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Arcivescovo Mark (Golovkov): i compiti di un vescovo

Una recente intervista all’Arcivescovo Mark di Egor'evsk, sui compiti del vescovo, di Anton Leont’ev, del portale Pravoslavie.Ru, è apparsa anche sul sito ufficiale del Patriarcato di Mosca. L’intervista è stata sollecitata dalla creazione di numerose nuove diocesi nella Chiesa ortodossa russa, e tocca diversi temi interessanti: il paragone tra la figura del vescovo nel periodo sovietico e quella attuale, il pericolo di considerare i vescovi come burocrati, il rapporto tra vescovi e preti, i nuovi ruoli dei vescovi vicari e le risposte dei vescovi alle richieste dei fedeli. Presentiamo il testo originale russo e la nostra traduzione italiana dell’intervista a Vladyka Mark nella sezione “Pastorale” dei documenti.

 
Perché l'Ucraina è uno squallore politico e un "paese non trovato" (errore 404)?

"Errore 404" – Il paese da voi richiesto non è stato trovato

Sono ucraino, ho 32 anni. Ho una famiglia. Ho conseguito tre master universitari, e un diploma umanistico con il massimo dei voti. Lavoro come funzionario di un'impresa industriale significativa e di successo. Ho vissuto nel Donbass per tutta la mia vita. La mia città è una città di minatori e di gloria di combattimento! Dedico il mio tempo libero alla mia famiglia, il mio hobby è il cinema mondiale, la lettura dei classici della letteratura mondiale. La poesia russa è meravigliosa: Puskin, Tvetaeva, Akhmatova, Akhmadullina, Vysotskij, Nekrasov, Esenin...

Mi interessa la storia della mia terra nativa, e ancor più - la sua prospettiva. Per molti anni ho associato e identificato il passato e il futuro del mio paese con l'Ucraina. Ma ora non più! Non ho alcun desiderio di collegare la mia vita con la più degradante formazione di un miserabile stato fantoccio. Quali argomenti porto?

1) Questo paese non potrà mai proteggere la mia famiglia, l'Ucraina non ha un esercito capace di combattere. Non potrà mai garantire un cielo sereno.

2) Questo paese ha perso stupidamente la Crimea e ha tradito vergognosamente i cittadini ucraini in Crimea.

3) Le dimensioni della corruzione sono grandiose e irreversibili.

4) L'Ucraina ha una proprietà e un "patrimonio" culturale basso: scrittori mediocri (non ci sono opere classiche né contemporanee meritevoli) artisti e compositori tendono allo zero; la cinematografia è squallida, tutto è così misero, che non si può guardare senza lacrime ...

5) Le realizzazioni dell'Ucraina nell'arena internazionale sportiva sono sempre più vicine allo zero.

6) L'inno nazionale ucraino è spregevole, soprattutto le parole "L'Ucraina non è ancora morta"... ma questo paese è già nel sangue e puzza di decomposizione in alcune regioni. Come è stato possibile approvare le parole dell'inno ucraino?

Deve essere stato uno psicopatico a crearlo. Sarebbe meglio avere un inno senza alcuna parola, invece di questo.

7) Non c'è nazione ucraina unificata, che possa formare uno stato monolitico, forte, amichevole e vitale. L'occidente e l'oriente dell'Ucraina francamente si odiano a vicenda. Il centro dell' Ucraina non si prende cura delle regioni e della periferia. Il Donbass è stufo dell'Ucraina e ne uscirà presto. La Transcarpazia sta sognando la separazione dall'Ucraina. I sogni della Crimea si sono già avverati. Leopoli e Lugansk sono più distanti tra loro di quanto lo sia un maiale da un porcospino. Galizia e Donbass, Volinia e Novorossija sono termini contrari. Ogni giorno la pubblicità dell'Ucraina "unita" sta diventando sempre più deprimente.

8) Tutti i presidenti dell'Ucraina sono dei bastardi, per usare un eufemismo. Sarebbe stato meglio se le loro madri non li avessero messi al mondo. Forse molti paesi sono affetti da governanti inadeguati. In Ucraina, tutti i presidenti al governo sono degli abomini selettivi di alta qualità. Il risultato della loro gestione si può paragonare all'effetto del bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki. Soprattutto il presidente appena incoronato dal Maidan. La pace promessa, nello spirito dei suoi amici americani, il leader dell'Ucraina la porta bombardando le città in Ucraina orientale.

9) La Costituzione, la legge fondamentale, al momento è solo una frase vuota e una parolaccia per i residenti ordinari. Questo è il risultato dell'aver consegnato i poteri di autorità a stronzi insaziabili. Nessuno ci pensava, al perché erano così ansiosi di ottenere il potere? Tutti i brutti musi "dell'ultima ora" del Maidan sono sempre stati al potere. Mi scuso per i termini, ma hanno succhiato, leccato, si sono messi carponi di fronte alle autorità in cambio di soldi. E ora, sarebbero diventati patrioti? Che buffo...

10) L'Ucraina è un vassallo e un protettorato di altri stati, che conducono la politica mondiale.

11) L'Ucraina è un'appendice commerciale della Cina.

12) L'Ucraina è un'appendice di materie prime (con pretese da azienda agricola) dell'Unione Europea.

13) L'Ucraina è un'appendice politica degli Stati Uniti.

14) L'Ucraina è un'appendice territoriale della Russia.

15) I patrioti dell'Ucraina rispettano e onorano l'esistenza delle forze armate nazionali, che nella grande guerra patriottica hanno collaborato con i fascisti: UPA, SS Divisione Galizia. Le azioni socialmente pericolose di queste bande sono state condannate dal Tribunale di Norimberga, che le ha riconosciute colpevoli di crimini contro l'umanità.

16) L'Ucraina ha il primo posto in Europa per: tossicodipendenza, disoccupazione, mortalità infantile, corruzione, malattie oncologiche, tubercolosi...

17) L'Ucraina ha l'ultimo posto in Europa per: tenore di vita, qualità delle cure, efficienza dell'economia...

18) Tutte le autorità in Ucraina, in particolare i tribunali, la polizia, le procure, sono completamente corrotte. Tutti prendono tangenti – dai livelli più bassi agli ufficiali di alto rango. L'unica questione non è il principio "non prendo bustarelle, esercito il potere", ma il prezzo effettivo in questione e le dimensioni delle offerte.

19) Il sistema di istruzione superiore è totalmente corrotto.

20) L'unità monetaria in Ucraina non è la moneta nazionale (la grivna ucraina), ma la moneta del paese di cui l'Ucraina è un'appendice politica (il dollaro USA).

21) Lo stato ucraino non ha alcuna necessità dei suoi cittadini, tranne una – raccoglie regolarmente tasse e tributi esorbitanti dai residenti, e queste tasse e tributi poi spariscono da qualche parte senza alcuna traccia. L'Ucraina raccoglie le tasse dai residenti per poi acquistare i proiettili e le bombe con cui uccide quegli stessi residenti. Il Donbass lavora, detrae le rispettive tasse, nonostante le ostilità. Le imposte vanno a Kiev. Kiev bombarda il Donbass. Beh, sarebbe questa l'Ucraina "unita"!?

22) C'è un genocidio in atto in Ucraina: durante 23 anni di "indipendenza" la popolazione è diminuita da 52 a 42 milioni.

23) La medicina ucraina tratta con successo solo la diarrea, le indigestioni, i piedi piatti e alcune altre malattie. Gli indiani ne sanno curare molte di più.

24) Gli ucraini sono patologicamente incapaci di scegliere governanti decenti – per tutto il tempo sono andati al potere mostri morali e pervertiti, furfanti, briganti e ladri.

25) L'unica cosa di cui essere orgogliosi in Ucraina è la capacità del popolo di riunirsi e di organizzarsi in massa ribelle. Tuttavia, il risultato di questa attività è sempre il punto 24.

26) C'è una guerra civile in Ucraina, e il sangue scorre a fiumi. Stanno morendo figli di madri ucraine. Muoiono soldati e milizie "ribelli" del Donbass. Le madri piangono i loro giovani e bei figli unigeniti in tutta l'Ucraina! Allo stesso tempo, i governanti, che sono "per il popolo" non hanno inviato in questa guerra i loro figli, così come non hanno sepolto nessuno dei loro. Questi sciacalli mettono ucraini contro ucraini. Per loro gli abitanti del Donbass sono terroristi, cafoni, ubriachi, minatori sporchi, criminali, perché dovrebbero trattarli con i guanti? Più facile ammazzarli tutti.

27) L'Ucraina ha perso milioni di residenti durante la seconda guerra mondiale, è stata un paese vincitore nella Grande Guerra Patriottica. Tuttavia, l'Ucraina ha cessato di celebrare l'unico giorno eroico della sua storia – il Giorno della Vittoria, il 9 Maggio 1945. Per la moderna Ucraina il Giorno della Vittoria è solo una frase vuota. Da allora, il nome del paese, "Ucraina", dovrebbe essere scritto con la minuscola: ucraina.

28) Sulla grivna, la moneta nazionale dell'Ucraina, sono raffigurate solo mediocrità, traditori, meschini, persone poco conosciute. Chiedi al tuo vicino di casa o a un amico – chi era Grushevskij? Quale fu la gloria di Mazeppa? Che cosa ha letto di Lesja Ukrainka?

29) Il destino della forza lavoro ucraina non è un lavoro al CERN, ma nei campi dell'Europa occidentale, o in Ucraina, in una fabbrica chimica.

30) Con regolarità fatale tutti i furfanti e i burattini vincono tutte le elezioni in Ucraina! Gli ucraini sono semplicemente sordomuti, ciechi, e prima delle elezioni cadono nello shock aggressivo nazional-democratico con convulsioni. Non fanno altro che essere costantemente ottusi.

31) Non ci sono altre date commemorative pubbliche in Ucraina. L'unica cosa che il mondo conosce è l'incidente atomico di Chernobyl.

32) Ogni festa nazionale è celebrata solo da una parte del paese, e mai da un'altra. L'Ucraina occidentale esulta nel giorno dell'Indipendenza, una "festa"che fa venire la pelle d'oca agli ucraini orientali. Gli ucraini orientali esultano nel Giorno della Vittoria e celebrano addirittura le festività annullate, il 23 febbraio, l'1 e il 2 novembre. Entrambe le parti sono indifferenti al giorno della Costituzione: alla fine, almeno un'unica cosa unisce tutta l'Ucraina.

33) L'Ucraina non è uno stato vero e proprio. Questa formazione è priva di ogni caratteristica e attributi chiari: non c'è né un territorio unito, né una nazione e un'autorità unita in Ucraina. Il territorio è terribilmente diviso e tende al separatismo. La nazione ucraina non è stata formata. È meglio non parlare del governo: imbonitori illegittimi, stupidi e politicanti.

34) Ecco una valutazione mondiale delle nazioni. Che posto ha l'Ucraina nella statistica?

Valutazioni sociali:

Indice della libertà di stampa in Ucraina – 131 su 187;

Numero di suicidi – 8 su 106;

Aspettativa di vita – 120 su 191;

Prigionieri tra la popolazione – 25 su 215,

Valutazioni politiche:

Indice di democrazia – 67 su 167;

Indice di pace globale – 69 su 153

Indice di fallimento statale – 110 su 177;

Statistiche economiche:

PNL pro capite – 113 su 181,

Indice della libertà economica – 164 su 179,

Indice della competitività – 89 di 139,

Indice della facilità di fare affari – 145 su 183, ecc.

35) L'Ucraina non ha eroi su scala nazionale. Neppure Khmelnitskij. Nessuno può essere un esempio edificante per le giovani generazioni. Naturalmente, ci sono alcuni eroi cittadini, ma in una parte del paese sono accettati quasi come messia, mentre in un'altra parte sono decisamente traditori, apostati, assassini (Bandera, Shukhevich, Mel'nikov, Mazeppa).

36) Dobbiamo essere folli per rovesciare un fantoccio filo-russo con precedenti penali e mettere sul trono di Kiev un altro fantoccio-oligarca filo-americano. Gli ucraini hanno urlato e richiesto di sostituire totalmente il governo ucraino. Come è stato possibile portare al potere un presidente, che aveva avuto le più alte cariche in tutti i governi anti-popolo per tutto il tempo? Anche sotto Janukovich era ministro dell'economia.

L'attuale presidente ha fatto business di successo per tutta la vita. Ha accumulato miliardi sotto Janukovich. Ucraini, perché siamo così miopi e politicamente analfabeti? Noi non sappiamo vedere al di là del nostro naso. Succede con sorprendente regolarità.

37) Tutte le infrastrutture in Ucraina, tutti gli impianti industriali, le abitazioni e tutte le utenze sono sull'orlo del disastro causato dall'uomo. Le case cadono semplicemente a pezzi ed esplodono. Ciò accade sullo sfondo di infinite chiacchiere di politici, demagogia nazionale, delirio nazionalista.

38) Il 90% delle abitazioni in Ucraina, l'80% della capacità industriale, l'80% delle infrastrutture sono creazioni dell'URSS. Praticamente l'Ucraina non ha creato nulla di nuovo. Per oltre la metà, i fondi per gestire i beni di cui sopra sono in condizione di rovina, sono stati creati più di mezzo secolo fa.

39) La truffa in Ucraina è stata elevata a politica di governo. Questo si manifesta in tutte le sfere della vita. Truffatori sono a capo di ministeri, università, banche, tribunali, comitati, fondazioni, consigli comunali, consigli regionali, scrivono i libri di storia...

40) La grivna ucraina, nei 18 anni della sua esistenza, è stata deprezzata di 7 volte! Che tipo di fiducia si può avere nell'unità monetaria e nel sistema bancario del paese?

41) I residenti del Donbass pagano le tasse al tesoro di Kiev. Dobbiamo aspettarci che Kiev ci tratti a viso aperto e non alle spalle? Perché le nostre giovani madri di lingua russa nei reparti di maternità ricevono depliant in lingua ucraina sull'allattamento al seno e la puericultura? Ci prendono in giro? Una madre deve risolvere questioni urgenti, non mettersi a tradurre testi. Una volta che avremo una "Ucraina unita", mettiamoci a stampare opuscoli del genere in russo a Leopoli senza alcuna alternativa – per imparare ad amare la madrepatria.

42) Qual è stato il motivo per rinominare "strada Gagarin" in "strada Eroi del Maidan"? Che cosa è il Maidan e chi era Gagarin? Qual è la loro grandezza? Uno dovrebbe essere visto attraverso la lente di un microscopio, un altro presentato come nuovo volto dell'umanità. Il Maidan sarà dimenticato in pochi anni come una frenesia di ubriachi, come un tripudio della senilità e un trionfo della ristrettezza mentale.

43) La formazione statale denominata "Ucraina" non offre alcun vantaggio ai suoi cittadini. Piuttosto, l'Ucraina crea condizioni per l'estinzione, il degrado, l'emigrazione. La gente sopravvive ancora nonostante gli sforzi del governo. Non ho avuto alcun consiglio, supporto o aiuto dal mio paese per tutti i miei 32 anni. Pago per tutto, non ho ricevuto nulla da parte dello Stato, a causa della costituzione. Ho ottenuto tutto da solo. E le case, le strade e gli edifici, l'intero sistema statale - l'abbiamo ricevuto dal governo sovietico. Se questo va bene, allora datemi indietro tutte le tasse che ho pagato.

44) L'Ucraina nel formato attuale è uno stato difettoso di clan oligarchici, una merce danneggiata. È un paese grigio, povero, corrotto, criminalizzato, incompetente, inutile, senza un passato e senza prospettive future, lacerato da nazionalisti, ladri e truffatori.

45) Non voglio scrivere nient'altro su questo disgraziato paese. Sto sognando la pace per la mia Patria. E vorrei che l'Ucraina cessasse di esistere, definitivamente e irrevocabilmente.

SLAVJANSK, ODESSA, KRAMATORSK, MARIUPOL, LUGANSK…

Mi vergogno di essere ucraino!

 
Cappellano militare corre in tonaca alla maratona classica di Atene

"Volevo mostrare che la Chiesa ha sempre vissuto con la sua gente ed è stata presente a tutti gli eventi: dagli eventi pubblici agli sport. Ecco perché ho ​​preso parte a questa maratona. Ho potuto vedere che alla gente è piaciuto: ogni volta che mi vedevano correre, mi applaudivano con maggiore energia rispetto agli altri partecipanti. C'è chi mi ha chiesto di pregare. E io pregavo durante la corsa!"

Padre Athanasios Vlahodimos, 43 anni, è stato probabilmente il corridore più singolare, e molto diverso dagli altri partecipanti alla maratona classica di Atene, riporta Romphea, l'agenzia stampa della Chiesa greca.

Anche se non ha stabilito alcun record, è riuscito a fare una grande impressione, comparendo in tonaca alla competizione.

Padre Athanasios ha il grado di capitano, vive e serve come cappellano militare nel primo corpo d'armata a Tolemaide, in Grecia. Padre di cinque figli e corridore dilettante, il sacerdote ha deciso di correre i 42 chilometri della maratona per attirare l'attenzione della gente alla Chiesa.

"È stato interessante per me prendere parte alla competizione. La gente mi ha accolto molto calorosamente. Non ho sentito alcun commento negativo, al contrario. Solo uno mi ha detto che avrebbe voluto vedermi correre il prossimo anno alla maratona senza tonaca. 'ma allora non capiresti che sono un prete', gli ho risposto", dice padre Athanasios.

Il sacerdote ha ricevuto una benedizione per partecipare al concorso dal metropolita di Florina, Prespon e Eordeas, che ha incoraggiato la sua decisione di correre in tonaca, anche se non era obbligatorio.

"Ho corso in tonaca perché è proprio il modo in cui avrei potuto trasmettere il mio messaggio", ha spiegato il sacerdote.

Padre Athanasios Vlahodimos ha finito in 4 ore e 16 minuti, anche se dice che aveva corso la stessa distanza in 3 ore e 40 minuti durante la corsa di prova.

"Sono arrivato in ritardo perché ho avuto un crampo alla gamba. Fortunatamente, non era nulla di grave, solo un risultato finale più povero. Ma sono contento anche solo di avere partecipato. Inoltre, tutti i partecipanti sono premiati con una medaglia se raggiungono la fine, e questo è il significato della maratona ", ha detto il sacerdote.

 
Dio chiama in modi interessanti

Il vecchio modo di diventare sacerdote o pastore era di essere chiamato da giovane. Un bambino sentiva una chiamata precoce, cresceva fino alle scuole superiori sapendo che voleva servire come ministro di culto, e procedeva con gli studi al seminario. I cattolici romani, in particolare, hanno un ottimo sistema di reclutamento dei futuri candidati al sacerdozio, già nella scuola media. Avevano (e talvolta hanno ancora) un sistema di scuole superiori orientate al seminario, per preparare l'adolescente interessato. Infine, il candidato prete andava in un seminario maggiore e ne usciva sette anni dopo come sacerdote. In molte chiese, questo è ancora il processo preferito. Alcune giurisdizioni e denominazioni hanno un grave problema con coloro che sentono una chiamata tardiva. Questi non si adattano al sistema. Non abbiamo modo di velocizzare il loro cammino. Spesso diciamo loro che devono passare attraverso l'intero processo, il che significa che speriamo che andranno al seminario e non dovremo preoccuparci di loro per molti altri anni. Sappiamo che molti adulti non possono permettersi di lasciare il loro lavoro per andare a studiare, perciò possiamo incolparli di mancanza di desiderio o addirittura dire che questa è la prova che Dio non li vuole veramente per sé.

Ma sia la Scrittura che la Tradizione mostrano un Dio che chiama certe persone dalla nascita, come Geremia e Davide, ma anche un Dio che chiama certe persone dopo che queste hanno avuto una vita e una carriera adulta. Da Abramo a Gedeone a TUTTI i dodici apostoli a molti santi della storia, Dio chiama persone cresciute. Purtroppo, troppe giurisdizioni e denominazioni non hanno davvero un buon modo per integrare queste persone e addestrarle senza sconvolgere le loro finanze. È tra i tipi più anabattisti, tra le chiese afro-americane, tra gli indipendenti, che questi ministri possono trovare un posto per servire Dio. Troppo spesso, finiscono sviati nella loro teologia o nella loro pratica. Quasi sempre, li trattiamo come esseri di seconda categoria e usiamo tutti i tipi di ragioni per giustificarci di non averli integrati e addestrati, o peggio, per averli fatti iniziare e averli sottoposti a deliberati ritardi. Noi abbiamo sempre buone ragioni. Beh, il tal dei tali è stato integrato troppo in fretta e ora non osiamo fidarci di nessuno. Beh,il tal dei tali ha una cattiva reputazione e rovinerà la nostra reputazione se lo ordineremo (pensiamo a Chuck Colson).

La realtà è che la maggior parte delle Chiese si sente molto più a proprio agio con i candidati chiamati fin dalla culla che con i convertiti. Nessuna storia negativa su un fedele fin dalla culla permane a lungo, mentre ogni cattiva storia di un convertito viene ripetuta come se valesse per ogni convertito e giustificasse le restrizioni a volte incredibili che vengono poste ai convertiti. Per esempio, una certa giurisdizione è convinta che un pastore che vuole convertirsi deve attendere un minimo di 10 anni per essere ordinato. Entro quel tempo, probabilmente, sarà stata effettivamente distrutta la sua vocazione. Ma queste cose si fanno sotto il pretesto di proteggere la Chiesa. Quella stessa giurisdizione ha avuto diversi anni fa un grave scandalo, che ha portato alle dimissioni e alla censura disciplinare di vescovi che erano fedeli fin dalla culla, le mentre un monaco è stato fatto metropolita e anche lui è stato costretto alle dimissioni entro un paio di anni. Ma questi erano fedeli dalla culla, non convertiti, quindi non costituiscono alcun precedente. In tutti i gruppi cristiani è difficile accettare il convertito e facile scusare il fedele dalla culla.

Io sono ora in una classe di dottorato che tratta il tma della cappellania. Abbiamo un ex-manager d'affari, un sergente maggiore in pensione, un ranger dell'esercito in pensione, un paio di consulenti professionali con licenza, un camionista veterano della Guerra del Golfo che percorreva la strada desertica dall'Iraq al Kuwait. Ecco cosa abbiamo tutti in comune. Nessuno di noi è stato chiamato a essere sacerdote o pastore da giovane. In questo senso, siamo tutti e 11 dei convertiti. Quasi tutti noi abbiamo attraversato qualche tipo di esperienza dolorosa. Tutti noi abbiamo sentito una chiamata tardiva. Uno di noi non ha neppure sentito una chiamata. Dio ha mandato un altro pastore a parlargli di persona per dirgli che era chiamato al ministero! Ha accettato! Ora quella persona sta facendo un dottorato. Un altro ha detto di no; poi è andato da sua moglie che ha detto sì, è la cosa per te; poi è andato dal suo pastore, che ha detto sì, è la cosa per te; poi la congregazione ha detto, vai. Queste persone sono il futuro della cappellania, anche se almeno uno è vecchio come me, mentre un altro ha due bambini sotto i 10 anni e vuole fare anche lo scrittore.

Ora, non è né meglio né peggio avere un sacerdote o un pastore che sia un fedele dalla culla o che sia un convertito. Ogni approccio porta al ministero un diverso insieme di esperienze e una diversa serie di competenze e strumenti. Quello che è importante è scoprire se Dio ha veramente chiamato qualcuno al ministero e facilitare la loro entrata in ministero. Ciò significa che dobbiamo essere attenti al quando e al come portare le persone nel ministero. Non possiamo scrivere regole per entrare nel ministero in base a una o due cattive esperienze che diventano la nostra scusa per tenere fuori delle persone. Non possiamo scrivere regole che facilitano l'accesso al ministero di coloro che hanno ricevuto una chiamata precoce semplicemente perché sono cresciuti tra di noi. Prima o poi, se non stiamo attenti, butteremo via una delle benedizioni di Dio o accetteremo una delle piante di Satana a causa delle nostre regole.

Πρόσχωμεν - Stiamo attenti!

 
Com'è organizzata una parrocchia della Edinoverie

Come sembrava una parrocchia della Edinoverie 100 anni fa e oggi? In cosa differiscono le parrocchie della Edinoverie dalle convenzionali parrocchie ortodosse? Questo articolo sulla Edinoverie discute questi temi.

Innanzitutto, ripetiamo alcuni concetti di base. I vecchi credenti ortodossi (Edinovertsi) sono figli della Chiesa ortodossa russa, che osservano i riti "antichi" nei servizi divini e un modo di vita particolarmente rigoroso nella parrocchia e in casa. I seguaci dei riti antichi sono uniti nelle parrocchie chiamate della Edinoverie o dei Vecchi Ritualisti. Sono soggetti, come tutte le parrocchie ortodosse, al vescovo locale.

Lo ieromartire Simon (Shleev), il primo vescovo degli Edinovertsi e figura prominente della Edinoverie, descrisse abbastanza chiaramente e sinteticamente l'intera essenza delle parrocchie della vecchia religiosa in un paragrafo del suo primo articolo del Novecento: "Alla domanda: di che tipo di vescovo ha bisogno la Edinoverie? ":

Le parrocchie della Edinoverie differiscono dalle parrocchie ortodosse nella loro maniera monastica di vita ecclesiale. In esse, per esempio, l'atteggiamento monastico del rettore e dei fratelli si sente in modo molto vivido. I parrocchiani, come i fratelli di un monastero, scelgono il proprio rettore e gestiscono insieme a lui la vita della comunità parrocchiale. In una comunità parrocchiale degli Edinovertsi ci sono anziani monastici, custodi eletti, consiglieri che aiutano il guardiano e il rettore della chiesa. Nelle parrocchie della Edinoverie, se le circostanze sono favorevoli, si osservano la disciplina monastica, un alto rispetto dell'autorità del padre spirituale, l'obbedienza alla sua volontà e il compimento dei suoi comandamenti. I servizi divini sono celebrati secondo l'ordine monastico nelle chiese della Edinoverie, senza omissioni, con la conservazione di tutti i loro dettagli, come si indica nel Tipico. Le chiese della Edinoverie utilizzano lo stesso ordine che distingue le chiese monastiche dalle altre grandi chiese parrocchiali ortodosse russe.

"È tutto qui?", potrebbe chiedersi deluso il sofisticato cristiano moderno, dopo aver viaggiato nei santi monasteri in Russia e all'estero. Se vuoi un modo di vita monastico, vai in un monastero – per fortuna ne esistono in quasi tutte le diocesi oggi, o comunque sono relativamente vicini. Ci sono perfino monasteri nelle città. Là tutti sono i benvenuti ad andare a funzioni lunghe, a compiere un'obbedienza... Quindi, cosa c'è di così speciale in queste parrocchie della Edinoverie?

Innanzitutto devo dire che nella comprensione degli Edinovertsi, la parrocchia non è composta da quelli che "vengono" ai servizi divini, venerano gli oggetti sacri, lasciano un'offerta simbolica in un piatto e se ne vanno. Stiamo parlando soprattutto della comunità cristiana. "Dove c'è la decima, c'è una comunità; Dove non c'è alcuna decima, c'è una parrocchia". Questo rito russo dimenticato mostra visivamente la differenza tra noi. Non dovremmo comprendere strettamente solo una decima parte del nostro reddito come la "decima". Piuttosto, si tratta della capacità di sacrificare, di dare una parte di te stesso alla parrocchia. Questa prospettiva è tenuta dalla maggioranza dei parrocchiani delle chiese dei Vecchi Credenti. Non esiste una decima come concetto rigorosamente definito; qui è attivo il principio della libertà, ma naturalmente esiste una decima volontaria.

I parrocchiani degli Edinovertsi partecipano al culto; molti cantano e leggono al kliros; si fa abbastanza spesso la trapeza, in cui vengono discussi problemi parrocchiali critici e talvolta le questioni di aiuto per qualcuno nella parrocchia. La comunicazione è abbastanza stretta, e il rettore, di norma, sa della vita di tutti i suoi figli. Di solito è il padre spirituale di tutti.

Non è difficile diventare membro di una comunità della Edinoverie: devi frequentare regolarmente i servizi e cominciare gradualmente a vivere secondo le regole stabilite per il modo di vivere della parrocchia. Al mattino e alla sera si prega l'Officio di Mezzanotte e la Compieta, si inizia qualsiasi atto con una preghiera, si osservano i digiuni, ci si forma costantemente nella fede... Le istruzioni per la vita degli Edinovertsi, naturalmente dopo il Libro dei libri – il Vangelo, gli insegnamenti degli apostoli e dei santi Padri – comprendono le opere dell'antico mondo russo, come il Concilio Stoglav [1], il Domostroj [2], Un figlio della Chiesa [3] e il Timone. [4]

Ricordo quando un nuovo parrocchiano apparve in una comunità della Edinoverie. Studiava con fervore la fede cristiana e andava regolarmente in pellegrinaggio: quest'uomo amava veramente i servizi ortodossi. Aveva completato il corso diocesano per gli ustavchiki o cantori... ed entro un anno era diventato l'ustavchik [5] della comunità.

Legalmente, le parrocchie della Edinoverie corrispondono in tutto alle parrocchie ortodosse regolari per quanto riguarda gli statuti. La loro affiliazione è prescritta solo nel nome, principalmente segnato come "comunità della Edinoverie", ma esistono altre versioni, come "Vecchi Credenti ortodossi". Il consiglio parrocchiale può essere guidato dai laici, ma di solito lo guida il rettore. Entrambe le opzioni sono naturali per una comunità della Edinoverie. In momenti diversi e in situazioni diverse in assenza temporanea di un sacerdote, i cristiani russi hanno formato la pratica detta "ordine laicale" dei servizi divini. Tralasciando le preghiere sacerdotali, l'esclamazione è fatta da un laico – l'anziano del servizio o "canonarca". I Kliros cantano, si legge il Vangelo. Si serve la Veglia di tutta la notte... Naturalmente, non si ha il servizio più importante, la Liturgia, ma la comunità continua a vivere. E quest'autosufficienza spiega in qualche misura la durata delle comunità della Edinoverie. Questa pratica ha rafforzato tra i parrocchiani la consapevolezza di sé, la responsabilità e l'alfabetizzazione in termini di servizi divini (e sta ancora migliorando – oggi non ci sono abbastanza sacerdoti Edinovertsi). Il loro zelo è alto, mantenendo così un alto livello di bellezza nei servizi divini. Più spesso, i servizi sono guidati da persone che si occupano di professioni laiche nella loro vita. Il culto è un modo di esprimersi, una spruzzata creativa e un cambio di attività. E la comunità vive. Si riuniscono per pregare, per risolvere alcuni problemi, per costruire edifici di chiese, per comprare qualcosa, per tenere attività educative. La comunità è registrata, e c'è un presidente del consiglio parrocchiale.

Una delle parrocchie della Edinoverie del nostro tempo ha celebrato i servizi secondo questo "ordine laicale" per sette anni. Andavano in altre chiese nella loro città per la comunione. Tuttavia, la comunità non si è distrutta; c'era un candidato distinto per il sacerdozio, e, dopo aver ricevuto l'ordinazione, ha curato come pastore la parrocchia fino a oggi con l'aiuto di Dio. Come regola, si sceglie il sacerdote di una comunità tra i laici attivi. Cioè, la comunità "cresce" il proprio futuro rettore. Quindi, nelle parrocchie della Edinoverie, il sacerdote è una cosa sola con l'intera comunità. La probabilità di trasferirlo in un'altra parrocchia è trascurabile, e dal momento del suo insediamento il batjushka inizia, o per meglio dire, continua a occuparsi attivamente della parrocchia, in tutti i suoi affari, in linea di principio consultandosi con il suo gregge, con i suoi rappresentanti rispettati e attivi.

Gli Edinovertsi cercano di tenere conversazioni spirituali o di leggere libri edificanti per l'anima ad alta voce durante le riunioni, discutendoli insieme dopo. Si fanno abbastanza spesso domande sulla fede nel mondo moderno. Molto tempo può essere dedicato all'apprendimento dell'ordine liturgico, al canto e alla lettura ecclesiale e alle tradizioni pie. Frequentano spesso i pellegrinaggi, comprese le feste patronali della Edinoverie in altre diocesi, e l'accoglienza di ospiti in casa propria è una cosa comune. Gli Edinovertsi sono amichevoli e accoglienti.

chiesa dell'arcangelo Michele a Mikhailovskaja Sloboda

Una volta l'autore di questo articolo è finito nella più grande parrocchia della Edinoverie, la chiesa dell'arcangelo Michele a Mikhailovskaja Sloboda nella regione di Mosca. Alla trapeza hanno la lettura delle vite dei santi, il silenzio benedetto, il cambiamento dei lettori e una benedizione per le obbedienze dopo il pasto. Tutto ciò che succede nel territorio della parrocchia è centrato su Cristo, e la trapeza non fa eccezione.

I sacerdoti o gli anziani della comunità, secondo la solita abitudine, possono visitare i parrocchiani nei giorni di festa o nei giorni normali, tenendo con loro conversazioni spirituali. Così, i parrocchiani delle parrocchie della Edinoverie possono dire una cosa sulla comunità: esiste, ed è molto gratificante. La comunità qui viene chiamata comunità non alla lettera, ma in spirito. Naturalmente, essi possono discutere di normali temi mondani, e condividere notizie, ma, di solito, esiste una tradizione non codificata di "limitare gli eccessi", per cui gli Edinovertsi non fanno conversazioni oziose fuori tema.

La stretta collaborazione dà origine alla decisa istruzione morale dei propri membri, non in parola, ma nell'esempio e nella coscienza. È difficile condurre una doppia vita; anche in una grande città la tua vita non è sempre in piena vista, ma la fraternità nella parrocchia e fuori di essa e la costante partecipazione al culto fanno il loro lavoro. L'esistenza di una comunità inizia già il processo del coinvolgimento dei figli dei parrocchiani. Portare i bambini a partecipare ai servizi divini è considerato buona educazione per gli Edinovertsi. I bambini possono stare al kliros e aiutare all'altare già dall’età di sette anni. A casa, crescono nella cultura russa, naturalmente, e imitano l'esempio dei loro genitori. Se la parrocchia ha una scuola domenicale, ci vanno. Ma gli Edinovertsi possono compensare completamente la mancanza di istruzione parrocchiale con l'istruzione a casa.

Sono già passati trent'anni dalla caduta dell'URSS e dall'inizio della rinascita della Edinoverie. L'emergere di famiglie di Edinovertsi già radicate è diventata una piacevole tendenza negli ultimi anni. I figli dei genitori che cominciavano appena ad andare nelle chiese di Vecchio Rito negli anni '90 ora si stanno sposando. Tali famiglie non solo camminano sui passi dei loro genitori, rimanendo nelle comunità della Edinoverie, ma moltiplicano anche la loro esperienza nella vita cristiana. A volte succede che gli Edinoversti si uniscano in legami del matrimonio con ortodossi del nuovo rito, e qui la situazione può svilupparsi in modi diversi, ma di solito le nostre comunità sono solo rinforzate grazie a tali unioni.

L'osservanza rigorosa dell'ordine e della disciplina della Chiesa, l'austerità del modo di vivere, prima di tutto quello personale, e l'elevato livello di coscienza cristiana – tutto aiuta le comunità degli Edinovertsi a sopravvivere nel nostro tempo. Le visioni conservatrici e la fermezza delle convinzioni dei cristiani Edinovertsi attirano persone di mentalità simile nelle chiese del Vecchio Rito e non fanno che rafforzare le comunità. Oggi il numero di Edinovertsi in Russia e all'estero sta gradualmente crescendo, con nuove parrocchie che si aprono. Ma a capo di tutta la vita della comunità si trova la principale legge di Dio – l'amore.

Note

[1] Il Concilio dei cento capitoli (Stoglav) fu convocato a Mosca nel 1551 per regolare la relazione della Chiesa con lo Stato, riformare la sua vita interiore, rafforzare l'autorità episcopale e sradicare le abitudini popolari non cristiane. Le decisioni del consiglio divennero il codice di legge fondamentale per la vita della Chiesa nella seconda metà del XVI secolo.

[2] Il Domostroj o L'ordine domestico è una serie russa di regole domestiche del XVI secolo e di istruzioni per varie questioni religiose, sociali, domestiche e familiari.

[3] Un figlio della Chiesa è un favorito anonimo dei Vecchi Credenti, originariamente inteso come semplice guida alla vera vita di un figlio della Chiesa per un nuovo convertito.

[4] Il Timone (Kormchaja kniga, in greco Pedalion) è una raccolta di canoni ecclesiali provenienti dai Concili ecumenici e locali e dai santi Padri della Chiesa, compilati da san Nicodemo l'Agiorita.

[5] L'ustavchik è il responsabile della guida dei lettori e dei coristi secondo l'ordine appropriato di un determinato servizio.

 
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Il programma delle 200 chiese a Mosca costruisce la sua chiesa più grande fino a ora

Nel 2010, il primate della Chiesa russa, il patriarca Kirill, ha dichiarato che Mosca ha bisogno di almeno altre 200 chiese per accogliere il numero crescente di credenti nella città – e per compensare le mille chiese che sono state rase al suolo durante il periodo sovietico.

Il programma "200 Chiese" è stato creato per realizzare questa missione.

Finanziato esclusivamente da donazioni, il suo obiettivo di vasta portata è quello di assicurarsi che tutti i credenti abbiano chiese "a distanza di camminata", specialmente quelli che vivono lontano dal centro di Mosca, nelle zone più nuove della città in continua espansione.

Finora, 60 chiese sono già state completate.

Mentre le prime chiese erano state costruite per ospitare 200-300 persone, quest'anno è stata presa la decisione di costruire chiese per non meno di 500 persone.

La più grande chiesa finora è stata costruita nella parte sud-est della capitale, come riferisce Ria Novosti. Le balconate, la chiesa inferiore e il progetto interno della chiesa saranno completati entro la fine del 2018.

La chiesa, costruita in stile classico, sarà dedicata al santo Incontro del Signore. È alta 49 metri, può contenere 1000 persone e ha 13 cupole.

 
"Lascia che i morti seppelliscano i propri morti"

Che cosa intendeva Cristo quando disse "Lascia che i morti seppelliscano i propri morti"?

Troviamo questa affermazione riportata nei Vangeli di Matteo e Luca:

"E un altro dei suoi discepoli gli disse: Signore, permettimi prima di andare a seppellire mio padre, ma Gesù gli disse: Seguimi e lascia che i morti seppelliscano i propri morti" (Matteo 8:21-22).

"E disse a un altro: Seguimi, ma egli disse: Signore, permettimi prima di andare a seppellire mio padre. Gesù gli disse: Lascia che i morti seppelliscano i propri morti; tu va' e predica il regno di Dio" (Luca 9:59-60).

Il beato Teofilatto dà una spiegazione concisa:

"Sta dicendo: "Lascia che i tuoi parenti morti, cioè quelli che non credono, si prendano cura del tuo padre che non crede nella sua vecchiaia fino alla morte ". Seppellire significa qui prendersi cura di lui fino alla tomba. Nel linguaggio comune diciamo, "ha sepolto i suoi cari", il che significa non solo che li ha calati nella terra quando sono morti, ma che ha fatto per loro anche ogni altra cosa necessaria, prendendosi cura di loro fino alla fine. Perciò lascia che i morti seppelliscano i loro morti, cioè che quelli che non sono credenti si prendano cura del tuo padre non credente, ma poiché tu hai creduto, devi predicare il Vangelo come mio discepolo; il Signore disse questo non per proibirci di prenderci cura dei nostri genitori, ma per insegnarci che dobbiamo mettere la pietà al di sopra delle richieste dei genitori non credenti. Non dobbiamo permettere alcun ostacolo al nostro fare del bene, e dobbiamo disprezzare la natura stessa quando si frappone" (The Explanation of the Holy Gospel According to Luke, trad. di p. Christopher Stade, House Springs, MO: Chrysostom  Press, 1997, p. 106).

Di fronte alle richieste di un completo impegno verso il Signore, siamo spesso tentati di scusarci e di solito cerchiamo le scuse più nobili possibili. Il Signore che ci comanda di onorare i nostri padri e madri non ci proibisce di fornire cure adeguate o sepoltura ai nostri genitori, ma la richiesta del Signore sul nostro tempo, tesoro, lavoro e devozione deve sempre prendere la prima priorità. Persino l'amore per genitori, coniuge o figli non può venire prima della nostra obbedienza al Signore.

 
La nascita della tragedia moderna

In un'epoca di nichilismo, i più riflessivi tra noi si pongono una domanda fondamentale: da dove la civiltà occidentale ha iniziato a virare fuori rotta? È facile dare la colpa agli hippy degli anni '60 o, più correttamente, all'epoca illuminista delle rivoluzioni, ma il destino dell'Europa era già segnato molto prima della Dichiarazione dei diritti dell'uomo.

Il destino dell'Occidente è stato determinato ben più di mille anni fa, nel periodo che precede e che segue il Grande Scisma del 1054. Senza la guida dei santi e senza veri insegnamenti, l'Europa post-scismatica ha subito una distorsione di molte delle comprensioni della Chiesa, traducendole in modi che sarebbero serviti come combustibile futuro per contro-reazioni [1] e/o per deviazioni future. Un'Europa post-scismatica ha poi ceduto il passo alla riforma, al rinascimento e all'illuminismo e ad altre ideologie e movimenti, tra cui l'Unione Europea di oggi.

Questi movimenti stessi (e il loro spirito del tempo) avrebbero dato innegabile testimonianza che gli europei si trovavano non solo privi di santi viventi, ma della stessa comprensione di ciò che è il cristianesimo, la Chiesa, l'uomo e la ragion d'essere dell'uomo. Infatti, tali ideologie e movimenti avrebbero deformato la comprensione di queste cose, così come avrebbero cancellato dalla memoria l'ortodossia cristiana, la Chiesa basata sul Simbolo della fede di Nicea, e l'ethos esicasta della Chiesa. [2]

Non solo la realtà, ma anche il concetto di 'cristianesimo' avrebbe finito per perdersi in questa Europa post-scismatica. Il cristianesimo invece sarebbe stato definito come romano, protestante, settario oppure occidentale. Ma il cristianesimo non aveva nulla a che fare con il vescovo di Roma, le indulgenze, la riforma, la controriforma, e così via. Gli europei, a differenza dei loro antenati anteriori allo scisma, ora erano ignari del fatto che 'il cristianesimo' era solo un sinonimo della santa Chiesa (il corpo di Cristo).

Nell'Europa dopo lo scisma, l'uso della parola 'cristiano' riferita a un altro organismo esterno alla Chiesa, è divenuto alla fine non solo una possibilità, ma una realtà. In altre parole, gli europei non sarebbero più stati in grado di distinguere tra un cristianesimo pre-scisma e post-scisma. Non era più la Chiesa a essere sinonimo di cristianesimo o il cristianesimo di Chiesa. Invece, attraverso una serie di eventi, il cristianesimo in Europa sarebbe giunto solo a indicare una pluralità di chiese e di cristianesimi. L'Ortodossia della Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica avrebbe perso la sua realtà, mentre il cristianesimo si relativizzava.

Quindi, si deve sottolineare che in questa tesi si parla di 'cristiani' o 'cristianesimo' per indicare la santa Chiesa e la fede pre-scismatica, a differenza di forme di cristianesimo eretico e di organismi che non rappresentano il corpo di Cristo, e tuttavia, hanno mantenuto e/o si sono appropriati indebitamente di alcuni o molti dei principi della Chiesa. Questa distinzione è importante per notare che l'Europa pre-scisma, che aveva santi viventi, era qualcosa di molto diverso dall'Europa priva di santi di oggi, poiché il cristianesimo – la Chiesa – ha avuto e ha santi, ma un cristianesimo post-scismatico senza Chiesa non produce santi.

I santi di Gran Bretagna e Irlanda.

L'Europa pre-scismatica era pia nella vera fede. Tuttavia, l'Europa post-scismatica doveva essere sempre più incurante di tale pietà e di una vita in Cristo. Inoltre, la pietà che si poteva trovare era qualcosa di molto diverso da quella dell'Europa pre-scismatica.

Eppure, nel tempo, l'Europa moderna avrebbe scartato anche questa forma 'medievale' di pietà, sostituendola con nuove forme di conoscenza, ragione e scienza – in breve, con nuove fedi. Ciò è comprensibile tenendo conto che l'Europa post-scismatica (vale a dire l'Europa medievale) avrebbe fornito ampio carburante per la ribellione del mondo moderno, come per esempio "la sua ascesi esagerata, la sua razionalità nascosta, il suo misticismo altezzosamente sognante e il carattere generalmente mondano della teologia occidentale". [3] L'Europa moderna, o più precisamente, l'Europa post-cristiana [4], avrebbe visto tali cose come 'irrazionali e anacronistiche'." [5] Di nuovo, quest'Europa moderna non sarebbe riuscita a vedere che prima del suo medioevo, l'Europa aveva una diversa forma di pietà e di comprensione della fede; che in realtà, l'Europa di quel tempo aveva una vera pietà e una vera fede. Di conseguenza, l'Europa aveva terre su cui i santi camminavano e in cui era accolto uno Spirito diverso. Le cose tuttavia sarebbero cambiate.

La civiltà cattolica romana e e quella posteriore alla riforma avrebbero determinato (in seguito) l'intera storia della civiltà europea occidentale. [6] In effetti, tali civiltà sarebbero state uno stimolo per lo sviluppo di molte altre idee e insegnamenti filosofici non ecclesiali e anti-cristiani, che "influenzarono fortemente tutta la storia successiva del pensiero [occidentale]" (Osipov, 2010) [7] e che alla fine si fusero per formare l'era post-moderna e post-cristiana di cui l'Unione Europea è ora parte. Senza santi, senza lo Spirito della verità, senza la Chiesa, senza una vita in Cristo questo doveva succedere.

Per esempio, senza una ragione basata sulla fede ortodossa (quella dei santi), la riforma post-scismatica avrebbe fornito agli europei una fede basata sulla ragione. In altre parole, la riforma avrebbe divinizzato la 'ragione' [8] (esaltando, assolutizzando e autonomizzando la ragione al di là della prudenza). Inoltre, altri importanti errori post-scismatici includono il relativismo, [9] l'umanesimo, "il deismo, il panteismo, [e] il materialismo". [10] Il prof. Aleksej Osipov nota che "la nozione di un Dio personale, vivente aveva cominciato" a essere sostituita sempre di più o da una sostanza eterna (il panteismo di Spinoza), oppure da un 'divino orologiaio' che si stacca dal mondo (deismo) o dalla materia inanimata (Hobbs, Golbach, Moleshott)". [11] E con il relativismo, il cristianesimo – come modello su cui la vita si misura e come lente attraverso cui si vede la vita –doveva essere annullato, perché altri modelli e lenti dovevano trovare posto nella mente e nel cuore dell'uomo europeo. E con l'umanesimo, l'uomo, e non Dio, doveva essere il centro dell'universo.

Accettati e legittimati dalle chiese occidentali, "il razionalismo, l'ateismo, il panteismo, e varie idee e movimenti [eterodossi] hanno continuato a diffondersi" [12] fino a raggiungere il punto in cui nel XX secolo l'Europa si sarebbe trovata piena di visioni del mondo atee, umanistiche, pagane, secolariste e materialiste; cose che testimoniano un ulteriore alienazione dall'ethos pre-scismatico menzionato in precedenza.

Pertanto, l'Unione Europea avrebbe avuto alla fine solo ombre di valori e norme 'cristiani', in quanto questi precedenti valori e norme 'cristiani', nel corso dei secoli, sono stati fagocitati e soppiantati da 'imitazioni' secolari. [13] Non era più Cristo a guidare la vita degli europei, ma qualcos'altro... qualcosa di secolare che includeva una 'cristianità' secolare post-scismatica.

Questo breve ritratto dell'Europa pre- e post-scismatica vuole offrire un sfondo per quell'Europa che avrebbe dato origine a fenomeni di totalitarismo. Speriamo di essere riusciti a illustrare che, in confronto all'Europa cristiana pre-scismatica, l'Europa post-scismatica si sarebbe infine fatta strada in un'epoca moderna e post-cristiana con una matrice sociale/culturale che promuove le radici stesse del totalitarismo. Di conseguenza, l'Europa sarebbe stata incline alla più completa tirannia distruttrice dell'anima, al culmine del 'progresso' umano. Quali sono queste radici? Sono l'ignoranza e arroganza:

L'ignoranza... verso il fatto che l'Europa era una volta una terra cristiana che santi viventi hanno contribuito a consolidare, che l'Europa era una volta ortodossa nella sua fede cristiana; che con l'inizio del grande scisma, si è sviluppata una nuova forma di cristianesimo, che la maggior parte degli europei avrebbe frainteso come ortodossa, che, di conseguenza, strani nuovi sviluppi dovevano guidare l'Europa verso sentieri pericolosi; sentieri che l'Unione Europea ha ereditato e che perpetua.

L'arroganza... nel senso che agli europei non sta più a cuore la ricerca dell'Ortodossia cristiana, ma invece sviluppano sofismi e scienze sempre più sofisticati nella convinzione che tali sviluppi siano saggi. Viene in mente la rivoluzione francese, così come Napoleone, l'imperialismo europeo, le armi atomiche, ec.

Questa suddetta ignoranza e arroganza si possono semplicemente reinterpretare nella domanda: "Che cos'è l'uomo?", vale a dire, come dobbiamo valutare l'essere umano, come possiamo definirlo, qual è lo scopo della sua esistenza, quali disposizioni sociali sono adatte per l'umanità, cosa implica la libertà umana, ecc. [14] Questa dimensione antropologica è la chiave per determinare se l'uomo è, è stato o sarà prigioniero di un contesto totalitario.

In precedenza, anche in un'Europa post-scismatica, la libertà umana era collegata a una cosmologia cristiana. Nella nostra epoca post-cristiana, però, questo concetto sembra essere stato perso. La tesi di questo saggio è che senza la Chiesa, senza i santi, senza la santità divina, senza la comprensione esicasta della Fede, l'Europa forse è o sarà matura per un altra forma di totalitarismo (questa volta più sofisticata e più sottile) in cui la risposta antropologica alla domanda su che cos'è l'uomo sia meno collegata a Dio, e più alle politiche di governo. [15] L'uomo non è più la prima tra le creature di Dio, ma una creatura totalmente politica; una creatura dello stato. Affidandosi sempre di meno a Dio, l'umanità sta creando per sé stessa una dipendenza mentre si sottomette ai sistemi di governo.

Questa dimensione antropologica, degli europei che perdono la conoscenza di chi sono e creano da se stessi la propria identità, si manifesta nella cultura. Se non vi si trovano i santi, se i rappresentanti principali e gli ideali dell'umanità – le immagini di Cristo – non esistono più in Europa, allora l'umanità creerà una cultura in base alla propria immagine.

Un altro modo di vedere questo fenomeno è guardare le idee che l'uomo ha di se stesso. Ciò riguarda sia l'individuo sia la società da lui abitata. Poiché le idee hanno conseguenze, e il modo in cui pensiamo determina come agiamo, allora arriveremo insieme a condividere le idee di giusto e di sbagliato. Tuttavia, senza i santi che ci mostrino quali sono le vere idee di chi siamo e quali sono i veri valori a cui dovremmo aspirare, allora l'uomo e la società europea sono lasciati con le proprie idee di giusto e di sbagliato in continua evoluzione.

Tragicamente, nell'Europa post-scismatica, gli europei hanno ereditato una ridefinizione morale dell'uomo che ha oscurato chi è e quali valori deve ricercare. Questa è una conseguenza di una traiettoria post-scismatica che è giunta a produrre terre senza santi e strani movimenti, 'ismi', insegnamenti e dottrine. [16] L'Europa non avrebbe più prodotto "persone straordinarie", fedeli del gregge pre-scismatico, che vedevano davvero se stessi come stranieri in terre straniere; in attesa e in aspirazione di conseguire la promessa di Dio. L'Europa moderna, o per meglio dire, post-cristiana, doveva invece produrre un popolo che aveva dimenticato la tradizione esicasta dei santi per sostituirla con quello contro cui l'arcivescovo di Canterbury, William Temple, aveva messo in guardia: un 'umanesimo laico' che manteneva "valori cristiani senza la fede cristiana".

L'ultima coraggiosa resistenza dei sassoni: Hastings, 1066.

In Politics and the English Language, Orwell ulteriormente ha illustrato come il significato delle parole era sovvertito per indicare idee e concetti che non corrispondono al loro significato. Quindi non solo i termini e i valori cristiani erano sottratti e applicati dalle autorità secolari, ma gli stessi termini e valori sarebbero anche giunti a rappresentare qualcosa di completamente diverso (per esempio, 'Salvezza', il nuovo profumo di Calvin Kline). Padre Johannes L. Jacobse scrive:

Questa cooptazione del lessico morale cristiano è uno dei motivi della profonda confusione morale nella cultura. Si crea una sorta di schizofrenia morale in cui la gente è incerta se esistano perfino i concetti di giusto e sbagliato. Ripetete alcune parole più e più volte, e la gente tenderà a crederci. Se queste parole hanno potere morale, vale a dire se derivano la loro autorità dalla tradizione morale, la gente tenderà a credere che le loro nuove applicazioni siano la tradizione. Tutto ciò che serve è strappare i termini comuni dai loro contesti morali tradizionali e impiegarli in quelli che giustificano la disumanizzazione come progresso. Il bene diventa il male e il male diventa il bene. La società si è ricostruita in un nuovo ordine morale. [17]

Quest'ultimo implica che se l'umanità non cerca la libertà in Cristo, cercherà la libertà in qualche surrogato; forse anche in un sistema politico (consciamente o inconsciamente). E così la trappola è tesa – proclamando la sua libertà, l'uomo si rende schiavo, e costruendo il suo paradiso terrestre, trova l'abisso.

Note

[1] Per esempio, la chiesa di Roma in quel momento ha accettato un cielo disincarnato, vale a dire, ha visto la natura fisica dell'umanità come qualcosa di vile, contro cui combattere (come dimostrano le sue forme strane ed estreme di ascetismo). Inoltre, l'ethos prevalente in quel periodo momento tollerava la terra come un male inevitabile. Tuttavia, i nostri contemporanei, a causa di una lunga serie di reazioni (contro queste interpretazioni distorte), "conoscono soprattutto la terra," vale a dire, non vedono il cielo perché vedono il cielo sulla terra; e solo sulla terra vedono un paradiso. In altre parole, in Occidente, il regno di Dio ha cominciato ad essere visto più come un regno terreno.

[2] Esichia, esicasta, esicastico: silenzio, quiete. Calma dei pensieri, ma non in vuoto, per cui il nous può scendere nel cuore attraverso la preghiera di Gesù. È l'attenzione interiore nella preghiera che porta il ricordo di Dio e la grazia dello Spirito Santo. Secondo san Nicodemo l'Athonita, tutto il Vangelo e gli insegnamenti apostolici puntano verso la purificazione dell'uomo interiore dalle passioni, e alla preparazione, in modo che la grazia perfetta del santo Battesimo possa illuminare nuovamente tutto l'uomo. Con la sua divina Trasfigurazione, il Signore ha mostrato la via della vera conoscenza di Dio e della contemplazione della Luce increata della sua persona. La via inizia con il rifiuto di ciò che è basso e terreno per mezzo della pratica della preghiera, continua con l'elevazione attraverso le virtù divine alla purificazione dei sensi spirituali, e si conclude con l'illuminazione deificante. Trovandosi in questo stato divino, l'uomo è in grado di contemplare la bellezza ineffabile di Dio. I santi apostoli hanno lavorato esclusivamente nel mondo e in mezzo a distrazioni, rumore e pericolo, ma al loro interno sono rimasti esicasti e lavoratori della nepsis e della preghiera. Il loro lavoro apostolico non era un programma di riforme sociali, ma la rinascita delle anime per mezzo di Cristo. I Padri apostolici, e in seguito tutta la Chiesa successiva, hanno vissuto nello stesso ambiente neptico. http://www.greekorthodoxchurch.org/neptic_monasticism.html

[3] Ibid., p. 33.

[4] 'post-cristiano' qui significa il trionfo della laicità – interpretazione dell'autore.

[5] Ibid., p. 33.

[6] Che non avrebbe conosciuto alcun santo contemporaneo (dell'antico gregge ortodosso) – nota dell'autore.

[7] Il Prof. Aleksej Osipov di Mosca. http://aosipov.ru/video/

[8] Di cui si può già prevedere l'esistenza nella scolastica della Chiesa latina. Nel reagire contro l'insegnamento della Chiesa, che testimoniava che Cristo era il Messia della Torah, gli studiosi sofisti avrebbero fatto di lui non solo un maestro, ma un plagiatore che citava una moltitudine di diverse fonti, tra cui i miti babilonesi, dal quale si presumeva che avesse preso in prestito. Cristo è paragonato, in altre parole, a un povero studioso che compila il suo lavoro per mezzo di prestiti, non sempre di successo, dalle opere di varie altre persone – nota dell'autore.

[9] Nel reagire contro l'insegnamento della Chiesa, che testimoniava Cristo come la via, la luce, la vita, la verità, il relativismo prodotto nel corso del tempo alla fine ha prodotto la convinzione tossica che Cristo fosse solo un insegnante-filosofo nella categoria di Buddha, Confucio, Socrate, Lao-Tse e altri. – Professor Osipov.

[10] Ibid. – il corsivo è mio.

[11] Ibid.

[12] Ibid.

[13] L'arcivescovo di Canterbury, William Temple, aveva avvertito che "l'umanesimo laico sperava di conservare i valori cristiani senza la fede cristiana". http://www.worldofquotes.com/author/William+Temple/1/index.html

[14] The Anthropological Dimension of the Culture War… What is Man? http://www.aoiusa.org/orthodox-leadership-in-a-brave-new-world-2/

[15] Solzhenitsyn, sottolineando ancora una volta la dimensione antropologica, ha riconosciuto egli stesso questo punto nel discorso a Harvard: ancora nelle prime democrazie, come in quella americana al momento della sua nascita, tutti i diritti umani individuali erano concessi per il fatto che l'uomo è creatura di Dio. Cioè, all'individuo era data una libertà condizionale, nell'assunzione della sua costante responsabilità religiosa.

[16] Esempi: rinascimento, illuminismo, positivismo, romanticismo, scientismo, ateismo, etc.

[17] Orthodox Leadership in a Brave New World

http://www.orthodoxytoday.org/articles7/JacobseLeadership.php

Così, "matrimonio" può essere sciolto a piacimento e può essere intrapreso da omosessuali; "Dio" diventa un'emanazione dal sé, e per "Scrittura" si intende la registrazione delle aspirazioni religiose dell'uomo; e i "veri patrioti" condannano il loro paese come una forza per il male nel mondo. Le credenze e le istituzioni tradizionali non devono essere annientate; è sufficiente drenarle dei loro antichi significati e riempirle con altri – in particolar modo se tali significati si riducono al regno del soggettivo e quindi privato, di "valori" che non possono essere "imposti" su altri.

http://www.touchstonemag.com/archives/article.php?id=17-04-021-f#ixzz2IQMzktny

 
Visioni per il futuro della Chiesa ortodossa in Europa

“Laddove non c’è visione, i popoli periscono” (Proverbi 29:18, KJV): i popoli ortodossi non sono un’eccezione a questa regola generale, e il loro bisogno di una visione profetica è tanto grande come quello di qualsiasi altro. In generale, chi conosce bene il proprio passato sa anche prevedere meglio il proprio futuro, e i cristiani ortodossi, che valutano con molto rispetto la tradizione ricevuta dai secoli passati, hanno qualche elemento in più per una visione del proprio futuro.

Partendo dalla visione delle nuove Metropolie nel mondo occidentale, delineata dai patriarchi Alessio II e Kirill nell’ultimo decennio, l’arciprete Andrew Phillips cerca di vedere come questo sogno si può realizzare attraverso un piano pastorale di buon senso e di alti ideali. Prendendo la possibile diocesi locale delle Isole britanniche e in particolare la zona dell’Inghilterra orientale come “casi di studio” di un modello sociologico, padre Andrew ci guida in un quadro di sviluppo molto preciso. Forse in Italia questo studio può sembrare strano, ma abbiamo solo da applicarlo al quadro della futura diocesi italiana (già in programma da alcuni anni nelle linee di sviluppo del Patriarcato di Mosca), e magari alle stesse regioni in cui abitiamo. I risultati ci riserveranno molte sorprese interessanti. Oltre all’articolo sulla visione del futuro della Chiesa ortodossa russa, che possiamo trovare nella sezione “Pastorale” dei documenti, presentiamo pure nella sezione “Geopolitica ortodossa” un altro articolo sui contributi dei popoli dell’Europa occidentale all’Ortodossia.

 
i partecipanti di una spedizione di vela costruiscono una chiesa ortodossa in Australia

I partecipanti alla spedizione di vela unica in tutta l'Australia, in una replica della vecchia imbarcazione slava, "Rusich", hanno partecipato alla costruzione della chiesa ortodossa della Risurrezione di Cristo.

La comunità locale della diocesi di Australia e Nuova Zelanda della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia sarà responsabile di questa chiesa in Tasmania, riferisce il servizio stampa del Dipartimento di Informazione sinodale.

Il servizio solenne per la posa della prima pietra della nuova chiesa e la sistemazione di una croce sul luogo dell'altare sono stati officiati dal rettore di questa parrocchia, il sacerdote George Morozov.

Il capo della spedizione è il viaggiatore onorario russo Sergej Sinelnik, laureato al dipartimento missionario dell'Università Ortodossa San Tikhon.

I partecipanti alla spedizione hanno in programma di completare la costruzione della chiesa entro la fine del novembre 2013, dopo di che continueranno il loro cammino: intendono percorrere circa 8000 chilometri attraverso l'oceano Pacifico.

 
Le alternative nella guerra civile in Ucraina

Artëm Vojtenkov: La giunta ucraina, salita al potere con un golpe militare, ha annunciato una terza ondata di coscrizioni; una chiamata alle loro forze militari illegali. Che cosa può fare la gente comune? Dovrebbe obbedire o no? E come può farlo?

Nikolaj Starikov: Questa è una domanda molto seria. In realtà, direi che questa è una domanda fondamentale, e se la pongono molte persone. La situazione è che c'è una terza ondata di coscrizioni in Ucraina. In primo luogo, voglio ricordare che una coscrizione precede sempre una guerra. Non voglio dire una guerra civile, come quella che purtroppo si sta svolgendo presso i nostri confini. Voglio dire, una guerra tra stati. Quindi, la coscrizione è una cosa molto seria, e non dovrebbe essere fatta a casaccio.

Sono convinto che ogni cittadino ucraino, ogni uomo che riceve o può ricevere una chiamata alle armi e ogni persona che serve nell'esercito ucraino, si pone questa domanda: "Che cosa devo fare in questa situazione?" Sono convinto che solo pochi vogliono andare in guerra, beh, forse qualche decina o centinaio di militanti sparsi. Le persone normali non vogliono la guerra. Soprattutto nella situazione che sta accadendo in Ucraina.

Se qualcuno afferma che la guerra è per l'integrità dell'Ucraina, lasciamo che risponda a una domanda: perché la guerra è condotta con tanta brutalità? Ogni bombardamento d'artiglieria su Lugansk, Donetsk o Slavjansk provoca ancora di più l'ostilità della popolazione locale, e aumenta la probabilità che questa si unisca alle loro milizie. Non si fanno guerre come questa contro il proprio popolo. Una guerra del genere, anche contro una nazione straniera, è condannata dalle leggi internazionali.

L'unica ragione per cui la giunta è autorizzata a commettere un atto del genere è perché gli Stati Uniti vi stanno chiudendo un occhio. L'unica cosa che permette alla giunta di agire in questo modo è la cecità completa degli USA che in realtà vi sono in mezzo, prendendo parte nel conflitto. Stanno da una delle parti in conflitto, sostengono Kiev e scelgono di non notare i crimini commessi da Kiev.

Tutti si chiedono, a cosa serve questa guerra?

La risposta è molto complicata. Dobbiamo capire che l'attuale governo di Kiev è illegittima. È salito al potere in seguito a un colpo di stato e a una violazione diretta della Costituzione dell'Ucraina. Poi, sono state tenute dal nuovo governo le cosiddette "elezioni" in violazione della Costituzione. Ma queste non lo hanno reso più legittimo.

La legittimità non significa essere riconosciuti dagli Stati Uniti o dal Belgio. Significa rispetto scrupoloso di tutte le leggi statali. Pertanto, dal punto di vista del rispetto delle leggi dell'Ucraina, gli attuali governi a Kiev, Donetsk e Lugansk o sono tutti altrettanto illegittimi o tutti ugualmente legittimi. L'Ucraina che esisteva prima del febbraio 2014 ha cessato di esistere. È stata distrutta da chi ha effettuato il colpo di stato.

I militari dell'esercito ucraino, che lottano oggi contro le milizie, contro il popolo della Novorossija, contro il proprio stesso popolo, e contro i russi e gli ucraini che vivono lì, possono giustificare le loro azioni per il fatto che hanno fatto un giuramento di fedeltà. Tuttavia, quell'Ucraina non esiste più. Non cadete nel delirio. Siate onesti con voi stessi. C'è una guerra in corso e ogni partecipante in azioni militari può morire in qualsiasi momento. Almeno, in questo momento, dovete essere onesti con voi stessi. Non esiste alcun giuramento di fedeltà, proprio come non esiste lo stato al quale è stato fatto questo giuramento.

Un nuovo stato viene costruito sotto la facciata dell'Ucraina. La guerra attuale serve alla creazione di quello stato. Da una parte, gli americani e i nazionalisti vogliono creare uno stato pro-fascista nazionalista. L'altro lato non vuole la creazione dello stato pro-fascista nazionalista. Questi ultimi possono non capire esattamente quello che vogliono, alla fin fine: separarsi dall'Ucraina, o creare una nuova Ucraina senza fascisti. Quello che so per certo è che non sono disposti ad accettare ciò che viene fatto oggi a Kiev.

Ci sono due parti in conflitto. Entrambe le parti, per così dire, sono o ugualmente illegittime o ugualmente legittime. C'è una guerra in corso. Non è possibile rimanere tra l'incudine e il martello per sempre. Se pensate di mantenere il vostro giuramento di fedeltà a quell'Ucraina che è stata bruciata sul Maidan con bombe molotov, poi è stata martoriata con mazze e in seguito bruciata a morte nella casa dei sindacati a Odessa, allora vi state prendendo in giro da soli.

Siete da una parte del conflitto. Partecipate alla guerra, sparate colpi e potete essere colpiti. Potete essere uccisi. Avete poca scelta. Scegliete consapevolmente un lato del conflitto e lottate, o per la creazione di un'Ucraina e una Novorossija libere dal fascismo, o per un'Ucraina dove sarà vietata la lingua russa, saranno dissolti i partiti politici, e saranno effettuate repressioni. Queste sono le cose che vediamo in corso nell'Ucraina di oggi, e che sono state fatte, per esempio, nella Germania nazista. Sono le stesse leggi. Questa è una scelta.

L'altra scelta è questa: se non volete prendere parte a questo conflitto, allora potete uscirne. C'è una cosa chiamata internamento. Ciò significa che persone armate, in un paese con un conflitto armato in corso, passano la frontiera di uno stato neutrale confinante, depongono le armi, e attraversano il confine nel territorio di tale stato. La condizione obbligatoria di cedere le armi serve a garantire che nessuna delle parti in conflitto possa accusare questo stato neutrale di prendere parte al conflitto. Così queste persone armate, militari o civili, non importa, lasciano le loro armi e attraversano il confine con il territorio di uno stato vicino per diventare persone internate. Rimangono sotto protezione in luoghi designati; hanno determinati diritti nel rispetto della Convenzione di Ginevra del 1949. Rimarranno sul territorio del paese che li ospita fino alla fine del conflitto. Verranno rilasciati dopo la fine del conflitto. Non sono prigionieri di guerra, né sono persone i cui diritti vengono violati. Torneranno nella loro patria dopo che il conflitto è terminato.

Così ci sono solo due opzioni: o partecipare a una guerra, il che significa sparare, uccidere, o rischiare di essere uccisi, o uscire semplicemente fuori dal conflitto ed essere internati nel territorio di uno stato confinante – Russia, Polonia, qualsiasi stato. Questa è la scelta che esiste oggi.

Purtroppo, la guerra è una cosa molto crudele. Non lascia altra scelta. Tuttavia, voglio ribadire: siate onesti con voi stessi. Il giuramento di fedeltà per un russo, e russi e ucraini sono la stessa cosa per me, è sacrosanto. Ma dovete capire che il vostro giuramento viene utilizzato per effettuare una sanguinosa guerra fratricida. Non esiste più l'Ucraina a cui avete fatto il vostro giuramento. Quelle reclute che sono chiamate oggi nell'esercito ucraino, non fanno un giuramento all'Ucraina, che è esistita sotto Janukovich e Jushchenko e Kuchma dal 1991 al 2014. Fanno un giuramento a quell'Ucraina che i militanti politici di Svoboda e del settore destro vogliono costruire – questa è l'Ucraina a cui essi sono invitati a prestare giuramento.

Artëm Vojtenkov: Capisco. Allora non c'è molta scelta: o si lotta per qualcuno, o si fugge via.

Nikolaj Starikov: Si fugge via dal conflitto. Perché quando c'è una guerra fratricida, molti semplicemente non possono, in linea di principio, e non vogliono parteciparvi. L'unica soluzione è internamento. Ecco perché esiste la prassi internazionale.

Artëm Vojtenkov: Grazie, Nikolaj Viktorovich.

 
Alcune note missionarie

Dopo 33 anni come chierico ortodosso in tre paesi diversi, vorrei fare le seguenti osservazioni sull'opera missionaria. Prima di tutto, bisogna dire che non si fa mai opera missionaria dall'alto verso il basso. In altre parole, non è una questione di persone sedute in uffici che osservano mappe e ci puntano sopra delle bandierine. Questo sarebbe un grande errore. Noi non siamo McDonalds. L'opera missionaria inizia alle radici con persone ispirate da Dio. Pertanto è un'opera dal basso verso l'alto. Circa 15-20 anni fa ho scritto un articolo su ciò che è vitale per l'opera missionaria. Il suo titolo era qualcosa come 'Le tre P'. Le tre P sono Persone, Posto e Prete – in quest'ordine preciso e in nessun altro. Lasciatemi spiegare.

Persone

La prima P significa che tutte le nuove missioni si aprono perché ci sono persone che lo vogliono. 'Persone' non significa individui che vogliono gratificare se stessi "aprendo una missione" per la propria vanagloria. Né significa gente che ha una mentalità consumista nei confronti della Chiesa: "Esigiamo un prete che farà tutto quello che vogliamo". Persone significa fedeli ortodossi che vogliono pregare insieme in una chiesa ortodossa, partecipando al culto, pregando e ringraziando Dio, ricevendo i sacramenti, fedeli tra i quali almeno uno sappia leggere e cantare. Il loro primo compito è quello di contattare il proprio vescovo e chiedere la sua benedizione, poi decidere a chi vuole dedicare la propria futura chiesa e poi cercare locali appropriati, preparandosi a sacrifici finanziari.

Posto

La seconda P significa un posto adatto per i servizi ortodossi. Non importa molto come sembra all'esterno, almeno inizialmente, ma all'interno deve essere in grado di trasformarsi in modo che possa sembrare e dare il senso di una chiesa ortodossa. Deve essere un locale di accesso pubblico con permessi edilizi, situato in un luogo in cui vivono degli ortodossi, in una città o in una cittadina, ma non nel mezzo del nulla, ancora meno in una parte di una casa di proprietà privata. Idealmente, non dovrebbe essere un luogo troppo piccolo, né troppo grande, anche se è meglio che abbia spazio per espandersi. Se ha una cucina, una sala per le riunioni, servizi igienici, un parcheggio e si possono tenere processioni tutto intorno al Grande Venerdì, nella notte di Pasqua e alla festa patronale, allora è vicino all'ideale.

Prete

La terza e ultima P è il prete. Questa è la questione meno importante perché se hai le persone e un posto, apparirà un prete. Tuttavia, è essenziale che il sacerdote parli la lingua dei suoi parrocchiani – in tutti i sensi. Ciò significa non solo parlare e comprendere almeno alcune delle lingue più comuni dei suoi parrocchiani – che possono essere stranieri – ma avere comprensione e solidarietà nei loro confronti. La soluzione ideale è quando un prete fa parte delle persone che hanno fatto esperienza di tutte le fasi del sacerdozio – lettore, suddiacono, diacono e prete – e quindi sa e capisce di cosa sta parlando.

 
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Sua Eminenza vladyka Serafim (Rodionov), arcivescovo di Zurigo 1905 - 1997

Nato l'11/24 aprile 1905 a Mosca da una famiglia della nobiltà cosacca del Don, vladyka Serafim (Vladimir Ivanovich Rodionov) riceverà la raffinata educazione della sua comunità. La famiglia, da parte di suo padre, contava dei soldati e viveva a San Pietroburgo; [1] da parte di madre, erano di Mosca, proprietari terrieri e artisti. [2] Circondato dall'affetto, cresciuto con il fratello Jaroslav da precettori scelti tra pittori e scrittori, vivrà la terribile frattura della rivoluzione. Come tutti i suoi contemporanei, si trovò improvvisamente immerso nella barbarie e nella negazione della giustizia e dell'umanità. [3]

Sin dalla tenera età, Vladimir mostrò un vero e antico talento per il disegno e la pittura. Fu ammesso, eccezionalmente, alla Scuola di Pittura, Scultura e Architettura di Mosca, mentre studiava ancora al ginnasio (liceo). Inoltre, questo giovane talento mostrò una predisposizione per le scienze ed entrò alla Facoltà di fisica e matematica dell'università di Mosca.

Nel 1923, ha 18 anni. Dopo diversi tentativi di fuga dal Paese durante la Guerra Civile e grazie alla nuova politica economica, [4] riceve la benedizione di sua madre ed emigra in Occidente. Là ritrova suo padre, quindi si stabilisce a Parigi. Completa i suoi studi all'Accademia di Belle Arti e frequenta la Sorbona (studi di filologia greca e storia bizantina). A Parigi, è accolto con affetto dalla famosa pittrice Natalia Goncharova e dal suo compagno Michel Larionov. Lei lo presenterà alla squadra dei decoratori dei Ballets Russes di Serge Diaghilev. [5] È qui che frequenterà tanti artisti famosi come Georges Auric, Darius Milhaud, Erik Satie, Francis Poulenc, Pablo Picasso, Georgi Yakulov, Leon Bakst, Serge Lifar. Questo periodo della gioventù rimarrà sempre per lui come un momento privilegiato, di libertà, dedicato alla sua arte. Ma la vita dei circoli creativi di una delle capitali più brillanti d'Europa non poteva soddisfare la mente e il cuore del giovane, che aspirava a trovare il vero significato della vita. Nel 1926, quando si unì al padre a Mostar, in Jugoslavia, gli fu offerta l'opportunità di conoscere lo Spirito Santo. [6] Questo momento unico determinerà la sua intera vita.

Tornato a Parigi, si confessava, ma non trovato alcuna comprensione per queste cose. fu un eremita, che andò a trovare nelle montagne jugoslave, che lo mise in contatto con un monaco athonita, il monaco del "grande abito" Siluan (+ 1938), ora canonizzato dalla Chiesa ortodossa. [7] Fu lui a discernere la verità di questa chiamata dello Spirito Santo e della sua vocazione monastica. San Siluan gli scriveva i suoi consigli spirituali e lui, Vladimir, ne condivideva il contenuto con i suoi amici, la futura madre Teodosia e padre Serge (Shevich).

Nel 1934 Vladimir entrò all'Istituto teologico ortodosso di San Sergio a Parigi. Più tardi parlerà sempre con affetto di padre Cyprien Kern. Dal 1935, fu novizio (poslushnik) presso il metochio dei Santi Tre Ierarchi a rue Pétel, a Parigi. Lo scisma che divideva l'emigrazione lo mise di fronte a una scelta molto difficile. Scelse di rimanere fedele alla Chiesa madre, nonostante ciò che gli costava. [8] Di conseguenza, abbandonò con tristezza il suo confessore, padre Serge Bulgakov, e lasciò l'Istituto San Sergio. Continuò i suoi studi in filosofia, bizantinologia, greco e patristica presso l'Università di Parigi.

Nel 1937, Vladimir Rodionov fu ordinato diacono dal Metropolita Elefterij (Bogojavlenskij) della Lituania, uno dei pochi vescovi rimasti fedeli al Patriarcato di Mosca.

Nella primavera del 1939, ricevette l'abito monastico nella chiesa della santa Trinità a Parigi dalle mani dell'archimandrita Afanasij (Nechaev), con il nome di Serafim. Il grande santo della Russia, perfezionato nello Spirito Santo, divenne così il suo protettore e guida. Il giorno di Pentecoste dello stesso anno, fu ordinato sacerdote a Kaunas dal metropolita Elefterij. Fu quindi assegnato al clero della chiesa dei santi Tre Ierarchi, dove la sua presenza spirituale lasciò un segnò su molte anime. [9]

Visse con entusiasmo gli inizi della Fraternità di san Fozio, che testimoniava la radiosità spirituale e la profusione intellettuale dell'emigrazione russa. Fu in questo contesto che fu introdotto all'iconografia e prese parte alla ricerca di Leonid Uspenskij. Disse che non era un iconografo, ma che il suo lavoro era la pittura. Tuttavia, quando gli chiedevano del suo lavoro iconografico, affermava che la cosa più importante è "dare gioia, leggerezza e amore" e anche "risvegliare la vita spirituale nella persona che prega davanti all'icona". Era questo che guidava tutto il suo lavoro. Partecipò anche all'esperienza del monastero con doppia tradizione, bizantina e benedettina, con padre Denis (Chambault), e visse nello skit dello Spirito Santo a Mesnil-Saint-Denis. Questo fu un periodo di grandi lotte spirituali e ascetiche.

Ma si stava già abbattendo la tormenta della seconda guerra mondiale. Si arruolò volontario nei corpi sanitari dell'esercito francese e ne visse la sconfitta. In seguito, avrebbe ricordato la profonda pace che accompagnava i soldati al momento della morte. Era sempre presente il volto di Cristo. Durante l'occupazione, una vita liturgica intensa, fervente e fedele sostenne la comunità monastica e parrocchiale di rue Pétel. Le prove e la miseria non lo risparmiarono. Servì come staffetta nel piano di salvataggio degli ebrei di madre Maria (Skobtsova), fu arrestato dalla Gestapo e dovette subire la stessa sorte di madre Maria. Tuttavia, dovette la sua salvezza a una tubercolosi molto avanzata che fece dire all'ufficiale delle SS incaricato dello smistamento dei prigionieri: "Non durerà una settimana, non vale nemmeno la pena di un proiettile". Così fu rilasciato miracolosamente. Dal 1943 al 1945 fu rettore della chiesa di rue Pétel. Nel 1945, grazie al ministro della Svizzera a Parigi Carl Jakob Burckhardt, poté andare a soggiornare in Svizzera per un trattamento a Davos. Ne uscì guarito, con un solo polmone e una sordità indotta da un dosaggio sbagliato di streptomicina.

Nel 1945, il metropolita di Krutitsy Nikolaj (Jarushevich) elevò lo ieromonaco Serafim all'egumenato. Nel 1949 gli confidò "in via provvisoria" la parrocchia della Risurrezione di Zurigo. Questo compito "provvisorio" durerà quasi cinquanta anni.

Fu in questo periodo (1947) che poté tornare per la prima volta in Russia, non senza apprensione. Ritrovò la sua madre di cui non aveva notizie da più di vent'anni e fece soprattutto la conoscenza di sua Santità il patriarca Alessio I, che, nelle parole di vladyka Serafim, fu colui che contò di più nella sua vita spirituale, dopo san Silvano. Il Patriarca gli offrì per tre volte di elevarlo all'episcopato in Russia, ma padre Serafim si rifiutò ogni volta dicendo: "Non potrei mai tacere, e i bolscevichi finirebbero per spezzarmi".

In quel periodo, fondò e diresse la parrocchia della Natività della Madre di Dio a Ginevra. Alla Pasqua del 1952, il Patriarca Alessio I lo elevò ad archimandrita.

Il contributo di padre Serafim al consolidamento dei rapporti tra i cristiani fu considerevole. Ha favorito molto la scoperta in Occidente dei fondamenti spirituali dell'Ortodossia. Ha partecipato a numerose interviste, incontri e convegni teologici internazionali su invito di organizzazioni religiose e di parrocchie anglicane, protestanti, vecchio-cattoliche, cattolico-romane, così come dell'Università di Ginevra (1947), e della facoltà di teologia protestante di Zurigo (dove fu docente privato dal 1950 al 1953).

Ha realizzato le basi per l'ingresso della Chiesa ortodossa russa presso il Consiglio Ecumenico delle Chiese, cosa che ha avuto luogo durante la terza riunione di New Delhi.

Aveva numerosi amici nell'episcopato, soprattutto i metropoliti Nikodim (Rotov) di Leningrado, Filarete di Minsk (un tempo suo confessore), Vladimir (Sabodan) di Kiev, Emilianos di Silivria, il patriarca Elia della Georgia, e tanti altri.

Il 6/19 dicembre 1971, il Santo Sinodo ha nominato l'archimandrita Serafim come vescovo di Zurigo, vicario del metropolita Antony (Bloom) di Sourozh, a quel tempo esarca del patriarca di Mosca in Europa occidentale. Fu consacrato vescovo nella cattedrale navale di san Nicola di san Pietroburgo da sua Santità il patriarca Pimen, il metropolita Nikodim di Leningrado e Novgorod, l'arcivescovo Juvenalij di Tula e il vescovo Meliton di Tikhvin. Il patriarca gli affidò la cura pastorale della Svizzera e dell'Italia. È al vescovo Serafim che dobbiamo l'origine del decanato d'Italia, attualmente diocesi.

In tutto il suo episcopato, ha irradiato la vita del Signore risorto e si è guadagnato il rispetto e l'amore di tutti, ortodossi o meno. Ha testimoniato instancabilmente l'amore di Cristo, la gioia e la pace dello Spirito Santo. Alcuni occidentali sono divenuti ortodossi, altri sono rimasti quello che erano, ma hanno mantenuto per sempre il ricordo della sua personalità forte e luminosa. Credeva con determinazione che Dio aveva permesso la rivoluzione perché l'Ortodossia potesse rinascere in Occidente. Quindi non si allontanò mai dalle sue amicizie, specialmente quella con padre Evgraf Kovalevskij, che divenne vescovo di Saint-Denis. Diceva sempre cosa provava nel suo cuore, anche se ciò non era sempre "politicamente corretto", come si dice oggi.

Gli anni si facevano sentire e la sua salute declinava. Eppure ha continuato la sua missione. Nel 1989, il patriarca Pimen lo ha elevato al rango di arcivescovo in considerazione dei suoi molti anni di servizio alla Chiesa e in occasione dei suoi 50 anni di sacerdozio.

Fu anche un periodo che vide crescere la sua sofferenza spirituale e il suo esaurimento generale. Nel 1988, trovò ancora la forza di partecipare alle celebrazioni del millennio del battesimo della Russia.

Nel 1992, le sue grandi sofferenze spirituali si allontanarono e la pace dello Spirito Santo lo invase di nuovo. Ritrovò persino l'uso delle gambe che aveva perso nelle sue tribolazioni. In quell'anno fondò la parrocchia di Payerne (Svizzera) e vi si trasferì. Nel 1995, fondò il monastero della santissima Trinità a Dompierre, il primo monastero ortodosso in Svizzera. Si stabilì lì nell'estrema precarietà degli inizi, quando aveva già 90 anni. [10]

I suoi ultimi anni di vita lo hanno avvicinato a Dio. Venivano a confessarsi a lui da lontano, chiedendo le sue preghiere, alla ricerca di una parola di conforto, pace dell'anima, un chiarimento, un discernimento sul proprio modo di vivere, Vladyka Serafim accoglieva tutti con gentilezza e gioia. Quando confessava diventava straordinariamente concentrato, contribuiva a raggiungere il punto, dava sollievo con grande compassione, non faceva mai sentire giudicati e aiutava a ritrovare una vera pace e gioia. Irradiava amore e gioia.

Coloro che hanno conosciuto l'arcivescovo Serafim affermano che era al tempo stesso facile e difficile frequentarlo. Facile, perché era un uomo puro e luminoso, e c'era in lui una semplicità infantile, davvero angelica; e difficile, perché vladyka era molto esigente verso le cose della vita, soppesandole di fronte alla concezione ortodossa del mondo. Niente era mai banale, tutto era importante per lui e doveva manifestare la presenza di Dio.

Morì nella notte dal 1/14 al 2/15 dicembre 1997 nel suo 93esimo anno. Fu veramente una Pasqua. Rimase pienamente cosciente fino alla fine e coloro che avevano il privilegio di accompagnarlo, possono testimoniare che cosa sia una nascita al cielo. Gli si fecero cinque giorni di veglia nella chiesa del monastero e Dio gli diede la grazia di essere sepolto il 6/19 dicembre, festa di san Nicola di Mira e anniversario della sua ordinazione episcopale. Secondo il suo desiderio, il patriarca Alessio II ha inviò l'arcivescovo Sergij (Fomin) di Solnechnogorsk a presiedere ai funerali. [11] Si può onestamente dire che l'arcivescovo Serafim è morto in odore di santità e ci sono stati molti che hanno trovato la riconciliazione e la pace in quel giorno benedetto: "Dalla sua bara emana la santità, la leggerezza; vogliamo pregare, vogliamo vedere la presenza di Dio; non c'è il solito odore che accompagna un cadavere in una bara". [12] In effetti, la chiesa in cui era stato depositato si riempì di un profumo dolce per diversi giorni. Secondo la sua volontà, l'arcivescovo Serafim è stato sepolto vicino al monastero in questo paese dell'Elvezia di cui era orgoglioso di essere divenuto un cittadino e si cui fu veramente l'apostolo, per dirla con le parole del suo caro amico l'archimandrita Sergij (Shevich).

Archimandrita Martin (De Caflisch)

Dompierre, 29 settembre/12 ottobre 2005,

Completato il 19 luglio/1 agosto 2009

Note

[1] Il suo nonno paterno, il generale Aleksandr Nikolaevich Rodionov, comandava il reggimento cosacco "Leib Kosak Gvardia" a San Pietroburgo. Suo padre, Ivan Aleksandrovich, divenne capitano della guardia, poi pubblicista e famoso scrittore. Suo cugino Nikolaj Nikolaevich Rodionov era un ufficiale dello yacht imperiale "Standart".

[2] Il suo nonno materno, Vladimir Anzimirov, fu quasi rovinato dall'applicazione nei suoi domini delle teorie agrarie sulla partecipazione e l'emancipazione dei contadini di Leone Tolstoj. Sua madre, Nina Vladimirovna, una pittrice di talento, teneva un salotto in cui si incontravano molti artisti e intellettuali.

[3] Tra le altre cose, vedrà un groppo rurale stabilirsi nella casa di Mosca della sua infanzia, dove vivrà con le umiliazioni che si possono immaginare.

[4] "Novaja Ekonomicheskaja Politika", una nuova politica economica messa in atto da Lenin nel 1921 dopo lo spaventoso fallimento del comunismo di guerra. Questo periodo di relativa liberalizzazione economica permise a molti intellettuali e artisti di andare in esilio.

[5] Nel 1927, ha contribuito al balletto "Le Pas d'Acier" (musica di Serge Prokofiev, coreografia di Leonide Massine e costumi di Georgii Yakulov).

[6] "La gioia celeste che sentivo mi riempì del desiderio di dedicare tutta la mia vita a Cristo senza alcuna riserva. Ho ricevuto il dono divino per tutta la vita". (Il mio percorso spirituale)

[7] Fu durante questo periodo che Vladimir fu impegnato come pittore dai servizi culturali del Regno di Jugoslavia, per fare accurate indagini sui magnifici affreschi del monastero di Grachanitsa. Questo lavoro sarà decisivo per l'approfondimento della sua vita spirituale e artistica.

[8] Nelle sue stesse parole: "La Chiesa in croce non può essere abbandonata".

[9] Un aneddoto rivelatore della sua vita spirituale: chiese al metropolita Elefterij, che era ansioso di ordinarlo sacerdote con il suo amico Evgraf Kovalevskij, di poter pronunciare prima i suoi voti.

[10] "Nella preghiera, ho sempre chiesto al Signore la ragione per tenermi vivo così a lungo. Il mio unico desiderio è di unirmi alla patria celeste. (...) Amo Cristo e la sua Chiesa, gli ho dato la vita. Il mio unico desiderio è servire la Chiesa donando a tutti quelli che lo vogliono veramente l'amore celeste, secondo il modo in cui mi ha indicato Saint Silouane. La risposta è arrivata: fondare un monastero". (Testamento spirituale)

[11] Questo vescovo, ora metropolita di Voronezh e Borissoglebsk, aveva conosciuto personalmente vladyka Serafim durante i sei anni trascorsi a Ginevra come rappresentante del Patriarcato al CEC.

[12] Ultima frase del sermone pronunciato dall'arcivescovo Sergij al funerale.

 
Il parere di un esperto: tensione in crescita tra le Chiese ortodosse locali di Grecia e di Costantinopoli

La tensione nelle relazioni tra la Chiesa di Grecia e il patriarcato di Costantinopoli è in crescita sotto l'impatto di fattori politici e di altro genere, ha riferito a RIA-Novosti un esperto in ambito ecclesiale, commentando sul rifiuto dell'arcivescovo Ieronymos II di Atene e di tutta la Grecia a partecipare ad un prossimo incontro a gennaio 2016 a Istanbul, dedicato alla preparazione del Concilio pan-ortodosso in programma per il prossimo anno.

In precedenza alcuni media (tra cui Romfea) hanno riferito che l'arcivescovo Ieronymos aveva rifiutato di essere presente alla riunione, organizzata dal patriarcato di Costantinopoli nel mese di gennaio per la discussione dei preparativi del suddetto Concilio.

Nella riunione dell'8 dicembre, il Santo Sinodo della Chiesa di Grecia ha decretato che la delegazione guidata dal metropolita Elias di Karystia rappresenterà l'arcivescovo alla prossima assemblea.

"A parere degli esperti, le relazioni tra il patriarca di Costantinopoli e l'arcivescovo di Atene sono state caratterizzate da una crescente tensione," ha riferito a RIA-Novosti un rappresentante informato sui circoli ecclesiali.

Secondo l'esperto, "uno dei segni di questa tensione è stato l'invito del patriarca Bartolomeo a tutti i vescovi del patriarcato di Costantinopoli e ai vescovi della Grecia del Nord, che appartengono alla Chiesa di Grecia e che sono membri del suo Sinodo episcopale, a una riunione che si è svolta dalla fine di agosto ai primi di settembre a Istanbul".

"E l'arcivescovo di Atene non è stato neppure informato dell'invito esteso a questi vescovi", ha aggiunto.

Secondo lui, l'arcivescovo di Atene è anche profondamente preoccupato per le azioni del rappresentante del patriarcato di Costantinopoli ad Atene, il metropolita Amphilochios. Secondo le informazioni ottenute dal portavoce dell'agenzia, questo metropolita ha iniziato la costruzione di una chiesa e un edificio amministrativo senza chiedere il permesso all'arcivescovo di Atene.

"Inoltre non possiamo escludere l'influenza di un fattore politico. I recenti voli provocatori e non autorizzati di aerei turchi nello spazio aereo greco hanno causato alle autorità greche grave ansia", ha notato il portavoce dell'agenzia.

La decisione del primate della Chiesa di Grecia, ha aggiunto, può essere considerata "un altro segnale che indica che la proposta del patriarca Bartolomeo di tenere un sinodo pan-ortodosso a Istanbul nel 2016 incontrerà probabilmente gravi impedimenti alla sua attuazione".

Tra questi impedimenti vi è la rottura della comunione eucaristica tra le Chiese ortodosse locali di Antiochia e Gerusalemme che ha avuto luogo nel mese di aprile del 2014.

 
Ultima chance per Rue Daru

Il candidato arcivescovo della giurisdizione di Rue Daru a Parigi (attualmente sotto Costantinopoli, ma con quello che era un patrimonio ortodosso russo) è stato finalmente eletto il 1 novembre con oltre due terzi dei voti. È l'archimandrita Job (Getcha), un intellettuale franco-canadese di 39 anni di origine ucraina, con legami con la Chiesa Ortodossa Ucraina canonica, parte della confederazione della Chiesa Ortodossa Russa. Gli altri candidati erano un convertito francese proveniente dal monachesimo cistercense, un greco virtualmente sconosciuto e un ancor più sconosciuto russo.

In padre Job, il settimo ierarca di Rue Daru, il nuovo mondo ha rimpiazzato il vecchio mondo. Questo è l'opposto della storia recente, quando il vecchio mondo della giurisdizione di Parigi aveva colonizzato l'ex Metropolia nel nuovo mondo in Nord America e ha creato lì la cosiddetta OCA ('Chiesa Ortodossa in America'). Si tratta di un piccolo gruppo di origine russa e uniata che ha membri sinceri e pii, ma che non è riconosciuto come canonico dalla maggior parte delle Chiese ortodosse locali. Purtroppo ha anche lasciato una scia di scandali – con grande dolore di quei membri sinceri e pii molto maltrattati. Dopo decenni di ideologia anti-monastica, Rue Daru aveva semplicemente finito i candidati alla carica di vescovo. I suoi ultimi quattro vescovi comprendono due convertiti dal cattolicesimo, che hanno cercato di essere ortodossi ma non ci sono mai veramente riusciti, e due sacerdoti vedovi. Ora, in padre Job c'è una chance.

Fin da quando Rue Daru è entrata in scisma da entrambe le parti della Chiesa russa negli anni '20, è sempre stato un piccolo gruppo con centro a Parigi, gestito da laici, di solito massoni. Negli anni '80, abbiamo scoperto con nostro shock che sette dei dodici laici che componevano il Consiglio arcidiocesano erano massoni. Questo non era per sentito dire, ma era apertamente proclamato, con tanto di strette di mano massoniche in chiesa. Molti dei loro nonni erano stati massoni a San Pietroburgo, quindi stavano semplicemente seguendo la tradizione di famiglia. In quel momento due delle chiese nell'area di Parigi erano utilizzate per iniziazioni massoniche. Ancora una volta, questo non era un segreto o una teoria della cospirazione, ma una cosa ben nota. L'apertura è sempre stata una virtù russo-parigina.

Sappiamo che padre Job avrà bisogno di un carattere forte per resistere a questa influenza. Sappiamo anche che egli affronta problemi immensi. Anche se sulla carta Rue Daru vanta circa 100 parrocchie, circa tre quarti di queste sono comunità forti di meno di trenta frequentatori, e molte di queste di meno di dieci. La maggior parte di loro usa locali "temporanei" non di proprietà e la maggior parte del clero non è addestrata e dipende da posti di lavoro a tempo pieno o da pensioni per vivere. Probabilmente, oggi, Rue Daru ha meno di 10.000 membri, tutto considerato.

Inoltre, molti dei giovani parrocchiani sono appena arrivati dalla Russia, dall'Ucraina e dalla Moldova e non hanno alcuna lealtà verso l'ideologia russofoba di Rue Daru, incredibilmente vecchio stile, e fortemente politicizzata. Se solo la Chiesa ortodossa russa – sia quella con sede a Mosca sia quella con sede a New York – potesse organizzare e finanziare l'istituzione di chiese appropriate con un clero addestrato, questa gente si allontanerebbe all'istante da Rue Daru. La maggior parte delle forze laiche vitali e giovanili in Rue Daru oggi vuole vivere secondo la Tradizione della Chiesa ortodossa russa, e non di una semi-ortodossia.

Anche la situazione finanziaria è disastrosa. L'Istituto Teologico San Sergio è ancora una volta sull'orlo della bancarotta, incapace di pagare il suo personale docente e non c'è più il grande gettito passato della chiesa di san Nicola a Nizza, che è tornata al suo legittimo proprietario, la Chiesa ortodossa russa. Anche la maggioranza dei membri della chiesa a Biarritz, anch'essa costruita da ortodossi russi, vorrebbe ritornare alla Chiesa ortodossa russa. La stessa cattedrale in Rue Daru, ancora una volta costruita dalla Chiesa ortodossa russa, appartiene alla città di Parigi. Altrimenti anch'essa sarebbe probabilmente ritornata. Per quanto riguarda i figli della generazione attuale al potere a Rue Daru, due sono diventati sacerdoti nella Chiesa ortodossa russa. La marea della storia è chiara. Non si può continuare a vivere nel passato della guerra fredda, un giorno si dovrà affrontare la realtà.

L'altro problema ancora più grande di fronte al nuovo arcivescovo è la divisione tra i membri dell'Arcidiocesi. I più anziani parigini, cresciuti per lo più negli anni '50 e '60, con la loro 'fraterna' ideologia massonica, vogliono rimanere con il Patriarcato di Costantinopoli, dove sono liberi di 'innovare', cioè di 'neo-calendarizzare', uniatizzare, occidentalizzare e secolarizzare la loro eredità ortodossa, come hanno fatto i loro idoli in Nord America e in Finlandia. Come mi ha detto uno dei loro sacerdoti in Inghilterra (che, come molti di loro, fino a poco tempo fa era vicario anglicano): 'Siamo contenti di non avere alcun vescovo; questo significa che possiamo fare tutto ciò che ci piace'.

'Tutto ciò che ci piace' varia da pratiche di tipo 'carismatico' (come nominare a voce alta i nomi per la preghiera durante la Liturgia ), Proscomidie rinnovazioniste al centro della chiesa, donne che servono all'altare, ovviamente, a capo scoperto e indossando pantaloni, intercomunione, comunione obbligatoria a ogni liturgia per tutti, niente digiuno, niente confessione in assoluto, ordinazione di divorziati risposati, perdita della tradizione liturgica, ecc). Tutto questo non è inventato, qui in Inghilterra vediamo praticamente ogni domenica profughi scandalizzati da tali "chiese" moderniste.

Sono ormai passati dieci anni da quando il Patriarca Alessio II della Chiesa Ortodossa Russa ha finalmente proposto la creazione di una Metropolia ortodossa russa dell'Europa occidentale, nella quale le parti ortodosse fedeli di Rue Daru potrebbero svolgere un ruolo importante. Tale Metropolia sarebbe il fondamento di una futura Chiesa ortodossa dell'Europa occidentale, ed è stata proposta per la prima volta almeno negli anni '80. Dopo la tragica morte dell'arcivescovo Sergio di Rue Daru nel 2003, questa speranza si è vanificata. Nel frattempo la Chiesa ortodossa russa ha aperto un seminario a Parigi e ci sono piani – molto in ritardo, dopo che uno strano progetto secolare è stato fortunatamente respinto – per costruire una cattedrale ortodossa russa nel centro spirituale di questo futuro centro della Metropolia dell'Europa occidentale.

Padre Job ha avuto la sua piena tonsura monastica al monastero athonita di padre Placide Deseille in Francia nel 1998. Padre Placide, un noto esperto di patristica e autentico monaco, è ben noto per il suo desiderio di vedere la giurisdizione di Rue Daru ritornare alla sua Chiesa madre russa, come desiderava anche il patriarca Dimitrios di Costantinopoli. Padre Job ha abilità diplomatiche, che sono state gravemente carenti a Rue Daru negli ultimi anni. Ha la volontà e la forza di carattere per guidare il suo gregge diviso nel ritorno alla canonicità? Oppure prenderà le parti di ecumenisti e modernisti dissidenti e persino di rinnegati che desiderano rimanere al di fuori della Chiesa russa? Non lo sappiamo. Ma sospettiamo che questo inviato da Dio dal Canada franco-ucraino sia davvero l'ultima occasione per Rue Daru, e che padre Job avrà bisogno di tutte le nostre preghiere. Che Dio lo guidi e lo protegga.

 
Domande e risposte (giugno 2018)

Come può parlare di una diocesi della ROCOR in questo paese? È così piccola che non esiste. Quindi, cosa può contribuire?

Avrebbe avuto ragione a dire queste cose in qualsiasi momento tra la metà degli anni ottanta e poco tempo fa. Ricordo di essere venuto qui in prestito da Parigi nel 1994 perché il convento di Londra non aveva né un prete né alcuna funzione, tanto catastrofica era la situazione! Tuttavia, prima di quel periodo ha torto e si sbaglia di nuovo oggi, sin dall'inizio della restaurazione della nostra diocesi sotto il metropolita Hilarion e il vescovo Irenei. Ora è più grande di quanto fosse negli anni cinquanta e sessanta e potrebbe crescere ancora di più, visto che siamo liberi di espanderci, usando tutta la nostra energia e la nostra inventiva che sono state imbottigliate per tanti decenni. La diocesi patriarcale locale, afflitta da un nome "straniero" con una storia compromettente, definita "una diocesi Potjomkin" da un suo stesso sacerdote, ha anch'essa le sue difficoltà.

Pertanto, è chiaro che la ROCOR, con circa 600 parrocchie al di fuori delle terre russe, e il Patriarcato, con circa 300 parrocchie al di fuori delle terre russe, principalmente nell'Europa occidentale, hanno bisogno l'uno dell'altra. Sono come due pezzi di un puzzle, ognuno con i suoi limiti, ognuno con i suoi punti di forza. Per esempio, la ROCOR ha pochi soldi e pochi vescovi, il Patriarcato ha denaro, l'aiuto politico delle ambasciate e una fornitura quasi illimitata di potenziali vescovi (2.000 all'ultimo conteggio). Tuttavia, in generale, la ROCOR ha conoscenze locali, non solo lingue, ma conoscenza delle mentalità locali, cultura e abilità pastorali. Il sacerdote medio della ROCOR in Europa parla tre o quattro lingue: il sacerdote medio del Patriarcato ne parla solo una.

A differenza della ROCOR, il Patriarcato è politicamente ben connesso; tuttavia, la ROCOR è libera, come abbiamo visto nel recente caso Skripal, e priva della burocrazia e della centralizzazione del Patriarcato. È da una burocrazia formalista pre-rivoluzionaria che la ROCOR ha fatto tanta difficoltà a fuggire fino ai nostri giorni e, purtroppo, questa burocrazia sta ritornando in Russia. La burocrazia non fa parte della Tradizione della Chiesa, ma è estranea allo Spirito Santo, essendo cosa di uomini. Appartiene alla religione, non alla fede, alle istituzioni, non a Dio.

La nostra diocesi di Gran Bretagna e Irlanda può essere una parte utile, forse anche essenziale, della futura Metropolia locale e poi della Chiesa locale.

Come possiamo definire la nostra identità ortodossa rispetto ai non ortodossi?

Credo che ci siano mille buoni modi per esprimere risposte a questa domanda, ma penso di poterle dare un esempio di risposta.

Recentemente, conversando con un sacerdote anglicano piuttosto anziano, gli ho chiesto quale fosse la priorità per salvare la Chiesa d'Inghilterra, dato che l'arcivescovo di Canterbury ha detto nel 2014 che essa potrebbe praticamente estinguersi entro il 2050.

Ha risposto che ci sono attualmente due tendenze nella sua Chiesa, una era quella di "fare discepoli" e l'altra era "creare il regno di Dio". A suo avviso, la prima è sbagliata e la seconda è giusta. Io (educatamente) gli ho chiesto di tradurre questo gergo (per me incomprensibile) in inglese e mia ha spiegato che "fare discepoli" significa quello che chiameremmo "proselitismo" o "fare convertiti" (cosa estranea alla Chiesa), e che " creare il regno di Dio "significa cercare di agire socialmente o anche politicamente, fondare club e gruppi, prendere parte alla vita sociale, candidarsi alle elezioni, apparire nei media, fare pressioni politiche, tenere concerti all'interno di edifici ecclesiastici, ecc. (e anche questo è estraneo alla Chiesa).

Ho pensato che entrambe queste opzioni fossero puramente umanistiche, rivolte verso la gente, non verso Dio. Il nostro Dio è santo e il nostro obiettivo è la santità, 'acquisire lo Spirito Santo'. Nelle sue due opzioni non c'era nulla che parlasse di santità. La santità attrae le persone a lungo termine perché il nostro Dio opera miracoli. Tutto ciò che ha menzionato è puramente secondario, mentre noi trasformiamo gli individui e la società che ci circonda attraverso il pentimento che porta alla santità personale; tutto il resto prende il secondo posto. Noi cerchiamo prima il regno di Dio, quindi "migliaia di persone intorno a noi saranno salvate". E questa è la differenza tra noi e i non ortodossi.

Padre Georgij Gapon, che guidò la manifestazione contro lo tsar nel 1905, era davvero ortodosso?

Fu ordinato canonicamente, ma era un estremista di sinistra. Apparteneva al Partito Sociale Rivoluzionario e viveva con una donna, cosa permessa dal metropolita Antonij (Vadkovskij) di San Pietroburgo, dalla mentalità protestante, che era ed è molto controverso. (Alcuni hanno sospettato che il metropolita Antonij fosse un massone, come il protopresbitero Georgij Shavelskij). Padre Georgij Gapon finì molto male, impiccato nel 1906 dal violento rivoluzionario Ruthenberg che aveva guidato la manifestazione del 1905 e attacchi terroristici contro le forze dell'ordine. Penso che possiamo dire che Gapon era non solo un non canonico, ma un non ortodosso. In questo è come Ilja Fundaminskij, che proveniva da una delle famiglie ebree più ricche della Russia, divenne un terrorista, emigrò in Francia, dove fu battezzato abbastanza tardivamente nella giurisdizione di Rue Daru, e alcuni anni fa è stato canonizzato dal Patriarcato di Costantinopoli per essere stato assassinato dai nazisti ad Auschwitz.

Come rispondere ai critici che affermano che la Chiesa ortodossa è così antiquata da essere antidiluviana? Vedono che non abbiamo donne sacerdoti e non ne avremo mai, non abbiamo matrimoni omosessuali, non abbiamo nemmeno banchi o organi, che i non ortodossi hanno iniziato ad avere già 200-400 anni fa. Per loro siamo primitivi.

Che punto di vista curioso, ma anche molto eloquente: antidiluviano! Penso che le persone che dicono queste cose siano esse stesse "diluviane", vale a dire che sono state sommerse dal diluvio del secolarismo. Noi siamo "anti-diluviani" nel senso che siamo contro il diluvio, ma non siamo di prima del diluvio! Risponderei a loro dicendo che, al contrario, siamo "post-diluviani", vale a dire, non vediamo l'ora di vedere cosa accadrà dopo l'attuale diluvio di laicità, aspettando il regno di Dio, che sta arrivando, in un modo o nell'altro, e molto presto. Sono loro a essere spiritualmente primitivi – non noi.

Il perfezionismo è una virtù o un vizio?

Un vizio, anzi, una maledizione spirituale. C'è una vecchia storia di un monaco che era un brillante pittore di icone e che fu elogiato per la sua pittura. Da quel momento in poi iniziò a includere piccoli errori in tutto ciò che faceva. Il perfezionismo è orgoglio, come diciamo anche nell'espressione "essere orgoglioso di ciò che fai". Sì, certo, i lavori di seconda scelta sono cattivi, da evitare, e noi dovremmo fare le cose meglio che possiamo, ma dovremmo anche sapere che la perfezione è al di là di noi esseri umani.

Cosa ne pensa della decisione di due terzi degli irlandesi di legalizzare l'omicidio dei bambini?

Una volta che l'Irlanda ha accettato di entrare nell'Unione Europea laicista, questo era inevitabile. Lo stesso accadrà in Polonia tra qualche anno. Se vendi la tua anima al diavolo per un piatto di lenticchie europee, queste sono le conseguenze.

Quali pensa che siano le debolezze dei popoli europei?

Ogni generalizzazione di questo tipo è destinata ad avere migliaia di eccezioni e può solo essere vaga. E sarebbe più piacevole parlare di punti di forza che di debolezza. Ma se insiste: oggi (non sto parlando della cultura occidentale di 1.000 anni fa o anche di 500 anni fa, che era diversa), penso che tutti i popoli occidentali soffrano di un desiderio quasi incontrollabile di dire al resto del mondo come vivere e di intromettersi nelle loro civiltà. (Perché altrimenti la bandiera LGBT sarebbe issata sopra l'ambasciata britannica a Minsk?)

Più specificamente, penso che la debolezza dei protestanti britannici (e in larga misura dei protestanti olandesi e degli svizzeri tedeschi) sia una travolgente passione per il denaro, una vera ossessione (perché altrimenti i media britannici riportano ossessivamente i tassi di cambio e i valori valutari e incoraggiano le persone al risparmio non appena nascono?). Questa schiavitù fu portata dagli inglesi nel Nord America, da qui la loro schiavitù al dollaro. Tra i tedeschi la debolezza è il bisogno di dare ordini e di creare ordine, come vediamo dalla loro storia. Tra i francesi è l'edonismo, l'ossessione per l'estetica, per "l'aspetto" e per "l'immagine". Tra gli italiani è la loro ossessione per tutte le forme d'arte, come per esempio a Venezia, a Firenze e nell'opera. Tra gli spagnoli è un'ossessione per il sangue e la crudeltà, come vediamo nell'Inquisizione, in Goya e nella corrida. Tra i portoghesi è il loro malinconico rammarico per ciò che hanno perso, come si sente nel fado, Tra gli scandinavi è un'ossessione per una giustizia impossibile, che proviene dalla loro stretta e mondana cultura luterana. Tra i russi è l'ossessivo bisogno di essere accettati (che deriva dal complesso di inferiorità nazionale, iniziato con la loro apostasia dall'Ortodossia alla fine del XVII secolo e con la loro superficiale adozione di valori occidentali). Tra gli ebrei non è il denaro (questo è un brutto mito anti-ebraico), ma l'ossessione di acquisire potere, che risale alla perdita del Tempio a Gerusalemme dopo i giorni di gloria sotto Davide e Salomone.

 
Pastorala Preafericitului Patriarh Kiril la Învierea Domnului 2013

mitropolia.md

“Dar să dăm mulțumire lui Dumnezeu, Care ne-a dat biruința prin Domnul nostru lisus Hristos! “

(1 Corinteni 15,57)

Arhipăstorilor, păstorilor, diaconilor,

monahilor și tuturor fiilor duhovnicești ai Bisericii Ortodoxe Ruse

Preasfințiți Arhipăstori, cinstiți slujitori și nevoitori, iubiți întru Hristos frați și surori!

În această măreață și luminoasă zi, Vă felicit din toată inima cu ocazia Paștilor Domnului și Vă salut pe toți și pe fiecare în parte cu salutul sfânt:

HRISTOS A ÎNVIAT!

Anume aceste cuvinte cu care de-a lungul veacurilor oamenii se salută în timpul luminoaselor zile ale Sfintelor Paști, ce mărturisesc lumii despre realitatea evenimentului care a avut loc acum două mii de ani, conțin o forță interioară colosală. Ele sunt vestea biruinței, îndemnul spre bucurie, urarea de pace, speranța și alinarea pentru fiecare om.

Cel, Care a fost născut din Maica Precistă, Cel, Care a suferit mult și fără de vină, răstignit și mort pe cruce între doi tâlhari, Cel, Care primul dintre toți oamenii a înviat din morți – Acela “S-a sculat precum a zis” (Matei 28,6). Mormântul este gol. Acolo a rămas doar giulgiul în care a fost învelit trupul Său. Femeile mironosițe, venind la locul înmormântării Domnului “dis-de-dimineață… pe când răsărea soarele” (Marcu 16,2), nu l-au găsit acolo pe Iisus, or nici piatra care închidea peștera, nici straja care o păzea, nici moartea însăși nu au putut sta împotriva măreției și puterii Dumnezeului celui Viu. “Iadul și-a mărit de două ori lăcomia lui, căscat-a gura sa peste măsură” (Isaia 4,14) – iadul dezlănțuit s-a pregătit deja să-l înghită pe cel mai temut dușman al său, dar în loc de aceasta a înțepenit de frică, pentru că a fost luminat de razele Dumnezeirii. Hristos a nimicit putreziciunea și a distrus moartea.

Prin intermediul primului om, care nu a ascultat de Creator și s-a îndepărtat astfel de Izvorul vieții veșnice, în lume a intrat răul și păcatul a început să împărătească printre oameni. Hristos – “Adam cel de pe urmă” (1 Corinteni 15,45) – a biruit moartea duhovnicească, sufletească și trupească. “Precum în Adam toți mor, așa și în Hristos toți vor învia”, -mărturisește Apostolul Pavel (1 Corinteni 15,22). Tot ce am pierdut prin primul Adam, am primit din nou prin Hristos. Paștele Domnului – este într-adevăr cel mai dar al iconomiei Dumnezeiești (Sf. Teodor Studitul).

Depășind îndepărtarea omului de Creator, Mântuitorul ne-a dăruit șansa unirii cu El. După cuvintele Cuviosului Ioan Damaschin, prin Crucea lui Hristos “am primit în dar învierea <…> sunt deschise porțile raiului, natura umană a fost așezată de-a dreapta lui Dumnezeu și noi am devenit copii și moștenitori ai Domnului ” (Expunerea exactă a credinței ortodoxe, Voi. 4). Astfel cu toții suntem chemați să ne facem vrednici de acest dar.

Fiul lui Dumnezeu, primind trup omenesc, a devenit asemeni nouă, doar fiind fără de păcat. Prin viața Sa pământească și patimile de pe cruce, El a arătat un exemplu de smerenie desăvârșită și ascultare față de Tatăl Ceresc, un exemplu de luptă cu ispitele și deșertăciunile, iar prin învierea Sa a sfărâmat cătușele păcatului și ne-a dat puteri și arme pentru a învinge răul. Anume în timpul unei astfel de lupte omul crește spiritual și devine o personalitate liberă din punctul de vedere al moravurilor.

Trăim într-un timp în care libertatea este interpretată ca permisivitate absolută. Mulți cred sincer că doar puterea și bogăția, sănătatea și puterea fizică pot să aducă eliberarea și concurând în slujirea idolilor acestui veac, de multe ori pierd cel mai important lucru – adevăratul sens al existenței. Mântuitorul cel înviat din morți, dăruindu-ne libertatea, ne-a descoperit acest sens, care constă în cunoașterea Adevărului (vezi Ioan 8,32) în viață cu Dumnezeu.

Nimicind moartea trupească, Hristos ne-a promis viața veșnică, dar nu ca o continuare infinită a căii pământești, ci ca o transformare a toată ființa omenească, când trupul însuși primește capacități noi. În Învierea Domnului apare în mod tainic prototipul învierii noastre viitoare. În împărăția Cerului care va să vină, unde nu va fi nici moarte, nici boală, nici despărțire și chiar nici timp, va șterge Domnul orice lacrimă din ochi (vezi Apocalipsa 21,4) și bucuria va fi fără de sfârșit, iar dragostea – veșnică. Biruința Domnului asupra morții ne dă tuturor speranța de neclintit că și noi urmându-I lui la cea de a Doua slăvită venire, vom învia pentru o viață nouă – o viață de comuniune neîncetată cu Dumnezeu.

Să împărtășim deci bucuria învierii lui Hristos cu toți cei care au nevoie de atenție și grijă: cu bolnavii, bătrânii, suferinzii, deznăjduiții, întemnițați și sărmanii. Și asemenea Sfinților Apostoli – martori ai Învierii, cu credință și îndrăzneală să aducem celor apropiați și îndepărtați marea veste că cu Adevărat a înviat Hristos! Amin.

+ KIRIL,

PATRIARHUL MOSCOVEI ȘI AL ÎNTREGII RUSII

Republica Moldova

Învierea Domnului 2013

 
C'è ancora un posto per la Chiesa ortodossa russa nell'Ucraina post-Maidan?

Il 28 luglio si celebra in Russia il giorno del Battesimo della Rus' (il proto-stato degli slavi orientali con la capitale a Kiev). Anche se l'evento originale ha avuto luogo nel X secolo d.C., la sua importanza è esaltata oggi, mentre la Russia si trova ad affrontare molteplici sfide nel corso della guerra civile nella vicina Ucraina, di cui ora Kiev è la capitale.

In questo giorno, la Chiesa ortodossa russa segna il 1025° anniversario del battesimo dei residenti di Kiev per iniziativa di san Vladimir, il principe di Kiev che optò per il cristianesimo ortodosso, il ramo orientale della fede cristiana. Secondo la leggenda, san Vladimir fu visitato anche dai rappresentanti del papa cattolico romano e della religione islamica, ma scelse Costantinopoli, che era al tempo la città più civile in Europa e la culla del cristianesimo orientale.

Nel 1988, le celebrazioni del 1000 ° anniversario del battesimo della Rus' hanno segnato la "riabilitazione" della Chiesa ortodossa in Unione Sovietica, dove fino ad allora aveva affrontato enormi pressioni da parte dello Stato ufficialmente ateo. Così, la festività è ricca di simbolismi per la generazione dei credenti ortodossi di mezza età.

Tuttavia, per la prima volta in molti anni, il patriarca della Chiesa ortodossa russa, che unisce milioni di credenti ortodossi in Russia e in Ucraina, non è stato in grado di viaggiare a Kiev, il sito originale del battesimo. Il motivo era il cattivo stato delle relazioni tra la Russia e l'Ucraina. Al Patriarca Kirill è stato consigliato vivamente di non visitare il territorio ucraino da parte del ministero ucraino della cultura. Nei circoli nazionalisti ucraini il Patriarca Kirill è respinto come "alleato di Putin" e portatore di un'ideologia anti-nazionalista del "mondo russo" (questa ideologia, che sottolinea "l'unità spirituale" delle nazioni ortodosse dell'ex Unione Sovietica, è diventata un anatema per la nuove autorità di Kiev).

Il patriarca Kirill, che ha impegnato la giornata a celebrare una funzione a Mosca, era visibilmente deluso di non essere stato in grado di viaggiare a Kiev. Da punto di vista formale, il suo ostracismo da parte di Kiev è immeritato. Durante i mesi del conflitto russo-ucraino non ha detto una sola parola a sostegno della fusione della Crimea con la Russia, ha anche lasciato le chiese ortodosse in Crimea sotto la giurisdizione metropolitana di Kiev. Il ramo della Chiesa ortodossa russa in Ucraina (chiamato ufficialmente la Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca) ha espresso la sua insoddisfazione per l'interdizione del ministero della cultura ucraina alla visita del Patriarca di Kiev, definendola un'ingerenza negli affari interni della Chiesa.

In pubblico, il patriarca Kirill stesso non ha detto una parola sul suo dolore, ma fin dall'inizio del nuovo governo nazionalista a Kiev, non ha fatto un segreto della sua opposizione alle pressioni sulla Chiesa ortodossa ucraina collegata a Mosca.

Ecco cosa ha avuto da dire per quanto riguarda la "guerra fredda" tra Stato e Chiesa ortodossa in Ucraina: "Voglio rivolgermi oggi a tutto il popolo ucraino. Le autorità, gli organi statali non dovrebbero interferire negli affari interni della Chiesa. I problemi della Chiesa non possono essere risolti con la forza e le pressioni. L'unità della Chiesa non si può ottenere con azioni violente. Mai nella storia dell'umanità i problemi spirituali sono stati risolti con successo per mezzo della coercizione. "

In questo discorso, il patriarca si riferiva a vari tentativi da parte di attivisti nazionalisti ucraini di impadronirsi di diversi locali importanti del ramo ucraino di Chiesa ortodossa russa, tra cui la famosa Lavra delle grotte di Kiev (che comprende alcune importanti reliquie dei santi della Santa Rus'). Il tentativo è fallito a causa della resistenza dei parrocchiani e dei monaci, ma l'atteggiamento dello Stato ucraino verso la chiesa collegata a Mosca è deteriorato dal momento della rivoluzione di Maidan nel febbraio di quest'anno.

L'arciprete Andrej Tkachëv, ex rettore di una delle più grandi parrocchie di Kiev, ha dovuto trasferirsi a Mosca dopo aver parlato in modo critico della violenta presa di potere a Kiev da parte degli attivisti nazionalisti del movimento di Maidan. Ora l'arciprete Andrej Tkachëv è preoccupato per il futuro dei suoi colleghi preti ortodossi nella nuova Ucraina sedicente "europea".

"Per quanto riguarda la chiesa, penso che i nazionalisti infantili, giunti al potere a Kiev, scaricheranno sulla Chiesa tutte le colpe per ciò che essi percepiscono come arretratezza dell'Ucraina. Gli ucraini che all'interno della Chiesa accettano questo punto di vista, presto rifiuteranno tutti i legami tradizionali della Chiesa con Mosca. Ci saranno alcuni che non sono d'accordo, che cercano solo di aspettare all'esterno mantenendo il silenzio. Quanto a coloro che sono apertamente e fortemente contrari a recidere i legami con Mosca - queste persone diventeranno nemici aperti del nuovo regime. Rabbrividisco al pensiero di ciò che li attende, sono troppo spaventato per immaginarne i dettagli", ha detto l'arciprete Andrej Tkachëv.

Il destino dell'arciprete Andrej Tkachëv non è unico. Diversi altri sacerdoti ucraini dissenzienti, caduti in disgrazia con il nuovo regime, hanno dovuto anch'essi lasciare l'Ucraina e trasferirsi in Russia. Per esempio, Maksim Volynets, un sacerdote della regione contesa di Lugansk, ha dovuto lasciare la regione con la moglie e i cinque figli. Ora vive nella regione di Mosca. La conseguenza più dolorosa della guerra civile per lui è stata la sua lite con i genitori che vivono a Kiev e condividono il punto di vista del nuovo governo. La guerra civile in Ucraina divide non solo chiese e confessioni, ma anche le famiglie dei sacerdoti.

 
Lo zelo come malattia spirituale

Introduzione

Alcune persone parlano di 'cristiani zelanti', come se questa fosse una buona cosa. Tuttavia, io sono sempre profondamente turbato da quella frase, per la semplice ragione che lo zelo non è affatto buono. Infatti, ci sono due tipi di zelo: uno è basato sull'orgoglio, l'altro sull'umiltà. Il fatto triste è che il primo tipo, nella mia esperienza, è molto più comune dell'ultimo. Lo zelo è spesso una malattia spirituale, a meno che non possa essere incanalato dall'obbedienza all'esperienza.

Zelo cattivo = disprezzo per gli altri: il ciclo formato da orgoglio, isolamento, scoraggiamento e abbandono della fede.

L'orgoglio viene prima della caduta – questa è la legge spirituale in tutte le situazioni. E l'orgoglio è alla radice dello zelo cattivo con i suoi confronti farisaici con gli altri. L'orgoglio dice: 'Io sono meglio di loro'; 'io posso fare tutto meglio di loro'; 'per quanto riguarda gli altri, che non vengono sempre in chiesa, che non pregano come me, che non si segnano spesso e non tengono i digiuni strettamente come me, sono tutti degni di essere criticati da me'. Ironia della sorte, l'orgoglio si vanta sempre: 'Io sono peccatore e indegno'. (Lo sappiamo già che sei peccatore e indegno, come il resto di noi: è parte del fatto di essere umani. Smettila di essere un fariseo). Sii intollerante degli altri e settario – e sei sulla buona strada verso l'uscita dalla Chiesa imposta da te stesso. Sii letterale in tutto, non essere mai indulgente e non mostrare alcuna 'economia' pastorale (dispensazione a causa di debolezze).

Grazie alla tua montagna di orgoglio narcisista, ti troverai presto in uno stato di auto-isolamento. Fuggirai dagli altri, ma anche gli altri fuggiranno da te, poiché il tuo orgoglio moralista e le tue arie di superiorità e la tua faccia truce li faranno scomparire. E queste cose le farai a te stesso. L'isolamento è del tutto colpa tua. Il risultato è lo scoraggiamento, la depressione e la disperazione per te, ma non per gli altri. Lo stadio finale è quando rinunci, abbandoni la Fede perché non puoi più continuare. Questo è perché hai creato un diabolico muro di mattoni contro il quale hai battuto la testa per così tanto tempo che l'alternativa alla rinuncia per te è diventata la follia. La strana cosa è che coloro che hai criticato in modo così spietato e arrogante come cattivi cristiani all'inizio saranno ancora lì. Ma tu non ci sarai.

Zelo buono = amore di Dio: il ciclo formato da umiltà, socievolezza, incoraggiamento e discernimento.

Lo zelo buono, cioè l'amore di Dio, cresce dall'umiltà, dalla volontà di imparare a poco a poco da ciascuno. La parola umiltà deriva infatti da 'humus', la parola latina che significa terra, perché solo quelli che hanno i piedi per terra sono realisti, e si può costruire solo su un terreno solido – mai nell'aria infestata dai demoni. Per imparare, devi prima ammettere che non sai niente, che sei venuto per imparare, non per insegnare e predicare, che hai un'enorme quantità di cose da imparare e che ci vorrà un lungo, lungo tempo, che è vitale andare per gradi, che in questo i libri ti aiuteranno poco, che devi imparare da altri esseri umani che hanno l'unica cosa che non puoi ottenere dai libri – chiunque tu sia –, l'esperienza. Se inizi a correre prima di aver imparato a camminare, inevitabilmente cadrai (vedi sopra). Impara quindi a camminare prima di correre.

Se hai umiltà, avrai la volontà di imparare. E per questo devi essere socievole, parlare con gli altri, in modo da poter imparare da loro, facendo domande, essendo pronto ad ascoltare, obbedendo e servendo. Se sei socievole e stai con gli altri, non conoscerai l'isolamento e quindi lo scoraggiamento che viene dall'isolamento, perché troverai incoraggiamento dagli altri in qualsiasi semplice contatto umano. Ecco perché i monaci e le monache vivono in comunità, non in isolamento. Dopo tutto, tu sei nuovo, gli altri sono stati lì molto prima di te e, inoltre, sono ancora lì. Se vuoi essere come loro, copiali perché hanno discernimento, cioè la capacità di vedere la psicologia che sta dietro a quello che la gente dice e fa. È l'opposto della cecità spirituale. Ed è la chiave per la sopravvivenza, la tua sopravvivenza.

Conclusione

Dopo oltre quarant'anni, posso scrivere quanto sopra. Posso riassumerlo per mezzo della seguente storia che è avvenuta sei anni fa. Un sacerdote ex anglicano in una giurisdizione di convertiti si è vantato con me di avere 'fatto' 200 'convertiti' in 15 anni. La mia reazione è stata di chiedergli quanti avevano abbandonato la fede. Mi ha risposto con vergogna: "Quasi tutti". Vorrei che quell'uomo fosse diventato ortodosso prima di essere ordinato. Era un uomo malato.

 
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I principi dell'architettura ortodossa espressi in un edificio secolare

Edmund's Oast Exchange, Charleston, South Carolina. Progettato da Andrew Gould. Completato nel 2017

Se posso chiedere l'indulgenza dei miei lettori, vorrei presentare uno dei miei progetti che, decisamente, non è arte liturgica ortodossa. In piena vista, è un tempio di un'altra liturgia, piuttosto laica: l'acquisto e la vendita di birre artigianali e vini pregiati. Ma, prima che mi rimproveriate per aver descritto una birreria in una rivista di arti liturgiche, vorrei ricordarvi che abbiamo periodicamente pubblicato storie su come le arti liturgiche ortodosse possono portare bellezza e redenzione nel mondo secolare. La musica sacra corale eseguita in sale da concerto secolari è un esempio ovvio, e la nuova orchestra di Vladimir Gorbik, che esegue musica sinfonica classica con una tecnica di performance informata dagli ortodossi, è un esempio più sottile. Quindi, se la musica liturgica può essere una buona influenza sulle arti secolari, allora può esserlo anche l'architettura liturgica.

Il progetto che vorrei condividere con voi si è rivelato un'opportunità ideale per realizzare molti dei principi del design della Chiesa ortodossa di cui ho scritto in passato. In molti modi, li manifesta meglio rispetto a un tipico progetto di costruzione di chiese. In questo mi è stato dato un budget generoso e la libertà di progettare ogni aspetto dell'edificio come ho ritenuto opportuno (nessun comitato di costruzione, grazie a Dio!): sono stato in grado di progettare con una purezza e coerenza che è raramente possibile in un lavoro di chiesa.

Il progetto è iniziato nel 2015. L'idea era di spostare un negozio esistente – il Charleston Beer Exchange – accanto a Edmund's Oast, un raffinato pub/birreria con un tema dell'era coloniale. Il nuovo negozio avrebbe venduto birra artigianale e vino pregiato da tutto il mondo, offrendo bottiglie dell'eccezionale birra prodotta nella porta accanto. Il ristorante aveva già costruito alcuni portici con la struttura in legno, e avevano l'idea di fare il negozio usando questo sistema di costruzione. La società di costruzioni mi ha chiesto di realizzare il progetto a causa della mia familiarità con le strutture in legno.

Uno dei principi principali che sostengo per l'architettura delle chiese è che tutti i materiali dovrebbero essere usati onestamente. Dovrebbero essere fedeli alla loro natura e non mascherati da qualcosa che non sono. Questo è il motivo per cui, per esempio, mi rifiuto di progettare una chiesa con strutture in legno e di coprirla con impiallacciatura di mattoni o stucco per imitare una chiesa in muratura. Il legno e la muratura hanno ciascuno le proprie qualità, la propria bellezza.

Così ho iniziato questo progetto dicendo che la struttura in legno sarebbe stata esposta all'interno della struttura, esprimendo pienamente la sua natura strutturale scheletrica, ovviamente facendo il suo lavoro di sostegno dei pavimenti e del tetto. L'esterno sarebbe stato racchiuso in un involucro in muratura, il materiale perfetto per l'esposizione alle intemperie, una copertura solida e simile a una fortezza intorno ai beni preziosi e fragili all'interno.

Ho insistito sul fatto che il telaio in legno e il rivestimento in muratura fossero costruiti in modo completamente autentico, ciascuno fedele alla sua natura strutturale. Il telaio in legno è incassato, ancorato e rinforzato, un'elaborata rete di colonne e travi che sostengono l'intero peso dell'edificio. Le pareti in muratura sono solide e pesanti – colonne spesse sostengono vere arcate in mattoni, portando il peso a terra come da millenni si fa con le costruzioni in muratura. E al ferro – le scale, i lampadari, persino i condotti e gli irrigatori d'emergenza – è permesso di esprimere la propria natura, in linee sottili e nere, completamente diverse dal legno o dalla pietra.

Un altro principio dell'architettura ortodossa è la sua qualità della luce. La liturgia ortodossa è un'esperienza introversa, quindi le finestre sono poche e in alto. Alla luce è permesso di fluire nel centro della chiesa, ma le navate laterali sono tenute più all'oscuro, per stratificazione e mistero – l'espressione dell'eternità. Mi è sembrato che questa stessa luce fosse l'ideale per questo negozio. Dal momento che le pareti sarebbero state tutte rivestite da scaffali, le finestre sarebbero state problematiche. Così ho progettato una cupola per far entrare la luce dall'alto e un atrio aperto al secondo piano in modo che la luce potesse arrivare fino in fondo. E ho appeso al centro un lampadario di ferro con lampadine a basso voltaggio – lo stesso tipo che creo per le chiese (tranne che ho sostituito le solite croci con bottiglie di birra, che Dio mi perdoni!). Questo dà una luminosità calda al centro dello spazio, quella qualità sacra della luce che è così confortante in chiesa e in casa allo stesso modo.

La bellezza introversa di questa architettura è piuttosto interessante. Entrando nel negozio, ci si dimentica istantaneamente del mondo esterno. Il direttore del negozio mi dice che diverse persone hanno detto che vorrebbero solo trasferirsi a vivere lì. (Non penso che ricevano commenti del genere al centro farmaceutico Walgreens). Anch'io ho notato il comportamento strano della gente: scelgono i loro acquisti, ma poi non se ne vanno: restano semplicemente lì a guardarsi attorno, apparentemente un po' disorientati, fino a quando un impiegato chiede loro se sono pronti a uscire. È molto simile a quel modo in cui le persone non se ne vanno alla fine di un servizio ortodosso, ma si attardano nella bellezza del posto, isolate dalle preoccupazioni del mondo. Sono tentato di dire ai clienti che se a loro piace il negozio, allora vengano in chiesa!

Un altro principio di architettura ortodossa (e di ogni buona architettura, se per questo) è di utilizzare materiali locali e tradizioni artigiane locali. Charleston, in South Carolina, è in molti modi la città più storica d'America, quindi qui c'è molto da lavorare. Abbiamo fatto costruire la struttura in legno da docenti e studenti dell'American College of the Building Arts, l'unico college di 4 anni della nazione che offre lauree in arti costruttive tradizionali. Il loro campus è solo a pochi isolati dal negozio e il progetto ha messo in uso i loro talenti in modo meraviglioso. (Per inciso, credo che sia il primo edificio interamente a struttura in legno costruito nel centro di Charleston nei tempi moderni). Ho specificato che tutto il legno dovrebbe essere pino giallo meridionale, il nostro legname locale, con una finitura ad olio trasparente per mostrare la sua bellezza naturale. Gli stessi artigiani hanno costruito tutte le scaffalature e gli arredi secondo le mie specifiche esatte, con le centinaia di mandrini torniti fatti a mano da un tornitore di legno locale.

La muratura è stata una sfida interessante. Volevo davvero che assomigliasse agli esterni di un edificio storico di Charleston, con dettagli in mattoni. Ma i muri di mattoni pieni non sono conformi alla sicurezza in casi di terremoto. Così ho progettato le pareti in blocchi di cemento, rinforzate e stuccate solide, con strati di mattoni inseriti nel blocco. Come mattone abbiamo usato un materiale artigianale locale, probabilmente vecchio di circa cento anni, recuperato da un vecchio edificio e acquistato in un vicino deposito di salvataggio.

Ho dovuto insegnare ai muratori come costruire autentici archi portanti. Lo abbiamo fatto in modo antico, costruendo i centri in legno e posando i mattoni, usando linee di compasso per mantenere i corsi concentrici. L'uso di vecchi mattoni mal assortiti ha impedito al risultato di essere troppo perfetto – la solita pecca delle costruzioni moderne. Quando si arriva allo stucco, insisto sempre su alcune irregolarità, in modo da poter vedere il tocco umano degli artigiani che lo hanno applicato. La mia soluzione consueta è di dire ai muratori di farla sembrare una vecchia chiesa del Messico, e allora sanno esattamente quello che voglio.

C'è molto di più che potrei dire sul progetto. Ci sono state alcune importanti sfide burocratiche, come l'approvazione del Board of Architectural Review, che deve approvare qualsiasi costruzione nel distretto storico e la progettazione di un sistema di impermeabilizzazione, poiché si trova a soli 3 metri e mezzo sopra il livello del mare. Ma, cosa più importante, mi sono commosso nel vedere quanto erano felici tutti gli operai a essere parte di un progetto come questo. Sono stati tutti molto orgogliosi del loro lavoro e hanno espresso gratitudine per l'opportunità di costruire qualcosa di veramente bello. Il progetto sembrava un piccolo pezzo di redenzione dell'industria delle costruzioni e dell'ambiente costruito.

Anche se non è una chiesa, mi auguro che questo progetto doni a tutti noi l'idea di quanto sarebbero belle le nostre chiese se fossero costruite secondo questi principi ragionevoli di progettazione e costruzione.

Andrew Gould è un designer e artista liturgico le cui due specialità sono le chiese ortodosse e lo sviluppo degli spazi interni nel distretto storico di Charleston.

 

 
Personalismo o escatologia: teologia irreale o teologia reale? Un punto di vista di un parroco

C'è una storia della vita del molto venerato anziano Ioann (Krestjankin) (+2006) di come un giovane studente venne a trovarlo presso l'accademia teologica e si è presentò come un 'teologo'. L'anziano Ioann gli rispose: 'Dunque, tu sei il quarto?' Nella sua immaturità il giovane studente, naturalmente, non capì, così chiese all'anziano cosa volesse dire. L'anziano Ioann rispose: 'Ci sono stati tre teologi nella Chiesa: san Giovanni, san Gregorio e san Simeone il Nuovo. Stai sostenendo di essere il quarto?' Lo studente fu umiliato dalla vergogna.

È un fatto curioso che la teologia accademica (avremmo preferito chiamarla filosofia accademica) 'ortodossa' differisce enormemente dalla vera teologia ortodossa. Gli accademici come i defunti padri Nikolaj Afanas'ev e Aleksandr Schmemann o il metropolita Ioannis Zizioulas e il loro agglomerato di seguaci a New York, Istanbul, Parigi e Oxford, si concentrano tutti sul personalismo, in altre parole sulla strana mistura di impenitente natura umana decaduta (umanesimo) all'interno di un guscio esteriore di Ortodossia, o, come potremmo chiamarla, 'umanesimo con le icone'. Con la sua risurrezione dell'eretica 'salvezza per tutti' di Origene e dell'intellettualistica mistificazione gnostica, il personalismo è un'astrazione che non ha vita propria al di fuori del mondo accademico.

Tuttavia, i veri teologi ortodossi, come il santo Jiustin di Chelije, non si sono concentrati sull'umanesimo (o sul personalismo, per dargli il suo nome travestito), ma sulla divinoumanità. In altre parole, questo è il modo in cui la natura umana caduta deve essere trasfigurata dal pentimento prima di poter ottenere la dignità, cioè prima che il cuore umano possa diventare degno di ogni conoscenza di Dio e così della rivelazione, che può poi passare alla mente. È strano, infatti, che teologi accademici 'ortodossi' si siano dovuti ispirare a umanisti non ortodossi come il luterano Jakob Boehme tramite la filosofia semi-marxista della disincarnazione di Berdjaev per le loro idee sul personalismo.

Piuttosto che cercare di parlare agli accademici occidentali post-cristiani e davvero atei in termini umanistici che questi sarebbero stati appena in grado di capire, anche se ne sarebbero stati ben poco interessati e avrebbero considerato come irrilevanti, non sarebbe stato meglio parlare a tutto il mondo occidentale della pienezza della teologia ortodossa senza compromessi? Non solo la minoranza spiritualmente viva del popolo occidentale sarebbe interessata a conoscere il cristianesimo non diluito (questo è ciò che è semplicemente l'Ortodossia), ma anche noi ortodossi saremmo stati interessati. La fede non si approfondisce per mezzo di intellettualismi; la fede si approfondisce per mezzo delle rivelazioni di Dio al cuore dell'uomo. Questo è esattamente ciò di cui trattano i Vangeli.

Il fatto è che i devoti ortodossi medi non hanno mai sentito parlare degli oscuri e poco venduti libri (e tanto meno li hanno letti) di qualsivoglia dei 'teologi' accademici contemporanei che affermano di essere ortodossi, come il metropolita Ioannis Zizioulas; essi sembrerebbero essere solo per il consumo intellettuale dei non-ortodossi, non per i pescatori della Galilea. Ma il pio ortodosso medio ha sicuramente sentito parlare e conosce, legge e venera autori di grande tiratura come san Paissio l'Athonita, i padri Seraphim (Rose) e Arsenie (Boca) e l'anziano Ioann (Krestjankin), veri teologi ortodossi, che nutrono i nostri cuori, non i nostri cervelli, nello spirito dei pescatori della Galilea.

Forse i 'teologi' accademici dovrebbero indirizzarsi al mondo ortodosso reale, e non a quello irreale o virtuale, parlando ai veri e propri ortodossi nelle parrocchie e nei monasteri. Nel vero contesto ortodosso si dimenticherebbero delle fantasie filosofiche del 'personalismo' (la parola è sconosciuta ai Padri e a tutti gli ortodossi) e parlerebbero di pentimento, di messianismo e della Terza Roma. Noi viviamo, dopo tutto, in un'epoca di apostasia, negli ultimi tempi e in un mondo globalizzato, in cui il pentimento, il messianismo e l'universalità della Terza Roma sono rilevanti più che mai. In altre parole, l'escatologia, la teologia degli ultimi tempi, è ciò di cui avrebbero bisogno di parlare e di scrivere.

Il cristianesimo ortodosso è l'Alfa e l'Omega, e parla non solo del principio del mondo, ma anche della fine. Noi non parliamo di una crisi ecologica alla moda o di qualsiasi altro ismo, per quanto queste cose possano essere alla moda nei circoli accademici incestuosi, ma del mistero dell'iniquità e di come possiamo contrastare la comparsa dell'Anticristo, in attesa della seconda venuta. Oggi, mentre parliamo della civiltà universale della Santa Rus' in contrasto con l'ideologia liberale occidentale anticristiana, dobbiamo parlare delle cose ultime, dell'escatologia, non dell'umanesimo, con o senza le icone.

La Chiesa ortodossa russa è l'ultima barriera contro la globalizzazione e l'occidentalizzazione. È per questo che Zbigniew Brzezinski ammette pubblicamente che vuole distruggerla. È l'ultimo baluardo a difesa del suo gregge dal gioco demoniaco del post-modernismo, a cui praticamente tutto il mondo occidentale è soggiogato e la cui malattia decompone tutto ciò che tocca. La Chiesa russa è l'ultima fortezza della fede, che continua a tenere a freno l'apostasia (2 Ts 2:6), fin dai tempi del 'Concilio' di Firenze e della caduta interna ed esterna della Nuova Roma nel XV secolo.

Davanti ai nostri stessi occhi, negli ultimi dieci anni, la Russia è diventata visibilmente la terza e ultima Roma e la Chiesa russa è diventata la Chiesa degli ultimi tempi. L'escatologia, la rivelazione e la conoscenza delle cose ultime, è il grande contributo della Chiesa russa al mondo contemporaneo. A ciò si è arrivato non attraverso le speculazioni di accademici in città non ortodosse e invero anti-ortodosse, ma attraverso le sofferenze di milioni di nuovi martiri e confessori. Questo è il ministero e l'offerta della Chiesa russa al mondo contemporaneo.

Parlando di Dostoevskij, il grande teologo e santo serbo, san Giustino di Chelije, scrisse profeticamente: 'L'Ortodossia è portatrice e custode dell'immagine più luminosa di Cristo e di tutte le forze divino-umane e questa è la 'parola nuova' che la Russia... deve annunciare al mondo '. Questa 'parola nuova' non è tratta da alcun miscuglio modernista di 'personalismo', ma dall'eternità e, come tale, deve essere ascoltata, perché 'quando vedrete tutte queste cose, sappiate che è vicino, proprio alle porte' (Mt 24, 33).

 
Risposta a una domanda sulla meditazione buddhista

Un lettore mi ha scritto di avere iniziato a scoprire se stesso attraverso la meditazione buddhista nonostante 25 anni di pratica cristiana ortodossa. Ha chiesto il mio punto di vista. Questo è quello che gli ho scritto.

Caro E.,

Non ne so abbastanza del buddhismo o specificamente della meditazione buddhista per fare commenti intelligenti. Né conosco personalmente te né la tua esperienza di cristiano ortodosso, né la tua pratica di meditazione. Pertanto, farò solo alcune osservazioni e commenti molto generali su questo tema: perché, dopo avere vissuto molti anni, e forse dopo essere cresciuti, in un pio contesto cristiano ortodosso, alcuni sembrano aver avuto la loro vita spirituale sconvolta da un incontro o da una pratica di cristianesimo eterodosso o anche di una fede non cristiana?

Non so perché a volte capita che i cristiani ortodossi trovino una pratica o una prospettiva nel cristianesimo eterodosso o persino in una fede non cristiana, che si rivela molto utile nel farli avanzare nelle virtù che la Chiesa ortodossa tiene in alta stima. Conosco un sacerdote devoto e apparentemente santo che è cresciuto nella Chiesa ortodossa, è andato dagli evangelici verso i vent'anni perché trovava che la sua fede ortodossa era morta. Poi, verso i trent'anni, è ritornato alla fede ortodossa con uno zelo evangelico per la profondità della saggezza, della bellezza e della verità della fede della sua infanzia. Perché ha dovuto lasciare la Chiesa per trovare la Chiesa? Oppure, come nel tuo caso, E., perché alcune persone devono guardare fuori dalla Chiesa per trovare una pratica di meditazione che li aiuti a trovare se stessi?

Mi chiedo se a volte certe persone (o monasteri o anche intere culture) non si fissino su certi aspetti della fede ortodossa nella misura in cui ignorano gli altri. Può accadere che mentre ci si concentra intensamente su alcuni aspetti importanti della fede ortodossa, si può involontariamente ignorare altri aspetti ugualmente e forse anche più importanti della stessa fede. Può darsi che, come sottolineò Gesù ai capi religiosi del suo tempo, noi filtriamo i moscerini e inghiottiamo i cammelli. Una persona che mangia solo verdure a foglia verde si troverà molto probabilmente indebolita o addirittura malata, indipendentemente da quanto siano importanti le verdure a foglia verde nella sua dieta. E l'ironia è che alcune persone, magari con determinati problemi di salute, potrebbero prosperare con una dieta costante di verdure a foglia verde, mentre la stessa dieta farebbe indebolire e ammalare la maggior parte delle persone in buona salute. Ma vedendo prosperare questi pochi individui, alcuni presumono che tutti dovrebbero seguire la loro dieta, nonostante le prove che in tal modo la maggior parte delle persone non prospera.

Trovo interessante il fatto che lo stesso identico giudaismo del primo secolo che ha prodotto i santi Zaccaria ed Elisabetta e il loro figlio, san Giovanni il Precursore, e i santi Gioacchino e Anna e la loro figlia la santissima Theotokos, ha prodotto anche il sommo sacerdote che condannò il nostro Signore Gesù. Era la stessa religione che ha prodotto gli scribi e i farisei che Gesù condannava. La stessa. Quando le guardi in questo modo, categorie come pio o zelante o fedele non hanno davvero molto significato. Due persone possono seguire la stessa fede ortodossa nella lettera, e una vede solo la lettera mentre l'altra passa attraverso la lettera allo Spirito. Una sperimenta la lettera che uccide, e l'altra lo Spirito che dà la vita.

Non so perché sembra andare in questo modo. Sono stato in monasteri dove l'amore e la compassione dei fratelli l'uno verso l'altro e verso i visitatori è così travolgente che il rigoroso digiuno e le lunghe veglie sembrano essere meno importanti, semplici mezzi per un fine. Sì, il rigoroso digiuno e le lunghe preghiere nella notte sono gli stessi, ma in qualche modo sembrano meno importanti, o meno rilevanti, alla luce dell'amore dei fratelli per Dio e l'uno per l'altro. Altri monasteri sembrano fare tutto secondo la regola, tutto per bene, tutto per identificare e filtrare il moscerino non ortodosso. E per tutto il tempo, la parte dell'amore sembra difficile da trovare. A volte in un tale contesto l'amore è persino ridotto all'obbedienza, come se il principio, o la regola stessa, fosse ciò a cui assomiglia l'amore. In realtà ho sentito persone dire cose molto simili a questa.

E di nuovo, è una profonda ironia per me che alcune persone sembrino davvero prosperare in quest'ambiente cristiano ortodosso che sottolinea le regole. Altri non ci riescono. Ho alcuni parrocchiani che in realtà mi hanno rimproverato di essere troppo morbido con loro nella confessione, come se per loro io non prendessi la fede abbastanza sul serio. Ho altri parrocchiani che cadono nella disperazione al mero cenno di una parola dura o di un tono severo, ma che rispondono molto bene all'incoraggiamento. E ogni sacerdote ha le sue tendenze, alcune più severe, altre più gentili. Molto dipende dal relativo discernimento del sacerdote (o dalla sua mancanza) e da questioni come la sua esperienza, le sue aspettative e la sua personalità. A volte, forse, un sincero credente cristiano ortodosso potrebbe non essere in grado di vedere la verità e gli strumenti disponibili nella fede ortodossa perché non ha incontrato un padre o una madre spirituale che gli parli, e che lui possa sentire.

Nell'omelia 66, nella prima sezione, sant'Isacco il Siro traccia la via verso la "conoscenza spirituale", usando immagini di luce e vista, visione e oscurità. Con la conoscenza spirituale, penso che sant'Isacco si riferisca alla vera conoscenza delle cose come sono, una conoscenza spirituale del mondo, di se stessi e (almeno in una fase iniziale) di Dio. Nell'ultimo paragrafo della sezione parla degli ostacoli a questa conoscenza e sottolinea che "la maggior parte degli uomini non è in grado di raggiungere un grado di perfezione nella conoscenza spirituale". Tra questi ostacoli egli elenca "l'incapacità di trovare un insegnante e una guida" insieme agli "ostacoli di tempi, luoghi e mezzi".

Non tutti i padri spirituali sono adatti a tutti coloro che cercano di crescere nella loro fede e nella loro conoscenza spirituale, pochissimi sacerdoti o vescovi o monaci sono guide adatte a tutti. L'esercizio spirituale che porta uno alla salvezza può creare solo orgoglio o depressione oppure niente in un altro. A volte dobbiamo continuare a cercare l'insegnante giusto, il momento giusto, il posto giusto, i mezzi giusti. Una volta ho letto da qualche parte che san Pacomio il Grande accettava solo un terzo degli uomini e delle donne che venivano a unirsi ai suoi monasteri. Diceva ai due terzi di quelli che venivano da lui: "La salvezza può essere possibile per te, ma non qui." La salvezza viene a coloro che cercano, chiedono e bussano. Non ci sarebbe alcuna ricerca se la prima porta a cui bussiamo si aprisse subito.

E così mi chiedo ad alta voce: è possibile che, se uno rimane bloccato in un particolare contesto cristiano ortodosso e non è in grado di progredirvi, Dio usi qualcosa dall'esterno della fede per scuotere questa persona facendole ritrovare i sensi, aprire i suoi occhi, rompere la sua cristallizzazione mentale? Non lo so. So che in qualche occasione mi sono ispirato a un romanzo scritto da un cristiano eterodosso o addirittura ateo. So che ho trovato che alcuni esercizi di posture yoga sono utili, specialmente dopo essere rimasti per diverse ore in piedi in Chiesa. Ciò significa che l'induismo va bene o che gli atei dovrebbero insegnare la fede? No, per niente. Ma penso che significhi che i cristiani ortodossi sono liberi di usare ciò che è utile, di masticare la carne e di sputare gli ossi.

Ma dobbiamo stare attenti; dobbiamo discernere. Dobbiamo stare attenti e discernere su ciò che possiamo prendere in prestito al di fuori della fede perché in queste pratiche estranee ci sono molte conseguenze che noi non vediamo. Dobbiamo ascoltare le persone sagge nelle nostre vite, i santi che ci hanno preceduto e quelli che ci conoscono bene in questa vita. Dobbiamo mettere tutto alla prova, ci dice san Paolo, e tenere ciò che è vero e buono.

Infine c'è il problema dell'uovo e della gallina. Il mio padre spirituale mi ha insegnato a respirare in un certo modo quando dico la preghiera di Gesù (a volte, non sempre). Di recente, nella sala d'aspetto del medico, c'era un grande pannello che offriva consigli sulla salute. Il consiglio che il pannello offriva riguardo a vari disturbi mentali era di respirare in un modo molto simile a quello che mi aveva raccomandato il mio padre spirituale ortodosso. E così, quale è venuto prima? È la Chiesa che ha preso in prestito tecniche di respirazione da altri, o sono gli altri che le hanno prese dalla Chiesa? Più probabilmente, non è né l'una né l'altra cosa. Gli esseri umani sono esseri umani, ortodossi o non ortodossi, cristiani o buddhisti o indù o atei.

E un essere umano funziona meglio se si prende del tempo ogni giorno per respirare un certo modo ed estendere il suo corpo in determinati modi. Potrebbero essere stati gli indù che per primi hanno sviluppato questi esercizi in una pratica sistematica (intrecciata con molti pericolosi – dal punto di vista cristiano ortodosso – concetti e presupposti indù). Tuttavia, resta il fatto che i corpi umani possono trarre grandi benefici dall'estensione sistematica dei muscoli del corpo. Allo stesso modo, alcune tecniche di respirazione e esercizi mentali possono essere universalmente utili per tutti gli esseri umani anche se queste tecniche ed esercizi sono stati sviluppati in modo più sistematico in un contesto non cristiano.

La Chiesa ha iniziato a cristianizzare aspetti della cultura pagana fin dall'inizio. Tuttavia, bisogna stare molto attenti che tali aspetti si stiano davvero cristianizzando. Cioè, bisogna essere consapevoli. L'arte, l'architettura, la retorica e persino la filosofia del mondo greco pagano sono state in gran parte cristianizzate. Questa cristianizzazione continua ancora oggi, ma devi prestare attenzione a ciò che stai facendo e pensando. La meditazione può, credo, essere cristianizzata. Ma dobbiamo stare molto attenti che la meditazione o lo yoga non rendano noi buddhisti o indù, piuttosto che permetterci di cristianizzare le varie pratiche non cristiane.

E qui, mi permetto di dire, è necessaria la pienezza della Chiesa. Molto probabilmente io sarò ingannato se tenterò da solo di cristianizzare qualche pratica pagana. Quindi il mio consiglio è di procedere lentamente e attentamente, con tutto il discernimento che hai, essendo aperto a rimproveri e correzioni. Nessuno di noi ha tutti i doni, tutto il discernimento necessario per separare la luce dalle tenebre.

 
Pastorala Episcopului Nestor al Corsunului la Învierea Domnului 2013

Iubiţi întru Domnul părinţi, fraţi şi surori!

Hristos a Înviat!

Vă salut pe toţi, dragii mei, cu ocazia celei mai luminoase, celei mai fericite sărbători a anului bisericesc. În primul rând, fericite sărbători – deoarce, probabil, cel mai puternic sentiment pe care îl simţim în sfânta şi mântuitoarea noapte a Învierii lui Hristos, este sentimentul de bucurie şi de sărbătoare. Acesta este acel sentiment anume despre care a vorbit Mântuitorl în ultima sa discuţie cu ucenicii:

“…şi iarăşi vă voi vedea şi se va bucura inima voastră şi bucuria voastră nimeni nu o va lua de la voi.” (Ioan 16, 22)

O, această bucurie pascală, nemărginită, nesecată şi incomparabilă! Ea face ca inimile noastre să bată mai repede, ne face să privim altfel lumea înconjurătoare, ne face să simţim ceea ce este descris de sfântul apostol şi evanghelist Ioan Teologul – că Hristos Mântuitorul ne-a dat putere ca să fim fii ai lui Dumnezeu (Ioan 1, 12), ceea ce înseamnă că noi toţi, într-adevăr, suntem fraţi şi surori unii pentru alţii, toţi suntem copiii Tatălui Ceresc iubitor.

Această bucurie ne schimbă gândurile, ea pătrunde slujba pasсală, îi dă ritmul său, împlând-o din exces – de exclămări de victorie şi triumf:

Paştele Domnului, Paştele! O Paştele! Paştele cele frumoase!

Fie ca acestă bucurie să intre în fiecare casă şi în fiecare familie. Fie ca ea să lumineze soarta fiecărui om, să-l susţină pe fiecare pe drumul vieţii.

Din toată inima aş vrea să împart bucuria pascală cu fiecare dintre voi, dragii mei, clerici şi mireni ai eparhiei Corsunului, să felicit pe fiecare cu ocazia Paştelui Domnului şi iarăşi, şi iarăşi să Vă adresez aceste cuvinte veşnic vii:

Hristos a Înviat! Cu adevărat a Înviat!

Nestor,

Episcopul Corsunului

Paştele Domnului, 2013, Paris 

 
Un miracolo del Signore: una vera storia di fede

Padre Stojan, della Chiesa della Santissima Trinità nella città bulgara di Dobrich, da oltre otto anni aiuta le persone cadute in disgrazia. Nel 2004, su sua iniziativa è stato costruito un ricovero annesso alla chiesa dove ha servito come rettore dal 1997. Qui le persone che hanno perso ogni speranza nel futuro possono trovare rifugio. Il sacerdote stende la mano per aiutare decine di persone bisognose; madri con i figli, orfani, anziani e persone semplicemente disperate. Tutti trovano la speranza dopo l'incontro con questo cristiano.

Padre Stojan

Questo uomo di Dio è famoso per la sua misericordia in tutta la Bulgaria. Suo zio, padre Georgij, è stato il primo dei suoi parenti a diventare prete; è stato anche il padre spirituale di padre Stojan. Stojan è stato cresciuto nella fede, e ricorda della sua infanzia come lo zio aveva trasformato la casa dei suoi genitori in una chiesa nel villaggio di Zheglartsy. Nel 1962, Stojan entrò in seminario. I primi a diventare sacerdoti nella sua famiglia furono i suoi due fratelli, i gemelli Marin e Nedjalko, e poi il fratello maggiore; anche una delle sue sorelle si sta laureando presso il dipartimento di teologia.

Padre Stojan non guida una macchina grande e non fa uso del suo status di un servo di Dio per migliorare la sua posizione materiale. Oltre a questo, ha costruito sette chiese e un monastero, nutre gli affamati, dà riparo ai poveri, e conforta i disperati.

Nel 2003, tre fratelli musulmani sono venuti da questo sacerdote sperando di trovare cibo e un tetto sulla testa. Uno dei fratelli si chiamava Erkhan. Padre Stojan lo definisce una persona gentile e onesta. I tre fratelli aiutavano padre Stojan di giorno in giorno, costruendo chiese in diversi villaggi. Erkhan ascoltava le istruzioni di padre Stojan con grande sete e riverenza, e la gentilezza del sacerdote aveva una forte influenza su di lui, nonostante le loro religioni differenti.

Erkhan era musulmano, ma più tempo passava con il cristiano Stojan, più vedeva sforzo del prete di fare del bene, più voleva cambiare le sue opinioni religiose. Sua moglie Tanja è cristiana. Erano stati senza figli per tredici anni. Sua moglie concepiva facilmente, ma ogni volta , alla fine della gravidanza, il bambino moriva. Questo era successo nove volte.

Trascorrendo del tempo con padre Stojan e altri sacerdoti, Erkhan li vedeva servire offici di preghiera, e cominciò ad andare di nascosto in chiesa e pregare per Tanja e se stesso. Ebbe una crisi nella sua fede musulmana nel momento in cui la moglie, di nuovo incinta, ebbe un altro aborto spontaneo al quinto mese di gravidanza. Nella disperazione, Erkhan chiese a padre Stojan di battezzarlo, anche se sapeva che sua madre, che era contraria al suo matrimonio con Tanja, ne sarebbe stata molto addolorata. Tuttavia, decise di fare questo passo.

I suoi genitori erano zelanti musulmani – il padre stesso gli aveva insegnato a leggere il Corano , e lo portava con sé, raccontando spesso le storie del Corano a Erkhan. Tuttavia, fu lui a chiedere alla madre di Erkhan il permesso perché suo figlio fosse battezzato. Nel 2009, Erkhan ricevette la fede cristiana con il nome di Emil Ivanov, e più tardi, Emanuil. L'uomo di Dio Stojan divenne il suo istruttore spirituale .

Se sia per la forza della sua nuova fede o per la sua umiltà e grande desiderio, non lo sappiamo, ma nel 2010 è accaduto un miracolo: la moglie di Emanuil gli ha dato un figlio sano, che è stato battezzato con il nome di Alexander. È stata la nascita del bambino per il quale aveva a lungo atteso e sofferto che lo ha ispirato a studiare al seminario teologico, e a diventare ancora più convinto del potere della religione cristiana. Il 27 dicembre 2012, Emanuil è stato ordinato diacono dal metropolita Kirill di Varna.

L'ordinazione di Emanuil al diaconato

Ora il padre diacono è pronto per iniziare il cammino verso il sacerdozio, anche se la sua ordinazione al diaconato è stato un evento molto inaspettato per lui. È stata fatta per decisione personale del metropolita Kirill. Prima, Emanuil serviva come suddiacono e addetto all'altare. Ora, da diacono ha il diritto di leggere certe preghiere in chiesa. Anche il suo primogenito Alexander sta imparando a leggere: è lui che legge il "Padre nostro " .

Il battesimo di Erkhan non è senza precedenti da queste parti. Non è il primo musulmano che ha deciso di cambiare la sua religione dopo aver conosciuto padre Stojan. Nikolina, anche lei musulmana, una volta che si è trovata in una situazione assolutamente disperata è andata in cerca di salvezza dal sacerdote. Ha ricevuto un posto per vivere con i suoi figli, un lavoro per se stessa, sostegno, amicizia e sicurezza per il domani. Per tutto questo bene ha voluto convertirsi alla fede cristiana. La moglie di padre Stojan, Elena, è divenuta la sua madrina.

La biografia di Erkhan è essenzialmente una storia con la virtù cristiana come tema principale, e non uno scontro di religioni. Indipendentemente dalla rapporto scettico di molte persone con le tradizioni e la religione [il cristianesimo ortodosso] del loro paese, ci sono ancora persone in Bulgaria che si convertono per convinzione personale. Questo è un loro diritto.

In questa storia, la cosa importante è il desiderio di alcune persone di aiutare gli altri, a prescindere dalla religione. Dopo tutto, padre Stojan insegna che è Dio a creare le persone, non sono le persone che creano Dio... Questo suona come una leggenda medievale o un racconto di Natale, ma da qualche parte laggiù, nel nord-est della Bulgaria, lontano dalla corruzione morale di oggi, vive un uomo che sta costruendo chiese e monasteri, che sta dando alla gente piccoli miracoli – miracoli tanto grandi o tanto piccoli quanto serve a loro per credere nel Signore.

 
Le guerre culturali dei gloriosi "ucri" del Banderastan

"Ogni volta che sento la parola 'cultura' metto mano alla pistola"

(erroneamente ma molto appropriatamente attribuito a) Hermann Göring

Le guerre culturali sono in pieno svolgimento nel Banderastan. La maggior parte di voi sa che la storiografia ucroide è, per così dire, 'particolare'. Spazia attraverso una completa riscrittura della storia del territorio che dopo il 1991 è stato chiamato "Ucraina", ma comprende tutti i tipi di affermazioni bizzarre circa l'antico popolo degli "ucri" che, ci crediate o no, ha costruito le piramidi d'Egitto, ed è stata la più antica civiltà del pianeta da cui l'antica Grecia ha imparato la maggior parte di ciò per cui è famosa, e i cui gloriosi discendenti includono non solo Petro Poroshenko, ma anche Maria, la Madre di Dio, che a quanto pare non era un'ebrea, ma un'ucroide dagli occhi azzurri. Ma tali guerre non possono essere condotte solo nel passato, devono essere condotte anche nel presente.

Recentemente, il ministero ucroide della cultura ha annunciato la messa al bando di due film realizzati dai russi, "La Guardia Bianca" (basato su un libro di Bulgakov) e "Poddubnij" (una biografia del famoso wrestler Ivan Poddubnij). Questo naturalmente è alquanto patetico, se non medievale. Ma c'è di meglio: il ministero ucroide degli interni ha annunciato, su Facebook, che sta preparando una lista di 500 (cinquecento!) artisti russi che saranno messi al bando in Ucraina perché colpevoli di avere espresso un sostegno alla riunificazione della Crimea con la Russia.

Incredibile, no? In primo luogo questi nobili discendenti degli "ucri" hanno apertamente messo al bando i giornalisti, ora stanno mettendo al bando gli artisti. Immagino che lo vedano come un modo per diventare più euro-compatibili, forse?

I passaggi logici successivi dovrebbero essere quello di sostituire i caratteri cirillici con quelli latini dell'Europa occidentale e di bloccare l'accesso all'Internet russo in Banderastan. O magari vietare il possesso di libri di Bulgakov o Gogol? E sicuramente di mettere fuori legge la musica di Rakhmaninov, Skrjabin o Bortnjanskij.

E nel frattempo, la giunta sta utilizzando missili balistici contro la propria popolazione. Ma nessuno in Europa sembra accorgersene o preoccuparsene. Dopo tutto, non vi è alcuna prova che ci siano dei "gay" uccisi in questi attacchi.

Saker

 
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Problemi nella Chiesa russa contemporanea nelle terre russe

Introduzione

Le difficoltà, gli scandali e i compromessi nella vita della Chiesa nascono sempre da una mancanza di libertà spirituale che si verifica perché l'organizzazione esterna della Chiesa è soggetta a interessi secolari, non a Cristo. Oggi possiamo forse identificare quattro aree preoccupanti nella vita della Chiesa all'interno dell'ex Unione Sovietica.

1. Stesura di rapporti e burocrazia

Una cosa di cui oggi si lamenta la maggior parte del clero all'interno della Russia è la massa dei documenti da preparare. Sono davvero necessari? È il risultato naturale di essere una grande chiesa? Non ne sono sicuro, ma me lo chiedo. Non riesco a ricordare che gli apostoli si preoccupassero di stendere rapporti.

2. Simonia, denaro e lusso

La simonia sembra essere rara in Russia, mentre la Chiesa di Costantinopoli e quella romena ne sono infette. Di fatto, in Russia ho incontrato solo un caso (una richiesta di 10.000 dollari per l'assegnazione a rettore di una parrocchia a Mosca 12 anni fa), ma ce ne possono essere di più. Ricordo ciò che disse una volta uno dei nostri vescovi nella Chiesa fuori della Russia: "Non abbiamo problemi di corruzione finanziaria nella nostra Chiesa. Questo non è perché siamo particolarmente virtuosi, è semplicemente perché non abbiamo soldi". Aveva ragione, ovviamente. L'opportunità fa il ladro, come dice il proverbio.

Per la stragrande maggioranza i preti di parrocchia (e persino i vescovi) in Russia sono poveri. Tuttavia, alcuni chierici e monaci, nelle grandi città dove c'è un sacco di soldi, sembrano essere molto ricchi. Le storie di Mercedes e Suv neri, ecc., sono vere. Li ho visti. Chi guida una di queste auto non è un prete (svjashchennik), ma un pretaccio (pop). Qui c'è corruzione, e la corruzione finanziaria porta rapidamente ad altri scandali, appartamenti privati ​​e...

E perché le chiese devono contenere marmo e oro? Il legno e la vernice dorata vanno bene. Con questi materiali puoi costruire tre chiese invece di una sola allo stesso prezzo. Qui c'è qualcosa di sbagliato. Ma era così anche in una minoranza di chiese prima della rivoluzione, specialmente nelle capitali. Non c'è nulla di nuovo sotto il sole: ma questa non è giustificazione.

3. Nazionalismo e ritualismo / superstizione

L'atteggiamento delle masse lontane dalla Chiesa può essere molto nazionalista: per esempio si confonde la Chiesa con Stalin, che ha perseguitato la Chiesa. Questo sembra andare di pari passo con un ritualismo formalistico fino al punto della superstizione. L'acqua santa fa molte cose, ma non curerà il cancro. Nessun ortodosso istruito dice che una donna non può pregare in chiesa durante il suo periodo mensile. Il patriarca Pavle di Serbia non lo diceva. Alcuni credono chiaramente in un dio superstizioso di odio e di punizione simile a una sorta di dittatore folle, non nel Dio d'amore dei cristiani.

Queste sono opinioni di persone senza esperienza ecclesiale, come quelli che dicono che i bambini nascono handicappati a causa dei loro genitori. Tali opinioni scioccanti, farisaiche e totalmente anti-cristiane non provengono dalla Chiesa, provengono da una mancanza di vita di chiesa, e questa è una mancanza di volontà. Qui 75 anni di ignoranza imposta dai sovietici hanno svolto un ruolo pernicioso, ma oggi non ci sono scuse. Da 25 anni ci sono molti libri, e ora anche siti web. L'unica ragione per l'ignoranza di oggi è che non si desidera imparare. E questo è grave.

4. Atteggiamenti diversi verso il cattolicesimo

La Chiesa russa di oggi ha poco interesse per il protestantesimo. Le attività aggressive e settarie dei protestanti americani (spesso finanziati dalla CIA) nell'ex Unione Sovietica sin dagli anni '90, insieme alla secolarizzazione completa della maggior parte del mondo protestante con la sua sottomissione al politicamente corretto, significa che tale mondo ha poco fascino tra gli ortodossi. Tuttavia, gli atteggiamenti verso il cattolicesimo romano tra le persone istruite variano.

A un estremo, ci sono quelli che sembrano ammirare il moderno neo-cattolicesimo liberalizzato (protestantizzante) e la filosofia ecumenica di Parigi e Crestwood associata all'emigrazione liberale, divorziata dalla Chiesa. Tuttavia, i sostenitori di questa tendenza sono ormai in maggior parte anziani. All'altro estremo ci sono quelli che provano solidarietà, in qualche modo ingenuamente, con il cattolicesimo tradizionalista e i concetti idealizzati dell'Occidente medievale.

Naturalmente, la Chiesa ortodossa non è né l'una né l'altra cosa, e non sta neppure a qualche punto a metà strada tra i due estremi, ma è diversa. La Chiesa è ispirata e informata dall'eterno e puro Spirito Santo, non dall'impurità spirituale delle tendenze umane, secolari e sempre politiche, sia liberali sia conservatrici. Per la Chiesa e per i suoi figli fedeli, il cattolicesimo romano è irrilevante.

Conclusione

Dobbiamo distinguere tra la Chiesa e il clero. La Chiesa appartiene a Cristo, il clero è umano. La Chiesa è perfetta, il clero non lo è. E andiamo in Chiesa per Cristo, non per il clero. Sicuramente non il contrario. I chierici sono chiamati a essere specchi che riflettono Cristo: a volte lo siamo, a volte non lo siamo. Che Dio ci perdoni.

 
In memoriam: schima-archimandrita Placide (Deseille)

Il 7 gennaio 2018, la festa della gloriosa e radiosa Natività di Cristo, lo schima-archimandrita Placide (Deseille) – un famoso asceta e teologo ortodosso francese, fondatore di due comunità monastiche ortodosse in Francia – si è addormentato nel Signore. Il sito web Pravoslavie.ru ha chiesto all'archimandrita Vasilij (Pasquiet) di condividere i suoi ricordi dell'asceta appena deceduto, dal momento che aveva incontrato padre Placide in molte occasioni, e fu sotto l'influenza di padre Placide che si convertì dal Cattolicesimo all'Ortodossia.

lo schima-archimandrita Placide (Deseille)

O Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, riposa il tuo servo lo schima-archimandrita Placide nel tuo Regno!

Ho sentito parlare di padre Placide (Deseille) per la prima volta nel 1975. A quel tempo ero in una "ricerca spirituale" e cercavo un significato e uno scopo nella mia vita. Ero innamorato di una mia compagna di classe e le nostre relazioni erano pure e caste. Un giorno, mentre stavamo camminando all'aperto, lei mi mostrò da lontano l'abbazia di Bellefontaine, dove suo zio era abate. Da quel momento in poi la mia vita è cambiata e ho voluto visitarla con tutto il mio cuore.

L'abbazia di Bellefontaine nel dipartimento del Maine-et-Loire era situata a circa dodici miglia da Tiffauges nel dipartimento della Vandea – il villaggio natale dei miei antenati [fu lì che la reazione e la resistenza monarchica furono particolarmente attive nel corso della rivoluzione francese].

Così, un sabato mattina, partii per l'abbazia di Bellefontaine. Nella mia gioventù di solito facevo l'autostop, ma in quella particolare mattina le macchine non si fermavano, quindi dovetti andare a piedi al monastero e lo raggiunsi solo a mezzogiorno. Ebbi la fortuna di parlare un po' con il maestro della foresteria dell'abbazia. Mi parlò di uno dei padri del monastero che viveva da eremita nel sud della Francia, seguendo le tradizioni del monachesimo orientale. Certo, stava parlando di padre Placide.

All'improvviso la campana cominciò a suonare: il maestro della foresteria si scusò e se ne andò. Allora non conoscevo alcuna regola monastica e non capivo cosa stesse succedendo. In realtà, la campana suonava per segnalare l'inizio dell'Ora sesta e il pasto. Disinformato, non sapevo cosa fare, così decisi di tornare a casa, tanto più perché era un lungo viaggio. E camminai così leggermente, come se "volassi" sulle mie "ali". Forse in quel giorno nacque la mia vocazione alla vita monastica.

l'abbazia di Bellefontaine

Quando lasciai la scuola, nel luglio del 1976, mi trasferii nel sud della Francia, nella comunità della Teofania. Quella comunità seguiva la tradizione cristiana orientale, così mentre ero lì mi sono seriamente preparato per ricevere la tonsura. Ero totalmente assorbito dal rito bizantino e scoprii personalmente le pratiche spirituali del cristianesimo orientale. A quel tempo ero un avido lettore delle opere di padre Placide, vale a dire Il Vangelo nel deserto, La fornace ardente e, in particolare, La scala di san Giovanni Climaco, tradotto dall'archimandrita Placide, che divenne uno dei miei libri preferiti.

Nel 1978, abbiamo appreso che padre Placide si era trasferito sul monte Athos e vi era stato ricevuto nell'Ortodossia; in seguito l'abate Aimilianos lo rimandò in Francia, incaricandolo di fondarvi una dipendenza (metochion) del monastero di Simonopetra.

Sono stato molto felice di sentire quella notizia e nel profondo del mio cuore ho sentito che diventare ortodosso era anche il mio destino. Alcune sorelle della nostra comunità della Teofania poi ci hanno lasciati e hanno raggiunto padre Placide, che era stato il loro padre spirituale prima di abbracciare l'Ortodossia. Ciò ha segnato l'inizio di una comunità di monache che è stata successivamente trasformata nel convento di Solan.

Nel 1989 ho studiato calligrafia nel villaggio di Saint-Antoine-l'Abbaye vicino al monastero di Sant'Antonio, il cui abate era padre Placide. E, naturalmente, l'ho visitato. Il monastero si trovava in una gola profonda nel massiccio del Vercors. La sua posizione e struttura indicava che il suo abate aveva vissuto in precedenza per molti anni fra i trappisti (un ramo dell'ordine dei cistercensi cattolici, noto per una regola estremamente austera). A quel tempo i fratelli celebravano ancora in una cappella domestica, poiché la chiesa bizantina doveva ancora essere costruita. Padre Placide risiedeva insieme al suo vecchio amico spirituale, padre Seraphin.

Il mia contatto con padre Placide ha rafforzato il mio desiderio di diventare ortodosso, eppure molte circostanze all'interno della comunità mi hanno impedito di realizzare la mia intenzione.

Nel 1993, poco prima della mia partenza per la Russia, ho avuto un'altra occasione per incontrare l'archimandrita Placide al convento di Solan, dove aveva organizzato una grande sorellanza. Dopo la conversazione mi ha guidato verso la mia destinazione lungo la valle del Rodano con la sua macchina. Abbiamo parlato durante il viaggio, e padre Placide mi ha reso più determinato ad andare in Russia. Poi, come al solito, ho continuato la mia strada facendo l'autostop.

l'archimandrita Vasilij (Pasquiet) e lo schima-archimandrita Placide (Deseille). Agosto 2017

Per divina provvidenza, il 20 agosto 2017, accompagnato dai miei amici russi Pavel e Anna, sono riuscito a visitare in Francia il mio fratello minore, che non vedevo da vent'anni. Mio fratello vive a circa 155 miglia di distanza dal monastero di sant'Antonio, dove l'archimandrita Placide era abate. Abbiamo deciso di fare una visita al padre. Dopo la Divina Liturgia abbiamo avuto la possibilità di parlare con lui per mezz'ora. Padre Placide ci ha ascoltato attentamente e ha mostrato il suo interesse per lo stato attuale delle cose in Russia. L'asceta ha trovato la rinascita della fede ortodossa e la salvaguardia dei valori tradizionali in Russia una cosa molto importante non solo per la Russia stessa, ma anche per il mondo intero. Tuttavia, era molto debole e si è stancato presto. Abbiamo preso la sua benedizione e ce ne siamo andati.

Siamo tornati in Russia con grande gioia, e i nostri ricordi di quell'incontro sono ancora molto vivi. Quel giorno non sapevamo che avevamo avuto il nostro ultimo incontro con padre Placide in questa vita.

Il 7 gennaio 2018 sono stato informato che padre Placide si era addormentato nel Signore.

Riposa insieme con i santi, o Cristo, l'anima del tuo servo lo schima-archimandrita Placide appena deceduto, dove non c'è dolore, né tristezza, né gemito, ma vita senza fine!

Siamo tristi e felici allo stesso tempo.

Un profilo di padre Placide

padre Placide (Deseille) con la badessa e le sorelle del convento della santa Protezione a Solan

Lo schima-archimandrita Placide (Deseille) è stato il fondatore, abate e confessore di due dipendenze del monastero di Simonopetra in Francia: il monastero di sant'Antonio il Grande e il convento della Protezione della Madre di Dio; era un rinomato patrologo e teologo e traduttore di testi patristici e liturgici in francese. Fr. Placide era stato un tempo monaco e chierico cattolico.

Nacque in una famiglia cattolica in Francia nel 1926. Nel 1942, all'età di sedici anni, entrò nell'abbazia di Bellefontaine. Nel 1952 fu ordinato sacerdote in questa abbazia. Durante i suoi viaggi a Parigi, p. Placide incontrò famosi teologi russi – l'archimandrita Kiprian (Kern) e Vladimir Losskij. Partecipò per la prima volta alla Divina Liturgia ortodossa all'istituto Saint Serge di Parigi. Per lui, la lettura de La teologia mistica della Chiesa d'Oriente di Vladimir Losskij e le conversazioni con padre Kiprian (Kern) sulla cristologia del Concilio di Calcedonia e gli insegnamenti di San Gregorio Palamas sull'essenza divina e le energie furono la chiave per comprendere la Chiesa e l'uomo dal punto di vista ortodosso.

Il Vaticano II fu il momento decisivo nella vita di Deseille. Come scrisse nelle sue memorie, le decisioni del Concilio "non lasciavano speranze per un rinnovamento delle strutture e delle istituzioni della Chiesa romana attraverso il ritorno allo spirito dell'insegnamento patristico". Nel 1966, alla ricerca delle radici autentiche del cristianesimo e del monachesimo, padre Placide e i suoi amici monaci fondarono il monastero di rito bizantino ad Aubazine (nel dipartimento della Corrèze). Per oltre dieci anni si sforzarono di vivere "nelle tradizioni liturgiche e spirituali dell'Ortodossia", pur rimanendo nella Chiesa cattolica romana.

Nel 1977, i fratelli del monastero decisero di abbracciare l'ortodossia. Questa decisione è stata influenzata dalla loro associazione con i venerati anziani ortodossi – san Paisios l'Athonita, l'anziano Ephraim di Katounakia e l'anziano Aimilianos di Simonopetra. Furono infine ricevuti nell'Ortodossia il 19 giugno 1977; nel febbraio del 1978 diventarono monaci del monastero di Simonopetra. Come monaco sul monte Athos padre Placide tradusse La scala di san Giovanni Climaco in francese.

Tornando in Francia alcuni anni dopo, p. Placide fondò il monastero di Sant'Antonio il Grande a Saint-Laurent-en-Royans (nel dipartimento di Drôme) e ne divenne il primo abate.

Ha insegnato patristica come professore associato presso l'Istituto teologico ortodosso San Sergio a Parigi. L'asceta ha anche avviato la serie Spiritualité Orientale, pubblicata dalla Bellefontaine Abbey Press dal 1966. È autore e traduttore di molti libri sulla spiritualità e sul monachesimo ortodossi; la lista dei più importanti è la seguente:

Lo spirito del monachesimo pacomiano (1968)

Abbiamo visto la vera luce: vita monastica, il suo spirito e i testi principali (1990)

La spiritualità ortodossa e la Filocalia (1997, tradotto in russo nel 2006)

Il Vangelo nel deserto (1999)

La fornace ardente di Babilonia: una guida spirituale (2001)

I fondamenti del catechismo (in due volumi, 2001)

Fiducia nelle cose che non si vedono (2002)

Corpo, anima e spirito: la visione ortodossa.

l'archimandrita Vasilij (Pasquiet)

L'autore di questa memoria, l'archimandrita Vasilij (al secolo Pierre Marie Daniel Pasquiet), è nato da una pia famiglia cattolica nella città di Cholet nel Maine-et-Loire, in Francia, nel 1958. Dopo la scuola ha studiato biologia e agricoltura all'università e ha lavorato in una fattoria. Dopo aver letto alcuni libri sulla teologia ortodossa russa, il giovane fu tonsurato monaco con il nome di Basilio nel 1980 e nello stesso anno entrò nel monastero greco-cattolico di san Giovanni Battista a Gerusalemme. Negli anni '80, come monaco dello stesso monastero, continuò i suoi studi e sviluppò un vivo interesse per la spiritualità ortodossa russa. Nel 1993 si trasferì nel convento russo Gornenskij a Gerusalemme e presto fu ricevuto nell'Ortodossia dal patriarca Alessio II di Mosca e di tutta la Rus'. Per divina provvidenza, padre Vasilij capitò in Russia, dove visitò molti luoghi santi, incontrò l'anziano Nikolaj Gurjanov e decise di rimanere in questo paese per sempre. Dal 1994, con la benedizione del patriarca Alessio II, padre Vasilij ha servito nella diocesi di Ciuvascia della Chiesa ortodossa russa [corrispondente alla repubblica di Ciuvascia nella Russia centrale, nella media valle del Volga]. Dopo la sua ordinazione nel 1995, padre Vasilij ha servito in diverse località della repubblica di Ciuvascia: nella chiesa parrocchiale del villaggio di Nikulino, poi nel monastero della santissima Trinità nella città di Alatyr e nella chiesa dell'icona di Iviron nella stessa città, e così via. Grazie alla predicazione e molte altre attività di padre Vasilij, la vita spirituale e culturale di alcune parti della repubblica di Ciuvascia si è in gran parte ripresa. Da dicembre 2009, padre Vasilij è stato l'abate del monastero della santissima Trinità a Cheboksary (la capitale della repubblica di Ciuvascia) e il presidente della locale commissione diocesana per la canonizzazione dei santi.

 
La Chiesa ortodossa russa: pessimismo, idealismo e realismo

Qualsiasi lettura della storia della Chiesa ortodossa russa, non da ultima quella in numerosi volumi della biografia del metropolita di mentalità patristica, Antonij di Kiev e della Galizia [1], conferma che vi erano stati molti aspetti negativi nella sua vita prima della rivoluzione. In particolare, in parte perché era stata privata di un patriarca da Pietro I circa 200 anni prima, una mentalità carrierista si era sviluppata all'interno dei suoi sacerdoti anziani, alcuni dei quali erano diventati amministratori del servizio civile per conto di uno stato burocratico. Ciò significava che molti vescovi erano nominati alle loro posizioni senza riferimento al loro zelo per la fede o a qualsiasi fede in generale, ma solo per la loro capacità di 'amministrare'.

Anche le accademie e i seminari erano diventati focolai di protestantesimo tedesco e di influenza filosofica protestante. Alcuni ritengono che il 90% dei seminaristi pre-rivoluzionari fossero atei e rivoluzionari – e tra loro molti bolscevichi, tra cui Iosif Djugashvili, più tardi chiamato Stalin, che fu espulso da un seminario. Un esempio di prodotto di un'accademia era il protopresbitero di alto rango Georgij Shavelskij, un burocrate infido che aveva poco tempo per la pietà, che liquidava come 'misticismo'. Era anche un nemico dello tsar Nicola II e delle persone spiritualmente vive, come risulta ben chiaro nella sua dettagliata autobiografia e auto-condanna [2]. Nell'emigrazione le sue simpatie andavano del tutto alla giurisdizione di Parigi a guida massonica, che di fatto aveva abbandonato le due parti della Chiesa russa!

La mano paralizzante della burocrazia statale, eminentemente sleale verso lo tsar e infettata dal virus rivoluzionario, con il suo arrivismo, conformismo e centralizzazione nazionalista sembrava penetrare ovunque. Tutti questi abusi burocratici costituirono più tardi la base suicida del regime sovietico, in cui i vecchi 'chinovniki' (dipendenti pubblici) si trasformarono semplicemente dalla sera alla mattina in 'apparatchiki' comunisti; il loro spirito soffocante, così detestato dal popolo, era esattamente lo stesso. Così, la burocrazia di Stato aveva trasformato l'antica Chiesa della Georgia in un dipartimento della Chiesa russa! E quando le forze russe finalmente liberarono la Galizia orientale (l'area attorno a Leopoli) dal controllo austro-ungarico nel 1915, gli incompetenti burocrati di San Pietroburgo allontanarono presto la popolazione dall'Ortodossia facendoli tornare all'uniatismo.

Purtroppo, vi era decadenza anche in molti monasteri ricchi; le storie sono legione. Quanto ad alcuni sacerdoti di villaggio, spesso non per colpa loro, la loro mancanza di istruzione, la loro situazione impoverita e la loro necessità di denaro solo per sopravvivere aveva screditato la Chiesa in molti luoghi. Il fatto è che la Chiesa si occupava dello stato, ma per la maggior parte lo stato non si ocuupava della Chiesa. Questo perché lo stato era sempre stato gestito da burocrati atei, che è il motivo per cui non hanno avuto nessun problema a servire lo stato bolscevico e per cui la macchina dello stato, i massoni della Duma e i generali in mezzo a loro, hanno tradito lo Zar, l'Unto del Signore. Per esempio, il nonno di un mio parente era stato l'ultimo ambasciatore pre-rivoluzionario a Washington – e un ateo...

In effetti, una o due generazioni fa non c'era bisogno di leggere per sapere di tutto questo. Era sufficiente parlare con i vecchi emigranti che erano stati adulti prima della rivoluzione del 1917 o quelli i cui genitori avevano descritto loro con precisione la situazione in seguito. Questi erano il miglior rimedio per l'idealismo degli emigrati successivi e di altri che idealizzavano i tempi pre-rivoluzionari per ragioni ideologiche. Ricordo bene il nipote di un emigrato che condannava i vescovi russi contemporanei per le loro confortevoli macchine nere, guidate dai loro diaconi. Il sempre memorabile patriota e missionario, l'arcivescovo Antonio di Ginevra, lo aveva subito corretto: 'E che dovremmo dire dei vescovi pre-rivoluzionari che avevano ognuno una carrozza nera e cavalli con un conducente?'

Un altro emigrato, il principe Boris Galitsin (eterna la sua memoria), mi ha raccontato della sua ingenuità giovanile, e di essersi reso conto solo quando aveva circa trent'anni che i bordelli si erano attaccati all'esercito russo della prima guerra mondiale. (Ogni lettore della versione del defunto archimandrita Sofronio della vita di San Silvano dell'Athos è comunque in grado di leggere le stesse cose, e anche di come il futuro santo aveva vissuto prima della rivoluzione, senza osservare i digiuni e mettendo incinta una ragazza di villaggio). Un altro aristocratico emigrato mi ha detto che la Chiesa dell'emigrazione era come un bicchiere d'acqua limpida, e in Russia l'acqua era sporca. Gli ho chiesto perché allora noi nell'emigrazione avevamo tanti sacerdoti spretati e in generale una carenza tanto grave di sacerdoti. Non mi ha dato nessuna risposta.

Il semplice fatto è che se i membri della Chiesa Russa fossero stati tutti fedeli al loro dovere, non ci sarebbe mai stata alcuna rivoluzione. Il tradimento dello spirito vivente della Chiesa è il motivo per cui alcuni vescovi tradirono poi lo zar nel 1917. Fu per questo motivo che il Concilio del 1917-1918 ebbe luogo senza libertà, sotto l'influenza massonica del democratico Aaron Adler (in seguito chiamato Aleksandr Kerenskij), anche se per lo meno ripristinò il patriarcato, nonostante la vigorosa opposizione di molti professori di teologia laici e di molti vescovi. Uno dei primi e tipici atti di Kerenskij fu di rimuovere il pio metropolita (ora santo) Makarij di Mosca. Niente santi, per lui! È per questo che i rinnovatori sponsorizzati dai bolscevichi (sotto il metropolita Aleksandr Vvedenskij e le sue tre mogli) prosperarono per alcuni anni: molti nel loro clero erano laureati nelle decadenti accademie e seminari pre-rivoluzionari.

Questo tradimento è il motivo per cui il metropolita (più tardi patriarca) Sergio poté fare la sua dichiarazione infame di fedeltà a un governo ateo militante, garantendo così la divisione, in modo che molti all'interno della Russia schiavizzata e praticamente tutti nella Chiesa russa completamente libera nell'emigrazione non lo avrebbero seguito. È anche il motivo per cui una piccola parte dell'emigrazione, i cui membri avevano creato e accolto con favore la rivoluzione di febbraio, ha lasciato del tutto la Chiesa russa. E questo è il motivo per cui i ribelli accademici parigini tra gli emigrati della seconda generazione, come il defunto padre Aleksandr Schmemann (nato nel 1921) e i loro discepoli americani si sono trasformati in rinnovazionisti cinici, negando che la Santa Rus' fosse mai esistita (!), E che l'unica speranza per la Chiesa (!) era la sua radicale protestantizzazione in stile americano, cioè, una desacralizzazione, che non produce un solo santo. Queste sono parole che padre Aleksandr mi ha detto, ma anche parole che ha scritto in libri eretici.

Questo per quanto riguarda il cinismo e l'idealismo degli emigrati di seconda generazione. Fortunatamente, questa è solo una parte della storia, e di gran lunga la parte meno interessante. Al di là della schiuma superficiale dei cinici accademici infedeli e degli idealisti ingenui e male informati c'è una storia molto più profonda, una storia vera, una storia edificante, la storia della santità, della vera Chiesa di Dio.

Prima della rivoluzione, la Chiesa ortodossa russa era ciò che ogni vera Chiesa deve essere – un vivaio di santi, una macchina produttrice di santi. Dobbiamo solo pensare a san Serafino di Sarov, agli anziani di Optina e Glinsk e a san Giovanni di Kronstadt. Ma soprattutto possiamo pensare alla preparazione di milioni di martiri e confessori della fede sotto il giogo sovietico (3), decine di migliaia di martiri e confessori, clero e laici, così come santi confessori come san Serafino di Vyritsa, santa Matrona di Mosca e san Luca di Simferopoli, preparati dalla Chiesa pre-rivoluzionaria. È stata la loro vittoria a garantire la purificazione della Chiesa in Russia dal sangue e dalla persecuzione degli abusi prima della Rivoluzione e la sua risurrezione dopo la fine del Golgota ateo.

Tuttavia, c'è stata una situazione parallela nell'emigrazione. Possiamo dire che forse il 50% dell'emigrazione non solo era anti-ortodosso, ma anche (e di conseguenza) anti-patriottico. Questi erano quelli che avevano favorito la rivoluzione con orgoglio, ed erano in gran parte aristocratici. Nell'emigrazione, altamente politicizzata, abbandonarono la Chiesa Russa e la storia russa, e si spinsero verso l'uno o l'altro estremo. In entrambi i casi sono diventati non cristiani, nazionalisti di vedute ristrette, morti ed estinti, oppure si sono innamorati dei paesi in cui hanno vissuto, hanno perso la lingua e la cultura russa e non hanno mai nemmeno pensato di pentirsi per il loro tradimento, viltà e inganno. Proprio il contrario – in realtà hanno giustificato loro apostasia! Non c'era posto tra i rinnovatori parigini per san Giovanni di Kronstadt o san Giovanni di Shanghai, che hanno entrambi ferocemente calunniato e respinto, e io ne sono un testimone.

Tuttavia, forse un altro 50% della emigrazione non solo era ortodosso ma anche, e di conseguenza, patriottico. Di fatto, più gli ortodossi erano devoti, più erano patrioti. Per loro l'esilio era una chiamata al pentimento, un castigo meritato per le colpe dei padri. I casi dei santi della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia, san Giona della Manciuria, san Giovanni di Shanghai e il futuro san Serafino di Sofia, sono ben noti. Tuttavia, ce ne sono stati moltissimi altri, le loro tombe sparse in tutto il mondo, semi di rinnovamento spirituale per tutta la terra, dalla Francia alla Serbia, dal Brasile all'Australia, dall'Irlanda alla Nuova Zelanda, dal Canada alla Germania, dall'Italia al Venezuela, dagli Stati Uniti al Portogallo, dalla Finlandia alla Tunisia.

Tra quelli che potrei menzionare ci sono il santo eremita delle caverne, l'arcivescovo Teofane di Poltava, sepolto nel piccolo cimitero del paese di Limeray vicino a Tours, nella Francia occidentale. Brutalmente condannato dagli emigrati a Parigi per il suo amore per i santi, di sicuro le reliquie di questo asceta altamente istruito saranno presto riprese dall'oscurità e dall'oblio e spostate nella nuova cattedrale russa a Parigi? Che dire del generale russo bianco Anton Denikin, le cui ultime parole in esilio lontano negli Stati Uniti nel 1947 sono state: 'Dunque non vedrò come la Russia sarà salvata', dimostrando la sua fede innata che la Russia sarebbe stata salvata. Che dire del grande filosofo e patriota russo Ivan Il'in, le cui parole sono ora giustamente considerate come profetiche?

Che dire del metropolita Antonij di Kiev, le cui reliquie si trovano a Belgrado e le cui opere sono ancora calunniate e volutamente distorte dai modernisti, ma sono amate dai santi come san Justin di Chelije? Che dire dell'arcivescovo Georgij (Tarasov), del vescovo Mefodij (Kulmann) e del vescovo Roman (Zolotov) in Francia? Tutti hanno amato la Chiesa e la Russia fino al midollo. Poi c'è stato il vescovo Mitrofan di Boston, un uomo radicato nel patriottismo, che voleva disperatamente tornare in Russia. O padre Georgij Sheremetiev a Londra, già conte Sheremetiev, èpassato da essere uno degli uomini più ricchi della Russia a uno degli uomini più poveri in Inghilterra, in modo di potersi pentire per i peccati della sua classe, i cui tradimenti incolpava come cause della Rivoluzione.

Che posso dire del parroco e patriota arciprete Igor Vernik a Parigi? O in alternativa, nella stessa città, Vladimir Ivanovich Labunskij, l'ultimo dei 4.000 ufficiali russi bianchi nella nostra parrocchia. Nel 1990, qundo gli ho presentato il primo sacerdote in visita dalla Russia, lo ha pregato: 'mi benedica con la mano benedicente della Santa Rus'.' Era tipico di tanti. E che dire del cuore sofferente di Ljudmila Sergeevna Brizhatova, la delizioso poetessa russa emigrata, fedele fino alla fine nel suo solitario esilio parigino? I più pii, i più ortodossi, i più missionari, ma anche i più patriottici. Per alcuni l'idea di essere allo stesso tempo patrioti russi e di mentalità missionaria può sembrare contraddittorio, ma non lo è.

Questo perché quelli che erano patrioti russi non erano semplicemente patrioti della Russia, ma patrioti della Santa Rus', l'ideale multinazionale della Chiesa ortodossa, l'ideale imperiale, l'ideale missionario. Il nazionalismo e lo sciovinismo gretto non facevano per loro, ma piuttosto il messaggio a tutto il mondo che Dio è con noi. Non facevano per loro tradimento, viltà e inganno, lo slogan del restante 50% dell'emigrazione, ma la fedeltà, il coraggio e la verità. La fedeltà alla Santa Rus, il coraggio di fronte alla tentazione, la calunnia e l'esilio, e le parole di verità sia contro le menzogne ​​diffuse dai bolscevichi sia contro i miti russofobi diffusi dagli accademici e dai politici occidentali.

Mentre ha inizio il pentimento diffuso e così il ripristino della Santa Rus' (e ha appena avuto inizio – non ne avete visto ancora niente), esistono ancora le vecchie cattive abitudini, un atteggiamento disinvolto e nominale verso la frequenza in chiesa, il digiuno e la preghiera, una mentalità superstiziosa basata sull'ignoranza, così come alcuni membri del clero avidi e compromessi. Tuttavia, dal 1917 la Chiesa ha vissuto un grande movimento di pulizia. In Russia, è stata ripulita dal sangue e dalla persecuzione; al di fuori dalla Russia è stata ripiulita dalla povertà e dalla confessione. Le tentazioni sono state portate via per permetterci di essere fedeli.

Questo è il motivo per cui, nel 2007, al momento della firma dell'Atto di comunione canonica da entrambe le parti della Chiesa, dentro e fuori dalla Russia, non ha avuto luogo una 'riunione' delle due parti della Chiesa russa, dentro e fuori dalla Russia, ma la riaffermazione della nostra unità reciproca, che era sempre esistita, perché siamo sempre stati una cosa sola non ci siamo mai spiritualmente divisi. Noi, i fedeli della Chiesa ortodossa russa di tutte le nazionalità e lingue, abbiamo sempre creduto nella risurrezione, restaurazione e ricreazione della Santa Rus', non nelle sue vesti nazionali di prima della rivoluzione, ma nella sua veste celeste in tutto il mondo.

Il Golgota russo ci ha fatto rotardare di 100 anni, ma non ci ha fermati, anzi ci ha rafforzati. Così, cento anni fa la Chiesa russa era sul punto di creare distretti metropolitani in modo da avvicinare la popolazione ai vescovi. Questo è finalmente accaduto solo oggi. 100 anni fa il devoto e molto calunniato metropolita Pitirim di San Pietroburgo, responsabile delle chiese fuori della Russia, proponeva di costruire una chiesa russa in ogni capitale occidentale e di tradurre i tesori liturgici della Chiesa in tutte le lingue occidentali. Questo sta finalmente accadendo solo oggi. Come il deputato dell'ultimo amministratore laico della Santo Sinodo in Russia, lo spiritualmente vivo principe D. N. Zhevakhov, scrisse profeticamente più di novanta anni fa:

'La società instruita della Russia ha trascurato il suo dovere davanti a Dio e allo tsar e ha gettato la Russia in un tale stato di caos terrificante che solo Dio e solo uno tsar suo grado potranno liberarla' [4].

Note

[1] Si vedano in particolare i primi quattro dei diciassette volumi della sua biografia, redatta dal vescovo Nikon (Rklitskij), Jordanville, 1957-1971. Dotato di una caratteristica franchezza, il metropolita Antonij, che aveva insegnato in tutte le accademie, non lascia dubbi sulla vera situazione della Chiesa in quel momento.

[2] L'autobiografia di padre Georgij Shavelskij è stata pubblicata a New York nel 1950, ma è ora liberamente disponibile in formato elettronico in russo e anche in una recente traduzione in francese.

[3] Si vedano in particolare i due volumi di vita dei Nuovi Martiri della Russia i padre Michael Polskij (edizioni originali nel 1957 e nel 1980), o le migliaia di pagine dei volumi più contemporanei ricercati e scritti a Mosca da padre Damaskin Orlovskij.

[4] P. 338 dei primi due volumi delle sue 'Reminiscenze' di 900 pagine che coprono gli anni 1915-1923, pubblicate la prima volta a Monaco nel 1923 e ripubblicate da Tsarskoe Delo a San Pietroburgo nel 2014. Purtroppo, i due volumi successivi sono ancora persi.

 
Una domanda sulla validità dei sacramenti cattolici

I sacramenti cattolici sono validi?

La domanda sulla validità dei sacramenti cattolici apre un dibattito che fa tremare le vene e i polsi a teologi ben più ferrati del sottoscritto... posso capire che la risposta di un semplice parroco ortodosso possa non essere soddisfacente.

Il concetto stesso di “validità” dovrebbe essere definito in modo molto preciso e univoco per tutti, e non sempre questo è possibile. Un giorno mi hanno chiesto se per me un prete anglicano è un vero prete. Sono stato costretto a rispondere che per me un prete anglicano è un vero prete... anglicano! In altre parole, finché compie il suo ministero nella Comunione anglicana, non dovrà farsi alcun problema della sua “validità”, ma se deciderà di passare il Rubicone (o piuttosto il Tevere, o magari la Moscova...) allora dovrà adeguarsi alla visione della Chiesa in cui cerca rifugio. Se questa “convalida” i suoi ordini, tanto meglio, se non lo fa (magari dicendo al prete anglicano che non può accettare il suo presbiterato perché il prete in questione è donna...) allora dovrà accettare il giudizio, o prepararsi a passare un altro fiume.

Di per sé, penso che sia inutile stare a chiedersi se sia “valido” o “autentico” un sacramento che viene compiuto fuori della comunione della Chiesa. Si potrà al massimo parlare della sua “autenticazione” al momento in cui si ristabilisce la comunione. Fino a quel punto, dibatterne la validità è una questione di lana caprina che non porta nessun vantaggio.

Argomentare la “validità” di un sacramento a partire da un singolo caso miracoloso è piuttosto inutile, non solo perché ciò non tiene in considerazione che il miracolo potrebbe avvenire anche senza un apparato sacramentale, ma perché poi si dovrebbero autenticare tutti i casi simili. Un esempio: vediamo un caso di miracolo eucaristico nella Chiesa romana (per esempio un’ostia sanguinante, ma ci sono decine di miracoli analoghi) e ne concludiamo che l’eucaristia della Chiesa romana è “valida”: sta bene, ma poi dobbiamo esaminare anche i numerosi casi in cui avvengono miracoli eucaristici nelle “piccole chiese” separate da Roma, e spesso con teologie piuttosto aberranti: tutto “valido” anche da quelle parti?

In definitiva, ho l’impressione che parliamo di “validità” più che altro per sentirci più sicuri di noi stessi. Non penso che questo attaccamento abbia un vero valore, in un contesto di fede.

 
Pastorala Înalt Prea Sfințitului Mitropolit Vladimir la Învierea Domnului 2013

mitropolia.md

„Paștile cele sfinte astăzi nouă s-au arătat,

Paștile, Hristos Mântuitorul, Paștile credincioșilor.”

(Stihira învierii)

Preasfințiți arhipăstori, cinstiți părinți slujitori,

Iubiți întru Hristos cel Înviat, frați și surori,

Hristos a Înviat!

După ce am străbătut calea binecuvântată a Sfântului și Marelui Post, a sosit vremea să preamărim în această noapte Sfânta Înviere din morți a Domnului și Mântuitorului nostru Iisus Hristos, Cel ce pentru noi toți a înviat, „cu moartea pe moarte călcând și celor din morminte viață dăruindu-le”.

„Sărbătoare a sărbătorilor și praznic al praznicelor” este ziua de astăzi, pe care a făcut-o cu adevărat Domnul și întru aceasta se cade să ne bucurăm și să ne veselim. Astfel ne îndeamnă Sfânta Biserică să participăm și să trăim minunea Învierii Domnului ca pe un fapt petrecut acum două mii de ani, iar adevărul acestui fapt înseamnă pentru noi temei de credință statornică și izvor de bucurie duhovnicească.

Vă întâmpin și în acest an, drept-măritori creștini, cu bucuria, pacea și nădejdea învierii, „știind că Cel care a înviat pe Domnul Iisus ne va învia și pe noi” (II Corinteni 4,14) „spre nădejde vie, spre moștenire nestricăcioasă, neîntinată și nevăzută” (I Petru 1,3-4).

Iubiți credincioși,

Marea și nemuritoarea veste a învierii au trăit-o mai întâi femeile mironosițe care au venit dis-de-dimineață la mormânt ca să ungă trupul lui Iisus (Marcu 16,1). Însă, îngerii, care străjuiau mormântul le-au vestit bucuria Învierii îmbărbătându-le inimile pline de spaimă, dar și de iubire, zicându-le: „Nu vă temeți, ci… degrabă mergând, spuneți ucenicilor Lui că S-a sculat din morți și iată, va merge mai înainte de voi în Galileea; acolo Îl veți vedea”(Matei 28, 5-7).

De ziua învierii Mântuitorului, spaima, tristețea și deznădejdea au rămas undeva departe, în trecut. Din gura lui Iisus, răsună acum cu putere un singur cuvânt, adresat mironosițelor și în același timp, tuturor credincioșilor: „Bucurați-vă!”.

Bucurați-vă pentru voi și pentru fiii voștri, deoarece ați fost sloboziți de legăturile păcatului și de minciuna morții. S-au împlinit cele ce ziceau însuflețiți de Duhul Sfânt prorocii cei de demult: „El va înlătura moartea pe vecie” (Isaia 25,8)”; „Unde îți este, moarte, boldul tău?”; unde îți este, iadule, biruința ta?” (I Corinteni 15,55).

Drept-măritori creștini,

A mărturisi Învierea lui Hristos, înseamnă nu numai a avea în suflet icoana Sa vie și luminoasă, ci a te sili să o descifrezi și în ființa semenului tău. înseamnă a avea grijă nu numai pentru binele și fericirea proprie, ci în aceeași măsură și pentru binele și fericirea tuturor semenilor tăi. Prezența Mântuitorului cel Înviat o simțim și o trăim mai cu seamă întreolaltă.

Prin înviere, El întinde peste noi toți ocrotirea și bunătatea Sa, pacea și iubirea Sa, cât și nemărginita-i milostivire. „În El trăim și ne mișcăm și suntem”. (Fapte 17,28). Învăluiți fiind de aceste virtuți, așa trebuie să se desfășoare întreaga noastră viață duhovnicească rămânând într-o desăvârșită legătură cu Mântuitorul Hristos Cel înviat, prezent de-a pururi în Biserică.

De aceea, vă îndemn pe toți: arhipăstori și preoți-slujitori, monahi și monahii, vârstnici și tineri, ostași și cei din înalte dregătorii, ca în această perioadă a Învierii Domnului, dar și în toate zilele vieții noastre să rămânem cu Hristos Domnul și Biserica Sa Drept-măritoare, săvârșind rugăciuni neîntrerupte și fapte creștinești pentru tot poporul și pentru fiecare.

Împărtășindu-vă arhiereasca noastră binecuvântare în această luminoasă noapte pascală, vă doresc tuturor să sărbătoriți în pace și cu belșug, în liniște și cu bucurii sfinte „Paștile lui Dumnezeu cele mântuitoare”, adeverind tuturor împreună că:

Adevărat a Înviat Domnul Hristos!

Din milostivirea lui Hristos cel înviat,

+ VLADIMIR,

MITROPOLIT AL CHIȘINĂULUI ȘI AL ÎNTREGII MOLDOVE

Învierea Domnului,

anul mântuirii 2013,

or. Chișinău

 
Il Patriarcato di Costantinopoli sta per diventare uniata?

Anche se il titolo di cui sopra può sembrare drammatico, si riferisce al seguente drammatico articolo, Primus sine paribus ('Primo senza eguali'), postato sul sito ufficiale del Patriarcato di Costantinopoli.

Scritto dal metropolita di Bursa, l'articolo si riferisce costantemente, in modo molto aggressivo e razzista alla Chiesa ortodossa russa, che è cinquanta volte più grande della minuscola Chiesa di Costantinopoli, come al 'Patriarcato di Mosca' e al 'Sinodo russo', giustificando anche l'istituzione non canonica dello scisma modernista costantinopolitano nella Chiesa ortodossa estone. Sembra anche affermare che il Patriarcato di Costantinopoli può 'rimuovere' l'autocefalia, una minaccia ricattatoria fatta recentemente alla Chiesa delle Terre Ceche e della Slovacchia, che ha ricevuto la sua autocefalia dalla Chiesa ortodossa russa!

In modo ancor più significativo, l'articolo non è solo fin dall'inizio pro-cattolico romano, e quindi pro-documento di Ravenna, ma sembra anche affermare che lo Spirito Santo passa dal Patriarca di Costantinopoli, che trasforma in Vicario di Cristo attraverso la teologia del filioque, al resto della Chiesa, dando al patriarcato greco di Istanbul e al suo sinodo puramente greco autorità 'mondiale'! E fa questo confondendo la fonte di ogni autorità nella Chiesa, Gesù Cristo, con l'autorità puramente amministrativa di un primo ierarca. E per fare questo, accusa la Chiesa ortodossa russa di eresia! non abbiamo mai visto un esempio più chiaro di papismo orientale.

In molti punti, sembrerebbe che l'articolo sia stato scritto dalla CIA. Anche se questo suona straordinario, non lo è. Già prima della caduta di Costantinopoli nel 1453, l'élite locale era diventata una colonia cattolico-romana, dopo la caduta divenne una colonia turca e poi, dall'inizio del XX secolo, una colonia britannica fino al 1948, dopo di che il santo patriarca Maximos fu sostituito dalla CIA con uno dei suoi servitori, arrivato in volo sull'aereo presidenziale degli Stati Uniti. Dovremmo ricordare le parole del geostratega americano Zbigniew Brzezinski, che disse che dopo la caduta dell'Unione Sovietica 'il più grande nemico' degli Stati Uniti sarebbe stata la Chiesa ortodossa russa. Sembra che ora la CIA stia anche scrivendo 'teologia' fanariota .

Con questo testo straordinariamente aggressivo, il Patriarcato di Costantinopoli ha ulteriormente preso le distanze da un possibile Concilio inter-ortodosso in futuro. Possiamo solo sperare che questa sia l'eccentrica opinione personale filosofica e ideologica di un membro sviato della gerarchia, e che questo punto di vista sarà ripudiato dal Sinodo a Costantinopoli. E possiamo solo pregare che le parti sane (e dissidenti) del Patriarcato di Costantinopoli, in particolare sul Monte Athos, ma anche tra il clero fedele e i laici in molti paesi, riescano a contrastare questa nuova decadenza spirituale.

Tuttavia, diciamo che, se il Patriarcato di Costantinopoli dovesse cadere nell'uniatismo e diventare completamente una colonia cattolica romana, il 98% del resto della Chiesa ortodossa continuerà a seguire la fede ortodossa indipendentemente da tale isolazionismo fanariota. Oggi la Chiesa ortodossa russa è di fatto presente in tutto il mondo, non solo in teoria, e ha amici dappertutto. Questo testo è uno spartiacque, una chiamata al risveglio di tutti gli ortodossi, che devono decidere se sono dalla parte dell'apostasia o della Fede. Anche se alcuni possono cadere dalla Chiesa, le porte degli inferi non prevarranno.

 
Lo sgambetto transcarpatico

L'Ucraina ha ora lanciato la terza ondata di mobilitazione per compensare le perdite subite nel Donbass. Questa mobilitazione ha incontrato grandi resistenze sulla sua strada. Nessuno vuole essere carne da cannone per il regime al potere, da aggiungere al numero delle migliaia di morti. La gente scappa da diverse regioni del paese, anche quelle situate lontano dalla zona del conflitto, per trovare rifugio in Russia. Molti di loro sono cittadini maschi dell'età giusta per essere chiamati al servizio militare.

La situazione nella parte occidentale dell'Ucraina, in particolare nella regione della Transcarpazia, è diventata esplosiva quando è maturato il malcontento della gente. La regione ha sepolto 70 connazionali che hanno perso la vita nelle battaglie in Donbass. La rabbia contro il regime sta crescendo ...

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Il territorio della regione della Transcarpazia (Rus' Sub-Carpatica) ha fatto parte dell'Austro-Ungheria, della Cecoslovacchia e della Romania. La popolazione è mista. Ci sono grandi comunità ungheresi, slovacche, romene e rom (zingare). I russini ​​costituiscono la maggioranza. A differenza degli Stati Uniti e dell'Europa, l'Ucraina si rifiuta di riconoscere l'esistenza stessa di queste persone. Durante il censimento e l'emissione dei documenti di identità, molti russini ​​sono stati forzatamente registrati come ucraini. Kiev ha rifiutato di riconoscere i risultati del referendum del 1991, relativo alla concessione dell'autonomia alla Transcarpazia. Tutto questo ha alimentato il crescente risentimento.

I movimenti per l'autonomia ri russini e ungheresi hanno ricevuto un nuovo impulso dal colpo di stato di febbraio a Kiev. I sostenitori del Maidan hanno deteriorato la situazione con le loro repressioni contro la minoranza ungherese della regione della Transcarpazia. Come risultato, russini ​​e ungheresi hanno coordinato le loro attività e si sono uniti per protestare contro la terza mobilitazione annunciata da Poroshenko.

Uno dei leader russini, Pjotr Getsko, dice che il 90,9% degli abitanti della Transcarpazia non riconoscono Petro Poroshenko come presidente legittimo dell'Ucraina. Alla domanda circa il dipanarsi degli eventi nel Donbass, dove sta procedendo un'operazione punitiva, il 76,9% di chi ha risposto ha detto che ora il giallo-blu, non il marrone, è diventato il colore simbolo del fascismo - la peste che ha ripreso forma in Ucraina nel nostro tempo.

Gli abitanti della Transcarpazia rifiutano di conformarsi alle decisioni del leader ucraino che chiama alla guerra contro gli altri ucraini. Bloccano le strade, tra cui le autostrade internazionali, e mettono sotto assedio le stazioni di arruolamento e altri edifici amministrativi.

Le strade del distretto Tereblya – Tyachivs'kyi e l'autostrada Mukachevo-Rogatin vicino all'area dell'insediamento di Sinevir sono state bloccate da membri delle famiglie di chi era stato chiamato al servizio militare. Il 30 luglio, il capo dell'amministrazione locale a Sinevir ha cercato di sbloccare la strada e convincere la popolazione locale a rispettare l'ordine presidenziale. I manifestanti gli hanno affettato le gomme dell'auto. L'autostrada Chop-Kiev vicino a Rakoshino e Strabichevo è chiusa al traffico, così come la strada che porta da Mukachevo a Uzhgorod attraverso il villaggio di Chervenevo e la strada che attraversa Chop da Mukachevo. I manifestanti minacciano di bloccare la ferrovia vicino al villaggio di Goronda e il passo di montagna di Nizhnie Vorota attraverso i Carpazi che è un passaggio importante tra la regione della Transcarpazia e il resto dell'Ucraina. Pochi giorni prima hanno avuto luogo azioni di protesta nelle aree urbane di Dombrovka e Chernevo del distretto di Mukachevo e in quattro insediamenti dei distretti di Khust, Muzhievo e Gat' Beregovskij.

Proteste di massa hanno avuto luogo nella città di Beregovo, popolata principalmente da ungheresi, e i manifestanti da Beregovo e dai villaggi di Dyida e Velikiye Berega hanno circondato un centro di arruolamento. Marta Chok dice, "11 uomini di età compresa tra i 18 e i 45 sono stati chiamati per il servizio militare. Hanno dimostrativamente strappato i documenti di arruolamento, le donne hanno attraversato l'autostrada. I trasporti che andavano in Ungheria ha dovuto trovare un altro modo per arrivare a destinazione".

I russini ​​e gli ungheresi non sono gli unici a protestare contro la coscrizione. I rom hanno rifiutato di essere chiamati nell'esercito a uccidere la gente del Donbass. Hanno cominciato a erigere barricate. Al capo locale della stazione di arruolamento è stato fatto ammettere che la coscrizione era illegale e ha dovuto fermare le procedure nel distretto di cui era responsabile.

La coscrizione è in vigore solo per le persone comuni. Secondo rapporti da Kiev, l'ex presidente ad interim e presidente del parlamento in carica, Alexander Turchinov, ha recentemente licenziato un funzionario dell'arruolamento che ha osato inviare un documento di coscrizione a suo figlio. Il filmato della gente al centro principale di arruolamento a Mukachevo è stato tolto da YouTube con il pretesto di una violazione dei diritti d'autore, e Kiev ha ordinato di normalizzare la situazione a Mukachevo e di riprendere il progetto della coscrizione a qualsiasi costo entro il 5 agosto.

La legge ucraina prevede punizioni dure per i renitenti alla leva e per coloro che fanno resistenza all'arruolamento. Ma il malcontento continua a espandersi. La gente chiede per che cosa dovrebbe lottare. Perché i figli dei funzionari di alto rango (per esempio, il figlio di Viktor Balog, che è considerato il capo della regione della Transcarpazia) non sono chiamati nei ranghi militari? Perché dovrebbero essere solo i poveri a perdere la vita? Una delle ragazze tra i manifestanti ha detto che suo padre e uno dei suoi fratelli sono stati coscritti allo stesso tempo. La famiglia ha sei bambini.

I manifestanti sono chiamati "agenti di Mosca". Ovunque nella regione della Transcarpazia stanno cercando "giornalisti russi", "separatisti" e "agenti del Servizio di Sicurezza Federale russo (FSB)". Circa 10 uomini sono accusati di attività volte a creare ostacoli sulle strade. I principali media ucraini sono sotto censura, o quella che viene cinicamente chiamata "moratoria sulle critiche al governo", si ignorano gli eventi nella regione della Transcarpazia, e si perseguono i giornalisti che cercano di dire la verità. Alina Epremyan, una giornalista americana che lavora per RT RUPTLY, è stata deportata dall'Ucraina il 1 agosto. La video giornalista lavorava in Ucraina occidentale – nel villaggio di Rakoshino in Transcarpazia. Lì stava girando una storia sulle proteste contro l'invio di uomini all'est del paese per la partecipazione alla "operazione antiterrorismo". Come nel caso con Graham Phillips, la SBU ha confiscato tutte le sue registrazioni. Phillips è stato deportato in Polonia, con l'iinterdizione all'ingresso in Ucraina per tre anni. Le repressioni alimentano la rabbia della gente. Il tenente colonnello Jeremchuk è stato picchiato dai manifestanti nel distretto di Rakhovskij. Il vice Sindaco di Uzhgorod, Viktor Shchadej del clan Balog e il suo vice Aleksandr Volosjanskij sono stati costretti a dimettersi. Sono stati scacciati dall'edificio da lavoratori pubblici armati di scope.

Sergej Ratushnjak, l'ex sindaco di Uzhgorod, ha usato la sua pagina Facebook per invitare la gente del distretto a bloccare tutte e quattro le strade di montagna che portano in Galizia e l'aeroporto fino all'ottenimento dello status di autonomia non concesso in conformità con il referendum del 1991. Egli ritiene che la regione possa essere indipendente economicamente grazie ai pagamenti di transito per l'utilizzo di sette rotte del gas che vanno dalla Russia all'Europa attraverso il suo territorio, con la sicurezza fornita dall'essere entrati in possesso delle scorte locali di armi.

La regione ha una caratteristica specifica. Le grandi minoranze etniche, ungheresi, slovacche e romene, hanno stretti legami con gli stati vicini. L'autonomia russino-ungherese è sostenuta dal partito politico ungherese Jobbik, che ritiene che lo status di autonomia sia l'unico modo per trovare una soluzione ai problemi della regione. Secondo Petro Getsko, il 71, 4% della popolazione della regione sostiene questo punto di vista.

Se la protesta crecerà e il regime di Kiev tenterà di utilizzare azioni punitive per soffocarla, come fa nel Donbass, l'Ungheria e la Romania non lasceranno soli i loro connazionali che vivono nella parte occidentale dell'Ucraina. Per evitare divisioni all'interno della NATO gli Stati Uniti e i loro alleati europei dovranno chiudere un occhio sul supporto ai "separatisti" da parte di Budapest e di Bucarest per tenere lontana da Kiev l'apertura del fronte occidentale.

Questo dimostrerà la doppiezza dei parametri morali della NATO; l'immagine degli Stati Uniti e dell'Unione Europea sarà inevitabilmente danneggiata, ma si farà di tutto per mantenere l'Ungheria, la Romania e la Slovacchia all'interno delle strutture euro-atlantiche. Questo dipanarsi degli eventi screditerà le autorità ucraine, provocherà disordini in altre regioni del paese, ostacolerà i piani di guerra di Poroshenko e minerà alla radice i tentativi di Washington e di Bruxelles di demonizzare le forze di autodifesa del Donbass e la Russia.

E che succederà se Washington e Bruxelles dovranno sacrificare la regione della Transcarpazia per ottenere un premio di maggior valore? Che cosa sceglieranno: dare il via libera a una guerra alla frontiera dell'Unione Europea, oppure accettare di spezzare il territorio dell'Ucraina escludendo la Transcarpazia? Il tempo ce lo dirà.

 
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Tavola rotonda sulla vita dei monasteri nelle città

Il 9 agosto 2017, un forum monastico a tavola rotonda ha terminato la sua seconda e ultima giornata con quattro presentazioni sul tema: "La vita interiore di un monastero cittadino", secondo quanto riferito da Patriarchia.ru. Il forum è stato tenuto nel convento di Novodevichy a San Pietroburgo. Tra i partecipanti al forum erano presenti 5 vescovi, 42 archimandriti e igumeni, 45 badesse, ieromonaci, monaci e rassofori – in totale 160 monaci da 65 diocesi della Chiesa ortodossa russa, in Russia, Ucraina, Belorussia, Kazakistan, Uzbekistan, Tadgikistan, Kirghizistan e dalla Chiesa russa all'estero. C'erano anche monaci delle Chiese locali della Romania e della Grecia.

Nella sua presentazione intitolata "Dalla veglia del mattino fino a notte", lo ieromonaco Iakov (Stepkin) del monastero di san Nilo di Stolbensk nella provincia di Tver' ha parlato di come i monasteri della città di Tver' organizzano le loro funzioni in chiesa per includere laici e pellegrini. Ha fatto notare che il clima spirituale in città è cambiato notevolmente (presumibilmente per il meglio) nella città di Tver' grazie ai tre monasteri che vi operano.

Lo ieromonaco Daniel (Konstantinov) del monastero Zaikonospasskij nel centro di Mosca ha parlato delle realtà della vita monastica per i monaci le cui finestre delle celle si affacciano su una zona pedonale turistica. Un modo perché i fratelli abbiano un poco di solitudine è quello di andare regolarmente agli eremi del monastero situati fuori della città. La maggior parte della loro regola monastica viene letta la mattina, poiché il giorno porta un carico di impressioni che rendono più difficile la preghiera della sera. I fratelli hanno anche una chiesa separata per le proprie funzioni, separata da quella per i parrocchiani. Inoltre cercano di andare spesso alla confessione, per ridurre il danno fatto al loro stato spirituale dalla loro posizione nel centro di un' enorme metropoli.

L'igumena Elisabetta (Pozdnjakova), badessa del convento di Marta e di Maria a Mosca, ha presentato una relazione intitolata "Entra nella tua camera e prega in segreto: creare le condizioni per la preghiera in cella nel monastero". La badessa di questo convento, le cui obbedienze includono attività sociali di misericordia, ha sottolineato l'importanza di fornire condizioni e programmi per consentire alle monache di leggere quotidianamente la loro regola di preghiera, poiché la vita monastica perde il suo significato senza preghiera.

L'igumeno Arsenij (Mosalev), abate del metochio del monastero di Optina a San Pietroburgo, ha fatto nella sua presentazione l'osservazione che i monaci in un metochio spesso hanno più tempo per la preghiera rispetto ai loro fratelli nel monastero principale, dato che il flusso dei pellegrini nei monasteri dura tutto l'anno. Ha osservato che è compito dell'abate del metochio regolare la vita spirituale dei monaci e la quantità di servizio sociale.

Il forum ha prodotto le seguenti conclusioni:

I monasteri cittadini sono profondamente radicati nella tradizione monastica. Già nel IV secolo, san Giovanni Crisostomo iniziò la pratica di aprire monasteri nella capitale. Il santo vedeva il monachesimo come la società cristiana ideale, il cui esempio è potente per ispirare alla gente le fatiche spirituali.

Nei nostri tempi il monastero in città può e deve essere un luogo di salvezza, dove c'è speranza e gioia, lotta con le passioni, preghiera e pentimento.

In tutta la storia della Chiesa ortodossa russa, i monasteri sono sempre stati il ​​"sale della terra", i centri dell'illuminazione spirituale, dell'educazione e della cultura. Mentre si prende cura delle persone afflitte, il monastero deve ricordare anche il pericolo di diventare mondani, che minaccia la vita monastica.

I modi per evitare questo pericolo potrebbero essere:

• Mettere da parte un tempo speciale durante il giorno per la regola delle celle;

• Costruire spazi di chiesa separati per i servizi dei fratelli;

• Posizionare nel territorio dei monasteri confini inaccessibili ai laici;

• Avere funzioni speciali per i fratelli;

• Fornire opportunità di vivere negli eremi per periodi di tempo;

• Osservare i voti di rinuncia al mondo nelle condizioni della nuova tecnologia informatica;

• Avere posti speciali per ricevere i visitatori;

• Non consentire ai monasteri di essere utilizzati come luoghi per la produzione di film, rappresentazioni teatrali e concerti di natura secolare.

L'ospitalità e la cura spirituale dei laici non devono disturbare la vita interiore del monastero e la sua regola.

Bisogna sempre ricordare che qualsiasi laico che visita un monastero cittadino è un pellegrino e non ha il diritto di interferire con la vita interiore dei monaci. Le funzioni e le questioni d'ordine domestico sono responsabilità diretta della fraternità.

I moderni sistemi di trasporto e comunicazione hanno attenuato la differenza essenziale tra i monasteri della città e quelli più lontani dalle metropoli.

Infine sono state citate le parole di san Teodoro lo Studita: "Essendo in città, vivete come nel deserto; dimorando in mezzo al rumore, rispettate la quiete e la pace". San Teodoro ha anche affermato che c'è più gloria nel vivere in città come nel campo e nel rumore come nel deserto che nell'osservare il silenzio nel deserto e la quiete nella solitudine.

 
L'acquisizione americana della mente patristica: il significato di padre Seraphim Rose per il cristiano di oggi

Sul retro del St. Herman Calendar pubblicato dalla St. Herman of Alaska Brotherhood, c'è una pagina intitolata Remember Your Instructors (Ricordate i vostri istruttori), sulla quale troviamo tra l'altro il nome dello ieromonaco Seraphim Rose di Platina. Perché abbiamo bisogno di ricordare i nostri istruttori? Lo scopo di ricordare i nostri istruttori è, mi sembra, triplice: in primo luogo, riverire la loro memoria come santi, saggi e amati consiglieri e insegnanti (come diceva san Paolino di Nola, "Solo se il cielo può rinunciare alle sue stelle, la terra alla sua erba, i favi al loro miele, i ruscelli alla loro acqua, e i seni al loro latte, le nostre lingue potranno rinunciare alla lode dei santi, in cui Dio è la forza della vita e la fama della morte"); in secondo luogo, per pregare per il riposo delle loro anime e per cercare la loro intercessione nella nostra continua guerra spirituale qui sulla terra ("Dona riposo ai nostri padri e fratelli che hanno abbandonato questa vita prima di noi, e attraverso le preghiere di tutti abbi misericordia di me infelice nella mia depravazione", dice san Pietro di Damasco nella preghiera alla fine della Compieta; e terzo, per imitare il loro esempio (come dice san Basilio il Grande, "I giusti stessi non vogliono la gloria, ma noi che siamo ancora in questa vita abbiamo bisogno di ricordarli, in modo da imitarli").

In un certo senso, questo terzo scopo di ricordare i nostri istruttori, di imitare il loro esempio, implica gli altri due, ed è la ragione veramente importante perché noi manteniamo freschi nei nostri ricordi le vite di coloro che ci tramandano la fede e la tradizione ortodossa. Credo che l'esempio di padre Seraphim Rose, sia nella sua vita che nel suo lavoro, contenga una chiave che ha un significato ortodosso universale in questi ultimi giorni, ed è particolarmente importante per tutti coloro che cercano di trovare e lottare per preservare la vera ortodossia in Occidente. Padre Seraphim è infatti un nostro contemporaneo, un uomo che visse e respirò la stessa atmosfera mortalmente moderna dell'umanità senza Dio, dell'edonismo ateo e dell'ecumenismo senz'anima che è l'esperienza comune di tutti i bambini moderni dell'Occidente. Eppure egli, per grazia di Dio, non solo trovò la sua strada per la perla di gran prezzo, la santa Ortodossia, ma riuscì anche a penetrare nel cuore stesso della vera e libera tradizione del vivere l'Ortodossia: la genuina spiritualità patristica fondata sulla divina Scrittura e sui santi Padri. Padre Seraphim era un figlio nativo dell'America che divenne un vero figlio spirituale dei santi Padri che sono le fonti della santa Ortodossia. Per realizzare ciò, egli, con l'aiuto della grazia di Dio, ha dovuto affrontare e superare per mezzo della guerra invisibile le stesse tentazioni che tutti gli occidentali contemporanei devono affrontare mentre iniziano l'arduo cammino del pentimento e della conversione: superficialità, leggerezza, mondanità, eccesso di correttezza, anti-occidentalismo, fissazione sugli aspetti esterni nella vita della Chiesa, individualismo, razionalismo. Padre Seraphim vinse queste tentazioni nel suo cuore e nella sua vita con la sua lotta ispirata da Dio contro lo spirito di questo mondo e, così facendo, illuminò una strada verso il cuore dell'Ortodossia che gli uomini e le donne contemporanei, specialmente quelli dell'Occidente, potrebbero essere in grado di seguire. Spetta a noi trarre profitto dal suo esempio, dai suoi insegnamenti e dalla sua vita.

L'Ortodossia nel mondo contemporaneo è praticamente invisibile. Certamente, l'uomo contemporaneo è consapevole che esistono entità come la Chiesa greco-ortodossa, la Chiesa ortodossa russa e così via, ma in tal modo non percepisce la ricchezza, la pienezza dell'Ortodossia vera e vivente. Ciò che l'uomo contemporaneo vede sono la moltitudine di "denominazioni" o "rami" o "sette" di una delle sei o sette "religioni del mondo" dominanti chiamate cristianesimo. Nella migliore delle ipotesi, le Chiese ortodosse sono relegate al ruolo di "protestanti di rito orientale" o di cattolici romani scismatici.

Cosa rende così difficile vedere l'Ortodossia genuina nel mondo moderno? La Weltanschaaung demonica del mondo moderno ha creato una sorta di velo, un velo che distorce sottilmente tutto ciò che vediamo. Potremmo definirlo la mentalità della modernità.

foto: diakonima.gr

Padre Seraphim era acutamente consapevole dell'intransigente inimicizia tra la visione del mondo modernista ispirata dal demonio e la visione del mondo ortodossa ispirata dallo Spirito Santo, avendo smascherato nella sua stessa vita le illusioni e il vuoto della modernità. I suoi scritti hanno un intransigente tono polemico che è in qualche modo sconcertante o scoraggiante per un lettore principiante cresciuto nell'illusione "democratica" della "tolleranza", quella superficiale apertura mentale di cui l'uomo moderno è così orgoglioso, ma che in realtà è la negazione di quella gerarchia di valori fondata sulla rivelazione dell'eterno mistero del Dio triuno attraverso il Dio-Uomo Gesù Cristo. Quella gerarchia di valori che è la manifestazione nelle anime umane della forza sostenitrice e vivificante dello Spirito Santo nella santa Chiesa, quella gerarchia di valori che è la tradizione vivente della santa Ortodossia, è una matrice spirituale in cui si forma una mentalità veramente ortodossa, un modo di sentire e una formazione della volontà. Questo è ciò di cui parla san Paolo in 2 Timoteo 1:17: Dio non ci ha dato lo spirito della paura; ma di potere e di amore, e di una mente sana. Lo spirito del potere (formazione ortodossa della volontà), dell'amore (anima ortodossa o modo di sentire) e di una mente sana (mentalità ortodossa) è chiamato dalla tradizione cristiana la mente dei Padri.

Padre Seraphim si immerse completamente, fino a saturarsene, nella mente dei Padri. A poco a poco (anche se per il metro di ciò che ci sembra possibile in questa epoca spiritualmente degradata, è successo con velocità e completezza sorprendente, quasi impossibile), l'anima di padre Seraphim fu trasformata dalla Tradizione (la vita dello Spirito Santo nella Chiesa) in una spada fiammeggiante, capace di strappare il velo delle illusioni del mondo moderno e di rivelare il Luogo Sacro: la Chiesa una, santa, cattolica, apostolica e ortodossa.

Padre Seraphim divenne un legame vivente con i santi Padri, esattamente nel modo predetto dal demone che apparve all'anziano Sofronio, uno dei discepoli dell'anziano Paissio Velichkovskij. Rivelando il suo odio per i libri spirituali, il demone dice che questi "stracci miserabili" insegnano ai "semplici stupidi" a vivere come i cristiani di una volta. Il demone ragiona in modo sconcertantemente moderno: cerca la "pace e la concordia" con i cristiani; si lamenta dell'inimicizia "implacabile e intransigente" della pietà ortodossa tradizionale; egli supplica "tolleranza" e "moderazione" e apertura mentale tra i monaci. Padre Seraphim era uno dei "semplici stupidi" più temuti dal demone. Ispirato agli scritti dei santi Padri, prese le armi contro l'avversario e mise in pratica le pratiche tradizionali dei cristiani antichi: preghiera incessante, guerra incessante, digiuno, esame e confessione dei pensieri, veglia, vita da estraneo a questo mondo. Negli scritti di padre Seraphim si respira lo spirito inestinguibile della pietà ortodossa antica, ma senza tempo: non lo spirito della paura o della cosiddetta tolleranza, ma lo spirito del potere, dell'amore e di una mente sana.

A differenza di molti convertiti occidentali all'Ortodossia, padre Seraphim fu in grado di evitare le tre grandi trappole del convertito: anti-occidentalismo, eccesso di giustizia e fissazione sugli aspetti esterni della Chiesa. Invece, praticò e sostenne ciò che chiamava, seguendo l'insegnamento di san Giovanni Cassiano e di altri Padri, la Via regale: un approccio equilibrato e sobrio all'Ortodossia e alla Tradizione che enfatizzava la libertà del modo di vivere ortodosso e l'autorità della sua verità. Poiché Cristo stesso ha detto: conoscerete la verità e la verità vi renderà liberi (Giovanni 8:32). Se la santa Ortodossia è la pienezza della verità cristiana, allora la sua pratica, se è in accordo con le tradizioni dei Padri, deve renderci liberi. L'eccessiva correttezza, o lo zelo non secondo la conoscenza, è precisamente una limitazione troppo umana della libertà in Cristo, e un ritorno allo stesso fariseismo rifiutato da Gesù stesso. L'anti-occidentalismo è un'identificazione troppo umana della verità di Cristo con preoccupazioni etniche o storiche. La fissazione sugli aspetti esteriori nella vita della Chiesa è un'enfasi troppo umana su quegli aspetti della Chiesa che sono di questo mondo, con una corrispondente incapacità di percepire la sua essenza ultraterrena e di parteciparvi. Il percorso reale, come insegnato da padre Seraphim, è la libertà nell'autorità e l'autorità nella libertà, basata sulla conoscenza di sé, sul discernimento e sulla sobrietà. È il modo più sicuro, più vero e più rapido per raggiungere il Paradiso, ma non è facile. Richiede una costante guerra invisibile, sofferenza di cuore, devozione, compassione, scrupolosa onestà con se stessi e spietata autocritica. Questo è quello che padre Seraphim chiedeva ai suoi figli spirituali.

La restaurazione di un modo di vita ortodosso in Occidente

Come è stato in grado padre Seraphim di evitare le insidie che si formano ​​di fronte al convertito? Qual è il significato del suo esempio per l'Ortodossia universale oggi? Queste due domande sono correlate, poiché il viaggio spirituale di padre Seraphim contiene una risposta non solo per il singolo convertito, ma anche per l'intera Tradizione ortodossa.

Credo che la risposta stia nella penetrante intuizione di Padre Seraphim e nella sua profonda critica della modernità. La sua comprensione delle condizioni reali della vita moderna lo ha liberato dal condizionamento culturale della sua educazione occidentale. Ma egli era anche in grado, paradossalmente, di soddisfare le possibilità spirituali dell'anima occidentale. Ciò lo ha ottenuto con il suo rifiuto di scartare tutto ciò che è occidentale in favore di un'Ortodossia orientale orientata etnicamente.

Attraverso tutte le sue ricerche, padre Seraphim giunse a credere che solo una cultura con una forte tradizione vivente avesse una possibilità contro le forze corrosive e distruttive della vita moderna. L'unica forza capace di resistere alla modernità è la tradizione; ma la tradizione non è mero conservatorismo, né è principalmente un fenomeno culturale. L'essenza della tradizione è la religione: essa esiste solo attraverso la rivelazione divina; sopravvive e si sostiene attraverso le vicissitudini del tempo e della storia in questo mondo solo per mezzo delle sue qualità senza tempo, trans-storiche e ultraterrene. Padre Seraphim non trovò queste qualità nel cristianesimo occidentale non tradizionale, così si rivolse all'Estremo Oriente dove la tradizione religiosa era più forte; ma anche lì scoprì che ovunque l'influenza della vita moderna penetrava, usurpava e indeboliva le forme tradizionali. Fu solo quando entrò in contatto con l'Ortodossia russa che scoprì una tradizione che ha resistito a ogni colpo immaginabile delle forze della storia, ed è ancora in grado di resistere alle influenze corrosive e dissolventi della modernità.

Fu attraverso la guida provvidenziale di un giusto uomo di Dio, l'arcivescovo Ioann Maksimovich, che padre Seraphim intraprese il lavoro della sua vita: la restaurazione del modo di vivere ortodosso in Occidente. L'arcivescovo Ioann amava e venerava i santi ortodossi dell'Occidente, i santi e giusti uomini e donne dell'Occidente prima dello scisma, le cui vite brillavano come le stelle, ma che venivano trascurate ingiustamente nel mondo ortodosso contemporaneo. Fu lui a ispirare padre Seraphim a iniziare a studiare e a tradurre le vite e le opere di santi occidentali come san Giovanni Cassiano.

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Uno dei risultati più importanti di padre Seraphim è stata la traduzione in inglese della Vita Patrum di san Gregorio di Tours, mai prima tradotta, un patericon occidentale della massima importanza perché fornisce prove dirette che le radici cristiane della cultura occidentale sono indiscutibilmente ortodosse nello spirito, nella sostanza, nella forma e nel sapore.

Padre Seraphim capiva che senza la tradizione, non solo ogni cultura, ma ogni organizzazione, ogni parrocchia, persino ogni individuo contemporaneo è impotente di fronte alle influenze onnipervadenti della modernità; ma aderire alla Tradizione non significava cieco conservatorismo, adorazione del passato o rigida uniformità alla politica ecclesiastica. Significava, per padre Seraphim, acquisire la mente dei Padri. Qui c'è qualcosa di più della mera continuità storica ininterrotta imposta dalla "disciplina" o dal controllo del pensiero o dalla correttezza esteriore della Chiesa. La santa Tradizione è, prima di tutto, identità spirituale e ontologica nella mente, nel cuore, nella vita, nello spirito. "Questa è la fede apostolica, questa è la fede dei Padri, questa è la fede ortodossa, questa fede ha stabilito l'universo".

Senza questa identità vivente con lo spirito patristico, padre Seraphim comprendeva che le anime dei convertiti occidentali sarebbero state in grande pericolo di essere divise internamente tra un modello "tradizionale" di "pietà" e di culto e un modello di mente non tradizionale e un cuore immutato. Gli ortodossi "di famiglia" sono ugualmente sensibili a questa condizione. Non c'è compromesso tra lo spirito patristico e lo spirito moderno. L'uno o l'altro deve trionfare. A che cosa serve tutta la pienezza e la ricchezza dell'Ortodossia tradizionale se il convertito abbraccia l'ortodossia in modo esteriore, pur rimanendo immutato nel cuore e nella mente? Fervore e zelo non devono essere confusi con l'interiorità e la trasformazione. In questi casi, la bellezza e il potere delle antiche forme della Chiesa ortodossa sarebbero catene che legano l'anima nelle sue delusioni. Come dice l'Apostolo, non avete ricevuto lo spirito di schiavitù per paura; ma avete ricevuto lo spirito di adozione, per mezzo del quale gridiamo, Abba, Padre (Romani 8:15); e ancora: Colui che cerca il cuore conosce qual è la mente dello Spirito, perché intercede per i santi, secondo la volontà di Dio (Romani 8:27).

Ortodossia universale

In tutti i suoi scritti, padre Seraphim usa ripetutamente parole come "sapore" e "gusto" per trasmettere ai suoi lettori qualcosa dell'essenza indefinibile eppure tangibile dello spirito patristico. [1] C'è un sapore unico nella genuina tradizione ortodossa, ha detto ai suoi figli spirituali, e voi dovete assaggiarlo. Solo quando assaporerete e vedrete il sapore del genuino insegnamento dei santi Padri saprete come discernere il falso dal vero, l'interno dall'esterno, nell'Ortodossia.

Come istruttore e trasmettitore della tradizione ortodossa, padre Seraphim era un realista. Sapeva, nel trattare con i convertiti, che era irrealistico ignorare o rifiutare i mille anni di esperienza culturale e psicologica occidentale in cui si formavano le loro anime. Un insegnante di Ortodossia non dovrebbe tentare di trasmettere l'impressione che la cultura occidentale non ha alcun valore, per influenzare gli studenti occidentali in favore di un'ortodossia "orientale".

La tradizione ortodossa, come comprendeva padre Seraphim, non è diminuita se riconoscono i valori genuini e le virtù della cultura occidentale. L'Ortodossia, se è la pienezza della verità, dovrebbe rivelare una tale ampiezza di anima, una tale generosità di spirito, che qualsiasi cosa di valore in qualsiasi cultura è purgata e trasfigurata nella sua radianza, e la sua stessa essenza ultraterrena viene potenziata e rafforzata nella sua manifestazione terrena da tali valori trasfigurati. Questo è ciò che accadde quando il cristianesimo ortodosso incontrò e battezzò l'anima popolare russa: fu prodotta una cultura cristiana che ricevette la torcia dalla Bisanzio decadente e la tenne alta per mille anni. Padre Seraphim insegnava che l'esperienza russa ha una lezione fondamentale per i cristiani degli ultimi giorni.

Così avvenne anche quando la cultura dei celti fu battezzata da missionari ortodossi provenienti dall'Oriente: l'anima celtica si infiammò immediatamente, producendo un'esplosione di monaci, monasteri e missionari, la cui luce fu la gloria dell'Ortodossia in Occidente per centinaia di anni. Padre Seraphim scrisse numerosi articoli per dimostrare che le radici dell'anima occidentale, nonostante tutte le apparenze, riposano nell'Ortodossia.

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Certamente, la cultura secolare contemporanea dell'Occidente non è la cultura di Martino di Tours o di Vincenzo di Lerins. Nessuno lo ha riconosciuto più acutamente di padre Seraphim, che tuttavia sapeva anche che l'etnicità e l'eccessiva correttezza, non importa quanto ortodosse, avrebbero soffocato le anime dei convertiti occidentali. Inoltre, a differenza dell'Irlanda del IV secolo o della Russia del X secolo, l'Occidente ha conosciuto un cristianesimo di un tipo o dell'altro per un millennio e oltre. La modernità non è un paganesimo innocente, è un rifiuto dei valori cristiani come impotenti e inefficaci.

La risposta, secondo padre Seraphim, è l'ortodossia "universale", l'insegnamento trans-storico, trascendente dei santi Padri teofori, il cui sapore trasformerà ogni condizionamento culturale, orientale o occidentale. Questo "sapore", come padre Seraphim ben capiva, è appunto la grazia tangibile della spiritualità patristica; ed era pienamente sicuro che il gusto di quella grazia (che è, dopo tutto, la mente dello Spirito di Romani 9:27) fosse equivalente al compito di formare le anime dei convertiti occidentali. In questo, padre Seraphim mostra una maggiore fiducia nel potere della tradizione ortodossa rispetto ai suoi detrattori "super-corretti".

Tutte le giurisdizioni ortodosse in Occidente (e anche in Oriente) lottano con il problema della modernità. Nessuna sembra avere ancora trovato una soluzione reale. Né il revisionismo ecumenico né il conservatorismo del vecchio mondo forniscono una risposta efficace al fascino della cultura contemporanea in questi ultimi tempi. Il primo scambia la perla preziosa dell'Ortodossia tradizionale per l'oro falso della "rilevanza" secondo gli standard odierni; mentre quest'ultimo nasconde il suo talento nella terra protettiva dei valori del vecchio mondo, in tal modo isolandosi e rendendo la Tradizione genuina, da esso protetta, incapace di rispondere alle molte anime che bramano la pienezza della verità.

È a suo eterno credito e per nostra grande fortuna che padre Seraphim ha trovato una via media tra questi due estremi, un modo che non era un'innovazione, ma era il percorso senza tempo, ma sempre vitale dei santi Padri. Il sentiero regale è assolutamente sobrio e non accetta compromessi con la "forte illusione" dei tempi moderni; eppure, il sentiero regale, come insegna padre Seraphim, secondo la mente dei Padri, riesce a conferire all'anima il potere di impegnarsi in una guerra invisibile e di elaborare la sua salvezza su linee collaudate, provate, tradizionali. In padre Seraphim vediamo il risveglio della spiritualità patristica, non nell'isolamento accademico, ma nel mondo reale della lotta monastica, della povertà, dell'obbedienza, della pietà. La vita di padre Seraphim Rose ci mostra che il modo per recuperare le nostre anime come occidentali è tornare alle radici della vera cultura del cristianesimo patristico occidentale, per formare le nostre anime, non sulla superficialità e sul veleno della cultura contemporanea, ma sulla fede apostolica, sulla spiritualità delle catacombe, sulla pietà ortodossa e sulla mente dei padri.

Epiphany vol. 9, n. 4, estate 1989

Nota

[1] Il suo uso di queste parole può anche essere stato suscitato da un miracolo che aveva sperimentato dopo il suo ingresso nella Chiesa. Quando aveva ricevuto l'eucaristia per la prima volta, aveva sentito un sapore divino e indescrivibile nella sua bocca che era durato per oltre una settimana. All'inizio immaginò che ciò fosse sperimentato da ogni cristiano ortodosso, ma quando in seguito chiese ai neo-battezzati se provavano la stessa sensazione, concluse che questo era un dono speciale e unico della grazia di Dio per lui.

 
Ma quale unità? Siamo seri!

Parturiunt montes; nascetur ridiculus mus!

Orazio

φιλήματα ιούδα

Il "buon papa Francesco" venera (nel 2013!) "l'icona" di Giosafat Kuntsevitch, grande massacratore di ortodossi, prima di offrirlo come un modello di unità come hanno fatto, senza alcuna vergogna, tutti i suoi predecessori!

vedete il seguente articolo

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Tempo triste di confusione e di relativismo, il nostro, in cui molti dei nostri vescovi non mettono più nel mezzo del mondo ortodosso la Chiesa, sostenuta dalle fondamenta bi-millenarie della nostra teologia salvifica, e dove la falsa carità e le dichiarazioni lacrimose, sentimentali e menzognere hanno più valore del sangue dei martiri, dell'immutata testimonianza di fede dei Padri, e del semplice rispetto per l'umile verità.

Tuttavia, un certo umorismo custodisce i suoi diritti, anche se è involontario: un metropolita di Costantinopoli ha dichiarato recentemente (e a Notre-Dame de Paris, scusate se è poco!) che la Chiesa cattolica romana non è eretica; un portavoce laico dei vescovi ortodossi di Francia ha dichiarato anche lui un paio di settimane fa, che Francesco (si tratterebbe del papa di Roma, la "correttezza politica" richiede che lo si chiami semplicemente Francesco negli ambienti teologicomici sintonizzati!) si "ortodossizza" (sic) sempre di più. Che detestabile e cupa cretineria, che non si basa su nulla di serio... ma davvero, che gioia, se solo fosse vera! Ma non lo è affatto, ahimè!

Lo stesso papa di Roma, nella sua lettera al patriarca fanariota Bartolomeo, in occasione della festa di sant'Andrea il Primo Chiamato, ha detto senza ridere: "Dopo aver ripristinato un rapporto di amore e fratellanza in uno spirito di fiducia, di rispetto e di carità reciproca, non vi è più alcun impedimento alla comunione eucaristica, che non possa essere superato con la preghiera, la purificazione dei cuori, il dialogo e l'affermazione della verità". E citando la dichiarazione congiunta di Paolo VI e Atenagora, ha aggiunto: "Anche se non sono state abolite tutte le differenze tra le Chiese cattolica e ortodossa, vi sono ora le condizioni per camminare verso il ristabilimento della piena comunione di fede, di concordia fraterna e di vita sacramentale che esisteva tra loro nel primo millennio della vita della Chiesa".

"Parole, parole, parole", diceva Amleto. Che cosa è veramente cambiato in verità? Nulla, assolutamente nulla, se non una tendenza per alcuni ortodossi, a credere ingenuamente o stupidamente che l'unità dei cristiani in corso, sia auspicabile come ce la vogliono vendere per trenta denari...

Ahimè, senza fare alcun passo nella Verità, ma nell'emozione gocciolante di una pseudo carità, e in un'ovvia menzogna teologica, sarà al peggio un allineamento sulle tesi di Roma (che non ha rinunciato a nessuna delle sue principali eresie, e a nessuna parte della sua volontà di potere e di dominio sulle anime), una sorta di surrogato di Unia super-soffice, forse anche senza violenza, o peggio ancora, un negoziato fallito, un'alleanza eterogenea piuttosto che un'unione, che vorrà stabilire una pseudo-unità con due teologie diverse, due visioni diverse della Chiesa e del Magistero, con l'unica prospettiva dei rinnegati ortodossi che, unendosi con Roma, hanno creato un matrimonio poco convincente sotto il nome di uniati!

Si può comprendere che i cattolici vogliano avere, con gli ortodossi, nuova linfa per compensare l'abbandono dei loro seguaci, e la possibilità, una volta restaurata la comunione, per offrire a qualcuno un rifugio liturgico, ma certamente non accettando queste condizioni inette e irrealistiche, se non surreali. E si può fare fare nulla con gli otri vecchi, dice la Scrittura!

I nostri ecumenisti ortodossi, a parte le celebrazioni della settimana chiamata "dell'unità", manifestazioni traboccanti di falsi buoni sentimenti hanno che non portano da nessuna parte, hanno frequentano regolarmente le "messe" cattolico-romane? Lo si può seriamente chiedere. Vi sono ancora molte di queste messe comuni, nella maggior parte delle parrocchie abbandonate dai fedeli stanchi delle innovazioni, che sembrano davvero ancora a una liturgia cristiana degna di questo nome? Dove sono gli uffici delle Ore, dei Vespri, del Mattutino, della Compieta?

Il nostro cuore sanguina e prova un'immensa compassione per i poveri cattolici che soffrono, senza pioterci fare niente, l'imposizione per la maggior parte del tempo di "liturgiette della paroletta", e il can can francese, che funge da ufficio nella maggior parte delle celebrazioni in alcune parrocchie "ben inserite". E non è solo il Vaticano II a essere responsabile di questo deplorevole stato di fatto: prima di quel Concilio, le celebrazioni erano forse più corrette e sopportabili per i cattolici, ma la teologia da loro veicolata era altrettanto falsa ed eterodossa di quella che presiede oggi ai destini di Roma.

"Non vi più è alcun impedimento alla comunione eucaristica, che non possa essere superato con la preghiera, la purificazione dei cuori, il dialogo e l'affermazione della verità", ha detto il Papa; ebbene, prendiamolo in parola, circa l'affermazione della verità.

Ecco una piccola lista non esaustiva di ciò a cui dovrà rinunciare con i suoi fedeli per una vera unione nella verità...

Inizialmente, dovrà abbandonare quella bestemmia che, nella Chiesa romana, insegna che Cristo si è incarnato per placare l'ira di suo Padre.

Sarà inoltre necessario abbandonare velocemente quel primato universale che la Scrittura, i Padri, e anche alcuni papi del passato hanno condannato. Il Führerprinzip non ha assolutamente alcun posto nella Chiesa di Cristo. C'è stato un tempo in cui ci sono stati tre papi che si disputavano la Sede romana: qual era quello vero?

Ricordiamo anche utilmente che durante il Concilio di Gerusalemme, è stato Giacomo, fratello del Signore, e non Pietro che ha presieduto (il vescovo di Roma non ha posseduto nel corso dei primi otto secoli, l'autorità di diritto divino che ha voluto esercitare in seguito [v. Guettée in La Papauté Schismatique]; Voi siete, dice san Paolo ai fedeli di Efeso (Ef II, 20; x, 22), edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, e Gesù Cristo è la pietra angolare della costruzione, e su di lui l'intero edificio poggia e sale a diventare un tempio dedicato al Signore, e su di lui siete elevati come un edificio spirituale, in cui Dio dimora"; è sulla pietra, ovvero sulla confessione di fede dell'apostolo Pietro, non su Pietro l'apostolo, che è costruita la Chiesa di Cristo, come dice sant'Agostino nelle sue Ritrattazioni (Capitolo 21) [1]

L'Eucaristia dovrà ancora essere fatta con pane azzimo e vino bianco? Sarà ripristinata a Roma la comunione di tutti i fedeli al sangue di Cristo? Nel XII secolo, la rivolta dei calicisti (ovvero, chi voleva ricevere la Comunione al calice, come raccomandato da Cristo durante l'ultima cena [Mangiate! Bevetene tutti!]) fu schiacciata, il clericalismo e della chiesa latina fu rinforzato: la misera spiegazione a volte data ai fedeli, secondo a quale nel corpo esiste anche il sangue, è un per lo meno patetica.

Il dogma dell'Immacolata concezione (1854, dichiarato articolo di fede nel 1950), vecchia luna di qualche teologia latina malaticcia e sentimentale (che crede di onorare la tutta pura Madre di Dio, ma di fatto la sminuisce!), malaccorto e condannato sia da Bernardo di Chiaravalle sia da Tommaso d'Aquino, è una bestemmia nei confronti della Madre di Dio, e non ha ragion e d'essere. Il culto del Sacro Cuore di Gesù e Maria (sic), la devozione alle sante piaghe, (in alcuni ambienti, anche quella della spalla del Signore che ha portato la Croce) non appartengono alla Chiesa di Cristo!

A Roma hanno finalmente finito per ammttere la falsità della presunta donazione di Costantino. Anche la teoria fumosa del limbo è stata recentemente abbandonata, anche ha conosciuto secoli di favore, in cui ha gettato nella disperazione innumerevoli madri cristiane i cui figli non erano stati battezzati... Presto, gettiamo le eresie e le falsificazioni latine nella spazzatura della storia, e proseguiamo la strada verso la vera unità nella Verità!

Coraggio! Dobbiamo perseverare e gettare via il purgatorio fabbricato (spesso con moneta sonante e tintinnante per riempire le casse romane) nel Medioevo, e il Filioque (Il Vangelo di san Giovanni, 15:26, parla chiaramente dello Spirito della Verità che procede dal Padre).

Sarà inoltre necessario mettere all'indice il Manuale delle indulgenze (che codifica un immondo traffico "spirituale" indegno di una chiesa "cristiana"), che resta sempre in vigore ed è sempre ristampato (e venduto per la modica cifra di 9,30 euro in buone librerie che pretendono di dirsi cristiane).

Si dovrà rinunciare alla drogheria spirituale delle opere supererogatorie dei santi, una follia di fronte alla sana e santa venerazione dei santi insegnata fin dall'inizio dalla Chiesa ortodossa.

Si dovrà permettere agli uomini sposati di diventare preti, e rinunciare a questa schizofrenia imbecille che permette i sacerdoti sposati in alcuni riti orientali, e li vieta in Occidente, nella stessa chiesa cattolica romana.

Sarà anche necessario riconoscere tutti i crimini commessi nel corso dei secoli, le conversioni forzate da parte del clero latino in tutto il mondo e più di recente in Jugoslavia durante la seconda guerra mondiale, nel silenzio abissale della comunione cattolica romana, che ora ha anche intenzione di fare dell'immondo persecutore degli ortodossi, il "gerarca" croato Alojzije Stepinac, un santo! Non si possono ignorare le centinaia di migliaia di martiri ortodossi serbi il cui unico crimine, agli occhi dei latini, era di essere ortodossi.

Il minimo dovrebbe essere chiedere perdono per il concorso nei massacri organizzati dai "religiosi" francescani nei campi di sterminio ustascia (ma se Stepinac è canonizzato dalla Chiesa cattolica romana, si può ipotizzare che il frate francescano guardiano del campo di concentramento di Jasenovac e soprannominato "frate Satana" [Filipovic] possa esserlo un giorno anche lui). [1]

Il nostro elenco non è esaustivo, ben lungi... Le anime buone ortodosse che si credono più caritatevoli perché non sono consapevoli delle le losche manovre di Roma (o rifiutano di conoscerle), e che spazzano con un manrovescio tutte le allusioni a questo passato recente, in quanto sarebbe un impedimento alla fratellanza obbligatoria con filli bugie e ipocrisia manifesta, sono semplicemente l'opera del maligno ...

Infatti, si può mettere in dubbio la serietà che manifesta "il buon Papa Francesco" quando parla di amore, di fraternità, di unità nella verità, etc., e che non dice nulla dei suoi attuali seguaci che in questi giorni distruggono le chiese ortodosse in Ucraina, che non condanna l'uniatismo, che offre ancora come modello di unità immondi assassini dei nostri fratelli ortodossi, quando non parla di canonizzarli! I nostri ortodossi (chierici e laici) professionisti dell'ecumenismo sono completamente sordi e ciechi?

Molto recentemente, un vescovo latino a cui hanno chiesto se la Chiesa cattolica romana aveva intenzione di chiedere perdono per i crimini commessi dal clero romano alleato degli ustascia di sinistra memoria, ha detto che il perdono è una cosa molto seria, e che era necessario studiare la cosa molto seriamente [quest'ultimo termine non aveva forse lo stesso senso che noi di solito gli diamo]... (In una recente intervista alla radio "Slobodna Evropa", l'arcivescovo Stanislav Hočevar, circa la possibile richiesta di perdono del papa circa i crimini commessi durante la Seconda Guerra Mondiale nello "Stato Indipendente di Croazia" contro i serbi ortodossi, ha dato la seguente risposta: "La parola 'perdono' è così santa e importante che la dobbiamo pronunciare con la massima serietà e obiettività. Ditemi chi, fino a oggi, ha studiato nel suo complesso, non solo Jasenovac [campo di concentramento in Croazia, dove sono stati massacrati serbi ortodossi, ebrei e rom, ndt], ma tutti i crimini [di quel tempo, ndt]. Il santo padre lo farà [chiedere perdono, ndt] molto volentieri, quando l'informazione sarà obiettiva, perché non possiamo buttare queste sante parole nel vuoto, senza chiarezza". Ecco un degno rappresentante della linea cattolica romana che i nostri ecumenisti "ortodossi" non conoscono, o fingono di ignorare.) [2]

Gli ecumenisti "ortodossi", alcuni per ignoranza e sentimentalismo sconsiderato (l'amore senza la verità, non ha senso, lo sanno: bisogna amare i tubercolotici, ma non avere appetito per la tubercolosi non è certo un crimine!), altri per interesse personale (sono gli utili idioti dell'unia, il "entusiasti" dell'ecumenismo, ma che spesso pagano per i loro capricci volontari, per cui ci si chiede perché non diventino cattolici di rito orientale, invece di restare in sospeso), altri per convinzione, e questi sono i peggiori, perché finiranno per andare a Roma (e "un ortodosso che diventa un cattolico romano, diventa subito un gesuita", ha detto Dostoevskij), dopo avere traviato anime innocenti nelle loro peregrinazioni, a causa della loro commedia ipocrita di appartenenza all'Ortodossia... Tutti partecipano a questo inganno di dialogo, che non sarà mai nella Verità perché tutti i punti essenziali della fede dei Sette Concili non saranno accettati dagli eterodossi, nemmeno se sono proclamati dai cattolici romani, e perché questi ultimi non rinunceranno definitivamente alle loro folli aberrazioni teologiche per ritrovare la fede Padri custodita nella Chiesa ortodossa.

Smettiamola di dire che abbiamo la stessa fede, o che siamo tantoo vicini! Questa è una bugia sfacciata! Cosa abbiamo in comune nella Verità ???

E che non ci accusino di mancanza di amore o di carità, perché vogliamo dire ciò che è giusto e vero, e non fingano di credere che la fede ortodossa è la stessa di quella dei cattolici romani (un padre ortodosso contemporaneo ci ha detto giustamente, "Accuserebbero forse di mancanza di carità, un contadino che in montagna non esitera a contrariare i turisti dicendo loro che il percorso che vogliono prendere li porta e una zona pericoloso, e indica loro quella che sa essere la strada giusta, forse un po' più dura dell'altra?").

Numerosi membri della nostra famiglia appartengono alla Chiesa di Roma e ci amano veramente, e noi soffriamo per loro, tanto più che alcuni di loro non frequentano più alcuna chiesa da molti anni, a causa di celebrazioni aberranti imposte a molti fedeli romani, o di messe divenute riunioni politiche, terzomondiste, o "giovaniste". Sono stati talmente omologati ad accettare il fatto che al di fuori di Roma non c'è salvezza, che non sono in grado di fermarsi un attimo a pensare di poter trovare la verità altrove, quando la Roma che era la loro è crollata...

Quelli di noi che hanno seguito i funerali dei propri cari, di parenti cattolici usciti da questa comunione, ma ancora e sempre prigionieri di questa maledizione [nessuna salvezza fuori della chiesa papale!], che hanno rifiutato qualsiasi servizio religioso a causa di questa "omologazione" malefica, potranno certamente capire.

La "sindrome degli anarchici spagnoli" è ancora viva. La storia dice che durante la guerra civile spagnola due anarchici dovevano essere fucilati. Un pastore protestante si fece avanti e propose di assisterli davanti al plotone d'esecuzione. Questi rifiutarono, dicendo: "Non crediamo neppure nella vera religione cattolica, non crederemo nelle vostre falsità". Noi stessi abbiamo udito un amico ateo dirci: "In ogni caso, siete scismatici, perché quando sei credente, devi essere cattolico".

Smettiamola con queste discussioni mondane fatte di menzogne ​​spudorate e di compromessi criminali, e se ci deve essere un dialogo, che sia finalmente nella verità! Le mondanità non sono appropriate alla salvezza delle anime!

Claude Lopez-Ginisty

Note

[1] Ha scritto nel suo libro Ritrattazioni (Cap. 21): "Questo è il motivo per cui non gli fu detto: tu sei una pietra, ma: tu sei Pietro. La pietra era Cristo, e Simone, dopo aver confessato che Cristo era il Figlio di Dio, fu chiamato Pietro".

L'apostolo ha anche dichiarato che Gesù Cristo era l'unica pietra. Negli Atti degli Apostoli (4:11) Pietro, pieno di Spirito Santo, ha detto ai governatori del popolo e ai senatori, parlando di Cristo: "È lui questa pietra che voi, architetti, avete respinto e che è divenuta pietra angolare". E Pietro: "Stringetevi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, e anche voi verrete impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale" (1 Pietro 2: 4).

[2] Il Centro Simon Wiesenthal ha stimato a 750.000 le vittime di questo campo gestito dal francescano Miroslav Filipovic-Majstorovic, soprannominato frate Satana. Oltre i serbi, 60.000 ebrei e 20.000 rom sono stati vittime della barbarie del campo, senza provocare proteste dalla Chiesa di Roma, e senza – l'abbiamo visto recentemente con la dichiarazione dell'arcivescovo/Tartufo Stanislav Hočevar – volontà di chiedere perdono per quest'ignominia.

[3] Si veda anche qui, e in particolare i collegamenti alla fine di questo articolo...

 
Domande e risposte (luglio 2018)

Qual è a suo parere il più grande problema per la Chiesa ortodossa nel Regno Unito oggi?

Senza dubbio è la crisi pastorale, la cronica carenza di sacerdoti e la mancanza di chiese nostre. Perché? Ebbene, vuoi essere un prete quando non sei pagato e devi trovarti da solo una chiesa? Cattolici, anglicani e protestanti hanno già tutte le infrastrutture, le chiese, le case e i salari. Che vita facile, la loro!

La mia "parrocchia" copre cinque contee e 20.000 chilometri quadrati. Ho solo due chiese permanenti qui, che ho dovuto procurarmi e sistemare da solo, e due sacerdoti assistenti, nessuno dei quali è disponibile nei giorni feriali. Questo è il frutto del fallimento dei vescovi nel fornire sacerdoti (mancanza di un seminario, al contrario di un centro da torre d'avorio per intellettuali che non capiscono la vera vita della Chiesa) e di provvedere ai loro sacerdoti. E, francamente, è così nella maggior parte del mondo. Come possiamo avere una Chiesa che non offra cura pastorale? Questo è il motivo per cui non si battezzano i bambini, le coppie non si sposano e i defunti non sono sepolti dai sacerdoti. Non ci sono sacerdoti locali. Questa è davvero una chiesa del genere "fai da te". Forse ricorderemo questo periodo come il più decadente nella storia della Chiesa.

Quando ha iniziato la Chiesa contemporanea a venerare i santi locali dell'Occidente?

La svolta avvenne nel 1952 quando San Giovanni di Shanghai presentò per la venerazione una lista di santi locali al Sinodo dei vescovi russi fuori dalla Russia. Tutti i suoi discepoli della ROCOR lo seguirono, dall'arcivescovo Nathanael di Vienna all'arcivescovo Antonio di Ginevra, da padre Seraphim Rosa a me peccatore. Questo movimento fu seguito e imitato da altre giurisdizioni una o due generazioni dopo, senza pentimento per i loro precedenti rifiuti. Ricordo che nel 1975, quando avevo presentato una lista di questi santi, ero stato preso in giro dalle giurisdizioni di Sourozh, di Thyateira e di Parigi. Il loro atteggiamento era razzista. Come cambiano i tempi!

Perché l'Occidente rifiuta la vita ascetica? I cattolici hanno trasformato la loro Chiesa in uno stato e nessuno di loro si degna di digiunare o addirittura di stare in piedi in chiesa.

Il grande problema della Chiesa è sempre stato come affrontare il mondo. La visione ortodossa è di fare del nostro meglio per santificare il mondo, soffrendo persecuzioni e persino il martirio, se necessario, sottoponendosi al martirio. La visione occidentale è stata quella di conquistare e controllare il mondo: il risultato di ciò è la secolarizzazione della "Chiesa" occidentale – la loro "Chiesa" è diventata il mondo.

Questo rifiuto dello sforzo ascetico risale al filioque. Questo dice che lo Spirito Santo (tutta la verità e l'autorità nella vita della Chiesa) procede dal Figlio e quindi da tutti coloro che rappresentano il Figlio sulla terra. Nell'800 si arrogò questo ruolo Carlomagno, che si definì vicario di Cristo e iniziò a massacrare i sassoni nel nome di Dio (=cesaropapismo). Nel tardo XI secolo, tuttavia, fu il vescovo di Roma che cambiò il titolo ufficiale da vicario di san Pietro (che in realtà era il titolo dei patriarchi di Antiochia) a vicario di Cristo e la sua "Chiesa" divenne più potente di qualsiasi Stato (papocesarismo). Così iniziarono i massacri patrocinati dal papa nel 1066 in Inghilterra e poi nelle "crociate". Così iniziò il clericalismo. Nel sedicesimo secolo tutti divennero vicari di Cristo, e così nacque il protestantesimo. Chiunque aveva il diritto di dare vita alla propria "chiesa", indipendentemente dal pentimento e dalla pratica ascetica. Così nacque l'umanesimo anti ascetico. Così nacque il culto celebrato stando seduti, cantando inni e battendo le mani – in effetti una prima forma di karaoke, una 'religione da divertimento'.

Perché i liberali sono così ostili e aggressivi nei confronti della Chiesa russa quando solo circa il 5% della popolazione russa pratica effettivamente la fede ortodossa?

Il problema per i liberali, che rappresentano anch'essi solo il 5% circa della popolazione russa, è che la cultura della Federazione Russa e di paesi come l'Ucraina, la Bielorussia e la Moldova è ancora in gran parte ortodossa nei campi pratici, cioè al di fuori delle presenze alle funzioni della Chiesa, a prescindere dalla stretta comprensione protestante della "pratica" come "andare in chiesa". (La comprensione ortodossa della "pratica" è il modo in cui viviamo la nostra vita, che è totalmente diversa dal "Dio-tappabuchi" del protestantesimo, basato sulla colpa, o sulla frequenza obbligatoria del cattolicesimo). I liberali sono arrabbiati per la loro incapacità di sradicare i valori culturali cristiani dalla vita quotidiana del 90% degli abitanti questi paesi ortodossi, che è ciò che siono riusciti a fare in Occidente negli ultimi cinquant'anni. Il nostro modo di vivere che persiste li disturba, ritardando e ostacolando i loro piani di dominio totalitario su ogni aspetto della vita.

Secondo l'Occidente, la Russia è asiatica. È così, a suo parere?

Prima di tutto, questo è razzista ed etnocentrico: la parola "asiatico" è usata per indicare "barbaro", "selvaggio" e crudele ". Quindi tutti in Asia, con la sua cultura fine e delicata, sarebbero così? In secondo luogo, è incredibilmente ipocrita: è stato l'Occidente a inventare le crociate e l'inquisizione, la mitragliatrice e l'artiglieria moderna, le armi chimiche e i bombardieri, il comunismo e il fascismo, i campi di concentramento e la bomba atomica, le bombe a grappolo e i droni. Non sono invenzioni crudeli e barbare? In terzo luogo, è geograficamente scorretto, dal momento che il 90% dei russi vive in Europa e che tutti i popoli slavi hanno origine a nord dei Carpazi – in Europa. In quarto luogo, si può sostenere che in ogni caso non esiste una cosa come "l'Europa". Esiste solo un continente: l'Eurasia, l'Europa è un'invenzione artificiale all'estremità occidentale di un singolo continente. Tutti gli altri continenti, l'Africa, l'Australia e le Americhe sono chiaramente diversi continenti perché sono separati l'uno dall'altro dal mare. Non così la piccola Europa, che è stata artificialmente separata dalla massa dell'Asia dalle colline relativamente basse chiamate Urali. Nel sud dell'Asia, l'India e la Cina sono entrambe considerate asiatiche, eppure sono separate dalle montagne giganti dell'Himalaya, non dalle colline degli Urali!

L'accusa di essere "asiatici" è sempre fatta per giustificare i barbari occidentali. La prossima volta che l'Occidente commetterà un crimine di guerra, dovremmo dire: "Che cosa vi aspettate dall'Europa? È così europea!"

Cosa caratterizza un buon candidato al sacerdozio?

Un uomo di buon cuore, che conosce le funzioni ed è comprensivo con gli altri, paziente e un buon ascoltatore, che non è stupido e non è intollerante, non è fissato sui soldi e non è un carrierista.

Perché l'Occidente è così affezionato alla granduchessa Elisabetta, ma ignora o addirittura condanna sua sorella, l'imperatrice Alessandra?

Entrambe erano ex-protestanti che si unirono alla Chiesa ortodossa ed entrambe furono martiri, e quindi qualunque fosse il loro peccato ed errore, è stato lavato via nel loro sangue. Comunque penso che l'Occidente sia affezionato agli errori della granduchessa Elisabetta, per esempio il suo ingenuo dilettarsi nella politica, la condanna di Grigorij Rasputin, che non aveva mai neppure visto, men che meno incontrato, e il suo desiderio puramente protestante delle diaconesse, che fu naturalmente respinto dalla Chiesa. Per certi versi non divenne pienamente ortodossa fino all'ultimo anno della sua vita, a differenza della sorella minore Alessandra che si unì alla Chiesa ortodossa per amore e non provò mai a cambiare nulla, integrandosi nella Fede molto rapidamente, e come dice l'Acatisto ai Martiri Imperiali, fu "un esempio" di persona che passò dal protestantesimo all'Ortodossia. Ciò irrita il demonio dell'Occidente, che può comprendere l'Ortodossia solo attraverso il prisma deformante dei suoi errori. Questo è il motivo per cui accusa assurdamente sant'Alessandra di essere stata fanatica, nevrotica e isterica. Sant'Alessandra è una convertita che divenne pienamente ortodossa e dovrebbe essere la santa patrona di tutti coloro che si convertono alla fede ortodossa.

Visto che le piace il vecchio calendario, perché non si unisce ai vecchi calendaristi?

C'è una grande differenza tra essere fedeli al vecchio calendario (= Chiesa) ed essere un vecchio calendarista. Gli ismi sono sempre fatali. La domanda che pongo ai vecchi calendaristi è: perché pretendi di essere ortodosso (e di fatto 'super-ortodosso'), quando non sei nemmeno in comunione con i 215 milioni di membri e i 900 vescovi della Chiesa ortodossa?

Quali sono le probabilità che Grigorij Rasputin sia canonizzato, a suo parere?

Al momento attuale sono vicine allo zero. Solo due o tre vescovi sono favorevoli, anche se ci sono molti sacerdoti e persone a favore in alcune diocesi, come Ekaterinburg, nella cui diocesi Grigorij era nato e cresciuto. Quindi una canonizzazione locale potrebbe avvenire lì tra qualche anno. La situazione è molto simile a quella delle possibilità della canonizzazione di san Serafino di Sarov negli anni ottanta del XIX secolo (quando era stata considerata, ma incontrò l'opposizione della maggior parte del Sinodo dei vescovi), dei martiri imperiali nella Chiesa fuori dalla Russia negli Anni '60 e '70 (quando, come ben ricordo, era osteggiata da molti, nonostante la visione lungimirante del futuro san Giovanni di Shanghai) o all'interno della Russia negli anni '80 (quando era osteggiata da un gran numero di vescovi, clero e fedeli).

In altre parole, perché la canonizzazione abbia luogo è necessaria una certa maturità spirituale, si deve essere spiritualmente pronti, spiritualmente svegli, e questo porta all'unità. In una Chiesa di convertiti, che è ciò che è oggi la Chiesa russa, non la troviamo. Non c'è ancora consenso sufficiente sulla comprensione del passato, né del periodo sovietico, né del periodo pre-rivoluzionario. Molti accademici e vescovi presumibilmente ortodossi sono contrari alla canonizzazione di Grigorij, proprio come i loro antenati erano contrari alla canonizzazione di san Serafino di Sarov e dei martiri imperiali in passato.

Dobbiamo attendere che queste persone si avvicinino alla realtà e si risveglino alla nuova ricerca fatta negli archivi statali russi, che ha completamente ribaltato i vecchi pregiudizi e l'ignoranza del passato anti-ortodosso, sia dei sovietici che dei periodi simili pre-rivoluzionari. Allo stesso modo, gli intellettuali, anche i "teologi", detestano la venerazione di Grigorij tra le masse devote che a loro volta detestano la burocrazia della Chiesa. Al momento, questa canonizzazione è sostenuta solo dagli ortodossi più impegnati e istruiti. Dobbiamo essere pazienti e aspettare che l'ignoranza degli altri si dissolva. Non dividiamo la Chiesa.

Quali forme prendono la "destra" e la "sinistra", nel senso spirituale di questi termini?

Il nemico brandisce un'arma a doppio taglio. La destra è la religione istituzionalizzata: fariseismo / talmudismo / monofisismo / nazionalismo / ritualismo / fascismo / vecchio calendarismo. La sinistra è la religione settaria: sadduceismo / ellenismo / arianesimo / scolastica / razionalismo / liberalismo / nuovo calendarismo.

 
Intervista pre-pasquale al patriarca Kirill

La rivista Foma, specializzata a presentare la fede a chi ha dei dubbi (Foma è il nome russo di “Tommaso”, con riferimento all’apostolo a cui ciascuno di noi assomiglia con i dubbi nel proprio cuore…) intervista sua Santità il Patriarca Kirill su una serie di temi che ci coinvolgono in questi giorni: la gioia della Pasqua, il bisogno della vita della Chiesa, il valore delle buone azioni rispetto alla fede, gli esempi dei sacerdoti indegni, il tempo per un impegno spirituale, le pubblicazioni scandalistiche sulla Chiesa, la disonestà attorno a noi e in noi: il patriarca si sofferma su ognuno di questi temi con risposte interessanti, e ci invita a trarre il meglio dalla nostra esperienza della Pasqua. L’intervista, che presentiamo nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti, in russo, in romeno e nella nostra traduzione italiana, è corredata da una serie di foto di una delle attività che il patriarca Kirill suggerisce anche a noi nel periodo pasquale: andare a trovare le persone meno fortunate negli ospedali, negli orfanotrofi, nei ricoveri, nelle prigioni e in ogni luogo dove la condivisione di un momento di gioia pasquale è tanto attesa.

 
Intervista con padre Andrew Phillips, uno degli autori del sito Pravoslavie.ru e sacerdote della ROCOR in Inghilterra

1. C'è stato qualche miracolo che l'ha spinta ad aderire alla santa Ortodossia? (Vitalij Fadeev)

Caro Vitalij, io sono un peccatore e indegno di miracoli. Tuttavia, in un senso generale una grazia miracolosa incoraggia e accompagna chiunque accetta l'Ortodossia e fa il suo ingresso nella Chiesa. La Chiesa è come il sole, i raggi della sua grazia illuminano l'universo intero: è il corpo di Cristo, l'unica fonte di grazia e di presenza di Cristo sulla terra. Dopo tutto, senza grazia, senza la Chiesa, l'uomo inizia gradualmente a vivere brutalmente. Lo abbiamo visto nella brutale storia del terribile XX secolo.

Per quanto mi riguarda, posso solo dire che fin dalla prima infanzia io vivo con la sensazione che questo mondo è solo un velo, e che il mondo reale esiste oltre questo velo. Questo mondo è falso e fuorviante. Noi non siamo di questo mondo, come scrive il santo evangelista Giovanni il Teologo. Tutta la nostra vita è dedicata alla conoscenza dell'altro mondo, quello reale, del mondo con cui siamo costretti a incontrarci dopo la morte. Poiché il nostro destino è in questo mondo oltre il velo, è meglio conoscerlo ora, già in questa vita. Solo in quel mondo, un mondo di bontà, bellezza e verità, si può veramente vivere, là c'è 'la vita in abbondanza', e qui invece viviamo male, respirando a malapena come pesci fuor d'acqua. Ma quando avevo 12 anni, mi sono reso conto che il sentiero più diretto attraverso questo velo verso il mondo della bellezza è attraverso la Chiesa ortodossa russa. Questa comprensione mi è venuta in modo imprevisto. È stato quando ho visto il film' Il dottor Zhivago' e ho sentito per la prima volta cantare 'Insieme con i santi riposa...'. Dopo tutto, anch'io volevo essere con i santi. In quel momento seppi che tutto il mio futuro sarebbe stato nella Chiesa russa, che lei era il mio destino, che questa era la volontà di Dio per me, che solo nella Chiesa sarei stato come a casa. Per un dodicenne di campagna inglese che non sa nulla della Russia o della lingua russa, né dell'Ortodossia, né della Chiesa russa, era una cosa piuttosto inattesa, una scoperta assolutamente illogica e sorprendente. Dio mi ha indicato la strada della mia vita fin da allora. Questo non significa che io non abbia fatto molti errori e che non vi sia stato alcun equivoco. Ma io sono da biasimare. Come ho già detto, io sono un peccatore.

2. Padre Andrew, nell'articolo "I problemi della Chiesa nel XXI secolo", Lei ha detto che nell'unificazione la ROCOR aveva pianificato l'uscita dal Consiglio Ecumenico delle Chiese, e "Noi non accetteremo mai un ecumenismo in contrasto con l'Ortodossia. Non accetteremo mai un rinnovazionismo in contrasto con la tradizione". Che cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato  nell'unificazione della ROCOR e della Chiesa Ortodossa Russa del Patriarcato di Mosca? (Roman Vershillo)

Caro Roman, chiedo scusa, ma nella sua domanda ci sono tre imprecisioni. Non abbiamo mai parlato di una "unificazione" della ROCOR con la Chiesa in Russia. Sarebbe inesatto dire questo, come noi non parliamo della "unificazione " della Chiesa in Russia con noi. Parliamo della riconciliazione delle due parti della singola Chiesa ortodossa russa, una parte grande della Chiesa in Russia e un'altra piccola parte della Chiesa all'estero. In secondo luogo: Per quanto riguarda la Chiesa all'estero, come parte autonoma della Chiesa russa, noi non partecipiamo all'ecumenismo e non abbiamo mai partecipato al Consiglio Ecumenico delle Chiese. Terzo: Noi non abbiamo fatto alcun piano. I piani sono una cosa apparentemente poco ortodossa, una parola non russa. Stalin e altri atei hanno parlato di 'piani', e sappiamo come tutto è finito.

Nella mia relazione al quarto Concilio di tutta la diaspora a San Francisco nel 2006, che lei cita, ho espresso in modo inequivocabile il costante rifiuto, da parte di tutta la Chiesa russa all’estero, dell'ecumenismo e del rinnovazionismo. (Il rinnovazionismo del tipo di Kochetkov ha influenzato soprattutto le parrocchie patriarcali all'estero – e, con nostro grande rammarico, e nonostante le nostre obiezioni – prosegue ancora in corso in alcuni luoghi). Ho espresso il nostro forte desiderio e la sincera speranza che la Chiesa in Russia esca dal Consiglio Ecumenico delle Chiese il più presto possibile. Non c'è stato alcun piano, c'è stata una proposta molto sincera da parte nostra, e questa proposta è ancora all'ordine del giorno davanti a tutti, non vi abbiamo mai rinunciato.

Sappiamo che alcuni membri della Chiesa in Russia – e questo è un gruppo molto limitato – continuano a partecipare al Consiglio Ecumenico delle Chiese, ma non nella misura in cui erano coinvolti nell'ecumenismo nel secolo scorso, quando accettavano compromessi aperti e inaccettabili per tutti gli ortodossi, solo per ragioni politiche, sotto le pressioni del KGB. Oggi, quando la Chiesa è libera dal giogo dei senza Dio, questi rappresentanti della Chiesa in Russia sono ancora coinvolti nel Consiglio Ecumenico delle Chiese, ma non nella preghiera comune con gli eterodossi, per esempio.

Per quanto ne so, quasi tutti gli ecumenisti russi sono o estinti o in età avanzata, o ingenui e inesperti in relazione al mondo non ortodosso, o appartengono alla minoranza marginale dei gruppi semi-ortodossi, come i kochetkoviti, o semplicemente sono scismatici (dal punto di vista russo), per cui, o appartengono all'ala russofoba dell'OCA o a gruppi russofobi politicizzati del patriarcato di Costantinopoli a Parigi, in Finlandia e in Estonia. Sappiamo anche che la stragrande maggioranza degli ortodossi integrati nella Chiesa in Russia sono completamente contrari alla partecipazione al Consiglio Ecumenico delle Chiese.

Due anni fa, nella commissione comune della Chiesa all'estero e della Chiesa in Russia al Dipartimento per le Relazioni Ecclesiatiche Esterne a Mosca, ho fatto questa domanda "sulla faccia" al metropolita Hilarion. Egli ci ha detto che il Consiglio Ecumenico delle Chiese svolge un ruolo molto importante nella protezione degli ortodossi e dei monofisiti in Medio Oriente e quindi è necessario parteciparvi. Cosi lui vorrebbe continuare a partecipare al questo organismo, che fondamentalmente è un'organizzazione pan-protestante. È davvero un peccato che il governo russo non possa sostituire il Consiglio Ecumenico delle Chiese e proteggere questi cristiani. Peccato che la Chiesa russa dipenda da eterodossi nella protezione dei cristiani perseguitati.

Rispetto il parere del metropolita Ilarion, ma continuo a pensare che sia un compromesso. Questo compromesso ci fa molto male, e soprattutto, per la verità, ai piccoli gruppi di dissidenti che si sono allontanati dalla Chiesa all'Estero nel 2007, quando non hanno accettato la riconciliazione tra le due parti della Chiesa russa e hanno creato vari piccoli gruppi scismatici, spesso con il pretesto della partecipazione della Chiesa in Russia all'ecumenismo. Non si può dare scuse alla gente.

Noi non siamo d'accordo sulla questione ecumenica. Questo significa che non dovremo concelebrare, prendere la comunione insieme, collaborare e discutere? Certo che no! Proprio per il fatto che la Chiesa in Russia è stata liberata dalla prigionia sovietica, come abbiamo visto in occasione del Concilio del Giubileo nel 2000, quando finalmente ha cominciato a canonizzare i santi nuovi martiri e confessori, non possiamo vivere separatamente. Noi non siamo settari! La nostra unità comune della Chiesa è molto benefica e non c'è dubbio che l'unità porti molto di positivo alle due parti della Chiesa. Solo il tempo potrà confermare questo fatto.

A proposito della situazione generale e della nostra riconciliazione, personalmente spero molto che a Mosca sarà costruita una chiesa memoriale nel nome del venerabile Alexej di Mosca e di San Lauro martire. Molte persone nella Chiesa all'estero si rendono conto che dopo tre generazioni di incubo ateista in Unione Sovietica, sarebbe estremamente imprudente se noi che siamo all'estero, avendo sempre vissuto in libertà politica, chiedessimo immediatamente la conversione di tutti i tipi di Russia post-sovietica. Purtroppo, ci sono idealisti dissidenti che non capiscono questo. Ma l'idealismo può essere pericoloso, essendo spesso associato all'orgoglio, e l'orgoglio è sempre alla base di ogni eventuale eresia e scisma. Ogni eretico e scismatico crede di essere migliore degli altri, di essere al di sopra della Chiesa. Questo è orgoglio.

Per esempio, mi ricordo che 20 anni fa, un giovane degli esuli di terza generazione a Parigi mi suggeriva che, finché il cadavere del temuto assassino Uljanov si trovava sulla Piazza Rossa, non potevamo essere in comunione con la Chiesa in Russia. Per me non essere in comunione solo per questo motivo era non solo irragionevole, ma semplicemente assurdo. Infatti, a Parigi, si trova il cadavere del terribile assassino Napoleone, che ha invaso in Russia come un precursore dell'Anticristo. E da dove vengono i nuovi martiri? Essi non appartengono alla ROCOR, ma alla Chiesa in Russia. È curioso che questo uomo viva ora a Mosca, abbia sposato una moscovita e frequenti una chiesa del luogo.

Non dobbiamo essere esigenti in nulla con gli altri, ma solo con noi stessi. Forse non siamo d'accordo con i dettagli o con le personalità, ma non biasimiamo nessuno, noi condanniamo solo noi stessi. Questo è il fondamento della vita spirituale. Chi parla di vita spirituale, parla di l'umiltà, e l'umiltà è aliena da orgoglio.

3. Ha una famiglia, e se possibile, può dirci qualcosa a riguardo? (Sergej Larin).

Caro Sergej, ho una famiglia. Io sono il più giovane di tre fratelli. I miei genitori, persone comuni, sono morti alcuni anni fa. Anche il fratello più anziano è morto tre anni fa. Sono cresciuto senza religione, come molti istruiti sia in Occidente, sia in Unione Sovietica.

Matushka Sabina è nata nel Nord Africa. Anche se di origine anglo-maltese-italo-romena, la sua lingua madre è il francese. È una cugina di Claudia Cardinale. Matushka è diventata una profuga dopo la guerra franco-algerina, quando la sua famiglia ha perso tutto. Sono fuggiti con una sola valigia in Francia nel 1963, proprio come la stragrande maggioranza degli emigranti russi bianchi oltre 40 anni prima. È stata educata con i figli di emigrati russi a Parigi.

Matushka e io ci siamo incontrati nel 1979, l'anno in cui stavo presso la chiesa di San Sergio (Istituto Teologico) di Parigi. Ci ha sposati 33 anni fa il giovane padre Nikolaj Ozolin, istruito nella Chiesa all’Estero in Germania, ed è ormai diventato noto in Russia come iconografo. Abbiamo sei bambini, di età compresa tra 18 e 32 anni. 5 di loro lavorano, il più giovane sta ancora studiando. Ho incoronato quattro dei miei figli nel matrimonio ortodosso. Per ora abbiamo solo due nipoti. Matushka è musicista e dirige molto bene il coro nella chiesa. Naturalmente non sono obiettivo, ma penso che abbiamo il miglior coro ortodosso in Inghilterra. Da noi si canta in due lingue. Con un coro così buono, peccato che batjushka sia così inutile...

È interessante notare che, nel corso dell'anno 1921 mia nonna materna ha acquistato un mobile da una nave da guerra russa a Biserta in Tunisia. Oggi, questo mobile si trova nella nostra chiesa di san Giovanni nell’Inghilterra occidentale, nella mia nativa Colchester.

4. Come vede il rito occidentale nell'Ortodossia? Se sono stati fatti errori nella sua rinascita, come risolverli? (Kirill Frolov).

Caro Kirill, salve! Nei tempi antichi c'erano molti riti in Occidente, così come in Oriente. Non si deve pensare che allora ci fosse solo un rito fra tutte le culture locali; vi erano molti riti in Occidente e in Oriente. La cosa principale è che tutti questi riti derivano dallo stesso rito apostolico a Gerusalemme.

Prima di tutto, tengo a precisare che è impossibile 'ripristinare' alcun rito. Se il rito non è vivo, significa che è già morto. Quindi, nel moderno Occidente non c'è più alcun rito storico vivente, tranne quello ortodosso. (Era diverso negli anni '50, quando il vescovo Giovanni di Shanghai attirò eterodossi nel recinto salvifico della Chiesa; allora il rito romano era ancora vivo. Vladyka permise a ex eterodossi l'uso di un rito occidentale ortodossizzato.

Tutti gli attuali riti non ortodossi, cattolici e anglicani, sono nuovi, ideati negli anni '60. Hanno poco contenuto storico. L'ultimo rito occidentale storico vivo, quello romano, è morto dopo il Concilio Vaticano II negli anni 1963-64, quando il cattolicesimo, invece di avvicinarsi all'Ortodossia, ha scelto il suicidio, il sentiero protestante dell’auto-soppressione.

Personalmente, non so nulla dei moderni, cosiddetti 'riti occidentali'. Conosco la storia della Chiesa e conosco l'Ortodossia. Non ho mai praticato un'altra fede. Tuttavia, la maggior parte delle persone occidentali non sa nulla dei riti, proprio come la maggior parte non sa nulla di cristianesimo in generale. Se il 5% della popolazione anziana occidentale, che vive ancora in alcuni riti eterodossi recentemente inventati, modernisti, non vuole accettare l'ortodossia, lasciamo che sia così. L'eterodossia sta rapidamente scomparendo in Occidente. Questo è il passato, dobbiamo guardare al futuro. Noi siamo molto più interessati al 95% della popolazione giovane dell'Occidente, che non va mai nelle chiese eterodosse, e potrebbe potenzialmente ricevere l'Ortodossia e i riti ortodossi come cose proprie. Inoltre l'Ortodossia non è un rito, ma la vita. Credo che un interesse archeologico nei riti morti sia spiritualmente insalubre e attiri solo fantasie. Tra i greco-cattolici ucraini c'è un rito – il 'rito orientale', ma non la grazia – si trovano fuori della Chiesa e mettono il nazionalismo-fascismo ucraino al di sopra di Cristo. Quindi possiamo concludere che il rito non salva – salva la grazia.

Si pone la domanda: Ma se non se non c'è un il rito occidentale per il 5%, che cosa si fa per la missione fra i nativi dell'Europa Occidentale, tra il 95 %? Risposta: Serviamo nelle lingue locali e onoriamo i santi venerati localmente dal primo millennio, quando l'Occidente era ancora una parte del mondo ecumenico ortodosso, prima che alla fine si allontanasse dalla Chiesa e si incamminasse sul percorso del cattolicesimo e di altre eresie.

5. È possibile essere salvati al di fuori della Chiesa ortodossa? Quanto sono durati i sei giorni della creazione? C'è stata un'evoluzione? (Stanislav Fomin).

Caro Stanislav (Vjacheslav in forma ortodossa?), noi sappiamo che è possibile essere salvati nella Chiesa ortodossa. Questo è tutto ciò che dobbiamo sapere. Quanto agli altri, quelli al di fuori della Chiesa, possiamo solo rispondere che noi sappiamo che il Signore è misericordioso e giusto. Egli ci giudica tutti.

In questo caso, abbiamo bisogno di conoscere i motivi per cui i non ortodossi sono fuori della Chiesa. Se essi hanno deliberatamente rifiutato l'Ortodossia, sono eretici ed è una questione molto seria. Se, d'altra parte, non sanno praticamente niente dell'Ortodossia e della Chiesa ortodossa – e non hanno nei loro paesi di origine le funzioni di culto ortodosso in una lingua che comprendono – questa è un'altra questione. Quelli che non sanno neppure che esiste la Chiesa ortodossa, non sono colpevoli. Secondo le parole dell'apostolo Paolo (Romani 2), il Signore li giudicherà sulla base della loro coscienza.

Se siamo particolarmente preoccupati per la salvezza i parenti e gli amici che si trovano fuori dalla Chiesa, allora è chiaro che abbiamo bisogno di pregare di più per loro. Se il mondo intorno a noi non si salva, è perché noi ortodossi non siamo santi e gli altri non vedono in noi un esempio. In breve, noi siamo colpevoli se gli altri muoiono. Questo è un avvertimento per tutti noi. Nelle parole del venerabile Serafino di Sarov, "Acquisite lo spirito della pace e migliaia intorno a voi si salveranno'.

Non so quanto siano stati lunghi i sei giorni. A mio parere, nessuno lo sa. Certo, a Dio tutto è possibile. Se lo vuole, può creare qualsiasi cosa in 6 secondi. San Basilio il Grande, citando la Scrittura (2 Pietro 3, 8), scrive che per il Signore un giorno è come 1000 anni. Anche lui, un grande padre della Chiesa, non lo sapeva! Vedete, noi non siamo né fondamentalisti protestanti (creazionisti) né atei liberali (evoluzionisti). Questa non è la nostra controversia. Siamo ortodossi, non semi-ortodossi. Ciò che il Signore ci ha rivelato per la grazia della Chiesa, lo sappiamo, non è necessario cercare di scoprire ciò che su questa terra non potremo mai conoscere. È curiosità inutile.

Sappiamo già dai Salmi che Dio ha creato tutte le cose; nelle parole del Credo, '(da lui) sono state fatte tutte le cose'. Sappiamo che più avanti nella storia, gli animali, così come gli uomini, si sono adattati, conformandosi alle condizioni locali, al cambiamento climatico, ecc. (Questa non è evoluzione; tutto è creato secondo il suo genere – Genesi 1, 21). Tutto il resto, il come e il quando – è una questione secondaria. Lasciamo queste domande – noiose! – e cerchiamo di salvare le nostre anime con i fatti, non con parole speculative. L'Ortodossia è il sentiero pratico della salvezza, la via della grazia ascetica e non della filosofia speculativa come tra i rinnovazionisti. La pratica divina ci interessa molto di più di qualsiasi teoria dell'evoluzione umana o del creazionismo. Non riusciamo a essere più profondi di san Basilio il Grande!

6. Chi legge tra gli scrittori ecclesiastici russi contemporanei? Quali nomi, testi, processi, dal suo punto di vista, oggi sono significativi nella Chiesa Russa? (Un inchino a padre Andrew da Andrej Rogozjanskogo)

Caro Andrej, ho riletto completamente libri di antichi emigranti: Il metropolita Antonij (Khrapovitskij), vladyka Seraphim (Sobolev), il pensatore e profeta Ivan Ilyin, S. S. Oldenburg, vladyka Averkij di Jordanville. Da autori contemporanei ho letto le vite di nuovi martiri e confessori (padre Damaskin Orlovskij), le opere molto interessanti dello storico Pjotr Multatuli e i libri del sempre memorabile metropolita Ioann di San Pietroburgo (ora mi occupo della traduzione del suo libro 'L'autocrazia dello spirito' in inglese. (Naturalmente, sappiamo che le sue parole sono state scritte da Kostantin Dushjonov, che poi ha reagito in modo eccessivo e ha dovuto stare in carcere – ma questa è un'altra questione. L'importante è che Vladyka abbia espresso il suo pensiero, chi lo abbia ha scritto – questo non importa).

Leggo molto in lingua russa in rete, c'è molto di interessante, non solo su pravoslavie.ru, che è senza dubbio il miglior sito ortodosso di lingua russa, o sulla linea popolare russa (anche se ci scrivono autori con cui non sempre sono d'accordo – perché il nazionalismo differisce dal patriottismo come l'antipatia differisce dall'amore), ma anche su altri siti. Come a tutti gli amanti della regalità, mi piace molto la poesia dei poeti contemporanei, Nina Vasilevna Kartasheva, Vladimir Nevjarovich e Alexej Myslovskij. In loro trovo ispirazione, come nel poeta emigrante Sergej Bekhteev.

Quali processi sono oggi significativi nella Chiesa Russa?

La Chiesa russa si trova presso la tomba, risorta, come Lazzaro di quattro giorni. A volte manda cattivo odore dai suoi vestiti. Ma solo dai suoi vestiti. Dopo il crollo catastrofico dell'Unione Sovietica (o, più precisamente, il crollo dell'Impero geografico della Russia), dopo la vergognosa divisione degli slavi occidentali e l'ignobile occidentalizzazione nei nuovi tempi difficili dei sette banchieri negli anni '90, molti sono tornati alla Chiesa. Purtroppo, a volte portano le loro "valigie" piene di estreme superstizioni e pregiudizi sovietici, come 'Stalin il santo' o 'lo tsar Nicola II il sanguinario' o 'la salvezza in Occidente' (la kochetkovschina) o 'gli ebrei sono da biasimare per tutto, noi non abbiamo colpa' (xenofobia), o anche 'la Chiesa ricca e lussuosa'. Queste sono sciocchezze – vestiti di Lazzaro, da cui a volte viene cattivo odore.

La Chiesa stessa, come lo stesso Lazzaro, non è coinvolta in tali assurdità, ma ci sono rappresentanti indegni e ai margini del mondo ecclesiastico. A volte gli ignoranti e i lontani dalla chiesa pensano che gli indegni e i marginali compongano la Chiesa. Diciamo così: hanno visto la superficie dell'oceano ecclesiale e hanno pensato che questa sia la Chiesa.

Il nostro compito principale è di non guardare i vestiti di Lazzaro, ma di capire che Lazzaro è risorto dai morti e che è l'amico di Cristo. E questo amico di Cristo è la Rus. Il nostro santo patriarca ha il titolo di 'Patriarca di tutta la Rus' '. V. V. Putin è solo un politico, solo un presidente e il presidente della sola Federazione russa, e non 'di tutta la Rus' '. Noi nella ROCOR, nella Rus' inglese nella Rus' europea, nella Rus' degli Stati Uniti, nella Rus' australiano, abbiamo pregato per la resurrezione della Rus'. Ora preghiamo per la restaurazione dello tsar 'di tutta la Rus' '. Ci sarà uno tsar nella Rus'. È la nostra profonda convinzione.

A mio parere, il processo più importante nella Chiesa Russa di oggi è la diffusione universale della venerazione dei nuovi martiri e confessori, glorificati all'estero già 32 anni fa. La Chiesa è stata edificata sul loro stesso sangue, non sulle stupidaggini e sugli estremismi post-sovietici. Purtroppo, dal mio punto di vista, questo processo si muove molto lentamente e si sarebbe dovuto da tempo proclamare a tutto il mondo la risurrezione di Lazzaro al quarto giorno, mostrare a tutto il mondo la nostra fede. In parte è da biasimare il mondo, che non vuole fare amicizia con gli amici di Cristo, preferisce festeggiare Halloween e tipi simili di diavolerie, in parte siamo colpevoli anche noi, che abbiamo così poca fede.

Perché non c’è già una Chiesa dedicata ai nuovi martiri in ogni città in tutta la Rus'? Perché è così difficile per padre Tikhon (Shevkunov) costruire un tempio in onore dei Nuovi Martiri alla Lubjanka e gli resistono i terribili anticlericali filo-occidentali, che gestiscono i media rusofobi e che probabilmente ottengono i loro soldi dalla CIA? Perché la nuova cattedrale progettata a Parigi non sarà in nome dei martiri imperali? Io la voglio vedere così! Qui ci sono le questioni più importanti per me e a tutto sto cercando risposte.

7. Vorremmo saperne di più su santa Eteldreda. È venerata al giorno d'oggi? Quando è il giorno della sua memoria? (Marina Tiunova)

Cara Marina, noi usiamo una forma del suo nome, Audrey. Eteldreda è una grafia arcaica del suo nome. I cattolici la venerano ancora a modo loro, molto meno gli anglicani – essendo protestanti, non hanno alcuna comprensione della venerazione dei santi. Poi c'è la nostra venerazione locale ortodossa in Inghilterra orientale. Parte delle sue reliquie si trova ancora in una chiesa cattolica a Ely. Il giorno della sua memoria è il 23 giugno / 6 luglio.

È una santa particolarmente nobile e gentile, una regina e igumena, che esprime la bellezza interiore della nostra fede ortodossa. Protegge contro il cattivo gusto della moderna vita occidentale e occidentalizzata, come le martiri imperiali Olga, Tatiana, Maria e Anastasia. La nostra figlia più giovane si chiama Audrey. È un peccato che altre non portino il suo santo nome. A Colchester, oltre al tempio principale di San Giovanni, c'è una cappella a nome di tutti i santi venerati localmente, 'tutti i santi delle isole', e c'è una grande icona di santa Audrey. Pregatela; vi aiuterà!

8. Qual è il suo atteggiamento verso le opere dell'archimandrita Rafail (Karelin) e dei santi di Glinsk?

I santi di Glinsk sono santi. Venero padre Andronik, padre Serafim e il metropolita Zinovij come venero tutti i santi. Nel nostro refettorio sono appese le loro foto, insieme a quelle di altri santi e anziani recente glorificati, come padre Nikolaj Gurjanov.

Rispetto padre Rafail (Karelin). È un padre spirituale contemporaneo. Tuttavia, io personalmente sono meno categorico nei giudizi, soprattutto in merito al professor Alexej Osipov; può essere per carattere, può essere perché io vivo all'estero e qui ci sono molte sfumature e c'è talvolta bisogno di un approccio diplomatico, e può essere perché lui è un padre spirituale, e io sono un semplice parroco e ho poca comprensione della vita spirituale. Su un altro punto non sono d'accordo con lui, la sua opinione del metropolita Antonij (Khrapovitskij). Penso che padre Rafail sia male informato. Vladyka Anthony fu calunniato come 'stavroclasta'. Questo non è assolutamente vero.

Come padre Aleksandr Shargunov, padre Rafail è pure uno dei pochi padri spirituali in Russia a stimare correttamente il defunto metropolita Anthony (Bloom) e l'archimandrita Sofronij (Sakharov). Oltre a loro, solo vladyka Vasilij (Krivoshein) e il professor Alexej Osipov hanno capito bene questi parigini russi. Se conoscete padre Rafail, vi prego di chiedergli le sue sante preghiere per il peccatore padre Andrew.

9. Come lottare con l'orgoglio di essere ortodossi? (Sergej Larin).

Caro Sergej, sono scioccato dalla sua domanda! Ortodosso significa umile. Una persona secolare, capitalista, comunista, fascista, laicista, o anche di altre confessione o di altra fede, può essere orgogliosa, ma nelle parole 'ortodosso orgoglioso' c'è un ossimoro, un totale opposto. Se una persona è ortodossa, conosce se stessa e comprende la profondità dei suoi peccati. Nessuno può essere orgoglioso dei suoi peccati. Là dove c'è l'orgoglio, non c'è la Chiesa, dunque, non c'è l'Ortodossia.

10. Verrà a Mosca nei prossimi tempi, così che i suoi lettori su pravoslavie.ru possano incontrarla? (Sergej Larin)

Non è previsto nulla. Ho bisogno di un invito.

11. Ha degli hobby, delle passioni?

La mia passione principale sono le questioni di famiglia, anche forse se la parola 'passione' qui non va bene. Ho una grande famiglia, sono responsabile della più grande chiesa ortodossa russa in Inghilterra e degli ortodossi russi in tutta East Anglia (la regione copre 20.000 kmq), ci sono molti parrocchiani e viaggio molto, insegno un paio d'ore a settimana nelle scuole, faccio traduzioni, leggo e scrivo. Il tempo è poco.

A volte guardo documentari, studio, è sempre interessante osservare lo stile di vita nei diversi paesi e nelle diverse epoche storiche. Siamo tutti in costante apprendimento. Il mondo di Dio è enorme e c'è sempre qualcosa di nuovo.

Personalmente, amo i classici russi, sia la letteratura sia la musica. Leggo Pushkin, Turgenev, Cekhov e Shmelev in particolare. Ho un amore speciale per la musica di Rakhmaninoff. È un genio musicale che esprime un profondo amore per la Russia e la russicità.

12. È mai stato sul Monte Athos? Quali sono state le sue impressioni?

Sono stato sul Monte Athos negli anni '70, quando vivevo e insegnavo in Grecia. Allora non c'erano strade o telefoni sul Monte. Grazie a Dio! Sul Monte Athos, ho visto santi. L'Athos è il centro dell'Ortodossia mondiale. Mi ricordo delle mie conversazioni con padre Efrem del monastero Filotheou, che in seguito si è trasferito negli Stati Uniti e ha cercato di entrare nella ROCOR. Mi ricordo dei monaci anziani nel monastero di san Panteleimone, dove ho trascorso la Settimana della Passione e la Santa Pasqua. Loro si ricordavano di san Silvano e ne parlavano. Anche prima della sua canonizzazione, ho potuto venerare lì le sue sante reliquie. Tutti i monaci anziani sapevano che era un santo. Non avevano bisogno di alcuna opera filosofica come prova significativa. Il Monte Athos è un luogo santo, un luogo di santo silenzio.

13. Potrebbe dare, come sacerdote, una breve lezione sui principi di vita cristiana ortodossa ai lettori del mio blog?

Trovate un sacerdote in una chiesa che potete frequentare spesso e dove potete confessavi, chiedere consigli spirituali e ricevere la comunione. Acquistate un libro di preghiera, un calendario ecclesiastico, un Vangelo e l'icona del Salvatore. Vivere in modo ortodosso, leggete la regola di preghiera, leggete quotidianamente il Vangelo e l'Apostolo del giorno, pregate i santi, leggete le vite dei santi, familiarizzatevi con il culto ortodosso e cercare di capire il suo simbolismo e il suo significato interiore. Se ne avete la capacità, imparate a leggere e cantare nel coro. Comunicare con gli ortodossi nelle parrocchie e attraverso pellegrinaggi, soprattutto con ortodossi esperti di vecchia generazione, sopravvissuti alla persecuzione della Chiesa. Imparate da loro. La grazia dell'obbedienza e dell'umiltà vi indicherà la via da seguire.

14. È mai stato a Platina da padre Serafim (Rose), se è possibile ci può raccontare se ha familiarità con padre Herman (Podmoshenskij)?

Non ci sono stato quando era vivo padre Seraphim. Dopo la sua morte, come probabilmente sapete, ci sono stati molti problemi e non mi volevano lì. È chiaro che la salute spirituale e la sobrietà di Platina dipendevano interamente da padre Seraphim, e dopo di lui è apparso lo spirito della delusione. 25-30 anni fa ho avuto una breve corrispondenza con il monaco Herman, quando ho cercato di convincerlo a ritornare alla Chiesa all'estero. Invano. Ha rifiutato.

Certo, so che moltissimi ortodossi vi sono stati e hanno conosciuto padre Seraphim personalmente. Chiaramente, era un vero discepolo di vladyka Giovanni di Shanghai. Padre Seraphim è un santo? Non lo sappiamo; il Signore ce lo mostrerà col tempo. Penso che dopo il ritorno di Platina nel seno della ROCOR ne sapremo di più. [Padre Andrew ha scritto che padre Herman è nella Chiesa ortodossa serba, e che Platina è ora guidata dall'igumeno Damascene (Christensen – S. L.)].

15. È in contatto con qualcuno che conosceva san Giovanni di Shanghai? Se sì, potrebbe parlarcene in breve?

Naturalmente, sono stato in contatto con molti a Parigi, Bruxelles, Londra, San Francisco e in Australia. Tutti sapevano, già decenni prima della sua glorificazione che Vladyka Ioann era un santo, un uomo non di questo mondo. Da lui percepivano la grazia. Solo un santo poteva vivere come lui. È un peccato che molti in esilio non abbiano comunicato con lui, lo abbiano rifiutato, preferendo la filosofia secolare e le invenzioni all'Ortodossia. Purtroppo, tra queste persone erano i rappresentanti di varie giurisdizioni, compresi i rappresentanti dell'ala politica della Chiesa all'Estero. (Quelli che pensano che la Chiesa all'Estero sia in qualche modo impeccabile e non abbia mai fatto errori lo ignorano. Siamo tutti peccatori...). Vladyka Ioann, nato nella Piccola Rus' (come è di fatto) era un uomo profondamente russo, non nel senso nazionalistico stretto, ma nel senso usato da Dostoevskij, uno che amava tutti, che accoglieva tutti nella Chiesa; l'un uomo veramente russo, è un uomo universale. La Rus' unisce Occidente e Oriente e Vladyka Ioann ha fatto altrettanto. Al tempo stesso, come tutti noi, era un patriota russo e voleva la restaurazione della monarchia, quando la Russia sarà spiritualmente pronta per questo. Penso che ogni vero patriota russo capisca che la chiamata della Rus' è universale. Proprio come Vladyka che è stato il primo 'santo universale': ha vissuto in giro per il mondo. Ecco la nostra risposta alla globalizzazione.

In particolare voglio raccontarvi una storia. Me l'ha raccontata il defunto suddiacono Boris Golitsyn (pace all'anima sua!) a Parigi 25 anni fa. Era capitata negli anni '50 in una stazione ferroviaria di Parigi. È necessario spiegare che a quel tempo quasi tutti i ferrovieri francesi erano ardenti comunisti e anticlericali. Lì, proprio sulla piattaforma, Vladyka Ioann si mise a parlare con uno di loro. Il suddiacono che lo accompagnava li vide e fu sorpreso, anche se non sapeva di che cosa discutevano. Poi vide il ferroviere inginocchiarsi davanti a Vladyka. Boris sorpreso e curioso, parlò poi con il ferroviere che semplicemente gli disse, ovviamente, in francese: 'Io non so chi sia quest'uomo, so solo che è un santo'. Questo è solo uno dei casi del genere.

16. Quali luoghi santi dell'Inghilterra consiglia di visitare ai russi ortodossi, in primo luogo?

Purtroppo, i russi visitano Londra per un paio di giorni e poi pretendono di avere 'visto l'Inghilterra'. Queste cose ci fanno ridere. Ora, considerate se un inglese trascorresse alcuni giorni a Mosca e poi annunciasse a tutti di conoscere bene la Russia: anche voi avreste riso. Con questo voglio dire che ci sono molte cose sconosciute in Inghilterra, luoghi difficili da raggiungere dove l'antica santità si percepisce fino ai nostri giorni. Ma ci vuole tempo e bisogna avere la propria auto per scoprire questi luoghi, il più delle volte del tutto sconosciuti agli stessi inglesi. Tuttavia, per il pellegrino russo medio è necessario visitare St Albans, a 30 km a nord di Londra, dove si trovano le reliquie del primo martire britannico, sant'Albano, che ha vissuto e sofferto per Cristo più di 1.700 anni fa. Questo santo cristiano è la base di ogni santità locale, il fondamento di tutte le isole. È un peccato che per ora non sia ancora inserito nel calendario della chiesa russa.

 
Due punti importanti del conflitto in corso

La situazione militare della Novorossija

Ci sono di fatto due racconti mutuamente esclusivi della situazione. Gli ucraini dicono che stanno per sconfiggere la resistenza, come dice anche la maggior parte dei media generalisti; la resistenza sta riportando ingenti perdite ucraine. Un commentatore ha chiesto come siano possibili tali perdite se la resistenza non recupera alcun territorio. In realtà, questa contraddizione è solo apparente. Ecco cosa succede:

1) La resistenza è numericamente piccola. Troppo piccola per tenere contemporaneamente tutto il "fronte". In un unico luogo, il calderone del sud, è riuscita a mettere gli ucraini con le spalle al muro, ma solo grazie al fatto che gli ucraini sono a corto di munizioni e che la resistenza ha abbastanza armi e mine per impedire loro di ritirarsi. Ma anche lì la resistenza non ha massa militare sufficiente a tentare un assalto. Per la resistenza ogni soldato conta, non solo per ovvie ragioni di decenza, ma anche perché se perdesse soldati al tasso con cui li perde la giunta, perderebbe rapidamente tutta la guerra.

2) La resistenza manca di potenza di fuoco e di mezzi corazzati. Questo aspetto sta migliorando, ma la resistenza non ha ancora quello che serve per tentare un'offensiva o addirittura per coinvolgere le forze della giunta in campo aperto.

La giunta è pienamente consapevole di questi fatti e sfrutta queste debolezze con le seguenti tattiche:

i. attaccare sempre su tutti i fronti contemporaneamente

ii. utilizzare grandi formazioni corazzate

iii. utilizzare potenza di fuoco a lungo raggio (artiglieria)

iv. attaccare i civili per terrorizzare e indebolire la determinazione

La resistenza è quindi costretta a effettuare le seguenti operazioni:

i. spostare rapidamente l'artiglieria da una posizione a un'altra

ii. impegnarsi in tattiche di agguato, attacchi sui fianchi, ritirate false

iii. cercare di attirare le forze della giunta in sacche di fuoco incrociato e tagliarle fuori

iv. usare molte piccole unità di ricognizione

In una certa misura questa potrebbe essere paragonata a una lotta tra un orso e uno sciame di api, in cui nessuna delle due parti è realmente capace di una netta vittoria contro l'altra. La giunta ha chiaramente un enorme vantaggio numerico ed è lungi dall'aver esaurito la maggior parte delle sue risorse teoriche di mezzi o di uomini. Quello che manca è la combinazione di uomini motivati ​​e qualificati in grado di tentare un sofisticato assalto urbano e di coinvolgere la resistenza sul suo stesso terreno.

Tenete a mente che la quasi totalità della macchina repressiva ucraina (militari, squadre del terrore degli oligarchi, guardia nazionale, mercenari stranieri) è ora impegnata nel Donbass e che l'unica ragione per cui questo è possibile è una vergognosa, scioccante mancanza di resistenza da parte del resto dell'Ucraina. Questa potrebbe cambiare quando le forniture di base inizieranno a mancare e arriveranno i primi freddi. Scommetto che gli stessi ucraini che non si preoccupano affatto che i loro concittadini siano assassinati ogni giorno da una giunta nazista, troveranno in se stessi una totale nuova determinazione a resistere, non appena cominceranno ad avere fame. Mi dispiace di dovere presentare questa realtà vergognosa, ma semplicemente non può essere ignorata. Così la resistenza della Novorossija ha bisogno di accovacciarsi e mantenere le sue fortificazioni quanto meglio può, fino a quando il resto degli ucraini si renderà conto che la giunta nazista fa schifo anche a loro.

Il trattamento compassionevole dei soldati ucraini da parte della Russia: una scelta di civiltà

Devo dire che sono rimasto scioccato dal numero di commenti che condannano il comportamento russo come stupido, ingenuo o altrimenti fuorviante. Poi ho capito che è tutta una questione di presentazione. Se diciamo "i russi stanno dando conforto, aiuto e sostegno ai criminali di guerra nazisti che hanno massacrato la popolazione innocente del Donbass", questo sembra davvero pazzesco. Ma questo è un totale errore di rappresentazione di ciò che è avvenuto. In primo luogo, le forze nel "calderone del sud" sono di fanteria leggera, paracadutisti e forze speciali. Non sono squadroni della morte nazisti. In secondo luogo, sono stati inviati dietro ordini, spesso con minacce a loro e /o alle loro famiglie. In terzo luogo, hanno mostrato una grande quantità di coraggio personale, rimanendo bloccati senza cibo, munizioni o sostegno per settimane, sotto colpi di artiglieria quasi continui da tutti i lati, e poca o nessuna speranza di salvataggio. Ma soprattutto, e questo è ciò che molte persone non capiscono e non per colpa loro, questi ragazzi sono russi tanto quanto i russi della Russia o i russi della Novorossija. Cercate di comprendere che solo una piccola minoranza della popolazione ucraina è in realtà composta da psicopatici folli come Ljashko o da feccia corrotta come Poroshenko. Nella stragrande maggioranza gli ucraini sono veramente russi culturalmente. Certo, alcuni parlano ucraino e una maggior parte di loro si sente anche ucraina, ma nello stesso modo in cui un bavarese si sente bavarese o un californiano si sente californiano: certo non anti-tedesco o anti-americano. Così, quando i soldati russi li vedono, vedono i loro simili. Questo è molto difficile da descrivere o spiegare, ma è così. Certo, questi soldati russi pensano "e ora che cosa avete ottenuto?" e "adesso vi piace la vostra fottuta Ucraina indipendente?", ma per lo più sono dispiaciuti per loro e vogliono mostrare loro un volto umano, compassionevole e, francamente, fraterno.

Ieri ho visto un video di un gruppo di ucraini che attraversavano il confine per arrendersi alle guardie di frontiera russe. Qualcuno stava registrando su un telefono e ha chiesto a uno di loro, un militare professionista con 10 anni di servizio, perché aveva deciso di arrendersi. Ascoltando questo ufficiale ucraino che parlava, anch'io sentivo che stava parlando era uno della mia gente, un altro russo finito in una situazione terribile, ma non uno a cui volessi fare alcun male. Non ho visto un Ljashko o un Poroshenko. Ho visto un fratello confuso.

Tenete a mente che molti dei soldati russi che accoglievano i disertori ucraini sono quegli stessi che, una notte, per rappresaglia li hanno bombardati a tappeto proprio oltre il (molto teorico) confine. Quindi non è che la Russia è impazzita e si è messa ad accogliere con fiori e abbracci coloro che oggettivamente si battono per la giunta. Se resistono, i russi li uccideranno. E tutti i veri nazisti non hanno alcuna speranza di misericordia da parte dei russi. Ma i nazisti sono una piccola minoranza degli ucraini. Per la maggior parte sono semplicemente persone ignoranti, che hanno subito un lavaggio del cervello, forse zombificati, ma tuttora persone degne di compassione, una volta che hanno deposto le armi. Basta guardare questa foto:

Io preferirei vedere questo, piuttosto che un carcere umiliante o un'esecuzione sommaria.

Ancora una cosa: l'Ucraina, in particolare quella dominata dalla giunta nazista, che io chiamo "Banderastan", si è sempre nutrita di odio. Odio per i cristiani ortodossi, in primo luogo, ma anche odio per i polacchi, gli ebrei e i tedeschi. Odio per l'Unione Sovietica e poi per tutto quanto è russo. E oggi, quando ascolto le insane sciocchezze vomitate dalle principali figure politiche ucraine, sono impressionato da quanto sia stupida e odiosa questa mentalità russofoba. E guardate il comportamento di questi nazionalisti: dai poliziotti bruciati, all'utilizzo di cecchini provocatori sul Maidan, al tradimento di ogni promessa o accordo firmato, ai massacri a Odessa e Mariupol, all'uso di fosforo bianco e missili balistici contro i civili, in ogni passo dei suoi sei mesi di esistenza questo Banderastan è stato orrido, vile, patetico, incivile, disonesto, crudele, ipocrita, senza scrupoli e semplicemente maligno. È fondamentale che la Russia sconfigga questo abominio non solo con la forza delle armi, ma anche moralmente, ma senza agire come farebbero gli ucroidi. Alla fine, si tratta di una scelta di civiltà, un'ideologia materialista piena di odio e di totale amoralità, contro una civiltà cristiana ortodossa che vuole sostenere qualcosa di più del tasso di scambio del rublo o di un ingresso senza visto nell'Unione Europea. Ancora una volta, userò due foto per illustrare il mio punto:

Banderastan

Novorossija

La lotta contro l'Impero non può essere solo e strettamente limitata al campo di battaglia. Significa anche rifiutare la modalità imperiale di operare, i suoi valori e il suo comportamento. Non possiamo resistere a un impero di cui accettiamo le norme e i valori. Pertanto, è essenziale che ciascuno di noi adotti un codice di condotta antico o ne sviluppi uno nuovo. Per la Russia, questo significa un ritorno a un codice d'onore cristiano ortodosso o islamico, che comprende non solo questioni come la pietà e la moralità personale, ma anche come affrontare un nemico sconfitto o un fratello ingannato e confuso. In termini cristiani, ciò significa che una fede corretta (ortodossia) deve essere combinata con un comportamento corretto (ortoprassi) (sono sicuro che anche l'islam ha gli stessi requisiti). Per un paese che in un passato non troppo lontano ha inflitto qualche trattamento orribile e disumano ai suoi prigionieri di guerra (i tedeschi dopo la seconda guerra mondiale), è un'importante vittoria morale aver abbandonato quella cultura della punizione sostituendola con una cultura della compassione.

Saker

 
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La guida pastorale prima e dopo il matrimonio

La famiglia cristiana è una piccola chiesa. Il legame del matrimonio è un legame sacro, non solo una relazione sessuale. Di qui l'importanza di educare la famiglia, sia i genitori sia i bambini, e di farli crescere dal punto di vista spirituale ed educativo.

La preparazione coniugale prima del matrimonio è diventata una questione urgente, come un aggiornamento dopo il matrimonio e il mantenimento di un legame con le coppie nella loro vita quotidiana sotto la pressione delle sfide che ci impone il nostro tempo.

Quindi c'è bisogno di pastori impegnati e spiritualmente e culturalmente maturi, capaci di dare una guida adeguata.

Tra i fattori pressanti del nostro tempo:

1) I social media, che hanno reso molto più facile la conoscenza reciproca tra le persone, anche se non sempre con un intento retto. Per questo motivo, i social media hanno causato molti conflitti coniugali che a volte hanno portato al divorzio. Inoltre, questo mezzo ha aperto la strada per il matrimonio a distanza, cosa inaccettabile.

2) La crisi economica, il consumismo, la donna che deve lavorare.

3) L'influenza dei costumi della diaspora e la mancanza di dedizione al patrimonio e alla tradizione cristiana orientale.

4) La fretta, in molti casi, in materia di fidanzamento.

5) L'assenza di cura pastorale coniugale prima e dopo il matrimonio.

6) Il matrimonio misto, che molto spesso porta a disaccordi intrinseci.

Dov'è il trattamento per tutto questo? Abbiamo detto che abbiamo bisogno di pastori con un'adeguata ed estesa formazione per accompagnare i coniugi prima e dopo il matrimonio. Esiste una importante proposta di istituire un comitato, un'associazione o una rete che può essere una commissione specializzata nella preparazione coniugale, il cui compito è quello di scambiare esperienze e studi emergenti e che ha un programma comune con altre diocesi sotto la supervisione del Santo Sinodo. I suoi membri devono avere una formazione dai seguenti campi: legge, medicina, spiritualità, sociologia, cultura e psicologia...

Miei cari, la fedeltà coniugale non è facile in questa "generazione perversa e corrotta". La fedeltà viene prima di tutto dall'impegno nei principi cristiani e dalla dedizione alla pratica della Chiesa. Dobbiamo evitare coabitazioni cattive o tentatrici.

Senza preghiera, senza Dio, nessun matrimonio può avere alcuna santità.

I bambini sono sempre vittime del divorzio e la loro salute psicologica è inevitabilmente colpita. Il buon lievito che i coniugi gustano non si trova all'inizio del loro matrimonio, ma alla fine della loro vita, se hanno custodito la loro fedeltà fino all'ultimo respiro.

 
Diveevo, la capitale nascosta della Santa Rus'

Durante le vacanze di Capodanno, che, ahimè, lasciano molti ubriachi e insensati, sono andato con un gruppo di amici della mia stessa mentalità alla quarta eredità della Madre di Dio [Le altre tre eredità sono la Georgia, il Monte Athos e la Lavra delle Grotte di Kiev. Ndt].

Ci ero già stato, ma forse perché hai bisogno di essere particolarmente maturo per questi viaggi, o forse per altri fattori, è stato proprio durante questo viaggio che sono stato in grado di vedere quello che avevo cercato dentro e intorno a me stesso, da tanto tempo e senza risultati reali. Diveevo, la quarta e ultima eredità della Madre di Dio, mi ha rivelato solo una piccola parte del suo segreto mistico nella misura che ero pronto ad accettare. Ho alcune idee su questo argomento e mi affretto a condividerle con voi. Inizierò con la storia che la maggior parte delle persone conosce del monastero o del suo significato per la Russia, e poi alcune metafore e paralleli storici nati sotto l'impressione dei servizi della Natività, la preghiera lungo il Canale della Madre di Dio o l'immersione nelle sorgenti sante.

Sono rimasto piacevolmente sorpreso dal numero e dalla qualità dei pellegrini: durante i quattro giorni trascorsi a Diveevo, le chiese erano piene; c'erano molti uomini e coppie e non pochi bambini. Inoltre si poteva sentire che avevano una consapevolezza cosciente del motivo per cui erano qui e cosa stavano facendo, queste persone provenienti da tutti gli angoli della terra russa. Era commovente vedere i volti ispirati, belli e tipicamente russi, come se fossero emersi da vecchie fotografie o dipinti - non solo fisionomie barbute o scure, ma qualcosa di più, che evocava sentimenti teneri e persino delizia. Tra tutti questi tipi, o tra i dialoghi momentanei con loro, vorrei annotarne due.

Una lezione da un mendicante

Diveevo. Camminata lungo il Canale della Madre di Dio

Era un tipo che di solito vedi in quei luoghi, di un'età incerta, un mendicante barbuto con una chitarra dietro la schiena, una borsa a tracolla con pochi vestiti, e infine una scatola per raccogliere i soldi con un cartello interessante su di essa: "Per la fede, Putin e la Russia!" I suoi occhi erano insoliti, erano chiari come quelli di un bambino. Si era seduto vicino alle tende del cibo nei terreni del monastero e faceva tranquillamente colazione con un pirozhok (un panino al forno imbottito). Volevo dargli dei soldi, ma mi ha fermato rapidamente. "No, no! Qui è proibito! Solo fuori dai cancelli". Sono rimasto sorpreso dalla sua fedeltà alla benedizione del monastero riguardo alla raccolta di donazioni e ho ricevuto una risposta ragionevole: "Non ho bisogno di questi soldi. Dio vede tutto!"

Nessun commento qui: un uomo bisognoso fa solo ciò che è permesso, e non di più. Ma devo ammettere che non ero pronto a ricevere una lezione così elementare da un mendicante. Immediatamente ho ricordato le mie numerose violazioni di tutte le possibili, apparentemente inutili regole, proibizioni dirette e istruzioni che ostacolavano il mio stile, anche con i miei meandri sull'erba o quando attraversavo la strada col rosso. Sono stato colto alla sprovvista, non sapevo cosa dire a questo uomo benedetto e semplice, e non l'ho ringraziato per la sua lezione non invadente sull'obbedienza. Dopotutto, mi sono sempre considerato un monarchico e ho svuotato più di un "calamaio" cercando di convincere i miei lettori e amici che dobbiamo meritare uno tsar e dobbiamo cominciare da noi stessi, con il nostro adempimento dei requisiti e delle regole più elementari. Dopotutto, una vera monarchia può essere solo cosciente e altruista. Ma senza umiliarci e avere obbedienza, è impossibile! Vogliamo la felicità e la beatitudine in Russia, bruciando per la prossima idea – questa volta monarchica – e dimenticando che per ogni idea non c'è bisogno tanto di combattenti e creatori estatici e ardenti, ma piuttosto di servi obbedienti e umili e attivisti zelanti, cosa che richiede routine e un lavoro scrupoloso su noi stessi Siamo lontani da questo, no?

Un incontro nella trapeza

alla funzione della Natività a Diveevo

Un altro memorabile incontro ha avuto luogo nella

trapeza [refettorio] dei pellegrini al monastero, dove "chiunque fosse venuto qui" poteva avere qualcosa da mangiare. Tutti qui incontrano la stessa ospitalità e magnanimità di san Serafino. L'unica richiesta applicabile a tutti è di togliersi il cappotto o la giacca. Allo stesso tavolo con me c'era una delle grandi famiglie che incontri nel monastero. Li avevo notati prima nella cattedrale della santa Trinità ai servizi: una giovane donna incinta con un vero sorriso alla Monna Lisa, suo marito, un gigante robusto, robusto, con la barba rossa e due bambini, un fratello di tre anni e sorella di cinque anni. Era un archetipo davvero scomparso di una famiglia russa che è come inserito nella lista delle specie in via di estinzione. Hanno messo le candele e pregato in silenzio; i bambini non erano rumorosi, ed erano sereni e riverenti per quanto permetteva la loro età.

Mentre mangiavano, il padre ha raccontato ai bambini una breve storia delle Vite delle sorelle martiri Fede, Speranza e Amore, le cui icone di carta erano appese alla parete opposta. Ha raccontato loro la storia in modo molto discreto, come a quanto pare era abituato a fare a casa, senza moralismi o insegnamenti morali. E dimenticando la sua kasha [pappa di cereali], la bambina ha cominciato a guardare attentamente i volti delle martiri, la più giovane dei quali era in ogni caso più vecchia di lei. Ha cominciato a chiedere i dettagli: quanti anni avevano, che tipo di giocattoli avevano... Il bambino guardava attentamente la copia cartacea e vedeva qualcosa che era sconosciuto, perso e ignorato da noi adulti.

Questa è stata un'altra lezione di un vero esempio genitoriale di educazione di bambini cristiani che avessi mai assimilato fino ad allora – e io sono già nonno! All'uscita, mentre aiutavo questa meravigliosa famiglia a indossare i loro cappotti, ho approfittato del momento per chiedere loro da dove venissero. "Da Donetsk", rispose la donna, con una faccia che non ha perso mai la sua espressione pacifica per tutto il tempo. "Come fate a conservare una tale pace vivendo in prima linea?!" mi è uscito involontariamente d chiedere. Ovviamente non mi capiva e ha espresso sincera sorpresa per la mia domanda. Non volevo confonderla ancor di più, rischiare di far saltare la copertura sul segreto di questa famiglia e mettere a nudo gli inevitabili problemi familiari nascosti agli altri; dopotutto, la cosa più importante era già ovvia per me.

Korin si sbagliava

La Rus' scomparsa. Un dipinto dell'artista Pavel Korin

Nel riassumere le mie osservazioni che (purtroppo, temporaneamente) ho espresso ora, ho capito che Pavel Korin aveva torto nel suo famoso dipinto, "La Rus' scomparsa", creato dall'artista durante i giorni bui del regime teomachico. Tutti i volti che dipinse dei vescovi e dei servitori della chiesa di quel tempo ci mostrano l'irrevocabilità di quella scomparsa della Rus', pianta molte volte e troppo tardi (come spesso accade) dai loro contemporanei che avevano finalmente visto la luce. Sì, personalità straordinarie e potenti si sono allontanate verso l'eternità: figure colorite che hanno incarnato quella Rus' che, come ha annunciato Korin, non esiste più! Gloria a Dio, si sbagliava. La Rus' non è scomparsa – Dio non ha permesso che ciò accadesse. E ho trovato dozzine di conferme di questo fatto!

La Rus' non se n'è andata, e in effetti non poteva andarsene senza adempiere alla sua missione principale. Si è nascosta nell'aspettativa della gloriosa Seconda Venuta del Salvatore, per la quale il presepe si è preparato non solo a Diveevo! Per inciso, per tutto il tempo in cui ero lì, nel settore privato, non ho mai visto un singolo ubriaco, nonostante le drogherie aperte che vendono alcolici 24 ore al giorno. No, non cercherò di dire che gli abitanti e gli ospiti di questo villaggio unico osservano tutti le norme anti-alcoliche o che mantengono tutti il digiuno, ma per me è chiaro che al contrario di molti altri posti nella nostra Russia, sembra che si osservi un rito speciale di autocontrollo. C'è una spiegazione per questo naturalmente; dopotutto, in questa possente cittadella spirituale – l'avamposto di una santa Rus' preservata – una preghiera comune è elevata ai cieli almeno due volte al giorno! Non ho nemmeno il coraggio di pensare che sia lasciata senza attenzione o risposta!

È noto da fonti attendibili che durante questi giorni di bevute non è stato commesso un singolo grave crimine nella zona di Diveevo, cosa che non si può dire per l'intera regione di Nizhny Novgorod [dove si trova Diveevo]. E abbiamo anche la Lavra della Trinità e di san Sergio, il monastero di Optina e altri monasteri in cui, mi piacerebbe credere, c'è la stessa atmosfera pentito, orante, controllata della santa Rus', che si estende ben oltre le mura del monastero. In questi monasteri è nascosta la forza spirituale del popolo russo, che è forgiata nel pentimento e nella Comunione, e in molte ore di funzioni e veglie di preghiera.

Possano le chiese piene, i volti puri, gli occhi aperti a Dio, e le non rare lacrime che purificano i peccati essere accettabili al Signore attraverso le intercessioni dei santi Serafino, Sergio e gli anziani di Optina! La Rus' sta risorgendo, sta pentendosi e si sta illuminando.

alla funzione della Natività a Diveevo

Essendo permeato di quiete, avendo sentito sotto i miei piedi l'abisso dei miei peccati non lavati da lacrime, avendo intravisto la mia povertà spirituale attraverso la nebbia della prosperità illusoria, non voglio scendere in chiacchiere moraleggianti e oziose. Ma personalmente ho ricevuto a Diveevo una grande consolazione spirituale, che mi sono precipitato a condividere con voi, fratelli e sorelle. La cosa più bella di questo è che vivendo in Russia, abbiamo l'opportunità assolutamente unica di trovare a qualsiasi ora del giorno o della notte, la nostra santa Rus'nascosta e amata da Dio.

 
Teosi o Deificazione

Si sente dire spesso che una delle principali differenze tra i Cristiani Ortodossi e tutti gli altri è la dottrina, esclusivamente nostra, della salvezza come teosi o deificazione. È molto importante comprendere che questo concetto, lungi dall'essere un'elucubrazione dei teologi, ha un profondo impatto nella vita quotidiana del Cristiano Ortodosso.

Dalla predicazione apostolica la promessa della deificazione è passata intatta negli insegnamenti dei Padri. Infatti Gesù disse (Gv 17:21): "Come tu, Padre, sei in me, ed io in te, così anch'essi siano uno in noi". Il significato di questo essere uno in noi viene dato da S. Pietro (2 Pt 1:4): "Egli ci ha donato le sue immense e preziose promesse, affinché per mezzo di esse voi possiate divenire partecipi della natura divina". Non molto risalto è stato dato dagli Occidentali alla frase partecipe della natura divina. L'Occidente, tutto teso a ricercare tra le pieghe della Legge, identifica la salvezza in una sentenza di assoluzione al terribile Tribunale di Dio. Indulgenze, Purgatorio, la struttura stessa del sacramento della penitenza, sono conformi a questa visione legalitaria della vita cristiana tra i Romani. La situazione è identica presso le chiese Riformate, che vedono anch'esse il problema della salvezza in termini legalitari: il cristiano, che è privo di qualunque merito ed è sempre e comunque colpevole, riceve da Dio la grazia su base di una decisione inappellabile e imperscrutabile. In maniera non molto dissimile il condannato a morte riceve la grazia dal sovrano. Nell'Occidente la vita cristiana non è altro che l'adempimento di determinati obblighi e il rispetto di determinate proibizioni. Fatto ciò il cristiano può sentirsi a posto, in grazia di Dio, e può andare tranquillamente a ricevere la comunione, senza tema di commettere sacrilegio. Questo tipo di comportamento è tanto scontato, da non pensare nemmeno che possa essere, a dir poco, incompleto. Pure, se paragoniamo il nostro stile di vita a quello dei primi Cristiani, o dei Santi, vediamo che c'è una gran differenza in termini di qualità religiosa. I Santi indubbiamente osservarono tutti i comandamenti del Signore, ma lo spirito in cui lo fecero è differente. Ed è proprio la teosi che racchiude la differenza.

L'Occidentale crede che al termine della vita, dopo la sentenza di assoluzione, la grazia, o dopo aver scontato un certo periodo al Purgatorio, l'anima salva viene ammessa alla visione beatifica di Dio. Invece noi crediamo che salvezza significa divenire partecipi della natura divina, cioè divenire Dio in Lui, e senza peraltro perdere la propria identità (a differenza di certe religioni pagane orientali). Questa idea indubbiamente appare terrificante, troppo audace: eppure S. Basilio definisce l'essere umano come "una creatura che ha ricevuto l'ordine di diventare un dio". Il Grande Giovedì, al Mattutino, noi cantiamo: "Cristo ha detto: nel mio regno io sarò Dio con voi quali dei" (IV Ode, III Tropario).

Ma come può un essere umano diventare Dio? Questo è stato reso possibile dall'incarnazione del Verbo. "Dio si è fatto uomo affinché noi possiamo essere fatti Dio", dice S. Atanasio. La carne che Gesù ha preso colma il fossato tra l'uomo e Dio. Teosi è pertanto la partecipazione all'Umanità glorificata di Cristo, quella stessa Umanità che rifulse di Luce Increata (il Santo Spirito che manifesta la Grazia deificante) sul monte Tabor. Dice infatti S. Matteo (Mt 13:43): "I Giusti risplenderanno come il sole". È la natura umana deificata che Motovilov vide risplendere in S. Serafino, e che sempre risplende nelle icone dei Santi.

Si può facilmente comprendere, ora, perché la resurrezione finale del corpo è condizione necessaria per la teosi. In Occidente, invece, quando si parla di salvezza, l'accento è posto sull'anima, e la resurrezione dei morti, a livello di pietà quotidiana, tende ad essere trascurata. Alcuni, per esempio, la spiegano con la considerazione che è giusto che il corpo, essendo stato compagno (o complice) dell'anima, ne condivida il destino.

Ma il processo di superare la peccaminosa natura umana è infinito. Ed è anche vero che l'uomo, essendo finito, non può diventare Dio infinito: è il Santo Spirito che colma il baratro mediante, appunto, la luce della Grazia deificante. Dice ancora infatti S. Atanasio: "Nello Spirito il Verbo glorifica la creatura, e adottandola e deificandola la conduce al Padre". Questo è il significato paolino dell'azione della Grazia, così tragicamente stravolto in Occidente. "Dio, tutto inaccessibile si rende tutto partecipabile", dice san Gregorio Palamas: una comunione-partecipazione, dinamismo infinito dell'amore.

La deificazione comincia col Battesimo e dura tutta la vita. I suoi requisiti sono relativamente semplici, perchè consistono solo nell'amare Dio. Ciò comporta l'astenersi da quanto non aiuti questo impegno d'amore. Gli aspetti esteriori sono i più ovvii: pregare, digiunare, partecipare alla vita ecclesiale e sacramentale (Chiesa ed Eucaristia sono l'interezza del Cristo!); l'aspetto interiore, che è il più difficile a raggiungere, è il sentimento profondo che tutto ciò che possiamo fare o pensare deve passare attraverso il filtro della Triade divina. Quando si ama Dio l'amore è così travolgente che si estende senza restrizione a tutto e a tutti, amici e nemici, anche allo scarafaggio! Questa, e non l'obbligatoria obbedienza, è la gioiosa e spontanea maniera di osservare Legge! Ecco perché noi  Cristiani Ortodossi siamo già nella Gerusalemme celeste. Per noi non c'è differenza tra un laico e un monaco. Entrambi, sia pure in condizioni diverse, attraversano questa vita avendo in mente il futuro, la teosi, come unica realtà che conti. S. Antonio il Grande apprese in una visione che un uomo, uguale a lui in santità, viveva in città. Era un medico anargiro e cantava tutto il giorno il Trisagion con gli angeli. Ora i famosi versetti "Essi sono nel mondo", ma "Essi non sono del mondo" (Gv 17:11 e 16) diventano chiari.

E il peccato? È un'interruzione della teosi. Va quindi visto come un passo indietro nel processo di deificazione, piuttosto che come una violazione al codice. Rallentare, o, peggio, invertire questo movimento verso Dio è Peccato. In altri termini è dare alle cose di questo mondo più importanza di quanto in realtà non abbiano. Nasce dalle tentazioni della vita quotidiana, e può prendere svariati aspetti; ma ogni peccato si riduce al rifiuto dell'amore per Dio. Ecco così che si comprendono le parole dell'Apostolo Giacomo: "Chiunque osserva l'intera legge, ma cade in un punto, si rende colpevole di tutta la legge" (Gc 2:10).

Il pentimento, e il perdono di Dio elargitoci attraverso la sua Chiesa, ci riammettono alla Comunione del Corpo di Cristo. Questo ci rimette in carreggiata, finché non cadiamo ancora... Il pentimento continuo, di cui la famosa preghiera di Gesù è espressione, è un elemento indispensabile del processo di deificazione. "Il giusto cade sette volte e si rialzerà" (Pr 24:16). Ciò che importa è mantenere l'obbiettivo, e non farsi contaminare dallo spirito di questo mondo. Ed è proprio in questo senso che è importante comprendere la differenza basilare tra i Cristiani Ortodossi e tutti gli altri: tutto ciò che distrae dallo sforzo di crescita spirituale è male, anche se intrinsecamente innocente. Basta modificare lievemente la nostra disposizione d'animo, e ogni azione, senza perdere i suoi connotati, può diventare preghiera. "Pregate senza interruzione", dice S. Paolo, perché "nel giorno del Giudizio gli uomini renderanno conto di ogni parola inutile pronunciata" (Mt 12:36). Non dimentichiamoci che "il signore di questo mondo" (Gv 12:31) è Satana, e il distacco dallo spirito del mondo è il distacco da Satana.

Tratto da: Il ritorno. Bollettino interno della Parrocchia Ortodossa di S. Marco di Efeso; Anno 1, n. 6. 4/17 Novembre 1991, Palermo, pag. 2-3.

 
Letture sulla Santa Luce di Gerusalemme

Anche in occasione della Pasqua di quest'anno, al mattino del Sabato Santo, si è ripetuto il miracolo del Fuoco Santo a Gerusalemme. Le candele del patriarca Kirill, alla Veglia della notte di Pasqua, erano accese da questo stesso fuoco, portato da Gerusalemme a Mosca in poche ore.

Il Fuoco Santo è un miracolo che si ripete ogni anno al Santo Sepolcro: ben noto e rispettato nel mondo ortodosso, è pressoché ignoto tra i cristiani d'Occidente, e spesso, a una prima conoscenza, è scartato con le razionalizzazioni più superficiali.

Per chi vuole approfondire il fenomeno del Fuoco Santo, consigliamo vivamente la lettura del libro La Santa Luce, di Charis K. Skarlakidis, disponibile anche in versione italiana.

Diverse parti di questo libro si possono leggere on-line, oltre che in italiano, anche in greco, inglese, russo, spagnolo, tedesco, romeno e serbo, a partire da questa pagina.

 
Che cosa dice l’iscrizione sul retro della mia croce?

Che cosa dice l’iscrizione sul retro della mia croce?

Ci sono due iscrizioni comuni sul retro delle croci battesimali russe:

1. Probabilmente la più comune è "Спаси и сохрани" (Spasi i sokhrani), che significa "Salva e proteggi".

2. La seconda iscrizione più comune è "Да воскреснет Бог, и разыдутся врази Его, и да бежат от лица Его ненавидящей Его..." (Da voskresnet Bog, i razidutsja vrazi ego, i da bezhat ot litsa Ego nenavidjashchei Ego...). Questa è talvolta chiamata "croce dei vecchi credenti", e il testo è la versione slavonica pre-nikoniana della preghiera che si dice poco prima di andare a letto, e che si basa sul Salmo 67 [68]: "Risorga Dio e si disperdano i suoi nemici, quanti lo odiano fuggano davanti al suo volto". La preghiera nel libro di preghiere continua così: "Come sparisce il fumo, così spariscano; come si scioglie la cera dinanzi al volto del fuoco, così periscano i demòni dinanzi al volto di coloro che amano Dio e che, segnandosi col segno della Croce, dicono esultanti: Gioisci, preziosissima e vivifica Croce del Signore, scaccia i demòni per la potenza di colui che su di te fu crocifisso, il nostro Signore Gesù Cristo; disceso agli inferi, egli ha vinto la potenza del diavolo e ti ha donato a noi, Croce preziosa, per respingere ogni nemico. O preziosissima e vivificante Croce del Signore! Assieme alla nostra Sovrana, la Vergine Madre di Dio, e a tutti i santi, vieni in mio aiuto nei secoli. Amen". (Per questa preghiera nella recensione dei vecchi credenti, cfr. Old Orthodox Prayer Book, trad. dei sacerdoti Pimen Simon e Theodore Jurewicz e dello ieromonaco German Ciuba (Erie, PA: Old Rite Russian Orthodox Church of the Nativity of Christ, 1996), p. 45n).

 
Eletto il nuovo metropolita delle Terre ceche e della Slovacchia

L'arcivescovo Rastislav di Prešov e Slovacchia (al secolo Ondrej Gont, nato il 25 gennaio 1978 a Snina), è stato eletto al Sinodo straordinario dell'11 gennaio 2014 come nuovo metropolita delle Terre Ceche e di Slovacchia. Hanno partecipato quarantanove delegati, e l'arcivescovo Rastislav ha ottenuto l'87% dei voti. La sua intronizzazione avrà luogo alla cattedrale di sant'Alksander Nevskij a Prešov, in data che sarà annunciata a breve. Il patriarca Kirill e il metropolita Ilarion di Volokolamsk gli hanno inviato messaggi di congratulazioni.

Il nuovo metropolita ha compiuto gli studi alla facoltà di teologia dell'università di Prešov nel 2002. Ha quindi studiato all'università Aristotele di Tessalonica, e ha compiuto il suo ministero pastorale in una delle parrocchie della Slovacchia, occupandosi allo stesso tempo dell'apertura di un orfanotrofio a Medzilaborce. Elevato al rango di igumeno nell'ottobre del 2012, è stato consacrato vescovo di Prešov il 18 novembre 2012. Nel luglio 2013 ha guidato la delegazione della Chiesa delle Terre Ceche e di Slovacchia a Mosca, Kiev e Minsk, per le celebrazioni del 1025° anniversario del battesimo della Rus'.

Il 9 dicembre 2013 è stato eletto locum tenens della metropolia della Chiesa delle Terre Ceche e di Slovacchia, dopo un contenzioso con il precedente locum tenens, l'ottantasettenne arcivescovo Simeon (Jakovljević) di Brno e Olomouc.

Il sinodo dell'11 gennaio 2014 ha pure approvato la decisione di eleggere il vescovo Jáchym, vicario di Brno e Olomouc (al secolo Roman Hrdý, nato l'8 marzo 1973 a Hodonín, in Moravia) come nuovo arcivescovo di Praga.

FOTOCRONACA DELL'ELEZIONE

dal sito della Chiesa ortodossa in Slovacchia

Divina Liturgia archieratica alla chiesa dei santi Cosma e Damiano a Vyšná Jedľová, 14 novembre 2013

 
Volete essere i cagnolini dello zio Sam? Pagatene il prezzo!

Cari amici,

mi sono appena preso una breve pausa per commentare la grande notizia del giorno: la Russia sta introducendo un embargo di 12 mesi sulle importazioni di carne bovina, carne di maiale, frutta e verdura, pollame, pesce, formaggi, latte e latticini da parte dell'Unione Europea, degli Stati Uniti, dell'Australia, del Canada e del Regno di Norvegia. La Russia sta anche introducendo un divieto di transito nel suo spazio aereo contro le compagnie aeree europee e statunitensi che volano verso l'Asia orientale, vale a dire la regione Asia-Pacifico, e sta considerando di cambiare i cosiddetti punti di entrata e di uscita nello spazio aereo russo per i voli di linea e charter europei. Inoltre, la Russia è pronta a rivedere le regole di utilizzo delle rotte trans-siberiane, e sospenderà anche i colloqui con le autorità aeree statunitensi sull'uso delle rotte trans-siberiane. Infine, a partire da questo inverno, potrà revocare i diritti supplementari concessi dalle autorità aeree russe al di là degli accordi precedenti. Questo è uno sviluppo tanto interessante e importante da richiedere un'analisi molto più sottile di un semplice calcolo grezzo di quanto questo potrebbe costare all'Unione Europea o agli Stati Uniti. Non cercherò di fare un simile calcolo, ma vorrei invece sottolineare i seguenti elementi:

In primo luogo, si tratta di una risposta tipicamente russa. C'è una regola fondamentale che ogni bambino russo impara a scuola, nelle liti di strada, in campo militare o altrove: non si deve mai promettere e mai minacciare – si deve solo agire. A differenza dei politici occidentali che hanno passato mesi a minacciare sanzioni, tutto quel che hanno fatto i russi è stato dire, piuttosto vagamente, che si riservavano il diritto di replicare. E poi, BANG!, questo embargo ampio e di vasta portata che, a differenza delle sanzioni occidentali, avrà un impatto importante sull'Occidente, ma anche e molto di più sulla Russia (lo spiegherò meglio tra poco). Questa tattica "senza parole e solo azione" è stata progettata per massimizzare la deterrenza di atti ostili: dal momento che i russi non precisano chiaramente cosa possono fare per rappresaglia, Dio solo sa quello che potranno fare in seguito! Infine, per massimizzare l'insicurezza, i russi hanno detto solo che queste erano le misure concordate, ma non hanno detto quando le avrebbero introdotte, se parzialmente o completamente, e contro chi. Hanno anche fortemente lasciato intendere che altre misure sono sotto esame.

Secondo, le sanzioni sono meravigliosamente mirate. Gli europei hanno agito come prostitute senza spina dorsale e senza cervello in tutta questa faccenda, opponendosi alle sanzioni fin dal giorno 1, ma senza mai avere il coraggio di dirlo allo zio Sam, così ogni volta hanno finito per cedere. Il messaggio della Russia all'Unione Europea è semplice: volete essere i cagnolini dello zio Sam? Pagatene il prezzo! Questo embargo farà del male soprattutto all'Europa meridionale (Spagna, Francia, Italia, Grecia), la cui produzione agricola ne soffrirà notevolmente. Capita anche che questi paesi siano i più deboli nell'Unione Europea. Colpendoli, la Russia sta massimizzando l'inevitabile attrito all'interno dell'Unione Europea sulle sanzioni contro la Russia.

Terzo, non solo le linee aeree dell'Unione Europea soffriranno costi molto più alti e orari dei voli molto più lunghi sulla rotta molto importante dall'Europa all'Asia, ma le linee aeree asiatiche non ne soffriranno, cosa che dà a queste ultime un doppio vantaggio competitivo. Questo è un ottimo modo per premiare una parte mentre si punisce l'altra! L'Unione Europea ha messo nei guai una compagnia aerea russa (la Dobrolet) sui suoi voli verso la Crimea, e per questo l'intera comunità delle compagnie aeree dell'Unione Europea potrebbe finire a trovarsi in un enorme svantaggio nei confronti dei propri omologhi asiatici.

Quarto, la Russia ha usato queste sanzioni per fare qualcosa di vitale per l'economia russa. Mi spiego: dopo il crollo dell'URSS l'agricoltura russa era nel caos, e gli anni di Eltsin hanno solo peggiorato le cose. I contadini russi non potevano semplicemente competere con le avanzate produzioni agro-industriali occidentali, che beneficiavano di enormi economie di scala, di costosa e avanzata ricerca chimica e biologica, di una completa catena di produzione (spesso attraverso grandi aziende), e di una capacità di marketing di qualità superiore. Il settore agricolo russo ha un grande, disperato bisogno di barriere e tariffe per proteggersi dai giganti capitalisti occidentali e, invece, la Russia ha volontariamente rispettato i termini della World Trade Organization e alla fine ne è divenuta membro. Ora la Russia sta usando questo embargo totale per fornire un periodo cruciale necessario all'agricoltura russa per investire e assumere una quota molto più grande sul mercato russo. Inoltre, tenete a mente che i prodotti russi sono privi di OGM, e che hanno molto meno conservanti, antibiotici, coloranti, esaltatori di gusto o pesticidi. E dal momento che sono locali, non hanno bisogno di essere trasportati, utilizzando le tecniche di refrigerazione e conservazione che normalmente dà ai prodotti il sapore del cartone. In altre parole, i prodotti agricoli russi hanno un gusto molto migliore, ma questo non è sufficiente per essere competitivi. Questo embargo ora dà loro una potente spinta a investire, sviluppare e conquistare quote di mercato.

Quinto, ci sono 100 paesi che non hanno votato con gli Stati Uniti sulla Crimea. I russi hanno già annunciato che questi sono i paesi con cui la Russia farà scambi per ottenere ciò che non può produrre internamente. Una ricompensa piacevole per avere resistito allo zio Sam.

Sesto, piccolo ma dolce: avete notato che le sanzioni dell'Unione Europea sono state introdotte per soli 3 mesi, "da rivedere" più avanti? Con l'introduzione di un embargo di 12 mesi la Russia invia anche un messaggio chiaro: chi pensate che potrà trarre benefici da questo pasticcio?

Settimo, è semplicemente sbagliato calcolare che il paese X dell'Unione Europea esportava per Y milioni di dollari per la Russia e poi concludere che l'embargo russo costerà Y milioni di dollari al paese X dell'Unione Europea. Perché è sbagliato? Poiché la mancata vendita di questi prodotti creerà un surplus che poi influenzerà negativamente la domanda o, se la produzione è diminuita, questo influenzerà i costi di produzione (economie di scala). Al contrario, per un ipotetico paese Z al di fuori dell'Unione Europea, un contratto con la Russia potrebbe significare abbastanza denaro da investire, ammodernare e diventare più competitivi, non solo in Russia, ma sul mercato mondiale, compresa l'Unione Europea.

Ottavo, i paesi baltici hanno svolto un ruolo particolarmente odioso in tutta la crisi ucraina e ora alcune delle loro industrie più redditizie (come la pesca), che dipendevano al 90% dalla Russia, dovranno chiudere. Questi paesi sono già in un caos totale, ma ora saranno danneggiati ancora di più. Anche in questo caso, il messaggio per loro è semplice: avete voluto essere i cagnolini dello zio Sam? Pagatene il prezzo!

Nono, e questo è veramente importante, ciò che sta accadendo è un graduale disancoramento della Russia dalle economie occidentali. L'Occidente ha reciso alcuni legami finanziari, militari e aerospaziali, la Russia ha reciso quelli monetari, agricoli e industriali. Tenete a mente che il mercato Stati Uniti / Unione Europea sta colando a picco, affetto da profondi problemi di sistema e da grandi questioni sociali. In un certo senso, il paragone perfetto è il Titanic, la cui orchestra ha continuato a suonare musica mentre la nave stava affondando. Beh, la Russia è come un passeggero a cui le autorità del Titanic dicono che hanno deciso di sbarcarlo al porto successivo. Oh, accidenti, va male, giusto?

'Orologio' di Josetxo Ezcurra: "Tutti gli ingranaggi si adattano bene"

Ultimo, ma sicuramente non meno importante, questa guerra commerciale, in combinazione con la russofobia isterica dell'Occidente, sta facendo una campagna di pubbliche relazioni per Putin, migliore di qualsiasi cosa il Cremlino possa aver sognato. Tutto ciò che i suoi addetti alle pubbliche relazioni hanno bisogno di raccontare alla popolazione russa è la verità: "Ci siamo comportati bene, esattamente come da manuale, abbiamo fatto tutto il possibile per disinnescare questa crisi e tutto ciò che abbiamo chiesto, per favore, era di non permettere il genocidio del nostro popolo in Novorossija – e qual è stata la risposta dell'Occidente? Una campagna d'odio folle, sanzioni contro di noi e un sostegno incondizionato ai nazisti genocidi di Kiev". Inoltre, dato che seguo con attenzione i media russi, posso dirvi che quello che sta avvenendo oggi è percepito un po' come, parafrasando Clausewitz, la "continuazione della seconda guerra mondiale, ma con altri mezzi", in altre parole una lotta fino alla fine tra due regimi, due civiltà, che non possono coesistere sullo stesso pianeta e che sono bloccati in una lotta fino alla morte. In queste circostanze, aspettatevi che il popolo russo sostenga Putin ancora di più.

In altre parole, con una tipica mossa di judo, Putin ha utilizzato lo slancio della campagna occidentale di anti-russismo e di anti-putinismo a suo vantaggio su tutta la linea: la Russia ne beneficerà economicamente e politicamente. Lungi dall'essere minacciato da una sorta di "Maidan nazionalistico" in questo inverno, il regime di Putin è stato rafforzato dalla sua gestione della crisi (i suoi indici di gradimento sono più alti che mai).

Sì, naturalmente, gli Stati Uniti hanno dimostrato di avere una vasta gamma di capacità di danneggiare la Russia, in particolare attraverso un sistema giudiziario (negli Stati Uniti e nell'Unione Europea), che è tanto asservito allo stato profondo degli Stati Uniti quanto i giudici della Corea del Nord lo sono al proprio "caro leader" a Pyongyang. E anche la perdita totale del mercato ucraino (sia per le importazioni sia per le esportazioni) danneggia la Russia. Temporaneamente. Ma a lungo termine, questa situazione è estremamente vantaggiosa per la Russia.

Nel frattempo, il Maidan sta bruciando di nuovo, Andriy Parubiy si è dimesso, e gli ucroidi stanno bombardando ospedali e chiese in Novorossija. Che altro c'è di nuovo?

Quanto all'Europa, è scioccata e furiosa. Francamente, la mia Schadenfreude oggi non conosce limiti. Lasciamo che queste arroganti non-entità come Van Rompuy, Catherine Ashton, Angela Merkel e José Manuel Barroso affrontino la tempesta di merda che la loro stupidità e ignavia ha creato.

Negli Stati Uniti, Jen Psaki sembra essere sotto l'impressione che la regione di Astrakhan sia sul confine ucraino, mentre il Ministero della Difesa russo prevede di "aprire account speciali nei social network e nelle risorse di video hosting, in modo che il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e il Pentagono siano in grado di ricevere informazioni imparziali sulle azioni dell'esercito russo".

Tutto questo sarà sufficiente per suggerire ai leader europei che hanno scommesso sul cavallo sbagliato?

Saker

 
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Aquila e Priscilla

Dovrete perdonarmi per quello che sto per dirvi, che ho appreso molti anni fa mentre frequentavo l'università. Non posso darvi un riferimento. So che ho sentito queste cose in una lezione di Nuovo Testamento.

C'è un professore che ha studiato Roma nel primo e secondo secolo, tanto bene da conoscere ogni settore della città, chi ci viveva e in quale strada. Le sue intuizioni hanno contribuito a illuminare alcuni riferimenti alle prime comunità cristiane esistenti nell'antica Roma. La sua conoscenza del latino e del greco è profonda. Sa anche quali nomi erano dati ai vari livelli della società e quali nomi non erano ammessi per gli schiavi o i poveri di ceto inferiore. Queste intuizioni ci aiutano a capire chi è che Paolo saluta in Romani 16.

In 1 Corinzi, Paolo dice: "Aquila e Priscilla vi salutano calorosamente nel Signore, con la chiesa che si raduna nella loro casa". Vediamo cosa ci dicono le intuizioni del professore su questi due e sulla loro chiesa domestica. Priscilla veniva da una famiglia ricca delle parti eleganti della città. La loro proprietà erano presso il fiume e la famiglia era prominente. A quanto pare, aveva creato un certo scandalo perché aveva sposato uno schiavo. Come lo sappiamo? Beh, Aquila era un nome da schiavo. Gli scavi della proprietà familiare hanno rivelato alcune cose interessanti sulla loro "chiesa domestica". Sulla loro tenuta, hanno recuperato ossa di schiavi, ossa di mercanti, ossa di professionisti, di militari e perfino ossa dell'elite senatoriale. Quelli delle classi inferiori vivevano nella chiesa domestica. Dopo la colazione e le preghiere del mattino o la liturgia, andavano al lavoro o a mendicare, e poi tornavano per la cena e le preghiere. Quando morivano, erano sepolti sul posto, senza alcuna considerazione per il loro status sociale.

C'erano altre chiese domestiche a Roma e ognuna di loro aveva le proprie difficoltà. Per esempio, c'era un gruppo di uomini chiamati "i fratelli", che vivevano in una parte molto malfamata della città, così malfamata che persino i soldati romani non ci volevano entrare. La gente ci viveva stipata su tre piani. A ogni piano, le camere erano separate da tende a buon mercato. Era un'autentica trappola per gli incendi e non c'erano fognature. Potete immaginare quanto era difficile viverci. Eppure, nonostante questa triste situazione, i fratelli vi abitavano e testimoniavano la loro fede e il loro amore. Pensando alle situazioni che affrontavano questi cristiani potete capire le parole di san Paolo ai cristiani: "Vigilate, state saldi nella fede, comportatevi da uomini, siate forti. Che tutto ciò che fate sia fatto con amore". Stava parlando non solo agli individui, ma anche alle comunità di cui essi facevano parte.

Cosa possiamo imparare da questo?

Mi sembra che nella nostra attuale cultura religiosa la comunità sia una preoccupazione secondaria (o forse anche più in fondo alla lista). Molti vanno in chiesa ogni domenica, ma evitano o addirittura si oppongono alle attività e ai programmi che sono stati progettati per costruire la comunità. Non li vedete quasi mai a un pranzo parrocchiale, a uno studio biblico o a una serata di intrattenimento. Sicuramente la mia salvezza è la mia priorità, ma i cristiani del primo secolo sapevano che per avere successo nella vita, nella fede e nella testimonianza, avevano bisogno della protezione della comunità cristiana.

Essere una comunità significa condividere insieme una vita. Mi rendo conto che questo va contro le fantasie di autosufficienza nello stile di Daniel Boone e Davy Crockett, ma questo fa parte del problema. L'idea di condividere una vita con qualcun altro al di fuori della nostra famiglia immediata sembra per noi un anatema. Ora, non abbiamo bisogno di ricreare la chiesa domestica di Aquila e di Priscilla, né abbiamo bisogno di vivere nei quartieri poveri della città in case umili, ma la nostra esigenza di comunità è altrettanto profonda.

La Chiesa che si è formata dopo la Pentecoste (Atti 2) ci mostra ciò che è necessario. I suoi membri erano assidui negli insegnamenti degli apostoli (studio della Bibbia), nella "frazione del pane" (Comunione), avevano tutte le cose in comune (una vita condivisa), andavano quotidianamente al tempio (frequentazione regolare delle funzioni) andavano di casa in casa e mangiavano con serenità e semplicità di cuore (una vita condivisa), lodando Dio (culto). Sappiamo da altre fonti che i cristiani facevano atti di carità per i poveri di Gerusalemme. Il risultato fu che incontrarono il favore del popolo e "il Signore aggiungeva alla Chiesa ogni giorno quelli che erano stati salvati". Più tardi, la comunità li avrebbe aiutati ad affrontare la persecuzione. Quando si trovavano nella povertà, la comunità cristiana più ampia avrebbe esteso loro il suo aiuto, e san Paolo avrebbe raccolto fondi per loro.

Vorrei affermare che se non ci impegniamo a realizzare ogni parte di questo, allora la nostra esperienza di comunità è distorta, e può essere mortale. Ancora una volta, questo non significa che dobbiamo ricreare il modo esatto in cui la Chiesa primitiva viveva la propria vita nello Spirito. Purtroppo ho conosciuto molti che hanno cominciato con amore e fede e zelo, ma poi hanno fatto naufragio, in parte perché la piena esperienza di comunità era assente (alcuni la definivano perfino un abuso). Che le comunità fossero grandi o piccole, la dimensione della chiesa e il numero dei membri non importavano.

Quindi, parlate con i vostri fratelli e sorelle e includete il vostro sacerdote. Parlate della comunità e di come possiamo crescere insieme in fede, speranza e amore. Invitate gli altri, anche se sembrano inclini ad essere assenti, a entrare nella conversazione. Un giorno (e ora sembra più probabile che mai), il mondo conoscerà ancora i colpi di un'amara persecuzione. Quando ciò accadrà, avremo bisogno, i nostri figli avranno bisogno e i nostri nipoti avranno bisogno, della comunità dello Spirito Santo se sperano di sopravvivere.

Se pensate che un maggior senso di comunità sia troppo difficile da raggiungere, lasciatemi ripetere nuovamente l'ammonizione di san Paolo: "Vigilate, state saldi nella fede, comportatevi da uomini, siate forti. Che tutto ciò che fate sia fatto con amore". A questo aggiungo anche le sue parole: "Salutatevi gli uni gli altri con un bacio santo ".

 
“Gli assalti ai luoghi santi non resteranno impuniti”

la Lavra di Pochaev

Nel periodo post-Maidan, i deputati del Consiglio provinciale di Ternopil hanno ripetutamente iniziato un trasferimento di proprietà della Lavra di Pochaev con tutti i territori circostanti della riserva storica regionale, sostenendo che la Lavra è un "tesoro nazionale", e quindi il greco-cattolici, gli scismatici del falso patriarca Filaret e gli "autocefalisti" non canonici della Chiesa ortodossa autocefala ucraina hanno il diritto di entrarvi a pregare. In sostanza, questo significa privare la Chiesa canonica di un grande sito sacro ortodosso. Per fortuna, il capo dello stato non ha ancora risposto alle richieste dei deputati di Ternopil, anche se un'ondata di sequestri di chiese parrocchiali ha spazzato tutta la provincia e altre regioni dell'Ucraina occidentale con il permesso e il sostegno delle autorità locali. Negli ultimi anni sono state sequestrate più di quaranta chiese, principalmente nelle regioni occidentali dell'Ucraina. Ma c'è un fatto sorprendente: le chiese sequestrate sono praticamente vuote, e molti "attivisti" delle incursioni hanno sofferto ogni sorta di disgrazie, come testimoniano i fedeli di questi villaggi.

Abbiamo parlato di tutto questo con il metropolita Vladimir (Moroz), l'abate della Lavra di Pochaev.

Vladyka, sorge involontariamente un parallelo storico, dato che dopo la rivoluzione del 1917 i bolscevichi appoggiavano l'autoproclamata "Chiesa vivente", trasferendo al suo controllo monasteri e chiese ortodosse. Allo stesso modo, c'è ora una ovvia componente politica nelle attività degli scismatici ucraini, che sfruttano l'idea nazionale. Inoltre, l'ondata di aggressione da parte dei saccheggiatori è diminuita durante il picco dell'aggravamento politico e delle crisi nel paese. Quanto sono pericolose oggi queste iniziative dei seguaci della cosiddetta "Chiesa ucraina ortodossa-Patriarcato di Kiev"?

Sapete, la storia è l'insegnante migliore. Tutte queste "iniziative" da parte dei politici non fanno altro che danneggiare il loro popolo. Come possiamo preservare l'unità e la pace nel nostro paese quando nella vita religiosa si sostengono gli scismi? Cosa significa prendere una chiesa a una confessione e trasferirla a un'altra? È un crimine. Ma gli iniziatori di tali metodi dovrebbero anche ricordare che stanno prendendo chiese non solo dal popolo, ma da Dio, perché la Scrittura dice: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera (Mt 21:13).

Vedete, ai tempi dell'Unione Sovietica era all'opera una macchina ateista molto potente, eppure non è riuscita a chiudere la Lavra di Pochaev. Ricordate gli anni '60, quando nel periodo delle persecuzioni di Krusciov le autorità locali dichiararono una vera guerra contro la nostra Lavra – i monaci furono cacciati a forza nella foresta e nei campi, privati ​​dei permessi di residenza, gettati in prigione e negli ospedali psichiatrici, e le loro celle furono allagate con tubi. Ma la Madre di Dio non ha permesso una chiusura; la Lavra ha resistito.

il metropolita Vladimir (Moroz) di Pochaev

Dopo tutto, i turchi, i tatari e gli uniati hanno voluto chiudere molte volte la Lavra di Pochaev.

C'è un episodio storico raffigurato sulle pareti della Cattedrale della Dormizione: un assedio della Lavra, con i tatari che lanciano centinaia di frecce. Ma sopra il monastero c'è la santissima Theotokos, e le frecce girano indietro, colpendo gli invasori. Questi ultimi ono messi in fuga; e questa non è una favola: è una vera testimonianza dell'intercessione di Dio. Questo evento è conservato nelle cronache e in altri documenti. Ecco come è accaduto. Nell'agosto 1675, Mehmed IV, il sultano turco, era determinato a vendicarsi della Polonia per aver violato gli accordi di Buchak e per la sconfitta di Khotyn. Inviò 50.000 soldati turco-tatari con cavalli sotto il comando di Nureddin, il sultano tartaro, per attaccare il re. Come al solito, i tatari lasciarono terra bruciata nella loro scia. Ed ecco, sul sentiero di questo sanguinario esercito c'era il piccolo e non protetto monastero ortodosso di Pochaev. Avvicinandoli, i turchi avevano già bruciato gli edifici vicini; avevano ucciso due fratelli e avevano iniziato a prepararsi per un assalto. Dal punto di vista dell'esercito, l'assedio del monastero non era un'operazione importante: a quel tempo il monastero non aveva né mura di cinta né torri di avvistamento, come è raffigurato nelle incisioni successive, e dietro il suo recinto di legno sinascondevano molti rifugiati civili. Non si aspettavano aiuto da nessuna parte. L'abate del monastero Josif (Dobromirskij) benedetto i fratelli per fare appello alla loro unica protettrice – la Madre di Dio – e al beato e gradito a Dio san Giobbe di Pochaev.

la liberazione del monastero di Pochaev dall'invasione dei turchi nel 1675. Litografia del XIX secolo

La mattina presto del 5 agosto, i turchi arrivarono all'assalto. I monaci risposero servendo un Acatisto davanti all'icona miracolosa della Madre di Dio di Pochaev. Avevano appena iniziato a cantare il primo contacio, "A te condottiera pronta alla difesa", quando la Regina del Cielo stessa apparve sopra la chiesa della Santissima Trinità con un omoforio aperto nelle sue mani e con gli angeli celesti e san Giobbe. I turchi li videro e iniziarono a tirare frecce contro questi protettori celesti, ma le frecce tornarono e colpirono gli arcieri stessi. Gli aggressori furono terrorizzati e disorientati, si fecero prendere dal panico e partirono correndo. Secondo le cronache della Lavra, molti dei prigionieri rimasero nel monastero, adottarono la fede cristiana e vi rimasero fino alla fine dei loro giorni nell'obbedienza monastica. Quest'evento è impresso per sempre nella memoria di Pochaev e di tutta la Chiesa. Il ringraziamento alla Regina del Cielo per questa miracolosa salvezza è offerto ogni giorno davanti all'icona miracolosa di Pochaev e davanti al reliquiario di san Giobbe.

Vi sono innumerevoli esempi di intercessione e aiuto della Theotokos, e ogni pellegrino e parrocchiano della Lavra sperimenta ancora questo aiuto. Anche la Madre di Dio apparve qui nel 1240 in una colonna di fuoco e lasciò la sua impronta su una roccia. Lei, come il roveto ardente, testimoniò che questo luogo è santo. Lei qui è la badessa e la patrona di questa terra...

Vladyka, ci parli delle tragedie che hanno colpito coloro che hanno condotto le persecuzioni ai tempi di Krusciov qui, a Pochaev.

È una storia tragica. C'era un primo segretario del comitato distrettuale di Kremenets, Andrej Ichanskij, che aveva l'obiettivo di chiudere la Lavra con qualsiasi mezzo. Raccolse informazioni sui monaci e le riferì al KGB. Quando chiusero la skiti della santa Trinità appartenente al monastero, era personalmente presente allo smantellamento dell'antica iconostasi, e aveva quasi sputato sulle icone, bestemmiando i santi. Una delle donne gli disse: "Non temi Dio e la sua punizione?" "E chi è lui? Lasciate che mi punisca!", rise e se ne andò. E quello stesso giorno, sua figlia che studiava chimica all'università di Leopoli stava facendo alcuni esperimenti in laboratorio quando una fiaschetta con dell'acido le esplose tra le mani e le bruciò viso e occhi; ne fu accecata, e poi morì... Fu sepolta nel cimitero del villaggio non lontano dalla Lavra. Allora questo comunista pianse amaramente e continuò a dire: "O Dio, o Dio, perché mi hai punito così duramente...?" Dicono che allora si pentì e credette in Dio.

Mi chiedo, i persecutori di oggi conoscono questi eventi che ha menzionato?

Sono ben poco interessati. Possiamo solo compatire queste persone: commettono consapevolmente questi crimini, attaccando i luoghi santi, e questo non rimane mai impunito. La domanda è: qual è il loro scopo? Che cosa vogliono? Colmare la misura dell'iniquità, ripetere il cammino dei loro predecessori, i persecutori di Cristo? Se sono credenti (e si presentano come difensori della fede), allora il Signore non ci insegna ad agire in questo modo. Inoltre, pensano che i monaci siano persone dalla volontà debole. Ma i monaci non sono affatto deboli: sono confessori della fede e sono pronti a dare la vita per Cristo in qualsiasi momento.

Perciò compatisco i nostri concittadini, i nostri contemporanei che hanno il coraggio di aggredire la Chiesa di Cristo, interferendo nel reame della vita spirituale, ignorandolo completamente, e quindi attirando su se stessi nient'altro che la punizione di Dio. Dobbiamo percepire la ragione spirituale in tutti questi fenomeni contro la Chiesa e in varie iniziative politiche. Nelle parole di Dostoevskij, Satana combatte con Dio, e il campo di battaglia è il cuore dell'uomo ...

Divina Liturgia della festa nella chiesa della Trasfigurazione alla Lavra di Pochaev, 5 agosto 2017, nel giorno dell'icona della Madre di Dio di Pochaev

Tuttavia, una nuova ondata di occupazioni di chiese ortodosse ha avuto luogo negli ultimi anni...

Sono venuti a trovarmi chierici dei distretti limitrofi dove ci sono state occupazioni di chiese. Qual è il risultato? Le persone non vanno in queste chiese; sono vuote. Prendiamo ad esempio la famosa Katerinovka, dove un vero massacro è stato commesso vicino alla chiesa. I sostenitori del "Patriarcato di Kiev", dopo essersi assicurati l'appoggio di "Pravy Sektor", hanno sequestrato con forza la chiesa di San Giorgio il 15 settembre 2015. Gli invasori hanno usato manganelli e lacrimogeni, e venti persone sono rimaste ferite, incluse donne indifese. Ora i fedeli del villaggio di Katerinovka stanno costruendo una nuova chiesa e pregano in essa. Se andate lì e parlate con il prete, vi dirà quali conseguenze sono accadute agli assaltatori, cosa è successo nel corso di questi tre anni a questi aggressori. Alcuni sono morti, altri si sono gravemente feriti in varie situazioni, uno si è ammalato di tubercolosi, un altro di itterizia, un altro è stato ferito da un cavallo mentre arava, un altro ha avuto un incidente...

Che cosa deve essere fatto in modo che la pace possa regnare non solo nella vita religiosa, ma in Ucraina nel suo insieme?

Il Signore ha detto: da questo tutti gli uomini sapranno che siete miei discepoli, se vi amate gli uni gli altri (Giovanni 13:35). Questa è la condizione principale per qualsiasi pace – nelle famiglie, nella società, nel governo – l'adempimento di questo comandamento di Cristo. Perché non c'è comprensione reciproca tra le persone? È perché il desiderio di comprendere, rispettare, amare e gioire gli uni negli altri è scomparso; e di conseguenza – abbiamo la crescita dell'illegalità. San Serafino di Vyritsa ha detto che ai nostri tempi la gente perirà per l'invidia, la sete di profitto e l'amore per il denaro. Per motivi di denaro, venderanno i loro valori familiari, la loro coscienza, la loro moralità e tutto ciò che è veramente prezioso, per il gusto dell'avidità. Il conforto è pubblicizzato come l'ideale della perfezione umana, in cui tutti desideriamo vivere, e l'uomo moderno muore spiritualmente alla ricerca di questo conforto. L'uomo cammina sul piano spirituale in una giungla che non è in grado di lasciare da solo, è già legato mani e piedi alle forze del male e Satana non lascerà andare il suo sacrificio. L'uomo pensa: basta un altro passo, solo un altro affare, poi penserò alla mia anima... E così via fino alla vecchiaia, e poi non c'è più né tempo né energia per questo.

Vorrei, Vladyka, finire la nostra conversazione su una nota ottimistica. Come dovrebbero comportarsi i credenti in queste condizioni?

Dobbiamo ricordare che il Signore è con noi, e che il sentiero spinoso e angusto conduce al Regno dei Cieli. Ci viene data la libertà, quindi dobbiamo usarla di più per la preghiera e proteggerci più spesso con il segno della Croce, perché il Signore non ci privi della sua misericordia, e perché lo Spirito di Dio ci istruisca e ci ispiri a ricordare che il sentiero della pazienza, dell'umiltà e dell'amore conduce al Regno Celeste. È molto difficile per i cristiani ora, ma il Signore vede e conosce i nostri bisogni e non ci lascerà mai senza la sua protezione e il suo aiuto. Non è stato un caso che abbia detto: non temere, piccolo gregge! (Luca 12:32). Dobbiamo avere come esempio la fede dei santi, e in senso figurato, essere sordi e muti alle tentazioni di questo mondo.

 
La nuova ed eterna alleanza

Il 10 dicembre 2015 il Vaticano ha pubblicato un nuovo documento sul dialogo ebraico-cristiano. Il nuovo documento, intitolato "Perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili", segna il 50° anniversario e la continua espansione della dichiarazione "Nostra Aetate" del Concilio Vaticano II. La "Nostra Aetate" ha presentato un cosiddetto "nuovo quadro teologico" per il rapporto tra la Chiesa cattolica e il popolo ebraico. La dichiarazione ha fatto varie dichiarazioni che hanno provocato un allontanamento dalle credenze supersessioniste (cioè di sostituzione) della Chiesa cattolica, e hanno spinto verso una nuova comprensione teologica che Dio non si pente dei doni che egli fa o della chiamata da lui compiuta nei confronti degli ebrei.

Questa nuova comprensione teologica del popolo ebraico, per quanto riguarda i doni dati da Dio o della chiamata mai abolita da Dio, ha portato il papa Giovanni Paolo II nel 1980 ad affermare, nella sua storica visita alla sinagoga di Magonza, in Germania, che il popolo ebraico è il "popolo di Dio dell'Antico Testamento, che non è mai stato revocato da Dio".

Nel 1997 Papa Giovanni Paolo ha ribadito, riguardo allo stato dell'alleanza del popolo ebraico: "questo popolo (gli ebrei) continua a dispetto di tutto a essere il popolo dell'alleanza, e nonostante l'infedeltà umana il Signore è fedele alla sua alleanza".

Alla luce di queste affermazioni, e della nuova prospettiva teologica della Chiesa cattolica sul costante rapporto di alleanza del popolo ebraico con Dio, non è quindi sorprendente che una recente dichiarazione del Vaticano del 10 dicembre 2015 abbia affermato che "che l'alleanza di Dio con Israele non è mai stata revocata". Tuttavia, anche se il comunicato vaticano sulla continua alleanza di Dio con Israele non è sorprendente, è quanto meno problematico, o al peggio eretico.

Il nuovo documento del Vaticano, nell'affermare che la Chiesa non sostituisce Israele come popolo di Dio e che l'alleanza che Dio ha offerto a Israele è irrevocabile, crea tre problemi biblici e teologici da una prospettiva cristiana ortodossa:

I – il ripudio della Lettera di san Paolo agli Ebrei;

II – un'interpretazione erronea e rinnovazionista della teologia di san Paolo nella sua Lettera ai Romani;

III – la creazione e la promulgazione di "un altro vangelo" al posto del vangelo del nostro Signore.

 

I – Il ripudio della Lettera di san Paolo agli Ebrei

La santa Chiesa ortodossa ha mantenuto per tutta la sua storia il chiaro insegnamento apostolico che la Chiesa è il nuovo Israele, e che attraverso la fede e l'obbedienza a Gesù Cristo è divenuta parte della nuova ed eterna alleanza di Dio. Quanto a questa nuova alleanza, la Chiesa ha spesso citato e invocato l'insegnamento presentato nella Lettera di san Paolo agli Ebrei (8:19), che recita:

Parlando di una nuova alleanza, Dio ha dichiarato antiquata la prima; ora, ciò che diventa antiquato e invecchia, è prossimo a sparire (Eb 8:13).

San Paolo è in grado di fare questa dichiarazione a causa della sua fede esplicita che il sacrificio di Cristo di se stesso sulla Croce abbia assicurato una redenzione eterna che è di gran lunga superiore rispetto a quella offerta sotto l'antica alleanza (Eb 9:12-13), tanto che se la prima alleanza con il popolo ebraico fosse stata impeccabile, non ci sarebbe stata alcuna occasione per una seconda (Eb 8:7). In realtà, san Paolo cita il profeta Geremia, sostenendo che anche Geremia trovò colpe nell'antica alleanza, e profetizzò la venuta di una nuova alleanza. Il profeta Geremia, come citato da San Paolo, ha dichiarato:

Ecco, vengono giorni, dice il Signore, quando io stipulerò con la casa d'Israele e con la casa di Giuda un'alleanza nuova; non come l'alleanza che feci con i loro padri, nel giorno in cui li presi per mano per farli uscire dalla terra d'Egitto; poiché essi non son rimasti fedeli alla mia alleanza, anch'io non ebbi più cura di loro, dice il Signore. E questa è l'alleanza che io stipulerò con la casa d'Israele dopo quei giorni, dice il Signore (Eb 8:8-10)

Come si può vedere, per san Paolo la nuova alleanza, di cui Geremia profetizzò, supera la prima (antica) alleanza.

San Paolo, citando ulteriormente Geremia, afferma per quanto riguarda la nuova alleanza che Dio metterà le sue leggi nelle loro menti e le scriverà sui loro cuori, e sarà il loro Dio, ed essi saranno il suo popolo. E nessuno avrà più da istruire il suo concittadino, né il proprio fratello, dicendo: Conosci il Signore! Tutti infatti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande di loro. (Eb 8:10-11). Per san Paolo ciò dimostra la superiorità della nuova alleanza, in quanto non solo supera l'antica alleanza, ma fornisce una conoscenza universale e personale di Dio. In tal modo, si può vedere subito che anche ai giorni di Geremia, parlando di una nuova alleanza si trattava quella antica come obsoleta, e pronta per essere scartata.

Con tale linguaggio esplicito nella Lettera agli Ebrei, come fa il nuovo documento del Vaticano ad affermare che "l'alleanza di Dio con Israele non è mai stata revocata"? Il documento fa questo dapprima ridefinendo a torto il messaggio centrale della Lettera agli Ebrei, e poi trascurando del tutto la Lettera agli Ebrei. Il documento del Vaticano II afferma: "Questa epistola (agli ebrei), tuttavia, non è rivolta agli ebrei, ma piuttosto ai cristiani di origine ebraica che erano diventati stanchi e incerti". Ebbene, perché? Perché i cristiani di origine ebraica erano diventati stanchi e incerti? Poiché questi cristiani ebrei erano richiamati indietro al giudaismo, all'antica alleanza. Anche in questo caso San Paolo è molto chiaro su questo punto quando afferma:

Infatti, se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati, ma soltanto una terribile attesa del giudizio e la vampa di un fuoco che dovrà divorare i ribelli. Quando qualcuno ha violato la legge di Mosè, viene messo a morte senza pietà sulla parola di due o tre testimoni. Di quanto maggior castigo allora pensate che sarà ritenuto degno chi avrà calpestato il Figlio di Dio e ritenuto profano quel sangue dell'alleanza dal quale è stato un giorno santificato e avrà disprezzato lo Spirito della grazia? (Eb 10:26-29)?

Se l'antica alleanza è ancora valida, e un veicolo sufficiente per la salvezza per gli ebrei, allora perché un così forte linguaggio di condanna per quei cristiani ebrei che abbandonano Gesù Cristo e tornano indietro a rimettersi sotto l'antica alleanza?

Il nuovo documento del Vaticano va ancora oltre nel distorcere la Lettera agli Ebrei, affermando che la promessa di una nuova alleanza enunciata da Geremia, e citata nel capitolo 8 della Lettera, non ha alcuna intenzione di provare false le promesse dell'antica alleanza, ma al contrario le tratta come valide. Questa è una dichiarazione molto ipocrita perché san Paolo, quando cita Geremia 31:31-34, non sta dicendo, e non dice mai, che l'antica alleanza era falsa, ma dice che è obsoleta, e ciò che è obsoleto è vecchio e viene abolito (Eb 8:13). E aggiunge che è la nuova alleanza, attraverso la fede e l'obbedienza a Gesù Cristo, che ha adempiuto l'antica alleanza, superandola, e offrendo a tutti redenzione eterna (Eb 9:11-14).

Il nuovo documento del Vaticano, sapendo di non poter mantenere il suo travisamento della Lettera agli Ebrei, l'ha semplicemente trascurata, affermando: "La Nostra Aetate non ha fatto riferimento alla Lettera agli Ebrei". Tuttavia la Nostra Aetate, secondo il nuovo documento del Vaticano, ha fatto riferimento alle riflessioni di san Paolo nella sua Lettera ai Romani nei capitoli da 9 a 11 come autorità nello sviluppo della loro nuova comprensione teologica della continua validità dell'antica alleanza. Tuttavia, esaminando le "riflessioni" di san Paolo in Romani, la sua "teologia" esprime chiaramente che l'antica alleanza non esiste più, e solo la nuova alleanza sopravvive adempiendo l'antica, e l'appartenenza alla nuova alleanza dipende completamente dalla fede in Gesù Cristo.

II – Un'interpretazione erronea e rinnovazionista della teologia di san Paolo nella sua Lettera ai Romani

Il nuovo documento del Vaticano sul dialogo ebraico-cristiano fa le ardite dichiarazioni che "L'alleanza che Dio ha offerto a Israele è irrevocabile..." e che "La fedeltà elettiva permanente di Dio espressa nelle alleanze precedenti non è mai ripudiata". Il nuovo documento cita Romani 9:4 e Romani 11:1-2, ma non riesce a spiegarli o ad articolare chiaramente la teologia di san Paolo. Se lo facesse, si capirebbe subito che Romani 9:4 afferma semplicemente che agli ebrei appartengono tutte le promesse e le alleanze e i patriarchi, cosa che è vera, ma poi nel versetto 5 san Paolo afferma "da essi proviene secondo la carne Cristo, che è Dio sopra ogni cosa, benedetto nei secoli" (Rm 9:5). San Paolo afferma la superiorità di Cristo, anche se loda i suoi fratelli ebrei. Nel versetto 6 san Paolo afferma molto chiaramente che i discendenti non sono i discendenti fisici di Abramo, ma che i figli della promessa sono considerati come discendenti di Abramo (Rm 9:8). Il resto del capitolo 9 di Romani rivela chi sono questi figli della promessa, sono i pagani che hanno accettato Cristo attraverso la fede in contrasto con gli ebrei che lo hanno rifiutato (Rm 9:25-33).

Romani 11 continua in realtà questo tema affermando che Dio non ha respinto il popolo ebraico, ma più avanti nel capitolo san Paolo rende chiaro che la ragione per cui Dio non ha respinto i suoi compagni ebrei è perché il dono dell'inclusione nella nuova alleanza si basa sulla fede in Cristo. San Paolo afferma: "Così anche al presente c'è un resto, conforme a un'elezione per grazia. E se lo è per grazia, non lo è per le opere; altrimenti la grazia non sarebbe più grazia. Che dire dunque? Israele non ha ottenuto quello che cercava; lo hanno ottenuto invece gli eletti; gli altri [del popolo ebraico] sono stati induriti" (Rm 11:5-7). Per san Paolo il resto degli eletti è composto da quelli che hanno accettato il Vangelo, e hanno fede in Gesù Cristo. Gli altri, che hanno indurito il loro cuore, sono la maggioranza del popolo ebraico che ha rifiutato Gesù Cristo (Rm 11:8-10). Ma Dio ha rigettato il popolo ebraico? San Paolo dice di no. Tuttavia, per san Paolo questo non è perché la loro alleanza è valida, ma "a causa della loro caduta la salvezza è giunta ai pagani, per suscitare la loro gelosia. Se pertanto la loro caduta è stata ricchezza del mondo e il loro fallimento ricchezza dei pagani, che cosa non sarà la loro partecipazione totale!" (Rm 11:11-12).

Il rifiuto di Cristo e del suo Vangelo da parte della maggioranza del popolo ebraico è parte del piano di Dio; Dio ha indurito il loro cuore al fine amorevole di dare ai gentili l'opportunità di ascoltare e ricevere il Vangelo. Ciò avrà l'effetto di rendere gli ebrei gelosi e quindi di attirare gli ebrei alla conoscenza salvifica di Gesù Cristo. Se l'antica alleanza è ancora attiva, e Dio non l'ha revocata, perché san Paolo si angoscia per l'inclusione dei suoi compagni ebrei nella nuova alleanza, con l'accettazione di Cristo e del suo Vangelo? Perché per san Paolo l'antica alleanza non esiste più, ma è stata compiuta da Gesù Cristo. San Paolo è chiaro quando dice: "Ora invece, indipendentemente dalla legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla legge e dai profeti; giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono". (Rm 3:21-22). San Paolo allora sottolinea il suo punto, affermando: "Noi riteniamo infatti che l'uomo è giustificato per la fede indipendentemente dalle opere della legge" (Rm 3:28). L'obiettivo di Paolo è la fede in Gesù Cristo, perché è questa che conta, non le opere della legge, perché per San Paolo le opere della legge conducono alla morte (Rm 7:5).

San Paolo afferma che la legge di Mosè conduce alla morte, mentre la fede in Cristo, che è aperta a tutti, ebreo e gentile, conduce alla vita. Infatti san Paolo afferma: "Ora però siamo stati liberati dalla legge, essendo morti a ciò che ci teneva prigionieri, per servire nel regime nuovo dello spirito e non nel regime vecchio della lettera" (Rm 7:6). Quindi, come si può vedere, san Paolo non crede che l'antica alleanza sia valida, ma che si sia compiuta in Gesù Cristo, che ci sta dando una nuova ed eterna alleanza con la sua morte, sepoltura e risurrezione dai morti.

III – la creazione e la promulgazione di "un altro vangelo" al posto del vangelo del nostro Signore

Il nuovo documento del Vaticano dice molto chiaramente che presenta un "nuovo rapporto teologico con il giudaismo". In molti modi questo non è un nuovo rapporto teologico con il giudaismo, ma una nuova visione di un vecchio problema affrontato da san Paolo stesso nella sua Lettera ai Galati. Il problema nella Chiesa dei galati era che oltre ad avere fede in Gesù Cristo un cristiano era obbligato a osservare la legge mosaica. I cristiani galati insistevano che l'antica alleanza era ancora valida, o che era una parte dei requisiti della nuova alleanza, e che ci si doveva conformare ad essa, prima di poter diventare cristiani. San Paolo insiste fortemente sul contrario, e afferma che solo la fede in Gesù Cristo è sufficiente a mettersi a posto con Dio. In effetti, il rifiuto completo che san Paolo fa dei requisiti dell'antica alleanza è così forte che egli afferma che i Galati predicano un vangelo al posto del vero Vangelo, e così facendo sono maledetti (Gal 1:6-9).

Il nuovo documento del Vaticano equivale a presentare un altro vangelo che nega la totalità del dovere del popolo ebraico di avere fede in Cristo, perché la loro alleanza è ancora valida per la loro salvezza, e ogni sforzo missionario tra gli ebrei è quanto meno non necessario, e al massimo antisemita. Il nuovo documento del Vaticano restringe la grande commissione di Matteo 28:19-20 dicendo che dobbiamo predicare il Vangelo a tutte le nazioni, tranne alla nazione ebraica. San Paolo afferma che se qualcuno, anche un angelo dal cielo, dovesse predicare un vangelo diverso dal vero Vangelo del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, che sia maledetto. In altre parole, che finisca sotto anatema!

Per quanto io voglia veder migliorare i rapporti tra ebrei e cristiani, con lo sviluppo di forti legami di reciproco rispetto e di amicizia, tale rapporto non può essere costruito sulla menzogna e sulla negazione del Vangelo. Spero e prego che il Vaticano, e il papa stesso, rinuncino a questo nuovo documento come a qualcosa di eretico, ma la realtà della situazione attuale parla diversamente. I cristiani ortodossi non possono accettare questo nuovo documento del Vaticano, non perché viene da Roma, ma perché rinuncia alla Croce e allo stesso scopo e alla missione del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.

 
Nuova galleria fotografica

Abbiamo appena ricevuto le foto dell'officio della sepoltura del Signore (il Mattutino del Sabato Santo, abitualmente celebrato nelle parrocchie alla sera del venerdì), che abbiamo caricato in una nuova galleria delle nostre fotografie. Ringraziamo di cuore Ovidiu per avere fissato nelle immagini questo momento.

Cercheremo di rendere disponibili quanto prima sul sito le foto della notte di Pasqua e di altre funzioni recenti. Chi ha accesso al social network Odnoklassniki (http://www.odnoklassniki.ru/) può trovare numerose foto aggiornate nel gruppo dedicato alla nostra chiesa, intitolato PARROCCHIA ORTODOSSA RUSSA "SAN MASSIMO" DI TORINO.

 
Domande dalla corrispondenza e dalle conversazioni (agosto 2018)

Amore e perdono

La Chiesa dice che l'amore può cambiare il mondo, quindi perché le cose sembrano peggiorare?

L'amore può cambiare il mondo, ma a condizione che il mondo accetti di essere cambiato. Questo è il punto: l'amore è condizionato dalla libertà – non puoi costringere le persone ad amare, non puoi costringere le persone a cambiare. Tutto dipende dalla possibilità di influenzare la loro volontà di cambiare.

Le cose sembrano peggiorare, ma nessuno direbbe che questo processo di perdita di fede è inevitabile. In qualsiasi momento il processo presente può essere fermato e persino ritornare indietro verso Cristo. Questo è successo nella storia diverse volte. Si chiama pentimento.

Nei Vangeli si dice che dovremmo amare Dio e amare il prossimo come noi stessi. Qual è la differenza tra questo tipo di amore per noi stessi e il semplice egoismo e vanità? Come possono essere contrari?

Possono essere contrari in modo molto semplice: l'egoismo e la vanità provengono dall'amore per i nostri sé caduti, per i nostri falsi sé, per i nostri peccati, ma il comando di Dio per noi stessi di amarci significa amare noi stessi come Dio ha inteso che fossimo, per diventare come eravamo prima di cadere nel peccato, e amare il nostro vero sé. Per questo dobbiamo conoscere il nostro vero io e capire quale sia la volontà di Dio per noi.

Nel mondo di oggi, alle persone viene insegnato a odiare il loro vero sé. Di conseguenza vediamo il suicidio, l'automutilazione, l'autolesionismo, la chirurgia plastica, le persone che mettono pezzi di metallo nei loro corpi, si coprono di tatuaggi o indossano trucchi pesanti, come tra i popoli primitivi che deformano parti del loro corpo (specialmente colli, labbra, orecchie in Africa e in Asia), si tatuano (celti, polinesiani) o indossano pitture da guerra, mascherando il loro vero io. La coltivazione dell'egoismo e della vanità ha aperto nuove profondità di narcisismo, con l'abuso di Facebook, "Me World", "Me Time" "mi piace" e "I love me".

I cristiani non sono deboli se tutto ciò che fanno è perdonare?

No. Il perdono dipende dal pentimento, il che non significa semplicemente chiedere scusa, come fanno i politici, ma in realtà significa fare atti di riparazione, fare effettivamente qualcosa per rimediare a ciò che hai fatto di sbagliato. Se non c'è pentimento, non c'è perdono. Così, il sentiero cristiano inizia con il pentimento (il richiamo di san Giovanni Battista alle azioni, non alle parole), passa al perdono (come il figliol prodigo che ha ricevuto il perdono dopo essersi pentito per la prima volta) e solo allora ha inizio la salvezza. La salvezza stessa non è semplicemente l'accettazione a parole che crediamo in Cristo (come nel pigro mito protestante della salvezza), ma la confessione della fede in un modo di vivere cristiano fino al giorno della nostra morte.

Gli angeli, i demoni e la volontà di Dio

Crede negli extraterrestri?

Se con ciò intende la vita su altri pianeti simili alla terra, tutto ciò che io o chiunque altro possiamo rispondere è no. Questo perché nessuno ha mai scoperto una tale vita finora, la sua esistenza è pura speculazione. D'altra parte, non possiamo rispondere con un no assoluto, perché sappiamo così poco del nostro universo. Qui possiamo speculare senza prove che da qualche parte in alcuni miliardi di galassie potrebbe esserci un pianeta capace di sostenere una vita simile a quella sulla nostra. D'altra parte, non c'è motivo di pensare che una tale vita possa essersi sviluppata oltre all'ossigeno o all'acqua, alla vita vegetale o agli insetti. Tutto dipende da quale sia la volontà di Dio per l'universo da lui creato.

D'altra parte, ci sono luoghi abitati da vita extraterrestre – il regno angelico del paradiso e il regno demoniaco dell'inferno. Che esista vita angelica, caduta e non caduta, questa è l'esperienza della Chiesa, espressa nelle Scritture e nella Tradizione. Sappiamo che c'è vita al di fuori del nostro pianeta Terra perché la confessiamo ogni volta che diciamo di credere in Dio, che ha fatto il cielo e la terra, cioè che ha fatto la vita angelica e l'umanità.

Gli avvistamenti di extraterrestri e dischi volanti sembrano essere iniziati subito dopo la seconda guerra mondiale, quando, in assenza di pentimento per i crimini di due guerre mondiali, il mondo divenne ricettivo alla presenza permanente di demoni, che erano venuti dall'inferno ad abitare luoghi e persone, impermeabili al pentimento, dove erano i benvenuti.

Perché i demoni non si pentono?

I demoni sono esseri senza corpo, spirituali. È stata data loror una scelta del bene o del male solo una volta, alla loro creazione. Quindi, questi esseri spirituali sono rimasti angeli o sono diventati demoni. Questo è diverso dagli esseri umani, che hanno corpi. Essere incarnati, con i corpi, ci dà la possibilità di scegliere costantemente il bene o il male, fino ai nostri letti di morte. Tuttavia, dopo la nostra morte, una volta separati dai nostri corpi, non possiamo più fare tali scelte, motivo per cui dipendiamo dalle preghiere degli altri per elevarci a Dio dopo la morte.

Tre domande: ci sono persone che hanno un destino? E se è così, non significa che crediamo nel fatalismo? E se tutto è secondo la volontà di Dio, perché esiste il male?

Ognuno ha un destino, inteso nel senso cristiano di volontà di Dio. Ma non è lo stesso del fatalismo, perché abbiamo la libertà di scegliere di seguire o meno la volontà di Dio, mentre il fatalismo implica che non abbiamo tale libertà. Tutto è secondo la volontà di Dio, solo se preghiamo affinché la volontà di Dio sia fatta (per esempio, nella preghiera del Padre nostro). Se non preghiamo per questo, allora tutto sarà secondo la volontà dei demoni. Questo perché la natura aborre il vuoto e se Dio è assente a causa del nostro rifiuto di lui, i demoni si fanno strada per prendere il suo posto. I demoni sono parassiti e per vivere sulla terra, devono avere corpi volenterosi in cui vivere. Dalle Scritture ricordiamo che neanche i maiali potevano sopportare la loro presenza, preferivano il suicidio. Solo le volontà di coloro che resistono ai demoni si alleano con Dio.

L'Ortodossia cristiana e le deviazioni da essa

Perché i cristiani di tutte le denominazioni non sono uniti in un'unica Chiesa?

In primo luogo, ci sono gli intellettuali che mettono le loro menti orgogliose, macchiate dal loro cuore impuro, al di sopra della mente pura di Cristo. Così come Ario, Nestorio, papa Ildebrando, Lutero, ecc., non possono accettare la Chiesa di Cristo, perché per orgoglio pensano di essere al di sopra di lei. Dicono: sono di Apollo, di Cefa ecc. E non sono di Cristo. Non si uniranno mai con la Chiesa perché non hanno l'umiltà di farlo.

In secondo luogo, ci sono quelli che si macchiano di politica nazionalista e mettono la loro nazionalità, copta, armena, europea occidentale, greca o qualsiasi altra cosa, al di sopra di Cristo. In realtà ti diranno che non puoi unirti alla Chiesa perché non hai la giusta nazionalità o "sangue" e quindi non hai la giusta mentalità.

Di conseguenza, ci sono sempre quelli che si mettono fuori dalla Chiesa, anche se continuano a sostenere di essere cristiani. Quindi, creano disunità.

Perché l'esistenza di valori religiosi anche nella vita personale è oggi minacciata?

Questa è l'ultima fase della serie di attacchi alla fede iniziata 1.000 anni fa, con il tentativo (chiamato papismo) di rimuovere la religione dalla vita politica, e quindi di desacralizzarla. Circa 500 anni fa, con la riforma protestante, iniziò il tentativo di desacralizzare la vita economica, asservendola ai banchieri, poi circa 250 anni fa il tentativo di desacralizzare la vita sociale (le rivoluzioni americana e poi francese), rendendo la religione un affare puramente privato. Ora è arrivato il tentativo di desacralizzare perfino la vita personale, dagli anni '60 in poi, ad esempio, legalizzando l'aborto, confondendo l'identità sessuale e sessualizzando i bambini, e in ultimo schiavizzando digitalmente ogni persona. Quanto ci vorrà prima che a ciascuno di noi venga assegnato un numero personale di 12 cifre, che identificherà ciascun individuo, sottomettendo tutti allo Stato mondiale?

Perché gli ortodossi non si alleano con i cattolici tradizionalisti?

Forse vuole dire: perché i cattolici tradizionalisti non si alleano con la Chiesa di Dio?

Capisco che ci sono alcune cose in comune, ma ci sono dei motivi per cui una simile alleanza non è mai accaduta. Primo, perché i tradizionalisti tendono a credere che gli ortodossi siano scismatici, quindi, con questa illusione, rimangono fuori dalla Chiesa. In secondo luogo, perché molti di loro sembrano credere che la vita liturgica possa essere espressa solo attraverso il latino, una visione che non è la nostra. Terzo, perché a volte i tradizionalisti hanno inclinazioni di supremazia bianca di destra, quasi razzista, e guardano dall'alto in basso, tra gli altri, slavi orientali, greci, arabi e georgiani come razze inferiori. In quarto luogo, perché sono generalmente soggetti al loro amore per la sofferenza nel loro pietismo funebre e stitico, "crocifissionista", che è il risultato del loro filioquismo, cioè della loro secolarizzazione, e quindi della mancanza di fede nella risurrezione. Infine, perché sono papisti senza un papa e gli ortodossi non hanno papi.

Lo tsar Nicola II

Durante il pellegrinaggio in Russia abbiamo visto un'icona molto grande dello tsar-redentore. Sicuramente questa è un'eresia? Il redentore non è solo Cristo?

Ha perfettamente ragione, anche se penso che la parola "eresia" sia troppo forte, penso che sia solo analfabetismo teologico, ignoranza di gente semplice. L'errore deriva dal fatto che tutta la sofferenza è redentrice e anche dalle stesse parole dello tsar che, vedendo l'apostasia della Russia istruita intellettualmente ("l'intellighentsia"), ma non spiritualmente, disse: "forse un sacrificio redentore è necessario, e forse sarò io '. Sia il metropolita Anastasij (Gribanovskij) che san Giovanni di Shanghai hanno parlato delle sue qualità redentive. Quindi un'icona con l'iscrizione che dice "lo tsar Nicola, il sacrificio di redenzione" sarebbe corretta. Tuttavia, come dice lei, c'è un solo redentore, molto al di sopra di tutti i santi, ma tutti i santi vivono in Cristo, in un modo interiore che imita al loro modesto livello la sua redenzione.

Perché lo tsar Nicola II non è stato canonizzato come grande martire?

Ho avuto questa conversazione con il defunto arcivescovo Antonij di Los Angeles nel 1992. In risposta a questa domanda, mi disse che era la scelta da lui favorita all'incontro del Sinodo che portò al 1981, come lo era il metropolita Anastasij prima di lui, ma la sua voce era stata minoritaria al Sinodo.

Penso in generale che i "grandi martiri" guadagnino il loro titolo solo attraverso la venerazione della gente. Questo è ciò che sta accadendo tra varie sezioni del popolo ortodosso in Russia oggi, che innegiano allo tsar come a un grande martire. Il suo titolo cambierà ufficialmente solo una volta che la venerazione popolare lo richiederà.

La musica moderna

Cosa è spiritualmente sbagliato nella musica moderna?

Ci sono molti tipi di musica moderna, ma suppongo che lei intenda il tipo peggiore? In questo caso, probabilmente si scopre che non ha un'anima, è come una soap opera televisiva, fabbricata artificialmente per i gusti più bassi, è "musica finta", solo rumore per riempire il vuoto nella vita delle persone. In questo è molto diversa dalla musica classica, che è una poesia sull'anima del compositore, mentre, nel peggiore dei casi, tale musica moderna è un grido di dissolutezza.

La nostra chiesa

Può dirci qualcosa di edificante sulla vostra chiesa in Inghilterra?

Posso dire solo una cosa, che siamo sopravvissuti, siamo ancora qui. Nonostante quello che Satana ha scagliato contro di noi per cinquanta anni, siamo ancora qui. Nonostante i farisei, che come parassiti hanno cercato di usare la Chiesa per diffondere le loro malattie politiche o patologiche e ci hanno perseguitati, nonostante i modernisti che hanno cercato di usare la Chiesa come veicolo per le loro fantasie riformiste razionaliste e ci hanno perseguitati, nonostante i burocrati senza amore che hanno praticato il loro rituale dal cuore duro e ci hanno perseguitati, e soprattutto, nonostante i nostri peccati, siamo ancora qui, l'inferno non ci ha distrutti. E questo non è solo edificante, ma un miracolo perché, umanamente parlando, non c'è assolutamente alcuna ragione per cui dovremmo essere ancora qui e continuare a condurre la nostra guerra per la sopravvivenza, dovremmo essere stati annientati da anni.

 
Intervista di Natale a sua Santità il patriarca Kirill: La Chiesa può fare poco. Cristo può tutto

Il 7 gennaio 2014 sul canale TV "Rossija" è andata in onda l'intervista di Natale a sua Santità il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus'. Il primate della Chiesa ortodossa russa ha risposto alle domande del giornalista e presentatore televisivo, direttore generale del programma internazionale «Россия сегодня» (Russia oggi), Dmitrij Kiselёv.

Dmitrij Kiselёv: Santità, stiamo parlando nel giorno della festa della Natività di Cristo. Per la maggior parte delle persone, questa è una festa di famiglia e, naturalmente, dei bambini. Riesce a ricordare i suoi sogni e desideri legati a questa festa di famiglia e dei bambini?

Patriarca Kirill: Mi è difficile ricordare sogni e desideri. Sicuramente c'era qualcosa, come per ogni bambino, così come per ogni adulto, sulla Natività e sul Capodanno, legato a qualche pensiero sul futuro. Ma, in generale, i sogni che assorbivano la mia coscienza infantile erano legati al servizio della Chiesa. Non riesco a ricordare un'età in cui non volevo diventare prete.

Per questo la festa della Natività, nel contesto di questi sogni, aveva una grande importanza. Ricordo la mia esperienza di vita ecclesiale nell'infanzia con grande calore. Tutto mi attirava: mi attirva il tremolio delle lampade, fin dalla mattina presto alla prima Liturgia, il profumo dell'incenso, gli inni. Ma in certi momenti sentivo particolarmente la grazia divina nel mio cuore di bambino. E non posso dimenticare un Natale, anche se non riesco a ricordare esattamente in quale anno. Sono tornato a casa con un animo tanto sollevato dopo la funzione serale, e in quella che era allora Leningrado, secondo la tradizione pietroburghese, le funzioni erano celebrate alla sera e al mattino - non c'erano funzioni notturne - e così dopo essere tornato da questa funzione ho sentito tanta elevazione spirituale che mi sono seduto e ho scritto una poesia. Non ho intenzione di citarla, ma questi sono stati probabilmente gli unici versi che io abbia mai scritto in vita mia.

Dmitrij Kiselёv: E tuttavia il cristianesimo vive ora nel mondo momenti difficili. In alcuni paesi europei, anche la stessa parola "Natale" è scomparsa, sostituito da qualche "X". Ora è la festa "X". In Russia c'è questo pericolo?

Patriarca Kirill: Per quanto riguarda la sostituzione della Natività con qualche altro nome, questo è un atto politico, un ricorso diretto verso l'estromissione i valori cristiani, comprese le feste di orientamento cristiano, dalla vita della gente. È un disarmo spirituale delle masse. Si tratta di una tendenza estremamente pericolosa.

Viviamo in un'epoca in cui le persone sono molto preoccupate per i diritti umani e le libertà. È sorprendente che la gente sia preoccupata di tutti i diritti e ditutte le libertà, tranne di un diritto e una libertà: la libertà di confessare apertamente la fede cristiana. E vediamo che cosa sta accadendo oggi, quando i presentatori televisivi non sono autorizzati a portare una croce, quando neanche le infermiere sono autorizzati a indossarne una, quando i crocifissi sono stati rimossi dalle scuole, o quando ci sono tentativi di farlo, questo è certamente una politica deliberata, una tendenza intenzionale.

Tutto questo sta avvenendo nella stessa Europa, che è ancora a volte definita un paese e un continente con valori cristiani. Questo è molto sfortunato. Naturalmente, i valori cristiani persistono in Europa, senza dubbio, nella vita della gente. Ho esperienza di europei occidentali che ancora custodiscono tutto questo nei loro cuori. Ma la tendenza politica generale, la direzione generale delle élite, è senza dubbio di carattere anti-cristiano, anti-religioso. E tutto questo è molto difficile da sopportare nell'anima, perché noi abbiamo vissuto l'epoca dell'ateismo, e sappiamo cosa vuol dire vivere in una società senza Dio. Sappiamo quali sono state le conseguenze terribili di tutto questo. E si vorrebbe gridare al mondo intero: "Fermatevi, gente! Sappiamo che tipo di vita è questa, voi non lo sapete ancora appieno. E il fatto che state ora smantellando i più potenti stimoli della vita può portare a conseguenze catastrofiche".

Ma se vogliamo parlare di atteggiamento consumistico nei confronti della Natività, allora, naturalmente, questo consumismo comporta un po' di teologia, perché, celebrando la venuta del Salvatore nel mondo, ci aspettiamo qualcosa da Dio: una persona si aspetta qualcosa dal suo capo, mentre un altro si aspetta qualcosa da Dio. Pertanto, l'idea stessa dei regali di Natale è, per così dire, impiantata nella filosofia della festa. C'è una grande differenza, però: ci si può aspettare cose degne da Dio, ma si può anche, dimenticando Dio, fare scambi di natura esclusivamente commerciale, il che è ciò che accade.

La gente spesso dimentica il senso della Natività, immergendosi totalmente nel mercato, nel consumismo, e tutto questo la trasforma in un'enorme festa commerciale. Questo è molto sfortunato. Che Dio ci conceda che da noi, anche se questa tendenza è già presente, non distrugga il fondamento interiore di grazia e il contenuto della festa.

Dmitrij Kiselёv: Quando dice "da noi", ovviamente, non si sta riferendo solo alla Russia, dal momento che il nostro mondo comune ortodosso è più grande di un singolo paese, anche quello più grande del mondo. Sta parlando delle sfide e delle minacce alla Chiesa e all'Ortodossia, e al cristianesimo in generale. La Chiesa, tuttavia, rimane un'istituzione sociale molto importante e, va da sé, un'autorità morale. Forse quindi la tentazione nasce dall'uso per i propri scopi politici a breve termine, come vediamo ora nel caso dell'Ucraina. L'Ucraina sta vivendo momenti difficili. Con quali parole le piacerebbe rivolgersi al suo gregge in Ucraina?

Patriarca Kirill: Quello che sta succedendo in Ucraina addolora molto il mio cuore. Per me, l'Ucraina è il mio paese natale, il mio popolo natale, la mia gente e il mio gregge. Quello che sto facendo ora è legato alla mia vita spirituale interiore. Io prego per l'Ucraina, io prego per questo popolo.

Capisco che ci sia la minaccia di una nazione divisa. Ci sono minacce di un altro ciclo di confronto civile. In generale, quella che ora vediamo è una situazione rivoluzionaria. Come paese che è passato attraverso una rivoluzione, dovremmo avere un qualche tipo di vaccinazione contro questo metodo di risolvere i problemi politici. L'esperienza dimostra che durante i periodi rivoluzionari le passioni si liberano e la gente comincia a parlare una lingua e a utilizzare una metodologia con la quale non si può mai risolvere neppure un singolo problema.

La rivoluzione è lo scatenamento delle passioni, l'uso delle energie interiori delle persone per risolvere problemi concreti. Ma normalmente l'obiettivo principale di una rivoluzione è il cambiamento delle élite.

Dmitrij Kiselёv: Di fatto, una lotta per il potere.

Patriarca Kirill: Sì, questo è ciò che è sempre accaduto.

C'è un altro lato pericoloso delle rivoluzioni: quando le idee che si articolano e si proclamano non sono programmi. Prendete il famoso slogan: "Uguaglianza, fratellanza, libertà". Qualcuno poteva essere contrario a questo slogan in Francia nella Parigi rivoluzionaria? Nessuno. Che slogan meraviglioso! Fino a oggi si vede sui frontoni di ogni municipio francese: "Egalité, Fraternité, Liberté" Giusto? "Uguaglianza, Fratellanza, Libertà". Ma noi sappiamo che questo slogan non è mai stato incarnato nella vita, neanche nella repubblica francese.

E che cosa è successo? Dopo questo lampo di sentimento rivoluzionario venne il terrorismo giacobina, e poi la dittatura di Bonaparte.

In Russia ci sono stati lo stesso slogan, le stesse energie, gli stessi sacrifici sulle barricate, e le stesse distruzioni di vite umane. Pertanto, il messaggio principale della Chiesa è di chiamare le persone alla pace e alla tranquillità, che è quello che ha fatto la nostra Chiesa ortodossa ucraina. Non ci può essere altra lingua. La Chiesa non può utilizzare programmi politici.

Quando i sacerdoti appaiono sulle barricate e incitano il popolo, questo non è il messaggio della Chiesa. Naturalmente, il messaggio di riconciliazione può essere fastidioso per le persone agitate: "E che cosa dicono ora? È sempre la stessa cosa." Ma questa medesima cosa è la parola salvifica di Dio: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace" "Se è possibile, mantenete la pace tra di voi", dice l'apostolo Paolo. Ciò significa che la Chiesa non può avere un altro messaggio.

Anche oggi torno fare questo appello, se qualcuno mi sta ascoltando in Ucraina, la gente ha bisogno di raccogliersi, di focalizzare i propri desideri. Questo non vuol dire che sto invitando le persone a riconsiderare i loro punti di vista politici. Dopo tutto, la Chiesa non si è mai associata a un particolare progetto geopolitico. Se così fosse, allora la Chiesa non esisterebbe. La Chiesa porta la parola della riconciliazione, fa appello all'anima umana, dovrebbe aiutare le persone in questi tempi difficili a raccogliersi e focalizzarsi. E, forse, a gettare le basi per un dialogo che potrebbe aiutare a risolvere i problemi che oggi stanno di fronte all'Ucraina.

Dmitrij Kiselёv: Santità, sia in Ucraina sia in Russia, così come in altri paesi in fase di turbolenza sociale, i social network, Internet e i computer stanno giocando un ruolo importante. Tutto questo rende il nostro vivere più virtuale, più distaccato dalla realtà, se si vuole. Come comportarci in questo campo?

Patriarca Kirill: Anche questo è un segno della crisi spirituale della gente. Non è altro che una riduzione in schiavitù. È l'asservimento della coscienza e anche l'asservimento della volontà. Conosco persone che trascorrono giorni di fronte a uno schermo, un monitor di computer o a un tablet, e sono immersi in questa realtà. Questa è schiavitù della volontà. Inoltre, è schiavitù dei sentimenti: si comincia a pensare virtualmente, a sviluppare romanzi virtuali, tragedie virtuali, conflitti virtuali.

Aprite Internet: c'è un conflitto virtuale continuo. Ci immergiamo nel "regno degli specchi deformanti". Naturalmente, questi "specchi deformanti" distorcono la realtà riflessa da noi stessi. Pertanto, in un certo senso Internet è un'immagine che visualizza il mondo spirituale interiore della civiltà umana. Questo, naturalmente, è un argomento di riflessione – forse in primo luogo per la Chiesa, che ha la responsabilità della condizione spirituale delle persone.

Anche se non è solo della Chiesa, perché in questo momento molte persone non hanno altra scelta religiosa e sono di là di ogni influenza ecclesiale. Quindi questa è una sfida alle figure culturali e artistiche. In primo luogo, questa è una sfida per i giornalisti, i media, che oggi hanno enormi opportunità di influenzare la coscienza della gente. Ma ciò che vediamo è assolutamente insoddisfacente, è triste, ed è spaventoso.

Dmitrij Kiselёv: Capisco che noi non siamo contro Internet, che siamo contro le zone sporche di Internet, che esistono. Ma vi è sporcizia non solo nel mondo virtuale, ma anche in quello reale. La nostra Terra non è pulita. Da dove viene questa filosofia che la pulizia è roba per custodi? Ma sto molto banalizzando. Come comportarci?

Patriarca Kirill: questo, mi sembra, è un problema che ha due fonti.

In primo luogo, naturalmente, la visione del mondo che ha la gente, e la seconda è la cultura delle famiglie. Ricordo un caso negli anni '90, quando sono stato invitato a parlare ai residenti di uno dei centri distrettuali della regione di Kaliningrad. Erano tempi difficili, gli anni '90: decadenza, collasso, e rovina. E sono stato invitato a parlare in un edificio pieno alla capienza massima di persone. Ho incontrato per un po' il sindaco spaventato e allarmato, che ha detto: 'Tutto quello che avverrà sarà usato come una critica contro di me, queste persone risentiranno quello che sto facendo. Ma io l'ho invitata – era stato l'iniziatore – perché in qualche modo bisogna mettere i puntini sulle "i".'

Abbiamo attraversato con lui la città, alla sera, passando facciate di edifici coperte di scritte, di murali, con vetri rotti e ingressi rotti. Arrivo in questa sala e la prima cosa che succede dopo che ho fatto alcune osservazioni è una critica incredibile di questo sindaco per tutto ciò che avevo visto. Ho ascoltato e ascoltato mentre tutto aumentava di volume. Poi ho chiesto alla gente di smettere e ho detto: "Ho visto tutto questo. Non sono entrato negli ingressi, ma credo che fossero ancor più terribili. Non sono entrato negli appartamenti, ma penso che fossero peggio ancora. Penso che ci sia disordine nelle cucine, che ci siano piatti non lavati, vecchie scatole di scarpe negli armadi nelle camere da letto, e penso che i letti non siano fatti e che ci siano posacenere con mozziconi di sigaretta. Ma chi è la colpa per questo? Bene, possiamo dire che il sindaco è colpevole delle facciate dipinte con vernice spray. Ma non è il sindaco che le ha dipinte, non è lui che ha rotto i vetri. Avete bisogno che il sindaco ripari e metta a posto tutto questo, ma siete voi che lo avete fatto. "

Pertanto, i temi della cultura quotidiana sono stati di nuovo minati dalla rivoluzione, perché prima della rivoluzione non c'era un tale caos. In primo luogo, vi erano tenute di proprietari terrieri, che erano centri di cultura quotidiana, e, inoltre, era molto alta la cultura quotidiana delle famiglie contadine. Era tutto povero, ma pulito, come mi diceva mio nonno. Povero, ma ordinato. Oggi da noi, magari non è nemmeno povero, ma è sporco. Questa è la prima fonte del problema – la mancanza di un adeguato livello di cultura quotidiana. Ma c'è, ovviamente, un altro problema legato ancora una volta alla condizione morale della persona. Gli alberi rotti, i fiori appassiti, che so, si buttano...

Dmitrij Kiselёv: Sul prato.

Patriarca Kirill: Sul prato. E tutto questo viene dalla persona.

Ecco perché la Chiesa oggi presta particolare attenzione al problema ambientale. Abbiamo anche preparato al Concilio dei vescovi un documento appropriato, in quanto il tema ambientale è molto importante oggi come una sorta di indicatore che aiuta a capire ciò che sta accadendo nelle anime delle persone.

Naturalmente, il fatto che oggi si compiano sforzi a livello di stato, per esempio, per ripulire il Nord, è una cosa molto rivelatrice. Certo, è come una campagna, ma una campagna che può avere buone implicazioni pedagogiche. Vorrei suggerire di iniziare attivamente la pulizia del'intero paese – le nostre spiagge, le nostre foreste, in particolare quelle che circondano le grandi città, per non veder spuntare dalla neve in primavera bottiglie di plastica e altre cose. Dobbiamo avviare una pulizia del nostro paese, della nostra natura. Forse nel processo di pulizia noi stessi diventeremo più puliti internamente.

Dmitrij Kiselёv: E tutti possono prendervi parte.

Patriarca Kirill: Assolutamente.

Dmitrij Kiselёv: Santità, continuando su questo tema – "iniziare da se stessi" e l'atmosfera che ciascuno crea intorno a sé, per molti la questione rimane poco chiaro come rispondere a coloro che sono in disaccordo in modo aggressivo con una vita tranquilla e pulita. Alcuni mettono in ordine, e altri distruggono. Qui, sullo stesso tema, è collegato il problema delle relazioni interetniche, o forse qualche tipo di criminalità etnica. Semmai, si tratta di una domanda su Breivik o su Birjuljovo....

Patriarca Kirill: L'uno e l'altro non sono fenomeni peculiari della Russia. La Russia è stata costituita come un grande Stato multinazionale proprio per il fatto che la maggior parte delle persone erano ortodosse e grazie alla forza della loro cultura ortodossa, educazione ortodossa e visione del mondo ortodossa, con una tolleranza molto ampia, diciamo così – il termine tolleranza è stato utilizzato nell'Impero russo nel senso di rispettare i costumi delle persone eterodosse. Non si offendevano mai i sentimenti religiosi, ma non si ammetteva mai neppure quello che oggi chiamiamo proselitismo. Se da parte di qualsiasi fede o religione si sviluppavano azioni aggressive volte a convertire la nostra gente a un'altra religione, allora queste incontravano resistenza fino alla resistenza fisica, alla resistenza armata. Ma mai avevamo avuto tra noi qualcosa di questo genere.

Ora tutto è diverso. Questo accade, ovviamente, per altri motivi, per motivi che ieri non esistevano. Sappiamo che le persone che vengono in Russia, non hanno sempre familiarità con la nostra cultura, le nostre tradizioni, la nostra fede. Sono molte ragioni, di cui ora non parlerò, non cercano di regolarsi sul fatto che vivono in una maggioranza che ha altre idee, e una cultura quotidiana, un comportamento pubblico, un comportamento tra uomini e donne. Tutto questo porta, ovviamente, a disallineamenti culturali, per usare un eufemismo. Se questo rimane al livello di qualche piccola tensione domestica, si spera che tutto, alla fine, passerà.

Ma quando tali discrepanze sfidano la legge e l'ordine, allora la risposta è molto semplice - è necessario imporre l'ordine sulla base della legge, non c'è altro da fare. Non ci dovrebbe essere iniquità né violenza. Non ci dovrebbe essere "una spalla che pensa e un braccio che ruota", cerchiamo di fronteggiare e di mettere in ordine le cose con queste forze disorganizzate. È importante che la legge funzioni, è importante che sulla base di questa legge si costruiscano rapporti di diritto, perché non si guasti più nuovamente questa disponibilità interiore delle persone a vivere in pace e tranquillità le une con le altre, nonostante le differenze esistenti. Non vedo un'altra via.

Dmitrij Kiselёv: Torniamo al Natale. Natale e solitudine, due cose apparentemente incompatibili. Ma ci sono molte persone per le quali la solitudine a Natale è una realtà. Come trovare conforto per loro?

Patriarca Kirill: La solitudine si verifica quando una persona non ama un oggetto. Se c'è un oggetto d'amore, la solitudine scompare. Qual è quest'assenza dell'oggetto d'amore ? La mancanza di un'altra persona, a cui si potrebbe dare senso interiore, tutta l'attenzione, la propria cura, forse il proprio amore. Tutto nasce dal nostro individualismo, dal nostro egoismo, e dal nostro auto-isolazionismo.

Ora, quando guardo queste enormi case di 24 piani a Mosca, guardo le luci negli appartamenti. Quando ti rendi conto che ogni luce è un mondo singolo, non associato con la luce vicina, in completo isolamento, privo di vita di comunità, come, per esempio, c'era nella stessa Russia nel XIX secolo ti poni la domanda: come fa la gente a vivere in queste condizioni, se non ha una famiglia, se per alcune condizioni o per alcuni motivi legati di nuovo, con il passaggio da un luogo all'altro non hanno un ambiente in cui si possa realizzare? È veramente una tragedia. L'uscita da questa tragedia è molto semplice. È necessario dare uno sguardo più da vicino a coloro che ci circondano. Quante persone oggi hanno bisogno della nostra cura, della nostra attenzione.

Mi piace visitare a Natale e a Pasqua anziani, persone sole, senzatetto, disabili. A volte la gente mi chiede: "È possibile che ci vada una volta e basta?" Io rispondo in questo modo: "Io non ci vado per far vedere in tv quanto è bravo il patriarca. Ne ho un bisogno interiore". Quando ne esco, esco cambiato. Sento come se il mio cuore fosse più leggero. È quasi la stessa cosa che si sente dopo una funzione. Dopo tutto, i credenti sanno che dalla chiesa si esce con il cuore più leggero – io esco così dall'incontro con queste persone. Mi hanno dato di più, forse, di quanto io ho dato loro. Quindi, vorrei suggerire a chi soffre di solitudine di andare nel mondo con un cuore gentile e aperto a coloro che hanno bisogno di aiuto. Con una camminata del genere si possono trovare amici e persone care, e l'oggetto delle propire cure, e, quindi, distruggere la propria solitudine.

Dmitrij Kiselёv: Da una cosa molto personale a una molto generale. Come vede la tendenza generale dello sviluppo della civiltà moderna?

Patriarca Kirill: Ho molti dubbi e preoccupazioni su questo tema. Viviamo in un'epoca in cui per la prima volta nella storia umana, inclusi i tempi pagani, il peccato diventa una giustificazione legale, quando il peccato è impiantato nella forza dello Stato. Oppure, se non è impiantato, il potere dello stato è propagandato con riferimento alla libertà umana. Quando il peccato diventa una norma di comportamento, la società cessa di essere vitale. Bisogna essere molto limitati per ammettere il peccato o, se si parla di politica, bisogna avere qualche programma politico molto pericoloso, o semplicemente non avere una mente sobria per sostenere tendenze distruttive per la società.

Il peccato distrugge la personalità umana. Non è una nostra invenzione, così Dio ha detto, e non solo ha detto, ha creato l'uomo. Egli ha creato l'uomo in modo che il peccato distrugga la personalità umana, che ci piaccia o no, perché dove c'è il peccato, c'è la morte. Questo si dice nella Parola di Dio. Che cos'è la morte? La morte è il decadimento dell'essere umano, il collasso della vita, la fine della vita. Quindi, se il peccato è imposto con la forza della legge, il potere della persuasione, la propaganda, la vita umana di società corre un colossale pericolo. La personalità perde la sua integrità. Che significa la perdita di integrità della personalità su larga scala? Significa la distruzione della coesione sociale, della vitalità della civiltà umana.

Che dire della fine del mondo ? Che dire della fine del mondo, spesso mi chiedono. La fine del mondo è lo stato della società, quando il male è maggiore del bene. In una lettera apostolica è detto che è qualcosa che continua fino al giorno del giudizio. Alcuni teologi si sono chiesti, che cos'è che la trattiene? C'è chi ritiene che sia lo Stato, altri ritiengono che sia la Chiesa. In ogni caso trattenere la fine del mondo è una cosa buona, il che significa che tutte le istituzioni che servono a questo trattenimento sono buone. Compreso lo Stato, se soddisfa questa missione, la Chiesa, e molte altre istituzioni, perché finché il bene è maggiore del male l'uomo ha un potenziale di vita. Nella società, nella civiltà c'è un potenziale di vita. Se il male sarà maggiore, si diffonderà rapidamente come i microbi nel sangue, distruggerà la civiltà umana, e quindi porterà il mondo alla fine.

Dmitrij Kiselёv: Ha parlato nuovamente di valori conservatori. Molti potrebbero dire che il conservatorismo impedisce lo sviluppo. In che misura ?

Patriarca Kirill: Non preclude lo sviluppo, perché il conservatorismo non significa solo la conservazione del passato. Molte volte ho parlato di questo, confrontando il rapporto tra una persona normale con la spazzatura. Anche la spazzatura è un prodotto del passato, ma noi non conserviamo la spazzatura, la gettiamo via. Così, il conservatorismo conserva i valori.

Ecco quindi una questione molto importante – quali valori, e chi determina questi valori? Il conservatorismo è per sua natura religioso. Perché? Perché il valore reale per l'uomo non è il valore che ha creato da sé, ma il valore che è determinato da Dio.

Dio è la misura della giustizia, la misura della verità. Quando una persona prende questo valore come verità assoluta e lo protegge e lo conserva, si ritrova conservatore di questo valore. A volte noi parliamo di economisti conservatori ed economisti liberali – per me questo non esiste. Un conservatori conserva tutti i valori fondamentali che Dio ha posto nella personalità natura, in generale, in tutta la creazione – può essere liberale come economista, può essere liberale come politico, ma sarà il custode di questo valore.

Il liberalismo è libertà fraintesa, è la stessa "Liberté". La libertà frainteso è mettere se stessi come l'inizio e la fine, l'alfa e l'omega. Le Scritture dicono che Gesù Cristo è l'alfa e l'omega, ma qui l'uomo si pone come l'alfa e l'omega. È possibile inventare i propri valori e considerarli come assoluto. Questo a che cosa porta? Porta all'atomizzazione della società – quante teste, tante menti. Questo porta di nuovo alla creazione di un sistema non vitale.

Cosa ancora più importante, porta alla giustificazione dei propri vizi, peccati, crimini, erigendoli come valore, in modo che a un certo punto si sentirà il bisogno di condividere tale valore con gli altri. Quello che vediamo oggi, questa escalation di stili di vita peccaminosi, è una conseguenza diretta di ciò che chiamiamo liberalismo, il vero liberalismo e non quello convenzionale, legato alla politica o all'economia.

Dmitrij Kiselёv: Un'ultima breve domanda. Cosa può fare la Chiesa ?

Patriarca Kirill: la Chiesa può fare poco. Cristo può tutto. Dio può fare qualsiasi cosa. La Chiesa è chiamata a portare le persone in contatto con Dio, a mantenere questa connessione religiosa, ma questa è anche una grande sfida, soprattutto in un mondo che oggi è lacerato da contraddizioni, tentazioni, e oggi è davvero sotto l'influenza di potenti forze del peccato. Ma Dio può fare tutto, è il Signore della storia, è l'alfa e l'omega, il principio e la fine. Questa, credo, è l'affermazione più importante che la Chiesa è ora porta alla persona, alla società e al mondo intero.

Dmitrij Kiselёv: Molte grazie, Santità. Buon Natale !

Patriarca Kirill: Vi ringrazio!

 
Verità e misericordia: il ventesimo secolo è finalmente concluso

I rintocchi del Big Ben. Qui Londra. Questa è la BBC. Ecco le notizie alle 6 del pomeriggio di mercoledì 15 marzo 2017.

La conflagrazione che è stata diffusa da invasioni e occupazioni occidentali attraverso l'Afghanistan, l'Iraq, la Siria e l'ex Ucraina dall'inizio del millennio si è ormai estinta. Tutti questi paesi sono ora in pace, come nuovi membri dell'Unione Economica Eurasiatica (UEE). Questo porta il numero totale dei suoi paesi membri a 33, non compresi i paesi neo-uniti, Corea, Giappone, Cina, India e Thailandia, che sono ancora solo membri associati e attendono l'adesione l'anno prossimo. La loro adesione significa che oltre il 35% della popolazione mondiale apparterrà all'UEE, che è stata fondata solo tre anni fa.

I suoi membri, in ordine di adesione, sono: Impero Russo (ex Federazione Russa), Kazakistan, Bielorussia (i tre soci fondatori), Novorossija (in tempi sovietici e capitalisti conosciuta come Ucraina meridionale e orientale), Malorossija (in tempi sovietici e capitalisti conosciuta come Ucraina centrale e settentrionale,) Rus' Carpatica o Rutenia (nota in epoca sovietica e capitalista come Ucraina Transcarpatica), Armenia, Kirghizistan, Tagikistan. Uzbekistan, Turkmenistan, Azerbaijan, Mongolia, Serbia, Montenegro, Moldova, Bulgaria, Georgia, Cipro, Grecia, Romania, Lituania, Lettonia, Estonia, Macedonia, Iran, Norvegia, Islanda, Groenlandia, Palestina, Siria, Iraq e Afghanistan.

Intanto a Berlino, il cancelliere tedesco ha lamentato la presenza di migliaia di rifugiati spie della CIA e di mercenari in Galizia e il costo enorme per la Germania nel de-nazificare e assorbire la Galizia in bancarotta (ex parte nord-occidentale dell'Ucraina, già parte della Polonia, già parte dell'Austria-Ungheria) nella senescente popolazione europea. (Ricordiamo ai nostri ascoltatori che gli uffici dell'Unione Europea a Bruxelles sono stati chiusi e demoliti dopo il trasferimento della burocrazia europea a Berlino nove mesi fa, in seguito al crollo del governo del Belgio e alla divisione del suo territorio tra la Francia, i Paesi Bassi e la Germania).

Nella Parigi colpita dagli scioperi l'anziano e malato presidente socialista francese ha sottolineato a sua discolpa che diversi paesi più poveri, Grecia, Cipro, Romania, Bulgaria, Lituania, Lettonia ed Estonia, avevano tutti lasciato l'Unione Europea in difficoltà ad entrare nell'Unione Economica Eurasiatica. Inoltre ha richiesto a Berlino prestiti di 40 miliardi di euro per sostenere l'economia francese, che ora è incapace di pagare in pieno le pensioni. In Europa sud-occidentale, Italia, Spagna e Portogallo hanno tutte dichiarato che lasceranno l'UE e formeranno l'UEL (Unione Economica Latina) se la Germania non abbandona l'euro, che ha dimostrato di essere, secondo la loro espressione, 'una camicia di forza calvinista' per le loro economie. In Francia, una portavoce del Fronte Nazionale, che ha poco più del 45% del voto popolare, ha detto che è il momento per la Francia 'di ​​smettere di essere una colonia tedesca e di unirsi alla futura UEL, in modo da prendere il suo legittimo posto e destino nel mondo latino'.

Nel frattempo, l'Ungheria, la Slovacchia, la Cechia, l'Austria, la Scozia da poco indipendente, l'Irlanda recentemente unita, la Finlandia, la Svezia e la Danimarca hanno rilasciato una dichiarazione congiunta, dicendo che sono in procinto di entrare in "seri negoziati" per unirsi all'UEE l'anno prossimo. Questi negoziati hanno lo scopo di riconquistare la propria sovranità e libertà chiudendo l'Unione Europea. Ricordiamo agli ascoltatori che l'Islanda, la Groenlandia e la Norvegia hanno già aderito all'UEE. I rappresentanti di tutti questi paesi hanno dichiarato che il trasferimento dello scorso anno a Berlino della mummia di Lenin e la costruzione di un mausoleo per lui come 'eroe del pensiero europeo' nella capitale tedesca era stata 'l'ultima goccia' per la loro pazienza.

Anche la Polonia è profondamente divisa su questo tema, con i segmenti cattolici e nazionalisti della popolazione ormai molto ostili alla Germania e al suo Reich dell'Unione Europea, che è sostenuto in Polonia solo da atei e laici. A Roma il tanto screditato e sminuito Papato pro-Unione Europea, indebolito da anni di scandali morali e finanziari e sotto pressione da Berlino, è incerto su quale parte sostenere. Anche la Lega anti-calvinista e il Partito pro-libertà nella stessa Germania, soprattutto in Baviera, Meclemburgo, Pomerania e Sassonia, vogliono lasciare l'Unione Europea e abbandonare l'euro, la cui imposizione da parte delle élite industriali e bancarie tedeschi sono state a loro avviso una catastrofe per i popoli tedeschi.

Dobbiamo ricordare che l'Inghilterra e il Galles sono stati finalmente autorizzati a tenere il loro referendum sulla scelta di lasciare i resti della UE questo settembre, tre mesi prima che il Galles tenga il proprio referendum, fortemente sostenuto, sull'indipendenza dall'Inghilterra. I sondaggi di opinione mostrano che la campagna anti-UE e pro-inglese 'Sovranità e Libertà', guidata dal movimento Free England Now (FEN), può aspettarsi di ottenere almeno il 75% dei voti nel referendum anti-UE. Sono in corso di elaborazione progetti per trasformare la Camera dei Comuni nel nuovo Parlamento dell'Inghilterra e per costruire un centro per il Consiglio Inter-Insulare nell'Isola di Man, da dove possono essere visti tutti i quattro paesi della futura Confederazione delle Isole: Inghilterra, Irlanda, Scozia e Galles.

Altrove nell'emisfero settentrionale, la guerra civile in Turchia, che ha avuto inizio l'anno scorso dopo la caduta del tanto odiato governo fantoccio americano si è conclusa con il paese diviso in tre nazioni diverse: Rumelia (ex Turchia in Europa), Asia Minore e Kurdistan. Sono già in corso trasferimenti di popolazioni. I nuovi governi popolari in Libia, Bahrein e Arabia Saudita hanno rilasciato molti che erano stati imprigionati dagli odiati regimi locali e hanno iniziato a processare i rappresentanti di quei regimi per tradimento, omicidio e tortura. Nel frattempo, in Estremo Oriente, la quasi pacifica acquisizione cinese di Taiwan è ora completa e al Tibet è stata concessa l'indipendenza.

In Nord America, non è ancora chiaro come Washington reagirà al voto dell'Alaska ricca di petrolio di ricongiungersi all'impero russo. Dopo tutto, la sua richiesta di libertà è strettamente costituzionale. In generale, l'amministrazione in bancarotta degli Stati Uniti (uno Stato canaglia duramente colpito dalle sanzioni dell'EEU per la violazione dei diritti umani a livello internazionale), sembra essere stata paralizzata da lotte intestine. Questo processo è iniziato quando lo yuan cinese è diventato la moneta di riserva mondiale, due anni fa, spodestando così il dollaro poco più di 70 anni dopo l'entrata in vigore degli accordi di Bretton-Woods. Nel sud degli Stati Uniti, la Anti-Tyranny League (ATL) pro-Confederazione ha chiesto una votazione perché il libero Sud lasci l'Unione, come in Alaska.

Tuttavia, oggi tutti gli occhi sono puntati su Mosca, dove alle 10 dell'ora locale di questa mattina ha avuto luogo l'incoronazione con l'unzione patriarcale dello tsar Nicola III nella cattedrale di Cristo Salvatore. Circa 180 leader mondiali erano riuniti lì, in rappresentanza di ogni singolo paese della UEE così come dall'Asia, dall'Africa e dall'America Latina. Solo 19 dei rimanenti 22 paesi dell'Unione europea (escluse l'Ungheria, la Slovacchia e la Finlandia), gli Stati Uniti, il Canada, l'Australia e la Nuova Zelanda non hanno inviato rappresentanti o altrimenti non sono stati invitati. Questo è stato il risultato del loro disastroso sostegno ai crimini di guerra nell'amara guerra civile ucraina, durata due anni. La guerra si è conclusa lo scorso anno dopo il crollo della giunta neo-nazista a Kiev, il cui sostegno ha completamente screditato e isolato l'Occidente dalla comunità internazionale.

Dopo la sua incoronazione, lo tsar Nicola ha fatto un discorso a un ricevimento quaresimale al Cremlino, dicendo che 'oggi, con il ripristino della sovranità della Russia, il vero ventesimo secolo, che non ha avuto inizio nel 1901, ma nel 1914, un secolo di inaudita barbarie occidentale, guerre, massacri e dittature, è ormai finito'. Ha annunciato un programma quinquennale per la costruzione di 100.000 chiese in tutto il mondo, 60.000 nell'Impero Russo, 20.000 in altri paesi della EEU, 19.000 in Asia, America Latina e Africa e 1.000 nel mondo occidentale. Ha spiegato che 'il pentimento per il XX secolo può avere luogo solo in ginocchio', ha anche annunciato grandi sussidi, generati dalla nuova tassa sugli oligarchi, perché decine di milioni di russi ripopolino le campagne e ha chiarito la sua opinione che il destino della Russia è di diventare 'il granaio organico del mondo'.

Nel suo discorso lo tsar Nicola ha generosamente chiesto 'verità e misericordia' per tutti i popoli del mondo che per un millennio sono stati oppressi dal colonialismo. Ha avanzato le sue speranze per 'una nuova, giusta e indipendente Corte internazionale dell'Aia' per processare i criminali di guerra che hanno 'bombardato la Serbia, fornito armi ai terroristi islamici in Kosovo, invaso e occupato l'Afghanistan e l'Iraq, bombardato la Libia e addestrato e armato terroristi in Siria'. Non si ha nessuna notizia di Anthony Blair, l'ex primo ministro dell'ex Regno Unito, che si ritiene essere in clandestinità con suoi colleghi dell'Establishment, rintanati in un ranch nel Texas.

Le parole dello tsar Nicola 'sono state accolte con entusiasmo da tutti i presenti al ricevimento, soprattutto indiani, etiopi, tibetani, thailandesi, serbi, siriani, i rappresentanti del nuovo Stato palestinese centrato a Gerusalemme Est e i capi riuniti delle tribù native del Nord America, tutti presenti a Mosca per le celebrazioni. In particolare, il capo della Nazione Sioux, Vento-fischiante-che-dice-la-verità, ha parlato del raddrizzamento dei torti storici contro il suo popolo. Prominenti a Mosca sono pure gli ex buddisti dalla Mongolia e dal Sud-Est asiatico (Thailandia, Laos, Cambogia e Vietnam) e gli ex cattolici da Cuba, dalle Filippine e dalle terre dei Maya in America Centrale, che sono stati tutti recentemente ricevuti nella Chiesa Ortodossa Russa.

Con l'intronizzazione dello tsar Nicola il mondo respira di nuovo con sollievo e alla fine sorge un'era di verità e di misericordia. Ora è il momento per le verità domestiche, ma anche per la comprensione compassionevole del fatto che i responsabili degli errori dello scorso millennio, e in particolare dello scorso secolo, e delle loro sofferenze umane sono stati essi stessi solo pedine insensate e ingannate nelle mani di Satana. Ulteriori sviluppi sono imminenti.

 

Padre Andrew Phillips spiega i motivi che lo hanno condotto a scrivere questo racconto in una serie di domande e risposte che potete leggere in questa pagina.

 
Domande e risposte sui fratelli del Signore

Ho letto di recente che Giacomo, il "fratello del Signore", non era uno dei 12 apostoli: non ci sono due apostoli di nome Giacomo tra i dodici? Può elaborare e chiarire l'identità di questi tre (o due) Individui?

Tra i dodici apostoli, ce ne sono due che portano il nome di Giacomo. "Giacomo" è la forma italiana del nome "Iakovos" nel Nuovo Testamento greco, che è la forma greca del nome ebraico "Yakov" o "Jacob". Questo è lo stesso nome di Giacobbe, il padre degli israeliti, ed era un nome molto comune tra gli ebrei durante il periodo del ministero terreno di Cristo.

Nelle liste dei dodici apostoli troviamo "Giacomo, figlio di Zebedeo"; e "Giacomo, figlio di Alfeo". Troviamo anche riferimenti a un "Giacomo il minore" e, naturalmente, a "Giacomo, il fratello del Signore".

Sappiamo che san Giacomo, il fratello del Signore, non poteva essere identificato con Giacomo figlio di Zebedeo, perché il figlio di Zebedeo fu il primo apostolo a essere martirizzato, e san Giacomo il fratello del Signore fu martirizzato poco prima della distruzione di Gerusalemme, secondo Giuseppe Flavio. Come abbiamo discusso in precedenza, c'è una buona probabilità che i fratelli del Signore fossero i figli di Cleopa, fratello di san Giuseppe. E Giacomo il minore è probabilmente il figlio di Maria, la moglie di Cleopa. Gli studiosi cattolici romani hanno cercato di identificare Giacomo figlio di Alfeo con il fratello del Signore, e molti hanno sostenuto che "Alfeo" e "Cleopa" sono due varianti in greco del nome aramaico "Kalphi" – e quindi, se questo è vero, san Giacomo il fratello del Signore sarebbe annoverato tra i dodici apostoli, e sarebbe lo stesso Giacomo il minore.

Molti si oppongono a questa possibilità basandosi sul fatto che i Vangeli parlano dei fratelli del Signore che si oppongono al ministero di Cristo. Tuttavia, il fatto che molti dei parenti del Signore possano essersi opposti a lui prima della risurrezione, non dimostra che tutti lo abbiano fatto. La Tradizione della Chiesa sostiene che san Giacomo, il fratello del Signore, ha sempre sostenuto Cristo.

È anche vero, tuttavia, che la tradizione più comune nella Chiesa ortodossa non identifica il fratello del Signore con Giacomo figlio di Alfeo, né lo annovera tra i dodici apostoli, sebbene sia annoverato nel gruppo dei settanta apostoli. Ma non c'è alcun dubbio sul fatto che san Giacomo, il fratello del Signore, fosse una figura centrale nella Chiesa primitiva. Fu il primo degli apostoli a cui apparve il Signore dopo la sua risurrezione (1 Corinzi 15: 7); presiedette il Concilio di Gerusalemme, in Atti 15; e fu detto che era tra i principali apostoli (Galati 1:19; Galati 2:9). Quindi, che fosse uno dei dodici o no, occupò un posto davvero unico nella Chiesa primitiva, ed era più prominente della maggior parte di quelli che certamente erano numerati tra i dodici.

 

Nella Spiegazione del Vangelo di Matteo del beato Teofilatto di Ocrida, i "fratelli" di Gesù sono descritti come i figli di Cleopa, che Giuseppe prese con sé dopo che suo fratello Cleopa morì. Questo non l'ho mai capito, perché pensavo che Cleopa fosse ancora vivo dopo la risurrezione, mentre Giuseppe morì molto prima che Gesù iniziasse il suo ministero. Mi potrebbe chiarire questa apparente contraddizione?

Nei Vangeli, ci sono riferimenti a un "Cleopa" e a un "Clopa":

"Allora colui il cui nome era Cleopa rispose e gli disse:" Sei tu l'unico straniero in Gerusalemme che non conosce le cose che vi sono accadute in questi giorni? "(Luca 24:18).

"Ora stava presso la croce di Gesù sua madre e la sorella di sua madre, Maria moglie di Clopa e Maria Maddalena" (Giovanni 19:25),

Di solito si presume che Cleopa e Clopa siano due forme dello stesso nome. Tuttavia, mentre queste probabilmente sono ortografie varianti dello stesso nome, che siano o non siano riferite alla stessa persona è un'altra questione. Il "Clopa" menzionato nel Vangelo di Giovanni è ritenuto un fratello di san Giuseppe, il che ha senso, perché non è probabile che due sorelle degli stessi genitori siano state chiamate entrambe "Maria", e così Maria, la moglie di Clopa, era la cognata della Vergine Maria.

C'è una tradizione che identifica questi due uomini, e quindi sostiene che il fratello di san Giuseppe era ancora vivo al tempo della crocifissione e della risurrezione, ed era uno dei due uomini che camminarono con Cristo sulla via di Emmaus. Ma una tradizione diversa dice che Cleopa, il fratello di san Giuseppe, era morto prima di san Giuseppe e che sua moglie e i suoi figli furono adottati nella casa di san Giuseppe. Questi bambini sono quelli che i Vangeli descrivono come fratelli del Signore. Troviamo questa visione esposta da san Girolamo, nel suo trattato "La perpetua verginità della Beata Maria", che è anche sostenuto dallo scrittore cristiano palestinese del II secolo, sant'Egesippo. Una tradizione diversa, che si trova negli scritti di sant'Epifanio di Cipro, insegna che i fratelli del Signore erano i figli di san Giuseppe da un precedente matrimonio, e così erano fratellastri del Signore. Il beato Teofilatto sembra riconciliare queste due tradizioni:

"Il Signore ebbe fratelli e sorelle, figli di Giuseppe che generò dalla moglie di suo fratello Cleopa, perché quando Cleopa morì senza figli, Giuseppe prese sua moglie secondo la legge ed ebbe sei figli da lei, quattro maschi e due femmine" ( The Explanation of the Holy Gospel According to Matthew, trad. di p. Christopher Stade, House Springs, MO: Chrysostom Press, 1992, p.120).

Il beato Teofilatto allude alla legge matrimoniale del levirato, che si trova in Deuteronomio 25:5-10. E così prende una posizione molto simile a quella di san Girolamo, ma invece di descrivere questi bambini come i figli naturali di Cleopa, suggerisce che fossero bambini che san Giuseppe aveva generato a nome di suo fratello defunto, secondo questa legge. Ma in ogni caso, ciò che tutte le tradizioni della Chiesa su questa materia hanno in comune, in un modo assolutamente non ambiguo, è che questi bambini non erano i figli della Vergine Maria.

 
Metropolita Ilarion: il Medio Oriente e l'Ucraina sono parti della stessa strategia

Le cause dell'ampia diffusione di ideologie islamiste radicali e i modi di risolvere il problema; i conflitti militari in Medio Oriente connessi all'escalation della violenza in Ucraina; la sorte dei metropoliti rapiti in Siria sono i soggetti dell'intervista rilasciata a RIA-Novosti dal presidente del dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, il metropolita Ilarion di Volokolamsk.

Come descriverebbe la crescente diffusione di ideologie islamiste radicali e la violenza verso le persone di altre religioni in Medio Oriente? A cosa conduce tutto questo? E chi ne trae profitto?

La recente crescita dell'estremismo sotto slogan religiosi è una grave sfida per l'intera comunità mondiale. La destabilizzazione in Medio Oriente è una conseguenza non solo del confronto civile, ma anche del fatto che le principali potenze mondiali hanno i loro propri interessi politici ed economici in quella regione. Alcuni paesi vi fomentano conflitti inter-confessionali, che portano a conseguenze gravi per la regione.

Quando assassini, rapitori ed estremisti sono riforniti di armi è impossibile giustificare tutto ciò con scopi politici di vasta portata. La destabilizzazione di tutto il Medio Oriente, incoraggiata dal di fuori, ha portato al fatto che i cristiani in diversi paesi si trovino ad affrontare la minaccia della completa eliminazione.

Siamo particolarmente preoccupati per il fatto che, a seguito di tale confronto, i cristiani stanno lasciando il Medio Oriente in massa e la portata di questo esodo è in crescita ogni mese. Pur essendo nativi della regione, i cristiani devono abbandonare la propria casa, pena la morte. E anche nei campi profughi non possono sentirsi al sicuro di fronte a discriminazioni, minacce e rapimenti.

La situazione in Egitto ha dimostrato che quando il potere è preso da coloro che si oppongono severamente e risolutamente ai radicali la situazione dei cristiani migliora. In una recente intervista rilasciata dal Patriarca Teodoro II di Alessandria alla vostra agenzia di stampa, egli ha detto che la situazione dei cristiani in Egitto si è stabilizzata grazie alla politica adottata dal nuovo presidente del paese Abdel Fattah Sisi.

Vede un legame tra la crescita della tensione, le provocazioni e l'escalation dei conflitti armati in Medio Oriente e, per esempio, gli sviluppi in Ucraina?

La crescita della tensione in Medio Oriente e in Ucraina è parte dello stesso piano strategico. Uno degli obiettivi di questa strategia è di creare un focolaio di scontro cronico ai confini del nostro paese.

Sono sicuro che la politica di due pesi e due misure e la teoria del "caos controllato" non porteranno alcun successo a lungo termine ai loro sostenitori. È terribile che il pedaggio inflitto oggi sulle nazioni per mezzo di azioni politiche immorali sembri a qualcuno un costo accettabile.

Quali informazioni sulla persecuzione dei cristiani in Medio Oriente sono a disposizione della Chiesa ortodossa russa oggi? Le monache di Ma'lula sono state liberate, ma qual è il destino di altre persone che sono state prese prigioniere per la loro fede? Cosa si sa oggi dei metropoliti siriani che sono stati rapiti più di un anno fa?

Il 25-26 dicembre 2013, il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa "ha espresso seria preoccupazione per la continua persecuzione e discriminazione della popolazione cristiana in molti paesi del Medio Oriente Africa e Nord" e ha dichiarato "la necessità di proseguire con attività volte a richiamare l'attenzione del pubblico mondiale sulla tragica situazione dei cristiani nelle regioni del Medio Oriente e Nord Africa e a promuovere un accordo di pace dei conflitti attraverso dialoghi interreligiosi e internazionali ". Per la Chiesa ortodossa russa, il supporto ai cristiani perseguitati è una preoccupazione speciale e uno dei settori chiave del lavoro ecclesiastico esterno.

Dal momento del rapimento dei due metropoliti in Siria, non vi è stata alcuna prova attendibile che siano vivi. Non ci sono fotografie o registrazioni video o vocali. Di tanto in tanto abbiamo ricevuto da varie fonti informazioni sulla loro sorte, ma a quanto tali informazioni sono cambiate più di una volta. Ma non c'è modo di verificare le informazioni. Siamo molto in pena per la loro vita, ma preghiamo per la loro rapida liberazione.

La Chiesa russa, così come lo Stato russo, chiede costantemente la pace e la conservazione della presenza cristiana in Medio Oriente. Perché è così importante oggi? E quale ne è la ragione: la storia, la politica o visione del mondo?

Il Medio Oriente è la culla del cristianesimo. Fu lì che una delle prime comunità cristiane apparve nel primo secolo e che fu usato il nome "cristiani". La Chiesa ortodossa di Antiochia è una Chiesa sorella per noi, e soffriamo delle sue difficoltà con cuore pesante.

Sappiamo che gli estremisti distruggono chiese e istituzioni cristiane e annientano santuari significativi per tutta la cristianità. Le sofferenze dei cristiani in Siria sono come le nostre. Il nostro popolo è fin troppo consapevole di cos'è la guerra e la persecuzione per la fede cristiana.

Attraverso secoli la nostra Chiesa ha dato sostegno morale e materiale ai cristiani sofferenti del Medio Oriente. Su base regolare mettiamo la situazione dei cristiani in Medio Oriente sul calendario degli eventi internazionali e degli incontri con i leader religiosi e politici. Abbiamo più volte fatto appello alla comunità mondiale, alle organizzazioni internazionali e ai leader politici e religiosi, ricordando loro le pericolose conseguenze dell'esodo di massa dei cristiani dalle loro terre natali e abbiamo chiesto che vengano adottate tutte le misure possibili per proteggere e preservare la presenza cristiana nella regione.

Molto sforzo è stato esercitato dalla Società Imperiale Ortodossa di Palestina, che sta preparando ora già l'undicesima spedizione aerea di aiuti umanitari ai cristiani sofferenti in Siria. Questa volta gli aiuti andranno agli abitanti della Valle dei Cristiani.

Il 28 luglio, il fondo umanitario dedicato a Sant'Andrea ha ospitato un gruppo di orfani siriani per il miglioramento della loro salute in uno dei centri ricreativi vicini a Mosca. Ci sono in tutto 100 bambini di varie età nel gruppo. Tra loro ci sono gli allievi di un collegio con sede a Damasco per i figli dei militari caduti e dell'orfanotrofio gestito dal convento di santa Tecla a Ma'lula. Ci sono anche i bambini con lesioni. La Rappresentanza della Chiesa ortodossa russa presso il Patriarca di Antiochia ha preso parte attiva nell'organizzazione di questo viaggio.

Qual è la vostra opinione sulla situazione irachena a Mosul e in Iraq nel suo complesso?

Ciò che è successo a cristiani di Mosul e Ninive nel mese di luglio è assolutamente mostruoso. Vi ricordo che sotto Saddam Hussein c'erano un milione e mezzo di cristiani che vivevano in Iraq. Il suo regime è stato rovesciato con l'aiuto di una forza militare esterna, sotto il nome della democrazia. Uno dei risultati di questa "democratizzazione" è stata la persecuzione contro i cristiani. Presto si sono ridotti a soli centomila sugli altipiani di Ninive con centro di Mosul. Nel corso degli ultimi dieci anni, di fronte ad azioni di terrore e minacce, oltre la metà dei cristiani sono diventati profughi da quella regione.

Nel giugno del 2014, decine di migliaia di cristiani hanno dovuto lasciare le loro case per paura di aggressione e fuggire nel Kurdistan iracheno mentre i terroristi dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL) si avvicinavano. Allo stato attuale, i rapporti parlano di circa centomila cristiani rifugiati Kurdistan. Per la maggior parte, i cristiani che sono rimasti a Mosul o quelli che sono stati fermati dai militanti nel tentativo di fuggire dalla città sono stati uccisi. Il 18 luglio, gli estremisti hanno imposto a tutti i restanti cristiani di abbracciare l'islam o di lasciare subito le loro case, senza prendere niente con loro. Formalmente è stato anche permesso a ogni famiglia di pagare 450 dollari come tassa di sottomissione, ma nessuno ha tanto denaro. Sono comparsi segni speciali sulle case dei cristiani con la scritta "Questa proprietà appartiene allo Stato islamico".

Va osservato che la reazione della comunità mondiale è stata più attiva rispetto al caso dei cristiani siriani. La Francia ha anche dichiarato di essere pronta ad accettare i cristiani dall'Iraq. Tuttavia, l'Occidente non ha fatto passi concreti per liberare i territori sequestrati dall'ISIL. Le posizioni degli estremisti che hanno dichiarato la costituzione di un califfato islamico nel territorio di Iraq e Siria sono ancora forti. Uno dei leader degli estremisti iracheni ha già rivelato un piano per la creazione di un califfato islamico europeo nell'Andalusia spagnola.

Pensa che le autorità irachene e siriane e i leader religiosi stiano facendo tutto quello che dipende da loro per fermare l'espulsione e la strage dei cristiani in questi due paesi?

I leader cristiani in Iraq stanno facendo tutto ciò che è loro possibile per attirare l'attenzione della comunità mondiale sulle difficoltà dei loro greggi. Il patriarca caldeo di Babilonia, Raphael Louis Sako, ha fatto una serie di affermazioni a riguardo. Il patriarca Efrem II della Chiesa siro-cattolica ha attivamente collaborato con le autorità del Kurdistan iracheno, dove ha trovato asilo la maggior parte dei rifugiati, coordinando sforzi concreti per fornire i servizi necessari ai rifugiati. I leader religiosi hanno proposto di istituire un comitato misto di rappresentanti dei rifugiati e del governo curdo per fornire tali servizi a chi è forzato a chiedere asilo.

Alcuni influenti leader dell'islam tradizionale in Iraq rifiutano l'ideologia dell'ISIL. Lo sheikh Khalid al-Mullah, leader sunnita in Iraq e capo dell'Associazione delle Scuole musulmane nel sud, ha condannato l'espulsione dei cristiani da Mosul. Il destino del paese dipende in misura considerevole dalla coerenza che il popolo dell'Islam tradizionale avrà nel resistere contro l'ideologia dell'ISIL. Il Partito Ba'ath in Iraq ha dichiarato guerra all'ISIL. I musulmani ordinari, durante una dimostrazione a Bagdad, hanno espresso sostegno per i cristiani, che hanno vissuto in Iraq per quasi duemila anni.

Che cosa devono fare i rifugiati cristiani? Dove possono trovare asilo?

La maggior parte dei cristiani banditi da Mosul e Ninive è legata alla Sede di Roma, pertanto, il Vaticano ha compiuto sforzi attivi per aiutarli. Ho già detto che la Francia ha deciso di accettare alcuni rifugiati cristiani. Purtroppo, altri paesi in Europa continuano a tacere questa tragedia.

Il Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon ha qualificato la "pulizia" dei cristiani nella seconda città più grande dell'Iraq come un crimine contro l'umanità, ma né il governo della Gran Bretagna né l'Unione Europea ne hanno parlato. Ci sono profughi dalla Siria anche in Russia. Ci sono organizzazioni pubbliche che cercano di aiutarli. Ma, purtroppo, la necessità di accettare e accogliere con breve preavviso centinaia di migliaia di profughi provenienti dall'Ucraina ha limitato le risorse del nostro paese in questo settore.

 
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La sfida dei ministri di culto dalla doppia vocazione

Il ministero bivocazionale è in aumento. Ci sono molte persone che lo vedono come una cosa positiva. E molte di quelle persone non sono pastori. Il ministero bivocazionale solleva molte sfide per coloro che vi sono coinvolti. Da un lato, sembra una gran cosa. Che cosa non amare del ministero bivocazionale, specialmente se siete una piccola chiesa che sta cercando di mantenere se stessa o una missione che sta cercando di crescere?

Ci sono diversi libri scritti sul ministero bivocazionale, come quello qui sopra. Tuttavia, allo stesso modo, ci sono articoli scritti che mettono in guardia contro i pericoli del ministero bivocazionale. Francamente, la Chiesa non è sicura di cosa fare dei ministeri bivocazionali. Da un lato, fa riferimento all'esempio di san Paolo, che lavorava come fabbricante di tende. Dall'altro lato, la maggior parte delle strutture giurisdizionali e confessionali sono create per sostenere il ministro a tempo pieno e hanno poco da dire o poco con cui sostenere il ministro bivocazionale.

Allora, quali sono le sfide del ministro bivocazionale? Beh, c'è una cosa che si chiama margine. Almeno un autore parla del margine come dello spazio tra vivere comodamente con te stesso e raggiungere un esaurimento di proporzioni epiche. Ciò può avvenire in vari settori della propria vita. Tuttavia, per il ministro bivocazionale, il tempo è una delle aree più ampie in cui si perde il margine. La maggior parte dei ministri bivocazionali lavora per le consuete 40-50 ore settimanali, e in più prevede di impegnare ulteriori 10-20 ore settimanali nel ministero. Queste persone sono lasciate senza alcun margine di tempo se dovesse venire qualcosa che richiede loro del tempo supplementare. Ma si verifica qualcosa di più di questa perdita di margini di tempo.

Un ministro moderno dovrebbe essere ben addestrato. Quasi ogni congregazione, a prescindere dalla sua dimensione, si aspetta che il suo ministro abbia un appropriato diploma di seminario. Il pastore moderno dovrebbe conoscere non solo la teologia, ma un po' di psicologia, di teoria delle dinamiche di gruppo e di gestione della chiesa. Ma non ho mai sentito parlare di una chiesa che abbia ritenuto una responsabilità aiutare i suoi ministri a rimborsare eventuali debiti che potrebbero dover finire di pagare. Né sento cose simili da qualsiasi struttura giurisdizionale o confessionale. Questo, forse, non sarebbe inaspettato, dato che tutti i medici, gli avvocati e altri professionisti dovrebbero pagare per i propri studi. Tuttavia, quando questo è accoppiato a un desiderio regolare da parte delle congregazioni di minimizzare qualsiasi rimborso a un ministro, allora ciò conduce a una situazione in cui una congregazione si aspetta un ministro bivocazionale altamente qualificato al prezzo di un lavoratore di fast food. Il fatto che magari il ministro bivocazionale sta lottando per pagare i suoi debiti mentre lavora a tempo pieno in cambio di un'elemosina da parte della chiesa, non è il problema della congregazione.

La maggior parte delle autorità giurisdizionali e confessionali non si rende conto della perdita regolare di margini che sperimenta un ministro bivocazionale. Ritiri, riunioni pastorali, ecc., per i ministri si fanno sempre nei giorni infrasettimanali. Dopo tutto, questo ha senso, perché permette al ministro di partecipare a una riunione quando è meno probabile che la congregazione voglia la sua attenzione, e perché possa tornare a casa in tempo per le attività di fine settimana. Ma, per il pastore bivocazionale, questo presenta una scelta mortale. Se il ministro decide di partecipare alla riunione, perderà giorni di ferie che dovranno essere utilizzati per partecipare alla riunione. Ma se perde giorni di ferie, avrà meno tempo da spendere per se stesso e per la propria famiglia. Ricordate il concetto di margine di cui ho parlato in precedenza? Perdiamo il tempo familiare e il margine personale per partecipare a ciò che può essere – o può non essere – una riunione importante.

Ma mettiamo che il ministro bivocazionale desideri incontrare una delle sue autorità per consultarsi con essa. Ancora una volta, si trova di fronte a un problema. La maggior parte delle autorità della chiesa lavora durante la settimana, e alla domenica fa visita alle chiese. Questo è molto vero nel caso dei vescovi. Quindi, di nuovo, se il ministro desidera consultarsi con l'autorità della sua confessione, deve prendersi giorni di ferie dal suo programma lavorativo per andare a parlare con la sua autorità. Consuma ancora tempo personale e familiare. Di fatto, il ministro bivocazionale può finire per essere una delle persone più isolate che esistano o una di quelle con meno margini, con la minima capacità di far fronte a eventuali eventi imprevisti nella propria vita o nella vita della propria chiesa.

Il ministero bivocazionale è una tentazione per una gerarchia, perché risolve il problema della raccolta di fondi per le missioni o della chiusura delle chiese moribonde che hanno poca o nessuna speranza di crescita. C'è almeno una giurisdizione in cui esiste una percentuale insolita di sacerdoti bivocazionali. Fintanto che si tratta di una strategia di missione comprensibile e che si offre un adeguato sostegno al sacerdote bivocazionale, allora questo non è un problema. Ma se la gerarchia vede questa cosa solo come un'opportunità per evitare la raccolta di fondi e la piena assunzione di responsabilità necessarie per sostenere pienamente le missioni domestiche, allora è un fallimento nella pastorale dei propri sacerdoti. Vi prego di notare che non sto dicendo, né voglio sottintendere, che si tratta di una decisione consapevole. Spesso, tutti prendiamo decisioni subconscie che non abbiamo valutato pienamente. Sospetto che questa sia la dinamica reale in quella giurisdizione. Tuttavia, il ministero bivocazionale può essere una buona strategia missionaria, a condizione che venga effettuata un'adeguata pianificazione per garantire che il ministro bivocazionale riceva cura pastorale senza distruggere il margine di cui tutti hanno bisogno per evitare l'esaurimento. È

il ministero bivocazionale imprevisto o spensierato che mi preoccupa.

I luoghi in cui non è raccomandabile usare un ministero bivocazionale sono le chiese moribonde che attendono la chiusura. Direi che non è neppure raccomandabile usare ministri in pensione per prendersi cura di tali chiase. Ammettiamo che è molto difficile per le autorità giurisdizionali o denominazionali chiudere le congregazioni esistenti. Se ci fossero ministri a tempo pieno in chiese in via di chiusura, ci sarebbero negli Stati Uniti molte congregazioni che dovrebbero chiudere le loro porte. Ci sono alcune denominazioni, come i metodisti (e alcuni altri), che hanno sviluppato un modo per gestire queste chiese. Mettono insieme le chiese con un ministero condiviso. Le chiese del gruppo sanno che condivideranno un ministro (raramente più di uno). Quel ministro può essere presente la domenica mattina presso la più grande congregazione del gruppo, e viaggiare alla domenica sera o alla tarda domenica mattina per tenere un culto in un'altra congregazione. A volte, c'è anche una terza congregazione che si riunirà al sabato sera. Questa disposizione consente al gruppo di mettere insieme le proprie risorse e di assumere tra di loro un ministro a tempo pieno.

Ma è una forte tentazione limitarsi a usare semplicemente un ministro bivocazionale o un pensionato in tali situazioni moribonde. Soprattutto in una giurisdizione o denominazione con una struttura gerarchica, c'è la tentazione di inviare semplicemente un ministro bivocazionale o pensionato per coprire la situazione. Questo sembra ideale in quanto la congregazione può pagare la somma minore di un ministro supplente mantenendo una certa identità. Per i vertici, questo impedisce loro di dover prendere la decisione difficile di chiudere una congregazione. Ma per il ministro bivocazionale o pensionato, questo può essere un impegno che ti ruba l'anima. In particolare, se la congregazione è una congregazione anziana che sta per morire, il ministro sa che offrirà semplicemente cure palliative finché non resteranno più persone sufficienti a pagare anche un ministro supplente. Per il ministro bivocazionale che vuole servire il Signore in campo più missionario, questo è l'opposto della missione: è una cura pastorale di un ospizio. La sua vocazione alla missione è annegata dalla realtà di coloro che possono (oppure no) desiderare di crescere, ma certamente non hanno alcuna energia da dedicare alla crescita, e vogliono che qualcuno fornisca loro servizi di cappellania. La congregazione non è più una chiesa; è solo una cappellania che offre un certo conforto. Per il ministro bivocazionale, in particolare, ciò comporta una perdita di margini (perdita di tempo personale e familiare comune al ministero bivocazionale) tanto grande da diventare un drenaggio quasi intollerabile delle proprie risorse. Quello che si può sopportare per una congregazione in crescita diventa quasi insopportabile quando è solo una cura palliativa di una congregazione morente. Anche un ministro in pensione può essere influenzato da questo clima.

Ma questo ci riporta all'inizio del discorso. "Chiaramente, la chiesa non sa che cosa fare con il ministero bivocazionale". Ogni giurisdizione o confessione che utilizza e / o incoraggia il ministero bivocazionale deve disporre di una serie chiara di piani per affrontare le seguenti questioni: come ci si occupa dei ministri bivocazionali?; come comprenderanno dove incoraggiare il ministero bivocazionale?; come faranno a sapere quando è il momento di negare un impiego bivocazionale e semplicemente di chiudere una congregazione moribonda?; come sapranno se raggruppare alcune congregazioni in un ministero condiviso o se non farlo? Il ministero bivocazionale sta crescendo in molte parti degli Stati Uniti. Ma ciò che deve accadere è anche una pianificazione intenzionale per assicurare che i ministri bi vocazionali siano impiegati correttamente e con cura pastorale nei luoghi in cui vivono.

 
A 300.000 preti fu offerta una scelta – tutti scelsero la morte

Tutti vogliono seguire Cristo il Vincitore. I preti ortodossi seguono Cristo la Vittima. Qui sta il potere del sacerdozio cristiano ortodosso.

E voi, potete seguirli?

L'arciprete Dmitrij Smirnov, molto amato in Russia per il suo spirito e saggezza, parla del terrore bolscevico.

300.000 sacerdoti furono uccisi durante il comunismo.

In realtà avevano una facile via d'uscita. Avrebbero potuto semplicemente rifiutare il loro sacerdozio e essere liberati. Avrebbero potuto continuare a pregare in segreto, persino cantare nei cori delle chiese, purché rifiutassero la loro vocazione.

Eppure molti di loro hanno scelto la morte.

Ciò per cui le persone sono pronte a morire rivela con sorprendente chiarezza ciò che è veramente prezioso nella vita.

Voglio dire, puoi immaginare di essere pronto a morire solo perché qualcosa ti ha frustrato, per esempio, se non hai ricevuto il tuo giornale la mattina?

No, le persone sono pronte a sacrificare la propria vita per qualcosa di incredibilmente, incommensurabilmente importante.

Qualcosa di inestimabile.

 
Un messaggio per il nuovo anno: fuggite dagli estremi!

Una delle mie foto preferite nella nostra sala parrocchiale mostra il santo serbo Giustino di Chelije fianco a fianco con il padre romeno Cleopa (Ilie). Il primo è vissuto ed è diventato un santo nel vecchio calendario. Quest'ultimo, il suo compagno asceta di vita santa, viveva nel nuovo calendario. Nonostante le sue opinioni che questo calendario fosse un errore, lui naturalmente, come tutti dovrebbero fare, preferì l'umile obbedienza all'orgoglio dello scisma. La fotografia mostra l'equilibrio che io ho sempre cercato, lontano dagli estremi ridicoli dei troll, siano essi dilettanti ingenui e illusi o professionisti pagati e induriti. Anche se ho visto violenza fisica solo da parte di due vecchi calendaristi, sono oggi i neo-calendaristi che sono i più violenti verbalmente, fino ad arrivare al punto di fare una minaccia di morte. È interessante che queste persone si definiscono cristiani ortodossi!

Guardando indietro alle polemiche negli Stati Uniti negli anni '60 e '70 e più oltre, lo stato di polarizzazione tra ortodossi di vecchio e di nuovo calendario ha reso impossibili tali fotografie e tale armonia. Come mai? A causa dell'estremismo, ovvero, non tanto a causa del vecchio calendario e del nuovo calendario quanto del vecchio calendarismo e del neo-calendarismo. Ancora una volta i terribili 'ismi'. Negli anni '70 e '80 ho incontrato rappresentanti dei due gruppi, che riassumono per me i due estremi. Uno era il vescovo Gregory (Grabbe), un vecchio calendarista. L'ho incontrato e ho scoperto in lui una negatività incredibile e deprimente. È morto tragicamente, in una setta di fuori della Chiesa. L'altro era padre Alexander Schmemann, una neo-calendarista. L'ho incontrato nel 1980, quando era vestito come un uomo d'affari americano e ho scoperto che era un fumatore a catena che non aveva abbastanza forza di volontà per abbandonare il suo vizio mortale.

La tendenza vecchio-calendarista era profondamente negativa e cupa, anzi deprimente. Sembrava non avere alcuna speranza, l'umanità era condannata, quasi in modo calvinista. (E Calvino è un eretico). Tutto ciò che era nuovo era un male, l'umanità era pronta per l'Apocalisse. Una possibile salvezza poteva venire solo nascondendosi in ghetti. Per il resto del mondo, c'erano solo la critica e la condanna censoria; le teorie del complotto prosperavano. Questa era l'ideologia della setta e del fariseo. L'atteggiamento verso la comunione regolare era singolarmente negativo – questa si poteva contemplare solo con la preparazione più severa. Mi ricordo bene quando mi hanno detto che io ero inaccettabile per far parte di tali gruppi – oltre a essere di nazionalità sbagliata (!), ero troppo giovane e troppo ben istruito. Due peccati capitali, 'imperdonabili', come mi ha detto uno di questi molto anziani 'cristiani' nel 1986! Ero certamente destinato al fuoco dell'inferno.

La tendenza neo-calendarista era iper-positiva e iper-ottimista fino al punto della fantasia. Tutto era possibile, la fantasia modernista della salvezza per tutti (l'eresia dell'origenismo, tanto amata dai protestanti che affermano di essere ortodossi) era all'ordine del giorno; qui non c’era spazio per oscurità e peccato. Con un'ideologia irreale, erano troppo aperti al mondo, volendo in qualche modo di fondere il mondo con la Chiesa, erano di mentalità ecumenica, volevano rivoluzionare e cambiare tutto e disprezzavano chi la pensava diversamente. L'atteggiamento verso la comunione era singolarmente positivo – era più o meno aperta a tutti, senza alcuna preparazione. Ricordo di essere stato ben accolto alle riunioni di tali gruppi – perché ero giovane e ben istruito. Quanto alla questione se credevo in qualcosa, questo sembrava essere del tutto irrilevante. Lungi dal buio, tutto era luce. Con loro ero certamente destinato al cielo.

Le due cose che entrambe le tendenze avevano in comune erano l'intolleranza e la ristrettezza mentale.

In retrospettiva, da non americano, ironicamente vedo nella cultura del vescovo Gregory (Grabbe) e di padre Alexander Schmemann, entrambi apparentemente russi, gli estremi della cultura americana. Il vescovo Gregory sembrava rappresentare non tanto l'Ortodossia russa quanto il più cupo calvinismo del New England (ricordiamo che i calvinisti lasciarono l'Inghilterra a causa della loro intolleranza). Il mondo era predestinato a morire e non c'era speranza. Nel futuro c'era solo il buio. Padre Alexander, come mi disse nel 1989 il suo cugino svizzero, un fedele della ROCOR, era 'diventato protestante'. Per lui, in un tipico stile Kennedy degli anni '60, il futuro era dei giovani e tutto era possibile per quei 'pan-americani', come si può sentire nelle registrazioni del St Vladimir’s Seminary di quel tempo. A volte padre Alexander sembrava un manuale americano di fiducia in se stessi: 'Fallo e basta' sembrava essere il suo slogan.

Tutto questo sembrava strano agli europei scettici che trovavano questi americani ingenui ed estremi. Fortunatamente, entrambe le tendenze si stanno estinguendo, a parte tra i troll ignorati e  anonimi, di cui abbiamo già detto. Così, le frange estremiste e marginali della Chiesa fuori dalla Russia, infettate dal settarismo vecchio-calendarista, sono andate, così come le frange estremiste e marginali della Chiesa Ortodossa in America sono apparentemente sepolte insieme alla plastica degli anni '60, da dove sono venute. La Chiesa, ora in unità con la Chiesa libera all'interno della Russia, è andata avanti, ed entrambi gli estremi sembrano ormai pezzi da museo irrimediabilmente antiquati, di fatto del tutto irrilevanti per le nuove generazioni.

Gli estremi hanno dimenticato che Cristo è sia il Salvatore misericordioso sia il giusto Giudice, che la verità e la misericordia si sono incontrate (Ps 84,11). Per i vecchi calendaristi ricordiamo che siamo chiamati a salvare la pecora smarrita tra le novantanove (Lc 15), che, come dice il proverbio, è meglio accendere una candela che maledire l'oscurità, che il pentimento accade anche sul letto di morte, perché Dio non vuole la morte del peccatore (Ez 33,11) e con lui tutto è possibile (Lc 18). Ai nuovi calendaristi ricordiamo che la morte è l'unica cosa inevitabile, che l'apocalisse e la seconda venuta si stanno avvicinando con il passare di ogni giorno, che certamente seguirà il giudizio universale e che non tutti saranno salvati, perché non tutti si pentiranno.

 
Come costruire una chiesa ortodossa nel proprio giardino

Nella sezione “figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti, presentiamo un sacerdote convertito all’Ortodossia dall’anglicanesimo, padre Stephen Weston, di Sutton, nel Norfolk. In assenza di chiese ortodosse di lingua inglese nel circondario, invece di perdersi d’animo, padre Stephen ha costruito una chiesa semplice e decorosa nel proprio giardino. Dal testo italiano e dal testo russo (preso dal sito Pravmir), corredati da diverse fotografie, forse riusciamo a farci un’idea dell’inventiva necessaria a portare anche i gruppi più piccoli e isolati di cristiani ortodossi in contatto con un loro luogo di culto.

 
Metropolita Cornelio di Tallinn e di tutta l'Estonia: "Imparate l'Ortodossia!"

Conversiamo con il metropolita Cornelio di Tallinn e di tutta l'Estonia degli eventi chiave della vita religiosa in Estonia nello scorso anno. Vladyka racconta della visita di sua Santità il patriarca Kirill, della costruzione di nuove chiese e dei difficili rapporti con il Patriarcato ecumenico, e fa anche auguri ai lettori del portale Pravoslavie.ru per la prossima Natività di Cristo.

Il metropolita Cornelio di Tallinn e di tutta l'Estonia

Vladyka, a suo parere, quale evento dell'anno scorso è stato il più importante per la Chiesa estone?

Se si parla degli eventi principali, in primo luogo, la visita di sua Santità il patriarca Kirill in Estonia nel mese di giugno. Questa visita ha una grande importanza e significato: dopo la visita del defunto Patriarca Alessio II non abbiamo avuto visite primaziali di questo livello per un tempo abbastanza lungo, e noi, ovviamente, eravamo in attesa di questa visita, molto importante per la Chiesa estone.

In primo luogo, si trattava di un incontro con il capo della nostra Chiesa russa, con il capo della Chiesa madre dalla quale noi qui nell'Estonia ortodossa siamo sempre stati nutriti e tuttora ci nutriamo spiritualmente. Abbiamo sempre guardato alla Russia, e abbiamo fatto come nella Chiesa russa, cercando di vivere la sua vita. In ogni caso, il periodo in cui ho guidato la Chiesa estone è stato tale, io non mi sono allontanato in alcuna direzione da questo percorso e non intendo farlo. Pertanto, l'arrivo del capo stesso della nostra Chiesa è molto significativo. Penso che non ci sia bisogno di commenti: basta guardare le foto scattate durante la visita del primate in Estonia per vedere quale amore e fedeltà hanno i figli della Chiesa ortodossa estone – sia per l'Ortodossia, sia per la Chiesa ortodossa russa.

La Liturgia presieduta dal patriarca, il suo messaggio e la sua omelia, la consacrazione di una nuova chiesa, l'assegnazione di onorificenze a persone degne, sono stati tutti eventi significativi. Naturalmente, il patriarca è un uomo il cui intero programma di vita è molto ricco di incontri ecclesiastici e statali, così non è in grado di disperdersi in diverse cose, per così dire, meno importanti. E il patriarca ha avuto incontri importanti: con il primo ministro, con il presidente del Parlamento, con il sindaco di Tallinn e il presidente del Consiglio dei ministri dell'Estonia. Io l'ho accompagnato in tutte queste visite. La differenza con la precedente visita primaziale era semplicemente che il patriarca Alessio non aveva bisogno di un interprete, perché era nato in Estonia. Ma a dire la verità, tutti quelli che abbiamo incontrato questa volta parlavano un ottimo russo.

Il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus' e il metropolita Cornelio nella cattedrale di sant'Aleksandr Nevskij a Tallinn

Poi c'è stato il viaggio a Narva, dove migliaia di fedeli ci attendevano. Io là non sono stato praticamente coinvolto in alcuna attività, perché semplicemente non riesco a tenere il passo con queste folle. A Narva il patriarca ha officiato un breve Moleben nella cattedrale, e poi ha visitato l'ospizio di una delle chiese della città – attualmente vivono nella casa circa 80 persone anziane, completamente fornite di cibo, medicine e cure. L'idea di organizzare l'ospizio appartiene al rettore della chiesa, l'arciprete Vitalij Gavrilov. Quest'istituzione ecclesiastica è attiva da diversi anni – a mio parere, un ottimo esempio dell'attività sociale della Chiesa.

Sua Santità il patriarca Kirill a Narva

Alla sera il patriarca Kirill è arrivato al monastero di Pjukhtitsa, dove il giorno successivo ha presieduto la liturgia circondato da molti vescovi e membri del clero. Poi c'è stato un pasto monastico festivo – molto ospitale, secondo la tradizione russa.

Il monastero di Pjukhtitsa

Fin dai primi minuti della visita il patriarca è stato letteralmente accompagnato da folle. E la funzione del patriarca Kirill nella nuova chiesa del quartiere di Lasnamäe a Tallinn, di recente costruzione e consacrata da sua Santità, ha richiamato grandi folle. Alla funzione, guidata dal patriarca, abbiamo assistito io e il mio concelebrante, il vescovo Lazar' di Narva, e i vescovi giunti in visita con il patriarca. L'altare nella nuova chiesa è molto grande, ancor più di quello della cattedrale di sant'Aleksandr Nevskij, quindi c'era tutto il clero molto a proprio agio. La chiesa era piena e anche intorno c'era molta gente.

Consacrazione della Chiesa dell'Icona della Theotokos "pronta ascoltatrice" nel quartiere di Lasnamäe a Tallinn

In realtà questo tempio è molto confortevole – sia per le infrastrutture, sia per la disposizione e la decorazione degli interni. Le altre chiese di Tallinn, si può dire, sono vincolate da altri edifici, e questa invece è così libera. C'è abbastanza spazio per parcheggiare le auto.

A questa funzione è stata portata l'icona miracolosa della Dormizione della Madre di Dio dal monastero di Pjukhtitsa.

Così per la vita della Chiesa ortodossa estone, uno dei principali eventi dell'anno è stata la visita del patriarca Kirill – lo si può dire con fiducia. Così come per la consacrazione della nuova chiesa nel quartiere Lasnamäe della capitale, combinata con questa visita.

Vladyka, ci dica se la visita del patriarca ha contribuito a risolvere uno dei principali problemi della Chiesa ortodossa d'Estonia - vale a dire a migliorare le sue relazioni con i rappresentanti del patriarcato di Costantinopoli, cioè la Chiesa Ortodossa Apostolica d'Estonia?

Tallinn

Purtroppo, questo problema non è per nulla risolto. All'inizio di settembre, il Patriarca ecumenico Bartolomeo è stato in visita in Estonia. Gli ho detto che se lo desiderava, poteva visitare la nostra cattedrale di sant'Aleksandr Nevskij. Al tempo fissato è venuto. Lo abbiamo incontrato molto educatamente, ma senza tutte le cerimonie titolari e vescovili. L'ho incontrato alla porta della chiesa – era appena finita la Divina Liturgia – al sabato. È andato all'altare, ha venerato la santa mensa, e ci sono state alcune parole di saluto. Gli ho detto della nostra situazione, che noi officiamo in chiese che non ci appartengono, e paghiamo per questo un affitto. Per la verità, questo affitto è simbolico, ma nondimeno non siamo i proprietari degli edifici delle chiese e non possiamo in alcun modo ottenerne la proprietà. Non ho potuto dire niente di più perché sono stato interrotto dal metropolita Stefano che con grande foga ha cominciato a dire qualcosa del genere che è solo grazie a lui che posso servire in questa cattedrale, che è come se lui l'avesse persa per me, e ogni genere di simili sciocchezze. Complessivamente, ha parlato in modo molto irritato. E tra noi non ha avuto luogo una conversazione. Il patriarca Bartolomeo se n'è andato – lo abbiamo scortato alla porta d'uscita, e questa è stata la fine della storia. Ha visitato il sindaco di Tallinn, e alcune altre cariche, ma per qualche ragione ha celebrato a Pärnu, e non a Tallinn. Là c'è una chiesa che appartiene al patriarcato di Costantinopoli. Quindi nessuno ha avuto il desiderio di fare qualcosa per risolvere il nostro problema – e nulla è stato fatto.

E quante persone c'erano al momento della visita del Patriarca ecumenico in Estonia?

Per quanto ne so, quella chiesa a Pärnu, dove ha celebrato il patriarca Bartolomeo, era piena di fedeli... La gente entrava e usciva liberamente – non so dire nulla di più.

Così, questa sfortunata ingiustizia alla proprietà della Chiesa ortodossa d'Estonia del Patriarcato di Mosca non è ancora risolta?

No, non è risolta.

A giudicare dal modo in cui è stata condotta la visita del patriarca Bartolomeo, la soluzione del problema non sarà trovata oggi. Il problema sarà risolto in tempi lunghi e in modo non piacevole?

Verosimilmente, sì. Ahimè. Vedete, c'è probabilmente un'impostazione così strana nel patriarca ecumenico: quando il metropolita di Mosca divenne Patriarca di tutta la Rus', le terre baltiche abitate dai livoni, dagli estoni e da altre tribù non facevano parte dello stato russo, e il Patriarca ecumenico dice: tutto quello che non è stato incluso in certi confini di certe aree ecclesiali, è sotto la giurisdizione del Patriarcato ecumenico. Per quanto riguarda i paesi baltici il Fanar aderisce a tali opinioni. E nel titolo di Patriarca di tutta la Rus', in aggiunta a Mosca, ecc, è pure segnato: "E di tutta la terra del Nord". Noi crediamo che della "terra del Nord" facciano parte l'Estonia e la Finlandia. Ma loro credono di no, che non ne consegue, e la "terra del Nord" sia quella più vicina al Mar Bianco, all'Oceano Artico.

Ma la nostra posizione è questa: l'Ortodossia è arrivata qui, nei paesi baltici, dalla Rus', dalla Russia: da Novgorod, Pskov e Vitebsk. Già Jaroslav il Saggio aveva costruito due chiese a Juriev, oggi Tartu. Allo stesso tempo, un chierico della Repubblica di Novgorod, Kirik, chiedeva al vescovo come battezzare i popoli locali.

Quindi, vi è una posizione di disaccordo tra i due patriarcati – di Mosca ed Ecumenico – sulle proprietà ecclesiali in Estonia?

Penso che non sia una questione di accordo o disaccordo, ma che la posizione del Patriarca ecumenico è semplicemente inventata. Il suo obiettivo è l'ottenimento di diritti di proprietà ecclesiale. Il cristianesimo giunse nei paesi baltici esattamente dalla Russia, l'Ortodossia è stata la prima confessione cristiana che è apparsa qui. Successivamente apparve il cattolicesimo portato dai tedeschi, dai cavalieri teutonici con spade e lance. Questi sono apparsi qui abbastanza presto dopo l'arrivo dell'Ortodossia e si sono comportati in modo aggressivo: ecco perché Aleksandr Nevskij non fu il solo a intervenire contro di loro.

Il metropolita Cornelio di Tallinn e di tutta l'Estonia

E quale evento è stato il più gioioso per lei - non solo come metropolita, ma semplicemente come cristiano?

Non posso dirlo così all’improvviso – ci sono stati molti eventi di diverso tipo. È una grande gioia che sia stata consacrata la chiesa a Lasnamäe. E poi, in occasione della festa in onore dell'icona della Madre di Dio "pronta ascoltatrice" il 28 settembre, vi ho portato la sua immagine, in cui onore è nominata la nuova chiesa. Quest'icona era stata in precedenza a Tallinn nella chiesa di rappresentanza del monastero della Dormizione di Pjukhtitsa. Durante la persecuzione della fede ortodossa, quando la chiesa era stata distrutta, quest'immagine miracolosa del '53 era nella mia cella. E ora questa è diventata un'icona del sacrario principale della nuova chiesa a Lasnamäe – la "pronta ascoltatrice" ha trovato la sua casa.

Vorrei aggiungere che le chiese appartenenti alla Chiesa Ortodossa Apostolica d'Estonia sono in uno stato disastroso: circa 60 chiese in rovina! Questo è molto triste. Nello stesso tempo noi, la Chiesa ortodossa d'Estonia del Patriarcato di Mosca, abbiamo costruito nuove chiese attraverso donazioni dai fondi di beneficenza estoni. L'aiuto più importante è stato concesso dal Fondo del Santo Apostolo Andrea il Primo Chiamato presieduto da V. Jakunin. Inoltre, a Paldiski è già stata  terminata la costruzione della chiesa di san Sergio, resta solo da risolvere la questione della decorazione degli interni: le icone, ecc. – presto , penso che potrà essere consacrata.

La chiesa era stata costruita in un vecchio edificio scolastico, ma era già molto fatiscente, ed è stata demolita. Invece, l'attuale chiesa è già stata costruita solo con il denaro dei donatori. La chiesa è piccola ma sorprendentemente confortevole – assicuratevi di visitarla!

Quindi ci sono persone generose e allo stesso tempo ricche per le quali i beni di questo mondo non sono un fine a se stesso, ma un'opportunità di servire Dio e il prossimo? Esistono persone buone e ricche allo stesso tempo?

Certo. Direi comunque che le donazioni provenienti dall'Estonia – sono soprattutto donazioni di persone buone, e dalla Russia – di persone ricche.

Abbiamo costruito anche altre chiese quest'anno, o ne sono ricostruite da alcuni altri locali. Per esempio, le chiese a Viliandi, Valga, Aseri e Sillamäe. A Sillamäe, la chiesa fu fatta saltare in aria durante la guerra, e per lungo tempo non si riuscì nemmeno a trovare il luogo dove era situata. Alla comunità è stata data in uso una ex scuola materna – hanno cominciato a servire lì, e la chiesa ha cominciato a essere costruita lì accanto. Quando fu costruita, fu smantellato il vecchio edificio della scuola materna, e ora abbiamo una bellissima chiesa. E prima che il ripristino delle chiese distrutte in altri luoghi - per lo più in Prinarov'e e Prichud'e. Ove possibile, stiamo ricostruendo sia chiese sia la vita ecclesiale, che, naturalmente, è la cosa principale per gli ortodossi. In questo modo non abbiamo neppure una sola chiesa fatiscente. E invece Costantinopoli – ne ha circa 60 in rovina!

Tallinn

Cosa augurerebbe per il Natale ai lettori del sito "Pravoslavie.ru" ?

Di quelli che mi conoscono dal mio soggiorno in Russia, in particolare nella terra di Vologda, purtroppo, sono rimasti pochi in vita. C'è qualcuno con cui a volte mi sento al telefono, e, naturalmente, mi ricordo la cara Vologda – ho abbastanza libri su questa terra luminosa. Auguro alle persone che vivono lì di assorbire il meglio del patrimonio spirituale dei loro pii antenati. Ho visitato molte città e villaggi della Russia e ne ho tratto un grande beneficio per la mia anima, perché ho visto che lì la fede ortodossa era organica. E Dio voglia che sia percepita altrettanto organicamente, naturalmente, ma anche razionalmente e consapevolmente dal popolo russo! Che nessuna rivoluzione, ristrutturazione e crisi scuotano il popolo russo nella fede ortodossa, nel loro rapporto con Dio! Penso che la testimonianza dell'efficacia della fede è il restauro delle chiese e, quindi, della vita cristiana presente – e c’è un grande, grande bisogno di ripristinarle. Che Dio doni forza alla Russia ortodossa.

Il mio augurio ai nostri parrocchiani, alle persone che vivono in Estonia, sarà un po' diverso. Essi possono essere distinti da una piccola quantità di russi e russofoni. Qui possono essere considerati russi quelli che sono vissuti nella prima Repubblica d'Estonia, quelli che sono capitati qui dopo la guerra del Nord, e i discendenti dei russi fuggiti dal potere sovietico. Purtroppo ci sono molto pochi di questi russi, perché molti di loro sono successivamente emigrati all'estero. In seguito, con l'arrivo del potere sovietico negli anni '40, molti sovietici sono venuti qui per lavorare: sono stati accolti e incoraggiati, perché qui si facevano molte costruzioni: cantieri, fabbriche e miniere… in un modo o in un altro, ma era già una categoria completamente diversa di persone - persone che parlavano russo, "russofoni". E tra di loro, naturalmente, c'era ogni tipo di persone. E molta gente di istruzione sovietica era per questo diversa nel pensiero. Ma, tuttavia, devo dire che una grande percentuale di coloro che vengono in chiesa proviene proprio da questa categoria di persone. E secondo le stime che sono state fatte a livello statale in Estonia, gli ortodossi sono la maggioranza. Non i luterani, gli ortodossi. E così vorrei augurare ai nostri parrocchiani russi, come a coloro che iniziano il cammino di fede, di partecipare attivamente alla vita della Chiesa, di imparare ad essere ortodossi e cercare di capire cosa sia l'Ortodossia. A questo scopo, è utile ricorrere a diverse pubblicazioni ortodosse su Internet, trasmissioni radiofoniche e televisive. La cosa più importante e principale, credo, è utilizzare la letteratura spirituale che può essere acquistata oggi in abbondanza sia in Russia sia qui, in Estonia.

Imparate l'Ortodossia! Buona festa della Natività di Cristo!

Il clero della Chiesa ortodossa d'Estonia

Per la preparazione del materiale sono state usate fotografie dell'autore, ma anche provenienti dal portale patriarchia.ru e da altre fonti internet.

 
I miliziani del popolo della Novorossija si rivolgono agli europei

Miliziano #1: Alla luce degli eventi ora in corso in tutto il mondo, vorremmo parlare ai residenti della cosiddetta Unione Europea.

L'avvio di nuove guerre sta accadendo regolarmente. Ieri è ripresa la guerra nel Nagorno-Karabakh. Qualcuno potrebbe dire ancora una volta che ci sono mercenari, e così via e così via. I soldati ucraini stanno ancora sostenendo che noi siamo mercenari provenienti dalla Federazione Russa. Tuttavia, insieme ai miei amici, mi rivolgo a voi dalla mia città natale, dove sono nato, cresciuto, da dove sono partito per servire nell'esercito ucraino per 2 anni e mezzo e sono tornato qui. Noi non siamo mercenari di Putin – noi siamo persone normali che vogliono semplicemente vivere in modo giusto.

Quanto alla causa del disastro umanitario e alla missione OSCE: la missione OSCE arriva regolarmente, cerca qualcosa, ma non vede il disastro umanitario. Vi invitiamo nelle nostre città per vedere il disastro umanitario. Nessuno di voi ha ancora visto uno scenario da zombie, vediamo le città vuote – completamente vuote. Solo noi portiamo fuori la gente, la nutriamo – né l'esercito ucraino, né nessun altro lo fa. Non siamo noi a bombardare città pacifiche con artiglieria e mortai da trincea ogni notte. La città di Pervomaisk è quasi distrutta. Mi chiedo dove mai il governo, come sostiene, in caso di vittoria troverà i soldi per rinnovare queste città, e come le rinnoverà. Durante l'intero periodo dell'indipendenza dell'Ucraina non hanno costruito una – non una sola – nuova casa in questa regione. Con quali mezzi rinnoveranno tutte queste infrastrutture rovinate?

Vorrei chiedere l'attenzione dei residenti dell'Unione Europea e degli altri: anche voi affronterete cose simili. La gente non può vivere in questo modo per sempre, proprio non ce la farà. Attraverso i mass media ci chiamate terroristi, assassini. Scusate, i cannoni sono puntato e sparano sulle nostre nostre città, o forse sulle vostre tua? Siamo noi a dipingere rune del dente di lupo, o siete voi? Siete voi a cui sparano con missili balistici o siamo noi? Vorremmo chiarire tutto questo. Almeno una volta dite alla gente la verità sul motivo di questa guerra: è per il possesso del territorio. Kolomoiskij vuole unire Lugansk e Donetsk alla sua regione – Dnepropetrovsk – e governare come un re. Questo è il motivo della guerra.

Miliziano # 2: vorrei chiarire a tutte le persone che hanno ancora il senso del dovere, dei principi, dell'anima, e semplicemente un po' di consapevolezza, che la missione che noi stiamo combattendo è una guerra di civiltà. La guerra, in cui ognuno prende la propria parte. Voglio dire, la parte del bene o del male.

Miliziano # 3: Per voi è solo statistica, guardate la TV, ascoltate i canali di notizie. Forse, da qualche parte trovate una goccia di verità tra le risorse in Internet, alcune delle quali sono probabilmente gestite da noi, o magari da altre persone dispiaciute per noi. Per voi questo punto di vista è lontano e poco interessante. Per noi sono le persone a noi più vicine e più care. Vediamo questi bambini, i nonni assassinati... scene terrificanti. Io ho 30 anni, e in questi 4 mesi ho già visto più orrori che nei miei ultimi 30 anni. Non ho mai cercato guerre o cose di simile... sono un uomo pacifico. Ma c'è una punto in cui un uomo non può rimanere e stare a casa, e considerare se stesso un vero uomo. Mi rivolgo a tutti voi – europei – , non ci guardate come se fossimo numeri.

Miliziano # 1: Il governo ucraino non si fermerà fino a quando avrà ancora il sostegno dei membri dell'ex Patto di Varsavia, non la smetterà. Un'altra domanda: dopo che l'Ucraina avrà accumulato tutte quelle armi – lasciamo che gli europei se lo chiedano – dove andranno a finire? Finirà tutto qui, dopo l'annientamento del Donbass? Dubitiamo molto che finirà qui. Perché la "nazione unica" è il motto dei fascisti – "Morte ai nemici" ... Fate attenzione, europei, di non diventare un giorno "nemici" dell'Ucraina.

 
Il pane santo: a proposito dell'obbedienza del prosfornik

Il pane in chiesa è simbolo di Cristo. Lo ha detto lui stesso: "Io sono il pane della vita" (Giovanni 6:48). Se il pane della terra nutre la vita umana, Cristo, il pane dal cielo, attribuisce alla vita umana la pienezza della vita divina, nell'eternità.

La prosfora [il pane della comunione, ndt] è una parte integrante della vita liturgica della Chiesa, e quindi l'obbedienza del prosfornik [il cuoco che prepara le prosfore, ndt] ha un significato speciale. Dietro l'apparente semplicità di questa lezione divina si nascondono molte sfumature, segreti e realizzazioni interiori. Questo ci dice uno dei più anziani abitanti del monastero Sretenskij, l'igumeno Kiprian (Parts).

Comprendiamo perché Dio ha creato il grano, perché in ogni parte del mondo è possibile cuocere il pane della comunione e perché l'obbedienza del prosfornik, che Padre Kiprian ha da più di un decennio, è considerata così importante nei monasteri.

***

Padre, perché nei monasteri l'obbedienza del prosfornik è considerata una delle più importanti?

La vita liturgica, come sappiamo, non può esistere senza le prosfore. E senza la Liturgia la Chiesa non può vivere. Così, il secondo posto dopo la chiesa è la prosfornja, dove il pane è cotto appositamente per la Liturgia.

Proscomidia. Monastero Sretenskij. Foto: Anatolij Gorjainov

Chi deve e può cuocere il pane della comunione? Qual'era la pratica nella Rus'?

Nei monasteri, naturalmente, quest'obbedienza toccava ai monaci - o alle monache. E per le chiese parrocchiali le prosfore, di regola, erano preparate da pie vedove o da vergini, o da persone che vivevano nel celibato ed erano chiamate prosvirni.

Questo si faceva per un atteggiamento di riverenza nei confronti delle prosfore. Allo stesso modo, per reverenza, si è cominciato ad aggiungere acqua benedetta nell'impasto delle prosfore – in realtà, questi non erano obblighi, ma si faceva così per riverenza.

L'igumeno Kiprian alla sua obbedienza. Foto: ieromonaco Ignatij (Shestakov)

Se in una parrocchia rurale c'è un sacerdote "bianco" [sposato, ndt] e la sua matushka sa cuocere le prosfore, naturalmente, le farà lei - e chi altri? E questo è normale. Dobbiamo partire da condizioni reali.

Nei monasteri, ora, naturalmente, le prosfore sono cucinate in proprio – sia per uso interno, sia per la vendita. Le chiese parrocchiali o le cucinano in proprio, o, più comunemente, le comprano.

Nei tempi antichi tutti potevano cucinare le prosfore – questa era un'offerta alla chiesa: le migliori erano selezionate, e servivano per la Liturgia. Praticamente tutte le casalinghe sapevano cuocere il pane, perché era un lavoro comune, e qualunque persona di chiesa che conosceva i requisiti (deve essere pane lievitato di sale, acqua e farina) poteva cuocere le prosfore a casa e portarle in chiesa.

In Grecia ancora oggi le prosfore si possono acquistare nei negozi e portarle in chiesa come offerta.

Fratelli del monastero Sretenskij alla Lavra di Pochaev, luglio 2013 Foto: ieromonaco Ignatij (Shestakov)

E cosa si deve fare perché l'atteggiamento riverente e orante di cottura delle prosfore non si interrompa, e perché l’arte non si fermi?

Non si ferma mai. Non è mai accaduto che si sia fermata: né nelle parrocchie, né nei monasteri , dove ho visitato le prosfornje, né nelle prosfornje private, ho visto in alcun modo un degrado. Non credo che ci sia alcun pericolo. Non ne ho mai osservati.

Ho letto che la cottura delle prosfore è una forma di arte ecclesiastica. Come ha imparato a cucinare prosfore?

In precedenza, non c'era una prosfornja speciale nel nostro monastero e la cottura delle prosfore per la chiesa spettava a me quando ero magazziniere. Un "bel giorno" per mia disattenzione capitò che non ci fossero prosfore piccole per i fedeli per il giorno dopo. C'erano le prosfore di servizio [1], ma non erano state comprate le scorte di quelle per i fedeli. Ce ne siamo accordi al venerdì, le prosfore servivano il sabato mattina, e ci sarebbero arrivate solo nel pomeriggio del sabato.

L'obbedienza nella prosfornja al monastero Sretenskij

Lasciare i fedeli senza prosfore era impossibile. Che fare? Con noi in refettorio c’era una delle aiutanti nel monastero, Ljubov', che aveva già cucinato prosfore ed era esperta in questa materia. Aveva finito il suo turno in cucina, quando sono venuto a dirle, "zia Ljuba, ha mai preparato delle prosfore? " – "Sì. Perché, ce n'è bisogno? " – "Sì, non ne abbiamo più".

Abbiamo trovato della farina americana – un'orribile farina sbiancata, – del lievito francese, ed ecco in breve le prosfore infornate nella stufa della cucina, dove prima avevamo cotto i biscotti. Le prosfore, per quanto ne so ora, avevano un terribile odore di biscotti, ma c'erano, e i fedeli erano soddisfatti.

A quel tempo era sotto la mia supervisione il padre ierodiacono Cleopa, e insieme abbiamo iniziato a informare durante la notte in cucina. Naturalmente, siamo riusciti a resistere solo un mese – poi siamo crollati: non avevamo dormito la notte, ogni notte, ma comunque avevamo le nostre prosfore. E poi abbiamo cominciato a chiedere al padre superiore di avere la nostra prosfornja. Ha dato la benedizione, e dopo la riparazione nel nuovo edificio monastico, abbiamo organizzato tutto. Era l'anno 2000.

Ha detto: un'orribile farina americana, lievito francese... Ma molte persone possono pensare che siano, al contrario, ottimi ingredienti. Come dovrebbero essere la farina e il lievito?

Perché ho rimproverato la farina americana? Gli americani, non con tutta la farina, ma molto spesso, la sbiancano con il cloro. Questo viene fatto semplicemente per il colore. Di fatto, la rovinano.

Il lievito francese, istantaneo, è poco adatto alla cottura delle prosfore. Crea all'improvviso molto biossido di carbonio che in una cottura contemporanea di una grande serie di prosfore le fa crescere in modo irregolare . Quindi è meglio, naturalmente, usare il nostro lievito domestico.

Il lievito "Люкс" è ideale. Quello di Voronezh è buono, e anche essiccato dà buoni risultati. Il lievito secco è più facile da conservare, ma quello pressato non si conserva più di un mese, poi perde la sua forza di far gonfiare la pasta... si può usare un po' di pasta madre.

Da qualche tempo, ha avuto inizio una campagna pubblicitaria che insiste sulla pasta madre. Ma è solo prova dell'ignoranza della gente: effettivamente la pasta madre opera nello stesso modo del lievito, solo in un modo più selvaggio. Batteri lattici e lieviti di specie diverse sono presenti praticamente ovunque. Appena si versa la farina nell'acqua, e si creano le condizioni necessarie di calore, questi lieviti cominciano a moltiplicarsi: così, di fatto, avviene anche con la pasta madre.

Pane della comunione appena sfornato. Monastero Sretenskij. Foto: ieromonaco Ignatij (Shestakov)

A suo tempo, si è imparato a coltivare il lievito in gran quantità nelle fabbriche. Poi si sono distribuiti tipi di lievito che produce più anidride carbonica, stabilizzato in base alla temperatura.

Che cos'è il lievito? Si tratta di funghi unicellulari che possono essere sottoposti a selezione, offrendo forme più stabili capaci di far fermentare più facilmente gli zuccheri presenti nella farina – ecco tutto.

Non solo: in passato anche la pasta madre era chiamata lievito. Non c'era distinzione. Se si prende il libro di Helena Molokhovetz "Dono alle giovani casalinghe" [2] si vede che alla sezione "pane", al posto di "pasta madre, è scritto: "lievito".

Ma nella nostra comprensione si tratta di pasta madre. Nella cottura del pane si evita la pasta madre, perché è più capricciosa. Se si vuole preparare le prosfore a partire dalla pasta madre, è del tutto possibile. C'è solo bisogno di iniziare applicando più spesso la pasta madre all’inizio, perché non si sviluppi molto acido che possa inacidire le prosfore.

Al Monte Athos le prosfore si fanno a partire dalla pasta madre, almeno a in Vatopedi e in alcuni altri monasteri – come si faceva un tempo. Lì si rinnova la pasta madre due volte l'anno – all'esaltazione della Croce, e alla domenica della Croce, oppure al Sabato Santo, non ricordo esattamente, ma posso accertarmene per chi desidera saperlo. Questa pasta madre è chiamata miracolosa, ma non perché cresce senza lievito (di fatto, è lievito), ma piuttosto perché matura rapidamente – letteralmente fino a quando inizia la funzione. Qui si vede la grazia di Dio – dal fatto che si sviluppa molto rapidamente .

Ma questo avviene anche in altri luoghi. Non c'è luogo abitato sulla Terra – tranne forse alcune delle isole più settentrionali, dove nulla fermenta, – dove non ci siano lieviti e batteri lattici: il Signore ha fatto in modo che si possano cuocere ovunque le prosfore.

E sorprendentemente ancora una cosa: noi facciamo la Proscomidia con pane di frumento, ma il grano ha qualità di cottura uniche, che nessun altro cereale possiede. Dio ha creato il grano, in modo che da esso si possa cuocere lo stesso pane lievitato, con cui si può servire la Liturgia.

Padre, perché i greci servono con una prosfora sola, e noi con cinque?

In realtà, è una tradizione. Inoltre, è una tradizione che non ha un valore di dogma. Sia che si serva la Liturgia con una sola prosfora, sia con due (come spesso si serve sul Monte Athos), sia con cinque, sia con sette – non c’è nessuna differenza di principio. Si può servire con una sola prosfora. Se vi è una sola prosfora, che fare? Si può servire la Liturgia. Perché no? In tal caso, come fanno i greci, si rimuovere la parte centrale come agnello e le altre particole dal resto: la Madre di Dio, i nove ranghi dei santi, i viventi, i defunti... I greci stampano sulla loro prosfora, se qualcuno ne ha visto una, tutti i nostri cinque sigilli: nel centro l'agnello, a destra la Madre di Dio, a sinistra le nove schiere dei santi.

Questa è una questione di tradizione locale. Nelle cose principali dobbiamo avere unità, nel resto è  consentita la diversità. Questa è una delle cose in cui è possibile una diversità. I  vecchi credenti vennero nella seconda metà del XIX secolo al Monte Athos per scoprire chi sbagliava: loro [che usano sette prosfore, ndt], o i "nikoniani" [che ne usano cinque, ndt]. L'Athos era davvero il custode delle tradizioni e dei riti della Chiesa. Si appellarono al confessore del Monastero di San Panteleimone, lo ieroschimonaco Ieronim – non mi ricordo il cognome, era un asceta famoso. Egli rispose : "Come servivamo nell'antico Monte Athos, così serviamo ora". E servivano con due prosfore: una per l’agnello, la seconda per il resto. E questa è la spiegazione molto semplice che diede: per povertà.

Da qualche parte si doveva celebrare nelle celle monastiche, e per spendere meno, a causa della povertà a chi viveva  nel deserto si dava il permesso di servire con due prosfore, e in questo non c'era alcun problema. È una cosa abituale, normale. Una volta da noi si serviva con sette prosfore. E anche in questo non c'era alcun problema. Quante prosfore si preparano, se serve il vescovo? Sette. Le solite cinque più due prosfore per il vescovo. Si ottengono le stesse sette prosfore. Si tratta di una questione di pratica, e non c'è bisogno di trasformarla in qualsivoglia norma rigida.

Se torna a quella notte, quando ha sfornato per la prima volta le prosfore con zia Ljuba... Tutte le successive conoscenze le ha ottenute empiricamente o le studiate da qualche parte? Ed è possibile insegnare tutto questo a qualcuno?

Sa, abbiamo imparato in modo semplice: in primo luogo, naturalmente, zia Ljuba insegnava; in secondo luogo, imparavamo dall'esperienza e dai nostri errori.

Cucinavamo le prosfore piccole, ma a lungo non ci riusciva di fare quelle di servizio. Le compravamo al Monastero di san Daniele. Poi una domenica è venuto alla funzione, come al solito , il padre superiore e ha chiesto: "Padre Kiprian, da dove vengono le nostre prosfore di servizio?" – "Padre, dal monastero di san Daniele." – "Perché da san Daniele? Abbiamo la nostra prosfornja." –  "Padre, non riusciamo ancora, dobbiamo imparare..." E lui dice: "Va bene, è tutto. Non compriamo più prosfore, cuciniamole noi stessi."

Ho subito cominciato a calcolare mentalmente quante prosfore del monastero di san Daniele ci rimanevano, e ho visto che nei giorni feriali ne avevamo ancora abbastanza, ma la domenica seguente non avremmo avuto più prosfore per l'agnello. Dove andare? Dove potevo imparare? Conoscevo una monaca prosfornitsa, potevo chiedere a lei. La chiamai al convento della Concezione – matushka Sergija, ora deceduta, era meravigliosa, Le chiesi: "Matushka, posso imparare da voi a cucinare prosfore?" Lei dice: "Non è forse è meglio da padre Adrian a Novospasskij?" Dissi: "Matushka, da voi non è possibile? " – "Beh, si può, venga da noi." – "Quando fate la cottura?" –"Il giovedì".

Lavorai da loro tutto il giorno. Naturalmente, avevo una certa esperienza, ma poi ho visto i miei errori, mi hanno insegnato a rotolare i fondi, da cui ottenere le palline... i fondi sono la parte inferiore delle prosfore.

Ed ecco un altro ostacolo: avevo lavorato per loro tutto il giorno alla cottura delle prosfore, e loro le cuocevano per venderle, ma non potevo comprarne a madre Sergija, perché il padre superiore mi aveva vietato di fare acquisti, e la mia lingua non riusciva a chiederne in dono. Me ne avrebbe donate, ma non le chiesi...

E mi rimaneva per la cottura solo il venerdì sera. Beh, grazie a Dio, avendo visto i miei errori ho regolato il mio impasto, e cosa pensate? Per la prima sera ho ottenuto prosfore assolutamente normali. La misericordia di Dio!

L'igumeno Kiprian alla sua obbedienza. Foto: ieromonaco Ignatij ( Shestakov )

Naturalmente, pregai e supplicai la grande martire Barbara, perché quella sera era la sua festa... che le prosfore fossero adatte! Domenica alla Liturgia, il padre superiore vede le prosfore di servizio normali... "Padre Kiprian, di chi sono le prosfore?" - "Batjushka, sono le nostre." – "Che cosa vi è successo? " – "Batjushka, la misericordia di Dio ".

Vedete: se il padre superiore non avesse detto: "È tutto, cuciniamole noi stessi," quanto sarei rimasto "seduto" sulle più piccole?

È meglio imparare dagli altri prosforniki, lavorare proprio nelle prosfornje per farsi mostrare come cuocere, perché non si può scrivere tutto nei manuali. Non riesco a immaginare come si può mostrare come far rotolare correttamente le basi, se non le vedi e non ne senti la consistenza con le mani.

Per imparare a cuocere le prosfore , è necessario prepararle insieme a buoni prosforniki e anche fare diverse visite alle prosfornje – lo scambio di esperienze è molto importante.

Prosfore appena sfornate. Monastero Sretenskij. Foto: ieromonaco Ignatij (Shestakov)

Cosa rappresenta oggi la prosfornja del monastero Sretenskij?

Un negozio per la produzione di piccola panetteria. Niente di speciale. Forno, impastarice, sfogliatrice, attraverso cui passa l'impasto lavorato, che ha acquisito una struttura uniforme e densa. Tavoli per il taglio, camere di fermentazione, dove sono poste le prosfore prima della cottura.

E chi cuoce? I monaci, novizi o qualcuno assunto per questo lavoro?

Non abbiamo personale assunto, le prosfore di servizio le cucino io stesso, perché è un piccolo lotto, ne ho il tempo, l'assistenza non è necessaria e l'apparecchiatura lo consente. Ma le prosfore piccole... Abbiamo in obbedienza seminaristi nella prosfornja – ci aiutano nel taglio perché ci vogliono due ore e mezzo per tagliare circa tremila prosfore.

Quanto spesso si fa la cottura?

In base alle esigenze. Dipende dalle festività: più ci sono giorni di festa, più spesso è necessario cuocere. Per quanto riguarda le prosfore di servizio, in due settimane le prepariamo tre volte .

Agli studenti piace questa obbedienza?

Da quando abbiamo seminaristi assistenti, sapete, non si pone la domanda, "Vi piace questa obbedienza?" Si lavora diligentemente, ci si sforza. Ringrazio i ragazzi per il loro aiuto e il duro lavoro, perché bisogna farlo la sera, dopo cena, quando hanno tempo libero, il che per loro è un onere supplementare. Ma ci si dedicano, lavorano. A volte prendono questa obbedienza per anni, fino al termine del seminario. Significa che lo vogliono. Capite, preparare le prosfore... qualcuno deve occuparsene. Capitano altri compiti: qualcuno dipinge icone, qualcuno fa lavori di carpenteria. Beh, a chi piace, questi lo sa. E in questo caso – cucinare le prosfore –bisogna essere portati. Altrimenti non dà risultati. Perché, sapete? Il punto è che si tratta con creature vive: il lievito è vivo... Ecco il punto. Questo campo deve piacere, per portare successo.

Cioè, meccanicamente non dà risultati?

Meccanicamente no, è impossibile. Non l'ho mai capito, prima di iniziare. Avere a che fare con le prosfore è una cosa abbastanza diversa. In primo luogo, non sapevo che tipo di lavoro era. In secondo luogo, non capivo l'approccio: che cosa pensi che sia, cuocere le prosfore? Sono andato da un meraviglioso prosfornik, padre Adrian del monastero Novospasskoe. "Mi dica – gli chiedo – la ricetta." Ed ha detto disse: "Ma tu sai cos'è il glutine? E sai cos'è il coefficiente IDK? "Queste sono le caratteristiche della farina. Ho pensato: "Perché mi chiede queste cose? Ho solo bisogno di una ricetta!"

Sul Monte Tabor. Pellegrinaggio in Terra Santa, 2005. Foto: ieromonaco Ignatij (Shestakov)

E poi, quando mi misi a cuocere, mi sono reso conto che è necessario sapere queste cose di cui ho parlato, perché senza impararle non si può cucinare prosfore con successo. O si deve essere passati attraverso una ricchezza di esperienze, o si ha solo bisogno di capire i processi che vi si svolgono.

A proposito, mi hanno aiutato molto nella preparazione delle prosfore la comprensione del processo di cottura – di fatto le prosfore sono pane, sono solo un pane speciale – e i libri sulla cottura, libri regolari che è possibile acquistare. Essi forniscono una comprensione di ciò che sta accadendo lì, e questo non è superfluo. Inoltre, questi libri ci hanno aiutato in un altro campo: cuciniamo anche il pane per i fratelli nella prosfornja. In generale, la cosa più importante nella cottura delle prosfore è la continuità. La seconda è l'esperienza personale, insostituibile . E come guida, i libri sul pane aiutano.

Note

[1] Alla Proscomidia si usano cinque prosfore ufficiali. Dalla prima si estrae l'agnello che poi è trasformato nel corpo di Cristo. Dalle rimanenti quattro prosfore il sacerdote rimuove le particole in memoria della Beata Vergine Maria, dei santi, tra cui i compilatori della Liturgia, e in memoria dei vivi e dei defunti della Chiesa.

[2] Elena Ivanovna Molokhovets (1831-1918), autrice di un classico della letteratura culinaria russa, il libro di cucina "Un dono alle giovani donne di casa, o un mezzo per ridurre i costi della famiglia" (1861).

 
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Una domanda su barbe e capelli di clero e monaci

Caro padre Ambrogio,

secondo lei è normale che alcuni padri vadano in giro con barba e capelli lunghi e anche disordinati, mentre alcuni si legano i capelli per la liturgia? Mi sembra da donna portare la coda. Quando poi hanno barba e capelli lunghi bianchi mi fa paura avvicinarmi, più che Dio padre mi sembrano dei maghi...

A. (1/8/2016)

 

Cara A.,

di solito quando mi fanno la domanda “perché portate la barba?”, offro la scelta tra due risposte: quella spietatamente sincera (“perché abbiamo i testicoli”) o quella più carina e diplomatica (“perché siamo maschietti”), ma il risultato non cambia. Il fatto è che la barba è una parte naturale del corpo umano maschile, così come i capelli lo sono per entrambi i sessi. Per di più, nei nostri paesi europei le barbe crescono abbastanza lunghe e folte, e quel che è più importante, sono un carattere sessuale secondario, che indica la presenza di caratteri sessuali primari (testicoli) dal funzionamento normale. Ci sono voluti oltre due millenni e mezzo di dominio dell’antica tradizione romana (che in modo del tutto illogico, considerava virili gli uomini sbarbati ed effeminati quelli barbuti) per arrivare ad aberrazioni come l’orrore delle donne per le barbe. Paradossalmente, invece, il fatto che una donna non sia attratta da una barba bianca è fisiologico (l’età avanzata non è certo un invito a fare figli sani), ma per essere completamente coerente, una donna che ha paura di una barba bianca in un uomo dovrebbe avere altrettanta paura dei capelli bianchi, o di qualunque carattere (come le rughe) che indica vecchiaia.

Quanto alla lunghezza, è una variabile assolutamente dipendente dai desideri e dalle espressioni culturali e tradizionali. I tagli sono sempre interventi esterni, e solitamente sono armonici quando sono applicati a barba e capelli in misura uguale. A una barba lasciata fluire dovrebbero corrispondere capelli lasciati fluire; a una barba media o corta dovrebbero corrispondere capelli medi o corti, a una barba rasata... capelli rasati. Ecco perché vengono considerati innaturali e forzati gli stili di chi tiene barba lunga e capelli cortissimi, come i frati cappuccini, alcuni ebrei ortodossi (che accanto ai capi rasati sfoggiano peyot lunghissime sulle tempie) e alcuni musulmani che oltre a tenere la barba lunga si radono quasi del tutto capelli e baffi) e così via.

L’espressione della barba e dei capelli lunghi nel clero ortodosso viene dalla tradizione monastica, e nel monachesimo la cosa ha un senso assolutamente razionale: il monaco (o la monaca) non si deve preoccupare del proprio aspetto, ma deve lasciare il proprio corpo così come Dio lo ha fatto. Il monaco non deve stare a “coltivare” barba e capelli (il che non significa che non deve lavarseli), e la monaca non deve sfoggiare i propri capelli (che possono essere un veicolo di attrazione sessuale) in pubblico. Ora, capelli e barba “incolti” non significa necessariamente capelli e barba sporchi, oppure arruffati: significa solo che lavaggi, pettinatura e cura devono essere ridotti a un minimo razionale. Uno dei migliori modi per prendersi cura dei capelli e non farli arruffare è raccoglierli in una coda. Questo è stato fatto tradizionalmente da tutte le culture in cui si tenevano i capelli lunghi (inclusi gli uomini ebrei dei tempi di Gesù... basta vedere le icone del Salvatore). Chi l’ha detto che portare una coda sia da donna? Piuttosto, può sembrare molto più effeminato portarli sciolti (cosa che obbliga a pettinarli più frequentemente), e nei rari casi in cui al clero russo era permesso portare i capelli sciolti (per esempio ai diaconi e ai preti sposati, o ai monaci il Venerdì Santo, o ai vescovi per la Liturgia), spesso si doveva fare un tale lavoro di pettini in chiesa da far preferire che i capelli se ne stessero raccolti in una coda.

Nel caso dei preti sposati, molto spesso la lunghezza di barba e capelli è determinata dalla... presbitera, e molto spesso i desideri delle mogli sono determinati dai capricci della moda delle società (ecco perché i preti greci e romeni, nelle cui società stanno sparendo i segni di  distinzione antica come i veli femminili, vanno spesso in giro con barbe e capelli corti, e certi preti romeni (quelli che vengono da regioni in cui c’era una forte presenza di clero cattolico di rito romano) anche del tutto rasati. Se osserva le foto del clero ortodosso fino agli inizi del XX secolo, noterà che preti e diaconi sposati sono virtualmente indistinguibili dai monaci per quanto riguarda barba e capelli. Pertanto è la modernità che ha fatto aberrazioni, non la tradizione.

Occorre ricordare che molti citano 1 Corinzi 11:14 per dire che gli uomini dovrebbero tenere i capelli corti, e in questo non solo disprezzano una tradizione millenaria (come se i monaci che conoscevano il Nuovo Testamento a memoria non sapessero cosa diceva Paolo), ma danno prova di non sapere neppure il greco. Paolo dice che per gli uomini è disdicevole tenere una “chioma” (in greco koma) lunga, ma non dice niente dei capelli in sé (in greco thrix). Per “chioma”, Paolo indica le acconciature elaborate (treccine, e cose del genere), che a quei tempi caratterizzavano gli uomini effeminati. Che Paolo non avesse niente contro i capelli lunghi è testimoniato dal fatto che egli stesso si faceva crescere i capelli come segno di un voto (Atti 18:18), così come facevano molti ebrei del suo tempo.

Spero che la risposta sia esauriente, e che leggerla non sia... una barba!

 
Una breve storia dell'Ortodossia in Ungheria

Come molti altri paesi situati tra l'Europa orientale e quella occidentale, il passato ortodosso dell'Ungheria è molto complesso e dimenticato. Sebbene, come la Polonia, l'Ungheria sia stata illuminata solo più avanti nella storia dell'Ortodossia europea, molti santi sono usciti dal suo territorio. Questo è dovuto al fatto che in tempi più antichi, prima della venuta degli ungheresi, o magiari, questo territorio era noto come Pannonia ed era anch'esso associato all'apostolo Andrea. Come tale, nel quarto, quinto e sesto secolo, ha prodotto alcuni dei più grandi tra i santi ortodossi, come san Martino di Tours e san Martino di Braga.

Forse fu per le preghiere di questi antichi santi e sulle fondamenta della loro pietà, che il popolo ungherese, operaio dell'undicesima ora, riuscì a conoscere la santità. Il loro primo missionario era un vescovo o sacerdote chiamato Gabriele, mandato da Costantinopoli intorno al 920. Non sappiamo niente del successo o della sua missione prematura. Circa vent'anni dopo una delegazione degli ungheresi andò a Costantinopoli e il loro capo, un certo Bultsu, fu battezzato, con l'imperatore come padrino. Anche se più tardi Bultsu abbandonò la fede, alcuni anni dopo un altro capo magiaro chiamato Gyula fu battezzato. Questi ritornò alla sua gente con un vescovo chiamato Ieroteo, che era stato consacrato vescovo dei magiari a Costantinopoli. Cosrtui fece molti convertiti tra il popolo ungherese e l'influenza greca continuò per circa due secoli nella metà orientale dell'Ungheria. Tuttavia, attraverso le intercessioni dell'arcangelo Gabriele, patrono del suo primo missionario, Gabriele, l'Ungheria alla fine giunse alla fede sotto il santo re Stefano (+ 1038), che fondò il monastero di Pannonhalma e confermò i diritti del monastero metropolitano della Theotokos a Veszprém. Sostenne la missione cattolica nel paese con un interesse politico. Ma abbiamo dati su cristiani ortodossi e i loro monasteri fino alla 4a crociata, quando fu completato lo scisma tra Oriente e Occidente. In quel periodo la seconda sede episcopale in Ungheria, Kalocsa, era pari alla sede metropolitana di Tourkia. Con la cessazione delle relazioni con l'Impero bizantino e l'invasione dei mongoli ebbe inizio la decadenza della cristianità ortodossa ungherese. Ma la fede ortodossa fu aiutata dagli spostamenti di altre etnie in Ungheria (serbi, romani, ruteni). Nell'Ortodossia ungherese fu importante l'arrivo dei commercianti greci. La loro assimilazione era necessaria per le loro attività e i contatti con gli ungheresi. Nelle chiese fondate dai greci fu introdotta la lingua ungherese, ma non ufficialmente. Nella vita liturgica furono prodotti libri ortodossi in ungherese. Si cercarono relazioni canoniche con i vescovi ortodossi serbi di Buda e il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, senza risultato a causa della loro identità ungherese. Solo dopo la seconda guerra mondiale, nel 1949, furono accolti nella Chiesa ortodossa russa dal patriarca Alessio I, che fondò per loro un decanato, trasformato nel 2000 al rango di eparchia con un vescovo governatore (carica ricoperta dal vescovo Mark di Egor'evsk). In questo periodo nelle parrocchie di Budapest, Miskolc, Szeged, Nyíregyháza, Debrecen, Gyöngyös ci sono circa 5.000 fedeli e 13 sacerdoti, un ieromonaco e due monache.

 
Le belle città medievali a nord di Mosca – Il cuore spirituale della Russia

(Video non disponibile - chiedetevi perché)

Annunciatore:

Oggi, uno dei percorsi turistici più noti e popolari in Russia – l'Anello d'Oro – celebra il suo 50° anniversario. Le antiche città russe attraggono tradizionalmente turisti sofisticati provenienti da tutto il mondo. Un nuovo documento è stato presentato oggi a Jaroslavl': il passaporto del viaggiatore dell'Anello d'Oro. Diverse coppie sposate hanno anche celebrato i loro anniversari di nozze d'oro. Marina Gromova ci dirà dove può portarti un anello, se è d'oro.

Corrispondente:

Lo scampanio delle campane si estende sul Cremlino, sul Lago Nero, e più oltre sul monastero di san Giacomo il Salvatore. Dicono che se non hai sentito suonare le campane a Rostov, non sei stato in città. Nel XIX secolo, un monaco locale ha scritto la musica delle campane.

Dmitrij Smirnov, campanaro capo:

"Quello che stiamo sentendo ora è ciò che la gente sentiva 200 anni fa. Riesce a immaginare il legame temporale? Il pubblico cambia, cambiano i campanari, ma il suono della campana rimane lo stesso."

Corrispondente:

Mantenere le tradizioni è tipico dei residenti di Rostov.

Lo smalto di Rostov è di moda da quasi tre secoli. Le artigiane dipingono a mano sullo smalto. Potete trovare qualcosa di non convenzionale nel quartiere delle cipolle, se siete abbastanza coraggiosi da bere un tè alle cipolle o da provare la marmellata di cipolle.

Turista:

"Sa di cipolle".

Residente:

"Perché è fatta di cipolle".

Corrispondente:

Il villaggio di Kriushkino non lontano da Pereslavl-Zalesskij è come una fiaba che prende vita: una capanna di tronchi con decorazioni in pizzo. All'interno c'è una stufa russa, stuoie simili a serpenti, tutto è fatto con amore nel tradizionale stile russo.

Galina Nikolenko, nipote del fondatore dell'itinerario: "Questa è la vetrata che rappresenta una delle cattedrali del'Anello d'Oro. Se cammina per la casa e la osserva da vicino, vedrà che tutto è collegato all'Anello d'Oro".

Nelle vicinanze si trova il lago Pleshcheevo e non lontano da lì ci sono i muri di pietra bianca del monastero Nikitskij. Jurij Bychkov, giornalista e ricercatore, comprò una casa qui nel 1975, 8 anni dopo che la rivista "Cultura sovietica" aveva pubblicato una serie di suoi articoli sulle città russe, che comprendevano il cosiddetto Anello d'Oro.

La leggenda narra che l'idea di un itinerario turistico è venuta a Jurij a Suzdal', che ospita molti turisti anche in bassa stagione. Le cupole di Vladimir brillano nel cielo grigio tipico dell'autunno. Ivanovo, Sergiev Posad, Kostroma – ognuna ha qualcosa di proprio in serbo per gli ospiti.

Il centro storico di Jaroslavl', così come la città stessa, inizia a Strelka – un punto d'incontro di due fiumi: il Kotorosl' e l'ampia Madre Volga. Grandi navi vi navigano in estate, torme di turisti passeggiano su queste strade. È un posto incredibile, sia visto dalle sponde sia dal fiume, i paesaggi sono affascinanti. Che sia estate, inverno o anche autunno inoltrato, ogni città è come un libro infinito che ti incanta.

Viaggiando attraverso l'Anello d'Oro, un famoso itinerario che celebra il suo 50° anniversario, si scopre sempre qualcosa di nuovo.

 
Il "rito occidentale" è giusto per gli ortodossi?

La stragrande maggioranza dei cristiani ortodossi si identifica con una specifica modalità di culto ortodosso. Anche se diverse lingue sono utilizzate in tutto il mondo ortodosso, i cristiani ortodossi che viaggiano – o che visitano semplicemente una diversa "giurisdizione" in America – possono contare su un'architettura ecclesiale dall'aspetto familiare, sullo stesso schema della Liturgia e su modalità per accostarsi e ricevere il sacramento della comunione che sono le stesse a cui sono abituati. O almeno lo potevano fino a poco tempo fa. In America un crescente numero di convertiti all'Ortodossia utilizza un rito liturgico che sembra molto più simile a quello del cattolicesimo romano e dell'anglicanesimo attorno agli anni '60. Questo rito è stato promosso con entusiasmo in alcuni ambienti della Chiesa come un'Ortodossia "di rito occidentale".

Julian Joseph Overbeck (1820-1905)

L'idea di utilizzare un "rito occidentale" nella Chiesa ortodossa è emersa per la prima volta in Inghilterra durante il XIX secolo. Un ex cattolico, il dottor Joseph Overbeck, si unì alla Chiesa ortodossa in quel paese e apparentemente decise che l'Ortodossia non sarebbe mai stata in grado di evangelizzare l'Occidente a meno che non utilizzasse forme occidentali di culto. In caso contrario, pensava, la Chiesa non avrebbe avuto una "memoria occidentale." Overbeck suggerì di utilizzare una versione della Messa romana, depurata da eventuali errori medievali. La sua proposta, anche se accolta con interesse in alcune parti della Chiesa ortodossa, non fu attuata.

il metropolita Anthony Bashir (1898-1966)

Precedentemente, nel XX secolo, un piccolo gruppo di "rito occidentale" – l'Eglise Catholique-Orthodoxe – ha iniziato a operare in Francia. E ancor più tardi, alla fine degli anni '50, un altro piccolo gruppo (i Padri basiliani) è stato ricevuto nell'arcidiocesi ortodossa antiochena degli Stati Uniti dall'allora metropolita Anthony Bashir. Questi Padri basiliani sono diventati l'inizio di una presenza canonica del "rito occidentale" in questo paese. Anche se il "rito occidentale" dell'arcidiocesi antiochena è continuato per anni come una mera manciata di parrocchie, ha recentemente ricevuto una "boccata d'ossigeno" con la ricezione nell'Ortodossia di un certo numero di episcopaliani scontenti – a volte anche intere parrocchie. Si sostiene che l'esistenza di un "rito occidentale" all'interno dell'Ortodossia offre a questi anglo-cattolici una soluzione pressoché perfetta, in quanto possono entrare nella Chiesa senza cambiare sostanzialmente la loro modalità di culto. Dopo tutto, perché si dovrebbero mettere "barriere inutili" sulla loro strada? Inoltre – così ci viene detto – queste comunità di "rito occidentale" rappresentano un ritorno alla Chiesa ortodossa dell'autentico culto ortodosso pre-scismatico dell'antico Occidente cristiano e di conseguenza migliorano la cattolicità e l'appello della Chiesa a tutte le persone.

Per quanto avvincenti possano sembrare questi argomenti, la presenza di un "rito occidentale" all'interno dell'Ortodossia rappresenta un cambiamento rispetto al modo in cui sono andate le cose dallo scisma occidentale dell'XI secolo (o almeno a partire dalla quarta crociata). Come tale, questa innovazione deve essere esaminata attentamente. Per brevità, ci limiteremo qui all'Ortodossia di "rito occidentale" come praticata in America e la esamineremo sulla base di quattro domande fondamentali:

1) Il "rito occidentale" ricostituito rappresenta in realtà un autentico ritorno al culto ortodosso pre-scismatico dell'antico Occidente cristiano?

2) Se ci fosse un ritorno in massa dei cristiani occidentali all'Ortodossia (per esempio, un'unione con Roma e Canterbury), questo "rito occidentale" fornirebbe un precedente praticabile?

3) La Chiesa ortodossa ha bisogno di un "rito occidentale" per evangelizzare gli americani?

4) Il "rito occidentale" serve oggi le esigenze interne della Chiesa ortodossa in questo paese?

Il "rito occidentale" ricostituito rappresenta in realtà un autentico ritorno al culto ortodosso pre-scismatico dell'antico Occidente cristiano?

Il "rito occidentale", come attualmente praticato nell'arcidiocesi antiochena, si compone di due liturgie eucaristiche. Poiché sono molto diverse l'una dall'altra, consideriamole separatamente.

In primo luogo, la "Liturgia di san Gregorio": questa liturgia è chiamata così perché rappresenta presumibilmente il rito romano, come praticata ai tempi di san Gregorio Magno, il vescovo di Roma dal 590 al 604 d. C. Non c'è dubbio che san Gregorio Magno ha lasciato il suo segno nella storia del culto – non solo in Occidente, ma anche nella parte orientale (di fatto, si può sostenere che la Chiesa ortodossa ha già una Liturgia di san Gregorio – vale a dire, la Liturgia dei Presantificati, dove questo santo è sempre commemorato al congedo). Se trovarsi ad avere due Liturgie di san Gregorio non è ancora abbastanza confuso, la questione rimane se la Liturgia di san Gregorio, come attualmente praticata nelle parrocchie "rito occidentale" dell'arcidiocesi antiochena, si merita questo titolo. In realtà, ciò che ci viene presentato è la Messa latina tridentina (vale a dire, il Messale di Pio V, stampato nel 1570), tradotta dal latino nell'inglese di re Giacomo, con – tra le altre cose – i riferimenti ai "meriti dei santi" lasciati fuori e l'epiclesi della Liturgia di san Giovanni Crisostomo appiccicata dentro. A questo proposito, ci sono un paio di cose da tenere a mente. In primo luogo, la Messa tridentina era la liturgia della Chiesa romana riveduta nella controriforma. In secondo luogo, il Sacramentario gregoriano (che, per quanto riguarda la tradizione dei manoscritti, è in primo luogo franco e non romano in origine) era già stato rivisto nell'XI secolo (vicino al momento dello scisma d'Occidente). Così l'attuale "Liturgia di san Gregorio", come quella usata in America nelle parrocchie di "rito occidentale" è lontana di almeno due revisioni dal santo di cui porta il nome – ed entrambe le revisioni sono state fatte in momenti di gravi crisi di fede in Occidente.

L'inadeguatezza di questo rito si rivela in modo evidente a un attento esame. L'anafora, per esempio – ben lungi dall'essere una sola preghiera unificata come ci si aspetterebbe – sembra più una collezione vagamente assemblata di preghiere. Cosa ancor più strana, la prima di queste preghiere inizia con la parola "therefore", ovvero "pertanto" (...riferendosi a che cosa? A quanto pare, alcune parti della traduzione sono scomparse!). Come se la natura sconnessa di questa anafora non bastasse, gli ortodossi ben intenzionati che si sono messi ad armeggiare con essa non hanno fatto altro che peggiorare le cose. Secondo il grande studioso liturgico ortodosso, san Nicola Cabasilas, la preghiera nel rito romano "Supplices te rogamus" ("umilmente ti imploriamo") è una forma di "epiclesi ascendente". Nonostante questo, è stata aggiunta l'epiclesi dalla Liturgia di san Giovanni Crisostomo, dando così a questo rito sia un'epiclesi ascendente sia una discendente, in cui il celebrante prega per il completamento della consacrazione dei doni dopo che questo completamento è già avvenuto! Inoltre, vengono mantenute caratteristiche improbabili come "l'ultimo Vangelo" (si tratta della lettura del prologo del Vangelo di Giovanni alla fine della funzione, una pratica che era iniziata come devozione privata dei celebranti tra i secoli XI e XVI, e che nel XVI secolo era diventata un'appendice prescritta della Messa).

In secondo luogo, abbiamo la "Liturgia di san Tikhon": per quanto inappropriata possa sembrare la "Liturgia di san Gregorio" per il culto ortodosso, non ci sono paragoni con l'altra liturgia di "rito occidentale" attualmente in uso, che in qualche modo è stata chiamata con il nome di un santo russo del XX secolo. San Tikhon aveva servito come capo della Chiesa ortodossa russa in Nord America prima di essere eletto patriarca di Mosca nel 1917. Durante il suo mandato in America, a quanto pare, aveva ricevuto una petizione per l'utilizzo di un "rito occidentale" da parte di un gruppo di episcopaliani anglo-cattolici americani. San Tikhon inoltrò quindi la richiesta al Santo Sinodo di Mosca, che esaminò attentamente la proposta e concesse la possibilità di un "rito occidentale", a condizione che fossero fatti cambiamenti di vasta portata nel Book of Common Prayer. Il Santo Sinodo lasciò la decisione finale a san Tikhon, che – per qualsiasi motivo – non autorizzò mai formalmente la costituzione di un "rito occidentale" durante il suo pastorato in America. Sembra pertanto estremamente azzardato chiamare questa liturgia con il nome di san Tikhon. Non è lui il "padre" di questo "rito occidentale", neanche lontanamente allo stesso modo in cui san Giovanni Crisostomo e san Basilio il Grande sono i padri delle Liturgie che portano i loro nomi. Inoltre, anche se san Tikhon avesse autorizzato l'uso di un "rito occidentale", nessuna decisione amministrativa fatta da un santo dovrebbe essere considerata infallibile.

chiesa di sant'Agostino, Denver (CO)

Cos'è, allora, la "Liturgia di san Tikhon"? Prima di tutto, non è il rito eucaristico del Book of Common Prayer come approvato in qualsiasi tempo dalla Chiesa episcopaliana. Piuttosto, si basa su uno strano genere di amalgama comunemente noto come "il Messale anglicano". Questo Messale è stato sviluppato da anglo-cattolici per colmare le lacune percepite nel Book of Common Prayer. Il Messale anglicano contiene l'anafora e altre preghiere del Book of Common Prayer, commiste a parti dell'anafora e altre preghiere della Messa tridentina tradotte dal latino nell'inglese di re Giacomo. Come utilizzato ora nel "rito occidentale" dell'arcidiocesi antiochena, contiene ancora ulteriori aggiunte e correzioni apportate dagli ortodossi. Non si potrebbe immaginare un guazzabuglio liturgico più confuso! La "Liturgia di san Tikhon" è il rito riformato di Thomas Cranmer, con aggiunte del rito della contro-riforma del Concilio di Trento, con ulteriori ritocchi superficiali, al fine di renderlo "più ortodosso".

In difesa di questo rito, alcuni ortodossi dicono che dovremmo accettarlo perché "non contiene niente di eretico". Purtroppo, questo è di per sé un argomento anglicano. Un rito ortodosso deve fare molto di più che evitare l'eresia – deve chiaramente annunciare e insegnare la fede ortodossa. Nella Russia comunista come nella Grecia ottomana, la sola Liturgia ortodossa ha mantenuto la fede attraverso lunghi anni di persecuzione. Tenendo presente che Cranmer era probabilmente uno zwingliano che aveva progettato il suo rito per esprimere "l'assenza reale" di Cristo nell'eucaristia, è facile vedere che la "Liturgia di san Tikhon" non avrebbe mai potuto soddisfare il criterio fondamentale di essere una Liturgia ortodossa.

In sintesi, la "Liturgia di san Tikhon" non ha alcuna sorta di validità storica. La "Liturgia di san Gregorio" può essere fatta risalire a quel grande santo solo in modo molto attenuato. Il fatto è semplice, né l'una né l'altra di queste liturgie rappresenta un autentico ritorno al culto ortodosso pre-scismatico dell'antico Occidente cristiano.

Il "rito occidentale" fornisce un sentiero per l'eventuale riunione dei cristiani?

Con la ricezione di parrocchie di "rito occidentale" nell'Ortodossia, ci sono stati alcuni che hanno percepito che l'ideale uniate aveva ormai trovato la sua vera casa. Il confronto degli ortodossi di rito occidentale con i cattolici di rito orientale è, naturalmente, inevitabile. E, dovremmo tenere a mente che, storicamente, Roma ha spesso considerato i suoi cattolici di rito orientale come un ponte di unione con gli ortodossi. Quanto successo ha avuto quel ponte?

La verità è che l'uniatismo è stato un ostacolo continuo all'unità tra l'Ortodossia e Roma. E questa difficoltà ricorrente ha rialzato la testa ancora una volta solo di recente, con il crollo del comunismo in Europa orientale. Dovremmo essere estremamente ingenui nel supporre che l'Ortodossia di "rito occidentale" avrà un risultato più vantaggioso. Se crescono in numero, gli ortodossi di "rito occidentale" appariranno sempre più ai cristiani occidentali come una sorta di pseudo-ortodossi il cui scopo non è quello di evangelizzare, ma di fare proseliti.

chiesa di san Cuthbert, Providence (RI)

Qualcuno potrebbe ancora sostenere che il "rito occidentale" potrebbe almeno dimostrare ai cristiani "occidentali" che cosa l'Ortodossia si aspetterebbe liturgicamente se dovesse verificarsi una riunione dei cristiani. Eppure anche questo è infondato. Il fatto è semplice: quelle parrocchie che utilizzano il "rito occidentale" nell'arcidiocesi antiochena non stanno seguendo il "rito occidentale" che ora è praticato dalla stragrande maggioranza dei cristiani "occidentali". In effetti, ci si deve chiedere perché la Chiesa ortodossa si sia dovuta trasformare in un porto sicuro per una piccola minoranza di cristiani occidentali che hanno respinto le riforme del movimento liturgico. Per quanto riguarda la "Liturgia di san Gregorio", sarebbe ridicolo per gli ortodossi dire ai cattolici romani che dovrebbero tornare a fare "l'ultimo Vangelo" alla fine della loro Liturgia. O che le revisioni effettuate dal Vaticano II sull'anafora romana, perché sia letta come una singola preghiera, sono in qualche modo fuorvianti. La "Liturgia di san Tikhon" sarebbe ancora più indifendibile nel caso degli anglicani. Molte delle recenti revisioni al Book of Common Prayer (come quelle al Messale Romano) sono state basate su una solida cultura liturgica – e molte di esse sono chiaramente prestiti dall'antico Oriente cristiano! Inoltre, dal momento che entrambe queste liturgie di "rito occidentale " vengono celebrate nell'inglese "di re Giacomo", stiamo dicendo ai cristiani delle diverse confessioni occidentali che l'inglese moderno è inaccettabile come lingua liturgica? Questo, nonostante il fatto che l'inglese moderno sia ora utilizzato in molte traduzioni della Liturgia di san Giovanni Crisostomo?

In sintesi, un'Ortodossia di "rito occidentale", almeno come viene attualmente praticata, sembra destinata ad avere un effetto sempre più negativo sulla nostra posizione già turbata nelle relazioni ecumeniche.

La Chiesa ortodossa ha bisogno di un "rito occidentale" per evangelizzare gli americani?

Se siamo in grado di immaginare Overbeck nell'Inghilterra del XIX secolo potremmo capire perché riteneva che un'Ortodossia che utilizzasse un "rito occidentale" fosse assolutamente essenziale se la Chiesa voleva avere una missione praticabile in Occidente. Overbeck sarebbe stato in grado di sperimentare solo il culto ortodosso degli immigrati recenti, che non usavano l'inglese, ma le lingue delle loro madrepatrie. Nessuna meraviglia che abbia potuto giungere alla conclusione che solo un'Ortodossia con un rito diverso, dotata di una memoria occidentale, potesse mai tornare a essere la Chiesa del venerabile Beda.

chiesa della santa Incarnazione, Detroit (MI)

San Beda, naturalmente, è stato un grande storico anglosassone che visse molto tempo prima dello scisma d'Occidente. Come tale, egli è perfettamente accettabile per noi ortodossi oggi come santo da venerare. Allo stesso modo lo sono molti altri santi dell'Europa nord-occidentale – come Patrizio, Aidan, Albano e altri, che sono ora inclusi nei calendari liturgici delle Chiese ortodosse. È ovviamente un grande vantaggio per i convertiti poter venerare santi della loro origine etnica – e ciò mostra la cattolicità della Chiesa. Chiaramente, l'Ortodossia non è obbligata ad avere un "rito occidentale" per avere una memoria occidentale. Con questo in mente, supponiamo che l'esperienza ecclesiale di Overbeck della Chiesa sia stata molto diversa. Supponiamo che abbia potuto partecipare alla celebrazione della Liturgia di san Giovanni Crisostomo in occasione della festa del venerabile Beda e che là nel nartece vi sia stata una bella icona di questo santo esposta alla venerazione dei fedeli. Supponiamo anche che la Liturgia sia stata condotta interamente in inglese. Cosa avrebbe potuto trovare mancante per celebrare la festa di questo grande santo dell'antico occidente cristiano? È vero, la Liturgia non sarebbe stata celebrata esattamente nello stesso modo in cui l'avrebbe sperimentata lo stesso Beda. (Ma allora – di gran lunga – nessuna delle due Liturgie "di rito occidentale", di san Tikhon o di san Gregorio, sarebbe stata la stessa di quella del venerabile Beda). Ciò che conta di più è che la Liturgia di san Giovanni Crisostomo è simile in tutti gli elementi essenziali all'antica vita liturgica pre-scismatica dell'Occidente.

Senza dubbio, il culto bizantino ha dimostrato la sua idoneità per tutti i popoli. È diventato l'espressione liturgica dominante per i russi tanto autenticamente quanto lo era stato per i greci. Inoltre si è radicato profondamente nella cultura di quei "latini" ortodossi, i romeni. E in Alaska ha espresso le aspirazioni religiose di culture native – aleuti, tlingit e altri. La Liturgia di san Giovanni Crisostomo viene ora celebrata in giapponese, in coreano e in una mezza dozzina di lingue tribali in Africa. Recentemente, ha fornito il culto scritturale che era stato cercato dalla Chiesa Ortodossa Evangelica, e che è divenuta la Missione Evangelica Ortodossa Antiochena. L'uso della tradizione liturgica bizantina in questa missione è uno dei più forti argomenti contro la necessità di un "rito occidentale" ai fini di evangelizzazione in America.

Ma l'uso del "rito occidentale" non rende più facile portare nella Chiesa la gente, quando questa ha già "la propria" tradizione liturgica? Forse, ma gli svantaggi sono enormi. Poco dopo che la sua ex parrocchia episcopaliana è stata ricevuta nel "rito occidentale" dell'arcidiocesi antiochena a Spokane, WA, una donna ha commentato: "Eravamo una sorta di reietti nella Chiesa episcopaliana perché pregavamo alla vecchia maniera. Ora ci sentiamo al passo con la nostra Chiesa ". Purtroppo, può essere solo una questione di tempo prima che lei scopra che ora liturgicamente è molto meno al passo con la sua nuova Chiesa di quanto lo sia mai stata con la vecchia. In sintesi, l'uso del "rito occidentale" come strumento di evangelizzazione sembra inutile nel migliore dei casi e fuorviante nel peggiore.

Il "rito occidentale" serve oggi le esigenze interne della Chiesa ortodossa in questo paese?

Un cristiano ortodosso competente, se gli si chiede quale sia oggi il più grande bisogno della Chiesa in Europa occidentale e nelle Americhe, probabilmente risponderebbe con una sola parola: l'unità. A questo proposito, la tradizione liturgica bizantina è stata di inestimabile valore nel tenere insieme la Chiesa. D'altra parte, l'etnicità è stata probabilmente la più grande forza di disunione. Il patrimonio etnico, naturalmente, non deve essere un fattore di divisione. Si può essere orgogliosi del proprio patrimonio mentre si celebra il fatto che uno fa parte di una Chiesa che è veramente multietnica (al contrario di "non-etnica", l'alternativa che è talvolta erroneamente presentata).

Come si inserisce il "rito occidentale" in questo bisogno di portare insieme la Chiesa come una comunità veramente multietnica, unita dalla fede e dal culto? Purtroppo, il "rito occidentale" può essere visto come una sorta di "super-etnicità", che è esattamente l'opposto di ciò di cui la Chiesa ha bisogno oggi. Per ristretto che possa essere il loro punto di vista etnico, e per quanto possano insistere fermamente sull'uso della propria lingua, i cristiani ortodossi hanno sempre mostrato una volontà di utilizzare una forma di culto comune... fino ad ora. A tutti gli effetti, l'uso del "rito occidentale" è un ulteriore passo avanti rispetto all'etnicità. Non solo questi convertiti insistono sull'uso di una forma (arcaica) della propria lingua, ma insistono anche a utilizzare un rito liturgico esclusivo che non è comune a nessun altro che a se stessi.

chiesa della santa Croce, Omaha (NE)

I cristiani ortodossi che visitano una parrocchia di "rito occidentale" si troveranno in un ambiente estraneo. Non solo la struttura del culto in una parrocchia di "rito occidentale" sarà loro sconosciuta, ma il metodo stesso di ricevere il sacramento della comunione sarà differente, in modo che, anche se sono tecnicamente in comunione, i visitatori provenienti dalle tradizioni ortodosse più stabilite saranno scoraggiati dal ricevere i santi misteri. (I visitatori di "rito occidentale" in altre parrocchie ortodosse si sentiranno allo stesso modo a disagio). Contrariamente alle antiche pratiche della Chiesa, ai membri del clero "bizantino" che visitano parrocchie di "rito occidentale" non è permesso – nella corrente pratica antiochena – concelebrare (e non saprebbero come fare, anche se fosse loro consentito). Le funzioni pan-ortodosse come il vespro alla domenica dell'Ortodossia sono ora rese complesse se non addirittura confuse per la possibile presenza del clero di "rito occidentale". Il pellegrinaggio è una parte vitale della tradizione ortodossa e la situazione attuale è destinata a influenzare i pellegrini di "rito occidentale" in paesi tradizionalmente ortodossi come la Grecia o la Russia. Invece di ritrovarsi "a casa" nelle tradizioni liturgiche di questi paesi stranieri, saranno stranieri nella loro stessa Chiesa, senza poter beneficiare pienamente dall'esperienza della vita liturgica servita in quei luoghi santi, le roccaforti di quella che si suppone essere la loro fede. Inoltre, ci sono dubbi che la maggioranza dei fedeli e del clero ortodossi in questi paesi accetterebbero visitatori di "rito occidentale" come se fossero "dei loro". Invece, saranno probabilmente considerati con una certa dose di sospetto, come una sorta di "pecore in vesti di lupi".

Forse la situazione dei cristiani ortodossi di "rito occidentale" si comprende meglio osservando la struttura stessa di una chiesa ortodossa, in cui la parte occidentale dell'edificio è chiamata nartece. Anche se sono canonicamente nel corpo di Cristo, la Chiesa, i cristiani ortodossi che utilizzano il "rito occidentale" sono ancora, in un certo senso, "solo nel nartece." Non saranno pienamente integrati nella vita della Chiesa fino a che non potranno farsi avanti e partecipare pienamente al culto liturgico della Chiesa con i loro fratelli e sorelle in Cristo.

Ci sono alcuni, ovviamente, che fanno notare che c'era una notevole diversità liturgica nella Chiesa antica – e quindi, perché non è possibile e anche auspicabile una tale diversità oggi? Esisteva di fatto una notevole variazione liturgica da un luogo a un altro in tempi antichi. La ragione era il semplice fatto che la persona media non viaggiava mai più di 25 miglia dal suo luogo di nascita e le comunicazioni da un luogo all'altro erano lente e difficili. In tali circostanze, la diversità liturgica era uno sviluppo naturale e non era quasi mai un problema. Oggi, invece, viviamo in quello che è stato definito un "villaggio globale" in cui le comunicazioni sono istantanee e le famiglie americane si trasferiscono spesso più volte, da uno stato all'altro, durante il periodo di crescita dei loro figli. Tutto nel nostro ambiente sostiene la necessità di una maggiore uniformità nella prassi liturgica. Per esempio: cosa devono fare i potenziali convertiti quando capita loro di vedere la copertura di un servizio ortodosso in televisione, si incuriosiscono, e quindi sono completamente confusi quando scoprono che l'Ortodossia nella loro zona ha un aspetto completamente diverso? O, al contrario, che cosa deve fare una famiglia ortodossa di "rito occidentale" quando si sposta in un'altra città dove l'unica parrocchia ortodossa è "bizantina" e possibilmente etnocentrica? Cosa faranno quando si sentiranno molto più a casa in una parrocchia dei "Continuing Anglicans" incontrata lungo la strada? In sintesi, il "rito occidentale" può solo impedire i progressi della Chiesa ortodossa verso il raggiungimento di un obiettivo di unità nella diversità etnica. Inoltre, una molteplicità di riti è semplicemente inadeguata in una società estremamente mobile collegata da comunicazioni globali.

Non c'è motivo di mettere in discussione le motivazioni di coloro che sostengono un "rito occidentale" all'interno dell'Ortodossia. Apparentemente, lo fanno per quelli che considerano i migliori dei motivi. In effetti, potremmo essere tutti d'accordo sui fini – ma con tutto il rispetto, non possiamo essere d'accordo sui mezzi. Il "rito occidentale" è intrinsecamente divisivo. Dunque, non dobbiamo permettergli di dividere la Chiesa. Allo stesso tempo, gli ortodossi che non accettano il "rito occidentale" non sono semplicemente "ostacoli al progresso." Piuttosto, stanno cercando di proteggere la Chiesa da una politica che non è né nell'interesse dei suoi membri già formati, né dei suoi convertiti. Ci rallegriamo di ogni occasione in cui i convertiti sono ricevuti nella Chiesa. Ma ci rincuora anche il fatto che molte parrocchie di "rito occidentale" vedono alla fine la saggezza di "convertirsi" alla tradizione liturgica bizantina. Possiamo solo sperare che altri continueranno a seguire tale buon esempio.

Padre Michael Johnson

parroco della chiesa di san Nicola a Tacoma, WA

The Priest. Bollettino del clero della diocesi di San Francisco. Numero 5, Maggio 1996 

 
Intervista a padre Robert Taft, S.J.

È sempre interessante incontrare persone che conoscono l’Ortodossia meglio di tanti ortodossi, anzi, nel caso del padre gesuita Robert Taft, persone che insegnano l’Ortodossia agli ortodossi. In un’intervista aperta e sincera al diacono Andrej Psarjov, curatore del sito ROCOR Studies, padre Robert racconta alcune tappe della sua vita, e ricorda come il cammino del dialogo tra cristiani può essere visto come problema, oppure come soluzione, a seconda delle nostre scelte. Presentiamo l’intervista a padre Robert Taft nella sezione “Confronti” dei documenti.

 
Né il peggio, né il meglio, ma il tempo stringe per la Novorossija

Dietro di voi svolazzano i vostri possibili passati

Alcuni spiritati e folli, alcuni spaventati e persi

Un avvertimento a chiunque sia ancora al comando

Di prendersi cura del proprio possibile futuro

Roger Waters

Il 1 luglio ho scritto un breve pezzo intitolato "Novorossija - Sperate per il meglio, preparatevi al peggio, e accontentatevi di tutto ciò che sta in mezzo", in cui osservavo i vari possibili esiti di quello che sembrava essere un imminente e massiccio attacco ucraino alla Novorossija. Credo che ora sia un buon momento per guardare alle spalle, osservare quello che è successo negli ultimi 40 giorni e confrontarlo con i possibili esiti.

Ci troviamo da qualche parte nel mezzo

In primo luogo, il miglior risultato possibile, che ho riassunto in questo modo: La speranza per il meglio è facile: la Resistenza della Novorossija mette in ritirata le forze naziste. Questo chiaramente non è accaduto e, francamente, era il risultato più improbabile. Tuttavia, devo notare che la distruzione del "Calderone del Sud" è un grande successo per la Resistenza che, credo, ha preso alla sprovvista la maggior parte della gente.

Allora, ecco come ho descritto il peggior risultato possibile:

Ma qual è la cosa peggiore che può succedere?

La cosa peggiore che può succedere è che un molti difensori della Novorossija siano uccisi, che le città di Slavjansk, Kramatorsk, Krasnyj Liman e altre siano sostanzialmente rase al suolo e la maggior parte dei loro abitanti uccisi, che la strada tra Donetsk e Lugansk sia tagliata dagli ucraini e che le forze ucraine penetrino in profondità all'interno di queste due città. Qui devo essere onesto, c'è una buona probabilità che tutto quanto sopra accadrà nelle prossime 24 ore.

Superficialmente, potrebbe sembrare che questo sia molto vicino a quello che è realmente accaduto. Tranne, ovviamente, che invece di farcela in 24 ore, gli ucraini ci hanno messo 40 giorni per raggiungere questo risultato. Poi, vi prego di considerare le seguenti "dettagli":

1. La Strada Donetsk-Lugansk non è stata ancora tagliata, ma è minacciata, senza dubbio. Ma gli ucraini hanno paura di cadere in una trappola e di doversi di nuovo arrendere. Quindi, anche se le loro forze sono entrate alcune città in tale asse, si sono dovuti ritirare di nuovo verso le loro posizioni.

2. Tutti i combattimenti si svolgono nelle periferia suburbana di queste città e nessuna forza ucraina è entrata all'interno di Lugansk o Donetsk vere e proprie. Sì, stanno bombardando senza pietà queste città, ma lo fanno per frustrazione, perché chiaramente non sono in grado di sfondare le linee difensive della Resistenza.

3. La distruzione del Calderone del Sud ha aperto 165 km di confine tra la Novorossija e la Russia e questo significa che, lungi dall'essere in grado di separare la Resistenza dalla Russia, la giunta è ora in controllo ancor meno di prima di importanti posti di frontiera.

In realtà, questi non sono dettagli, ma elementi cruciali del quadro strategico complessivo. Naturalmente, i civili stanno pagando un prezzo terribile per la mancanza di vero successo militare da parte della giunta, e questo tipo di orrore continuerà finché l'Occidente sosterrà pienamente la guerra di Poroshenko. Gli ucraini hanno bombardato edifici a caso, asili, chiese e persino ospedali. Purtroppo, questa è storia nota, questo è ciò che gli Stati Uniti hanno fatto in Serbia e Montenegro, questo è ciò che gli israeliani hanno fatto in Libano nel 2006, e questo è quello che stanno facendo ora a Gaza. Eppure, per terribili che siano queste atrocità, non le dovremmo scambiare per un qualche tipo di successo militare della giunta, ma tutto il contrario.

Nel mese di luglio, ho anche considerato la possibilità molto reale che le squadre della morte della giunta entrassero in realtà a Donetsk e/o a Lugansk. Ho scritto:

Anche se Poroshenko annunciasse che Donetsk e Lugansk sono "cadute", questa sarà solo una dichiarazione vuota, alla pari con la "missione compiuta" di George W. Bush. Che cosa *veramente* accadrà è che il tipo di guerra locale cambierà. Non solo cambierà, ma il nuovo tipo (urbano) di guerra negherà quasi completamente l'attuale enorme vantaggio in termini di aviazione, artiglieria e armatura della parte ucraina. Quindi, se queste città "cadono" – vi prego di non disperate.

A quanto pare, la Resistenza non ha dovuto rinunciare a difendersi in quello che i militari chiamano "terreno misto" (vegetazione, piccoli villaggi, ostacoli naturali), né ha dovuto ritirarsi in profondità all'interno delle aree urbane per negare gli enormi vantaggi della giunta in termini di mezzi e di uomini. Così, anche se questo tipo di notizia "il peggio non è accaduto" non crea buoni titoli di giornale, è molto importante, soprattutto se si considera il quadro più ampio.

La corsa contro il tempo

La guerra in Ucraina si è ora trasformata in una pura corsa contro il tempo. Se si dà per scontato che la giunta ha una quantità infinita di tempo a disposizione per schiacciare la Resistenza allora possiamo solo concludere che la Resistenza sarà completamente spazzata via. Non importa quanto aiuto segreto viene dalla Russia, la giunta è seduta in cima ad enormi depositi di armi antiquate, ma ancora utilizzabili. La giunta ha pure un immenso serbatoio di risorse umane. Quindi, non importa quanto eroicamente e abilmente la Resistenza possa lottare, sul lungo periodo semplicemente non può vincere. Anche se assumiamo che le forze ucraine nel Donbass siano portate a un totale punto morto dalla Resistenza, una cosa è difendersi contro un aggressore e un'altra montare un'offensiva di successo. Quindi, anche se gli ucraini vengono respinti indietro intorno a Donetsk, questo significa che ben difficilmente Strelkov potrà lanciare un contrattacco fino a Kiev. Non importa come la si metta, a lungo termine gli ucraini sono destinati a vincere.

Inoltre, secondo molte fonti gli ucraini hanno imparato a combattere, anche se hanno imparato a spese di un enorme costo in vite umane. Un mese o due fa avevamo una guerra di coscritti incompetenti contro i combattenti della Resistenza per lo più anziani, ma addestrati al combattimento. Questo ora è cambiato. Naturalmente, gli ucraini hanno subito perdite terribili, e le subiscono ancora, ma ci sono sempre più segni che coloro che sono sopravvissuti hanno imparato la lezione nel modo più duro e che sono molto più difficili da sconfiggere rispetto al passato.

Tuttavia, ci sono molte ragioni per cui gli ucraini non hanno molto tempo.

• I primi freddi arriveranno in un mese o giù di lì, seguiti dall'inverno.

• L'economia ucraina corre a motore spento verso un arresto completo (previsto intorno a settembre-ottobre).

• L'Unione Europea ha appena realizzato che le sanzioni di ritorsione imposte dalla Russia saranno estremamente costose e politicamente divisive.

• La vera storia dell'aereo MH17 continuerà a fuoriuscire in un modo o nell'altro.

• Le élite ucraine si stanno già combattendo l'una con l'altra abbastanza apertamente.

• I massacri costanti da parte degli squadroni della morte ucraini stanno diventando sempre più difficili da nascondere.

Per tutte queste ragioni, Poroshenko e i suoi sponsor avevano tanto bisogno di una vittoria, e presto, qualcosa da mostrare per spiegare che il regime non è sfortunato e che la volontà dello zio Sam "sia fatta come in cielo così sulla terra". Al contrario, ogni giorno che passa rende un intervento militare russo (improbabile ma sempre possibile) meno costoso politicamente. La linea di fondo è questa: il tempo è dalla parte della Russia, ma non dalla parte della Novorossija. Per la Novorossjia, la crisi è grave, gli orrori sono una realtà quotidiana della vita, e la difficoltà sono sempre più grandi. Eppure, la Resistenza della Novorossija ha fatto meglio, e molto meglio, di quanto io avessi temuto allora, e questo dovrebbe essere riconosciuto.

Opzioni russe al di là dell'intervento militare aperto

Tuttavia, dal momento che non sappiamo quanto entrambe le parti siano vicine al proprio di rottura, sembra che la situazione resti molto fluida, molto instabile e molto pericolosa. Io continuo a pensare che i russa devono fare di più per assicurarsi che la Novorossija non sia travolta (soprattutto se si considera la loro mancanza di profondità operativa, questo potrebbe accadere letteralmente nello spazio di 24 ore).

In primo luogo, la Russia dovrebbe aumentare in segreto i suoi aiuti militari, finanziari e tecnici, e probabilmente dovrebbe anche passare dalla sua presa di posizione ufficiale di "dichiarato non intervento" a una di "intervento limitato sulla base di motivi umanitari". Per lo meno, se gli Stati Uniti e le sue colonie hanno potuto radunare una conferenza dei cosiddetti "Amici della Siria", la Russia dovrebbe prendere in considerazione mosse politiche per contribuire ad alleviare la pressione sulla Novorossija. I paesi dei BRICS e i membri della SCO potrebbero dichiarare una situazione di emergenza sulla base della situazione umanitaria nella regione di Rostov. E se gli Stati Uniti vogliono considerare una missione umanitaria come un "intervento", così sia! Chi se ne frega di quello che potrebbero dire gli Stati Uniti? A questo punto gli Stati Uniti hanno detto di tutto ed è inutile, credo, far finta che la prossima dichiarazione dei loro "pazzi" faccia una differenza nel mondo reale.

 

In secondo luogo, ora che la Russia ha imposto sanzioni economiche contro l'Unione Europea, la Russia dovrebbe chiaramente precisare ai suoi "partner europei" che queste sanzioni rimarranno finché l'UE continua a comportarsi come un "cagnolino dello zio Sam". Mentre ufficialmente queste sanzioni sono una misura di ritorsione contro le sanzioni USA / UE, sono convinto che il loro vero scopo non è di rispondere alle sanzioni USA / UE, che sono piuttosto zoppe, ma di punire l'UE e di usare questa situazione per rompere l'asservimento totale dell'UE agli Stati Uniti. Questo è il motivo per cui la Russia ha scelto di utilizzare sanzioni settoriali, sanzioni che in modo molto preciso colpiscono le colonie americane più asservite (Polonia, Lituania) e, allo stesso tempo, le colonie americane più ribelli (Grecia, Francia, Spagna). Inoltre, la Russia si metterà ora a ri-orientare miliardi di suoi dollari / rubli lontano da quei paesi che hanno sostenuto lo Zio Sam verso coloro che non l'hanno sostenuto. Argentina, Brasile, Cina e altri stanno ora apertamente festeggiando la firma di grandi contratti con la Russia. Questo, a sua volta, significa che questi paesi avranno gradualmente un interesse personale sempre più grande nel mantenere eccellenti relazioni con la Russia, cosa che, a sua volta, darà alla Russia sempre più peso politico. La BBC ha riferito oggi che "il capo della Commissione europea Jose Manuel Barroso ha detto al presidente russo Vladimir Putin di non svolgere un'azione militare unilaterale in Ucraina orientale, sotto qualsiasi pretesto". Questo è un perfetto esempio di ciò che Nikolai Starikov ha chiamato "l'atteggiamento borioso nei confronti della Russia come se fosse un bambino colpevole, che deve essere punito e a cui deve essere insegnata una lezione". Chi diavolo pensa di essere, Barroso? C'è una guerra su vasta scala e un enorme disastro diritto umanitario alle porte della Russia e questo burocrate portoghese pensa di poter dire alla Russia quello che può fare o non fare?! Le sanzioni russe devono insegnare a Barroso e a quelli come lui una buona lezione sul dolore, per far capire loro che è meglio che un cagnetto non abbai a un orso. All'Unione Europea si devono insegnare le buone maniere di base e questo è, ne sono abbastanza sicuro, un elemento centrale della politica russa delle sanzioni.

I prossimi mesi cruciali

Quindi tutto questo dovrà venire a capo nei prossimi mesi. In primo luogo, la Novorossija deve assolutamente resistere. Né Donetsk né Lugansk possono essere autorizzate a cadere. Se si arriva a questo, inizierà seriamente la "stagione del dolore" per il Banderastan e per l'Unione Europea, che non possono permettersi ciò che sta per colpirli. Una volta che abbia inizio un tale processo, la Russia avrà la possibilità di rilassarsi e di guardare gli escrementi bovini colpire il proverbiale ventilatore, a Kiev e Bruxelles. Allora vedremo di che cosa sono veramente fatti questi euro-patrioti.

Ma prima di tutto, la Novorossija deve resistere.

Saker

 
Arcivescovo Ireneo di Creta: "Ogni ora vivo il dolore del mondo"

"Mi dia dei soldi, sono pronto a uccidermi".

"Mi dia dei soldi; se non me ne da mi metterò a rubare".

Gente afflitta da debiti, per lo più proveniente da Iraklio, ogni giorno visita l'arcivescovo Ireneo di Creta in cerca di assistenza finanziaria.

Sono sommersi dai debiti, hanno una famiglia da mantenere, non riescono a trovare un lavoro, hanno perso il loro coraggio e le loro speranze, e hanno smesso di pensare razionalmente.

"Chiunque viene qui, lo aiutiamo. Non li allontaniamo", ha detto l'Arcivescovo a Patris. Inoltre ha detto: "Ogni giorno aumenta il numero dei nostri concittadini che chiedono aiuto. Sono persone scoraggiate che mi dicono che si uccideranno, che andranno a rubare. Ogni giorno la situazione peggiora".

"Il nostro fondo di beneficenza è vuoto, quindi offro ai poveri il mio stipendio".

Secondo l'arcivescovo di Creta, la maggior parte di coloro che cercano aiuto non è costituita da stranieri, ma sono cittadini di Iraklio, tuttavia, ci sono tanti bisogni e sono così grandi che il fondo di beneficenza dell'arcidiocesi è vuoto.

Inoltre, negli ultimi anni, sua Eminenza ha offerto tutto il suo stipendio, pari a 1.900 euro, a persone che hanno bisogno di aiuto. Ci ha detto: "Al momento l'arcidiocesi ha 35.000 euro di contributi da parte delle parrocchie (ogni parrocchia offre il 7% dei ricavi ogni anno) per coprire i costi di gestione come elettricità, acqua e simili, e nient'altro.

Il fondo di beneficenza è esaurito. Abbiamo dato tutto il nostro denaro a persone che sono nel bisogno e ogni mese io do il mio stipendio che è di 1.900 euro. Per anni il mio intero stipendio è andato ai poveri".

Alla domanda su cosa fa quando ha bisogno di un po' di denaro, disse: "Non ho bisogno di nulla. Mangio all'arcidiocesi, ho un letto su cui dormo, quindi non ho bisogno di altro".

Secondo l'arcivescovo, quando i soldi dal suo stipendio finiscono, lui cerca di prendere in prestito per dare a chi ha bisogno .

Quando abbiamo chiesto all'arcivescovo se il suo esempio è stato seguito da altri gerarchi, ha detto: "Non mi occupo di quello che fanno gli altri".

"Nonostante la crisi, molti continuano a spendere".

Non è ottimista sul futuro perché, come sottolinea, la gente, nonostante la grande crisi, continua a spendere sfacciatamente, a sfruttare i propri simili e non ha cambiato la propria mentalità .

Spiega: "Ci sono persone che mostrano grande solidarietà per il prossimo. Da un altro punto di vista, troppi altri spendono senza pensare, non fanno economie. Sono rimasto molto sorpreso quando ho letto che durante le vacanze, c'è stato molto movimento al mercato e la gente era molto consumista. sono preoccupato per la direzione in cui stiamo andando".

"Perché vediamo solo stranieri nei campi?"

L'arcivescovo ha aggiunto qualcos'altro che lo turba molto. Ha detto che i greci non vogliono fare certi specifici lavori. "Di recente sono andato in un vivaio e chiesto al proprietario perché sta assumendo solo stranieri. Ha risposto che i greci non vogliono lavori come questi".

"Dobbiamo renderci conto che tutti noi dobbiamo cambiare, altrimenti un giorno saremo stranieri nella nostra terra", ha aggiunto.

 
Sull'identità della ROCOR come parte autonoma della Chiesa ortodossa russa e su ciò che possiamo offrire alla Chiesa all'interno della Russia

"Dobbiamo combattere per la purezza della santa Ortodossia".

Parole dette a chi scrive dal memorabile metropolita Lavr al quarto Concilio ecclesiale di tutta la diaspora a San Francisco, nel maggio 2006

Introduzione

Gli ortodossi provenienti dalla Russia ci chiedono spesso quale sia la differenza tra la grande Chiesa ortodossa russa in Russia (composta da 35.000 chiese, spesso chiamata il patriarcato di Mosca, che paradossalmente comprende alcune parrocchie geograficamente al di fuori dall'ex Unione Sovietica) e la piccola Chiesa ortodossa russa al di fuori della Russia (o ROCOR, con 500 chiese), il cui centro amministrativo è a New York e il cui territorio copre il mondo occidentale. La ROCOR è nata per decreto patriarcale nel 1920, ma oggi, come allora, entrambe le parti della Chiesa ortodossa russa hanno lo stesso patriarca Kirill. Per la maggior parte di noi che vive fuori dalla Russia, la differenza e la nostra identità sono chiare, persino ovvie, e coprono sei diverse aree, sia dogmatiche che pastorali.

Indipendenza politica

Prima di tutto, la ROCOR ha una completa indipendenza politica dalla Federazione Russa. In particolare, rifiutiamo completamente la forma di dipendenza politica conosciuta come sergianismo, che si riferisce al patriarca Sergio, morto nel 1944, e che molti ortodossi russi, non solo nella ROCOR, considerano un compromesso della Chiesa con lo Stato sovietico. Così, all'interno della Russia è in realtà possibile incontrare ortodossi che ammirano Stalin! Tale nazionalismo sovietico è impensabile per noi. Tale sergianismo ha portato al carrierismo, all'autoritarismo di tipo papale e all'ammirazione per il cattolicesimo romano tra alcuni religiosi senior all'interno della Russia, come il defunto metropolita Nikodim e i suoi seguaci. Perché? A causa della loro ammirazione per tutte le istituzioni statali, come il Vaticano. Questa mentalità è assolutamente aliena alla ROCOR.

Mantenimento della Tradizione

La ROCOR è sempre rimasta fedele alla tradizione pre-rivoluzionaria della Chiesa. Non ha subito alterazioni del periodo sovietico alla tradizione; non ne porta i resti, anche se liturgicamente minori, come l'uso di diversi colori liturgici pasquali, e in particolare non soffre della burocrazia, della centralizzazione e del ritualismo sovietico quasi superstizioso che si può spesso trovare nella Chiesa all'interno della Russia. A un livello più importante, la ROCOR non soffre perciò dalla malattia spirituale dell'ecumenismo, che colpisce alcuni individui nella Chiesa all'interno della Russia e che disturba molti sia in Russia che nella ROCOR. Allo stesso modo, ROCOR ha sempre atteso la restaurazione della monarchia all'interno della Russia. Questa visione è condivisa da molti nella Chiesa all'interno della Russia, i nostri alleati, anche se non da tutti.

Venerazione dei santi

La ROCOR ha un forte amore nei confronti dei santi, specialmente dei nuovi martiri e confessori, ma anche dei santi locali, gli antichi santi dell'Europa occidentale, pochi dei quali fino a poco tempo erano inclusi nel calendario della Chiesa russa. LA ROCOR ha canonizzato i martiri imperiali e circa 8.000 nuovi martiri e confessori 19 anni prima della Chiesa all'interno della Russia. Di fatto molti nella ROCOR avevano voluto con forza queste canonizzazioni decenni prima. Queste canonizzazioni includevano alcuni (ma non ancora tutti) i servitori della famiglia imperiale. È interessante notare che due di questi servitori non erano membri della Chiesa ortodossa. Per la ROCOR questo non presenta alcun problema. Per noi, sono stati semplicemente battezzati nel loro sangue, come molti antichi martiri. Questo pensiero sembra essere estraneo ad alcuni nella Chiesa all'interno della Russia.

Indipendenza finanziaria

Ricordo come una persona proveniente dalla Russia venne qui e vide un vescovo che spazzava il pavimento della sua cattedrale. Rimase stupita e pensò subito che fosse un santo! Che assurdità! I vescovi e i sacerdoti che puliscono le loro chiese sono perfettamente normali per noi, ma purtroppo, non siamo santi. Per noi la cosa anormale è l'opposto. Per esempio, ricordo che qualche anno fa un vescovo russo è stato nominato in una chiesa geograficamente fuori dalla Russia. La prima cosa che ha fatto è di comprarsi una lussuosa macchina nera. Automaticamente ha perso ogni rispetto: era finito, e a quel punto avrebbe dovuto tornare in Russia. L'opulenza clericale con pomposità militaristica e un cerimoniale inutile non sono cose per noi. I nostri sacerdoti lavorano di solito in occupazioni secolari, anche se solo a tempo parziale e i cori non sono quasi mai pagati.

Vicinanza al popolo

Così come nella ROCOR cantiamo per amore della chiesa, non abbiamo scandalose liste di prezzi per battesimi, matrimoni ecc. La gente semplicemente dona tutto ciò che può. Così, semplicemente per il fatto di vivere nel mondo non ortodosso, la ROCOR è adattabile, meno isolata, più multinazionale (basta guardare le nazionalità dei nostri vescovi), molto più della Chiesa all'interno della Russia. La ROCOR si adatta alle popolazioni locali, usa le lingue locali e ha una prospettiva molto più aperta e missionaria. In questo modo, anche se la ROCOR mantiene la Tradizione, in qualche modo siamo più 'liberali' a causa delle realtà della vita. Per esempio, come piccola minoranza nei paesi non ortodossi, preghiamo per i non ortodossi e li accogliamo nelle nostre chiese, ma non sogneremmo mai di fare compromessi dogmatici di tipo ecumenista, come l'intercomunione.

Parrocchie autentiche

Un fedele dalla Russia mi ha detto: Le nostre chiese sono come stazioni ferroviarie, persone che vengono e vanno, rimangono per qualche minuto e partono, nessuno conosce nessuno, le persone non sentono mai di appartenervi. Il fatto è che la vita parrocchiale è stata distrutta in Russia dal periodo sovietico, mentre nella ROCOR abbiamo parrocchie autentiche, comunità alle quali le persone appartengono. Le nostre parrocchie sono più piccole, i nostri parrocchiani si conoscono, ricevono attenzione personale, le nostre chiese non operano come fabbriche, battezzano individualmente, non in massa. Quasi ogni settimana io faccio due o tre battesimi, che vengono eseguiti correttamente e individualmente. Capiamo i nostri parrocchiani, accettiamo carrozzine, passeggini e sedie a rotelle, battezziamo i bambini in acqua tiepida, dopo le funzioni i parrocchiani si siedono e socializzano, bevono e mangiano qualcosa insieme.

Conclusione

I membri della ROCOR visitano talvolta cattedrali e grandi monasteri in Russia o grandi chiese a Mosca e San Pietroburgo. Anche se apprezziamo ciò che vediamo, ammirando l'infrastruttura e l'organizzazione, meravigliandoci dell'oro, del marmo, degli ornamenti generali, del rituale e del canto, tendiamo a ritornare con le parole: 'È stato bello essere via, ma è meglio essere a casa'. Le parole 'casa dolce casa' esprimono ciò che ci sentiamo nella ROCOR. Siamo una famiglia a cui apparteniamo. Le nostre chiese possono essere piccole e modeste, fatte semplicemente di legno, i nostri cori amatoriali, la nostra teologia non sofisticata, ma apparteniamo alla nostra Chiesa, così come i semplici pescatori della Galilea. Qui ci troviamo a casa e questo nessuno può portarcelo via. Ecco qualcosa che la Chiesa all'interno della Russia può imparare da noi.

 
Hanno perdonato tutti e sono state martirizzate

Le cinque donne uccise alla Domenica del Perdono sono state sepolte sul terreno della chiesa in cui si è verificata la tragedia

Il 20 febbraio sono stati celebrati i funerali e la sepoltura delle cinque donne uccise fuori dalla cattedrale di san Giorgio dopo la fine del rito della Domenica del Perdono nella città di Kizljar, nella Repubblica del Daghestan; migliaia di persone sono giunte a salutare le donne già prese in considerazione come martiri, stando a quanto riferisce il sito della diocesi di Makhachkala.

Le bare con i corpi delle donne uccise, Vera, Ljudmila, Nadezhda, Irina e Vera, sono state portate la notte prima alla cattedrale, dove era avvenuta la tragedia, e sua Eminenza l'arcivescovo Varlaam di Makhachkala e Groznij ha servito una Litia per i defunti.

Il ventiduenne residente di Kizljar, Khalil Khalilov, gridando "Allahu Akhbar!" ha aperto il fuoco domenica sui parrocchiani mentre lasciavano la cattedrale, dopo essersi appena perdonati per tutti i loro peccati e le loro offese. Quattro delle donne sono morte sul posto, la quinta dopo essere stata portata in ospedale. Altre due donne sono state ferite, così come due poliziotti musulmani. Khalilov è stato colpito dalla polizia quando ha cercato di fuggire. L'ISIS ha rivendicato successivamente la responsabilità per l'attentato, anche se questo non è ancora confermato.

 

La chiesa è rimasta aperta tutta la notte, con il clero che a turno leggeva il salterio sui corpi delle defunte.

La gente ha iniziato a sfilare verso la cattedrale al mattino, desiderando dare l'ultimo addio alle donne che erano morte per mano del terrorista per essere cristiane. Circa 5.000 fedeli sono arrivati ​​per accompagnare le donne nel loro viaggio finale.

Alla cerimonia funebre hanno partecipato il vice primo ministro della Repubblica del Dagestan Gasan Idrisov, il ministro ad interim della politica nazionale Tatiana Gamalej, il presidente in carica del comitato per la libertà di coscienza e di cooperazione con le organizzazioni religiose Mohammed Abdurakhmanov, il sindaco di Kizljar Aleksandr Shuvalov , il vice Mufti Akhmad-Hadji Kakhaev, oltre a rappresentanti cosacchi, personaggi pubblici e residenti di Kizljar.

Il rito del funerale è stato servito dall'aecivescovo Varlaam con la concelebrazione del clero della diocesi di Makhachkala dal Daghestan e dalla Cecenia. Alla fine del servizio, tutti i presenti hanno offerto un bacio d'addio alle defunte e hanno deposto fiori presso le loro bare.

L'arcivescovo Varlaam ha quindi offerto un discorso in cui ha ringraziato tutti i cittadini interessati per il loro sostegno alle famiglie delle vittime e ha letto le condoglianze di sua Santità il patriarca Kirill. L'arcivescovo ha anche espresso le condoglianze di se stesso e del clero della diocesi, dicendo: "Possa Dio concedere che le anime delle defunte riposino nelle dimore dei giusti. Che la tristezza di oggi ci raccolga di fronte al male comune, e che il sangue non si riversi mai più su questa terra".

Sono state offerte condoglianze anche dagli altri funzionari presenti al servizio, che hanno anche espresso la convinzione che né questo incidente né alcun altro distruggerà la pace interetnica esistente in Daghestan.

Poi i corpi delle vittime innocenti, Vera, Ljudmila, Nadezhda, Irina e Vera, sono stati sepolti vicino alla chiesa. Si è tenuto un pranzo commemorativo dopo la sepoltura.

 
I pericoli della teologia di Parigi

Quando parliamo di teologia di Parigi, intendiamo che la teologia che è stata formata da vari teologi russi che si erano opposti alle riforme di Pietro il Grande, e che è stata espressa in Occidente dagli immigrati russi slavofili. L'Istituto Teologico San Sergio a Parigi coltiva i concetti di base di questa teologia, perché vi si sono rifugiati molti teologi russi.

Naturalmente, si sa che questi teologi russi avevano un senso della tradizione esicasta ortodossa e, nel rispetto dei principi umanistici della civiltà occidentale, sono entrati in dialogo con i vari movimenti filosofici e religiosi dell'Occidente e hanno cercato di dare una mano. Cioè, hanno cercato di fare ciò che hanno fatto i Padri della Chiesa del IV secolo, vale a dire rispondere alle richieste degli occidentali, e risolvere, per mezzo della rivelazione ortodossa, i problemi esistenziali, filosofici, antropologici, sociali, e di altri problemi prevalenti in Occidente.

Anzi, hanno offerto molto per soddisfare la fame esistenziale della gente in Occidente. Tuttavia, mentre i Padri del IV secolo avevano un'esperienza personale della rivelazione, attraverso la purificazione del cuore, l'illuminazione del loro nous e la theosis, con cui sono stati in grado di produrre un lavoro creativo e originale, gli immigrati russi non avevano tali precondizioni personali, e per questo in molte istanze non hanno avuto autenticità, e piuttosto hanno significativamente cambiato le cose, e in molti luoghi sono stati influenzati dai criteri della tradizione occidentale.

Pertanto, con il termine "teologia parigina" si intende una teologia contemplativa e filosofica lontana dalle premesse di base della teologia dei santi Padri della Chiesa.

Credo che San Gregorio Palamas possa essere interpretato solo come athonita, con i criteri e le condizioni che ancora esistono a Monte Athos. Altrimenti è frainteso, come purtroppo vediamo nelle analisi fatte ai nostri giorni su questa grande figura patristica e sugli insegnamenti che ha espresso.

Un esempio a questo proposito è la questione della persona / ipostasi. Secondo gli insegnamenti di San Gregorio Palamas e tutti i Padri della Chiesa, Dio è tre Persone – Padre, Figlio e Spirito Santo – e l'uomo come immagine di Dio può essere considerato come una persona / ipostasi, con i necessari presupposti. La premessa fondamentale è rendersi conto che non vi è alcuna somiglianza tra natura creata e increata. La natura increata non ha inizio, cambiamento né fine, mentre la natura creata ha un inizio, cambia e potrebbe avere una fine, ma Dio ha voluto che l'uomo non avesse una fine, così l'uomo è immortale non per natura, ma per grazia. Solo Cristo come Figlio di Dio incarnato è il ponte tra natura creata e increata, perché ha unito il creato e l'increato, e agisce come una persona "in due nature, inconfuse, immutabili, senza divisione né separazione". Cristo nella sua incarnazione ha assunto la natura umana, non la persona umana, come sosteneva Nestorio, dal momento che l'ipostasi della natura umana è il Verbo. Dopo l'unione delle due nature in Cristo, sono mantenute le proprietà di ciascuna natura, quella creata e quella increata.

La cosiddetta teologia parigina, nel tentativo di superare la teologia greca, la teologia dei Padri, dal momento che i teologi di immigrati hanno sviluppato la strana idea di essere andati oltre la teologia dei Padri greco-romani della Chiesa (secondo Alexej Khomjakov), ha sviluppato teorie erronee in merito alla persona umana. Essi hanno correlato il ​​modo in cui esistono le Persone della Santissima Trinità con l'ecclesiologia, la sociologia, l'istruzione, ecc. In altre parole, i vari teologi influenzati dalla teologia parigina cercano di trovare una corrispondenza tra il Dio Uno e Trino con la Chiesa, con la società e con l'istruzione. Per esempio, essi sostengono che la Chiesa è l'immagine della santa Trinità, mentre la Chiesa è, di fatto, il Corpo di Cristo. Hanno anche il coraggio di mettere la dottrina della Santissima Trinità nelle relazioni coniugali e familiari!

Vorrei pertanto presentare tre frasi che mostrano come la teologia parigina cerca di fare teologia, usando la ragione e la filosofia, nel tentativo di superare sia la terminologia sia il modo di fare teologia dei Padri della Chiesa.

1. Essi esprimono il parere che "l'ipostasi è un modo della natura esistente". Questo ricorda un particolare sabellianismo, perché, come ho analizzato altrove, non possiamo mai dire che l'ipostasi è un modo della natura esistente; piuttosto, l'insegnamento ortodosso è che le proprietà ipostatiche (ingenerato, generato, procedente) sono il modo in cui esiste un'ipostasi divina. I santi Padri usano il termine "causa" o "modo di esistenza" per esprimere che il Padre è ingenerato, che il Figlio è generato e lo Spirito Santo procede, in quanto il modo con cui il Padre esiste è ingenerato, il modo con cui il Figlio esiste è generato, e il modo in cui lo Spirito Santo esiste è per processione. Un problema più grande sorge quando questa formula usata dai Padri per descrivere le relazioni delle persone della santa Trinità è applicata a variabili umane. È impossibile che la terminologia trinitaria sia completamente trasferita, senza precondizioni per la variabile umana, perché il termine "modo di esistenza" delle persone della santa Trinità non può mai avere la stessa interpretazione che si applica ai rapporti umani.

2. Di solito alcuni esponenti della teologia parigina dicono che "la persona ipostatizza l'essenza". Questa espressione è incomprensibile dal punto di vista ortodosso e mostra un modo filosofico e intellettualistico di affrontare questioni teologiche, che è esattamente ciò che facevano gli eretici, che esaminavano e analizzavano filosoficamente gli insegnamenti su Dio della rivelazione. Quando diciamo che la persona ipostatizza l'essenza, di fatto, intendiamo dire che l'essenza esiste in sé e per sé, e la persona esiste in sé e per sé, per cui la persona viene e ipostatizza l'essenza, cioè la riceve e le dà l'esistenza, la vita! Questo è logicamente incomprensibile, ancor di più da un punto di vista teologico, perché significa che un'essenza o natura è senza un'ipostasi o persona, o che un'ipostasi o persona è senza un'essenza o natura. Quando la tradizione patristica parla di ipostasi / persona, intende l'essenza con le proprietà personali. Dire che la persona ipostatizza l'essenza significa che noi in qualche modo mettiamo il tempo tra l'essenza e la persona, e anche che vi è un certo inizio quando l'essenza è ipostatizzata. Non voglio analizzare ulteriormente questo aspetto, perché temo e tremo a cercare di affrontare logicamente questi problemi, nel tentativo di rovesciare questi punti di vista moderni sul rapporto e la comunione delle persone della Santissima Trinità.

3. Si parla della monarchia del Padre, si dice che il Padre è la fonte dell'esistenza di altre persone / ipostasi della Santissima Trinità. Non vi è alcun dubbio che questo è ortodosso, dal momento che i santi Padri lo insegnano, ma un'attenta analisi di tale questione dà l'impressione che la monarchia del Padre sia interpretata in conformità con gli standard del feudalesimo.

Il concetto ortodosso di monarchia del Padre è che il Padre comunica la sua essenza al Figlio per generazione, e allo Spirito Santo per processione, ma questo deve essere visto attraverso due presupposti necessari. La prima è che, anche se si parla del Padre ingenerato, del Figlio generato e dello Spirito Santo che procede, allo stesso tempo, come san Gregorio il Teologo analizza giustamente, noi non sappiamo razionalmente cosa significa ingenerato, generato e procedente. Accettiamo la rivelazione, senza rimuginare su di essa. Il secondo presupposto è che, nonostante i diversi modi in cui esistono le Persone della Santissima Trinità, le tre Persone sono uguali in onore, uguali in sostanza, uguali in potenza, uguali in gloria. Non esiste superiorità di una persona su un'altra, una persona non è più in alto di un'altra. Questo perché non c'è tempo inserito tra il Padre e il Figlio. L'unione di Dio Uno e Trino è associata con la paternità della prima persona, ma anche con la comunità e la singolarità dell'essenza.

Nella teologia patristica ortodossa è chiaro che il mistero della santa Trinità è una cosa che non capiremo mai, e la dottrina del mistero della santa Trinità, che i Padri hanno espresso dopo aver sperimentato la Rivelazione, è un'altra cosa. Inoltre, il rapporto tra le persone della santa Trinità si trova su un livello, mentre i rapporti di ipostasi / persone umane sono su un altro livello. Non ci sono analogie tra Dio e l'uomo, perché in tal caso finiamo nella metafisica, alla quale i Padri erano così opposti. Inoltre ci sono testi patristici e decisioni sinodali, come si vede per esempio nel Synodikon dell'Ortodossia, dove la metafisica è condannata, in quanto sostiene che esistono parallelismi e analogie tra l'increato e il creato.

Dobbiamo essere molto attenti ai punti di vista che provengono dalla cosiddetta teologia parigina, per la semplice ragione che questa ritiene di aver sorpassato la teologia dei Padri greco-romani della Chiesa e di essere superiore alla tradizione patristica, vedendosi come tradizione neo-patristica. Tutte queste cose sono piuttosto pericolose.

Dobbiamo grande riconoscenza a padre Ioannis Romanidis, un portavoce degli insegnamenti patristici e conoscitore di tutti questi movimenti che si possono osservare nel mondo occidentale, perché egli ci ha rivelato molte verità e chiarito tutti questi problemi, orientandoci verso gli autentici criteri teologici ortodossi dei santi Padri della Chiesa. Allo stesso modo, dobbiamo grande riconoscenza a padre Gheorghios Metallinos, professore presso l'Università di Atene, che ha incarnato questa tradizione storica e la offre con successo. È necessario che noi interpretiamo san Gregorio Palamas come athonita e che incorporiamo la tradizione ortodossa in questo contesto, che sull'Athos è ancora mantenuto oggi, al fine di evitare il pericolo di interpretare san Gregorio Palamas in modo ideologico e moralistico.

 
Il simbolismo della tavola pasquale

Nel corso dei festeggiamenti della Settimana Luminosa, le grandi mangiate (e bevute…) rischiano di farci dimenticare il senso stesso dei cibi pasquali. Riscopriamolo leggendo un breve testo sul simbolismo dei cibi di Pasqua, che presentiamo nella sezione “Ortoprassi” dei documenti.

 
Conversazioni con persone nuove alla Chiesa

Le conversazioni seguenti hanno avuto tutte luogo in tempi recenti con vari nuovi arrivati ​​o "convertiti" alla Chiesa, di diverse nazionalità. (Non dimentichiamo che anche molti russi sono convertiti e in effetti, in un altro senso, siamo tutti dei convertiti, poiché ogni giorno dobbiamo riconvertirci, cioè ritorniamo a Cristo ogni giorno). Abbiamo concentrato queste conversazioni in una singola conversazione con una coppia, che chiameremo Ian e Kay ai fini dell'anonimato.

La nostra prima domanda riguarda i nostri nomi, noi siamo Ian e Kay. Perché ci hanno dato i nomi John e Katherine?

Noi siamo formali in chiesa e portiamo nomi di santi, che usiamo per intero ogni volta che riceviamo i sacramenti. Pertanto, Aljosha è Aleksij, Sergej è Sergij, Natasha è Natalia, Sonia è Sofia. Allo stesso modo Pete è Peter, Mike è Michael. Pertanto, Kay, abbreviazione di Katherine, è Katherine. Quanto a Ian, non riesco a capire perché il prete abbia cambiato il nome in John. Era un inglese nazionalista?! Ian è la forma scozzese di Ioann ed è quindi più vicino all'originale rispetto a John. Io userò la forma Ian, ogni volta che riceverai i sacramenti.

In generale nella Chiesa usiamo una lingua formale: slavo ecclesiastico, non russo; la lingua di Shakespeare, non l'inglese della strada. La Chiesa è una scuola, è dove tutti impariamo; per esempio, i bambini imparano la disciplina.

Come dovremmo vestirci in chiesa?

In inglese abbiamo il termine 'Sunday best' (i migliori vestiti della domenica), che ci dà la precisa comprensione di come dovremmo vestirci. Tutto in Chiesa è diverso, speciale, migliore. Pertanto, le donne non dovrebbero indossare jeans o pantaloni o, se per questo, lunghe gonne grigiastre. Non sono monache. Dovrebbero indossare qualcosa di modesto, una gonna o un vestito, ma qualcosa di allegro e forse, se ce l'hanno, vestirsi con qualcosa del colore della festa, dimostrando che vi stanno prendendo parte, per esempio indossando qalcosa di azzurro alle feste della Madre di Dio.

Gli uomini non dovrebbero indossare magliette, jeans, pantaloncini e scarpe da ginnastica. Non siamo in spiaggia. Dovrebbero sforzarsi di vestirsi in un modo adatto alla chiesa. Vogliamo apparire decenti quando ci troviamo di fronte a Cristo. E non dobbiamo spendere molto per comprare qualcosa di decente; ci sono sempre negozi di beneficenza. Quello che indossate fuori dalla chiesa è ovviamente affar vostro, ma mi piacerebbe pensare che la Chiesa influenza le vostre scelte anche a casa e per strada.

Perché alcuni uomini convertiti si vestono di nero e portano capelli lunghi e barba? Non sono monaci. I preti sposati di solito non hanno capelli e barbe lunghi, soprattutto se devono fare anche un lavoro secolare. E indossano tonache di tutti i colori. Il nero è un colore monastico. Se vuoi essere un monaco o una monaca, vivi sotto obbedienza. Senza obbedienza, questo è tutto solo un gioco. Il matrimonio è obbedienza e se non puoi obbedire nel matrimonio, non puoi certamente obbedire nella vita monastica.

Poi c'è questa strana abitudine tra pochi (per fortuna, solo pochi) di indossare nodi o grani da preghiera o perline (non chiamateli corda da preghiera, i nodi da preghiera non assomigliano in alcun modo a una corda) attorno al polso. Di cosa si tratta? Non siete monaci o monache. Usate pure i nodi da preghiera, ma a casa, in privato. Non sono per la preghiera pubblica, ma per la preghiera del cuore (non "la preghiera di Gesù", come la chiamano i cattolici) o per altre preghiere "nella vostra camera", come dice il Vangelo. C'è un detto russo in rima sui giovani che indossano nodi di preghiera attorno ai polsi: nella loro mano, nodi di preghiera (ciotki), nella loro testa, belle ragazze (tiotki). Significa che è tutto per dare spettacolo, una finzione.

Ci viene detto che l'Ortodossia non è un insieme di idee, ma un modo di vivere. Ma qual è il modo di vivere ortodosso?

Innanzitutto, l'Ortodossia è semplicemente il cristianesimo, il modo di vivere cristiano. Non è qualcosa di esotico o strano. Sembra esotico o strano solo se non sei mai stato un vero cristiano, ma un falso cristiano o semi-cristiano, cioè se hai sempre vissuto fuori dalla Chiesa. Solo l'Ortodossia è normalità. È tutto ciò che è anormale, è strano ed esotico.

Uno stile di vita ortodosso significa leggere le preghiere del mattino e della sera. Tutta la teologia ortodossa è contenuta in loro. Leggetele attentamente. Significa leggere tutti i giorni il Vangelo e l'Epistola del giorno, leggere le vite dei santi del giorno, vivere secondo il calendario, mantenere i digiuni e le feste e vivere vicino a una chiesa dove le funzioni e i sacramenti sono accessibili e dove potete aiutare, fare pulizie, offrire supporto, canto e servizio. È anche importante che facciate l'elemosina, in qualsiasi modo vogliate.

So che questa non è una domanda nuova, ma qual è il ritmo corretto per la confessione e la comunione?

Tutto dipende da quanto spesso ricevete la comunione. Prima della rivoluzione russa, quando la gente riceveva la comunione solo una o due volte l'anno - causando così la rivoluzione - la confessione era obbligatoria ed era stata istituita in anticipo una regola di preghiera. Quindi i due sacramenti erano collegati. Durante il periodo sovietico, quando c'erano pochissime chiese e preti e si poteva andare in chiesa solo poche volte in una vita, fu anche istituito un digiuno di tre giorni prima della comunione e della confessione.

Tuttavia, nel primo millennio e ancora oggi possiamo vedere che molti ricevono la comunione regolarmente, almeno una volta al mese e anche una volta alla settimana. Ciò ha seguito il rinnovamento della vita della Chiesa con l'influenza dei santi si Optina, di san Giovanni di Kronstadt, dei Nuovi Martiri e Confessori e di molti altri. La confessione dovrebbe essere almeno una volta ogni quaranta giorni se si riceve regolarmente la comunione e, se lo si desidera (ma non necessariamente, se si ha la benedizione del proprio confessore di non farlo), ogni volta prima della comunione.

Tuttavia, non dovremmo cadere nell'estremo opposto, della comunione obbligatoria per tutti e senza confessione. Questa è decadenza spirituale. Le persone cadono nell'illusione spirituale molto facilmente in questo modo. Ho visto così tanti fare così e hanno tutti lasciato la Chiesa prima o poi. Questo perché hanno cominciato a pensare di essere superiori a quelli che ricevevano la comunione meno spesso. Puro orgoglio, così alla fine hanno detto: "Non abbiamo bisogno di ricevere la comunione perché siamo già santi". L'ho visto più e più volte. La comunione regolare è vitale, sì, ma lo è anche una preparazione adeguata e una confessione regolare (sebbene i due sacramenti non debbano essere necessariamente collegati nel tempo).

La comunione presuppone sempre che voi digiuniate dalla mezzanotte prima della comunione, che proviate a venire il giorno prima alla funzione della Veglia, che leggiate almeno le preghiere prima della comunione, se non la regola completa, che manteniate i digiuni del mercoledì e del venerdì e gli altri quattro periodi di digiuno, che leggiate le vostre preghiere, che, in altre parole, vi sforziate di vivere una vita ortodossa, come descritto sopra.

L'intero punto di una regola di preghiera prima della comunione è di ispirare la preghiera. In che stato dovremmo essere quando veniamo alla comunione? Le parole della liturgia dicono tutto: "Con timore di Dio e con fede, avvicinatevi". Se non abbiamo timor di Dio e fede, non dovremmo avvicinarci. Alcuni dicono: "Non posso ricevere la comunione perché sono indegno". Certo, siamo indegni - siamo tutti sempre indegni. Colui che riceve la comunione (se c'è una tale persona) con la sensazione di essere degno, è in uno stato disastroso d'orgoglio e d'illusione spirituale.

Scoprirete che nella vostra vita ci sono periodi in cui avete bisogno di una comunione regolare, due o tre o anche più volte al mese, altre volte meno spesso. (Le donne non dovrebbero ricevere la comunione durante il loro periodo mensile, che è un risultato della Caduta. Anche gli uomini possono esserne bloccati a causa dei loro problemi sessuali).

Dovremmo fare ciò che gli ortodossi di famiglia ci dicono di fare?

Questa è un'assurdità teologica. Non esiste un "ortodosso di famiglia". Stalin era un "ortodosso di famiglia". (Come Napoleone e Hitler erano "cattolici di famiglia"). Tutto dipende dal fatto che siate cresciuto nella Chiesa o no. Ho conosciuto migliaia di "ortodossi di famiglia" che a malapena sanno come farsi il segno della croce. Ascoltate quelli che sono stati educati nella Chiesa da genitori devoti e che vivono secondo la tradizione. Sono ortodossi. Non importa quando sei stato battezzato, è il tuo modo di vivere a lungo termine che conta.

Noi siamo entrambi ex anglicani. Abbiamo pensato di scrivere qualcosa contro l'anglicanesimo. Cosa ne pensa?

Perché? Perché essere così negativi? Vivete nel passato? Dobbiamo vivere per il presente e il futuro. Solo l'1% della popolazione del Regno Unito pratica l'anglicanesimo, la stessa percentuale del numero di ortodossi nominali in questo paese. Se volete parlare con gli altri della Fede, parlate al 95% che non ha un'affiliazione efficace o affettiva. E parlate positivamente. Ma che senso ha parlare con qualcuno e cercare di convertirlo (compresi gli ortodossi nominali), se questi non ha una chiesa da frequentare? La cosa più importante è avere parrocchie locali vive a cui le persone possano andare prima di iniziare a provare a convertire gli altri.

Entrambi veneriamo Carlo I come martire. Ma possiamo farlo nella Chiesa ortodossa?

La Chiesa ortodossa venera solo ortodossi. Carlo I è morto per la Chiesa ortodossa? No. Come Luigi XVI, era fondamentalmente cattolico. D'altra parte, non vi è alcun motivo per cui, come ortodossi, non possiamo tenere il suo ritratto in casa, leggere di lui, invitare gli amici a cena nei suoi anniversari, o essere membri della Società Stuart - diversi ortodossi ne sono stati a lungo membri. Potreste avere un'opinione personale che fosse un martire. Questo va bene. Ma non trasformatelo in qualcosa che non era - un santo ortodosso.

Cosa può dire delle relazioni sessuali per le coppie sposate? Cattolici e protestanti raccomandavano "la posizione del missionario". Anche questa è una pratica ortodossa?

Questa è la vostra vita intima e quindi, per definizione, non è affare del sacerdote. Quello che succede dietro la porta della camera da letto di una coppia sposata riguarda solo la coppia. Noi non ci intromettiamo come i cattolici o i protestanti calvinisti antiquati in questa materia. Tutto quello che posso dire sono alcune cose generali. Soprattutto, amatevi l'un l'altro - tutto ciò che fate deve essere per mutuo consenso d'amore. Ciò significa nessuna perversione o violenza, nessuna umiliazione di entrambi i membri della coppia. Questo è tutto quel che ho da dire.

 
Un decalog al botezului. Ghid practic pentru părinţi şi naşii de botez

1. Botezul nu este un obicei popular sau naţional şi nu se face pentru ca pruncul să poată fi scos din casă, să doarmă mai bine, să nu fie deocheat sau să-i meargă bine în viaţă. Toate acestea sunt superstiții băbeşti şi păgâne! De asemenea, botezul nu trebuie transformat în prilej de „înrudire” dintre părinţii copilului şi prietenii pe care şi-i iau de cumătri, ca mai apoi, toată viaţa, să mănânce şi să bea împreună. Naşii de botez se înrudesc spiritual cu copilul însuşi, nu cu părinții lui. [1]

2. Botezul este o Taină a Bisericii, prin care cel botezat devine membru al Bisericii şi ostaş al lui Hristos. Primind şi împlinind cuvântul lui Dumnezeu şi participând la viaţa Bisericii, creştinul se pregăteşte pentru Împărăţia lui Dumnezeu, a cărei poartă este botezul (cf. Ioan 3:5). Botezul nu oferă garanţii sau prosperitate în lumea aceasta, ci se săvârşeşte doar celor care „aşteaptă învierea morţilor şi viaţa veacului ce va să fie” (după cum spune Crezul). Cei care nu sunt interesaţi de a trăi veşnic cu Dumnezeu şi cu sfinţii în Împărăţia Sa, nu au motive şi nici dreptul să se boteze, căci astfel batjocoresc Tainele lui Dumnezeu şi-şi iau mai mare osândă. 

3. Botezul poate fi săvârşit doar asupra celor care cred în Dumnezeu şi doresc să fie membri activi ai Bisericii. În cazul copiilor care nu pot mărturisi ei înşişi credinţa, este nevoie ca părinţii şi naşii de botez să fie credincioşi, să ducă o viaţă creştinească, să fie membri ai unei parohii concrete şi să se împărtăşească sistematic cu Trupul şi Sângele lui Hristos. Cei care „cred (doar) în suflet”, dar nu participă la slujbele Bisericii, nu au decât „să se cunune în suflet”, „să boteze în suflet” şi „să-şi sfinţească pasca tot în suflet”. Biserica nu este o „agenţie de servicii religioase”, la care ne adresăm doar în anumite momente din viaţă, ci este corabia lui Hristos, în care trebuie să intrăm și să stăm benevol şi conștient, înţelegând că în afara ei nu există salvare!

4. Conform Canoanelor Bisericii, copilul trebuie să fie botezat în parohia din care urmează să facă parte şi din care deja fac parte părinţii şi naşii lui. Preotul are dreptul să refuze botezul pentru cei care nu participă la slujbele Bisericii şi nu se împărtăşesc cu Sfintele Taine. Părinţii şi naşii de botez care nu fac parte din nici o parohie şi nu se împărtăşesc, trebuie mai întâi să-şi îndrepte propria viaţă şi abia apoi pot cere botezul copilului lor. „Dacă un orb va călăuzi pe un alt orb, amândoi vor cădea în groapă” (Matei 15:14). De aceea, în mod normal, nu pot fi admişi la Tainele Bisericii părinţii sau naşii care trăiesc necununaţi sau continuă să săvârşească păcate grave, incompatibile cu statutul de creştin ortodox.

5. Poate fi botezat în Biserica Ortodoxă doar copilul care are cel puţin un părinte ortodox şi naşii de botez tot ortodocşi. [2] Părinţii trebuie să aleagă unul sau doi naşi, [3] care sunt credincioşi şi pot contribui la educaţia duhovnicească a copilului lor. Conform obiceiului popular din Moldova, pot fi admişi chiar şi mai mulţi naşi de botez, cu condiţia ca ei toţi să fie prezenţi la slujba botezului, să mărturisească credinţa şi să-şi asume conştient responsabilitatea ce o au faţă de copil şi faţă de Biserică. La slujba botezului poate participa orice membru al Bisericii, dar nu oricine e capabil şi potrivit pentru a fi naş de botez. Dacă un copil botezat va rătăci de la credinţă sau se va rupe de Biserică, de starea lui vor răspunde la Judecata lui Dumnezeu atât părinţii, cât şi naşii. Naşii de botez nu sunt sponsori ai copilului, ci sunt reprezentanţii Bisericii şi ai preotului în familia copilului! Cei care se simt neprăgătiţi pentru a fi naşi de botez, mai bine să refuze rugămintea de a fi naş.

6. Conform Evangheliei (Matei 28:19-20) şi Canoanelor Bisericii, preotul este obligat ca înainte de botez să-l înveţe şi să-l pregătească pe candidat sau, în cazul pruncilor, pe părinţii şi naşii care se responsabilizează pentru prunc. În funcţie de gradul de pregătire şi îmbisericire al părinţilor şi al naşilor, preotul sau o altă persoană cu studii teologice va ţine mai multe lecţii despre credinţa în Dumnezeu, despre poruncile Vechiului şi Noului Testament, despre sensul şi importanţa Botezului, despre Simbolul de Credinţă (Crezul), despre participarea la viaţa şi Tainele Bisericii etc. Conform hotărârii Soborului Arhieresc al Bisericii Ruse din 2 februarie 2011, înainte de fiecare botez este nevoie să se organizeze obligatoriu cel puţin 2 lecţii pregătitoare, iar dacă este nevoie, numărul lecţiilor poate ajunge şi la 12 sau chiar mai multe. În cazul în care copilul este grav bolnav şi trebuie botezat de urgenţă, lecţiile pregătitoare vor continua după ce pruncul va fi botezat şi se va însănătoși.

7. Înainte de botez, părinţii şi naşii (sau chiar candidatul însuşi, dacă este matur), trebuie să se pregătească prin citirea Sfintei Scripturi, post, rugăciune şi spovedanie. De asemenea, este obligatorie cunoaşterea pe de rost şi fără greşeli a Simbolului de Credinţă (Crezul) şi a rugăciunii „Tatăl nostru”. De la această regulă fac excepție doar pruncii şi maturii bolnavi psihic!

8. Ziua săvârşii botezului depinde în primul rând de pregătirea teoretică şi duhovnicească a părinţilor şi naşilor. Nu există vreun termen fix la care cineva trebuie botezat! De regulă, botezul se face cel puţin la 40 de zile după naştere, aşa încât la slujbă să poată participa şi mama copilului. [4] Nu-i nici o greşeală dacă botezul este amânat câteva luni sau chiar câţiva ani, dacă acest lucru se face pentru o mai bună pregătire, şi nu din indiferenţă sau nepăsare faţă de viaţa duhovnicească a copilului. Preotul este în drept să ceară amânarea botezului, ceea ce nu trebuie interpretat ca un refuz de a boteza, ci ca un îndemn la o pregătire mai bună.

9. Este de dorit ca slujba botezului să se facă împreună cu Liturghia (sâmbătă dimineaţa sau într-o altă zi potrivită), aşa încât copilul nou-botezat, dar şi părinţii şi naşii să se împărtăşească în aceeaşi zi. Dacă nu e posibil de a săvârşi botezul unit cu Liturghia, pruncul nou-botezat trebuie să fie adus în ziua sau săptămâna următoare pentru a se împărtăşi, împreună cu părinţii şi naşii. Odată cu botezul viaţa religioasă a copilului abia începe. Orice om botezat, indiferent de vârstă, trebuie să se împărtăşească sistematic cu Trupul şi Sângele lui Hristos. Canoanele Bisericii osândesc pe cei care, fără un motiv serios, lipsesc mai mult de 3 duminici de la Biserică şi de la împărtăşirea cu Trupul și Sângele Domnului. Împărtăşirea doar o dată sau de 3-4 ori pe an poate fi admisă doar în caz de prigoană sau dacă creştinii respectivi trăiesc la câteva sute de kilometri de o Biserică Ortodoxă.

10. Dacă părinţii doresc să organizeze o serbare („cumătrie”) în cinstea botezului copilului lor, aceasta nu poate să fie organizată în post şi nici în ajunul duminicilor sau sărbătorilor. Este inadmisibil ca să fixezi cumătria şi restaurantul, să inviţi oaspeţi şi muzica, şi abia apoi să vorbeşti cu preotul despre botez. La modul practic, dacă, de exemplu, copilul a fost botezat sâmbăta, serbarea se poate organiza duminică după slujbă sau chiar şi sâmbătă seara, dar până la miezul nopţii. Nu putem ca în biserică să spunem că „ne lepădăm de Satana şi ne unim cu Hristos”, apoi să călcăm în picioare rânduielile Bisericii, să mâncăm şi să bem până târziu, iar a doua zi să lipsim de la biserică. Atunci când botezăm (dar şi la cununie, înmormântare, sfinţirea casei etc.), noi trebuie să căutăm să plăcem lui Dumnezeu, nu oamenilor! Pe un creştin adevărat nu trebuie să-l intereseze ce va zice lumea despre cumătria sau nunta sa, ci doar ce va zice Dumnezeu. Îi place Lui sau nu ceea ce facem noi? Asta este preocuparea esenţială a creştinilor…

P.S. Pentru alte probleme şi nelămuriri întrebaţi preotul din parohia voastră!

Note

[1] În raport cu părinţii copilului, naşii de botez se numesc în popor „cumătri”. Dar Canoanele Bisericii nu folosesc acest termen, pentru că relaţia dintre cumătri nu este atât de importantă în comparaţie cu relaţia pe care naşii de botez trebuie să o aibă direct cu finul/fina de botez.

[2] Cu permisiunea preotului, la slujba botezului pot asista şi oameni de alte credinţe, dar aceștia nu pot participa la rânduielile legate de botez şi nu pot fi consideraţi naşi. Căci dacă ei nu sunt ortodocşi, ce credinţă îl vor învăţa pe copil?

[3] Nu este obligatoriu ca naşii de cununie ai părinţilor copilului să devină automat şi naşi de botez ai acelui copil, mai ales dacă naşii de cununie trăiesc departe sau nu corespund condiţiilor necesare pentru a fi şi naşi de botez.

[4] După Tradiţia Bisericii, în a 8-a zi de la naştere, preotul vine acasă şi citeşte primele rugăciuni asupra mamei şi copilului, binecuvântează numele pe care părinţii l-au dat pruncului şi stropeşte casa cu agheasmă. (Obiceiul de a veni cineva cu sticla cu apă la biserică pentru ca preotul să citească rugăciunile pentru mamă şi copil în absenţa lor, este greşit şi condamnabil). La 40 de zile după naştere, mama vine cu copilul la biserică pentru a li se citi rugăciunile de intrare în biserică. Odată cu acestea, poate începe perioada de pregătire pentru botez.

Un decalog al botezului. Ghid practic pentru părinţi şi naşii de botez

ieromonah Petru (Pruteanu)

Teologie.net

http://www.teologie.net/2017/11/13/un-decalog-al-botezului-ghid-pentru-parinti-si-nasii-de-botez/

13 noembrie 2017

1. Botezul nu este un obicei popular sau naţional şi nu se face pentru ca pruncul să poată fi scos din casă, să doarmă mai bine, să nu fie deocheat sau să-i meargă bine în viaţă. Toate acestea sunt superstiții băbeşti şi păgâne! De asemenea, botezul nu trebuie transformat în prilej de „înrudire” dintre părinţii copilului şi prietenii pe care şi-i iau de cumătri, ca mai apoi, toată viaţa, să mănânce şi să bea împreună. Naşii de botez se înrudesc spiritual cu copilul însuşi, nu cu părinții lui. [1]

2. Botezul este o Taină a Bisericii, prin care cel botezat devine membru al Bisericii şi ostaş al lui Hristos. Primind şi împlinind cuvântul lui Dumnezeu şi participând la viaţa Bisericii, creştinul se pregăteşte pentru Împărăţia lui Dumnezeu, a cărei poartă este botezul (cf. Ioan 3:5). Botezul nu oferă garanţii sau prosperitate în lumea aceasta, ci se săvârşeşte doar celor care „aşteaptă învierea morţilor şi viaţa veacului ce va să fie” (după cum spune Crezul). Cei care nu sunt interesaţi de a trăi veşnic cu Dumnezeu şi cu sfinţii în Împărăţia Sa, nu au motive şi nici dreptul să se boteze, căci astfel batjocoresc Tainele lui Dumnezeu şi-şi iau mai mare osândă. 

3. Botezul poate fi săvârşit doar asupra celor care cred în Dumnezeu şi doresc să fie membri activi ai Bisericii. În cazul copiilor care nu pot mărturisi ei înşişi credinţa, este nevoie ca părinţii şi naşii de botez să fie credincioşi, să ducă o viaţă creştinească, să fie membri ai unei parohii concrete şi să se împărtăşească sistematic cu Trupul şi Sângele lui Hristos. Cei care „cred (doar) în suflet”, dar nu participă la slujbele Bisericii, nu au decât „să se cunune în suflet”, „să boteze în suflet” şi „să-şi sfinţească pasca tot în suflet”. Biserica nu este o „agenţie de servicii religioase”, la care ne adresăm doar în anumite momente din viaţă, ci este corabia lui Hristos, în care trebuie să intrăm și să stăm benevol şi conștient, înţelegând că în afara ei nu există salvare!

4. Conform Canoanelor Bisericii, copilul trebuie să fie botezat în parohia din care urmează să facă parte şi din care deja fac parte părinţii şi naşii lui. Preotul are dreptul să refuze botezul pentru cei care nu participă la slujbele Bisericii şi nu se împărtăşesc cu Sfintele Taine. Părinţii şi naşii de botez care nu fac parte din nici o parohie şi nu se împărtăşesc, trebuie mai întâi să-şi îndrepte propria viaţă şi abia apoi pot cere botezul copilului lor. „Dacă un orb va călăuzi pe un alt orb, amândoi vor cădea în groapă” (Matei 15:14). De aceea, în mod normal, nu pot fi admişi la Tainele Bisericii părinţii sau naşii care trăiesc necununaţi sau continuă să săvârşească păcate grave, incompatibile cu statutul de creştin ortodox.

5. Poate fi botezat în Biserica Ortodoxă doar copilul care are cel puţin un părinte ortodox şi naşii de botez tot ortodocşi. [2] Părinţii trebuie să aleagă unul sau doi naşi, [3] care sunt credincioşi şi pot contribui la educaţia duhovnicească a copilului lor. Conform obiceiului popular din Moldova, pot fi admişi chiar şi mai mulţi naşi de botez, cu condiţia ca ei toţi să fie prezenţi la slujba botezului, să mărturisească credinţa şi să-şi asume conştient responsabilitatea ce o au faţă de copil şi faţă de Biserică. La slujba botezului poate participa orice membru al Bisericii, dar nu oricine e capabil şi potrivit pentru a fi naş de botez. Dacă un copil botezat va rătăci de la credinţă sau se va rupe de Biserică, de starea lui vor răspunde la Judecata lui Dumnezeu atât părinţii, cât şi naşii. Naşii de botez nu sunt sponsori ai copilului, ci sunt reprezentanţii Bisericii şi ai preotului în familia copilului! Cei care se simt neprăgătiţi pentru a fi naşi de botez, mai bine să refuze rugămintea de a fi naş.

6. Conform Evangheliei (Matei 28:19-20) şi Canoanelor Bisericii, preotul este obligat ca înainte de botez să-l înveţe şi să-l pregătească pe candidat sau, în cazul pruncilor, pe părinţii şi naşii care se responsabilizează pentru prunc. În funcţie de gradul de pregătire şi îmbisericire al părinţilor şi al naşilor, preotul sau o altă persoană cu studii teologice va ţine mai multe lecţii despre credinţa în Dumnezeu, despre poruncile Vechiului şi Noului Testament, despre sensul şi importanţa Botezului, despre Simbolul de Credinţă (Crezul), despre participarea la viaţa şi Tainele Bisericii etc. Conform hotărârii Soborului Arhieresc al Bisericii Ruse din 2 februarie 2011, înainte de fiecare botez este nevoie să se organizeze obligatoriu cel puţin 2 lecţii pregătitoare, iar dacă este nevoie, numărul lecţiilor poate ajunge şi la 12 sau chiar mai multe. În cazul în care copilul este grav bolnav şi trebuie botezat de urgenţă, lecţiile pregătitoare vor continua după ce pruncul va fi botezat şi se va însănătoși.

7. Înainte de botez, părinţii şi naşii (sau chiar candidatul însuşi, dacă este matur), trebuie să se pregătească prin citirea Sfintei Scripturi, post, rugăciune şi spovedanie. De asemenea, este obligatorie cunoaşterea pe de rost şi fără greşeli a Simbolului de Credinţă (Crezul) şi a rugăciunii „Tatăl nostru”. De la această regulă fac excepție doar pruncii şi maturii bolnavi psihic!

8. Ziua săvârşii botezului depinde în primul rând de pregătirea teoretică şi duhovnicească a părinţilor şi naşilor. Nu există vreun termen fix la care cineva trebuie botezat! De regulă, botezul se face cel puţin la 40 de zile după naştere, aşa încât la slujbă să poată participa şi mama copilului. [4] Nu-i nici o greşeală dacă botezul este amânat câteva luni sau chiar câţiva ani, dacă acest lucru se face pentru o mai bună pregătire, şi nu din indiferenţă sau nepăsare faţă de viaţa duhovnicească a copilului. Preotul este în drept să ceară amânarea botezului, ceea ce nu trebuie interpretat ca un refuz de a boteza, ci ca un îndemn la o pregătire mai bună.

9. Este de dorit ca slujba botezului să se facă împreună cu Liturghia (sâmbătă dimineaţa sau într-o altă zi potrivită), aşa încât copilul nou-botezat, dar şi părinţii şi naşii să se împărtăşească în aceeaşi zi. Dacă nu e posibil de a săvârşi botezul unit cu Liturghia, pruncul nou-botezat trebuie să fie adus în ziua sau săptămâna următoare pentru a se împărtăşi, împreună cu părinţii şi naşii. Odată cu botezul viaţa religioasă a copilului abia începe. Orice om botezat, indiferent de vârstă, trebuie să se împărtăşească sistematic cu Trupul şi Sângele lui Hristos. Canoanele Bisericii osândesc pe cei care, fără un motiv serios, lipsesc mai mult de 3 duminici de la Biserică şi de la împărtăşirea cu Trupul și Sângele Domnului. Împărtăşirea doar o dată sau de 3-4 ori pe an poate fi admisă doar în caz de prigoană sau dacă creştinii respectivi trăiesc la câteva sute de kilometri de o Biserică Ortodoxă.

10. Dacă părinţii doresc să organizeze o serbare („cumătrie”) în cinstea botezului copilului lor, aceasta nu poate să fie organizată în post şi nici în ajunul duminicilor sau sărbătorilor. Este inadmisibil ca să fixezi cumătria şi restaurantul, să inviţi oaspeţi şi muzica, şi abia apoi să vorbeşti cu preotul despre botez. La modul practic, dacă, de exemplu, copilul a fost botezat sâmbăta, serbarea se poate organiza duminică după slujbă sau chiar şi sâmbătă seara, dar până la miezul nopţii. Nu putem ca în biserică să spunem că „ne lepădăm de Satana şi ne unim cu Hristos”, apoi să călcăm în picioare rânduielile Bisericii, să mâncăm şi să bem până târziu, iar a doua zi să lipsim de la biserică. Atunci când botezăm (dar şi la cununie, înmormântare, sfinţirea casei etc.), noi trebuie să căutăm să plăcem lui Dumnezeu, nu oamenilor! Pe un creştin adevărat nu trebuie să-l intereseze ce va zice lumea despre cumătria sau nunta sa, ci doar ce va zice Dumnezeu. Îi place Lui sau nu ceea ce facem noi? Asta este preocuparea esenţială a creştinilor…

P.S. Pentru alte probleme şi nelămuriri întrebaţi preotul din parohia voastră!

Note

[1] În raport cu părinţii copilului, naşii de botez se numesc în popor „cumătri”. Dar Canoanele Bisericii nu folosesc acest termen, pentru că relaţia dintre cumătri nu este atât de importantă în comparaţie cu relaţia pe care naşii de botez trebuie să o aibă direct cu finul/fina de botez.

[2] Cu permisiunea preotului, la slujba botezului pot asista şi oameni de alte credinţe, dar aceștia nu pot participa la rânduielile legate de botez şi nu pot fi consideraţi naşi. Căci dacă ei nu sunt ortodocşi, ce credinţă îl vor învăţa pe copil?

[3] Nu este obligatoriu ca naşii de cununie ai părinţilor copilului să devină automat şi naşi de botez ai acelui copil, mai ales dacă naşii de cununie trăiesc departe sau nu corespund condiţiilor necesare pentru a fi şi naşi de botez.

[4] După Tradiţia Bisericii, în a 8-a zi de la naştere, preotul vine acasă şi citeşte primele rugăciuni asupra mamei şi copilului, binecuvântează numele pe care părinţii l-au dat pruncului şi stropeşte casa cu agheasmă. (Obiceiul de a veni cineva cu sticla cu apă la biserică pentru ca preotul să citească rugăciunile pentru mamă şi copil în absenţa lor, este greşit şi condamnabil). La 40 de zile după naştere, mama vine cu copilul la biserică pentru a li se citi rugăciunile de intrare în biserică. Odată cu acestea, poate începe perioada de pregătire pentru botez.

 
Kharkiv: il luogo dove il terrore di polizia regna supremo

Qualche tempo fa Kharkiv era alla guida della protesta civile contro la giunta di Kiev. Ora sembra essere stata messa a tacere per sempre. La città è spesso chiamata la seconda capitale dell'Ucraina e può lanciare una nuova ondata di proteste, una cosa di cui il nuovo regime ha davvero paura. L'8 aprile sono stati arrestati circa 70 manifestanti anti-Maidan, per subire processi politici nel mese di luglio. Oggi coloro che aspirano a diventare parte dell'Europa stanno mettendo sotto processo i dissidenti. L'opposizione politica deve essere domata facendo fuori coloro che sono in disaccordo. Ora si tenta di installare questo tipo di ordine in tutta l'Ucraina.

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Sergej Udaev, giornalista, è stato arrestato l'8 aprile. È accusato di aver partecipato a un attacco contro l'edificio dell'amministrazione regionale di Kharkiv. Per aumentare la pressione è stato trasferito da una cella investigativa a un centro di detenzione preventiva in un penitenziario in cui i criminali servono le loro sentenze. Ma è un sospettato, non un prigioniero; non vi è stata alcuna incriminazione del tribunale nel suo caso. Per protestare contro questa violazione Udaev si è tagliato le vene. Tutti gli appelli e le proteste relative a questa violazione di diritti umani sono rimasti senza risposta. Chiamato ad affrontare un processo il 29 luglio, Sergej Udaev ha letto una dichiarazione di protesta e ha inviato lettere ai presidenti di Ucraina e Russia, al capo dei servizi segreti ucraini, al procuratore generale ucraino, al console generale della Federazione Russa, a difensore civico alla Verkhovna Rada... di conseguenza, il tribunale ha deciso di prolungare il suo arresto, senza diritto di cauzione, fino al 2 ottobre. Sua moglie Elena dice che è detenuto nella stessa cella con veri criminali, sotto pressione costante di minacce. Minacciano anche i membri della sua famiglia. "A volte mi sembra che sto contando i miei ultimi giorni", dice. Legalmente Udaev è un cittadino russo: aveva la sua residenza anagrafica in Crimea, al momento del referendum del 16 marzo. Quando la Crimea è divenuta parte della Russia è diventato un cittadino della Federazione Russa, anche se non ha avuto tempo per ottenere il passaporto, essendo detenuto.

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Ci sono nove persone di Lugansk tenute dietro le sbarre in un centro di detenzione cautelare Kharkiv. Per esempio, il sacerdote Vladimir Maretskij (della Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca), rettore della chiesa di san Nicola del villaggio di Rajgorodka, nel distretto di Novoajdar della regione di Lugansk, che è accusato di coinvolgimento in attività terroristiche.

Padre Vladimir è stato arrestato il 25 maggio insieme ad altri 13 indagati. I detenuti sono stati fatti sdraiare sul marciapiede con la faccia a terra e sono stati picchiati. Alcuni sono stati mutilati. Sono stati trasportati in elicottero al centro di detenzione cautelare di Kharkiv e torturati. Il padre era sicuro di non farcela e ha cominciato a pregare per la sua anima. È ancora oggetto di torture sotto interrogatorio senza la presenza di un avvocato. Ha problemi ai reni; il 26 maggio doveva fare un serio intervento chirurgico, ma invece è stato messo dietro le sbarre. Ora è minacciato con una pena da 7 a 11 anni di carcere.

Continuano a tormentare il sacerdote, usano la forza per farlo confessare e dicono che era armato e che ha sparato in un centro di sondaggio durante le recenti elezioni presidenziali. Gli avvocati hanno chiesto di nominare un altro investigatore della SBU (il servizio di sicurezza dell'Ucraina). Il giudice ha rifiutato di farlo.

Konstantin Dolgov, un giornalista di Kharkiv, co-presidente del Fronte Popolare della Novorossija, che segue la situazione, esprime preoccupazione per la sorte dei detenuti di Lugansk e dei loro avvocati. "È difficile prevedere il destino di coloro che sono stati arrestati dopo gli eventi a Lugansk."

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Il prof. Aleksandr Samoilov, rettore dell'Università slava internazionale di Kharkiv, professore associato dell'Università Europea, è stato trattato con estrema crudeltà. Hanno fatto irruzione nel suo appartamento e lo hanno picchiato sotto gli occhi dei suoi figli piccoli. Lo hanno torturato. Mutilato, non era in condizione di affrontare un processo. Il 29 giugno è stato messo agli arresti, accusato di complicità in attività terroristiche. Secondo la diagnosi medica, soffre di commozione cerebrale, emorragia sottocutanea ed emorragie all'occhio sinistro. Il suo occhio non può vedere e l'orecchio non può sentire. Le torture hanno provocato malattie croniche, ma invece dell'ospedale è stato messo in un centro di detenzione cautelare a Poltava. Anna Rakovskaja – Samoilova, sua moglie, ha scritto una lettera al capo della missione OSCE in Ucraina dicendo che suo marito è vittima di gravi violazioni dei diritti umani e di abuso di potere da parte degli operatori dei servizi di sicurezza dell'Ucraina.

Sergej Kochetov, un fotografo che ha ripreso immagini di proteste a Kharkiv, è scomparso il 1 luglio. Tre giorni dopo si è saputo che è stato arrestato e poi liberato dopo aver dato un impegno scritto a non lasciare la città. Andrei Sosnovskij, un attivista del movimento anti-Maidan e capo dell'ufficio di Kharkiv dell'Associazione dei cittadini ucraini, e Alexej Lukjanov, attivista del movimento Giovane Eurasia, sono scomparsi allo stesso modo. I servizi speciali ucraini non sono riusciti a fabbricare accuse contro i detenuti. Ora stanno investigando "il caso del gruppo Samoilov."

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Un altro destino – quello di Spartak Golovachev. È un ben noto atleta ucraino, campione nazionale di immersione in apnea. Si stava addestrando per prendere parte al campionato europeo. Alla fine di aprile è stato arrestato mentre partecipava a una missione umanitaria per trasferire medicinali e prodotti alimentari a Slavjansk.

L'avvocato Dmitrij Tikhonenkov difende gli attivisti di Kharkiv. Secondo lui, 65 persone sono state arrestate nel palazzo dell'amministrazione regionale, dietro sospetto di aver preso parte a disordini di massa che hanno avuto luogo la notte tra il 7 e l'8 aprile, quando l'edificio è stato dato alle fiamme. Golovachev è sospettato di aver preso parte agli eventi che avevano avuto luogo un giorno prima, quando la gente era entrata nell'edificio.

Avendo saputo che alcuni attivisti tra quelli che erano stati arrestati durante l'operazione di rastrellamento nell'edificio amministrativo erano stati picchiati, Golovachev ha fatto uno sciopero della fame. Non ha mangiato per 13 giorni (4 giorni senza acqua) perdendo 25 kg. "Sono stato arrestato il 30 aprile e tenuto forzatamente all'interno dell'edificio del dipartimento investigativo. Un consulente di Avakov, il ministro degli Interni, era nell'edificio attiguo a dare ordini di non liberarmi", dice Golovachev.

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Dmitrij Pigorev è tenuto dietro le sbarre insieme con Golovachev. Verso la fine dell'8 aprile gli è capitato di essere vicino all'edificio su incarico del suo editore. Da allora è tenuto in un centro di detenzione cautelare. Aleksandr Shadrin, il suo avvocato, dice, "I dettagli sono vaghi. Molti dei detenuti erano in altri luoghi al momento del presunto reato. Lo si è saputo prima del processo di accertamento".

Tigran Terterjan, Egor Logvinov e altri attivisti pubblici di Kharkiv sono vittime di casi di incastramento. Allo stesso tempo, assassini e terroristi veri, che hanno ucciso Artemij Zhudov e Alexej Sharov da Dnepropetrovsk, sono ancora a piede libero.

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Facendo una deviazione dagli eventi di Kharkiv, vale la pena di notare che qualcosa di clamoroso è accaduto a Odessa. Il 27 giugno, il servizio di sicurezza ha arrestato Inna Avdeeva, una giovane avvocata. La sua colpa è stata avere postato per un certo numero di volte le parole "Lunga vita alla Novorossija!" sulla sua pagina in un social network. Il tribunale ha deciso di tenerla dietro le sbarre fino al 21 agosto. Stanno preparando un'incriminazione per accusarla di attività terroristiche. Rischia una condanna a 12 anni di detenzione.

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Il terrore poliziesco in Ucraina è in pieno svolgimento. Qualsiasi cosa sarà fatta per spezzare lo spirito di chi rifiuta il diktat politico e ideologico. Konstantin Kevorkjan, capo del canale televisivo "Pervaja stolitsa" (Prima capitale), e membro del municipio di Kharkiv, è stato espulso dall'Associazione Nazionale dei giornalisti ucraini. Stanislav Minakov, membro della Società degli autori russi e del centro internazionale PEN, è stato espulso dall'Unione nazionali degli scrittori ucraini. Le due espulsioni hanno avuto luogo nel mese di luglio. Prima di questo i due uomini sono stati interrogati nel corso dell'indagine sull'ex capo della regione di Kharkiv. Il 10 marzo 2014, l'ex governatore della città Mikhail Dobkin è stato arrestato con l'accusa di condurre un movimento separatista. Il suo caso è indagato dal Dipartimento per la criminalità organizzata istituito presso il Ministero degli affari interni.

Oggi il Donbass non è l'unico luogo in cui le autorità ucraine fanno la guerra. Esse esercitano pressione su tutti coloro che esprimono malcontento e hanno il coraggio di criticare il regime. L'Ucraina ha fatto un passo sulla strada per diventare uno stato totalitario, a prescindere dall'aver siglato un accordo di associazione con l'Unione Europea. La domanda è: l'Europa crede davvero che il sostegno al nuovo ordine stabilito in Ucraina vada incontro ai suoi interessi?

 
Domande e risposte – febbraio 2019

Mosca/Costantinopoli

Cosa risponderebbe a coloro che sostengono che gli attuali problemi tra i patriarcati di Costantinopoli e Mosca sull'Ucraina sono semplicemente un problema etnico?

No, non è un problema etnico, è un problema dogmatico. Riguarda la fedeltà all'Ortodossia, cioè all'unità, santità, cattolicità e apostolicità della Chiesa.

Provate a immaginare che la Chiesa russa avesse appoggiato i modernisti atei promossi da Costantinopoli contro il suo patriarca perseguitato (come fece Costantinopoli negli anni '20 in Russia contro l'eroico patriarca missionario, san Tikhon), interferendo negli affari interni e nei territori di altre Chiese locali, insistendo su un ethos razzista e nazionalista e opponendosi perciò a qualsiasi missionario, lavoro apostolico e attività multinazionale, avesse abbandonato il calendario ortodosso, fatto pasticci nella liturgia, canonizzato figure politiche dubbie, promosso massoneria, praticato simonia, predicato ecumenismo e semi-cattolicesimo (come Costantinopoli aveva già fatto nel XV secolo), fosse pagata dal Dipartimento di Stato americano, e che invece la Chiesa di Costantinopoli fosse rimasta fedele alla Tradizione ortodossa. In tal caso sosterremmo la Chiesa di Costantinopoli e non la Chiesa della Rus'. I crimini canonici sono crimini canonici, indipendentemente dall'etnia dei colpevoli.

Inoltre, ora è chiaro che Costantinopoli non si pentirà, poiché sta ancora giustificando i suoi atti oltraggiosi. Sta procedendo a licenziare i vecchi vescovi e a nominare nuovi vescovi "bartolomeschi" nel Nord America, in Australia e nel Regno Unito e così scavare ovunque un abisso tra sé e noi ortodossi. Pertanto, è chiaro che questo scisma è almeno semi-permanente. Solo il pentimento da parte degli orgogliosi di Costantinopoli può superare il problema che hanno causato, e al momento non ce n'è assolutamente alcun segno.

Pertanto, data la paralisi e l'irresponsabilità degli altri, la Chiesa russa sta ora riorganizzando la sua amministrazione nel mondo non ortodosso, come negli attuali 15 paesi dell'Esarcato russo dell'Europa occidentale. (A partire dal Sinodo del 26 febbraio vi è stata aggiunta Malta, lasciando solo i cinque paesi nordici e la Germania, l'Austria e l'Ungheria da aggiungere a tempo debito). La stessa cosa sta accadendo nell'esarcato ortodosso russo del Sud-est asiatico con il suo metropolita di Singapore e ora quattro diocesi, Singapore, Corea, Thailandia, Filippine e Vietnam. L'Asia meridionale, principalmente l'India e il Pakistan, è attualmente un'area vuota. (L'Asia sud-occidentale è in gran parte territorio canonico di Antiochia, come l'Africa lo è di Alessandria, così come l'Asia settentrionale è territorio canonico russo). Nei rimanenti continenti del Nuovo Mondo, forse un giorno vedremo un Esarcato russo per il Messico, l'America centrale e i Caraibi e probabilmente un altro per il Sud America, lasciando il resto del Nord America e dell'Oceania alla ROCOR, se questa dimostrerà competenza.

Così, tutti i fedeli ortodossi di tutte le nazionalità finiranno per essere indipendenti ma in associazione con la Chiesa russa. Ciò ricrea la situazione canonica in Nord America prima del 1917, con tutti gli ortodossi uniti nella Chiesa russa, prima che Costantinopoli introducesse la divisione con la sua "giurisdizione" 100 anni fa. Solo i modernisti nelle Chiese locali andranno sotto Costantinopoli. La minuscola minoranza modernista e infedele che vuole un'ortodossia protestante, "riformata", una mezzodossia senza fegato e senza santi, non-una, non-santa, non-cattolica e non-apostolica, seguirà gli scismatici. Questo è semplicemente un allontanamento dalla Chiesa ortodossa. In questi ultimi tempi è in corso la separazione della zizzania dal grano. Questa non è una disputa etnica, dove c'è verità da entrambe le parti, ma una disputa in cui c'è giusto e sbagliato, tredici Chiese locali contro una che si comporta male. Questa è la grande pulizia che aspettavamo da tanto tempo, la zizzania ci sta lasciando.

Qual è la sua politica nei confronti di quelli che frequentano le chiese sotto Costantinopoli e che vogliono ricevere la comunione e altri sacramenti nella Chiesa russa? Li rifiutate?

Ma certo che no! Noi non puniamo la gente per le azioni anti-canoniche di un patriarcato turco senile gestito dagli Stati Uniti, che i fedeli non hanno mai scelto. Finché la Chiesa russa non avrà una piena rete di parrocchie nella diaspora, che provvedano a tutti i fedeli di tutte le lingue, daremo i sacramenti a quelli che non hanno altra scelta che frequentare le chiese di Costantinopoli nelle vicinanze, anche se a volte sanno che il loro Patriarcato sta completamente sbagliando. Certo, se ci sono effettivamente tra loro alcuni che sostengono consapevolmente il loro patriarca, allora non possiamo avere comunione con loro perché sono nemici della Chiesa di Dio. Ma questi estremisti non si avvicinano comunque alla Chiesa russa.

Il Patriarcato di Costantinopoli ha un solo vescovo diocesano occidentale, il metropolita Atenagora in Belgio. Rimarrà con Costantinopoli?

Questo non è affar mio, anche se so che condivide pienamente l'ideologia fanariota. Ho anche notato che l'unico vescovo non diocesano occidentale sotto Costantinopoli, il metropolita Kallistos (Ware), non ha espresso alcuna indicazione di andarsene.

Ricordo il metropolita Atenagora negli anni '70 quando era ragazzo. Lui e la sua famiglia lasciarono Rue Daru per andare sotto i greci di Costantinopoli, se ricordo bene, nel 1987, dopo che tutta la parrocchia di convertiti a Bruges (inclusa la famiglia Peckstadt) fu maltrattata dal tirannico e ingiusto arcivescovo tedesco di Rue Daru, Georges (Wagner), un ex cattolico che riuscì ad alienare i russi con la sua russofobia e gli ortodossi occidentali con il suo rifiuto di riconoscere lingue liturgiche oltre a greco, latino e slavonico! Che disastro: in realtà Rue Daru non si è mai ripresa da questo intellettuale tedesco. Ho assistito a tutto questo di prima mano.

A quel tempo la parrocchia di Bruges avrebbe potuto andare sotto Mosca, anche se molti vescovi di Mosca fuori dalla Russia erano molto corrotti. Ricordo ancora come nel 2003 la cattedrale diocesana di Sourozh si rifiutasse ancora di avere qualche icona dei martiri reali ("non c'è posto per loro", come dicevano in modo eloquente, riflettendo in realtà non le loro mura vuote, ma i loro cuori vuoti), anche se Mosca aveva finalmente canonizzato i Nuovi Martiri e stava negoziando con la ROCOR, e come quella Cattedrale si rifiutasse anche di vendere libri scritti da padre Seraphim (Rose), che era molto popolare in Russia.

Oppure i convertiti di Bruges avrebbero potuto aderire alla ROCOR. Tuttavia, accettare la Tradizione e le discipline della Chiesa in tutta la loro integrità, come è normale per la ROCOR, era troppo per loro. Volevano un'Ortodossia 'di scelta' per i consumatori di quel tempo. Questi convertiti giocano un gioco di fantasia e non vogliono mai la cosa reale, aggirandola, come i naviganti che si aggirano intorno a un faro e restano poi sorpresi quando si schiantano sulle rocce intorno al faro.

Rue Daru

Quale pensa che sia il futuro di questo gruppo dopo il loro incontro del 23 febbraio?

Qui i nodi sono tornati al pettine e si dovranno prendere decisioni finali dopo così tanti decenni di rinvii. Queste decisioni non possono, come la Brexit, essere continuamente rimandate. Alcuni si uniranno sicuramente a una parte o all'altra della Chiesa russa (come alcuni hanno già fatto), incluso forse lo stesso anziano arcivescovo Jean. Tuttavia, la maggior parte rimarrà sotto Costantinopoli, e alcuni potrebbero andarsene e unirsi a varie curiose sette in stile protestante o New Age, da cui provengono originariamente alcuni di loro.

La parrocchia di Rue Daru a Roma si unirà alla ROCOR?

Non ne ho idea – lo si deve chiedere alle persone coinvolte. Quello che ricordo è come la ROCOR abbia perso questa parrocchia a Rue Daru nel 1985 attraverso l'incompetente ingerenza del vescovo Gregory Grabbe, che vi aveva mandato un prete convertito americano vecchio-calendarista (che fu poi deposto, come molti altri sacerdoti convertiti che il vescovo Gregory aveva fatto ordinare dall'innocente e ingenuo metropolita Philaret). Io ero lì a quei tempi e lo ricordo bene. Rue Daru ordinò subito un uomo di lingua russa per la parrocchia di Roma e tre mesi dopo lo fece arciprete (tale era il favoritismo anche a Rue Daru!)

Politica

Pensa che la Brexit avverrà?

Avverrà solo se il Regno Unito è democratico. Sono già passati oltre 45 anni nella camicia di forza di Bruxelles. D'altra parte, sia l'establishment dell'Unione Europea che quello del Regno Unito, compresa la signora May, sono contrari alla Brexit. Il solo fatto che una volta il popolo abbia potuto esprimere la propria opinione è un miracolo, ma da allora abbiamo visto la battaglia del popolo contro l'élite e tutto può accadere.

Perché i paesi che hanno perso la loro monarchia virano tra governi di sinistra e di destra?

Perché tali paesi finiscono per essere governati da ideologie / filosofie di sinistra o di destra. Ogni volta che ciò accade, si verificano ingiustizie perché tali ideologie sono basate su ideali, non sulla realtà. Gli idealisti (come Lenin o Hitler) sono spietati perché costringono sempre la realtà ad adattarsi alla loro ideologia personale, massacrando tutti i milioni di persone che rifiutano di accettarla e facendo tacere tutti gli altri con la paura. Possiamo vedere questo a un livello minore nella recente storia del Regno Unito con le ossessioni idealistiche di Thatcher ("il libero mercato"), Blair (immischiarsi in altri paesi e iniziare guerre) e Corbyn (socialismo stalinista). La domanda a cui questi ideologi non rispondono mai è: il mio ideale funziona davvero? E per definizione nessun ideale funziona mai, proprio perché è ideale, non reale, non realistico, non pratico. Se governerai con un'ideologia, finirai sempre per essere tirannico e odiato.

Ci sono solo due fedi nel mondo che sono sempre state perseguitate, Ortodossia e giudaismo. Perché?

Perché entrambe contengono verità. Dove non c'è verità, non c'è mai alcuna persecuzione. La verità del giudaismo è che Dio è uno e che sta mandando suo Figlio per rendere giustizia al mondo. La verità dell'Ortodossia la conosciamo.

Mondanità nella Chiesa

Perché ci sono così tanti ortodossi in Ucraina, in Russia (e forse in altre parti del mondo, e questo potrebbe non avere nulla a che fare solo con l'Ortodossia, ma con tutte le religioni) che sentiamo dire: "Il mio credo è dentro di me. Non credo nella Chiesa, ma credo in Dio. Seguo le tradizioni ortodosse e vado in chiesa qualche volta". È principalmente una reazione all'influenza e all'impulso del comunismo, come il detto su come i comunisti hanno quasi compiuto in Russia in 70 anni ciò che l'Impero Ottomano non è riuscito a realizzare nei Balcani in 400 anni?

Ha davvero ragione, questo detto è molto comune, ma è anche universale. La ragione di ciò è la corruzione ("istituzionalizzazione") nella Chiesa; i chierici trasformano la Chiesa e la Fede in un'impresa, una semplice religione. Questo rende la gente cinica. Abbiamo bisogno di chiese libere dai tavoli dei cambiavalute e abbiamo bisogno di vescovi (quelli simoniaci sono generalmente greci e romeni) e sacerdoti la cui preoccupazione principale sono le anime delle persone, non i loro portafogli. In Occidente nessuna giurisdizione è libera da questo: ricordo la vecchia ROCOR "pre-rivoluzionaria" di 45 anni fa - anch'essa a volte aveva questa mentalità mercantile, monetaria, che era stata la rovina della Chiesa pre-rivoluzionaria. Il nostro compito universale di ortodossi russi non è affatto la restaurazione della Chiesa pre-rivoluzionaria (come immaginano alcune persone molto ignoranti), ma la purificazione della Chiesa pre-rivoluzionaria.

Pertanto, questo non ha nulla a che fare con il comunismo. Abbiamo bisogno di apostoli come San Paolo, che lavorano come fabbricanti di tende, non di ricchi vescovi con macchine di lusso. Questa è stata la battaglia della mia vita; è per questo che non servo in un covo di corruzione. Mi sono sempre rifiutato di farlo e per questo motivo non mi hanno mai voluto.

Convertiti russi

Perché ci sono tensioni di personalità nella Chiesa in Russia, per esempio come nel recente conflitto di Internet tra ipadri Andrej Tkachov e Georgij Maksimov?

La Chiesa in Russia ha molti convertiti. A volte mi ricorda quello che vedevo in Occidente negli anni '70: giovani donne vestite con gonne lunghe e grigiastre, e giovani con barba lunga, croci o nodi da preghiera in mostra. La mentalità del neofita - imitare l'abito esterno di monaci e monache - funziona indipendentemente dalla nazionalità e anche dal fatto che i genitori fossero ortodossi nominali. I convertiti devono mettersi in mostra - proprio come i neofiti di qualsiasi religione, dall'Islam (barbe lunghe e uniformi) al buddismo (persone vestite in abiti color zafferano e teste rasate). Sono i convertiti che creano questa mentalità da serra, di solito su Internet. È tutto così da immaturi. È tempo che gli adolescenti crescano.

Il futuro

Quando ci sarà un nuovo tsar in Russia?

È fondamentale capire che questo può accadere solo quando gli ortodossi russi saranno degni dell'ultimo tsar. Non puoi avere un prossimo tsar, se non ami e veneri l'ultimo tsar e tutti quelli che lo servivano – e sono stati martirizzati per questo. Leggete cosa hanno detto gli altri dell'ultimo tsar e della sua famiglia:

"Era la famiglia più santa e pura". (Volkov, cameriere dello tsar, intervistato dall'investigatore Sokolov 100 anni fa).

"La, in quella casa (casa Ipat'ev), fioriscono le grandi anime della Russia, macchiate dal fango dei politici". (Santo martire Eugenio Botkin).

Quando questo accadrà, allora vedremo titoli come questi:

"Lo tsar ripristina l'unità delle terre russe".

"Le truppe cristiane della Russia liberano l'Europa dell'Est dalla tirannia dell'Unione Europea".

"Gli afghani implorano le forze imperiali russe di liberarli".

"Lo tsar russo si trova sul confine messicano e chiede: Abbatta questo muro, signor Trump".

Non siate sorpresi; tutto è ancora possibile.

 
Il vescovo Nestor sull'arcivescovo Serge di Eucarpia

Intervento del vescovo Nestor di Chersoneso, alla tavola rotonda dell'OLTR del 12 dicembre 2012 dedicata alla memoria dell'arcivescovo Serge (Konovaloff)

Cari padri, fratelli e sorelle,

È con gioia che ho accettato di partecipare alla tavola rotonda sull'arcivescovo Serge (Konovaloff) di beata memoria. Ciò mi offre l'opportunità di contribuire, anche se solo modestamente, in questa felice iniziativa. Dobbiamo mantenere la memoria di un uomo straordinario, un buon pastore che ha sofferto così tanto per le  nostre parrocchie infelici",  per usare le sue stesse parole, e che si sentiva in gran parte responsabile per il suo gregge così diverso, multietnico e multiculturale. Mons. Serge si è sentito responsabile per il futuro della diocesi a lui affidata. È nostra responsabilità, ancora oggi, continuare a riflettere sulla personalità di mons. Serge, sui suoi orientamenti, sulle sue aspirazioni, sui suoi desideri per la sua eparchia. Tutti questi problemi sono ancora attuali.

Dobbiamo cominciare col dire che è con la benedizione dell'arcivescovo Serge che io mi sono trovato in Francia. Un gruppo di sacerdoti parigini ha preso l'iniziativa di chiedere alle scuole teologiche di Mosca di inviare due giovani ieromonaci a Parigi per assistere l'arcidiocesi. Mons. Serge aveva convalidato questa proposta. Invece di due studenti ne fu scelto uno solo, che ero io. Il nostro primo incontro è stato alla fine del 1999, nelle settimane che seguirono il mio arrivo a Parigi. Poco dopo Natale fui invitato da Mons. Serge per un tè. Su sua richiesta mi ero già messo a officiare nella chiesa del Cristo Salvatore ad Asnières. Mi ha offerto un tè che lui stesso aveva preparato, molto buono e molto forte.

Tutto in lui testimoniava la sua semplicità. Dal quel primo contatto fino alla fine, si è mostrato con me costantemente aperto e benevolo. Non l'ho mai visto in collera o semplicemente irritato verso di me. Mi è capitato di assistere a situazioni delicate o difficili per l'arcivescovo Serge, e invariabilmente ha reagito con benevolenza.

Ho beneficiato dal suo sostegno costante durante i tre anni in cui ho soggiornato presso l'arcidiocesi. Al nostro primo incontro, ha osservato: "Non potete immaginare come mi sento a conversare con un giovane che indossa una tonaca e la croce pettorale, in grado di conversare liberamente, che viene dalla Russia, e rappresenta la nuova generazione". Mi ha fatto partecipe delle sensazioni che lo avevano invaso, quando sulle strade della capitale russa, un poliziotto aveva spontaneamente chiesto la sua benedizione.

Poco dopo questo incontro sono stato ufficialmente nominato alla parrocchia di Asnières. Su richiesta dell'arcivescovo Serge sono diventato un membro a pieno titolo del clero dell'arcidiocesi. Tuttavia, continuavo ad appartenere alla Chiesa ortodossa russa, cosa che non mi impediva di partecipare a tutte le riunioni del clero e alle votazioni. C'era in questa situazione una certa ambiguità, ma tale era la volontà dell'arcivescovo.

Conservo il ricordo di diverse funzioni celebrate a rue Daru con la partecipazione del vescovo Innocenzo di Chersoneso, funzioni seguite da incontri del clero a cui prendevano parte sacerdoti di entrambe le entità. Come dimenticare Mons. Serge che teneva in mano l'incensiere all'ingresso episcopale nella chiesa cattedrale dei Tre Santi Dottori quando vi si celebrava la festa parrocchiale!

Mons. Serge è venuto  a celebrare ad Asnières all'anniversario della consacrazione della parrocchia. Durante il pasto l'arcivescovo non è mai rimasto al suo posto, faceva il giro degli ospiti conversando con tutti. Ha celebrato la liturgia ad Asnières nel novembre 2002, poco prima della sua morte. Superando la sua debolezza l'arcivescovo ha espresso la sua gioia nel vedere la parrocchia crescere e prosperare.

Quel giorno i parrocchiani gli hanno dato una bella mitra ornata con un'aquila bicipite bizantina. Non ha mai avuto l'opportunità di indossare questo dono che aveva espresso il suo piacere di ricevere. Ma era un po' confuso dalla presenza su questo copricapo sacerdotale di "un pollo bizantino", furono le sue stesse parole, e voleva sbarazzarsi di questo dettaglio.

Abbiamo conosciuto momenti di tensione: sono andato una sera nel suo ufficio in rue Daru a porgli una domanda. Era proprio il momento in cui la parrocchia di Roma passava alla Chiesa russa. Ho trovato il Vescovo Serge molto emozionato e turbato. Non gli ho fatto domande, avendo la sensazione che lui non avesse affatto voglia di parlare. Ha parlato invece del tema della situazione in Ucraina. Temeva la ripetizione in questo paese della crisi ecclesiale che aveva conosciuto l'Estonia nel 1996. Forse peggio, ha detto. Come avrebbe dovuto reagire l'arcidiocesi in questo contesto? I rapporti con la Chiesa ortodossa russa gli stavano a cuore, erano una cosa essenziale e importante... Alla celebrazione dell'anniversario della chiesa dei Tre Santi Dottori l'arcivescovo Serge era venuto a concelebrare con il metropolita Kirill, nostro futuro patriarca.

Tra i miei ricordi più forti c'è quello della revoca dell'interdetto che aveva colpito il padre Michel Ossorguine: l'arcivescovo aveva trovato in sé la forza, la nobiltà d'animo e l'umiltà necessaria per ignorare i suoi sentimenti personali in nome dell'unità ecclesiale e mantenere buoni rapporti con la Chiesa ortodossa russa.

L'unità ecclesiale, lo sviluppo di buone relazioni con la Chiesa ortodossa russa occupavano costantemente il suo cuore. Il suo entourage più vicino condivideva questi atteggiamenti, penso a quei preti che la pensavano come lui, i giovani che lo circondavano e gli erano devoti. Come non menzionare qui padre Sabba Toutounov, ora archimandrita. Ma potrei citare molti altri nomi.

Mi ricordo di aver scritto, assieme ai miei parrocchiani, una lettera di congratulazioni al patriarca Alessio II a nome della nostra parrocchia di Asnières e dedicata alla memoria della Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, che era stata fatta saltare in aria all'epoca dal regime sovietico. I tempi erano cambiati e la cattedrale era stata ricostruita a Mosca, doveva essere consacrata presto. La lettera terminava con la frase: "Vogliamo condividere questo momento solenne con la Chiesa russa a cui sentiamo di appartenere. "Mons. Serge sostituì la frase con quest'altra: "con cui siamo indissolubilmente legati nello spirito".

Infatti, l'arcivescovo Serge si sentiva responsabile dell'ente ecclesiale che gli era stato affidato, della sua coerenza, voleva conservare l'unità dell'arcidiocesi e delle sue tradizioni e la ricca esperienza pastorale che essa aveva accumulato, mantenere relazioni fraterne, calde e informali tra il clero e la gerarchia e capiva l'impossibilità di dire che una delle sue parrocchie era una parte della Chiesa russa. Preferiva parlare dei legami spirituali indissolubili che si erano instaurati tra noi, cosa che era al tempo stesso più precisa e più importante. Mons. Serge era nella sua mente, nei suoi interessi culturali rivolto verso la Russia, verso la Chiesa russa, e questo è stato uno dei fondamenti della sua personalità. Perché cercare di immaginare come sarebbero state le cose se il vescovo Serge fosse vissuto qualche anno in più? Come dice l'apostolo "le vie del Signore sono imperscrutabili".

La morte inaspettata dell'arcivescovo ha segnato la fine di un'epoca nella storia dell'Ortodossia in Europa occidentale. La sua memoria resta importante per noi, più di dieci anni sono passati, ma quando pensiamo al defunto sentiamo un aumento di speranza, un'immensa gratitudine a Dio che, nei momenti difficili, ha dato alla sua Chiesa un pastore straordinario, un uomo di un'integrità a tutta prova, che ignorava le astuzie e diceva la verità in tutte le circostanze. A servizio della Chiesa, ci teneva a essere tutto per tutti.

Eterna memoria.

Vi ringrazio.

 
Sul cosiddetto Concilio

Tra pochi giorni ci sarà un incontro in un edificio modernista in cemento nella Ginevra calvinista (anziché presso la storica cattedrale ortodossa russa) per discutere la possibile prossima riunione dei vescovi ortodossi (...dove? ...quando?), che il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha pretenziosamente annunciato come un 'Concilio pan-ortodosso'. In Ucraina, da dove sono appena tornato (e dove sono ora sempre più comuni le scritte sui muri come "abbasso il partito di ladri e assassini di Poroshenko"), ho trovato due atteggiamenti su questo 'Concilio'. Uno è la pura ignoranza ('non ne abbiamo mai sentito parlare'), l'altro atteggiamento è di timore e di rifiuto ('qualunque cosa decideranno, noi li ignoreremo'). Se questo incontro avrà luogo, sullo sfondo delle guerre civili in Ucraina e in Siria, sembra proprio che non possa avvenire in un momento più inopportuno.

Atteggiamenti popolari come questi in Ucraina sono da aspettarsi quando non vi è stata alcuna consultazione con i monaci, il clero parrocchiale e i fedeli su questo 'Concilio', e tanto meno sul suo ordine del giorno praticamente sconosciuto e senza senso (provate a cercarlo su Google), e quando tutti gli incontri preparatori sono condotti a porte chiuse e non sono rilasciati rapporti su tali riunioni. Come ha scritto il molto rispettato metropolita Ieroteo della Chiesa di Grecia, questo 'Concilio' dovrebbe essere interrotto, perché il suo ordine del giorno non contiene alcuna questione teologica singola (a differenza dei veri Concili). Eppure l'anziano e sofferente patriarca di Costantinopoli è disperato a far sì che il 'Concilio' possa aver luogo prima della sua morte, arrivando anche a riconciliarsi con il metropolita Rostislav della Chiesa delle Terre Ceche e della Slovacchia. Andando dal negativo al positivo, quali sono i possibili risultati?

1. L'incontro ('Concilio') non avrà luogo. Con le difficoltà tra i patriarcati di Gerusalemme e Antiochia, tra il patriarcato di Costantinopoli e la Chiesa di Grecia, con l'impasse politico tra Russia e Turchia (e i rappresentanti del Patriarcato di Costantinopoli sono tutti i cittadini turchi), con gli appelli dei principali rappresentanti delle Chiese di Ucraina e di Grecia a non tenere affatto l'incontro, con l'ordine del giorno laico su cui non c'è accordo, questo risultato sembra piuttosto possibile. Un non-evento.

2. L'incontro si svolgerà da qualche parte e in qualche momento del 2016, ma rilascerà qualche dichiarazione vaga e priva di significato pieno di espressioni di gergo secolare, assicurando l'unanimità ma anche il fatto che l'incontro sia ancora un non-evento.

3. L'incontro avviene ma comincia e finisce in disaccordo. I monasteri e le parrocchie fedeli dichiarano la loro appartenenza alla 'Chiesa dei Sette Concili'; scismatici e modernisti dichiarano di appartenere alla 'Chiesa degli Otto Concili'. Anche se questo può sembrare il risultato più negativo di tutti, forse è il momento di una pulizia, dove la piccola minoranza di 'mezzodossi' può finalmente lasciare la Chiesa, poertandosi con sé le proprie eresie con loro, divenendo uniati nella loro apostasia o formando qualche nuova setta di 'protestanti con le icone', come desiderano. Lasciamo che i morti seppelliscano i loro morti.

4. L'incontro avviene e accade un miracolo. Ottiene un significato eterno, diventando un Concilio. Le Chiese locali un tempo esitanti affermano l'Ortodossia e rifiutano la morte spirituale; la minoranza di ortodossi che hanno fatto compromessi ritornano al calendario ortodosso, rifiutandosi di morire nel culto del passato come irrilevanza nazionalista del 1453 in un mondo globalizzato, rifiutando l'ecumenismo e il modernismo, adottando le responsabilità missionarie globali della Chiesa, lanciando missioni in tutto il mondo. In questo modo questo Concilio conferma, sigilla ed estende i Sette Concili universali della Chiesa e il Credo e si rifiuta di agire come organizzazione laica al modo del Vaticano o delle sette protestanti gestite dalla CIA, confermando Cristo e respingendo l'Anticristo.

 
Una conversione in Kosovo, o come Adem è diventato Adam

Adam e alcuni serbi. Foto: Boshko Kozarski

Adem di Prizren ha perso la testa nella sua vecchiaia. È diventato matto. Gli ha dato di volta il cervello. Ottantotto anni non sono uno scherzo. Ma è impazzito un po' prima, a ottant'anni. Per essere precisi, si è diretto nella Chiesa ortodossa nella sua città natale, l'ex capitale del Nemanichi, e ha chiesto il battesimo. "Voglio diventare ortodosso. Voglio diventare Adamo". Una richiesta del genere in una città che aveva cacciato quasi tutti i cristiani dopo il pogrom del 2004 è, per dirla alla leggera, dissonante con l'umore allegro generale causato dalla pulizia etnica della città dai maledetti serbi ortodossi e con la salute psicologica di Adem, che la sua grande famiglia allargata gli riconosceva di possedere. E questa grande famiglia allargata si è rifiutata categoricamente di associarsi con il nonno che aveva cambiato la sua fede.

"Sono affari loro!" Dice il nonno Adam, asciugandosi una lacrima. "Io non ho "cambiato" la mia fede – sono tornato a quella vera. Noi eravamo tutti cristiani!"

Quando dicono che quasi tutti i serbi sono stati cacciati da Prizren, un'antica città serba, la parola "quasi" è gravida di significato; qui o appena fuori città rimangono alcuni preti che si sacrificano, alla fine è ritornato il seminario teologico di Prizren, e ora funziona nonostante non solo le innumerevoli difficoltà materiali, ma anche - per dirlo con cautela - un ambiente non molto amichevole. Anche a questo "quasi" appartengono due donne: Evitsa Djordjevich e sua figlia Melitsa, che per tutto il tempo, anche durante il terrore contro i serbi, sono state le uniche cristiane ortodosse in quella città. La televisione serba ha recentemente girato un film su Melitsa. Ricordo una scena: una bambina si siede silenziosamente alla finestra e guarda il cortile dove giocano i bambini albanesi. Ma lei non esce per unirsi a loro perché è semplicemente pericoloso: potrebbero fare di peggio che picchiarla. Osserva in silenzio, e sua madre Evitsa piange. È così che hanno vissuto, bloccate per diversi tristi anni, correndo per andare a fare la spesa con la testa nascosta. Fino all'arrivo di Adam.

Prizren

"Qui a Prizren, e in Kosovo e Metochia in generale, quello che stava succedendo avrebbe fatto rizzare i capelli! Che cosa stava facendo la gente ai serbi – gente che dice di pregare Dio ma che in realtà lo ripudia con le proprie azioni!", dice Adam. "Come puoi pregare Dio ma odiare gli altri popoli? Combattere con loro, ucciderli? Portare via le loro case, violentarli, derubarli, dissacrare le loro chiese? Ho guardato tutto questo e... ci credereste? Una protesta è sorta nella mia anima. Questa protesta è ciò che mi ha portato alla chiesa, e poi a Evitsa e Melitsa. Dovevo aiutarle! Quindi, ho iniziato ad aiutarle, e non c'è niente di speciale in questo".

il monastero dei santi Arcangeli

All'inizio Adam ha portato Melitsa in braccio per fare passeggiate intorno alla città, e più tardi, quando era cresciuta, si è limitato ad accompagnarla. Quindi hanno iniziato a guidare verso il monastero dei santi Arcangeli, non lontano, dove erano ripresi i servizi divini. Sembrerebbe una scena idilliaca: un nonno anziano passeggia con sua nipote, con la madre felice accanto a loro. Sì, sarebbe idilliaca se non fosse per tutta la storia precedente.

Adam Mujovich

In un modo o nell'altro, nonno Adam si è fatto carico delle preoccupazioni e dei problemi dei Djordjevich, evocando le solite perplessità e il rifiuto da parte di coloro che ora sono la maggioranza di Prizren, ma allo stesso tempo il rispetto e la gratitudine degli ortodossi che vivono ancora qui. Ora è una scena normale: la domenica o qualche altro giorno di festa, la gente va da Adam mentre cammina verso la chiesa del grande martire Giorgio per salutarlo e ringraziarlo "per essere rimasto umano in quei tempi inumani".

Molti discutono sulla vera nazionalità di Adam. Alcuni dicono che è un albanese, altri insistono che è un "torbesh". Questo è come i serbi chiamano quegli slavi che si convertirono alla "fede turca" per ragioni materialistiche – le autorità turche erano solite distribuire prodotti alimentari speciali in cambio della rinuncia alla fede ortodossa, e mettevano le borse ("torby") con cibo alla porta delle loro case in modo che gli altri potessero vederlo e contemplare la scelta migliore – morire di fame nella loro ortodossia o "vivere come persone normali". La maggioranza preferì soffrire la fame. E i rapporti tra gli ortodossi e i "torbesh", che erano fondamentalmente della stessa nazionalità, sono pieni di odio e disprezzo. Per inciso, molti dicono che il monastero dei santi Arcangeli è stato bruciato durante i pogrom dai discendenti di serbi ortodossi che si erano convertiti all'islam... Ad Adam non piace tutto questo parlare di nazionalità. "Lasciamo perdere! Siamo di Cristo! "

la riva del fiume a Prizren

Nella Liturgia di solito si siede – le sue forze non sono più quelle di una volta. Si siede, completamente immerso in se stesso e nella preghiera. Cerca un angolo dove possa rimanere inosservato e conversare tranquillamente con Dio. Altri parrocchiani, nonostante il loro temperamento caloroso, non lo distraggono; La preghiera di Adam è vera preghiera. Almeno questo è ciò che le sue azioni dicono di lui.

 
I serpenti dell'Ortodossia

Uno degli oggetti più strani e a prima vista preoccupanti nel culto ortodosso è il bastone pastorale del vescovo, con l’immagine di due serpenti che si fronteggiano. Si tratta di un oggetto per il quale molti ignoranti accusano la Chiesa ortodossa di perpetuare ritualità magiche e pagane. Queste critiche vengono spesso da parte evangelica (a loro vergogna, i critici sembrano non conoscere l’episodio del serpente di bronzo dell’Esodo, a cui Cristo stesso non ha avuto problemi a paragonarsi).

Nelle pagine del blog Orthodox Arts Journal, Johathan Pageau, un iconografo ortodosso canadese, esplora il significato del simbolismo del serpente sul bastone, di cui la Bibbia e l’iconografia cristiana presentano diverse immagini ricche di un senso profondo. Possiamo leggere la traduzione italiana dell’articolo nella sezione “Confronti” dei documenti.

 
Appello russo alla Germania

Il mio nome è Egor Prosvirnin; sono il capo redattore del sito russo www.sputnikipogrom.com, che sostiene i valori europei. Ho sentito dire che uno degli aspetti della vita che gli europei, e i tedeschi in particolare, amano, è la storia. Se dovessimo ricordare la storia recente, vorremmo ricordare che un vasto esercito di 300.000 soldati sovietici con 5.000 carri armati, 1.500 aerei e 10.000 pezzi di artiglieria (comprese armi nucleari tattiche) ha semplicemente lasciato la Germania allora appena unita senza sparare un colpo.

È stata un'operazione senza precedenti per portata e brevità, in cui l'intero esercito sovietico si è ritirato letteralmente nei campi aperti. Gli ufficiali sovietici, obbedendo agli ordini del comando supremo, se ne sono usciti a decine di migliaia dalle loro caserme calde per vivere in tende ammuffite allestite nel bel mezzo di campi fradici coperti di neve. In molti casi, insieme con le loro famiglie.

Per cosa?

Per una speranza. Speranza che le pagine oscure della storia tra i nostri due paesi fossero finalmente e per sempre passate. Speranza che non avremmo più dovuto mantenere eserciti di carri armati nel centro dell'Europa, e che l'Europa avrebbe rispettato e preso in considerazione i nostri interessi. Speranza che in una Germania unita avremmo avuto un buon amico e alleato, con il quale la Russia potesse realizzare il sogno di Charles de Gaulle di un'Europa unita che si estende da Lisbona a Vladivostok.

Quando i nostri eserciti stavano lasciando la Germania, ai nostri soldati fu detto che la Germania aveva riconosciuto e redento i suoi errori del passato, che non c'erano problemi irrisolti con la Germania, e che non avremmo più sentito voci tedesche che chiedono vendetta contro la Russia, quindi non avevamo bisogno del nostro esercito di carri armati posizionati nel centro dell'Europa.

Da quel momento, russi e tedeschi sono stati amici, e gli amici non hanno bisogno di vaste armate corazzate. I russi dovrebbero smettere di avere paura di una Germania unita e disarmarsi.

E noi ci siamo disarmati. E per 20 anni abbiamo sentito che avevamo fatto la cosa giusta, che il passato era dimenticato per sempre, e che i tedeschi apprezzavano quanto prontamente avevamo chiuso tutte le basi e portato tutte le truppe a casa (anche se ci sono basi americane in Germania fino ad oggi). Nei tempi buoni i nostri amici ci conoscono; nei tempi difficili veniamo a conoscere i nostri amici; e i tempi difficili sono venuti con la crisi ucraina. È diventato chiaro che i tedeschi non ricordano il bene. Si è scoperto che i tedeschi non hanno imparato le lezioni della storia, sembra che i tedeschi abbiano visto lo smantellamento volontario e il ritiro della nostra macchina da guerra non come un atto di umanità e di buona volontà, ma di debolezza.

Si scopre che quando gli americani hanno parlato ad alta voce e nettamente con la cancelliera tedesca, che per tutti questi anni hanno tenuto sotto sorveglianza come una cameriera negligente, l'intera società tedesca è balzata in piedi come un cane sottomesso che accorre obbediente al suo padrone americano... anche quando il conflitto con la Russia va contro gli interessi economici e politici tedeschi. Sembra quindi che, se togli il filo alla tua spada, ti togli le tue corazze, cessi la preparazione dell'era sovietica per la terza guerra mondiale, e ti rivolgi amichevolmente ai tedeschi, i tedeschi sputano nella tua mano tesa alla prima occasione.

Si scopre che i russi sono ancora una volta "Untermensch", che possono essere sbranati impunemente sulle pagine della stampa tedesca mentre si richiedono sanzioni punitive dalla tribuna del Bundestag, senza però consentire alla Russia la possibilità di sostenere apertamente ed equamente la propria posizione. Si scopre, invece, che il governo ucraino può, senza alcuna responsabilità, vietare la lingua russa, mettere in carcere gli attivisti russi, sparare sui quartieri residenziali con raffiche di artiglieria, uccidere migliaia di civili che si trovano ad essere in gran parte russi – e questo è OK. È OK perché è una "democrazia", e va bene alla Germania perché i russi sono "Untermensch", perché i russi sono come gli ebrei il cui sangue per i tedeschi non vale nulla. E per di più, per aver tentato di difendersi, per aver tentato di rispondere al fuoco contro le forze armate ucraine, i russi devono essere puniti, tartassati pubblicamente, la loro volontà di resistere deve essere rotto, e devono essere relegati in un ghetto russo internazionale.

Poi potrete bruciare quel ghetto, come l'edificio dei sindacati a Odessa è stato bruciato con 49 manifestanti filo-russe all'interno. Sapete come i social network ucraini hanno risposto a questo olocausto? Con un riferimento ai morti come "spiedini di dorifora" [Riferimento alla dorifora del Colorado, che ha un carapace a strisce nere e dorate come i nastri di san Giorgio, indossati da molti separatisti e dai loro sostenitori come simbolo di lealtà alla loro eredità culturale russa] – questo è quello che decine di migliaia di persone nei social network ucraini hanno scritto, incluse parole indecenti copiate sulle foto dei corpi carbonizzati.

Siamo di nuovo subumani, siamo di nuovo null'altro che animali che nazisti ucraini possono uccidere impunemente, per creazione di un'Ucraina "russenfreie" [libera dai russi]. Secondo i dati raccolti da Human Rights Watch, solo durante lo scorso luglio gli ucraini hanno ucciso 1.150 RUSSI PACIFICI nella parte orientale del paese, e questi omicidi continuano ogni giorno. Dove sono le vostre proteste, Germania? Dove sono le vostre sanzioni contro l'Ucraina? Dov'è la vostra vantata umanità che professate di aver imparato dal 1945, riconoscendo gli errori del vostro passato?

Saur-Mogila, che si trova su alture strategiche ed è un monumento ai soldati russi che morirono lì 70 anni fa durante una feroce battaglia con la Wehrmacht, è stato nuovamente preso d'assalto. Questa volta dal battaglione ucraino "Azov", che indossa bande con il Wolfsangel (dente di lupo), simbolo della 2a, 4a e 34a divisione delle SS, e voi non dite niente! I miliziani russa sono accovacciati dietro le statue di granito dei soldati sovietici da pallottole neonaziste sparate dalla "Guardia Nazionale" dell'Ucraina, e voi avete il coraggio di concordare con le sciocchezze americane su una "aggressione russa"! Gli ucraini sparano sulle città con missili balistici, lasciando crateri nei luoghi in cui si trovavano una volta delle case, e voi imponete sanzioni non contro l'Ucraina ma contro la Russia!

Ancora una volta, ci sono truppe che stanno uccidendo civili russi disarmati, e voi state a discutere se è il momento di cominciare a fornire armi a questi assassini in modo che possano uccidere più russi? Tutta la vostra decantata "politica della memoria" e "imparare dal passato" è semplicemente un mucchio di sterco di cane, mentre ancora una volta civili inermi sono massacrati sotto i vostri occhi, e voi applaudite e promettete a questi assassini ucraini nuovi finanziamenti.

Non avete imparato l'umanità, voi tedeschi. Non avete imparato la responsabilità. Non avete imparato a resistere al male e dire a quel Male chiaramente in faccia, "No, tu sei un assassino, io non ti aiuterò, devi interrompere immediatamente le uccisioni." Non avete imparato ad essere persone responsabili, indipendenti, libere, che sono in grado di fare del bene in cambio del bene.

Siete schiavi che pensano che la bontà sia debolezza.

Nel 1934, Hitler vi ha guidati come pecore, e nel 2014 Obama è il vostro pastore. Se domani in Germania gli americani apriranno un campo di sterminio per russi, la metà di voi presenterà immediatamente il proprio curriculum vitae per lavori come operatori delle camere a gas, e la vostra stampa inizierà a spiegare come questo campo di sterminio è patriottico ed è un bene per l'economia tedesca. Seguirebbe quindi l'uccisione di questi "Untermensch" russi, facendo paralumi artigianali con la loro pelle per aver osato resistere, e inviandoli ben confezionati a Washington per compiacere il vostro alleato americano.

I tedeschi hanno fallito la loro prova. Quando il male è tornato di nuovo in Europa, non tentate nemmeno di resistere, e cadete subito prostrati ai suoi piedi come uno schiavo, dopo il tanto atteso, a lungo ritardato ritorno del vostro padrone. Servite pure il male, imponete sanzioni, sostenete l'assassinio dei russi, fornite armi agli assassini dei russi, giustificate questo genocidio – la fine della vostra storia sarà familiare, perché il male non può vincere.

Concludo questo testo con una popolare citazione della celebre statista americana, la signora Victoria Nuland, che ovviamente prende le decisioni in Ucraina al posto del vostro Cancelliere:

"Fuck the EU".

Vi piaccia o no, ammettete che gli americani sono un popolo intelligente in grado di determinare con precisione il "prezzo" di una Germania unita e di un'Europa unita.

 

 

Commenti sull'Appello russo alla Germania di Prosvirnin

Dal blog The Vineyard of the Saker

14 agosto 2014

Ieri, quando ho postato l' "appello" di Egor Prosvirnin, sapevo che avrei scatenato un vespaio. Inoltre, e per essere davvero onesti, avevo alcune riserve personali in merito al contenuto di questo appello. Eppure, ho pensato che la maggior parte dei lettori sia consapevole del fatto che a volte riporto qui cose con cui non sono necessariamente d'accordo, ma che trovo importanti, o interessanti, o un buon modo per innescare una buona conversazione. A quanto pare, alcuni sono ancora chiaramente disturbati da questo mio approccio.

Il mio primo pensiero è stato quello di pubblicare questo appello, ma con una nota introduttiva in cui vorrei esprimere alcune mie riserve. E ho anche scritto la nota introduttiva. Ma poi ho deciso che questo era sbagliato. L'appello di Prosvirnin non ha bisogno di alcun tipo di preavviso o di "dolcificante" da parte mia. Sta in piedi da sé. È forse ostile o antagonista? Ma certo che lo è! E allora? Vediamo di nuovo il contesto. In termini molto semplici, sta succedendo quanto segue:

Gli Stati Uniti stanno conducendo una guerra non dichiarata contro la nazione russa. In questa guerra, la principale "arma" utilizzata è l'Unione Europea e, nell'Unione Europea, la Germania. O forse ci siamo tutti improvvisamente dimenticati il legame che la Germania aveva non solo con Klichko, ma anche con l'intera macchina del Maidan?! E come è cominciato tutto? Con Janukovich che annunciava un ritardo nella firma dell'accordo con l'Unione Europea. Da quel momento, è stato un ininterrotto circo di politici europei che si mostravano sul Maidan a sostenere i neo-nazisti.

Alcuni commentatori qui hanno detto che l'appello di Prosvirnin potrebbe offendere i tedeschi o renderli antagonisti. Scusate ragazzi, ma non stiamo parlando di un tè di vecchiette dove una delle ospiti è stata scortese con la padrona di casa. Stiamo parlando della vittima di una guerra, che esprime il suo disgusto nei confronti di uno dei suoi principali aggressori! Non solo Prosvirnin non ha alcun obbligo di essere gentile o addirittura educato verso chiunque nell'UE, ma anzi ha il pieno diritto di essere furioso, disgustato e offeso dal fatto che un paese che ha inflitto indicibili sofferenze al popolo russo durante la seconda guerra mondiale e che deve la sua stessa esistenza alla fiducia (francamente stupida) dei russi nel 1991 che le promesse occidentali sarebbero state mantenute, agisca in modo così arrogante e ostile come la Germania fa oggi. In questo momento, direi che ogni russo ha il diritto morale di essere arrabbiato, offeso e disgustato con qualsiasi e tutte le nazioni europee, che sono tutte complici in questa guerra contro la Russia (e che cosa c'è di nuovo? È stato così anche nel 1812 e nel 1939).

Inoltre, vorrei ricordare qui ai miei critici che questa non è certo la prima volta che la Germania dimostra una tale mancanza di... come dobbiamo chiamarla, forse "sensibilità della memoria"?

Guardate il ruolo che ha avuto la Germania nella distruzione della Jugoslavia. Si sarebbe potuto immaginare che dopo aver messo in piedi un regime come gli ustascia di Pavelic (un regime che direi che era anche peggio della Germania nazista!), i tedeschi avrebbero potuto desiderare di mantenere il profilo un po' più basso in Jugoslavia. Ma no!

Sembra che la Germania e i tedeschi abbiano pienamente e totalmente limitato la loro "sensibilità della memoria" agli ebrei, a Israele e al ricordo di ciò che i nazisti hanno fatto agli ebrei d'Europa, mentre eventuali altri crimini tedeschi o nazisti semplicemente non importano più. Quindi, anche se si assume che i nazisti uccisero 6 milioni di ebrei (che è una cifra stravagante e assolutamente opinabile!), questo significa ancora che hanno ucciso 3-4 volte più sovietici (soprattutto russi) durante la seconda guerra mondiale. Allora perché tutto questo piagnisteo sugli ebrei uccisi di fronte a questa indifferenza assordante verso i russi o i serbi assassinati?

Potrebbe essere che qui sia all'opera una massiccia dose di ipocrisia?

Intendiamoci, io non credo nella colpa collettiva. Inoltre, non credo nemmeno che i tedeschi durante la seconda guerra mondiale si siano comportati più vergognosamente rispetto ai sovietici, agli americani, agli inglesi o a chiunque altro. Questi paesi erano tutti governati da regimi genocidi che nel 1939 avevano ucciso più persone di quante Hitler abbia mai fatto. E anche le nazioni europee conquistate erano così piene di volenterosi collaboratori, che anche loro meritano di vergognarsi. Con poche eccezioni possibili [1], praticamente tutti si comportarono in modo vergognoso durante la seconda guerra mondiale. Quindi non sto dando alla Germania o al popolo tedesco un trattamento discriminatorio. Ma quello che sto dicendo è che Prosvirnin ha il diritto morale alla sua indignazione, e che quei tedeschi che se ne sentono offesi potrebbero voler riflettere sulle sue cause.

Okay, forse Prosvirnin ha il diritto morale alla sua rabbia, ma ciò non vuol dire che questa rabbia sia costruttiva. Che dire del rischio di offendere, alienare o altrimenti infiammare i sentimenti anti-russi in Germania?

A questo risponderò che cercare di risolvere le cose con i "bei modi" di certo non ha fatto neppure una piccola ammaccatura nelle politiche anti-russe dei tedeschi. Infatti, Putin ha parlato con molta calma e rispettosamente al popolo tedesco all'inizio di quest'anno, ma con la notevole eccezione di poche figure eroiche, la maggior parte dei tedeschi non sembra essersi presa cura di ciò che aveva da dire. E a un livello più individuale, ci sono stati numerosi articoli, analisi e appelli pubblicati in Russia e altrove che dimostrano che la Russia e la Germania sono alleati naturali (o dovrebbero esserlo), che la Germania non ha nulla da guadagnare alleandosi ai nazisti ucroidi o agli anglo-sionisti. Molti russi hanno posto le loro speranze nell'inserimento di un qualche cuneo tra la Germania e gli Stati Uniti, per arrivare finalmente allo sviluppo un certo tipo di politica estera tedesca indipendente. E i risultati di tutti questi appelli gentili e amichevoli? *Niente*. Niente di niente.

Allora perché mai i tedeschi dovrebbero aspettarsi che tutti i russi continuino a essere amichevoli, non ostile, non infiammatori, costruttivi, educati e rispettosi?!

È forse giunto il momento per un buon forte schiaffo sulla faccia?

Infine, l'ultimo argomento: il popolo tedesco si oppone al regime coloniale degli Stati Uniti al potere (alias il governo tedesco). Non è una cosa negativa per la Russia, se il popolo tedesco si sente offeso e alienato?

No. Niente affatto.

Per prima cosa, se l'azione (o la mancanza d'azione) del pubblico tedesco oggi è indicativa di come agisce un pubblico tedesco non offeso e non alienato, allora chi in Russia dovrebbe preoccuparsene comunque? E non è solo la Germania, tra l'altro. Gli orgogliosi popoli europei agiscono tutti come zombie, come robot, come automi che hanno pienamente accettato la propaganda di stato e che ora sono bloccati in uno stato di torpore russofobo ubriaco.

C'è un regime nazista al potere in un grande paese europeo, è chiaramente e inequivocabilmente razzista e illegale, sta usando missili balistici contro il proprio popolo, e ha provocato il più grande movimento di profughi dalla seconda guerra mondiale, eppure il pubblico europeo non sembra occuparsene affatto. Certo, come durante la seconda guerra mondiale, c'è una piccola percentuale di uomini e donne eroici che resistono come hanno fatto Sophie Scholl o Jean Moulin. Oggi, questo significa combattere la guerra dell'informazione e protestando con tutti i mezzi possibili contro le azioni dei regimi al potere. E a differenza di Scholl o Moulin, coloro che resistono oggi nella UE non rischiano neppure la vita, eppure sono così pochi – alla maggior parte non importa.

O non importava, fino a quando la Russia ha imposto le proprie sanzioni nei confronti dell'agricoltura dell'Unione Europea.

Poi, improvvisamente, a politici in Austria, Francia, Finlandia e altrove è spuntata una coscienza, letteralmente da un giorno all'altro, e ora vogliono un dialogo e dicono che il confronto è improduttivo. Meglio tardi che mai, immagino.

Tutto questo per dire che, anche se non sono necessariamente d'accordo con ogni parola che Egor Prosvirnin ha scritto e anche se io stesso l'avrei detto in modo diverso, credo fermamente che il suo messaggio di rabbia e disgusto totale sia assolutamente adeguato e che quelli a cui non piace che leggono meglio faranno meglio ad abituarsi, perché ne arriveranno molti di più dalla Russia, forse anche più arrabbiati e più disgustati.

Come molte cose importanti nella vita, il rispetto si guadagna. Non può essere preteso. E certo, è evidente che Prosvirnin non ha più rispetto per l'Unione Europea di quanto ne abbia Victoria Nuland.

E perché dovrebbe averne? E perché dovrebbe averne chiunque altro?

Saker

Note

[1] Per esempio, i greci. A parte i soliti Quisling individuali, un intero popolo ha resistito. 800.000 vittime in una popolazione di 7 milioni. Non un greco è andato a combattere con i tedeschi contro la Russia. La Grecia fu l'unico paese occupato in cui il decreto tedesco di mobilitazione civile fu interrotto da un esplosivo sciopero generale. Leggete la dichiarazione di Stalin circa il contributo greco alla vittoria russa, l'affermazione di Zhukov su come Mosca era stata salvata dai greci che hanno inchiodato gli invasori tedeschi ritardando l'attacco alla Russia, e la dichiarazione di Hitler al Reichstag sulle "uniche persone che hanno eroicamente resistito alle sue forze, dimostrando disprezzo per la morte".

 
Quando il battesimo non è divertente

Qualsiasi sacerdote sa quanto sia difficile compiere il sacramento del battesimo, quando sei solo a celebrare e venti o più persone stanno dietro di te. Devi battezzarne alcuni, altri sono venuti come genitori e padrini, altri come gruppo di supporto, cioè zii, zie e nonni. E nessuno di loro ha frequentato le lezioni di preparazione al battesimo. Semplicemente perché di solito non se ne fanno.

Le lezioni di preparazione al battesimo sono divenute obbligatorie solo pochi anni fa, ma prima la chiesa era spesso piena di persone che ne capivano poco. "Beh, insegna tu alla gente, dopo tutto sei il prete," dice un lettore. Bene... Così sia. Mi schiarisco la gola e inizio a parlare dell'amicizia con Dio, della lealtà e della fiducia in lui, del pericolo del peccato e della beatitudine del Regno di Cristo. Ma non mi ascoltano – i bambini piangono e fanno capricci e gli adulti si preoccupano di loro e stanno a parlare. Presto mi sentirò criticare come perditempo. È necessario procedere, soprattutto perché c'è un servizio funebre dopo il battesimo. O la benedizione di una casa. A nessuno piace che il prete sia in ritardo. Soprattutto il rettore della chiesa.

E sapete qual è la cosa più divertente nel sacramento del battesimo? No, non è un errore, ho scritto esplicitamente "divertente". Le persone a cui non è stato insegnato nulla su questo sacramento e sulla vita spirituale in generale sorridono all'aspetto comico della situazione ad ogni battesimo. Immaginate: un prete, voltandosi verso l'altare, mormora a lungo qualcosa in un linguaggio incomprensibile, poi si gira e soffia su di te a forma di croce. Poi chiede a tutti i presenti di soffiare e sputare sul diavolo per tre volte. Pochi riescono a resistere senza sorridere.

Il prete, se è giovane ed è stato recentemente ordinato, resta spesso imbarazzato da queste risate e sorrisi. Ero imbarazzato anche io e i miei confratelli. E una volta venni fuori con l'idea "geniale" di sostituire il soffio con una benedizione. Questo è quando il prete incrocia le sue dita in un modo speciale e benedice quelli che stanno a pregare. Beh, forse non a pregare ma a languire. Non ci sono risate quando fai il segno della croce sulle persone. Tutti restano seri. Tuttavia, la mia scandalosa manomissione non durò a lungo.

Un giorno una ragazza mi chiese di battezzarla. Credeva in Dio, ma per lei era difficile entrare in chiesa. Durante le funzioni, si sentiva male e le venivano attacchi di rabbia – con ringhi, sputi e simili azioni sgradevoli. Ma non aveva soldi. Quindi, dopo aver parlato con lei del significato del sacramento che stavamo per celebrare, le assegnai un momento separato, libero da servizi. Mi preparai con tutto me stesso, versai acqua nel battistero e cominciai ad aspettare, sperando che il parroco non mi scoprisse.

La ragazza arrivò e io iniziai a leggere le preghiere. E qualcosa di terribile stava accadendo alle mie spalle nel frattempo. Oltre a suoni disumani, innaturali per le corde vocali di una ragazza, sentivo minacce ovattate rivolte a me. La ragazza era inquieta e agitava le mani, che si vedevano leggermente riflesse nei vetri delle icone della chiesa. Era imbarazzante per me guardarmi alle spalle, e ancor più mostrare la mia paura. Albergava nella mia mente il timore che la ragazza prendesse un oggetto pesante come un vaso e me lo spaccasse sulla testa. Dopotutto, eravamo solo noi due in chiesa.

"Lasciamo che sia così," decisi e continuai a pregare, cercando di pronunciare le parole in modo chiaro e nitido come mai prima. Alla fine raggiunsi il punto in cui dovevo soffiare tre volte sul candidato al battesimo e mi voltai, pronto a eseguire il rito stabilito. La ragazza tremò e ringhiò, guardandomi con odio feroce. Fingendo di non avere assolutamente paura con i miei 22 anni e di battezzare i posseduti cento volte al giorno, pronunciai le parole del Trebnik (Benedizionale):

"E scaccia da lei ogni spirito maligno e immondo che si nasconde e si annida nel suo cuore!"

Poi soffiai su di lei a forma di croce. La ragazza smise immediatamente di tremare e ringhiare, si raddrizzò e la sua espressione facciale divenne calma. Ripetendo questa azione due volte, mi rivolsi nuovamente all'altare per continuare la preghiera. L'attività demoniaca svanì. Dopo il battesimo, la cresima e il congedo, la ragazza mi ringraziò e se ne andò per la sua strada.

Da allora non ho mai introdotto nulla di mia ideazione nei riti della Chiesa ortodossa russa, e cerco sempre di attenermi a ciò che è scritto nel Trebnik.

 
Domande e risposte dalla corrispondenza recente (marzo 2019)

La chiesa parrocchiale

Come viene finanziata la chiesa di Colchester?

La chiesa di san Giovanni di Shanghai a Colchester è stata acquistata e attrezzata nel 2008 con denaro donato per il 95% da ortodossi inglesi. Il resto proveniva da vari donatori nella ROCOR, dal Venezuela all'Alaska. Non un soldo è venuto da dentro la Russia. Non avevamo alcun sostegno da lì, o da molte persone ricche e ovvie a Londra o sul luogo, che avrebbero potuto aiutarci. Un inglese convertito si vantava di avere un patrimonio di 2 milioni di sterline - non ci ha mai dato neanche una sterlina!

Nel corso dei primi dieci anni avevamo speso molti più soldi per ottenere un edificio abbandonato. Quasi tutti i soldi provengono dai fedeli. Sono quasi tutti europei dell'Est piuttosto poveri, non ricchi ex-anglicani, quindi ovviamente ogni centesimo che ci hanno dato aveva il suo valore.

Lei fa parte della ROCOR, quindi il vostro ethos nella chiesa di Colchester è russo?

A: Il nostro ethos è ortodosso. Inevitabilmente, come parte della nuova ROCOR (non della vecchia ROCOR, che era spesso nazionalista e persino razzista), siamo multinazionali, con fedeli di 24 nazionalità, tre lingue e un secondo sacerdote romeno. Siamo in effetti una chiesa "imperiale", cioè una chiesa multinazionale, semplicemente la chiesa per tutti i fedeli e gli ortodossi tradizionali locali, cioè entro un raggio di 80 chilometri.

Nazionalismo

Perché il Patriarcato di Costantinopoli ha istituito una nuova organizzazione in Ucraina per scismatici ed eretici e poi l'ha riconosciuta?

Oltre due decenni fa il polacco-americano Zbigniew Brzezinski aveva proclamato la necessità che il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti avviasse uno scisma nel mondo ortodosso, dopo l'acquisizione di quel patriarcato da parte degli USA nel 1948. Gli Stati Uniti lo hanno fatto lusingando a Istanbul il nazionalismo greco, sostenuto acutamente dai famigerati ambasciatori statunitensi a Kiev e ad Atene. Ora c'è poco dubbio che questo scisma dalla Fede ortodossa si dimostrerà permanente e che i nazionalisti e gli altri laicisti (liberali e attivisti LGBT) che si sono infiltrati in alcune altre Chiese locali si uniranno a quel patriarcato fomentatore di scismatici.

Tuttavia, ci saranno anche fedeli ortodossi del Patriarcato di Costantinopoli che si uniranno a noi. Questo è soprattutto lo scisma tanto atteso del mondo greco-ortodosso che ha subito l'occidentalizzazione negli ultimi 100 anni. L'occidentalizzazione finisce sempre nello scisma, come abbiamo visto in Russia negli anni '20. Tuttavia, lo scisma è piccolo, quello di un gruppo di frangia occidentalizzato, quello di poche centinaia di migliaia contro oltre 220 milioni di fedeli della Chiesa.

Perché ci sono ancora persone in Russia che pensano che Stalin fosse un grande uomo?

Perché ci sono ancora persone nel Regno Unito che pensano che Churchill fosse un grande uomo? In altre parole, la risposta è perché era il leader del paese al momento della vittoria sul fascismo nel 1945. In altre parole, la risposta è a causa del nazionalismo. Churchill era in effetti molto impopolare tra la gente comune nel Regno Unito (motivo per cui ha perso le elezioni per una grande maggioranza nel 1945). Era odiato a causa del disastro di Gallipoli, del suo odio per i minatori, della sua totale mancanza di comprensione per i poveri e, all'estero, della gassificazione dei curdi, della carestia bengalese in cui morirono milioni di persone, e del suo incredibile razzismo, simile a quello di Hitler, solo che era diretto verso le razze non bianche.

Proprio come alcuni russi nazionalisti dimenticano che Stalin era uno straniero, un georgiano, e che ha causato la morte di milioni e milioni di slavi, la gente dimentica anche che Churchill era mezzo americano e un profondo suprematista bianco. In Russia, nazionalisti e xenofobi marginali (spesso antisemiti) adorano anche Ivan IV ("il Terribile") che è stato responsabile della morte di almeno 2.000 persone innocenti. (Anche se questo significa che fu molto meno "terribile" dei suoi contemporanei, i Tudor: Enrico VIII ed Elisabetta I hanno ucciso almeno 150.000 persone tra di loro).

Ha parlato dell'attacco terroristico in Nuova Zelanda nei suoi sermoni, domenica scorsa? E cosa ne pensa di questo massacro?

Certo che non ne ho parlato! La gente viene in chiesa per allontanarsi da un secolarismo così macabro. È l'ultima cosa di cui vogliono sentir parlare. Rendiamo a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio.

Cosa ne penso? Sono scioccato dal fatto che a Tarrant, a questo neonazista della supremazia bianca, sia stata concessa la libertà di farlo. Tarrant era già stato segnalato più volte al governo australiano da Semjon Bajkov, l'atamano dei cosacchi di Zabajkal a Sydney, per le sue attività terroristiche in Ucraina. Aveva combattuto per il regime fascista di Kiev contro i combattenti della libertà ortodossa nel Donbass. (Il governo australiano aveva ignorato le sue relazioni). Dio li fa e poi li accoppia: i fascisti combattono con i fascisti.

Opera missionaria nell'Europa occidentale

Perché solo un piccolo numero di europei occidentali si è unito alla Chiesa ortodossa russa negli ultimi cento anni?

Perché la maggior parte degli occidentali è attaccata alla propria cultura nazionalistica, che ritiene superiore a tutte le altre culture, in altre parole, sono attaccati alla mondanità occidentale. (Il nazionalismo è per definizione mondanità). Lasciatemi spiegare.

Per essere un cristiano ortodosso, devi respingere le deformazioni degli ultimi mille anni della storia occidentale. Se non lo fai, ma ti unisci comunque alla Chiesa, non durerai a lungo, ma cadrai rapidamente. In altre parole, puoi unirti alla Chiesa ortodossa, ma non diventerai mai ortodosso. Per esempio, il defunto metropolita Antony (Bloom) era solito cresimare gli eterodossi nell'Ortodossia pochi giorni dopo averli incontrati. In questo modo ha ricevuto almeno un migliaio di persone; ma praticamente tutti hanno abbandonato la Chiesa russa, poiché erano attaccati solo alla sua personalità molto controversa ma ipnotica (guardate le foto dei suoi occhi freddi). La maggior parte di essi se n'è andata molto rapidamente, anche se alcuni lo hanno fatto solo molti anni dopo la sua morte, quando il culto della sua personalità era finito.

Questo declino è dovuto al fatto che questi "convertiti" si erano aggrappati alla cultura eterodossa occidentale e non hanno mai accettato mai la cultura ortodossa occidentale del primo millennio e la sua continuazione nella realtà della cultura ortodossa russa di oggi. La stessa cosa è accaduta per lo stesso motivo a Parigi (da dove proveniva il metropolita Antony), un altro luogo dove almeno mille eterodossi sono stati accolti nella giurisdizione di Parigi (l'ex Esarcato e l'ex Chiesa russa), principalmente negli ultimi 60 anni, ma praticamente tutti se ne sono andati. Comunque, qui, l'ex Esarcato si è sempre vantato di essere "occidentale", cioè spiritualmente impuro!! Tale impurità coltiva solo fantasie intellettuali ed emotive narcisistiche e disincarnate, non vita spirituale. Per usare il linguaggio dei Vangeli, non puoi costruire una Chiesa sulla sabbia, solo sulla roccia. In altre parole, non puoi essere ortodosso senza purezza spirituale.

Vita ortodossa

È vero che molti ortodossi battezzati non frequentano la chiesa?

Sì, è vero che molti ortodossi battezzati frequentano la chiesa solo quando hanno un problema. Questo è diverso dalla massa dei battezzati non ortodossi, che quando hanno un problema si rivolgono ad alcool, droghe e antidepressivi.

Riscaldamento globale

Qual è la sua posizione sul riscaldamento globale artificiale come religione e ideologia politica?

Fondamentalmente:

1. Mi sembra abbastanza chiaro che l'inquinamento non è una buona cosa. Così, la Cina di oggi è simile all'Inghilterra di 150 anni fa in termini di inquinamento. (Così, quando l'Occidente si vanta di essere pulito è ipocrita, perché la produzione per la sua società dei consumi - e di conseguenza il suo inquinamento - è stata semplicemente trasferita in Cina). L'inquinamento è cattivo perché dovremmo rispettare e non distruggere e sfigurare l'ambiente creato da Dio. L'aria, l'acqua e la terra pulita sono letteralmente vitali. Ma l'inquinamento (artificiale) crea il riscaldamento globale?

2. Il riscaldamento globale esiste, ma questa è la natura del clima: cambia sempre. Attualmente, essendo usciti dal periodo dell'era glaciale medievale (raffreddamento globale), e stiamo semplicemente tornando al clima di 1.000 anni fa. Quindi forse questo cambiamento climatico è abbastanza naturale.

3. L'opinione della maggior parte degli scienziati è artificiale è chiaramente colorata dalle lobby economiche e politiche, che li pagano molto riccamente per le loro relazioni. Significativamente, una minoranza di scienziati indipendenti contraddice l'opinione della maggioranza. Hanno ragione? Non lo so, ma me lo chiedo.

4. Sul piano spirituale, è chiaro che il mondo occidentale è entrato in un periodo di paganesimo, di culto della natura ("abbracciare gli alberi"). Per molti, l'ecologismo è la nuova religione, che ha sostituito l'adorazione del Creatore con l'adorazione della creazione. Questo si chiama idolatria e panteismo.

 
Metropolita Ilarion: "Spero che questa non sia che un'opinione personale "

Diversi ierarchi greci si sono recentemente espressi sulla stampa a proposito della posizione della Chiesa ortodossa russa sulla modalità di esistenza di tutte le Chiese ortodosse locali. Il metropolita Ilarion, presidente del Dipartimento Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca, ha rilasciato un'intervista al portale "Pravoslavie.ru" riguardo alle recenti dichiarazioni del metropolita Atanasio di Calcedonia e del metropolita Elpidoforo di Bursa.

Eminenza, alla fine dello scorso anno, l'agenzia di stampa di Atene ha pubblicato un'intervista del metropolita Atanasio di Calcedonia, ierarca del Patriarcato di Costantinopoli, in cui incolpava soprattutto il Patriarcato di Mosca di sabotare il Concilio pan-ortodosso. Un altro ierarca della stessa Chiesa, il metropolita Elpidoforo di Bursa, ha recentemente pubblicato un articolo intitolato "Primo senza pari." Egli dice che la Chiesa russa "ha scelto ancora una volta di isolarsi... dalla comunione delle Chiese ortodosse". Può commentare queste accuse?

Non vi è certamente altra Chiesa ortodossa che mantenga contatti tanto intensi con le altre Chiese locali. Sua Santità il patriarca di Mosca e di tutta la Rus' ha celebrato e ha avuto incontri fraterni con i primati di 13 Chiese ortodosse locali (vale a dire tutte tranne una), e questo solo nel corso del 2013. Alcuni li ha incontrati più volte. Gli scambi di delegazioni a livello di ierarchi, teologi, sacerdoti e laici sono estremamente intensi.

Per quanto riguarda i contatti pan-ortodossi, il Concilio si sta preparando da 50 anni, e la Chiesa ortodossa russa sin dall'inizio e fino a oggi ha preso parte attiva ai lavori preparatori. Inoltre, il Patriarcato di Mosca riconosce l'importanza di un futuro Concilio e per questa ragione studia con attenzione tutti gli argomenti che verranno sollevati. È vero che i metodi di preparazione utilizzati finora a livello pan-ortodosso si sono dimostrati non sufficientemente efficaci, motivo per cui la fase preparatoria si è molto prolungata. Per intensificare il processo preconciliare, mi sembra che ci dovrebbe essere un efficace organo pan-ortodosso, in grado di condurre a buon fine le cose. Se l'obiettivo è così importante, non bisognerebbe aspettare diversi anni per le riunioni preparatorie, ma incontrarsi, diciamo, su base mensile.

Questo tema del Concilio pan-ortodosso è discusso a livello dei capi delle Chiese?

Il tema del Concilio figura necessariamente tra le questioni affrontate dal Patriarca Cirillo nei suoi colloqui con i primati delle altre Chiese ortodosse. È stato particolarmente discusso all'incontro dei primati durante le celebrazioni del 1025° anniversario del Battesimo della Rus' alla fine di luglio 2013. L'incontro di sua Santità il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli con sua Santità il patriarca di Mosca, che ha avuto luogo all'inizio di ottobre in Montenegro, è stato in gran parte incentrato sulla preparazione del Concilio pan-ortodosso. Inoltre ha occupato un posto centrale nelle discussioni del primate della Chiesa russa con sua Santità il patriarca Giovanni di Antiochia durante la visita di pace di quest'ultimo al Patriarcato di Mosca.

Recentemente, un invito del Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli a un incontro (synaxis) è stato fatto ai primati delle Chiese ortodosse locali. Uno dei temi principali sarà la preparazione del Concilio pan-ortodosso.

Come vorrebbe rispondere alle critiche del metropolita Atanasio al Patriarcato di Mosca, accusato di "tendenze egemoniche con il sostegno dello Stato e dell'esercito (Repubblica Ceca, Polonia...)"?

È difficile commentare una dichiarazione che non è supportata da alcun argomento. La Chiesa ortodossa russa sta lavorando con strutture di governo di Russia, Ucraina, Bielorussia e in altri paesi in cui ha la responsabilità per i fedeli. Questa collaborazione si applica ai settori dell'opera sociale, dell'educazione culturale e religiosa della nuova generazione, della pastorale dei carcerati e dei militari, della conservazione dei monumenti storici. Abbiamo ereditato la tradizione bizantina di cooperazione tra Stato e Chiesa, il desiderio di una "sinfonia" di autorità ecclesiastiche e politiche.

Per quanto riguarda i nostri rapporti con le Chiese ortodosse locali sorelle, la chiesa russa mantiene tali rapporti in maniera del tutto autonoma, dunque difende il diritto di ogni Chiesa autocefala, indipendentemente dalle sue dimensioni, a un'autonomia interna completa.

Aggiungerei che la terminologia usata senza valide ragioni dal metropolita Atanasio nella sua valutazione delle relazioni inter-ortodosse viene direttamente dal lessico politico dell'era della "guerra fredda". Si sono verificati seri mutamenti nel mondo politico. Da lungo tempo non esiste più il blocco dei paesi del Patto di Varsavia, né la divisione dell'Europa in due campi ostili.

Fino a che punto è giustificata la definizione di un sistema amministrativo ortodosso "a tendenza protestante" proposta dal metropolita Atanasio?

Perché dovremmo obbligatoriamente avere un modo di pensare binario basato sull'opposizione "cattolico-protestante"? Il sistema di gestione in atto nella Chiesa ortodossa corrisponde all'ecclesiologia ortodossa, e permette di evitare gli estremi del sistema cattolico (il papismo), tanto quanto quelli del sistema protestante.

A mio parere, piuttosto che riflettere sulle modalità dell'amministrazione dell'Ortodossia nel mondo, sarebbe meglio chiedersi quale dovrebbe essere la nostra reazione comune alle questioni chiave quali la minaccia alla presenza cristiana in Siria e in Medio Oriente, e la necessità di rafforzare i nostri sforzi nella lotta per gli standard morali evangelici. L'autonomia amministrativa delle Chiese autocefale non lo impedisce affatto.

Come commenterebbe la dichiarazione del Metropolita Elpidoforo che afferma nel suo articolo che il primo tra i primati delle Chiese ortodosse locali dispone di un potere eccezionale, che fa di lui un "primus sine paribus" la Chiesa "è sempre ipostatizzata nella persona" e il primo ierarca non deve il suo primato a nessuno, ma ne è lui stesso la fonte?

Questo punto di vista è a mio parere una violazione di secoli di tradizione ortodossa: ignora il saldo di quasi un millennio di controversia con l'Occidente latino ed è quanto mai vicino al modello ecclesiologico papista.

Per non parlare dei problemi seri che possono causare dichiarazioni simili nei rapporti inter-ortodossi, direi che questo tipo di discorsi crea seri ostacoli allo sviluppo ulteriore di un onesto dialogo ortodosso-cattolico. Il metropolita di Bursa presenta di fatto la posizione ortodossa come se non esistesse praticamente alcuna differenza tra le dottrine ecclesiologiche ortodosse e cattoliche. Spero che questa sia solo l'opinione personale di sua Eminenza Elpidoforo, e non la posizione ufficiale della gerarchia della Chiesa di Costantinopoli.

 
Una proposta ortodossa per un incontro di preghiera nella S.P.U.C. (Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani)

Introduzione

Nei giorni della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani (S.P.U.C.) le comunità ortodosse sparse per l’Italia si vedono invitare ogni anno a una riunione di preghiera basata su testi piuttosto lontani dalla loro mentalità e dalla loro tradizione. Se la partecipazione ortodossa si limita alla presenza di un predicatore ospite in una chiesa non ortodossa, è generalmente la comunità ospitante (cattolica o evangelica) che prepara l’incontro, basandosi su uno schema che riporta quasi sempre un mix di preghiere e canti di provenienza cattolica o evangelica.

Che fare, quando invece si stabilisce di tenere un simile incontro presso la sede di una comunità ortodossa? Una delle possibilità, sperimentate in passato, è offrire una delle preghiere secolari della Chiesa ortodossa (il Vespro, oppure la Compieta, o magari una delle numerose forme di inno Acatisto), ma questo non fa che aumentare il divario con gli schemi delle preghiere offerte nelle altre chiese. Sembra strano a dirsi, ma anche nella Chiesa ortodossa è possibile creare una miscellanea di preghiere secondo le necessità di un’occasione speciale. Di fatto, le preghiere del mattino e della sera recitate abitualmente dai fedeli ortodossi sono proprio forme di antologia di preghiere tratte da diversi Padri della Chiesa sui temi dell’inizio e della fine del giorno.

Abbiamo voluto preparare, pertanto, uno schema alternativo che, pur seguendo le linee generali degli incontri di preghiera comunemente proposti, sia composto da un’antologia di preghiere esclusivamente tratte dalla tradizione ortodossa. Con questo schema, anche negli anni a venire, le comunità ortodosse a cui è chiesto di ospitare un incontro di preghiera della S.P.U.C. potranno offrire un momento di preghiera che non si discosta nei suoi elementi dalle abituali preghiere ortodosse. In questo schema cerchiamo anche di delineare quali sono le difficoltà che possono essere percepite da una comunità ortodossa di fronte agli eventi e alle proposte di preghiera comuni a questa settimana.

Ingresso

La modalità dell’ingresso prevista dagli schemi di preghiera ecumenica (“ingresso dei predicatori e del rettore della chiesa preceduti da un cero e dalla Bibbia con sottofondo musicale”) è molto estranea alla prassi ortodossa, nella quale gli ingressi di un libro preceduto da un cero precedono immediatamente le rispettive letture, e il libro non è mai una versione completa della Bibbia, ma è il libro dei Vangeli oppure l’Apostolo (raccolta degli Atti e delle Lettere apostoliche). Quanto al “sottofondo musicale”, la tradizione ortodossa non prevede la musica strumentale, e non ha sviluppato le musiche d’ingresso comuni a cattolici ed evangelici. Per un accompagnamento dell’ingresso in una chiesa ortodossa, una buona alternativa può essere il canto del Tropario (l’inno principale di una particolare festa o ricorrenza), che nel caso degli ortodossi di vecchio calendario, è il Tropario della festa dell’Epifania, cantato proprio nei giorni della S.P.U.C.:

TROPARIO DELL’EPIFANIA (Tono 1°)

Nel Giordano, / al tuo battesimo, Signore, / si è manifestata l'adorazione della Trinità: / la voce / del Padre ti ha reso testimonianza, / chiamandoti Figlio diletto; / e lo Spirito / in forma di colomba, / ha confermato la sua parola. / O Cristo Dio, ti sei manifestato / e hai illuminato il mondo: gloria a te.

Saluto del rettore della chiesa

Nel saluto ai partecipanti, il rettore della chiesa può indicare le ragioni per cui una comunità ortodossa può preferire uno schema come questo nella propria proposta di preghiera.

Canto iniziale

Il canto Luce radiosa (in greco Fos ilaron) è uno dei più antichi inni cristiani, ancora oggi cantato nel Lucernale del Vespro ortodosso, e dedicato a Cristo come luce della sera. La versione italiana è studiata per il canto secondo l’armonizzazione polifonica in tono 8° di Filotei Moroşanu, molto comune in Romania.

LUCE RADIOSA

Luce radiosa della santa gloria del Padre celeste, dell'immortale, del santo, del beato, Gesù Cristo! Venuti al calar del sole, vedendo la luce della sera, cantiamo inni al Padre, al Figlio e al santo Spirito: Dio. Degno sei in ogni tempo di ricevere inni da voci sante, o Figlio di Dio che dài la vita, ed è per questo che il mondo ti glorifica.

Domanda di perdono

Le richieste di perdono sono abbondanti nella tradizione ortodossa. Una delle più note, recitata (non cantata) nei periodi quaresimali, è la breve preghiera attribuita a sant’Efrem il Siro, il diacono, scrittore e innografo del IV secolo che ha trattato il tema del pentimento in modi eguagliati in Occidente solo da sant’Agostino di Ippona.

PREGHIERA DI SANT’EFREM IL SIRO

Signore e Sovrano della mia vita, non darmi uno spirito di pigrizia, di futilità, di brama di dominio, di vaniloquio.

Fa' invece grazia a me, tuo servo, di uno spirito di assennatezza, di umiltà, di tolleranza e di amore.

Sì, Signore e Re, donami di vedere le mie colpe e di non condannare mio fratello; poiché tu sei benedetto nei secoli dei secoli. Amen.

Alla domanda di perdono segue negli schemi della S.P.U.C. l’annuncio della riconciliazione, tipicamente sotto forma di letture di versetti biblici. Preferiamo saltare questo elemento, per due ragioni:

1) un “annuncio del perdono” non ha posto in una forma di preghiera pubblica nella tradizione ortodossa, ma fa parte delle preghiere private del sacramento della penitenza.

2) in una preghiera per l’unità dei cristiani è prematuro e pretenzioso annunciare la riconciliazione, che potrebbe essere letta come la dichiarazione di un’avvenuta unità, mentre queste preghiere esprimono solo un desiderio di tale unità.

Prima lettura biblica e predicazione

Si legge la prima lettura biblica proposta per la Settimana di preghiera, con il commento del primo predicatore ospite. Segue uno dei canti del Vespro ortodosso.

Canto

RENDICI DEGNI, SIGNORE (Tono 8° tropariale)

Rendici degni, Signore, di essere custoditi senza peccato in questa sera. / Benedetto sei tu, Signore, Dio dei nostri padri, e lodato e glorificato è il tuo nome nei secoli. Amen. / Venga, Signore, la tua misericordia su di noi, come abbiamo sperato in te. / Benedetto sei tu, Signore, insegnami i tuoi giudizi. / Benedetto sei tu, Sovrano, fammi comprendere i tuoi giudizi. / Benedetto sei tu, Santo, illuminami con i tuoi giudizi. / Signore, la tua misericordia è in eterno: non ignorare l'opera delle tue mani. / A te si addice la lode, a te si addice l'inno, a te la gloria si addice: / al Padre, e al Figlio, e al santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen.

Seconda lettura biblica e predicazione

Si legge la seconda lettura biblica proposta per la Settimana di preghiera, con il commento del secondo predicatore ospite. Segue uno dei canti del Vespro ortodosso.

Canto

ODE DI SIMEONE (Tono 6° stichirale)

Ora congeda il tuo servo, o Sovrano, / secondo la tua parola, in pace, / poiché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, / che hai preparato a cospetto di tutti i popoli: / luce a rivelazione delle nazioni / e gloria del popolo tuo Israele.

Annuncio della condivisione e raccolta delle offerte

Si presenta il progetto di beneficienza interconfessionale proposto per la settimana di preghiera, e si raccolgono le offerte dei partecipanti.

Preghiere di intercessione

Le preghiere spontanee di intercessione, comuni nelle celebrazioni cattoliche ed evangeliche odierne, non hanno semplicemente posto nel culto ortodosso. Se non sappiamo pregare con le parole dei nostri padri nella fede, piuttosto che inventare quotidianamente preghiere estemporanee, noi ortodossi preferiamo tacere. Tuttavia esiste un gran numero di preghiere di intercessione nell’innografia ortodossa, e ne abbiamo scelta una dall’officio della Compieta:

PREGHIERA DEL MONACO ANTIOCO DEL MONASTERO DEL PANDETTO

Sovrano Cristo Dio, tu hai curato con la tua Passione le mie passioni e hai guarito con le tue ferite le mie ferite: io ho peccato all'eccesso, dammi la grazia delle lacrime di contrizione; impregna il mio corpo con il profumo del tuo vivifico corpo e con il prezioso tuo sangue raddolcisci la mia anima dall'amarezza che mi ha instillato l'avversario. Innalza a te la mia mente trascinata in basso e fammi riaffiorare dalla perdizione, poiché non ho conversione, non ho pentimento, non ho lacrime di conforto che mi riconducano come figlio alla mia eredità. Mi si è ottenebrata la mente tra le passioni mondane e non riesco a fissarti nel dolore, non posso scaldarmi con le lacrime di amore per te. Allora, Sovrano e Signore Gesù Cristo, scrigno dei beni, donami tu la conversione e un cuore ansioso di cercarti; dammi qual grazia la tua grazia e rinnova in me i tratti della tua immagine. Non abbandonarmi, anche se io ti ho abbandonato; esci a cercarmi, guidami al tuo pascolo, annoverami tra le pecore del tuo gregge eletto e nutrimi insieme a loro con il foraggio dei tuoi misteri divini, per le intercessioni della tua purissima Madre e di tutti i tuoi santi. Amen.

Professione di fede

Nessuna professione di fede può essere migliore, per gli ortodossi, del Credo di Nicea-Costantinopoli, che resta per tutti i cristiani l’espressione della loro fede comune. La Chiesa russa ha sviluppato l’abitudine di cantare il Credo, e questa usanza da sola è bastata a radicare le verità della fede tra i credenti nel corso di tutti i decenni di persecuzione atea militante. La versione del Credo che segue è studiata appositamente per essere cantata:

Credo in un solo Dio Padre, onnipotente, / creatore del cielo e della terra, e di tutte le cose visibili e invisibili. / E in un solo Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, unigenito, / generato dal Padre prima di tutti i secoli: / luce da luce, Dio vero da Dio vero, /  generato, non creato, della stessa sostanza del Padre, per mezzo del quale tutto prese esistenza. / Che per noi uomini e per la nostra salvezza discese dai cieli, / e si incarnò dallo Spirito santo e da Maria Vergine, e si fece uomo. / E fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, / e soffrì, e fu sepolto. E risuscitò il terzo giorno, secondo le Scritture. / E ascese ai cieli, e siede alla destra del Padre. / E di nuovo verrà con gloria a giudicare i vivi e i morti; il suo regno non avrà fine. / E nello Spirito santo, il Signore, vivifico, che procede dal Padre, / che con il Padre e il Figlio è insieme adorato e glorificato, che parlò per mezzo dei profeti. / E nella Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. / Professo un solo battesimo, per la remissione dei peccati. / Aspetto la risurrezione dei morti. / E la vita del secolo futuro. Amen.

Padre nostro

Gli schemi della S.P.U.C. suggeriscono di utilizzare il Padre Nostro in versione interconfessionale. Poiché il Padre Nostro non è una confessione di fede come il Credo, da parte ortodossa non si sente la necessità di una tale versione, e non si vede come una conformità nel suo testo possa portare vicinanza tra cristiani le cui espressioni di culto non potrebbero essere più distanti. Le diverse varianti (per esempio, rendere il greco epiousios con “essenziale”, “necessario”, “quotidiano”, “supersostanziale” e così via), non indicano differenze di fede, ma legittime sfumature di traduzione, da valutare semmai secondo un giudizio estetico o di circostanza. La versione del Padre Nostro qui utilizzata è adattabile a essere cantata:

Padre nostro, che sei nei cieli, / sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; / sia fatta la tua volontà, come in cielo, così sulla terra; / dacci oggi il nostro pane quotidiano; / e rimetti a noi i nostri debiti, / come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori; / e non indurci in tentazione, / ma liberaci dal maligno.

Congedo

Come congedo finale, gli schemi della S.P.U.C. suggeriscono un saluto tratto dalla Bibbia, come per esempio la benedizione di Aronne tratta da Numeri 6:24-26. Questa proposta è adatta all’espressione ortodossa, che utilizza varianti della benedizione di Aronne in alcune occasioni, per esempio, nelle ecfonesi sacerdotali dell’Ora Prima e dell’Ora Nona, o nelle formule di preghiere per i viaggiatori dal Benedizionale (Trebnik) della Chiesa russa.

BENEDIZIONE DI ARONNE (Nm 6:24-26)

Il Signore vi benedica e vi protegga. Il Signore faccia risplendere il suo volto su di voi e vi sia propizio. Il Signore rivolga su di voi il suo volto e vi conceda la pace.

Condivisione fraterna

Dopo l’incontro di preghiera, un momento di condivisione fraterna di cibo e bevande può creare le condizioni per una serie di scambi di vedute e di approfondimenti.

Considerazioni finali

Questa proposta di preghiera è prevista per adattarsi non solo allo schema della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, ma anche a quei momenti nel corso dell’anno in cui le comunità cristiane locali di qualsiasi parte d’Italia desiderano esprimere la loro aspirazione all’unità dei cristiani.

Di fatto, per preghiere come queste, può essere paradossalmente più adatto un altro momento dell’anno, rispetto alla settimana tra il 18 e il 25 gennaio. Basti pensare che per tre ortodossi su quattro nel mondo (ovvero gli ortodossi che seguono il vecchio calendario) il 19 gennaio coincide con il 6 gennaio del calendario ecclesiastico, e nel momento in cui dovrebbero celebrare la Veglia dell’Epifania, questi ortodossi sono invitati a disertare una delle principali feste cristiane per prendere parte all’inaugurazione della S.P.U.C. Difficilmente si potrebbe immaginare un modo più offensivo di avviare un periodo dedicato alla riconciliazione tra cristiani.

Usare una miscellanea di preghiere ortodosse è anche un modo per convincere i rettori delle chiese ortodosse a condividere con gli altri cristiani alcune parti della loro tradizione di preghiera, senza che si sentano sulla difensiva di fronte alla preponderanza di schemi di preghiera a loro alieni. Speriamo con questa proposta di permettere in futuro momenti in cui cristiani di diversa confessione abbiano un’occasione fraterna di approfondire il patrimonio di preghiera della Chiesa ortodossa.

 
I patriarchi di Bulgaria e Russia concelebrano in onore del 140° anniversario della liberazione della Bulgaria (+ VIDEO)

foto: patriarchia.ru (cliccate sulla foto per il video)

Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus' è arrivato in Bulgaria venerdì 2 marzo 2018 in visita ufficiale per la celebrazione del 140° anniversario della liberazione del paese dal giogo ottomano, risultato della guerra russo-turca del 1877-1878.

Durante la sua permanenza in Bulgaria, il patriarca ha concelebrato con sua Santità il patriarca Neofit di Bulgaria e ha incontrato il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa bulgara e importanti politici bulgari.

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Il 3 marzo, giorno dell'anniversario, i patriarchi delle Chiese bulgara e russa hanno servito un Moleben di ringraziamento nella chiesa della Natività di Cristo sul monte Shipka, come riferisce il sito della Chiesa ortodossa russa. La chiesa commemorativa di Shipka è dedicata ai soldati russi, ucraini e bulgari che morirono per la liberazione della Bulgaria nella guerra di cui sopra.

Al servizio hanno partecipato il presidente bulgaro Rumen Radev, la presidente del parlamento Tsveta Karajancheva, i membri della delegazione ortodossa russa e un certo numero di membri del clero bulgaro, diplomatici, ospiti di altri paesi e molti pii bulgari.

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Rivolgendosi a coloro che si sono radunati dopo il servizio, sua Santità Neofit ha parlato delle relazioni fraterne tra Bulgaria e Russia, dicendo:

Sentimenti di gioia, orgoglio e gratitudine riempiono i nostri cuori in questo giorno festivo il 3 marzo, quando tutta la Bulgaria celebra solennemente il beato 140° anniversario della sua liberazione: la gioia della libertà, in cui abbiamo vissuto per 140 anni, l'orgoglio causato dagli eventi eroici che ricordiamo oggi, e la gratitudine a Dio e ai nostri liberatori, che hanno sacrificato le loro vite per noi per liberare il nostro popolo ortodosso e per poter ricostruire il proprio destino.

Questo tempio, eretto ai piedi del picco storico di Shipka, fondato sui resti di centinaia e migliaia di soldati russi e bulgari che hanno dato la vita per la nostra libertà, ricorderà per sempre alle generazioni future l'incredibile impresa fraterna della Russia e l'amore sacrificale che è stato testimoniato dai suoi figli, che hanno liberato il nostro popolo ortodosso dal giogo secolare.

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Anche il patriarca Kirill si è rivolto alla folla, dicendo:

Prego ora che la secolare connessione spirituale tra i nostri popoli, che si è manifestata 140 anni fa, rimanga inviolabile in ogni tempo e trovi espressione nel consenso fraterno e nella disponibilità a compiere sforzi per rafforzare l'unità della Santa Ortodossia, preservare i valori cristiani e le tradizioni ortodosse dei padri. Saluto cordialmente tutti voi in questo meraviglioso anniversario e un questa meravigliosa festa per il popolo bulgaro e per quello russo. Amen.

I primati della Chiesa ortodossa russa e della Chiesa ortodossa bulgara hanno poi visitato il Monumento alla Libertà in cima alla montagna, dove hanno deposto fiori nel luogo di sepoltura dei soldati che hanno dato la vita.

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La delegazione russa guidata dal patriarca Kirill ha incontrato la presidente del Parlamento Tsveta Karajancheva più tardi quel giorno, e più tardi sua Santità il patriarca Neofit e il primo ministro bulgaro Bojko Borisov.

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Domenica, i patriarchi russo e bulgaro hanno concelebrato la Divina Liturgia nella cattedrale patriarcale di sant'Alessandro Nevskij a Sofia, costruita nel 1912 in memoria dei soldati russi morti durante la liberazione della Bulgaria. Con i primati hanno concelebrato numerosi vescovi e chierici russi e bulgari. Al servizio ha partecipato anche il capo della Casa reale bulgara Simeone II di Sassonia-Coburgo-Gotha.

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La Liturgia è stata cantata dal coro sinodale di Mosca e dal coro della cattedrale di sant'Alessandro Nevskij. Il Vangelo è stato letto sia in slavonico ecclesiastico sia in bulgaro. Sono state offerte preghiere durante la Liturgia per il riposo dello tsar-liberatore Aleksandr Nikolaevich della Russia e per tutti i capi militari e soldati bulgari e russi. Il Credo e la Preghiera del Signore sono stati letti dal capo della Casa reale.

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Entrambi i patriarchi si sono rivolti nuovamente ai fedeli riuniti, ringraziando Dio per la liberazione della Bulgaria e commentando la lettura del Vangelo del giorno.

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Rivolgendosi al patriarca Kirill dopo la Liturgia, il patriarca Neofit ha dichiarato:

La nostra unità, con il Signore in mezzo a noi, è una condizione essenziale per portare avanti la chiamata e la missione della Chiesa. In questa unità sta il vero pegno della nostra forza e del nostro successo. Questa santa unità deve essere preservata senza permettere a chi è ostile al Signore e alle forze sovversive di distruggerla. Come stirpe eletta, regale sacerdozio (1 Re 2:9) siamo chiamati a stare sempre in guardia spirituale e a diffondere la luce, che è rifulsa un tempo nel nostro doloroso mondo con l'incarnazione, il ministero terreno e la gloriosa risurrezione del nostro unico vero Maestro e Signore, Gesù Cristo.

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Il patriarca Kirill a sua volta ha fatto una riflessione:

Un vero miracolo di Dio a volte si verifica quando tutte le forze umane sono esaurite, in risposta all'ultimo sforzo della volontà umana. È lì che tale sforzo è veramente necessario per la vita umana, per la sua salvezza. Richiede un'azione reciproca da parte dell'uomo, la preghiera con convinzione e la lotta per Dio e l'impegno a compiere la volontà di Dio.

In ricordo della fine della guerra, che 140 anni fa portò la liberazione al popolo bulgaro, è stato impresso un versetto dei Salmi sulle medaglie russe: Non a noi, o Signore, non a noi, ma al tuo nome (Salmo 113 : 9). È l'umile riconoscimento della volontà di Dio, il riconoscimento del miracolo divino che ha avuto luogo negli eventi della guerra e l'aiuto di Dio che ha riempito l'infermità della forza umana.

foto: patriarchia.ru

 
Uno studio sulla benedizione delle icone

Presentiamo nella sezione “Preghiera” dei documenti un saggio sul tema della benedizione delle icone, scritto da padre Steven Bigham, un sacerdote ortodosso del Quebec. Da esperto storico delle icone, padre Steven fa notare come i riti di benedizione delle icone sono tardivi (risalgono al XVII secolo), e mostrano una comprensione delle icone che contraddice la Tradizione della Chiesa ortodossa.

Non vorremmo che la pubblicazione di questo studio portasse i nostri lettori alla conclusione che siamo contrari alla benedizione delle icone, o che desideriamo abolirla dalla pratica della Chiesa ortodossa. Tutt’altro: abbiamo sul nostro sito il testo dei riti di benedizione delle icone, e di fatto le benediciamo, ma riteniamo questo studio importante per capire che “tradizione” è un concetto molto complesso, e non si può ridurre a trattare ciò che è più antico come necessariamente migliore, e nemmeno, d’altra parte, ad accettare acriticamente tutto ciò che ci è stato tramandato.

 
Un paio di punti sulla situazione corrente

Un Maidan nazionalista contro Putin in quest'autunno

Io non sono un grande ammiratore del gruppo Dugin-Fedorov-Limonov, perché tendono a fare quella che io chiamo "pesca dei titoli di giornale": predicono sempre gli eventi più estremi (come per esempio un attacco nucleare degli Stati Uniti alla Russia) e ottengono sempre la maggiore attenzione dal pubblico generale. Il caso in questione è questa nozione di una reazione nazionalista contro Putin. In primo luogo, noterete che questa stessa idea implica che Putin abbia tradito gli interessi nazionali russi. Potrebbe farlo anche domani mattina. Ma, ora come ora, di questo non c'è assolutamente nessuna prova. Ancora una volta, non metterei mai la mia fiducia nelle mani dei politici, e non voglio che la gente si "fidi" o, tanto meno, "creda" in Putin. Ma voglio dire che la teoria che domani mattina Putin "venda" la Novorossija o "tradisca" gli interessi nazionali russi non ha più fondamento fattuale o logico di quanto ne abbia la teoria che domani Putin entri tra gli Hare Krishna: zero. C'è un'ENORME differenza tra "possibile" e "probabile" o "verosimile" e mentre una cosa "possibile" richiede poca, o nessuna, giustificazione, è dilettantesco e spesso irresponsabile chiamare "probabile" qualcosa che è solo "possibile". In secondo luogo, in questo momento l'indice di gradimento di Putin è uno stratosferico 87% - più alto che mai - e anche il suo modo di affrontare le sanzioni anti-russe lo ha reso più popolare di prima. In terzo luogo, ci sono molte bugie e sciocchezze scritte dai media generalisti su "Putin il dittatore", ma una cosa è vera: Putin ha il controllo completo sui servizi di sicurezza russi, e i servizi di sicurezza russi sono oggi più potenti che mai. Infine, come si può seriamente pensare che il popolo russo abbia visto gli orrori del Maidan ucroide solo per iniziarne uno in casa? Questa è una sciocchezza assoluta. Il mio consiglio strettamente personale sarebbe questo: prendete tutto ciò che Dugin-Fedorov-Limonov hanno da dire con un paio di metri cubi di sale.

 

Il conto alla rovescia verso gli stadi 4 e 5 di Dmitrij Orlov

Tutte le cose di cui sentite parlare in questi giorni riguardo all'Ucraina sono proprio come i proverbiali alberi che nascondono la foresta. La vera storia è che stiamo vivendo in un conto alla rovescia verso una grande esplosione in Banderastan. Sappiamo tutti che "l'Ucraina tronca" è in bancarotta, ma ci dimentichiamo che cosa significa e ciò che questo comporta veramente. Dmitri, Orlov, nel suo libro assolutamente fantastico, "I cinque stadi del collasso", spiega che i collassi avvengono nel seguente ordine:

Fase 1: Collasso finanziario. Si perde la fiducia negli "affari come sempre". Non ci si aspetta più che il futuro assomigli al passato in qualsivoglia modo che consenta di valutare i rischi e di garantire le attività finanziarie. Le istituzioni finanziarie diventano insolventi; i risparmi sono spazzati via e l'accesso al capitale è perduto.

Fase 2: Collasso commerciale. Si perde la fiducia nel "mercato che si prenderà cura di te". Il denaro è svalutato e/o diventa scarso, si accaparrano le materie prime, l'importazione e le catene di vendita al dettaglio crollano e la carenza diffusa di generi di sopravvivenza diventa la norma.

Fase 3: Collasso politico. Si perde la fiducia nel "governo che si prenderà cura di te". Mentre i tentativi ufficiali di mitigare la perdita diffusa di accesso a fonti commerciali di generi di sopravvivenza non riescono a fare la differenza, l'establishment politico perde legittimità e rilevanza.

Fase 4: Collasso sociale. Si perde la fiducia nella "tua gente che si prenderà cura di te", mentre le istituzioni sociali locali, siano esse enti di beneficenza o altri gruppi che accorrono a riempire il vuoto di potere, esauriscono le risorse o entrano in conflitto interno.

Fase 5: Collasso culturale. Si perde la fiducia nella bontà dell'umanità. Le persone perdono la loro capacità di "gentilezza, generosità, considerazione, affetto, onestà, ospitalità, compassione, carità". Le famiglie si sciolgono e competono come individui per le risorse scarse. Il nuovo motto diventa "Possa tu morire oggi perché io possa morire domani."

 Tra l'altro, Orlov osserva correttamente che il crollo dell'Unione Sovietica si è fermato alla fase 3. Ora pensare alla "Ucraina tronca" guidata dalla giunta nazista di Kiev. È già più o meno allo stadio 3 e non si è ancora visto il risultato del collasso economico! Certo, i padroni occidentali della giunta stanno mantenendo la grivna artificialmente alta (avete mai visto la moneta di un paese nel bel mezzo di una guerra civile rimanere più o meno stabile? Certo che no! Le banche occidentali stanno comprando quella inutile carta igienica per ragioni politiche!) e i falsi prestiti a breve termine possono dare l'illusione che "finora va tutto bene", ma la realtà sta recuperando terreno molto, molto velocemente. Entro i prossimi due mesi il Banderastan starà entrando pienamente nelle fasi 4 e 5 del collasso del modello di Orlov e poi le cose andranno davvero malissimo. A questo punto l'introduzione di una sorta di aperta dittatura sarà semplicemente inevitabile. O questo, o una "somalizzazione". In entrambi i casi, questo sarà davvero

l'inferno sulla terra, e questo è il vero punto su cui dovremmo focalizzarci in questo momento: come prepararci all'esplosione assolutamente inevitabile.

Per quanto riguarda l'Unione Europea, le sanzioni russe stanno cominciando a mordere. Dolorosamente. Quindi sempre più politici europei stanno freneticamente cercando di arrampicarsi fuori dal buco che si sono scavati da soli. La cosa veramente strana è che la Russia ha, finora, evitato di entrare in una recessione, nonostante il deflusso di capitali speculativi. Oh, certo, alla fine, fattori come la recessione in Europa, la guerra in Ucraina e le sanzioni occidentali colpiranno la Russia, ma è abbastanza notevole che finora la Russia stia andando meglio del previsto.

Conclusione: molto presto l'Ucraina tronca esploderà completamente o vedrà un nuovo regime, questa volta apertamente dittatoriale. Le economie dell'UE possono iniziare ad andare davvero male e la combinazione di questi due fenomeni lascerà gli Stati Uniti privi di alcun fantoccio valido da usare contro la Russia. Le cose potrebbero andare così male che potremmo anche vedere un momento in cui l'Unione Europea darà il benvenuto a un intervento russo in Ucraina.

Questo è tutto per oggi. Speriamo che la situazione molto confusa e oscura si chiarisca presto, e a quel punto cercherò di sedermi e di scrivere un decente rapporto della situazione.

Cari saluti a tutti,

Saker

 
In difesa della costruzione di chiese ortodosse: una prospettiva dalla provincia russa

la costruzione della chiesa della Protezione della santissima Theotokos sul territorio della parrocchia di Tutti i Santi di Simbirsk nella città di Uljanovsk nel distretto di Svijaga, sulla riva del fiume Svijaga. Foto dal servizio stampa della metropolia di Simbirsk

Un mese fa, dopo una concessione di un terreno nel giardino pubblico di Karamzin nella città di Uljanovsk [la città principale della regione di Uljanovsk nella Russia centrale, sul fiume Volga; si chiamava Simbirsk fino al 1924, quando fu ribattezzata Uljanovsk da Vladimir Lenin che vi era nato – ndt], la nostra comunità parrocchiale ha inviato un appello al capo del Dipartimento Regionale per la Protezione dei Beni Culturali con la richiesta di farci coinvolgere negli scavi archeologici che erano stati annunciati in precedenza. Come Edinovertsi (vale a dire, Vecchi Ritualisti in comunione con la Chiesa ortodossa russa) eravamo interessati a quel luogo, dal momento che si ritiene che una chiesa della Edinoverie sia stata edificata nel giardino pubblico in passato. Sebbene questa versione sia debole, l'idea che una chiesa ortodossa possa apparire in questa città ha attratto un piccolo gruppo di commentatori, che vi si oppongono con forza, sul più popolare sito web locale. Anche se non è stata ancora sollevata tale questione, i manifestanti hanno già espresso la loro posizione molto chiaramente, da "faremmo meglio a costruire asili e ospedali" a "stiamo aspettando un comando per distruggere le chiese".

Questo ci ha fatto chiedere perché queste persone sono contrarie alla costruzione di case di Dio, quali argomenti stanno presentando e cosa si nasconde dietro questi argomenti.

Ricordo che circa un anno fa una comunità ortodossa di Uljanovsk ottenne attraverso udienze pubbliche un permesso per costruire una chiesa. Alcuni residenti iniziarono subito a protestare, affermando, "uno spazio verde pubblico sarà edificato". Francamente, non avrei mai immaginato che una stretta striscia di terra devastata, con mucchi di bottiglie e altra spazzatura vicino ai cespugli, piena di animali domestici, con pochi alberi che crescevano scarsamente su entrambi i lati, potesse mai essere definita "spazio verde". La costruzione della chiesa iniziò nel quartiere della città con la peggiore reputazione. In alcuni casi vi sono state uccise delle persone per mano degli alcolizzati locali, solo per aver rifiutato di dare loro soldi per l'alcol. Tutti quelli che capitavano in quella zona avvertivano immediatamente che la gente del posto aveva una pessima moralità. E tutto avveniva sullo sfondo della squallida architettura sovietica. Tutto sommato, lo "spazio verde pubblico" si fondeva con l'ambiente circostante. La chiesa doveva essere bianca come la neve e con cupole dorate. E, naturalmente, era previsto anche il miglioramento dello "spazio verde".

In un'altra zona della città è stata costruita una chiesa in un'area della cosiddetta "spiaggia" sulla riva del fiume Svijaga. Prima dell'inizio dei lavori di costruzione, da lì erano stati rimossi carichi di vecchie bottiglie di liquore e siringhe. Il posto era stato famoso per le sue tristi vedute e la cattiva reputazione dei "boschetti selvaggi". Ora il sito è dominato da una splendida chiesa e l'area circostante ha una splendida vista della riva opposta con le sue paludi. Ci sono piani per costruire un centro educativo sul suo territorio. Questa zona era popolata circa 350 anni fa, quando fu fondata la città di Simbirsk. Non c'è stata una chiesa su questo territorio per tutto il lungo periodo successivo. Ora questo posto ha una chiesa che serve i bisogni spirituali di circa 30.000 abitanti.

Sorprendentemente, le persone non religiose spesso dicono di sentire la grazia di Dio anche alla vista dell'esterno di una chiesa. L'aspetto architettonico delle chiese ha portato la natura eterna della Verità Divina attraverso i secoli. A prescindere da quanto possa sembrare bello un vicino centro commerciale e di intrattenimento o un villino di lusso, una chiesa si distingue sempre sullo sfondo degli edifici urbani come qualcosa di fuori dal mondo. Ed è proprio questa mancanza di mondanità a ricordare per il suo solo aspetto ai frettolosi pedoni, ai passeggeri dei mezzi pubblici (assorti nei loro pensieri) e ai guidatori che c'è qualcosa di celestiale, importante e pieno di grazia in mezzo a questo trambusto di una grande città. Uno dei miei conoscenti disse che stare in chiesa "solo per venti minuti" lo riempiva di "energia" che era sufficiente per un mese intero. Ciò che ci manca oggi è la realtà interiore, non la realtà esteriore; poiché la qualità e la quantità delle cose esteriori dipendono da queste cose interiori. La benevolenza verso le persone, il lavoro costruttivo, l'educazione dei figli, le buone opere: tutte queste cose richiedono le nostre risorse spirituali. Così tante persone assolutamente secolari in situazioni di vita difficili "fanno un salto in una chiesa per una preghiera veloce", e i loro problemi sono presto risolti. Uno sguardo a una chiesa può aiutare qualcuno a ricordare i valori più alti, impedirgli di commettere errori o di prendere una decisione sbagliata. Una chiesa non è un semplice edificio. È un "asilo", un "ospedale" per le nostre anime.

la costruzione della chiesa della Protezione della santissima Theotokos sul territorio della parrocchia di Tutti i Santi di Simbirsk nella città di Uljanovsk nel distretto di Svijaga, sulla riva del fiume Svijaga. Foto dal servizio stampa della metropolia di Simbirsk

Le chiese sono un simbolo della Russia. La Santa Rus', la culla della nostra identità nazionale, ne è la migliore testimonianza. Gli edifici più magnifici, gli edifici più brillanti, lo sfondo di qualsiasi fiaba o periodo storico: queste sono le gloriose cattedrali o le belle chiese di legno. In sostanza, le chiese ortodosse sono la corona del lavoro creativo della nazione. In un certo senso, praticamente tutti gli edifici della vecchia Russia sono stati trasformati in chiese. Tutte le case avevano chioschi o scaffali per le icone, gli "angoli di Dio" (conosciuti anche come "angoli sacri") erano una parte importante di ogni stanza e di ogni edificio pubblico.

Per questo vorremmo rivolgerci ai nostri contemporanei che combattono le chiese ortodosse, e di conseguenza la fede in Cristo, così ardentemente. La nostra Chiesa ha attraversato queste lotte in diversi periodi della storia. 100 anni fa iniziò un lungo periodo di persecuzioni durante il quale gli atei uccisero persone e dissacrarono santuari. Alla fine, i leader bolscevichi tanto sicuri di se stessi si sono dimostrati incapaci di gettare fondamenta solide per la nuova Russia. Il comunismo alla fine è crollato, sebbene abbia ferito seriamente la popolazione e oggi stia ancora avvelenando le menti di alcuni. Il comunismo è crollato, ma migliaia di chiese con le loro maestose e imponenti cupole sono riapparse in tutti gli angoli della nostra madrepatria. Forse sarebbe meglio meditare su questi eventi e cambiare il tono ostile in uno più sobrio e ragionevole? La vita terrena è limitata dal tempo. Non sprecate le vostre vite per una futile lotta che potrebbe rovinare la vostre anime. La vita eterna è molto più importante.

 
La 'lunga storia' della Russia con il cristianesimo ortodosso e i 'punti di vista tradizionali'

Il pastore Rick Warren portava un simbolo enigmatico sul suo mantello: un medaglione con un'aquila a due teste. Quando gli ho chiesto se sapeva cosa significasse, ha ammesso che non lo sapeva, e mi ha chiesto di spiegarglielo.

L'aquila a due teste è il simbolo dell'impero bizantino, e quel simbolo è arrivato fino in Russia. Un'aquila rappresenta la Chiesa, e una lo Stato. Il simbolo indica la sinergia tra i due.

Allora, come oggi, ci sono stati sia vantaggi sia svantaggi in tale regola. E ancora, anche se il nostro paese è nato in opposizione a tale principio (negli USA abbiamo un'aquila a una testa), questo è stato il principio del mondo romano e bizantino per oltre 1000 anni, fino al 1453.

Allo stesso modo, Chiesa e Stato sono da tempo collegati in Russia. Forse è la persistenza dell'aquila a due teste che gli americani trovano così sconcertante riguardo alla Russia.

Sapendo queste cose, come prete americano ortodosso, il cui il cristianesimo è lo stesso della Russia, ha catturato la mia attenzione la rubrica di Nancy Folbre del New York Times del 23 dicembre, "I giochi patriarcali del presidente Putin". Il suo commento politico-religioso-sociale, sottilmente velata in un articolo sulle Olimpiadi, era intessuto di accuse contro la Russia, la sua Chiesa ortodossa e il suo presidente, Vladimir Putin: corruzione, potere, coercizione, corruzione ambientale e abusi contro le donne.

È stato impossibile per lei evitare i riferimenti triti al passato nel KGB di Putin e lo ha paragonato perfino a Stalin. La sua rubrica mi ha fatto chiedere: che cosa fa preoccupare tanto i giornalisti, professori (Nancy Folbre ha insegnato economia presso l'Università del Massachusetts) e il pubblico in generale, della Russia, della Chiesa russa e di Putin?

Folbre ha scritto una frase che mi ha lasciato davvero intrigato:

"Le prossime Olimpiadi invernali di Sochi accendono un riflettore globale sulle priorità nazionali russe, tra cui una lunga storia di impegno per far rispettare i ruoli sessuali tradizionali".

La Russia, come tutte le nazioni, ha delle priorità nazionali. Cioè, un'enfasi su casa propria e in casa propria. La Russia, come parte dell'Unione Sovietica, ha visto il volto dell'ateismo e del comunismo a casa propria, dove 70 anni di persecuzioni e più di decine di milioni di morti hanno visto più cristiani martirizzati in Russia nel XX secolo rispetto al totale di tutti i martiri cristiani nei precedenti 1900 anni.

Ciò che non ha ucciso il cristianesimo in Russia lo ha reso più forte. Forse la Russia è desiderosa di ritornare sfacciatamente alla sua cultura e alla sua morale cristiana ortodossa.

Per apprezzare questa possibilità, prendete in considerazione le parole della giornalista-professore: "una lunga storia". È quasi impossibile da scandagliare per noi americani, con la nostra società individualista, dove la Costituzione non dà garanzie al alcuna religione stabilita, e dove abbiamo 217 varietà di cristianesimi disparati, il fatto che la Russia ha avuto non solo un singolo cristianesimo, ma una sola fede cristiana e una sola visione morale per quasi 800 anni prima della nascita del nostro paese. L'Ortodossia russa precede la Magna Carta di quasi 250 anni, e precede Cristoforo Colombo di 500 anni. La fine del comunismo in Russia ha coinciso con la celebrazione dei 1000 anni del cristianesimo locale. Quella, davvero, è "una lunga storia". Una lunga e ricca storia di preghiere, di pietà e di moralità, un fondamento senza il quale il comunismo e l'ateismo avrebbero vinto. Invece di offendersi per i "punti di vista tradizionali" della Russia, potrebbe essere opportuno che ci ricordiamo che l'America ha condiviso una visione morale simile a quella della Russia per i primi 200 o giù di lì dei nostri brevi 238 anni di storia americana?

È un mistero per me l'esistenza di persone che trovano difficile credere che le donne siano biologicamente dotate per essere madri e gli uomini per essere padri, i "ruoli sessuali tradizionali" di cui Folbre scrive.

Che cosa ha a che fare tutto questo con le Olimpiadi in Russia? Molto poco, se non che "le politiche nazionali tradizionali" della Russia hanno portato a proposte di boicottaggio e continuano a suscitare ogni sorta di invettive sul modo in cui i russi si governano. Oltre ai servizi igienici non molto privati e alla sicurezza connessa al terrorismo, è la ferma presa di posizione morale della Russia su cui si è scritto di più rispetto a Sochi.

Potrebbe essere utile notare che il cristianesimo ortodosso non è tanto una religione formale, che può essere trattata, rimodellata o messa da parte come una consuetudine obsoleta. Piuttosto, si dice che sia la più antica tradizione cristiana invariata, vivente nel mondo. È la tradizione cristiana che continua a tramandare l'insegnamento di Gesù su cosa significa essere veramente umani.

E per quanto riguarda le Olimpiadi, è utile ricordare che san Paolo paragona la vita cristiana a quella di un atleta in allenamento e in competizione.

Egli ha detto: "Un atleta non è incoronato se non ha lottato secondo le regole". Un pattinatore su ghiaccio non può vincere una medaglia d'oro, o perfino competere, con gli sci ai piedi.

Ha detto anche: "Ogni atleta è temperante in tutte le cose. Lo fa per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile".

Gli atleti olimpici giunti a Sochi da tutto il mondo hanno seguito rigorosi regimi di allenamento per essere vincitori. I cristiani allo stesso modo, gli ortodossi russi in questo esempio, sono chiamati a esercitare l'autocontrollo e a seguire un regime di allenamento rigoroso per essere santi e veramente umani, secondo gli insegnamenti di Gesù.

E questo non per ricevere una medaglia deperibile, ma una corona in cielo.

Padre John Parker è parroco della chiesa ortodossa dell'Ascensione a Mt. Pleasant, presso Charleston (South Carolina).

 
"Pensavo che la Russia fosse un paese non cristiano"

Continuiamo a pubblicare i materiali del programma del canale Spas TV, Il mio cammino verso Dio, dove il sacerdote Georgij Maksimov intervista persone che si sono convertite all'Ortodossia. La vietnamita Anna Dao Bin ha fatto parte di una comunità protestante per molto tempo e non sapeva nemmeno che ci fossero altre denominazioni cristiane. Dio l'ha portata in Russia dove ha scoperto la verità dell'Ortodossia. Ci racconterà ciò che stava cercando nel Protestantesimo e che ha trovato nell'Ortodossia. Discuteremo anche l'importanza della santa Tradizione e l'importanza non solo di sapere, ma anche di comprendere correttamente la Bibbia, in particolare per i missionari.

Sacerdote Georgij Maksimov: Buon giorno! State seguendo la trasmissione Il mio cammino verso Dio. Oggi parleremo di Anna, la nostra ospite dal Vietnam. Sono molto contento di vedere una vietnamita ortodossa, perché penso che il popolo vietnamite sia molto interessato a Cristo. Ecco perché ci sono tanti cattolici tra i vietnamiti, quasi 7 milioni, credo. Purtroppo, l'Ortodossia non li ha ancora raggiunto, anche se nei paesi vicini, Thailandia e Cambogia, stanno iniziando a comparire comunità ortodosse.

Anna, può raccontarci il suo viaggio spirituale? Come è iniziato?

Anna Dao Bin: Sono diventata ortodossa solo pochi mesi fa. Prima di allora, mi consideravo protestante. A dire il vero, molti protestanti non si riferiscono a se stessi come protestanti, preferendo definirsi cristiani, e spesso non capiscono la differenza tra le varie confessioni. Come è iniziato tutto... Sono nata in una famiglia in cui la fede non faceva parte della mia educazione. Mia madre mi ha cresciuta da sola. Sono nata a Kiev, lei studiava lì durante i tempi dell'Unione Sovietica. Era sempre o in viaggio all'estero o impegnata con il lavoro. Quindi, nessuno mi ha detto nulla sulla fede. Ho trascorso i primi cinque anni della mia vita in Ucraina. Dopo di che, ci siamo trasferiti a Mosca per un breve periodo di tempo. Poi siamo andati in Vietnam e in seguito ci siamo trasferiti in Australia. Abbiamo traslocato spesso quando ero bambina. Ho soggiornato con persone diverse, tra cui babysitter, parenti e nonni. Quando ero piccola, non pensavo a Dio.

Ma tutto è cambiato quando sei anni fa sono arrivata a Seoul, in Corea del Sud. Lì sono andata a una scuola protestante. Il protestantesimo è molto popolare in Corea del Sud e le loro chiese sono quasi a ogni angolo. Prima di allora, non sapevo nulla di cristianesimo e non capivo tutto questo. Ma sono andata a quella scuola e credo che non sia stato un caso.

In quella scuola, mi hanno dato la Bibbia come un regalo. Avevo 14 anni. Lo studio della Bibbia è parte delle lezioni della scuola. Leggevamo la Bibbia, ma non ce ne spiegavano il significato. Ci limitavamo a leggere e imparare molti versi a memoria.

Sia l'Antico sia il Nuovo Testamento?

Anna Dao Bin

Sì. Ho iniziato a leggerla dal primo libro, il libro della Genesi. Ho letto molto. Ho memorizzato molti versetti e ho ottenuto buoni voti. Mi piaceva molto questo ambiente, perché c'era una stretta comunicazione tra le persone, e questo era molto insolito per me. Probabilmente ho scelto questa fede non sulla base di fatti, ma semplicemente perché amavo molto le persone che mi circondavano. Erano gentili e mi davano risposte a domande a cui non avevo neppure mai pensato. Ho trascorso un anno in Corea del Sud. Non è stato molto, ma così è iniziata la mia ricerca spirituale.

E poi si è trasferita in un altro paese?

Sì, io e mia madre siamo tornate in Vietnam. Ho apprezzato la mia fede ritrovata e avevo paura di perderla. In Corea avevo vissuto tra i protestanti; andavamo in chiesa regolarmente, parlavamo di Dio e leggevamo la Bibbia. Tuttavia, il Vietnam è un paese non cristiano. Ci sono pochi protestanti e cattolici. Beh... ce ne sono do più che in alcuni altri paesi asiatici, ma sono pochi. È per questo che ho cercato di attenermi a quello che avevo imparato. È stato molto importante per me.

Ha trovato una comunità protestante locale, in Vietnam?

Sì, certo. Quando ho lasciato la Corea, già mi consideravo cristiana. Il mondo era già diviso in cristiani e non cristiani per me. Così, quando sono arrivata in Vietnam, ho subito iniziato a cercare una chiesa in cui poter andare.

Ci sono più cattolici che protestanti in Vietnam.

Sì. Tuttavia, poiché non avevo familiarità con il cattolicesimo, non ho cercato comunità cattoliche. A quel tempo, non sapevo nemmeno di altri cristiani. Per me il mondo era costituito da cristiani protestanti e da non cristiani. Durante il decimo anno a scuola, ho incontrato una ragazza americana. Era l'unica credente nella scuola. I suoi genitori erano missionari protestanti in Vietnam. La loro famiglia stava facendo lavoro missionario da lungo tempo. Avevano vissuto in Kirghizistan per 10 anni, costruendo chiese e predicndo. È diventata la mia migliore amica, e poiché non mantenevo uno stretto contatto con i miei parenti, sono diventata parte della sua famiglia. Questi missionari protestanti erano venuti come un team composto da diverse famiglie; avevano imparato la lingua locale, erano giunti a conoscere la gente del posto e parlavano loro della fede e di Dio. Regalavano Bibbie. Io li aiutavo.

Quanto ha successo la missione protestante in Vietnam? La gente è interessata ai loro insegnamenti?

Quando li ho incontrati, erano appena agli inizi, quindi non so quanto avessero ottenuto fino a quel punto. Queste persone fanno la loro opera missionaria molto silenziosamente e in segreto...

...per non attirare l'attenzione?

Sì, per non attirare l'attenzione delle agenzie governative. In primo luogo, i missionari ii incontrano. Poi continuano a predicare nelle loro case. Non predicano nelle strade e non distribuiscono volantini, perché in Vietnam queste cose non sono gradite.

Non solo in Vietnam, la situazione è la stessa in molti paesi asiatici. Si sostiene che gli stranieri non possono essere coinvolti in attività missionarie senza permessi ufficiali. Tuttavia, tali permessi ufficiali vengono rilasciati a pochissime persone. In Vietnam, probabilmente non li rilasciano del tutto agli stranieri. Quindi, qualsiasi opera missionaria da parte di stranieri di fatto è illegale. Naturalmente, queste precauzioni adottate dai missionari americani sono comprensibili.

Ha detto che i suoi compagni in Vietnam erano in maggior parte atei. Ha mai avuto alcuna pressione da loro? Sapevano che era cristiana?

Sì. Tuttavia, sono cresciuta in una famiglia senza regole e disciplina; si può anche dire che non vi fosse alcuna educazione. Mia madre è una buddhista molto religiosa. Osserva rigorosamente vari rituali, fa sacrifici, osserva i digiuni buddhisti, legge le preghiere, ecc. Quando sono diventata cristiana, in un primo momento ha pensato, "È strano, certo, ma va bene". In Vietnam, comunicavo e socializzavo per lo più con credenti. Poiché i miei contatti con altre persone erano pochi, non ho sentito alcuna pressione. Dopo pochi anni, ero abituata all'ambiente Protestante, a queste persone e al loro sistema di credenze.

Ho visitato diverse chiese protestanti in Vietnam. Ci sono comunità coreane, vietnamite e internazionali. Non andavo regolarmente a nessuna di loro. Per qualche ragione, non mi piacevano sempre queste chiese. Ci andavo per lo più per socializzare con la gente. Apprezzavo il fatto che queste persone hanno alcuni principi. Probabilmente mi piaceva la gente in chiesa, piuttosto che la chiesa stessa.

Quella era la mia vita prima dell'Ortodossia, prima di venire in Russia.

È venuta in Russia per continuare gli studi?

Non avevo intenzione di studiare in Russia. È successo all'improvviso. Ho terminato una scuola americana e ho pensato che avrei continuato a studiare negli Stati Uniti o in un altro paese di lingua inglese. Questo sarebbe stato molto più facile per me. Ma uno dei miei amici mi ha suggerito di andare in Russia – di arrivare appena per alcuni mesi, di guardarmi intorno e di seguire alcuni corsi di lingua russa. Quindi, per una sorta di miracolo, dopo 4 anni in Vietnam mi sono trovata a Rjazan'. Io non sapevo nemmeno di questa città. Sono venuta qui l'anno scorso.

A Rjazan', ho continuato ad andare in chiese protestanti in un primo momento. Sono rimasta molto sorpresa di vedere quante chiese ci sono in Russia. A mio avviso, la Russia era un paese non cristiano, dove non c'erano cristiani. Per qualche ragione, avevo questo stereotipo. Sapevo che i miei amici erano missionari in Kirghizistan, ai tempi dell'Unione Sovietica, e probabilmente a causa di questo, ho pensato che la Russia fosse un paese non cristiano.

Certo, se i missionari vengono qui a parlarci di Cristo, questo significa che dal loro punto di vista qui non conosciamo Cristo. Infatti, molti missionari protestanti dagli Stati Uniti e anche dalla Corea sono venuti in Russia negli anni '90, cercando di predicare Cristo a noi come se fossimo tribù selvagge che non avevano mai sentito parlare di lui. Ebbene, qui una chiesa su due è più antica della stessa denominazione che aveva inviato quei missionari!

Io non lo sapevo, naturalmente. Ho sempre pensato che avrei dovuto cercare brave persone e amici in chiesa. Così, quando sono arrivata e sono stata alloggiata in un ostello, ho subito iniziato a cercare una comunità protestante per trovare qualcuno con cui parlare. Per volontà di Dio nell'ostello ho condiviso la stanza con un'italiana cattolica. Io non sapevo nemmeno cosa fosse il cattolicesimo. Continuavo ad andare in chiese protestanti, ma per il fatto che vivevo con una ragazza che apparentemente era cristiana, ma era in qualche modo diversa, ho iniziato a chiedermi il perché. Perché lei era un po' diversa? Noi credevamo in Cristo e andavamo anche in chiesa, ma ho visto che c'erano differenze. Comunque, non sapevo quali fossero le differenze ed ero curiosa. Così ho cominciato ad andare con lei alla loro piccola comunità cattolica situata in una casa. Il prete veniva dalla Slovacchia e i parrocchiani per lo più dall'Africa. Era molto strano. Ero venuta in Russia, ma ero qui mi sono seduta accanto a un prete slovacco e a fedeli provenienti dall'Italia e dall'Africa e cantando in francese. Era una sensazione molto strana.

Ho imparato a conoscere l'Ortodossia quando vivevo a Rjazan'. Sono andata in una chiesa ortodossa per la prima volta. Ho iniziato a capire alcune cose e a leggere letteratura. In un primo momento, ho pensato che la denominazione non fosse importante. Questo è molto tipico dei protestanti che pensano che tutti i cristiani saranno salvati e che se hai fede in Cristo sei già salvato. Quindi non pensato nulla di male dei cattolici o degli ortodossi. Pensavo: "Sono un po' strani, ma se credono in Cristo, probabilmente saranno salvati. Allora, qual è la differenza? Non importa". Sono andata in diverse chiese a Rjazan', tra cui chiese battiste e mormoni, anche se sapevo che i protestanti per la maggior parte non considerano i mormoni come cristiani.

Sì, hanno le loro "sacre scritture" e i loro profeti americani.

Anna: C'è stato un momento in cui ho iniziato a dubitare dell'integrità della confessione protestante. Il fatto è che non mi limitavo a andare in una sola chiesa battista. Sono andata in quasi tutte le chiese a Rjazan'. Volevo vedere tutto. C'erano diverse chiese battiste, ma come ho appreso più tardi, appartenevano a diverse unioni. Vi è una Unione di cristiani evangelici battisti della Russia e un'Unione internazionale. Entrambi sono battisti, ma ho capito che neppure due chiese battiste in una città riuscivano a mettersi d'accordo su ciò in cui credono e su come capire la Sacra Scrittura. Da quel momento in poi, ho cominciato a pensare: "Qui c'è qualcosa che non va. Perché non possiamo essere d'accordo? Perché ognuno pensa a modo proprio?"

Il nostro Signore Gesù Cristo ha detto ai suoi discepoli: "Che tutti siano una cosa sola" (Gv, 17,21). E la situazione che lei descrive è ovviamente carente di questa unità.

Sì. Questo è stato uno degli aspetti principali che mi ha aiutato a capire tutto.

Come ha iniziato a capire le cose?

Ho parlato con amici che erano anch'essi interessati a questi argomenti. Abbiamo seguito lezioni e letto libri. Abbiamo trovato certa letteratura ortodossa. In un primo momento, ero molto diffidente, perché la mia comprensione della Chiesa ortodossa era sbagliata. Ho pensato che gli ortodossi avessero aggiunto qualcosa. I battisti dicono che gli ortodossi hanno aggiunto qualcosa alla Sacra Scrittura e che è per questo che fraintendono e sbagliano tutto. Tuttavia, quando ho letto i libri ortodossi e ho seguito le conferenze, ho visto che tutto era secondo la Bibbia e che non c'erano contraddizioni. Ho anche pensato che, forse, gli insegnamenti biblici sono meglio seguiti nell'Ortodossia. Questo era molto importante per me perché i protestanti credono che la Bibbia è il fondamento di tutto. Così era molto importante per me capire che se l'Ortodossia non contraddiceva la Bibbia, allora forse la verità era lì e valeva la pena indagare.

Quando ha iniziato ad andare nelle chiese ortodosse probabilmente ha notato che hanno un aspetto molto diverso.

Sì, è vero. In un primo momento, tutto era molto complicato e poco chiaro – non capivo cosa stava succedendo nella chiesa. L'impressione che ne avevo non era molto buona, perché ero abituata a ciò che succede nelle chiese protestanti – quando ci vai, anche per la prima volta, di solito qualcuno si avvicina, tutti ti salutano ..

...ti sorridono e ti accolgono...

...sì, ti danno il benvenuto. Quando sono arrivata in una chiesa ortodossa, nessuno ha parlato con me o mi ha detto niente. Nessuno mi ha dato attenzione. Io apprezzo molto la comunicazione e quindi non capivo questo atteggiamento. Certo, non so il russo così bene, figuriamoci lo slavonico ecclesiastico. E la funzione in sé non mi era chiara. Mi ricordo che quando sono arrivata alla chiesa di Cristo Salvatore per la prima volta con la mio amico, abbiamo guardato la comunione e non abbiamo capito cosa stesse succedendo.

Come ha preso la decisione di convertisi all'Ortodossia?

Per tutta l'estate ho letto vari libri e articoli ortodossi e ne ho discusso con i miei amici delle chiese battiste. Naturalmente, non ne sono stati molto felici. Penso che per me non fosse così difficile accettare gli insegnamenti ortodossi, perché io non venivo da una famiglia protestante, ma avevo fatto la mia scelta. Così stava a me decidere se dovevo rimanere in una comunità protestante. A Rjazan', anche quando mi sono molto interessata all'Ortodossia, ho continuato ad andare alla chiesa battista perché tutte le persone che conoscevo e con cui e socializzavo erano lì. Io sono grata a Dio per avermi reso possibile di rimanere a studiare in Russia. Quando sono arrivata a Mosca, ho deciso che non avrtei più voluto andare in chiese battiste, ma che invece avrei imparato di più circa l'insegnamento ortodosso. Per me è stato più facile a Mosca, perché lì non conoscevo nessuno lì e potevo ripartire da zero. Ho partecipato a un gruppo di studio della Bibbia in una chiesa ortodossa in cui il diacono ci spiegava tutto per noi. Per me è stato un nuovo approccio – apprendere che si deve capire correttamente la Sacra Scrittura. I protestanti usano un approccio diverso: tu capisci la Bibbia in qualunque modo tu desideri. Gli studi biblici si svolgono come segue: un gruppo di persone si riunisce e si chiede loro: "Quali emozioni o pensieri avete quando leggete questo?" Naturalmente, è un modo facile per cadere in errore.

Certo. Ricordo che San Nicola del Giappone aveva scritto, "I protestanti giapponesi sono venuti da me e hanno chiesto, 'Che cosa significa questo versetto nella Sacra Scrittura?' Ho detto loro, 'Avete i vostri insegnanti. Perché non chiedete a loro?' Mi hanno risposto, 'Lo abbiamo chiesto e ci hanno detto di capirlo nel modo in cui ci piace, ma noi vogliamo sapere quello che Dio aveva in mente quando lo ha detto'." Grazie alla santa Tradizione, nella Chiesa ortodossa possiamo conoscere ciò che Dio stesso intende con qualsiasi parola. Ecco perché la Chiesa ortodossa rimane fedele a se stessa due millenni dopo la sua creazione.

Sì. Poi ho pensato alle origini della Bibbia per la prima volta. Non è semplicemente apparsa, qualcuno l'ha compilata. Qualcuno ha dovuto scegliere quali libri includere e quali escludere. Ho appreso che ciò è stato fatto dalla Chiesa primitiva e che i primi cristiani non avevano nemmeno la Bibbia. Quindi, se ci fidiamo della Chiesa che ha stabilito la composizione della Bibbia e crediamo che abbia scelto correttamente i libri da includere, perché non possiamo fidarci delle sue linee guida sul modo in cui dovremmo capire la Bibbia?

In effetti, questa è la domanda che i protestanti di solito trascurano. Quando dici loro che fin dai tempi antichi la Chiesa aveva un insegnamento circa l'importanza della santa Tradizione, della venerazione dei santi e delle icone, cioè tutte le cose che essi rifiutano, dicono che questo è avvenuto perché la Chiesa era già caduta in errore. Ma era proprio la stessa Chiesa che in quel periodo specifico ha compilato il canone biblico che i protestanti accettano! I vescovi di questa Chiesa, nei Concili tenuti nel IV e V secolo, hanno determinato quali libri includere nella Bibbia. Quindi, se i protestanti (in base alla loro comprensione della Bibbia), dicono che la Chiesa era in errore in quel periodo, ciò significa che essi dovrebbero rifiutare anche la Bibbia.

E il secondo aspetto che ha citato, anch'esso ignorato dai protestanti, è che la Chiesa apostolica viveva senza il Nuovo Testamento. Viveva solo attraverso la Tradizione passata di bocca in bocca. I libri del Nuovo Testamento sono apparsi nel corso di tutto il primo secolo, ma non erano a disposizione di tutti. Cioè, la vera Chiesa è comparsa prima della Bibbia. Così, quando i protestanti cercano di creare le loro comunità sulla base della Bibbia, vanno in una direzione completamente opposta.

Sì, dopo aver ottenuto una migliore comprensione delle differenze tra le varie confessioni e dopo avere imparato come sono state create queste denominazioni, non potevo semplicemente scartare queste cose e continuare il mio viaggio nel Protestantesimo. Ho dovuto rivedere molte cose a cui avev precedentemente creduto. La gente che ho incontrato mi ha aiutato in questo. Queste persone sono state meravigliose! Ho conosciuto un diacono interessato al Vietnam. Mi ha preparato per il battesimo, mi ha spiegato gli insegnamenti ortodossi in dettaglio, ha corretto i miei sbagli e alla fine è diventato il mio padrino. Gli sono molto grati. Questi insegnanti sono stati per me un dono di Dio.

Ora che ha iniziato la sua vita nell'Ortodossia, si sente ancora sola quando va in chiesa?

No, non mi sento sola. Mi ha sorpreso il fatto che molti ortodossi conoscano la Scrittura molto bene. Per esempio, il diacono che è il mio padrino... Ho avuto di lui una buona impressione dopo il nostro primo colloquio proprio perché conosceva la Scrittura molto bene e utilizzava citazioni da essa per rispondere alle mie domande. Dal momento che ho sempre apprezzato la Bibbia e creduto che fosse il fondamento della fede, è stato per me molto importante. Quando parlo con i miei amici protestanti, ho capito quanto sia importante basare le proprie argomentazioni sulla Bibbia.

Quali sono le sue impressioni della vita nell'Ortodossia? Sente qualcosa di nuovo, qualcosa che prima non c'era?

Sì, certo! Quando ho iniziato ad andare in chiesa ortodossa, la strada da prendere è diventata chiara per me. Non ero sola con la Bibbia che dovevo in qualche modo capire per conto mio. I protestanti vogliono vivere secondo la Bibbia, ma questo non è possibile senza insegnanti e senza la Chiesa.

C'è qualcosa come per esempio le icone che l'ha fatta sentire a disagio?

Certo, in un primo momento è stato molto scomodo. Era difficile per me accettare cose come le icone, la confessione, la comunione, il digiuno, il monachesimo, ecc. Erano tutte cose nuove per me. Ma mi sono ricordata che ai tempi della Chiesa primitiva c'erano molti che non sapevano leggere, quindi penso che le icone li abbiano aiutati a conoscere Dio. Ora non mi sento più a disagio.

In effetti, guardando le icone e i dipinti della chiesa, si possono vedere, per esempio, tutti gli eventi principali della vita del Nostro Signore Gesù Cristo. Ho portato un musulmano in una chiesa, e solo guardando le icone abbiamo potuto passare brevemente in rassegna i principali eventi del Vangelo, dell'Antico Testamento, e anche il nostro futuro descritto nell'Apocalisse: di solito l'immagine del Giorno del Giudizio è collocata nella parte occidentale della chiesa. Naturalmente, le icone aiutano a raccontare la storia, ma inoltre ci aiutano anche nella preghiera. Se io sono in viaggio e non ho alcuna icona e prego guardando solo un muro bianco, la mia preghiera mi sembra un po 'viziata. Quando vediamo un'immagine – e come sappiamo la venerazione dell'immagine significa venerazione del prototipo – questo ci aiuta nella preghiera. Lo ha provato anche lei?

Sì, certo. Nelle chiese protestanti, è una pratica comune pregare con gli occhi chiusi. E spesso mi sembrava semplicemente di addormentarmi durante la preghiera. Ha ragione, le icone aiutano a rimanere concentrati.

Come vede il suo futuro? Ha in programma di tornare in Vietnam o di rimanere in Russia? O magari di andare da qualche altra parte?

Non ho ancora fatto progetti, da quando sono arrivata in Russia non molto tempo fa, quindi per ora sto pensando di studiare qui. Sto studiando alla facoltà di relazioni internazionali. Credo che Dio mi abbia dato questa opportunità e ne sono molto felice. L'istituto scolastico dove sto studiando prepara diplomatici, ma non ho avuto alcun desiderio di diventare una diplomatica. A poco a poco, dopo aver parlato con il mio padrino che sa molto di opera missionaria e si vuole impegnare nell'opera missionaria tra i vietnamiti, mi sono reso conto di come provvidenzialmente Dio ha disposto tutto questo. La mia università ci insegna lingue e competenze personali, le stesse qualità che sono necessarie nell'opera missionaria. È per questo che sono molto felice di studiare queste materie.

Sì, certo, perché Dio ci dona la Verità, non solo per il nostro bene, ma anche in modo da poter condividerla con gli altri.

Dio è incommensurabilmente generoso e mi ha dato così tanto! Sono molto felice di essere qui in Russia e di avere trovato l'Ortodossia. So che se Dio ci dà molte cose, si aspetta che noi le condividiamo con gli altri.

Grazie mille per la sua storia. Che Dio l'aiuti nel percorso che ha scelto. Spero che altri vietnamiti trovino la loro strada verso l'Ortodossia.

 
L'artos e i pani pasquali benedetti

Il sabato della Settimana Luminosa si suddivide il pane pasquale (artos) benedetto dopo la Liturgia notturna della Risurrezione. La preghiera di benedizione dell’artos implica che questo diventi per i fedeli fonte di guarigioni, ed è con questo senso di richiesta di liberazione dai mali fisici che i fedeli cercano di ottenere un pezzo di artos alla domenica di San Tommaso,  la domenica che segue la Pasqua. Simili fini di guarigione si vedono anche nei pani misti a vino che si distribuiscono nelle chiese romene dopo la Liturgia della Pasqua, e che i fedeli molto spesso (e purtroppo) consumano invece di ricevere la comunione.

Ma il senso dei pani pasquali benedetti non è quello di offrire un sostituto, o un palliativo, alla comunione: vediamo qual è il loro significato più autentico nel saggio dello ieromonaco Petru (Pruteanu), che presentiamo nella sezione “Ortoprassi” dei documenti, nell’originale romeno e nella nostra traduzione italiana.

 
Chiesa ortodossa a Kiev bruciata da vandali

Nella notte tra il 9 e il 10 marzo, verso le 3 del mattino, vandali ignoti hanno appiccato il fuoco alla chiesa della Trasfigurazione del Signore nel distretto Obolonskij di Kiev, come riporta il sito della Chiesa ortodossa ucraina.

E' già la terza volta negli ultimi anni che questa parrocchia è stata attaccata.

I vandali hanno rotto una finestra, hanno versato combustibile e hanno dato fuoco alla chiesa. La polizia è arrivata in seguito. Sono stati avviati procedimenti penali ai sensi dell'articolo 194, contro "la distruzione deliberata o il danneggiamento di proprietà", del codice penale ucraino. L'articolo prevede fino a 10 anni di reclusione, come riferisce RIA-Novosti.

La chiesa è stata seriamente danneggiata e ha bisogno di riparazioni.

La stessa chiesa era stata precedentemente vandalizzata nell'ottobre 2015, quando sono stati scritti graffiti contro il Patriarcato di Mosca sulle pareti esterne della chiesa: "Abbasso i preti di Mosca!" e "State ancora andando nella chiesa russa?". La chiesa è stata incendiata anche nel maggio 2016, subendo danni ai muri.

Potete vedere il danno alla chiesa nel video qui sotto:

 
Domande e risposte dalla corrispondenza recente (aprile 2019)

Notre Dame

Cosa dobbiamo pensare dell'incendio?

Secondo me si tratta di un giudizio sul governo ateo e sul popolo della Francia. Attenzione: il prossimo potrebbe avvenire qui da noi.

La Pasqua eterodossa

Perché quest'anno c'è una differenza di una settimana tra la nostra Pasqua e la Pasqua cattolica e protestante? E perché la loro Pasqua cade spesso una settimana prima?

A volte c'è una differenza di diverse settimane tra la Pasqua cristiana ortodossa e quella secolare; questo perché il mondo cattolico e protestante segue la luna piena sbagliata e così è un mese o più in anticipo. Quest'anno la differenza è solo di una settimana. Questo perché il mondo cattolico e protestante celebra la sua Pasqua nello stesso periodo in cui gli ebrei celebrano la loro Pasqua. Per gli ebrei la Pasqua di quest'anno inizia la sera di venerdì 19 aprile e, come al solito, durerà una settimana fino all'alba di venerdì 26 aprile. La nostra Pasqua è quindi il 28, dopo che la Pasqua ebraica è finita.

Tutto questo accade perché nel XVI secolo l'allora papa di Roma, Gregorio XIII, decise di ignorare il canone dei santi Apostoli che afferma che la Pasqua cristiana non deve coincidere con la Pasqua ebraica, poiché la risurrezione di Cristo ebbe luogo il giorno dopo la Pasqua ebraica di quell'anno, alla domenica, che divenne il giorno del Signore. Come cristiani, e quindi senza metterci al di sopra degli apostoli e della Chiesa, nella Chiesa ortodossa aderiamo a questo canone.

Molti sembrano dire che tra gli europei occidentali nativi il cristianesimo è morto. Sarebbe d'accordo?

Posso offrire l'esempio della città in cui vivo. Su una popolazione di 25.000 persone, quest'anno circa 200 persone, quasi tutte anziane, si sono riunite per un "servizio" del venerdì santo a base di musica pop che avrebbe dovuto unire tutti i cristiani occidentali della città. Meno dell'1% della popolazione si riunisce per quello che per loro è il momento chiave. Nella loro religione infatti non dicono "Cristo è risorto", ma "Gesù è morto". Possiamo vedere che entro 20 anni non ne rimarrà nessuno. Certo, alcune chiese cattoliche vivono grazie ai polacchi e ad altri immigrati cattolici, compresi i preti polacchi, principalmente dall'Europa orientale, dal Portogallo o dall'area indiana del Malabar. Certo, alcune chiese protestanti sopravvivono grazie agli afro-caraibici. Certo, sono rimaste alcune zone di devozione, soprattutto nel sud dell'Europa occidentale. Ma, nel complesso, il gioco è finito. Sì, sono d'accordo.

L'Ucraina

Pensa che la nuova chiesa scismatica in Ucraina abbia un futuro?

Lo avrà, ma solo fino a quando le persone continueranno a mettere il proprio paese (fittizio o non fittizio) al posto di Cristo – proprio come qualsiasi altra organizzazione politica, nazionalista e xenofoba. Così tante chiese e parrocchie di ogni singola diocesi si sono estinte nella diaspora proprio per questo motivo: perché hanno messo al primo posto la loro nazionalità – e molte di esse non erano nemmeno scismatiche ma, sulla carta, canoniche! Non accade solo in posti come l'Ucraina. Anche la Macedonia e il Montenegro hanno miti nazionalisti che sostituiscono Cristo con le loro "nazioni" provinciali.

Tuttavia, anche in questo paese ci sono convertiti senza fondamento che propongono un'Ortodossia "britannica" (cioè un aggettivo che descrive un paese fittizio e politicamente costruito, proprio come l'Ucraina). Anche il nazionalismo americano figura molto tra alcuni gruppi di convertiti e in Francia anche il nazionalismo francese svolge un ruolo significativo tra alcuni del vecchio gruppo di Rue Daru, che ora si sta sgretolando e presto sparirà in quanto tale. Se la cosa che viene per prima è òa gloria della tua nazione, allora ti aspetta inevitabilmente la morte spirituale. L'ho visto nella vecchia diocesi della ROCOR in questo paesem che si è estinta completamente a causa del suo razzismo nazionalista e della politica della guerra fredda. Lasciate che i morti seppelliscano i morti. Questa è la legge spirituale del ramo appassito.

La Chiesa contemporanea

Un archimandrita esperto mi ha detto che, a suo avviso, la più grande debolezza nella nostra Chiesa ortodossa è la mancanza di leadership da parte dell'episcopato. Sarebbe d'accordo?

Sono d'accordo che questo sia un problema, ma penso che il vero problema sia ancor più radicale. Penso che la mancanza cronica di leadership sia un risultato piuttosto che la causa. In realtà, la mancanza di leadership è causata dalla mancanza di amore (a volte persino dal totale disprezzo e odio) di molti vescovi per il clero e il popolo. Di qui tutte le ingiustizie, i favoritismi e il fatto che così tanti lasciano la Chiesa disgustati o si uniscono agli scismi dei vecchi calendaristi: perché restare nella Chiesa quando i vescovi si comportano in modo così mondano e non amorevole? Meglio farsi la propria Chiesa, proprio come i protestanti.

Questa stessa mancanza di amore è causata proprio dalla mondanità di molti vescovi, dalla loro visione della Chiesa, dalla sua "burocratizzazione", che porta a considerarla un mero culto della personalità (come la vecchia diocesi di Sourozh, scomparsa nello scisma dopo la morte della sua personalità idolatrata), come mera istituzione da scartoffie (la tentazione della Mosca contemporanea e di quella pre-rivoluzionaria) o come impero personale di una rete di edifici spiritualmente vuoti (la tentazione della Costantinopoli contemporanea e dell'Ucraina scismatica). Tutti questi esempi calpestano la realtà della Chiesa come organismo divino-umano e i bisogni spirituali del clero e del loro gregge. Questa mondanità, che si vede per esempio nella ristrettezza etnica, è la negazione dell'unità, santità, cattolicità e apostolicità della Chiesa. Ciò di cui abbiamo bisogno è un episcopato che sia ecclesiale, non mondano. Tutti i nostri problemi sono causati dalla mancanza della Chiesa, la vera Chiesa, che significa amore.

Per esempio, nella ROCOR non dimenticheremo mai (anche se i trionfalisti folli, i bigotti settari e gli auto-giustificatori farisaici lo dimenticano) che sono stati i vescovi della ROCOR politicamente orientati a mandare a giudizio san Giovanni di Shanghai. Questo è stato un evento dal quale, 55 anni dopo, la ROCOR si sta ancora riprendendo e dal quale è stata quasi distrutta spiritualmente. Nella Chiesa greca c'è l'esempio simile di san Nettario di Pentapoli (+1920), respinto dal suo stesso patriarcato e dalle ambizioni dei suoi vescovi pseudo-cristiani. Il suo Patriarcato di Alessandria iniziò a riprendersi spiritualmente da questo scandalo dopo la canonizzazione di san Nettario, 41 anni dopo il suo riposo nel 1961, quando i cospiratori erano morti ed erano iniziate le missioni verso gli Africani nativi, circa tredici secoli in ritardo! Questa situazione è esattamente parallela a quella di San Giovanni: la ROCOR e la Chiesa all'interno della Russia si sono riunite nel 2007, esattamente 41 anni dopo il riposo di san Giovanni nel 1966. Questo è spiritualmente significativo.

Siamo sempre perseguitati da falsi fratelli, che sono falsi proprio perché non hanno amore. Tuttavia, si deve aggiungere che la mancanza di amore è mostrata a volte da tutti. Siamo tutti peccatori, non solo i vescovi, e siamo tutti crocifissi per i nostri peccati e per quelli degli altri. Ma questa crocifissione si chiama salvezza.

Il capo e il centro della Chiesa

Dov'è il centro della Chiesa, a Costantinopoli o a Mosca? E chi è quindi il suo capo?

Il centro amministrativo della Chiesa cambia nel tempo. Tuttavia, il centro spirituale della Chiesa è per tutti i tempi Gerusalemme, il luogo della crocifissione e della risurrezione, e nessun altro. Il suo capo è Cristo, il Dio risorto e nessun altro. Qualsiasi altra opinione è un'assurdità teologica, storica e razzista.

Civiltà ortodossa

Le persone parlano di "civiltà cristiana ortodossa o civiltà secolarista occidentale". Ma quale è praticamente la differenza?

La civiltà cristiana (ortodossa) proclama le parole del Vangelo, che dobbiamo "cercare prima il regno dei cieli" perché questo è il nostro destino dopo la nostra inevitabile morte. In altre parole, mettiamo Dio al primo posto. Di conseguenza, la vita di uomini e donne deve essere dedicata alle chiese e ai monasteri e far crescere nella vita familiare i bambini, la nuova generazione, perché questi luoghi si riempiano. Gli uomini sono programmati per essere dei fornitori, per sacrificarsi e per prendersi cura di mogli e figli (questo è chiamato essere mariti e padri), le madri sono programmate per sacrificarsi per portare i bambini al mondo e per farli crescere.

La civiltà secolarista occidentale (anti-cristiana) è un'anti-civiltà perché essa sola non è basata su valori spirituali. Mette i soldi (mammona, sotto forma di denaro o di capitale, adorati nell'idolatria e nell'ideologia del capitalismo) e il benessere materiale prima di tutto. Il risultato è che distrugge e inquina il pianeta attraverso lo stupro delle sue risorse naturali con guerre incessanti per il consumismo capitalista. Per quanto riguarda la vita di uomini e donne, essi sono soggetti all'individualismo, un'altra parola per l'egoismo narcisistico, che è la maledizione della moderna società occidentale, con le sue indulgenze e permissività, che si traducono in dissolutezza sessuale e malattia e malattie mentali e fisiche molto comuni , derivanti dal consumo di droghe come alcol, tabacco, antidepressivi e narcotici. Si manda al diavolo la crescita dei figli; la vanità del narcisismo non ha posto per loro – ecco quindi l'aborto. Questo è il motivo per cui le società occidentali (e occidentalizzate) si stanno letteralmente estinguendo, con la riduzione della popolazione, mentre la fertilità delle donne e il conteggio degli spermatozoi diminuiscono rapidamente.

Neofiti

Perché una percentuale così alta di convertiti lascia la Chiesa?

Semplicemente perché molti abbracciano l'Ortodossia solo con la testa e non con il cuore. Abbracciare la Chiesa con la tua testa, intellettualmente, significa che non appena compare un problema, te ne vai. Abbracciare la Chiesa con il tuo cuore significa superare i problemi perché sei lì per Cristo, non per semplici idee o semplici personalità.

I laici dovrebbero prendere nomi monastici quando vengono ricevuti nella Chiesa?

Io sono contrario a questa pratica. Negli ultimi 45 anni, ho notato più e più volte che quelli che prendono nomi monastici, come Seraphim o Silouana, spesso abbandonano la Chiesa. Questo perché prendere un nome monastico senza l'umiltà che deriva dalla disciplina e dall'obbedienza monastica è sempre un segno di illusione spirituale ("prelest"). Le stesse persone tendono anche a vestirsi da monaci e monache, fingendo di essere ciò che non sono; di solito lasciano relativamente presto la Chiesa perché hanno commesso l'errore di associare l'esterno con l'interno; hanno costruito la loro casa sulla sabbia e cade quando arriva la tempesta. Come si dice: "L'abito non fa il monaco".

Felicità

La felicità personale è possibile in questo mondo o è un peccato?

Certo che è possibile – e desiderabile – ma si deve lottare per ottenerla. Non otterremo nulla attraverso il fatalismo passivo. È il fatalismo passivo che è il peccato. Satana vuole che siamo infelici, Dio no. Credere altrimenti è credere come fecero gli ebrei nell'Antico Testamento, che fraintesero Dio come lo fraintendono quegli altri fatalisti, i musulmani. (Di fatto, la stessa parola "islam" significa "sottomissione"). La vita è troppo breve per non lottare nemmeno per la felicità relativa che possiamo avere in questa vita. Non arrendiamoci alla disperazione e combattiamo per la felicità anche qui!

 
Crimea: La storia non raccontata

Sembra che tutti abbiano un parere sulla Crimea. La cosa più sorprendente è che pochi in realtà ne sanno qualcosa.

Molti non sanno nemmeno dove si trova - forse perché i media di stato americani dicono loro che l'Ucraina è in Pakistan, e che la battaglia per Slavjansk è avvenuta all'interno della Crimea.

Va bene, è buffo, ma Orwell su questo aveva ragione, e i propagandisti hanno sempre amato l'ignoranza come la tabula rasa su cui poter scrivere il loro programma. Una rapida ricerca su Twitter, per esempio, mostra che i peggiori strafalcioni sulla Crimea sono invariabilmente commessi da coloro che credono di Putin l'abbia 'invasa' – come questo poveretto, che non sa nemmeno scrivere 'Crimea' correttamente.

Possiamo vedere una correlazione ancora più sinistra in questo sondaggio del Washington Post, che ha dimostrato che quanto meno gli americani sapevano meno circa la posizione dell'Ucraina, tanto più volevano l'intervento degli Stati Uniti.

I puntini segnano i luoghi che gli intervistati statunitensi hanno identificato come l'Ucraina

L'ignoranza dei dettagli geografici può essere altrettanto utile. Questo eccellente articolo di Steve Coast mostra come le mappe sia della CNN sia della BBC presentino la Crimea come una parte grande, chiaramente integrante dell'Ucraina - cosa che fa apparire le azioni della Russia nella sua 'annessione' come un atto scandaloso di aggressione.

Mappa della Crimea della BBC

Mappa della Crimea della CNN

Ed entrambe queste mappe sono bugie. Guardate su un atlante, su Google Maps, su qualsiasi fonte storica neutrale che potete trovare, e vedrete come appare veramente la Crimea:

La Crimea è relativamente piccola, è connessa all'Ucraina solo tramite il piccolo istmo di Perekop, e quella grande massa di terra vicina, che misteriosamente sia la CNN sia la BBC non sono riuscite a identificare, è proprio la madrepatria della Crimea - la Russia.

Questo inganno da solo dovrebbe far pensare la maggior parte della gente. Se uno stato è disposto a mentire su qualcosa di immutabile come la geografia, possiamo fidarci di loro in qualsiasi campo?

In realtà no, e l'obiettivo successivo è stata la storia stessa. Il minuto stesso in cui è scoppiata la 'crisi della Crimea', internet è stata improvvisamente inondata di con articoli di 'utili' informazioni storiche con titoli desolatamente accurati come 'Crimea per principianti' o 'primi passi in Crimea'. La bugia centrale è di solito una bugia di omissione, ma si può vedere anche in questo minuscolo video di 59 secondi della BBC – quando si nota come inizia.

'L'anno 1783, quando la Russia ha ufficialmente annesso la Crimea'. L'impressione che si lascia è che la penisola sia diventata 'russa' solo per diritto di conquista, e che sia stata così per meno di 200 anni, fino a quando Khrushchёv la diede all'Ucraina nel 1954. Si tratta di una replica sottilmente taciuta all'appassionata affermazione che la Crimea 'è sempre stata russa'.

I siti web americani vanno ancora oltre. In un articolo intitolato 'Un testo elementare' (un grosso e grasso indizio sul tipo di mentalità che cerca di attirare) Linda Kinstler inizia sostenendo che i tartari della Crimea sono gli abitanti più antichi della penisola – poi ci racconta che sono stati in Crimea almeno dalla fine del XIV secolo.

Nessun europeo ha bisogno che gli si dica che cosa c'è di sbagliato in questo. Un americano potrebbe pensare che la 'storia' è iniziata solo dopo Colombo, ma le grandi civiltà romana e greca erano già sorte e cadute, la corsa all'impero era iniziata, e la 'fine del XIV secolo' non si chiama 'Medioevo' per niente. La questione che la signora Kinstler ha abilmente schivato è – chi c'era in Crimea prima dei tartari?

Queste persone.

La Rus' di Kiev. L'eclettico mix razziale di popoli slavi, turchi e nordici che sono stati gli antenati dei russi moderni. C'erano stati altri in Crimea prima di loro – romani, greci, bulgari, goti, unni - ma la Rus 'di Kiev vi è stata la prima 'civiltà moderna', e Kiev è stata la prima capitale della Russia. Furono spostati solo nel XIII secolo, quando 'l'Orda d'oro' ha invaso la Crimea, ha passato la maggior parte dei cristiani bianchi a fil di spada, e ha venduto il resto come schiavi in Medio Oriente. 'L'Orda d'oro' era composta dai discendenti dei tartari di Genghis Khan, e la maggior parte dei popoli tirò un respiro di sollievo quando nel XVIII secolo Caterina la Grande liberò finalmente la Crimea dalle loro grinfie.

L'Orda d'oro prende i cristiani in schiavitù

Questo è un fatto storico, e lo si può trovare in qualsiasi enciclopedia. Allora perché l'Occidente vi ha intessuto sopra una menzogna? Perché pretendere che non sia mai esistita una Rus' di Kiev, e che i tartari di Crimea siano gli ultimi superstiti di una razza nativa oppressa?

Gli Stati Uniti hanno poca scelta se si tratta di promuovere una narrativa anti-russa. Per decenni hanno giustificato le atrocità in Afghanistan e in Iraq, con il tacito motto di 'bianco + cristiano = buono; scuro + musulmano = cattivo più che doppio', e anche un maestro nell'arte della propaganda troverà difficile da cambiare direzione verso 'scuro + musulmano = buono quando è contro i russi'. L'unica soluzione è quella di cancellare la parola offensiva 'musulmano' da ogni menzione della parola 'tartari', e fingere che i russi non ci siano mai stati.

L'Ucraina ha le sue motivazioni. Poiché questo nuovo paese stenta a trovare una propria identità, si è dato da fare a riscrivere la sua storia in una favola nazionalista che perfino per ammissione di Wikipedia è una 'marginalizzazione' delle influenze russe del passato. Comprensibile, forse, se l'intenzione è quella di svelare le distorsioni storiche dell'epoca sovietica, ma il revisionismo si estende fin nell'antichità, e questa polemica oscenamente razzista dell'ufficio delle relazioni pubbliche di Euromaidan su 'come Mosca ha dirottato la Storia della Rus' di Kyiv' cerca di demonizzare i 'Moskali' fin dall'inizio.

Il lavaggio del cervello a questo livello non è mai carino, ma questa è un'altra cosa. Ho anche visto su Twitter gente che sostiene che NON C'ERANO RUSSI IN CRIMEA durante la guerra di Crimea, e che quelli che ci vivono ora sono venuti solo 'dopo la seconda guerra mondiale'. Nessuno può biasimare un tartaro di Crimea per il suo risentimento storico delle deportazioni di massa di Stalin, ma cercare di cancellare i russi dalla storia in questo modo è poco meno che folle.

Pirogov e Tolstoj – due dei russi che non sarebbero mai stati in Crimea

Ma questo fa molto comodo all'Occidente. La migliore pretesa della Russia alla Crimea è che si sta semplicemente raddrizzando un'ingiustizia storica, così ora l'Occidente cerca di contrastarla con la presentazione della Crimea come qualcosa di ovviamente ucraino, qualcosa di 'rubato' dalla Russia nel passato, e che non deve essere rubato di nuovo.

Noi la sappiamo un po' più lunga, e la storia non raccontata stabilisce i diritti della Russia oltre ogni dubbio. Anche la religione russa ha le sue radici qui, poiché l'anno di nascita della Chiesa ortodossa russa è considerato il 988 d.C., quando il principe Vladimir di Kiev fu battezzato a Chersoneso – in Crimea.

La cattedrale di Vladimir, costruita per commemorare il battesimo originale

Ma la BBC ha ragione, e l'annessione da parte di Caterina la Grande nel 1783 in realtà dà alla Russia un secondo diritto alla regione – un diritto di conquista. E non solo una volta, perché anche se la Crimea cadde in mano ai tedeschi nel 1942, fu l'Armata Rossa a riprenderla di nuovo nel 1944; due volte i russi hanno combattuto per recuperare ciò che era loro – e due volte hanno vinto.

Ma anche le perdite sono importanti. Quando un popolo combatte e muore per proteggere la propria casa, il suo sacrificio gli dà un diritto di proprietà di un tipo superiore anche a quello della vittoria – e chi ha guadagnato questo diritto più del popolo della Crimea?

Kerch, per esempio, sede di una delle campagne di resistenza più straordinarie della seconda guerra mondiale. Non posso migliorare questa sua commovente descrizione, ma chi può dimenticare la fotografia scattata da Evgenij Kaldej, dell'eroica infermiera Ekaterina Mikhailova-Dёmina che cura un marinaio ferito proprio sul bordo della spiaggia devastata dalla battaglia?

O i soldati e civili russi che si nascondevano nelle catacombe – fino a quando i nazisti li uccisero con gas velenoso?

Nelle catacombe di Kerch

Questi erano russi. I sostenitori Bandera formarono battaglioni delle SS e divennero guardie dei campi di Sobibor e Treblinka; i seguaci di Shukshevich ebbero la loro gloria massacrando polacchi in Volinia; i tartari di Crimea furono radunati in formazioni che rastrellabano gli ebrei per i nazisti – e per tutto il tempo in cui facevano queste cose, i russi di Crimea stavano dando la loro vita in difesa del loro paese. Non tutti gli ucraini e i tartari di Crimea furono collaboratori, ma chi tra questi pensate che ora abbia il maggior diritto di questa terra?

Nessuno potrebbe negare questo diritto a Sebastopoli. Due assedi nella sua storia – due – ed entrambi combattuti con un eroismo così straordinario che gli storici possono solo meravigliarsi. Nell'assedio del 1854-5 i britannici erano stupiti, non solo dal coraggio dei soldati russi, ma anche delle donne e dei bambini che lavoravano ogni notte per ripristinare le difese che gli Alleati avevano abbattuto di giorno. Gli abitanti di Sebastopoli rimasero e sopportarono quasi un anno di assedio, e solo quando alla fine cadde il bastione Malakov furono evacuati attraverso un ponte di barche verso i luoghi sicuri della Severnaja – un'operazione eseguita di notte e con tale disciplina che il nemici alle loro stesse porte non avevano idea che stesse accadendo.

Dettaglio da Franz Roubaud: 'L'ultimo sguardo' – l'evacuazione di Sebastopoli

L'assedio del 1941-2 fu meno unico, ma mantenendo l'undicesima armata tedesca bloccata per così tanto tempo, Sebastopoli fece la sua parte nel salvare Stalingrado. La città resse per più di nove lunghi mesi, soffrendo malattia, fame e bombardamenti, e le vittime civili furono terribilmente alte. I militari si sacrificarono ancora di più, e lo storico Sergej Kiselёv afferma che non meno di uno su dieci dei morti dell'Armata Rossa nella seconda guerra mondiale cadde in Crimea.

Memoriale della fiamma eterna a Sebastopoli

E la storia non finisce qui. Coloro che sfuggirono all'assedio furono autorizzati a tornare solo a condizione di dare il proprio lavoro per ricostruire la città distrutta – ed è proprio questo che hanno fatto. Avvocati, banchieri e contabili si sono tolte le cravatte, si sono rimboccate le maniche, e hanno iniziato a posare mattoni, mentre le donne cucinavano, pulivano, si occupavano dei trasporti e del lavoro amministrativo, mentre alcune addirittura lavoravano allegramente accanto agli uomini. La bella città di Sebastopoli che conosciamo oggi è stata in gran parte costruita dalla sua stessa popolazione – e quale possibile diritto di proprietà può essere maggiore di questo?

È il diritto del popolo, e questa è la vera storia non raccontata della Crimea. I media parlano solo di Russia e Ucraina, mentre la vile frase di Kiev sul 'furto della Crimea' riduce i suoi abitanti al rango di servi feudali, ma ciò di cui tutti si dimenticano è che questa cosiddetta annessione è stata originata dallo stesso popolo della Crimea.

E tutto sembra molto diverso dal loro punto di vista. I crimeani non sono stati consultati quando Khrushchёv ha fatto il suo straordinario gesto di donarli all'Ucraina nel 1954, e molti vedono ancora la sua azione come un tradimento della loro identità nazionale. La cosa non poteva importare meno nei giorni dell'URSS, quando le distinzioni erano più amministrative che reali, ma quando l'Unione Sovietica è crollata e la Crimea si è trovata improvvisamente in un paese completamente separato allora ha incominciato a importare veramente molto.

Questo non sarebbe mai dovuto accadere. Quando un matrimonio finisce con un divorzio c'è almeno un obbligo morale di restituire i regali fatti in tempi più felici, ma l'Ucraina, ovviamente, non riconosce la moralità. Entro il gennaio del 1991 la Russia era rassegnata all'inevitabile, ma prese la precauzione di offrire il ritorno della Crimea allo status di repubblica autonoma indipendente dall'Ucraina. I crimeani votarono a favore per uno schiacciante 94%, e la Russia fu sicura di aver dato alla penisola tutta la protezione di cui aveva bisogno.

Sbagliato. L'Ucraina non aveva alcuna intenzione di rispettare quel referendum, e quando più tardi in quello stesso anno le fu accordata la propria indipendenza, si mosse rapidamente per annullare quella della Crimea. Nel 1992 la Crimea proclamò l'autogoverno e preparò una propria costituzione, ma l'Ucraina denunciò il movimento come parte di una 'malattia imperiale' e ​​rispose con la creazione di un 'rappresentante presidenziale ucraino in Crimea' che era un modo di affermare la propria sovranità passando dalla porta di servizio. La tensione crebbe da entrambe le parti, ma nel marzo 1995 l'Ucraina fece il passo radicale (e illegale) di abolire la presidenza della Crimea e di stracciarne la costituzione. Da questo punto in poi, la Crimea era ipso facto parte della nuova Ucraina, che le piacesse o no.

Non le piaceva, e nessuno può darle la colpa. Tutti gli ucraini hanno sofferto sotto le difficoltà economiche che hanno seguito l'indipendenza (comprese le pensioni drasticamente tagliate e un servizio sanitario 'libero' improvvisamente disponibile solo a coloro che offrivano tangenti), ma coloro che si auto-identificavano come russi dovevano anche subire l'ascesa del nuovo nazionalismo ucraino. Nel 2010 la parlamentare ucraina Irina Farion diceva agli scolari di 5 anni che se volevano usare i loro nomi russi dovevano fare le valigie e trasferirsi in Russia, mentre Leopoli era già adorna di manifesti anti-russi che avrebbero potuto venire direttamente dalle pagine di Der Stürmer.

Poster razzista in Ucraina

Ma peggio ancora di questo razzismo era lo strisciante desiderio dell'Ucraina di svilire il passato eroismo militare della Russia, di elevare Stepan Bandera allo status di eroe, e quindi di rendere traditori i valorosi uomini e donne di Crimea che avevano dato la vita nella lotta al nazismo. Questo sarebbe terribile ovunque – ma in Crimea è insopportabile. La Crimea, dove la guida russa Irina Niverova ha recentemente spiegato al National Post che "ogni pietra e ogni albero... sono ricoperti del sangue di russi coraggiosi, e questo è ciò che è nei nostri cuori."

'Nei nostri cuori'. Sebastopoli, 9 maggio 2011

Nei loro cuori e ovunque sulla loro terra. Le tombe di guerra in Crimea sono ben tenute, i loro memoriali immacolati e cosparsi di fiori, e il 9 maggio celebra una storia di eroismo militare, seconda a nessuno.

Veterani marciano a Sebastopoli il 9 maggio

Come potrebbe un popolo come questo permettere che i propri sacrifici passati siano cancellati via? Come potrebbe vedere la memoria dei propri fratelli, padri e nonni morti, su cui sputano le stesse persone che loro erano morti per proteggere? E non ingannatevi – questo è ciò che sta accadendo. Guardate questo video da Leopoli nel 2011, dove ai veterani russi che vanno a deporre fiori sulla tomba di un loro compagno strappano i nastri di san Giorgio dal petto.

Come ci sentiremmo se i nazisti strappassero i papaveri dai nostri cappotti nel giorno della memoria e dissacrassero il ricordo dei nostri antenati? Se capiamo questo, allora possiamo cominciare a capire la rabbia frustrata che stava crescendo in Crimea.

Poi è arrivato il Maidan.

Dal punto di vista della Crimea il Maidan è stato a dir poco un oltraggio. Janukovich potrebbe anche essere stato corrotto come i suoi predecessori, ma è stato il primo presidente a migliorare la situazione economica dell'Ucraina, ha almeno riconosciuto la voce delle regioni, ed era il presidente legittimamente eletto, per il quale la Crimea aveva votato in modo schiacciante. Come ci sentiremmo se fossimo cittadini della Gran Bretagna e la parte perdente a una elezione generale mettesse Londra a ferro e fuoco e rovesciasse con la forza il governo che abbiamo eletto? Come ci sentiremmo se vedessimo i politici americani incoraggiare tutto questo, e sentissimo telefonate trapelate in cui le potenze straniere decidono chi dovrebbe governarci?

La Crimea ha provato tutto questo, e molto altro. Il 20 febbraio hanno fatto la loro protesta al Maidan, ma gli avvenimenti del loro ritorno a casa sono ormai noti all'infamia come 'il pogrom di Kherson'. Non ne sentirete parlare nei media occidentali, ma per la prima volta c'è un video disponibile con sottotitoli in inglese per dirci cosa è successo la notte del 20 febbraio 2014.

I crimeani sono stati attaccati dal Settore destro. I loro autobus sono stati bruciati, i manifestanti picchiati, spogliati, umiliati, e sette di loro non sono mai più stati visti. Quando i sopravvissuti sono stati finalmente liberati i teppisti del Settore destro li hanno insultati con la minaccia che sarebbero presto venuti in Crimea – e quindi avrebbero 'fatto di peggio'.

E queste non erano minacce vuote. Il 23 febbraio Janukovich era stato cacciato e il nuovo governo (non eletto) stava già mettendo in chiaro le sue intenzioni. Le nuove proposte di legge includevano leggi per rendere legale la negazione dell'Olocausto, per vietare l'attività del Partito Comunista, per fare di un membro di Svoboda il nuovo procuratore generale, e per negare i diritti delle minoranze (compresi i russi) a usare la propria lingua nativa.

C'è stato un ultimo insulto sotto forma dei primi capri espiatori del nuovo regime. Non voglio glorificare la forza di polizia d'elite conosciuta come 'Berkut', e non c'è dubbio che alcuni membri hanno effettivamente picchiato e maltrattato manifestanti pacifici a Maidan, ma questi erano anche gli uomini che stavano stoici e disarmati ad affrontare i manifestanti che lanciavano molotov nel tentativo di bruciarli vivi. Sappiamo ora che erano del tutto innocenti degli 'omicidi dei cecchini' di Maidan e la stessa indagine di Kiev è stata costretta ad ammetterlo, ma al momento la Berkut è stata diffamata pubblicamente, costretta a inginocchiarsi alla gente proferendo scuse, disciolta, diffamata e mandata a casa in disgrazia.

Ritorno in Crimea. Non dovrebbe sorprendere nessuno se si comprende quanti di quest'unità superbamente addestrata venivano dal cuore dell'esercito ucraino, ma possiamo solo immaginare come si sia sentita la gente di Sebastopoli a vedere i loro padri, fratelli e figli ritornare in questo modo vergognoso, e vedere perfino il loro ritorno a casa postato su internet come un oggetto di derisione.

In realtà questo è stato uno dei peggiori errori di Kiev. Non solo avevano sottoposto gli eroi della Crimea a un immeritato pubblico disonore, avevano anche preso un'unità capace di azione altamente disciplinata in stile militare, e l'avevano inviata al centro stesso dell'opposizione del governo.

La polveriera era colma, e il 27 febbraio, si è accesa la scintilla quando Canale 5 ha trasmesso una conversazione trapelata tra i leader delle due organizzazioni neo-naziste in Ucraina – il deputato del popolo Oleg Tjagnibok di Svoboda, e Dmitri Jarosh del Settore destro.

Con le scuse per la povera traduzione di Google, ecco un campione della loro conversazione:

Non sono solo chiacchiere. Questi sono uomini con un significativo potere nel nuovo regime, e stanno parlando della Crimea come un obiettivo immediato per un'operazione punitiva.

Cosa avrebbe potuto fare la Crimea? Cosa avreste fatto voi? La storia ci ha mostrato troppo tragicamente quello che è successo agli ebrei della Germania nazista che sono rimasti seduti e obbedienti a casa ad aspettare che cadesse la mannaia, e in Crimea non intendevano commettere lo stesso errore. Hanno spento i loro televisori, tirato fuori le vecchie uniformi del servizio militare, e sono usciti a prendere l'aeroporto, mentre chiedevano l'aiuto della Russia.

Io non voglio essere ingenuo, e certamente non credo Putin se ne sia stato seduto inattivo per tutto questo tempo, ma resta il fatto che è stata la Crimea a fare la prima mossa, e 'l'intervento' della Russia avrebbe avuto ben poca probabilità di successo senza di loro. Nessuno può dire esattamente quando le truppe russe hanno lasciato la loro base a Sebastopoli, ma degli uomini che inizialmente hanno custodivano i confini contro un intervento Kiev, alcuni erano veterani, alcuni membri dell'esercito stesso dell'Ucraina, alcuni erano della Berkut – e moltissimi erano civili ordinari. Questo piccolo video in gran parte sconosciuto mostra alcune donne di Sebastopoli che portano cibo e sigarette ai loro uomini in 'prima linea'.

È un pezzo di propaganda, naturalmente, e la pronuncia occidentale di 'Sevastopol' mostra chiaramente i suoi destinatari, ma c'è in esso qualcosa di affettuosamente amatoriale che dà il tono a tutta la vicenda. Questa non è stata la viscida operazione del Cremlino che i media generalisti vorrebbero farci credere, ma un caso di gente comune che ha mostrato un coraggio straordinario, al fine di salvare la propria terra.

Ma Kiev non si occupa della gente comune, e neppure gli Stati Uniti. L'unica cosa che conta per loro è ciò che ha fatto la Russia, e che questa ha commesso un massiccio atto di aggressione invadendo illegalmente Ucraina.

Ma è vero?

In primo luogo, questo non è stato un atto di aggressione. La maggior parte dei lettori sa già come la crisi è stata architettata dall'Occidente, ma ci sono collegamenti utili in questo articolo di Eric Zuesse, argomentazioni chiare espresse in questa lettera aperta di eminenti tedeschi, una buona analisi di Diana Johnstone, e anche un articolo utile nel NYT, e sono tutti d'accordo sul punto principale – che Putin è stato messo in una posizione in cui non aveva altra scelta che reagire. L'ex agente della CIA RayMcGovern dice precisamente: la ricompensa della Russia per consentire la riunificazione tedesca era stata una promessa americana che la NATO non si sarebbe espansa ulteriormente verso est, ma questa promessa è stata ripetutamente violata, e si è fermata solo su quella che gli Stati Uniti conoscevano perfettamente, cioè la linea rossa dell'Ucraina. Con il colpo di stato e il governo sostenuto dagli Stati Uniti installato a Kiev, la linea rossa era stata nettamente trasgredita.

Il pericolo era grave, e la Russia era certa di perdere la Crimea. Forse subito, perché i membri di questo nuovo governo aveva già ostacolato il rinnovo del contratto di locazione alla Russia in base al patto di Kharkiv, e nel loro umore di anarchia esultante di fine febbraio erano suscettibili di strapparla in qualsiasi momento. Ma anche la perdita era insignificante rispetto alla minaccia di guadagno americano, e l'installazione di una base americana in Crimea avrebbe distrutto sia l'equilibrio globale del potere sia la capacità della Russia di difendersi.

Putin doveva agire, e il fatto di avere agito quasi senza spargimento di sangue è del tutto al suo attivo. Né le sue azioni possono essere plausibilmente descritte come 'un'invasione', dal momento che le sue truppe erano già legalmente in Crimea, e la loro unica azione è stata quella di difendere i confini e di proteggere i cittadini della Crimea, mentre era in corso il referendum.

Questo ci lascia all'ultimo punto assassino – che le azioni di Putin erano illegali. Boris Eltsin aveva firmato nel 1994 il Memorandum di Budapest, che richiedeva alla Russia di rispettare la "sovranità e gli attuali confini" dell'Ucraina, e accettando Crimea nella Federazione Russa Putin ha violato di tale accordo. Questo (a quanto pare) è sufficiente per demonizzarlo sulla stampa, trasformare la Russia in un paria internazionale, fare a pezzi le fragili relazioni dell'Europa, e imporre sanzioni volte a paralizzare quasi tutti, tranne gli Stati Uniti.

La firma del Memorandum di Budapest

Ma quanto era davvero 'illegale'? Il Memorandum di Budapest impegna i firmatari solo a rispettare i confini esistenti dell'Ucraina nel 1994, e nel 1994 la Crimea era ancora una repubblica indipendente. L'Ucraina ha ampliato la propria sovranità, abolendo la presidenza e la costituzione della Crimea nel 1995, e nessuno aveva firmato un accordo per rispettare tali abolizioni.

Questo è quello che gli avvocati chiamerebbero 'un bel punto'. Potremmo sostenere che il memorandum è ancora valido perché l'Ucraina ha cambiato solo la sua sovranità e non i suoi confini, ma è altrettanto chiaro che lo spirito del contratto era già stato sostanzialmente violato dalle azioni stesse dell'Ucraina, e l'intervento della Russia è moralmente giustificabile per questi motivi.

Non dovrebbe nemmeno importare. Il Memorandum di Budapest si applica solo all'indipendenza, alla sovranità e alle frontiere, e tutte queste cose possono comunque essere superate dal diritto umano internazionale di autodeterminazione come definito nello stesso statuto delle Nazioni Unite. La Risoluzione 1514 afferma chiaramente che:

Tutti i popoli hanno il diritto all'autodeterminazione; in virtù di tale diritto essi decidono liberamente del loro statuto politico e perseguono liberamente il loro sviluppo economico, sociale e culturale.

Non è stata la Russia che ha 'violato' la sovranità dell'Ucraina, ma la Crimea – e come repubblica autonoma, aveva tutto il diritto di farlo. Il precedente è già stato stabilito nella sentenza sul Kosovo, e poiché alla Crimea era già stata concessa l'indipendenza nel 1991, aveva un diritto di gran lunga superiore alla ex provincia della Serbia.

Si chiama 'democrazia'

Questo l'ONU dovrebbe saperlo. Avrebbe dovuto accettare questo diritto e riconoscere il referendum, e non facendolo ha violato il suo statuto. Se le azioni della Russia sono illegali, è solo perché le azioni illegali delle Nazioni Unite stesse le hanno rese tali.

Pertanto, il massimo di cui possiamo accusare la Russia sono due violazioni tecniche:

Il fatto che le forze russe hanno lasciato la loro base a Sebastopoli per aiutare il popolo della Crimea a svolgere il loro referendum.

Questo è stato tecnicamente illegale – ma è stata una difesa piuttosto che una mossa aggressiva. C'è stato un incidente isolato (ancora sotto indagine), in cui un soldato ucraino e un soldato russo sono stati uccisi, ma anche il Telegraph riporta che l'ucraino potrebbe essere stato vittima di 'fuoco amico', e questo certamente non cambia il carattere o lo scopo dell'operazione russa.

Soldati russi in Crimea

E gli eventi hanno ora dimostrato del tutto giustificato. Le sparatorie a Mariupol e Krasnoarmejsk hanno mostrato fino a che punto Kiev si sarebbe spinta per impedire alla gente di votare per il proprio futuro, e poiché la Crimea era decisamente 'separatista' fin dall'inizio, potrebbe ora essere in preda a una crisi umanitaria paragonabile a quella di Donetsk e Lugansk. Questo è stato impedito solo dalla presenza delle truppe russe – e se c'è una migliore definizione di 'forza di pace', allora non la conosco.

Soldati ucraini sparano su civili disarmati fuori del seggio a Krasnoarmejsk

Ma ecco la seconda violazione:

La Russia non avrebbe dovuto accettare un referendum della Crimea che non è stato approvato e regolamentato dalle Nazioni Unite.

Sì, questo era contrario al diritto internazionale. È una cosa ridicola, naturalmente, dal momento che l'ONU avrebbe dovuto sia approvare sia regolamentare il referendum, ma le loro azioni illegali hanno reso quella della Russia non valida. Un sondaggio Gallup finanziato dagli Stati Uniti ha trovato che l'82,8% dei crimeani erano felici dei risultati del referendum, ma senza l'approvazione delle Nazioni Unite è improbabile che il mondo possa mai riconoscere quello che queste persone vogliono realmente.

E la cosa potrebbe essere risolta così facilmente! Se le Nazioni Unite si risvegliassero ai loro obblighi e facessero accettare all'Ucraina un secondo referendum, adeguatamente regolamentato, allora il risultato sarebbe lo stesso, ma un processo trasparente e democratico allevierebbe la persistente amarezza e risentimento, e potrebbe anche contribuire a rassicurare i comprensibilmente preoccupati tartari di Crimea. Queste sono le uniche persone che sento che sono state tagliate fuori di tutto questo, e potrebbe essere solo un bene se la Russia dovesse corteggiarli un po' e mostrare esattamente come saranno i benvenuti nella loro nuova casa.

È una soluzione semplice – ma l'Ucraina e gli Stati Uniti non ne vorranno sentir parlare. La Russia ha tutto il diritto morale, storico e geopolitico di rivendicare la Crimea, e la Crimea ha un diritto schiacciante di scegliere il proprio futuro, ma l'Occidente si fissa ancora su due piccole e altamente discutibili infrazioni e urla istericamente 'Putin ha rubato la Crimea!' Potrebbero aggiustare domani stesso le cose se riconoscessero i diritti della Crimea e accettassero quel secondo referendum - ma invece stanno usando questi argomenti speciosi per guidare il mondo sull'orlo della guerra.

Ma non credo che ci riusciranno. L'Ucraina sta mentendo sulla storia europea e gli Stati Uniti non la conoscono affatto, ma molti europei occidentali hanno una più profonda comprensione del proprio passato, e della parte che la Crimea ha giocato in esso. Se continuiamo a parlare con franchezza, se aiutiamo sempre più persone a diventare consapevoli della storia reale, quella non raccontata, allora spero e credo che non passerà molto tempo prima che il mondo riconosca finalmente che qui non c'è stato nessun crimine, nessun furto, e nessun atto di guerra - e che dopo tutti i lunghi anni di sofferenza la Crimea è finalmente tornata a casa.

 
Perché prendersela con i greci?

Recentemente, ci sono state un po' di controversie qui sul blog Monomakhos. [...] Mi ha colpito una cosa a cui non avevo mai pensato. Uno dei partecipanti ha chiesto perché andasse bene "criticare la GOA" [Arcidiocesi greco-ortodossa d'America, ndt] all'infinito, ma non altre giurisdizioni, in particolare gli antiocheni.

Questa è una domanda giusta e ci ho riflettuto nelle ultime 36 ore circa.

Se me lo permettete, vorrei rispondere a questa domanda tramite il formato video, dato che ci sarà un flusso di informazioni personali in corso (in pratica, penserò a voce alta).

Spero che non vi dispiaccia. Per favore, fatemi avere il vostro feedback in ogni caso.

Grazie

Traduzione del video

​Okay, lasciatemi riprovare: ho avuto dei problemi con il download sulla mia pagina Facebook, spero che qui possiate sentirmi meglio. Cercherò di troncare il video, facendolo quanto più possibile vicino ai sei minuti.

Perché prendersela con i greci? Avete letto il titolo e la prefazione sul blog, perciò spero che avrete pazienza e mi lascerete spiegare in un formato video. La domanda è: "Perché prendersela con i greci?", come ha detto uno dei partecipanti, "e non con gli antiocheni?" Ebbene, questo mi ha fatto davvero pensare. Prima di tutto, in passato me la sono presa con gli antiocheni, soprattutto con il defunto metropolita Philip (Saliba). Questo era basato su cose che aveva fatto e che erano pubblicamente scandalose. Da allora ho appreso che aveva fatto cose che erano privatamente scandalose (o lui o persone associate con lui), e ne è stata fatta menzione, perciò non posso dire che non me la sono mai presa con gli antiocheni. Se mi ricordo bene, quando ho iniziato questo blog stavamo davvero passando molto tempo a criticare Syosset [la sede della cancelleria della O.C.A., ndt]. È stato il momento in cui questo blog è diventato maggiorenne, per così dire. Nell'ultimo paio d'anni, in particolare l'anno scorso, l'Arcidiocesi greco-ortodossa d'America e il Fanar hanno ridicolizzato se stessi in modi da cui è impossibile sfuggire, così, in un certo senso, si va dove c'è il denaro, si segue la traccia, e io come giornalista alternativo scrivo ciò che è di pubblico dominio. Siamo nel campo delle notizie pubbliche, in cui l'Arcidiocesi greco-ortodossa d'America ha costantemente fatto cose che non erano positive e che non voglio ripresentare qui. Tirando le somme, direi che ci sono state più critiche accumulate sull'Arcidiocesi greco-ortodossa d'America che sulla giurisdizione antiochena su questo blog, in proporzione di almeno nove a uno. Avendo detto questo, mi è venuto da pensare perché la gente in genere non se la prende con Antiochia. Ci sono molte ragioni, ma penso che ciò si riassuma in una sola cosa che hanno fatto e che è stata un vero spartiacque, ovvero l'accettazione dei quasi 3.000 convertiti e la loro cresima di massa all'inizio degli anni '90. Alcune persone molto brave sono state portate alla fede: alcune di loro sono giunte su questo sito. Questo ha fatto sì che ne risultasse così tanta benevolenza verso Antiochia, che la gente o dimentica o non vede le cose che erano meno piacevoli. Questo è arrivato a me personalmente attraverso uno dei miei figliocci (sono stato benedetto con molti figliocci) e quando me la prendevo con il metropolita Philip, uno di loro è venuto da me quasi con le lacrime agli occhi, e anche se lui e io eravamo nella O.C.A., la mera gratitudine che lui provava per Antiochia in generale, e per il metropolita Philip in particolare era diversi ordini di grandezza superiore a ciò che io potevo comprendere in qualità di persona che in questa fede ci era nata. Noi nati e cresciuti nella fede non comprendiamo il deserto spirituale da cui provengono questi convertiti benintenzionati: non riusciamo proprio a comprenderlo. Ecco dunque in sintesi perché prendersela con i greci: ciò che Antiochia ha fatto è stato così meraviglioso, su una scala logaritmica, e ciò che l'Arcidiocesi greco-ortodossa d'America e il Fanar hanno fatto è stato proporzionalmente diversi ordini di grandezza inferiore, sempre su una scala logaritmica. Io non lo sapevo a quel tempo, ma la Chiesa ortodossa evangelica si era rivolta per prima all'Arcidiocesi greco-ortodossa d'America, chiedendo di esservi incorporata; il vescovo Maximos di Pittsburgh ha fatto tutto quel che poteva, di fatto ha condotto con sé in aereo alcuni dei loro leader a Istanbul (non era un viaggio economico, lo so per averlo fatto) e ha cercato di farli incontrare con il patriarca Dimitrios, un'ottima persona, ma che non parlava affatto inglese. Ebbene, sono stati accolti al Fanar dall'allora metropolita di Calcedonia, credo (Calcedonia o Filadelfia, non riesco a ricordare), e che oggi è il Patriarca ecumenico, e sono stati letteralmente messi alla porta. Questo mi ha scioccato, e in seguito ho scoperto che il metropolita aveva fatto così perché il governo greco aveva fatto delle pressioni su di lui in tal senso, dicendogli di non prendere questi non greci nell'Arcidiocesi greco-ortodossa d'America, perché non li volevano. Basilarmente, l'Arcidiocesi greco-ortodossa d'America era allora ed è oggi una lobby etnica. Questo mi ha fatto molto male: ha violato il mio senso di philòtimo, l'amore per l'onore, e il tradizionale senso greco di philoxenìa, ovvero l'ospitalità. Tutto questo è meschino, non è una cosa buona da fare, e non c'è alcun modo, proprio alcuno, con cui voi, io o il primo che passa possa giustificarlo. È una cosa terribile, e in sintesi ecco perché credo che ci siano fino a oggi nel mondo ortodosso così tante critiche accumulate sull'Arcidiocesi greco-ortodossa d'America e sul Fanar. È triste, mi addolora riportare queste cose, mi addolora certamente vederle in qualità di greco americano, ma è la sola spiegazione che posso offrire. In ogni modo, pax vobiscum, cerchiamo di amarci gli uni gli altri, statemi tutti bene e adios. Arrivederci.

 
Potrebbe ritornare la monarchia in Russia?

Granduchessa Maria Romanova: "Credo che un monarca o un capo di una dinastia debba essere al di sopra dei conflitti politici con il dovere di unire l'intera nazione".

Mentre la casata dei Romanov festeggia il suo 400° anniversario nel 2013, la granduchessa Maria Romanova, che ne è a capo, ha parlato con Elena Novikova di Russia Beyond the Headlines (Rossijskaja Gazeta) della sua posizione e del ruolo che la sua famiglia potrebbe svolgere nella Russia moderna.

Russia Beyond the Headlines: La casata dei Romanov festeggia il suo 400° anniversario nel 2013. Qual è il significato di questa data?

Maria Romanova: Per me, il 400° anniversario della casata dei Romanov è solo una parte di una grande festa nazionale dei 400 anni che sono trascorsi dalla fine del Periodo dei Torbidi e dalla restaurazione della sovranità russa.

Alla nostra dinastia fu offerta la corona dal grande Concilio locale della Chiesa e dallo Zemskij Sobor ("assemblea della terra") nel 1613. Questa è stata una decisione che ha scolpito sulla pietra l'esito della lotta per la liberazione, un fatto storico che non può essere annullato. Questa vittoria è stata ottenuta grazie al sacrificio e ai valorosi sforzi dei rappresentanti di tutte le classi sociali russe.

Sono convinta che il 400° anniversario della fine del Periodo dei Torbidi sarà celebrato con il dovuto splendore. Tuttavia, credo che questa data debba essere ricordata in primo luogo con preghiera, carità e campagne educative.

RBTH: Lei è nata a Madrid, ha studiato a Oxford e ha vissuto gran parte della sua vita in Spagna. Ciò nonostante, nelle sue interviste ha spesso definito la Russia come la sua vera casa. Cosa le impedisce di tornare a casa?

MR: Se fossi una privata cittadina potrei tornare in Russia in qualsiasi momento. Tuttavia , come capo della Casa imperiale russa mi è stato affidato il compito della sua conservazione come istituzione storica. Nei paesi civili, i capi delle dinastie sono stati in grado di tornare alle loro terre d'origine solo dopo che gli stati hanno chiaramente definito il loro status giuridico.

Come dimostrato da Francia, Italia, Portogallo, Bulgaria, Romania, Ungheria, Serbia, Montenegro, Albania, Afghanistan e molti altri paesi le cui case reali sono state bandite e poi sono ritornate, uno status giuridico di una dinastia regnante non è assolutamente incompatibile con un sistema politico repubblicano e non va contro le costituzioni e le leggi locali.

Io non sto facendo alcuna eventuale rivendicazione politica, non sto cercando di recuperare qualsiasi mia proprietà ancestrale. Non mi aspetto neppure alcun trattamento preferenziale. Tuttavia, mi sento giustificata nelle mie speranze che la reintegrazione della dinastia imperiale nella vita contemporanea della Russia moderna avrà successo come in altri paesi europei.

Inoltre, mi aspetto che passi una legge che protegga la Casa imperiale russa come un oggetto del patrimonio storico e culturale in conformità con l'articolo 44 della costituzione russa. Non ho dubbi sul fatto che tutte le questioni legali saranno prima o poi risolte e alla fine torneremo definitivamente in Russia.

RBTH: Si è incontrata con i leader del paese più di una volta, ma tutte quelle riunioni erano informali. Un incontro ufficiale con il presidente russo sarà possibile nel prossimo futuro?

M.R.: Dipende tutto dal presidente. Sono certa che un tale evento sarà un segno del nostro reciproco rispetto. Inoltre, se un tale incontro conduce ad un piano d'azione per migliorare il rapporto tra Stato moderno e le istituzioni storiche che conservano legami del paese con la sua grande storia, sarà in grado di beneficiarne l'immagine globale della Russia.

RBTH: Crede nella restaurazione della monarchia in Russia?

Nonostante passi attraverso periodi di declino e di rinascita, l'idea della monarchia non cesserà mai di esistere. Anzi, si potrebbero trovare mille argomenti contro la monarchia sottolineando i suoi numerosi difetti, ma la repubblica li ha eliminati? In realtà, mi sembra che questi problemi siano solo peggiorati.

La diffusione della forma di governo repubblicana non è riuscita a liberare l'umanità dalle guerre, dal terrore politico contro il proprio popolo e da potenti crisi economiche e sociali, per non parlare del fallimento nello scongiurare catastrofi morali e spirituali.

Come culla di un gran numero di gruppi etnici con una varietà di tradizioni religiose e culturali, la Russia potrebbe avere bisogno di un simbolo vivente di unità, quale un monarca ereditario legale.

RBTH: Vorrebbe avere un ruolo più attivo nella vita politica della Russia?

MR: Credo che un monarca o un capo di dinastia debba essere al di sopra del conflitto politico con il dovere di unire l'intera nazione. Non dovrebbe associare il proprio nome ad alcun partito, anche quello che sente più congeniale.

Né mio figlio né io prenderemo mai parte alla lotta politica come questione di principio. Siamo completamente al di sopra della politica. Se la nazione russa esprime il desiderio di restaurare la monarchia, i nostri successori legittimi saranno pronti ad adempiere a tale obbligo.

Se questo dovesse accadere, però, il legittimo monarca dovrebbe salire al trono rivendicato non come leader di partito, ma come capo di una dinastia storica ugualmente vicina a tutti i concittadini, disposto a sentire le opinioni di tutti i partiti e gruppi senza appartenere a nessuno di loro.

RBTH: Lei ha detto più volte nelle sue interviste che non ha alcuna rivendicazione sulle proprietà della dinastia Romanov in Russia. Non crede nella restituzione?

M.R.: Sono fermamente contraria all'idea della restituzione. Io non chiedo nulla per me personalmente e non raccomando neppure a chiunque altro di farlo. Una nuova serie di ridistribuzioni di proprietà provocherà aspri conflitti che porteranno violenza, sofferenza e risentimento.

L'unica eccezione è costituita dai monasteri e dalle chiese ortodosse, nonché dai luoghi di culto delle altre confessioni. Questi luoghi sono stati concepiti come case di preghiera quando sono stati costruiti; il loro utilizzo per altri scopi è una bestemmia e uno schiaffo in faccia ai credenti. Sebbene la maggior parte degli oggetti sacri sia ormai stata restituita, rimangono alcuni problemi. Tuttavia, spero che saranno risolti secondo i principi del diritto e della giustizia.

 
Sanctitatea Sa Patriarhul Chiril a luat cuvântul la Sinaxa Întâistătătorilor Bisericilor Ortodoxe Locale

La 22 ianuarie 2016, în Centrul Ortodox al Patriarhiei Constantinopolului în Chambésy (Elveția), a început Sinaxa Întâistătătorilor Bisericilor Ortodoxe Locale. Sanctitatea Sa Patriarhul Moscovei și al întregii Rusii Chiril s-a adresat cu o alocuțiune către participanții la ea.

La începutul discursului său Preafericitul Stăpân a menționat că fiecare întâlnire a Întâistătătorilor Bisericilor Ortodoxe este un eveniment care poartă o semnificație specială. „Este  o posibilitate de a face schimb de opinii, de pus în discuție problemele care ne frământă, de adoptat decizii coordonate pe marginea chestiunilor de importanță panortodoxă. Dar mai întâi de toate este o posibilitate de a simți din nou unitatea noastră, în special, când toți împreună ne împărtășim de la un Potir unic, încât noi toți suntem un Trup întru Hristos”, a menționat Sanctitatea Sa Patriarhul Chiril, exprimându-și, de asemenea, recunoștința Sanctității Sale Patriarhului Constantinopolului Bartolomeu, care a fost inițiatorul și organizatorul prezentei întâlniri.

Apoi Sanctitatea Sa a abordat în discursul său diverse aspecte ale pregătirii pentru Soborul Panortodox.

„Adunându-ne împreună, noi conștientizăm cu claritate că Biserica noastră este Una și Sobornicească, că păstrarea și fortificarea unității ei este grija primordială, care stă la baza  întregii noastre slujiri. Sfântul și Marele Sobor este chemat să devină o mărturie vizibilă, clară, convingătoare a unității Bisericii Ortodoxe și noi înțelegem cu toții că Soborul poate deveni atare doar în cazul în care el va oglindi o adevărată coeziune de concepții ale Bisericilor Ortodoxe Locale. Pentru dobândirea unei atare coeziuni trebuie ca noi cu toții să muncim susținut în perioada antesobornicească”, a subliniat Întâistătătorul Bisericii Ortodoxe Ruse.

În acest context Sanctitatea Sa Patriarhul Chiril a constatat cu satisfacție că „îngrijorarea de lipsa recunoașterii panortodoxe a Preafericitului Mitropolit Rostislav, Întâistătătorul Bisericii pământurilor Cehiei şi a Slovaciei, pe care de multe ori a exprimat-o atât Patriarhia Moscovei, cât și alte Biserici, a fost auzită și Preafericirea Sa este prezent azi în rândurile noastre, căpătând recunoașterea meritată din partea tuturor Bisericilor Locale”.

Vorbind despre problemele care împiedică coeziunea deplină de idei printre Bisericile Ortodoxe Locale, Patriarhul Chiril și-a exprimat regretul în legătură cu periclitarea comunicării dintre Patriarhia Antiohiei și cea a Ierusalimului. Refacerea acestei comunicări, conform convingerii Sanctității Sale, este o sarcină esențială în zilele noastre, când întreaga lume  privește cu alarmă la evenimentele ce au loc în Orientul Apropiat, doar „anume de la comunitățile religioase din această regiune oamenii așteaptă, în primul rând, un model de coeziune, de hotărâre de a depăși toate distorsiunile”.

În timpul alocuțiunii sale Sanctitatea Sa Patriarhul Chiril a redat cu de-a amănuntul situația Bisericii în Ucraina. „Actualmente în mod forțat au fost răpite 30 de biserici, aparținând Bisericii Ortodoxe din Ucraina, încă 10 se află sub amenințarea atacurilor schismaticilor și naționaliștilor, care prezintă cele întâmplate ca fiind o trecere benevolă a credincioșilor la așa-numita patriarhie a Kievului”, a comunicat Preafericitul Stăpân. „De fapt, este o acaparare banditească, de raider: o serie de persoane care nu au nimic comun cu comunitatea organizează o adunare, apoi cu ajutorul puterii locale falsifică documentele statutare, acaparează biserica cu forța naționaliștilor-ostași, iar comunitatea bisericii împreună cu preotul este aruncată afară!”.

Întâistătătorul Bisericii Ruse și-a exprimat adânca îngrijorare în legătură cu acțiunile unor ierarhi ai Mitropoliei Constantinopolului, care, vizitând Ucraina,  își manifestă susținerea față de schismatici în numele  Sanctități Sale Patriarhul Constantinopolului și astfel creează ispite în rândul credincioșilor și al clerului din Ucraina.

Este cu neputință să ne imaginăm, a continuat Patriarhul Chiril, ca în Elveția, Grecia sau într-o altă țară europeană să poată veni în vreo biserică ortodoxă reprezentanții unei alte confesii și „să ia decizie” că de acum înainte această biserică va aparține lor”. „Pe când în Ucraina această stare de lucruri e o realitate. Comunitățile Bisericii canonice, alungate din lăcașe, câștigă în toate instanțele de judecată, însă schismaticii și formațiunile lor semibanditești ignoră deciziile  judecătorești”, cu durere a menționat Preafericitul Stăpân.

În calitate de pildă strigătoare la cer a urii naționaliștilor față de credincioșii Bisericii canonice în Ucraina, Patriarhul Chiril a adus situația din satul Pticia, regiunea Rovno, subliniind că  adepții schismei „răspândesc răul, provocând în mod conștient conflictul interconfesional, scindează societatea ucraineană”.

„Adineauri unul din părtașii lor a declarat în mod public: faptul că mitropolitul Onufrii aparține până în prezent Bisericii canonice se explică prin simplul motiv că nu s-a găsit o armă potrivită de tortură – un fier de călcat sau un aparat de sudură. Este îngrozitor să ne imaginăm ce s-ar putea întâmpla, dacă acești bandiți ar dobândi legalizarea canonică și ar intra în mediul nostru”, a declarat Sanctitatea Sa Patriarhul Chiril.

Sanctitatea Sa și-a exprimat recunoștința față de Bisericile Locale surori – în special față de cea a Alexandriei, a Antiohiei, a Ierusalimului, a Serbiei, a Bulgariei și a Poloniei – pentru rugăciunile și susținerea Bisericii Ortodoxe din Ucraina. „Sanctitatea Sa Patriarhul Serbiei Irineu mi-a scris pe bună dreptate, referindu-se la schismaticii ucraineni: acești oameni aparțin Ortodoxiei doar prin denumire și „disprețul lor față de normele moralei creștine, hotărârea de a urî, a spune minciuni și de a vărsa sânge este o mărturie vie în acest sens”, a comunicat Întâistătătorul Bisericii Ruse. Pentru astfel de oameni există  doar o singură cale în Biserică – prin pocăință. Noi suntem întrebați, de ce nu dorim să ne unim cu ei, ni se cere să începem un dialog aproape că de pe poziții egale. Dar ce fel de înțelegere poate exista între Hristos și Velier?”

„Poporul ortodox al Ucrainei susține ca și mai înainte Biserica canonică”, a mărturisit Sanctitatea Sa Patriarhul, povestind despre procesiunea care a strâns zeci de mii de credincioși de ziua sărbătoririi sfântului întocmai cu apostolii cneaz Vladimir. „Eu cred în viitorul Bisericii Ortodoxe din Ucraina: credincioșii ei sunt uniți în osândirea schismei, iar violența și răutatea îi întăresc în nevoința lor de dragoste și credință”.

În continuare, Patriarhul Chiril a menționat în discursul său că procesul de pregătire a Soborului Panortodox s-a activizat simțitor. Sanctitatea Sa a stăruit asupra cauzelor nerespectării unui șir de însărcinări ale Sinaxei precedente a Întâistătătorilor în cadrul activității Comisiei speciale interortodoxe și a celei de-a cincea Adunări Panortodoxe antesobornicești, menționând, în special, importanța luării în considerare a pozițiilor tuturor Bisericilor Locale, care își îndeplinesc misiunea în diferite condiții. În acest context au fost pomenite unele propuneri, neauzite până în prezent, care au fost incluse în ultimii doi ani cu referire la temele ordinii de zi a Soborului Panortodox de un șir de Biserici Locale, inclusiv și de Bisericile Antiohiei, Ruse, Georgiei, Bulgariei, Serbiei. Întâistătătorul Bisericii Ruse și-a exprimat convingerea cu privire la necesitatea revizuirii proiectului documentului „Problema calendarului”, menționând că tema „unei determinări mai exacte a Paștelui” nu este actuală pentru Biserica Ortodoxă și poate doar trezi tulburări în rândul numeroșilor credincioși”.

O îngrijorare mare, conform spuselor Sanctității Sale, trezește proiectul documentului „Cu privire la impedimentele pentru căsătorie”, în care se conține doar o enumerare rigidă a impedimentelor canonice și nu este oglindită în nici un fel poziția Bisericii referitor la instituția familiei în lumea contemporană.

Întâistătătorul Bisericii Ortodoxe Ruse consideră că una din cele mai importante direcții de activitate este tema „Autocefalia și modalitatea proclamării ei”, propunând să fie aprobat la Sobor acordul principal realizat deja la ședințele Comisiei interortodoxe pregătitoare cu privire la faptul că instituționalizarea unor noi Biserici autocefale trebuie să fie o lucrare la scară general-ortodoxă, care cere atingerea consensului de către toate Bisericile Ortodoxe Locale în fiecare caz în parte.

A fost subliniată, de asemenea, necesitatea cizelării proiectului documentului sobornicesc pe tema „Diaspora ortodoxă”.

Obiect de discuție desfășurată în alocuțiunea Sanctității Sale a fost și chestiunea cu privire la locul desfășurării Soborului, care a fost abordată mai înainte în adresarea Sanctității Sale Patriarhul Serbiei Irineu.

„După cum vedem, mai rămân multe probleme care trebuie soluționate în comun, pentru a face posibilă convocarea Sfântului și Marelui Sobor al Bisericii Ortodoxe. Sunt sigur: cauza adevărată a faptului că multe documente rămân până în ziua de azi necoordonate – nu e în existența unor opinii diametral opuse ale diferitor Biserici, ci în ineficiența metodologiei de pregătire a Soborului”, a subliniat Sanctitatea sa Patriarhul Chiril. În legătură cu aceasta Sanctitatea Sa și-a împărtășit experiența cu privire la activitatea Adunării Intersobornicești a Bisericii Ortodoxe Ruse în formatul unor discuții transparente, care permit fiecărui membru interesat al Bisericii să-și expună poziția.

„Consider că anume astfel, în mod deschis, trebuie să se desfășoare în continuare pregătirea Soborului, în caz dacă suntem cu adevărat interesați în desfășurarea lui cu succes”, a spus Întâistătătorul Bisericii Ruse, subliniind importanța publicării proiectelor documentelor sobornicești și depășirea deficitului de autenticitate a informației, care trezește suspiciuni la mulți credincioși.

„Sunt convins că publicarea proiectelor documentelor sobornicești și posibilitatea unei discuții libere pe marginea lor nu doar că nu va împiedica desfășurarea Soborului, dar ne va demonstra nouă și întregii lumi caracterul cu adevărat sobornicesc al Bisericii noastre, contribuind la întărirea unității panortodoxe”, a declarat Sanctitatea Sa Patriarhul Chiril, chemând pe toți cei prezenți să se roage împreună Domnului pentru ajutor în munca comună întru binele Bisericii, pentru depășirea dificultăților care apar în calea desfășurării Soborului Panortodox.

Serviciul de presă al Patriarhului Moscovei și al întregii Rusii

 
Il significato della "Pasqua dei beati" (Paştile blajinilor, o Радоница)

La domenica dopo la Pasqua, dedicata alla memoria dell’apostolo Tommaso, rischia di essere una delle domeniche meno frequentate dell’anno liturgico ortodosso (per il ben noto effetto di riflusso che ha luogo dopo le feste a grande partecipazione). Le chiese russe, così come quelle moldave, vedono invece una notevole presenza in chiesa a causa della festa detta “Pasqua dei beati” (in russo Пасха блаженных oppure Радоница, in romeno Paştile blajinilor), la prima occasione per riprendere le commemorazioni dei defunti dopo l’intervallo che comprende la Settimana Santa e la Settimana Luminosa. Se anche è confortante vedere una presenza notevole dei fedeli in chiesa, è indispensabile capire perché si celebra questa ricorrenza. Lo ieromonaco Petru (Pruteanu) ci aiuta a capire il senso della festa, nel testo originale romeno e nella traduzione italiana, che presentiamo nella sezione “Ortoprassi” dei documenti.

 
Audaci nuovi colori per la Cattedrale della Santa Vergine a San Francisco

Nota del redattore: Tra il 2015 e il 2016, la Cattedrale della Santa Vergine [qui di seguito abbreviata CSV] a San Francisco ha intrapreso un progetto di restauro e abbellimento. Andrew Gould è stato assunto per sviluppare una nuova combinazione di colori per l'esterno, che era sempre stato dipinto di bianco. Situata nel centro di San Francisco, la cattedrale è probabilmente la chiesa ortodossa più visibile negli Stati Uniti.

Quella che segue è un'intervista con il decano, l'arciprete Peter Perekrestov.

Andrew Gould: Buon giorno, padre Peter. Vorrei ringraziarla per l'opportunità di lavorare a questo progetto. Anche se per me è stato un lavoro piccolo – è stato sufficiente selezionare i colori e presentare il rendering – è stato un onore speciale. Non riesco a pensare a nessun altro progetto a cui io abbia contribuito e che sia così ampiamente visto da così tante persone.

Apportare modifiche a un vecchio edificio è spesso un tema controverso. C'era un consenso sul fatto che i colori e gli altri dettagli esterni necessitavano di miglioramenti, o si trattava di una strada in salita? Sono in molti alla CSV a riconoscere che l'esterno della loro chiesa è piuttosto freddo e semplice rispetto allo splendido interno, e a vederlo come qualcosa che vale la pena di migliorare?

Arciprete Peter: Quanto prima si fanno le riparazioni, tanto meglio, dal momento che i ritardi rischiano di far peggiorare e danneggiare la chiesa. Un gruppo piuttosto ristretto di persone alla CSV ha riconosciuto la necessità di importanti cambiamenti nell'esterno della cattedrale. La nostra comunità è aperta a questi temi e si fida della leadership della parrocchia. Per quanto riguarda la nuova combinazione di colori per l'esterno della CSV, era un po' un rischio. È stato d’aiuto il fatto che il cambiamento sia stato proposto da un architetto ortodosso molto apprezzato. E c'era un consenso tra il parroco, l'arcivescovo Kyrill, il decano della cattedrale (io), il direttore della parrocchia, Nick Buick, e il direttore del coro della cattedrale (e iconografo) Vladimir Krassovsky, che la nuova combinazione di colori avrebbe funzionato bene e che avremmo dovuto andare avanti a fare questo cambiamento piuttosto audace.

la Cattedrale della Santa Vergine prima della riverniciatura. La struttura era stata iniziata da san Giovanni Maximovich nel 1965, ed è il luogo in cui riposano le sue reliquie

Quando ha presentato le mie idee per lo schema dei colori rosso e bianco, quali sono state le prime reazioni che ha sentito?

Un membro del consiglio parrocchiale ha detto che la cattedrale sarebbe sembrata una prigione, con le strisce rosse! Le reazioni dei parrocchiani e dei passanti quando sono state applicate le aree di colore sono state di tipo molto diverso, da "Ma fate sul serio?" a "Che colori rinfrescanti e interessanti!"

Quando si tratta di scegliere un colore, è quasi impossibile raggiungere un consenso – è una cosa così soggettiva e ogni persona diventa un esperto... Ho suggerito ad alcune persone di andare dall'altra parte della strada e vedere le aree di colore da una certa distanza, in modo da avere un'idea migliore del risultato finale.

bozza di rendering a colori creata da Andrew Gould. Questo è stato uno dei tanti sviluppi di Andrew e alla fine è stato scelto come base per lo schema della riverniciatura. Il rendering propone anche di aggiungere alcuni dettagli architettonici aggiuntivi alla facciata, che si potrebbero ancora fare in futuro

E ora che la fase di pittura è finita, come si sente la comunità della cattedrale a riguardo?

Il risultato è incredibilmente positivo. Tante persone, tra cui i parrocchiani, i pellegrini ospiti, il clero e le persone del vicinato hanno notato quanto sia bella e fresca la cattedrale, quanti dei dettagli ornamentali precedentemente inosservati si stagliano e come la cattedrale abbia un aspetto più visibile e unico. Lo schema dei colori ha anche un elemento puramente "russo": il rosso è abbastanza comune nelle chiese russe. Ha in esso un tono sia di praticità terrena che di gioia.

la cattedrale di Kazan' a Mosca – una delle chiese che è servita come precedente per la nuova combinazione di colori

la cattedrale durante la riverniciatura

Quali fattori hanno indotto la cattedrale a decidere di intraprendere questo progetto di ristrutturazione? Inizialmente ridipingere era una priorità, o erano necessarie altre riparazioni?

Sono in corso progetti di rinnovamento, riparazione e abbellimento alla CSV. Mentre si avvicinava il cinquantesimo anniversario dell'edificio (la prima liturgia fu celebrata nella nuova Cattedrale della Santa Vergine da san Giovanni, il Taumaturgo di Shanghai e San Francisco, il 14 marzo 1966), si è deciso di riparare le crepe nei muri della cattedrale, delle cupole, e poi dipingere l'edificio e le croci.

Ci dica di più sui problemi delle cupole. Queste cupole, ricoperte da tessere di mosaico in oro rispetto alle solite lamiere, sono così insolite. Siete riusciti a ripararle con successo, e dureranno bene anche in futuro? Qual è stato il costo di queste riparazioni, e come lo avete finanziato?

Le cupole sono in cemento, rivestite con tessere di mosaico dorate. Non sono sicuro del motivo per cui inizialmente si è fatto così in fase di costruzione. Era probabilmente l'opzione più fattibile a quel tempo, tenendo conto dei finanziamenti, della vicinanza della cattedrale all'oceano (con acqua salata) e di una zona molto nebbiosa di San Francisco. Le croci sono state dorate e sostituite un certo numero di volte – sono state letteralmente mangiate dagli elementi. Nel corso degli anni sono caduti alcuni dei pezzi di mosaico sulle cupole e sono apparse piccole crepe con macchie di ruggine. Queste crepe dovevano essere pulite e riempite, e si dovevano cementare nuove tessere. Il costo della riparazione di cupole e croci era di circa 70.000 dollari (il consiglio parrocchiale aveva deciso di rivestire il rivestimento protettivo Tnemec, piuttosto che la foglia d'oro). La comunità parrocchiale non è più così grande, in parte a causa dell'elevato costo degli alloggi a San Francisco (il prezzo medio di una casa è attualmente di 1.600.000 dollari!), quindi avevamo davvero bisogno dell'aiuto dei fedeli ortodossi in tutto il mondo per completare questa fase dei lavori di ristrutturazione della cattedrale. È arrivato un certo numero di grandi donatori e centinaia di persone hanno inviato piccole donazioni. Circa metà delle parrocchie della diocesi e un certo numero di parrocchie di altre giurisdizioni hanno risposto alla nostra richiesta di inviare 1.000 dollari a parrocchia, e a ogni famiglia della nostra comunità parrocchiale è stata chiesta una donazione una tantum di 500 dollari. Quindi sono stati raccolti circa 250.000 dollari. Il solo costo dell'impalcatura per il dipinto e il restauro a cupole e croci è stato di 22.000 dollari.

Com'è vista la CSV a San Francisco? C'è qualche antagonismo nei confronti dell'Ortodossia russa che ha una presenza così prominente in una città così liberale? Mi sembra che il ridipingere sia una sorta di affermazione che la cattedrale non si vergogna della sua visibilità in questo clima politico di ostilità verso la Russia e l'Ortodossia. Questo tipo di percezioni esterne ha avuto un ruolo nelle vostre decisioni di ridipingere?

No, queste percezioni non hanno avuto alcun ruolo nella nostra decisione di ridipingere. Non ho notato alcun antagonismo verso la nostra cattedrale o la comunità ortodossa russa in generale. Sì, San Francisco è piuttosto liberale, ma allo stesso tempo è molto diversificata e la presenza della CSV non fa che aumentare questa diversità. Inoltre, visto che la gente è piuttosto aperta, non crede ciecamente a tutto ciò che riporta la CNN, ma preferisce fare le proprie ricerche e avere un proprio punto di vista. Negli ultimi due anni la nostra cattedrale ha aperto le sue porte dall'alba al tramonto, sette giorni su sette (compresa la Pasqua e tutte le principali feste) a tutti coloro che desiderano entrare. È notevole che così tante persone la visitino, non solo fedeli ortodossi da tutto il mondo, ma residenti locali, turisti, passanti... Il clero della cattedrale (in tonaca, ovviamente) è uno spettacolo normale nel distretto di Richmond e la popolazione di San Francisco, devo ammettere, è generalmente aperta e piuttosto ben disposta nei nostri confronti. Sono spesso sorpreso da quante persone mi salutano o semplicemente vengono a farmi una domanda.

la Cattedrale della Santa Vergine è uno dei simboli più importanti di San Francisco

Quali altri miglioramenti alla cattedrale sperate di effettuare in seguito?

Una delle mie obbedienze qui alla CSV è quella dell'abbellimento e dei progetti di miglioramento. Le riparazioni sono gestite dal consiglio parrocchiale, ma i miglioramenti e i progetti di abbellimento "facoltativi" sono gestiti da me stesso con l'approvazione e la benedizione dell'arcivescovo (per questi trovo gli sponsor in modo indipendente, i fondi parrocchiali non vengono utilizzati in alcun modo). Abbiamo appena completato il progetto di sostituzione del pavimento di altare, ambone e sagrestia, uno dei più importanti. Il pavimento in parquet invecchiato e danneggiato (con numerosi segni di bruciatura) è stato rimosso ed è stato installato un pavimento in piastrelle di ceramica di colore chiaro (ignifugo), con finiture in granito rosso. Ora l'altare sembra più grande, l'ambone si distingue e l'iconostasi in legno e oro viene effettivamente valorizzata dal nuovo pavimento. In precedenza, l'iconostasi di legno si perdeva un po' sul pavimento in legno, e i suoi dettagli si notavano di meno.

l'interno della cattedrale

Nella lista dei progetti seguono la sostituzione delle finestre alte fino al soffitto nell'altare principale, la nuova illuminazione orientata dell'altare e il lavoro sull'ingresso della cattedrale – nuove scale, fioriere e l'area tra la cattedrale e il marciapiede. C'è molto cemento grigio al momento, e l'ingresso non è affatto accogliente. Mi piacerebbe "umanizzare" quest'area, aggiungere calore, piante e colore – il più possibile, dato il nostro contesto urbano e la stretta striscia che abbiamo lungo Geary Boulevard. Potremmo anche dover sostituire l'icona parrocchiale a mosaico sopra l'entrata: quella presente è danneggiata, ha rigonfiamenti e potrebbe cadere (in un pezzo solo!) su qualcuno che passa. Altre idee continuano a venire: non appena completiamo un progetto, ne viene fuori un altro.

Vorrei concludere con un'osservazione, che ogni cosa nella Chiesa dovrebbe essere centrata liturgicamente, e ciò include tutte le forme di arte sacra: l'iconografia; il canto ecclesiale; la decorazione e l'abbellimento dello spazio sacro – non sono semplicemente un 'bonus' per il culto, ma ne sono una parte integrante. Tutto dovrebbe operare insieme verso un solo obiettivo. Non è un caso che la preghiera finale della Divina Liturgia menzioni: "Santifica quelli che AMANO IL DECORO DELLA TUA CASA!". Considero un onore e una benedizione poter avere l'obbedienza speciale che ho. E a Dio piacendo, dopo la mia morte, tutto ciò che è stato fatto rimarrà per le future generazioni di fedeli alla Cattedrale della Santa Vergine.

 
Perché le funzioni mattutine della Settimana Santa sono celebrate alla sera, e le funzioni serali al mattino?

Le funzioni della Santa e Grande Settimana iniziano con il Mattutino della domenica sera, in quello che viene chiamato Officio dello Sposo [1]. La funzione dell'Officio dello Sposo viene ripetuto con temi diversi nelle sere del Lunedì Santo, del Martedì Santo e del Mercoledì Santo. Alla sera del Giovedì Santo si officia il Mattutino della Passione che contiene dodici letture del Vangelo, mentre alla sera del Venerdì Santo si officia il Mattutino della sepoltura di Cristo. Alla mattina del Lunedì Santo, del Martedì Santo e del Mercoledì Santo ci sono le Divine Liturgie dei Presantificati, che sono connesse con il Vespro. Il Giovedì Santo c'è una Liturgia Vesperale [2] per commemorare la Prima Divina Liturgia e il Sabato Santo c'è la Liturgia Vesperale della Prima Risurrezione. Le uniche funzioni che avvengono nel tempo appropriato durante la Settimana Santa sono le funzioni delle Ore del Venerdì Santo, al mattino in cui non si svolge nessuna liturgia.

Questa singolare disposizione liturgica, dove il Mattutino è servito alla sera e il Vespro al mattino, non è fatta per pura aspettativa, ma in realtà ha uno scopo pratico, per incoraggiare la partecipazione.

In primo luogo, poiché durante la Settimana Santa la celebrazione della Divina Liturgia non è permessa, così come non è permessa durante i giorni feriali della Grande Quaresima, una Liturgia dei Presantificati è invece servita al Lunedì, al Martedì e al Mercoledì Santo per permettere ai fedeli di prendere parte ogni giorno alla Santa Comunione se lo desiderano. Una celebrazione parziale è consentita al Giovedì Santo per commemorare la Prima Divina Liturgia, che è stata l'inizio della nuova alleanza al pasto pasquale di Cristo con gli Apostoli. Una celebrazione simile è la Liturgia Vesperale della Prima Resurrezione al Sabato Santo.

Poiché i cristiani ortodossi devono mantenere un digiuno completo prima di partecipare alla santa eucaristia, queste funzioni vesperali giornaliere sono state spostate al mattino per permettere a quante più persone possibile di partecipare alla santa eucaristia, senza dover digiunare per tutto il giorno, un digiuno che di solito dovrebbe iniziare a mezzanotte della sera prima di ricevere la santa comunione.

In secondo luogo, e soprattutto, i temi della Settimana Santa si esprimono più intensamente attraverso la ricca innografia e drammatizzazione nelle funzioni dei Mattutini della Settimana Santa, e queste sono le funzioni a cui la Chiesa vuole che i suoi fedeli partecipino di più. Poiché il Mattutino è una funzione difficile da frequentare quotidianamente, le funzioni sono state spostate alla sera per incoraggiare le persone a partecipare quotidianamente.

Questo ci porta alla terza ragione, che è interamente basata sul sentimento e sulla debolezza. Il fatto è che le nostre funzioni della Settimana Santa non dovrebbero essere fatte al di fuori del loro ritmo normale accordo. Le funzioni mattutine dovrebbero essere effettuate al mattino e le funzioni serali dovrebbero essere effettuate alla sera. Fino a poco tempo fa, molti villaggi in Grecia facevano ancora così per alcune delle funzioni, e anche oggi la funzione dell'Epitafio, che è un Mattutino svolto nelle parrocchie alla sera del Venerdì Santo, si celebra sabato al primo mattino in alcuni luoghi della Grecia, così come dovrebbe essere.

Allora perché continuiamo ad avere funzioni mattutine alla sera e funzioni serali al mattino? Dipende dalla loro drammatizzazione. Tra i quattro Mattutini dello Sposo, il più seguito è il primo, i meno seguiti sono il secondo e il quarto, e il terzo è il secondo per numero di partecipanti. Perché? Il primo contiene i momenti più drammatici, in cui l'icona dello Sposo viene portata in processione attorno alla chiesa, mentre i fedeli tengono le candele e si inginocchiano. La gente ama questa rappresentazione drammatica ed emotiva, quindi la frequenta. Il secondo e il quarto non contengono alcun momento drammatico importante, quindi la gente non li frequenta tanto. Tuttavia, al terzo mattutino della sera del Martedì Santo c'è il canto drammatico dell'Inno della monaca Cassiana, che la gente ama, e quindi vi assiste. Certamente, la sera del giovedì santo e la sera del Venerdì santo contengono così tanti momenti drammatici, con la processione della Croce, le dodici letture del Vangelo e la processione fuori dalla chiesa con la Tomba di Cristo (epitafio o kouvouklion), che la gente assiste in gran numero. E non dimentichiamo i momenti drammatici della funzione della Santa Unzione al Mercoledi Santo e del Vespro del Venerdì Santo con la deposizione dell'immagine di Cristo dalla Croce e l'ingresso dell'epitafio decorato, che attirano anch'essi molta gente. E anche se ci sono molti momenti drammatici al Sabato Santo con la Prima Resurrezione, questa è abbastanza frequentata ma non così tanto, anche se questo è solo perché molti sono stanchi per la funzione della sera prima, stanno preparando i pasti di Pasqua, e non vogliono sovraccaricarsi con troppe funzioni per poter essere presenti a mezzanotte per la notte pasquale.

Tuttavia, che cosa succederebbe se eliminassimo tutti o almeno la maggior parte dei momenti drammatici, che sono comunque innovazioni tardive, e ristabilissimo le funzioni mattutine al mattino e le funzioni serali alla sera? È difficile a dirsi. Le funzioni della Settimana Santa avranno probabilmente meno presenze, ma in senso liturgico e cronologico avrebbero più senso. Personalmente credo che ci dovrebbe essere almeno una parrocchia, in un'area con molte parrocchie, che lo faccia nel modo giusto, con le funzioni mattutine al mattino e le funzioni serali alla sera, per quelli che vogliono partecipare a questo ciclo delle funzioni della Settimana Santa. Ma allo stato attuale, probabilmente rimarranno come sono, dal momento che quella che abbiamo ora è diventata una consuetudine consolidata, e quando si aggiunge il dramma alla consuetudine, questo diventa come un sigillo su tale consuetudine, che è difficile se non impossibile spezzare.

Note

[1] Questo appellativo è in uso nelle chiese di tradizione greca, mentre in quelle di tradizione russa si parla genericamente di Mattutino della Settimana Santa. Nei primi quattro giorni della Settimana Santa, lo speciale Tropario che si canta dopo l'Alleluia del Mattutino dice: "Ecco, lo sposo viene nel mezzo della notte...". Nelle chiese greche il nome "Mattutino dello Sposo" è un riflesso dei momenti di drammatizzazione (a cui si fa cenno più avanti nel testo) legati alla processione dell'icona del Cristo Sposo.

[2] Si tratta della Divina Liturgia di San Basilio fusa con l'inizio del Grande Vespro. Questa combinazione permette di usare le Paremie, o letture del Vespro, come letture profetiche dell'Antico Testamento prima dell'Apostolo e del Vangelo della Liturgia.

 
Due risposte a domande sull'inferno

Perché dovrei credere all'inferno?

Quest'articolo è apparso per la prima volta nella rubrica "Ask Hank" del Christian Research Journal, volume 27, numero 1 (2004). Per ulteriori informazioni o per abbonarsi al Christian Research Journal, visitare: http://www.equip.org

"Moltitudini che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: alcuni alla vita eterna, altri alla vergogna e al disprezzo eterno" (Daniele 12: 2).

Gli orrori dell'inferno sono tali che ci inducono a indietreggiare d'istinto tra incredulità e dubbi; tuttavia, ci sono ragioni convincenti che dovrebbero indurci a cancellare tali dubbi dalle nostre menti. Primo, Cristo, il Creatore del cosmo, ha comunicato chiaramente la realtà irrevocabile dell'inferno. Infatti, ha passato più tempo a parlare dell'inferno di quanto non avesse fatto per il paradiso. Nel sermone sul monte (Matteo 5-7), ha esplicitamente avvisato i suoi seguaci più di una mezza dozzina di volte sui pericoli che portano all'inferno. Nel discorso sul Monte degli Ulivi (Matteo 24-25), ha parlato ripetutamente ai suoi seguaci del giudizio che sarebbe venuto. Nella sua famosa storia del ricco e di Lazzaro (Luca 16), ha rappresentato graficamente la finalità del tormento eterno all'inferno.

Inoltre, il concetto di scelta ci impone di credere nell'inferno. Senza l'inferno, non c'è scelta. Senza scelta, il paradiso non sarebbe il paradiso; il paradiso sarebbe un inferno. I giusti avrebbero ereditato un paradiso contraffatto e gli ingiusti sarebbero stati incarcerati in paradiso contro la loro volontà, che sarebbe stata una tortura peggiore dell'inferno. Immaginate di passare una vita volontariamente distanziata da Dio solo per ritrovarvi involontariamente trascinati alla sua amorevole presenza per l'eternità. L'alternativa all'inferno sarebbe peggiore dell'inferno stesso in quanto gli esseri umani fatti a immagine di Dio sarebbero spogliati della libertà e costretti ad adorare Dio contro la loro volontà.

Infine, il buon senso riguardo alla giustizia ci dice che deve esserci un inferno. Senza l'inferno, i torti dell'olocausto di Hitler non saranno mai corretti. La giustizia sarebbe messa in discussione se, dopo aver massacrato sei milioni di ebrei, Hitler fosse semplicemente morto tra le braccia della sua amante senza conseguenze eterne. Gli antichi la sapevano più lunga rispetto a una cosa del genere. Davide sapeva che per un po' di tempo può sembrare che i malvagi prosperino nonostante le loro cattive azioni, ma alla fine sarà fatta giustizia. Potremmo desiderare di pensare che nessuno vada all'inferno, ma il buon senso riguardo alla giustizia preclude tale possibilità.

L'annichilazionismo è biblico?

Se qualcuno adora la bestia e la sua immagine e riceve il suo marchio sulla fronte o sulla mano, berrà anche il vino della furia di Dio, versato a piena forza nella coppa della sua collera. Sarà tormentato dallo zolfo ardente in presenza dei santi angeli e dell'Agnello. E il fumo del loro tormento salirà per sempre. Non c'è riposo giorno o notte per coloro che adorano la bestia e la sua immagine, o per chiunque abbia ricevuto il marchio del suo nome. (Apocalisse 14: 9-11)

Proprio come l'universalismo (cioè credere che tutti saranno salvati) va alla grande nei circoli cristiani liberali, così anche l'annichilazionismo (cioè credere che Dio annienterà i non credenti) sta guadagnando slancio nei circoli cristiani conservatori. La questione, naturalmente, è se l'annichilazionismo è biblico.

Per prima cosa, il buon senso ci dice che un Dio di amore e giustizia non annulla arbitrariamente una parte dei gioielli della corona della sua creazione. Egli fornisce con generosità a tutti la libertà di scegliere tra la redenzione e la ribellione. Sarebbe un male orribile pensare che Dio crea le persone con la libertà di scelta e poi le annienta a causa delle loro scelte.

Inoltre, il buon senso ci porta anche alla conclusione che la non esistenza non è migliore dell'esistenza, poiché la non esistenza non è nulla. È anche fondamentale riconoscere che non tutta l'esistenza all'inferno sarà uguale. Possiamo tranquillamente concludere che il tormento di Hitler all'inferno supererà di gran lunga il tormento sperimentato da un banale pagano. Dio è perfettamente giusto, e ogni persona che respinge la Sua grazia soffrirà esattamente ciò che merita (si vedano Luca 12: 47-48, Proverbi 24:12, Matteo 16:27, Colossesi 3:25; Apocalisse 20:11-15).

Infine, gli umani sono modellati a immagine stessa di Dio (Genesi 1:27); quindi, eliminarli farebbe violenza alla sua natura. L'alternativa all'annientamento è la quarantena. E questo è esattamente ciò che è l'inferno.

L'inferno è una camera di tortura?

Che cosa dobbiamo pensare dei libri, volantini, film, video di YouTube e immagini che raffigurano Satana e i demoni che torturano i peccatori all'inferno? L'inferno non è stato creato come luogo di punizione per il diavolo e i suoi demoni?

Il diavolo e gli angeli caduti non saranno i custodi dell'inferno; piuttosto, saranno incarcerati all'inferno. Questo è molto chiaro nelle Scritture, inclusi passi come Matteo 25:41 e Apocalisse 20:10-15. La premessa alla domanda è assolutamente giusta: l'inferno è stato creato come luogo di punizione per il Diavolo e i suoi demoni.

Un'altra cosa che deve essere sottolineata è questa: l'inferno non è una tortura. Potrebbe essere un tormento, ma non è tortura. Le immagini o con le quali le persone ritornano da presunti viaggi all'inferno sono semplicemente fabbricate. Non corrispondono alla realtà.

L'inferno è in definitiva ciò che le persone desiderano oggi. Quelli che rifiutano la bontà, la grazia e la gloria di Dio, che potrebbero avere gratuitamente, stanno vivendo l'inferno nel presente. Ma questo è un segno della santa collera che deve ancora venire.

Alla fine, ciò che succede è la separazione dalle benedizioni di Dio. Il Signore dirà a coloro che hanno rifiutato il suo amore e il suo perdono: "Via da me, maledetti, nel fuoco eterno preparato per il diavolo e per i suoi angeli" (Matteo 25:41). Questa separazione è mostrata in uno stato intermedio con la parabola del ricco e il mendicante Lazzaro in Luca 16: 19-31. Il ricco aveva tutte le bellezze della vita, ma poi muore e finisce nel tormento. Ancora una volta, questo è un segno di ciò che verrà, perché alla fine quell'uomo ricco darà un resoconto di ciò che ha fatto nella carne, e quindi la morte e l'inferno saranno gettati nel lago di fuoco. Il lago di fuoco è la seconda morte, che è una completa e perpetua separazione dalla bontà, dalla grazia e dalla gloria di Dio.

Ricordate che l'inferno non è una tortura; piuttosto, è un tormento. Il tormento è essere separato proprio da colui con cui sei stato creato per essere unito. Ancora una volta, penso che l'inferno sia frainteso. Molto spesso, le metafore usate per l'inferno nei libri popolari, e anche quelle che si trovano nella Scrittura, sono prese in un modo letterale e legnoso, come se le persone fossero bruciate da un fuoco che non le consuma mai completamente. Il fuoco è una metafora dell'orrore della santa ira di Dio, dell'essere separato dalla bontà di Dio, proprio colui che ci ha formati nel grembo di nostra madre e ci ha creati per essere in comunione con lui.

 
Le pretese di Bruxelles sull'Argentina – Arroganza e stupidità

Premessa: È un enorme privilegio e una gioia per me condividere con voi l'eccellente analisi sottoposta a questo blog da Peter Koenig, a cui sono immensamente grato per il suo contributo. Purtroppo, gli argomenti economici sono gravemente tralasciati da questo blog, cosa che spero di correggere in futuro.

Saker

* * *

Immaginate: l'Argentina – e il resto dell'America Latina – sollecitate dall'Unione Europea, il burattino supremo dell'imperatore nudo, Sir Obama, a non fornire la Russia alimenti - verdure, frutta, carne - dopo che l'Argentina è stata 'punita' da un tribunale corrotto di New York a pagare 1,5 miliardi di dollari per i fondi fraudolenti degli avvoltoi della NML Capital e altri – al di fuori del suo attuale debito concordato di 29 miliardi di dollari – equivalenti alle riserve totali dell'Argentina. E sì, i fondi speculativi di copertura devono essere pagati al 100%, quando il restante 93% dei creditori ha approvato un tasso di rimborso del 20%. E, sì, il signor Griesa, il giudice comprato a New York, ha bloccato tutti i pagamenti dell'Argentina agli altri creditori, a meno che i suoi clienti avvoltoi siano pagati per intero. Così, l'Argentina è in difetto forzato: deve pagare tassi di interesse ora molto più elevati sui mercati monetari internazionali, se vuole davvero ancora beneficiare di crediti internazionali.

Inimmaginabile, ma vero.

In queste circostanze, la sconfinata arroganza di Bruxelles si aspetta che l'Argentina si accodi le sanzioni USA/UE contro la Russia, a cui la Russia ha risposto vietando tutte le importazioni dall'Unione Europea? E proprio mentre sta ora cercando di commerciare con il Sud America?

Non che la Russia abbia davvero bisogno di cibo dal Sud America: ha un enorme e ben disposto mercato asiatico a lei aperto. Il gesto della Russia è una mano tesa all'Argentina e al Sud America per liberarsi dalle pressioni economiche e politiche costantemente esercitate su di loro da Washington.

L'Argentina si metterà a ridere di una tale richiesta ridicolmente stupida da parte dell'Unione Europea.

Buon per la Russia – e buon per l'Argentina, il Brasile, il Cile, il Perù e altri – per sfuggire finalmente agli artigli dell'impero predatore di Washington e andare verso l'indipendenza, cioè verso una nuova area di sovranità economica e del sistema monetario mondiale.

Buon per i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa), in quanto possono finalmente venire a un accordo tra di loro ed emettere la propria moneta, sostenuta da circa un terzo della produzione economica del mondo e da circa la metà della popolazione mondiale.

Naturalmente, una mossa così primitiva da parte dell'Unione Europea ci fa porre delle domande - i cosiddetti leader dell'Unione Europea, spinti dall'insondabilmentee insensato portavoce della NATO, Fogh Rasmussen, hanno perso l'ultimo briciolo di buon senso e di sovranità? Sono effettivamente degenerati al livello di manichini senza cervello e senza spina dorsale? Non si rendono conto che se riescono ad aiutare Obama e la sua macchina da guerra NATO assetata di sangue a coinvolgere la Russia nella terza guerra mondiale, allora i loro paesi con le innumerevoli basi NATO saranno i primi obiettivi della difesa della Russia? Vale a dire: l'Europa distrutta di nuovo?

Non si rendono conto che la Russia, dopo essere stata nella seconda guerra mondiale il liberatore chiave dell'Europa dalla morsa nazista – al costo di 25 milioni di vite russe – non solo vuole salvare l'Europa da un altro disastro umanitario, ma vorrebbe aiutarla a stare fuori dal proprio disastro economico – imposto da Wall Street – commerciando con l'Europa? Che la Russia e la Cina vorrebbero formare un'alleanza con l'Europa, un'alleanza di pace, non un'alleanza di guerra in stile NATO?

Possibile che l'Unione Europea non abbia visto la luce dopo che il signor Xi Jinping, presidente della Cina, si è recato questa primavera in Germania per offrire a madama Merkel una nuova via della seta, che collega Berlino con Shanghai? Uno straordinario potenziale per lo sviluppo economico in tutta l'Asia, lontano dalla decadente economia guerrafondaia di Washington, del Pentagono e del sistema finanziario ultra-corrotto dominato da Wall Street, dalla FED e dalla BRI (Banca dei regolamenti internazionali)?

L'Argentina e gli altri paesi latinoamericani invitati dalla Russia al commercio di cibo e di altre merci – molto probabilmente vedranno la luce.

Se non tutti i paesi dei BRICS sono ancora pronti con una valuta alternativa, slegata dal dollaro, per sostituire la macchina da soldi predatoria occidentale, la Russia e la Cina lo sono. I due paesi hanno forgiato una solida alleanza politica ed economica nel corso degli ultimi anni, hanno un PIL combinato di 21.100 miliardi di dollari (Cina – 19.000 miliardi di dollari; Russia – 2.100 miliardi di dollari, stime 2014), pari a circa il 27% della produzione economica mondiale (stima 2014 – 77.800 miliardi di dollari).

La Russia ha già annunciato che il rublo è supportato al 100% da base aurea – il che non è un riferimento a se stesso, ma esalta la solidità della produzione e l'output di costruzione del paese. Ciò a fronte di un PIL degli Stati Uniti di 17 miliardi di dollari, in gran parte basato sull'output della guerra e del complesso della sicurezza industriale, il che significa un PIL di distruzione – e sui consumi, così come su vuoti servizi finanziari e legali.

Mentre i paesi dei BRICS stanno combinando i loro sforzi, è ipotizzabile che la Russia e la Cina produrranno tra breve la propria moneta combinata – il 'Ruyuan', o 'Yuanru', slegato dal sistema monetario corrotto e predatorio occidentale; una nuova alleanza monetaria potrebbe anche sostituire il dollaro come valuta di riserva. Controllando più di un quarto della produzione economica del mondo e una maggioranza del mercato asiatico, una moneta Cina-Russia combinata disporrà di una base infinitamente più solida della base valutaria del dollaro fiat – così come di quella dell'euro – diventando una seria valuta di riserva. È solo una questione di tempo finché gran parte del resto del mondo approfitterà dell'occasione e abbandonerà il dollaro.

Tutto ciò di cui c'è bisogno è un paese che osa fare questo primo passo – senza paura di sanzioni, in quanto sono prive di significato in un nuovo sistema monetario.

L'Argentina farebbe bene a cambiare i propri pagamenti al 93% dei creditori con i quali ha raggiunto accordi di risoluzione del debito tra il 2001 e il 2010, passando dal rapace sistema finanziario dominata dagli Stati Uniti a quello della Russia e della Cina, e passando dal dollaro allo yuan e al rublo nelle due rispettive banche centrali - vedi anche http://www.informationclearinghouse.info/article39297.htm

L'Argentina potrebbe diventare il primo paese a liberarsi dalla costrizione economica degli immorali Stati Uniti – e allo stesso tempo stipulare accordi commerciali con la Russia e la Cina. Già oggi il 90% del commercio estero argentino avviene al di fuori del reame del dollaro USA.

La domanda che ci si pone è: che farà alla fine l'Europa, quando si renderà conto che si sta vivendo in un castello di carte che può crollare – e crollerà davvero – in qualsiasi momento? Che cosa accadrà all'euro linciato da Wall Street-FED-Troika (FMI, BCE, CE), quando il popolo che ha inventato il dollaro degenererà in mere macchine d'avidità e da guerra senza cervello? Quando diventerà capace di pensare da sola, di riconoscere la propria sovranità – il più alto bene che qualsiasi società organizzata possa rivendicare per se stessa?

Riusciranno alla fine i popoli dell'Europa ad alzarsi in piedi e a sbarazzarsi dei loro feudi neoliberali imposti da Washington, approfittando del soffio di aria fresca proveniente da Oriente, e cercare un'alleanza sana, lottando per la pace e i diritti umani?

Non è mai troppo tardi. L'Argentina potrebbe diventare la pietra angolare per una nuova era.

 
Arcivescovo Antonij di Borispol: Un sacerdote dovrebbe conoscere le opere dei grandi scrittori e poeti

 

L'arcivescovo Antonij di Borispol, cancelliere della Chiesa ortodossa ucraina, rettore delle scuole teologiche di Kiev e membro del consiglio di fondazione del Premio letterario patriarcale, in previsione del conferimento del premio è stato intervistato da Olga Bogdanova de "Il giorno di Tatiana" sul perché la Chiesa debba valutare le opere d'arte, sul perché siano necessari nelle scuole teologiche i corsi di letteratura, e su quale letteratura gli piaccia personalmente.

Vladyka, lei è un membro del Consiglio di fondazione del Premio letterario patriarcale "Santi Cirillo e Metodio". Quali pensa che siano l'importanza e il significato dei premi letterari oggi, e perché ne abbiamo bisogno?

Stiamo vivendo in tempi molto complessi, in cui le persone stanno perdendo i loro punti di riferimento morale. Quei valori e ideali che sono stati inculcati in noi attraverso la letteratura e la poesia di qualità vengono ora sostituiti dai feticci dell'industria dell'intrattenimento. Oggi è semplicemente orribile vedere come il paese che ha dato al mondo Puskin, Gogol e Dostoevskij si stia trasformando in una società di stracci glamour e pop. Tuttavia, nonostante l'invasione aggressiva della mancanza di gusto e della volgarità, l'interesse per la letteratura è ancora vivo nella società. Questo è incoraggiante.

Internet, varie risorse elettroniche, cinema e televisione non possono sostituire la nostra conoscenza  di un libro vivente, e le attività degli editori moderni ne sono una chiara affermazione. Inoltre, non possiamo non notare il gran numero di pubblicisti scrittori e poeti moderni di talento, quelli che tutti conosciamo e quelli le cui opere sono note solo a un gruppo ristretto di fan, sui blog, forum e che hanno letto le loro opere nel corso di serate letterarie. Basta guardare i siti internet dedicati a questi fenomeni per convincersi dell'enorme quantità di persone creative là fuori - innovatori della penna.

Penso che questi fattori (da un lato, il degrado spirituale e morale nella società e lo stato degli affari di mercato che dettano le loro condizioni, e dall'altro un interesse immortale nella creatività nel suo complesso e in particolare nella grande importanza della letteratura nella formazione di personalità integrate) siano i motivi conduttori dell'istituzione dei Premi letterari patriarcali. Portare alla luce perle letterarie dalla massa generale, determinare i punti di riferimento spirituali e morali della cultura moderna, combattere contro la volgarità e mancanza di gusto: questi, per come la vedo io, sono i suoi obiettivi e il significato. Un altro obiettivo importante è quello di cercare nuovi nomi, scrittori che siano in grado di sostenere l'alto livello della nostra grande cultura. Per questo, come sostiene Andrei Vosnesenskij, abbiamo bisogno di "campioni dello spirito":

Non sulla strada o alla radio,

posso sentire col mio udito interiore:

sono aperti i concorsi

per campioni dello spirito!

Stiamo cercando anargiri

da Kushki a Udnelnaya!

Siamo la nazione di Blok e Khlebnikov.

Abbiamo forse finito le scorte?

La Chiesa dovrebbe mettersi a valutare l'arte? Dovrebbe esprimere la sua preferenza, dare particolare plauso ad alcune opere e autori, o sottolineare le cose inaccettabili dal punto di vista ortodosso? Questo non limiterebbe la creatività dell'autore?

Solo l'assenza di talento può limitare la creatività di un autore. Se invece di un dono di Dio vediamo solo l'ambizione, allora invece un capolavoro potremmo ottenere solo kitsch e "azione", e talvolta semplice volgarità, cioè quelle cose che sono in grado di catturare l'attenzione, creando uno scandalo, facendo rumore e nulla più. Se l'obiettivo principale dell'autore è quello di diffondere il suo nome e fare più soldi possibile, può certamente utilizzare tali metodi. Ma questi non hanno nulla a che fare con la letteratura e la creatività. Una vera e propria opera d'arte, qualcosa di grande, eterno, e in grado di influenzare le menti e trasformare le anime – deve venire della sofferenza. Richiede un immenso lavoro e talento dato da Dio. Come ha detto Vasilij Kljuchevskij, "Il talento è una scintilla divina con cui una persona di solito si brucia, illuminando la strada ad altri con il suo fuoco".

Senza dubbio la missione della Chiesa si interseca con questo, e questo è il suo ruolo di illuminazione e di direzione. Sono i Vangeli che hanno influenzato la formazione della cultura e della moralità slava, e la mentalità del nostro popolo. La Chiesa ortodossa ha aiutato la gente a separare il grano dal loglio per secoli. Oggi il nostro compito è quello di sottolineare l'inaccettabilità della volgarità e degli spot pubblicitari nel campo della creatività; di posizionare punti di riferimento morali, in modo che la cultura preservi la sua finalità educativa e continui a servire nella missione di trasfigurare l'uomo. Nikolaj Vasil'evich Gogol ha espresso questo pensiero quando ha descritto il vero obiettivo della creatività: "Rendere questa terra di dolori l'anticamera del Cielo attraverso la propria arte".

Ma quali criteri potrebbero essere utilizzati (e potrebbero essere utilizzati in modo fattivo) per valutare la letteratura? Quali sono i suoi criteri per le opere letterarie di qualità?

Come ha detto lo scrittore e poeta inglese John Raskin, "Quando l'amore e la maestria si uniscono, ci si può aspettare un capolavoro". Penso che i criteri principali per le opere letterarie di qualità siano costituiti dalla risposta interiore a ciò che viene letto. Ciò diventa possibile se l'autore investe nel lavoro creativo una piccola parte della propria anima, tutto il suo amore, talento e abilità. Anche il tempo è un indicatore globale di una vera opera d'arte. Quello che non perde la sua importanza, ciò che la gente di tutte le diverse generazioni può apprezzare, ciò che nel corso dei secoli, senza perdere la sua rilevanza, eleva le persone e le fa pensare, è vera arte.

Si fanno corsi di storia letteraria nelle scuole teologiche di Kiev? Qual è il significato di questo corso nell'educazione dei futuri pastori?

Ci sono diversi corsi obbligatori inseriti nel programma delle scuole teologiche di Kiev che sono dedicati alla letteratura creativa. Si deve notare che oggi siamo di fronte a una questione molto dolorosa in materia di istruzione moderna. Le persone che entrano in seminario conoscono poco perfino i classici, e dobbiamo colmare il divario. Senza letteratura creativa non è possibile parlare di sviluppo teologico e culturale personale a pieno titolo. Non riesco a immaginare un prete che non abbia alcuna conoscenza delle opere dei grandi scrittori e poeti i cui nomi sono l'orgoglio e la ricchezza spirituale della nostra nazione. Sono profondamente convinto che il livello di intelligenza e di cultura di un giovane sacerdote sia direttamente dipendente da questo problema.

Come possiamo coltivare il nostro gusto letterario? Dopo tutto, non è così facile dare un senso a un numero enorme di testi, soprattutto se non stiamo parlando di classici internazionali, ma di opere di autori moderni.

Il buon gusto si forma sotto l'influenza di buoni insegnanti. Chi è a conoscenza delle opere dei grandi maestri della parola scritta troverà più facile distinguere un lavoro di qualità da un surrogato. Inoltre, è perfettamente chiaro che il consumo indiscriminato distrugge il buon gusto. Una persona dovrebbe essere schizzinosa nelle sue preferenze letterarie, e selezionare molto attentamente solo cibo degno e salutare per la sua mente.

Personalmente, che tipo di letteratura preferisce leggere quando ne ha il tempo?

I miei scrittori preferiti sono Dostoevskij, Chekhov, e Nechui-Levitskij. Tra gli autori moderni, spiccano i nomi di Valentin Rasputin e Vladimir Kuprin. Sono anche felicissimo della comparsa di un genere letterario che potremmo definire "prosa sacerdotale". Ho sempre letto con grande piacere le storie dell'arciprete Nikolaj Agafonov, dell'arciprete Mikhail Shpokjanskij e del sacerdote Jaroslav Shipova. E non posso non citare il libro dell'archimandrita Tikhon (Shevkunov), Santi quotidiani, che mi ha fatto una grande impressione.

 
Alcune note missionarie

Introduzione: il lavoro pastorale

Un mito comune dice che c'è una differenza tra lavoro parrocchiale e lavoro missionario. In realtà, sono esattamente la stessa cosa. Tutto il lavoro parrocchiale è lavoro missionario e tutto il lavoro missionario è lavoro parrocchiale, perché entrambi sono lavori pastorali. Ci sono due ostacoli al vero lavoro parrocchiale / missionario / pastorale. Il primo è di ordine pratico e comporta la disastrosa mancanza di infrastrutture ortodosse nei paesi occidentali, il secondo è di ordine ideologico e coinvolge quello che può essere chiamato politicamente "mononazionalismo" – che trasforma quelli di altre nazionalità in cittadini di seconda classe.

Mancanza di infrastrutture e mononazionalismo

Oggi, la Chiesa ortodossa si trova di fronte alle conseguenze bloccanti e dirompenti di un secolo di persecuzioni, di apostasia e di decadenza. Con pochi devoti alla Chiesa e ben informati sulla Tradizione, ci mancano i locali, i sacerdoti, i cantori e le finanze – e quindi ci mancano le infrastrutture. Il secondo problema è quello del mononazionalismo razzista, il rifiuto di accettare quelli di altre nazionalità nella Chiesa. Eppure siamo chiamati da san Matteo (Mt 28, 19) ad 'andare, insegnare e battezzare tutte le nazioni', cioè ad accettare tutte le persone, indipendentemente dalla nazionalità, dalla provenienza e dalla classe.

Siamo chiamati a non avere pregiudizi etnici (per esempio, l'abuso di accettare solo anglicani, solo greci, solo russi e così via nelle nostre chiese). Siamo chiamati, per esempio, a non imporre usanze aliene come il calendario cattolico-romano, la comunione obbligatoria senza confessioni, sedie e banchi e altre pratiche antiortodosse. Tali nuovi costumi non fanno altro che respingere gli ortodossi autentici e sono altrettanto feticisti e divergenti che usare solo una singola lingua non locale nelle funzioni. O siamo cristiani e obbediamo ai comandamenti (Mt 28, 20), o non lo siamo.

Negatività e realismo

Alcuni ci trovano negativi. Di fatto, siamo realisti. Come i russi, noi del popolo diciamo la verità, per quanto spiacevole possa essere per gli idealisti ingenui e per chi vive in uno stato d'illusione. Nulla si costruisce mai sull'illusione. Significa costruire sulla sabbia. Il male è reale. In effetti, se scrivessi tutto ciò che ho vissuto, allora rimarreste scioccati. Ma non lo scrivo. San Paisio l'Athonita disse che quando si cammina sul Monte Athos è necessario rimuovere gli escrementi degli animali selvaggi dai sentieri, in modo che gli altri non li calpestino. Questo è il mio compito qui nel mondo, rimuovere tali realtà inutili e sgradevoli.

La Chiesa ortodossa sarà di nuovo vista come l'unico cristianesimo, come in principio

Oggi l'anglicanesimo sta morendo, come tutte le altre forme di protestantesimo, e come la loro fonte, il cattolicesimo romano. In alcuni luoghi sono già morti, nel primo mondo (occidentale). Nel secondo mondo (l'Europa orientale), come nel terzo mondo, sono ancora molto vivi, sebbene in forme tradizionali locali: così, in questo paese, l'anglicanesimo sopravvive grazie soprattutto agli africani e agli afro-caraibici e il cattolicesimo in gran parte grazie ai polacchi. Ma questo durerà solo per un'altra generazione: tutti quelli che partecipano al mito secolarista della supremazia occidentale ne sono prima o poi corrotti e distrutti.

Pertanto, stiamo assistendo alla fine del vecchio movimento della mezzodossia anglicana / episcopaliana, chiamato "anglicanesimo con le icone", ecc. Dove non è morto, sta morendo, tranne che nei luoghi in cui è stato conquistato dagli europei dell'Est, da romeni, moldavi e russi baltici, ma dove non è più ortodosso. Entrambe le ali di questi ex convertiti anglicani, i liberali moralisti (i liberali sono sempre moralisti perché non hanno spiritualità) e gli anglo-cattolici settari e ultra-conservatori si sono relegati negli angoli. Noi siamo ortodossi inglesi, non ortodossi anglicani.

Conclusione: il vero lavoro missionario

Il vero lavoro missionario non è condotto gridando agli angoli delle strade o spingendo i vangeli a forza nella gola della gente come fanno i settari protestanti. I risultati, se mai ve ne sono, sono superficiali e non durano mai. Noi non abbiamo piani, abbiamo semplicemente speranza, fede e amore. Celebriamo insieme e preghiamo. Il resto verrà. Questo è il modo in cui 75 anni di tirannia atea occidentale sono finiti nelle terre russe e 400 anni di occupazione turca sono finiti in Grecia. Noi faremo lo stesso qui e faremo finire i 1.000 anni di occupazione da parte delle élite dell'establishment occidentale anti-cristiano e russofobo (i due vanno di pari passo).

 
Com'è che la "fonte vivificante" ha avuto questo nome?

Il venerdì della Settimana Luminosa si celebra la festa della "fonte vivificante", una ricorrenza dedicata a un famoso santuario di Costantinopoli (nel quartiere costiero di Baloukli), con una fonte miracolosa. Il legame con l’acqua fa sì che questa festa sia spesso l’occasione della prima benedizione pubblica delle acque dopo la Pasqua. Dal blog Mystagogy di John Sanidopoulos, abbiamo tradotto un articolo di presentazione dell’evento miracoloso all’origine di questa festa, che presentiamo nella sezione “Santi” dei documenti.

 
Il progetto di distruzione della Chiesa ortodossa russa

Il progetto

Se l'Anticristo deve venire, deve prima essere distrutta la Russia storica con la sua civiltà cristiana indipendente e i suoi valori, poiché tali cose non possono essere combinate con il progetto globalista di coloro che vogliono distruggere tutti gli stati nazionali sovrani e la fede autentica (al contrario di mere 'religioni' mondane, razionaliste, con le sue istituzioni addomesticate e dipendenti, manipolate dagli stati). La fede autentica significa infatti fedeltà verso l'altro mondo e quindi opposizione a questo mondo – cosa che l'Anticristo non può tollerare. Questo fu il senso degli eventi genocidi del 1917 nell'impero russo cristiano, organizzati, finanziati e unanimemente accolti con gioia dalle bellicose potenze occidentali internazionaliste, e il seguente massacro e martirio di milioni di persone, anche questo lodato oppure ignorato dall'Occidente. Ora tutte le civiltà dipendono da una sorgente spirituale, e la civiltà della Russia storica, miracolosamente risuscitata per opera dei nuovi martiri e confessori dopo le oscenità assassine dei bolscevichi, può essere distrutta solo se si può distruggere la sua sorgente spirituale, la Chiesa ortodossa russa, come ha chiaramente affermato l'ideologo neocon Brzezinski. Ma come possono essere distrutte la Russia e la Chiesa Russa?

Certamente non con le armi nucleari, perché la Russia può difendersi contro di loro. Tale distruzione può essere effettuata quindi solo dal 'soft power', ovvero dalla propaganda occidentale. L'ideologia della BBC, con la sua ripetizione sistematica di miti di propaganda razzista (per esempio, che i russi sono 'asiatici' – che cosa affascinante per i veri 'asiatici', come i nativi americani massacrati, che Ivan 'il Terribile', che, si dice, ha ucciso 3.000 persone, è stato di gran lunga peggiore di Enrico VIII e Elisabetta I che ne hanno uccise 150.000 o di Cromwell che ne ha uccise ben oltre un milione, gli inesistenti villaggi Potjomkin, ecc), la sua denigrazione dei Romanov, la lode per le oscenità del 1917 e per i malvagi e stupidi Kruscev e Gorbaciov e l'insistenza che la Chiesa di oggi è solo uno strumento dello Stato russo (proprio come la Chiesa d'Inghilterra è uno strumento dell'Establishment britannico), è un buon esempio, ma non l'unico, perché tutti i media occidentali obbediscono allo stesso maestro satanico. Il progetto intende infatti occidentalizzare un numero sufficiente di "utili idioti" del tipo Gorbaciov-Eltsin, in modo che i liberali occidentali e gli atei possano poi subentrare a Mosca, formando un governo fantoccio, esattamente come è successo a San Pietroburgo nel mese di febbraio 1917 e a Kiev nel febbraio 2014. Ma come può la Chiesa essere compromessa?

La rimozione del patriarca

La storia del terrorismo in tutto il mondo occidentale ha sempre seguito lo stesso schema. La sua strategia è sempre quella di screditare e quindi rimuovere i capi nemici, siano essi politici o spirituali, nella speranza che le masse si infatuino del mito menzognero della 'democrazia', creato da società occidentali di pubbliche relazioni. Questo è esattamente quello che hanno fatto a Kiev nel 2014. Nel caso della Chiesa russa, questo significa screditare il patriarca. Ora, sua Santità il patriarca Kirill è stato eletto dopo il riposo del patriarca Alessio II sei anni fa. Il sogno dei liberali occidentali era che si sarebbe rivelato un liberale, dal momento che è un uomo altamente istruito con una profonda conoscenza e comprensione del mondo occidentale e grandi capacità diplomatiche. Ma li ha notevolmente delusi. Nel 2012 le ambasciate occidentali hanno orchestrato un attacco allo Stato e alla Chiesa russa, che ha incluso la sovvenzione di manifestazioni di piazza con decine di migliaia dei 15 milioni di abitanti di Mosca. E così allo stesso tempo, i media controllati dagli Stati Uniti hanno inventato diverse storie (soprattutto finanziarie) dirette personalmente contro il patriarca, e ha avuto luogo la protesta orchestrata dall'Occidente delle Pussy Riot, il cui nome osceno è così profondamente simbolico dell'ideologia occidentale di sesso e violenza.

I risultati sono stati catastrofici per l'Occidente; non c'è stata alcuna rivoluzione colorata in Russia, come nel 1917. Le proteste di piazza si sono esaurite appena Hillary Clinton ha tagliato le sovvenzioni dei contribuenti degli Stati Uniti alla folla; le manifestanti delle Pussy Riot, adorate dalla BBC e da altri media occidentali e l'incallito senatore russofobo McCain si sono dimostrati degenerati blasfemi o malati mentali. Quanto a sua Santità, ha dimostrato di essere molto più di un diplomatico appellandosi al sostegno alle masse di devoti ortodossi che da tempo avevano smascherato il liberalismo, il modernismo e l'ecumenismo. Infatti, sua Santità ha parlato poi di 'traditori in tonaca', riferendosi a individui obsoleti 'manovrati' da spie occidentali. Proprio come lo scisma di Sourozh del 2006, scatenato da BBC, The Times e The Daily Telegraph nel Regno Unito, si è rivelato essere la fine i i cinquant'anni di aggressivo modernismo rinnovazionista nella Diocesi del Regno Unito del patriarcato di Mosca, che alla fine si è alleato con la tradizionale ROCOR, così anche l'attacco del 2012 al patriarca non ha fatto altro che consolidare la Chiesa in Russia. Allo stesso modo, l'attacco del 2014 all'Ucraina non ha fatto che consolidare le relazioni russe con la Cina, che una volta erano state sabotate da Krusciov.

Il fallimento

Ora, passati dal 2015 al 2016, il progetto è stato rilanciato. Non essendo riusciti a rubare la Crimea per istituirvi delle basi NATO, non essendo riusciti a creare una guerra civile su vasta scala in Ucraina a e diffonderla in Russia, il centro di comando e controllo occidentale ha inviato il messaggio che il patriarca russo deve essere rimosso 'entro il 2017'. Questo, almeno, è il messaggio del commentatore politico licenziato, padre Vsevolod Chaplin, che, come altri liberali marginali amareggiati, il protodiacono Kuraev Andrej e Sergej Chapnin, ha dimostrato una straordinaria mancanza di rispetto per sua Santità e anche per il clero e le persone ordinarie della Chiesa. I poteri che cospirano contro la Chiesa desiderano deporre il patriarca troppo solido e intelligente, sostituendolo con un ingenuo liberale, se possibile, che parli inglese. Allo stesso tempo, vogliono provocare le masse dei fedeli con un 'Concilio pan-ortodosso' che sembra avere un programma laicista imposto dagli Stati Uniti, e così creare uno scisma in Ucraina. Tuttavia, i cospiratori non possono avere successo, qualunque sia il punto di vista di alcuni individui sviati e corteggiati dai media liberali; la Chiesa ortodossa è il Corpo di Cristo, non un'organizzazione occidentale laica, che può semplicemente essere decapitata.

Prima di tutto, il patriarca di Mosca è eletto a vita (a differenza, per esempio, di papa Benedetto di Roma) e i fedeli vedono chi sta dietro ai liberali ingenui e manipolati. Per quanto riguarda la riunione dei vescovi ('Concilio'), che può o non può aver luogo quest'anno in qualche luogo ancora segretp, può non produrrre alcun effetto e, anzi, certamente non ne produrrà, se il popolo non accetterà le sue decisioni . La Chiesa ortodossa non è il Vaticano, dove tutto ciò che dice un papa di Roma installato dall'Occidente deve essere seguito. Santi come san Giustino di Chelije e san Kuksha di Odessa hanno già detto che ogni novità in un 'Concilio' sarà respinta. Per quanto riguarda lo scisma in Ucraina, non avverrà – la Chiesa ucraina è fedele alla Chiesa imperiale multinazionale, con centro a Mosca. Né i russofobi in Occidente né le loro marionette provinciali nazionaliste a Kiev, né i ristretti nazionalisti e liberali laicisti a Mosca, avranno successo. La parte principale, composta da monasteri, parroci e fedeli ordinari, vincerà, perché la nostra fede è fondata su Cristo, su sua Madre, sui santi e sui nuovi martiri e confessori. Come Giuliano l'Apostata e tutti gli altri, anche i tiranni occidentali un giorno confesseranno: 'Hai vinto, galileo'.

 
I fedeli delle parrocchie ucraine sequestrate dagli scismatici apriranno a Gerusalemme la processione del Venerdì Santo

pellegrini con croci di legno entrano nella chiesa del Santo Sepolcro durante la processione ortodossa del Venerdì Santo. Foto: Thomas Coex/AFP

Fedeli provenienti dalle molte parrocchie della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca sequestrate da scismatici e nazionalisti apriranno la processione lungo la Via Dolorosa a Gerusalemme il Venerdì Santo, pregando per la pace nella loro terra d'origine, come riporta Interfax-Religion.

La Via Dolorosa è il percorso di 600 metri che Cristo percorse dal luogo del suo giudizio davanti a Pilato fino al luogo della sua crocifissione, che ora si trova all'interno dela basilica del Santo Sepolcro.

Come ha riferito martedì in una conferenza stampa sua Eminenza il metropolita Antonij di Borispol e Brovary, Cancelliere della Chiesa ortodossa ucraina, si stima che circa 300 persone partiranno dal Getsemani con una preghiera per la pace in Ucraina, entrando nella città vecchia, e procederanno lungo il sentiero percorso dal nostro Signore, portando sulla sua schiena la Croce vivifica.

I fedeli ortodossi delle varie regioni dell'Ucraina, compresi quelli le cui parrocchie sono state sequestrate illegalmente negli ultimi anni, prenderanno parte alla processione. I fedeli di queste parrocchie guideranno la processione portando una grande croce e immagini delle parrocchie che sono state sequestrate. Avranno anche un'icona dipinta di recente della Sinassi dei Nuovi Martiri della Chiesa Ortodossa Ucraina.

I pellegrini pregheranno per la misericordia di Dio e la protezione dell'Ucraina da guerre, conflitti e divisioni.

Sua Santità il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus' ha recentemente parlato della persecuzione in corso in Ucraina, notando che 50 parrocchie della Chiesa canonica sono state sequestrate negli ultimi anni. Le Nazioni Unite hanno concordato con il patriarca che i fedeli della Chiesa canonica in Ucraina sono soggetti a persecuzione.

"È una situazione molto difficile in Ucraina in questo momento; c'è una vera persecuzione contro la Chiesa ortodossa ucraina. 50 chiese sono state sequestrate con la forza negli ultimi tempi. Ci sono continui attacchi alle chiese e i sacerdoti sono picchiati... C'è un video in cui un sacerdote in paramenti è coperto di sangue, e lo chiamano invasore, ma è ucraino, è nato in Ucraina, e parla solo ucraino. Lo picchiano solo perché è nella Chiesa canonica, che le autorità locali chiamano Chiesa degli invasori", ha detto il patriarca in un'intervista ai media bulgari.

L'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha espresso preoccupazione anche per gli attacchi permanenti e sistematici contro la Chiesa ortodossa ucraina canonica, riconoscendo che il governo ha lanciato una campagna di intolleranza contro la Chiesa.

 
Una copertina di evangeliario realizzata nella tradizione di uno scrigno medievale

copertina e rilegatura di dell'evangeliario liturgico. Un lavoro collettivo di Andrew Gould, Jonathan Pageau e Brien Beidler

Sono sempre stato affascinato dalle rilegature dei libri liturgici del Medioevo. La loro unione perfetta di pelle, legno e metallo, come opera flessibile e tattile di arte funzionale, è singolarmente soddisfacente. Al contrario, c'è qualcosa che manca nella maggior parte delle copertine degli evangeliari contemporanei, che normalmente sono fatte applicando decorazioni sopra le copertine di cartone di una normale rilegatura moderna. Questi libri mancano della soddisfazione della completa integrazione della rilegatura con la decorazione. In effetti, la prima copertina di evangeliario che ho fatto è stata, da un punto di vista strutturale, essenzialmente una scatola di legno ornata che contiene un libro rilegato moderno.

particolare della copertina dell'evangeliario. Icona scolpita da Jonathan Pageau

Recentemente mi è stato chiesto di fare una copertina da evangeliario per la Cattedrale ortodossa della Santissima Trinità a Boston, e ho deciso di provare un approccio completamente diverso. Sapendo che le copertine dei libri medievali erano pannelli di legno rivestiti in pelle o metallo, mi sono consultato con il rilegatore Brien Beidler su come un libro moderno stampato potesse essere rilegato in questo modo antico. Dopo aver progettato le copertine secondo le specifiche di Brien, ho collaborato con Jonathan Pageau, che ha prodotto le intricate icone, scolpite in legno di bosso, che avrebbero formato i pannelli centrali.

Ho incorniciato queste icone in listelli di abete di Douglas e le ho spedite, insieme al libro dei Vangeli, a Brien, che ha disassemblato la rilegatura di fabbrica, pagina dopo pagina, e poi ha ricucito i fogli con robuste corde di lino. Le corde si attaccano alle copertine di legno, e il dorso è stato poi ricoperto di cuoio morbido, il tutto fatto a mano nel modo medievale europeo.

le icone scolpite sono incorniciate per creare le copertine in legno

dopo aver slegato il libro, Brien ha ricucito le pagine con corde di lino

Brien ha modellato le copertine per adattarle alla curvatura del dorso. Le corde di lino sono allacciate alle tavole

pioli di legno affusolati sono utilizzati per fissare le corde di lino in posizione

fasce di seta decorative cucite a mano adornano entrambe le estremità del dorso

i pioli e le estremità libere dei cavi sono tagliati a filo. Il libro è ora pronto per la copertura in cuoio

il cuoio è applicato e tenuto giù con corde strette in una pressa per un buon legame con il dorso

Quando ho ricevuto il libro appena rilegato, sono rimasto stupito dal suo aspetto soddisfacente: forte e pesante, eppure molto flessibile e caldo al tatto. Ha quella qualità di gravitas che ho sperimentato maneggiando libri antichi realizzati prima del XIX secolo.

Ho deciso di rivestire il telaio con basma – strisce in rilievo di nichel-argento, importate dalla Russia. Ho descritto la venerabile storia e le qualità estetiche della basma in precedenza, in un altro articolo. Ho tagliato la base per adattarla al telaio e l'ho attaccata con chiodi minuscoli.

fase di modellazione della basma

la basma inchiodata in posizione

Successivamente alla base ho saldato le lunette di incastonatura in ottone e vi ho montato pietre di quarzo verde avventurina tagliato a cabochon. Ho quindi modellato anelli ornamentali di filo di ottone intrecciato per incorniciare ogni pietra preziosa, per integrarle meglio con la trama della basma.

saldatura delle lunette alla base

montaggio delle gemme

creazione di anelli ornamentali in ​​filo di ottone

Ora arriva il passaggio più insolito. Fin dall'inizio del progetto, mi era chiaro che la basma argentata brillante avrebbe sopraffatto visivamente la delicata colorazione dell'icona di legno e della rilegatura di cuoio. Dovevo fare qualcosa per attenuarla, per darle più profondità e sottigliezza. Dopo molte sperimentazioni, ho scoperto che potevo dipingere la base con vernice giapponese (pittura a olio opaca), e poi sfregare la vernice per rivelare il disegno in rilievo. Questa tecnica migliora notevolmente la bellezza del materiale, dando un effetto non diverso dallo smalto, che ricorda forse le copertine del Vangelo medievale realizzate a Limoges, in Francia. Non solo aggiunge un po' di colore, ma dona anche profondità e contrasto, permettendo al disegno in rilievo nella basma di risaltare brillantemente contro la vernice opaca dietro di esso.

pittura della basma

sfregamento a secco della vernice con lana d'acciaio

il libro dei Vangeli finito

copertina dell'evangeliario in ottone smaltato di Limoges, Francia, XIII secolo

Questo progetto è stato uno dei più riusciti su cui ho lavorato. I materiali, i colori e le trame collaborano a presentare un'esperienza visiva e tattile quanto mai soddisfacente. E mentre il risultato è in linea di massima reminescente di varie opere medievali, non è nemmeno vicino a essere una copia di un particolare pezzo storico. In effetti, sembra piuttosto un'opera nuova, forse anche particolarmente americana, nella sua chiarezza di composizione e nella presentazione diretta dei materiali naturali. Spero che questo progetto offra ispirazione ad altri che cercano il rinnovamento nell'arte liturgica tradizionale.

Il design e le opere liturgiche di Andrew Gould possono essere visti sui suoi siti Web: http://www.newworldbyzantine.com/ e http://www.nwbstudios.com/

 
La civiltà ortodossa e l'Iran

La seguente intervista deriva da un articolo originariamente apparso nel numero 6 del 1995 della rivista di Aleksandr Dugin, 'Elementy' (Elementi). Qui, l'ex ambasciatore iraniano presso la Santa Sede, Muhammad Masjid Jamei, offre il suo punto di vista sulle vicende della crisi jugoslava e della comprensione iraniana della Chiesa ortodossa. Quasi vent'anni dopo, mentre l'Occidente sta replicando il modello dei Balcani in Ucraina, quest'articolo mantiene tutta la sua rilevanza ed evidenzia una significativa lungimiranza da parte dell'ambasciatore.

Quale ruolo, a suo avviso, dovrebbe la Chiesa ortodossa svolgere nel mondo contemporaneo?

L'Ortodossia è più di una singola chiesa, è più di un semplice denominazione. Essa comprende l'asse della storia, della cultura e dell'identità dei popoli ortodossi. È proprio per questo che la Chiesa ortodossa gioca o giocherà un ruolo cruciale. La Russia e la maggior parte dei paesi dell'ex blocco orientale, da un punto di vista storico e culturale, non sono veramente parte del mondo occidentale, né potrebbero esserlo. A mio parere, la passata rivalità tra i blocchi occidentale e orientale non era solo dovuto all'antagonismo tra capitalismo e marxismo. Fattori nazionali ed etnici hanno giocato un ruolo chiave nel conflitto tra i due sistemi. Naturalmente ora, a causa della forte pressione da parte di regimi politici esistenti, questi fattori non hanno l'opportunità di dimostrare pienamente il loro peso reale nel mondo. Ma questo non significa che non esistano. Al contrario, dopo la caduta del marxismo hanno trovato una nuova forza. È questo che l'occidente teme. Il marxismo, indipendentemente dalla forma che assume, non può costituire una minaccia per l'Occidente in quanto non esiste più il pericolo che i regimi marxisti possano ancora una volta ritrovare forza all'interno dei paesi dell'Europa orientale. Molto più probabile è la rinascita di un nazionalismo che si opporrà all'Occidente e, come in passato, darà origine a un nuovo scontro di valori.

Ora, un grave aumento del ruolo della Chiesa ortodossa dipende solo dalla Chiesa stessa. Inoltre, dipende molto anche da come molte delle sue caratteristiche originali possono essere conservate, senza una modernizzazione al di là di quanto è necessario e con una strenua opposizione alla propaganda, attraverso la quale i mondialisti vorrebbero cercare di occidentalizzare l'Ortodossia, come è accaduto con le altre confessioni cristiane. È in questo senso, dal mio punto di vista, che la Chiesa ortodossa è una delle più importanti forze intrinsecamente opposte al mondialismo.

Serbi e russi suppongono egualmente che la crisi jugoslava, con il conseguente smembramento del paese e la guerra con la Bosnia, sia un'espressione d'ingrandimento contro la Chiesa ortodossa. È d'accordo con questo punto di vista?

Il punto qui non è se essere in accordo o in disaccordo. Si tratta, piuttosto, di capire il modo di pensare e di sentire degli ortodossi. Questo si dovrebbe fare, indipendentemente dalle altre questioni, e questo contribuirà a porre fine alla crisi. Dal punto di vista serbo-ortodosso, la crisi è iniziata con la separazione della Croazia dalla Jugoslavia, che a loro parere è stata supportata dalla Germania, dall'Austria e dal Vaticano. Essi ritengono che l'invasione del Vaticano sia dovuta al fatto che i popoli di questa regione sono cattolici, e sostengono che l'espansionismo della Chiesa cattolica è stato al centro della guerra e che ha portato alla sua intensificazione. Dal loro punto di vista, si tratta di una guerra ingiusta e diseguale tra due confessioni. Successivamente, la guerra si è diffusa in Bosnia. I serbi ortodossi hanno combattuto contro i musulmani e i loro alleati, i croati. Dal punto di vista ortodosso, i musulmani sono stati provocati dai cattolici con falsi pretesti per combattere contro i serbi, con l'obiettivo di sopprimere l'Ortodossia. Ciò forma la base del loro atteggiamento nei confronti della guerra in Bosnia. Naturalmente, sono a conoscenza dell'esistenza di altri fattori, ma in relazione al ruolo del cattolicesimo in questo conflitto sono quasi unanimi nel loro sentimento.

Cosa ne pensa del futuro della Chiesa ortodossa?

Nonostante i suoi fattori di debolezza, dovuti al regime comunista, la Chiesa ortodossa è internamente forte e ricca, soprattutto in relazione ai suoi elementi mistici e al modo ortodosso di pensare e alle sue tradizioni, che sono sopravvissute in gran parte della popolazione. Il conservatorismo e l'adattamento ritardato dell'Ortodossia alle condizioni moderne è contemporaneamente un punto debole e un grande merito: la Chiesa Ortodossa rimane fedele ai suoi principi originari, mentre altre confessioni hanno fatto il contrario e si sono modernizzate fino al punto della degenerazione. Inoltre, il carattere nazionale della Chiesa determina la sua potente struttura, che contribuisce alla conservazione dell'indipendenza culturale e politica del suo gregge. Oggi, è questo gregge che rifiuta l'avanzata dell'Occidente e il suo atteggiamento umiliante nei confronti della Russia e delle sue tradizioni, e coloro che desiderano vivere in modo indipendente e con dignità guardano alla Chiesa. Possiamo quindi concludere che la Chiesa avrà senza dubbio un ruolo fondamentale e attivo nella vita degli ortodossi e specialmente i popoli slavi. Tutti i regimi che si sforzano di gestire i paesi dell'Europa orientale devono prendere in considerazione la Chiesa, che ora sta attraversando un periodo di transizione, ma sicuramente supererà con successo tutte le difficoltà e, alla fine, apparirà ancora più forte e più potente di mai.

Cosa pensa del rapporto tra la Chiesa ortodossa e l'islam?

Nonostante il fatto che ci sia stata una moltitudine di conflitti tra ortodossi e musulmani, in particolare nei Balcani, gli ultimi decenni hanno visto una tendenza verso un miglioramento delle relazioni. Tali rapporti non erano conflittuali sotto il regime comunista, e sembra che siano rimasti buoni dopo la caduta della cortina di ferro. La situazione in Jugoslavia, in particolare in Bosnia e in Kosovo, è ovviamente un'eccezione, e spero nella più rapida risoluzione possibile di una crisi che porti un miglioramento ancor più grande nei rapporti tra Islam e Ortodossia.

Il fatto è che, nonostante le loro differenze esistenti, gli ortodossi e i musulmani condividono problemi comuni e nemici comuni. Con la caduta dei regimi comunisti in Europa orientale, i militaristi occidentali stanno tentando di distruggere gli ultimi piccoli resti di indipendenza nazionale, culturale e religiosa che potrebbero interferire con la loro aspirazione all'egemonia globale. Dal loro punto di vista, Islam e Ortodossia sono l'essenza di un blocco di potere la cui esistenza è incompatibile con i loro piani, è per questo motivo che si fanno tanti sforzi per indebolire o addirittura per distruggere queste due religioni.

Il modo migliore verso la realizzazione di questo obiettivo è la creazione di dispute e guerre gli uni con gli altri. Pertanto, data questa situazione, possiamo tranquillamente dire che vi sono motivi profondamente giustificati per la cooperazione tra la Chiesa ortodossa e l'Islam. La cosa più importante è che entrambe le parti dovrebbero approfondire i loro legami e saggiamente e obiettivamente studiare la situazione internazionale, contribuendo così alla costruzione della pace, ad accordi, e all'eliminazione di qualsiasi tipo di possibile conflitto.

Cosa pensa del rapporto tra la Russia e l'Iran?

Sin dai tempi antichi, gli iraniani sono un popolo religioso che, come la storia vi dirà, mantiene eccellenti rapporti con le altre religioni, specialmente i cristiani, soprattutto gli ortodossi. L'Iran vuole continuare a sviluppare queste buone relazioni, e, sulla base di un tale obiettivo, ha compiuto due incontri religiosi al più alto livello con la Chiesa ortodossa greca-. L'Iran è interessato alla continuazione di questo dialogo.

L'anno scorso, il presidente Hashemi Rafsanjani ha inviato occasione del Natale un messaggio di congratulazioni al Patriarca di Mosca e di tutta la Rus', e molti altri funzionari iraniani hanno inviato messaggi di congratulazioni ad altri gerarchi della Chiesa ortodossa. Voglio sottolineare che l'Iran è molto interessato a un dialogo più attivo con il mondo cristiano, in particolare con l'Ortodossia, che, a sua volta, dovrebbe pure essere interessata a queste relazioni.

 
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