemi dogmatici, confrontando il Cattolicesimo e il Protestantesimo con l'Ortodossia. Questo modo è interessante e attendibile, ma a mio parere non è ancora perfetto, perché per una persona senza istruzione e conoscenze profonde non è facile andare a fondo delle controversie dogmatiche e chiarire chi ha ragione e chi ha torto. Inoltre, molto spesso gli avversari usano forti trucchi psicologici che possono portare molta confusione. Per esempio, abbiamo discusso del problema del primato del papa con i cattolici, e dicono: "Il papa? Bene, questo primato e infallibilità del papa è tanto insignificante, sapete. È la stessa cosa dell'autorità del patriarca da voi. L'infallibilità e il potere del papa non è in realtà diverso dall'autorità delle dichiarazioni e dal potere del capo di qualsiasi Chiesa ortodossa locale". In realtà qui abbiamo a che fare con livelli dogmatici e canonici assolutamente diversi. Quindi il metodo dogmatico comparativo non è così semplice. Soprattutto quando ci troviamo di fronte persone che non solo conoscono il campo, ma cercano di convincerci a qualsiasi prezzo.

Ma c'è un modo diverso, che mostra in modo evidente cos'è il cattolicesimo e dove conduce. Anche questo è un metodo di indagine comparativa, ma la ricerca è nella sfera spirituale della vita, dimostrata nella vita dei santi. Qui l'intero inganno (com'è chiamato nel linguaggio ascetico) della spiritualità cattolica viene rivelato, un inganno gravido di conseguenze molto serie per un asceta che ha scelto questa strada. Sapete, a volte tengo conferenze pubbliche, alla presenza di diverse persone. Spesso mi fanno la domanda: "Qual è la differenza del Cattolicesimo dall'Ortodossia? Qual è la sua colpa? Non è forse solo un modo diverso di arrivare a Cristo???" Molte volte ho visto che è sufficiente dare a chi chiede alcuni esempi della vita dei mistici cattolici per sentirli dire: "Grazie, ora è chiaro. È abbastanza".

Infatti, ogni Chiesa ortodossa locale o qualsiasi chiesa non ortodossa può essere giudicata dai suoi santi. Dimmi chi sono i tuoi santi sono e ti dirò ciò che è la tua chiesa. Ogni chiesa riconosce come santi solo coloro che hanno realizzato nella loro vita l'ideale cristiano, così come questa Chiesa lo capisce. È per questo che la canonizzazione di un certo santo non è solo testimonianza della Chiesa su questo cristiano, che secondo il suo giudizio è degno della gloria ed è suggerito da lei come esempio da seguire. È allo stesso tempo una testimonianza della Chiesa su se stessa. Con i santi possiamo meglio di tutti giudicare la vera o immaginaria santità della Chiesa.

Ho intenzione di darvi un paio di esempi per illustrare l'idea di santità nella Chiesa cattolica.

Uno dei grandi santi cattolici è Francesco d'Assisi (XIII secolo). La sua mentalità spirituale si rivela attraverso i seguenti fatti. Una volta Francesco pregò a lungo (il soggetto della sua preghiera è molto indicativo) "circa due misericordie": "La prima è... che io possa passare attraverso tutte le sofferenze che tu, o dolcissimo Gesù, hai vissuto nella tua straziante passione. E la seconda misericordia... è che possa sentire l'amore infinito, con il quale, Figlio di Dio, stavi bruciando". Come si vede, Francesco non si preoccupava della sensazione di essere peccatore, ma rivendicava apertamente l'uguaglianza con Cristo! Durante questa preghiera Francesco "si sentì assolutamente trasformato in Gesù", che vide subito come un serafino dalle sei ali, che lo colpiva con frecce di fuoco nei punti delle ferite di Gesù Cristo sulla Croce (le mani, i piedi e il fianco destro). Dopo questa visione apparvero dolorose ferite sanguinanti (stigmate) – le tracce della "passione di Gesù" (M. V. Lodyzhensky, La luce invisibile, 1915, p. 109).

La natura di tali stigmate è ben nota in psichiatria: la concentrazione permanente di attenzione sulla passione del Cristo eccita i nervi e la psiche di una persona e può causare tale effetto dopo un lungo esercizio. In questo non vi è alcun dono di grazia, perché in tale compassione con Cristo non c'è vero amore, quello di cui il Signore ha parlato direttamente: Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama (Gv 14:21). Per questo motivo, sostituire con emozioni immaginarie di "compassione" la lotta con il vecchio uomo è uno degli errori più gravi della vita spirituale, che porta molti asceti alla presunzione, all'orgoglio – all'evidente inganno spirituale accompagnato da disturbi mentali diretta (si paragonino le "prediche" di Francesco agli uccelli, ai lupi, alle tortore, a serpenti, ai fiori, il suo timore reverenziale per il fuoco, le pietre, i vermi).

Anche lo scopo della vita stabilito da Francesco è molto indicativo: "Ho faticato e voglio faticare ulteriormente..., perché ciò porta onore" (San Francesco d'Assisi, Izd. Frantsiskantsev, 1995,p.145). Francesco vuole soffrire per gli altri ed espiare i loro peccati (p.20). E alla fine della sua vita, francamente disse: "Non conosco alcuna mia trasgressione che non ho espiato con la confessione e il pentimento" (M. V. Lodyzhensky, p.129). Tutto questo testimonia il suo non vedere i suoi peccati, vale a dire la sua totale cecità spirituale.

Per fare un confronto vi descriverò un momento della vita di san Sisoe il Grande (V secolo). "Poco prima della sua morte, circondato dai fratelli, quando Sisoe sembrava parlare con esseri invisibili, alla domanda: "Padre, dicci, con chi stai parlando?" Egli disse: "Gli angeli sono venuti a prendermi, ma io li ho pregati di lasciarmi qui per un breve periodo di tempo per il pentimento". Sapendo che Sisoe era perfetto nella virtù, i fratelli gli obiettarono: "Padre, tu non hai bisogno di pentimento", e Sisoe rispose così: "In verità, non so se ho mai nemmeno iniziato a pentirmi". (Lodyzhensky, p.133) Questa profonda comprensione, la visione della propria imperfezione, è il principale tratto distintivo di tutti i veri santi.

Ed ecco alcuni estratti dalle "Rivelazioni della beata Angela" (+1309).

Lo Spirito Santo, scrive lei, le dice: "O figlia mia, mia dolcissima, ti amo tanto" (p.95). "Sono stato con gli apostoli e mi videro con gli occhi del corpo, ma non mi sentivano così come tu mi senti" (p. 96). Angela rivela anche queste cose su se stessa: "Nel buio vedo la santa Trinità, e mi sento dimorare all'interno della Trinità nell'oscurità nel bel mezzo di essa" (c.117). I suoi sentimenti verso Gesù Cristo si esprimono con le seguenti parole: "Ho potuto mettere tutta me stessa dentro di Gesù Cristo" (p. 176). Oppure: "Ho pianto per la sua dolcezza e di dolore per la sua partenza e volevo morire" (p. 101) – e in questi momenti iniziava a picchiarsi così violentemente che le suore dovevano portarla fuori dalla chiesa (p. 83) .

Uno dei più grandi filosofi religiosi russi del XX secolo, A.F. Losev, dà una valutazione tagliente ma vera delle "rivelazioni" di Angela. Egli scrisse: "Tentata e sedotta dai risultati carnali dell'apparizione dello Spirito Santo alla beata Angela e dalle parole amorose a lei sussurrate:" Figlia mia, tu sei la mia dolcissima, figlia mia, sei la mia dimora, la mia figlia, tu sei la mia delizia, amami, perché io ti amo così tanto, molto più di quanto mi ami". La santa è in dolce languore, trasportata da struggimento d'amore. E l'amato le appare ancora e ancora e sempre più brucia il suo corpo, il suo cuore, il suo sangue. La Croce le sembra il letto nuziale... cosa c'è di più in contrasto con gli austeri e casti asceti bizantini e moscoviti, di queste continue affermazioni: "La mia anima è stata accettata nella luce divina e portata al cielo", i suoi sguardi appassionati alla croce del Signore, alle ferite di Cristo e alle singole membra del suo corpo, la sua consapevole richiesta di tracce di sangue sul suo corpo, e così via? Per coronare il tutto Cristo abbraccia Angela con la sua mano inchiodata alla croce, e lei gli dice di essere piena di languore, tormento e felicità: "A volte in questo forte abbraccio la mia anima sembra entrare nel costato di Cristo. Ed è impossibile comunicare la gioia e l'illuminazione che si sentono lì. Sono così potenti che non riuscivo a stare in piedi, ma giacevo e la mia lingua è divenuta insensibile." (A. F. Losev, Saggi sul simbolismo e sulla mitologia antica, 1930, vol 1. p. 867-868).

Caterina da Siena (+1380) è un altro vivido esempio di santità cattolica. Fu canonizzata da papa Paolo VI nel più alto rango dei santi – i "dottori della Chiesa". Citerò alcuni estratti del libro cattolico di Antonio Sicari, "Ritratti di santi". A mio parere questi estratti non hanno bisogno di commenti.

Caterina aveva circa 20 anni. "Sentì che si stava avvicinando una svolta decisiva nella sua vita, e continuava con devote preghiere al suo Signore Gesù ripetendo una bella, tenera formula che era diventata abituale per lei: "unisciti in matrimonio di fede con me!" (Antonio Sicari. Ritratti di santi V. II, Milano, 1991, p.11).

"Una volta Caterina ebbe una visione: il suo Sposo divino la abbracciò e la attirò a sé, poi prese il cuore di lei dal petto per dargliene un altro, che era più simile al suo " (p. 12).

Una volta, si disse, morì. "Più tardi disse che il suo cuore era lacerato dall'amore divino e che aveva attraversato la morte dopo aver visto le porte del paradiso". Ma "ritorna, ​​figlia mia, il Signore mi disse, devi tornare ... io ti condurrò ai principi e ai maestri della Chiesa". "E l'umile giovane donna iniziò a trasmettere i suoi messaggi in tutto il mondo, lunghe lettere, che dettava con una rapidità sorprendente, a volte tre o quattro alla volta e su diversi argomenti, ma senza fare errori e finendo prima dei segretari. Queste lettere finiscono con una formula appassionata: "Il dolcissimo Gesù, Gesù l'amore" e si aprono spesso con le parole: "Io, Caterina, serva di Gesù e schiava dei suoi schiavi', vi scrivo nel suo prezioso sangue..." (p. 12).

"La cosa principale che richiama l'attenzione nelle lettere di Caterina è la sua ripetizione insistente delle parole: "Io voglio" (p. 12).

"Secondo alcune fonti, quando era in estasi rivolgeva queste parole risolute "Io voglio" anche a Cristo" (p. 13).

Nella sua corrispondenza con Gregorio XI, che cercava di persuadere a ritornare da Avignone a Roma: "Io vi dico in nome di Cristo... io vi dico, padre, in Cristo Gesù... Rispondete alla chiamata dello Spirito Santo, indirizzata a voi" (p 13).

Si rivolse al re di Francia con le seguenti parole: "compite la volontà di Dio e la mia" (14).

Le "rivelazioni" di Teresa d'Avila, canonizzata dallo stesso papa Paolo VI come dottore della Chiesa (XVI secolo), non sono meno indicative. Prima della morte gridò: "Oh, mio ​​Dio, mio ​​sposo, finalmente ti vedo!" Questo grido, estremamente strano, non fu fatto per caso. Si tratta di un risultato naturale di tutto l'esercizio "spirituale" di Teresa, la cui essenza si rivela per esempio nel fatto seguente.

Dopo numerose apparizioni "Cristo" dice a Teresa: "Da questo giorno sarai mia moglie ...d'ora in poi non sono solo il tuo creatore, Dio, ma anche lo sposo" (D. Sl. Merezhkovskij, Mistici spagnoli, Bruxelles, 1988, p. 88). "Oh, Signore, voglio soffrire con te, o morire per te!" Teresa prega e crolla completamente esausta per quelle carezze...", scrive D. Merezhkovskij. Dopo questo non è una sorpresa, quando Teresa confessa: "L'amato chiama la mia anima con un fischio tanto penetrante che non riesco a udirlo. Questo richiamo tocca così tanto l'anima che questa si strugge di desiderio". Non è un caso che il famoso psicologo americano William James, analizzando la sua esperienza mistica, ha scritto che "la comprensione della religione si è ridotta a un flirt senza fine tra l'adoratore e la divinità " (W. James, Varietà dell'esperienza religiosa, 1910. p.337).

Un'ulteriore illustrazione dell'idea di santità nel cattolicesimo è Teresa di Lisieux (Teresa la piccola, o Teresa di Gesù Bambino), morta all'età di 23 anni, e nel 1997, nel 100° anniversario della sua morte, dichiarata come un altro dottore della Chiesa ecumenica da Giovanni Paolo II per sua decisione "infallibile". Qui ci sono alcune citazioni dall'autobiografia spirituale di Teresa, "Storia di un'anima", che testimoniano espressamente il suo stato spirituale (Storia di un'anima,1996, Symbol n. 36, Parigi, p.151).

"In un'intervista prima di prendere il velo ho rivelato quello che avrei fatto al Carmelo: Sono venuta per salvare le anime, e prima di tutto a pregare per i sacerdoti" (per salvare non se stessa, ma gli altri!).

Parlando della sua indegnità, aggiunge:. "Ho sempre mantenuto una speranza audace di diventare una grande santa... ho pensato che sono nata per la gloria e ho cercato i modi per raggiungerla. E poi il Signore, il nostro Dio... mi ha fatto sapere che la mia gloria non sarebbe stata rivelata al giudizio di un mortale, e l'essenza di essa è che sarò una grande santa!!!" (paragonatela a Macario il Grande, che la gente chiamava "dio terreno" per la sua vera altezza di vita, che pregava: "O Dio, purifica me peccatore, poiché non ho mai fatto nulla di buono ai tuoi occhi"). Più tardi Teresa scrisse ancora più francamente: "Nel cuore della mia Madre Chiesa io sarò Amore... attraverso questo io diventerò tutto... e il mio sogno si avvererà!!!"

Anche la dottrina di Teresa sull'amore spirituale è estremamente "notevole": "Baciata dall'amore mi sono sentito amata e ho detto: "Ti amo e mi affido a te per sempre". Non ci sono state richieste, lotte, sacrifici; tempo fa Gesù e la piccola povera Teresa hanno capito tutto in un solo sguardo... Questo giorno ha portato non solo sguardi reciproci, ma una fusione, in cui non eravamo più in due, e Teresa è scomparsa come una goccia d'acqua, perduta nella profondità dell'oceano". Penso che non siano necessari commenti per questo romanticismo sognante di una povera ragazza – un Dottore della Chiesa cattolica.

L'esperienza mistica di uno dei pilastri dei mistici cattolici, il fondatore dell'ordine dei Gesuiti Ignazio di Loyola (XVI secolo), era parimenti basata sullo sviluppo metodico della fantasia.

Il suo libro "Esercizi spiritual", che ha un'enorme autorità tra i cattolici, chiama un cristiano a immaginare e contemplare la Trinità, Cristo, la Madre di Dio, gli angeli, ecc Tutto questo contraddice radicalmente le fondamenta delle gesta spirituali dei santi della Chiesa ecumenica, perché conduce i fedeli al totale disordine spirituale e mentale.

Un'autorevole raccolta di scritti ascetici della Chiesa antica , la "Filocalia" (Dobrotoljubie), proibisce severamente questo tipo di "esercizio spirituale". Qui ci sono alcune citazioni da essa.

San Nilo del Sinai (V secolo) avverte: "Non desiderare di vedere con i sensi gli angeli o le virtù, o Cristo, altrimenti impazzirai prendendo un lupo per il pastore e inchinandoti ai demoni nemici" (San Nilo del Sinai. I 153 capitoli sulla preghiera, c. 115, Dobrotoljubie in 5 volumi, vol. 2, 2a edizione, 1884. p. 237).

San Simeone il Nuovo Teologo (XI secolo) riflettendo su coloro che "immaginano benedizioni celesti, schiere angeliche e dimore di santi" nella preghiera dice sicuramente che "questo è un segno di prelest" (inganno spirituale). "Vanno per questa strada di seduzione anche coloro che vedono la luce con gli occhi del corpo, sentono fragranze con il loro naso, ascoltano voci con le orecchie e cose simili (San Simeone il Nuovo Teologo. Sulle tre forme della preghiera, Dobrotoljubie, vol. 5. 1990. p.463-464).

San Gregorio il Sinaita (XIV secolo) ricorda: "Non accettate mai le cose quando vedete qualcosa di sensuale o spirituale, dentro o fuori, anche se ha un immagine di Cristo o di un angelo o di un certo santo... Chi accetta facilmente viene sedotto... Dio non si risente di chi è attento a se stesso, se chi teme di essere sedotto non accetta quello che gli dà, ... ma lo loda come un saggio" (san Gregorio il Sinaita, Istruzione esicasta, op. cit., p.224 ).

E così aveva ragione il proprietario terriero, descritto da sant'Ignazio Brianchaninov in una sua opera, che quando vide sua figlia con il libro cattolico L'imitazione di Cristo di Tommaso da Kempis (XV secolo) glielo strappò dalle mani e disse: "Smettila di flirtare con Dio". Gli esempi sopra riportati non lasciano dubbi sulla verità di queste parole. Purtroppo, la Chiesa cattolica ha perso l'arte di distinguere lo spirituale dal sensuale, e la santità dalle fantasticherie, e quindi anche il cristianesimo dal paganesimo.

Questo è quello che volevo dire sul Cattolicesimo.

Per mettere in chiaro le cose con il Protestantesimo è sufficiente dare un'occhiata alla sua dogmatica. Per vedere la sua essenza mi limiterò alla dottrina principale del Protestantesimo: "L'uomo è salvato solo dalla fede e non per le opere, ed è per questo che il peccato non è imputato al credente come peccato". Qui è il punto principale in cui i protestanti sono confusi. Cominciano a costruire la casa della salvezza dal decimo piano, avendo dimenticato (se mai se ne sono ricordati) l'insegnamento della Chiesa antica su quale tipo di fede salva l'uomo. Non certo la fede che 2000 anni fa Cristo è venuto e ha fatto tutto per noi?!

Qual è la differenza nella comprensione della fede nell'Ortodossia e nel Protestantesimo? L'Ortodossia dice che l'uomo è salvato dalla fede, ma il peccato è imputato al credente come peccato. Che tipo di fede è? – Non una mentale, ma lo stato acquisito attraverso la corretta vita cristiana, grazie alla quale si ottiene la sicurezza che solo Cristo può salvarci dalla schiavitù e dalle passioni struggenti. Come si può realizzare questo stato di fede? Attraverso la spinta a osservare i comandamenti del Vangelo e il pentimento sincero. San Simeone il Nuovo Teologo dice: "Attraverso la stretta osservanza dei comandamenti di Cristo l'uomo comprende la sua infermità", cioè scopre la sua incapacità di estirpare le passioni, senza l'aiuto di Dio. Al solo uomo è impossibile, ma insieme con Dio tutto è possibile. La vita cristiana corretta rivela all'uomo, in primo luogo, le sue passioni-malattie, in secondo luogo, che Dio è vicino a ciascuno di noi, e infine, che in ogni caso egli è pronto a venire in soccorso e a salvarci dal peccato. Ma egli non ci salva senza di noi, né senza i nostri sforzi e la nostra lotta. Un atto di fede è necessario per metterci in grado di accettare Cristo, perché ci mostra che non possiamo guarire noi stessi senza Dio. Solo quando sto affogando mi rendo conto che ho bisogno di un Salvatore, quando non c'è nessuno sulla riva, e solo quando sento che sto annegando nelle passioni struggenti, mi rivolgo a Cristo. Ed egli viene e aiuta. Da qui inizia la fede viva e salvifica. L'insegnamento dell'Ortodossia è la libertà e la dignità dell'uomo come collaboratore di Dio per la sua salvezza, e non come un "pilastro di sale", che secondo Lutero non può fare nulla. Ciò rende chiaro il significato di tutti i comandamenti del Vangelo, che portano un cristiano alla salvezza, non la fede da sola, e rende evidente la verità dell'Ortodossia.

Questo è ciò che l'Ortodossia apre per una persona, non solo il cristianesimo, non solo la religione, non solo la fede in Dio.

Vi ho detto tutto; non c'è più niente da dire. Tuttavia potete farmi domande, ma solo quelle a cui posso rispondere.

Nelle discussioni con i cattolici con il metodo comparativo presentiamo vari fatti. Tuttavia nelle agiografie di san Dmitrij di Rostov riusciamo a trovare alcune cose che sembrano i mistici cattolici. E oggi si pubblicano veri e propri apocrifi.

Buona domanda, risponderò così.

In primo luogo, per quanto riguarda le agiografie di san Dmitrij di Rostov, non è un segreto che, purtroppo, san Dmitrij di Rostov utilizzava fonti agiografiche cattoliche dopo il secolo XI senza una sufficiente verifica critica. Secondo lo studio di padre Seraphim Rose queste fonti sono molto inaffidabili. L'epoca in cui viveva Dmitrij di Rostov era un'epoca di forte influenza cattolica. Lo sapete anche voi: l'Accademia mogiliana di Kiev agli inizi del XVII secolo, l'Accademia teologica di Mosca fino alla fine del XVII secolo e il nostro pensiero teologico e tutta la formazione teologica si sono sviluppati sotto una fortissima influenza della teologia cattolica e protestante. Ancora oggi l'influenza non ortodossa è abbastanza evidente, quasi tutti i libri di testo sono vecchi testi ristampati, e quelli nuovi sono compilati sulla loro base. Ecco perché le nostre scuole teologiche hanno avuto e hanno un notevole carattere scolastico. Tali scuole devono essere organizzate nei monasteri; tutti gli studenti delle scuole teologiche devono passare per il monastero, indipendentemente dalla vita che scelgono per il futuro – la vita monastica o familiare. Quindi, avete ragione, nelle agiografie da san Dmitrij di Rostov ci sono alcuni materiali non verificati. A volte essi confondono il lettore. Ma se i cattolici ci mostrano qualcosa di quello che voi chiamate apocrifi, la nostra Chiesa potrebbe facilmente rifiutarli. Ma dubito che i cattolici possano rifiutare Teresa la Grande o la Piccola?

 
Quanto si possono ritirare i russi? (In memoria di Anatolij Kljan)

L'omicidio di Anatolij Kljan

Ho appena visto alla televisione russa un rapporto nauseante e immensamente triste sulla morte di Anatolij Kljan, un anziano cameraman di 68 anni che lavorava per il Primo Canale: potete leggere l'articolo di RT sulla sua morte, che comprende dei video, qui. Naturalmente, questa è solo la morte di un uomo, mentre la tragedia che sta avvenendo sotto i nostri occhi colpisce in un modo o nell'altro milioni di persone. Il problema con cifre come "milioni" è che tendono a nascondere la tragedia della sofferenza individuale di ognuno di questi "milioni" di esseri umani di cui abbiamo sentito parlare. Così oggi voglio dedicare questo post solo a questa persona che è stata uccisa solo perché stava vivendo e lavorando secondo la propria coscienza e la cui vita è stata spenta da teppisti che meritano alla grande di essere chiamati "nazisti", ma che ci vengono presentati come "europei" che hanno fatto la "scelta di civiltà" di abbandonare il regno dei bruti asiatici che vivono in Oriente, e che ora sono tornati alla loro casa comune nota come "Europa civile".

Со святыми упокой, Анатолий, и вечная память!

La situazione attuale: un miscuglio

La notizia dalla Novorossija è un miscuglio di ragioni per sperare e di ragioni per disperare. La cosiddetta "iniziativa di pace" di Poroshenko o è un inganno osceno o, nella migliore delle ipotesi, una barzellettta non così divertente: gli ucraini stanno ancora bombardando e sparando ai civili ogni giorno, e a Kiev ha avuto luogo un raduno di massa non per pretendere un vero cessate il fuoco, oh no, ma per pretendere una ripresa su piena scala delle ostilità! Per quanto riguarda gli anglo-sionisti, per nulla impressionati dai vari tentativi di Putin di placare la loro russofobia paranoica, stanno di nuovo minacciando la Russia con ulteriori sanzioni. D'altra parte, ci sono molti segni che il lato della Novorossija è sempre più forte ogni giorno che passa: intere unità stanno disertando, senza sparare un solo colpo, le forze speciali della Novorossija sono apparentemente riuscite a prendere il controllo di alcuni missili di difesa aerea molto avanzati vicino a Donetsk (anche se non mi è chiaro se questi sistemi sono ancora operativi o meno), qualcuno ha evidentemente "perso" almeno tre obici sulla strada (che sono stati immediatamente rilevati dalle forze di difesa della Novorossija) e il numero dei combattenti volontari pronti a difendere il Donbass è in costante crescita ogni giorno. Dove tutto ciò sta portando è troppo presto per dirlo: gli ucraini ora hanno utilizzato armi chimiche e ci sono costanti segnalazioni di enormi colonne di convogli militari ucraini che entrano nel Donbass. Anche se spero personalmente che gli ucraini abbiano ormai raggiunto il limite massimo del loro sforzo bellico, questo è ben lungi dall'essere certo e rimane la possibilità molto reale di un successivo "Piano B" di Poroshenko: il piano a quanto pare, si compone di un attacco a 3 punte sul Donbass: da nord-ovest (Kharkov), da ovest (Dnepropetrovsk) e da sud (Mariupol). Combinato con una mossa per bloccare il confine a est, un simile "Piano B" metterebbe tutta la Novorossija sotto un rischio enorme.

Confesso di soffrire di disturbo di personalità multipla analitica

Come sapete, io soffro di DPMA - "disturbo di personalità multipla analitica": una da un lato semplicemente non ce la faccio più ad aspettare un intervento militare russo per fermare finalmente l'assalto ucro-nazista alla Novorossija, mentre d'altra parte sono pienamente consapevole che questo sarebbe un errore. Il mio istinto mi dice "schiacciate quei bastardi!" mentre il mio cervello mi dice "non abboccare all'esca".

Ieri sera, dopo aver ascoltato le ultime notizie, andavo in giro con il mio ormai consueto nodo allo stomaco: una dozzina di diversi "se" mi tormentavano da dentro: che cosa succederebbe se Putin fosse stato intimidito o comprato? E che cosa succederebbe se non avesse un piano e se ​​l'attuale posizione russa fosse solo un riflesso di una leadership russa spaventata e confusa? O se Putin e i suoi consiglieri avessero cinicamente deciso di scambiare la Novorossija con la Crimea o, peggio ancora, la Novorossija per una serie di contratti lucrativi?

A giudicare da alcuni dei commenti postati qui, ci sono molti di voi che a quanto pare credo che io sia un seguace di Putin e che non abbia mai avuto dubbi su di lui. Se sapeste quanto vi sbagliate! Ho dei dubbi, e ho anche delle paure, ma cerco di non lasciarmi sopraffare da loro perché non credo che siano utili strumenti analitici. Ma per quelli di voi che dicono che Putin è incompetente o è esaurito risponderò così: non ne avete una prova, più di quanto io abbia la prova del contrario, e non l'avremo fino allo sblocco di questa situazione.

Quindi siamo tutti bloccati con l'angoscia di dover aspettare. Aspettare mentre sono assassinate persone innocenti, mentre la plutocrazia dell'Unione Europea sta facendo una serie di standing ovation a un regime chiaramente nazista a Kiev e mentre lo Zio Sam continua ogni giorno a proferire minacce contro la Russia. Per chi veramente e sinceramente si preoccupa della gente in Novorossija questo tipo di attesa è a dir poco una tortura psicologica. Posso dirvi che il mio ultimo pensiero quando vado a dormire e il mio primo pensiero quando mi sveglio è:

Quanto si possono ritirare i russi?

Ieri mi sono reso improvvisamente conto che questa non è la prima volta che una domanda del genere sta dividendo la società russa. Durante l'invasione europea della Russia sotto Napoleone (dei quasi 700'000 soldati che invasero la Russia nel 1812 solo circa la metà erano francesi: il resto venivaa da quasi tutte le altre nazioni europee, per lo più tedeschi e polacchi) la stessa domanda divideva la società russa. Il quel momento sia il feldmaresciallo Barclay de Tolly e poi il feldmaresciallo Mikhail Kutuzov furono ferocemente criticati per la loro politica di ritirarsi di fronte agli eserciti di Napoleone. A differenza di quanto accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale in cui il ritiro sovietico non era previsto, ma costretto da un attacco tedesco incredibilmente di successo, la ritirata russa nella guerra del 1812 era completamente deliberata e, direi, logica. Le cose andavano così male che Barclay de Tolly (che era etnicamente scozzese) era stato accusato di essere un vigliacco e un agente segreto di Napoleone. Quando il russo "etnicamente corretto" Kutuzov (che aveva servito con distinzione sotto il più famoso generale russo di tutti i tempi, Aleksandr Suvorov, e il cui patriottismo e coraggio non poteva essere messo in dubbio) fu nominato per sostituire Barclay de Tolly, decise di seguire esattamente la stessa strategia. In realtà, Kutuzov ordinò all'esercito russo a ritirarsi fino alla cittadina di Borodino, circa 120 chilometri a ovest di Mosca, prima di impegnare gli eserciti di Napoleone in una grande battaglia. L'esito della battaglia fu senza dubbio un bagno di sangue reciproco e un pareggio (io la chiamerei una vittoria tattica per i francesi e una vittoria operativo-strategica per i russi), e Kutuzov ritirò ulteriormente le sue forze e offrì Mosca senza sparare un solo colpo! Spinto dalla sua arroganza e dal suo ego, Napoleone prese l'esca ed entrò a Mosca aspettando che i russi gli offrissero le chiavi della città. I russi non si mostrarono mai e, dopo aver aspettato (e usato le chiese del Cremlino come stalle per i propri cavalli!), La "Grande Armée" iniziò un ritiro orribile. Dei 690.000 uomini che componevano la forza di invasione iniziale, solo 93.000 sopravvissero (a malapena, alla Beresina l'esercito europeo fu quasi circondato!) Nel marzo del 1814 l'esercito russo era accampato a Parigi e Talleyrand dovette dare le chiavi di Parigi allo tsar russo Alessandro I.

C'era in questa strategia russa del ritiro ben di più che il desiderio di scambiare letteralmente "spazio per vite", o il desiderio di mettere sotto ulteriore stress le linee di rifornimento del nemico. I russi avevano dolorosamente imparato questa strategia dai mongoli che spesso si ritiravano prima che le forze russe in avanzata avessero avuto tempo di distruggerli (usando in genere incendi nella steppa e manovre di accerchiamento). In guerra, come negli scacchi, saper sfruttare il tempo è un fattore assolutamente cruciale che non può essere ignorato.

Ma tornando a Barclay de Tolly e Kutuzov, possiamo anche solo cominciare a immaginare il tipo di angoscia che devono aver affrontato? Essere chiamati traditori, agenti stranieri, vigliacchi da tutta la corte (lontana e al sicuro da qualsiasi rischio personale a San Pietroburgo) e probabilmente dalla maggior parte della società russa? Non credo che si possa immaginare il tipo di pressione per cambiare strategia che Alessandro I, Barclay de Tolly e Kutuzov devono aver affrontato, soprattutto dopo la resa di Mosca. E tuttavia, il tempo ha dato completamente ragione a loro e ai loro superbi istinti strategici. Anche se questo è impossibile dimostrare, il consenso degli storici militari dice che se l'esercito russo avesse affrontato Napoleone in una prima vera battaglia da qualche parte a ovest di Smolensk sarebbe stato distrutto e si sarebbe ritirato lo stesso, ma questa volta nel caos completo e con molto pochi sopravvissuti.

Quindi la risposta corretta alla domanda di cui sopra è: la Russia può ritirarsi tanto quanto necessario per vincere.

Obiezione: Putin non è Alessandro I

D'accordo. Ma nemmeno Poroshenko e Obama sono Napoleone, neppure alla lontana. E nemmeno l'attuale guerra contro la Russia (perché questo è esattamente ciò che avvenendo) è una guerra del tipo del XIX secolo. È una guerra del XXI secolo, una quarta guerra mondiale (se la terza guerra mondiale è stata la cosiddetta "guerra fredda").

Se i russi hanno imparato dalle loro molteplici sconfitte militari per mano dei mongoli, anche gli europei occidentali hanno imparato dalle loro molteplici sconfitte militari per mano dei russi.

Più e più volte gli invasori occidentali hanno attaccato la Russia e più e più volte non sono riusciti a prevalere, almeno in senso militare. Ma queste sconfitte militari occidentali adombrano una lista altrettanto lunga di interventi culturali e religiosi di successo.

In primo luogo, il papato ha avuto successo nel convertire (con la forza e la corruzione) lituani e russi occidentali (i futuri ucraini). Poi, per un po', l'occupazione mongola della Russia ha fornito una sorta di scudo doloroso ma efficace contro i crociati occidentali, ma alla fine dell'occupazione mongola, e dopo il brillante regno di Ivan III (uno dei migliori governanti russi di sempre), poi di Vasilij III e di Ivan IV (alias "il Terribile") lo stato russo è rapidamente degenerato in un periodo di caos chiamato Tempo dei torbidi. Anche in questo caso, l'Occidente ha tentato di invadere la Russia e i polacchi sono anche riusciti a mettere uno dei loro agenti, il cosiddetto falso Dimitri, sul trono di Russia, mentre, in un atto tipico di odio latino per la Chiesa ortodossa, facevano morire di fame il patriarca russo sant'Ermogene (alcune cose non cambiano mai). Alla fine, i polacchi e i loro padroni gesuiti sono stati scacciati e alla fine uno Zemskij Sobor ha scelto il giovane figlio del metropolita Filarete, Mikhail Romanov, come tsar di Russia. Mentre esternamente in Russia era tornata la pace, internamente potenti forze filo-occidentali diventavano gradualmente più forti, soprattutto nelle élite russe. Il loro tempo venne quando Pietro I (alias "il Grande") salì al potere nel 1682. Anche se non voglio trasformare questo testo in una dettagliata analisi storica, direi che il popolo russo e la cultura russa sono essenzialmente stati soppressi, con più o meno successo, dai tempi di Pietro I a quelli di Vladimir Putin. Mentre alcuni dei governanti della Russia hanno cercato di ripristinare e sostenere la cultura russa e il cristianesimo ortodosso (soprattutto Alessandro III e san Nicola II), l'aristocrazia russa – in gran parte composta da massoni – si è sistematicamente e ferocemente opposta a tali sforzi. Il meccanismo che vediamo oggi in Russia – un sovrano sostenuto dal popolo lotta contro le élite sostenute dall'Occidente - non è una novità, ma è la stessa situazione che è andata avanti per diversi secoli.

Inoltre, cos'è l'esistenza stessa di una cosiddetta "Ucraina" (senza l'articolo "la" collocato prima) se non un enorme successo strategico delle élite dell'Europa occidentale? Pensate… nel 1812 non c'era nessun collaborazionista "ucraino" che accoglieva i francesi, anche se quest'ultimo aveva promesso di" liberare "i contadini russi. Poco più di un secolo più tardi non solo molti ucraini accolsero i tedeschi con fiori (cosa che, considerando quello che avevano fatto loro i commissari sovietici, capisco totalmente), ma molti si consideravano sinceramente come una etnia distinta con nulla di positivo in comune con il popolo russo. Cos'è questo se non un notevole successo delle élite occidentali?

Per quanto riguarda il periodo sovietico, ritengo personalmente tutti i governanti sovietici da Lenin a Gorbaciov dei russofobi che, ognuno a modo loro, nella migliore delle ipotesi, avevano poco in comune con la cultura e il popolo russo (Gorbaciov), e nel peggiore dei casi, avevano un odio genocida verso il popolo russo (Lenin e Trotskij). Eppure, durante la seconda guerra mondiale e dopo, la cultura russa e la coscienza nazionale hanno cominciato lentamente a riemergere, anche sotto il governo di tipacci degeneri come Krusciov e Eltsin. Come ho scritto in passato, credo che Vladimir Putin sia salito al potere spinto da tali forze "nazionali" all'interno del KGB, anche se con un Medvedev sostenuto dagli oligarchi per tenerlo sotto controllo. Il punto di tutto questo è ricordare a tutti di un fatto importante e trascurato: l'Occidente ha avuto una presa più o meno ferma sul "collo delle autorità russe" per lo meno dal 1682 al 2000 – 318 anni! Quanto a Putin, è stato formalmente nominato nel 1999 ed eletto nel 2000, ma il suo periodo di più o meno pieno controllo della Russia è iniziato solo nel 2012, solo due anni fa (di questo particolare ho scritto più volte), e in questi due anni la sua opposizione sistematica all'Impero anglo-sionista gli ha guadagnato l'odio appassionato della plutocrazia occidentale, che a quanto pare ha "deluso". Quelli che così casualmente accusano Putin di essere un codardo, un agente del Nuovo Ordine Mondiale, un traditore o uno che si fa scavalcare, dovrebbero almeno familiarizzarsi con gli elementi di base della storia russa e confrontare ciò che Putin ha fatto in due anni con quanto è stato fatto negli ultimi tre secoli.

Eppure, devo convenire che, anche se il curriculum di Putin è a dir poco stellare, almeno finora, rimane una grande domanda senza risposta:

Cosa farà ora Putin?

La mia risposta è onesta e semplice: non lo so. Davvero, non lo so. Ho già candidamente condiviso le mie peggiori paure con voi e ho anche ripetuto molte volte che non vedo ragioni sufficienti per dubitare che Putin finirà per intervenire quando decide che è arrivato il momento giusto. Vuol dire che mi fido di lui? No. Ma significa che non ho neppure motivi di perdere le speranze in lui.

Per coloro che rimproverano costantemente Putin di non fare abbastanza (o anche di non fare nulla), direi che ci sono anche motivi per ritenere che la giunta a Kiev abbia i mezzi per schiacciare la resistenza in Novorossija. Se è così, allora lasciatemi aggiungere immediatamente questo: sarebbe di gran lunga preferibile per la Novorossija, per la Russia e anche per l'Europa se la Novorossija riuscisse a combattere gli squadroni nazisti della morte senza un aiuto russo evidente, piuttosto che con tale aiuto. Per quanto riguarda un intervento militare russo palese, questo sarebbe oggettivamente un risultato estremamente indesiderabile per tutti, tranne per lo Zio Sam e le sue marionette all'Unione Europea. Si potrebbe arrivare a questo, spesso ho il sospetto che probabilmente sarà così, ma questo sarebbe un risultato forzato, il cui inizio sarebbe già una vittoria per gli anglo-sionisti indipendentemente dal risultato effettivo dell'operazione militare russa (che nessuna minimamente informata potrebbe eventualmente dubitare).

Nel rapporto della situazione del 24 giugno ho scritto:

Ancora una volta, abbiamo una situazione in cui Poroshenko o, dovrei dire, i burattinai di Poroshenko a Washington, sono assolutamente determinati a raggiungere uno dei due seguenti obiettivi:

1) Estendere il Banderastan fino al confine con la Russia

2) Costringere la Russia a un aperto intervento militare nel Donbass

Questa è una strategia vincente, perché Kiev ha i mezzi per raggiungere almeno uno di questi obiettivi e Putin non ha una terza opzione. La soluzione preferita del Cremlino – di avere la Novorossija che resiste con successo all'aggressione ucraina – non sembra realizzabile, almeno non se il Cremlino non intraprende azioni drammatiche per cambiare la dinamica sul terreno.

Ciò solleva la questione di che cosa è "drammatico"? Direi che qualsiasi azione che permette alla Novorossija di resistere con successo all'aggressione ucraina è, per definizione, un'azione "abbastanza drammatica". Di cosa sarebbe composta questa azione?

1) aiuto militare e tecnico coperto alla resistenza della Novorossija.

2) denuncia politica delle atrocità e provocazioni della giunta.

3) un tentativo costante di mettere un cuneo politico e finanziario tra l'Unione Europea e gli Stati Uniti.

4) una preparazione costante dell'opinione pubblica russa per un possibile impiego delle forze armate russe per "salvare la Novorossija".

5) una lotta ininterrotta per sostituire altrettanti sostenitori della "integrazione atlantica" con altrettanti sostenitori della "sovranità eurasiatica" in posizioni chiave al Cremlino.

A partire da ora, io ho tutte le ragioni per credere che questo è esattamente ciò che sta avvenendo. Non so cosa accadrà domani, tanto meno cosa accadrà tra una settimana, mese o anno. Ma fin d'ora – questo è quello che vedo, e questo è il motivo per cui dico che fin d'ora è troppo presto per accusare Putin di altro che prudenza e seria pianificazione.

Ora ammetto che questa strategia, che forse in termini puramente razionali è "abbastanza drammatica", non è abbastanza drammatica per il mio cuore. Ho visioni di squadroni della morte del settore destro che si trovano improvvisamente faccia a faccia con garbati omini verdi armati, ho visioni di un paio di MiG-31 che chiudono l'intero spazio aereo sopra la Novorossija mentre i Su-34 russi bombardano la postazioni di artiglieria ucraine, ho visioni di un gruppo di operatori Vympel che tirano Ljashko o Kolomoiskij giù dal letto per portarli sul Kolyma via Mosca, così come ho visioni del popolo francese che rovescia la plutocrazia sionista al potere e la sostituisce con un comitato di salvezza nazionale veramente francese. Ho anche visioni del vero popolo americano che finalmente caccia a pedate il veramente satanico 1% che sta occupando gli Stati Uniti e ho visioni degli Stati Uniti che diventano un paese "normale". E tutto questo è bene per il "signor nessuno blogger" che sono, ma non è un lusso che un capo di stato come Putin può permettersi.

In conclusione voglio dire che nessuno proverà più vergogna e mortificazione di me, se verrà fuori che la Russia di Putin abbandonerà il suo popolo in Novorossija agli invasori nazisti appoggiati da Stati Uniti e Unione Europea e ai loro squadroni della morte. Se ciò accadrà, non avrete alcun bisogno di gongolare e dirmi "te l'abbiamo detto", perché se mi dite così ora, sarebbe per tutte le ragioni sbagliate. Sì, un tale tradimento è possibile, ma no, assolutamente no, non vi è alcuna base fin d'ora per concludere che un tale tradimento è già avvenuto o è in divenire.

Ogni mattina mi sveglio con la paura che potrebbe essere successo proprio questo, paura mescolata con la speranza che il tanto atteso "contraccolpo" russo è finalmente iniziata. Finora, non è accaduto e, sì, la Russia si sta ritirando. E solo Dio sa per quanto tempo o fino a dove.

Saker

 
Domande e risposte dalla corrispondenza recente (settembre 2017)

Qual è la visione ortodossa russa del patriottismo?

Come ha affermato il presidente Putin: "Per i russi [...] il sentimento patriottico, il senso di appartenenza nazionale che ora viene eroso, purtroppo per loro, in alcuni paesi europei, è molto importante". Nell'Europa di oggi, l'attenzione di quelli che cercano di preservare la propria identità nazionale, di quelli che sono patrioti e nazionalisti nel senso migliore della parola, è fissata su Mosca. Viceversa, coloro che urlano più forte parlando di 'minaccia russa' e di 'unità europea di fronte all'aggressione russa' sono proprio coloro che vogliono distruggere i volti e le frontiere europee e le identità rinate, come quella della Catalogna, rimanendo allineati alla Sede dell'UE a Bruxelles e alla Casa Bianca.

La Russia è la patria del patriottismo in Europa e, in contrasto con la denazionalizzazione artificiale imposta dal comunismo sovietico imposto dall'Occidente, sta tornando alla vecchia missione di mantenere la fiamma dell'identità nazionale in Europa, preservandola come un'Europa di patrie indipendenti e non come un corridoio pubblico. Sebbene i media di stato come la BBC tentino di calunniare tutti i patrioti moderati come "neo-nazisti" e "di estrema destra", in realtà ci sono pochissimi "neo-nazisti", e la gente comune, sia di destra che di sinistra, è composta da patrioti. Il 52% dei cittadini britannici ha votato per la Brexit, sicuramente ancora di più voterebbero per la Brexit oggi, dopo il recente discorso di Juncker sull'abolizione dell'Europa ("eurofederalismo") a Bruxelles.

Perché l'Occidente è così aggressivo?

L'Occidente è molto più aggressivo di quanto molti riescano a credere. Le sue guerre di aggressione sono sempre mimetizzate con nomi in codice. Per esempio, le invasioni occidentali multinazionali e le guerre di aggressione occidentali contro la Russia sono conosciute variamente come "le crociate teutoniche", "la campagna napoleonica", "la guerra di Crimea", "la prima guerra mondiale", "la seconda guerra mondiale" ecc. Allo stesso modo, oggi gli Stati Uniti hanno un 'Dipartimento della difesa', eppure nessuno ha mai cercato di invadere gli Stati Uniti, e quel dipartimento è famigerato per le sue offese.

Il 'ministero della difesa' britannico, allo stesso modo, ha sempre trascorso il suo tempo a invadere e bombardare paesi lontani, sempre in nome della "sicurezza nazionale". A quanto pare la Gran Bretagna ha invaso circa 150 paesi esteri nella sua storia! L'aggressività dell'Establishment britannico risale ai suoi fondatori, nella loro cosiddetta "battaglia di Hastings", che non si è neppure svolta a Hastings e che dovrebbe in realtà essere chiamata "invasione e occupazione normanna" o "sconfitta e il stupro dell'Inghilterra".

Le radici di questa aggressione occidentale risalgono a ben prima del 1066, all'anti-cristiano Carlo Magno, che aveva rivitalizzato l'ormai morto impero romano pagano – il modello per tutti i sistemi aggressivi, predatori e guerrafondai – sotto il nome in codice di un 'rinascita classica'. Disse al suo popolo che erano superiori ai cristiani ("greci") e anche a chiunque altro, perché lo Spirito Santo veniva dal loro capo, il papa di Roma, che Carlo Magno aveva reso infallibile con la sua filosofia ideologica. Più tardi questa mitica superiorità fu diffusa verso il basso a chiunque concordasse con le istituzioni occidentali e chiunque fosse "occidentale" era quindi considerato superiore. "Neri, marroni, rossi e gialli" erano inferiori e perciò potevano essere schiavizzati e massacrati dai popoli occidentali "bianchi". Ecco il frutto del filioque, dalle crociate all'Iraq.

Ancora un altro esempio: il 25 settembre il programma "Beyond Belief" (Radio 4, alle 4:30), il programma a cui ho parlato due volte dopo la blasfemia delle Pussy Riot, ha mandato in onda un servizio intitolato "La persecuzione dell'ateismo in Russia"! Non riesco a credere a che punto sia arrivata la BBC. È veramente oltre il credibile (beyond belief)! Non contenta di sostenere l'installazione statunitense di politici omosessuali e atei sionisti come leader dell'Europa orientale, dalla Serbia ai Paesi Baltici e all'Ucraina, la BBC sta sostenendo direttamente l'ateismo occidentale in Russia, dove alcuni decenni fa gli atei marxisti occidentali hanno martirizzato 600 vescovi e 120.000 chierici, sotto il pretesto della "libertà di parola".

Cosa la preoccupa di più della situazione della Chiesa ortodossa contemporanea? L'ecumenismo?

Sicuramente non l'ecumenismo. Questa è una fiaba per mettere a nanna gli anziani. È stato abbandonato come fallimentare da tempo. No, è un'altra cosa. Cerchiamo di capire il contesto in cui viviamo.

Viviamo come nel quarto secolo. Noi nella Chiesa russa siamo usciti dalla persecuzione e abbiamo ottenuto un riconoscimento, procedendo come nel resto del IV secolo. (A differenza dell'Occidente, dove gli eterodossi erano nel quarto secolo e sono ora diretti verso il III secolo e la persecuzione da parte di vari imperatori atei). Qual era il problema nel IV secolo? Non c'erano nemici stranieri, ma c'erano nemici interni, tutti quelli che nuotavano con la marea, i "cristiani di comodo" che si erano uniti alla Chiesa per le loro carriere, per un vantaggio mondano. Il martirio è in gran parte terminato per noi: è passata la "via semplice" per la salvezza, in cui bisognava solo essere perseguitati e uccisi. Per un credente ortodosso ciò non è un problema. Questo è il motivo per cui nel IV secolo ci fu una crescita enorme del monachesimo. Le opportunità per il martirio erano praticamente finite, ma i fedeli avevano ancora bisogno dell'esperienza reale.

In tempi di pace non affrontiamo nemici stranieri, ma nemici interni, come noi nella Chiesa fuori della Russia sappiamo fin troppo bene. Noi, nella nostra parte della Chiesa russa, non abbiamo affrontato il martirio, ciò che abbiamo affrontato per quasi 100 anni sono i nemici interni. Abbiamo affrontato molteplici scismi, da parte dei modernisti (nella giurisdizione di Parigi e negli USA), poi da parte dei vecchi calendaristi (negli USA, in Francia, in Sud America e in Gran Bretagna), abbiamo affrontato razzismo e nazionalismo (la politica di escludere certe persone dalla Chiesa perché avevano 'il sangue sbagliato'), ci siamo trovati di fronte a carrierismo, falsi fratelli e calunnie, sostenute da alcuni vescovi. Questo tipo di persecuzione è insidioso e ci chiama a essere confessori e non martiri. Questo è molto più sottile.

Abbiamo un ottimo esempio in san Giovanni di Shanghai, che fu portato in giudizio in un tribunale laico da parte di cosiddetti vescovi, clero e fedeli della ROCOR. Che si vergognino! Ma chi è venuto fuori da questo affare come santo? Il piccolo uomo insignificante e deriso che pregava sul banco degli imputati: gli altri sono, nel migliore dei casi, dimenticati. Qualcosa di simile è accaduto a padre Seraphim (Rose), che si trovò di fronte a persecuzioni dall'interno. I nostri più grandi nemici sono sempre venuti da dentro la Chiesa. I nostri nemici non confessano la fede ortodossa, confessano la 'religione', il sistema ritualistico esterno del fariseismo, dell'aridità e del letteralismo spirituale, insieme a sistematico un culto delle personalità e dell'accademismo, talvolta con toni omosessuali, e perseguitano, deridono e disprezzano ogni autentica, vivente esperienza spirituale.

Le anime di queste persone si seccano alla Pentecoste, non sentono niente, né il vento impetuoso dello Spirito Santo, né una nuova vita, ma ripetono le preghiere allo Spirito Santo senza sentirlo, guardando i loro orologi. Queste persone non hanno amore, nessuna teologia, nessuna conoscenza del Dio vivente (sant'Albano), nessuna compassione, tutto quello che hanno è la loro psicologia malata, che usano per autodifesa e per perseguitare i giusti.

Oggi possiamo vedere tali tendenze all'interno della Russia (e fra alcuni dei suoi rappresentanti al di fuori della Russia). Il carrierismo, l'interesse per i 'premi', il razionalismo, la conoscenza accademica esteriore senza spirito, la corsa alle 'lauree', il sale che ha perso il suo sapore. Non importa se la tendenza sia neo-calendarista e modernista oppure vecchio-calendarista e tradizionalista, è la stessa tendenza anti-spirituale.

L'emigrazione russa è stata una cosa buona?

Le sue cause furono naturalmente cattive e gli emigranti le subirono. Ma la vita spirituale dell'emigrazione stessa era molto mescolata, pura e impura. Negli anni '30 san Giovanni di Shanghai considerava che solo il 10% dell'emigrazione fosse legato alla chiesa. Questo corrisponde alla mia esperienza personale. Molti russi erano "bianchi" solo perché erano avidi di denaro e di proprietà e non avevano tempo né per la fede né per lo tsar, che molti di loro avevano tradito in modo attivo. Molti erano razzisti e nazionalisti, contrari alla Rus' multinazionale, negando così le parole e i comandamenti degli apostoli di andare in tutto il mondo e di ammaestrare e battezzare "tutti gli uomini".

Ci sono ancora delle parti dell'emigrazione russa che non sono rientrate nella chiesa russa e, incredibilmente, seguono ancora il calendario cattolico, introdotto dagli anglicani massoni a Costantinopoli in cambio di 100.000 sterline nei primi anni '20. Ancora nessun pentimento per una così indicibile decadenza spirituale! Negli anni a venire saremo stupiti che tutto questo sia stato possibile, e tanto meno giustificato da 'teologi', come qualcosa di 'grande e buono!'

Eppure l'emigrazione ha anche prodotto santi. Come sempre, vi dirò: seguite i santi! Sì, il resto è esistito ed esiste ancora. Ignorateli, lasciate che i morti spiritualmente seppelliscano i morti spiritualmente. Non può esserci nostalgia per loro. Seguite le catene dell'amore e libererete la vostra anima. L'emigrazione russa è stata causata dal male, ma la Provvidenza di Dio può sempre trarre il bene dal male.

È vero che la ROCOR non ha mai avuto uno scandalo?

Non so chi vi abbia raccontato una tale favola. Purtroppo, con tristezza, pensate allo scandalo di Antony Grabbe a Gerusalemme, alla consacrazione di Valentin di Suzdal (ricordo come l'arcivescovo Antonio di Ginevra pregò per una tempesta di neve in modo che il suo aereo non potesse decollare per permettergli di prendere parte alla sua consacrazione che doveva fare per obbedienza), al vescovo Grabbe senior. che finì in una setta di estrema destra fuori della Chiesa e vietò a chiunque di partecipare al suo funerale, pensate ai chierici deposti...

Cosa vorrebbe vedere da parte della Chiesa ortodossa nel suo complesso?

Pubblicazioni di statistiche e fatti! Per esempio, credo che ci siano circa 800 vescovi ortodossi, 80.000 sacerdoti e 217 milioni di ortodossi. Tuttavia, questi dati sono semplici stime e io non conosco la verità. Non ho idea di quanti diaconi, monaci e monache ci siano nella Chiesa e in ogni Chiesa locale. Sarei molto grato di vedere un'autorità ortodossa di statistica centrale che rilascia tali informazioni. (Se ci sono lettori che possono correggere le mie stime, li prego di mettersi in contatto con me).

Alla luce di quanto accaduto a Creta nel 2016, cosa si dovrebbe fare per quanto riguarda lo stato dell'episcopato ortodosso, dove tanti sono chiaramente privi di principi?

Questa è ovviamente una questione per l'episcopato, non per me. Tuttavia, il mio suggerimento sarebbe qualcosa di simile a deporre tutti i vescovi che non confessano i seguenti punti:

1. La sola Chiesa ortodossa è la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica.

2. Si devono applicare i canoni che affermano che se i vescovi sono stati nominati da autorità secolari (per esempio il Dipartimento di Stato a Washington), devono essere deposti.

3. Si devono applicare i canoni che affermano che se praticano la simonia, devono essere deposti.

4. Si devono applicare i canoni che affermano che se praticano l'omosessualità, devono essere deposti.

5. Si devono applicare i canoni che affermano che se sono massoni, devono essere deposti.

Lei è una persona istruita, come può credere al cielo e all'inferno?

Sappiamo dalla rivelazione unica del Nuovo Testamento che Dio è Amore. Quindi è chiaro che il cielo è la presenza dell'Amore e l'inferno è l'assenza dell'Amore. È molto semplice. È anche chiaro che il cielo e l'inferno, anche se in forme non sviluppate, esistono già sulla terra. La gente crea il proprio paradiso e l'inferno. La prego di dimenticare le nozioni primitive degli atei sul cielo e sull'inferno che sembra avere. Questo mi ricorda il contadino Krusciov, incredibilmente primitivo, che disse che Gagarin aveva dimostrato che Dio non esisteva perché era stato nello spazio e non l'aveva visto! L'unica cosa che questo dimostrava era l'ignoranza primitiva e la cecità spirituale di Krusciov.

Perché la Chiesa ha dei rituali? Sicuramente non sono necessari?

Gli angeli non hanno rituali. Allora perché noi li abbiamo? Ovviamente, perché non siamo angeli, cioè abbiamo corpi, una natura materiale. Tutte le persone hanno rituali. I protestanti hanno rituali (sedersi, alzarsi, preghiere, inni, sermoni per creare senso di colpa, raccolte di denaro per pagare per il senso di colpa, il che è una mera copia delle indulgenze cattoliche), i laicisti hanno rituali, sfilate, processioni, aperture di parlamenti, cerimonie sia militari che civili, ecc. Cerchiamo quindi di assicurarci che i nostri rituali della Chiesa siano belli e significativi.

La gente creerà sempre rituali per adorare qualcosa di più alto e più grande di se stessi, sia che si rivolgano al vero Dio o a uno inventato – l'alcool, calcio, il sole sulla spiaggia, un'ideologia umana... Sapendo che siamo inferiori e abbiamo bisogno di adorare qualcosa, adoriamo il vero Dio e non i falsi dèi.

Qual è la situazione in Ucraina adesso?

Non ci sono stato da un anno, ma con la persecuzione della maggior parte della gente ("minoranze etniche, tra le quali oltre il 50% sono russi"), la continua guerra civile, la fuga di milioni di persone all'estero (soprattutto in Polonia e in Russia) e il fatto che il governo sia sostenuto solamente da soldi degli USA e delle organizzazioni statunitensi come il FMI, credo che il futuro sia triste. Mi sembra probabile che in pochi anni il paese, che è un conglomerato artificiale fondato da Lenin e Stalin, si dividerà tra Russia, Polonia, Ungheria e Romania, lasciando un possibile resto di Piccola Russia intorno a Kiev.

Che cosa dobbiamo pensare dei recenti uragani nei Caraibi e dei terremoti in Messico?

Ci sono sempre stati eventi simili. Quando si sente dire: 'l'uragano più potente degli ultimi 100 anni', significa che ce ne sono già stati altri almeno altrettanto potenti nella storia umana. Nessuno di questi accade per la prima volta, è solo che i media sono qui per segnalare questi eventi. Ma i Caraibi e la Florida sono noti come luoghi di criminalità, gioco d'azzardo, prostituzione, droga e riciclaggio di denaro. È chiaro che solo la fede può evitare queste catastrofi, non il vizio. Quasi 70 anni fa a Tubabao san Giovanni di Shanghai protesse l'isola da un tifone con le sue preghiere, andando intorno all'isola con la croce e pregando. Questo è ciò che deve essere fatto oggi. Ma c'è qualcuno che lo fa?

Negli Stati Uniti alcuni temono una grande eruzione a Yellowstone che potrebbe quasi spazzare via la vita in Nord America, o un terremoto a San Francisco. Ma cosa fanno le persone in questi luoghi? Pregano, si pentono? Alcuni, certo, sì, ma sembra che la maggior parte sia sempre più sfacciata. Proprio come Pompei nell'antichità. Proprio come la torre di Siloam. Non c'è da meravigliarsi che la gente parli di Eurpa e America come "Eurosodoma e Gomorrica".

Da che parte sta nel conflitto sulla Brexit tra il cancelliere Philip Hammond e il segretario degli esteri Boris Johnson?

Questa è una domanda politica. Tutto quello che posso dire è che non sostengo né l'uno né l'altro. L'ex studente anglo-turco di Eton, Boris Johnson, nonostante il suo nome cristiano russo, è un russofobo fanatico che sostiene una nuova guerra fredda. Per quanto riguarda il multi-milionario Philip Hammond, l'ho conosciuto personalmente, poiché era nel mio stesso anno nello stesso college a Oxford e anche lui veniva dall'Essex (anche se dal lato sbagliato). Anche allora, da adolescente, era un carrierista spietato. È vero che ha fatto molta carriera, ma è ancora al massimo livello, che è quello che vuole. Tuttavia, a prescindere da ciò, entrambi questi politici sono pro-britannici, cioè anti-inglesi, perché sono a favore delle istituzioni del Regno Unito. L'ultimo politico pro-inglese a cui riesco a pensare è Sir Richard Body, da lungo tempo in pensione. Non sono sicuro che esista un solo politico pro-inglese oggi in Parlamento.

Dovremmo preoccuparci del conflitto tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord?

Per il momento non c'è conflitto, solo insulti mutui. Quello che mi preoccupa è che entrambi i leader abbiano terribili complessi di inferiorità che producono paranoia. Uno vuole essere preso sul serio come presidente, anziché come uomo d'affari di intelligenza limitata, l'altro è un uomo timido che cerca di vivere all'altezza del padre e del nonno nella crudeltà, nella violenza e in tutto il resto. E il suo paese è circondato da aggressive navi e aerei degli USA (gli Stati Uniti non sono circondati da navi e aerei della Corea del Nord), che non fanno altro che approfondire la paranoia nazionale.

Mi ricordano entrambi il Kaiser Guglielmo, che soffriva di un terribile complesso di inferiorità, causato dal suo braccio deformato e dalla sua profonda gelosia della Gran Bretagna, e che diede l'avvio alla Grande Guerra, con tutte le sue conseguenze spaventose. I 'complessi d'inferiorità' (= i peccati di gelosia, vanità, egoismo e orgoglio) causano molti problemi nella storia del mondo. Sono pericolosi. Quanto a questi leader, ai bambini si dovrebbero dare giocattoli, non pistole, missili e bombe nucleari. Questo è preoccupante.

 
Nuova versione romena di un articolo

L'articolo sulla domanda di Steve Jobs, che abbiamo presentato nella sezione "Confronti" il 6 aprile, è ora disponibile anche nella versione in romeno, grazie alla traduzione di Natalia Lozan di ortodoxia.md.

 
Le radici della domenica come giorno di riposo e di culto

Perché i cristiani ortodossi frequentano abitualmente la chiesa la domenica? Che significato storico e religioso ha la domenica? Che rapporto ha con la Risurrezione e perché è considerato un giorno di riposo e di gioia? Come è chiamato questo giorno nelle altre culture e perché?

La domenica è uguale al sabato?

La designazione della domenica come giorno di riposo ha una storia complessa e ricca e ci sono opinioni diverse sul fatto che serva come primo o settimo giorno della settimana. Alcuni sostengono che la domenica abbia sostanzialmente preso il posto del sabato.

L'Antico Testamento ci dice: "Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso si riposò da tutta l'opera che Dio aveva creata e fatta" (Gen 2:3). Questo passo identifica il sabato come il settimo giorno, un giorno riservato al riposo e alla pausa dalle attività secolari. I Comandamenti, consegnati da Mosè dal monte Sinai, lo rafforzano: "Ricordati del giorno del sabato, per santificarlo. Per sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro, ma il settimo giorno è il sabato del Signore tuo Dio. In esso non farai alcun lavoro..." (Es 20:8-11).

Il significato della domenica inizia con gli avvenimenti del Nuovo Testamento. La crocifissione di Cristo avvenne di venerdì, descritto come "il giorno prima del sabato" (Mc 15:42). Le donne portatrici di mirra visitarono la tomba di Cristo dopo il sabato, delimitando il periodo in cui il Signore era sceso agli inferi. È importante sottolineare che la risurrezione di Cristo avvenne "il primo giorno della settimana", segnando un momento profondo non solo nella fede cristiana ma nell'osservanza settimanale (Mc 16:9).

L'apostolo Paolo sottolinea la centralità di questo evento, affermando: "E se Cristo non è risorto, allora la nostra predicazione è vana ed è vuota anche la vostra fede" (1 Cor 15:14). Questa nuova comprensione trasformò il sabato da un semplice giorno di riposo a una celebrazione della risurrezione di Cristo, adempiendo le profezie dell'Antico Testamento e rimodellando il quarto comandamento. La domenica, quindi, non è solo una festa settimanale, ma la commemorazione del giorno in cui si è realizzata la salvezza dell'umanità.

discesa agli inferi – Viktor Vasnetsov

La determinazione della domenica come giorno di riposo e di culto

La domenica fu formalmente riconosciuta come giorno di riposo dall'imperatore Costantino il Grande, che svolse un ruolo fondamentale nella storia cristiana con il suo Editto di Milano. Questo editto, che promuoveva la tolleranza religiosa, elevò alla fine il cristianesimo allo status di religione di stato.

Il 7 marzo 321, l'imperatore Costantino emanò un decreto che trasformò la domenica – il giorno tradizionalmente associato al sole nella cultura pagana romana – in un giorno di riposo riconosciuto. Secondo questo decreto, tutte le attività secolari dovevano essere sospese: i mercati chiusi e le funzioni statali interrotte, sebbene il lavoro agricolo fosse esentato da queste restrizioni.

Dopo aver ottenuto il controllo sull'intero Impero Romano nel 323, Costantino estese le disposizioni dell'Editto di Milano a tutti i territori orientali, consolidando ulteriormente l'importanza della domenica in tutto l'Impero.

Gli editti successivi continuarono a rafforzare il significato della domenica. Nel 337 fu approvata una legge che imponeva ai soldati cristiani di partecipare alle liturgie domenicali. Successivamente, l'imperatore Teodosio vietò gli spettacoli pubblici domenicali per onorare la sacralità del giorno, una politica delineata in un editto del 386 che vietava anche procedimenti legali e attività commerciali domenicali.

Teodosio I il Grande, imperatore di retta fede

Esplorazione dei nomi della domenica attraverso culture diverse

Il termine "domenica" è universalmente riconosciuto, ma la sua nomenclatura e il suo significato culturale variano ampiamente a seconda delle lingue e delle regioni.

Giorno del sole

In molte lingue, in particolare quelle del gruppo germanico, il nome della domenica si traduce direttamente in "Giorno del Sole". Questa è un'eredità dell'antica Roma, dove il giorno era conosciuto come dies Solis, a sua volta una traduzione dal greco heméra helíou. Il termine ha permeato le tribù germaniche, influenzando le loro lingue: in inglese è "Sunday", in tedesco "Sonntag", e nelle lingue scandinave è "søndag" in danese e norvegese, e "söndag" in svedese.

In India, l'influenza delle divinità solari è evidente nei nomi della domenica, come "Ravivar" (da "Ravi") o "Adityavar" (da "Aditya").

Anche i cinesi e i giapponesi usano il carattere "sole" per denotare la domenica, sebbene le convenzioni per la denominazione delle settimane generalmente seguano l'ordine numerico, con l'eccezione di casi culturali unici come il venerdì associato al "denaro" e il sabato alla "terra" in Giappone.

Giorno del Signore

In lingue come il greco, il nome della domenica passa dal numerico al divino, passando da "inizio" a "Kiryaki", che significa "il giorno del Signore". Questo modello si rispecchia nell'armeno e in diverse lingue romanze in cui vengono utilizzate variazioni del latino Dominica: "domenica" in italiano, "dimanche" in francese e "domingo" in spagnolo.

Tradizioni slave

In russo, "domenica" deriva dalle parole dell'antico slavo ecclesiastico per resurrezione, che si collegano direttamente alla risurrezione di Gesù Cristo. Al contrario, altre lingue slave usano termini derivati da "non fare", che indicano un giorno di riposo: "nedilja" in ucraino, "niedziela" in bielorusso e polacco, e "neděle" in ceco. Sebbene "nedelja" in russo si traduca con "settimana", il suo uso ecclesiastico è ancora legato alla domenica, come in frasi come "nedelja del figliol prodigo" o "nedelja di san Tommaso".

Questi nomi diversi riflettono non solo radici linguistiche ma anche connotazioni culturali e religiose profondamente radicate, sottolineando la venerazione universale ma varia per la domenica in tutto il mondo.

Posizionamento della domenica nel calendario

Nel calendario contemporaneo della maggior parte dei paesi europei, la domenica è ufficialmente l'ultimo giorno della settimana. Ciò è formalizzato dalla norma internazionale ISO 8601, che designa il lunedì come giorno di inizio settimana. Nonostante ciò, la domenica rimane il primo giorno della settimana in diversi luoghi tra cui Polonia, Stati Uniti, Israele, Canada e alcune nazioni africane, riflettendo una miscela di visioni culturali e storiche sull'organizzazione del calendario.

La domenica come piccola Pasqua

Per i cristiani, ogni domenica viene celebrata come una "piccola Pasqua", un'eco settimanale della Pasqua. Al centro di questa giornata è la partecipazione alla Divina Liturgia, che la considera un momento principalmente per la preghiera e la riflessione spirituale piuttosto che per le attività secolari. Questa osservanza si collega alla più ampia dottrina cristiana che enfatizza la natura festiva della domenica, rispecchiando la gioia della Resurrezione.

Nella tradizione ortodossa, sia la domenica che il sabato hanno uno status speciale; sono giorni di festa secondo i canoni della Chiesa, e per esempio è prescritto che in questi giorni non ci si inginocchi.

Questa particolarità è particolarmente pronunciata durante la Quaresima. A differenza del focus penitenziale che caratterizza i giorni feriali della Quaresima, la domenica (e il sabato) rompono la norma con un servizio celebrativo. Al posto della Liturgia dei Doni Presantificati tipica dei giorni feriali, si serve la Liturgia integrale, senza la preghiera penitenziale di sant'Efrem il Siro, ed escludendo gli inchini terreni, mantenendo così lo spirito festivo proprio della commemorazione della risurrezione di Cristo.

 
Архимандрит Плакида (Дезей): Сегодняшняя Франция – СССР без Гулага

В 16 лет он пришел в католический монастырь с одним из самых строгих уставов во Франции, в 30 лет он основал свою обитель. В 41 он перешел в Православие и увлек за собой всю братию. Архимандрит Плакида Дезей, богослов, писатель, исихаст, о православном и католическом французском монашестве, отношениях Церкви и государства в интервью журнала «Нескучный сад».

* * *

Чем отличаются западные монахи вашего поколения от сегодняшних?

В теории все остается таким же. Я пришел в монастырь в 1942 г. В это время жизнь католических монахов была схожа с жизнью православных монахов в монастырях Афона. Мы следовали уставу святого Венедикта Нурсийского достаточно точно. Этот устав был установлен в VI в., в то время когда еще не было разделения на Православие и католичество. Все оставалось неизменным до 1960-х годов, до Второго Ватиканского Собора. Этот Собор повлек за собой большое количество обсуждений в католической среде. Многие монахи, часто половина общины, бросали монашескую жизнь, многие женились. И в монастырях, не всегда, но часто, терялись элементы монашеской традиции. Однако сейчас можно отметить тенденцию возврата к традиции. В моем монастыре (католическое аббатство Белльфонтен, в котором принял постриг отец Плакида еще до присоединения к Православной Церкви –ред.) в 1942 г. было 89 монахов, а сейчас их меньше 30. Больше половины из них старше 80 лет. Во Франции сейчас существует проблема с пополнениями монастырей, но можно заметить тенденцию к возврату к традициям. Я всегда говорю, что монашеская жизнь на Афоне претерпела гораздо меньше изменений, чем в том монастыре, где я был. На Афоне православная вера очень тверда и сильна.

Мешает ли в современном монастыре бытовой комфорт молитвенному подвигу?

Я бы не сказал, что жизнь монахов стала комфортнее, в этом плане изменений не очень много. Часто теряется сам дух традиции. В Католической церкви во Франции многие монастыри сохраняют, тем не менее, свои аскетические традиции и они очень тепло относятся к Православию.

Какие традиции галльского монашества неразделенной Церкви стоило бы возродить?

Монастырь Фонгомбо, монастырь Трийор, который находится в 25 километрах отсюда, дружны с нами, настоятель очень нас любит. Есть много монастырей, которые сохраняют старые французские традиции. Основное различие - это сам язык службы, французский, но в остальном здесь такие же правила жизни, что и на Афоне.

Каким Вы видите путь развития современного православного монашества в Европе?

Монашеская жизнь должна быть достаточно гибкой, чтобы смочь адаптироваться к современности, оставаясь неизменной в своей основе. Мы должны очень стараться помочь верующим православным, католикам и даже людям нецерковным защитить христианскую традицию, которая сейчас в большой опасности. Сегодняшнее правительство Франции хочет уничтожить все, что связано с христианством.

Как Вы принимаете новых послушников?

Когда молодой человек желает стать частью монашеской жизни, мы просим его сначала провести в монастыре неделю в период отпуска или каникул. Это может повторяться неоднократно: люди продолжают жить в миру, учатся, но приезжают в монастырь на время. По истечении двух, трех лет они поступают в монастырь в качестве послушников. Тогда они живут в монастыре от двух до пяти лет, а затем они могут принять монашество. Добавлю, что молодых людей, стремящихся к монашеской жизни, сейчас, к сожалению, очень мало.

Встречи с какими православными подвижниками как-то особенно повлияли на Вас?

В ХХ веке в каждой стране было много святых, но у каждой страны есть свои особенности подвига. Для России характерно мученичество. И у вас было несколько великих святых старцев, но в основном новомученики. В Греции же, например, на Афоне, жили старец Иосиф и другие выдающиеся подвижники. Их учение – свет христианства в наши дни, оно имеет огромное духовное значение.

Самый значимый из подвижников для меня -- старец Иосиф Исихаст. Я с ним не встретился лично, но я знал его через его учеников. У него было десяток учеников, которые переняли его духовную практику в крупных афонских монастырях.

Я не раз встречался со старцем Паисием Святогорцем, когда он жил в горах, и он давал мне советы, отвечал на мои вопросы, оказывал духовную помощь. В моем монастыре Симонопетра игуменом был отец Емилиан, который был тоже очень опытный, святой старец. Ранее, во время путешествия в Румынию, мне посчастливилось встретиться со многими подвижниками, с отцом Клеопой, и с другими. В Румынии было много выдающихся монахов.

Чем православие может привлечь современных французов?

Во Франции немало людей интересуется Православием. Но в целом Европа невероятно далеко отошла от христианства. Французская революция имела своей основной целью уничтожить христианскую веру как во Франции, так и во всей Европе. Они приложили к этому много усилий. Во Франции католичество оказывало достаточно сильную оппозицию и, к сожалению, в конце XIX - начале XX вв., правительство депортировало десятки тысяч монахов, которые основывали впоследствии монастыри в Англии, Бельгии и других странах. Особенно тяжелый период был с 1905 по 1920-е гг., и только после Второй мировой войны они смогли вернуться.

Какое сейчас отношение к монашеству во Франции?

Несмотря на то, что монахов во Франции не так уж и много, правительство очень враждебно к монашеству.

Почему во время секуляризации монашество страдает первым?

Во время революции 1789-93 гг. все монастыри и их имущество были конфискованы. Во многих епархиальных зданиях были организованы префектуры, библиотеки, и ничего не было возвращено. Монастыри же многие были впоследствии выкуплены. Начиная с революции, всякий раз, когда к власти приходят левые, можно говорить о тенденции к уничтожению христианства. Сейчас Франция самая отдаленная от христианства страна Европы.

Так сложилось, что во Франции, начиная с учения Вольтера и философов-просветителей в XVIII в., было много обществ, не просто настроенных против религии. Они откровенно хотели религию уничтожить. Во время революции, была провинция во Франции, которая противилась этой тенденции, жители этой провинции хотели защитить изгнанных, осужденных на смерть священников (Провинция Вандея восстала в 1793 г. под лозунгом «За короля и веру», неудобный для историков-марксистов пример «контрреволюции низов» - ред.). Правительство первой Французской Республики опубликовало 1 августа 1794 году декрет, о том, что французская армия должна уничтожать население Вандеи, особенно женщин и детей, чтобы окончательно пресечь всякое распространение их идей. Было убито до 200 тысяч человек. (Командующий западной революционной армией генерал Тюрро сказал, что «Вандея должна стать национальным кладбищем». В одном только Нанте было убито около 10 тысяч человек. Забавляясь, революционеры топили в Луаре священников, связанных попарно с юными девушками из семей восставших. Однако Вандея так и не была покорена, и в 1795 г., после переворота Девятого Термидора, новая власть пошла на компромисс с повстанцами, в частности, остановила казни и преследование не присягнувших революции священников – ред.).

Нет ли опасности, что власть будет способствовать превращению монастырей в музеи или центры социальной помощи? Например, установив высокие налоги, введя различные бюрократические препоны для поступления в монастырь новых послушников?

Все монастыри, которые ранее были конфискованы, сейчас стали туристическими местами, однако, я думаю, что сейчас монашество не имеет во Франции особого значения для правительства. Они нацелены на молодежь и на уничтожение христианства среди школьников. На это определенно направлена сегодняшняя система государственного образования. Многие средства массовой информации, газеты, журналы, находятся в руках противников веры, которые ведут, таким образом, активную с ней борьбу. Министр юстиции (Кристен Тобира – ред.) заявила, что нужно полностью сменить христианскую культуру на атеистическую.

Отрицает ли современный атеизм религию или превратился в религию сам?

Для них любая религия – это собрание предрассудков, которые подлежат уничтожению. Это отрицание и становится государственной религией. У нас есть русские друзья, которые раньше жили в Москве, а сейчас переехали во Францию, они нам говорили: «Ничто так не похоже на Советский Союз, как современная Франция». Нет Гулага, нет лагерей, но христиан считают глупцами.

Как можно изменить эту ситуацию?

Православные могут участвовать в католических акциях, чтобы вместе противостоять антихристианским законам. Ведь католики устраивают немало манифестаций против законов, нацеленных на то, чтобы уничтожить христианскую веру во Франции.

Поможет ли совместное участие в общественных акциях привести католиков в православие?

В косвенной степени да. Я могу сказать, что можно отметить все более увеличивающуюся симпатию к Православию. Например, в самом крупном издательстве католической литературы CERF теперь есть секция, посвященная Православию, и ей руководит православный. Я работаю с иезуитами Лиона над издательством текстов Отцов Церкви, средневековых восточных авторов, которые очень близки к православным традициям.

На наших глазах произошел расцвет Православия русского народа. Такую же тенденцию можно было наблюдать и во Франции в XIX в. как реакцию на революционные события прошлого. Однако потом произошло обратное: в конце XIX-начале XX в. противники христианской веры были очень жестоки с верующими и высылали десятки тысяч монахов.

Нужно быть очень осторожными, так как американцы способны спровоцировать среди молодежи в России движение против христианства и религии. Православным стран бывшего Советского Союза я могу лишь посоветовать оставаться стойкими и оставаться в единстве, верными Московскому Патриархату.

За два часа езды отсюда есть женский монастырь, который периодически принимает паломников из женского монастыря Минска. Мы их очень любим, и я считаю, что в Белоруссии вера и православная традиция остались сильны. На Украине ситуация более сложная, так как там издавна было сильное западное влияние - Австрии и других стран. Сегодня Церковь там попала под серьезную атаку.

В июле этом году в Киеве, Минске и в Москве будет праздноваться 1025 лет со дня Крещения Руси князем Владимиром. Это очень важно. Строительство нашей церкви здесь было завершено за год до Тысячелетия Крещения Руси, и мы решили тогда, что в молитвах в этом храме мы будем просить Господа освободить Россию от советской власти. Храм не случайно посвящен прп. Силуану Афонскому. Старец Силуан символизирует связь России, Греции и Святой Горы с одной стороны и Запада с другой, так как там книга о нем была очень распространено и имела большое значение. Он - представитель духовной связи между Грецией, Россией и Западом.

Монастырь Святого Антония Великого в горах Веркора был основан в 1978 году как подворье Афонского монастыря Симонопетра, в котором годом ранее отец Плакида присоединился к Православию. Архимандрит Плакида (Дезей) – его основатель и духовный наставник. Сегодня в монастыре подвизаются 6 монахов. Все европейцы. Католики и протестанты по рождению, присоединившиеся к Православной Церкви, они живут по строгому афонскому уставу, продолжая традиции старца Иосифа Исихаста. Обитель находится в природном заповеднике в горах Веркора, поэтому туристы – частые гости братии. Они приходят послушать византийское пение и увидеть уникальные фрески. Для многих этот небольшой монастырь на месте бывшей водяной мельницы становится первым местом встречи с Православием.

 
Come portare la fede ortodossa alla comunità afro-americana

Dalla diocesi di New York e New Jersey della Chiesa Ortodossa in America

"Ci piacerebbe entrare in contatto con gli afro-americani nella nostra comunità, ma non sappiamo come fare."

"Non so da dove cominciare."

"Ho paura che saremo visti come troppo bianchi e troppo esotici".

"Come facciamo a fondere la Chiesa e la cultura nera con [inserire un gruppo etnico ortodosso a vostra scelta]?"

Vi suona familiare? Le parrocchie ortodosse in tutto il paese si sforzano di aprirsi a vari gruppi etnici – e desiderano ampliare gli sforzi evangelistici delle parrocchie nel portare la Santa Ortodossia a neri, latini e asiatici – ma mancano della conoscenza, delle intuizioni, e degli strumenti per farlo. Con i più grandi dei cuori e i più grandi dei desideri, quest'area di evangelizzazione... offrire e condividere l'Ortodossia con i gruppi etnici minoritari... può tuttavia sembrare abbastanza scoraggiante per convincere molti a non cominciare neppure lo sforzo.

il padre diacono Turbo Qualls

Per rispondere a queste preoccupazioni e di fornire informazioni, idee e strumenti per addestrare ed equipaggiare il clero e i laici per cominciare un'efficace sensibilizzazione per gli afro-americani, la Commissione diocesana per la missione e l'evangelizzazione ha promosso un seminario di formazione di un giorno intitolato "Portare la fede ortodossa ala comunità afro-americana". Grazie alla gentile ospitalità della chiesa dei santi Pietro e Paolo a Manville, NJ, sabato 16 luglio 2016, il seminario ha riunito oltre 40 persone provenienti da due decanati e al di fuori della diocesi per ascoltare e imparare da due notevoli esperti dela sensibilizzazione degli afro-americani: padre Alexii Altschul (uno dei fondatori della Confraternita di san Mosè il Nero), e il padre diacono Turbo Qualls (coordinatore del capitolo di sviluppo della Fratellanza).

Albert Raboteau

Il padre diacono Turbo ha parlato per primo la mattina, a seguito di un Molieben (servizio di preghiera) per "l'inizio di ogni buona opera". Ha affrontato un tema potente: l'Ortodossia non è "la religione dell'uomo bianco" e non è mai stata imposta agli africani portati in America sulla via dello schiavismo transatlantico (e, inoltre, l'Ortodossia, a differenza di quasi tutta l'Europa occidentale e del cristianesimo occidentale, non è mai stata coinvolta nel traffico maligno di esseri umani). Piuttosto, l'Ortodossia è una fede africana storica che ha avuto radici in Africa fin dal tempo degli apostoli: gli Atti degli Apostoli menzionano il battesimo dell'etiope daparte di san Filippo; e molti dei Padri della Chiesa hanno vissuto e sono stati originari delle nazioni africane settentrionali come la Libia, l'Egitto e Cartagine.

Padre Alexii ha parlato nel pomeriggio delle sue esperienze di uomo bianco sposato con una donna di colore, che ha cresciuto una famiglia mista, e che alla fine ha trovato e abbracciato l'antica fede cristiana. Ha iniziato i "Ministeri di Riconciliazione" (ora conosciuti come Servizi di Riconciliazione, che continuano a servire i poveri e gli emarginati del quartiere di Troost Avenue a Kansas City). Lui, la sua defunta moglie e la comunità hanno iniziato la Chiesa ortodossa di Santa Maria Egiziaca, che ora è una parrocchia della Chiesa ortodossa serba in Nord America.

Dopo aver stabilito ulteriori opportunità di reciproco confronto e collegamenti, il seminario si è conclusa con un altro Molieben "per la cessazione dei conflitti", che si trova nel quarto volume del Grande Eucologio.

Sono in corso progetti per altre conferenze in questa serie missionaria a partire dalla fine dell'anno.

 
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La bellezza architettonica di Optina Pustyn, ritiro spirituale di Tolstoj e Dostoevskij

Una pietra angolare della cultura e dell'eredità spirituale russa

Questo articolo è tratto da una serie di William Brumfield, (Wikipedia), professore di slavistica all'Università di Tulane, New Orleans, Stati Uniti d'America.

Brumfield è il più famoso storico dell'architettura russa nel mondo. Compie frequenti viaggi in Russia, spesso nelle sue regioni remote, e registra i più singolari esemplari architettonici rimasti con una dettagliata fotografia professionale.

Il suo libro più recente è un vero e proprio tesoro, Architecture At The End Of The Earth, Photographing The Russian North (2015). (Amazon). Questo libro veramente bello è stato reso possibile grazie al finanziamento di un filantropo statunitense: il suo vero costo è di 3 volte il suo prezzo di vendita al dettaglio, e non possiamo non consigliarvelo. Ecco la nostra recensione del 2015.

Complimenti a Russia Behind The Headlines per aver reso possibile il lavoro di Brumfield, fornendo una grande piattaforma per la sua bella fotografia. Vi consigliamo di visitare la pagina di RBTH, che per ogni articolo ha una presentazione a slide show con molte più immagini di quelle che possiamo inserire qui.

Non credete nei miracoli? Beh, siamo in grado di assicurarvi che il lavoro di Brumfield è senza dubbio un miracolo. Potete trovare un elenco completo dei suoi articoli su Russia Insider qui.

* * *

Situato nella regione di Kaluga, a sud di Mosca, Optina Pustyn è tra i monasteri russi più venerati e amati. Parte del suo fascino è il suo ambiente naturale privilegiato in una maestosa pineta che si affaccia sul piccolo fiume Zhizdra.

La leggenda popolare dice che il nome deriva da Opta, un brigante che rinunciò al suo stile di vita caotico, prese il nome monastico di Makarij e formò un eremo nella foresta alla fine del XIV secolo. "Pustyn" è legato alla parola per "deserto", ed è spesso usato per le piccole comunità monastiche nelle foreste.

Nel XV secolo, il ritiro accoglieva uomini e donne che vivevano in aree separate, ma erano guidati da un padre spirituale comune. Questa pratica fu vietata dalla Chiesa ortodossa russa al Concilio del 1503, e la comunità di Optina fu ricostituita per soli uomini, come monastero della santa Presentazione di Optina Pustyn. Sopravvissuto a stento nei secoli XVI e XVII, il monastero giunse all'indigenza agli inizi del XVIII secolo e fu brevemente chiuso a metà degli anni 1720.

Per secoli il monastero fu costituito da case di tronchi di legno. Nel 1750 iniziarono i lavori di una nuova chiesa principale dedicata alla Presentazione della Vergine, ma il monastero continuò a trovarsi sull'orlo della povertà, aggravata nel 1764 dalla secolarizzazione dei beni dei moasteri, operata da Caterina la Grande.

Alla fine del XVIII secolo, tuttavia, il monastero e la sua posizione attraente ottennero l'attenzione di un vescovo, Platon, metropolita di Mosca e Kaluga. Il suo sostegno portò a una rinascita, compresa la costruzione nel 1802-1806 di un grande campanile e di un chiostro adiacente.

Nel corso del XIX secolo seguirono altre chiese, cappelle ed edifici monastici, tra cui un grande refettorio con imponenti affreschi e dipinti sul soffitto che sono sopravvissuti.

Di particolare importanza fu l'eremo del monastero, o skit (ritiro), dedicato a una più severa forma di osservanza spirituale. Dedicato a Giovanni il Battista, lo skit a Optina Pustyn fu fondato nel 1821 su un proprio terreno a breve distanza a est delle mura principali del monastero.

Il centro dello skit resta la Chiesa della Natività di Giovanni il Battista, costruita nel 1822. Ricoperta di rivestimenti in plance rosse, l'attraente struttura in legno è dotata di un portico neoclassico bianco.

Altri edifici dello skit includono piccole residenze e una biblioteca ospitata in un'elegante struttura che servì come museo durante il tardo periodo sovietico.

Nel corso del XVI secolo l'eremo fu ampiamente conosciuto per i suoi saggi che raggiunsero la designazione di starets, o "anziano". Sebbene il concetto di starchestvo fosse stato portato al monastero dalla gerarchia della chiesa negli anni dopo il 1820, la designazione di starets si affermò in primo luogo attraverso il rispetto popolare verso alcuni monaci che conducevano un'esistenza ascetica presso l'eremo e in cui il carisma si fuse con una profonda saggezza spirituale. La Chiesa venera tutti i 14 monaci conosciuti come "startsy" a Optina Pustyn.

Il monastero di Optina Pustyn attirava tutti i livelli della società, inclusa l'élite intellettuale e artistica della Russia. Nikolaj Gogol, Ivan Turgenev, Pjotr Chajkovskij, i fratelli Ivan e Konstantin Aksakov, Konstantin Leontiev – questi sono solo alcuni dei grandi artisti e pensatori che hanno visitato Optina Pustyn. Ma il monastero è meglio conosciuto per i suoi incontri con Fjodor Dostoevskij e Lev Tolstoj – incontri che in entrambi i casi coinvolsero una grave crisi personale.

Gli eventi che portarono alla visita di Dostoevskij si verificarono in un periodo particolarmente stressante nella sua vita. Nella primavera del 1878 aveva iniziato a lavorare a I fratelli Karamazov – il suo ultimo trionfale capolavoro. A metà maggio, tuttavia, il suo amato figlio più giovane, Aljosha, si ammalò improvvisamente e morì per una crisi all'età di due anni e nove mesi.

Vedendo l'angoscia incancellabile del marito, Anna Grigorevna Dostoevskaja si rivolse al loro amico, Vladimir Solovjov, egli stesso un profondo scrittore e filosofo mistico. Gli fece notare che Dostoevskij aveva a lungo pensato di andare a Optina Pustyn, e il momento essenziale era venuto. Solovjov accettò di portare con sé Dostoevskij al monastero a fine giugno.

Dostoevskij aveva sperato di arrivare il 24 giugno, che era la festa della Natività di san Giovanni Battista e il quarantesimo giorno dopo la morte di Aljosha (la Chiesa ortodossa pone particolare enfasi sul ricordo dei defunti in quel giorno) Arrivarono, però, il 25, e Dostoevskij richiese un servizio commemorativo (panichida) per il figlio il 26.

Dostoevskij rimase a Optina Pustyn fino al 27, e in questo periodo cercò conforto presso il venerabile starets Amvrosij (Ambrogio), noto per la sua compassione e penetrante intelligenza. Dostoevskij successivamente trasportò queste qualità nella figura di padre Zosima, lo starets che appare ne I fratelli Karamazov.

La consolazione di padre Zosima alla donna che aveva perso suo figlio (nel capitolo "donne credenti") probabilmente deriva dagli incontri di Dostoevskij con lo starets Amvrosii – in particolare, la loro conversazione privata nella sua modesta casetta vicino all'ingresso dello skit. Anna Dostoevskaja notò che il marito tornato da Optina Pustyn era una persona diversa, in pace e non più schiacciato dal dolore. Riprese il suo lavoro su I fratelli Karamazov con una nuova forza spirituale.

Gli incontri di Lev Tolstoj con Optina Pustyn furono più frequenti, ma alla fine senza risoluzione spirituale. Dopo le visite nel 1877 e nel 1881, ritornò per un incontro con lo starets Amvrosij nel 1890, l'anno prima della morte di Amvrosij. L'incontro fu evidentemente teso e difficile per l'anziano monaco, che era stancato dall'orgoglio di Tolstoj.

A questo punto Tolstoj aveva pubblicamente rotto con la Chiesa ortodossa e aveva attaccato i principi fondamentali del dogma cristiano. Ciò nonostante, tornò a Optina Pustyn nel 1896 sotto la spinta della sorella Maria, che nel 1891 era entrata nel vicino convento di Shamordino. Durante quella visita ebbe un incontro con lo starets Iosif, la cui calma generosità di spirito portò una misura temporanea di pace alla sua esistenza.

Ma la turbolenta ricerca spirituale di Tolstoj non fu facilitata. La sua crisi esistenziale finale lo portò ad abbandonare la sua casa nelle prime ore del 28 ottobre 1910. Accompagnato dal suo medico, Dushan Makovitskij, Tolstoj arrivò a Optina Pustyn verso la fine della giornata.

Durante il difficile viaggio chiese con frequenza degli anziani a Optina Pustyn. Nonostante il suo rifiuto di riconciliarsi con la chiesa, la sua angoscia a quanto pare lo portò a cercare la saggezza e il conforto che essi potevano fornire.

Dopo aver trascorso la notte presso il monastero, Tolstoj si avvicino all'eremo alla mattina del 29. In questo momento critico era assalito dal dubbio e dalla paura che non sarebbe stato ricevuto. Si recò invece da sua sorella Maria presso il convento di Shamordino e meditò persino di stare nelle vicinanze per un certo periodo di tempo.

Ma l'arrivo di sua figlia Aleksandra (Sasha) il 30 lo fece fuggire di nuovo. Insieme a Makovitskij, si diresse il 31 alla stazione di Astapovo, dove Tolstoj morì una settimana dopo.

In un capitolo finale della tragedia, la fuga di Tolstoj dall'eremo divenne rapidamente nota a Optina Pustyn, che ricevette la notizia con sgomento. Lo starets Varsonofij si recò a Astapovo, ma non gli fu consentito di vedere Tolstoj nonostante ripetute richieste. I più stretti collaboratori di Tolstoj non avevano alcun interesse a tale riunione.

Sulla scia della rivoluzione bolscevica del 1917, Optina Pustyn fu chiuso nel gennaio 1918. Ne seguirono dispersioni, esecuzioni ed esilio. Durante il periodo sovietico, la maggior parte delle opere d'arte religiosa è stata persa o distrutta. Nel 1931, lo skit è divenuto una casa di riposo, e il monastero ha ospitato varie aziende.

La pagina più buia della storia del monastero ebbe luogo nell'autunno del 1939, quando circa 5.000 ufficiali polacchi catturati furono rinchiusi in quello che è stato chiamato campo di concentramento di Kozelsk-1. I monasteri cinti da mura erano spesso usati come prigioni in questo periodo. Nel 1940 questo gruppo fu inviato a Katyn e fucilato in un'esecuzione di massa.

Dopo un breve periodo come ospedale militare, il monastero fu utilizzato nel 1944-1945 come "campo di filtrazione" dell'NKVD per gli ufficiali sovietici rimpatriati dai campi tedeschi. Negli anni successivi il territorio servì come scuola agricola.

Il monastero della Presentazione di Optina Pustyn è stato finalmente restituito alla Chiesa ortodossa nel 1987 e le funzioni sono riprese nel 1988. Nel 1990 anche lo skit di san Giovanni Battista è stato restituito al monastero.

Ha avuto così inizio un processo di restauro i cui risultati sono oggi visibili in modo così impressionante. Come il monastero di Solovetskij nel Nord russo, che ha anch'esso assistito a tragici eventi durante l'era sovietica, Optina Pustyn ha sperimentato una rinascita che ogni anno attira migliaia di pellegrini e visitatori.

 
Battesimo di massa di 118 anime in Ruanda

“Quanti in Cristo siete stati battezzati, di Cristo vi siete rivestiti, Alleluia”

“Mwebwe mwese ababatijwe muri Kristo, mwambaye Kristo, Aleluya”.

Con la benedizione di sua Beatitudine Teodoro II, papa e patriarca di Alessandria e di tutta l'Africa; e con le preghiere dei fedeli ortodossi in tutto il mondo, l'11 settembre 2016, 118 persone sono state battezzate in Ruanda.

Sua Grazia Innocenzo, padre spirituale e vescovo della diocesi ortodossa del Burundi e del Ruanda è estremamente felice per queste anime assetate d'Ortodossia fin dall'inizio della sua opera missionaria nel 2012.

Dopo il battesimo e la Divina Liturgia, il gruppo tradizionale dei "danzatori ortodossi Abatarutinya" ha intrattenuto il pubblico.

Molti anni ai soldati di Cristo appena illuminati!

 
I cinque stadi dell'ingresso nella Chiesa

Introduzione

Tutti siamo battezzati nella Chiesa, ma tutti dobbiamo crescere in lei, passando attraverso il processo di conversione in modo da diventare ortodossi. Qualunque sia la nostra nazionalità o cultura (gli esseri umani sono uguali in tutto il mondo), possiamo identificare cinque tappe attraverso le quali dobbiamo passare in questo processo. Quali sono?

1. Superstizione

Questa viene per prima in quanto è la fase più semplice, solo un passo la divide dall'incredulità, ed è per questo che è così diffusa tra i neo-battezzati. La superstizione è strettamente connessa con la magia perché, come la magia, presuppone che un effetto spirituale sia automatico, che nessuno sforzo di fede ci sia richiesto. Come esempi, abbiamo l'autista che guida come un maniaco, ma pensa che un'icona o una croce nella sua auto lo proteggeranno, il calciatore che fa il segno della croce prima dare un calcio al pallone anche se ha giocato sporco per tutta la partita, o la prostituta che pensa che bevendo acqua santa ogni giorno, sia perdonata. Tutti questi atteggiamenti mostrano superstizione, una credenza in un effetto magico di ciò che si fa, a prescindere dalla mancanza di pentimento e quindi di un reale cambiamento nel modo di vivere.

2. Ritualismo

Strettamente collegato alla superstizione è il ritualismo. Questa è la convinzione che un rituale svolto correttamente ci salverà, anche se durante il rituale noi non preghiamo e agiamo contro il suo spirito. Mettere la lettera al di sopra dello spirito è sempre sbagliato. Questo non significa che i rituali sono sbagliati, ogni religione ha rituali per la semplice ragione che non siamo angeli e abbiamo corpi, e quindi ci esprimiamo fisicamente, stando piedi, in ginocchio o facendo inchini, prosternazioni e il segno della croce. Abbiamo bisogno di seguire i rituali correttamente al fine di disciplinare noi stessi, ma questo non significa che dobbiamo fare dei rituali un ritualismo, un culto dei rituali. Noi adoriamo Dio, non i rituali, altrimenti questi diventano idoli. Non confondiamo il mezzo con il fine.

3. Nazionalismo

Come con il ritualismo, ci sono quelli che trasformano la fede in un rituale nazionale, cioè l'idolatria della loro nazione e del loro Stato. Tale nazionalismo è profondamente estraneo alla genuina Ortodossia, perché l'Ortodossia è cattolica o conciliare, ovvero internazionale, sia a livello locale e globale. Nelle nazioni occidentali, dove lo Stato è fondamentale, i nazionalisti proclamano 'l'Inghilterra per gli inglesi', 'la Francia per i francesi' ecc Solo gli ortodossi non praticanti dicono 'la Russia per i russi' o 'la Romania per i romeni'. Quelli integrati nella Chiesa dicono 'la Russia per gli ortodossi', 'la Romania per gli ortodossi', indipendentemente dalla nazionalità. La fede è sempre al di sopra delle preoccupazioni mondane e così è al di sopra delle religioni di Stato con il loro falso conservatorismo e fariseismo. Naturalmente, questo non significa che si debba cadere nell'estremo opposto di negare l'incarnazione della nostra fede nella vita di diverse nazioni.

4. Intellettualismo

La quarta fase dell'ingresso nella Chiesa, una fase che non riguarda tutti, è quella di superare l'intellettualismo, l'uso della ragione, che riduce la fede a mera erudizione. L'erudizione, la conoscenza astratta, semplicemente gonfia la gente e la rende orgogliosa e quindi stupida, come osserva l'apostolo Paolo. Questo è esattamente l'opposto del risultato desiderato, che è l'umiltà. La conoscenza astratta è irrilevante, in quanto le azioni parlano più forte delle parole. Una conoscenza intellettuale della fede è spiritualmente irrilevante in quanto è teorica e disincarnata e così spesso associata con il liberalismo e il modernismo, ecc. Proviene da una mente non purificata, spiritualmente non illuminata. Solo il tocco del cuore può influenzare la volontà e così portare alle azioni. Una conoscenza intellettuale o esteriore della fede è utile per spiegare la fede, ma si può andare oltre. In quanto non fornisce alcun esempio di fede viva, di azione, è in ultima analisi superficiale, un castello di carte.

5. Emotività

Lo stadio successivo dell'ingresso nella Chiesa è il passaggio attraverso l'emotività. Ciò significa pietismo, i sentimenti pii che possiamo avere nella Chiesa, ma che sono solo sentimenti. Questi ci possono portare ad agire in modo corretto verso gli altri, ma possono anche diventare spiritualmente pericolosi, poiché se il cuore è impuro i sentimenti creano auto-soddisfazione e auto-illusione, il concetto che in qualche modo siamo 'gia' salvati perché abbiamo sentimenti tanto forti. Spesso questa emotività va di pari passo con un culto della personalità, la devozione verso un individuo (spesso un membro del clero), che ci avvicina alla superstizione e al ritualismo. In ogni caso, l'emotività è superficiale, anche se meno dall'intellettualismo perché almeno coinvolge l'organo del cuore, non l'organo dell'intelletto. Almeno con tale pietismo emotivo ci sono alcuni risultati positivi, perché i sentimenti sono meno astratti dei pensieri. Tuttavia, i sentimenti sono solo sensazioni, non sono ancora spirituali poiché non provengono dall'occhio del cuore o nous che ci collega a Dio, ma provengono dal cuore non purificato.

Vita spirituale

Se siamo passati attraverso queste cinque fasi, siamo entrati nella Chiesa. Ora entriamo nel regno spirituale. Questa si chiama vita spirituale, perché è solo quando lo spirito si muove che la volontà fa sacrifici e così le parole diventano azioni. È la vita spirituale che è la vita della Chiesa. Coloro che sono entrati nella Chiesa sono entrati nella vita spirituale, perché la loro priorità è la Chiesa, e non tutte le altre trappole idolatre che abbiamo elencato sopra. Questa sesta tappa della vita, l'ingresso nella Chiesa, prefigura la lotta verso la settima tappa, che è l'ingresso in cielo.

 
La prospettiva di Sergej da una barricata a Lugansk

Trascrizione in italiano

Il ponte non può essere riparato?

È rotto in alcuni punti, ma la gente ha paura di venire a ripararlo.

Abbiamo dato loro un paio di soldati per farli stare al sicuro.

Forse riusciremo a farlo riparare.

Ovviamente i lavoratori alle riparazioni si sentono a disagio.

Sappiamo dov'è il danno, ma loro sono riluttanti a venire qui.

E al buio è difficile lavorare.

Abbiamo bisogno di tenere le luci accese di notte.

Possiamo essere visti da qui, ma non da lì.

[scritta sulla strada] Mine!

I fari li accecheranno, anche se hanno equipaggiamenti da visione notturna.

In sostanza, non possono utilizzare questo ponte.

Quello adiacente è stato distrutto?

Il nuovo ponte, quello grande?

Sì, il nuovo ponte è stato bombardato da tutti i lati. Non abbiamo posizioni lì.

Ecco perché abbiamo questa posizione.

Nella guerra abbiamo preso il ponte ai tedeschi.

300 uomini lo hanno tenuto,

e le truppe sovietiche non riuscivano a passare.

[alle guardie] Fateli passare!

Andiamo qui a fare l'intervista.

Questa è la bandiera (rossa) della 79a, che ha liberato Lugansk.

Ah sì, quella della vittoria. La gente a Dnepropetrovsk ci ha chiesto di portarla da Mosca.

[scritta sullo striscione] Odessa, noi siamo in lutto...

Quella bici è l'attrezzatura che usiamo per affrontare i loro carri armati.

Allora, qual è il suo nome?

Sergej.

Ok. Venga in questa inquadratura.

Sergei, lei è un miliziano, di stanza a questa barricata. Da quanto tempo è qui?

Non riesco nemmeno a ricordarlo. Da un tempo molto lungo.

La prossima domanda è questa: perché è qui?

Io sono di Lugansk. La maggior parte dei ragazzi qui sono da Stanitsa Luganskaja.

Ma io sono di Lugansk.

La barricata su questo fiume è una difesa della città di Lugansk.

Questi ragazzi qui, questi eroi

sono dal quartiere Stanichno-Lugansk,

ma sono qui appositamente per difendere la città di Lugansk.

Ciò significa che se il Settore destro e la Guardia nazionale vengono da questa parte...

Questa è l'unica barricata. E il ponte e il fiume sono una difesa naturale.

Abbiamo scelto di non difendere Stanitsa Luganskaja.

I ragazzi sono qui per impedire al nemico l'ingresso nella città di Lugansk.

Allo stesso tempo, abbiamo tagliato le nostre retrovie.

Così le retrovie sono all'avanguardia, se si può dire così.

Siamo a posto con il cibo, come potete vedere qui, perché la gente ci sostiene.

Date un'occhiata a quel vaso. La gente lascia i soldi lì.

Siamo ben forniti, perché ognuno va per le cose: sigarette, latte, acqua, cibo, salumi.

La gente dà tutto il possibile. Si tratta di persone provenienti da Stanitsa.

Se perdiamo Stanitsa, le retrovie sono perdute.

Ma questa barricata difende specificamente Lugansk.

Noi non li lasceremo arrivare a Lugansk.

Ci racconti cosa è successo qui, e cosa sono questi oggetti.

Durante il primo attacco aereo ...

Quando è stato?

Non ricordo, a essere onesto...

Più o meno, orientativamente?

Un mese fa, credo. Un po' meno.

C'è un prete che viene spesso qui.

è arrivato, ci ha dato una benedizione, ha letto una preghiera,

ha asperso le nostre armi con l'acqua santa.

E se n'è andato.

20-40 minuti dopo è cominciato l'attacco aereo.

I missili che scendevano qui

Hanno fatto buchi nella strada.

Sono volati più avanti.

I missili non hanno distrutto questi impianti.

I missili caduti qui non sono esplosi.

Altri missili caduti nei boschi sono esplosi.

La cosa molto significativa è che c'erano due grandi autobus qui in quel momento.

I conducenti hanno evacuato i loro passeggeri.

Nessuno di loro è rimasto ferito, perché i missili non sono esplosi.

Due dei nostri che passavano sono stati colpiti da frammenti.

Vale la pena notare che tutti i nostri nemici conoscono bene le nostre posizioni di combattimento.

I tedeschi avevano costruito fortificazioni qui, e avevano bloccato l'esercito.

Il nostro esercito non poteva passare.

Abbiamo fatto uso di tali fortificazioni,

le abbiamo restaurate, e allo stesso modo noi non permetteremo a nessuno di passare.

Non un solo proiettile né un missile è andato in quella direzione.

Hanno sparato specificamente ai civili innocenti, ai loro autobus e alle loro automobili, proprio qui su questa strada.

Può mostrarci quelle armi?

Abbiamo fuso l'esplosivo

e ne abbiamo fatto una nostra bomba,

caso mai servisse...

Guardate questo.

All'interno di questo involucro c'è un tubo,

in cui si versano gli esplosivi.

Il detonatore vola attraverso gli esplosivi

quando viene attivato colpendo il suolo o una superficie dura.

Gli esplosivi si spengono.

Il tubo è filettato,

Lasciate che vi mostri il motivo per cui è chiamato "grappolo".

Dove è andato?

È questo?

Sì. Guardate. Fondamentalmente, ogni tacca è un proiettile.

Esplode, e sei morto.

Ciascuno di questi proiettili può penetrare anche in un veicolo corazzato.

Cosa fa alla gente – ve lo potete immaginare.

La gente ci ha portato questo dalla loro casa.

Ha colpito la casa di qualcuno?

Sì, l'hanno portato dalla loro casa.

Entra qui.

Questo è l'ugello.

Due dei nostri ragazzi sono stati feriti da questi frammenti.

Provate a non credere in Dio dopo questo!

Quante volte...

Questo è il dispositivo di esplosione.

Si vede lo stato del nostro paese, del nostro esercito, delle nostre armi:

il detonatore non ha funzionato. È ancora integro.

Quando colpisce il terreno...

Di cos'è fatto? Di legno?

E che ne so, io? Io sono un cittadino pacifico... [spiegazioni dell’artificiere] No, si tratta di un tubo.

In questa capsula, che corre lungo la lunghezza del tubo,

è sigillata nitroglicerina, che esplode al momento dell'impatto.

In primo luogo innesca l'esplosivo, TNT.

Questo fa esplodere la carica principale, che fa saltare i frammenti in tutte le direzioni.

A seconda del suo corso, da dove atterra e dalle dimensioni dei frammenti,

la dimensione della zona letale varierà di conseguenza.

Se va nella terra, il raggio potrebbe essere di 20 metri.

Se colpisce asfalto o cemento, allora sarà 2-3 volte maggiore.

Quanto spesso si avvicinano alle vostre posizioni?

Questa mattina un aereo ha sparato due volte.

Probabilmente è stato cacciato da un aereo russo.

Abbiamo sentito il fuoco delle mitragliatrici.

In precedenza avevamo visto quegli aerei che venivano a bombardare Lugansk, oppure noi.

Ci è sembrato che tre aerei, decollati dalla parte russa,

lo abbiano imbottigliato e costretto ad atterrare a Millerovo.

È lo stesso modo con cui hanno fatto atterrare i bombardieri che erano venuti a bombardare Lugansk.

Oggi lo abbiamo visto chiaramente e siamo rimasti molto sorpresi.

Sono stati lanciati due missili.

Un aereo da caccia si è alzato e li ha martellati con mitragliatrici.

Questo è tutto. Siamo rimasti soddisfatti.

È stato qui? L'abbiamo sentito da Lugansk.

Sì. Dicono che sono stati fatti saltare in aria, ma non sappiamo nulla.

Non abbiamo luce, né internet, né tv.

Non abbiamo avuto ancora un rapporto.

Supponiamo che le capitato di incontrare il signor Poroshenko.

Vuoi dire se avessi la possibilità di parlare con lui?

Gli direi di ritirare le sue forze dal sud-est.

E vorrei dirgli di andarsene a Leopoli, e vivere lì,

e di essere il responsabile di Leopoli.

Non abbiamo bisogno di Leopoli.

Kiev è la "madre delle città russe".

Kiev è una delle nostre città.

Leopoli è diversa.

Là sostengono il settore destro, il fascismo, il nazismo, chiamateli come volete.

Non devono amare i russi se non vogliono.

Noi li amiamo, amiamo gli ucraini.

Sono brave persone.

Ma ci sono delle carogne che provocano stragi.

Questa è tutta una provocazione. Non l'abbiamo iniziata noi.

Noi non siamo una sorta di separatisti. Ricordiamo la storia. Chi sono stati i primi separatisti?

A mio parere sono stati Timoshenko e Jushchenko.

Hanno coltivato ​​i nazisti, i banderisti,

e li hanno messi addosso ai russi.

E perché li hanno messi addosso ai russi, come era avvenuto in Russia?

Perché sanno che la Russia ignora i loro latrati.

Come nella favola di Krylov: "Mosca è forte, state abbaiando a un elefante".

Lasciate che Bandera & Co vadano contro la Polonia, invece, dove saranno fatti a pezzi.

Ma non vanno contro la Polonia. La Polonia è un paese piccolo, debole, rispetto alla Russia.

E questi ringhiavano come cani.

Durante questo periodo hanno coltivato i nazisti.

Per poi mandarli contro di noi.

Non abbiamo iniziato noi il Maidan. Non abbiamo iniziato noi le sparatorie.

Ma noi non vogliamo nazisti qui.

Non vogliamo che ci impongano i loro modi

e ci dicano quali dovrebbero essere i nomi dei nostri figli, Marina o Marichka.

Io sono Sergej e rimarrò Sergej.

Ognuno ha un nome.

Ma in lingua ucraina per qualche motivo cambiano i nomi.

Lo troviamo strano.

In America sono Sergej, in Inghilterra sono Sergej. E non Sergeiko, giusto?

Ma qui dicono a una signora di 50 anni con 3 lauree quale dovrebbe essere il suo nome.

Questo è quello che non ci piace.

Non lo accetteremo mai. Siamo russi.

 
Igumeno Petroniu (Tănase): Perché (non) digiuniamo?

Sono sempre benvenute, nella Grande Quaresima, tutte le riflessioni che possono aiutarci a dare un senso più profondo al nostro digiuno. Presentiamo a proposito alcune parole di un grande padre spirituale dei nostri tempi, l’igumeno Petroniu (Tănase, 1914-2011) superiore dello skit di san Giovanni Battista sul Monte Athos,  nell’originale romeno e nella nostra traduzione italiana nella sezione “Ortoprassi” dei documenti.

 
I giuramenti

Dal momento che Cristo ci proibisce di fare giuramenti (Matteo 5:33-36), perché la Chiesa ortodossa li permette?

Innanzitutto, va notato che non è solo la Chiesa ortodossa che permette giuramenti in circostanze solenni e giustificate, ma anche i cattolici romani e la maggioranza dei protestanti.

Un giuramento legittimo si fa quando uno chiama sobriamente Dio a testimone della verità di ciò che dice, o per assicurare agli altri del proprio impegno a compiere un voto.

Esempi di tali giuramenti si trovano in tutta la Scrittura. Per esempio, Abramo fece giurare il suo servo che avrebbe soddisfatto i suoi desideri riguardo a suo figlio Isacco (Genesi 24). Numerose leggi riguardano giuramenti giusti (per esempio, Numeri 30, Deuteronomio 23:21-23). Una delle chiare applicazioni del terzo comandamento ("Non pronincerai invano il nome del Signore tuo Dio" (Esodo 20:7) è quella dei falsi giuramenti. Dio ha anche ordinato alle persone di essere vincolate da giuramenti nelle dispute legali (Esodo 22:11-12; Numeri 5:19). Anche Cristo è stato posto sotto giuramento ("Ti scongiuro (εξορκιζω, che significa "ti pongo sotto giuramento") per il Dio vivente") da Caifa, e non ha rifiutato di rispondere di conseguenza (Matteo 26:63).

San Paolo chiamò Dio a testimone nelle sue epistole in diverse occasioni:

"Io chiamo Dio a testimone sulla mia vita, che solo per risparmiarvi non sono più venuto a Corinto" (2 Corinzi 1:23).

"Quel Dio, al quale rendo culto nel mio spirito annunziando il vangelo del Figlio suo, mi è testimone che io mi ricordo sempre di voi" (Romani 1: 9).

"In ciò che vi scrivo, io attesto davanti a Dio che non mentisco" (Galati 1:20).

1 Timoteo 1:10 menziona i "falsi devoti" (spergiuri) tra un elenco di persone i cui peccati si oppongono alla sana dottrina – e se tutti i giuramenti fossero peccaminosi, avrebbe avuto più senso includere assieme semplicemente tutti coloro che fanno giuramenti, sia che li mantengano o no.

Troviamo che persino Dio stesso pronuncia giuramenti (Deuteronomio 7:8, Luca 1:73, Ebrei 6:16-17). E infatti, Deuteronomio 29:12 parla di Dio che fa un giuramento al suo popolo: "per costituirti oggi suo popolo e per essere egli il tuo Dio, come ti ha detto e come ha giurato ai tuoi".

Quindi, cosa proibisce Cristo in Matteo 5:33-36?

"Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno".

La Chiesa insegna che ciò contro cui stava parlando erano i giuramenti frivoli. La gente era caduta nell'abitudine di fare giuramenti molto alla leggera e aveva anche trovato un sistema di determinazione se un giuramento fosse vincolante o no, basato su determinate formule, con l'ovvia intenzione di poter fare falsi giuramenti senza alcuna paura di violare la legge, da loro fraintesa. Cristo ha parlato di questo in modo molto specifico, altrove nei Vangeli:

"Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati. Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro? E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati. Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta? Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per colui che l'abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per colui che vi è assiso". (Matteo 23:16-22)

Cristo usava spesso l'iperbole per farsi capire. Per esempio, nello stesso discorso sul monte, dopo aver parlato contro l'adulterio nel cuore, Cristo ha detto:

"Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna". (Matteo 5:29-30)

Se ciò che Cristo ha detto qui era destinato a essere assunto in senso assolutamente letterale, avremmo chiese piene di persone mutilate e cieche. Ma in realtà la Chiesa proibisce specificamente di prendere queste parole in questo modo (vedere i Canoni 22, 23 e 24 dei Santi Apostoli). Questo è intenzionalmente iperbolico per evidenziare la serietà con cui dobbiamo affrontare i nostri peccati.

E quindi non dovremmo fare giuramenti vani. Dovremmo trattarli con la massima serietà, ma ci sono occasioni in cui essi non sono solo ammissibili ma necessari.

San Filarete di Mosca, nel suo Catechismo della Chiesa Ortodossa Russa, spiega il significato del terzo comandamento, e quindi come esso si applichi ai giuramenti, e in particolare alle parole di Cristo nel discorso sul monte:

"Sul terzo comandamento.

532. Quando è pronunciato invano il nome di Dio?

È pronunciato invano quando è pronunciato in un discorso vano e inutile, e ancor più quando viene pronunciato in modo mendace o irriverente.

533. Quali peccati sono proibiti dal terzo comandamento?

1. Bestemmia, o parole audaci contro Dio.

2. Mormorazione, o lamentarsi della provvidenza di Dio.

3. Profanità; quando le cose sante vengono derise o insultate.

4. Inattenzione nella preghiera.

5. Spergiuro; quando gli uomini affermano con giuramento ciò che è falso.

6. Rottura di giuramenti; quando gli uomini non mantengono i giuramenti giusti e legittimi.

7. Violazione delle promesse fatte a Dio.

8. Imprecazioni comuni, o giuramenti spensierati nel comune parlare.

534. Non sono forse vietati tali giuramenti nella sacra Scrittura?

Il Salvatore dice: Io vi dico: non giurate affatto. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno. Mt 5:34,37.

535. Questo non significa vietare tutti i giuramenti in materia civile?

L'apostolo Paolo dice: Gli uomini infatti giurano per qualcuno maggiore di loro e per loro il giuramento è una garanzia che pone fine ad ogni controversia. Perciò Dio, volendo mostrare più chiaramente agli eredi della promessa l'irrevocabilità della sua decisione, intervenne con un giuramento. (Eb 6:16-17). Quindi dobbiamo concludere che se Dio stesso, per una sicurezza immutabile, ha usato un giuramento, possiamo anche noi in occasioni gravi e necessarie, quando richiesto da un'autorità legittima, fare un giuramento o un voto religioso, con la solida intenzione di non infrangerlo" (The Longer Catechism of the Orthodox, Catholic, Eastern Church (1839), in Philip Schaff, The Creeds of Christendom. Volume 2: The Creeds of the Greek and Latin Churches (Grand Rapids, Michigan: Baker, 1993 [ristampa]), p. 528ss). 

 
Православный монастырь в Мюнхене глазами его насельника

Как живет единственный православный мужской монастырь в Германии – обитель прп. Иова Почаевского в Мюнхене, которую возглавляет архиепископ Берлинский и Германский Марк (Арндт). Смотрите репортаж инока Иосифа (Бандманна), православного немца, который подвизается здесь уже 9 лет.

Слева луга, озеро и белые стены замка Блютенбург. Справа – уютные немецкие домики мюнхенского предместья Пазинг. Между ними – единственный в Германии православный мужской монастырь прп. Иова Почаевского с афонским уставом.

Монастырь был основан в 1945 году бывшими насельниками Почаевской лавры, вл врем войны подвизавшимися в Чехословакии и решившими укрыться на союзнической территории от прибижавшихся совестких войск. В лучшие годы в обители жили 40 насельников, но к 1980 году остался один архиепископ Нафанаил на покое и чтец.

Все изменилось в 1980 году, когда сюда пришел епископ Марк (Арндт, ныне архиепископ Берлинский и Германский). Владыка до того много раз бывал в монастырях Святой Горы и Сербии. Он служил в ХХ и вместе с еще несколькими "энтузиастами" основал там монашескую общину, следовавшую афонским монашеским обычаям. В монастыре прп. Иова владыка Марк также установил святогорские правила. Но сохранилось и почаевское влияние - и в послушании, приоритете работ по книгоизданию, и, например, в пении.

Сегодня в обители около 10 насельников, и всех их, включая игумена Евфимия, принимал владыка-авва.На фото: Братия в поездке на Вальхензее, альпийское озеро недалеко от Мюнхена.

Архиепископ Марк постоянно живет в обители, здесь же у него и рабочий кабинет. Он регулярно исповедует братию и каждый день он встает на молитву вместе со всем - в будние дни она начинается в 4 утра. А еще и служба в кафедральном соборе, посещение приходов, разбросанных по всей Германии, регулярные поездки В Великобританию и на Святую Землю, этой весной присутствие на заседаниях Синода в Москве.

 

Владыка предпочитает служить в монастыре иерейским чином. Раньше он даже надевал фелонь и малый омофор.

 

Но по торжественным случаям он служит архиерейски.

Храм – это центр монастырской жизни. Богослужения здесь совершаются строго. Обычно в храме полусумрак – электрическое освещение во время службы только в алтаре, а в паникадилах горят свечи, которые гасят вручную.

По традиции, в перед первым богослужением в течение дня и по завершении последнего вся братия и паломники подходят по очереди ко всем иконам в храме, просят благословения у владыки и прощения друг у друга. Место архиепископа Марка в храме – стасидия у иконостаса, за иконой прп. Иова.

Великая пятница. Плащаница.

Исповедь обычно проходит слева от алтаря, на клиросе. Евангелие необычного белого цвета – выглядит на аналое как-то особо радостно, в полусумраке храма.

Фреска в церкви прп. Иова. В темноте, во время полунощницы праотец на фреске кажется суровым, но на самом деле, но в конце Литургии при свете видно, что он очень добрый.

Литию в монастыре совершают снаружи, перед входом в храм.

Епископ Штутгартский Агапит – викарий архиепископа Марка. Его резиденция находится в монастыре. Когда-то, еще до переселения братии в Мюнхен, он мирянином пришел в общину иеромонаха Марка в Висбадене, где стремились подвизаться по афонскому уставу. Он же стоял у истоков и возрождения монастыря в Мюнхене и у издательства православного календаря вестника. Строго говоря, начиналось оно еще в Висбадене: иеромонах Марк печатал календарь на машинке, а потом это направление развил послушник Александр (Горачек), впоследствии епископ Агапит. Владыка увлекается фотографией.

Игумен Евфимий (Логвинов) был некогда как мирянин реставратором в мастерских Грабаря, там, где сейчас опять Марфо-Мариинская обитель, созданная новомученицей Великой княгиней Елисаветой Федоровной. Он прибыл в Мюнхен, стал послушником, иеромонахом и теперь ежедневно служит в монастыре. Два десятилетия он ведет интенсивную переписку с верующими в России, представляет монастырь на конференциях в России, где читает доклады.

Административные службы монастыря выходят в общий коридор. Отсюда же можно пройти в храм (на фото – дверь в конце коридора), а по лестнице подняться в кельи братии на втором этаже, под скатами крыши.

Кабинет владыки Марка в монастыре прп. Иова. На стене фото первоиерархов Русской Православной Церкви за границей. Под ними миниатюры – сцены из жития прп. Марка Подвижника, небесного покровителя Владыки. Очень трогательная, как прп. Марк в пустыне исцеляет детеныша гиены. А еще на стене висят стихи, которые владыке написали дети-прихожане.

Инок Иосиф в обители 9 лет. У него много послушаний: он и регент, и издатель, и преподаватель в школе при кафедральном соборе, и водитель. А еще он увлекается фотографией, и хроника жизни обители тоже на нем.

Типография - это дань почаевской традиции. В самой материнской обители прп. Иов положил много трудов на то, чтобы наладить печатание православной литературы, столь наобходимой на Западной Украине в тяжелое время унии с Римско-католической церковью. Отец Иосиф верстает и издает книги на немецком.

Монах Филарет (Лаби) вырос во Франции. В обители уже больше двадцати лет. Строгий монах с французским чувством юмора. Сейчас его послушание – издание книг на русском языке. Издательское дело он перенял у владыки Агапита. Много лет руководил монастырским хором, а сейчас передал его отцу Иосифу.

Традиции пения здесь монастырские – негромко и лирично, без громкости и внешних эффектов, а манера пения напоминает о Почаевской лавре. Но и на клиросе отец Иосиф не забывает фотографировать.

Каждый год в Мюнхене в Неделю Торжества Православия проходит фестиваль церковных. Его принимает один из храмов. В этом он проходил в мюнхенском храме Всех святых Константинопольского патриархата, а в следующем году юбилейный десятый праздник будет устраивать Русская Православная Церковь. На фото слева: инок Филимон, бас монастырского хора, преподаватель Закона Божия в школе и исеполнитель еще многих монастырских послушаний.

Инок Амфилохий в монастырском саду. И в Германии бывают совершенно нестеровские пейзажи.

В монастырском саду стоит улей с пчелами.

Иеродиакон Корнилий на пасеке...

...за возглашением ектении.

Монах Мелитон отвечает за производство ладана. Он любит экспериментировать с ароматами, поэтому его мастерская полна различными маслами, отдушками, кореньями.

Послушника Иоанна, наверное, первого встречают богомольцы на богослужении. В храме он присматривает за свечами. Непростое послушание: в будни богослужение начинается в 4 утра.

Послушник Александр.

Послушник Виталий, алтарник.

В трапезной. Едят в монастыре дважды в день, а если пост, то один раз, но еще пьют чай. Кухня очень вкусная и разнообразная. По благословению влаыдки, для тех из братии или паломников, кто задерживается оставляют порцию, и можно прийти позже.

Монастырский кот, конечно, черного цвета. Сидит на ограде - отвернулся от мира.

Русские купола для Баварии привычное явление. Здесь у церквей тоже “луковки” на колокольнях.

А вот русские монахи с точки зрения баварцев выглядят довольно экзотично.

Так отец Иосиф принимает паломников.

 
Il pericolo del tradizionalismo nella Chiesa

Uno dei problemi essenziali dell'Ortodossia oggi è la sua percezione come "religione tradizionale". Questa visione, da un certo punto di vista, è benefica, perché allarga la possibilità di testimonianza e di dialogo con la società [decaduta], ma, allo stesso tempo, è anche pericolosa, perché spinge il cristianesimo in un "angolo" determinato dai limiti valoriali di "questo mondo".

Il "tradizionalismo" religioso in sé non è un male, ma neppure un bene. Aiuta al consolidamento morale, etico e, in un certo senso, anche spirituale della società e dell'uomo. Ma ciò che è assolutamente naturale e benefico per il giudaismo, l'islam e le altre religioni, è assolutamente malvagio per il cristianesimo. Il cristianesimo fin dalle origini – e questa ne è una caratteristica fondamentale – è un insegnamento piuttosto rivoluzionario, creativo, che porta il Fuoco nel mondo (cfr Lc 12,49). Non si sente mai realizzato in questo mondo, non importa quanto bene e finemente siano organizzati la società e lo Stato, o quanto alto sia il livello della moralità popolare – perché il cristianesimo è sempre orientato verso l'infinito, verso l'eschaton, verso l'assoluto e l'eterno. Esso, quindi, provoca sempre e, in un certo senso, "fa oscillare la barca", è sempre orientato verso il Regno dei Cieli, che "non è di questo mondo", e conduce la realtà terrena e la vita intera a ciò che esse devono diventare secondo il piano divino. Per questo "tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati" (2 Tim 3,12).

Cristo "non è venuto a portare la pace, ma la spada" (Mt 10,34) perché, infatti, "la sua pace" non è la stessa del mondo (cfr Gv 14,27), e la realtà della il Regno di Dio è l'unica realtà di amore, libertà, creatività, bellezza, verità e pace assoluta e autentica, di abnegazione e servizio sacrificale, di comunione e di unità – realtà accolte con difficoltà e dolore dal mondo decaduto, persino rifiutate ed escluse, ma che tuttavia, per la potenza di Dio, sono presenti nel mondo attraverso la sua Chiesa.

Quando il cristianesimo ortodosso viene percepito come una "religione tradizionale" non solo in rapporto alla società e allo Stato [secolare] – questa caratteristica è già un tradimento della vocazione, perché il sale perde il suo sapore (cfr Mt 5,13). La Chiesa è vista come "utile" alla società, e questa le offre anche alcune "funzioni", a condizione che la Chiesa resti nel suo "angolo" e non lo abbandoni. E quel che è peggio è che le viene assegnato un "angolo" non solo nella società, ma anche nell'anima di ogni persona; Anche la Chiesa non deve uscire da questo "angolo".

Il cristianesimo viene così "disarmato" e trasformato in una "religione tradizionale", che ha solo il ruolo di sostenere l'immagine etico-morale della società e, in un certo modo, di coagulare ideologicamente questa società, di dare al mondo altrettante "pause dalle vanità", pace, speranza, conforto, spazi sacri per "soddisfare i bisogni spirituali", ancoraggio "nel passato", nelle tradizioni secolari, ecc. A queste si riducono anche le discussioni sul linguaggio liturgico, sull'atteggiamento verso il comportamento in chiesa, verso le regole di culto e le funzioni, sullo spirito comunitario di una parrocchia e tutto il resto.

Naturalmente tutto ciò non significa che il cristianesimo sia estraneo alla tradizione stessa. Ma la tradizione nel cristianesimo, come la "tradizione" in Dio stesso, non è terrena; non può essere paragonata a nulla "di questo mondo". È tradizione dello Spirito, è conservazione e trasmissione della conoscenza di Dio e non "su Dio", è conoscenza del Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo mediante la comunione diretta con ciascuno di loro e con tutti tre insieme. Questa è la trasmissione della vita, dello Spirito Santo come fuoco, e non di "lettere morte", di regole, leggi e prescrizioni umane. Questo è ciò che è fondamentale per la fede, e ciò che è secondario deve essere percepito come relativo, discutibile e perfettibile, come ogni creazione umana.

 
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Quando un'icona non è un'icona? La "parsuna" russa

due ritratti iconografici russi dei secoli XV e XVI

Qui sopra vi sono due ritratti russi dipinti su pannelli di legno, con la distintiva "cavità" che crea un bordo rialzato come si vede in molte icone. Uno dei ritratti è stato dipinto nel XVI secolo e l'altro nei primi anni del XVII secolo. Entrambi contengono raffigurazioni stilizzate in modo simile delle fattezze dei soggetti, dei loro capelli e della fronte. Entrambi hanno iscrizioni lungo la parte superiore (anche se il dipinto sull'iscrizione a sinistra è sbiadito) in cirillico.

Tuttavia, solo uno di questi dipinti è un'icona. L'altro non fu mai destinato a essere pensato o utilizzato come una santa icona.

Il dipinto a sinistra è un'icona del XVI secolo del santo apostolo ed evangelista Giovanni il Teologo. Il dipinto a destra è un ritratto dello tsar Ivan il Terribile, una persona complicata, rispettata da molti russi che conoscono la loro storia, ma che non è, ed è improbabile che mai sarà, considerato un santo. Questo tipo di ritratto è conosciuto come parsuna (Парсуна), una grezza traslitterazione russa della parola latina persona.

parsuna del principe Mikhail Skopin-Shujskij del XVII secolo

La parsuna apparve in Russia a partire dal XVII secolo: di solito raffigurava monarchi o altre persone importanti. Inizialmente, la parola si riferiva semplicemente a qualsiasi ritratto di una persona laica, e la loro somiglianza con le icone dei santi non era niente di più del fatto che il metodo "iconografico" di pittura era l'unico ampiamente conosciuto dagli artisti nella Russia medioevale. L'iscrizione da sola era sufficiente a distinguere la parsuna di un notabile dall'icona sacra di un santo. Quando nuove tecniche artistiche furono introdotte dall'Occidente, una parsuna nel tardo XVII secolo tendeva a essere dipinta su tela, piuttosto che su tavole di legno come si continuava a fare con le icone. Tuttavia, si mantenne ancora lo stesso stile iconografico di base della parsuna del periodo precedente (come il primo esempio di Ivan il Terribile).

lo tsar Michele I di Russia (XVII secolo)

Al termine del regno dell'imperatore Pietro I (1725), gli stili della pittura e della ritrattistica dell'Europa occidentale si erano diffusi in Russia, e un ritratto fatto in questo stile era chiamato портрет (portret, ovvero ritratto) per distinguerlo dalla più "primitiva" parsuna. Ora, parsuna è generalmente un termine usato per descrivere i ritratti secolari in stile iconografico del XVII secolo; una nota a piè di pagina nella storia dell'arte russa.

Non ci sono prove che sia mai stata dipinta una parsuna al fine di "canonizzare" surrettiziamente il soggetto, o che questi ritratti siano stati venerati come icone da parte delle persone che li possedevano. Eppure l'esistenza di queste "icone laiche" agisce come una finestra sul passato della Russia (come le icone sacre agiscono come finestre sul cielo). Le forme stilizzate utilizzate in una parsuna rivelano una mancanza di preoccupazione di preservare le caratteristiche attuali di una persona, ma piuttosto la loro immagine (cioè icona) complessiva: lo tsar; il capo militare; il funzionario di stato influente. La presenza occasionale di Cristo o di santi entro i confini di una parsuna era diretta a dimostrare la speranza che questi defunti fossero in cielo, e che ciò che era dipinto era il loro stato eterno, che era di gran lunga più importante del ricordo della loro vita e del loro aspetto terreno. I pittori di questi ritratti tendevano ad essere anonimi, proprio come erano e tendono ad essere gli iconografi, mostrando nell'artista un'umiltà impensabile tra gli artisti di corte successivi dell'Europa. La parsuna della Russia del XVII secolo rivela un mondo in cui la sfera spirituale, quella religiosa e quella laica erano la stessa cosa. La profonda eredità della spiritualità russa, che era al suo apice nel periodo medievale, si rivela in queste icone laiche del XVII secolo non malgrado la loro "primitività", ma a causa di essa.

È importante ricordarsi di questo ai nostri tempi secolari, in modo da non essere confusi o addirittura scandalizzati da queste letterali icone (immagini) di uomini che non sono santi.

 
È ora di eliminare la scuola domenicale?

I nostri figli sceglieranno di vivere come cristiani ortodossi?

Questa è la domanda più urgente che la Chiesa deve affrontare oggi.

Nel corso degli anni, il percorso convenzionale seguito per formare i giovani nella fede ortodossa ha incluso un programma di scuola domenicale. Oggi, è un dato di fatto che ogni parrocchia ha bisogno di una scuola domenicale, per essere considerata una parrocchia di successo. Tuttavia, sempre più parrocchie devono affrontare seri interrogativi circa il loro futuro, e ci si deve chiedere se la scuola domenicale ha servito bene i nostri figli.

La risposta a questa domanda va ben oltre i soldi. Va notato che in nessun momento della storia la Chiesa in America ha dedicato più risorse per la formazione dei suoi giovani di quante ne dedichi oggi. Uno sguardo ai dati di bilancio disponibili presso l'arcidiocesi greco-ortodossa d'America mostra che la spesa nazionale per l'istruzione per il periodo dal 2005 al 2016 ha superato gli 8 milioni e 200 mila dollari. Combiniamo tale cifra con le spese per la pastorale giovanile e la pastorale familiare, e la cifra raggiunge un incredibile valore di 17 milioni e 600 mila dollari. Alla luce di queste cifre, si potrebbe pensare che i nostri giovani siano fiorenti nella fede. Tuttavia, non è certo così. Gli studi recenti mostrano che il 60% degli studenti universitari ortodossi abbandona la fede, mentre il 50% dei leader studenteschi ortodossi non vede alcun valore nel frequentare regolarmente la chiesa. Nel frattempo, ben l'85% dei matrimoni è ora della varietà interreligiosa, con un coniuge che non sceglie di essere ortodosso. La realtà odierna nella Chiesa è che una famiglia che è unita nel vivere la fede ortodossa è molto più l'eccezione che la regola. Per molti giovani, l'Ortodossia è diventata solo un'altra scelta da supermercato tra la chiesa di un genitore o la chiesa dell'altro genitore.

La più grande tragedia nella Chiesa americana di oggi è che troppe parrocchie hanno alienato i nostri giovani, mettendo la nostalgia al primo posto, prima della testimonianza a Gesù Cristo. La nostalgia può sostenere le parrocchie solo fino a quando inizia il crollo demografico. Quando l'Ortodossia viene alle prese con questa realtà, è evidente che i programmi delle scuole domenicali non sono riusciti a fornire i fondamenti necessari per trasmettere la fede ortodossa a una nuova generazione. Nonostante la presenza di volontari dedicati e delle migliori intenzioni, è necessario un cambiamento.

È il caso che le parrocchie in America riconsiderino i loro programmi scolastici domenicali o li eliminino del tutto?

La risposta a questa domanda è un chiaro e clamoroso SÌ!

Oggi, molte parrocchie hanno programmi di scuola domenicale che minano la vita liturgica della Chiesa e l'unità della famiglia. Il messaggio centrale della scuola domenicale di oggi è un messaggio di segregazione, non d'integrazione. Le parrocchie separano i bambini dalle loro famiglie e li mettono in una classe, in modo da insegnare loro i fatti sulla Chiesa. Questo annebbia la loro capacità di vivere la Chiesa in tutta la sua profondità e bellezza. Divide anche le famiglie in un momento in cui dovrebbero stare ancor di più insieme – la Divina Liturgia. Sophie Koulomzin lo fa notare in modo chiaro nella sua opera La nostra Chiesa e i nostri figli. "...il movimento delle scuole domenicali ha dimostrato di essere portatore di alcuni pericoli... ...Le scuole domenicali hanno sostituito la Divina Liturgia, la lezione in aula ha sostituito il sacramento. Quelli che terminavano le scuole domenicali non avevano preso l'abitudine di andare in chiesa la domenica. La vita di culto, che è l'essenza dell'Ortodossia, è stata quindi compromessa".

Quali sono alcuni dei segni che una scuola domenicale può minare la vita di culto in una parrocchia? Considerate i seguenti punti:

• Gli studenti si presentano in ritardo alla Divina Liturgia, con conseguente poco tempo reale al culto prima di partire per la lezione dopo la comunione.

• Anche gli insegnanti sono spesso in ritardo alla Divina Liturgia e talvolta saltano anche la Liturgia per insegnare alla scuola domenicale.

• Eventi come le feste etniche e i tornei diocesani di basket hanno la priorità rispetto al culto e alla testimonianza della Chiesa.

• Le prove e la pianificazione di eventi stagionali come lo spettacolo parrocchiale di Natale si svolgono durante la Divina Liturgia.

• Agli studenti che hanno terminato la scuola domenicale manca l'abitudine di frequentare regolarmente la chiesa.

• Le questioni sociali e morali molto dibattute sono evitate per paura di offendere le persone.

• Il successo secolare è celebrato più della testimonianza cristiana. Il servizio ai deboli e vulnerabili è scoraggiato come vocazione o carriera.

• Gli insegnanti disapprovano la fedeltà agli insegnamenti della Chiesa. Lo zelo per l'Ortodossia è visto come una stranezza.

Non vi è dubbio che esistono problemi come questi in un'ampia varietà di parrocchie in America. Se i nostri figli dovranno scegliere di vivere come cristiani ortodossi negli anni a venire, allora certamente meritano di incontrare la Chiesa nella sua pienezza, proprio come fecero i primi discepoli. L'Ortodossia non è semplicemente conoscenza scolastica o rituale. Comprendere la fede non è l'equivalente di imparare le risposte alle domande di un quiz. La Chiesa è un modo di essere che ci mostra come essere realmente umani. Questo non può essere appreso in una classe. Non può essere raccolto da un libro di testo. E certamente non può essere trasmesso attraverso una burocrazia educativa creata da professionisti pagati. L'Ortodossia è appresa quando è sperimentata sia nella liturgia sia attraverso la vita di altre persone che testimoniano Gesù Cristo con umiltà, compassione e devozione.

Ora che è stata evidenziata la crisi nelle scuole domenicali ortodosse, ecco tre modi in cui possiamo migliorare la qualità dell'apprendimento nelle parrocchie.

La lingua locale è essenziale: il completo utilizzo della lingua inglese è essenziale per una sana vita della Chiesa in America. Gli studi condotti da parte dell'Assemblea episcopale negli ​​Stati Uniti mostrano che l'uso della lingua inglese nella liturgia aumenta la frequenza e la partecipazione alla liturgia di ben il 30%. Essere in grado di comprendere la liturgia è importante, soprattutto per i giovani, i convertiti e le coppie miste. È sciocco pensare di poter trasmettere l'esperienza della vita della Chiesa ai nostri figli se non riescono costantemente a capire la liturgia perché questa è in greco o in ucraino. Una vibrante vita liturgica in lingua inglese è essenziale per aiutare i nostri figli a crescere come maturi testimoni della fede che hanno una forte comprensione di come la Chiesa risponde alle domande proposte dalla vita. Partecipare coerentemente e comprendere la Divina Liturgia è molto più arricchente di qualunque numero di lezioni in aula.

Un maggior valore alla tutela personale: i cristiani ortodossi sono cresciuti sotto la guida di un mentore fin dai primi tempi. Le lettere di san Paolo ne offrono una testimonianza. Ogni cristiano ortodosso ha bisogno di un mentore, e ogni parrocchia ha bisogno di un programma di tutela in cui dei sani cristiani ortodossi di prendono la responsabilità di monitorare i giovani e i nuovi arrivati. Il modo migliore per imparare i fondamenti del cristianesimo ortodosso è di vederli vissuti con gioia da altri. Immaginate se tutte le risorse spese per le scuole domenicali fossero dedicati a programmi di tutela personale che formino, tra persone di diverse generazioni, relazioni che aiutano i fedeli a crescere in fatto ospitalità, umiltà e servizio ai più deboli tra noi. Le parrocchie orientate sulla nostalgia avrebbero una sensazione molto diversa di quanto non abbiano oggi.

La leadership come servizio: niente mina lo sviluppo cristiano dei nostri giovani più dei leader che non vivono il Vangelo. L'amore del potere, della ricchezza e dello status sociale sono tutti problemi che affliggono la Chiesa. Questi problemi devono essere superati per garantire che tutti i leader siano in primo luogo servitori, che capiscono che il vero potere nella Chiesa viene dall'umiltà e dal servizio, non dalla ricchezza o dalle eredità di famiglia. La leadership inizia alla Liturgia, e i leader ortodossi educano meglio i nostri giovani quando offrono un modello di leadership basato sul servizio, sia alla Liturgia sia al di fuori della nostra Liturgia. Un modello di servizio fornisce una vita di lezioni a un giovane. Queste lezioni sono molto più efficaci nel comunicare la fede di qualsiasi libro di testo.

Affrontare la crisi della scuola domenicale nelle parrocchie ortodosse di oggi non è un compito facile. Non c'è dubbio che molta emozione è legata a questo problema. Tuttavia, ignorare la necessità di cambiare significa rischiare di far vivere i nostri giovani – secondo il monito di san Giustino Popovich – "come lucciole in un universo di tenebre". I giovani ortodossi d'America si meritano di meglio di un'esistenza così impoverita.

Vivere da cristiani ortodossi non è qualcosa che abbiamo ereditato attraverso i nostri geni. Il cristianesimo ortodosso è una scelta deliberata che deve essere affermato più e più volte. Deve rinnovata giorno dopo giorno. Pertanto, la Chiesa non deve educare i giovani in base presupporre la fede ortodossa. La Chiesa deve costantemente aggiornare se stesso e proporre il tempo ortodossa in volta. In questo modo, si può veramente vivere la visione di san Giovanni Crisostomo, che ha scritto: "Tra i cristiani tutto dovrebbe essere secondario rispetto alla nostra preoccupazione per i bambini e la loro educazione nelle istruzioni e nell'insegnamento del Signore".

I nostri giovani non sono solo una parte della Chiesa del futuro; cosa ancor più importante, sono parte della Chiesa di oggi!

 
La critica all'islam di san Giovanni Damasceno


Il brano che segue è tratto dall'opera monumentale di san Giovanni, La fonte della conoscenza, nella seconda parte intitolata Eresie in epitome: come sono iniziate e da dove hanno tratto la loro origine. Di solito è citata solo come Eresie. L'introduzione del traduttore sottolinea che La fonte della conoscenza è una delle più "importanti singole opere prodotte nel periodo patristico greco, ...che offre un'ampia e lucida sintesi della scienza teologica greca di tutto il periodo. È la prima grande summa di teologia a comparire sia in Oriente sia in Occidente. "San Giovanni (+ 749) è considerato uno dei grandi Padri della Chiesa, e i suoi scritti hanno un posto di grande onore nella Chiesa. La sua critica all'islam, o "l'eresia degli ismaeliti", è particolarmente rilevante per i nostri tempi.

Vi è anche la superstizione degli ismaeliti che ancora oggi prevale e mantiene la gente in errore, come precursore dell'Anticristo. Essi discendono da Ismaele, nato ad Abramo da Agar, e per questo motivo sono chiamati agareni o ismaeliti. Sono anche chiamati saraceni, che deriva da Sarras kenoi, o privi di Sara, a causa di ciò che Agar disse all'angelo: 'Sara mi ha mandato via indigente'. [99] Questi un tempo erano idolatri e adoravano la stella del mattino e Afrodite, che nella loro lingua chiamavano Khabár, che significa grande. [100] E così fino al tempo di Eraclio furono grandi idolatri. Da quel momento ad oggi un falso profeta nome Mohammed è apparso in mezzo a loro. Quest'uomo, dopo aver conosciuto per caso il Vecchio e il Nuovo Testamento e anche, a quanto pare, dopo aver conversato con un monaco ariano, [101] elaborò la propria eresia. Poi, dopo essersi insinuato nelle grazie del popolo con un'esibizione di apparente pietà, ha fatto sapere che un certo libro era stato fatto scendere su di lui dal cielo. Egli aveva esposto alcune composizioni ridicole in questo suo libro, che diede loro come oggetto di venerazione.

Egli dice che c'è un solo Dio, creatore di tutte le cose, che non è stato generato né ha generato. [102] Egli dice che il Cristo è la Parola di Dio e il suo Spirito, ma è una creatura e un servitore, e fu generato, senza seme, da Maria, la sorella di Mosè e di Aronne. [103] Perché, dice, la Parola e Dio e lo Spirito sono entrati in Maria, e lei partorì Gesù, che era un profeta e un servo di Dio. E dice che gli ebrei vollero crocifiggerlo in violazione della legge, e che presero la sua ombra e crocifissero questa. Ma il Cristo stesso non è stato crocifisso, dice, non è morto, perché Dio per il suo amore per Lui lo ha preso a sé in cielo. [104] E dice che quando Cristo ascese al cielo Dio gli chiese: "O Gesù, hai forse detto: 'Io sono il Figlio di Dio e Dio'?" E Gesù, dice, rispose: 'Abbi misericordia di me, Signore. Tu sai che io non ho detto questo e che non ho disprezzato di essere tuo servo. Ma gli uomini peccatori hanno scritto che io ho fatto questa dichiarazione, e hanno mentito su di me e sono caduti in errore'. E Dio rispose e disse: 'Io so che tu non hai detto questa parola'. "[105] Ci sono molte altre cose straordinarie e abbastanza ridicole in questo libro, che egli pretende che sia stato inviato a lui da Dio. Ma quando ci chiediamo: 'E chi c'è a testimoniare che Dio gli ha dato il libro? E quale dei profeti predisse che sarebbe dovuto sorgere un tale profeta?' Non sanno cosa rispiondere. E facciamo notare che Mosè ricevette la Legge sul monte Sinai, con Dio che apparve agli occhi di tutto il popolo sotto forma di nuvola, e fuoco, e tenebre, e tempesta. E diciamo che tutti i profeti, da Mosè in poi, hanno predetto la venuta di Cristo, e come Cristo Dio (e Figlio di Dio incarnato) sarebbe venuto e sarebbe stato crocifisso, sarebbe morto e risorto, e sarebbe stato il giudice dei vivi e dei morti. Quindi, quando diciamo: 'Come è possibile che questo vostro profeta non sia venuto nello stesso modo, con gli altri che gli offrono testimonianza? E come è possibile che Dio non abbia presentato in vostra presenza a questo uomo il libro di cui parlate, così come ha dato la Legge a Mosè, con il popolo che guardava e il monte fumante, in modo che anche voi possiate avere la certezza?' – rispondono che Dio fa come vuole. 'Questo', diciamo, 'Lo sappiamo, ma stiamo chiedendo come il libro è venuto al vostro profeta'. Allora rispondono che il libro gli è venuto mentre dormiva. Quindi noi diciamo scherzosamente loro che, se ha ricevuto il libro nel sonno e non ha effettivamente percepito cosa accadeva, per lui vale l'adagio popolare che dice: Mi stai tessendo dei sogni. [106]

Quando chiediamo di nuovo: 'Come mai quando ci ha ingiunto in questo vostro libro di non fare nulla né di ricevere nulla senza testimoni, voi non gli avete chiesto: "Prima mostraci con testimoni che sei un profeta e che sei venuto da Dio, e mostraci quali Scritture testimoniano di te",' si vergognano e rimangono in silenzio. [Poi continuiamo:] 'Anche se non potete prendere una moglie senza testimoni, o comprare o acquistare beni; anche se non ricevete un asino né possedete una bestia da soma senza testimoni; e anche se avete mogli e beni e asini e così via attraverso testimoni, sono proprio la vostra fede e le vostre Scritture che non comprovate con testimoni. Chi ve le ha tramandate non aveva garanzie da qualsiasi fonte, né vi è noto qualcuno che abbia testimoniato di lui prima del suo arrivo. Al contrario, ha ricevuto tutto mentre dormiva'.

Inoltre, ci chiamano eteriasti o associatori, perché, dicono, introduciamo un associato a Dio dichiarando il Cristo Figlio di Dio e Dio. Noi diciamo a loro come replica: 'I profeti e le Scritture ci hanno tramandato questo, e voi, come sostenete costantemente, accettate i profeti. Quindi, se dichiariamo a torto che Cristo è il Figlio di Dio, sono loro che lo hanno insegnato e ce lo hanno tramandato'. Ma alcuni di loro dicono che è per errata interpretazione che abbiamo detto che i profeti hanno asserito queste cose, mentre altri dicono che gli ebrei ci odiavano e ci hanno ingannati, scrivendo nel nome dei profeti in modo da farci perdere. E di nuovo noi diciamo loro: 'Fino a quando dite che Cristo è la Parola e lo Spirito di Dio, perché ci accusate di essere eteriasti? Infatti la parola e lo spirito sono inseparabili da colui nel quale hanno naturalmente esistenza. Pertanto, se la Parola di Dio è in Dio, allora è evidente che è Dio. Se, invece, è al di fuori di Dio, allora, secondo voi, Dio è senza parola e senza spirito. Di conseguenza, evitando di introdurre un associato a Dio, voi lo avete mutilato. Sarebbe molto meglio per voi dire ha un associato piuttosto che mutilarlo, come se si trattasse di una pietra o un pezzo di legno o qualche altro oggetto inanimato. Così, mentite quando ci chiamate eteriasti; noi replichiamo chiamando voi mutilatori di Dio'.

Essi, inoltre, ci accusano di essere idolatri, perché noi veneriamo la croce, che essi hanno in abomino. E noi rispondiamo loro: 'Come mai, allora, vi strofinate contro una pietra nella vostra Ka'ba [107] e la baciate e l'abbracciate?' Alcuni di loro dicono che Abramo ebbe rapporti con Agar su di essa, ma altri dicono che vi ha legato il cammello, quando stava per sacrificare Isacco. E noi li rispondiamo: 'Dal momento che la Scrittura dice che la montagna era boscosa e aveva alberi da cui Abramo tagliò legna per l'olocausto e la posò su Isacco, [108] e poi lasciò indietro gli asini con i due giovani, perché dite sciocchezze? In quel posto non ci sono né boschi né sentieri di montagna per asini'. E sono imbarazzati, ma affermano comunque che la pietra è di Abramo. Allora diciamo: 'Ammettiamo pure che sia di Abramo, come stupidamente dite. Dunque, solo perché Abramo ebbe rapporti con una donna su di essa o vi legò un cammello, non vi vergognate di baciarla, ma ci biasimate perché veneriamo la croce di Cristo con la quale è stato distrutto il potere dei demoni e l'inganno del diavolo'. Questa pietra di cui parlano è una testa di Afrodite che essi adoravano e che chiamavano Khabár. Anche ai nostri giorni, le tracce della scultura sono visibili su di essa agli osservatori attenti.

Come si è detto, questo Mohammed ha scritto molti libri ridicoli, a ciascuno dei quali ha fissato un titolo. Per esempio, vi è il libro Sulla donna, [109] in cui dispone chiaramente la legge di avere quattro mogli e, se è possibile, mille concubine – quante ne si può mantenere, oltre alle quattro mogli. Egli ha anche reso legale ripudiare qualunque moglie si possa desiderare, e, se si agisce così, di prenderne un'altra nello stesso modo. Mohammed aveva un amico di nome Zeid. Quest'uomo aveva una bella moglie della quale Mohammed si innamorò. Una volta, mentre erano seduti insieme, Mohammed disse: 'Ah, a proposito, Dio mi ha ordinato di prendere tua moglie.' L'altro rispose: 'Tu sei un apostolo. Fa' come Dio ti ha detto e prendi mia moglie'. O piuttosto, per raccontare la storia da capo – gli disse: 'Dio mi ha comandato che tu ripudi tua moglie'. E lui la ripudiò. Poi qualche giorno dopo disse: 'Ora, Dio mi ha ordinato di prenderla'. Poi, dopo che lui l'ebbe presa ed ebbe commesso adulterio con lei, fece questa legge: 'Se qualcuno ripudia sua moglie e, dopo averla ripudiata, vuole tornare con lei, lasciate che un altro la sposi. Perché non è lecito prenderla a meno che non sia sposata a un altro. Inoltre, se un fratello ripudia sua moglie, suo fratello la può sposare, qualora lo desideri' [110] Nello stesso libro egli dà precetti come questo: 'Lavorate la terra che Dio vi ha dato e abbellitela. E fate questo, e fatelo in questo modo" [111] – per non ripetere tutte le cose oscene che ha fatto.

Poi c'è il libro La cammella di Dio. [112] Parla di una cammella che veniva da Dio e che beveva tutta l'acqua di un fiume e non poteva passare attraverso due montagne, perché non c'era abbastanza spazio. C'erano persone in quel luogo, dice, che un giorno bevevano l'acqua, mentre la cammella la beveva il giorno dopo. Inoltre, bevendo l'acqua dava loro nutrimento, perché forniva loro il latte al posto dell'acqua. Allora, perché questi uomini erano malvagi, dice lui, uccisero la cammella. Tuttavia, questa ebbe una figlia, una piccola cammella, che, dice lui, quando la madre fu uccisa, invocò Dio e Dio la portò a se. Allora diciamo loro: 'Da dove viene quella cammella?' Dicono che viene da Dio. Allora diciamo: 'C'è stato un altro cammello che si è accoppiato con lei?' E allora dicono: 'No'. 'Allora,' diciamo, 'come è stata generata? Vediamo che la vostra cammella è senza padre e senza madre e senza genealogia, e che colui che ha generato ha subito del male. Né è evidente chi l'ha allevata. E anche questa piccola cammella è stato preso da Dio. Allora perché il vostro profeta, con il quale, secondo ciò che dite, Dio ha parlato, non ha saputo qualcosa della cammella – dove pascolav, e chi ha ottenuto il latte dalla sua mungitura? O forse, come sua madre, aveva incontrato uomini malvagi ed era stata uccisa? O era entrata in paradiso prima di voi, in modo che voi possiate avere il fiume di latte di cui così stupidamente parlate? Infatti dite che ci sono tre fiumi che scorrono in paradiso – uno di acqua, uno di vino, e uno di latte. Se la vostra precursore, la cammella, è al di fuori del paradiso, è evidente che si prosciuga di fame e di sete, o che altri si avvantaggiano del suo latte – e così il vostro profeta si vanta invano di aver conversato con Dio, perché Dio non gli ha rivelato il mistero della cammella. Ma se lei è in paradiso, sta ancora bevendo acqua, e voi per mancanza di acqua vi prosciugherete in mezzo al paradiso delle delizie. E se, in assenza di acqua, perché l'avrà bevuta tutta la cammella, prenderete il vino dal fiume di vino che scorre, sarete intossicati per aver bevuto vino puro, crollerete sotto l'influenza della bevanda inebriante e vi addormenterete. Poi, soffrendo di una sbornia e ammalati per il vino, perderete i piaceri del paradiso. Come, dunque, non è entrato nella mente del vostro profeta che potrebbe accadervi questo nel paradiso delle delizie? Non ha mai avuto alcuna idea di dove sta andando la cammela, e voi non glie lo avete neppure chiesto, quando vi ha raccontato i suoi sogni riguardo ai tre fiumi. Noi chiaramente vi assicuriamo che questa vostra meravigliosa cammella vi ha preceduto tra le anime degli asini, dove anche voi, come le bestie, siete destinati ad andare. E là ci saranno tenebra esterna e punizione eterna, fuoco crepitante, vermi che non dormono e demoni infernali'.

Ancora, nel libro della tavola, Mohammed dice che Cristo ha chiesto a Dio una tavola e questa gli è stata data. Dio, egli dice, gli disse: 'ho dato a te e ai tuoi una tavola incorruttibile'. [113]

E ancora, nel libro della giovenca [114] dice alcune altre cose stupide e ridicole, che, a causa del loro grande numero, penso che dovremo passarci sopra. Ha fatto una legge che essi siano circoncisi e anche le donne, e ha ordinato loro di non osservare il sabato e non di essere battezzati.

E mentre ha ordinato loro di mangiare alcune delle cose proibite dalla legge, ha ordinato loro di astenersi da altei. Ha inoltre assolutamente proibito il consumo del vino.

Note

[99] Cfr Gen 16:8. Sozomeno dice anche che erano discendenti di Agar, ma si facevano chiamare discendenti di Sara per nascondere la loro origine servile (Storia Ecclesiastica 6,38, PG 67.1412AB).

[100] L'arabo kabirun significa 'grande,' sia in termini di dimensioni sia di dignità. Erodoto menziona il culto arabo della 'Afrodite Celeste', ma dice che gli arabi la chiamavano Alilat (Erodoto 1.131)

[101] Questo può essere il monaco nestoriano Bahira (Giorgio o Sergio) che ha incontrato il ragazzo Mohammed a Bostra in Siria e ha affermato di riconoscere in lui il segno di un profeta.

[102] Corano, Sura 112.

[103] Sura 19; 4,169.

[104] Sura 4,156.

[105] Sura 5,116s.

[106] I manoscritti non hanno questo detto, ma Lequien suggerisce che provenga da Platone.

[107] La Ka'ba, chiamata 'La Casa di Dio,' si suppone sia stata costruita da Abramo con l'aiuto di Ismaele. Occupa il posto più sacro nella moschea della Mecca. Incorporata nella sua parete è la pietra di cui si parla, la famosa pietra nera, che è ovviamente una reliquia dell'idolatria degli arabi pre-islamici.

[108] Gen 22:6.

[109] Corano, Sura 4.

[110] Cfr Sura 2,225s.

[111] Sura 2,223.

[112] Non nel Corano.

[113] Sura 5.114,115.

[114] Sura 2.

Da Writings, by St John of Damascus, The Fathers of the Church, vol. 37 (Washington, DC: Catholic University of America Press, 1958), pp. 153-160. Postato il 26 marzo 2006.

 
Nel Banderastan la follia, la negazione della realtà e le bugie sono la norma, non l'eccezione

Ormai tutti l'avrete probabilmente sentito: il ministro della Difesa ucraino appena nominato si è ufficialmente impegnato a riprendere la Crimea e a organizzare una parata della vittoria nelle strade di Sebastopoli. La sua dichiarazione, fatta nel Parlamento ucraino, è stata accolta con una standing ovation.

Inutile dire che il concetto dell'Ucraina che riprende la Crimea è ridicolo. Il ministro della Difesa ucraino lo sa, e lo sanno pure i parlamentari. Ma ciò che è importante qui non è che il ministro abbia fatto una simile affermazione, ma che questa affermazione abbia catturato l'attenzione dei media internazionali, come se questa fosse un'eccezione. Purtroppo, vi assicuro che non lo è. La realtà triste e difficile da immaginare è che il Banderastan vive in un totale "paese dei balocchi", in cui letteralmente tutto è altrettanto ridicolo quanto l'idea dell'esercito ucraino che in qualche modo manda via a calci i russi dalla Crimea. Seguendo la TV ucraina (tramite Internet) su base regolare, posso dire che questo tipo di assurdità è assolutamente la norma generale. La sconnessione tra il mondo reale e il mondo immaginario in cui l'Ucraina dimezzata (alias "Banderastan") vive oggi è totale. L'immagine migliore che posso pensare è l'orchestrina del Titanic che continua a suonare mentre la nave sta affondando, tranne per il fatto che la sconnessione tra la realtà della situazione del Banderastan e ciò che i poveracci a Kiev e nel resto dell'Ucraina sentono in tv è ancora più grande. Questa non è solo "propaganda", è davvero follia, negazione della realtà e pensiero delirante nella sua forma più estrema. Anche stasera ho sentito rispettabili politici ucraini che cercano seriamente si spiegare come la "scelta di civiltà", dell'Ucraina inaugurerà una nuova era in cui, adesso scherzo, "l'Ucraina si riunirà al suo destino europeo occidentale". Nel frattempo, i soldati ucraini a Lugansk hanno sparato a tutti i cani randagi che potevano trovare, per nutrirsi.

Il Banderastan, la giunta a Kiev e, francamente, il popolo ucraino zombificato sono ora nella situazione di una persona che cade da un grattacielo, e che, passando per il quindicesimo piano nella sua caduta, pensa "finora tutto va bene". L'inevitabile impatto sarà terribile. Una parte di me si sente dispiaciuta per queste persone, ma una parte di me è anche disgustata dalla loro capacità di credere non solo a bugie ridicole, ma a brutte, orrende, ridicole notizie dal vivo.

Oggi stavo ascoltando le conversazioni radiofoniche intercettate dei bombardieri ucraini che hanno praticamente cancellato la città di Stanitsa Luganskaja dalla mappa. Indovinate un po? Proprio come i piloti che hanno sparato munizioni a grappolo al centro della città di Lugansk, questi piloti parlavano russo con il loro controllo aereo. Stavo cercando di immaginare che tipo di persona potrebbe sparare alla propria gente fingendo di essere parte di una nazione diversa. Penso che questo ragazzo sia il prototipo dell'ucraino: un russofobo di lingua russa che è disposto a uccidere il suo stesso popolo in nome di una finzione che anche lui sa che è basata su una menzogna.

Naturalmente, la negazione funziona solo per un certo tempo, alla fine la realtà prevale sempre. Ma per il momento, questo è il golem che l'Unione Europea e gli Stati Uniti hanno creato: un'entità odiosa e folle, profondamente paranoica, completamente amorale, senza alcun senso di giusto e sbagliato, che non ha "realtà reale", ma solo una facciata nazionalistica e le cui peggiori e più evidenti bugie sono accolte con una standing ovation di altre creature dello stesso tipo. Kolomoiskij è un mostro, Ljashko è un buffone. Poroshenko è ripugnante. Timoshenko è malvagia. Jatsenjuk è patetico. E l'elenco potrebbe continuare. Ma in realtà, non sono tutti uguali? Un disgustoso spettacolo di mostri che esiste per il solo fatto di secoli di sforzi occidentali per creare tali mostri?

Sono d'accordo con una delle tesi fondamentali della propaganda ucraina: anche se parlano russo quando sono fuori onda, queste persone non sono russe. Essere russo non è mai stata una categoria etnica, ma sempre una categoria culturale, di civiltà. E quindi, questi ucraini non sono davvero russi in alcun modo. Hanno completamente scacciato il Moskal dalla loro identità e hanno fatto una sorta di "scelta di civiltà" - di non essere russi. Dopo tanti secoli, si assiste all'etnogenesi di una nuova cultura: la cultura ucroide. Io non credo di aver mai provato un tale senso di disgusto totale per qualsiasi gruppo. È nato il Banderastan – un popolo zombificato condotto da mostri malvagi e ripugnanti. Non dureranno molto a lungo (l'impatto con il terreno si avvicina veloce), ma mentre esistono sono veramente uno spettacolo da vedere. So che dovrei, ma non ce la faccio a provare pena per loro. Quando arriverà la loro fine – perché sicuramente arriverà – credo che mi limiterò a provare sollievo.

Saker

 
Dimissioni del metropolita Kryštof di Praga

Il primo ierarca della Chiesa ortodossa della Repubblica Ceca si dimette per accuse di violazione dei voti monastici

Prague Daily Monitor / Czech News Agency (ČTK), 15 aprile 2013

Olomouc, Moravia settentrionale - Il metropolita Kryštof (Pulec) della Chiesa ortodossa ceca e slovacca si è dimesso venerdì tra le accuse dei suoi critici di aver violato i voti monastici e avuto rapporti sessuali con donne, secondo quanto dichiarato da un dignitario della chiesa, che ha aggiunto che Kryštof si è dimesso da solo per il bene dell'unità della Chiesa.

Kryštof (Cristoforo) di Praga, 59 anni, in precedenza ha respinto le accuse e ha detto che sarebbe ricorso alle vie legali per difendere la sua reputazione.

TV Nova ha segnalato la scorsa settimana che Kryštof, che ha guidato la Chiesa ortodossa nella Repubblica Ceca e in Slovacchia dal 2006, ha avuto diverse fidanzate dalle quali ha avuto figli. Ha detto che il primo ierarca Kryštof è stato esortato a confutare le accuse fin da metà maggio.

Secondo TV Nova, il sinodo della Chiesa ha discusso la questione in una riunione straordinaria e ha accusato Kryštof di aver aver avuto rapporti con la moglie di uno dei sacerdoti per sette anni. Inoltre, non è l'unica donna con la quale Kryštof ha commesso un peccato. Ha anche figli da altre donne, forse fino a dieci, ha detto Nova.

Dopo le dimissioni di Kryštof, capo ad interim della chiesa sarà l'Arcivescovo Simeon (Jakovljević) di Olomouc-Brno, 87 anni, per circa 40 giorni fino a quando sarà scelto un nuovo primo ierarca.

"Il metropolita [Kryštof] ha registrato alcune tensioni crescenti che sono state inutilmente drammatizzate. Ha deciso che sarebbe stato prudente dimettersi per assicurare la pace", ha detto venerdì Simeon ai giornalisti.

Kryštof ha lavorato duramente negli ultimi tempi, e ora può dedicarsi al lavoro accademico e alla preghiera, ha detto Simeon.

Ha aggiunto che deve prendere in consegna i compiti di Kryštof e supervisionare le preparazioni della celebrazione del 1150° anniversario dell'arrivo dei missionari cristiani, i santi Cirillo e Metodio, nella Moravia medievale.

Dignitari ecclesiastici ortodossi provenienti da tutto il mondo arriveranno nella Repubblica Ceca per partecipare alla celebrazione a fine maggio, ha detto Simeon.

Kryštof ha precedentemente ammesso di avere due figlie, entrambe nate prima che prendesse i voti monastici.

Ha detto che l'accusa potrebbe essere collegata alla causa legale in corso tra lo Stato ceco e le chiese, in cui 1,14 miliardi di corone [44 milioni di euro] dovrebbero andare alla Chiesa ortodossa ceca.

"Alcuni vorrebbero che i soldi siano spesi esclusivamente in progetti umanitari per anziani, malati e bambini. Altri, invece, sostengono che il denaro deve essere depositato in fondi per investire gli interessi negli stipendi dei preti," ha detto Kryštof a TV Nova una settimana fa.

Il numero di seguaci della Chiesa ortodossa della Repubblica Ceca è stimato a 100.000 su 10 milioni e mezzo di abitanti. Il numero è in aumento soprattutto in connessione con l'arrivo di immigrati provenienti dall'Ucraina e da altri paesi di tradizione ortodossa.

Kryštof, il cui nome al secolo è Radim Pulec, è nato a Praga il 29 giugno 1953. [Suo padre era sacerdote della Chiesa vetero-cattolica, ndt].

Ha studiato alla Facoltà Teologica hussita a Praga, è laureato alla Facoltà teologica ortodossa di Presov, Slovacchia orientale, e ha anche proseguito studi a distanza presso l'Accademia teologica di Mosca. Ha conseguito un dottorato di ricerca presso l'Università nazionale di Atene nel 1987.

Nel 1974, è stato ordinato diacono e sacerdote.

Nel 1985 è stato tonsurato monaco, con il nome di Kryštof (Cristoforo). Ha prestato servizio presso la Cattedrale dei santi Cirillo e Metodio a Praga. Nel 1988 è stato eletto vescovo di Olomouc e Brno.

Dopo la morte del primo ierarca di Cechia e Slovacchia, Dorotej (Filip), nel 2000, Kryštof è divenuto arcivescovo di Praga e delle terre ceche.

Dopo la morte del primate di Slovacchia Nikolaj (Kocvár) nel maggio 2006, Kryštof è divenuto metropolita della Chiesa ortodossa di Cechia e Slovacchia.

 
Le preghiere segrete

Perché la nostra parrocchia non fa tutte le preghiere dell'anafora ad alta voce?

La risposta rapida a questa domanda è perché il nostro vescovo, i libri di servizio, il Tipico e la tradizione ininterrotta della Chiesa sono tutti d'accordo sul fatto che dobbiamo farle nel modo in cui le facciamo.

Ora ecco la risposta più lunga...

La pratica del prete o del vescovo che dice molte preghiere a bassa voce è l'indiscussa tradizione antica e universale della Chiesa. Robert Taft, che è un gesuita studioso di liturgia, e un fervido sostenitore della "riforma" liturgica, espone questa sua posizione un modo molto chiaro nella dichiarazione di apertura di un articolo scritto su questo argomento:

"In una tradizione liturgica dopo l'altra, il moderno Movimento Liturgico ha spazzato via l'antica tradizione di recitare almeno alcune preghiere liturgiche, in particolare la più solenne preghiera dell'anafora eucaristica, in segreto"  ("Was the Eucharistic Anaphora Recited Secretly or Aloud? The Ancient Tradition and What Became of It" in Worship Traditions in Armenia and the Neighboring Christian East, ed. Roberta R. Ervine, AVANT Series, Book 3, St. Nerses Armenian Seminary, New Rochelle, NY – Crestwood, NY: St. Vladimir Seminary Press, 2006, p. 15).

E lo dice come se fosse una buona cosa. Sta celebrando il fatto che nella Chiesa cattolica romana nel suo insieme e in molte delle Chiese antiche, tra cui in alcune parti della Chiesa ortodossa, c'è stato un movimento per fare tutte o quasi tutte queste preghiere ad alta voce. Ma egli riconosce che, prima del XX secolo, la pratica universale di ogni Chiesa antica era quella di fare queste preghiere "in segreto".

Cosa intendiamo per "segreto"?

Prima di andare avanti, dobbiamo chiarire ciò che intendiamo con "segreto". Ci sono molte preghiere che un prete fa ad alta voce; ma ci sono preghiere che, come i libri di servizio dicono, e come la Tradizione insegna, il sacerdote dovrebbe dire con voce relativamente silenziosa. A seconda delle dimensioni di un edificio ecclesiastico, di quanti sono presenti e del fatto che il coro a volte finisce di cantare prima che il sacerdote abbia terminato queste preghiere, potreste non sentire mai alcuna di queste preghiere se state nella navata con i fedeli, oppure potreste occasionalmente sentire almeno una parte di queste preghiere. Queste preghiere sono solitamente pronunciate con un volume un po' più forte di un sussurro, ma non in modo tale da essere facilmente ascoltate da tutti.

La parola greca che è tradotta nelle rubriche come "segretamente" o "in silenzio" o "a bassa voce" è "mystikos" e il significato di tale parola è abbastanza chiaro. La parola "mystikos" si trova solo una volta nella Bibbia dei Settanta, in 3 Maccabei 3:10:

"E già alcuni dei loro vicini, amici e collaboratori avevano preso alcuni di loro quietamente in privato e si erano impegnati a sostenerli e a fare il possibile per assisterli".

Nel contesto, queste sono persone che avevano buone ragioni per temere che quello che dicevano fosse sentito da altri, e così parlavano in un modo simile ai sussurri.

La Chiesa intera avrebbe potuto sbagliarsi per la maggior parte della sua storia?

Robert Taft cerca di argomentare che nella Chiesa antica queste preghiere erano pronunciate ad alta voce, e così, insieme ai presunti vantaggi del mettere i fedeli in grado di ascoltare queste preghiere, giustifica la modifica di ciò che riconosce come la pratica cristiana universale. Innanzi tutto, io non credo che lui abbia ragione, ma prima di procedere, supponiamo, per amore del dibattito, che lui abbia ragione sulla pratica della Chiesa antica. Ciò vorrebbe dire che dovremmo tornare a tale pratica?

Ci sono stati nel tempo cambiamenti nella pratica liturgica, quando la Chiesa si è adattata a nuove circostanze, e molti di questi cambiamenti sono legati al declino della disciplina rigorosa della Chiesa dopo l'era delle antiche persecuzioni della Chiesa e pertanto non è inconcepibile che, se c'è stata una tale modifica, questa potrebbe essere stata la ragione della modifica (vedi: I "fossili liturgici"). Pochi vorrebbero tornare a un sistema in cui le persone che avevano peccato seriamente dovevano stare fuori dalla Chiesa e chiedere a coloro che entrarono per pregare per loro. Scegliere le pratiche della Chiesa antica che ci piacciono è una liturgia nello stile di Jurassic Park, ed è una cosa contraria a una buona mentalità ortodossa.

La questione principale qui è se credete o no che lo Spirito Santo guidi la Chiesa. È certamente possibile che parti della Chiesa possano cadere in errore. È successo molte volte nella storia della Chiesa. Ma se credete che la pratica di dire le preghiere dell'anafora in segreto sia un errore, state sostenendo che tutta la Chiesa è caduta in errore nel momento più significativo del suo servizio di culto più significativo. Questo è qualcosa con cui un credente cristiano ortodosso non può essere d'accordo.

Non solo i tradizionali libri di servizio della Chiesa istruiscono universalmente il clero a dire alcune preghiere segretamente, ma anche il Tipico insegna il clero a fare così (vedi, per esempio, il Capitolo 2 del Tipico – che fornisce le rubriche generali per servire i Vespri – che istruisce il sacerdote a recitare alcune preghiere segretamente in diversi punti del servizio). Anche i canoni ecumenici della Chiesa fanno riferimento a preghiere segrete (vedi il Canone 19 di Laodicea).

Qual era la pratica della Chiesa antica?

Il noto studioso liturgico, Louis Bouyer, confuta la comune affermazione secondo cui esiste una prova che nella Chiesa antica dicessero queste preghiere ad alta voce:

"In realtà, non abbiamo alcuna affermazione chiara sulla questione nel periodo patristico: gli argomenti che ad alcuni sembrano fornire la prova del fatto della recitazione a voce alta dell'eucaristia nell'antichità sono generalmente meri riferimenti derivati dall'importanza attribuita dai padri all’"Amen" finale del popolo. Ma almeno per dodici secoli in Occidente e ancora più a lungo almeno in alcune regioni dell'Oriente, il popolo diceva questo "Amen" in risposta a poche parole pronunciate ad alta voce dal sacerdote nel concludere, e non sembrava mai preoccuparsi di ascoltare o persino di conoscere esattamente quello che il sacerdote aveva detto in precedenza e in modo non udibile per conto loro" (Louis Bouyer, Eucharist: Theology and Spirituality of the Eucharistic Prayer, trad. Charles Underhill Quinn, South Bend, IN: University of Notre Dame Press, 1968, p. 367).

Robert Taft parla a lungo del fatto che in epoca antica non era raro che la gente leggesse senza leggere in modo udibile, ma questo per la verità non prova niente. Queste preghiere non erano normalmente pronunciate senza alcun suono, ma si dicevano a voce molto più bassa, che in una grande chiesa non sarebbe stata generalmente udibile della maggior parte dei fedeli. Questo non significa che in una chiesa piccola i fedeli non avrebbero potuto ascoltare almeno alcune di queste preghiere. Anche oggi, nelle Chiese che ancora seguono questa pratica, ci sono spesso momenti in cui il coro ha finito di cantare e il popolo è in grado di ascoltare porzioni di queste preghiere.

La prova più convincente che Robert Taft cita è dalla Vita di santa Melania la Giovane, morta nel 439. Il giorno della sua morte un sacerdote celebrò la Liturgia su sua richiesta, e la Vita dice che mentre il sacerdote serviva con grande tristezza, non era in grado di parlare a voce alta, e quando santa Melania non udì l'epiclesi, gli disse "alza la tua voce per farmi ascoltare l'epiclesi" (Taft, 34). Ma questa difficilmente è una prova di valore generale. Dapprima, sembra improbabile che questa Liturgia sia stata servita in una grande cattedrale con molte persone presenti, ma probabilmente in qualcosa di simile a una cappella e con poche persone presenti. Dubito che la santa avrebbe interrotto le preghiere degli altri urlando la sua richiesta da una grande distanza.

Quando ero un sacerdote appena ordinato, ho cominciato servendo in una stanza relativamente piccola nella mia casa, e per necessità, non c'era l'iconostasi. Era un ambiente molto intimo, e tutti quelli che erano presenti a questi servizi udivano le preghiere segrete che dicevo, anche se le dicevo con una voce più bassa di quelle preghiere che dovevano essere pronunciate ad alta voce. Sono sicuro che questo è vero anche in molte piccole cappelle monastiche, anche quelle con un'iconostasi.

Robert Taft ha anche citato una storia su dei bambini che avevano l'abitudine di stare vicino al santuario durante la liturgia, e che furono trovati mentre "giocavano alla chiesa" e recitavano a memoria le preghiere dell'anafora. Ma questo potrebbe essere spiegato semplicemente perché stavano in piedi in prossimità del clero e così potevano sentire quello che si stava dicendo, anche se si diceva a voce bassa. Il mio arcivescovo dice che ha imparato queste stesse preghiere perché teneva il libro di servizio per san Giovanni di Shanghai quando era ragazzo, e doveva sapere quando girare le pagine per lui. È una cosa insolita da apprendere per un bambino, ma per quelli che sono desiderosi di farlo e sono abbastanza vicini da ascoltare queste preghiere, è possibile.

Una legge stabilita dall'imperatore San Giustiniano è citata come un'altra prova in favore della pratica di pronunciare queste preghiere ad alta voce, anche se dimostra proprio il contrario.

Nella Novella 137, san Giustiniano decretò:

"Inoltre indichiamo che tutti i vescovi e presbiteri pronuncino le preghiere in connessione con la santa Eucaristia e con il santo battesimo non silenziosamente ma con una voce che possa essere ascoltata dai fedeli, affinché i cuori degli ascoltatori possano così essere portati a maggiore contrizione e a maggior lode di Dio".

Ma se è chiaro da questo che san Giustiniano non amava la pratica delle preghiere segrete, il fatto che non si riferisce ad esse come a un nuovo "abuso", ma ne parla chiaramente come pratica comune che sta cercando di cambiare, mostra che questa era la pratica prima del suo tempo, e le prove dimostrano che è rimasta la pratica dopo il suo tempo, nonostante questo decreto e le minacce di punizione civile per coloro che lo violavano.

Ma Robert Taft fa riferimento a una prova che a mio parere mina alla radice tutti i suoi altri argomenti. Cita Teodoro di Mopsuestia, che era contemporaneo di san Giovanni Crisostomo, e scrive:

"Le omelie 15-16 di Teodoro di Mopsuestia (+428) sulla liturgia eucaristica, scritte probabilmente ad Antiochia tra il 388 e il 392, sottolineano ripetutamente che il silenzio è un segno di riverenza. E dal sommario della prefazione all'omelia 16, si potrebbe dedurre che l'anafora era recitata a bassa voce, perché afferma che il vescovo alza la sua voce per il Sanctus" (Taft, p. 36).

Ecco la citazione in questione:

"Non respingiamo il timore dalla nostra mente, ma a causa della grandezza delle cose che stanno accadendo, lo manteniamo in tutto il servizio in maniera uguale, e chiniamo il nostro capo sia prima sia dopo aver recitiato a voce alta il Sanctus e manifestato questo timore in modo congruente" (Theodore of Mopsuestia, Commentary on the Lord's Prayer, Baptism and the Eucharist, 1933, trad. Alphonse Mingana)

Ma ancora più chiaro è il seguente, dallo stesso testo:

"Il sacerdote recita quietamente queste preghiere, e subito dopo prende il santo pane con le mani e guarda verso il cielo, dirige gli occhi verso l'alto, offre una preghiera di grazie per questi grandi doni e spezza il pane".

Sia Teodoro di Mopsuestia che san Giovanni Crisostomo provenivano da Antiochia e se questa era la pratica conosciuta da Teodoro, possiamo essere alquanto sicuri che questa era anche la pratica che conosceva san Giovanni Crisostomo e, per quanto mi riguarda, ciò dovrebbe risolvere la questione.

Inoltre, se guardate ai vari classici commenti liturgici dei santi della Chiesa, tutti parlano di queste preghiere come a preghiere fatte in segreto.

Inoltre, il fatto che i nestoriani e i monofisiti seguissero questa stessa pratica è prova positiva che questa pratica precedeva tali antiche divisioni.

Qual e il punto?

Il punto di dire queste preghiere in segreto non è quello di assicurarsi che nessuno ne senta una parola. Mi sembra che ci siano tre motivi per cui alcune preghiere si dicono in segreto:

1) Una ragione è che molte di queste preghiere sono chiaramente preghiere personali del sacerdote; per esempio, all'inizio dell'inno cherubico, il sacerdote dice questa preghiera:

"Nessuno fra i legati dai desideri e dalle voluttà della carne è degno di accostarsi, di avvicinarsi, o di servirti, Re della gloria: servirti è infatti grande e terribile perfino alle stesse potenze celesti. Eppure, per l'ineffabile e immenso tuo amore per gli uomini, ti sei fatto uomo senza mutamento né cambiamento, e ti sei fatto nostro sommo sacerdote, e ci hai affidato la consacrazione di questo sacrificio incruento, qual Sovrano di tutto: solo tu infatti, Signore nostro Dio, dòmini sulle cose del cielo e della terra, tu che sei assiso sul trono dei cherubini, che sei il Signore dei serafini e il Re di Israele, che sei il solo santo e riposi nel santuario. Ti prego dunque, o unico buono e pronto ad ascoltare: guarda su di me peccatore e inutile tuo servo, e purificami l'anima e il cuore dalla cattiva coscienza, e mettimi in grado, con la potenza del tuo santo Spirito, rivestito qual sono della grazia del sacerdozio, di stare innanzi a questa santa mensa e consacrare il tuo santo e purissimo corpo e il tuo prezioso sangue. Vengo a te, infatti, chinando il collo e ti prego: non distogliere da me il tuo volto, e non escludermi dai tuoi servi, ma rendi degno me, peccatore e indegno tuo servo, di offrirti questi doni. Tu infatti sei colui che offre e che è offerto, che riceve e che è distribuito, Cristo Dio nostro, e noi innalziamo la gloria a te, assieme al tuo eterno Padre, e al tuo Spirito tuttosanto, buono e vivifico, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen".

La preghiera ha chiaramente l'intenzione di aiutare il sacerdote a prepararsi spiritualmente per i momenti più sacri della Liturgia che sta per compiere.

2) Ci sono anche alcune preghiere in cui il sacerdote sta pregando chiaramente per il popolo e evidentemente la Chiesa non ha ritenuto necessario che il popolo ascoltasse queste preghiere particolari a suo nome, come per esempio questa preghiera del Vespro:

"Signore Dio nostro, ricordati di noi peccatori e inutili tuoi servi quando invochiamo il tuo santo nome, e non lasciarci delusi nell'attesa della tua misericordia, ma accordaci, o Dio, tutto ciò che chiediamo per la salvezza; e concedici di amarti e temerti con tutto il nostro cuore, e di fare in tutto la tua volontà".

3) Quando si tratta delle preghiere dell'anafora, in particolare, diciamo queste preghiere in segreto per dimostrare la sacralità delle parole e del momento liturgico che sta avendo luogo. Come osserva Cyril Quatrone:

"Nella nostra Liturgia, ciò che è più prezioso e più santo è velato: l'altare è coperto da un'iconostasi, che ha per scopo, ironicamente, l'unione delle due aree della chiesa: l'iconostasi è l'opposto di una barriera. Lungi dal tagliarci fuori da quello che sta dietro di essa, misticamente ci porta alla presenza stessa dell'altare.

I doni santi sono coperti durante l'ingresso. Ancora una volta, questo è parte della natura gerarchica, nonché un aspetto mistico del nostro culto. Quello che dobbiamo consumare, e che diventerà parte di noi stessi, è nascosto ai nostri occhi...

Allo stesso modo, alcune preghiere sono coperte dalle nostre orecchie a causa della loro preziosità per Dio. Mentre il coro canta durante l'anafora, "il vescovo in primo luogo dice in segreto la preghiera di invocazione, quindi per tre volte la preghiera dell'Ora terza... Questi sono infatti i momenti più solenni del culto spirituale nei servizi della Chiesa ortodossa orientale" [Bishop Theophilus, A Short History of the Christian Church and the Ritual of the Eastern of the Orthodox Church, San Francisco: Douglass Brothers, 1934, p.46]. Così, l'anafora si qualifica certamente come un tempo di copertura nel silenzio mistico di non conoscenza, affinché i nostri veicoli sensuali d'informazione non ostacolino l'apprensione noetica delle verità incorporee espresse dal sacrificio divino (The Celebrant: Priest or Pastor. An Investigation of the Mystical Prayers of the Divine Services of the Holy Catholic and Apostolic Church, in Orthodox Life 46/4 (1996), p. 29).

Conclusione

Mentre riconoscerei che ci sono molte persone sincere e pie che oggi sono a favore di pronunciare queste preghiere ad alta voce, oltre a tutto ciò che è stato detto, direi in risposta agli argomenti sui grandi benefici che si suppone abbiano i laici quando queste preghiere sono udibili da loro, che non c'è alcun segno di una rinascita spirituale in quelle Chiese che hanno cominciato a fare così. Infatti, se guardate a ciò che la riforma liturgica post-vaticana II ha fatto alla Chiesa cattolica romana, direi che l'evidenza prova il contrario. È lo spirito del modernismo che sta dietro a queste spinte alla "ristrutturazione" dei nostri servizi, e questo è un spirito estraneo alla fede cristiana.

Se siete abbastanza anziani, potreste ricordare la serie televisiva degli anni '70 chiamata "L'uomo da sei milioni di dollari". La trama fondamentale di questa serie era che un astronauta molto atletico (Lee Majors) era stato gravemente ferito in un incidente, tanto che gli scienziati militari avevano ricostruito il suo corpo usando super parti bioniche di alta tecnologia – che lo avevano reso migliore di ciò che era prima dell'incidente. Ora può saltare su alti edifici in un unico balzo! È più veloce di un proiettile in accelerazione! Più potente di una locomotiva! Ogni episodio iniziava con un'introduzione che mostrava il suo incidente, gli scienziati e i medici che lavoravano per salvarlo e poi lo scienziato principale che diceva con fiducia: "Possiamo ricostruirlo, abbiamo la tecnologia, possiamo farlo migliore di prima".

Ho incontrato per la prima volta i bionici religiosi tra i professori protestanti più liberali al college. Il loro atteggiamento verso la Bibbia era lo stesso di questi scienziati verso Lee Majors: la Bibbia era un brutto incidente storico di testi e di opinioni che si erano scontrate in una raccolta di libri, ma loro avevano la tecnologia. Potevano ricostruirla. Non solo, ma potevano farla migliore di quanto non fosse mai stata. Per migliaia di anni nessuno aveva veramente compreso la Bibbia – ma ora questi brillanti studiosi avevano la conoscenza per vedere la Bibbia per ciò che era veramente e per ricostruire il suo vero significato. Gli apostoli potevano essersi ingannati. I Padri della Chiesa potevano essersi ingannati. Ma non loro!

Ho incontrato questo approccio tra gli ortodossi quando ho letto un libro di uno studioso di liturgia ortodosso che si accostava ai servizi proprio come i miei professori protestanti facevano alla Bibbia – era un deja vu, di nuovo lo stesso. I servizi erano un disordine di strati tradizionali messi a casaccio, di cui la maggior parte aveva perso il significato a causa della forma e della comprensione attuali che oggi dominano nella Chiesa. In realtà, nessuno aveva compreso veramente i servizi per almeno un migliaio di anni o più – e probabilmente non li avevano neppure compresi ancor prima. Solo ora che questi brillanti studiosi erano arrivati ​​sulla scena, era stato svelato il loro vero significato, perché ora "abbiamo la tecnologia, possiamo ricostruirlo".

Io non credo che le Scritture o la tradizione liturgica della Chiesa si siano formate a casaccio. Credo che lo Spirito Santo le abbia ispirava e abbia guidato la loro formazione fino alla forma che la Chiesa ci ha tramandato, e non credo che sia possibile che non solo tutta la Chiesa ortodossa, ma anche tutta la cristianità avrebbe potuto cadere in errore su una pratica universale come questa.

 
Архиепископ Марк (Арндт): советы ищущим монашества

Почему сегодня в монастырь приходят не от бедности, а от комфорта, как выбрать себе обитель, кого из отцов читать, как монахам обращаться с родителями, можно ли пользоваться интернетом и почему не стоит назначать молодых иеромонахов на приходы, рассказывает архиепископ Берлинско-Германский и Великобританский Марк (Арндт).

 

Фото: инок Иосиф (Бандманн)

Сейчас больше или меньше людей хотят выбрать монашеский путь, чем раньше?

Нельзя точно сказать, больше или меньше. Я думаю, что сам контингент наших верующих другой, чем он был двадцать или тридцать лет назад. Теперь мы в целом имеем большее число верующих, соответственно его росту возрастает и число монашествующих. Наверное, в то время, когда люди живут в бедноте, они не настолько склонны к монашеству, как в то время, когда они живут в полном довольстве. Человек может легче отказаться от того, что он имеет, чем от того, что он не имеет.

Что сегодня ожидают от монашества те, кто к нему приходит? В чем разочаровываются?

Труднее всего – не только в наше время, а во все времена,– это послушание, отказ от своей воли. Оно воспринимается с бОльшим трудом, более остро в наше время, когда человек живет в полном довольстве, когда в материальном мире все у него есть. Когда никакой нужды нет, то приходится отказаться от всего этого внешнего блеска, что, как мы говорили, не так уж сложно. Но главное – от своеволия. Вот это самое трудное.

Можно ли учиться монашеству по книгам?

Книги могут помогать, могут наводить, но помимо опыта нет другого пути, чтобы познакомиться с какой-нибудь отраслью жизни по-настоящему.

Что бы вы порекомендовали читать новоначальным монахам в наши дни?

Прежде всего древних отцов: святого Макария Египетского, Антония Великого. Есть, конечно, и более современные руководства, скажем, святого Игнатия (Брянчанинова), которые помогут найти правильный путь. Но это не даст возможности обойтись без личного руководства

Как выбирать себе монастырь?

Тут надо различать между страной, где есть множество монастырей, и странами, где нет даже одного. У нас в Германии много лет не было женской обители. Мы посылали своих кандидаток то в соседнюю Францию, то в Святую Землю.

Потом нам пришлось открыть свой женский монастырь, потому что собралось несколько женщин, которые никуда не могли уехать из Германии. Таковы были внешние условия, которые привели к этому.

Здесь выбор не такой легкий, как это казалось бы, как это, наверное, бывает в России, Сербии или Греции.

Поэтому нельзя поставить общего правила. Многое зависит и от духовника монастыря. Скажем человек приехал паломником в какой-то монастырь, ему там понравилось. Он имеет возможность просто привыкать к тому монастырю, где ему понравилось, но у него есть возможность познакомиться и с другими монастырями, с их уставом, их жизнью, выбрав в конечном итоге тот, который ему подходит больше всего.

Я всегда советую познакомиться с разными монастырями. Один монастырь может иметь такое правило, которое не каждому подходит и есть, слава Богу, много разных уставов. Человек должен выбирать именно то, что ему кажется подходящим.

Раньше были многодетные семьи, и, если молодой человек или девушка хотели монашества, они могли легко оставить своих родителей на попечении братьев и сестер. Сегодня родители остаются фактически одни. Как быть?

Есть семьи, где духовная жизнь течет настолько естественно, что они с легкостью соглашаются с тем, чтобы сын или дочь ушли в монастырь. Есть другие семьи, где это просто шок. Они с этим смиряются с большим трудом.

Никак нельзя здесь обобщать: есть самые разные пути. На днях в Сербии я слышал о таком случае: отец с братьями пришел, чтобы "освободить" своего сына из монастыря, я знал и раньше такие случаи. Так что это нередкое явление.

С другой стороны есть такие семьи, которые полностью сочувствуют выбору своих детей. По моему опыту, нет существенной разницы, большая это семья или маленькая.

А что делать, если родители остались в миру, потом они состарились и заболели. Получается, под монашество их ребенка все равно закладывается бомба: не придется ли ему однажды по крайней мере на время выйти в мир, чтобы ухаживать за ними?

Здесь, в нашем обществе почти никто не остается без присмотра. Главное, это духовная связь, но при этом я не требую от монашествующих, чтобы они полностью разорвали и другие связи с родителями или с ближними и в разной мере позволяю им сохранять их: по телефону, письмами, как удобнее.

Ведь есть и другая проблема. Бывает, родителей настолько огорчает уход их ребенка, тем более единственного, в монастырь, что они сами прекращают всякое общение. Или превращают его в какую-то каторгу: настоящего общения уже не остается, а присутствуют лишь суровые требования вернуться назад или формальное "здравствуй, как дела".

При этом в целом мы благословляем ездить к родителям, посещать их. Бывают даже случаи, когда монашествущий посылается домой на какое-то время, чтобы он ухаживал за родителями. Тут есть самые разные варианты, которые в основном зависят от зрелости самого монашествующего.

Как такой монах сохраняет связь с монастырем?

Все зависит от того, на какой срок он уезжает из монастыря. Обычно в таких случаях он приезжает время от времени и сохраняет связь со своим духовником по телефону или по электронной почте.

Насколько монах может быть активным в интернете? Можно ли давать духовные советы через интернет?

Какие-то советы можно давать, но в виде исключения из правил. В целом, конечно, нужен личный контакт. Мы можем пользоваться современными средствами, но должны следить, чтобы они нас не поглощали. Интернет не изменил ситуацию принципиально. Скажем, когда люди имели главным средством массовой информации, они также должны были учиться выключать его. Также было с телевизором.

Монашествующие пользуются интернетом только в меру их послушания. У нас в монастыре типография, и монахи нуждаются в том, чтобы принимать документы по электронной почте, приводить их в порядок, делать верстку.

Однако я всегда настаиваю на том, чтобы они пользовались им в ограниченной мере. Все остальное затягивает, и потом уже не отпускает человека, лишая его свободы.

Насколько решительным нужно быть в стремлении монашества. Какие усилия нужно прикладывать самому, а где ждать осуществления промысла Божия о тебе, какого-то знака свыше?

Я лично никогда не уговариваю человека принять монашество, наоборот скорее советую откладывать и проверять себя. Я ожидаю, пока человек не будет однозначно убежден, что без монашества не сможет дальше жить. Если же человек имеет сомнения, то я советую отойти в сторону, проверить себя еще раз, а потом снова прийти.

Слишком это ответственный шаг, так же, как и женитьба, кстати. У нас сегодня, к сожалению, все иначе. И монашество и брак воспринимают как нечто преходящее: попробовал, не понравилось, ушел. Я этого не принимаю и настаиваю на четкой проверке себя каждым кандидатом.

Помимо этого мы достаточно долго держим людей в послушниках и иноках. Если кандидату свыше 25 лет, то он остается в нашем монастыре Прп. Иова Почаевского в Мюнхене трудником минимум 1 год, послушником - 3-4 года, в качестве инока 5-7 лет, в зависимости от зрелости.

Есть мнение, что у тех, кто имеет настоящее призвание к монашеской жизни, не бывает раздвоенности – принять постриг или вступить в брак. Разделяете ли Вы его?

Все зависит от того, насколько человек духовно созрел для того или иного. Только духовник может определить, насколько человеку может подходить монашеская жизнь. Каждый случай индивидуален. У нас были совсем молодые люди, которые четко знали, к чему они стремятся, и были пожилые, которые не были уверены в своем желании пострига и которых мы не могли принять.

Как готовиться к монашеству в миру, до трудничества в монастыре?

Я советую себя проверять: насколько ты готов к монашескому распорядку дня. Вставать среди ночи почитать Полуночницу, потом опять ложится, или читать ее рано утром, поститься еще до принятия пострига. Но мера подвига каждого человека зависит от его индивидуальных возможностей.

Что Вам дал постриг?

Я принял постриг как осуществление своих чаяний. Я шел к нему восемь лет. Я никогда не отчаявался и даже не сомневался в своем выборе.

Вы знали прп. Иустина (Поповича). Что он говорил о современном монашестве?

Покойный отец Иустин смотрел на нас, разъезжающих по всему миру, и называл нас jet-set монахи (от англ. jet - самолет, также jet-set принято называть светское общество, людей перемещающихся по миру от одного фешенебельного места к другому, "тусовку" – ред.). А так он считал, что монашество при разных внешних формах по сути всегда останется неизменным.

В России, особенно в 1990-х гг., нередко возникала такая ситуация: открывалось много храмов, молодых монахов вскоре после пострига рукополагали и назначали на приход. Технически это было удобно: у них нет семьи, и они могут посвящать все свое время только восстановлению храма, их можно назначить туда, где священнику с женой и детьми придется слишком тяжело. Но в этом есть и другая сторона молодой человек, только-только давший обеты нестяжания, целомудрия и послушания, оказывался один на один с миром и всеми его соблазнами. Есть ли такая проблема в Германии?

В России это делается, конечно, из-за нужды в священниках на приходах. У нас тоже была такая ситуация в 1950-60-е гг. (владыка Марк сам 5 лет служил на приходе в Висбадене, будучи иеромонахом, а затем архимандритом – ред.). Но мы всегда осознавали, что это ненормально, неестественно и неправильно. Вот поэтому в дальнейшем я эту практику совершенно прекратил. В моей епархии нет ни одного иеромонаха на приходе. Нет даже того, чтобы иеромонах жил в монастыре, а на приход приезжал служить. И слава Богу! Если человек поступил в монастырь, то он оставляет мир и не должен возвращаться в него.

Является ли священство необходимым условием для занятия административных должностей в монастыре?

Игумен обычно имеет сан священнослужителя, и это имеет основания в русской традиции на протяжении уже нескольких сотен лет. Все другие должности в монастыре может совершенно спокойно занимать простой монах.

В России в православных СМИ обсуждался вопрос, не перенять ли практику монашеских орденов с четким управлением и задачами. Как Вы считаете, было бы полезно?

Не думаю. Введение орденов - это излишняя регламентация монашеской жизни. Западное монашество уже очень давно связано с различными орденскими школами. С одной стороны они весьма разнообразны, с другой каждая из них несравнимо более регламентирована, чем православное монашество. Ты приходишь в один бенедектинский монастырь, как в другой, а у нас каждый монастырь имеет свои особенности. Мы рассматриваем как плюс свободу для индивидуального подхода каждого монастыря.

Как монастырям сохранить молитвенность при том, что им приходится заниматься большой социальной работой?

Главное в монашестве – служение Богу в той форме, как оно практикуется в том или ином монастыре. Оно может иметь более литургический или более практический характер. Подходы могут различаться. Есть монастыри, которые в большой мере посвящают свою жизнь внешнему служению, а есть такие, которые его ограничивают. У нас, в монастыре прп. Иова Почаевского, все основано на богослужебном порядке.

Какие в Германии сегодня отношения между государством и монашеством?

В целом, мне кажется, в Германии и в государстве, и в обществе еще сохранилось уважение к монашеству. Оно, к сожалению, уходит, потому что православного монашества почти нет, нас очень мало. Представьте себе, из всех Поместных Православных Церквей имеет здесь свои монастыри лишь Русская Церковь.

В католичестве остались единицы монахов, которые живут в огромных древних обителях и пытаются их сохранить, фактически сделавшись дворниками (в июне в Баварии были выставлены на продажу здания католического монастыря XII-XV вв. – ред.).

Монашество не бросается в глаза и следовательно не может сохраняться уважения. Дети уже не знают, что это за странные фигуры в длинных черных одеяниях, которые проходят мимо.

Справка:

Стать монахом, владыка Марк (в миру Михаэль Арндт, родился в 1941 г., присоединился к Православию в 1964 г.) решил в Гейдельбергском университете, где изучал древнерусскую литературу и прочитав творения русского святого нестяжателя и делателя иисусовой молитвы – прп. Нила Сорского. После окончания университета он нашел работу в университете, а отпуск старался проводить на Афоне.

Там он встречался со старцами и опытными в монашеской жизни духовниками. Одни из них были бывшими белыми офицерами, которые после гражданской войны ушли на Святую Гору и не приняли советскую власть. Другие приехали из СССР, как иеромонах Авель (Македонов, впоследствии архимандрит Рязанского Иоанно-Богословского монастыря)

С осени 1973 г. будущий владыка учился на богословском факультете в Белграде, который окончил в 1979 г. Личное знакомство с находящимся тогда в опале в монастыре Челие архимандритом Иустином (Поповичем), ныне прославленным в лике святых, ввело его в тесный круг учеников этого сербского подвижника и богослова иеромонахов Иринея (ныне епископа Бачского), Амфилохия (ныне митрополита Черногорского и Приморского), Афанасия (Евтича, ныне епископа на покое).

Был рукоположен во диакона в 1975 г. Вскоре прекратил преподавательскую деятельность по церковнославянскому и древнерусскому языкам и литературе в университете города Эрлангена, а также научно-исследовательскую работу, ради принятия монашеского пострига, который состоялся летом 1975 г. в Лесненском монастыре под Парижем.

Через три дня после пострига отец Марк был рукоположен во иеромонаха с назначением на должность заместителя настоятеля русской церкви в г. Висбадене. Летом 1976 г., по постановлению Архиерейского Синода, возведен в сан архимандрита.

Монашеский постриг и рукоположение совершил архиепископ Павел (Павлов; +1995 г.), тогда епископ Штутгартский и Южно-Германский.

Архимандрит Марк окормлял три прихода — Висбаден, Дармштадт и Саарбрюккен. Заботился о сохранении царских храмов в Германии, о русском кладбище около храма в Висбадене, где совершал полный круг монастырских богослужений и где стал обучать потянувшееся к нему молодое поколение, а сам продолжал изучать богословие, сдавая экзамены в Белграде.

После кончины архиепископа Сиднейского и Австралийско-Новозеландского Феодосия Архиерейский Синод назначил на вдовствующую кафедру Преосвященного Павла, викария Берлинской и Германской епархии.

На место Преосвященного Павла, с титулом Мюнхенского и Южно-Германского, был назначен архимандрит Марк.

Архиерейская хиротония была совершена 30 ноября 1980 г. в Знаменском кафедральном соборе при Архиерейском Синоде в г. Нью-Йорке. Хиротонию возглавил Первоиерарх РПЦЗ митрополит Филарет (Вознесенский; +1985 г.) в сослужении архиепископов Монреальского и Канадского Виталия (Устинова, впоследствии Первоиерарх РПЦЗ; +2006 г.) и Западно-Американского и Сан-Францисского Антония (Медведева; +2000 г.); епископов Сиракузского и Троицкого Лавра (Шкурлы, впоследствии Первоиерарх РПЦЗ; +2008 г.), Сиднейского и Австралийско-Новозеландского Павла и Манхэттенского Григория (Граббе; +1995 г.).

После хиротонии владыка Марк переезжает с немногочисленной братией в монастырь преподобного Иова Почаевского в Мюнхен. Обитель восстанавливается и перестраивается. С 1981 г. здесь начинает выходить «Вестник Германской епархии», создается книжное издательство, выпускающее литературу на русском и немецком языках, налаживается производство свечей и ладана. Монастырь живет по афонскому уставу.

Осенью 1982 епископ Марк, ввиду тяжелой болезни архиепископа Филофея (Нарко), принимает титул епископа Берлинского и Германского, продолжая жить в мюнхенском монастыре, откуда и управляет Германской епархией.

В середине 80-х годов назначен управляющим Великобританской епархией и Александро-Невским приходом в Копенгагене.

В 1997 г. назначен наблюдающим за делами Русской духовной миссии в Иерусалиме.

В 1993-1997 гг. возглавлял процесс диалога между двумя русскими православными епархиями (Московского Патриархата и Русской Зарубежной Церкви) в объединенной Германии. С 2000 г. — председатель Комиссии по вопросам единства Русской Церкви, с 2003 г. — председатель Комиссии Русской Зарубежной Церкви по переговорам с Московским Патриархатом.

 
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Migliaia di partecipanti al funerale dell'archimandrita Kirill (Pavlov)

Migliaia di persone si sono radunate al monastero della santa Trinità a Sergiev Posad per celebrare il funerale di uno dei più famosi e amati anziani cristiani della Russia, il monaco Kirill (Pavlov). Sì, l'antica Chiesa cristiana ha 'festeggiato' i funerali per 2.000 anni.

Padre Kirill è deceduto il 20 febbraio all'età di 98 anni. Il suo funerale è stato giovedì 23 febbraio, presieduto dal primate della Chiesa russa, il patriarca Kirill, insieme ad alcuni tra i più importanti capi della chiesa di Russia e Ucraina. Il patriarca Kirill si è riferito al defunto come "gloria di tutta la Chiesa russa".

Mi capita di vivere a Sergiev Posad, e ho ospitato alcuni dei pellegrini al funerale, che sono arrivati in città a migliaia da tutta la Russia. Gli alberghi della città hanno rapidamente iniziato a traboccare, tante case private hanno ospitato un numero infinito di pellegrini, per lo più gratuitamente.

I visitatori nella nostra casa mi hanno detto che l'anziano Kirill era il confessore di migliaia di persone, compresi i precedenti tre patriarchi, ed era ben conosciuto e amato in tutta la Russia. Mi hanno anche riportato numerosi racconti dei suoi doni spirituali, come la lungimiranza e la chiaroveggenza, e mi hanno detto che è largamente ritenuto un santo.

E così, ho camminato fino al famoso monastero nel giorno del funerale per offrire i miei rispetti e fare un breve servizio per Russia Insider.

 
Manteniamo le cose nella giusta prospettiva - non si tratta solo di Putin

È naturale cercare di personificare l'attuale orientamento della Russia dicendo che "Putin ha fatto questo" o "Putin ha fatto quello", ma il pericolo di questa visione Putin-centrica è che trascura una realtà molto più complessa. In particolare:

1) Questo approccio implica che Putin è onnipotente e non deve prendere in considerazione altre persone o poteri.

2) Trascura il ruolo dell'opinione pubblica russa.

Contrariamente alla propaganda mediatica occidentale, la Russia non è una dittatura, e neppure un qualche tipo particolare di regime autoritario. Vorrei anche sostenere che la Russia è molto più democratica rispetto alla maggior parte dei regimi occidentali, soprattutto se il vero pluralismo e la diversità sono i criteri con cui la "democrazia" è misurata (non si può negare che oggi la Russia è infinitamente più democratica degli Stati Uniti, che non sono né una democrazia né una repubblica, ma una dittatura gestita da e per la plutocrazia dell'1% che mantiene l'altro 99% in una condizione simile a una versione moderna della servitù feudale). È vero che Putin è riuscito a concentrare la maggior parte del potere statale nelle sue mani, ma è lontano dall'avere il controllo delle maggiori potenze economiche in Russia, né la burocrazia da lui governata è monolitica: ci sono al suo interno potenti clan e lobby in lotta per il potere, compresi gli "integrazionisti atlantici" filo-occidentali. Una di queste potenti lobby è l'esercito russo.

Recentemente, l'ex-ministro della difesa sovietico, Dmitrij Jazov, l'unico maresciallo sovietico ancora in vita, ha parlato a una riunione dell'Associazione degli ufficiali della riserva di tutto l'esercito e ha dichiarato che:

"Alcune teste calde sono a favore dell'invio di nostre forze armate nel territorio del sud-est dell'Ucraina, dove c'è una guerra in atto. Non possiamo permettere questo. Non possiamo inviare truppe nel territorio delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, che sono repubbliche non riconosciute e che fanno parte di un altro paese, l' Ucraina. Tali azioni avventate potrebbero portare a una terza guerra mondiale".

Ora, Jazov non è certo un tenerone o un pacifista fumatore di canne. In realtà, Jazov non è stato solo l'ultimo ministro della difesa e maresciallo dell'Unione Sovietica fino al 1991, ma anche un membro del Comitato d'emergenza che ha cercato di rovesciare Gorbaciov nel colpo di stato del 1991. Stiamo parlando di un uomo che ha combattuto durante la seconda guerra mondiale e che poi ha fatto carriera per diventare un membro candidato del Politburo sovietico. In altre parole, un puro prodotto dell'era sovietica, un comunista sincero e dedicato, che ricorda le guerre in Afghanistan e Nagorno-Karabakh. Basta guardare la sua foto - è un tipico "duro" sovietico.

E tuttavia, questo presunto "falco" si oppone chiaramente e categoricamente a qualsiasi dispiegamento di truppe russe in Novorossija. Non solo, ma la sua ragione per questo è che egli ritiene chiaramente che la Novorossija sia ancora legalmente parte dell'Ucraina e che tali categorie giuridiche contino davvero. Direi che questo è interessante, per non dire altro.

Ma ancora più interessante è la reazione dei lettori del sito Vzgljad, che è sicuramente al 100% anti-ucraino e anti-nazista. Dubito che molti "liberali" russi siano lettori di Vzgljad. Eppure, quando i lettori sono stati intervistati circa la loro reazione alla dichiarazione di Jazov, ben il 59% (al momento della stesura di queste righe) l'ha sostenuta:

Domanda: il Maresciallo Jazov è contro il dispiegamento di forze russe in Ucraina. Come reagisci alle sue parole?

Lo sostengo: 59,0%

Non lo sostengo: 41,9%

Numero totale di voti: 30.371 persone

Incredibile, no? Quasi due terzi dei lettori di Vzgljad si oppongono a un intervento.

E, credetemi, non è il patetico esercito ucraino che conta qui. Tutti in Russia sanno che tutta la potenza del "Glorioso e invincibile esercito ucraino: gloria all'Ucraina, agli eroi gloria!" è appena sufficiente per sparare enormi salve di artiglieria contro i civili poveri e malati di Slavjansk e Kramatorsk che non hanno i mezzi per fuggire. L'esercito ucraino è disprezzato e detestato per quello che fa, ma non è temuto. Nessuno, e dico davvero nessuno, ha mai obiettato che gli ucraini potrebbero anche offrire un minimo di resistenza contro l'esercito russo. E ora che hanno ammassato il loro intero esercito all'interno della "sacca della Novorossija", questo può essere facilmente circondato e distrutto. No, il problema non è "vittoria o sconfitta", ma piuttosto "la Russia vuole una vittoria?"

Quello che la gente in Occidente non riesce a comprendere appieno, non per colpa sua, considerando il tipo di 'informazione' con cui è alimentata dai mass media, è che il popolo russo non vuole che la Russia diventi ancora un altro impero o un'Unione Sovietica versione 2.0 (queste teorie sono solo di Hillary e Zbig che proiettano le loro motivazioni malsane sulla Russia). La maggior parte dei russi vuole che la Russia sia un paese prospero e potente, sì, ma un paese normale, non una potenza globale con funzioni di "polizia del mondo" pari agli USA.

Non sto dicendo che Jazov ha ragione (e neppure che ha torto, se è per questo), tutto quello che sto dicendo che i punti di vista in Russia circa i meriti (o i demeriti) di un intervento diretto e aperto in Novorossija sono molto più complessi e sfumati delle opinioni di coloro che pubblicano semplici osservazioni in bianco e nero sul perché la Russia "deve" intervenire "ora". A loro dico che persino i russi "estremisti" (termine che non ha davvero alcun senso) hanno un punto di vista molto più sfumato di quello di alcuni strateghi da poltrona in Occidente.

Saker

 
Un solo Dio: una sola Fede

Una delle idee più pericolose dei tempi attuali è l'affermazione che non importa che cosa uno creda, o quale religione segua: ciò che conta veramente è credere sinceramente in Dio. Ciò che rende questa linea di pensiero ancora più insidiosa è che viene spesso presentata come essenzialmente "cristiana", nonostante che molti non cristiani (ebrei, musulmani, induisti, etc.) possono essere tranquillamente inclusi in essa. Se prendiamo per esempio l'Egitto o la Russia è assolutamente ovvio dove sono i cristiani: sono nelle chiese (affollate fino all'inverosimile). Ci potremmo chiedere il perché, e la risposta è facile: c'è una netta linea di demarcazione in una società islamica, o in una società che è stata ufficialmente atea per settant'anni, tra chi è cristiano e chi non lo è. Nella nostra società invece, tradizionalmente cristiana, le distinzioni non sono facili: come osserva il luterano Søren Kierkegaard a proposito della Danimarca, quando tutti sono cristiani, nessuno è cristiano.

Questo problema è molto serio per un missionario ortodosso: infatti quando ci confrontiamo sul campo della nostra missione, ci imbattiamo non solo nel non ortodosso che dà scarsa importanza a ciò che si crede, ma anche nell'ortodosso che è stato così influenzato dalla mentalità corrente da vedere la propria chiesa solo in termini di cultura nazionale. In Italia il problema poi diviene particolarmente scottante perché l'osservatore superficiale è portato a vedere (e ad esagerare) le similitudini tra la fede romana e l'Ortodossia, e a liquidare le differenze come dettagli insignificanti: chi scrive ha udito più di una volta sostenere che le due religioni sono sostanzialmente equivalenti e in Italia è giusto l'esser romani come in Grecia o in Russia l'esser ortodossi. La verità invece è che l'Ortodossia non è tanto la fede dei greci e dei russi, quanto la fede vera, l'unica rivelata all'uomo dall'unico Dio Gesù Cristo. Guai a soccombere alla mentalità che vi sono molte chiese, e che tutte sono di Dio: la Scrittura ci rivela una realtà ben differente: precisamente che c'è un solo Signore, che è l'unica via alla salvezza, e un'unica fede (Efesini 4:5-6). Questo è esattamente ciò che la Chiesa affermava fin dagli inizi: perché altrimenti i cristiani avrebbero dovuto affrontare le persecuzioni e il martirio? Inoltre la Scrittura non contiene traccia dell'idea che credere in Dio è tutto ciò che serve per la salvezza: al contrario è detto chiaramente che nessuno può arrivare al Padre se non attraverso suo Figlio, Cristo nostro Dio (Gio. 14:6-7), e che i membri della Chiesa sono appunto le membra del Corpo di Cristo (Ef. 1:23; Col. 1:18-24). La Chiesa è stata fondata da Cristo proprio per questo scopo: la salvezza dell'umanità. Rifiutare di essere membra del suo Corpo, è rifiutare il Fondatore. Sostenere che ci si può salvare separati dal Corpo di Cristo è un controsenso, in quanto Cristo è il solo Salvatore. Infatti, la dottrina che tutte le religioni siano ugualmente "buone" o comunque provenienti da Dio è una grave forma di idolatria: significa fabbricare Dio ad immagine dell'uomo ed erigere un altare a se stessi. La persona che dichiara che la "bontà" è tutto ciò che conta, in realtà non è "buona" per niente: ciò che vuole è una realtà adatta al proprio schema precostituito, un dio fatto a modo proprio. Scegliersi così una religione è solo un atto di superbia. La religione non è un partito politico che viene scelto in base alla corrispondenza con le idee che ciascuno ha o alla convenienza specifica. Oggi è facile incontrare persone che ritengono come genuinamente cristiana l'idea del superamento delle singole fedi nell'amore di un "dio" non meglio identificato. Eppure è vero proprio il contrario: Gesù Cristo e gli Apostoli ci insegnano, è vero, ad amare tutti, nemici inclusi, ma ci mettono in guardia dal condividere una fede diversa da quella insegnata loro. Dice l'Apostolo Paolo: se anche un angelo del cielo vi evangelizzasse in modo diverso da come vi evangelizzammo noi, che sia maledetto! Come ho appena detto ve lo ripeto: se qualcuno vi evangelizzerà in modo diverso da ciò che riceveste, che sia maledetto! (Galati 1:6-8). E ancora: dopo il primo e il secondo ammonimento fuggi l'eretico (Tito 3:10).

È molto grave confondere per essenza del cristianesimo quella che altro non è che una moda incline a un sentimentalismo superficiale e acritico: e non si confonda il precetto di tenersi separati dagli eretici con l'intolleranza, o, peggio con la giustificazione delle persecuzioni: amiamo dunque con tutto il cuore anche chi non professa la vera fede, e preghiamo per loro, ma non con loro.

Un falso senso cristiano e non l'obbedienza alle parole del Salvatore ci portano al compromesso con un mondo che afferma che il Vedanta degli indiani, il Corano dei musulmani, il vitello d'oro, l'offerta a Manitou e l'ottimo signor Tizio (che non va quasi mai in chiesa ma è un buon cristiano, perché in fondo che bisogno c'è d'andare in chiesa?), sono approcci alla vita ugualmente validi.

Apriamo bene gli occhi. Questa mentalità di facile irenismo giova solo a chi, incoraggiando il superamento delle differenze tra le fedi, si pone come Supremo Coordinatore, non più soltanto della sua, ma di tutte le religioni del mondo. E questo altro non è che la prolusione all'Anticristo.

Non c'è vita al di fuori di Cristo, non c'è Chiesa al di fuori della sua. Non c'era bisogno che Iddio in persona si fosse incarnato, fosse stato crocifisso e fosse risorto al  terzo giorno se tutto il messaggio cristiano era "vogliamoci bene": i profeti l'avevano già detto a più riprese! La rivelazione salvifica è l'adorazione di Dio in tre Persone, e si ottiene attraverso l'icona vivente della Triade: la sua unica Chiesa.

Affermare che una scelta religiosa vale un'altra è negare l'Incarnazione.

Da: Il ritorno. Bollettino della Parrocchia di S. Marco di Efeso, Anno 1 n. 2, 8/21 ottobre 1991, pag. 2-3

 
Ancora su Dio e i cosmonauti

Dopo avere parlato del padre spirituale dei cosmonauti russi, padre Iov (Talats), presentiamo uno dei protagonisti della storia del rapporto tra scienza e fede, il colonnello Valentin Petrov, docente presso l'Accademia aeronautica militare J. A. Gagarin, e amico del grande cosmonauta. Traduciamo alcuni brani di un’intervista al colonnello Petrov nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.

 
Un lavoro come nessun altro

Immagina la seguente possibilità d'impiego: un lavoro che richiede un impegno per sei giorni alla settimana; tuttavia, la compagnia si aspetta che tu lavori anche nel tuo giorno di riposo in caso di necessità. Il lavoro richiede anche una disponibilità per tutti i clienti a qualsiasi ora del giorno e della notte, e di essere in ufficio il giorno dopo, in tempo per gli appuntamenti stabiliti. Ci si aspetta che tu sia un brillante oratore, un prudente uomo d'affari, un compassionevole consulente, un coinvolgente insegnante, un leader ispiratore dei giovani, efficace con gli anziani, un fantastico cantante, un mediatore di successo, e abile nella raccolta dei fondi.

Più di una volta nella vita, dovrai traslocare con tutta la famiglia in una nuova città, senza amici o parenti che vi sostengano. La cultura di questa compagnia è dura. Ogni giorno che passa sarai esaminato regolarmente, paragonato al tuo ultimo predecessore e forse anche agli altri in tutto il paese. Anche la tua famiglia sarà analizzata per valutare le tue prestazioni di lavoro, ma da loro ci si aspetta che facciano questo esame senza ricevere alcun voto.

È un lavoro in cui potresti avere successo? C'è qualcuno che potrebbe mai averne? Grazie a Dio ci sono quelli che ci provano! Probabilmente è ovvio che questa descrizione dil lavoro è quella di un parroco ortodosso. Secondo il calendario Hallmark, ottobre è il mese nazionale per l'apprezzamento del clero. Usiamo il mese di ottobre per apprezzare, onorare, e ringraziare i nostri sacerdoti e le loro famiglie.

Negli Stati Uniti siamo fortunati ad avere un gruppo così incredibile di sacerdoti e delle loro famiglie che si dedicano al Signore, alla loro chiesa, e ai membri del loro gregge. Celebrano i nostri matrimoni, ci battezzano, ci confessano, vengono a trovarci quando siamo malati, e ci seppelliranno. Essere un sacerdote può essere uno dei lavori più gratificanti del mondo, ma anche uno dei più difficili. Immaginate la lista dei requisiti nella descrizione del lavoro di cui sopra. Quante persone in tutto il mondo hanno tutte le competenze in quella lista? Quasi nessuno. I vostri figli hanno tutte queste capacità? I miei non le hanno. Tuttavia, l'aspettativa è che i nostri sacerdoti abbiano tutti quei doni e molto altro ancora! Alcuni sacerdoti hanno le più grandi capacità di ascolto e sono i migliori nel darci conforto. Altri sono risolutori creativi di problemi. Alcuni sono i migliori liturgisti; alcuni hanno fantastiche menti imprenditoriali o hanno un dono per la raccolta dei fondi. Tutto questo condensato in una sola persona?

È a malapena possibile, ma noi vogliamo da loro questo standard incredibile e ci aspettiamo la perfezione. Quindi, come iniziare ad apprezzare il dono dei sacerdoti e della loro famiglie?

Dobbiamo cominciare passando un minuto a metterci nei loro panni. La loro decisione di diventare sacerdoti è un atto altruistico. Essi danno più di quanto pensiamo. Tuttavia, a volte diamo per scontate perfino le cose di base. I preti giovani e le loro mogli possono non rendersi conto che le esigenze del lavoro parrocchiale avranno un impatto sulla loro capacità di vivere la loro vita di famiglia – la partecipazione a eventi sportivi, l'aiuto ai figli con i compiti, perfino la cena! Essi possono non aver capito che essere parte di una comunità significa restare da soli. La maggior parte di loro vive lontano dalla famiglia e dagli amici e ha difficoltà a sviluppare rapporti stretti con i fedeli nelle loro parrocchie. Le vacanze possono essere un momento di isolamento particolarmente impegnativo. Quando hanno problemi matrimoniali o con i loro figli, come possono chiedere aiuto? A chi parlano? Riuscite a immaginare di essere in questa posizione?

Ricordate che i preti sono esseri umani e che hanno bisogno di una pausa, proprio come ne abbiamo bisogno noi! Non sono perfetti e non hanno tutti i doni che renderebbero un prete perfetto. Cristo è l'unico sacerdote perfetto. Essere umani significa che anche loro stanno lavorando alla loro salvezza! Il lavoro che fanno è sia emotivamente sia spiritualmente drenante. Anche san Paisios si prendeva del tempo per ricaricarsi prima di tornare a nutrire il suo gregge. Assicuratevi che un prete si prenda tempo per sé e per la sua famiglia. Se un prete si sente esaurito, incoraggiatelo. Se avete una casa per le vacanze, considerate l'idea di condividerla con lui! Onorate i suoi giorni di riposo. Pensateci due volte prima di chiamarlo se non è una situazione di emergenza. È davvero importante che siano presenti a ogni incontro programmato? Un prete ben riposato e contento è in grado di fare di più per una parrocchia di uno stanco e respinto. Ringraziateli e pregate per loro! Mandategli un biglietto di ringraziamento, portategli qualcosa per cena, offritegli di fare un po' di lavoro al posto suo, fare qualcosa per la sua famiglia. Dategli il benvenuto nella vostra famiglia. Invitatelo a feste e celebrazioni, ma non prendetevela se vi dice di no! E, soprattutto, pregare per lui!

Siamo fortunati ad avere un clero disposto ad aiutarci nella nostra crescita spirituale. Prendetevi il tempo per apprezzarlo... nel mese di ottobre e per sempre!

la famiglia Karos

Cindy e suo marito Paul sono sposati da vent'anni. Hanno tre figli di età compresa tra i 14 ei 18 anni e sono attivi sia nell'arcidiocesi greca sia in quella antiochena in America. Cindy gestisce i campeggi pan-ortodossi per famiglie nell'area di Minneapolis-St. Paul, oltre ad altre attività di gestione ecclesiastica.

 
I seminaristi e le tonache

studenti del seminario della santa Trinità, Jordanville, New York

Perché i seminaristi indossano la tonaca?

I seminari sono una cosa relativamente recente nella storia della Chiesa. I primi seminari furono istituiti sulla scia della contro-riforma cattolica romana nel XVI secolo e furono solo in seguito adottati come modello da ortodossi e da protestanti.

Il primo seminario ortodosso fu l'Accademia teologica di Kiev, fondata nel 1615, sui terreni del Monastero della Teofania. Forse a causa di questa connessione storica dei seminari ortodossi con i monasteri, l'uso dei seminaristi ortodossi è di indossare una tonaca e una cintura monastica, proprio come farebbe un novizio monastico.

Il Manuale del seminario della santa Trinità dice quanto segue circa l'uso di indossare la tonaca da parte dei seminaristi:

"Essendo una scuola teologica, il seminario ortodosso della santa Trinità è guidato nelle sue attività dal diritto canonico. Secondo i canoni e le decisioni della Chiesa ortodossa, tutti gli abitanti del monastero sono obbligati a essere sotto l'obbedienza dell'abate.

Gli studenti entrano nel seminario teologico indossando tonache e cinture come i novizi nel monastero ma con un regime appositamente modificato. Sono pertanto obbligati a sottomettersi alle autorità del seminario e del monastero secondo i dettami delle loro coscienze e dell'obbedienza cristiana che richiedono l'umiltà e il rispetto per i superiori spirituali. Gli studenti devono essere chiaramente consapevoli di queste cose e devono prima considerare se sono veramente ispirati a un atteggiamento cristiano ortodosso e se ha senso per loro di studiare in seminario in tali condizioni".

La maggior parte dei seminari è ancora connessa con i monasteri e la partecipazione alla vita liturgica del monastero è uno degli aspetti più importanti di un'istruzione ortodossa.

Il vescovo Irenei (Steenberg) ha fatto le seguenti osservazioni riguardo alle tradizioni di indossare una tonaca (podrjasnik) e una tonaca esterna (rjasa), in una discussione sul suo sito web Monachos.net:

"L'uso normale della tonaca varia tra la tradizione bizantina e russa.

In generale, cosa in larga parte comune a entrambe le tradizioni, la tonaca interna (in russo подрясник, podrjasnik) deve essere indossata da tutte le persone tonsurate – cioè da tutti quelli negli ordini superiori del clero (vescovi, sacerdoti, diaconi), da tutti quelli negli ordini minori (suddiaconi e lettori), come pure da monaci e monache, e spesso (anche se non sempre) dai seminaristi. Fondamentalmente è un segno sia dell'obbedienza della tonsura (in tutti i casi, tranne quello dei seminaristi), sia dell'oblio di sé. In termini corretti, nessuna persona appartenente a queste categorie dovrebbe trovarsi in chiesa senza essere vestita con il подрясник.

Le pratiche della tonaca esterna o ряса (rjasa), variano a seconda della tradizione:

- Nella tradizione russa, è l'indumento più formale di vescovi, sacerdoti, diaconi, monaci e monache (del rango di rassoforo/a, chiamato così specificamente perché si indossa questo indumento, di origine monastica), che si porta al di sopra della tonaca (non al posto della tonaca). La ряса non è normalmente indossata da suddiaconi o lettori, e mai dai seminaristi. Nella normale pratica russa, si riceve una benedizione per indossare la ряса o all'ordinazione al diaconato, o quando si avanza nella vita monastica.

- Nella tradizione bizantina si applica spesso la stessa pratica generale; tuttavia, è comune che i lettori indossino questo indumento esterno durante la lettura in chiesa (di solito senza la tonaca al di sotto, caratteristica unica della pratica bizantina) – e in alcuni casi anche altre persone indosseranno la rjassa allo stesso modo (direttori di coro, ecc.)" (Monachos.net, 30 marzo 2007).

 
Diacono Andrej Kuraev: 'Perché non sono ateo'

Perché non sono cristiano: Questo è il titolo del popolare libro del celebre matematico e filosofo inglese Bertrand Russell, che è stato tradotto in molte lingue. Per il nostro programma, tuttavia, abbiamo scelto un titolo simile nella forma, ma sostanzialmente opposto nel significato: "Perché non sono ateo". L' ospite del nostro programma di oggi è Andrej Kuraev , diacono in una delle chiese di Mosca, docente presso diversi istituti di istruzione superiore, professore, filosofo e teologo. Ma padre Andrei ha obiezioni a essere descritto come un teologo.

"Un teologo? Sembra troppo alto", dice Andrej Kuraev. "La tradizione ortodossa conosce solo tre teologi, cioè, san Giovanni il Teologo, il discepolo prediletto di Gesù Cristo stesso; Gregorio il Teologo del IV secolo e Simeone il Nuovo Teologo del X secolo. Quindi, mi sembra un po' pretenzioso definirmi un teologo. Un "giornalista ecclesiastico", questa sarebbe una descrizione più adeguata".

Beh, come vuole. Facciamo pure giornalista ecclesiastico. Tuttavia, è difficile argomentare con Padre Andrej. Una vita non è sufficiente per studiare la ricchezza di parole meravigliose dalla teologia ortodossa. I libri di teologia comparata di Andrej Kuraev si sono venduti come il pane. Alcuni di loro sono già diventati bestseller. Notiamo, tra l'altro, il fatto paradossale che i libri ortodossi super-seri sono molto richiesti oggi in Russia. Alcuni di solo hanno avuto un enorme successo. Ebbene, non possiamo farci nulla, considerando la rapidità con cui i russi in massa stanno tornando alla spiritualità ortodossa. E i libri di Andrej Kuraev hanno dato un grande contributo a questo processo .

Non solo i suoi libri, tuttavia. Padre Andrej tiene conferenze a Mosca e nelle province. Le sale per le conferenze in queste occasioni non riescono a contenere tutti quelli che vogliono ascoltarlo. Forse, l'attività eccezionalmente intensa di questo chierico è stata ravvivata dalla sana e vibrante energia della gioventù. Infatti, Andrej Kuraev ha poco più di 30 anni. La sua attività missionaria ascetica ha confutato la vecchia, ingiusta opinione che i preti ortodossi sono scarsamente missionari.

Ci è stato rivelato un particolare toccante: un pilastro incrollabile della vera Ortodossia come sembra essere oggi il diacono Andrej Kuraev si preparava per un ministero del tutto opposto. Stava per dedicarsi alla propaganda ateistica.

La famiglia in cui è nato e cresciuto Andrej Kuraev aveva caratteristiche elitarie. Suo padre, un celebre filosofo, andava spesso all'estero a lavorare per molto tempo e vi rimaneva con la sua famiglia. A differenza di altre persone nella società sovietica , chi andava all'estero era privilegiato. Godeva di migliori condizioni di vita, di una libertà in in qualche modo maggiore e di un maggiore accesso alle informazioni. Agli occhi di persone che non potevano andare fuori dell'Unione Sovietica, quelli che potevano andare all'estero per viaggi di lavoro erano persone appartenenti a una dimensione diversa, di un ordine superiore.

Da bambino Andrej ha vissuto in Europa orientale. Tornato a casa in Unione Sovietica, considerava i suoi compagni che non avevano i jeans o le gomme da masticare come dei selvaggi. Ecco come lui stesso ricorda quell'epoca, sottolineando che non era estraneo alle tentazioni della cosiddetta società dei consumi.

Come studente presso il Dipartimento di Filosofia dell'Università statale di Mosca, aveva dato un esame di filosofia, la sua materia preferita. Ha ottenuto il massimo dei voti e una richiesta da parte dell'esaminatore di trasmettere i migliori saluti al suo padre filosofo. Fu a quel punto che il giovane decise che mai più si sarebbe presentato come il figlio di una celebrità. Si sarebbe rivolto a un campo in cui il nome del suo geniale padre filosofo non era di nessuna peso. Alla fine passò alla cattedra di ateismo scientifico. In seguito fece anche studi post-laurea presso l'Istituto di Filosofia dell'Accademia delle Scienze .

Come risultato di tutti questi studi è stato immerso in un atteggiamento critico verso la fede in Dio e farcito di argomentazioni atee. Cosa è successo allora? Come ha fatto la mente scettica di un ateo sovietico a fare un'inversione di rotta? Cercheremo di spiegarlo, ma avvertiamo subito che tutte le parole espresse lascieranno ancora dietro di loro un mistero - un mistero della divina influenza sulla vita umana, un mistero dello Spirito Santo che soffia dove vuole .

Apriamo il libro di Andrej Kuraev intitolato. È proprio lo stesso, credere?

"Si diventa cristiani non perché qualcuno ci ha messi all'angolo con semplici argomenti. Semplicemente l'anima a un certo punto viene in contatto con il Divino. Oppure, come dice un teologo ortodosso, 'nessuno diventerebbe mai monaco a meno che non veda una volta la luce della vita eterna sul volto di un'altra persona'. un credente si differenzia da un non credente semplicemente per il fatto che la gamma della sua esperienza è più grande, proprio come una persona con un orecchio per la musica è diverso da quelli che non sentono l'armonia degli accordi musicali. Se una persona ha l'esperienza di un incontro con Dio, così tanto cambia in questo mondo per lui! Ma se perde quest'incontro, così tanto viene oscurato! Un giovane ha scritto all'alba del XIX secolo: ' Se a una persona è stata data questa virtù dell'unione con Cristo, incontra i colpi del destino con calma e tranquillità interiore, opponendosi coraggiosamente alle tempeste delle passioni e resistendo senza paura alla rabbia del male. Come puoi non riuscire a sopportare la sofferenza se sai che persistendo in Cristo e lavorando con zelo glorifichi Dio stesso?!' Più tardi, dopo aver respinto Cristo, l'autore di queste notevoli parole di un'unione a vita avrebbe scritto solo di alienazione. Il nome di questo giovane era Karl Marx " .

Vi è un resoconto di come è avvenuta esattamente la conversione di Andrej Kuraev, studente dell'Università statale di Mosca. Nello stesso libro, È proprio lo stesso, credere?, leggiamo :

"Per me un punto di svolta si è verificato durante un incontro senza parole alla Lavra della Trinità e di san Sergio. Talvolta all'inizio del 1982, mi capitava di essere lì come studente della cattedra di ateismo e attivista del Komsomol. Ho dovuto accompagnare un gruppo di turisti e studenti ungheresi. Non mi ricordo del servizio di culto ed ero poco interessato ad architettura e storia . Ma quando stavamo uscendo dalla cattedrale della Trinità, è successo un miracolo. Di fronte a me usciva un giovane di un altro gruppo Appena due passi prima di raggiungere la soglia, improvvisamente si voltò bruscamente verso di me. Ma non guardava me. Stava guardando le icone nel cuore della Chiesa, per fare un segno di croce di fronte a loro e per ottenere una benedizione prima di andare via. Io mi sono voltato stando tra lui e le icone. Per la prima volta nella mia vita ho potuto vedere gli occhi di un credente così da vicino. No, non c'era nulla di misterioso o enigmatico in loro... un'impressione simile è spesso imitata per qualche oscura ragione da attori che interpretano i sacerdoti; gli occhi del giovane, però, erano solo brillanti, attenti e vivaci, e un pensiero mi ha penetrato: perché questo ragazzo, a cui a scuola hanno insegnato la stessa cose che hanno insegnato a me, sa qualcosa che è completamente chiuso a me nonostante tutti i miei studi religiosi? Anzi, lui sa tutto ciò che è stato insegnato a me, ma è lui che si sente a casa qui, mentre io sono un estraneo. Vuol dire che per diventare un credente uno deve sapere qualcosa che gli atei non conoscono?

Poi sono tornato a Mosca , una città in cui non avevo credenti tra i miei conoscenti. Ma ho trovato un accesso a libri ortodossi e ho capito da loro che non ero il primo sulla terra a cercare un' esperienza spirituale completamente nuova. Ho anche capito che potevo trovare queste persone e stare accanto a loro in chiesa, come per dire : 'Lasciate che provi anch'io...' In effetti , non dobbiamo creare di nuovo la Chiesa degli apostoli. Essa è lì, per entrarvi e per accettare ciò che non è fatto con mani umane, cioè la gioia della comunione, come un dono e un lascito ".

Nei libri di Andrej Kuraev ci sono molti fatti rari e osservazioni penetranti sule vie tortuose della vita spirituale umana. Essi sono brillantemente supportati da riferimenti alla Sacra Scrittura e agli scritti di santi Padri della Chiesa. L'autore fa ricorso anche alla poesia. Ecco un esempio :

"Per conoscere Dio bisogna essere Dio.

Per amarlo e adorarlo sconosciuto,

Bisogna avere solo il cuore... "

Abbiamo avuto un'opportunità di incontrare Padre Andrej e fargli domande. Una di loro era la seguente: Non ha forse sentito, nel suo avvicinamento alla fede e alla Chiesa, una certa contraddizione tra la sua mente di studioso, plasmato fin dall'infanzia, e la necessità di adottare una dottrina religiosa sulla fede ?

"Anche la teologia ortodossa è un mondo di studio molto profondo e sofisticato", risponde padre Andrej. "Dal punto di vista filosofico, l'Ortodossia è per me la fede più attraente. Ma non solo dal punto di vista filosofico. L'Ortodossia, a prescindere quale dei suoi aspetti si prende, è la più ricca di tutte le confessioni cristiane. In essa si trova la più sviluppata arte sacra, liturgie, e la meravigliosa bellezza del rituale. E prendete la teologia della Chiesa, o la patristica, o, diciamo, la filosofia religiosa russa. E per di più, sono nato in un paese ortodosso, fatto che mi rende particolarmente felice".

Eppure come si è manifestata la vostra mentalità scientifica nell'ambiente ortodosso ?

"Non penso che la mentalità accademica dovrebbe svanire quando una persona viene in chiesa ", dice Andrei Kuraev . "Entrando in chiesa, un uomo dovrebbe togliersi il cappello, non la testa. La ragione è il cavallo da lavoro del cuore. La ragione pascolerà in qualsiasi campo in cui il cuore la invia. Dirò alla mia ragione : 'Va' a studiare le leggi della fisiologia!' E ci andrà. Dirò alla mia ragione di studiare la poesia, e andrà e studierà lo sviluppo e le leggi della poesia. E se il cuore dice: 'Ascolta il Signore e cerca di capire le verità del Vangelo e dei santi Padri' , la ragione può risultare utile anche qui. Ma si dovrebbe tenere a mente che la ragione non può capire tutto ciò che esiste e intorno e dentro lo stesso essere umano. Qui arriviamo al campo dove finiscono i problemi e iniziano i misteri..."

L'Ortodossia oggi è spesso accusata di conservatorismo eccessivo, canoni presumibilmente obsoleti, lunghi servizi di culto condotti in una lingua slava ecclesiastica incomprensibile e digiuni estenuanti. Che cosa dice di questo, diacono Andrej?

"I cristiani ortodossi nel mondo di oggi sono come gli alpinisti a un campo estivo", dice padre Andrej". Immaginate un calore in una città in cui uno sente caldo anche in pantofole di lino. Improvvisamente vede gente che cammina, portando berretti di lana, giacconi e spessi stivali chiodati. A che servono le piccozze in città? A che servono i chiodi sull'asfalto? Ma se ci si libera anche solo di una di queste cose qui sotto, il prezzo di averla buttata via può rivelarsi molto caro in alta montagna. Così è nell'Ortodossia. Tutto è calcolato per una salita ardua. Una volta che si è sulle altezze spirituali si capisce il perché dei digiuni, il perché dello slavo ecclesiastico, perché i servizi di culto sono così lunghi, e perché non ci sono banchi nelle chiese; si capisce ciò che la venerazione dei santi significa e cosa ti offre un'icona... Ma per quanto necessarie possano essere le attrezzature complesse per gli alpinisti, essi stessi devono salire, perché i chiodi e le piccozze non li porteranno da soli sulla vetta. Le persone portano tutto ciò che può aiutarli a salire. Nell'Ortodossia la verità è data con spazio per la salita".

 
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Voi chi dite che io sia? Il trionfo dell'Ortodossia

Le sante icone agiscono come segnali che indicano l'immediatezza di ciò che è rappresentato. Le icone presentano a chi guarda un modo di essere in relazione con ciò che significano. È proprio questa intimità che molti trovano preoccupante. L'intermittente controversia iconoclasta nella Nuova Roma sul Bosforo, durata quasi un secolo (726-87 e 815-43), era centrata sul sospetto che chi guarda fonde la realtà del rappresentato con la sua rappresentazione arrivando ad adorare la sua sostanza materiale. L'accusa era (ed è) che segno e significato diventano così intellettualmente ed emotivamente fusi in chi guarda, che questi considera l'immagine come l'incarnazione di ciò che è raffigurato. Cioè, il raffigurato è inerente, piuttosto che meramente apparente nell'immagine.

Molto è stato detto sull'influenza del dogma coranico sugli iconoclasti. Entro il 651 le invasioni islamiche avevano soggiogato i territori cristiani di Siria, Mesopotamia ed Egitto. Damasco come importante centro di teologia ortodossa cade nelle mani dei musulmani quasi un intero secolo prima che l'imperatore Leone III promulgasse tra il 726 e il 729 una serie di decreti che proibivano di esporre icone nelle chiese e nei luoghi pubblici di tutto l'impero indebolito.

I riformatori protestanti del Nord Europa del XVI secolo, tuttavia, avendo poca esperienza diretta dell'islam, sono stati colti dallo stesso sospetto e dalla determinazione di rimuovere l'arte sacra figurativa. Molti protestanti arrivarono inoltre a dichiarare che rappresentare in modo pittorico la madre di Gesù, i suoi discepoli, i martiri, i santi e gli angeli favoriva il culto delle loro immagini come mediatori cultuali tra Dio e l'uomo. Pertanto, ci si opponeva a qualsiasi venerazione dei santi, e le loro rappresentazioni divenivano un doppio tabù. Questo lasciava solo l'immagine di una croce nudo come emblema di purezza riduttiva. Lavato delle rappresentazioni della "impronta della sua persona", come san Paolo chiama il Figlio di Dio, il familiare ha lasciato spazio al meccanico, alla divinità disimpegnata e disinteressata dell'Illuminismo.

chiesa ex domenicana nel Principato di Orange, in Francia, spogliata dei suoi ornamenti e trasformata in un'assemblea protestante

Il pericoloso potere delle immagini

L'accusa di idolatria grava pesantemente sull'ambito dell'arte sacra, non a causa della dottrina islamica e protestante, ma perché presume che si possano fare immagini del divino. E in questo c'è molto da tenere in considerazione. Praticamente tutta l'arte tardo-antica e medievale, a est e a ovest, ha cercato di rispondere in modo pittorico alla domanda che Cristo pone ai suoi discepoli: "Voi chi dite che io sia?"

L'ansietà degli iconoclasti, che l'immagine sia venerata come un'incarnazione, ha una logica che non è facilmente superabile, da qui il perenne richiamo alla cancellazione. Il terrore comune è che allo spettatore non possa essere affidato il potere delle immagini.

Per illustrare quanto sia intricata la questione, ricordiamo le gesta del giusto re Ezechia (715 a.C.):

Egli rimosse gli alti luoghi, e spezzò i pilastri, e tagliò il palo sacro; e ruppe in pezzi il serpente di bronzo che Mosè aveva fatto; poiché a quel tempo i figli d'Israele gli facevano offerte; ed era chiamato Nehushtan. (2 Re 18:4)

Un millennio prima che Ezechia distruggesse quello che definiva sprezzantemente Nehushtan, un semplice pezzo di ottone, il "serpente di bronzo" era un'immagine portata oltre il Giordano nella terra promessa assieme all'Arca dell'Alleanza. La sua origine era stata l'evento di Edom, quando gli israeliti si erano lamentati contro Mosè, "e Dio mandò tra il popolo serpenti, e mordevano la gente; e un gran numero d'israeliti morì" (Numeri 21: 6).

E il Signore disse a Mosè: Fatti un serpente e mettilo sopra un'asta: e chiunque sarà morso e lo guarderà, vivrà. E Mosè fece un serpente di bronzo e lo mise sopra un'asta e quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, restava in vita" (Numeri 21:8,9).

Anche se la figura in bronzo era stata data come segno provvisorio della liberazione di Dio, un segnaposto, per così dire, fu distrutta perché i "figli di Israele le facevano offerte" come a un idolo.

Il contesto dell'azione di Ezechia era la resistenza a ciò che gli ebrei avevano sperimentato durante il loro esilio di 400 anni in Egitto, bombardati da immagini di Anubi, Horus, Iside e almeno 80 altre divinità. Tornando agli altopiani della Transgiordania e della terra promessa, si sono immersi nuovamente nelle onnipresenti immagini cananee, fenicie e filistee di Dagon, Baal e Moloch. A questo sciame, anche se secoli dopo, si è aggiunto il pantheon di idoli mesopotamici che gli israeliti avevano incontrato durante le loro tre deportazioni babilonesi, nel 605, 597 e 586 a. C.

Gesù Cristo, tuttavia, ha interpretato l'immagine come simbolo di se stesso:

E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato: affinché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. (Giovanni 3:12-15)

L'immagine del serpente di bronzo non raffigurava la fisicità umana di Gesù di Nazaret; rimandava al suo ruolo di Salvatore del mondo. Parlando della sua crocifissione, Cristo ha completato il so significato: "E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me" (Giovanni 12: 32).

scultura in avorio di Cristo e del serpente, dal castello della famiglia nobile di Elderen, in Belgio

L'annuncio del Vangelo in mezzo all'idolatria

La cultura greco-romana, in cui san Paolo e gli apostoli hanno portato il messaggio di Dio incarnato, era simile a quella in cui Giosuè aveva portato l'Arca dell'Alleanza oltre il Giordano. Le dimensioni e la profusione delle rovine del tempio dedicato ad Artemide, nelle città dell'Anatolia dove Paolo, Barnaba, Timoteo e Giovanni Marco hanno fatto viaggi missionari – Efeso, Pergamo, Panfilia, Iconio, Filadelfia – ci dice che l'erezione e la manutenzione i tali templi avrebbe richiesto miliardi in termini di entrate moderne.

Artemide di Efeso, museo di antichità, Antalya, Turchia

Tutta la vita cittadina e rurale orbitava intorno al culto delle immagini scolpite, non solo le immagini di fantasia che erano lateralmente equivalenti a divinità pagane nelle civiltà circostanti – greca, ittita, scita, babilonese ed egiziana – ma anche le immagini degli imperatori. Prima della divinizzazione ufficiale e tipicamente postuma degli imperatori, le statue ritraevano i Cesari come generali trionfanti in uniforme militare o capi di stato in corone di alloro e porpore cerimoniali. Ma i Cesari divinizzati erano rappresentati nudi e atletici a somiglianza di Apollo, Ermes e Zeus per i rituali onorifici richiesti di fronte alle loro immagini.

Era in questo contesto che gli apostoli si sforzavano potentemente di far superare i residui di culto degli idoli nei convertiti dal paganesimo al cristianesimo.

Quanto dunque al mangiare le carni offerte in sacrificio agli idoli, sappiamo che non esiste al mondo alcun idolo, e che non vi è altro Dio se non uno solo... Ma non tutti hanno conoscenza: alcuni, abituati finora agli idoli, mangiano le carni come cose sacrificate a un idolo; e la loro coscienza, essendo debole, ne è contaminata. (I Corinzi 8: 4-7)

Anche se san Paolo dichiara: "noi sappiamo che non esiste al mondo alcun idolo, e che non vi è altro Dio, se non uno solo", ci ricorda che "non tutti hanno conoscenza". Nel dire che "non esiste al mondo alcun idolo", san Paolo non dice che l'onore dato agli idoli è nulla. Egli avverte che la deferenza, se non la reverenza, data agli idoli è data ai demoni e ha il pericolo di profanare la coscienza:

Poiché non lottiamo contro il sangue e la carne, ma contro i principati, contro le potestà, contro i dominatori delle tenebre di questo mondo, contro gli spiriti malvagi nei luoghi alti. (Efesini 6:12)

Nel dibattito del Concilio di Gerusalemme (50 d.C.) su ciò che era necessario richiedere ai gentili convertiti, vediamo come l'apostolo Pietro ha risposto quando "si alzarono alcuni della setta dei farisei che avevano creduto, dicendo che era necessario circonciderli, e comandare loro di osservare la legge di Mosè" (Atti 15:5) Pietro ammonì i farisei credenti dicendo:" Ora perché dunque tentate Dio, mettendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri, né noi siamo stati in grado di portare?" (Atti 15:10)

Ma quando san Giacomo, il primo vescovo di Gerusalemme, si pronunciò sulla questione, il suo ammonimento si focalizzava sul pericolo dell'idolatria. "Per questo ritengo che non si debbano importunare quelli tra i gentili che si convertono a Dio, ma che si ordini loro di astenersi dalla contaminazione con gli idoli, dalla fornicazione, dagli animali soffocati e dal sangue." (Atti 15:19-20)

"Fino a quest'ora", il potere delle immagini è pericoloso. Il luogo delle immagini nelle civiltà non è mai neutrale.

Il trionfo dell'Ortodossia

Se l'iconoclastia è resiliente, tanto più lo è la venerazione delle icone. L'ispirazione a rappresentare le cose celesti non è quella di realizzare immagini che servono come dèi o come mediatori tra Dio e gli uomini. È quella di glorificare colui nel quale Dio si è fatto tangibile come "splendore della sua gloria".

Ciò che era fin da principio, che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato, della parola di vita... lo dichiariamo a voi.(1 Giovanni 1: 3)

Anche così, c'è voluto un secolo di sangue perché il settimo Concilio Ecumenico (il secondo Concilio di Nicea), presieduto dal patriarca Tarasio nel 787, formalizzasse una dichiarazione sull'efficacia delle icone. Il Concilio ha tratto dalla saggezza di san Basilio il Grande (330-379), che succintamente ha chiarito che sono le persone rappresentate nelle icone e non le icone come oggetti a essere venerate: "L'onore reso all'immagine è trasferito al suo prototipo". (Lettere sullo Spirito Santo, 18)

San Giovanni Damasceno (c. 675 o 676 – 749), che era ancora vivo quando l'imperatore Leone III si pronunciò contro l'esposizione delle icone, ha scritto le opere definitive, i "Tre trattati apologetici contro coloro che condannano le immagini sacre". Questo passaggio dall'opera (1: 16-17) è una delle affermazioni più famose di san Giovanni sul perché l'uso delle icone non è idolatria.

Ma ora, quando Dio si rende visibile per conversare con gli uomini nella carne, io faccio un'immagine del Dio che vedo. Io non adoro la materia; Io adoro il Creatore della materia che è diventato materia per amor mio, che volle prendere la sua dimora nella materia; che ha elaborato la mia salvezza attraverso la materia. Non posso cessare di onorare la materia che ha operato la mia salvezza! Io la venero, anche se non come Dio.

Parti degli Atti del settimo Concilio Ecumenico vengono letti sulla Prima Domenica di Quaresima, detta "Domenica del trionfo dell'Ortodossia."

Noi definiamo la regola con ogni precisione e diligenza, in modo non dissimile da quello che si addice alla forma della preziosa e vivificante Croce, che le venerabili e sante icone, dipinte o a mosaico, o realizzate in qualsiasi altro materiale adatto, siano poste nelle sante chiese di Dio su vasi sacri e paramenti, pareti e pannelli, case e strade, sia del nostro Signore e Dio e Salvatore Gesù Cristo, e della nostra intemerata Sovrana la santa Theotokos, e anche dei preziosi angeli, e di tutti i santi. Perché quanto più frequentemente e più spesso sono visti continuamente in rappresentazione pittorica, tanto più quelli che li vedono sono portati a visualizzare nuovamente la memoria degli originali che rappresentano e peraltro generano un desiderio nell'anima delle persone che guardano le icone. (Atti del Concilio, vol. 11, pag. 719)

Immagine e sostanza

Da un lato vi è un'autentica attività dello spettatore, che san Basilio aveva descritto, e su cui il settimo Concilio aveva specificato che non si tratta di idolatria. D'altra parte, il compito di difendere la riverenza verso le icone contro l'accusa di idolatria non è semplice. Sia le icone sacre sia gli idoli pagani sono oggetti artificiali che raffigurano il soggetto venerato. Se i "dominatori delle tenebre di questo mondo" sono poteri reali con cui lottare, che cosa separa la venerazione delle icone sacre dal culto degli idoli?

È la certezza che colui che è dipinto è "il solo Signore Gesù Cristo, per mezzo del quale esistono tutte le cose, e noi con lui". Le icone sacre sono chiamate così a causa di colui di cui proclamano la divinità.

Questo è vero per tutte le icone sacre, sia che il loro soggetto siano santi, angeli o eventi. Ogni icona testimonia la realtà del nostro Liberatore incarnato. Ogni icona ripete la risposta di Simon Pietro alla domanda di Gesù, "tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente".

L'esperienza del fedele ortodosso di fronte alle sante icone non è idolatria, sia nel senso di adorare "qualcosa nel mondo", sia di adorare la sostanza materiale della loro composizione. È piuttosto la risposta giusta alle persone verso le quali le icone dirigono l'attenzione orante. Quando si onorano le immagini di persone sante non c'è distanza di tempo e di luogo tra le persone che vedono e le persone vedute, solo la certezza della presenza viva e l'incoraggiamento di coloro che "hanno combattuto la buona battaglia e hanno ricevuto le loro corone". Le icone "generano un desiderio nell'anima delle persone che le guardano" per emulare l'esempio di coloro che con le loro vite sante hanno reso tangibilmente pubblica la presenza di colui che attira tutti gli uomini a sé.

San Basilio fa un'analogia toccante sul ruolo che le immagini ricoprono come strumento per trasformare il cuore seguendo gli esempi di rettitudine raffigurati nell'arte sacra delle icone.

Sia i pittori di parole sia i pittori di immagini illustrano il valore in battaglia; i primi con l'arte della retorica; i secondi con un uso sapiente del pennello, ed entrambi incoraggiano tutti a essere coraggiosi. Un resoconto parlato edifica l'orecchio, mentre un quadro silenzio induce l'imitazione.  (Citazione da Giovanni Damasceno, "Sulle immagini sacre")

 
Il governo tedesco sta agendo di propria iniziativa come complice, non come vassallo della strategia degli Stati Uniti

I contratti di associazione con l'Unione Europea firmati dalla giunta di Kiev legano l'economia ucraina alla zona di egemonia tedesca (l'Unione Europea è ora completamente sottoposta agli interessi tedeschi). La firma del contratto con il Fondo Monetario Internazionale era una richiesta dell'Unione Europea. Così la trappola economica che di fatto costringe la giunta all'aggressione esterna (solo per salvare la propria pelle) non è un'invenzione degli Stati Uniti, ma tedesca...

Steinmeier, il ministro degli esteri tedesco, era a capo della cancelleria e quindi coordinatore delle attività dei servizi segreti tra il 1999 e il 2005. Così era stato già profondamente coinvolto nel Kosovo. In seguito ha spinto per l'associazione dell'Ucraina all'Unione Europea. Non è né innocente né interessato alla pace. È stato proprio lui il primo a parlare di "integrità territoriale", subito dopo il colpo di stato.

Tutti ricordano che Nuland nella sua famosa telefonata ha preteso Jatsenjuk al governo. Quasi tutti hanno dimenticato che ha anche detto "no Svoboda". È stato Steinmeier che ha aperto la porta a Svoboda. E se i media statunitensi stanno in silenzio sui nazisti ucraini, i media tedeschi sono totalmente muti. Anche se riconoscere i nazisti dovrebbe essere molto più facile per un giornalista tedesco che per uno americano.

Non solo nel blog The Vineyard of the Saker, ma anche nei media russi (per quanto riesco a decifrare attraverso Google Translator) la Germania è vista come un vassallo degli Stati Uniti che potrebbe essere un potenziale alleato. (Putin ha ripetuto questa idea in un discorso a vari ambasciatori). Se questa posizione è rivolta al pubblico tedesco, potrebbe funzionare come idea propagandistica, ma non riesce nemmeno a raggiungere questo pubblico (non vi è alcun canale tedesco di Russia Today fino a oggi). Se è rivolto alla politica tedesca, si basa su una analisi viziata. Potrebbe essere possibile creare una spaccatura tra la Germania e i suoi vicini europei (dopo che questi sono stati prosciugati economicamente negli ultimi anni per stabilizzare l'industria tedesca e le banche tedesche); è una fatica sprecata cercare di creare una simile spaccatura tra la Germania e gli Stati Uniti, perché il loro rapporto è di complicità, non di dipendenza. Come è stato nella Jugoslavia – gli Stati Uniti ottengono le basi militari, la Germania ottiene le colonie (e se ricordate il ruolo dei fascisti croati, indovinate dove sono stati conservati per tutti quei decenni prima del loro riutilizzo? Ebbene sì, a Monaco di Baviera).

La retorica politica tedesca dice raramente la verità. Chiedetelo ai greci, che sono stati "salvati". Nulla di ciò che dice può essere attendibile. Sono solo le opere che raccontano la verità. E se ci fosse una seria volontà da parte tedesca di passare dall'escalation alla diplomazia, ci sarebbe una breccia nel blocco delle informazioni per legittimare tale passaggio. Ma non c'è. Neppure il minimo accenno. Solo una volta è passata una singola informazione – quando il Bild, il più terribile quotidiano della Germania, ha scritto sui contractor militari privati in Ucraina. Si riferivano a una fonte del BND (Bundesnachrichtendienst, o Servizio di Informazioni Federale). Credo che sia stato una sorta di ritorsione interna per lo spettacolo dei falsi agenti dell'OSCE.

La relativa stabilità dell'economia tedesca si basa su una coerente politica del "trasforma il tuo vicino in un mendicante". È il risultato della trasformazione dell'Unione Europea in una struttura semi-coloniale con un solo centro politico ed economico: la Germania (basti pensare a Hollande non più autorizzato a fare telefonate senza la Merkel). Ma questa struttura è tutt'altro che stabile, perché sono finiti i vicini di casa che non sono ancora in miseria, e la crisi economica fondamentale è tutt'altro che finita. Quindi entrambi i lati di questa partnership nell'aggressione condividono lo stesso problema, e nessuno scambio commerciale con la Russia può colmare questa lacuna. Entrambi hanno bisogno di una vera e propria distruzione di beni reali su larga scala, e ne hanno bisogno presto.

Quando la Wehrmacht ha iniziato a perdere nel 1943, i tedeschi hanno cercato di analizzare i loro errori. Sono giunti alla conclusione che prima di iniziare di nuovo una guerra contro la Russia, dovrebbero assicurarsi che tutto il potenziale economico europeo sia sotto il loro controllo. Quindi è un po' inquietante vedere che è stato raggiunto proprio questo nel corso degli ultimi anni.

È impossibile dimostrare quanto sia stretto il collegamento tra le autorità tedesche e i nazisti ucraini. Gli archivi tedeschi sono ben chiusi; tutto lo sporco accumulato dal 1945 è ancora nascosto. Infatti i documenti della CIA sono accessibili, gli atti degli Stati Uniti sono pubblici, mentre quelli tedeschi rimangono nascosti... Ma ci sono forti indicazioni che le parti peggiori delle forze ucraine sono pupazzi tedeschi, non americani (a partire da Timoshenko e Klichko, ma continuando per tutto lo spettro completo dei banderisti). Nno hanno bisogno di essere controllati direttamente. Corrono come su una pista nella giusta direzione, non appena vengono chiamati sul palco.

Intorno a Monaco di Baviera ci sono stati più nazisti ucraini in posizioni ufficiali e più esuli seguaci di Bandera di quanti abbiano mai raggiunto gli Stati Uniti. I servizi segreti tedeschi, il BND (che si trova a Pullach, a pochi chilometri da Monaco di Baviera), non hanno mai interrotto le vecchie connessioni e si sono formati grazie alle stesse persone che mantenevano tali connessioni durante la guerra. C'era un governo ucraino in esilio a Monaco, residente in Zeppelinstraße, e c'è ancora una università ucraina; Monaco di Baviera è stato il quartier generale dei terroristi ucraini dopo il 1945.

Fin dall'indipendenza c'è stata una forte influenza tedesca in Ucraina. Nel 1992 l'ambasciata tedesca a Kiev impiegava più personale di tutte le altre ambasciate occidentali messe insieme (inclusa quella americana). Mentre i funzionari governativi britannici e americani in quel momento mettevano in guardia dal rafforzare le tendenze nazionaliste nei paesi dell'ex-Unione Sovietica, il governo tedesco ha fatto di tutto per fare esattamente questo (non solo in Ucraina, tra l'altro, ma anche negli Stati baltici e altrove...). Così un piano di un edificio pieno di agenti della CIA a Kiev potrebbe non essere un segno di forza degli Stati Uniti in questo dramma, ma piuttosto il contrario, un tentativo di recuperare il ritardo rispetto alle connessioni tedesche.

C'è una strana risonanza storica nella lista degli eventi ucraini. Fino al 9 maggio tutto ha seguito un calendario che in qualche modo mirava a un ritorno alla seconda guerra mondiale (culminato in quello che sarebbe successo a Mariupol, se la polizia locale non si fosse ribellata). Tale calendario si basava principalmente su eventi storici in Ucraina. Ma c'è un'eccezione. Il massacro di Odessa ha due risonanze storiche; entrambe non sono in Ucraina, ma in Germania. Il 2 maggio 1919 Monaco di Baviera fu conquistata dai controrivoluzionari, e seguirono diversi giorni di massacro, con fino a 3.000 vittime; l'evento più sanguinoso nella politica interna tedesca fino a quando i nazisti salirono al potere. E il 2 maggio 1933 i nazisti presero d'assalto gli edifici dei sindacati tedeschi. Questa potrebbe essere una coincidenza; ma se non lo è, è una forte indicazione di una mente tedesca dietro il massacro.

(I nazisti tedeschi sono ossessionati dai riferimenti storici. Sapete perché il primo campo di concentramento fu costruito a Dachau? Perché l'Armata Rossa bavarese vi aveva vinto una battaglia agli inizi del 1919... volevano spegnerne anche la memoria, e ci sono riusciti).

E poi c'è la questione di fondo – l'intera storia sembra troppo simile a un tentativo di ripristinare la seconda guerra mondiale, per non essere esattamente questo. Ora, perché mai gli Stati Uniti sarebbero tentati di ritornare alla seconda guerra mondiale che ha steso le basi per la loro posizione attuale? Assolutamente nessuna ragione. Quelli che vogliono tornare a questa guerra sono quelli che l'hanno persa.

Anche il nuovo scandalo sulla spia dell'NSA nel BND non avrà alcuna conseguenza, come non l'ha avuta tutta la storia dell'NSA. E non l'avrà. Perché? Provate a immaginare se fosse il contrario, con la Germania come paese desideroso di una guerra – quale sarebbe la conseguenza per gli Stati Uniti? Essi sono necessari come scudo nucleare... quindi dovrebbero essere coinvolti in un modo o l'altro, anche se fosse un piano esclusivamente tedesco.

Potrei sbagliarmi. Mi piacerebbe tanto sbagliarmi. Ma la strategia russa al momento sembra essere mirata a creare una spaccatura tra la Germania e gli Stati Uniti, e se ho ragione, questa strategia è completamente inutile. Non vedo alcun piano B. Neanche un serio tentativo di raggiungere il pubblico tedesco. È una cosa che mi preoccupa profondamente.

Ai governi tedeschi piace parlare di pace. Fino alle 5:44 del mattino.

 
Il metropolita Damaskinos e la messa al bando dei costumi popolari nei matrimoni e battesimi

Il 17 settembre 2015, il sito GreekReporter.com ha dato la notizia (riportata dal portale Pravoslavie.ru e in diversi siti del mondo ortodosso) di uno dei vescovi della Grecia settentrionale, il metropolita Damaskinos di Didymoteicho, Orestiada e Soufli, che ha cercato di vietare una serie di usanze popolari in occasione di matrimoni e battesimi, chiamando tali usanze "anticristiane" e "incomprensibili".

Le condizioni poste dal metropolita sono state elencate in una lista e distribuite alle chiese della diocesi: questa è una prassi perfettamente legittima di ordine ecclesiale, anche se abbiamo numerosi dubbi sulla fondatezza delle obiezioni del metropolita, così come sono state riportate dalla stampa. Vediamo di analizzarle punto per punto:

- Il lancio di riso, fiori e dolci agli sposi non ha niente a che vedere con l'Ortodossia ed è un'usanza che mostra ignoranza.

Un gesto ancestrale di augurio e di onore (che, nel caso del riso e dei semi, si traduce in un augurio di fertilità) può non essere specifico dell'Ortodossia, ma dire che non ha niente a che vedere con l'Ortodossia significa chiudere gli occhi su secoli di gesti simili in occasione di feste della Chiesa. Si pensi all'accoglienza di vescovi e celebranti che fanno il loro ingresso in una chiesa su letti di fiori, in ricordo dell'ingresso del Signore a Gerusalemme... o a tutto l'elaborato simbolismo dei semi e dei dolci nella coliva. Sarebbe strano e davvero contraddittorio permettere i simbolismi dei semi, dei fiori e dei dolci nelle processioni e nelle commemorazioni funebri, e poi vietarli nei matrimoni.

- Decorare le chiese con fiori e trattarle come studi fotografici è inadeguato.

Finché si ammettono i fiori e le fotografie nelle chiese in altri contesti (per esempio, vasi di fiori accanto alle icone o foto di interni di chiese e di funzioni), è difficile vedere dove sia inadeguato permettere le stesse cose nel corso di matrimoni o di battesimi. Forse è solo questione di gusti e di proporzioni, ma se si vuole una regolamentazione del kitsch nelle chiese, questo può sparire solo con una lunga e paziente educazione al buon gusto e alla sobrietà, e non certo per decreto episcopale.

- L'usanza in cui la sposa calpesta il piede dello sposo durante il giuramento è "incomprensibile e non cristiana".

Chi sa qualcosa del matrimonio ebraico (che ha lasciato molte delle sue usanze nel matrimonio cristiano) sa che la coppa nuziale (ancora oggi usata nel matrimonio ortodosso) viene frantumata dallo sposo calpestandola. Non è affatto incomprensibile che in alcuni usi locali la sposa mettesse il piede su quello dello sposo quando quest’ultimo calpestava il bicchiere, e quando si è smesso di spezzare la coppa in questo modo, sia rimasto il solo gesto dei piedi della coppia sovrapposti. Forse il miglior modo per agire, invece di gridare allo scandalo, sarebbe ripristinare l'antica usanza di spezzare assieme la coppa nuziale (che di per sé è un simbolismo di fedeltà: nessun altro ha diritto di partecipare all'intimità del matrimonio se non gli sposi stessi!)

- In un matrimonio il testimone dello sposo deve essere un cristiano ed essere egli stesso sposato.

Questo punto esprime senza dubbio il desiderio di un buon costume... e ci lascia il ricordo delle parole che Alfred Tennyson pone in un suo poema in bocca a re Artù morente: "Dio realizza se stesso in molti modi, a meno che un solo buon costume non corrompa il mondo". L'idea di avere un testimone di nozze cristiano e sposato è senza dubbio buona, ma è una corruzione del ruolo del testimone di nozze, che è presente al matrimonio in qualità di amico degli sposi, e di garante della loro libera scelta matrimoniale, non in qualità di garante di fede (come lo è invece un padrino di battesimo) o di "esperto di vita matrimoniale". Per avere un'idea della portata di corruzione di questo buon costume, si pensi a quante coppie non possono scegliere come testimoni i loro veri amici (magari perché questi non sono ancora sposati) e sono costretti a mettersi sotto la tutela di altre persone, spesso distanti sia materialmente che psicologicamente, che poi pretenderanno di fare i padrini di tutti i figli della coppia... abbiamo visto troppe amicizie spezzate e famiglie divise per credere che un 'buon costume' come questo debba essere considerato un ideale cristiano.

La coppia, la famiglia e gli amici dovrebbero venire in chiesa vestiti in modo appropriato senza estremità esposte. Gli ospiti devono essere rispettosi della chiesa e non parlare, ridere e scherzare durante la cerimonia. Inoltre, lanciare coriandoli agli sposi e fare fuochi d'artificio fuori dalla chiesa trasforma il luogo sacro in un carnevale.

Il messaggio è chiaro, ma il riferimento al carnevale ci ricorda il detto piuttosto saggio semel in anno licet insanire (è lecito impazzire una volta all'anno), Molte delle espressioni tipiche di una festa di matrimonio riflettono proprio l'affermazione ancestrale che semel in vita licet insanire, e non sappiamo quanto la regolamentazione del bon ton matrimoniale nelle chiese riuscirà mai a irregimentare questo spazio di licenza dato alla gioia e all'allegria.

- L'abitudine di tenere contemporaneamente un matrimonio e una cerimonia di battesimo dovrebbe essere vietata del tutto.

...e questo totale divieto dovrebbe porre fine alle convivenze pre-matrimoniali, alle gravidanze indesiderate e alle coppie che corrono a sposarsi in chiesa solo perché hanno un bambino da battezzare? Suona come un divieto di fare una frittata dopo che qualcuno ha rotto le uova! Nessun dubbio sulla buona intenzione del divieto, ma temiamo che il singolo risultato di questo decreto sarà di avere più coppie che prenotano (a malincuore) due cerimonie in chiesa, quanto più possibile vicine l'una all'altra, invece di prenotare (senza tristezza) una sola cerimonia complessiva.

Il vescovo ha ritenuto opportuno vietare nelle chiese le decorazioni per bambini come cartoni animati, palloncini, nastri, perché "trasformano la casa di Dio in un parco giochi".

Ecco l'unica parte del decreto del metropolita che ci sentiamo di condividere pienamente. Ci sono altri posti, oltre la chiesa, dove si possono allestire feste per bambini, e ogni parrocchia ha almeno una sala o una stanza che può essere adibita a questo fine.

Conclusione

Speriamo di non aver lasciato l'impressione di essere contrari al metropolita Damaskinos, o di invitare a non seguire i suoi decreti... anche perché, francamente, non sappiamo come stiano veramente le cose nella sua diocesi. Un vescovo ha tutto il diritto di imporre misure correttive al suo clero, che a sua volta ha un dovere di obbedienza verso le istruzioni legittimamente impartite dal vescovo. Ma restiamo del parere che queste istruzioni NON siano il modo per riportare i matrimoni a una dimensione spirituale.

Ci siamo dati da fare per anni a fornire una preparazione al battesimo e al matrimonio e, nella nostra forse immodesta esperienza, abbiamo notato che un poco di preparazione catechetica preliminare vale molto di più di una serie di appelli formali a una decenza esteriore di cui non si cerca neppure di capire e spiegare le motivazioni.

 
Ricostruzione della cattedrale di Santa Sofia in 3D

In una magnifica e accurata ricostruzione tridimensionale, preparata da un conoscitore davvero esperto dello spirito della liturgia e della preghiera, visitiamo la famosa cattedrale di Aghia Sophia a Costantinopoli, come doveva apparire quando era ancora adibita al culto cristiano. Da questa chiesa si sono sviluppati nel corso di diversi secoli modelli cultuali che hanno interessato tutta la Chiesa ortodossa nel mondo.

 
Cinque idee per gli studenti universitari ortodossi

Per quaranta giorni, dalla metà del mese di agosto fino alla fine di settembre e con il culmine nella celebrazione della Domenica dello studente universitario il 2 ottobre 2016, i cristiani ortodossi negli Stati Uniti si sono concentrati sulla vita degli studenti universitari. Mentre gli studenti iniziano un nuovo anno accademico, è certo che incontreranno un mondo pieno di domande sul significato stesso della vita e sul modo migliore di viverla. La vita del college li farà confrontare con una serie di problemi, da ciò che significa essere umani a come capire il sesso e il matrimonio. Gli studenti universitari di oggi saranno domani i membri dei consigli parrocchiali, gli insegnanti delle scuole domenicali, i leader dei gruppi giovanili. Saranno anche i genitori di domani, e la loro comprensione della Chiesa formerà il cristianesimo ortodosso in America negli anni a venire.

Mantenere gli studenti universitari collegati alla Chiesa è stato il centro della pastorale universitaria per decenni. Tuttavia, ci si deve chiedere: a che tipo di Chiesa stiamo mantenendo gli studenti universitari collegati? È una Chiesa etnica che spesso prega in un linguaggio che loro non capiscono più? È una chiesa sociale, di incontri, conferenze e festival? O è la Chiesa fondata da Gesù Cristo – una Chiesa che fin dai tempi apostolici ha "messo il mondo in agitazione"? (Atti 17: 5-7)

I leader ortodossi hanno sottovalutato gli studenti universitari per ben più di trent'anni, spesso evitando le grandi questioni poste dalla società, nel tentativo di rendere la Chiesa più "comoda" e meno in conflitto con la cultura. Un esempio di questo è la questione del matrimonio. Nel corso dell'ultimo anno, vi è stato un dibattito vocale sul significato del matrimonio nei campus universitari in tutto il paese. Nonostante la ricca tradizione morale della Chiesa, i ministeri universitari sono spesso rimasti in silenzio o hanno espresso disagio nell'affrontare tali questioni. Il risultato finale confonde, più che aiutare, gli studenti nel vivere la fede ortodossa.

Tali domande, e la nostra capacità di rispondervi, hanno importanza. Come cristiani ortodossi, facciamo un pessimo servizio agli studenti quando evitiamo le domande poste dalla società. Facciamo un disservizio ancora maggiore quando non condividiamo con loro le risposte a queste domande previste dalla Chiesa ortodossa, per paura di essere snobbati dalla cultura popolare. I giovani non vogliono una Chiesa ortodossa conveniente o "confortevole". Non vogliono una Chiesa in cui si glissa sulle domande serie come se fossero solo "questioni difficili." Questo non è il coraggio dei tanti santi uomini e donne della Chiesa che hanno cambiato il mondo come lo conosciamo.

La Chiesa ortodossa è stata il più grande agente di sviluppo umano nella storia. Nessuna istituzione ha fatto di più della Chiesa per l'umanità. I giovani vogliono sperimentare questa eredità, e questo significa presentare loro il cristianesimo ortodosso nella sua pienezza. Significa mettere alla prova gli studenti con un'Ortodossia robusta che li invita a vivere l'eroismo morale e la testimonianza dei santi.

Con questo in mente, ecco qui cinque idee che ogni studente universitario dovrebbe prendere in considerazione mentre esplora la propria fede cristiana ortodossa negli anni di studio:

1. La leadership inizia alla Liturgia: i leader ortodossi non si devono incontrare solo in riunioni, convegni o comitati. Si devono trovare alla Liturgia. Se vuoi essere un leader cristiano ortodosso devi essere un leader liturgico che sacrifica il suo tempo per vivere in modo coerente e imparare dalla vita liturgica della Chiesa. La Liturgia è la prima e migliore scuola di leadership nella Chiesa ortodossa. Mantenersi collegato alla Chiesa significa mantenersi in contatto con la Liturgia della Chiesa.

2. La moralità ha importanza: Uno dei grandi errori dei tempi moderni è stata l'idea che non esiste una cosa come una chiara moralità cristiana ortodossa. Questo non potrebbe essere più lontano dalla verità. La moralità è una parte essenziale dell'Ortodossia ed è ciò che distingue i cristiani dal mondo. San Gregorio di Nissa lo ha detto nel modo migliore quando ha scritto: "Se crediamo onestamente in Cristo come nostra fonte di santità, ci asterremo da qualsiasi cosa malvagia o impura nel pensiero o nell'azione e, quindi, dimostreremo a noi stessi di essere degni portatori del suo nome. La qualità della santità si dimostra non in quello che diciamo, ma in quello che facciamo nella vita". Essere ortodossi significa essere morali e abbracciare ciò che la Chiesa ha insegnato per secoli su temi quali il sesso, l'aborto, la pena di morte e il matrimonio. Significa anche scoprire che dietro ogni "NO" che la Chiesa ci dice, c'è un "SÌ" maggiore e più bello. Mantenersi collegati alla Chiesa significa mantenersi in contatto con gli insegnamenti morali della Chiesa.

3. Le domande difficili portano a grandi risposte: Ogni grande domanda che incontriamo nella vita è un dono di Dio per approfondire il nostro rapporto con lui. La grandezza del cristianesimo ortodosso si vede quando la Chiesa risponde ai grandi interrogativi della società con saggezza, buon senso e compassione. Mantenersi collegato alla Chiesa significa mantenersi in contatto con gli insegnamenti della Chiesa, e non possiamo imparare dalla Chiesa, se non siamo in grado di metterla in discussione. Sfidando la Chiesa con domande amorevoli, scopriamo la profondità e la bellezza della dottrina cristiana ortodossa. Nessuna domanda è irrilevante per la Chiesa, perché ogni domanda può aiutarci a scoprire Cristo sempre di più.

4. Il cristianesimo ortodosso è pro-life: Identificare se stessi come cristiani ortodossi significa stare dalla parte di una tradizione a favore della vita che ha più di duemila anni. Le persone umane e i diritti umani iniziano al momento del concepimento. I primi cristiani ortodossi lo capivano e si distinguevano da coloro che li circondavano, proteggendo i più deboli tra noi – inclusi i non nati, gli anziani e i disabili. Frederica Matthewes-Green lo dice nel modo migliore quando scrive: "Il nostro patrimonio cristiano ortodosso è assolutamente contrario fin dall'inizio all'aborto e all'uccisione dei bambini. Questa presa di posizione contro l'aborto e l'esposizione dei neonati è, di fatto, una delle cose che ha attirato la gente alla fede cristiana". Mantenersi collegati alla Chiesa significa mantenersi collegati a quella grande lotta per i diritti umani del nostro tempo che è il movimento pro-life.

5. La libertà religiosa è più che mai necessaria: Oggi, milioni di cristiani ortodossi sono perseguitati e martirizzati per la loro fede. La libertà religiosa è una questione vitale che deve essere abbracciata per la sopravvivenza della Chiesa. La libertà religiosa non è solo essere in grado di andare in chiesa la domenica. È il diritto di vivere, esprimere e condividere le nostre credenze religiose. La libertà religiosa significa essere in grado di cercare la verità mentre si rispettano i diritti degli altri a fare altrettanto. Essere un cristiano ortodosso non è un'opinione privata da accendere e spegnere nella nostra vita quando conviene. Non è qualcosa di riservato alla domenica e poi nascosto per tutta la settimana in aula. Eric Metaxas lo dice nel modo migliore quando scrive: "La fede o è qualcosa che ci informa in ogni momento o davvero non è nulla. Quando il governo dice ai suoi cittadini che possono pregare in un certo edificio in un determinato giorno, ma una volta usciti da lì devono inchinarsi all'ortodossia secolare dello Stato, abbiamo una bugia cinica all'opera". Mantenersi collegati con la Chiesa significa essere collegati con la nostra fede ogni giorno e comprendere che l'Ortodossia ha qualcosa da dire sul modo in cui tutti noi viviamo le nostre vite.

Le università di oggi sono molto simili al mondo che sperimentavano i primi discepoli. Sono mondi di idee in competizione e d'abbondanza di scelte. Questo è il mondo in cui si trovavano i primi cristiani, e tuttavia era un mondo che hanno cambiato abbracciando Gesù Cristo senza scuse. Se dodici apostoli hanno potuto alterare il corso dell'Impero Romano, allora certamente gli studenti universitari ortodossi hanno la capacità di cambiare il campus universitario in cui vivono.

 
Domande e risposte dalla corrispondenza recente (ottobre 2017)

Questioni pastorali e affari correnti

Esistono autentici padri spirituali ortodossi i cui discepoli si raggruppano intorno a loro. Come si può capire la differenza tra loro e le sette?

Gli autentici padri spirituali e i loro discepoli sono sempre diversi, ognuno è diverso e libero. Invece, le sette producono cloni, i cui membri sono tutti uguali, con la stessa acconciatura, le stesse barbe, gli stessi vestiti, gli stessi occhiali, come un esercito. Tutto fino al minimo dettaglio è identico, perché le loro personalità sono sempre soppresse e represse. I figli spirituali dei veri padri spirituali sono sempre diversi, vivi e attivi, mentre i cloni, gli zombi e i robot dei padri spirituali fraudolenti sono sempre gli stessei, spiritualmente repressi e morenti. Questo perché quando c'è amore, c'è la libertà e l'espressione di sé, ma dove non c'è amore, non c'è neppure libertà ed espressione di sé.

Come vede il defunto padre Ioannis Romanidis?

Ho incontrato padre Ioannis solo una volta, nel 1981, e nello stesso tempo ho letto le sue opere tradotte. Sono rimasto impressionato dalla sua conoscenza della storia occidentale e dal suo approccio originale. Per quanto capivo era sicuramente il più fine e ortodosso dei teologi accademici della sua generazione. È significativo che i cattolici romani lo detestino e i protestanti non abbiano alcuna comprensione della sua base biblica, perché non comprendono la Bibbia. A differenza del metropolita Ioannis Zizioulas, era fieramente ma comprensibilmente contrario agli intellettuali russi ecumenisti parigini, a causa delle sue cattive esperienze con loro nella Chiesa negli USA negli anni '50.

Dal lato negativo, alcuni lo hanno accusato di un certo razzismo nel suo approccio bianco e nero verso i franchi e i greci (romani), dove a qualcuno dà l'impressione che i primi siano sempre cattivi e gli ultimi siano sempre buoni a causa della loro etnia. Questo mi fa molto dispiacere, perché padre Ioannis non aveva nulla di razzista.

Per giustificare la legittimità dei cambiamenti di sesso, il primo ministro greco ateo Alexis Tsipras ha dichiarato che "noi (= la Grecia) apparteniamo all'Europa" e che "nulla, nessuna religione, può stare al di sopra dei diritti umani". Cosa significa questo, secondo lei?

Significa che la sua religione è in realtà il dio dei diritti umani. Questo è un dio strano, perché secondo lui i bambini non nati non hanno diritti e possono essere distrutti nel più grande olocausto della storia del mondo. Questo perché in questa religione neopagana (che ricorda il paganesimo dei greci antichi), è il peccato umano a essere adorato.

I cattolici romani hanno spesso un ritratto del papa nelle loro case e alcuni anglicani hanno una foto della cattedrale di Canterbury. Che cos'hanno gli ortodossi, dato che siete divisi in differenti nazionalità e avete differenti patriarchi e stili di architettura?

Abbiamo tutti un angolo delle icone, con un'icona di Cristo, e probabilmente anche icone della Madre di Dio e dei santi a noi più vicini. È così perché è Cristo, e nessun essere umano o edificio di chiesa, che è il capo della nostra Chiesa.

È opportuno incoraggiare l'opera missionaria?

Solo se questa è ortodossa. Tutte le parrocchie ortodosse sono missioni in questo senso. Purtroppo, si giustificano tutti i tipi di compromessi con il termine "opera missionaria", tra cui l'eresia dell'ecumenismo. Abbiamo un'enorme quantità di opera missionaria vera e propria da fare nei confronti dei nostri ortodossi e dei non ortodossi che essi scelgono come sposi o come amici. Penso che sia particolarmente inutile parlare agli eterodossi con l'idea di convertirli. Gli eterodossi raramente si convertono all'Ortodossia autentica (dei pochi che lo fanno, la maggior parte abbandona la Chiesa, o porta con sé nella Chiesa i propri bagagli eterodossi, compresa un'attitudine divisiva, che crea problemi e scissioni per il resto di noi). Se dobbiamo convertire il mondo intorno a noi, è molto meglio parlare alle masse di persone che non hanno alcuna religione. L'eterodossia forma una piccola minoranza che sta morendo comunque. Dovremmo lasciare che i morti seppelliscano i morti. Noi abbiamo troppe altre cose da fare.

Sant'Efrem il Siro dice che i sei giorni della creazione sono stati proprio sei periodi di 24 ore. Cosa ne dice?

Come la maggior parte dei Padri, li ha interpretati in questo modo. Tuttavia, la Chiesa non dogmatizza questi punti di vista. Quelli che dovremmo ascoltare sono i Concili della Chiesa e anche allora, solo se sono veri Concili, ossia ispirati allo Spirito Santo. (Siamo contro qualsiasi tipo di 'conciliarismo' o di adorazione di riunioni denominate concili, perché senza lo Spirito Santo il cosiddetto 'Concilio' è solo una conferenza, come abbiamo visto a Creta lo scorso anno). E questo è rivelato solo dopo che i Concili hanno avuto luogo e i loro insegnamenti sono stati ricevuti dai fedeli.

Questo è il significato delle parole 'cattolicità' e 'conciliarità': gruppi di persone di Chiesa ispirati dallo Spirito Santo durante la storia e in tutti i luoghi che creano un consenso spirituale. Sono sicuro che si possono trovare molte opinioni personali su questioni secondarie (= le questioni che non incidono sulla nostra salvezza) di molti Padri della Chiesa, che si sono dimostrate sbagliate. Quello che non si trova sono i dogmi dei Concili della Chiesa, ispirati dallo Spirito Santo, che sono sbagliati. Non dogmatizzate o assolutizzate opinioni. Solo lo Spirito Santo è infallibile.

La storia del mondo occidentale

È vero che in Inghilterra non ci sono stati ebrei fino al 1066? E se è così, come sono arrivati ​​in Europa occidentale?

Sì, è così. Per quanto riguarda la seconda domanda, la risposta è che alla fine dell'ottavo secolo, Carlo Magno (742-814) ha portato ebrei dalla Spagna insieme a consulenti di formazione ebraica, inclusi quelli che hanno introdotto il filioque, come l'eretico Teodolfo di Orleans. Questi ebrei hanno protetto e contribuito a sviluppare il commercio nel suo piccolo 'impero'. Carlo vedeva gli ebrei come un bene economico e li proteggeva. Aveva compreso i vantaggi e le capacità commerciali degli ebrei e aveva dato loro libertà completa nelle loro transazioni commerciali.

Carlo Magno era un analfabeta insaziabile e superstizioso, noto per la durezza assassina con cui trattava i suoi avversari. Anche suo figlio, Ludovico (814-833), era fedele alla stessa mancanza di principi e anche lui concesse protezione agli ebrei, a cui prestò particolare attenzione nella loro posizione di mercanti. Espandendosi attraverso i centri commerciali della Francia settentrionale, gli ebrei finalmente arrivarono in Inghilterra da Rouen dopo l'occupazione del paese da parte dell'erede di Carlo Magno, Guglielmo il Bastardo, nel 1066.

Com'è che la Chiesa vede il feudalesimo?

Fondato sul filioque, il feudalesimo con il suo sistema di vassallaggio è una caratteristica unica dell'Occidente medioevale post-scismatico, che appare in forme primitive e potenziali attorno all'anno 1000, o leggermente prima, e si sviluppa appieno dopo il 1050 circa, quando il papa stesso diviene un mero signore feudale. Il segno interno del feudalesimo è il filioque, ma il segno esteriore della presenza del feudalesimo (e quindi dell'assenza dell'Ortodossia) è nei castelli, nel movimento che gli storici chiamano "incastellazione". Questo è abbastanza chiaro in Europa orientale, dove i castelli si estendono lungo i confini croati, polacchi e slovacchi. Gli ortodossi non hanno castelli. Nella Chiesa non abbiamo feudalesimo, ma indipendenza e sovranità, espresse dalla parola greca 'avtokratia', che non significa affatto 'autocrazia'. Autocrazia nel mondo inglese significa tirannia e assolutismo, una cosa molto diversa dalla monarchia popolare, che è la forma di 'autocrazia' del cristianesimo ortodosso.

100 anni fa c'erano 100 milioni di ortodossi, oggi sono poco più di 200 milioni. Tuttavia, se guardiamo ai cattolici e ai protestanti, probabilmente si sono quadruplicati di numero, se non di più. Perché la Chiesa ortodossa non è cresciuta altrettanto?

A parte il fatto che il cattolicesimo (1,3 miliardi) e la miriade di sette protestanti affermano di avere numeri ben più alti di quelli che hanno veramente, ritengo che esistano diversi motivi:

1. Come ultimi rappresentanti della Chiesa di Cristo, gli ortodossi negli ultimi 100 anni sono stati soggetti alla più grande persecuzione conosciuta nella storia del mondo, portata avanti dalle due ideologie occidentali del marxismo e del nazismo (entrambe nate nell'Europa occidentale germanica), decine di milioni di persone morirono nelle loro invasioni infernali e nelle persecuzioni e altre decine di milioni furono abortite sotto l'infernale ideologia marxista e poi sotto l'ideologia capitalista occidentale. Se non fosse stato per questo, la popolazione ortodossa si sarebbe facilmente quadruplicata nella sola Russia.

2. La grande maggioranza della crescita del cattolicesimo e del protestantesimo è avvenuta nelle ex colonie occidentali in America Latina, Africa e parti dell'Asia. L'Ortodossia non ha colonie, in quanto le colonie sono fondate sul genocidio.

3. La Chiesa non è un'impresa con piani di espansione. Tali imprese vengono e vanno, espandono e si contraggono, basandosi su un'attrazione superficiale. La Chiesa è un albero e gli alberi crescono lentamente, ma in modo organico.

Recentemente una donna sacerdote della chiesa presbiteriana americana ha detto che Dio non è cristiano, il che significa che chiunque può essere salvato. Qual è la sua reazione?

Tali chierici e laici protestanti dicono cose del genere. Ho anche letto che dicono che "La Chiesa deve imparare il cristianesimo". Questo dimostra che le parole come "Dio", "Cristo", "Chiesa", "cristiano", "salvezza", "sacerdote", ecc, hanno un significato completamente diverso per gli ortodossi e i non ortodossi. Per questi ultimi "la Chiesa" significa "il clero protestante", di cui molti sono aperti atei.

Per gli ortodossi, tutte queste parole significano la stessa cosa: Dio è la Santissima Trinità, Cristo è la Chiesa, i cristiani seguono la Chiesa, la salvezza (dal male) è attraverso Cristo, i sacerdoti appartengono alla Chiesa ecc. Cristo è Dio e la Chiesa è il corpo di Cristo e quindi i cristiani sono persone che cercano di seguire Cristo, e appartengono a lui. Dire che Cristo non è Dio o che Dio non è cristiano non ha semplicemente senso per un cristiano (ortodosso). Naturalmente, è vero che ci sono molte persone che si definiscono cristiane ma che non credono che Cristo sia il Figlio di Dio. Tuttavia, non sono cristiani ortodossi. Chiaramente, questa donna sacerdote è una di questi. Si condanna con le sue stesse parole.

Per quanto riguarda la salvezza, tutto ciò che sappiamo è che all'interno della Chiesa (ortodossa) questo è possibile perché a miliardi sono stati salvati, ma tutti quelli che sono stati salvati e saranno salvati hanno raggiunto questa salvezza e la raggiungeranno per mezzo della misericordia di Cristo, il solo giusto giudice.

Cos ne pensa dell'indipendenza della Catalogna?

I catalani liberi e non intimiditi hanno detto sì all'indipendenza, gli oligarchi occidentali hanno detto no. Le élite dominanti in Occidente sono eredi dei barbari; quando i banditi in Kosovo proclamano l'indipendenza, chiamano questo un bene, ma quando la Catalogna proclama la stessa cosa, chiamano questo un male.

La Russia

Perché è avvenuta la rivoluzione russa?

La famiglia imperiale ha perso la vita perché l'elite della classe superiore, gelosa del proprio potere, si è rivoltata contro di loro nel XIX secolo e alla fine li ha rovesciati nel febbraio 1917. Se ciò non fosse avvenuto, la Russia sarebbe stata vittoriosa nella prima guerra europea. Se volete trovare i colpevoli che hanno posto le basi per la rivoluzione d'ottobre e l'omicidio dei Romanov (ricordate chi ha imprigionato in primo luogo i Romanov), guardate tra le famiglie della classe superiore.

Perché gli ex russi ortodossi divennero comunisti 100 anni fa? Marx pensava che i tedeschi sarebbero diventati comunisti, e non i russi.

Tutto dipende dai valori culturali precedenti. Come mi disse un'anziana romena, "il comunismo è il cristianesimo senza Cristo", e con questa espressione intendeva che il comunismo non ha né amore né libertà. Si può dire che l'Ortodossia decaduta ha portato al comunismo, il cattolicesimo romano decaduto al fascismo e il protestantesimo decaduto al capitalismo. Questo è testimoniato dagli ultimi 100 anni di storia.

La Russia ha un futuro in un mondo globalizzato?

Attraverso la loro aggressività della NATO e dell'Unione Europea in Europa orientale e in particolare nell'Ucraina, Washington e Bruxelles hanno gettato la Russia nell'alleanza con la Cina. Hanno così creato l'unione tra il paese più popoloso del mondo con la più grande capacità produttiva e il più alto PNL mondiale, con il paese più grande del mondo e centro di tecnologia civile e militare dotato delle più grandi risorse naturali del mondo. Oltre questo, la Federazione Russa è anche il centro della Tradizione cristiana globale. Messe insieme, la tecnologia e la Tradizione forniscono l'alternativa al progetto globalista del 'nuovo ordine mondiale' dell'élite occidentale. La Tradizione rappresenta l'opposizione di tutti coloro che non vogliono essere schiavi del modernismo del nuovo ordine mondiale.

Come guardiano universale e difensore della santa Ortodossia, la Russia di Cristo il Salvatore è odiata da Satana e dai suoi demoni. Ecco perché hanno creato la rivoluzione russa per eliminare la parola Russia dalla faccia della terra, hanno fatto saltare in aria la cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, costruita per commemorare la sconfitta dell'anticristo Napoleone e si sono così amaramente arrabbiati per la ricostruzione di quella cattedrale dopo la caduta dell'Unione Sovietica. La Russia è sede della Chiesa contro il caos permanente trotskista-ebraico ucraino voluto dai neocon come nuovo ordine mondiale.

Quanto ci odiano! Mi scrivono e accusano i fedeli ortodossi di essere "peggiori dei nazisti"!! La parola 'diavolo', in fondo, significa 'calunniatore' in greco. Noi impediamo a loro di fare la volontà di Satana, e per questo ci odiano. Il luogo di confronto tra queste due visioni del globalismo, quello occidentale e quello russo-cinese, è – tra in tutti i luoghi possibili – la Corea del Nord, dove si incontrano i confini cinesi e russi. È qui che vedremo lo schema del futuro.

Sembra che ci sia attualmente un certo numero di scandali nella Chiesa russa in Russia. C'è un problema serio?

Credo che un problema serio ci sia – che leggete troppo Internet! Su Internet, con i suoi forum e blog, trovate solo scandali. Se andate in Russia e incontrate alcuni dei vescovi, seguite i sacerdoti che fanno i battesimi, i matrimoni e i funerali, che confessano e celebrano ogni giorno la Liturgia, che visitano gli ospedali e benedicono le case, incontrate i quasi 6.000 studenti odierni nei seminari, e se prendete parte alle massicce processioni e ai pellegrinaggi dei fedeli ordinari della Chiesa, avrete un'impressione diversa. La Chiesa è viva; Internet riflette solo le eccezioni, le cattive notizie. Tutta la massa di buone notizie, come al solito, non è segnalata perché le persone che hanno tempo da sprecare vogliono solo scandali e sensazioni, che li fanno sentire importanti, e che loro e il diavolo amano. Evitate gli scandali, sono dannosi per la vostra anima.

Questioni generali

I giovani sono meno maturi di quelli di un tempo? O stanno solo invecchiando?

Beh, naturalmente stanno invecchiando! Stiamo invecchiando tutti. Mi pare che ogni generazione di anziani da migliaia di anni si sia lamentata dei giovani. E poi i giovani invecchiano e si lamentano dei giovani a loro volta. L'unica cosa è che molti giovani ora vivono nel mondo virtuale di Internet e questo li trattiene dal crescere. Solo la realtà fa maturare. Gli smartphone non lo fanno.

Direbbe che i locali notturni sono infernali?

Non sono mai stato in uno di loro, ma ne ho visto delle foto. Li definirei agenzie pubblicitarie per l'inferno.

Quali sono stati i suoi anni migliori da chierico ortodosso?

Senza il minimo dubbio gli ultimi nove, di cui il migliore è stato il 2017: i primi venticinque prima di questi ultimi nove sono stati disperatamente difficili.

Perché il cambiamento nel 2017?

Perché dopo trent'anni abbiamo finalmente ottenuto un vescovo. La ROCOR ha perso la diocesi sudafricana perché non ha avuto un vescovo per soli 20 anni, ma qui siamo sopravvissuti per 30 anni senza un vescovo. Penso che abbiamo stabilito un record, se non altro per la caparbietà.

Quali parole vorrebbe far mettere sulla sua tomba?

Beh, questa è una domanda che mi sorprende molto! Non ci ho mai pensato. Non ho tempo. Una tomba vicino alla tomba dei miei genitori dice: "Ve l'avevo detto che ero ammalato". Questo è umorismo inglese. Molte tombe ortodosse hanno scritto 'Memoria eterna' su di loro.

Dopo diversi giorni di riflessione su una risposta a questa domanda, ho pensato che vorrei: 'La verità vi farà liberi'. Ho sempre apprezzato la verità e la libertà e ho combattuto per entrambe per tutta la mia vita. Entrambe sono odiate da Satana e dai suoi servitori. Più di mille anni fa l'antico predicatore inglese Aelfric scrisse nel suo Colloquio: 'È una cosa disgraziata e vergognosa quando un uomo non vuole essere ciò che è e ciò che deve essere'. Almeno non sento mio questo peccato in particolare.

 
Divina Liturgia celebrata sull'isola Spitsbergen

Dal 9 al 17 agosto, con la benedizione del vescovo Nestor di Korsun, e del vescovo Iacov di Narian-Marsk e Mezensk, lo ieromonaco Iosif (Pavlinciuc) ha celebrato la Santa e Divina Liturgia nella cittadina di Barentsburg.

L'isola Spitsbergen ha attirato nei secoli coloro che volevano conquistare il Polo Nord. Attualmente vivono sull'isola circa 3000 abitanti, di cui molti cittadini delle ex repubbliche sovietiche. La cittadina di Barentsburg è completamente abitata da minatori russi, ucraini e bielorussi.

Alla celebrazione della Divina Liturgia nel giorno di domenica 11 agosto per la festa della processione della santa Croce e dei santi martiri Maccabei, molti parrocchiani si sono accostati ai sacramenti della confessione e della comunione.

Dopo la funzione sono stati benedetti fiori polari, quelli più resistenti al freddo, e favi di miele.

I bambini dell'asilo sono venuti tutti a fare la comunione, a ricevere la benedizione e ad assaggiare i favi di miele preparati per questa celebrazione.

Questo viaggio è stato reso possibile grazie agli sforzi del console della Federazione Russa, Jurij Vasil'evich Gribkov.

 

 
Il Credo e la Trinità

icona con l'imperatore Costantino accompagnato dai vescovi del primo Concilio di Nicea (325), con in mano il Credo Niceno–costantinopolitano del 381

Perché non c'è menzione della Trinità nel Credo di Nicea? A quanto ho capito, il Credo è stato scritto da un Sinodo di vescovi per indirizzare e dirigere il pensiero della giovane Chiesa. Perché allora nessuna menzione della Trinità? La Trinità è, o era, meno importante degli altri principi esposti nel Credo?

Il Credo di Nicea non fu una nuova composizione, ma piuttosto un raffinamento dei precedenti credi battesimali che erano stati in uso fin dai tempi apostolici. Il primo uso conosciuto del termine "Trinità" è datato all'incirca attorno all'anno 180 d. C., per mano di san Teofilo di Antiochia. È possibile che la parola sia stata effettivamente usata prima di quel tempo, ma il fatto che non fosse usato nei credi battesimali suggerirebbe che questi credi precedano il termine. Va notato, tuttavia, che il termine era usato per descrivere una credenza che era già presente.

Il Simbolo degli apostoli, come è comunemente noto ora, è cambiato un po' dal tempo degli apostoli, ma ci dà un'idea di quali erano le credenze precedenti:

"Credo in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, e in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore, che fu concepito dallo Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò dai morti; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente: di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna. Amen."

Nelle lezioni catechetiche di san Cirillo di Gerusalemme troviamo il credo battesimale usato a Gerusalemme a quel tempo:

"Crediamo in un solo Dio, Padre, onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. E in un solo Signore, Gesù Cristo, l'unigenito Figlio di Dio, che fu generato dal Padre come vero Dio prima di tutti i secoli, per mezzo del quale tutto prese esistenza, che si incarnò e si fece uomo dalla Vergine e dallo Spirito Santo, fu crocifisso e fu sepolto e risuscitò al terzo giorno e ascese si cieli e siede alla destra del Padre, e verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti, e il cui regno non avrà fine. E in un solo Spirito Santo, il Consolatore, che parlò nei profeti, e in un solo battesimo di conversione per la remissione dei peccati, e in un'unica santa Chiesa cattolica e nella risurrezione della carne e nella vita eterna".

Se paragonate questi credi, trovate che seguono uno schema simile, il che suggerisce che abbiano un'origine comune. Al Concilio di Nicea (il Primo Concilio Ecumenico), il grande dibattito riguardava l'aggiunta proposta di una parola al credo: "homoousios", che significa "di una [o della stessa] essenza". Si affermava così che Cristo non è un altro essere, ma è veramente Dio sotto ogni aspetto. C'era chi invece sosteneva il termine "homoiousios", a cui era stato aggiunto solo uno iota, ma quell'unico iota di differenza cambia il significato della parola in "di essenza simile". C'erano anche quelli che discutevano contro entrambe le aggiunte perché ormai la vecchia forma del Credo era stata usata da molto tempo, e questa parola non si trovava nella Scrittura, e non aveva altrimenti molta storia nella Tradizione della Chiesa. Tuttavia l'inserimento di questa parola esprimeva la fede della Chiesa che Cristo era veramente Dio, e non un qualche semidio creato, e questo è ciò che ha affermato il Concilio di Nicea.

Ma c'è sempre una riluttanza a cambiare le cose che sono tanto importanti nella vita della Chiesa, e quindi il fatto che il Credo di Nicea usasse certe parole per riflettere chiaramente la teologia trinitaria in risposta agli insegnamenti degli ariani (che asserivano che ci fu un il tempo in cui Cristo non esisteva e che era una creatura, e non veramente Dio) era sufficiente. E se considerate dove avreste inserito la parola "Trinità" nel Credo, avrebbe dovuto essere nella prima riga, ma quella era una riga che nessuno contestava. Inoltre, si poteva affermare l'uso del termine "Trinità" e tuttavia negare ancora che Cristo fosse pienamente Dio e che coesistesse con il Padre. Il Credo, tuttavia, chiarisce cosa intendiamo in termini precisi.

Il Credo di Nicea fu ulteriormente perfezionato al secondo Concilio ecumenico (il primo Concilio di Costantinopoli), perché c'erano a quel tempo degli eretici che contestavano anche che lo Spirito Santo fosse davvero una persona distinta della Trinità, e così fu aggiunta una formulazione aggiuntiva al Credo per affermare che egli lo è in realtà. E così furono questi due concili a fornirci quello che ora conosciamo come il Credo di Nicea, che usiamo non solo nei battesimi, ma a ogni Liturgia, e nelle nostre preghiere quotidiane.

 
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Si è addormentato nel Signore l’ultimo chierico della Chiesa ortodossa autonoma cinese

L'ultimo chierico della Missione ortodossa a Pechino, il protodiacono Evangel Lu Yafu, si è addormentato nel Signore il 5 marzo a Shanghai a 90 anni, dopo una lunga malattia. Il 9 marzo, amici e parenti da Shanghai, Pechino e altre città della Cina si sono riuniti per dire addio in preghiera al fedele chierico. Il funerale è stato celebrato dal rettore della comunità ortodossa a Shanghai. l'arciprete Alexej Kiselevich, e dal rettore della chiesa della santa Protezione a Harbin, padre Alexander Yui Shi. Le condoglianze del patriarca Kirill e del metropolita Ilarion di Volokolamsk sono state lette in russo e cinese.

Lu Yafu era nato il 21 aprile 1927 a Pechino ed era stato battezzato nell'infanzia. Nel 1950 aveva completato un corso annuale di formazione del clero della missione spirituale russa in Cina. Padre Evangel era stato ordinato diacono nel 1950 nella chiesa di sant'Innocenzo a Beiguan, per mano del capo della Missione ecclesiastica russa per la Cina, l'arcivescovo Viktor (Svyatin) di Pechino. Nel 1951 era stato elevato al rango di protodiacono, ma aveva rifiutato la dignità del sacerdozio, ritenendosi indegno. Servì nella cattedrale della Madre di Dio "Sicurezza dei peccatori" a Shanghai fino alla sua chiusura nel 1965. Fu poi mandato a lavorare presso il dipartimento immobiliare della città, dove rimase fino alla pensione.

Padre Evangel viveva a Shanghai come chierico in pensione, prendendo parte al culto divino della comunità ortodossa, anche durante le recenti visite in Cina di sua Santità il Patriarca Kirill e del metropolita Ilarion di Volokolamsk. Alla Pentecoste del 2008, padre Evangel aveva ricevuto la medaglia di primo rango di san Sergio di Radonezh dal patriarca Alessio II, in occasione del cinquantesimo anniversario della Chiesa ortodossa autonoma cinese.

Il protodiacono Evangel ha partecipato al suo ultimo servizio divino alla Natività del 2016, non essendo in grado di servire in seguito a causa della sua malattia, anche se ha continuato a comunicarsi di frequente fino alla sua morte.

La memoria del defunto protodiacono Evangel come uno tra i confessori della fede rimarrà nei cuori di tutti coloro che lo conoscevano, della comunità ortodossa di Shanghai e del gregge della Chiesa ortodossa autonoma cinese.

La Missione ortodossa di Pechino fu fondata nel 1712 per comune accordo dello tsar Pietro I e dell'imperatore Kangxi, per servire come centro spirituale della Chiesa ortodossa in Cina fino al 1950. Nel 1956, la Chiesa ortodossa russa ha concesso l'autonomia alla Chiesa cinese, che aveva più di 100 chiese in quel momento. La Chiesa russa stima che ora ci siano circa 13.000 cristiani ortodossi in Cina.

Che la memoria del protodiacono Evangel sia eterna!

 
Открытое письмо коллектива издателей vineyardsaker.fr и vineyardsaker.ru

Дорогие Русские и Русскоязычные Друзья, добро пожаловать!

Мы, люди, живущие на Западе, приветствуем вас. И мы бесконечно рады, что наконец-то можем сказать вам: “НЕТ, ДАЛЕКО НЕ КАЖДЫЙ ИЗ НАС ПРОТИВ ВАС”.

Нам очень важно, чтобы вы знали, были уверены и понимали, что здесь, во Франции, и не только во Франции, нас очень много, и наше несогласие с тем, что наши “лидеры” говорят и делают “от нашего имени”, постоянно растёт. То, что для вас является нормальным положением вещей, для многих из нас – это маленький подвиг, учитывая массовую пропаганду наших Западных СМИ, абсолютно всех, в течение нескольких десятилетий. Учитывая, что ваш Президент и другие руководители России систематически и неоднократно преподносятся нам как недемократичные и расчётливые монстры, как злоумышленники, мотивированные исключительно враждебными намерениями по отношению к нам.

ДА, НАС ГЛУБОКО ЗАБОТИТ СУДЬБА ДОНБАССА И УКРАИНЫ! И даже больше: мы переживаем каждый день за Новороссию. Зачастую нас обуревают гнев и печаль от созерцания злодеяний, совершаемых там, в то время как наши “политики” замалчивают всякую ответственность за них, даже если не поощряют их открыто. Всего лишь ещё один маленький подвиг, учитывая, что Новороссии не существует, по крайней мере ни для наших СМИ, ни для наших лидеров, а существует только восточная Украина, место, где, как нам объясняют, все было бы хорошо, если бы не горстка ожесточённых сепаратистов, настроенных весьма враждебно против Европы. Учитывая также, что в этой стране почти ничего не происходит (я говорю “почти”, потому что, если верить нашим газетам, радио или телеканалам, всё это дело рук одного только Путина, нового Гитлера, плетущего свои лживые интриги по навязыванию бедной Украине и всему миру необоснованной агрессии и тиранического господства России).

Ты говоришь, война? На Украине? Этого не может быть: наши официальные СМИ не упоминают ничего подобного. Полное затмение. Кроме угрозы российской военной агрессии (ничего нового здесь, естественно) и, соответственно, некоторых принимаемых мер (так, ничего необычного) исключительно для наведения порядка, оказавшегося под угрозой опасных сепаратистов в некоторых провинциях. Вот так нам представляются эти события.

Многие из нас даже понятия не имеют о том, что там происходит. Но информация, передаваемая из уст в уста, постоянно прогрессирует. И сайты, такие, как, например, этот сайт Балобана (The Saker), вносят всё более весомый вклад в то, чтобы открывать глаза и умы тем, кто ищет, тем, кто потратил усилия на то, чтобы заглянуть за фасад официальной пропаганды и избежать навязываемого ею промывания мозгов.

Это явилось основной причиной того, почему появилась необходимость зеркального сайта на французском языке, и почему мы приняли решение внести свой добровольный вклад, чтобы предоставить информацию, которая отсутствует; чтобы озвучить “другую историю”; чтобы опровергнуть ложь, льющуюся потоком день за днём на наших соотечественников.

По этой же причине мы приветствуем рождение этого русскоязычного сайта. И вероятность того, что мы (наконец-то!) можем заверить вас, что, несмотря на усилия тех, кто нами управляет (и усилия их хозяев, далее на Запад), несмотря на всех тех, кто упрямо пытается внести и закрепить между нами и Вами вражду, для которой нет никаких оснований, – мы не только против России и русских людей, мы ясно понимаем, что ваш враг также является нашим врагом. Мы отказываемся ассоциироваться с этим врагом. И мы не принимаем нынешнюю ситуацию, с помощью которой он стремится навязать нам ложь и противостояние.

Наши институты и многие другие вещи, к сожалению, находятся под его контролем. Но не наш разум. И, самое главное, не наши сердца!

коллектив издателей vineyardsaker.fr и vineyardsaker.ru

 
Il battesimo dei bambini

Una buona analisi delle basi bibliche del battesimo dei bambini nella prospettiva cristiana ortodossa è fatta da Andrei Mironescu nel sito apologetico ortho-logia.

Presentiamo nella sezione “Confronti” dei documenti l’originale romeno e la nostra traduzione italiana dell’articolo sul battesimo dei bambini, utile per una risposta chiara e concreta in ogni dialogo con il mondo neo-protestante.

 
La Rapture - un'indiscutibile eresia cristiana

Mentre stavo guidando un giorno ho visto sul retro di un'auto un adesivo che mi ammoniva:

"ATTENZIONE! Nel caso della Rapture, questa vettura sarà senza guidatore".

La strana credenza nel rapimento insegna che un giorno (più presto di quanto pensiamo), senza preavviso, i cristiani rinati si trasformeranno in luce che fluttua verso il cielo, mentre i veicoli da loro abbandonati sulle strade andranno selvaggiamente alla deriva. Ci saranno aerei nel cielo che si troveranno improvvisamente senza nessuno ai comandi! Presumibilmente, Dio vorrà rimuovere questi suoi favoriti dalla terra per risparmiare loro la tribolazione dell'Anticristo, che il resto di noi dovrà sopportare.

Purtroppo il rapimento è stato promosso ampiamente dalla serie Left Behind, che ha venduto oltre 70 milioni di libri.

La Rapture o rapimento rappresenta un'interpretazione radicalmente errata della Scrittura. Mi ricordo di avere guardato la trasmissione "Sixty Minutes" un anno fa e di essere rimasto allibito a sentire l'annunciatore dire che "il rapimento è una dottrina indiscutibilmente cristiana". Non lo è!

Si tratta di una grave distorsione della Scrittura.

È sorprendente che una credenza così contraria alla Scrittura e alla tradizione della Chiesa possa essere propagata da cosiddetti "cristiani".

Secondo la Bibbia e secondo la fede non solo dei cristiani ortodossi, ma anche dei cattolici romani e della maggior parte delle principali Chiese protestanti, il vero rapimento non sarà segreto; sarà la grande e ben visibile seconda venuta di Gesù alla fine del mondo. Questa è l'unica e sola "Rapture". Non sarà un evento segreto separato, ma una cosa che "ogni occhio vedrà" (1 Tessalonicesi 4:16-17).

La parola rapimento non si trova nella Scrittura, ma fa riferimento a 1 Ts 4:17 dove san Paolo dice che quando il Signore verrà di nuovo "noi, i vivi... saremo rapiti... tra le nuvole per incontrare il Signore nell'aria".

Questo "essere catturati tra le nuvole" – arpagisometha in greco – è tradotto da alcuni come "essere rapiti". La parola stessa non si trova nella teologia ortodossa.

La nozione di un rapimento in cui Cristo viene invisibilmente a portare via i credenti di nascosto, e solo più tardi si ripresenta pubblicamente per tutti gli altri, è un insegnamento piuttosto nuovo. Era quasi sconosciuto fino a quando John Nelson Darby lo formulò nel 1800 come parte di un nuovo approccio alla Bibbia, a volte chiamato "dispensazionalismo".

Lo scopo della "Rapture" è di proteggere gli eletti dalle tribolazioni degli ultimi tempi. Ma Gesù non ha mai detto nulla a proposito del risparmiare qualcuno dalla tribolazione. In realtà, ha detto, "Nel mondo avrete tribolazioni, ma abbiate fiducia. Io ho vinto il mondo."

Da nessuna parte Gesù ha mai detto che sarebbe tornato in segreto per rapire gli eletti. Piuttosto, ha promesso di essere con i suoi eletti in tutte le tribolazioni.

"Ecco, io sono sempre con voi. Non vi lascerò e non vi abbandonerò". Egli aveva anche qualcosa di buono da dire sull'essere perseguitati: "Beati quelli che sono perseguitati per causa della giustizia', perché di essi è il regno dei cieli" (Matteo 5:10).

Chi crede nella Rapture sostiene che Matteo 24:40-41 fa chiaramente riferimento al rapimento dei giusti, "Allora due saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato. Due donne macineranno al mulino: una sarà presa e l'altra lasciata".

L'intero passo, tuttavia, si riferisce alla seconda venuta di Cristo, dove giudicherà i vivi e i morti e separerà i giusti dagli ingiusti.

Darby insegnava come dogma che, quando le Scritture rivelano che il Signore regnerà sulla terra per mille anni (Apocalisse 20: 4), questa cifra è da prendere alla lettera, piuttosto che come un simbolo per l'eternità come noi crediamo. Il Concilio di Efeso del 431 d.C. ha  condannato come eresia questo insegnamento che si chiama chiliasmo (o millenarismo, o dottrina dei 1000 anni).

Di fatto, i sette Concili ecumenici (325-787 dC), in cui sono state definite le verità essenziali della fede cristiana, non menzionano mai un rapimento. Eppure i cristiani evangelici e pentecostali continuano a servirsi di passi oscuri del Libro dell'Apocalisse, che pretendono di dare un calendario dettagliato di ciò che accadrà alla fine del mondo, nonostante il fatto che Gesù stesso abbia avvertito che nessuno conosce né il giorno né l'ora in cui il Figlio dell'Uomo ritornerà.

Uno dei problemi principali con il rapimento è che finisce per insegnare non due ma tre venute di Gesù – la prima, la sua nascita a Betlemme; la seconda, la sua venuta segreta a strappare via (con il rapimento) il "nati di nuovo"; e la terza, la sua venuta alla fine del mondo per giudicare i vivi ei morti e per regnare nella gloria. Eppure, solo due, non tre venute di Cristo sono menzionate nella Bibbia. Abbiamo la definizione più chiara di questo nel Credo niceno quando confessiamo che "il Signore Gesù Cristo verrà di nuovo nella gloria per giudicare i vivi e i morti. Il suo Regno non avrà fine. Aspettiamo la risurrezione dei morti. E la vita del secolo futuro".

Non c'è alcuna menzione di un "rapimento".

Come già detto, la maggior parte dei cristiani, ortodossi, cattolici e protestanti non crede nel rapimento. In effetti, un pastore protestante, John L. Gray, ha riassunto magnificamente ciò che gli ortodossi e gli altri cristiani credono sul rapimento quando ha scritto queste straordinarie parole:

"Anche se molti credono a questa teoria del 'rapimento pre-tribolazione' e la insegnano, si sbagliano, perché né Gesù, Paolo, Pietro, Giovanni, né alcuno degli altri scrittori della Bibbia l'ha insegnata. Né i primi Padri della Chiesa, né tutti gli altri per molte centinaia di anni .... Lo sapevate che niente di tutto questo è stato mai insegnato prima del 1812, e che tutte le forme di insegnamento sul rapimento pre-tribolazione sono state sviluppate a partire da quella data?" Se dovessi predicare qualcosa, o credere in qualcosa, presumibilmente dalla Bibbia, ma non mi riesce mai di trovarla creduta o insegnata da CHIUNQUE ALTRO prima del 1812, metterei seriamente in dubbio che sia basata sulla Bibbia".

Così la Rapture è estranea alla Bibbia e alla tradizione viva della Chiesa. È ciò che noi chiamiamo un'eresia, un falso insegnamento. I falsi insegnamenti, come questo, accadono quando delle persone – come John Darby – credono di avere il diritto di interpretare le Scritture individualmente, separati dal corpo vivente di Cristo – la Chiesa – in cui lo Spirito di Verità permane e ci conduce a tutta la verità.

Non mi vengono in mente per concludere parole migliori di quelle di Gesù, quando egli parla della sola e unica "Rapture", la Seconda Venuta:

"State in guardia. State attenti! Non sapete quando arriverà quel momento... vegliate... se arriva all'improvviso, non lasciate che vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!" (Marco 13:32-37).

 
Perché sempre più afro-americani sono attratti dalla Chiesa ortodossa

La comunità afro-americana è attratta dal cristianesimo ortodosso, ispirata dalle sue radici in Africa, dalle sue affermazioni di autenticità, e dalla sua riverenza ai santi neri.

Karl Berry è uno dei pochi neri americani a essere stato ordinato prete ortodosso. È cresciuto nella Chiesa Metodista Episcopale Africana.

Ha detto di avere "sempre avuto un amore per Gesù", ma di non essere stato attratto dal cristianesimo a cui era stato esposto.

Nel 1983 Berry entrò in una chiesa ortodossa per la prima volta e rimase sorpreso da ciò che vide: icone di santi neri.

Icona di san Mosè l'Etiope

"Il mio primo pensiero fu che questi erano solo dei bianchi molto liberali che facevano un po' di sensibilizzazione e cercavano di attrarre le persone di colore", ha detto Berry, ora conosciuto come padre Moses, al Daily Beast.

Il prete gli disse che erano in realtà repliche di icone del terzo secolo, risalenti a un cristianesimo di centinaia di anni fa.

"E quella è stata la mia prima introduzione alla Chiesa universale, non solo in teoria o in parole, ma nelle raffigurazioni reali di santi provenienti da diversi paesi che sono sempre stati parte dello sviluppo della cristianità", ha detto.

L'anno scorso, il Pew Research Center ha rilevato che un aumento della diversità razziale si applica anche nella Chiesa. Il numero di persone di colore legate al cristianesimo ortodosso è salito del 6 per cento tra il 2007 e il 2014.

"Penso che la generazione giovane sia alla ricerca di qualcosa di più sostanzioso. Non vogliono necessariamente una religione di comodo", ha detto Berry. "Vogliono qualcosa che sanno che dovrà essere un po' difficile per essere trasformativo".

madre Katherine Weston

Madre Katherine Weston, una monaca ortodossa, ha detto al Daily Beast che un programma di apertura alla comunità afro-americana è iniziato nei primi anni '90 con una serie di conferenze sulla Chiesa antica e sull'esperienza afro-americana che continuano ancora oggi.

Alla fine, Berry ha fondato con alcuni altri partecipanti alla conferenza la Fratellanza di san Mosè il Nero nel 1997, quando viveva a St. Louis. La città stava sperimentando un afflusso di rifugiati ortodossi provenienti dall'Africa che non avevano reti di sostegno, e la Fratellanza ha cercato di offrire loro aiuto e comunità.

"La nostra tradizione non inizia con la schiavitù. Questa ne è stata una parte, ed è stata una parte importante della nostra tradizione in questo paese. Ma ha avuto inizio anche con la nostra Chiesa in Africa. E la gente deve saperlo", ha detto. "Se non sai nulla del tuo retaggio, corri il rischio di non essere molto stabile".

Diverse centinaia di persone hanno partecipato al recente convegno su Mosè il Nero nel mese di ottobre, ha detto Berry, un convegno tenuto per informare le persone e per collegare coloro che a volte possono sentirsi isolati all'interno della Chiesa.

Ma non erano tutti neri. Infatti, i partecipanti erano equamente divisi, e molti di loro erano giovani.

"Loro non soffrono davvero i problemi razziali che ha sperimentato la mia generazione", ha detto Berry.

 
Echi di una guerra lontana in una chiesa locale

Albany, NY

La chiesa ortodossa antiochena di san Giorgio, fondata da immigrati siriani a South Dove Street nel 1933, è un microcosmo che comprende i dibattiti nazionali su un eventuale attacco militare degli Stati Uniti contro il governo del presidente siriano Bashar al-Assad in rappresaglia per un presunto attacco chimico che ha ucciso centinaia di civili al di fuori di Damasco il mese scorso.

"Non è la nostra guerra, e non credo che dovremmo entrarci per nulla", ha detto Wahid Albert , 52 anni, di Schenectady. Ha lasciato la Siria nel 1980, ha conseguito una laurea in ingegneria civile presso l'Università di Buffalo ed è diventato parrocchiano della chiesa di san Giorgio, quando si è stabilito qui nel 1984.

I combattimenti mettono la minoranza cristiana della Siria in una posizione vulnerabile, alimentando timori tra i membri delle famiglie che frequentano la chiesa di san Giorgio.

"Ho paura che ci sarà un massacro di cristiani a Damasco da ribelli guidati da al-Qaeda se gli Stati Uniti faranno un attacco", ha detto Albert. Sua madre e sua sorella vivono insieme in un quartiere cristiano della capitale siriana, dove ha detto che hanno paura uscire fuori a causa dei combattimenti. Due settimane fa, un colpo di mortaio sparato dai ribelli è caduto a 100 metri dalla loro casa, uccidendo quattro persone e ferendone più di 30. Anche i membri della famiglia di sua moglie vivono in quella zona, e gli attacchi di mortaio sono comuni. Albert li ha esortati a fuggire verso la sicurezza di una seconda casa in montagna.

Dall'inizio della rivolta popolare nel marzo 2011, nel quadro della cosiddetta primavera araba, il conflitto tra i ribelli siriani e il governo di Assad è a un punto morto. Il presidente Barack Obama sta cercando di mobilitare il sostegno al Congresso e sul piano internazionale per un attacco al regime di Assad per il suo presunto uso di armi chimiche.

"Siamo profondamente preoccupati per la situazione in Siria e l'effetto complessivo che un attacco degli Stati Uniti avrebbe in tutta la regione. Gli americani sono in gran parte ignari di quello che sta succedendo lì", ha detto il reverendo Gregory DesMarais, il parroco di san Giorgio, che conta circa 140 fedeli.

Un parrocchiano che è in vacanza al confine tra Siria e Libano ha scritto sulla pagina Facebook della chiesa di recente: "La notte posso sentire le bombe".

I cristiani sono circa il 10 per cento - rispetto a circa il 90 per cento di musulmani - della popolazione di 20 milioni della Siria. Ma il regime di Assad è stato storicamente tollerante e protettivo verso la minoranza cristiana. A loro volta, i cristiani hanno sostenuto il governo anche a fronte delle accuse [1] che il regime ha sparato razzi con gas nervino sarin per uccidere i suoi stessi cittadini.

Albert e i suoi familiari a Damasco non trovano credibili le accuse di armi chimiche. "Crediamo che l'attacco sia una messinscena". ha detto. "Assad avrebbe potuto lanciare un missile Scud uccidendo molte più persone che con un'arma chimica. La notizia non supera il test della credibilità".

Il parrocchiano Fayez Abed di Troy è stato sconvolto da quando ha saputo che i membri della famiglia hanno testimoniato un raccapricciante omicidio da parte dei ribelli in un recente matrimonio cristiano. Dice che testimoni oculari gli hanno raccontato che i ribelli hanno fatto irruzione alla cerimonia e hanno tagliato la gola della sposa e dello sposo all'interno della chiesa.

"Fayez è indignato e molto sconvolto per questo", ha detto DesMarais.

DesMarais aprirà la chiesa venerdì per un programma lungo tutto il giorno di preghiera e di riflessione sulla crisi in Siria. Ci saranno il mattutino, le ore pomeridiane di preghiera e i vespri della sera. Una giornata di preghiera e digiuno sarà offerta il 14 settembre per la festa dell'Esaltazione della santa Croce.

La violenza settaria non è cosa nuova in Siria. I fondatori della chiesa di san Giorgio sono fuggiti dall'oppressione negli anni del declino dell'Impero ottomano. Ad Albany, hanno lavorato come operai e si sono stabiliti nel melting pot etnico del South End. Una dozzina di famiglie si era incontrata per le prime volte per il culto nelle proprie case appena al di fuori della Second Avenue a partire dagli anni '20. Gli uomini hanno raccolto il denaro vinto ai giochi di carte settimanali e hanno costruito nel 1956 una piccola chiesa in mattoni rossi nei pressi del liceo Bishop Maginn. Le donne si riunivano il venerdì sera per preparare feste comuni con pranzi di baba ghanouzh, hummus, tabbouleh, kibbe, spiedini di agnello e altri piatti mediorientali.

Per la maggior parte dei suoi 80 anni di storia, l'antica liturgia ortodossa è stata condotta in arabo. L'interno della chiesa è stato decorato con icone dorate di santi .

Negli ultimi decenni, la congregazione si è diversificata includendo libanesi, etiopi, egiziani e palestinesi. Il groviglio di conflitti regionali nelle loro terre d'origine e la forte attrazione del nazionalismo ha minacciato di fare a pezzi la congregazione.

Ma il centro ha tenuto.

Le bandiere nazionali che una volta sventolavano nella sala parrocchiale durante l'ora del caffè dopo la liturgia della domenica sono sparite, insieme con il rancore e le ostilità da clan alimentate dalla loro presenza.

"C'è voluto molto tempo perché questa parrocchia per superasse quel comportamento nazionalistico, ma siamo un buon esempio di persone che lavorano sulle proprie differenze e si riuniscono come una sola gruppo per il culto", ha detto il parroco.

I servizi domenicali sono ora condotti in inglese, anche se i parrocchiani sono invitati a ripetere il Padre Nostro in arabo o in amarico, la lingua dell'Etiopia. "E un piccolo omaggio alla nostra composizione etnica", ha detto Desmarais.

Mentre Albert esprimeva timore per la sicurezza della sua famiglia a Damasco, ha ricordato un'infanzia felice trascorsa nella culla della cristianità, dove il suo defunto padre, che aveva vissuto negli Stati Uniti e aveva servito come riservista dell'esercito nella seconda guerra mondiale, era tornato perché sua moglie aveva nostalgia di casa. Ha detto: "Sono andato a una scuola superiore sulla via di Damasco, dove san Paolo è stato convertito al cristianesimo".

La figlia di Albert, una dei suoi tre figli, tutti dai 20 ai 30 anni, ha cancellato i suoi piani di andare a vivere in Siria. "Non riescono a capire che cosa è successo al bel paese dove eravamo soliti passare le estati quando erano giovani", ha detto il padre. "Vogliono sapere che fine ha fatto quella Siria".

Nota

[1] Il testo originale dell'articolo ha "prove" (evidence); aspettiamo di vedere se si tratta della stessa propaganda che ha fornito le "prove" preventive delle inesistenti armi chimiche prima della seconda invasione dell'Iraq (ndt). 

 

(foto di Lori Van Buren per Times Union, pomeriggio di giovedì 3 settembre 2013 )

 

Padre Gregory DesMarais nella chiesa ortodossa antiochena di san Giorgio ad Albany, N.Y.

 

Icona di san Giorgio nella chiesa.

 

Esterno della chiesa di San Giorgio.

 

 
Domande e risposte dalla corrispondenza recente (novembre 2017)

Teologia

Perché l'eterodossia parla così poco dello Spirito Santo?

La risposta breve è: a causa della sostituzione dello Spirito Santo con il papa di Roma, e poi con chiunque avesse valori occidentali, espressi dall'ideologia del filioque, che ha cambiato il Credo. Invece dello Spirito Santo, l'eterodossia predica la politica del potere occidentale (colonialismo e neo-colonialismo, invasioni, genocidi e saccheggi di altri paesi, a cominciare da quello dei sassoni a opera di Carlo Magno).

Questo è combinato con la "contemplazione" e la "meditazione", che sono o intellettualismo (per esempio, i gesuiti e domenicani) o sentimentalismo (il pietismo con il suo "Gesù ti ama" e il carismatismo – che non ha quasi nulla a che fare con la sobrietà e Spirito Santo). L'intellettualismo dice che dobbiamo studiare e dimostrare la nostra conoscenza intellettuale. È filosofia pagana (Aristotele e Platone) che si maschera da teologia. Il sentimentalismo parla solo di "amore", ma non spiega mai come possiamo ottenere l'amore attraverso il pentimento, il digiuno e la sobrietà.

A differenza dell'intellettualismo e del sentimentalismo, la vera conoscenza spirituale proviene dal nous, il cuore, non come sede delle emozioni, ma come centro purificato dell'essere umano, illuminato dallo Spirito Santo, che si esprime come amore.

Per gli ortodossi non c'è solo la Scrittura, ma anche la Tradizione. Ma non è vero che la prima è più importante della seconda?

Non sono d'accordo. Quello che dice è pura scolastica, in uno stile da Timothy Ware. Per noi non c'è differenza tra Scrittura e Tradizione, poiché entrambe sono manifestazioni dello stesso Spirito Santo. Per gli ortodossi c'è solo lo Spirito Santo, che dobbiamo acquisire come nostro obiettivo, e che è l'autorità della Chiesa. Ci si manifesta in molti modi diversi, attraverso la Scrittura, i dogmi della Chiesa, i canoni, le vite e gli scritti dei santi, coloro che hanno ricevuto la "theosis", la vita liturgica, i Padri, i Concili della Chiesa, i sacramenti, la preghiera, l'ascetismo, il martirio, la profezia, ecc.

Insistere solo sulla "Scrittura" è una sorta di bibliolatria, un culto della Bibbia, reso possibile solo attraverso la stampa, e insistere sulla "Tradizione", o su qualsiasi altro elemento della lista di cui sopra, inclusi i Concili, si presta a una pericolosa vaghezza. La Chiesa è governata dallo Spirito Santo perché la Chiesa è il Corpo di Cristo glorificato e risorto. È così semplice.

Quali sono le sue opinioni sulle tendenze della teologia ortodossa denominate personalismo e teologia eucaristica?

Per me non fanno parte della teologia, la conoscenza di Dio, ma della filosofia, e appartengono al dominio degli accademici privilegiati della classe media e superiore, non di quelli che pregano, che sono i veri teologi. Il personalismo faceva parte della corrente filosofica esistenzialista in Francia e fu adottato dagli intellettuali anti-monastici parigini russi, che includevano anche il più ortodosso Losskij. Basato esclusivamente sull'umanesimo secolare occidentale, il personalismo esalta gli esseri umani peccaminosi al livello delle persone della Santissima Trinità. Ha così poca comprensione di caduta, pentimento e ascetismo.

La filosofia eucaristica (come io preferisco chiamarla) è stata anch'essa un'invenzione parigina, con le stesse origini filosofiche e anti-monastiche, scritta soprattutto da padre Nikolaj Afanas'ev, poi adottata e sviluppata dal metropolita Ioannis Zizioulas. I russi parigini l'hanno adottata come ideologia anti-ascetica, basata sul congregazionalismo protestante, ma il metropolita Ioannis l'ha sviluppata in una direzione cattolica come auto-giustificazione di un potere episcopale simile a quello papale, che è parte dell'ideologia del Fanar. Con i suoi vescovi titolari, uno dei quali è il metropolita Ioannis, il Fanar si è ironicamente basato su una filosofia della comprensione della Chiesa come eucaristia presieduta da un vescovo.

Entrambe le filosofie sono spiritualmente primitive, ora antiquate e in via di estinzione, e appartengono ai reami della psicologia e della sociologia, più che della teologia.

Ha un Padre della Chiesa preferito?

Sì, sant'Ambrogio di Milano, un teologo particolarmente pragmatico, che ha sempre messo in pratica e vissuto la sua fede.

I cattolici romani parlano dei quattro Dottori latini e dei quattro Dottori greci, come se ci fosse una sorta di eguaglianza tra est e ovest. È questa la visione ortodossa?

Questa sorta di divisione etnica è molto artificiale, molto scolastica, umanistica, proprio come l'assurdo mito di vedere la Chiesa come un corpo umano con due polmoni, l'Oriente e l'Occidente!. In realtà, ci sono solo i Padri della Chiesa, qualunque sia la loro origine, siriana, greca, latina, georgiana, egiziana, russa, serba, est, ovest, nord e sud... Ci sono Padri della Chiesa anche ai nostri giorni, come san Giustino (Popovich ). E la designazione cattolico-romana esclude anche uno dei più grandi Padri della Chiesa latina, san Giovanni Cassiano, e include invece personaggi molto meno importanti come il beato Agostino e il beato Girolamo!

Il movimento dei convertiti

Cosa ne pensa di Ancient Faith Radio?

Ne ho sentito parlare, ma non l'ho mai ascoltata. So che è gestita da ex-evangelici americani per i convertiti e per gli evangelici che vuole convertire. Penso che abbia un nome strano: la mia fede e quella di 220 milioni di altri ortodossi non è antica, è contemporanea.

Pensa che padre Seraphim Rose sarà canonizzato?

Solo Dio può rispondere a questa domanda. Ciò che ho notato, tuttavia, è che la sua popolarità è diminuita negli ultimi dieci anni, poiché i neo-convertiti sono passati a un sostentamento più solido. Penso che potremmo scoprire che l'interesse per i suoi scritti tra i convertiti svanirà ulteriormente col tempo.

Storia eterodossa

Perché l'Occidente storicamente non è riuscito a convertire la Cina e l'India a Cristo? E che dire del protestantesimo contemporaneo in Cina, che ha avuto qualche successo?

I movimenti missionari occidentali hanno avuto un modesto successo tra i popoli animisti nelle Americhe, in Africa e in Oceania, ma hanno fallito miseramente altrove: non solo in India, in Cina e nel mondo islamico in Africa e in Asia, ma anche nel mondo cristiano in Europa orientale e in Russia, fino a oggi (con l'eccezione di alcuni milioni di uniati pateticamente nazionalisti in Ucraina e di alcuni settari). Questo fallimento avvenne perché questi movimenti erano e sono in gran parte movimenti per diffondere l'imperialismo occidentale, sia economico che culturale.

Tali missionari occidentali erano chiamati diavoli stranieri dagli abitanti locali perché, di solito senza rendersene conto da soli, i missionari diffondevano la propaganda dei loro finanziatori, piuttosto che la Parola di Dio. Questo era chiaro agli abitanti locali sfruttati. Dopotutto, gli stessi diavoli non si rendono conto di aver diffuso il messaggio di Satana perché non hanno coscienza, ma sono semplicemente schiavi condizionati all'obbedienza. In India, per esempio, dicevano che non potevano diventare cristiani perché ciò avrebbe significato "indossare i pantaloni", ovvero un vestito occidentale.

Gli Stati Uniti usano missionari protestanti in Iran e in particolare in Cina per cercare di sabotare quei paesi (proprio come hanno cercato di fare in Russia negli anni '90). I protestanti cinesi che ho incontrato sembrano associare il protestantesimo con una mentalità di arricchimento rapido, esattamente l'opposto di ciò di cui parla il cristianesimo. In parole povere, se non sei ricco, è perché Dio non ti ha benedetto perché non sei protestante come gli americani. In altre parole, la conversione cinese è molto superficiale. Proprio come i missionari americani hanno "convertito" alcuni russi negli anni '90 dando loro dei dollari, anche questo è tutto superficiale. Non durerà.

Cosa ne pensa della recente visita dell'arcivescovo di Canterbury a Mosca?

Questo fa parte della diplomazia della Chiesa, importante quando l'attuale Establishment del Regno Unito, usando come sempre i suoi organi come la BBC e la stampa di stampa per emettere notizie false, ha assunto un atteggiamento tanto violentemente russofobo, da nuova guerra fredda, nei confronti della Russia. Pertanto, l'attuale primo ministro ha promesso di sprecare ulteriori 500 milioni di sterline di denaro pubblico per fare propaganda di notizie false contro la Russia. Per me il momento più interessante è stato quando il patriarca Kirill ha chiesto all'arcivescovo se aveva il coraggio di resistere alla tirannia della correttezza politica dei governi occidentali atei. Non c'è stata risposta.

Qual è la domanda più importante che vorrebbe fare oggi agli eterodossi?

La stessa che vorrei fare a tutti gli ortodossi: appartenete alla civiltà cristiana e ai suoi valori oppure no? Questa domanda è vitale perché apparteniamo a un mondo, sia esso geograficamente occidentale o meno, che è pieno di ateismo occidentale. Per esempio, teniamo in considerazione la violenza organizzata del totalitarismo ideologico, su cui i paesi occidentali si sono basati sin dall'undicesimo secolo (l'invasione normanna e la prima crociata, seguita dall'inquisizione, le guerre di "religione", l'intolleranza puritana, l'imperialismo, il comunismo, il fascismo e il nuovo neo-imperialismo dell'ordine mondiale di oggi) come parte del nostro modo di vivere, oppure no? Nell'Europa occidentale: accettiamo che lo Stato abbia il diritto di intimidire e perseguitare la nostra libertà di parola in nome della correttezza politica? In Russia: accettiamo l'alcolismo, il bambinicidio (l'aborto), la corruzione, il divorzio e l'eco-disastro (ABCDE) come ammissibili nella vita dei cristiani? Siete "veri cristiani" (che è il significato delle parole "cristiani ortodossi"), che hanno uno stile di vita cristiano e che confessano i valori cristiani in tutte le sfere della vita, spirituale, morale, sociale, politica ed economica?

 
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Difetti dell'Ortodossia moldava: la paranoia degli incantesimi

I

L'esorcismo, ovvero la serie di preghiere per allontanare gli spiriti impuri, è parte della dottrina e della prassi della Chiesa universale, con basi nelle Sacre Scritture, ed è costituito esclusivamente da preghiere accompagnate dall'aspersione di acqua benedetta e dall'unzione con l'olio santificato (Spiegazione della Chiesa Ortodossa Romena).

La scorsa settimana ha bussato alla porta della redazione una famiglia di cristiani che ci hanno pregati disperatamente di fare qualcosa per aiutarli a uscire dalla discordia della loro famiglia. Il loro problema è che dopo diversi fallimenti sul piano personale, per l'insistenza di un parente che ha avuto in passato alcuni disturbi mentali, hanno ritenuto che la colpa fosse di incantesimi e di forze oscure e sono andati alle funzioni di esorcismo officiate dall'arciprete Valeriu Galaida nella chiesa di Hrustovaia, nel distretto di Camenca. Una volta che ha fatto loro una "diagnosi" per mezzo della lancia liturgica, Padre Valeriu ha detto loro senza mezzi termini che avevano fatto loro un incantesimo di morte e che l'unico rimedio contro di questo sono le preghiere di San Basilio, che legge in cambio della somma di 100 lei.

Immaginate come vi sentireste se aveste due figli e un rappresentante della chiesa vi dicesse che a vostra moglie è stato fatto un incantesimo di morte? I cristiani si sono spaventati e hanno cominciato ad andare avanti e indietro sulla strada per Hrustovaia per assistere ai servizi di esorcismo di padre Valeriu  Hanno viaggiato per migliaia di chilometri e speso migliaia di lei in soli sei mesi. Come risultato, sono rimasti tutti vivi, ma la tensione nella loro famiglia è aumentata al massimo, in quanto ognuno sospetta l'altro di avere fatto magie, e padre Valeriu incoraggia questi sospetti e si mette in tasca le tariffe "sacerdotali" utilizzando l'autorità di prete e la benedizione di esorcizzare ricevuta da sua Eminenza Vladimir, metropolita di Chişinău e di tutta la Moldova.

La cosa più grave è che padre Valeriu sostiene di avere anche il dono della chiaroveggenza e può dire alla gente "la data e l' ora della morte". La gente del suo entourage, e molti di quelli su cui legge le preghiere di esorcismo credono ciecamente in queste capacità paranormali del loro confessore. Questi credenti sono entrati in uno stato di psicosi tipica dei gruppi settari: si isolano dai loro amici, evitano di mangiare insieme a loro, rifiutano i loro doni e li portarli invece a padre Valeriu che dopo averli "diagnosticati" spiritualmente li dà alle fiamme dicendo loro che sono incantati. In breve il semplice amore cristiano è scomparso di mezzo a loro, e al suo posto si sono instaurati lotte, la diffidenza e una paura insana degli incantesimi. Invece di vivere in pace e comprensione hanno scelto di lottare con il diavolo, che nella loro immaginazione malsana si è nascosto, naturalmente, nei loro vicini. La paura e l'ossessione del demonismo hanno offuscato le loro menti e sono giunti ad aver paura perfino della loro ombra.

Il caso non è unico, così in quanto segue cercheremo di chiarire alcune cose per vedere qual è il rapporto tra il potere di Dio e il potere del diavolo, come si manifestano queste cose e che cosa deve fare un uomo quando un prete gli dice che qualcuno gli ha fatto "un incantesimo di morte". Il tema è troppo complesso, per cui gli dedicheremo più materiali, in particolare perché nella Repubblica di Moldova abbiamo una situazione specifica in cui la fede di molti dei nostri cristiani è fortemente mescolata con superstizioni popolari. Cominciamo con un dettagliato resoconto di questo caso e forniremo poi le necessarie osservazioni di alcuni preti ortodossi che hanno una seria formazione teologica e spirituale. Qui di seguito è il testo di una lettera spedita da questa famiglia al patriarcato russo, a sua eminenza Vladimir, metropolita di Chişinău e di tutta la Moldova, alla commissione giuridica sacerdotale della metropolia di Moldova e alla diocesi di Dubăsari e Tiraspol:

"Vostra Eminenza Vladimir, metropolita di Chişinău e di tutta la Moldova, onorati giudici, ci rivolgiamo a voi con una richiesta di intervento per risolvere il dramma della nostra famiglia, emerso a seguito della visita al parroco di Camenca - padre Valerie.

Abbiamo appreso del dono della chiaroveggenza di padre Valerie, e del suo potere di guarire rimuovendo gli incantesimi, dai nostri genitori (Leonid e Valentina). I genitori si sono rivolti a padre Valerie, raccontandogli dell'allergia che mi è apparsa da qualche tempo, della quale il padre ha detto che questa malattia è causata da una magia. Più tardi il padre ci ha detto che a mia moglie è stata fatta una fattura di morte. Così, abbiamo partecipato a diversi incontri per rimuovere gli incantesimi a Hrustovaia e a Camenca.

I riti di esorcismo a cui ho partecipato consistevano nella rimozione degli spiriti impuri attraverso punture sul corpo con una punta di lancia, colpi con reliquie, acqua santa versata in bocca. Nel frattempo ci hanno detto che il padre Valeriu ha la vostra benedizione per praticare esorcismi. Menzioniamo che che ogni procedura di "espulsione di spiriti" costa 100 lei a persona. A questi incontri di solito partecipano 50-100 persone per volta, in particolare persone povere dai villaggi della repubblica e dai villaggi ucraini. I più poveri, che non sono grado di pagare le tasse degli esorcismi, fanno lavori materiali su incarico del padre.

Siamo rimasti scioccati dalle manifestazioni di persone presenti agli esorcismi: urla, lotte, contorcimenti, versi di animali, ecc. Tutti questi rendevano l' atmosfera molto opprimente . Vorrei menzionare che mia sorella e la sorella di mia madre hanno avuto manifestazioni del genere durante i riti, e talvolta anche al di fuori dei riti. Padre Valerie pratica ancora l'abitudine di "analizare" gli oggetti a lui portati, per vedere se sono magici o no. In tal modo, i nostri genitori gli hanno portato alcuni oggetti ricevuti in dono e, secondo il padre, questi erano incantati. Dopo questo, hanno completamente rotto i rapporti con le persone da cui hanno ricevuto queste cose. Alcune persone sono membri vicini della nostra famiglia, compresa mia moglie, che è una persona di fede.

Dopo aver chiesto il parere di alcuni sacerdoti della Metropolia e dopo avere appreso che la Chiesa non accetta simili esorcismi, abbiamo smesso di andare da questo ministro ecclesiastico.

Più tardi, abbiamo notato segni che i genitori e la sorella hanno il sospetto che facciamo incantesimi contro di loro, e i rapporti tra di noi si sono molto raffreddati (i genitori hanno cominciato a visitarci meno spesso, e la sorella, che è madrina del nostro figlio maggiore, ha cessato definitivamente di chiamarci e di interessarsi di lui, rifiutandosi di cenare con noi, di dare o di ricevere qualcosa da noi).

Abbiamo cercato di spiegare ai genitori che non facciamo loro incantesimi e che questi esorcismi non sono accettati dalla Chiesa, ma abbiamo fallito.

Vi preghiamo di spiegarci il significato delle procedure di esorcismo, di farci sapere se questa pratica è sostenuta dalla Chiesa ortodossa, se l'attività di padre Valerie rientra nella normativa canonica. Se le azioni di padre Valerie non sono conformi all'insegnamento ortodosso, aspettiamo la reazione ufficiale della Metropolia.

Noi crediamo che suscitare odio tra i cristiani e separazione delle famiglie sia una pratica viziosa e contraria alla dottrina cristiana. La nostra famiglia soffre molto a causa delle insinuazioni del parroco Valerie - i genitori non si interessano più ai figli e ai nipoti, hanno paura di noi, credono che facciamo incantesimi contro di loro; noi soffre per l'ingiustizia a noi fatta, perché teniamo ai nostri genitori e a nostra sorella e li vorremmo vicini a noi nel bene e nel male.

Vi preghiamo di aiutare i genitori e la sorella a capire quale è la posizione ufficiale della Chiesa nei confronti di tali pratiche, per tornare ai vecchi rapporti caldi. Per quanto ne sappiamo, il padre Valeriu non è l'unico sacerdote che pratica un tale "esorcismo".

Noi crediamo che questo problema riguardi un gran numero di fedeli e potrebbe presentare un interesse anche per il Santo Sinodo".

Vogliamo credere anche noi che i nostri lettori capiranno perché non pubblicheremo i nomi degli gli autori della lettera. Li chiameremo convenzionalmente Ion e Maria perché non siamo interessati a scandali, né a clamori, ma a che questa giovane famiglia ripristini semplicemente i buoni rapporti con i propri cari. In realtà questa è l'intenzione dichiarata di Ion: "Voglio che i nostri genitori capiscano che non facciamo nulla di male e che altre persone che si troveranno ad affrontare situazioni simili non cadano nella trappola in cui siamo caduti noi".

Prima di iniziare la nostra indagine su questo caso dovremmo chiarire due cose: quale è la corretta pratica ecclesiale per scacciare i diavoli, e che cosa sappiamo con certezza sui demoni ?

Alla prima domanda ha recentemente risposto il Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Romena, nel comunicato stampa sul caso del monastero "Santa Trinità" di Tanacu, nel distretto di Vaslui, dove, leggiamo dal comunicato, "con il pretesto di un esorcismo, lo ieromonaco Daniel Corogeanu, assecondato da quattro monache, ha sottoposto la giovane sorella Irina Cornici a un regime intollerabile di sofferenza fisica, che ha portato alla morte della vittima". In seguito a questo caso la Chiesa Ortodossa Romena ha dato la seguente formulazione e spiegazione della pratica della cacciata dei demoni:

"L'esorcismo, ovvero la serie di preghiere per allontanare gli spiriti impuri, è parte della dottrina e della prassi della Chiesa universale, con basi nelle Sacre Scritture, ed è costituito esclusivamente da preghiere accompagnate dall'aspersione di acqua benedetta e dall'unzione con l'olio santificato. Ogni atto o procedura al di fuori di questi, come quelli utilizzati a Tanacu, è una grave violazione della disciplina ecclesiastica".

Nel caso da noi presentato padre Valeriu di Hrustovaia ha aggiunto alcuni rituali che sono considerati non canonici dalla Chiesa Ortodossa Romena: punture sul corpo per mezzo di una lancia liturgica, colpi agli indemoniati con reliquie e rovesciamenti di acqua santa versata per mezzo di una croce. Abbiamo provato a vedere l'attitudine dei sacerdoti della Chiesa Ortodossa di Moldova di fronte a queste innovazioni ecclesiali, che d'altra parte sono utilizzate frequentemente da parte di diversi ministri della Chiesa. Padre Pavel Borşevschi, che fa parte della commissione giuridica sacerdotale della Chiesa ortodossa di Moldova ci ha dichiarato che questi sono dei riti pagani usati da alcuni sacerdoti che speculano con le preghiere di san Basilio imbrogliando e sfruttando i cristiani creduloni.

II

Abbiamo chiesto all'arciprete Pavel Borşevschi di commentare il caso di Hrustovaia. Ricordiamo che una famiglia di giovani cristiani, spaccata in due da un prete che chiede denaro per esorcismi, ha chiesto per mezzo di una lettera formale il coinvolgimento del patriarcato russo e della metropolia di Moldova per risolvere il loro caso. I cristiani hanno inoltre sollecitato la presentazione della posizione ufficiale della Chiesa ortodossa per quanto riguarda la pratica degli esorcismi. Padre Pavel ci ha detto che il problema degli indemoniati in Moldova è gonfiato dai sacerdoti che speculano sulle preghiere di san Basilio il Grande, sfruttando l'autorità della Chiesa e del sacerdozio, ma anche dal fatto che la maggior parte dei cristiani non conosce gli insegnamenti ortodossi.

Padre Pavel Borşevschi: "Oggi si sono radunati molti di quelli che vi ripuliscono le tasche"

La chiesa compie, secondo un certo rituale, ovvero secondo un rigoroso e stretto canone assolutamente tutte le funzioni religiose e i riti che si trovano nell’Eucologio [in romeno Molitfelnic, in slavonico Trebnik, ndt]. Tutte le santificazioni devono essere fatte in base alle regole ecclesiali e mai altrimenti. I misteri della confessione e della santa unzione sono opere particolari sul corpo e sull'anima. Attraverso questi sacramenti, i cristiani ricevono un trattamento spirituale, e al tempo stesso fisico, oltre la comprensione umana e ciò accade soprattutto quando si compie il sacramento della santa unzione. La grazia di Dio opera, come un balsamo curativo, sulla guarigione delle ferite dell'anima e del corpo, sopra le infermità del corpo che sono la conseguenza del peccato e delle passioni umane.

Ma voglio sottolineare che prima di decidere se leggere le preghiere di esorcismo di san Basilio il Grande va studiato bene il caso. Bisogna vedere se l' uomo è davvero posseduto. I sintomi della possessione possono essere riconosciuti solo da un sacerdote spirituale, un padre spirituale con una seria esperienza ascetica. Non tutti cioè possono identificare un uomo posseduto. Per esempio, la spuma alla bocca non vuol dire che l'uomo è posseduto, la medicina lo spiega facilmente. Allo stesso modo le cadute e i contorcimenti per terra non sono una prova che l'uomo è indemoniato. Uno psichiatra potrebbe spiegare più chiaramente ciò che effettivamente accade. Abbiamo casi di possessione nel Santo Vangelo, che Cristo ci mostra chiaramente. Ma attenzione, chi è che li mostra? Cristo.

Allora, chi può identificare un indemoniato? Chi lo può sapere, chi lo può dimostrare? Il sacerdote che serve Cristo con ogni timore, con ogni sacrificio di sé e, in ultima analisi, resta nella vera fede, perché ci sono sacerdoti che, purtroppo, si sono messi al posto di Cristo. Che cosa fanno? Speculano sulle preghiere di san Basilio il Grande anche con questi malati che in realtà non sono posseduti. Anche l'epilessia non è possessione, queste cose dovrebbero essere ben note. Sarebbe un bene che le persone, ma anche i sacerdoti, si documentassero meglio su questo problema.

Sui rimedi per le persone possedute ci parla anche Cristo quando dice che questo genere di demoni si scaccia con il digiuno e la preghiera. E se parliamo di digiuno e di preghiera, dobbiamo dire che un digiunatore non può essere orgoglioso, non può essere decorato come un albero di Natale. Io non credo negli esorcisti che portano grandi croci con pietre preziose e guidano auto di lusso. Il digiuno non è solo dal cibo, "cosa mangio e cosa non mangio?" Un vero padre spirituale non può essere orgoglioso, non può perdere rapidamente la pazienza. Se vedi che si arrabbia rapidamente è il primo segno che potrebbe essere lui stesso uno dei posseduti.

Se Cristo si è arrabbiato, l'ha fatto per l'incredulità degli uomini, le sue parole di collera le conosciamo "O generazione incredula, fino a quando sarò con voi?" Così non li ha abbandonati neppure allora - "Io sarò con voi, ma fino a quando?" Per quanto tempo mi riceverete e mi sopporterete. Non dimentichiamo che gli abitanti di Gadara hanno cacciato Cristo "vai via da noi, Signore", quando ha guarito l' uomo da cui ha scacciato una legione di demoni e li ha inviati nei maiali. Pertanto, Cristo rimane con noi solo fino a quando lo riceviamo e non lo scacciamo.

Il digiuno significa in primo luogo e soprattutto temperanza. In un uomo che digiuna correttamente non può annidarsi la presunzione, il piacere per il lusso. Non può avere due tuniche - parlo qui di un monaco o di un sacerdote sposato che ha raggiunto l'età della saggezza. Sapete come dice l'apostolo Paolo: "quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri"? La crocifissione in Cristo significa che le passioni non trascinano più il corpo umano e questo non si ritiene altro che un servo inutile. Ma se lo vedete rotondo, bello, paffuto a soli 30 anni e con gli occhi lucenti, statene lontani, non è un uomo spirituale, perché negli occhi che brillano si palesano molte passioni .

Padre, riferiamoci in particolare al rituale dell'esorcismo. Nella lettera che ho ricevuto si menzionano colpi con reliquie, punture con la lancia liturgica e rovesciamenti d'acqua santa dalla punta della lancia nella bocca di persone che stanno inginocchiate con la testa all'indietro...

La Chiesa non ha alcuna ierurgia che preveda punture con la lancia liturgica o colpi con reliquie. Si tratta di una montatura, di una stupidaggine umana. È un rito pagano. Sappiamo che non è la croce a santificare l'acqua, ma la grazia dello Spirito Santo. Perché la croce stessa si santifica per mezzo dell'acqua benedetta da parte della stessa grazia divina, da cui tutti prendono vita. E ancora, da dove viene la santificazione nel sacramento della Santa Unzione? Dall'olio o dalla grazia di Dio attraverso quest'olio? Certo che viene dalla grazia di Dio. Dobbiamo capire che rovesciare acqua benedetta da una croce costituisce una grave deviazione dalla disciplina della Chiesa, ed è un gesto condannato dalla Chiesa .

E ciò che fanno i cosiddetti esorcisti con la lancia liturgica è una finzione, è una stupidità senza limiti. Allo stesso modo i colpi con le reliquie "Di' solo una parola, dice il centurione di Cafarnao, e il mio servo sarà guarito". Forse Dio non ha potere su tutti gli spiriti come il centurione sui suoi servi? Oppure il potere operativo della parola di Cristo non è sufficiente?

San Serafino di Sarov chiama questi giovani fanno esorcismi "mladostarcestvo" [gli anziani giovanotti, ndt]. Prestate attenzione e notate come per la maggior parte sono sacerdoti giovani.

Di fatto qual è lo scopo della vita cristiana? La salvezza dell'anima. Chi ci santifica e ci salva? Cristo. Per questo lo chiamiamo Salvatore delle nostre anime. Quindi che cosa è più importante? Il suo corpo e il suo sangue, la santa comunione. "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno".

La malattia, nella maggior parte dei casi, fratelli, non è una punizione. C'è un canone di penitenza per un peccato commesso. Così, quando ci rivolgiamo a un prete, non chiediamogli la liberazione dalle malattie, ma prima chiediamogli la liberazione dai peccati che gli confessiamo. Uomo, togli prima la macchia dalla tua anima! Senza di noi, neppure Dio può operare la nostra salvezza. Pertanto, in primo luogo dobbiamo vedere il nostro peccato. Perché se noi soffriamo, fisicamente e spiritualmente, la causa è il nostro peccato non confessato. Non può essere altro. Ecco perché ho ​​detto che il rimedio principale che un confessore deve dare come trattamento è il digiuno e la preghiera, che ci purifica la coscienza.

Sapete a cosa assomigliano questi sacerdoti con coltelli, lance, lancette, con colpi di reliquie? Mi ricordano il profeta Elia e i sacerdoti di Baal. Ricordate come li derideva il profeta Elia quando si ingegnavano con tutti i tipi di rituali per risvegliare Baal perché potesse soddisfare il loro desiderio. Così fanno i nostri pseudo-esorcisti. Gridate, pazzi, colpite con lance e croci i cristiani, il popolo di Dio, dato che siete pazzi e non servite Cristo! Pazzi non per Cristo, ma perché avete perso la testa invece di avere fede in Dio e misconoscendo la Chiesa sconosciuta, che pretendete di servire.

Cercate di introdurre nella Chiesa cose pagane per salvare il popolo di Dio da ciò di cui per una volta non c'è bisogno di salvarlo! Ho detto che la malattia non è una punizione, neanche la morte è una punizione. La morte è il compimento della vita. I padri si preparavano e noi tutti dovremmo prepararci per la morte. Perché? Perché, dice l'apostolo, se la morte è unione con Cristo, l'attendo come una festa. E poi che cosa dice il Simbolo della nostra Fede? "Aspetto la risurrezione dei morti". Che cosa aspettiamo noi? Qualcosa di più utile, qualcosa di migliore. E la malattia ci assottiglia il corpo, tanto da rendere lucida la mente, perché questa prevalga il più possibile sui nostri sensi e cambi un poco anche la nostra volontà, la nostra cattiva volontà. Perché serviamo Dio, come dice sant'Innocenzo il Grande, come una volta abbiamo servito il peccato.

Ecco quali sono gli uomini di preghiera, ecco chi può scacciare i demoni. Ma sappiate che questa folla di persone non è tutta indemoniata. In modo elementare, è malata. Non ha che da appellarsi ai sacramenti e ai buoni padri spirituali. Quali sono? Cercateli. Come cercarli? Con lo spirito di fede, ma di fede retta. Prima di avere una fede retta, fate una buona confessione dei peccati senza nascondere nulla, finché nella vostra anima non resterà alcun peccato nascosto, inconfessato. Un peccato inconfessato significa una volontà diabolica al di sopra della nostra volontà, più peccati significano, rispettivamente, una maggiore influenza di volontà del male su di noi.

Non dimenticate che Adamo ha peccato quando era in paradiso. E noi che pecchiamo facendo cose del genere in chiesa siamo simili ad Adamo. Ma il giusto Giobbe si è dimostrato giusto su un mucchio di rifiuti. Vedete, non è il luogo che santifica. È la nostra volontà che santifica. Dobbiamo quindi cominciare a pentirci, purificare l'anima, la mente e la coscienza in modo da poterle evidenziare, per scoprire con gli occhi spirituali i profittatori che speculano sulla grazia di Dio.

Oggi si sono radunati molti di quelli che vi ripuliscono le tasche. E poi non dimenticate, quando il denaro viene messo in primo piano, quando un monaco chiede soldi, in qualsiasi monastero si trovi, è peggio del diavolo, perché il monaco ha fatto una promessa di povertà e violandola trasforma l'immagine angelica in immagine diabolica. Quindi, se vi fa pagare tariffe monetarie, è peggiore del demonio. Scappate via da monaci e preti di questo tipo.

È diverso quando dai qualcosa in segno di ringraziamento, secondo le tue possibilità. Non ringrazi alcun sacerdote, ma Dio. Il luogo santo, la Chiesa. E il sacerdote, se è degno, ne avrà di che vivere con il tuo dono. E questa cosa è normale, non è un peccato.

 
Литургия в новом храме Сретенского монастыря

Дорогие братья и сестры!

Когда мы приступали к строительству храма в честь Воскресения Христова и Новомучеников, то готовились совершить в нем первое богослужение в день столетия трагических событий русской Смуты. 2 марта 1917 года (15 марта по новому стилю) заговорщики принудили государя-страстотерпца Николая II к отречению. Спустя сто лет мы встречаем этот день осмыслением своей истории, осмыслением пройденного пути, прославлением Новомучеников и Исповедников Христа Спасителя.

Храм в честь Воскресения Христова и Новомучеников Церкви Русской. Фото: Анатолий Горяинов / Православие.Ru

Святейший Патриарх Кирилл благословил освящение нового храма на праздник Вознесения – 25 мая. В этот день будет отмечаться десятилетие воссоединения Русской Православной Церкви Московского Патриархата и РПЦЗ. Именно на Вознесение десять лет назад был подписан документ о каноническом общении.

Но Святейший Патриарх благословил нам, как и было намечено, совершить первую литургию 15 марта на паперти нового собора, на специально устроенном для богослужений под открытым небом месте.

15 марта – день явления Державной иконы Божией Матери – выпадает на среду Великого поста. Следовательно, будет литургия Преждеосвященных Даров. По традиции Сретенского монастыря литургия в среду совершается вечером, в 18 часов.

Поскольку март в наших широтах совсем еще не теплое время года, не забудьте одеться соответствующим образом. Дождя, по прогнозам синоптиков, в этот вечер не ожидается. На Преждеосвященной литургии совершаются земные поклоны, поэтому можно прихватить с собой что-то постелить под колени. Старообрядцы в таких случаях используют специальный коврик, но может сойти и полиэтиленовый пакет.

Напомним, что по уставу Церкви желающим причаститься в этот вечер следует воздерживаться от пищи и питья с 12 часов ночи. Однако, в соответствии с постановлением Священного Синода от 28 ноября 1968 года, если такой пост представляется сложным по состоянию здоровья, можно воздерживаться от вкушения пищи и воды с 12 часов дня.

 
Per la Russia i problemi attuali sono tattici, non strategici

Penso che l'inaspettata caduta di Slavjansk ci abbia colpito tutti molto duramente. Eravamo abituati a pensarla come una nuova Stalingrado, come una versione di Bint Jbeil nel Donbass, e l'improvviso ritiro delle forze di Strelkov è stato una sorpresa per tutti noi. E mi riferisco a tutti noi, compresi gli ucraini (che avevano predetto che Strelkov avrebbe combattuto lì fino all'ultimo proiettile). E questo è esattamente ciò che voleva Strelkov.

Potrei rivedere tutti gli argomenti dell'anonimo generale ucraino, ma tutto quello che potrei aggiungere è che sono d'accordo con loro. Ma perché farlo di nuovo? Ho già parlato della probabile evoluzione della situazione del combattimento nel Donbass e ho espressamente discusso l'unica vera importanza di Slavjansk, un'importanza simbolica. Se qualcuno ancora crede sinceramente che la mossa di Strelkov sia stata qualcos'altro che un ritiro molto intelligente e perfettamente cronometrato da una posizione insostenibile, non ho più argomenti per contestare una tale convinzione. Agli altri, dirò questo: la ritirata è una delle abilità più difficili e importanti in una guerra, completamente sottovalutata e fraintesa dai civili, che costituisce una prova estenuante e quanto mai rivelatrice della qualità delle forze che la eseguono. Sembra che Strelkov abbia compiuto un'operazione quasi perfetta, ordinata e impeccabilmente cronometrata da una Slavjansk già circondata, e che questa sia la migliore prova possibile della sua superba abilità tattica.

Quello che vorrei fare ora, non è guardare alle questioni tattiche, ma alle opzioni strategiche russe. Non a come la Russia dovrebbe cercare di fare questo o quello, ma piuttosto a quello che è probabilmente l'obiettivo finale, l'obiettivo della campagna, della Russia.

Le motivazioni e gli obiettivi di Putin

In primo luogo, devo dire che l'unica ipotesi di lavoro logica su Putin è che lui stia facendo quello che ritiene essere il meglio per la Russia e per il popolo russo. L'idea che egli sia un "codardo" o un "venduto" è prima facie ridicola: se fosse stato così, non avrebbe ordinato alle forze russe di strappare la penisola di Crimea proprio sotto il naso degli Stati Uniti e della NATO. Né avrebbe osato sfidare apertamente gli Anglo-sionisti sulla Siria. No, se Putin non sta inviando le forze russe nel Donbass, questo non ha nulla a che fare con la paura o con una qualche presunta debolezza russa. Ha tutto a che fare con il fatto che Putin è giunto alla conclusione che questa non sarebbe la tattica giusta per raggiungere il suo obiettivo strategico. Questa è l'unica spiegazione logica.

Vorrei far notare che un recente sondaggio mostra anche che il 60% (sessanta per cento!) dei russi sono d'accordo con lui e non vogliono inviare truppe nel Donbass. Questo significa forse che il 60% dei russi sono vigliacchi o sono stati comprati dal Nuovo Ordine Mondiale? Ben difficilmente.

L'invio in forze russe in Novorossija è una tattica, un mezzo per raggiungere qualcos'altro. Questo non è un obiettivo di per sé, giusto? Allora, qual è l'obiettivo?

Penso che la prima domanda che dobbiamo farci è questa: la Russia può accettare il progetto degli Stati Uniti, o in qualche modo conviverci? E ancora una volta, che cos'è quel progetto? Un'Ucraina unitaria (non federale) gestita da nazisti russofobi completamente sotto il controllo degli Stati Uniti, con la NATO all'interno dell'Ucraina e ogni forma di influenza russa gettata fuori. Nella migliore delle ipotesi, ciò significherebbe che la Crimea sarebbe sotto una costante minaccia di attacco e, nel peggiore dei casi, significherebbe un attacco ucraino/NATO/statunitense alla Crimea non appena siano radunate forze sufficienti. Chiedete a voi stessi: è un risultato accettabile per la Russia? C'è qualche possibilità che Putin potrebbe essere convinto ad accettare una cosa del genere? La mia risposta è un enfatico 'no!'. Questo è semplicemente un risultato che la Russia non può accettare, a prescindere da chi sia seduto al Cremlino.

Ok, che dire allora di un accordo con Poroshenko? Qualcosa di simile, "tu rinunci alla Crimea, e io rinuncio al Donbass"?

Sciocchezze. In primo luogo, non esiste alcun Poroshenko. Beh, sì, c'è un tizio chiamato Poroshenko a Kiev, ma non ha alcun potere. Il vero potere non è nemmeno nelle mani di Obama, ma dello "Stato profondo" degli Stati Uniti: i burattinai di Obama e di Poroshenko. Ora ponetevi una domanda fondamentale: lo "Stato profondo" degli USA ha bisogno del Donbass? Ovviamente no!

Il Donbass – chi ne ha bisogno e chi no?

Cos'è il Donbass? In poche parole, il Donbass è una regione completamente russa che per le assurdità della storia si è trovata a essere parte dell'Ucraina, proprio come la Crimea. Inoltre, il Donbass è una regione incentrata quasi esclusivamente sul commercio con la Russia. Ha carbone e capacità industriali high tech (comprese quelle militari). Gli Stati Uniti, l'Unione Europea o anche l'impero Anglo-sionista nel suo complesso hanno esattamente zero necessità del Donbass. La Russia sì, la Russia potrebbe sicuramente utilizzare gran parte del potenziale del Donbass, ma nessun altro. Ora, se il Donbass viene consegnato all'Ucraina dimezzata sotto controllo nazista (quella che io chiamo Banderastan), sarà così e perderà automaticamente ogni suo valore: tagliato fuori dalla Russia, il Donbass è inutile. Proprio come una chiave è utile solo quando c'è una serratura, il Donbass è utile solo attraverso il suo rapporto con la Russia. Un Donbass tagliato fuori è inutile.

Quindi cosa accadrebbe a un Donbass parte di un Banderastan unitario? Beh, in primo luogo, la Russia dovrebbe tagliarlo immediatamente fuori dalla zona commerciale comune (per proteggere Russia, Bielorussia, Kazakistan, Armenia e futuri membri) da merci comunitarie. Inoltre, i mostri della giunta hanno già annunciato che il Banderastan non rifornirà l'industria militare russa. Inoltre, il Donbass è già in caduta libera – dall'inizio dell'anno, le esportazioni verso la Russia sono diminuite, se non mi sbaglio, di qualcosa come 1/4, o il 25%. Quindi, diciamocelo, se la giunta nazista ottenesse mai il Donbass, questo diventerà un deserto, e non la principale fonte di reddito che è stato dal 1991.

Mettendo da parte i valori "patriottici" di uno stato immaginario (l'Ucraina) che "riprende" le sue terre storiche (almeno nella loro immaginazione), il Donbass ha valore zero e quindi né la giunta, né gli Stati Uniti accetterebbero mai un tale scambio.

Si potrebbe chiedere perché gli ucraini stanno combattendo duramente per mettere le mani su un inutile pezzo di terra. È davvero semplice.

Allora, qual è il senso di questo conflitto?

In primo luogo, ricordate, gli ucraini non decidono nulla. Decide lo zio Sam. E lo zio Sam vuole una nuova Guerra Fredda, lo Zio Sam promuove guerre e crisi in tutto il mondo, perché è fondamentale per giustificare la NATO e per mantenere in vita il dollaro. Per lo zio Sam, una guerra di dieci anni nel Donbass sarebbe perfetta: fargliela pagare ai maledetti russkie per la Siria, portare la NATO vicino al confine della Russia, far sì che gli europei se la facciano sotto, distruggere l'euro nel processo, e giustificare la NATO. Cosa potrebbe esserci di meglio?!

Ma anche la giunta ha bisogno della guerra. Per prima cosa, fornisce il capro espiatorio perfetto: Putin, i moskali, l'onnipotente FSB, ecc. Questo crea anche un clima di paura, che è eccellente per i poteri di polizia, le violazioni dei diritti umani e dei diritti civili, ecc. Consente inoltre ai nazisti di andare a caccia di "sabotatori" e "agenti russi" (chiunque non sia d'accordo con la loro ideologia o politica). Una guerra è anche un modo perfetto per spiegare la crisi. È anche un modo per fare un sacco di soldi: Kolomoiskij ha già fatto milioni vendendo all'esercito ucraino carburante dal prezzo artificialmente gonfiato. Ultimo ma non da meno, le guerre creano caos, e ai teppisti piacciono sempre il caos e l'illegalità: questo è un ambiente in cui prosperano sempre.

Così sia lo zio Sam sia la sua giunta nazista a Kiev vogliono la guerra, non il Donbass.

Che cosa significa questo per la Russia?

Beh, abbiamo stabilito che la Russia non può permettere che il piano statunitense per l'Ucraina abbia successo. La Russia non può permettere che uno stato unitario nazista e NATO sul suo confine occidentale. Abbiamo anche stabilito che non si può fare nessun accordo, che non c'è nulla da negoziare semplicemente perché né lo zio Sam, né la giunta nazista hanno alcun interesse per qualsiasi forma di negoziati. L'unica conclusione possibile di questo è che la Russia ha una sola opzione rimasta: la vittoria. O, se si preferisce, la sconfitta totale per la giunta di Kiev e per lo zio Sam.

In realtà, la Russia non ha scelta

Voglio sottolineare che questa non è propriamente una "scelta". Pensatela così: se ti punto una pistola al petto e ti dico 'o la borsa o la vita', suppongo che tu abbia una sorta di "scelta", ma in realtà non la chiameremmo una scelta, vero? Qui è la stessa cosa, la Russia non ha, ovviamente, la scelta di mettere la sua stessa esistenza a rischio, e nessun governante russo sano di mente potrebbe mai accettare di lasciare un'Ucraina nazista unitaria sul confine russo. Così la Russia deve resistere a questo risultato. La Russia deve sconfiggere questa alleanza statunitense/nazista e i suoi obiettivi. E per questo la giunta nazista di Kiev deve cadere.

Per dirla in modo semplice: il vero obiettivo della Russia in Ucraina è il cambio di regime.

Niente di meno di questo sarà sufficiente. La Russia deve assolutamente de-nazificare almeno la maggior parte dell'Ucraina, almeno tutta la parte ovest del Dniepr e probabilmente anche Kiev. Se la Russia avesse una frontiera comune con una normale, sana, Ucraina e quest'Ucraina avesse una frontiera comune con una sorta di piccolo Banderastan galiziano, allora la Russia probabilmente potrebbe conviverci. Ma tale mini-Banderastan sarebbe o altamente sovversivo per il resto dell'Ucraina o non autosufficiente. Non riesco a immaginarmelo. Inoltre, è probabile che anche le persone dell'Ucraina occidentale ritorneranno ai loro sensi, prima o poi, e si renderanno conto che il nazismo non è un bene per nessuno, nemmeno per loro.

Lo spettacolo degli orrori ucraini

In questo momento, il popolo ucraino è chiaramente impazzito. L'ultimo sondaggio mostra che il maniaco Ljashko (contro cui la Procura Generale della Crimea ha aperto un'inchiesta per pedofilia) è il più popolare personaggio politico in Banderastan. Seguito da Julia Timoshenko e Vitalij Klichko. Sembra terribile, certo, ma guardate quei numeri ancora una volta: tutti i candidati indicati qui insieme ottengono il 74%. E per quanto riguarda il restante 26%? Chi sceglierebbero?

Quando hai il politico più popolare al 23,1% e i sei più popolari insieme al 74% – sai che hai un paese in una profonda crisi politica. E inoltre, non ci viene detto perché gli ucraini intervistati hanno fatto queste scelte? Va bene, per scegliere Ljashko devi essere un pazzo furioso o un idiota con la bava alla bocca, o entrambe le cose. Ma che dire del resto? Forse non sono stati scelti come migliori, ma come i "meno peggio"? Qualunque sia il caso, ho il sospetto che la maggior parte degli ucraini sia composta da persone decenti, mentalmente sane, e fondamentalmente buone. Certo, c'è tra loro un grande numero di squilibrati, ma questo è normale in un paese che è fondamentalmente in bancarotta e che ha subito 20 anni di lavaggio del cervello da parte di neo-nazisti russofobi. Questo deve cambiare. Prima o poi, questo deve cambiare.

Se a questo aggiungiamo il fatto che economicamente l'Ucraina è fondamentalmente alla fine, morta a tutti i fini pratici, e che non importa che cosa succeda, la crisi economica esploderà entro la fine dell'anno, possiamo capire perché un cambiamento di regime potrebbe benissimo accadere anche senza una qualsiasi forma di intervento russo.

L'unico piano di gioco in città

Da quanto sopra esposto possiamo giungere a tre conclusioni semplici e di base:

1) La Russia non può permettere in nessun caso che la Novorossija cada

2) Il cambiamento di regime a Kiev è un obiettivo strategico russo vitale

3) Mosca muoverà le sue forze militari solo come ultima risorsa

Ora il piano di gioco di Putin diventa, credo, chiaro: mantenere la Novorossija in grado di resistere in attesa di un cambiamento di regime a Kiev. Questo, naturalmente, non significa che l'aiuto della Russia diventerà ufficiale, anche se sarebbe possibile, soprattutto se gli ucraini impazzissero e la situazione umanitaria sfuggisse di mano. Inoltre, per quanto cinico possa sembrare, la guerra in Novorossija è un fantastico fattore di mobilitazione psicologica delle persone in Russia e in Novorossija. Anche in questo caso, diciamocelo, quello che io chiamo il "potenziale di resistenza" della Novorossija è lungi dall'essere raggiunto e la maggior parte degli abitanti della Novorossija sta ancora osservando il tutto alla TV. Ma ora che Slavjansk è caduta e sembra che ora tocchi a Donetsk e Lugansk e ora che in centro città si sente già l'artiglieria, potete essere certi che sempre più cittadini della Novorossjia stanno per rendersi conto che questa non è una guerra che possono semplicemente osservare nei loro televisori: hanno votato per l'indipendenza en masse, ora dovranno difendere questa scelta, anche qui en masse.

Quanto alla Russia, vi posso assicurare che la raffica quotidiana di orribili, oltraggiose e irritanti notizie dall'Ucraina ha già avuto un impatto enorme in Russia. Basta considerare queste cifre che un funzionario del Cremlino ha rilasciato ieri. Ufficialmente, ora ci sono 481.268 rifugiati provenienti dall'Ucraina in Russia, 414.726 nella sola regione di confine (Rostov), e 20.461 hanno già presentato domanda per lo status di rifugiato. Così, mentre il Dipartimento di Stato nega la realtà di questo fenomeno o, in alternativa, lo spiega con l'aria fresca delle "montagne di Rostov" (che non esistono) o con persone "che visitano le loro nonne", al pubblico russo sono mostrati enormi aerei da trasporto pesante Il-76 rigurgitanti di famiglie intere, lunghe file di profughi ai posti di frontiera russi (che, tra l'altro, gli ucraini colpiscono regolarmente "per errore"), popolari gruppi musicali (come i DDT) che fanno concerti per raccogliere fondi per l'assistenza, intere tendopoli (di classe mondiale) costruite da EMERCOM e centinaia di profughi ospitati in tutta la Russia in alberghi, famiglie o anche centri appositamente costruiti. Quindi per favore non illudetevi: se gli orrori del Donbass "non si vedono" nei media sionisti occidentali, sono invece una caratteristica quotidiana su tutti i mezzi di informazione russi e questa raffica di eventi sta avendo un effetto profondo e a lungo termine sulla popolazione generale.

La buona notizia per la Novorossija e per la Russia

Il Banderastan è condannato. In questo momento, è mantenuto in vita artificialmente dagli aiuti occidentali, dal gas russo (dirottato illegalmente nelle riserve questa primavera) e, soprattutto, dall'inerzia. Proprio come un grande treno non può fermarsi immediatamente, neppure uno stato grande come la (defunta) Ucraina può bloccarsi dalla sera alla mattina. Ma sta perdendo il suo slancio a una velocità vertiginosa. Mosca ha spento il gas, i prestiti esteri a malapena coprono gli interessi del debito pubblico e la guerra nella parte orientale del paese sta non solo costando miliardi, ma sta distruggendo le infrastrutture della parte più ricca dell'ex-Ucraina. La giunta a Kiev è composta da fanatici incompetenti che non hanno alcuna idea su come affrontare i problemi reali e che, quindi, letteralmente, eseguono solo gli ordini dello zio Sam. Quanto allo zio Sam, non solo non glie ne frega niente degli ucraini e del loro patetico Banderastan – ma è molto felice di aver messo in moto una crisi così enorme proprio tra l'Unione Europea e la Russia.

Che dire della cosiddetta "operazione anti-terrorismo" contro la Novorossija? Beh, diciamo solo che il nuovo ministro della difesa de Banderastan ha esattamente zero esperienza militare e che ha già annunciato che la strategia ucraina sarà di circondare e di bloccare Lugansk e Donetsk. Già, proprio così, gli ucraini hanno già annunciato che non cercheranno di prendere queste città. Naturalmente, poiché la giunta ha sempre mentito su tutto, possiamo essere assolutamente certi che proveranno un attacco, ma dal momento che le loro possibilità di successo sono vicine allo zero (le operazioni offensive urbane negano quasi tutti i loro vantaggi), hanno già ha annunciato che questo non è un obiettivo.

[Come variazione sul tema, vorrei notare che è accaduto qualcosa di interessante: dopo la "vittoria" ucraina a Slavjansk, tutta una serie di funzionari di massimo grado della sicurezza ucraina sono stati licenziati e sostituiti. Che cosa vi dice questo circa il vero significato di quanto è successo?]

Non c'è dubbio che il tempo è dalla parte della Russia e che il crollo di tutto lo stato del Banderastan è inevitabile entro i prossimi 4-6 mesi. Ciò che rimane davvero da vedere è se la Novorossija sarà in grado di resistere senza un aiuto russo palese per così tanto tempo. La mia ipotesi è che sì, ce la farà, ma con l'occupazione ucraina di tutta la parte nord-ovest della Novorossija (la grande area attorno a Slavjansk-Kramatorsk), la Novorossija non ha più profondità strategica. Ora è il momento del "non un passo indietro" sia per la Novorossija sia per la Russia stessa. Un altro successo ucraino potrebbe invertire la tendenza, soprattutto psicologicamente. Una cosa è cedere una città indifendibile, un'altra è perdere Gorlovka o Snezhnoe e rischiare di perdere il nodo Krasnyi Luch-Antratsyt. Se questi nodi fondamentali vengono invasi dagli ucraini, la difesa di Lugansk e Donetsk diventerà l'ultima resistenza della Novorossija.

In conclusione – sfatiamo alcuni miti

Ci sono un paio di miti che penso che ci sia bisogno di sfatare come conclusione. Il primo è che la resistenza sia stata inutile, che Strelkov o Putin (o entrambi) abbiano fatto alla Novorossija ciò che papà Bush ha fatto agli sciiti iracheni: dire loro di insorgere solo per farli massacrare. In realtà, quest'idea presuppone che i nazisti possano agire senza terrore e massacri. Quindi mi permetto di ricordarvi qui che non c'è stata una rivolta, né uno Strelkov, a Odessa, che tuttavia ha avuto il suo massacro e che ora vive in un regime quotidiano di terrore. Inoltre, lo stesso regime di terrore si può trovare ora a Kharkov che, inizialmente, ha voluto unirsi alla Novorossija, ma la cui resistenza è stata schiacciata in modo molto efficace dalla SBU e dai teppisti del settore destro. Lo stesso vale per Mariupol. Tutte queste città ora vivono in un clima di paura, governate dagli squadroni della morte e dalle bande di teppisti degli oligarchi locali, a cui queste città sono state letteralmente *regalate* dalla giunta (gente come Kolomoiskij o il suo scagnozzo Palitsa a Odessa). Contro i nazisti è sempre meglio resistere fino all'ultimo proiettile, e la soluzione per la parte della Ucraina occupata dai nazisti è sempre la stessa: resistenza, lotta e cambio di regime a Kiev. Dare la colpa della guerra a Putin e/o Strelkov è semplicemente ridicolo.

Poi c'è il paragone tra la Crimea e il Donbass. In poche parole, non c'è nulla da paragonare. Queste sono regioni completamente diverse con una geografia radicalmente diversa e una composizione etnica e ideologica completamente diversa. Dire semplicemente che Putin avrebbe potuto fare nel Donbass quello che ha fatto in Crimea trascura completamente la realtà locale. Non c'è assolutamente alcuna ragione di credere che il popolo della Novorossija sia tutto unito nel desiderio di far parte della Russia come lo era il popolo della Crimea. Certo, hanno votato per la sovranità, ma questa potrebbe significare qualsiasi cosa, da un'entità sovrana in un'Ucraina federale o confederale, a uno status indipendente al diventare parte della Federazione Russa. Non dobbiamo confondere i sentimenti anti-nazisti e i sentimenti anti-ucraini. Uno può odiare la giunta nazista di Kiev e avere ancora voglia di rimanere ucraino nella sua identità. Quindi sì, ci sono chiari segnali che il Donbass non vuole avere niente a che fare con il regime nazista ora al potere a Kiev, ma da questo non possiamo concludere automaticamente che la maggioranza dei cittadini della Novorossija vuole che il Donbass faccia parte della Russia. Questo potrebbe cambiare proprio ora con questa guerra, ma non sappiamo ancora.

Infine, c'è la questione del potere globale russo. Alcuni credono che la Russia sia debole e non possa permettersi una lotta palese e globale contro l'Impero Anglo-sionista. Essi sottolineano, correttamente, che la Russia dipende da molte importazioni straniere (prodotti farmaceutici, chip per computer, ecc.) Altri sostengono che la Russia sia quasi invulnerabile, che potrebbe permettersi un confronto economico frontale con l'Occidente e prevalere. Nessuna di queste due affermazioni è vera.

La Russia è dipendente dalle importazioni estere per molte cose. E ci sono un sacco di soldi russi a bordo, nelle banche del Regno Unito e in conti offshore. L'economia russa va "benino" al meglio, ma con tutta l'Unione Europea in fase di recessione, ci sono segni abbastanza buoni che la Russia stia andando anch'essa in tale direzione. E questo è normale – solo 15 anni fa la Russia era vicina a diventare uno Stato fallito, come l'Ucraina di oggi, e ciò che Putin ha gestito è un quasi-miracolo, ma anche per i quasi-miracoli ci vuole tempo e la Russia è lontana, molto lontana, da avere veramente recuperato la sua salute. Ci sono anche grandi problemi sistemici all'interno della Russia, come la corruzione, la fuga di capitali, una politica folle di tassi di interesse, la maggior parte delle società russe costituite all'estero, un sistema di tassazione sotto la media, ecc. Sì, la Russia sta migliorando, ha enormi riserve di denaro, risorse umane e naturali, e le prospettive a lungo termine sono a dir poco eccellenti. Ahimè, questo è già accaduto nella storia della Russia.

"Date alla Russia 20 anni di pace"

Il brillante riformatore e primo ministro della Russia Pjotr Stolypin una volta ha detto una frase famosa: "Date alla Russia 20 anni di pace interna ed esterna e non la riconoscerete." Fu assassinato da un rivoluzionario nel 1911 e sappiamo tutti cosa è successo dopo. Neanche a Putin sono mai stati dati 20 anni di pace, e di certo non sembra che li potrà mai avere, e neppure la Russia, almeno non fino a quando gli anglo-sionisti occuperanno il pianeta. E questo significa che nemmeno la Russia riprenderà la sua piena salute e il suo pieno potenziale in un qualunque prossimo momento. In altre parole, che la Russia possa in qualche modo sopravvivere a un confronto pieno con l'Occidente non ha importanza – ciò che conta è che la Russia ha un interesse strategico a fare tutto ciò che è in suo potere per evitare tale conflitto. Questo è il motivo per cui Putin è così attento e questo è probabilmente il motivo per cui il 60% dei russi non vuole che l'esercito russo entri in Novorossija: non vogliono compromettere ciò che è stato ottenuto con costo e sforzo tanto grande da parte della Russia di Putin nei passati 15 anni. Ma anche in questo caso, se non c'è davvero un altro modo per salvare la Novorossija da un regime nazista, l'esercito russo molto probabilmente interverrà. Ma penso che il Cremlino abbia un mandato da parte del popolo russo di mantenere tale opzione come extrema ratio (con azioni militari minori o addirittura limitate sempre e per definizione possibili).

Saker

 
Pensieri sul Grande Canone

La funzione del giovedì della settimana appena trascorsa (che comprende il Grande Canone di sant’Andrea di Creta e la lettura della vita di santa Maria Egiziaca) ci porta alcune lezioni sul nostro cammino spirituale. Ascoltiamo alcuni pensieri a proposito, da parte dell'arciprete Andrei Lemeshonok (padre spirituale del monastero di santa Elisabetta a Minsk), nell’originale russo e in traduzione italiana, nella sezione “Preghiera” dei documenti.

 
Una nuova ecclesiologia per la Chiesa ortodossa?

I cristiani ortodossi si trovano spesso a dover rispondere alla seguente domanda: perché l'Ortodossia è divisa in diverse chiese su basi etniche?

Almeno ufficialmente, la risposta a questa domanda è stata finora molto chiara: noi non siamo divisi; noi siamo una sola Chiesa, uniti nella fede e nel culto, con una struttura amministrativa che si organizza lungo linee locali, nel rispetto delle antiche tradizioni e del diritto canonico del primo millennio della storia cristiana.

Negli ultimi anni, però, c'è stato un problema: mentre questa risposta è vera in teoria, spesso non è implementata nella pratica.

A partire dalla fine del 19esimo secolo, e in numero sempre maggiore, dopo le Guerre Mondiali, milioni di cristiani ortodossi hanno cominciato a emigrare dalle loro patrie ancestrali verso l'Europa occidentale, le Americhe e l'Australia. Invece di organizzare chiese in queste nuove terre in base al principio canonico e teologico che ci deve essere un solo vescovo in ogni luogo, si è sviluppata una rete di "giurisdizioni" ortodosse sovrapposte. Di conseguenza, le chiese parrocchiali in alcune delle più grandi città americane sono sotto l'autorità di otto o più vescovi differenti: le parrocchie greche sotto un vescovo greco; i serbi sotto un serbo; i russi sotto un russo, etc.

Alcuni erano soddisfatti di questo sistema, alcuni lo vedevano come un adattamento pastorale necessario alle realtà di un'emigrazione senza precedenti, e alcuni ne erano insoddisfatti per ragioni teologiche e pratiche. Ma tutti hanno convenuto che la situazione era un'aberrazione temporanea, una dipartita dall'ordine della Chiesa apostolica, in contrasto con la tradizione teologica ortodossa.

A partire dagli inizi degli anni '60, mentre gli immigrati si stavano assimilando, un certo numero di eminenti vescovi e teologi si mise a parlare e scrivere con passione della necessità di conformare la nostra comunità politica moderna alla nostra teologia tradizionale. Ne emerse un relativamente ampio senso di entusiasmo per la cooperazione e l'unità "pan-ortodossa". Sono apparse varie istituzioni e organizzazioni, che operavano attraverso le linee giurisdizionali a livello locale, regionale, nazionale e persino internazionale. Una serie di conferenze pan-ortodosse si è svolta a Rodi, dove vescovi e altri rappresentanti ufficiali delle Chiese ortodosse canoniche di tutto il mondo si sono incontrati per discutere di problemi comuni.

Nel 1968, è emerso un piano per tenere un "grande e santo Concilio", e, nel 1976, è stato cristallizzato un programma in dieci articoli, compresa la questione di come organizzare l'amministrazione della Chiesa nella "diaspora." Incontri e preparativi per un concilio mondiale dei vescovi sono proseguiti con relativo entusiasmo fino alla fine degli anni '80.

Poi, nel 1989, è caduta la cortina di ferro ed è iniziata un'altra massiccia emigrazione. Negli ultimi 26 anni, milioni di europei dell'Est hanno lasciato la loro patria cercando altrove opportunità economiche. Dalla sola Bulgaria – un paese la cui popolazione totale è solo di 7 milioni – si stima che 3 milioni di persone sono emigrate verso l'Europa occidentale e oltre. L'emigrazione dei cristiani ortodossi dalle loro terre tradizionali mostra pochi segni di una fine imminente. In realtà, si sta espandendo, poiché una solida minoranza di rifugiati e migranti che stanno attualmente lasciando il Medio Oriente è composta da ortodossi.

Nonostante questi cambiamenti demografici e una situazione di stallo emergente nel tentativo di trovare una visione comune per il governo degli ortodossi, il programma di tenere un "grande e santo Concilio" non si è mai dissipato del tutto. Qualche progresso si è avuto nei primi anni '90, e, più recentemente, una serie di attività ha avuto luogo dal 2008.

Nell'ambito di questi lavori preparatori, ogni Chiesa ortodossa nel mondo ha formulato una posizione ufficiale su vari argomenti, incluso il governo della Chiesa in luoghi come l'America e Australia.

Nel corso di queste deliberazioni, è emersa una netta divisione teologica. Anni fa, quasi tutti convenivano che lo status quo delle giurisdizioni sovrapposte nella diaspora era una chiara violazione del diritto canonico ortodosso e un allontanamento dalla tradizione apostolica dell'ordine ecclesiastico. Negli ultimi anni, tuttavia, alcune delle più grandi Chiese ortodosse hanno iniziato a sostenere che lo status quo concorda con la comprensione ortodossa della Chiesa. Un cambiamento di questa portata ha obbligato queste Chiese ortodosse a ripensare il modo in cui spiegano il governo della Chiesa e, in alcuni casi, a modificare i principi teologici.

L'opinione di maggioranza che è emersa non è solo che la divisione amministrativa nella diaspora consente il mantenimento di differenti tradizioni liturgiche, teologiche e spirituali (ed è quindi un beneficio pastorale alla Chiesa), ma che la divisione in sé o (1) non è in realtà una dipartita dall'ordine apostolico e dal diritto canonico, oppure (2) è solamente una violazione in senso tecnico, e non una grave preoccupazione, in quanto varie fonti di autorità contemporanee (per esempio, statuti promulgati da un sinodo dei vescovi di una Chiesa nazionale) sono di un'autorità pari o superiore ai canoni promulgati dai Concili ecumenici del primo millennio della storia cristiana.

Nel febbraio del 2011, per esempio, il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa romena ha promulgato un "appello alla dignità romena", che ha parlato di una necessità di "solidarietà etnica ortodossa" e ha invitato tutti gli ortodossi di retaggio romeno in tutto il mondo a sottomettersi all'autorità giurisdizionale della Chiesa romena. Questo appello, sottolinea il documento, è in accordo con gli statuti odierni della Chiesa romena, in cui si afferma che "è la Chiesa del popolo romeno e comprende tutti i cristiani ortodossi in Romania e i romeni ortodossi all'estero".

Il Sinodo romeno ha promulgato questo appello per motivi specifici, ma ancor più importante della sua motivazione è il ragionamento del documento teologico e la sua concezione della Chiesa. Due aspetti dell'appello meritano di essere presi in considerazione. In primo luogo, il principio guida e il più importante punto di riferimento nella sua visione ecclesiologica è la definizione odierna della Chiesa romena, che si trova in documenti sinodali ufficiali. In secondo luogo, secondo questa linea di pensiero, il ministero pastorale e l'autorità di una chiesa autocefala ortodossa non sono limitati a un luogo specifico. Al contrario, la Chiesa esiste per servire un popolo particolare in tutto il mondo.

Dal 2011, un numero crescente di chiese ortodosse ha espresso aspetti di questa stessa "nuova ecclesiologia" in una varietà di impostazioni ufficiali e non ufficiali. La più significativa tra queste è la Chiesa ortodossa russa, date le sue dimensioni e la sua importanza nelle relazioni inter-ortodosse. Nel dicembre 2013, il santo Sinodo del patriarcato di Mosca ha promulgato un documento di posizione ufficiale sulla questione del primato nella Chiesa universale. Alcuni mesi più tardi, il metropolita Ilarion (Alfeev) ha tenuto un discorso in cui spiegava i punti chiave del documento ufficiale e le sue motivazioni teologiche. A quel tempo, i commentatori ortodossi si focalizzavano sulle evidenti implicazioni per il dialogo cattolico-ortodosso (e sulle rivalità tra Mosca e Costantinopoli). Una lettura più attenta del documento di posizione ufficiale e la spiegazione del metropolita Ilarion rivelano anche elementi della "nuova ecclesiologia".

Nel suo discorso, il metropolita Ilarion spiega che una delle obiezioni principali di Mosca alla più recente dichiarazione concordata del dialogo cattolico-ortodosso è che "non corrisponde pienamente ai principi di ordine ecclesiale accettati nella moderna Chiesa ortodossa", proprio perché "la Chiesa ortodossa contemporanea è strutturata in modo diverso" rispetto a quanto era nel primo millennio. Secondo la moderna concezione ortodossa, all'interno di ogni Chiesa autocefala "c'è il territorio canonico della Chiesa autocefala locale... e la diaspora, dove ci sono parrocchie e diocesi situate nella giurisdizione delle Chiese autocefale locali".

L'argomento del metropolita presenta un modello familiare. In primo luogo, l'ordine apostolico di governo richiesto nei canoni era normativo per la Chiesa antica, e vale ancora oggi in una certa misura, ma non possiamo dimenticare che la Chiesa è cambiata, crescendo al di là delle concezioni del primo millennio. Di fatto, "la Chiesa ortodossa contemporanea è strutturata in modo diverso". Inoltre, l'attuale struttura amministrativa della Chiesa non è un incidente della storia che richiede pentimento e cambiamento, ma una realtà che informa e ispira la riflessione e l'insegnamento teologico. Di conseguenza, una teologia veramente ortodossa della Chiesa richiede una federazione di Chiese autocefale locali, la cui autorità pastorale comprende un determinato territorio e la diaspora in tutto il mondo di persone che emigrano dal loro territorio, così come quelli che queste persone convertono. Così, lo status quo è normativo.

Altre Chiese ortodosse hanno espresso conclusioni simili per alcune delle stesse ragioni. Alla riunione della scorsa settimana dell'Assemblea dei vescovi ortodossi canonici degli Stati Uniti d'America, le chiese della Georgia, Bulgaria, Serbia, Mosca, ROCOR, e Antiochia – tutte rappresentanti della posizione ufficiale della loro Chiesa madre – hanno chiarito che lo status quo di sovrapposizione di giurisdizioni in tutto il mondo dovrebbe essere mantenuto. Ogni chiesa ha motivato la sua decisione in modi leggermente diversi. Per Antiochia, in particolare, non è chiaro fino a che punto l'annuncio rappresenta una mossa tattica temporanea o una trasformazione a lungo termine. Tuttavia, il vero sviluppo non è che la maggior parte delle Chiese ortodosse stanno mettendo fuori questione l'unità di governo nella diaspora, ma piuttosto le loro giustificazioni per farlo – e la misura in cui queste giustificazioni corrispondono alla rappresentazione dell'ecclesiologia ortodossa in un numero crescente di documenti ufficiali e di decisioni sinodali.

Molti ortodossi sono ben felici che non ci sia alcun cambiamento amministrativo imminente, sia perché stimano la solidarietà etnica; o perché temono che una riorganizzazione porterebbe a cambiamenti nella liturgia e nella disciplina ecclesiale; o perché preferiscono il particolare ethos e la rete di relazioni che hanno sviluppato; o perché sono restii a cedere il controllo sulle risorse finanziarie e istituzionali all'interno delle loro orbite di influenza – o per una combinazione di tutte queste ragioni, più altre. Ma queste non sono le ragioni che si trovano nelle dichiarazioni provenienti da fonti ufficiali. Senza dubbio, le motivazioni pratiche ed etniche e spirituali e politiche si nascondono dietro le quinte, ma le giustificazioni ufficiali sono canoniche e teologiche. E qui sta il problema. Le obiezioni pratiche o pastorali possono essere temporanee, ma le giustificazioni che stiamo vedendo oggi portano il peso potenziale della permanenza. Affermando che non vi è alcuna ragione canonica o teologica a ricercare l'unità amministrativa – in realtà, dicendo che l'unità significa preservare lo status quo – stiamo cominciando a ridefinire la nostra auto-comprensione ecclesiologica.

Il fine giustifica i mezzi? Ovviamente, per alcuni è proprio così. C'è un certo conforto nella consapevolezza che al di fuori del vecchio paese, l'Ortodossia è come una gelateria: che gusto preferite? La divisione permette alle persone di scegliere il tipo di purezza che preferiscono. Eppure le (involontarie) implicazioni teologiche e spirituali della "nuova ecclesiologia" sono profonde. Giustificare la divisione nella diaspora per motivi canonici e teologici introduce una nuova ermeneutica, che inverte la tradizionale preferenza ortodossa per le modalità di vita patristiche e dà priorità alla storia sulla dogmatica. Ci sono pure implicazioni pastorali. Proprio come la forma segue la funzione, la struttura governativa della Chiesa influenza il suo senso di vocazione e di scopo. Dividere in modo prescrittivo la Chiesa in campi riduce il ministero a una cappellania e scambia la cattolicità per la conservazione. Anche se una tale Chiesa fornisce un baluardo temporanea contro la piaga della modernità, finirà per crollare sotto il peso della sua attenzione verso il suo interno.

 
300 anni di Ortodossia russa nelle Isole Britanniche e in Irlanda

La presenza ortodossa russa nelle Isole Britanniche e in Irlanda ha compiuto 300 anni, ma per 200 di questi anni è stata limitata a una chiesa di ambasciata a Londra. Anche se vi sono stati individui che hanno mostrato interesse occasionale, oppure dei matrimoni anglo-russi, i non russi, soprattutto al di fuori di Londra, non sapevano dell'esistenza di una tale chiesa. Tuttavia, con l'alleanza anglo-franco-russa della prima guerra mondiale, sempre più russi vennero a lavorare a Londra per lo sforzo bellico. Nel 1916 il metropolita Pitirim (Oknov) di San Pietroburgo, che era allora responsabile per le chiese al di fuori della Russia, stava elaborando piani per la costruzione di una chiesa ortodossa russa a Londra. Erano già state fatte le traduzioni di alcuni libri di servizio ortodossi in inglese da parte di Orlov e, negli Stati Uniti, di Isabel Hapgood. Questo progresso fu del tutto interrotto dalla rivoluzione del 1917, ma quest'ultima a sua volta portò circa 2.000 rifugiati ed emigrati russi a Londra e nei dintorni.

Questo portò alla consacrazione di un vescovo per la comunità russa a Londra, il vescovo Nikolaj (Karpov), che purtroppo si ammalò quando era molto giovane e dopo soli tre anni di episcopato, si addormentò nel Signore nel 1932. Le speranze del primo ierarca della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia, il metropolita Antonij (Khrapovitskij), che il vescovo Nikolaj sarebbe stato in grado di presentare la fede ortodossa russa agli inglesi, non si realizzarono. Nel 1937 l'ex tutore inglese dello tsarevich Aleksej, Sidney Gibbes, nativo dello Yorkshire, ritornò in Inghilterra dall'Estremo Oriente. A quel punto non soltanto si era unito alla Chiesa ortodossa, ma era stato ordinato come padre Nicholas Gibbes (+ 1963), il primo prete ortodosso inglese del XX secolo, che portava il nome dello tsar martire. Accademico per temperamento, aprì una cappella ortodossa a Oxford. Dopo il 1945 diverse migliaia di russi, provenienti soprattutto dalla Polonia ante-bellica, oggi è in Ucraina occidentale e in Bielorussia, giunsero in Inghilterra e molti si stabilirono nel nord dell'Inghilterra. Era cominciato un nuovo capitolo nella nostra storia.

L'arcivescovo (poi santo) John (Maximovich) (+ 1966), che aveva la sua sede sul continente, si prendeva cura della maggior parte dei fedeli, ma entro il 1954 quelli del Nord ebbero il proprio vescovo, Nikodim (Nagaev) di Preston, che in seguito divenne arcivescovo di Londra (+ 1976). Nel frattempo, nel 1957, la piccola parrocchia patriarcale di Londra ottenne un vescovo, il futuro metropolita Antony (Bloom) (+ 2003), che sarebbe diventato ben noto agli anglicani e ad altri attraverso i suoi colloqui e libri e anche in apparizioni televisive e radiofoniche. Dagli anni '60, con la fine delle vecchie certezze e con dubbi su tutto, un certo numero di persone inglesi, per lo più anglicani, ha cominciato a mostrare interesse per la Chiesa ortodossa russa. Questa ai loro occhi sembrava avere molto più continuità della tradizione, rispetto alle varietà di protestantesimo più recentemente apparse (compreso l'anglicanesimo) o al cattolicesimo romano. Molti anglicani erano attratti dalla personalità del metropolita Antony, che parlava bene inglese e che aveva istituito una piccola rete di comunità, chiamata diocesi di Sourozh. La testimonianza fu molto aiutata dal fatto che le chiese allora stavano cominciando a condurre i servizi in lingua inglese. In un primo momento questo ebbe luogo solo a Londra e Oxford, dove esistevano le uniche chiese e cappelle permanenti, ma da allora si è diffuso.

Oggi, dopo cinquant'anni, ci sono chiese ortodosse russe in tutto il Regno Unito e in Irlanda, anche se poche sono in edifici permanenti che appartengono alla Chiesa russa e celebrano servizi regolari. Inoltre, la maggior parte del clero ortodosso russo è composta da nativi delle Isole Britanniche. Sono lontani i giorni in cui solo per assistere a una funzione ortodossa russa si doveva andare a una delle due chiese di Londra o alla cappella di Oxford, e anzi, il più grande edificio di una chiesa ortodossa russa nel paese è altrove. Con l'immigrazione degli ortodossi russi, soprattutto dai paesi dell'ex Unione Sovietica, e l'immigrazione di altri ortodossi provenienti dall'Europa orientale nel corso degli ultimi quindici anni in particolare, ora abbiamo bisogno di espanderci rapidamente. Rimane una quantità enorme di lavoro da fare. Nel frattempo, un piccolo ma costante flusso di persone locali provenienti da tutti e quattro i paesi delle Isole Britanniche e dell'Irlanda  continua a venire alle nostre funzioni e alcuni si unircono alla Chiesa, attratti dalla nostra fedeltà alla tradizione cristiana ortodossa bimillenaria.

Quindi, possiamo vedere che i nostri 300 anni di storia possono essere divisi in tre periodi distinti. Il primo è durato 200 anni – il periodo della chiesa dell'ambasciata a Londra. Il secondo, che è durato 50 anni, è stato un periodo centrato su Londra, di sopravvivenza, di consolidamento e di cura pastorale dei russofoni. Il terzo, che ha avuto inizio dopo 250 anni di presenza e che dura da 50 anni fino a ora, è stato un periodo di apertura al mondo circostante, un periodo di testimonianza e di espansione in queste isole. Il nostro futuro e il nostro ruolo in queste isole è proprio quello di continuare ad espanderci e a testimoniare la tradizione e la fede ortodossa, non solo per i nostri fedeli, i cui figli e discendenti sono di lingua inglese e hanno un'istruzione locale, ma per coloro che cercano – e trovano – conforto spirituale nel prendere parte alle radici e alle origini del cristianesimo nella fede e nella tradizione della nostra Chiesa ortodossa russa, diffusa in tutto il mondo, multinazionale e multilingue.

 
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Письмо о Пасхе неизвестного из советского лагеря

Только когда становишься заключенным за религиозные убеждения в советском лагере, можешь действительно понять тайну падения первого человека, тайный смысл искупления всего творения и великую победу Христа над силами зла.

Только когда страдаем за идеалы Евангелия, можем осознать нашу греховную слабость и наше недостоинство по сравнению с великими мучениками первой Христианской Церкви. Только тогда сможем постичь абсолютную необходимость глубокого смирения и покорности, без которых не сможем спастись; только тогда сможем начать различать проходящую картину видимого и вечную жизнь невидимого.

В день Пасхи все мы, кто был заключен за свои религиозные убеждения, объединились внутри единственной радости Христа. Все были переполнены одним чувством, одним духовным триумфом, славя вечного Бога. Не было торжественной Пасхальной литургии со звоном колоколов, не было возможности в нашем лагере собраться для поклонения, одеться по-разному на праздник, приготовить Пасхальные блюда. Наоборот, было даже еще больше работы и больше вмешательств, чем обычно. Все заключенные здесь за религиозные убеждения, различные учения, были окружены еще большим шпионажем, еще большими угрозами тайной полиции.

И тем не менее, Пасха была там: великая, святая, духовная, незабываемая. Она была освящена присутствием нашего Христа среди нас – освящена тихими звездами Сибири и нашими печалями. Как весело стучали сердца наши, участвуя в великом Воскресении! Смерть потерпела поражение – нет больше страха – нам дали вечную Пасху! Полные удивительной Пасхи, посылаем вам из лагеря-тюрьмы победоносную и счастливую новость: Христос Воскресе!

(Письмо из советского концентрационного лагеря).

 
Intervista all'arcivescovo Gabriel di Montreal e del Canada

In accordo con un decreto del Sinodo dei Vescovi della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia, la città di Toronto, in Canada, ha ospitato le celebrazioni del 400° anniversario della salita al trono russo della dinastia Romanov dal 4 all'8 settembre 2013. Iniziatore di questo evento è stato sua Eminenza l'arcivescovo Gabriel (Chemodakov) di Montreal e del Canada, così le celebrazioni principali di uno dei momenti chiave nella storia russa si sono svolti nella Russia canadese.

Vladyka, perché questa parte della diocesi canadese è stata scelta per questo onore, e in particolare la Chiesa della Santa Trinità a Toronto?

La richiesta è stata presentata dalla parrocchia stessa attraverso il suo rettore, l'arciprete mitrato Vladimir Malchenko, Decano del Canada orientale. La parrocchia della Santa Trinità a Toronto, per la misericordia di Dio, oggi ha il maggior numero di parrocchiani in una singola chiesa nella Chiesa all'estero. È di scala reale moscovita, come le chiese in patria: alla Liturgia della domenica ci possono essere fino a 500 fedeli, e altri ancora nelle feste. L'arredamento della chiesa e gli affreschi non possono essere lodati abbastanza, e un progetto generale di ristrutturazione è stato recentemente completato. La "parrocchia di Henry Street", come viene spesso chiamata, ha una storia lunga e gloriosa. Oggi il cuore della parrocchia è costituito da fedeli venuti in Canada recentemente, da tutti i punti della nostra Patria, e vi è da parte di di questi membri del gregge un reale interesse nel destino della Russia, che oserei dire provvidenziale.

Vorrei aggiungere che Toronto è dove è stata sepolta sua altezza imperiale la granduchessa Olga Aleksandrovna Romanova, la sorella del nostro ultimo tsar. Ci auguriamo di poter celebrare una panichida presso la sua tomba. Tutto questo è stato preso in considerazione, e alla fine del 2012, ho inviato da Toronto questo appello per considerazione da parte del Sinodo dei Vescovi. La richiesta è stata accolta. La parrocchia ha istituito una commissione speciale, che ha iniziato ad organizzare i festeggiamenti: è iniziata in primavera, e gli eventi si svolgeranno nel mese di settembre. Finora, grazie a Dio, tutto sta andando bene. Rilevo, per inciso, che ci sarà contemporaneamente anche una riunione del Sinodo dei Vescovi a Toronto. Un elenco dettagliato di tutti gli eventi in programma è stato pubblicato .

Il 300° anniversario della casa dei Romanov (che è stato l'ultimo grande evento a livello nazionale prima del secondo Periodo dei Torbidi della Russia) è stato ampiamente celebrato. Ma perché è così importante per noi il 400° anniversario di questa dinastia, quasi un secolo dopo il crollo della monarchia russa?

Non possiamo dimenticare chi siamo, sia in patria che all'estero. Tra l'altro, mentre le memorie della Santa Rus' ortodossa, degli zar russi, unti da Dio, della monarchia per mandato divino, sono state letteralmente strappate via dal popolo, la diaspora russa non ha mai dimenticato la monarchia russa. L'ideale monarchico, il rifiuto di ciò che ha portato prima alla rivoluzione di febbraio, poi alla rivoluzione d'ottobre del 1917, non sono svaniti nella diaspora. In realtà, il numero di aderenti alla monarchia era piccolo in un primo momento, perché nella Russia pre-rivoluzionaria c'erano pochi monarchici in una qualsiasi delle classi sociali, soprattutto tra le persone colte, o almeno quelle che si consideravano tali. Eppure, per la divina Provvidenza, molti, molti russi, dopo aver vissuto all'estero per alcuni anni, hanno cominciato ad abbandonare il liberalismo progressista e altri simili errori così comuni tra gli intellettuali. Questo ritorno alle loro radici ha quasi sempre coinvolto prima di tutto un ritorno alla Chiesa, l'auto-consapevolezza della loro Ortodossia russa. Per quanto si poteva vedere dai sentimenti della cosiddetta "seconda emigrazione ", qualcosa di simile stava cominciando ad accadere anche in Russia. La gente cominciò a percepire una perdita, uno spreco dei veri valori morali. In ogni modo, anche molto tempo prima della glorificazione dei martiri imperiali, il 17 luglio nel nuovo calendario, il giorno dell'omicidio del giusto tsar Nicola II Aleksandrovich e della sua augusta famiglia, è stato designato dalla nostra Chiesa all'Estero come un giorno di digiuno rigoroso, e si celebravano ovunque panichide per l'Unto di Dio assassinato. È così che è iniziata la realizzazione che il secondo Periodo dei Torbidi russo non è stato il risultato di una politica infruttuosa, erronea, di astute cospirazioni di nemici esterni ed interni della Patria, ecc, ma la punizione divina per l'apostasia generale da una regola divinamente stabilita. Naturalmente, ci sono stati errori bestiali, fatali, e ci sono state davvero cospirazioni. C'è stato "tradimento, viltà e inganno" ovunque, come si legge nella diario del santo imperiale spfferente della passione, lo tsar Nikolaj Aleksandrovich. Ma questo era il nocciolo della questione: a causa della nostra apostasia dalla volontà di Dio, non potevamo fuggire da quegli errori, o correggerli, e non abbiamo trovato la forza di resistere a queste cospirazioni. Abbiamo rifiutato l'Unto di Dio, e il Signore si è ritirato da noi fino a quando siamo ritornati ​​ai nostri sensi. In realtà, quando il "trattenitore del male" è stato portato via da noi, il mondo intero è stato travolto da un'ondata di male. Oggi, con le parole di sua Santità il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus', il Signore ha rimpiazzato l'ira con la misericordia verso la Russia, e dobbiamo soprattutto ricordare questo e dire a noi stessi: "Fammi sapere, o Signore, la via su cui dovrei camminare".

Legalmente, la Russia rimane una monarchia costituzionale, che non poteva essere annullata né dall'abdicazione dello zar, né peraltro dal decreto del governo Kerenskij del 10 settembre 1917, in cui la Russia fu dichiarata una repubblica. Cosa ci aspetta per la Russia nella sua opinione, vladyka?

Dobbiamo cercare di ristabilire la sovranità divinamente stabilita in Russia, in tutta la sua pienezza. Lei ha parlato di una monarchia costituzionale, limitata. Questa limitazione non viene da Dio, ma dall'uomo. Ma anche una monarchia simbolica, quasi rituale, come in Gran Bretagna, evoca ancora un senso di rispetto e buona volontà tra le persone, anche coloro che sono estranee all'idea di una monarchia. Perché è così? Perché tutte le creature percepiscono il loro Creatore, anche se possiamo resistere e rifiutare questo sentimento. Dobbiamo andare verso la comprensione che l'ordine monarchico divinamente stabilito è l'unico in grado di far risorgere la Russia come Santa Rus'. Tutto il resto, sia un governo "liberale", sia quella che chiamavano la "civiltà Rosso", il cui simbolo del male non è ancora sepolto nel passato e continua a profanare la piazza principale del paese, tutto questo è stato già provato da noi sulla nostra stessa carne e sullo spirito, e ci hanno portato solo da un tempo dei torbidi a un altro. La Russia costituzionale si è avvicinata alla prima guerra mondiale con i migliori indicatori economici, sembrava grande e potente. Oggi sappiamo che cosa è successo solo tre anni più tardi. La Russia sovietica si è avvicinata all'ultimo decennio del XX secolo come una vera superpotenza. Solo uno o due anni più tardi, è arrivato il terzo Periodo dei Torbidi russo. Ma per grazia di Dio, in quel periodo di collasso, la Chiesa ortodossa russa è aumentata e si è rafforzata, mentre i suoi nemici, per cecità spirituale, l'hanno ritenuta completamente distrutta e priva di alcuna influenza. La comprensione da parte di tutto il popolo e di ognuno di noi individualmente della necessità di una monarchia divinamente stabilita per la Russia è un processo complesso, e un punto dolente. Ma forse, mentre ci stanchiamo di contemplare la corruzione politica e la crudeltà del mondo, possiamo più facilmente riconoscere che solo uno tsar sovrano è incorruttibile, solo lui non ha bisogno di subdoli intrighi politici, non ha alcun interesse per qualsiasi lobby, ma l'essenza stessa del suo servizio non può sacrificare gli interessi della sua nazione ai suoi nemici. Sembra che i tempi siano maturi per una tale comprensione. Il presidente russo di oggi, che ho avuto l'onore di conoscere, ha un vero senso del percorso regale di costruzione dello Stato, che sta portando la Russia fuori dal baratro in cui è quasi perita "a causa del reciproco litigio per disperazione" (parole dello ieromartire metropolita Veniamin di Pietrogrado ). Particolarmente incoraggiante è come il presidente si sforzi di trovare una variazione della Sinfonia della Chiesa e dello Stato, senza la quale il ristabilimento della Santa Rus' è impossibile in linea di principio. Questi punti di vista del presidente della Russia hanno trovato espressione nella importante ruolo storico da lui giocato nello sforzo gradito a Dio di restaurare l'unità della Chiesa russa nel 2007. Si può deplorare che alcuni che si definiscono zeloti della Chiesa Russa e patrioti della Russia storica, che hanno resistito a questa unità cerchino di sabotarla, ricorrendo anche alla calunnia e altri metodi simili. Alla fin fine, tutti questi "zeloti" e "patrioti" non sanno quello che fanno, e sono tra i più estremi odiatori della Chiesa russa, del popolo ortodosso russo e dello Stato russo.

A proposito, quando si parla di politica estera , non dimentichiamo , inoltre, che per i primi 130 anni dopo la dichiarazione d'indipendenza, gli Stati Uniti e la Russia imperiale non erano solo partner strategici, per così dire, ma i più stretti alleati. La Russia  di Caterina la Grande ha respinto l'offerta di intervenire nella guerra di indipendenza americana, la Russia di Paolo I, "lo tsar cavaliere", ha contribuito a sviluppare e approfondire i legami economici russo-americani, e la Russia di Alessandro II , "l'emancipatore", ha sostenuto il presidente Lincoln e ha salvato gli Stati Uniti dal collasso. Voglia Dio che torniamo a questa condivisione amichevole tra due grandi potenze.

Per quanto riguarda la restaurazione della monarchia, quando il Signore permetterà che si adempiano le profezie di san Serafino di Sarov, di san Giovanni di Kronstadt e di altri santi padri, allora possiamo sperare che sia convocato un Pomestnij Zemskij Sobor [Concilio Nazionale della Terra, ndt], come nel 1613. Naturalmente, sarebbe improprio e persino impossibile insistere sul fatto che questo Concilio si limiti a una determinata dinastia. Questo Concilio, di cui ancora non osiamo parlare, convocherà - ripeto, convocherà, non eleggerà "per voce dei suoi delegati" colui a cui il Signore affiderà la tutela della terra russa.

Che le sue parole si avverino, vladyka. Che cosa attende chi va a Toronto ?

Questa sarà una celebrazione globale per tutta la Chiesa ortodossa russa, sia in patria che all'estero. Sarà l'unica celebrazione del genere, non solo per la Chiesa all'estero, ma per tutta la Russia. Il mio fratello ierarca canadese, capo delle Parrocchie Patriarcali in Canada, sua Grazia il vescovo Iov, parteciperà. Altri vescovi rappresentativi delle Chiese fraterne che servono in Canada sono inoltre invitati. Ci aspettiamo ospiti provenienti da tutto il Nord America, e ci auguriamo che vengano anche dalla Russia. Ho già detto che si terrà un Sinodo dei Vescovi. Ci troviamo in una delle regioni più pittoresche della "Russia canadese" - al campo giovanile Ruskoka sul fiume Muskoka c'è una splendida chiesa di legno costruita in stile tradizionale russo, dedicata allo tsarevic martire Aleksej Nikolaevich. La nostra celebrazione sarà abbellita dalla presenza di icone miracolose: l'Odigitria [colei che mostra la via] della diaspora russa, l'icona della Madre di Dio "del Segno" della radice di Kursk e l'icona della Madre di Dio Semistrelnaja [delle sette spade] "addolcitrice dei cuori induriti" dalla patria. 

Dall'album fotografico della celebrazione a Toronto

 

 

 

 

 

 

 

 
Le incensazioni a casa

Qual è il modo appropriato per i laici di usare l'incenso in preghiera?

Storicamente, era probabilmente una cosa eccezionale che un laico usasse incenso in casa, a causa del suo costo, e quindi non si dovrebbe pensare che sia essenziale, ma è certamente ammissibile.

Un laico avrebbe usato solo un incensiere a mano – non un incensiere oscillante come solitamente usa il clero.

Quando una persona incensa con un incensiere a mano, l'incensiere è tenuto nella mano destra e il segno della croce si fa con l'incensiere su qualunque cosa si stia incensando. Poi si pone l'incensiere nella mano sinistra, e ci si fa il segno della croce e inchinandosi... a meno che non si stiano incensando altre persone, nel qual caso si fa il segno della croce con il solo incensiere e poi ci si inchina alle persone senza segnarsi.

Se si fanno le preghiere del mattino o della sera, si può incensare prima dell'inizio delle preghiere, anche se alcuni lo fanno alla fine.

È buona cosa avere una croce e un vangelo nel proprio angolo delle icone. È qui che inizia e termina l'incensazione. Si possono incensare le sole icone nell'angolo delle icone, ma se lo si desidera, si può l'intera stanza in cui si sta pregando, o anche altre stanze.

Ci sono ulteriori dettagli su come usare un turibolo se si stanno compiendo i servizi dei lettori, a casa o in una chiesa (in assenza di un prete) in "Domande pratiche su come fare i servizi dei lettori".

Praticamente, oltre a un buon incensiere, consigliamo di avere un paio di pinze per accendere i carboni – anche se le bacchette funzionano ancora meglio, se si sa come usarle. Le bacchette hanno anche il vantaggio di permettere di posizionare i pezzi di incenso esattamente dove li si vuole.

Mi sono imbattuto in un articolo, che ha i seguenti commenti sull'uso di un incensiere a mano, e che probabilmente riflette almeno la pia consuetudine greca:

"In precedenza abbiamo menzionato l'incensiere a mano come parte dell'angolo delle icone. Questo incensiere a mano è usato in casa per le feste, il sabato sera, all'inizio dei periodi di quaresima, alla vigilia degli onomastici della famiglia, alla vigilia della festa patronale della chiesa di famiglia, e in altre occasioni. Alcune famiglie ortodosse usano l'incensiere ogni sera nella preghiera familiare, ma l'uso minimo è per le occasioni summenzionate.

L'offerta di incenso a Dio è una pratica che risale al tempo di Mosè quando Dio diede comandamenti su come bruciarlo.

Farai un altare sul quale bruciare l'incenso... Aronne brucerà su di esso l'incenso aromatico: lo brucerà ogni mattina quando riordinerà le lampade, e lo brucerà anche al tramonto, quando Aronne riempirà le lampade: incenso perenne davanti al Signore per le vostre generazioni. Non vi offrirete sopra incenso estraneo (Esodo 30:1,7-9).

Bruciare incenso come offerta a Dio continuerà fino alla fine del mondo, come rivelato da Dio a San Giovanni.

Poi venne un altro angelo e si fermò all'altare, reggendo un incensiere d'oro. Gli furono dati molti profumi perché li offrisse insieme con le preghiere di tutti i santi bruciandoli sull'altare d'oro, posto davanti al trono. E dalla mano dell'angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio, insieme con le preghiere dei santi. (Apocalisse 8:3-4).

A causa del comandamento e della rivelazione di Dio riguardo all'offerta dell'incenso, la Chiesa usa l'incenso come offerta accettabile nei suoi servizi divini. Poiché la chiesa parrocchiale usa l'incenso, anche la chiesa di famiglia dovrebbe usare l'incenso come offerta gradita a Dio. Il sabato sera e in occasione delle feste e delle altre occasioni già citate, la casa è "benedetta" con l'incenso. Il capofamiglia porta l'incensiere con l'incenso che brucia per tutta l'abitazione (cantina e sottotetto inclusi) e fa il segno della croce sulle quattro pareti di ogni stanza e sui letti. Alcuni ortodossi hanno l'abitudine di dire ogni volta che si fa il segno della Croce: "Questa stanza (o questo letto) è benedetta/o dal segno della santa Croce". La persona che incensa è accompagnata da tutti i membri della famiglia che cantano "Santo Dio...", il tropario della festa o della domenica o un'altra ode appropriata, e portano icone o candele. La processione inizia dall'angolo delle icone, procede attraverso l'intera abitazione e ritorna all'angolo delle icone.

L'incensiere a mano, il carboncino (per bruciare l'incenso) e l'incenso possono essere acquistati in alcune chiese parrocchiali o in comunità monastiche. Il parroco o il diacono saranno felici di mostrare ai parrocchiani come accendere il carbone e come offrire l'incenso.

Il carbone di legna e le ceneri dell'incenso non dovrebbero essere gettati nella spazzatura, ma dovrebbero essere posti lungo le fondamenta dell'edificio, seppelliti nel terreno o collocati in un altro luogo appropriato dove nessuno li calpesterà.

I giorni di festa sono celebrati dalle famiglie ortodosse come occasioni speciali e gioiose. Questi giorni non sono considerati giorni normali e per questo motivo le case ortodosse sono spesso decorate appositamente per la festa. La decorazione dell'angolo della casa e dell'icona può essere un progetto eseguito dai genitori insieme ai bambini. Le decorazioni stesse, il lavoro di decorazione e la benedizione della casa con l'incensiere mettono in risalto la particolarità e l'importanza della festa. Questi momenti non devono essere superati da nessuna celebrazione secolare a casa, dopotutto la casa ortodossa è una chiesa di famiglia e Dio è al centro della sua esistenza. Non c'è nulla di così vuoto come un Natale celebrato, come fanno molti occidentali, in modo tale che le decorazioni della casa, il pasto, i regali o la riunione della famiglia sono il centro e la ragione della celebrazione. In altre parole, Cristo è stato reso estraneo alla celebrazione" (Marriage and the Christian Home, di p. Michael B. Henning http://orthodoxinfo.com/praxis/xc_home.aspx ).

Ho anche trovato quanto segue:

"Per i contadini il ciclo agricolo è strettamente connesso all'Anno della Chiesa, che indica quando seminare certe colture, ecc. Ci sono varie benedizioni di raccolti e prodotti, di bestiame e simili, così che tutto sia collegato a Dio. Anche i cittadini mantengono tradizioni come mangiare paste fatti in casa a forma di uccelli nella festa dei Quaranta Santi Martiri (9/22 marzo), avere cura che solo il lavoro più essenziale sia fatto nel giorno di sant'Elia, benedire la casa con acqua santa il primo giorno di ogni mese e incensare ogni giorno con un incensiere domestico e incenso: ogni volta che è possibile, gli ortodossi cercano di andare in chiesa non solo la domenica, ma anche per le feste principali, portando anche i bambini fuori dalla scuola per queste occasioni" (The Orthodox Way of Life, di una monaca all'estero, da The Shepherd, Vol. XVII, n. 3, dicembre 1996, pp. 4-8 http://orthodoxinfo.com/praxis/waylife.aspx ).

 
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