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La corruzione dell'episcopato di Costantinopoli

Cosa ne pensa delle terribili accuse contro alcuni membri dell'episcopato di Costantinopoli, che stanno girando su internet? Si tratta di fake news? O, se è vero, è tempo per noi di avere un episcopato sposato?

Quando ho visto per la prima volta le accuse, che chiaramente non sembrano notizie false, mi sono chiesto quale fosse il problema: queste storie sono note da decenni, anche se, è vero, non sono mai state pubblicate su Internet. La corruzione dei vescovi ortodossi nella diaspora è ben nota. C'era il vescovo russo a Parigi, inviato in Siberia, quando Mosca si rese conto che era tutto vero, il vescovo serbo che ha dovuto 'andare in pensione', l'episcopato di un certo gruppo negli Stati Uniti noto come 'la mafia gay', che cadde quindi sotto il controllo di un certo prete che aveva prove infamanti su di loro, i vescovi greci e russi in Europa con i loro fidanzati o le loro molteplici amanti, quello che chiamavano "Johnny Walker" (sappiamo come morì) e i vescovi fumatori accaniti del Medio Oriente e gli slavi alcolizzati. Tutto questo è ben noto da decenni e da generazioni. Tuttavia, le ultime storie a base di furti di orologi Rolex del valore di centinaia di migliaia di euro e tutti i sordidi dettagli meritevoli solo dei tabloid scandalistici britannici, portano la situazione a un livello diverso (o a una diversa profondità).

Ovviamente, le persone di mentalità protestante chiedono immediatamente vescovi sposati. Io sono completamente contrario a questo. Prima di tutto, sarebbe completamente ingiusto nei confronti delle mogli. È abbastanza difficile per la moglie di un prete avere suo marito. La moglie di un vescovo non lo vedrebbe mai. Poi, in secondo luogo, introdurrebbe un carrierismo nocivo nel clero sposato. È già abbastanza brutto vederlo tra certi ieromonaci e archimandriti, senza inquinare il clero sposato.

C'è solo una soluzione: smettere di eleggere i vescovi tra i candidati che sono candidati semplicemente perché non sono sposati. Altrimenti finiremo semplicemente, nel peggiore dei casi, con pedofili e omosessuali che hanno solo disprezzo per preti sposati, donne e bambini (come tra i cattolici) o, nel migliore dei casi (?), con scapoli professionisti e narcisisti che non hanno amore per nessuno eccetto loro stessi e i loro favoriti e gestiscono una mafia contro i veri pastori. Ne abbiamo visti abbastanza di entrambi i tipi e ne abbiamo sofferto abbastanza per 40 anni. Sono gli unici nemici della Chiesa e lo sono sempre stati. Distruggono le diocesi e rovinano vite. C'è una sola soluzione: il rinnovamento monastico. Se non vivi una vita monastica in un monastero e non hai esperienza pastorale e amore per la gente, non puoi diventare un vescovo.

Per quanto riguarda la specie di vescovi descritti a Costantinopoli, devono essere tutti deposti al più presto. Ne abbiamo abbastanza di loro. Tutto ciò che fanno è screditare e turbare la Chiesa e perseguitare i parroci sinceri e i fedeli devoti. E, soprattutto, possono essere corrotti dal Dipartimento di Stato americano che ha tutte le informazioni infamanti su tutti loro e così può ricattarli – proprio come faceva il KGB ai tempi dell'Unione Sovietica, proprio come fa oggi la CIA in Ucraina .

Cosa ne pensa della nomina del metropolita Elpidophoros come nuovo arcivescovo greco d'America?

Il suo nome significa "portatore di speranza". Tuttavia, è portatore di disperazione. Aspettatevi scismi nella Chiesa greca negli Stati Uniti, in Australia e in Gran Bretagna. Anzi, sono già iniziati, con sacerdoti e parrocchie che passano all'Ortodossia canonica. È l'inizio della fine per il dominio di Costantinopoli. Per quanto sia triste, è inevitabile e, alla fine, questo sarà un evento positivo. Dio non si fa prendere in giro. Dobbiamo vivere per il futuro, non per il passato corrotto. Tutto sarà provvidenziale. E la Provvidenza è l'amore di Dio nella storia.

Questioni della Chiesa ortodossa russa

Di recente ho visitato la Russia e ho visto e sentito alcune cose strane da alcune persone. Per esempio, qualcuno mi ha detto che conosceva un ortodosso che era sicuro che un giorno Stalin sarebbe stato canonizzato. Una donna ortodossa che ho incontrato ha detto che pensava che la Chiesa russa dovesse diventare come la Chiesa cattolica. Tali opinioni sono diffuse?

La Chiesa russa di oggi è al 90% una Chiesa di convertiti, quindi inevitabilmente incontri occasionalmente fedeli estremisti e marginali, o per dirla francamente, "strambi", nazionalisti, ecumenisti e quant'altro. Oltre a questo, è anche possibile incontrare, tra alcuni sacerdoti, i postumi della sbronza del periodo sovietico: centralizzazione e burocrazia (anche se questo era in qualche modo presente anche prima della rivoluzione). Non dovremmo preoccuparcene. Queste cose passeranno tutte, sono una fase di crescita. E interessano solo alcuni; per maggior parte i fedeli sono solidi. Ricordiamoci di guardare la foresta, non i singoli alberi.

La Chiesa ortodossa russa ha da diversi mesi un esarcato a Parigi. Aveva scritto molto su questo prima che accadesse. Perché la Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia (incluso lei stesso) non vi partecipa?

L'Esarcato russo è per il momento in gran parte solo sulla carta. È centralizzato, burocratico, gli mancano vescovi sul posto in Italia e in Scandinavia, e quest'ultima, come la Germania, non ne fa parte. L'Esarcato finora non è reale, non è locale, non è attrezzato, non è pastorale. E lo so da contatti concreti al livello più alto E al livello più basso. Non è affatto pronto a operare come il meglio della Chiesa fuori dalla Russia (laddove esiste) e non vuole nemmeno che noi vi partecipiamo! Le nostre offerte di aiuto sono state respinte, molte volte, poiché preferiscono prendere ordini da Mosca, dove non capiscono nulla della situazione sul posto. Non è pronto – di gran lunga!

Quando l'Esarcato russo sarà pronto a essere pastorale e a diventare un vero Esarcato dell'Europa occidentale (e non meramente nell'Europa occidentale), allora vedremo dei cambiamenti. Per ora mancano chiaramente le competenze pastorali e le conoscenze locali necessarie, essendo un'esportazione disincarnata da Mosca. Avrà bisogno di diversi anni per crescere. Il compito, il dovere e la missione della Chiesa locale fuori dalla Russia in Europa occidentale sono precisamente quelli preparare il terreno per questo momento, riempiendo l'infrastruttura in gran parte vuota creata da Mosca, facendo da precursore, come san Giovanni Battista.

Parlando come l'unico prete nella Chiesa russa che abbia mai ricevuto una croce ingioiellata dal Patriarca Kirill (sette anni fa) e una seconda simile dal metropolita Hilarion di New York (tre anni dopo), credo che l'Esarcato non sia fattibile senza la ROCOR.

Psicologia pastorale

Qual è la differenza tra bassa autostima e umiltà?

La scarsa autostima deriva dall'essere umiliati, insultati e vittime di bullismo. La vittima di umiliazione e bullismo smette di credere in se stessa e dubita di tutto e di tutti e può odiare se stessa e persino auto-mutilarsi. Tuttavia, questo è in contraddizione con i due comandamenti supremi, amare Dio e amare il prossimo come noi stessi. Noi dobbiamo amare noi stessi. Non perché siamo qualcosa di diverso dai peccatori, ma perché Dio ci ama. Chiunque crede o ha sperimentato il fatto che Dio lo ama, non sarà vittima di bassa autostima, ma diventerà umile. La bassa autostima è il risultato di credere nelle opinioni e nelle azioni di narcisisti e di sadici prepotenti, qualunque sia la loro influenza su di noi, più che in Dio.

È vero che ci sono solo due scelte nella Chiesa, matrimonio o monachesimo?

Solo come ideale. Direi, e penso di averlo detto prima, che in realtà ci sono due scelte e un quarto. Il quarto di scelta è per tutti quelli che per qualche motivo, al momento, non si adattano a una delle due principali scelte. In altre parole, dobbiamo essere sempre preparati alle eccezioni e alle circostanze eccezionali. Per esempio, ci sono, sebbene siano molto rari, preti celibi, né sposati, né monaci.

 
20 citazioni dagli interventi del patriarca Kirill

In onore del quinto anniversario dell'intronizzazione del patriarca, abbiamo scelto una ventina di lucidi frammenti dai suoi sermoni, discorsi, programmi e interviste.

1. Sul potere

"La comprensione religiosa del potere è associata con il servizio. Davanti a Dio non vi è alcun significato nel potere umano, c'è un solo significato: il servizio. Ecco perché il potere autentico è anche associato con la responsabilità e la lotta eroica [podvig]. Questo include la lotta spirituale. Perché servire il prossimo, servire la gente, è sempre una questione di dono di se stessi. E, in alcuni casi, di crocifissione di se stessi per il bene di coloro che si è chiamati a servire.

Ecco perché a chi serve in posizioni di potere sono richieste enorme forza fisica e spirituale, saggezza, pazienza, forza e umiltà. Uno che si basa solo sulle sue forze fisiche e mentali e sulla sua forza di volontà non è pienamente in grado di svolgere questo mandato divino per tutti coloro che dipendono dal potere".

(Discorso al presidente dell'Ucraina Janukovich il 25 febbraio 2010)

2. Sulla libertà

"Il mio pensiero in materia di libertà umana si può riassumere in quanto segue: in sé e per sé, la libertà è un grande dono di Dio, in sé e per sé, la libertà è la capacità di scegliere. Dio non ci ha programmati per ogni cosa – a proposito, questo spesso distrugge la fiducia nelle persone che dicono: 'Perché Dio non punisce i peccatori? Dov'è Dio, quando accadono guerre e crimini?' Dio non ci programma del tutto nello stesso modo in cui noi impostiamo una sveglia su un dato tempo. Avrebbe potuto farlo, avrebbe potuto creare una straordinaria comunità di persone felici e sante. Ma poi queste persone non sarebbero state sante e felici per loro scelta, ma per un programma inserito in loro. L'immagine di Dio non sarebbe in loro; sarebbero stati altri tipi di creazione. Ma Dio ha voluto crearci secondo la sua immagine, immettere in noi il soffio della sua vita. Ciò ha portato al fatto che l'uomo ha la possibilità di scegliere".

(Discorso all'Università di Stato di Erevan il 18 maggio 2010)

3. Sul lavoro

Cosa succede se il lavoro è distaccato dai principi morali? Più spesso che no, tale lavoro ha la realizzazione del profitto come obiettivo. Tutte le violazioni morali e persino di legge in materia di lavoro avvengono quando il lavoro viene utilizzato per la realizzazione di un profitto per la soddisfazione egoistica dei bisogni umani. Tale lavoro cessa di essere pieno di grazia; cessa di essere un'espressione di amore, cioè, di un desiderio di dare se stessi per una buona causa. E quando tale lavoro ha luogo, i suoi risultati il più delle volte non portano beneficio alla società umana".

(Incontro con il personale della compagnia mineraria e metallurgica degli Urali il 16 aprile 2010)

4. Sulla blogosfera e sulla missione in Internet

"Non rimproveriamo, dopo tutto, l'apostolo Paolo per il fatto che ha sviluppato la dottrina con la corrispondenza. Tutto ciò che l'apostolo Paolo ha creato era in forma di lettere. Non rimproveriamo i santi Padri, gli asceti e i combattenti ascetici la cui eredità oggi ci fa meravigliare perché anche molte delle loro opere sono in forma di lettere. Ora, sacerdoti e teologi hanno la capacità di trasmettere in forma scritta i loro pensieri, di condividere la loro esperienza spirituale e di rispondere alle perplessità di altre persone, anche sotto forma di polemiche. Questo, naturalmente, è una sfida enorme, perché quando un prete si firma con il suo nome completo, quando tutti sanno che cosa questo prete sta dicendo, allora la sua responsabilità è molto alta. Perciò faccio appello al clero di partecipare a tutta questa vita moderna, a questo scambio di informazioni, ma solo con un altissimo senso di responsabilità. Non si può semplicemente chiacchierare su Internet, non si può presentare proprie idee personali in modo tale che la gente li percepisca come il pensiero della Chiesa. Pertanto, da un lato invito il clero a utilizzare attivamente queste nuove forme di corrispondenza, ma, d'altra parte, dato l'aumento di responsabilità, lo invito a prepararsi seriamente sia in senso spirituale sia intellettuale a partecipare a un lavoro di questo tipo".

(Incontro con i giornalisti ucraini il 15 luglio 2010)

5. Sulla Chiesa

"È sbagliato comprendere la Chiesa solo come una gerarchia: i vescovi, sacerdoti, diaconi, o altre persone che lavorano nella Chiesa. La Chiesa è tutto il popolo di Dio. La Chiesa si rivela quando si celebra la Divina Liturgia attorno al suo vescovo o sacerdote, e ognuno ha il proprio ministero nella Chiesa. E il laico – vale a dire, un membro battezzato della Chiesa – non è una comparsa. Un laico è uno che ha un ministero particolare nella Chiesa. Anche essere un laico è un ministero, e ci dedichiamo a questo ministero attraverso il mistero del battesimo.

Perciò quando nella vita della Chiesa tutto è fatto solo dalla gerarchia o dal clero, e i laici non fanno altro che partecipare soltanto ai servizi divini, questo è molto pericoloso per la vita della Chiesa, perché così non si realizza il principio più importante dell'esistenza ecclesiale: la Chiesa come comunità di fede, come popolo di Dio, unito intorno al proprio vescovo".

(Programma "Parola di un pastore" del 28 maggio 2011)

6. Sulla cultura

"Nessun organismo vivente può vivere di prodotti sintetici: prima o poi si ammala. Allo stesso modo, la società – come organismo vivente – non può vivere di una pseudo-cultura lucidata: romanzi polizieschi dozzinali al posto di letteratura, esibizioni di "stelle" invece di vera musica. Tale "cultura" sintetica porta con sé anche un certo tipo di "valori": gli pseudo-valori del "paradiso" dei consumatori, amore per il lusso, frivolezza e irresponsabilità. Gli pseudo-valori portano alla degradazione di ogni società. Il problema è solo che l'uomo non vede immediatamente questo degrado".

(Discorso alla riunione del Consiglio patriarcale per la cultura il 22 febbraio 2012)

7. Sull'anticlericalismo

"La Chiesa può essere paragonata a un reparto ospedaliero, pieno di gente, dove c'è dolore e sofferenza evidente; oppure a un'operazione chirurgica, dove si versa sangue e dove non tutti possono entrare senza rischio di perdere conoscenza... le stesse cose, ma nel regno spirituale, hanno luogo nella Chiesa. Vi giungono diverse persone: i peccatori, i pentiti, e coloro che desiderano la pace, la tranquillità e la guarigione. Coloro che guardano alla Chiesa dal di fuori criticano la Chiesa per il fatto che in essa non tutto va bene. Ma un chirurgo che ha appena eseguito una operazione avrà il camice tutto macchiato di sangue e tutto sarà sgradevole... E se un chirurgo fa un errore? Noi sappiamo come finirà e quante critiche si abbatteranno su quel medico. La stessa cosa accade nella Chiesa. Guardare la Chiesa dall'esterno fa pensare, per così dire, che le persone che criticano la Chiesa non le appartengono, che sono osservatori esterni. Ma in realtà il più delle volte i critici sono persone battezzate, con le loro malattie e i loro problemi".

(Programma "Parola di un pastore" del 10 giugno 2012)

8. Sullo sport

"C'è un meraviglioso detto: 'In un corpo sano c'è uno spirito sano'. Può essere letto in un modo o in un altro: 'in un corpo sano c'è uno spirito sano' o 'uno spirito sano è un corpo sano', perché questi sono concetti correlati, valori correlati, e vorrei illustrarlo con il seguente esempio. Gli atleti, come forse nessun altro, capiscono che cos'è la lotta [podvig], perché ogni vittoria sportiva è una lotta. Questa lotta è composta da molti fattori e ha sempre una dimensione spirituale interiore. Un soldato non può attaccare o rispondere al fuoco, difendendo la sua patria, senza la più alta motivazione interiore. Una persona debole non può essere un atleta che vince le gare e ottiene i migliori risultati. La lotta è sempre connessa con una condizione dell'anima. E qui arriviamo a una semplice conclusione: una persona debole è incapace di lottare. Quando dico 'deboli', non intendo una persona fisicamente debole – le persone fisicamente deboli sono in grado di lottare, e di lottare alla grande, se sono forti nello spirito!"

(Incontro con gli atleti russi il 26 settembre 2012)

9. Sulla storia

"Sappiamo, anche dalle lezioni della nostra storia, che un popolo che ha perso i suoi punti di riferimento storici, che ha rinunciato alla continuità delle generazioni, è facilmente convertito in un oggetto di esperimenti sociali e ideologici. E il costo di tali esperimenti è troppo alto.

La storia russa richiede una difesa da parte della società civile. Noi non abbiamo il diritto di indifferenza di fronte ai tentativi di distorcerla maliziosamente, dobbiamo proteggerla dalla distruzione dei suoi parametri principali. Ci sono confini che non abbiamo il diritto di oltrepassare. Dopo tutto, i fatti storici stessi che testimoniano la forza spirituale della nostra nazione negli anni della vittoria e le amare lezioni apprese durante gli anni dei disordini sono in grado di fermare l'espansione delle energie sociali distruttive".

(Discorso al XVI Concilio mondiale del popolo russo, "Pietre miliari della storia - le frontiere della Russia", il 1 ottobre 2012)

10. Sul giornalismo ortodosso

"Il giornalista è chiamato a rispondere agli eventi del mondo circostante. Un cristiano ortodosso ha lo stesso compito: egli deve rispondere al mondo circostante non attraverso la lente delle proprie preferenze politiche, si concentra culturali, o sotto l'influenza di interessi di gruppo e psicologia, ma esclusivamente attraverso la lente delle sue convinzioni cristiane.

Questo è il modo in cui un giornalista ortodosso si differenzia da qualsiasi altro giornalista. Ma se guardate il mondo in questo modo, allora questo punto di vista sarà evidente nel modo in cui parlate, in quello che scrivete, e in ciò che mostrate. Pertanto, non dovreste avere né lenti colorate di rosa, né lenti annerite.

Prima ancora, dovreste essere voi stessi il cristallo della vostra fede, delle vostre convinzioni. È attraverso questo che dovreste guardare il mondo. Ciò dovrebbe focalizzare la vostra energia intellettuale e spirituale e trasmettersi al mondo circostante".

(Discorso ai partecipanti al Quinto festival dei giornalisti ortodossi "Fede e Parola" il 31 ottobre 2012)

11. Su conservatori e liberali

"Nel mondo virtuale ci sono gruppi formati di liberali e conservatori ecclesiastici, che non cercano la verità, né la giustizia di Dio, ma i mezzi per pungersi più dolorosamente e mordersi più nettamente l'un l'altro. Questa è una tendenza molto triste. Divisioni ecclesiali interne, conflitti e inimicizie sono prove dell'infanzia nella fede, di un infantilismo che a volte assume la forma di bullismo. Ma se in un formato mediatico tale comunicazione è del tutto naturale, in quanto corrisponde ai moderni concetti di libertà di pensiero, è tanto profondamente estranea alla nostra secolare tradizione ecclesiale quanto è estranea e contraria allo spirito stesso dell'insegnamento del Vangelo".

(Discorso all'Assemblea diocesana della diocesi di Mosca il 28 dicembre 2012)

12. Sulla pace inter-religiosa

"La Chiesa ortodossa è chiamata a servire una grande causa: radunare insieme le persone. Ma perché sia così, è richiesto il rafforzamento della fede sia tra gli ortodossi sia tra i musulmani. Questo è il mio messaggio principale al Caucaso del Nord. Nessuna persona veramente credente farà saltare in aria un luogo di culto o ucciderà un altro, perché sa che questo è un grande peccato. Ma gli ortodossi e i musulmani vogliono vivere secondo le loro tradizioni e in conformità con le loro leggi. E, naturalmente, è molto importante che questo desiderio sia pure mantenuto dallo stato".

(Discorso alla trapeza fraterna in seguito alla Divina Liturgia il 27 gennaio 2013)

13. Sull'amore

"Molti possono dire: 'Non provo amore. Beh, non verso coloro che non sono miei parenti: padre, madre, fratello, sorella, marito, moglie, figli – e anche nei loro confronti...' Così come si può acquisire questo amore, in modo da fare del bene alla gente? Nessun atto artificiale di volontà, nessun desiderio ardente di amare l'uomo, nessuna determinazione ad amare iniziano al lunedì o a capodanno – niente di tutto questo funziona.

L'amore entra nel cuore gradualmente attraverso le buone azioni. Quando facciamo buone azioni verso le persone, queste cessano di essere indifferenti verso di noi, cessano di essere distanti da noi – diventano vicine a noi. E più facciamo queste buone azioni, più diventa forte l'amore nei nostri cuori, perché non c'è altro modo né altri mezzi di crescere nell'amore, se non compiere gli atti che ci salvano dal tremendo giudizio di Dio".

(Predica alla Domenica del giudizio, 10 marzo 2013)

14. Sul digiuno

"Limitiamo il cibo, riducendone il consumo al minimo. Non si tratta di rinunciare ai cibi non di digiuno, si tratta di moderazione nel cibo in generale, perché, come dicevano i santi Padri, ci si può abbuffare di cibo di digiuno tanto quanto di cibo non di digiuno. Si tratta di autocontrollo, attraverso il quale ci viene rivelata la grande verità che la concupiscenza della carne non è una predeterminazione, non è un istinto, contro i quali è impossibile dare battaglia. La concupiscenza della carne è nella nostra coscienza, nella nostra mente, non nelle esigenze del nostro organismo. Il digiuno ci offre l'opportunità di toccare un diverso stile di vita e di riconoscere che non solo l'anima, ma tutto il corpo fisico fiorisce nel digiuno. Il digiuno ci dà l'opportunità di conoscere la verità delle parole dell'Apostolo e guardare con occhi completamente diversi i nostri propositi, le nostre aspirazioni, i nostri obiettivi che costruiamo in questa vita e che cerchiamo di realizzare".

(Predica della Domenica dei latticini, 17 marzo 2013)

15. Sulla morale

"Su una solida base di valori cristiani si forma non solo la cultura, ma anche il carattere spirituale e morale dell'uomo. La Tradizione cristiana è la roccia incrollabile su cui principio morale dell'uomo può crescere e produrre buoni frutti.

Ma se parliamo di morale non religiosa, questa non può essere definita una roccia – è un terreno infido. Perché infido? Perché la morale non religiosa non porta i principi della vita morale verso il principio assoluto e indiscutibile, che è Dio, ma verso le circostanze della vita, verso contesti storici e culturali mutevoli. E si scopre che la morale non religiosa implica una sorta di relatività dei concetti morali. Quello che oggi è buono domani potrebbe essere cattivo. Ciò che è buono per una nazione può essere cattivo per un'altra. Ciò che è buono per i ricchi potrebbe essere un male per i poveri. E sappiamo che la relatività della morale ha generato le peggiori ideologia misantrope di cui sono state vittime milioni di persone".

(Predica alla chiusura della quinta Olimpiade pan-russa dei Fondamenti di cultura ortodossa per i bambini delle scuole, 18 aprile 2013)

16. Sull'adozione

"Ho visto negli occhi di persone che hanno fatto questo passo la determinazione a continuare la loro missione, mentre allo stesso tempo, naturalmente, hanno ridotto il loro livello di comfort domestico e di tempo libero, ottenendo preoccupazioni che non avevano prima e su cui non avevano nemmeno riflettuto. Tutto ciò testimonia il fatto che l'adozione di un bambino nella famiglia non può essere il risultato di un impulso emotivo istantaneo. Deve essere il risultato di una riflessione, di preghiera e di auto-esame, perché non si può più tornare indietro su questo percorso, proprio come sul sentiero monastico non si può tornare indietro. Mettendo una mano all'aratro, non si può guardare indietro.

Quindi è molto importante che sempre più persone si mettano su questo percorso. Infatti adottare bambini sani o malati è, naturalmente, un atto di sollecitudine, un'espressione di misericordia e di amore, ma allo stesso tempo un atto che ha un impatto colossale sulla mente e l'anima di coloro che svolgono questo atto. La vita 'prima' e 'dopo' sono completamente diverse, e in un certo senso sono profondamente convinto che le persone che compiono questa impresa raggiungono la salvezza nel Signore, perché si dà così tanto di se stessi a un altro essere, perché si investe tanto amore e forza, che questo non può non trasformare la propria vita interiore".

(Intervista pasquale, 5 maggio 2013)

17. Sulla salute

"A volte trattiamo i nostri corpi con disprezzo. Li distruggiamo con cattive abitudini, inclinazioni, e peccati – gli stessi per cui gli apostoli sono stati chiamati al pentimento il giorno dell'Ascensione.

Noi distruggiamo il nostro corpo, lo stesso che è realmente connesso con il corpo del Salvatore, perché l' intera razza umana è collegata in una sola natura e possiamo rintracciare i fili che ci legano gli uni agli altri, tornando ai nostri padri e ai nostri antichi antenati...

Non abbiamo bisogno di denigrare il nostro corpo, non abbiamo bisogno di denigrare la nostra salute, soprattutto quando la malattia è il risultato delle nostre azioni coscienti, dei nostri peccati e delle nostre passioni. Non è un caso che l'Apostolo chiama corpo il tempio dello Spirito Santo che è in noi (cfr 1 Cor 6,19), e se distruggiamo questo tempio, stiamo commettendo un peccato davanti a Dio".

(Predica alla festa dell'Ascensione del Signore, 13 giugno 2013)

18. Sui migranti

Gli scontri che di recente hanno avuto luogo nel quartiere di Birjulevo a Mosca mostrano la sordità di chi detiene il potere verso i bisogni della gente, la riluttanza a cercare soluzioni congiunte al problema dell'immigrazione eccessiva e alla criminalità ad essa associata, così come il comportamento a volte provocatorio di immigrati che hanno già ridotto la situazione sull'orlo di un punto critico. Se la posizione della maggioranza russa sarà ulteriormente ignorata, gli unici beneficiari saranno i distruttori della Russia, provocatori da entrambe le parti, che non abbandonano i loro tentativi di urtare i capi di etnie e religioni".

(Discorso al XVI Concilio mondiale del popolo russo, 31 ottobre 2013)

19. Sulla carità

"A volte ci viene detto: date soldi alle persone sbagliate. Un uomo mal vestito si avvicina a noi e dice che gli hanno rubato il denaro e che non può tornare a casa in treno. Le voci dicono: non dargli soldi, è un ubriaco, li spenderà per bere, non ha perso alcun biglietto. Ma non dobbiamo ascoltare queste voci – dobbiamo reagire. Forse non quanto lui chiede, ma quanto possiamo, perché un sacrificio fatto dal cuore può risvegliare anche la coscienza di chi sta barando. So di molti casi in cui qualcuno più tardi è tornato pentito, dicendo che quel piccolo aiuto ha cambiato la loro vita e che hanno capito che le persone sono in grado di dare fiducia e sostegno, e di quanto sia peccaminoso, di quanto sia difficile, ingannare coloro che danno una mano.

Di tutte le buone azioni che si possono fare, mi sono soffermato su questa, in quanto spesso si scopre che non diamo nemmeno questo aiuto. Vorrei dire ancora una volta: nessuno di noi è costretto a rispondere al 100 % di tutte le richieste, soprattutto se ha dei dubbi. Ma anche dando meno di quanto è stato chiesto, stiamo facendo in buona coscienza ciò che dovremmo fare. "

(Predica dopo il servizio divino del 10 novembre 2013)

20. Sull'Ucraina

"Quando i sacerdoti appaiono sulle barricate e incitano il popolo, questo non è il messaggio della Chiesa. Naturalmente, il messaggio di riconciliazione può essere fastidioso per le persone agitate: 'E che cosa dicono ora? È sempre la stessa cosa'. Ma questa medesima cosa è la parola salvifica di Dio: 'Vi lascio la pace, vi do la mia pace' 'Se è possibile, mantenete la pace tra di voi', dice l'apostolo Paolo. Ciò significa che la Chiesa non può avere un altro messaggio.

Anche oggi torno fare questo appello, se qualcuno mi sta ascoltando in Ucraina, la gente ha bisogno di raccogliersi, di focalizzare i propri desideri. Questo non vuol dire che sto invitando le persone a riconsiderare i loro punti di vista politici. Dopo tutto, la Chiesa non si è mai associata a un particolare progetto geopolitico. Se così fosse, allora la Chiesa non esisterebbe. La Chiesa porta la parola della riconciliazione, fa appello all'anima umana, dovrebbe aiutare le persone in questi tempi difficili a raccogliersi e focalizzarsi. E, forse, a gettare le basi per un dialogo che potrebbe aiutare a risolvere i problemi che oggi stanno di fronte all'Ucraina".

(Intervista della Natività, 7 gennaio 2014)

 
8 parrocchie aggiunte al decanato del patriarcato di Mosca in Thailandia

 

cattedrale di san Nicola a Bangkok. foto panoramica: thai360.info

La questione dell'accettazione di un certo numero di parrocchie nel Regno di Thailandia nella giurisdizione della Chiesa ortodossa russa è stata considerata nella seduta del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa tenuta a Mosca al monastero di san Daniele mercoledì 7 marzo, come riferisce il sito del patriarcato di Mosca.

Il Santo Sinodo ha deciso di includere 8 nuove parrocchie nel decanato thailandese del patriarcato di Mosca:

• La chiesa della santa Trinità a Phuket

• La chiesa di Tutti i Santi a Pattaya

• La chiesa della santa Protezione della Madre di Dio a Pattaya

• La chiesa dell'Ascensione del Signore a Koh Samui

• La chiesa di San Sergio di Radonezh a Koh Chang

• La chiesa dei santi della famiglia imperiale a Hua Hin

• La chiesa del santo principe Vladimir pari agli Apostoli a Chiang Mai

• La chiesa di san Serafino di Sarov sull'isola di Ko Phangan

La chiesa di san Serafino è stata recentemente consacrata il 10 dicembre da sua Grazia il vescovo Antonij di Zvenigorod. La settimana prima due nuovi libri, ovvero una raccolta liturgica e La Chiesa ortodossa: storia e insegnamenti del vescovo Alexander (Mileant), sono stati pubblicati in lingua thailandese. La raccolta liturgica contiene l'ordine dei servizi celebrati più spesso nelle parrocchie della Thailandia: il Grande Vespro, il Mattutino Festivo, le Ore e la Divina Liturgia.

La rappresentanza della Chiesa ortodossa russa nel Regno di Thailandia è stata costituita il 27 dicembre 2011. Il decanato patriarcale delle parrocchie in Tailandia è stato creato con decisione del Santo Sinodo il 21 ottobre 2016 e l'archimandrita Oleg (Cherepanin) è stato nominato decano.

 
Intervista allo ieromonaco Savatie (Baştovoi)

Alla vigilia di Pasqua, un’intervista del giornale romeno Adevărul allo ieromonaco Savatie (Baştovoi), un famoso teologo e scrittore del Monastero di Noul Neamţ a Chiţcani, ci presenta una delle voci più significative dell’Ortodossia moldava, pronta a discutere con serenità dei temi più scottanti, dalle commistioni tra religione e politica ai problemi inter-giurisdizionali al rapporto tra Chiesa e denaro. Leggiamo quello che ha da dirci padre Savatie in lingua romena e in traduzione italiana nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.

 
Padre Theodoros Zisis: sul Santo e Grande Concilio

Non mi addentrerò in gran dettaglio sulle preparazioni che hanno portato al Concilio, ad alcune delle quali ho partecipato, come vi ho detto.

Vi parlerò solo della terza consultazione pre-conciliare, l'ultima fino a poco tempo fa (la quarta si è riunita nel 2009; immaginate che la terza si è riunita nel 1986). Così tanto tempo è passato senza che accadesse nulla in termini di preparazione.

Ecco la lista dei temi da discutere al Santo e Grande Concilio, con dieci temi su cui si è concordato. Prima c'erano molti più temi in discussione – quasi l'intero campo della dogmatica e dell'etica è stato proposto per la discussione, come se fosse una sorta di università o di seminario. Avrebbero tenuto classi su tutti i temi dogmatici e morali.

Questo lo hanno capito, e alla prima consultazione pan-ortodossa in preparazione per il Santo e Grande Concilio, tutto è stato ridotto ai seguenti dieci temi:

- La diaspora ortodossa. Spiegherò in breve di cosa si tratta. La diaspora ortodossa sono quegli ortodossi che vivono al di fuori dei confini delle Chiese autocefale locali. Sono gli immigrati ortodossi che vivono in America, in Australia, in Nuova Zelanda. Questi sono la Diaspora ortodossa. Dove non c'è una Chiesa autocefala ortodossa... dove ci sono ortodossi al di fuori delle Chiese autocefale, al di fuori della Bulgaria, al di fuori della Serbia, al di fuori della Russia, al di fuori della Romania, queste sono la diaspora... al di fuori della Grecia. Qui c'è un problema molto grande a cui è stata offerta una soluzione - benché sia una soluzione raffazzonata.

Perciò, qual è il problema nella Diaspora ortodossa? Secondo i Canoni è ingiustificabile che ci sia più di una sede episcopale in un singolo luogo dove ci sono fedeli ortodossi. In Francia, diciamo, tutti gli ortodossi, i serbi, i greci, i romeni, dovrebbero avere un solo vescovo ortodosso. Ora, comunque, per ragioni etniche, ogni etnia ha il suo vescovo. In Francia c'è un vescovo greco, un vescovo serbo, un vescovo russo... la stessa cosa accade in Gran Bretagna, in America, ed è il caos. Il canone che non permette sedi episcopali multiple in uno stesso luogo è stato totalmente messo da parte. In uno stesso luogo dovrebbe esserci... l'apostolo Paolo non dice che non c'è ebreo, greco, schiavo o libero?

Una soluzione è invero possibile qui. Qualunque etnia abbia la maggioranza dovrebbe avere il vescovo, e il resto di noi dovrebbe andare da lui. Ma il nazionalismo e il filetismo non ci permettono di farlo! Non solo noi, ma anche le altre etnie ortodosse. Ciascuna vuole il proprio vescovo, ma se fossimo coscienziosi verso l'insegnamento cristiano, gli altri andrebbero dal vescovo greco, i greci andrebbero dal romeno, dal serbo, e andrebbero lì in chiesa, e ci sarebbe un solo vescovo ortodosso. Questo è un punto che sarà difficile risolvere. Ora, la soluzione che hanno proposto le consultazioni pre-conciliari è che ci dovrebbe essere un comitato, un corpo di vescovi ortodossi, e che tutti i vescovi ortodossi dirigano insieme la Chiesa ortodossa nella diaspora. Questa è una soluzione raffazzonata che va contro ai canoni. Questa, dunque, è la diaspora ortodossa.

- Il secondo tema: l'autocefalia e il modo in cui è proclamata. Che cosa significa? Quando la Chiesa di Grecia ha voluto diventare autocefala, svezzarsi dal Patriarcato Ecumenico, ha avuto bisogno di essere proclamata autocefala per mezzo di qualche azione amministrativa, per mezzo di qualche documento ufficiale. Come accade questo? Come diventa autocefala una Chiesa? Su questo punto c'è un grande disaccordo... diciamo che l'approccio ragionevole sarebbe che quando c'è un'area che prima apparteneva a un'altra Chiesa – prendete la Grecia, per esempio, che apparteneva al Patriarcato Ecumenico: quando la Grecia è divenuta autocefala, è solo naturale e ragionevole che divenisse autocefala attraverso l'opera del Patriarcato Ecumenico, che fosse il Patriarcato Ecumenico a proclamarla autocefala. Ma Skopje? Chi dovrebbe proclamare Skoje autocefala se non fosse scismatica? Per lungo tempo Skopje è appartenuta alla Chiesa serba, la Chiesa madre di quella'area era la Serbia. La uso come un esempio, comunque, perché anche noi avevamo là una certa giurisdizione, e della gente. Non dovrebbe essere la Chiesa serba a proclamarla autocefala? O la Chiesa di Ohrid, o l'altra, di Amfilohije Radovic... del Montenegro, se dovesse diventare autocefala, non dovrebbe essere la Chiesa serba a garantirle l'autocefalia? C'è, tuttavia, la seguente disputa: Il Patriarcato Ecumenico, che un tempo aveva quasi l'intera popolazione dei Balcani sotto la sua giurisdizione, e poiché la maggior parte delle Chiese autocefale ha ricevuto la sua autocefalia dal Patriarcato Ecumenico, pretende solo per se stesso la capacità di proclamare Chiese autocefale. "Io sono la Chiesa madre, voi tutte siete nate da me, io dovrei essere quella che vi accorda ufficialmente l'autocefalia". E se dobbiamo essere onesti e realistici, il Patriarcato Ecumenico ha accordato l'autocefalia alla Bulgaria, alla Grecia, alla Romania, alla Serbia, il Patriarcato Ecumenico ha accordato l'autocefalia alla Russia. Ora, si fa avanti la Russia come terza Roma e obietta. Qui c'è un problema, il problema della Metropolia, una parte della diaspora russa che ha voluto diventare autocefala. Chi dovrebbe accordarle l'autocefalia, se è stata fatta da russi ed è venuta dalla Chiesa russa? Dovrebbe farlo la Chiesa russa, o dovrebbe intervenire il Patriarcato Ecumenico? A un certo punto, quando io stesso ero presente, siamo giunti al punto di risolvere il problema, dicendo che l'autocefalia dovrebbe essere accordata dalla Chiesa madre, il luogo da cui si proviene, poi è sorto il pensiero che l'autocefalia dovrebbe essere accordata da tutti i capi delle Chiese locali assieme, in modo democratico, sinodale, da tutti i vescovi. In ogni caso, la questione resta irrisolta.

- Il terzo tema è l'autonomia e il modo in cui è proclamata. L'autocefalia è una cosa, l'autonomia un'altra. Questo lo potete comprendere: la Chiesa di Creta è autonoma. Non è totalmente indipendente, risponde al Patriarcato Ecumenico. Ha il proprio sinodo, ma il sinodo risponde al Patriarcato Ecumenico. Questa è l'autonomia. Chi accorda l'autonomia a queste chiese? Anche qui c'è un problema.

- Il quarto tema sono i dittici. Cosa sono i dittici? Ora cominciate ad avere un quadro di quale tipo di temi stanno discutendo. Che temi sono questi? In particolare, i dittici? Questo è ridicolo! I dittici sono le liste che ci dicono l'ordine delle quattordici Chiese autocefale secondo il rango. Quando, per esempio, diciamo che la Chiesa ortodossa è composta da quattordici Chiese, quale sarà messa per prima, quale per ultima e quali staranno in mezzo. Ci sono rubriche per determinare quest'ordine. Nella Chiesa antica c'erano i cinque patriarcati: Roma, Costantinopoli, Alessandria, Antiochia, Gerusalemme. C'era un ordine nella gerarchia, Ora dicono che quest'ordine dovrebbe essere continuato così che gli altri lo seguano. La Chiesa di Cipro vanta il sesto posto nel rango, ed è giustificata nel vantarlo, poiché è una chiesa antica. La Russia si è adirata per questo. La Chiesa di Cipro? Delle Chiese nuove sono io la più potente. Perché la sesta dovrebbe essere la Chiesa di Cipro e non io? E Cipro non è un patriarcato, ma solo un arcivescovado. Deve precedere le altre Chiese che sono divenute patriarcati come Serbia, Bulgaria e Romania? Un arcivescovado deve avere precedenza su un patriarcato? I patriarcati dovrebbero avere la precedenza. La questione dei dittici, ovvero quale dovrebbe essere il rango delle Chiese, non è stata risolta.

Potete immaginarlo? Ora non ci lavorano nemmeno, né il tema sarà discusso al Concilio, perché non saranno in grado di raggiungere una soluzione.

- Il quinto tema (ce ne sono dieci. Continueremo domenica prossima, se siete stanchi) è il calendario, e il tema connesso della celebrazione comune della Pasqua. Che cosa ci si può aspettare da questo tema? Cosa ci si può aspettare dopo lo scisma creato dalla resistenza del vecchio calendario, che ha diviso le famiglie... abbiamo vissuto un dramma a causa di questa divisione. Ci si potrebbe aspettare che ci si voglia pensare seriamente, e se troviamo che abbiamo fatto uno sbaglio, che correggiamo lo sbaglio. Molti anziani e athoniti, come l'anziano Philotheos Zervakos, per esempio - l'ho scritto nel libro che vi ho dato - hanno scritto che la sola risposta è ritornare al vecchio calendario, perché la riforma del calendario è stata uno sbaglio. Ora questo non lo vogliono affatto ascoltare! Ci sono alcune chiese, tuttavia, che dicono "se non volete tornare al vecchio calendario, la divisione tra vecchio e nuovo continuerà". La Russia persiste. Sono di vecchio calendario. La Serbia persiste. Non è così, padre? Il Monte Santo persiste. Il Monte Santo cambierebbe? Il Monte Santo è di vecchio calendario. E così il Patriarcato Ecumenico, tutti noi della Chiesa di Grecia, dovremmo dire che abbiamo fatto un errore con la riforma del calendario. L'ha orchestrato il patriarca massone Metaxakis. Noi abbiamo fatto un errore con la riforma; correggiamolo! Ora, tuttavia, il Patriarcato Ecumenico, e noi di nuovo calendario vogliamo portare gli altri al nuovo calendario. Vogliamo portare la Chiesa russa, il Patriarcato di Gerusalemme e il Monte Santo da noi. C'è opposizione, tuttavia. Sono felice che sia stato detto chiaramente - lo hanno detto di recente, prima del Concilio - "Non aspettateci, perché noi non cambieremo. Tornate voi al vecchio calendario!" Che gioia ci sarebbe se questa ingiuria, questa ferita fosse corretta con un atto di pentimento, con una richiesta: "Perdonateci, abbiamo fatto un errore!" Dov'è il nostro pentimento? Dov'è la nostra umiltà? Due, tre chiese hanno preso questa decisione, il Patriarcato Ecumenico e la Chiesa di Grecia, senza un concilio! Ora avremo un Concilio. Correggete il vostro errore, dunque! Fate in modo che il mondo cessi di essere diviso in vecchi e nuovi calendaristi con scismi qui e là!

Questo, tuttavia, non è abbastanza! Ora, come è stato svelato, fanno pressioni ancor oltre il tema del nuovo calendario verso la celebrazione comune della Pasqua.

Mentre noi abbiamo sempre tenuto la Pasqua secondo il vecchio calendario, celebrando la Pasqua assieme a quelli che seguono il vecchio calendario, ora vogliono cambiarla in modo che possiamo celebrarla col papa e coi protestanti! Oppure stabilire una data che sia comune a tutti. Anche qui c'è opposizione, grazie a Dio.

- Il prossimo (sesto) tema sono gli impedimenti al matrimonio. Vogliamo mantenere così come sono le regole su ciò che costituisce un impedimento al matrimonio, o vogliamo cambiarle in modo che i cugini possano sposarsi tra loro? Ma prego. Vedete, è un pasticcio. E in connessione con il problema degli impedimenti al matrimonio, stanno discutendo la questione dei matrimoni misti, vale a dire il matrimonio tra ortodossi ed eterodossi. È certo che questa sarà adottata come pratica. Una persona ortodossa avrà il permesso di sposare...  forse anche qualcuno che viene da altre religioni. Non ci sarà nulla che proeviene un coniuge ortodosso dallo sposare un coniuge musulmano, papista o protestante. Non ci sarà nessuna proibizione, mentre ci sono canoni che lo proibiscono!

- Il settimo tema (ci stiamo avvicinando alla fine) è l'aggiustamento delle regole sul digiuno. Questo tema era scritto così, ma lo abbiamo cambiato quando ero presente nel 1986 , e lo abbiamo cambiato perché il titolo precedente causava scandalo. Cosa significa 'aggiustamento' delle regole? Dovremmo 'aggiustare' il digiuno? Per di più, il titolo completo era "L'aggiustamento delle regole sul digiuno in accordo con le richieste dei tempi moderni'. Dovremo mangiare di tutto! La linea di pensiero di alcune delle Chiese che hanno introdotto cambiamenti è stata: "La gente non tiene più i digiuni, pertanto cosa dovremmo fare, fare in modo che provino sensi di colpa? Li priveremo della comunione perché non stanno digiunando? O un prete non dovrà più chiedere "Hai digiunato"? O una madre non dovrà più dire ai suoi bambini "Dovete digiunare!" Non risolveremo questo problema, perciò limitiamoci ad abbandonare tutto e a sbarazzarcene. Non hanno osato pensare molto all'aggiustamento delle regole sul digiuno, perché nel momento stesso in cui questo tema è stato sollevato, la maggior parte delle altre chiese ha reagito. Solo due o tre chiese erano in favore dei cambiamenti al digiuno. Così, quando ero presente, già nel 1986, abbiamo cambiato il titolo scrivendo invece "L'importanza del digiuno e il mantenimento del digiuno oggi". Come dovremmo osservare oggi quest'importante pratica? È stato detto dopo questa discussione che invece di alleggerire il digiuno, forse dovremmo renderlo più stretto!

Il prossimo (ottavo) tema sono le relazioni della Chiesa ortodossa con il resto del mondo cristiano. Ora, ecco, nell'ottavo e nel nono tema, tutti gli sforzi degli altri si accavallano. Ecco il nucleo, l'essenza della questione: le relazioni con il resto del mondo cristiano. Come si pensa che dovremmo comportarci con i papisti, i protestanti, i monofisiti, gli anglicani, le chiese riformate. Qui l'inclinazione è di dire che dovremmo unirci, che le differenze che ci separano sono piccole e che dovremmo continuare ad avere contatti... vogliono perfino giustificare il fatto che teniamo preghiere comuni. Questi sono alcuni testi - vi dico quello che sta succedendo nelle preparazioni - che giustificano anche queste cose. Anche il nono tema si trova altrettanto al nucleo di tutti gli sforzi di Metaxakis (il nuovo calendario, i protocolli riguardo al matrimonio, sono venuti tutti da Metaxakis). È stato lui a volere la modernizzazione: ha raccomandato ai preti di andare in giro senza tonaca, di andare a teatro, al cinema e così via. Era un modernista, che cercava di demolire ogni cosa.

- Il nono tema è l'Ortodossia e il movimento ecumenico. Che cosa significa questo? Con il termine movimento ecumenico intendono il Concilio Ecumenico delle Chiese, i protestanti. Dobbiamo diventare membri del CEC, del movimento ecumenico, o dobbiamo distaccarci dal CEC? Tutti noi diciamo che dovremmo lasciarlo, ma chi di loro oserebbe dirlo? Che cosa abbiamo a che fare con tutto questo? LA CHIESA in mezzo a 340 gruppi protestanti! Che cosa abbiamo a che fare con loro? Siamo un'eresia? Ci mettiamo alla pari degli eretici? Il mondo, e li chiamiamo 'chiese'! Concilio Ecumenico delle Chiese: chiamiamo queste 340 ramificazioni protestanti 'Chiesa'! Così, quando scriviamo, non scriviamo 'Concilio Ecumenico delle Chiese', ma piuttosto 'Concilio Ecumenico delle Eresie e Delusioni'! e noi - LA Chiesa ortodossa - siamo parte di questo Concilio Ecumenico delle Eresie e Delusioni. Questo continuerà? Molti testi terribili sono stati prodotti come risultato della nostra partecipazione... Pusan, Canberra, Porto Alegre... li abbiamo presentati qui di tanto in tanto. Sono testi traditori. Dobbiamo continuare a prendervi parte? È certo che il Concilio deciderà che noi dovremmo continuare a essere un membro del CEC. È certo, totalmente certo.

- E ora passiamo al tema finale, che ha causato un certo scompiglio nelle più recenti consultazioni pre-conciliari: il nostro contributo alla promozione degli ideali cristiani di pace, libertà, fraternità, amore tra i popoli, e all'abrogazione delle discriminazioni razziali.

Devo dirvi che questo tema è stato posto qui perché a quel tempo il comunismo non era ancora caduto - le preparazioni erano iniziate negli anni '60 e le consultazioni pre-conciliari negli anni '70. Il comunismo è caduto negli anni '90. Così, quando questo tema è stato discusso, Il comunismo - l'Unione Sovietica - era ancora potente. E come i più anziani tra voi ricordano, erano i sovietici a spingere il movimento per la pace. Vi ricordate Lambrakis e il movimento per la pace? Pace! Pace! Pace comunista! Pace internazionale! Sono stati loro, per mezzo delle loro chiese - le chiese slave - a voler passare il tema della pace nell'Ortodossia. Io ho partecipato alle discussioni su questo tema e ricordo il metropolita di Efeso, che presiedeva alla discussione e mi ha detto: "Padre Theodoros, non faccia molta attenzione a questo tema, perché loro (i russi sovietici) non vi rinunceranno per nessuna ragione, perché lo stato ha ordinato loro di includerlo nel catalogo". "Non tornate se non sarete riusciti a far includere questo tema!". E passò senza molti problemi. In ogni caso, il tema rimane di attualità anche oggi, poiché la seconda parte è l'abrogazione delle discriminazioni razziali. In un'altra, successiva consultazione pre-conciliare, fu approvata un'aggiunta: l'abrogazione delle discriminazioni razziali e di tutte le altre discriminazioni. Non solo razziali, ma anche religiose.

E ora, nelle preparazioni per il Concilio, c'è uno sforzo per aggiungere "discriminazioni sessuali" al titolo. Discriminazioni razziali, religiose e sessuali. Questo ha causato un grande tumulto - ed è filtrato tutto su internet -, perché volevano mettere nei testi che dovremmo anche riconoscere l'esistenza di discriminazioni sessuali e scrivere qualcosa in sostegno agli omosessuali. La Chiesa di Russia in particolare non solo si è mostrata fortemente opposta, ma sembra dalla relazione del metropolita di Pergamo, che non avrò tempo di presentare oggi, ma la presenterò domenica prossima... ecco ciò che il capo delle consultazioni ha detto al Fanar... è molto interessante, vi daremo un'occhiata domenica prossima. Sembra dalla relazione - forse c'è stata un'incomprensione, non lo sappiamo - la Chiesa di Russia abbia detto... poiché state discutendo questo soggetto, poiché alcuni di voi insistono a parlare di minoranze sessuali, vedrò che qualcosa sull'uso della forza contro le minoranze sessuali sia inserito nel testo. I russi e Putin li stanno perseguitando. Chiunque osa parlare degli omosessuali è portato in tribunale! Il rappresentante della Chiesa di Russia, minacciando, dice che non può condannare nemmeno l'uso della violenza contro gli omosessuali. Questo non lo possiamo giustificare. Certo, possiamo condannare l'omosessualità, ma non possiamo picchiare quelli che la praticano o metterli in carcere - in altri paesi dove vogliono conservare intatta la loro moralità fanno queste cose. [1]

Oggi, dunque, vi ho dato un primo sguardo alla lista dei temi che saranno discussi, anche se ce ne sono molti altri che avrebbero potuto essere discussi. Vi dirò solo questa cosa, e per oggi concluderò. La Sinassi del clero e dei monaci ortodossi, lavorando assieme ad alcuni vescovi, ha deciso, in vista del prossimo Concilio, di rispondere, di presentare il nostro punto di vista, organizzando una conferenza, a cui inviteremo dieci relatori, ciascuni dei quali presenterà un tema alla conferenza. Il comitato organizzativo di questa conferenza ha tenuto la sua prioma riunione, e il clero mi ha assegnato il compito di determinare quali saranno i dieci temi. Tenuto conto dei cambiamenti che stanno avendo luogo... ora stanno rivedendo i vecchi testi, alcuni dei quali erano buoni, li stanno 'aggiornando', rendendoli più ecumenisti e più eretici. Questo è ciò che stanno facendo ora. Non avevano bisogno di cambiare alcuni di questi testi. Ma per cambiarli perché possano puntare nella direzione in cui vogliono andare, hanno creato una speciale commissione sinodale. Ora, a partire da domani a Ginevra, la quinta e finale consultazione pre-conciliare pan-ortodossa si radunerà per una settimana, prenderà decisioni riguardo a tutte le cose che sono state discusse ultimamente e deciderà ufficilmente quali testi discuterà il Grande e Santo Concilio, quei dieci di cui vi ho parlato, con l'eccezione di due. Dei dieci temi che vi ho menzionato, è stato deciso che due non possono essere discussi. Quali? L'autocefalia e i dittici. L'autocefalia è una materia difficile, e i dittici... immaginate, i dittici! Non riescono a trovare una soluzione su su chi verrà primo nell'ordine! E il Vangelo dice, se volete essere i primi, mettetevi all'ultimo posto! Chi sarà il primo?! Questo non sono riusciti a risolverlo. Ora vi dirò i dieci temi di cui si parlerà alla conferenza. In seguito abbiamo aggiunto un undicesimo tema. I dieci temi che suggeriamo per la conferenza sono:

- Il primo: "La preparazione per un Concilio crea complessità finora inaudite nella tradizione conciliare della Chiesa". C'è da perdersi in tutto questo. Comitati pre-conciliari, consultazioni pre-conciliari, comitati speciali, ti ci perdi... è stato creato un labirinto negli ultimi 55 anni, da cui è impossibile trovare l'uscita.

- Il secondo tema: "Il processo conciliare fino al presente". Cos'è accaduto finora riguardo ai concili.

- Il terzo tema: "I passi nella determinazione del catalogo dei temi e le sue revisioni". Dove ha avuto inizio il catalogo - inizia con Metaxakis - e che sentiero ha intrapreso questo catalogo... qualcuno ce lo presenterà.

- Il quarto tema: "L'influenza del secondo Concilio Vaticano sull'indizione del Concilio e sui temi che affronterà". Siamo caduti sotto l'influenza del Vaticano II.

- Il quinto tema: "La partecipazione dei vescovi: parteciperanno tutti, o saranno scelti dei rappresentanti?" Questo è un tema molto importante. Come selezioneranno i rappresentanti? Li nomineranno, o li estrarranno a sorte? Hanno deciso per la prima volta nella storia che non tutti i vescovi parteciperanno. Ai Concili ecumenici, hanno partecipato tutti i vescovi diocesani. Ora stanno dicendo che ogni chiesa invierà 24 vescovi. E gli altri? In altre parole, dei nostri 80 vescovi, la sessantina che non ci sarà possiede un grado minore nell'episcopato e nelle sue responsabilità? Non hanno responsabilità episcopali? e come sceglieranno quei 24? In base a quali criteri? Prenderanno questa decisione basandosi su chi è solidale e chi no verso l'ecumenismo! Un criterio ecumenista.

- Il sesto tema: "Il Concilio esaminerà questioni dogmatiche e questioni che riguardano la fede?" Non c'è mai stato un Concilio ecumenico che non abbia esaminato questioni dogmatiche o morali. Se considerano l'ecumenismo una materia dogmatica, un'eresia, va bene... mettiamola in questo modo: "L'eresia dell'ecumenismo". E non trattare tutti come se fossero chiese, semplicemente parlando di qual è la nostra relazione con loro. Se mettessero "L'eresia dell'ecumenismo" come tema, allora questa sarebbe una materia di fede e dogma.

- Il settimo tema: "Di quale Concilio è la continuazione questo Concilio?" Del settimo, dell'ottavo o del nono?

- L'ottavo tema: "i pastori e i fedeli non sono stati coinvolti né informati delle preparazioni". Nessuno sa cosa sta succedendo. Sentirete quel che io vi ho detto oggi da qualche altra parte? Lo sentirete? E chi lo sentirà nelle altre parrocchie? Chi? Ci sono perfino vescovi che non ne sanno nulla! Ora dirò qualcosa di cattivo... sono stati eletti vescovi che non riescono nemmeno a capire questi temi. Sono ignoranti. I criteri in base ai quali i vescovi sono selezionati non comprendono che il vescovo ne sappia abbastanza da "convincere quelli che contraddicono", come dice l'apostolo Paolo a Timoteo e Tito. Devi sapere per poter convincere...  Chi di questi convincerà qualcuno? Io ne ho avuto un certo numero come studenti alla scuola teologica. Non avrebbero dovuto neppure passare agli esami! Questa non è malvagità, è solo realtà. Non eleggono persone degne, istruite, ben formate nella morale e nella fede. Invece eleggono vescovi basandosi sui propri criteri di amicizia, di conoscenze e dei circoli che frequentano. Ecco perché io non piaccio più a molti vescovi. Ma qualche volta, per tacitarli, dovrei scrivere qualcosa per loro riguardo a ciò che dicono i Padri della Chiesa sui vescovi indegni, ciò che san Giovanni Crisostomo e san Gregorioil teologo dicono sui vescovi. Ci sono sempre stati vescovi degni e indegni. Ci sono vescovi degni, oggi, ma tristemente la maggioranza è composta da vescovi indegni. Non sanno nemmeno che c'è un problema, ma noi lo sappiamo.

- Il nono tema: "Questioni pressanti che il Concilio avrebbe potuto considerare". Ascoltatene alcuni. Il modo in cui sono eletti i vescovi. Nessuno ne parlerà. Dai tempi di Christodoulos, e anche prima, gli arcivescovi hanno detto che bisognerebbe cambiare il modo con cui sono eletti i vescovi. Ma il nuovo arcivescovo arriva e non lo cambia. Si accontenta di eleggere quelli che si trovano nella sua cerchia. Potrebbe cambiarlo non appena diviene arcivescovo... ma non lo cambia. In secondo luogo, la questione del calendario. Certo, gli stati seguono il calendario politico. Non possono seguire il calendario ecclesiastico. Potremo cambiare l'eortologio e seguire il vecchio calendario. Il calendario politico rimarrà com'è. Abbiamo il nuovo calendario per le nostre relazioni con gli altri, ma nella chiesa seguiamo il vecchio. Terzo, la diaspora. Quarto, la condanna delle eresie del papismo, del protestantesimo e della pan-eresia dell'ecumenismo. Così dovrebbe essere scritto, non "relazioni con il movimento ecumenico e con gli altri cristiani". Quinto, la cessazione del dialogo teologico con gli eterodossi. Sesto, l'abbandono del Consiglio Ecumenico delle Chiese. Settimo, i matrimoni misti. Questo è un problema spaventoso. Ottavo, il battesimo degli eterodossi. Dobbiamo riconoscerlo? Poi, la condanna dell'uniatismo. Lo abbiamo condannato. Abbiamo preso questa decisione. Poi, la cremazione dei defunti. Tali questioni non ci riguardano? E là stanno a occuparsi dei dittici, e di cose del genere.

Questo è tutto per oggi, e continueremo... oh, il decimo tema per la conferenza: "Come avrà luogo il voto al Concilio". Anche qui c'è un problema. Nelle consultazioni pre-conciliari che hanno avuto luogo, si è deciso di inviare 24 vescovi per ogni chiesa... canonicamente tutti i vescovi dovrebbero votare. Se prendono parte, dovrebbero votare tutti. Le decisioni dovrebbero essere prese sulla base della semplice maggioranza. È un principio canonico che "il voto della maggioranza prevarrà". Ora, sapete cos'hanno deciso di fare? Nemmeno i 24 che andranno al Concilio voteranno. Invece ogni chiesa avrà un voto. Un voto per la Chiesa di Grecia, un voto per la Chiesa di Bulgaria... e se riuscite a immaginarvelo, hanno anche deciso che  tutte le decisioni devono essere prese all'unanimità. Tutti evono essere d'accordo... è possibile? Neppure nei Concili ecumenici è mai stato così. Questo contravviene al principio... ecco perché ho detto "Come avrà luogo il voto al Concilio". Come voteranno?

E un ultimo tema, l'undicesimo, che mi hanno chiesto di aggiungere: "La convenienza e la necessità di un Concilio oggi". È conveniente e necessario tenere un Concilio? Quando sono iniziati i discorsi su un Concilio, San Giustino Popovich ha detto che questo non è il tempo giusto perché un concilio abbia luogo, In ogni caso, se ci sono ragioni per tenerlo... Volete che vi dica io perché questo non è il momento giusto per un Concilio? Perché gli ecumenisti sono scatenati, e tutto quello che decideranno sarà ecumenista, sarà modernista, e sarà distruttivo nei confronti della Tradizione ortodossa. Questo è tutto, per oggi.

Nota del traduttore:

[1] Non è chiaro qui quanto sia riportato dal discorso del metropolita di Pergamo (Ioannis Zizioulas) e quanto sia condiviso da padre Theodoros. La narrazione sulla Russia e sulle sue "persecuzioni degli omosessuali" sembra piuttosto partigiana, in quanto diverse Chiese, e non solo quella russa, hanno obiettato a queste clausole sulle discriminazioni sessuali, e la storia delle persecuzioni non è altro che una deformazione propagandistica della legge russa sul divieto della propaganda omosessuale ai minorenni.

 
Sergej Glaz'ev: "La cosa principale da fare è liberarsi dalla dipendenza dall'estero"

Grazie al superbo lavoro della squadra russa del blog, vi presento con grande piacere una delle interviste più interessanti sulla guerra in Ucraina e la lotta globale per il futuro del pianeta, nelle opinioni di uno dei più informati uomini in Russia: Sergej Glaz'ev.

Glaz'ev è un consigliere e un caro amico del presidente Putin. Personalmente credo che i media occidentali si sbaglino o che mentano deliberatamente quando dicono che Dugin è il mentore ideologico di Putin. Non sono sicuro che Putin abbia un qualsiasi tipo di mentore, o che ne abbia bisogno, ma nel corso degli anni ho scoperto che Glaz'ev sembra dire ad alta voce ciò che Putin non dice, ma su cui sembra basarsi quando agisce.

Glaz'ev, nato in Ucraina ed egli stesso un economista, ha una superba comprensione di ciò che sta dietro le quinte giochi di potere in Ucraina e in Russia. Questo uomo *conosce* veramente ciò che sta succedendo. Inoltre, è uno dei principali sostenitori della "sovranità eurasiatica" ed è quindi assolutamente odiato dai circoli pro-americani in Russia. È altrettanto odiato negli Stati Uniti, che lo hanno messo sulla loro lista delle sanzioni recenti, per nessun altro motivo che per il fatto che a loro non piace quel che ha da dire.

Esorto tutti ad ascoltare questa intervista di 15 minuti, che è una delle più interessanti che abbia mai avuto il piacere di postare su questo blog.

Buona visione!

Saker

(cliccate sull'immagine per il video)

Oggi il mondo sta passando attraverso una sovrapposizione di un'intera serie di crisi cicliche. La più seria di queste è una crisi tecnologica, associata ai cambiamenti nelle lunghezze d'onda dello sviluppo economico.

Dobbiamo fare una transizione a un nuovo sistema di tecnologie. Questo tipo di transizione, sfortunatamente, è sempre venuto attraverso la guerra. Così è stato negli anni '30, quando la grande depressione ha dato origine a una corsa agli armamenti, e quindi alla seconda guerra mondiale. Così è stato durante la guerra fredda, quando una corsa agli armamenti spaziali ha fatto sorgere complesse tecnologie di informazione e comunicazione, che sono divenute la base di una struttura tecnologica che ha condotto l'economia del mondo negli ultimi 30 anni. Oggi siamo di fronte a una simile crisi. Il mondo è in transizione verso un nuovo sistema tecnologico. Il nuovo sistema è di natura umanitaria, e perciò potrebbe evitare una guerra, perché i vettori principali di crescita su questa lunghezza d'onda sono tecnologie umanitarie.

Queste includono le industrie sanitarie e farmaceutiche, basate sulla bio-tecnologia; includono anche tecnologie di comunicazione basate sulla nanotecnologia, che oggi sta facendo un passo avanti, e così pure tecnologie cognitive che definiscono una nuova somma delle conoscenze umane. Se, come ha continuato coerentemente a proporre il presidente Putin, fossimo in grado di mettere in piedi un programma mutuo di sviluppo, una zola di sviluppo generale con un regime preferenziale di commercio da Lisbona a Vladivostok; se raggiungessimo un accordo con Bruxelles per creare uno spazio economico comune, un'area comune di sviluppo, potremmo trovare un numero sufficiente di progetti avanzati, dal campo della custodia della salute alla difesa da minacce spaziali, per mettere a pieno sviluppo il nostro potenziale scientifico e tecnico e creare una consistente richiesta statale, che dia un impulso al nuovo sistema tecnologico.

Tuttavia, gli americani hanno intrapreso il solito cammino. Per mantenere la loro leadership mondiale, stanno scatenando un'altra guerra in Europa. Una guerra in Europa è sempre buona per gli americani. Hanno definito una buona guerra persino la seconda guerra mondiale, che ha ucciso 50 milioni di persone in Europa e in Russia. Per gli americani è stata buona perché gli Stati Uniti sono emersi da questa guerra come la potenza dominante nel mondo. Anche la guerra fredda, che è terminata con il collasso dell'Unione Sovietica, è stata buona per loro.

Ora gli Stati Uniti vogliono ancora mantenere la loro leadership a spese dell'Europa. Questo processo è minacciato da una Cina in rapida espansione. Il mondo oggi sta slittando su un altro ciclo, questa volta politico. Questi cicli hanno una durata di secoli e sono associati con le istituzioni globali che regolano l'economia. Oggi stiamo passando dal ciclo americano dell'accumulo del capitale a un ciclo asiatico. Questa è un'altra crisi che sta sfidando l'egemonia americana. Gli americani, per mantenere la loro posizione di egemonia di fronte alla competizione con la Cina e con altre nazioni asiatiche emergenti, stanno iniziando una guerra in Europa. Vogliono indebolire l'Europa, spezzare la Russia e soggiogare l'intero continente europeo. E così, invece della zona di sviluppo da Lisbona a Vladivostok offerta dal presidente Putin, gli Stati Uniti vogliono inziare una guerra caotica su questo territorio, coinvolgere l'Europa in questa guerra, svalutare il capitale europeo, cancellare il proprio debito pubblico, sotto il cui fardelli gli Stati Uniti stanno già cominciando a crollare, annullare i debiti che hanno con la Russia e con l'Europa, soggiogare i nostri spazi economici e stabilire il controllo sulle risorse del gigantesco territorio eurasiatico. Credono che questa sia la loro unica maniera per mantenere l'egemonia nel mondo e superare la Cina.

Sfortunatamente, la geopolitica americana che vediamo sui nostri schermi sembra venire direttamente dal XIX secolo. Pensano nei termini delle vicende geopolitiche dell'Impero britannico: dividere e conquistare, spingere le nazioni una contro l'altra, coinvolgerle nel conflitto e iniziare una guerra mondiale. Gli americani, purtroppo, continuano questa vecchia politica britannica per risolvere i loro problemi.

La Russia è stata scelta come vittima di questa politica, mentre il popolo ucraino è stato usato come arma e come carne da cannone in una nuova guerra mondiale. Dapprima, gli americani hanno costantemente cercato di selezionare l'Ucraina per separarla dalla Russia. Questa tattica proviene dai tempi di Bismarck.

Questa tradizione europea anti-russa mirava a separare l'Ucraina dalla Russia, coinvolgendole in un conflitto al fine di conquistare l'intero spazio eurasiatico. L'idea fu espressa per prima da Bismarck, quindi fu raccolta dagli inglesi, e infine, dal principale scienziato politico americano, Zbigniew Brzezinski, che ha detto in molte occasioni che la Russia non può essere una super-potenza senza l'Ucraina, e che mettere la Russia contro l'Ucraina beneficerà l'America e l'Occidente.

Per gli ultimi 20 anni gli americani hanno coltivato il nazismo ucraino diretto contro la Russia. Come sapete, hanno ospitato i resti dei banderisti dopo la seconda guerra mondiale. Decine di migliaia di nazisti ucraini sono stati portati in America e sono stati accuratamente coltivati e fatti crescere durante tutto il periodo post-bellico. Quest'ondata di immigranti è discesa sull'Ucraina dopo il collasso dell'Unione Sovietica. Così, rivolgendosi costantemente all'Ucraina, mirano a separarla dalla Russia. Questo è il loro compito principale.

L'idea di un partenariato orientale è stata usata come esca. È stata prima espressa dai polacchi e poi impiegata dagli americani. L'essenza del partenariato orientale, del quale la Georgia è diventata la prima vittima, ora lo è diventata l'Ucraina, e presto lo sarà la Moldova, è di recidere i loro legami con la Russia.

Come sapete, stiamo costruendo l'Unione Doganale come uno spazio economico comune con Belarus' e Kazakistan, a cui si uniranno presto Kirghizistan e Armenia.

L'Ucraina è stata a lungo nostra partner. L'Ucraina è ancora nello stadio di ratificazione dell'accordo con la Russia, che nessuno in Ucraina ha ancora cancellato. L'Ucraina è importante per noi come una parte del nostro spazio economico e per i nostri secolari legami e co-operazione. Il nostro complesso scientifico e industriale era stato creato in modo unitario; pertanto, la partecipazione dell'Ucraina nell'integrazione eurasiatica è piuttosto naturale e vitale. Il partenariato orientale è stato inventato allo scopo di prevenire la partecipazione dell'Ucraina nel processo d'integrazione eurasiatica. Il significato del partenariato orientale è di creare un'associazione con l'Unione Europea. Che cos'è l'associazione, firmata da Poroshenko con i leader europei? È una trasformazione dell'Ucraina in una colonia. Firmando l'accordo di associazione, l'Ucraina perde la sua sovranità. Trasferisce il controllo del suo commercio, delle dogane, della regolamentazione tecnica e finanziaria e delle procedure pubbliche a Bruxelles. L'Ucraina cessa di essere uno stato sovrano nella sua economia e politica. È chiaramente affermato nell'accordo di associazione che l'Ucraina è un partner junior dell'Unione Europea. L'Ucraina deve seguire la difesa comune e la politica esterna dell'Unione Europea. L'Ucraina è obbligata a partecipare alla risoluzione dei conflitti regionali sotto la leadership dell'Unione Europea.

Così Poroshenko sta facendo dell'Ucraina una colonia dell'Unione Europea, e attirando l'Ucraina in una guerra contro la Russia come carne da cannone, con l'intenzione di precipitare una guerra in Europa. Lo scopo dell'accordo di associazione è di permettere alle nazioni dell'Unione Europea di governare l'Ucraina nella risoluzione dei conflitti regionali. Ciò che sta accadendo ora in Donbass è un conflitto regionale armato. Lo scopo della politica americana è di creare quante più vittime possibile. La giunta nazista ucraina è uno strumento di questa politica. Stanno compiendo irragionevoli atrocità e crimini, bombardando città, uccidendo civili, donne e bambini, e forzandoli a lasciare le loro case, solo per provocare la Russia e quindi per trascinare l'Europa intera nella guerra. Questa è la missione di Poroshenko. Questo è il motivo per cui Poroshenko sta respingendo qualsiasi negoziato di pace e bloccando qualsiasi in iniziativa di pace. Interpreta ogni dichiarazione di Washington di ridimensionare il conflitto come un ordine di accrescerlo. Tutti i colloqui di pace, che hanno avuto luogo a livello internazionale, hanno portato un nuovo ciclo di violenza. Dobbiamo capire che stiamo trattando come uno stato nazista, che è mortalmente intento a una guerra contro la Russia e che ha dichiarato una coscrizione generale. L'intera popolazione maschile tra i 18 e i 55 anni è stata messa sotto le armi. Quelli che non vogliono obbedire avranno 15 anni di prigione. Questo potere criminale nazista fa dell'intera popolazione ucraina un criminale.

Abbiamo calcolato che l'Unione Europea perderà attorno a un trilione di euro dalle sanzioni contro la Russia, a lei imposte dagli americani. È una somma enorme. Gli europei stanno già iniziando a patire le perdite. C'è già un calo di vendite di beni in Russia. La Germania sta perdendo circa 200 miliardi di euro. I nostri più rabbiosi "amici" degli Stati baltici soffriranno le perdite più alte. Il danno all'Estonia sarà più alto del suo intero prodotto nazionale lordo. Il danno alla Lettonia sarà di circa la metà del suo prodotto nazionale lordo. Ma questo non li sta fermando. I politici europei stanno continuando a seguire gli americani senza mettere in discussione ciò che fanno. Stanno danneggiando se stessi provocando il nazismo e la guerra.

Ho già detto che Russia e Ucraina sono le vittime di questa guerra, fomentata dagli americani. Ma anche l'Europa è una vittima, perché la guerra mira a danneggiare la prosperità dell'Europa e destabilizzarla. Gli americani si aspettano che continui il drenaggio di capitali e di cervelli europei in America. Ecco perché stanno incendiando l'Europa intera. È molto strano che i leader dell'Unione Europea si prestino al loro gioco.

Parliamo delle pressioni dalla NATO e dalla vecchia Europa. Gli americani esercitano serie pressioni sui paesi NATO. La Banca di Francia ne ha sofferto. Ne è stata colpita anche la Deutsche Bank. La Russia sta sperando che l'Europa occidentale resista alla pressione e sia in grado di asserire una sua politica indipendente?

Non dovremmo solo sperarlo, dobbiamo lavorare con i leader europei di una nuova generazione, liberi dai diktat americani. Il fatto è che in Europa è stata formata un'élite politica anti-sovietica negli anni dopo la guerra fredda. Questa élite è diventata rapidamente anti-russa. Nonostante i legami economici drammaticamente espansi e gli enormi interessi economici mutui tra l'Europa e la Russia, questa russofobia è basata sull'anti-sovietismo e rimane ancora nella mente di molti politici europei. C'è bisogno che venga al potere una nuova generazione di politici europei pragmatici, che comprendono i propri interessi nazionali. Quel che vediamo oggi sono politici europei che stanno agendo contro i propri interessi nazionali. Questo è largamente dovuto al fatto che la Germania, che è la locomotiva della crescita europea, è ancora un paese occupato. Ci sono ancora truppe americane in Germania, e ogni cancelliere tedesco fa ancora un giuramento di alleanza agli americani per seguirli nei passi delle loro politiche. Questa generazione di politici europei ha fallito nel tentativo si scuotersi di dosso il giogo dell'occupazione americana. Anche se l'Unione Sovietica non esiste più, continuano a seguire Washington in modo maniacale nell'espansione della Nato e nella cattura di nuovi territori sotto il loro controllo, nonostante il fatto che sono già "allergici" ai nuovi membri est-europei dell'UE. L'Unione Europea è già stracolma, ma questo non li previene dal continuare la loro espansione aggressiva nel territorio post-sovietico. La nuova generazione sarà, spero, più pragmatica.

Le ultime elezioni al Parlamento Europeo hanno mostrato che non tutti i cittadini europei sono ingannati da questa falsa propaganda pro-americana e anti-russa, e dal costante lusso di menzogne che sta cadendo sulla testa degli sfortunati europei. I tradizionali partiti europei hanno perso alle recenti elezioni al Parlamento Europeo. Ho visto che quanto più raccontiamo la verità e quanto più persistenti siamo, tanto più grande sarà la reazione. Quello che sta accadendo in Ucraina, infatti, è la rinascita del nazismo. L'Europa ricorda i segni della rinascita del fascismo dalle lezioni della seconda guerra mondiale. Dobbiamo risvegliare questa memoria storica, in modo che si riesca a vedere nei nazisti ucraini, oggi al potere a Kiev, i seguaci di Bandera, di Shukhevych e di altri collaborazionisti di Hitler. L'ideologia aperta delle attuali autorità ucraine è radicata nell'ideologia dei complici di Hitler, che hanno massacrato di ebrei a Babi Yar, hanno bruciato ucraini e bielorussi a Khatyn, e sterminato tutti gli avversari senza distinzioni etniche. Questo nazismo sta risorgendo oggi.

Gli europei devono saper vedere la propria distruzione in questa terribile confrontazione. Spero che se siamo coerenti nel dire la verità e nel portarla a chiunque vuole sapere, saremo in grado di fermare la minaccia della guerra in Europa.

La cosa più importante di tutte: dobbiamo fermare le dipendenze dall'estero. Sfortunatamente, oggi il sistema finanziario russo è pesantemente dipendente dal capitale straniero, non tanto straniero di fatto, quanto nella forma. Avendo un'economia aperta, all'inizio ci siamo basati su investimenti stranieri. Alla fine i nostri investitori sono andati all'estero. Praticamente perdiamo ogni anno 100 miliardi di dollari non tassabili che finiscono in zone offshore. Di ritorno, riceviamo sotto forma di investimenti stranieri solo una piccola parte del denaro che fluisce dalla Russia. Abbiamo bisogno di creare il nostro sistema finanziario e monetario sovrano, che ci permetta di basarci sulle nostre forze, e fornire all'economia tutte le risorse necessarie per la crescita economica. Abbiamo bisogno di fermare il deflusso di capitali e di rafforzare il controllo bancario e valutario per fermare questa pazza delocalizzazione della nostra economia. Abbiamo bisogno di restaurare la nostra capacità di pianificazione strategica e di programmi a lungo termine, e cosa più importante, far sorgere un nuovo sistema tecnologico. Questo richiede misure speciali per stimolare l'innovazione e gli investimenti nella nuova struttura economica. La cosa più importante è creare un meccanismo finanziario di crescita economica, del quale ho parlato prima. Possiamo, usando le nostre risorse interne, ottenere prestiti accessibili a lungo termine, che oggi i nostri uomini d'affari cercano all'estero, spesso ipotecando per questi le loro proprietà. Le banche straniere rivedono quindi i termini dei prestiti, che, a ogni ritorno della crisi, ci portano sotto la minaccia della confisca di beni russi da parte di creditori stranieri. Per evitare questo, dobbiamo costruire la nostra politica macro-economica di sovranità monetaria.

 
Meditazione contro preghiera

La meditazione, chiamata consapevolezza, è spesso usata come terapia per aiutare le persone a rilassarsi e affrontare la vita. Possiamo raggiungere Dio attraverso la meditazione o la consapevolezza? In generale, qual è la differenza tra meditazione e preghiera?

I cattolici romani meditano e gli ortodossi pregano. Non c'è meditazione nell'Ortodossia. Per gli ortodossi la meditazione conduce al peccato. Questa è una delle differenze fondamentali tra Cattolicesimo romano e Ortodossia. È il risultato della diversa teologia o comprensione di come lo Spirito Santo ci viene incontro. Per gli ortodossi viene direttamente da Dio Padre, per i cattolici romani attraverso la natura umana, la mediazione umana, il pensiero (meditazione), lo studio o la manipolazione. Per noi quello non è lo Spirito Santo, ma la distorsione umana, l'illusione, perché lo Spirito Santo viene solo da Dio. Nel Cattolicesimo romano un credente si sforza di concentrarsi sui suoi sentimenti e di fidarsi di loro. La pratica ortodossa è molto diversa, esattamente l'opposto. Noi diffidiamo dei nostri sentimenti e pensieri, confrontandoli sempre con quelli degli altri.

Nell'Ortodossia possiamo stare con Dio mentre facciamo un lavoro quotidiano e di routine, non solo in chiesa. Per noi non c'è differenza tra azione e contemplazione. Tutto è uno. Per esempio, quando qualcuno ripete la preghiera di Gesù più e più volte come una semplice tecnica, senza notare i problemi dei suoi vicini, senza vedere nessuno o nulla eccetto la sua preghiera e la sua "spiritualità" egoista e narcisistica, questa è la morte spirituale. Vedrà solo se stesso, non Dio. Sarà innamorato di se stesso, non di Dio e del suo prossimo. Per esempio, c'è anche chi legge un libro sulla preghiera e poi inizia a "fare preghiera". Quelli che agiscono così cadono in uno stato di illusione, pensando di vedere Dio, mentre in realtà tutto ciò che vedono sono le loro menti e le loro speculazioni, i riflessi dei loro sé peccaminosi.

In altre parole, la meditazione è quando vuoi andare in paradiso da solo, senza Dio. Ma ogni volta che vuoi andare in paradiso da solo, senza Dio, incontrerai il diavolo, l'ingannatore. La vera preghiera ci rende umili e ci fa amare gli altri. Nelle parole "Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di me, peccatore", chiediamo a Dio di perdonarci. Non preghiamo per salire al cielo - questa è un'illusione, una malattia spirituale. Non dovremmo prestare attenzione ai nostri sentimenti, pensieri e immagini mentali durante la preghiera, specialmente se ci danno sentimenti di dolcezza e di auto-soddisfazione, facendoci sentire bene o rilassati. Questi vengono tutti per distrarci.

La chiave di tutto è l'umiltà. Se la preghiera ti rende umile, allora va bene. Altri te lo faranno sapere, sia in un monastero che nella tua famiglia - ascoltali e ascolta le loro opinioni schiette su di te. Se ti senti insultato e offeso da loro, allora sei in uno stato di orgoglio, di illusione spirituale. Se la "preghiera" ti fa sentire superiore, migliore degli altri, allora quella non è preghiera, ma meditazione - pensieri illusori che vengono da te stesso, non da Dio.

Noi non adattiamo la nostra vita spirituale ai nostri stati d'animo e sentimenti. Chiediamo: 'Signore, perdonami!' Preghiamo, mentre il nemico penetra i nostri cuori attraverso i nostri pensieri, cercando di contaminare e profanare tutto. Un asceta prega per il mondo intero - alcuni possono interpretarlo male pensando che stia meditando e viaggiando su un piano diverso. In realtà, un asceta prega in lacrime per il mondo intero, per tutti coloro che sono afflitti e tormentati. E queste parole non sono mere formule - ci sono amore e compassione in esse. Questa è la differenza fondamentale tra preghiera e meditazione. L'autoconcentrazione e la concentrazione sulle capacità interne aumentano solo l'orgoglio. Ma cerchiamo l'umiltà, siamo salvati dagli altri, non da noi stessi.

 
Ivan Kireevskij e la mente della fede

Ivan Vasil'evich Kireevskij

Visitatori abituali del monastero di Optina e discepoli degli anziani di Optina, Ivan Vasil'evich Kireevskij (23 marzo/3 aprile 1806 – 6/24 giugno 1856) e sua moglie Natalia Petrovna (nata Arbenova) furono determinanti nella pubblicazione dei libri patristici di Optina. Oggi, nell'anniversario del suo riposo, vorremmo ricordare e introdurre questa importante figura nella filosofia religiosa russa.

Ivan Kireevskij proveniva da un'antica famiglia nobile della regione di Belev, figlio di Vasilij Ivanovich Kireevskij e di Avdotia Petrovich, nata Jushkova.

Studiò filosofia con i filosofi tedeschi Hegel a Berlino e Schelling a Monaco; considerava Hegel un razionalista e un seguace di Aristotele, come l'ultima e la più alta di tutte le altezze possibili del pensiero occidentale, che doveva essere contrapposto alla visione del mondo russo costruita sulla fede pura e ortodossa.

Kireevskij fu il paladino del movimento slavo e il rappresentante della sua filosofia. Vide l'allontanamento dell'Europa  dai principi religiosi e la sua perdita dell'integrità spirituale come fonte della crisi dell'illuminismo europeo. Considerava la vocazione della filosofia distintiva della Russia come la rielaborazione delle principali filosofie occidentali nello spirito dell'insegnamento patristico orientale. I primi lavori di Kireevskij furono pubblicati nel 1861, in due volumi.

Idee filosofiche

Per Kireyevsky, l'idea dell'integrità della vita spirituale era fondamentale per la filosofia. È proprio il "pensiero integrale" che permette all'individuo e alla società di evitare la falsa scelta tra l'ignoranza, che porta alla "inclinazione della mente e del cuore lontano dalle vere convinzioni", e il pensiero logico, che è in grado di attirare una persona lontano da tutto ciò che è importante in questo mondo. Il secondo pericolo per l'uomo moderno, se non raggiunge l'integrità della coscienza, è particolarmente rilevante, come Kireevskij suppone, poiché il culto del corpo e il culto del materialismo, dopo aver ricevuto la giustificazione nella filosofia razionale, conducono all'asservimento spirituale dell'uomo. La situazione può essere radicalmente cambiata solo da "convinzioni di base", "un

cambiamento nello spirito e nella direzione della filosofia". Come Khomjakov nel suo insegnamento sulla conciliarità, Kireevskij collegava la nascita di un nuovo pensiero non con la costruzione di sistemi, ma con un'inversione generale nella consapevolezza sociale, "l'educazione della società". Come parte di questo processo, attraverso gli sforzi intellettuali comuni ("conciliari") e non individuali, dovrebbe entrare nella società una nuova filosofia che supera il razionalismo. L'essenza di questo percorso è l'impegno verso una totalità concentrata dello spirito, che è data dalla sola fede: "attraverso la consapevolezza della relazione tra la personalità umana e la Persona della Divinità". Ciò dovrebbe essere aiutato anche dall'ascesi, un elemento necessario non solo nella vita ma anche nella filosofia. Allo stesso tempo, Kireevskij non considerava affatto priva di significato l'esperienza del razionalismo filosofico europeo. "Tutte le false conclusioni del pensiero razionale dipendono solo dalle sue pretese di una verità superiore che è piena di conoscenza".

Sulla mente della fede

La parola, come corpo trasparente dello spirito, dovrebbe corrispondere a tutti i movimenti dello spirito. Quindi la parola dovrebbe cambiare continuamente colore, secondo la coesione e la risoluzione dei pensieri che cambiano continuamente. Nella sua modulazione del significato, ogni in-spirazione della mente dovrebbe vibrare e rispondere. Dovrebbe respirare la libertà della vita interiore. Perciò la parola che è ossificata nelle formule della scuola elementare non può esprimere lo spirito, proprio come un cadavere non può esprimere la vita. Tuttavia nel cambiare le sue sfumature, il suo contenuto interno non deve essere alterato.

L'essenziale non è accessibile solo al pensiero astratto. Solo ciò che è essenziale può toccare l'essenziale. Il pensiero astratto ha a che fare solo con i confini e le relazioni della comprensione. Le leggi della ragione e della materia che compongono il suo contenuto non hanno alcuna essenzialità in sé e per sé, ma sono solo l'insieme delle relazioni. Essenziale per il mondo è solo il pensiero, la personalità libera. Solo [il pensiero, la personalità libera] ha un significato particolare. Tutto il resto ha solo un significato relativo. Ma per il pensiero razionale, una personalità vivente si disintegra in leggi astratte di auto-sviluppo, o diventa il prodotto di principi esterni, e in entrambi i casi perde il suo vero significato.

Pertanto, quando il pensiero astratto tocca i temi della fede, può essere esternamente molto simile agli insegnamenti [della fede]; nella sua essenza, tuttavia, ha un significato completamente diverso, proprio perché manca del senso dell'essenziale, che scaturisce dallo sviluppo interiore del significato della personalità integrale.

In alcuni sistemi di filosofia razionale vediamo che i dogmi dell'unità della divinità, della sua onnipotenza, della sua saggezza, della sua spiritualità e onnipresenza, persino della sua natura trinitaria sono possibili e accessibili alla mente di una persona senza fede. Una tale persona può persino permettere e spiegare tutti i miracoli accettati con fede, facendoli passare sotto qualche formula speciale. Ma nessuno di questi ha un significato religioso, solo perché la coscienza della Persona vivente della Divinità e del suo rapporto vivente con la personalità dell'uomo è insondabile al pensiero razionale.

La coscienza della relazione della Persona Divina vivente con la personalità umana serve come fondamento per la fede; o più correttamente, la fede è quella stessa coscienza, più o meno chiara, più o meno diretta. Non comprende la conoscenza puramente umana; non comprende un particolare concetto nella mente o nel cuore, non si adatta alla capacità di acquisire la conoscenza da solo, non si riferisce alla sola mente logica, o al sentimento del cuore, o alla suggestione della coscienza. Piuttosto abbraccia l'intera totalità dell'uomo, e appare solo durante i minuti di questa totalità, nella misura della sua [i.e. di quella totalità] pienezza. Perciò il carattere principale della mente della fede consiste nello sforzo di riunire tutte le parti separate dell'anima in un unico potere; di cercare quella concentrazione interiore dell'essere, dove mente, e volontà, e sentimento, e coscienza, e il bello, il vero, il meraviglioso, il desiderato, il giusto, il misericordioso e l'intero contenuto della mente si confondono un'unità vivente – e in questo modo l'esistenza della personalità dell'uomo si ripristina nella sua indivisibilità originaria.

Non è la forma del pensiero che sta davanti alla mente che produce in essa questa concentrazione di poteri, ma dall'integrità mentale viene quel pensiero che fornisce una vera comprensione del pensiero.

Questo sforzo verso l'integrità mentale, come condizione necessaria per comprendere una verità superiore, è sempre inseparabilmente appartenuto all'amore cristiano per la saggezza.

Dai tempi apostolici ai nostri tempi è stata la sua qualità esclusiva. Ma da quando è scomparso dalla Chiesa occidentale è rimasto quasi interamente nella Chiesa ortodossa. Sebbene altre confessioni cristiane non negano la sua legittimità [almeno ai tempi in cui questo testo era scritto, ndc], non la considerano una condizione necessaria per comprendere la verità divina. Secondo l'opinione dei teologi e dei filosofi romani, era apparentemente sufficiente che l'autorità delle verità divine fosse accettata una volta affinché l'ulteriore comprensione e lo sviluppo di queste verità fossero perfezionate mediante il pensiero astratto e logico. Forse attraverso un particolare attaccamento appassionato ad Aristotele, le loro opere teologiche portano il carattere di esposizioni logiche. I processi stessi del pensiero hanno avuto luogo sotto forma di tessitura concettuale esterna.

Dai dogmi di fede hanno cercato di trarre giustificazioni logiche. In questa esposizione logica, dalla loro comprensione astratta e razionale dei dogmi e anche come conclusioni astratte, nascevano requisiti morali. Sarebbe strana la nascita dei vivi dai morti! Uno strano requisito di potere in nome di un pensiero che non ha potere da se stesso!

Separato da altri poteri di conoscenza, il pensiero logico comprende il carattere naturale di una mente che è decaduta dalla sua integrità. L'intero ordine delle cose che arriva come conseguenza di questo stato di uomo biforcato attira i pensieri dell'uomo all'interno in questa separazione logica. La fede supera la ragione naturale proprio perché la ragione naturale è caduta al di sotto del suo livello naturale e originale.

Non è possibile, o necessario, che tutti studino teologia; non tutti sono in grado di occuparsi dell'amore della saggezza; non è possibile per tutti avere quell'esercizio costante e particolare di attenzione interiore, che purifica e raduna la mente fino a un'unità più alta. Ma è possibile e necessario per tutti collegare la direzione delle loro vite con la loro fondamentale convinzione di fede, portare la propria occupazione principale e ogni atto separato in accordo con essa, in modo che ogni azione possa essere un'espressione di uno sforzo, ogni pensiero possa cercare una base, ogni passo possa portare a un obiettivo. Senza questo, la vita dell'uomo non può avere alcun significato; la sua mente non sarà altro che una macchina calcolatrice, e il suo cuore una collezione di corde senz'anima attraverso cui fischiano venti casuali. Nessuna azione avrà alcun carattere morale, e infatti non sarà un uomo. Perché l'uomo è la sua fede.

Non esiste una coscienza così sottosviluppata da non poter avere la forza di permeare se stessa delle convinzioni fondamentali della fede cristiana. Non esiste una mente così ottusa da non poter comprendere la sua insignificanza e il bisogno di rivelazioni più elevate; non esiste un cuore così limitato da non poter comprendere la possibilità di un altro amore, più alto di quello che gli oggetti terreni suscitano in esso; non esiste una coscienza che non possa percepire l'esistenza invisibile di un ordine morale superiore; non c'è volontà così debole da non poter risolversi in un totale sacrificio di sé per il più alto amore del suo cuore. Ed è da questi poteri che si forma la fede, che è il requisito vivente della redenzione e della gratitudine incondizionata. La sua intera essenza è in questo. Da ciò la mente della fede e della vita riceve la sua luce, il suo significato e tutto il suo sviluppo successivo.

 
"La gente apriva la propria anima..."
Intervista all'arcivescovo Kirill di San Francisco e dell'America occidentale sul suo viaggio in Giappone e in Russia del novembre 2013

Zoja Gradova: Vladyka, ci racconti per favore del suuo viaggio in Russia e in Giappone. Il motivo del viaggio era kegato al disastro in Russia orientale?

Arcivescovo Kirill: Per quanto riguarda il disastro naturale, la coincidenza era puramente casuale. I luoghi dove eravamo stati invitati - Vladivostok, Nakhodka, Ussurijsk, Arsen'ev - erano a una grande distanza dalle zone colpite dal diluvio.

Tutto è successo nel seguente modo: Qualche anno fa, una famiglia da Kyoto ci ha chiesto ci ha chesto di portare l'icona della Radice di Kursk in Giappone. La padrona di casa veniva dalla Russia, e aveva incontrato suo marito, un giapponese, mentre studiava all'estero. Si sono innamorati, si sono sposati, e si sono trasferiti in Giappone. Ora hanno tre figli. Questa famiglia si era sforzata per tre anni di far portare l'icona nel loro paese. Per tre anni hanno pregato la Madre di Dio perché l'icona fosse portata in Giappone. E all'improvviso, tutto si è avverato: la chiesa ortodossa giapponese ci ha inviato una lettera, invitandoci a visitarli, e siamo stati in grado di acconsentire. Nel frattempo, la diocesi di Primor'e, guidata dal Metropolita Veniamin, scoperto ha saputo del nostro viaggio e ha esteso un invito da parte loro. Il viaggio da Tokyo avrebbe preso appena due ore, e naturalmente, siamo stati d'accordo. È stato proprio in questo periodo che il disastro ha colpito nell'estremo Oriente della Russia. Abbiamo raccolto donazioni da tutta la Diocesi occidentale americana per aiutare questa povera gente (e continuiamo a farlo), e grazie al nostro viaggio in Giappone, siamo stato in grado di portare la prima rata di una buona somma di denaro a un ataman dei cosacchi, il generale Oleg Anatol'evich Mel'nikov, che stava dirigendo un'operazione di soccorso per le vittime del diluvio. Lui, a sua volta, mi ha premiato con la Medaglia della Protezione della Theotokos.

C'è una rinascita di gruppi cosacchi nella zona?

In ogni città che abbiamo visitato, siamo stati accolti, ricevuti, e seguiti da cosacchi. A suo tempo, Stalin tentò di annientarli, ma i cosacchi stanno vivendo una rinascita in Russia. E a proposito, questo particolare ataman ha seimila cosacchi al suo comando - tutti in alta uniforme.

I media americani non hanno detto una singola parola sulla devastazione subita dal popolo della Russia orientale. Di solito, ogni volta che c'è un disastro naturale, come il recente tifone nelle Filippine, la notizia è completamente coperta da radio e televisione, con continui appelli per aiuti. Le persone sono informate dell'evento e vogliono aiutare. Ma in questo caso, fatta eccezione per le persone che visitano siti di notizie russe o hanno accesso a canali di notizie russe, nessuno lo sapeva. Come hanno risposto i vostri parrocchiani quando ha chiesto il loro aiuto?

A mio avviso, l'America sta, in qualche misura, rivivendo l'era dell'Unione Sovietica: Questo mi ricorda molto la guerra fredda. Con il crollo dell'Unione Sovietica, le cose sembravano andare un po' meglio per noi qui. Ma la russofobia sta cominciando a diffondersi di nuovo. Come pastore, lo sperimento un bel po'. Certo, l'America non risponderà alla chiamata per aiutare la Russia. È più probabile che si soffermi sulle carenze della Russia, al fine di sminuirla. Ecco perché non abbiamo sentito nulla sui tragici eventi in Estremo Oriente, di cui si sentono ancora gli effetti.

Devo dare credito alla persona che ha avviato l'appello agli aiuti nella nostra diocesi. Avevo letto il disastro sul sito del Patriarcato di Mosca e ho pensato che dovevamo aiutare in qualche modo. E improvvisamente, il telefono squilla e posso sentire all'altro capo la voce di Nikita Evgen'evich Buick, lo starosta della nostra cattedrale: "Vladyka, cerchiamo di aiutare". Suggerisco di formulare un piano d'azione e pubblico un decreto in cui chiedo a ogni parrocchia di raccogliere quanto più poteva, di cui avrei poi consegnato la somma alla Russia. Abbiamo raccolto ventimila dollari in questo modo. Dopo la mia partenza, una delle nostre parrocchie ha contribuito altri quattromila, e Nikita Evgen'evich ha aggiunto altri ventimila. Oltre all'aiuto finanziario, c'è un altro, effetto psicologico fondamentale: le persone non si sentono scartate. Il semplice fatto che i loro fratelli cristiani ortodossi si prendono cura e si preoccupano di loro solleva parte della loro angoscia.

Tornando al tema del viaggio...

Siamo stati incontrati a Tokyo da Padre Nikolaj Kotsjuban, decano della chiesa di Sant'Aleksander Nevskij (Patriarcato di Mosca), un diplomatico russo, e due monache del monastero di Santa Sofia, che si trova nel villaggio di Matsuo. Quando siamo arrivati ​​al monastero, abbiamo officiato un Acatisto e le suore ci hanno nutriti, dopo di che siamo partiti per Kyoto, l'antica capitale del Giappone. La famiglia che aveva pregato per tre anni che l'icona della Radice di Kursk fosse portata in Giappone risiedeva in quella città. Ci hanno accolto nella loro casa, dove siamo stati per quattro giorni. Che cena hanno preparato per noi quella sera! Consideravo di avere abbastanza familiarità con la cucina giapponese, ma non la conoscevo bene quanto pensavo. Inutile dire che il pasto era delizioso.

Siete stati ospitati in una casa tradizionale giapponese?

No, loro vivono in quella che chiamano una casa in stile "americano". E davvero è costruita nella maniera delle case occidentali, ma hanno una stanza in stile giapponese, con tatami [stuoie di paglia], in cui hanno un krasnyj ugol ["angolo bello"], e un gran numero di icone e una lampada a olio davanti a loro.

Noi, come turisti, siamo stati portati in giro. È stato interessante vedere una città tradizionale giapponese. La guerra ha risparmiato Kyoto – tutto è rimasto come era un secolo fa. La cattedrale dell'Annunciazione a Kyoto ha circa 100 anni di età.

La funzione è stata frequentata da un buon numero di persone, quindi abbiamo usato due calici per la santa Comunione. È stato allora che abbiamo assistito al primo dei miracoli dell'icona che si sarebbero verificati nel corso del nostro viaggio. Verso la fine della Liturgia, una giovane donna di origine russa è entrata in chiesa e si è avvicinata uno dei sacerdoti, dicendo: "Non sono mai stata battezzata, ma qualcosa mi ha attirato in chiesa e penso che dovrei ricevere il battesimo". Il sacerdote si è riservato una giornata per incontrarsi con lei in modo che lei potesse prepararsi per il suo battesimo.

La parrocchia di Kyoto è grande?

Non molto grande. Ma, in generale, ci sono solo circa trentamila cristiani ortodossi in Giappone, la maggior parte dei quali di origine giapponese. Non ci sono molti russi.

Abbiamo lasciato Kyoto per Tokyo, dove ci siamo incontrati con il metropolita Daniel, capo della Chiesa ortodossa autonoma giapponese. Ho servito accanto al metropolita nella rinomata cattedrale Nikolaj-do, costruita da san Nikolaj del Giappone, che era venuto in Giappone come missionario verso la metà del XIX secolo. Una piccola colonia russa era sopravvissuta nella zona. Dopo la Liturgia, i russi ci hanno invitato ad unirsi a loro per un po' di tè russo. Eravamo in Giappone – nella terra del sol levante – serviti con pirogi, pane di segale, caviale, e seljodka [aringhe in salamoia]! La maggior parte dei nostri anfitrioni venivano da Harbin e Shanghai. Le fotografie dei vescovi che avevano servito a Harbin erano appese alle pareti.

Avevamo programmato anche di visitare la parrocchia ortodossa nella città di Sendai, ma la nostra visita è stata inspiegabilmente annullata all'ultimo minuto.

Vladyka, la sua famiglia non ha vissuto a un certo punto in Giappone?

Vivevano a Nagasaki. Non siamo stati in grado di visitarla – è in una parte diversa del Giappone. Abbiamo fatto visita al cimitero degli stranieri a Tokyo, dove, tra l'altro, i sono sepolti nonni di Dmitrij Shikalov, il suddiacono della nostra cattedrale di San Francisco.

Dopo Tokyo, siete partiti per Vladivostok?

A Vladivostok, stava accadendo qualcosa di straordinario. Era, dopo tutto, novembre e tutto doveva essere coperto di neve. Ci aspettavamo freddo e vento. Ma c'erano 3, 4 gradi sopra lo zero a Vladivostok. Ci hanno detto che tutte le nubi di tempesta erano state cacciate via dal vento: era arrivata l'icona della Theotokos.

L'icona era stata oggetto di un'ispezione di sicurezza, fotografata e registrata in dogana. Ma i doganieri si facevano il segno della croce e veneravano l'icona – siamo rimasti stupiti da questo. Coloro che sono cresciuti in Occidente non potevano immaginare una cosa del genere! Che grande cambiamento in Russia!

Neppure chi è cresciuto in Unione Sovietica.

Ho preso l'icona e i sacerdoti mi hanno seguito. Le porte della sala principale dell'aeroporto si sono aperte. E cosa ho visto? Un tappeto era stato srotolato. Ero in piedi di fronte alle porte aperte, e all'altra estremità c'era il metropolita Veniamin di Vladivostok e Primor'e, vestito con la sua mantija [mantello]. Mi sono diretto verso di lui, che ha preso l'icona da me. Eravamo circondati da due file di sacerdoti su entrambi i lati del tappeto, che portava a un supporto, su cui l'icona è stata posta. I cosacchi, i viaggiatori, la polizia – così tante persone provenienti da diversi percorsi di vita veneravano l'icona della Madre di Dio.

Il protodiacono si è rivolto al metropolita: "Eminentissimo presule, benedici". Il metropolita ha dato la sua benedizione e poi – "Gloria a te, Dio nostro, gloria a te..." Poi hanno cominciato a cantare la preghiera allo Spirito Santo ("Re celeste...") e ognuno cantava con loro. Le pareti tremavano. Ho pianto. Ora ne posso parlare con calma, ma in un primo momento mi veniva da piangere ogni volta che ricordavo quel momento. Immaginate questo in America, immaginate una tale accoglienza qui, presso l'aeroporto di San Francisco. Non lo permetterebbero, perché, Dio non voglia, potresti "offendere" qualcuno.

Un completo Molieben [Te Deum] è stato servito presso l'aeroporto di Vladivostok. E, mentre i fedeli si avvicinavano per venerare l'icona, il metropolita ha tenuto un sermone. "Noi tutti ci dobbiamo risvegliare", ha detto al popolo, "dal nostro sonno spirituale. La Madre di Dio è venuta a noi. La Hodigitria della Theotokos preannuncia molti miracoli. Senza questi oggetti sacri, non possiamo vivere. Abbiamo bisogno di un terreno spirituale su cui costruire la nostra vita spirituale". Poi ha aggiunto: "Noi, il popolo russo, dobbiamo pentirci nostro regicidio [l'omicidio dell'imperatore unto da Dio Nicola II ], noi abbiamo massacrato l'unto di Dio" ha incriminato i comunisti e lo Stato sovietico per il loro degrado morale – mi è venuto in mente che solo venti anni fa sarebbe stato arrestato sul posto per averlo detto, ma ora poteva parlare liberamente. Vladyka ha fatto meravigliosi sermoni mentre eravamo con lui a Vladivostok e Ussurijsk. Un ritratto dello tsar Nicola II con lo tsarevich Alessio è appeso nel suo ufficio. Era chiaro che l'uomo è un monarchico.

Non dimenticherò mai l'accoglienza in aeroporto, quel richiamo all'azione: Alzati e cammina sulle orme di Cristo. Me ne ricorderò per il resto della mia vita.

Ho provato una simile profondità della fede durante la mia visita al Monastero di Diveevo nel 2003. Ci è capitato di essere lì nel mese di novembre, alla vigilia della festa di san Michele Arcangelo. Tutto era coperto di neve. Avevamo un volo per Mosca e potevamo stare solo per la prima parte del Mattutino. La nostra delegazione aveva già lasciato la chiesa. Ero stato trattenuto all'altare, per un motivo o un altro, ed ero stato l'ultimo ad andarmene. Coloro che sono stati in Russia sanno che c'è di solito un tappeto che si estende nel mezzo di ogni chiesa, delimitato da una corda di velluto su entrambi i lati, oltre la quale stanno i parrocchiani. Nella mia cattedrale, l'avrei attraversato in un minuto, e nessuno mi avrebbe prestato la minima attenzione. Non così in Russia: vedono uno a cui  è stata concessa la grazia del sacerdozio. Le persone su entrambi i lati hanno cominciato a chiedere una benedizione. Stavo dando la benedizione con entrambe le mani. E tuttavia, era impossibile benedire tutti. Sentito qualcuno che mi tirava per la tonaca, baciava l'orlo, le maniche, le mie mani.... E tutto quello che potevo sentire era: "Vladyka, benedica..."

Ho visto quei volti, quegli occhi profondi, quando ero in Russia questa volta – proprio come li avevo visti allora [a Diveevo]. Gli occhi sono, dopo tutto, le finestre dell'anima, e non si può forse descrivere la profondità, il candore dell'anima russa. Bisogna viverli in prima persona. Non li abbiamo in Occidente. Anche i russi cresciuti qui non li hanno, poiché ogni società è destinata a lasciare la sua impronta sullo spirito. È completamente diverso in Russia. Sono sicuro che tutti coloro che sono immigrati solo recentemente dalla Russia capiranno quello che ho vissuto. Coloro che sono nati qui devono sperimentarlo da soli, perché spiegarlo è quasi impossibile.

Sa, per noi cristiani ortodossi venuti dalla Russia, è vitale ritornare almeno una volta l'anno, al fine di ricaricare la nostra energia spirituale. Noi non possiamo vivere senza queste visite.

C'è un'attitudine di sangue freddo qui in Occidente. "Io" è la cosa più importante – ciò che è conveniente per me. Invece di immergerci nella nostra vita spirituale, ci immergiamo nella convenienza, puntando il dito contro tutto e tutti. La spiritualità non esiste qui. E molti cristiani ortodossi in Occidente semplicemente non hanno una comprensione dell'Ortodossia come base per la loro vita. Questo è ciò che vorrei sottolineare: indipendentemente da dove mi trovavo in Russia, ho sentito che c'era spiritualità.

Com'è che la gente ha accolto l'icona della Madre di Dio?

Siamo arrivati ​​in albergo a Vladivostok e siamo stati invitati a cena dal parroco. Abbiamo parlato come fanno i russi, solo senza vodka. È stata una cosa piacevole e senza sforzo.

Il giorno dopo siamo andati alla chiesa, dove la folla si era già riunita e ci stava aspettando. Durante il nostro soggiorno, circa cinquantamila persone sono venute a venerare l'icona. Questo potrebbe non sembrare molto, rispetto a tutta la popolazione di Vladivostok e le aree circostanti, ma tuttavia esse indicano che c'è una rinascita di spiritualità che ha luogo in Russia. Putin ha concesso piena autonomia alla Chiesa ortodossa russa. In Occidente, Putin è spesso criticato, anche dai russi, ma le possibilità aperte al patriarca e alla Chiesa non sarebbero state concepibili solo venti anni fa.

Per quanto tempo siete stati a Vladivostok?

Per circa tre giorni, e per tutto il tempo la gente è venuta a visitare l'icona. Mentre l'icona è stata resa disponibile per la venerazione dei fedeli, siamo andati a vedere il Convento di Marta e Maria a Sedanka. L'igumena Maria e le sorelle ci hanno dato un caloroso benvenuto. Ci sono ventisei sorelle del convento. Le sorelle mi hanno detto che i bolscevichi avevano profanato la chiesa, usando il convento come palazzo della cultura, istituto per bambini, e studio cinematografico, tra le altre cose. Durante la perestrojka, la terra è stata restituita al convento, e la chiesa, insieme con il campanile, è stata ricostruita.

Mentre ero a Vladivostok, ho avuto anche l'opportunità di visitare il monastero di san Serafino di Sarov, che si trova sull'Isola Russa. È in fase di restaurazione. Il monastero ha una quarantina di alveari, bestiame, polli, e il solito gallo russo che canta ogni mattina. Cani da guardia proteggono il monastero.

Questo è un luogo straordinario che mi ha fatto ricordare chi ero: i miei voti monastici, il mio degrado spirituale, così come quello personale e quello della mia vita in generale. Sono rimasto veramente contento di aver visitato quel monastero.

Abbiamo anche visitato l'Università Federale dell'Estremo Oriente. Il campus è colossale. Tutto è moderno, pulito e ordinato. L'università ha un dipartimento teologico che offre un master in teologia. Il capo del dipartimento è lo stesso metropolita Veniamin di Vladivostok e Primor'e, con il vescovo Innokentij di Ussurijsk che serve come professore anziano.

Assieme al vescovo Innokentij ho poi visitato la chiesa della Dormizione a Vladivostok, di cui è il decano.

Dove siete andati dopo Vladivostok?

A Nakhodka. Siamo stati accolti in modo splendido, ancora una volta, dal popolo russo e dalla loro profonda fede.

Ho celebrato la liturgia due volte – una volta a Vladivostok e una volta a Nakhodka, a Vladivostok con il metropolita Veniamin, a Nakhodka con il vescovo Nikolaj. Il patriarca ha diviso le grandi diocesi in più parti gestibili. Tale divisione era stata discussa fin dal grande Concilio del 1917. Le distanze tra le parrocchie qui sono enormi, e un vescovo non è semplicemente in grado di coprirle per quanto vorrebbe. C'era anche un detto, che alcuni sacerdoti vedevano il loro vescovo solo una volta nella vita, alla loro ordinazione. Così ora la vasta diocesi di Primor'e è diventata una metropolia, contenente tre diocesi. Il metropolita Veniamin presiede nella capitale, con il vescovo Innokentij di Ussurijsk che serve come suo vicario, e i Vescovi Nikolaj di Nakhodka e Gurij di Arsen'ev sovrintendono alle altre due diocesi.

Ho visto sul sito web una sua fotografia mentre mette fiori su un monumento. Di che cosa è questo memoriale?

È un memoriale per una madre in attesa per i suoi figli, morti in mare. Nakhodka è, dopo tutto, un porto.

E il villaggio vicino a Nakhodka, è quello fondato dai rimpatriati dall'Australia?

Sì, sono quelli che ci hanno ricevuto. E la prima cosa che ho visto quando sono arrivato nella sala da pranzo erano dei grandi ritratti dell'imperatore Nicola II e dell'imperatrice Aleksandra Fjodorovna. Il vescovo stesso dice che la Russia ha bisogno di uno tsar. Questo è il tipo di cose che ho sentito lì. Ti rallegra ma è in qualche modo difficile da credere.

Poi abbiamo viaggiato fino a Ussurijsk. Abbiamo servito come a Pasqua una Liturgia di mezzanotte, e poi abbiamo visitato il monastero della Natività della Theotokos. Ho chiesto alla madre igumena: "Come fate a sopravvivere qui? Dove prendete le risorse?" Lei mi ha detto che fanno tutto da sole. Hanno 740 ettari di terreno, con bestiame, polli, anatre, e le pecore. Le monache filano la lana e ne fanno vestiti. Coltivano ortaggi e frutta, e hanno cinque stagni in cui hanno vivai di pesci. In breve, si nutrono e si vestono da sole. In caso contrario, la sopravvivenza è impossibile. Semplicemente non ci sono abbastanza soldi.

È stato bello vedere che tutti i monaci e le monache che ho incontrato erano persone istruite. È molto gratificante vedere che persone con un'istruzione superiore vanno a vivere in monastero.

L'intelligentsija ha scatenato la rivoluzione, ha messo molto di impegno nello schiacciare la fede del popolo, e ha distrutto la Russia. Ora la sta restaurando – la rinascita spirituale della nazione è generata dall'intelligentsija. È come se un cerchio si chiudesse.

Sì, anche gli scherni e le calunnie all'imperatrice Aleksandra Fjodorovna sono stati generati dall'intelligentsija. Ora, in qualsiasi chiesa visiterete, vedrete l' icona dello tsar martire e della famiglia reale. Vi è una cappella, costruita in onore dell'icona della Madre di Dio "Derzhavnaja" [Sovrana] e la famiglia reale martirizzata presso il Monastero della Natività della Theotokos. Ho visto il ritratto dello tsar in molti luoghi. Per esempio, stavamo attraversando un villaggio vicino a Nakhodka dove la chiesa del paese era in restauro. Siamo stati invitati a visitare una casa, che era appartenuta a un sacerdote prima della rivoluzione. Era, ovviamente, un po' decrepita, ma erano intenti a cosnervarla. Al tempo della rivoluzione, il sacerdote che possedeva la casa era stato ucciso insieme alla sua famiglia dai bolscevichi. Oggi, un ritratto dello tsar Nicola II è appeso in casa. Quando l'ho notato, ho detto a Vladyka Nikolaj quanto era incoraggiante per noi come discendenti dei profughi russi. Vladyka ha detto che il ritratto era stato messo lì solo di recente. Durante il comunismo, non poteva essere stato tenuto in quel luogo. La gente doveva nascondere tali ritratti, e quant'altro aveva a che fare con la famiglia reale. Ora queste cose vengono riportate. Abbiamo visto dipinti a olio di sua Maestà Nikolaj Aleksandrovich e sua Maestà Aleksandra Fjodorovna nella sala da pranzo dove abbiamo fatto la nostra cena di addio a Ussurijsk. Abbiamo visto anche le icone del nostro san Giovanni Taumaturgo di Shanghai e San Francisco in molti luoghi. È molto venerato in Russia.

Dopo Ussurijsk siamo passati alla città di Arsen'ev. I miei viaggi al villaggio di Muravejka con Vladyka Gurij, il vescovo ordinario di quella zona, sono stati particolarmente memorabili. Quando siamo arrivati​​, tutto quello che potevo vedere erano montagne e foreste. Mi sembrava di essere entrato in una macchina del tempo e di essere uscito fuori nel XIX secolo. L'unica indicazione che eravamo nei tempi moderni erano un paio di automobili nelle vicinanze. Se non ci fossero state, sarebbe impossibile dire con certezza in che secolo eravamo: XIX, XX o XXI.

Vladyka Gurij ha acquistato una casa in questo villaggio e l'ha trasformata in una chiesa. Ha eretto una cupola e ha divido una delle camere in due metà, una per l'altare, una per la navata, dove le persone si riuniscono per pregare. L'altra stanza della casa è una piccola cucina con un tavolo, dove può ricevere ospiti e servire il tè. Le persone locali non sono particolarmente educate nella fede, ma hanno sete di conoscenza.

Vladyka Gurij era venuto a Muravejka a benedire un pozzo. Immaginate: in pieno inverno, in condizioni di nevischio, lui è vestito con i piccoli paramenti e la mantija. Naturalmente, i chierichetti tenevano il mantello più in alto possibile. Si è scoperto che aveva dimenticato il kropilo [aspersorio], ma Vladyka non ha perso un colpo. Ha usato la generoso nappa del suo chotki [corda da preghiera] per dare a tutti una buona spruzzata. L'acqua del pozzo era dolce, come le bevande in quella piccola cucina. Vladyka mi ha confidato: "La gente di qui non capisce o non sa molto della fede, ma vuole conoscere Cristo, e questo è abbastanza per me". Che missionario questo vescovo! Ha viaggiato attraverso le aree più remote, in villaggi senza strade, con una grande jeep. Nessun'altra macchina ce la può fare, semplicemente non c'è modo di guidare fino a quei luoghi.

Abbiamo anche viaggiato nella taiga, dove il vescovo Gurii sta costruendo uno skit [eremo]. Ci sono tre monaci che lavorano nello skit. Guardandoli, ti senti come se fossi arrivato ​​nel Medioevo. Le piccole celle non contengono altro che un letto di tavole e icone nell'angolo. E una stufa, naturalmente. Ho chiesto: "Mi scusi per la domanda indelicata, ma come fate il bagno? Vedo che non avete servizi". Lui, a sua volta, ha risposto:"Vladyka, abbiamo una banja [sauna]!"

Avete avuto altri incontri memorabili?

Stavamo per partire da Arsen'ev e tornare a Vladivostok. Abbiamo completato il Molieben di addio e stavo entrando in macchina quando un anziano cosacco si è avvicinato a me. Ho pensato tra me: "Che cosa potrebbe desiderare?" L'uomo ha preso la sua nagajka [frusta da cavallo] e me l'ha data. "Perché si ricordi di noi", ha detto. A Ussurijsk, abbiamo ricevuto lo stesso pegno. È indossata dai cosacchi. Mi è stato anche regalato un pugnale cosacco e me ne è stato affidato un altro da dare al nostro metropolita Ilarion.

Ed è passato alla dogana negli Stati Uniti?

L'ho messo nella mia valigia, ho fatto il segno della croce su di esso e ho detto: "Signore, se è la tua volontà, lascia che questo arrivi in America!" E così è stato.

Che cosa le ha lasciato l'impressione più forte?

Il popolo.

Vorrebbe ritornare indietro?

Sicuramente. Avevo ricevuto inviti da quella famiglia, ma avevo sempre rifiutato, pensando: "È troppo lontano, a cosa servirebbe?" Il viaggio con l'icona della radice di Kursk mi ha aperto gli occhi, e sono deciso a visitare nuovamente l'interno russo.

Lei è un arcivescovo della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia. La gente a Primor'e sa che esiste una cosa come una Chiesa ortodossa fuori dalla Russia? Lei è anche un rappresentante dell'emigrazione bianca. Come hanno reagito le persone a lei in quanto tale?

Sono stato presentato come vescovo dall'estero. È stato spiegato alla gente che esiste una Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia; che le persone fuggite durante la rivoluzione hanno conservato la fede e costruito chiese; che per ragioni politiche ci fu uno scisma, che abbiamo rettificato nel 2007. Le persone erano interessate. Volevano conoscere i dettagli di chi ero e da dove venivo. Ad Arsen'ev, mi sono trovato a raccontare all'ambone [pulpito] della mia famiglia, come sono scappati, come hanno mantenuto la loro fede e conservato la lingua russa. Ho detto alla gente che non ero l'unico in questo senso, ma uno dei tanti, e ho sottolineato che il popolo russo all'estero ama e fa tesoro della Russia, mantenendo la sua fede, lingua e cultura. Ho anche condiviso alcuni ricordi di studi degli anni '60. Per fortuna, mi sono stati risparmiati pestaggi, ma molti dei miei compagni sono stati regolarmente picchiati in modo cruento – se eri russo, si presumeva che eri pure un comunista. Quella era la realtà della guerra fredda.

La gente in Russia sapeva che eravamo venuti da oltreoceano, ma ci hanno accolti come fossero dei loro. Quanto sono stati buoni e generosi! Nessuno di loro era obbligato a darci nulla – proprio come il cosacco non stato obbligato a togliersi la nagajka dalla sua uniforme e darla a una persona che probabilmente nono avrebbe mai più rivisto in vita sua. La gente ci apriva la propria anima – questo era chiaro.

 
Il patriarca Kirill in Cina

Dal blog del sito Orthodox England

Venticinque anni fa, il più grande paese del mondo, l'Unione Sovietica, ha iniziato a espellere l'ateismo ufficiale, permettendo alla Chiesa Ortodossa Russa di celebrare pubblicamente il 1000 ° anniversario del Battesimo della Rus. E' possibile che oggi, una generazione più tardi, il paese più popoloso del mondo, la Cina, si metterà anch'essa a espellere l'ateismo ufficiale, dando finalmente libertà alla Chiesa Ortodossa Cinese di operare nel paese?

Il 10 maggio 2013, il Patriarca Kirill è arrivato in Cina e ha avviato trattative con il presidente cinese. Durante la sua visita celebrerà la liturgia nelle chiese ortodosse del paese e incontrerà alti funzionari cinesi. Il servizio stampa del patriarca ha detto all'agenzia di stampa RIA-Novosti, "Il nostro primo ierarca incontrerà i capi di governo in Cina, i leader di gruppi religiosi, e anche i funzionari cinesi responsabili degli affari religiosi. Durante la sua visita di cinque giorni, il Patriarca servirà nella Cattedrale della santa Protezione a Harbin e incontrerà gli ortodossi della Cina presso l'ambasciata russa a Pechino".

La missione russa in Cina risale al XVII secolo, nel 1949 più di 100 Chiese ortodosse erano presenti in Cina. Tuttavia, dopo che la Cina comunista è stata istituita, l'URSS ha firmato accordi con il nuovo governo per trasferire la giurisdizione su quelle chiese ai comunisti, e di fatto sono state chiuse. La Chiesa ortodossa cinese divenne autonoma nel 1956, ponendo fine alla missione russa. Oggi, anche se ci sono tredici parrocchie attive nel paese, le loro attività sono strettamente limitate. Tuttavia, la Cina, parte del territorio canonico della Chiesa Ortodossa Russa, ora può finalmente aprirsi prendendo parte alla missione mondiale dell'Ortodossia russa.

 
Il negozio della nuova cattedrale russa a Parigi

Il blog Parlons d’Orthodoxie ha presentato un servizio sul negozio della nuova cattedrale ortodossa russa della santa Trinità in Quai Branly a Parigi. Il negozio piccolo ma ben fornito ha tutto quel che ci si può aspettare da un angolo di vendita di letteratura e oggetti religiosi, come si può trovare nella maggior parte delle nostre chiese. Il negozio è equipaggiato di letteratura (anche per bambini) sia in francese sia in russo.

Prima di lanciarci in considerazioni sulla commercializzazione del sacro, riflettiamo sui compiti pastorali che questi negozi riescono a realizzare:

- Sono spesso il primo posto dove uno che entra per la prima volta nella chiesa si sente autorizzato a fare qualche domanda, e al tempo stesso sono il luogo adatto per proporre qualche lettura a chi vuole conoscere più a fondo la Chiesa ortodossa, o anche semplicemente quel singolo locale di culto.

- Sono punti dove possono darsi da fare i laici (uomini e donne) che si sentono più impegnati nel dare una mano alla parrocchia, e dove si possono dare informazioni su una serie di iniziative parrocchiali.

- Sono una fonte non indifferente di aiuto e sostegno economico a una parrocchia, ancor più importante laddove le chiese ortodosse sono poche e distanti tra loro.

Ecco il servizio fotografico:

 
Un patriarca e un papa si incontreranno a Cuba il 12 febbraio

È stato annunciato oggi nella terza Roma e anche nell'antica Roma che il patriarca Kirill della Chiesa ortodossa russa e il papa cattolico romano avranno un breve incontro all'aeroporto dell'Avana a Cuba il 12 febbraio. L'incontro si svolgerà nel corso della visita pastorale a lungo attesa di undici giorni del patriarca nella metropolia ortodossa russa in America Latina, in particolare a Cuba, in Brasile e in Paraguay.

Questo viaggio di alto livello, che coinvolge le visite ai leader politici di tutti e tre i paesi, è una conseguenza di inviti ripetuti. Il gregge ortodosso russo di 15.000 fedeli a Cuba sarà particolarmente lieto di accogliere il nostro patriarca, ma il patriarca riconoscerà anche l'importante ruolo svolto dagli ortodossi russi in Paraguay prima della seconda guerra mondiale e in Brasile nel corso degli ultimi 100 anni. Tuttavia, al di là delle questioni pastorali, questo viaggio è chiaramente una brillante mossa diplomatica - per cinque motivi:

In primo luogo, supera e mette in disparte le assurde pretese del minuscolo patriarcato di Costantinopoli, volte a far notare di essere in qualche modo il 'leader' del mondo ortodosso, mentre in realtà si tratta di una Chiesa ortodossa cinquanta volte più piccola di quella russa. Mette fine anche al mito fanariota di essere l'unico a poter rappresentare la Chiesa ortodossa in Vaticano, mentre il vero leader de facto della Chiesa ortodossa è il patriarca Kirill. Ci sarà rabbia al Fanar, mentre ci si rende conto che, dopo quasi 100 anni di tentativi di monopolizzare l'attenzione, è arrivata la fine diplomatica.

In secondo luogo, questa è chiaramente una mossa volta a minare ulteriormente le ridicole pretese settarie degli uniati ucraini, che tanto hanno fatto e tanto stanno ancora facendo per incoraggiare l'aggressione e l'odio verso i cristiani ucraini nella guerra civile che hanno favorito nell'Ucraina. Saranno estremamente preoccupati che il loro leader ufficiale, il papa della vecchia Roma, sta di fatto prendendo le distanze da loro e dalla loro russofobia psicotica.

In terzo luogo, questo incontro segna l'enorme preoccupazione della Chiesa ortodossa russa per gli ortodossi e gli altri cristiani in Medio Oriente e in Nord Africa, che sono stati abbandonati dall'Occidente, e anche dal papato. Solo la Federazione Russa è sostanzialmente intervenuta nella guerra in Siria per sostenere la maggioranza locale contro i movimenti terroristici addestrati, armati e finanziati dall'Occidente e intenti al genocidio, come è stato chiarito dai leader cattolici del Medio Oriente. In particolare, durante la sua visita, il Patriarca Kirill condurrà una funzione presso la cattedrale siriana a San Paolo del Brasile.

In quarto luogo, questo incontro si svolge al di fuori dell'Europa, nel corso di una visita pastorale del patriarca ortodosso russo in America Latina. Questo segna l'internazionalizzazione del mondo ortodosso russo di fronte al resto del mondo. Dopo avere sistemato molti dei problemi principali della Chiesa all'interno della Federazione Russa e dopo aver portato il numero dei vescovi a 361 e dei chierici a 40.000 dalle pietose statistiche di 25 anni fa, il patriarca sta ora mirando più lontano, al di fuori dell'Europa orientale e della Federazione. La seconda generazione del rinnovamento può cominciare. Ora possiamo aspettarci che il patriarca farà altre visite di alto profilo ai territori più lontani della Chiesa ortodossa russa, tra cui, se Dio vuole, anche da noi.

E, infine, quest'incontro sulla soglia di casa degli Stati Uniti, in particolare a Cuba indipendente e sovrana, segna anche il fatto che il mondo ortodosso privo di compromessi non riconosce la presa di potere mondialista dell'Impero neocon con sede a Washington. Questa mossa contro il Nuovo Ordine Mondiale è una mano tesa ai popoli indipendenti di tutto il mondo – la stragrande maggioranza – in uno sforzo missionario senza precedenti. Non possiamo che darle il benvenuto.

 
I filippini costruiscono una chiesa in 3 settimane per la santa Pasqua

foto: Pravoslavie.ru

Si è visto lo zelo degli ortodossi filippini a Pasqua quest'anno, poiché la comunità di san Vincenzo di Lerins sull'isola di Mindanao ha celebrato la luminosa Risurrezione di Cristo in una chiesa che avevano costruito con le proprie mani in sole tre settimane.

I servizi pasquali sono stati celebrati nella comunità del villaggio di Salasan dal chierico della diocesi di Petrozavodsk e della Carelia, padre Stanislav Rasputin, con la benedizione dell'arcivescovo Sergij di Solnechnogorsk, amministratore delle parrocchie del patriarcato di Mosca nell'Asia orientale e sud-orientale.

Padre Stanislav è già stato nelle Filippine diverse volte, incluso nel settembre 2015 quando ha contribuito a celebrare il battesimo di massa di 187 ex cattolici indipendenti. Padre Georgij Maksimov ha battezzato altri 19 nuovi cristiani ortodossi nel luglio dello scorso anno.

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La Divina Liturgia è stata celebrata in slavo ecclesiastico, inglese e cebuano, una lingua regionale austronesiana parlata da circa 21 milioni di persone nelle Filippine.

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In preparazione alla santa Risurrezione di Cristo, i parrocchiani della comunità di san Vincenzo hanno eretto in sole tre settimane una chiesa, attorno alla quale hanno potuto realizzare la tradizionale processione pasquale.

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Dopo la Liturgia, padre Stanislav ha distribuito i regali pasquali dell'arcivescovo Sergio, congratulandosi con tutti i parrocchiani per la festa delle feste. Un coro dall'Ucraina ha tenuto un piccolo concerto, dopo di che i parrocchiani e gli ospiti sono stati invitati a un pasto festivo.

foto: Pravoslavie.ru

***

Per iniziativa di un gruppo di sacerdoti, dal 2015 un certo numero di comunità cristiane dell'isola di Mindanao, create all'inizio del XX secolo, ha iniziato a trasferirsi nella giurisdizione del patriarcato di Mosca.

Nel 2015-2016 sono stati effettuate opere di catechesi dei filippini che sono entrati nell'Ortodossia, sono stati celebrati servizi da parte di chierici della Chiesa ortodossa russa, sono state costruite nuove chiese e sono stati tradotti testi liturgici e spirituali nella lingua locale cebuana. Per esempio, un'app speciale, "300 detti dei santi della Chiesa ortodossa", è stata recentemente sviluppata in lingua cebuana.

In assenza di una cura pastorale costante da parte di sacerdoti ortodossi, i missionari hanno addestrato gli anziani della comunità a celebrare i servizi dei lettori.

L'arcivescovo Sergij è stato nominato per amministrare le parrocchie dell'Asia orientale e sud-orientale, comprese le Filippine, il 21 ottobre 2016.

Per soddisfare la volontà dell'episcopato, l'arcivescovo Sergij si è sforzato di far rivivere la parrocchia di Iveron a Manila, attiva dal 1934, per la quale il Ministro degli esteri filippino ha promesso il suo sostegno, e di inviare un chierico permanente alla capitale filippina, nonché di organizzare la cura pastorale per i compatrioti ortodossi che vivono nelle Filippine e per quelli delle comunità locali che si sono convertiti all'Ortodossia.

È attualmente in fase di creazione nella città di Davao, sull'isola di Mindanao, un centro amministrativo e spirituale-educativo per il coordinamento della pastorale dei membri delle comunità del Patriarcato di Mosca, per la catechesi dei filippini che hanno deciso di accettare la fede ortodossa e per preparare i candidati all'insegnamento nelle scuole teologiche della Chiesa ortodossa russa.

 
La guerra di Kiev contro i video

In Ucraina sta accadendo una cosa che è senza precedenti.

Per decenni gli Stati Uniti e i suoi delegati hanno commesso crimini di guerra con totale impunità. Hanno calpestato quasi ogni convenzione umanitaria che ci sia mai stata, e il massimo che hanno dovuto temere è una denuncia del tipo di quelle di Wikileaks in un futuro convenientemente lontano.

immagine dal video di WikiLeaks 'assassinio collaterale'

Ma non in Ucraina. Per la prima volta il mondo sta vedendo questi crimini di prima mano e immediatamente – a volte mentre stanno ancora accadendo. Era improbabile che gli abitanti dei villaggi poveri dell'Afghanistan e dell'Iraq possedessero un telefono cellulare o una macchina fotografica, ma l'Ucraina è un paese moderno con i vantaggi di Android, iPhone, videocamere e diretta streaming. Gli Stati Uniti e Kiev possono mentire quanto vogliono, ma non funzionerà mai se c'è già un video online per mostrare la verità.

Il video è il peggior nemico dei bugiardi, e questi ne hanno paura più di ogni altra cosa. È per questo che rapiscono, torturano, deportano e perfino assassinano giornalisti. È per questo che rapiscono e intimidiscono i cittadini che hanno il coraggio di caricare filmati amatoriali dei loro crimini. È per questo che la prima cosa che hanno fatto a Krasnyj Liman occupata è stato confiscare i computer portatili e i telefoni cellulari. Non si fermeranno davanti a nulla per nascondere la verità.

A volte non ci riescono. A volte un video passa attraverso YouTube, e qui la seconda linea di difesa scatta velocemente in azione. Abbiamo tutti familiarità con le scuse utilizzate per 'strappare via' un video (in particolare il 'contenuto disgustoso' utilizzato per far sparire le prove delle atrocità), ma se qualcosa è veramente pericoloso abbiamo probabilità di vincere la lotteria con questo piccolo numero:

'Newsmedia', ovviamente, non esiste, ma quelli di noi che hanno seguito le atrocità americane fin dai tempi di Wikileaks saranno molto familiare con questa organizzazione dal nome orwelliano e avranno una certa idea di chi è rappresentato veramente da questa sigla.

C'è un livello ancora più alto, che produce il risultato più strano e più surreale di tutti: il 'video che non esiste'.

Non ho potuto verificare personalmente, ma mi è stato detto da un 'addetto ai lavori' che questo significa che la rimozione del video era così urgente che la stessa procedura di YouTube è stata bypassata a favore della cancellazione dell'elemento incriminato dal server stesso. Probabilmente è paranoia, ma osservate il tipo di materiale che riceve questo trattamento, e vedete quali conclusioni ne trarrete voi stessi.

Ma il sistema non è infallibile, e il materiale spunta ancora fuori per il tempo sufficiente a incidere sulla coscienza pubblica. Quando questo accade Kiev deve ripiegare sul Piano C, che è semplicemente quello di screditare il materiale in qualsiasi modo conosciuto.

E certamente conosce il modo di farlo. La loro prima e migliore arma è simile a quella che usano con le immagini, vale a dire un tentativo fraudolento di etichettare i video originali come 'falsi'. Lo abbiamo visto per la prima volta a maggio con il video assolutamente schiacciante da Kramatorsk, che ha mostrato l'Ucraina che usa elicotteri con contrassegni delle Nazioni Unite al fine di perseguire assalti punitivi sui cosiddetti ribelli 'filo-russi'. Questo video (NB: non più disponbile in rete...) è stato girato dai giornalisti di LifeNews Oleg Sidjakin e Marat Sajchenko, ma lo ha raccolto anche RT, aggiungendo le informazioni che l'Ucraina aveva acquisito i contrassegni delle Nazioni Unite sui suoi elicotteri durante il suo turno di servizio in Congo nel 2012.

Argomento solido, si potrebbe pensare – ma non per gli esperti di disinformazione degli Stati Uniti a Kiev, che hanno subito usato questo paragone per 'provare' che la Russia stava cercando di far passare le riprese in Congo come un video dall'Ucraina.

È assolutamente ridicolo. Non c'è uno straccio di prova per sostenere l'accusa, non un secondo di vero e proprio repertorio dal Congo offerto per il confronto, niente tranne la parola del ministro della difesa di Kiev. Il miglior tentativo di screditare l'originale era questo tweet speranzoso dell'apparentemente neutrale Maxim Tucker di Amnesty International:

Io non sono un ornitologo, ma questo suono a me sembra un coro d'alba europea perfettamente normale – completo dell'imperdibile richiamo del cuculo (minuto 0:45 nell'originale). Vorrei anche umilmente suggerire che il clima, il terreno, la vegetazione e architettura sembrano tutti un po' più simili all'Ucraina che al Congo, ma c'è un'altra differenza più importante di qualsiasi di queste.

Questa.

Queste.

Ci sono un sacco di filmati della missione delle Nazioni Unite in Congo, e in ogni caso le forze di pace indossano i regolamentari caschi blu, o almeno i berretti blu standard. Nel video di Kramatorsk gli uomini armati indossano solo l'uniforme mimetica dell'esercito ucraino – il che non sorprende, dal momento che questo è esattamente il luogo in cui sono.

Una bugia, e una stupida bugia – ma pericolosa lo stesso. L'ONU ha inizialmente concordato che l'Ucraina sarebbe stata colpevole di una grave violazione delle norme, se il reclamo fosse stato verificato, ma la 'menzogna del Congo ' ha cambiato tutto. Quando la Inner City Press ha chiesto in seguito una risposta delle Nazioni Unite è stato detto loro di punto in bianco che il filmato non era dall'Ucraina.

Sembrano abbastanza sicuri. Lo hanno anche ripetuto come mero fatto in un comunicato dalla propria organizzazione per i diritti umani delle Nazioni Unite. Lungi da me suggerire che un augusto organismo come le Nazioni Unite avrebbe agito in obbedienza servile di una direttiva da Washington, ma certamente sembrano riporre un sacco di fiducia nella parola non supportata del ministro della difesa dell'Ucraina.

Soprattutto quando il suddetto ministro mente spudoratamente. Ecco il video (NB: non più disponbile in rete...) in cui l'Ucraina smonta la notizia, e dal minuto 0:58 sentirete la sua dichiarazione in pieno.

Egli sostiene che tutti i 'simboli delle Nazioni Unite sono stati rimossi subito dopo che gli elicotteri tornati dal loro tour di servizio in Africa'. Davvero. Sicuramente. Già nel 2012.

Va bene. E allora cos'è questo?

Ci dispiace, ma questo NON è il Congo. Questo è Kherson il 14 marzo, mentre la crisi di Crimea era al suo apice, e quelli sembrano molto, molto simili ai segni di un elicottero delle Nazioni Unite.

L'Ucraina (ovviamente) dirà che questo era un elicottero russo. Il 14 marzo, se ricordate, era il giorno in cui Kiev ha sostenuto che la Russia aveva invaso l'Ucraina oltre il confine della Crimea e aveva sequestrato un impianto di gas a Kherson – prima di essere respinta dal galante esercito ucraino.

Bene. Non vorrei suggerire che al governo di Kiev mentano ogni volta che aprono la bocca, ma tuttavia penso che se la Russia avesse di fatto invaso l'Ucraina a marzo allora ormai ne sapremmo qualcosa, e io probabilmente sarei scrivendo queste righe da un rifugio atomico. Vorrei anche umilmente far notare che non è tra le migliori pratiche per una forza d'invasione, parcheggiare il proprio elicottero in un campo perché gli abitanti locali stiano a guardarlo imbambolati mentre l'equipaggio fa una passeggiata per dare uno sguardo al paesaggio.

Per non parlare del piccolo fatto che in realtà quello è proprio un elicottero ucraino. È un Mil Mi-24 Hind, per essere precisi, ed esattamente il modello che l'Ucraina ha utilizzato in Congo.

In tutta onestà verso di lui, Turchinov ha finora ammesso che molti di questi primi allarmi di invasione erano esagerazioni e perfino vere e proprie bugie, e direi che è questo che è successo a Kherson a marzo. Kiev ha detto che la Russia stava invadendo, ha sparpagliato i suoi elicotteri in tutta fretta, si è resa conto che non stava accadendo nulla, poi li ha timidamente richiamati a casa.

Niente di tutto ciò scusa la storia raccontata dal ministro della difesa in maggio. I contrassegni delle Nazioni Unite non erano stati rimossi, Kiev ha continuato a utilizzarli, il video di Kramatorsk è genuino, e ancora una volta il 'governo' dell'Ucraina è stato beccato in una menzogna flagrante.

E penso che all'ONU lo sappiano. Durante la composizione di questo articolo mi ha sorpreso il numero di messaggi di errore 404 (elemento non trovato) che ho ricevuto da vecchi link alla smentita di Kiev (ne troverete uno se fate clic su 'continua' nella storia del Kyiv Post di cui sopra, per esempio) e sembra davvero che qualcuno da qualche parte vi abbia messo un freno. Più di questo, un rapporto da inforesist del 27 maggio in realtà cita l'affermazione di RIA Novosti che l'Ucraina ha già ammesso il reato di Kramatorsk sulla base del fatto che essa non ha avuto il tempo di cambiare i contrassegni prima di dover posizionare l'elicottero:

Forse è un'altra 'bugia russa' – ma si noterà che Kiev non la nega. Qualcosa è stato fatto dietro le quinte e forse non sapremo mai la verità, ma direi che l'eventuale ripetizione dell'offesa all'aeroporto di Donetsk potrebbe aver costretto le Nazioni Unite a esigere una spiegazione e una promessa di non farlo di nuovo.

Forse è tutto qui, e un semplice caso di incompetenza in realtà non sembra troppo importante. Ma ciò che mostra davvero è fino a dove sono pronti ad spingersi a Kiev per coprire le loro tracce – e la misura della protezione di amici potenti su cui essi possono contare.

E la volta successiva è stata importante. Nella notte dell'11 giugno i residenti di Slavjansk sono stati svegliati da un nuovo orrore che pioveva giù in mezzo a loro – bombe incendiarie che sembravano molto simili a quelle illegali al fosforo bianco.

Diversi abitanti hanno preso fotografie, ma è lo schema della caduta che è più caratteristico, e sono stati i video a essere i più dannosi.

Ce n'erano due. Questo è stato il primo (NB: non più disponbile in rete...), e poiché è stato ripreso da una certa distanza la prova sembrava tutt'altro che conclusiva.

Pochi minuti dopo è stato caricato questo, ma se seguite il link, temo che troverete solo qualcosa di cui abbiamo avuto motivo di parlare prima. E tuttavia  non importava, perché LIFEnews l'aveva già incorporato in un rapporto completo, e NEF Acura aveva restaurato una copia dell'originale su YouTube (NB: non più disponbile in rete...).

Schiacciante. È possibile vedere esattamente quanto fosse schiacciante se si guarda a Twitter in questo periodo di tempo, in cui i soliti adescatori per l'Ucraina hanno bloccato perfino il tentativo di sfatare l'evidenza, ma ripiegano invece sulla linea difensiva di 'Embè?'

A Kiev non erano così ottimisti. Forse avevano anche un avvocato con sufficiente familiarità con il protocollo III della Convenzione su certe armi convenzionali per informarli che l'uso di bombe incendiarie non può mai essere giustificato contro i civili nelle zone residenziali. Forse hanno anche capito che l'Ucraina è uno dei firmatari che hanno ratificato il trattato, e che una violazione di questo tipo avrebbe potuto costare loro il sostegno internazionale di quei paesi dell'Unione Europea che almeno esteriormente hanno ancora una pretesa di moralità.

Qualcosa doveva essere fatto, e la truffa delle false immagini aveva già preparato il terreno. Pochi minuti dopo che LiveLeak aveva caricato il filmato originale, un commentatore stava già sostenendo che il video era dell'attacco negli Stati Uniti su Fallujah nel 2004.

Non era quello. Non lo era chiaramente e visivamente, ma la menzogna era stata sparata e in meno di un'ora gli adescatori di Twitter avevano iniziato a cambiare tattica.

Fallujah. Era tutto da Fallujah, e se il video dall'Ucraina era diverso, allora era abbastanza facile trovare una versione da Fallujah che ingannasse la gente che cercava il filmato genuino. I due primi video che ho visto sono entrambi curiosamente scomparsi nelle fauci del messaggio di YouTube 'Questo video non è disponibile', ma entro l'inizio la mattina del 12 il lavoro era stato fatto e un video da Fallujah era stato pubblicato da una fonte riconosciuta 'filo-russa' sull'Ucraina.

Arrivano i cacciatori di frodi. Non importava che Russia Today avesse mostrato filmati da entrambe le fonti a fini di confronto, e che fosse stata abbastanza attenta a far scorrere le didascalie attraverso tutto il filmato dall'Iraq – il mito della 'menzogna russa' è così saldamente impiantato che la gente sarà propensa a bersi tutte le 'menzogne ​​ucraine'.

Se siete inclini a credere voi stessi a quella menzogna, vi chiedo solo questo. Se volevi proprio fare un video falso di un'atrocità, l'avreste fatto solo due ore dopo che ti avevano finalmente dato il video genuino della cosa reale? Lo avreste fatto? Qualcuno lo avrebbe fatto?

Kiev lo avrebbe fatto, e per ovvie ragioni. Nel pomeriggio del 12 StopFake aveva raccolto la storia e il danno era fatto. Nessuno credeva che ci fossero riprese reali di un crimine di guerra in Ucraina, e nessuno cliccava più neppure sui link. Visto e saputo. Falso.

Quasi due mesi sono passati da allora, e il ritardo ha smussato l'impatto per sempre. Ora siamo abituati ai Grad, non battiamo nemmeno ciglio alle bombe a dardi, bombe a grappolo o missili balistici, e il fatto delle bombe incendiarie è semplicemente penetrato nella coscienza pubblica come qualcosa di cui ci si ricorda vagamente di aver sentito parlare. Il Ministero della Difesa della Russia oggi ha appena confermato ufficialmente il loro uso, ma anche coloro che non ci hanno creduto la prima volta la sentono come una 'notizia vecchia'.

Sarebbe stato molto diverso nel mese di giugno. Non c'era l'MH17 che potesse agire come cortina fumogena, l'Europa fingeva ancora un qualche tipo di moralità e correttezza, e se l'uso del fosforo fosse stato esposto pubblicamente l'ONU sarebbe stato costretto a condannarlo. Ci sarebbero stati colloqui, forse risoluzioni, e chissà quante vite avrebbero potuto essere salvate.

È per questo che abbiamo bisogno di continuare a lottare per ottenere materiale video sul posto. Qui ci sono alcune delle cose più ovvie che possiamo fare, e sarei molto grato di sentire se qualcuno ne sa di più:

Carichiamo il materiale quando la maggior parte del Nord America è a letto – ossia tra le 9.00 e le 15.00 GMT. Ci sono ancora custodi, naturalmente, ma sono meno numerosi e più lenti e possono lasciar correre per ore.

Consideriamo il caricamento dei video anche su Ru-tube e / o su LiveLeak.

• Quando abbiamo caricato, twittiamo il link immediatamente a RT e LiveNews. Là lo scaricheranno rapidamente e il materiale diventerà quindi in gran parte intoccabile.

• Quando troviamo un video di evidente importanza, scarichiamolo subito – prima di inviare il link a Twitter o altrove, dove Kiev lo vedrà. Assicuriamoci di prendere screenshot del materiale chiave, inclusi il titolo e il momento del caricamento.

• Quando stiamo facendo modifiche, assicuriamoci di schiaffare enormi didascalie su ogni fotogramma di 'materiale di confronto' in modo che nessuno possa scambiarlo per falsità. Dimentichiamo le sottigliezze – cerchiamo sempre la chiarezza.

Non cadiamo noi stessi vittime di falsi. Controlliamo il proprietario del canale e i video che abbiamo caricato in passato. Cerchiamo su 'Video' qualunque sia il soggetto, per esempio, 'bombe a grappolo', 'elicotteri delle Nazioni Unite'. La ricerca di 'fosforo bianco' avrebbe portato Fallujah tra i primi risultati.

Se ci sembra troppo disturbo, dobbiamo ricordare a noi stessi ciò che hanno passato le persone che ci hanno portato il materiale in primo luogo. Gran parte di questo filmato potrebbe essere stato fatto solo a enorme rischio per il cameraman, e molti hanno già pagato il prezzo per questo. Possiamo solo pregare per la sicurezza dei dilettanti locali come 'Streamer Vlad', ma sappiamo già che Oleg Sidjakin e Marat Sajchenko sono stati torturati per il loro ruolo nella rivelazione dell'elicottero delle Nazioni Unite, mentre Evgenij Davydov e Nikita Konashenkov di Zvedzda sono stati torturati per 'confessare' che avevano falsificato la notizia del fosforo bianco.

A volte ci chiediamo se è valsa la pena. L'ONU non ne vuole sapere, Amnesty non se ne cura, e nessuno sta ascoltando l'OSCE, così qual è mai il senso?

Ce ne sono due. Il primo è che non sapremo mai quale possa essere l'immagine di svolta che rompe il silenzio con la forza della rivelazione. Gli organismi ufficiali possono non preoccuparsi, ma se raggiungiamo un numero sufficiente di persone comuni con coscienza, allora possiamo cambiare il mondo.

E se non lo facciamo? Allora continuiamo comunque ad accumulare queste cose. Salviamo ogni immagine, ogni pezzo di filmato, e teniamolo nascosto in modo sicuro fino al giorno in cui una sorta di giustizia ritornerà nel mondo, e potremo mettere queste persone sul banco degli imputati a cui appartengono.

"Quando mi dispero, ricordo che per tutto il corso della storia le vie della verità e dell'amore hanno sempre vinto. Ci sono stati tiranni e assassini, e per un certo tempo, possono sembrare invincibili, ma alla fine, falliscono sempre. Pensateci... sempre."

Mahatma Gandhi
 
Le quattro generazioni della ROCOR

Introduzione – il passato: 1918

La Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia (ROCOR) fu di fatto costituita dopo il martirio della famiglia imperiale, anche se solo il 20 novembre 1920 il patriarca Tikhon di Mosca e il suo Sinodo a Mosca emanarono il decreto № 362. Tale decreto istruiva tutti i vescovi ortodossi russi al di fuori del territorio sovietico, privi di contatto con una Mosca libera, a organizzarsi come Sinodo indipendente.

Con esperienza personale e conoscenza sia dei momenti luminosi che dei momenti bui nella vita della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia (ROCOR) nell'ultimo cinquantennio, ecco un breve abbozzo della storia quasi centenaria della ROCOR. Questa è una storia varia, piena di tentazioni diaboliche e di attacchi insidiosi da parte di nemici interni ed esterni, e tuttavia una storia in cui la fedeltà ha sempre alla fine prevalso.

La vecchia ROCOR: 1918-1943

In esilio, la ROCOR, con oltre 30 vescovi, organizzò la sua vita monastica e parrocchiale in tutto il mondo. Comprendeva molti dei migliori teologi della Chiesa prima della rivoluzione del 1917 e si oppose coraggiosamente sia ai compromessi dei rappresentanti anziani della Chiesa prigionieri nell'Unione Sovietica sia alle eresie moderniste della giurisdizione scismatica di Parigi. Così, patriotticamente, la maggior parte dei membri della Chiesa si rallegrò per il successo nella difesa delle terre russe dopo l'invasione nazista e razzista del 1941.

Tuttavia, c'erano anche emigrati più mondani, elementi settari pericolosi, che erano più uomini politici che uomini di Chiesa, e che minacciavano il futuro della Chiesa. Soprattutto dopo il riposo del metropolita Antonij di Kiev, il primo Primate della ROCOR, nel 1936, questi elementi iniziarono lentamente a minacciare l'integrità della leadership della Chiesa. In effetti, proprio prima e durante la seconda guerra mondiale questi elementi politici laici tentarono persino di compromettere l'episcopato della ROCOR con il fascismo.

La minaccia: 1943-1968

Dopo la seconda guerra mondiale questi elementi, ora reinsediati negli Stati Uniti, iniziarono a cercare di compromettere la Chiesa con la CIA e altri servizi di spionaggio da essa dipendenti. A partire dagli anni '60, di fatto, questi elementi cercarono di isolare la Chiesa, mettendo sotto processo il futuro san Giovanni di Shanghai e collegando la ROCOR con vecchi calendaristi fanatici, persuasi che tutte le Chiese locali avevano misteriosamente "perso la grazia", ​​che solo loro avevano conservato.

Secondo tale fariseismo, a causa dei compromessi politici di alcuni vescovi ostaggi nell'Europa orientale, 100 milioni di ortodossi erano condannati, "privati ​​della grazia"! Tale era l'assurdità teologica di questi estremisti. Tuttavia, a questi donatisti si opponeva la massa della Chiesa, che rimase fedele alla vecchia ROCOR, ricordando la storia della Chiesa prima della rivoluzione e dell'intera Chiesa bimillenaria.

Il tempo dei torbidi: 1968-1993

La situazione peggiorò alla fine degli anni '60, nonostante la resistenza di vescovi coraggiosi, come il sempre memorabile vescovo Sava di Edmonton (+1973), il vescovo Nettario di Seattle (+1983), l'arcivescovo Antonio di Ginevra (+1993) e di molti fedeli sacerdoti e laici, tutti discepoli dello spirito di san Giovanni di Shanghai. Essi mantennero la fede nell'eredità missionaria della Chiesa e nella genuina vita monastica,nella tradizione ortodossa.

Nel frattempo, nell'ala politica, un archimandrita di alto rango sedusse delle monache e derubò e vendette beni a Gerusalemme per 6 milioni di dollari, soldi che intascò, sebbene alla fine sia stato deposto per questi suoi crimini e per altri. Tuttavia, suo padre cercò di far alleare la ROCOR con il vecchio calendarismo e in seguito aprì comunità che non si trovavano nel territorio canonico della ROCOR. Alcuni eventi molto oscuri si verificarono allora.

La rinascita della ROCOR: 1993-2018

Nel 1993, 75 anni dopo il massacro dei martiri imperiali, arrivò la tanto attesa canonizzazione di san Giovanni di Shanghai, che aveva atteso per tanto tempo la canonizzazione dei martiri imperiali. Questo fu un punto di svolta, perché significava che l'ala giovannea della Chiesa, lo spirito di san Giovanni, stava vincendo, mentre l'ala politica, con la sua ipocrisia spirituale e morale, l'amore per il rituale, la pompa e lo spettacolo, veniva sconfitta. Nel frattempo, a Mosca nel 2000 la Chiesa compromessa in Russia si pentì, canonizzando finalmente i primi nuovi martiri e confessori, diciannove anni dopo la ROCOR, e rifiutando i compromessi politici e spirituali. La vittoria finale arrivò nel 2007 quando la ROCOR accettò il pentimento di quelli che a Mosca si erano compromessi durante il periodo sovietico.

Tuttavia, anche alcuni nella stessa ROCOR dovevano pentirsi per gli errori in cui li avevano compromessi l'assurdità degli individui politicizzati e dei loro ingenui seguaci. In effetti, sia il vecchio "Patriarcato di Mosca" che la tendenza settaria anti-storica nella ROCOR negli anni '60 -'90 erano finiti. Persino il termine "Patriarcato di Mosca" viene ora utilizzato solo da polemisti che si aggrappano allo spiacevole passato per giustificare il loro presente settario. Dal 2007, c'è stata solo la Chiesa ortodossa russa: il 98% nelle terre russe e il 2% al di fuori di esse. Siamo uniti dai nostri santi comuni, dai martiri imperiali, da tutte le decine di migliaia di nuovi martiri e confessori che li hanno seguiti, e dai santi confessori della ROCOR: san Giona di Hankou (+1925), san Serafino di Sofia (+1950) e san Giovanni di Shanghai (+1966).

Conclusione – il futuro: 2018

Avvicinandosi al terzo decennio del XXI secolo e al suo centenario, la ROCOR di oggi deve mantenersi salda nella sua fede senza compromessi. Deve opporsi all'ecumenismo geriatrico, ai compromessi politici o accademici, che fanno della teologia e della vita della Chiesa un gioco ideologico o intellettuale. Deve opporsi a coloro che preferiscono la proprietà e il denaro alle anime umane, schierandosi sempre con i santi. La ROCOR deve essere la Chiesa locale, in qualunque continente si trovi.

In tutta l'Europa occidentale, nelle Americhe e in Australasia, la ROCOR deve rappresentare la popolazione del posto, quali che siano la sua lingua madre e le sue origini. Deve rappresentare le persone già ortodosse, così come le persone che cercano di vivere secondo la tradizione ortodossa. Dobbiamo opporci all'ideologia, alla burocrazia, alla centralizzazione, alla politica, a ciò che viene fatto per mero spettacolo e prestigio, vivendo per la tradizione ortodossa senza compromessi e senza follia settaria.

 
Una vita di servizio. A 5 anni dall'intronizzazione del patriarca Kirill

Per mezz'ora il capo della Chiesa ortodossa russa ha risposto a una serie di domande sull'indipendenza finanziaria del Patriarcato, sugli attacchi alla Chiesa e su ciò che costituisce di fatto la vita del Patriarca, su cosa è cambiato nei cinque anni dall'intronizzazione del Patriarca Kirill per la Chiesa e per lui stesso.

(cliccate sulla foto per il video dell'intervista)

Pjotr Tolstoj: Qui Sua Santità il Patriarca Kirill ci ha rilasciato la sua prima intervista televisiva dopo l'intronizzazione. Allora il Patriarca aveva parlato della perdita della società dell'idea del peccato, su cosa sono il bene e il male. Purtroppo, in questo, negli ultimi cinque anni, poco è cambiato.

Patriarca Kirill: Penso che il problema principale del mondo moderno sia la perdita del concetto di peccato. Una delle possibili traduzioni della parola "peccare" dal greco in russo è "sbagliare la mira". Il peccato significa la perdita del bersaglio, l'errore nella mira. Tutti vogliono essere felici. Il mondo è immerso nel peccato, e di conseguenza nella malattia e nelle avversità. E il compito della Chiesa è che questo sia detto e gridato al mondo di oggi. E tutto il resto è secondario.

Pjotr Tolstoj: Siamo ora nel monastero Danilov a Mosca, presso la residenza del Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus'. Fino a poco tempo fa era parte del monastero. Cioè, qui si prendono tutte le decisioni importanti per la Chiesa Ortodossa Russa, e qui è dove Sua Santità il Patriarca ci ha assegnato oggi un incontro. Per mezz'ora il capo della Chiesa ortodossa russa ha risposto a una serie di domande molto diverse: sull'indipendenza finanziaria del Patriarcato, sugli attacchi alla Chiesa e su ciò che costituisce di fatto la vita del Patriarca, su cosa è cambiato nei cinque anni dall'intronizzazione del Patriarca Kirill per la Chiesa e per lui stesso. E, naturalmente, la più importante – perché ogni giorno centinaia e migliaia di ortodossi sono alla ricerca proprio in chiesa di una risposta alla domanda "come vivere nel modo giusto?"

Pjotr Tolstoj: Ha avuto frustrazioni durante questo periodo?

Patriarca Kirill: Le frustrazioni a volte capitano alle persone – vale adire, uno si aspetta molto, e ottiene di meno. Ma forse questo capita a tutti i dirigenti, e probabilmente qualcuno è deluso di me. Questo è un processo naturale.

Ecco quella che è chiamata sala del trono. Beh, su questo trono, non mi sono mai seduto, ve lo dico apertamente, è solo il simbolo dell'autorità patriarcale. Questo trono è una copia di quello personale del Metropolita Pietro di Kiev, Mosca e di tutta la Rus'. Qui c'è la mitra di intronizzazione del Patriarca.

Pjotr Tolstoj: L'ha mai usata?

Patriarca Kirill: Una sola volta. Servire con questa mitra è difficile, è molto pesante. Nel vero senso della parola, è pesante.

Pjotr Tolstoj: Ma in generale è un lavoro tanto difficile?

Patriarca Kirill: Per me è piuttosto imbarazzante parlare in generale dal mio punto di vista personale.

Pjotr Tolstoj: Allora, solo per curiosità umana...

Patriarca Kirill: Solo per curiosità umana le dico che in un certo senso questo è come una consacrazione monastica. Un eremita rinuncia completamente al mondo. Un patriarca formalmente non si stacca dal mondo, al contrario, se è strappato dal mondo, scompare. L'esperienza del servizio patriarcale mi convince che questa croce può essere portata davvero solo quando preghi per tutta la Chiesa.

Pjotr Tolstoj: Il Patriarca è commemorato a ogni funzione...

Patriarca Kirill: Non solo le commemorazioni. Le preghiere a casa per il Patriarca. Io raccomando sempre: non dimenticatelo, per favore, pregate per me. Ho bisogno di queste preghiere, come nessun altro ne ha bisogno. E sono sicuro che è solo attraverso queste preghiere che la forza fisica è appena sufficiente.

Patriarca Kirill: Questa è la chiesa della residenza patriarcale sinodale. E proprio in questa chiesa, è notevole che entrino per la nomina i vescovi eletti.

Pjotr Tolstoj: Santità, ha visto molte nomine a cattedre episcopali durante la sua permanenza a capo della Chiesa? Vuole che i vescovi siano più vicini alle parrocchie?

Patriarca Kirill: Io desidero che le eparchie siano più piccole, affinché i vescovi abbiano più possibilità di visitare le parrocchie, e l'esperienza dimostra che molti vescovi hanno già visitato due o tre volte tutte le parrocchie, cosa che sarebbe stata impensabile al momento in cui c'era un singolo vescovo in una diocesi molto grande. Noi eleggiamo persone con grande esperienza di Chiesa. E i candidati non provengono dalla capitale, sono giovani che hanno terminato l'Accademia.

Pjotr Tolstoj: I candidati sono abbastanza?

Patriarca Kirill: Per grazia di Dio, sono ancora sufficienti. Neanche io mi aspettavo quanti candidati avessimo. Bisogna solo cercare nel paese. Non cerchiamo i candidati a Mosca e a San Pietroburgo, anche se pure qui ci sono persone degne, ma guardiamo in giro, in tutto il paese, ed ecco le persone adatte, persone semplici... A proposito, quasi tutti hanno due lauree, una superiore laica e una ecclesiastica. Oppure, se mancano di istruzione superiore laica, hanno una buona istruzione ecclesiale, teologica. E poi, oltre alla formazione – la scuola della vita. Hanno una marcia in più, per così dire.

Pjotr Tolstoj: Mi dispiace di averla trattenuta con tante domande...

Patriarca Kirill: Ora vado all'altare, così inizia sempre la mia giornata. Permettetemi...

Pjotr Tolstoj: Molti pensano seriamente che la Chiesa riceva soldi dallo Stato.

Patriarca Kirill: la Chiesa non riceve soldi dallo Stato. Per la verità, in tempi relativamente recenti, la Chiesa ha cominciato a ricevere soldi dallo Stato solo per la ricostruzione di chiese, per il restauro...

Pjotr Tolstoj: ...di monumenti.

Patriarca Kirill: ...di quelle chiese che sono monumenti, e che sono di proprietà dello Stato. Ma fino a poco tempo fa, compreso il periodo sovietico, abbiamo restaurato con i nostri soldi ciò che non ci appartiene di diritto, legalmente. Ma abbiamo restaurato tutte le chiese che abbiamo usato. Senza alcuna fonte di reddito diversa dalle donazioni.

Pjotr Tolstoj: E com'è organizzato, dunque il lato finanziario? Perché questa domanda preoccupa molti, e le persone possono inconsapevolmente, così dicono alcuni, percepirne una versione selvaggia, per essere onesti. Ora, c'è la parrocchia, c'è la diocesi. O almeno così: parrocchia, decanato, diocesi.

Patriarca Kirill: sì.

Pjotr Tolstoj: E, di conseguenza, questa catena di finanziamenti dai parrocchiani, dalle persone che vengono al tempio a fare donazioni o a comprare candele, come procede, dove si sposta il denaro? E chi gestisce il denaro? Anche perché, allora, in questo senso è diverso....

Patriarca Kirill: La gente viene in chiesa, fa offerte o compra candele. Inoltre, da noi non c'è alcuna tariffa per i treby [riti su richiesta]. Poiché le attività parrocchiali sono la principale fonte di reddito per tutta la Chiesa, quando si celebrano riti, come, per esempio, battesimi o funerali, la gente dona quello che vuole. So che c'è un dibattito nel cui contesto questo principio è ridicolizzato, cosa che è molto ingiusta e amara. Perché chiunque può essere battezzato o sposarsi in chiesa senza soldi. Sappiamo che a Mosca e nei capoluoghi di provincia le parrocchie sono ricche.

Ma nei villaggi o nelle campagne spesso i costi sono semplicemente insostenibili. Pertanto, ci sono diversi standard. E il vescovo stabilisce un tetto massimo per i compensi che possono essere richiesti nelle parrocchie di villaggio o nelle zone rurali, oppure indica l'ammontare delle donazioni. Nelle chiese urbane ci saranno altri standard di donazioni.

La maggior parte del denaro rimane nella parrocchia, ma una parte del reddito della parrocchia va alla diocesi.

Pjotr Tolstoj: E quando i figli chiedono al sacerdote: "Papà, possiamo andare al mare?", e lui dice, "No, non possiamo. Non è possibile, abbiamo una parrocchia – dodici persone. Ed ecco il pagamento alla diocesi, la tassa per il gas, e..."

Patriarca Kirill: Se la parrocchia è costituita da dodici persone, allora non c'è alcun contributo diocesano, o solo un contributo simbolico. Il più simbolico che chiunque possa pagare. In fondo, i contributi diocesani sono forniti da parrocchie – e sono contributi reali – dove c'è veramente molta gente, e dove si accumulano molti fondi.

Pjotr Tolstoj: Dietro queste porte c'è lo studio. E qui è il luogo dove il Patriarca lavora ogni giorno.

Patriarca Kirill: Ogni giorno. Io lavoro qui e ricevo qui i miei stretti collaboratori.

Pjotr Tolstoj: E come inizia la sua giornata? Viene qui alla residenza, va in ufficio ed ecco tutto?

Patriarca Kirill: Apro questa valigia qui – oggi pesa sei chili – e qualche volta due valigie, in tal caso saranno dodici chili.

Pjotr Tolstoj: Ora tutti quelli che potrebbero provare invidia cesseranno di invidiarla, perché qui ha una valigia piena di documenti, e ho appena visto che anche il tavolo è pieno di cartelle...

Patriarca Kirill: Ogni giorno esamino documenti diversi, a volte da 100 a 300 pagine di testo. Questo richiede molto tempo e fatica. Per far fronte a questo, è necessario lavorare fino a tardi... fino a tarda notte, e anche tutta la notte, oppure alzarsi molto presto la mattina.

Pjotr Tolstoj: Ma sono tutti fondamentalmente documenti sulla vita interna della Chiesa, vero?

Patriarca Kirill: Sono documenti diversi. Documenti legali, documenti finanziari.

Patriarca Kirill: Il sacerdote non aiuta tanto con le sue conoscenze, quanto con la sua esperienza spirituale personale. La Chiesa non porta nulla di male, non insegna il male – insegna il bene.

Pjotr Tolstoj: Perdonatemi, ma già cinque anni fa abbiamo detto che molto è cambiato nella Chiesa. Vorrei chiederle del ruolo sociale della Chiesa. Ci dica in cosa consiste la differenza significativa tra qualsivoglia organizzazione caritativa informale e la Chiesa.

Patriarca Kirill: Penso che tra i cristiani, tra i credenti in generale, vi sono motivazioni molto profonde e forti per compiere buone azioni. C'è sempre stata, indipendentemente da come sia stata chiamata - un'opera sociale o semplicemente delle buone azioni.

Pjotr Tolstoj: Fin dai tempi di Cristo.

Patriarca Kirill: Dai tempi di Cristo, dai tempi degli Apostoli, dai tempi di Maria Maddalena. Ma sempre, si è basata su semplici e persuasive parole: la fede senza le opere è morta. Pertanto, se predichiamo Cristo, se diciamo che il messaggio del Vangelo è attuale, e allo stesso tempo non facciamo ciò che consegue da questo messaggio – diventiamo bronzo che suona e cimbalo che tintinna, come dice l'apostolo Paolo.

Ecco come penso che la nostra opera sia diversa da tutte le altre. Anche se non differisce molto formalmente, ci sono molte organizzazioni che sono ottimamente impegnate nell'opera sociale. E, forse, dal punto di vista di un principio organizzativo, non può esserci nulla di peggio che lasciar fare le cose a noi. Anche se naturalmente, negli ultimi tempi sono lieto di poter dire che questo lavoro è molto, molto ben organizzato. Anche in questo caso, resta molto da fare, ma oggi l'opera sociale della Chiesa è organizzata, a mio parere, in modo molto corretto.

Pjotr Tolstoj: E a chi la Chiesa dovrebbe offrire aiuto in primo luogo: a chi non è protetto all'interno della nostra società?

Patriarca Kirill: Iniziamo, prima di tutto, dalle nostre comunità. Ci sono molti ortodossi che vivono da soli, anziani.

E ci sono queste nostre enormi parrocchie – ancora la domanda sul perché c'è bisogno di più parrocchie. Poiché queste enormi parrocchie, con migliaia di parrocchiani, non danno la possibilità di organizzare una vera comunità cristiana, dove, tra l'altro, ci sia cura per i bisognosi all'interno della comunità stessa.

Pjotr Tolstoj: Perché la comunità è come una famiglia.

Patriarca Kirill: La comunità è come una famiglia, il sacerdote deve conoscere tutte le persone sole, tutti i sofferenti, le cause della loro sofferenza, e con l'aiuto dei suoi assistenti, che ormai, devono esserci, in base alle disposizioni del Concilio dei vescovi, in tutte le principali parrocchie bisogna lavorare con queste persone e trovare il modo per aiutare tutti. Questo credo sia il passo più importante che abbiamo fatto negli ultimi cinque anni.

Pjotr Tolstoj: Mi perdoni, ha parlato di assistenza sociale nel paese – abbiamo davvero una situazione complessa sotto molti aspetti. Ma, tuttavia, la Chiesa ortodossa russa aiuta molto anche all'estero, fuori dalle frontiere. E, di conseguenza, la questione – anche nel nostro paese ci sono molti problemi – forse alcuni problemi del popolo della Siria sembrano di terz'ordine di fronte a ciò che sta accadendo da noi negli orfanotrofi, nelle case di cura.

Patriarca Kirill: Esiste una tale filosofia. Ma è una cosa impossibile per chi confessa la propria fede, limitare le proprie attività all'interno di qualsiasi confine particolare.

Pjotr Tolstoj: Cioè, non si può essere selettivi...

Patriarca Kirill: Certo, non si può essere selettivi. Se non ti addolora l'anima l'odierna uccisione di persone innocenti in Siria, se non ti addolora l'anima il fatto che là rapiscano le monache, violentino le ragazze cristiane scaccino migliaia di cristiani dal luogo storico di residenza, allora significano ben poco le buone azioni fatte per la scuola materna che sta vicino a te. Questa è una questione che riguarda tutta la persona umana, la sua castità, la sua integrità. Non si può essere buono in un posto e insensibile in un altro. Significa che da qualche parte si è falsi – in un luogo o nell'altro. Ma per dirla in modo più concreto, in realtà, la Siria, il Medio Oriente, è il luogo da cui proviene il cristianesimo. Proprio ad Antiochia, nell'Antiochia storica, che è ora sul territorio della Turchia, ma era nella Siria storica, per la prima volta una comunità di credenti in Cristo è stata chiamata "i cristiani". Da lì è nato tutto.

Pjotr Tolstoj: La culla.

Patriarca Kirill: La culla. E l'inizio della civiltà cristiana. E ora i cristiani sono espulsi dal Medio Oriente.

Cosa significa questo? Questo significa un enorme cambiamento culturale e geopolitico sulla scala della civilizzazione. E solo le persone che vedono la realtà in modo restrittivo non capiscono che cosa può effettivamente portare questa tragedia all'intera razza umana, a tutte le persone.

Pjotr Tolstoj: in cinque anni ci sono state molte storie spiacevoli legate agli attacchi su di lei, in particolare, e agli attacchi contro la Chiesa. È chiaro che in qualità di persona che sta a capo della Chiesa, tutto ciò, per così dire, la fa riflettere e preoccupare umanamente?

Patriarca Kirill: Ciò dipende un po' dalla natura dell'irritazione, che tipo di stimolo. Non si tratta di attacchi alla persona, ma di attacchi al capo della Chiesa. E attraverso di lui, all'intera Chiesa. Perciò prendo questo tipo di attacchi come una strategia precisa, come azioni definite che hanno il loro scopo.

Pjotr Tolstoj: Ma lei è una persona logica, in questo momento parla a mente fredda, e umanamente le fa male, vero? Ci sono momenti in cui questo la sbalordisce direttamente?

Patriarca Kirill: Sa, quando per la prima volta hanno cominciato a scrivere di me queste cose incredibili, era nel 1995 o '96, quando ho aperto il giornale e ho letto di me, ho pensato: che siano diventati pazzi? Per quanto fosse necessario spiegare alla gente, che si trattava di incredibili equivoci, non ho mai più pensato lo stesso: perché l'hanno scritto? Questa è stata la reazione. E poi quando ho scoperto cosa c'è dietro questo tipo di pubblicazioni, quale strategia, quali finanze, il mio atteggiamento è cambiato. E da allora, per grazia di Dio, questo non mi ferisce più molto in termini umani.

Pjotr Tolstoj: È necessario rispondere?

Patriarca Kirill: Dipende. In alcuni casi, non si deve rispondere, in alcuni casi si deve. La prima cosa che abbiamo fatto è creare strutture adeguate, che ora si occupano professionalmente di questi problemi. Perché un patriarca o un vescovo, che sta davanti al trono di Dio, che è chiamato a pregare, a preparare prediche, a impegnarsi nel lavoro pastorale, non dovrebbe essere il più coinvolto professionalmente in questo elemento. Questo è un compito che dovrebbe essere svolto da professionisti, anche da parte dei laici.

Pjotr Tolstoj: E in genere le persone che vi circondano in questa opera di direzione nella Chiesa ortodossa russa, il vostro entourage che lavora al Patriarcato, queste persone le ha sostituite oppure non sono cambiate?

Patriarca Kirill: Come leader difficilmente cambio le persone. Penso che tutti possano trarre benefici, a determinate condizioni. In alcuni casi, quando si modificano le condizioni e una persona non porta alcun vantaggio, allora si deve cambiare la persona. Ma se cambi le condizioni, e la persona improvvisamente comincia a rivelare aspetti del suo carattere, della sua personalità che in precedenza erano invisibili, allora ringrazi Dio per aver trovato un assistente affidabile. Io sono una persona senza riguardi per nessuno, non mi nascondo mai, dico con i miei occhi quello che penso. E anche se sono insoddisfatto di qualcosa, mi permetto di parlarne in privato, ma non in modo aperto al pubblico.

Pjotr Tolstoj: In genere le piace l'inverno?

Patriarca Kirill: Mi piace.

Pjotr Tolstoj: Non ha sofferto di congelamento durante l'infanzia, no? Si sa, chi ha patito il gelo nell'infanzia, poi è diffidente verso l'inverno.

Patriarca Kirill: No, io amo l'inverno, soprattutto le giornate di gelo come quella di oggi, per me è facile.

Pjotr Tolstoj: Santità, volevo farle una domanda dopo che sono passati cinque anni da quando dopo la sua intronizzazione abbiamo parlato del suo senso della chiesa, del senso con aveva deciso di guidare la Chiesa ortodossa russa. Volevo chiederle, è cambiato qualcosa di quel senso in questi cinque anni?

Patriarca Kirill: C'è una comprensione più realistica di ciò che rappresenta per me la Chiesa, e una comprensione più realistica di ciò che significa essere Patriarca. Questa è una zona completamente nuova. Sentivo che ero sempre stato vicino al Patriarca, e che sapevo abbastanza bene tutto ciò che accade al piano superiore di autorità e di governo della Chiesa. Ma una cosa è essere vicino, e un'altra cosa è essere immerso in questa responsabilità. Qui c'è bisogno, forse, di qualche tipo di nuova esperienza che io ancora non ho, che mi avrebbe dato l'opportunità di liberare lo spazio per ciò che, forse, è la cosa più importante per il Patriarca: pensare, pregare e cercare di vedere chiaramente lo sviluppo della vita della Chiesa.

Pjotr Tolstoj: Santità, grazie per averci dedicato del tempo per parlare, per questa conversazione. Speriamo di avere ancora occasioni per continuarla.

Patriarca Kirill: Tutto è nelle mani di Dio.

Pjotr Tolstoj: Grazie di cuore.

 
Giustiniano chiuse davvero l'Accademia di Atene nel 529 d.C.?

Nel loro desiderio di convincere i non informati delle presunte persecuzioni dei pagani da parte dei cristiani, i neopagani hanno propagandato le informazioni STORICAMENTE FALSE che Giustiniano aveva chiuso l'Accademia di Atene, sulla base del suo presunto sentimento anti-ellenico.

Inutile dire che l'Accademia di Atene NON FU CHIUSA da Giustiniano. Inoltre, le accuse che vengono utilizzate dai neopagani nel loro tentativo di diffamare il cristianesimo sono state dimostrate dalla ricerca contemporanea come storicamente scorrette.

Numerosi neopagani (e quelli influenzati da loro) hanno l'impressione che l'imperatore romano-bizantino Giustiniano abbia imposto la chiusura della Scuola filosofica di Atene nell'anno 529 d.C., immergendo così presumibilmente l'umanità nell'oscurità, e conducendola nell'ignoranza del Medioevo.

Questa accusa è un puro mito, come dimostreremo più avanti... Pertanto , alla luce della presa di posizione neopagana, che rifiuta di riconoscere la realtà storica e invece sostiene che la chiusura dell'Accademia di Platone è stato "un atto di scomunica della conoscenza", abbiamo preparato questo articolo, con l'intento di dimostrare perché l'Accademia aveva chiuso i battenti:

a) era già entrata da se stessa in un percorso di declino spirituale.   

b) aveva cessato di funzionare come scuola di pensiero classico, ed era stata trasformata in un centro degradato di paganesimo, che, invece di produrre filosofia, produceva insegnamenti vari relativi alla stregoneria e alla superstizione, corrodendo alla fine la filosofia di Platone.

c) molte bugie sono state diffuse dai neopagani riguardo alla presunta chiusura dell'Accademia di Atene da parte di Giustiniano.

Per citare da varie fonti:

"Platone possedeva un lotto di terra nell'area dell'Accademia" [...] legalmente, la Scuola era un'associazione religiosa sacra, il cui scopo era il culto comune delle Muse [...] L'Accademia era situata all'interno di un giardino recintato, lontano dal rumore della città. Era gestita come una società, da un direttore, e l'ingresso era permesso solo a coloro che ne erano membri [...] Abbiamo inoltre informazioni che alcuni membri dell'Accademia erano incaricati, d'ufficio, di organizzare i sacrifici, i banchetti festivi e le mense" (Enciclopedia PAPYROS-LAROUSSE-BRITANNICA, Volume 6, alla voce: "Accademia")

Giustiniano non aveva vietato l'insegnamento della legge e della filosofia ad Atene – come sosteneva Malalas – perché questo stesso storico si contraddice, affermando anche che più tardi, nel 530 d.C., l'imperatore aveva inviato il suo Codice legislativo ad Atene e Beirut. Dobbiamo supporre da questo che esistessero scuole di diritto ad Atene e Beirut (Malalas non avrebbe menzionato queste due città solo per indicare semplicemente che l'imperatore aveva mandato il suo Codice ai tribunali di Atene e Beirut), quindi, se lui è in contraddizione con se stesso sulla questione dell'insegnamento della legge, le possibilità che dica la verità sulla filosofia sono ugualmente scarse. Procopio (lo storico) non menziona tale divieto [F. Gregorovius, Ιστορία των Αθηνών - Storia di Atene, Biblioteca Marasli, Atene 1904, vol.1, pagina 122].

"Solo su questa testimonianza (di Procopio, in Απόκρυφη Ιστορία - Storia segreta), secondo cui Giustiniano aveva revocato gli stipendi degli insegnanti pubblici e aveva confiscato la proprietà privata in favore di istituti con scopi scientifici, fu congetturato che quest'atto riguardasse principalmente all'Accademia di Atene "[F. Gregorovius, Ιστορία των Αθηνών - Storia di Atene, Biblioteca Marasli, Atene 1904, vol.1, pagina 122]. Ma una cosa è confiscare la proprietà privata e un'altra cosa proibire l'insegnamento della filosofia o chiudere l'Accademia. Inoltre, Procopio in persona non menziona Atene per nome, né dice che Giustiniano avesse revocato gli stipendi.

A parte il fatto che il libro Απόκρυφη Ιστορία (Storia segreta) è stato riconosciuto come un'inaffidabile opera diffamatoria, non abbiamo assolutamente prove che si tratti di un editto o di un rapporto dell'autore, che afferma con chiarezza o afferma esplicitamente che Giustiniano aveva vietato l'insegnamento della filosofia ad Atene, o aveva ordinato la chiusura dell'Accademia. Nelle clausole speciali del codice delle Pandette, redatto da Giustiniano, l'insegnamento di tutte le lezioni degli insegnanti pagani era proibito (che era la stessa cosa che Giuliano aveva fatto prima con gli insegnanti cristiani. Si potrebbe dire che questa fosse una vendetta della storia, anche se in qualche modo tardiva, quando il paganesimo era già diventato obsoleto), tuttavia, non c'era alcuna clausola esplicita nel codice che indicasse l'abolizione delle scuole di Atene.

Agazia, che racconta dettagliatamente l'emigrazione di sette filosofi dell'Accademia alla corte di Cosroe, non dice che se n'erano andati perché la scuola di Atene era stata abolita - che sarebbe stata la cosa naturale da dire, se la scuola fosse stata effettivamente abolita - invece, dice che erano emigrati "perché non piacevano loro le credenze romane ("bizantine") che lì prevalevano" (επειδή αυτούς η παρά Ρωμαίοις κρατούσα επί τω κρείττονι δόξα ουκ ήρεσκεν), (K. Paparigopoulos, Στορία του Ελληνικού Έθνους, History of the Nation Greek, 1885, ripubblicato da Cactos, 1992, vol. 9, 3). "L'abolizione da parte di Giustiniano delle Scuole di Atene non può essere dimostrata come un atto ufficiale dello Stato (...) queste hanno continuato a esistere ad Atene come scuole private di retorica e grammatica" (l'Accademia era una scuola privata, di proprietà di Platone)" [F. Gregorovius, Ιστορία των Αθηνών - Storia di Atene, Biblioteca Marasli, Atene 1904, vol.1, pagine 122, 123].

Nella rivista "Le grandi figure del passato" ("Μεγάλες Μορφές του Παρελθόντος"), pubblicata da Periskopio, nell'edizione: "Giustiniano, il più grande imperatore bizantino", (di Ioannis Chatzakis, pagina 36), leggiamo quanto segue:

Secondo le più antiche teorie, tra l'altro, la chiusura della Scuola filosofica di Atene nel 529, che comprendeva la continuazione dell'Accademia di Platone, era stata attribuita anche a Giustiniano. Tuttavia, recenti ricerche hanno dimostrato che si trattava più di una sospensione temporanea a causa di ragioni interne, e non a causa di pressioni esterne. Nello specifico, durante quel periodo di tempo, sette insegnanti neo-platonici hanno avuto - per ragioni sconosciute e probabilmente sotto pressione per le persecuzioni in corso - (NDA: con l'espressione "persecuzioni", l'autore si riferisce al divieto delle pratiche sacrificali della legge pagana, da lui descritte nel capitolo precedente) cercarono rifugio alla corte di Cosroe I in Persia. Naturalmente si resero conto molto presto che le loro condizioni di soggiorno non erano le migliori possibili. La religione zoroastriana ufficiale del regno persiano non era più tollerante nei confronti delle idee straniere di quanto lo fosse il cristianesimo "bizantino". Così, in meno di un anno, i filosofi greci furono costretti a tornare alla - seppur limitata sicurezza di Atene, e ricominciarono le operazioni della scuola, che sembra aver finalmente cessato le sue lezioni verso la fine del VI secolo “.

Dal testo di cui sopra, possiamo tranquillamente concludere che: a) L'Accademia fu chiusa dai filosofi stessi e non da Giustiniano, b) rimase chiusa per meno di un anno, c) c'era una tolleranza molto più grande verso i pagani nel dominio bizantino che altrove, come evidenziato dal ritorno dei filosofi a casa, d) le "persecuzioni" imposte dalla legislazione giustinianea non erano altro che leggi di scoraggiamento, che ovviamente non minacciavano la SICUREZZA dei filosofi, e) la scuola ricominciò a funzionare, alla fine di quel secolo (e, come dimostreremo più avanti, la filosofia continuò a essere insegnata, anche fino al VII secolo!)

Come tutti sappiamo, l'Accademia, grazie alla sua immensa fortuna, era in grado di accettare tutti i suoi studenti gratuitamente, mentre le altre scuole richiedevano il pagamento di tasse. Di conseguenza, la confisca della sua proprietà, se avvenne, e nella misura in cui avvenne, non avrebbe necessariamente implicato la chiusura effettiva dell'Accademia, ma solo che i suoi studenti avrebbero quindi dovuto pagare per le loro lezioni. Una cosa è confiscare la proprietà e un'altra cosa è chiudere l'Accademia.

Blumenthal: ("Il 529 e il suo seguito: ciò che accadde all'Accademia". Revue Internationale des Etudes Byzantines XLVIII [1978], Bruxelles 1979, 370-385) introduce un altro problema che riguarda la data di emissione della legge. È considerato del tutto possibile che l'anno in cui la legge fu applicata fu il 534 d.C., quindi, c'è qualche incertezza sul fatto che alcune delle disposizioni di tale legge esistessero già nel 529 d.C." Studi recenti hanno dimostrato che trentun'anni più tardi, nel 560 d.C., la requisizione delle proprietà dell'eccezionalmente fiorente Accademia non era stata adempiuta" (Paolo Cesaretti, "Θεοδώρα ˙η άνοδος μιας αυτοκράτειρας", Teodora: l'ascesa di un'imperatrice, Oceanis, pagina 240).

"Si dice spesso che l'imperatore aveva chiuso l'Accademia ad Atene nel 529. Tuttavia, quell'Accademia continuò a operare per diversi decenni. E ad Alessandria, il pagano Olimpiodoro insegnava ancora filosofia, anche dopo il 565, quando Giustiniano era morto”. (Sture Linnér, Ιστορία του Βυζαντινού Πολιτισμού, Storia della civiltà bizantina, Govostis, pag 93).

A. Cameron ("Gli ultimi giorni dell'Accademia di Atene", Atti della Cambridge Philological Society 195 [1969], 8, 25) ritiene che l'insegnamento della filosofia sia continuato ad Atene, dal 532 d.C., fino a quando gli slavi assediarono la città, cioè, quasi cinquant'anni dopo. Cameron sostiene questa visione, basata su un estratto dal commento di Olimpiodoro all'opera "Alcibiade" di Platone. Questo commento afferma che la concessione della Scuola di Platone ai suoi successori avvenne per ragioni puramente pratiche, dato che Platone stesso era economicamente benestante. Olimpiodoro rileva che lo status della Scuola progredì fino ai suoi tempi, nonostante la forma di confisca parziale subita. Secondo la logica di Cameron, nel 529 d.C. l'Accademia platonica non aveva alcun sostegno finanziario, per cui le sue attività furono significativamente ridotte, ma non del tutto interrotte. Notiamo che il filosofo pagano Olimpiodoro menziona l'esistenza dell'Accademia ai suoi tempi (disse: fino ai suoi tempi – ed era al suo apice, intorno al 565 d.C.), menzionando anche – e questo rende il suo commento una testimonianza credibile – la confisca parziale (e non totale!) della proprietà: "[...] Questo luogo di apprendimento e centro di ricerca che era stato fondato da Platone è stato conservato per quasi dieci secoli [...] (Enciclopedia "DOMI", alla voce: "Accademia")

Possiamo vedere come questo punto di vista sulla chiusura dell'Accademia non è più accettabile, ma anche che, nonostante la legislazione che vietava l'insegnamento della filosofia da parte dei pagani, né lo stesso Giustiniano, né gli imperatori dopo di lui fecero rispettare tale legge, almeno nella misura in cui i neopagani vogliono che crediamo. Altrimenti, come sarebbe stato possibile per Olimpiodoro insegnare filosofia ad Alessandria, il secondo più grande patriarcato e la seconda città dell'Impero? Le leggi non erano state applicate. Ebbero semplicemente un'influenza di allontanamento. Quindi sorge la domanda: perché i sette filosofi lasciarono Atene, anche se la proprietà dell'Accademia non era stata confiscata, e non era stato effettivamente revocato l'insegnamento ai pagani? La narrazione di Agazia è vera? Oppure, il motivo della loro partenza era solo quello che Agazia menzionava?

Giustiniano quindi non proibì l'insegnamento generale della filosofia nella città. Prova di questo è il fatto che Teodoro (602-690 d.C.), che in seguito divenne il primo arcivescovo di Canterbury in Inghilterra, aveva studiato filosofia, matematica e astronomia ad Atene, all'inizio del VII secolo (V. Spandagos – P. Spandagos – D. Travlos , Οι θετικοί επιστήμονες της βυζαντινής εποχής , Gli scienziati positivi del periodo bizantino, Aethra, pag 56) ; inoltre, il filosofo Tychikos il bizantino aveva studiato anche filosofia lì, durante lo stesso periodo (Steven Runciman , Βυζαντινός πολιτισμός , civiltà bizantina , pubblicazioni Galaxias , pagina 253).

È quindi una menzogna affermare che "le luci della civiltà si sono estinte" ad Atene nel 529 d.C.   La maggior parte degli studenti all'epoca era cristiana, e sicuramente c'erano anche professori cristiani. Non c'è niente che possa confutare che i professori cristiani abbiano continuato a insegnare filosofia e retorica, dopo l'espulsione dei pagani.

E naturalmente l'idea che tutte le scuole filosofiche fossero fiorenti nel 529 (anche se supportata come prova dalle scoperte degli scavi americani nell'agorà-mercato ateniese) è infondata. Se le scuole fossero state davvero fiorenti, perché non c'erano successori epicurei o stoici o aristotelici (come nei secoli precedenti) responsabili delle rispettive scuole "fiorenti"? Perché non ci sono prove scritte su queste scuole, che i neopagani stanno cercando disperatamente di dimostrare come fiorenti? I platonici erano certamente fiorenti, ma solo loro. C'è una differenza tra la prosperità della città di Atene e le buone condizioni del mercato-agorà in generale, e l'esistenza di scuole (di cui non si fa alcuna menzione) nell'agorà d'Atene nel 529 d.C.  Non si può presumere che il primo dato confermi il secondo. 

A. Cameron ("Gli ultimi giorni dell'Accademia di Atene", Atti della Cambridge Philological Society 195 [1969], 8, 25) sottolinea che l'edificio scolastico devastato alla fine del VI secolo non costituisce un elemento di prova per l'asserzione precedente (che l'Accademia fu chiusa da un decreto), poiché non fu considerato come il risultato della legge di Giustiniano nel 529 d.C., ma solo un'indicazione del decadimento generale nella vita ateniese durante quel periodo. Possiamo vedere che l'edificio scolastico che si trovava all'interno dell'agorà di Atene era deserto alla fine del VI secolo, e non all'inizio o a metà. Quest'ultimo evento si sarebbe veificato solo se l'Accademia fosse stata chiusa nel 529 d.C.

"Damascio [...] era un filosofo neoplatonico di Damasco. Fu l'ultimo preside dell'Accademia platonica di Atene . Quando la scuola chiuse (nel 529), si auto-esiliò, insieme a Simplicio e molti altri, in Persia (531), da dove tornò (533), quando Giustiniano concesse a lui e agli altri la residenza libera nei territori del suo impero . [....]  Con Damascio, il neo-platonismo raggiunse il culmine del suo insegnamento mistico." ( Enciclopedia DOMI, alla voce: "Damascio")

L'ultimo preside dell'Accademia di Atene, Damascio, scrisse un voluminoso trattato sulla magia e sui miracoli in quattro libri, che, tra le altre cose, includeva 63 capitoli su "strane narrazioni di apparizioni di anime dopo la morte" (Ιστορία του Ελληνικού Έθνους, Storia della nazione greca, Ekdotiki Athinon, vol.7, p.336). Questo è confermato da Fozio, l'uomo più colto del Medioevo.

Ma anche il Βίος Πρόκλου, La vita di Proclo, che è stata scritta dal suo allievo, ci dice che Proclo, il preside dell'Accademia (430-482 dC) "operava miracoli grazie alla sua conoscenza magica; aveva messo fine a una siccità e aveva anche scongiurato terremoti con i suoi amuleti. Il dio Asclepio aveva eseguito miracolose cure per lui bene, curando la figlia del suo maestro e liberandogli anche l'artrite alle ginocchia" (Pierre Chuvin , Οι τελευταίοι Εθνικοί, Gli ultimi pagani, Thyrathen, pagina 128). Se Proclo si dilettava di magia, Damascio molto probabilmente faceva lo stesso. La razionalità dell'Accademia era stata gettata nel cestino dei rifiuti...

Perché, allora, soffrono per la chiusura dell'Accademia? I razionalisti rimpiangono la "teurgia"? Il salto della filosofia nell'occulto non li infastidisce affatto?  Leggiamo quanto segue : "Una delle caratteristiche più riprovevoli del neoplatonismo in generale era la loro particolare predilezione per la superstizione, la magia e l'occulto. [....]  Furono ciarlatani come questi [.... ], che accelerarono la sua inevitabile fine" (Ιστορία του Ελληνικού Έθνους, Storia della nazione greca, Volume 7, pagina 336).

Anche il seguente estratto conferma questo corso di decadenza, quando conferma che anche prima che il cristianesimo fosse istituito, la Scuola aveva cessato di produrre opere significative: "Schematicamente, possiamo discernere tre periodi nella storia della seconda sofistica [.... ] Il secondo periodo iniziò all'incirca verso la metà del terzo secolo e terminò nel periodo di Costantino il Grande. Abbiamo informazioni minime su questo periodo, perché non sono state conservate opere degne di nota dei suoi rappresentanti o dei suoi storici [....]". (Ιστορία του Ελληνικού Έθνους, Storia della nazione greca, Volume 7, pagina 396).

"[...] In effetti, la demonologia, la magia e la teurgia (una specie di magia) acquistano un significato sempre più crescente durante gli ultimi due periodi del neoplatonismo, i cui insegnamenti contengono un numero sempre crescente di esistenze e divinità, che è un segno dell'influenza esercitata da una teoria filosofico-religiosa di ispirazione orientale. [....] (Enciclopedia DOM , alla voce: "scuola neo-platonica").

"A parte i suoi legami letterari e storici, il pantheon ufficiale era di scarso significato nel mondo pagano degli ultimi tempi. A quel tempo, la filosofia si era già allontanata molto dal suo punto di partenza ellenico. Non era più ispirata da alcuna curiosità spirituale; era diventata fondamentalmente religiosa. Nei manuali religiosi del tempo, era consuetudine proiettare un dogma sotto forma di rivelazione da parte di qualche sapiente divino, come per esempio Ermete Trismegisto, l'egiziano Thot. Le scuole più importanti dei tempi neo-platonici e neo-pitagorici erano sistemi di diarchia, basati sulla fede e la convinzione che la materia è cattiva; che il corpo è una tomba e che la salvezza dipende dalla sottomissione della carne e dalla visione di Dio in una purezza di spirito; Dio era quel mistero che l'intelletto umano non può mai certificare. Né la filosofia era considerata incompatibile con la fede nell'astrologia e nella magia”(A.M. Jones, Ο Κωνσταντίνος και ο εκχριστιανισμός της Ευρώπης, Costantino e la cristianizzazione dell'Europa, Galaxias pubblicazioni, pagine 41, 42).

Comunque, proibire la fondazione di scuole non era qualcosa di inaudito nei tempi antichi. Ad Atene, nell'anno 316 a.C. (secondo C. Krüger) o, tra il 307 e il 302 a.C. (secondo Renos Apostolides e molti altri, dopo il ripristino della democrazia) era stata proposta una legge che era stata votata, in base alla quale nessuno era autorizzato ad avviare una scuola filosofica senza il permesso della corte e delle autorità municipali, e ogni trasgressione di questa legge era punibile con la morte (Diogene Laerzio, V , 38, «νόμον  εισενεγκόντος μηδένα των φιλοσόφων σχολής αφηγείσθαι αν μη τη βουλή και τω δήμω δόξη· ει δε μη, θάνατον είναι την ζημίαν», Atene, 13, 610 f˙ Polydefkis, 9, 42). In realtà, "Atene aveva istituito una legge che vietava l'educazione dei giovani senza la preventiva approvazione delle autorità" (Senofonte, Apomnimonevmata - Memorie - 1, 2, 31)» (Fustel De Coulanges, Η αρχαία Πόλη, la città antica, Eirmos, pagina 348). Ebbene, perché gli antichi approvavano tali leggi? Non erano liberi di insegnare?  Ovviamente no. Era naturale che alcune tracce del comportamento dei pagani esistessero ancora all'interno della romanità; una mentalità lunga secoli non poteva essere cambiata così facilmente, indipendentemente da quanto fosse benefica l'influenza del cristianesimo.

C'è un certo numero di esempi, in cui certi pazzi ambiziosi (che perfino Pallade il Gentile sbeffeggiava) - certi "filosofi" pagani (teurgisti) - avevano tentato di rovesciare il legittimo imperatore. Fu per questo motivo che Giustiniano non avrebbe tollerato (teoricamente, dato che in realtà non era successo niente) il sostentamento di possibili complotti da parte di simili stolti filosofi con ambizioni politiche.

Se Giustiniano si fosse opposto alla filosofia in generale, avrebbe chiuso tutte le università, inclusa quella di Costantinopoli!  

Il secolo di Giustiniano fu indubbiamente un'epoca molto produttiva dal punto di vista culturale, che vanta importanti architetti e matematici (Isidoro, Antemio), storici (Procopio), poeti e innofrafi (Agazia, Romano il Melode), nonché creazioni senza precedenti (la chiesa di Santa Sofia, i mosaici di Ravenna).

Come possiamo vedere qui, la "regressione culturale" è inesistente!

 
Come mantenere il Tipico della Chiesa

Presentiamo nella sezione “Preghiera” dei documenti una serie di istruzioni scritte nel 1951 da san Giovanni (Maksimovich) di Shanghai e San Francisco, riguardo alla necessità di mantenere le indicazioni del Tipico nella vita liturgica della Chiesa. Da queste parole si avverte la vera preoccupazione pastorale di un santo: seguire il Tipico non ha nulla a che vedere con la precisione formale o con l’estetica, ma con un cammino di santità, e ogni “semplificazione” dei riti è in realtà un furto di opportunità di crescita spirituale. Anche se l’occhio di un vero pastore capisce sempre le necessità di abbreviare le funzioni per mancanza di forze, tuttavia, rimane l’esortazione a seguire il Tipico per quanto possibile (“quanto più, tanto meglio”), sigillata dallo stesso esempio di un santo che diede una testimonianza straordinaria di vita liturgica intensamente vissuta.

 
Il nostro agente all'Avana: dalle catacombe al palcoscenico mondiale

Alcuni ortodossi sono, comprensibilmente, preoccupati dall'incontro della prossima settimana tra il patriarca della Chiesa ortodossa russa e il papa di Roma. Tuttavia, forse ascoltano troppo i guastatori dei media occidentali pagati dalla CIA, che stanno già presentando l'incontro come una sorta di prostrazione ortodossa russa davanti al papa di Roma, su ordine del presidente Putin che sarebbe, a quanto pare, alla disperata ricerca di qualsiasi tipo di contatto con l'Occidente! Dopo aver ricordato che alla parata del giorno della vittoria a Mosca il 9 maggio il presidente russo si trovava fianco a fianco con i leader di Cina, India e molti altri paesi, che rappresentano praticamente l'intero mondo non occidentale, la stragrande maggioranza dell'umanità, ci permettiamo di ridere a crepaelle alle notizie dei media occidentali. È il mondo occidentale del G7 che è isolato, barricato nella villa di Hitler fuori Monaco, come nel mese di giugno 2015. L'incontro all'aeroporto dell'Avana tra il patriarca ortodosso russo e il papa di Roma, tra il passato e il futuro, tra la vecchia Roma e la terza Roma, avrà successo, ma solo se il papa di Roma vi arriva con pentimento. Perché?

Prima di tutto, questo è il primo incontro nella storia tra un patriarca ortodosso russo e un papa di Roma (anche se non con un papa di Alessandria). I media occidentali ignoranti fanno riferimento all'incontro nel XV secolo tra l'allora papa di Roma e il metropolita Isidoro al cosiddetto 'Concilio' di Firenze. Tuttavia quel metropolita non era un patriarca, non era russo e, soprattutto, non era ortodosso. La verità è che questo incontro potrebbe essere un punto di svolta per il cattolicesimo screditato. Ora ha la possibilità di pentirsi davanti alla Chiesa ortodossa russa per il crimine dell'uniatismo. Proprio come il papa polacco, che era per un quarto di discendenza uniate, si era scusato per il barbaro saccheggio della nuova Roma da parte dei crociati nel 1204 (con 800 anni di ritardo!), così ora questo papa latinoamericano di Roma ha la possibilità di chiedere perdono (con 420 anni di ritardo) al mondo ortodosso russo. Si sa che, finché esisterà un singolo uniate, questa sarà una pugnalata nella schiena della Chiesa. Il Vaticano ora dovrebbe iniziare a comportarsi come se fosse cristiano.

Il mondo ortodosso russo non è mai stato contrario a un incontro con il papa della vecchia Roma, ma lo ha sempre chiesto alle proprie condizioni, non da una posizione di umiliazione, ma da una posizione di autorità. Non avrebbe mai potuto accadere sotto l'aggressivo papa polacco; avrebbe potuto accadere con il penitente papa Benedetto, solo che lui è stato rimosso per essere troppo vicino all'Ortodossia; ora con questo papa è giunta una possibilità. Entrambi i leader stanno facendo visite pastorali in America Latina e il cattolicesimo si trova ad affrontare la 'battaglia del millennio' e ha bisogno della Chiesa. Il cattolicesimo, erede di 2.000 anni di storia, ora ha una scelta vitale da compiere: scegliere tra il suo primo millennio, che è stato ortodosso, e il suo secondo millennio, che è stato cattolico-protestante. In questo terzo millennio, o sceglierà di protestantizzarsi completamente, oppure almeno una piccola parte di esso può scegliere la via del pentimento e tornare alla Chiesa ortodossa; può sostenere la difesa russa ortodossa dei cristiani in Medio Oriente o schierarsi con l'Occidente post-protestante anticristiano.

Una generazione fa, fino al 1991, la Chiesa ortodossa russa era in maggior parte ferocemente perseguitata dai politici e beffardamente disprezzata dai non ortodossi. Ricordiamo bene gli anni '70 e '80, quando eravamo stati costretti a vivere in una situazione di quasi-ghetto; eravamo davvero gli ultimi dei Mohicani. Sia all'interno che all'esterno della Russia, vivevamo nelle catacombe. A quel tempo c'erano solo 40 vescovi in ​​Russia e 5.000 membri del clero; oggi ci sono 361 vescovi e circa 40.000 menbri del clero. Non vi è alcun motivo di pensare che tali dati non raddoppieranno nel corso della prossima generazione. Il miracolo è accaduto tra noi. Attraverso le preghiere dei nuovi martiri e confessori delle terre russe, in quel momento il regime ateo dei paesi del dell'Unione Sovietica è crollato per una dissoluzione scelta spontaneamente, ma anche il mondo occidentale ha scelto di scendere nella fossa dell'inferno dell'auto-dissoluzione da lui scelta. Esattamente una generazione dopo questi eventi, nel 2016 ora stiamo entrando in una nuova era, la generazione in cui usciamo dalle catacombe e dal ghetto e ci muoviamo sul palcoscenico mondiale.

Alcuni possono trovare difficile adattarsi a tutto questo; per altri che non sono mai stati a proprio agio nel ghetto è più facile. Ma il fatto è che per la prima volta nella storia un papa di Roma sta incontrando un patriarca ortodosso russo. La Chiesa si muove al centro del palcoscenico. Può essere che la Chiesa ortodossa russa possa salvare almeno una parte del cattolicesimo romano dalla protestantizzazione. Certo, con la canonizzazione nella scorsa settimana del vescovo e taumaturgo della ROCOR, san Serafino di Sofia, che per primo ha denunciato l'eresia di Bulgakov e poi l'eresia dell'ecumenismo, non vi è dubbio che la Chiesa russa si sia spostata lontana dall'Ortodossia provinciale delle frange che sono ancora bloccate in un antiquato modernismo. La Chiesa ortodossa russa ora assume la guida nel mondo ortodosso e ha trasformato la guida dell'Ortodossia da un piano massonico gestito dagli Stati Uniti nella voce della Chiesa. E non solo questo, ma reclama anche l'Ucraina indietro dalla giunta uniate nazista a Kiev, che può avere ancora solo pochi mesi di vita.

 
Sul nuovo e il vecchio calendario

La seguente traduzione di un testo teologico del neo-canonizzato san Serafino (Sobolev) di Boguchar è stata pubblicata sul sito web della diocesi vecchio-calendarista greca di Etna e Portland. Si tratta della relazione dell'arcivescovo Serafim al Congresso di Mosca del luglio 1948, dove il tema dell'ecumenismo era stato discusso a lungo.

[A causa della lunghezza e della complessità delle note nel testo originale, non le abbiamo riprodotte qui. La presenza di una nota a piè di pagina è contrassegnata da un asterisco. Le note in questo testo iniziano con il numero 18 nel testo originale.]

* * *

Uno degli scienziati che hanno indagato sul tema del nuovo e del vecchio calendario, E. B. Predtechenskij, membro a pieno titolo della Società astronomica russa, sostiene che solo a partire dal periodo del Rinascimento la gente in Occidente ha cominciato a interessarsi al calcolo della data della Pasqua, tra le altre questioni scientifiche.

"Purtroppo", ha dichiarato, "anche se a malapena capivano i dettagli della regola alessandrina, e anche se erano probabilmente lontani dal comprenderla come avrebbero dovuto, i pascalisti occidentali vollero riformare questa regola entro un breve periodo di tempo e con arroganza tentarono di correggere un'opera superbamente eseguita... Se il periodo del Rinascimento era cominciato simultaneamente in Europa occidentale e orientale, se le circostanze difficili non avessero bloccato la formazione intellettuale quasi al punto di estinguerla nelle antiche Chiese cristiane di Bisanzio, ...se le tradizioni alessandrine le tradizioni e l'erudizione dei primi secoli non fossero giunte alla fine in Oriente, allora è certo che Papa Gregorio XIII non avrebbe mai potuto fare quello che ha fatto".

A queste parole di Predtechensky dovremmo aggiungere che l'emergere della riforma del calendario di papa Gregorio XIII è stata causata non solo dal fatto che i pascalisti occidentali non avevano assimilato la regola alessandrina o il metodo di calcolo della Pasqua, e mancavano della necessaria comprensione, ma anche dal crollo dell'erudizione in Oriente, e soprattutto, dalla mancanza in Occidente della fede nella Santa Chiesa, e più precisamente, dalla loro incapacità di credere che in essa lo Spirito Santo vive e respira come fonte di ogni verità.

Se la Chiesa cattolica romana avesse posseduto questa fede, allora non si sarebbe impegnata, nella persona dei suoi papi e dei suoi pascalisti esperti, a modificare i canoni su cui si basa il computo pasquale del vecchio calendario, in cui lo Spirito Santo ha espresso una verità non soggetta a modifiche. Abbiamo in mente in primo luogo il settimo Canone apostolico:

Se qualche vescovo, presbitero o diacono celebrerà il giorno sacro della Pasqua prima dell'equinozio di primavera, insieme con gli ebrei, che sia deposto.

Questa ingiunzione è menzionata anche nel primo Canone del Concilio di Antiochia:

Tutti coloro che hanno il coraggio di mettere da parte il decreto del Santo e Grande Concilio riunito a Nicea, alla presenza dell'imperatore Costantino, amato da Dio, per quanto riguarda la santa e salvifica festa della Pasqua; se essi persistono polemicamente nel contrastare quello che fu allora giustamente ordinato, che siano scomunicati e scacciati della Chiesa (questo se sono laici). Ma se uno di coloro che presiedono nella Chiesa, sia egli vescovo, presbitero o diacono, osasse, sulla scia di questo decreto, esercitare il proprio giudizio privato per sovvertire il popolo e disturbare le chiese, osservando la Pasqua insieme con gli ebrei, il santo Concilio decreta che egli allora in poi sia alieno dalla Chiesa, come uno che non solo porta peccati su di sé, ma che è anche la causa della distruzione e della sovversione di molti; e non solo depone queste persone dal loro ministero, ma anche coloro che, dopo la loro deposizione avranno il coraggio di fare comunione con loro. E i deposti siano privati anche di quell'onore esterna, di cui sono partecipi i santi Canoni e il sacerdozio di Dio.

Questo Canone del Concilio di Antiochia ci colpisce come particolarmente degno di nota, perché non solo proibisce la celebrazione simultanea della Pasqua con gli ebrei, ma dimostra anche che tale divieto è stato registrato nel decreto del primo Concilio Ecumenico. A dire il vero, questo decreto sinodale non è giunto fino a noi, ma una nota epistola dell'imperatore Costantino il Grande a tutti i vescovi che non erano presenti al Concilio Ecumenico di Nicea si riferisce al suo contenuto. *

Citiamo la sostanza del decreto di Nicea, come stabilito nell'interpretazione del primo Canone del Concilio di Antiochia dal vescovo Nikodim (Milaš), un interprete dei sacri Canoni riconosciuto da tutta la Chiesa: *

Il Concilio a Nicea si occupò dell'esame di questo problema (il tempo per la celebrazione della Pasqua) allo scopo di evitare, per mezzo di una decisione comune, tutte le discordie che potevano derivare da questa materia, e di restituire armonia a tutta la Chiesa. In primo luogo, sulla base del settimo Canone Apostolico e dell'insegnamento della Scrittura a proposito del settimo giorno, i Padri sinodali hanno deciso sui seguenti punti: (1) la Pasqua cristiana deve sempre essere celebrata di domenica, (2) questa domenica dovrebbe essere dopo la prima luna piena dopo l'equinozio di primavera, e (3) se dovesse accadere che la Pasqua ebraica sia celebrata in questa domenica, allora la Pasqua cristiana dovrebbe essere trasferita alla domenica immediatamente successiva. *

A tutte queste prescrizioni canoniche della Chiesa ortodossa dobbiamo aggiungere anche il settimo Canone del secondo Concilio Ecumenico e l'analogo novantacinquesimo Canone del Concilio in Trullo (Penthekte), che hanno decretano come gli eretici dovrebbero essere ricevuti nella Chiesa:

Coloro che provengono dagli eretici e hanno aderito all'Ortodossia e alla parte di quelli che si salvano, li riceviamo secondo il seguente ordine e uso. Ariani, macedoniani, sabbaziani, novaziani, tessareskaidekatitai [quartodecimani] o tetraditai, e apollinariani, li riceviamo con la loro presentazione delle dichiarazioni di fede e con il loro rigetto di ogni eresia che non concorda con la Santa Chiesa Cattolica e Apostolica di Dio; e prima di tutto, li ungiamo con santo crisma sulla fronte, gli occhi, le narici, la bocca e le orecchie, e sigillandoli diciamo: "Sigillo del dono dello Spirito Santo".

Come si vede qui, i quartodecimani, vale a dire, i cristiani che celebravano la Pasqua insieme con gli ebrei il 14 di Nisan, sono chiaramente chiamati eretici e sono collocati nella stessa categoria degli ariani e di altri grandi eretici, e per questo motivo, nel caso del loro pentimento, devono essere ricevuti nel seno della Chiesa attraverso la cresima (o essere ri-cresimati). *

Vedete dove porta la violazione dei canoni sul tempo per festeggiare la Pasqua. Dalle suddette prescrizioni canoniche della Chiesa ortodossa è chiaro che noi dobbiamo mantenere tali canoni con riverenza, senza alcuna alterazione. Per questo motivo, il ventunesimo Canone del Concilio di Gangra dice:

Ci auguriamo che tutte le cose che sono state tramandate dalle divine Scritture e dalle tradizioni apostoliche siano osservate nella Chiesa.

E il secondo Canone del sesto Concilio Ecumenico:

Che a nessuno sia consentito di falsificare o mettere da parte i canoni di cui sopra [degli Apostoli, dei Concili ecumenici e locali, e dei santi Padri], o di accettare canoni diversi da quelli qui specificati, compilati in una trascrizione spuria da alcune persone che hanno tentato di manipolare la verità.

Tale mantenimento costante e inflessibile dei Canoni è richiesto dal settimo Concilio Ecumenico, il cui primo Canone afferma:

Abbracciamo volentieri i Canoni Divini e manteniamo tutti i loro precetti, completi e senza modifiche, se sono stati stabiliti da quei luminari dello Spirito, gli Apostoli degni di ogni lode, o dai sei Concili Ecumenici, o dai Concili localmente riuniti per promulgare tali decreti, o dai nostri santi Padri; tutti costoro infatti, illuminati dallo stesso Spirito, hanno ordinato cose che erano convenienti; e su quanto hanno scagliato un anatema, noi allo stesso modo scagliamo i nostri anatemi; coloro che essi hanno deposto, li deponiamo anche noi; coloro che essi hanno scomunicato, li scomunichiamo anche noi...

Da tutte le suddette prescrizioni canoniche è evidente in quale grande peccato sono caduti i cattolici romani quando hanno annullato i sacri Canoni che ci proibiscono di celebrare la Pasqua insieme con gli ebrei. Questo è un peccato di bestemmia contro lo Spirito Santo, che Dio non perdona, né nella vita presente né nella vita a venire. Infatti, lo stesso Spirito Santo, Dio, parla attraverso i sacri Canoni, perché le prescrizioni canoniche, così come quelle dogmatiche, dei Concili ecumenici sono state composte secondo le parole della divina Scrittura: "È sembrato giusto allo Spirito Santo e a noi." *

E lo Spirito divino, attraverso gli Apostoli, i Concili ecumenici e i santi Padri, non ha decretato verità canoniche in modo che noi possiamo in seguito correggerle e modificarle, come se fossero, presumibilmente, imperfette ed erronee. Un tale atteggiamento nei confronti dei sacri canoni è del tutto inaccettabile e blasfemo.

Così, la Chiesa cattolica romana è colpevole di aver direttamente violato e annullato i sacri canoni, celebrando la Pasqua nel 1805, 1825, 1903, 1923, 1927, e in molti altri anni in concomitanza con la Pasqua ebraica. *

E, peggio ancora, il nuovo calendario (gregoriano) decreta che la Chiesa cattolica romana sia in contrasto con il Vangelo attraverso la sua distorsione del racconto evangelico. È chiaro dal Vangelo che la Pasqua cristiana ha avuto luogo dopo la Pasqua ebraica.

Ma i papisti, con le loro nuove regole per la determinazione della Pasqua, non solo celebrano regolarmente la Pasqua insieme con gli ebrei, ma spesso prima di loro, come è accaduto nel 1845, 1853, 1856, 1891, 1894, e in molti altri anni. * Nel 1921, la Pasqua ebraica è caduta il 10 aprile, mentre i papisti hanno celebrato la Pasqua il 14 marzo, vale a dire, quasi un mese prima della Pasqua ebraica! *

Ma se, sulla base dei sacri canoni, è impossibile per noi accettare il nuovo calendario nella sua interezza, per la stessa ragione è impossibile per noi cristiani ortodossi accettare il nuovo calendario sotto forma di un compromesso. *

Questo compromesso è stato percepibile recentemente nella vita di alcune Chiese ortodosse e consiste nel fatto che la Pasqua si celebra secondo il vecchio Paschalion ortodosso, mentre tutte le feste fisse si celebrano secondo il nuovo calendario. Ma un calendario misto del genere non può assolutamente essere accettato dagli ortodossi, perché dà contemporaneamente luogo anche a violazioni di altre ordinanze ecclesiastiche che si trovano nel Tipico, e che dobbiamo osservare religiosamente e con fermezza, dato che non dovremmo discostarci dall'obbedienza alla nostra Madre, la Chiesa.

I nuovi calendaristi sono colpevoli di tale disobbedienza. Lo diciamo tenendo conto della loro trasgressione delle indicazioni del Tipico per quanto riguarda le feste fisse. La Chiesa ha ordinato i limiti temporali entro i quali possono essere celebrate le feste fisse che cadono durante la Grande Quaresima. Così, per esempio, la festa del venerabile Precursore (il primo e il secondo ritrovamento del suo capo) fluttua tra il mercoledì della settimana del Carnevale (limite inferiore) e il martedì della quarta settimana del digiuno (limite superiore). * Ma i nuovi calendaristi hanno rimosso questi limiti, perché celebrano tutte le feste fisse tredici giorni prima.

La stessa cosa accade con la festa dell'Annunciazione (25 marzo). Secondo le istruzioni del Tipico, l'Annunciazione si celebra nel periodo compreso tra il giovedì della terza settimana del digiuno e il mercoledì della settimana luminosa. * Ma con l'introduzione del nuovo calendario, il periodo durante il quale l'Annunciazione può essere celebrata inizia il venerdì della prima settimana del digiuno e si estende solo fino al giovedì della sesta settimana del digiuno.

Ma il peccato dei nuovi calendaristi per quanto riguarda le esigenze della Chiesa e del suo Tipico non si ferma a questo. Il loro atteggiamento negativo verso i limiti designati per la celebrazione delle grandi feste li conduce in una violazione ancora più grave del Tipico.

La Chiesa ha previsto la coincidenza di alcune delle grandi feste con feste mobili o con vari giorni della Quaresima. In tutti questi casi, ha decretato un ordine liturgico preciso. Ma nel violare i limiti designati, i nuovi calendaristi devastano anche l'ordine liturgico della Chiesa ortodossa.

Per questo motivo, i nuovi calendaristi non potranno mai più celebrare l'Annunciazione durante la Grande Settimana e, per lo stesso motivo, non possono celebrare la "Kyriopascha", cioè, la coincidenza dell'Annunciazione con la Pasqua, e in questo modo violano chiaramente il Tipico.

Una trasgressione particolarmente scioccante del Tipico da parte dei nuovi calendaristi si può osservare in relazione con la festa dei santi Apostoli Pietro e Paolo. La santa Chiesa onora questi grandi apostoli a tal punto che si prepara per la loro festa (29 giugno), con un digiuno che dura da otto a quarantadue giorni. Ma con l'introduzione del nuovo calendario, questo digiuno, in contrasto con il Tipico, è sempre abbreviato. E quando si celebra la Pasqua nel periodo dal 20 al 25 aprile, il digiuno degli Apostoli è completamente abolito, perché terminerebbe prima del suo inizio! *

Si potrebbe dire che questa violazione del Tipico non costituisce un grave peccato, in quanto non comporta alcuna violazione del dogma. Ma le parole di Cristo, "Se rifiuta di ascoltare anche la chiesa, che sia per te come un pagano e un pubblicano" *, non si riferiscono alla violazione di una o un'altra verità dogmatica della nostra fede. Eppure, secondo la testimonianza di queste stesse parole divine, chiunque di noi non mostra obbedienza alla Chiesa deve esserne staccato, ed entra nei ranghi dei grandi peccatori, perché nel caso in questione, è imposta la punizione più severa: l'eclusione dalla Chiesa. Inoltre, attraverso il loro disprezzo per il suo Tipico, i nuovi calendaristi commettono il peccato di disobbedienza alla Chiesa pubblicamente e sfacciatamente.

Dal punto di vista della fede ortodossa, un tale atteggiamento di disprezzo verso il Tipico non è ammesso per i figli della santa Chiesa, proprio come qualsiasi violazione delle sue ordinanze dogmatiche o canoniche è inammissibile. E questo è abbastanza comprensibile.

Proprio come il disprezzo per le ordinanze dogmatiche o canoniche porta all'alienazione dall'Ortodossia, così anche il disprezzo per il Tipico porta a tale alienazione. In verità, il Tipico costituisce, per noi, una legge sacra, che ci dà una guida nei nostri servizi, feste, e digiuni graditi a Dio. Il Tipico è un libro sacro, collegato con il nome di un eccezionale vaso di grazia, san Sava il Santificato, ed è stato accettato dalla Chiesa ortodossa come uno dei suoi libri di base. Il Tipico non è altro che la voce della nostra Madre, la Chiesa. * E noi non dobbiamo mantenere un atteggiamento di disprezzo nei confronti di questa voce, ma, piuttosto, un'obbedienza incrollabile e senza esitazioni, se vogliamo essere fedeli e dedicati alla Santa Chiesa e a tutti i suoi canoni ortodossi.

Cosa ci guadagniamo a seguito della violazione di questo libro sacro attraverso l'introduzione del nuovo calendario? Se usiamo l'ordine del nuovo calendario per stabilire nuove date per le nostre feste, digiuni, e servizi, allora in questo modo testimonieremo che il nuovo calendario è ecclesiasticamente corretto, mentre è il tipico che si sbaglia. E questo, nonostante il fatto che sappiamo che il Tipico deriva dalla Chiesa ortodossa, la stessa Chiesa in cui gli apostoli hanno posto come in un tesoro prezioso tutto ciò che riguarda la verità. E questo, nonostante il fatto che siamo ben consapevoli che la suddetta violazione del Tipico deriva dai papisti, avvolti nel buio di ogni eresia ed errore.

Come prole del papismo e come fenomeno anti-ecclesiastico, il nuovo calendario non ha null'altro che confusione da offrire alla Chiesa ortodossa. Fin dall'inizio del suo aspetto, il nuovo calendario è stato inteso in questo modo dai suoi avversari, il patriarca Geremia II di Costantinopoli e il Concilio locale riunito nel 1583 a Costantinopoli. Da un inizio così alienato, il nuovo calendario rimane fino a oggi uno strumento di propaganda papista molto dannosa per la vita della Chiesa ortodossa. Quindi, se dovessimo accettare il nuovo calendario, nonostante la volontà della santa Chiesa – anche se a titolo di compromesso – ciò potrebbe condurci solo a contribuire alla confusione e al disordine nella vita della Chiesa, attraverso la quale metteremmo a repentaglio per mano nostra l'autorità della santa Chiesa ortodossa.

Perciò, così come ci troveremmo sulla strada della tomba del peccato di disobbedienza alla Chiesa se accettiamo il nuovo calendario nella sua interezza ripudiando i sacri canoni, così ci troviamo sulla stessa strada della disobbedienza se accettiamo il nuovo calendario in una forma mista, ripudiando le richieste del Tipico.

Da quanto sopra, è chiaro il motivo per cui la Chiesa ortodossa è stata così risolutamente e ardentemente opposta a questa innovazione anti-ecclesiastico dalla nascita della riforma del calendario fino a poco tempo fa.

Appena papa Gregorio XIII introdusse il nuovo calendario, subito, nello stesso anno, il 1582, Il patriarca ecumenico Geremia II, insieme con il suo sinodo, condannò il nuovo computo romano come antitetico alla tradizione della Chiesa ortodossa. * L'anno seguente, 1583, il patriarca Geremia, con la partecipazione del patriarca Silvestro di Alessandria e del patriarca Sofronio IV di Gerusalemme, convocò un Concilio ecclesiastico, che condannò l'introduzione del calendario gregoriano nella Chiesa romana come cosa contraria ai sacri canoni della Chiesa e come violazione della prescrizione del primo Concilio ecumenico sul calcolo della santa Pasqua.

Questo Concilio, nel suo Sigillion del 20 novembre 1583, sollecita gli ortodossi ad aderire fermamente e fermamente al calendario ortodosso e al Paschalion giuliano fino all'effusione del sangue e impone a tutti coloro che trasgrediscono questa ingiunzione l'anatema dell'espulsione dalla Chiesa ortodossa. *

Il Concilio di Costantinopoli comunicò la sua decisione a tutte le Chiese orientali, al metropolita Dionisij di Mosca, alla Chiesa delle isole Ionie, al famoso campione dell'Ortodossia in Europa occidentale, il principe Konstantin Ostrozhskij, a Niccolò da Ponte, doge di Venezia, e a papa Gregorio XIII, responsabile per i disturbi nella Chiesa.

Così, i patriarchi ecumenici e, insieme a loro, tutta la Chiesa nei secoli successivi, hanno reagito in modo del tutto negativo all'introduzione del nuovo calendario. *

Per esempio, il patriarca Kallinikos II di Costantinopoli, insieme con il patriarca Athanasios IV di Antiochia, dichiarò che la celebrazione della Pasqua con i papisti, il rifiuto dell'ordinanza della Chiesa ortodossa in materia del digiuno, e l'accettazione delle ingiunzioni della Chiesa romana costituisce un tradimento dell'Ortodossia e una violazione delle leggi dei santi Padri distruttiva per il gregge della Chiesa ortodossa, e che, per questo motivo, ogni cristiano è obbligato a celebrare la Pasqua e le feste ad essa connesse, così come tutte le stagioni dell'anno ecclesiastico, così come stabilito nella pratica dell'Oriente ortodosso e non alla maniera dell'Occidente eterodosso, che è estraneo alla fede.

Nella sua enciclica del 1756, Il patriarca ecumenico Kirillos V pronuncia temibili imprecazioni-applicabili sia a questa vita terrena transitoria e alla vita eterna, contro tutti i cristiani che accettano il nuovo calendario. * Con l'intento di proteggere i cristiani dall'accettare il nuovo calendario, in quanto grandissimo peccato, nel 1848 il patriarca ecumenico Anthimos VI, insieme agli altri patriarchi orientali, cioè, Ierotheos II di Alessandria, Methodios di Antiochia, Kirillos II di Gerusalemme, e i loro sinodi, nella loro Enciclica nel nome della Chiesa una, santa, cattolica, apostolica, decretò la seguente confessione di fede:

Poiché da noi né patriarchi né sinodi sono mai stati in grado di introdurre novità, perché il difensore della nostra religione è il corpo della Chiesa, cioè lo stesso popolo di Dio, che desidera che la propria religione sia eternamente immutabile, identica a quella dei loro padri... "Atteniamoci fermamente alla confessione", che abbiamo ricevuto non adulterata da tali grandi uomini, aborrendo ogni innovazione come un suggerimento del diavolo; chi accetta le innovazioni censura come manchevole la fede ortodossa che finora è stata predicata. Ma questa fede, nella sua integrità, ora è stata sigillata, senza ammettere sottrazioni né aggiunte, né alcuna alterazione di sorta, e chi osa fare o consigliare o contemplare cose simili ha già rinnegato la fede di Cristo, ha già consegnato volontariamente se stesso all'anatema eterno a causa della sua bestemmia contro lo Spirito Santo come se questo, presumibilmente, non avesse parlato perfettamente nelle Scritture e attraverso i Concili ecumenici.... Quindi. chiunque opera innovazioni nell'eresia o nello scisma, ha volontariamente "indossato la maledizione come un abito", come dice il salmista, sia che si tratti di papi, patriarchi, clero o laici; Anche se un angelo dal cielo predicasse un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema. *

Tra il 1902 e il 1904, su iniziativa del celebre patriarca Joachim III di Costantinopoli, le Chiese Autocefale di Costantinopoli, Gerusalemme, Grecia, Russia, Serbia, Romania e Montenegro, nelle persone dei loro primati, espressero il loro rifiuto della riforma del calendario di papa Gregorio XIII. *

Allo stesso modo, il Concilio pan-russo del 1917-1918 decise la stretta osservanza del vecchio calendario per l'uso ecclesiastico. * Per giungere a questa decisione, il Concilio di Mosca ricevette il parere del padre Dimitrij A. Lebedev, professore presso l'Accademia teologica di Mosca, che dimostrò, sulla base di dati astronomici e canonici, quanto sarebbe stato distruttivo qualsiasi accomodamento al calendario gregoriano, attribuendo superiorità completa all'antico calendario giuliano". *

Purtroppo, il Congresso pan-ortodosso * convocato dal patriarca Meletios IV di Costantinopoli nel 1923 si allontanò dalle tradizioni sacre che i patriarchi ecumenici avevano sostenuto con tanto fervore e pietà nel corso di lunghi secoli. * Questo Congresso decise di accettare il nuovo calendario. I laici ortodossi di Costantinopoli presero questa innovazione non canonica con evidente agitazione, e il patriarca Meletios fu costretto a dimettersi. *

E tuttavia, Gregorio VII, che gli succedette come patriarca di Costantinopoli, tentò nel 1924 di introdurre il nuovo calendario per le feste fisse, consentendo temporaneamente che la Pasqua e le altre feste dipendenti da essa fossero celebrate secondo il vecchio computo pasquale, fino alla convocazione di un Concilio ecumenico. Nel periodico ufficiale della Chiesa greca, ἐκκλησία, e in alcuni periodici russi, fu pubblicato a suo nome e a nome del suo sinodo un articolo autorevole che riguardava l'accettazione del nuovo calendario da parte del Patriarcato di Costantinopoli.

Sotto l'influenza del patriarcato di Costantinopoli, anche la Chiesa romena decise di celebrare le feste fisse secondo il nuovo calendario. Tuttavia, i patriarchi orientali di Alessandria, Antiochia e Gerusalemme rifiutarono risolutamente di esaminare la questione della modifica del calendario. *

Nella sua risposta all'articolo summenzionato, sua Beatitudine il patriarca Tikhon di Mosca e di tutta la Rus' informò il Patriarca ecumenico che, anche se aveva ricevuto la sua lettera riguardante l'implementazione del nuovo calendario a partire dal 10 marzo, era però diventato impossibile introdurlo nella Chiesa russa a causa della ferma opposizione del popolo. *

Allo stesso modo, i sinodi della Chiesa ortodossa russa all'Estero nel 1923, 1924, e il 1925 rifiutarono totalmente di accettare il nuovo calendario. *

Dobbiamo rimanere in costante solidarietà con queste Chiese ortodosse, senza alcun compromesso, osservando il vecchio calendario nella nostra vita della Chiesa, seguendo le prescrizioni dei canoni, che devono rimanere salde, in quanto costituiscono una delle basi dell'esistenza della Chiesa ortodossa.

Inoltre, come attestato da dati scientifici, il nuovo calendario contiene molti errori ed è certamente meno accurato rispetto al vecchio calendario. Questa è la ragione per cui la Commissione scientifica convocata il 18 febbraio 1899 dalla Società astronomica russa * per prendere una decisione sulla riforma del calendario ha dichiarato che "non ci sono motivi per introdurre in Russia (e ancora meno nella Chiesa) il calendario gregoriano, che è famigerato per i suoi errori". *

È essenziale sottolineare che fino a poco tempo fa non è stato il calendario gregoriano, ma quello giuliano, a essere utilizzato in astronomia. * L'astronomo americano Newcomb ha già parlato in favore di un ritorno al calendario giuliano, più semplice e pratico per i calcoli astronomici.

Per noi, l'opinione del celebre professor Vasilij V. Bolotov, dell'Accademia teologica di San Pietroburgo, è allo stesso tempo utile e di grande interesse. Durante l'anno finale della sua vita, il Santo Sinodo della Chiesa Russa lo ha nominato delegato del Dipartimento per gli affari della Chiesa sotto la nuova Commissione istituita dalla società astronomica russa per verificare se il vecchio calendario ortodosso era compatibile con il nuovo calendario.

Il prof. Bolotov ha indagato su questo tema in tutti i suoi dettagli, non solo da un punto di vista ecclesiastico, canonico, scientifico e storico, ma sotto ogni possibile aspetto. In possesso di tutta questa conoscenza scientifica, ha partecipato alla riunione della Commissione scientifica astronomica, quando la Commissione ha esaminato la questione dell'introduzione del nuovo calendario. Ed ecco, poiché la riunione non ha potuto raggiungere una decisione finale, dal momento che molti dei suoi membri avevano cominciato a propendere per il nuovo calendario, il presidente della riunione ha suggerito a Bolotov di esprimere la sua opinione.

Il prof. Bolotov ha esposto i suoi argomenti storici per due ore, tenendo in mano le tavole astronomiche * che aveva compilato. Ha difeso il vecchio calendario con tutto il cuore. Le sue conclusioni a sostegno del vecchio calendario erano così scientifiche e incontrovertibili che l'intera riunione ha deciso all'unanimità a favore del mantenimento del vecchio calendario.

Ricorderemo per sempre questo e non dimenticheremo mai il testamento, che il grande genio e sapiente Bolotov ci ha lasciato sulla questione del calendario:

Per quanto mi riguarda, ritengo del tutto indesiderabile modificare il calendario in Russia. Rimarrò, come ho fatto in passato, un difensore deciso e devoto del calendario giuliano. La sua eccezionale semplicità costituisce la sua superiorità scientifica su ogni altro calendario riformato. Credo che la missione culturale della Russia riguardo a questo problema consista nel preservare il calendario giuliano nella sua vita per i secoli a venire, e spianare così la strada ai popoli dell'Occidente per lasciare il calendario gregoriano, che non è di alcuna utilità a nessuno, e tornare all'incontaminato vecchio calendario. *

 
Tre ostacoli alla costruzione delle parrocchie

Introduzione

La vitale attività pastorale della costruzione delle parrocchie è al tempo stesso spirituale e pratica, divina e umana, poiché riguarda sia la raccolta del gregge nel nome di Dio, sia la ricerca e la preparazione di edifici. Radunare il gregge significa essere aperti a tutti, non solo a una particolare nazionalità o classe. E tutti gli edifici ecclesiastici sono il frutto dell'Incarnazione della Fede, poiché una Chiesa che non ha i propri edifici non è incarnata, ma è solo un'idea, una teoria senza fondamento. Ci sono tre ostacoli alla creazione delle parrocchie. Questi ostacoli sono:

Radunarsi nel nome della mancanza di fede

Il primo ostacolo è quando ci sono quelli che desiderano frequentare la chiesa non nel nome di Cristo, ma nel nome di qualche attività sociale o etnica. Queste persone hanno una mentalità da stato sociale: non si impegneranno a causa di una mancanza di devozione e di conoscenza, ma si aspettano di essere servite, "il prete si occuperà di tutto". Pertanto, le parrocchie dipendono spesso da un nucleo interno del 10% o del 20% dei parrocchiani; l'altro 80% o 90% è costituito da visitatori iniziali che non desiderano farsi coinvolgere nella vita della Chiesa, ma possono essere coinvolti solo con il tempo.

Radunarsi nel nome del denaro

In secondo luogo, c'è chi ritiene che la vita parrocchiale sia riunirsi nel nome del denaro o, più semplicemente, raccogliere denaro, non anime. Per loro la Chiesa è un'operazione per fare soldi, un semplice affare per fare profitti. La simonia prospera tra i vescovi con questa mentalità, e l'avidità tra i preti con questa mentalità. Queste persone non raccolgono, ma piuttosto dividono e scacciano il gregge. Fortunatamente, sono una minoranza molto piccola, ma rovinano il resto, che può quindi essere ingiustamente sporcato dalle loro azioni.

Radunarsi nel nome del potere

Infine, ci sono quelli che si radunano per ottenere potere sugli altri, i guru auto-nominati ed esaltati che vogliono manipolare gli altri nella loro 'chiesa privata' e nel culto della loro personalità. Questi ciarlatani sono attirati dalla Chiesa perché hanno problemi psicologici (e talvolta psicosessuali) o sono dei falliti sociali. Usano la Chiesa per cercare di esercitare il potere sugli altri attraverso la loro ideologia personale. Spesso cadono nell'intellettualismo, che è astratto, sempre settario, elitario, clandestino, persino snob.

La vita parrocchiale di successo si costruisce quindi su Cristo e attorno a Cristo. Qualsiasi deviazione dalla centralità di Cristo comporterà il crollo di qualsiasi parrocchia presente o futura. Nei Vangeli il nostro Signore dice: "Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro" (Mt 18, 20). Pertanto, tutti gli ostacoli alla fondazione delle parrocchie riguardano il riunirsi NON nel suo nome, come abbiamo visto sopra. 'Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in sovrappiù'.

 
Nei negozi di Kiev è apparso il pane per i poveri

Naturalmente, non è scritto direttamente così. Una targhetta modesta sullo scaffale più in fondo, quasi vicino al battiscopa. C'è scritto: "pane da ricetta semplificata".

Cioè, farina e acqua. Niente grassi né una goccia di latte, per non parlare di farina di qualità superiore o di integratori vitaminici. Mangime per suini: crusca e acqua. Ma il prezzo è gradevole agli occhi - poco più di 3 grivne. Ecco a voi un nuovo trucco per mascherare l'aumento del prezzo del pane e della farina, le perdite dei raccolti e gli altri segni della "nuova vita". I venditori alla domanda: "che cosa è questa nuova varietà di pane?" distolgono lo sguardo o fanno finta di non sapere che tipo di pagnotte orfane stiano nei sacchetti di polietilene vicino al pan carrè alle noci e alle ciabatte. Il prezzo del pane nella capitale dell'Ucraina è aumentato di almeno una grivna: la pagnotta "ucraina" costa più di 5 grivne, la baguette quasi 6 grivne. I pani dolci come il "pane del Dnepr" alle uvette costano 10,50, i bastoncini al formaggio 3.45, il lavash ordinario (piadina) da 6 a 7 grivne. I gestori di molti grandi rivenditori riconoscono già ciò che accade, e perciò riducono gli assortimenti: pani dolci e focacce iniziano a restare raffermi sugli scaffali.

 
Padre Nicholas Gibbes: il primo discepolo inglese dello tsar Nicola II e il primo prete inglese della ROCOR

Discorso tenuto a Barton Manor presso Osborne House, sull'isola di Wight, il 7 luglio 2018.

In questo anno del centenario del martirio dello tsar Nicola II, della sua augusta famiglia, dei suoi servitori e della granduchessa Elisabetta, sarebbe bene ricordare il loro primo discepolo inglese e il primo prete ortodosso russo inglese, padre Nicholas Gibbes.

Charles Sydney Gibbes, in breve Sydney Gibbes, nacque 142 anni fa, il 19 gennaio 1876. Nel XIX secolo questa era per tutti gli ortodossi la festa di san Giovanni Battista, la voce che gridava nel deserto. I suoi genitori si chiamavano John e Mary – nomi più inglesi di questi non si possono trovare. Suo padre era un direttore di banca a Rotherham, appena fuori da Sheffield, nello Yorkshire. Per ironia, questo nome sarebbe in seguito registrato da un funzionario civile russo sui documenti di residenza di Sydney in Russia come "Rotterdam".

Con non meno di dieci fratelli, Sydney divenne uno stereotipo di giovane protestante vittoriano delle classi colte. Ricevette la sua formazione a Cambridge, dove cambiò l'ortografia del suo cognome da Gibbs in Gibbes, in quanto tale forma era quella più antica e storica. Questo cambiamento era tipico del suo amore per i dettagli storici e per la precisione. Sydney era descritto come severo, rigido, autoritario, imperturbabile, tranquillo, galantuomo, colto, piacevole, pratico, semplice, coraggioso, leale, lucido, arguto, brillante, vigoroso, onorevole, affidabile, impeccabilmente pulito, di carattere elevato, di buon senso e di modi gradevoli. Sembra il perfetto gentiluomo inglese dello Yorkshire vittoriano, non un uomo con un destino così inusuale.

Tuttavia, come sappiamo dalla storia, sotto i gentiluomini vittoriani si nascondevano altri aspetti – repressi, ma ancora presenti. Per esempio, sappiamo che Sydney sapeva essere testardo, che usava liberamente le punizioni corporali, che poteva essere molto imbarazzante con gli altri, e che gli si attribuiva un temperamento piuttosto forte, sebbene questi tratti si siano addolciti molto con gli anni. Il mio buon amico dei tempi di Oxford, Dmitri Kornhardt, ricordava come nei suoi ultimi anni le lacrime scendevano sul volto di padre Nicholas quando celebrava i servizi in memoria dei Martiri Imperiali, ma come si riprendeva molto rapidamente dopo tali tradimenti emotivi così poco inglesi.

Sotto la riservatezza vittoriana c'era infatti un uomo nascosto, con sensibilità spirituale, che si interessava di teatro, di spiritismo e chiromanzia, e che era molto incline a registrare i suoi sogni. Forse questo è il motivo per cui, quando, dopo l'università, aveva pensato al sacerdozio anglicano come carriera, lo trovò "soffocante" e abbandonò quella strada. Parlando con quelli che lo conoscevano e leggendo le sue biografie, e ce ne sono tre, non possiamo fare a meno di pensare che da giovane Sydney stesse cercando qualcosa – ma non sapeva cosa. Il vero uomo sarebbe infine uscito da sotto il suo condizionamento vittoriano.

Forse è per questo che nel 1901, all'età di 25 anni, si trovò a insegnare l'inglese in Russia – un paese con il quale non aveva alcun legame. Qui avrebbe trascorso oltre 17 anni. Il momento chiave arrivò nell'autunno del 1908 quando andò al palazzo imperiale a Tsarskoe Selo e divenne il tutore inglese dei figli della famiglia imperiale. In particolare, fu vicino allo tsarevich Alessio, con il quale si identificava molto da vicino. Perché? Possiamo solo ipotizzare che ci fosse una simpatia o complementarietà dei personaggi; insieme al celibato di Sydney, questo potrebbe essere stato sufficiente per sviluppare l'amicizia. In ogni caso, divenne quasi un membro della famiglia imperiale e un ammiratore profondo e per tutta la vita di ciò che definì, da testimone oculare, la loro fede cristiana esemplare, la loro stretta vita familiare e la loro gentilezza. Il suo incontro con questa famiglia cambiò la sua vita per sempre, e parlò sempre di loro con profonda ammirazione.

Nell'agosto del 1917 Sydney si trovò a seguire la famiglia a Tobolsk. Assolutamente fedele alla famiglia, nel luglio del 1918 si ritrovò a Ekaterinburg, la città degli Urali tra Asia ed Europa, Est e Ovest, dopo il loro indicibile omicidio in casa Ipatiev. Aiutò a identificare gli oggetti, tornando ancora e ancora alla casa, raccogliendo i ricordi, ai quali si sarebbe aggrappato fino alla fine, e ancora riluttante a credere che il crimine avesse avuto luogo. Arrivato quasi a metà della sua vita quando aveva 42 anni, questo fu senza dubbio l'evento cruciale in quella vita, il punto di svolta, la scintilla che lo spinse a cercare il suo destino in tutta serietà. Con l'omicidio della famiglia, erano cadute le basi della sua vita, la sua ragion d'essere era sparita. Dove avrebbe potuto andare da qui?

Non ritornò, come molti, in Inghilterra. Sappiamo che, così come lo tsar Nicola, era rimasto particolarmente scioccato da quello che vedeva come il tradimento britannico della famiglia imperiale. In effetti, sappiamo che fu George Buchanan, l'ambasciatore britannico a San Pietroburgo, che in parte aveva sostenuto la deposizione dello tsar del febbraio 1917 da parte di aristocratici, politici e generali infidi. Questo colpo di stato fu salutato da Lloyd George alla Camera dei Comuni come "realizzazione di uno dei nostri obiettivi di guerra". (Ora sappiamo anche dal libro di Andrew Cook che furono spie britanniche ad assassinare Grigorij Rasputin e anche che il cugino dello tsar, Giorgio V, si era rifiutato di aiutare la fuga dello tsar e della sua famiglia).

Di fatto, deluso dalla politica britannica, da Ekaterinburg Sydney non andò a ovest, ma a est – a Omsk in Siberia e poi più a est, a Pechino e poi a Harbin in Manciuria. Là, nella Cina russa, avrebbe passato altri 17 anni. Verso il 1922 soffrì di una grave malattia. La sua religiosità sembra essere cresciuta ulteriormente e dopo questo sarebbe andato a studiare per il sacerdozio anglicano alla St Stephen's House di Oxford. Tuttavia, per qualcuno con l'esperienza di profondo cambiamento che aveva avuto, quella non era la sua strada; forse avrebbe ancora trovato l'anglicanesimo "soffocante", penso che avrebbe trovato quasi tutto rozzo dopo ciò che aveva passato, vedendo la sua famiglia adottiva spazzata via. Finalmente, nel 1934, a Harbin, Sydney si unì alla Metropolia dell'Estremo Oriente della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia.

Non c'è dubbio che lo abbia fatto come risultato diretto dell'esempio della famiglia imperiale, poiché prese il nome ortodosso di Alessio – il nome dello tsarevich, che naturalmente vedeva come un martire. Avrebbe descritto questo atto come "tornare a casa dopo un lungo viaggio", parole che forse descrivono l'accoglienza nella Chiesa ortodossa di qualsiasi persona occidentale. Così, dall'Inghilterra, dalla Russia e poi dalla Cina, aveva trovato la sua strada. Nel dicembre del 1934, all'età di quasi 59 anni, divenne successivamente monaco, diacono e prete. Ora sarebbe stato conosciuto come padre Nicholas – un nome preso deliberatamente in onore dello tsar martire Nicola. Nel 1935 fu nominato igumeno dal metropolita Antoni di Kiev, capo della nostra Chiesa multinazionale, la Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia, e in seguito ricevette il titolo di archimandrita.

Desiderando stabilire qualche "organizzazione anglo-ortodossa", nel 1937 padre Nicholas Gibbes tornò a vivere in Inghilterra in modo permanente. Aveva 61 anni. Di questa mossa scrisse: "Spero sinceramente che la Chiesa anglicana si accordi con la santa Chiesa ortodossa". Andò a vivere a Londra nella speranza di creare una parrocchia di lingua inglese all'interno della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia. In questo non ebbe successo e nel 1940 si trasferì a Oxford. In quest'ultima parte della sua vita a Oxford divenne il fondatore della prima chiesa ortodossa russa a Oxford, al numero 4 di Marston Street, dove viveva in circostanze umili e modeste. Nel ricordare l'indirizzo di quella prima chiesa, dedicata a san Nicola, non possiamo fare a meno di ricordare che l'odierna chiesa ortodossa russa di san Nicola a Oxford non è molto lontana da essa.

Non era un organizzatore, a volte era piuttosto irregolare, persino eccentrico: padre Nicholas non era forse un parroco ideale, ma era sincero e rispettato. A Oxford amò fino alla fine i suoi ricordi della famiglia imperiale. Prima di lasciare questa vita, il 24 marzo 1963, un'icona datagli dalla famiglia imperiale, fu miracolosamente rinnovata e cominciò a brillare. Uno che lo conosceva all'epoca confermò questo e dopo la morte di padre Nicholas, commentò che ora finalmente padre Nicholas stava rivedendo la famiglia imperiale – perché aveva aspettato questo momento per 45 anni. Stava per incontrare ancora una volta quelli che avevano plasmato il suo destino in questo mondo.

Negli anni '80, in una casa di riposo fuori Parigi, ho incontrato un parrocchiano della nostra Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia, il conte Nikolaj Komstadius. Aveva incontrato padre Nicholas nel 1954, in connessione con la falsa Anastasia, ma forse lo aveva già visto prima, da quando suo padre era stato responsabile della tenuta di Tsarskoe Selo e lui stesso era stato un amico d'infanzia dello tsarevich. Ricordo negli anni '80 che lo visitava. Nell'angolo della sua stanza, davanti a un'icona dello tsarevich martire, ardeva una lampada. Si è girato verso di me e ha detto: "Gli somiglia molto, è proprio come lui e tuttavia è anche un'icona". Non molti di noi vivono per vedere un amico d'infanzia diventare un santo e farsi dipingere la sua icona. Eppure, da trentenne, padre Nicholas aveva conosciuto un'intera famiglia, che considerava santa. Di fatto, era stato convertito dal loro esempio.

Ci sono persone che hanno esperienze che cambiano la vita. Sono persone fortunate, perché smettono di vivere superficialmente, smettono di vivere andando alla deriva e smettono di sprecare opportunità inviate da Dio e così trovano il loro destino. Tali esperienze che cambiano la vita possono diventare una benedizione se permettiamo loro di diventarlo. Padre Nicholas era una di queste persone, ma l'esperienza che cambiò la sua vita cambiò anche la storia di tutto il mondo. Per un vittoriano provinciale figlio ddi un direttore di banca dello Yorkshire, cresciuto con i genitori John e Mary, era arrivato molto lontano. Eppure sicuramente i semi erano stati lì fin dall'inizio. Per essere convertiti abbiamo prima di tutto bisogno di sensibilità spirituale, spirito di ricerca, ma abbiamo anche bisogno di un esempio. Padre Nicholas aveva avuto entrambi, l'esempio erano i martiri imperiali. Come disse del suo sacerdozio la defunta e meravigliosa gentildonna, la principessa Koutaissova, che molti di noi hanno conosciuto: "Stava seguendo la sua fedeltà alla famiglia imperiale".

In questo breve discorso non ho menzionato molti aspetti della vita di padre Nicholas, come il suo possibile fidanzamento, il figlio adottivo, le sue speranze a Oxford. Questo perché tali aspetti non mi interessano molto qui. Ho cercato di concentrarmi sull'essenziale, sul significato spirituale della sua vita, sul suo destino. Credo che quegli elementi essenziali si trovino nel suo sguardo incantato e incantante. Guardando il suo viso così espressivo, vediamo un uomo che osserva lontano, concentrandosi su una visione, sia del passato che del futuro. Questa visione era sicuramente della vita passata che aveva condiviso con la famiglia imperiale martirizzata e anche del futuro – il suo tanto atteso incontro con loro ancora una volta, il suo "senso di completamento".

 
Discorso di Pjotr Mamonov a Sochi

Nell'estate del 2006, l'attore Pjotr Mamonov ha tenuto un discorso a Sochi, sul Mar Nero, subito dopo la prima del film Ostrov (L'isola). La trascrizione che segue mostra che il grande attore e notevole musicista capisce molto bene la vita spirituale, e mostra che il suo ruolo di protagonista nel film non è stato casuale.

Come è perverso il nostro tempo! I critici hanno discusso e demolito di recente il film di Pavel Lungin Ostrov e hanno parlato della Chiesa come se fosse qualcosa di mitico, come Il’ja Muromets [un eroe leggendario russo].

Come fate a vivere se non credete in qualcosa? Sono circondato da disorientati a destra e a sinistra.

Ma quando avete fede, anche se si potete essere stanchi, darete il vostro posto sull'autobus a una signora anziana. Anche questo è cristianesimo. Andrete a lavare i piatti senza che ve lo chiedano. Questo è un atto cristiano? Lo è.

Non insistete continuamente ad aver ragione. Non gridate "il pasto è freddo". Siate pazienti due minuti mentre ve lo riscaldano. La vostra povera moglie può farlo rapidamente per voi. Anche lei è stanca. Ognuno ha la sua velocità e le sue preoccupazioni. Perché insistete sempre con "la moglie è obbligata a fare... ", oppure "il marito si merita..." ecc?

L'amore è camminare con qualcuno e sostenerlo. Se vediamo qualcuno caduto a faccia in giù nella neve [una cosa comune in Russia], diamo subito per scontato che è ubriaco. E se avesse avuto un attacco di cuore? Anche se qualcuno è ubriaco, dovremo aiutarlo a sollevarsi, e metterlo al riparo in modo che non geli. Ma no, noi proseguiamo lungo il nostro cammino. Noi scappiamo perfino da noi stessi. Dovremmo vivere non dicendo "dammi", ma "prendi da me". Molti non capiscono che cosa significa dare la camicia che si indossa. Ci siamo abituati a vivere al rovescio.

Tutto ciò che è gradito a Dio, noi lo respingiamo.

Soprattutto, non esitate ad aiutare i più deboli. Per noi, è vero il contrario – noi li "ingoiamo". I ricchi prendono dai poveri, anche quel poco che hanno. Rubano il più possibile e si nascondono dietro alte barriere, in modo che gli altri non prendano da loro.

Abbiamo una percezione distorta del cristianesimo. Le cose sono semplici, però. Quanto del tuo sangue versi per un altro? È scritto: "Quanto fatto all'ultimo dei miei fratelli, l'avete fatto a me" (Mt 25,40).

Essere in grado di sedervi più a lungo possibile al capezzale di vostra madre che soffre di vecchiaia e di malattia; questo è dove e come dobbiamo morire tutti i giorni!

Proprio come i bambini che sono stati spediti in Cecenia. Un cretino ha lanciato una granata e un colonnello vi si è gettato sopra. Non ha esitato ed è stato ucciso. Ha salvato otto persone. Era un comunista. Non battezzato. Ma pensava da cristiano.

Come beneficio vi porta andare in chiesa e avere ancora il vostro cuore vuoto? Vuoto di atti cristiani? Siete in grado di visitare tutto il Monte Santo e venerare le reliquie - gratis. Poi vedete un povero disgraziato e pensate "deve essere uno di quei truffatori mostrati in televisione". Dategli 50 copechi. Non resterete impoveriti. La vera mafia sono quelle cinque o sei persone che manipolano le masse alla televisione.

Non dobbiamo interrompere gli altri quando parlano. I santi Padri ci insegnano a stare davanti agli altri come se fossimo di fronte a un'icona antica. Che cosa significa non giudicare? Significa non condannare. Siamo obbligati ad avere opinioni. Cristo ha tentato di fare alcune precisazioni ai farisei, e la sua rabbia era giusta. Avete ragione a essere arrabbiati con voi stessi poiché, per esempio, ieri sera vi siete ubriacati. Odiate i vostri peccati, le vostre passioni e ciò che vi tortura, e troverete un rimedio. Solo se odiate profondamente il peccato potete gustare il sapore della vittoria.

Anche se io sono un adulto, ogni giorno cerco di imparare.

Ogni giorno vado con l'autobus a Mosca. Due ore senza sosta. Di fronte a me una volta erano seduti due ragazzi, ubriachi. Bestemmiavano e parlavano molto male. Tremavo mentre pensavo che dovevo sopportare tutto questo per due ore. Ma poi ho pensato: "Vediamo, chi sono questi giovani? Sono cresciuti in un villaggio? Che cosa hanno visto lì? Il padre era un alcolizzato, la madre li picchiava e li insultava. La televisione era costantemente accesa. Questa è la nuova generazione. Cosa si può chiedere loro? Io personalmente ho insegnato loro qualcosa? Sono entrato nella loro casa? Ho letto loro un libro?" Mentre uscivo dal labirinto dei miei pensieri, ho scoperto che eravamo arrivati ​​.

Tutto sta a noi: come ascoltiamo, se i nostri occhi sono puri, se le nostre orecchie sono chiuse, se la nostra anima è sbloccata, se la nostra coscienza è pulita. Abbiamo bisogno di occuparci di queste cose.

I santi ci insegnano a lavorare per la nostra salvezza, e questo è sufficiente per una vita intera.

Qual è il piano d'azione? Aggiustate le cose da soli, anche di un millimetro. Quel millimetro porterà più luce. Se rimaniamo solo con ciò che troviamo, non cambierà nulla. Il male, e ne abbiamo in abbondanza, sarà solo moltiplicano. Cerchiamo di ridurre il male. Questo è ciò che abbiamo cercato di fare con la nostra umile pellicola, Ostrov. Forse alcuni critici hanno ragione. Forse ci sono troppe "chiacchiere" nelle scene. Ho cercato di spiegare loro. Eravamo in una situazione strana, una debolezza da cui abbiamo provato a uscire con tutte le nostre forze. Come i bambini, noi non cerchiamo di capire, ma mostriamo che cosa succede a una persona quando comincia a credere e a cercare di conoscere Dio.

Poiché ci dimentichiamo che il peccato è l'assenza di luce, gli diamo forma e lo rendiamo tangibile – con le nostre irritazioni, con la nostra mancanza di rispetto per gli altri, e così via.

Cos'è il paradiso e che cosa è l'inferno? I nostri padri ci insegnano che ovunque esiste un oceano di amore divino. Chi sbaglia è punito con la frusta dell'amore. Pensateci – un oceano di amore divino dove tutto il mondo è amato. Questo è ciò che manca nella vita – l'amore. Questo invece è l'inferno – la mancanza di amore. E se il buio è assenza di luce, l'anima oscura, quando viene esposta alla luce, si scioglie.

L'unica cosa che voglio offrire è qualcosa dalla mia esperienza personale. Io sono come tutti gli altri – debole. Ma sento una certa esigenza. Sento che la verità è qualcosa di urgente, come un groppo in gola. Uno dei nomi di Cristo è il Sole della Verità. Noi fuggiamo da questo sole con tutti i nostri magri poteri.

Ho letto da qualche parte: "Non viviamo mai il momento, anche quando ci sediamo a tavola i nostri pensieri volano via, o ai cetrioli, o al kvas, o alla zuppa. Provate anche per un solo minuto della giornata, quando non avete niente altro da fare, a raccogliervi in voi stessi e a 'vivere il momento' esattamente in quel minuto. È molto difficile. Il risultato di tale sforzo è il senso della presenza di Dio".

Mi sento un attore? Io sono Pjotr Nikolaevich Mamonov. Cerco di fare il mio lavoro al meglio che posso. Ogni momento do tutta la mia forza. Tra cinque anni mi guarderò indietro e dirò: "Come sei riuscito a recitare così terribilmente?" Ma avrò la mia coscienza pulita, perché in quel momento ho fatto quello che potevo.

Così è stato con il film Ostrov. Ha fatto una buona impressione. Ho cercato di aiutare me stesso e chi mi sta intorno. Quando Cristo è entrato a Gerusalemme su un asino, lo hanno ricevuto con fiori e lo hanno salutato con applausi. L'animale credeva tutto questo fosse indirizzato a lui. Siamo anche noi come l'asino che porta Cristo. Ho molti talenti, ma questi dimostrano il mio valore? Una mano generosa li ha seminati... e io vivo con loro. Cerco di non dimenticare, di non tradire quella mano. Non ho intenzione di avere orgasmi con il mio "ego". Capisco che io, Pjotr Mamonov, non ho fatto niente per mio merito. Di cosa devo vantarmi? A chiunque Dio dà, chiede anche indietro. Dobbiamo vivere tutti più nel modo puro possibile. Tutto è così fragile, indifeso.

 
I luoghi santi del Piemonte: nuovi contributi di Mikhail Talalay

Accogliamo con immenso piacere la proposta di collaborazione al nostro sito del nostro caro amico Mikhail Talalay, il più grande esperto della storia delle chiese ortodosse russe in Italia. La sua bibliografia di saggi sui luoghi di culto e sui personaggi dell’Ortodossia russa in Italia è ormai vastissima, e in rete si trovano diversi suoi testi altamente informativi. Così come ha aiutato i fedeli della parrocchia ortodossa di sant’Andrea a Napoli ad apprezzare i luoghi santi della Campania, speriamo di vedere attraverso la sua esperienza quello che Torino e il Piemonte possono offrire in tema di luoghi santi dell’Ortodossia. Questi contributi saranno utili sia per i pellegrini ortodossi, per scoprire che un viaggio a Torino non si esaurisce alla sola Sindone, sia per i cristiani - ortodossi e non - delle nostre parti, che potranno prendere coscienza dei tesori di fede che li circondano.

Il primo contributo che ci offre Mikhail è un breve sguardo in russo e in italiano, nella sezione “Santi” dei documenti, sulle reliquie di un martire bambino della persecuzione di Diocleziano, san Botonto, i cui resti sono venerati nella chiesa conventuale di Santa Maria del Monte, sul Monte dei Cappuccini di Torino.

 
Cosa sono i libri deuterocanonici?

Che cosa significano i termini "apocrifo" e "deuterocanonico" e come li vede la Chiesa ortodossa?

La questione del canone biblico è alquanto complicata, perché si è sviluppata per un periodo di tempo molto lungo, e certamente ci sono stati alcuni disaccordi storici sulla questione. La parola "canone" deriva la parola greca κανών, che significa barra di misurazione o regola. E così quando parliamo del canone delle Scritture, stiamo parlando degli elenchi di libri che si affermano come parte delle Scritture.

I cristiani hanno un canone del Nuovo Testamento definito con precisione, sul quale non vi è alcuna disputa... almeno non dal IV secolo, e ciò è dovuto in parte a causa di un eretico di nome Marcione, che produsse un canone molto troncato del Nuovo Testamento, che includeva solo il Vangelo di Luca e alcune Epistole di san Paolo, da lui redatte per adattarle alle sue opinioni eretiche. E poi c'erano anche libri eretici che si sosteneva che fossero stati scritti dagli apostoli, ma che non lo erano, e che la Chiesa voleva chiaramente rifiutare. Non vi furono mai controversie sulla maggior parte dei libri del Nuovo Testamento, alcuni libri non furono immediatamente accettati in tutta la Chiesa, ma alla fine lo furono.

Quando si tratta del canone dell'Antico Testamento, esiste un canone centrale definito con precisione, uno strato successivo abbastanza ben definito e quindi alcuni bordi definiti in modo meno chiaro. Perché questa precisione nel caso del Nuovo, ma non del Vecchio? Ciò è in parte dovuto al fatto che non ci sono state molte controversie sulla questione, il che non vuol dire che non ci fossero disaccordi, ma la preoccupazione per questi disaccordi non è salita allo stesso livello. Non è stato fino al tempo della riforma protestante che questa domanda è diventata un problema più grande, perché per i protestanti che generalmente avevano una visione bassa della Tradizione, il fatto che un libro facesse davvero parte della Scrittura è diventato quasi una questione essenziale. O il libro era parte della Scrittura, nel qual caso aveva tutta l'autorità; o non lo era, nel qual caso non aveva essenzialmente alcuna autorità, anche se poteva essere un caso di un certo interesse storico.

Quando parliamo dei libri canonici dell'Antico Testamento, o dei libri "protocanonici" come dicono i cattolici romani, abbiamo un accordo generale. Questi libri sono gli stessi libri riconosciuti dagli ebrei come Scritture. L'unica differenza che si scopre è che in alcuni elenchi canonici sono talvolta elencati i libri di Baruc come parte di questi libri, mentre Ester non lo è.

Ma quali sono i nomi usati per i libri "extra" che non fanno parte dell'indiscusso canone dell'Antico Testamento? Molti primi padri non facevano alcuna distinzione e si riferivano a loro come Scritture. Quindi vi sono alcune fonti che si riferiscono a questi libri come "non canonici" ...ma dovremo considerare ulteriormente cosa significa veramente tale affermazione. Sant'Atanasio il Grande si riferiva a questi libri come libri "leggibili" - libri non inclusi nel canone ebraico, ma che potevano essere letti in Chiesa nei servizi. Quindi abbiamo il termine "deuterocanonico", che è, penso, un termine utile, ma è un termine cattolico romano che è entrato in uso per contrastare il rifiuto protestante di questi libri. L'implicazione di questo nome è che questi libri comprendono un secondo canone dell'Antico Testamento, oppure, si potrebbe dire, un elenco di libri canonici che erano noti per non essere stati accettati dagli ebrei, ma che erano accettati dai cristiani. Quindi ci sono i protestanti che hanno etichettato questi libri come "apocrifi". A questi termini potremmo aggiungere il termine "pseudoepigrafi", che è un'etichetta applicata a molti testi che sono quasi universalmente respinti, ma che rivendicano nomi dei santi dell'Antico Testamento come loro autori.

C'è un commento molto interessante di Origene nella sua lettera ad Africano (ANF ​​v. IV, pp 386 ss), in cui risponde ad Africano che gli aveva chiesto perché citasse dalla parte del libro di Daniele che contiene la storia di Susanna, che non si trova nel testo ebraico. Origene risponde di non essere ignaro di questo fatto (dopotutto, aveva prodotto un testo a sei colonne dell'Antico Testamento, l'Hexapla, che fu la prima edizione critica dell'Antico Testamento e che confrontava il testo ebraico con varie edizioni greche). Origene difendeva l'autenticità di questa porzione di Daniele. La sua risposta è dettagliata, ma vorrei evidenziare alcuni punti:

"Di certo, quando notiamo queste cose, siamo immediatamente portati a respingere come spurie le copie in uso nelle nostre Chiese e chiedere alla fratellanza di riporre i libri sacri correnti tra loro, e di convincere gli ebrei a darci copie non manomesse e prive di falsità! Dovremmo supporre che quella Provvidenza che nelle Sacre Scritture ha ministrato all'edificazione di tutte le Chiese di Cristo, non abbia pensato a quelli che sono stati riscattati a caro prezzo, per i quali Cristo è morto; nonostante suo Figlio, Dio che è amore che non si risparmia, ma lo dona a tutti noi, per darci liberamente per mezzo suo tutte le cose?

In tutti questi casi considera se non sarebbe bene ricordare le parole: "Non rimuoverai gli antichi punti di riferimento che i tuoi padri hanno posto". Né lo dico perché evito il lavoro di investigare le Scritture ebraiche, di confrontarle con le nostre e di notare le loro varie letture. Questo, se non è arrogante dirlo, l'ho già fatto in larga misura al meglio delle mie capacità, lavorando duramente per ottenere il significato in tutte le edizioni e varie letture; mentre prestavo particolare attenzione all'interpretazione dei Settanta, per non essere accusato di aver accreditato una qualsiasi falsificazione tra le Chiese che sono sotto il cielo, e dare un'occasione a coloro che cercano un tale punto di partenza per gratificare il loro desiderio di calunniare i fratelli comuni, e di portare alcune accuse contro coloro che sono insigni nella nostra comunità. E mi sforzo di non ignorare le loro varie letture, per timore di citare nelle mie controversie con gli ebrei ciò che non si trova nelle loro copie, e allo stesso modo per timore di fare uso di ciò che si trova lì, anche se non dovrebbe essere nelle nostre Scritture. Perché se siamo così preparati per loro nelle nostre discussioni, essi non ridono, come è loro abitudine, con disprezzo dei credenti gentili per la loro ignoranza della loro vera lettura. Questo per quanto riguarda la storia di Susanna che non si trova nel testo ebraico".

Qui vengono messi in evidenza due punti importanti: i cristiani dovrebbero usare i testi conservati dalla Chiesa e non sentirsi come se dovessimo tornare dagli ebrei per scoprire qual è la Bibbia. Tuttavia, è importante per noi sapere quali testi accettano e quali non accettano, in modo che quando parliamo con loro, non sembriamo ignoranti, danneggiando quindi la nostra testimonianza.

Saltando più avanti nel testo troviamo che Origene afferma che la ragione di molte delle omissioni nei testi ebraici è dovuta al fatto che gli scribi e i farisei hanno omesso cose che li facevano sembrare cattivi:

"Ma probabilmente qui dirai, perché allora la "storia" non è nel loro Daniele, se, come dici tu, i loro saggi tramandano dalla loro tradizione tali storie? La risposta è che hanno nascosto alla conoscenza della gente il maggior numero di passi che contenevano scandali contro gli anziani, i sovrani e i giudici, per quanto potevano, ma alcuni di questi sono stati conservati in scritti non canonici (apocrifi). Per esempio, prendi la storia raccontata su Isaia, e garantita dalla Lettera agli ebrei, che non si trova in nessuno dei loro libri pubblici".

Qui Origene dà un significato interessante al termine "apocrifi" (libri nascosti). La sua tesi è che la storia di Susanna è stata omessa nel testo ebraico perché faceva sembrare cattivi gli anziani ebrei. Se guardiamo alla Sapienza di Salomone, potremmo vedere come avrebbero potuto essere incentivati ​​a nascondere anche questo libro.

"Tendiamo insidie al giusto, perché ci è di imbarazzo ed è contrario alle nostre azioni; ci rimprovera le trasgressioni della legge e ci rinfaccia le mancanze contro l'educazione da noi ricevuta. Proclama di possedere la conoscenza di Dio e si dichiara figlio del Signore. È diventato per noi una condanna dei nostri sentimenti; ci è insopportabile solo al vederlo, perché la sua vita è diversa da quella degli altri, e del tutto diverse sono le sue strade. Moneta falsa siam da lui considerati, schiva le nostre abitudini come immondezze. Proclama beata la fine dei giusti e si vanta di aver Dio per padre. Vediamo se le sue parole sono vere; proviamo ciò che gli accadrà alla fine. Se il giusto è figlio di Dio, egli l'assisterà, e lo libererà dalle mani dei suoi avversari. Mettiamolo alla prova con insulti e tormenti, per conoscere la mitezza del suo carattere e saggiare la sua rassegnazione. Condanniamolo a una morte infame, perché secondo le sue parole il soccorso gli verrà" (Sapienza 2: 12-20 ).

Questa è una profezia molto chiara dell'atteggiamento che i leader ebrei avrebbero preso verso Cristo. Questo testo fu usato in modo molto efficace dai cristiani nella Chiesa primitiva e gli ebrei avevano buone ragioni per volerlo respingere.

Penso che Origene metta il dito sul motivo per cui molti Padri hanno fatto una distinzione tra i libri "canonici" dell'Antico Testamento che gli ebrei hanno accettato e i libri che non hanno accettato. Ancora oggi, si sente ancora definire questi libri "non canonici" dagli scrittori ortodossi contemporanei, il che significa solo che non sono nel canone ebraico.

Per esempio, padre Seraphim Slobodskoy, in The Law of God, ha scritto:

"Oltre ai libri canonici, una parte dell'Antico Testamento è composta dai libri non canonici, a volte chiamati apocrifi tra i non ortodossi. Questi sono libri che gli ebrei persero e che non sono nel testo ebraico contemporaneo dell'Antico Testamento. Si trovano nelle traduzioni greche dell'Antico Testamento, fatte dai 70 traduttori della Septuaginta (Settanta) tre secoli prima della nascita di Cristo (271 a.C.), che sono stati inclusi nella Bibbia dai tempi antichi e sono considerati dalla Chiesa come Sacra Scrittura. La traduzione della Septuaginta ha un rispetto speciale nella Chiesa ortodossa: da questa è stata fatta la traduzione slavonica della Bibbia.

Ai libri non canonici dell'Antico Testamento appartengono:

1. Tobia

2. Giuditta

3. Sapienza di Salomone

4. Ecclesiastico, o sapienza di Siracide

5. Baruc

6. Tre libri dei Maccabei

7. Il secondo e terzo libro di Esdra

8. Le aggiunte ai libri di Ester, II Cronache (la preghiera di Manasse) e Daniele (il canto dei giovinetti, Susanna e Bel e il drago)

(Arciprete Seraphim Slobodskoy, The Law Of God: For Study at Home and School, Jordanville, NY: Holy Trinity Monastery, 1996, p. 423).     

Mentre in genere non si fa molta distinzione tra i libri "canonici" e "deuterocanonici" tra gli ortodossi, alcuni scrittori continuano a sostenere che esiste una distinzione, come fa padre Michael Pomazansky:

"La Chiesa riconosce 38 libri dell'Antico Testamento. Dall'esempio della Chiesa dell'Antico Testamento, molti di questi libri sono uniti per formare un unico libro, portando il numero a ventidue libri, in base al numero di lettere dell'alfabeto ebraico: questi libri, che sono stati introdotti a un certo tempo nel canone ebraico, sono chiamati "canonici". A loro si unisce un gruppo di libri "non canonici", cioè quelli che non sono stati inclusi nel canone ebraico perché furono scritti dopo la chiusura del canone dei libri sacri dell'Antico Testamento. La Chiesa accetta anche questi ultimi libri come utili e istruttivi e nell'antichità li ha assegnati alla lettura istruttiva non solo nelle case ma anche nelle chiese, motivo per cui sono stati chiamati "ecclesiastici". La Chiesa include questi libri in un unico volume della Bibbia insieme ai libri canonici. Come fonte dell'insegnamento della fede, la Chiesa li colloca in un posto secondario e li considera come un'appendice dei libri canonici. Alcuni di essi sono così vicini in merito ai libri di ispirazione divina che, ad esempio, nell'85 ° canone apostolico i tre libri dei Maccabei e il libro di Giosuè figlio di Sirac sono numerati insieme ai libri canonici e, per quanto riguarda tutti di loro insieme si dice che siano "venerabili e santi". Tuttavia, questo significa solo che erano rispettati nell'antica Chiesa; ma una distinzione tra i libri canonici e non canonici dell'Antico Testamento è sempre stata mantenuta nella Chiesa ( la Chiesa li colloca in un posto secondario e li considera come un'appendice dei libri canonici. Alcuni di essi sono così vicini in merito ai libri di ispirazione divina che, per esempio, nell'85° canone apostolico i tre libri dei Maccabei e il libro di Giosuè figlio di Sirac sono numerati insieme ai libri canonici e, per quanto riguarda tutti loro insieme si dice che siano "venerabili e santi". Tuttavia, questo significa solo che erano rispettati nella Chiesa antica; ma una distinzione tra libri canonici e non canonici dell'Antico Testamento è sempre stata mantenuta nella Chiesa (Orthodox Dogmatic Theology, traduzione di padre Seraphim (Rose), Platina, CA: St. Herman Press, 1984, p. 26n).

Il metropolita Ilarion (Alfeev), d'altra parte, dice:

"Nelle edizioni contemporanee della Bibbia i libri dell'Antico Testamento sono suddivisi nei libri canonici e in quelli non canonici. Quei libri che rientrano nella categoria canonica sono intesi come quelli del canone ebraico. Questo canone (cioè l'elenco di libri riconosciuti come santi nella tradizione ebraica) fu formato nel corso dei secoli e fu definitivamente consolidato nel 90 d.C. dal Sinedrio nella città galileiana di Jamnia. I testi canonici differiscono da quelli non canonici nella loro antichità; i primi furono scritti nel periodo tra il XV e il V secolo a.C., mentre questi ultimi furono scritti tra il IV e il I secolo a.C. Quanto al numero di libri non canonici in questione vi sono i libri di Tobia, Giuditta, la Sapienza di Salomone, Siracide, 2 e 3 Esdra, la lettera di Geremia, Baruch e 3 Maccabei, e anche la Preghiera di Manasse alla fine di 2 Cronache, così come varie parti del libro di Ester, il Salmo 151 e tre frammenti del libro del profeta Daniele (3.24-90, 13, 14 ).

La Bibbia protestante non include i libri non canonici dell'Antico Testamento, e in questo modo differisce dalla Bibbia ortodossa come da quella cattolica. La Bibbia cattolica include i libri non canonici nella categoria "deuterocanonica" (questo termine fu coniato dal Concilio di Trento nel 1546). Per il cristiano ortodosso, la differenza tra i libri canonici e non canonici dell'Antico Testamento ha un carattere convenzionale in quanto la questione non riguarda un canone ortodosso o cristiano, ma riguarda il canone ebraico, completato indipendentemente dal cristianesimo. Nella Chiesa ortodossa, il criterio di base per la canonicità specifica di questo o quel libro nell'Antico Testamento è il suo uso nei servizi divini. A questo proposito non si possono considerare la Sapienza di Salomone e quei frammenti del libro di Daniele che sono assenti dal canone ebraico, ma che occupano un posto importante nei servizi ortodossi, come non canonici. A volte i libri non canonici, dal punto di vista del canone ebraico e del canone cattolico "deuterocanonico", in uso ortodosso sono chiamati con il termine greco anaginoskomena, αναγινώσκωμένα (cioè lettura riconosciuta e raccomandata).

Mentre tutti i libri canonici dell'Antico Testamento sono scritti in ebraico, la base del testo dell'Antico Testamento nella tradizione ortodossa è la Septuaginta, la traduzione greca dei "settanta interpreti" fatta nel III-II secolo a.C. per gli ebrei alessandrini e la diaspora ebraica. L'autorità della Settanta si basa su tre fattori. Prima di tutto, sebbene il testo greco non sia la lingua originale dei libri dell'Antico Testamento, la Settanta riflette lo stato del testo originale come si trovava nel III-II secolo a.C., mentre l'attuale testo ebraico della Bibbia, che si chiama "Masoretico", è stato soggetto a redazioni fino all'VIII secolo d.C. In secondo luogo, alcune delle citazioni tratte dall'Antico Testamento e che si trovano nel Nuovo usano principalmente il testo della Settanta. Terzo, la Settanta è stata usata sia dai Padri greci della Chiesa, sia dai servizi liturgici ortodossi (in altre parole, questo testo divenne parte della Tradizione della chiesa ortodossa). Tenendo conto dei tre fattori sopra elencati, San Filarete di Mosca ritiene possibile sostenere che "nell'insegnamento ortodosso della Sacra Scrittura è necessario attribuire un merito dogmatico alla Traduzione dei Settanta, in alcuni casi ponendolo alla pari in linea con l'originale e persino elevandolo al di sopra del testo ebraico, come è generalmente accettato nelle edizioni più recenti" (Orthodox Christianity, Volume II: Doctrine and Teaching of the Orthodox Church, New York: St. Vladimir Seminary Press, 2012, p. 33n).

Per complicare ulteriormente le cose, se si guarda alla Bibbia sinodale russa e si confronta con l'edizione ortodossa standard della Bibbia in greco, ci sono alcuni libri inclusi in una che non sono nell'altra (la Bibbia greca include 4 Maccabei e la Bibbia russa include 2 Esdra (chiamato anche 4 Esdra in alcune edizioni), e quindi cosa dovremmo concludere da tutto questo?

Se pensiamo alla Tradizione come a un bersaglio, con cerchi concentrici, potremmo mettere al centro i Vangeli, gli scritti degli apostoli nell'anello successivo, poi forse la Legge di Mosè, poi i profeti, poi i libri deuterocanonici, poi gli scritti di quelli che conobbero gli apostoli, poi i Canoni ecumenici, ecc. L'unico dibattito sarebbe su quale cerchio metterli ... e alla fine, questa è la questione più importante? Per un protestante, si tratta di una questione enorme. Per gli ortodossi, non lo è così tanto.

Per la maggior parte dei libri della Bibbia ortodossa, non c'è dubbio che siano Scritture in senso pieno. I libri deuterocanonici sono certamente anch'essi Scritture, sebbene alcuni Padri e alcuni scrittori sostengano che abbiano un'autorità secondaria. Poi ci sono alcuni libri che sono inclusi più sulla falsariga di essere appendici alle Scritture (4 Maccabei e 2 Esdra). Fanno tutti parte della più grande Tradizione e devono essere compresi nel contesto di quella più grande Tradizione – e questa è la cosa chiave da tenere a mente.

 
Una conversazione con Alessandro Meluzzi

Ambrogio:

Caro Alessandro,

permettimi di intavolare con te una conversazione in spirito amichevole e fraterno, senza troppi formalismi clericali e – malgrado le nostre barbe – senza peli sulla lingua.

Da un paio di mesi a questa parte, l’accostamento degli ortodossi al tuo nome ha creato una buriana mediatica non indifferente, che ancora non accenna a calmarsi, e che mette noi poveri parroci ortodossi nella scomoda posizione di dover spiegare continuamente che cosa ci accomuna e che cosa non ci accomuna... se io ho il privilegio di vivere nei tuoi paraggi, e di conoscerti da anni, immagina l’imbarazzo di tanti miei confratelli che a mala pena ti hanno visto qualche volta in televisione. Sento che c’è un bisogno di chiarezza, e credo che questa chiarezza se la aspettino (e forse se la meritano pure) in primo luogo i non pochi cristiani ortodossi che vivono in Italia.

Credo che la maggior parte dei problemi nasca dall’accostamento di un singolo nome. Se invece di un ente che si definisce “ortodosso”, tu ne rappresentassi uno che si definisce “apostolico”, “vetero-cattolico” o quant’altro, credo che non ci sarebbero stati molti sospetti di liaisons dangereuses, e verosimilmente anche alcune polemiche.

Puoi dunque spiegarmi come si inquadra il termine “ortodosso” nella tua esperienza religiosa e in quella di chi fa riferimento a te come leader?

 

Alessandro:

La parola “ortodosso” si inquadra verosimilmente nell’etimologia più letterale del termine: ortodossia come retta dottrina. Questa dimensione, oltre al riferimento ad una corretta orto-prassi cristiana, fin dalle sue origini evangeliche rimanda inequivocabilmente alla definizione che ne ha dato anche la storia della chiesa e la teologia ecclesiologica. E riferisce, quindi, anche per ciò che ci riguarda la piena adesione ai canoni scritturali della rivelazione – anche deuterocanonica – e alla teologia dei sette grandi concili, oltre che naturalmente all’eterna lezione dei Padri della Chiesa d’Oriente e d’Occidente: a partire da Ignazio di Antiochia, il grande Atanasio per arrivare fino ai tempi della scolastica, passando attraverso i Padri Cappadoci come Massimo il Confessore, Origene, Evagrio o Gregorio Palamas, fino ai tempi presenti di Simeone il nuovo teologo e mille altri a te e agli fratelli ortodossi ben noti. Le mie venti monografie di contenuto teologico facilmente reperibili testimoniano – credo – per chiunque le voglia esaminare l’ortodossia dottrinaria dei miei poveri pensieri editi da case editrici cattoliche quali LDC, Piemme, OCD (dell'ordine dei carmelitani scalzi), Cantagalli etc. Come ben si vede, anche per la chiesa ortodossa italiana autocefala la distanza dottrinaria dalle chiese ortodosse titolate e canoniche non è abissale. Come dimostra anche la prassi della celebrazione liturgica nella forma di san Giovanni Crisostomo e san Basilio.

 

Ambrogio:

Pur vivendo in un paese in cui “ortodosso” non è un marchio registrato, e tutti lo possono usare liberamente, credo che possiamo essere d’accordo che un nome racconta una storia, spesso in un modo molto vivido. Ora, lo sapevi che il nome che avete scelto per il vostro ente ha per lo meno 60 anni di storia? Nel 1958 (tu avevi tre anni e io ero ben lungi dal venire a questo mondo) un personaggio del vagantismo episcopale, Clemente Sgroi di Catania, si proclamava “vescovo della Chiesa Ortodossa Italiana”. In seguito portò il suo movimento nel Patriarcato di Costantinopoli, dove finì i suoi giorni come arciprete, e dove purtroppo la sua esperienza non ha avuto una continuità diretta (anche se è rimasta come punto di riferimento storico).

Spesso una storia è anche il racconto di un lignaggio, o di una filiazione spirituale. La maggior parte dei vescovi indipendenti si preoccupa di far notare la propria successione apostolica, spesso sottolineando una quantità di linee di successione differenti (io ho sempre trovato la cosa un po’ ridicola, un equivalente clericale della collezione di figurine, francobolli o cose simili). Noto invece con curiosità che non solo tu non vanti pubblicamente linee di successione, ma non hai neppure dichiarato chi ti ha consacrato all’episcopato! Una scelta personale, una strategia pastorale, o che altro?

 

Alessandro:

Il fatto di non contemplare linee di successione episcopale è legata sia ad una scelta personale che ad una strategia pastorale. Le uniche ascendenze storiche che la nostra chiesa attuale italiana vanta sono quelle attraverso una trasmissione lineare da padre Leopoldo Adeodato Mancini, che tu hai ben conosciuto, e da alcuni successori per vie complesse dell’esperienza di Antonio de Rosso e della sua chiesa di Aprilia a Campo di Carne. Approdati all’attuale configurazione giuridica data dal certosino lavoro di padre Filippo Ortenzi, cancelliere della nostra chiesa, e al suo articolato entourage. Come ben si vede, si tratta di ascendenze entrambe spurie: una, quella di Leopoldo Adeodato Mancini, fondatore di una chiesa assiro caldea pre-calcedoniana, scaturita da due vescovi della diaspora irachena e l’altra di ascendenze ortodosse le cui origini patriarcali e discendenze sono state da tanti rivendicate. Proprio per questo, considerata anche la loro eterogeneità che non esclude una grande ricchezza teologica e spirituale, abbiamo preferito che la nostra realtà ecclesiale apparisse come un atto fontalmente e originariamente fondativo alla luce della Grazia dello Spirito e in una dimensione più pneumatologica che genealogica della successione apostolica. Posso certificarti che le mani che sono state distese su di me, anche in fasi successive, appartengono a sicuri uomini di Dio, al di là di tutte le sterminate e inutili discussioni che potrebbe suscitare il loro pedigree. Certamente più spirituale che veterinario. D’altra parte la trasmissione apostolica, come anche giganti della teologia ortodossa quali Bulgakov ricordano, assomiglia più alla Pentecoste del Paraclito che ad una dinastia o alla trasmissione interpersonale di un virus.

 

Ambrogio:

In questi ultimi tempi ho letto non solo molti dei commenti sulla tua scelta religiosa, ma anche le inevitabili critiche, inclusa una critica teologica che in sé espone idee abbastanza ragionevoli, ma pecca di una fallacia logica di base: fa di te un vescovo ortodosso secondo la sua prospettiva (il famoso argomento dell’uomo di paglia), poi passa a trovare gli elementi nei quali tu non rientri in questa prospettiva, e conclude dichiarandoti non ortodosso e non ecclesiale. È proprio per questo che insisto che tu possa chiarificare la tua visione ecclesiale, in modo che si possa discutere sulla base delle tue convinzioni, e non di preconcetti altrui.

Esiste però una critica che mi è stata comunicata personalmente, e che non ha nulla di teologico. Alcune giurisdizioni indipendenti lamentano una perdita di membri del loro clero, passati sotto la Chiesa ortodossa italiana per ragioni che non ho potuto valutare, ma tra le quali non me la sentirei di escludere la possibilità di una maggiore visibilità mediatica. La cosa è in sé piuttosto triste, e può generare un comprensibile risentimento. Come risponderesti a quest’ultimo genere di critica?

 

Alessandro:

Purtroppo la peregrinazione tra confessioni “ortodosse” rappresenta non solo uno degli aspetti più tristi ma anche più ridicoli tra uomini che dovrebbero consacrare la propria vita al servizio dell’unico vangelo e alla celebrazione del mistero eucaristico e cristocentrico di ogni Chiesa. Devo dire, citando Paolo ai Romani, che ritengo di gran lunga più utile annunciare il vangelo dove questo non è ancora stato recepito piuttosto che usufruire di fondamenti altrui. Ma se questo problema c’è stato tra Pietro e Paolo figuriamoci se non potrà essere tra noi, piccoli miseri uomini. Auguriamoci comunque che le dinamiche dell’amore reciproco, di accoglienza, di perdono e della fede nell’unico Cristo prevalgano sulle umane miserie. Guardiamo, ad esempio, alla forza profetica di uomini come Paolo VI o il patriarca Atenagora o alla miracolosa e profetica dichiarazione scaturita dall’incontro tra papa Francesco e il patriarca di Mosca Kirill. Questi, io credo, sono gli esempi ai quali ogni uomo di Dio e di chiesa costruita sull’inabitazione della santissima Trinità debba guardare piuttosto che a logiche di bottega.

 

Ambrogio:

Tra le nostre amicizie comuni, padre Adeodato Mancini è senza dubbio quello che più evoca in noi ricordi positivi. Noi lo ricordiamo – e lo ricorderemo sempre – come un benefattore e uno dei più cari amici della nostra parrocchia. Ora, un punto che ci coinvolge direttamente è la tua affermazione di essere stato elevato da lui al presbiterato. Mi piacerebbe capire la dinamica di quest’evento, dal tuo punto di vista. Poiché padre Adeodato è stato una persona davvero buona (cosa che non si può dire – purtroppo – di tanti ortodossi, canonici e non), e poiché mi ha fatto partecipe di molte confidenze sul suo processo di riavvicinamento alla Chiesa di Roma, mi dispiace che possa essere accusato di incoerenza, o di scarsa serietà, su quel cammino indubbiamente complicato.

 

Alessandro:

Padre Leopoldo Adeodato Mancini è morto ed è stato sepolto con i suoi paramenti episcopali di vescovo ortodosso che aveva originalmente rielaborato nella predicazione e nella prassi. La sua ordinazione nella tradizione delle chiese antico orientali è stata ricevuta a Parigi nel 1992. Circa alla forza, al valore e al contenuto di quell’ordinazione ho svolto personali indagini – anche in loco – che mi hanno fatto confortare sulla scelta di affidare a lui la scelta radicale del mio essere presbitero e poi episcopo. Circa al suo rapporto con la chiesa di Roma, in particolare su ciò che attiene al destino del suo monastero di sant’Antonio abate, preferisco stendere un velo di carità. D’altra parte le storie ecclesiastiche sono piene di eroismi e di miserie. Certamente egli fu un uomo che aveva interamente affidato alla parola di Gesù e alla celebrazione del mistero eucaristico la piena cristocentricità della sua vita. Così come altri maestri di vita, teologia e pratica teorica. E voglio ricordare padre Pierino Gelmini, esarca mitrato della chiesa melchita cui dovetti la mia ordinazione diaconale per mano di Isidoro Batica nel 2007, il maestro Gianni Baget Bozzo, grande mistico e cristologo, e la lezione teorica indiretta di un grande profeta dell’ecumenismo di dopodomani, Raimon Panikkar, al cui studio devo molto di ciò che sono.

 

Ambrogio:

Nella società fluida contemporanea, anche le cifre sono usate con una fluidità impressionante. I numeri di fedeli delle chiese sono una perfetta epitome del detto, popolarizzato da Mark Twain, sulle tre forme di menzogna: “le bugie, le dannate bugie e le statistiche. Mi sono permesso un sobbalzo (poche cose ormai mi fanno sobbalzare) quando ho letto che annunci i fedeli della Chiesa Ortodossa Italiana come “due-tremila”. Poiché dici che questi sono essenzialmente italiani, ebbene, nelle mie non poche ricerche sociologiche sul fenomeno dell’Ortodossia in Italia, posso dire che la capacità di attrarre migliaia di italiani all’Ortodossia si è praticamente estinta con i fenomeni degli anni ’60 in Piemonte e in Veneto, dove parroci cattolici ribelli riuscivano ancora a tirare con sé verso la Chiesa ortodossa centinaia di parrocchiani. Ora una cosa simile sarebbe pressoché impossibile, per cui quando sento di un movimento appena costituito che vanta fino a tremila fedeli, mi viene la tentazione di mettere il mio ponte a New York in vendita... Pensi che riusciremo a ridimensionare (anche per compassione verso i poveri sociologi della religione) queste cifre, e magari determinare chi sono i fedeli e chi i semplici partecipanti a funzioni, simpatizzanti e/o interessati?

 

Alessandro:

Circa il numero di 2/3 mila fedeli devo essere preciso. Non essendovi registri, in verità neppure nella chiesa cattolica, tolti quelli battesimali, di coloro che possono essere considerati regolarmente praticanti dell’eucarestia, l’unico vero centro della vita ecclesiale in qualsiasi forma, esso è dedotto realisticamente dal numero di coloro che con qualche regolarità partecipano alle funzioni della nostra chiesa in Lazio, Calabria, Veneto, Lombardia, Emilia e Piemonte. Si tratta naturalmente di cifre approssimative ma in qualche modo risuonanti con gli accessi regolari al nostro sito chiesaortodossaitaliana.com che ha raggiunto in certe giornate il numero di 12 mila accessi, oltre che l’attività del nostro punto telegram della chiesa ortodossa italiana, del consiglio nazionale ecclesiastico e del santo sinodo. Questi dati sono ampiamente verificabili da chiunque abbia dimestichezza col web.

 

Ambrogio:

Beh, se per questo anche il nostro sito parrocchiale sta arrivando a una media di 500 visitatori (non solo accessi, proprio visitatori) al giorno, ma non mi sentirei mai di dichiarare che tutti frequentano con una certa regolarità la parrocchia... Piuttosto, mi incuriosisce la tua apertura verso la Chiesa ortodossa russa, come dichiari a proposito di una “partenza da Mosca e ritorno a Mosca” nella recente intervista a Luca Telese. Ovviamente, ne sono interessato a livello personale, dato che mi trovo indegnamente a rappresentare una parrocchia di questa Chiesa a Torino, ma forse ho una ragione che va ancora più indietro nel tempo. Sono entrato nella Chiesa ortodossa attraverso il Patriarcato di Mosca non perché a quel tempo fossi particolarmente russofilo, ma perché era la Chiesa che trattava con maggior rispetto gli ortodossi italiani. Poi, come in tutti i matrimoni felici, il rapporto si è approfondito, e ora non me ne separerei per nessuna ragione. Mi permetti di pressarti un poco su questo tema, e di chiederti un resoconto più dettagliato della tua comprensione dell’Ortodossia russa?

 

Alessandro:

Considero l’esperienza della chiesa ortodossa russa di gran lunga la più significativa di tutto il composito e plurimo mondo dell’ortodossia. Preferisco un cammino a ritroso, partendo dalla mia personale passione per la teologia russa, maturata attraverso qualche visita al Saint-Serge di Parigi e la conoscenza di Olivier Clément. La mia formazione teologica in campo ortodosso si è costruita con maestri come Pavel Evdokimov e Bulgakov. Per non parlare di grandi profeti come Berdjaev, Solov’ev, Florenskij, maestro di scienza e di teologia oltre che martire e padre della chiesa. Per non dimenticare la mia giovanile frequentazione di Dostoevskij e le sue matrici mistiche e religiose. Guardando alla storia, poi, la mia adesione alle origini e agli approdi dell’attuale patriarcato di tutte le Russie mi fa dire che esso rappresenta il principale argine non solo per l’autentica fede cristiana a livello planetario ma anche la rappresentazione originale e profetica di un vangelo modernamente annunciato a tutti gli uomini, al di là dei confini del suo mondo storico e irrinunciabilmente nazionale. Devo dire che l’esito dell’incontro tra papa Francesco e il patriarca Kirill ha questo sapore profetico. Non posso non aggiungere, anche se ai confini di questa trattazione, che il ruolo svolto su un piano geopolitico globale dalla cultura russa non può non farmi aderire al pensiero per cui davvero nelle prospettive presenti Mosca, dopo Roma e Bisanzio, sia diventata per coloro che hanno recepito il vangelo nella potenza dello spirito la terza Roma del terzo millennio. Lo dico con cuore e ragione. Vi saranno mille e una ragione, caro Ambrogio, per conoscerci meglio e approfondire.

 

Ambrogio:

Ci sono tanti altri argomenti che mi piacerebbe approfondire con te... noterai che non ho fatto cenno al delicato problema della “doppia appartenenza” massonica dei cristiani, su cui pure ci sarebbe tanto da dire. Spero che vorrai concedermi di proseguire con un’altra conversazione, se la cosa può farti piacere, e soprattutto se sarà interessante per chi ci legge. Mille problemi e incomprensioni possono essere risolti semplicemente dialogando con rispetto e cortesia, e non abbiamo bisogno di permessi speciali per trattarci bene gli uni gli altri: questo fa già parte delle cose che il nostro Signore ci ha comandato di fare.

 

Alessandro:

La mia esperienza nella massoneria è tanto limpida che quando decisi di andare in sonno nel 2003, anni prima di ricevere in Siria il dono del diaconato per umiltà, obbedienza e disciplina alla chiesa che mi ordinava, fui tanto esplicito da scriverci un intero capitolo del mio libro “L’infinito mi ha cercato”, edito da Piemme. Come ben si vede, non c’è niente di occulto o di nascosto, né devo confermare se nella ventennale esperienza al Grande Oriente ho udito qualcosa che contraddicesse o offendesse la fede cristiana, ricevuta col battesimo. Quando un pronunciamento della Congregazione della fede nel 2012 mi comunicò che non potevo essere diacono in quanto ex massone sentii l’ineludibile necessità di cercare una comunità di fratelli che mi accogliesse per celebrare fraternamente e serenamente il mistero di Gesù eucaristico, crocifisso e risorto, che si fa carne e sangue, pane e vino per la vita eterna e la salvezza del mondo. La chiesa ortodossa italiana autocefala è per me in questo momento questa comunità fraterna, cristocentrica ed eucaristico-centrica per i doni dello Spirito che fa nuove tutte le cose. Non posso che abbracciare con fraternità l’amicizia che ci offri nell’amore e nella speranza di un’unica divina Trinità. Che come ebbe a ripetere Florenskij, tra inabitazione della Trinità in noi e la vita eterna o la Geenna del fuoco senza speranza non c’è neppure lo spazio per un capello. Ed è in questo spazio esiguo che come fratelli in Cristo in quanto figli dell’unico Padre e illuminati dal vangelo dell’unico Spirito non possiamo non tendere ad incontrarci e accoglierci. Caro padre Ambrogio, con antica fraternità padre Alessandro, affido la nostra amicizia anche alla protezione della Panaghia deipara e tutta pura vergine e madre di Dio.

 
Tre tipi di clero e le loro tentazioni

Introduzione

Con il passare dei decenni, ci rendiamo conto che nella nostra vita abbiamo incontrato diverse dozzine di vescovi ortodossi e molte centinaia di sacerdoti ortodossi, di diverse generazioni e di diverse nazionalità. Tra questi possiamo iniziare a vedere tre diverse tipologie, tre tendenze. Tutte sono di per sé buone, ma tutte hanno le loro tentazioni. Quali sono?

L'amministratore

Ogni vescovo e ogni sacerdote deve, tra le altre cose, essere un amministratore. Se prendiamo il miglior santo della diaspora, san Giovanni di Shanghai, per esempio, sappiamo che era un bravo amministratore (per niente un folle in Cristo, come qualcuno ha immaginato), che trascorreva gran parte del suo tempo quasi ogni giorno rispondendo a lettere, affrontando problemi finanziari e di altra natura, non da ultimo nelle sue cattedrali a Shanghai e San Francisco, e questioni amministrative pastorali. Ma non si è mai limitato all'amministrazione, diventando un burocrate, dimenticando gli esseri umani, lasciando da parte le altre qualità necessarie, rendendo l'amministrazione fine a se stessa. La descrizione di un vescovo o prete come "solo un amministratore" o, nel gergo di oggi," un manager efficace ", può essere uno dei peggiori insulti. Perché?

È perché tali vescovi cadono inevitabilmente nella doppia tentazione del denaro e del potere. Divengono funzionari pubblici, come tanti funzionari statali nelle Chiese di stato, prima della rivoluzione in Russia e oggi in Grecia e in Romania. La loro alleanza è quindi più con lo stato che con la Chiesa, con questo mondo, non con l'altro mondo. Nel peggiore dei casi, coloro che amano il denaro più di Dio diventano simoniaci e coloro che amano il potere più di Dio si alleano con l'apparato statale nazionale locale – come l'infame scomunicato "patriarca di Kiev", Filarete, che come spia comunista si costruì un palazzo e oggi chiede il genocidio del popolo ucraino. Tali mercenari finiscono per perdere la loro fede, senza più credere a nulla – se mai hanno creduto.

L'intellettuale

Ogni vescovo e ogni sacerdote deve essere istruito. I Padri della Chiesa erano altamente istruiti. In effetti, in un certo senso potrebbero essere chiamati intellettuali. Se prendiamo come esempio il più raffinato santo della diaspora, san Giovanni di Shanghai, sappiamo che era ben istruito e che scrisse diverse opere teologiche. Tuttavia, la sua teologia, come quella dei Padri, era ispirata dalla sua preghiera, non dal suo cervello. Nella Chiesa, il cervello è solo uno strumento usato per esprimere lo Spirito Santo, non è fine a se stesso. È imbarazzante incontrare un vescovo o un prete che non ha conoscenze di base della Chiesa, dei servizi, della vita dei santi, dei Padri e delle Sacre Scritture. Tuttavia, la descrizione di un vescovo o sacerdote come "solo un intellettuale" può essere uno dei peggiori insulti. Perché?

È perché quelli che si limitano all'intellettualismo, rendendolo fine a se stesso, sono inevitabilmente dei cattivi pastori, che si sentono più a loro agio con i libri che con le persone. Se sono vescovi, non amano i loro sacerdoti e i fedeli e li insultano e li condannano, rifiutando di trascorrere del tempo con loro; se sono sacerdoti, non amano i loro fedeli, li prendono in giro e li fuggono. Se sono vescovi, possono distruggere la Chiesa, e se permettono loro di farlo, trattano il loro gregge come canaglia. Non amano ascoltare le confessioni perché non amano le persone. Molti intellettuali così orgogliosi, di solito vanitosi fino al narcisismo, sono guidati da qualche ideologia o patologia personale o da entrambe le cose; fare della Chiesa un'ideologia o una patologia è sempre fatale perché significa cessare di essere un pastore, smettendo di amare gli altri. Questa è la morte spirituale.

L'ultramondano

Ogni vescovo e ogni sacerdote devono essere fuori dal mondo. Se prendiamo come esempio il santo più raffinato della diaspora, San Giovanni di Shanghai, sappiamo che era un uomo fuori dal mondo, senza alcun attaccamento alle cose di questo mondo. Tale mancanza di mondanità può significare che sono impraticabili o incompetenti – motivo per cui la maggior parte dei monaci non è adatta a fare i parroci né i vescovi. Tuttavia, non è necessariamente sempre così. Questo perché chi non è mondano può delegare – alle persone giuste, cosa vitale. Se sono preti sposati, possono essere sostenuti dalla moglie giusta. Molti preti sposati non mondani dipendono dalla loro moglie in questo modo. La mancanza di mondanità sembra quindi essere essenziale, eppure la descrizione di un vescovo o di un prete come "fuori dal mondo" può essere uno dei peggiori insulti. Perché?

È perché ci sono false mancanze di mondanità, come nei ciarlatani che fingono di essere fuori dal mondo, le frodi. Si trasformano in guru, imitando i veri pastori con lunghi capelli e lunghe barbe. Abbiamo visto le loro pose, che ingannano solo i nuovi arrivati o gli ingenui. In realtà, non sono affatto persone fuori dal mondo, ma sono attaccati alle loro stesse persone. Il loro desiderio e la loro capacità non sono quelli di ottenere denaro o potere, nel senso di ottenere potere dalla Chiesa, ma di ottenere potere sulle anime umane. A volte usano il potere dell'ipnotismo per creare dipendenza da se stessi, tali ciarlatani sono conosciuti come falsi anziani. Mancando di esperienza spirituale e di discernimento, vogliono controllare e, illudendosi, danno consigli illusori, che portano alla catastrofe, alla perdita di fede o perfino al suicidio.

Conclusione

Certamente, la separazione delle tendenze di cui sopra è molto rara. In realtà, il miglior clero ha miscele di tutte e tre queste qualità, essendo buoni amministratori, educati e non mondani, come san Giovanni. Solo pochi cadono nelle tentazioni che escludono le qualità. Tuttavia, le tentazioni devono essere resistite. Abbiamo visto troppe cadute.

 
Dichiarazione del ministero degli esteri russo sull'avvio della consegna degli aiuti umanitari all'Ucraina del sud-est

I ritardi infiniti che ostacolano le consegne iniziali degli aiuti umanitari russi al sud-est dell'Ucraina sono diventati intollerabili.

Un convoglio di camion con molte centinaia di tonnellate di aiuti umanitari, urgentemente necessari alla gente in queste regioni, è rimasto bloccato per una settimana sul confine russo-ucraino. In tutto questo periodo, la parte russa ha compiuto sforzi senza precedenti in tutti i settori e a tutti i livelli, al fine di espletare le formalità necessarie. Siamo venuti incontro a tutte le concepibili e inconcepibili esigenze della parte ucraina e abbiamo presentato al Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR​​) gli elenchi esaustivi di cibo, acqua potabile, medicinali, generi di prima necessità e generatori diesel da consegnare a Lugansk, dove sono urgentemente necessari per donne, bambini e anziani. Queste persone stanno vivendo gli orrori di attacchi di artiglieria e di attacchi aerei quotidiani che hanno portato a un numero crescente di morti e feriti e distrutto l'intera infrastruttura vitale nella zona. Di volta in volta, siamo venuti incontro alle richieste di controllare e ricontrollare il percorso della spedizione, di coordinare le procedure per la consegna della spedizione, e abbiamo firmato i documenti richiesti insieme con il CICR. Abbiamo fornito tutte le garanzie essenziali di sicurezza e abbiamo assicurato l’esistenza di analoghe garanzie da parte delle forze di autodifesa. Tali garanzie si applicano al convoglio russo, proprio come ad altri soccorsi umanitari inviati a Lugansk da parte delle autorità di Kiev.

Allo stesso tempo, Kiev ha ritardato la concessione del suo consenso formale richiesto dal CICR ​​per diversi giorni, mentre ha ripetutamente inventato nuovi pretesti e intensificato gli attacchi contro Lugansk e Donetsk, coinvolgendo aerei militari e veicoli corazzati pesanti, bersagliando aree residenziali e altre strutture civili. Negli ultimi giorni, la parte ucraina ha lanciato sempre più spesso missili balistici, compresi i micidiali missili Tochka-U.

Il 21 agosto, la situazione sembrava essere stata risolta quando le autorità ucraine hanno infine informato il CICR ​​della loro disponibilità ad avviare l'ingresso della spedizione umanitaria per la pronta consegna a Lugansk. La parte ucraina ha confermato ufficialmente il suo consenso incondizionato perché il convoglio iniziasse a muoversi nel corso di una conversazione telefonica tra i ministri degli esteri di Russia e Ucraina. Il 20 agosto, lo sdoganamento e le procedure di controllo alle frontiere sono stati avviati al checkpoint Donetsk. Il 21 agosto, tuttavia, questo processo è stato interrotto, con i funzionari che citavano un bombardamento molto più intenso a Lugansk. In altre parole, le autorità ucraine stanno bombardando la destinazione e stanno usando questo come pretesto per interrompere l'invio di soccorsi umanitari.

Sembra che Kiev abbia proposto di completare la sua "pulizia" di Lugansk e Donetsk in tempo per le celebrazioni del Giorno dell'Indipendenza il 24 agosto. Sembra sempre più credibile che la leadership ucraina in carica stia volutamente ritardando la consegna degli aiuti umanitari fino a quando non rimarrà nessuno a cui consegnare questi aiuti. Molto probabilmente, sperano di ottenere questo risultato prima delle riunioni previste il 26 agosto a Minsk.

La Russia è indignata per la palese manipolazione esterna degli esperti internazionali coinvolti nella preparazione di questa operazione. La successione senza fine di segnali e messaggi contraddittori e mutuamente esclusivi è una vera indicazione dei giochi dietro le quinte per scopi che nulla hanno a che fare con la realizzazione di un obiettivo umanitario prefissato. Coloro che tengono in mano le redini e ostacolano gli sforzi per salvare vite umane, per alleviare le sofferenze dei malati e feriti, trascurano i principi fondamentali della società. Abbiamo invitato il Consiglio di sicurezza dell'ONU a dichiarare tempestivamente un armistizio umanitario, ma queste proposte sono invariabilmente bloccate da chi serve a parole i valori umani universali. L'ultima volta, questo è accaduto il 20 agosto, quando gli Stati Uniti e alcuni membri occidentali del Consiglio di sicurezza dell'ONU hanno respinto la proposta di una dichiarazione a sostegno di un cessate il fuoco durante la consegna degli aiuti umanitari a Lugansk da parte dei convogli russi e ucraini.

Noi dichiariamo ancora una volta: tutte le garanzie di sicurezza richieste per quanto riguarda il passaggio del convoglio umanitario sono state fornite. Il CICR ha riconosciuto ufficialmente tali garanzie. I percorsi di consegna sono noti, e sono stati controllati da una missione del CICR​​. I documenti sono stati redatti. Le spedizioni sono state a lungo pronte per l'ispezione da parte delle guardie di frontiera ucraine e dei funzionari doganali che hanno atteso al checkpoint Donetsk nella regione di Rostov ormai per una settimana. Le capitali che mostrano un interesse accresciuto per la situazione nel sud-est dell'Ucraina ne sono ben consapevoli. Le infinite richieste e i pretesti artificiali sono diventati inconcepibili.

Non è più possibile tollerare questa illegalità, le bugie e l'incapacità di raggiungere accordi. Tutti i pretesti per ritardare la consegna degli aiuti alle persone nella zona della catastrofe umanitaria sono stati esauriti. La parte russa ha deciso di agire. Il nostro convoglio di aiuti umanitari è in partenza per Lugansk. Naturalmente, siamo pronti a consentire ai funzionari del CICR di scortare il convoglio e di partecipare alla distribuzione degli aiuti. Ci auguriamo che anche i rappresentanti della Società russa della Croce Rossa siano in grado di prendere parte a questa missione.

Mettiamo in guardia contro ogni tentativo di contrastare questa missione puramente umanitaria che ha avuto molto tempo per essere preparata in condizioni di piena trasparenza e cooperazione con la parte ucraina e con il CICR. Coloro che sono pronti a continuare a sacrificare vite umane per le loro ambizioni e disegni geopolitici e che stanno rozzamente calpestando le norme e i principi del diritto umanitario internazionale si assumeranno la completa responsabilità per le possibili conseguenze di provocazioni contro il convoglio di aiuti umanitari.

Ancora una volta chiediamo alla dirigenza ucraina, così come agli Stati Uniti e all'Unione Europea, che esercitano la loro influenza su Kiev, di avviare tempestivamente negoziati nel sud-est dell'Ucraina e di iniziare a rispettare gli accordi formalizzati nella Dichiarazione di Ginevra del 17 aprile 2014 dalla Russia, dall'Ucraina, dagli Stati Uniti e dall'Unione europea per fermare l'uso della forza, attenuare la minaccia umanitaria e avviare immediatamente un dialogo nazionale che coinvolga tutte le regioni ucraine.

 
Un santuario americano per onorare i martiri imperiali russi

Sono stato particolarmente onorato di creare un magnifico santuario e reliquiario dei martiri martiri russi. Il santuario è stato commissionato da un convertito americano all'Ortodossia come dono all'Eremo della Santa Croce, un monastero ortodosso russo in Virginia Occidentale, USA. È stato installato in tempo per commemorare il centenario, il 17 luglio 2018, del tragico omicidio dello tsar Nicola II e della sua intera famiglia.

Il donatore e il monastero hanno richiesto un santuario che rispecchiasse il meglio del design e dell'artigianato americano - per unire questo patrimonio culturale alla tradizionale forma liturgica di un kiot con icona e reliquiario. Dato che avrebbe conservato le reliquie dei santi imperiali, era opportuno che esibisse uno splendore e una raffinatezza particolari. Un secondo kiot doveva conservare un reliquiario degli anziani di Optina.

Come designer, mi piace molto questo problema di unire le tradizioni in modi nuovi. Non c'è creatività nel copiare vecchie soluzioni di fronte alle necessità più consuete. Ma prendere un pezzo unico di arredamento ortodosso - un kiot con icona - e renderlo secondo l'aspetto di un bel mobile americano del XVIII secolo, offre l'opportunità di creare qualcosa di nuovo e splendido!

Posso dire con un certo orgoglio nazionale che i mobili americani storici erano della migliore qualità al mondo, anche se non erano certamente i più decorati. Nel XVIII secolo, quando i mobili europei erano pesantemente barocchi, gli artigiani americani mantenevano una sobria semplicità, con curve e ornamenti usati con grande raffinatezza e contegno. La bellezza era nei materiali. Con l'accesso ai migliori legni duri del mondo, e la convinzione che "qualsiasi cosa vale la pena di essere fatta, vale la pena di essere fatta bene", i mobili americani erano fatti per mostrare la bellezza naturale del legno e la gioia di un artigiano nella falegnameria minuta.

Un highboy americano del XVIII secolo

Ho iniziato a progettare i due kiot tenendo a mente questa filosofia ed estetica coloniale americana: usare i legni migliori e metterli in mostra con una ricca finitura; mantenere gli spessori del materiale ampi e robusti; usare curve barocche per grazia e bellezza, ma mantenerle contenute e sobrie; e consentire che il contrasto dei materiali naturali servisse da ornamento.

Poiché i kiot erano destinati a contenere un reliquiario e un'icona, li ho disegnati con una forma non tipica: la metà inferiore si estendeva in avanti come un tavolo. Ciò si è rivelato di grande successo, poiché ha dato peso architettonico e stabilità alla base e alcune opportunità per curve aggraziate.

Ho scelto il mogano honduregno per la costruzione. Privo di macchie, il mogano ha un colore dorato medio che si coordina magnificamente con le icone e sostiene la calda estetica liturgica delle funzioni ortodosse. Strisce intarsiate a contrasto ravvivano le linee architettoniche principali e dettagli in intarsio fatti di madreperla, ebano e acero figurato creano ricche riflessioni ornamentali. La finitura è una vernice polimerizzata all'olio di tung, passata in dieci mani.

Le icone sono state dipinte in Russia da Natalia Aglitskaja, con belle decorazioni a venatura in gesso nelle aureole dei martiri imperiali. Per loro ho realizzato cornici con basma in nichel-argento sbalzato con sfondi blu scuro, che evidenziano in modo brillante le icone contro il mogano caldo.

Particolare dell'icona dei martiri imperiali, dipinta da Natalia Aglitskaja

Il reliquario è stato un'interessante sfida di design. Non ci sono molto precedenti per dei reliquiari in legno, e ho scoperto che una scatola di legno intarsiato tendeva naturalmente a sembrare troppo simile a una scatola di gioielli o un recipiente per il tè. Alla fine, ho deciso di modellare il reliquiario su un sarcofago romano – una robusta forma architettonica con pilastri ai lati. Questo gli ha dato la necessaria gravità sepolcrale. Il reliquiario è abbondantemente intarsiato con strisce di legno e madreperla. I pilastri sono in acero figurato di qualità strumentale con basi e capitelli in ebano.

L'interno del reliquiario comprende un'icona in pietra intagliata e dorata, realizzata da Jonathan Pageau, che fornisce un piacevole contrasto con l'icona dipinta che sta direttamente sopra. La base del piatto del reliquiario è in argento sterling. Insieme alla lampada d'argento, è stato fabbricato su mio progetto a Taxco, in Messico, con corone sopra ogni reliquia e nomi incisi in slavonico.

Questo progetto ha richiesto più di un anno tra la progettazione e la realizzazione, coinvolgendo in collaborazione una dozzina di abili artigiani. È stato un grande piacere per me creare qualcosa di così bello, e sono particolarmente contento che sia stato realizzato per onorare i martiri imperiali. Può essere una sorpresa per gli stranieri che i cristiani ortodossi in America abbiano una pia devozione ai santi imperiali russi. È giusto che la nostra nazione ora abbia un santuario degno dove le loro reliquie possono essere venerate.

Design generale, intarsio e altri dettagli: Andrew Gould (New World Byzantine / NWB Studios)

Lavorazione del legno: Bruno Sutter (Timber Artisans, LLC)

Tornitura del legno: Ashley Harwood (Turning Native)

Bande di legno: El Henson

Finitore del legno: Patrick Carr

Iconografa: Natalia Aglitskaja

Scultore dell’icona: Jonathan Pageau

Fabbro: Frank Verga

Argentiere: GWSilver

Incisione: Tom Podhrazsky

Autore della basma: Maxim Lavdinskiy

Disegno di rendering del santuario e reliquiario, di Andrew Gould, 2017

I kiot in costruzione

Il maestro falegname Bruno Sutter (a sinistra) con i kiot finiti

L'autore sta preparando l'intarsio del reliquiario

L'autore ritaglia l'aquila imperiale russa in madreperla con un seghetto da gioielliere

L'intarsio dell'aquila pronto per l'installazione

Il maestro finitore Patrick Carr applica la vernice

L'autore riveste le cornici dell'icona con la basma di nichel-argento

Lo sfondo di base viene dipinto di blu e l'eccesso viene cancellato, per ottenere un effetto simile a uno smalto ingioiellato

Il fabbro Frank Verga forgia i ganci di ferro per i lampadari

L'assistente dell'autore, Tom Podhrazsky, incide il piatto d'argento del reliquiario

L'icona scolpita del coperchio del reliquiario in lavorazione nel laboratorio di Jonathan Pageau

L'icona completata

 
Intervista a sua Grazia il vescovo Panteleimon di Orekhovo-Zuevo, presidente del Dipartimento sinodale per la carità e le opere sociali della Chiesa ortodossa russa

Vostra Grazia, siamo stati felici di apprendere che ha accettato di partecipare alla tredicesima Conferenza della gioventù ortodossa russa di tutta la diaspora prevista per a San Francisco, in California, nel giugno-luglio 2014. L'evento sarà dedicato all'opera missionaria nel campo della carità e del lavoro sociale. Quali indicazioni specifiche, a suo avviso, sono più importanti nella società di oggi, per i giovani che vivono in Russia o all'estero "vicino" o "lontano"?

Mi sembra che i principali sforzi nell'opera sociale riguardino il lavoro con i sofferenti. Se una persona è distesa per strada, soffre in ospedale o si sente abbandonata nel suo appartamento di tre stanze non fa alcuna differenza. La nostra sfida come cristiani è quella di tendere loro una mano.

Oggi il mondo soffre di mancanza di amore, e questa è la fonte dei problemi sociali. Così la nostra missione nel servizio sociale consiste prima di tutto nel riaccendere in noi questo dono d'amore, che inizia con la comunione ai misteri della Chiesa. Da questa luce dell'amore di Cristo, si può accendere la lanterna delle nostre buone opere. Ricordate la notevole preghiera che il sacerdote recita alla fine della lettura dell'Ora prima: "O Cristo, luce vera che illumina e santifica ogni uomo che viene al mondo, sia segnata su di noi la luce del tuo volto per farci vedere in essa la luce inaccessibile. Dirigi i nostri passi per farci compiere i tuoi comandamenti; per le preghiere della tua purissima Madre e di tutti i tuoi santi." Questa è la preghiera del servizio ai nostri vicini.

In tutto il mondo vediamo la distruzione della famiglia tradizionale. L'unità del popolo che una volta chiamavamo famiglia si sta sgretolando. Non ultimo dei motivi è il desiderio di alcuni gruppi di forzare sugli altri le loro concezioni di bene e male, verità e inganno. Noi come cristiani dobbiamo fermamente resistere a questi sforzi. Ma dobbiamo farlo con amore.

Cosa significa questo? Facciamo un semplice esempio. Mentre si spiega a una donna che non dovrebbe abortire il suo bambino, si dovrebbe parlare non solo del miracolo di una nuova vita umana, ma offrire un aiuto concreto, materiale, umanitario, se necessario, aiutarla a trovare un posto per vivere, per esempio.

Oppure prendiamo come esempio un tossicodipendente. Denunciare il peccato di questa persona potrà difficilmente aiutarlo mentre soffre di sintomi di astinenza. Ha bisogno di medicine, e di aiuto di riabilitazione. Le comunità ecclesiali possono concentrarsi su tale servizio. Gloria a Dio se una persona poi viene a Cristo come risultato, ma se non lo fa, non dovremmo essere delusi. Ricordate come Cristo guarì i dieci lebbrosi? Solo uno di loro tornò a lodare Dio. Ecco perché non dovremmo vacillare. Anche se una persona solitaria, vedendo il nostro amore, si rivolge a Dio, questa sarà una grande gioia.

Perché ha scelto questo metodo di lavoro missionario? È collegato al suo passato medico prima di diventare sacerdote?

Nella mia giovinezza, dopo aver finito la scuola, ero tormentato dalla questione del senso della vita. Ho letto molto, cercando di trovare una risposta. Ho pensato che si potesse trovare la verità attraverso l'arte. Ma un giorno, mentre stavo passando per un ospedale, ho pensato che forse uno dei modi per trovare la risposta a questa domanda angosciante potesse trovarsi a lavorare in un ospedale, fianco a fianco con le persone e le loro sofferenze. Così ho deciso di essere un infermiere. Lì ho capito che il vero significato della vita è il servizio agli altri. Poi, dopo essere stato battezzato ed essere diventato sacerdote, sono stato nominato rettore della chiesa del primo ospedale cittadino a Mosca. Alcune persone poi sono venute in chiesa e hanno voluto creare una comunità di infermieri. E così a poco a poco sono state fondate le sorelle della misericordia di san Dimitrij, una scuola per infermieri e altri progetti sociali a Mosca.

Di quali forme di lavoro missionario giovanile nel settore del servizio sociale pensa che sia importante discutere alla Conferenza di tutta la diaspora? Di cosa non vale la pena di discutere?

Penso che i giovani che vivono all'estero troveranno particolarmente importante il servizio alle persone che sono emigrate dalla Russia e vivono in povertà. Molti dei nostri connazionali ora vivono nella diaspora. Quelli che sono partiti in cerca di occupazione hanno bisogno di amicizia, di sostegno, spesso nemmeno spirituale, ma materiale. In molti paesi occidentali la qualità della medicina è alta, e i nostri compatrioti vanno lì, portando i loro parenti, i loro bambini malati per cure mediche. A volte hanno bisogno di vivere all'estero per diversi mesi. Sarebbe molto bello se i giovani provenienti dalle chiese ortodosse all'estero segnalassero queste persone per portare loro aiuto: incontrarli, aiutarli a trovare alloggio e ad adattarsi a un nuovo modo di vita.

 
Come sfatare i miti sulla data della Pasqua

In un recente articolo sul blog Mystagogy, John Sanidopoulos ci spiega come arrivare a una comprensione più corretta di come è stata scelta la data della Pasqua; questo ci aiuterà a dare una definizione più chiara - senza errori e luoghi comuni - della Pasqua cristiana a chi ci chiede spiegazioni, e anche a situare la “Festa delle feste” cristiane nell’ambito della Tradizione della Chiesa, soprattutto nel primo Concilio ecumenico di Nicea (325 d.C.). L’articolo sulla data della Pasqua è nella sezione “Ortoprassi” dei documenti.

 
Arciprete Andrew Phillips: domande e risposte (giugno-luglio-agosto 2019)

Questioni teologiche

Come possiamo conoscere Dio? Chi ha un'istruzione qui è sicuramente avvantaggiato?

Dobbiamo distinguere tra la conoscenza e la comprensione, che è vera intelligenza, la capacità di dare un senso alle cose, non semplicemente il ricordo dei fatti. La conoscenza è aperta a tutti coloro che hanno una buona memoria, così come lo sono anche le carriere accademiche. Tuttavia, avere una buona memoria non significa capire. Non capiamo con i nostri cervelli, ma con i nostri cuori. E sebbene non tutti abbiano una buona memoria, tutti hanno un cuore. Sfortunatamente, la maggior parte delle persone non usa il proprio cuore.

A volte i cuori giacciono come campi incolti perché i loro proprietari vivono solo una vita fisica, usando solo i loro corpi,  e spesso abusandone. A volte i cuori sono abbastanza inutilizzati, giacciono come un terreno pietroso a causa dell'abuso del cervello e della priorità data alla conoscenza, ai semplici fatti. A volte i cuori sono così pieni di emozioni superficiali e deludenti, nella migliore delle ipotesi di una "intelligenza emotiva", che non hanno profondità, quindi sono soffocati dalle erbacce.

Purificare i nostri cuori, seminando così fede e guadagnando umiltà, significa fare il primo passo verso la conoscenza di Dio, cioè verso la comprensione, verso l'intelligenza spirituale, ciò che in greco si chiama "nous". La conoscenza è un'illusione; dobbiamo sapere come interpretare la conoscenza, l'informazione fattuale, prima che possa essere di qualche utilità nel compito principale, che è il progresso spirituale. Come i pescatori analfabeti della Galilea, i martiri non avevano titoli universitari, e neppure noi ne abbiamo bisogno per diventare martiri; per diventare santi la prima cosa di cui abbiamo bisogno è l'umiltà, non l'istruzione.

Qual è la posizione dell'Ortodossia nel dibattito tra creazionismo ed evoluzionismo?

Il creazionismo è fondamentalmente protestante nel suo letteralismo razionalista parola per parola, perché manca di qualsiasi comprensione dell'aldilà, della realtà sacramentale e mistica della vita, mentre l'evoluzionismo è fondamentalmente cattolico romano, dal momento che è una razionalizzazione intellettuale, per non dire gesuitica. In altre parole, entrambi gli "ismi" secolari tentano in un modo razionalista e umanista di limitare la nostra comprensione degli atti di Dio alle dimensioni della nostra piccola ragione umana.

La comprensione ortodossa è la comprensione sacramentale della vita, che comprende il significato dei dettagli esteriori nella loro relazione con i fatti interiori di Dio e della salvezza. Tutto nella creazione visibile rappresenta il celeste. San Nicola (Velimirovich) ne scrisse in modo particolarmente chiaro nei suoi "Segni e simboli", poiché era profondamente apostolico e quindi patristico nel suo pensiero. L'Ortodossia è la via dello Spirito Santo, della grazia, dell'ascesi, della Tradizione. Non dovremmo creare "ismi". Così, Dio ha creato tutte le cose, l'uomo è vissuto ed è caduto, e quindi l'uomo deve pentirsi. Questo è tutto ciò che dobbiamo sapere. Tutto il resto sono solo speculazioni razionalistiche, giochi intellettuali. Lasciate che i misteri impenetrabili di Dio Creatore, come e quando ha creato, rimangano. Non possiamo mai conoscere questi misteri, possiamo solo intravedere ciò che è oltre il velo. Dio è infinitamente più grande dell'uomo.

Molti non credenti affermano che Dio è una stampella, inventata da e per persone di mentalità debole e di volontà debole per farli sopravvivere. Cosa risponderebbe?

Sebbene Dio abbia creato l'uomo a sua immagine, l'uomo caduto tenta continuamente di creare Dio a sua immagine. Quindi, Dio è una stampella solo se lo trasformi in una stampella per te stesso, che è ciò che fece Voltaire ("se Dio non esistesse, l'uomo dovrebbe inventarlo") e in seguito propose il proto-fascista e pazzo Nietzsche. Nel corso dei secoli XIX e XX in particolare, gli ideologi hanno cercato di usare l'idea di Dio per giustificare questo "stampellismo", per non parlare del fascismo, del comunismo, del razzismo, del capitalismo e del consumismo ("le ricchezze sono la benedizione di Dio per coloro che credono in lui" – una delle recenti esportazioni americane in Cina).

Tuttavia, creare un Dio a propria immagine si chiama idolatria, in quanto trasforma il Dio vivente in un idolo creato dall'uomo. L'idolatria è continuamente denunciata nell'Antico Testamento, a cui sembra che la maggior parte del mondo sia tornata. Perché? Perché il mondo ha in gran parte abbandonato il Nuovo Testamento a causa della sua pigrizia e della sua delusa mancanza di fede, sintetizzate nelle parole: "Il cristianesimo è troppo difficile". Questo è stato lo slogan dell'Occidente per mille anni e ha giustificato tutte le sue cadute dall'Ortodossia. Come ha veramente affermato Chesterton a proposito dell'Occidente: "Non è che il cristianesimo sia fallito, è piuttosto che il cristianesimo non è mai stato provato".

Qual è la differenza tra l'unità secolare (di tipo USA e UE) e l'unità della Chiesa?

L'unità secolare è sempre del tipo "a taglia unica", come praticato dagli impero pagani, romano, britannico, europeo e qualsiasi altro impero secolare, compresi quello papale e quello fanarota. L'unità della Chiesa è sempre unità nella diversità. Non impone una lingua o un approccio, ma dice che ci sono "molte dimore nel Regno del Padre".

Perché il cattolicesimo pone così tanta enfasi sulla sofferenza per la redenzione e su ciò che chiamano "espiazione" o "riparazione"?

Questo non è solo vero per il cattolicesimo, ma anche per il protestantesimo, che l'ha ereditato dal cattolicesimo. Ha origine nel culto cattolico (anselmiano, della fine dell'XI secolo) e nella sua dottrina della redenzione, che afferma che siamo stati salvati dalla sofferenza di Cristo sulla Croce di fronte al punitivo Dio Padre feudale che ha richiesto la morte di suo Figlio come sacrificio propiziatorio e richiede la sofferenza umana. Questo significa confondere causa ed effetto.

Per gli ortodossi siamo stati salvati dalla risurrezione (la crocifissione era ovviamente il percorso necessario per la risurrezione). Cristo ha liberato i prigionieri dall'inferno attraverso la sua risurrezione, avvenuta dopo la sua crocifissione, quando la sua anima scese all'inferno e sconfisse il diavolo, che da solo è l'autore della sofferenza. Ecco perché gli eterodossi celebrano il Venerdì Santo e non la domenica di Pasqua. Questo è il motivo per cui la pietà tra loro è vista come sofferenza e persino falsa sofferenza, e fingono di soffrire, cercano la sofferenza, quando in realtà fanno soffrire gli altri, non ultimi gli ortodossi.

Un americano del St Vladimir's Institute ha cercato di convincermi che Giuda si è pentito, perché è quello che dice nel Vangelo della King James Version prima di affermare che "è andato ad impiccarsi". Cosa devo rispondere a questo?

Il St Vladimir's è stato spesso un focolaio di protestantesimo americano.

È vero che Giuda provò rimorso per ciò che fece (è detto "he repented himself" nell'inglese dei primi del XVII secolo in Matteo 27), ma questo non è pentimento. Possiamo immaginare che quasi tutti i suicidi provino rimorso per ciò che hanno fatto nelle loro vite (Hitler deve aver rimpianto molti errori tattici, come l'invasione della Russia, prima di morire), ma il rimorso non è affatto la stessa cosa del pentimento. Quando le persone si gettano sotto i treni, e spesso succede, muoiono piene di rimpianti. Ma non c'è pentimento. Altrimenti non si suiciderebbero così egoisticamente (per di più creando disagi alla vita di decine di migliaia di persone ed esaurimenti mentale ai macchinisti dei treni) e avrebbero compensato i loro sentimenti di rimpianto, che cancellerebbero la sensazione di rimpianto. Chiedete agli apostoli Pietro e Paolo in preghiera e loro vi diranno cos'è il pentimento.

Qual è la differenza tra pietà e pietismo?

La pietà è l'effetto naturale sul comportamento umano dopo che il cuore umano è stato toccato dallo Spirito Santo. Il pietismo è una malattia, un'influenza artificiale, gli effetti volontari di una decisione intellettuale e patologica di fingere di essere devoti. Può essere facilmente diagnosticato perché è sempre colorato da orgoglio malizioso, auto-giustificazione, aggressività e vanità, mancanza di umiltà e di amore per il prossimo.

Cosa ne pensa della decisione del papa di cambiare la formulazione della preghiera del Signore in italiano da "non indurci in tentazione" a "non abbandonarci alla tentazione", perché altrimenti qualcuno potrebbe pensare che Dio ci tenta?

Non c'è nulla di nuovo in questo cambiamento. Gli anglicani fecero lo stesso una cinquantina di anni fa e il cambiamento sembra essere l'ennesimo esempio della protestantizzazione del cattolicesimo. È vero, la riformulazione è una sorta di spiegazione delle parole originali. Tuttavia, le tentazioni inevitabilmente accadono a noi nel mondo caduto (sono accadute a Cristo, per esempio, nel deserto) e sono molto positive se vengono resistite, mentre ci costruiscono, rendendoci più forti e maturi. (Non c'è maturità senza subire tentazioni). Anche ignorando ciò, la "riformulazione sembra molto strana: con quale autorità il papa "corregge" la formulazione del Salvatore? E perché pensa che i credenti possano essere così infantili da pensare che Dio ci porti deliberatamente nel peccato? È il papa dei dubbiosi e degli scettici?

Cosa ne pensa de "La teologia mistica della Chiesa d'Oriente" di Vladimir Lossky?

Penso che sia un'eccellente panoramica accademica della teologia della Chiesa, scritta da un intellettuale ortodosso, anche se addestrato a Parigi. Il mio unico rimpianto è il titolo, che è chiaramente rivolto ai non ortodossi. Prima di tutto, "ortodossi d'Oriente" significa in realtà solo gli ortodossi che vivono in Medio Oriente – i russi, per esempio, non si definiscono mai "ortodossi d'Oriente". Io non sono un ortodosso d'Oriente. E poi, perché "mistico"? Tutta la teologia è mistica, cioè meta-razionale, al di sopra della ragione. Altrimenti non è teologia, ma solo filosofia. Un titolo migliore sarebbe: "Una visione accademica dell'autentica teologia cristiana".

Come mantiene viva la fede oggi in queste condizioni di cinismo, di ciò che chiamano post-modernismo?

Il cinismo è per definizione mancanza di fede. Il postmodernismo è la mancanza di ideali causata dalla mancanza di fede. Per noi esiste un solo ideale: Cristo (e quindi tutti coloro che hanno cercato di seguire Cristo nella Chiesa e attraverso la Chiesa, i santi e i giusti. Ciò esclude molte persone che affermano di essere nella Chiesa, specialmente quelle nell'alto clero, poiché, come dice il proverbio, "un pesce marcisce dalla testa"). San Serafino di Sarov non viveva a San Pietroburgo (per la verità ci viveva santa Ksenija, ma come vagabonda o reietta), l'anziano Nikolaj Gurjanov viveva su un'isola isolata in un lago e i suoi insegnamenti sono ancora derisi da saccenti intellettuali "ortodossi" a Mosca oggi. Qui non c'è da sorprendersi, perché Cristo stesso non viveva a Gerusalemme (dove lo uccisero), ma nella provincia "arretrata" della Galilea. Quindi, la mia risposta è semplice: abbiate fede in Cristo, e se non l'avete, cercate la fede in Cristo – e troverete la fede. Allora avrete un ideale e il cinismo creato dagli uomini peccatori non vi sconfiggerà.

Quando il clero veste rosso in onore delle feste dei martiri, spesso c'è così tanto colore oro nel rosso che è più oro che rosso. Perché?

Questo rappresenta la gloria dei martiri. Il martirio non è una sconfitta per noi, ma una vittoria. Il rosso porta all'oro; il sangue del martirio alle corone celesti.

Storia russa e Chiesa russa

Furono solo i bolscevichi a distruggere la Russia imperiale? Quale parte hanno avuto gli altri paesi della prima guerra mondiale nella sua distruzione?

L'unico impero cristiano, la Russia imperiale, fu principalmente tradito dalla perdita della fede e quindi dall'apostasia dei suoi stessi leader di sinistra e di destra. E molto tempo prima che i bolscevichi arrivassero al potere. In effetti, si può dire che i bolscevichi fossero solo dei ritardatari, relitti opportunisti della storia, una banda di spietati terroristi e ladri, i più bassi dei bassi. Erano guidati per lo più da ebrei apostati e molte delle loro vittime erano ebrei devoti. I bolscevichi non guidarono né iniziarono la cosiddetta "rivoluzione russa" in alcun modo, erano solo parassiti sulle spalle della storia. Non l'hanno mai ammesso, perché mentire era inerente alla loro natura, come Solzhenitsyn in seguito ha sottolineato nel suo "Non vivete secondo le menzogne".

Tutte le forze che hanno distrutto la Russia imperiale possono essere viste nell'omicidio del guaritore e profeta Grigorij Rasputin, che è venerato da alcuni devoti ortodossi, specialmente all'interno della Russia, come il primo martire della rivoluzione tre mesi prima degli altri. I suoi assassini depravati furono: il liberale anglofilo / francofilo e aristocratico invertito Jusupov; il politico germanofilo di destra e cosiddetto "monarchico" Purishkevich; e due spie britanniche, uno di loro un ebreo di Odessa dallo pseudonimo di Sidney (Solomon) Reilly.

In questo vediamo tutti i nemici del cristianesimo; i traditori liberali modernisti/ecumenisti pro-britannici e pro-francesi (più tardi della scuola di Parigi, della cui triste influenza liberale parti dell'OCA stanno ancora cercando di liberarsi, che denunciano persino gli ortodossi normali come "conservatore!"); gli ugualmente insidiosi filo-tedeschi (e in seguito filo-nazisti), nazionalisti, moralisti e farisei di destra; l'Occidente apostata di Gran Bretagna, Francia e Germania (in seguito degli Stati Uniti); il sionismo.

Tuttavia, sono i russi stessi, sia l'élite che tutti coloro che li hanno seguiti passivamente, a essere i principali responsabili. Non dovevano ascoltare nessuna delle voci delle sirene provenienti dall'Occidente e l'Occidente non può essere biasimato per alcuna delle responsabilità primarie. La maturità è prendersi la propria responsabilità per le conseguenze dei propri peccati, come hanno fatto i Nuovi Martiri. L'immaturità è dare la colpa agli altri: in genere, i bambini lo fanno sempre – gli adulti non dovrebbero.

Quando verrà l'unità tra i vari gruppi nella Chiesa russa in Nord America e in Europa occidentale? E la questione del calendario? Sicuramente la ROCOR non accetterebbe mai di inglobare parrocchie, come quelle dell'OCA, che usano il nuovo calendario per le feste fisse?

Attualmente ci sono tre gruppi in Nord America (la ROCOR e l'OCA – che hanno probabilmente le stesse dimensioni, anche se l'OCA ha centinaia di piccoli gruppi – e circa 40 parrocchie del Patriarcato di Mosca) e due gruppi in Europa occidentale (circa 70 parrocchie della ROCOR e 200 parrocchie del Patriarcato di Mosca). Fondamentalmente fanno tutte parte della Chiesa Russa, anche se l'OCA ha un pezzo di carta che le conferisce una "autocefalia" – sebbene tutti sappiano che tale indipendenza è più o meno un mito.

L'unità verrà con il tempo. Sia ROCOR che l'OCA (e in qualche misura le parrocchie patriarcali) erano ai ferri corti durante la guerra fredda a causa del loro intrinseco secolarismo politico e della mancanza di spiritualità. L'OCA ha sofferto dell'estremo liberalismo parigino e della malattia del suo "autocefalismo", di azioni non canoniche e di vera immoralità episcopale, della persecuzione del clero sposato (cosa non sconosciuta altrove), con il risultato che è ancora controllata da protopresbiteri nominati prematuramente (la norma per un proto presbitero nella Chiesa russa è 55 anni di sacerdozio), come un gruppo protestante presbiteriano.

La ROCOR ha sofferto di ciò che può essere riassunto in una parola da incubo "Grabbe" (=fariseismo di mentalità ristretta, persecuzione interiore da parte di un ghettismo spiritualmente orgoglioso, senza amore, razzista, ritualista, esclusivista e di un settarismo di destra della varietà "l'unica vera Chiesa"). Tuttavia, ora che gli estremisti politici di tutto il mondo sono morti, se ne sono andati o stanno finalmente iniziando a estinguersi per vecchiaia, dopo aver inflitto intense sofferenze agli altri quasi per tutta la vita, c'è speranza per il futuro.

Abbiamo tutti sofferto abbastanza; quando le ultime tracce di queste tendenze saranno passate, la Chiesa sarà finalmente libera di andare avanti: spero solo che non saremo tutti troppo vecchi noi stessi dopo oltre quarant'anni, finora, di inutili ritardi e frustrazioni.

Solo quando entrambi i gruppi si saranno liberati da questo passato estremista potrà avere luogo l'unità. C'è già speranza. Il meropolita Jonah, una volta dell'OCA, è ora un metropolita a riposo nella ROCOR, così come il vescovo Nikolaj (ex vescovo dell'Alaska). Ed entrambi gli attuali metropoliti sono ben disposti l'uno verso l'altro. Ma entrambi devono trascinarsi dietro i loro gruppi e nella ROCOR abbiamo sicuramente sofferto di molta aggressività estremista da parte dell'OCA in passato, ma a volte era una cosa reciproca. Questo processo potrebbe richiedere un'altra generazione e devono esserci progressi da entrambe le parti. Anche in Europa occidentale, c'è speranza di progresso, ma la ROCOR ha sofferto così tanto in passato di immoralità o di incompetenza da parte dei vescovi del Patriarcato di Mosca. La fiducia deve essere costruita. E ci vorrà del tempo.

Il nuovo calendario? Un problema? Che memorie corte! Fino al 1991 la ROCOR aveva diverse parrocchie romene e bulgare di nuovo calendario. Non c'era alcun problema. Se le persone sono così deboli che hanno bisogno di avere le feste fisse con il nuovo calendario, la ROCOR può accettarle per economia.

Perché la Chiesa russa non restituisce la Chiesa ortodossa moldava alla Romania?

La semplice risposta a questa domanda è che solo gli stessi ortodossi moldavi possono decidere in quale patriarcato vogliono trovarsi; non spetta alla Chiesa russa fare nulla. Non puoi "restituire" ciò che non ti appartiene. La Chiesa moldava fa parte della Chiesa russa di sua spontanea volontà. I giorni delle dittature nell'Europa orientale sono finiti, purtroppo la Chiesa romena non sembra rendersene conto: se gli stessi ortodossi moldavi, dopo quasi 200 anni all'interno della Chiesa russa, con un singolo breve intervallo, desiderano passare sotto la giurisdizione della Chiesa romena (che, come la stessa Romania, non esisteva nemmeno 200 anni fa), lo faranno.

Ciò che deve essere evitato è qualsiasi tipo di interferenza non canonica, politica e imperialista, compresi l'uso della forza e la corruzione, sul territorio moldavo da parte della Chiesa romena per far cambiare giurisdizione agli ortodossi moldavi. Questa sarebbe la stessa fondamentale mancanza di canonicità con imperialismo ecclesiastico sostenuto dagli Stati Uniti come quella recentemente esercitata da Costantinopoli in Ucraina con risultati così disastrosi, con il conseguente scisma di Costantinopoli e la sua caduta in disgrazia. Tutti i moldavi con cui ho parlato mi hanno detto che non vogliono unirsi alla Chiesa romena, poiché è corrotta dalla simonia. Se la Chiesa romena facesse per prima cosa pulizia in casa propria, forse i moldavi vorrebbero unirsi a essa, a condizione che non debbano usare il calendario cattolico romano. Dipende da loro.

Perché la Chiesa russa insiste sul fatto che i vescovi siano monaci? La Chiesa greca no.

La risposta è nelle parole del memorabile metropolita Antonij (Khrapovitskij): 'Un monaco studioso che è stato rimosso dal suo ambiente monastico e che non è in grado di stabilire un attaccamento con un'altra istituzione della Chiesa è suscettibile di essere tentato di amare nient'altro che se stesso'. Certo, anche nella Chiesa russa chiunque può diventare un monaco formalmente, senza esserlo realmente. Quindi non vi è alcuna garanzia che un vescovo russo sia migliore di un vescovo greco perché è formalmente un monaco. Può essere altrettanto narcisista nonostante le somiglianze esteriori.

In realtà, non è la mancanza di monachesimo nominale, ma la mancanza di una vera vita monastica nell'episcopato cristiano ortodosso, greco o russo, che è la sua rovina. Tuttavia, si può dire qualcosa di simile di coloro che si trovano nello stato coniugale: colui che non è obbediente nel matrimonio e non ama il coniuge e i figli può anche finire per "essere tentato di amare solo se stesso". Questo è il pericolo del rifiuto di sposarsi o di diventare monaci, cioè il pericolo del celibato senza monachesimo. Sia gli scapoli che le zitelle, o se per questo i preti cattolici romani, soffrono terribilmente delle tentazioni dell'egoismo. Tutti i migliori sacerdoti cattolici romani che ho incontrato erano sposati e con bambini (di nascosto ai loro vescovi).

Alcuni pensano che un giorno avremo uno tsar in Russia?

Certo che lo avremo. Questo è esattamente ciò per cui abbiamo pregato e lavorato in Inghilterra e altrove negli ultimi 100 anni. Non sarà solo uno tsar in Russia, ma uno tsar per tutti gli ortodossi ovunque. Il nostro compito ora è essere come tanti san Giovanni Battista, preparando la strada, facendo i precursori.

Storia occidentale

Quando nella storia ha avuto origine la mentalità "l'Occidente è migliore del resto"?

Questa mentalità può essere inizialmente trovata nella crudeltà razzista dell'Impero romano pagano, con le sue invasioni barbariche, il saccheggio e lo spogliamento di altri paesi e la schiavitù endemica. Tuttavia, dopo l'invasione dell'Occidente da parte dei barbari germanici, l'Occidente fu umiliato e questa mentalità orgogliosa e adorante scomparve in gran parte sotto l'influenza dell'illuminazione cristiana fornita dagli umili santi ortodossi.

Questa situazione durò fino all'XI secolo – con la notevole eccezione del massacro di Sassonia da parte di Carlo Magno alla fine dell'VIII secolo, che avvenne proprio perché stava cercando di far rivivere l'Impero romano pagano e così creò quello che in seguito si chiamò Cattolicesimo romano. Quindi, dopo l'anno 1000, possiamo vedere questa mentalità molto chiaramente nei massacri normanni in Inghilterra dopo il 1066 e a Gerusalemme sotto i barbari crociati alla fine dell'XI secolo, e ancora nel saccheggio della capitale cristiana di Nuova Roma nel 1204 da parte di altri cattolici romani. "Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi", gridavano i cattolici romani domenicani assassini nella Francia del XIII secolo – anche quella era la stessa mentalità. Tutti coloro che non accettavano questa mentalità del Nuovo Occidente dovevano essere terrorizzati e massacrati per farli sottomettere.

La conquista spagnola e portoghese delle Americhe, che annientò le locali civiltà avanzate e creò così al loro posto le giungle del Guatemala e dell'Amazzonia, era la stessa. Così furono i massacri dell'Uniatismo guidato dai pomacchi nel XVII secolo. Altri paesi dell'Europa occidentale hanno semplicemente seguito questa mentalità nello sviluppo della tratta degli schiavi e della costruzione di imperi, i crimini di guerra dei massacri dei carpato-russi da parte degli austro-ungarici nella prima guerra mondiale e il massacro tedesco di 30 milioni di slavi nel loro olocausto nella seconda guerra mondiale era solo ciò che gli spagnoli e i portoghesi, gli inglesi e i francesi, i belgi, gli olandesi e gli italiani avevano già fatto ai nativi americani, agli africani e agli asiatici. E per quanto riguarda quel famigerato generale americano che circa sessant'anni fa ha detto più o meno "bombardateli fino a farli tornare all'età della pietra", ha solo ripetuto una tradizione che aveva già 900 anni.

Cosa significano i termini "anglosassone" e "bizantino"?

I non cristiani e i cristiani non coscienti (= non ortodossi) usano questi termini per indicare gli inglesi ortodossi e i romani ortodossi. Allo stesso modo, i non cristiani e i non coscienti chiamano il ritorno tardo-medievale del paganesimo "rinascimento" e quasi ovunque usano il termine "cristiano" per indicare i cristiani non ortodossi, ovvero gli eretici. (Per esempio, scrivono: "I cristiani hanno saccheggiato Bisanzio", quando ciò che intendono è "barbari eretici anticristiani hanno saccheggiato la capitale cristiana"). Quando gli storici laicisti scrivono di "normanni contro sassoni", o "franchi contro gallo-romani", intendono eretici contro cristiani inglesi o contro cristiani dell'Europa occidentale. Oggi dicono "moderni contro tradizionali" – significa ancora eretici contro cristiani ortodossi.

Uomini e donne

Perché ci sono più donne che uomini nelle chiese?

Le donne sono generalmente più sensibili ed emotivamente aperte degli uomini razionalizzati, che sono bloccati alla fede dal loro cervello, e quindi le donne accedono alla fede più facilmente, istintivamente, attraverso il sentimento e l'intuizione. Questo è molto positivo. Inoltre, ogni donna che ha partorito ha vissuto un'esperienza che può essere paragonata a un'esperienza di pre-morte. Rara è la donna che non ammette l'esistenza di Dio dopo il parto. Tuttavia, il rovescio della medaglia è che la pratica religiosa delle donne può essere meno sobria ed è più spesso colorata dal sentimentalismo e dall'emotività, che a loro volta possono portare alla superstizione, alla malattia di vedere "coincidenze" ovunque e di interpretarle erroneamente, feticismo o "amuletismo" e, in casi estremi, isteria. La patologia cerca sempre di giustificarsi attraverso la religione.

Le donne dovrebbero restare a casa e prendersi cura dei propri figli?

Per favore, non generalizziamo! Ogni donna è diversa e libera di scegliere ciò che è giusto per lei. Proprio come ogni uomo.

Qual è il divario di età ideale tra marito e moglie?

Non penso che esista qualcosa del genere. È vero, molto, molto spesso nelle coppie il marito è leggermente più vecchio della moglie, ma qui non ci sono regole, poiché la psicologia e l'esperienza umana sono così varie. Ci sono sempre rare eccezioni, anche di matrimoni molto felici in cui il divario di età è di 20 anni e più, sia nei casi in cui il marito vuole una madre, cosa che la moglie in questione è felice di fare, sia nei casi in cui la moglie vuole un padre, cosa che il marito in questione è felice di fare.

Cosa ne pensa della recente Coppa del mondo femminile di calcio?

Dato che ho poco interesse per lo sport, ne ero solo vagamente consapevole fino alle ultime partite. Tuttavia, ho pensato che fosse molto tipico che le quattro squadre semifinaliste risultassero da quattro paesi ex protestanti, Gran Bretagna, Stati Uniti, Svezia e Paesi Bassi. Chiaramente, questo fenomeno delle donne che praticano sport tradizionalmente maschili non riguarda l'uguaglianza davanti alla legge (a cui tutti sono naturalmente favorevoli). Riguarda le donne che rinunciano ad essere donne e tutto ciò che è caratteristico delle donne, come la femminilità e la maternità, e che cercano di diventare come uomini e, di conseguenza, diventano spesso peggiori e più volgari degli uomini.

Nessuno ha mai pensato che le donne giocatrici possano cadere e ferirsi al seno o agli organi di riproduzione e diventare sterili? Gli uomini dovrebbero proteggerle da questi traumi. Questa cosiddetta "uguaglianza" dei sessi predicata e propagandata dal mondo post-protestante è solo ulteriore imperialismo culturale. Il mondo post-protestante anche quando era ancora protestante non aveva già più venerazione per la Madre di Dio, ma tendeva piuttosto a disprezzarla in modo blasfemo. E così il problema continua. Il fenomeno delle donne che praticano sport inventati dall'uomo non riguarda l'uguaglianza. Si tratta della riduzione delle donne al livello degli uomini, dell'omogeneità e dell'omologazione, del livellamento del genere femminile a semplici unità economiche, secondo il quale la riproduttività è un ostacolo.

Domande personali

Come si diventa sacerdote? E lei come lo è diventato personalmente?

Non si diventa prima un sacerdote, prima si diventa un laico attivo, partecipando alla vita parrocchiale, lavorando in parrocchia, pregando, andando alla confessione, ricevendo la comunione, accendendo le lampade, cantando, leggendo, pulendo, aiutando, imparando i le funzioni, leggendo libri, facendo domande, aiutando nell'altare se invitati. Il sacerdozio è il punto finale, non l'inizio. Dopo qualche anno si potrebbe finire di fare il lettore. Da lì in poi si prega che Dio continui a guidarci.

Quanto a me personalmente, è stato un miracolo. Ai miei tempi, se menzionavi una cosa come diventare prete, eri umiliato, maltrattato, deriso e minacciato. E ovviamente a quei tempi non c'era internet, quindi nessuna informazione concreta, solo negatività, pregiudizi e scoraggiamento. Sono stato di recente sorpreso di vedere un opuscolo di Jordanville che incoraggia davvero i giovani a diventare chierici! Proprio il contrario di qualche decennio fa. I giovani hanno la vita così facile oggi. Ai miei tempi, c'erano due enormi ostacoli all'ordinazione, uno era essere giovani, l'altro era essere istruiti. Sono stati sprecati così tanti talenti: non c'è da stupirsi che la Chiesa sia ancora disperatamente a corto di clero. Non vorrei essere un vescovo al Giudizio Universale.

Ai miei tempi, la maggior parte delle giurisdizioni ti ordinava solo se appartenevi alla giusta etnia (oppure se accettavi di essere moralmente o finanziariamente corrotto dal vescovo in questione, per esempio accettando di diventare un massone). (Ricordo come per diventare diacono, ho aspettato dieci anni e dovevo essere in grado di leggere fluentemente i Sei Salmi in slavonico, meglio di quanto potessero fare i russi; eri sempre un cittadino di terza classe: una regola per i russi, un'altra per i non russi). Una giurisdizione ordinava solo uomini di classe medio-alta – e la tua classe sociale era decisiva per loro, quindi per le mie origini io ero fuori. Un'altra giurisdizione, che apparve un paio di decenni dopo, ordinava solo ex vicari anglicani. Una persona lì mi ha detto che potevi diventare un prete in quella giurisdizione solo se diventavi prima anglicano ed eri ordinato vicario.

Francamente, non so come sono diventato sacerdote, tranne per il fatto che è stato un miracolo operato attraverso le preghiere di san Giovanni di Shanghai e attraverso il memorabile arcivescovo Antonij di Ginevra, suo figlio spirituale. Ho sicuramente ricevuto solo ostacoli e tutto ciò che è accaduto è avvenuto nonostante tutti, tranne l'arcivescovo Antonio.

Se avesse potuto, quali errori avrebbe evitato?

La domanda è ovviamente impossibile perché se non avessi fatto e poi imparato dai miei errori, non avrei saputo quello che so adesso!

Tuttavia, posso chiaramente affermare che, data l'assenza della tradizione ortodossa russa, come l'avevo già sperimentata in Russia, nella diocesi di Sourozh del Patriarcato di Mosca in schiavitù in Inghilterra, sarei andato direttamente all'Università di Londra in 1974 e alla cattedrale della ROCOR. Dopo la laurea, sarei andato direttamente a Jordanville.

Tuttavia, sarei sempre appartenuto, come ora, all'ala di san Giovanni di Shanghai di ROCOR e non all'ala politica, secolare e vecchio-calendarista. Fu quell'ala che dominò sempre più la ROCOR tra gli anni '60 e il 2007, quando fu infine sconfitta, anche se sopravvivono ancora vestigia sgradevoli e dolorose. La battaglia contro quest'ala è durata per oltre quattro decenni e ha assorbito molta della nostra energia. Furono i rappresentanti di quell'ala a processare san Giovanni a San Francisco nel 1964 e, così facendo, ci misero tutti sotto processo per decenni a venire. Personalmente, sono stato trovato innocente ed esonerato solo nel dicembre 2016, quando la persecuzione è cessata.

San Giovanni fu l'ultimo vescovo consacrato dal metropolita Antonij (Khrapovitskij), che disse di lui: "Se non lo consacrerò io, nessuno lo farà". A sua volta, San Giovanni fu il padre spirituale del memorabile arcivescovo Antonij di Ginevra, che fu convertito alla vita monastica dal metropolita Antonij e dalla sua comprensione della redenzione, come mi disse a Parigi nel 1987. A sua volta, quando sono stato ordinato dall'arcivescovo Antonij, e penso di essere l'ultimo sacerdote da lui ordinato, ha detto: "Se non ti ordino io, nessuno lo farà".

È di questo che farò sempre parte, delle antiche tradizioni della diocesi dell'Europa occidentale di san Giovanni e del suo figlio spirituale l'arcivescovo Antonij, e non di alcuni miti falsi e inventati, creati da persone giunte all'ultimo momento nella Chiesa. L'arcivescovo Antonij, nato a Kiev e residente nell'Europa occidentale, oggi si troverebbe nell'esarcato dell'Europa occidentale, di cui è stato, un precursore, un pioniere e un profeta.

 
Sulla dichiarazione congiunta

Come sappiamo, nel pomeriggio della festa dei tre santi Ierarchi, il papa di Roma ha incontrato il patriarca ortodosso russo a Cuba, situata tra nord e sud, est e ovest. E si sono incontrati alla pari, a differenza dei soliti incontri tra ortodossi e cattolici romani, dove i primi sono umiliati dai secondi. Questo nuovo rispetto da parte dei cattolici romani per un'Ortodossia senza compromessi è da accogliere con favore, per quanto alcuni ortodossi possano dubitare della sua sincerità. In effetti, uno scrittore del 'Catholic Herald' si è lamentato. A quanto pare, egli ritiene che gli ortodossi debbano essere umiliati dall'imperialismo di Roma!

Mi è stato chiesto da diversi corrispondenti di dire alcune parole sul documento che è stato firmato e che è stato ampiamente diffuso in Internet. Innanzitutto, si deve capire che la dichiarazione congiunta naturalmente non è dogmatica, ma diplomatica. Alcuni non lo hanno capito, soprattutto in considerazione ai riferimenti alle 'Chiese cristiane', che sembra molto strano quando tutti gli ortodossi sanno che c'è una sola Chiesa, la Chiesa ortodossa. Molti decenni fa allo scrittore del libro Teologia dogmatica ortodossa, il molto rispettato arciprete Mikhail Pomazanskij, è stato chiesto perché noi ortodossa in alcune occasioni parliamo di "chiese" eterodosse. Ha spiegato molto semplicemente che questo è perché gli eterodossi, anche se al di fuori della Chiesa, conservano ancora parte del patrimonio della Chiesa.

Per esempio, la maggior parte dei cattolici romani e non pochi protestanti credono che Dio è una Trinità e che Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo. Perché? Perché questa è l'eredità che hanno mantenuto dalla Chiesa ortodossa nel primo millennio, che nella dichiarazione è chiamata 'La Chiesa indivisa'. Sì, al di fuori della Chiesa non ci sono sacramenti, solo rituali, forme sacramentali, ma noi chiamiamo ancora un prete cattolico 'padre' e un vescovo cattolico 'vescovo', se così desiderano essere chiamati. In altre parole, mostriamo rispetto e cortesia, ovvero carità cristiana. Così come siamo rigorosi sulle questioni dogmatiche, possiamo anche mostrare generosità e non meschinità di spirito nella vita di ogni giorno. E ripetiamo, questo documento non è dogmatico, ma diplomatico. Non è quindi vincolante per alcun ortodosso nel mondo.

Vediamo ora gli aspetti positivi di questa dichiarazione congiunta. Ce ne sono tre:

1) In primo luogo, il papa di Roma è d'accordo con la Chiesa ortodossa nel dire che il laicismo liberale del mondo occidentale (generato dal cattolicesimo romano attraverso la sua deformazione del dogma trinitario) e il suo imperialismo culturale è del tutto inaccettabile. Forse il cattolicesimo romano si sta pentendo di aver aperto il vaso di Pandora mille anni fa?

2) In secondo luogo, il papa è d'accordo con la Chiesa che dobbiamo fare quanto in nostro potere per proteggere i cristiani (tutti ortodossi o ex ortodossi) in Medio Oriente dalla pulizia etnica causata e permessa dall'Occidente in Iraq, Siria e altrove. Milioni sono fuggiti per salvarsi la vita, più di un milione di cristiani dal solo Iraq, e solo l'azione militare della Federazione Russa ha mantenuto la Siria intatta e il patriarca di Antiochia a Damasco.

3) In terzo luogo, il papa di Roma è d'accordo, almeno sulla carta, che l'uniatismo non ha futuro e che deve gradualmente scomparire, in modo da diventare un capitolo dei libri di testo sugli errori storici. Non più proselitismo e furti di chiese in Ucraina. In ogni caso, se deve esserci qualche speranza che il cattolicesimo romano possa avvicinarsi alla Chiesa di Dio, l'uniatismo deve essere tenuto a freno. Gli uniati sono ora molto preoccupati: il Papa li sta abbandonando, come la causa persa che sono sempre stati.

Infine, un corrispondente ha posto una domanda sul mio articolo di prima dell'incontro, dal titolo: 'Il nostro agente all'Avana: dalle catacombe al palcoscenico mondiale'. Egli dice che il patriarca Kirill è un prodotto dell'accordo del 1943 con Stalin, che alla fine ha permesso alla Chiesa dentro l'allora Unione Sovietica di operare liberamente, e non dalle catacombe. Qui c'è un equivoco fondamentale, che è quello di contrastare la Chiesa delle catacombe con la 'Chiesa ufficiale'. Erano ovviamente la stessa cosa.

La maggior parte del clero apparso dopo il 1943 faceva già parte del clero in precedenza, molti di loro erano stati ordinati e consacrati anche prima della rivoluzione. In altre parole, essi non sono stati 'inventati' da Stalin nel 1943, ma esistevano già, sotterranei, prima del 1943. Tra di loro ci sono stati molti santi, come san Luca della Crimea. Come Solzhenitsyn ha osservato negli anni '70, e come io stesso ho visto in Unione Sovietica negli anni '70, i 'preti ufficiali' erano i preti delle catacombe. Così, i vescovi della 'Chiesa ufficiale' fornivano ai sacerdoti antimensi supplementari per le funzioni da tenere in segreto e quei preti battezzavano e predicavano in segreto, dal momento che non erano autorizzati a farlo apertamente, per tutto il tempo in cui celebravano apertamente la Liturgia e altre funzioni consentite nelle chiese "ufficiali".

Per quanto riguarda il patriarca Kirill, suo padre, un arciprete, ha trascorso diversi anni in carcere sotto i sovietici; è in questo senso che tutta la Chiesa ortodossa in Russia è uscita dalle catacombe – ed è ora sul palcoscenico mondiale, simboleggiata dal patriarca Kirill.

 
Il significato della decisione russa di spostare il convoglio umanitario in Novorossija

Sembra che i russi si siano stancati di aspettare. Suggerisco a tutti voi di analizzare con attenzione la dichiarazione del ministero degli esteri russo, che io stesso ho postato poco fa. Si tratta di un documento interessante perché oltre a una spiegazione della decisione russa di far partire il convoglio, è anche, potenzialmente, una difesa legale di una decisione russa senza precedenti: di violare apertamente la sovranità ucraina. Mi spiego.

In primo luogo, anche il caso della Crimea era un "caso speciale". I russi erano presenti legalmente sul posto e, nella logica russa, tutto quel che hanno fatto i "beneducati uomini armati in verde" è stato di proteggere la popolazione locale, per consentire a quest'ultima di esprimere liberamente la sua volontà. Solo dopo che è stata espressa quella volontà, la Russia ha formalmente accettato di re-integrare la Crimea nella Russia. Quindi dal punto di vista giuridico russo, nessuna delle azioni russe in Crimea ha incluso qualsiasi forma di violazione della sovranità ucraina. Lo so, la maggior parte degli analisti occidentali non sarà d'accordo, ma questa è la posizione ufficiale russa. E le prese di posizione ufficiali sono importanti perché costituiscono la base per un argomento giuridico.

In secondo luogo, gli aiuti che la Russia ha inviato finora alla Novorossija sono stati esclusivamente sotto copertura. Le operazioni sotto copertura, non importa la loro grandezza, non costituiscono la base per una posizione giuridica. La posizione ufficiale di Mosca è stata che non solo non c'è stato assolutamente alcun aiuto militare alla Novorossija, ma anche quando i proiettili dell'artiglieria ucraina sono atterrati in Russia il Cremlino non ha autorizzato una ritorsione, di nuovo per una (ufficiale) deferenza verso la sovranità nazionale ucraina.

Questa volta, però, non vi è alcun dubbio che i russi abbiano preso deliberatamente e ufficialmente la scelta di ignorare Kiev e di entrare.

Ora, in realtà, questa è chiaramente la cosa logica, politicamente e moralmente giusta da fare. Ma, in termini giuridici, questa è chiaramente una violazione della sovranità ucraina. Da un punto di vista giuridico, gli ucraini avevano il diritto di tenere fermo il convoglio russo al confine per altri 10.000 anni se lo volevano, e la Russia non aveva alcun diritto legale di entrare semplicemente nel territorio. Ciò che a quanto pare è successo questa mattina è che i funzionari ucroidi non si sono nemmeno presi la briga di farsi vedere, in modo che il Cremlino ha dichiarato "come non detto!" e ha ordinato l'ingresso dei camion.

Non solo i russi sono entrati, ma lo hanno fatto senza il Comitato Internazionale della Croce Rossa, ​​il cui personale ha rifiutato di andare a causa della mancanza di garanzie di sicurezza da parte di Kiev. La risposta russa a tale mancanza di garanzie di sicurezza è stata a) di ordinare a questo convoglio disarmato di entrare, e b) di indicare chiaramente nel comunicato ufficiale:

Mettiamo in guardia contro ogni tentativo di contrastare questa missione puramente umanitaria che ha avuto molto tempo per essere preparata in condizioni di piena trasparenza e cooperazione con la parte ucraina e con il CICR. Coloro che sono pronti a continuare a sacrificare vite umane per le loro ambizioni e disegni geopolitici e che stanno rozzamente calpestando le norme e i principi del diritto umanitario internazionale si assumeranno la completa responsabilità per le possibili conseguenze di provocazioni contro il convoglio di aiuti umanitari.

Di nuovo, da un punto di vista logico, politico o morale, la cosa è piuttosto evidente in sé, ma da un punto di vista giuridico si tratta di una minaccia di usare la forza ("responsabilità per le possibili conseguenze") all'interno del territorio putativamente sovrano dell'Ucraina.

Gli Stati Uniti e il loro agente principale a Kiev, Nalivajchenko, hanno immediatamente e correttamente capito la minaccia: non solo questo convoglio ha portato gli aiuti umanitari tanto necessari a Lugansk, ma ha fornito anche una fantastica "copertura" politica e giuridica per le future azioni russe all'interno della Novorossija. E per "azioni" non intendo necessariamente azioni militari, anche se ora queste sono chiaramente e ufficialmente possibili. Intendo anche azioni legali, come il riconoscimento della Novorossija. Dal loro punto di vista, Obama, Poroshenko e Nalivajchenko hanno assolutamente ragione di essere infuriati, perché scommetto che i tempi, il contesto e il modo in cui la Russia è entrata in Novorossija non si tradurranno in ulteriori sanzioni o conseguenze politiche. La Russia ha ora ufficialmente dichiarato "estinta" la sovranità nazionale ucraina e l'Unione Europea probabilmente non farà alcunché di significativo al riguardo.

Questo, di per sé, è un incubo per lo zio Sam.

Inoltre, mi aspetto che i russi agiranno con molta moderazione. Sarebbe stupido per loro dire "va bene, ora che abbiamo violato l'integrità territoriale dell'Ucraina e ignorato la sua sovranità potremmo anche bombardare le forze della giunta e far entrare le nostre truppe". Sono abbastanza sicuro che non lo faranno. Per ora. Da parte russa, la cosa migliore da fare ora è aspettare. In primo luogo, il convoglio porterà un vero aiuto. In secondo luogo, si trasformerà in un mal di testa per gli ucroidi (bombardare questo convoglio non sembrerebbe una cosa molto buona). In terzo luogo, questo convoglio offrirà il tempo sufficiente perché la situazione diventi molto più chiara. A cosa mi riferisco qui?

Il piano ucroide era di presentare qualche importante "vittoria" per domenica 24, quando hanno in programma una parata trionfale a Kiev per celebrare il giorno dell'indipendenza (eh, sì, il "Banderastan" controllato dagli Stati Uniti e amministrato dai nazisti festeggerà la sua "indipendenza"... questo è sia triste che ridicolo). Invece, quello che hanno avuto è una sfilza di sconfitte *molto* brutte negli ultimi 5-6 giorni o giù di lì. Da tutti i resoconti, i militari ucroidi sono stati sempre macellati e, per la prima volta, anche respinti indietro (anche se solo a livello tattico). Questo convoglio a Lugansk aggiungerà un pungente "vaffan****!" simbolico alla giunta di Kiev. Potrà anche esacerbare le tensioni tra la cricca dominante al potere, il Settore destro e Dmitrij Jarosh e il crescente movimento di protesta in Ucraina occidentale.

In conclusione: si tratta senza dubbio di una mossa rischiosa, probabilmente determinata dalla consapevolezza che con il taglio dell’acqua corrente a Lugansk Putin doveva agire. Comunque è anche una mossa assolutamente brillante che creerà un enorme mal di testa agli Stati Uniti e ai suoi burattini nazisti a Kiev.

Saker

PS: Ho sentito ieri sera che l'Olanda ha ufficialmente annunciato che non rilascerà le piene informazioni sui dati di volo e sulle registrazioni vocali del volo MH17. Così l'Olanda è diventata complice ufficiale della copertura di questa operazione statunitense sotto falsa bandiera e dell'omicidio dei passeggeri dell'MH17. Questo è assolutamente scandaloso e disgustoso e ho una sicura speranza che il governo malese non lo permetterà. Quanto a Kiev, anche lì hanno sotto il sedere la registrazione delle comunicazioni tra la torre di controllo di Kiev e l'MH17. Infine, gli Stati Uniti hanno tutte le informazioni grazie alle loro capacità di intercettazione dei segnali. Così tutti sanno e tutti stanno coprendo. Date le circostanze, qualcuno vuole ancora seriamente mettere in dubbio "chi è stato"?

 
Celebrazione archieratica nelle Filippine

Il 23-24 giugno l'arcivescovo Sergij di Solnechnogorsk, amministratore delle parrocchie del Patriarcato di Mosca nell'Asia orientale e sud-orientale, ha visitato le comunità ortodosse della Chiesa russa nelle province filippine di Davao e Kotabato.

La visita dell'arcivescovo segna la prima volta che una liturgia gerarchica è stata celebrata nelle Filippine da un vescovo del Patriarcato di Mosca, come riporta il sito della Chiesa ortodossa russa.

Il vescovo era accompagnato da alcuni sacerdoti del Patriarcato di Mosca e della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia, tra cui padre Georgij Maksimov e padre Stanislav Rasputin, che compiono entrambi frequenti viaggi missionari in vari paesi asiatici, e padre Silouan Thompson della ROCOR, rettore della parrocchia di san Giovanni di Shanghai nel villaggio di Santa Maria sull'isola di Mindanao. I tre hanno celebrato numerosi battesimi di massa nelle Filippine negli ultimi anni.

L'arcivescovo Sergij ha celebrato la sua prima funzione archieratica nelle Filippine il 23 giugno presso la chiesa domestica della beata Matrona di Mosca a Davao, sull'isola di Mindanao. Per l'occasione, vladyka ha donato alla parrocchia un'icona di santa Matrona per il suo analoghio centrale.

La Divina Liturgia è stata celebrata di nuovo il giorno successivo nella chiesa della Natività della Theotokos nel villaggio di Arakan, nella provincia di Kotabato. È la più grande parrocchia delle Filippine, con più di 150 persone che hanno partecipato alla santa comunione nella Divina Liturgia archeratica. L'arcivescovo Sergij ha donato alla parrocchia un'icona della Natività della Theotokos e una serie di vasi eucaristici.

Le funzioni sono state celebrate in slavonico ecclesiastico, in cebuano e in inglese.

La delegazione della Chiesa russa ha anche visitato nello stesso giorno la parrocchia di san Serafino di Sarov a Makalongot e la parrocchia dei santi Pietro e Paolo a Salasan, dove sono stati serviti offici di intercessione (molebny) ai patroni celesti delle comunità.

 
Note sulle agapi dei primi cristiani

Nelle chiese ortodosse, spesso (in particolare in quei paesi dove i cristiani ortodossi sono immigrati o minoritari) la Liturgia eucaristica è seguita da un pasto comune. Molti ricordano a proposito l'uso dei banchetti fraterni (le agapi) dei primi cristiani, e per avere le idee chiare in proposito occorre sapere che cosa erano le agapi antiche, e soprattutto che cosa NON erano, e non sono mai state. Per chiarirci le idee, presentiamo il saggio dello ieromonaco Petru (Pruteanu) sulle agapi, in romeno e in traduzione italiana, nella sezione "Ortoprassi" dei documenti.

 
Un monaco della stirpe dei samurai

Lo ierodiacono Nikolaj (Ono) proviene da un'antica famiglia di sacerdoti della Chiesa ortodossa giapponese. Il nome del suo bisnonno – il sacerdote Ioann Ono – è spesso ricordato nei diari di san Nicola del Giappone. Parliamo con padre Nikolaj della sua famiglia, delle chiese ortodosse in Giappone e in Russia.

Lo ierodiacono Nikolaj (Ono). Foto: mospat.ru

Padre Nikolaj, ci racconti per favore della sua famiglia.

La mia è una famiglia di samurai da parte di padre. Vivevano nella città di Sendai, che si trova nel nord-est del Giappone. Il mio trisnonno – Ono Syogoro Shigenobu – fu l'ultimo samurai della nostra famiglia. Fu battezzato con il nome di Giovanni da san Nicola del Giappone nel 1871 e divenne uno dei primi cristiani nella terra del Giappone. Successivamente, Ioann Ono fu ordinato sacerdote, si impegnò nell'opera missionaria e fu rettore della chiesa nella città di Osaka. Anche il mio bisnonno e mio nonno furono battezzati e furono parrocchiani della chiesa di Kyoto.

Anche mio padre è stato chiamato Ioann. Dal momento che il Giappone non ha istituzioni educative ortodosse con licenza statale, ha studiato presso la Facoltà teologica protestante dell'Università di Kyoto, dopo di che è entrato nel seminario teologico ortodosso di Tokyo. Dopo aver terminato il seminario mio padre è stato ordinato diacono, e poi nel prete ne 1990 e ha servito nella cattedrale di della Risurrezione a Tokyo, che è conosciuta come "Nikolai-do". È stato poi inviato alla Chiesa dell'Annunciazione a Kyoto (cattedrale della diocesi del Giappone occidentale), che prima aveva servito per circa 20 anni. Dopo Kyoto, mio padre è stato nuovamente chiamato a servire nella Cattedrale di Tokyo, dove fa ancora la sua obbedienza.

Nella vostra famiglia si conservano oggetti ortodossi antichi?

Abbiamo una fotografia di san Nicola del Giappone con la sua firma, che il santo diede al mio trisnonno.

Ci parli della sua vita a Tokyo e a Kyoto.

Sono nato a Tokyo nel 1989 e da bambino ho vissuto nel territorio della cattedrale della Risurrezione a Tokyo. La c'è anche la residenza del primate della Chiesa ortodossa in Giappone. Ho spesso incontrato il compianto metropolita Teodosio (Nagashima), che a volte mi regalava dei dolci.

Cattedrale della risurrezione a Tokyo (Nikolai-do)

Quando avevo 3 anni, la mia famiglia si trasferì a Kyoto, perché mio padre era stato nominato rettore della cattedrale della capitale storica del Giappone.

Dopo il trasferimento, abbiamo costantemente vissuto lì. Là sono andato al liceo e all'università. Solo nell'autunno del 2011 mi sono trasferito di nuovo a Tokyo, dove mio padre è stato chiamato nel 2010.

La chiesa ortodossa a Kyoto è una delle più antiche in Giappone. La prego di raccontarci la storia e la vita attuale della parrocchia.

Nella chiesa dell'Annunciazione a Kyoto la maggior parte dei parrocchiani proviene da famiglie ortodosse di terza, quarta e anche quinta generazione. Anche il coro della Chiesa è composto da parrocchiani. Una volta al mese, si svolgono le prove del coro. Presso la chiesa operano un consiglio parrocchiale e una sorellanza, e si produce un giornale.

All'inizio della parrocchia di Kyoto ci furono le lezioni sull'Ortodossia condotte in uno degli edifici nel centro della città. Queste conferenze furono tenute per un certo tempo dal mio trisnonno sacerdote Ioann Ono, poi dallo ieromonaco Sergij (Stragorodskij), futuro Patriarca di Mosca e di tutta la Rus'. Poi, in un altro luogo, anche questo nel centro della città, fu costruita la chiesa dell'Annunciazione, consacrata nel 1903 da san Nicola del Giappone. Nel 1986, il governo ha riconosciuto la chiesa di Kyoto come patrimonio culturale della città.

La chiesa è frequentata anche da parrocchiani russi, e da studenti stranieri provenienti da altri paesi ortodossi. A volte vengono anche giapponesi non ortodossi, compresi i giovani. La maggior parte di loro sono solo interessati a una singolare architettura del centro storico del Giappone, ma alcuni di loro iniziano a venire in chiesa regolarmente e sono battezzati. Circa una volta all'anno, vengono in visita gli studenti dall'Università protestante.

Ricorda la visita a Kyoto del patriarca Alessio II?

Sì. Nel maggio 2000, quando avevo 10 anni, il patriarca di Mosca e di tutta la Rus' Alessio II, accompagnato dal presidente del Dipartimento per gli affari esteri, il metropolita Kirill, ora sua Santità il patriarca, ha compiuto la prima visita patriarcale alla Chiesa giapponese. Ha presieduto alla liturgia e all'intronizzazione dell'arcivescovo di Tokyo e Metropolita di tutto il Giappone, Daniel, nella cattedrale Nikolai-do aTokyo.

Sua Santità il patriarca Alessio presso la Cattedrale di Kyoto nel 2000, insieme al sacerdote Ioann Ono, alla matushka Sara Ono e ai loro figli – Aleksij (Nikolaj in tonsura) e Ljubov

Sua Santità il patriarca ha visitato la cattedrale dell'Annunciazione a Kyoto, dove allora serviva mio padre. Il defunto Patriarca ha condotto un servizio di preghiera, ha visitato la chiesa e il suo più importante oggetto sacro – un Vangelo d'altare donato da san Giovanni di Kronstadt e autografato da san Nicola del Giappone – e ha parlato con i parrocchiani. Il tempio era pieno di preti e parrocchiani non solo dalla nostra parrocchia, ma dalle altre chiese della diocesi occidentale del Giappone.

I giovani giapponesi sanno dell'Ortodossia? Si insegnano le basi della fede cristiana nelle materie accademiche nelle scuole e nelle università?

Io mi sono laureato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Statale di Kyoto. Penso che nei corsi di laurea non ci siano insegnamenti di teologia cristiana. C'è solo la "storia della filosofia occidentale", e all'interno di questa materia si parla principalmente di pensatori cattolici o protestanti. I giovani giapponesi sanno che esistono il cattolicesimo e il protestantesimo, alcuni – che c'è anche l'Ortodossia, o – tradotto letteralmente dal giapponese – la "Chiesa ortodossa orientale". Si parla dell'Ortodossia in un manuale di storia del mondo per i licei, ma è una breve descrizione e la storia è raccontata dal punto di vista dell'Occidente.

Purtroppo, ci sono poche persone che sanno di san Nicola del Giappone. Ma la cattedrale della Resurrezione a Tokyo è nota a tutti come "Nikolai-do", cioè chiesa di Nicola. Anche l'antica chiesa di Hakodate è un punto di riferimento abbastanza famoso.

Ha visto molte delle chiese ortodosse in Giappone?

Ho vissuto nelle chiese di Tokyo e Kyoto. Ho ripetutamente visitato le chiese di Osaka e Kobe, in quanto sono vicine alla nostra chiesa a Kyoto. Tre volte ho visitato la chiesa di Sendai, una volta per accompagnare una delegazione guidata da sua Santità il Patriarca Kirill, che ha visitato il Giappone nel 2012 per celebrare il 100° anniversario del riposo di san Nicola del Giappone.

Visita del Patriarca Kirill alla chiesa cattedrale della diocesi di Sendai. 15 settembre 2012

È stata la seconda visita patriarcale nella storia della Chiesa giapponese. In un'altra occasione, mi è stato dato di celebrare con vladyka Serafim (Tsujie), arcivescovo di Sendai.

Da quanto tempo è in Russia?

Vivo a Mosca da 2 anni. Studio nel secondo corso di magistero del programma di formazione ecclesiastica post-universitaria dedicato ai santi Cirillo e Metodio, creato nel 2009 dal Santo Sinodo su iniziativa di sua Santità il patriarca Kirill. Rettore dell'istituto è il metropolita Ilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca. Abbiamo un programma significativo e intenso. Particolare attenzione è rivolta all'apprendimento delle lingue straniere, soprattutto l'inglese. Gli insegnanti del corso ecclesiale post-laurea sono dipendenti del Dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa. Mi interessa soprattutto il tema delle "relazioni inter-ortodosse". Gli insegnanti di questa disciplina sono membri del personale del Dipartimento che hanno familiarità con le questioni più pressanti in questo settore.

Oltre a studiare le materie richieste, sto scrivendo la tesi di magistero sul libro di Vladimir Losskij "Saggio sulla teologia mistica della Chiesa d'Oriente". Nel mio lavoro vorrei dimostrare come questo libro sia interessante e rilevante per i credenti ortodossi del Giappone.

Il metropolita Ilarion e padre Nikolaj (Ono), dopo la tonsura

E dove serve?

Come diacono, servo a Mosca presso la chiesa dell'icona della Madre di Dio "Gioia di tutti gli afflitti" sull'Ordynka. Al mio arrivo in Russia sono diventato suddiacono del rettore della chiesa, vladyka Ilarion. Qui il 30 Aprile 2013 sua Eminenza, con la benedizione di sua Santità il patriarca Kirill, mi ha tonsurato monaco, e il 5 maggio 2013, il giorno di Pasqua, sono stato ordinato ierodiacono. I sacerdoti, gli aiutanti e i parrocchiani della chiesa sono persone buone e gentili. Il coro sinodale canta in modo meraviglioso. Per me, questa chiesa in onore della immagine della Madre di Dio è un luogo amato e familiare e occupa un posto importante nel mio cuore.

Mi piace anche il Monastero stavropigiale Novospasskij, il cui rettore è Vladyka Savva. Io vivo in questo monastero. Qui, come nella chiesa sull'Ordynka, sono stato accolto molto bene. Vi cantano splendidamente. Mi piacciono molto gli affreschi delle chiese monastiche.

Sono stato in molti altri monasteri e chiese a Mosca, ho visitato San Pietroburgo, Diveevo, Rostov sul Don e altre città russe. San Pietroburgo e Diveevo mi sono piaciute in modo particolare.

 
La maggior parte di una vita

Prefazione

Potrei vivere altri venti o trenta anni, ma ugualmente il mio tempo sulla terra potrebbe finire domani, la prossima settimana, tra un mese o l'anno prossimo. Nessuno lo sa, ma non mi faccio illusioni. Ora che mi sto avvicinando alla fine, è giusto rivedere i tre compiti del mio destino che hanno riempito i miei giorni vissuti indegnamente. Sono convinto che altri seguiranno più efficacemente questi compiti dopo di me, proprio come molti altri hanno lavorato su di loro sia prima di me sia nello stesso tempo. E anche se, non sempre in posizioni di potere, hanno lavorato in modo molto più efficiente e con un successo molto maggiore di me, spesso mi sono sentito come se fossi completamente abbandonato in questi compiti. Non li ho mai scelti – mi sono caduti addosso nonostante le mie chiare e molteplici debolezze umane e la mia altrettanto chiara inadeguatezza e riluttanza a compierli.

Con i santi

Il mio primo compito è stato il modesto contributo alla diffusione della venerazione nella Chiesa dei santi dell'Europa occidentale. Ciò significava fissarli in calendari pubblicati localmente, pregare e scrivere le loro vite e compilare, raccogliere e celebrare i loro offici e le loro icone. Questa è stata un'aspra battaglia e mi è costata moltissimo, poiché la resistenza da tutte le parti senza eccezioni è stata molto dura. Il mio destino era l'isolamento. C'erano – e ci sono – così tante persone che resistono ai santi. Complessivamente, soprattutto per iopera del defunto monaco Joseph (Lambertson), che ho molto incoraggiato, sono stati compilati gli offici a quasi un centinaio di santi o gruppi di santi dell'Europa occidentale che non ne avevano ancora uno. La vittoria arrivò lentamente, e oltre quarant'anni dopo molti di questi santi sono stati inclusi nel calendario ufficiale ortodosso russo, con altri che seguiranno.

Unità della Chiesa

Il mio secondo compito è stato di contribuire a contribuire al ripristino dell'unità delle due parti della Chiesa russa e di fare appelli ad altri al di fuori di essa, ad esempio quelli che si erano separati a Parigi, all'unità con essa. La mia parte è stata molto, molto piccola, ovviamente, ma deve aver aiutato, perché c'è gente che mi ha detto di essere stata aiutata da me. Dopo aver visitato l'Unione Sovietica due volte negli anni '70 e visto il deplorevole stato di gran parte del patriarcato in Inghilterra e in Francia, ho potuto vedere che nulla si poteva fare fino alla caduta dell'Unione Sovietica. Solo questo avrebbe portato alla liberazione dell'episcopato locale tenuto in ostaggio. Così è stato solo nel 2000 che tale episcopato si è pentito per i suoi compromessi con il governo ateo e quindi per il suo precedente fallimento nel riconoscere i Nuovi Martiri e Confessori, così come per i suoi compromessi politicamente motivati ​​con gli eterodossi.

Allo stesso modo, tuttavia , la Chiesa fuori dalla Russia avrebbe dovuto rifiutare decenni di impurità spirituale della politica settaria con il perfido e tragico movimento Vlasov e i suoi sostenitori della CIA, così come il suo imbarazzante fallimento nel canonizzare i Nuovi Martiri fino al 1981. La vittoria è arrivata solo nel 2007 con l'atto di Comunione canonica, firmato alla presenza di migliaia di noi nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, con la presenza del patriarca e del presidente russo e del clero a lungo sofferente di entrambe le parti della Chiesa. Quella cattedrale era stata costruita per commemorare la vittoria ortodossa del XIX secolo sull'ateo francese Napoleone e ricostruita per commemorare la vittoria ortodossa del XX secolo sull'ateo tedesco Marx. Così, la cattedrale è divenuta il luogo di una triplice vittoria.

Una vita per lo tsar

Il mio terzo compito è stato quello di contribuire al ripristino, ora inevitabile, dell'impero ortodosso, basato in Russia sotto il prossimo tsar, proprio come profetizzò san Serafino di Sarov quasi 200 anni fa. Questo è stato, ed è, il compito più difficile di tutti. Questo perché coinvolge l'Incarnazione, cioè le ramificazioni politiche, economiche e sociali della nostra comprensione del Cristo incarnato. La resistenza qui è feroce e beffarda, poiché la nostra lotta è con il diavolo stesso. In primo luogo, dobbiamo difendere la santità dello tsar Nicola, sia nella vita che nella morte. In secondo luogo, dobbiamo difendere tutti quelli che sono stati fedeli a lui, molti non ancora canonizzati. In terzo luogo, dobbiamo promuovere la sua splendente visione, che era un secolo avanti ai suoi tempi ma fu tragicamente interrotta da un secolo intriso di sangue a causa di "tradimento, vigliaccheria e inganno", come egli descrisse.

Postfazione

Qualcuno potrebbe dire che in questo caso tutto è stato completato. Non è così. Il compito della Rus', di diffondere la venerazione per i santi occidentali della Chiesa del primo millennio, deve svilupparsi molto più lontano. Il compito della Fede, che comprende il vedere la piena unità della Chiesa ortodossa russa nell'Europa occidentale in una singola metropolia, fondamento della futura nuova Chiesa locale, e di contribuire a costruirne una piccola parte nel mio nativo Est dell'Inghilterra, si sta avvicinando alla sua conclusione, ma non è completo. Infine, il compito dello Tsar, di spiegare la sua santità e difendere la sua visione guaritrice di giustizia e d'equilibrio dopo un secolo di ingiustizie e guerre globali, derivato direttamente dal suo rovesciamento da traditori interni, i cosiddetti alleati, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e Francia e i nemici, Germania e Austria-Ungheria, e di attuare quella visione, così a lungo ritardata, è un compito appena iniziato.

 
I libri deuterocanonici nel Nuovo Testamento

i martiri maccabei, di cui leggiamo in 2 Maccabei 7, a cui si fa riferimento anche in Ebrei 11:35

Nel Nuovo Testamento ci sono citazioni dai libri deuterocanonici?

Non ci sono citazioni complete e dirette dai libri deuterocanonici nel Nuovo Testamento, ma ciò vale anche per diversi libri nel canone ebraico dell'Antico Testamento, come Giosuè, Giudici, Rut, 2 Re, 1 e 2 Cronache, Ester, Ecclesiaste, il Cantico dei Cantici e molti dei profeti minori. Quindi ovviamente questa non è la prova che questi libri non sono parte delle Scritture.

Tuttavia, le citazioni dirette non sono l'unico modo in cui il Nuovo Testamento utilizza i testi dell'Antico Testamento. Spesso troviamo allusioni a questi testi, che sarebbero state generalmente capite da coloro che avevano familiarità con loro, e ci sono molte allusioni ai libri deuterocanonici nel Nuovo Testamento.

Ecco alcuni degli esempi più chiari:

1. Nel sermone sul monte, Cristo dice:

"Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano" (Matteo 6:19-20).

Il passo parallelo di Luca dice:

"Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma" (Luca 12:33).

Non c'è nulla di parallelo a questo testo nel canone ebraico, ma nel libro del Siracide c'è:

"Perdi pure denaro per un fratello e amico, non si arrugginisca inutilmente sotto una pietra. Sfrutta le ricchezze secondo i comandi dell'Altissimo; ti saranno più utili dell'oro. Rinserra l'elemosina nei tuoi scrigni ed essa ti libererà da ogni disgrazia. Meglio di uno scudo resistente e di una lancia pesante, combatterà per te di fronte al nemico" (Siracide 29:10-13).

2. In Matteo 11:25 e Luca 10:21 troviamo Cristo che usa nella preghiera la frase "Signore dei cieli e della terra". Questa è una frase familiare per noi ora, ma non si trova da nessuna parte nell'Antico Testamento, tranne in  Tobia 7:18.

3. In  Matteo 27:43 troviamo i sommi sacerdoti, gli anziani e gli scribi che deridono Cristo mentre pende dalla croce e dicono:

"Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!"

Si trovano riferimenti in margine nella maggior parte delle Bibbie che indicano il Salmo 21:8-9, che dice:

"Mi scherniscono quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo. Si è affidato al Signore, lui lo scampi; lo liberi, se è suo amico".

Ora questo passo è vicino, e certamente si tratta di una profezia di questa beffa, ma l'ipotesi di questi beffardi è che Dio che viene in aiuto di Cristo confermerebbe che in realtà è il Figlio di Dio, cosa che non è specificata in quel salmo. Tuttavia, è specificata nella Sapienza di Salomone:

"Se il giusto è figlio di Dio, egli l'assisterà, e lo libererà dalle mani dei suoi avversari" (Sapienza 2:18).

4. In  Giovanni 10:22, troviamo un riferimento alla "festa della dedicazione" (meglio nota a noi come Hanukkah), istituita durante il periodo maccabeo, e troviamo l'istituzione di quella festa registrata in 1 Maccabei 4:59:

"Poi Giuda e i suoi fratelli e tutta l'assemblea d'Israele stabilirono che si celebrassero i giorni della dedicazione dell'altare nella loro ricorrenza, ogni anno, per otto giorni, cominciando dal venticinque del mese di Casleu, con gioia e letizia".

5. In  Romani 1: 20-32, alcune Bibbie con note a margine fanno riferimento a tutti i capitoli della Sapienza da 13 a 15 come paralleli a questo passo, ma questo è più evidente nella prima parte di ciascuno di queste rispettive sezioni:

"Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità; essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa" (Romani 1:20-21).

"Davvero stolti per natura tutti gli uomini che vivevano nell'ignoranza di Dio, e dai beni visibili non riconobbero colui che è, non riconobbero l'artefice, pur considerandone le opere" (Sapienza 13:1).

E più avanti in quella sezione, san Paolo stabilisce la connessione tra la caduta nell'idolatria e l'immoralità sessuale, che è chiaramente parallela a Sapienza 14:12,24-27:

"L'invenzione degli idoli fu l'inizio della prostituzione, la loro scoperta portò la corruzione nella vita (...) non conservano più pure né vita né nozze e uno uccide l'altro a tradimento o l'affligge con l'adulterio. Tutto è una grande confusione: sangue e omicidio, furto e inganno, corruzione, slealtà, tumulto, spergiuro; confusione dei buoni, ingratitudine per i favori, corruzione di anime, perversione sessuale, disordini matrimoniali, adulterio e dissolutezza. L'adorazione di idoli senza nome è principio, causa e fine di ogni male".

6. In Efesini 6:13-17, dove san Paolo parla di indossare l'armatura di Dio, ci sono chiari parallelismi con un passo della Sapienza di Salomone, che parla in modo figurato dell'armatura effettivamente indossata da Dio stesso, e anche questa connessione è indicata nelle note a margine di alcune Bibbie:

"Egli prenderà per armatura il suo zelo e armerà il creato per castigare i nemici; indosserà la giustizia come corazza e si metterà come elmo un giudizio infallibile; prenderà come scudo una santità inespugnabile; affilerà la sua collera inesorabile come spada e il mondo combatterà con lui contro gli insensati" (Sapienza 5:17-20).

Il parallelo più diretto è il riferimento alla "corazza della giustizia", che nel testo greco della Sapienza è "ἐνδύσεται θώρακα δικαιοσύνην" e in Efesini è "ενδυσαμενοι τον θωρακα της δικαιοσυνης".

7. In  Ebrei 11:35, dove san Paolo racconta degli eroi della fede dell'Antico Testamento, leggiamo:

"Alcune donne riacquistarono per risurrezione i loro morti. Altri poi furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione ".

Nel testo originale della Bibbia di re Giacomo del 1611, non c'erano tanti riferimenti ai margini quanti ce ne furono nelle edizioni successive, ma per questo verso, si rimanda il lettore a 2 Maccabei 7, in cui leggiamo di sette fratelli che furono torturati a morte per la loro fede, e furono incoraggiati a non arrendersi dalla loro madre; in particolare, nel versetto 14, leggiamo:

"Ridotto in fin di vita, egli [il quarto fratello] diceva: "È bello morire a causa degli uomini, per attendere da Dio l'adempimento delle speranze di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te la risurrezione non sarà per la vita" (2 Maccabei 7:14).

 
Padre Seraphim Rose nei ricordi del suo biografo padre Damascene

Ho incontrato padre Seraphim Rose nel 1981. A quel tempo ero in ricerca spirituale e avevo saputo dell'Ortodossia solo pochi mesi prima. La stavo esplorando ed ero sul sentiero per diventare ortodosso, ma non avevo davvero preso la decisione di diventare ortodosso. Frequentavo l'Università della California a Santa Cruz, e la nostra fraternità universitaria ortodossa aveva invitato padre Seraphim all'università per tenere una conferenza. Arrivò all'università una sera di maggio, il 14 per essere esatti, e scese dal suo vecchio camioncino; indossava la sua vecchia rjassa, e mi salutò con un saluto pasquale; con i suoi stivali consumati e la sua tonaca lunga si avviò con me e con gli altri studenti per il campus universitario, e mi dava l'impressione che camminassimo con un uomo appena uscito dal deserto egiziano del IV secolo. Ma l'impressione che ebbi quella sera da padre Seraphim, quando teneva tra noi la conferenza, era che fosse la persona più saggia che avessi incontrato in vita mia. Aveva una sapienza spirituale, e sentivo in lui la grazia di Dio. Anche se a quel tempo non sapevo esprimerlo a parole, perché avevo sentito parlare dell'Ortodossia solo da poco, sentivo che era uno che era davvero morto a se stesso: non aveva più niente di personale, aveva dato tutto a Cristo ed era morto al mondo. Aveva dato tutto al servizio della Chiesa. Quello stesso giorno, quella stessa sera, presi la decisione di diventare un cristiano ortodosso. Così, padre Seraphim ha influenzato la mia vita più di ogni altra persona che io abbia mai incontrato. Questo mi mise sul sentiero per diventare ortodosso, e quella sera egli mi invitò al nostro monastero di sant'Herman d'Alaska a Platina, nella California settentrionale. Ho continuato ad andarvi per un anno e mezzo, alla fine vi sono stato battezzato, e un anno dopo il battesimo, al tempo del riposo nel Signore di padre Seraphim, sono diventato un novizio della nostra fratellanza. Da allora sono sempre stato nella fratellanza monastica.

Padre Seraphim è stato la mia guida e il mio padre spirituale mentre mi preparavo a diventare ortodosso. Sono divenuto un catecumeno alla mia prima visita al monastero, e in seguito andavo al monastero quanto più frequentemente possibile. vi ero chiamato come studente: andavo alla sua cella dove discutevamo, oppure parlavamo al monastero facendo una passeggiata. Sentivo sempre questa grande compassione da parte sua, una grande cura e amore, ma era un uomo di poche parole: mi ascoltava, poi aspettava e diceva esattamente ciò di cui c'era bisogno, poche parole che mi entravano nel profondo del cuore e che avrei ricordato e portato con me.

Dopo averlo conosciuto per un anno e mezzo, sono andato al monastero a essere battezzato da lui, che avrebbe dovuto essere mio padrino; ma a quel tempo si era ammalato ed era stato portato in ospedale, così quando era in ospedale sono stato battezzato; quando sono arrivato in ospedale, ero nella mia veste bianca battesimale, e padre Seraphim non poteva parlare a causa delle sue sofferenze; aveva una maschera d'ossigeno sul volto e di fatto era legato al letto, a causa dei suoi forti dolori; ma mi ha riconosciuto, con la veste battesimale, e anche nel mezzo del suo dolore e sofferenza, anche se non poteva parlare, mi ha sorriso e mi ha stretto la mano, ed è stato molto significativo per me che fosse in grado di accogliermi come cristiano ortodosso appena illuminato. È morto poco dopo, ma io sono stato lì durante tutti quei momenti della sua sofferenza, e ho potuto vedere la grande fede con cui sopportava quella sofferenza: mentre giaceva senza poter parlare, con tubi nelle braccia, guardava verso il cielo e pregava con lacrime che gli colavano sulle guance; quando sono venuti a portargli la santa comunione tenendo su di lui il libro dei Vangeli, con ogni residuo di forza che gli rimaneva si è alzato sul letto per baciare il Vangelo; e quelli che erano con noi i quel momento portano testimonianza della grande fede che aveva in mezzo alle sofferenze; molti piangevano assieme a padre Seraphim, e così è stata un'esperienza molto forte e commovente essere assieme a lui in quegli ultimi giorni proprio attorno al mio battesimo. Quando si è addormentato nel Signore, il suo volto, che non era stato imbalsamato come spesso fanno in America, ha formato naturalmente un'espressione sorridente, bella e pacifica; noi non abbiamo fatto nulla al suo volto, che si è composto naturalmente in quel modo, ed era come radioso, di una tonalità dorata. Normalmente si copre il volto dei monaci con una cocolla (velo) dopo il loro riposo nel Signore, ma il vosto di padre Seraphim era tanto bello che non abbiamo voluto coprirlo; lo abbiamo riportato alla chiesa del monastero, deponendolo nella bara, ed è rimasto a giacere con quell'espressione pacifica; la gente percepiva la grazia che veniva dalla bara: bambini piccoli che non avevano mai visto prima il corpo di un morto, non solo non erano impauriti, ma non volevano allontanarsi dalla bara, e volevano solo stare lì accanto a padre Seraphim; così potete vedere che la santità della sua vita si è manifestata nel suo riposo. Il suo corpo è rimasto così per tutti i tre giorni fino alla sua sepoltura.

Così io ho vissuto tutta quell'esperienza attorno al suo riposo nel Signore e poi, un anno dopo, sono entrato a far parte della fraternità.

I pellegrini che vengono oggi al monastero, per la maggior parte, se non tutti considerano padre Seraphim come un giusto, un santo. La maggior parte viene a chiedere le intercessioni di padre Seraphim; ci sono molti resoconti di intercessioni dal cielo di padre Seraphim dal tempo del suo riposo, resoconti di miracoli compiuti attraverso le sue preghiere; alcuni lo hanno visto nei sogni e alcuni in stato di veglia, alcuni sono stati guariti da malattie attraverso le sue preghiere, e così ci sono molti indizi che ha trovato grazia presso il Signore e che ha raggiunto il regno celeste che desiderava così profondamente. Così la gente viene alla sua tomba da tutto il mondo e lo venera. ci sono diversi miracoli che posso narrare. Uno è stato pubblicato in una delle ultime edizioni di Father Seraphim Rose: His Life and Works. C'era un pentecostale che viveva nell'isola di Kodiak, in Alaska, dove era giunta la prima missione russa in America. Viveva lì circa 10 anni fa con sua moglie e i suoi figli, e aveva lavorato con un gruppo di giovani nativi, aleutini, in un campo sull'isola di sant'Herman. Ha avuto un'esperienza miracolosa di sant'Herman, e da pentecostale, non sapeva in realtà cosa farsene: non vi ha fatto molta attenzione, ritenendo che Dio possa mostrarsi in molti modi, e poi quando viveva a Kodiak ha fatto un sogno; in quel sogno notturno, è apparso un monaco: sapeva che era un monaco ortodosso, perché nei dintorni sull'isola di Kodiak vivevano alcuni ortodossi, e questo monaco aveva quello che noi ortodossi conosciamo come un epitrachilio; il pentecostale lo scambiò per uno scialle ebraico da preghiera: il monaco vanne dunque a mettere il cosiddetto scialle ebraico da preghiera su di lui; a questo tocco Aaron (questo era il suo nome a quel tempo) fu così commosso dalla grazia, dall'amore e dalla compassione che emanavano da questo monaco che iniziò a piangere. Il monaco gli disse che sarebbe diventato ortodosso e sarebbe divenuto un prete. Aaron rispose al monaco: "ebbene, dovrei indossare uno di quei buffi copricapo?"; poi chiese al monaco il suo nome, e il monaco rispose di chiamarsi padre Seraphim Rose. L'uomo non aveva mai udito questo nome in vita sua. Risvegliatosi da questo sogno, ovviamente molto profondo e per lui molto reale, ha deciso di recarsi in una chiesa ortodossa, sapendo che ce n'erano in quell'area. Senza dire niente del suo sogno, ha chiesto al prete se aveva mai udito di un certo padre Seraphim Rose. Il prete ha detto che lo conosceva, e gli ha dato un libro su di lui. questo è stato l'inizio del cammino che ha portato quest'uomo a diventare ortodosso: non è stato facile, perché era un membro molto devoto della chiesa pentecostale, e i pentecostali sono stati molto sconvolti di vederlo andare via, ma ha lasciato la chiesa pentecostale ed è divenuto ortodosso. Poi ha iniziato a studiare a un corso di seminario online, quindi ha frequentato un seminario ortodosso, e poi è andato a vivere in Grecia con la sua famiglia. Si è laureato in teologia ed è stato ordinato prete, e ora è padre Athanasius, rettore della chiesa dell'icona mirovlita delle Hawaii. E così questa è la storia di padre Seraphim che chiama un uomo all'Ortodossia e al sacerdozio, ed è un miracolo, perché l'uomo non aveva mai udito prima il nome di padre Saeraphim Rose, e lo ha udito nel sogno.

 
Gabriel Matzneff: viva la Crimea russa!

Apro alla parola "Crimea", il famoso Dizionario universale di storia e geografia di Bouillet pubblicato da Hachette nel 1843, e leggo: "Crimea, l'antica Chersoneso Taurica, penisola della Russia europea, sul Mar Nero". Questa definizione ha una chiarezza cristallina.

Liberata dal giogo turco nel 1783 per opera di Caterina II - Imperatrice dell'Illuminismo, amica di Diderot, di Voltaire, di Grimm, di Giacomo Casanova - fu nel 1791 che la Crimea divenne permanentemente russa. Questo esempio della Crimea avrebbe stimolato mirabilmente i patrioti greci, e 30 anni più tardi sarebbe stata la Grecia, a sua volta, a sollevarsi contro l'occupazione straniera.

Che fosse la Crimea o la Grecia, l'imperatrice Caterina di Russia o Lord Byron, l'Europa progressista, favorevole all'autodeterminazione dei popoli, seguiva con entusiasmo questi declini dell'imperialismo ottomano, queste vittorie della libertà.

Una politica decisa a Washington

Che dire di oggi? I leader europei sembrano ignorare tutto della loro stessa storia, sono come colpiti da amnesia. Senza dubbio questa è una ragione per la loro servile adunata attorno alla politica estera degli Stati Uniti. Durante la guerra della NATO contro la Serbia, il presidente degli Stati Uniti, il democratico Clinton, aveva voluto che l'aviazione turca bombardasse Belgrado. Fu François Mitterrand che lo dissuase dal commettere una tale follia. L'ignoranza di storia europea che aveva Clinton, evidentemente, l'ha ereditata il suo successore Obama. Ahimè, nel 2014, a Parigi, non abbiamo un François Mitterrand per illuminarlo, e ormai l'Eliseo e il Quai d'Orsay non sono altro che le casse di risonanza della politica decisa a Washington.

Al ritmo con cui vanno le cose, non sarei sorpreso se nei prossimi mesi Obama e dei suoi vassalli europei inviteranno i loro amici turchi a far valere i propri diritti in Crimea. Non l'hanno forse occupata tra il 1475 e il 1783? La Turchia non è forse un membro della NATO dal 1952? Per gli Stati Uniti, questi due titoli certamente dare loro diritti per la riconquista, soprattutto il secondo, perché per gli americani gli europei sono divisi in due blocchi: i buoni che fanno parte della NATO e i cattovi che non vi appartengono. Se i polacchi e gli ucraini sono ora così ben visti dalla Casa Bianca, è perché stanno chiedendo la protezione della NATO contro i russi, mostrandosi servi zelanti e obbedienti degli interessi americani.

Due pesi, due misure

In caso che Obama, per vendicarsi di Vladimir Putin, incoraggiasse i turchi a invadere il Crimea come 40 anni fa invasero Cipro, sono convinto che il signor Laurent Fabius, il nostro infaticabile Ministro degli Esteri, potrebbe ottenere da sua Altezza Erdogan in Turchia, in cambio del sostegno della Francia, la nomina a Mammalucco del valoroso presidente François Hollande. "Mammalucco, ti dico. Sono un Mammalucco" (Il borghese gentiluomo, Atto V, scena 1).

Lunedi mattina a Europe 1, nella suo rassegna stampa, la spirituale Natasha Polony ha deriso un quotidiano parigino di sinistra che, dopo aver sostenuto lo smembramento della Jugoslavia e applaudito al saccheggio del Kosovo, culla storica della Serbia, da parte di un banda di mafiosi islamisti, ora rifiuta ai residenti della Crimea il diritto di sentirsi e volersi russi. Di fatto, cosa sconvolgente in questo caso, sono due pesi e due misure. Mentre è sempre cosa delicata accusare persone che non la pensano come te di disonestà intellettuale, Quando si vede una pratica di due pesi e due misure perpetuata da certi intellettuali, questa, se non è malafede, vi assomiglia in modo diabolico.

Ah! La Chersoneso Taurica degli antichi greci! Che nome affascinante! E più che mai d'attualità. Conoscete il titolo del vescovo del Patriarcato di Mosca in Francia? Il titolo è "Vescovo di Chersoneso". Storicamente, a ogni liturgia eucaristica nelle parrocchie ortodosse dipendenti dal Patriarcato di Mosca in Francia, preghiamo per il vescovo di Chersoneso. I lettori di Le Point che mi fanno l'onore di avere i miei libri nella loro biblioteca sanno che uno di questi prelati mi ha anche ispirato una poesia intitolata appunto "Chersoneso".

Viva la Crimea russa!

In questo tempo penitenziale della Quaresima, vi farò una confessione. Durante la sua vita, ero geloso del mio amico teologo Olivier Clément. Gli volevo molto bene: è stato testimone al mio matrimonio in chiesa a Londra, io sono il padrino di suo figlio, ma il patriarca di Costantinopoli gli aveva dato la distinzione di Grande Chartophylax del Trono ecumenico, e che mi sorprendeva a un punto di cui non avete idea. Poter stampare sui biglietti da visita: "Grande Chartophylax del Trono ecumenico", che sogno!

Ho sempre sperato che il Patriarca di Costantinopoli, sensibile al posto di primo piano che ha la Chiesa ortodossa nella mia opera di scrittore, facesse anche me Grande Chartophylax, ma il tempo passa e, come la signora Marlborough, non vedo arrivare nulla. Ora tutte le mie speranze si rivolgono al Patriarca di Mosca. Se riuscissi a convincere il signor François Hollande a cercare a sua volta di convincere il suo amico Obama ad accettare che la Crimea resti russa e a rinunciare alle sue misere rappresaglie economiche, non potrei ricevere l'Ordine di san Vladimir (di Kiev, sia detto tra parentesi) o, come Tintin nell'avventura dello Scettro di Ottokar, essere fatto Cavaliere dell'Ordine del Pellicano d'Oro? Tale distinzione porterà gioia alla mia vecchiaia, e certamente mi riempirebbe di benignità nei confronti dell'attuale capo dello Stato. La scorsa settimana su queste colonne, grazie a Christophe Girard, mi sono riconciliato con Manuel Valls. Se domani, grazie a sua Santità Kirill I, mi mettessi a scrivere bene di François Hollande, il miracolo sarebbe paragonabile a quelli di Lourdes! Il Mammalucco e il Chartophylax mano nella mano! Abbracciamoci, Folleville! Viva la Ruritania indipendente! Viva la Crimea russa!

 
Cristo ha fatto citazioni dalla Bibbia dei Settanta?

Ho sentito che Cristo ha citato la Settanta. Esiste un elenco di queste citazioni?

È un fatto generalmente riconosciuto che "gli scrittori del Nuovo Testamento usavano quasi esclusivamente la Settanta greca" (Timothy Michael Law, When God Spoke Greek: The Septuagint and the making of the Christian Bible, Oxford, UK: Oxford University Press, 2013, p. 850). Lo troviamo anche nelle citazioni dell'Antico Testamento fatte da Cristo.

Per esempio, quando Cristo entrò a Gerusalemme prima della sua Passione, e i capi dei sacerdoti e gli scribi espressero la loro disapprovazione per i bambini che gridavano "Osanna al figlio di Davide!", Cristo disse:

"Sì, non avete mai letto: Dalla bocca dei bambini e dei lattanti ti sei procurata una lode?" (Matteo 21:16).

Questo è un riferimento al Salmo 8:3, che secondo il testo masoretico ebraico recita:

"Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli" (Salmo 8:3 TM).

Il senso è vicino, ma significativamente diverso quando si tratta del motivo stesso per cui Cristo ha citato questo Salmo in primo luogo. Tuttavia, quando si guarda il testo della Settanta, troviamo il testo esattamente come lo ha citato Cristo:

"Dalla bocca dei bambini e dei lattanti ti sei procurata una lode a causa dei tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli" (Salmo 8:2, LXX).

Il testo greco di Matteo 21:16 e il testo greco del Salmo 8:2 nella Settanta sono identici:

"ἐκ στόματος νηπίων καὶ θηλαζόντων κατηρτίσω αἶνον."

Potete trovare qui un elenco delle citazioni dell'Antico Testamento nel Nuovo Testamento, di Joel Kalvesmaki, che confronta le letture ebraica e della Settanta:

Table of Old Testament quotes in the New Testament, in English translation

Potete trovare qui un elenco simile, con le differenze evidenziate, a cura di R. Grant Jones:

The Septuagint in the New Testament

Per quanto riguarda la questione se Cristo abbia effettivamente citato dalla Settanta greca, o semplicemente dal testo ebraico che stava dietro la Settanta, non c'è modo di saperlo. Forse sono vere entrambe le cose, ma in entrambi i casi, le sue citazioni corrispondono nella sostanza alla Settanta.

 
La strada da Cuba a Creta

Ora che il viaggio del patriarca a Cuba è terminato, possiamo cominciare a guardare il significato più profondo dell'incontro e al di là dei dettagli minori osservare il quadro generale.

In primo luogo, l'incontro si è svolto in un aeroporto, in territorio neutrale.

In secondo luogo, la dichiarazione dell'Avana è stata firmata davanti a un'icona della Madre di Dio di Kazan', che è associata con l'espulsione da Mosca dei polacchi cattolici 400 anni fa.

In terzo luogo, è stata firmata da 'Francesco, vescovo di Roma, papa della Chiesa cattolica', non da qualcuno che pretenziosamente proclama un'autorità universale.

In quarto luogo, l'accordo è unanime nel condannare i valori liberali occidentali, con il loro consumismo e sfruttamento, che stanno rovinando il mondo ecologicamente, politicamente, economicamente e socialmente.

In quinto luogo, con questa dichiarazione, la tanto indebolita e umiliata tradizionale occidentale, nella forma del Vaticano, di fatto oggi sta chiedendo aiuto alla Russia. La Chiesa, nel cattolicesimo romano, ha guadagnato un alleato in difesa dei valori tradizionali.

In sesto luogo, è significativo che questo incontro abbia avuto luogo a Cuba, luogo della più grande cattedrale ortodossa russa in America Latina. Questo simboleggia l'universalità del mondo ortodosso, in particolare del mondo ortodosso russo, sul pianeta di oggi.

Infine, dato che circa un quinto (non la metà, come alcuni giornalisti cattolici pretendono assurdamente!) degli ortodossi russi vive in quella terra chiamata 'Ucraina', come avevamo previsto, gli uniati in Ucraina (che vivono principalmente in una piccola area che in precedenza apparteneva alla Polonia) sono molto delusi. Secondo la Dichiarazione dell'Avana sono più o meno un grave errore destinato a estinguersi nella pattumiera della storia.

C'è di più, tuttavia. Cuba è il luogo dove nel 1962 l'aggressione degli Stati Uniti ha quasi iniziato la terza guerra mondiale, che ha evitato solo rimuovendo i suoi missili deliberatamente e minacciosamente situati sul confine russo in Turchia, e a questo punto l'Unione Sovietica ha rimosso la sua risposta da Cuba. Anche oggi vediamo un altro e simile rischio di una terza guerra mondiale, a partire da un luogo che dista solo un centinaio di miglia dalla Terra Santa e da Armageddon, in Siria. Qui la Turchia controllata dagli USA e dalla NATO, avendo già illegalmente abbattuto un aereo russo e commesso un genocidio contro i curdi, sta ora invadendo. L'altro alleato degli Stati Uniti, quel ben noto faro di libertà, democrazia e decapitazioni multiple, l'Arabia Saudita, sta minacciando di fare la stessa cosa, dopo essere stata messa in rotta nello Yemen e dopo aver miseramente fallito nel mandare in bancarotta la Russia abbassando drasticamente il prezzo del petrolio.

L'organizzazione dello Stato Islamico fondata e addestrata dall'Occidente e finanziata da Arabia Saudita e Qatar sta affrontando la disfatta per mano di Siria e Russia. Quest'ultima sta difendendo con successo Aleppo e sta liberando aree della Siria dal controllo terrorista. Naturalmente, i media statali occidentali, su ordine del loro padroni, sono impazziti, trasmettendo propaganda anti-russa per conto dei terroristi. A quanto pare i russi bombardano ospedali e uccidono bambini - esattamente ciò che gli USA hanno fatto in Afghanistan lo scorso anno. Ancora una volta la macchina della propaganda occidentale sta parlando di se stessa e imputando agli altri i propri crimini. Ciò riflette la propaganda altrettanto insensata riversata dagli uniati e settari della Galizia in bancarotta che gli Stati Uniti hanno messo al potere a Kiev due anni fa, e l'isteria auto-giustificatoria su una mitica invasione russa che i falchi della NATO stanno rinfocolando nei paesi baltici.

Al di là di tutto questo, c'è un significato ancora più profondo. Quest'anno devono verificarsi due eventi nella Chiesa: il primo evento è l'incontro di questo febbraio tra il leader de facto della Chiesa e il capo del cattolicesimo romano, incontro che ha già avuto luogo sull'isola di Cuba. Il secondo evento è l'incontro che avrà luogo nel mese di giugno su un'altra isola – Creta. Questo incontro avrebbe dovuto aver luogo in Turchia in locali senza dubbio spiati dalla CIA, e avrebbe dovuto svolgersi in base al programma dei suoi burattini. Se l'incontro avrà luogo, avrà luogo in diversi locali, senza ingerenze e secondo un ordine del giorno molto diverso da quello umanistico, reminiscente degli anni '60, che era stato fissato da poteri alieni alla Chiesa.

È ormai chiaro che l'incontro a Cuba, deciso lo scorso settembre, e con la sua dichiarazione pre-organizzata dell'Avana, è stato di fatto preparatorio all'incontro a Creta. Ormai non c'è più alcuna ambiguità su chi conduce la Chiesa sulla terra e su chi di fatto condurrà l'incontro a Creta. E così è altrettanto chiaro che i clericalisti nominati dagli USA ai margini della Chiesa non riusciranno neppure a impostare l'ordine del giorno dell'incontro a Creta, per non parlare di prendere decisioni. La Chiesa si è destata, e noi, i fedeli, possiamo ora dire la nostra.

 
La Moldova è preparata attivamente per una guerra contro la Russia

Posso confermare ora che un contingente speciale di ufficiali americani è arrivato in Moldova. Questi stanno fornendo addestramento al combattimento ai nostri ufficiali e soldati in tutte le unità della Repubblica di Moldova.

Spari ed esplosioni di mortai e altre armi possono essere sentiti oggi al poligono di Bulboaca e nella città di Bălţi.

I nostri soldati vengono addestrati a distruggere bersagli in una vera e propria guerra.

Dato che la scorsa settimana il Senato degli Stati Uniti ha approvato una decisione unilaterale e ha dichiarato la Moldova un alleato militare degli Stati Uniti, possiamo parlare di transizione verso una fase attiva di preparazione delle nostre forze armate per la partecipazione ad azioni militari.

Se valutiamo la situazione nella regione, visto che ieri il Presidente dell'Ucraina ha dichiarato la mobilitazione generale, e la dichiarazione da parte degli Stati Uniti che la Russia è una minaccia per gli interessi nazionali degli Stati Uniti nella regione, possiamo solo supporre l'utilizzo dei nostri militari contro la Federazione Russa, cioè, in guerra a fianco degli Stati Uniti contro la Russia.

Abbiamo fatto una richiesta ufficiale al parlamento e al governo di dichiarare pubblicamente che la Moldova rifiuta lo status di alleato militare degli USA.

Credo che oggi i genitori dei soldati del nostro esercito dovrebbero svolgere il ruolo più importante.

I genitori dei nostri soldati dovrebbero esigere che il governo e il Parlamento della Repubblica di Moldova dichiarino che la Moldova non deve partecipare alle ostilità, e che la Moldova, in base alla sua costituzione, è un paese neutrale.

Dovrebbero richiedere l'attuazione pubblica e ufficiale dei nostri appelli scritti al parlamento e al governo, che la Moldova non è e non vuole essere un alleato militare degli Stati Uniti.

Se i politici non ascolteranno l'opposizione politica, dovrebbero sentirlo dai genitori, che, come in Ucraina, non vogliono mandare i loro figli in guerra e non vogliono che siano mandati a morire.

La nostra Moldova è un paese neutrale.

Non dobbiamo unirci ad alcuna parte in conflitto in Oriente e in Occidente, ma fornire relazioni economiche amichevoli e reciprocamente vantaggiose sia con l'Unione europea sia con la Federazione russa.

Il nostro esercito deve prendere parte ad azioni militari solo quando protegge la nostra Patria, le nostre famiglie e la nostra proprietà. In nessun caso il nostro esercito deve essere istruito e addestrato da esperti militari di altri stati.

 
Riapre dopo un secolo la chiesa ortodossa sulla nave usata per dare il segnale della rivoluzione d'ottobre

foto: foma.ru

Una chiesa ortodossa è stata riaperta sull'incrociatore Aurora, uno dei simboli della rivoluzione d'ottobre, che fu usato per segnalare l'assalto al Palazzo d'Inverno nell'ottobre del 1917 sparando un colpo a salve, come riferisce il ministero della Difesa della Federazione Russa.

La chiesa di san Nicola, situata nel centro della nave, è stata restaurata a partire da fotografie e disegni d'archivio. Era stata originariamente chiusa nel 1917.

L'incrociatore ospiterà regolari funzioni nei fine settimana e nei giorni di festa ecclesiale.

La prima Divina Liturgia in 100 anni è stata celebrata nella chiesa il 15 aprile da parte dell'arciprete Aleksandr Tkachenko, presidente della Commissione per la Carità della Camera pubblica della Federazione Russa, con la partecipazione degli studenti della Scuola navale Nakhimov e dell'equipaggio della nave.

foto: structure.mil.ru

"Queste persone hanno una ferma visione del mondo cristiana ortodossa, e sono venute alla funzione perché pregare Dio è una parte importante della loro vita spirituale interiore", ha detto padre Tkachenko.

L'incrociatore di primo grado Aurora, incluso nella flotta del Baltico, fu costruito a San Pietroburgo nel 1903. L'equipaggio della nave prese parte alla guerra russo-giapponese (1904-1905), alla prima guerra mondiale (1914-1918 ), agli eventi della guerra civile, all'intervento militare in Russia (1918-1922) e alla seconda guerra mondiale (1941-1945).

 
La nostra parrocchia in un’intervista del 2009

Da molto tempo abbiamo desiderato ripresentare un’intervista fatta nel settembre 2009, e pubblicata sul portale Pravoslavie.ru nell’aprile 2010. In questa intervista Sergej Mudrov, studioso di economia internazionale e appassionato ricercatore delle chiese ortodosse in Occidente, ha incluso anche la nostra parrocchia torinese nel progetto Православная Европа (Europa Ortodossa), che racconta le presenze ortodosse in Europa occidentale dall’Islanda all’Italia.

A una distanza di oltre tre anni, così tanto è cambiato nella nostra parrocchia dal momento di questa intervista, e anche alcuni dei nostri problemi del tempo si sono del tutto ridimensionati. Tuttavia, è ancora interessante rileggere la testimonianza di quei giorni: presentiamo l’intervista nell’originale russo e nella nostra traduzione italiana nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.

 
Metropolita Onufrij: Ciò che sta accadendo oggi è una prova del nostro amore per Dio e per il prossimo

 

Il metropolita Onufrij di Chernovtsy e della Bucovina, locum tenens della sede metropolitana di Kiev, in un'intervista esclusiva alla "Rivista del Patriarcato di Mosca ", parla della missione della Chiesa nella crisi attuale, di come un cristiano dovrebbe rispondere agli sviluppi nella sfera politica, e condivide un segreto su come mantenere la pace e l'armonia in uno stato multietnico.

Vladyka, ci dica prima di tutto, come si sente sua Beatitudine il metropolita Vladimir? Quali sono ora le sue condizioni?

Metropolita Onufrij: Il primate della Chiesa ortodossa ucraina, il metropolita Vladimir, è ora in ospedale, dove ha assistenza medica qualificata. Lo andiamo a visitare regolarmente. È cosciente, ha Sane opinione ragionevole. Tuttavia, l'estrema debolezza fisica gli impedisce di parlare. Dal punto di vista medico, le sue condizioni sono gravi ma stabili. Noi preghiamo per il nostro vladyka e crediamo che Dio lo aiuterà.

Qual è, a suo parere, la missione della Chiesa nella difficile situazione che si è sviluppata oggi in Ucraina?

Metropolita Onufrij: La missione della Chiesa è immutabile in ogni tempo, indipendentemente dalla sua localizzazione e dalla propria responsabilità canonica. Si tratta della salvezza dell'anima umana. Allo stesso tempo, ci sono circostanze terrene, umane, che la Chiesa non può ignorare. Ed ecco che il nostro obiettivo è quello di predicare il bene e invocare la pace. Dobbiamo aiutare la gente a capire che tutti i problemi devono essere risolti pacificamente, che non si deve offendere il prossimo, tanto più ucciderlo.

Tuttavia, nonostante il fatto che la missione della Chiesa è eterna e immutabile, la situazione politica in qualche modo influenza ciò che sta accadendo al suo interno. Com'è che un cristiano che vive la vita della Chiesa può mantenere la pace della mente in un momento in cui le passioni politiche sono in ebollizione?

Metropolita Onufrij: La situazione politica non riguarda la Chiesa in quanto tale, ma piuttosto una certa parte dei fedeli e del clero. In questo senso, la situazione politica, ahimè, può turbare l'anima dell'uomo, fargli dimenticare lo scopo principale della vita cristiana, eclissare quella missione eterna di cui stiamo parlando. Ciò che sta accadendo oggi è una prova del nostro amore per Dio e per il prossimo. E che il Signore ci aiuti a sopportare  questa prova con dignità. Anche in condizioni di instabilità politica, non abbiamo discendere nel nostro ministero a un livello politico. Infatti quando la Chiesa diventa parte di un sistema politico e vi si integra, la sua carriera si conclude con il crollo del sistema politico di cui serve gli interessi. E tutti i regimi politici, essendo creazioni di mani umane, sono di breve durata. Per mantenere la pace nell'anima, bisogna pregare di più. Se un cristiano mantiene un rapporto con Dio, troverà l'uscita giusta da ogni situazione politica. Ma se questo collegamento è perso e la persona si allontana dalla sorgente della ragione e del buon senso, i cambiamenti politici la possono abbattere e distruggere.

Quanto sono affidabili i rapporti mediatici di occupazioni di chiese e monasteri in Ucraina?

Fino a oggi, ci sono stati due casi di occupazioni di chiese nella diocesi di Chernovtsy. Nessun monastero è stato occupato. In sostanza stiamo parlando di minacce. Non molto tempo fa, i leader delle organizzazioni religiose dell'Ucraina si sono incontrati con il presidente pro tempore dell'Ucraina Aleksandr Valentinovich Turchinov. Nel corso della riunione, in particolare, hanno detto che se l'opposizione politica si svilupperà a livello religioso, ciò avrà gravissime conseguenze negative per il paese. A questo livello le ferite guariscono molto difficilmente. Grazie a Dio, si è decretato che non si può occupare alcuna chiesa. Mi sembra che le autorità abbiano capito. Penso che la situazione stia gradualmente tornando alla normalità.

Lei ha un'esperienza pastorale unica nella gestione di una diocesi multietnica. Come è riuscito a gestirla nel corso degli anni mantenendo l'equilibrio e la pace tra il suoi fedeli?

Metropolita Onufrij: Di fatto, nella diocesi di Chernovtsy vivono ucraini, moldavi, romeni, polacchi, russi e altre nazionalità, ciascuna con la propria cultura e la lingua. Esistono alcune differenze nella pratica liturgica. Il segreto di mantenere la pace e la tranquillità nella diocesi è semplice. Io ho sempre cercato e cerco sempre di rispettare la cultura e le usanze di tutte le comunità etniche. Non per ragioni diplomatiche, ma perché Dio ci insegna ad amare e rispettare ogni persona così com'è. Tale rispetto suscita sempre una reazione positiva. Pertanto, nonostante il fatto che vi siano stati tentativi da parte di forze esterne per destabilizzare la situazione, non sono sorti conflitti etnici. La gente ha capito tutto correttamente e non è caduta nelle provocazioni.

In che misura questa vostra esperienza, a suo parere, è applicabile in tutto il paese?

Metropolita Onufrij: Penso che sia applicabile. L'Ucraina è un paese multietnico. Ci vivono ucraini, russi, romeni, moldavi, tartari e rappresentanti di altre etnie. Dobbiamo imparare a rispettare la cultura degli altri. La causa dell'attuale situazione di tensione risiede in gran parte nel fatto che da un lato a un certo punto iniziano a imporre la loro cultura, il loro modo di pensare tutti gli altri. Si può essere d'accordo o in disaccordo con il proprio prossimo, ma bisogna rispettarlo in ogni caso. La parte orientale deve rispettare la cultura e i costumi di quella occidentale e viceversa. Se non impariamo a farlo, allora vivere insieme sarà molto difficile. Non ci sarà pace, ci saranno ostilità e confronto.

C'è una comprensione di quello che ha appena detto a livello del clero parrocchiale?

Metropolita Onufrij: Mi piacerebbe davvero che ci fosse questa comprensione. Oggi la Chiesa è rimasta forse l'unico collegamento tra l'Oriente e l'Occidente, che conserva l'unità nazionale nel paese. Ogni sacerdote sa che in Cristo le differenze etniche, sociali e di altro genere passano in secondo piano. Ogni uomo per noi è un'immagine di Dio che dobbiamo amare e onorare. Ma una cosa è saperlo e un'altra cosa è attuare questa conoscenza nella vita.

Oggi nella società il tema del nazionalismo è di attualità esagerata. Dove passa, a suo parere, la linea di demarcazione tra patriottismo e nazionalismo?

Metropolita Onufrij: A mio parere, il patriottismo, che si esprime nell'amore per la propria terra natale, si trasforma in nazionalismo non appena una persona comincia a imporre il parere del suo esclusivismo nazionale sugli altri. Appena comincio a sentirmi migliore di voi, a esigere che accettiate la mia opinione del mondo e ad agire come se questa fosse necessaria, mi trasformo da patriota in nazionalista.

Nell'ultimo sinodo della Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca si è formato un comitato per il dialogo con la Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Kiev e la Chiesa Ortodossa Autocefala Ucraina. Quali sono le prospettive di questo dialogo? È possibile chwe si concluda con la riunificazione delle chiese?

Metropolita Onufrij: La decisione sinodale dimostra che oggi abbiamo bisogno di un dialogo serio, delicato, i cui membri capiscano l'importanza e la gravità della situazione. L'avvio della commissione non è un inizio quanto piuttosto un tentativo di riprendere un dialogo, che è stato interrotto per lungo tempo, e che finora non ha dato risultati positivi. Siamo pronti a parlare con i rappresentanti del "Patriarcato di Kiev" e della "Chiesa autocefala", e pronti a discutere le questioni di riunificazione. Tuttavia, queste ultime non dovrebbero avvenire su una base politica, ma sulla base del diritto canonico della chiesa. È importante capire che i canoni della Chiesa non sono qualcosa di obsoleto e superato. Essi si basano sulla Sacra Tradizione e la Sacra Scrittura, e mantengono sempre rilevanza per noi. Una riunificazione basata su principi terreni e umani non è mai stata durevole. Soprattutto una tale unione non può essere nella Chiesa, il cui capo è Cristo, da cui dovremmo trarre le informazioni circa il nostro futuro, e cercare di conoscere la sua volontà e compierla.

Come si dovrebbero sviluppare, a suo avviso, le relazioni tra Russia e Ucraina?

Metropolita Onufrij: Anche se noi non fossimo lo stesso popolo, e non confessassimo la stessa fede, anche in questo caso, i nostri paesi si dovrebbero trattare con rispetto e dovrebbero risolvere tutte le questioni in uno spirito di rispetto reciproco. Dopo tutto, siamo vicini, e i vicini dovremmo andare d'accordo l'uno con l'altro. Questa è la legge della vita. Ma poiché non siamo solo vicini, ma in realtà diamo un solo popolo di un solo sangue e di una sola fede, le relazioni tra nostri due paesi dovrebbero essere fraterne, amichevoli, pacifiche. Il mio fervente desiderio come vescovo al servizio della Chiesa Ortodossa Ucraina, è che la Russia faccia tutto il possibile per preservare l'integrità territoriale dell'Ucraina. In caso contrario, sul corpo della nostra unità si apriranno ferite sanguinanti, da cui sarà molto difficile e doloroso guarire, e che influenzeranno negativamente le nostre comunicazioni e le nostre relazioni reciproche.

 
Un ricordo di padre Seraphim (Rose) in un monastero in Bulgaria

deathtotheworld.com

Ho avuto la benedizione di partecipare alla Liturgia al monastero dei santi Costantino ed Elena a Varna, in Bulgaria, ieri, nel trentaseiesimo anniversario del riposo di padre Seraphim (Rose). Mentre è sempre un bene essere alla Divina Liturgia ovunque, questa giornata ha finito per avere molte benedizioni e connessioni con padre Seraphim.

Nostra figlia si chiama Seraphima Rose in onore di padre Seraphim (sebbene, naturalmente, nel battesimo abbia un'altra santa patrona – santa Seraphima la vergine martire di Antiochia), che è stato strumentale nella mia stessa vita ortodossa, e quindi è stata in grado di ricevere la santa comunione in quello che noi consideriamo il suo secondo onomastico non ufficiale.

A seconda di dove vai, le funzioni bulgare possono essere più o meno come quelle russe, o più come quelle greche, con un interessante mix delle due. Secondo la mia esperienza in varie giurisdizioni in America e in diversi paesi ortodossi, la funzione al monastero mi è sembrata più simile a quelle greche. L'architettura della chiesa, l'iconografia, l'intaglio del legno sull'iconostasi, lo stile del canto e il ritmo generale della funzione avevano un sentore più bizantino, anche se la funzione era cantata in slavonico e in bulgaro.

Il monastero dei santi Costantino ed Elena purtroppo non è attualmente attivo: lo è solo la chiesa sul piccolo territorio all'interno del complesso dei santi Costantino ed Elena. La chiesa era piccola e abbastanza piena di gente. C'era una candela accesa su un candeliere posto di fronte alle porte regali durante tutta la Liturgia. Mentre ci avvicinavamo alla chiesa, ho sentito il suono di canti familiari.

il monastero dei santi Costantino ed Elena a Varna, in Bulgaria

Gran parte della funzione mi ha ricordato il monastero della santa Protezione a White Haven, in Pennsylvania, uno dei tanti monasteri fondati dal padre spirituale athonita, l'anziano Ephraim di Philotheou. Ho visitato per la prima volta questo convento dodici anni fa, circa un mese dopo essere stato ricevuto nella Chiesa per mezzo del santo battesimo. Allora le monache vivevano nella loro vecchia località, e celebravano una liturgia alle quattro del mattino in una chiesa altrettanto piccola, con una candela di fronte alle porte reali. Il suono delle voci femminili che cantavano la musica bizantina oggi mi ha riportato a quella Liturgia mattutina alla santa Protezione e alla profonda spiritualità che i miei amici e io sentivamo in quella Liturgia.

Durante tutta la funzione mi sono trovato a pensare a quanto sarebbe piaciuto a padre Seraphim questo monastero sul mare della Bulgaria, e quanto fosse appropriato essere lì nel suo giorno. Questo può sembrare all'inizio un pensiero strano, perché, naturalmente, padre Seraphim era sempre un figlio fedele della Chiesa ortodossa russa al di fuori della Russia – ma ciò significa, in definitiva, essere un figlio fedele della Chiesa ortodossa universale.

Fr. Seraphim era "nato e cresciuto" nella tradizione russa, ma non era un russofilo nel senso stretto del termine. In effetti, una delle cose per cui è meglio conosciuto è il suo grande amore e venerazione per i santi dell'Occidente cristiano pre-scismatico – cosa che aveva ereditato dal suo stesso padre spirituale, l'inestimabile san Giovanni (Maksimovich) di Shanghai e San Francisco. Padre Seraphim poteva fare riferimento con altrettanta facilità ai grandi santi delle tradizioni greca o siriana, per esempio, come vediamo nei suoi numerosi articoli e libri, uno dei quali è dedicato alla difesa del padre occidentale sant'Agostino.

padre Seraphim (al centro), con i santi Gregorio di Tours (a sinistra) e Patrizio d'Irlanda (a destra)

Padre Seraphim era semplicemente al di sopra di questioni così meschine. Cercava solo Cristo, e così riconobbe Cristo, ovunque apparisse. Questo carattere universale di padre Seraphim si rispecchia oggi nella sua venerazione universale.

Dopo la Liturgia, ho notato sulla parete laterale della chiesa, vicino al retro, un'icona di san Giovanni (Maximovitch), che sembrava più di una semplice coincidenza, ma piuttosto una conferma del mio pensiero di quanto fosse bello essere lì, appunto, nel giorno di padre Seraphim.

Più tardi, fuori dalla chiesa, ho notato un tabellone informativo dal sito web bulgaro Pravoslaven Svjat con un numero di immagini e citazioni, tra cui varie icone, santi e uomini e donne santi, come San Nikolaj (Velimirović) e il Patriarca Pavle di Serbia, Anziani atoniti, noto clero contemporaneo, scene di chiese e monasteri e così via. E proprio lì, nel mezzo, c'era, inequivocabilmente, una foto di padre Seraphim (Rose).

padre Seraphim su un tabellone ortodosso bulgaro

Quando il prete alla fine è uscito dalla chiesa, abbiamo avuto l'opportunità di parlare un po' con lui e chiedergli della storia del monastero, dello stile liturgico delle funzioni, e in particolare della sorgente miracolosa che sgorga sotto l'altare, e di cui ci ha dato una bottiglia d'acqua.

L'immagine di padre Seraphim nella vetrina mi ha dato l'occasione di chiedergli se padre Seraphim è ben noto e venerato in Bulgaria. Ha detto: "Sì, certo, è molto noto" ed è stato lieto di sapere che quel giorno era il giorno del riposo di padre Seraphim.

La sua risposta non mi ha sorpreso, ma sono stato lieto di sentirla comunque, dalla bocca di un prete bulgaro in Bulgaria. Sua Eminenza il metropolita Joseph della diocesi bulgara degli Stati Uniti, Canada e Australia, ha scritto l'introduzione all'edizione bulgara della biografia di padre Seraphim, che ha presentato come discorso al pellegrinaggio in onore del venticinquesimo anniversario del riposo di padre Seraphim al monastero di Sant'Herman a Platina, in California, nel 2007. In questo discorso ha parlato di come inizialmente si era chiesto che cosa un cristiano ortodosso proveniente da una nazione ortodossa possa imparare da un convertito americano. Tuttavia, quando ha iniziato a leggere i lavori di padre Seraphim, si è sentito umiliato e ha cominciato a percepire che aveva ancora una lunga strada da percorrere nella vita spirituale.

Allo stesso modo, parlando al pellegrinaggio del trentesimo anniversario nel 2012, Sua grazia mons. Daniil (Nikolov), allora vicario del metropolita Joseph (che da allora è tornato a prestare servizio in Bulgaria), ha parlato di come i bulgari che ritornavano alla Chiesa per la prima volta a metà degli anni '90, dopo la caduta del comunismo, leggevano padre Seraphim, ed erano colpiti da come qualcuno di cultura occidentale potesse penetrare nel cuore dell'Ortodossia e parlare da un punto di vista veramente ortodosso, non psicologico.

Ecco la riflessione di vladyka Daniil:

Nelle sue opere è riuscito a offrire chiaramente a tutti una difesa della verità della nostra fede e nel superare quello spirito che ha catturato la maggioranza delle persone che vivono qui... Abbiamo sentito che non è sufficiente dipingere le sue icone e illuminare le nostre menti con le sue opere, ma abbiamo anche bisogno di ricevere la sua benedizione, e di chiedergli di aiutare coloro che difendono la fede ortodossa, e di portare il suo insegnamento e le sue parole a tutti i nostri amici e a tutti i popoli.

Secondo il sacerdote che abbiamo incontrato oggi, le parole di padre Seraphim sono ancora messe a disposizione di quei bulgari che hanno fame di vita spirituale.

Lo stesso è vero in molti paesi tradizionalmente ortodossi. Parlando dalla mia esperienza personale, nei miei viaggi ho visto che padre Seraphim è conosciuto e anche le sue opere sono pubblicate e vendute in Grecia, Romania, Serbia, Russia, Ucraina e Georgia. La sua biografia e le sue opere sono state tradotte anche dai monasteri athoniti, ed è l'unico autore americano che troverete venduto nelle librerie athonite.

All'interno della chiesa dei santi Costantino ed Elena

Ho visitato il monte Athos diversi anni fa con un gruppo di studenti americani. Mentre stavamo aspettando a Karyes, un pellegrino greco ha cominciato a parlarci e quando abbiamo detto che eravamo americani era molto eccitato di parlare di padre Seraphim. Gli ho detto che avevo un pezzo della tonaca da lavoro di padre Seraphim, e lui l'ha baciato amorevolmente e se lo è passato sul viso. La stessa cosa è successa per i greci devoti che vivono fuori dall'Athos – dopo aver sentito che eravamo americani, ci hanno immediatamente chiesto dell'anziano Ephraim e di padre Seraphim.

Un monaco del monastero di Vatopedi ci ha anche detto che considera padre Seraphim un nuovo Crisostomo (!) per la sua opera sulla teologia ecclesiale della Genesi, Genesis, Creation, and Early Man. Io stesso ho sempre avuto una venerazione e un profondo apprezzamento per padre Seraphim e per quest'opera, ma non ho mai pensato di offrire un elogio così elevato! Ma qui padre Seraphim stava parlando al cuore di un athonita greco.

Ho vissuto la stessa cosa in Serbia. Per esempio, alcuni amici e io stavamo visitando il monastero di Žiča dove sono custodite le reliquie di san Nikolaj (Velimirović). Anche san Nikolaj era nato lì, e la sua casa era appena in cima alla collina. Un pellegrino che conosceva la strada ha offerto di mostrarmi la sua casa. Mentre camminavamo, ha chiesto da dove venivo. Come in Grecia, ho detto che venivo dall'America, e con gioia ha esclamato: "Ah! Padre Seraphim (Rose)!" E mi ha stretto la mano con entusiasmo.

L'archimandrita Ilarion, abate del monastero dei santi Arcangeli Gabriele e Michele a Draganac, in Kosovo, Serbia, era presente al trentatreesimo anniversario del riposo di padre Seraphim, e ha condiviso un'esperienza molto simile a quella del metropolita Joseph e del vescovo Daniil: "Uno dei primi libri che ho letto quando ero a Decani è stato il libro di padre Seraphim, Orthodoxy and the Religion of the Future. Era stato pubblicato dalla facoltà di teologia a Belgrado. Ho sentito in esso uno spirito nuovo e rinfrescante, perché la maggior parte di noi era cresciuta con la musica occidentale e i film americani, e quindi qui c'era una parte migliore di questa cultura, una che si può sentire in padre Seraphim Rose: la libertà di spirito. "

Padre Ilarion ha anche raccontato la storia di come padre Seraphim è apparso a una novizia in un convento serbo, storia che si può leggere nell'articolo, "Only the One Who is a Child Can be Called a Father: St. Prohor Pechinskii and Fr. Seraphim Rose".

L'archimandrita Luka, abate di due monasteri in Montenegro, ha persino nominato una kellia in onore di padre Seraphim.

padre Seraphim serve durante la settimana luminosa. Foto: stnektariosroc.org

Un anno, mia moglie (la mia fidanzata all'epoca) ha fatto fare per me come regalo pasquale una maglietta su misura, con la famosa foto di padre Seraphim in paramenti bianchi, con in mano il candelabro pasquale, che serve all'aperto durante la settimana luminosa. Più tardi quell'estate sono andato a Kiev, e ovviamente ho visitato le Grotte della Lavra di Kiev. Indossavo questa maglietta e una donna che lavorava allo sportello in una delle librerie è stata molto felice di riconoscere padre Seraphim sulla mia maglietta. Le ho detto che era un regalo della mia fidanzata, e lei ha risposto: "Sarà una madre molto buona", e penso che la nostra piccola Seraphima Rose sarebbe d'accordo!

In tempo per il pellegrinaggio del trentesimo anniversario, il monastero di sant'Herman ha ricevuto una lettera da alcuni devoti cristiani ortodossi in Georgia, che avevano scritto per chiedere se le reliquie di padre Seraphim sarebbero state dissotterrate come parte delle cerimonie (anche se non lo sono state).

Certamente, padre Seraphim è conosciuto e venerato anche in Russia, e molte cose sono già state scritte su questo tema da molte persone, ma vorrei ricordare la storia di padre Alexey Young (ora ieroschimonaco Ambrose), un figlio spirituale di padre Seraphim:

Ero in Russia nel 1998, dove una sera ho incontrato un gruppo di russi devoti a San Pietroburgo e mi hanno fatto domande su padre Seraphim, dicendo: "Sa, padre, padre Seraphim è davvero la figura giusta per noi". E io ho detto: "È divertente – abbiamo sempre pensato che lo fosse per noi americani!" E poi ho capito: è un santo universale come san Giovanni [Maksimovich].

Infatti, padre Seraphim era un uomo che apprezzava la Tradizione ortodossa universale e ne era nutrito, con qualsiasi sfumatura potesse essere espressa, e in cambio, Dio gli ha concesso l'onore di diventare un monaco virtuoso riconosciuto e venerato universalmente, e persino un santo.

Attraverso le preghiere del nostro venerabile padre Seraphim, Signore Gesù Cristo, Dio nostro, abbi misericordia di noi e salvaci!

 
Despre întâlnirea dintre patriarhul Kiril şi papa Francisc

Pe 12 februarie, în Aeroportul din Havana (Cuba), a avut loc întâlnirea dintre patriarhul Kiril al Moscovei şi papa Francisc. Citind agenda discuţiilor şi declaraţia comună semnată de cei doi lideri religioşi, mi-am dat seama despre caracterul formal şi simbolic al întâlnirii, fără a avea careva aşteptări pozitive sau negative.

Dar întrucât multă lume (manipulată fie de televiziunile liberale, fie de blogurile „tradiţionalist-conservatoare”) mă întreabă despre eventualele consecinţe ale acestei întâlniri, voi expune câteva păreri personale sau culese cu atenţie de prin diferite bloguri sau comentarii: 

1. Întâlnirea dintre patriarhul Moscovei şi papa Francisc este prima de acest fel şi ea a fost pregătită de multă vreme. Diferitele probleme, în special cele legate de prozelitismul greco-catolic în Vestul Ucrainei şi pretenţiile lor de retrocedare a lăcaşelor de cult, a făcut ca întâlnirea să nu fie posibilă foarte mult timp. Bineînţeles, rezervele veneau din partea Moscovei. Acum însă, poate şi din cauza unei situaţii politice speciale prin care trece Rusia, întâlnirea nu doar că a avut loc, ci şi a fost intens mediatizată atât de Patriarhie, cât mai ales de Kremlin. În sprijinul acestei întâlniri au fost antrenaţi numeroşi „formatorii de opinie” din toată lumea, care au vorbit de o „întâlnirea epocală”, „evenimentul secolului” sau chiar „al mileniului” etc.  

2. Cuba, în acest caz, nu a fost neapărat un teren neutru, căci este totuşi o ţară majoritar catolică şi hispanofonă, ca şi papa însuşi; dar s-a creat impresia că locul a fost o „coencidenţă providenţială” de escale aeriene: a patriarhului către Paraguay şi Brazilia, şi a papei către Mexic. De aceea s-au şi întâlnit în aeroport, care doar formal e o zonă neutră. Pe de altă parte, realizând această întâlnire în străinătate, papa nu mai poate avea pretenţia unei vizite în Rusia, care i-ar aduce dividende politice lui Vladimir Putin (mai ales pe plan extern), dar i-ar şifona foarte mult imaginea patriarului Kiril în faţa turmei sale destul de conservatoare şi anti-ecumeniste (mai ales în Ucraina şi Moldova). Deci, odată întâlnit cu „ţarul” şi cu patriarhul, papa nu mai are ce căuta în Rusia.

3. Pentru papa, ca lider spiritual al catolicilor, întâlnirea cu patriarhul Kiril este aproape o rutină zilnică, iar ca şef al statului Vatican ea nu are nici o valoare, mai ales după vizita lui Vladimir Putin la Roma. Este adevărat că patriarhul Moscovei reprezintă cea mai numeroasă comunitate ortodoxă (cca 200 de milioane de ortodocşi din aproape 20 de ţări ale lumii, adică mai puţin de 1/6 din ce reprezintă papa de la Roma); cu toate acestea, el nu este liderul tuturor ortodocşilor (cum pretinde a fi patriarhul Constantinopolului), ci doar unul din cei 14 întâi-stătători autocefali. Pentru Moscova însă miza acestei întâlniri este foarte mare, iar ideea semnării unei declaraţii comune vine să întărească poziţia inter-ortodoxă şi inter-creştină a Patriarhiei Moscovei. Toate acestea sunt însă nişte tertipuri de marketing politico-religios şi nimic mai mult. Papa Francisc s-a întâlnit deja de nenumărate ori cu primul  dintre patriarhii ortodocşi – Bartolomeu I al Constantinopolului (inclusiv la Mormântul Domnului din Ierusalim, care-i cu totul altceva decât un aeroport insular), iar astfel de întâlniri dintre papii de la Roma şi patriarhii ortodocşi au loc cu regularitate începând cu anul 1964. Să nu uităm că la acest capitol şi Bucureştiul a luat-o înaintea Moscovei, şi încă la un nivel mult mai înalt… Deci, ceea ce scrie presa, precum că această întâlnire este prima după anul 1054, e mai degrabă o farsă, având în vedere că Moscova are Patriarhie abia din 1589, iar la 1054 nici Moscova şi nici Rusia actuală nu existau.  

4. Temerile unora precum că patriarhul rus şi papa au hotărât „unirea Bisericilor” stârneşte mai degrabă râsul. În primul rând, patriarhul Kiril nu a avut mandat panortodox şi nu putea hotărî nimic în numele întregii Ortodoxii. În al doilea rând, eu cred că atât Moscova cât şi Vaticanul n-ar accepta ca o unire aşteptată de 1000 de ani, să fie semnată într-un aeroport. De asemenea, este evidentă manipularea propagandistică precum că patriarhul ar fi hotărât împreuna cu papa sărbătorirea comună a Paştilor sau agenda Sinodului Panortodox. Astfel de subiecte nu se discută şi nu se hotărăsc în aşa format! Se creează impresia că unii ar fi vrut ca patriarhul rus să capituleze în faţa papei, ca să-şi justifice criticile sau eventualele schisme, dar, ca şi patriarhul Teoctist în 1999, patriarhul Kiril n-a făcut nici un compromis teologic cu papa. Şi nici Roma nu pretinde aşa ceva de la ortodocşi, căci toate încercările de unire bazate pe viclenie sau şantaj au eşuat şi au aprofundat schisma de la 1054. Ei singuri recunosc acest lucru, inclusiv în declaraţia de la Havana…

5. Declaraţia comună semnată de papa Francisc şi patriarhul Kiril (N.B. în varianta rusă, inclusiv pe saitul de la Vatican, ordinea semnăturilor este inversă), din punct de vedere politic şi social-cultural este destul de bună, dar în plan teologic are mai multe locuri interpretabile sau chiar inacceptabile. De exemplu, mult trâmbiţata „tradiţie comună a primului mileniu” îl include şi pe Sf. Fotie al Constantinopolului (sec. IX), care a combătut erezia „Filioque” şi slujirea latinilor cu azime, iar Sf. Ciprian al Cartaginei (sec. III), care era chiar din Apus, în mod evident nu ştia de „primatul papal”, iar pe cei care au murit „pentru credinţă”, dar erau în afara Bisericii, nu-i considera sfinţi martiri. Or, în declaraţia de faţă, toate acestea şi multe altele sunt trecute cu vederea. Mai mult decât atât, teologia a fost pliată după interesele politice care, acum zece zile aveau nevoie de canonizarea lui Serafim Sobolev, un antiecumenist înverşunat, dar susţinător al „Ideologiei Ruse”; acum deja se joacă cartea ecumenistă prin toată America Latină, iar la întoarcere, patriarhul va trebui să spună iarăşi cât de sălbatic este Vestul şi cât de grave sunt ereziile papistaşe (cum am mai auzit în 2009 sau 2013). La moment însă, homosexualitatea (care nici nu-i pomenită, ci doar subînţeleasă) este doar o altă "formă de convieţuire”, fără a fi numită „relaţie nefirească” sau „păcat [de moarte]”…

Diferiţi analişti politici şi religioşi consideră că însăşi ideea declaraţiei comune, cât şi textul ei, ar aparţine Moscovei, dar Vaticanul a impus unele modificări convenabile, pe care ruşii le-au acceptat de dragul întâlnirii. Bineînţeles, miza declaraţiei a fost mai mult una politică, decât religioasă. Iată de ce, consecinţele ei în plan teologic sunt egale cu zero! Pentru ortodocşii din Occident această declaraţie înseamnă – biserici catolice gratuite şi alte forme de susţinere şi integrare socială. Dar pentru ortodocşii de „acasă”, declaraţia este fie sminteală, fie utopie…

În concluzie, sesiunea foto a decurs fără incidente. După întâlnirea dintre patriarhul Kiril şi papa Francisc, nimic nu se va schimba nici în bine, nici în rău. Faptul că s-au îmbrăţişat şi au discutat, nu-i un lucru rău. Era mai bine să se bată? Cât despre mine, dacă un catolic îmi va spune pe 27 martie 2016: „Hristos a înviat!”, eu nu-i voi spune: „Încă nu ereticule; mai avem până la 1 mai”…

 
I sacramenti e i sacerdoti peccatori

sant'Agostino che discute con i donatisti

Ho un amico convertito di recente che è preoccupato per la validità della sua cresima dopo che il sacerdote che lo ha cresimato ha lasciato la Chiesa. Cosa dovremmo dire alle persone che hanno ricevuto i sacramenti da sacerdoti che in seguito diventano apostati o si rivelano gravemente immorali, e così ora dubitano della validità di quei sacramenti?

La validità dei sacramenti non dipende dalla dignità personale dei sacerdoti. Questo è un problema che è stato affrontato molto presto nella storia della Chiesa. Quando si stava depositando la polvere dell'ultima grande persecuzione romana contro la Chiesa, ci fu una controversia che sorse nel Nord Africa, dove c'era un vescovo, Felice di Aptunga, che era accusato di essere stato un traditor, il che significa che fu accusato di aver consegnato ai pagani testi sacri da bruciare, al fine di evitare ulteriori persecuzioni. Questo vescovo negava l'accusa, ma i donatisti lo ritenevano colpevole, e quindi dichiararono che tutti i sacramenti da lui compiuti non erano validi. La Chiesa ha condannato il donatismo come eresia.

Naturalmente, se un sacerdote è davvero colpevole di un peccato per il quale merita di essere rimosso dalla sua carica, questo dovrebbe accadere, e ci sono canoni che delineano tale processo. Ma immaginate, per un momento, se accettassimo le affermazioni dei donatisti. Non si potrebbe mai sapere con certezza se si è ricevuto un sacramento valido, perché non si può mai essere sicuri che il sacerdote o il vescovo che ha compiuto quel sacramento sia abbastanza degno da averlo compiuto realmente. Non potreste mai essere sicuri di essere davvero sposati con un matrimonio sacramentale. Non potreste mai sapere con certezza che quando avete ricevuto la comunione, stavate davvero ricevendo il corpo e il sangue di Cristo. Non potreste mai essere sicuri di essere stati davvero battezzati. E anche se il vostro parroco fosse un santo, se il vescovo che lo ha ordinato fosse stato segretamente un immorale, anche la sua stessa santità non sarebbe neppure una garanzia che il parroco sia un vero sacerdote.

Ciò che la Chiesa insegna è che fintanto che un sacerdote compie i sacramenti mentre è in regola con la Chiesa, i sacramenti che compie sono veri sacramenti. Dopotutto, i chierici presiedono i sacramenti, ma non li compiono da soli. Agiscono per conto della Chiesa e le preghiere di tutta la Chiesa e la grazia dello Spirito Santo che è presente nella Chiesa assicurano che i sacramenti siano pieni di grazia.

L'insegnamento della Chiesa su questo argomento non è solo rassicurante per i laici, ma anche rassicurante per il clero. Io sono certo che la maggior parte del clero abbia un senso di indegnità personale e se la validità dei sacramenti dipendesse dalla loro dignità personale, non potrebbero in buona coscienza tentare di compierli.

È istruttivo considerare la preghiera che il sacerdote dice durante il canto dell'Inno cherubico alla Liturgia:

"Nessuno fra i legati dai desideri e dalle voluttà della carne è degno di accostarsi, di avvicinarsi, o di servirti, Re della gloria: servirti è infatti grande e terribile perfino alle stesse potenze celesti. Eppure, per l'ineffabile e immenso tuo amore per gli uomini, ti sei fatto uomo senza mutamento né cambiamento, e ti sei fatto nostro sommo sacerdote, e ci hai affidato la consacrazione di questo sacrificio incruento, qual Sovrano di tutto: solo tu infatti, Signore nostro Dio, dòmini sulle cose del cielo e della terra, tu che sei assiso sul trono dei cherubini, che sei il Signore dei serafini e il Re di Israele, che sei il solo santo e riposi nel santuario. Ti prego dunque, o unico buono e pronto ad ascoltare: guarda su di me peccatore e inutile tuo servo, e purificami l'anima e il cuore dalla cattiva coscienza, e mettimi in grado, con la potenza del tuo santo Spirito, rivestito qual sono della grazia del sacerdozio, di stare innanzi a questa santa mensa e consacrare il tuo santo e purissimo corpo e il tuo prezioso sangue. Vengo a te, infatti, chinando il collo e ti prego: non distogliere da me il tuo volto, e non escludermi dai tuoi servi, ma rendi degno me, peccatore e indegno tuo servo, di offrirti questi doni. Tu infatti sei colui che offre e che è offerto, che riceve e che è distribuito, Cristo Dio nostro, e noi innalziamo la gloria a te, assieme al tuo eterno Padre, e al tuo Spirito tuttosanto, buono e vivifico, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen".

 
Intervista a un miliziano

Premessa: In linea di principio ci asteniamo dal mostrare video di interrogatori a prigionieri di guerra. Tuttavia, in questo articolo facciamo un'eccezione, perché il video conferma quello che afferma anche il miliziano intervistato nel testo che segue: che l'esercito ucraino commette crimini di guerra e seppellisce i propri morti in fosse comuni. Quindi vale la pena di leggere il testo e di vedere il video - due fonti completamente indipendenti.

Questo testo è l'intervista a un insorto dell'Ucraina orientale, che vive e combatte in una zona dove l'esercito ucraino è stato sconfitto tre settimane fa, vicino al confine con la Russia nella regione di Donetsk. Non mi ha detto il suo nome, ma era un ricco uomo d'affari prima della guerra. L'intervista è stata registrata a metà agosto e tradotta direttamente in tedesco. La precisione di alcuni dettagli potrebbe essere stata persa nel corso delle traduzioni.

Ilja Degtjarov

 

Perché è diventato un insorto?

Perché non sono d'accordo con questo governo e con le cose che stanno accadendo. Non sono d'accordo con questo atteggiamento verso il popolo. Non potevo più sopportare di guardare la gente che veniva tormentata. Pertanto, sono diventato un insorto, anche se ho già 53 anni. Non sono d'accordo con il loro arrivo nella mia regione. Io proteggerò i miei alberi, le mie pietre, le case, i bambini, le donne e tutto il resto.

Da dove trae il suo ottimismo? Combatte contro l'esercito ucraino e migliaia di mercenari stranieri. L'intero Occidente sostiene l'Ucraina. Perché rimane ottimista sul fatto che avrete il sopravvento?

Abbiamo un popolo eroico che non si è mai inginocchiato. La vittoria sarà nostra, e anche se noi moriamo, meglio farlo in piedi che in ginocchio. Abbiamo la nostra visione, abbiamo qualcosa per cui vogliamo lottare. I nostri nipoti cresceranno qui. E se moriamo noi stessi, i nostri nipoti vivranno come si deve vivere, cioè in un paese libero.

In gran parte dei mass media occidentali si segnala che, in realtà, gli insorti sono composti da unità dell'esercito regolare russo o da reparti speciali russi. Cosa ne pensa?

Non stiamo combattendo per la Russia, noi combattiamo per il nostro popolo. La Russia è un paese libero, un paese dove si può vivere liberamente, senza piegarsi in sottomissione agli Stati Uniti e all'Unione Europea. Sappiamo come si può vivere in Russia e vogliamo vivere anche noi in quel modo. Non vogliamo inchinarci davanti qualcuno, o adorare qualcuno. Noi siamo un popolo libero.

Cosa pensa che ci sia di sbagliato nel nuovo governo ucraino? Che cosa ha causato questo movimento nella regione del Donbass?

Queste persone sono venuti al potere col sangue. Ora vogliono affogare tutta l'Ucraina nel sangue. Anche se parlano di una "Ucraina libera" questo paese non è mai stato libero, ha sempre dovuto essere subordinato a qualcuno. Ora l'Ucraina si sta sottomettendo agli Stati Uniti d'America, un paese che sopprime tutti i paesi e sta incitando guerre in tutto il mondo. In realtà, questo paese [USA] dovrebbe essere eliminato completamente dall'atlante. Beh, per il momento raggiungeremo la Polonia, laveremo i nostri stivali e poi andremo avanti.

Torniamo alla domanda precedente: gli insorti sono principalmente cittadini locali o sono per lo più volontari russi o addirittura il brutto e cattivo esercito russo, vestito con uniformi straniere, come sostengono alcuni?

Gli insorti sono persone che fino a ieri stavano lavorando con una zappa e una vanga; che curavano i loro giardini. Poi hanno deposto i loro strumenti e ora proteggono i loro giardini con le mitragliatrici. Siamo persone che amano la libertà. Anche donne, bambini e anziani vengono a combattere con noi.

Come descriverebbe l'ideologia di coloro che sono saliti al potere a Kiev? In Occidente si dice, ovviamente, che siano democratici impeccabili, che vogliono semplicemente essere diversi dai russi. Li chiamerebbe democratici, o forse qualcos'altro?

Capisco la democrazia nel modo in cui qualcuno può esprimere la propria volontà; e non come qualcun altro che parla a vostro nome. Ricordo ancora come si è votato per la separazione [dell'URSS]: a quel tempo a nessuno importava di ascoltarci. Anche ora stanno perseguendo una politica unilaterale. Vogliono vedere solo quel che accade dall'altra parte [in Ucraina occidentale]. Non sono consapevoli della sofferenza delle nostre madri e padri. Questa non è una democrazia, ma fascismo nella sua forma peggiore. Nemmeno i fascisti hanno ucciso bambini in questo modo, distruggendo le case, avvelenando la terra con bombe ecologicamente pericolose. Ci bombardano con bombe al fosforo bianco e bombe a grappolo. Ci bombardano con bombe a grappolo, in modo che milioni di piccole particelle di metallo volino in tutte le direzioni e su strade intere, uccidendo tutti, incluse le donne e i bambini. Dopo questi attentati non resta nulla, nemmeno gli animali, ma solo terra bruciata. Sarebbe questa la democrazia? Combattono in questo modo per la democrazia? No, questo è fascismo.

Chi combatte dalla parte dell'esercito ucraino? Cosa si intende per stranieri?

Abbiamo avuto prigionieri di guerra dalla Polonia. C'erano molti istruttori stranieri, lanciatori di granate. I nostri soldati [ucraini] non vogliono combattere, secondo i prigionieri di guerra, e allora minacciano di morte loro e le loro famiglie. Nell'esercito ucraino stanno uccidendo persino i feriti.

Così hanno massacrato soldati nelle vicinanze di Kramatorsk, hanno recuperato i loro organi; poi i loro corpi sono stati sepolti con i trattori e compattati sulla superficie con auto blindate. Così stanno nascondendo le prove dei loro crimini. Questo vale anche per Krasnodon: hanno distrutto la loro stessa gente. [Nota del redattore: confrontare con il video qui sotto]

Gli insorti, i cosiddetti "terroristi", non hanno lasciato alcun ferito sul campo. Aiutano anche i civili, i malati, tutti coloro che hanno bisogno.

Quindi è proprio vero che hanno recuperato organi, a quanto pare per venderli?

Sì. C'è qualcuno a cui possiamo chiederlo, vero? [Chiede a un altro insorto]. Ci sono persone provenienti da Kramatorsk, che lo hanno osservato.

Lo hanno visto con i propri occhi?

Sì, con i propri occhi. [Un altro insorto lì vicino]: Non possiamo rivelare le nostre fonti.

Non c'è bisogno che lo facciate. Tali informazioni prima erano al livello di "qualcuno ha sentito che qualcuno ha sentito"...

Ma sì! È stato visto anche dalle nostre squadre di ricognizione. Anche i prigionieri di guerra lo confermano. I corpi sono stati sepolti con gli escavatori.

A parte i polacchi, chi altro sta combattendo [contro di voi]?

Se ci colleghiamo alle loro conversazioni radiofoniche, sentiamo lingue straniere. Ma non so quali. E i polacchi si trovano ovunque.

Perché sono venuti? Sono mercenari o unità regolari, sono inviati qui con la forza?

Si tratta di persone, tra gli altri, che sono anche disposte a pagare per essere autorizzate a cacciare gente. Pagano per poter sparare su persone vive con fucili da cecchino. Se non ci sono insorti, sparano sui civili. Per esempio, c'era un uomo che andava lavorare con la sua bicicletta e gli hanno sparato alla testa solo per divertimento.

Offerta per un 'safari' di caccia alle persone

Intende un caso specifico?

Sì, una settimana fa. L'uomo era completamente innocuo. Un cecchino gli ha sparato, per divertimento. [Un altro insorto lì vicino]: Lo abbiamo visto, era a un centinaio di metri di distanza da noi. Stava andando a lavorare.

Ho letto di casi simili, ma non ne ho sentito parlare direttamente.

È stato a Krasnopartisansk.

Perché i nuovi dirigenti si considerano in diritto di uccidere così vaste quantità di persone? Piagnucolavano in tutto il mondo, quando alcuni studenti sul Maidan sono stati presumibilmente picchiati. Ora migliaia stanno morendo, e a nessuno importa qualcosa. Perché? Perché i doppi standard morali – di quale ideologia si tratta?

[A proposito di] questi doppi standard, li capisco così: L'Ucraina esegue i comandi dell'Occidente, non ha volontà propria. L'Ucraina sta eliminando le persone che sono d'ostacolo alla produzione di carbone e gas per gli americani. Non hanno bisogno della nostra gente qui e la distruggono, pertanto, in tutta l'area. Non è una questione di eliminare alcuni di noi, vogliono annientarci completamente, utilizzando lanciarazzi Grad, mine, missili balistici di superficie. Ci sono bombe, che lasciano crateri di tre metri di profondità e larghi otto metri. In un raggio di 300 metri nulla rimane vivo. Così, distruggono le città. Donne e bambini sono nascosti in cantina e lì li bruciano con lanciafiamme ed esplosivi. Non uccidono "solo" famiglie, ma gli abitanti di interi condomini. L'uccisione delle mogli degli insorti è particolarmente apprezzata. È possibile non combattere contro gente simile? Siamo semplicemente obbligati a neutralizzare questa infezione contagiosa che si sta diffondendo nel nostro paese.

Se consideriamo la situazione con realismo: alla fine del 2013 l'esercito ucraino aveva circa 4.000 veicoli corazzati secondo i dati ufficiali. Gli insorti ne hanno solo alcuni, quindi non è possibile paragonare le forze. Questa enorme massa [l'esercito ucraino] è travolgente e inoltre ci sono, per esempio, questi carri armati polacchi. Come potete battere questa massa infinita?

Loro combattono per soldi o per paura che le loro famiglie possano essere maltrattate, se lottano male, o qualcosa di simile. Noi lottiamo per la vita dei nostri figli, per il nostro paese. Questa è una grande differenza. Loro combattono senza una visione e noi ne abbiamo una. Questo vincerà sempre. Noi non ci nutriamo altrettanto bene, ma il nostro spirito è più forte del loro. Senza dubbio, vinceremo perché lottiamo per la nostra gente, mentre loro sono venuti nella nostra regione, per portarcela via.

Ci sono stati casi in cui l'esercito ucraino ha sparato su autobus o su auto in cui chiaramente stavano dei rifugiati?

Più volte – anche se era scritto a grandi lettere [sulle auto] che vi erano bambini. Hanno sparato a grandi folle di fronte alle dogane. Hanno sparato a una coda di sette chilometri con lanciagranate e obici. La gente correva in tutte le direzioni abbandonando la loro roba. Come esempio leggermente diverso, vicino al confine è suonato molto forte un allarme per qualche ragione; i bambini della regione di Donetsk, da Kramatorsk, pensavano che presto sarebbero stati bombardati. Quale psiche potranno avere questi bambini?

Che altro fa l'esercito ucraino che sicuramente non si conosce in Occidente?

Anche le persone dell'età della pietra non facevano nulla di simile a queste persone nel XXI secolo. Torturano, uccidono la gente, rompono braccia, tagliano dita, tagliano teste e vedono quanto tempo puoi ancora camminare senza testa. Tutto ciò che potete immaginare di orribile, lo fanno. Parliamo la stessa lingua, abbiamo avuto gli stessi abbecedari a scuola, quindi è incomprensibile per me, quale influenza li abbia fatti diventare quello che sono.

Potete fornire esempi specifici? Senza nomi.

Hanno sparato a rifugiati, cioè a persone già spaventate, con un lanciagranate; con mitragliatrici come in un poligono di tiro, se le persone erano chiaramente visibili sulla strada. Non hanno sparato per avvertire, ma per uccidere. Sul lato della strada giacciono automobili, e loro [l'esercito ucraino] non consentono che i cadaveri siano raccolti. Di conseguenza si effonde un odore disgustoso a causa della decomposizione dei corpi. Solo dopo la liberazione del territorio i cadaveri possono essere rimossi. Combattono così contro i bambini, contro le donne; ma una volta che vedono uomini armati depongono le armi e si arrendono con una bandiera bianca.

Per quanto riguarda il Boeing [MH17]: In Occidente è stato proclamato subito – senza se e senza ma – che gli insorti hanno abbattuto l'aereo. Hanno detto che Putin ha dato sia il denaro sia il sistema BUK [missili], in modo che la colpa è personalmente di Putin. C'è qualcosa che può dire?

Non ne so niente, ma è chiaro che gli insorti non avrebbero mai abbattuto un aereo di linea. I ribelli stanno combattendo per la vita delle persone ed è inimmaginabile salvare persone con una mano e ammazzare persone con l'altra mano.

Ci sono stati casi in cui l'esercito ucraino ha bombardato città e villaggi, in cui non c'era affatto insurrezione?

Questo è il loro modello di azione: in primo luogo usano mine e missili e poi penetrano nelle città. Prima distruggono e poi cominciano a "proteggere" i distrutti. Distruggono assolutamente tutto. Distruggono il popolo come si abbatte una foresta. A loro non importa che si tratti di donne o bambini, di disabili in sedia a rotelle, non importa se ci sono insorti in città oppure no.

Che senso ha sparare a città pacifiche e ai civili? Cosa vogliono raggiungere con questo?

Abbiamo qui la città di Molodogvardejsk. Anche se non ci sono affatto insorti, questa città è stata distrutta da una distanza di sicurezza con obici. Il loro obiettivo è semplicemente quello di distruggere le città e lasciare un deserto. Perché lo fanno, dovete chiederglielo voi stessi. Nel frattempo ora non possiamo fidarci nemmeno di una loro bandiera bianca. Sotto la bandiera bianca, compiono un raggruppamento delle loro forze e poi iniziano a sparare di nuovo. Non è più possibile fidarsi di loro – né dell'esercito né del governo. Questa è la feccia dell'umanità. Quando si guarda il loro curriculum, è chiaro che appartengono a uno zoo. Fino a quando stanno seduti dentro alle gabbie, i bambini non devono più avere paura di loro. Questo sarebbe il mio unico desiderio.

Come può spiegare che perfino in alcune zone del sud-est [dell'Ucraina] la giunta attualmente ha di fatto vinto, per esempio, a Dnepropetrovsk? Perché grandi parti della popolazione hanno cambiarono parte ideologicamente? Perché non vi è alcuna resistenza significativa?

Il nostro paese è povero. All'inizio le persone povere hanno guadagnato con la partecipazione al Maidan. Avevi solo da andare lì [a Kiev] per guadagnare soldi. Hanno preso gente, per creare grandi folle – direi mandrie di persone. Sono stati somministrati farmaci, per esempio nel tè. Tra l'altro, dopo il loro ritorno a casa hanno rilevato in loro sintomi di astinenza. Inoltre, hanno ricevuto un lavaggio del cervello a Maidan. E solo la gente di Donbass non andava lì; hanno dovuto lavorare in questo settore industriale, hanno dovuto guadagnare i soldi per l'intero paese, alimentando il paese. Quindi non riescono ancora a sottometterci. Abbiamo sopportato il più a lungo possibile. Ma a un certo punto non ce l'abbiamo più fatta, e questo ha portato alla rivolta. È stato sempre così in Russia: ti sfruttano lentamente, ma scappano via veloci.

Che cosa accadrà con queste città [al di fuori del Donbass] ora? Certo, si può supporre che anche la stragrande maggioranza di loro è contraria al governo di Kiev, ma questa maggioranza è soppressa e rimane in silenzio. Ma a mio parere, dovrebbero essere liberate anche loro, altrimenti saranno portate prima o poi a sostenere la giunta. Poi saranno perse per sempre.

Ma noi libereremo pure queste città. Noi non puniamo nessuno; ognuno può avere la propria opinione. Presenteremo il nostro punto di vista, ma non imporremo la nostra opinione. Se qualcuno vuole seguirci, prego, ma se no, allora no. Poi potranno semplicemente andare a vivere la loro vita, a lavorare.

È estate. È ancora caldo e le strade sono ben percorribili. Ma in inverno farà freddo, le strade non asfaltate diventeranno impraticabili, in modo che difficilmente si potranno consegnare aiuti umanitari dalla Russia. In molte città ora non c'è elettricità, né acqua, né riscaldamento. Come pensate di sopravvivere, allora?

Noi siamo un popolo forte. Siamo abituati alle difficoltà. E supereremo anche questi ostacoli, sia in caso di pioggia sia di bufere di neve. Siamo seri su quello che abbiamo iniziato, e non ci fermeremo ora proprio così. Noi combatteremo fino alla fine, non c'è ritorno.

Ci sono prove che gli americani siano seduti nell'amministrazione militare e diano ordini?

Non posso dire nulla a riguardo. Ognuno qui fa il proprio lavoro e dato che io non mi occupo di ricognizione non sono in grado di rispondere alla domanda.

In che misura la popolazione locale sostiene i ribelli: il 95%, il 70%, il 50%?

Potete giudicare voi stessi: le persone raccolgono patate e ce ne danno un po'. Le persone raccolgono tre pomodori in giardino e ce ne danno due.

Se guardiamo indietro ai tempi in cui non c'erano insorti armati, ma la giunta aveva già proceduto in modo sproporzionato; come ha fatto la gente a combattere contro di loro allora?

Hanno combattuto con bastoni contro le mitragliatrici. Hanno lasciato il lavoro, hanno lasciato le loro famiglie e sono venuti a noi da ogni parte. Questo riguardava anche quelli che di fatto ignoravano tutto. Nel frattempo, hanno cambiato la loro mente e protetto il loro paese. Molti hanno cambiato le loro cattive abitudini, si sono astenuto dall'alcool. Tra gli insorti, in generale, regna una disciplina di ferro ed è severamente vietato bere alcolici. Le persone non vengono pagate. Combattono per un'idea. Mangiano quello che danno loro i civili. Tutti sono molto motivati​​, ma prima finirà tutto, tanto meglio.

Che cosa è cambiato nelle città e nei villaggi sotto il controllo degli insorti? Per esempio, ho letto che chiudono i casinò e perseguono i trafficanti di droga ...

La polizia ucraina ha combattuto per 23 anni contro fenomeni come la corruzione e la droga, ma senza successo. Noi li abbiamo risolti immediatamente. Le droghe sono diventate una rarità assoluta. Qualcosa sta cambiando nella mente delle persone e anche alcolisti e tossicodipendenti stanno cambiando le loro abitudini. Nei nostri negozi è possibile acquistare facilmente la vodka, ma nessuno lo fa. I tossicodipendenti raccontano – forse come uno scherzo – che non prenderanno più farmaci fino alla vittoria. Comunque, non ci sono più droghe.

All'interno delle città liberate, le fabbriche e le miniere di carbone sono distrutte; non c'è lavoro. Come ci si può vivere?

Le ricostruiremo, come abbiamo fatto dopo la Grande Guerra Patriottica. Il nostro entusiasmo sarà sufficiente per questo. Anche se la nostra generazione vivrà in povertà, la prossima generazione vivrà meglio. Non abbiamo paura.

Da parte russa ricevete aiuti umanitari, questo generalmente si sa. Ma chi offre assistenza: lo Stato, eventuali partiti, la Chiesa, individui privati​​?

Avete accesso a questi pacchetti. Fotografateli, i pacchi sono etichettati.

Nel magazzino degli aiuti umanitari ho visto molti pacchetti da parte del Partito Comunista, da parte di chiese...

Anche da veterani della guerra in Afghanistan, da veterani di Chernobyl, dal Partito Comunista, dalle persone che sanno com'è una guerra.

Ci sono anche organizzazioni occidentali che forniscono assistenza umanitaria nel Sud-Est?

E in che modo?! Forniscono mine e proiettili all'esercito ucraino. In questo modo aiutano l'Ucraina e questa assistenza aiuta poi a distruggere gente normale.

Quindi, non esistono veri aiuti umanitari [dall'Occidente]?

Non esistono, non ne ho mai visto nessuno. Lo stesso vale per gli aiuti medici.

L'interrogatorio di un prigioniero conferma i crimini di guerra dell'esercito ucraino

 
Perché un sacerdote ha votato per l'annessione della Crimea alla Federazione Russa?

Il noto scrittore ortodosso padre Dimitrij Shishkin vive a Simferopol, è un sacerdote della Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca, e rettore della chiesa della Santa Vergine nel villaggio del quartiere postale del distretto di Bakhchisaray. Il giorno del referendum, come molti dei suoi connazionali in Crimea, è andato al seggio elettorale e ha fatto la sua scelta. Abbiamo parlato con padre Dimitrij su ciò che ha votato, sul perché ha fatto proprio questa scelta, sul futuro della Crimea, sull'Ucraina e sulla Russia e sul significato degli eventi.

Padre Dimitrij, per cosa ha votato al referendum del 16 marzo?

Per il ritorno a casa in Russia, non ci potevano essere altre varianti. Mi sono sempre sentito russo, sono nato e cresciuto in Crimea, la mia famiglia ha vissuto qui per oltre cento anni e non ho mai avuto dubbi sul mondo a cui appartengo. Gli ultimi venti anni il problema mi ha creato questa preoccupazione: quando Crimea è divenuta parte dell'Ucraina, mi sono rassegnato a questo fatto, da cittadino rispettoso della legge. Ho avuto un passaporto ucraino, e ufficialmente sono stato un cittadino di questo Stato, ma "nello spirito" ho sempre considerato di vivere in Russia, e la mia Russia – è la Crimea. Nel referendum, non ho fatto altro che delineare il mio atteggiamento e comprensione, e penso che la maggior parte della gente in Crimea abbia lo stesso modo di sentire e capire...

Che cosa ha causato il referendum, a suo parere?

L'indipendenza (maidan) e la follia che questa ha generato, l'imposizione di stereotipi, "valori" che sono semplicemente inaccettabili in Crimea o nel sud-est. Penso che l'Ucraina si sarebbe potuta mantenere con una politica nazionale competente, se fin dall'inizio fosse stata data al sud-est la possibilità di vivere in stretta cooperazione con la Russia, e all'Ucraina centrale e occidentale una maggiore opportunità per la cooperazione con l'UE. Tutto questo potrebbe essere implementato all'interno di un singolo stato, ma i problemi sono iniziati quando hanno cominciato a imporre gli standard delle regioni occidentali sulla parte orientale e meridionale. Guardando indietro, l'Ucraina era originariamente divisa in tre parti: la Galizia a ovest, la Piccola Russia (Malorossija) al centro e la Nuova Russia (Novorossija) a sud-est. Ognuna di queste parti è caratterizzata da una propria identità, ma le autorità non hanno voluto prenderle in considerazione per tutti i loro 23 anni di governo. Quella della Piccola Russia è in realtà la vera mentalità ucraina, la cui identità si riflette nei migliori esempi letterari. La Nuova Russia è un'acquisizione russa ai tempi di Caterina e in quelli successivi, e là vive una popolazione prevalentemente di lingua russa. La Galizia, in un certo senso, è un avamposto di combattimento mondo occidentale con l'Ortodossia, con la cultura russa. Ora è il nervo infiammato dell'Ucraina, in cui si coltiva consapevolmente e dolorosamente un intenso orgoglio nazionale. Ma è sempre stata una regione molto instabile e in tempi diversi sono prevalsi umori diversi.

La maggior parte della popolazione dell'Ucraina è gente abbastanza adeguata che ama il proprio paese e la propria lingua, ma non ha questo odio folle per i russi. Inoltre, comunico con persone provenienti dall'Ucraina occidentale, e mi viene detto che neppure lì tutti condividono le idee di Bandera. Al potere a Kiev è giunta l'opposizione filo-occidentale, rappresentata principalmente dal partito "Patria" (Bat'kivshchina). Su questo partito, in generale, ha scommesso l'Occidente, perché ha sposato un nazionalismo ucraino relativamente moderato, ma allo stesso tempo abbastanza russofobo – questo è ciò che ha soddisfatto l'Occidente in termini di contenimento della Russia. Lo scopo di questo gruppo è la piena integrazione dell'Ucraina nel modello d'esistenza occidentale. Ma il problema principale in Ucraina ora è il fatto che i nazionalisti di estrema destra hanno organizzato un colpo di stato e hanno portato alla attuale leadership autorità che si sono fissate altri compiti. Il loro obiettivo è di costruire uno stato unitario con una rigida ideologia neo-nazista, banderista, indipendente al massimo da chicchessia, e senza alcun "valore europeo", di cui non hanno bisogno. Questo gruppo è relativamente piccolo ma aggressivo, pronto ad affrontare la morte e l'omicidio ed è determinato a imporre il proprio punto di vista alla maggioranza. Allo stesso tempo vi è il sud-est, con il suo senso del mondo speciale, originale, il suo desiderio di relazioni di buon vicinato con la Russia, e che non intende abbandonare la sua posizione.

Le leggi che sono ora prese dalla Verkhovna Rada, sono in gran parte il risultato dell'influenza dei radicali di destra – leggi nazionalistiche, che né l'est né il sud-est accetterebbero mai. Il guaio di queste autorità, che non si possono neppure definire autorità, è che non è pronta ad ascoltare il parere di una parte significativa di cittadini ucraini che non vuole né contratti capestro con le strutture europee, né una dittatura nazionalista fascista.

L'attuale governo non è disposto né in grado di negoziare con la propria gente, se l'opinione di questa gente differisce dallo standard di Maidan. E questo è un altro grosso problema, perché se gli attuali usurpatori avessero avuto un po' di saggezza, avrebbero potuto mantenere l'integrità del paese. Ma il desiderio di imporre a tutto il popolo dell'Ucraina lo "standard galiziano " ha portato alla scissione finale. Quindi la colpa di quanto è successo oggi non è solo del governo precedente, impantanato nella corruzione, ma anche di quello temporaneo attuale, nazionalista e filo-occidentale, ossessionato da idee russofobe e non in grado di unire il paese.

L'Ucraina è un bellissimo paese in cui vive una maggioranza di gente buona e pacifica, ma ora hanno preso il potere nelle loro mani persone totalmente folli, ossessionate da alcune idee malate e impraticabili. I nuovi governanti della parte orientale richiedono un rigoroso rispetto delle leggi palesemente calpestate di fronte al mondo intero. Chi li ascolterà? La gente che disprezza la legge non ha alcun diritto morale di chiedere l'adempimento della legge agli altri. Con le loro azioni hanno aperto un vaso di Pandora, che ormai non sarà facile chiudere. Questo è possibile solo con il ritorno alla vita legale del paese, in campo legale. Ma quando c'è un rovesciamento armato del governo, cominciano ad agire altre leggi animali di sopravvivenza, dove vince il più forte. Si crea una situazione in cui tutti lottano contro tutti, ognuno difendendo la sua innocenza, e imporre alcune regole generali è difficile. Dobbiamo pregare che tutto finisca in pace. E anche se in realtà agli occhi del mondo non sembra succedere – hanno ucciso persone a Kiev e Kharkov e Donetsk... ma almeno lì è necessario fermarsi. E questa follia anarchica e impostura non può durare a lungo, è ovvio.

Cosa succederà dopo? L'Ucraina cesserà di esistere, o manterrà ancora la sua integrità, ma senza la Crimea?

In primo luogo, queste valutazioni dovrebbero essere fatte con cautela, perché l'uomo propone e Dio dispone. La Crimea è tornata alla Russia, questo è un fatto. Ma l'Ucraina... Siamo tutti persone di fede e preghiamo e chiediamo a Dio di aiutare questo paese a ritornare ai fondamenti spirituali, morali su cui si regge, su cui ha costruito la propria vita per un millennio – la fede ortodossa, la tradizione ortodossa, cultura ortodossa. Questo è ciò per cui noi preghiamo. L'Ucraina come stato può mantenersi, ma dovrebbe avvenire un cambiamento molto profondo. Credo che la gente di Ucraina, Bielorussia e Russia vivrà insieme in armonia. Quello che sta accadendo ora, se si può dire così, è un capogiro, un'ossessione. E noi crediamo che non durerà a lungo. Sa, come si dice nella preghiera: "Come svanisce il fumo, così svaniscano". Questo è il modo in cui avverrà. Quando? Presto, vorremmo credere. Sono profondamente convinto che, alla fine, prevalere in Ucraina quel mondo per il quale pregano davanti al trono di Dio i venerabili padri delle Grotte di Kiev, non l'ordine che sognano i seguaci di Stepan Bandera o gli agenti dell'influenza occidentale.

Come vede il futuro della Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca?

Tutte le passioni si spengono, e come esiste la Chiesa ortodossa russa in Russia, Ucraina e Bielorussia, così continuerà ad esistere. In questo io non ho un istante di dubbio.

Il segretario-stampa della Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca, l'arciprete Georgij Kovalenko, circa un mese fa ha comunicato che tra gli attivisti di Maidan ci sono ortodossi, parrocchiani della Kievo-Pecherskaja Lavra, tra cui Poroshenko e Klichko e anche attivisti del "settore di destra". Gli ortodossi possono partecipare a Euromaidan e a movimenti simili?

È necessario capire una cosa semplice: da Maidan sono uscite persone molto diverse, molte delle quali erano solo stanche del governo di una "famiglia" e volevano un cambiamento. Ma questo impulso usato ben organizzato e le forze filo-occidentali che lo hanno finanziato avevano un chiaro obiettivo geopolitico: l'indebolimento e, idealmente, il crollo del grande "impero" russo. Se stiamo parlando di persone che si sono accostate con un sincero desiderio di cambiare vita nel paese, è possibile che alcuni di loro siano ortodossi, e che abbiano legittimamente espresso le loro opinioni. Ma se stiamo parlando di radicali che hanno ucciso persone, è un altro discorso. Cominciamo con il fatto che la maggior parte dei radicali sono uniati, e già questo significa che non sono ortodossi. Per quanto riguarda Klichko, Poroshenko e altre personalità, non voglio discutere di loro, non conosco queste persone, e non sta a me giudicarle. Se padre Georgij Kovalenko sostiene che sono ortodossi, si assume la responsabilità per le sue parole, vuol dire che lui li conosce. Ma gli ortodossi, credo, dovrebbero essere guidati nel loro comportamento in particolare dalla legge di Dio, e ogni odio, inimicizia, incitamento alla violenza e rovesciamento di un governo legittimo – tutto questo è ovviamente incompatibile con i valori cristiani.

Alla vigilia del referendum si sono tenute a Mosca numerose manifestazioni contro la guerra, dove si lanciavano slogan che la Russia è un occupante, la Russia e un aggressore, ma abbiamo parlato con i residenti della Crimea, e si è rivelato tutto il contrario. Padre Dimitri, perché tali slogan, e che cosa sta realmente accadendo qui?

Ciò che è successo in Crimea per noi è una gioia indicibile e, se non fosse per la Russia, l'Ucraina probabilmente avrebbe già scatenato un enorme conflitto. In questa situazione, la Russia ha effettivamente fatto da pacificatore. Ora, molti si chiamano pacificatori, ma sono per lo più lupi travestiti da pecore. E conosciamo i frutti di tali attività: caos, sangue, sofferenza, distruzione, povertà e sofferenza di centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo. In Crimea, abbiamo visto un esempio reale di pacificazione forse per la prima volta da decenni. La Russia ha dato alla Crimea la possibilità di fare la propria scelta deliberatamente e con calma. Così ci sembrano strane le grida di qualsiasi aggressione militare. La Russia ha mostrato un esempio di una soluzione pacifica a una situazione difficile ed è un esempio di ciò che deve fare un cristiano. Questo è un buon inizio per l'Ucraina futura. Non nel senso che l'Ucraina ha bisogno di inviare truppe, ma che è necessario fornire un'opportunità perche il popolo ucraino nella sua interezza decida come vivere in futuro. In Crimea è arrivato il momento della scelta – o si lasciava che il governo di Kiev spazzasse completamente via i resti di autonomia e stabilisse le proprie regole, o la Crimea ce la faceva a difendersi, in modo forse relativo, ma indipendente. Da Kiev è stato inviato in Crimea un distaccamento "Alfa" per disarmare la "Berkut", è venuto anche il neo-nominato Ministro degli Affari Interni Avakov, con la proposta di "resa" delle autorità della Crimea. E come si sarebbe potuto reagire? Prima si sono sollevati i tatari, ma non tutti, e hanno organizzato majlis a sostegno delle autorità di Kiev. I russi si sono sollevati a sostegno del Consiglio Supremo, che inizialmente voleva solo difendere l'autonomia della Crimea come parte dell'Ucraina. Ci sono stati scontri e morti. Ma dopo che, il 27 febbraio, tutti gli obiettivi strategici a Simferopoli sono stati occupati da personale militare, nessuno è più stato ucciso. Se non fosse andato così, allora forse l'Ucraina avrebbe agito in maniera incontrollata. Con la scusa delle forze militari e di difesa locali, quando tutto era tranquillo in Crimea il Consiglio supremo di Kiev ha deciso di licenziare il governo, che era stato istituito dai pro-kievani, ha nominato un nuovo primo ministro, ha organizzato un nuovo Consiglio dei ministri, ha cominciato a stabilire una vita tranquilla, e solo in seguito, in risposta all'estrema aggressività di Kiev, le autorità della Crimea ha preso la decisione di entrare in Russia. La questione è stata  demandata a un referendum popolare. A Kiev, ora non hanno persone che sanno come negoziare, non hanno politici, ma politicastri, quindi la situazione non è stabile. In cosa i politicastri sono diversi dai politici? I politicastri pensano alle prossime elezioni, e i politici alle generazioni future. Ora adesso in Ucraina non sono visibili capi responsabili. Forse appariranno in un prossimo futuro, e poi qualcosa cambierà per il meglio, ma fino ad allora il caos non farà che aumentare. Per quanto riguarda la "quinta colonna " in Russia, sono coloro che sono disposti a fraternizzare con i fascisti, solo per minare l'autorità legittima... sa, non voglio proprio parlare di queste persone. Essi sono stati, sono e saranno sempre, traditori, non importa quanto grandi parole sulla libertà e la democrazia, che non comprendono. La loro idea non è la creazione, ma la distruzione. Capiscono che senza una forte leadership questo paese cadrà semplicemente a pezzi. E questo è esattamente ciò che vogliono e ciò che li unisce con i nazionalisti ucraini e gli altri nemici della Russia. Vedere e sentire tutto questo è amaro e fa male.

Come hanno reagito i vostri parrocchiani alla riunificazione della Crimea con la Russia?

Correttamente. Per inciso, ho una parrocchiana che sostiene il Maidan, ha espresso il proprio parere, nessuno ha litigato con lei, si confessa e si comunica, e non è diventata una reietta da noi. La maggior parte della gente è stanca di stagnazione, vogliono una vita tranquilla, buona e normale. L'Ucraina per 23 anni non ha dato questa opportunità, per tutto il tempo c'è stata confusione, in Crimea è stato distrutto tutto ciò che si poteva distruggere. La gente è contenta che, probabilmente, avrà l'opportunità di un nuova vita stabile e di sviluppo. Ma la cosa più importante non è in quei cambiamenti esterni che si verificheranno nel prossimo futuro, è nel fatto che abbiamo avuto l'opportunità di costruire una vita insieme con la Russia, lo dico ai miei parrocchiani e la maggior parte di loro è d'accordo con me. Una nuova vita non si può costruire da sola, ciascuno al suo posto dovrebbe fare uno sforzo per vivere una vita cristiana. Per la Russia, questo è fondamentale: rilanciare il bene, la vita divina, e questo è il meglio che la Russia può dare al mondo. Se non altro, questa è la nostra missione principale: manifestare un esempio della rinascita della vita cristiana, di quella bellezza che salva il mondo, di cui ha parlato Dostoevskij.

Pensa che gli eventi in Ucraina abbiano una radice spirituale?

Ci sono molte ragioni, ma una delle più importanti, ovviamente, è la guerra contro la Chiesa ortodossa, e non solo sul territorio dell'Ucraina. Questa guerra è ora in corso in tutto il mondo: in Nord Africa, in Medio Oriente... Tutti la vediamo. Questa è una guerra spirituale, ma l'arma principale in questa battaglia da parte nostra è il compimento dei comandamenti di Cristo, la vita cristiana; tutto il resto è superficiale. E se vogliamo uscire vittoriosi da questa guerra dobbiamo essere cristiani e tornare alla vita cristiana ortodossa. E il fatto che la battaglia della nuova "rivoluzione" ucraina sia diretta anche contro la Chiesa ortodossa, lo possiamo capire, cercando di vedere chi stava sul palco del Maidan – scismatici, protestanti, settari, uniati, con il sostegno attivo e l'assistenza tra gli altri dei combattenti del "settore destro".

Perché il Signore ha permesso al popolo ucraino di sopravvivere?

L'Ucraina degli ultimi 20 anni è stata un progetto nazionalista basato sull'orgoglio, sul tentativo ostinato con ogni mezzo di dimostrare alla Russia la propria esclusività, "indipendenza", e l'odio della Russia. Ma sappiamo che chi si esalta sarà umiliato. Hanno cercato di spingere questo progetto per tutti i 23 anni, ma fin dall'inizio era destinato a fallire. Sono convinto che la ragione spirituale sia questa. E quando sentiamo nelle scuole ucraine bambini che urlano all'unisono: "chi non salta, moscovita è", o "i moskali alla ghigliottina", capiamo che è il risultato di una coerente politica anti-russa. Ma le idee di odio e di inimicizia non possono costruire nulla di veramente buono e originale. E c'è un altro "progetto", che Dio ha pensato per la nostra patria comune e non comporta alcuna umiliazione nazionale. C'è una certa Divina Provvidenza del mondo slavo e questo tipo di Provvidenza è espresso nelle semplici parole "Santa Rus' ". Bielorussia, Russia e Ucraina sono un  mondo unito agli occhi di Dio e chiunque tenti di opporre l'Ucraina alla Russia sarà svergognato. L'Ucraina può sviluppare la propria cultura, la propria lingua, nelle migliori tradizioni, essa può e deve ancora fiorire, ma sono convinto che questo è possibile solo in un buon accordo con la Russia. E sono sicuro che sarà così...

Ciò che è successo in Crimea è la realizzazione del piano di Dio per la nostra nazione?

Tutto ciò che è accaduto e sta accadendo ora in Crimea, è stato pagato con un alto prezzo di sangue russo. Russo non in senso etnico, ma nel significato multinazionale, di un popolo unito nelle sue aspirazioni e speranze. Generalmente il mondo russo è un fenomeno particolare, e il fatto che il nostro scrittore "più russo", Aleksandr Pushkin, fosse quasi per un terzo etiope, è molto caratteristico. Il fondamento di questo mondo è l'Ortodossia, ma anche persone appartenenti ad altre religioni hanno partecipato alla costruzione di questa vita. L'esempio più chiaro è Isaac Levitan, chi non conosce la sua impressionante opera "nel riposo eterno"? Ma Levitan era un ebreo e non era nemmeno battezzato. Come cristiano, rabbrividisco, ma sono anche stupito di come questo uomo fosse in grado di penetrare così profondamente nella bellezza, non solo della natura russa, ma anche dell'anima russa. Questo può essere spiegato solo con la provvidenza speciale di Dio, che non può essere pienamente compresa dalla mente umana. La Crimea è sempre stata parte del mondo russo, e per un certo tempo ne è stata tagliata fuori per una decisione politica, ma ora non più. La Crimea è tornata a casa e questa è la nostra più grande gioia. Quelle persone che ne hanno paura e non vogliono la rinascita della Russia, tremano. Ma avere paura della Russia è stupido.

Pensa che siamo alla vigilia della rinascita della Russia?

Questa è già iniziata. Dopo tutto, qual è il significato storico di questo momento? Questa non è semplicemente la connessione di una parte geografica alla Russia. Il significato spirituale di questo evento sta nel fatto che rinasce la vita spirituale del popolo. Per Dio un giorno è come mille anni e la data di un evento è irrilevante, questa rinascita è maturata molto lentamente, molto difficilmente, implicitamente presente qui e in Russia, attraverso i mali degli anni '90, ma siamo in grado di vedere che è stato creato uno stato, una sovranità nel miglior senso della parola. È una grande potenza nel senso più alto – è il culto di Dio, l'espressione del dominio della volontà di Dio. E comincia a recuperare gradualmente le forze. La Russia ha iniziato a tornare nei suoi confini, è una cosa naturale e inarrestabile. Molte persone in Occidente lo capiscono e lo trattano con rispetto. È particolarmente triste vedere che alcuni dei nostri concittadini non lo capiscono, e dicono che la Russia dovrebbe essere diversa. Non si rendono conto che la Russia non sarà mai altro – o avrà sovranità, grandezza e potere, o non le avrà del tutto, così ha concepito il Signore, è solo necessario capirlo e accettarlo. Non c'è niente di sbagliato in questo e non è una minaccia per nessuno.

Se si scopre che siamo soli contro il mondo intero, dobbiamo resistere?

E come ha resistito il Signore? Quando la gente parla di democrazia e governo della maggioranza, ricordiamoci chi ha gridato: "Crocifiggilo!". La maggioranza. Ma Cristo era Cristo. Non dobbiamo aver paura di questo. Non dobbiamo aver paura di opporci al mondo con la bontà, la verità, la purezza e la santità. Questo è il nostro cammino, su di esso dobbiamo costruire la nostra vita, su di esso dobbiamo crescere e svilupparci. Penso che porterà a tutto il mondo solo il bene.

 
Chiesa ortodossa consacrata ai piedi del monte Kilimanjaro

Una nuova chiesa ortodossa dedicata ai santi tre ierarchi (Gregorio il Teologo, Giovanni il Crisostomo e Basilio il Grande), è stata consacrata domenica ai piedi del monte Kilimanjaro in Tanzania, come riferisce Romfea.

Il servizio di consacrazione della remota chiesa è stato celebrato da sua Eminenza l'arcivescovo Makarios di Nairobi, con l'assistenza di vescovi ciprioti, Nicola di Amathus ed Epiphanios di Ledra, e con la partecipazione di sacerdoti locali e ciprioti.

Più di 60 fedeli in tutto si sono uniti alla celebrazione festiva. L'arcivescovo Makarios ha ordinato anche un seminarista del terzo anno al sacerdozio durante la Divina Liturgia della festa.

Nel suo discorso dopo la Liturgia, il metropolita ha ringraziato Dio per le molte donazioni per la chiesa e molte altre attività missionarie benedette. Ha anche invitato tutti i presenti, e specialmente il neo-ordinato, a continuare a portare il messaggio gioioso di amore e speranza al mondo assetato che sta cercando Cristo.

Il servizio è stato seguito da un pasto tradizionale ricco e festoso, con danze tradizionali e canti delle parrocchie ortodosse locali.

L'arcivescovo Makarios ha recentemente celebrato un battesimo di massa per gli studenti delle scuole in Kenya. Una chiesa dedicata a santa Caterina la Grande Martire è stata consacrata in Tanzania nel febbraio 2017.

 
Continua la visita patriarcale in Cina

Martedì 14 maggio, in occasione della Pasqua dei beati ("Radonitsa"), il giorno dedicato alla commemorazione pasquale dei defunti, il patriarca Kirill ha celebrato la Divina Liturgia nella chiesa della santa Protezione a Harbin. La foto-galleria completa dell'evento è su questa pagina del sito ufficiale del Patriarcato di Mosca.

L'importanza di questi giorni (la prima visita di un patriarca ortodosso nella storia della Cina) sarà riconosciuta pienamente solo in futuro: a noi la gioia di essere testimoni di quest'evento.

 
La Chiesa non è un'organizzazione politica

In questa intervista al programma "Mattino con Inter", sua Beatitudine il metropolita Onufrij parla della sua posizione sugli ultimi eventi ecclesiastici collegati alle azioni del Patriarcato di Costantinopoli nei confronti della Chiesa ortodossa ucraina. Il primate ucraino invita il popolo dell'Ucraina a non temere nulla, a preservare la purezza della fede ortodossa e a vivere con Dio.

Oggi siamo trascinati nel formato di un partito politico, in modo che non ci guidi Cristo, ma i politici. Se io avessi voluto essere un politico mi sarei diretto subito alla politica. Anche se ho avuto alcune opportunità del genere in gioventù, le ho rifiutate. Avendo indossato abiti spirituali, devo occuparmi di ciò che è spirituale e fare cose spirituali. Coloro che hanno indossato la rjassa ma sono attivamente impegnati in politica stanno sviluppando piani geopolitici – sono solo persone disoneste che non potrebbero diventare veri politici, ma mutano forma per attirare l'attenzione umana su se stessi con l'aiuto di un'immagine spirituale. Questo è disonorevole. Tali persone dovranno rispondere davanti a Dio per questo.

Noi siamo una Chiesa autonoma e abbiamo tutti gli attributi di indipendenza che sono necessari oggi per il normale servizio di Dio e del popolo. Abbiamo il nostro Sinodo, che non dipende da nessuno, e abbiamo il nostro Concilio episcopale, che non dipende da nessuno. Le decisioni del nostro Concilio sono definitive e nessuno può sfidarle o porre il veto su di loro. Abbiamo il nostro tribunale ecclesiastico della Chiesa ortodossa ucraina, che è l'autorità finale. Abbiamo indipendenza economica e amministrativa. Un tomos limiterebbe la libertà che abbiamo oggi. Se qualcuno ne ha bisogno, prego, è il benvenuto a richiederlo. Noi non ne abbiamo bisogno. Abbiamo indipendenza, autonomia, abbiamo tutti gli attributi di una vita libera che sono necessari per un servizio ecclesiastico di successo al popolo.

Abbiamo legami spirituali, di preghiera, canonici e culturali con il Patriarcato di Mosca. Questo è normale, è come dovrebbe essere. La Chiesa non è un'organizzazione politica che oggi ama qualcuno e odia qualcun altro, e domani viceversa. La Chiesa ama tutti! Amiamo i russi, amiamo gli americani, amiamo gli africani, amiamo gli asiatici. Non abbiamo nemici. Abbiamo controparti che si oppongono a noi, ma non sono nemici. Preghiamo per loro.

Il Patriarcato di Costantinopoli ha inviato i suoi due esarchi in Ucraina. Tali azioni – inviare i loro legati, i loro esarchi nella nostra Chiesa indipendente – sono anti-canoniche.

Era una volta una Chiesa potente che copriva l'intero mondo civilizzato; si identificava con l'impero bizantino. L'impero bizantino copriva il mondo e la Chiesa era equivalente all'impero. Ma quell'impero oggi non esiste più. Stanno vivendo nel passato.

Oggi il grande impero di Bisanzio è diventato la Turchia e la fede locale ora non è l'Ortodossia. Oggi si possono contare i credenti ortodossi sulle dita di una mano. Quelli che hanno portato la loro patria al punto di farla passare da potere ortodosso a stato musulmano vogliono comandarci e insegnarci come dovremmo vivere. Vogliono anche guidare la nostra Ucraina nello stesso stato in cui hanno guidato la loro terra natale. Quindi, non hanno né il diritto morale né quello canonico di nominare qui degli esarchi e di interferire nei nostri affari.

L'interferenza negli affari di un'altra Chiesa è un'azione anti-ecclesiale e anti-canonica ed è un peccato, e il peccato porta alla divisione tra le persone. L'interferenza negli affari della nostra Chiesa potrebbe creare uno scisma nella Chiesa ortodossa su scala globale.

La Chiesa non può vivere secondo gli standard della vita secolare. La vita secolare, specialmente quella politica, è mescolata con intrighi, inganni e tradimenti: una raccolta di tutti i mali. La Chiesa non può vivere secondo tali misure e norme. La Chiesa vive secondo i comandamenti di Cristo. Noi abbiamo i nostri metodi per combattere il male: preghiera, pentimento, pazienza, umiltà davanti a Dio e uno verso l'altro: queste sono le potenti armi che distruggono il male.

I sacerdoti sono chiamati a essere pacificatori, non politici che dividono il popolo. L'ideologia promossa oggi non è un'ideologia santa. E quella speciale "moralità" che piantano nella nostra società non diventerà cristiana, ma anti-cristiana. Vengono introdotte nuove regole: matrimoni gay, aborti, omicidi e cose simili. Ciò è contrario a Cristo; Dio non lo benedice.

La Chiesa adempie alla sua missione: conduce l'uomo a Dio. Ricorda alla gente che siamo tutti creature di Dio e ci chiama ad amarci l'un l'altro, a essere pazienti l'uno con l'altro e ad aiutarci l'un l'altro. So che la Chiesa esisterà fino alla fine del mondo perché il Signore ha detto che le porte dell'inferno non prevarranno contro di essa (Mt 16:18).

Vorrei rivolgermi a tutti i fedeli ortodossi dell'Ucraina: non temete nulla, siate saldi nel vostro amore per Dio e conservate la purezza della fede ortodossa, che è la strada che conduce a Dio. Amatevi gli uni gli altri, sopportatevi gli uni gli altri, aiutatevi gli uni gli altri. Il male passerà, ma il bene vivrà eternamente. Se sopportiamo tutto e viviamo nell'amore per tutti, allora nessun male ci sconfiggerà. Dio è il Dio della forza, ma il male non ha potere. Vivete con Dio! Siate gioiosi, felici e benedetti!

 
Sulla stoltezza dello scisma

Tra alcuni vi è ora quasi un'isteria – come avevamo previsto nel nostro articolo dopo il rilascio dei progetti dei documenti per la riunione di Creta – per quanto riguarda i rapporti tra la Chiesa e il mondo eterodosso. Questa isteria è iniziata quando i progetti dei documenti sono stati resi pubblici, ma da allora c'è stato anche l'incontro tra il patriarca Kirill e papa Francesco e la loro dichiarazione congiunta. Quello che abbiamo visto finora è che alcune persone semplici e poco istruite, che vedono tutto in termini di bianco e nero, a volte per insicurezza nella fede, a volte per un'incredibile mancanza di fede e di lealtà, sono state molto turbate dalla vaghezza delle espressioni usate nei documenti prodotti da entrambi gli eventi. Siamo d'accordo che la vaghezza della terminologia è da evitare, ma non saremo mai d'accordo con chi crea uno scisma per questioni di vaghezza.

Il Vangelo di san Matteo ci dice che dobbiamo essere 'prudenti come serpenti e semplici come colombe'. A sinistra ci sono quelli che sono solo colombe e a destra ci sono quelli che sono solo serpenti. Ci è stato detto di amare il peccatore ma di odiare il peccato. A sinistra ci sono quelli che amano il peccatore, ma amano anche il peccato. A destra ci sono quelli che odiano il peccato, ma odiano anche il peccatore. In altre parole, coloro che hanno creato scismi a causa della vaghezza delle parole, mancano di sottigliezza e hanno reagito in modo esagerato – proprio come voleva il nemico. E sono caduti nelle mani del nemico! Qual è il vero problema?

Il vero problema è molto semplice: il patriarcato di Costantinopoli per tutto il XIX secolo è stato un giocattolo degli ambasciatori inglesi e francesi a Istanbul, e la loro rivalità per il controllo è stata sfruttata dagli ottomani. Nei primi anni '20 gli anglicani hanno effettivamente consegnato 100.000 sterline per far eleggere patriarca Melezio Metaxakis, che era divenuto massone tra i britannici. Questi ha poi imposto vari cambiamenti modernisti e anti-ortodossi, per i quali è stato cacciato dalla città da parte dei fedeli infuriati, anche se troppo tardi. Tuttavia, nel 1948, con la Gran Bretagna in bancarotta, gli Stati Uniti hanno preso il controllo del patriarcato di Costantinopoli. Il defunto vescovo greco di Birmingham in Inghilterra era diacono del patriarca in quel momento e ci ha raccontato la storia di cui è stato testimone oculare.

Arrivato sull'aereo personale del presidente Truman (quello che aveva massacrato quasi 250.000 civili giapponesi con solo due bombe in tre giorni), un gruppo di gangster della CIA (non c'è altro termine per definirli) ha detto al patriarca Maximos che doveva ritirarsi in Svizzera e che se avesse resistito sarebbe stato torturato e ucciso. Se n'è andato, dicendo le parole, 'La Città (= Costantinopoli) è persa'. Sullo stesso aereo sedeva il successivo patriarca, il massone dell'arcidiocesi greca degli Stati Uniti, il famigerato arcivescovo modernista Atenagora. Da quel momento la città di fatto è stata perduta.

L'elite degli Stati Uniti vuole neutralizzare la Chiesa ortodossa, proprio come ha fatto con il cattolicesimo romano 50 anni fa, amalgamandone la maggior parte alla malleabile cultura giudaico-protestante, spiritualmente vuota, dell'Occidente. Questa invasione di qualsiasi 'religione organizzata' è solo una scusa per il piano a lungo termine, già evidente negli anni '60, di promuovere il secolarismo e attraverso di esso l'anti-cristianesimo. Per neutralizzare la Chiesa ortodossa, l'elite degli Stati Uniti sta usando il 'ventre molle' della Chiesa, gli elementi nel Patriarcato di Costantinopoli che sono stati deboli sin dal tradimento del XV secolo al 'Concilio' di Firenze, e anche altrove, interferendo nelle elezioni patriarcali.

Purtroppo per l'elite degli Stati Uniti, il piano è destinato al fallimento (anche se può creare molto caos e divisione sul suo percorso). Questo perché la Chiesa ortodossa è la Chiesa, non una 'religione organizzata', vale a dire, non è un club clericale gerarchico, come le denominazioni protestanti o il cattolicesimo. Con costoro, tutto ciò che hanno dovuto fare era infiltrare i leader presenti e futuri, l'episcopato o il Vaticano, spargendo in giro un po' di soldi, ricattando i corrotti, e ottenendo il completo controllo. Nella Chiesa ortodossa, d'altra parte, l'episcopato è solo una piccola parte della Chiesa. Possiamo già vedere come il piano degli Stati Uniti sta fallendo:

In primo luogo, la Chiesa russa ha insistito che nessun documento possa essere accettato da ogni futuro 'Concilio', senza l'unanimità. Alcuni individui nel patriarcato di Costantinopoli, spinti da Biden, hanno lanciato una campagna di propaganda utilizzando chierici greci negli Stati Uniti e i media supini e controllati dallo Stato negli Stati Uniti, per dipingere la Chiesa russa come il cattivo che vorrebbe sabotare il 'Concilio', perché non vuole l'amicizia con i non ortodossi, e in ogni caso, è 'solo uno strumento dello Stato russo'. A questo lo scorso settembre la Chiesa russa ha risposto organizzando l'incontro di febbraio tra il patriarca Kirill e il vescovo di Roma.

In secondo luogo, la Chiesa russa e altre hanno escluso l'ordine del giorno pro-gay che Obama e Kerry hanno cercato di imporre al futuro 'Concilio'. Questa è stata una sconfitta per coloro che stavano cercando di promuoverlo per motivi personali.

In terzo luogo, la Chiesa russa ha costretto gli individui nel patriarcato di Costantinopoli a fare un'umiliante marcia indietro accettando il metropolita Rostislav come capo della Chiesa dei cechi e degli slovacchi.

In quarto luogo, la Chiesa russa ha obbligato il patriarcato di Costantinopoli a promettere di non interferire mai in Ucraina, come il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti lo stava spingendo a fare.

In quinto luogo, la Chiesa russa ha costretto a spostare la sede della riunione dai locali sorvegliati dalla NATO a Istanbul, pieni di microfino della CIA, a Creta. Qui il controllo dei microfoni nei locali può essere effettuato dagli uomini della sicurezza russi.

In sesto luogo, il patriarca di Costantinopoli ha ora dichiarato che non tutte le Chiese locali devono essere rappresentate perché ci sia un Concilio. La Chiesa russa e altre stanno resistendo, e rifiutano qualsiasi modifica all'accordo iniziale.

In ogni occasione la Chiesa russa ha risposto ai tentativi di indebolire l'Ortodossia e ha vinto la giornata.

Le teste calde che sono troppo semplici per capire queste cose e stanno entrando in scisma o lo stanno promuovendo, non sono di mente strategica, ma di mente letteralista. Il loro pericolo è di cadere nel fariseismo – un nemico della Chiesa. Il fariseismo divide sempre, che è esattamente ciò che il diavolo vuole, perché indebolisce la Chiesa. Oggi i progetti di documenti per la riunione di Creta sono fatti a pezzi dalle Chiese di Georgia e di Antiochia, per non parlare della severa critica che stanno subendo in tutto il mondo ortodosso, non da ultimo in Grecia e a Cipro. Per il momento almeno la Chiesa russa può lasciare che le altre si occupino di protestare contro i progetti dei documenti a Creta.

 
Dove sono i segni di una contro-offensiva?

Un amico mi ha appena mandato un paio di domande in una e-mail e ho pensato che la cosa migliore da fare che rispondere con un post. Ecco cosa ha scritto:

Da qualche tempo mi sto facendo delle domande per quanto riguarda la "guerra" in Ucraina e Novorossija. Di tanto in tanto sento borbottii su una "offensiva in preparazione" delle forze armate della Novorossija, in qualche prossimo futuro (presumibilmente quando sarà stato raggiunto un certo punto di svolta o qualche obiettivo ancora senza nome). Tuttavia, mi ha sorpreso che non ci sia stata finora alcuna piccola operazione o manovra nella maggior parte dell'Ucraina e in particolare nella stessa Kiev. Mi sembra che una campagna mirata sotto copertura sarebbe nell'ambito delle capacità delle forze armate della Novorossija, oppure no? Progettare incidenti e / o incursioni e scioperi all'interno delle città, che comportino la diminuzione del gusto per la guerra tra la gente che (sembrerebbe) è per lo più indifferente. O forse si pensa che questo potrebbe effettivamente aumentare la volontà di continuare i combattimenti? La storia mostra modelli di azione simili, anche se l'efficacia complessiva di tali tattiche può essere ragionevolmente messa in discussione nella maggior parte dei casi, credo. Sono curioso di sapere come la pensi.

Questa è una domanda molto interessante e abbastanza complessa. In realtà, ci sono due domande distinte qui:

a) perché non c'è alcuna resistenza apparente nel resto dell'Ucraina?

b) dov'è la contro-offensiva della Novorossija?

Le due questioni sono collegate da un denominatore comune, ma sono qualitativamente differenti. Suggerirei di prenderle una per una:

Perché non c'è alcuna resistenza apparente nel resto dell'Ucraina?

La prima cosa da ammettere è che non tutti gli ucraini sono contrari alla nuova giunta. Beh, oggi probabilmente la maggior parte lo è, ma non con il tipo di determinazione che ti fa entrare in un movimento di protesta o, tanto meno, un'insurrezione. Per prima cosa, gli ucraini sono stati cresciuti per la maggior parte sotto vari gradi di russofobia, dalla più o meno nazionalista e russofoba Ucraina sovietica, alla rabbiosamente nazionalistica e russofoba Ucraina dopo il 1991, alla follemente nazionalistica e russofoba Ucraina dopo il 2013, l'ideologia ufficiale e il clima politico in Banderastan è istericamente anti-russo. Così anche quegli ucraini che potrebbero non essere neo-nazisti o fan di Bandera non sono affatto necessariamente filo-russi.

In secondo luogo, c'è un blackout di informazioni nei media statali e anche in quelli "indipendenti". Tutti abbiamo visto come anche direttori di importanti canali televisivi sono picchiati da nazionalisti ucroidi se non mettono in onda programmi "comme il faut". Potete immaginare che cosa succede ai media più piccoli! Così alla popolazione dicono che l'esercito ucraino sta combattendo, non sto scherzando, contro un'invasione russa! Raccontano veramente loro che il Donbass è pieno zeppo di forze speciali e di carri armati russi. Ho anche visto un rapporto su circa 30 carri armati T-90 russi che attaccano un villaggio difeso dagli ucraini. Quindi il livello di propaganda e, francamente, di zombificazione è semplicemente inimmaginabile e mentre a molti ucraini potrebbe non piacere la giunta al potere, questo non significa che vorrebbero un'invasione russa dell'Ucraina.

In terzo luogo, anche se questo non è praticamente coperto dai media o dalla blogosfera in occidente, la maggior parte degli esuli ucraini concorda sul fatto che ci sia un vero terrore nell'Ucraina tronca, in particolare nelle città di Kharkov, Kiev e Odessa: centinaia di persone sono state rapite, fatte sparire, torturate , picchiate, minacciate o altrimenti maltrattate. Le prigioni della polizia e della SBU sono piene di sospetti "terroristi" "traditori" e "separatisti". La gente riceve telefonate minatorie, i familiari sono minacciati per le strade, al lavoro, a scuola, ecc. Gli eredi morali di Stepan Bandera sono molto, molto bravi in questo genere di cose e dal momento che il mondo dei media, le organizzazioni per i diritti umani e i governi sono più che felici di guardare dall'altra parte, gli squadroni della morte nazisti degli ucroidi non hanno bisogno di essere timidi nel loro terrore.

In quarto luogo – e questa è la parte dolorosa da ammettere – proprio come in Novorossija, la maggior parte degli ucraini preferisce stare seduta, aspettare e vedere cosa accadrà. Questi tipi sono quasi esclusivamente interessati ai beni materiali, e per loro russo o ucraino, nazista o democratico, ortodosso o uniate - non importa. Ciò che conta sono i contenuti del loro frigorifero, la macchina che guidano, il televisore nella loro sala da pranzo. Se dicessero loro di diventare Hare Krishna anarchici dello Zimbabwe per ottenere un reddito migliore, lo farebbero. Non mi sento a mio agio ad approfondire il "perché" sia così, ma diciamo solo che la passività ucraina non è un mito.

Per tutti questi motivi uniti assieme, non c'è rivolta, né insurrezione, né alcun sabotaggio in Banderastan. Oppure, se c'è, è su scala minore. Gli ucraini per la maggior parte sono confusi, spaventati, hanno subito un parziale lavaggio del cervello e possono contare solo su voci. Tutto questo rende una popolazione molto passiva. Da questo punto di vista, la Crimea è stato l'esempio opposto e il Donbass sta da qualche parte nel mezzo, da cui tutte le difficoltà incontrate dal Cremlino (e dalla resistenza della Novorossija) per risolvere in qualche modo questo problema.

Per quanto riguarda le forze della Novorossija, queste semplicemente non si possono permettere il lusso di preparare un'operazione di sabotaggio dietro le linee nemiche. In questo momento, quello stanno facendo che le forze di Resistenza della Novorossija è di "giocare ai vigili del fuoco" - corrono da un punto ad un altro per "spegnere" varie penetrazioni ucroidi nel territorio tenuto dalla Novorossija. Diamo un'occhiata un po' più da vicino:

Dov'è la contro-offensiva della Novorossija?

Le voci di una contro-offensiva della Novorossija sono circolate per settimane, e la contro-offensiva non si sta ancora materializzando? Perché?

La chiave qui è la superiorità numerica e tecnologica della parte ucraina. Vorrei cercare di spiegare.

Per la Novorossija l'equazione è semplice: più breve è la linea di contatto (o, se si vuole, la "prima linea") con il nemico, meglio è. Più lunga è, peggio è. Pensate alla scena nel film The Matrix in cui Neo sta combattendo contro orde di agenti Smith: anche se Neo è circondato da centinaia o, forse, migliaia di agenti Smith, ne lottano solo da 1 a 5 allo stesso tempo, semplicemente perché questi sono tutti gli agenti Smith che si possono far stare nel perimetro immediatamente circostante a Neo. La guerra reale non è così semplice, naturalmente, ma l'idea di fondo è la stessa, ed è uno dei motivi per cui Strelkov ha abbandonato Slavjansk.

La seconda cosa che molti lettori mi chiedono è: scusa, ma se gli ucraini stanno perdendo, perché sono in continuo avanzamento? Qui non vi è alcuna contraddizione. Ciò che fa la Resistenza è ritirarsi regolarmente per lasciare che gli ucroidi entrino nel territorio della Resistenza che si trasforma per loro in una sacca, o "calderone". A quel punto gli ucroidi muoiono o si ritirano. Si prega di tenere presente che nella maggior parte dei casi viene segnalata l'avanzata degli ucroidi, ma non il loro successivo ritiro. Infine, i media occidentali danno in pasto al pubblico mappe "approssimative" che sono, in realtà, semplicemente false. Questa è una presa oggi dal sito della BBC:

Confrontatela con questa dello stesso periodo:

Il contrasto non potrebbe essere più grande. Le presstitute occidentali fanno due errori fondamentali: in primo luogo ritengono che se l'unità X si sposta dal punto A al punto B, questo significa che il punto A rimane ancora in mani amiche. Non è così. La maggior parte del tempo, non appena l'unità X si sposta dal punto A al punto B, l'altra parte riprende il punto A e l'unità X è circondata. In secondo luogo, le presstitute pensano anche che tutte le informazioni russe o dalla Novorossija siano "propaganda", mentre quello che esce dalle fonti occidentali sia affidabile. Quindi, ottenete mappe come la prima delle due qui sopra: peggio che inutile – in realtà fuorviante.

A proposito, c'è su YouTube un tizio chiamato Dima Svets che fa recensioni abbastanza ben commentate delle mappe dei combattimenti (come questa). Parla in russo, ma se non lo capite e volete solo avere un'idea di come sembrano le mappe reali, è una buona risorsa.

Come ho detto in precedenza, la maggior parte di ciò che stanno facendo in questo momento in Novorossija è "giocare ai vigili del fuoco": gli ucroidi attaccano su tutti i fronti, non appena cominciano a sfondare le posizioni della Novorossija, il comando centrale invia rinforzi che fermano l'avanzata, e provano a circondare la forza ucroide prima che possa fare marcia indietro. Il motivo per cui questa manovra di base funziona è duplice: le distanze sono molto brevi e le forze della Novorossija sono di gran lunga superiori a livello tattico.

Ma una contro-offensiva è un affare completamente diverso. Per prima cosa è necessario concentrare le forze in corrispondenza del punto in cui si desidera sfondare. Inoltre, probabilmente avrete bisogno di fingere un attacco altrove, il che richiede ancor più forze. Come potrebbero dalla Novorossija concentrare le loro forze senza rischiare uno sfondamento ucroide nelle loro retrovie?

Inoltre, ammesso che abbia successo, una contro-offensiva della Novorossija comporterebbe un allungamento della linea di contatto e un aumento del rischio di essere avvolti e circondati. È vero, gli ucroidi subirebbero lo svantaggio di avere un enorme territorio in mano al nemico nelle loro retrovie, quindi è difficile per loro prevedere dove sistemare le loro riserve, ma hanno abbastanza unità motorizzate e meccanizzate per muoversi in fretta, e hanno anche artiglieria e forze aeree. Quindi per le forze della Novorossija uno sfondamento in profondità nel territorio ucroide potrebbe diventare molto, molto pericoloso.

Le due parti non si sono ancora combattute fino a un punto morto, ma hanno lottato in una situazione di pareggio in cui nessuna delle due parti può fare molto. La dimensione del territorio controllato dalla Resistenza è stato ridotto a un livello che è gestibile per la Resistenza e troppo difficile da conquistare per gli ucroidi. Ora diventa un gioco di forza di volontà.

A meno che qualche fattore esterno blocchi il conflitto "così com'è", entrambe le parti continueranno a muoversi avanti e indietro con successi tattici minori fino a quando finalmente una parte raggiungerà il suo punto di rottura. A quel punto, la parte in rottura non farà una graduale ritirata, ma crollèrà rapidamente. A questo punto io non in grado di tirare a indovinare quale parte sia più vicina a quel punto di rottura. Gli ucroidi sono stati macellati in numero assolutamente incredibile dalla Resistenza, ma continuano a gettare in battaglia sempre più uomini, attrezzature e unità, più e più e più volte. Non ho un modo per misurare quanto tempo il regime può continuare a fare così. So che c'è un crescente movimento di "madri di militari" che protestano e che, soprattutto in Ucraina occidentale, c'è un movimento per dire "non vogliamo morire combattendo i russi per il Donbass". I cadaveri dei militari ucroidi morti in combattimento vengono portati letteralmente a vagonate, ma la giunta non ha i soldi per pagarne la refrigerazione, per non parlare di una sepoltura decente. Così le famiglie sono costrette a pagare per ottenere i corpi dei loro cari, spesso viene detto loro di trasportare il cadavere in qualsiasi modo vogliono, devono pagare per le refrigerazioni, devono pagare per una nuova uniforme, in cui seppellire il soldato, e devono pagare per il funerale. Potete immaginare l'orrore e la disperazione di queste famiglie? E il numero di famiglie così colpite sta aumentando a dismisura, soprattutto in Ucraina occidentale, perché la giunta ritiene che questi ucraini occidentali abbiano meno probabilità di disertare o di passare dall’altra parte.

Penso che sia importante per noi non concentrarci esclusivamente sull'orrore dei civili della Novorossija massacrati dalle forze ucroidi, ma anche l'orrore degli ucraini arruolati a forza (fino all'età di 50 anni, l'ultima volta che ho controllato) e inviati come carne da cannone per essere uccisi dalle forze della Resistenza.

Se la Novorossija può resistere un altro paio di settimane o giù di lì, la marea girerà sicuramente contro la giunta. In questo momento non c'è nessuno con cui negoziare, e niente su cui negoziare. Ma, come ha detto recentemente il politico della Novorossija Oleg Tsarev, non appena le forze della giunta proveranno la loro prima grande sconfitta, gli europei richiederanno improvvisamente ogni genere di trattative e allora, forse, diventerà possibile negoziare qualcosa. Ma fino a quando le forze della Novorossija non dimostreranno in modo convincente che non possono essere schiacciate (e finora non lo hanno dimostrato), la giunta e i suoi boss americani non apriranno mai negoziati per davvero. Potrebbero far finta, come hanno fatto molte volte, ma non faranno sul ​​serio. Finché gli Stati Uniti e la giunta possono sperare di vincere sul paino puramente militare, schiacciando la Resistenza, non negozieranno mai.

La Resistenza sembra stare piuttosto bene adesso. Quello che le serve ora è un successo solido e innegabile. Fino ad allora, la situazione rimarrà congelata.

Saker

 
Perché aderire alla Chiesa ortodossa russa?

Introduzione

Una volta che gli occidentali avranno comprensione ed esperienza spirituale, potranno iniziare a fuggire dalle ristrettezze del loro condizionamento culturale e dalle manipolazioni imposte loro dai loro controllori. Allora riconosceranno che il cattolicesimo, l'anglicanesimo e le altre forme di protestantesimo, che oggi si stanno rapidamente estinguendo nel mondo occidentale, hanno solo poche centinaia di anni e sono solo invenzioni umane, definite da potenti rappresentanti politici occidentali, papi, re e governanti, passati e presenti. Ci chiedono: qual è allora la nostra identità di cristiani? Dove allora possiamo andare in chiesa ad adorare la santissima Trinità, il nostro Dio che non accetta di essere deriso?

Con un tale livello di comprensione di base, diventa ovvio che solo la Chiesa ortodossa è la Chiesa, fondata da Cristo, contro la quale le porte dell'inferno non prevarranno. Da qui, tuttavia, sorge la domanda, a quale Chiesa locale unirci? La Chiesa ortodossa è infatti una famiglia di quattordici Chiese ortodosse locali canoniche universalmente riconosciute, di cui sette hanno rappresentanze tra i loro immigrati e i loro discendenti nei paesi occidentali. Queste sette Chiese locali sono la russa, la greca (correttamente, la costantinopolitana), l'antiochena, la romena, la serba, la bulgara e la georgiana.

La maggior parte dei fedeli si unisce alla comunità ortodossa geograficamente più vicina appartenente a una di queste sette Chiese, a condizione che ne esista una vicina (quelle bulgare e georgiane sono molto, molto poche e lontane tra loro) e che accolga altre nazionalità. Tuttavia, la maggior parte dei romeni, serbi, bulgari, georgiani e molti greci non accolgono altre nazionalità, ma rappresentano un ethos di club nazionali, di ghetti etnici. Queste ultime Chiese sono chiamate mononazionali (a volte solo "nazionaliste"). In altre parole, mostrano in modo evidente le loro bandiere nazionali, soddisfano solo una nazionalità immigrata e chiederanno persino a quelli di altre nazionalità di andarsene, cosa che i visitatori fanno comunque perché non capiscono le lingue che usano queste nazionalità. La vera scelta quindi è spesso molto limitata: greca, antiochena e russa.

Per molti la piccolissima e impoverita Chiesa greca di Costantinopoli non è un'opzione a causa dei suoi modi di fare orientali e della sua curiosa musica, nonché dei suoi compromessi dottrinali, costrizioni sulla sua debolezza da parte di pressioni e finanziamenti esterni negli ultimi 100 anni. Inoltre, c'è il suo straordinario imperialismo razzista, che negli ultimi tempi l'ha portata ad atti scismatici e persino eretici, mettendola fuori dalla comunione con la maggioranza degli ortodossi. La Chiesa antiochena sembrerebbe un'opzione per gli anglicani. Tuttavia, poiché ci sono solo circa 750.000 anglicani praticanti in Inghilterra, questo lascia 55 milioni che non sono attratti e non si sentono affatto a casa in una chiesa "angliochena", con il suo clero non addestrato (che spesso tenta di vestirsi e cantare come il clero ortodosso russo, ma commette errori di base) e la sua filosofia di "anglicanesimo con icone". Chiunque abbia sperimentato la realtà vera, la vera Ortodossia con i suoi valori cristiani viventi, lo percepisce immediatamente. La sua mentalità istituzionale la fa sembrare un ramo dell'anglicanesimo, una cultura aliena e abbastanza sconosciuta alla stragrande maggioranza della gente comune inglese. Data questa mancanza di scelta sul campo, quali sono i pro e i contro dell'adesione alla Chiesa ortodossa russa?

Le ragioni che presentano quelli che non vogliono aderire alla Chiesa ortodossa russa

Per chi vive nel passato, la Chiesa ortodossa russa è un rullo compressore sovietico centralizzato. Ovviamente ciò è accaduto in una certa misura a generazioni fa durante il periodo sovietico, quando tutti i vescovi russi che rappresentavano la Chiesa ortodossa russa a Mosca erano controllati dal KGB. Allora alcuni di questi vescovi commettevano liberamente gravi violazioni dei canoni della Chiesa in luoghi come Londra, Parigi e Vienna, nonché all'interno dell'Unione Sovietica. Questa non era la Chiesa ortodossa russa, ma la "Chiesa sovietica" (e quindi, per definizione, non ortodossa). Tuttavia, tutta questa è storia antica. Cerchiamo piuttosto di vivere nel presente per il bene del futuro.

Alcuni accusano la Chiesa ortodossa russa di non essere abbastanza aperta al mondo secolare. Qui c'è un profondo fraintendimento: non tocca alla Chiesa diventare come il mondo, ma al mondo diventare come la Chiesa! Coloro che non sono ancora diventati cristiani ortodossi, sebbene attratti da alcuni aspetti, a volte trovano autoritari i vescovi ortodossi russi (e in realtà tutti gli altri vescovi). Tuttavia, questo è perché hanno una comprensione protestante e non apostolica di ciò che è un vescovo. Quando i vescovi rifiutano le fantasie secolari "democratiche" o il sostegno al "matrimonio" omosessuale (segno del mondo anticristiano) di tali individui, si sentono spesso molto offesi. Pertanto, le critiche al loro "autoritarismo" sono semplicemente auto-giustificazioni psicologicamente motivate per la propria disobbedienza e mentalità laicista, che giustificano come la propria "cultura" (!), ma che in realtà non è parte della mentalità cristiana.

Infine, ci sono quelli che sono stati così sottoposti al lavaggio del cervello dalla propaganda della guerra fredda occidentale e dai pregiudizi politici che sono diventati culturalmente dei nazionalisti occidentali, e di conseguenza russofobi. Questa russofobia viene dalla mentalità secolare nazionalista occidentale e dal rifiuto di guardare ai fatti della storia, confidando piuttosto in giornalisti incredibilmente ignoranti, pagati da ricchi gruppi politici, che riversano le loro assurdità. Per esempio, tali persone crederanno davvero alla propaganda secondo cui lo stato della Federazione Russa controlla la Chiesa ortodossa russa! Stanno ovviamente pensando in termini anglicani, dal momento che la Chiesa d'Inghilterra è effettivamente controllata dallo stato britannico. Ecco perché se sei una spia britannica, con base a Londra o Cheltenham, per esempio, non ti sarà permesso di unirti alla Chiesa ortodossa russa, ma solo ai greci. Altri diranno in modo simile che non possono essere ortodossi russi perché ci sono così tanti aborti e tanta corruzione nella Russia post-sovietica. Ma è come dire che non possono essere protestanti perché ci sono così tanti aborti e omicidi in Inghilterra!

Ragioni per entrare a far parte della Chiesa ortodossa russa

La prima ragione per farlo è che la Chiesa ortodossa russa è di gran lunga la più grande delle quattordici Chiese locali. Per oltre il 75% gli ortodossi sono membri della Chiesa ortodossa russa. Più esattamente, su 220 milioni di cristiani ortodossi nel mondo, 164 milioni sono membri della Chiesa ortodossa russa, oltre un terzo dei quali non sono russi. È chiaro che solo una Chiesa del genere può persino sperare di fornire le infrastrutture necessarie. In effetti molti altri dipendono da essa in questo campo.

In secondo luogo, come abbiamo visto sopra, il mondo ortodosso russo (a volte chiamato "Rus’") non è necessariamente russo in senso etnico. La Chiesa ortodossa russa è di gran lunga la più multinazionale. Ha almeno settanta nazionalità al suo interno, il suo canto (a differenza di quello di altre Chiese locali) può essere adattato a qualsiasi lingua, ha fondato Chiese indipendenti in Polonia e nelle Terre ceche e Slovacchia, Chiese autonome come la ROCOR – la Chiesa al di fuori della Russia (con sede a New York e diffusa principalmente nel mondo di lingua inglese), in Giappone e in Cina e ha esarcati (future Chiese autonome) nell'Europa occidentale e nel sud-est asiatico. La sua cultura, come il suo canto, è molto europea, a differenza dei corrispettivi della Chiesa greco-ortodossa. Come risultato delle sue qualità multinazionali e multilinguistiche, la Chiesa ortodossa russa può essere chiamata "imperiale", anche se certamente non "imperialista".

Infine, oggi la Chiesa ortodossa russa è politicamente indipendente ed è quindi fedele alla tradizione cristiana. Pertanto, non è controllata da alcun governo, incluso il Dipartimento di Stato di Washington, che controlla completamente la minuscola Chiesa greca (costantinopolitana) e che ha anche nominato il leader della Chiesa romena, oltre a esercitare una forte pressione politica e finanziaria sulle chiese locali in piccoli paesi come Grecia, Cipro e Georgia. Chiaramente, solo una Chiesa così grande come quella ortodossa russa può resistere alle pressioni di stati di qualsiasi tipo con il rischio di compromettere se stessa e i suoi insegnamenti cristiani. Con il suo tesoro spirituale dei nuovi martiri e confessori del giogo comunista, almeno 100.000 e forse molti altri, di cui circa 35.000 sono stati canonizzati finora, la Chiesa ortodossa russa è spiritualmente resistente. Pertanto, è tradizionale, e per esempio mantiene fedelmente il calendario cristiano ortodosso, anche se non si associa alle minuscole sette non canoniche di "vecchi calendisti" estremisti, che si possono trovare nell'Ortodossia greca.

Conclusione

Seguendo un'aurea via media tra gli estremi, la Chiesa ortodossa russa ha attrattive. Il suo punto debole è la mancanza di infrastrutture in paesi come il Regno Unito e l'Europa occidentale in generale. Qui ci sono ancora grandi aree e città dove non è possibile trovare un'unica chiesa ortodossa russa! Negli ultimi 45 anni è toccato a noi, come ad altri, iniziare a rimediare a questa mancanza cronica di copertura. I progressi ci sono, ma sono molto lenti, poiché dobbiamo lottare contro condizioni straordinariamente difficili, mancanza di finanziamenti e mancanza di sostegno. Potete aiutarci?

 
Metropolita Pavel: Gli istigatori della crisi ucraina ricordino il Tremendo Giudizio

Il capo della Chiesa ortodossa bielorussa, il metropolita di Minsk e Slutsk Pavel, ha ricordato a coloro che incitano conflitti in Ucraina il Tremendo Giudizio. Ha fatto questa dichiarazione sulla canale televisivo bielorusso ONT.

"La colpa di ciò che sta accadendo non è solo degli ucraini", ha detto il metropolita. "Sono colpevoli anche quelli che incitano conflitti nel paese, alimentandoli con finanze, armi, ideologia". A Queste persone consiglia di agire secondo coscienza. "Saremo tutti davanti a Dio nel giorno del giudizio", ha detto il capo della BOC. "Allora sarà chiaro a tutti chi ha finanziato, chi ha dato sostegno, chi ha istigato e chi ha mosso guerra".

Nel servizio del canale TV non è specificato a chi si riferisse il metropolita, parlando di mandanti stranieri.

In precedenza, prima della nomina a capo della Chiesa ortodossa bielorussa, il metropolita Pavel aveva criticato le proteste in Russia, osservando che erano sostenute da servizi segreti occidentali. Aveva anche messo in guardia gli organizzatori delle "rivoluzioni colorate" che in risposta a pressioni esterne Mosca avrebbe potuto prendere misure estreme. "Se continuano a portarci alla disperazione, quando il nostro popolo sarà bloccato in un angolo, non avremo altra scelta che aprire il rubinetto di Chernobyl... E in questo caso saranno colpiti tutti: americani e ricchi europei. E anche loro hanno qualcosa da perdere," ha detto il presule.

La Chiesa ortodossa bielorussa è guidata dal metropolita Pavel dal dicembre 2013. Nella repubblica è venuto dalla Russia, dove in precedenza ha diretto la metropolia di Rjazan. Prima di essere nominato a Rjazan, il metropolita Pavel aveva servito anche nel Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca e nella missione patriarcale a Gerusalemme. Dal 1992 al 1999 è stato capo delle parrocchie del Patriarcato di Mosca negli Stati Uniti, dopo di che è stato nominato vescovo di Vienna, in Austria.

 
L'arcivescovo di Jakutsk battezza oltre 100 persone nel fiume in un giorno

Un battesimo di massa è stato recentemente celebrato nelle acque del fiume Chul'man nella lontana Repubblica di Jakutia in Russia.

Sua Eminenza l'arcivescovo Roman di Jakutsk ha celebrato il santo sacramento per più di 100 persone, domenica 15 luglio nel villaggio di Chul'man, che si trova lungo il fiume Chul'man, come riporta il sito della diocesi di Jakutsk.

La Chiesa ortodossa sta rapidamente crescendo a Chul'man. L'estate scorsa, per la festa di san Vladimir, il 28 luglio, l'arcivescovo Roman ha battezzato più di 200 persone nella Chiesa.

Le festività di quest'anno sono iniziate con l'arrivo dell'arcivescovo Roman per una visita pastorale e per la celebrazione della Divina Liturgia nella chiesa del santo principe Vladimir nel villaggio di Chul'man. L'arcivescovo ha poi condiviso un pasto festivo con i parrocchiani e gli ospiti del villaggio e tutti hanno assistito a un programma culturale dei bambini della scuola domenicale.

I fedeli si sono diretti quindi verso il fiume dove l'arcivescovo ha battezzato più di 100 persone nel corpo di Cristo. I neo-illuminati si erano preparati per diverse settimane a ricevere la santa grazia della rigenerazione e a iniziare le loro nuove vite in Cristo.

 
Il cucchiaio liturgico

Tutti i cristiani ortodossi laici ricevono la comunione, sotto le due specie del pane e del vino, tramite un cucchiaio liturgico; la stessa cosa avviene anche in gran parte delle Chiese non calcedoniane. Questo strumento è un visibile punto di differenza con l’Occidente cristiano, che non lo ha mai recepito nella sua pratica. È vero che l’uso del cucchiaio liturgico è tardivo nella storia cristiana? Dove e quando ha iniziato a svilupparsi? Come si faceva la comunione prima dell’introduzione del cucchiaio? A queste e altre domande risponde lo ieromonaco Petru (Pruteanu) nell’originale romeno e in traduzione italiana nella sezione “Ortoprassi” dei documenti.

 
Islam: attraverso il cuore e la mente di un convertito al cristianesimo ortodosso

In questa intervista in due parti apparsa in origine su Ancient Faith Radio, Kevin Allen del podcast "Ancient Faith Today" ha intervistato "George", che è diventato un musulmano sunnita a quattordici anni e ha studiato per diventare un imam in una madrasa, studiando il Corano, la lingua araba, la teologia islamica, gli hadith e la giurisprudenza. Dopo vent'anni ha lasciato l'islam ed è diventato un cristiano ortodosso. Tra le altre cose, Kevin e il suo ospite discutono la teologia islamica, le incomprensioni comuni del cristianesimo tra i musulmani, le differenze tra islam "ortodosso" e la Nation of Islam, la vera comprensione e la pratica nell'islam della schiavitù e della jihad, e lo straordinario cammino che ha portato "George"al cristianesimo ortodosso.

PARTE I

Benvenuti! E grazie per essere con me in questa edizione di Ancient Faith Today.

In questi giorni c'è molto sull'islam proveniente dai media e dalle notizie. In questa serie in due parti, di cui questa è la prima parte, discuterò l'islam e le esperienze personali di un recente convertito alla Chiesa ortodossa.

Il mio ospite si è convertito all'islam all'età di quattordici anni e dopo circa vent'anni ha lasciato l'islam per diventare un cristiano ortodosso; io sono in contatto tra gli altri con il suo sacerdote, che mi ha confermato la sua storia e che mi ha detto che è un praticante regolare nella Chiesa ortodossa. E il mio ospite, che per fini di sicurezza chiameremo "George" e che non rivelerà la sua località o quella della sua parrocchia, è un americano caucasico che ha studiato teologia, storia e giurisprudenza islamica in un seminario islamico per diventare un imam. Ha imparato la lingua araba e ha memorizzato una percentuale del Corano in arabo. Quindi, in questa prima parte dell'intervista vedremo la conversione del mio ospite all'islam e alcuni fatti teologici e storici sull'islam attraverso la mente e il cuore di un convertito dall'islam al cristianesimo ortodosso. George, è meraviglioso accoglierti ad Ancient Faith Today.

Molte grazie, Kevin. È una grande benedizione essere qui.

Come abbiamo discusso prima dell'intervista, hai detto che avevi iniziato già nei primi anni dell'adolescenza a studiare varie religioni e filosofie.

Sì, è così. Ho studiato alcune delle tradizioni spirituali orientali come il buddhismo e l'induismo. Ho anche letto un po' di filosofia greca, in particolare la scuola dello stoicismo. Però ho subito perso interesse sia per l'induismo sia per il buddhismo: anche da ragazzo di dodici o tredici anni, abbastanza aperto, questi due sistemi di credenze erano un po' troppo strani per me. Le credenze politeiste dell'induismo e credenze non teiste del buddhismo proprio non mi sembravano giuste. Credevo ancora e sentivo che c'è un solo Dio.

Allora, perché il cristianesimo non è stato nemmeno un'opzione per te, o non ha suscitato il tuo interesse?

Non vedevo alcun valore nel tipo di cristianesimo che mi era immediatamente disponibile. Sia che si trattasse delle immagini degli evangelisti televisivi che saltavano e gridavano, dicendo alla gente che può comprarsi la strada verso il Regno o la costante ipocrisia e boria delle persone che incontravo tutti i giorni. Non vedevo nulla che il cristianesimo potesse offrire a me, o a chiunque altro se per questo. Poi c'erano i problemi che avevo con la teologia cristiana come la capivo a quel tempo. La santa Trinità mi creava troppa confusione, la Crocifissione e la comprensione occidentale dell'espiazione non mi sembravano niente di più che un mero capro espiatorio per far sentire la gente più a suo agio con i loro errori e per farle evitare di fare qualsiasi tentativo di cambiare la propria vita in modo profondo.

Cosa ti ha attratto in particolare nell'islam?

Sembrava offrire alcuni valori assoluti di cui ero alla ricerca, e disciplina. Una teologia che si adatta più facilmente alla mia mente. Storicamente non sembrava avere il bagaglio del cristianesimo, come la schiavitù, il razzismo, il bigottismo, le crociate, l'inquisizione e l'intolleranza generale, di cui i cristiani sono stati accusati nel corso dei secoli.

Spiritualmente, sembra offrire un culto reale che coinvolge la tua voce, la tua mente, il tuo corpo, e non solo agitare le braccia intorno per aria e gridare e cantare. Poi nell'islam c'è la pratica conosciuta come "Dhikr", che significa letteralmente ricordare, riportare alla mente. In questa pratica si cerca di liberare la mente da tutto, fuorché da Dio. Attraverso questa pratica si recitano più volte brevi preghiere al fine di aiutare a ottenere una maggiore presenza di Dio. Ma, naturalmente, il centro del culto nell'islam sono le cinque preghiere quotidiane obbligatorie.

Quindi sei entrato a far parte di una moschea a quattordici anni – un'età molto insolita, molto presto. Qual era la composizione demografica della tua moschea?

Principalmente afro-americani, con alcune persone di origine asiatica e mediorientale.

Ho appena letto un sondaggio di pochi anni fa, che dice che il 59% di tutti i convertiti all'islam negli Stati Uniti è composto da afro-americani. Così mi piacerebbe chiederti: perché pensi che così tanti afro-americani negli Stati Uniti si convertano all'islam?

Alcuni dei motivi per cui gli afro-americani si convertono sono le stesse ragioni che ho citato in precedenza, per cui mi sono convertito io, e molti altri che non sono afro-americani. Credo però che ci siano ragioni uniche che attirano le comunità afro-americane. Attraverso le esperienze che ho avuto, le persone che ho incontrato e con cui ho parlato, e da molte letture che ho fatto, penso che l'islam sia stato visto come un mezzo per molti afro-americani di ri-collegarsi con un pezzo della loro cultura che sentono di aver perso attraverso i loro antenati catturati, schiavizzati e portati nell'emisfero occidentale, e sistematicamente spogliati delle loro tradizioni e identità.

Era un modo per spogliarsi dell'eurocentrismo che era stato loro imposto. Il cristianesimo è diventato sinonimo dell'oppressione e della persecuzione che gli americani di origine africana avevano sofferto in Occidente.

Ma non erano stati i mercanti di schiavi musulmani in realtà ad andare in Africa e poi a ridurre in schiavitù gli africani per venderli agli europei e così via?

Sì, ciò che è noto come il commercio arabo degli schiavi è iniziato nel settimo secolo, con l'ascesa dell'impero islamico, ed è durato fino al XX secolo inoltrato, in alcuni luoghi come l'Arabia Saudita, Somalia e Sudan, dove si riportano ancora oggi casi di commercio di schiavi. La tratta degli schiavi araba musulmana ha raggiunto una vasta area compresa l'Africa sub-sahariana orientale e occidentale, che è stata il principale fornitore, poi ci sono state l'Asia centrale, la regione del Mediterraneo e l'Europa orientale, incluse le terre dei popoli slavi.

Ci sono anche storie di tratta degli schiavi estese a nord fino alle Isole Britanniche e all'Islanda. L'America nella sua infanzia è stata vittima dei commerci musulmani di quelli che erano conosciuti come "stati barbareschi", ovvero gli stati islamici indipendenti lungo la costa del Nord Africa.

Una cosa che vorrei sottolineare è che nella legge islamica non è permesso asservire i musulmani nati liberi. Pertanto, solo chi è nato in schiavitù e i non musulmani prigionieri possono essere presi come schiavi. Questo potrebbe spiegare il fatto che la stragrande maggioranza delle persone schiavizzate era composta da abitanti delle regioni che delimitavano il territorio degli imperi islamici, dove in particolare i cristiani erano presi di mira.

Ma ora vediamo gruppi islamici radicali come l'ISIS che regolarmente rapiscono, riducono in schiavitù e vendono donne e altre persone. Questa pratica della schiavitù è approvata nel Corano e negli Hadith?

Sì, lo è. Non è un concetto molto popolare, ma voglio dire che sicuramente è stato sancito dal Corano e dagli Hadith. Gruppi come l'ISIS considerano le atrocità che stanno commettendo come una guerra santa, e come tale tutte le donne non musulmane catturate diventano le loro proprietà, anche se queste donne sono sposate. Nel Corano tali prigionieri sono spesso indicati come "ma malakat aymanukum", o "ciò che possiede la vostra mano destra". Una tale riferimento può essere trovato nel Corano nella Sura o capitolo 4 al verso 24, che dice: "E sono anche vietate tutte le donne sposate, con l'eccezione di quelle che possiede la vostra mano destra. Questa è per voi un'ordinanza della legge".

Quella che ho appena citato è una parte di una sezione più lunga che parla delle donne con le quali è lecito a un uomo di avere rapporti sessuali. In relazione a questi versi, negli Hadith, la tradizione della vita di Muhammad, che dà la ragione o le circostanze in cui è stato rivelato questo versetto, si dice,

L'apostolo di Allah inviò una spedizione militare ad Awtas in occasione della battaglia di Hunain. Questa spedizione incontrò i nemici e combatté contro di loro. Li sconfisse e li fece prigionieri. Alcuni dei compagni del Messaggero di Allah erano riluttanti ad avere rapporti con le prigioniere in presenza dei loro mariti che non erano credenti. Così Allah, l'Eccelso, fece scendere il versetto coranico: "E sono anche vietate tutte le donne sposate, con l'eccezione di quelle che possiede la vostra mano destra. Questa è per voi un'ordinanza della legge".

E poi c'è un altro esempio che può essere trovato nel Corano, Sura 33, versetto 50, che in realtà si parla attraverso Muhammad stesso personalmente. Dice: "O Profeta, invero ti abbiamo reso lecite le tue mogli a cui hai dato i dovuti compensi e quelle che la tua mano destra possiede da ciò che Allah ti ha dato tra i prigionieri..."

Posso fare molti altri esempi ma penso che avrete avuto un'idea di come il Corano e gli Hadith sanzionano le azioni viziose. Naturalmente un musulmano può sostenere che questi versi e Hadith che ho citato erano eventi storici specifici del tempo di Muhammad, ma il problema con questo ragionamento è che l'islam guarda al Corano come parola interna immutabile di Allah. Quindi, se l'intero Corano è l'assoluta, perfetta, infallibile parola di Allah direttamente dettata a Muhammad, come può essere specifico solo per un particolare evento o tempo?

Mi sembra interessante che gli afro-americani costituiscano una grande percentuale di coloro che si convertono all'islam in questo paese. Vi è anche una profonda storia afrocentrica del cristianesimo molto prima dell'islam, no?

Si, c'è. Il cristianesimo ha avuto una presenza molto forte in Africa fin dagli inizi della Chiesa. Si trova anche nel Vangelo di Matteo che il Signore stesso con la sua santa Madre e san Giuseppe fuggì in Egitto. C'è l'etiope che san Filippo ha incontrato nel libro degli Atti. Alessandria è uno degli antichi santi patriarcati. Poi ci sono grandi figure di santi come sant'Atanasio, sant'Antonio d'Egitto, san Mosè il Nero, santa Maria l'Egiziaca e il beato Agostino di Ippona, solo per citarne alcuni.

Ritengo che sia un crimine che tanta parte della ricca storia del cristianesimo in Africa sia stata dimenticata e, oserei anche dire, volutamente scartata dai cristiani, in particolare nelle chiese occidentali.

Quali sono le differenze significative, per esempio, tra la "Nation of Islam" e gli insegnamenti di persone come Louis Farrakhan e quello che si potrebbe considerare l'islam "ortodosso"?

Ce ne sono troppe per discuterne nel tempo che abbiamo, ma direi che la differenza più evidente sarebbe convinzione della Nation of Islam che l'uomo nero è Dio, mentre l'uomo bianco è stato geneticamente creato da uno scienziato pazzo di nome Yakub che è il nome arabo per Giacobbe, che si dice sia nato alla Mecca e che ha creato una razza pallida diabolica "attraverso sperimentazioni scientifiche sull'isola greca di Patmos", che conosciamo dal Nuovo Testamento. Si dice che Yakub abbia fatto questo dopo aver avuto un diverbio con Dio. Questa da sola è una credenza che penso sia sufficiente perché chiunque capisca che la Nation of Islam non sarebbe la benvenuta in seno all'islam ortodosso.

Quindi i seguaci della Nation of Islam non sono realmente considerati musulmani ortodossi?

No, non lo sono.

Ritornando alla tua storia, che cosa c'è voluto per farti diventare ufficialmente un musulmano, all'età di quattordici anni?

Oh, è stato molto semplice. La recitazione di ciò che è noto come Shahada, o la dichiarazione che non vi è altro Dio all'infuori di Allah e che Muhammad è il suo messaggero.

E questo è tutto quello che va ripetuto in presenza di un imam e di altri testimoni?

Beh, il minimo sarebbe costituito da due testimoni maschi adulti e che, naturalmente, dovrebbero essere musulmani.

C'erano altri convertiti caucasici non afro-americani alla moschea che frequentavi?

Ce n'erano alcuni, uno dei quali è stato uno dei co-fondatori di un'organizzazione islamica nazionale, che ha ottenuto una buona quantità di copertura mediatica in questi ultimi anni. Tuttavia, io ero ancora praticamente una novità in quel momento, soprattutto a causa della mia età e perché sono entrato nell'islam senza alcuna forma di evangelizzazione da parte di un musulmano.

Sembrava che ci fossero più donne caucasiche convertite all'Islam. Dalle mie osservazioni questo era dovuto, in gran parte, al matrimonio con uomini musulmani emigrati qui da altri paesi.

Ti sei sforzato di vivere una vita musulmana pia, cominciando a quattordici anni. Quanto eri rigoroso, e quali pratiche hai seguito?

Sì, avevo quattordici anni. Non mi sono mai considerato pio. Come hai detto tu, mi sforzavo di essere pio. Volevo essere più vicino a Dio. Direi che ero molto più severo di un musulmano medio. Questo non è insolito tuttavia, molte persone che si convertono a una fede in cui non sono cresciute, sono solitamente più zelanti, almeno per un certo tempo.

Volevo immergermi nell'islam, imparare tutto quello che potevo. Ecco perché ho lasciato la mia città natale, all'età di diciotto anni e mi sono trasferito in un altro stato, al fine di studiare in una Madrasa islamica, in altre parole un seminario islamico.

Ci sono stato per circa tre anni. Ho studiato grammatica araba, il Corano, gli Hadith, giurisprudenza e storia islamica. Oltre a questo, naturalmente, pregavo cinque volte al giorno. Dicevo anche preghiere supplementari che erano incoraggiate, ma non obbligatorie. Digiunavo durante il mese di Ramadan e facevo anche altri digiuni durante tutto l'anno, al di fuori del Ramadan. Seguivo tutte le regole alimentari, le leggi di purificazione, astenendomi dai rapporti sessuali al di fuori del matrimonio, fino al punto che non avrei nemmeno stretto la mano a una donna o l'avrei guardata direttamente, se non era mia parente.

Una parte enorme della vita di un musulmano consiste nel seguire quello che è conosciuto come la Sunna. La Sunna consiste nelle pratiche di Muhammad che comprendono ogni aspetto della vita di una persona: come mangiare, come dormire, bere, vestire, parlare, usare il bagno, fino al punto di come un uomo sposato dovrebbe punire la moglie. Praticavo con tutto il cuore tutto quanto potevo.

predica di Muhammad

George, il Corano e l'islam in generale hanno molte di quelle che io definirei (e credo che la maggior parte dei cristiani sarebbe d'accordo) interpretazioni errate del cristianesimo ortodosso. Secondo i tuoi studi, a che tipo di cristianesimo eretico oppure eterodosso è stato esposto Muhammad che ne ha tratto queste idee?

Molti musulmani, se non la maggior parte, tendono a raggruppare insieme in un solo gruppo omogeneo tutti coloro che percepiscono come cristiani, anche quei gruppi come i mormoni e i testimoni di Geova.

L'Arabia pre-islamica, in particolare l'area in cui è nato Muhammad, conosciuta come Hijash, era prevalentemente pagana. C'erano però alcune minoranze cristiane in questa regione. Ci sono alcuni racconti di incontri con i cristiani registrati nella vita di Muhammad. È difficile sapere quanto erano  ortodosse le loro credenze, ma attraverso l'esame del Corano e degli Hadith e le idee sbagliate circa il cristianesimo contenute in queste fonti, si può dedurre che almeno alcune di queste persone erano eretiche nelle loro dottrine.

Quando Muhammad era giovane, per esempio, accompagnò suo zio, di nome Abu Talib, a Bosra in Siria. Qui Muhammad incontrò un monaco cristiano di nome Bahira. Questo Bahira notò che, ovunque Muhammad si muovesse, una nube lo copriva. Così, chiamò a sé Muhammad e gli diede la notizia che era stato scelto da Dio per essere l'ultimo e definitivo profeta.

Le fonti islamiche sostengono che Bahira aveva copie dei "Vangeli originali", libere da eventuali errori o corruzioni, e in questi Vangeli c'erano profezie che predicevano la venuta di Muhammad. Questo nome Bahira è stato collegato in alcuni scritti a un monaco di nome Sergio che alcuni definiscono nestoriano, altri ariano. Da quello che so del nestorianesimo e dell'arianesimo, riterrei più probabile che Muhammad sia stato influenzato da una qualche forma di arianesimo, a causa della visione di Cristo nell'arianesimo, e le sue somiglianze con il modo con cui lo percepiscono i musulmani – non un essere divino.

Troviamo in altri racconti del tempo di Muhammad, che quando ricevette in una grotta la sua prima rivelazione portata a lui da Gabriele, era confuso e spaventato, così sua moglie Khadija lo portò da un cugino. Il nome di suo cugino era Waraka, che era un cristiano, e alcuni dicono che in realtà era un sacerdote nestoriano. Sis sostiene che quando disse a Waraka sulla sua esperienza, a Muhammad fu detto che era l'ultimo profeta predetto nelle Scritture. Ci sono altri racconti di incontri di Muhammad con cristiani, ma tutti sembrano avere lo stesso tema, che i cristiani confermano che lui era l'ultimo e il più grande profeta che presumibilmente era stato predetto, ma poiché cristiani ed ebrei avevano cambiato le loro Scritture, queste profezie che parlano di Muhammad erano state rimosse o alterate.

Secondo i musulmani, ovviamente ...

Sì, secondo i musulmani, naturalmente. Un altro lungo racconto vuole che anche l'imperatore bizantino Eraclio abbia sostenuto che Muhammad era veramente il profeta tanto atteso e che tutti i cristiani dovrebbero accettare l'islam. Penso che sarebbe interessante ricordare che ci sono versetti del Corano che sono stati evidentemente presi direttamente dagli apocrifi. Un esempio molto evidente sarebbe un passo di ciò che è noto come il "Vangelo dell'infanzia" di san Tommaso, dove si dice che quando Cristo era ragazzo, aveva preso un po' di argilla e ne aveva formato alcuni uccelli e dopo aver soffiato in loro la vita, questi avevano cominciato a fare rumore e a volare. Se si confronta questo con una porzione del capitolo 5, versetto 110 del Corano, vi si dice, "Ricorda, o Gesù, quando hai progettato dall'argilla ciò che era simile alla forma di un uccello con il mio permesso, poi hai soffiato su di essa ed è diventata un uccello con il mio permesso ".

Questa è molto simile alla citazione nel canone apocrifo di san Tommaso. Buon punto.

Ho letto, facendo qualche ricerca per questa intervista, che tra gli eretici del quarto secolo c'era una particolare setta araba conosciuta come i colliridiani che erano noti per il loro culto di Maria come una dea, e alcuni musulmani ritengono che questa in realtà sia la setta a cui il Corano si rivolge, perché il Corano parla della santa Trinità come il Padre, il Figlio e Maria.

Sì, c'è una tradizione interessante che potrebbe benissimo avere una connessione con i colliridiani. Negli ultimi anni di vita di Muhammad, quando tornò trionfalmente alla Mecca in quella che è conosciuta come la "conquista della Mecca", uno dei primi atti in cui si è esibito è stato quello di ripulire la Kaaba dalle centinaia di idoli che si trovavano all'interno e all'esterno di essa. È stato riferito che quando Muhammad entrò alla Kaaba, gettò subito via tutti gli idoli e fece cancellare tutte le immagini – tutte tranne un'immagine di Cristo con la Theotokos, circondati dagli angeli. Si dice che si spinse fino ad allungare le braccia sopra l'immagine in modo da sottolineare il suo ordine di lasciarla stare. Si racconta inoltre che alla fine fece rimuovere quest'immagine con una certa riluttanza, così l'ideale di un'icona di Cristo e della Theotokos in un tempio pagano dell'epoca potrebbe sicuramente suggerire la presenza di un gruppo come i colliridiani.

È vero, no, che Muhammad pensava erroneamente che i cristiani adorassero tre dei – credenza nota come triteismo – il Padre, la madre Maria e il figlio Gesù, invece di un solo Dio in tre Persone: una credenza che naturalmente il cristianesimo ortodosso rifiuta.

Sì, direi che è molto vero. In una delle biografie di Muhammad, si menziona l'arrivo di una delegazione di arabi cristiani che erano venuti a parlare con Muhammad. Il racconto parla di come i cristiani discutevano circa la natura di Cristo e poi procede a dire, "essi sostengono che egli è il terzo dei tre in cui Dio dice: 'abbiamo fatto, abbiamo comandato, abbiamo creato, e abbiamo decretato', e dicono, 'se fosse uno solo avrebbe detto, ho fatto, ho creato e così via, 'ma lui è lui, ovvero Dio e Gesù e Maria".

Per quanto riguarda tutte queste affermazioni, il versetto del Corano che è collegato a questa tradizione si può trovare nella Sura 5, versetto 73. "Sono certamente miscredenti quelli che dicono, 'Allah è il terzo di tre'."

In modo simile, e correggimi se sbaglio, George, il Corano disprezza la paternità di Dio Padre e la figliolanza di Dio Figlio, che nella comprensione islamica sarebbe che i cristiani credono che Dio abbia avuto rapporti fisici con Maria per dare alla luce Gesù, il che naturalmente è una dottrina assolutamente non cristiana.

Sì, si dice nel Corano, capitolo 19, versetto 88, in riferimento a ciò, "il Compassionevole aveva avuto un figlio".

Questo equivoco potrebbe venire dal fatto che i politeisti in Arabia credevano davvero che gli angeli e anche alcuni dei loro falsi idoli fossero i figli di Dio per mezzo di qualche rapporto fisico, e così penso che Muhammad abbia compreso il termine "Figlio di Dio" solo attraverso il concetto umano di riproduzione sessuale, che ha portato anche molti musulmani a pensare che i cristiani credono che Dio abbia generato un figlio nello stesso modo di un padre umano che genera un figlio.

Questo naturalmente è del tutto ridicolo e blasfemo non solo dal punto di vista islamico, ma ovviamente anche di quello cristiano.

Giusto. I musulmani negano anche che Gesù sia morto sulla croce. L'ho visto nella Sura 4, verso 157, in linea con l'assenza del concetto di sacrificio. Così il Corano non parla mai dell'espiazione o dell'opera salvifica di Gesù. È vero?

Sì, questo è molto vero. Il verso che hai citato parla della credenza islamica che Cristo non sia mai stato crocifisso e che abbia fatto solo in modo che apparisse così. Vorrei notare che alcuni commentatori musulmani sostengono che Dio abbia effettivamente cambiato l'aspetto di Giuda Iscariota per farlo somigliare a Cristo e che Giuda sia stato quello sulla croce.

Il Corano non parla mai dell'espiazione o dell'opera salvifica di Cristo perché nega che Cristo sia il Figlio di Dio. Dal momento che l'islam rifiuta la divinità di Cristo nega anche l'intero scopo della sua incarnazione e di conseguenza della nostra salvezza per mezzo di lui. La formula islamica per la salvezza consiste nel proclamare la Shahada e fare le opere e il gioco è fatto.

Come sai, l'amore è al cuore del cristianesimo, e mi hai detto che nell'islam non c'è un vero e proprio insegnamento sull'amore divino e sulla misericordia di Dio verso l'umanità, o un reale insegnamento di una vera comunione o unione con Dio nell'islam, e per lo più si tratta, come dici tu, di "un rapporto tra padrone e schiavo," citando te stesso. Spiegami, ti prego, ciò che intendi.

Per avere una certa comprensione di come un musulmano molto probabilmente vede il suo rapporto con Dio, in primo luogo penso che sia importante avere un'idea del perché l'uomo è stato creato secondo l'islam.

Nel Corano, Sura 51, versetto 56 si dice: "Io non ho creato i djinn", che sono spiriti invisibili, "e l'uomo se non per adorarmi". Di nuovo, nella Sura 11, versetto 7 si dice, "ed è lui che ha creato i cieli e la terra in sei giorni e il suo trono è sulle acque, perché possa provare chi di voi è il migliore nelle azioni".

Credo che questi due versetti dimostrino la ragione generale per cui è stato creato l'uomo. In primo luogo, per soddisfare alcune necessità che Dio aveva, di essere adorato secondo l'islam, e in secondo luogo, per partecipare a una sorta di concorso, al fine di vedere chi compie le azioni migliori. Questi due concetti sono temi molto comuni in tutto il Corano e gli Hadith. Così, per farla breve, lo scopo della creazione dell'uomo, secondo l'Islam, può essere suddiviso in questo modo: per soddisfare il bisogno di adorare Dio e di placarlo e in secondo luogo perché l'uomo dimostri di essere degno della misericordia di Dio, e se lo fa sarà ricompensato. Tutto ciò che ho trovato è in netto contrasto con la visione cristiana ortodossa, per cui scopo della creazione e della vita dell'uomo è la comunione con Dio e la partecipazione al suo amore e di diventare per grazia ciò che Dio è per natura.

Hai detto anche che in realtà descriveresti il Dio dell'islam o Allah come un tiranno.

Sì, è difficile spiegarlo pienamente in una quantità limitata di tempo, ma farò del mio meglio per toccare alcuni punti di ciò che voglio dire.

Secondo il Corano, Allah guida chi vuole e porta fuori strada chi vuole: questa è una citazione dal Corano. Questa frase è ripetuta innumerevoli volte. In seguito vorrei citare un ben noto detto di Muhammad, che dice quanto segue: "È stato detto al messaggero di Allah, 'è stata tracciata una distinzione tra ili popolo del paradiso e gli abitanti dell'inferno?' Egli ha detto di sì, e gli è stato ancora una volta detto: 'Se è così, allora a cosa serve compiere buone azioni?' al che Muhammad ha detto, 'Ognuno è facilitato in ciò che è stato creato per lui'."

Un altro lungo detto parla di quando un bambino si forma nel grembo di sua madre e un angelo viene inviato dall'alto per registrare in un libro ogni aspetto della vita di questa persona, incluso se sarà buono o cattivo, felice o infelice, e se sarà tra gli abitanti del paradiso o dell'inferno. Il detto si conclude con le parole, "quindi il suo documento di destino è arrotolato e non subisce alcuna aggiunta o sottrazione", e questa è la fine dei detti di Muhammad.

Credo che queste due ultime citazioni parlino degli aspetti fatalistici dell'islam. Poi possiamo andare alla Sura 7, versetto 179, che dice: "Sicuramente abbiamo creato molti dei djinn e degli uomini per l'inferno." Quindi da questo verso possiamo vedere che ci sono alcuni tra gli uomini che sono stati in realtà, in particolare, creati per l'inferno. Questo è il motivo per cui si accenna nel Corano in molti punti che il combustibile dell'inferno è composto da "uomini in pietre". Da tutto ciò che ho citato sono giunto alla conclusione che nell'islam non abbiamo a che fare con un Dio giusto. Invece si insegna che il Creatore ha modellato tutto quasi come una macchina, lo ha fissato a modo suo fino al punto che Dio stesso non potrebbe o non vorrebbe divergere dal percorso che ha stabilito con il sistema da lui creato.

Tutto è bloccato in una sorta di destino, fino al punto che le azioni che noi percepiamo come il prodotto della nostra spontanea volontà, in realtà sono già state scritte per noi. Quindi, secondo l'islam, all'umanità è fondamentalmente data l'illusione di avere un libero arbitrio, quando in realtà non ne abbiamo affatto uno. Così ogni nozione di amore e di misericordia da parte di un tale Dio può essere percepita al meglio come superficiale e può essere rapidamente annullata e resa vana.

Non vorrei entrare in una lunga discussione sugli aspetti della teologia cristiana, ma parte di quello che hai appena detto suona un po' come l'insegnamento di Giovanni Calvino e del calvinismo sulla doppia predestinazione, e così via.

Inoltre mi hai accennato che ci sono idee molto differenti di amore e di misericordia nell'islam e in ciò che hai appreso nel cristianesimo ortodosso. Forse potresti parlarne un po'.

Sì, una tale differenza può essere espressa chiedendo a te o a qualsiasi altro cristiano, almeno uno che conosce le Scritture, se Dio ama i peccatori o i non cristiani. La risposta sarebbe molto probabilmente: "sì, certo". Poi un cristiano potrebbe citare innumerevoli versi come Romani 5:8, che dice: "Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi". E poi nel Vangelo di Giovanni, capitolo 13, versetti 34-35 si dice, "vi do un nuovo comandamento, che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati, così amatevi anche voi gli uni gli altri. "

Sono abbastanza consapevole del fatto che il concetto di amore cristiano non è sempre stato messo in pratica attraverso i secoli, incluso il nostro, e questo è qualcosa di cui dovremo rendere conto, ma sto parlando di differenze scritturali tra cristianesimo e islam.

'Quindi, permettimi di citare dal Corano, Sura 2, versetto 276, dove si dice: "Allah non ama alcun miscredente peccatore". E poi hai Sura 3, versetto 32, dove si dice, "obbedite ad Allah e al suo messaggero Muhammad, ma se si allontanano, allora davvero Allah non ama i miscredenti". Poi hai Sura 3, versetto 31, dove si dice, "dite, o Muhammad, se amate Allah, allora seguitemi. In tal modo Allah vi amerà e perdonerà i vostri peccati". Così possiamo vedere che l'amore nel cristianesimo secondo le Scritture è un vero amore, un amore incondizionato, un amore veramente divino, di cui ogni musulmano medio si farebbe beffe, proprio facevo io un tempo. L'islam vede l'amore solo come qualcosa condizionale. Nell'islam Allah ha 99 nomi o attributi, uno dei quali è "colui che è amorevole", ma nella Bibbia, per mezzo dello Spirito Santo, ci viene detto che Dio è amore ed è per il suo amore infinito che egli ci ha creati e ci ha redenti per mezzo del suo Figlio e ci ha dato la possibilità con la sua grazia di essere suoi figli adottivi e di chiamarlo Padre.

Così ovviamente vi sono una spiritualità e un ethos molto diversi nell'islam e nel cristianesimo, e con questo finiamo la prima parte. Grazie, George, per quest'affascinante prima parte del tuo viaggio dall'islam al cristianesimo ortodosso.

Grazie, Kevin.

PARTE II

Riprendendo da dove abbiamo finito nella nostra prima parte, sarebbe giusto dire che nella tua esperienza l'islam non è davvero una tradizione di fede esperienziale, ma soprattutto di sequela di regole di preghiera, di digiuno e di discipline di giurisprudenza o sharia e di obbedienza in generale?

Sì, sarei sicuramente d'accordo con questo. Ci sono alcuni insegnamenti che si possono trovare all'interno dell'islam, noti come sufismo, che parlano di sperimentare l'unione con Dio, ma molte di queste idee insegnate nel sufismo, rispetto ai tradizionali insegnamenti ortodossi dell'islam, sono nel migliore dei casi discutibili, e altri insegnamenti sono a titolo definitivo eretici e persino blasfemi.

Dal momento che nell'islam non esiste un vero concetto di Dio che dimora nella sua creazione attraverso il suo Spirito Santo, fare esperienza di Dio in senso reale è impossibile. Infatti, quando il Corano parla di Dio vicino alla sua creazione, ne parla sempre in senso metaforico. Un buon esempio di questo sarebbe nel capitolo 50, versetto 16, dove si dice: "...e noi siamo più vicini a lui della sua vena giugulare."

Quest'idea intende solo esprimere che Dio è vicino alla sua creazione con la sua conoscenza o attraverso la sua conoscenza e in nessun modo si intende una qualsiasi presenza reale. Anche dire qualcosa come: "Dio è ovunque," è stato un argomento molto controverso nella teologia islamica nel corso dei secoli. Tanto che dire una cosa del genere deve essere sempre qualificato con una frase, come per esempio, "È ovunque solo attraverso la sua conoscenza, ma Dio è stabilito sul suo trono".

Ma pur con tutto questo, ci sono stati aspetti positivi dell'islam nella tua vita, quando lo praticavi?

Sì, credo che l'islam mi abbia dato una direzione di cui avevo molto bisogno nella mia vita, come lo ha fatto e lo fa ancora per molte persone. È ben difficile sostenere che avere una vita incentrata sul proprio Creatore e compiere atti di preghiera, digiuno, carità, ecc, sia un male in sé e per sé. Soprattutto quando confrontiamo una vita simile con l'alternativa a cui partecipa tanta parte del mondo intorno a noi – una vita completamente priva di coscienza di Dio o di qualunque senso di una moralità superiore.

Il problema che vedo, però, è che l'islam smorza la crescita spirituale di una persona. Senza riconoscere, credere e confessare Dio come si è realmente manifestato come, cioè, attraverso la santa Trinità, un musulmano in realtà limita Dio e di fatto crea una sorta di idolo, e a sua volta questa restrizione o limitazione di Dio si riflette nella vita dei musulmani e nella loro visione di se stessi negli altri. Credo che sicuramente il punto di vista su Dio di una persona può influenzare la sua vita e la sua visione del mondo.

Voglio approfondire questo punto, perché hai detto che l'islam non è esperienziale. Diresti quindi, guardando indietro alla tua vita di musulmano, che per te non c'è stata alcuna esperienza di Dio nell'islam?

Per me non era tanto un'esperienza di Dio, quanto un suo riconoscimento. Riconoscevo che Dio esiste, che io devo credere in lui e adorarlo, ma come ho detto di recente, il mio concetto di Dio come musulmano non mi permetteva di sperimentarlo.

La vedo così. Il Dio di Israele non è stato pienamente realizzato fino all'incarnazione del Verbo di Dio, che è Gesù Cristo, che fu il più grande e più profondo passo gigante in avanti e, direi, il più grande cambiamento di gioco nella storia del genere umano.

Poi circa sei secoli più tardi è arrivato Muhammad, che ha tirato indietro l'orologio, per così dire, e respingendo l'incarnazione e gli atti salvifici del Signore Gesù Cristo, Muhammad in effetti ha fatto tornare l'umanità di nuovo sotto la legge e ha derubato i suoi seguaci della verità su Dio, rivelata attraverso il suo unigenito Figlio e il suo Spirito Santo.

Mi hai detto qualcosa che trovo interessante. Hai detto che, anche se seguivi le rubriche esterne dell'islam, ti sentivi ancora spesso come un "mostro" dentro. Spiegalo, per favore.

Sì, mi sentivo così. Una cosa che deve essere capita è che le pratiche esteriori dell'islam sono così fortemente sottolineate che questo di solito porta una persona a trascurare e anche a dimenticare la necessità di un reale sviluppo e di una crescita spirituale. Questa mancanza di crescita spirituale ha dunque un effetto sulla nostra interazione con chi ci circonda. Questo è quello che è successo a me, e l'ho visto accadere a innumerevoli altri.

Avevo un profondo senso di soddisfazione di me stesso, attraverso le mie pratiche dei rituali e delle leggi dell'islam, che questo ha creato un profondo senso di quello che chiamerei "fariseismo" e dopo un certo tempo questo ha avuto un tale effetto su di me che ho cominciato a guardare dall'alto in basso chi non era musulmano, anche quelli che mi avevano amato e curato per tutta la mia vita. Questo a sua volta mi ha trasformato in un mostro, credo.

Forse puoi approfondire solo un poco di quello che hai menzionato, che l'islam crea nei veri credenti un senso di fariseismo, vale a dire, un atteggiamento di giudizio e di critica, piuttosto che d'amore.

Certamente può farlo e lo fa in molti casi che ho visto personalmente, a cominciare da me stesso. Il Corano afferma in Sura 5, versetto 51: "Tutti voi che credete non prendete gli ebrei e cristiani come amici e alleati. Sono infatti amici gli uni degli altri e chi è alleato a loro tra di voi, allora è davvero uno di loro".

Versi come questo possono indurre la gente ad assumere un atteggiamento "noi contro loro" che si trasforma, direi, in uno zelo fanatico di rimanere sul giusto cammino – sul "retto sentiero", come è chiamato nell'islam – e questo si trasforma in un sentimento generale di sfiducia, di paranoia e di disprezzo per i non musulmani in generale, e anche nei confronti di altri musulmani.

Jihadi John – un britannico che ha partecipato alle esecuzioni dell'ISIS

Parlando di pace, come ben sai, alcune persone parlano dell'islam come religione di pace e di jihad rigorosamente come lotta spirituale, e che gruppi come Al-Qaeda e l'ISIS stanno di fatto dirottando la religione – ne sentiamo molto parlare. Che cosa avete sentito dire sulla jihad e sui relativi insegnamenti del Corano, dietro le quinte?

In primo luogo, la parola "jihad" vuol dire letteralmente "lotta", nel senso generico del termine. Può significare una lotta militare così come una spirituale. Tuttavia più spesso quando la jihad è menzionata nell'islam si sta parlando di una lotta militare o, come viene chiamata in arabo, "qital".

Non credo, tuttavia, che i gruppi che hai citato stiano semplicemente dirottando la religione dell'islam. Vi è testo dopo testo che sostiene le loro azioni è che non può essere semplicemente minimizzato con una spiegazione, come alcune persone cercano di fare, sostenendo che quei testi particolari parlano di specifici eventi storici che non hanno alcuna rilevanza nella vita di un musulmano di oggi. Quest'idea crea però un problema dottrinale per chi crede nell'assoluta natura divina ed eterna del Corano.

Dietro le quinte direi che molti musulmani che ho incontrato sembravano quasi indifferenti nei confronti dei cosiddetti dirottatori dell'Islam. Molti di loro non condoneranno le azioni dei terroristi, ma non le condanneranno neppure a titolo definitivo. Raramente vedo una qualsiasi condanna pubblica dei terroristi da parte dei musulmani. Anche se si menziona la mancanza di empatia dimostrata dai musulmani, questi si metteranno molto sulla difensiva ed evocheranno eventi come le crociate, a titolo di esempio, per giustificare in qualche modo le azioni di un gruppo terroristico.

Come una sorta di nota a margine, penso che sia molto strano che abbiamo ancora cristiani, tra cui il defunto papa Giovanni Paolo II, che si scusano per le crociate. Eppure, quante volte vediamo una condanna pubblica da parte dei musulmani degli atti orribili fatti in nome dell'islam? Fino a oggi, per esempio, il governo turco nega il genocidio armeno e un paese come l'Arabia Saudita, centro e luogo di nascita del wahhabismo, è citato per una violazione dei diritti umani dopo l'altra e non si fa nulla a proposito.

George, Diresti che le cosiddette pratiche terroriste radicali di questi gruppi di cui sentiamo così tanto parlare sono pratiche di estremisti selettivi o hai sentito che questo era la norma nell'insegnamento islamico? Vuoi parlarne un po'?

Data la grande quantità di materiale disponibile nell'islam che condona la violenza contro i non musulmani – e aggiungiamo anche che la realtà storica dimostra che l'islam fin dal suo inizio ha usato la forza e il terrore per diffondere la sua fede – non so come si possa giungere a qualsiasi altra conclusione diversa da quella che si tratta della norma e non dell'eccezione.

Arriverei fino al punto di dire che, per meglio comprendere l'islam e i suoi insegnamenti non si deve tanto guardarlo come una religione, ma piuttosto come un movimento politico fortemente influenzato dalla cultura pagana e beduina del tempo di Muhammad con sfumature giudaico-cristiane che gli danno una sorta di legittimazione araba.

Così come abbiamo discusso, vi sono anche molti equivoci che provenivano da versioni eretiche del cristianesimo.

Passando alla tua esperienza di conversione, a cui so che i nostri ascoltatori saranno molto interessati, mi hai detto che tua madre è morta all'età prematura di cinquant'anni – che la sua memoria sia eterna – quando tu eri ancora giovane. Come ha fatto quest'evento a influenzare il tuo rapporto con l'islam?

Beh, mi ha scosso come chiunque può immaginare. E mi ha costretto a pormi alcune domande molto difficili. L'insegnamento islamico è abbastanza netto e arido quando si tratta del destino dei non musulmani quando muoiono. Il solo pensiero che mia madre, che amava Dio, ed è stata una delle persone più amorevoli, generose e gentili che abbia mai conosciuto, fosse condannata alla dannazione eterna solo perché non era musulmana, mi terrorizzava.

Ciò che si è verificato nelle settimane che sono seguite alla morte di mia madre è stato altrettanto snervante per me. Ricordo il giorno in cui è morta. Quella sera sono andato a una moschea per pregare, per riflettere, per trovare qualche conforto. Lì ho incontrato alcuni dei miei fratelli nella fede e ho detto loro che cosa era successo. Invece delle loro condoglianze, la prima cosa che mi hanno chiesto è stata se mia madre aveva abbracciato l'islam. Quando ho detto: "No, non l'ha fatto", la risposta generale è stata: "Oh, mi dispiace sentirlo. Beh, non è stata la volontà di Allah, immagino".

Mi sono sentito a dir poco disgustato, ma sapevo che questo è ciò che insegna l'islam, così come potevo controbattere? Potevo solo cercare di dire a me stesso che ci doveva essere qualcosa di sbagliato in me nel mettere in discussione l'islam. Ho combattuto contro questi pensieri, ma rimanevano ancora, non importa quanto duramente provassi a rimuoverli.

Quindi hai cominciato una deriva dall'islam e dalla religione in generale?

Sì, non è come se mi fossi svegliato un giorno e avessi detto: "Dimentichiamo tutto" e avessi rinunciato del tutto a praticare l'islam. È stato un processo molto graduale che ha richiesto anni.

Per tanto tempo, avevo visto la vita solo attraverso la lente dell'islam. Mi ero dedicato con tutto il cuore ai suoi insegnamenti e al suo concetto di Dio. Sono anche arrivato a volte al punto di pregare di perdere la vita piuttosto che di morire da non musulmano.

Così, il passaggio da questa realtà a un disprezzo di fatto per l'islam ha avuto un effetto enorme sulla mia mente e sulla mia anima, e ho sentito che stavo perdendo entrambe. Stavo abbandonando tutto ciò che mi aveva definito. Non solo ero stato un musulmano praticante, ma avevo passato anni a studiare per essere un imam, o un religioso islamico. Ho insegnato l'islam, l'ho predicato, ho invitato altri ad abbracciarlo, e ora gli voltavo le spalle. Così alla fine sono rimasto con un sapore molto amaro in bocca, non solo per l'islam, ma per la religione e basta.

E cosa è successo? Le cose, come hai ricordato, hanno iniziato a oscurarsi?

Sì, è andata così. Sono rimasto con un vuoto enorme nella mia vita. Avevo passato così tanto del mio tempo alla ricerca di Dio, ho pensato di averlo trovato, per poi giungere alla conclusione che mi sbagliavo. Mi sentivo mentalmente e spiritualmente esausto. Mi sentivo di fatto tradito da Dio come lo vedevo. Avevo il cuore spezzato. Non sentivo altro che buio dentro. Mantenevo ancora una credenza molto superficiale in un potere superiore, ma la mia fede in un Dio reale e personale era stata gravemente danneggiata. E non avevo idea di come riparare questo danno, e a essere onesti, non sapevo nemmeno se a quel punto mi interessava di ripararlo.

Quindi è giusto dire che stavi avendo una gravissima crisi di fede.

Oh, sì, l'ho avuta.

Cosa pensi che fosse?

Ebbene, dopo gli eventi della morte di mia madre, il 9 settembre e le sue conseguenze e le mie molte lotte personali con l'islam e con la vita in generale, ho cominciato a guardare il mondo con occhi da adulto. San Paolo dice in 1 Corinzi, "quando ero bambino parlavo da bambino, capivo da bambino, pensavo da bambino, ma quando sono diventato un uomo ho smesso le cose infantili".

In un certo senso, avevo superato l'Islam, i suoi riti, le sue leggi, il suo concetto di Dio. Sentivo che tutta la struttura e la disciplina nel mondo non ha senso se non porta a un fine, e ho capito che non avevo nemmeno idea di quale fosse questo fine.

Parlaci di ciò che stava succedendo dentro di te e di come sei stato attratto da Gesù Cristo.

Ero bloccato in una sorta di limbo, direi. Spiritualmente mi sentivo morto dentro. La mia vita personale era piena di odio e di rabbia indicibile. Non avevo pregato per non so quanto tempo e sentivo che se lo avessi fatto, che significato avrebbe avuto? Cosa potevo dire, cosa potevo provare e c'era magari qualcuno in ascolto?

Ho cominciato a leggere libri di filosofia, come avevo fatto anni prima, nella mia adolescenza, cercando di dare un senso a tutto e cercando di trovare risposte personali. Poi una notte ho fatto un sogno, e vorrei solo sottolineare che non sono uno che bada tanto a sogni e visioni e cose del genere. Sono sempre stato più uno che non segue i suoi sentimenti o il suo cuore, ma più la sua mente.

Ma una notte ho fatto un sogno in cui ho sentito la presenza di Cristo. Non l'ho visto come tale, ho appena sentito che era lì. Era come se volesse che andassi da lui, ma io lo avevo allontanato, negandolo, e poi ho sentito piangere. Quando mi sono svegliato non avevo idea di cosa fare. Non ero mai stato una persona che dà valore a sogni o visioni, come ho detto, né pensavo a me stesso come a uno tanto importante da avere esperienze spirituali straordinarie.

In un primo momento mi sono limitato ad accantonarlo come uno strano sogno, nient'altro. Poi, qualche tempo dopo, mentre ero all'aperto camminando da qualche parte, dal nulla ho iniziato a recitare il Padre Nostro. La cosa veramente strana è che non l'avevo mai imparato a memoria, per non parlare di recitarlo. Poi un giorno, mentre ero a casa, ho sentito un peso enorme che mi opprimeva e che potevo sentire fisicamente, che effettivamente mi spingeva verso il basso. Ho cominciato a piangere come non avevo pianto per anni. Sono caduto in ginocchio sul bordo del mio letto e ho nascosto il volto tra le mani. Non sapevo cosa fare o dire, qualcosa si è posato in qualche modo su di me e le uniche parole che sono venute fuori erano: "Gesù Cristo, se ci sei, ti prego, aiutami."

Dopo tale evento, qualche mese dopo, ho avuto un sogno di san Paolo l'Apostolo. L'ho visto sulla via per Damasco, come è narrato nel libro degli Atti e poi ho visto san Paolo cadere a terra. Ho guardato il suo volto, ma invece di vedere il volto di san Paolo in realtà ho visto il mio. È stato allora che ho compreso che tutto questo non era solo una sorta di coincidenza. Ho sentito che dovevo fare qualcosa, anche se la mia mente mi diceva di razionalizzare tutto questo. Qualcosa di più profondo dentro di me diceva, "Dì alla tua mente di tacere e ascolta il tuo cuore almeno una volta nella vita".

George, parlaci di ciò che in primo luogo ti ha fatto conoscere il cristianesimo ortodosso e di ciò che ti ha attirato all'Ortodossia, dopo aver rifiutato il cristianesimo da bambino ed essere stato in una religione anticristiana per oltre vent'anni.

Dopo tutto quello che avevo sperimentato, avevo ancora il problema di non sapere cosa fare in seguito. Non sapevo a chi rivolgermi, non ero interessato a una delle migliaia di confessioni cristiane e non cercavo neppure una mera esperienza emotiva. Avevo bisogno di qualcosa di tangibile.

Mi ricordo di essere andato a una fiera con la mia fidanzata, che ora è mia moglie, e che devo dire è stata per me un esempio incredibile di ciò che l'amore cristiano, la pazienza, la gentilezza e la comprensione possono e dovrebbero essere. Ci siamo fermati a una tenda di sensibilizzazione cristiana che stava distribuendo delle Bibbie. Sono andato là, ho detto loro da dove venivo, mi hanno dato una Bibbia, la prima che ho mai posseduto in vita mia, e poi mi hanno chiesto se mi sarebbe piaciuto recitare quella che in seguito ho scoperto che era chiamata la "Preghiera del peccatore". Era gente molto per bene, ma semplicemente non mi sembrava il posto giusto. Qualcosa dentro mi diceva di continuare a cercare. Continuavo a chiedermi se esistessero eventuali resti della Chiesa storica che avevo cominciato a conoscere dalla mia lettura del Nuovo Testamento.

Tutte le denominazioni intorno a me affermavano di essere "La" Chiesa. Essendo stato un musulmano, conoscevo il valore della tradizione religiosa e della continuità storica e non la vedevo in una qualsiasi di queste denominazioni.

La Chiesa cattolica romana era l'unica che sembrava avere qualche legame effettivo con gli apostoli e con la comunità cristiana originaria. Tuttavia avevo molti problemi con la Chiesa cattolica, con cui non sono mai riuscito a venire a patti.

Un giorno ho fatto una ricerca sul Web e ho iniziato a mettere parole chiave, quali antico, cristiano, chiesa, primi cristiani. Ho cercato l'elenco dei risultati e quello che ha catturato la mia attenzione fin da subito era il sito web di una particolare giurisdizione. Sul sito c'era la citazione di Atti 11:26, che dice che i discepoli furono chiamati per la prima volta cristiani ad Antiochia. Da questo ho visto una connessione tra una comunità storica dei credenti in Cristo e un luogo reale. Mi sono incuriosito e ho voluto sapere a che cosa crede questa Chiesa, la sua connessione con i primi cristiani e le modalità del suo culto. Ho cominciato a leggere di più sulla Chiesa ortodossa, i suoi insegnamenti, le sue pratiche e la sua storia. Poi mi sono detto che questo è ciò che doveva essere il cristianesimo e ho detto molte volte da allora che avrei voluto sapere di questa Chiesa molto tempo fa.

Più imparato più tutto sembrava andare a posto. Dovrei dire che una delle caratteristiche principali della fede ortodossa che mi attiravano veramente era il concetto di "theosis", un punto focale della vita di un cristiano. Ho quindi contattato il parroco della mia chiesa ortodossa locale, mi sono incontrato con lui, e dopo circa anno sono diventato un catecumeno. Inoltre devo dire che Ancient Faith Radio era ed è stata una manna dal cielo, che ho incontrato quando un giorno ero alla ricerca di storie di ex-musulmani che sono diventati cristiani, e di fatto mi sono imbattuto in un'intervista che avevi fatto a un ex musulmano sciita che si era convertito alla Chiesa ortodossa.

Giusto, Anthony Devar. Quindi è stata un'esperienza spirituale della persona di Cristo che ti ha attirato a lui, o è stata sia quella sia la tua ricerca intellettuale?

È stata una combinazione di entrambe le cose, ma l'esperienza spirituale è stata sicuramente la più schiacciante delle due nella mia conversione al cristianesimo, a differenza di quando mi sono convertito all'islam.

In tutta la mia vita sono sempre stato il tipo di persona che ha la tendenza a pensare troppo e a razionalizzare troppo le cose, anche le questioni spirituali, cosa che può essere dannosa per qualcuno alla ricerca di Dio, lo sento. Questo per me è stato un vero ostacolo. Credere in Dio non può essere solo una sorta di esercizio mentale.

Un giorno, circa un anno fa, qualcosa mi è venuto in mente mentre guardando l'icona della Crocifissione di Cristo. Ero seduto a casa, a guardare questa icona della Crocifissione del Signore. Mi sono trovato fissato sulla postura delle sue braccia tese. Qualcosa mi ha colpito. Non ho visto questa posizione come una posizione di dolore e sofferenza. Non sto sottovalutando minimamente il terribile dolore e la tristezza che circonda questo evento, ma in quel momento ho visto molto di più di questo. Ho visto qualcosa di così bello, come se Cristo mi stesse dicendo, "L'ho fatto per te, e per il mondo intero, perché ti amo e voglio che tu venga a me e mi segua". Questa sensazione mi è venuta all'improvviso. Qualcosa di simile a quando ero bambino e mi facevo male e poi mia madre sentiva le mie grida e accorreva verso di me, e la vedevo con le braccia tese e poi mi abbracciava, e allora ero sopraffatto da questa sensazione di calma, amore e sicurezza.

Ho dimenticato di chiedertelo prima, ma l'islam rifiuta anche lo Spirito Santo come Dio. È giusto?

Sì, è così. Infatti lo Spirito Santo viene indicato nel Corano, ma quando si parla di Spirito Santo in realtà si parla di Gabriele. Questa è la convinzione islamica di ciò che è lo Spirito Santo.

Hai fatto fatica ad accettare le dottrine cristiane anti-islamiche della santa Trinità, di Cristo Figlio di Dio ingenerato, e dello Spirito Santo come Dio?

Si, sicuramente ho avuto le mie fatiche. Non riesco a sovrastimare la trasformazione che ho dovuto subire, della mia mente, dell'anima, dell'essenza stessa di chi sono e il mio modo di vedere ogni cosa.

L'islam ha al suo cuore il rifiuto di tutto ciò che la fede cristiana ritiene fondamentale. Il più profondo esempio di questo è il rifiuto islamico della divinità del Signore e della sua crocifissione. Anche il nome di Gesù Cristo utilizzato nel Corano è diverso da quello che era stato usato dai cristiani di lingua araba per secoli prima dell'islam.

La questione di come i musulmani chiamano Cristo e di come lo avevano chiamato i cristiani può sembrare banale per alcuni, ma sento che indica un punto molto più importante, che il Cristo che si trova nell'islam e quello che noi conosciamo come il Signore e Salvatore del mondo non sono in realtà lo stesso individuo.

Così ora quando sento un musulmano che dice di credere in Gesù Cristo, gli vorrei dire: "No, non ci credi". C'è un solo Gesù Cristo, non uno musulmano e uno cristiano, e se una persona non lo accetta e non crede in lui, così come egli è veramente, allora non crede affatto in Cristo e non ha fatto altro che plasmare qualche nuovo individuo come ha fatto l'islam.

Mentre ho lottato ho scoperto che più leggevo, studiavo, partecipavo alla Divina Liturgia, e pregavo, più tutto diventava chiaro per me. Mi sono reso conto che non dovevo capire tutto, né sarei mai stato in grado di farlo, e che in sostanza Dio la Trinità è un mistero, e dovevo solo accettarlo e credere e seguire la guida della Chiesa. Voglio dire, questo è ciò che è la fede.

Devo dire che due libri sono stati estremamente utili per la mia esperienza: Sull'Incarnazione di sant'Atanasio e L'Esposizione esatta della fede ortodossa scritta da san Giovanni Damasceno. Nel complesso ho imparato e, cosa altrettanto importante, ho sperimentato, quanto sia davvero meraviglioso, glorioso e bello Dio come santa Trinità.

Che bello. George, mentre ci avviamo verso la fine, racconta la tua esperienza del culto cristiano ortodosso e confrontala con la tua esperienza del culto musulmano.

 

Direi per prima cosa che niente avrebbe potuto prepararmi per la prima volta a cui ho assistito alla Divina Liturgia. Tutti i miei sensi erano impegnati allo stesso tempo. È stato piuttosto sconvolgente. Mi sono sentito come un bambino. Nno è stato nulla di simile a ciò che ho mai sperimentato nell'islam.

Non c'è davvero paragone. Non mi sentivo solo come se stessi partecipando al culto di Dio, ma sentivo che c'era una partecipazione reciproca. Le persone che cantavano e lodavano Dio e, a sua volta, Dio che operava con le persone e attraverso di loro, se questo ha un senso. Non sembrava stagnante. C'era in tutto questa sorta di flusso indescrivibile.

Gli aspetti esterni del culto cristiano ortodosso, come inchini e prosternazioni, non erano affatto strani per me. Mi ci è voluto un po' di tempo per sentirmi a mio agio con l'uso delle icone, soprattutto perché provenivo da un background così iconoclasta, ma poi ho letto Sulle immagini sacre, ancora una volta scritto da san Giovanni Damasceno. Il modo in cui difende l'uso delle icone mi ha lasciato senza fiato, e dopo non ho avuto più dubbi su come le icone non sono solo arte religiosa, ma una componente importante della dottrina dell'incarnazione del Figlio di Dio.

Si tratta di un libro molto importante, e sono così felice che tu legga gli antichi autori patristici e non solo le interpretazioni dell'Ortodossia. Questo è molto importante.

La tua esperienza di cristiano, di cristiano ortodosso, ti ha cambiato? E come descriveresti questo cambiamento?

Ebbene, sento che mi ha cambiato in modo così profondo, e non solo mi ha cambiato, ma è un processo continuo. Potrei passare un'intera trasmissione semplicemente a rispondere a questa domanda. Sento di non avere ancora neppure cominciato a capire il vero significato di morire, di essere sepolti e risorti con Cristo. Ora so che la mia vita deve essere centrata sul morire al mio vecchio io, al mio vecchio processo di pensiero, alla mia vecchia visione della vita, al mio modo di vedere me stesso e gli altri e al modo di trattare il mio prossimo.

È stata una bellissima esperienza che mi ha cambiato la vita, e ad essere onesti, una delle più terrificanti, allo stesso tempo. Essere battezzati in Cristo è stato come avere uno specchio posto davanti a me. Mi ha costretto a guardare me stesso con onestà con tutti i miei peccati e mancanze. Non si può ingannare Dio e sto imparando che per avere un vero e proprio rapporto con Lui significa che devo essere onesto con me stesso, prima di poter offrire me stesso a Dio.

Per la prima volta nella mia vita ho conosciuto cos'è veramente l'amore, e so che suona molto trito, ma come dice il Signore, nessuno ha un amore più grande che dare la propria vita per i suoi amici. "Non c'è amore più grande che dare la propria vita, un marito per la moglie, una moglie per il marito, un genitore per il proprio figlio, e chiunque se per questo, e morire e svuotare noi stessi per il bene degli altri è un atto veramente divino che prima di tutto Cristo ha fatto per tutti noi. Questo è sicuramente vero amore. Per grazia di Dio possa io e chiunque di noi metterlo in pratica.

George, grazie mille per aver condiviso la tua incredibile storia; le nostre preghiere saranno con te.

Molte grazie, Kevin, e che Dio vi benedica tutti.

 
Due pesi, due misure

La decapitazione di un giornalista americano da parte di un musulmano britannico non dovrebbe sorprendere nessuno. Per oltre due anni centinaia di musulmani britannici, per non parlare di francesi, belgi, tedeschi e altri musulmani europei, hanno massacrato innocenti nella guerra interventista in Siria, incoraggiata dalle potenze occidentali e dei loro media servili. Non è tanto una guerra civile, quanto una guerra tra siriani e orde di mercenari stranieri pagati dai sunniti dell'Arabia Saudita e del Qatar e ben sostenuti da 'forze speciali' occidentali in campi di addestramento in Giordania e in Turchia.

Di fatto, è passato solo un anno da quando i governi occidentali erano pronti a bombardare la Siria facendola tornare indietro all'età della pietra per la questione della 'linea rossa' del gas velenoso, preparandosi quindi probabilmente a portare al potere fanatici islamici e a sostituirli al governo popolare. Quando si è scoperto che il gas velenoso (inventato e utilizzato dall'Occidente per la prima volta quasi 100 anni fa) era stato usato dai terroristi e non dal governo, gli ipocriti occidentali hanno perso la voce.

Ora che i terroristi vincono in Siria orientale, hanno cercato di prendere in consegna l'Iraq (che l'Occidente ha davvero bombardato facendolo tornare indietro all'età della pietra), l'Occidente si è allarmato e sta cominciando a rendersi conto che avrebbe dovuto sostenere fin dall'inizio il governo siriano del presidente Assad invece di cercare di annientarlo, come ha fatto con i governi di Afghanistan, Iraq e Libia. L'Occidente ha sbagliato lungo tutta la linea. (È quasi come se, dopo i suoi cinquant'anni di nichilismo culturale autoimposto che hanno avuto inizio negli anni '60, l'Occidente volesse annientare le culture di tutti gli altri paesi).

Perciò, oggi il governo britannico è preoccupato che i suoi ghetti musulmani auto-creati (dall'immigrazione) abbiano prodotto jihadisti. Tuttavia, il problema della radicalizzazione dei giovani musulmani britannici ha solo due vere e proprie cause fondamentali auto-create. La prima causa è il fatto che i 'governi' (più correttamente i 'regimi') britannici hanno, senza consenso popolare, invaso, occupato e compiuto genocidi in diversi paesi musulmani, in Afghanistan, Iraq e Libia. La seconda causa è che i regimi britannici hanno sempre sostenuto il genocidio dei nativi palestinesi musulmani da parte di Israele sionista, non da ultimo nel corso dell'ultimo mese. L'indignazione dei giovani musulmani britannici è in realtà comprensibile; la loro violenza, però, va solo condannata, così come l'intera ideologia musulmana (e sionista) anti-Nuovo Testamento, di occhio per occhio e dente per dente.

Anche l'ipocrisia dell'establishment britannico per la terribile decapitazione è sfacciata. Per quanto sia barbara, la decapitazione è almeno una morte istantanea. D'altra parte, essere lentamente massacrati o gravemente mutilati dai proiettili all'uranio della NATO in Serbia o da bombe a grappolo della NATO in Afghanistan, Iraq e Libia è, se possibile, ancora più barbaro. Ed essere vittime delle bombe atomiche che l'Occidente 'di nobili sentimenti' ha gettato sui civili a Hiroshima e Nagasaki è ancora più barbaro.

L'ipocrisia è ancora peggiore, se si considera che in questo momento il mondo occidentale sta sostenendo una guerra civile in Europa, scatenata dal regime filo-occidentale a Kiev, progettata dalla CIA e da altri 'consiglieri militari' degli Stati Uniti ed eseguita principalmente da mercenari occidentali. Ben oltre un migliaio di persone sono state massacrate, spesso bruciate a morte (come in precedenza a Odessa) nel genocidio sponsorizzato dall'Occidente contro i combattenti per la libertà e i civili in Ucraina negli ultimi due mesi, e i rifugiati (che non hanno nessun supporto dall'ONU basata a New York) sono oltre 150.000. Il fatto, come ora sappiamo da fonti tedesche, che l'aereo della Malaysia Airlines è stato abbattuto dalla giunta ucraina sostenuta dall'Occidente è irrilevante, convenientemente sepolto da qualche altra 'linea rossa' inventata. Il treno ucraino della morte è da dimenticare.

A quanto pare, il genocidio in Ucraina, come a Gaza, non importa, perché coloro che commettono il genocidio sono filo-occidentali e per compierlo sono dotati di bombe e proiettili occidentali. C'è un peso per la stragrande maggioranza del mondo non occidentale non così barbaro e un'altro peso per la minoranza del mondo occidentale barbaro. Come il mondo occidentale reagirà a questo genocidio in Ucraina, quando la giunta ucraina sarà in bancarotta e il gas si esaurirà nell'inverno che si avvicina, lo vedremo.

 
Domande e risposte (settembre 2019)

La fede ortodossa e Costantinopoli: la caduta dal primo tra eguali all'ultimo senza eguali

Qual è la situazione dell'Arcidiocesi di Rue Daru adesso alla fine di questo mese per essa molto importante?

A quanto ho capito, dopo l'incontro del suo clero a Parigi il 28 settembre, circa tre quarti delle parrocchie che non erano già andate via (quelle in Scandinavia e le due in Italia) sono rimaste fedeli all'arcivescovo Jean. Le eccezioni sembrano essere solo cinque comunità nell'Europa continentale (principalmente quelle sotto un giovane prete in difficoltà in Belgio, una in Germania e il gruppo modernista anti-iconostasi a Meudon vicino a Parigi). Tuttavia, ci sono diverse piccole comunità di dissidenti di mentalità protestante in Inghilterra, che sono esistite come parte di Rue Daru dal 2006, quando furono adottate nella struttura di Rue Daru dal defunto arcivescovo Gabriel, che non ne capiva i veri problemi. Tra gli ortodossi di Rue Daru a Parigi, questi provinciali sono visti come dei piantagrane.

Quindi, sembra che la maggior parte di Rue Daru sia tornata alla Chiesa ortodossa russa, uscendo dal fossato sempre più profondo che il Patriarcato di Costantinopoli, che ora sta negoziando con gli uniati a Roma, ha scavato tra se stesso e il resto della Chiesa ortodossa. In altre parole, il 99% del mondo ortodosso si trova spalla a spalla con la Chiesa ortodossa russa, mentre la minuscola Costantinopoli, gestita dagli Stati Uniti, si richiude in un isolamento insignificante

Ci sono ortodossi che affermano che la disputa tra Costantinopoli e la Chiesa russa sull'Ucraina è semplicemente etnica e politica, tutta incentrata sul potere e che non dovremmo essere coinvolti. Cosa risponderebbe loro?

Questa è l'auto-giustificazione di coloro che, appunto, non vogliono essere coinvolti, cioè che sono ortodossi disincarnati, che pensano all'Ortodossia come una semplice idea. Sono persone che si limitano a stare a vedere, e chi sta a vedere non prende parte alle fatiche. Il fatto è che 12 Chiese locali, tra cui quelle di Alessandria, Gerusalemme, Cipro e Albania (i loro episcopati sono fondamentalmente tutti diretti da greci etnici), i romeni, i georgiani, gli arabi, nonché gli slavi, sostengono la Chiesa russa, contro 1 Chiesa locale, quella di Costantinopoli controllata dagli Stati Uniti. Questa non è quindi una disputa etnica. Né è politica, perché la guerra fredda è finita da molto tempo (tranne che nella mente di coloro che amano le guerre per guadagnare soldi dalla vendita di armi e dall'odio per gli altri). In realtà, questo è un argomento dogmatico. O sei ortodosso (13 Chiese locali) o no (1 Chiesa locale). O hai una comprensione della Chiesa (ecclesiologia) ortodossa (13 Chiese locali) o una non ortodossa (1 Chiesa locale).

Il Patriarcato di Costantinopoli sarà punito per le sue azioni scismatiche in Ucraina?

Si è già punito da solo, poiché si è tagliato fuori dalla maggior parte della Chiesa. È passato dall'essere il primo tra uguali all'ultimo senza eguali. Non dobbiamo mai dimenticare che Dio non si lascia deridere, poiché è un fuoco che consuma tutto. Ho paura dei terribili eventi che seguiranno ora se non vi è pentimento da parte di coloro che nel Fanar hanno compiuto questi atti a causa della corruzione americana e delle minacce politiche.

La Chiesa ortodossa russa

Molti aspetti tradizionali della Chiesa ortodossa russa mi ricordano la Chiesa d'Inghilterra e la Chiesa cattolica prima degli anni '60. Sicuramente, la Chiesa ortodossa russa è un po' arretrata? Una volta raggiunto il livello dell'Occidente, le succederanno esattamente le stesse cose che succedono qui. Voglio dire, lo slavonico sarà sostituito dal russo moderno, la musica per chitarra accompagnerà la liturgia, ci saranno funzioni emotive con persone sedute (come già accade nelle chiese greche), le donne non si veleranno il capo, non ci saranno digiuni eucaristici o digiuni in generale e nessuna confessione prima della comunione, ci saranno donne sacerdoti e matrimoni gay. Non la pensa così?

L'idea di "stare al passo con l'Occidente" è molto divertente! Penso in realtà che sia l'Occidente che deve stare al passo con la Russia, poiché l'Occidente è ancora bloccato nella sua cosiddetta "post-cristianità" e modernizzazione, che risale agli anni '60. Sta dimenticando che la Russia post-moderna e post-cristiana di oggi ha già visto il futuro e non solo è sopravvissuta e lo ha respinto, ma lo ha superato. L'Occidente, d'altra parte, deve ancora passare attraverso persecuzioni aperte. Tuttavia, temo che quelli dell'Occidente cattolico-protestante (e gli ortodossi modernisti ai suoi margini, come alcuni a Costantinopoli e in Grecia) non sopravvivranno a tale persecuzione. In tal caso, solo l'Ortodossia fedele sopravvivrà.

Insegnamento e pratica ortodossa

Cos'è il senso del sacro?

Il senso del sacro è normale per chiunque abbia una sorta di vita o senso spirituale, che percepisce la presenza spirituale dell'altro mondo, appena oltre il velo di questo mondo. È per questo che in Chiesa abbiamo un'iconostasi, non c'è musica strumentale, le icone hanno una prospettiva diversa, stiamo in piedi e non ci sediamo e usiamo una forma più antica di linguaggio liturgico. Tutto in Chiesa è diverso da questo mondo, che non ha alcun senso del sacro.

Gli ortodossi credono nel dogma secondo cui Adamo ed Eva erano persone reali, da cui siamo tutti discendenti? O si tratta di miti simbolici?

Certo, siamo discendenti da loro. Sono ritratti nell'icona della risurrezione, liberati dall'ade. Abbiamo anche noi ereditato da loro il "peccato di Adamo", o peccato ancestrale. Inoltre, il DNA sta ora confermando la nostra discendenza da loro. Tuttavia, questo non è un dogma. Un dogma è la santissima Trinità o che Cristo è vero Dio e vero uomo, che ha due nature in una Persona. Che Adamo ed Eva siano i nostri antenati è una credenza, non un dogma.

Gli uniati hanno la stessa croce a tre braccia del mondo ortodosso russo?

È interessante notare, che non lo è del tutto, perché ovviamente come ogni cosa uniate non è proprio la stessa cosa, è "spenta", distorta. Significativamente, la barra più bassa della croce a tre barre tra gli uniati non punta in alto a destra, a Dismas, il buon ladrone che si pentì, ma è sempre orizzontale. Ciò significa che gli uniati non si sono pentiti. È chiaramente così, poiché sono uniati, cioè in uno stato di non pentimento per la loro apostasia.

Perché il vecchio calendario è così importante?

Prima di tutto, non è "il vecchio calendario", ma il calendario della Chiesa, che tutti i Padri, in oriente e in occidente, hanno concordato al primo Concilio universale del 325, circa 1700 anni fa. Fu accettato da tutti fino alla fine del XVI secolo, quando per motivi puramente secolari fu fatto un cambiamento da parte degli eterodossi, che già da tempo si erano separati dalla Chiesa e avevano introdotto un insegnamento eretico sulla santissima Trinità. Il loro calendario è chiamato calendario (romano) cattolico.

In primo luogo, i bolscevichi sotto Lenin cercarono di imporre questo calendario cattolico, poi lo fece in Finlandia lo stato luterano finlandese perseguitando le chiese locali sotto l'arcivescovo omosessuale Herman Aav, in Grecia ci fu santa Caterina la neomartire che fu martirizzata per la sua resistenza, poi ci furono i fascisti sotto Hitler in Ucraina che hanno anch'essi cercato di imporlo. Anche noi resisteremo fino alla fine, rimanendo fedeli alla Chiesa. Voi siete fedeli – o no?

Hai mai servito con il nuovo calendario e lo farebbe mai?

Non l'ho mai fatto e certamente eviterei di farlo. Tuttavia, ho servito e servirò con il clero che è obbligato per obbedienza a servire le feste fisse con il nuovo calendario. Come ho detto a uno che era un membro della ROCOR (perché lo fosse, non ne sono sicuro), io non sono mai stato, non sono e non sarò mai un vecchio calendarista – che è una cosa completamente diversa dall'essere di vecchio calendario. È interessante notare che il sacerdote a cui ho detto questo, nella disperazione che la ROCOR non avrebbe sostenuto il vecchio calendario, ha lasciato la ROCOR e si è unito a una setta a cui nel suo cuore aveva sempre voluto appartenere.

Come rispondiamo alle femministe che affermano che Dio è tanto donna quanto uomo e che il termine "Dio Madre" è tutto sommato accettabile?

Prima di tutto, queste persone contraddicono le parole di Cristo, il Figlio di Dio (non la Figlia di Dio), che si riferisce sempre a Dio Padre, come riportato nei Vangeli. Quindi riferirsi a "Dio Madre" è anti-biblico, anti-apostolico, anti-patristico, anti-spirituale, anti-ecclesiale e d'origine mondana o secolare, e contraddice 2000 anni di rivelazioni dello Spirito Santo. Penso che sia interessante il fatto che tali estremisti vogliano che Dio sia femmina. Quindi perché non vogliono che anche il diavolo sia femmina? Dopotutto, in nome dell'uguaglianza, dovrebbe essere così!

Il comando di san Paolo che le donne si coprano il capo in chiesa (1 Cor 11) non è solo un precetto rituale ebraico? Perché dovremmo osservarlo? Soprattutto quando il clero ortodosso porta i capelli lunghi!

Alcune cose provengono da un rituale d'igiene ebraica (o piuttosto mediorientale), per esempio la circoncisione o il non mangiare carne di maiale, che sono osservate sia dagli ebrei che dai loro cugini musulmani. Altre cose non lo sono, e questa è una di loro: è universale.

Quindi, in inglese, abbiamo l'espressione "to let your hair down" (scioglierti i capelli). Questo significa smettere di essere sobri e modesti. Nella storia inglese possiamo vedere come i cavalieri, che erano moralmente piuttosto lassi, specialmente in materia sessuale, avevano i capelli lunghi, ma i puritani si definivano "roundheads" (teste rotonde) e si tagliavano i capelli sul retro e ai lati – ancora oggi questo è il taglio di capelli dell'esercito britannico e americano. Negli anni '60 la "liberazione" sessuale è stata contrassegnata da giovani che portavano i capelli lunghi, gettando via le vecchie restrizioni del moralismo protestante. È noto dappertutto che le donne possono rendersi sessualmente attraenti con i capelli lunghi: guardate in qualsiasi strada e vedrete tre o quattro volte il numero di parrucchieri femminili rispetto ai barbieri maschili; vedrete anche che le donne spendono molto di più nella cura dei capelli rispetto agli uomini. L'istruzione dell'apostolo riguarda semplicemente la modestia e la sobrietà.

Per quanto riguarda i capelli lunghi nel clero ortodosso (probabilmente una minoranza), questo uso iniziò molto tardi, probabilmente intorno al XV secolo, sotto l'influenza di asceti ed eremiti, che non si radevano il capo né il volto, semplicemente perché non avevano forbici. E così i vecchi credenti russi, che risalgono al XVII secolo, non tagliano mai la barba, ma hanno sempre i capelli molto corti. Nei primi secoli i laici e il clero si tagliavano sempre i capelli (e i monaci portavano le tonsure, come san Gregorio Palamas), come ordina l'Apostolo (1 Cor 11, 14). Quando il clero ha i capelli lunghi (di solito si tratta di clero monastico), allora li lega ordinatamente, senza ancora "scioglierli". Qualsiasi altra cosa sembra vanitosa o altrimenti effeminata.

 
Il Signore ci tiene nella Chiesa

Questa intervista con il molto amato metropolita di Ternopol' è stata pubblicata nel 2014, l'anno della rivoluzione del Majdan in Ucraina.

Ternopol' è una delle diocesi più difficili per i cristiani ortodossi che non si sono uniti al "patriarcato di Kiev" scismatico. La regione è stata anche dominata dagli uniati. Pertanto il metropolita Sergij e il suo gregge potrebbero essere definiti una diocesi di confessori della fede.

* * *

Vladyka, lei è il figlio di un sacerdote. Qual è il ricordo più vivido dei suoi primi anni nel contesto del sacerdozio di suo padre?

È così. Mio papà, padre Naum, era un prete di campagna. C'erano quattro figli in famiglia: tre figlie e me. Abbiamo vissuto in tempi difficili, con la fede come cuore delle nostre vite. E la gente manteneva viva la propria profonda fede nonostante la grande oppressione sotto il regime sovietico. Durante la Pasqua e la Settimana Luminosa, la nostra grande chiesa di legno era piena di gente. Ricordo come la processione della Croce usciva nel grande cortile dopo la funzione, e la gente si raggruppava in cerchi per far benedire la propria paskha. Era una specie di dolce al formaggio, chiamato paskha. Era una semplice torta con formaggio dolce cotto al centro. Certo, avevamo le uova dipinte, e da allora non ho mai visto nulla del genere. Ricordo prima dell'alba: molte candele bruciavano; cestini di ramoscelli e tovaglioli con ricami nazionali... Tutti avevano una calda sensazione che la Pasqua si stava avvicinando. Le persone indossavano i loro migliori vestiti nazionali. Non ho visto da nessun'altra parte ricami di perle rosa sulle camicette delle ragazze. Anche le camicie da uomo erano ricamate, ma con motivi meno sofisticati. Dopo il pasto, la gente veniva di nuovo sul sagrato, si salutava e festeggiava la festa delle feste. Nessuno aveva paura delle autorità. Il campanile non era chiuso; tutti potevano suonare le campane. Sa, siamo cresciuti nella devozione senza pensarci in modo particolare, senza fare niente di speciale.

Vladyka, ha detto che non avevate paura delle autorità. Gli agenti non cercavano di influenzare i cittadini politicamente inaffidabili?

Certo, lo facevano. Tutti quelli che andavano in chiesa erano monitorati. Tuttavia, le autorità svolgevano semplicemente il loro compito, non erano troppo crudeli. Lo percepivamo. A scuola, mi conoscevano come figlio di un prete, ma nessuno mi rimproverava, né gli insegnanti né il preside, né gli ufficiali. Mi rispettavano persino.

Si ricorda la sua prima vivida impressione della presenza di Dio?

Non ricordo nulla di vivido in modo speciale. La mia vita era semplice. Era così ai vecchi tempi. Pregavamo a casa. Sapevamo quanto fosse importante mantenere i digiuni e celebrare le feste, avere timore di Dio nelle relazioni, non perdere il cuore, accettare tutte le circostanze in cui viviamo come la Provvidenza di Dio.

Ha mai visto persone martirizzate per la loro fede o portate nei campi di concentramento?

No, da noi non era lo stesso come nella Russia sovietica. Abbiamo sentito che qualcuno è stato arrestato e imprigionato, ma non di più. Solo degli echi arrivavano nella provincia di Chernovtsi nell'Ucraina occidentale. Tuttavia abbiamo avuto repressioni in Ucraina, le autorità hanno chiuso delle chiese, vietato alla gente di assistere alle funzioni e di ricevere i sacramenti. Punivano i fedeli con un licenziamento ingiustificato dal lavoro, l'espulsione dall'università o altre misure amministrative. Ma il popolo manteneva la sua fede e viveva una vita ecclesiale. La stragrande maggioranza dei cittadini seguiva l'anno della Chiesa nella propria vita quotidiana. Il sacramento del battesimo era compiuto sia apertamente che segretamente, così come matrimoni, sepolture, benedizione delle case e altri riti.

Vladyka, lei si è laureato in medicina prima del seminario, ma il suo destino è stato deciso in un altro modo. Perché?

I miei genitori mi hanno detto di studiare medicina, e ho seguito i loro consigli. L'apprendimento mi è stato facile ed è stato in qualche modo interessante. Intendevo persino continuare la mia pratica medica. Ma non potevo ignorare le circostanze del mio tempo. Una volta, mentre ero ancora studente all'università medica, andai alla cattedrale locale per ascoltare il coro e vidi una funzione archieratica. Non ho mai visto nulla di simile in tutta la mia vita! A quei tempi, la diocesi di Chernovtsi era guidata dal vescovo Feodosij (ora metropolita in pensione), che faceva impressionanti sermoni. Sono rimasto davvero sorpreso. A poco a poco, ho iniziato ad aiutare all'altare e mi sono unito al coro della chiesa. Questo non è passato inosservato, e sono stato privato dall'amministrazione universitaria di tutti i premi che mi erano dovuti per la laurea con lode. Poi sono stato arruolato nell'esercito, a nord, in un battaglione di costruzione. Così i miei genitori hanno pregato, mi hanno benedetto con le loro icone di nozze, hanno servitor un Moleben con un Acatisto a san Nicola, e ...la commissione di richiamo non mi ha preso nell'esercito. Mi hanno esaminato e hanno trovato una malattia cardiaca. Più tardi ho servito nell'esercito nella mia città natale di Chernovtsi, in condizioni più favorevoli. Il mio servizio nell'esercito è stato come la misericordia di Dio, e il mio cuore non mi ha dato fastidio. L'anno prima della successivo richiamo stavo lavorando in un ospedale rurale come infermiere professionale. Mi rispettavano, e quindi mi sono reso conto che la gente mi guardava non solo come specialista in medicina, ma come figlio di un prete, come credente ortodosso. A quel tempo ho capito che la nobiltà interiore è ciò che conta davvero; devi essere un cristiano ovunque tu sia. Questa è la lezione principale che ho imparato dalla mia pratica medica. A quel tempo avevo deciso di andare al seminario. La vita ecclesiastica mi attraeva sempre di più. Andavo alle funzioni, andavo alla cattedrale per le feste e facevo conoscenza con la gente della Chiesa.

il metropolita Sergij con ospiti, clero e gregge nella cattedrale delle sante martiri Fede, Speranza, Amore e della loro madre Sofia. Agosto 2012

Come è finito a Smolensk?

Mentre ero nell'esercito, vladyka Feodosij fu trasferito a Smolensk. Avevo bisogno di una lettera di raccomandazione del vescovo per entrare in  seminario. C'era una stretta regola: il vescovo che dava la benedizione e la lettera di raccomandazione a uno studente era responsabile per lui. Il vescovo nominato al posto di vladyka Feodosij non mi conosceva affatto, per cui sono andato a Smolensk. Sono andato a vedere vladyka, abbiamo avuto una conversazione, e ha promesso di darmi una lettera di raccomandazione. All'improvviso, è morto il diacono anziano di Smolensk, e vladyka mi ha detto: "Vai all'icona Odighitria della Madre di Dio, [1] pregala, e stai qui. Sarai un diacono". Così sono rimasto per dodici anni.

Le mancava la sua patria, l'Ucraina?

Sì, mi mancava, ma solo all'inizio. Più tardi ho avuto molti compiti, celebravo funzioni, e – cosa più importante – vivevo presso una chiesa. Lì c'era l'amministrazione diocesana; c'era la chiesa, e la mia camera proprio accanto. Non mi sentivo come in una terra straniera. Inoltre, sentivo che stavo seguendo la volontà di Dio, non la mia – quindi, perché dovevo disperarmi? Noi del clero giovane vivevamo in una comunità con stretti legami, servivamo con zelo ed eravamo amati e ben trattati dai laici. Ricordo ancora con gratitudine i cittadini di Smolensk. Ci visitiamo a vicenda nella festa dell'icona Odighitria della Madre di Dio, e alla nostra festa patronale delle sante martiri Vera (Fede), Nadezhda (Speranza), Ljubov (Amore) e Sofia (Sapienza).

Ma dopo ha ricevuto un'educazione teologica nel seminario di Mosca. Che cosa ricorda degli anni del suo seminario?

Ho avuto la mia prima impressione della Lavra della Trinità e di san Sergio nel 1970, quando il vescovo Feodosij mi portò a Sergiev Posad dopo la mia laurea alla facoltà di medicina. Siamo rimasti lì per ventiquattro ore, siamo andati alla confessione e abbiamo ricevuto la comunione. La Lavra ha avuto una grande influenza su di me allora. Guardavo le antiche chiese dalla finestra della casa dei pellegrini, sentivo il suono delle campane della torre e provavo una meravigliosa sensazione di calore su di me...

E in tre anni, come diacono, sono entrato nel dipartimento di formazione a distanza del Seminario teologico di Mosca. Mentre ero a Mosca durante i miei studi, volevo che i miei esami durassero più a lungo solo per rimanere alla Lavra almeno un altro giorno. Lì, per la prima volta, mi sono avvicinato alla vita monastica e ho sentito chiaramente che era fatta per me. Non volevo nemmeno andarmene.

Ma la benedizione speciale è venuta quando sono stato condotto dall'archimandrita Kirill (Pavlov), il padre confessore della fratellanza della Lavra. È stata una grande misericordia di Dio quella che attraverso Padre Kirill, che incarnava misericordia, amore e cura paterna, a quel momento mi ha sostenuto, mi ha rafforzato e mi ha dato un'esperienza spirituale e una gioiosa comunione con la fratellanza della grande Lavra.

visita di sua Santità il patriarca Kirill al monastero della santa Dormizione a Pochaev. 5 agosto 2009

Ma non è rimasto a Mosca e ha chiesto di unirsi al monastero di Pochaev ...

Il villaggio d'origine della mia famiglia è a otto chilometri dalla Lavra della santa Dormizione di Pochaev. Lì il paesaggio è montuoso, e la Lavra si trova su una collina. Al tramonto sembra fluttuare sopra la terra come la Gerusalemme celeste. Quando andavo alla Lavra con i miei genitori, guardavo i monaci come se fossero angeli. E sentivo che unirmi a loro era oltre le mie capacità. Alla Lavra della Trinità e di san Sergio ho avuto una vera interazione con i monaci: sono persone davvero diverse. Il mio sogno era di essere tra loro, come il monaco di grado più basso. Ma non sognavo nemmeno la Lavra di Pochaev, mi sembrava troppo ambizioso. Forse ho avuto quella sensazione fin dalla mia infanzia. E poi, improvvisamente, dopo dodici anni di servizio a Smolensk, ho voluto andare a Pochaev. A quei tempi era molto difficile entrare nel monastero, ma avevo un desiderio così forte che ho persino cercato di sistemare le cose alle spalle di vladyka Feodosij. Gli ho quasi fatto un dispetto. Tutto è stato organizzato solo quando sono completamente venuto a patti con le mie circostanze e ho lasciato le cose alla volontà di Dio e alla volontà di Madre di Dio. Ho ricevuto il mio invito a entrare alla Lavra durante la Settimana Luminosa, pensi un po'! Il Giorno della Vittoria, il 9 maggio 1985, con la benedizione dell'arcivescovo Kirill (ora sua Santità il patriarca), ho lasciato la mia cara cattedrale di Smolensk e mi sono trasferito a Pochaev.

Ci dica di questo periodo della sua vita. Ha preso lì i suoi voti monastici?

Sì, ho preso i miei voti monastici a Pochaev. Il servizio di tonsura è stato celebrato dall'abate della Lavra, l'archimandrita Mark (ora arcivescovo di Khust). Mi ha dato un nuovo nome che non avrei nemmeno potuto immaginare, che allo stesso tempo era gioioso e terrificante. All'inizio, ho persino esitato ad essere chiamato Sergij, in onore di un grande santo monaco, Sergio di Radonezh. E, sa, solo a Pochaev ho iniziato a percepire veramente la vita della Chiesa. Servivo all'altare per una settimana e poi facevo la mia obbedienza nel coro della chiesa le altre tre settimane. E leggendo quei servizi quotidiani dalla A alla Z, ho scoperto la profondità del ciclo dei servizi della Chiesa, che consacra la vita quotidiana e la vita monastica. Osservare tutte le regole della Chiesa è la cosa più importante nella Chiesa e nella società nel suo complesso. L'ho percepito veramente solo alla Lavra.

È stato nominato alla diocesi di Ternopol' dopo sei anni, direttamente dal Monastero di Pochaev. Come ha affrontato questo periodo?

Sono stato nominato a causa di una certa disobbedienza. Era già l'inizio dello scisma ucraino. L'arcivescovo Lazar di Ternopol 'era stato l'archimandrita della Lavra di Pochaev. Quando la crisi è scoppiata, è stato prima cacciato dalla cattedrale, poi dall'ultima chiesa del Patriarcato di Mosca. Gli è rimasta una chiesa domestica, con un sacerdote e un diacono. I fratelli della Lavra erano soliti andare a Ternopol' di tanto in tanto e celebrare i servizi in quella casa. Io non volevo andarci affatto, quindi ho pregato la Madre di Dio di non essere mandato a fare il servizio della settimana. E il desiderio si è avverato – non mi hanno mandato lì per una settimana, mi hanno mandato lì per il resto della mia vita. Sono arrivato alla Cattedrale di Ternopol' il primo giorno della Grande Quaresima. Al primo servizio – il Canone penitenziale di Sant'Andrea di Creta – sono stato accolto da una manciata di parrocchiani. E quando ho visto quelle persone affollate nella nostra casa di preghiera – nessuno si muoveva, nessun rumore estraneo – mi sono sentito alleggerire il cuore. Giorno dopo giorno, mese dopo mese, ho imparato a pregare in tali circostanze, ho imparato a vivere una vita ecclesiale. Questa è stata quasi la lezione più importante della mia vita. Un'altra lezione è stata il modo in cui il popolo ha resistito fermamente nella sua fede ortodossa. L'ho sentito qui, a Ternopol', in quella casa, in virtù della preghiera della confraternita. Compivamo tutti i servizi per intero, senza abbreviare nulla. Le persone vivevano grazie a quella forte preghiera. Nessuno si sentiva oppresso, nessuno si affrettava a tornare a casa – tutti pregavano. E a poco a poco si è riunito il clero così come il coro, e la nostra unità spirituale è stata stabilita. E la gente diceva: "Solo ora abbiamo iniziato a capire cos'è veramente l'Ortodossia".

celebrazione dell'Ingresso del Signore a Gerusalemme. 28 aprile 2013

Vladyka, qual è la ragione dello scisma ecclesiastico in Ucraina?

Penso che ci siano diverse ragioni. La ragione principale è il crollo del governo che si è verificato in quel momento, la totale assenza di autorità, lo spirito di nazionalismo e l'avversione al regime sovietico. C'era un'atrofia della vita ecclesiastica, e acquiescenza verso le tradizioni degli uniati che erano forti nell'Ucraina occidentale. Per esempio, i sacerdoti in qualche modo tagliavano le preghiere dalle funzioni, le abbreviavano qua e là. Così era stata mantenuta l'apparenza delle funzioni mentre l'essenza della preghiera era scomparsa: non servivano Dio, ma le persone. Hanno cercato di mantenere le persone nella Chiesa con tali misure. Ma il compromesso non ha funzionato. Perché quando le persone vedono che il clero ha perso la riverenza, si ritirano. Le persone cercano quei sacerdoti che cercano di fare le funzioni secondo le regole e con timore di Dio. Le persone sentono queste cose molto chiaramente. Uno dei motivi principali era il potente sostegno del governo allo scisma. La tragedia di questo evento è ancora dolorosa. Ora a Ternopol 'abbiamo settanta chiese di varie confessioni, e solo una chiesa del Patriarcato di Mosca. Abbiamo chiesto più chiese, ma non ce ne sono state date. In effetti, siamo stranieri nella nostra stessa patria, nel nostro paese. Eppure ringraziamo Dio per quello che abbiamo. Anche in epoca sovietica avevamo una sola chiesa, ma questa non è la cosa principale – la vera vita liturgica è la cosa più importante. E il nostro Signore ci mostra sempre che è con noi. Proviamo compassione per le persone che vivono nell'illusione. Sono zelanti, vivono una vita ecclesiastica e vanno in chiesa con tutte le loro famiglie. E penso che se la situazione dovesse cambiare e l'ambiente politico diventasse più favorevole, se le autorità avessero un atteggiamento almeno neutrale verso gli ortodossi del Patriarcato di Mosca, ebbene... La gente qui è ortodossa da secoli.

Si sa che quando Filaret (Denisenko) era ancora il metropolita della Chiesa ortodossa ucraina, ha cercato di allontanarla dalla diocesi, ma la gente non la lasciava andare, e così è rimasto lì. Forse non era del tutto lecito, dal momento che ha disobbedito al capo della Chiesa; ma Filaret ha agito in modo tale che i sacerdoti di alcune parrocchie si sono rifiutati di pregare per lui durante la Liturgia. Come ha deciso di agire? Ha avuto qualche esitazione in questa faccenda?

Sa, ero pronto ad accettare la decisione del capo della Chiesa. Ho avuto un incontro con il clero, ho detto addio a tutti e ho dato il via alla mia partenza per Kiev. Nel frattempo, la gente andava dal metropolita Filaret per difendermi. Ma sono tornati a mani vuote e mi hanno detto: "Vladyka, noi parrocchiani non la lasceremo andare, chiuderemo la casa e il cortile e staremo di guardia". Secondo le istruzioni di Filaret, sono venuti da me alcuni vescovi, ma la gente era preoccupata per me e non ha permesso loro di vedermi. Così sono rimasto nella diocesi, non per mia volontà. Lo vedo come la misericordia di Dio, ed è per questo che la mia coscienza è in pace. E i fedeli hanno dimostrato la loro correttezza. Non stavano proteggendo me personalmente, ma stavano proteggendo la Chiesa. Ho visto la forza della gente e la loro fede sincera. Non me l'aspettavo. Sua Santità [il patriarca] ha convocato un Concilio dei Vescovi in ​​cui è stato dimostrato che il metropolita Filaret aveva oltrepassato i limiti della sua autorità. Poi è stato emesso un altro decreto che reinsediava nelle loro diocesi tutti i vescovi espulsi.

Il popolo ha protetto l'arcivescovo... È stato per via di alcuni tratti nazionali? Penso che noi in Russia non crediamo nella giustizia, nella possibilità di difendere qualcosa con i nostri sforzi...

La storia della Chiesa conosce molti casi in cui i fedeli sono riusciti a proteggere l'uno o l'altro personaggio. Tuttavia, non penso che i nostri parrocchiani abbiano seguito una tradizione storica, hanno semplicemente seguito i loro cuori. Nella Russia post-rivoluzionaria, nel periodo del rinnovazionismo, la gente ha protetto i propri sacerdoti e i valori ortodossi tradizionali! Ma in Russia, il moloch bolscevico ha spazzato via ogni cosa sul suo cammino, mentre qui, nell'Ucraina occidentale, le persone hanno mantenuto viva la loro fede. E naturalmente questi sono meridionali, di temperamento diverso.

Se guardiamo agli eventi storici, abbiamo la sensazione che coloro che hanno sostenuto lo scisma non agissero affatto secondo errori teologici. In tal caso, avrebbero potuto avere qualche giustificazione. Laici, clero, vescovi: erano il popolo fedele? Se è così, perché è successo? Perché hanno iniziato a comportarsi come se non avessero Cristo nelle loro anime e non sapessero nulla di lui?

Questa è una domanda difficile. Prenda l'esempio dell'ex metropolita Filarete (Denisenko). Ero solito servire insieme a lui. Era un uomo di irraggiungibile grandiosità; noi lo rispettavamo e lo onoravamo. Quando diventai vescovo, lo conobbi meglio; di tanto in tanto ci riuniva a Kiev e in realtà ci ha istruiti e rafforzati nella fede. Lo ascoltavamo con grande gioia. E quando iniziò una campagna contro di lui, dissi ai miei parrocchiani: "Non ci credo. Non io". Non sarei riuscito a immaginare una cosa del genere. E ora, quando accadono eventi così terribili, vedo che questa è una grande lezione per tutti noi: che pilastro della fede era, eppure non è stato in grado di stare in piedi. Guardi quanto è pericoloso avere fiducia in se stessi, non umiliarsi, essere orgogliosi. Noi non siamo nella Chiesa da soli: il Signore ci tiene nella Chiesa. Quelle persone non erano così, ma cosa è successo a loro!? È un oscuramento della mente, un peccaminoso prelest (delusione spirituale), la beffa del diavolo. All'inizio eravamo indignati, ma ora abbiamo solo compassione e preghiamo. Abbiamo una preghiera speciale per loro, e serviamo un Moleben ogni settimana. Abbiamo paura di giudicarli perché vediamo come le persone sono finite in confusione sotto l'influenza del diavolo. Sappiamo quanto sia difficile tornare e pentirsi dei propri errori. Dopo tutto, il marchio dello scisma, il marchio dell'apostasia, è un marchio terribile. La cosa più importante è mantenere la nostra fede e non diventare mai e poi mai orgogliosi.

Ma è anche sbagliato essere compiacenti, essere troppo tolleranti. Noi non disprezziamo le persone, non le umiliano e non le offendiamo, ma chiamiamo le cose col loro nome: sono scismatici. Questo è un modo di mostrare amore, perché diciamo loro: "Fermatevi, lì c'è un precipizio!" Ma se dicessimo loro: "Beh, sapete, è un'area ampia, e un po' più lontano ci può essere un certo passaggio..." Perdonatemi, ma mentre facciamo lezione, la persona cadrà nel precipizio. Dobbiamo seguire la verità di Dio, mentre un compromesso non è di aiuto. Il compromesso ha già rivelato i suoi frutti. Noi preghiamo e speriamo nella misericordia del Signore.

Divina Liturgia nel giorno della memoria delle sante martiri Fede, Speranza, Amore e della loro madre Sofia. 30 settembre 2005

Pensa che lo scisma possa essere superato?

Sì, ma solo attraverso il pentimento. Queste parrocchie hanno tra loro persone sincere, che sono semplicemente perdute come l'apostolo Paolo sulla via di Damasco (cfr At 9:3-9). I mass media si intromettono e formano il panorama dell'informazione. Certamente alcune persone non vogliono andare in profondità, e vivono una vita superficiale. Tuttavia, nel complesso, la gente qui è pia, devota e zelante. Speriamo che il Signore un giorno rivelerà loro la verità e capiranno che sono già accanto a lui; è rimasto solo un altro passo, il più importante. E un altro problema importante è il nostro comportamento e devozione, in modo che gli altri possano vedere vividamente come vivono gli ortodossi. Dobbiamo testimoniare la purezza, l'Ortodossia, la grazia di Dio, che è con noi per tutta la vita. E un tale esempio personale sarà il più utile.

Vladyka, devo chiederle degli eventi che sono iniziati di recente, [2] noti anche come Euromajdan...

Purtroppo, abbiamo gli stessi eventi nella nostra regione. È chiaro che questa è una provocazione esterna, ma i nostri cittadini ne sono piuttosto abbagliati e non riescono a vedere la situazione così com'è e si dimenticano di se stessi. È terribile vedere come il diavolo abbia tentato le persone in modo da far dimenticare loro tutto ciò che è sacro, sia divino che umano. Hanno dimenticato che sono fatti a immagine di Dio; erano aggressivi e pieni di odio anche durante i giorni del digiuno della Natività, quando ci prepariamo a incontrare Cristo il Salvatore. E è lui che decide il nostro destino, e la decisione dipende dalla nostra unità con lui...

Avete esperienze di aggressioni contro la diocesi?

Sì, ne abbiamo. Questi clamorosi manifestanti inveiscono direttamente contro il Patriarcato di Mosca. Ma, chiaramente, tocca a noi prepararci, pregare di cuore, rafforzare la nostra fede e devozione a Dio. A ogni funzione pronunciamo le nostre preghiere per la pace e la riconciliazione tra le parti. Speriamo nella misericordia di Dio.

Vladyka, quali questioni della vita ecclesiastica sono le più rilevanti adesso? Le questioni della comunione frequente, della necessità di confessarsi prima di essa, dei problemi della traduzione delle funzioni dall'antico slavonico ecclesiastico al moderno ucraino, sono discusse in conferenze o forum o anche solo tra i parrocchiani?

No, non lo sono, perché le persone vivono una vita veramente religiosa. Voglio solo enfatizzare questo punto ancora una volta. Si confessano, ricevono la Comunione e non seguono nuove idee. Cercano di osservare i loro giorni di preparazione prima della Comunione in modo appropriato, almeno diversi giorni di digiuno stretto e partecipazione più frequente alle funzioni. Prendere la comunione senza confessione è semplicemente fuori questione. Non vanno nemmeno a confessarsi se non hanno ascoltato le preghiere speciali prima della confessione. Le persone spesso si confessano senza ricevere la comunione.

Solo alcune parrocchie della nostra diocesi svolgono in parte funzioni in ucraino, ma soprattutto in slavonico ecclesiastico. In realtà, ricevere la comunione senza una dovuta preparazione, evitare la confessione, un cambiamento delle regole o qualsiasi riforma delle funzioni è considerato un favoreggiamento del cattolicesimo o dello scisma.

Lei ha ragione di notare che questo è stato discusso nei forum. Ma la Chiesa vive, i fedeli cercano di mantenersi nella pietà dopo aver ricevuto la comunione e cercano di non perdere questa grazia dopo la Liturgia. In epoca sovietica le persone raramente ricevevano la comunione, ma mantenevano la grazia della comunione per lungo tempo. Vivevano una vita religiosa autentica, non sulle pagine del web o sui mass media. Sfortunatamente, alcune "nuove" opinioni teologiche e strane pubblicazioni appaiono e confondono le persone. Sorgono dibattiti, ma secondo il detto, la discussione non è il modo migliore per far emergere la verità. Queste cose vengono dall'esterno e sono introdotte artificialmente. Ecco perché suppongo che non dobbiamo portare confusione tra quelle persone religiose che hanno mantenuto viva la loro fede e l'hanno conservata fino a oggi.

"Ho visto la forza della gente e la loro sincerità nella fede", dice il metropolita Sergij, e prega che il popolo stia saldo in questa confessione dell'Ortodossia

Ne parlate dall'ambone?

Sì, lo facciamo. Spieghiamo al nostro clero e ai laici quanto è importante seguire le regole della Chiesa; li avvertiamo delle nuove idee che indeboliscono la fede e la pietà, tolgono la grazia e sfociano nello scisma.

Gloria a Dio, abbiamo la Lavra di Pochaev vicino a noi, quindi sentiamo questa protezione su di noi. L'autorità spirituale della Lavra è indiscutibile. La mia voce non sarà ascoltata, mentre la voce della Lavra sarà ascoltata. Sa, la nostra vita è piuttosto vivace. Il numero di parrocchiani giovani nella nostra diocesi sta crescendo. Abbiamo 170 ragazzi nel nostro seminario e 120 ragazze che studiano nel dipartimento di musica della Chiesa. E quanti bambini frequentano la nostra scuola domenicale, e quanto sono bravi! Ciò che è più importante, nessuno ci proibisce di pregare, e nessuno chiude le porte dei nostri templi. Quindi dobbiamo rafforzarci e renderci stabili nella vita ecclesiastica. La Chiesa benedirà tutto: la nostra vita quotidiana, il mondo, il governo, i nostri nemici, tutti. E, grazie a Dio, la gente cerca di vivere in questo modo. Possa Dio concedere al popolo di rimanere nella propria fede ortodossa e di vivere in accordo con essa, ricordando il comandamento di Cristo: Cercate prima il regno di Dio e la Sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta (Matteo 6:33).

Note

[1] Un'icona miracolosa della Madre di Dio come Odighitria, o "Colei che mostra la Via", è nella Cattedrale di Smolensk.

[2] Quest'intervista è stata fatta nel 2014.

 
Il lavoro di un prete russo con i convertiti di lingua inglese

Padre Artemij Vladimirov, un sacerdote anglofono della chiesa di Tutti i Santi a Krasnoselskaja (Mosca), negli ultimi dieci anni, è stato un pilastro per i convertiti ortodossi occidentali che vivono a Mosca e per i visitatori in cerca di una vita spirituale più profonda. Il suo credo fermamente tradizionale, la profonda intuizione, il caldo senso dell'umorismo, e la volontà di raggiungere le anime provenienti da ambienti diversi, hanno portato non pochi stranieri all'Ortodossia. Mentre la comunità di espatriati andava e veniva, padre Artemij ha generosamente presieduto numerose cene missionarie, lunghi colloqui e indimenticabili raduni spontanei che risvegliano le anime e deliziano lo spirito.

Road to Emmaus: Padre Artemij, ci può dire un po' delle sue origini e della sua istruzione? La sua famiglia era apertamente ortodossa? Andava regolarmente in chiesa?

Padre Artemij: All'inizio vorrei scusarmi per il mio povero inglese. Il mio vocabolario non è così ampio da esprimere tutte le sfumature di significato che ho nel mio cuore. Perciò i miei lettori potrebbero essere un po' disturbati dalla mia mancanza di parole, ma il mio obiettivo sarà quello di arrivare al punto. Sono nato nel 1961, l'anno del primo cosmonauta sovietico in orbita intorno alla terra. Certo, non sono cresciuto in una famiglia apertamente ortodossa. Eravamo battezzati, ma questo è tutto. Suppongo che mia nonna si considerasse una cristiana, ma non frequentò le funzioni fino a quando si ammalò di cancro. Quindi, tornò alla chiesa. Ricordo che la domenica era solita dirci: "Oh, era così dolce in chiesa. La mia anima riposava... era così bello... ho fatto la santa comunione". Ma noi tre nipoti non la capivamo, ed eravamo anche un po' irritati da queste confessioni. Anche se c'era una chiesa sulla strada in cui abitavamo, non ho mai prestato alcuna attenzione alle campane che suonavano la domenica mattina. Era come se fossi sordo e muto. Ora capisco quello che il nostro Salvatore intendeva quando parlava di persone che chiudono gli occhi e le orecchie e induriscono i loro cuori. Ero notevolmente influenzato dalle scuole sovietiche, e mi ricordo il giorno in cui mia nonna cercò per la prima volta di portarmi in chiesa. Nel momento in cui annusai il profumo dell'incenso e vidi l'oscurità mistica degli interni, mi fermai sui gradini, mi voltai e corsi via, senza capire il motivo per cui volevo scappare. Ricordo anche un ateo che visitò la nostra scuola, spiegandoci come aveva perso la fede dopo essersi diplomato al seminario. In un'intervista al giornale, aveva negato tutto quello in cui aveva creduto, e io ero rimasto piuttosto impressionato dalla sua personalità. Rimasi anche colpito dalla lista delle discipline che aveva studiato in seminario: era una sorta di pubblicità che faceva a se stesso. Quando tornai a casa e raccontai le mie impressioni a mia nonna, mi ricordo che i suoi occhi erano pieni di dolore e sofferenza, ma non si mise discutere con me. Ero un pionere [1], e le dicevo come una sorta di protesta, "... e quell'uomo intelligente non crede in Dio".

RtE: Vuol dire che era andato al seminario e poi aveva smesso di credere?

Padre Artemij: Era stato inviato al seminario come un cavallo di Troia. Mia nonna non si mise a discutere con me, si limitò a rispondere: "Non credo che possa essere un uomo buono". Ciò nonostante, la nostra non era una famiglia sovietica. Nessuno era comunista, e i miei genitori, che erano dell'intellighenzia russa degli anni '50 e '60 – erano entrambi fisici, erano critici del potere sovietico, anche se non sono mai stati dissidenti. Alcune radici profonde del cristianesimo erano ancora rimaste, tuttavia, e a ogni Pasqua la nonna cercava di portarci a guardare il passaggio della processione della Croce, ad ascoltare il coro, e poi a tornare a gustare kulichi e paskha.

Non siamo mai andati in chiesa regolarmente, e non abbiamo mai sentito nulla di Dio, né ci è stato insegnato a pregare. È stato solo dopo la morte di mia nonna che ho trovato una scatola di legno con un'icona di Gesù Cristo, che tiene nelle sue mani il calice e il pane della Santa Cena. Questa è ora la mia icona più preziosa, e prego di fronte ad essa.

RtE: Come è diventato ortodosso?

Padre Artemij: Sono stato battezzato quando avevo tre anni, e ho fatto la mia prima confessione quando avevo diciotto anni. Ero uno studente della facoltà di filologia all'università.

RtE: C'è stato qualche punto nella sua vita in cui, come i discepoli, ha incontrato il Signore sulla sua strada di Emmaus?

Padre Artemij: Sì. C'è stato un punto particolare, certamente. Da giovane studente universitario ero piuttosto insensibile, non avevo un cuore tenero, anche se, certo, non era il cuore di un mafioso. La prima visita del nostro Signore fu quando la nonna morì. Ricordo le sue ultime parole che sussurrò mentre mio fratello gemello e io eravamo seduti accanto al suo letto in ospedale. Era come un testamento: "Vorrei che diventaste brave persone". Era un momento di ispirazione, e la sua morte fu molto, molto lieve. Aveva stupito le infermiere con il suo comportamento nobile. Non si lamentava, non chiedeva niente a nessuno, e la grazia di Dio si è certamente manifestata nelle ultime settimane della sua vita. Dopo la sua morte qualcosa è cambiato nella nostra famiglia; era come se un'ombra scura fosse stata sollevata. C'era una sensazione di eternità, come se ci fossero stati tolti i paraocchi. Ricordo ancora la notte della sua morte, la prima notte della mia vita in cui non ho dormito. In me non c'era ancora preghiera, era solo dolore emotivo. Ho pensato a lei, a quanto ci amava, e ho pianto un po'. Non avevo mai pensato a queste cose prima. Era uno stato emotivo, e ora capisco che è stato un momento molto appropriato perché la grazia del cielo toccasse il mio cuore. Stavo cercando di trovare il collegamento che si era rotto nella nostra comunicazione con la nonna, e la mia anima non voleva dormire. Ero alla ricerca di questo cammino spirituale, ma non sapevo come imboccarlo. Non credevo che fosse morta, ma non riuscivo a trovare il filo tra i mondi visibili e invisibili. Ho cominciato a scrivere poesie in cui per la prima volta era presente Dio, e ho provato a guardare molto attentamente le sue fotografie. Questa era la prima volta che ho sentito che il mondo visibile era in qualche modo trasparente, e che ci deve essere un modo per andare oltre. Qualche tempo dopo, tornai alla stessa chiesa in cui non ero stato in grado di entrare sei anni prima. Non sapevo cosa mi aspettava. Quando entrai vidi una grande icona del nostro Salvatore in una veste bianca, con le sue mani estese, come per dire: "Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo". Questa icona era un'opera originale dipinta dal neo-martire russo, il metropolita Serafim (Chichagov), che scrisse il famoso racconto su San Serafino di Sarov, le Cronache di San Serafino di Diveevo. Il volto del nostro Salvatore nell'icona era pallido, e gli occhi ti seguivano ovunque stavi. Tre o quattro vecchiette della vecchia intelligentsija di Mosca con voci molto deboli, stavano cantando le Beatitudini.... "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio..." In quel momento ho trovato quello che cercavo, perché, tutto ad un tratto (non avrei mai potuto prevederlo, o crederlo possibile), mentre stavo davanti all'icona, capii che il Dio vivente mi invitava a seguirlo, ad avvicinarmi a lui. In quel momento, il mio cuore trovò tutto ciò di cui aveva bisogno. Non sapevo che ora era, e quando il sacerdote apparve con il calice capii che era per me. Non avrei potuto dire cosa fosse, chi era, ma vidi che le persone si incrociavano le mani sul petto e si avvicinavano, e anche io feci così.

Appena arrivato da lui, il sacerdote mi disse: "Mio caro, mio caro, milinki [dolce] – ti sei confessato?" La sua voce era molto calda. Non era scortese o duro, arrabbiato o indignato, come noi sacerdoti possiamo essere in questa situazione. Ricordo ancora che le prime parole del sacerdote erano molto calde e delicate; altrimenti, non sarei mai tornato alla chiesa come feci un mese più tardi. Gli dissi: "No, non l'ho fatto. "

RtE: A quel tempo sapeva cos'era la confessione?

Padre Artemij: Non ero ignorante. Ero un filologo, uno studente. Stavo pensando alla vita. Certamente, avevo indovinato che cosa fosse la confessione, anche se non sapevo come farla. "Aspetta un poco", disse, "parlerò con te, e poi ti farò accostare al calice". E così, mi voltò le spalle, ma io non rimasi in chiesa, non ero pronto. Uscito in strada, cominciai improvvisamente a piangere come un bambino. Non sapevo perché stavo piangendo, ma poi capii che queste erano lacrime di purificazione che ripulivano il mio cuore. Non era ancora pentimento, ma era certamente una visita della grazia celeste. Un mese dopo, mentre stavo seduto in biblioteca e mi preparavo a leggere un mucchio di noiosi volumi improvvisamente trovai un libro su santa Teodora e la sua esperienza dopo la morte con le dogane del cielo. Ancora adesso non so da dove venisse questo libretto. Chi avrebbe potuto darmelo? Era stato un errore da parte del bibliotecario? Era come se fosse appena sceso dal cielo. [2]

Appena cominciai a leggere, fu come se tutto intorno a me cessasse di esistere. Cominciai a scrivere tutto quello che stavo leggendo, e tutta la mia vita – tutti i miei peccati – divenne visibile, anche nei piccoli dettagli. Forse non tutto, ma questa fu la prima indagine in profondità del mio cuore.

Fu come se, nel momento successivo, stessi per presentarmi davanti al trono di Dio al Giudizio Universale. Ricordo che le mie guance bruciavano. Esplorai l'intero libro, e capii che il giorno dopo dovevo andare a confessarmi. Nessuno mi aveva mai insegnato come farlo. Non avevo alcun consiglio o guida, era solo opera di Dio stesso. Il giorno successivo fu per me come il Giorno del Giudizio, perché mentre mi avvicinavo alla chiesa c'erano due esseri vicino a me. Uno era evidentemente il mio angelo custode con la sua voce morbida – "Vai, non devi avere paura, questo è proprio il giorno in cui stai per confessarti". L'altra voce diceva: "Dove stai andando? Come osi confessare? Sai che cosa dirà il sacerdote? Smettila, non è il momento. Domani, ma non oggi!" Era come una lotta. Penso che sentissi un po' di terrore, un po' di paura, un po' di timore reverenziale, e non fui io a entrare finalmente in chiesa, fu la grazia di Dio – ma il mio cuore non lottava contro la mano che mi spingeva. Quindi, al momento in cui mi avvicinai al sacerdote, la lotta era finita. Mi fu data una vittoria spirituale. Aprii la bocca e feci uscire i miei peccati. Le mie guance bruciavano ancora, e ancora adesso ho un ricordo molto vivido di quando mi inginocchiai e il sacerdote lesse la preghiera di assoluzione. Quando mi alzai non sapevo ancora come prendere una benedizione, forse mi inchinai o qualcosa del genere. Non sapevo cosa fosse la santa comunione, ma mentre scesi i gradini capii che tutto era cambiato. La mia anima era libera, aveva le ali ed era piena di pace. Questa non era gioia, era trionfo. Ma non era solo la mia anima – le mie gambe, i piedi, la testa, le orecchie, le braccia... tutto era rinnovato. Non sapevo che si trattasse di grazia celeste, ma certamente lo era. Quel giorno sono diventato un credente nel Nostro Signore Gesù Cristo. È interessante notare che diversi anni fa ci fu un incontro tra sacerdoti del Patriarcato di Mosca e sacerdoti della Chiesa Russa all'Estero –padre Nikolaj Artjomov dalla Germania, padre Victor Potapov (con il suo modo nobile di parlare, da autentico emigrante russo), in un edificio governativo in via Gorkij, ora Tverskaja. Fu uno dei nostri primi incontri e ci sedemmo uno di fronte all'altro a un tavolo. Stavamo tutti piuttosto in guardia. Discutevamo la politica e i problemi del sergianismo, il bisogno di penitenza e raccontai loro la mia conversione, il mio pentimento. Il mio punto era che non sapevo nulla della dichiarazione del metropolita Sergio, ma la mia conversione era la prova interiore che questa era la Chiesa di Cristo e non qualche organizzazione "rossa". Questa intervista fu successivamente trasformata in una trasmissione speciale sulla BBC. Fu per me una grande sorpresa sentirne parlare. Questa stessa icona del nostro Signore Gesù Cristo, che avevo incontrato quando ero andato in chiesa, mi era stata anche utile sulla mia strada verso il sacerdozio. Quando diventai un insegnante di lingua e letteratura russa la mia fede non era una cosa semplice. L'amministrazione scolastica riteneva che ci fosse qualcosa di strano in me. Non ero attivo nella vita politica, non ero un leader del Komsomol, e la cosa si concluse con il mio licenziamento da due scuole. In quel momento, ovviamente, questi problemi erano molto vivi in me. Sono andato a pregare davanti a quella stessa icona, pensando, "Quale sarà il mio futuro? Quale sarà il mio percorso?" Speravo che non fosse di perdere il mio lavoro di insegnante, a cui ero molto devoto. Poi, appena guardai l'icona di Gesù Cristo, sentii – non nella mia testa, ma nel mio cuore, la parola "sacerdozio". Era come se il nostro Salvatore stesso mi stesse chiamando. Io certamente non mi sentivo degno. Quando ho sentito questa parola, questa idea, questa devozione nel mio cuore, ho capito che il sacerdozio non è una cosa semplice, non è un'occupazione. No. È la vita, e c'era una condizione che avrei dovuto accettare da Gesù Cristo, che mi chiamava su questo percorso. Questa condizione era la mia disponibilità a seguirlo fino alla fine. Sentivo nel mio cuore che tutto era diventato chiaro – se ero d'accordo a seguirlo fino alla Croce, allora sarei stato chiamato. Non lo stavo pensando razionalmente, né ci riflettevo sopra, stavo semplicemente ascoltando qualcosa dentro di me e sapevo che avrei potuto rispondere se ero pronto. Il mio cuore rispose che era pronto, e mi sono calmato. Questo è avvenuto nel 1983.

RtE: Può dirci di più sui conflitti tra la vita professionale come insegnante e la sua Ortodossia?

Padre Artemij: Sì, ero insegnante di lingua e letteratura russa in una scuola di livello superiore. Era per me una grande felicità. L'opportunità di insegnare ai bambini mi ha insegnato molte cose importanti, perché questa occupazione è abbastanza vicina al sacerdozio. La caratteristica principale di un insegnante è l'amore per i bambini, e se li si ama si può guarire le loro anime e discernere di che cosa hanno veramente bisogno. Come insegnante cristiano in una scuola sovietica ho sentito che non potevo dare loro tutto quello che dovevo. Anche a quel tempo la mia anima capiva che il sacerdozio è la più alta la devozione al mondo, ed ero molto attento a studiare il carattere del sacerdozio e a visitare i sacerdoti che già conoscevo. Certo, c'era un conflitto tra la mia Ortodossia e la mia vita professionale. Non potevo mentire ai miei allievi. Non avrei mai potuto insegnare loro che la rivoluzione socialista dell'ottobre 1918 fu qualcosa di buono. Tutto era permeato di questa ideologia sovietica, e la letteratura e la storia erano le basi oggettive del conflitto. Certamente i dirigenti di entrambe le scuole sentivano che qualcosa non andava. Quando la preside della prima scuola mi congedò, disse: "ti rispetto come uomo, ti amo come un figlio, ma come comunista, non ti posso avere in questa scuola. "Così sono stato bandito, una volta, poi un'altra. Ma la Provvidenza di Dio mi copriva e ha portato la mia anima lungo il percorso che aveva previsto per me.

RtE: Quando e come ha iniziato a imparare l'inglese?

 

Padre Artemij: Quando avevo circa dodici anni, ho iniziato a studiare in una scuola inglese specializzata, ma la mia conoscenza della lingua era così povera che non potevo esprimere liberamente i miei pensieri o sentimenti. Un giorno non sono andato a scuola, ma ho vagato nei pressi della chiesa nel luogo dove vivevo. Improvvisamente, mi è sorto nel cuore un desiderio di studiare l'inglese. Ero piuttosto pigro, ma comunque, ogni sabato, domenica e quasi tutte le sere mi sedevo nella mia stanza con libri inglesi moderni – che erano rari negli anni '70. Poi, ho iniziato a leggere il signor Pickwick in lingua originale, e utilizzando un dizionario ho provato a scrivere le parole sconosciute. Tutte le parole erano sconosciute, e poiché questo non bastava, ho cominciato a scrivere note vocabolario – per esempio, il verbo "To get", con tutte le sue preposizioni; "get off ", "get up", "get in", "get through", e tutte le espressioni idiomatiche. Quindi, ho scritto molti quaderni, quelli spessi. Forse era l'integrità di un cuore giovane, ma ho continuato a leggere molto sistematicamente i miei quaderni con tutte queste nuove parole e punti di grammatica. Non è stato un calvario lungo un mese, è durato un anno, poi un secondo. Molto presto ho fatto progressi. Ho cominciato a leggere e parlare in modo piuttosto fluente, e questo percorso ha determinato il mio ingresso all'università.

RtE: Che inizio meraviglioso. Grazie. Puoi raccontarci ora un po' della storia della chiesa di Tutti i Santi, dove lei serve?

Padre Artemij: La chiesa di Tutti i Santi è stata l'ultima chiesa costruita nel monastero femminile di Mosca dedicato a sant'Alessio, l'uomo di Dio. È stata costruita come casa vivente di Dio nei pressi di un cimitero che è stato completamente distrutto durante i tempi sovietici, in cui certamente non è rimasta come chiesa. Una grande cattedrale può essere come un supermercato, con alcune code, alcuni flussi di persone che mettono candele, spostamenti da un angolo all'altro. Ricordiamo le parole di Gesù Cristo, "La mia casa è una casa di preghiera, non un covo di ladri". Cerco di comunicare con le persone, e non solo durante le funzioni. Abbiamo incontri serali in cui le persone hanno la possibilità di ascoltare una spiegazione delle Scritture, fare domande, pregare per alcuni particolari esigenze – tutto ciò che ci aiuta a sentirci come in famiglia. Mi auguro che la missione principale della mia parrocchia sia quello di insegnare alla gente a pregare, insegnare a stare davanti al volto di Dio, in modo che nell'intimo dei propri cuori le persone possano avvicinarsi a Dio e pentirsi come figli davanti al volto del Padre celeste. Penso che questo sia il compito principale per tutti noi.

RtE: In che tipo di attività è coinvolta la chiesa, e come si svolge una sua giornata?

Padre Artemij: La nostra confraternita, dedicata a San Filarete, metropolita di Mosca, ha un ampio programma – scuola per i bambini (la mia matushka è la direttrice), la nostra casa per gli anziani, la piccola casa editrice... ho un forte desiderio di iniziare la mia giornata visitando la chiesa. Quando riesco a realizzarlo, sono felice, soprattutto quando servo la Divina Liturgia. La gente non ha fretta di lasciare la chiesa. Ci sono sempre molte domande, e non solo domande, ma hanno anche bisogno di aprire il loro cuore, di spiegare le cose. Non è facile farsi strada attraverso il circuito di persone. Alcuni di loro vengono per una prima confessione, o per la preparazione per il battesimo, o per un discorso prima del loro matrimonio in chiesa...

Sempre più persone povere vengono nella nostra chiesa ogni giorno dalla stazione ferroviaria con le storie più incredibili. Sembrano tutte simili: "Siamo arrivati ​​a Mosca da Vladivostok, e siamo stati derubati per strada. Non abbiamo i nostri documenti, ma solo un avviso dalla polizia che abbiamo bisogno di aiuto. Vi preghiamo di aiutarci..." "Siamo tornando a casa..." "Abbiamo sepolto un nostro parente stretto..." "Viviamo alla stazione ferroviaria". Non è facile scoprire se stanno dicendo la verità, e il mio principio è che se mentono è un crimine: è un crimine mentire a un prete. Se sento che non stanno dicendo la verità, cerco di essere duro e severo, ma se la loro menzogna non è così enorme, forse solo alcune parti della loro storia non sono vere, certamente cerchiamo di aiutarli. Il mio principio è di non lasciare che la gente vada via senza alcun aiuto. Forse non li puoi aiutare per tutto il problema, ma almeno dai loro qualcosa da mangiare, un po' di soldi, in modo che sentano che Dio è vivo, che esiste e che è qui nella sua chiesa. Molti di loro non hanno alcuna speranza che qualcuno li aiuti perché la nostra vita è molto crudele. Quando vedono arrivare un aiuto, i loro occhi brillano di speranza. Certo, in Russia siamo felici che i nostri sacerdoti non debbano lavorare in aggiunta al loro servizio alla chiesa. Se date il vostro cuore alla gente non avrete mai bisogno di un lavoro ulteriore, perché la gente non vi lascerà mai nel bisogno. Non abbiamo alcun finanziamento statale, lo Stato non ci aiuta come in Grecia. Qui a Mosca esistiamo grazie alle offerte, e queste offerte possono essere molto varie. Non solo cibo e frutta, per esempio, ma una buona macchina. Non devo andare affatto nei negozi. No. E quando sento che qualcosa è necessario – come un paio di stivali, una sciarpa, un cappotto, tutto mi viene inviato immediatamente. È semplicemente scioccante, perché si sente la responsabilità. E ancora di più, si ha la prova che il momento di dare qualcosa in nome del Signore, vi verrà dato due o tre volte di più. Per esempio, questa mattina andando verso la chiesa, ho incontrato un'anziana donna con la figlia. Erano molto povere, vittime di queste storie da stazione ferroviaria. I loro volti erano la migliore testimonianza della loro vita dura, e mi sono preparato ad ascoltare la loro storia, che era molto simile alle altre storie. Cercavo di scoprire se mi stavano dicendo la verità o cercavano di disorientarmi. "Dare o non dare?" Questo era il dilemma. Certo, si cerca di non analizzare razionalmente, ma di sentire qualcosa, perché se chiedono, è la vita stessa che li ha costretti a farlo. Non si deve mai dimenticare questo fatto – "È il bisogno che li ha portati a me". E quindi, stavo cercando di sentire, "Dare o non dare?" E se davo, fino a che punto dovevo soddisfare la loro richiesta? Loro mi dicevano di aver bisogno di biglietti di treno per Irkutsk, e non ero ansioso di credere loro. In quel momento una delle nostre parrocchiane mi si è avvicinata. Forse non si è nemmeno accorta della signora con la figlia, ma si è affrettata a mettermi un po' di denaro in mano. La signora mi chiedeva circa trecento rubli, e questa parrocchiana mi aveva dato cinquanta dollari, molto di più di trecento rubli – proprio nel momento in cui stavo decidendo se dare o meno. Sentivo che non era una coincidenza, era una risposta dall'alto. Era molto di più di quello che chiedevano, così ho detto loro di aspettare un attimo e ho ottenuto il cambio per i biglietti, con qualche soldo in più per un letto e cibo. Erano più che sorpresi che i loro bisogni fossero stati soddisfatti, ma questa è una situazione tipica. Dio ti dà un segno che devi dare. Nel momento in cui dai, si ottiene qualcosa. È solo una necessità matematica. Provateci e vedrete.

RtE: In mezzo a tutte queste attività necessarie: le funzioni, la pubblicazione, le scuole, il volontariato... come fanno i suoi parrocchiani a mantenere una focalizzazione spirituale?

Padre Artemij: Penso che non tutta la nostra gente sia molto occupata. In Russia tutto è diverso dall'Occidente. La nostra vita temporale, il nostro modo di vita è molto diverso, e molti parrocchiani non sono così seriamente occupati. Ma, se siete molto occupati, dovete addestrarvi a stare davanti al volto di Dio, a ricordare Dio, a essere in presenza di Dio, a cercare di fare di tutto per la sua gloria con le vostre parole, azioni e pensieri. Se tentate di sostenere le vostre forze interiori con la preghiera, come la Preghiera di Gesù, e di non avere fretta, ma di fare tutto a suo tempo e in con buon senso e gradualmente, troverete che noi stessi abbiamo creato tutto il rumore e la confusione. È il frutto dei nostri cuori. Una moltitudine di attività non influenza essenzialmente il cuore se si è in presenza di Dio..

Certo, abbiamo un proverbio. "Dove ci sono persone, ci sono passioni". E le passioni sono come nuvole che avvolgono l'anima, soprattutto quando dimenticate Dio nelle vostre comunicazioni con altre persone. L'associazione con altre persone vi influenza, e spesso la vostra mente è oscurata da parole e nozioni inutili. Pertanto, è molto importante che il vostro cuore sia in grado di trovare momenti di solitudine. Dobbiamo organizzare la nostra giornata in modo tale da essere come san Giovanni di Kronstadt. Anche se costantemente circondato da una folla di gente, egli tuttavia riusciva a isolarsi per un'ora, due ore, e durante questo periodo pregava con attenzione, con grande forza dal suo cuore.

RtE: Cosa vorrebbe caratterizzare come il cuore della vostra parrocchia?

Padre Artemij: Spero che il cuore della nostra parrocchia sia il santo calice. Abbiamo molte persone che cercano costantemente di prepararsi per la santa comunione. Certo, questo è il cuore, il centro della vita spirituale, e uno dei compiti principali del sacerdote è quello di sostenere questa sete spirituale; aiutare le persone a soddisfare questa sete per mezzo di una attenta confessione, di prediche e delle proprie capacità interiori. Sappiamo certamente che le anime sono collegate attraverso la liturgia, e che lo stato spirituale del sacerdote è uno degli elementi più importanti della vita ecclesiale. In Russia la gente ama molto i batjushki, e possono perdonare tutto ai loro sacerdoti, tutti i suoi difetti. Se sei grosso, informe, calvo, o se non conosci le regole del "bon ton", ti sarà perdonato! Oppure, se batjushka è molto appassionato di cose tecniche come i computer (a me non piacciono i computer) vi sarà perdonato tutto, a una condizione, che preghiate, che tentiate di diventare un uomo di preghiera. Forse non riesci a pregare, ma devi almeno avere come ideale il profeta Mosè, che era l'intercessore degli israeliti davanti a Dio. Noi batjushki russi abbiamo spesso paura quando la gente semplice, come forse alcune vecchie signore, si avvicina a noi, gridando: "Oh Batiushka, lei è tanto più vicino a Dio di noi. Gli chieda per favore... per mio nipote, per mia figlia...." Qui pronunciano parole molto, molto impaurite, parole che comportano responsabilità... "più vicino a Dio". Spesso le persone dicono, "batjushka, se ha la possibilità, preghi per favore per questa persona. Se ha tempo, la prego di commemorare il suo nome una volta o due". I batjushki russi rispondono: "Forse non abbiamo tempo per altre cose terrene, per piantare ortaggi, per costruire case, per viaggiare in America... ma dobbiamo prenderci tempo per pregare".

(...padre Artemij versa il vino dal bicchiere del suo vicino al proprio). Siete troppo lento. In Russia sembra che non rispettiamo les droits de l'homme [i diritti umani], e senza esitazioni facciamo cose come questa. Si tratta di una violenza dei propri diritti. Trasgrediamo la loro indipendenza senza pietà. (Risate intorno al tavolo mentre versa da un bicchiere all'altro.) È un mistero della nostra Russia.

RtE: Padre Artemij, che cosa pensi che porta gli stranieri all'Ortodossia quando fanno visita o lavorano in Russia?

Padre Artemij: Forse è perché la nostra vita terrena qui è così terribile che non si ha proprio nessun'altra via d'uscita se non l'Ortodossia. È l'ultimo sussulto di un uomo che affonda. Se non avessimo l'Ortodossia in Russia, credo che la Russia sarebbe un incubo. Si tratta di un incubo, senza l'Ortodossia. Feodor Mikhailovich Dostoevskij ha detto: "La Russia senza la fede, senza la verità in Cristo, è copulazione e crudeltà". Questo è perché i demoni non dormono e se il popolo russo rifiuta una vita di pietà, diventa subito posseduto dalle passioni. Tali possessioni non sono nascoste dietro l'esterno liscio della cultura occidentale, tutto qui è molto aperto.

RtE: Sembra che, quando gli stranieri che non hanno ancora trovato ciò che stanno cercando in America o in Europa arrivano in Russia, la religione non sia così spaventosa da esplorare, perché è parte della nuova cultura.

Padre Artemij: Certo, crediamo che i nostri ospiti stranieri sentano l'ignota sacralità della vita spirituale qui. L'Ortodossia ha una qualità di permeazione, e si può sentire che la gente qui ha molto bisogno di Dio. Quando ho chiesto al nostro ben noto padre spirituale, padre Ioann Krestiankin dal Monastero delle Grotte di Pskov, "Devo visitare l'Europa o no?", egli non ha detto né "sì" né "no", ma ha risposto, "È solo la Russia che sta soffrendo per Dio". Certo, ogni anima anela a Dio indipendentemente dalla sua origine, ma di certo in Russia abbiamo persone che cercano di pregare con tutto il cuore. Fanno il loro meglio per gridare a Dio. Qui non è qualcosa di insolito. Non è filosofia, non è una tradizione culturale, è semplicemente il tuo dolore. Certo, i santi Padri insegnano che se la tua preghiera è senza dolore, senza sforzo, senza qualche pianto invisibile, non è un vero figlio spirituale, ma un aborto. Sant'Isacco il Siro dice che la preghiera è sempre qualcosa di doloroso, perché il peccato impedisce la tua preghiera e ti impedisce di raggiungere una elevata qualità di preghiera.

RtE: Cosa pensa che porti gli stranieri porta alla chiesa qui a Krasnoselskaja? Ovviamente la sua capacità di parlare inglese e la sua disponibilità a venir loro incontro è importante...

Padre Artemij: La mia capacità di parlare inglese diminuisce ogni anno che passa... in Russia siamo sempre attenti agli stranieri, ma questa non è una virtù, ha anche qualche elemento di sospetto. Possiamo essere indifferenti ai nostri compatrioti, distratti e anche insensibili, ma quando vediamo uno straniero... ahhh!... Cosa pensa di noi, che cosa dirà di noi, quali saranno le sue prime e ultime impressioni essere... Non so perché, ma quando vediamo uno straniero diventiamo cherubini con gli occhi spalancati. È un nostro difetto. Tuttavia, quando si pensa che quest'anima è molto lontana dalla sua patria, molto lontana dai suoi genitori, molto lontana dai suoi compatrioti, e, allo stesso tempo, ci si rende conto che il primo desiderio di quest'anima è Dio, rivelato nell'Ortodossia, allora, naturalmente, si vuole aiutare... soprattutto quando ci si ricorda che il fondamento spirituale dell'Europa è il cristianesimo ortodosso. Si sente una vera compassione per le persone che conoscono solo qualcosa di distorto. Si vorrebbe aiutarli a toccare il vero terreno della salvezza. Gli stranieri che ho incontrato in Russia sono ascoltatori molto buoni, perché sono per lo più persone che apprezzano la cultura, sono educati, raffinati (nel senso buono della parola) e sono molto attenti alle manifestazioni della vita spirituale. Forse è la Provvidenza di Dio che vuole che  queste persone non arrivino in Russia accidentalmente. Sono anime conosciute da Dio, che vuole istruirle e illuminarle.

RtE: Perché pensa che la sua chiesa molto tradizionale sia così attraente per gli stranieri non ortodossi?

Padre Artemij: La tradizione reale è una forza e non si può fare a meno di sentire questa forza spirituale. Nell'Ortodossia, la tradizione non è un museo pieno di oggetti interessanti, ma un flusso in cui immergersi. Quante più cose materiali abbiamo, tanto più illusoria è la nostra vita visibile, ma il nostro cuore può trovare la pace solo in Cristo. I cuori occidentali sono tormentati da questo modo comodo di vivere e per sentire qualcosa profondamente molte persone occidentali cercano impressioni vivide. Per esempio, una ragazza russa che conosco è stata invitata a visitare amici russi ortodossi che fanno ormai parte della cultura francese. In una gita in campagna nel sud della Francia la famiglia cominciò saltare in un fiume da una grande altezza. C'erano rocce sottostanti, e se non si saltava abbastanza lontano c'era rischio di infrangersi sugli scogli. Il padre, la madre, i figli... tutti saltarono nel fiume. Era per loro un vero assaggio della vita. Per la ragazza russa era un esperimento terribile, e si rifiutò di saltare perché c'era un grande rischio. Questa ricerca di impressioni vivide è un surrogato della vita spirituale. L'altro aspetto degli occidentali è che stanno cercando l'eternità, la grazia celeste, e molte persone alla ricerca, che sono state avvelenate dalla mancanza di grazia, sono aperti a riceverla qui.

RtE: I fedeli russi nella sua parrocchia sembrano particolarmente aperti agli stranieri, anche se essi stessi sono tradizionali e disinteressati a perseguire i valori e gli obiettivi occidentali. Perché pensa che avvenga questo?

Padre Artemij: i russi sono spesso accoglienti, è il nostro modo di fare. Inoltre, dobbiamo sempre discernere, fare una distinzione, tra una persona e il suo stile di vita, la sua visione del mondo, la sua filosofia pratica. Devono farlo soprattutto i sacerdoti se vogliono sentire la tua anima, e l'anima è qualcosa di grande valore. Siamo tutti figli del nostro Padre celeste, quindi dobbiamo discernere l'anima eterna nel nostro prossimo.

RtE: Come fa a entrare in contatto con una nuova anima che arriva dall'estero, soprattutto se non è ortodossa?

La cosa migliore è quella di applicare una prova meta-logica dell'esistenza di Dio. Questo significa che non abbiamo bisogno di esercitare le nostre pretese intellettuali, ma, per esempio, se si avvicina un buddista interessato alla cultura russa, che vorrebbe sapere qualcosa di nuovo sul senso della vita, il modo meta-logico di provare che Dio esiste è quello di prendere un dolce e darglielo, pregando, "Nel nome del Padre e del Figlio e del santo Spirito". Allora, non è un semplice dolce, è un dono del Dio personale, il Dio vivente, e si sente la realtà. Per quasi tutte le persone moderne, la vita della loro anima si manifesta nel lavoro intellettuale, ma le anime stesse sono addormentate. Il tesoro dei nostri cuori è nascosto, latente. C'è solo una chiave che si può utilizzare per aprire quel tesoro – l'amore in Cristo. L'amore in Cristo non è un termine astuto, non è un sillogismo. Si può parlare con una persona e non discutere nemmeno questioni importanti, ma se si tenta di dare il vostro cuore, lo sentirà e conoscerà qualcosa di ancora sconosciuto. Questo perché tutte le anime umane sono collegate. Siamo legati, siamo come canali di collegamento, e il livello dell'acqua, come dice Pascal, è lo stesso nei canali vicini. Quando ami, anche l'altro vuole amare. Quando piangi, vuole piangere. Quando preghi, sentirà qualcosa di sconosciuto, anche se non è un credente, a meno che il suo cuore non sia chiuso da orgoglio.

RtE: Molti degli stranieri che vengono in chiesa sono in visita o lavorano in Russia dall'Europa occidentale o dal Nord America, paesi che sono sia meno tradizionali sia spesso più orientati al consumo. Cosa trova nella formazione psicologica degli occidentali che rende facile per loro entrare nell'Ortodossia? Quali cose nella loro costituzione sono pietre d'inciampo che rendono difficile assumere una visione ortodossa del mondo?

Padre Artemij: Qui in Russia non siamo in alcun modo protetti dalla legislazione sociale, da alcun programma, da alcun diritto, da alcuna legge. La nostra speranza è nelle nostre mani, nei nostri amici e nel nostro Signore. In Russia, le leggi terrene quasi non funzionano. È la caratteristica peggiore della nostra società. Tutti i diritti sono costantemente violati. Pertanto, nessuno capirà quando appari in mezzo alla piazza e cominci a protestare ad alta voce, per esprimere la tua indignazione. A causa di questa mancanza diventiamo rapidamente umili. Quando ti senti come un topo circondata da grossi gatti neri... sarai umile. Volente o nolente, inizierai a pregare. Abbiamo un proverbio che fa rima in russo, "Quando colpisce il tuono, il muzhik si segna". Quando le persone occidentali, come Mary Poppins... (sapete chi è Mary Poppins, non è vero? Risate e assenso) …Mary Poppins è un tipo psicologico molto difficile. Non so quanti tuoni e lampi devono verificarsi per farle fare un segno della Croce. Lei è indipendente. Lei è immacolata nella sua fredda bellezza arrogante. Lei è autosufficiente. Lei è come il personaggio della fiaba di Hans Christian Anderson, "La regina delle nevi". Allora, è questo sentimento di autosufficienza, o auto-soddisfazione, o una sensazione di protezione, che si ha in Occidente. Forse noi russi non conosciamo la vera vita occidentale, forse questa è la nostra immaginazione, ma quando pensiamo a un occidentale tipico ci sembra di solito che sia qualcuno che ha capitali in banca, che si ritrova a un certo livello di vita, che tutte le sue energie sono rivolte a sostenere questo livello, e che non è così libero a causa di queste convenzioni. Credo che la cosa più importante è che, quando chiamiamo Gesù Cristo, nostro Salvatore, dobbiamo sapere, sentire profondamente, che siamo morendo. Quando veramente ti senti perire, che auto-soddisfazione, che sicurezza puoi avere? La maggior parte dei russi mi dice che quando si trovano in Occidente, entro due settimane sentono una stanchezza mortale, un esaurimento morale, e in due mesi, anche se circondato da beni terreni, sono pronti a fuggire di nuovo nella nostra povera Russia. Spesso scoprono che la luminosa atmosfera superficiale di sorrisi, di delicatezza, di disponibilità ad aiutare in questioni meschine, non significa necessariamente che le persone sono profondamente interessate a voi o abbiano una reale compassione per voi. Qui in Russia ci lamentiamo nostre malattie, anche dei nostri posti di lavoro, "Oh, il mio cuore, la mia testa, i miei denti... fanno male... non posso più tollerare questa angoscia... Oh, non mi toccare, non parlare con me..." E questo va bene. Non siamo ancora costretti a nascondere la nostra sofferenza sotto un sorriso scintillante. Ma io credo che nelle persone occidentali c'è molta più virtù che mancanza. Essi sono obbedienti nel senso diretto della parola. Sono molto obbedienti. Se leggono " Vietato l'ingresso! "... "Propriété Privée", è impossibile per loro entrare abusivamente. Camminano solo quando la luce è verde. Sono molto disciplinati, vero? Sono pronti a diventare alunni obbedienti. Tutti gli occidentali che ho incontrato in Russia sono molto pronti per la vita spirituale.

RtE: Lei dice che gli occidentali hanno una obbedienza piuttosto diretta. Crede che questo sia il tipo di obbedienza che conduce a un'obbedienza spirituale più profonda, l'obbedienza all'autorità spirituale?

Padre Artemij: Questo non è solo un problema per gli occidentali. Uno dei nostri scrittori spirituali, padre Nikon Vorobjov, che era stato collegato agli anziani di Optina ed è vissuto fino gli anni '60 nella città di Kozelsk, ha detto in una delle sue lettere che, nella sua lunga vita di sacerdote non aveva mai visto un padre spirituale nel vero senso della parola, o un figlio spirituale che potesse essere veramente obbediente. Questo è certamente vero. Molto spesso le persone chiedono: "Sa di qualche anziano che vivono in Russia?" Oppure si chiedono: "Perché ora ci sono così pochi gli anziani vivi?" La risposta è molto saggia, "Come non abbiamo novizi, così non abbiamo più anziani". Devi imparare a essere obbediente per diventare un uomo di profondità spirituale. Se non si dispone di nessuna scuola di obbedienza spirituale, come si sarà in grado di dirigere gli altri? Ora, nel nostro modo di vita moderno, non incontriamo umiltà e poslushanije [obbedienza] spirituale. Certo, non è una cosa facile per avere un'idea di obbedienza spirituale a Cristo, alla sua Chiesa, se fin dall'infanzia siete stati educati con un solo scopo: trovare piacere, soddisfare i vostri capricci, pensare che perché si vuole qualcosa questo è giustificabile. Certo, la cosa più essenziale è la castità. Mi ricordo di una ragazza di lingua inglese dalla Nuova Zelanda. È venuta qui per imparare il russo. Le sue due amiche a Mosca erano ragazze provenienti da famiglie ortodosse russe in Australia. (Una di loro ora è nel monastero del Getsemani a Gerusalemme, l'altra ha sposato un pio uomo russo in Australia). La loro amica dalla Nuova Zelanda era stata battezzata nella tradizione protestante. Lei mi ha detto che il suo parroco le aveva insegnato che se si amate dal proprio cuore, tutto è permesso. Nei rapporti con i ragazzi, se non si amore nel cuore non è cristiano, ma se si ama, si può dormire assieme. Questo era un pastore cristiano, ma non aveva idea della castità come virtù cristiana fondamentale.

Certo, quando diventi un credente, quando inizi a pregare, tutto dentro di te si ribella contro l'insegnamento della grazia celeste. Questa è una delle principali battaglie che dobbiamo combattere, con lo spirito caduto della lussuria. Purtroppo, la maggior parte di noi è stata morsa da questo serpente nella nostra gioventù, e noi sacerdoti sappiamo esattamente lo stato di profonda disperazione, la mancanza di energia vitale che ti visita quando si inizia a pregare e a lottare con gli spiriti della lussuria. Ti coprono con un velo, con una nuvola di morte interiore, e devi essere molto fiducioso e coraggioso, avere una forte speranza in Cristo per superare questo ostacolo. Pertanto, è una cosa molto difficile per i nostri giovani che vogliono diventare cristiani, diventare vincitori, e la radice della nostra disobbedienza è questo desiderio, nel senso più ampio della parola. Siamo abituati a soddisfare i nostri desideri e bisogni terreni. Siamo consumatori di beni terreni. Il vero tesoro spirituale ci impone di rifiutare questo punto di vista, di diventare asceti, e certo, tutto è possibile se si ama Cristo. Egli si rivela a voi, alla vostra anima, e vi istruisce con la sua grazia. Dio è molto più forte dei tentacoli terrene che cercano di irretirci.

RtE: Abbiamo tanti giovani in America e in Europa che hanno appena iniziato a risvegliarsi spiritualmente. Che tipo di misure concrete suggerirebbe per aiutarli a evitare il permissivismo, il consumismo e la lussuria?

Padre Artemij: Vorrei chiedere a mia volta, perché padre Seraphim Rose ha avuto un tale successo tra gli americani? Credo che fosse la sua personalità. Quando guardiamo le sue foto qui, vediamo che il suo cuore era ortodosso. Sappiamo anche che è solo il tuo esempio personale che è la prova delle tue parole. Penso che il problema principale in Russia è che noi sacerdoti non ci preoccupiamo di avere sale all'interno di noi stessi (come dice il nostro Salvatore, "avere sale dentro di voi, e la pace in mezzo a voi"). Avere sale dentro di noi significa avere un cuore rivolto verso Cristo. È qualcosa che non può essere artefatto, non può essere surrogato, non se ne può produrre un'impressione. Avere sale nel proprio cuore significa avere il cuore legato a Cristo con la preghiera interiore e le principali virtù del cristianesimo: l'umiltà, la castità, la pace e l'amore quando ci imbattiamo in persone giovani, o meno giovani, e il cui cuore, a nostro avviso, sono completamente terreni; non ci sono parole, né manuali, né gesti, né prove, né sillogismi che li faranno cambiare il loro punto di vista. È solo la testimonianza di un altro mondo che può inviare un impulso al cuore di una persona, che può renderla attenta e capace di ascoltare. Si tratta di un evento spirituale nella sua vita. Noi sacerdoti sentiamo come tutti sono torturati dalle passioni, e non è con il linguaggio della logica che si parla alle passioni – la lussuria, l'irritazione, l'orgoglio... il freddo orgoglio di uno scienziato che è abituato a credere solo nel sillogismo della sua mente. No, è con i nostri cuori. Per esempio, quando le donne portano i loro mariti – che possono essere battezzati, ma questo è tutto – in chiesa per la prima volta, non è con le vostre parole che scaldate i loro cuori.

Penso che la cosa più importante per un sacerdote è di avere l'autorità interiore per parlare di Cristo. Se non disponete di questa autorità interiore, non provateci, perché causerete sempre danni. Un sacerdote senza l'autorità interna di predicare potrà solo distruggere.

Si tratta di un paradosso. Certo, i sacramenti sono validi, non dipendono dal nostro stato morale, ma nella predicazione e nel vostro desiderio di aiutare, tutto sarà distorto se non disporrete di questa sanzione interiore. Le passioni distorceranno le vostre parole. Quanto più cercate di vivere in Cristo, tanto più discreto diventa il vostro atteggiamento nei confronti delle persone.

E ora mi chiedo: "Qual è il giusto mezzo tra la necessità di solitudine nella preghiera e il nostro dovere come sacerdoti di insegnare, di aiutare?" Puoi sviluppare un alto grado di attività; sociale, culturale, politico, spirituale (per così dire), ma se non hai la sensazione di Dio, se non stai davanti al volto di Dio, se non ricordi la sensazione della sua presenza, le tue attività non sono così utili. Penso che questo sia il problema principale in Russia oggi. In molti luoghi le condizioni materiali sono maturate a sufficienza per aprire le chiese, per attivare la vita parrocchiale, ma la reale necessità è quella di sacerdoti (e di cristiani), la cui parola è dotata di sale interiore, che vive in Dio e con Dio.

RtE: Molti di noi dall'Occidente, le cui vite sono piene di preoccupazioni materiali, si ritrovano non solo non dotati di sale interiore, ma alle prese con insensibilità e durezza di cuore. Ci può dire qualcosa su questo?

Padre Artemij: I santi Padri, come san Giovanni Cassiano, dicono che la durezza di cuore è una cosa molto utile. Ne abbiamo molto bisogno, perché quando ti trovi in questo stato, ti rendi conto di ciò che sei in realtà. Portare questa pietra nel tuo cuore è la via verso l'umiltà, perché poi inizi a pregare e la tua preghiera è autentica. Ti lamenti, confessi le tue infermità, chiedi sostegno... Lottare con questa infermità significa, prima di tutto, cogliere l'occasione per una costante confessione. Se non abbiamo peccati mortali, questo stato è il risultato della nostra vita al di fuori della Chiesa, del cedimento alla mondanità. Il nostro cuore è molto tenero, e prima del nostro ingresso nella Chiesa era pieno di lussuria terrena. Quella lussuria ha ucciso il nostro cuore, lo ha reso non libero e leggero, ma duro e oscuro. Il modo per opporsi a questa mancanza è di essere grati a Dio, come san Giobbe era grato non solo per le cose buone, ma anche per il male, e di essere saldi nella propria gratitudine. Certamente questo calvario di gratitudine, di pazienza, ci otterrà la vittoria perché il nostro più saggio maestro, il nostro Salvatore Gesù Cristo, sa ciò che è utile per noi. Quando la sua grazia appare assente ciò non significa che egli ci abbia lasciato.

Certo, è necessario che ogni vero israelita faccia il suo viaggio attraverso il deserto, e questa è l'unica via verso Dio. Molto spesso pecchiamo, e poi sentiamo che non abbiamo coraggio davanti a Dio. Quando pecchiamo, diventiamo sordi e muti. (Non voglio dire dei peccati che commettiamo volontariamente, ma per abitudine o per rilassatezza). Quindi, senti che avete peccato, e volete sentire ancora una volta di avere le ali, non solo dovete pentirvi dei vostri peccati, ma dovete essere molto, molto amorevoli verso le altre persone. Questa è la via più sicura per la libertà spirituale e per superare la durezza di cuore. Quando siamo arroganti o giudichiamo, di necessità soffriremo in questo stato, ma quando siamo persuasi dai nostri peccati di essere peccatori, noi non giudichiamo gli altri, ma saremo tolleranti, pazienti e comprensivi con loro. Se capite l'essenza di questo sforzo, sentirete molto presto un cambiamento nel vostro cuore. Quando siete calorosi e aperti alle altre persone e cercate di portare i loro fardelli, aprite il vostro cuore alla grazia celeste.

Note

[1] Pioniere: membro dei gruppi giovanili statali che erano quasi obbligatori per le scuole russe. I gruppi si focalizzavano su programmi culturali, artistici, sportivi e campestri, con la filosofia sovietica intensamente posta alla base di tutte le attività.

[2] (A quel tempo la censura religiosa era ancora in vigore, e anche se il libro fosse stato disponibile in biblioteca, ci sarebbe stato bisogno di un permesso speciale per leggerlo. Nel X secolo, san Basilio il Nuovo scrisse che il suo discepolo, Gregorio, aveva avuto una visione di una donna, la beata Teodora, che gli mostrò in dettaglio il percorso delle anime dopo la morte, e come esse passano attraverso una serie di "dogane", per essere esaminate su peccati e virtù specifiche. Anche se questa non è una dottrina ortodossa formalmente dichiarata, è una parte ampiamente accettata e spesso citata della tradizione della Chiesa.

 
Il numero dei cristiani ortodossi afro-americani sembra in crescita

Nel 2016, ho iniziato una serie di interviste a cristiani ortodossi afro-americani in quattro regioni degli Stati Uniti. Come componente integrale di un più ampio progetto di ricerca etnografica (che combina osservazione partecipante e ricerca digitale), le narrazioni personali offrono una necessaria profondità di visione in una comunità ortodossa che rimane ancora relativamente sconosciuta a molti.

Mentre il numero di cristiani ortodossi afro-americani sembra in crescita, le ricerche su questo particolare gruppo rimangono scarse. Incentrate su figure storiche come padre Raphael Morgan, il primo sacerdote afro-americano ortodosso, o sulle narrazioni raccolte da una "comunità di anziani", i più illustri esempi di cristiani afro-americani, le ricerche esistenti possono talvolta trasmettere una narrazione a una sola storia, non completamente false, ma incomplete. Rimane quindi molto da imparare sull'incrocio tra cristianesimo ortodosso e cultura afro-americana.

Nel corso di 400 anni, le esperienze condivise degli afro-americani hanno contribuito a creare una nozione univoca americana di "blackness" (nigrizia, o negritudine). La comunità a cui ora facciamo riferimento come comunità afro-americana è in realtà composta da individui geneticamente diversi, con vari gradi di ascendenza africana. Idee come la "regola della singola goccia" (ancora prevalente in America) hanno contribuito a facilitare la costruzione di una categoria razziale che comprende un gruppo di persone diverse ed eterogenee.

Le complessità culturali intrinseche sono ulteriormente complicate dalle differenze attitudinali tra le generazioni. Mentre gli afro-americani più anziani possono lamentare la scomparsa di una coesione della comunità caratteristica dei tempi passati, altri afro-americani possono facilmente comprendere la nozione di post-nigrizia, riconoscendo la discendenza africana ma resistendo a tutti i confini sociali e ai marcatori culturali precedentemente costruiti. Differenti nozioni di nigrizia esistono fianco a fianco e spesso in tensione l'una con l'altra. È sicuro dire che per quanto riguarda l'identità afro-americana, non esiste una singola storia. Nel 2017, ci sono molti modi per essere neri.

La più ampia comunità afro-americana, una fusione di diverse sottoculture, è stata influenzata da vari filoni di pensiero intellettuale nero. Gli insegnamenti di W.E.B. Dubois, Booker T. Washington e Martin Luther King Jr. trovano l'espressione moderna in diversi contesti sottoculturali. I movimenti della Harlem Renaissance e della Negritude hanno riunito un gruppo eterogeneo di neri provenienti dalle nazioni africane francofone e dalle Americhe. Oggi vediamo una simile fertilizzazione incrociata di idee tra i cristiani ortodossi afro-americani e il Patriarcato di Alessandria e di tutta l'Africa.

È da questa comunità ricca, dinamica e sfaccettata che sono arrivati ​​i cristiani ortodossi afro-americani. L'ex buddhista attratto dalla pietà monastica, l'ex predicatore battista, il veterano militare ortodosso di seconda generazione e l'artista divenuto ecclesiastico, hanno trovato tutti casa nella Chiesa ortodossa. Alcuni sono stati attratti dalla fede dopo aver visitato una parrocchia e aver avuto un'esperienza mistica durante una funzione. Altri si sono collegati spiritualmente all'estetica ortodossa, attraverso la bella iconografia che adornava una chiesa. Per alcuni, è stato lo studio delle Scritture e della storia della Chiesa che li ha portati all'Ortodossia e per altri è stata la ricerca di un cristianesimo alternativo, non affiliato alla tratta transatlantica degli schiavi.

Data la molteplicità delle narrative, si potrebbe essere tentati di concludere che i cristiani ortodossi afro-americani non condividono valori comuni. Questa, tuttavia, sarebbe un'ipotesi erronea. L'attuale ricerca etnografica sembra suggerire che una serie di valori fondamentali stia effettivamente emergendo all'interno di questa comunità in crescita. L'accettazione di questi valori sembra essere relativamente coerente indipendentemente dall'età, dal sesso, dallo stato socioeconomico o dalla posizione geografica.

Un presupposto fondamentale che emerge dalle narrazioni raccolte è la convinzione che nell'arco di due generazioni, qualcosa sia cambiato (in peggio) nelle comunità dei centri cittadini. Questa convinzione è comune a chi risiede nei centri cittadini, nelle periferie e nelle zone rurali. Inoltre, vi è la convinzione che ci siano stati cambiamenti negativi nelle chiese nere storiche – la più negativa è la crescente influenza della teologia della prosperità. L'invito al cristianesimo ortodosso, quindi, è visto come una chiamata a un modo di vivere santo, un modo di vivere che sosteneva le generazioni precedenti. Coinvolge un recupero di un'identità che è stata dirottata dalla "mondanità".

Sulla base delle suddette ipotesi, le seguenti idee / valori fondamentali emergono dalla comunità cristiana ortodossa afro-americana:

1. La credenza in un diritto di origine divina alla fede ortodossa. Il cristianesimo ortodosso non è proprietà di alcuna etnia, cultura o nazione. Diventare ortodossi, quindi, non richiede l'abbandono della propria identità etnica. Uno può essere afro-americano e ortodosso come chiunque abbia radici etniche in un paese tradizionalmente ortodosso. Ciò è di particolare importanza, dato che la maggior parte dei cristiani afro-americani ortodossi si trova a essere tra i pochi (se non tra gli unici) afro-americani nella propria parrocchia.

2. L'impegno per la santità è fondamentale. Questo impegno si esprime nella frequente lettura delle Scritture, nella partecipazione alla Divina Liturgia, nella recitazione delle preghiere quotidiane e nella partecipazione alle opere di misericordia. È accompagnato dal rifiuto totale della teologia della prosperità e del cristianesimo "evangelico lite". Invece, i Padri e le Madri del deserto sono esempi di "vero cristianesimo".

3. Un'alta considerazione per il coinvolgimento e la preservazione del padre nella struttura della "famiglia tradizionale". Appellandosi alle statistiche relative alle famiglie con una donna come capofamiglia e ai padri assenti, i cristiani ortodossi afro-americani attribuiscono un valore elevato al coinvolgimento del padre e alla conservazione della famiglia. Madri e padri impegnati sono visti come la chiave per crescere generazioni future piene di fede.

4. La vita dei neri è importante. Anche se correlata, questa idea non deve essere confusa con il movimento Black Lives Matter. Per i cristiani ortodossi afro-americani, un impegno per la vita significa protezione dei nascituri, protezione dalla brutalità della polizia e protezione dalle fazioni nazionaliste bianche che hanno trovato dimora nella Chiesa ortodossa.

5. Le parrocchie ortodosse dovrebbero essere missionarie. La vera fede richiede un impegno per la sensibilizzazione della comunità, in particolare verso i poveri, gli emarginati e i vulnerabili. L'idea che la propria salvezza personale sia inestricabilmente legata alla fedele condivisione del Vangelo caratterizza fortemente le narrative ortodosse afro-americane.

Le narrazioni storiche, le tradizioni culturali e i vari filoni del pensiero intellettuale hanno modellato e continuano a modellare le identità afro-americane. Pur essendo composta da individui diversi, la comunità cristiana ortodossa afro-americana ha prodotto una serie di ideali e valori fondamentali che riflettono una storia unica e un'esperienza americana.

 
Intervista alla badessa del singolo monastero ortodosso femminile in Germania

Madre Maria (Sidiropoulo) è la badessa del convento di santa Elisabetta a Buchendorf presso Monaco di Baviera, l’unico monastero femminile ortodosso in Germania. In un’intervista rilasciata nel corso di una delle più famose esposizioni sull’Ortodossia in Russia, madre Maria racconta la storia della fondazione e la vita quotidiana di un convento ortodosso, in termini che potrebbero essere molto interessanti anche per lo sviluppo di un simile centro monastico in Italia. Presentiamo l’intervista a madre Maria nella sezione “figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.

 
Lo stato bizantino era una teocrazia?

Al fine di evitare la confusione causata da molti scrittori con il termine teocrazia, suggeriamo quattro criteri con i quali l'esistenza e il grado di una teocrazia possono essere misurati all'interno di uno stato:

1) Identificazione del potere politico e religioso nella stessa persona

2) Imposizione di regole religiose sull'intero sistema del diritto

3) Esercizio della pubblica amministrazione da parte dei funzionari religiosi

4) Controllo dell'istruzione da parte della gerarchia religiosa

Per quanto strano possa sembrare, "Bisanzio", non soddisfa nemmeno uno dei quattro criteri per uno stato teocratico. Diamo loro un'occhiata, in ordine.

1) Che il "papa" e il "cesare" fossero persone diverse, è cosa nota a tutti. Né l'uno né l'altro aveva il potere completo di tutte le funzioni della vita pubblica. In altre parole, nessun Khomeini ha mai governato l'intero stato dal trono patriarcale. Inoltre, nessun vescovo ha mai condotto alcun battaglione militare in guerra, come era la regola in Occidente.

2) Nel settore del diritto, "Bisanzio", ha continuato la grande tradizione romana. L'asse principale del sistema giuridico in tutta la sua lunga storia è rimasto il diritto romano come era stato codificato da Giustiniano. Di volta in volta, vi sono state aggiunte modifiche a questo, stabilite dalle nuove condizioni sociali e dall'influenza del cristianesimo. Così, la costituzione definitiva era una versione molto più umana del diritto romano. Tutto questo, però, apparteneva all'ambito secolare (non ecclesiastico) dello stato. Le scuole legali e i tribunali non avevano alcun rapporto con la Chiesa, e i giudici certamente non erano vescovi, come avveniva nello stesso periodo in Occidente. (I vescovi potevano essere giudici in certe situazioni, se richiesto dal convenuto, ma questa era una concessione umana che non cambiava radicalmente l'essenza della giustizia secolare.)

3) Come conseguenza dell'ininterrotta continuità politica di "Bisanzio", c'è sempre stata una burocrazia istruita che gestiva gli affari di stato. Al contrario, in Occidente, come vedremo più a fondo nel prossimo paragrafo, apparve dal VI secolo un enorme divario in materia di istruzione. Un risultato caratteristico del declino delle lettere in Occidente era che non c'erano più uomini laici istruiti per gestire le esigenze amministrative di base dei nuovi stati incivili. Così, dal VII secolo in poi l'Europa occidentale si è basata unicamente sui suoi chierici per le funzioni diplomatiche, amministrative e didattiche.

Già alla corte di Carlo Magno (alla fine dell'VIII secolo) quasi tutti gli studiosi noti, con l'eccezione di Eginardo, erano chierici (Alcuino di York, Paolo Diacono, Pietro Diacono, Paolino, etc.). Questo fu uno sviluppo dalle conseguenze enormi nella storia occidentale, non solo perché è stato mantenuto per un migliaio di anni e ha segnato il carattere del l'Occidente, ma anche perché alla fine ha causato un forte spirito anticlericale, scoppiato durante l'illuminismo e la rivoluzione francese. Questa reazione ha plasmato l'atteggiamento europeo occidentale di oggi verso il cristianesimo.

L'uomo europeo occidentale sarebbe molto diverso, se non portasse dentro di sé secoli di oppressione da parte della posizione monopolistica della Chiesa latina sulla vita pubblica. Certamente tutto questo era del tutto sconosciuto ai romani, dal momento che il carattere laico dell'amministrazione romana è rimasto una caratteristica essenziale a "Bisanzio" per tutta la sua esistenza. Inoltre, a causa di questo, i messaggi anticlericali non hanno mai avuto successo nelle nostre terre [1].

4) Per quanto riguarda l'istruzione, si possono distinguere tre tipi di scuole a "Bisanzio": scuole pubbliche, private, e monastiche. Nelle ultime, era permesso di studiare solo ai bambini che erano stati dedicati al monachesimo. In effetti, il Concilio ecumenico di Calcedonia (451 d.C.) proibì espressamente ai laici di frequentare queste scuole, e da quello che sembra, questa regola è stata applicata senza eccezioni [2]. La maggior parte dei nostri antenati delle terre romane è stata istruita nelle scuole laiche, al contrario di ciò che accadeva nello stesso tempo in Occidente. Come è noto, per molti secoli in Occidente, il completo collasso della civiltà greco-romana ha portato all'emergere della Chiesa come fornitore esclusivo dell'istruzione. L'unica istruzione che si poteva ricevere era quella fornita dai monasteri.

Al contrario, a "Bisanzio" la formazione era principalmente collegata alla tradizione classica. Una lettura obbligatoria, insieme con la Sacra Scrittura, era Omero, che tutti gli studenti imparavano a memoria, con queste opere dettate parola per parola [3].

Michele Psello si vanta che da giovanissimo sapeva l'Iliade completa a memoria [4]. Anna Comnena cita versi da Omero sessantasei volte nel suo "La Alexiada", spesso senza sentire il bisogno di aggiungere il chiarimento di "quale verso di Omero..." [5]. Al fine di comprendere il divario culturale che separava i romani dall'Occidente, è sufficiente ricordare che l'Occidente non ha incontrato Omero fino al XIV secolo, quando per ordine di Petrarca e Boccaccio, un romano del Sud Italia, Leonzio Pilato, tradusse l'Iliade e l'Odissea in latino [6].

Il carattere secolare dell'istruzione durante tutta la millenaria storia dell'Impero è evidenziato anche dal fatto che l'Università di Costantinopoli era un'istituzione che non si è mai trovata sotto il controllo della Chiesa. Secondo l'atto costitutivo (Teodosio II, 425AD), gli insegnanti erano pagati dallo stato e anche esenti da imposte [7]. È significativo il fatto che la teologia non esisteva come materia nelle università, dal momento che lo scopo dell'educazione pubblica era la preparazione di funzionari e dignitari governativi [8]

Come abbiamo detto all'inizio di questa sezione, la questione della teocrazia a "Bisanzio" è vasta e non può essere esaurita qui. Dal poco sopra indicato, tuttavia, deve diventare chiaro che la realtà dell'impero romano cristiano era ben diversa da quella che ci viene presentata dalle varie visioni popolari semplicistiche. Con il pericolo di diventare noiosi, ripetiamo che purtroppo cadiamo spesso nell'errore di identificare l'ingannevole Medioevo teocratico dell'Occidente con il periodo corrispondente a "Bisanzio".

Come abbiamo visto, le differenze sono enormi e molto sostanziali. L'ignoranza, la mancanza di libertà, l'oppressione religiosa, come per esempio la Santa Inquisizione, i vescovi militari che conducevano schiere di monaci in battaglia, tutto questo è sconosciuto nella nostra terra e nella nostra civiltà. Questo spiega, in parte, la resistenza persistente dei romani [orientali] agli sforzi per la loro occidentalizzazione, attuati dal 1204 fino ad oggi.

Ci sono anche altri aspetti da prendere in considerazione rispetto al divario culturale tra i romani [orientali] e l'Occidente nel Medioevo, un periodo spesso definito come "buio" per tutta l'Europa. Come vedremo, se con il termine "Europa" si intende solo l'Occidente, allora la caratterizzazione di "buio" è assolutamente corretto. Tuttavia, se si include anche l'Impero romano [orientale] – "Bisanzio" – allora noi stessi cadiamo vittime dell'ingannevole imperialismo culturale dell'Occidente.

Note

1. È notevole che le uniche due correnti anticlericali che siano apparse in Grecia sono solo "traduzioni" delle correnti occidentali, senza alcun contatto con una realtà greca. La prima è l'illuminismo liberale come espresso, per esempio, dall'autore anonimo della "Prefettura greca", e òa seconda è il marxismo. La prima è così distaccata dalla realtà greca, che per esempio parla di "ordini" di preti e archimandriti, un'istituzione completamente sconosciuta nel nostro paese – ma molto diffusa in Occidente. Il ricercatore principale (e sostenitore entusiasta) del moderno illuminismo greco, K. T. Dimaras, accetta che "la possibilità di uno scrittore privato dell'istruzione greco non dovrebbe essere esclusa" (vedi K.T. Dimaras 1977, pag. 48). D'altra parte, il marxismo, con i suoi rigidi modelli ideologici, che si basavano esclusivamente sull'esperienza occidentale, ha cercato di superare le "difficoltà" incontrate nell'interpretazione della società greca con frasi come "confusione ideologica della classe dominante greca" o "falsa coscienza della classe operaia". Ciò che sarebbe necessario, senza dubbio, è uno studio completo relativo alla totale inconsapevolezza della peculiarità greca in queste due correnti.

2. Buckler, p. 309.

3. Ibid., p. 295.

4. Runciman (1979), p. 250.

5. Ibid., p. 250.

6. Yiannakopoulos (1966), p. 54.

7. Buckler (1986), p. 310.

8. Lemerle (1983), p. 89-90.

 
La visione da una sala operatoria: parla un chirurgo di Slavjansk

Mikhail Georgievich Kovalev, un chirurgo di Slavjansk, fotografato con una bambina assassinata, vittima delle atrocità ucraine.

Premessa: Questa è una conferenza on line con un ex chirurgo dell'ospedale di Slavjansk, che ha eseguito operazioni sui soldati di Strelkov e ha lasciato la città insieme alla Milizia in ritirata. Attualmente vive in Russia. È lui l'uomo raffigurato sulla indimenticabile e agghiacciante fotografia riportata sopra, che è diventata uno dei simboli della guerra nel Donbass, delle atrocità commesse dall'esercito ucraino, e dello spirito irrefrenabile del popolo della Novorossija.

Intervista on line con Mikhail Georgievich Kovalev (alias Anderer)

È passato un mese da quando ho lasciato la mia nativa Slavjansk. Si può dire che mi sono ambientato e mi sono stabilito nel nuovo posto. Ora vivo in Russia. Ringrazio tutti coloro che mi hanno aiutato materialmente e hanno continuato a fornirmi un sostegno emotivo. Un ringraziamento a parte va a San'ka. Senza di lui, non ce l'avrei fatta.

Da che parte sta la gente di Slavjansk? (Per gli ucraini, contro di loro, indifferenti? Per chi stava prima che gli eventi in questione e per chi sta ora?)

Non è rimasta alcuna persona indifferente dopo il primo bombardamento. Circa tremila persone hanno lasciato la città prima del referendum del 11 maggio 2014. Erano soprattutto i padroni della città, i ricchi e gli ovvi sostenitori dei nazisti ucraini. Non troppi, per una città di 150 mila abitanti. Entro la metà di giugno rimaneva ancora in città circa la metà della popolazione, tra cui seimila uomini della milizia di Strelkov. Ci sarebbe stata più gente tra i miliziani, ma chi aveva bambini piccoli o genitori molto vecchi non era stato preso nei ranghi. C'era all'incirca lo stesso numero di aiutanti attivi, come me. Ora ci sono in città circa trentamila persone: anziani, persone che non potevano andarsene per motivi diversi, e quelli che sono tornati.

Ha detto "Non è rimasta alcuna persona indifferente dopo il primo bombardamento" – ho capito bene, tutti coloro che sono rimasti sostenevano la Milizia?

Direi di sì. Il livello di tale supporto variava dalla partecipazione attiva alla "simpatia da poltrona".

Come è iniziato tutto a Slavjansk?

Dalla metà di marzo c'era stata qualche lieve agitazione e malcontento circa il colpo di stato [Maidan]. Ma era tutto piuttosto lento e inerte. Il 12 aprile 2014, Strelkov è venuto in città. Dopo che ha assunto l'edificio della polizia locale c'è stato un raduno di supporto di massa con diecimila persone. Sono accorso per partecipare a un cordone. Quello è stato il momento delle prime vittime – dei pescatori – da parte delle forze speciali ucraine. Allora ho operato il primo ferito di pistola a Slavjansk. Le primi morti di massa hanno avuto inizio dal 2 maggio a Andreevka quando le truppe ucraine hanno preso le loro posizioni sul Monte Karachun. Quattordici feriti sono stati portati in ospedale. Quello è stato l'inizio.

Quante persone sono venute con Strelkov? Quando è venuto [a Slavjansk]? C'era un'organizzazione locale [di resistenza] prima del suo arrivo?

È venuto con 10 o 12 uomini. Uno di loro era un ragazzo locale. Lo conosco bene. Grazie al cielo, è ancora vivo e lotta.

Da dove sparavano su Slavjansk?

Dal Karachun, dal Kombikormovij Plant, dal bivio per Krasnij Liman sulla strada Kharkov-Rostov, dagli elicotteri. Anche da un aereo, ma questo l'ho visto solo una volta. Ripeto – sto parlando solo di quello che ho visto con i miei occhi, solo di ciò che io stesso ho conosciuto e sentito.

Strelkov è un "uomo di Putin"? È venuto qui per ordine di Putin o di sua volontà? Putin ha abbandonato il Donbass? La sua opinione personale.

Ho parlato personalmente con Strelkov due volte. La prima volta il giorno in cui è entrato in città e la seconda volta quando c'è stata una vera crisi in ospedale con carenze di medicinali e di tutto il resto. Non saprei mai decidermi se sia fosse un colonnello del GRU o Che Guevara. Non ho una risposta alla seconda somanda. La ribellione armata di Donetsk è iniziata a mio parere senza l'approvazione di Putin e senza alcuna aspettativa riguardo a lui. Ma con speranza nel suo aiuto.

Ci sono state attività restrittive della Milizia nei confronti della popolazione locale: coprifuoco, limitazione dei movimenti, controlli della comunicazione, di foto e video e cose simili?

Subito, la vendita di alcolici è stata limitata dalle 10 del mattino alle 8 di sera. Tutti gli spacciatori e i tossicodipendenti sono stati inviati a scavare trincee, quasi immediatamente. Il coprifuoco è stato fissato a partire circa dalla fine di maggio, non ricordo con precisione, ma non era molto severo. Non ho notato altre restrizioni. La comunicazione dei cellulari è scomparsa quando si è fermata l'alimentazione elettrica. Ma i telefoni fissi locali hanno funzionato in alcuni luoghi, in parte.

Si tiene in contatto con Slavjansk? Che cosa sta succedendo lì adesso? Qual è l'umore della popolazione?

Come in tutte le città occupate. Alcune persone stanno andandosene. Alcuni stanno per andarsene. Alcuni stanno cercando di vivere attraverso tutte le difficoltà. Alcuni stanno combattendo. Alcuni sono attivamente cooperando con gli occupanti. Proprio come in tutto il mondo. È una guerra. Sì, comunichiamo.

Credo che molti siano interessati a sapere come si è stabilito nel suo nuovo posto, quali sono le sue impressioni? Si è sistemato nella sua vita in Russia – ci sono dei problemi? Qualcosa la mette a disagio?

La documentazione medica è nettamente diversa. A volte ho problemi quando la compilo. Per quanto riguarda le mie impressioni – beh, non sono un turista, quindi cerchiamo di aspettare un po'. Nel complesso, in ogni caso, c'è più bene che male.

Ci sono operazioni di pulizia in corso a Slavjansk e se sì, come procedono? Sono state stabilite autorità locali, vale a dire – polizia, tribunali, azioni penali?

È in corso la ricerca dei miliziani e delle loro famiglie. Per lo più con l'aiuto dei vicini che fanno la spia. Non ci sono tribunali o altre istituzioni di diritto. Solo una sorta di forza di polizia frettolosamente assemblata. Non so su quali basi abbiano reclutato personale – lo chiederò agli amici quando ne avrò la possibilità.

Che cosa è vero e cosa è falso nei rapporti di atrocità e rappresaglie da parte delle forse armate ucraine e dei 'punitori'?

Dal ritiro della Milizia il 4 luglio alla mia partenza da Slavjansk il 12 luglio non ho visto nessuna persona impiccati o crocifissa. Ho visto una distribuzione di salumi, che sono stati gettati da un auto come ai cani, e che è stata tutta videoregistrata. Quello che fanno alle persone arrestate non lo so. Nessuno dei miei amici arrestati si è messo in contatto con me. Speriamo per il meglio.

Alcuni dicono che è una guerra tra America e Russia. Alcuni, che è un'aggressione russa contro l'Ucraina. Altri pensano che la Milizia sta combattendo e difendendosi contro i neo-nazisti di Bandera. Che cosa sta realmente accadendo, in due parole?

Una ribellione armata. In realtà è la stessa cosa che accadde nel 1918 presso il fiume Don ai tempi di Kornilov. Una ripetizione del Ledovyj Pokhod (la campagna dei ghiacci).

Di chi è la colpa per quello che sta accadendo nel Donbass a giudizio del popolo? Degli "occidentali", dei nazionalisti, degli Stati Uniti d'America e dell'Occidente, degli oligarchi?

Slavjansk ha pensato che fosse tutta colpa del Maidan, e pertanto tutti quelli che ha citato sopra sono da biasimare. Perfino Putin ha avuto la sua dose di maledizioni.

Dall'inizio di maggio scrivono di perdite astronomicamente elevate della giunta durante i combattimenti a Slavjansk. Quanto c'è di vero? Se è possibile, la preghiamo di darci la sua valutazione delle perdite subite dalle due parti. Grazie.

Io non sono un soldato. Sono un medico. Il conteggio delle vittime non è la mia specialità. Dirò questo. Le persone gravemente ferite sono state portate fuori della città da parte della Milizia. Sia miliziani sia civili. Alcuni sono andati a Rostov, alcuni in Crimea. Non ho idea di come abbiano fatto, ma molte volte ho ricevuto telefonate dai miei colleghi che mi chiedono di queste persone. Solo uno dei pazienti che abbiamo operato era un soldato ucraino, il pilota del primo elicottero abbattuto. È di Kharkov; aveva una frattura dell'anca. Da parte nostra la mortalità non era molto alta. Non potrei dirvi altri numeri. Il 4 luglio abbiamo bruciato tutti i documenti e i registri. Mi auguro che non ci sia bisogno di spiegare il perché.

Grazie al cielo è vivo e le auguro tutto il meglio nel suo nuovo posto. Come pensa che tutto finisca e quando? Lei ha visto e sentito dall'interno.

Temo che potrebbe finire male. E non presto. Gli ucraini hanno maggiori risorse, sia di uomini sia di macchine. Temo che potrebbero sopprimere i ribelli con una grande quantità di sangue. Andrà molto male in tutta l'Ucraina, ma sarà peggio nel Donbass. Nno cvi sarà più nessuno a sarà ricostruire qualcosa o a dar da mangiare o a insegnare e a dare assistenza medica. Il Donbass diventerà qualcosa di simile alla zona di Chernobyl, con guardie naziste e tutti gli altri segni di un territorio occupato. Questo è il mio punto di vista personale. Se avessi la speranza di un esito diverso non me ne sarei andato.

Strelkov una volta ha scritto che la Milizia in generale consisteva di persone di circa quarant'anni. I giovani hanno preferito nascondersi o fuggire. È stato davvero così? Perché pensa che sia andato in questo modo? Erano infantili o questo è stato causato dalla propaganda ucraina, o qualcos'altro? E com'è cambiata la situazione, se è cambiata, durante il processo?

La Milizia non recluta persone senza esperienza militare, disabili o persone con bambini piccoli. C'erano dei giovani. Non dimenticherò mai la conversazione di due giovani volontari della Milizia:

- Hai deciso dove andare?

- Ci sto ancora pensando.

- Io ho deciso di andare a Rjazan [all'accademia militare]

- E io probabilmente andrò a Orenburg [all'accademia militare]

Non augurerei a nessuno di combattere contro un esercito i cui luogotenenti erano nella Milizia di Slavjansk prima di andare a un'accademia militare.

Dopo l'arrivo di Strelkov a Slavjansk, che parte ha preso la polizia locale? Sono stati tutti dalla parte della Milizia? O hanno lasciato la città? Oppure semplicemente a loro non importava? Cos'è accaduto?

Le reazioni sono state diverse: una parte si è spaventata; un'altra parte ha collaborato attivamente. Non posso dirvi il rapporto tra le due. Visivamente c'era la stessa quantità di poliziotti in città. Non so dirvi come fosse nella realtà.

Ci sono stati feriti per le bombe al fosforo?

Ci sono stati. Ustioni di quarto grado e ustioni del tratto respiratorio. Cinque o sei persone, tutti residenti pacifici di Semenovka. Tutti morti.

Che bello vederla, Anderer! Mi può raccontare la sua vita quotidiana? Come si è stabilito? Come va il suo nuovo lavoro?

È bello vedere anche voi. È troppo presto per dirlo. Ho lavorato qui per meno di un mese. L'atteggiamento popolare verso di me è buono. Sia io sia mia moglie abbiamo avuto un lavoro che soddisfa le nostre specialità. Siamo pagati una volta e mezza il salario normale. Ci hanno promesso di non interferire se abbiamo bisogno di un lavoro extra. L'ospedale ci ha dato gratuitamente un appartamento in cui vivere. Grazie a Dio non dobbiamo dormire in strada.

Anderer, secondo la giunta lei è semplicemente un criminale di guerra! Deve essere ucciso per non testimoniare. Si rende conto di tutta la responsabilità per le sue parole? È pronto a ripeterle sotto giuramento al tribunale dell'Aja?

Spero di vivere per farlo.

Ho una strana domanda per lei, Anderer. Perché ha fatto tutto questo a Slavjansk? Per che cosa? Che cosa l'ha spinto a farlo, il suo dovere di medico o qualcosa d'altro?

Sono un residente di Slavjansk. Era la mia città, la mia gente, la mia terra. Ora lì ci sono stranieri. Si può cercare di capirlo con la mente. Perché non si riesce a capirlo con il cuore, mi dispiace.

Secondo le autorità ucraine, le scuole della città di Slavjansk saranno ricostruite e riparate dal 1 settembre. Dicono anche che quasi tutte le cliniche di Slavjansk sono ora operative. [Nota: l'utente ha proceduto a citare varie fonti ucraine, insinuando che Anderer stava mentendo].

Le dirò ciò che diceva un mio amico scaricatore: "Sparare stronzate è molto più facile che portare sacchi". Fino a ora, non c'è né luce né acqua nella strada dove vivevo. E per quanto riguarda la "proclamazione" che "quasi tutte le cliniche mediche a Slavjansk stanno ora lavorando", le dirò questo – a Slavjansk, prima dell'inizio del bombardamento massiccio da parte dei militari ucraini, tutte le istituzioni mediche erano operative. La capisce la differenza tra una clinica e un istituto (ospedaliero), piccolo pezzo di merda?

Durante l'assedio avete avuto medicine dalle vostre autorità sanitarie? Perché legalmente i residenti di Slavjansk erano ancora cittadini ucraini. O avevate solo aiuti umanitari e l'aiuto dei volontari? C'è stato qualche aiuto alla città da parte delle autorità ucraine?

Le autorità sanitarie ucraine non ci hanno dato una singola pastiglia. Stipendi e pensioni non sono stati pagati da maggio. Tutte le forniture sono state consegnate dalla milizia.

Anderer, qual è la possibilità della resistenza e della guerra partigiana organizzata da persone che sono ora sotto gli occupanti ucraini? Dieci, cinquanta, cento per cento, o zero per cento?

C'è la resistenza. Ecco perché gli ucraini non vanno in città la notte. Gli sparano. Potrebbero iniziare a farli saltare in aria a breve.

Se gli ucraini saranno rimossi da lì e tutto sarà ricostruito, tornerà indietro?

L'ho detto prima – se avessi qualche speranza che finirà così non me ne sarei andato.

Ulteriori domande e risposte dal Forum "Rischio globale"

Durante il referendum a Makeevka la gente era in fila per votare – non so cosa accadeva a Slavjansk. Le persone che hanno votato per la Repubblica Popolare di Donetsk per la maggior parte pensavano veramente che la RPD fosse una sorta di stadio intermedio prima di essere uniti alla Russia. Coloro che erano per "l'Ucraina unita" si sono limitati a ignorare il voto. Ma le cose non sono andate come sperava la gente, che si sta deludendo perché nessuno si aspettava una guerra che avrebbe rovinato le loro vite già non molto ricche. Quante persone sostengono ancora la RPD e quanto alta è la delusione per la scelta che hanno fatto e per la Federazione Russa?

Personalmente ho votato al referendum e posso confermare che i cittadini di Slavjansk avevano grandi speranze per questo referendum. Pensavamo tutti allora che il governo (anche quello di Maidan) non poteva semplicemente ignorare l'opinione del popolo.

La prego, ci racconti i principali eventi fin dall'inizio, dalla sua prima esperienza di medicina da campo nel suo ospedale, fino all'ultima operazione. La nostra comprensibile impazienza ci rende molto avidi di notizie dal fronte, ma lei è un partecipante alla guerra così insolito, e un'esperienza di questo livello non è ancora stata condivisa su questo forum.

Difficile da dire. I feriti erano portati in gran numero. Suddividerli per gravità era il nostro punto debole. C'è stata carenza di personale fin dai primi giorni. Il 4 luglio c'erano solo quattro chirurghi e nove infermieri all'ospedale. Gli interventi medici minori erano eseguiti dal personale delle pulizie e da pazienti con lesioni lievi.

Mikhail, quanti medici sono rimasti sul posto di lavoro quando è iniziata l'operazione militare? Erano giovani o la 'vecchia guardia'? Come erano forniti i farmaci, c'erano spedizioni provenienti da altre zone o solo da magazzini locali?

Abbiamo mandato via un giovane chirurgo – gli era appena nato un figlio. C'erano alcuni volontari. Un anestesista dalla Francia ha lavorato con noi per due settimane. C'era un medico di Riga e un anestesista da Dnepropetrovsk. Anche medici provenienti da altre unità ci hanno aiutato. Abbiamo pensato che ci potesse essere un dialogo pacifico con le autorità. Nessuno credeva che una guerra fosse possibile. Tutti i capi sanitari e i capi dell'ospedale sono fuggiti nel mese di aprile. Sono rimasti sul territorio dell'Ucraina e ora sono tornati. L'ospedale non aveva molti farmaci o materiale in deposito, sono stati tutti forniti da Milizia e volontari. Non ho idea da dove li avessero presi o come sono riusciti a consegnarceli, ma abbiamo avuto una carenza di forniture.

Alcune domande sulla manutenzione. L'Ospedale centrale di Slavjansk funzionava, lei continuava a operare... Da dove venivano i finanziamenti? Da dove venivano i salari vengono e a quanto ammontavano? Come erano organizzate le forniture? Il cibo per i pazienti? La lavanderia funzionava?

Non c'era alcun finanziamento, gli stipendi non erano pagati allora e non sono ancora stati pagati. Io e mia moglie non abbiamo avuto alcun compenso per maggio o giugno.

Dopo aver visto il buco di un bombardamento nella casa di un insegnante ho deciso di chiedere. Non è un segreto che questa guerra ha rotto tutti i regolamenti e le convenzioni di trattamento umano dei civili, in particolare il divieto di utilizzare mine antiuomo e bombe chimiche. Come medico deve aver visto le vittime delle mine antiuomo. Avrà visto quello che è sicuramente il risultato di una mina antiuomo. Una seconda domanda: ho parlato con una donna profuga da Kramatorsk (se ne è andata a metà giugno) che mi ha detto che i mercenari feriti erano stati lasciati alle spalle o uccisi perché erano un peso. Ne ha visto personalmente qualcuno in ospedale? Mi ha anche detto che i soldati morti non erano stati sepolti, ma erano stati appena coperti di candeggina (che è un forte ossidante, e fa decomporre rapidamente i corpi) per sbarazzarsi dei cadaveri. Lei ne sa nulla?

I miei amici della Milizia mi hanno raccontato dei mercenari. Io non ne ho visto nemmeno uno. Probabilmente perché è vero che "i feriti sono un fardello" noi, nel nostro ospedale, non avevamo alcun soldato ucraino o mercenario feriti. I ragazzi della Milizia dicevano che a volte l'esercito ucraino aveva ucciso i propri feriti o li aveva presi con sé con sé, ma io personalmente non ho visto queste cose.

 
"Quelli che hanno iniziato l'autocefalia non vogliono la pace nella nostra terra"

il metropolita Mitrofan di Gorlovka e Slavjansk

Il patriarcato di Costantinopoli ha "restaurato canonicamente" il capo del non riconosciuto "patriarcato di Kiev" Filaret (Mikhail) Denisenko, il capo della Chiesa ortodossa autocefala ucraina scismatica Makarij Maletich, così come il clero e i parrocchiani di entrambe le strutture. Come dovremmo reagire a questa notizia?

  • Chi osserva i recenti eventi nella vita della Chiesa dal bordo del campo avrà l'impressione che due giurisdizioni stiano cercando di capire quale di esse è la più importante, e stanno combattendo per il territorio. Non è così, in realtà. La questione della concessione dell'autocefalia all'Ucraina non è assolutamente una questione ecclesiastica.

I politici hanno interferito molto clamorosamente nella vita della Chiesa. In questo caso, il Patriarcato di Costantinopoli è uno strumento in un grande gioco politico il cui obiettivo è prevenire la pace in Ucraina. Le persone che discutono sul tomos e sull'autocefalia e si definiscono esperti sono persone che non sanno come si apre la porta di una chiesa. In questa situazione, abbiamo la sfortuna di essere ostaggi che possono solo osservare il processo. L'unico modo per noi di influenzare la situazione è il nostro atteggiamento nei suoi confronti e la scelta personale che ciascuno di noi dovrà fare in base alle circostanze.

La coesistenza di diverse giurisdizioni su un territorio è possibile solo se lo stato non interferisce nella vita della Chiesa. Comprendiamo, tuttavia, quale sia l'idea delle autorità, perché il presidente Poroshenko la articola apertamente: una rottura definitiva dei nostri legami spirituali con la Chiesa ortodossa russa. Quindi non abbiamo alcuna speranza che il governo non interferisca nella vita delle comunità ecclesiali.

Filaret è stato scomunicato, è attualmente in scisma e tutte le Chiese ortodosse locali lo riconoscono. Alla luce della decisione del Sinodo di Istanbul sulla sua "restaurazione canonica", la domanda che sorge non è chi sia Filaret per noi ora. La domanda è cos'è per noi Costantinopoli.

Il Patriarca di Costantinopoli si è concesso il diritto di prendere tali decisioni unilateralmente su qualsiasi territorio, in qualsiasi giurisdizione, nonostante la natura conciliare della nostra Chiesa. Questo è un problema serio non solo per i cristiani ortodossi dell'Ucraina, ma per l'Ortodossia in tutto il mondo. Ci sono degli scismi ovunque, questo non è un problema unicamente ucraino, ma ci sono sempre state delle regole che ci hanno guidato in questa materia. Oggi queste regole sono state rotte. Se altre Chiese locali supportano tacitamente le azioni di Costantinopoli, la stessa situazione potrebbe sorgere per ognuna di esse.

Ora dobbiamo attendere la decisione delle reazioni del Sinodo della nostra Chiesa e delle altre Chiese locali a ciò che è avvenuto per capire cosa fare in seguito.

 
“La luce di Cristo risplenderà anche sul Kurdistan...”

Dei trenta milioni di curdi che vivono nel mondo, la grande maggioranza confessa l'islam, mentre la minoranza pratica lo yazidismo. Secondo il censimento del 2002, ci sono 19.600 curdi musulmani e 31.300 curdi yazidi che vivono in Russia. Pochi sanno che al momento attuale ci sono rappresentanti di queste persone che stanno arrivando all'Ortodossia e diventano membri della Chiesa ortodossa russa. Serafim Maamdi ne parla in modo più dettagliato.

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Serafim Maamdi

Serafim, ci parli di lei e di come è arrivato alla fede ortodossa.

Sono nato e cresciuto in Georgia. Sono per nazionalità un curdo, e le mie radici sono nel Kurdistan turco. Dopo il genocidio del nostro popolo all'inizio del XX secolo, una parte dei curdi si trasferì in Armenia, e da lì in Georgia, Russia e altri paesi. I miei antenati erano parte di questa diaspora. Una gran parte dei curdi confessa l'Islam, mentre la parte più piccola pratica il culto sincretistico chiamato yazidismo. Io ero uno yazid. Come tutti gli yazidi, andavo da bambino con i miei parenti alla chiesa ortodossa; avevamo icone in casa, davanti alle quali mettevamo candele nelle domeniche e nei giorni di festa... ovvero, era ritenuto normale adorare il sole e andare in chiesa allo stesso tempo. Ma ero molto attratto da Cristo. Quando sentivo parlare di lui in televisione, o quando qualcuno mi parlava di lui, volevo sempre ascoltare con grande curiosità. Nel 2002, la mia famiglia e io ci siamo trasferiti a Mosca. Qui, qualcuno mi ha dato una copia del Nuovo Testamento. Questo è il punto da cui tutto ha avuto inizio...

Ho letto i Vangeli per quattro o cinque ore al giorno; a volte rimanevo a leggerli tutta la notte. Leggevo e non mi sembrava abbastanza, e ho imparato molti passi a memoria, prima ancora di essere battezzato. Ero stupito di come il mondo intorno a me cambiava dopo che avevo letto di Cristo. Questo è stato il mio primo incontro con il Signore; ha capovolto tutta la mia vita a testa in giù, e mi sono semplicemente innamorato di lui. È una cosa che lo yazidismo non dà; non vi è incontro con Dio in esso, né comunione vivente tra Dio e l'uomo. Non c'è alcun contatto con il Creatore. Il dio degli yazidi è molto lontano dall'uomo. Ma nel cristianesimo, la cosa più importante che ho trovato è una comunione viva con il Signore. Questo non può essere impartito in parole: quando si è con Dio... è difficile da spiegare a una persona che non ha mai sperimentato la comunione con Dio, come disse il profeta Davide, Gustate e vedete quanto è buono il Signore! (Salmo 33:9). Lo dovete assaggiare da soli.

Così, ho deciso di essere battezzato. Quando sono andato in chiesa come avevo fatto tante volte, c'era la funzione in corso, e io sono stato in grado di stare in piedi solo per circa due minuti, improvvisamente mi sono sentito molto pesante. Più tardi, un prete mi ha spiegato che uno spirito maligno si può annidare in una persona che non è battezzata, e cerca di impedire a quella persona di venire al Signore. Sono andato a Nizhnij Novgorod e ho incontrato un sacerdote che ha passato molte ore del suo tempo ogni giorno per prepararmi adeguatamente. Mi sono preparato per il Battesimo molto seriamente, e ritengo che questa sia la cosa più importante che ho fatto nella mia vita.

Il mio battesimo ha avuto luogo alla festa di Pentecoste del 2007. Quando mi sono svegliato quella mattina, sentivo paura e pesantezza nel mio cuore. Sono venuto alla chiesa, e il prete mi ha chiesto con un sorriso, "Vuoi scappar via?" Quindi ha avuto inizio il rito dei catecumeni, e quando il prete ha letto le prime preghiere e ha messo la sua mano sulla mia testa, sono svenuto. Quando ho aperto gli occhi, ero seduto su una sedia, e il prete mi stava aspergendo con l'acqua benedetta. Dopo il battesimo abbiamo tenuto candele accese – un segno di unione eterna con Cristo – e siamo andati tre volte attorno al fonte battesimale. Sentivo come se il mio cuore fosse stato trasformato, e ho provato una gioia indicibile. Non sentivo i miei piedi; mi sembrava di fluttuare, e tutto intorno a me era cambiato. Sono diventato una persona nuova. Non ci sono parole per esprimere ciò che il Signore mi ha rivelato nel profondo del mio cuore. Ho sentito la mano di Dio. Fin dalla tenera età, ero solito avere attacchi inspiegabili di paura; Mi svegliavo con orrore nel cuore della notte e camminavo intorno alla casa, con paura di qualcosa, non sapevo cosa fosse, o di quello che mi stava accadendo. Ma dopo il mio battesimo, tutto questo è andato via, completamente. Ho cominciato a vedere il mondo con occhi diversi, e anche la gente intorno a me notato il cambiamento che il Signore aveva operato in me attraverso il battesimo. Alla mia nascita spirituale ho ricevuto il nome di Serafim, e da quel momento in poi, Cristo è diventato il significato della mia vita, e il mio obiettivo è diventato quello di seguirlo.

Come hanno visto il battesimo i suoi parenti?

La mia famiglia per la maggior parte si è sempre sentita favorevole all'Ortodossia, così come fanno praticamente tutti gli yazidi. Come ho già detto, possono andare in chiesa, hanno icone a casa, ma considerano inutile il battesimo, e non capiscono nemmeno il significato di questo sacramento. Quello era anche il parere dei miei genitori. Quando ho detto che volevo essere battezzato, i miei genitori erano contrari, e nella loro persuasione li potevo sentire, "Va bene, fatti battezzare, ma non ora, qualche tempo dopo". Finalmente, ho detto loro risolutamente che stavo per essere battezzato, qualunque cosa potesse succedere. I miei parenti erano indignati per la mia scelta. Poi, per la misericordia di Dio, quasi tutti sono stati battezzati, uno dopo l'altro, e possa Dio concedere che anche il resto sia battezzato. Sono molto contento di essere stato utile a introdurre i miei parenti e alcuni altri curdi all'Ortodossia.

Ci sono molti cristiani in generale, tra i curdi? A quando risale la storia del Cristianesimo curdo?

Sappiamo che gli antenati dei curdi moderni, i medi e i parti, hanno ricevuto il cristianesimo nei primi secoli. C'erano anche principati curdi separati che confessavano il cristianesimo. Ci sono stati molti curdi ortodossi in Anatolia orientale, e alcuni di loro sono parrocchiani della Chiesa di Costantinopoli fino a questo giorno. Con l'ascesa dell'islam, tutto è cambiato. I curdi si trovarono circondati dai musulmani, e il cristianesimo fu gradualmente sradicato dai curdi. Ora, in Georgia, i curdi stanno diventando ortodossi in massa. È da notare che questo movimento è venuto dal popolo stesso, nessuno ha fatto loro missione; stanno andando in chiesa di propria iniziativa. Naturalmente, se ci fosse una missione dedicata a loro, ci sarebbe ancor più frutto. Il successo dei vari gruppi missionari protestanti tra i curdi ne è un'indicazione. Il numero esatto di curdi cristiani è sconosciuto, e non c'è stata alcuna ricerca in questo campo, ma si stima che siano decine di migliaia, e il numero è in crescita. In Russia, ci sono molti curdi ortodossi. Se il Signore lo benedice, e lo spero, ci sarà una comunità ortodossa curda a Mosca.

Ha detto che era un yazid. Ci può raccontare un po' di questa fede?

Il centro dello yazidismo è in Iraq. Lo yazidismo nella sua forma attuale sorse nel XII al XIII secolo. Il fondatore di questa religione era un teologo sufi, lo sceicco Adi, un arabo, che ha cambiato seriamente i dogmi e i riti che erano praticati in precedenza tra i curdi. Ha introdotto nello yazidismo molti elementi dell'islam, del nestorianesimo, del manicheismo e del giudaismo. Ma gli yazidi hanno anche conservato alcune vecchie credenze simili a quelle dello zoroastrismo, che si basa sul culto del fuoco, del sole, e delle forze della natura. Gli yazidi in seguito hanno divinizzato lo sceicco Adi. Hanno anche una particolare venerazione degli angeli, tra i quali includono anche uno spirito maligno, che essi chiamano Malak Tavus. Malak Tavus parla così di sé nelle sacre scritture degli yazidi: "Non c'è luogo dove non sono presente; io partecipo a tutti gli eventi che persone di altre religioni chiamano il male, perché questi eventi non corrispondono ai loro desideri" (Jilva 1:3). Gli yazidi lo considerano anche una divinità che ha creato il mondo materiale, utilizzando le parti smembrate dell'uovo cosmico primordiale. Anche Pushkin scritto del rapporto degli yazidi con questo spirito, quando si recò ad Arzrum. "Ho cercato di imparare da un yazid la verità sulla loro religione. Alle mie domande, ha risposto che le voci che gli yazidi adorano satana sono favole vuote; che essi credono in un solo Dio, e che il diavolo è maledetto secondo la loro legge; a dire il vero, questo è considerato indecente e ignobile, perché ora è infelice, ma nel tempo può essere perdonato, perché non si deve porre un limite alla misericordia di Allah". Loro ritengono che Dio lo perdonerà presto, ma non dicono se egli stesso voglia questo perdono.

In generale, nello yazidismo c'è molto che non è del tutto chiaro. I due libri sacri yazidi, la "Jilva" (il "Libro delle Rivelazioni") redatto nel XII secolo, e il "Maskhafe Rash" (il "Libro nero"), redatto nel XVII secolo, spesso si contraddicono a vicenda. È possibile trovare in loro una storia biblica gravemente distorta, e storie di angeli, in cui possono essere individuate storie personali di specifici sufi. Vi si descrive come un certo dio crea altri dèi perché siano i suoi aiutanti nella creazione del mondo. Gli yazidi credono di essere stati creati separatamente da tutte le altre persone; cioè, che gli antenati di tutti gli yazidi sono il risultato dell'unione di due potenze – celeste (il seme dell'angelo) e terrena (il seme di Adamo). La loro idea di Cristo è sostanzialmente la stessa di quella espressa nel Corano. Ma si dice anche che "fino alla comparsa di Cristo in questo mondo, ci fu una religione chiamata 'idolatria'" (Maskhafe Rash, 25). Gli yazidi hanno preso certe cose dal cristianesimo – colorano le uova, per esempio. Gli yazidi iracheni hanno un rito che copia il battesimo, una tripla immersione in acqua con un taglio dei capelli sulla testa, e molto altro. C'è un luogo particolare riservato al culto del sole nello yazidismo. Quando un Yazid si sveglia, la prima cosa che fa è di dirigere lo sguardo verso il sole e dire: "O sole, tu sei il nostro maestro". Si ritiene che si può solo nascere yazidi: non c'è alcun rito di accettazione dello yazidismo. La loro comprensione del peccato è estremamente vaga.

Che cosa ci può dire circa le prospettive di una missione ortodossa per i curdi?

Penso che le prospettive siano molto grandi, in quanto molti curdi sono ben disposti verso il cristianesimo. Ciò vale anche per i musulmani; l'ho visto durante i viaggi missionari tra i villaggi curdi, dove ho incontrato un caloroso benvenuto, e ho visto come ci hanno ascoltato con entusiasmo e preso la nostra letteratura ortodossa. Ma questo vale ancora di più per i curdi yazidi. Essi sono stati a lungo abituati a vedere i cristiani come loro alleati, e non è un caso che, quando è stato condotto il genocidio nell'Impero Ottomano, gli yazidi sono fuggiti specificamente in paesi cristiani. Quando ero in una delle diocesi della nostra Chiesa la scorsa estate, ho sentito che in una città dove c'è una grande comunità di yazidi curdi, quella comunità aveva quasi interamente restaurato una chiesa ortodossa con il proprio denaro. Quando una diaspora cecena locale voleva costruire una moschea in quella città e stava raccogliendo le firme, gli yazidi non hanno sostenuto la costruzione di una moschea, e di fatto questa non fu mai costruita.

Naturalmente, qui, come in ogni missione, è importante avere le Sacre Scritture e le preghiere nella propria lingua madre. Per quanto riguarda il primo, l'Istituto per le traduzioni della Bibbia a Mosca ha già tradotto e pubblicato il Nuovo Testamento e il Pentateuco in lingua curda (Kurmanji). Per quanto riguarda le preghiere, finora abbiamo tradotto solo alcune delle principali preghiere ortodosse, e c'è ancora molto lavoro da fare. È importante che ci siano più missionari tra gli stessi curdi ortodossi, ed è estremamente importante che ci siano preti ortodossi curdi; ma credo che il Signore li farà arrivare quando sarà gradito a lui. Mi è molto cara personalmente la sincera attenzione paterna che il patriarca Kirill ha rivolto alle esigenze dei curdi ortodossi quando il Signore mi ha consentito di incontrare sua Santità. È anche molto significativo per me di essere stato in grado, anche se solo brevemente, di imparare da un missionario straordinario, padre Daniel Sisoev, che era il mio istruttore spirituale, e che, come sapete, è stato assassinato nella sua chiesa, ha accettato la morte per il nome di Cristo. Credo che arriverà il momento in cui la luce di Cristo risplenderà sul Kurdistan.

 
Domande e risposte (ottobre 2019)

Come dovremmo reagire alle molte istanze nel corso della storia, ma soprattutto oggi, di corruzione clericale, per esempio di sacerdoti che rubano denaro, commettono crimini e vescovi che sono moralmente corrotti o pervertiti, ecc.?

In primo luogo, molte di queste storie potrebbero essere calunnie. Come facciamo a sapere che sono vere? Dov'è la prova? Molte persone (soprattutto giornalisti atei) inventano storie del genere per giustificare la propria corruzione e pigrizia, dicendo: "Se lo fanno anche sacerdoti e vescovi, allora posso farlo anch'io". Spesso è solo auto-giustificazione ed è molto facile calunniare. Tali calunnie fanno molto male. Non dimentichiamo come fu calunniato san Nettario di Egina e come san Giovanni fu calunniato dai suoi confratelli vescovi che lo misero sotto processo. I giusti hanno bisogno della pazienza di Giobbe.

Ma anche se tutte queste storie fossero vere, e allora? La corruzione è il problema dei corrotti. Domani moriranno e i loro corpi marciranno nelle loro tombe e le loro anime scenderanno all'inferno. Lasciate che facciano del loro peggio: soffriranno terribilmente e i loro nomi passeranno alla storia come i mostri che sono. Dovranno rispondere della loro corruzione al Giudizio finale.

Dio vuole solo una cosa da noi, che salviamo le nostre anime, non il mondo o i vescovi e sacerdoti corrotti, ma solo che salviamo noi stessi. Facciamo semplicemente questo e lasciamo gli altri nei pasticcio da loro stessi creati. O si pentiranno, o altrimenti dovranno affrontare Dio, che non si fa deridere. Io tremo per loro.

Interessiamoci non a storie scandalose, ma a storie vere, alla vita dei santi.

Alcune persone affermano che tutti i problemi degli ortodossi provengono da altri, ad esempio da comunisti, cattolici o ebrei. Lei è d'accordo?

No, questa è una totale assurdità. I problemi degli ortodossi vengono dagli ortodossi, da noi stessi. Il grave errore di tutte le teorie della cospirazione è che incolpano gli altri per i nostri fallimenti. Rifiutano il concetto e la realtà del peccato personale. Questo è anticristiano. Sì, ci sono molte voci di sirene che ci spingono al naufragio. È vero, sono tutti nemici di Cristo (che, a proposito, siamo chiamati ad amare, non a odiare), ma non è necessario ascoltare tali voci. Se li ascoltiamo e obbediamo, allora diventiamo nemici di Cristo anche noi, siamo totalmente da biasimare, responsabili di aver respinto Cristo, invece aver respinto le voci delle sirene. Non diamo la colpa agli altri, diamo la colpa a noi stessi. Questo si chiama cristianesimo. L'auto-rimprovero è l'inizio della salvezza.

Perché dopo il 1917 il movimento bianco fallì e non sconfisse il comunismo, i rossi?

Semplicemente perché non esisteva il "movimento bianco". I cosiddetti russi bianchi erano per la maggior parte semplicemente degli anti-bolscevichi, non bianchi, ma rivoluzionari di febbraio, seguaci di Kerenskij. Solo perché erano contro il comunismo, non significa affatto che fossero "bianchi". Molti, forse la maggior parte, dei cosiddetti anticomunisti "bianchi", erano nazionalisti e atei grossolani, quindi in realtà traditori dei veri bianchi. Molti non erano migliori dei rossi e in effetti commisero le stesse atrocità. Questo è un eccellente esempio del detto "i nemici dei miei nemici non sono necessariamente miei amici". È stato stimato che solo per il 10% i cosiddetti bianchi erano in realtà bianchi, cioè in realtà ortodossi, in lotta per il ripristino del governo ortodosso. Judenich, Kornilov, Kolchak, Denikin e tanti noti generali non erano bianchi – dopo tutto, lo tsar fu deposto dal tradimento dei generali. Gli unici generali ben noti che erano bianchi erano Diterikhs e, in misura minore, Wrangel.

La Russia di oggi è vicina all'essere ortodossa?

No, deve ancora fare molta strada. Per esempio, c'è sempre il pericolo sia dei "liberali" (atei militanti) di tipo occidentale, sia dei nazionalisti non religiosi. È grazie a tutti loro che la mummia di Lenin giace ancora nel suo brodo nel centro di Mosca. Le sue statue si trovano ancora nelle città russe di provincia. (Proprio come le statue degli altrettanto malvagi Cromwell e Napoleone, che contaminano Inghilterra e Francia). Non si possono glorificare i nuovi martiri e i nuovi torturatori, Dio e il diavolo. Molti di questi "ortodossi" nazionalisti lontani dalla Chiesa ammirano ancora il bandito e assassino di massa georgiano Stalin. Perché?

Semplicemente perché è stato dalla parte dei vincitori nella seconda guerra mondiale. In realtà, quella guerra fu vinta dai generali e soprattutto dai sacrifici del popolo, non dai disastrosi comunisti, che sparavano ai soldati coraggiosi alle spalle e nel 1945 mandarono milioni di russi liberati, che erano stati catturati dai nazisti, in Siberia, per perirvi. Stalin fu un leader disastroso e incompetente che permise al nemico di raggiungere le porte di Mosca e di San Pietroburgo in sei mesi. Pertanto, quasi 30 milioni di cittadini dell'URSS furono massacrati nella seconda guerra mondiale sotto Stalin, mentre sotto lo tsar Nicola II nella prima guerra mondiale ne morì poco più di un milione e i tedeschi conquistarono la Polonia russa e una piccola parte della Lituania dopo tre anni di enormi perdite per loro. Per quanto riguarda gli austro-ungarici e i turchi, nella prima guerra mondiale furono sconfitti dalla Russia.

E poi ci sono ancora molti luoghi che portano i nomi di Lenin, Stalin, Sverdlov e altri che hanno commesso le oscenità dell'URSS. Il presidente Putin non è stato in grado di annullare tutto ciò e questo è chiaramente il suo più grande fallimento.

Cosa dice la Chiesa sul razzismo?

I farisei dicevano che troppi greci "stranieri" erano diventati cristiani e questa era una delle ragioni per cui si rifiutavano di diventare cristiani. Così persero la Chiesa che passò nelle mani degli altri. Tutte le nazionalità hanno commesso lo stesso errore e così hanno perso la Chiesa, nel 1453 e più recentemente nel 1917. Non c'è posto per il razzismo nella Chiesa.

Coloro che sono stati razzisti verso di me in gioventù sono tutti morti ora. Lasciamo che questo sia un avvertimento.

Vi sono alcune nazionalità privilegiate nella Chiesa?

Purtroppo, spesso sì. Ma questo finisce sempre male, come possiamo vedere oggi nella ROCOR a Miami, per non parlare di molti altri posti.

Come possiamo evitare la negatività?

Concentrandoci su Cristo e sui santi. Tuttavia, ciò non significa che dovremmo essere sognatori e vivere tra le nuvole, come quelli che non vogliono conoscere il mondo reale. Queste persone definiscono "negativo" chi dice loro la verità. Tali sognatori non ottengono mai nulla, per quanti finanziamenti diano loro gli illusi, poiché sono disincarnati.

I greci ordinari possono ricevere la comunione nelle nostre chiese russe?

Sì, certo, io do loro la comunione ogni domenica. I membri ordinari del Patriarcato di Costantinopoli non sono direttamente interessati dalle azioni della loro élite traditrice. Ma ora ho l'abitudine di chiedere ai greci che mi sono sconosciuti se sono effettivamente ortodossi o cattolici orientali ("papisti orientali") nella confessione che è obbligatoria per gli adulti prima della comunione. Come ha affermato l' arcivescovo ucraino Feodosij di Bojarka :

"...questa linea (Ortodossia e Fanarodossia) non è seguita solo tra le Chiese, ma all'interno delle Chiese locali stesse; cioè, tra gli asceti della fede e gli zeloti dei canoni dell'Ortodossia da un lato, e gli ecumenisti, i liberali religiosi e gli etnofiletisti greci dall'altro. E se, con l'intervento e l'ammonizione di Dio, i fanarioti – i nuovi papisti – non arrivano a comprendere la Verità e al pentimento, allora una tale divisione globale tra Ortodossia e 'Fanarodossia' è del tutto possibile e non lontana. Ma in tal caso, la Chiesa ortodossa sarà purificata da un elemento estraneo, da nuove eresie.

Se stiamo parlando di uno scisma tra le singole Chiese ortodosse locali all'interno dei loro confini come conseguenza dell'attuale situazione inter-ortodossa, allora teoricamente, sfortunatamente, anche questo è possibile. E dal ragionamento umano, tutto sta portando a questo. Ma spero che il Signore non lo consenta, altrimenti le profezie dei santi, anche di recente, ne avrebbero parlato molto. Ma non lo hanno fatto. Al contrario, hanno parlato diversamente, dicendo molto che ispira ottimismo. Credo che il Signore correggerà la situazione con tali circostanze in modo tale che, nel tempo, gli ortodossi ricorderanno solo con un sorriso la minuscola ma orgogliosa eresia del papismo orientale, che a quel punto sarà affondata nell'oblio".

Qual è il bisogno più urgente per gli ortodossi nell'Europa occidentale?

Posso dirle fin da ora che NON è scrivere libri su teorie filosofiche "ortodosse" di "spiritualità" e teologia accademica, in cui gli autori descrivono ciò che non fanno e che non possono fornire. Il nostro bisogno più urgente sono i locali, le chiese parrocchiali. I cattolici romani e la Chiesa d'Inghilterra hanno queste cose e sono pienamente equipaggiati. Perché gli ortodossi non possono fare lo stesso? Vergogniamoci.

 
Una parabola: la storia di una nave

Fin dal precedente biblico dell’arca di Noè, l’immagine della nave richiama il veicolo della salvezza, ed è stata applicata alla Chiesa. Vediamo come, attraverso una parabola del viaggio di una nave, si può vedere l’epopea della Chiesa ortodossa (e della Chiesa ortodossa russa in modo particolare) nel corso del secolo passato. Padre Andrew Phillips ha raccontato questa parabola nel blog del sito Orthodox England, e nella sezione “Omiletica” dei documenti (si può predicare anche per mezzo di parabole…) presentiamo la versione russa dal portale Pravoslavie.ru, e la nostra traduzione italiana.

 
Il pastore

Ai tempi del seminario, ormai quasi quarant'anni fa, infuriava un dibattito su quale fosse la materia più importante: teologia dogmatica, teologia liturgica, teologia morale, teologia ascetica, Sacre Scritture, patristica, storia della Chiesa, diritto canonico, il Tipico, lingue, psicologia, omiletica, filosofia... Ogni insegnante avanzava spiegazioni convincenti sulla sua materia e su quanto fosse vitale. Ascoltavo attentamente, pronto a convincermi, ma sentivo che la teologia morale aveva un'argomentazione più debole, poiché era solo un ramo o una conseguenza della teologia ascetica, e che la filosofia era del tutto irrilevante nella nostra situazione impoverita della diaspora.

In retrospettiva, ora credo che il tema più importante sia quello che non era insegnato: la teologia pastorale. Questa, per me, è il riassunto di tutto il resto, tutto il resto è contenuto in essa, ed è la misura che spiega se una parrocchia lavora o no: se il sacerdote non capisce i bisogni del suo gregge, non si adatta a loro, e allo stesso modo il gregge non si adatta al pastore per farsi condurre al pentimento e quindi a una vita ecclesiale attiva, allora nient'altro ha alcun significato.

Purtroppo, la crisi pastorale infuria ovunque. Al di fuori della Chiesa, il cattolicesimo romano è stato ampiamente distrutto dal clero pervertito e la maggioranza del clero protestante sembra essere composta da atei o da moralisti fanatici con qualche problema sessuale personale. Tuttavia, all'interno della Chiesa, abbiamo poco di cui essere orgogliosi. Abbiamo troppo poche chiese, e i laici spesso diffidano dei chierici, che vedono spesso come estranei. Questo accade perché alcuni lo sono davvero. Come diciamo in russo: non è un prete, ma un "pope" (la parola sprezzante per un sacerdote ignorante, disonesto e, soprattutto, senza cuore).

Una mela marcia (e Giuda era una delle dodici prime mele) rovina tutte le altre. Tristemente, i sacerdoti banditi possono essere molto manipolatori – ne ho visti, in tutte le diocesi o "giurisdizioni", in tutte le Chiese locali, in tutte le generazioni. Possono manipolare e lusingare vescovi ingenui o già corrotti, distruggere una parrocchia o anche una diocesi, e un gruppo di loro può effettivamente compromettere intere Chiese locali. Questo è il motivo per cui i vescovi devono ascoltare la gente: i fedeli boicotteranno parrocchie, diocesi e chiese dove sarà permesso a tali sacerdoti di svolgere servizi o, piuttosto, di fare disservizi. Questi non sono un esempio per nessuno.

E così torniamo alla teologia pastorale, che, in realtà e molto semplicemente, l'arte di amare il nostro prossimo.

La beata Pelagia di Rjazan' ha detto il seguito sui preti banditi anti-pastori e ipocriti, il cui motto sembra essere 'fate quel che vi dico, non quel che faccio io', ordinati da vescovi ingenui oppure simoniaci, compresi quelli che prima della rivoluzione tradirono lo tsar (come fecero anche molti vescovi):

'I sacerdoti ricchi hanno crocifisso Cristo, i sacerdoti ricchi hanno rovesciato lo tsar, i sacerdoti ricchi condurranno il popolo all'Anticristo'.

 
Niente di nuovo sul fronte occidentale?

Nota: oggi sono felice di condividere con voi una relazione scritta da un amico e lettore, "Y", che mi ha chiesto di trasmettervi le sue parole - "non mi presento come un esperto della complicata storia e politica della Transcarpazia. Il mio intento è solo quello di sottolineare l'importanza di questa regione poco osservata dai media, e il fatto che che non tutti gli ucraini sono sostenitori dei fascisti". Sono immensamente grato a "Y" per il suo contributo, che è molto più interessante di molto di ciò che scrivono i cosiddetti "esperti". Sono anche pienamente d'accordo che è importante tenere d'occhio l'Ucraina occidentale. Spero che con l'aiuto di "Y" saremo in grado di mantenere uno sguardo su questa importante regione.

Saker

 

I rapporti dall'Ucraina naturalmente si concentrano sull'orrendo assalto omicida contro il popolo di lingua russa nel sud-est dell'Ucraina. Questo significa che tutto è tranquillo in tutto il resto del paese?

Si scopre che a basso livello c'è una grande quantità di attività sporadica contro il regime ucraino. Questo assume molte forme, dalla protesta pacifica agli atti mirati di sabotaggio.

A Odessa, tutto sembra tranquillo. Sono apparse molte fotografie di gruppi di persone che espongono la bandiera dell'Ucraina in atti di oppressione, con alcune persone che indossano la camicia ucraina ricamata (vyshyvka). Queste foto includono inquadrature di giovani donne fotogeniche con fiori nei capelli. Tuttavia, non appare più apertamente il simbolismo del Settore destro. D'altra parte, una mostra a lume di candela si è svolta all'esterno dell'edificio dei sindacati in ricordo degli uccisi durante l'operazione sotto falsa bandiera ai primi di maggio del 2014. Ci sono correnti sotterranee di guerra di propaganda in cui i monumenti pubblici sono dipinti in un ciclo dei colori dell'Ucraina seguiti dai colori della Novorossija. È interessante notare che i colori della Novorossija rimangono più a lungo nel tempo, e questo lascia intendere che l'altra parte abbia una ridotta capacità di monitorare e di ripristinare i colori Ucraina. A un livello più estremo, filiali della Privat Bank hanno subito danni da piccole bombe esplose a tarda notte. Ciò rappresenta un attacco contro gli interessi di Kolomoiskij, l'oligarca locale.

Anche a Mariupol, scena di un altro attacco da parte delle forze ucraine contro i civili e la polizia a maggio, le cose sembrano tranquille, ma esistono ancora posti di blocco sulle strade principali. Voci non confermate suggeriscono che l'area può essere tranquilla a seguito di intimidazioni da parte dei gruppi di locali estrema destra. È stato segnalato che Ljashko ha requisito la casa e ampi terreni di una proprietà appartenente a Yanukovich, che si trova a Uzuf, a 20 km a ovest di Mariupol, e si affaccia sul Mare di Azov. Questo potrebbe essere stato usato come base per la formazione dei membri del battaglione Azov. È interessante notare che un ex membro di Azov deluso da Ljashko sostiene che il battaglione è stato utilizzato principalmente come veicolo per le ambizioni politiche di Ljashko invece di combattere nel sud-est. Ci sono numerosi video di YouTube a sostegno di questa affermazione, e in genere mostrano membri del battaglione che maltrattano una persona o un'altra, descritta come supporter dei separatisti, con Ljashko che grida alla povera vittima e la intimidisce. Ci sono rapporti più recenti di attività di guerriglia contro i posti di blocco e altri obiettivi intorno a Mariupol. Rapporti recenti suggeriscono che sono in corso attacchi più concertati. Si tratta dell'inizio di un secondo fronte?

Voci non confermate suggeriscono che vi sia vicino a Mariupol una base dove specialisti militari americane addestrano gli ucraini in preparazione per l'invio nel Donbass. Ci sono state affermazioni che alcuni di questi individui americani sono stati uccisi da cecchini, uno mentre faceva il bagno sulla spiaggia di Mariupol il 30 luglio e un altro il 22 agosto. Un video di questo ultimo incidente è stato caricato su YouTube nella tarda serata del 22 agosto, ma è stato rapidamente rimosso, possibilmente entro 12 ore e sicuramente entro 24 ore.

Altrove, ci sono state numerose proteste in tutta l'Ucraina da parte di donne opposte alla mobilitazione, giunta alla sua terza fase. Il numero riportato certamente sottovaluta il numero effettivo delle proteste, come si è venuto a notare solo perché un gruppo dell'OSCE è capitato al momento giusto in un luogo in cui si svolgeva una protesta. Questo evento è stato notato sul loro sito web. Fino a poco fa la maggior parte della propaganda prendeva la forma della solita marcia pro-Ucraina, con grandi striscioni, persone drappeggiate nella bandiera, la camicia ricamata e le fotogeniche giovani donne con fiori nei capelli. Questo fine settimana, un grande corteo si è tenuto a Kharkov, con i sostenitori pro-Novorossija che hanno fatto lo stesso. Hanno portato uno striscione lungo 30 metri con i colori del nastro di san Giorgio, persone drappeggiate nelle bandiere di san Giorgio e donne che indossavano nastri di san Giorgio nei capelli. La dimostrazione e passata in pace, senza alcun segno di opposizione da parte del Settore destro.

All'altro estremo, ci sono stati tentativi di sabotaggio tattico delle infrastrutture, tipicamente strade e ferrovie. Nel caso più recente, un convoglio di cisterne militari ucraine piene di carburante è stato distrutto in un luogo dove la strada attraversa una linea ferroviaria. Ciò è servito a tagliare entrambe le vie di comunicazione. L'attacco ha fatto uso di mine, lanciagranate anticarro e proiettili perforanti, cosa che a sua volta suggerisce un'efficace capacità di sorveglianza e di pianificazione preventiva da parte degli attaccanti. L'attacco è avvenuto nel centro dell'oblast di Zaporozh'e, immediatamente a ovest dell'oblast di Donetsk.

Gli effetti della mobilitazione hanno avuto un effetto più consistente su due aree specifiche, una (la Transcarpazia) all'interno dell'Ucraina e una (la Transnistria) adiacente all'Ucraina.

La Transnistria è una stretta striscia di territorio senza sbocco sul mare, tra la Moldova e l'Ucraina. Si trova ad est del fiume Dniester (Nistru). Un tempo era parte della Moldova, ma dopo la guerra civile del 1990-2 e un successivo cessate il fuoco, è ora in una situazione giuridica poco chiara. Gli abitanti sono fortemente filo-russi e hanno recentemente chiesto di aderire alla Federazione Russa. La Transnistria non è formalmente riconosciuta da alcuno stato importante, ma ha una presenza di truppe russe. La Corte europea dei diritti dell'uomo ritiene che la presenza delle truppe russe dia alla Russia autorità effettiva sul territorio. La Russia afferma che le truppe sono lì per mantenere la pace e saranno ritirate una volta raggiunto un accordo completo. L'Ucraina è occupata nella costruzione di una grande trincea, di 5 metri di larghezza e 2,5 metri di profondità, lungo il confine con la Transnistria. Ciò ha sollevato tensioni all'interno della Transnistria, anche se negli incontri con l'ambasciatore americano in Moldova, essi hanno sottolineato che non si propongono di attaccare nessuno. Alcuni ipotizzano che l'Ucraina stia sollevando tensioni per provocare una risposta dalla Russia. Il sostegno militare russo dovrebbe attraversare il territorio dell'Ucraina consentendo a questa di dare alla Russia il ruolo di aggressore.

La Moldova in sé è pro-Unione Europea. L'accordo di associazione con l'UE è in fase di compimento, anche se questo non implica l'integrazione automatica con l'UE. La Moldova dovrebbe andare avanti verso la piena integrazione nel prossimo futuro. Ci sono una serie di fattori di complicazione. Il principale nasce dalla dipendenza completa della Moldova dal gas dalla Russia, le cui tubazioni di alimentazione passano proprio attraverso la Transnistria. La Transnistria deve circa 4 miliardi di dollari a Gazprom per il gas fornito, ma la Moldova è responsabile per il pagamento dei conti. Una seconda complicazione nasce dal desiderio del desiderio di un altro gruppo etnico di separarsi dalla Moldova. La Gagauzia cerca di unirsi alla Transnistria nel tentativo di aderire alla Federazione Russa.

La seconda regione, la Transcarpazia, costituisce l'oblast più occidentale dell'Ucraina. Confina con altri quattro paesi europei; Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania. Ha una storia politica molto complicata e una composizione etnica molto variegata. La maggioranza parla ucraino con una significativa minoranza di lingua ungherese. È la patria di un gruppo etnico, i carpato-russi, i cui membri si sono diffusi nel sud della Polonia, nel nord della Romania e nella Slovacchia orientale. Il terreno è in prevalenza collinare con valli strette ripide, che lo rendono attraente per i turisti.

Quest'area di circa 1,2 milioni di persone ha visto proteste contro la mobilitazione in seguito alla morte in combattimento di 70 persone della zona. La zona è pure sotto il controllo di un oligarca regionale, un'altra fonte di malcontento. In passato, i membri del Settore destro hanno preso d'assalto gli edifici governativi nelle città transcarpatiche di Beregove e Uzhgorod. La situazione degli ungheresi ha attirato l'attenzione del partito di destra Jobbik in Ungheria, che vede il supporto per loro come un mezzo per ottenere voti in Ungheria. Rappresentanti dei principali gruppi tanscarpatici si sono riuniti annunciando la loro opposizione al regime ucraino, e hanno firmato recentemente un trattato di assistenza e di sostegno reciproco a Yalta. Recentemente il capo regionale delle operazioni speciali ucraine è stato sostituito. Un piccolo contingente di militari ucraini, circa 1500 soldati e alcuni veicoli blindati di sostegno, è stato trasferito e messo di stanza nei pressi di Uzhgorod, una grande città vicino al confine con la Slovacchia. Questo sembra essere un tentativo di compiere repressioni in modo più efficace e di evitare il ripetersi degli eventi accaduti nel sud-est.

Tutti e quattro i paesi confinanti con la Transcarpazia sono stati colpiti dalle contro-sanzioni della Russia in seguito all'imposizione delle sanzioni anti-russe dell'UE. In particolare, l'Ungheria è un importante partner commerciale della Russia. La Russia ha anche un accordo per un reattore nucleare con l'Ungheria per fornirle un approvvigionamento di energia alternativa tramite la tecnologia nucleare. Sembra che l'Ungheria abbia un forte interesse a cooperare con la Russia, in particolare sulla questione della Transcarpazia.

La Transcarpazia acquista un ulteriore significato in quanto la maggior parte dei gasdotti che trasportano il gas verso l'Europa occidentale passano attraverso di essa. Se la Russia ottenesse il controllo di questo territorio, controllerebbe quindi questo punto nevralgico del sistema dei gasdotti. Questo negherebbe qualsiasi tentativo da parte degli Stati Uniti di ottenere il controllo del flusso di gas attraverso l'Ucraina. Questo a sua volta potrebbe in parte spiegare la fretta di Jatsenjyuk a svendere le infrastrutture dei gasdotti dell'Ucraina. La perdita di controllo statale attraverso la privatizzazione potrebbe a sua volta essere stata contrastata: in un sorprendente annuncio recente, sembra che i russi abbiano acquisito la proprietà di una società tedesca, la RWE. Questa società controlla la maggior parte del gasdotto a flusso inverso che portano indietro il gas dall'Europa occidentale in Ucraina.

Sembra che tutto sia superficialmente tranquillo al di fuori della Novorossija, ma questo è ingannevole e vi è spazio per cambiamenti drammatici. L'azione a Mariupol è l'inizio di un secondo fronte? Gli eventi di Kharkiv potranno verificarsi altrove? I combattimenti nel sud-est porteranno il vantaggio positivo di rimuovere il fascismo dall'Ucraina? Sorgerà un'Ucraina neutrale, federata? Sarà basata sulla rete di oblast esistenti o su regioni etniche più grandi? La Transnistria si fonderà in un tale stato? Si potrà finalmente domare la maledizione degli oligarchi?

 
"Cristo chiama tutti i popoli al suo gregge senza aggressività": lo ieromonaco Constantin (Simon) spiega perché gli uniati non amano gli ortodossi

lo ieromonaco Constantin (Simon)

Durante l'incontro del patriarca Kirill di Mosca e di tutta le Russie con il papa di Roma, di cui non si cessa ancora di discutere, anche se sono passate più di due settimane, si è parlato del tema dell'uniatismo in Ucraina. Abbiamo deciso di chiedere informazioni più dettagliate allo ieromonaco prof. Constantin (Simon), che apparteneva in precedenza all'ordine dei gesuiti.

Padre Costantin, ci dica in poche parole che cosa sta accadendo in Ucraina nella sfera della religione, e qual è il ruolo degli uniati.

In Ucraina, oggi l'atteggiamento degli uniati è molto aggressivo verso gli ortodossi.

La storia di questa aggressione non è iniziata con la perestrojka, come alcuni credono. L'ostilità uniate ha avuto inizio tra gli immigrati ucraini, nella diaspora ucraina, quando l'Unione Sovietica sotto Krusciov ha liberato il cardinale Iosif (Slipyj), che era stato mandato nei campi di prigionia del nord. Mi sembra che il governo sovietico in quel momento fosse ben consapevole di ciò che faceva. Quando arrivò in Occidente, Slipyj divise la Chiesa uniate in due gruppi opposti: quelli che erano per lui e le sue idee, che aspiravano a un patriarcato nazionale, e quelli che erano contrari. Ho in mente i vescovi, anche se pure tra i laici vi erano sostenitori di queste due idee. Io stesso l'ho visto nell'emigrazione degli anni '70; per esempio, in Inghilterra, c'era un vescovo che non sosteneva Slipyj: voleva essere fedele al Vaticano, perché il Vaticano non accettava di dare il patriarcato agli uniati. Così gli uniati che sostenevano Slipyj picchiarono senza compassione quel vescovo, quando si presentò per la consacrazione di una chiesa. Questa era l'aggressione tra gli uniati.

il cardinale Joseph Slipyj

Poi ci fu una situazione simile con l'Ucraina. Negli anni '80 un gesuita tedesco mi disse che temeva che l'Unione Sovietica non avrebbe liberato presto la Chiesa uniate, perché il governo riusciva a prevedere la situazione che è successa oggi. Gli uniati vivevano clandestinamente, avevano i loro sacerdoti, che erano molto ben istruiti in materia di fede. I loro sacerdoti insegnavano e insegnano che se un uniate diventa ortodosso, allora sarà scomunicato dalla Chiesa cattolica, poi, dopo la morte finirà all'inferno, perché la rinuncia al papa significa la dannazione eterna. Gli uniati erano ben istruiti, erano eccellenti catechisti, conoscevano bene la legge di Dio – meglio degli ortodossi in Ucraina occidentale in quel momento. Quel sacerdote tedesco temeva una crisi, perché l'aggressione uniate si combinava con il nazionalismo, e in una forma estrema. E quando fossero stati resi liberi, avrebbero diretto la loro aggressione contro gli ortodossi. Aveva ragione.

papa Giovanni Paolo II

Ma il Vaticano, come ho detto, non ha voluto dare agli uniati il loro patriarcato. Questo avveniva ai tempi di papa Paolo VI, che aveva voluto stabilire buone relazioni con la Chiesa ortodossa. Dopo di lui, sotto Giovanni Paolo II è cambiato tutto. Mi ricordo che ai tempi di Paolo VI, quando la Chiesa greco-cattolica era vietata in Ucraina, ma esisteva in esilio in Inghilterra, in Germania e in altri paesi europei, quasi tutti i fedeli abbandonarono il vescovo, perché questi non sosteneva Slipyj. Poi hanno cominciato ad arrivare soprattutto in Inghilterra sacerdoti che vivevano a Roma, e non avevano il permesso di stare in altri paesi. Questi commemoravano il patriarca, anche se questo non esisteva. Calpestavano le regole ecclesiali. E non celebravano nelle chiese, ma in club speciali per gli uniati. Furono scomunicati da Paolo VI. Ma sotto Giovanni Paolo II, che era anti-russo e anti-ortodosso, sono stati tutti dimenticati. Oggi occupano le posizioni più elevate della Chiesa uniate, sia in Ucraina, sia nell'emigrazione. È molto strano che siano stati scomunicati a quei tempi. Negli anni '80 il cardinale Slipyj ordinò alcuni vescovi senza il permesso del Vaticano. Marcel Lefebvre aveva fatto lo stesso ed era stato scomunicato, ma Slipyj non fu scomunicato. Tra i vescovi che aveva ordinato, vi era il famoso cardinale Husar, poi a capo della Chiesa uniate in Ucraina. Per circa dieci anni era stato sospeso dal sacerdozio, ma sotto Giovanni Paolo II fu messo in grado di agire apertamente. Una situazione poco chiara.

Allora, perché gli uniati sono aggressivi? Perché la loro chiesa è costruita non solo sulla legge di Dio o sull'appartenenza alla Chiesa cattolica, ma perché l'attività di questa chiesa è costruita sul nazionalismo.

Storicamente la Chiesa greco-cattolica non ha sostenuto il nazionalismo ucraino fino all'inizio del XX secolo. E gli ucraini ortodossi guardavano alla Chiesa uniate come a una marionetta dei polacchi, perché di solito sosteneva la politica polacca. Alcuni erano russofili che sostenevano la politica russa, ma non quella ucraina.

Un fatto poco noto: quando all'inizio del XIX secolo un prete uniate lesse un sermone nella cosiddetta "lingua russa", causò un enorme scandalo tra l'intellighenzia in Galizia. Prima di quel momento, i sacerdoti uniati predicavano in polacco. Oggi il metropolita uniate Andrej (Sheptytskij) è un eroe nazionale nella comunità uniate. Pochi ricordano che Sheptytskij è nato cattolico romano, e che era polacco; anche se parte di padre aveva antenati russi, da parte di madre era un polacco puro, parente del famoso scrittore e comico polacco Fredro. Per lui, la lingua polacca era la lingua madre, e parlava anche un ucraino molto debole con un forte accento polacco, per quanto si sente delle rare registrazioni delle sue prediche e discorsi.

rito uniate-galiziano

Solo dopo la caduta dell'impero austro-ungarico, quando la Chiesa uniate si è trovata nella Polonia borghese, hanno cominciato a coniugare il nazionalismo e la religione. Il nazionalismo estremo in questa forma non è il benvenuto nella Chiesa cattolica, la Chiesa cattolica vuole essere universale. In questo gli uniati sono cattivi cattolici.

Studiosi di religione e giornalisti dicono che l'incontro tra il patriarca e il papa è stato rinviato per lungo tempo a causa del problema dell'uniatismo. Che cosa significa questo? La posizione della nostra Chiesa nei confronti degli uniati dell'Ucraina e chiara; questo vuol dire che la Chiesa cattolica non ha saputo come reagire agli uniati?

Naturalmente, la Chiesa cattolica non ha saputo come reagire agli uniati. Io stesso ho notato che un tempo c'è stato un avvicinamento tra cattolici e ortodossi. Poi gli uniati hanno cominciato a mettere i bastoni tra le ruote agli ortodossi. Quando c'è stato un riavvicinamento con la parte cattolica, gli uniati hanno trasferito la residenza del loro cosiddetto patriarca a Kiev, dove non c'è popolazione uniate. Come se l'avessero fatto specificamente per il Vaticano. Così è avvenuto diverse volte, sempre con contromosse da parte loro, in modo che il Vaticano non sa a volte come reagire. Questo non ha solo a che fare col papa, ma con la curia. Ci sono in Vaticano i sostenitori degli uniati, e i sostenitori degli ortodossi.

Prima di questo i metropoliti uniati, però, pur rivendicando il titolo di Kiev, non sono mai vissuti a Kiev, che è sempre stata una roccaforte dell'Ortodossia grazie ai cosacchi. I metropoliti uniati vivevano a Novogrudok nell'odierna Bielorussia, o a Vilnius, dove la popolazione era in gran parte cattolica.

Nel conflitto politico in Ucraina, la Chiesa ortodossa ucraina sta cercando di non prendere alcuna posizione, e invita entrambe le parti alla riconciliazione. Gli uniati, al contrario, sostengono una delle parti. Dopo che la Chiesa cattolica ha condannato le loro azioni, qualcosa cambierà nella loro posizione in termini politici?

Non è un caso che la Chiesa uniate sostenga una parte, perché la loro chiesa è basata sull'idea antirussa: questa Chiesa agisce in conformità con motivi russofobi e ortodossofobi.

Ma non solo per giustificare la sua esistenza, la Chiesa uniate deve sottolineare la divisione tra i popoli slavi, dicendo che gli ucraini non hanno nulla a che fare con i russi. La loro ideologia è che i russi siano asiatici, che hanno occupato l'Ucraina e che ancora occupano la Crimea e l'Ucraina orientale.

L'Ucraina è ancora un paese ortodosso, non sarà mai cattolica.

Gli uniati guardano con grande piacere al fatto che la Chiesa ortodossa in Ucraina è ormai in crisi perché credono, al contrario, di essere nell'unità universale della Chiesa. Quando guardano all'Ortodossia, sottolineano che Ucraina ci sono tre chiese, ma questo non è vero, ce n'è una sola – la Chiesa Ortodossa Ucraina, gli altri sono scismatici che gli stessi uniati non riconoscono. E non solo parlano dei tre rami dell'Ortodossia, ma concelebrano pure con i sacerdoti della Chiesa autocefalista, e questo è per me un fatto sorprendente.

Quando Filaret Denisenko, il cosiddetto patriarca di Kiev, era sotto il regime sovietico, era il maggior persecutore del nazionalismo ucraino e degli uniati in Ucraina occidentale. Ora tutto è dimenticato, tutto è perdonato, sono disposti a concelebrare, e non solo le preghiere, ma anche la Liturgia. Questo è giustificato dal nazionalismo. Denisenko, anche se ora parla solo in lingua ucraina, in epoca sovietica parlava russo e conosceva poco l'ucraino. Ora il passato è stato dimenticato.

Svjatoslav Shevchuk e Filaret Denisenko

Ma può accadere qualcosa che ispiri gli uniati comportarsi in modo più mite con la Chiesa ortodossa?

Per ora non lo so. Il problema non è con l'Ortodossia in generale, ma proprio con l'Ortodossia russa. Sono fattori più nazionali che ecclesiali.

Conoscevo molto bene un vescovo uniate a Roma, un estremista, non del tutto normale, che partecipava anche a incontri ecumenici con gli ortodossi, tra cui i russi. Alla fine della sua vita, disse: "Ecco, io ho combattuto tutta la vita contro l'Ortodossia, e ora sotto il mio naso a Roma i russi costruiscono una chiesa". Si riferiva alla chiesa di santa Caterina. Ecco quanto profondamente è penetrato in loro il senso anti-russo e anti-ortodosso. E non era uno dei nazionalisti, non appoggiava neppure l'idea di un patriarcato uniate, ma aveva questo sentimento.

Il capo degli uniati in Ucraina, al fine di giustificare il papa, ha detto che il primate della Chiesa cattolica non è molto esperto in politica, e che il patriarca se ne è approfittato, e così è apparsa una voce sulla condanna della Chiesa uniate. Pensa che questo possa rassicurare e convincere il gregge degli uniati?

il capo della Chiesa uniate, Svjatoslav Shevchuk

È molto strano che l'abbia messa così. Il capo degli uniati, Shevchuk, è stato vescovo in Argentina. Ha detto che aveva uno stretto rapporto con il papa. A quel tempo momento non lo informava su questi casi politici, quando erano insieme? La situazione è cambiata da allora? Non credo.

Da altre fonti, deduco che il loro rapporto non fosse dei migliori. Quando l'attuale papa era cardinale in Argentina, ha voluto che i greco-cattolici, cioè gli uniati, fossero sotto la sua giurisdizione, e Shevchuk era fortemente contrario a questo. Quindi, mi sembra, già in Argentina, non erano in ottimi rapporti. Sorprendentemente, Shevchuk non è diventato cardinale, anche se Husar lo era diventato, e per di più quasi immediatamente, nonostante il suo passato molto poco limpido.

Il papa è ben consapevole di questa politica. Il papa vorrebbe risolvere i rapporti con gli ortodossi. Questo era lo scopo della recente riunione. Il papà non era tenuto a giustificare la politica ucraina in materia di Crimea e Ucraina orientale, ed era su questo che contava Shevchuk. Il papa voleva essere obiettivo.

Ha voluto migliorare le relazioni con gli ortodossi, ma qui dobbiamo essere molto attenti, perché in quest'incontro, credo, non c'è stata una sola parola su qualche ricongiungimento o unione tra ortodossi e cattolici.

Hanno parlato di questioni che sono molto importanti nel mondo di oggi: la situazione dei cristiani ortodossi e cattolici, in particolare nei paesi musulmani, dove sono oppressi e soffrono terribilmente, la secolarizzazione in Occidente.

A Parigi c'è un vescovo uniate che di recente ha detto che è strano che la Chiesa russa si comporti come se fosse quella principale tra gli ortodossi, quando meno del due per cento dei russi va alla domenica in chiesa. In Francia sono meno del due per cento. I cattolici sono tenuti sotto pena di peccato mortale a partecipare alla liturgia ogni domenica, se non sono malati, e gli ortodossi no.

Non so se la cifra del due per cento corrisponda alla realtà. Qui vedo che le chiese sono piene la domenica. Sono due anni che vivo in Russia. Se i russi non vanno in chiesa regolarmente la domenica, si comportano meglio verso la religione, i sacerdoti, il clero, rispetto ai francesi, che sono anticlericali.

In Inghilterra, in Germania, in Belgio, dove ho studiato, la situazione è la stessa. In Germania ho studiato filologia presso la Facoltà cattolica di Monaco, ed ero in imbarazzo a dire di essere un prete cattolico, perché saremmo stati derisi a causa mia. Là i fedeli erano sempre derisi durante le lezioni. E nel corso di una conferenza sula lingua slava ecclesiastica, nessuno sapeva cosa fosse la consacrazione, quando, sotto le specie del pane e del vino si manifesta il corpo e il sangue del Signore. E questa è l'intellighenzia. Al cuore dei cattolici. Ecco la secolarizzazione.

Non so il motivo per cui un vescovo uniate accusa la Chiesa russa di collaborare con il governo e ha detto che il patriarca è compromesso. Questo non è vero. Ma in Ucraina la Chiesa uniate collabora con il regime. C'erano perfino alcuni preti uniati che durante la presidenza di Janukovych incitavano pubblicamente la gente a ucciderlo. Oggi Shevchuk e suoi vescovi parteggiano solidamente per il regime anti-russo, proprio perché è anti-russo...

Dopo il discorso del Papa, gli uniati non potrebbero diventare fortemente contrari ai cattolici?

Tre anni fa, ho tenuto un'intervista presso l'Accademia ortodossa a San Pietroburgo. Ho detto che ritenevo che i cattolici non dovrebbero impegnarsi nel proselitismo in Russia e che la Chiesa uniate era un fenomeno screditato. Ho detto che così è oggi l'insegnamento della Chiesa cattolica e del papa di Roma, perché ho citato la cosiddetta Dichiarazione di Balamand, dove questo era chiaramente indicato. In seguito ho ricevuto una lettera della Congregazione per la dottrina della fede a Roma. Sono stato molto criticato per il mio discorso, hanno sostenuto che la dichiarazione di Balamand non è ufficiale, che la Chiesa cattolica ha il diritto di convertire gli ortodossi in Russia, se lo desidera, che nessuno parla contro il proselitismo della Chiesa cattolica, e che non ho il diritto di esprimere la voce del papa in questa materia.

Sono rimasto sorpreso da una tale reazione. Ho ricevuto una lettera attraverso il generale dell'ordine dei gesuiti, essendo io stesso un gesuita. Ho dovuto scrivere una dichiarazione e chiedere perdono, per non aver avuto ragione quando avevo citato la dichiarazione.

E di recente, il papa ha citato e ha detto le stesse cose che io avevo detto nell'intervista. Sono piacevolmente sorpreso. Ho avuto a causa di quella dichiarazione alcune difficoltà e problemi, e ora sono stato giustificato. Ho quindi scritto una nota esplicativa. Quando l'ho scritta, ho ricevuto ancora una lettera da quelle autorità, che hanno dichiarato che erano felici che quel sacerdote e professore si fosse pentito, ma che aveva una migliore comprensione della posizione della Chiesa cattolica e che deve capire che la dichiarazione di Balamand non è ufficiale e che è impossibile dire che le Chiese ortodossa e cattolica siano sorelle. Non giustificano mai una persona, ma giustificano sempre se stessi.

Mi sembra che il cardinale che ha firmato la lettera, un americano, non ne sapesse nulla. Ma qualcuno nella Congregazione sapeva. La lettera è stata scritta sulla base delle relazioni di cattolici russi di rito orientale, che sono molto sensibili alla questione del proselitismo, perché sono quasi tutti ex ortodossi.

Ho scritto un libro sul Russicum – il collegio russo a Roma. Negli anni '30, prima della guerra, vi studiavano principalmente ex ortodossi che volevano diventare sacerdoti. Purtroppo, circa il 90 per cento di questi sacerdoti era composto da imbroglioni o da persone profondamente deluse, tra cui molti alcolizzati. Non potevano, senza l'aiuto delle autorità cattoliche, fare missione per la Chiesa cattolica. La loro missione era portare gli ortodossi in Europa occidentale al cattolicesimo. Tra l'altro, alcuni sono addirittura ritornati all'Ortodossia. Ma resta il fatto che il cattolicesimo per spirito e natura non è una religione russa.

Ora gli uniati dicono che bisogna cattolicizzare tutta l'Ucraina per separarla completamente dalla Russia. Ne hanno parlato molto spesso ai tempi di Husar.

Ma se gli uniati hanno tanto zelo per il cattolicesimo, perché non possono semplicemente entrare nella Chiesa cattolica?

Anche dopo la liberazione di Slipyj gli uniati desideravano avere il loro patriarcato, che mantenesse la loro indipendenza. Volevano diventare una Chiesa locale, vale a dire chiamarsi cattolici, ma non dipendere dalle strutture cattoliche. Parlavano ovunque dei loro diritti: volevano un sacerdozio sposato, che i cattolici non ammettono; volevano la loro forma di governo; volevano scegliere i vescovi senza il permesso delle più alte autorità cattoliche.

Quando combattevano per il patriarcato, erano contro il papa. Non si capisce come mai Slipyj abbia detto che per molti anni aveva sofferto per il papa e per il cattolicesimo. Quando è stato rilasciato, ha combattuto contro il papa.

Gli uniati hanno davvero una grande influenza sulla politica in Ucraina, come dicono alcuni?

Penso che questa sia un'esagerazione. Non so quale sia la percentuale che ora gli uniati hanno nel paese, ma è piccola. L'Ucraina è un paese ortodosso.

Ma se si prendono gli uniati assieme al patriarcato scismatico di Kiev e alla Chiesa autocefalista, allora sì, si scopre che il numero è già rilevante.

Ma d'altra parte gli uniati non vogliono davvero tornare sotto la Polonia, della Polonia non hanno ricordi molto buoni. Allora avevano avuto grandi conflitti proprio sulla base del nazionalismo.

Grazie, padre Constantin. Ora vediamo un quadro chiaro di ciò che sta accadendo oggi nella vita religiosa in Ucraina.

Una Chiesa che non è costruita sulle parole di Gesù Cristo, ma sul sangue, sulla separazione dei popoli e sulla diffusione di odio non può avere pretese di verità. La Chiesa uniate è una Chiesa malata. Spero che tutti coloro che leggono questo preghino per una guarigione interna di questa parte della Chiesa cattolica, perché possa maturare e realizzare che Cristo chiama tutti i popoli al suo gregge senza aggressività e senza eccezioni.

 
Arcivescovo Kliment: I nazionalisti stanno già uccidendo i nostri preti e catturando chiese

Nella foto: l'arcivescovo Kliment (Vecherja) di Nezhin e Priluki

L'arcivescovo Kliment, rappresentante ufficiale della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca e presidente del Dipartimento sinodale per l'informazione e l'istruzione, ha risposto alle domande del quotidiano Komsomolskaja Pravda.

Il conflitto tra la Chiesa ortodossa russa e il Patriarcato ecumenico (di Costantinopoli) ha raggiunto il suo apice. Nella sua sessione a Minsk, il Sinodo della Chiesa ortodossa russa ha adottato la decisione di interrompere la comunione eucaristica con Costantinopoli. Questo è stato causato dalla decisione del patriarca Bartolomeo di Costantinopoli di avviare un processo di concessione del Tomos (un decreto di legalizzazione) a una chiesa locale ucraina, ritenuta scismatica. In parole semplici, il potere laico ucraino auspica che il paese abbia una propria Chiesa ortodossa che non avrebbe nulla a che fare con la Chiesa ortodossa russa del Patriarcato di Mosca. Perché, nella comprensione di coloro che governano il paese ora, ogni cosa di Mosca è collegata con l'odiata Russia.

Il primo dei rappresentanti della Chiesa ortodossa ucraina a sostenere la decisione del Sinodo di Costantinopoli è stato il metropolita Aleksandr (Drabinko) di Perejaslav-Khmelnitskij e Vishneva. Si è dichiarato un chierico del Patriarcato ecumenico. Vi ha informati di questa decisione?

Il metropolita Aleksandr non ha mai nascosto la sua posizione, costruita in conformità con le nuove realtà politiche, anche se in precedenza era rimasto fedele alle precedenti autorità. È un suo affare personale. Come vescovo, non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale sul fatto che avrebbe preso parte ad azioni non canoniche a sostegno del Patriarcato di Costantinopoli. Tutte le sue dichiarazioni espresse nei mass media sono molto contraddittorie.

Esiste un meccanismo per tali trasferimenti?

Non esistono tali meccanismi. Non si suppone che una persona possa lasciare la Chiesa e passare a uno scisma. È una situazione anormale. In realtà, si sviluppa in questo modo. Uno comincia a servire insieme agli scismatici. Allora diventa ovvio che ha lasciato la Chiesa e si è trasferito in una struttura non riconosciuta.

Quando è stata inviata una richiesta per concedere all'Ucraina il Tomos per una propria Chiesa locale autocefala (indipendente, ndc), questa è stata sostenuta, insieme al patriarca non canonico Filaret di Kiev e al metropolita Makarij (capo della Chiesa ortodossa autocefala ucraina, ndc), da un certo numero di vescovi della Chiesa ortodossa ucraina. Chi sono queste persone?

Non lo sappiamo. Supponiamo che questa petizione sia stata firmata da due vescovi. Lo hanno confidato indirettamente ai mass media. In tal modo, non hanno detto che le loro firme implicano che parteciperanno a qualsiasi concilio di unione. Il Patriarcato di Costantinopoli non rende pubblica alcuna informazione per impedire la persecuzione dei vescovi da parte della Chiesa ortodossa ucraina. È strano, perché noi abbiamo vescovi impegnati in aperta critica e nessuno li perseguita. Al contrario, noi, in qualità di rappresentanti della Chiesa ortodossa ucraina, possiamo sentire minacce rivolte a noi. Ci viene detto apertamente: non c'è posto per voi in Ucraina. Per esempio, il capo del ministero degli esteri ucraino Pavel Klimkin ha detto così.

Ci sono timori che inizieranno catture in massa delle chiese. Come potete opporvi a questo?

Noi cittadini ucraini siamo normali contribuenti con i cui soldi viene sostenuta la polizia. Mi piacerebbe credere che in uno stato governato dalla legge, ogni cittadino possa sentirsi protetto a prescindere dalle sue convinzioni religiose. Ma è difficile dire cosa avverrà in realtà. Dalle autorità provengono dichiarazioni molto diverse. Il ministero della cultura ha già detto che realizzerà una ridistribuzione delle proprietà ecclesiali e rivedrà tutti i documenti sulla base dei quali la Chiesa usa i luoghi di culto. E se lo stato crea un simile precedente, il resto sarà un gioco. Lo stato scrive la legge per se stesso. Possono arrivare fino all'utilizzo di misure che lo stato non ha il diritto di usare apertamente.

Come i nazionalisti che catturano le chiese con la forza?

Ovviamente. Lo abbiamo già sentito non una sola volta, quando i radicali nazionalisti hanno occupato le chiese e picchiato i fedeli. Nel Donbass, sono stati uccisi tre sacerdoti; due anni fa, alla vigilia delle celebrazioni del Giorno del Battesimo di Rus', un altro sacerdote è stato ucciso a Kiev; poi è stata uccisa una monaca. Tutte le dichiarazioni dei radicali a noi rivolte possono essere considerate come incitamento all'aggressione per motivi religiosi. Ma nessuno reagisce ad esse. Non è da un solo anno che viviamo in un'atmosfera del genere. Ma sa, per un credente è un grande onore soffrire per Cristo e per la Chiesa. In realtà, è impossibile intimidire un vero credente con la violenza in quanto, a differenza di un uomo secolarizzato, ne ha una visione completamente diversa.

Una settimana dopo la fine del Sinodo del Patriarcato di Costantinopoli, ci sono ancora molte domande riguardanti la decisione adottata sull'Ucraina. Secondo lei, come può essere trattata la posizione di Costantinopoli?

Costantinopoli ha dichiarato l'intero territorio dell'Ucraina come sua proprietà - tutto ciò che appartiene alla sfera religiosa e ha il nome di ortodossi. È una razzia. Sorprendentemente, i politici ucraini hanno applaudito e gioito per questo "evento storico". In realtà, sono stati derubati e resi indigenti essi stessi. L'Ucraina è rimasta senza niente: non c'è nessun patriarca né una Chiesa unificata. È molto probabile che ci sarà un esarcato del Patriarcato ecumenico. Tuttavia, sarebbe così se noi riconoscessimo queste decisioni, se fossero legittime. Per noi, sono parole vuote. È tutt'altra cosa quando i politici sfruttano queste affermazioni. Tutto intorno a Kiev ci sono slogan che sbandierano le parole 'Tomos' e 'Petro Poroshenko'. Il problema del Tomos è diventato una parte della corsa pre-elettorale. Ho la sensazione che questa storia sarà finita non appena avrà termine il processo pre-elettorale.

Quali dovrebbero essere le condizioni in base alle quali all'Ucraina sarà data l'autocefalia?

In primo luogo, non ci dovrebbe essere alcuno scisma. Per superare uno scisma è necessario non incorporare lo scisma nella Chiesa, ma è necessario che lo scisma realizzi che è uno scisma, si penta e ritorni alla situazione da cui è partito. In secondo luogo, la Chiesa canonica dovrebbe desiderare un'autocefalia. E noi non la vogliamo.

Ora, ogni volta che inizia una discussione sul perché il Patriarcato di Mosca è contrario all'autocefalia per la Chiesa ortodossa ucraina, si ricorda che l'Ucraina ha il maggior numero di parrocchie. Pertanto, si parla della questione finanziaria.

Gli ucraini ortodossi, fin dal 1991, hanno ricevuto un Tomos dal Patriarcato di Mosca, che ha dichiarato che ci viene data la piena indipendenza, amministrativa ed economica, dalla chiesa ortodossa russa del Patriarcato di Mosca. Non ci sono nostri stanziamenti al Patriarcato di Mosca. Tutti questi rumori sono falsi. Semplicemente non esiste una prova contraria.

Costantinopoli ha dichiarato che sta avviando un processo di concessione dell'autocefalia in Ucraina. Quanto può durare?

All'infinito. Cent'anni fa, la Chiesa ortodossa finlandese ha chiesto al Patriarcato di Costantinopoli un'autocefalia. La questione è stata rimandata in quello stesso momento; è stata data l'autonomia, ma il problema rimane aperto fino a oggi. Anche la Chiesa ortodossa americana ha chiesto l'autocefalia, ma invece il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli minaccia di mandare in pensione il principale vescovo del continente americano e non vuole risolvere questo problema. Il compito del Patriarcato di Costantinopoli non è dare l'autocefalia, ma creare una propria struttura in un nuovo territorio e stabilirsi lì a lungo. Il presidente dell'Ucraina ha già dichiarato che progetta di consegnare la chiesa di sant'Andrea a Costantinopoli. Sorge la domanda: ha un senso trasferire una delle chiese più antiche e più belle alla Chiesa locale di qualcun altro in un momento in cui è in gioco la questione di creare la propria Chiesa locale ucraina? Perché dovremmo contrattare per i nostri santuari? Secondo la legge, molte chiese sono di proprietà dello stato. Non sono state consegnate a nessuno per lungo tempo con il pretesto che si trattava di monumenti architettonici di valore culturale. Ma le dichiarazioni odierne del presidente e i precedenti rifiuti di consegnare i luoghi di culto alla Chiesa possono essere considerati bugie. Si scopre che tutto è possibile. Hanno semplicemente aspettato di vedere a chi potevano essere consegnate.

La Chiesa ortodossa ucraina è pronta a tenere negoziati con Filaret e Makarij, per fare concessioni?

In primo luogo, tutti coloro che entrano in comunione con gli scismatici diventano scismatici. In secondo luogo, si rifiutano essi stessi di negoziare. Non è redditizio per loro. Ora il "patriarcato di Kiev" parla il linguaggio degli ultimatum. Eccoci, unitevi a noi. Nella comprensione ecclesiale, sono una nullità. Non sono riconosciuti neppure da Costantinopoli. Il "patriarcato di Kiev" teme che un Concilio per l'unificazione delle chiese ucraine elegga da sé un primate e una forma di esistenza futura della vita ecclesiastica in termini di parità. Il "patriarcato di Kiev" teme molto di perdere le sue preferenze.

 
Una luce differente: giovani viaggiatori nell'America contemporanea

I lettori del XX secolo hanno conosciuto il libro di Kerouac On the Road, e il suo precedente classico del vagabondaggio, The Road di Jack London, ma quanti di noi sanno cosa sta facendo la contro-cultura del XXI, i loro stili di vita e le loro aspirazioni? Vediamo i tatuaggi, anelli al naso, atteggiamenti, ma sentiamo le grida del cuore da parte dei giovani in cerca di verità? Nella seguente intervista Rainbow (Xenia) Lundeen e Seth (John) Haskins, entrambi battezzati ortodossi dopo questa conversazione, condividono le conseguenze del tentativo di vivere il Vangelo nella loro vita.

Battesimo di Rainbow (Xenia) Lundeen da parte di padre Paisius Altschul alla chiesa ortodossa serba di Santa Maria Egiziaca, Kansas City, Missouri

RTE: Rainbow e Seth, da dove provenite e come avete fatto a diventare viaggiatori?

RAINBOW: Quando ero molto giovane, i miei genitori erano dediti membri della Chiesa Avventista del Settimo Giorno, ma dopo esperienze negative con la chiesa hanno lasciato il cristianesimo, e io e mio fratello siamo stati allevati più o meno come agnostici. Quando avevo dodici anni, ho avuto alcuni compagni cristiani che cercavano di convincermi che Cristo era Dio, ma mi sembravano così superficiali che quando dicevano cose come, "Gesù ti ama", mi mettevo le dita nelle orecchie. Non molto tempo dopo, però, ascoltando musica di Natale da sola nella mia stanza, ho improvvisamente sperimentato non solo una sensazione celeste, ma la presenza di qualcuno, che sapevo essere Gesù Cristo stesso. Ho accettato il cristianesimo, allora, ma non è stato fino a dopo le medie che ho cominciato a uscire con gli amici cristiani che sono diventati parte della mia vita. Galati dice: "Se viviamo nello Spirito allora dovremmo camminare nello Spirito ", e mi ha colpito il fatto che il cristianesimo non era solo un elenco di regole di cose che non dovrei fare. Se credevo in Dio, dovevo seguirlo. Al liceo mi sono interessata alla cultura punk rock, e a diciassette anni mi sono trasferita a Washington per studiare fotografia commerciale presso l'Art Institute di Seattle. Dopo un paio di semestri ero stanca di sentire come fare soldi con la mia arte. Non volevo vendere me stessa o le mia fotografie. Ero stanca della società, della ricerca di soldi, di affitti, di posti di lavoro senza senso, e della mia stessa vanità, ma non sapevo quello che stavo cercando.

Poi ho trovato un nuovo amico, di nome Learning, che era appena tornato dal suo primo viaggio su un treno merci. È stato un tempismo perfetto. Learning cominciò a raccontarmi del non possedere nulla, del viaggiare sui treni merci e dormire nelle foreste, tra i cespugli, e nei vicoli, e tutto ad un tratto ho pensato: "Sono pronta per questo". Ero pronta a partire con una Bibbia e uno zaino, ma era già tardo autunno, un brutto momento per iniziare a viaggiare. Così sono rimasta a scuola, ma ora avevo amici che la pensavano come me e abbiamo cominciato a vivere insieme e fare musica.

RTE: Che tipo di musica suonavate?

RAINBOW: La chiamavamo anarco-folk. Non ero una gran musicista, ho suonato un po' di autoharp, chitarra, tamburello, armonica... tutto quel che potevo trovare. Non sono molto brava con qualsiasi strumento.

SETH: Suona bene la tromba.

RAINBOW: Non tanto bene per le orecchie. La musica era un modo di sentirsi liberi. Ho anche iniziato a cucire, e anche la mia fotografia ha cominciato a prendere una piega più creativa. Stavo cercando di vivere queste cose, non solo di usarle, e la vita ha preso una luce diversa. La nostra band si chiamava Compost, e l'estate successiva siamo andati in un tour di due mesi in giro per gli Stati Uniti, quattordici di noi in due furgoni, campeggiando per quanto abbiamo potuto. Abbiamo anche suonato a Cornerstone, un festival di musica protestante messo su da Jesus People, USA, per quasi 30 anni. Cornerstone è uno dei principali raduni per i viaggiatori cristiani, specialmente a "Hobo Jungle" dove la gente campeggia. Ci sono molti giovani viaggiatori nel paese, dai 18 ai 25 anni di età, ma solo un piccolo numero sono cristiani, quindi la maggior parte di noi si conosce a vicenda e cerchiamo di rimanere in contatto.

Quell'anno abbiamo anche iniziato qualcosa che abbiamo scherzosamente chiamato "Christian Summer Camp". Era un gruppo di punk cristiani che hanno deciso di andare in campeggio, ma è finito per diventare un raduno a livello nazionale a cui la gente portava i loro amici viaggiatori.

Dopo il tour ho iniziato a fare autostop con un'amica e abbiamo percorso tutto il paese: Chicago, Michigan, New York, Philadelphia, Kansas City. La nostra destinazione finale era l'Oklahoma, ma più a sud si va, meno probabilità c'è che la gente dia un passaggio, anche a un paio di ragazze dall'aspetto innocuo. Infine, un camionista ha detto, "vi prenderei, ma sto andando in California". Abbiamo detto, "andiamo", e così ci siamo ritrovate nel sud della California, e siamo arrivate lungo la costa.

Presto ho incontrato di nuovo i miei amici Learning e Jacob e abbiamo iniziato a usare i treni merci come nostro principale mezzo di trasporto.

RTE: Come siete riusciti? Non ci sono ancora guardie ferroviarie, come nei vecchi film, che vigilano sulla presenza di vagabondi?

RAINBOW: Ci sono ancora poliziotti ferroviari, e sono ancora chiamati tori, come ai vecchi tempi. Praticamente tutti i depositi hanno i loro tori, ma si può riconoscere quali auto guidano ed evitare le torri di guardia. Stai al buio o tra gli alberi e una volta individuato il tuo treno, vi sali sopra. Noi salivamo quasi sempre sui treni mentre erano fermi in deposito, o durante un cambio di equipaggio. Altri saltavano su alla partenza.

RTE: Portavate con voi del cibo?

RAINBOW: Sì... una scatola di fagioli o una scatoletta di tonno, una mela. La maggior parte del tempo non stavi su un treno per più di dodici ore. Il mio tragitto più lungo è stato di 24 ore, ed era più di quanto ci aspettavamo, quindi non avevamo cibo con noi. Ma realisticamente, un giorno senza cibo non è un grosso problema.

RTE: Soprattutto una volta che sei ortodossa. Seth, che dici di te, qual è la tua storia?

SETH: Sono nato e cresciuto a Mustang, in Oklahoma. La mia famiglia è originaria del sud-est dell'Oklahoma; mio nonno era il vice-presidente della Convenzione Battista dell'Oklahoma, così sono cresciuto nella chiesa. Mio padre è un poliziotto e quando avevo circa nove anni, i miei genitori si sono lasciati. Mia madre, mio fratello maggiore, mia sorella e io abbiamo vissuto piuttosto in povertà su una strada sterrata fuori città nel bel mezzo del nulla. Alcuni dei nostri vicini vivevano in roulotte, altri avevano case; una famiglia aveva una mandria di bufali, cavalli e bovini. Abbiamo avuto un sacco di spazio per muoverci e sono cresciuto amando la natura e gli animali. Da adolescente ho iniziato a uscire con gli appassionati di skateboard, bambini dei quali tutti dicevano: "Saranno tutti in carcere da qui a quindici anni". (Nessuno di loro c'è ancora finito).

Ricerca di vita

Eppure, ero un credente e ho continuato a suonare nella band musicale della chiesa perché il lato spirituale delle cose è sempre stato nella mia mente. Avevo iniziato a prendere alcune decisioni sbagliate finché un giorno ho sentito parlare del digiuno e ho deciso di provarlo. Ho cominciato a digiunare, pregare e leggere la Bibbia, e qualcosa è scattato, le cose hanno iniziato a dare un senso. Da quel momento in poi, ho cercato di vivere quello che sapevo sul cristianesimo in modo reale. I battisti con i quali sono cresciuto sono persone morali, ma spesso piuttosto razionaliste. La Chiesa è centrata su discussioni e dibattiti sulla fede, mentre io cercavo qualcosa che potevo usare nella vita.

Ero ancora attivo in chiesa, ma potevo sentirmi allontanare e la gente pensava che io mi stessi perdendo. I battisti hanno un'idea molto chiara di come si dovrebbe vivere, era sottolineata la necessità di fare soldi così come comportarsi "come fa chiunque". Essere senza tetto e la mancanza di soldi erano male. Potevi aiutare le persone in difficoltà, ma l'atteggiamento verso di loro era, " Povero te..." – la mentalità del gatto randagio del " Non fare contatto visivo o vorranno che li porti con te a casa".

A un certo punto al liceo ho cominciato a guardare la povertà con affetto romantici. Indossavo camicie di flanella strappate, jeans e un vecchio cappello da camionista che era appartenuto a mio nonno. Ero felice di essere al fondo del barile e di sentirmi bene. Nonostante questo tutti a scuola mi volevano ancora bene, anche se facevano un percorso diverso.

In quel periodo ho anche riscoperto gli aspetti spirituali dei miei antenati nativi americani e ho incontrato un uomo di medicina che mi ha insegnato alcuni principi spirituali che ho provato per conto mio. Sembrava molto lontano dal mio background protestante, ma più tardi, quando ho scoperto che l'Ortodossia ha avuto anche una tradizione di guarigione dell'anima, tutto si è sincronizzato. L'Ortodossia è stata il compimento.

Dopo il liceo, ho suonato musica western all'italiana in una band a Oklahoma City e lavoravo presso l'UPS. La mia prima vera crisi è stata quando ho conosciuto un vecchio messicano-americano di nome Danny che aveva fatto l'autostop dal sud del Texas verso un lavoro nel nord. Sulla sua strada attraverso l'Oklahoma, era stato aggredito e aveva un enorme squarcio ascia in gamba. È stato scoperto da una guardia autostradale, che gli ha dato 10 dollari e ha trovato un camionista che gli ha dato un passaggio fino a Oklahoma City. Il camionista lo ha portato al pronto soccorso del Mercy Hospital, dove gli hanno dato degli antidolorifici, lo hanno portato in ambulanza al centro di Oklahoma City, lo hanno messo fuori e gli hanno detto di non tornare. Quando lo abbiamo trovato, la sua gamba stava già diventando nera. Aveva dolori terribili e lo abbiamo portato all'ospedale di stato, dove ci hanno detto che non potevamo stare con lui. L'ospedale non ci ha mai detto cosa gli era successo, e non so se sia sopravvissuto o se sia morto. È stato allora che ho davvero cominciato a pensare a come avrei voluto vivere, e subito dopo, il mio amico Darren e io ci siamo trasferiti al Commonwealth a Bartletsville, Oklahoma, una comunità non ufficiale di ragazzi che la pensavano più o meno come noi. A Commonwealth ho incontrato Rainbow, e ho incontrato per la prima volta i ragazzi viaggiatori.

La maggior parte dei viaggiatori che conosco viene dal mondo punk. Io non mi sento per niente punk. A ciascuno il suo, ma non è il mio mondo, e non mi interessa impressionare una folla competitiva. Ero solo un provinciale, ma ero interessato. Dopo la mia esperienza con Danny, ho capito che dovevo fare una scelta: ignorare ciò che avevo visto e andare avanti con una vita comoda, o aderire consapevolmente all'altro lato e continuare con tutti gli altri poveri. Ho pensato che avrei preferito ricevere gli insulti e tutto il resto di ciò che danno ai senzatetto, piuttosto che girare la schiena.

Alla fine, non ho imparato molto dalla comunità Commonwealth, ma lì è accaduta una cosa importante: la nostra amica Rachel ci ha portato alla chiesa dei santi Apostoli a Tulsa, la mia prima esperienza di una chiesa ortodossa. I parrocchiani erano simpatici e a loro non importava che non fossimo ben vestiti. Si poteva sentire, anche, che erano una famiglia. In seguito a un festival greco ho incontrato un monaco istruito da Costantinopoli, chiamato padre Victor. Mi ha parlato a lungo della storia della Chiesa, delle lingue, tutto. Per me era tutto nuovo ed è stata una rivelazione. Ho pensato: "Questo tizio ne sa di più di me su quello che penso e sulla chiesa protestante". Quando gli ho detto, "Io non ho una denominazione, sono solo un cristiano", mi ha chiesto: "Allora, cosa ne pensi?" Mi ha chiarito che anche le nostre idee su ciò che dice la Bibbia devono venire da qualche parte, e vorresti che quello sia il posto giusto.

La cosa più sorprendente dell'incontro con padre Victor è stata che quando ha iniziato a parlare del lignaggio apostolico, ho capito qui che non c'era solo saggezza, ma autorità reale e non inventata sul momento. Questo era qualcosa che non avevo mai visto prima, e poi l'ho visto in altre persone ortodosse. Non stanno cercando di convincere se stessi con le Scritture mentre convincono te. Vi sono presenti, e basta. Da quel momento, ho voluto saperne di più sull'Ortodossia.

Un altro con cui avevo fatto amicizia a Commonwealth, Michael Perkins, era già ortodosso da alcuni anni. Aveva letto un bel po' e diceva: "Cercherò di rispondere alle vostre domande, ma ci sono molte cose che non so. Quello che so, ve lo dirò". Sono rimasto sorpreso perché non stava usando il tono pio a cui ero abituato, che io stesso avevo acquistato perché sembrava essere il modo giusto per parlare di Dio. Michael, semplicemente, era aperto. Sono stato anche colpito perché né lui né Rachel abbellivano le cose ortodosse per farle sembrare meglio di quanto non fossero. Erano persone reali e con i piedi per terra.

Alla fine del 2007, il mio amico Christian e io abbiamo lasciato l'Oklahoma per viaggiare: Chicago, Milwaukee, Kansas City, Charlotte, Nashville.... Il nostro primo viaggio sul treno è stato nel bel mezzo del mese di gennaio in un temporale che ci ha seguito per sedici ore. Stavamo in un container vuoti per auto, che non ha un pavimento o un tetto, ma solo un telaio aperto con uno spazio lungo il bordo su cui ci si può sedere. Ti siedi trattenendoti ai tubi dell'aria nella parete, ma non è possibile addormentarti, altrimenti cadi. La maggior parte di quello che dovrebbe essere il pavimento è completamente aperta sui binari.

RAINBOW: (sorride) La maggior parte delle persone di fatto non usa quei vagoni.

SETH: Eravamo di fretta; più tardi abbiamo imparato a fare scelte migliori. Così, eravamo seduti sul treno su una sporgenza metallica fredda in un temporale con vento e fulmini tutto intorno a noi. Il mio poncho era stato risucchiato sotto il treno quando avevo provato a indossarlo, così ero bagnato fino alle ossa. Nel mezzo della notte, quando il treno si è fermato, siamo scesi a cercare un vagone con un pavimento, ma non abbiamo potuto trovarne uno e siamo finiti sullo stesso vagone, accovacciati in modo da non essere visti per le ultime due o tre ore dopo l'alba. Questo è stato il mio primo viaggio in treno e anche se è stato così difficile, l'idea di essere liberi era fantastica. Niente altro sembrava avere importanza. Sulla strada, sei libero di pensarla come vuoi. Essendo povero e ortodosso, non sei legato al denaro o a beni, o addirittura a false idee su te stesso che devi preservare. Avevo cominciato ad ammettere che non ero la persona mifgliore, perché con l'Ortodossia ero libero di fare qualcosa riguardo a me stesso. Vuoi veramente essere santo, vuoi essere giusto, vicino a Dio, ed è un sollievo renderti conto che stai solo mentendo a te stesso e ad altri se fai finta di essere già arrivato a quel punto.

RTE: Quanti giovani viaggiatori cristiani ci sono e come rimanete in contatto?

RAINBOW: Da cinquanta a cento sono ben collegati alla nostra comunità. Molte persone rimangono in contatto attraverso il computer, anche se io non uso i computer. Siamo tutti abbastanza vicini, quindi se parli a uno o due dei tuoi amici, scopri quello che stanno facendo tutti.

Giovani viaggiatori in direzione nord

SETH: C'è una comunità ancora più grande di cristiani che erano soliti viaggiare, o che vogliono viaggiare e non sono ancora stati in grado di farlo, o persone che sono semplicemente amici dei viaggiatori. Quando vai alla loro città, sai che puoi stare con loro. Una volta che inizi a viaggiare, impari a riconoscere subito gli altri viaggiatori, anche in una grande città. Avranno tute o abiti rattoppati con colori neutri verde e marrone. Si è  già amici al primo incontro; condividi il tuo rifugio, il tuo cibo, e vi aiutate a vicenda ogni modo possibile. C'è un cameratismo qui che non avete con la maggior parte della gente, che era qualcosa che ho cominciato a trovare anche con alcune persone ortodosse. Non lo puoi fingere e non lo puoi acquistare. Devo dire però, che ho praticamente smesso di viaggiare con i viaggiatori cristiani protestanti, perché tendono ad avere una visione sbagliata, negativa dell'Ortodossia.

RTE: Quando parlate di viaggiatori parlate di persone che non si sentono a loro agio nella società, e quindi viaggiano come i vagabondi dell'era della depressione, o questi sono per lo più giovani che hanno adottato valori simili a vostri?

RAINBOW: Per lo più sono viaggiatori intenzionali, giovani che scelgono di essere senza casa e di viaggiare, di solito sui treni merci e in autostop, trovando rifugi nelle città, campeggiando nelle foreste. Naturalmente, ci sono anche altri tipi di viaggiatori, e a volte i percorsi si incrociano.

Seth Haskins cavalca le rotaie

RTE: Sentite un'affinità con i viaggiatori dell'era della depressione come Woody Guthrie?

SETH: Sì. Questo non vuol dire che Woody Guthrie e altri come lui fossero ortodossi, ma ci sono molte cose che ha scritto e cantato con cui gli ortodossi sarebbero d'accordo. Una volta ha scritto in una canzone che se Cristo dovesse tornare, probabilmente lo tratteremmo come fecero gli ebrei. Il mondo non è cambiato molto, e sono d'accordo con questo.

RTE: Siete entrambi musicisti. Quali canzoni vi hanno ispirato lungo la strada?

SETH: Per me, "Jesus Christ" e "Hard Traveling" di Woody Guthrie E un'altra, chiamata " Waiting for a Train" di Jimmie Rodgers.

RAINBOW: "Little Boxes" di Malvina Reynolds. Era un buon promemoria di quello che stavamo lasciando alle spalle. E "Blackbird" dei Beatles... "Prendete le vostre ali spezzate e imparate a volare..."

La maggior parte di noi sentono che viaggiare è uno dei pochi patrimoni veramente americani. Ci sono analogie con gli zingari, i pellegrini e così via, ma la cultura del vagabondaggio con i treni e l'autostop è unicamente nostra. La maggior parte dei viaggiatori odia il capitalismo tradizionale, l'avidità, le guerre ingiuste, la vita suburbana – le piccole scatole lungo le colline – ma il viaggio è un'esperienza che ci motiva e siamo felici che ci siano cose americane che ci motivano.

RTE: l'America è uno dei pochi paesi grandi abbastanza per avere treni a lunga percorrenza e spazio sufficiente per essere in grado di viaggiare molto. Il clima di solito non è troppo estremo, e la cultura di oggi è abbastanza accogliente da non farvi morire di fame. È anche un periodo più libero per le donne. Sarebbe stato molto più difficile un secolo fa.

RAINBOW: Questo è vero, anche se verso la fine del secolo, la seconda moglie di mio bisnonno aveva viaggiato con i vagabondi prima di sposarsi. Per me, molto del fascino del viaggio è la storia. Ho sempre sentito di essere nata troppo tardi e le epoche in cui mi sento più a mio agio sono sempre più distanti. Al liceo ho pensato che avrei dovuto essere nata negli anni '60; dopo ho iniziato ad indossare vestiti degli anni '40 e '50, e quando ho iniziato a leggere la letteratura classica, ero sicura di appartenere al XIX secolo. Andare avanti non sembrava farci arrivare da nessuna parte. Naturalmente, i miei sogni erano romantici, ma la spinta mi faceva andare indietro, stavo andando fuori moda.

RTE: I tuoi viaggi sui treni merci sono stati scomodi come quelli di Seth?

SETH: La sua esperienza non è stata scomoda, è stata tragica.

RTE: Vuoi parlarcene?

RAINBOW: Nell'inverno del 2007 ho trascorso un mese a Tucson, lavorando alla grande fiera internazionale di gemme e minerali. Molti viaggiatori rimangono lì per l'inverno, perché il clima è buono e la fiera assume manodopera temporanea. Avevo bisogno di lavorare perché avevo alcuni prestiti scolastici da ripagare.

RTE: Stavi lavorando per pagare i tuoi debiti?

RAINBOW: Sì, sapevo che i prestiti erano una mia responsabilità. Avevo lavorato alla fiera vandendo fossili, e avevo trovato un rifugio con altri viaggiatori. Anche Learning era lì, e dopo la fiera abbiamo deciso di andare a Los Angeles su un "pezzo grosso", un treno veloce ad alta priorità che fa meno fermate. Sulla strada volevamo scendere in anticipo per incontrare alcuni amici vicino a Niland, in California. Stavamo guardando il traffico sulla strada per vedere se potevamo fare l'autostop all'indietro partendo dalla prossima fermata, ma non c'erano affatto auto. Stavamo pensando: "Oh, fare l'autostop sarà così difficile. Finiremo per camminare 30 miglia". Ma quando abbiamo visto il cartello che diceva Niland, il treno iniziato a rallentare. Eravamo contenti al pensiero che poteva fermarsi, ma quando è arrivato a passo d'uomo, ha iniziato ad accelerare. Abbiamo pensato, "Oh no, faremmo meglio a scendere ora, mentre possiamo", ma abbiamo preso troppo tempo per prepararci. Avendo un mandolino e un cane, non potevo saltare e rotolare. Dovevo scendere la scala, saltare correndo e afferrare il cane dalla porta. Sapevo che il treno stava andando troppo veloce, ma avevo fatto solo una dozzina di viaggi, e non sapevo ancora che se scende con il piede che tieni dietro, ti giri lontano dal treno. Se metti giù il piede che tieni avanti, ti giri verso il treno. È un movimento di inerzia naturale.

Così, il treno andava troppo veloce e sono scesa col piede in avanti e sono immediatamente caduta. Mentre stavo andando giù, pensavo: "Questo è il modo in cui la gente muore sui treni, è così che accade". È successo tutto troppo velocemente per spaventarmi, ma sapevo anche che era troppo tardi. Non sono morta, naturalmente, ma ho avuto fratture alla schiena e al bacino. Learning mi ha visto cadere ed è saltato giù dietro di me con il cane e il mandolino. Mi ha aiutato a prendere il mio zaino, poi mi sollevata e ha cercato di portarmi alla strada. Non sono riuscita a camminare per tutto il tragitto, così è corso in città e ha trovato un'ambulanza. Ho avuto un intervento chirurgico, naturalmente, e mi sono ritrovata un enorme conto da pagare all'ospedale.

Così viaggiare sui treni merci è visto in gran parte in modo troppo romanzato, e voglio assicurarmi che il nostro stile di vita non sia descritto così in questo articolo. È un modo meravigliosamente liberatorio di vivere, ma è un modo di vivere pericoloso. Non è per tutti e non è solo una cosa interessante da fare. Saltare sui treni può essere una specie di status symbol per alcune persone. Pensano: "Io sono più di te perché salto sui treni, mentre tu fai solo l'autostop. Tu non sei un vero viaggiatore". Una volta ho incontrato un ragazzo che si vantava di avere viaggiato su una cinquantina di treni nel mese passato. È più o meno come non avere fatto altro che saltare sui treni due volte al giorno per nessun altro scopo che saltare sui treni. Per noi questo era un modo per arrivare da qualche parte.

SETH: Se qualcuno che ci legge vuole provare un'esperienza di libertà, stiamo dicendo loro proprio ora che non c'è bisogno di saltare sui treni. Infatti, se si sentono attratti da queste cose, io direi "non fatelo". Non è così che funziona. È troppo pericoloso.

RAINBOW: La comunità dei viaggiatore è incredibile, però. Sono stata in ospedale per nove giorni (i primi quattro in attesa di un intervento chirurgico) e tredici viaggiatori sono venuti da cinque stati diversi quando hanno sentito del mio incidente, per vedere cosa potevano fare. Mi hanno tenuto compagnia leggendo a me e mi hanno portato fuori, non appena sono stata dimessa.

RTE: Quanto tempo ci hai messo prima di poter camminare?

RAINBOW: Ho camminato per soli tre metri il giorno dopo l'intervento chirurgico, e sono uscita dall'ospedale tre giorni dopo.

RTE: Sei mai più saltata su un treno da allora?

RAINBOW: Non l'ho fatto per quasi tre anni. Soprattutto perché la mia attenzione si era spostata a conoscere l'Ortodossia e ripagare il mio debito. In un primo momento il mio orgoglio mi ha detto che dovevo di nuovo saltare su un treno per dimostrare che non ero stata vinta dalla paura, ma ho dovuto accettare che andava tutto bene, se non saltavo più sui treni; ho dovuto lasciare che il mio cuore e le mie motivazioni cambiassero. Quando poi ho iniziato di nuovo a saltare sui treni non avevo paura, non stavo cercando di dimostrare niente. Stavo cavalcando le rotaie con buoni amici, cercando di andare in giro.

RTE: Rainbow, quando hai cominciato a sentire un legame tra l'Ortodossia e i vostri valori personali di povertà volontaria, di aiutare gli altri?

RAINBOW: Il mio è stato sicuramente un processo. Dopo la frattura alla schiena e quando ho cominciato a viaggiare di nuovo, è stato un periodo spiritualmente davvero scomodo per me. Mi sentivo come se stessi perdendo la mia padronanza di tutto quello in cui avevo creduto. Ero stata in così tante chiese e avevo visto così tanti cristiani, che credevano tutti in qualcosa di diverso. Ho pensato, "Se ognuno sta inventando questo solo per se stessi, allora non mi interessa davvero seguirlo. Non voglio qualcosa che posso inventarmi da sola".

Così, non sapevo cosa fare, o anche se potevo definirmi cristiana. Tutto quello che avevo era quel profondo desiderio di cercare Dio. Ero abbastanza sicura di credere ancora in Gesù Cristo, ma non sapevo cosa farne, ed è stato allora che sono andata alla chiesa dei santi Apostoli a Tulsa. Ero sicuro che l'avrei odiata perché ero anarchica, e qui c'erano gerarchia, struttura, tradizione, dogma... tutto quello che disprezzavo. Più tardi, ho capito che quando queste cose vengono proposte in forme mondane di solito falliscono, ma quando è la gerarchia di Dio, è diverso. Questo era esattamente il fondamento di fede che mi mancava.

La prima cosa che mi ha colpito era la bellezza e la riverenza: "Certo dobbiamo onorare Dio e non trattarlo come il nostro 'fratello di viaggi'. "Alcune cose all'inizio sembravano strane. Mi ricordo di aver notato che nella liturgia continuavamo a dire: "Signore, abbi misericordia" e mi chiedevo: "Quante volte lo abbiamo detto?", Ma allo stesso tempo ho pensato, "Che cosa altro dobbiamo dire a Dio?" Poi, quando ho iniziato a leggere le vite dei santi, e che queste persone erano elogiate per la loro umiltà, mansuetudine, per aver dato via le loro ricchezze, e ho letto dei folli per Cristo, tutto sembrava così giusto. Avevo spesso parlato con amici viaggiatori su come volevamo trascorrere la nostra vita in umiltà. Non avevamo idea di come farlo, o addirittura di cosa significasse, ma qui i santi sono stati mostrando la strada. Questo era l'ideale, ed era in sintonia con il mio desiderio di essere fuori moda, di andare indietro. Era così puro e semplice.

RTE: Cosa ci dici di te, Seth?

SETH: Per me, ogni prima impressione della Chiesa ortodossa è stata d'oro. Avevo appena scoperto il libro di padre Seraphim Rose, La rivelazione di Dio al cuore umano, e tutto ciò che diceva mi sembrava molto sensato. Tutto ha iniziato ad ingranare quando ho soggiornato con un amico di Nashville in un vecchio autobus che era stato trasformato per funzionare con olio vegetale. Vi aveva adattato una stufa a legna e abbiamo vissuto lì per tutto l'inverno, andando a una missione greco-ortodossa dedicata a san Giovanni Crisostomo.

Padre Parthenios Turner e la presbitera Marion gestivano anche una libreria e una caffetteria. Quando sono entrato, ho detto: "Padre, benedica", e gli ho detto che volevo conoscere l'Ortodossia. Lui mi ha fatto mettere giù la mia borsa, ha chiesto se avevo fame, e poi ha detto: "OK, ecco uno straccio e del sapone. Ho bisogno che tu pulisca alcuni tavoli, e quando hai finito, spazzi il pavimento". In un certo modo ero contento perché avevo sempre e solo fatto quello che volevo a modo mio, ma lui mi ha fatto subito sentire parte delle cose. Sapevo poi che la sua severità era buona, e che ne avevo bisogno. Quando ho finito mi ha detto: "Seth, hai finito? " "Già". "Allora ti prego di venire qui". Mi ha portato a un'icona della Risurrezione e ha detto: "Questo è ciò per cui ci sforziamo", e mi ha spiegato tutto su di essa. Nei giorni successivi, sono tornato, ho fatto un po' di lavoro, e a poco a poco ha fatto lo stesso con tutte le icone nel negozio.

Un giorno mi ha detto: "Mentre lavi i piatti, non limitarti a lavare i piatti. Prega. "Ho detto, "OK", e lui ha detto:" Non solo una preghiera qualunque, prova con la Preghiera di Gesù. La conosci?" Ho detto "Sì", perché avevo già capito che il modo in cui avrei parlato con Dio era troppo familiare, che in questo non c'era un senso di Dio come Dio e di me come sua creatura. Così ho iniziato a recitare la preghiera di Gesù sui treni e a ricordare i miei peccati. Ho capito che questa era preghiera e vita.

In precedenza avevo letto che San Francesco d'Assisi aveva detto: "Vai a scavare una buca e a pregare allo stesso tempo, e poi vai a scavare un'altra buca". Potrei non ricordarlo bene, ma l'idea del lavoro combinato con la preghiera era rimasta radicata in me, e questo era quello che padre Partenio ci ha insegnato. È stato per me come un padre. Abbiamo lasciato la città, però, molto rapidamente, quando è morto qualcuno della mia famiglia. Non ho avuto la possibilità di dirgli addio.

RTE: È uno degli abbonati della rivista. Ti leggerà lui stesso.

SETH: Bene. Era il gennaio del 2008, e dopo essere andato a casa per il funerale, ho trovato un lavoro in un ranch nel sud dell'Oklahoma. Lavoravamo dieci, dodici, tredici ore al giorno. Pulendo le stalle, curavamo i cavalli e ci impegnavamo nei rodei con tutto il lavoro manuale che questo comporta. Abbiamo anche imparato come addestrare i cavalli. Quella era la nostra vita. Ci sentivamo ancora liberi, ma stavamo lavorando con i cavalli. Amo gli animali e ciascuno dei cavalli aveva una diversa personalità.

Qualcuno ti annusava, altri giocavano con te afferrandoti il cappello e tenendolo in modo da non poterlo recuperare. Era la Quaresima e io trascorrevo il mio tempo libero leggendo e pregando. La mia amica Hanna (Rachel) mi aveva mandato un sacco di libri, e questa era la prima volta che ho letto I racconti di un pellegrino russo.

Intorno a questo periodo, sono venuto alla parrocchia serba di santa Maria Egiziaca qui a Kansas City. Rainbow [Xenia] era qui con un altro amico, e questo è stato il mio primo incontro con padre Paisius Altschul, che mi ha sempre fatto sentire parte della chiesa. Mi ha dato il tempo di contemplare ciò che avevo visto. Poi sono andato a Tulsa e ho incontrato Turbo Qualls, che è stato come un padrino per me.

È sulla trentina, viene dalla stessa sottocultura, ed è sposato con figli. Capisce davvero che lo spirituale è legato al fisico, e dopo che me lo ha spiegato, la liturgia è diventata qualcosa di veramente importante per me perché ci solleva fino al cielo; stiamo adorando con gli angeli.

L'altra cosa molto importante per me in questo momento è stato il monastero di sant'Herman di Alaska a Platina.

RTE: Come è stata la vostra esperienza del monastero?

SETH: Fatta eccezione per padre Victor, il monaco in Oklahoma, non avevo visto il monachesimo prima e non sapevo cosa aspettarmi. Quando siamo arrivati ​, i monaci erano tutti seduti al cancello. L'abate Gerasim non c'era ancora, ma erano lì padre Damascene e padre Gabriel, con cui mi sono sentito subito a mio agio.

Ha una grande barba rossa e si è avvicinato con un walkman che suonava canti greci e due cani lo seguivano. Non sapevo cosa fare, ma lui si è limitato ad avvicinarsi e a dire: "Ehi, come state?". È stato così normale. Stavo pensando che avremmo dormito due ore, poi pregato per dieci, e non avremmo mangiato; e anche se di fatto abbiamo pregato molto, non è stato proprio così. L'abate Gerasim è così gentile e intelligente, e lui e padre Damascene hanno risposto a molte  domande. Sono due delle persone più intelligenti che abbia mai incontrato, e hanno fatto esplodere la mia mente.

RTE: Sei andata anche tu a Sant'Herman, Xenia?

RAINBOW: Sì, il mio cuore è sempre a Platina. È stata una grande fonte di insegnamento e ispirazione per me. Sono stata anche in Alaska. Quando ho deciso che volevo andare in Alaska, a Spruce Island e all'Isola di san Nilo dove vivono le monache, ho pensato di fare l'autostop sulla Al-Can Highway, ma quando sono arrivata a Seattle, ero stanca di fare l'autostop, così ho deciso di provare qualcosa di nuovo, e sono andata al terminal dei pescatori per chiedere se qualcuno mi avrebbe dato un passaggio fino in Alaska.

Ho trovato una barca a nolo che stava tornando a casa vuota, così sono arrivata fino a Homer (con un viaggio di lusso), e poi ho preso il traghetto per Kodiak. Mi è piaciuto l'eremo di san Nilo e le sorelle. Era un'esperienza così estrema: niente strade, una pace incredibile, e le funzioni alle 4 del mattino. Da quando ho incontrato l'Ortodossia, viaggiare è totalmente diverso. Ora sono una pellegrina, piuttosto che una vagabonda.

Seth Haskins

RTE: È giusto che speri di essere battezzata con il nome di santa Xenia di Pietroburgo, il modello dei vagabondi senza fissa dimora. Seth, l'Ortodossia ha cambiato il viaggio anche per te?

SETH: Dopo che viaggi da un po', anche se è meraviglioso, ti manca la stabilità e la comunità. Quando viaggi, hai bisogno di quella stabilità, della disciplina interiore che mi mancava. Senza un senso di scopo, viaggi con alti e bassi. Pensi: "Che cosa sto facendo? Beh, sono in viaggio, e se non viaggio, chi sono io? Non sono niente". È una grande avventura, una grande storia da raccontare, splendidi tramonti e paesaggi ti danno pace, ma quando hai gli insegnamenti della Chiesa nella mente e senti di essere parte del ciclo dell'anno della Chiesa, quelle funzioni profonde ti danno un senso di stabilità e di comunità al di fuori di te stesso.

Campeggi nel sud

Quando sono arrivato per la prima volta qui a Kansas City ho soggiornato con Rainbow, ho ottenuto un lavoro diurno, e mi sono sistemato per fare il catecumeno. In un primo momento la stabilità e la routine erano spaventose, ma ho trovato nel corso dei mesi che la necessità del pentimento mi era più chiara, e ho capito che, sia che io sia in un viaggio dolce, impressionante e tortuoso, sia cche io me ne stia semplicemente qui in città, tutto è sulla strada per il paradiso.

Ora non c'è nulla di più importante per me di servire Dio e di essere parte della Chiesa. Venendo da una vita senza padroni e di autosufficienza, un'obbedienza seria è un'altra cosa. Voglio avere fiducia nella Chiesa e padre Paisius mi aiuta in questo. Mi rendo conto che se ho intenzione di essere ortodosso, devo essere pienamente ortodosso, non tiepido e mondano. Ortodossia si traduce in retta convinzione e retta pratica, e so che devo fare entrambe le cose. Mi sono sistemato come catecumeno, ma non credo che lascerò mai la cultura del viaggio. Se non fosse stato per i viaggiatori, probabilmente non sarei ortodosso.

RTE: Speriamo che ci siano molte parrocchie aperte per accogliere i viaggiatori. I primi eremiti si sono ritirati dal mondo per alcune delle stesse tue ragioni, una protesta contro la società e il desiderio di vivere per Cristo, ma anche loro ancora bisogno di aiuto, anche se magari era solo qualcuno che comprasse le loro stuoie di palma. Raramente vivevano in uno splendido isolamento.

RAINBOW: Ho letto un poco di san Massimo il Confessore, e c'è una parte su cui continuo a tornare: "Colui che non stima come altrettante nullità l'onore e il disonore, la ricchezza e la povertà, il piacere e gli affetti, non ha ancora ottenuto l'amore perfetto. L'amore perfetto stima come nullità non solo queste cose, ma la stessa vita temporale e la morte". Quindi, non è la ricchezza o la povertà che rendono una persona buona o cattiva.

Naturalmente, il Signore ci dice anche di dare via le nostre ricchezze ai poveri, di diventare umili, ma le cose in sé non sono buone o cattive. È difficile solo avere molto e vivere rettamente. Attraverso il viaggio, ho imparato a fidarmi della provvidenza del Signore, come non avrei potuto farlo in qualsiasi altro modo. Abbiamo reso noi stessi completamente impotenti. Non avevamo idea di come avremmo mangiato il giorno successivo o se avremmo un posto asciutto per dormire quella notte, ma qualcuno si è sempre preso cura di noi.

Anche se siamo contro la mondanità, ci sono molte brave persone che vivono in mezzo al mondo. Una delle cose incredibili del viaggio sono tutti quelli che incontri. Per esempio, una mamma borghese potrebbe venirti a prendere dalla strada e nutriti e prendersi cura di te, che quasi sempre vieni da classi medio-basse. Vedi il meglio e il peggio delle persone. Non ho mai mostrato un cartello per chiedere soldi, ma non ne sono mai stata priva. Alcuni agenti di polizia possono trattarti come spazzatura, ma altri si fermano per essere sicuri che non sei scappata di casa e poi ti danno 10 dollari e ti dicono di stare tranquilla. Anche tra i viaggiatori vedi il peggio e il meglio. Vedi ragazzi solo interessati ad alcol, droga e sesso, ma altri che rimangono puliti da tutto ciò, perché sono alla ricerca di qualcosa di meglio.

Per ora, sto vivendo a Kansas City come parte della parrocchia di Santa Maria, con un lavoro in una piccola caffetteria e pago le bollette. Ho tutto ciò di cui ho bisogno, ma perché sono io quella che gestisce il tempo, la vera lotta è sentire che queste cose sono da Dio e ricordare la mia dipendenza da lui. Comunque ora ho qualcosa da dare; tutto va bene.

RTE: Mi hai ricordato una grande citazione di Thoreau sulla povertà volontaria, che "la vita vicino all'osso è la più dolce". Cosa vorresti dire ai ragazzi, soprattutto in altri paesi, che hanno sentimenti simili, ma le cui situazioni non permettono questo stile di vita; non hanno il lusso di potersi mettere in viaggio o di non lavorare. Un desiderio di libertà spirituale non va sempre di pari passo con la libertà fisica.

RAINBOW: Prima di tutto, non è da tutti andare in viaggio nel modo in cui lo facciamo noi. Non è sicuro, e non è una risposta universale. Ma per mantenere il suo spirito, direi in primo luogo, "smettete di preoccuparsi così tanto del vostro aspetto. Potete rimanere puliti, ma smettere di preoccuparvi del trucco, dei bei vestiti, di avere soldi e di essere comodi e carini". Poi, direi, "Iniziate a dare via il più possibile. Cercate di non possedere più di quanto può stare in uno zaino, o al massimo, nel bagagliaio di una macchina, perché le cose che tu possiedi, possiedono te". Per evadere da quella scatola, provare a farvi i vostri vestiti, a coltivare un po' del vostro cibo, cercate di imparare a prendervi cura di voi stessi nel modo più semplice possibile.

In America si spreca tanto cibo, e io spesso rovisto nella spazzatura dietro i negozi di alimenti naturali. So che può sembrare terribile, ma non lo è. Butteranno via una mela con un po' di macchie o banane che cominciano appena a diventare marroni. O rovineranno accidentalmente una scatola di pasta con un coltello quando riforniscono gli scaffali, e così buttano tutto. Questo rende possibile per tutta una sottocultura di persone di vivere di cose scartate da tutti gli altri. Troviamo scatole e scatole di succhi ancora buoni, ma che non possono essere spediti perché scadono in settimana.

RTE: Un paio di settimane fa ti ho visto ferma per strada a controllare una pila di vestiti che qualcuno aveva lasciato davanti al proprio prato. Hai preso un paio di pezzi di lana e di cotone, e pochi giorni dopo sei comparsa con una gonna nuova che avevi fatto con i ritagli.

RAINBOW: Le persone non hanno bisogno di un abito diverso per ogni giorno della settimana o del mese, ed è interessante farti i propri vestiti. Inoltre, devo dire che se rovistare nelle discariche  diventa un fenomeno accettabile, come lo è stato a Seattle, quando i ragazzi del college che erano perfettamente in grado di comprare cibo lo facevano per divertimento, non ce ne sarà a sufficienza per le persone che ne hanno davvero bisogno. È lo stesso con i negozi di merci a basso prezzo. Diventano di moda, e poi diventano cari. Poi la gente che ha realmente bisogno di vestiti a un dollaro non se li può più permettere.

Vorrei anche dire, se non riesci a privarti di tutto, almeno privati degli eccessi. Io ora ho un lavoro e un piccolo appartamento, ed è aperto ai viaggiatori che passano. Questa è l'altra estremità del viaggio. Inoltre, ho trovato che tre persone quattro di quelle che ti danno un passaggio hanno fatto anche loro l'autostop a un certo punto della loro vita. Stanno restituendo quei favori. Ora io posso dire: "La gente mi ha aiutato, io ora posso aiutare gli altri".

Riunione di viaggiatori nei boschi

RTE: Come si può paragonare la scena del viaggiatore cristiano con quella del mondo cristiano americano in generale?

RAINBOW: Abbiamo bisogno di istruzione come chiunque altro; cadiamo tutti nelle stesse passioni anche se in modi diversi. Noi viaggiatori siamo pronti a vedere i problemi nella società, ma abbiamo ancora un milione di problemi che non abbiamo visto all'interno di noi stessi; siamo arroganti, ribelli e indisciplinati. Credo che tutti abbiamo bisogno gli uni degli altri e che la Chiesa ortodossa negli Stati Uniti abbia bisogno dei viaggiatori, perché gli americani ortodossi che vivono comodamente hanno bisogno di vedere che possono e devono vivere con meno, soprattutto con tante altre persone che soffrono in tutto il mondo. Ma noi viaggiatori abbiamo bisogno di vedere buoni esempi di famiglia (che molti di noi non hanno avuto), stabilità, e le persone che usano bene le cose. Siamo tutti un solo corpo.

RTE: Seth, hai qualcosa da aggiungere?

SETH: Penso che la Chiesa sia completa di per sé, ed è importante che la gente guardi oltre le apparenze esteriori e si renda conto che le persone che vagano come queste sono spesso alla ricerca. Dobbiamo essere aperti, accogliere tutti. Proprio come i nativi americani hanno visto le loro culture sradicate e la loro terra spogliata da parte di "cristiani", i viaggiatori hanno spesso visto il lato negativo della "cultura cristiana". L'Ortodossia è in grado di riparare e aggiustare queste visioni spezzate di Cristo e del cristianesimo. Come ortodossi abbiamo l'opportunità di mostrare al popolo spezzato di questa terra il fatto che Cristo ama tutti e vuole che tutti trovino sollievo in questi tempi bui. Davvero Cristo è il grande amico dell'uomo. Ci sono molti popoli indigeni perduti che hanno avuto la propria dignità strappata da coloro che si fanno chiamare cristiani. Non è così che doveva essere, ma possiamo guardare l'esempio di sant'Herman dell'Alaska, che ha difeso i deboli e gli offesi. E non mi riferisco solo alle mense per i poveri – dobbiamo contribuire a ripristinare la loro dignità. Spero che un giorno potrò fare la metà di quanto fanno persone come padre Paisius e madre Nicole alla chiesa di santa Maria a Kansas City, che mi stanno aiutando entrambi a guarire la mia anima.

Seth e un amico in campeggio

RAINBOW: Quando ero in Alaska, ho incontrato p. Paisius DeLucia, un sacerdote nella Chiesa bulgara che gestisce una scuola ortodossa a Kodiak. Ci siamo sentiti così tanto affini. Gli ho parlato di come i punk hanno bisogno della Chiesa ortodossa, perché soddisfa i loro ideali e aspirazioni, ma anche la Chiesa ortodossa ha bisogno dei punk: ha bisogno di essere sveglia e consapevole dei pericoli della mondanità.

RTE: Ti definisci ancora punk?

RAINBOW: Penso che preferirei piuttosto definirmi cristiana, se posso dire così, ma il mondo punk si sta davvero rafforzando. Per alcuni è solo musica, ma è anche un atteggiamento fai-da- te. Fatti i tuoi abiti, coltiva il tuo cibo, costruisci la tua casa, ripara la tua auto, o sbarazzati della tua auto e costruisci una bicicletta. Smettila di dipendere dal governo e da altre persone. Fai il più possibile da solo. Molto di questo è solo un rifiuto della cultura falsa dei belli e felici. Se tutti fossero veramente felici e contenti, ma c'è molto vuoto dietro la vita moderna.

I punk sono così pronti per Gesù Cristo e l'Ortodossia. Hanno respinto questo mondo e anche se sono ubriachi e arrabbiati e in libero sfogo, stanno cercando qualcosa di più e non accetteranno un falso comfort: devono trovare ciò che riempie quel vuoto. Padre Paisius ha detto che i punk cristiani sono la compagnia di san Giovanni il Precursore; hanno lasciato il mondo e gridano nel deserto. La sfida è farlo con lo spirito giusto, per Dio.

 
(NE)LĂMURIRI LITURGICE: cădirea de la Heruvic

Iniţiez o rubrică cu întrebări şi răspunsuri liturgice, al cărei titlul a fost inspirat din cartea părintelui prof. Alexandru Mihăilă, „(Ne)Lămuriri din Vechiul Testament”. Aici voi încerca să formulez răspunsuri elaborate la întrebările liturgice care-mi parvin pe email şi al căror răspuns cred că este de interes public.

Întrebare: Am observat că la greci şi români, cădirea de la Heruvic este săvârşită de către protos, pe când la ruşi – de către diacon. Care practică este mai veche şi mai corectă?

Răspuns: Întrebarea pare destul de simplă, dar, în realitate, problema este destul de complexă. Deşi nu este atât de greu să descoperim care practică este mai veche şi care este mai nouă, aceasta nu va însemna, în mod automat, şi un răspuns clar privind „corectitudinea” uneia sau a alteia, pentru că majoritatea subiectelor de acest gen se analizează şi se apreciază destul de subiectiv, în funcţie de obişnuinţa şi comoditatea fiecăruia.

Haideţi să vedem ce prevede şi implică fiecare din cele două tradiţii:

a) La greci, români, arabi şi în alte tradiţii liturgice similare, protosul citeşte mai întâi rugăciunea „Nimeni din cei legaţi…”, apoi rosteşte de trei ori imnul „Noi, care pe Heruvimi…” şi, în cele din urmă, însoţit de 2-3 diaconi cu lumânări (în Athos – cu crucifixe), face cădirea altarului, soleii şi a mijlocului bisericii. În legătură cu toate acestea există şi alte varietăţi:

– dacă este slujbă arhierească, Sfintele Uşi stau deschise toată Liturghia, pe când la slujbele preoţeşti, acestea se deschid abia după rostirea întreită a imnului „Noi, care pe Heruvimi…”, pentru a face cădirea. Este adevărat că, în ultima vreme, majoritatea preoţilor greci şi nu numai, lasă Sfintele Uşi deschise toată Liturghia, ceea ce nu ar fi o greşeală;

– unii acordă rostirea a doua şi a treia oară a imnului „Noi, care pe Heruvimi…” primilor doi preoţi de după protos, iar alţii rezervă acest drept doar protosului. Există şi obiceiul ca, la Liturghiile zilnice, când slujeşte un singur preot (şi, de regulă, fără diacon), acest imn să se rostească o singură dată, mai ales că şi cântarea de la strană e mai rapidă. Obiceiul de a ridica mâinile la rostirea acestui imn nu este unul general şi tot mai mulţi îl consideră nepotrivit pentru acest moment;

– obiceiul de a cădi întreaga biserică (şi nu doar altarul, soleea şi mijlocul bisericii) este o inovaţie populistă, care nu face decât să deplaseze şi mai mult accentul pe lucruri secundare.

b) La ruşi, cădirea este săvârşită de către diacon în timp ce protosul citeşte rugăciunea „Nimeni din cei legaţi”, după care urmează rostirea întreită a imnului Heruvic. Dacă nu este diacon, preotul citeşte mai întâi rugăciunea, apoi recuperează cădirea pe care ar fi trebuit să o facă diaconul şi abia apoi se întoarce să rostească imnul Heruvic. Şi aici se impun unele precizări:

– dacă nu este slujbă arhierească (ca Sfintele Uşi să fie permanent deschise), acestea se vor deschide chiar la începutul cântării Heruvicului, înainte de „Nimeni din cei legaţi…”;

– pentru a nu deranja protosul şi pe ceilalţi clerici în timpul rugăciunii „Nimeni din cei legaţi…”, dacă sunt mai mulţi diaconi, cel mai mic rosteşte ecteniile de dinainte de Heruvic, iar altul va începe îndată cădirea altarului, urmând să cădească soleea abia după ce protosul va merge la proscomidiar pentru a mai scoate miride. Cădirea niciodată nu se extinde până în mijlocul bisericii sau în naos;

– Imnul Heruvic este rostit de protos, ridicând mâinile (ca la eplicleză) şi rareori este acordat şi următorilor preoţi din sobor;

– La cădirea iconostasului, diaconul va purta pe umărul stâng Acoperământul mare („Sf. Aer”), care nu are cordele pentru a fi legat de grumaz pentru a atârna pe spate, ca la greci şi români. (În trecut acest Acoperemânt era purtat pe capul unuia dintre diaconi, după care ruşii au început a-l pune pe umăr, iar grecii pe spate. În prezent ruşii mai păstrează vechiul obicei al Acoperământului pe cap doar pentru diaconul care urmează să fie hirotonit preot în acea zi.)

– După cădirea iconostasului, diaconul intră în altar pentru a cădi spre clerici şi abia apoi se întoarce pe solee pentru a cădi spre popor, respectând deci o ordine ierarhică foarte clară a celor spre care cădeşte.

Haideţi să vedem ce spun izvoarele liturgice despre toate aceste elemente.

1. În primul rând observăm că nici un comentariu patristic la Sfânta Liturghie („De la Dionisie Areopagitul la Simeon al Tesalonicului”; vezi şi cartea cu acelaşi titlu – Ed. Deisis, 2012) nu aminteşte despre aceste elemente, pentru că ele, într-adevăr sunt relativ noi. Este foarte veche menţiunea că arhiereul face cădirea altarului după Intrarea Mică, dar în legătură cu Heruvicul nu se menţionează absolut nimic, ci doar sporadic se menţionează însoţirea cu tămâie a Intrării Mari. Abia de prin sec. XIV-XV Liturghierul menţionează cu regularitate cădirea altarului, care trebuia să fie făcută de diacon, iar din sec. XIX, mai întâi la greci, apoi şi la români, aceasta este atribuită protosului. Liturghierul lui Dosoftei (Iaşi, 1679) menţionează: „Şi deacă cădesc…” – fiind încă vorba despre un gest opţional, care se făcea între rugăciunea „Nimeni din cei legaţi…” şi rostirea întreită a Imnului Heruvic, iar Liturghierul lui Antim Ivireanul (Târgovişte, 1713) atribuie cădirea tot diaconului, dar deja după rostirea întreită a Imnului Heruvic (când ruşii fac în prezent a doua parte a acestei cădiri). Am cercetat şi Evhologhiile mai recente de la Constantinopol: 1759, 1775, 1803 şi 1839 – toate având aceeași prevedere, ca diaconul să săvârşească cădirea altarului. Abia începând cu Evhologhiul de la 1850 această prerogativă este atribuită preotului, deşi, un alt Evhologhiu din 1851 o atribuie iarăşi diaconului. Începând cu Evhologhiile greceşti din 1862 şi 1865, protosul va săvârşi în mod stabil cădirea de la Heruvic, chiar şi atunci când conliturghisesc şi alţi preoţi şi diaconi. Bineînţeles, o astfel de inovaţie nu avea cum să pătrundă în cultul rusesc, care au făcut ultima concordanţă serioasă cu cărţile greceşti cu două secole mai devreme.

După cum observă şi P. Trempelas în studiul: „Cele trei Liturghii conform codicelor ateniene” (Atena, 1935, p. 78), majoritatea manuscriselor vechi menţionează cădirea pentru diacon şi doar rostirea Psalmului 50 de către protos. Trebuie însă să precizăm că psalmul nu avea legătură cu cădirea, ci cu spălarea mâinilor tuturor preoţilor dintre Sfintele Uşi (şi acesta era unul din motivele pentru care la sărbători Heruvicul trebuia cântat mai lung), dar mai târziu această spălare a rămas doar pentru slujbele arhiereşti şi numai pentru primul dintre arhierei. Deci simpla menţiune a rostirii Psalmului 50 de către preot nu însemna în mod obligatoriu şi săvârşirea cădirii de către el, aşa cum se face în prezent. Liturghierul lui Dosoftei încă menţionează spălarea mâinilor preotului înainte de a merge la Proscomidiar, fără vreo altă spălare înainte de împărtăşire.

2. În trecut, indicaţia de „a cădi altarul” însemna cu totul altceva decât înseamnă ea astăzi, din cauza evoluţiei destul de confuze a termenului „altar” în Răsăritul Ortodox. Din câte ştim, prima Liturghie slavonă slujită de Sf. Chiril şi Metodie în Moravia (sec. IX) nu era cea bizantină, ci cea romană. De aceea, limba slavonă a început să folosească pentru grecescul „θυσιαστήριον” – latinescul „altar”, schimonosit mai târziu ca „oltar”. Prin urmare, „altarul”, atât la latini, cât şi la slavi, însemna doar Sfânta Masă, iar spaţiul în care se află altarul se numea la greci „ιερό” (sau βήμα), la latini „sanctuarium”, iar la slavi s-a tradus ca „святилище”. Iată de ce primele traduceri slavoneşti şi româneşti foloseau expresia „pe altar” (vezi şi Psalmul 50:21b – „pe altarul Tău viţei”), dar nu „în altar”, pentru că termenul era rezervat doar Sfintei Mese, nu şi spaţiului în care se află aceasta. (Teoretic, grecescul „θυσιαστήριον” ar trebui tradus ca „jertfelnic”, dar din cauza rânduielilor de mai târziu ale Proscomidiei, acest termen a fost atribuit de slavi proscomidiarului, iar Sfânta Masă este numită cel mai des „престол”, care înseamnă de fapt „tron”; folosirea de către români a cuvântului „jertfelnic” pentru Sfânta Masă este mult mai corectă.)

Prin urmare, „a cădi altarul” însemna în trecut a tămâia Sfânta Masă, nu şi spaţiul, pereţii şi pe toţi clericii care se află în acel spaţiu. După cum observăm din vechile izvoare liturgice, cădirea Sfintei Mese nu era un rit cu valoare în sine, ci era un gest de evlavie care pregătea o anumită procesiune. De exemplu, înainte de citirea Evangheliei, în timp ce se cântă „Aliluia”, era prevăzut ca „diaconul să tămâieze altarul”, ceea ce însemna cădirea de trei ori în faţa Sfintei Mese sau, cel mult, înconjurarea ei. Dar atunci când prin „altar” s-a înţeles sanctuarul, la care s-a adăugat şi iconostasul care separă sanctuarul de naos, durata cântării stihurilor de la „Aliluia” a devenit insuficientă pentru o cădire atât de complexă şi, de aceea, diaconii au început să facă cădirea chiar din timpul citirii Apostolului, împiedicând ascultarea atentă a lui. Aceeaşi logică era şi pentru cădirea de la Heruvic: în timp ce arhiereul şi preoţii se spălau pe mâini, diaconii aşterneau ilitonul* şi făceau o scurtă cădire pregătitoare pentru aducerea şi punerea Cinstitelor Daruri. Abia după punerea lor pe Sfânta Masă protosul le tămâia de trei ori, încheind ritualul Intrării Mari.

(* În trecut, dacă Sfânta Masă era sfinţită de arhiereu, pe ea nu se punea şi antimis, ci doar înainte de Intrarea Mare diaconii aşterneau un iliton pentru a evita împrăştierea miridelor. Chiar şi mai târziu, când ilitonul se păstra pe Sfânta Masă, sub Sfânta Evanghelie, rânduielile liturgice prevedeau desfacerea acestuia, dar nu şi a antimisului, care dacă exista, se ţinea desfăcut sub acoperământul Sfintei Mese.)

3. În prezent avem două rânduieli destul de diferite în ce priveşte cădirea de la Heruvic. În mod evident, tradiţia rusă este mai veche şi permite o slujire mai ritmată a Liturghiei, chiar dacă uneori, din cauza scoaterii de miride în acest moment, cântarea Heruvicului se lungeşte destul de mult. Doar la Liturghia Darurilor Înaintesfinţite ruşii mai păstrează vechea rânduială, limitând cădirea doar la spaţiul altarului, fără a ieşi pe solee.

Rânduiala întâlnită la greci şi români pare mai clară, pentru că, indiferent dacă este sau nu diacon, cădirea este săvârşită de protos şi, de fiecare dată în acelaşi moment. Totuşi, este important să ştim că nu aceasta reprezintă rânduiala veche a Bisericii şi nu ar fi corect ca aceasta să fie generalizată doar pentru că „aşa fac grecii”.

 
Un nuovo sistema di indicizzazione dei materiali del sito

Il nostro sito parrocchiale sta crescendo... cresce sia nel numero dei lettori, sia nella varietà di testi, immagini, articoli, filmati e riferimenti disponibili sul sito. Con le novità continue che abbiamo caricato, sta diventando anche più complicato tenere d'occhio tutte le nuove aggiunte. Per questo abbiamo aggiunto al sito due nuove funzioni per rendere più facile la ricerca dei materiali:

1) La funzione di "Archivio" (in cima alla pagina) permette di cercare tutte le voci del blog delle novità sul sito a partire da ogni singolo mese di ogni anno.

2) la selezione delle pagine del blog delle novità (a fondo pagina) è stata resa più estesa, permettendo di saltare automaticamente a pagine distanti diversi mesi.

Vi ricordiamo che la funzione "Ricerca" (in una casella apposita sulla colonna sinistra della pagina del sito) può aiutarvi a trovare una o più parole desiderate in tutti i testi presenti sul sito.

Se invece volete esplorare il sito partendo dalle possibili domande e curiosità sul cristianesimo ortodosso, potete sempre utilizzare la Guida all'uso del sito, che trovate anche sul menu delle pagine in evidenza, e che cerchiamo di tenere regolamente aggiornata con riferimenti ai contenuti che continuiamo ad aggiungere a www.ortodossiatorino.net.

 
L'unico autobus-chiesa in Russia presentato a Mosca

L'unico autobus-chiesa in Russia, che offre alle persone provenienti da villaggi remoti l'opportunità di unirsi alla Chiesa, è stato presentato al III forum internazionale dei giovani ortodossi "Il passato". Il presente. Il futuro" a Mosca giovedì 23 agosto.

Secondo patriarchia.ru, l'autobus, che è stato esaminato da sua Santità il patriarca Kirill, è stato presentato nella sezione "Opera missionaria" nel 75° padiglione del centro espositivo VDNKh.

L'autobus-chiesa è stato creato dal sacerdote Andrej Strelkov, che ha visitato più di 30 villaggi remoti con questo autobus nel corso di 7 anni. In questi villaggi, dove non ci sono chiese, padre Andrej officia la Divina Liturgia e predica, come riferisce tass.ru.

 

Il rapporto osserva che è abbastanza facile preparare l'autobus-chiesa per il suo scopo designato: amministrare i servizi ecclesiastici. Basta aprire il tettuccio e installare la cupola, tutto è già equipaggiato.

L'autobus è arrivato al forum dei giovani dalla piccola città tatara di Zainsk dopo aver percorso la distanza di 1100 chilometri.

 
Conferenza stampa: La formazione di uno Stato

[Aleksandr V. Zakharchenko, Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Popolare di Donetsk] Come tutti sapete, una settimana fa abbiamo annunciato il nostro piano di attacco. L'abbiamo iniziato ieri.

Fino a ieri ci siamo preparati per l'attacco, esaminando i trofei militari, armando gli equipaggi, e testando la comunicazione tra le diverse formazioni militari.

Ora posso orgogliosamente annunciare che abbiamo formato 2 battaglioni di carri armati, 2 complete brigate di artiglieria, 2 divisioni Grad, 1 battaglione di fanteria meccanizzata, 3 brigate di fanteria e una speciale brigata aerotrasportata d'assalto.

Tutte queste unità hanno ora ricevuto le sigle dell'esercito.

Il sistema di comunicazione è stato regolarizzato e sono stati formati 2 ospedali da campo e 1 brigata di manutenzione.

Abbiamo iniziato a testare tutte queste unità in battaglia. Ieri abbiamo iniziato un attacco contro il gruppo nemico ad Amvrosievka.

Secondo i nostri dati, nel corso dell'offensiva, il nemico ha perso circa 45 unità di equipaggiamento militare, abbiamo catturato 14 unità di attrezzature militari, e circa 1.200 persone sono state uccise o ferite.

Ci sono due sacche di resistenza in questo momento, ad Amvrosievka e a Starobeshevskaja.

Abbiamo iniziato ad avanzare alle 4 del mattino su Elenovka, dove sono ancora in corso combattimenti.

Due terzi di Elenovka sono sotto il nostro controllo. Speriamo di ripulire queste zone prima della notte. Tuttavia, l'offensiva non si concluderà con questo.

Continueremo finché non libereremo tutte le aree popolate della Repubblica Popolare di Donetsk.

L'esercito è pronto e abbiamo il sostegno del popolo. Ci saranno sempre più prigionieri.

Ora, per quanto riguarda la parata. Ho volutamente messo i trofei militari in mostra in Piazza Lenin.

Tutto ciò che verrà a noi da Kiev, finirà nella stessa condizione, prima o poi.

Più ne verrà, più sarà facile per noi ripristinare la nostra economia.

Come forse sapete, la metallurgia è una delle nostri principali industrie.

Vorrei ringraziare il Ministro della Difesa per la stretta cooperazione, la sua comprensione delle sfide che il governo deve affrontare, per la sua capacità illimitata di lavorare e per il suo coraggio personale.

[Vladimir Kononov, ministro della Difesa della Repubblica Popolare di Donetsk] Cari giornalisti, pubblico televisivo, vorrei farvi un appello.

L'esercito aggressivo ucraino di occupazione è venuto sul nostro suolo. Hanno portato una ideologia nazionalista che non ha alcun rispetto per la vita umana.

Il loro unico interesse è per il nostro territorio e per le risorse.

Lanciano i loro vili attacchi a complessi civili residenziali con nonne, donne e bambini.

Proprio ieri hanno sparato su un quartiere residenziale e hanno ucciso una bambina di 9 anni. Non c'era presenza della milizia sul posto.

Usano le tattiche subdole dei gruppi mobili di mortai che arrivano in un posto, vi sparano per 10-20 minuti, e se ne vanno in fretta.

Abbiamo già tutti i dati sui movimenti di questi gruppi di mortai. Saranno neutralizzati presto.

Ora, per quanto riguarda le forze armate.

Questa è una forza uniforme con un principio di autorità indivisa che impedisce la disobbedienza e il disordine, contrariamente a coloro che chiamano l'esercito della Repubblica Popolare di Donetsk "makhnovista", ecc.

È una bugia diffusa dalla giunta di Kiev, nonché da coloro che hanno scatenato carri armati, lanciarazzi Grad e artiglieria contro il proprio popolo.

Ora potete porre le vostre domande.

La milizia fa fuoco sulle case?

Mi permetta di correggere subito. Eravamo la milizia 10 giorni fa. Oggi, siamo le forze armate della Repubblica Popolare di Donetsk.

Le forze armate della Repubblica Popolare di Donetsk non cercano in alcun modo di colpire quartieri residenziali e case.

Non lo facciamo e non lo faremo mai. Questa è la nostra nazione, la nostra terra e la nostra patria.

Questa è una guerra sul nostro territorio, che vogliamo preservare. Non siamo animali. Non stiamo combattendo a Kiev, stiamo combattendo a casa nostra.

Canale 1, Mosca. Come caratterizzerebbe la risposta delle forze armate ucraine alla vostra offensiva? Ne erano a conoscenza? Sono confuse, resistono oppure si ritirano?

Molto probabilmente sapevano del nostro contrattacco, non ne abbiamo fatto un segreto. Non conoscevano il tempo e il luogo dell'attacco.

Ci sono ufficiali regolari dell'esercito che, purtroppo, a un certo punto si sono laureati presso le scuole militari e le accademie sovietiche.

Si stavano preparando per diverse opzioni, e ne hanno indovinato alcune. Il combattimento è stato pesante, perché le unità regolari combattono bene.

L'esercito regolare combatte davvero, viene sconfitto, ma non si arrende mai.

Quelli che si ritirano sono i battaglioni Shakhtersk, Ajdar ecc. Di solito sono facili da attaccare, perché si ritirano al primo colpo e non si impegnano in uno scontro a fuoco diretto.

Di solito si ritirano e chiamano le unità regolari, e poi cominciano ad attaccare insieme.

Ancora una volta, la lotta è molto pesante. Si può sentire la superiorità del nemico dalla loro quantità di attrezzature.

Per darvi un'idea dell'intensità dei combattimenti: attraversiamo circa 40 km in una giornata.

La sfilata dei prigionieri di guerra che abbiamo visto questo pomeriggio, non è contro tutte le convenzioni umanitarie e gli appelli alla dignità?

Come avvocato, posso dire che non abbiamo fatto nulla contro il diritto internazionale.

I prigionieri non sono stati spogliati o affamati.

Mostratemi un diritto internazionale unico, che proibisce di far sfilare i prigionieri. Non abbiamo fatto niente di illegale.

Qual era lo scopo di questa sfilata? Stavate cercando di inviare un messaggio a Kiev? Perché avete preso la decisione di far sfilare i prigionieri di guerra?

Kiev ha affermato che avrebbero marciato in corteo a Donetsk il 24. Così è stato.

Poroshenko non ha mentito: erano proprio qui, insieme ai loro equipaggiamenti militari.

Questa settimana Lugansk ha ricevuto aiuti umanitari dalla Russia. Siete in attesa di un aiuto simile, e quando pensate che ci si possa aspettare che arrivi?

Ce lo aspettavamo ieri, anche prima di Lugansk.

La popolazione della nostra città è più grande di Lugansk, quindi era logico inviare a noi gli aiuti in primo luogo.

Ma la situazione a Lugansk è molto più difficile, così sono stati inviato prima lì. Mi auguro che riceveremo i nostri aiuti al più presto.

Ci sono delle trattative per i termini di consegna?

Sì, i negoziati sono stati condotti nello stesso giorno come Lugansk, ma, purtroppo, non abbiamo avuto aiuti.

Lugansk condividerà con voi gli aiuti ricevuti?

Come manager pratici, lo vorremmo. Tuttavia, da un punto di vista umanitario si capisce che la situazione è più difficile lì.

Dobbiamo contare sulle nostre risorse per ora. Speriamo che gli aiuti arrivino presto.

Ci sono paralleli storici con il luglio 1944 e la sfilata dei nazisti. È accaduto per caso o è stato fatto apposta?

Onestamente, abbiamo visto di recente una delle insegne della 2a brigata separata: è l'emblema completo della Divisione SS Galizia, un distintivo della 79a SS Galizia.

Quando abbiamo visto i simboli completi di questa divisione... Molte famiglie russe hanno subito perdite durante la Seconda Guerra Mondiale. Uno degli antenati della mia famiglia ha combattuto contro la Divisione SS Galizia.

Questo non è solo un parallelo, questo è generazionale: il mio bisnonno, e ora io, e la stessa divisione...

Ecco perché è sorto il desiderio di ripetere il 1944, perché ci si renda conto che tutto è già accaduto prima, che si è ripetuto con lo stesso risultato.

Ogni volta che arrivate in Russia con una spada, "di spada perirete".

Purtroppo, cari giornalisti, l'Occidente cerca di invaderci a intervalli regolari di 30-50 anni.

Cioè, ogni 30-50 anni la civiltà occidentale cerca di imporci la propria opinione e il proprio modo di vita.

La prima guerra mondiale, la Grande guerra patriottica, ancora prima la guerra di Crimea e così via fino alle profondità della storia.

Come risultato, l'Occidente ottiene tradizionalmente la caduta di Berlino, di Parigi, ecc

Sul Maidan hanno ripetuto ogni anno a Kiev - "Chi non salta moscovita è".

L'Occidente viene ogni 30-50 anni per ottenere ciò che merita. Ora nel 2014, sono un po' in ritardo.

Che tipo di aiuto avete ora dalla Russia?

Individui e alcune organizzazioni ci inviano cibo, vestiti e medicine.

Ramzan Kadyrov ha raccolto aiuti umanitari per un valore di 70 milioni di dollari, e ora sono in attesa a Rostov.

Non era un programma statale, è del Presidente della Repubblica della Cecenia.

.... esperti di artiglieria da Samara?

Inviterò alcuni ufficiali della marina francese, che vogliono combattere con noi.

Sono disposti a rilasciare un'intervista. Abbiamo l'Europa che combatte tra di noi.

Gli ideali europei di uguaglianza, fraternità, e la rivoluzione francese, come nella Marsigliese, risuonano nell'animo dei patrioti della Francia.

Questo significa che la loro nazione non è morta, dal momento che ha rappresentanti del genere che sono disposti ad andare in un luogo lontano a combattere per i propri ideali, per i quali un tempo hanno preso la Bastiglia.

Sì, ci sono volontari: francesi, russi. È una cosa brutta? A me pare ottima.

Ci sono unità militari regolari russe che combattono al vostro fianco?

Se pensate che la Russia stia inviando le sue unità regolari qui, allora lasciate che vi dica una cosa.

Se la Russia stesse inviando le sue truppe regolari, qui non staremmo parlando della battaglia di Elenovka. Staremmo parlando della battaglia di Kiev, o magari della cattura di Leopoli.

Ora c'è una guerra sul nostro suolo per il nostro territorio. Abbiamo un afflusso di volontari provenienti da tutto il mondo.

Naturalmente, l'aiuto russo sarebbe molto auspicabile, ma da un punto di vista politico è impossibile e irrealistico.

Grazie, tra l'altro, ai paesi europei. Voi non riconoscete questa guerra così come non avete riconosciuto la grande guerra patriottica, non è vero?

Voi sostenete l'operazione anti-terrorismo contro terroristi e separatisti.

Non avete sviluppato una Carta dei territori liberi, credo, in Svizzera?

Un territorio ha il diritto di autodeterminazione e di separazione dopo un referendum.

La Germania vive in base agli stessi principi. Ci sarà presto un referendum in Scozia.

Cioè, chiamate democratici i vostri principi e li portate avanti (quasi) democraticamente.

L'esempio della Cecoslovacchia è stata pacifica. La Jugoslavia, purtroppo, l'avete strappata in mille piccoli pezzi. Usando metodi militari,  per giunta.

Da noi succede la stessa cosa.

Cioè, se smettete di perseguire una politica di due pesi e due e sarete in grado di capire che qui vive della gente.

Qual è la nostra colpa? La colpa di Donetsk, del Donbass, della nostra terra?

Che abbiamo chiesto di vivere in modo indipendente? Che abbiamo voluto vivere nel modo che vogliamo? Parlare la nostra lingua? Fare amicizia con chi vogliamo?

Non abbiamo voglia di andare in Europa. Abbiamo mentalità diverse, religioni diverse.

Ma noi abbiamo una religione diversa. Vogliamo andare a Oriente.

Abbiamo voluto vivere come vogliamo, ma non ce lo hanno permesso. Siamo stati chiamati terroristi e separatisti.

Vi prego di notare, non siamo stati noi i primi a catturare qualche amministrazione regionale, né abbiamo bruciato dipartimenti distrettuali. Questo è ciò che ha fatto il Maidan.

Gli slogan: "No agli oligarchi", "Uguaglianza e fraternità", "libertà di religione e di lingua", "Libertà di scelta".

Tutti questi slogan vengono dal Maidan. Noi vogliamo la stessa cosa. Allora perché siamo i cattivi?

Cosa abbiamo fatto per meritare di essere bombardati da aerei? Colpiti da carri armati? E c i hanno sganciato sulla testa bombe al fosforo?

Spiegatemi, che operazione anti-terrorismo è questa?!

In tali operazioni sono coinvolte forze di polizia e servizi di intelligence, e non unità militari regolari, veicoli militari e velivoli.

Cari giornalisti, per favore correggetemi se sbaglio.

Se siamo terroristi, devono combatterci la polizia e i servizi di sicurezza dell'Ucraina.

30, 25, 95, 72, e 76 – l'intero esercito ucraino è presente sul nostro territorio.

Tre mobilitazioni generali, la guardia nazionale, battaglioni territoriali, i battaglioni privati ​​Aidar, Azov, Shakhtersk, Donbass, Dniepr-1, Dniepr-2, Dniepr-3, Kiev, e ora Kryvbas.

Che cosa abbiamo fatto? Qual è la nostra colpa? Il fatto che abbiamo gas di argilla, per il quale si desidera cancellare l'intera Slavjansk dalla faccia della terra?

O qualche altro interesse finanziario?

Siamo tutti discendenti di antenati gloriosi. Abbiamo tutti antenati dei quali siamo orgogliosi. Solo tra gli antenati di noi due ci sono due eroi dell'Unione Sovietica.

Siamo ancora in grado di tenere le armi nelle nostre mani. Abbiamo inghiottito con il latte delle nostre madri un orgoglio e un desiderio di vivere in un Donbass libero e felice.

Diremo a chiunque viene a farci del male sul nostro territorio: ci batteremo con le unghie e con i denti per la nostra patria.

Kiev e l'Occidente hanno fatto un grosso errore a ridestarci.

Noi siamo gente laboriosa. Mentre altri saltavano sul Maidan per 300 grivne, la nostra gente era giù in miniera, a estrarre il carbone, a fondere metallo e a seminare le colture.

Nessuno di noi ha avuto il tempo di saltare, eravamo occupati a lavorare.

Quando una persona che proprio ieri ha lavorato con un martello pneumatico o ha guidato una mietitrice, oggi sta dietro al volante di un carro armato o di un Grad, o ha raccolto una mitragliatrice, è stata oltrepassata la linea e non lo si può più fermare.

Chi ha lasciato il suo lavoro sa che combatterà fino alla fine e fino al suo ultimo respiro.

Potete dirlo agli altri: non ridestate la bestia. Non fatelo, e basta.

Mentre ce n'è ancora la possibilità, lasciate che le madri salvino i loro figli.

Per alcuni, forse questa sarà una notizia terribile: sotto Stepanovka, sotto Saur-Mogila, giacciono ancora diverse centinaia di soldati delle forze armate dell'esercito ucraino che sono dati per dispersi.

Le famiglie ricevono lettere di "disperso in combattimento". In realtà sono morti. Le autorità di Kiev lo fanno apposta.

Centinaia, migliaia di morti giacciono in più di una dozzina di tombe. Questo ve lo annuncio ufficialmente.

Fate sapere a tutti che, se avete ricevuto una lettera di "disperso in combattimento", allora molto probabilmente, vostro marito, fratello o figlio sono stati uccisi.

[Vladimir Kononov] Posso darvi un esempio dal combattimento dei battaglioni 72° e 25° contro di noi a Shakhtersk. Ho tutti i documenti dei soldati bruciati vicino ai macchinari distrutti.

Abbiamo restituito i corpi all'esercito ucraino. Due settimane più tardi, abbiamo ricevuto informazioni che erano "dispersi in azione".

Perché si sono presi la briga di raccogliere quei corpi?

È stato riferito che l'esercito ucraino dall'inizio del conflitto ha avuto 12.000 morti, 19.000 feriti e 5.000 dispersi.

Non sono dispersi, sono stati uccisi e sepolti sotto il monte Karachun, a Krasnyj Liman...

Hanno gettato corpi da un elicottero nei Laghi Blu vicino a Slavjansk, con pietre legate ai loro piedi.

[Aleksandr Zakharchenko] Vladimir Petrovich, cerchiamo di non eccitare la nostra stampa con dettagli raccapriccianti.

Poroshenko ha detto che 120 persone sulle 1200 che hanno partecipato alla parata a Kiev andranno in Oriente.

Ora voglio dire: io non voglio combattere. Non è stata una mia scelta, ma mi batterò fino alla fine per la mia terra, non importa chi siano, quando arrivino e quanto numerosi siano.

Questa è una battaglia di annientamento. Purtroppo, gli slavi stanno lottando tra loro e distruggendo le loro persone migliori.

Vogliamo rivolgerci a tutti i parenti e alle madri: non inviate qui i vostri figli.

Lasciateci soli. Viviamo liberi e in pace.

Non siamo venuti da voi a Kiev, a Dnepropetrovsk, o a Zaporozh'e. Non abbiamo depredato i vostri villaggi, violentato le vostre donne, ucciso i vostri anziani e rubato le loro decorazioni militari.

Ricordate le decorazioni per Stalingrado, per la cattura di Berlino, le medaglie della Stella d'Oro, gli Ordini di Gloria, gli Ordini della Bandiera Rossa, mescolati con gli orecchini delle donne?...

Noi non lo facciamo. Noi vogliamo vivere sulla nostra terra nel modo in cui vogliamo. Non abbiamo bisogno di voi. Noi siamo diversi.

L'Ucraina d'Oriente e d'Occidente è un conglomerato creato artificialmente. Tuttavia, non abbiamo iniziato noi questa guerra.

Se qualcuno ha una coscienza politica, la volontà e il coraggio di un vero uomo, gli suggerisco solo di fermare questa operazione.

Non è necessario riconoscere il nostro stato, limitatevi a lasciarci soli all'interno dei nostri confini delle repubbliche di Donetsk e di Lugansk, e ci saluteremo e ci diremo addio.

Una domanda del quotidiano francese Libération. Quando avrà luogo la conferenza stampa con i volontari internazionali francesi, che lei ha citato?

Arriveranno domani. Parli con Vladimir Petrovich domani. Lo contatti attraverso il suo addetto stampa.

Pensa che l'incontro con Poroshenko porterà eventuali soluzioni positive?

Vorrei fare un chiarimento. Nessuna federalizzazione può essere possibile oggi.

C'è un tempo per ogni cosa. Abbiamo chiesto la federalizzazione 3 mesi fa, abbiamo chiesto un permesso di tenere un referendum.

Quel tempo è passato, ora vogliamo vivere in modo indipendente.

Le autorità ucraine stanno utilizzando metodi di polizia per sottometterci: ci arrestano, ci tagliano fuori, e conducono operazioni anti-terrorismo contro di noi.

Ormai così tanto sangue è stato versato e così tante persone sono morte per la libertà. Come possiamo parlare di federalizzazione?

Che cos'è la federalizzazione? Si tratta di una serie di procedure burocratiche che devono essere portate avanti.

Ma noi vogliamo vivere in modo indipendente. Abbiamo una terra molto ricca.

I discorsi a proposito dei sussidi sono una bugia perpetrata dai ladri per rubare denaro. Ogni presidente lo ha capito molto bene e vi ha sempre partecipato.

Siamo una regione autosufficiente con la sua agricoltura, un'industria sviluppata, boschi, campi e mari.

Abbiamo tutto, da una "Svizzera" al mare.

Aree balneari, agricoltura, chimica e industria del carbone, ricchezza di minerali, depositi di gas, ecc.

Nonostante gli stretti legami con il resto dell'Ucraina, possiamo e dobbiamo essere in grado di nutrirci.

Se non lo capiscono con le buone, allora lo chiederemo loro con le cattive.

Mi auguro che l'incontro tra Poroshenko e il presidente Vladimir Putin porterà a prendere in considerazione la nostra posizione.

Una domanda di diritto, in relazione alle persone che sono in carcere.

La prego di specificare di che tipo di diritto sta parlando.

Su quali basi queste persone sono state arrestate?

Abbiamo recentemente adottato un nuovo codice penale e creato corti marziali e tribunali. È di questo che sta parlando?

Questa non è una legge, questa è una disposizione che abbiamo discusso in sede di Consiglio dei ministri e poi sottoposto al Consiglio Supremo.

Il Consiglio Supremo ci ha dato via libera. Sta chiedendo delle persone che sono state arrestate prima di questo momento oppure dopo?

Al momento i detenuti sono in gran parte soldati che hanno violato la disciplina militare e il giuramento di fedeltà.

Una corte marziale dovrà fare i conti con loro. Ora, per quanto riguarda il resto.

Dopo l'adozione di questa legge, tutti i detenuti civili sono stati trasferiti al Ministero degli Affari Interni e il Ministero della Sicurezza di Stato per le loro audizioni.

In base alla sentenza, o saranno liberati, oppure sottoposti a pene amministrative sotto forma di servizi alla comunità, da 10 a 30 giorni.

Il centro di detenzione di Donetsk è passato dalla nostra parte, quindi luoghi civilizzati potranno essere utilizzati per le detenzioni.

Per ulteriori chiarimenti è possibile informarsi presso la segreteria del Vice Primo Ministro o fare appello al procuratore generale.

Una domanda sulla pena di morte.

Sarò onesto, penso che la pena di morte sia la più alta forma di protezione sociale.

Probabilmente vi ricorderete che il mio primo decreto è stato per combattere il banditismo.

Sì, questo è un fenomeno diffuso, perché ogni sorta di elementi criminali penetra sotto l'apparenza di una rivoluzione.

Dobbiamo lottare adesso contro questo fenomeno, così non dovremo andare a  caccia di questi gruppi paramilitari in un momento successivo. Questo è il motivo che sta dietro a questa decisione.

Dopo lunghe discussioni si è deciso di adottare la pena di morte.

Voi tutti sapete perfettamente che l'abolizione della pena di morte non riduce la criminalità.

Le statistiche mostrano che con la pena di morte abolita, i crimini "per qualche motivo" tendono a salire.

La società, la gente comune e gli imprenditori privati ​​devono essere in grado di vivere e lavorare in sicurezza. Abbiamo preso una decisione per garantire la loro sicurezza.

Per i dettagli, vi prego di familiarizzarvi con il codice. È scritto in un linguaggio chiaro.

 
Le Chiese ortodosse hanno chiaramente espresso il loro atteggiamento verso gli scismatici ucraini. Filarete ha capito?

Una fedele della Chiesa ortodossa georgiana che vive a Los Angeles, California, ci ha inviato questo editoriale sullo scisma nella Chiesa ortodossa ucraina. Scossa dopo aver letto la recente risoluzione delle Nazioni Unite relativa alla violazione dei diritti religiosi in Ucraina, Tamar Lomidze esprime le sue preoccupazioni per la popolazione ortodossa ucraina.

l'auto-proclamato "patriarca" Filaret (Denisenko)

Dimenticarsi dei comandamenti di Cristo, abbracciare l'etnofiletismo, dare la preferenza a Cesare, servire mammona – tutti questi sono sintomi di una grave malattia che ha colpito gli scismatici della cosiddetta "Chiesa ortodossa ucraina del patriarcato di Kiev " ("COU-PK") a causa della loro allontanamento dall'Ortodossia. Bugie, desiderio di usurpare tutto il possonibile, attacchi contro i fedeli della Chiesa ortodossa ucraina del patriarcato di Mosca (COU-PK) – non solo la propensione non mascherata alla violenza del leader scismatico Filaret Denisenko – tutto questo è ben noto a tutti in questi giorni.

Nel frattempo, l'auto-proclamato "patriarca", continua a parlare di autocefalia. È difficile capire che cosa stia ancora cercando, dal momento che l'autocefalia può essere riconosciuta solo dalle Chiese ortodosse. Allo stesso tempo, nessuna delle Chiese ortodosse enterebbe mai in comunione canonica con gli scismatici, perché così facendo si priverebbe come Chiesa dello Spirito Santo. Di conseguenza cesserebbe di essere la Chiesa come corpo di Cristo; cioè diventerebbe non più d'una organizzazione civica, come è la "COU-PK".

Purtroppo, molti ucraini non sono nemmeno a conoscenza del fatto che i sacramenti amministrati dai sacerdoti filaretisti non sono per nulla sacramenti. Così, dopo questi "riti", centinaia di migliaia di bambini ucraini ora non sono battezzati, i defunti sono sepolti senza riti funebri, e i matrimoni non sono benedetti da Dio!

Questa verità teologica fondamentale è stata mantenuta all'unanimità e alla lettera da parte dei primati di tutte le Chiese locali a Chambésy il 22-28 gennaio 2016. Diversi vescovi hanno anche sottolineato questo punto appositamente per Filarete e per gli ucraini, per i quali la Chiesa è giunta a essere considerata come una semplice istituzione che esprimere le sue preferenze politiche, piuttosto che uno spazio di comunione eucaristica.

Così, il patriarca Irinej della Chiesa ortodossa serba ha scritto sulla "COU-PK" scismatica nella sua lettera al capo della Chiesa ortodossa russa, il patriarca Kirill, come segue: "Queste persone appartengono solo nominalmente alla Chiesa ortodossa... il loro disprezzo per le norme della morale cristiana, la loro prontezza all'odio, alla menzogna e allo spargimento di sangue lo dimostra chiaramente".

A sua volta, il primate della Chiesa ortodossa bulgara, il patriarca Neofit, ha espresso la sua profonda preoccupazione per i violenti attacchi alle chiese del Patriarcato di Mosca e per il maltrattamento dei credenti della sola Chiesa canonica ortodossa in Ucraina. Si è anche appellato al presidente Petro Poroshenko e lo ha invitato a prendere tutte le misure possibili per proteggere la Chiesa ortodossa ucraina dalle persecuzioni effettuate dai nazionalisti e dall'auto-proclamato patriarcato di Kiev. Anche i primati delle Chiese ortodosse di Alessandria, Antiochia, Gerusalemme e Polonia hanno espresso il loro sostegno al capo della Chiesa ortodossa ucraina, il metropolita Onufrij.

il capo della Chiesa ortodossa ucraina, il metropolita Onufrij

Non a caso, né il patriarca ecumenico né gli altri primati delle Chiese autocefale intendono condonare gli scismatici. È per questo che l'esito del sinodo di Chambesy per il patriarcato di Kiev sarebbe stato lo stesso indipendentemente dal discorso del patriarca Kirill.

Ricordiamo, nel corso di questa riunione dei primati delle Chiese autocefale si è unanimemente riconosciuto che la Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca è l'unica Chiesa canonica ortodossa in Ucraina. Inoltre, il Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli ha pubblicamente confermato che non avrebbe preso in considerazione il riconoscimento canonico degli scismatici ucraini. Ha anche assicurato che i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina nella diaspora devono notificare la COU-PM delle loro visite sul suo territorio canonico, così come astenersi dalle celebrazioni congiunte con i dissidenti.

In questo contesto, le dichiarazioni del compagno Denisenko, che sicuramente non può non essere a conoscenza del comportamento della vera Chiesa verso di lui, sembrano essere un tentativo di far buon viso a cattivo gioco. In un'intervista del 10 febbraio 2016 al canale "24", l'auto-proclamato "patriarca" della Chiesa ortodossa "ucraina" scismatica del patriarcato di Kiev, ha detto: "Non abbiamo bisogno di un riconoscimento (canonico), abbiamo bisogno che la nostra autocefalia sia riconosciuta". È interessante notare quanto eloquentemente queste parole caratterizzino gli scismatici e come (purtroppo per gli aderenti della COU-PK) li allontanino dal ritorno nel seno della Chiesa che dà la vita.

Invece di lottare per ristabilire la comunione eucaristica con il resto del mondo ortodosso, Filarete persiste solo nella sua vanità. Qualcosa di simile a, "non importa se nelle nostre chiese c'è o no lo Spirito Santo, è più importante che ci sia permesso di fare quello che vogliamo." Così, egli mette il suo "io" davanti alla salvezza delle anime credenti. Quindi, possiamo solo pregare e sperare che i fedeli ucraini si risveglieranno alla consapevolezza del loro pericolo spirituale nel più breve tempo possibile.

 
"Non ho mai avuto il minimo desiderio di lasciare la mia diocesi"

Padre Mark, poco prima dell'ingresso al Vespro durante la Veglia della Dormizione della Theotokos. Foto: Konstantin Shnurov

Padre Mark Tyson ha servito come rettore della Chiesa ortodossa della Dormizione della Madre di Dio a Bluefield, in Virginia Occidentale, una parrocchia della Diocesi Carpato-russa d'America (ACROD), una giurisdizione del Patriarcato ecumenico, per quasi due decenni. Tuttavia, seguendo la sua coscienza, si è recentemente trasferito nella giurisdizione della Chiesa ortodossa russa al di fuori della Russia (ROCOR), un organismo autonomo all'interno del Patriarcato di Mosca. Come è stato riferito da varie fonti in inglese e in russo, padre Mark ha fatto questa mossa a causa delle ultime azioni del Patriarcato ecumenico in Ucraina – la revoca del documento con il quale aveva trasferito la Metropolia di Kiev al Patriarcato di Mosca nel 1686 e la revoca delle sanzioni canoniche del Patriarcato di Mosca che avevano scomunicato Filaret Denisenko, Makarij Maletich e i loro seguaci.

Con la benedizione di sua Eminenza il metropolita Hilarion (Kapral), il primo ierarca della ROCOR, padre Mark ci ha offerto la seguente intervista in cui parla in modo più approfondito del suo tempo nella ACROD, delle sue ragioni per il trasferimento alla ROCOR e di cosa gli riserva il futuro.

Padre, prima di saltare agli eventi attuali, prima vorremmo sapere, lei è un convertito o è nato nella Chiesa? Come si è associato alla ACROD?

Sono un convertito. Sono stato battezzato nella chiesa cattolica romana di san Beda a Williamsburg, in Virginia (che svolgerà un ruolo un po' più avanti), ma a circa quindici anni ho deciso di voltare le spalle a ogni religione, e per circa nove anni non ho avuto niente a che fare con la preghiera o con Cristo, a meno che la mia vita non fosse in pericolo, cosa che durante i miei anni incerti dell'adolescenza è avvenuta un paio di volte.

Ho iniziato a studiare alla George Mason a Fairfax nel 1988 dove ho conseguito il diploma di laurea in studi russi e latinoamericani. Dopo aver finito lì, ho trascorso circa sei settimane a Mosca nell'estate del 1990. Studiavo all'Istituto di acciaio e leghe, dove avevano un piccolo dipartimento linguistico all'ultimo piano, quindi trascorrevamo le nostre giornate lassù con alcuni ottimi insegnanti russi e viaggiavamo, vacendo visite e vedendo mostre, e uno dei posti in cui siamo andati era il monastero di Novodevichy, dove ho visto la mia prima Liturgia ortodossa.

Sono rimasto davvero estasiato e toccato dal servizio. Una delle signore che vendevano candele ha potuto vedere che non stavo facendo foto né mi comportavo da rozzo turista. Ero riverente quanto potevo esserlo. Essendo cresciuto nella Chiesa romana e avendo suonato diversi strumenti in gruppi folk, questa mi sembrava una bellissima Liturgia, quindi ne ero molto commosso anche se non capivo niente di diverso da "Gospodi pomilui" ["Kyrie eleison"]. Questa signora anziana che stava sul retro della chiesa mi ha dato una candela, mi ha toccato la guancia e mi ha detto di prenderla, e l'ho accesa con una piccola preghiera. Più tardi, quando i miei amici andavano al bar o altrove, dicevo che dovevo studiare; poi, appena usciti, salivo sulla metropolitana e andavo a Novodevichy. Mi sedevo su una panchina e guardavo le persone che passavano. Non avevo idea di come comportarmi o cosa fare.

Ho ricevuto una lettera dalla mia fidanzata a Williamsburg, in Virginia, che voleva tornare in chiesa e mi aspettava da un po', ma con me fuori dal paese ha detto che sarebbe andata a san Beda. Ne sono stato così colpito, perché quella era la chiesa in cui ero battezzato. Tornato in America, ho visitato spesso quella chiesa con lei, e una delle prime cose che ho fatto è stata di confessarmi per la prima volta in nove anni. Ho iniziato regolarmente ad andare a Messa e col tempo sono diventato un cattolico serio, ma ero ancora interessato all'Ortodossia. In effetti, abbiamo anche aggiunto alcune petizioni della Grande Litania della Pace nella nostra messa di matrimonio a san Beda. Allora non mi rendevo conto che questo era inappropriato, ma quelle parti mi avevano toccato e sentivo che il mio cuore era al posto giusto.

Un paio di mesi dopo il nostro matrimonio ci siamo trasferiti in una piccola città chiamata Fisher, in Illinois, e andavamo alla chiesa cattolica romana il sabato sera e una chiesa ortodossa greca a Champaign-Urbana la domenica mattina. Mia moglie era insegnante in una scuola cattolica. Avevano una Messa una volta al mese, e una volta siamo andati insieme. Avevano ragazze in calzamaglia che sventolavano bandiere, portavano vasi d'incenso e ballavano attorno all'altare, e quando tutto è finito, ho detto a mia moglie: "Qui abbiamo finito, cominciamo ad andare alla chiesa greca. Non ce la faccio più". Abbiamo fatto così, e lì abbiamo seguito un catechismo di circa nove mesi.

Mentre eravamo nella zona di Washington, DC, prima di andare nel Midwest, ci siamo imbattuti in un monastero ortodosso gestito da due ex uniati che si erano uniti alla ACROD. Sono stati molto accoglienti e ci hanno aiutato con molte delle nostre domande sulla fede che stavamo scoprendo. Così attraverso di loro siamo andati a Johnstown, in Pennsylvania, dove ho incontrato il metropolita Nicholas e il cancelliere, padre Frank. Più tardi, mentre ero in una scuola di specializzazione in Illinois, mi sono reso conto che volevo davvero andare al seminario. Siamo stati accolti nella Chiesa la domenica di Pentecoste del giugno del 1992 e con il crisma ancora umido sulla fronte, siamo saliti in macchina e siamo andati al seminario. Ci penso con molto dispiacere – avrei forse voluto maturare per cinque anni come laico, ma è una tipica cosa da convertito – "Insegnerò al mondo l'Ortodossia!"

Certo, la conosco bene.

Ebbene, così sono andato al seminario e sono stato completamente conquistato dal metropolita Nicholas, che era uno degli uomini più ospitali e gentili che abbia mai conosciuto. Era il tipo di persona che ci portava da mangiare quando non avevamo introiti e aveva sempre dei seminaristi e altre persone della comunità della cattedrale che andavano a mangiare a casa sua. Il suo cognome era Smishko, che è ovviamente legato a "smeshno" – "divertente" in russo, ed era un uomo divertente; sempre scherzoso e, naturalmente, molto orgoglioso della sua eredità carpato-russa. Lo prendevo spesso in giro. Ricordo che una volta stavo pulendo il suo bagno al pianterreno (un altro modo in cui ci aiutava a guadagnare qualcosa) e ho iniziato a cantare "Ricordati di noi, Signore" – dicendo "Gospodi" con la pronuncia russa, e lui ha urlato "Si dice HOSPODI, sciocco! "

sua Eminenza il metropolita Nicholas (Smishko). Foto: tribdem.com

Sono stato ordinato al diaconato il 24 dicembre 1993 e, a causa dei problemi di salute del nostro protodiacono, ho iniziato a viaggiare con il vescovo. Durante il corso dei nostri viaggi, sono giunto ad amarlo e a rispettarlo ancora più di prima. Quando sono stato ordinato sacerdote, il 10 settembre 1995, sono entrato e ho venerato l'altare, e il metropolita Nicholas ha esteso le braccia per abbracciarmi e ha detto: "Sei pronto per questo grande giorno della tua vita, figliolo?". Ha battezzato il mio primogenito Nicholas nel pomeriggio di Pasqua del 1995. Lo abbiamo chiamato così in onore di san Nicola e del metropolita. Alcuni preti pensavano che stavo cercando di ingraziarmelo, ma non capivano. Era più vicino a me di mio padre. Mi ha tonsurato lettore, mi ha elevato a suddiacono e mi ha ordinato al diaconato e al sacerdozio. La nostra era una relazione meravigliosa.

Il mio primo incarico è stato nell'ottobre 1995 nell'area di Chicago e insieme come parrocchia abbiamo costruito una nuova chiesa. Abbiamo avuto alcuni momenti difficili con la "vecchia guardia" della parrocchia locale, e dopo cinque anni sono stato mandato in una delle più grandi parrocchie della diocesi a Bridgeport, nel Connecticut, che si trovava in una zona difficile con molta criminalità. Crescere tre ragazzini in quel quartiere era difficile per me e mia moglie, così dopo nove mesi ho chiesto di trasferirmi a St Mary's a Bluefield. Siamo arrivati ​​nel novembre del 2001 e ci sono stato per quasi diciassette anni.

Con questa storia, saltiamo a quello che sta succedendo ora. Ha passato praticamente tutta la sua vita ortodossa nella ACROD, tranne che per l'inizio alla parrocchia greca...

E anche per quel breve periodo in cui sono stato nell'arcidiocesi greca, ero sotto il Patriarcato ecumenico, quindi ogni secondo della mia vita ortodossa è stato sotto il patriarca Bartolomeo. Sono stato ortodosso esattamente per metà della mia vita – ventisei anni.

Quindi è stato sotto il patriarca Bartolomeo fino a circa due settimane fa?

Sì, il 15 ottobre.

Potrebbe spiegare cosa ha causato questa mossa? Certo, sappiamo che è collegato all'Ucraina, ma potrebbe dire di più a riguardo?

Sicuro. Avevo seguito qualcosa sul problema ucraino, per la verità sul vostro sito web. Ricordo un video che avevate postato qualche tempo fa su un povero prete ucraino che stava servendo all'aperto in paramenti rossi e questa ragazza arrabbiata si era avvicinata e aveva gettato vernice rossa su di lui. Doveva simboleggiare tutto il sangue ucraino versato dai "Moskaly". Questo mi ha davvero infastidito, ma non era qualcosa che aveva alzato il mio livello di guardia. Non avevo idea, non ci pensavo, mai nei miei sogni più sfrenati avrei creduto che il patriarca Bartolomeo avrebbe riconosciuto rinnegati assoluti come Filaret e quelli della sua stirpe. Vi prestavo lo stesso tipo di attenzione che avevo avuto per il Concilio di Creta: gli amici mi chiamavano e chiedevano cosa stava succedendo, e io dicevo loro di non preoccuparsi, è solo la costruzione di un lascito, e non vi ho mai nemmeno prestato attenzione fino a quando ho letto sul vostro sito web la relazione di padre Peter Alban Heers al Sinodo dei Vescovi della ROCOR su ciò che era realmente accaduto lì. Ho pensato, "Che cosa ti succede, Mark? Devi iniziare a seguire queste cose un po' più da vicino".

Poi, il 31 agosto, un amico prete mi ha chiamato e mi ha detto: "Ti rendi conto di cosa sta succedendo?" Quello, naturalmente, era il giorno in cui il patriarca Kirill ha visitato Costantinopoli. Ho detto "No, cosa sta succedendo?" Abbiamo iniziato a parlarne e la gravità del problema ha iniziato ad apparirmi, e ho trascorso le successive sei settimane a leggere avidamente tutto ciò che potevo da tutte le parti. Ho letto UNIAN, RISU e qualsiasi altro sito ucraino che potessi trovare. Ho letto qualunque cosa uscisse dal Patriarcato, il che non era molto. Naturalmente ho letto OrthoChristian.com, TASS, Interfax-Religion e l'ufficio stampa del DECR. In realtà ho completamente abbandonato le mie solite letture politiche laiche, un passatempo ovviamente distraente e peccaminoso, e ho iniziato a concentrarmi meno su Donald Trump e su quello che stava succedendo qui, e più su quello che stava succedendo laggiù. Ho imparato sempre di più, specialmente sulla storia del patriarcato nel ventesimo secolo, in particolare dopo la prima guerra mondiale, su ciò che accadde alle Chiese che erano state sotto l'Impero Russo, mentre il nascente governo bolscevico perseguiva una pace separata con la Germania, e come il Patriarcato ecumenico si è ingerito nelle Terre Ceche, in Slovacchia, Polonia, Estonia e Finlandia, e in che modo ha riconosciuto e abbracciato la Chiesa vivente dei rinnovazionisti. Quando il patriarca Kirill ha detto che questa è una ripetizione della storia, mi sono sentito davvero in sintonia con lui. Soprattutto quando ho appreso di più su Filaret, tutto è diventato più chiaro.

In passato ero sempre stato turbato da alcuni degli eccessi ecumenici, come il "patriarca verde", ma questo non bastava ad allontanarmi, perché pensavo che dovesse farsi vedere in Occidente e provare a fare appello alla sua classe dirigente e a tutto il resto – e l'ho lasciato fare. Non ero una di quelle persone che avrebbero detto "Oh mio Dio, ha toccato la mano del papa. Me ne vado! "Non ero quel tipo di persona. Ma quando è successo questo, ho capito cosa stava accadendo.

E, cosa abbastanza interessante, ho sperimentato una situazione simile ad aprile con un giovane ucraino molto per bene e molto calmo, probabilmente ventenne, che è venuto nella nostra parrocchia per il Vespro del Venerdì Santo e per la Pasqua. Poi, alla domenica di Tommaso, eravamo nella sala parrocchiale dopo la Liturgia e lui è venuto da me e mi ha chiesto cosa fare per ricevere la comunione nella nostra chiesa. Gli ho detto: "È piuttosto semplice. Sei ortodosso, giusto?" Ha detto: "Vengo dall'Ucraina, sì, sono ortodosso". Gli ho chiesto se il suo vescovo fosse il metropolita Onufrij, e ha detto: "No, sono sotto il patriarcato di Kiev; sono con Filaret" Gli ho detto: "Mi dispiace, non posso comunicarti. La tua chiesa non è una Chiesa, è un cadavere". Ma gli ho detto che mi sarei consultato con il vescovo, perché non volevo lasciarlo triste; ho cercato di essere pastorale. Non volevo umiliarlo.

padre Mark e la sua famiglia alla Pasqua del 2018

Ho chiamato il metropolita Gregory e lui mi ha dato la risposta più strana, che ho capito solo dieci giorni fa. Senza entrare nei dettagli di una chiamata privata, pastorale, posso dire che la sua risposta a me è stata assolutamente ambigua. Ora, penso che stesse solo evitando di dare una risposta "ufficiale" su questo tema. Sono certo che sapeva che il patriarcato stava per prendere una decisione e non voleva mettersi in difficoltà.

Così ho già avuto un assaggio di cosa sarebbe stato comunicare i fedeli sotto Filaret, e quando ho visto che non erano stati ripristinati solo i principali vescovi degli scismatici ucraini, ma anche tutto il loro clero, mi è cominciò a diventare abbastanza chiaro che alcuni di questi chierici avrebbero potuto aderire a Filaret per nazionalismo, e alcuni di loro potrebbero essere stati deposti dalla Chiesa ucraina canonica a causa di gravi errori morali, e neppure un singolo caso è stato indagato. Una bacchetta magica è stata sventolata su tutti e queste persone potevano presentarsi alla mia parrocchia in qualsiasi momento e dire "io sono del Patriarcato ecumenico, tu sei del Patriarcato ecumenico, e servirò con te", e io non avrei avuto motivi per rifiutare. Se lo avessi fatto, il metropolita mi avrebbe fatto cadere un'incudine sulla testa. E ho capito che non posso essere in comunione con questo patriarca, perché ha portato queste persone in comunione, e loro non sono affatto tornati alla Chiesa che li ha scacciati e scomunicati, né hanno mostrato alcun pentimento.

C'è una piccola parabola che ho raccontato alla gente della mia ex parrocchia che ha accettato di incontrarmi dopo le mie dimissioni: ipoteticamente, se avessi commesso un terribile peccato e avessi perso il mio sacerdozio per mano del metropolita Gregory, e poi avessi fondato una piccola chiesa a poca distanza, senza commemorare alcun vescovo, completamente "indipendente" e qualche anno più tardi un altro vescovo canonico avesse bisogno di un prete, allora facciamo una riunione, e io dico: "Ebbene, le accuse contro di me erano in realtà solo un mucchio di mezze verità e bugie; il mio vescovo, comunque, non mi è mai piaciuto" e quest'altro vescovo ha bisogno di un prete, così mi prende. Cosa farebbe, il metropolita Gregory? Darebbe di matto! Si infurierebbe! E renderebbe la vita difficile a me e all'altro vescovo per quanto possibile. E avrebbe ragione a reagire in quel modo! Tutti capiscono che in un caso come questo, l'unico modo per tornare alla Chiesa è attraverso chi ha originariamente emesso il giudizio, e noi dovremmo accettare questa pazzia in Ucraina perché... l'ha fatta Bartolomeo? Ma veramente? Non ha senso.

È interessante che lei abbia menzionato la ricezine di clero con gravi colpe morali. Il patriarca Bartolomeo è a conoscenza dell'immoralità di Filaret poiché la Chiesa russa lo ha informato su di esse quando queste cose sono accadute negli anni '90. Almeno conosce la storia di Filaret.

Vero, e ha scritto una lettera di risposta dicendo di aver accettato le decisioni della Chiesa russa e concordato con loro.

È stato interessante leggere di tutti i vescovi che sono morti attorno a Filaret. È come il Bill Clinton dell'ortodossia. È molto strano.

E ho letto che il patriarca Bartolomeo ha inviato il vescovo Vsevolod di Skopelos in Russia per sapere qualcosa su Filaret. Ho conosciuto abbastanza bene il vescovo Vsevolod. Era un ucraino con una storia molto strana. Ha praticato per qualche anno una sorta di terapia psichiatrica a New York City, poi in qualche modo è diventato sacerdote e vescovo ucraino. Era un personaggio molto interessante. Quando fu mandato in Russia per esaminare la situazione di Filaret, non so come abbiano reagito i russi, ma il patriarca Bartolomeo ha scritto una lettera che avete ristampato in inglese, che diceva: "Siamo così dispiaciuti che abbiate frainteso le nostre intenzioni nell'invio di questi due vescovi." Nella mia ex parrocchia avevo un parrocchiano greco che mi ha detto che "Mi dispiace, devi aver frainteso" è una classica scusa greca (risate).

Questo mi incuriosisce. Non sono sicuro a cosa si stia riferendo.

Non ne sono sicuro neancheio. La mia ipotesi è che il patriarca Bartolomeo abbia inviato due vescovi a indagare e scoprire qualsiasi prova possibile sulle violazioni di Filaret e sulle reazioni dei russi a tali violazioni. Ma sappiamo dal verbale che Bartolomeo ha accettato ufficialmente la deposizione e l'anatema di Filaret. Bartolomeo è stato in Ucraina due anni fa e non ha riconosciuto nemmeno Filaret a qualsiasi grado episcopale, per non parlare di "patriarca", mentre si è rivolto al solo metropolita Onufrij come capo canonico della Chiesa. Ora, tutto a un tratto, pochi anni dopo c'è un capovolgimento di 180 gradi. Perché?

Questa è una buona domanda, e penso che ci siano probabilmente diverse ragioni tutte in una volta.

In base alla storia personale che ha raccontato del suo tempo nella ACROD e della sua storia personale con il metropolita Nicholas, sembra che lei non fosse già incline all'uscita dalla ACROD e che questa sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma che questo problema è stato così grande per lei che l'ha spinto a uscirne.

È proprio così. Io ho una fattoria a trenta minuti dalla mia ex chiesa, che ho retto per tredici anni. Io e mia moglie abbiamo acquistato lotti sepolcrali al monastero della santa Croce a Wayne, in Virginia Occidentale. Mia moglie ha un lavoro fisso presso la biblioteca locale, con un'ottima assicurazione sanitaria per tutta la famiglia. Non ho mai avuto il minimo desiderio – non c'è modo in cui me ne sarei andato volontariamente. Non ho mai voluto lasciare la mia diocesi o la mia parrocchia.

Il metropolita Gregory ha pubblicato una lettera su di me qualche giorno fa dicendo che ho lasciato la diocesi che mi ha allevato e formato per tutti questi anni. Lo vedono come un tradimento della diocesi, ma non è niente del genere. Siamo stati tutti traditi dalle azioni senza precedenti, non canoniche e veramente pericolose del patriarca Bartolomeo in Ucraina; e per questo motivo, ho sentito che dovevo uscire da sotto il suo omoforio.

chiesa della Dormizione della Madre di Dio a Bluefield, in Virginia Occidentale, dove padre Mark precedentemente serviva. Foto: stmarysbluefield.org/

Ha menzionato la risposta del metropolita Gregory dopo il fatto, quindi voglio chiedere come si è trasferito alla ROCOR. Ha avuto un congedo canonico?

Ho scritto una lettera al metropolita Hilarion a metà settembre. Avevo servito con lui un paio di volte ed ero rimasto sempre colpito dalla sua devozione, dalla sua quiete, dalla sua serietà. Mi è venuto in mente circa dieci o dodici giorni dopo che ho sentito per la prima volta che questa cosa dell'autocefalia stava per andare avanti, così gli ho scritto e gli ho chiesto se potevo essere ricevuto se succedeva questo disastro. E nella sua comprensione, una volta interrotta la comunione, non c'è bisogno di un congedo canonico. Così ho inviato la mia lettera di dimissioni al metropolita Gregory dopo aver parlato con il metropolita Hilarion la sera in cui si sono completamente spezzati i rapporti eucaristici tra i due patriarcati.

La mattina dopo, il metropolita Gregory mi ha chiamato e abbiamo parlato per due ore. È stato molto conciliante e molto gentile. Mi ha offerto una serie di opzioni diverse per rimanere. Si è offerto di farmi servire la Liturgia senza commemorare il patriarca Bartolomeo, perché è così che fa l'arcidiocesi greca, ma gli dissi che stava dimenticando l'atto costitutivo della nostra diocesi dal 1938 del patriarca Beniamino di Costantinopoli che dice che potevamo entrare nell'Ortodossia a due condizioni: abbandonare il Filioque, dal momento che eravamo uniati, e commemorare il patriarca a tutti i servizi. Così, dalla fine del 1993 come diacono e durante tutti gli anni del mio sacerdozio, ho commemorato il patriarca più volte ad ogni servizio. Sentivo che mi stava offrendo una foglia di fico legale per calmare la mia coscienza e sebbene apprezzassi il suo tentativo di soddisfare le mie preoccupazioni, la mia decisione era ormai presa. Mi ha offerto davvero un congedo canonico per la ROCOR, ma voleva che il metropolita Hilarion lo contattasse. Ho informato il metropolita Hilarion dei pensieri del metropolita Gregory.

Nonostante questa telefonata, ha chiesto un congedo generale, giusto?

Sì, ho parlato con alcune persone che ne sanno molto più di me e hanno detto che un congedo generale sarebbe stata la cosa migliore, perché un atto che mi rilasciava ufficialmente alla ROCOR avrebbe portato l'ira del patriarcato sul capo del metropolita Gregory – è come dire a un soldato nell'esercito: "Vai pure dai nemnici e combatti per loro". Non ha alcun senso. Ma avrebbe potuto darmi un congedo generale, cosa che il metropolita Nicholas aveva fatto con altre persone in diverse occasioni; e poi, se Costantinopoli ne avesse fatto menzione, avrebbe potuto dire: "Beh, era scontento e voleva andarsene, così l'ho lasciato andare".

Gli ho scritto un'e-mail molto cordiale suggerendo che invece della richiesta del mio congedo da parte del metropolita Hilarion, avrei chiesto una una versione generale, come quelle che aveva fatto il suo sempre memorabile predecessore. Sono passate due settimane da quando ho inviato quell'e-mail e non ho ricevuto risposta.

Quindi ha provato a farlo nel miglior modo possibile per tutte le persone coinvolte.

L'ho fatto.

Perché andare alla ROCOR piuttosto che in un'altra giurisdizione che non è immediatamente coinvolta nella presente controversia? Perché non andare alla Chiesa serba, per esempio?

Ho già avuto legami con l'eremo della santa Croce, dove sono andsato alla confessione con la mia famiglia per dieci anni; il mio kum [1], padre Matthew, è un sacerdote della ROCOR, e abbiamo spesso concelebrato nella sua chiesa e nella mia; e un ex parrocchiano è divenuto un sacerdote della ROCOR, quindi avevamo un legame. Inoltre, non volevo preoccuparmi se la situazione continua così, e non posso vederla non continuare, specialmente data la dichiarazione molto "conciliante" del patriarca Bartolomeo secondo cui "i nostri fratelli russi dovranno accettare la nostra decisione perché non hanno altra scelta" (risate).

È così sicuro che solo lui sta leggendo i canoni giustamente e tutti alla fine concorderanno con lui.

Vero, compresi gli altri patriarcati. Ma ammettiamo che ci fosse nelle vicinanze un'altra chiesa non appartenente al Patriarcato ecumenico, in cui mi sentissi tentato di servire... chi ha detto che tra sei mesi o un anno, o due o tre, se tra i Patriarcati si tracciano delle divisioni, quella a cui aderisco non si unirà al Patriarcato ecumenico? Sento davvero che la scelta più sicura è stata la ROCOR. Sono stato molto contento di esservi ricevuto.

Certo questo ha fatto notizia e la gente ne parla. Io ho visto, e forse lei ha sentito, la critica che ha preso questa decisione troppo in fretta. Cosa succede se la crisi viene risolta presto?

Questa è una critica valida, penso. Capisco certamente perché la gente direbbe così. Forse è la mia personalità, ma il mio cuore e la mia coscienza mi hanno detto che non volevo commemorare il patriarca di Costantinopoli ed essere "di fatto" in comunione con persone come Filaret e il suo gruppo neanche una volta. Sentivo che se lo avessi fatto avrei dovuto confessarlo con grande dispiacere, e ho pensato: "Se questo accadrà, non servirò la Liturgia e non commemorerò il patriarca". E grazie a Dio, non l'ho fatto. Il patriarca Bartolomeo ha pubblicato il suo piano in cinque punti l'11 ottobre; Il giorno 8 ho avuto un intervento chirurgico alla cistifellea, e il 14 non stavo ancora bene, quindi quel fine settimana non ho servito i Vespri o la Liturgia. Il 15 ottobre mi sono dimesso. Quindi non ho mai dovuto nemmeno disturbare la mia coscienza per commemorarlo dopo questo atto. Prima dell'atto, non era un problema. Ero stato consapevole per sei settimane di cosa stava arrivando; ho fatto ancora tutti i servizi che faccio abitualmente e non ho avuto problemi con questo. Ma una volta che quella linea è stata varcata, è stato un passo troppo sbagliato per me.

Non mi sto vantando della mia sensibilità di coscienza e non sto giudicando nessuno che rimanga con il Patriarcato ecumenico. Amo molte persone e sacerdoti nel Patriarcato ecumenico, alcuni dei quali sono miei parenti spirituali, che hanno battezzato i miei figli o io ho battezzato i loro, quindi non è questo il problema. Non mi sono allontanato per poter guardare storto chi è rimasto con Costantinopoli. Era la mia decisione particolare ed era un limite che non potevo attraversare.

Ci ho pensato sopra: se restassi, per quanto tempo resterei? Forse fino a quando scorrerà il sangue tra gli edifici delle Lavre delle Grotte di Kiev o di Pochaev? Forse fino a quando qualcuno sparerà al metropolita Onufrij durante una processione della croce? [2] Qual è il confine che avrei tracciato se non avessi scavalcato questo confine particolare? Potevo scendere dall'ascensore al piano terra prima che salissem o avrei dovuto dire: "Beh, quarantasette persone sono state uccise, ma aspetterò fino a cinquanta". Davvero, dov'è il confine se non passi immediatamente? Io personalmente non lo so. Non so che cosa gli dica il cuore degli altri e non li giudico, ma so cosa mi ha detto il mio cuore.

Questo ha molto senso. Un'altra critica che abbiamo visto entrambi è che ha appena ceduto alla propaganda russa, o alla pressione russa, o che lei è una specie di russofilo.

Sì, l'ho sentita. Sono stato in Russia cinque volte: quando vi ho studiato, e poi con la benedizione del metropolita Nicholas nel 1997 e nel 1998, e con la benedizione del metropolita Gregory nel 2017 e nel 2018. I miei compagni di seminario e amici della diocesi sanno che ho un grande affetto e amore per la Chiesa russa. Ho visto la Russia svilupparsi molto. Ho vissuto per un po' in Perù e ho attraversato la Bolivia – nel 1990, ho visto città più belle nelle Ande che in Russia, un posto molto squallido in quel periodo. Ora, ovunque guardi, e non solo a Mosca o San Pietroburgo, ma a Kaluga, Pskov, Pechory, vedi nuovi imprese, vedi costruzioni e così via.

una veduta da vicino alla fattoria di oadre Mark

Quando sento le parole "propaganda russa" questo mi fa impazzire, perché da persona che segue molto attentamente i media americani, è spaventoso leggere le menzogne ​​e le distorsioni intenzionali della verità qui in America, certamente sulla Russia, e specialmente su tutto ciò che sa di cristianesimo tradizionale. La realtà è che se la gente pensa che la stampa americana stia dando loro tutta la verità, si è tristemente illusa. Quindi il fatto è che Filaret è stato deposto e scomunicato, come lo era Makary, come lo sono stati gli altri intorno a loro, e non hanno mostrato alcun pentimento – non sono tornati alla Chiesa Madre che originariamente ha imposto questa sentenza su di loro, che è al 100 per cento come dovrebbe essere fatto – è così che la Chiesa ha sempre fatto le cose. E il patriarca Bartolomeo li ha ricevuti nel seno della Chiesa canonica in modo inaudito. Questa è realtà, non propaganda.

Se sono caduto preda di menzogne ​​filo-russe, allora che ne è degli altri patriarcati che hanno scritto lettere severe al patriarca Bartolomeo, condannandole sue azioni come non canoniche? Sono anche loro vittime della propaganda? Lanciare frasi come "russofilo" e "propaganda russa" significa solo confondere le acque. Sfortunatamente, il relativismo è penetrato in tutta la nostra società occidentale – "padre Mark, la tua verità è ciò in cui tu credi, ma il patriarca Bartolomeo ha una verità diversa, ed è altrettanto valida". Questo è il tipo di ragionamento che sentiamo continuamente dalle persone in Occidente. Il loro santo protettore è Pilato, che notoriamente ha chiesto: "Cos'è la verità?"

È molto triste. Lo vediamo nei commenti, specialmente sulla nostra pagina Facebook. Se pubblichiamo un articolo sugli scismatici che cercano di impadronirsi di una chiesa, e la nostra fonte è un prete ucraino, la gente risponde immediatamente che è solo la propaganda di Mosca. La gente soffre e a loro non importa, perché hanno questo paradigma di Mosca contro Costantinopoli o della Russia contro l'Ucraina piuttosto che della verità contro la menzogna.

Un paio di settimane fa nella regione di Ivano-Frankovsk, la gente del gruppo radicale del Settore Destro ha preso possesso di una chiesa, ha rotto un certo numero di braccia e gambe, ha spaccato il cranio di un uomo, provocandogli una commozione cerebrale, e ha gettato il prete in strada. Hanno cambiato le serrature e hanno detto che ora è una chiesa del Patriarcato di Kiev. Questa è propaganda russa? È stato testimoniato da dozzine di persone che ne hanno parlato tutte. È stato pubblicato un video. Non è successo davvero? E adoro quando gli ucraini dicono che i provocatori sono agenti dell'FSB. Allora catturate alcuni di loro e interrogateli e scoprite chi sono e da dove vengono. Ma fatemi il piacere. Non prendetemi in giro.

Questa è solo una parte della guerra asimmetrica, con governi e gruppi di esperti che usano la Chiesa ortodossa, della quale non glie ne imperta un fico, come strumento.

Otto von Bismarck ha detto che se vuoi uccidere la Russia, devi colpirla attraverso l'Ucraina. Ed è esattamente quello che abbiamo visto dalla rivoluzione del Majdan del 2014 ispirata dall'Occidente.

Le ho detto, l'ultima volta che ci siamo sentiti, quello che mi ha detto una delle mie parrocchiane ucraine a Pasqua?

Credo di no.

Si è avvicinata per baciare la croce e io hp detto: "Christos Voskres" ["Cristo è risorto"] e lei ha detto: "к наш Патриарх Филарет сказал, Украина воскреснет, як Христос воскресил [" Come ha detto il nostro patriarca Filaret, risorga l'Ucraina come è risorto Cristo"]. Non avevo parole. Sono rimasto lì a bocca aperta. Anche allora sapevo chi era il patriarca Filaret, e pensavo tra me: "Questa donna sta mettendo l'Ucraina prima di Cristo". Era una specie di prefigurazione di ciò che sarebbe accaduto.

Non traggo piacere da nulla di tutto ciò. La gente potrebbe pensare che io stia apprezzando l'attenzione e la notorietà, e il più grande scherzo di tutti è che pensano che io sia pagato per questo. Ho perso il 75% delle mie entrate. La parrocchia di san Tikhon della ROCOR mi ha fatto un dono molto generoso che mi permetterà di coprire le bollette di questo mese, che era la maggior parte di ciò che avevano nel loro fondo per i poveri. Non sto chiedendo un centesimo dalla parrocchia, tranne forse per un po' di soldi per la benzina perché sto facendo viaggi di un'ora e mezza in entrambe le direzioni un paio di volte a settimana. Ho già detto a padre Matthew che non voglio nulla dal suo stipendio. È una piccola parrocchia e non ho intenzione di dire: "Aprite tutti il portafoglio, ho bisogno di soldi!". Non voglio regali e nessuno mi paga niente. Non ricevo un centesimo da Mosca, e anche se mi venisse offerto qualcosa dal patriarcato, vorrei che fosse perché lavoro per la Chiesa. Vorrei fare qualcosa che va a beneficio della Chiesa, non perché tendo la mano per mendicare. Un uomo gentile che gestisce un popolare blog ortodosso mi chiedeva se avessi iniziato un sito di crowdfunding e, quando l'ho scoperto, gli ho detto: "Ma stai scherzando?". Questo non farebbe altro che dare credito al cinismo di coloro che hanno detto che sto facendo questo per soldi. Non prenderei mai in considerazione di fare qualcosa del genere. È sbagliato; sarebbe come dire: "Sì, ho dei principi morali e sono sicuro che voglio guadagnarci".

Quindi, in termini materiali, non otterrà assolutamente nulla da questo...

Non un centesimo. Sto cercando lavoro. Spero di poter insegnare, di fare dei telelavori, forse correggere bozze, forse tradurre, magari insegnare l'inglese su Skype a studenti stranieri. Ci sono varie possibilità, ma tutte sono davvero nebulose a questo punto. Starò sul retro di un camion della spazzatura, lavorerò in un centro commerciale, e finché posso pagare l'ipoteca e portare cibo in tavola, sarò soddisfatto.

Ha detto che lei e la sua famiglia siete andati nella vostra ex parrocchia per cenare e salutare i vostri parrocchiani.

Sì, l'abbiamo fatto. Abbiamo preparato un arrosto e alcuni altri piatti e alcune persone hanno portato i dessert. C'erano circa quattordici persone, il che non è un male, considerando che la nostra presenza domenicale ordinaria in parrocchia era di circa venticinque persone. Dopo che abbiamo mangiato, mi sono alzato e ho risposto alle domande. Ho detto loro in sostanza ciò che le sto dicendo ora. Abbiamo abbracciato tutti, abbiamo detto loro che li amavamo e che detestavamo ferirli in questo modo. Siamo profondamente addolorati per quello che sta succedendo alla parrocchia, anche se penso che il metropolita Gregory si prenderà cura di lei, perché è una bella chiesa nuova, e non sarebbe un bene per lei o per la gente se non ci fosse la possibilità di mantenerla viva e vegeta.

Ieri sera ho parlato con uno degli uomini del consiglio parrocchiale di Bluefield e lui ha detto: "Non posso andare da nessuna parte, padre. Sono nato e cresciuto in questa parrocchia e sono stato con tutti in ogni passo del cammino. La vecchia generazione è passata e sento sulle mie spalle in compito di mantenere assieme questo posto". Gli ho detto: "Rispetto completamente la tua decisione". Non vorrei mai torcere loro le braccia e cercare di convincerli ad andare dove sto ora servendo, sebbene ci siano alcuni che stanno facendo proprio questo senza alcun incoraggiamento da parte mia. Voglio che tutti siano liberi di seguire la loro coscienza. Voglio il meglio per tutti loro. Spero davvero che quelli che resteranno abbiano una guarigione. Un'altra cosa che questo membro del consiglio parrocchiale ha detto: "Penso che molti di noi abbiano dato tutto per scontato, e non penso che lo faremo mai più." L'ho apprezzato molto e mi sento allo stesso modo. Anch'io ho dato tutto per scontato. Ho lavorato sodo e amavo essere un prete e ho cercato di essere il miglior prete che potessi essere. Ma sai, si va con il pilota automatico, e non si pensa mai che una cosa del genere possa accadere.

Potrebbe dire in generale che non c'è cattiva volontà nei suoi confronti lì in parrocchia?

No, non potrei dirlo. Ci sono molte persone nella parrocchia che sono decisamente arrabbiate: "Come ha potuto farci questo?" Capisco completamente i loro sentimenti. Ne sono totalmente rattristato. Vorrei poter cambiare idea. Ci sono un certo numero di persone dalla parte opposta di quella opinione, che sono molto rispettose e mi hanno persino detto che ammirano il passo che abbiamo fatto, e probabilmente ci sono persone che stanno nel mezzo. Un diacono verrà presto in parrocchia e poi un prete per servire la Liturgia domenicale, quindi il metropolita Gregory si sta prendendo cura della parrocchia. Gli sono grato per questo.

Qualcuno di quelli che sono venuti a questa riunione con i parrocchiani si è infuriato con lei? Se sì, come è andata?

No, tutti alla cena mi hanno sostenuto.

Ha mai incontrato il patriarca Bartolomeo?

Di fatto, l'ho incontrato alcune volte, ma solo brevemente e formalmente. Un incontro spicca davvero nella mia mente.

Alla fine degli anni '90, alcuni di noi hanno noleggiato un autobus per andare al Navy Pier di Chicago perché il patriarca sarebbe stato lì. Siamo andati laggiù aspettandoci forse una Paraclisi (Officio di intercessione, ndt) e un breve sermone e poi di andare a ricevere la sua benedizione e forse una piccola icona o medaglia e dire: "Wow, ho sentito il patriarca predicare e ho avuto la sua benedizione". È stato l'esatto opposto. C'era un gruppo rock & roll che cantava "Under the Banner of Christ". Posso ancora sentire il coro nella mia mente. Poi il patriarca è apparso sul palco come Donald Trump, agitando le braccia con le palme in alto, alla moda europea, e tutti hanno iniziato a urlare e ad acclamare come se fosse una grande celebrità. Ha tenuto un discorso, i cui dettagli ricordo a malapena, e poi quando siamo saliti a ricevere la sua benedizione, ci ha dato una piantina di pino da piantare! Siamo tornati in silenzio con gli alberelli del patriarca. Eravamo sbalorditi. È stata un'esperienza unica che non ho mai dimenticato.

L'ho anche visto un paio di altre volte – ha benedetto la costruzione della cancelleria diocesana a Johnstown, e questo era molto più normale, molto più ecclesiastico. Ho servito con il metropolita Hilarion, ho visto i servizi del patriarca Kirill molte volte in video, ho servito con altri sacerdoti e vescovi russi in Russia, ma non ho mai visto nulla di simile a quello che ho visto al Navy Pier. Non attraverserei la strada per vederlo di nuovo. È stato terribile. Sono sicuro che c'erano molte persone che pensavano che fosse abbastanza bello. Io no, e nemmeno i miei amici del clero. E non è che siamo un gruppo strano di lunatici che borbotta maledizioni a fior di labbra. Siamo andati lì perché era il nostro patriarca e volevamo vederlo, e non avevamo idea di cosa avremmo sperimentato.

Questa cosa con l'Ucraina è il primo passo. Penso che vedremo questo Patriarcato diventare il portabandiera dei valori e degli ideali occidentali. L'ambientalismo del Patriarcato ne è già solo un esempio. Allo stesso modo, la nuova regola esclusiva del Patriarcato ecumenico sui sacerdoti che possono divorziare e risposarsi... rimanendo preti! Chi sa dove si arriverà? Diciamo così: potremmo ben vedere il Patriarcato allineato su molte delle cose che abbiamo visto nelle chiese episcopaliane e cattoliche, e questo sarà molto accettabile per le élite occidentali in un modo in cui non lo è per la tradizionale mentalità ortodossa.

Il patriarca Kirill ha appena parlato di questo: come sia in corso un'attacco all'Ortodossia e alla sua moralità tradizionale.

Assolutamente. Non potrei essere più d'accordo con lui, e questa è un'altra ragione per cui sono molto contento di essere nella ROCOR e di commemorare il patriarca Kirill. Ho seguito diversi eventi in Russia il più vicino possibile, come l'espulsione dei testimoni di Geova stranieri e l'arresto di quelli domestici. [3] In America questo fa inorridire la gente, ma io penso che sia una buona cosa. Capisco perché sono tollerati qui, ma in un paese ortodosso, queste persone dovrebbero essere viste come ladri di anime delle persone, che le portano potenzialmente alla dannazione eterna, e questa è una cosa che la Chiesa come madre amorevole non può tollerare. Una madre in una casa permetterebbe a un serpente velenoso di entrare per la porta e di strisciare fino ai piedi dei suoi figli? Mai. Quella donna prenderebbe qualsiasi cosa abbia a portata di mano per distruggere quel serpente e per buttarlo fuori di casa.

nel 2011 padre Mark parla con il metropolita Hilarion (Kapral) durante una visita alla chiesa ortodossa russa di San Tikhon, dove ora serve. Foto: sainttikhonroc.org

I carpato-russi tendono a considerarsi parte della grande Rus', e non come ucraini. Dal suo periodo nella ACROD, potrebbe dire che questo sentimento è persistito, o che è cambiato sotto il Patriarcato ecumenico in tutto questo tempo? C'è qualche pensiero o desiderio di unirsi con una delle giurisdizioni russe in America?

Beh, i fondatori carpato-russi della ACROD hanno avuto qualche problema con i preti russi quando volevano lasciare l'Unia ed entrare nella Chiesa ortodossa. Ho sentito un sacco di storie da sacerdoti anziani che hanno affermato che il clero russo dell'epoca guardava davvero dall'alto in basso la loro gente e voleva togliere loro molte delle tradizioni che consideravano davvero care. In cima alla lista c'era l'unico e meraviglioso "prostipinie", o canto piano, che è il gioiello della mia ex diocesi. Come sapete, la Chiesa russa utilizza in modo schiacciante la musica corale, e immagino che abbia infastidito i sacerdoti russi il fatto che i loro nuovi convertiti non volevano un coro – volevano che l'intera congregazione cantasse.

Altre cose criticate dal clero russo erano ovvie latinizzazioni, come certi tipi di paramenti o certe rubriche liturgiche, ma ho sentito che alcuni membri del clero russo erano così ferocemente critici che intere parrocchie tornarono all'unia piuttosto che essere derise dai loro nuovi sacerdoti. Una delle prime grida di raduno dei fondatori diocesani fu: "Ani do Rima, ani do Moskvy!" ("Non andremo né a Roma, né a Mosca!") Ecco perché, per quella generazione, la loro ovvia scelta di giurisdizione è stata il Patriarcato ecumenico. Anche se ho sentito dire che la generazione più vecchia della ACROD era decisamente anti-ucraina politicamente, non ricordo nessuno, chierico o laico, che si identificasse come russo. Questo è molto più comune nella prima conversione di massa degli uniati all'Ortodossia nel XIX secolo: le persone che sarebbero diventate la spina dorsale dell'OCA.

Nella mia ex diocesi, si faceva sempre una distinzione nel linguaggio, nel canto e nell'etnia tra i carpato-russi e i grandi russi. Per quanto fosse piccola la ACROD, non sono mai stato consapevole di alcun desiderio da parte di qualcuno di unirsi, nel passato oppure ora, con qualsiasi giurisdizione russa in America. L'unica eccezione di cui sono a conoscenza è avvenuta subito dopo la seconda guerra mondiale, quando padre Stephen Varzaly, che aveva prestato servizio nell'area di Pittsburgh, ha portato diverse parrocchie nella Metropolia. Il suo punto di vista era che dovevamo unirci con i nostri fratelli slavi e allontanarci dai greci stranieri, ma la contaminazione comunista nella Chiesa russa di quel tempo, e la generale soddisfazione della diocesi per il Patriarcato ecumenico insieme con le preferenze dell'altamente rispettato primo vescovo della diocesi, il metropolita Orestes (Chornock), ha impedito che tali opinioni avessero molto seguito. Quelle parrocchie che seguirono il suo esempio in seguito tornarono alla ACROD.

Quando il metropolita Nicholas si è addormentato nel Signore, ho sentito un sacco di chierici e fedeli che erano contrari a qualsiasi altra giurisdizione, compresi gli ucraini e i greci! Ovviamente tutte e tre queste diocesi sono sotto la giurisdizione del Patriarcato ecumenico in America, ma la ACROD è sempre stata fieramente orgogliosa del suo status autonomo di "piccola Svizzera" sotto Costantinopoli. È stato il predecessore del metropolita Nicholas, il vescovo John (Martin), che ha coniato quella frase.

Anche se potrebbe non sapere di altri preti che stanno facendo la sua stessa mossa, ha la sensazione di quanto almeno sia diffuso lo stesso sentimento nella ACROD? Potrebbe esserci qualche malcontento, o la diocesi è abbastanza conforme a ciò che fa e dice il Patriarcato ecumenico?

Onestamente, non so davvero come si sentano gli altri preti della diocesi sulla situazione in Ucraina. Ho servito per quasi vent'anni in quello che per scherzo chiamavo "il lato oscuro della luna diocesana". Questo non vuole essere un rimprovero alla mia parrocchia o alla mia posizione, riflette solo la realtà di essere lontano dalle aree dove le chiese diocesane sono "più fitte". Il mio ex decano, a Barton, nell'Ohio, serve una parrocchia a sei ore di auto da Bluefield! La parrocchia diocesana più vicina a Bluefield si trova a Morgantown, in Virginia Occidentale o a Candler, nella Carolina del Nord. Ognuna è a circa tre ore di distanza.

Quindi, ho sentito molte battute scherzose sui sinodi dei sacerdoti o su altri raduni: "Cosa? Sei ancora nella diocesi? Dove servi ora?" Non mi dispiaceva, perché sapevo che tipo di gemma nascosta era la mia chiesa; e francamente, può essere bello avere un po' di privacy nella vita familiare e servire da prete senza altri "esperti" che ti criticano o indulgono in pettegolezzi.

Anche se considero molti sacerdoti diocesani come amici, non potevo correre il rischio di "sondarli" sui problemi in Ucraina, su come si sentono riguardo alla direzione del metropolita Gregory o ai loro sentimenti sul Fanar. Ciò non dovrebbe portare a un'impressione negativa sui miei ex confratelli del clero: è solo una buona politica da seguire in ogni professione.

Tuttavia, ora tutto d'un tratto padre Matthew è il mio parroco e si china all'indietro a dirmi: "Siamo fratelli, siamo uguali" e io dico "No, tu sei il rettore – tu mi dici cosa devo fare e io lo farò". Ogni volta che qualcuno della stampa mi raggiunge, mando immediatamente un'email al metropolita Hilarion per chiedere se benedice o no quel colloquio. Farò qualsiasi cosa lui dica. L'ho fatto anche con lei. È una sorta di interessante obbedienza da affrontare. Non sono molto abituato a farlo, non che fossi stato disobbediente in passato, ma non avevo motivo di cercare costantemente benedizioni. Quindi sto cercando di farlo il più possibile perché ne so abbastanza da non fidarmi di me stesso e del mio ragionamento.

Come discutevamo spesso in seminario, quando ti metti sulla via dell'umiltà, ti metti sul sentiero di Cristo e lo incontri lì.

Come mi ha detto padre Jonah Campbell durante l'assemblea generale nel New Jersey, l'obbedienza porta sempre buoni frutti. Me lo sono impresso dietro gli occhi per ricordarlo, e sono felice di pensare a quella bella frase il più spesso possibile.

Vorrei chiudere dicendo che ricordo tutti i miei ex confratelli diocesani con rispetto e molti con sincero affetto. Sono un clero solido e dedicato in un'eccellente diocesi. Spero che il tempo e il buon senso guariscano le ferite che il patriarcato ha causato. Anche se forse non avrò più occasione di parlarne, spero che altri cerchino di essere comprensivi. Voglio anche ringraziare il clero della ROCOR che mi ha accolto calorosamente nella sua diocesi. Non vedo l'ora di conoscerli meglio e di costruire solidi rapporti con loro.

Le siamo molto grati per il tempo che ci ha dedicato e per la benedizione che le ha dato il metropolita Hilarion per parlare con noi.

Apprezzo molto il tempo che si è preso per parlare con me. È stato un piacere!

Note

[1] Padrino di battesimo.

[2] Il metropolita Onufrij è già stato etichettato come nemico dell'Ucraina e ha ricevuto minacce di morte: v. articolo.

[3] I testimoni di Geova sono stati banditi nella Federazione Russa come gruppo estremista che incitava l'odio per i non testimoni di Geova. Sono stati banditi anche in un certo numero di altri paesi.

 
Arciprete Andrew Phillips: Ricordi di vita ortodossa in Francia e in Inghilterra

CAPITOLO 5 - Oscurità e delusioni (1980-1988)

Non morirò, ma sarò vivente, e narrerò le opere del Signore. (Ps 117:17)

Nel 1980 ebbe inizio un periodo lungo, vario e molto movimentato della mia vita. Tornato in Inghilterra, decisi di cercare lavoro a Cambridge. Era vicino alle mie radici, avevo già lavorato lì e c'erano molte scuole di lingue. Fu una buona decisione, perché trovai subito lavoro e iniziai dopo un paio di settimane. Non potendo permetterci di vivere a Cambridge, mia moglie e io vivevamo in una piccola città chiamata Chatteris, la città di sant'Huna, uno dei santi del Fenland, nei pressi di Ely, la città di santa Audrey. Ely ci piacque molto e ci piace tuttora – è il luogo in cui nacque la nostra prima figlia nel giugno 1981.

La cattedrale di Ely

Sul fronte ecclesiastico, c'erano molti problemi. A Cambridge c'era una Liturgia greca ogni settimana, una Liturgia bielorussa una volta al mese e una Liturgia in inglese una volta ogni due mesi sotto la diocesi di Surozh, ufficialmente del Patriarcato di Mosca. Per le Veglie dovevamo andare fino a Tolleshunt Knights. Per le Liturgie andavamo anche alla parrocchia della ROCOR a Walsingham, dove per qualche motivo non celebravano Veglie. Oggi questa parrocchia non esiste più in quanto tale.

Nel gennaio 1981 fui tonsurato lettore nella diocesi di Surozh dal metropolita Antony (Bloom). Ho pregato per il metropolita Antony a ogni liturgia da allora. Tuttavia, cantavo anche regolarmente presso le funzioni greche a Cambridge. Anche se la mia conoscenza del canto greco era scarsa, sembrava essere migliore di quella di tutti gli altri.

Ci sentivammo molto più a casa alle funzioni dei bielorussi, che erano persone semplici, autentiche, senza stupide pretese intellettuali. Ricordiamo molte di queste persone straordinarie, per esempio, Boris, Arkadij, Zinovij Zhizhka – così orgoglioso di essere l'ultimo nome nella rubrica del telefono di Cambridge! Eravamo stati particolarmente attaccati a Jan Gralevsky, che era nato nel 1912- Ci raccontò della vita in Bielorussia prima di quell'anno fatale del 1939: come piazzava le luci elettriche in cima alla chiesa a Pasqua, come avevano goduto la loro vita, nonostante l'oppressione dell'invasore polacco. Prima della guerra aveva combattuto nella resistenza bielorussa contro l'occupazione polacca, addestrato in campi nei Carpazi. Appena la Polonia era stata invasa dalla Germania nazista e il territorio occupato dai polacchi era stato occupato dalle forze sovietiche, fu mandato in Siberia. Scappato dal campo stalinista, arrivò a piedi in Iran, dove si unì all'esercito polacco sotto il controllo britannico. Un uomo duro come Jan fu poi utilizzato dagli inglesi e paracadutato in Francia, dove lavorò con la resistenza francese vicino al confine svizzero. Molti ricordi. Tuttavia, potevamo vedere che questa comunità etnica post-bellica di poveri contadini rifugiati, tecnicamente non-canonica, andava rapidamente scomparendo. Ma la frequentavamo comunque per sopravvivere spiritualmente. Apprezzavamo molto il sacerdote, padre John Pekarsky, la matushka e molti della comunità – che Dio riposi le loro anime. Padre John aveva concelebrato con il metropolita Filarete (poi di Minsk), pur essendo 'non canonico'.

Un altro ricordo è come suo figlio, Peter, era tornato a vedere la famiglia in Bielorussia. Mentre era lì, c'era stato un funerale. Peter ci disse come i comunisti avevano sepolto l'uomo 'come un maiale'. Per loro, gli esseri umani non avevano anima, quindi gli esseri umani erano solo animali. Quella era la loro logica.

A volte andavamo a Ennismore Gardens, la cattedrale di Surozh a Londra, ma l'atmosfera era fredda, non era quella a cui eravamo abituati nelle chiese russe altrove. Cercammo una sede per la parrocchia di Surozh a Cambridge e trovammo un locale ideale per 8500 sterline. Offrimmo di ri-ipotecare la nostra casa per comprarlo. Tuttavia, ci dissero senza mezzi termini che nessuno, tranne noi, era interessato. Anzi, ci dissero che se volevamo funzioni più frequenti di una volta ogni due mesi avremmo dovuto comunque andare fino a Londra. Una volta ogni due mesi era abbastanza per tutti gli altri - perché noi non potevamo essere come tutti gli altri? Non ci sarebbe mai stata una parrocchia a Cambridge, dove potevamo portare la nostra famiglia, così ci dissero. Solo Londra contava. È per questa miopia che oggi, dopo più di trenta anni, la parrocchia di Surozh a Cambridge non ha ancora alcun locali e la migliore (e non molto adatta) costruzione che può ottenere (di gran lunga peggiore di quella che era in offerta nel 1982) costerebbe oltre un milione di sterline, solo per un guscio vuoto. I russi non la frequentano, con rare eccezioni. Il treno era ormai perduto e tutta una diocesi fu lasciata senza infrastrutture.

Nel 1982 ci fecero capire chiaramente che non eravamo i benvenuti nella diocesi di Sourozh. La fedeltà alla tradizione ortodossa russa era un reato punibile in Sourozh! Mi fu detto da un prete (poi vescovo), che in ogni caso l'intenzione a lungo termine era quella di uscire dalla Chiesa russa ed entrare in quella greca. L'intolleranza liberale che fu in seguito al centro del gruppo di Amfipoli, composto principalmente da ex-anglicani, che allora già aveva assunto il potere, era tale che tutti coloro che si trovavano in disaccordo con essa dovevano essere espulsi. Le promesse a noi fatte erano state rotte. Questo era un mero culto della personalità, in seguito chiamata 'eredità'. L'unica eredità a cui eravamo interessati era ed è l'eredità di Cristo, non quella di Apollo o di Cefa. Vedevamo esattamente ciò che stava succedendo e perdemmo in tale occasione molte delle nostre illusioni. Ci eravamo impegnati – eravamo stati respinti. Quando ci fu fatta un'offerta moralmente inaccettabile, lasciammo quella diocesi agli ingenui. La lasciammo per preservare la nostra integrità. Il Patriarcato al di fuori della Russia, non libero, non avrebbe mai fatto per noi. Sapevamo già come sarebbe finito tutto – in lacrime. Questo ci insegnò che ovunque la fede è assente, lo è anche l'amore. È stato bello quando il Patriarca si è scusato esattamente per questo, 30 anni dopo. A quel tempo alcune persone nella diocesi di Surozh non potevano far fronte a persone di buon senso dalla campagna, che potevano vedere attraverso il loro 'misticismo'.

Fu in Francia, presso il convento di Bussy, nel 1980, che appresi da madre Xenia che un ipnotizzatore non può controllare o addirittura influenzare la mente di chi sta pregando. Questa fu un'importante istruzione e preparazione per il nostro periodo in Inghilterra.

Ormai con una seconda figlia, iniziammo a frequentare la cattedrale e il convento della ROCOR a Londra. Era il tempo del povero vescovo Costantino, che era molto malato, in molti modi, come l'arcivescovo Nikodim (+1976) prima di lui. Vedemmo subito che quella diocesi della ROCOR aveva enormi problemi interni con il suo scarso clero. Era anche divisa tra nazionalisti russi di destra di mentalità ristretta e provinciale (l'emigrazione di Londra era nota per queste persone – molto diverse dal meglio della Chiesa pre-rivoluzionaria in Russia) e un altrettanto ristretto settarismo ex anglicano, male informato, vecchio-calendarista, farisaico e ghettizzante, una nuova tendenza. Quest'ultima tendenza, introdotta attraverso l'interferenza da quelli degli Stati Uniti, confondeva fede, cultura e politica, e aveva provocato scandali.

Entrambe queste tendenze erano irrimediabilmente provinciali, isolazioniste. (D'altra parte, erano più ortodosse rispetto a quelle delle rappresentanze del Patriarcato di Mosca fuori dalla Russia). Il Centro era caduto, la Chiesa era stata paralizzata nella Guerra Fredda. Nessuna di queste tendenze aveva alcuna attrazione per noi e nessuna ci accolse. Infatti, fu il secondo movimento a costringere la parrocchia della ROCOR a Walsingham a trasferirsi per disperazione alla diocesi di Surozh, credo, nel 1982. A quel tempo, avevo letto praticamente tutti i libri di testo da Jordanville e sapevo ciò che pensavano i leader spirituali della ROCOR, padre Konstantin Zajtsev, l'arcivescovo Averkij, ecc, ed ero d'accordo con loro. La tragedia era che tali idee non corrispondevano alla realtà della diocesi locale. In quel gruppo ripiegato su se stesso non vi era alcuna leadership, nessuna speranza di espandere la Chiesa e certamente nessun interesse per gli altri. Così tanto era stato perso, e una chiesa intera abbandonata. La mentalità sembrava essere: siamo tutti vecchi, moriremo tutti presto, quindi perché preoccuparsi?

Forse avevamo incontrato tutte le persone sbagliate, ma non eravamo rimasti colpiti. Era chiaro per noi che la diocesi della ROCOR aveva perso soprattutto lo spirito di san Giovanni di Shanghai, il suo ex vescovo. Solo al convento della ROCOR sembravano mantenere alcuni ricordi di lui e del suo spirito. Un gretto nazionalismo e ritualismo russo, lo spirito che aveva messo san Giovanni sotto processo a San Francisco e portato alla rovina la ROCOR di quel tempo, aveva soppiantato lo spirito multinazionale della Rus', che la ROCOR avrebbe dovuto incarnare. La ROCOR in Inghilterra era già su un percorso auto-distruttivo. Era troppo tardi?

Anche se nessuno di questi due estremismi ostili aveva alcuna attrazione per noi, ammirammo sia l'accettazione di sant'Edoardo nel calendario della ROCOR sia la tanto attesa canonizzazione nel 1981 dei nuovi martiri e confessori a New York – entrambe, va detto, rifiutate sia da alcuni parrocchiani, sia dal clero della Cattedrale della ROCOR a Londra. Ricordo le reazioni negative occidentali a questa canonizzazione, che mostravano l'odio profondamente radicato e la paura dell'Occidente secolare nei confronti dell'Ortodossia russa e dei martiri reali in particolare. L'Occidente era stato, dopo tutto, colpevole del loro martirio; non voleva essere scoperto. Comprai presto le icone dei nuovi martiri da Jordanville e finalmente le Vite dei Santi di San Dimitri di Rostov, di cui ero stato lasciato affamato nella 'onnisciente' Oxford. Lessi anche a quel tempo un libro di padre Seraphim Rose. Per me i suoi contenuti erano ovvi, ma mi dispiacque di non averlo letto dieci anni prima, quando il suo contenuto sarebbe stato più originale per me.

Tenuto conto di questa situazione terribile in Inghilterra e dopo aver ottenuto dal nuovo arcivescovo a Rue Daru promesse sulla direzione ortodossa che aveva finalmente intenzione di impostare per Rue Daru, decidemmo di lasciare l'Inghilterra, e io il mio lavoro, e tornammo con le nostre due figlie alla città e alla diocesi di mia moglie. Eravamo stati cacciati. Avevamo trascorso tre anni in Inghilterra e tutto era sembrato un errore. Tuttavia, avevamo imparato molto e avevamo perso alcune illusioni e alcune ingenuità. Eravamo più vecchi e più saggi, almeno a questo proposito. Nulla è mai del tutto negativo, perché l'esperienza negativa può creare conoscenza positiva. Avevamo avuto un appuntamento con il destino; una delusione, un fallimento, è stato il risultato. Ma fu davvero un fallimento?

In Francia trovai lavoro con difficoltà; essendomi trasferito nel mese di agosto, verso fine settembre ottenni alcune ore di insegnamento. Entrammo nella parrocchia dei miei suoceri, in un luogo della prima periferia di Parigi, chiamato Asnieres. Comprammo anche una casa assieme a loro. La chiesa di Asnieres era stata dedicata a Cristo Salvatore in memoria della Chiesa di Cristo Salvatore fatta saltare con la dinamite a Mosca nel 1931. Era una parrocchia tradizionale dell'emigrazione russa, che cominciava a pietrificarsi mentre i vecchi russi morivano senza sapere come tenere i giovani in chiesa. Ma avevano ancora la Tradizione, che era stata coltivata dal sempre memorabile vescovo Metodio (Kulmann, +1974). Mi raccontarono le sue Pasque, come era solito gridare 'Cristo è risorto, Rus'ortodossa!' la notte di Pasqua, portando lacrime di gioia agli occhi dei fedeli. Questo era qualcosa di reale – è una tradizione che continuo ancora oggi.

Nel marzo 1984 nacque il nostro terzo figlio. Nel gennaio 1985 fui ordinato diacono nella cattedrale di Rue Daru, dal momento che il prete che serviva alla piccola chiesa di Asnieres aveva un disperato bisogno di aiuto.

Il vescovo Metodio (Kulmann)

Nel maggio 1985 mi fu fatta la proposta di diventare massone. Questo avvenne in presenza di mia suocera: non avevano alcuna vergogna. Non sapevo nulla di queste cose, al momento, ma ebbi il buon senso di rifiutare. Mi fu chiaramente spiegato che non sarei stato ordinato sacerdote nel caso di un mio rifiuto. E così sia, pensai. Questa è la volontà di Dio, non la mia o di chiunque altro. Furono scioccati dalla mia riluttanza a fare compromessi con la mia coscienza. Non erano abituati a una cosa del genere.

Tuttavia, con questo avvertimento, cominciai ad approfondire la massoneria, la sua predominanza storica nella preparazione delle rivoluzioni americana, francese e russa, e la sua presenza in Rue Daru e nel patriarcato di Costantinopoli in generale. Padre Lev Lebedev in Russia mi raccontò molto in generale sulla massoneria e sul suo ruolo nel mondo 'libero'. Con mio orrore, scoprii anche che sette dei dodici membri del Consiglio arcivescovile di Rue Daru erano massoni – ed erano molto aperti ad ammetterlo. (Non avevo alcuna informazione sugli altri cinque).

Sempre con mio orrore scoprii più in generale che la versione dell'Ortodossia che avevo visto in Inghilterra e in Francia era stata in preparazione per decenni, a partire dalla presa in consegna da parte del patriarcato di Costantinopoli. I danni che avevamo visto avevano la loro origine in tale operazione. Tutto divenne chiaro. Notai anche come tutta la decadenza nella Chiesa russa, i tentativi di 'sterilizzare' l'Ortodossia russa, erano stati sempre legati alle stesse fonti e movimenti, con le stesse liquidazioni geopolitiche e gli stessi tristi risultati. La formazione di un'Ortodossia 'sviscerata', sterilizzata, protestantizzata, una 'euro-ortodossia', era un trucco delle élite occidentali. Non saremmo caduti in quel trucco andando alla deriva nella corrente. Non avremmo compromesso la nostra coscienza. Sapevamo cosa aveva profetizzato lo tsar-martire.

Non sapevamo cosa fare, ma la mia sensazione era che eravamo caduti dalla padella nella brace. Più tardi scoprii che si facevano regolarmente iniziazioni massoniche in due delle chiese di Rue Daru a Parigi. Incontrai anche un francese che era stato iniziato in una di esse. Pensava che fosse una cosa meravigliosa e parlava della 'Ortodossia' finlandese come fonte di ispirazione in quel campo. Tutto questo si faceva alle spalle degli ordinari e onorati parrocchiani dell'arcidiocesi di rue Daru. Tutte queste sfortunate esperienze ci svelarono la realtà dei 'grandi e potenti' sia in Inghilterra sia in Francia, e così ci privarono di una certa ingenuità su quelle personalità 'alla moda', di cui alcuni altri soffrono ancora oggi. In altre parole, eravamo maturati attraverso il fuoco.

In questo tempo scoprii molte cose sul metropolita Evlogij, il primo vescovo dello scisma di Parigi. Mi risultò molto chiaro che non era stato un uomo cattivo, solo un uomo molto debole, controllato da una piccola élite di laici, soprattutto massoni e modernisti.

Nel frattempo, le promesse che ci aveva fatto il nuovo arcivescovo di Rue Daru, Georgij (Wagner), venivano rotte. La sua nuova direzione non era in alcun modo una direzione. C'era poca missione o visione per l'Europa occidentale e per la salvezza delle anime degli europei. C'era un po' di organizzazione, di amministrazione o di pianificazione, ma piuttosto a breve termine, e navigando a vista. L'arcivescovo lasciava che i rinnovatori prendessero il sopravvento perché era troppo debole per opporsi a loro. Io sempre riuscito a evitare di celebrare secondo il calendario cattolico, che era adottato da sempre più parrocchie di Rue Daru man mano che queste perdevano la tradizione. Tuttavia, potevo vedere che un giorno avrei dovuto affrontare questo problema, che era una questione di principio e di coscienza.

Tutto questo avveniva non perché l'arcivescovo fosse un uomo cattivo, ma perché era debole, un accademico, un 'vescovo da biblioteca', come lo chiamavano a Parigi. La sua tesi di dottorato sulle origini della Liturgia di san Giovanni Crisostomo, che ho letto, era un capolavoro di diligenza teutonica. Da ex cattolico romano, accettava il punto di vista degli agiografi cattolici su molti santi ortodossi, come pure le loro opinioni sulla liturgia ortodossa. Fui anche scioccato nel vedere il suo sostegno ai nemici del patriarca Nikon della Russia. Ecco un uomo che non accettava, seguendo in questo la moda di Rue Daru, che la Chiesa dovesse essere incarnata e svolgere un ruolo nell'influenzare gli affari dello Stato. La religione per lui era un affare privato. La grande paura dell'arcivescovo era che Costantinopoli lo abbandonasse e gli imponesse di tornare alla Chiesa russa, oppure, in alternativa, che in Russia tornasse la libertà, al che avrebbe dovuto restituire le proprietà della sua arcidiocesi alla Chiesa russa. La sua paura era di essere incarnato nella Chiesa, invece che di essere sradicato. Provavo una grande pena per lui allora, e la provo ancora adesso. Prego per lui a ogni Liturgia che celebro. Che esperienza deve essere stata farsi trascinare nella Gioventù hitleriana a Berlino nel 1945, all'età di 16 anni? L'arcivescovo Georgij era una vittima, non un carnefice.

Ci fu spiegato senza mezzi termini che era contrario all'uso di qualsiasi lingua occidentale nel culto (un enorme tabù per lui come tedesco), ed era anche contrario alla venerazione dei santi occidentali nella Chiesa. Non riconobbe nemmeno la canonizzazione dei nuovi martiri e confessori. Non sapevamo cosa fare e ci sentivamo isolati. Ancora una volta, come in Inghilterra, ci lasciavano la stessa scelta: potevamo avere una pseudo-ortodossia superficiale, da convertiti, in una lingua occidentale con un clero che non sapeva celebrare e cori che non sapevano cantare, oppure potevamo avere un'Ortodossia autentica, ma in una lingua straniera con persone che rifiutavano di accettare i non russi. Ci siamo resi conto che vincere la battaglia della nostra vita per il bene dei nostri figli, per avere una genuina Ortodossia in una lingua occidentale, qui sarebbe stato impossibile.

Il 1985 fu anche l'anno di Gorbaciov. Iniziammo a sperare contro ogni speranza che questa potesse essere la fine delle oscenità dell'ateismo occidentale in Russia. Tuttavia, allo stesso tempo, non ci facevamo illusioni su chi avesse il controllo nelle varie rappresentanze del Patriarcato di Mosca in Europa occidentale. I cambiamenti avrebbero richiesto molti anni e la morte o la rimozione dei soggetti coinvolti.

Il nostro quarto figlio nacque nel 1986. Lo chiamammo Edward in quanto i medici ci avevano detto che sarebbe nato cieco (il primo miracolo di sant'Edoardo fu quello di guarire una donna cieca), e che avremmo dovuto interrompere la gravidanza. Fummo perseguitati per la scelta del nome dall'arcivescovo Georgij. Il nostro quinto figlio nacque nel 1988. Durante tutti questi anni lavorai duramente come insegnante presso istituzioni universitarie in cui almeno ero  ragionevolmente ben pagato. Mi misi anche a scrivere sempre di più, come avevo fatto fin dall'infanzia. Mi arrivavano pensieri nel cuore, a volte mentre dormivo, e poi erano elaborati, raffinati ed espressi dalla mia mente. Scrivere era ed è sempre stato un modo di liberarmi dal fardello delle intuizioni.

Un altro conoscente era padre Sergij, un buon prete e confessore che serviva in una piccola cappella a Vanves fuori Parigi. Alcuni convertiti recenti cominciarono improvvisamente a chiamarlo 'anziano', destino di molti sacerdoti molto comuni. Ci sono convertiti che sembrano voler canonizzare tutti!

Feci amicizia in quel periodo con padre Igor Vernik di Rue Daru. Era un anziano sacerdote della vecchia scuola, che aveva conosciuto tutti. Ricordo la sua storia su come padre Sergej Bulgakov aveva smesso di fumare. A quanto pare stava facendo ricerche al British Museum, ma doveva continuare ad andare al gabinetto a fumare, tanta era la sua dipendenza. Alla fine fu così disgustato da se stesso che smise. Padre Igor mi raccontò come, a suo parere, a livello umano gli inglesi tradizionali erano più vicini all'Ortodossia rispetto agli altri popoli occidentali, ma erano stati alienati dall'Ortodossia per opera dei loro terribili governi. In Canada, la granduchessa Olga, sorella dello tsar-martire, pensava la stessa cosa.

In questo momento un'altra mia attività, insieme a un sacerdote belga, fu la traduzione della Divina Liturgia in francese, utilizzando lo slavonico, il greco e soprattutto il romeno per aiutarci. Questa fu una rivelazione, poiché la traduzione in uso a Rue Daru era una traduzione cattolica romana piena di errori. Un altro buon amico era padre Nikolaj Soldatenkov con la sua famiglia.

Rimanemmo scioccati a scoprire l'occhio massonico sopra l'altare nella cattedrale di Rue Daru, di sentire le menzogne sullo tsar martire zar, su Grigorij Rasputin e sul vescovo Teofane (Bystrov). Dopo tre anni e mezzo di pazienza, durante i quali avevo visto delusione dopo delusione, e, uno dopo l'altro, clero e popolo che lasciavano Rue Daru, l'ultima goccia venne al millennio del Battesimo della Rus' nell'estate del 1988. Non solo l'arcivescovo di Rue Daru si era rifiutato di invitare qualsiasi rappresentante della Chiesa russa libera alla propria celebrazione (per esempio il rispettato arcivescovo Antonij di Ginevra), ma invece aveva invitato il cardinale di Parigi.

Era chiaro che Rue Daru non aveva alcuna intenzione di tornare alla Chiesa russa. Potevo capire il suo rifiuto di entrare nella Chiesa patriarcale. Ma rifiutarsi di avere rapporti con la diocesi dell'Europa occidentale della Chiesa fuori della Russia, con le sue icone taumaturgiche, era semplicemente impensabile. La sua intolleranza della Tradizione era tale che tutti coloro che non erano d'accordo erano costretti a lasciarla. Voleva essere un pesce grosso nel proprio stagno sempre più piccolo.

Purtroppo, abbiamo scoperto a Parigi una potente minoranza che aveva scarsi concetti di principi, integrità e coscienza. In questo periodo ci fu chiesto il motivo per cui, dopo tali grandi dosi di maltrattamenti, non ce ne andavamo semplicemente via del tutto. Tale atteggiamento è sempre stato impensabile per noi, completamente estraneo. Non si rinuncia a causa di abusi e persecuzioni. Cristo non si è arreso – è salito sulla croce. E questa è sempre stata la storia di tutta la Chiesa: agonia, lotta.

Abbandonare la Chiesa perché questa è sgradevole significa fare ciò che hanno fatto i cattolici romani e poi i protestanti, cioè rinunciare alla lotta e crearsi da soli una piccola vita confortevole in un'istituzione umana. Ma quale conforto reale ci può essere senza Cristo? Noi apparterremo sempre alla Chiesa, perché apparterremo sempre a Cristo. Cristo ha comandato a Pietro di riporre la spada, di smettere di pensare come il mondo; la Croce è la sorte degli ortodossi. 'Non confidate nei principi, nei figli degli uomini, nei quali non c'è speranza'. I due rifiuti, in Inghilterra e poi a Parigi, furono come una notte buia di abbandono. La Chiesa era stata occupata da forze oscure, ma, come ha scritto così bene Masefield: 'Anche nel mezzo della notte nera il gallo canterà, là è l'aiuto noto agli abbandonati, così profondo nel cuore che i conquistatori non possono sentirlo, e si attende nella speranza il girare della ruota'.

Alla fine, nel dicembre 1988, il nostro Golgota si concluse, quando un gruppo di sedici persone accolse l'invito dell'arcivescovo Antonio di Ginevra, di passare sotto di lui, come avevano fatto tanti altri negli anni del declino di Rue Daru per preservare l'integrità. Alla fine, nonostante tutte le ingiustizie e le calunnie che avremmo sofferto come risultato, accettammo il suo invito. Meglio le calunnie e le persecuzioni degli uomini che essere senza Dio. Basta con la mezza ortodossia. Era una questione di integrità, di coscienza, di principi e di fedeltà alla Chiesa Russa, con la sua fede e tradizione, in poche parole, la fedeltà a Cristo, che erano più importante per noi di qualsiasi altra cosa. Non saremmo morti, ma avremmo vissuto. E come si dice: 'I nostri disappunti sono gli appuntamenti di Dio', cioè, appuntamenti con il nostro destino. Non ce ne siamo mai pentiti. 'L'uomo propone ma Dio dispone'.

L'arcivescovo Antonio di Ginevra alla posa della prima pietra della nuova chiesa a Meudon.

Padre Alexander Trubnikoff è il sacerdote nella fotografia.

 
Intervista al Metropolita Nikolozi di Akhalkalaki e Kumurdo

Il Metropolita Nikolozi di Akhalkalaki e Kumurdo (al secolo Paata Pachuashvili, nato a Tbilisi il 10 febbraio 1961, vescovo dal 1996) è uno dei vescovi del Patriarcato di Georgia più noti nel mondo. Brillante poliglotta, esperto di fisica e cinematografia, è attivo nel campo educativo e missionario (è uno dei responsabili del dipartimento di missione ed evangelizzazione della Chiesa Ortodossa Georgiana, ed è incaricato dal 2009 della cura della diaspora georgiana in Sud America). Due delle sue passioni intellettuali e missionarie lo legano in modo particolare a Torino, dove è venuto più volte a visitarci: il cinema (che utilizza come strumento di evangelizzazione attraverso la creazione di cineteche ortodosse) e la santa Sindone (ha fondato il museo sindonologico della Chiesa di Georgia). Giovedì 16 maggio il sito Pravmir.ru ha pubblicato un’interessante intervista a vladyka Nikolozi, che presentiamo, nell’originale russonella nostra traduzione italiana, nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.

 
Domande e risposte dalla corrispondenza (novembre 2019)

La Chiesa ortodossa

Il mondo ortodosso è in crisi dal sinodo di Creta. Uno scisma ora separa la Chiesa ortodossa russa e altre dalle Chiese greche, che stanno cadendo una a una. Quale pensa sia la risposta?

Mentre lo scisma fanariota si diffonde dall'Ucraina alla diaspora, alla Grecia, al Patriarcato di Alessandria, alla Repubblica Ceca e alla Lettonia, reclutando per strada personaggi marginali, liberali, modernisti e omosessuali semi-ortodossi, la risposta rapida è dire: 'Resistete!', E a coloro che sono caduti: 'Pentitevi!'. Ma questo pentimento e questa fermezza riguardano anche parti della Chiesa russa.

Penso che la Chiesa russa debba dimostrare che non è in alcun modo compromessa e che non pratica doppi standard. Può farlo dimostrando in teologia e in pratica che rifiuta con tutto il cuore i tre 'ismi' eretici che hanno turbato così tanto la pace della Chiesa per oltre un secolo: modernismo ed ecumenismo (adottati dal mondo protestante) e papismo orientale (adottato dal Vaticano). Non può respingere nessuno di questi senza prima rinunciare alla sua appartenenza al Consiglio Ecumenico delle Chiese (protestante) e rinunciare a ciò che alcuni vedono come ipocriti compromessi diplomatici che ha fatto con il papismo occidentale (Vaticano).

Rinunciando al modernismo, all'ecumenismo e al papismo orientale, la Chiesa russa può di conseguenza sostenere il calendario ortodosso e offrire i suoi servizi di mediazione tra le Chiese locali che usano il calendario papale (cosiddetto "nuovo") e quelle che desiderano tornare al calendario ortodosso, compresi i gruppi dei vecchi calendaristi, contribuendo così a guarire scismi inutili. In questo modo può mostrare che è al centro delle forze sane nella più ampia Chiesa ortodossa, che combatte per la pietà e la purezza della santa Ortodossia.

Costantinopoli ha canonizzato un certo numero di anziani sul Monte Athos. Quale dovrebbe essere il nostro atteggiamento quando sappiamo che il patriarca Bartolomeo è scismatico?

Temo che fintanto che li ha canonizzati solo uno scismatico, e ora eretico (poiché le sue opinioni pubblicamente espresse sul cattolicesimo, che hanno portato alle lacrime i monaci athoniti, sono eretiche), non penso che possiamo accettarli come santi. Quali che siano i nostri sentimenti di venerazione per loro, uno scismatico, con le cui opinioni questi anziani non avrebbero mai concordato, non li può canonizzare. Una decisione sarà presa quanto costui se ne sarà andato e un patriarca canonico avrà preso il sopravvento.

Quale pensa sia oggi il compito più importante per l'episcopato ortodosso?

L'episcopato deve imparare ad amare, prendersi cura e mostrare comprensione verso sacerdoti e diaconi, evitando di causare ingiustizie.

Quale ritiene sia la questione più importante per qualsiasi ortodosso nella diaspora?

Credo che sia: la mia fede si può esportare? In altre parole, la mia fede è accessibile a coloro che non sono del mio background nazionale? Se la risposta a questa domanda è "No", allora puoi essere sicuro che la tua fede si estinguerà. Questo perché se non è accessibile a coloro che non sono di una certa origine nazionale, sarà anche inaccessibile ai tuoi figli e nipoti nati nella diaspora.

Insegnamento ortodosso

Perché gli ortodossi rifiutano di autorizzare le cremazioni?

La credenza centrale della Chiesa ortodossa è nella risurrezione di Cristo, come è espresso nelle funzioni dell'anno ecclesiastico e nelle parole del servizio funebre stesso. Per noi, bruciare deliberatamente il corpo di qualcuno significa negare la risurrezione. Pertanto, per noi, chi vuole che il proprio corpo sia cremato sta affermando di essere decaduto dalla Chiesa. Non è più ortodosso.

Ho una domanda sui cosiddetti 'Mowgli'. Se dei bambini piccoli sono cresciuti in totale isolamento o addirittura sono stati allattati da animali selvatici, non si integrano affatto nella vita umana, si comportano come animali e non possono apprendere alcuna abilità umana ecc., che cosa avviene allora con le loro anime? Dov'è questa "scintilla" di Dio e l'immagine di Dio in loro?

Proprio come il corpo di un bambino è primitivo rispetto al corpo di un adulto, così è la sua anima, non sviluppata, inesperta, non allenata. Quindi, da un lato, ha innocenza e purezza, dall'altro, nessuna esperienza della realtà ed è totalmente incapace di sopravvivere senza interazione con gli adulti, in primo luogo con sua madre.

Questo è il motivo per cui i bambini piccoli sono così attratti dagli animali, in particolare i giovani, i gattini, i cuccioli ecc., che non hanno anime immortali, ma hanno innocenza e istinto.

I bambini selvaggi, adottati da lupi e altri, non ottengono questa attenzione e spesso rimangono con anime inesperte, quasi, potremmo dire, anime selvatiche. Come gli animali, spesso hanno solo l'istinto di guidarli.

L'anima deve essere addestrata ed educata. Questo vale anche per gli adulti. È per questo che abbiamo padri spirituali, monasteri ecc.

La Russia e la Chiesa russa

Perché il patriarca Kirill ha definito il presidente Putin un miracolo? Dopotutto, Putin ha definito la caduta dell'Unione Sovietica una catastrofe, e sicuramente non lo è stata. Secondo: lei è un ottimista o un pessimista riguardo al futuro della Chiesa russa?

Il presidente Putin è davvero un miracolo, ma solo relativamente, rispetto ai mostri che lo hanno preceduto dal 1917. Questo è il contesto in cui parlava il patriarca Kirill. E in quel contesto non si può che essere d'accordo. Chiaramente, tuttavia, il presidente Putin ha molti fallimenti. Non è riuscito a sradicare la corruzione e a rimuovere le molte reliquie del malvagio comunismo. Può quindi essere solo una figura transitoria. Il suo lungo regno è avvenuto solo perché finora il paese non è stato degno di trovare qualcuno migliore. Sarà seguito da qualcuno di meglio o di peggio. Non so quale, ma spero per il meglio.

Il crollo dell'Unione Sovietica fu in effetti una catastrofe geopolitica: milioni di persone morirono a causa delle fughe da confini ingiusti, del crollo dell'industria, della chiusura delle fabbriche e dalla disoccupazione di massa che hanno portato alla fame, del crollo del sistema medico, della disperazione e del suicidio, spesso un suicidio lento attraverso l'alcolismo, poiché l'alcol era diventato l'unica consolazione per decine di milioni dopo il sistema sovietico. Tutto ciò non è stato segnalato in Occidente, perché l'Occidente ne è stato parzialmente responsabile.

Sì, questo ovviamente non significa che non ci rallegriamo del fatto che la malvagia tirannia dell'Unione Sovietica sia finita, ma il suo crollo è stato comunque una catastrofe geopolitica a causa del modo totalmente ingiusto in cui è crollata, dei confini assurdi di varie repubbliche, delle guerre civili che ne sono seguite e che continuano ancora circa 30 anni dopo e del massiccio furto organizzato di beni pubblici da parte dei cosiddetti "oligarchi", che ha seguito il crollo.

Vi è stato un errore incredibilmente grave commesso dall'Unione Sovietica, della cui tirannia stalinista molti russi più anziani sono in realtà nostalgici, a cusa del loro nazionalismo ma anche della spiacevolezza di molti aspetti attuali della vita in Russia. Questo grave errore dell'Unione Sovietica fu che essa pensava, come fece Stalin (e come tutti gli imperialisti nel corso della storia), che un grande impero non sia spirituale, ma geografico. (Stalin non aveva il concetto dello spirituale). E fino a quando la Chiesa non sarà ricostruita all'interno della Russia, non ci potrà essere un impero spirituale della Russia. Quindi, cosa possiamo dire della Chiesa ortodossa russa oggi?

Prima di tutto, la Chiesa russa è completamente indipendente dallo Stato russo, nonostante le ridicole affermazioni propagandistiche dei politici e dei giornalisti occidentali. Ma ciò non significa che la Chiesa non soffra dei fallimenti umani dei membri del clero che hanno posto le loro carriere e personalità al di sopra di Cristo, proprio come facevano ai tempi dell'Unione Sovietica. Questa sbornia del passato, "un riflesso sovietico", è un grosso problema.

In primo luogo, ciò che è disperatamente necessario alla Chiesa russa è il ripristino della vita parrocchiale, che è stata spazzata via dall'ateismo dopo il 1917 (ed era già spesso debole prima della Rivoluzione). Questo restauro deve essere guidato da veri pastori, non da professionisti della carriera monetaria. La parrocchia è una famiglia, se non altro. Qui l'esperienza dell'emigrazione russa può essere utile. Gli affari finanziari delle parrocchie devono essere trasparenti - e per ora non lo sono affatto in Russia.

In secondo luogo, per quanto riguarda i monasteri e l'episcopato, questi richiedono veri monaci, né semplici intellettuali e diplomatici diligenti con dottorati insignificanti, né personaggi litigiosi e gelosi, che perseguitano il clero zelante e felicemente sposato. Solo le riforme qui metteranno fine alla burocrazia della Chiesa, ai "gestori" e agli "amministratori" al posto di amorevoli vescovi pastori.

Quindi non sono né un pessimista né un ottimista. Aspettiamo e vediamo.

L'Ucraina

Perché l'Ucraina non dovrebbe avere una propria Chiesa nazionale? Russia, Romania, Grecia e altri ne hanno una, e ne ha una anche un piccolo paese come l'Albania.

La risposta breve è: perché la stragrande maggioranza degli ortodossi ucraini non ne vuole una!

A un altro livello, ci sono due motivi per non averla, uno è teologico-ecclesiologico, l'altro è politico.

Come abbiamo detto in una precedente risposta altrove, ci sono due tendenze aliene nella Chiesa – non ortodosse, ma imposte dall'esterno o da traditori dall'interno. La prima è il concetto centralista di una Chiesa universale, con il suo leader deificato posto sopra tutti gli altri, che in realtà sostituisce Cristo. Questo è il cattolicesimo papista e tra gli ortodossi questa mentalità è stata assorbita e adottata dalla caduta della prima Roma solo dalla Costantinopoli odierna. La seconda tendenza centrifuga viene dal nazionalismo protestante, secondo il quale ogni sovrano nazionale deve avere e controllare la propria chiesa nazionale e nazionalista erastiana (come in Inghilterra, Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca, ecc.).

È questa tendenza molto recente del XIX e XX secolo che ha portato a piccole minoranze di ortodossi in Polonia, Cecoslovacchia, Albania, Grecia e anche in paesi come la Romania e la Bulgaria, ad avere le loro Chiese nazionali, il che non è necessariamente normale. La tendenza viene ora diffusa e propagandata dagli xenofobi locali in Macedonia, Montenegro e Ucraina, finanziati dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti il ​​cui slogan è "Dividi e governa", proprio come nel vecchio impero romano pagano, sul quale l'amministrazione americana è strettamente modellata . Questo è un rifiuto della teologia cristiana (=ortodossa) della santissima Trinità, che dice "unità nella diversità" ed è di stile confederativo.

La seconda ragione è che solo un paese reale potrebbe in ogni caso avere la propria Chiesa. L'Ucraina, come per esempio il Belgio (inventato dalla Gran Bretagna dopo le guerre napoleoniche), non è un paese reale, ma è stato inventato dagli Asburgo alla fine del XIX secolo. La loro fantasia fu poi implementata da quattro dei più mostruosi e genocidi dittatori atei della storia, comunista e fascista: Lenin, Stalin, Hitler e Krushchev.

Se l'Ucraina vuole la propria Chiesa, deve prima di tutto fare dei referendum in tutta l'Ucraina per determinare se le persone che ci vivono (solo circa il 20% parlano vari dialetti di "ucraino" o piuttosto galiziano) vogliono davvero appartenere all'Ucraina. Probabilmente il 50% o più voterebbe per unirsi alla Russia, alla quale appartenevano fino al 1922 e altri si unirebbero all'Ungheria, alla Romania, alla Slovacchia e alla Polonia. Quindi si potrebbe chiedere agli altri che restano se vogliono la loro Chiesa. Forse ne vorrebbero comunque una uniate – sebbene il Vaticano centralista non le concederebbe mai l'indipendenza perché i cattolici romani, come i centralisti fanarioti, non vogliono l'indipendenza.

In generale, il semplice concetto secondo cui ogni paese deve avere la propria Chiesa nazionale proviene dal piccolo provincialismo nazionalista e dalla xenofobia isolazionista. Il nazionalismo è comunque semplicemente un attaccamento a questo mondo, alla mondanità. Fornisce semplicemente munizioni a coloro che vogliono sfruttare per dividere e governare, come oggi in Ucraina, che è una marionetta del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. La Prima Roma cadde sul cattolicesimo (nazionalismo latino) e successivamente sul protestantesimo (nazionalismo germanico). La Seconda Roma cadde sul nazionalismo greco, che aveva già contribuito a far cadere l'Egitto e la Siria dalla Chiesa nelle loro eresie nazionali. La Terza Roma cadrà sul nazionalismo russo? Speriamo di no, perché una Quarta Roma non ci sarà.

Come abbiamo detto altrove, il nostro modello ecclesiologico ortodosso è la Santissima Trinità, l'unità nella diversità, la famiglia, la Confederazione multinazionale. Non vedo alcun motivo per cui, piuttosto come nella vecchia Pentarchia del primo millennio (che copre i tre continenti di Asia, Africa ed Europa), non dovremmo avere Chiese continentale o, nel caso dell'Eurasia, che è multi-continentale, Chiese locali regionali. Per esempio, potremmo finire con tredici Chiese locali, presiedute da Gerusalemme. Come abbiamo detto altrove, questi potrebbero essere:

Per l'Eurasia: Gerusalemme, la Russia (comprese le attuali chiese polacca e cecoslovacca, che furono separate artificialmente da Costantinopoli dalla Chiesa russa allora prigioniera al fine di indebolirla, come succede anche oggi in Estonia e Ucraina), Antiochia (che copre il territorio del mondo musulmano asiatico), il sud-est europeo o Costantinopoli (compresi romeni, serbi, greci, bulgari, ciprioti, albanesi e Costantinopoli), l'Europa occidentale, la Cina, l'Indi, il Sud-Est asiatico e il Giappone. Le Chiese continentali sarebbero: l'Africa (Alessandria), il Nord America, l'America Latina e l'Oceania.

La Moldova

Perché la Russia non restituisce la Moldova alla Romania?

Come abbiamo già risposto in una domanda del genere, non può farlo, perché la Moldova non appartiene alla Russia!

Come sapete, per la maggior parte degli ultimi 200 anni la Moldova (Bessarabia) ha fatto parte dell'Impero Russo e poi dell'Unione Sovietica. Appartenne all'Impero Russo perché fu l'Impero Russo che la liberò dai turchi prima che esistesse la Romania. Come saprete, anche la "Romania", anche la parola stessa, è un'invenzione di un sassone tedesco. Dal crollo dell'Unione Sovietica, la Moldova è stata un paese indipendente e non ha voluto entrare a far parte della Romania. I moldavi – e io sono stato in Moldova – mi dicono che ci sono tre ragioni per questo.

In primo luogo, dicono che i loro nonni hanno raccontato loro storie dell'orrore del periodo tra le due guerre quando la Moldova era una provincia della Romania, in particolare riguardo al trattamento delle minoranze da parte dei fascisti romeni. L'esperienza non è stata buona. In secondo luogo, mi dicono che sebbene la Moldova sia corrotta, la Romania è molto più corrotta, come possiamo vedere dalle recenti manifestazioni di massa a Bucarest contro la corruzione nel governo romeno. In terzo luogo, i moldavi di chiesa sono inorriditi dalla simonia, dal nuovo calendario, dall'ecumenismo e dalla decadenza generale che sono penetrati in parti della Chiesa romena.

Questa è ovviamente una questione per i moldavi e non ha nulla a che fare con la Russia. Se i moldavi vogliono entrare a far parte della Romania, possono farlo. Ma sospetto che ciò non accadrà finché la Romania non sarà diventata democratica, prospera e non corrotta. Attualmente la Romania si sta rapidamente riducendo, poiché i giovani si trasferiscono all'estero per lavoro e scelgono di vivere in paesi in cui la corruzione non è la norma. Penso che la palla sia in campo romeno. Se vuole attirare la Moldova, deve presentare un volto diverso e attraente.

 
La Chiesa ortodossa finlandese progetta di ridurre i due terzi il numero dei suoi decanati

cattedrale della Dormizione a Helsinki. Foto: Henrietta Hassinen / Yle

Grandi cambiamenti potrebbero essere in arrivo nell'organizzazione della Chiesa ortodossa finlandese del Patriarcato ecumenico. La dirigenza della Chiesa sta proponendo di ridurre di due terzi il numero di decanati, accorpandoli in strutture più vaste.

Ci sono attualmente 21 decanati ortodossi nel paese, e se la riforma è implementata, dal 2020 ce ne saranno solo 7, riporta yle.fi.

La Chiesa Finlandese usa il termine "parrocchia" per indicare le suddivisioni delle loro tre diocesi, che sembrano equivalere ai decanati delle altre Chiese. Ad esempio, la diocesi di Carelia ha 80 chiese e cappelle distribuite in 12 parrocchie, secondo Wikipedia.

Alcuni dei nuovi decanati previsti occuperanno un vasto territorio. Per esempio, le parrocchie unite di Tampere, Jyväskylä e Vaasa copriranno 91 comuni. Il viaggio da Utsjoki alla città più grande della nuova parrocchia di Oulu sarà di circa 700 chilometri.

Yle

Secondo la proposta, solo il più grande decanato, quello di Helsinki, rimarrà nei suoi attuali confini. Secondo sua Eminenza l'arcivescovo Leone, la continua migrazione di fedeli nel sud del paese ha portato alla necessità della ristrutturazione. La riduzione dell'apparato gestionale dovrebbe far risparmiare denaro a lungo termine.

La Chiesa non intende licenziare nessuno: piuttosto, le posizioni individuali scompariranno quando le persone andranno in pensione. Inoltre, i risparmi potrebbero anche derivare dall'abbandono dei locali lasciati liberi dalla riforma.

La proposta è sostenuta da 13 decanati, in cui vive il 72% di tutti i parrocchiani. I restanti 8 sono contrari al piano della riunione.

La Chiesa finlandese ha tentato tali riforme 5 anni fa, anche se a quel tempo sono fallite. Il consiglio ecclesiastico voterà a novembre. Se la proposta non viene accettata, lo sviluppo di un nuovo piano potrebbe richiedere ancora diversi anni.

 
Perché alcuni fedeli lasciano la Chiesa ortodossa?

Come sacerdote, sono sempre preoccupato del perché i fedeli abbandonano la fede ortodossa. Nel corso degli anni, ho notato che il problema potrebbe avere a che fare con i modi molto moderni in cui pensiamo alle nostre vite spirituali come a viaggi personali.

Nelle società pre-moderne, l'identità di una persona era forgiata quasi interamente in relazione alla sua tribù. Come membro della tribù, il tuo "viaggio" era ben definito attraverso rituali di nascita, formazione, matrimonio, guerra, pace e morte. Il tuo "viaggio" non era il tuo, ma quello che i tuoi antenati avevano intrapreso prima di te.

Nel mondo moderno, fin dal XVIII secolo, i legami tra individui e comunità sono stati in gran parte recisi. Di conseguenza, il senso della vita come viaggio è diventato una deriva personale. Mentre il tuo viaggio verso la maturità era ben definito per te dalla tua tribù, ora devi inventarti non solo la destinazione (qualunque cosa costituisca una 'realizzazione personale'), ma anche il percorso e i punti di significato sul cammino.

Io mi considero un tipico esempio di questa situazione moderna. Quando le persone apprendono che sono un prete ortodosso, spesso mi chiedono se sono russo o greco. L'assunto è che sono entrato nel sacerdozio perché è la mia religione tribale.

Di fatto, sono nato alle Seychelles, cresciuto nell'Africa meridionale e orientale, ed emigrato nel Canada occidentale. Ho scelto di frequentare una Chiesa ortodossa indipendentemente dalla mia famiglia, che ha trovato la mia decisione strana e alienante. Accettare il sacerdozio è stato una scelta molto personale per me. Era il mio viaggio, quello che ho intrapreso per me stesso, piuttosto che come una parte del logoro percorso che i membri della mia tribù avevano seguito prima di me.

In questo senso, quindi, la rottura moderna del viaggio definito dalla tribù è stata una buona cosa. Ha reso possibile per le persone come me, che sono al di fuori delle tribù slave, greche e palestinesi, scoprire le ricchezze del nostro patrimonio spirituale ortodosso.

Ma c'è anche un lato oscuro in questi viaggi spirituali personali. Quando la tribù non definisce più il tuo viaggio verso la maturità spirituale, allora ogni percorso e ogni destinazione sono ugualmente validi, perché li hai scelti tu e sono giusti per te.

Questo assunto può essere molto pericoloso. Se ogni sentiero che scegli è giusto fintanto che fa parte del 'tuo viaggio personale', allora il cristianesimo ortodosso, che si considera la via per la salvezza umana attraverso Gesù Cristo, non è più giusto di qualsiasi altro percorso spirituale. Peggio ancora, l'Ortodossia potrebbe diventare solo un'altra tappa lungo la strada verso qualcosa di 'più appagante'...

In breve, quando adottiamo acriticamente la moderna comprensione della vita spirituale come un viaggio definito in chiave personale, permettiamo di ridurre il cristianesimo a una fede puramente soggettiva, dipendente dalle nostre nozioni di "realizzazione personale". Se è vero che la sensibilità moderna ha abbattuto le barriere e permesso alle persone al di fuori dei confini tribali di viaggiare verso un incontro con la pienezza del Vangelo, è anche vero che c'è una pericolosa tendenza a rendere il viaggio fuori dalla Chiesa altrettanto valido quanto il viaggio verso di essa.

Se dobbiamo parlare di un "viaggio spirituale personale" o di un "viaggio di fede" (e sarebbe difficile non farlo), dobbiamo ricordarci che come cristiani ortodossi, il nostro viaggio e la destinazione, la pienezza di Cristo nella tradizione della Chiesa ortodossa - nn sono auto-definiti, ma sono donati.

Per quanto personale possa essere stato il nostro viaggio verso l'Ortodossia, una volta arrivati, siamo chiamati a fare qualcosa di profondamente anti-moderno: conformare il resto del nostro viaggio a quello della tribù spirituale alla quale alla fine apparteniamo – la Chiesa.

Mentre l'Ortodossia può essere stata una scelta che abbiamo fatto perché "sembrava giusto", le nostre scelte come cristiani ortodossi non possono essere fatte usando lo stesso approccio. Piuttosto, dobbiamo continuamente prendere le nostre decisioni spirituali nel contesto e nella comprensione della Chiesa, chiedendo come possiamo scegliere un percorso che sia coerente con quello dei nostri antenati spirituali – gli apostoli, i santi, i martiri, gli evangelizzatori e la Madre di Dio, se stessa – che hanno camminato sul sentiero prima di noi.

Solo così potremo evitare le insidie ​​della modernità, che troppo facilmente ci porta via dalla vera casa dei nostri cuori.

 
La lettera di una madre: "Chi ha dato l'ordine di uccidere le mie bambine?"

Kristina, insieme con la sua bambina, è stata uccisa a Gorlovka dalle forze punitive ucraine

Natalia, la madre di Kristina appena assassinata, ha scritto una lettera alla madre dei figli di Poroshenko, chiedendo: "Chi ha dato l'ordine di uccidere le mie bambine?"

Presso la stazione ferroviaria di Kiev ho incontrato Natalia, la cui figlia e nipote sono state uccise a Gorlovka nel bombardamento di missili Grad delle truppe ucraine. Negli occhi di questa donna bella e un tempo felice oggi c'è profondo dolore, tristezza e vuoto. In una pagina del suo quaderno ha scritto una lettera a Marina Poroshenko, e, seduta nella sala d'attesa, è discesa nei ricordi dolorosi di due settimane fa.

"La vita è finita, e non c'è più niente"

Natalia, le mie condoglianze! Se ci riesce, ci dica cosa accadde in quel tragico giorno, quando le vostre bambine sono morte?

In quel giorno, il 27 luglio, ero a casa, ed era domenica. I nostri bagagli erano preparati davanti alla soglia di casa da diversi giorni, ma quel giorno ancora non potevamo uscire da Gorlovka. In ogni pensione e in altri luoghi non potevano ospitarci a causa della bambina.

E negli ultimi 2 giorni non c'erano stati treni. Stavo per correre via da casa per cercare qualsiasi corriera, qualsiasi macchina che potesse portarci lontano dalla città, almeno da qualche parte.

Improvvisamente, ho ricevuto una telefonata da una persona, che portava persone fuori da Gorlovka, che ha detto che ci avrebbe raccolte la mattina successiva. Sono andata alla finestra aperta, con una vista chiara su un parco, e no subito chiamato mia figlia, Kristina, per condividere la notizia. Aveva portato la mia nipotina, Kirochka, a fare una passeggiata sulla strada.

"Kristina - ho gridato al telefono - È deciso, domani mattina alle 9 partiamo! Prima a Svjatogorsk, e da lì verso Kharkov, Dnepropetrovsk, o la regione di Odessa".

"Urrà!" - grida di gioia - "Kirochka, partiamo domani! Urrà, nonna, ce ne andiamo" Le ho chiesto: "Kristina, dove sei? - Sulla piazza, - ha detto. - Rimani dove sei - ho detto, e non appena ho detto queste parole, la piazza è stata bombardata dai "Grad". È stato il primo bombardamento della città con queste apparecchiature. Esplosione dopo esplosione, fuoco, fumo e... niente. Tutto si è annebbiato davanti ai miei occhi.

Sono corsa da casa alla strada, gridando, "Kira! Kristina! Kira! Kristina!". Nel tempo in cui sono corsa al parco, è sceso il silenzio. Non avevo trovato le mie bambine. Inciampando sui crateri dei bombardamenti, ho cercato con le mani nell'erba, alla ricerca di giocattoli, e, non trovandoli, ho pensato che stessero tutti bene. C'era solo un pensiero, che fossero nel rifugio. Sono andata lì, chiedendo: "C'erano bambini?" La gente ha visto il mio panico, mi ha spinto dentro, dicendo che, sì, c'erano bambini.

Nel rifugio antiaereo non c'era luce, così correvo nel buio, toccando la testa di ogni persona, agitando le mani della gente, sondandole. Cercavo le mie bambine e urlavo, "Kira! Christina!" - Non c'è stata risposta. Ho controllato tutti, urlando e chiamando le mie bambine in ogni angolo. Più tardi, qualcuno è uscito dal rifugio ed è tornato con una dottoressa. Questa mi ha iniettato qualcosa, dicendo: "Sta mettendo tutti in agitazione, qui". E poi mi è stato detto che le mie bambine stavano bene, che la piccola si era solo ferita alla mano.

Poche ore dopo, quando i bombardamenti si sono spenti, siamo usciti fuori dal rifugio antiaereo, e sono corsa alla clinica pediatrica, perché abbiamo tutto lì vicino: la nostra casa, la scuola, la piazza, le cliniche per i bambini e gli adulti e, o Signore, anche l'obitorio. Nella clinica pediatrica, mi è stato detto di provare la clinica per gli adulti. Ci sono andata. E poi sono cominciate le chiamate degli amici, "Vai all'obitorio, vai all'obitorio, vai all'obitorio." Avevano visto le immagini delle mie bambine morte su Internet. Un fotografo del "Korrespondent", che era sulla scena, ha preso le immagini delle mie bambine uccise e le ha pubblicate su Internet. È stato un inferno. Nella camera mortuaria, ho trovato le mie bambine. E poi, le ho formalmente identificate...

E, poi, sono iniziati ancora e ancora i bombardamenti... di nuovo nel rifugio antiaereo, da cui nessuno ha potuto uscire fino al mattino. La mattina sono tornata all'obitorio. Ma non mi è stato permesso di portarle a casa. "Perché, vuole che le sue figlie siano bombardate due volte?", mi mi hanno detto i medici. Avrei voluto che mi fosse permesso di portarle a casa. Ma, no, sono state portate direttamente al cimitero. Il 29 luglio le mie bambine sono state sepolte molto rapidamente. Tutto il tempo ci siamo affrettati: "Presto, presto," - avevano paura che sarebbero ricominciati i bombardamenti. Dopo di che - niente! Da quel momento - la vita si è fermata, e non c'è più niente. Tutto è vuoto. Dopo ti rimane solo da ululare come un lupo, e non c'è niente intorno. Niente di niente.

I politici hanno deciso che non posso essere una madre o una nonna, che non possiamo più essere felici, ridere. Siamo state private ​​di tutto. Ho urlato, urlato. Tutta la notte dopo il funerale, ho dormito davanto alla loro tomba. Dopo tutto, che differenza c'era, bombardavano ovunque!

Il fotografo, che ha preso queste foto e le ha pubblicate on-line, è in contatto con voi?

Lo abbiamo contattato. Gli abbiamo chiesto di rimuovere queste immagini, ma senza alcun risultato. Il suo nome è Oleg Zheljabin-Nezhinskij, blogger, che pubblica nel "Korrespondent". Ha ripreso le immagini di quella tragedia e subito le ha postate su Facebook. In un paio di ore, queste foto sono state ripubblicate in tutto il mondo.

L'altro giorno ha rilasciato un'intervista a "BBC Ucraina", in cui ha espresso la sua delusione che le foto siano nei media, e che su Internet siano pubblicate senza il suo nome come attribuzione. Zheljabin ha preso le foto delle nostre ragazze morte, le ha messe in mostra in tutto il mondo, e si preoccupa solo che le foto non siano firmate con il suo nome! Non gli importa che queste immagini terribili ci facciano male, e che ora siano quasi impossibili da rimuovere. Sono letteralmente su tutti i social network, su "Odnoklassniki", su Facebook, su VKontakte ...

"Se non sono state le truppe dell'operazione anti-terrorismo, ce lo dimostrino"

Sono arrivata a Kiev il 1 agosto per trovare chi era il responsabile dell'omicidio delle mie bambine. Prima di tutto, sono andata all'amministrazione presidenziale, nei pressi della quale vi erano madri di soldati. Volevo parlare con loro. Ho portato le foto delle mie ragazze; Volevo parlare a queste madri, volevo dire che ci sono le stesse madri nel Donbass, come quelle i cui figli sono andati a combattere.

Ma la sicurezza non mi ha lasciato passare, anche se ho detto che volevo solo parlare con le madri. In risposta, mi è stato detto che proteggono il presidente contro gli attacchi terroristici. Ma perché proteggono il presidente da me, e il presidente non ha salvato le mie bambine? Il fatto che il presidente dia l'ordine di uccidere le mie bambine – questo è considerato normale, nel nostro paese? Perché non possiamo semplicemente vivere, crescere i nostri figli, magari solo respirare? Persone a cui sparano, persone che vengono uccise, persone che riversano il loro dolore in lacrime. Alcuni dopo la morte dei loro cari, non sanno come comportarsi e come convivere con questo dolore.

Molti lo hanno accettato. Io non lo posso accettare. Perché i miei figli vivevano in uno stato di diritto. Senza una dichiarazione di guerra, ci sono combattimenti, e noi siamo colpiti. Perché violare i nostri diritti? Dichiarate una guerra, evacuate la gente e combattete. Ma questo non sta accadendo. Le persone sono abbandonate.

Molti credono, visto che veniamo dal Donbass, dato che ci stavamo lì, che dobbiamo avere un certo punto di vista. E nessuno sa che la gente vuole solo la pace. Molti non hanno neanche un posto dove andare. Ci sono anziani, ci sono molti con bambini. E sono bombardati con "Grad", dall'aria, in modi diversi. Voglio sapere chi, in quel momento, stava bombardando Gorlovka. Credo che fossero le truppe ucraine, ma se non è così, che lo dimostrino. Entrambi, le truppe ucraine dell'operazione anti-terrorismo e le della Repubblica Popolare di Donetsk. Lasciate che forniscano prove della loro colpevolezza o innocenza. Voglio che il comando ucraino dell'operazione anti-terrorismo fornisca la prova che i loro "Grad" non erano in azione domenica 27 luglio alle due del pomeriggio, e che non bombardavano la nostra città!

Ho già presentato una dichiarazione al Ministero degli Interni sull'omicidio di Kristina e Kira, nonché sulla distribuzione delle foto dalla scena della tragedia. Ho scritto una dichiarazione al servizio di sicurezza per quanto riguarda la morte di Kristina e Kira "come un atto di terrorismo". Voglio farli riflettere su chi hanno bombardato in queste città. Perché non hanno condotto qualche altra operazione? E che tipo di stato è questo, che non protegge il mio diritto e quello delle mie bambine a vivere? Chi ha bisogno di un paese che non ha bisogno della sua gente? Uno Stato senza popolo? Ci uccidono loro stessi! È semplicemente un'esecuzione capitale.

Voglio davvero che le madri e i parenti delle vittime si uniscano, che anche loro stiano a scrivere e e a lottare. Sto preparando una dichiarazione per la Procura militare. Ho bisogno di conoscere le forme adatte, in modo che tutto sia fatto correttamente. Anche il servizio di sicurezza, prendendo le nostre affermazioni, non sapeva come trattarle e come registrarle. Lo stesso alla polizia – anche i superiori erano perplessi, a causa di una guerra che non abbiamo mai avuto prima, e di uno Stato che non aveva sparato prima sulla sua gente. Ma dal momento che il governo stesso ha permesso tali libertà, come l'omicidio di massa, devono darci una spiegazione.

"Ho sepolto io stessa le mie bambine"

Ha detto che non è riuscita a trovare le ragazze dopo il bombardamento. Sapete chi ha portato via i corpi delle sue bambine?

È stato un residente locale, Sergej. Era di passaggio e ha visto le mie ragazze morte a terra, le ha raccolte e le ha portate all'obitorio. È stato lui a chiedere all'obitorio di tenere insieme le ragazze. Ho chiesto alla gente attraverso Internet di aiutarmi a trovarlo, e l'ho trovato. È venuto il giorno del funerale. Allora non gli ho chiesto il suo nome completo, so solo che il suo nome è Sergej e che ha tre figli – due ragazzi di 14 e 4 anni, e una ragazza di 13 anni.

Ci siamo chiamati, ma dal 5 agosto, non riesco a mettermi in contatto con lui. Ho molta voglia di ritrovarlo e di non perdere più i contatti. Sono molto preoccupata per lui, perché ci sono stati altri bombardamenti. Quest'uomo mi è diventato molto caro, e l'ho perso di nuovo (piange). Mentre ero lì, mi chiamava ogni giorno.

Infatti, quando le ragazze sono morte, non ero in grado di pensare a niente. Ho trascorso giorni e notti nei rifugi. Anche quando sono andata all'obitorio per identificare i corpi, non ci sono andata da casa, ma dal rifugio antiaereo. Al funerale non è venuto quasi nessuno, perché per la maggior parte la gente era partita, e quelli che sono rimasti avevano semplicemente paura dei bombardamenti. Ho sepolto io stessa le mie bambine.

Natalia, ci dica, com'erano Kristina e Kira?

Abbiamo sempre vissuto molto felicemente, e in casa nostra c'erano sempre risate e amici. Le ragazze studiavano, facevano i compiti. Non abbiamo mai litigato. Anche se era una piccola città, eravamo felici lì. Kristina era una brava ragazza. Ha finito il nostro Istituto di Lingue Straniere a Gorlovka. Voleva realizzare molto nella vita. Amava sua figlia, Kirochka, che ha voluto così tanto, ed era impaziente del suo compleanno. Anche quando era ancora incinta, diceva tutto il tempo, "quando apparirà Kirochka". Sapeva come avrebbe chiamato la bambina e che aspetto avrebbe avuto.

Quando è nata Kirochka, Kristina non la lasciava andare dalle sue mani. Kira cantava canzoni per tutto il tempo – non appena si svegliava la mattina, gridava dalla camera da letto: "Bah Bah!!" – E cominciava a cantare una canzone. I vicini ridevano tutti, perché dal primo giorno abbiamo sempre cantato le sue canzoni. I vicini chiedevano, che cosa cantate? Io cantato, Kristina cantava. Alcoltavamo canzoni francesi e Kirochka aveva già iniziato a canticchiare qualcosa, balbettando. Da quando ha compiuto sei mesi, siamo stati in attesa del suo primo dente. Mi alzavo la mattina e le guardavo in bocca, sperando di vedere un dentino. Ma non erano spuntati. Il dottore continuava a dirci che non esiste una cosa come un bambino senza denti, ci diceva di smetterla di controllarle la bocca, che i denti sarebbero cresciuti. Ma non hanno avuto il tempo di crescere.

Sento ancora come se fossero appena uscite fuori per una passeggiata e torneranno, e mormoro la sera, che sono così in ritardo, perché è il momento di fare il bagno. Ogni volta che arrivavano in ritardo, venivano gridando: "Urrà! Nonna, abbiamo imparato a gattonare", o "Urrà! Nonna, abbiamo imparato a camminare", o "Urrà! Abbiamo intrecciato la prima coroncina!" Kirochka aveva appena imparato a camminare. In questo parco camminavano 2-3 volte al giorno, trascorrevano quasi tutto il tempo lì. Là nell'erba Kirochka ha imparato a gattonare e a camminare. Vivevano in quel parco e sono morte lì.

Kristina aveva sempre in fretta di vivere. Voleva vivere così tanto, sempre in movimento. Anche la nostra Kirochka è nata prima del tempo, all'ottavo mese di gravidanza ...

Come fa a far fronte a questa tragedia?

Cado nell'erba e ululo come un lupo, e quando arriva qualcuno, mi alzo e mi tengo su. Vado fuori città e urlo e urlo di nuovo. In precedenza, avevo qualcosa da fare tutto il tempo: andavo al negozio, ed era necessaria una pinzetta, un giocattolo. E ora... niente. Ci vai e non hai bisogno di nulla, di nulla (piange). Non hai bisogno di nulla da mangiare o da bere, o di tutta questa bellezza. E questi bambini... i bambini sono ovunque...

Siamo riusciti a evacuare Dasha due giorni prima dell'evento. Quando ha saputo che Kristina e Kirochka erano morte, ha iniziato a urlare violentemente che odia le persone. Piangeva al telefono, desiderando tornare a Gorlovka.

Quella notte, quando ho dormito sulla tomba, Dasha non poteva mettersi in contatto con me. E il giorno dopo, in lacrime, mi ha detto: "Mamma, sto arrivando." Il mio cuore si è quasi fermato. "Dasha", le ho detto: "Vado a prendere il telefono, solo non venire qui". E quando la connessione telefonica è saltata, ho corso a tutta velocità verso la strada dove c'era un collegamento. Avevo paura che lei stesse per venire a Gorlovka. Avevo paura di perdere pure lei. Dopo tutto, Dasha e io, ad eccezione di Kristina e Kirochka, non avevamo nessun altro, nessuna nonna o nonno. Nessun parente. Eravamo solo noi – io, Dasha, Kristina e Kirochka. Ora, restiamo solo Dasha e io.

Un giorno ho letto uno dei commenti di Marina Poroshenko, in cui dice che la sua attività preferita è prendersi cura del marito e dei figli. Chiedete alla signora Marina, di chi mi prenderò cura io adesso, quando le mie bambine sono state uccise? Ha ringraziato le madri ucraine per aver cresciuto i figli come patrioti. Perché i figli dei deputati e di altri che occupano posizioni elevate non sono lì in guerra? Perché mandano i ragazzi che non sanno nulla?

È molto importante per me che veda la mia lettera. Lei va a lavorare da qualche parte; lei è da qualche parte impegnata in qualcosa. Voglio solo che legga la mia lettera con le domande che voglio chiederle.

Cara signora Marina!

Le mie bambine sono state uccise! I miei uccellini sono stati uccisi, i miei angeli. Chieda a suo marito, PERCHÉ?

Perché, quando i suoi bambini hanno un'opportunità di ridere, di imparare... alle mie bambine è stato negato il diritto di essere felici, di amare, il diritto di respirare, il diritto di essere vive? Perché? Mia cara, PERCHÉ?

Perché i miei uccellini, i miei angeli sono stati brutalmente uccisi, i loro corpi, i loro cuori fatti a pezzi? Chi dà questi ordini?

Quale bestia non ha cuore, non ha buon senso?!!! Perché suo marito non ha paura delle lacrime materne, o delle loro maledizioni?!!! Perché decide il destino di molte persone? !!!

Glie lo chieda, mia cara!

Chi ha bisogno dell'integrità di un paese come questo? Di un governo che manda i suoi figli in guerra a combattere con i loro fratelli. Di un governo che ordina loro di uccidere le proprie figlie! Di un governo che non rispetta le madri portando via le cose per loro più preziose.

La madre delle ragazze brutalmente assassinate,

Madre Natalia

 
Perché i non commemoratori sbagliano

Nei Vangeli, Cristo ci dice che, anche se siamo nel mondo, non siamo del mondo, che anche se siamo incarnati sulla terra, qui e ora, il nostro destino è nei cieli. Gli errori umani sono tutti avvenuti a causa del fallimento di vivere secondo queste parole. Sia il fallimento nell'essere incarnati qui e ora, sia l'allontanamento in speculazioni intellettuali, sogni e filosofie disincarnate: queste sono state le tendenze sia degli intellettuali occidentali sia delle religioni non cristiane – in realtà molti di questi intellettuali sono stati attratti dall'induismo, dal buddismo e dal sufismo, per esempio, proprio per questa ragione. Oppure il fallimento umano di chi dimentica che il nostro destino è nei cieli, per concentrarsi solo sull'essere incarnati qui e ora: queste sono state le tendenze delle deviazioni cattolica romana e protestante del cristianesimo, con la loro concentrazione sull'organizzazione mondana degli affari umani, al posto dell'equilibrio del Dio-uomo, Cristo, il Figlio di Dio che si è incarnato come uomo e che ci chiama al cielo.

Per esprimerci nei termini della storia della Chiesa e delle deformazioni umane della Chiesa, i primi hanno detto che Cristo, il Figlio di Dio, non si è mai fatto uomo, i secondi hanno detto che Cristo non era il Figlio di Dio. La prima deformazione, che nega l'Incarnazione, è passata alla storia antica come monofisismo, la seconda, che nega la possibile salvezza umana, come arianesimo. Più tardi, nel XIV secolo, sono apparse ancora una volta, combinate nella singola eresia di Barlaam d'Italia, che diceva che dal momento che Dio era inconoscibile (monofisismo), l'uomo avrebbe dovuto fare affidamento sulla sua ragione autonoma per vivere (arianesimo). Questa è stata la giustificazione per l'umanesimo occidentale e il paganesimo rinascimentale e tutto quello che è seguito fino a oggi – l'uomo come misura di tutte le cose. San Gregorio Palamas si è opposto a quest'eresia e ha espresso l'insegnamento cristiano universale, distinguendo tra l'essenza e le energie di Dio. Nei tempi moderni secolarizzati, le stesse due eresie sono apparse come disincarnato liberalismo occidentale e meschino nazionalismo mondano.

Così, oggi il mondo cristiano ortodosso soffre ancora di questi stessi costanti nemici della Fede, di un meschino nazionalismo da ghetto ripiegato su se stesso e del disincarnato liberalismo filo-occidentale degli intellettuali. Nel 1453 quest'ultimo ha tradito Costantinopoli e ha provocato la sua caduta, e nel 1917 ha collaborato nella trappola fatta scattare dall'Occidente in Russia, provocando la rivoluzione di febbraio, in seguito ripresa dai bolscevichi, e dividendo l'emigrazione russa tra veri bianchi e falsi bianchi. Così, si può affermare che i nuovi martiri della Russia sono in ultima analisi le vittime del tradimento del liberalismo occidentale, perché senza il sostegno e le finanze dell'Occidente i bolscevichi non avrebbero mai preso il potere. Senza ricchi aristocratici apostati (compresi alcuni membri della famiglia Romanov), generali traditori e massoni anglofili della Duma, non ci sarebbero mai stati i nuovi martiri. Il loro tradimento anti-ortodosso e quindi anti-russo è sporco del sangue di milioni di persone tradite.

Poi c'è il secondo nemico, il nazionalismo, il quale, a differenza del patriottismo, che è l'amore della creazione di Dio, è semplicemente la mondanità, l'amore della creazione dell'uomo. Esso ha tradito l'universalismo della vecchia Roma, sostenuto dai franchi di mentalità barbara, e della nuova Roma, sostenuto dal nazionalismo ellenista. A differenza del meschino nazionalismo degli altri nel passato e nel presente, il meschino nazionalismo russo è ancora peggio, perché la Russia ha una vocazione a difendere tutti gli ortodossi di tutte le nazionalità e di testimoniare a tutti i frammenti del cristianesimo, una vocazione a essere imperiali, a essere al di sopra del nazionalismo da ghetto. Esempi di nazionalismo sono i traditori vecchi ritualisti, che hanno apertamente sostenuto la rivoluzione del 1917, alcuni emigrati russofobi divisivi che hanno simpatizzato con Hitler, che cercando di minare la Chiesa fuori dalla Russia e schierandosi poi con le spie occidentali, e ai nostri tempi nostri Solzhenitsyn, un sostenitore dei vecchi ritualisti. Il suo nazionalismo anti-patriottico, come quello di tutti i nazionalisti russi, per ironia della sorte ha finito per sostenere i liberali occidentali.

Proseguendo su questo argomento del nazionalismo ripiegato su se stesso, ora ci sono in Moldova, in Ucraina e sul Monte Athos quasi settanta individui, principalmente monaci, tra cui un vescovo vicario e oltre una dozzina di sacerdoti, che si rifiutano di commemorare il patriarca Kirill nelle funzioni. Ci sono due ragioni per le decisioni di questi non commemoratori. In primo luogo, c'è stata la riunione di febbraio tra il patriarca Kirill e il vescovo di Roma a Cuba, alla quale il mondo ortodosso russo non era stato preparato, anche se ci sono stati preparativi segreti nel corso di sei mesi, e la vaga dichiarazione congiunta che hanno pubblicato in seguito. Ciò è avvenuto dopo l'uscita dell'inquietante documento su i rapporti tra la Chiesa e il mondo eterodosso, reso pubblico circa due settimane prima a Ginevra, in preparazione per l'incontro di alcuni vescovi ortodossi a Creta nel mese di giugno. Per qualche ragione del tutto incomprensibile, questo incontro è già stato provocatoriamente chiamato 'un santo Concilio pan-ortodosso', mentre fino a ora non è nessuna di queste cose.

Settanta persone costituiscono lo 0,00004% del mondo ortodosso russo. Noi pensiamo che la loro prima preoccupazione sia esagerata. La dichiarazione congiunta è stata dopo tutto un documento diplomatico, non un documento dogmatico, ed essi nella loro sincera semplicità non sono riusciti a distinguere tra i due aspetti. Per quanto riguarda il secondo documento, è solo una bozza, che è già stata respinta da diverse Chiese locali e da molti vescovi importanti e rispettati in diversi paesi. Anche se fosse passato come tale, la stragrande maggioranza, me compreso, lo avrebbe ignorato o lo avrebbe strappato. Tali decisioni prese dall'alto, senza la minima consultazione con le masse, non possono essere applicate. Tuttavia, c'è un problema molto più grave, che vorrei che i non commemoratori avessero preso in considerazione. Sembrano non rendersi conto che dal 2014 il mondo ortodosso russo è in stato di guerra, dopo un attacco all'Ucraina, che ha rovesciato il governo legittimo e ha installato una giunta fascista anti-ortodossa a Kiev, 'la madre delle città russe'.

Questo fa parte della guerra mondiale avviata dai neocon, che ha ridotto all'anarchia terroristica gran parte dell'Asia occidentale e dell'Africa del Nord, dalle coste dell'Atlantico fino ai piedi dell'Himalaya. Ciò ha provocato la morte di due milioni di persone e oltre dieci milioni di rifugiati, portando alla scristianizzazione di massa di Iraq e Siria. Inoltre ha devastato economicamente l'Europa orientale, e militarmente la ex-Jugoslavia, dove una parte della popolazione è affetta da cancro da proiettili all'uranio della NATO e minacciata dal regime terrorista insediato dagli Stati Uniti in Kosovo. Si sono viste anche le forze ortodosse russe in combattimento in Siria, a sostegno degli ortodossi e degli amici degli ortodosso vicino alla Terra Santa, presso Armageddon. Nel mondo post-sovietico è una cosa che i liberali e i nazionalisti 'ortodossi' da qualsiasi parte del mondo ortodosso critichino o siano in disaccordo con il patriarca della Rus', che può non essere l'ideale (e chi lo è?), ma smettere di commemorarlo durante una guerra mondiale è quasi un tradimento.

 
Le moderne università europee sono istituzioni secolari: in loro non rimane niente di cristiano

Aleksej Il'ich Osipov, professore dell'Accademia Teologica di Mosca, è convinto che i giovani studenti russi che studiano nelle università occidentali cattoliche o anche ortodosse greche possono essere seriamente danneggiati spiritualmente, dal momento che le università moderni in Europa sono istituzioni molto laiche in cui prevale uno stile di vita pagano, riporta la "Pravoslavnaja Gazeta".

"In loro non rimane niente di cristiano", ha osservato il teologo durante una trasmissione del canale televisivo ortodosso "Sojuz", rispondendo alla domanda: "È consigliabile per gli studenti russi studiare nelle università greche o cattoliche?"

"Il punto fondamentale è quale obiettivo perseguiamo. Purtroppo, spesso ci dimentichiamo che l'apprendimento utile è quello che porta aiuto, o almeno non toglie nulla, al senso della nostra fede ortodossa – per vivere in modo retto sia spiritualmente che moralmente. E così tutto ciò che contribuisce a questo obiettivo – conoscenze teoriche, circostanze e condizioni esterne, è un bene. Ciò che lo impedisce è un male. Questo è il criterio", ha osservato A.I. Osipov.

Sulla base della sua notevole esperienza di osservazione, il professore dell'Accademia teologica di Mosca ha dichiarato che pochissimi studenti che studiano nelle università cattoliche "frequentano la Messa, dove ricevono la comunione piuttosto in fretta". "Nelle università protestanti, non hanno nemmeno questo. Frequentano la chiesa tre volte nel corso della vita: per il proprio battesimo, matrimonio e funerale. Anche nei dipartimenti teologici ortodossi in Grecia c'è un'atmosfera simile. Agli studenti non si insegna a pregare, a combattere contro le passioni, o a costringere se stessi a compiere i comandamenti di Cristo. C'è solo la teologia 'intellettuale' nelle parole di san Teofane, quella puramente scolastica. Ed è per questo che ognuno vive come vuole".

Un'atmosfera un po' diversa può essere osservata in Russia. "Le nostre scuole religiose specializzate, i nostri seminari e accademie, con tutti i loro difetti, conservano ancora lo spirito cristiano. Ci sono alcuni requisiti per gli studenti: frequentare le funzioni, osservare i digiuni, partecipare alle preghiere mattutine e serali, e leggere la parola di Dio e i santi Padri, mentre in altri paesi questo è stato a lungo abbandonato. Sono sicuro che gli studi nelle università occidentali, a prescindere dalla loro appartenenza religiosa, saranno spiritualmente di grande detrimento a una persona ortodossa che ha già qualcosa. Ce ne sono molti esempi, anche se io non voglio andare nello specifico", ha concluso A. I. Osipov.

 
"Metodi comunisti di lotta contro la Chiesa ortodossa"

spzh.news

Per anni sono stati fatti tentativi di portare via diversi edifici dalla Lavra della Dormizione a Pochaev, uno dei siti più sacri di tutta l'Ortodossia ucraina, e la Lavra è costantemente attaccata dai media, sopportando molte calunnie. Come riportato da OrthoChristian il 20 novembre, i fratelli della Lavra hanno diffuso un messaggio in risposta agli ultimi attacchi mediatici e all'ultima richiesta del Ministero della Cultura ucraino di revocare la registrazione di vari edifici al monastero fino al 1 gennaio 2052.

Poi, il 23 novembre, il Ministero della Giustizia ucraino ha accolto la richiesta del Ministero della Cultura e ha annullato la registrazione dei vari edifici al santo monastero, come riportato dall'Unione dei giornalisti ortodossi con riferimento al sito web del Ministero della Giustizia.

Così, i fratelli della Lavra hanno rilasciato un'altra dichiarazione, che nota i metodi comunisti delle attuali autorità volti a distruggere il monachesimo ortodosso nell'Ucraina occidentale.

Ecco la dichiarazione per intero:

***

Cari fratelli e sorelle!

Con tristezza nei nostri cuori, ci rivolgiamo a voi con la richiesta di rafforzare la vostra veglia di preghiera per la pace e l'unità dei fedeli nel seno della Chiesa canonica.

Siamo costretti a dichiarare che attualmente le autorità ucraine stanno usando metodi comunisti di lotta contro la Chiesa ortodossa.

Per esempio, circa 100 anni fa i leader bolscevichi, in particolare L. D. Trotskij e quelli con lui, si sono impegnati a creare un'organizzazione della Chiesa ortodossa sotto il controllo delle autorità sovietiche. Così, è apparso il movimento dei rinnovazionisti o "Chiesa vivente". Una delle idee principali di questa organizzazione era l'abolizione del monachesimo.

Dopo la creazione dell'organizzazione dei rinnovazionisti, i bolscevichi iniziarono una battaglia attiva con la Chiesa ortodossa che divenne fuorilegge. Sotto lo slogan della "complicità nella controrivoluzione", furono sequestrate chiese e beni ecclesiastici di valore ed ebbero luogo dure repressioni contro il clero. Vale la pena notare che gli scismatici-rinnovazionisti erano sostenuti dal Patriarcato di Costantinopoli.

Questa "Chiesa vivente" non durò neanche trent'anni, ma la Chiesa canonica continua fino ai nostri giorni.

Sfortunatamente, i nuovi leader di partito non ricordano le lezioni della storia.

La retorica delle autorità non è cambiata negli ultimi 100 anni: gli abitanti della Lavra rimangono per loro "collaboratori della controrivoluzione". Usando i mass media da esso controllati, l'attuale governo instilla sempre più ogni giorno questa concezione nel nostro popolo ucraino.

Insieme a questo, il consiglio comunale di Pochaev ha rifiutato di conformarsi alla decisione legale del tribunale che lo obbligava a trasferire appezzamenti di terra alla Lavra della santa Dormizione di Pochaev per erigervi edifici residenziali dei fratelli.

Al momento attuale, la Commissione del Ministero della Giustizia ucraino ha annullato la registrazione dell'accordo sul diritto di utilizzo della cattedrale della Dormizione, della cattedrale della santa Trinità, delle celle monastiche, del campanile, della residenza del vescovo e dei cancelli in risposta alla denuncia del Ministero della Cultura ucraino. Va notato che questo è già il terzo tentativo dal 2000di trasformare il sito sacro in un museo.

Crediamo che anche l'Ufficio del Procuratore stia cercando di raggiungere un obiettivo simile, avendo aperto diversi casi criminali senza fondamento in un breve periodo di tempo.

Nel contesto della rimozione del diritto di utilizzo, la questione riguarda il luogo di residenza di 200 monaci e 50 novizi – persone che hanno rinunciato al mondo e hanno dedicato la loro intera vita al servizio di Dio.

Dobbiamo affermare che, al momento attuale, le attuali autorità ucraine hanno intrapreso un percorso per confiscare la proprietà della Lavra della santa Dormizione di Pochaev e per trasferirla a un'organizzazione ecclesiastica di nuova creazione, e di conseguenza, verso la distruzione del monachesimo nell'Ucraina occidentale.

I fratelli della Lavra

 
L'icona: segno di unità o divisione tra cristiani?

Le molteplici "riscoperte delle icone" possono far pensare a una grande opportunità di comprensione e di riconciliazione tra Oriente e Occidente cristiano, ma tutto sta a capire che cosa sono davvero le icone nella fede e nella vita dei cristiani. Padre Steven Bigham, nelle pagine del blog Orthodox Arts Journal, ha scritto un corposo articolo in 6 parti, con una spiegazione esauriente delle ragioni per cui l’icona è parte integrante della fede dei cristiani ortodossi. Abbiamo tradotto integralmente l’articolo sul ruolo ecumenico dell’icona nella sezione “Confronti” dei documenti.

 
La cremazione e i familiari non ortodossi

Molti ortodossi sono convertiti alla fede. Inevitabilmente, avremo all'interno di una famiglia situazioni che sembrerebbero scomode, nella migliore delle ipotesi, o nella peggiore, delle divisioni. Una di queste situazione sono i desideri finali dei genitori non ortodossi che desiderano la cremazione come soluzione "economica" agli alti costi dei funerali. Da ortodossi, facciamo il nostro dovere e seguiamo i loro desideri, oppure ci opponiamo, rischiando in tale occasione lo scontro all'interno della famiglia?

La cremazione è in aumento per tre ragioni principali. Una di queste, come dice lei, è il costo di una sepoltura tradizionale; ma le altre due ragioni sono la crescente ignoranza tra i cristiani sul perché non pratichiamo la cremazione, combinata con una crescente indifferenza verso il cristianesimo.

Dovremmo parlare di accordi funebri con qualsiasi membro della famiglia di cui possiamo finire per essere responsabili al momento della loro morte. Se avete genitori che sono cristiani, ma che dicono di voler essere cremati, vorrete parlare con loro del perché i cristiani non praticano la cremazione (a causa della nostra fede nella risurrezione e del rispetto per il corpo), ma di solito i costi di una sepoltura tradizionale sono il fattore più importante. Ciò è spesso dovuto al fatto che queste persone non possono permettersi di gestire personalmente le esequie o perché non vogliono essere un peso per la loro famiglia.

Il costo di una sepoltura può essere notevolmente ridotto con un poco di pianificazione. Di solito è possibile impostare un piano di pagamento con un'agenzia funebre, oppure ottenere un'assicurazione che copra tutti i costi, se la morte dovesse accadere prima che tutto sia ripagato. Si possono anche risparmiare molti soldi istruendosi sulle opzioni di funerali a basso costo: è sufficiente iniziare con una ricerca in rete.

Inoltre, voi (e i vostri fratelli, se ne avete), potete aiutare con le spese o coprirle del tutto. Quando è morta mia madre, che non aveva lasciato disposizioni particolari, i miei fratelli e io abbiamo sostenuto insieme le spese e le abbiamo divise tra noi. Fare queste cose quando una persona è già morta è il modo meno economico, ma suddividere i costi l'ha reso gestibile. Idealmente, tuttavia, si vorrebbe pianificare con la persona amata per prepararsi in anticipo e contenere i costi.

Un altro punto che potete menzionare alla persona amata è che quando se ne sarà andata, vorreste avere una tomba da visitare. I resti cremati potrebbero finire su una mensola del camino di qualcuno e spesso finiscono per essere gettati via. Una tomba è qualcosa che tutta la famiglia e gli amici della persona potranno visitare pregando per lei.

Nella maggior parte dei casi, se spiegate le ragioni teologiche contro la cremazione e risolvete il problema dei costi, sarete in grado di convincere una persona cara a non optare per la cremazione. Tuttavia, se avete un membro della famiglia che insiste per essere cremato, per qualsiasi motivo, mi sembra che dovreste rispettare i loro desideri, purtroppo. Speriamo di non arrivare a quel punto.

 
L’amore pastorale del metropolita Onufrij per il popolo ucraino

foto: mnyug.com

Introduzione: la pressione e la persecuzione contro la Chiesa ucraina

La Chiesa ortodossa ucraina guidata da sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di Tutta l'Ucraina viene sottoposta apertamente a pressione e violenze da parte dello stato ucraino e degli scismatici ucraini che recentemente si sono riuniti in un gruppo non canonico.

Come è già successo da anni, le chiese vengono sequestrate e ora che il tanto atteso "concilio d'unificazione" è arrivato e finito, lo stato sta passando con più audacia leggi volte specificamente a emarginare la Chiesa ucraina e a privarla delle sue parrocchie e proprietà. Nelle settimane precedenti al "concilio", il governo ha compiuto una serie di azioni provocatorie, ispirate al suo passato comunista: vescovi e sacerdoti sono stati perquisiti, interrogati e arrestati e accusati di incitamento all'odio e persino al tradimento per possesso di letteratura contenente l'insegnamento cristiano di base che lo scisma è un peccato.

Dei vescovi sono stati portati con la forza a Kiev con false pretese per cercare di costringerli a partecipare al "concilio" e sono stati costretti a firmare un voto per Simeon Shostaskij, l'ex metropolita di Vinnitsa e Bar, sebbene questi "voti" siano stati per fortuna respinti dai rappresentanti di Costantinopoli che presiedevano il "concilio".

Vari ministeri statali hanno sistematicamente gettato le basi per espellere i monaci dalla Lavra di Pochaev e per consegnarla alla nuova chiesa nazionalista, e simili pratiche di intimidazione sono state usate anche contro la Lavra delle Grotte di Kiev.

Si potrebbe dire molto di più sull'attuale sofferenza dei fedeli ortodossi ucraini, ma in questo articolo vorremmo affrontare una delle principali giustificazioni di questa persecuzione bolscevica: la falsa impressione, e persino la palese menzogna, che la Chiesa ucraina, come corpo autonomo all'interno della Chiesa ortodossa russa, è semplicemente un agente straniero, che serve solo gli interessi del presidente Vladimir Putin e quindi manca di una vera cura pastorale per i fedeli ucraini.

foto: spzh.news

Ancora una volta, lo stato in sé non è stato timido nel fare audacemente tali accuse contro i propri cittadini. Il Servizio di sicurezza dell'Ucraina (SBU) ha recentemente pubblicato opuscoli sia in ucraino che in inglese specificatamente volti a dipingere la Chiesa come agente di uno stato aggressore straniero. Gli opuscoli sono piuttosto grezzi e di bassa qualità.

Il presidente ucraino Petro Poroshenko e Filaret Denisenko, a capo del "Patriarcato di Kiev", uno dei due gruppi riuniti sabato 15 dicembre, hanno parlato apertamente dello "spirito di Mosca" e dei "demoni di Mosca" che dominano la Chiesa ucraina canonica e hanno persino affermato che la Chiesa ortodossa russa adora un Dio diverso da quello degli ucraini. Poroshenko ha proclamato che la Chiesa ucraina non ha niente da fare in Ucraina e che i suoi rappresentanti dovrebbero tornare in Russia, nonostante il fatto che la maggior parte di loro siano ucraini, originari dell'Ucraina.

Per Poroshenko e compagnia, i confini nazionali hanno la precedenza sull'unità al calice e i cittadini ucraini diventano poco più che invasori russi se non seguono l'ideologia giusta.

Poroshenko ha ripetuto più volte la bugia che la Chiesa ortodossa ucraina prega per il presidente russo Putin e per l'esercito russo. È stato pubblicamente richiamato su questo punto dai vescovi e dal clero della Chiesa ucraina, ma continua sulla sua strada di disinformazione, e c'è chi gli crede.

Su una nota correlata, non è raro sentire da certi circoli ucraini la domanda: "Perché dovremmo essere parte di una Chiesa che benedice i soldati che ci uccidono?" C'è una fondamentale mancanza di comprensione dei testi e delle pratiche liturgiche ortodosse qui. La Chiesa prega sempre per le forze armate in qualunque paese esista e in qualsiasi circostanza. Cioè, in Russia la Chiesa prega per le forze armate russe e in Ucraina per le forze armate ucraine.

Pregare e persino benedire i soldati, tuttavia, non equivale a un appello al conflitto militare o all'approvazione di ogni operazione svolta. Un chierico chiede la benedizione di Dio sulle forze armate e da lì tutto è nelle mani di Dio. Forse la benedizione di Dio è che vincano, o forse che perdano, o che si eviti del tutto il conflitto. Una benedizione non determina nessuno di questi risultati specifici.

Se dovessimo vedere le cose dal punto di vista nazionalista-scismatico ucraino, la Chiesa russa sarebbe divisa contro se stessa – mentre i russi pregano per l'esercito russo e gli ucraini pregano per l'esercito ucraino.

Ma Poroshenko e i suoi alleati non hanno pensato fino in fondo alle loro argomentazioni e calunnie. Per loro è sufficiente lanciare accuse.

Così, Poroshenko, e quelli con lui, dipingono la Chiesa ucraina canonica come un agente straniero antipatriottico, poiché credono che tale immagine possa favorire la loro carriera politica.

L'incidente dello stretto di Kerch

foto: unian.net

Però, quando gli fa comodo, Poroshenko riconosce l'esatto contrario – che la Chiesa ucraina, in effetti, si prende cura del suo gregge ucraino, e fa appello a questa cura pastorale.

Prendiamo l'esempio di sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di Tutta l'Ucraina. Essendo il primate della Chiesa ucraina, se la Chiesa fosse stata un semplice servitore di Mosca, sarebbe stato lui a subire la maggiore pressione e quello che più ci si sarebbe aspettati di veder seguire la linea del partito.

Tuttavia, quando ventiquattro marinai ucraini sono stati arrestati dalle guardie di frontiera russe nello stretto di Kerch a novembre, è stato proprio al metropolita Onufrij che il presidente Poroshenko si è rivolto per ricevere assistenza. Naturalmente, poiché la Chiesa ucraina è un corpo autonomo all'interno della Chiesa russa, Poroshenko sa che il metropolita Onufrij ha contatti e gode del rispetto della Chiesa e dello stato russi, qualcosa che non si può dire degli scismatici ucraini.

Ma più di questo, il fatto che Poroshenko abbia fatto appello al metropolita Onufrij, mostra che crede che questi si prenda cura del suo gregge ucraino, e che è in grado e disposto ad andare contro le azioni e i desideri dello stato russo quando necessario.

"Ieri e il giorno prima ho parlato con il primate della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca, sua Beatitudine Onufrij. Mi sono rivolto a lui con la richiesta di contattare immediatamente Mosca per far tornare [i nostri marinai]. Non trascurerò alcuna possibilità per far tornare i nostri soldati. Preghiamo e speriamo che ciò accada il più presto possibile", ha detto Poroshenko all'inizio di questo mese.

Sua Eminenza l'arcivescovo Kliment (Vecherja), presidente del Dipartimento di informazione e istruzione sinodale della Chiesa ortodossa ucraina, ha aggiunto che la Chiesa è sempre coinvolta nell'intercessione a nome dei soldati ucraini.

"In effetti, la Chiesa partecipa costantemente al processo di rimpatrio dei nostri soldati che si trovano sul territorio non controllato dall'Ucraina e dalla Russia. Sua Beatitudine si è ripetutamente confrontato con il patriarca Kirill con tali richieste e negoziati attraverso la Chiesa, così che sia possibile far tornare tutti i cittadini dell'Ucraina al nostro territorio in modo umanitario", ha spiegato l'arcivescovo Kliment.

"Tutti i prigionieri che sono stati rilasciati negli ultimi anni – tutto ciò è avvenuto con il supporto del metropolita Onufrij e la partecipazione diretta della Chiesa", ha aggiunto.

Così, a gennaio, Poroshenko ha ringraziato personalmente il metropolita Onufrij e l'intera Chiesa ortodossa ucraina per il suo ruolo nello scambio di prigionieri iniziato lo scorso dicembre, che ha visto 304 prigionieri rilasciati da Kiev e 74 da Donetsk e Lugansk, e nella consegna di aiuti umanitari.

Anche sua Santità il patriarca Kirill di Mosca e di Tutta la Rus' ha svolto un ruolo di primo piano nei negoziati che hanno portato allo scambio.

I prigionieri stessi hanno ringraziato il metropolita Onufrij e il patriarca Kirill per aver organizzato la loro liberazione.

Inoltre, sua Eminenza il metropolita Agafangel di Odessa e Izmail ha scritto al patriarca Kirill all'inizio di dicembre per chiedergli di appellarsi alla leadership russa per assicurare il rilascio dei marinai ucraini, e sua Eminenza il metropolita Anatolij di Sarny e Polesia si è appellato anche al presidente Putin per la loro liberazione. Sua Eminenza il metropolita Vladimir di Pochaev, l'abate della grande Santa Dormizione-Pochaev Lavra, ha fatto appello al metropolita Onufrij.

Nessuno di questi ecclesiastici della Chiesa ucraina ha esitato a difendere la propria nazione e il proprio gregge ucraino; nessuno di loro ha temuto alcun tipo di rappresaglia da parte della Chiesa o dello stato russo, e di fatto, non ce n'è stato nessuno.

Crimea

foto: news.church.ua

Mentre l'incidente dello Stretto di Kerch è l'ultimo caso in cui la Chiesa ucraina ha mostrato il suo cuore libero e pastorale, un esempio molto più importante è la reazione della Chiesa agli eventi che circondano l'annessione della Crimea nel 2014.

A quel tempo, e ancora oggi, la Chiesa ucraina ha protestato contro le azioni dello stato russo e non ha esitato ad alzare la voce, chiedendo che l'integrità territoriale dell'Ucraina fosse rispettata e che si evitasse a tutti i costi uno spargimento di sangue.

Per dimostrare che il metropolita Onufrij è libero di esprimere la sua coscienza, indipendentemente dalla posizione dello stato russo, qui forniamo in pieno il testo delle lettere del primate ucraino al patriarca Kirill e al presidente Putin.

Lettera al patriarca Kirill:

1 marzo 2014

A sua Santità,

KIRILL

Patriarca di Mosca e di Tutta la Rus'

Santità!

Oggi, l'Ucraina sta vivendo senza esagerazione il momento più difficile della sua storia recente. Dopo una crisi socio-politica di tre mesi, un sanguinoso scontro nel centro di Kiev e la morte di dozzine di persone, ci troviamo di fronte a un'altra sfida altrettanto formidabile.

Il 1 marzo, funzionari della Federazione Russa hanno rilasciato dichiarazioni in merito all'eventuale ingresso di un contingente limitato di truppe russe in Ucraina. Se ciò accadrà, i popoli ucraino e russo saranno coinvolti in uno scontro che avrà conseguenze catastrofiche per i nostri paesi.

Come locum tenens del trono metropolitano di Kiev, mi appello a lei, Santità, con la richiesta di fare tutto il possibile per evitare spargimenti di sangue sul territorio dell'Ucraina. Le chiedo di alzare la voce per preservare l'integrità del territorio dello stato ucraino.

In questa ora difficile, offriamo le nostre ferventi preghiere a nostro Signore Gesù Cristo affinché ci preservi dallo scontro tra i popoli fratelli russo e ucraino per le preghiere della sua purissima Madre.

Chiedo le sue sante preghiere e la benedizione primordiale.

+ ONUFRIJ

 METROPOLITA DI CHERNIVTSI E DELLA BUCOVINA,

 LOCUM TENENS DEL TRONO METROPOLITANO DI KIEV

Lettera al presidente Putin:

2 marzo 2014

AL PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE RUSSA

V.V. PUTIN

Eccellenza, signor presidente!

Per il diritto conferitomi dal Santo Sinodo, che mi ha eletto come locum tenens della cattedra metropolitana di Kiev, mi rivolgo a lei a nome della pienezza della Chiesa ortodossa ucraina.

Oggi la nostra patria molto sofferente, che tutti ugualmente amiamo e per la quale desideriamo la pace e la prosperità, si trova di fronte a una delle sfide più serie nella sua intera storia. Dopo una protratta crisi politica interna e la perdita di vite umane, la concessione del diritto di utilizzare le forze armate russe sul territorio dell'Ucraina dal Consiglio della Federazione dell'Assemblea federale della Federazione Russa è un serio motivo di preoccupazione. Siamo abbastanza vicini a scivolare in un abisso, la cui uscita richiederà più di un decennio.

Durante la sua visita in Crimea, sua Santità il patriarca Kirill ha avuto alcune sagge parole su come le flotte di popoli fratelli situate lì non dovrebbero mai guardarsi l'una con l'altra attraverso il mirino di un fucile.

Il Signore l'ha destinato a guidare un grande paese. Conoscendola come cristiano ortodosso, la supplico: fermi il dolore umano e prevenga la divisione del nostro stato ucraino e della santa Chiesa.

La retorica ufficiale oggi è lontana dal rassicurare il popolo di Dio, sia coloro che vivono sulla penisola che in tutte le altre parti dell'Ucraina. Una parola imprudente può portare conseguenze impreviste e, Dio non voglia, trasformarsi in problemi. L'esorto come garante della legalità del suo grande paese a ostacolare la divisione e ad evitare spargimenti di sangue e il fratricidio dei popoli emersi dallo stesso fonte del Dnepr.

+ ONUFRIJ

 METROPOLITA DI CHERNIVTSI E DELLA BUCOVINA,

 LOCUM TENENS DEL TRONO METROPOLITANO DI KIEV

Quella di sua Beatitudine non è stata certamente l'unica voce nella Chiesa ucraina a farsi sentire sulla questione. E infatti, la posizione della Chiesa è rimasta la stessa fino a oggi. In una trasmissione in diretta su Radio Liberty il 21 dicembre, l'arcivescovo Kliment (Vecherja) ha detto che la Chiesa ucraina "non riconosce l'annessione della Crimea, condanna tutto ciò che sta accadendo in Donbass e ha invitato il capo di stato russo a fermare quest'aggressione. La Chiesa ortodossa ucraina ha ripetutamente osservato che sostiene appieno tutte le iniziative dello stato ucraino in merito alle sue decisioni relative a ciò che sta accadendo nell'Ucraina orientale".

E prima della Crimea c'è stato il Majdan. Chi può dimenticare le foto dei monaci della Lavra delle Grotte di Kiev e di altri monasteri della Chiesa ucraina canonica che stavano in piedi coraggiosamente tra i manifestanti e la polizia con croci e icone in mano. Non si sono schierati per una parte, ma hanno manifestato solo per la pace, pregando e cantando il tropario pasquale.

Mancati onori ai soldati caduti?

foto: rusk.ru

L'ultimo incidente di cui vorremmo discutere ha avuto luogo all'inizio di maggio del 2015 durante una sessione del parlamento ucraino dedicata al 70° anniversario della vittoria europea sul nazismo. All'evento hanno partecipato leader politici e religiosi in Ucraina, veterani dell'Armata Rossa e dell'Esercito insurrezionale ucraino e il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon.

Durante la sessione, il presidente Poroshenko ha letto i nomi di ventuno soldati che avevano ricevuto il titolo di "Eroe dell'Ucraina" per il loro servizio nel conflitto del Donbass, tra cui dieci morti in battaglia. I nomi sono stati accolti da applausi e tutti si sono alzati... tranne il metropolita Onufrij quelli con lui.

Per quelli intenti a vedere la Chiesa ortodossa ucraina come un semplice burattino dello stato russo, questo era un segno chiaro come il giorno.

Ma la spiegazione del metropolita Onufrij sul perché non si è alzato è stata presto pubblicata sul sito ufficiale della Chiesa ortodossa ucraina. Il messaggio dice:

L'8 maggio 2015, su invito della leadership dello stato ucraino, il primate della Chiesa ortodossa ucraina ha preso parte a una sessione solenne della Verkhovna Rada dell'Ucraina in occasione del 70° anniversario della vittoria sul nazismo in Europa . Durante il discorso del Presidente dell'Ucraina Petro Poroshenko, i presenti hanno salutato i nomi di coloro che hanno ricevuto il titolo di Eroe dell'Ucraina per la loro partecipazione alla difesa della patria nella parte orientale del nostro stato. Sua Beatitudine non ha reagito a questo discorso come hanno fatto tutti gli altri ospiti e partecipanti alla solenne riunione, per sottolineare che la guerra deve essere immediatamente interrotta! Ha ripetutamente espresso il suo rispetto per tutti gli eroi che difendono i confini ucraini. Tuttavia, non ci può essere alcuna giustificazione per alimentare il fuoco di una guerra che quasi quotidianamente uccide non solo militari, ma anche cittadini indifesi dell'Ucraina, compresi i bambini. Questi stanno morendo su entrambi i lati della linea del fronte. Nessuno considera la loro morte.

Certo, c'è chi rifiuta semplicemente questo ragionamento o sceglie di credere che l'affermazione sia semplicemente un modo disonesto per limitare i danni, ma tuttavia questa affermazione è in sintonia con le lettere del metropolita Onufrij al patriarca Kirill e al presidente Putin dell'anno precedente. Indubbiamente, da una prospettiva secolare di pubbliche relazioni, la scelta del metropolita Onufrij di rimanere seduto è stata un incubo, ma la scelta è stata quella di rappresentare una chiamata più alta.

Il messaggio continua:

Con la benedizione del primate della Chiesa ortodossa ucraina, i fedeli pregano quotidianamente per la pace e raccolgono fondi, cibo, vestiti e medicine per sostenere i soldati ucraini e i civili del Donbass ucraino. Tra coloro che erano presenti nel registro parlamentare come ospiti e si sono levati in piedi per salutare i nomi degli eroi dell'Ucraina, nessuno ha più volte visitato personalmente l'Ucraina orientale dilaniata dalla guerra quanto sua Beatitudine il metropolita Onufrij. Questi ha visto il dolore umano con i suoi occhi, non sugli schermi televisivi, e quindi ha ripetutamente invitato chi è al potere di fare immediatamente tutto il possibile per fermare lo spargimento di sangue.

Questo è il modo in cui un pastore amorevole gestisce una situazione del genere.

 
Creștinismul ortodox și provocările societății occidentale

Realitatea ortodoxă în societățile occidentale reprezintă un subiect asupra căruia doresc să reflectez cu o deosebită responsabilitate spirituală, având în vedere statutul meu de ortodox viețuitor într-o țară majoritar ortodoxă.

De-a lungul anilor am avut ocazia să întâlnesc nenumărate elite intelectuale ale Occidentului cu care am purtat diferite convorbiri și dialoguri, acestea din urmă găsindu-și o "casă" în volumul coordonat de mine la editura Agaton din Făgăraș cu titlul "Redescoperirea moștenirii ortodoxe a Occidentului". Asemenea mărturii, evident, m-au emoționat din plin, făcându-mă până la urmă să mă întorc din depărtare către apropierea nevăzută și nebănuită de mine care, în fond, nu reprezenta altceva decât domiciliul spiritual ce îmi fusese dat prin voința lui Dumnezeu. Cu alte cuvinte, eu ca ortodox am descoperit Ortodoxia prin ochii unor occidentali pentru al căror maraton spiritual ceea ce numim "dreapta credință" a fost punctul de sosire.

Apoi, am fost profund impresionat să observ rolul pe care spiritualitatea ortodoxă a început să îl aibă în diferite țări occidentale, mai cu seamă în Franța, acolo unde a luat naștere și cea mai mare școală de studii ortodoxe din Occident, numită Institutul Saint Serge, cu sediul la Paris. Asemenea realități mi-au fost dezvăluite răsfoind cu atenție și interes volumul semnat de Christophe Levalois, cu titlul "Le christianisme orthodoxe face aux défis de la société occidentale" ("Creștinismul ortodox în fața provocărilor occidentale").

Este un volum pe care doresc neapărat să-l prezint, el constituind atât un bun reper în ceea ce privește istoria și evoluția spiritualității ortodoxe în Occident, cu toții reprezentanții de vârf pe care i-a avut, cât și un mijloc prin care noi putem să surprindem mai bine felul în care este posibilă o întrepătrundere între pragmatismul occidental și mesajul mântuitor al misticii ortodoxe.

Christophe Levalois este unul dintre cei mai importanți regizori francezi, viața sa fiind marcată de un număr impresionant de căutări spirituale până în momentul în care a ajuns la Ortodoxie ca destinație finală. Și mai emoționant este faptul că pronia lui Dumnezeu a făcut în așa fel încât autorul despre care vorbesc să devină și preot ortodox, de altfel extrem de implicat în comunitatea pe care o păstorește. De asemenea, Christophe Levalois este în prezent redactor-șef al celui mai important portal ortodox din Occident, Orthodoxie.com, cu care am si eu privilegiul de a colabora.

Cartea pe care mi-am propus să o semnalez este alcătuită din mai multe articole, recenzii și prelegeri pe care Christophe Levalois le-a elaborat, respectiv ținut, în decursul anilor. Citind-o, înțelegem înainte de toate faptul că Ortodoxia nu mai este de mult o realitate străină în Occident, întrucât ea are cel puțin două secole de existență în acest spațiu. Vorbim despre o importanță și influență care nu au încetat niciodată să crească și nu întâmplător Ortodoxia a ajuns să fie în prezent a treia mare confesiune religioasă în Italia, sau al doilea fenomen religios în cea mai rapidă creștere în Marea Britanie după Islam.

Totuși, după cum se exprimă și Christophe Levalois în volumul său, Ortodoxia continuă să fie destul de necunoscută în majoritatea țărilor occidentale, de aceea el a ales să vorbească despre un raport între creștinismul ortodox și provocările societății occidentale. Motivul pentru care plămânul oriental al creștinismului nu este încă suficient de bine cunoscut și receptat în Occident în accepțiunea lui Christophe Levalois are legătură cu următorul aspect: vocea Ortodoxiei este întru totul diferită de celelalte voci creștine ale Occidentului, luând în considerare practica și gândirea teologică.

Pe de altă parte, autorul nu ezită să facă referire și la punctele comune pe care Biserica Ortodoxă le are cu celelalte biserici crestine, inclusiv cu cea Romano-Catolică si nu în ultimul rând la felul în care Ortodoxia ar putea aprofunda problemele de bioetică într-un dialog cu Biserica Catolică, având în vedere că o asemenea disciplină este mult mai veche și studiată în biserica mai sus menționată. Christophe Levalois face referire la bioetică pentru că într-un fel sau altul ea lansează cele mai mari provocări cu care se confruntă societatea occidentală și consideră că Ortodoxia ar trebui să își aducă propriul aport și într-un astfel de orizont, atâta vreme cât este prezentă în Occident. Un aport ce nu a întârziat să apară, mai ales dacă ne gândim la contribuțiile teologului și preotului ortodox american John Breck a cărui operă consacrată, Darul sacru al vieții, a devenit cel mai mare manual de bioetică ortodoxă, fiind studiat la mari universități din SUA și Franța.

În această carte se mai pune o întrebare fundamentală de care eu personal mă simt obligat să țin cont: în ce măsură tradiția ortodoxă, de altfel apostolică, ce manifestă grija față de interiozare și smerenie își poate face simțită prezența în societățile occidentale dominate de valorile postmodernismului care, într-un fel sau altul, au renunțat la valoarea supremă a inocenței, prezentă în inima creștinismului?

Ca o concluzie, aș mai spune că această carte se adresează tuturor creștinilor, indiferent de ritul lor confesional, pentru a cunoaște și înțelege mai bine Ortodoxia dar și nouă celor ce suntem locuitori ai tărâmurilor ortodoxe pentru a fi mai conștienți de moștenirea pe care am primit-o.

 
A proposito dei "lavoratori del magazzino del surplus militare"

"Noi non saltiamo" (riferimento al motto dell'Euromaidan "Chi non salta, moscovita è")

Nella scorsa settimana, sullo sfondo delle grida persistenti della giunta che a combattere non è la milizia, ma l'esercito russo, si sono intensificate le domande tipiche dei personaggi ignoranti: "quel che dice la giunta è vero?", "Da dove provengono i T-90?", "E da dove provengono i BTR-82?", "Come hanno fatto i nuovi lanciagranate a finire lì?" e "Chi mostrano i nazisti nei loro video?"

Sembra che l'esperienza delle operazioni in Crimea (in cui la partecipazione militare russa è stata evidente dopo il 26 febbraio, ma è stata ufficialmente negata fino a metà marzo), possa aiutare a comprendere come si comporta la Federazione russa in materia. Allora era esattamente lo stesso, con i fascisti che pubblicavano nello stesso modo video in cui cercavano di dimostrare che qualcuno era stato catturato (agitando passaporti e documenti militari), dove sostenevano costantemente che una certa arma e una certa uniforme non erano venduti al "magazzino del surplus militare", che non c'erano molti combattenti della milizia in Crimea, e in nessun modo avrebbero potuto avere dei "Tiger" e gli ultimi modelli di armi di piccolo calibro. La giunta ha urlato queste cose per tutta la primavera. Tutte queste urla sono state ufficialmente ignorate annunciando che "là non ci sono truppe russe, potete arrotolare tutte le vostre prove in un tubo e mettervele in un certo posto". Quando la situazione era già stata risolta, Putin ha detto che sì, c'erano. Ma lo ha detto esattamente quando la cosa non aveva più alcuna conseguenza operativa di rilievo.

Proprio nel giorno dell'intervento militare in Crimea ho potuto permettermi di scrivere in un blog che le forze speciali russe erano in azione, ho potuto anche specificare il numero della 91a Brigata della GRU (servizi segreti militari) della Federazione Russa, che operava sotto l'aspetto di miliziani, ma fintanto che non erano ufficialmente riconosciute, queste truppe non c'erano. Queste sono le regole del gioco. Nonostante ciò che è scritto nei blog o che è dimostrato da quelli della giunta. Questa è una forma molto particolare di guerra post-industriale, chiamata "guerra ibrida". Un impegno attivo unito alla posizione ufficiale "noi non siamo lì" oppure "Ci state vedendo in sogno". È strano che negli ultimi mesi di guerra questa modalità non sia stata pienamente compresa da tutti, anche se è abbastanza evidente. Il famigerato "magazzino del surplus militare" non è un modo di dire. Si può "vendere" attivamente o non così attivamente, a seconda delle considerazioni nazionali associati agli stessi Strelkov o Akhmetov, ma il fatto della sua esistenza è evidente a chiunque abbia più o meno familiarità con l'immagine reale, e non quella della TV, della guerra nel Donbass. Naturalmente, molti di coloro che hanno familiarità con l'immagine reale continueranno a scrivere che "no, non esiste alcun magazzino del surplus militare". Anche questa è una posizione ammissibile, che sostiene la linea ufficiale su questo tema. Se non c'è nulla di ufficiale, non c'è davvero nulla. In realtà, ciò che viene trapelato alla stampa è solo una piccola parte del quadro reale, che è ampio e interessante, ma di cui è troppo presto per parlare, per non danneggiare la causa comune. Ufficialmente, non c'è nulla; poi, dopo la guerra, si rivelerà che c'era e che c'è qualcosa. Una volta che tutto finirà a nostro favore e non avrà più importanza operativa, posterò alcuni dettagli del retroscena della guerra nel Donbass, sotto forma di una serie separata di articoli.

In realtà io non mai fatto segreto del fatto che il "magazzino del surplus militare" esiste, ed esiste davvero (ed è per questo che non ho mai scritto che la Russia ha completamente scaricato il Donbass), fornendo varie quantità di aiuti finanziari e militari ai distaccamenti in combattimento, a seconda della volontà di coloro ai quali sono assegnati tali aiuti, e di coloro che sono coinvolti nella loro distribuzione. Da qualche tempo, ormai, il "negozio di surplus militare" ha una vendita stagionale e offre anche crediti, che non impediscono la continuazione della linea ufficiale di "No, non c'è niente e non c'è mai stato niente". Su Internet potete dimostrare quel che volete, i diplomatici continueranno a giocare a ping-pong, e il gioco può durare per settimane o mesi. C'è un certo lavoro da fare e c'è la sua copertura mediatica e diplomatica. Esattamente com'è stato in Crimea. Perché questo gioco va avanti ed è accettato da tutte le parti (sembrerebbe che i capi della giunta abbiano già una serie di "prove" del lavoro del "magazzino del surplus militare", ma continuano a stare a galla con affermazioni del tipo: "Ma non c'è modo in cui la milizia potrebbe avere proprio queste cose" e ricevendo risposte altrettanto standardizzate del tipo "Beh, non si sa mai dove e cosa stanno filmando, non potrete mai veramente sapere che cosa abbia la milizia, non avete prove"). Dato che questo schema è ciclico, continuerà per un tempo arbitrariamente lungo; se è necessario, continuerà fino alla cattura di Kiev o addirittura di Leopoli, e il signor Lavrov camminerà fino al microfono per dirvi che la Russia non è in alcun modo coinvolta in qualsiasi cosa. E ufficialmente sarà così. E il fatto che qualche blogger o commentatore ha scritto nel proprio blog, ...queste sono opinioni personali di singoli individui. E provate a dirmi che questo schema non funziona.

In realtà il significato di tutte queste dispute è che, oltre alla vera guerra, le parti stanno anche combattendo tra loro per la creazione del quadro informativo dominante in modo che la situazione possa essere ufficialmente riesaminata, e in questo caso la Russia riconoscerà almeno alcune prove della sua partecipazione alla guerra nel Donbass proprio in questo momento (ma non qualche tempo dopo, quando la situazione sarà già fissata).

Pertanto, non importa quali prove, vere o false, la giunta presenterà, in ogni caso saranno negate, perché queste sono le regole del gioco. Quando questa semplice cosa vi diventerà chiara, sarete molto meno entusiasti delle prossime "rivelazioni" dal lato della giunta. In generale, tutto questo può essere semplicemente ignorato, perché sono prove presentate dal nemico, contro il quale è in corso una guerra per la sua distruzione. Dal punto di vista dello svolgimento di operazioni offensive a sud di Donetsk, in realtà questo è un problema minore, perché la catastrofe del gruppo meridionale delle forze della giunta sta arrivando molto più velocemente di quanto arriverà alcun impatto della "prova dell'invasione della Russia ".

E per quanto riguarda i "lavoratori del magazzino del surplus militare", di cui la giunta sta cercando di dimostrare la presenza , ufficialmente non ce n'è nessuno, naturalmente. E ufficialmente non ce ne sarà nessuno. Bene, e ora penso che abbiate capito tutto e non farete più domande stupide.

PS. E ho completamente dimenticato di dire che gli Stati Uniti sono coinvolti negli eventi utilizzando uno schema simile.

 
Cannes: Per ristabilire la pace e la verità

Breve descrizione della storia e della situazione attuale della chiesa di san Michele Arcangelo a Cannes.

Il 25 febbraio 2016, Nice Matin ha pubblicato un articolo sulla Chiesa ortodossa russa di san Michele Arcangelo a Cannes. Purtroppo, questo articolo è pieno di considerazioni che potrebbero portare guai e discordia tra gli abitanti e i visitatori alla Costa Azzurra.

Perciò, ci è sembrato essenziale fare una breve dichiarazione obiettiva e documentata dei fatti storici e degli atti giuridici relativi a questa chiesa, per stabilire la verità e mantenere la pace.

La chiesa russa di san Michele Arcangelo situata a Cannes, sul Boulevard Alexandre III, è stata costruita nel 1894 grazie a donazioni private. Tre anni più tardi, una casa di quattro piani è stata costruita per il clero. Il 3 novembre 1897, con l'approvazione dello tsar Nicola II, la proprietà di tutti i terreni parrocchiali e dei beni immobili che vi si trovavano è stata passata al Santo Sinodo, vale a dire, all'Impero Russo.

Nel 1923, presso la sub-prefettura di Grasse è stata creata un'associazione cultuale per la gestione della chiesa. La chiesa (l'associazione cultuale) era canonicamente sotto l'autorità del Sinodo della Chiesa russa all'estero, che si trovava allora in Serbia, come si legge in una lettera di risposta (disponibile sul sito web degli archivi comunali) del guardiano della chiesa, il barone de Clodt, al sindaco di Cannes, il 2 agosto 1930: "l'associazione obbedisce, nelle cose spirituali, al Concilio dei vescovi russi, con sede in Serbia".

Questa testimonianza storica, che è disponibile sul sito web degli archivi comunali di Cannes, a pagina 6, merita una particolare attenzione a causa delle importanti conseguenze che essa comporta.

Nelle sue memorie, "Il cammino della mia vita", il metropolita Evlogij (Georgievskij), che guidava le parrocchie russe in Francia a seguito della rivoluzione d'ottobre del 1917, racconta la sua rottura con il Sinodo russo in Serbia nel 1926 [1]. Ma mentre le parrocchie russe di Francia furono staccate dall'autorità del Sinodo e si sviluppò in Francia una struttura autonoma (sotto il patriarcato di Costantinopoli), la parrocchia di san Michele Arcangelo a Cannes, da parte sua, mantenne il legame con il Sinodo della Chiesa russa all'estero, legame che ha continuato per 90 anni.

Nel 1982, un notaio di Nizza ha attribuito all'associazione cultuale il diritto alla proprietà dei terreni e dei beni immobili della parrocchia (ci si chiede come un gruppo di persone abbia potuto diventare il successore dell'Impero Russo?!). In precedenza, nel 1943 e nel 1970, sul catasto dei terreni della parrocchia, il nome del proprietario era stato cambiato: il Santo Sinodo della Russia è stato sostituito dall'associazione cultuale – "con un tratto di penna", come indicato nell'atto notarile di modifica del 2014.

Dal 2007, ha avuto luogo un conflitto tra, da un lato, il vescovo Varnava (Prokofiev) di Cannes e il suo assistente ieromonaco Serafim (Baranchikov), condannati dalla giustizia, e dall'altro lato, un gruppo di ex parrocchiani (cfr Nice Matin, 21.10.2010 e 28.11.2010, articoli di Mathilde Tranoy).

Nel 2009 sono arrivati ​alla parrocchia nuovi preti dalla Russia e dall'Australia: i padri Maxim Massalitin, Antonij Odajskij e Mikhail Boikov.

Varnava e Serafim sono stati rimossi e quindi privati ​​del sacerdozio. La parrocchia ha ritrovato una vita normale, sono arrivate grandi donazioni provenienti da donatori privati ​​(centinaia di migliaia di euro), il restauro della chiesa ha potuto iniziare: le cupole dorate sono state completamente rifatte, così come i locali parrocchiali, la cucina estiva e la cappella russa al cimitero Abadie di Cannes. È stato progettato un lavoro di consolidamento della chiesa.

Tuttavia, nel 2013, il giudice ha deciso di consegnare la gestione della chiesa al gruppo degli ex parrocchiani (ridivenuti membri dell'associazione cultuale dopo il loro conflitto con Varnava e Serafim). Questi hanno deciso di porsi sotto l'autorità di un'organizzazione religiosa non canonica la cui gerarchia si trova in Ucraina.

(Si legga anche un articolo di Nice Matin sulla chiesa russa di Cannes e il diritto di replica di padre Antonij Odajskij)

 

E così noi, il clero e tutti i parrocchiani della chiesa di san Michele Arcangelo, abbiamo dovuto lasciare la nostra chiesa e affittare la chiesa di san Rocco nel centro di Cannes, per continuare a celebrare regolarmente i servizi. Il restauro della chiesa di san Michele è stato interrotto, i chierici e le loro famiglie hanno dovuto lasciare le loro abitazioni nella casa parrocchiale, i loro appartamenti sono stati trasformati nelle camere dell'albergo "Villa Saint Michel" – che si possono prenotare su un sito turistico.

Mentre i nuovi padroni della chiesa hannno messo a profitto il loro senso degli affari nella parrocchia e hanno sviluppato la loro attività alberghiera, la chiesa ha continuato a cadere in rovina. Per fortuna, nell'estate del 2014, per decisione dell'assemblea generale dell'associazione cultuale, la chiesa è tornata all'Ortodossia canonica – il loro clero, in verità, si è messo sotto il patriarcato di Costantinopoli.

La sera del 27 luglio 2015, proprio sotto la cupola, le fondamenta del campanile si sono crepate e la cupola si è inclinata pericolosamente (per inciso, questo è avvenuto subito dopo la chiesa è stata barricata con urgenza per evitare che vi si portasse l'icona miracolosa icona della Madre di Dio di Kursk detta del "segno", oggetto sacro risalente al XIII secolo, quando era in visita in Francia). Il 5 settembre, la cupola è caduta sul lato destro del nartece. Il sindaco è stato costretto a chiudere la chiesa e la zona circostante.

La Russia non ha dimenticato il meraviglioso patrimonio spirituale di Cannes e, come legittima erede dell'Impero Russo, ex proprietario della chiesa, ha ricevuto dalla Francia il diritto di proprietà sulla chiesa di san Michele Arcangelo.

Il 2 ottobre 2014, su richiesta del sig. A. K, Orlov, ambasciatore russo, e sulla base di documenti legali e storici inconfutabili, il notaio Léon Hugounenc ha certificato, in un atto di modifica, che il diritto di piena proprietà del territorio e dei beni immobili della parrocchia situata al n. 36-40 di blvd. Alexandre III a Cannes ritorna alla Federazione Russa: "È a torto e per errore che i beni e i diritti immobiliari della presente proprietà appartengono all'associazione cultuale ortodossa russa san Michele Arcangelo, quando in realtà i suddetti beni sono proprietà statale della Federazione Russa".

Perciò gli ortodossi di Cannes – russi e ucraini, francesi e romeni, bieolorussi e americani, e molti altri – attendono il ritorno alla Russia della chiesa di san Michele Arcangelo.

Le parole dell'ambasciatore russo, A. K. Orlov, pronunciate il 19 gennaio 2016 a Nizza in occasione dell'apertura ufficiale della cattedrale russa di San Nicola dopo la sua grandiosa ristrutturazione, hanno dato loro una speranza: "Ora ci sono altri luoghi di culto, luoghi sacri per tutti i russi che vivono in Francia, che sono ritornati alla Chiesa ortodossa russa: parlo del cimitero di Caucade, parlo della chiesa di Cannes, che si trovano anche in uno stato deplorevole. Il restauro di questa chiesa è solo un punto di partenza per ripristinare l'intero patrimonio russo in Costa Azzurra". Che piaccia a Dio!

9 marzo 2016, Cannes

Sacerdote Antonij Odajskij

Rappresentante del primo ierarca della Chiesa russa all'Estero a Cannes

Rettore della comunità parrocchiale di san Michele Arcangelo

+33 6 01 51 98 94 anton.odaysky@gmail.com www.stmichelcannes.fr

Nota

[1] Metropolita Evlogij (Georgievskij). Put' moej zhizni: Vospominanija. – M.: Mosk. rabocij ; VPMD, 1994, p. 558 e seguenti.

Il 25 febbraio 2016, Nice Matin ha pubblicato un articolo sulla chiesa ortodossa russa di san Michele Arcangelo a Cannes.

 
Domande e risposte dalla corrispondenza (dicembre 2019 - febbraio 2020)

La Chiesa e il mondo esterno

Abbiamo bisogno di un mondo senza l'Occidente?

Questo è sia insignificante che impossibile. Ciò di cui abbiamo bisogno è un mondo in cui l'Occidente sia riportato all'Ortodossia e quindi alla purezza spirituale attraverso il pentimento. Ciò di cui abbiamo bisogno è un mondo senza peccato.

Mi scandalizza la dipendenza del Patriarcato di Costantinopoli dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e dalle sue politiche di intromissione nella vita della Chiesa ortodossa, che causano scismi. Mi fa così arrabbiare che ho voglia di abbandonare la Chiesa.

La Chiesa, a partire dalla sua gerarchia, è sempre stata vittima dei politici, che hanno spesso nominato i propri amici e compari come vescovi – in modo piuttosto anticanonico. Prima hanno perseguitato la Chiesa gli imperatori romani pagani con i loro alleati, gli ebrei anticristiani, poi lo hanno fatto i persiani pagani, poi i papi pseudo-cristiani di Roma, poi gli imperatori pseudo-cristiani, poi gli ottomani, poi i sovrani pseudo-cristiani russo-tedeschi, poi le potenze coloniali occidentali, poi il nazionalismo, i materialisti occidentali capitalisti o marxisti, e oggi l'elite politico-finanziaria con sede negli Stati Uniti.

Qui non c'è nulla di nuovo. Uno dei dodici si chiamava Giuda e ci saranno sempre dei giuda tra noi. Ricordiamo la famosa risposta di san Basilio il Grande a Cesarea nel 371 all'imperatore Valente, che aveva richiesto la sottomissione teologica di san Basilio, e questi rifiutò categoricamente. Il prefetto imperiale espresse stupore per la sfida di Basilio, al che Basilio rispose: "Forse non hai mai incontrato un vero vescovo prima d'ora".

Pertanto, in tempi recenti la Chiesa al di fuori della Russia ha dovuto essere completamente indipendente dalla Chiesa all'interno della Russia, in modo da rimanere libera dai vescovi che erano stati soggiogati al KGB. Ora – e in realtà da molti decenni – abbiamo vescovi greci soggiogati alla CIA. E allora? Continueremo a operare indipendentemente da tutti coloro che hanno venduto le loro anime per un piatto di lenticchie. La Chiesa vive grazie ai santi e alle voci profetiche di coloro che credono e attuano realmente la loro Fede, che rimangono indipendenti dai compromessi "diplomatici" e dai "protocolli" anti-evangelici e anti-missionari.

Sì, abbandonare la Chiesa sarebbe molto sbagliato. Come abbandonare Cristo. Sarebbe fare esattamente quello che fanno i vescovi apostati. E si può sempre sapere chi sono per il loro rifiuto di venerare i santi. Proprio come hanno disprezzato san Serafino di Sarov, "uno sporco contadino", e hanno perseguitato ed esiliato san Nettario di Egina (tanto amato da san Giovanni di Shanghai), che avrebbe dovuto essere patriarca di Alessandria ma stava assieme a "neri" non greci che voleva portare a Cristo, così nella vecchia Unione Sovietica si rifiutavano di canonizzare i nuovi martiri e confessori. E così è oggi. Le persone compromesse odiano i santi perché i santi non sono di questo mondo – mentre loro sono di questo mondo. Il mondo odia ciò che è spirituale. Il nostro Signore disse ai discepoli: come hanno odiato lui, così avrebbero odiato anche loro. La nostra attitudine verso i santi è la cartina di tornasole della nostra appartenenza alla Chiesa oppure no.

Attenzione ai vescovi guidati dall'ideologia e dalla testa e non guidati dall'amore e dal cuore. Le ideologie provengono non solo dall'esterno, dallo Stato (denaro e potere), ma anche dall'interno, dalle passioni e dalle delusioni che a loro volta provengono dalle passioni, o da entrambe le parti.

Come si riconosce qualcuno che è stato formato dal KGB? Qualcuno mi ha detto che una persona che ha cercato di diventare un parrocchiano nella nostra parrocchia negli Stati Uniti sosteneva di poter riconoscere l'addestramento del KGB.

C'erano tre fasi della loro formazione. Nella prima fase cercano di corromperti con regali per farti schierare. Se questo non funziona, passano alla fase successiva, che è l'adulazione: "ognuno ha il suo prezzo", come si suol dire. Trovano il punto debole di qualcuno e lo adulano. Se questi due stadi non funzionano, passano al terzo stadio, più sgradevole. Ciò implica calunniare le proprie vittime e poi denunciarle.

Purtroppo, alcuni dei nostri vescovi sono caduti in queste tattiche attraverso l'ingenuità. Tuttavia, mi è stato detto che i servizi di spionaggio occidentali usano le stesse tecniche. Il KGB non aveva alcun monopolio dell'astuzia e della cattiveria. Sono sicuro che accadeva lo stesso nell'antica Roma.

Un amico mi ha detto quanto segue: 'I protestanti seguono la Bibbia; i cattolici romani seguono il papa di Roma; gli ortodossi seguono lo Spirito Santo '. Cosa ne pensa di questa definizione?

Ebbene, i protestanti non seguono la Bibbia. se lo facessero, sarebbero ortodossi. Per quanto riguarda i cattolici romani, penso che sarei d'accordo con lei. Per quanto riguarda gli ortodossi, penso che questo sia molto idealistico. Sarebbe più esatto dire "gli ortodossi dovrebbero seguire lo Spirito Santo". Ci sono moltissimi ortodossi che non lo fanno, inclusi chierici in servizio e un certo numero di vescovi che sono più appassionati di denaro e potere che di Cristo. La prova? Se tutti gli ortodossi seguissero lo Spirito Santo, non ci sarebbero protestanti o cattolici romani; tutti sarebbero ortodossi.

Perché gli evangelici sono così moralisti e violentemente anti-LGBT? E perché sembrano dare un sostegno incondizionato agli ebrei sionisti e tuttavia sono molto anti-musulmani?

Sono moralisti perché il moralismo è tutto ciò che rimane una volta che la spiritualità è stata rimossa e persa. Fu così che iniziò nel XVI secolo il puritanesimo. Oggi, tra i protestanti questo ha creato un mondo in cui tutto è orientato a "divertimento e comodità", alla vita nello stile di Disney e non alla vita ascetica. Quanto al loro sostegno agli ebrei sionisti e all'odio per i nemici dei sionisti, i musulmani, dovremmo ricordare che gli evangelici, nonostante il loro nome, sono molto concentrati sull'Antico Testamento. Per esempio, furono i banchieri ebrei nei Paesi Bassi a finanziare le costosissime guerre civili di Cromwell. Gli ebrei hanno sempre sostenuto i protestanti contro cattolici e ortodossi. 'Dividi e governa'. Dopo tutto, anche i farisei erano moralisti.

Ovunque ci sia liberalismo, modernismo e ateismo, troveremo anche il moralismo. Questo perché ovunque non ci sia spiritualità, regna il moralismo. Ma questo moralismo è sempre ipocrita perché non si può essere morali se non si ha spiritualità. Non c'era niente di così moralista come il comunismo sovietico. Si trova lo stesso moralismo ipocrita nei partiti socialisti (per esempio il Partito laburista in Gran Bretagna) o tra gli "ortodossi" modernisti.

Quali pericoli spirituali ritiene i peggiori nel mondo di oggi?

Mi sembra che ci siano tre pericoli principali: fariseismo, modernismo e fatalismo. Il primo significa lo spirito di ritualismo, formalismo, nominalismo, in altre parole, idolatria. Il secondo è lo spirito che fa breccia nel mondo laicista occidentale nella sua rinuncia modernista e "liberale" a Cristo, in altre parole, la perdita del senso del sacro dovuta al materialismo. Il terzo è lo spirito che dice: abbandoniamo tutto, non c'è più niente che possiamo fare, non c'è speranza, la fine sta comunque arrivando, in altre parole, l'abbandono della responsabilità. Tutti e tre i pericoli sono in effetti ispirati da Satana, poiché tutti giocano nelle sue mani.

All'interno della Chiesa

Perché si parla così poco della salvaguardia dei bambini nelle chiese ortodosse?

Semplicemente perché la pedofilia è estremamente rara nella civiltà ortodossa della Chiesa; proviene quasi sempre dal mondo occidentale esterno, dalla cultura occidentale. Nell'Ortodossia, in linea di principio, abbiamo chierici sposati nelle parrocchie (ci sono eccezioni, ma sono anormali). La pedofilia tra i cosiddetti cristiani deriva dalla mania del celibato clericale, che attira i pervertiti a fare lavori retribuiti. Negli ultimi cinquant'anni ho sentito solo di sette casi del genere nella Chiesa ortodossa in tutto il mondo, due negli Stati Uniti, uno in Australia, due nella vecchia Unione Sovietica e uno in Francia e uno in Canada (entrambi di ex anglicani).

Detto questo, nella nostra diocesi abbiamo una politica di salvaguardia aggiornata. In qualsiasi istituzione pubblica dobbiamo proteggere i nostri bambini dagli estranei che potrebbero voler fare di loro una preda.

Perché gli ortodossi insistono a inginocchiarsi la domenica nonostante un canone contrario?

Il riferimento è al Canone 20 del primo Concilio ecumenico, ripetuto altrove. Molti si inginocchiano perché da ortodossi si sentono spesso indegni di stare davanti a Dio. Non lasciamoci prendere da un orgoglio da convertiti.

Dovremmo leggere ad alta voce le cosiddette "preghiere segrete"?

I razionalisti (gli schmemanniti, l'arcivescovo Paolo di Finlandia e l'intera scuola parigina semi-protestante da cui provengono, con la sua mancanza di senso del sacro, che è sia la sua essenza che la sua rovina) vi diranno che queste preghiere devono essere lette ad alta voce in modo che "le persone possano capire". Questo è un classico esempio di clericalismo! Pensano davvero che, con la loro "istruzione superiore", o cose del genere, potranno capire come il pane e il vino diventano il corpo e il sangue di Cristo?! Tuttavia, per noi, la cosa più importante è l'aspetto mistico delle "preghiere sacramentali" ("preghiere segrete" è in realtà un errore di traduzione). Il modo in cui il clero legge queste preghiere deve ispirare preghiera e senso mistico. Gridarle come una sorta di testo accademico è totalmente inappropriato.

Che cosa è più necessario per i convertiti?

Penso che sia la sensibilità spirituale. Questo è l'unico modo per distinguere tra frode e autenticità.

Come ci rivolgiamo ai nostri santi patroni?

Dovremmo vivere la loro vita nella misura del possibile. È interessante notare che Nicola e Maria sono probabilmente i nomi più popolari tra gli ortodossi ed è lo spirito di san Nicola che esiste fortemente tra molti uomini ortodossi e lo spirito della Madre di Dio tra molte donne ortodosse.

Cosa ne pensa dei libri dei 'Racconti del pellegrino'?

Penso che siano letteratura letta quasi solo dai neofiti, e che possano essere pericolosi. Riempiono la testa di fantasie, anziché di sobrietà. La letteratura convertita appartiene alla scuola dei convertiti che insistono per nomi come "Simeon-Siluan-Serafim" (nomi preferiti tra i convertiti) e fa sì che gli ingenui e gli inesperti credano di essere già santi e la sappiano più lunga di quelli con decenni di esperienza nella realtà.

Perché nell'architettura ortodossa non si utilizzano le guglie?

Perché noi crediamo nell'Incarnazione. Le guglie puntano verso il cielo, verso un Dio perduto. Dio tra noi non è perduto, ma è incarnato. L'architettura ortodossa afferma che il paradiso è sulla terra, all'interno della chiesa, che contiene il cielo (all'interno dell'iconostasi) e la terra (nella navata). Questo è il motivo per cui si utilizzano le cupole, che indicano Dio all'interno dell'edificio della chiesa, presente nei sacramenti.

Dovremmo celebrare san Valentino? Dopo tutto, era un martire ortodosso.

San Valentino di Terni è commemorato il 14/27 febbraio. La sua associazione con l'amore romantico è semplicemente dovuta all'usanza pagana italiana di mantenere quel giorno come primo giorno di primavera, quando si attivano gli uccelli e le api. La commemorazione di san Valentino in questo giorno è quindi del tutto casuale. Quindi questa usanza è extra-liturgica, anche se risale a molto tempo fa, probabilmente da oltre 2000 anni, e in Inghilterra sia Chaucer che Shakespeare lo menzionano, quindi non è un'usanza commerciale moderna come tante altre.

Dovremmo celebrarlo? Penso che questa sia una questione puramente personale, come celebrare la vigilia di Capodanno o qualsiasi altra celebrazione secolare, ma non spiritualmente negativa (a differenza di Hallowe'en). Sono sicuro che la donna ortodossa media sarebbe felice di avere qualche attenzione in più in questo giorno, ma non vi è alcun obbligo da parte della Chiesa.

Dobbiamo benedire le candele alla festa della Presentazione, o l'Incontro del Signore, il 2/15 febbraio?

Questa è un'usanza puramente cattolica romana, adottata in Bielorussia e nell'Ucraina occidentale sotto l'influenza cattolica romana, ma c'è una preghiera sul Grande Eucologio per benedire le candele in questo giorno. Personalmente, non riesco a vederne la necessità, a meno che i fedeli non lo richiedano. Non è nota al mondo ortodosso orientale e più antico, anche se in sé è innocua.

La storia di san Simeone lo Zelota che arrivata in Gran Bretagna è vera? Questo è ciò che dice: "È arrivato in Gran Bretagna nel 60 d.C. ed è stato crocifisso il 10 maggio dell'anno successivo dal romano Catus Decianus a Caistor, ora nel Lincolnshire".

A volte mi chiedono le coordinate della mappa per il pozzo sacro di san Simeone vicino a River Cover nello Yorkshire. Si trova a Coverdale tra i villaggi di West Scrafton e Caldbergh, vicino al luogo in cui avrebbe vissuto il santo. Tuttavia, la tradizione ortodossa proclama all'unanimità che san Simeone fu martirizzato in Abkhazia presso il Mar Nero. Potrebbe aver visitato la Gran Bretagna (come anche molti altri posti), ma non è stato martirizzato qui. Il problema è anche che la tradizione britannica del suo martirio qui è molto tardiva, e credo risalga al XIII secolo. Penso che sia più probabile che i saccheggiatori crociati abbiano riportato una piccola reliquia e l'abbiano lasciata a Caistor e forse, a nord, a Coverdale. Questo è simile al caso che lega san Giuseppe di Arimatea a Glastonbury.

Quale nome ortodosso darebbe a una donna chiamata Lynn?

Angelina.

 
Metropolita Amfilohije: "Lo spirito del neofascismo sta seminando semi di discordia"

Il metropolita Amfilohije del Montenegro e del Litorale ha dichiarato che lo spirito del neofascismo sta risogendo e seminando semi di discordia, "cercando di provocare una lite tra fratelli nell'Ucraina e in Russia".

Il metropolita ha detto queste parole durante la solenne processione della croce, nel giorno della festa del santo ierarca Basilio di Ostrog, festa che quest'anno ha riunito vescovi e sacerdoti delle chiese ortodosse serbe e russe in Montenegro. Il presidente della Repubblica serba Milorad Dodik, gli ambasciatori di Russia e Ucraina in Montenegro, nonché rappresentanti dell'Ufficio per gli affari religiosi presso il governo serbo hanno preso parte alla processione della croce.

Il metropolita ha ricordato le dichiarazioni di alcuni politici europei, che hanno espresso il loro aperto malcontento riguardo al fatto che l'attuale governo russo e il presidente Vladimir Putin stanno difendendo le tradizioni ortodosse e la Chiesa.

Ricordando la dichiarazione del segretario generale della NATO Anders Fogh Rasmussen che l'America e l'Europa avevano bombardato la Serbia e Montenegro per "difendere il Kosovo e Metohija dal genocidio", il metropolita ha sottolineato che le loro azioni non erano una difesa contro il genocidio, ma piuttosto la sua continuazione. Il metropolita ha chiesto chi risponderà della distruzione di centinaia di chiese, degli omicidi, dei crimini e della distruzione di case.

Secondo il metropolita Amfilohije, questo genocidio ha trovato continuità nei recenti avvenimenti a Odessa, dove persone innocenti sono morte in condizioni di estrema sofferenza. Il metropolita ha concluso che, se questo è veramente il cosiddetto percorso per il raggiungimento dei diritti umani, la libertà e la democrazia, allora in esso non c'è più democrazia, e "la demonocrazia ha iniziato a dominare il mondo".

Il metropolita ha sottolineato che le autorità montenegrine, aderendo alle sanzioni dell'Unione Europea contro la Russia, "stanno gettando benzina sul fuoco con cui sono state bruciate vive persone a Odessa".

 
Padre Sergej Sveshnikov: La vita come sacramento

Presentiamo nella sezione “Ortoprassi” dei documenti il testo russola traduzione italiana di un interessante articolo dal blog di padre Sergej Sveshnikov, sulla concezione sacramentale della vita: la sfida di ogni cristiano che prende sul serio i momenti sacramentali “forti” della sua vita (il suo battesimo, la comunione al corpo e al sangue di Cristo, e vari momenti di consacrazione di tempi e di luoghi) potrà trovare un aiuto per trasmettere questa dimensione sacramentale ad altre parti inaspettate della propria vita.

 
Monastero antico di 350 anni, distrutto dai nazisti, alla fine restaurato – ed è ipnotizzante (saggio fotografico)

Un monastero unico, la Terra Santa della Russia, fondato dal controverso patriarca Nikon nel 1656, è stato finalmente ricostruito presso Mosca

Il monastero di Nuova Gerusalemme, incredibilmente bello, architettonicamente unico e storicamente significativo, ha occupato un luogo di venerazione unica tra i russi durante i suoi 350 anni di storia. Qualche anno prima della rivoluzione, era visitato da circa 35.000 persone ogni anno.

Era stato originariamente fondato nel 1656 dal patriarca Nikon, che lo costruì per imitare strutturalmente e tematicamente la chiesa del Santo Sepolcro di Cristo a Gerusalemme. Ciò fu fatto in modo che i russi che non potevano compiere il lungo pellegrinaggio a Gerusalemme potessero avere un assaggio del santuario più venerato del mondo cristiano.

Fu demolito dall'esercito tedesco durante la seconda guerra mondiale. Il restauro, seguito negli ultimi anni dal primo ministro russo Dmitrij Medvedev, ha richiesto decenni, è stato finalmente completato nel 2017 e ora un gioiello della Chiesa ortodossa russa brilla ancora una volta in tutta la sua gloria.

Ecco un video della visita di Putin al monastero subito dopo la sua consacrazione.

La Cattedrale della Resurrezione è stata costruita come una copia del sito più sacro del mondo cristiano: la chiesa del santo sepolcro di Cristo a Gerusalemme.

Inizialmente, la cattedrale aveva 14 recinti. Nei secoli XVIII-XIX i ricchi pellegrini e i membri della famiglia imperiale ne aggiunsero altri 15.

Un'iconostasi ceramica in cinque dei recinti è stata realizzata da un artista bielorusso di nome Petr Zaborskij

Anche molti dei dettagli degli interni sono stati realizzati da noti maestri della Bielorussia: Stepan Polubes e Ignatij Maksimov.

Le volte centrali sono sostenute da quattro massicce colonne, decorate con figure barocche e affreschi.

La grotta del ritrovamento della santa Croce. Qui c'è un pozzo da cui i pellegrini possono bere l'acqua santa.

Questo monastero divenne una delle mete di pellegrinaggio più popolari nel XIX secolo fino all'inizio del XX secolo. Nell'anno 1913, 35.000 credenti lo visitarono.

La roccia dell'unzione è una copia della lastra di marmo che si trova sul luogo della sepoltura di Cristo.

Le mura del monastero si estendono per circa 1 km

I dipinti e le icone nelle chiese del monastero raffigurano gli ultimi giorni di Cristo sulla terra e la sua risurrezione

Il complesso monastico fu costruito dal patriarca Nikon per quei pellegrini che non potevano fare il viaggio a Gerusalemme

Il recinto dell'angelo, con la pietra arrotondata che era rotolata via dalla tomba nella notte della Risurrezione di Cristo

Foto: Ria.ru

 
"Manifesto" di Andrej Avramenko, Kharkov

Invidio i russi, invidio questi "katsapi" e "moskali"!

Invidio le loro Olimpiadi e il loro esercito. Ho molti amici e parenti in Russia. Vedo come cambiano e crescono. Credono al loro presidente. Credono nel loro esercito. Sono fieri della loro grande storia, delle loro conquiste e vittorie.

Un tempo era la nostra storia comune ... conquiste e vittorie. Non molto tempo fa. Loro hanno trovato il proprio terreno. Non si curano dell'Occidente che noi adoriamo. Vanno avanti e crescono, nonostante ciò che ci viene detto dalle nostre TV e da vari social forum. So che siamo noi che stiamo perdendo, e non loro. Noi siamo diventati più deboli, e loro più forti.

Non importa con quanta forza continuiamo a gridare "Gloria all'Ucraina!", non siamo in grado di arrestare il processo.

Non molto tempo fa ci mettevamo a gongolare quando sentivamo della Cecenia.

Oggi, i ceceni sono non meno russi degli stessi russi. Sono pronti a lottare per il loro grande e rianimato paese, di cui sono parte. Oggi siamo noi ad aver paura dei battaglioni ceceni. Com'è potuto accadere???

Si stavano uccidendo l'un l'altro proprio ieri. Ma il motivo è semplice: i ceceni sono stati in grado di ricordarsi che erano russi, ed erano parte di un grande paese e di un grande popolo.

Abbiamo gongolato quando hanno subito attacchi terroristici e disastri.

Tuttavia, li hanno superati più e più volte e sono diventati più forti! Anche se il mondo intero è contro di loro!

Cadono e si risollevano. Stanno in piedi e sorridono. E si limitano a sputare sangue attraverso i loro denti.

Noi stiamo urlando che sono degli schiavi. Che presto cadranno a pezzi, il petrolio finirà, la NATO attaccherà, e saranno colpiti da altre punizioni. Ma loro siamo noi! Noi sputiamo sul nostro stesso riflesso. Su noi stessi.

Dobbiamo ricordare che siamo un tutt'unico. E una volta che inizieremo a capirlo e a rendercene conto, solo allora verrà la sensazione che avevano una volta i nostri antenati. Un senso di forza interiore, la speranza, la fede, e l'orgoglio che anche noi siamo russi.

Non importa chi fossero i nostri antenati: ucraini, tartari, ebrei, buriati o uzbeki. Non importa chi siamo di fede: cattolici, ortodossi, musulmani o ebrei. Questo non è importante. Quello che è importante è che siamo russi! Che siamo una parte del grande popolo e del grande paese.

Sì, il nostro grande paese e il nostro grande popolo hanno ancora molti problemi. Ma se ci ricordiamo che siamo russi, cambieremo tutto per sempre! Tutti ne hanno paura.

Hanno paura che noi ci ricordiamo e che saremo di nuovo insieme.

Ecco perché stanno costruendo ragnatele di menzogne ​​e inganni. Questa menzogna e quest'odio sono mantenuti sia da noi sia in Russia.

Non ci permettono di svegliarci. E se non ci ricordiamo chi siamo, non ci sveglieremo mai.

Non comprenderemo la situazione, l'occupazione e altre cose.

Chi è che grida più forte che dobbiamo proteggere "la nostra" indipendenza, l'unità e la libertà? Gli stessi funzionari, oligarchi e parlamentari. Sono terrorizzati dal dover rispondere di tutto ciò che è accaduto alla nostra Patria nel corso degli anni.

Forse questa non è un'occupazione? Forse, questa è la liberazione? Ed è arrivato il nostro popolo, quando avevamo perso tutta la nostra speranza, quando ci eravamo quasi arresi.

Forse, abbiamo bisogno di stare insieme e di distruggere tutte questi bugiardi, politici, oligarchi, sindaci e funzionari, che urlano con la schiuma alla bocca che abbiamo bisogno di andare a morire! Morire per le loro ville, i loro panfili e castelli, per i loro conti in banca, per la loro libertà di derubarci, e per la loro libertà di non rispondere per le loro azioni.

Capisco che questo Manifesto sarà tagliato fuori dal web. Ci saranno migliaia di commenti arrabbiati, urla che sono un traditore, che mi sono venduto a Putin, mi chiameranno katsap e moskal. Non mi interessa. So che la verità è con me.

Io sono un patriota dell'Ucraina, un vero patriota, e ora si sta decidendo il destino del mio popolo e della mia Ucraina.

O ci ricordiamo chi siamo, o periremo.

Io amo il mio popolo ucraino, i nostri antenati e la nostra cultura.

Sono ucraino, ma ancor di più io sono russo!

Andrej Avramenko, Kharkov

 
L'arcivescovo James (Toombs, + 1 novembre 1970) di Manhattan, capo della Missione ortodossa americana, vicario della diocesi dell'America orientale e di Jersey City

Introduzione

L'arcivescovo James (Roy C. Toombs, 30 agosto 1887 – 1 novembre 1970) è una delle figure più enigmatiche che abbiano mai servito nell'episcopato della Chiesa ortodossa russa al di fuori della Russia. All'interno della ROCOR, c'erano quelli che estendevano fiducia e rispetto nei suoi confronti; quelli che non lo volevano affatto nella ROCOR, tanto meno come vescovo; e quelli che lo insultavano e lo condannavano. La grande maggioranza era totalmente inconsapevole della sua esistenza. Coloro che lo conoscevano lo trovavano un pastore devoto e amorevole, che si prendeva veramente cura delle persone; un insegnante paziente e competente; e un vescovo che aveva fatto la transizione da un gruppo pseudo-ortodosso (probabilmente più influenzato dagli insegnamenti occulti che dall'Ortodossia) alla vera Chiesa di Cristo senza esitazione, una volta che l'aveva trovata. Perseguiva una duplice missione: portare gli americani alla santa Ortodossia e far tradurre in inglese i servizi divini e il maggior numero di testi ortodossi. Verso la fine della sua vita, dopo aver lasciato la ROCOR, servì come padre confessore di diversi vescovi ortodossi che vivevano nella zona di New York City. Morì quasi inosservato.

Alcuni che non conoscevano l'arcivescovo James, di cui la maggior parte era venuta alla ROCOR dopo che lui l'aveva lasciata, o anche dopo la sua morte, sentivano che la memoria stessa dell'arcivescovo James era una minaccia per le loro posizioni. Il fatto che l'arcivescovo James non abbia lasciato alcuna eredità duratura all'interno della ROCOR, e il fatto che la grande maggioranza dei membri della Chiesa non avesse idea di chi fosse l'arcivescovo James, non faceva assolutamente alcuna differenza per loro. Se veniva pronunciato il suo nome, ai presenti si diceva solo ciò che era sbagliato in lui. E tutto era sbagliato! Era stato denunciato come massone. (Questo a causa di una storia apocrifa raccontata da "qualcuno" in cui l'arcivescovo James, mentre partecipava ad "alcune" funzioni ecclesiastiche, si era alzato in piedi, facendosi cadere il portafoglio di tasca. Naturalmente, l'unica cosa apparentemente visibile, e apparentemente immediatamente riconoscibile per "alcuni" chierici presenti, era la sua tessera di massone. La probabilità che questa storia sia vera è pari alla probabilità che sia verificata!) Fu anche denunciato come "praticante dell'occulto" che "viveva ancora con sua moglie" dopo essere diventato vescovo nella ROCOR. Era condannato per "non aver mai partecipato alle riunioni del Sinodo", e perché "non aveva nemmeno la barba!" Ma la cosa peggiore da lui fatta, agli occhi dei suoi giudici auto-nominati, è che "aveva lasciato la ROCOR"! Questo avvenne in un momento in cui "lasciare il Sinodo" era il peggior tipo di apostasia che potesse accadere.

Alcuni che erano totalmente inconsapevoli dell'esistenza dell'arcivescovo James erano anche contrari all'idea stessa di un "arcivescovo James". Negli articoli sui primi anni del metropolita Anastasij in America, si menzionano i "sei vescovi" da lui consacrati: tuttavia, ne furono consacrati sette – quello mancante nella lista è l'arcivescovo James. Una svista? Un'omissione intenzionale?

Tra le persone che lo conoscevano, quelli che scrivevano su di lui, persino i suoi critici che "sapevano tutto" riguardo all'arcivescovo James, non c'erano informazioni su data di nascita, luogo di nascita, famiglia, matrimonio, istruzione, impiego o altre pietre miliari della sua vita. Non c'è nulla negli archivi della ROCOR, della Chiesa ortodossa americana o di una qualsiasi delle chiese "indipendenti" che affermano che Toombs sia una fonte o una connessione alla loro successione apostolica. La storia della vita di Toombs solleva la questione se questa mancanza di informazioni fosse dovuta a uno sforzo intenzionale di nasconderle. Anche se questa domanda non può essere risolta qui, il seguente resoconto può iniziare a riempire il vuoto.

I.

Roy C. Toombs nacque il 30 agosto 1887 da Anson e Hannah Elizabeth (nata Nichols) Toombs a Winfield, nel Kansas. Anson, nato a Richfield, New York, nel 1843, si trasferì con la sua famiglia in Illinois da ragazzo. Andò nello Iowa nel 1857 e si arruolò nella tredicesima Fanteria degli Stati Uniti nel 1862. Lavorò al fianco di George e Joseph Nichols nella guerra civile e incontrò la loro sorella, Hannah. Hannah Nichols nacque in Ontario, Canada, nel 1854. La sua famiglia emigrò negli Stati Uniti e si stabilì nello Iowa nel 1858. Anson e Hannah si sposarono a Vinton, Iowa, il 30 ottobre 1867. Anson e Hannah ebbero dieci figli: Adora, n. 1867; Frank, n. 1869; Matilda, n. 1871; Elota, n. 1872; Cora, n. 1875; Harry, n. 1877; Elsie, n. 1880; Jesse, n. 1883; Roy (arcivescovo James); e George, n. 1888.

Nel 1877 la famiglia Toombs si trasferì nella contea di Cowley, nel Kansas. La contea di Cowley si trova nel sud-est del Kansas e il suo confine meridionale è il confine tra Kansas e Oklahoma. Il futuro arcivescovo James nacque "in un altro mondo, in un altro tempo..." L'area, nel mezzo delle Kansas Flint Hills, era la casa del bisonte americano, di lupi, coyote, cervi, antilopi, castori e lontre. C'erano nella contea di Cowley leggende sugli esploratori spagnoli Hernan Cortes e Ponce de Leon che attraversarono la zona dopo il 1500, alla ricerca di città d'oro e di una fontana della gioventù. Una spada spagnola e altri utensili sono stati disseppelliti entro i confini della città di Winfield alla fine del XIX secolo, e vi sono ancora oggi conservati. L'Old California Trail, i cui resti si trovano vicino al centro di Winfield, fu utilizzato per la prima volta dai nativi americani e fu in seguito la via principale per chi andava dal Sud America in California durante la corsa all'oro del 1849. Il terreno su cui si trova la contea di Cowley era parte della riserva ridotta degli Osage. La liquidazione nella riserva da parte dei bianchi era contro la legge ed era considerata uno sconfinamento. Ciò non impedì ai legislatori del Kansas di approvare la legislazione che fondò la contea di Cowley il 30 marzo 1867. Nel 1869, diverse aree della contea erano state bonificate e sistemate dai bianchi. Considerandoli ancora trasgressori, la tribù Osage permise ai coloni che volevano restare di pagare una tassa di 5 dollari al loro capo Chetopah. Il 15 luglio 1870, il Congresso degli Stati Uniti approvò una legge che aprì la riserva ridotta degli Osage alla colonizzazioni, e i capi degli Osage ratificarono questo atto il 24 ottobre 1870. Nel 1873 fu fondata la città di Winfield; rapidamente, gli edifici e le imprese iniziarono ad aumentar. La città prende il nome da Winfield Scott, D.D., noto predicatore battista a Leavenworth, nel Kansas. I problemi iniziali di Winfield includevano la regolamentazione dei vagabindi indigenti, l'igiene, la protezione antincendio e la semplice vecchia illegalità. Il primo treno arrivò in città il 30 settembre 1879; il telegrafo arrivò il 25 settembre 1879; la prima volta che la posta uscì dalla città sulla ferrovia fu il 10 ottobre 1879. Si vedevano occasionalmente in città i Nez Perce, recentemente pacificati, trasferiti con la forza dalla loro casa ancestrale in Oregon al Territorio indiano (Oklahoma). Entro l'anno della nascita dell'arcivescovo James (1887), Winfield era diventata un nodo ferroviario, con cinque ferrovie che arrivavano in città. Nel 1900, con la popolazione cresciuta a 5.000, c'erano diversi mulini, magazzini, granai, giornali, banche, chiese, scuole e una varietà di piccole fabbriche. L'inizio del ventesimo secolo portò a Winfield gare automobilistiche e aeroplani. Il futuro arcivescovo James era nato veramente nel West selvaggio, che si stava scontrando con l'età moderna.

Nel 1910, Roy Toombs viveva ancora a casa con i suoi genitori a Winfield. Mary E. Toombs, nata nel 1889, fu la prima moglie di Roy Toombs (il suo nome da nubile, la data del matrimonio e la durata del matrimonio non sono noti); il loro figlio Farrell nacque nel 1911; il matrimonio ebbe probabilmente luogo nel 1910 o nel 1911. Farrell crebbe nel Missouri, ed entro il 1920 la famiglia si trasferì nel reparto 7 di Chicago (Farrell, in seguito sacerdote della Santa Chiesa ortodossa in America, si laureò all'Università di Chicago, e trascorsi quasi trent'anni come professore all'Università di Toronto, dopo essersi ritirato alla fine degli anni '70, trascorse quasi due anni in Inghilterra, con la comunità ortodossa russa a Oxford, dove morì il 23 ottobre 1997). Il giovane Roy Toombs era affascinato dai treni, ed è noto nella sua giovinezza per aver viaggiato da clandestino sui treni merci; Chicago sarebbe stata sicuramente un'attrazione; in quei giorni tutte le ferrovie portavano a Chicago. Una visita precedente potrebbe aver spinto al trasferimento a Chicago, così come a nuovi posti di lavoro. A quel tempo Chicago era un centro finanziario in competizione con New York. Nel 1920, Roy Toombs era un banchiere e anche comproprietario della casa di brokeraggio Toombs-Daley, situata in LaSalle Street. Era anche collegato con una banca a Downers Grove, Illinois; più tardi, negli anni '20, fu presidente della compagnia di assicurazioni International Life di St. Louis. Anche se non è venuta alla luce alcuna documentazione su Roy Toombs come studente o laureato di qualsiasi college o università (o scuola superiore), la possibilità non può essere esclusa. Oggi la mera occupazione nelle case di mediazione richiede una laurea. Il termine "banchiere" implica qualcuno che gestisce o possiede una banca; implica anche una persona di età superiore ai trentadue anni. Il presidente di una compagnia di assicurazioni, in particolare una con beni come quelli posseduti dalla International Life di St. Louis, presuppone un uomo di età superiore ai trent'anni e con qualche laurea. Non si sa come Roy Toombs, figlio di un contadino del Kansas, sia stato in grado di raggiungere un tale livello di apparente importanza.

I ruggenti anni Venti – famosi per i liquori clandestini, le flapper e le guerre tra gang di Al Capone a Chicago – furono anche un periodo di eccessi, di scorrettezze finanziarie e di regole lassiste. Roy Toombs ne rimase coinvolto. Il "perché" non è noto, ma raramente lo è in questi casi. Fu annunciato nel luglio 1927 che Roy C. Toombs, "Chicago Investment Banker", era stato nominato presidente della compagnia di assicurazioni International Life di St. Louis, nel Missouri. Il 5 agosto 1928 si seppe che alla compagnia mancavano 3.500.000 dollari in titoli (il capitale sociale della società). Il giorno dopo Toombs negò che mancassero i titoli. Il giorno dopo fu rivelato che i titoli mancanti erano stati inviati a Roy Toombs a Chicago. Le notizie continuavano ad arrivare: Toombs fu arrestato; il capo della polizia di Chicago lo rilasciò; fu trovato che aveva ricevuto "prestiti a incastro di $ 1.000.000 ciascuno"; furono verificate irregolarità anche nella società di brokeraggio Toombs-Daley e nella banca a Downers Grove; Toombs finì al tribunale fallimentare; dopo aver giocato a gatto e topo con la polizia di Chicago, fu infine arrestato ed estradato nel Missouri con mandato del governatore. Le accuse contro Toombs dichiaravano che aveva violato la Sezione 3350 del Codice riveduto del 1919 dello Stato del Missouri, che rende illegale firmare o far firmare "qualsiasi certificato di proprietà falso o fraudolento o qualsiasi azione o quota di capitale azionario." La difesa di Toombs fu piuttosto complicata. Affermò che nell'agosto 1927 aveva preso in prestito $ 500.000 dalla compagnia di assicurazioni Great Southern Life con l'autorizzazione del suo presidente, Mr. Greenwood. Toomb lasciò a Mr. Greenwood alcune garanzie, che rivoleva indietro. A Toombs fu promessa una certa quantità di azioni della compagnia di assicurazioni International Life di St. Louis, di cui era presidente. Le azioni che arrivarono a Toombs, tuttavia, erano custodite in diverse cassette di sicurezza come proprietà della International Company, una holding incorporata nel Delaware e diretta dal fratello di Toombs. La holding accettò di consegnare le azioni a Toombs, ma altre persone non nominate erano in possesso delle chiavi di queste cassette di sicurezza e si rifiutarono di consegnarle, presumibilmente fino a una data successiva. Per rimediare a questo impasse, Toombs disponeva di tre certificati di magazzino (numerati D110009, D110010, D110011; a Toombs era stato addebitato specificamente solo il certificato di magazzino n. D110009), ciascuno per 3.000 azioni, emesse a suo nome. Il vicepresidente e il segretario della compagnia di assicurazioni International Life li sottoscrissero e li firmarono come corretti agenti autorizzativi per un simile problema azionario. Toombs sosteneva che non si trattava di azioni fraudolente, poiché da quando aveva diverse migliaia di azioni in portafoglio dalla società di partecipazione oltre a queste 9.000, avrebbe cancellato 9.000 azioni dopo aver ricevuto le azioni che gli erano dovute (la società aveva il potere di emettere solo 37.500 azioni in quel momento, che erano tutte "in circolazione", cioè di proprietà di qualcuno). Lo stato lo accusava di sovraemissione fraudolenta di azioni; Toombs sosteneva che non si trattava di una sovraemissione, ma semplicemente di un caso in cui si procurava il titolo a cui aveva diritto. La giuria non fu d'accordo con Toombs, e lo trovò colpevole il 13 aprile 1929. Fu condannato a pagare una multa di 3.000 dollari e a servire tre anni nel penitenziario di stato del Missouri. Fece appello e perse. Lo stato incriminò poi Toombs per lo stesso identico reato, questa volta per il certificato di magazzino n. D110011 (il che portava alla domanda: se avessero ottenuto una seconda condanna, sarebbe stato incriminato una terza volta per il certificato rimanente?). Toombs fu nuovamente condannato e condannato a pagare una multa di 1.000 dollari e a servire altri tre anni nel penitenziario di stato del Missouri. Toombs impugnò questa condanna sulla base del principio "ne bis in idem", e questa volta vinse il suo appello il 19 febbraio 1930. Toombs fu anche condannato per frode postale da un tribunale federale; nel 1931 era un detenuto del penitenziario federale a Leavenworth, Kansas (detenuto n. 39842). Non è noto se le condanne statali e federali siano state scontate contemporaneamente o se Toombs abbia ottenuto una liberazione anticipata per le condanne statali. Toombs fu citato in giudizio per $ 600.000 in connessione con l'affare della compagnia di assicurazioni International Life nel 1936, ma i dettagli di quel caso non sono noti. Resta la domanda: in che modo il figlio di un agricoltore del Kansas fu coinvolto in operazioni di questo tipo? A un certo punto, tra il suo tempo trascorso in prigione e il 1942, quando descrisse la sua occupazione come "sacerdote della Santa Chiesa Ortodossa in America", Toombs si interessò all'Ortodossia e si convertì.

II.

I genitori di Roy Toombs erano entrambi membri della chiesa battista a Winfield, nel Kansas, e furono entrambi sepolti presso questa chiesa. A quanto pare, Roy non mostrò mai molto interesse per la chiesa battista, o per qualsiasi altra chiesa, quando era giovane. A un certo punto, più tardi nella sua vita, si informò sulla Chiesa episcopale e in seguito si preparò per la conversione alla Chiesa cattolica romana. Il suo mentore, un gesuita, gli disse che la sua personalità e le sue inclinazioni erano più adatte all'Ortodossia orientale. Naturalmente, come molte professioni, il settore bancario era governato da una rete di "vecchia generazione". Nella Chicago degli anni '20 è probabile che ci fosse una buona percentuale di episcopaliani nella professione bancaria, e si può quasi dare per scontato che ci fosse un buon numero di massoni. In alcune professioni in quei giorni essere un episcopaliano e un massone erano le uniche vie sicure per il successo. È probabile che Roy Toombs sia stato esposto a entrambe le influenze nei suoi tempi bancari. Forse il suo interesse per la religione è venuto dopo, e può essere attribuito a una sorta di esperienza di conversione mentre era in prigione. Se così fosse, non sarebbe certamente né il primo né l'ultimo a subire una simile esperienza mentre era in prigione. Non sappiamo quando questo prete gesuita raccomandò l'Ortodossia orientale a Roy Toombs, ma il suo ingresso in un gruppo presunto "ortodosso" richiede qualche spiegazione.

Nel 1942 (quando viveva al 1369 di E. 57th Street a Chicago) Roy C. Toombs si iscrisse alla leva (servizio militare obbligatorio) nella categoria "Uomini nati a partire dal 28 aprile 1877 e fino al 16 febbraio 1897 o prima". Indicò la sua occupazione come" sacerdote della Santa Chiesa ortodossa in America ", con sede a New York City. Questa chiesa era sotto la direzione di George Winslow Plummer, il primo mentore "ortodosso" di Toombs. Anche Toombs scrisse articoli per "Mercury", un periodico rosacrociano di proprietà di Plummer e da questi pubblicato. Nel 1878 fu fondata a Boston la Societas Rosicruciana in Civitatibus Foederatis (SRCF). Questa società per lo studio del rosacrocianesimo ammetteva solo maestri massoni che erano cristiani trinitari. Nel 1885, Chester Gould si unì a questa società. I membri di questa società speravano di promuovere la "Grande Opera" della massoneria studiando e applicando i principi del rosacrocianesimo. Il rosacrocianesimo è "il sistema di credenze di una società segreta di mistici", una sorta di mélange di paganesimo egiziano, gnosticismo, speranze chiliastiche e cristianesimo esoterico. Il fondatore del rosacrocianesimo era il leggendario Kristian Rosenkreuz, con il suo libro Le nozze chimiche. In seguito si apprese che il libro era stato scritto da un monaco tedesco. Si suppone che il rosacrocianesimo si basi su "verità esoteriche del passato antico" che siano state "nascoste all'uomo comune" e che possano "fornire intuizioni nel regno spirituale". I primi documenti prevedevano una "riforma universale dell'uomo" in un futuro "illuminismo rosacrociano". All'inizio era associato al protestantesimo, specialmente alla varietà luterana. Era anche noto per aver esercitato influenza sulla massoneria. Nella mania occulta di fine Ottocento e inizio Novecento, molti gruppi occulti sostenevano che i loro insegnamenti fossero discesi dai rosacroce originali. Il loro simbolo, la croce rosea, è una croce bianca con una rosa al centro. Mentre molti rosacrociani affermano di professare Cristo, alcuni rivendicano che la croce rosea e i loro insegnamenti precedono il cristianesimo. Ne Le nozze chimiche, si suppone che Kristian Rosenkreuz avesse trascorso molti anni a Damasco e in Egitto, assorbendo i misteri nascosti che richiedevano la fondazione di società segrete. Questi insegnamenti erano popolari tra circoli di artisti, scrittori e musicisti, con aderenti e una frangia interessata che comprendeva Aleister Crowley, William Butler Yeats, Bram Stoker, H. Rider Haggard, August Strindberg, Theodor Reuss, Gustave Moreau, Felicien Rops, Georges Roualt e Erik Satie. Lo stesso fenomeno si era verificato nello stesso periodo in Russia, dove la grande maggioranza dei notevoli scrittori dell'età dell'argento della letteratura russa (Vjacheslav Ivanov, Feodor Sologub, Valerij Brjusov, Konstantin Balmont, Dimitrij Merezhkovskij, Zinaida Gippius, Innokentij Annenskij, Andrej Belyj) erano coinvolti nella teosofia, nell'antroposofia e in una varietà di altri insegnamenti occulti.

Nel 1907, Gould e George Winslow Plummer, un altro membro della SRCF, decisero che c'era bisogno di diffondere gli insegnamenti rosacrociani oltre il movimento massonico e fondarono la Societas Rosicruciana in America (SRIA), che volevano aprire a tutti. Gould morì nel 1909 e Plummer assunse il comando della SRIA. Plummer, nato a Boston nel 1876, si era laureato alla Brown University e si era trasferito a New York per intraprendere una carriera di artista. Molto più intraprendente di Gould, Plummer fondò diversi gruppi e periodici per diffondere gli insegnamenti del rosacrocianesimo: The Rosicrucian Brotherhood, un periodico; la Prima Chiesa Rosacrociana in America; la Mercury Publishing; il suo trimestrale, Mercury; sei college della SRIA (equivalenti a logge massoniche) negli Stati Uniti e una in Sierra Leone. Quando crebbe il suo interesse per la mistica cristiana esoterica, fu ordinato sacerdote e consacrato vescovo nel 1916 da Manuel Ferrando della Chiesa episcopale riformata. Il 1920 vide la fondazione di una scuola per corrispondenza, il Seminario per la ricerca biblica, per la quale scrisse una serie di lezioni intitolate "Misticismo cristiano". Nel 1924, insieme al sacerdote episcopale Arthur Wolfort Brooks, fondò la Chiesa universale anglicana; La Prima Chiesa Rosacrociana di Plummer fu assorbita da questa nuova chiesa. Nel 1927, Plummer e Brooks si separarono, e la loro chiesa si divise nella Chiesa universale di Cristo negli Stati Uniti (caldea) con Plummer come arcivescovo e la Chiesa apostolica-episcopale universale con Brooks come arcivescovo. Nel 1934, Plummer fu ri-consacrato da Ignatius (William Albert Nichols), della Santa Chiesa Ortodossa in America, che vantava la successione dell'Arcivescovo Aftimios (Ofiesh), capo della creazione del metropolita Platon (Porfirij Fedorovich Rozhdestvenskij, 1886-1934), la Chiesa ortodossa per gli americani. Quando Aftimios si sposò, Nichols si congratulò con lui per la sua audace mossa a favore della loro chiesa; poi il suo nuovo Sinodo congedò Aftimios, dopodiché Nichols assunse il comando. In seguito si sposò, sostenendo che ciò era legittimo, in quanto i vescovi nella Chiesa primitiva erano sposati.

Plummer unì la sua Chiesa Universale con la Santa Chiesa Ortodossa in America di Nichols, adottando il nome di quest'ultima. Stabilì congregazioni della Santa Chiesa Ortodossa in America in tutte le città con logge della SRIA; l'appartenenza alla SRIA e alla Santa Chiesa Ortodossa in America erano quasi identiche. Come ci si può aspettare, dal momento che questi eventi sono stati raccontati dai promotori di varie chiese indipendenti, ci sono diverse versioni della storia. Perché una versione sembrerebbe favorire un gruppo indipendente rispetto a un'altra non è facilmente comprensibile. Non si sa esattamente quando Toombs abbia incontrato Plummer o sia stato coinvolto in una qualsiasi delle imprese di Plummer. Di conseguenza, non è noto il coinvolgimento di Toombs nelle varie entità rigorosamente rosacrociane di Plummer. Plummer consacrò Theodotus Stanislaus de Witow (Stanislaus Witowski) come vescovo nel 1936. Theodotus Stanislaus de Witow consacrò vescovo Roy C. Toombs il 30 gennaio 1944; a partire da quella data, Toombs succedette a Plummer come capo della Santa Chiesa Ortodossa in America. In una lettera a uno studioso di vescovi vaganti, il reverendo Henry Brandreth, Toombs scrisse che la sua "successione era di Aftimios (Ofiesh)". Questa lettera fu scritta sulla carta intestata della Chiesa universale anglicana di Plummer. Questo, e il fatto che Toombs abbia scritto articoli per Mercury, suggerisce un coinvolgimento iniziale con Plummer e le sue varie creazioni, ma certamente non è una prova finale.

III.

Toombs registrò legalmente una missione in una chiesa al numero 226 West della 69a Strada a New York City nel 1947. Nel 1951, lasciò la Santa Chiesa Ortodossa in America e fondò la Chiesa Cattolica Ortodossa Orientale, in cui era affiliato con Gregory e John Adair, che erano i suoi sacerdoti, e con il vescovo John Chrysostom More-Moreno, ancora un altro vescovo della "stirpe di Aftimios". Quando Toombs si unì alla Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia nel 1951, i fratelli Adair erano impegnati in una causa contro di lui per la proprietà dell'edificio della chiesa. L'argomento era che l'edificio della chiesa apparteneva alla Chiesa Cattolica Ortodossa Orientale, non a Toombs, e di conseguenza questi non avrebbe dovuto portare con sé la chiesa sotto la ROCOR. Si dice che un avvocato canonista della Metropolia nordamericana avesse assistito i fratelli Adair nella loro causa. Gli Adair vinsero la causa, che risultò in un crepacuore per l'arcivescovo James. Dopo questo, egli servìper il resto della sua vita in una piccola cappella nel suo appartamento. L'edificio della chiesa era in una proprietà che sarebbe stata presto occupata dal Lincoln Center, e che fu venduta dagli Adair, che si dice abbiano tratto un grande profitto dall'affare.

A un certo punto del suo viaggio verso l'Ortodossia, l'arcivescovo James incontrò l'arcivescovo Vitalij (Vasilij Ivanovich Maksimenko, 1873-1960), capo della diocesi dell'America orientale e di Jersey City (ROCOR). Vladyka Vitalij divenne il suo mentore e lo condusse alla Chiesa ortodossa canonica. A quel tempo, Vladyka Vitalij era uno dei vescovi più anziani e rispettati nella ROCOR. È indubbiamente grazie alla sua influenza che l'arcivescovo James fu accettato nella Chiesa, così come, apparentemente in un tempo estremamente breve, consacrato all'episcopato. Il fatto che sia lui che il metropolita Anastasij (Gribanovskij), allora Primo Ierarca, accettarono entrambi la consacrazione e non richiesero neppure all'arcivescovo James di farsi crescere la barba, parla della serietà con cui erano considerati l'arcivescovo James e la Missione ortodossa americana.

Sorge certamente la domanda: il metropolita Anastasij e l'arcivescovo Vitalij avevano qualche idea del passato di Toombs? Era stato condannato alla prigione più di una volta ed era stato profondamente coinvolto in un gruppo occulto che era certamente "anatema" per l'Ortodossia. Le cifre degli appartenenti alla Santa Chiesa Ortodossa in America durante gli anni '40 erano certamente meno impressionanti: nel 1942 c'erano 861 membri; nel 1944 ce n'erano 1.300; durante gli anni '40 il numero delle chiese rimase abbastanza stabile tra dodici e quattordici. Nel 1952, l'anno dopo che l'arcivescovo James aveva lasciato la Santa Chiesa Ortodossa in America, erano elencati nove chierici e quattro chiese; per l'anno 1951 non sono stati raccolti dati relativi ai membri effettivi. Pensavano forse che facesse parte di una "chiesa americana" che aveva il potenziale per diventare veramente ortodossa? O che avrebbe potuto convertire gli americani, e quindi beneficiare la posizione della ROCOR nella sua nuova casa negli Stati Uniti? In un certo senso, la storia dell'ingresso dell'arcivescovo James nella ROCOR, e anche nel suo episcopato, è semplicemente inconcepibile. Tuttavia, l'esperienza della Chiesa russa pre-rivoluzionaria era che le persone che venivano alla Chiesa vi giungevano per una vera convinzione. Anche la Chiesa russa aveva esperienza nell'accettare interi gruppi, benché molto più grandi di quelli dell'Arcivescovo James: un grande gruppo di uniati nel 1840, diverse migliaia di nestoriani provenienti da Urmia (Persia settentrionale) con il loro vescovo e clero nel 1898; e la Edinoverie (cioè, il nome dato ai vecchi credenti che si unirono alla Chiesa ortodossa russa preservando l'Antico Rito) nel 1905. Ci si può anche chiedere cosa si aspettasse l'arcivescovo James dalla ROCOR. Per essere sinceri, c'erano giurisdizioni ortodosse più riconosciute e rispettate negli Stati Uniti nel 1950. Più sostegno di quanto non avesse? Prestigio? Il pensiero che i convertiti si sarebbero riversati in questa "autentica" Chiesa russa? Quando le persone fanno le cose per le ragioni sbagliate, raramente scrivono tali ragioni, che i posteri devono poi scoprire, e certamente nulla del genere è stato scoperto riguardo all'ingresso e alla consacrazione episcopale dell'arcivescovo James nella ROCOR. Mentre le domande sono inevitabili date le circostanze, non vi è semplicemente alcuna prova per credere che da entrambe le parti si sia agito in malafede.

L'arcivescovo James lavorava per il governo degli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale. Quando il metropolita Anastasij (Aleksandr Alekseevich Gribanovskij, 1873-1960) cercò di venire negli Stati Uniti dall'Europa nel 1949, secondo un associato dell'arcivescovo James, la Metropolia nordamericana espresse la sua opposizione al governo degli Stati Uniti, apparentemente sostenuta da denunce contro il metropolita Anastasij e la ROCOR. Se presi sul serio dal governo degli Stati Uniti, questi reclami avrebbero potuto impedire loro di entrare nel paese. L'unica lamentela che avrebbe potuto ottenere tale effetto sarebbe stata quella di una collaborazione con i nazisti. Come tutti i russi, anche quegli emigranti che non erano mai stati cittadini dell'URSS erano considerati tali dai sovietici, tutti i russi anti-comunisti ovunque in Europa dovevano essere rimpatriati nell'Unione Sovietica in modo da poter pagare per i loro "peccati" contro il regime sovietico. Di conseguenza, è del tutto possibile che ci fossero anche denunce presentate dall'Unione Sovietica contro il trasferimento del metropolita Anastasij negli Stati Uniti. Si dice che l'arcivescovo James abbia contattato gli amici a cui era vicino nel suo lavoro per il governo e li abbia convinti che la base dell'opposizione della Metropolia nordamericana (così come dell'opposizione sovietica?) all'ingresso del metropolita Anastasij nel paese, oltre al trasferimento della sede della ROCOR nel paese, non meritasse considerazione. L'intervento dell'arcivescovo James fu, quindi, presumibilmente il fattore decisivo per la riuscita istituzione del Sinodo dei Vescovi negli Stati Uniti.

Roy C. Toombs fu consacrato all'episcopato nella festa dei santi apostoli Pietro e Paolo, il 29 giugno / 12 luglio 1951, come vescovo di Manhattan, vicario della diocesi dell'America orientale e di Jersey Ciry. Il protetto di Vladyka Vitalij era ora il suo vescovo vicario. La consacrazione si svolse a Mahopac, nello stato di New York, all'Eremo dell'icona della Madre di Dio di Kursk. Concelebrarono con il metropolita Anastasij l'arcivescovo Vitalij (Maksimenko), l'arcivescovo Giovanni (san Giovanni di Shanghai e San Francisco, Mikhail Borisovich Maksimovich, 1896-1966) di Parigi e dell'Europa occidentale, il vescovo Nikon (Nikolaj Pavlovich Rklitskij, 1892-1976, in seguito arcivescovo di Washington e Florida), e il vescovo Seraphim (Leonid Georgievich Ivanov, 1897-1987, in seguito arcivescovo della diocesi di Chicago e Detroit). Alcuni giorni prima della consacrazione, l'arcivescovo James fu tonsurato monaco a Jordanville. Anche sua moglie, Maryangela, fu tonsurata. Alla Missione ortodossa americana dell'arcivescovo James fu data una posizione quasi completamente autonoma. Quando Vladyka Averkij (Aleksxandr Pavlovich Taushev, arcivescovo di Syracuse e Holy Trinity, 1906-1976) fu consacrato all'episcopato, nel giorno dello Spirito Santo, il 12/25 maggio 1953, il metropolita Anastasij presiedette, e l'arcivescovo James fu uno dei concelebranti. Poiché non era membro del Sinodo, non partecipava alle riunioni del Sinodo. Partecipò ai concili episcopali e a varie celebrazioni a Jordanville e Mahopac. A Mahopac, concelebrò con san Giovanni di Shanghai e San Francisco (l'arcivescovo Giovanni di San Francisco e dell'America occidentale). L'arcivescovo James incontrò la maggioranza dei suoi confratelli vescovi, se non tutti. Una foto scattata all'apertura del Concilio episcopale a Jordanville nell'ottobre del 1953 mostra l'arcivescovo James nel mezzo di un vero mare di volti russi, tra cui la maggior parte dei vescovi della ROCOR, così come altri membri del clero e molti membri della fraternità monastica di Jordanville. In quel Concilio nel 1953 (sebbene aperto a Jordanville, si tennero sedute a Mahopac), l'arcivescovo James consegnò un rapporto in cui affermava che la sua Missione ortodossa americana riceveva i convertiti, inclusi i cattolici romani, per mezzo del battesimo. Fino a quel momento, la ROCOR aveva ricevuto i convertiti secondo le pratiche che la Chiesa ortodossa russa impiegava prima della rivoluzione russa, ricevendo di solito i convertiti cattolici all'Ortodossia attraverso la confessione. Questo cambio di politica nella ricezione dei convertiti non trovò resistenza tra i membri del Concilio. Il fatto che l'arcivescovo James potesse contravvenire a una politica consolidata di una così lunga pratica, soprattutto senza un precedente permesso o apparentemente persino una consultazione, mostra chiaramente la grande ampiezza dell'autonomia accordata alla Missione ortodossa americana. A parte i Concili episcopali, le grandi feste, i giorni delle feste parrocchiali e simili, non c'era molto contatto quotidiano con i russi. Alcuni associati alla Missione ortodossa americana frequentarono alcune lezioni al seminario di Jordanville, ma la lingua era un problema. Anche padre Adrian Rymarenko (1893-1968, in seguito arcivescovo Andrej di Rockland) tentò di aiutare con l'istruzione. L'archimandrita Lazarus (Moore, 1902-1992) aiutò con le traduzioni. Le preoccupazioni per le commistioni occulte dell'arcivescovo James erano apparentemente infondate, secondo più di uno dei partecipanti ai suoi servizi. Dissero che non si era mai visto o sentito nulla nella cappella che suggerisse alcuna inclinazione occulta da parte dell'arcivescovo James o di uno degli altri partecipanti. Un'altra preoccupazione dei successivi critici dell'arcivescovo James fu il fatto che continuò a vivere con sua moglie. Come accennato in precedenza, sua moglie era stata tonsurata prima della sua consacrazione. Il piano originale, naturalmente, era che lei entrasse in un convento. L'unico convento della ROCOR negli Stati Uniti a quell'epoca era il convento appena fondato a Novo Diveevo. Le monache di Novo Diveevo parlavano solo russo; la moglie dell'arcivescovo James, Maryangela, parlava solo inglese. Nessuno ritenne che per Maryangela diventare monaca a Novo Diveevo sarebbe stata una situazione soddisfacente. Un uomo che fu vicino all'arcivescovo James dall'inizio degli anni '50 fino alla sua morte dichiarò che Maryangela e l'arcivescovo James vivevano nello stesso condominio, con appartamenti su piani diversi. Era anche enfatico sul fatto che non vivessero insieme come "marito e moglie". Quando l'arcivescovo James era molto malato verso la fine della sua vita, Maryangela fece la sua parte a prendersi cura di lui.

Due persone che conoscevano l'arcivescovo James hanno affermato che "la politica russofila", così come gli scarsi contatti con la parte russa della Chiesa, portarono alla fine l'arcivescovo James a lasciare la ROCOR. Col passare del tempo, il metropolita Anastasij fu presumibilmente circondato da persone che erano contrarie a una missione americana e a un vescovo americano; le traduzioni dei servizi in inglese erano un punto particolarmente dolente. Il protopresbitero George Grabbe (in seguito vescovo Gregory) era ritenuto contrario all'arcivescovo James e alla sua missione ortodossa americana; è noto che molti dei vescovi erano generalmente d'accordo con lui. Mentre c'erano membri del Concilio dei Vescovi che non erano infastiditi dall'arcivescovo James o dalla sua missione, l'arcivescovo James informò nel 1955il metropolita Anastasij che desiderava andarsene e continuare il lavoro missionario come vescovo di una Chiesa americana indipendente. L'arcivescovo James sentiva di essere una causa di divisione tra i vescovi della Chiesa, cosa di cui non voleva essere responsabile. Ci sono affermazioni che gli fu dato un congedo canonico o che fu semplicemente messo in pensione. L'arcivescovo James alla fine si disassociò dalla ROCOR nel 1959. Si dice che l'arcivescovo James abbia servito la prima liturgia pasquale in America interamente in inglese. Fu anche raffigurato nell'Enciclopedia Britannica negli anni '50 sotto la voce "Orthodox". La didascalia fotografica spiegava i paramenti di un vescovo.

IV.

L'arcivescovo James fondò la sua Chiesa americana indipendente nel 1959, nominandola la Chiesa ortodossa americana. Questa è rimasta dalla sua fondazione un'organizzazione con un singolo luogo di culto e pochi membri, associata al movimento Better Human Relations fondato da Maryangela Toombs. (È interessante notare che il figlio dell'arcivescovo James, Farrell, lavorò con gli studi di Hawthorne dopo la seconda guerra mondiale. Questi esperimenti giunsero alla conclusione che il rispetto e il buon trattamento dei lavoratori avrebbero, alla fine, aumentato i profitti. Gli associati agli esperimenti divennero noti con il nome di Human Relations Movement.) L'attuale capo della Chiesa ortodossa americana è l'arcivescovo John Schneyder, che è stato battezzato, cresimato, ordinato sacerdote e consacrato vescovo dall'arcivescovo James.

L'arcivescovo James morì l'1 novembre 1970 a New York City. Al suo funerale partecipò il metropolita Andrej (Stojan Petkov, 1886-1972, capo della diocesi ortodossa orientale bulgara degli Stati Uniti, Canada e Australia dal 1947 fino alla morte, che aveva frequentato l'Accademia teologica di Mosca, prestato servizio nell'esercito russo durante la prima guerra mondiale, lavorato come insegnante in Russia per due anni, ed era tornato in Bulgaria dopo la rivoluzione) di New York, uno dei vescovi ortodossi dei quali l'arcivescovo James era stato il padre confessore. Non erano presenti rappresentanti della ROCOR. Maryangela Toombs, sebbene un po' più giovane dell'arcivescovo James, sopravvisse a lui solo di un anno o due. Eterna memoria!

 
La riserva eucaristica

nella foto: una custodia eucaristica per portare la comunione agli infermi

Poiché l'accesso alle funzioni è limitato a causa del blocco del coronavirus, ci è stato detto che possiamo ricevere la comunione dalla riserva eucaristica, ma di questo non so quasi nulla. Si usa qualche forma di preghiera o altra officiatura? Quando si può ricevere la comunione in questo modo? Come dovrei prepararmi o digiunare? Ci sono differenze che possono essere applicabili se uno si comunica da sano, invece che da malato? Che cos'è esattamente la riserva eucaristica? Include il sangue o solo il corpo?

Che cos'è la riserva eucaristica?

La riserva eucaristica è molto simile all'eucaristia cui partecipano i fedeli alla Liturgia dei Presantificati. L'eucaristia presantificata è preparata in una Liturgia regolare. Un altro agnello (il pane eucaristico da consacrare nella Liturgia) è preparato per ogni Liturgia dei Presantificati che sarà celebrata nella settimana successiva. Prima della comunione del clero, si prendono questi agnelli e si intintgono, il che significa che il prete prende il cucchiaio e versa con cura piccole quantità del sangue consacrato sull'agnello, e quindi questo viene posto in un artoforio (αρτοφοριον significa letteralmente "portatore di pane").

un artoforio simile a quello che abbiamo nella nostra parrocchia

Un artoforio è progettato per consentire all'eucaristia presancificata di asciugarsi, senza che si indurisca troppo. La riserva eucaristica è preparata esattamente allo stesso modo, ma non è immediatamente posta in un artoforio o in un tabernacolo (un contenitore più grande, che è normalmente tenuto sull'altare tutto l'anno).

un tabernacolo

Come si prepara la riserva eucaristica

Idealmente, la riserva eucaristica è preparata il Giovedì Santo (che commemora la Cena mistica e l'istituzione dell'eucaristia da parte di Cristo), ma può essere preparata in qualsiasi Liturgia. La differenza tra la preparazione della riserva eucaristica e dell'agnello presantificato consiste nel fatto che, piuttosto che mettere l'intero agnello in un artoforio, dopo la conclusione della Liturgia, il sacerdote taglia questo agnello in pezzi adatti alla comunione dei fedeli. Alcuni sacerdoti lasciano semplicemente la riserva eucaristica in un disco coperto e la lasciano asciugare in tal modo. I nostri libri di servizio ci dicono di riscaldare queste particole in modo che siano completamente asciutte.

Il libro di servizio non specifica esattamente come ciò deve essere fatto, oltre a dire che un mattone deve essere posizionato sull'antimensio e che le particole devono essere riscaldate su carboni ardenti, mescolate regolarmente e rimosse dal calore, quindi riportate al calore tutte le volte che è necessario per asciugarle completamente, ma senza bruciarle.

Potrebbe esserci un metodo migliore per farlo rispetto a quello che mi è venuto in mente, ma quello che ho fatto è stato prendere una lattina di caffè in latta, con il fondo rimosso (la lattina deve essere un po' più larga del mattone, affinché l'aria fluisca correttamente). Ho usato un paio di pinze per fare delle piegature lungo la parte superiore, per consentire il flusso dell'aria, e poi ho posto sul fondo una ciotola di ceramica piena di sabbia (al fine di elevare i carboni), e ho disposto le parti come si vede in questa immagine:

Piazzo quindi sulla cima il fondo di una lattina di caffè più grande, che mi permette di posizionare al di sopra un piatto liturgico, in modo simile a questo:

Al di sopra metto ancora il piattino con la riserva eucaristica, pronta per essere mescolata.

Ho trovato che riscaldarla per circa 5 minuti, seguiti da 5 minuti di raffreddamento e ripetendo il processo per circa 30 a 40 minuti, ha funzionato bene. Ciò mi ha permesso di utilizzare due piatti e di ruotarli. Le particole venivano costantemente mescolate con la lancia liturgica, mentre erano sopra la fonte di calore.

Nel tabernacolo c'è un cassetto estraibile, nel quale devono essere posizionate queste particole. I libri di servizio dicono che se il materiale del tabernacolo non è oro o argento, dovrebbe essere rivestito di carta. La nostra è placcata in oro all'esterno, ma non all'interno del cassetto, quindi uso una larga scheda di cartoncino, la taglio per allinearla con il cassetto, e quindi vi metto le particole – dopo, ovviamente, averle fatte raffreddare e arieggiare su un disco coperto per circa un giorno.

Come si porta la riserva eucaristica ai fedeli?

Normalmente, la riserva eucaristica si usa per portare la comunione ai fedeli troppo malati per poter venire in chiesa, ma è anche usata per la comunione delle persone che non possono venire in chiesa per altri motivi. Per esempio, si usa per portare la comunione ai prigionieri che non hanno accesso a una liturgia in carcere. Esistono custodie per la comunione appositamente progettate per questo scopo.

una custodia eucaristica simile a una di quelle che usiamo nella nostra parrocchia

Queste custodie hanno un contenitore sufficiente per contenere tutte le particole eucaristiche necessarie, un cucchiaino e un piccolo calice. Spesso hanno anche un contenitore che può contenere del vino per la comunione. Questa custodia è ulteriormente inserita in qualche tipo di sacchetto che il prete può portare al collo.

In che modo ci si dovrebbe preparare a ricevere la comunione dalla riserva eucaristica?

Normalmente, ci si dovrebbe preparare come si fa quando ci si prepara a ricevere la comunione durante una normale Liturgia. Se qualcuno è malato, ovviamente, la sua capacità di digiunare può essere limitata o inesistente. Inoltre, se qualcuno fosse vicino alla morte, non ci sarebbe tempo per pregare prima della comunione, almeno non per molto. Ci si dovrebbe anche preparare con la confessione.

Cosa succede quando arriva il sacerdote?

La prima cosa che faccio io è trovare un tavolo robusto su cui posizionare gli oggetti sacri. Spesso, si tratta del tavolo da pranzo della famiglia. Dispongo una tovaglia da comunione sul tavolo, quindi apro la custodia della comunione, verso un po' di vino nel calice (questo vino non è consacrato), quindi posiziono nel calice le particole eucaristiche che saranno necessarie per la comunione presente. Fare ciò per prima cosa consente alle particole di restare immerse nel vino, in modo che siano morbide al momento della comunione. Mentre il vino versato nel calice non è consacrato, l'aggiunta di vino consacrato nella preparazione della riserva eucaristica aveva lo scopo di far sì che sia il corpo sia il sangue fossero presenti nella particola.

Io ascolto quindi le confessioni di coloro che si comunicheranno. Quindi, utilizziamo il servizio detto "Officio in situazioni di emergenza per dare la comunione a una persona malata". Se sono presenti altre persone, chiederò loro di tenere il panno della comunione sotto il mento della persona che si comunica. Dopo la comunione, si conclude la funzione, e poi io purifico il calice e metto via la custodia. Chi si è comunicato può dire le preghiere di ringraziamento subito, oppure dopo che il sacerdote se ne va, ma dovrebbe dirle in un modo o nell'altro, a meno che sia troppo malato per farlo. Se qualcuno è troppo malato per leggere le preghiere, qualcun altro le può leggere le preghiere ad alta voce perché chi si è comunicato possa ascoltarle.

 
La Chiesa al di fuori della Russia propone documenti corretti per la riunione a Creta

Si sono diffusamente udite espressioni di grave disaccordo per quanto riguarda i documenti proposti per la riunione dei vescovi ortodossi scelti dalla maggior parte delle Chiese locali nel mese di giugno a Creta (per qualche ragione chiamato 'un grande e santo Concilio pan-ortodosso'). Un fondamentale dissenso è stato espresso in varie Chiese locali, in particolare nelle Chiese di Antiochia, Georgia, Bulgaria, Grecia e Cipro, nonché nella Chiesa russa in Russia, Ucraina e Moldova. Al di fuori delle terre russe, la ROCOR ha ora aggiunto la sua voce al coro popolare. Ora New York aggiunge la sua voce a Kiev e a Chișinău; chiaramente ora va intrapresa qualche azione.

In modo completo e teologicamente fondato, ma costruttivo ed espresso con moderazione, anche la Chiesa fuori dalla Russia ha ora espresso il suo dissenso dai progetti di documenti per la riunione di Creta, che per ovvie ragioni non riconosce come un Concilio allo stato attuale. Essa riflette quindi le preoccupazioni di un numero sempre crescente di vescovi ortodossi, clero e popolo di tutto il mondo verso un processo visto come segreto (segreto che ha anche dato origine a teorie del complotto che poi danno origine a scismi), secolare, burocratico, contraddittorio e, soprattutto, per alcuni, anti-ortodosso. Di seguito riportiamo la dichiarazione dal metropolita Hilarion e del Sinodo dei Vescovi.

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New York – 13 aprile 2016

Al reverendissimo e al reverendo clero, ai venerabili monaci e ai pii fedeli

della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia:

Nel nome del Padre, del Figlio e del santo Spirito!

Alla luce della benvenuta pubblicazione dei documenti da prendere in considerazione da parte del prossimo Concilio pan-ortodosso, che si terrà a Creta dal 16 al 27 giugno 2016, il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia si è impegnato a esaminare questi testi, insieme a una moltitudine di altri vescovi, clero e laici che stanno facendo la stessa cosa in preparazione per la continuazione del Concilio, e per comunicare con il nostro gregge custodito da Dio e con altri il tipo di suggerimenti che proponiamo, dal momento che i documenti del Concilio sono causa di interesse e discussione per molti. Ci ricordiamo, in questa come in tutte le cose, delle parole del Signore al santo apostolo Pietro, quando ha affermato che il lavoro del futuro del pastore sarebbe stato di pascere le mie pecore (Gv 21:17); e allo stesso modo che il cibo per coloro che lo amano è di preservare diligentemente quello che Cristo ha insegnato loro: se mi amate, osserverete i miei comandamenti (Gv 14:15), e se qualcuno mi ama, osserverà la mia parola (Giovanni 14:23).

È con zelo per tali comandamenti divini che tutta la pienezza della gerarchia della Chiesa ortodossa russa cerca di applicare il consiglio del giusto re Salomone: porgi l'orecchio alla sapienza, e applica il tuo cuore alla comprensione (Proverbi 2:2), esaminando i documenti che sono stati messi a nostra disposizione con umiltà, diligenza e obbedienza. Questo compito è svolto in uno spirito libero da paura o preoccupazione mondana, Poiché manteniamo con fervore la fiducia che Dio stesso è sempre il timoniere della Chiesa, e come egli l'ha guidata attraverso i secoli fino ai nostri giorni, così continuerà a guidarci e preservarci ora e finché verrà di nuovo. Piuttosto, offriamo riflessioni su alcuni dei testi come mezzo per congiungere il nostro pensiero a quelli di molti altri che stanno lavorando per il bene di tutti i nostri sforzi inter-ortodossi, incluso sua Santità il patriarca e quei membri della nostra Chiesa ortodossa russa che operano con lui in queste preparazioni.

Mentre alcuni dei documenti – che sono stati preparati dalle Conferenze preconciliari per l'esame da parte del Concilio, ma che non sono, naturalmente, testi definitivi e sono necessariamente preliminari – non danno luogo a preoccupazioni nella nostra lettura, e in effetti contengono elementi di utile chiarimento (per esempio, il documento "L'autonomia e i mezzi per proclamarla"), l'impiego in altri di terminologia ambigua, di una mancanza di precisione teologica e di una lingua ecclesiologica estranea alla tradizione sacra della Chiesa, richiedono commenti che possano portare alla loro correzione. Questo è in particolare il caso in due documenti: "Relazioni della Chiesa ortodossa con il resto del mondo cristiano", e "la missione della Chiesa ortodossa nel mondo di oggi"; alcuni problemi sorgono anche con il testo procedurale dal titolo "Organizzazione e procedura di lavoro del Santo e Grande Concilio della Chiesa ortodossa".

Il documento "Relazioni della Chiesa ortodossa con il resto del mondo cristiano"

Non possiamo leggere il documento "Relazioni della Chiesa ortodossa con il resto del mondo cristiano" senza notare la misura marcata di incoerenza – sia in termini di lingua sia di concettualità – che lo contraddistingue; ma anche, più dolorosamente, il fallimento del documento nell'adottare una corretta ecclesiologia ortodossa nel modo necessario per il pieno annuncio della verità di Cristo in un mondo diviso. Nella nostra stima questo è il più problematico dei documenti pre-conciliari, che ne richiederà una sostanziale revisione e la modifica durante le sessioni del Concilio stesso, se si tratta di raggiungere una forma adatta per l'adozione.

Le incongruenze nella terminologia ecclesiologica sono evidenti, e sono già state notate da molti (l'eminentissimo metropolita di Nafpaktos e Aghios Vlasios, l'eminentissimo metropolita di Limassol, così come vari dotti chierici e studiosi ortodossi). Mentre il documento si apre identificando la Chiesa ortodossa come "una, santa cattolica e apostolica" (art. 1), che "fonda la sua unità sul fatto che è stata fondata dal nostro Signore Gesù Cristo, così come sulla comunione nella santa Trinità e nei sacramenti "(art. 2), la terminologia utilizzata in tutto il resto del testo rende ambigue queste frasi altrimenti chiare e vere. Non solo l'annuncio della Chiesa ortodossa come la Chiesa "Una" è confuso con l'affermazione che "la Chiesa ortodossa riconosce l'esistenza nella storia di altre Chiese cristiane e confessioni che non sono in comunione con lei" (art. 6) e i ripetuti riferimenti a "varie Chiese cristiane e confessioni" (art. 6, art. 20); il documento manca anche di qualsiasi riferimento al fatto che la Chiesa non è solo "fondata dal" nostro Signore e Dio e Salvatore Gesù Cristo (cfr art. 2), ma è sempre il suo Corpo mistico, sempre una e indivisibile (cfr Efesini 5:30; Colossesi 1:24). Anche se, naturalmente, tutti riconoscono l'esistenza nella storia di gruppi che cercano di seguire il Salvatore al di fuori della Chiesa ortodossa, e che possono per autodefinizione fare riferimento a se stessi come "chiese", l'ecclesiologia ortodosse non permette alcuna pluralizzazione di ciò che è, e deve sempre essere, uno: dello stesso corpo di Cristo. Nell'uso informale tale terminologia (vale a dire di "altre chiese") può a volte essere impiegata per comodità, ma non può avere posto in un documento formale della Chiesa, che deve essere scrupolosamente preciso e dare voce chiara e inequivocabile alle tradizioni che abbiamo ricevuto dai nostri padri, e che essi hanno ricevuto dal Signore.

Più gravi sono le carenze in questo testo per quanto riguarda la distinzione essenziale che cerca di affrontare: vale a dire, la Chiesa e i suoi rapporti con quelli al di fuori di lei. Mentre i nostri cuori fanno eco al sentimento del santo ieromartire Ilarion (Troitskij) che osservava la frattura nel mondo cristiano: "Quale cristiano consapevole non prova dolore nell'anima quando vede l'inimicizia e la divisione tra le persone che dovrebbero essere unite nella loro fede, tra le quali deve regnare la pace lasciata e data da Cristo ai suoi discepoli, e l'amore riversato nei cuori dei cristiani per mezzo dello Spirito Santo" – riconosciamo al tempo stesso che l'avvento di tale pace tra coloro che sono divisi può venire solo attraverso la proclamazione dell'unico vero cammino verso l'unità: la vita di salvezza offerta nella Chiesa; e che la comprensione di come ritornare alla Chiesa indivisibile inizia con una giusta comprensione della separazione. Qui il documento è molto poco chiaro. In nessun punto il testo indica l'esempio dei santi Padri, dei Concili e dei Canoni della Chiesa per identificare la divisione tra popoli cristiani come una derivazione dallo scisma e dall'eresia (termini che, in modo quanto mai sorprendente, non appaiono affatto nel testo); vale a dire, in termini di gradi crescenti di separazione e dipartita dal Corpo di Cristo e dalla verità. [1] Al contrario, il documento segue l'approccio para-ecclesiologico di localizzare la divisione all'interno di un ampio concetto di "unità dei cristiani" (cfr art. 4), che diventa essa stessa una frase ambigua usata per implicare una "unità dei credenti in Cristo" di primaria importanza (ibid.), che si estende al di là della Chiesa "una, santa cattolica e apostolica" e incorpora molte altre confessioni. [2]

È in questo contesto di una para-ecclesiologia eterodossa che il documento procede a parlare di unità dei cristiani come qualcosa che è stato "perso" (art. 5), e del "ristabilimento dell'unità dei cristiani", come uno degli obiettivi persistenti della Chiesa (art. 4, 5, 12, 24). Tali dichiarazioni contraddicono la proclamazione altrimenti valida che "l'unità con cui la Chiesa si distingue nella sua natura ontologica è impossibile da infrangere" (art. 6). Inoltre, mescolare la giusta proclamazione che la Chiesa offre testimonianza "a coloro che sono al suo esterno" (ibid.) con il suggerimento che opera con questi organismi al fine di ottenere "l'unità perduta dei cristiani, sulla base della fede e della tradizione dell'antica Chiesa dei sette Concili ecumenici "(art. 5), rende chiaro che "l'unità" di cui si parla è un'unità in cui la Santa Chiesa ortodossa di questi Concili non è che una parte o un componente, piuttosto che l'intera unità indivisa che Cristo ha sempre conservato come sua sposa (cfr Efesini 5:25-26:32). In tutto questo, non solo si implica un'ecclesiologia eterodossa nel progetto di una dichiarazione potenzialmente pan-ortodossa, ma si trascura una straordinaria opportunità pastorale. La vera disunione presente tra i popoli cristiani oggi è la perdita di unità dei cristiani eterodossi con la Chiesa ortodossa; e il percorso di guarigione che può rendere veramente unita l'umanità divisa è la dipartita penitente dallo scisma e dall'eresia, e il ritorno alla Chiesa Una la cui unità non è mai stata spezzata. [3] È per la conservazione divina di questa unità interiore che abbiamo pregare quando chiediamo "l'unione di tutti" nei servizi divini, mentre allo stesso tempo portiamo nel cuore la speranza del ritorno di coloro che sono divisi. Una dichiarazione pan-ortodossa che non riesca a proclamare questa speranza evangelica nel mondo perde occasione di portare rettamente il  messaggio della salvezza.

Lo stesso documento contiene altri errori che non possono essere trascurati. I suoi commenti nel ventitreesimo articolo sulla necessità di un dialogo teologico tra cristiani (di per sé uno sforzo buono e potenzialmente fruttuoso) che "escluda qualsiasi pratica di proselitismo o di eventuali manifestazioni oltraggiose di antagonismo interconfessionale" (art. 23). La libera associazione del termine "proselitismo" con "antagonismo interconfessionale" è problematica, perché il Signore comanda la predicazione attiva (che porta al battesimo) a "tutte le nazioni" (cfr Matteo 28:19-20) e assicura la Chiesa della sua speciale tutela di coloro che divengono proseliti – una realtà a cui inneggiamo nei Salmi Tipici della Divina Liturgia (κύριος φυλάσσει τοὺς προσηλύτους, Salmo 145:9). Proibire categoricamente il "proselitismo", propriamente inteso, da parte degli ortodossi verso gli eterodossi è una tacita accettazione di una "uguaglianza delle confessioni" (cosa che il documento stesso dice giustamente che non può essere accolta; cfr. art. 18), in quanto equivale ad avallare l'idea che gli eterodossi sono già uniti al corpo di Cristo (la Chiesa) e, pertanto, non devono essere attirati verso di essa tramite una conversione penitente.

Presumiamo tale divieto chiaramente anti-evangelico non è ciò che intende il testo, che accoppia il "proselitismo" con le "manifestazioni oltraggiose di antagonismo interconfessionale"; e, invece, presumiamo che stia usando il termine nella volgarizzazione comunemente riconosciuta per riferirsi a tattiche subdole e spesso disoneste impiegate nella predicazione del Vangelo, piuttosto che alla predicazione del Vangelo stesso (allo stesso modo interpretiamo l'impiego di questo termine nella recente dichiarazione congiunta di sua Santità il patriarca di Mosca e del papa di Roma della Chiesa cattolica romana [4]). Tuttavia, mentre l'uso informale del termine per riferirsi a perversioni di comportamento può essere ammesso in documenti non impegnativi, non può essere ammesso in una dichiarazione ecclesiologica formale.

Il documento "La missione della Chiesa ortodossa nel mondo di oggi"

I problemi contenuti nel documento "La missione della Chiesa ortodossa nel mondo di oggi" sono più sottili e teologici di carattere rispetto a quelli del testo sulle relazioni della Chiesa ortodossa con il resto del mondo cristiano, ma proprio per questo motivo meritano attenzione speciale. Sua Eminenza il metropolita di Nafpaktos e Aghios Vlasios ha già accuratamente delineato le basi dei difetti antropologici che sottendono tutto questo testo, che rendono la sua altrimenti nobile attenzione all'opera dell'Ortodossia nel promuovere la pace, nell'avversione della guerra, nella lotta contro la discriminazione, ecc, profondamente problematica fino a quando non saranno corretti.

Il cuore del problema risiede nell'uso persistente nel documento del termine "persona umana" dove dovrebbe usare "uomo", e nel fondamento della sua discussione umanitaria nelle elaborazioni di questo termine. [5] L'utilizzo del termine "persona" per l'uomo emerge nella discussione ortodossa in maniera notevole solo dai tempi di V. Lossky, che ha riconosciuto egli stesso la novità del suo uso del termine; e mentre è diventato quasi normativo nelle discussioni contemporanee, i santi Padri sono coerenti nell'uso del termine scritturale e liturgico "uomo". Il termine "persona" (Rus. Лицо, Gr. Πρόσωπον) [6] è principalmente utilizzato nel linguaggio ortodosso in riferimento alle Persone divine della Santissima Trinità, nel confessare l'essere ipostatico unico del Padre, del Figlio e del santo Spirito, come pure come la realtà ipostatica singolare del singolo Figlio, nel quale sia la natura divina e umana convivono "senza confusione, cambiamento, divisione e separazione" (definizione del IV Concilio ecumenico). Quasi mai il termine è applicato alla creatura umana (nella quale non esistono queste distinzioni), proprio come un modo di notare la distinzione assoluta tra ciò che è creato e ciò che è increato – poiché mentre l'uomo è "a immagine e somiglianza di Dio", non è in alcun modo paragonabile, nella sua creaturalità, a Colui che non ha inizio.

Questa precisazione, che a prima vista può sembrare eccessivamente sfumata o addirittura pedante, è di fondamentale importanza per la teologia e l'antropologia ortodossa, e dimostra la necessità della più esigente delle attenzioni quando si prendono in considerazione documenti da far circolare in modo capillare (anche in un caso come questo, in cui il testo non pretende affatto di trattare la dottrina trinitaria, ma inavvertitamente propone temi dottrinalmente problematici). L'aumento di un'erronea applicazione del termine "persona" all'uomo nel corso degli ultimi 75 anni ha portato a numerose perversioni del linguaggio teologico nel campo della riflessione dottrinale, tra cui uno dei più noti è il concetto che vi è una "comunione di Persone divine nella Santa Trinità", che è direttamente affermato nel documento (art. 2.I). [7] Le precise discussioni teologiche del IV e del V secolo hanno chiarito che il Padre, il Figlio e lo Spirito sono uniti in un'eterna comunione di essenza (nella generazione del Figlio, nella processione dello Spirito e nella monarchia del Padre), ma non in una comunione di persone. L'errata applicazione del termine "persona" all'uomo ha portato, tuttavia, a considerazioni della comunità del genere umano applicate alla natura della Santissima Trinità in un modo che contraddice il chiaro insegnamento dei Padri e dei Concili ecumenici. Inoltre, tale linguaggio improprio sulla Trinità crea nuovi problemi antropologici che nascono dal vedere "la persona umana" come "una comunità di persone nell'unità del genere umano che riflettono la vita e la comunione delle Persone divine nella Santa Trinità" (art. 2.I – una delle frasi più problematiche del documento). [8] Se è vero che la libertà dell'uomo (il soggetto dell'articolo 2) è un dono derivante dal suo essere creato "a immagine" di Dio, né la sua vita nella vasta comunità della razza umana, né la libertà che esercita al suo interno, sono paragonabili alla libertà delle Persone divine espressa nella loro eterna reciproca comunione.

In molti punti del documento sono presenti segni di quest'antropologia imperfetta, riassunti nel suo desiderio di far avanzare "il riconoscimento generale dell'alto valore della persona umana" (art. 1.III) [9] come fonte per il suo linguaggio della missione. Ma quando l'uomo viene identificato in modo improprio come una persona umana che riflette una concezione impropria di una "comunione di Persone divine" nella Trinità, il suo "alto valore" è elaborato in termini necessariamente imprecisi. il valore dell'uomo è davvero alto, ma il diritto di fondazione del suo valore sta proprio nella sua distinzione creaturale dalle Persone della Trinità, nella cui vita è comunque chiamato e la cui immagine porta ancora misticamente, cosa che lo rende unico in tutta la creazione in quanto può raggiungere la somiglianza di Dio attraverso la divinizzazione della sua natura.

In sintesi, ci preme sottolineare che questo documento sulla missione della Chiesa dice molte cose buone: la sua enfasi sul corretto esercizio della libertà umana, sul perseguimento della pace e della giustizia, sulle lotte contro la discriminazione, sull'identificazione di molteplici problemi con le ideologie secolari e consumistiche della nostra cultura attuale, e così via – questi sono tutti obiettivi lodevoli e graditi a Dio. Ma non devono essere soddisfatti attraverso l'applicazione di concetti antropologici e teologici difettosi. Il termine "persona umana" dovrebbe essere sostituito in tutto il documento con il più soddisfacente termine "uomo", soprattutto in frasi chiave come "il valore della persona umana" (art. 1.III). Allo stesso modo, altri termini antropologici ambigui o non correttamente impiegati dovrebbero essere esaminati con cura e corretti (come ad esempio l'uso di "genere", quando in realtà si intende "sesso"; Cfr Prefazione, art. 5 [ii, iii]).

Una parola sulle procedure e sull'autorità del Concilio

Infine, resterebbe una parola da dire sulle procedure operative stabilite per il Concilio, in riferimento all'autorità che tutti i documenti che esso può approvare avranno all'interno del mondo ortodosso.

Non siamo i primi a notare l'affermazione ecclesiologica viziata presente nell'articolo 22 del documento "Relazioni della Chiesa ortodossa con il resto del mondo cristiano", che sostiene che "la conservazione della vera fede ortodossa è possibile solo grazie alla struttura conciliare che fin dai tempi antichi è stata per la Chiesa il criterio forte e definitivo in materia di fede". I santi Concili della Chiesa, anche quelli ritenuti ecumenici nella coscienza della Chiesa, non sono mai stati "il criterio forte e definitivo in materia di fede", ma piuttosto lo è stata la conferma guidata dallo Spirito di un criterio di fede che è l'espressa volontà di Cristo. La vera fede ortodossa non si conserva "solo... grazie alla struttura conciliare" della Chiesa, ma attraverso la costante, attiva guida di Cristo sul suo corpo, che i Concili regolarmente costituiti e uniti in preghiera manifestano, piuttosto che determinare.

Questo si realizza attraverso la grazia carismatica, apostolica elargita sui vescovi della Chiesa, che nella preghiera e nella riflessione conciliare palesa misticamente la volontà di Dio che parla nei suoi ministri e attraverso i suoi ministri. Per questo motivo, i concili che sono stati valutati dalla Chiesa come aventi autorità vincolante sulla sua opera e vita sono quelli in cui è conservata la piena libertà di questa grazia episcopale. Ogni vescovo manifesta ugualmente il carisma apostolico, e nel concilio ogni vescovo è liberamente in grado di far sentire la sua voce nella pienezza di quell'assemblea. Solo in tal modo i concili hanno potuto dire, È parso bene allo Spirito Santo e a noi (Atti 15:28) e proclamare autorevolmente la volontà del Signore.

Le decisioni prese durante il processo pre-conciliare e la decisione dei primati delle Chiese autocefale, definite agli articoli 3, 12 e 13 del documento "Procedura per l'organizzazione e il funzionamento del Santo e Grande Concilio della Chiesa ortodossa", chiarificano che la riunione pan-ortodossa che si terrà quest'anno non sarà un concilio di questa natura. Ci affrettiamo ad aggiungere, in uno spirito di piena fede e di amore, che ciò non significa in nessun modo che la riunione non possa avere valore e importanza, e in effetti noi preghiamo per un incontro proficuo che permetta un nuovo grado di dialogo inter-ortodosso e di lavoro comune. Tuttavia, un concilio che include solo un numero fisso di vescovi rappresentativi (art. 3.i), in cui il voto sull'adozione dei testi è fatto su un nuovo modello "una Chiesa, un voto" in cui la votazione "si effettua per Chiese ortodosse, non per ogni membro particolare delle delegazioni rappresentate in seno al Concilio" (art. 12.i), in cui viene esplicitamente affermato che" il voto al Concilio di una Chiesa, non di un membro di una delegazione, non esclude la possibilità che uno o alcuni vescovi nella delegazione di una particolare Chiesa autocefala prendano una posizione negativa nei confronti delle modifiche introdotte o di un testo in generale" (art. 12.ii) e respinge qualsiasi voce di dissenso di tal genere come "un affare interno di quella Chiesa alla quale appartengono quei vescovi" (art 12.iii.) – tutte queste cose significano che tutti i documenti approvati in questo Consiglio potranno effettivamente avere "un'autorità pan-ortodossa" (art 13.ii.), ma tale autorità non può essere né dogmatica né dottrinale, ma rappresenterà solo l'autorità delle voci di quei vescovi a cui tali regolamenti consentono di essere presenti, parlare e avere un voto. Mentre siamo soddisfatti dal fatto che l'insistenza sul consenso unanime per eventuali modifiche (art. 11.ii), così come per l'adozione di testi stessi (art. 13.Ho), sia una misura di salvaguardia adeguata  contro la possibilità di imposizione di qualsiasi testo a "maggioranza dei voti", resta il fatto che, anche nei casi in cui le decisioni fossero prese a questo Concilio con il consenso unanime dei presenti, tali decisioni non potranno mai essere considerate testimonianze del consenso della pienezza della Chiesa, e perciò la loro autorità dovrà essere giudicata di conseguenza.

Conclusione

Scriviamo quanto sopra per offrire alcune correzioni critiche ai documenti proposti per l'esame da parte del prossimo Concilio, in uno spirito di fraterna collaborazione, accordo e sostegno ai nostri fratelli vescovi e al clero delle altre Chiese ortodosse locali, come per esempio quelli precedentemente menzionati in questa lettera, che stanno contribuendo in modo analogo; e anche al fine di rassicurare il gregge dei fedeli a noi affidati da Cristo della grande attenzione posta sul compito di esaminare questi documenti da parte dei loro pastori. Il processo di risposta alle esigenze pastorali di ogni età richiede sia un'enorme preghiera e devozione ascetica da parte di tutti i cristiani, sia anche un'opera dedicata, deliberata al fine di garantire, in qualsiasi documento che la Chiesa può proporre, la fedeltà al Vangelo che abbiamo ereditato. Tutti questi testi, ora come nel corso della storia, passano attraverso molte fasi di preparazione e di revisione; e il fatto che noi, insieme ad altri, abbiamo identificato gravi problemi in alcuni dei documenti in attesa di esame da parte del prossimo Concilio non dovrebbe essere un motivo di paura né di ansia. Lo Spirito Santo, che guida sempre la Chiesa nell'amore, non è lontano da noi oggi; e la Chiesa non è priva nei nostri tempi, né è mai stata priva, della guida attiva del suo vero Capo, Cristo nostro Dio, e confidiamo con piena fede che egli guiderà il suo corpo in tutta la verità.

Noi imploriamo con fervore le preghiere di tutti i fedeli del nostro gregge, affinché stando saldi sulla roccia della Chiesa, le loro preghiere possano sostenere tutti quei vescovi che lavoreranno per il bene di questo dialogo e assemblea.

firmato,

+ HILARION,

Metropolita dell'America orientale e di New York,

Presidente del Sinodo dei Vescovi.

+ MARK,

Arcivescovo di Berlino e della Germania.

+ KYRILL,

Arcivescovo di San Francisco e dell'America occidentale,

Segretario del Sinodo dei Vescovi.

+ GABRIEL,

Arcivescovo di Montreal e del Canada.

+ PETER,

Vescovo di Cleveland.

+ NICHOLAS,

Vescovo di Manhattan.

Note

[1] Come si dice, per esempio, nel linguaggio chiaro di san Basilio il Grande nella sua Prima Epistola canonica (Epistola 188), così come nel primo canone dello stesso Padre e nel commento allo stesso canone di san Nicodemo della Santa Montagna; e in molti altri elementi della tradizione della Chiesa.

[2] A questo proposito siamo particolarmente grati per la delucidazione di sua Eminenza il metropolita Ieroteo di Nafpaktos e Aghios Vlasios, nella sua Lettera al Santo Sinodo della Chiesa di Grecia (18 gennaio 2016), in cui richiama l'attenzione sulla presenza implicita della cosiddetta "teologia battesimale" richiamata attraverso il riferimento del documento al 7° canone del secondo Concilio ecumenico, e il 95° canone del Concilio Quinisesto; e che come nota sua Eminenza sembra rimettere in discussione la decisione dei patriarchi del 1756, con la quale l'unico battesimo della Chiesa ortodossa è dichiarato come privo di paralleli in altre confessioni.

[3] Siamo grati per la chiarezza su questi punti proposti nella recente lettera di sua Eminenza Atanasio, metropolita di Limassol (datato 11 febbraio 2016), con le cui considerate opinioni siamo d'accordo.

[4] Cfr la dichiarazione congiunta del patriarca Kirill e papa Francesco, 12 febbraio 2016, sezione 24.

[5] Notiamo l'attenta precisione che deve essere applicata in questa materia, poiché il documento si avvale sia dei riferimenti corretti per "uomo" (человек, ὁ ἄνθρωπος), sia di riferimenti non corretti per "persona umana" (человеческая личность, τόν ἀνθρώπινον πρόσωπον). Questi ultimi, che sono il nucleo dei problemi teologici in questo documento, si trovano in: Art.1, Titolo; 1.i, iii; 2.i,iii; 3.i; e 6.v). Per coloro che leggono i testi in altre traduzioni, il problema è a volte aumentato (per esempio, la traduzione in inglese ampiamente diffusa, che non è di per sé una traduzione ufficiale delle Conferenze pre-conciliari, confonde regolarmente e ulteriormente la questione, non riuscendo a distinguere tra i diversi termini nel testo ufficiale, rendendo quasi tutti i casi, anche di человек, ὁ ἄνθρωπος come "persona umana" Cfr Prefazione paragrafi 2, 4, art. 1I; più istanze in 2.i; 6.iii, x, più istanze in 6.xii, 6.xv).

 [6] Notiamo qui un' importante distinzione tra l'utilizzo teologico in lingua russa e greca: il russo fa una distinzione tra Лицо (utilizzato in riferimento alle Persone divine, Лицы, della Santa Trinità) e личность, che a volte è utilizzato per l'uomo, conservando una distinzione tra il tipo di persone identificate nella Trinità, e l'essere della creatura umana. Così, nella edizione ufficiale russa del presente documento, la frase in questione è sempre resa человеческая личность e non человеческое лицо; mentre in greco una distinzione del genere linguistica non esiste e quindi la frase è sempre reso con πρόσωπον ἀνθρώπινον, del tutto inaccettabile.

Oltre a questioni di accuratezza teologica, questo introduce anche un problema procedurale nei documenti del Concilio, dal momento che la versione ufficiale del testo russo impiega una differenziazione del vocabolario che non viene impiegata nel greco. Un'ulteriore incongruenza esiste nella versione ufficiale francese del documento, che impiega "la personne humaine" (o una variante) circa 12 volte, rispetto a 7 nelle versioni russa e greca, e spesso la impiega dove il testo greco legge ὁ ἄνθρωπος e il russo legge человек (per esempio, nella prefazione, art. 1.ii.). Così abbiamo tre diversi documenti, che utilizzano diverse distinzioni e sfumature di vocabolario, piuttosto che una triplice presentazione di un singolo testo in traduzione.

Mentre la distinzione russa di лицо / личность può essere meno problematica rispetto ad attribuire la titolarità diretta di "persona" (лицо) all'uomo, è comunque una novità teologica che questo documento non deve promuovere. Ci sembra che la precisione teologica sia meglio mantenuta evitandola, e utilizzando l'apposito человек / ὁ ἄνθρωπος / l'homme per l'uomo in tutti i casi.

[7] Entrambe le versioni ufficiali russa e greca comprendono questa affermazione teologica impropria, che descrive la Trinità come: «общение Божественных Лиц», «κοινωνίαν τῶν θείων προσώπων».

[8] Rus. «И как члену сообщества личностей, в единстве человеческого рода по благодати отражающих жизнь и общение Божественных Лиц в Святой Троице». Gr. «Καί ὡς κοινωνίαν προσώπων ἀντανακλώντων κατά χάριν διά τῆς ἑνότητος τοῦ ἀνθρωπίνου γένους τήν ἐν τῇ Ἁγίᾳ Τριάδι ζωήν καί κοινωνίαν τῶν θείων προσώπων». Ancora una volta vediamo qui la differenza tra l'uso russo, che distingue in questa frase tra лиц e личность, e il greco che usa πρόσωπον in ogni caso.

[9] «Всеобщее признание высокой ценности человеческой личности»; «Ἡ κοινή ἀποδοχή τῆς ὑψίστης ἀξίας τοῦ ἀνθρωπίνου προσώπου». Cfr. art. 6.v, dove è espresso un sentimento simile, ancora una volta usando i termini impropri.

 
A un anno dal rinnovo del sito...

Il 22 maggio del 2012 è entrata in funzione la nuova versione del nostro sito parrocchiale, che era presente in rete già da oltre un decennio. Dal momento del rinnovo si sono moltiplicate non solo le occasioni di parlare della vita della Chiesa ortodossa a Torino, in Italia e nel mondo, ma anche le persone che hanno trovato nel sito una grande varietà di informazioni utili per il loro cammino spirituale. Ringraziamo tutti quelli che hanno consultato il sito (la media del primo anno è stata di circa 2000 visitatori al mese), e quelli che ci hanno fatto segnalazioni, richieste e osservazioni che hanno aiutato il sito a rispondere alle loro necessità. Speriamo, se il Signore ce lo concede, di continuare l'attività del sito e di espandere gli orizzonti del materiale disponibile sull'Ortodossia cristiana dalla prospettiva di una parrocchia in Italia.

 
Senza forze di fronte alla bruttezza

Per i cristiani come me, che sono particolarmente sensibili alla bellezza come manifestazione della natura di Dio, stare in chiese brutte e ascoltare brutta musica sacra è una vera e propria lotta. Non sto parlando di chiese ricche. La mia parrocchia è una missione rurale, e noi siamo poveri. Ma abbiamo dato tutto quello che abbiamo per creare uno spazio bello per il culto. La nostra antica liturgia è bella. Mia moglie, che dirige il coro, e con la moglie del prete, che canta con lei nel coro, fanno grandi sforzi per imparare la complessità del canto ortodosso, il tutto per fare qualcosa di bello per Dio, e per aiutare il resto di noi a sperimentare la sua presenza nel culto. Non voglio sembrare trionfalista, perché non mi sento affatto trionfalista, ma devo dirvi che una delle cose migliori dell'essere ortodossi è non dover più lottare con la bruttezza delle chiese e delle liturgie cattoliche contemporanee in America. La rabbia dentro di me era a volte troppo da sopportare, soprattutto perché sapevo che non doveva essere così! Nella sua lunga storia, la Chiesa cattolica romana e le culture che ha informato hanno prodotto un'arte tra le più grandi del mondo, e tutto per la gloria di Dio. Nella maggior parte delle chiese (ma non in tutte) che frequentavo da cattolico, mi sentivo come se stessi mangiando in piatti di carta con forchette di plastica, mentre il padrone di casa continuava ad accatastare in un armadio pile e pile di fine porcellana e argenteria. Non è ragionevole aspettarsi la musica di Palestrina a ogni messa, ma il messaggio che tante parrocchie americane trasmettono ai fedeli è che la bellezza non conta.

Per essere chiari, la bellezza non è fine a se stessa per il cristiano. Se la bellezza non indirizza verso Dio, rendendo più facile sperimentare la sua presenza salvifica, allora non è recepita nel modo giusto. Inoltre, io affermo che la bellezza non compensa l'abbandono della verità. Se le affermazioni di cattolicesimo sono vere, allora si è costretti a rimanere cattolici, e a sopportare le innodie dei gesuiti di St. Louis e cose simili, per amore della verità. Ma non devono per forza piacere, e si può lamentare l'incapacità della Chiesa istituzionale nel comprendere la connessione tra bellezza e verità, e nel comprendere che la Chiesa ha sempre creduto che l'arte sia in un certo senso un mediatore di verità divina. Stavo parlando l'altro giorno con un cristiano ortodosso, che sottolineava che fu la bellezza della basilica di Santa Sofia a Costantinopoli, e la maestosità del suo culto liturgico, che portò nel 988 alla conversione della Russia al cristianesimo ortodosso piuttosto che al cristianesimo cattolico romano. Gli ambasciatori di Vladimir visitarono i cattolici tedeschi, osservarono i loro rituali, e li trovarono austeri. Ma quando visitarono Costantinopoli, fu diverso:

"E siamo andati nelle terre greche, e ci hanno portato in un posto dove servono il loro Dio, e non sapevamo dove eravamo, se in cielo o in terra; e non sappiamo come raccontarlo. Tutto quello che sappiamo è che lì Dio vive con gli uomini e il loro culto è migliore che in qualsiasi altro paese. Non possiamo dimenticare quella bellezza come ogni persona che, se mangia qualcosa di dolce, non vorrà più mangiare qualcosa di amaro; quindi non possiamo più rimanere nel paganesimo".

Nel nostro paese, tendiamo a pensare alla bellezza come a un lusso, come qualcosa di superfluo, di accessorio al vero lavoro della Chiesa, e a qualsiasi altra cosa. Questo è il motivo per cui i corsi di arti sono sempre i primi a essere sacrificati nei tagli del bilancio dell'istruzione. Noi non crediamo che la bellezza sia importante per vivere una vita buona, una vita significativa. Questo non è solo un problema cattolico, ma la perdita globale di un amore per la bellezza tra i cattolici americani è una particolare tragedia, perché la tradizione teologica, liturgica e artistica cattolica dovrebbe aver dato ai cattolici americani molte più basi per resistere all'abbruttimento delle loro chiese e liturgie. Ma non è stato così.

Ne parlo come amico della sceneggiatrice e insegnante cattolica Barbara Nicolosi, il cui profilo Facebook recentemente è stato riempito di lamenti per la perdita della bellezza nelle parrocchie della sua arcidiocesi di Los Angeles – lamenti che toccano una corda molto, molto familiare all'interno del mio stesso cuore. Oggi Barbara scrive su Facebook:

C'è stata una forte reazione ieri notte alla mia presentazione sulla liturgia e bellezza. A un certo punto, mi sentivo come se vivessi quella scena nel Vecchio Testamento, quando il popolo si sentiva colpito al cuore e gridava al profeta: "Che cosa dobbiamo fare?" Era così ieri sera. C'erano diverse persone che quasi gridavano: "Come possiamo risolvere questo problema? Da dove cominciamo?" Mi è venuto in mente che una delle ironie della Chiesa post-conciliare è che anche in mezzo all'invito incessante alla piena partecipazione, i nostri laici non si sono mai sentiti così totalmente impotente di fronte agli atteggiamenti radicati nelle burocrazie parrocchiali e diocesane.

La foto in cima a questa pagina mostra l'aspetto della nostra piccola chiesa quando abbiamo iniziato a fine 2012. Il locale era un laboratorio del precedente inquilino. Ma la nostra piccola comunità e il suo parroco hanno lavorato sodo, e abbiamo scavato in profondità nelle nostre tasche, e bravi cristiani sia nella nostra comunità sia altrove hanno donato generosamente, e ora, ecco ciò che Dio ha dato a noi e a tutti coloro che vengono a pregare con noi:

Non faccio vedere queste cose per vantarmi, ma piuttosto, per mostrare ciò che una piccola, povera congregazione può fare quando ha cuore la questione della bellezza. E su questo spazio in rete, non si può nemmeno sentire l'eccellenza del nostro coro di due persone coro, o l'odore dell'incenso e della cera d'api! Quel vecchio laboratorio è diventato un tempio santo per il nostro Dio. Non era qualcosa di pagato o costruito da qualcun altro. È una cosa che hanno costruito i laici, e il nostro sacerdote, perché la nostra tradizione prevede che i fedeli facciano tutto il possibile con i propri mezzi per rendere bello il tempio del Signore. Se noi, piccoli e poveri come siamo, possiamo fare cose come queste, quanto più possono fare le parrocchie ricche se sono ispirate e scatenate a fare delle loro chiese qualcosa di bello per Dio?

 
Rapporto sulla situazione ucraina (29 agosto 2014)

La guerra civile ucraina ha raggiunto un punto di svolta, e molti fatti separati puntano a questa conclusione:

Situazione militare sul campo

Gli ucraini stanno perdendo, alla grande. Tutte le informazioni provenienti da fonti della Novorossija concordano sul fatto che le forze ucraine sono o circondati o in piena ritirata. Ma lo confermano anche fonti ucraine. A Kiev, le manifestazioni di rabbia da parte dei nazionalisti accusano l'alto comando militare di minimizzare le cifre reali delle vittime, di aver abbandonato le forze che combattono nel Donbass. Anche Oleg Ljashko ha dichiarato che le forze ucraine sono state "tradite". Ci sono state dimostrazioni di fronte al Quartier Generale ucraino da parte di molti manifestanti del Settore destro, che chiedono la creazione di un "battaglione di generali", formato da soli generali che sarebbero inviati a combattere personalmente (un'ottima idea, che io approvo pienamente!). Altri stanno anche chiedendo le dimissioni del ministro della Difesa ucraino. Le donne ucraine stanno regolarmente fermando convogli militari sulle strade, stando spesso in piedi o sdraiate davanti ai camion, per evitare che i loro uomini vengano inviati a morire. Interi battaglioni ucraini disertano dal fronte e forze speciali vengono inviate a fermarli. A quanto pare, la polizia ucraina ha paura di arrestare i soldati per diserzione a causa del loro grande numero. La città di Mariupol è ora circondata e le élite politiche locali e il personale della SBU sono fuggiti. Poroshenko ha annullato il suo viaggio in Turchia e ha raccolto il suo Consiglio di sicurezza. Kolomoiskij, che controlla il sud-ovest dell'Ucraina, ha fatto la stessa cosa con il suo Consiglio di sicurezza (sì, dal momento che ha il suo esercito, ha anche il suo consiglio di sicurezza). Timoshenko vuole l'introduzione di una legge marziale completa. La popolazione maschile è ora coscritta fino a 60 anni (anche se non richiamata, per quanto ne so). Jatsenjuk e Poroshenko hanno entrambi chiesto che la NATO intervenga e accetti l'Ucraina come una sorta di alleato speciale. In altre parole, tutti i segni di un completo e totale panico a Kiev.

Situazione politica

Russia: Putin ha incontrato Poroshenko e i leader dell'Unione Europea e ha consegnato loro un messaggio forte ma molto semplice: "non parlate con noi, noi non siamo una parte nel conflitto – parlate con quelli della Novorossija". Tra l'altro, il Cremlino ora parla apertamente di "Novorossija" e di "forze della Novorossija". Inoltre, i russi stanno anche inviando ufficialmente un secondo convoglio di aiuti e hanno annunciato che non sarà l'unico. Nel Consiglio di sicurezza dell'ONU il rappresentante russo, Vitalij Churkin, ha sfidato il rappresentante ucraino a spiegare dove sono state nascoste le registrazioni delle conversazioni tra la torre di controllo di Kiev e l'MH17, e perché. Con la caduta in rapido arrivo, l'Unione Europea ha spinto Kiev a rinnovare i negoziati sul gas che i russi hanno dichiarato "a un punto morto". A detta di tutti, il "voentorg" (contrazione russa che significa "commercio militare", e che era il nome della costruzione in cui nell'era sovietica si poteva acquistare materiale militare) tra Russia e Novorossija è ulteriormente aumentato e la Novorossija conta ora sempre più uomini, compresi gli specialisti, e più attrezzature.

Contrariamente alle previsioni della folla dei detrattori di Putin, la sostituzione di Strelkov con Zakharchenko non è stata seguita da alcuna "svendita" della Novorossija. Al contrario, non appena Zakharchenko ha preso il potere, la Novorossija ha iniziato un'offensiva generale. Quanto allo stesso Strelkov, apparentemente sta bene e si suppone che farà un'apparizione pubblica oggi in Crimea. Quindi tutto ciò che parla di Putin che pugnala alle spalle la Novorossija, che ha un qualche tipo di accordo con Obama, di Strelkov che è stato eliminato dai reparti speciali di Putin e tutto il resto della propaganda di squallore e desolazione prodotta dai nemici di Putin è ormai chiaramente visibile come una stupidaggine. Chiaramente, alcuni detrattori di Putin sono pagati dagli oligarchi russi, altri sono troppo grossolani per capire la sofisticata politica del Cremlino in Ucraina. Qualunque sia il caso, queste esche per il pubblico sono ora completamente screditate dai fatti e costrette ad andare via per la vergogna.

L'ultima mossa di Putin è a dir poco geniale. Pensateci: le madri e le mogli dei militari ucraini chiedono che i loro uomini siano loro restituiti, il regime a Kiev le ignora, e Putin interviene per dichiararsi d'accordo con loro e chiede alla Novorossija di aprire corridoi umanitari per consentire loro di evacuare in sicurezza e tornare a casa. Così, dimostra più interesse per gli ucraini rispetto al regime ucraino, incoraggia la diserzione dei soldati ucraini, riduce al minimo le perdite su tutti i lati, e dà un altro colpo mortale al morale ucraino. Cosa migliore di tutte, egli realizza tutto questo con una semplice dichiarazione scritta in modo tale che nessuno possa eventualmente condannarlo per qualsiasi cosa. Per quanto riguarda la Novorossija, Zakharchenko ha già concordato, ma a condizione che gli ucraini lascino indietro tutte le loro armi pesanti e le loro munizioni. Perfetto. Inutile dire che l'alto comando ucraino ha rifiutato l'offerta e ha ordinato alle unità accerchiate di fare sfondamenti con le pistole fumanti. Provate a immaginare come suonerà quella risposta alle orecchie dei parenti dei soldatii bloccati nelle varie "sacche"!

Unione Europea: l'UE è totalmente bloccata. A quanto pare, il caos in Banderastan combinato con le sanzioni russe e la crisi del gas sta iniziando gradualmente ad avere un effetto nel cervello ottuso degli euro-burocrati che giungono a rendersi conto di essere stati almeno tanto stupidi come gli ucraini, e che gli Stati Uniti li hanno usati per i propri obiettivi imperiali. "Fuck the EU", davvero. Alla grande. Il meglio che questi burocrati sventurati hanno potuto fare è di andare a Minsk e accettare di negoziare con la Russia le condizioni alle quali l'Ucraina dovrebbe ratificare l'accordo con l'UE. Esattamente ciò che la Russia aveva preteso fin dal giorno 1, e che l'Unione Europea ha sempre sprezzantemente rifiutato con l'arrogante risposta "non sono affari vostri". Ora Ashton e pochi altri sono stati costretti ad ammettere i loro errori e a chiedere gentilmente alla Russia di venire a parlare con loro.

Stati Uniti: Il povero Zio Sam sembra veramente patetico, stupido e confuso. Il meglio che gli USA possono fare è di accusare la Russia di invadere l'Ucraina e limitarsi a minacciare più sanzioni, mentre Obama ha già ammesso che gli Stati Uniti non hanno alcuna opzione militare in Ucraina. Per misurare il grado di disordine tra i neocon degli Stati Uniti, mi limito a citare un articolo scritto di recente per American Thinker da Herbert E. Meyer, ex assistente speciale del Direttore della Central Intelligence e Vice Presidente del National Intelligence Council della CIA durante l'amministrazione Reagan, e modestamente intitolato "Come risolvere il problema Putin". Ecco ciò che questo genio è riuscito a tirar fuori:

Poiché la sottigliezza non funziona con i russi, il presidente e i suoi omologhi europei dovrebbero anche mettere assolutamente in chiaro che non abbiamo alcun interesse nel modo in cui queste persone (gli oligarchi russi) risolvono il loro problema Putin. Se possono convincere il buon vecchio Vladimir a lasciare il Cremlino con gli onori militari e un saluto a salve, a noi sta bene. Se Putin è troppo ostinato per riconoscere che la sua carriera è finita, e l'unico modo per farlo uscire dal Cremlino è con i piedi in avanti e con un foro di proiettile nella nuca – anche questo potrebbe starci bene.

Né avremmo obiezioni a un po'di giustizia poetica .... Per esempio, se la prossima volta che Putin torna a Mosca da un'altra visita ai suoi amici a Cuba, o in Venezuela o in Iran, il suo aereo venisse fatto saltare da qualche torbido gruppo para-militare che in qualche modo, inspiegabilmente, ha messo le mani su un missile terra-aria

Non so se il signor Meyer ritiene che la signora Nuland che distribuiva pasticcini sul Maidan è stata la sottigliezza che i russi non hanno apprezzato o capito, o se il suo stesso articolo è un'espressione della sottigliezza americana, ma gli è chiaramente venuto un "momento alla Pat Robertson" (quest'ultimo voleva che gli Stati Uniti uccidessero Hugo Chavez), che dimostra solo che gli anglo-sionisti non hanno una diplomazia in quanto tale e che il pensiero magico è un meccanismo chiave di ripiego quando la mancanza di diplomazia diventa evidente.

Dove andiamo ora?

È difficile da dire. Penso che Oleg Tsarev abbia ragione quando dice che non appena il regime ucraino inizierà a crollare l'Occidente improvvisamente chiederà negoziati. Zakharchenko, nella sua cruciale conferenza stampa, ha chiaramente indicato che le opzioni come la federalizzazione o il decentramento sono fuori discussione e niente di meno che la piena indipendenza sarà accettabile. Forse. Forse no. Ci sono molti esempi storici che dimostrano che movimenti separatisti hanno alla fine accettato di meno, spesso saggiamente. Ma in questo caso, abbiamo a che fare con diversi problemi intrecciati:

a) geografico: l'Ucraina è un paese artificiale

b) politico: internamente il regime di Kiev è nazista

c) geo-strategico: esternamente il regime di Kiev è un fantoccio russofobo degli Stati Uniti

d) economico: l'Ucraina è economicamente morta

Tutti questi fattori indicano chiaramente la stessa conclusione: l'Ucraina ha bisogno di essere spezzata. Questo potrebbe accadere catastroficamente – l'est alla Novorossija, il sud a Kolomoiskij, il centro a Poroshenko e l'ovest completamente separato. Ci sono alcuni segni che questo sta già accadendo gradualmente. Inoltre, tutto questo è aggravato dal fatto innegabile che l'Ucraina è già uno Stato fallito e che una notevole minoranza della popolazione ucraina è formata da nazionalisti veramente rabbiosi. Così ora come ora le cose non vanno troppo bene per una qualsiasi soluzione negoziata. La Novorossija probabilmente ha il potenziale per la ricostruzione e per diventare un luogo più o meno vivibile, stabile: la maggior parte della sua industria è in rovina, ma il suo "capitale umano", la sua gente, è molto brillante e capace di lavorare, e i suoi leader politici sono chiaramente capaci. Ma senza qualche miracolo, il resto dell'Ucraina sta probabilmente scivolando verso il tipo di disordine che gli USA sono così bravi a lasciarsi alle spalle in luoghi come la Libia o l'Iraq. Forse no, forse agli europei crescerà finalmente la colonna vertebrale e diranno agli Stati Uniti di starsene fuori e poi cercheranno di risolvere questo brutto pasticcio con la Russia. Però non trattengo il fiato, fino a quando l'attuale nomenklatura anglo-sionista sarà al potere nell'Unione Europea.

Una cosa che potrebbe cambiare questa spirale verso il basso è un cambiamento di regime a Kiev. Non voglio dire una sostituzione di Poroshenko con Ljashko o Jarosh, ma un'insurrezione anti-nazista o un colpo di stato. Sarò onesto con voi, con il genere di terrore che la SBU e gli oligarchi sono capaci di elargire al pubblico in generale, questa soluzione non è molto probabile. Ma chi sa cosa potrebbe accadere in un'ondata di malcontento popolare? Se gli attuali mostri potessero essere buttati fuori da persone per metà sane di mente, e un processo di denazificazione potesse essere avviato, allora forse qualcosa potrebbe ancora essere salvato? Ancora una volta, non sono molto fiducioso. Ma atteniamoci agli eventi attuali.

Situazione attuale

Direi che adesso le cose sembrano migliori che mai. Il processo è ben lungi dall'essere concluso, e molte cose potrebbero andare male, ma almeno in questo momento le cose sembrano abbastanza buone. A meno di un improvviso rovesciamento di fronte, le città di Lugansk e Donetsk stanno probabilmente per essere liberate dalla maggior parte dei bombardamenti entro 10-14 giorni. Attualmente, i novorussi controllano l'intero confine tra la Russia e la Novorossija, cosa che rende il voentorg molto più facile. Sembra che Zakharchenko e i suoi uomini stiano facendo un ottimo lavoro e si dice che Strelkov tornerà presto in qualche ruolo speciale. La leadership della Novorossija e il Cremlino sono chiaramente sulla stessa lunghezza d'onda e non c'è motivo di sospettare un intervento militare russo aperto. Sono fiducioso che la Flotta del Mar Nero farà ciò che è necessario per mantenere la costa della Novorossija sicura, perciò a meno che gli ucraini non siano in grado di montare un attacco a sorpresa dal nord, Mariupol probabilmente cadrà molto presto. Ci sono crescenti segnalazioni di movimenti partigiani a Zaporozh'e, e questo, se è vero, è qualcosa di molto interessante che potrebbe cominciare a interessare altre aree e città come Kharkov e Dnepropetrovsk. Ancora non vedo carri armati della Novorossija diretti a Kiev, ma un successo operativo sembra in corso proprio in questo momento.

Io sono per carattere, istruzione ed esperienza una persona piuttosto prudente, ma oggi sono cautamente ottimista, almeno per la Novorossija.

Saker

Post Scriptum: ho appena ricevuto questo da un buon amico:

Repubblica Popolare di Donetsk

- Volnovakha è stata presa dalle Forze Armate della Novorossija; La sacca sud-occidentale è chiusa.

- Jalta (nei pressi di Mariupol) è stata presa, le Forze Armate della Novorossija sono ora a 12 km da Mariupol.

- La strada Mariupol-Zaporozhe (Berdjansk) è stata bloccata dalle Forze Armate della Novorossija. Praticamente tutti gli insediamenti intorno a Mariupol sembrano essere presi dalle Forze Armate della Novorossija. La sacca di Mariupol è chiusa.

- Il conflitto ha attraversato la frontiera di Zaporozh'e. Gruppi di ricognizione di sabotatori (SRG) e guerriglieri attivi si trovano all'interno dei confini di Zaporozh'e.

- Le forze punitive ucraine si stanno arrendendo in molte sacche, il tasso delle rese è in aumento.

- Le Forze Armate della Novorossija si stanno spingendo verso l'esterno verso Jasinovataja, Mar'inka, Karlovka, Krasnogorovka (a ovest di Donetsk).

E infine, la più grande notizia (anche se non pienamente confermata): l'aeroporto di Donetsk è stato preso oggi dalle Forze Armate della Novorossija.

Repubblica Popolare di Lugansk

- Lutugino è parzialmente controllata dalla Milizia, combattimento urbano molto pesante lì, anche se Rodakovo è stata persa (c'è l'intenzione di riprenderla tra breve).

- Ljashko sembra essere ancora intrappolato a Severodonetsk, che è assediata dalla Brigata di Mozgovoj (non ho ulteriori informazioni da un paio di giorni fa).

- La Repubblica Popolare di Lugansk ha circondato Shchastje e Metallist e sta avanzando sulle posizioni ucraine, così come in direzione nord-est (Stanitsa Luganskaja, che rimane ancora contestata).

- Le Forze Armate della Novorossija continuano ad avanzare su Deblatsevo, catturando i posti di blocco alla periferia della città.

- La Repubblica Popolare di Lugansk ha in programma alcuni importanti progressi nei prossimi giorni, si spera di ripulire la maggior parte delle sacche restanti.

PPS: e questo da Russia Today:

La Polonia ha rifiutato i diritti di passaggio all'aereo del ministro della difesa russo, Sergej Shojgu, che era in viaggio dalla Slovacchia, come ha riferito un corrispondente di RIA Novosti. L'aereo è atterrato a Bratislava.

Il ministro stava tornando dalle celebrazioni del 70° anniversario dell'insurrezione nazionale slovacca, che hanno avuto luogo nella città di Banská Bystrica.

Tuttavia, la Polonia ha vietato l'ingresso nel suo spazio aereo all'aereo Tu-154, secondo un corrispondente di RIA Novosti che era a bordo, e ha citato uno dei membri dell'equipaggio.

L'aereo ha dovuto fare un'inversione a U ed è atterrato a Bratislava un'ora più tardi.

Sono in corso trattative sulla questione al momento. Tutti i passeggeri sono ora a bordo dell'aereo.

Commento: comportamento piuttosto meschino e infantile, a mio parere. Questo pone davvero la questione di cosa pensano di raggiungere i polacchi con questi gesti, se non il dubbio onore di aver fatto un altro "servizietto" allo Zio Sam (quelli che seguono la politica polacca sanno cosa intendo).

 
Domande e risposte dalla corrispondenza (marzo-aprile 2020)

L'innamoramento

Crede che ci sia un solo uomo per ogni donna e viceversa, che sia impossibile innamorarsi e ritrovare un nuovo coniuge dopo la vedovanza o il divorzio, che abbiamo solo una possibilità di innamorarci e trovare la felicità?

Penso che ci sia un solo uomo ideale per ogni donna e una sola donna ideale per ogni uomo - sebbene, naturalmente, qui la parola "ideale" sia relativa, nel nostro mondo imperfetto. In questo mondo decaduto, il significato reale e profondo, e non sciocco e romantico, di "innamoramento" include l'amore per le imperfezioni dell'altro, senza illusioni. Questo è "ideale". Ciò non significa che tipo di innamoramento ripetuto che gli adolescenti immaginano stia accadendo a loro quando si prendono una "cotta".

Tuttavia, ci sono casi in cui vedove o vedovi si risposano e trovano una seconda felicità, forse non esattamente uguale alla prima, ma comunque una grande felicità. Ma questo è solo perché hanno trovato un coniuge molto simile al primo, per il quale sono disposti a morire – e questo è il vero innamoramento. D'altra parte, ci sono quelli che scelgono male la prima volta (di solito perché erano troppo giovani o perché volevano scappare dai genitori), divorziano ma trovano la felicità la seconda volta. Conosco un caso in cui è stata trovata la felicità, il vero amore, alla terza volta.

Questioni pastorali

In che modo i convertiti smettono di essere convertiti?

Oggi praticamente tutti gli ortodossi sono convertiti. Dopo la caduta del comunismo, le persone si sono convertite a Cristo a decine e decine di milioni e sono state battezzate nella fede dei loro antenati perché finalmente erano libere di farlo. Anche in Grecia, molte persone si erano allontanate dalla Chiesa dopo gli anni '60, ma alcune di loro sono tornate da molto lontano, scoprendo l'Ortodossia per la prima volta, nonostante la loro nazionalità e la loro presunta Ortodossia. Tutti questi esempi sono la prova dell'ovvia verità che l'etnia non ha nulla a che fare con l'essere cristiano, un'idea strana che non sarebbe mai venuta in mente agli apostoli, ai martiri, ai santi e ai Padri della Chiesa.

I convertiti devono allontanarsi dalla fase dei neofiti dell'Ortodossia, un fascino per ciò che sembra loro, nel loro allontanamento dalla normalità, essere esoterici o esotici (l'Ortodossia non è affatto esoterica né esotica per noi che la viviamo quotidianamente). Ciò implica giungere alla conclusione che la vera Ortodossia è semplicemente il modo di vivere cristiano, il vero cristianesimo e che ciò che prima avrebbero potuto pensare come cristianesimo (protestantesimo / cattolicesimo) non lo è mai stato. Questo è uno shock per loro – eppure è la verità, come molti confermeranno. E tutti devono scoprire che l'Ortodossia non riguarda le croci d'oro e i cuori di legno, ma i cuori d'oro e le croci di legno.

I convertiti possono iniziare come ortodossi con fiamme di zelo, ma prima o poi queste fiamme si spegneranno. Si trasformeranno in cenere di fronte alle difficoltà che ci arrivano attraverso la realtà – a meno che i convertiti non abbiano il carburante che nutre il cuore. E quel carburante viene dalla vita liturgica, dal partecipare alle funzioni, dalla preghiera (stare in piedi alle funzioni ti costringe a pregare, altrimenti ti annoierai), dal digiuno, dai sacramenti e dall'amore per il prossimo. (I libri e le teorie, ovviamente, non nutrono il cuore, alimentano solo il cervello, il che provoca solo mal di testa, letteralmente la costipazione mentale).

Tuttavia, sono proprio le difficoltà della vita a distruggere le illusioni. Quindi, perdere le illusioni non significa diventare disillusi o cinici, significa diventare realisti. La nostra fedeltà infatti non è alle illusioni, ma a Cristo. La nostra fede è semplicemente il modo di vivere cristiano, i valori cristiani, la cultura cristiana, la civiltà cristiana – non c'è altro.

Sembra che ci siano così tante regole nell'Ortodossia. Qual è la differenza tra Ortodossia e fariseismo?

Da principianti, non lasciate che i vecchi farisei, che affermano di essere i soli veri ortodossi al mondo, trasformino per voi il cristianesimo in fariseismo legato alle regole, così come lo è per loro. Non lasciate che trasformino la Chiesa in un bastone per la schiena. Prendete le cose gradualmente. È vero, l'Ortodossia è rigore con voi stessi, mentre il fariseismo è rigore con gli altri.

Tuttavia, imparando la vita ortodossa, imparerete che ci sono due libri. Uno è il Libro delle regole scritte, che è composto da molti libri, come la Bibbia, i Canoni, il Tipico, ecc, e l'altro è il Libro delle eccezioni non scritte. Proprio come il primo libro non è un libro di aspra punizione che porta alla nera disperazione, il secondo libro non è un libro di lassismo liberalista, che porta alla cinica indifferenza. Il primo è il nostro ideale, il secondo è la nostra realtà. Dovete conoscere e avere entrambi i libri, perché insieme formano il grande libro dell'Ortodossia, noto come il libro della sapienza e dell'amore di Dio. Questo libro non è disponibile in nessuna libreria, solo il tempo ve lo insegnerà, se avete la pazienza e l'umiltà di imparare dall'esperienza.

I cristiani dovrebbero essere ottimisti?

Certo che dovremmo esserlo. Cristo ha sconfitto la morte. La nostra fede è costruita sul positivo. Tuttavia, ciò non significa che dovremmo essere irrealistici o vivere nella nostra immaginazione, dobbiamo conoscere i nostri nemici: essere semplici come le colombe e cauti come i serpenti. Il punto centrale della nostra fede è la lotta contro la morte – che ci rende realisti – ma poiché Cristo è stato vittorioso, anche noi saremo vittoriosi, finché resteremo fedeli a Cristo.

Storia dell'Europa occidentale

Se lo scisma non si è realmente verificato nel 1054, che è solo una data simbolica, quando si è verificato?

Lo scisma occidentale è stato un processo e continua ancora. Ecumenisti e modernisti ci stanno ancora cadendo dentro, preferendo la mentalità laica anticristiana, che è l'essenza dello scisma, alla Chiesa di Dio, preferendo credere che l'uomo sia più grande di Dio, che è ciò di cui parla lo scisma. Pertanto, le eresie promulgate a Creta nel 2016 e lo scisma di Costantinopoli del 2019 sono solo continuazioni dello scisma, la caduta nel secolarismo, che è stata formalizzata, come dice lei, nel 1054.

Pertanto, nel 1054 ci fu poca consapevolezza che lo scisma fosse accaduto e persino nella stessa Costantinopoli non c'era quasi alcuna consapevolezza che la sua causa fosse l'eresia occidentale contro lo Spirito Santo. I pochi che ne erano consapevoli all'epoca pensarono allo scisma in termini rituali, come una questione del papato che imponeva l'uso del pane azzimo, il digiuno del sabato, il clero senza barba e celibe ecc. Anche ai vertici, lo scisma era visto come una questione di arroganza papale nell'attribuire a se stessi un'assurda supremazia, la giurisdizione universale dell'Anticristo, cosa che fu in realtà solo il risultato, non la causa spirituale, dello scisma. I risultati pratici, ma non le radici spirituali, erano visibili a coloro che vedevano in quel momento.

Un altro errore in questo campo è il vocabolario utilizzato. Per esempio, alcuni lo riducono a una mera divisione geografica di "Est contro Ovest" o addirittura a una divisione razziale o etnica di "greci contro franchi". In realtà, questa fu una divisione spirituale tra cristiani e non cristiani. Molti in Occidente, in Sicilia o in Irlanda, per esempio, rimasero a lungo ortodossi, ma anche nella stessa Costantinopoli c'erano "umanisti" che si allontanarono, così come hanno fatto ancora oggi.

Tuttavia, come dice, il 1054 è solo una data simbolica, una data di fine della prima parte del processo dello scisma. Ci sono altre date che segnano la caduta di individui e piccoli gruppi in Occidente. Tra molti altri, ci sono, per esempio:

782: il reuccio barbaro Carlo Magno commette il genocidio dei sassoni nel massacro di Verden: la spada o il battesimo è ciò che viene loro offerto. 4.500 sassoni sono massacrati in nome della "Chiesa".

794: l'iconoclasta Carlo Magno pubblica i "Libri carolingi", respinge il credo cristiano promuovendo il filioque, che era stato inventato tra gli ebrei in Spagna. Accusa i cristiani (ortodossi) di essere "greci" / eretici e chiama i barbari (se stesso e la sua cricca dominante) cristiani!

812: il barbaro Carlo Magno fa installare un organo, uno strumento puramente secolare proveniente dal paganesimo greco, nella sua cappella ad Aquisgrana. Entro il secolo XI, ci sono forse sei organi in uso nell'Europa occidentale, incluso uno in Inghilterra, a Winchester. Lentamente il loro uso si diffonde fino a quando nel XIX secolo praticamente tutte le chiese eterodosse ne sono dotate.

867: san Fozio spiega l'eresia del filioque contro lo Spirito Santo, che è aggressivamente promossa da circoli politici nell'Europa nord-occidentale. Condanna anche la pratica "nuova" di usare pane azzimo nell'eucaristia, iniziata tra i franchi e diffusa a Roma a metà dell'XI secolo. Questo uso del pane azzimo è anche l'inizio della privazione del sangue di Cristo ai laici.

946: la prima statua in assoluto della Madre di Dio viene realizzata per Stefano II, vescovo di Clermont in Francia. Risale alle statue pagane locali di Venere e Diana. È l'inizio della statuaria cattolica romana.

970: il crocifisso di Gero, che mostra Cristo-Dio non come il vincitore della morte ma come un uomo morto, viene installato nella cattedrale di Colonia. È l'inizio del pietismo.

991: in quella che oggi è la Francia del nord, lo spietato signore della guerra Folco il Nero vince la battaglia di Conquereuil e il feudalesimo anticristiano, con i suoi servi della gleba, malvagi castelli e cavalieri, diventa esponenzialmente sempre più visibile.

993: il vescovo Ulrico d'Augusta è il primo a essere canonizzato da un papa, Giovanni XV, piuttosto che da un vescovo regionale. La canonizzazione papale non diviene la norma fino al XIII secolo.

1009: papa Sergio IV professa il filioque, diffuso a Roma dai Franchi.

1014: il filioque è cantato per la prima volta a Roma.

1040: Pier Damiani registra il primo caso di stimmate, auto-inflitto da un individuo di nome Domenico.

1048: L'eretico filioquista e guerrafondaio Bruno di Toul viene incoronato papa Leone IX a Roma.

1061: i normanni invadono la Sicilia ortodossa.

1066: i normanni invadono l'Inghilterra ortodossa con la benedizione del papa anticristiano.

1077: Canossa – Ildebrando, papa Gregorio VII, probabilmente nipote di un ebreo, si dichiara più potente degli imperatori e dei re.

1095: papa Urbano II dichiara guerra e manda barbari e teppisti a massacrare ebrei in Renania e cristiani e musulmani nel 1099 a Gerusalemme nel nome della "Chiesa".

1102: Anselmo scrive la prima difesa dell'eresia del filioque "contro i greci".

1123: Il primo Concilio lateranense vieta al clero di sposarsi. Anche la mancanza della barba, che deriva dal paganesimo e dall'omosessualità dei romani, è imposta come segno di questo celibato.

Quelle elencate sopra sono solo alcune date che illustrano il processo di decadenza dalla Chiesa dei cristiani ortodossi in alcune parti d'Europa tra i secoli VIII e XII. Ce ne sono molte altre, ma cadrebbero quasi tutte negli stessi 350 anni. Altri cambiamenti, come il purgatorio, inventato nel 1164, vennero in seguito. Per esempio, non è stato fino al XIII secolo che i papi cambiarono il loro titolo da "vicario di san Pietro" a "vicario di Cristo" e nello stesso secolo i bambini iniziarono a essere privati ​​della cresima e quindi della comunione. Un altro esempio è l'inversione del modo in cui i cristiani hanno sempre fatto il segno della croce che iniziò dopo il XII secolo, anche se Cristo siede alla destra del Padre, non alla sinistra.

Se, come afferma, l'Europa occidentale era fondamentalmente ortodossa nel primo millennio, come è arrivata a una situazione di creazione di genocidio coloniale e produzione di guerre mondiali?

La risposta breve a questa domanda è: perché chiunque può perdere la propria fede e passare così dal cristianesimo all'anticristianesimo. (Guardate l'ormai sospeso protodiacono Andrej Kuraev – che vuole passare al Fanar – o padre Cyril Hovorun, come esempi contemporanei e terribili ammonimenti). È accaduto in Unione Sovietica - la maggior parte dei membri dell'Armata Rossa (e dell'Armata Bianca) era composta da ortodossi battezzati, ma non praticanti, che si uccisero a vicenda. Un cristiano non praticante non è che un guscio vuoto, un castello di carte, sempre pronto a crollare nell'ateismo pratico, come possiamo vedere oggi nella guerra civile contemporanea tra ucraini (battezzati ortodossi).

Ecco una risposta più dettagliata per quanto riguarda l'Europa occidentale:

Nel primo millennio, l'Europa occidentale era in bilico tra il suo antico paganesimo nativo e il nuovo cristianesimo ortodosso proveniente dall'Oriente. Vi erano tre di queste influenze pagane. La prima era quella degli antichi greci come Aristotele, con il suo profondo razzismo (solo quelli di madrelingua greca sono civilizzati, gli altri sono "barbari" – come confessano oggi gli atei greci o ellenisti), il sessismo e la giustificazione della crudele schiavitù, il secondo era quello dello spietato imperialismo e della conquista dei romani pagani, e il terzo era quello del pagenesimo germanico (prima teutonico, poi vichingo-normanno).

Dopo 250 anni di martirio, tra il IV e l'VIII secolo si aprì un periodo d'oro di santità, "l'età dei santi". Poi iniziò un declino lungo 250 anni e nell'undicesimo secolo queste forme di paganesimo alla fine trionfarono sull'Ortodossia. Come scrisse lo storico cattolico romano Christopher Dawson nel suo "The Making of Europe" (p. 284) circa novanta anni fa: "Non c'è dubbio che l'XI secolo segni una svolta decisiva nella storia europea – ...l'emergenza della cultura occidentale ". In altre parole, questo ha prodotto una cosa chiamata "cattolicesimo", che era solo una miscela di queste tre forme di paganesimo in un involucro vagamente cristiano. Tutto nel cattolicesimo, una pretesa locale di impero universale che deve essere messo in atto con violenza (la definizione dell'Occidente post-scismatico), è Ortodossia paganizzata.

Così, Aristotele e ciò che i cattolici romani amano chiamare "umanesimo bizantino" (= paganesimo ellenista) dominarono gli intellettuali (scolastici) come Tommaso d'Aquino, poiché l'Occidente non riuscì a conquistare la filosofia pagana con Cristo. L'imperialismo romano dominò l'amministrazione papale da Roma, poiché l'Occidente non riuscì a conquistare Cesare con Cristo. Le truppe d'assalto o gli attuatori di questa mentalità pagana erano i rapaci cavalieri vichingo-normanno-teutonici, come si può vedere nelle Crociate, poiché l'Occidente non riuscì a conquistare la forza bruta con Cristo.

Fu proprio la combinazione di tutte e tre queste influenze che trionfò sul cristianesimo (Ortodossia) in Occidente, riducendolo ai pochi tristi frammenti che rimangono oggi fuori dalla Chiesa ortodossa.

Quando si leggono i resoconti delle atrocità dei normanni in Inghilterra (e in seguito in Galles e in Irlanda), dei crociati o dei conquistatori spagnoli (il cui genocidio quasi totale, forse di 50 milioni di morti, dei nativi schiavizzati dei Caraibi e dei nativi di quella che divenne l'America Latina, ha dato origine alla necessità di sostituirli con schiavi africani), delle "guerre di religione" in Europa (Cromwell, "l'inglese di Dio" che ha massacrato un milione in Irlanda, come esempio), dei genocidi britannici in Nord America, India e Cina (le "Guerre dell'oppio" = genocidio britannico in Cina), le storie degli imperi belga e tedesco in Africa, della prima e della seconda guerra mondiale, delle bombe atomiche, del genocidio olandese del dopoguerra in Indonesia, di genocidi francesi nell'Indocina e nel Nord Africa, è chiaro che il secondo millennio occidentale non è stato affatto cristiano, ma completamente pagano e barbaro.

Ha detto: 'Siamo le truppe d'assalto della civiltà del vicario (= sostituzione) di Dio, siamo Dio sulla terra, lo Spirito Santo viene da noi, tutta l'autorità scorre da noi, quindi qualunque cosa facciamo è giusta, il nostro Dio è dalla nostra parte'. Ha creato una perversa immagine di Dio come bianco europeo seduto tra le nuvole, e ha benedetto il genocidio di tutti gli europei non occidentali.

Questo può essere visto anche nelle ideologie successive che giustificano il razzismo occidentale, come il puritanesimo ("solo noi siamo puri, gli altri sono selvaggi e possono essere sterminati come animali selvatici"), il darwinismo ("la sopravvivenza del più adatto" = noi stessi), il marxismo (distruggo chiunque non sia d'accordo con me) o la correttezza politica odierna (= persecuzione e censura). Questo è il motivo per cui, sebbene il mondo non occidentale abbia sempre rapidamente adottato le convenienti tecnologie occidentali, civiltà come quelle cristiana (= ortodossa), musulmana, giapponese, indiana, tibetana e cinese non hanno mai adottato la religione occidentale. È semplicemente una religione che giustifica la violenza organizzata. L'Occidente non ha mai vinto nulla affermando di avere una religione o valori superiori – motivo per cui alla fine cadrà, proprio come è già caduta l'altra ideologia occidentale del comunismo.

Cosa le fa mostrare solidarietà verso i popoli non occidentali?

Perché non sono un "occidentale", cioè perché vengo dalla campagna inglese, dove è ancora visto con risentimento il giogo normanno "occidentale" sotto il quale ci è stata imposta nel e dopo il 1066 l'invenzione dell'aristocrazia, che fece di Londra la propria capitale (la nostra capitale, la capitale dell'Inghilterra di re Alfredo, sarà per sempre Winchester). La parola "occidentale" è un costrutto, non è un termine geografico. Perciò appartengo anche a un popolo non "occidentale", cioè agli antichi inglesi, proprio come tutti i popoli non "occidentali", sia nello spazio che nel tempo.

Storia russa

Perché il contatto con l'Occidente ha portato la Russia al comunismo?

In tutto il mondo, da Carlo Magno che iniziò il processo alla fine dell'VIII secolo (tedeschi contro sassoni), fino all'Inghilterra nell'XI secolo (normanni contro inglesi), ai crociati in Medio Oriente (papisti contro cristiani, musulmani ed ebrei), agli spagnoli nelle Americhe, alla lotta coloniale per l'Africa, l'occidentalizzazione provoca sempre genocidio e una profonda divisione schizofrenica nei paesi che ne sono vittime.

Alla fine del XIX secolo, solo sei civiltà al mondo stavano resistendo alla colonizzazione e all'imperialismo occidentali: russi, cinesi, giapponesi, persiani, etiopi e thailandesi. Tutti erano imperi sovrani indipendenti, monarchie centralizzate, non controllate dall'alta finanza come il mondo occidentale e occidentalizzato – tutti quindi dovevano essere screditati e calunniati come "autocratici e tirannici" e distrutti dall'Occidente dei mammonisti.

Dopo un ampio indebolimento da parte di traditori nativi ma occidentalizzati, alleati dei polacchi cattolici e poi degli svedesi luterani, nel XVII secolo, la civiltà cristiana russa fu successivamente attaccata nel 1812 dall'invasione multinazionale anti-russa di Napoleone, nel 1854 dall'invasione franco-anglo-turca della Russia nella guerra di Crimea, nel 1914 dalla prima guerra "mondiale" (= Europa occidentale), nel 1941 dalla seconda guerra "mondiale" e dopo il 1945 dalla guerra fredda occidentale, che alla fine spezzò la Russia sovietica.

Nello stesso XX secolo, furono minate anche le altre civiltà non occidentali. L'Impero persiano iniziò la sua caduta nel 1906, l'Impero cinese cadde nel 1911-12, la monarchia giapponese fu infine distrutta dalle bombe atomiche (lanciate inutilmente, in parte anche per spaventare l'URSS) nel 1945, la monarchia thailandese fu americanizzata dopo il 1945, e nel XX secolo l'Impero etiope fu minato per primo dai fascisti italiani nel 1935 e soprattutto dai marxisti nel 1974.

In Russia, l'Occidente ha diviso per la prima volta la società nell'élite filo-occidentale contro il popolo dei vecchi credenti, per il quale non possiamo non provare solidarietà. Nel XIX secolo, il conflitto si è cristallizzato nella divisione degli occidentali contro slavofili, nel XX secolo, degli atei contro i credenti, nel XXI secolo degli oligarchi ladri e consumisti contro gli ortodossi. Questo è lo stesso processo di tutto il mondo, in cui l'élite viene corrotta fino alla sottomissione, i suoi figli vengono "educati" (= lavaggio del cervello) nelle istituzioni occidentali e si oppongono alla loro stessa gente, il cui paese e proprietà sono debitamente spogliati delle risorse. Il bottino è condiviso da questa elite corrotta locale di lingua inglese (dai baroni della droga latinoamericani ai gangster filippini e ucraini – " oligarchi") e alle organizzazioni "commerciali" occidentali – che fanno la parte del leone.

La Russia moderna è senza dubbio molto meglio della Russia sotto il giogo dell'Unione Sovietica, ma sicuramente ammetterà che non è un paese ortodosso?

Ma certo che non è un paese ortodosso. Dal 1917 non esiste più un solo paese ortodosso al mondo. Solo sotto gli stendardi di una monarchia ortodossa la Russia e le terre circostanti, che dipendono da essa, nonostante ciò che affermano i loro meschini nazionalisti, si libereranno della terribile malattia spirituale del materialismo occidentale, che ha infettato il mondo intero negli ultimi 500 anni e più. Indipendentemente dal fatto che si chiami comunismo o capitalismo, questa pestilenza afferma che l'unica cosa importante sono i soldi – Mammona. La nostra resistenza a questa malattia, ovunque viviamo e qualunque sia la nostra nazionalità, è l'unico seme della risurrezione certa di domani.

Arte

Quale dovrebbe essere il nostro atteggiamento nei confronti dell'arte moderna?

Questa è una domanda personale. Non sono sicuro che esista una risposta generale. Non voglio essere moralista e dire che "dovrebbe esserci" un qualsiasi atteggiamento, posso solo dare una risposta soggettiva. Questo è solo ciò che provo personalmente:

Provo davvero una profonda solidarietà con Rachmaninov, che scrisse riguardo al mondo post-rivoluzionario: "Mi sento come un fantasma che vaga in un mondo divenuto alieno". Questo è esattamente anche il mio sentimento. Già prima della prima guerra mondiale in Europa occidentale, Stravinskij e altri musicisti modernisti avevano risuscitato il paganesimo. Gli artisti avevano sperimentato strane tecniche pittoriche, che esprimevano la disintegrazione della realtà in piccoli punti, cubi, colori innaturali e forme frastagliate e disumanizzate. Tutti stavano semplicemente esprimendo la brutta disintegrazione delle loro credenze e dei loro valori all'interno delle loro anime disordinate e angosciate, la brutta disintegrazione che era avvenuta attraverso la loro perdita di fede.

La vecchia cultura di base cristiana era persa per loro e così fondarono la nuova cultura atea che fu alla base delle ideologie e delle sanguinose guerre del XX secolo e di tutto ciò che ne seguì.

Mi sembra che un credente possa trovare l'arte "moderna" (che è ormai vecchia più di 100 anni) curiosa, interessante, persino affascinante, ma non è l'arte naturale o espressiva di un'anima cristiana.

 
Alla giovane generazione della futura Chiesa ortodossa dell'Europa occidentale

Non appena il minuscolo Esarcato di Rue Daru a Parigi sotto l'ex Patriarcato di Costantinopoli è stato chiuso poche settimane fa a causa della sua russofobia fanariota, la Chiesa ortodossa russa ha aperto il suo Esarcato di Parigi e dell'Europa occidentale, con il centro nella nuova cattedrale parigina. È guidato dal metropolita Giovanni dell'Europa occidentale, il cui santo patrono è il nostro stesso san Giovanni di Shanghai. Questa, la mia visione di trent'anni fa, nel 1988, che era stata quasi immediatamente respinta come un sogno e gettata con disprezzo da un arcivescovo tedesco nel cestino della carta straccia del suo studio ad Asnieres sur Seine, è diventata realtà nel 2018.

In effetti, la realtà a trent'anni di distanza è persino migliore della mia visione di una metropolia dell'Europa occidentale, perché ora abbiamo un esarcato, un gradino sopra una metropolia, appena un gradino sotto una Chiesa ortodossa autonoma dell'Europa occidentale. Di volta in volta vediamo che quelli che non hanno visione muoiono. E così è. Sono tutti morti, e le loro opportunità mancate. Questo è semplicemente il più grande esempio. In un certo senso, ora, le mie speranze sono state realizzate. Ora posso riposare e sparire, tutte le mie speranze che sembravano impossibili anche 15 anni fa, per non parlare di 30 anni fa, per non parlare di 45 anni fa quando erano nate, si sono compiute.

Tuttavia, rimangono molti problemi irrisolti. Per esempio, la penisola iberica oggi ha il proprio arcivescovo ortodosso Nestor di Madrid e celebra i propri santi. Segue la lista che ho preparato io 25 anni fa quando ero il rettore della prima parrocchia ortodossa russa in Portogallo. D'altra parte, i paesi nordici (Scandinavia) non sono ancora inclusi nell'Esarcato e non hanno ancora il loro vescovo. Inoltre, Francia e Italia devono condividere il metropolita Giovanni. E ci sono problemi locali nel Benelux e specialmente nelle Isole Britanniche e in Irlanda, con parrocchie che devono condividere il loro vescovo con le parrocchie del Nord America.

Poi c'è il problema che la Germania non è inclusa nell'Esarcato. Senza dubbio questo è collegato al problema che le circa 70 parrocchie della ROCOR in Europa occidentale non fanno parte dell'Esarcato. E molte di queste parrocchie sono più grandi delle parrocchie dell'Esarcato. Per esempio alla Cattedrale di Parigi con i suoi tre sacerdoti ci sono state solo 170 comunioni al Natale ortodosso, non molto diverse da quelle del 7 gennaio nella nostra parrocchia provinciale di Colchester (la cinquecentesima città più grande dell'Europa occidentale) con i suoi tre sacerdoti. C'è molto da fare! Soprattutto abbiamo bisogno di centinaia di altri sacerdoti, centinaia di altre parrocchie, centinaia di altri edifici ecclesiastici.

Abbiamo bisogno di una cura pastorale molto migliore e di una missione interna. Trent'anni fa la mia visione non esisteva. Oggi esiate. Tra trent'anni dovremmo mirare a un'altra visione: almeno 1.500 parrocchie in un Esarcato unitom con i propri edifici, un metropolita e almeno otto diocesi (Germania e Svizzera tedesca; Francia, Belgio francese, Svizzera francese e Lussemburgo; Italia e Svizzera italiana; Isole Britanniche e Irlanda; Penisola Iberica; Scandinavia; Austria-Ungheria; Paesi Bassi, con almeno quindici arcivescovi e vescovi diocesani, 1750 preti, 250 diaconi e numerosi monasteri e conventi, una parrocchia ortodossa accessibile a tutti.

E abbiamo bisogno di un Esarcato che, sebbene fedele all'Ortodossia e al nostro calendario, sia veramente multinazionale e multilingue, e dove i non russi (preti e persone) non siano trattati come cittadini di seconda classe da vescovi filetisti e dai loro favoriti, che li perseguitano continuamente e abusano di loro, licenziandoli senza motivo, senza mai fare giustizia. Dateci cristiani e atteggiamenti cristiani! Ecco una visione ed ecco una sfida per voi, la generazione che viene. Noi abbiamo esaurito noi stessi, avendo fatto la nostra parte senza il minimo sostegno e contro tutte le probabilità, in una costante battaglia. Ora è il vostro turno. Non scoraggiatevi. Dio è con noi!

 
"La Chiesa è la cosa più importante che i protestanti ricevono nell'Ortodossia"

l'ex protestante Igor' Zyrjanov è ordinato al diaconato, 2010

Continuiamo a pubblicare le interviste dal canale TV Spas, "Il mio cammino verso Dio", dove il sacerdote Georgij Maksimov parla con persone che si sono convertite all'Ortodossia. L'ospite del programma di oggi è il sacerdote Igor' Zyrjanov, che ha iniziato il suo viaggio verso Dio nella sua prima giovinezza, ma inizialmente questo percorso lo ha portato oltre la Chiesa. È stato protestante per 18 anni, per 12 dei quali è stato pastore di una comunità pentecostale e missionario attivo. Diversi anni fa, lui e la sua comunità si sono convertiti all'Ortodossia. Questa intervista parla dell'importanza di essere nella vera Chiesa. Apprenderemo anche ciò che rende difficile per i protestanti capire l'essenza della dottrina ortodossa e come superare queste difficoltà. Oltre a questo, si discuterà la completezza delle preghiere ortodosse e il dono delle lingue.

Padre Georgij Maximov: Buon giorno! State guardando Il mio cammino verso Dio. L'ospite del programma di oggi è padre Igor' Zyrjanov, dalla diocesi di Irkutsk. Vi dico subito che padre Igor' è stato un protestante pentecostale per 18 anni, per 12 dei quali ha prestato servizio come pastore. Padre Igor', la prego di parlarci del suo viaggio spirituale. Come è iniziato e che cosa l'ha portato ai protestanti?

Padre Igor' Zyrjanov: È successo un bel po' di tempo fa. Era il 1992 e non c'era una sola chiesa ortodossa a Ust-Kut, la città che ho vissuto in.

Il mio viaggio verso Dio è iniziato quando ero a scuola. È stato in primo luogo una ricerca interna del senso della vita. Tuttavia, invece di chiedermi: "Perché viviamo?" Ero interessato alla questione "Qual è l'alternativa alla morte?", perché la morte ci taglia completamente fuori dalla vita. È stato allora che ho letto il Vangelo per la prima volta. L'ho avuto in regalo da mio fratello, anche lui divenuto in seguito un pastore protestante. Ora è un sacerdote ortodosso, come me.

Una volta ho incontrato per la strada un pastore protestante che mi ha invitato da lui. Quando sono andato a fargli visita, ha aperto la Sacra Scrittura e mi ha detto che non potevamo vivere in questo modo e che c'erano alcune cose che non dovremmo fare. Non a causa di una legge astratta che lo vieta, ma perché queste azioni erano offensive verso Dio. Per me non era una questione di servire o no al servizio di Dio. Era come dire a un bambino, "Hai una libera scelta; puoi vivere in una fogna o con i tuoi genitori". È ovvio quale scelta avrebbe fatto il bambino. Allo stesso modo, per me era implicito che dobbiamo servire Dio, perché ci ha creati.

A quel tempo, non pensavo nemmeno che ci fosse alcuna differenza tra il protestantesimo e la Chiesa ortodossa. Ho partecipato attivamente alla vita della comunità, ho predicato, ho letto la Sacra Scrittura, ha condiviso le storie di Dio con la gente e ho viaggiato molto. Ho condotto questa vita dal 1992. Poi, nel 1996, quando ero già sposato, sono andato come missionario e pastore al villaggio di Bajandaj presso Ust-Ordynsk nella regione autonoma buriata. Era un insediamento abitato da buriati occidentali. Abbiamo iniziato stabilirvi una comunità protestante. Con il tempo, mi sono reso conto che avrei condotto la mia vita tra le popolazioni indigene della Siberia (ci sono 42 nazioni indigene della zona che si estende dagli Urali all'Estremo Oriente). Naturalmente, la maggior parte di questi popoli non è stata frequentata da missionari e non è stata esposta alla dottrina cristiana.

Nel 2001, abbiamo fondato la Missione Every Nation (Ogni nazione). Lo scopo di questa missione era di portare il Vangelo ai popoli della Siberia nelle loro lingue native. Abbiamo tradotto testi e dischi registrati che erano stati distribuiti in varie comunità protestanti. Come tale, il nostro lavoro è diventato inter-denominazionale. Questo è stato probabilmente il primo passo sulla scala che alla fine mi ha portato all'Ortodossia.

il sacerdote Igor' Zyrjanov

Che cosa pensava dell'Ortodossia in quel momento? Era diverso negli anni '90, ma dal 2000, era abbastanza ovvio che la Chiesa ortodossa era presente e la sua importanza era in crescita. O, forse, le persone che la circondavano a quel tempo non se n'erano accorte?

Questa è un'ottima domanda, ma purtroppo, quando abbiamo lavorato tra i popoli indigeni della Siberia, non c'erano ortodossi nella zona.

Sì, è un peccato.

Hanno appena iniziato la costruzione di una chiesa ortodossa a Bajandaj. Ci sono circa 22 parrocchie in tutta la regione autonoma buriata, e non ogni parrocchia ha una chiesa. Ci sono circa 240 insediamenti nella zona. Naturalmente, non ci vivono troppe persone (la popolazione è di circa 150.000), ma il numero delle parrocchie è ancora troppo basso.

Quando siamo andati da evenchi, eveni, tofalari, ket, nganasani e selkup, non abbiamo mai incontrato ortodossi. Devo dire che purtroppo le persone che in quel momento conoscevamo e rispettavamo (erano per lo più pastori stranieri) avevano un atteggiamento molto negativo verso la Chiesa ortodossa. Tutti i sermoni che menzionavano l'Ortodossia erano diretti contro di essa, sostenendo che si trattava di idolatria. Facevano quasi sembrare le chiese ortodosse come templi di Satana. So anche che le comunità protestanti si riunivano e pregavano per la distruzione delle chiese ortodosse. Ecco quanto era acuto il confronto.

Capitava quindi che vivessi come in un mondo parallelo dove non ero mai esposto al mondo ortodosso e non incontravo mai persone ortodosse profondamente religiose che mi potessero dire qualcosa sul'Ortodossia.

Com'è venuto a conoscenza della Chiesa ortodossa, se la sua opera nel protestantesimo era importante, positiva e interessante e aveva già sviluppato un pregiudizio contro l'Ortodossia?

il sacerdote Igor' Zyrjanov sui banchi di ghiaccio del Lago Baikal

Abbiamo sempre creduto che il Vangelo deve risuonare in ogni nazione, non solo nella propria lingua madre, ma anche nel contesto di una cultura che si capisce. Cioè, dovrebbe essere incorporato nella cultura di questa nazione, in modo da essere la loro buona novella di Cristo. Per i buriati, potrebbe essere l'epopea di Geser, che è molto simile al Nuovo Testamento. Gli sciamani buriati fanno sacrifici che sono identici a quelli descritti nelle Sacre Scritture nel libro dell'Esodo. Abbiamo studiato la cultura dei popoli indigeni e raccolto fatti.

Dopo un po', quando eravamo già a Krasnojarsk, abbiamo fondato una piccola comunità. Tutti i membri di questa comunità erano russi. Così ci siamo chiesti: "Come predichiamo ai russi? Su quale cultura dovrebbe essere costruita la nostra missione?" E qualcuno ha risposto involontariamente, "Dovrebbe essere costruita sull'Ortodossia. "Così ho pensato, "Io non so nulla del mondo ortodosso. Non ne ho la minima idea. è cristianesimo, ma è un po' particolare". Ero incuriosito.

Più tardi, quando ci siamo trasferiti a Ulan-Ude per organizzarvi una comunità, sono andato il una chiesa ortodossa per la prima volta. Ci sono andato, sono rimasto in piedi e mi sono guardato intorno. Sono rimasto molto colpito. Ho comprato i libri scritti da san Giovanni di Kronstadt, da sua Eminenza Antonio di Sourozh e da un altro autore. Quando ho iniziato a leggerli, ho sperimentato un vero shock, ho visto che sono testi profondi, razionali e liberi dalle "chiacchiere" che sono abbondanti nei libri protestanti americani. Nei libri ortodossi, tutto era così breve e serio che si doveva studiare questi libri in profondità, piuttosto che semplicemente leggerli. La cosa mi è piaciuta molto e ho iniziato a leggere di più, studiare di più e scavare sempre più a fondo in questi libri.

Naturalmente, stavo ancora affrontando quell'importante domanda che mi aveva dato fastidio fin dall'inizio della mia vita protestante. La domanda era: "Cos'è la Chiesa?" L'idea è nata quando ho incontrato diverse comunità che pretendono di essere la Chiesa. In questi giorni la teoria dei rami è popolare e diffusa nel mondo protestante. Secondo questa teoria, tutti noi credenti in Cristo siamo la Chiesa, ci limitiamo a rappresentarne vari rami. Questo è quello che dicono ora, ma ricordo molto bene che nessuno lo diceva nel 1992. I pentecostali discutevano con i battisti e dicevano, "Noi siamo la Chiesa!", I battisti obiettavano, "No, noi siamo la Chiesa!" – "State andando all'inferno!" – " No, voi state andando all'inferno!" C'erano gravi contrasti. I carismatici dicevano che coloro che non parlavano in lingue, non danzavano, ecc non avevano lo Spirito Santo e come tale non poteva ereditare il regno dei cieli. Ogni comunità diceva che solo loro erano la Chiesa. Io ho visto tutto. Nei primi anni 2000, grazie a pastori occidentali, hanno cominciato ad appianare questi problemi.

Questa domanda sulla Chiesa era ancora aperta per me. Ecco infatti ciò che stava accadendo: andavamo, per esempio, a Jakutsk per organizzare workshop, portando dischi in lingua jakuta, predicando Cristo alla gente, in modo che essi sarebbero semplicemente diventati jakuti cristiani, ma dopo aver creduto, queste persone sarebbero diventate battisti, pentecostali, luterani o avventisti. Questo non ci piaceva. Abbiamo avuto lunghe discussioni all'interno del nostro team su ciò che dovremmo fare per rendere queste persone più semplicemente la Chiesa di Cristo, piuttosto che una comunità di qualche specifica denominazione. Non siamo riusciti a trovare la risposta a questa domanda.

il sacerdote Igor' Zyrjanov

Ero sempre più ispirato dall'Ortodossia. Stavo predicando sulle passioni peccaminose, un concetto che non esiste affatto nel protestantesimo, e su altre idee che avevo preso dai libri ortodossi. La nostra comunità ha iniziato a studiare la dottrina ortodossa sulle passioni peccaminose e siamo rimasti scioccati scoprendo un oceano di straordinaria profondità, un luogo dove si può crescere spiritualmente e ricevere benedizioni. Da parte mia, analizzavo e verificavo le cose, cercando di introdurre un concetto che assomigliasse al pentimento. Già vedevo che era davvero necessario.

Così, una volta stavo leggendo un altro libro ortodosso... Ricordo quel momento molto bene. Ho messo da parte il libro, mi sono alzato... e improvvisamente mi sono ricordato un versetto della Sacra Scrittura in cui Cristo dice, Se prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono; se prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l'albero. (Matteo 12:33). Cioè, il Salvatore dice che un albero cattivo non può dare un buon frutto. Tuttavia, io stavo ammirando l'esperienza spirituale degli ortodossi, ma rifiutavo le cose in cui credevano. All'improvviso mi sono reso conto che leggendo questi libri e traendo ispirazione dall'Ortodossia avevo già fatto la mia scelta – potevo solo essere ortodosso. Questa è stata una tappa molto distinta per me.

In seguito, ovviamente, ho dovuto passare attraverso un intero processo. In primo luogo, ho dovuto trovare persone ortodosse che mi potessero accettare nell'Ortodossia. La seconda domanda è stata: che cosa fare con tutte le nostre comunità e il nostro lavoro, che era in una fase piuttosto avanzata. Ma Dio in qualche modo ha risolto tutto. Così sono diventato ortodosso.

Come è andata quando ha detto ai suoi fedeli della sua scelta? Come l'hanno presa? Probabilmente non è stato facile capire come un pastore può diventare ortodosso praticamente dal giorno alla notte.

In effetti, non è stato facile. Quello che ci ha aiutato è stato il fatto che avevamo studiato la dottrina ortodossa per un po'. La parola "Ortodossia" era già nota a tutti. In secondo luogo, abbiamo incontrato un prete straordinario, padre Vjacheslav Pushkarev, capo del Dipartimento missionario della diocesi di Irkutsk. È stato molto gentile con noi e non ci ha chiamati settari né ha utilizzato alcun termine sprezzante. È venuto alle nostre riunioni ogni domenica. Infatti, ben presto tenevano questi incontri solo per il gusto di parlare con lui. Questi incontri sono durati fino a cinque ore. Abbiamo avuto un sacco di domande da porgli. A volte ha risposto in grande dettaglio, a volte no. Comunque è stata una meravigliosa comunicazione. Abbiamo visto amore in lui. E quell'amore non era falso; era reale.

Sa, ho scritto una storia del mio cammino verso Dio e l'ho caricata on-line [1]. C'era una frase in quella storia che ha scatenato una tempesta di proteste tra i pastori. Ho scritto che i preti erano molto diversi dai pastori. E così è. Il livello morale che vedo nei preti ortodossi è notevolmente più elevato del livello che ho visto nei pastori. Ora conosco molti sacerdoti. Naturalmente, ci sono problemi e difficoltà, dopo tutto, sono umani anche loro, ma i peccati che i preti a volte commettono non possono essere neppure paragonati a ciò che fanno i pastori protestanti. La differenza per me era proprio che erano due mondi separati. Questa è stata probabilmente la seconda ragione per me – il vivido esempio di una persona che ci ha mostrato la bellezza dell'Ortodossia. Se non fosse stato per lui, forse non avremmo capito correttamente. Ma ci è riuscito.

Abbiamo avuto momenti difficili, in cui il mio assistente si è messo a gridare, "sto perdendo un fratello! Sto perdendo un amico! "Era un uomo istruito che si era laureato presso un istituto teologico e parlava greco. Alla fine, si è convertito all'Ortodossia anche lui, ma per un motivo completamente diverso.

Qual è stato il suo motivo?

Abbiamo avuto lunghe discussioni con lui su Tradizione e Scrittura. Sosteneva il principio della Sola Scriptura. Abbiamo discusso il battesimo dei neonati. Proponeva il solito argomento protestante che il battesimo è "la risposta di una buona coscienza verso Dio" (1 Pietro 3:21), ma dal momento che i bambini non possono dare alcuna risposta, non possono essere battezzati. Gli ho detto: "Sai che nel testo slavo ecclesiastico non si tratta di rispondere, ma di chiedere a Dio di dare una buona coscienza a chi viene battezzato?" Ha detto, "Non può essere così." Quando ha preso il testo greco, ha aperto il dizionario, e ha cercato di tradurre il passo, ha scoperto che la parola in originale poteva essere tradotta come "rispondere" o come "chiedere". Allora, dove dobbiamo cercare la soluzione che chiarirà quale delle due traduzioni è corretta? Per i protestanti non c'è una risposta. Tuttavia, è molto semplice per gli ortodossi. Se leggiamo le opere dei Padri della Chiesa scritte nel terzo, quarto o quinto secolo, vedremo che tutti loro credono che significa "chiedere". Questa è la bellezza della Tradizione. Guida la nostra comprensione della Sacra Scrittura. Senza Tradizione, le nostre menti sono facilmente sviate.

il sacerdote Igor' Zyrjanov

Inoltre, tutti gli scismi nel protestantesimo (e protestanti si dividono costantemente in vari gruppi) sono causati da questo motivo. Qualche membro di una comunità protestante, per esempio, l'assistente di un pastore, dice all'improvviso che ha ricevuto una rivelazione da parte di Dio per quanto riguarda alcuni versi della Sacra Scrittura. Il pastore non è d'accordo con lui e dice: "Non è così. È sbagliato". Ma l'assistente insiste nella sua convinzione, se ne va e crea la propria comunità. È così che avviene la divisione. Non vi è alcun fondamento a cui si può fare riferimento quando si vuole assicurare la corretta comprensione della Scrittura. Non vi è alcuna autorità.

Dopo aver respinto la tradizione e gli insegnamenti dei Santi Padri, i protestanti hanno perso il sistema di coordinate e il punto di riferimento. Se non vi è alcun riferimento alla Tradizione, qualsiasi insegnamento può essere facilmente "armonizzato" con la Bibbia. Mentre per gli ortodossi, l'autorità della Tradizione è enorme.

Quell'uomo, il mio ex assistente, si è convertito anche lui all'Ortodossia. Ora è anche lui un sacerdote. In realtà, sei membri del nostro gruppo sono diventati sacerdoti.

Ancora più tra loro probabilmente si sono convertiti all'Ortodossia? Alcuni, ovviamente, sono ancora laici?

Sì, naturalmente. Tutta la nostra comunità si è convertita all'Ortodossia, così come alcune persone che conoscevamo in altre città. Circa 60 persone in totale. Con la benedizione del nostro vescovo, ora stiamo lavorando duramente per sostenere i protestanti che desiderano convertirsi all'Ortodossia [2]. 120 persone provenienti da varie città della Russia si sono convertite all'Ortodossia finora. Molti ci trovano on line o fanno domande al telefono. Ci sono varie situazioni, e purtroppo, ci sono molte esperienze negative, quando i protestanti che sono sinceramente interessati all'Ortodossia vengono in chiesa e incontrano non solo incomprensioni, ma animosità aperta. Questo non viene dai preti, ma da parte di altri che in chiesa lavorano al banco delle candele o in altri luoghi. Purtroppo, cose del genere accadono.

Sì, noi abbiamo questo problema. È per questo che sua Santità il patriarca Kirill sta promuovendo l'idea di avere un personale missionario in ogni parrocchia che dia correttamente il benvenuto a tutti i nuovi arrivati. La maggior parte delle parrocchie non ha ancora attuato questa idea.

Padre, ho un'altra domanda per lei: com'è andato il periodo di ingresso nella vita della Chiesa? È stato più facile per lei, naturalmente, perché sapeva già molte cose sull'Ortodossia; ma probabilmente ha avuto anche qualche difficoltà?

Direi che è stata una grande avventura. In primo luogo, abbiamo sentito un grande sostegno e comprensione da parte del clero. Abbiamo avuto lunghe discussioni sui miti che gli ortodossi e i protestanti hanno gli uni sugli altri. Questa apertura del clero, la loro incredibile gentilezza ed enorme pazienza sicuramente hanno svolto un ruolo importante. Ora capisco quanto è costato loro rinviare tutte le loro responsabilità e spendere così tanto tempo con noi. Grazie a questo, entrare nella vita della Chiesa non è stato difficile per me.

il sacerdote Igor' Zyrjanov

Quando ho iniziato il processo di catechesi, ho capito che dovevo cambiare molte cose nella mia mente, perché tutti noi pensiamo secondo certi paradigmi. Questi paradigmi dovevano essere completamente sostituiti. Ho dovuto buttare via alcune cose e trovare qualcosa con cui sostituirle. Seguendo rigorosamente questa logica, abbiamo cambiato il nostro modo di pensare, pezzo per pezzo. Dico "noi", perché non ero solo. Io ero spesso la forza trainante, ma non ero solo, tutti i membri della nostra comunità si sostenevano a vicenda. Per esempio, abbiamo studiato l'insegnamento ortodosso della salvezza, confrontandolo con gli insegnamenti protestanti e cercando di capire la differenza. Era una questione importante per noi. Quando abbiamo chiesto ai sacerdoti, ci hanno detto che cosa guardare e ci hanno dato i nomi dei libri. Abbiamo iniziato a leggere e studiare in modo approfondito. La stessa cosa è successa con altre domande. Le cose che i protestanti confondono e che ritengono idolatria – per esempio, la venerazione delle icone e delle reliquie, dimostrano anzi come tutto è naturale nell'Ortodossia. Così, quando un protestante viene da me e dice: "Come potete adorare le icone?" Io rispondo, "Noi non adoriamo le icone". Lui dice: "Sì questo è quello che dite. I vostri libri dicono che non le adorate, ma le venerate. Ma cosa sta accadendo realmente? Alcuni si accostano a un'icona e si inchinano. Questa non è adorazione? Poi baciano l'icona. E questa non è adorazione?" Ora è facile per me spiegare, perché ora io stesso lo capisco.

Allora come fa a rispondere a questa domanda?

Rispondo che tutto nell'Ortodossia è naturale, perché si tratta di una relazione tra le persone e Dio. Se abbiamo un rapporto con qualcuno, questo rapporto non è mai costruito su una qualsiasi legge. Si tratta di un'espressione di amore. Se le persone che amano Cristo si accostano alla sua icona, perché non dovrebbero inchinarsi o baciarla? È l'espressione del loro amore per Cristo, il desiderio del loro cuore. La stessa cosa vale per le reliquie. Come padre Vjacheslav ha detto quando gli è stato chiesto delle reliquie, "Fratelli, questi erano i nostri padri. Come possiamo non venerare i nostri padri?"

Capire la differenza tra il legalismo protestante e la naturalezza dell'Ortodossia è la cosa più importante. Se lo si capisce, allora tutto diventa chiaro.

Un'altra domanda: Dov'è che i protestanti incontrano Cristo? Gli ortodossi ovviamente incontrano Cristo nella comunione, quando ricevono la carne e il sangue di Cristo. Tuttavia, questo non è così ovvio per i protestanti, che distorcono le parole del Salvatore, se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete la vita in voi (Giovanni 6:53), dicendo che carne e sangue fanno riferimento alla Sacra Scrittura. Questo è un altro blocco che ho dovuto sostituire in me stesso.

Conosciamo questi blocchi. Per esempio: Dove incontriamo Cristo? Ah, non qui, ma qui. Questo paradigma deve essere aggiustato. Credo che questo sia il motivo per cui alcuni protestanti convertiti all'Ortodossia se ne vanno dopo un po' e poi tornano. Questo accade perché non sostituiscono questi blocchi in se stessi. Non vedono la necessità di studiare in modo approfondito. Ma è necessario per i protestanti studiare gli insegnamenti in ogni piccolo dettaglio per diventare ortodossi. Sì, è difficile, ma ne vale la pena.

Alcuni dicono, "Perché dovrei farlo? Guardate quel ragazzo per strada, che beveva e si comportava male. Poi qualcosa ha mosso il suo cuore ed è andato in chiesa, si è confessato e ha ricevuto la comunione. Ora sta bene e non deve studiare nulla. Perché dovrei farlo io? Perché c'è una differenza. A differenza di un "uomo della strada", noi ex protestanti abbiamo già un certo sfondo teologico e una visione di come dobbiamo servire Dio. Abbiamo bisogno di cambiare queste cose. In caso contrario, non funzionerà. Questo è ciò a cui è servito il mio periodo di catechismo. Prendevo appunti sulle cose che vedevo. Poi le discutevamo con i sacerdoti e tra noi.

il sacerdote Igor' Zyrjanov con la moglie Elena dopo la sua ordinazione

Nella sua esperienza personale, cos'è successo nella sua vita dopo che si è convertito all'Ortodossia? Che cosa mancava nella sua esperienza religiosa nel protestantesimo?

Probabilmente dovremmo parlare di due aspetti qui. In primo luogo, ero un pastore e un direttore di una missione protestante, e improvvisamente sono stato sul punto di perdere tutto. Questo lavoro era il senso della mia esistenza. Avevo dedicato 18 anni della mia vita a questo lavoro; vale a dire, avevo passato la maggior parte della mia vita adulta a farlo. Cosa dovevo fare ora? Quando mi stavo convertendo all'Ortodossia, nessuno mi ha promesso che sarei stato ordinato al sacerdozio in breve tempo, per esempio, in un anno. Questo non era l'idea. Anche se avevo chiesto se potevo diventare sacerdote, la risposta era stata: "Sì, tutti possono, se si rispettano certe regole". Tuttavia, ho capito che nel 1992 avevo incontrato Dio, o meglio Dio mi aveva trovato. Avevo davvero creduto nel Signore Gesù Cristo, nel suo sacrificio redentore e nella sua risurrezione. Ho pensato che lo stavo seguendo, ma sono finito al di fuori della Chiesa.

Ho passato molti anni cercando di servirlo, ma senza conoscerlo, perché ero al di fuori della Chiesa. Ed essere al di fuori della Chiesa è spaventoso. Perché la Chiesa è l'arca della salvezza. Questa immagine di una nave è molto adatta e potente. Avevo cercato di attraversare l'oceano appeso a qualche ramoscello, mentre c'era una nave disponibile. Allora qual era il senso della mia vita? Perché stavo facendo tutto questo, se non mi stava portando alla salvezza? Ecco perché quando mi è stato accettato nella Chiesa ortodossa, ero felice e disposto a essere solo un normale parrocchiano, pur di essere nella Chiesa. Quella era la mia decisione.

Ho studiato fotografia, così ho semplicemente iniziato a lavorare come fotografo. È stato un tempo tranquillo e pacifico nella nostra famiglia! Mia moglie ricorda ancora con affetto quel tempo e dice a volte, "Forse avresti dovuto rimanere un fotografo?"

Capire che sei nella Chiesa è la cosa più preziosa. Quando guardo le altre persone che si sono convertite all'Ortodossia, vedo come apprezzano la Chiesa. Sai, non importa assolutamente che la nave della Chiesa possa avere un albero marcio o qualche tavola rotta sul ponte, tutti questi problemi sono così insignificanti. È il pilota della nave quello che conta di più. Se si capisce questo, si è protetti da tentazioni e problemi. Per i protestanti che si sono convertiti all'Ortodossia e hanno capito il valore della Chiesa, tali questioni sono prive di significato. La politica della chiesa, le voci o qualche malcontento nella Chiesa possono essere molto dolorosi per una persona che era in origine ortodossa, ma per noi non importa. Ci rendiamo conto che nessuno è perfetto, perché siamo tutti esseri umani. Non ci interessa se c'è qualcosa di sbagliato nelle persone della Chiesa, quando sappiamo che siamo nella vera Chiesa.

Dalle epistole di Paolo, vediamo che anche in età apostolica la Chiesa sperimentava sfide, problemi e il traviamento morale di alcuni dei suoi membri. Il Salvatore ha detto: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati" (Marco 2:17). La Chiesa è, in sostanza, un ospedale. Quelli che vengono in chiesa non sono originariamente santi; sono in un processo di guarigione. Questo processo non è semplice e possono ritornare vecchie malattie.

Così la Chiesa è probabilmente la cosa più importante che i protestanti ricevono nell'Ortodossia.

Ha detto che c'erano due aspetti. Qual è il secondo?

Il clero. Che cos'è un pastore? Nella maggior parte dei casi, si tratta di un uomo assolutamente disinteressato che sacrifica praticamente tutto per essere in grado di predicare il Vangelo ala gente. In generale, i pastori protestanti hanno motivi buoni e giusti. Tuttavia, essi sono al posto sbagliato. Non hanno mezzi per salvare la gente. Qualche tempo dopo che sono diventato un sacerdote, mi è stato chiesto quale fosse la differenza tra il lavoro di un pastore e il lavoro di un sacerdote. Ho detto: "La differenza è che il sacerdote può fare qualcosa piuttosto che limitarsi a parlarne". Intendo i sacramenti. I pastori possono solo dire: "Rifiutiamo i peccati, gettiamoli via!", mentre il sacerdote può ricevere le confessioni. È così incredibile! I protestanti hanno il concetto del pentimento, ma non hanno il sacramento della confessione che libera le persone dalla morsa del peccato.

C'è un detto che un uomo che vive tra le montagne cessa di notare la loro bellezza. Per gli ortodossi la confessione è una cosa comune, mentre per i protestanti convertiti all'Ortodossia, questo sacramento è intenso e vivido. "C'è la confessione! Wow! È una cosa così grande!" Fino a oggi, quando ricevo le confessioni da sacerdoti che erano protestanti, molti di loro dicono:" Dio, è così meraviglioso che ci sia la confessione, questo sacramento!" E anche tutti gli altri sacramenti, inclusi battesimi e matrimoni. Che cosa fa un pastore? Egli dà semplicemente la sua benedizione e prega per gli sposi come meglio può. Mentre nell'Ortodossia abbiamo un intero sacramento.

Prendiamo, per esempio, il sacramento della partecipazione al corpo e al sangue del Signore, in cui non stiamo semplicemente toccando simboli o libri, ma Cristo stesso. Se ci pensate seriamente, questo genera pensieri tanto incredibili nella vostra testa e vi fa sentire una gioia tanto ineffabile che le lacrime iniziano a scorrere. Perché non potete comprendere appieno che Dio – Dio stesso! – vi offre il suo corpo e il suo sangue nella Santa Comunione. Come è possibile? È incredibile, ma è esistito qui nella Chiesa per tanti anni! Mentre noi ce ne stavamo da qualche parte al di fuori e non ne sapevamo nulla. È pauroso. Questa è la seconda cosa che un ex protestante può ottenere dopo essere diventato un prete ortodosso.

il sacerdote Igor' Zyrjanov

L'Ortodossia l'ha aiutata a comprendere qualcosa di nuovo su di sé?

Sì. Quando ero protestante, ero sicuro di essere un giusto. Confessavo semplicemente i peccati che commettevo e proseguivo, vivendo una cosiddetta "vita nella vittoria". Quando sono diventato ortodosso, ho visto i miei veri colori. Ho capito che ero ipocrita, orgoglioso, ingannevole, vanaglorioso... Questo, naturalmente, mi ha reso deluso di me stesso e della dottrina protestante. D'altro canto, l'Ortodossia mi dà un serio sostegno e l'aiuto di Dio per sbarazzarmi dei miei peccati attraverso i sacramenti della confessione e della comunione. Più a lungo rimango ortodosso, più vedo i difetti del mio carattere. Questa conoscenza mi dà motivo di essere più umile davanti a Dio, di cercare il suo volto e di cercare di cambiare.

Padre, essendo stato tra i pentecostali, sa che pentecostali e neo-pentecostali amano chiedere: "Che dire del dono delle lingue? Noi abbiamo il dono delle lingue e gli ortodossi no". Come risponderebbe a questa domanda?

Tutto si è rivelato molto più facile di quanto mi aspettassi. Quando ci stavamo convertendo all'Ortodossia, lasciavamo sempre fuori questa domanda. La storia ci dice che molto tempo fa questo dono ha smesso di manifestarsi nella Chiesa tanto intensamente come si manifestava nell'era apostolica. Un profeta di nome Seymour era apparso ad Azusa Street, Los Angeles, Stati Uniti d'America, agli inizi del XX secolo. Presentava insegnamenti circa il dono delle lingue, e quando imponeva le mani sulle persone, queste iniziavano a pronunciare alcune parole strane. Fu lì che i pentecostali ebbero questa idea. I linguisti hanno condotto studi per determinare se i suoni fatti dai pentecostali erano parte di un linguaggio e se non avevano una struttura di una lingua. Il parlare in lingue è stato registrato in varie comunità pentecostali e quando i linguisti hanno analizzato le registrazioni, hanno detto, "Questa non è affatto una lingua, questa è solo la ripetizione ciclica delle stesse parole e frasi".

Sì, è stato definitivamente dimostrato da ricercatori come E. Nida, W. Wolfram, W. Samarin e altri, ma nel corso degli anni lei probabilmente si era abituato a questo parlare in lingue?

Certo, ero solito parlare nelle cosiddette "altre lingue", ma questo problema è stato risolto per me in modo sorprendente. Ho iniziato a pregare con il libro di preghiere e proprio questo mi ha affascinato! I protestanti usano l'espressione "pray your heart out" (pregare il tuo cuore), che significa che dopo aver pregato per un lungo periodo di tempo ti rendi conto che hai detto tutte le cose che volevi dire. Questo include la preghiera "in lingue" e l'uso delle tue stesse parole. Quando ho semplicemente letto le preghiere del mattino nel libro di preghiere, ho sentito che pregavo il mio cuore meglio che mai. Questa è stata la sensazione incredibile che ho ricevuto. Pregavo con un piacere speciale e rimanevo stupito della completezza e della pienezza spirituale della preghiera. Dieci giorni dopo, mi sono reso improvvisamente conto che non avevo parlato in lingue durante questo intero periodo. Così ho pensato, "Giusto. Ok allora, non lo farò più". È così che è successo. Questo è ciò che sta accadendo alla maggior parte delle persone. Semplicemente, se lo lasciano alle spalle. Non ne discutiamo nemmeno molto. Nonostante il suo posto speciale nel movimento pentecostale, tutto il polverone su di esso e tutti gli sforzi compiuti per promuovere la glossolalia, per qualche motivo la gente può facilmente lasciarsela alle spalle. È molto più facile delle altre cose. Questo è semplicemente qualcosa di superficiale che non ha radici profonde nelle persone. Nessuno di noi convertiti all'Ortodossia ha mai avuto alcun problema con questo. Ognuno se ne è sbarazzato abbastanza facilmente; Non vorrei neanche dire che hanno avuto bisogno di "sbarazzarsene", hanno semplicemente smesso di farlo.

Sa, riguardo a questa glossolalia pentecostale mi sono sempre chiesto una cosa. Come sappiamo, secondo il libro degli Atti, gli apostoli in realtà parlavano lingue diverse in modo che gli stranieri potessero capire. Tuttavia, per quanto ne so, quando i predicatori pentecostali e neo-pentecostali provenienti dall'estero vengono in Russia, utilizzano ancora i servizi di interpreti, anche se presumibilmente hanno il dono delle lingue. C'è mai stato un predicatore americano che abbia potuto parlare russo a causa del "dono delle lingue", senza la formazione e lo studio della lingua in anticipo? Ne ha mai visto almeno uno?

Naturalmente, no. La gente dice semplicemente alcune parole senza senso e un'altra persona può "interpretarle". O chi parla è in grado di interpretare se stesso. Ovviamente, non c'è modo per dimostrarlo. Credo che siano solo azioni psicofisiche personali. In realtà, è una cosa simile alle pratiche orientali.

Sì, gli sciamani usano la glossolalia nelle loro pratiche. [3]

Penso che nella glossolalia la gente riversi il proprio cuore, in realtà aprendosi e dando il proprio cuore a Dio. Tuttavia, è semplicemente un'azione psicofisica. Non è un dono dello Spirito Santo. Tale affermazione è falsa.

È stato dimostrato che la glossolalia non è un dono, ma un comportamento acquisito. Si può imparare a farla.

Tutti i pentecostali sono perplessi quando diciamo loro di persone che dopo essere state protestanti e religiose sono divenute miscredenti e peccaminose, ma hanno continuato a "parlare in lingue". Per esempio, tossicodipendenti che hanno partecipato a centri di riabilitazione protestanti, ma hanno avuto una ricaduta continuando a "parlare in lingue" sotto l'effetto delle droghe. Dov'è lo Spirito Santo, allora? Ma quando sei protestante, non pensi a queste cose.

Si dovrebbe notare che il vero dono delle lingue che è stato dato agli apostoli esiste ancora nell'Ortodossia, anche se si manifesta molto raramente. Per esempio, san Paisios della Santa Montagna ha avuto questo dono. Sappiamo di due occasioni in cui ha parlato francese con francesi e altre due occasioni in cui ha parlato inglese a pellegrini provenienti da paesi di lingua inglese. In tutti questi casi, le persone non avevano un interprete con loro, ma avevano un vero e proprio bisogno di parlare, e lo Spirito Santo ha dato l'anziano il dono di parlare nella loro lingua, anche se parlava solo greco e non aveva mai studiato altre lingue. Nel XIX secolo, lo stesso dono delle lingue è stato osservato in un altro ascetico dal Monte Athos, lo schemamonaco Martiniano. [4] Ci sono anche altri casi come questi. Così il dono apostolico delle lingue non è scomparso dall'Ortodossia, è dato solo a persone di cuore puro e solo quando è necessario spiritualmente. E questo dono non ha nulla a che fare con la glossolalia.

Caro Padre Igor, la ringrazio molto per la sua storia. Mi piacerebbe fare una discussione più lunga e parlare della sua missione fra le nazioni del Nord. Spero che Dio l'aiuterà nel suo lavoro. Grazie per aver partecipato al nostro programma.

Note

[1] http://www.pravoslavie.ru/38208.html

[2] Padre Igor' è a capo del servizio di consulenza "La strada verso casa" della diocesi di Irkutsk, dedicato a san Giovanni Crisostomo. Finora, circa 200 protestanti si sono convertiti all'Ortodossia. Il sito web del centro è http://put-domoy.veruyu.ru/

[3] Felicitas Danels Goodman ha partecipato a studi approfonditi sulla glossolalia. Ha scritto che la glossolalia è praticata da "eschimesi, sami, chukcha, ostiachi, jakuti ed evenchi, che utilizzano un linguaggio segreto nei loro rituali. Questo linguaggio segreto è un mix di sillabe senza senso e della lingua del loro popolo". Ci sono molti esempi in cui suoni o glossolalie senza senso sono utilizzati in religioni nazionali in tutti i continenti... L. C. May osserva che nelle religioni non cristiane la glossolalia si osserva in "Malesia, Indonesia, Siberia, regioni artiche, Cina, Giappone, Corea, Arabia, Birmania e altri paesi. È anche attivamente praticata nelle religioni tribali africane". ( http://nauka.bible.com.ua/tongues/tong1.htm ).

[4] "Allo stesso tempo, lo schemamonaco Martiniano viveva al monastero russo del monte Athos in completa obbedienza e rifiuto della propria volontà, che lo aveva reso docile come un bambino. Amava tutti così tanto, che non avrebbe risparmiato alcuno sforzo per aiutare tutti e prendere le infermità di tutti su di sé... Non sapeva il russo, ma spesso rimproverava noi russi e ci dava istruzioni edificanti. A volte parlava il russo meglio di qualsiasi russo, ma poiché non capiva una sola parola in russo, ci lasciava molto sorpresi". –  Ieromonaco Antonio della Santa Montagna,. Le vite degli asceti del Monte Athos nel XIX secolo. http://www.russian-inok.org/books/afonskie.html

 
La Madre di Dio che impartisce la comunione, una rappresentazione iconografica rara

Dal portale www.crestinortodox.ro/, riportiamo l’articolo di Radu Alexandru su una rara e insolita rappresentazione iconografica, la Madre di Dio che impartisce la comunione. Questa rappresentazione ha la sua origine in una visione monastica alla Lavra di san Sava il Santificato, in Palestina. L’articolo, nell’originale romeno e in traduzione italiana, è nella sezione “Santi” dei documenti.

 
Mangiare gamberi come un ortodosso

Ecco l'attrice Shawnee Smith, che impara a sbucciare gamberi alla domenica dopo la Liturgia nella nostra chiesa nel sud della Louisiana. Shannon Tilley, un pilastro della chiesa e un eccellente cuoco di gamberi, è il suo istruttore. Shawnee, che ha avuto un ruolo della sitcom Becker, nel film horror Saw, e che è attualmente protagonista con Charlie Sheen in Anger Management, è diventata cristiana ortodossa poco più di un anno fa. Quando l'ho incontrata a Malibu questa primavera, mi ha parlato della profonda differenza che l'Ortodossia ha fatto nella sua vita, e di come voleva mostrare al mondo cosa significasse vivere e amare come cristiani ortodossi. Lei e il produttore Rotimi Rainwater stanno lavorando a un film documentario dal titolo provvisorio Orthodoxy, A Love Story. Insieme a una piccola troupe cinematografica, progettano di viaggiare negli Stati Uniti, e forse in Russia, tracciando i profili di diversi cristiani ortodossi e delle loro congregazioni, catturando le diversità della fede, e parlando con i convertiti del perché e come sono stati attratti all'Ortodossia.

Shawnee e la troupe sono arrivati in aereo il venerdì per trascorrere il fine settimana con noi alla missione di san Giovanni il Teologo qui nel sud della Louisiana, e per parlare con alcuni di noi della fede. Dopo la Liturgia di oggi, abbiamo preparato per loro un pranzo a base di gamberi, per mostrare loro le usanze di questo angolo ortodosso del Sud. Avevamo anche in visita un prete e la sua famiglia da Salt Lake City. Ecco Padre Michael van Opstall, che ha una delle migliori barbe dell'Ortodossia nel Nord America, che assaggia gamberi bolliti per la prima volta:

Ecco il parrocchiano Jack Cutrer che racconta la storia di Nelson, un procione che viveva con la sua famiglia quando era un ragazzino:

Padre Costantino, un monaco recentemente trasferito in città, presenta un po' di saggezza monastica:

Shawnee è un'appassionata del mio libro The Little Way Of Ruthie Leming, e spera di interpretare Ruthie nella serie TV che un produttore prevede di trarre dal libro. Voleva incontrare la mia famiglia mentre era qui. Mia mamma e papà sono venuti al pranzo parrocchiale, così come Mike Leming e sua figlia Rebecca. Ecco Mike e Shawnee:

Ecco papà che parla a Shawnee:

Ed ecco l'immagine che ho catturato dei miei due padri, mio papà e il mio prete:

E, infine, ecco Shawnee nella nostra cucina mentre brandisce lo "zio Walker", il potente martello per ghiaccio fatto dal mio amico Stephen Stirling per il ghiaccio dello sciroppo di menta. Ebbene sì, caro lettore, abbiamo preparato sciroppo di menta il sabato sera:

Ci siamo divertiti tutti, inclusi i nostri nuovi amici di Los Angeles. Sono abbastanza entusiasta di questo documentario, e non solo perché in esso ha un ruolo la nostra parrocchia. Non è davvero un film di teologia o di sociologia della religione. Shawnee desidera fare un film che dice che l'Ortodossia insegna a coloro che l'abbracciano ad amare più perfettamente. Questo significa qualcosa di diverso per ciascuno. Ho parlato di come la mia fede ortodossa, il mio prete, e la mia comunità ecclesiale mi hanno aiutato attraverso alcuni momenti difficili, quando sono tornato in Louisiana – e come mi stanno ancora aiutando a risolvere alcune cose difficili. Non ho visto l'intervista di padre Matthew, ma Shawnee ha detto che ha parlato di alcune cose estremamente dolorose che vedeva e viveva quando lavorava come ufficiale di polizia, e di come la rottura radicale del mondo lo abbia spinto ulteriormente verso fede, e, infine, verso il sacerdozio. Ci sono state anche altre interviste, con tutti noi convertiti americani – che parlavamo di come siamo grati a Dio di avere usato questa antica forma di cristianesimo per chiamarci a sé, e per guarirci.

Come ho detto, Shawnee, Rotimi, e la loro troupe hanno un programma ambizioso di viaggio, per lo più intorno all'Ortodossia in America – ma ora devono raccogliere più fondi per finanziare il resto del film. Si tratta di una produzione a basso budget, ma anche i film a basso budget costano molto se sono fatti bene. E questo sarà fatto bene; siamo stati tutti colpiti dalla professionalità della troupe (e tutti sono stati gentili con mio figlio Lucas, che li considera suoi eroi, e ha portato le luci e tutto il loro equipaggiamento per tutto il fine settimana). Se come cristiani ortodossi volete contribuire a finanziare quello che di sicuro sarà un film formidabile, fatto da professionisti di Hollywood, pensate a quel che potete contribuire per dare vita a questo progetto.

Shawnee e io eravamo in un negozio in città questo fine settimana, quando qualcuno le ha chiesto di cosa avrebbe parlato il documentario. Una cosa che ha detto mi è rimasta nel cuore: "La cultura della morte è ovunque. Voglio mostrare alla gente, soprattutto ai giovani, che c'è un altro modo. Che c'è speranza." Questa donna è straordinaria. Ho parlato con lei per ore della sua fede, e credo che la sua conversione sia profonda e vera. È stato un onore e una benedizione far parte di Orthodoxy, A Love Story, e spero che si possano raccogliere i fondi per finire il film e farlo arrivare nelle mani della gente. Shawnee mi ha raccontato un paio di storie che padre Matthew ha detto loro nell'intervista, del lavoro di ricostruzione che Dio ha fatto in lui attraverso l'Ortodossia dopo aver visto come poliziotto tanta violenza e morte che lo ha lasciato spezzato all'interno. Queste erano cose che non sapevo, e ho pensato... wow, cambieranno la vita di qualcuno.

 
I bordi decorativi – un'aggiunta di bellezza in una chiesa ortodossa

chiesa dei Nuovi Martiri e Confessori, Butovo, Mosca, Russia

La bellezza in una chiesa ortodossa è facilmente data per scontata, ma ha un profondo significato spirituale e teologico. Può anche essere realizzata anche da chi non ha le capacità di un iconografo. La bellezza è una caratteristica integrale del tempio ortodosso. Onoriamo Dio quando dimostriamo di aver abbellito il nostro luogo di culto. Per i cristiani ortodossi, creare bellezza è una vocazione molto alta, perché creando la bellezza condividiamo l'attività di Dio che riflette la sua natura. [1] Noi abbelliamo ciò che per noi è prezioso.

I bordi decorativi sono un elemento trascurato e sottovalutato nelle nuove chiese. Questi bordi sono un'importante tradizione della vita ortodossa. Vediamo i bordi in chiese arredate tradizionalmente, sia nuove che vecchie.

chiesa della Protezione della Theotokos, Jasenevo, Mosca, Russia. Le foto sono di Lynne Attaway se non diversamente specificato

chiesa dell'Annunciazione, Nazaret, Israele

I parrocchiani della chiesa ortodossa di Sant'Anna, Oak Ridge, nel Tennessee, hanno utilizzato $ 200 di vernice, $ 200 di Frog Tape® e $ 20 di materiale per stencil per aggiungere bordi decorativi al loro spazio di culto.

l'area dell'altare con bordo a due motivi e colore a contrasto della parete inferiore

classica cornice ad arco rotondo attorno a una finestra contemporanea e bordo superiore della parete

nartece con bordo bizantino e colore a contrasto della parete inferiore

Caratteristiche proprie dell'architettura ecclesiastica ortodossa

Questi bordi decorativi aiutano a completare le caratteristiche proprie dell'architettura ecclesiastica ortodossa, come la identifica Andrew Gould. Tutti gli elementi dell'architettura e dell'arredamento contribuiscono a rendere la chiesa stessa icona del paradiso, la città di Dio, con le sue fondamenta ingioiellate, le sue porte di perle e le sue strade dorate.

Le caratteristiche appropriate esprimeranno: solidità, splendore, mistero, introversione, energia, quiete, universalità, esotismo, identità locale, autenticità, eleganza e autorità. [2] Ecco una fotografia del monastero di Varlaam alle Meteore, in Grecia, che mostra una chiesa medievale completamente decorata.

Kirkby, A, Foto del Monastero di Varlaam, Meteora, Grecia, in Gould, A., "An Icon of the Kingdom of God, part 5", in Orthodox Arts Journal, ottobre 2012

Il progetto di abbellimento alla chiesa ortodossa di sant'Anna

Il medaglione, le finestre e il bordo superiore

Il progetto alla chiesa ortodossa di sant'Anna iniziò quando Niko Pantanizopoulos vide la nuova iconostasi, creata dagli studi di Dmitrij Shkolnik, e ebbe l'idea di usare alcuni dei disegni decorativi e portarli fuori dall'altare e introdurli nel resto della chiesa. Voleva creare un'esperienza di culto più invitante. Niko ha trascorso molto tempo in Grecia, visitando la sua famiglia, quindi ha più esperienza nella visione di chiese e monasteri ortodossi rispetto alla maggior parte dei convertiti.

l'iconostasi, l'ispirazione per i disegni

il medaglione centrale sopra le porte regali

il bordo floreale nella parte superiore dell'iconostasi

Niko ha usato la sua conoscenza del design di paesaggi combinata con la conoscenza dell'estetica ecclesiastica ortodossa. Ha usato il medaglione nella decorazione dell'iconostasi per creare un punto focale sopra l'altare. Ha usato il bordo floreale nell'iconostasi per circondare le finestre e creare archi a tutto sesto per enfatizzare le finestre e per esprimere la classica forma romana. Ha ripetuto il medaglione all'interno degli archi delle finestre. Ha dipinto e decorato un bordo all'incrocio del soffitto a parete per ammorbidire la transizione, unificare lo spazio ed estendere il progetto a tutta la chiesa.

il punto focale sopra l'altare, basato sul medaglione centrale

le finestre con cornici ad arco tondo e bordi radianti

il motivo floreale crea un bordo tra soffitto e parete, che unifica lo spazio

Niko ha le capacità per dorare con la vera foglia d'oro dalle sue precedenti esperienze di decorazione ecclesiastica, ma il costo sarebbe proibitivo. Ha anche esperienza con la doratura con polvere di mica. Poiché si trattava di un progetto per interni, ha usato la doratura a base d'acqua. I disegni creati con la polvere di mica donano una luce soffusa alla chiesa, lasciando che la chiesa risplenda di uno splendore interiore.

Le pareti della navata inferiore

Alcuni anni dopo, padre Stephen Freeman, matushka Beth Freeman e Lynne Attaway hanno partecipato a pellegrinaggi in Terra Santa e in Russia. Abbiamo apprezzato le decorazioni che abbiamo visto nelle chiese e abbiamo ricordato il lavoro di Niko. Ci siamo resi conto che potevamo aggiungere più decorazioni alla nostra chiesa.

Il secondo progetto ha continuato la decorazione nella navata. In primo luogo, abbiamo dipinto la parte inferiore delle pareti di un verde scuro, usando uno dei colori nella decorazione dell'iconostasi. Questa parte inferiore scura crea una sensazione di solidità, come se fossimo in una fortezza. È come essere su una nave con delle sponde laterali forti che danno una sensazione di sicurezza. La parola "navata" deriva dalla parola latina per "nave".

la navata con pareti color oro pallido dal pavimento al soffitto

la navata con la parte inferiore dipinta di verde. (Il nastro del pittore è ancora in posizione.)

Abbiamo aggiunto un bordo decorativo sopra la base verde, per ammorbidire la transizione tra i due colori. Abbiamo scelto un modello di decorazione dalla chiesa del Santissimo Salvatore di Chora, a Istanbul, in Turchia. Bande di colore, spesso rosse o blu, solitamente incorniciano i motivi del bordo. Per questo progetto, abbiamo dipinto il disegno dorato su una base blu e abbiamo dipinto strisce colorate sopra e sotto l'ampia banda blu. Quindi abbiamo applicato la polvere di doratura in mica sul disegno dorato. La doratura ha aggiunto profondità e luminosità al disegno.

Ertug, A., bordo nella chiesa del santo Salvatore a Chora, Istanbul, Turchia, in Ertug and Mango, The Scroll of Heaven, 2000

la navata con il nuovo bordo tra i colori del muro superiore e inferiore

particolare del bordo della navata con vernice dorata su base blu e strisce sopra e sotto

il bordo della navata dopo l'applicazione di polvere di mica d'oro

Il nartece

Il terzo progetto è stato nel nartece. Abbiamo di nuovo usato un colore più scuro per la base e abbiamo usato un design bizantino tradizionale per il bordo. Abbiamo ripetuto le strisce rosse e blu per mettere in relazione i colori della decorazione della navata. Non abbiamo aggiunto dorature nel nartece. Volevamo mostrare una gerarchia degli spazi. La navata è più importante del nartece.

il nartece prima della decorazione

il nartece dopo la decorazione del bordo e il contrasto del colore della parete inferiore. Icona di Sant'Anna scolpita da Jonathan Pageau

dettaglio del bordo del nartece

L'altare

Il quarto progetto è stato nell'altare. Le pareti erano state dipinte di un rosso intenso, su suggerimento dell'iconografo, per usare un colore dalle cornici delle icone sull'iconostasi.

l'area dell'altare prima della decorazione

Abbiamo dipinto la zona inferiore d'oro, per illuminare lo spazio, e abbiamo creato un bordo più largo e più decorato rispetto agli altri bordi. Abbiamo usato un modello di vite, un motivo che Niko dice viene spesso usato in Grecia negli altari, poiché si riferisce all'eucaristia e alla dichiarazione di Cristo in Giovanni 15: 5 "Io sono la vite; voi siete i tralci". Il modello che abbiamo usato è stato adattato dalla chiesa di San Vitale, a Ravenna, in Italia.

Bustacchini, G, foto del disegno della vite del mosaico a San Vitale, Ravenna, Italia, in Ravenna, mosaici, monumenti e ambiente

Quindi abbiamo aggiunto un motivo di bordo aggiuntivo e bande a strisce. Abbiamo impreziosito i motivi della vite con venature verdi sulle foglie e alcune dorature sulle viti.

l'area dell'altare dopo l'aggiunta del bordo a due motivi e del colore a contrasto della parete inferiore

la decorazione dell'altare vista dalla navata

dettaglio del bordo dell'altare, con riflessi dorati e venature verde chiaro sulle foglie

Il ruolo della decorazione nella progettazione di una chiesa ortodossa

In che modo questi progetti hanno aggiunto le caratteristiche proprie dell'architettura della chiesa ortodossa, come identificate da Andrew Gould?

Contributo alle caratteristiche proprie dell'architettura della Chiesa ortodossa

La parte inferiore a contrasto delle pareti aggiunge una sensazione di solidità, di protezione e di sicurezza, come nei forti mancorrenti laterali attorno al ponte di una nave. L'uso della polvere dorata crea una luminosità che emana dalle pareti, un simbolo della luce increata. I vari modelli in diverse parti della chiesa aggiungono un senso di mistero, che dice che non tutto è rivelato immediatamente. I bordi e le bande contrastanti di colore aggiungono energia, la sensazione di essere vivi e svegli. Forniscono una vibrante interazione di modelli e colori. Gli archi a tutto sesto creati con vernice e un bordo a stencil danno alla chiesa l'aspetto dell'architettura di Roma, che fornisce il fondamento di tutta l'architettura ortodossa. L'uso dei materiali è rispettato. I disegni sono dipinti. Non sono carta da parati. I bordi aggiungono un senso di eleganza alla chiesa. Aggiungono ornamento, adulano la bellezza della chiesa, così come dovrebbe essere adornata la sposa di Cristo. Forniscono dettagli piacevoli per ammorbidire le transizioni tra le superfici. Una chiesa giustamente adornata esprime autorità spirituale.

La bellezza è il tema dominante di questi principi. Abbiamo chiamato questi nostri progetti il ​​'progetto di abbellimento' perché comprendiamo l'importanza della bellezza in una chiesa ortodossa. Come dice padre Stephen Freeman, creare bellezza è compiere un lavoro sacerdotale. [3]

La corretta espressione del maschile e del femminile nel design delle chiese

E cosa diciamo quando alcuni ci dicono che la decorazione è solo un extra? Una chiesa esprime la teologia e l'Ortodossia proclama una corretta comprensione del valore di entrambi gli elementi maschili e femminili della nostra relazione con Dio. Essi rappresentiamo le forti qualità di Dio con le spesse mura, con la forte iconostasi, con le lettere "ICXC NIKA" (Gesù Cristo, Vincitore) sul nostro pane della comunione. Eppure c'è un'altra, molto importante qualità della nostra relazione con Dio, ed è quella femminile, come diceva la Theotokos: "Sia fatto di me secondo la tua parola" (Luca 1:38) Queste qualità femminili della nostra relazione con Dio si esprimono nella decorazione, nei dettagli dell'ornamento, nella delicatezza delle viti, dei fiori e dei rotoli. Anche se il timbro del pane della comunione ha la scritta "ICXC NIKA", pure ha anche un bordo e croci decorative.

prosfora timbrata, con la sigla ICXC NIKA e un bordo decorativo, che mostra gli elementi maschili e femminili del culto ortodosso

Jonathan Pageau dice che la chiesa in Occidente è stata influenzata dai principi dell'illuminismo e ha dato il primato alle caratteristiche maschili di forza e pensiero razionale. Ma la Chiesa ortodossa, nelle sue arti e nel suo culto, ha sempre bilanciato il maschile, ovvero il razionale, forte e attivo, con il femminile, ovvero il sensibile, morbido, decorativo. La Chiesa ha tradizionalmente usato sia la forza che l'eleganza per mostrare la nostra relazione con il Signore. [4]

Creazione di bordi decorativi

Se una parrocchia vuole aggiungere bordi decorativi al proprio spazio di culto, ecco alcune cose da considerare.

Le qualità uniche del design bizantino

Il design bizantino ha qualità uniche. Come disse Kostas E. Tsiropoulos, "l'arte bizantina è una fusione di arte ellenistico-romana e arte persiana, e della vita imperiale e della vita ascetica." [5] La decorazione bizantina è robusta e vigorosa. È diversa dallo stile decorativo europeo, diversa dall'arte persiana, diversa dall'arte moresca, e diversa dallo stile contemporaneo. I bizantini usano la decorazione in abbondanza. Disegni di stencil moderni e libri di stile moderni non forniscono modelli adeguati per questi disegni. Per sviluppare un piano per una chiesa, è bene immergersi nei disegni delle chiese tradizionali. È essenziale visitare le chiese completamente decorate e / o visualizzare le foto degli interni delle chiese. Paramenti sacri e altri tessuti sacri possono essere fonti di design. L'arte decorativa bizantina è una collezione classica di motivi. Il progetto di illustrazione ortodossa ha disegni tradizionali. Il sito online Pinterest potrebbe essere una fonte di modelli e foto della decorazione interna della chiesa ortodossa.

Metodi per creare design

Diversi metodi potrebbero essere utilizzati per creare questi disegni. Alcuni si prestano a lavori a pennello e altri a stencil. Per quelli le cui abilità di pennello sono limitate, gli stencil forniscono un buon modo per fare il lavoro. Abbiamo creato modelli per i nostri disegni dalle foto delle chiese e dai libri di modelli bizantini, e abbiamo tagliato i nostri stencil. Abbiamo usato cutter laser e coltelli X-acto®. Non abbiamo trovato alcun design contemporaneo, pronto all'uso negli Stati Uniti, che rappresentasse lo stile bizantino.

Il valore dell'arte prodotta a mano

Tutto ciò che facciamo per la chiesa dovrebbe essere fatto con la massima cura. Eppure i bizantini riconoscono che il lavoro manuale avrà variazioni minori, e onorano tali variazioni. In questa epoca di design prodotti a macchina, possiamo riconoscere il valore del lavoro svolto a mano.

il bordo dipinto nella chiesa di Chora, con variazioni minori, da Ertug and Mango, 2000.

Conclusione

Le chiese ortodosse tradizionali hanno un'iconografia e decorazioni che coprono tutte le loro superfici. Nuove chiese e chiese in spazi convertiti, mentre si stanno preparando per la decorazione completa, potrebbero usare questo metodo per creare bordi decorativi da aggiungere per decorazione e abbellimento della loro chiesa, e per presentare un'icona del Regno dei Cieli. Le arti decorative ortodosse possono aggiungere solidità, splendore, mistero, energia, universalità, eleganza e autorità per adornare gli spazi.

La gioia di creare bellezza

E per chi fa i lavori di decorazione? Ci sentiamo come Petros Vaboulis, autore di Byzantine Decorative Art e studente di Fotis Kontoglu, "La nostra vita è diventata design e colore e [crazione di lettere]. Il suo ritmo ha seguito i giri di una decorazione intricata e ci siamo attaccati a uno dei suoi rami, abbagliati dal miracolo che si estende davanti ai nostri occhi. Dentro di noi il mondo danzava a un ritmo che provava per la prima volta e improvvisamente eravamo consapevoli di questa festa che avevamo atteso per anni e che desideravamo che non finisse mai". [6]

il bordo dell'altare

Note

[1] Sister Ioanna, www.stinnocentchurch.com/thatissobeautiful.html consultato il 5/9/18

[2] Gould, Andrew , The Proper Characteristics of Orthodox Church Architecture, consultato il 15/4/18

[3] Freeman, p. Stephen, omelia, agosto 2018

[4] Pageau, Jonathan, "The Inversion of Masculine and Feminine in Popular Culture", https://www.youtube.com/watch?v=ky4MIftjUDE, recuperato il 18/9/18

[5] Tsiropoulos, Kostas E., Introduzione a Petros Vaboulis, Byzantine Decorative Art, 2a edizione, 1992, pagina 36.

[6] Vaboulis, Petros, Byzantine Decorative Art, 2a edizione, 1992, pagina 33.

 
Appello alle madri dell'Ucraina

Care sorelle,

Noi, donne della diaspora russa internazionale, ci rivolgiamo a voi per aiutare a fermare la guerra civile scatenata sulla vostra nazione.

Capiamo la grande tragedia che sta accadendo nella vostra terra. Oggi, state perdendo i vostri figli in questa guerra ingloriosa. Come donne, sappiamo quanta cura e amore ci vogliono per partorire, nutrire e crescere i nostri figli. Nessuna madre dà alla luce i suoi figli una guerra. Qualsiasi madre, in qualsiasi parte del mondo, non esiterà a dare la sua vita per suo figlio. In questo siamo unite. E questa è la nostra forza. Quindi non lasciate che le forze oscure del male vi derubino dei vostri figli, usati per i loro scopi criminali, mettendo fratello contro fratello, gettandoli in un sanguinoso tritacarne di guerra, e costringendoli a dimenticare le loro radici, i loro antenati, la loro cultura e storia.

Oggi il criminale e illegale governo ucraino, questa banda di briganti, ladri e criminali, imposti su di voi dall'Occidente imperialista, fa la guerra contro il suo stesso popolo, nel vostro nome. Usando le mani dei vostri figli, che stanno bombardando e sparando contro città pacifiche, sgombrano i villaggi, e scacciano le persone lontano dalle loro case. Solo per il fatto che queste persone osato esprimere il loro desiderio di vivere liberamente sul loro suolo. Perché hanno avuto il coraggio di dire "no" agli interessi corporativi e geopolitici dell'Occidente. Perché hanno rifiutato di essere schiavi.

Ci rendiamo conto che è difficile per voi trovare un granello di verità nel torrente di vile propaganda e di menzogne ​​a cui siete state sottoposte, che per decenni ha sapientemente e professionalmente diretto la vostra nazione verso amarezza e l'odio contro il nemico da loro prescelto. Sorelle, vi preghiamo di fermarvi e di pensare: sono davvero questi i vostri nemici? Guardate negli occhi delle donne "dall'altra parte" della guerra. Vedrete in loro lo stesso dolore e disperazione. Anche loro stanno perdendo i loro figli... le loro figlie, i loro fratelli e mariti. In questo siete unite.

Aiutare a fermare questa sanguinosa follia! Mentre c'è ancora tempo, mentre non avete ancora ricevuto la terribile notizia della morte dei vostri figli, prima che sia attraversata la linea oltre la quale non è altro che la disperazione, la morte, e il vuoto - non lasciate che i criminali gettino i vostri figli in questo vergognoso bagno di sangue. Non lasciare che disonorino la vostra gente e la vostra nazione. Salvate i vostri figli per costruire un futuro di una Ucraina libera e bella. Un Ucraina libera dallo sfruttamento da parte dei capitalisti occidentali, degli oligarchi e della banda delle élite internazionali. Conservate non solo i corpi ma anche le anime dei vostri figli. Sulle vostre fragili spalle materne, oggi, si trova il futuro di tutti gli slavi liberi, belli, fieri e forti.

Solo noi, madri, possiamo buttarci con tutto il cuore a tutelare disinteressatamente i nostri figli. Per questo, Dio ci ha dato così tanto potere, un potere che schiaccerà sul suo percorso tutto e tutti coloro che vogliono derubarci di quelli che amiamo più della vita stessa.

Che Dio vi custodisca.

 
Le domande che avete sempre voluto porre sul culto ortodosso

Inizialmente intendevo che questa fosse una breve introduzione a una nuova serie sulla Divina Liturgia, ma in qualche modo è sfuggita al controllo, quindi faremo di questo un articolo a parte e parleremo della Divina Liturgia in seguito.

1. Il culto ortodosso è davvero "immutabile"?

Oggi sì. Ma molto tempo fa, no. Ovviamente il modo in cui il nostro Signore ha celebrato la sua ultima cena con i suoi discepoli alla sera del Giovedì Santo è un modo molto diverso da quello che abbiamo ora. Nei primi secoli, ci fu un periodo abbastanza lungo di sviluppo liturgico nella Chiesa ortodossa. Qui ci concentriamo principalmente sulla Divina Liturgia.

Ciò che segue è notevolmente semplificato. Qualsiasi esperto di liturgia che legge queste frasi (e immagino che nessuno di loro le legga!) probabilmente alzerà le braccia inorridito, quindi per favore correggete gli eventuali errori.

La nostra Divina Liturgia originariamente derivava da due fonti principali: la prima parte proveniva dal servizio della sinagoga ebraica. Se visitate una sinagoga vedrete ancora oggi la somiglianza: salmi, preghiere, letture bibliche e un sermone. Il rotolo della Legge viene introdotto in modo cerimoniale, un po' come il nostro libro del Vangelo.

L'ultima parte della nostra Divina Liturgia, l'offerta, la benedizione e il consumo di pane e vino, proviene direttamente dal nostro Signore Gesù Cristo durante l'Ultima Cena quando comandò: "Prendete, mangiate... Prendete, bevete... Fate questo in memoria di me". Anche questa parte della Liturgia ha radici nel pasto della Pasqua ebraica, nei sacrifici nel tempio ebraico, ma anche nei pasti religiosi pagani, poiché gli ebrei trovavano le parole "Prendete, mangiate. Questo è il mio corpo" profondamente offensive (Giovanni 6:60-70).

I primi Padri presero queste due fonti e le unirono, stabilendo la forma di base della Divina Liturgia come la conosciamo.

La Liturgia usata a Gerusalemme fu chiamata la Divina Liturgia di san Giacomo – il fratello del Signore, primo vescovo della città. Sicuramente il suo nucleo veniva da lui. È ancora la normale Divina Liturgia nelle chiese siro-ortodosse. Gli ortodossi orientali hanno le loro forme di liturgia. Tutte queste sono molto più lunghe delle nostre.

In origine c'erano molte tradizioni liturgiche ortodosse, che col tempo si radunarono attorno ad alcune città principali. Le basi della nostra liturgia sono state standardizzate nel IV secolo da san Basilio il Grande e san Giovanni Crisostomo che, quando fu preso dalla Siria per diventare patriarca di Costantinopoli, portato gran parte della liturgia di Antiochia insieme a lui.

Da allora, il culto ortodosso è stato quasi "immutabile" – ma non del tutto. Anche dopo il tempo dei santi Basilio e Crisostomo è continuato un lento sviluppo liturgico. Per esempio, l'inno Trisagio non fu aggiunto fino al V secolo. Nel VI secolo l'imperatore Giustiniano stabilì che il suo inno "Figlio unigenito e verbo di Dio" fosse cantato nella Liturgia.

Tuttavia, il testo della nostra Divina Liturgia è cambiato poco da allora. Il nostro Lezionario (programma delle letture dalle Sacre Scritture) sembra essere lo stesso su cui san Giovanni Crisostomo basava i suoi sermoni biblici. Alcuni altri cambiamenti: le antiche pratiche di ricezione frequente dell'Eucaristia e di canto da parte di tutta la congregazione sono scomparse nel corso degli anni. L'uso delle icone sembra essere aumentato considerevolmente dopo la fine della controversia iconoclasta. La solita Liturgia domenicale nella pratica bizantina era quella di san Basilio, fino a quando non fu sostituita da quella di san Giovanni Crisostomo, tranne che in determinati giorni. La preparazione del sacerdote prima della Divina Liturgia non fu aggiunta al testo fino al Medioevo – sebbene probabilmente esistesse in modo informale molto prima di allora. E questo è tutto.

Oggi, provate a cambiare qualcosa della Liturgia e questo si tradurrà in una rivolta popolare! Molte persone resistono al tentativo di recuperare le pratiche tradizionali della comunione frequente e del canto congregazionale.

Quindi: nessuna nuova forma sperimentale di culto da noi! Quando i non ortodossi parlano di cambiamenti "recenti" ai loro servizi, intendono cose di pochi anni fa. Quando noi ortodossi parliamo di cambiamenti "recenti", intendiamo cose di 1600 anni fa.

Perché il culto ortodosso ha assunto una forma fissa? Pensatela in questo modo. Quando una famiglia è nuova, ci vuole un po' di tempo per stabilire le sue tradizioni. Per esempio, quando, dove e come una famiglia americana celebrerà il Giorno del Ringraziamento (una volta i nonni erano ospitati dai nipoti. Ora che noi siamo nonni, ci ospita nostra figlia). O prendiamo il Natale: quando i nostri figli erano piccoli, aprivamo i regali la mattina di Natale. Una volta stabilite queste abitudini, fintanto che una famiglia è felice e stabile, provate a cambiare le cose e i bambini reagiranno! Una volta abbiamo chiesto ai nostri figli se fosse meglio aprire regali alla vigilia di Natale. La risposta è stata: "NO! Li abbiamo sempre aperti la mattina di Natale!", e quella fu la fine. Le famiglie umane vanno e vengono, e così cambiano le loro abitudini. Ma la santa Chiesa ortodossa è una famiglia felice e stabile, generazione dopo generazione. E così oggi gli ortodossi resistono ai cambiamenti nella Divina Liturgia. Penso che ci debba essere qualcosa di instabile nel nucleo delle denominazioni occidentali di oggi, che fa sì che continuino sempre a cambiare il modo in cui pregano.

Ma per quanto riguarda noi ortodossi... dovrei dirvelo per l'ennesima volta? "Sì!" ci chiedono tutti. Va bene, se insistete:

Se dovessimo subire gravi persecuzioni a lungo termine, come la grande persecuzione del IV secolo, e dovessimo ritirarci dalle nostre chiese e celebrare la Divina Liturgia in luoghi segreti in cui il suono dei canti e l'odore dell'incenso ci tradirebbero di fronte alle autorità, la Liturgia sarebbe probabilmente celebrata in modo molto più semplice per un po' di tempo. Speriamo, per la misericordia di Dio, che quel tempo non vengà mai.

Oggi posso andare nelle chiese ortodosse in Grecia e (tranne che per la lingua), tutto è fatto quasi esattamente come alla chiesa di san Nicola a Cedarburg, nel Wisconsin. Tuttavia, va notato che varie giurisdizioni ortodosse hanno sviluppato una sfortunata differenza su quale calendario utilizzare, e quindi noi ortodossi cantiamo le stesse cose ma non sempre allo stesso tempo!

2. Perché abbiamo forme di culto fisse?

Perché le forme dei nostri servizi di culto sono come i tasti di un computer o di un pianoforte.  Potremmo variare la posizione dei tasti del piano. Potremmo mettere le note basse a sinistra e le note alte a destra. Un Do centrale potrebbe diventare un Do acuto. In alternativa, sulla tastiera del computer, potremmo posizionare la Q sulla destra per un po', oppure muoverla al centro della tastiera. Ma lo scopo della tastiera non è quello di fare nuove esperienze, ma piuttosto di usarla per esprimerci attraverso di essa. Come potrei scrivere questo articolo se dovessi fare fatica a usare una nuova tastiera ogni volta!?

Penso che un grosso problema con i computer di oggi sia che c'è sempre qualcuno là fuori nella stratosfera che aggiorna un sistema, quindi appena iniziamo a padroneggiare un sistema vecchio, oops!, l'hanno cambiato di nuovo, e torniamo a fare sforzi, e passiamo troppo del nostro tempo non a usare il computer ma a cercare di capire come usarlo. No! No! Se funziona, lasciatelo in pace!

Proprio così, le forme di culto ortodosse rimangono ferme in modo che possiamo usarle per pregare Dio, invece di fare esperimenti su di esse. Le forme sono destinate a diventare una seconda natura per noi, in modo che possiamo esprimerci attraverso di loro senza doverci pensare – in modo che diventino invisibili, per così dire, e invece di vedere quelle forme, vediamo Dio attraverso di loro. La maggior parte degli ortodossi non ha bisogno di seguire libri di culto. Pregano e basta.

Il culto ortodosso ha una certa varietà di giorno in giorno e di stagione in stagione: molti inni cantati di solito dal coro o dai cantori variano, ma le parti della congregazione non cambiano quasi per niente, e non sono cambiate per molti secoli. "Ora, per favore, aprite l'innale e andate a pagina 67..." "La preghiera d'intercessione di oggi è a pagina 249..." Che distrazione per un culto reale. Non da noi!

E tutte le parti del culto ortodosso sono davvero fisse: il pastore non sceglie le letture bibliche che gli piacciono. Segue il Lezionario prescritto. Il diacono non decide per cosa dovremmo pregare. Il direttore del coro non seleziona i suoi inni preferiti. Questi sono tutti forniti dalla Chiesa, quindi ascolteremo l'intero Vangelo di Gesù Cristo, la sapienza della Chiesa, gli insegnamenti dei Padri - non le letture preferite del sacerdote, o la sapienza del diacono, o gli insegnamenti del direttore del coro.

Prima di essere ortodosso, frequentavo il vespro in una chiesa ortodossa qui a Milwaukee. Il coro era disperatamente a corto di cantori, quindi sono stato invitato ad aiutare. Non sapevo granché dei vespri ortodossi, ma potevo cantare. A un certo punto ci siamo tutti confusi su ciò che sarebbe seguito, e quindi un sacerdote in visita dal Ghana è venuto e ci ha mostrato qual era l'inno successivo. L'Ortodossia è così – con eccezioni molto minori, è la stessa ovunque, e lo è stata per secoli. L'unico cambiamento arriva se emerge un nuovo santo, per il quale si compongono nuovi inni da cantare nel ​​giorno della sua festa.

3. Perché le funzioni ortodosse sono così lunghe?

Una volta ho sentito padre John Meyendorff rispondere a questa domanda. Disse con un sorriso sul volto: "Perché agli ortodossi piace così". Ovviamente le nostre funzioni potrebbero svolgersi in modo più rapido ed efficiente. Ho sentito che in Spagna la messa cattolica per i turisti è ora ridotta a a 11 minuti! Se questo è quello che vi interessa... non diventate ortodossi.

Poiché gli ortodossi amano il culto, amano stare con Dio. Quando fai qualcosa che ami, quando sei con qualcuno che ami, non ti sbrighi. Non lo pensi come un obbligo o un dovere da compiere rapidamente. Ci indugi sopra. Cerchi di prolungare l'esperienza. E noi ortodossi sicuramente sappiamo come prolungare la nostra esperienza di culto! Quando ero un episcopaliano, se una funzione durava più di un'ora, iniziavo a diventare irrequieto. Quando sono giunto all'Ortodossia all'inizio, ho provato la stessa cosa: "Per favore, non possiamo andare avanti?" Ma ho presto imparato che se stiamo veramente cercando Dio, il culto diventa privo di tempo. O meglio, il nostro tempo terreno è elevato all'eternità. Una volta sono stato alla consacrazione di un vescovo che è durata tutta la mattina. È sembrato che il tempo passasse rapidamente. Anche se devo ammettere che la Veglia notturna di quattordici ore sul Monte Athos è stata un po' più pesante di quanto potessi sopportare! Anche i monaci dovevano fare delle pause di tanto in tanto.

 
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