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29/04/2012  La preparazione al Battesimo nella Chiesa ortodossa  
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Sezione 1

Siti ufficiali delle Chiese Ortodosse nel mondo

 
Intervista di Tudor Petcu a Denys Clément sul progetto di una medicina ortodossa

Nel gennaio del 2017, Tudor Petcu ha intervistato Denys Clément (nella foto), medico ginecologo e figlio del teologo Olivier Clément, per il blog ortodosso Pelerinage orthodoxe; oggi vi presentiamo la traduzione italiana dell’intervista, nella quale si analizza l’attitudine di un medico ortodosso verso la sua professione e verso gli imponenti progressi tecnologici fatti dalla medicina degli ultimi decenni, che aprono questioni bioetiche ancora non del tutto esplorate.

 

 
Appello di clero e monaci contro la partizione del Kosovo

Da tempo i nostri confratelli della Chiesa ortodossa serba si battono contro la proposta di partizione di Kosovo e Metohija su basi etniche, e da poco c’è stato a tal fine un appello di 190 chierici e monaci, di cui vi riportiamo in traduzione italiana la notizia nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.

 

 
L'Ortodossia ha bisogno di ordini monastici?

Non c’è chierico, monaco o monaca della Chiesa ortodossa che, in un paese di tradizione cattolica romana, non si sia sentito chiedere almeno una volta: “lei, di che ordine è?”

Paragonare la lussureggiante abbondanza di ordini religiosi nel cattolicesimo romano con la totale assenza di tali ordini tra gli ortodossi è un doveroso contributo alla comprensione dell’Ortodossia. Lasciamo commentare questo tema dalla recente intervista allo schiarchimandrita Gabriel (Bunge, nella foto), che avendo un passato nell’ordine benedettino spiega il problema a partire da una più profonda visione del monachesimo, oltre a fornirci preziose indicazioni sull’educazione spirituale dei monaci. L’intervista era stata fatta all’inizio in italiano, ma non l’abbiamo trovata in rete. Ci siamo permessi di presentare il testo russo e la nostra versione italiana dell’intervista, sperando di non esserci discostati troppo dall’originale.

 
Il pastore

Partendo da una valutazione della teologia pastorale come riassunto di ogni insegnamento teologico, padre Andrew Phillips ci spiega in un breve saggio, che vi presentiamo in traduzione italiana, come deve comportarsi un parroco che prende sul serio il suo lavoro.

 

 
Gli aspetti storici del trasferimento della metropolia di Kiev al patriarcato di Mosca

Vi presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti il testo russo e la traduzione italiana dello studio storico di Sergej Kuznetsov, dell’Unione dei giornalisti ortodossi, riguardo al periodo (ora oggetto di revisionismo storico) in cui la metropolia di Kiev fu trasferita alla giurisdizione del patriarca di Mosca.

 

 
10 consigli semplici per i nuovi credenti ortodossi

Vi presentiamo nella sezione “Ortoprassi” dei documenti la traduzione italiana di una serie di consigli pratici su come muovere i primi passi nella Chiesa ortodossa, tratti dal portale Pravmir, e presi in origine dal testo di Anatolij Badanov sul sito del monastero di santa Elisabetta a Minsk.

 

 
La maggior parte di una vita

In un breve saggio che abbiamo tradotto in italiano, padre Andrew Phillips parla dei tre compiti che hanno caratterizzato, e continuano a caratterizzare, la sua vita: la venerazione dei santi dell’Europa occidentale, la riunificazione della Chiesa russa e la promozione del messaggio dello tsar Nicola II.

 
L'unico autobus-chiesa in Russia presentato a Mosca

Eccovi in russo e in italiano le ultime notizie su un mezzo che gira per la Russia a fare presenza missionaria nei villaggi che non hanno ancora potuto restaurare le loro chiese.

 

 
Ortodossi in Ucraina: i fatti contro la propaganda

Eccovi due filmati per comprendere quale sia la Chiesa degli ortodossi in Ucraina e quale la “chiesa degli occupanti”. Nel primo filmato, a cura dell’Unione dei giornalisti ortodossi, possiamo vedere i risultati di un’indagine comparativa fatta in un giorno comune nelle chiese del patriarcato di Mosca e in quelle del patriarcato di Kiev in otto diverse regioni dell’Ucraina. È interessante il paragone dei dati raccolti con i dati fortemente asimmetrici presentati dalle indagini sociologiche e dai media ucraini: i primi, pur con tutti i possibili margini di errore, assegnano alla Chiesa ortodossa ucraina del patriarcato di Mosca oltre la metà dei credenti ortodossi del paese, mente i media ne danno la presenza “in regressione” al 12%. I dati raccolti in questo video confermano le indagini sociologiche, superandoli addirittura di un certo margine a favore del patriarcato di Mosca, cosa sulla quale non abbiamo mai avuto dubbi da oltre 25 anni.

Il secondo filmato conferma quanto abbiamo scritto un mese fa riguardo alle distorsioni dei numeri dei partecipanti alle celebrazioni del 1030° anniversario del Battesimo della Rus’. Le due processioni tenute in due diversi giorni a Kiev mostrano una netta maggioranza di fedeli alla processione guidata dal metropolita Onufrij rispetto a quella guidata dal “patriarca” Filaret, con la presenza del presidente Poroshenko e di tutto l’apparato statale. Un particolare che salta subito all’occhio è la spropositata differenza di simboli e insegne: nella processione della Chiesa ortodossa ucraina si nota una moltitudine di cartelli di identificazione delle varie diocesi e di vere provenienze locali da tutta l’Ucraina, mentre alla processione del “patriarcato di Kiev” si vede una selva di bandiere nazionali. Vi invitiamo a vedere tutto il video (la parte più beffardamente divertente è proprio l’ultima):

(Video non più disponibile - chiedetevi perché)

 
10 fatti strani sulla nostra percezione

Anatolij Badanov, poeta e musicista che lavora per la diocesi di Voronezh, ci fa notare 10 aspetti piuttosto strani della nostra attitudine verso le cose della Chiesa e quelle del mondo. Possiamo leggerli in russo e in italiano nella sezione “Ortoprassi” dei documenti.

 
Un nuovo ortodosso in America

L'ingresso nell'Ortodossia di un americano può non essere una grande notizia, visto il gran numero di chiese ortodosse negli USA, ma uno di questi eventi è importante per noi a Torino.

Lane Andrew Cobble è giunto a Torino alla fine dell’estate del 2017, e per oltre mezzo anno ha frequentato la nostra parrocchia nel suo cammino verso l'Ortodossia. Il suo ingresso nella Chiesa è avvenuto alla festa della Dormizione in Tennessee, presso la parrocchia ortodossa di san Nettario a Lenoir city, presso Knoxville. Eccovi alcune foto del servizio battesimale di ricezione del nuovo ortodosso, che speriamo di rivedere tra noi a Torino quando il Signore lo vorrà.

Al servo di Dio Andrew: Molti anni! Unto many years!

 
Dialogo liturgico al monastero di Simonopetra

Vi presentiamo nella sezione “Preghiera” dei documenti la trascrizione in romeno e in italiano delle minute del dialogo avvenuto nello scorso luglio al monastero di Simonopetra (nella foto) tra il nostro confratello padre Petru (Pruteanu) e lo ieromonaco Makarios, famoso per la sua versione in francese del Sinassario ortodosso. In questa conversazione possiamo capire alcuni dei sensi nascosti del patrimonio liturgico ortodosso, e formarci un idea dei tentativi (più o meno riusciti) di adattare questo patrimonio alle realtà delle chiese ortodosse attuali.

 
Chiesa a Donetsk danneggiata dai bombardamenti

Le ultime notizie dal Donbass continuano a riportare danni a chiese ortodosse: il caso di oggi, di cui vi presentiamo la notizia in italiano nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti, per fortuna non è molto grave, tuttavia fa pensare: riguarda una chiesa (nella foto) che era passata indenne alla rabbia dei bolscevichi e al fuoco dei nazisti... ma evidentemente non al “patriottismo” ucraino.

 
La Chiesa ortodossa finlandese di fronte a un ridimensionamento

Un progetto di riduzione interna delle strutture amministrative della Chiesa ortodossa autonoma di Finlandia potrebbe sembrarci una notizia di scarso interesse, o quanto meno poco rilevante per l'Ortodossia in Italia, ma invece è di grande importanza.

I decanati (strutture di coordinamento di più parrocchie della stessa zona) servono di solito come anello di collegamento tra la parrocchia e l'amministrazione diocesana: nelle chiese in espansione, le strutture dei decanati (soprattutto quelli che coprono larghe zone) si evolvono per diventare le basi di future diocesi. Quando una Chiesa locale riduce il numero dei decanati, anche drasticamente (in Finlandia il taglio previsto è di ben due terzi), si assiste invece allo scenario opposto: quello di un rapido declino.

Il caso della Finlandia è per noi emblematico, perché si tratta di una Chiesa con autonomia locale, e che pur minoritaria ha tutti i privilegi di Chiesa di stato: una situazione in cui l'Ortodossia ha piena autodeterminazione amministrativa, indipendenza linguistica e un solido sostegno statale nel segno dell'assistenzialismo scandinavo. Eppure, nonostante questo, in Finlandia l'Ortodossia è tanto in declino quanto invece è in ripresa appena oltre il confine con la Russia. Presentiamo la traduzione italiana della notizia nella sezione "Pastorale" dei documenti, sperando che possa essere di monito anche a chi propone sviluppi di strutture ortodosse in Italia.

 
Domande e risposte sui fratelli del Signore

Padre John Whiteford cerca di chiarire alcuni dubbi e contraddizioni relative alle note del Nuovo Testamento sui parenti di Gesù, a cominciare dall’identità di san Giacomo (nell’icona), “fratello del Signore” e primo vescovo di Gerusalemme, per poi riflettere sull’identità dei “figli di Cleopa” e sulla loro relazione con Giuseppe di Nazaret. Presentiamo le domande e le risposte di padre John in traduzione italiana nella relativa sezione dei documenti.

 

 
Padre Seraphim Rose nei ricordi del suo biografo padre Damascene

Vi presentiamo la trascrizione italiana di un video di ricordi dello ieromonaco Seraphim (Rose), da parte dell’attuale abate del monastero di Platina, l’archimandrita Damascene (Christensen, nella foto).

Padre Damascene conobbe padre Seraphim solo negli ultimi due anni di vita di quest’ultimo, avendo appena il tempo di essere preparato da lui al battesimo. In compenso, padre Damascene è stato per oltre trent’anni il biografo del suo iniziatore all’Ortodossia, e i suoi ricordi e testimonianze hanno una particolare profondità.

 
In memoriam: Aleksandr Zakharchenko

È passata ormai quasi una settimana dall’assassinio di Aleksandr Zakharchenko (nella foto), presidente della Repubblica Popolare di Donetsk, in un attentato con autobomba in un caffè del centro di Donetsk. Abbiamo aspettato per ricordarlo anche qui, non per disinteresse, ma perché abbiamo analizzato varie reazioni nei giorni passati. Non possiamo dire di essere stupiti per il silenzio generale con cui il mondo sta a guardare la liquidazione progressiva di tutti i difensori del Donbass, giungendo ora fino ai capi. Da parte nostra, avevamo segnalato Aleksandr Zakharchenko fin dalla sua prima conferenza stampa da presidente, quattro anni fa (fine agosto 2014), e troviamo giusto ricordarlo con onore, come abbiamo fatto per tutte le altre vittime di attentati, come Mozgovoj, Drëmov, Pavlov (“Motorola”) e Tolstykh (“Givi”). Non possiamo non ripetere che queste eliminazioni non sono altro che una strategia del terrore: un autobomba in un caffè non si inquadra in alcuna strategia militare, per non parlare dello sfacciato ossimoro di una “operazione anti-terrorismo” che si alimenta di atti terroristici.

La guerra di Aleksandr Vladimirovich è terminata: Eterna Memoria! La nostra continua con le armi che la Chiesa ci offre, e che impieghiamo in continuazione:

Signore Gesù Cristo, nostro Dio, guarda con il tuo occhio misericordioso alla sofferenza e al grande grido di lamento dei tuoi figli nella terra ucraina.

Libera il tuo popolo dalla guerra fratricida, fai cessare lo spargimento di sangue, arresta il corso dei pericoli imminenti. Non lasciare senza rifugio chi è scacciato dalla sua casa, nutri gli affamati, consola chi piange, riunisci chi è stato separato.

Non lasciar diminuire il tuo gregge amareggiato dai propri vicini, ma nella tua generosità dona una rapida riconciliazione. Addolcisci i cuori di chi si è indurito e riportali alla tua conoscenza. Dona la pace alla tua Chiesa e ai suoi figli fedeli, affinché con un solo cuore e una sola bocca glorifichino te, nostro Signore e Salvatore, nei secoli dei secoli. Amen.

 
I copricapo, la modestia e i rimproveri alle donne ortodosse moderne

Di fronte all’ennesimo attacco al velo delle donne ortodosse su Public Orthodoxy, un sito rappresentativo del modernismo ortodosso, padre Lawrence Farley ci accompagna in una riflessione sulle motivazioni del velo da parte di una donna contemporanea, con un’attenzione alle donne che hanno deciso di entrare da adulte nella Chiesa ortodossa. Presentiamo la traduzione italiana dell’articolo di padre Lawrence nella sezione “Ortoprassi” dei documenti.

 
Il Patriarcato ecumenico permette ai preti di risposarsi: pareri di esperti a riguardo

È degli inizi di settembre una decisione del Patriarcato di Costantinopoli di permettere le seconde nozze dei preti (senza  la loro riduzione allo stato laicale), in caso di loro vedovanza o abbandono da parte della prima moglie. La decisione segna un netto distacco dalla disciplina secolare della Chiesa, e suscita reazioni piuttosto differenti. Vi presentiamo in traduzione italiana i commenti di tre esperti (due sacerdoti e un professore laico) della Chiesa ortodossa russa.

 
Zhanna Bichevskaja - I santi martiri imperiali

Nel recente articolo che vi abbiamo presentato, "La santa Rus' dell'attore americano Jonathan Jackson", si fa cenno a una famosa canzone sui martiri imperiali, della cantante Zhanna Bichevskaja. Eccovi il video con la canzone completa.

 
Dichiarazione del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa dell'8 settembre 2018

Patriarchia.ru, 8 settembre 2018

Il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa esprime la sua risoluta protesta e profonda indignazione in connessione con il comunicato pubblicato il 7 settembre 2018, della Segreteria Generale del Santo Sinodo del Patriarcato di Costantinopoli, che annuncia la nomina di due vescovi di questa Chiesa – l'arcivescovo Daniel di Pamphilon (USA) e il vescovo Hilarion di Edmonton (Canada) – come 'esarchi' del Patriarcato ecumenico a Kiev.

Questa decisione è stata presa senza un accordo con il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus' e con il metropolita Onufrij di Kiev e di tutta l'Ucraina, e costituisce una flagrante violazione dei canoni ecclesiastici che vietano ai vescovi di una Chiesa locale di interferire nella vita interna e negli affari di un'altra Chiesa locale (Canone 2 del II Concilio ecumenico; Canone 20 del Concilio Trullano, Canone 13 del concilio di Antiochia, Canoni 3, 11 e 12 del Concilio di Sardica). Contraddice del tutto la finora immutata posizione del Patriarcato di Costantinopoli e dello stesso stesso patriarca Bartolomeo, che ha più volte dichiarato di riconoscere il metropolita Onufrij come unico capo canonico della Chiesa ortodossa in Ucraina.

La decisione del Patriarcato di Costantinopoli di affidare la questione della concessione dell'autocefalia all'esame dei "credenti ortodossi dell'Ucraina" è stata presa contro la volontà dell'episcopato della Chiesa ortodossa ucraina, che ha chiesto all'unanimità la preservazione del suo stato attuale.

Per giustificare la sua interferenza negli affari di una Chiesa locale, il patriarca di Costantinopoli ha prodotto false interpretazioni di fatti storici, riferendosi a presunti suoi poteri eccezionali, che egli in realtà non ha, e non ha mai avuto.

Queste azioni portano a una situazione di stallo le relazioni tra la Chiesa russa e la Chiesa di Costantinopoli, creando una vera minaccia per l'unità dell'Ortodossia in tutto il mondo.

Il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa dichiara che la piena responsabilità per questi atti anticanonici ricade personalmente sul patriarca Bartolomeo e su quelle persone nella Chiesa di Costantinopoli che sostengono tali azioni.

Gli atti di risposta del Patriarcato di Mosca seguiranno al primo momento possibile.

 
Patriarcato di Costantinopoli: Sul secondo matrimonio dei preti

Sempre sul tema della decisione di permettere ai preti un secondo matrimonio, leggiamo in romeno e in italiano cosa ne pensa il nostro confratello padre Petru (Pruteanu), che analizza i risvolti giuridici e pratici di questa proposta.

 
Iniziano a delinearsi i partecipanti al Concilio in Giordania

I patriarcati di Romania (nella foto: il Sinodo) e di Serbia e la Chiesa di Polonia hanno deciso di partecipare al concilio che si terrà ad Amman dal 25 al 27 febbraio. Possiamo leggere le loro ragioni in traduzione italiana, e intanto attendiamo di avere notizie più dettagliate. Ci ripromettiamo nei prossimi giorni di riflettere sulle caratteristiche del Concilio di Amman e di paragonarle con quelle del Concilio di Creta del 2016, per vedere quale delle due riunioni sia più in sintonia con la storia e la fede della Chiesa ortodossa.

 
Il declino del Patriarcato di Costantinopoli

La rivista The Orthodox Word riportava nel 1972 una panoramica sul Patriarcato ecumenico, scritta da san Giovanni di Shanghai (nella foto) per il Concilio della ROCOR nel 1938. I dati di questo rapporto, che evidentemente sembravano ancora attuali al futuro padre Seraphim (Rose) quando li riportò nel 1972, sono ancora straordinariamente attuali in questi giorni di conflitti giurisdizionali. Vi invitiamo a leggere il rapporto di cui abbiamo preparato la traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti.

 

 
La terza Roma o la quarta Roma?

Padre Andrew Phillips commenta con il suo solito stile, di ampio respiro e senza false cortesie, il panorama e le conseguenze dell'attuale crisi interna al mondo ortodosso, in un articolo che abbiamo tradotto in italiano nella sezione "Geopolitica" dei documenti.

 

 
Chi sta con Mosca?

Proponiamo in traduzione italiana una breve rassegna delle dichiarazioni di primati, sinodi e autorevoli vescovi delle Chiese ortodosse ufficiali a proposito delle ingerenze ecclesiastiche in Ucraina. Non aggiungiamo altri commenti, essendo persuasi che le dichiarazioni si commentino già abbastanza bene da sole.

 

 
Un ricordo di padre Seraphim (Rose) in un monastero in Bulgaria

Partendo da un recente pellegrinaggio in Bulgaria, Jesse Dominick ci fa partecipi di alcuni ricordi di padre Seraphim Rose (nella foto) raccolti in giro per il mondo, che dimostrano la sua ricezione come un testimone dell’Ortodossia a livello universale, e che vi presentiamo in traduzione italiana.

 
La Chiesa russa sospende la commemorazione del patriarca Bartolomeo e la concelebrazione con la gerarchia di Costantinopoli, ma la comunione eucaristica non è interrotta

Foto: asianews.it

In seguito alla nomina da parte del Patriarca ecumenico di due vescovi come esarchi in Ucraina senza alcuna benedizione da parte della Chiesa ortodossa ucraina, il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa ha deliberato nella sua sessione straordinaria del 14 settembre 2018 che sua Santità il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus' cesserà di commemorare sua Santità il patriarca ecumenico Bartolomeo di Costantinopoli durante la Divina Liturgia.

I primati delle 15 Chiese ortodosse autocefale del mondo si commemorano tipicamente a vicenda in vari punti durante la Divina Liturgia.

Si è anche deciso di sospendere la concelebrazione con i vescovi di Costantinopoli e di sospendere la partecipazione ad assemblee episcopali, dialoghi teologici, commissioni multilaterali e a tutte le altre strutture presiedute o co-presiedute da rappresentanti del Patriarcato ecumenico, come sua Eminenza il metropolita Ilarion (Alfeev), capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne, ha dichiarato in una conferenza stampa.

Tuttavia, queste misure non indicano una rottura nella comunione eucaristica: "La comunione eucaristica tra le Chiese non è stata interrotta. Questa decisione non priva il clero del patriarcato di Costantinopoli e della Chiesa ortodossa russa della possibilità di svolgere servizi congiunti", ha spiegato il segretario stampa del patriarca, padre Aleksandr Volkov.

Il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa ha precedentemente affermato che interromperà la comunione eucaristica con Costantinopoli nel caso in cui questa conceda l'autocefalia a una chiesa ucraina.

Sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di tutta l'Ucraina ha anche annunciato oggi che la Chiesa canonica non si incontrerà con gli esarchi, che sono già arrivati ​​a Kiev, in quanto non hanno alcuna benedizione per essere sul territorio canonico della Chiesa ortodossa ucraina.

 
Test di conoscenza dell'Ortodossia ucraina

Confusi sulla Chiesa ortodossa in Ucraina?

Imparate a vedere le differenze!

GENUINO

FASULLO

cerca l'unione mistica con Dio attraverso i misteri ineffabili

cerca una chiesa nazionale per ragioni nazionaliste e non religiose

comprende che la Chiesa ortodossa è un'organizzazione al di sopra delle nazioni

sostenuto dal Dipartimento di Stato degli USA

ha cominciato a pensare all'autocefalia solo dopo che il presidente Kravchuk l'ha suggerita

ha oltre 5000 monaci

ha 200 monaci

sogna di impadronirsi della Lavra delle Grotte di Kiev

"non c'è giudeo ne greco, né schiavo né libero, né maschio né femmina; ma tutti siete uno in Cristo Gesù"

ha sostenuto la persecuzione degli uniati negli anni '80; ora vuole allearsi con gli uniati

non ha sostenuto alcuna parte durante l'Euromaidan

ha sostenuto l'Euromaidan

ama tutti i popoli

odia i russi

si è mantenuto fedele ai suoi voti monastici

ha rotto i suoi voti monastici, sposandosi e facendo tre figli in segreto

gode di piena autonomia

copia lo stile del patriarca di Mosca

 

scomunicato nel 1997

 
 
Amore – o perché mariti e mogli stanno insieme

Padre Andrew Phillips ci ricorda le quattro aree comuni che rendono duraturo un legame matrimoniale, in un saggio che vi presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Etica” dei documenti.

 
Dichiarazione del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa sull'intervento non canonico del Patriarcato di Costantinopoli nel territorio canonico della Chiesa ortodossa russa

Presentiamo nella sezione “Confronti” dei documenti il testo russo e la traduzione italiana di quello che è finora il testo più elaborato che spiega le ragioni della Chiesa ortodossa russa nell’attuale crisi attorno alla questione ucraina.

 

 
La guerra dei visti: Costantinopoli apre un nuovo fronte contro i preti russi

Vi presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti la traduzione italiana di un articolo di Roman Silant’ev, direttore del Centro per i diritti umani dell'Assemblea popolare russa, su uno scenario secondario dell’attuale crisi ucraina: la riduzione e negazione arbitraria di visti per la Grecia e il Monte Athos a chierici della Chiesa ortodossa russa (che chiedono tali visti per motivi di pellegrinaggio).

 
Il Centro dell'Enciclopedia ortodossa sta pubblicando i documenti storici sul ritorno della metropolia di Kiev alla Chiesa russa

Lo scorso 4 agosto, in un documento sul tema della (allora solo minacciata) crisi ucraina, abbiamo citato le affermazioni del metropolita Ilarion (Alfeev) sul rinvenimento di 900 pagine di documenti storici che confutano le pretese di dominio del Patriarcato Ecumenico sulla sede di Kiev.

Ora, questi documenti sono in corso di pubblicazione a cura del Centro dell'Enciclopedia ortodossa, e allo stato presente dei lavori – per l'urgenza dovuta alla crisi – sono già consultabili in rete. Vi presentiamo un articolo introduttivo in traduzione italiana.

 
Intervista di Tudor Petcu a François Bœspflug

Dopo un’intervista di Tudor Petcu allo storico dell’arte cristiana François Bœspflug (nella foto) sull’iconografia etiopica, che vi abbiamo presentato lo scorso luglio, facciamo seguito con una seconda intervista che racconta gli studi, i viaggi e gli orizzonti spirituali di questo notevole ricercatore.

 
Meletios Metaxakis, metropolita, arcivescovo, papa e patriarca

La comprensione degli attuali comportamenti e di certe apparenti contraddizioni del Patriarcato di Costantinopoli può essere aiutata approfondendo la controversa figura del patriarca Meletios (Metaxakis, nella foto), a cui la redazione di Pravoslavie.ru ha dedicato un articolo che riporta una traduzione dal serbo messa una decina di anni fa da padre Andrew Phillips sul suo sito Orthodox England. Ve ne proponiamo ora una traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti.

 
La Chiesa non è un'organizzazione politica

Presentiamo il video della recente intervista al Metropolita Onufrij di Kiev e di tutta l’Ucraina (nella foto), assieme alla trascrizione italiana del testo. Dalle parole del nostro amico vladyka Onufrij vediamo quale sia il carattere di quella Chiesa locale ucraina che da mondi culturalmente molto distanti si pretende in modo paternalista di voler “aiutare”, senza che tale aiuto sia mai stato richiesto.

 
Un’incredibile chiesa rupestre in Australia

Quando sentiamo parlare di chiese nelle grotte, siamo abituati a pensare alle comunità cristiane dei primi secoli, o tutt’al più alle cappelle ricavate in piccole grotte e usate da pochi eremiti. Quest’immagine si ribalta completamente quando osserviamo la parrocchia ortodossa serba di Coober Pedy, nello stato dell’Australia meridionale.

Coober Pedy è un centro minerario dell’opale nel deserto australiano, dove la maggior parte delle case è stata costruita sotto terra per sfuggire al clima caldo del giorno e rigido della notte. Tra queste case sotterranee, i minatori d’origine serba hanno scavato agli inizi degli anni ’90 il complesso parrocchiale di sant’Elia, dotato di chiesa, salone comune, alloggio del sacerdote e scuola parrocchiale. Ecco un breve video su questa insolita parrocchia ortodossa:

 
Che cosa spinge il patriarca Bartolomeo a distruggere l'Ortodossia ucraina?

Kirill Aleksandrov, sul sito dell’Unione dei giornalisti ortodossi (espressione di quell’autentica Ortodossia ucraina che tanto poco è stata ascoltata) cerca di mettere a punto la questione dell’attuale crisi ucraina in un articolo abbastanza esauriente. Ne presentiamo l’originale russo e la nostra traduzione italiana, con diverse note esplicative mediate dalla versione inglese su Orthochristian.com.

 
Perché siamo cristiani ortodossi russi anche se non siamo russi

Vi presentiamo la traduzione italiana delle considerazioni di padre Andrew Phillips, un prete ortodosso russo “non russo” di un notevole successo pastorale, sulle ragioni delle sue scelte, che sono in gran parte anche le nostre.

 
Il metropolita Onufrij diventa un bersaglio: etichettato come nemico dell'Ucraina, gli viene detto di andarsene e riceve minacce di morte

Come era da prevedersi, il sito-ossimoro del nazionalismo ucraino, Mirotvorets (il “pacificatore”, che più di tutti incita ai conflitti) ha iniziato le sue azioni distruttrici di pace contro le figure-simbolo dell’Ortodossia ucraina, prendendosela questa volta con lo stesso metropolita Onufrij (che è più autenticamente ucraino della maggior parte di quelli che oggi siedono su posti di potere politico a Kiev). Presentiamo la traduzione italiana della notizia, che ci addolora profondamente per la nostra conoscenza personale di Vladyka Onufrij e per la vicinanza che ha sempre dimostrato alla nostra parrocchia. Ora le nostre preghiere per lui sono ancor più forti e sincere.

 
Il patriarca di Alessandria visita l'Ucraina in segno di solidarietà con la Chiesa canonica

Vi presentiamo la traduzione italiana del resoconto della visita patriarcale a Odessa del patriarca Theodoros II di Alessandria e di tutta l’Africa, con un video della concelebrazione del Moleben per l’unità della Chiesa in Ucraina. Questa notizia serve a confutare le recenti affermazioni erronee che il patriarca Theodoros stia appoggiando le mosse per l’autocefalia ucraina.

 
Granduchessa Maria Vladimirovna: la posizione di Costantinopoli porterà alla frammentazione dei pilastri dell'Ortodossia

Vi presentiamo la traduzione italiana dell’intervista fatta da Interfax alla granduchessa Maria Vladimirovna Romanova (nella foto), che come erede della famiglia imperiale ha molto da dire sulla crisi ucraina; mantenendo le sue (pur forti) posizioni a livello di opinioni private, e riservandosi di agire solo su richiesta esplicita della sua Chiesa, conferma il punto di vista di una delle più illustri diaspore ortodosse in Occidente.

 
Il Vaticano smentisce la dichiarazione del ministero degli esteri ucraino, secondo la quale sosterrebbe il principio di autocefalia della Chiesa ucraina

Interfax-Religion, 27 settembre 2018

L'ambasciata della Santa Sede in Ucraina ha smentito la dichiarazione del ministero degli esteri ucraino secondo cui "il Vaticano rispetta la decisione del popolo ucraino di stabilire una chiesa locale unificata".

"La Nunziatura apostolica in Ucraina desidera ancora una volta dichiarare la posizione della Santa Sede nella questione della creazione di una Chiesa ortodossa ucraina locale, cioè che questa è una questione interna della Chiesa ortodossa, sulla quale la Santa Sede non ha mai espresso e non ha alcuna intenzione di esprimere alcuna valutazione, in qualunque sede", ha detto la Nunziatura in una dichiarazione.

Secondo alcuni rapporti precedenti, il ministro degli esteri ucraino Pavel Klimkin ha incontrato Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, a margine della 73a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Dopo l'incontro, il ministero degli esteri ucraino ha dichiarato sul proprio sito web che le parti avevano scambiato opinioni sul processo di concessione dell'autocefalia alla Chiesa ortodossa ucraina e che la Santa Sede aveva espresso il proprio sostegno.

 
Padre Dmitrij Smirnov: perché il sesso prematrimoniale sta distruggendo la società

Vi presentiamo la traduzione italiana di alcune parole semplici e senza abbellimenti con cui l'arciprete Dmitrij Smirnov (nella foto) spiega perché un’educazione alla castità matrimoniale è la miglior garanzia per la vita felice delle donne, oltre che della sopravvivenza di un’intera civiltà.

 

 
Nati nello scisma: le circostanze storiche dell'emergenza della “Chiesa ortodossa ucraina in Canada”

In quanto chiese “di nicchia” del Patriarcato di Costantinopoli, si conosce generalmente poco delle giurisdizioni ucraine del Canada e degli USA, la cui storia di corpi scismatici è ben più lunga di quella che hanno goduto negli ultimi decenni come appendici del Patriarcato ecumenico. Questa ignoranza è grave, e potenzialmente pericolosa, in questi tempi di crisi inter-ortodossa centrata proprio su questioni ucraine. Per colmare il deficit di informazioni, presentiamo la versione russa e la traduzione italiana dell’intervista al vescovo ucraino Iov (Smakouz, nella foto), vicario dell’eparchia di Ternopol, che per 13 anni è stato responsabile delle parrocchie patriarcali del Canada e per 2 anni di quelle degli Stati Uniti. Vladyka Iov ci aiuta a capire il volto di una diaspora ucraina che può essere stata “legalizzata” dal Trono ecumenico, ma che certamente non ha dato molta prova di essersi rigenerata in una prospettiva di ecclesialità ortodossa.

 
Due critiche allo tsar Nicola II

Padre Andrew Phillips, in un post che abbiamo tradotto in italiano nella sezione “Santi” dei documenti, analizza due accuse mosse all’imperatore Nicola II: quella di essere un fumatore, e quella di aver causato la rivoluzione per debolezza e indecisione. Vediamo cosa c’è di vero e cosa c'è di montato in queste accuse.

 
Alcune idee sbagliate su ciò che sta accadendo ora in Ucraina

Vi presentiamo la traduzione italiana di alcuni pensieri di padre Andrew Phillips sulla situazione ucraina, così come questa è presentata nella prevalente visione mediatica e in una prospettiva di maggior correttezza.

 
Perché alcuni fedeli lasciano la Chiesa ortodossa?

Padre Richard Rene ha dedicato alcuni studi al fenomeno dell’abbandono della fede e della Chiesa, e ci siamo occupati del tema presentando un altro suo articolo. Oggi vi presentiamo in traduzione italiana una seconda riflessione, che si sofferma sui pericoli del vedere una conversione all’Ortodossia come una mera tappa di un cammino spirituale altamente individualizzato, una tappa a cui potrebbe seguirne un’altra in senso contrario.

 
Il patriarca Kirill scrive ai primati di tutte le Chiese locali sulla situazione ucraina

Orthochristian.com, 4 ottobre 2018

Sua Santità il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus' ha scritto a tutti i primati delle 15 Chiese ortodosse locali del mondo per informarli sulla crisi in corso in Ucraina e per proporre l'apertura di una discussione pan-ortodossa sulla questione, come ha dichiarato a RIA-Novosti padre Nikolaj Balashov, il vice capo del Dipartimento delle relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa del patriarcato di Mosca.

"La posizione della Chiesa ortodossa russa sulla cosiddetta autocefalia ucraina e sulle possibili conseguenze negative delle azioni del patriarcato di Costantinopoli per l'unità dell'Ortodossia universale è delineata nelle lettere, che contengono anche una proposta di avvio di una discussione pan-ortodossa sulla situazione", ha detto padre Nikolaj.

L'arciprete Nikolaj Danilevich, vice capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa ucraina, ha risposto in precedenza alla preoccupante intrusione del patriarcato ecumenico nel territorio canonico della Chiesa ucraina facendo un appello per una riunione dei primati ortodossi: "Penso che ora sia il momento, a livello globale, che i primati delle Chiese si riuniscano in un concilio, in una sinassi, in un incontro, per prendere una decisione su questi temi, perché stanno arrivando tempi durissimi".

Tuttavia, padre Nikolaj Balashov ha anche recentemente spiegato che la Chiesa russa non può iniziare canonicamente una sinassi di tutta la Chiesa, per quanto il patriarca Kirill abbia preso l'iniziativa di inaugurare una discussione a livello di Chiesa.

Sua Beatitudine il patriarca Teodoro II di Alessandria ha recentemente dichiarato al metropolita e ai fedeli di Odessa, in Ucraina, che avrebbe parlato ai capi delle Chiese ortodosse locali e li avrebbe informati della verità su quanto sta accadendo in Ucraina, cosa che ha ribadito sabato a sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di tutta l'Ucraina e ai fedeli riuniti a Bolgrad, Ucraina.

 
Vladislav Petrushko: "Il patriarcato che un tempo ha condannato il nazionalismo ecclesiastico ne è ora preda"

In una conversazione con lo storico della Chiesa Vladislav Petrushko (nella foto), Jurij Pushchaev di Pravoslavie.ru rivede tutte le obiezioni del patriarcato di Costantinopoli relative alla crisi ucraina, ricevendo le risposte di un docente preparato e competente, che possiamo leggere in russo e in italiano nella sezione “Confronti” dei documenti

 

 
Aleksandr Shchipkov: "Il patriarca Bartolomeo sarà ricordato come un maestro di scisma"

In un’intervista di alcune settimane fa, ma ancora utile a capire la dinamica della crisi ucraina, presentiamo la traduzione italiana dell’intervista al professor Aleksandr Shchipkov (nella foto), funzionario del Dipartimento sinodale del patriarcato di Mosca per i rapporti con la società e i media, che cerca di sottolineare le ragioni e le conseguenze della richiesta di autocefalia promossa dal Trono ecumenico.

 
Gli esarchi patriarcali a Kiev sono attesi per parlare alla sessione del Santo Sinodo iniziata oggi a Costantinopoli

Vi presentiamo in traduzione italiana la notizia della prima uscita dall’Ucraina dell’arcivescovo Ilarion e del vescovo Daniel (nelle foto), per portare al Santo Sinodo del Patriarcato ecumenico una relazione sui loro incontri con gli scismatici ucraini.

 
Una risposta a osservazioni incompetenti dell'arcivescovo Job (Getcha) di Telmessos

È sempre difficile sostenere un’accusa a una persona che si conosce e che si apprezza. Conosciamo da decenni l’arcivescovo Job (Getcha, a destra nella foto con il patriarca Bartolomeo), che è uno dei pochi vescovi ortodossi a conoscere la nostra parrocchia fin dalla sua fondazione. Tuttavia, dobbiamo concordare con le accuse di incompetenza che gli muove il protodiacono Vladimir Vasilik, ucraino in diaspora quanto lui (ma non altrettanto ucrainista). Riportiamo queste accuse nell’originale russo e nella nostra traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti. Vladyka Job è una indiscussa autorità nel campo degli studi liturgici, cosa che gli riconosciamo su queste pagine fin dal 2012, ma quando passa a sostenere le tesi dell’autocefalismo ucraino, abbiamo l’impressione che si stia cimentando a difendere l’indifendibile.

 
V. R. Legojda: il patriarcato di Costantinopoli ha compiuto un'azione anticanonica senza precedenti

Patriarchia.ru, 11 ottobre 2018

Il presidente del Dipartimento sinodale per le relazioni della Chiesa con la società e i media, Vladimir Romanovich Legojda, ha commentato la dichiarazione ufficiale pubblicata sul sito web del Patriarcato di Costantinopoli a seguito di un incontro del Santo Sinodo del Patriarcato di Costantinopoli svoltosi dal 9 all'11 ottobre 2018 a Istanbul.

"Il Patriarcato di Costantinopoli ha compiuto un'azione anticanonica senza precedenti, che equivale a un tentativo di distruggere le fondamenta del sistema canonico ortodosso. È impossibile valutare in altro modo la dichiarazione di Costantinopoli circa l'entrata in comunione canonica con gli scismatici e con una persona sotto anatema da parte della Chiesa", ha annunciato V. R. Legojda.

"Il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa, nel prossimo incontro del 15 ottobre a Minsk, darà una valutazione adeguata di questo atto", ha aggiunto.

Secondo il capo del Dipartimento per le relazioni della Chiesa con la società e i media, la pretesa del Patriarcato di Costantinopoli alla prerogativa canonica di considerare tali appelli è una nuova teoria, sostenuta principalmente dalla stessa Costantinopoli.

La dichiarazione del Patriarcato di Costantinopoli, in particolare, si riferisce alla reintegrazione del capo del cosiddetto "Patriarcato di Kiev" Filaret Denisenko, del capo della "Chiesa ortodossa autocefala ucraina" Makarij Maletich "nel loro precedente grado gerarchico o sacerdotale" e il ritorno dei parrocchiani del "Patriarcato di Kiev" e della "nel loro precedente grado gerarchico o sacerdotale" alla comunione ecclesiale. Nella dichiarazione si parla anche della "abolizione della vigore legale della lettera sinodale del 1686 ... che concesse al Patriarca di Mosca per economia il diritto di ordinare il metropolita di Kiev, eletto dal concilio del clero e dai laici della sua diocesi".

Dipartimento sinodale per le relazioni della Chiesa con la società e i media / Patriarchia.ru

 
La Chiesa ucraina non parteciperà al concilio per l'unificazione proposto dalle chiese non canoniche

Riportiamo in traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti l’articolo relativo alla risposta della Chiesa ucraina alle proposte di unificazione mosse dai due corpi scismatici locali subito dopo la loro legittimazione unilaterale da parte del Fanar.

 

 
Metropolita Antonij, cancelliere della Chiesa ortodossa ucraina: "Il Sinodo di Costantinopoli ha scioccato l'intero mondo ortodosso"

In un breve comunicato di cui vi presentiamo la traduzione italiana, il metropolita Antonij di Borispol e Brovary (nella foto) spiega le conseguenze del comportamento del Patriarcato ecumenico e dei danni da esso causati causati all'Ortodossia in Ucraina.

 

 
Metropolita Ilarion: le decisioni di Costantinopoli non hanno a che fare con la storia, ma con il brigantaggio

A due soli giorni dalla data del Sinodo della Chiesa ortodossa russa a Minsk, il metropolita Ilarion (Alfeev) ha risposto a una serie di domande sulla crisi ucraina nel programma tv "La Chiesa e il mondo" di Russia-24. In attesa di notizie dal Sinodo, vi presentiamo il testo russo e la traduzione italiana dell’intervista.

 

 
Il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa riconosce l'impossibilità di continuare nella comunione eucaristica con il Patriarcato di Costantinopoli

Patriarchia.ru, 15 ottobre 2018

Nella riunione del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa, tenutasi il 15 ottobre 2018 a Minsk, è stata adottata la Dichiarazione del Santo Sinodo in connessione con l'invasione del Patriarcato di Costantinopoli sul territorio canonico della Chiesa ortodossa russa.

I membri del Santo Sinodo hanno riconosciuto l'impossibilità di continuare nella comunione eucaristica con il Patriarcato di Costantinopoli.

La dichiarazione, in particolare, dice: "L'accettazione nella comunione di un'altra Chiesa locale di scismatici e di una persona colpita da anatema con tutti i "vescovi"e i "chierici" da questi ordinati, è un assalto alle eredità canoniche altrui, un tentativo di farli rinunciare alle proprie decisioni e impegni storici – tutto questo porta il Patriarcato di Costantinopoli al di fuori dei confini canonici e, con nostro grande dolore, ci rende impossibile continuare nella comunione eucaristica con i suoi vescovi, clero e laici".

"D'ora in poi, e fino a quando il Patriarcato di Costantinopoli rifiuterà di intraprendere le sue decisioni anti-canoniche, per tutti i chierici della Chiesa ortodossa russa è impossibile la concelebrazione con il clero della Chiesa di Costantinopoli, e per i laici la partecipazione ai sacramenti celebrati nelle sue chiese", afferma il documento.

Il Santo Sinodo ha anche esortato i Primati e i Santi Sinodi delle Chiese ortodosse locali a valutare correttamente i sopracitati atti anti-canonici del Patriarcato di Costantinopoli e a cercare insieme le vie d'uscita dalla più grave crisi che sta lacerando il corpo della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica.

 
Vladyka Ioann (Roshchin) eletto nuovo vescovo per l'Italia

Il Sinodo del 15 ottobre 2018 a Minsk ha deciso (Verbale № 77) la nomina di un nuovo vescovo per l'Italia, liberando l'arcivescovo Antonij (Sevrjuk) dal compito di amministratore delle parrocchie del Patriarcato di Mosca in Italia, ed eleggendo con il titolo di "Vescovo di Bogorodsk" sua Grazia il vescovo Ioann (Roshchin), finora amministratore delle parrocchie patriarcali negli Stati Uniti con il titolo di vescovo di Naro-Fominsk.

Vladyka Ioann, al secolo Georgij Evgen'evich Roshchin, è nato a Mosca il 22 ottobre 1974, e ha compiuto studi di legge e di lingua inglese, e quindi di teologia in Russia, Stati Uniti e Romania, con diverse specializzazioni, tra cui il dialogo ecumenico (con la Chiesa etiopica) e inter-religioso (con l'islam sciita).

Nella nostra parrocchia a Torino è conosciuto in modo particolare, perché è stato collega di studi del nostro vice-parroco, padre Victor Matveev.

Un sincero ringraziamento all'arcivescovo Antonij per l'attenzione e la benevolenza che ha avuto per noi in questi anni, e un benvenuto di cuore a vladyka Ioann alla nostra guida. Possa san Giovanni di Shanghai e San Francisco (in onore del quale è stato tonsurato) guidare il nostro nuovo vescovo a essere una luce di fede ortodossa nel nostro paese. Многая лета! Unto many years! Per molti anni!

 
Dichiarazione del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa in relazione all'invasione del Patriarcato di Costantinopoli sul territorio canonico della Chiesa russa

Presentiamo nella sezione “Confronti” dei documenti il testo completo della Dichiarazione del Sinodo del 15 ottobre a Minsk, di cui abbiamo offerto un'anticipazione ieri, nell’originale russo e nella nostra traduzione italiana.

 

 
Metropolita Ilarion: il Patriarcato di Costantinopoli si è auto-distrutto come centro di coordinamento nella Chiesa ortodossa

Il primo pronunciamento pubblico del metropolita Ilarion (Alfeev) di Volokolamsk dopo il Santo Sinodo tenuto lunedì 15 ottobre a Minsk è stato tanto duro quanto chiaro. Abituati a pronunciamenti molto calmi e diplomatici da parte sua (dopo tutto, è il suo ruolo come portavoce di un dipartimento di relazioni ecclesiastiche), le sue parole, che possiamo leggere in russo e in italiano nella sezione “Confronti” dei documenti, ci lasciano un segno di particolare autorevolezza. Al di là delle possibili posizioni e contrapposizioni ufficiali, è evidente che dovrà passare molta acqua sotto i ponti del Bosforo prima che il Patriarcato Ecumenico riacquisti credibilità come istituzione di garanzia nel mondo ortodosso.

 
Metropolita Jonah: "Pentitevi, e fermate questa pazzia"

Il metropolita Jonah (Paffhausen, nella foto), trovandosi nella posizione unica di vescovo a riposo e di ex primate di una Chiesa autocefala (il suo passaggio alla ROCOR è del 2015), ha molto da dire sulla recente crisi ucraina, e lo fa con tutto il candore di un americano che conosce le responsabilità del governo del suo paese in questo complicato gioco geopolitico. Possiamo leggere in traduzione italiana il parere di vladyka Jonah, che è apparso domenica 14 ottobre sulle pagine di alcuni blog indipendenti, e che ha suscitato un certo scalpore tra i lettori.

 
Dichiarazione del Santo Sinodo della ROCOR sulla crisi ucraina

Presentiamo la versione russa e la nostra traduzione italiana della Dichiarazione con cui il Santo Sinodo della ROCOR (nella foto) sostiene l’analogo documento del Sinodo tenuto a Minsk il 15 ottobre. Anche se a molti può parere scontato che la ROCOR sostenga Mosca, chi conosce un po’ di storia recente dell’Ortodossia sa che ci sono state spesso linee molto divergenti tra i due Sinodi, e che ancora permangono settori in cui l’attitudine rispettiva è piuttosto differente (uno tra tutti, il campo dei rapporti ecumenici). Pertanto, troviamo importante segnalare anche la voce di un’Ortodossia russa tanto slegata dai meccanismi di potere socio-politico della Russia, da non poter essere seriamente accusata di interessarsi all’Ucraina per giochi di potere terreno.

 
Versione romena della Dichiarazione del Santo Sinodo del 15 ottobre

Dopo aver presentato le versioni russa e italiana della Dichiarazione sinodale relativa all’intrusione del Patriarcato di Costantinopoli in Ucraina, aggiungiamo ora anche la versione romena, ringraziando per questo lavoro il nostro confratello padre Sergiu Popescu, parroco a Imola e a Parma. Poiché è volontà del nostro nuovo vescovo Ioann che il testo della Dichiarazione sia spiegato e commentato nelle nostre parrocchie dopo la Liturgia di domenica 21 ottobre, ci pare che sia molto importante diffonderne anche la versione in lingua romena, che è la madrelingua della maggioranza dei chierici (e verosimilmente, anche dei fedeli) del Patriarcato di Mosca in Italia.

 
Intervista del metropolita Ilarion alla BBC russa

Dopo avervi fornito un riassunto della prima intervista rilasciata dal metropolita Ilarion (Alfeev) subito dopo la riunione del Santo Sinodo a Minsk, eccovi il testo russo e la traduzione italiana dell’intervista immediatamente successiva, rilasciata mercoledì 17 ottobre al servizio russo della BBC. Oltre a spiegare le ragioni della dichiarazione sinodale e le circostanze attorno alla sua stesura, il metropolita Ilarion illustra alcune delle conseguenze della rottura della comunione ecclesiale con il patriarcato di Costantinopoli.

 
Una doppia testimonianza di doppi standard

In questi giorni di scambi così frenetici di documentazione nel mondo ortodosso, rischiamo di non stare al passo con tutto quanto ci sembra importante comunicarvi. Pertanto, vi offriamo ben due documenti relativi al pericolo dei doppi standard: una predica contro lo scisma del “vecchio” Filaret Denisenko (al centro nella foto, quando era ancora legittimo metropolita di Kiev), risalente al 1990, e che sembra fatta apposta per accusare il “nuovo” Filaret dei suoi crimini anti-ecclesiali, e quindi un’analisi della duplicità con cui il Patriarcato di Costantinopoli non interviene nell’autocefalia dei macedoni per non invadere i confini canonici della Chiesa serba, e allo stesso tempo interviene nell’autocefalia degli ucraini (per ragioni molto meno genuine) invadendo i confini canonici della Chiesa russa.

 
Il Signore ci tiene nella Chiesa

Vi presentiamo il testo russo e la traduzione italiana di un’intervista al metropolita Sergij (Gensitskij, nella foto) di Ternopol' e Kremenets, fatta nel 2014 dopo gli aventi del Majdan, ma ancora del tutto attuale nella situazione presente. Vladyka Sergij (che ha conosciuto il nostro clero italiano già quando serviva come diacono di cattedrale a Smolensk, e che noi stessi abbiamo incontrato a Pochaev), è uno dei confessori della fede nelle aree più oppresse dall’uniatismo e dagli scismatici. Leggiamo con attenzione le sue parole, nella consapevolezza che sono questi i testimoni di fede che vengono danneggiati dalle proposte unilaterali di Costantinopoli, e che per risolvere i loro drammi non hanno bisogno di autocefalia, ma piuttosto di sostegno da parte degli altri ortodossi.

 
Testimonianze di vescovi della Chiesa ucraina

In questi giorni ci preme di lasciar parlare quanto più possibile le voci più autentiche della Chiesa in Ucraina, che testimoniano come la proposta dell’autocefalia, lungi dall’aiutare gli ortodossi nel paese, li danneggia. Da una diocesi tragicamente divisa dalla guerra, il metropolita Mitrofan (Nikitin) di Gorlovka e Slavjansk (a sinistra nella foto) ci spiega in russo e in italiano perché i fedeli sono ridotti a ostaggi di un gioco politico, e l’arcivescovo Kliment (Vecherja) di Nezhin e Priluki (a destra nella foto), un portavoce ufficiale della Chiesa ucraina, ci offre in russo e in italiano una panoramica dei retroscena della crisi.

 
In memoriam: archimandrita Barsanuphe (Ferrier)

Il 20 ottobre 2018 si è addormentato nel Signore il nostro confratello padre Barsanuphe (Ferrier, nella foto), un ortodosso francese che ha contribuito non poco allo sviluppo del monachesimo nel suo paese, dirigendo un eremo (lo skit del Santo Spirito a Le Mesnil Saint-Denis) e aiutando la formazione di due monasteri femminili, grazie alla determinazione di alcune sue figlie spirituali. Padre Barsanuphe ci è stato vicino con il suo sostegno e le sue preghiere durante le fasi di formazione delle nostre parrocchie, e lo ricorderemo sempre con affetto.

Mémoire éternelle! Eterna memoria!

 
Qualche volta si deve dire "no"

Il giornalista Sergej Khudiev (nella foto) analizza l’impatto dell’interruzione della comunione eucaristica con Costantinopoli. Possiamo leggere in russo e in italiano come cerca di spiegare perché questa decisione, seppure impopolare, sia giusta e doverosa.

 
Quattro tentativi di ottenere l'autocefalia ucraina negli ultimi cento anni

Vi presentiamo la traduzione italiana di un articolo di John Harwood, che ci spiega come l’attuale crisi dell'autocefalia ucraina non sia che una parte del quarto capitolo (e uno dei più prevedibili) di distaccare l’Ucraina dalla Russia usando la Chiesa ortodossa come strumento. Capire questi paralleli storici ci aiuta soprattutto a capire da che parte sta la Chiesa ortodossa e da che parte sta l’interesse politico.

 
Un prete americano ha lasciato la Chiesa di Costantinopoli per la ROCOR in segno di protesta contro le azioni del patriarca Bartolomeo in Ucraina

Padre Mark Tyson (nella foto), già parroco nella diocesi carpato-russa (una delle “nicchie” etniche del Patriarcato Ecumenico in America), è il primo dei chierici di Costantinopoli ad aver lasciato la sua chiesa (e uno stipendio sicuro, cosa abbastanza rilevante per un padre di sei figli) per passare alla ROCOR in segno di protesta per le azioni immorali e non canoniche del patriarca Bartolomeo in Ucraina che hanno contribuito a una escalation di violenza contro la Chiesa canonica, e per unirsi in comunione con la Chiesa ucraina sofferente. Presentiamo il resoconto di questo evento in russo e in italiano, e rimaniamo attenti a monitorare casi simili a questo, che potrebbe non rimanere un episodio isolato: padre Andrew Phillips nota nel suo blog di avere avuto contatti con molti laici, diversi preti e un vescovo che stanno considerando l’idea di lasciare Costantinopoli e di unirsi alla Chiesa russa o ad altre Chiese locali canoniche.

 
Il Patriarca Bartolomeo utilizza la lingua dell'etnofiletismo per sostenere le sue ragioni

Post di David Ivanović dal gruppo Facebook Traditional Eastern Orthodox Christianity

IL PATRIARCA BARTOLOMEO UTILIZZA LA LINGUA DELL'ETNOFILETISMO PER SOSTENERE LE SUE RAGIONI:

"GLI SLAVI SI RIFIUTANO DI ACCETTARE LA PRECEDENZA DEL PATRIARCATO ECUMENICO E DELLA "NOSTRA RAZZA"."

Ciò che è molto interessante ed evidente in questo articolo è che il patriarca usa chiaramente il linguaggio dell'etnofletismo per sostenere il suo caso. Parla contro "gli slavi" e parla dei diritti del Patriarcato e quindi della razza greca:

(al minuto 3:43) "δεν ανέχονται οι αδελφοί μας οι Σλάβοι, το προβάδισμα που έχει το Οικουμενικό Πατριαρχείο και κατά συνέπεια το γένος μας, μέσα στη παγκόσμια Ορθοδοξία".

Traduzione: "I nostri fratelli slavi non tollerano la precedenza che ha il Patriarcato Ecumenico, e di conseguenza la nostra razza, all'interno dell'Ortodossia mondiale".

Per l'intero discorso si veda il video.

Più avanti, nel video, il patriarca sembra confermare l'impressione che egli stia identificando la Romiosini con l'ellenismo, negando così che sia una realtà multietnica in cui solo l'Ortodossia è un dato non negoziabile, quando usa il termine φυλή come sinonimo di γένος (si veda al minuto 4:45 e in seguito).

Qualcuno dovrebbe scrivere un articolo sulla verità della Romiosini: che era multi-etnica, che c'erano patriarchi e imperatori che non appartenevano alla tribù dei "greci"...

In questo contesto, è interessante notare che fino attorno al 1802 scrittori come san Nicodemo l'Agiorita e sant'Arsenio di Paros usano ancora il termine "greco" per significare... idolatra / pagano. Certamente loro non identificavano "l'ellenismo" con la Romiosini.

 
Intervista di Tudor Petcu all’igumeno Ambrogio sulla crisi ucraina

Dopo diversi giorni in cui abbiamo cercato di presentare molte voci, ufficiali e meno ufficiali, accademiche e popolari, locali e straniere sul tema dell’offerta di autocefalia alla Chiesa ucraina, il nostro amico Tudor Petcu (nella foto) ha voluto che presentassimo anche il nostro parere, sotto forma di risposte alle sue sempre appropriate e garbate domande. Anche se riteniamo di avere ben scarsa voce in materia, considerando la generale disinformazione sul tema dell'autocefalia ucraina, forse potranno essere utili anche le considerazioni di un prete monaco italiano che ha passato un mese a girare per l’Ucraina (incidentalmente, ospite dell’allora arcivescovo Onufrij di Chernovtsy, personaggio di non poca importanza nella crisi attuale). Come sempre, le considerazioni di un semplice parroco non impegnano la Chiesa, ma sono una questione di responsabilità personale.

 
Due diversi punti di vista sulla crisi ucraina

Per esaminare il tema della crisi dell’autocefalia ucraina da angolazioni diverse da quelle della Chiesa ortodossa russa, vi offriamo due articoli ricchi di spunti di riflessione. Il primo articolo, segnalato dall’arciprete Andrew Phillips, è intitolato Il Majdan di Bartolomeo, ed è scritto dalla teologa bulgara Vasilianna Merheb, che analizza con attenzione il materiale canonico ortodosso per giungere alla conclusione che il Patriarcato di Costantinopoli non ha soltanto commesso un illecito canonico, ma ha addirittura perduto l’Ortodossia. Al tempo stesso, guarda con una certa preoccupazione all’attitudine tentennante dell’episcopato bulgaro, che invita a una maggior chiarezza sul tema. Il secondo articolo è la nostra traduzione di un punto di vista dei vecchi calendaristi greci sulla crisi ucraina, che pur con le dovute distanze che prendiamo (e che abbiamo sempre preso) dai vecchi calendaristi e dalla loro tendenza a creare “contro-chiese”, offre alcune immagini di continuità di comportamento del Patriarcato Ecumenico che ci inducono a riflettere.

 
Intervista a Vladyka Onufrij sul destino dell'Ortodossia canonica in Ucraina

Il terzo numero della rivista per i sacerdoti ucraini, “Pastyr’ i pastva” (“Il pastore e il gregge”) riporta un’intervista al metropolita Onufrij sul destino dell’Ortodossia canonica in Ucraina: vi presentiamo quest’intervista nell’originale russo e in traduzione italiana.

 
Altri scheletri nell'armadio di Filaret

L’articolo di Vasilij Anisimov “Altri scheletri nell'armadio di Filaret”, di cui vi presentiamo la traduzione italiana, è la recente ripresentazione di un pezzo di giornalismo investigativo risalente al 2015, ma estremamente attuale per capire che razza di persone siano quelle che sono state recentemente “reintegrate alla comunione” dal Sinodo di Costantinopoli. In termini bruschi ma sinceri, siamo soliti dire che se ti associ a persone come queste senza sapere chi siano, sei un burino; se ti associ a loro sapendo chi sono, sei un complice. Lasciamo a voi la valutazione di certe liaisons dangereuses nel mondo ortodosso, tenendo presente che i dati che leggete oggi sono di dominio pubblico da oltre tre anni.

 
Arciprete Serafim Gan: il patriarca Bartolomeo non è libero nelle sue azioni

Padre Serafim Gan (nella foto) è a capo della cancelleria del Sinodo dei Vescovi della ROCOR, e al di là delle dichiarazioni del suo Sinodo, che vi abbiamo già presentato alcuni giorni or sono, offre per la rivista “Vita ortodossa” una sua valutazione personale della crisi ucraina, che potete leggere in russo e in italiano nella sezione “Confronti” dei documenti.

 
Papa Ildebrando (Gregorio VII) e Bartolomeo di Istanbul

Le crisi geo-religiose come quella odierna dell’autocefalia ucraina sono utili a riportare alla luce temi di conflitto dogmatico ed ecclesiologico che in tempi più pacifici possono restare sopiti e latenti. In questo caso, padre Andrew Phillips ci invita a fare un confronto rivelatore tra quanto afferma il Dictatus papae di papa Gregorio VII del 1075, e quanto ha affermato il patriarca Bartolomeo alla recente Sinassi episcopale del Patriarcato Ecumenico, tenuta a Istanbul agli inizi di settembre. Forse, leggendo queste dichiarazioni a confronto, l’accusa di “papismo orientale” inizia a sembrare meno una questione di “propaganda nera” (come affermato dallo stesso patriarca Bartolomeo nel suo discorso stampa del 22 ottobre), e più una semplice questione di logica e di buon senso.

 
Metropolita Ilarion: il patriarca Bartolomeo non è libero nelle sue azioni

Riportiamo l’ultima intervista di Ekaterina Grachëva di Russia-24 al metropolita Ilarion di Volokolamsk: curiosamente, il titolo è lo stesso di quello dell’intervista a padre Serafim Gan della ROCOR, che abbiamo presentato l’altro ieri. Al di là dei dubbi sulla libertà d’azione del patriarca Bartolomeo, vladyka Ilarion ci offre alcune importanti considerazioni sulla posizione di neutralità della Chiesa cattolica romana nella crisi ucraina, e sugli scambi di interessi tra il trono ecumenico e lo stato ucraino: Possiamo leggere l’intervista in russo e in italiano nella sezione “Confronti” dei documenti.

 
La chiesa russa di Firenze è passata da Costantinopoli alla ROCOR

Quando la settimana scorsa abbiamo dato la notizia del primo sacerdote del Patriarcato Ecumenico passato alla ROCOR in seguito alla crisi ucraina, abbiamo accennato al fatto che “questo potrebbe non rimanere un episodio isolato”: curiosamente, il primo passaggio di un’intera parrocchia non si è fatto attendere, e ha riguardato non solo una chiesa qui in Italia, ma la chiesa russa che è stata nei decenni il simbolo di Rue Daru nel nostro paese: la parrocchia della Natività di Cristo e di san Nicola il Taumaturgo a Firenze (nella foto). Possiamo leggere in russo e in italiano la dinamica dei fatti, oltre ai commenti del parroco, l’arciprete Georgij Blatinskij, che la dicono lunga sui sentimenti dei fedeli “di tradizione russa” del Patriarcato di Costantinopoli. Nel frattempo, abbiamo avuto notizie di altre defezioni “eccellenti” dal Patriarcato Ecumenico in Italia, di cui potremo parlare non appena ci giungerà conferma.

 
Festa di san Giovanni di Kronstadt a Castrovillari

Dal blog Arberia ortodossa apprendiamo con piacere del successo della festa patronale della parrocchia di san Giovanni di Kronstadt a Castrovillari, culminata in una Divina Liturgia concelebrata dai nostri confratelli, i sacerdoti Giovanni Capparelli ed Eugenio Miosi. Ci uniamo alla loro gioia, e ricordiamo a chiunque voglia obiettare parlando di comunità piccole o poco numerose che radunare oltre una ventina di fedeli in una cittadina della Calabria equivale a radunarne oltre duecento in una grande metropoli. Chi è stato fedele nel piccolo non avrà solo potestà su molto secondo la promessa del Signore, ma anche, per quel che può valere, la nostra più profonda stima e ammirazione.

 
Vescovo Irenei (Steenberg): primato e identità

La crisi dell’autocefalia ucraina (come la precedente crisi estone e molti altri momenti di simile tensione) hanno radici teologiche in una concezione del primato del Patriarcato di Costantinopoli, che – per dirla in modo semplice – si situa qualche tacca al di sotto di una corretta ecclesiologia ortodossa. Per cercare invece una formulazione più seria di tali obiezioni, lasciamo la parola al vescovo Irenei (Steenberg, nella foto) della ROCOR, che analizza attentamente e smonta con precisione le recenti pretese primaziali provenienti dai circoli teologici fanarioti. Presentiamo il suo saggio in traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti.

 
Arciprete Vladimir Shmalij: C'è vita dopo il "nuovo grande scisma"

L’arciprete Vladimir Shmalij (nella foto) delinea i possibili corsi d’azione dopo la rottura tra Mosca e Costantinopoli, evidenziando le possibili conseguenze di un corso d’azione drastico e intransigente, e di uno dialogico e diplomatico. Presentiamo le considerazioni di padre Vladimir in russo e in italiano nella sezione “Confronti” dei documenti.

 
Il primate della Chiesa russa ha rivelato i dettagli di un incontro con il patriarca Bartolomeo

Per la prima volta sono stati rivelati da parte moscovita, e possiamo leggerli in russo e in italiano, alcuni retroscena del dialogo a porte chiuse che ha avuto luogo nel corso dell’ultimo incontro tra i patriarchi Kirill e Bartolomeo al Fanar.

 
Il falso patriarca Filaret benedice un murale nazionalista con simbolismo nazista

I commenti di padre Serafim Gan, che abbiamo presentato alcuni giorni fa, facevano un accenno a un’icona blasfema recentemente prodotta in Ucraina, a cui Matfey Shaheen ha dedicato un attento studio che ora vi presentiamo in traduzione italiana. Come tanti frutti dell’ucrainismo contemporaneo, che ormai da molti anni cerchiamo di spiegare ai nostri lettori, nulla ci stupisce (e tutto ci indigna) in questo contemporaneo abominio della desolazione che oggi il Patriarcato Ecumenico vuol essere tanto sconsiderato da far entrare nei luoghi santi.

 
In memoriam: archimandrita Robert Taft, sj

Il 2 novembre è stato annunciato il decesso di padre Robert Taft (nella foto), il gesuita irlandese-americano che ha fatto un enorme lavoro nello sviluppo della conoscenza del mondo liturgico ortodosso in Occidente. Abbiamo nominato più volte padre Robert (a cui ci legavano conoscenze comuni) sul nostro sito, e abbiamo pubblicato anche una sua intervista, che lasciamo come tributo alla sua personalità, augurandogli un sereno “grande ingresso” nella Liturgia celeste di cui si è tanto adoperato a studiare i riflessi sulla terra.

 
L'arcivescovo Job e il "surrealismo ecclesiologico"

La difesa della posizione del Patriarcato Ecumenico e del suo ruolo della crisi ucraina ha visto come protagonista mediatico la nostra vecchia conoscenza, l’arcivescovo Job (Getcha, nella foto), che tra le sue intervste degli ultimi giorni:

1 - Ha dichiarato che il nome della nuova Chiesa autocefala (non un patriarcato) che il Fanar sta imponendo sugli ortodossi ucraini sarà "Chiesa ortodossa in Ucraina" e non quello attuale di "Chiesa ortodossa ucraina", perché la Chiesa appartiene a Cristo, e non a uno stato.

Deve essere per questa giusta e sacrosanta lotta all'etnofiletismo che il Trono ecumenico si oppone da 48 anni all'autocefalia di una struttura chiamata "Chiesa ortodossa in America", togliendole il supporto dei greci etnici, degli ucraini etnici, dei carpato-russi etnici...

2 - Ha dichiarato che nessuna struttura ecclesiale dipendente da Mosca potrà da ora in poi rimanere in Ucraina, perché in Ucraina "non ci può essere alcuna ripetizione dello scenario dell'Estonia".

Dev'essere proprio perché la convivenza para-canonica (iniziata, guarda caso, dal Fanar) di due giurisdizioni ortodosse che pretendono la competenza esclusiva su un paese è una mostruosità ecclesiologica, che il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa nella Rus' (per usare una terminologia cara a vladyka Job) ha decretato il 15 ottobre a Minsk che "non ci sarà alcuna ripetizione dello scenario dell'Estonia".

3 - Ha dichiarato che dall'11 ottobre la Chiesa ortodossa ucraina ha cessato di esistere, e TUTTI i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina sono ora chierici del Patriarcato ecumenico. Ha altresì dichiarato che non capisce perché essi dovrebbero preservare "il legame con il trono di Mosca", e suggerisce che lo facciano per mancanza di consapevolezza.

Richiamiamo l'attenzione di Vladyka Job sulla "mancanza di consapevolezza" delle diocesi di Poltava, Zaporozh'e, Kamenka, Krivoj Rog, Dnepropetrovsk, Odessa, Severodonetsk, Kirovograd, Kherson, Rovno, Tulchin, Voznesensk e Kharkov, che all'unanimità o alla quasi unanimità hanno dichiarato negli ultimi giorni il sostegno all'unica vera Chiesa canonica in Ucraina.

Da parte nostra, ci associamo ai commenti dell'arciprete Nikolaj Danilevich, direttore del Dipartimento degli esteri della Chiesa ortodossa ucraina, che definisce le recenti boutades mediatiche dell'arcivescovo Job con il nome molto appropriato di "surrealismo ecclesiologico", e quanto all'inesistenza da qualche settimana di una Chiesa ortodossa ucraina sotto Mosca, ha ricordato che a non esistere più da 565 anni è proprio Costantinopoli.

È triste, per noi, vedere un caro amico come vladyka Job ridursi a questo stato... capiamo le sofferenze di chi ha un familiare drogato. Non gli facciamo comunque mancare le nostre preghiere, anche se non possono essere quel tipo di supporto di cui il suo attuale “ultrabosforismo” avrebbe bisogno.

 
La comunità di Cosenza compie un anno

Riceviamo dal nostro confratello, padre Eugenio Miosi, e volentieri pubblichiamo:

Primo anniversario della comunità della Madre di Dio Kazanskaja a Cosenza. Il 4 novembre di un anno fa muovevamo i primi passi con la celebrazione di un Moleben alla Madre di Dio. Nonostante le difficoltà incontrate nel reperire dei locali per i servizi divini, la comunità ha resistito e si fortificata e consolidata. Insieme con l'instancabile padre Giovanni Capparelli speriamo di poter proseguire nel servizio a questa comunità e a tutti i nostri fedeli in terra di Calabria. Chiediamo le vostre preghiere!

 

 

 
Un saluto da sua Grazia Ireney, vescovo di Richmond e dell'Europa occidentale

dal sito della Chiesa ortodossa russa di Firenze

4 novembre 2018

Ai fedeli di Firenze!

Con amore dal cuore vi saluto tutti in questo giorno festivo dell'icona della Madre di Dio di Kazan'. Vivendo in un tempo di molte difficoltà, prego che vi rallegriate oggi nella protezione celeste della Santa Vergine, e nelle ricche benedizioni che il suo Figlio impartisce a tutti coloro che si aggrappano con fervore a lui. Oggi non sono in grado di essere con voi, ma vi ho inviato il nostro sacerdote anziano da Ginevra per festeggiare insieme a voi, per consegnare l'antimensio per i servizi divini in questa sacra chiesa e per estendere a voi tutti i miei saluti. Vi diamo il benvenuto nel nostro seno a braccia aperte e in questo momento difficile vi offriamo le nostre preghiere e il nostro amore. I vostri chierici sono stati ricevuti canonicamente nei ranghi della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia, in modo che possano osservare i santi canoni e prendersi cura delle vostre anime nel pieno abbraccio della Chiesa, senza alcun ostacolo di scismi o dissensi. Non sono sotto alcuna proibizione: al contrario, sono ora completamente equipaggiati per servire senza paura, senza esitazione – per la gloria di Dio e per la salvezza di tutte le vostre anime. Vi incoraggio a rimanere forti nella vostra fede, gentili nello spirito, senza amarezza o giudizio verso nessuno nei vostri cuori. Il Signore stesso vi ha guidati lungo il sentiero della salvezza – non temete! Attraverso le nostre lotte, il Signore ci porta alla gioia; e io so che ha proprio questo in serbo per voi: gioia spirituale e celeste che il mondo non può portarvi via. Vi do il benvenuto con tutto il cuore nella nostra diocesi dell'Europa occidentale e attendo con ansia un'occasione in cui potrò visitarvi e pregare con voi. Fino a quel giorno, siate certi delle mie ferventi preghiere per tutti voi.

Con amore in Cristo,

+IRENEI

vescovo di Richmond e dell'Europa occidentale

 
Metropolita Luka di Zaporozh'e: Per me il Patriarcato di Costantinopoli non esiste più

Il metropolita Luka (Kovalenko, nella foto), che conosciamo e stimiamo come amico della nostra parrocchia, è assieme al metropolita Onufrij di Kiev uno dei due soli membri ucraini del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa. Nella politica di caccia alle streghe che parla di “intrusioni russe in Ucraina”, è interessante notare come proprio il metropolita Luka abbia rappresentato una voce più dura di quella dei suoi confratelli russi contro le azioni del Patriarcato di Costantinopoli (se fosse stato per lui, la comunione con Costantinopoli sarebbe stata interrotta già in settembre, in risposta all’invio dei due esarchi, da lui definiti “piazzisti”). Leggiamo in russo e in italiano il testo dell’intervista senza mezzi termini da lui rilasciata al servizio ucraino della BBC.

 
Vita pacifica e luoghi santi della Siria pre-bellica

In questa galleria fotografica di Orthochristian.com, possiamo vedere le immagini del fotografo Vasilij Nesterenko, dal suo viaggio in Siria del 2010. Paragoniamo le immagini che vediamo con quello che ci è stato mostrato della Siria di questi anni, e preghiamo che la ricostruzione oggi in corso possa riportare a questo livello di vita, di dignità e di pacifica convivenza tra le fedi e le espressioni religiose del popolo siriano.

 
Tre punti di vista dall’Ortodossia greca sulla questione ucraina

Presentiamo le voci di tre personaggi influenti dell’Ortodossia greca sulla crisi dell’autocefalia ucraina.

1) Il metropolita Nikolaos di Mesogaia (a sinistra nella foto) ci offre una riflessione in russo e in italiano sul valore di contro-testimonianza ortodossa del conflitto, notando come solo un approccio di perdono e di riconciliazione possa garantire un’uscita indolore da questa crisi. Saremmo tentati di dargli pienamente ragione... non fosse che per la dinamica della crisi: quando qualcuno ti sfonda la casa e si mette a rubare adducendo come giustificazione che la casa è appartenuta per un certo tempo, secoli fa, a un suo antenato, e questo gli dà in diritto di fare quel che gli pare, servono a ben poco gli appelli al dialogo e alla riconciliazione, e sono più ragionevoli gli appelli alla polizia (o a un trattamento psichiatrico).

2) Da parte del metropolita Seraphim del Pireo (al centro nella foto), riportiamo in italiano il riassunto di una dichiarazione nella quale analizza i limiti dell’azione canonica condivisa dalle Chiese ortodosse sorelle, e conclude che Costantinopoli non ha alcun diritto di ricevere appelli dall'Ucraina, né di concederle unilateralmente  l'autocefalia

3) Gli stessi temi trattati dal metropolita Seraphim sono ripresi in maggior dettaglio dal protopresbitero Theodoros Zisis (a destra nella foto), che con grande integrità personale e accademica ci spiega in russo e in italiano le ragioni dell’illegalità del comportamento fanariota contemporaneo.

 
Il Patriarcato di Mosca dubita della salute mentale dell'arcivescovo Job

A volte, la realtà supera le nostre fantasie... non siamo stati solo noi, a prenderci bonariamente gioco l'altro ieri del "surrealismo ecclesiologico" dell'arcivescovo Job (Getcha, nella foto, in un momento particolarmente allucinato della sua intervista alla BBC del 2 novembre).

Ora, la strafottenza bonaria ha raggiunto i massimi livelli di rappresentanza del Patriarcato di Mosca, di solito estremamente attenti a non dare neppure l'ombra di un sospetto di mancanza di correttezza. Leggetevi in traduzione italiana ciò che ha scritto il segretario stampa del patriarca Kirill, padre Aleksandr Volkov, riguardo alla follia delle dichiarazioni di vladyka Job, e vi convincerete che le nostre affermazioni personali che leggete su questo blog sono spesso visioni moderate della realtà.

 
Metropolita Ilarion: la decisione sull'impossibilità della comunione eucaristica con il Patriarcato di Costantinopoli si estende ai monasteri athoniti

Il metropolita Ilarion di Volokolamsk è chiamato a presentare la posizione del Patriarcato di Costantinopoli in un vasto ambiente di relazioni ecclesiali inter-ortodosse, inter-cristiane e inter-religiose. Il suo ultimo intervento, del 6 novembre, è in un’intervista dell’agenzia SIR, disponibile in italiano sul sito dell’agenzia e in russo sul sito del Dipartimento delle relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca. Aggiungiamo ancora un estratto in russo e in italiano del colloquio con Ekaterina Grachëva nel programma "La Chiesa e il mondo" di Russia-24, tenuto il 3 novembre: qui vladyka Ilarion analizza le reazioni della crisi ucraina sul Monte Athos, accenna al caso marginale ma emblematico della “Chiesa ortodossa turca”, e parla del sostegno degli ortodossi ucraini alla propria Chiesa autonoma sotto il metropolita Onufrij.

 
Intervista di Tudor Petcu a Thomas Brodehl

Il nostro amico Tudor Petcu ha intervistato Thomas Brodehl (nella foto), redattore del sito Orthodoxie in Deutschland, autore di una serie di articoli sui santi ortodossi in Germania e maestro di un coro ecclesiastico in lingua tedesca, sulle ragioni che ha un tedesco per scegliere l'Ortodossia. Il testo italiano dell'intervista è disponibile nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.

 
Intervista a padre Mark Tyson

Lo scorso 26 ottobre vi abbiamo dato la notizia di padre Mark Tyson (nella foto, con la sua famiglia), il primo sacerdote ortodosso passato da Costantinopoli alla ROCOR in segno di protesta contro le azioni del Patriarcato ecumenico in Ucraina. Oggi vi presentiamo la traduzione italiana dell’intervista che gli ha fatto da pochi giorni Jesse Dominick di Orthochristian.com. Ne emerge un quadro di un chierico di grande dirittura morale, che ha semplicemente applicato la sua coscienza a quanto ha sentito accadere negli ultimi anni, e marcatamente nelle ultime settimane, e ha preso una decisione che gli è costata molto dal punto di vista economico e umano... ma noi sappiamo che a poco giova conquistare tutto il mondo, se nel farlo si perde la propria anima.

 
Il patriarca Kirill predice la "sconfitta storica" di coloro che cercano di creare una nuova chiesa in Ucraina

Pravmir, 5 novembre 2018

Sua Santità il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus' ritiene che i piani dei politici per istituire una chiesa autocefala in Ucraina siano destinati a fallire.

"Coloro che vogliono far dimenticare a vari popoli la loro parentela spirituale con la forza e separare legami spirituali millenari otterranno solo l'effetto opposto. I politici che incitano all'odio, all'inimicizia e alle spaccature dovranno riconoscere la loro sconfitta storica", ha detto il patriarca giovedì 1 novembre al Cremlino, all'apertura dell'Assemblea popolare del mondo russo.

Ha discusso la protezione della libertà religiosa nello spazio ex sovietico, principalmente in Ucraina, dove, secondo l'opinione del patriarca Kirill, questo tema è particolarmente urgente oggi a causa "dell'interferenza delle autorità nelle questioni più sacre della vita spirituale dei cittadini".

La storia ha già visto molti tentativi di questo genere di interferenze, "ma i persecutori della Chiesa sono passati all'oblio storico, e tutti i tentativi di sradicare l'identità cristiana sono falliti", ha detto il patriarca.

 
Il patriarca Bartolomeo riconosce e premia estremisti e nazisti

Eccovi in traduzione italiana alcuni esempi significativi della nuova “ortodossia” ucraina che il patriarca di Costantinopoli vorrebbe infliggere alla comunione delle Chiese ortodosse. Personaggi che in un paese civile meriterebbero un posto sulle foto segnaletiche della polizia, sono oggi oggetto di foto di benemerenze al Fanar.

 
Il rettore dell'Accademia teologica di Mosca bandito dall'Ucraina

Sua Eminenza l’arcivescovo Amvrosij (Ermakov, nella foto), giunto a rappresentare l'Accademia teologica di Mosca alle festività della corrispondente Accademia a Kiev, è stato respinto alla frontiera con motivazioni pretestuose e illegali, ed è convenientemente finito sulla famigerata lista dei “nemici dell’Ucraina”. Vi presentiamo in traduzione italiana gli aggiornamenti sui doppi standard di un governo che con una mano promette uguaglianza di diritti e libertà di culto, e con l’altra dispensa discriminazioni.

 
10 anni dalla fondazione della Chiesa ortodossa russa all’Avana

Domenica 4 novembre si è tenuta all’Avana la ricorrenza del decennale della fondazione della cattedrale ortodossa russa, dedicata all’icona di Kazan’. Ci fa piacere notare dalla foto della Liturgia come due dei tre celebranti (l’arcivescovo Antonij e l’arciprete Vjacheslav Bachin) siano stati entrambi parroci a Roma.

 
Cronaca della morte di un’autocefalia

Mai come in questi giorni ci si chiede cosa sia veramente un’autocefalia, soprattutto una di quelle della varietà proposta dal Patriarcato di Costantinopoli. Per aiutare a farci un’idea, leggiamo in russo e in italiano la storia della Chiesa ortodossa nelle Terre ceche e in Slovacchia, nonché la cronaca dei suoi avvenimenti più recenti, in cui il Patriarcato ecumenico ha avuto un ruolo preponderante (alcuni potrebbero dire: prepotente) nel formare l’autocefalia locale a propria immagine e somiglianza. L’autore dell’articolo, il dott. Jakub Jiří Jukl, è uno dei membri del consiglio diocesano di Praga, e arriva a descrivere l’autocefalia di matrice costantinopolitana come “il crollo di una Chiesa locale”.

 
Metropolita Ilarion: il patriarca di Costantinopoli pretende un potere sulla storia stessa

Il metropolita Ilarion di Volokolamsk ha rilasciato un’intervista al quotidiano serbo Politika, di cui presentiamo il testo russo e italiano. Questa intervista vede la crisi ucraina dal punto di vista piuttosto interessante di una Chiesa ortodossa terza rispetto ai patriarcati di Costantinopoli e di Mosca in conflitto, e ne illustra bene le perplessità e le domande sul futuro delle relazioni inter-ortodosse.

 
Cronologia della crisi ucraina

Poiché ormai i testi da noi tradotti e pubblicati sul tema della crisi dell'autocefalia ucraina stanno diventando tanto numerosi da non riuscire più a ricordarli, abbiamo pensato di rendere la vita un po' più facile a chi vuole raccogliere dati (o semplicemente avere un colpo d'occhio su quanto si è detto) pubblicando per voi una cronologia, che cercheremo di tenere aggiornata strada facendo. Nell'elenco, gli argomenti sono nell’ordine in cui li abbiamo presentati noi, non necessariamente nell’ordine in cui sono stati scritti o pubblicati in origine: a causa delle nostre limitazioni di tempo e di mezzi, abbiamo dovuto talvolta rimandare la presentazione di alcuni argomenti a periodi successivi.

 
La Chiesa serba rifiuta la riabilitazione degli scismatici ucraini da parte di Costantinopoli

Orthochristian.com, 12 novembre 2018

foto: spc.rs

La Chiesa ortodossa serba ha pubblicato la sua posizione sulla crisi della Chiesa in Ucraina dopo le ultime decisioni del Patriarcato di Costantinopoli dell'11 ottobre.

I vescovi della Chiesa serba si sono incontrati a Belgrado tra il 6 e il 7 novembre, affrontando diversi temi urgenti nella vita della Chiesa serba e della Chiesa ortodossa nel suo insieme, comprese la situazione in corso di crisi e persecuzione in Kosovo e Metohija, e il miglioramento dell'educazione nella Chiesa serba.

Il comunicato della santa Assemblea dei vescovi della Chiesa ortodossa serba sul Kosovo e Metohija può essere trovato sul sito ufficiale della Chiesa serba.

Per quanto riguarda la situazione in Ucraina, il Concilio dei Vescovi in ​​primo luogo "nota con rammarico che il Patriarcato di Costantinopoli ha preso una decisione canonicamente infondata di riabilitare come vescovi e di riconoscere i due leader dei gruppi scismatici in Ucraina, Filaret Denisenko e Makarij Maletich, insieme ai loro episcopato e al loro clero".

I gerarchi serbi osservano che il primo è stato canonicamente deposto e scomunicato e il secondo è privo di ogni successione apostolica, essendo il capo di un ramo dei cosiddetti "auto-consacrati", il cui episcopato è stato creato, piuttosto che ricevuto, in Canada negli anni '20.

Denisenko è stato deposto dal Patriarcato di Mosca nel 1992 e scomunicato nel 1997. A quel tempo, il Patriarcato ecumenico ha riconosciuto la "competenza esclusiva" del Patriarcato di Mosca ad affrontare tali questioni e ha accettato le sue decisioni.

Pertanto, "il Concilio dei santi Vescovi ha deciso che la decisione del Sinodo di Costantinopoli non è vincolante per la Chiesa ortodossa serba".

"L'Assemblea non riconosce le figure citate e i loro seguaci come vescovi e clero ortodossi, e di conseguenza non accetta la comunione liturgica e canonica con loro e con i loro sostenitori", continua la dichiarazione.

Infine, il Concilio episcopale serbo propone al Patriarcato di Costantinopoli e a tutte le altre Chiese autocefale che la questione della autocefalia e della diaspora ortodossa debba essere affrontata al più presto in un Concilio pan-ortodosso, "per confermare e rafforzare la cattolicità e l'unità della Chiesa ortodossa ed evitare in futuro la tentazione in cui la santa Ortodossia sta passando ora".

Una dichiarazione congiunta di sua Beatitudine il Patriarca Giovanni X di Antiochia e di sua Santità il patriarca Irinej di Serbia, firmata a fine ottobre, ha anche chiesto che un Concilio pan-ortodosso affronti la questione dell'Ucraina su una base conciliare, piuttosto che unilaterale.

 
Alla Lavra delle Grotte di Kiev è iniziata la sessione del Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina

Unione dei giornalisti ortodossi, 13 novembre 2018

i membri del Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina

All'incontro, i membri del Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina prenderanno in considerazione le questioni attuali della vita della Chiesa.

Il 13 novembre 2018, una regolare riunione del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina ha avuto inizio nella residenza del primate della Chiesa nella Lavra delle Grotte di Kiev, come informa il dipartimento della Chiesa ortodossa ucraina per l'informazione e l'istruzione.

L'incontro è stato presieduto da sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di tutta l'Ucraina.

"Oggi abbiamo bisogno di discutere un problema molto importante – la situazione ecclesiale nel nostro stato ucraino", ha detto il primate della Chiesa ortodossa ucraina, aprendo la riunione. "Molti eventi si stanno sviluppando intorno alla Chiesa oggi. Stanno cercando di coinvolgere la Chiesa in giochi politici. Vogliono trasformare la Chiesa in uno strumento politico che consenta di raggiungere alcuni dei loro obiettivi terreni. Il nostro obiettivo ultimo è preservare la purezza della fede ortodossa, preservare la nostra fedeltà a Cristo".

Si noti che durante i lavori del regolare incontro del santo Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina, i vescovi considereranno questioni attuali della vita della Chiesa. I verbali del sinodo saranno pubblicati successivamente sul sito Web del dipartimento per l'informazione e l'istruzione.

Come ha riferito l'Unione dei giornalisti ortodossi, il 13 novembre alle 14 si terrà una riunione del presidente dell'Ucraina Petro Poroshenko con l'episcopato della Chiesa ortodossa ucraina.

 
Pubblicati i dettagli del prossimo incontro di Poroshenko con l'episcopato della Chiesa ortodossa ucraina

Unione dei giornalisti ortodossi, 12 novembre 2018

il primate della Chiesa ortodossa ucraina, sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di tutta l'Ucraina, e il presidente Petro Poroshenko

Il presidente incontrerà il primate e i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina il 13 novembre. Una riunione episcopale avrà luogo alle 13:00, il capo dello stato arriverà alle 14:00.

Secondo i media, l'incontro si svolge sullo sfondo della crisi nel processo di creazione della Chiesa locale unica, come scrive "Vesti".

L'edizione ha scoperto che il presidente dell'Ucraina Petro Poroshenko ha avviato un incontro con il primate e i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina. Allo stesso tempo, il presidente ha insistito sul fatto che i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina dovessero venire da lui per l'accoglienza alla Casa ucraina. Ha discusso la questione con sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di Tutta l'Ucraina in un discorso telefonico la sera del 9 novembre.

Secondo una fonte dell'amministrazione presidenziale, la ragione per tentare di spostare l'incontro dalla Lavra delle Grotte di Kiev, dove questo era stato originariamente programmato, era di natura protocollare. Il presidente ha insistito per incontrarsi nella casa ucraina, poiché temeva che la sua visita al Lavra potesse essere percepita dal pubblico come espressione di sostegno alla Chiesa ortodossa ucraina.

L'edizione spiega: la conversazione telefonica è durata a lungo. Sua Beatitudine il metropolita Onufrij non ha accettato di trasferire l'incontro alla Casa ucraina e ha insistito affinché il capo dello stato venisse alla Lavra. Dopo molte esitazioni, il Presidente ha accettato.

Secondo la fonte, Poroshenko si è lamentato in una conversazione che non voleva che le informazioni sulla riunione imminente venissero divulgate alla stampa. Tuttavia, al momento della conversazione, l'informazione che tale riunione era programmata era già diventata nota al pubblico.

La risorsa riporta anche che, secondo dati non ufficiali, il metropolita Simeon di Vinnitsa e Bar, che, secondo quanto riferito dai media, era previsto come candidato alla carica di capo di una Chiesa ucraina unificata, non sarà presente all'incontro con Poroshenko. All'improvviso si è ammalato ed è in ospedale.

Come ha riferito l'Unione dei giornalisti ortodossi, in precedenza l'esperto politico Ruslan Bortnik ha spiegato che il processo di creazione di una nuova struttura ecclesiastica si è tradotto in una situazione di stallo e non è andato nel modo che vorrebbe l'amministrazione presidenziale. Secondo lui, senza i rappresentanti della più grande denominazione, la Chiesa ortodossa ucraina, il Concilio di unificazione si trasformerà in un Concilio di fondazione: il Patriarcato di Costantinopoli dichiara che lo scisma non è stato superato, e quindi non vede ancora il proprio Patriarcato in Ucraina. Ecco perché il presidente sta cercando di persuadere i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina a cooperare e a partecipare al Concilio di unificazione, ha detto l'analista politico.

 
Il Concilio dei vescovi a Kiev conferma l’invalidità delle ingerenze del Fanar

Vi presentiamo in russo e in italiano il testo delle risoluzioni prese martedì 13 settembre dal Concilio dei vescovi a Kiev. Da queste possiamo vedere l’attitudine di fede e di serenità della vera Ortodossia in Ucraina, che non si lascia smuovere né da propaganda né da minacce, e nemmeno da eventi plateali come il mancato arrivo del presidente ucraino all’incontro da lui programmato con i vescovi.

 
Gioco e spiritualità

Vi presentiamo nella sezione “Ortoprassi” dei documenti il testo di una conferenza del nostro confratello padre Eugenio Miosi sul tema, mai troppo approfondito, del rapporto tra gioco e spiritualità. Il testo è stato ispirato da una visita al Museo del Giocattolo di Bagheria, curato da una famiglia siciliana di origine russa.

 
Preghiera liturgica nei monasteri athoniti per il metropolita Onufrij e il suo gregge ucraino

Riportiamo in traduzione italiana una notizia piuttosto incoraggiante dal Monte Athos, dove diversi monasteri greci hanno iniziato a pregare pubblicamente per la Chiesa ortodossa ucraina sofferente, mandando in tal modo uno dei messaggi più chiari e limpidi sulla posizione più autentica dei cristiani ortodossi.

 
Intervista di Tudor Petcu a padre Guy Fontaine

Presentiamo il testo italiano dell'intervista di Tudor Petcu a padre Guy Fontaine (nella foto), ieromonaco dell'Esarcato di Rue Daru in Belgio.

Ricordiamo che, anche se non abbiamo mai fatto mistero dei nostri dubbi sulla raison d'être dell'Esarcato russo di Costantinopoli, ritenendolo al meglio un'istituzione anacronistica e al peggio un esempio di ecclesiologia aberrante, tuttavia non abbiamo nulla di personale verso i suoi chierici come padre Guy, e ascoltiamo sempre volentieri le storie del loro viaggio verso l'Ortodossia.

 
Storia del rinnovazionismo e della "chiesa locale unita" in Ucraina: strane coincidenze

Sergej Komarov ci aiuta a capire in russo e in italiano i nessi tra la "Chiesa vivente" dei rinnovazionisti al tempo del regime bolscevico di ieri a Mosca, e gli attuali scismi ucraini al tempo del regime nazionalista a Kiev.

 
Delusioni di autocefalia: l'esperienza amara della Chiesa ortodossa delle Terre Ceche e della Slovacchia

Una settimana fa vi abbiamo presentato l'articolo di Jakub Jiří Jukl, teologo e membro del consiglio diocesano di Praga, intitolato "Il ruolo del Patriarcato ecumenico nel periodo di crisi della Chiesa ortodossa nelle terre ceche e in Slovacchia". A dimostrazione che quell'articolo non è l'espressione di una voce isolata, anche il lettore Vladimir Zhurkin interviene con un saggio che vi presentiamo in russo e in italiano, e che riprende ed espande molti punti dell’articolo precedente, sottolineando la verità amara ma comprovata che il Patriarcato di Costantinopoli non è disposto a concedere a nessuno una vera indipendenza ecclesiale.

 
Intervista di Tudor Petcu a James L. Kelley

James L. Kelley (nella foto), filosofo e scrittore che vive a Norman, in Oklahoma, è stato intervistato dal nostro amico Tudor Petcu. Riportiamo volentieri la traduzione italiana di quest'intervista, ricordando che proprio il parroco di James Kelley, l'arciprete Anthony Nelson, rettore della parrocchia di san Benedetto a Oklahoma City, è stato uno dei nostri primi corrispondenti ortodossi in America nella seconda mettà degli anni '90.

 
Metropolita Ilarion: Gli atti del patriarca Bartolomeo non guariscono lo scisma, ma piuttosto lo approfondiscono

Nella sua intervista del 14 novembre all’agenzia di notizie greca Romfea, che vi presentiamo in russo e in italiano, il metropolita Ilarion di Volokolamsk si sofferma in particolare ad analizzare le decisioni del Concilio episcopale tenuto a Kiev il giorno precedente, e le conseguenze di queste decisioni nel mondo ortodosso.

 

 
Due barzellette di chiesa

Il sito dell’Unione dei giornalisti ortodossi (spzh.news), oltre a essere la più aggiornata fonte di dati sulla crisi ucraina, è gestito da persone che hanno un senso di responsabilità per la verità, e che come tali, non si gonfiano d’orgoglio. Uno dei migliori segnali delle persone veramente responsabili è la loro capacità di ridere di se stessi, anche in mezzo alle proprie disgrazie, quando la verità non è direttamente minacciata. Non stupisce pertanto che in questo sito – di solito serissimo – ci sia un simpatico angolo umoristico, da cui abbiamo estratto un paio di barzellette in russo e in traduzione italiana per la nostra sezione dei documenti dedicata all’umorismo cristiano.

 
La ROCOR e i filaretisti: l'analogia è appropriata?

Il metropolita Simeon di Vinnitsa (a sinistra nella foto) è l’unico dei vescovi ucraini che al Concilio di martedì 13 novembre a Kiev non ha sottoscritto le decisioni conciliari. Per lui la legalizzazione dello scisma dei filaretisti operata da Costantinopoli è possibile, nello stesso modo in cui la ROCOR si è riconciliata con il Patriarcato di Mosca 11 anni fa. Sergej Khudiev analizza le affermazioni di Vladyka Simeon in un saggio che vi presentiamo in russo e in italiano. Per chi è curioso di capire le ragioni di questa dissidenza nell’episcopato ucraino, non sarà fuori luogo ricordare che Vinnitsa è la città natale e il “feudo” oligarchico del presidente Poroshenko, che per lungo tempo non ha fatto mancare al metropolita Simeon il suo appoggio.

 
Particolarità politiche della subcultura ortodossa liberale

Vi presentiamo in russo e in italiano un’acuta analisi del fenomeno del liberalismo religioso contemporaneo ai margini della Chiesa, in un’intervista di Parlamentskaja Gazeta al professor Aleksandr Shchipkov (nella foto), di cui vi abbiamo già presentato una previsione sui comportamenti del patriarca Bartolomeo. Nei termini più consoni a un analista politico, Aleksandr Shchipkov sottolinea come nel seno della Chiesa ortodossa russa ci stiamo avviando verso un momento di separazione del grano dalla zizzania.

 
Un blog dedicato all’analisi della controversia ecclesiale ucraina

Per far luce sulle questioni della crisi ucraina da una parte terza (di provenienza antiochena), è interessante una lettura del blog Orthodox Synaxis, pubblicato da fedeli interessanti a un ripristino dell’unità ortodossa. Vi presentiamo ben tre testi tradotti in italiano da questo blog:

1) una FAQ (lista di domande frequenti) sulla controversia, aggiornata al 16 novembre:

2) l’analisi dei problemi relativi all’appello di Filaret Denisenko al Patriarcato Ecumenico

3) l’analisi delle violazioni di un canone fondamentale (il Canone 5 di Sardica) da parte di Costantinopoli.

 
16 fedeli espulsi da una parrocchia di Stoccolma per disaccordo con Costantinopoli

Il rettore della chiesa di Rue Daru a Stoccolma, l'arciprete Angel Velichkov, ha escluso 16 fedeli dalla parrocchia a causa della loro posizione contraria alle azioni di Costantinopoli in Ucraina.

Il decreto del rettore, fornito a Interfax Religion il 21 novembre, dichiara: "Le suddette persone, con le loro dichiarazioni pubbliche dopo il 15 ottobre 2018, sono entrate in conflitto con il nostro statuto, poiché hanno smesso di riconoscere la legittimità e l'autorità spirituale di sua Santità il patriarca ecumenico Bartolomeo e di sua Eminenza l'arcivescovo Giovanni di Charioupolis. Pertanto, il loro status di parrocchiani perde il suo significato e la sua legittimità".

In base alla decisione del rettore, le 16 persone non sono più membri della parrocchia e quindi non possono partecipare alle riunioni parrocchiali o esercitare gli altri diritti dei membri iscritti, incluso il diritto alle loro commemorazioni nell'elenco permanente, alla partecipazione gratuita alla scuola per bambini, all'uso dei locali della parrocchia, ecc.

Allo stesso tempo, il parroco ha notato che gli ex parrocchiani possono ripristinare la loro appartenenza alla parrocchia tramite una dichiarazione scritta di obbedienza e lealtà al clero che amministra la parrocchia.

 
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