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Sezione 1

Siti ufficiali delle Chiese Ortodosse nel mondo

 
Il sito della Chiesa russa apre una sezione sulla "Unità storica della Chiesa ortodossa russa"

Orthochristian.com, 21 novembre 2018

Sul sito ufficiale della Chiesa ortodossa russa è stata aperta una nuova sottosezione, dedicata alla "Unità storica della Chiesa ortodossa russa", che fornisce documenti, pubblicazioni e notizie dedicate alla crisi in corso nella Chiesa ortodossa ucraina.

Come si legge nell'annuncio, "Durante i suoi 1000 anni di storia, la Chiesa ortodossa russa, nonostante le mutevoli circostanze politiche e le divisioni temporanee, incluso il periodo di separazione forzata di due secoli dalla metropolia di Kiev, ha sempre visto se stessa come un tutt'uno".

Come ha affermato il Santo Sinodo della Chiesa russa il 15 ottobre, "Dopo la riunificazione della Chiesa russa nel 1686, per più di tre secoli, nessuno ha dubitato che gli ortodossi dell'Ucraina siano il gregge della Chiesa russa, e non del Patriarcato di Costantinopoli. E oggi, nonostante la pressione di forze esterne anti-ecclesiali, questo gregge di molti milioni di fedeli apprezza l'unità della Chiesa di tutta la Rus' e le rimane fedele".

La nuova risorsa fornisce documenti, pubblicazioni e notizie sulla storia e sulla vita moderna della Chiesa ortodossa russa unita, incluse ricerche ufficiali e autorevoli, interviste e altri materiali sulla situazione nella Chiesa ucraina, comprese le opinioni ufficiali di altre Chiese ortodosse locali.

I materiali sul sito sono attualmente disponibili in russo e in ucraino, anche se sono disponibili anche versioni in inglese e in greco.

 
Dai soldi di chi è stata alimentata la lotta religiosa in Ucraina – e chi ha cercato di rubarli?

Nella trattazione della crisi dell’autocefalia ucraina abbiamo cercato piuttosto il risvolto religioso ed ecclesiale, ma è inutile fingere di guardare da un’altra parte quando le dispute religiose si legano a grandi interessi monetari. Vi presentiamo perciò la traduzione italiana di un saggio dell’analista greco ortodosso americano James George Jatras (nella foto), che si chiede dove sia andata a finire un’enorme somma destinata a ricostruire una chiesa emblematica in America.

 
Intervista del metropolita Ilarion al giornale greco Ethnos tis Kiriakis

Facciamo un passo indietro nel tempo di un mese e mezzo, osservando il testo russo e la traduzione italiana di una delle ultime interviste del metropolita Ilarion, prima che le azioni unilaterali del Patriarcato di Costantinopoli dell’11 ottobre 2018 seminassero lo scisma nel mondo ortodosso. Chiediamo venia ai nostri lettori per non avere tradotto a suo tempo quest’intervista (vorremmo fare di più, ma il nostro tempo è limitato), che delineava già molto di quanto è successo in seguito.

 
Poroshenko è un "moderno persecutore della Chiesa" – metropolita Luka di Zaporozh'e: i vescovi sono sotto pressione per unirsi alla chiesa di Costantinopoli

Sono iniziate le “conversazioni” a cui i servizi segreti ucraini invitano i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina: si tratta di colloqui non previsti da alcun ordinamento legale (il responsabile del dipartimento legale della Chiesa, l'arciprete Aleksandr Bakhov, suggerisce ai vescovi che vogliono accogliere questa richiesta di recarsi alle “conversazioni” in compagnia di un avvocato), e non è difficile intuire la portata delle pressioni poste sull’episcopato canonico. Le pressioni non si limitano a tali colloqui, comunque, e ne parla la conversazione con il metropolita Luka di Zaporozh'e (nella foto), che vi presentiamo in russo e in italiano. A quelli che amano parlare di influenze del KGB sugli ambienti ecclesiali di oggi, ricordiamo solo che il KGB non esiste più dal 1991 (non guasta essere aggiornati...) e che i servizi segreti ucraini di oggi sono eredi del KGB non meno di quelli russi (anzi, a giudicare da azioni come quelle qui descritte, sembrano esserlo anche un tantino di più).

 
La Chiesa albanese si oppone alla rottura della comunione con Costantinopoli

Presentiamo in traduzione italiana l’aggiornamento sulla posizione della Chiesa autocefala d’Albania nella crisi ucraina. L’arcivescovo Anastasios (Yannoulatos, nella foto), pur avendo definito il progetto dell’autocefalia ucraina “un campo minato” per l’unità ortodossa, si è recentemente opposto anche alle contromisure prese dalla Chiesa russa. Ci preme di menzionare anche questa novità, perché si tratta dell’unica voce di leadership ortodossa al di fuori del Patriarcato di Costantinopoli che abbia criticato la reazione di Mosca.

 
"Metodi comunisti di lotta contro la Chiesa ortodossa"

Vi presentiamo la traduzione italiana di una lettera aperta dei fratelli della Lavra di Pochaev, che denunciano vessazioni (non certo le prime) da parte del governo ucraino per espellere i monaci dal complesso della Lavra. In questo l’attuale regime non si comporta diversamente da come faceva quello bolscevico.

 

 
"Non riuscite a vedere che vi stanno ingannando?"

Vi presentiamo la traduzione italiana delle considerazioni dell’arciprete Nikolaj Danilevich (nella foto) sulla pretesa “autocefalia” ucraina di cui tanto si sta parlando, spesso a sproposito. Il riassunto telegrafico e spietato delle parole di padre Nikolaj è che l’attuale autonomia degli ortodossi ucraini sotto Mosca è molte volte più “autocefala” di quanto lo sarebbe la loro autocefalia sotto Costantinopoli: un dato che abbiamo avuto occasione di osservare per decenni nei contesti di tutta la diaspora ortodossa, e che sottoscriviamo pienamente.

 
Immagini dal pellegrinaggio in Terra Santa

Ecco le foto che il nostro padre diacono Nicolae ci ha inviato dalla Terra Santa.

Qui lui e padre Victor, assieme agli altri chierici del gruppo internazionale di pellegrini, tra cui il nostro amico arciprete Maksim Volynets, sono alla Lavra di san Sava:

Qui invece tutto il gruppo dei pellegrini della nostra parrocchia ci saluta dalle Querce di Mamre:

 
Il Patriarcato di Costantinopoli ha bisogno di ammettere il suo status reale nel mondo ortodosso

Vi presentiamo il testo russo e italiano di una conversazione con padre Andrej Tkachev, uno dei chierici più informati e sinceri sulla situazione ecclesiale dell’Ucraina (cosa che gli è costata persecuzioni e l’esilio). Parlando ancora prima dell’acuirsi della crisi, nello scorso settembre, padre Andrej nota con assoluto buon senso cosa ci si poteva aspettare dall’iniziativa dell’autocefalia proposta dal Fanar.

 
Fine dell’Esarcato russo di Costantinopoli

Alla sua sessione del 27 novembre, il Santo Sinodo del patriarcato di Costantinopoli ha deciso di abolire lo stato di esarcato dell'Arcidiocesi di Rue Daru.

Con un comunicato che è un vero capolavoro di diplomazia, da leggere attentamente tra le righe, è stato annullato un processo pluridecennale di creazione di una “diocesi russa non russa”, della quale, peraltro, non ci siamo mai stancati di sottolineare la sostanziale incongruenza ecclesiologica: anzi, vi invitiamo a leggere la traduzione italiana dei commenti di padre Andrew Phillips, che è ancor più categorico in materia di quanto noi non lo siamo mai stati.

Il colpo di spugna del Fanar non è stato, com’era da prevedersi, accolto con benevolenza a Rue Daru, il cui arcivescovo Giovanni di Charioupolis dichiara in un suo comunicato di non essere stato neppure preventivamente informato della dissoluzione dell’Esarcato.

Ecco alcuni nostri commenti agrodolci alla lettura del comunicato del 27 novembre, per i quali chiediamo venia ai lettori che potrebbero sentirsene offesi, e a nostra parziale discolpa, sottolineiamo come il comunicato in sé sia molto più offensivo di quanto noi non potremmo mai essere.

- La decisione del Santo Sinodo dovrebbe rispondere "ai bisogni pastorali e spirituali della nostra epoca" (ci farà piacere sapere quali bisogni, e magari in cosa i bisogni del 2017 differiscano da quelli del 2019);

- La decisione avrebbe per scopo di "rinforzare ancora di più il legame delle parrocchie di tradizione russa con la Chiesa madre del Patriarcato di Costantinopoli" (ci facciano sapere se la nostra traduzione in italiano "non provate a ripetere lo scenario di Firenze" corrisponda a realtà, o se magari sia più corretta la traduzione "preparatevi a pagare la decima per mantenere aperte le chiese vuote a Istanbul").

- La frase "È per sollecitudine pastorale che il Patriarcato Ecumenico ha deciso l'integrazione e l'attaccamento delle parrocchie alle varie sante metropolie del Patriarcato Ecumenico nei paesi in cui si trovano", dovrebbe significare, se non ci inganniamo, la fusione automatica di tutte le chiese di Rue Daru nelle rispettive diocesi greche. Ora avremo quindi in una metropolia greca – quella di Francia – un arcivescovo sottoposto a un metropolita, che nella prassi greca è più o meno equivalente all'immagine di un generale sottoposto a un capitano. Non abbiamo dubbi che la cosa sarà presto risolta, ma notiamo che il comunicato del Santo Sinodo, nella sua sollecitudine pastorale, non dice nulla a riguardo.

- I membri del disciolto Esarcato sono invitati a "saper rimanere fedeli al Patriarcato Ecumenico, così come la Chiesa Madre di Costantinopoli è loro devota". Ci manca il coraggio di immaginare come potrebbero ripagare con la STESSA devozione il Patriarcato che li ha appena privati di ogni loro speranza di autonomia.

 
Arciprete John Whiteford: lo scisma sull’Ucraina

Il nostro confratello padre John Whiteford (nella foto) è uno dei tanti parroci che, come noi, si è trovato a dover spiegare al suo gregge le decisioni del Sinodo tenuto a Minsk il 16 ottobre scorso. Eccovi in traduzione italiana la trascrizione della predica da lui tenuta ai parrocchiani in conformità alle richieste della Chiesa russa di familiarizzare i fedeli con le motivazioni dell’interruzione della comunione eucaristica con Costantinopoli.

 
Altre foto dal pellegrinaggio in Terra Santa

Eccovi alcune altre foto del gruppo dei nostri pellegrini, che stanno per rientrare a casa. Presto potremo chiedere a loro stessi qualche impressione sul loro viaggio sulle orme del Signore...

 

 
Due pareri episcopali sull’evoluzione della crisi ucraina

Oggi vi proponiamo le interviste a due dei più attenti e informati osservatori della crisi dell’autocefalia ucraina. Possiamo leggere in russo e in italiano il metropolita Antonij di Borispol che spiega all’agenzia greca Romfea la complessa situazione dei vescovi e dei fedeli ortodossi in Ucraina, nonché la crescente diffidenza per il mondo ortodosso greco che si fa strada tra i fedeli che si sentono traditi; in un’intervista di respiro altrettanto internazionale alla trasmissione “La Chiesa e il mondo”, possiamo seguire in russo e in italiano il metropolita Ilarion di Volokolamsk che analizza il fallimento dei tentativi forzati di far confluire insieme gli ortodossi e gli scismatici in Ucraina.

 
Il Tomos e la legge marziale

La nuova legge marziale proposta da Petro Poroshenko, anche se limitata dalla Rada ucraina a zone specifiche e per una durata limitata, ha degli inquietanti risvolti sulla Chiesa ortodossa ucraina, che potrebbe diventare uno dei capri espiatori delle nuove direttive “legali”. Inoltre, la stessa proclamazione di una legge marziale ha complicate interazioni con il processo di richiesta del Tomos di autocefalia da parte delle autorità statali: possiamo capire qualcosa di più dei pericoli che questa legge comporta, leggendo il testo russo e la traduzione italiana dell’articolo di Kirill Aleksandrov nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.

 
Il cristiano ortodosso dovrebbe essere la persona più allegra nella compagnia

Vi presentiamo il testo russo e la traduzione italiana dell’intervista del diacono Andrej Psarev a padre Job Watts sul sito ROCOR History. Abbiamo già visto padre Job sul nostro sito nella cronaca del battesimo del nostro amico Lane Andrew Cobble, e qui possiamo approfondirne lo spirito pastorale e la sua visione della parrocchia ortodossa come vero “sale della terra” della comunità locale.

 
I figli della famiglia imperiale: cinque diversi caratteri

Nella sezione “Santi” dei documenti, eccovi in russo e in italiano alcuni tratti dei caratteri dei cinque figli della famiglia imperiale russa.

 
Carol Saba: Parlate ora... o tacete per sempre!

Carol Saba (nella foto), il giornalista responsabile delle comunicazioni per l'Assemblea dei vescovi ortodossi della Francia, invita i suoi ascoltatori a esprimere ciò in cui credono nel momento in cui l'ecclesiologia ortodossa sembra messa in dubbio, in un appello che abbiamo tradotto in italiano nella sezione "Figure dell'Ortodossia contemporanea" dei documenti,

 
Rivoluzione in Francia

Padre Andrew Phillips nota alcuni aspetti delle attuali rivolte anti-presidenziali in Francia, tracciando anche un parallelo con l’atteggiamento dei fedeli del disciolto Esarcato di Rue Daru a Parigi, in un saggio che vi presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.

 

 
L'etnofiletismo e il patriarca di Costantinopoli

Abbiamo già presentato uno studio che approfondisce l’attitudine del Patriarcato Ecumenico verso il nazionalismo religioso. Oggi vediamo in traduzione italiana come Anna Celinda Stickles, teologa della ROCOR, esamina il tema dell’odierno etnofiletismo del Fanar partendo dalle affermazioni discordanti di uno dei canonisti che difendono le posizioni del patriarca Bartolomeo nella crisi ucraina.

Un altro articolo di Anna Stickles, tradotto in italiano dal blog Traditio Liturgica, analizza più in dettaglio i limiti e le contraddizioni dell’ecclesiologia del Patriarcato di Costantinopoli.

 
Il patriarca Bartolomeo tratta il metropolita Onufrij come metropolita non canonico

Vi presentiamo la traduzione italiana dell’articolo di Orthochristian.com che parla di una lettera recentemente diffusa, in cui il patriarca di Costantinopoli si rivolge al metropolita Onufrij (che pure ha ora interrotto la comunione con il suo patriarcato) trattandolo sostanzialmente come un suo dipendente ribelle. Anche se la lettera risale al 12 di ottobre, nulla sembra essere cambiato nell’atteggiamento del patriarca ecumenico, che persiste nel voltafaccia verso la Chiesa ucraina canonica, dopo avere ripetutamente dichiarato in passato il Metropolita Onufrij come l’unico capo canonico della Chiesa ortodossa nel paese. Non ci stupisce la recente notizia che il metropolita Onufrij ha rimandato indietro al Fanar senza risposta l’invito alla partecipazione al “concilio d’unificazione” con gli scismatici.

 
Un altro prete di Costantinopoli passa alla ROCOR

Dopo il caso di padre Mark Tyson, il 6 dicembre un altro dei preti della diocesi carpato-russa degli USA ha lasciato il Patriarcato di Costantinopoli ed è stato integrato nel clero della cattedrale della ROCOR a Washington DC.

Padre Nectarios Trevino (nella foto), già parroco della Chiesa della Natività del Signore a Manassas, in Virginia, ha fatto questo passaggio dopo 16 anni nella diocesi carpato-russa in segno di protesta contro le azioni non canoniche di Costantinopoli in Ucraina.

Ex tenente colonnello delle forze aeree americane e laureato in legge alla Georgetown University, padre Nectarios ha 65 anni, è sposato e ha due figli.

 
"Autocefalia" fanariota e autonomia russa a confronto

La sezione del nostro sito che è stata più interessata dai temi della recente crisi ucraina è, per ovvie ragioni, quella dei confronti. Oggi possiamo proporvi un confronto puntuale e serrato, in seguito alla pubblicazione sulla stampa greca di parte degli statuti che Costantinopoli vorrebbe dare alla sua nuova struttura ecclesiale.

Qualche ingenuo si sta ancora chiedendo perché la proposta di diventare autocefali (ovvero, ecclesiasticamente indipendenti) dovrebbe essere così tanto osteggiata dalla maggioranza degli ortodossi ucraini.

In seguito alla lettura parallela delle proposte di autocefalia da parte di Costantinopoli e dei diritti di autonomia già garantiti da Mosca, speriamo sia chiaro a tutti dove si possa trovare una vera indipendenza ecclesiale.

 
Giorgio Bianchi e Marco Travaglio si scontrano su temi trattati dal nostro blog parrocchiale

I nostri amici del Saker blog italiano ci segnalano una polemica in atto in questi giorni, che coinvolge gli scenari geopolitici di Russia, Ucraina e Siria, da noi spesso trattati.

Il fotoreporter Giorgio Bianchi (a sinistra nella foto) accusa il direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio (a destra nella foto) di una gestione non professionale dei temi di politica estera, con particolare riguardo alle recenti crisi siriana e ucraina.

Sono anni che ci occupiamo proprio dei temi in questione, anche con le minuscole risorse di un sito parrocchiale, e abbiamo notato fin dal primo momento la sciatteria con cui i temi delle crisi ucraina e siriana sono stati trattati dal Fatto (un giornale che invece apprezziamo su quasi tutto il resto). Non possiamo pertanto non dichiararci d'accordo con la protesta di Giorgio Bianchi, pur nella consapevolezza della nostra amicizia con Marco Travaglio, a cui siamo vicini (non solo geograficamente) e che stimiamo come cattolico serio e impegnato.

Ecco la pagina del Saker blog che raccoglie le lettere aperte spedite da Giorgio Bianchi a Marco Travaglio:

Il “J’accuse” di Giorgio Bianchi rivolto al direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio

Il blog L'antidiplomatico, che aveva pubblicato all'inizio la lettera aperta di Giorgio Bianchi, pubblica anche l'unica risposta di Marco Travaglio pervenuta in merito:

La risposta di Marco Travaglio sulla politica estera de Il Fatto Quotidiano

Sputnik Italia pubblica un'ulteriore intervista a Giorgio Bianchi in materia:

Il teste d’accusa – intervista a Giorgio Bianchi

Giulietto Chiesa (che pure ha una sua colonna su Il Fatto Quotidiano) realizza su Pandora Tv una videointervista a Giorgio Bianchi, in cui si può sentire a viva voce le ragioni dell'interessato:

Un “Fatto” contestabile

Lasciamo ai nostri lettori il compito di giudicare in materia, e anche alla luce delle modeste – ma non indifferenti – quantità di informazioni che abbiamo raccolto per anni sul nostro sito, valutare nel merito le accuse di Giorgio Bianchi.

 
L’assemblea diocesana del Patriarcato di Mosca in Italia esprime il suo sostegno al patriarca Kirill, al metropolita Onufrij e alla Chiesa ortodossa ucraina

Sabato 8 dicembre il vescovo Ioann di Bogorodsk ha presieduto a Roma l’assemblea del clero della nostra diocesi (nella foto, un momento dell’incontro). Nel corso della giornata, è stata approvata una lettera al patriarca Kirill, che esprime l’accordo con le posizioni prese dal Santo Sinodo a Minsk il 15 ottobre scorso, e il sostegno alle sofferenze che devono patire oggi il metropolita Onufrij e la Chiesa ortodossa ucraina. Vi presentiamo in anteprima il testo russo e italiano della lettera.

 
La lettera del patriarca Bartolomeo non ha fatto altro che far crescere la statura del metropolita Onufrij nel mondo ortodosso

Vi presentiamo in traduzione italiana la notizia delle ripercussioni che ha avuto la pubblicazione della lettera del patriarca Bartolomeo al metropolita Onufrij (e di cui vi abbiamo parlato qualche giorno fa). La presa di coscienza del tono sprezzante della lettera patriarcale ha portato molti vescovi ortodossi ad apprezzare ancor di più la figura di vladyka Onufrij.

 
"Il patriarca di Costantinopoli non ha alcun diritto canonico di indire alcuna assemblea in Ucraina"

Eccovi la traduzione italiana delle risoluzioni del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina prese il 7 dicembre 2018 riguardo al prossimo cosiddetto "concilio di unificazione" e alla crescente ingerenza dello stato ucraino nella vita e nella persecuzione contro la Chiesa.

 
La risposta del metropolita Luka a un invito a prendere parte a un concilio di ladri

Vi presentiamo il testo russo e italiano della lettera di risposta del metropolita Luka (Kovalenko, nella foto) di Zaporozh'e e Melitopol' all'invito al "concilio di unificazione" da parte del patriarca Bartolomeo. A differenza del metropolita Onufrij, che si è limitato a rispedire la lettera al mittente senza risposta, vladyka Luka esprime nella sua lettera tutto lo sdegno per le ingiustizie subite dalla Chiesa ortodossa ucraina. La cosa interessante è che entrambe le reazioni sono perfettamente legittime, e rappresentano due corsi d'azione ugualmente degni di considerazione da parte nostra.

 
Visita di reliquie dalla Moldova

Nella giornata di martedì 11 dicembre, sono state portate alla nostra parrocchia le reliquie del santo martire Panteleimone e di san Serafino di Sarov (nella foto), nel quadro di un pellegrinaggio che dalla Repubblica di Moldova tocca diverse città italiane, per un periodo di due settimane. Ringraziamo gli organizzatori del pellegrinaggio, e ci associamo a tutte le preghiere che i fedeli hanno elevato ai santi in questi giorni.

 
Il teatro dell'assurdo in una lettera del patriarca Bartolomeo al metropolita Onufrij

La lettera del patriarca Bartolomeo al metropolita Onufrij, di cui abbiamo parlato in questi ultimi giorni, non è solo un segno di disprezzo che ha giustamente suscitato lo sdegno generalizzato del mondo ortodosso: è anche un compendio di grossolane contraddizioni della logica e del buon senso ecclesiale, che Kirill Aleksandrov cerca di esaminare in un testo che vi presentiamo in russo e in italiano.

 
Metropolita Kallistos (Ware): "Non sono affatto contento della posizione presa dal patriarca Bartolomeo"

Eccovi il testo italiano e il video di un’intervista al metropolita Kallistos (Ware, nella foto), che primo tra tutti i vescovi del Patriarcato di Costantinopoli, dichiara il proprio completo disaccordo con le azioni del patriarca Bartolomeo in Ucraina, pur mantenendo nei confronti della reazione della Chiesa russa una posizione simile a quella dell’arcivescovo Anastasios d’Albania.

 
"Il patriarca di Costantinopoli ha fatto il più grande errore nella storia del Trono ecumenico"

Il vescovo Irinej di Bačka (nella foto), portavoce del Sinodo della Chiesa ortodossa serba, spiega in una videointervista le ragioni della Chiesa ortodossa serba, che vi presentiamo in russo e in traduzione italiana.

 
Due testi di padre Andrew Phillips

Padre Andrew ci presenta due nuovi temi sul suo blog. Il primo articolo, intitolato Acchiappafantasmi, è una relazione di un caso in cui una sua preghiera ha posto fine a una preoccupante storia di infestazione. Il secondo testo, del suo corrispondente romeno Nicuşor Gliga, si intitola Sulle sacerdotesse e le vescovesse e spiega una ragione fondamentale dell’assenza di sacerdoti e vescovi donne nella Chiesa ortodossa.

 
Beato l'uomo che non va nel... "Concilio d'unificazione" (+ VIDEO)

Vi presentiamo un video a cura dell’Unione dei Giornalisti Ortodossi, con trascrizione in russo e traduzione in italiano, che spiega le ragioni per cui il cosiddetto “concilio d’unificazione” del 15 dicembre a Kiev non è solo una riunione illegittima, ma una vera impossibilità logica ed ecclesiologica.

 
Il vescovo speciale di Cesare

Il sito Orthodox Synaxis ci propone uno studio storico delle pretese della sede costantinopolitana, che vi abbiamo tradotto in italiano, e che spiega come la preminenza che pretende il Fanar sia fondata sull’unico presupposto della sede imperiale orientale, un privilegio in seguito applicato per analogia alla Porta ottomana.

 
L'arcivescovo Longhin al patriarca Bartolomeo: lei causa così tanto dolore ai nostri cuori

Vi presentiamo in russo e in italiano un articolo che parla della lettera inviata al patriarca Bartolomeo dal nostro caro amico, l’arcivescovo Longhin (Jar) di Banceni, in Bucovina. Usiamo per l’arcivescovo Longhin la grafia romena del nome e della sede, sia perché si tratta della sua lingua materna, sia perché questo enfatizza quanto la Chiesa ortodossa ucraina (quella autentica, nonostante tutti i funambolismi ecclesiologici del Fanar) ha nel suo seno fedeli di molte etnie, lingue ed esperienze, che preferiscono Cristo e il Vangelo a qualsiasi “ucrainismo” di circostanza.

 
Metropolita Onufrij: la legge di Dio non è stata né sarà abolita

Vi presentiamo in russo e in italiano il resoconto della risposta di sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di tutta l’Ucraina alla domanda su come valutare le ingiustizie che vediamo compiere contro la Chiesa in questi stessi giorni. Per descrivere cosa sia l’autentica Ortodossia in Ucraina, non troviamo parole migliori di quelle del suo rappresentante in capo.

 
Come l’obbedienza al Fanar fa perdere il buon senso

Al “sinodo dei briganti” tenuto a Kiev il 15 dicembre le autorità ucraine avevano annunciato di aspettare dai 10 ai 15 vescovi canonici: si sono presentati due metropoliti, coscienti che con quel gesto avrebbero definitivamente abbandonato la Chiesa canonica: Aleksandr (Drabinko), un vescovo che ha progressivamente perso ogni credito nella Chiesa ucraina, e Simeon (Shostatskij, nella foto), noto protegé del presidente Poroshenko, che nutriva una speranza di essere messo a capo della nuova “chiesa” di obbedienza fanariota (se non altro perché, a differenza degli altri candidati, poteva vantare un’autentica consacrazione episcopale ortodossa).

Il ritorno dell’ormai decaduto metropolita Simeon nella sua cattedrale, di cui vi presentiamo un resoconto in russo e in italiano, mostra tutto l’aspetto che noi abbiamo definito “pateticumenico” della tragedia ucraina: abbandonato da clero e fedeli, rimasto con una decina di seguaci, si è fatto riempire la cattedrale di funzionari del comune (preghiamo quelli che parlano di dipendenza della Chiesa russa dallo stato di prenderne debita nota...) e ha inneggiato al prossimo arrivo a frotte di fedeli e comunità attirate dalla “vera legittimità” di marca costantinopolitana, applaudito a suon di slogan nazionalisti dai “veri fedeli”. Tutto questo grottesco scenario ci conferma ancor di più la verità del detto latino Quos Deus perdere vult, dementat prius. Intanto, per la consolazione dei fedeli ortodossi di Vinnitsa, accogliamo con preghiera e incoraggiamento il nuovo metropolita canonico di Vinnitsa e Bar, vladyka Varsonofij (Stoljar), eletto alla sessione di lunedì 17 dicembre del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina, dove si è dato prova di sollecitudine pastorale e si è dimostrato che a Kiev ci sono cuori e cervelli che ancora funzionano.

 
I risultati del “concilio”

Vi presentiamo in russo e in italiano un articolo di approfondimento dei risultati che il recente “concilio d’unificazione” di Kiev ha portato su chi vi ha partecipato e su chi dovrà subirne le conseguenze: un trionfo per Poroshenko e per Filaret, una catastrofe per il patriarca Bartolomeo e per l’ex metropolita di Vinnitsa Simeon, la recrudescenza delle persecuzioni per la Chiesa.

 

 
Perché la Russia non invaderà l’Ucraina, gli staterelli baltici o chiunque altro
Per allentare un poco la tensione della russofobia, vi suggeriamo di leggere (e di far leggere) la versione italiana dell'analisi del nostro amico Saker sulla sempre incombente minaccia dell'invasione russa: vi troverete molti spunti di riflessione.
 
Il Patriarcato ecumenico vanta una giurisdizione universale?

Ormai il termine “papismo ortodosso” non è più un modo di dire, ma una triste realtà, di cui prima o poi dovranno prendere coscienza tutti quelli che professano la fede ortodossa, e in modo particolare quelli che hanno scelto la fede ortodossa a preferenza di quella cattolica romana. Fate un profondo respiro, e leggete la traduzione italiana della lettera di venerdì scorso del patriarca Bartolomeo all'allora metropolita Aleksandr (Drabinko), in cui abbiamo la pretesa di un patriarca di Costantinopoli, in un documento da lui definito “nostra Carta patriarcale”, di essere colui che per la provvidenza della Chiesa ha indiscutibilmente la responsabilità di giudicare ovunque le questioni ecclesiastiche e di dare loro una conclusione definitiva. Come comportarci di fronte a tali pretese? Potremmo ridurre tutto in satira, e limitarci alla rassegnata domanda russa: где ближайшая психбольница? Ma qui ci tocca essere seri. Questa NON è la fede ortodossa alla quale ci è stato chiesto di aderire, è un’eresia ecclesiologica bella e buona, e per di più neppure originale, ma la brutta copia di un papismo già da secoli condannato dalla Chiesa ortodossa. Forse l’espressione “eresiarcato ecumenico” usata dal nostro confratello padre Andrew Phillips può sembrare eccessiva, ma stiamo andando sempre più direttamente a confrontarci con questo tema. Che Dio ci aiuti!

 
La russofobia contagia anche le Hawaii: il rinnegamento delle radici storiche di Fort Elizabeth

Uno dei monumenti storici delle isole Hawaii, Fort Elizabeth (nella foto), è una fortificazione costruita dai russi sull’isola di Kaua’i, e porta il nome della consorte dello tsar Alessandro I.

Sull’onda della sempre presente russofobia, un gruppo di attivisti locali sta cercando di riscrivere la storia, asserendo che la fortezza è stata costruita da nativi e non ha alcuna relazione con la presenza russa nelle isole agli inizi del XIX secolo: si sta facendo pertanto un tentativo di rinominare la fortezza, per cancellare il ricordo della presenza russa nell’arcipelago. La ROCOR si sta attivando per contrastare questo revisionismo, e invita a sostenere la petizione che si può trovare sul sito del Congresso dei russo-americani.

 
Ecclesiologia dello scisma: riflessioni storiche

Vi presentiamo nella sezione “Confronti” dei documenti la traduzione italiana di un attento studio delle pretese giurisdizionali della sede di Costantinopoli nel corso dei secoli, da cui possiamo iniziare a trarre alcune considerazioni sull’estrema pericolosità delle posizioni che hanno generato l’attuale crisi ucraina.

 
Lettere del patriarca Kirill ai primati delle Chiese ortodosse locali in merito allo pseudo-concilio di "unificazione" tenutosi a Kiev

Si avvicina il momento in cui in tutto il mondo ortodosso saremo chiamati a fare una scelta relativa alla crisi dell’autocefalia ucraina. Il patriarca Kirill ha scritto ai primati delle Chiese ortodosse locali chiedendo loro di opporsi all’iniquità del “concilio d’unificazione” di Kiev e di non riconoscere la struttura pseudo-ecclesiale da questo creata. Possiamo leggere in russo e in italiano un articolo che ci spiega il contenuto di queste lettere.

 
I doppi standard in Ucraina gridano al cospetto di Dio

Eccovi due recenti esempi di doppi standard della nuova Ucraina “libera” e “indipendente”:

1) il primo è il resoconto in russo e in italiano di come nella cattedrale della Trasfigurazione a Vinnitsa (nella foto) gli impiegati statali sono forzati (sotto minaccia di licenziamento) a frequentare in massa le funzioni del metropolita traditore Simeon, perché i veri fedeli hanno disertato la chiesa appena hanno avuto notizia della defezione del loro ex vescovo.

2) il secondo è il resoconto in russo e in italiano di come Dmitro Jarosh, il capo di Pravyj Sektor, stia facendo un appello alla caccia all’uomo contro i preti di Mosca. Questa è istigazione all’omicidio (più precisamente, alla strage), punita in tutti i paesi civili con il massimo possibile delle sanzioni criminali. E di fronte a un tale esempio di comportamento di un deputato della Verkhovna Rada, chi vanno a inquisire i servizi segreti ucraini? Ma naturalmente, i preti che non sono d’accordo con il Tomos di autocefalia! Quanto alle motivazioni dei nazionalisti ucraini, rileggiamoci con attenzione Giovanni 16,2: “verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio”.

 
Nello stile dell’epoca dei Borgia

Vi presentiamo la versione russa e italiana dell’articolo del giornalista kievano Taras Mel’nik sul recente "concilio d'unificazione" e su tutti i retroscena che sono stati rivelati dai media nei giorni successivi. Se già questa riunione è stata considerata dagli autentici vescovi ucraini come un "consiglio degli empi" (Ps. 1), ora possiamo valutare quanti intrighi, ricatti, minacce e inganni degni dell’epoca dei Borgia abbiano circondato questa infausta riunione.

 
Incontro delle commissioni sulla vita diocesana e parrocchiale nei paesi "all'estero"

Il 20 dicembre 2018, con la benedizione di sua Santità il patriarca Kirill di Mosca e di Tutta la Rus', il Dipartimento delle relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca ha ospitato un incontro della commissione congiunta sulla vita diocesana e parrocchiale nei paesi "all'estero".

L'incontro di Mosca è stato guidato da sua Eminenza il metropolita Ilarion di Volokolamsk, Presidente del Dipartimento; erano presenti sua Eminenza l'arcivescovo Mark di Berlino e della Germania della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia; sua Eminenza l'arcivescovo Antonij di Vienna e Budapest, Capo del Dipartimento delle istituzioni all'estero del Patriarcato di Mosca; sua Grazia il vescovo Ioann di Bogorodsk, amministratore delle parrocchie del Patriarcato di Mosca in Italia; sua Grazia il vescovo Irenej di Richmond e dell'Europa occidentale della ROCOR; l'arciprete Nikolaj Balashov, Vice Presidente del Dipartimento; l'arciprete Serafim Gan, Cancelliere del Sinodo dei Vescovi della ROCOR, e l'arciprete Nikolaj Artemoff, Segretario della diocesi tedesca della ROCOR.

Si è discussa la cooperazione continua nei settori del lavoro pastorale nelle diocesi e nelle parrocchie dei paesi al di fuori della CSI. 

 

 
Esperto: Il "concilio d'unificazione" ha disunito l'Ortodossia

Eccovi un video con un articolo in russo e in italiano dei commenti dell’analista Pavel Rudjakov (nella foto), che non fa altro che confermare con dati di fatto quanto il recente "concilio d'unificazione" di Kiev abbia fatto di tutto fuorché unificare.

 
L'ortodossia ucraina e il revisionismo dell'olocausto

Dal blog di un ortodosso americano fedele del Patriarcato ecumenico, ma molto inquieto per le recrudescenze di nazifascismo, traduciamo volentieri in italiano la notizia del vescovo Daniel (uno degli “esarchi” inviati dal patriarca Bartolomeo a portare la sua “pace” in Ucraina), che celebra la memoria degli assassini genocidi dell’Esercito insurrezionale ucraino (forse non così sanguinario come gli ustascia croati, ma certamente più drastico delle SS tedesche, a cui diede manforte nello sterminio degli ebrei e dei polacchi). Speriamo che più persone all’interno dell’obbedienza costantinopolitana si accorgano di cosa stanno supportando, e magari vogliano trovare il coraggio di dire il loro όχι.

 
L’amore pastorale del metropolita Onufrij per il popolo ucraino

Vi presentiamo nella sezione “Testimoni dell’Ortodossia” la versione italiana di un degno tributo a sua beatitudine il metropolita Onufrij, per tutti quelli che vedono in lui un vero pastore.

 

 
Metropolita Daniil di Vidin: L'assemblea in Ucraina non è canonica

Vi presentiamo la traduzione italiana dell’intervista di Javor Dachkov al metropolita Daniil (Nikolov, nella foto) di Vidin, uno dei tre metropoliti bulgari (assieme a Gabriel di Lovech e Joan di Varna) ad essersi opposto sin dal primo istante e senza mezzi termini alle azioni anticanoniche del Fanar in Ucraina. La chiarezza, la responsabilità e il rigore canonico di vladyka Daniil ci rassicurano del fatto che la voce dell’equità e del buon senso è tutt’altro che spenta nel mondo ortodosso.

 
Poroshenko 2.0: il vaso di Pandora degli autocefalismi comincia ad aprirsi sul mondo

Come aveva previsto il nostro amico Saker (notate il paragrafo al termine di quest’intervista), c’è voluto poco perché un altro movimento nazionalista facesse pressioni per la “propria” Chiesa autocefala sulla falsariga della disgraziata impresa fanariota in Ucraina. Possiamo leggerne i particolari nella traduzione italiana di uno dei primi articoli a proposito delle nuove mire dell’autocefalismo di stato in Montenegro.

 
6 domande scomode ai fondatori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

Così come i veri giornalisti dovrebbero fare, lo staff dell’Unione dei giornalisti ortodossi continua a incalzare la nuova organizzazione religiosa ucraina con domande scomode sulla sua rappresentatività, sulla sua ecclesialità, sulle sue commistioni con la politica, sulla sua credibilità di fronte al mondo ortodosso: presentiamo il testo russo e italiano delle sue 6 domande scomode, che continueremo a porre anche noi.

 
Il cristianesimo ortodosso e le sfide della società occidentale

Tudor Petcu ci ha fatto avere il testo romeno e italiano della sua recensione di Le christianisme orthodoxe face aux défis de la société occidentale, il nuovo libro di padre Christophe Levalois, redattore capo di Orthodoxie.com. Per chi legge il francese e vuole tenersi aggiornato sulla visione del mondo della Chiesa ortodossa, ecco un ottimo pensiero natalizio!

 
Consacrata la chiesa di Tutti i Santi a Strasburgo

Domenica 23 dicembre vladyka Nestor ha officiato la piccola consacrazione della nuova chiesa stavropigiale a Strasburgo, per la quale vi abbiamo coinvolti già alla fine del 2015, e su cui vi abbiamo tenuti informati. Per la grande consacrazione, è atteso lo stesso patriarca Kirill il prossimo anno.

 

 
“Noi siamo con Cristo”: le reazioni dei fedeli alla formazione di una struttura scismatica

Nell’articolo di Sergej Geruk, che vi presentiamo in russo e in italiano, entriamo nella Lavra delle Grotte di Kiev per osservare da vicino le reazioni dei fedeli al “consiglio degli empi” di sabato 15 dicembre. Dal metropolita Onufrij (nella foto) ai monaci, fino ai più semplici dei parrocchiani e dei pellegrini, possiamo avere una visione d’insieme di come la vera Ortodossia in Ucraina reagisce in questi tempi tragici.

 
Metropolita Onufrij: il Signore ci dà da bere il calice del dolore, e noi lo beviamo con umiltà

Vladyka Onufrij, in una lettera al metropolita Hilarion della ROCOR, mostra una reazione davvero cristiana (che vi presentiamo in traduzione italiana) alle numerose umiliazioni alle quali è sottoposta la Chiesa ortodossa ucraina in questi giorni.

 
La “trappola” degli auguri di Natale e il momento della verità sull’autocefalia ucraina

Vi presentiamo il testo russo e italiano di una breve analisi sul valore degli auguri che i primati delle Chiese ortodosse locali si scambiano tradizionalmente il 6 gennaio. Da come si comporteranno in questi auguri, le Chiese autocefale ortodosse che finora non si sono espresse sulla controversia dell’autocefalia ucraina saranno obbligate a una scelta di campo.

 
Dai verbali della sessione del Santo Sinodo tenuta a Mosca, presso la residenza patriarcale del monastero di san Daniele, il 28 dicembre 2018

VERBALE № 98

TENUTE IN CONSIDERAZIONE le terribili conseguenze dell'invasione anticanonica e criminale del Patriarcato di Costantinopoli nel territorio canonico della Chiesa ortodossa ucraina.

SI È DELIBERATO:

1. Di testimoniare l'accordo con la valutazione dell'invasione del Patriarcato di Costantinopoli nel territorio canonico della Chiesa ortodossa ucraina, espressa nel discorso di apertura del patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus' all'incontro del Consiglio Supremo della Chiesa il 26 dicembre 2018, nonché nelle lettere del patriarca ai primati delle Chiese ortodosse locali.

2. Di sottolineare il carattere non canonico del cosiddetto "Concilio d'unificazione" svoltosi a Kiev il 15 dicembre 2018, composto da membri dei gruppi scismatici sotto la guida del metropolita Emmanuel di Gallia, del Patriarcato di Costantinopoli, e di P.A. Poroshenko.

3. Di concordare con la valutazione canonica di questo evento data nelle decisioni del Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina del 17 dicembre 2018.

4. Di testimoniare la profonda preoccupazione in relazione all'entrata in vigore della legge discriminatoria dell'Ucraina "sugli emendamenti alla legge dell'Ucraina 'sulla libertà di coscienza e sulle organizzazioni religiose'," sulla base della quale i politici secolari intendono cercare di privare la Chiesa ortodossa ucraina del suo nome canonico e legale. Di considerare questo atto legislativo come una grave violazione del principio di non ingerenza dello stato negli affari interni delle comunità religiose, sancito dalla Costituzione dell'Ucraina. Di prestare attenzione alla contraddizione di questa legge per i documenti internazionali di base sulla protezione dei diritti umani e delle libertà.

5. Di fare appello ai primati e ai Santi Sinodi delle Chiese ortodosse locali sorelle a sostenere il metropolita Onufrij di Kiev e di Tutta l'Ucraina, l'episcopato, il clero, i monaci e i figli fedeli della Chiesa ortodossa ucraina in connessione con l'esperienza vissuta, e a non riconoscere la comunità fondata sul cosiddetto "Concilio d'unificazione" del 15 dicembre 2018 a Kiev come Chiesa ortodossa locale autocefala.

VERBALE № 105

TENUTA IN CONSIDERAZIONE la situazione degli affari ecclesiastici nei paesi dell'Europa occidentale.

SI È DELIBERATO:

1. Di formare un Esarcato patriarcale nell'Europa occidentale con il centro a Parigi.

2. Di includere nella responsabilità pastorale di quest'Esarcato i seguenti paesi: Principato di Andorra, Regno del Belgio, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Irlanda, Regno di Spagna, Repubblica italiana, Principato del Liechtenstein, Granducato di Lussemburgo, Principato di Monaco, Regno dei Paesi Bassi, Repubblica del Portogallo, Repubblica di Francia, Confederazione Svizzera.

3. Di assegnare al capo dell'Esarcato patriarcale nell'Europa occidentale il titolo "di Korsun e dell'Europa occidentale".

4. Di nominare sua Grazia il vescovo Ioann di Bogorodsk con il titolo indicato in precedenza come capo dell'Esarcato patriarcale nell'Europa occidentale.

5. Di affidare a sua Grazia Ioann, vescovo di Bogorodsk, l'incarico di ordinario della diocesi di Korsun, pur mantenendo l'amministrazione provvisoria delle parrocchie della Chiesa ortodossa russa in Italia.

6. Di formare una diocesi della Chiesa ortodossa russa in Spagna e Portogallo, con il centro a Madrid.

7. Di assegnare al vescovo diocesano della diocesi ispano-portoghese il titolo "di Madrid e Lisbona".

8. Di nominare sua Grazia il vescovo Nestor di Korsun come vescovo di Madrid e Lisbona.

VERBALE № 106

TENUTA IN CONSIDERAZIONE la situazione degli affari ecclesiastici nei paesi del Sud-est asiatico.

SI È DELIBERATO:

A causa del notevole successo della missione della Chiesa ortodossa russa nei paesi del sud-est asiatico, espressa nella moltiplicazione di chiese e comunità, l'emergere di un clero dalla popolazione locale, l'aumento di interesse per l'Ortodossia russa, così come in relazione a un aumento della popolazione di lingua russa che vive in modo permanente o temporaneo nei paesi di questa regione:

1. Di formare un Esarcato patriarcale nel sud-est asiatico con il centro a Singapore.

2. Di includere nella responsabilità pastorale di quest'Esarcato i seguenti paesi: Repubblica di Singapore, Repubblica socialista del Vietnam, Repubblica d'Indonesia, Regno di Cambogia, Repubblica Democratica Popolare di Corea, Repubblica di Corea, Repubblica Democratica Popolare del Laos, Malaysia, Repubblica dell'Unione di Myanmar, Repubblica delle Filippine, Regno di Thailandia.

3. Di assegnare al capo dell'Esarcato patriarcale nel Sud-est asiatico il titolo "di Singapore e del Sud-est asiatico".

4. Di nominare sua Eminenza l'arcivescovo Sergij di Solnechnogorsk con il titolo indicato in precedenza come capo dell'Esarcato patriarcale nel Sud-est asiatico, e di liberarlo temporaneamente dall'incarico di capo della Segreteria amministrativa del Patriarcato di Mosca.

 
Nella Chiesa ortodossa russa si è deciso di creare diocesi all'estero senza riguardo per il Fanar

Vi presentiamo il testo russo e italiano dell’articolo in cui il metropolita Ilarion (nella foto) spiega come ormai la Chiesa ortodossa russa stia organizzando le proprie strutture nella diaspora senza più prendere in considerazione alcuna presenza locale dipendente da Costantinopoli. Questa attitudine spiega la recente creazione dei due nuovi esarcati, in Europa occidentale e nel sud-est asiatico.

 
Parole sagge di padre Nikolaj Danilevich

L'arciprete Nikolaj Danilevich (nella foto), vice capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa ortodossa ucraina, ha fatto negli ultimi giorni un paio di dichiarazioni degne della massima attenzione:

- Il 22 dicembre, riferendosi alla possibilità che alcune Chiese greche possano riconoscere la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da poco creata a causa dell'autorità che ha su di loro il patriarca di Costantinopoli, ha affermato che questo sarà per loro un momento di verità, nel quale dovranno scegliere se è più importante per loro l'ellenismo oppure l'Ortodossia.

- Il 23 dicembre ha fatto un paragone storico tra il nome che lo stato ucraino vorrebbe forzare sulla Chiesa ortodossa canonica e le stelle gialle che gli ebrei erano forzati a portare durante le loro persecuzioni in Germania. "All'inizio hanno dovuto solo portare questo marchio. E poi ricordiamo com'è finita".

 
Tour fotografico del monastero di Nuova Gerusalemme

Come regalo per il nuovo anno, vi presentiamo un servizio dal sito Russian Faith con un reportage fotografico e un video del monastero recentemente restaurato di Nuova Gerusalemme, a pochi chilometri a ovest di Mosca, presso il fiume Istra.

 
"Il nostro compito è missionario, educativo"

Vi riportiamo in russo e in italiano parte dell’intervista rilasciata dal metropolita Ilarion di Volokolamsk a proposito della presenza della Chiesa ortodossa russa nella diaspora, con particolare attenzione alla recente creazione dei nuovi esarcati in Europa occidentale e nel Sud-est asiatico.

 
Perché sto con la mia Chiesa

Vi presentiamo il testo russo e italiano della testimonianza di fede di Vladimir Kovalenko, che incarna la risolutezza della maggioranza assoluta dei fedeli ortodossi ucraini.

 
Una domanda su barbe e capelli di clero e monaci

Riportiamo la nostra risposta a una domanda che ci è stata fatta un paio di anni fa, che esprimeva una certa perplessità (forse ingenua, ma comprensibile) di fronte alle barbe e ai capelli di chierici e monaci ortodossi.

 
“Non è ancora troppo tardi per fermarsi”: lettera del patriarca Kirill al patriarca Bartolomeo

Il 31 dicembre, il patriarca Kirill ha inviato al patriarca Bartolomeo una lettera, di cui vi presentiamo il testo russo e italiano, in risposta alle affermazioni del Patriarcato di Costantinopoli e alle sue azioni anti-canoniche in Ucraina.

 
Celebrazioni del NATALE ORTODOSSO 2018/2019

Domenica 6 Gennaio

Vigilia di Natale / Domenica prima della Natività

ore 10  - Divina Liturgia

ore 17 - Veglia del Natale (Grande Compieta e Vespro + Mattutino)

(non celebreremo funzioni durante la notte)

 

Lunedì 7 Gennaio

NATALE DEL SIGNORE

ore 10 - Divina Liturgia

La recita di Natale dei bambini della parrocchia si terrà dopo la Liturgia di domenica 13 gennaio

Buon Natale! Cu Nașterea Domnului! С Рождеством Христовым!

 
Una lezione dalla storia

Vi presentiamo la traduzione italiana della lezione di storia rammentata in questi giorni dal blog Orthodox Synaxis, e insegnata dal metropolita Chrysostomos di Efeso (1921-2006, nella foto). Le forti pressioni del governo turco sull’elezione del patriarca ecumenico, pur giustamente deprecate dal Santo Sinodo di Costantinopoli, non sono altro che uno specchio delle analoghe ingerenze dello stato greco per eleggere i primati locali della Grecia e di Creta, e si ripetono oggi tragicamente nello scenario ucraino: ecco una lezione su come NON creare spiacevoli precedenti.

 
Un insolito vescovo ortodosso del XX secolo

Dal sito ROCOR Studies, abbiamo tradotto in italiano l’articolo biografico dell’arcivescovo James (al secolo Roy C. Toombs, 1887-1970, nella foto), una figura largamente dimenticata di vescovo ortodosso americano nella ROCOR ai tempi del metropolita Anastasij (Gribanovskij). Chi oggi lamenta (generalmente senza sapere di cosa parla) la mancanza di apertura missionaria dell’Ortodossia dovrebbe studiare molto di più queste figure, che per quanto marginali testimoniano una grande apertura missionaria in epoche passate. Piuttosto, dovremmo cercare di capire (e questo è il nostro augurio per il nuovo anno) il perché tali aperture non abbiano avuto successo.

 
Promozioni episcopali

Alla Liturgia del 3 gennaio 2019, celebrata alla cattedrale patriarcale della Dormizione al Cremlino di Mosca, il patriarca Kirill ha conferito alcune promozioni episcopali su mandato del Santo Sinodo. Due di queste riguardano proprio il nostro vescovo e uno dei nostri vescovi precedenti: al vescovo Ioann è stato conferito il grado di metropolita (nella foto, la consegna del klobuk) e al vescovo Nestor il grado di arcivescovo. Auguri di molti anni ai nostri presuli!

 
La Chiesa polacca respinge la richiesta del patriarca Bartolomeo di riconoscere la nuova chiesa ucraina

Prima tra le Chiese autocefale locali, la Chiesa ortodossa polacca, attraverso un messaggio del suo primate, il metropolita Sava (nella foto), ha rifiutato ufficialmente di riconoscere la struttura ecclesiale creata a Kiev nel "concilio d'unificazione" del 15 dicembre. Vi presentiamo la traduzione italiana dell’articolo che spiega questa posizione.

 
Video-messaggio di Natale del patriarca Irinej

La Chiesa ortodossa serba, nel video-messaggio natalizio del patriarca Irinej e del Concilio dei vescovi, ha espresso un parere non meno significativo di quello della posizione ufficiale della Chiesa polacca a proposito dello scisma in Ucraina, con comprensibili rimandi alle situazioni di scisma in Macedonia e Montenegro. Vi presentiamo la traduzione italiana dell’articolo relativo, con la parte del video (sottotitolata in inglese) relativa alla crisi ucraina.

 
Messaggio di Natale del metropolita Ioann di Korsun e dell’Europa occidentale

Carissimi fratelli e sorelle, reverendi presbiteri, diaconi, monaci e laici amati da Dio. Con gioia nel Signore vi faccio gli auguri per la grande e salvifica festa della Natività del nostro Signore Dio e Salvatore, Gesù Cristo!

“Io sono l’Alfa e l’Omega, il primo e l’ultimo”, dice il Signore Dio, “colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente” (Ap 1, 8)

Nella Natività di Cristo accade tutto ciò che avevano indicato i profeti e i santi delle narrazioni dell'Antico Testamento. Il lieto annunzio del Nuovo Testamento della nascita di Dio al mondo, ci parla della Verità, che vive con le persone nel Signore Gesù. Le prossime e le ultime cose nella storia del mondo iniziano con la Natività del Figlio di Dio. Il Natale porta la storia a un risultato vittorioso nel Figlio Unigenito.

Nella Natività di Cristo, le promesse del passato si sono avverate. Il veggente Mosè era un bambino abbandonato in un cesto. In questo, Dio previde il presepe di suo Figlio. Il profeta David si rallegrò davanti all'Arca dell'Alleanza. Con questo, il Signore aveva preparato la gioia degli angeli e dei pastori per la nascita del Bambino divino. Il grande Samuele guarì lo straniero Naaman. In questo, il piano di Dio Padre è stato rivelato nella salvezza di tutto il mondo attraverso il viaggio del Figlio.

Nella Natività di Cristo, il presente ha trovato la sua realizzazione e il suo vero significato. È l'essenza della proclamazione apostolica. Pietro annuncia la nostra comunione con la natura divina (2 Pt 1, 4). Giacomo ci dice "ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall'alto e discendono dal Padre degli astri luminosi" (Gc 1, 17). Paolo è felice di essere in paradiso e ascolta parole indicibili (2 Cor 12, 4). Nel Bambino divino che è nato, noi siamo già in comunione con Dio, onorati dai suoi ineffabili doni, divenuti concittadini del Cielo.

Nella Natività di Cristo è visibile il futuro che ci aspetta. La suprema gloria divina, la pace sulla terra e la buona volontà negli uomini ricolmino il nostro essere nella seconda gloriosa Venuta del Signore. Allora la malattia, il peccato e la morte saranno abbattuti. La Nuova Terra e il Nuovo Cielo diventeranno il nostro patrimonio. A Dio "tutto sarà sottomesso" (1 Cor 15, 28).

Carissimi fratelli e sorelle, reverendi presbiteri, diaconi, monaci e laici amati da Dio. Vi faccio gli auguri per la grande e salvifica festa della Natività del nostro Signore Dio e Salvatore Gesù Cristo!

+ IOANN,

Metropolita di Korsun

e dell’Europa Occidentale,

capo dell’Esarcato patriarcale,

amministratore pro tempore

delle parrocchie del

Patriarcato di Mosca in Italia

 
Le dogane ucraine sequestrano il messaggio di Natale del patriarca Kirill

In un perfetto spirito natalizio e di non ingerenza degli affari interni ecclesiastici, le autorità doganali ucraine hanno avuto l’idea di sequestrare i testi del messaggio di Natale del patriarca Kirill destinati a oltre dodicimila luoghi di culto. Vi presentiamo in russo e in italiano l’articolo relativo.

 
Il patriarca Bartolomeo ha rinnegato la procedura dell'autocefalia del passato

Dal blog Orthodox Synaxis vi presentiamo la traduzione italiana dell’articolo che analizza il discorso tenuto presso il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa romena dal patriarca Bartolomeo, che ammette apertamente di non seguire più né la pratica della concessione dell’autocefalia in uso nei secoli passati, né quella concordata da tutte le Chiese ortodosse nella commissione pre-conciliare del 1993.

 
Metropolita Amfilohije: L'amore per il potere del patriarca Bartolomeo è una catastrofe per l'Ortodossia

Vi presentiamo il testo russo e la traduzione italiana dell’articolo sui commenti del metropolita Amfilohije del Montenegro (nella foto) alle azioni del patriarca ecumenico in Ucraina.

 
Solidarietà con le vittime delle persecuzioni ucraine

Quelli che vedete in questa fotografia sono i partecipanti al recente congresso tenuto alla Lavra delle Grotte di Kiev.

La particolarità di queste persone che si stringono attorno al loro pastore, il metropolita Onufrij, è che tutti, chierici e laici, sono rappresentanti di circa una quarantina di parrocchie che sono state oggetto di numerose persecuzioni, perdendo locali di culto, case parrocchiali, arredi sacri, icone e reliquie e tanto altro, per non parlare dei danni e delle minacce alle persone e alle famiglie. Vogliamo essere vicini a tutti loro, dedicando loro le nostre preghiere.

Quest’estate il patriarca Bartolomeo vuole andare a Kiev a offrire il suo sostegno ai persecutori: noi ci limitiamo a invitarvi a dare il vostro sostegno ai perseguitati.

 
Patriarca Giovanni X di Antiochia: È irragionevole fermare uno scisma a spese dell'unità del mondo ortodosso

Vi presentiamo il testo russo e la traduzione italiana dell’articolo sulla reazione del patriarca Giovanni X di Antiochia e di tutto l’Oriente (nella foto) alla richiesta di riconoscere l’autocefalia alla “Chiesa ortodossa dell’Ucraina”.

 
La Chiesa ortodossa russa sul Tomos: ora le Chiese locali devono fare la loro scelta

Vi presentiamo il testo russo e la traduzione italiana dei commenti dell’arciprete Nikolai Balashov (nella foto), vice capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, sulla difficile scelta che le Chiese ortodosse locali si trovano costrette a fare di fronte all’imposizione di accettare la nuova struttura scismatica dell’Ucraina.

 
Sacerdote Aleksandr Volkov: Il patriarca Bartolomeo ha strappato Costantinopoli dall'Ortodossia mondiale

Vi presentiamo il testo russo e la traduzione italiana dei commenti di padre Aleksandr Volkov (nella foto), segretario stampa del patriarca Kirill, alla consegna del Tomos d’autocefalia alla  “Chiesa ortodossa dell’Ucraina”.

 
Vladimir Legojda: È il Natale, e non il Tomos, l'evento principale in questi giorni

Vi presentiamo la traduzione italiana dei commenti di Vladimir Legojda (nella foto), capo del Dipartimento sinodale per le relazioni della Chiesa con la società e i media, sulla prevalenza del Natale rispetto alla firma di un testo privo di alcuna forza canonica.

 
Pastorală la Nașterea Domnului a Preafericitului KIRIL, Patriarhul Moscovei și al întregii Rusii, către arhipăstorii, preoții, diaconii, cinul monahal, și toți drept-măritorii creștini din cuprinsul Bisericii Ortodoxe Ruse

Iubiți întru Hristos arhipăstori, cinstiți preoți și diaconi, iubitorilor de Dumnezeu monahi și monahii, dragi frați și surori!

Vă felicit cordial pe toți cu ocazia măreței și mântuitoarei sărbători a Nașterii Domnului nostru Iisus Hristos.

Astăzi noi, la fel ca şi păstorii din Betleem acum două mii de ani, ascultăm cu luare aminte, cu bucurie și înălțare spirituală, glasul triumfător al îngerilor: „Slavă întru cei de sus lui Dumnezeu, și pe pământ pace, între oameni bunăvoire!” (Luca 2: 14). Auzind aceste cuvinte minunate, inimile noastre dobândesc mângâiere și se fac pline de recunoștință față de Creator. Însuși Dumnezeu Atotțiitorul, Dumnezeu tare și părinte al veacului ce va să fie (Is. 9:5) coboară la noi și se naște în lume om simplu. Se împlinește proorocia regelui-psalmist, care a vestit în Duhul Sfânt: Mila şi adevărul s-au întâmpinat, dreptatea şi pacea s-au sărutat; Adevărul din pământ a răsărit şi dreptatea din cer a privit. (Psalmi, 84: 11-12). Și iată, s-a săvârșit: Fiu S-a dat nouă (Is. 9, 5), ca oricine crede în El să nu piară, ci să aibă viață veșnică (Ioan 3, 16).

Pe parcursul istoriei sale, umanitatea L-a căutat intens pe Dumnezeu, tânguindu-se pentru comunicarea pierdută cu Creatorul său. Și ca răspuns la aceste eforturi, ca răspuns la inimile avântate și mâinile întinse spre cer, Domnul Și-a arătat dragostea către neamul omenesc, El Însuși întinzându-ne mâna Sa mântuitoare. În Hristos Iisus, peste milenii îndelungate, în sfârșit s-au întrunit Dumnezeu și omul, și s-a unit cerescul cu pământescul, și s-au împlinit așteptările duhovnicești ale fiilor și fiicelor lui Adam.

Nașterea Domnului ne prezintă în același timp o Taină și o Revelație, pentru că rațiunea umană nu este în stare să perceapă desăvârșit, cum Creatorul și Făuritorul Universului, Dumnezeul nemărginit prin natură, pogoară în lumea noastră sfâșiată de păcat, și se arată în chipul unui Prunc născut în peștera unde păstorii și animalele se ascundeau de intemperii. Slava înălțată de către puterile cerești, propovăduită de înțelepții de la Răsărit și adeverită de către niște păstori simpli, acum este vestită în glas puternic în toate colțurile pământului. Toate acestea ne revelă profunzimea nepătrunsă a înțelepciunii lui Dumnezeu, ne face părtași la pronia mistică a Sfintei Treimi în lucrarea de mântuire a omului.

Noi astăzi știm că Dumnezeu așa a iubit lumea, încât pe Fiul Său Cel Unul-Născut L-a dat ca să se mântuiască prin El lumea. (Ioan 3: 16-17). Și acum, fiind îndreptați din credință, avem pace cu Dumnezeu, prin Domnul nostru Iisus Hristos, prin Care am avut şi apropiere, prin credință, la harul acesta, în care stăm, şi ne lăudăm întru nădejdea slavei lui Dumnezeu, … căci iubirea lui Dumnezeu s-a vărsat în inimile noastre, prin Duhul Sfânt, Cel dăruit nouă (Rom. 5: 1-2; 5).

Să ne plecăm, deci, cu evlavie, către modesta iesle în care stă Pruncul liniștit și blând. Să ne plecăm cu frică de Dumnezeu și cutremur, căci aici începe drumul pământesc al crucii Domnului nostru Iisus Hristos, aici se face începutul mântuirii noastre. Să ne plecăm și, proslăvindu-L pe Fiul Născut al Părintelui Celui mai înainte de veci, să ne îndulcim de pacea negrăită și covârșitoare a toată mintea, care ne umple sufletele. 

„Slavă întru cei de sus lui Dumnezeu, și pe pământ pace, între oameni bunăvoire!” – iară și iară cântăm împreună cu cetele îngerești. Dragostea lui Dumnezeu, arătată în Nașterea Mântuitorului, le aduce oamenilor pacea adevărată. Această pace nu poate fi zdruncinată de greutățile vieții, tulburările sociale, neliniștea politică, și chiar de conflictele armate, întrucât în pacea lui Hristos viețuiește mistic o mare forță duhovnicească, ce o face să covârșească orice scârbă și tristețe pământească (Sf. Ignatie Briancianinov, Experiențe ascetice).

Dar cum se dobândește starea pașnică a sufletului? Cum poate fi dobândit acest dar spiritual înalt? Sfinții părinți spun unanim despre aceasta: lucrarea păcii lui Hristos în om este un indiciu important al aflării omului în lumina poruncilor evanghelice. Peste toate acestea, ne învață verhovnicul Pavel, se cuvine să ne îmbrăcăm în dragoste, care este legătura desăvârșirii. Și atunci, spune apostolul, pacea lui Dumnezeu, întru care am fost chemați, va stăpâni în inimile noastre (Col. 3: 14-15).

Oameni ai bunăvoirii își caută Domnul – oameni care vor urma legii Sale, care vor vesti mântuirea celor apropiați și celor îndepărtați, și vor vesti în lume bunătățile Celui ce ne-a chemat din întuneric, la lumina Sa cea minunată (1 Petru 2:9).

Să fim, deci, vrednici de această înaltă chemare. De aceea, preaslăvita Naștere a Domnului văzând săvârșindu-se în iesle, să lepădăm deșertăciunile mai mult decât lumea (Condacul 8 al acatistului Nașterii Domnului), să ne înălțăm cu gândul la cer, slăvindu-L pe Ziditorul a toate, să ne împărtășim bucuria Mântuitorului Întrupat cu cei din jur, cu cei care au nevoie de grijă, cei disperați sau aflați în situații grele.

Domnul să ne inspire pe toți în calea cu multe greutăți a vieții creștinești, ca și în continuare să se întărească în noi credința, să nu sece nădejdea, și să se înmulțească

dragostea; ca intrând în bucuria luminatei sărbători a Nașterii Domnului, să vestim lumii neschimbat marea taină a credinței (1 Tim. 3: 16), să ducem oamenilor mângâiere și binecuvântarea păcii lui Hristos. Amin.

+KIRIL, PATRIARHUL MOSCOVEI ȘI AL ÎNTREGII RUSII

Nașterea Domnului

an. 2018/2019 

or. Moscova

 
Un augurio natalizio dal patriarca Kirill

 
Il documento che chiamano Tomos non porta la vera autocefalia

Ancora un altro politologo, Valentin Gajdaj, analizza il testo del “Tomos d’autocefalia” per riconoscere l’ovvio, e cioè che non offre ciò che dice di offrire. Presentiamo in russo e in italiano le considerazioni di questo analista.

 
Arciprete Andrew Phillips: Come ripulire la confusione dopo il Fanar

Padre Andrew Phillips ha spesso il dono di prevedere con una notevole esattezza gli eventi futuri (a leggere per esempio attraverso le sue parole passate la dissoluzione dell’Esarcato di Rue Daru, si resta stupiti della precisione delle sue predizioni). Adesso suggerisce linee di sviluppo degli eventi sulle quali non osano addentrarsi neppure i più lungimiranti tra i protagonisti, ma che vale la pena di leggere nella traduzione italiana del suo recente saggio.

 
Il Sinodo greco rifiuta di riconoscere gli scismatici ucraini

Il Sinodo della Chiesa di Grecia (nella foto) ha rifiutato la richiesta del patriarca Bartolomeo di riconoscere la “Chiesa ortodossa dell’Ucraina”, rimandando la decisione definitiva al Concilio dei Vescovi, per ora nemmeno programmato. Vi presentiamo in russo e in italiano l’articolo relativo a questo rifiuto, certamente molto significativo per l’Ortodossia di lingua greca.

 
Metropolita Nikoloz: non dovremmo affrettarci a riconoscere l'autocefalia della Chiesa ortodossa dell'Ucraina

In una dichiarazione forse non definitiva e ufficiale, ma certamente autorevole, il nostro amico metropolita Nikoloz (Pachuashvili, nella foto) dice tutto quello che c’è da sapere sull’attitudine della Chiesa ortodossa georgiana verso la nuova autocefalia ucraina. Soprattutto alla luce della recente dichiarazione del Sinodo della Chiesa georgiana di far sapere le sue opinioni a gennaio, invitiamo chi sa fare un po’ di sforzo di leggere tra le righe a soppesare bene la dichiarazione di vladyka Nikoloz, che vi presentiamo in russo e in italiano.

 
Il Tomos per l'Ucraina: cosa ha di tipico e cosa ha di specifico

Dopo avere presentato negli scorsi giorni diversi pareri di politologi relativi al recente Tomos, presentiamo ora in russo e in italiano un’analisi storico-teologica scritta da Vladimir Burega, pro-rettore dell’Accademia teologica di Kiev.

 
L'arcivescovo Chrysostomos di Cipro smentisce per la seconda volta il suo sostegno alla chiesa scismatica ucraina

Presentiamo il testo russo e italiano dell’articolo di risposta dell’arcivescovo Chrysostomos di Cipro (nella foto), che si è ritrovato per la seconda volta in tre mesi a dover smentire affermazioni false del governo ucraino, che ha voluto presentarlo come un sostenitore dell'autocefalia della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

 
Metropolita Sava: "Ci aspetta il caos"

Vi presentiamo la traduzione italiana dell’intervista di di Wiesław Romanowski al metropolita Sava di Varsavia e di Tutta la Polonia (nella foto), che commenta la situazione di pericolo nella quale il patriarca Bartolomeo ha messo tutta l’Ortodossia.

 
Padre Theodoros Zisis: il patriarca Bartolomeo ha agito senza riguardi per alcun primate di Chiesa

Padre Theodoros Zisis (nella foto), di cui abbiamo spesso presentato sul nostro sito i pareri e le opinioni teologiche sul “nuovo corso” del Patriarcato ecumenico, ci fa notare in un saggio che presentiamo in traduzione italiana che la recente avventura dell’autocefalia ucraina è stata fatta non solo in spregio alla tradizione canonica ortodossa, ma anche in totale mancanza di riguardo per ogni altro parere delle Chiese sorelle ortodosse.

 
Alla giovane generazione della futura Chiesa ortodossa dell'Europa occidentale

In un saggio per lui insolito e da noi tradotto in italiano, padre Andrew Phillips tira le somme di 30 anni della sua prospettiva per l’Ortodossia in Europa occidentale, notando come la realtà sia stata ancor più generosa della sua visione più ottimista, ma soprattutto, come dalla sua visione sia scaturita vita ecclesiale, che tocca a una generazione futura far crescere.

 
Video-intervista all'igumena Serafima (Shevchuk) di Odessa

Vi presentiamo un articolo in russo e in italiano con una video-intervista all'igumena Serafima (Shevchuk, nella foto), superiora del convento di san Michele Arcangelo a Odessa, che fa notare 4 enormi errori compiuti nella creazione della nuova chiesa scismatica in Ucraina.

 
Il Patriarcato di Gerusalemme è sotto forti pressioni per concelebrare con gli scismatici ucraini alla Teofania

Il Patriarcato di Gerusalemme è rimasto in silenzio sugli avvenimenti degli ultimi giorni: potete vedere nella traduzione italiana di un articolo di Orthochristian.com come siano in gioco forti pressioni da Costantinopoli, Israele e America per portare Gerusalemme non già al riconoscimento degli scismatici ucraini, che per anni il Patriarcato ha rifiutato, ma almeno alla concelebrazione con loro (che equivarrebbe a un riconoscimento de facto) nelle prossime festività.

 
La trappola nel tomos

Il sito Orthodox Synaxis continua a fornirci riflessioni teologiche di alto livello. Vi presentiamo la traduzione italiana dell’ultimo saggio, che analizza le deviazioni del recente tomos ucraino dagli analoghi documenti del passato.

 
Patriarca Daniel della Romania: dobbiamo essere vigili contro l'egoismo che mina l'unità della Chiesa

In un messaggio a una conferenza teologica, il patriarca Daniel della Romania (nella foto) affronta i temi delle minacce all’unità della Chiesa. Anche se il messaggio è un’esortazione generica e non presenta i caratteri di una dichiarazione primaziale, non è difficile scorgere alcuni riferimenti all’importanza del consenso inter-ortodosso, tenendo conto soprattutto del fatto che proprio davanti al Santo Sinodo romeno il patriarca Bartolomeo ha dichiarato che sta deviando dalla tradizione del suo stesso patriarcato. Vi presentiamo la traduzione italiana dell’articolo sul messaggio del patriarca Daniel.

 
Metropolita Antonij: la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è un "Titanic" costruito da persone che hanno perduto il timor di Dio

Vi presentiamo il testo russo e italiano delle dichiarazioni del metropolita Antonij (Pakanich, nella foto), cancelliere della Chiesa ortodossa ucraina, che ci invita con un’arguta metafora storica a fare un paragone tra la Chiesa apostolica e la struttura recentemente formata in Ucraina.

 
Il 95% del pubblico televisivo ucraino afferma che il tomos è uno strumento politico

Se già in Occidente siamo stati bersagliati di assurdità sul nuovo tomos come “espressione della volontà del popolo ucraino”, immaginiamo cosa può aver fatto a proposito l’apparato mediatico dello stato ucraino. Ebbene, a fronte di questa propaganda statale praticamente senza rivali, eccovi nella sezione "Geopolitica ortodossa" dei documenti la traduzione italiana di un interessante articolo che spiega cosa pensa il popolo ucraino nei sondaggi.

 
Arcivescovo Feodosij: il mondo ecclesiastico può dividersi tra Ortodossia e Fanarodossia

Presentiamo in russo e in italiano una notizia su un commento dell'arcivescovo Feodosij di Bojarka (uno dei vicari della diocesi di Kiev), che può apparire provocatorio, ma che mette amaramente il dito sulla piaga di una spaccatura nel mondo ortodosso che sarebbe da sconsiderati far finta di non notare.

 
Liturgia di Natale in India

Ricordate Clement Nehamaiyah, il nostro fratello ortodosso indiano di Chandrapur di cui vi abbiamo presentato un articolo missionario e una testimonianza personale negli anni passati? Clement è stato ordinato sacerdote, e ha condiviso con noi in Italia le foto della sua prima Liturgia di Natale in India, che per l’occasione è stata ospitata nella parrocchia locale della Chiesa siro-antiochena. Eccovi alcune foto, assieme alla richiesta di padre Clement delle nostre preghiere per la missione ortodossa in India.

 

 

 
Gli scismatici ucraini e gli uniati sperano di creare un singolo patriarcato in comunione con Roma e con Costantinopoli

Dalle parole che vi abbiamo tradotto in italiano del capo degli uniati ucraini, Svjatoslav Shevchuk (nella foto), riguardo ai “fini ecumenici” dell’unione tra i cattolici e ortodossi a Kiev, si può capire perché il progetto costantinopolitano della Chiesa ortodossa “locale” in Ucraina sia tanto indigeribile non solo per la Chiesa romana (che nelle parole di papa Francesco invita i cattolici a non ingerirsi in questioni interne della Chiesa ortodossa russa), ma anche per tutta l’Ortodossia non soggetta al giogo fanariota. Ancora una volta, vediamo come un vero ecumenismo si può percorrere solo tra i figli più fedeli di ogni confessione religiosa, non tra quelli disposti a vendere la loro fedeltà per qualsiasi fine contingente, sia esso politico, ideologico o di qualche vaga filosofia “unionista”.

 
Padre Georgij Maksimov: la scelta non è tra "russi" e "greci", ma tra Ortodossia ed eresia

Vi presentiamo il testo russo e italiano di un lungo e dettagliato saggio sul papismo di Costantinopoli, scritto da padre Georgij Maksimov (nella foto), che è già apparso più volte sul nostro sito come diacono e poi prete missionario, e come intervistatore di molti ortodossi giunti alla Chiesa dai percorsi più diversi.

 
I sequestri delle chiese: come le comunità possono opporsi ai razziatori

Kirill Aleksandrov dell’Unione dei giornalisti ortodossi ci spiega in russo e in italiano come le autorità ucraine stiano tentando il tutto per tutto per sequestrare le chiese ortodosse e convincere le comunità a passare alla nuova struttura scismatica ucraina. In questi tempi di prova, occorre essere quanto mai vigili e capire la situazione.

 
Il clero del decanato di Gertsa della diocesi di Chernovtsy riporta pressioni dalle autorità

Vi presentiamo la versione russa e italiana dell’appello fatto dal clero del decanato di Gertsa e del monastero di Banceni nella Bucovina ucraina (persone e luoghi che conosciamo bene). Anche tra di loro, che pure sono quasi tutti appartenenti alla minoranza di lingua romena, il nazionalismo ucraino sta esercitando pressioni, al punto da spingerli a fare propaganda per la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" scismatica. Finora la diocesi di Chernovtsy non ha inviato documenti di sostegno alla Chiesa canonica o al metropolita Onufrij, e questo non perché abbiano dei dubbi, ma perché la lealtà della diocesi a vladyka Onufrij (che vi è stato vescovo locale per oltre trent’anni) è pressoché assoluta. Il fatto che anche in Bucovina si tenti di far vacillare la fedeltà alla Chiesa canonica può essere un confortante segnale che gli scismatici non sanno davvero più che pesci pigliare.

 
Metropolita Ilarion: La Chiesa ortodossa russa ha avuto origine a Kiev, non a Mosca, né a San Pietroburgo

Vi presentiamo il testo russo e italiano dell’intervista rilasciata dal metropolita Ilarion (Alfeev) a Russia Today il 14 gennaio, con diverse notizie “dall’interno” su come le Chiese ortodosse autocefale del mondo (che vladyka Ilarion visita regolarmente) stanno reagendo agli illeciti di Costantinopoli in Ucraina.

 
Nonno Filaret, Bandera e gli uniati: 16 tesi dell'ex esarca del Fanar

L’arcivescovo Daniil di Pamphylon (al secolo Volodymyr Zelinskij, nella foto), uno dei due ex esarchi inviati dal Fanar per preparare la struttura della nuova chiesa in Ucraina, ha rilasciato un’intervista al servizio ucraino della BBC, da cui l’Unione dei giornalisti ortodossi è riuscita a estrapolare alcune delle più inconcepibili tesi che siano mai state pronunciate, e che per chi ha lo stomaco abbastanza forte da seguirle, vi presentiamo in russo e in italiano. Ancora una volta si conferma la verità del detto giornalistico secondo cui, per screditare certi individui, non è necessario confutare le loro tesi: è sufficiente lasciarli parlare.

 
Patriarca Irinej: "Noi non appoggiamo né Costantinopoli né la Russia, ma aderiamo ai canoni" (+ VIDEO)

Vi presentiamo un video con la trascrizione italiana delle dichiarazioni fatte dal patriarca Irinej di Serbia, che sottolinea ancora come non ci troviamo di fronte a un conflitto di partiti tra “russi” e “greci”, ma tra il rispetto e il disprezzo per l’Ortodossia.

 
70 trasferimenti alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" su quasi 13.000 parrocchie non sono "su larga scala"

L'arciprete Aleksandr Bakhov (nella foto), che dirige il Dipartimento legale della Chiesa ortodossa ucraina, ridimensiona per noi in russo e in italiano le notizie mediatiche sui trasferimenti “in massa” di luoghi di culto alla nuova struttura fabbricata dal Fanar. Di fatto, quando si realizzano quante pressioni e intimidazioni sono in atto nell’Ucraina di oggi, ci si rende conto di quanto invece sia notevole la fedeltà degli ortodossi ucraini alla Chiesa canonica.

 
Nuova Gerusalemme e Tutta la Rus'?

Il monastero di Nuova Gerusalemme (nella foto), di cui abbiamo offerto una presentazione alcuni giorni fa, è visto dall’arciprete Andrew Phillips come una sede ideale per una Chiesa ortodossa russa del XXI secolo. Con argomenti che vi abbiamo tradotto in italiano, padre Andrew ci invita a immaginare una dimensione internazionale dell’Ortodossia che riprenda il sogno del patriarca Nikon, che voleva in questo monastero, oltre che una meta di pellegrinaggio, anche un luogo dove i patriarchi ortodossi potessero riunirsi in libertà e in parità.

 
Come il Fanar ha ingannato gli ucraini

Vi presentiamo un video di padre Georgij Maksimov con trascrizione italiana, dove vengono rivisitate le ragioni che possono far pensare al recente Tomos come a una truffa, che promette autocefalia portando sottomissione. Tuttavia, le riflessioni di padre Georgij non si fermano qui, e prendono in considerazione un certo numero di argomenti mai trattati pubblicamente fino a ora, tra cui il futuro delle parrocchie del “patriarcato di Kiev” in numerosi paesi del mondo (inclusa l’Italia). Queste riflessioni fanno del testo di padre Georgij una lettura affascinante anche per chi pensava di aver visto tutti i lati della crisi ecclesiale ucraina.

 
La Chiesa ortodossa ucraina offre consigli su come mantenere la sicurezza spirituale in una situazione di scisma

Il metropolita Antonij (Pakanich, nella foto) di Borispol e Brovary aiuta a comprendere le reazioni corrette che i fedeli dovrebbero avere nei confronti delle ingiustizie che vediamo perpetrare in Ucraina: partecipare assiduamente alla vita della Chiesa (le “chiese” degli scismatici attraggono più che altro cristiani ortodossi nominali e indifferenti), non fidarsi delle polemiche dei social network,e cercare di difendere la verità e la giustizia sotto una guida spirituale. Presentiamo in russo e in italiano i consigli di vladka Antonij.

 
Siamo arrivati alle bombe nelle chiese

Come se non bastassero le espropriazioni violente, i graffiti infamanti, gli incendi dolosi e altre amenità simili, l'accoglienza dei nazionalisti ucraini alla Chiesa ortodossa ucraina ormai comprende anche le bombe. Durante la veglia della Teofania alla cattedrale della trasfigurazione di Sumy (sotto, nelle foto), una bomba è stata fatta esplodere nel nartece, per fortuna senza vittime.

In questo video, di fronte a una chiesa recentemente sequestrata dai radicali di Svoboda a Zhitomir, potete vedere i due atteggiamenti dei fedeli e dei nazionalisti. Il prete legittimo è tenuto fuori dalla chiesa e strattonato, e quando lui e i fedeli si accontentano, con mitezza e coraggio, di pregare all'esterno, le loro preghiere sono sommerse dal canto dell'inno nazionale ucraino, da parte dei nuovi "fedeli" oggi incoraggiati dalla paterna protezione del Fanar.

 
10 motivi per cui il Patriarcato ecumenico ha fatto un enorme errore in Ucraina

Sulla pagina Facebook del Greek and Russian club, George Selinski ha pubblicato un’accurata analisi ripresa dal portale Pravoslavie i Mir, e che vi abbiamo tradotto in italiano per offrirvi un ulteriore punto di vista sul ruolo disastroso del Patriarcato di Costantinopoli in Ucraina.

 
Il Medio Oriente ortodosso incassa colpi e resiste

Il patriarca Teofilo III di Gerusalemme (nella foto) non ha concelebrato alla Teofania con gli scismatici ucraini, nonostante le pressioni subite da Costantinopoli, da Israele e dagli Stati Uniti.

Il patriarca Giovanni X di Antiochia ha ribadito il suo pieno supporto alla Chiesa ortodossa ucraina canonica e alla Chiesa ortodossa russa, nonostante abbiano avuto inizio, come confermato di recente dal presidente Assad, tentativi artificiali di chiedere l’autocefalia del Libano per dividere il patriarcato di Antiochia.

 
Quattro ecclesiologie

Di fronte alle note distinzioni tra le ecclesiologie ortodossa, cattolico-romana e protestante, padre Andrew Phillips, in un saggio che vi abbiamo tradotto in italiano, suggerisce di elencare l’ecclesiologia fanariota come quarto modello, che presenta un ibrido di elementi cattolici e protestanti che la qualifica come una vera e propria visione differente della Chiesa.

 
Il significato spirituale della Romania nell'orizzonte di un compositore irlandese. Intervista a Shaun Davey a cura di Tudor Petcu

Il nostro amico Tudor Petcu ci ha fatto avere il testo italiano della sua interessante intervista al musicista irlandese Shaun Davey (nella foto), i cui contatti con la tradizione popolare romena hanno portato a condivisioni di percorsi musicali e a una scoperta dell’Ortodossia.

 
In memoriam: mons. Evloghios (Hessler)

Il sito della Metropolia di Milano annuncia il decesso del suo metropolita, mons. Evloghios (al secolo Klaus Hessler, nella foto), domenica 20 gennaio 2019. La nostra vita di cristiani ortodossi in Italia è in gran parte intrecciata alla sua, e molte parrocchie ortodosse nel nostro paese devono la loro nascita al suo lavoro missionario. Alla sua decisione di lasciare il patriarcato di Mosca agli inizi degli anni ’80 sono seguiti decenni di peregrinazioni ecclesiali che dovranno essere studiati con estrema attenzione per poterne dare una valutazione obiettiva. Per ora, tuttavia, ci limitiamo a ricordare come mons. Evloghios ci abbia sempre trattati con affetto e con rispetto, lo stesso affetto e rispetto che estendiamo a nostra volta a mons. Avondios e a tutti coloro che lo hanno accudito con amore negli ultimi anni.

Eterna memoria!

 
"Noi siamo credenti in Cristo e amanti della Rus' kievana – Ucraina!", scrivono i fedeli ucraini a Poroshenko

I parrocchiani del villaggio di Kurilovka nella regione di Dnepropetrovsk hanno inviato un appello a varie autorità, incluso il presidente Petro Poroshenko, spiegando le loro ragioni per il supporto al metropolita Onufrij (nella foto) e alla Chiesa canonica.

 
Rue Daru a un mese dalla sua decisione finale

Sono passati circa due mesi da quando il Patriarcato di Costantinopoli ha decretato, senza neppure una consultazione preventiva, lo scioglimento del suo Esarcato delle chiese russe in Europa occidentale. Nonostante l’Arcidiocesi avesse chiesto tempo, per esprimere legalmente il proprio parere su questa nuova situazione, fino alla convocazione della propria assemblea diocesana il prossimo 23 febbraio, il Fanar non ha perso tempo. Con un “Atto di dipendenza canonica“ del 12 gennaio, il Sinodo di Costantinopoli avvisa tutti i chierici del “già Esarcato” che da ora in poi devono commemorare i “pastori locali”, e avvisa detti “pastori” di prendersi cura “immediatamente e senza tardare nell’inserimento canonico ed amministrativo delle Parrocchie di Tradizione Russa nei propri confini”. I “pastori locali” non si sono fatti aspettare, e hanno iniziato a inviare a preti e diaconi lettere di intimazione a cessare di commemorare l’arcivescovo Jean, a unirsi al clero delle metropolie greche locali, e a consegnare tutti i documenti e registri parrocchiali. A Rue Daru, come a Buckhingam Palace ai tempi della regina Vittoria, sono rimasti not amused, e hanno dovuto rispondere con un comunicato del Consiglio arcivescovile in cui si sottolinea l’irregolarità di tali atti, e si ribadisce che la futura assemblea diocesana è l’unico organo competente a ratificare definitivamente tale scioglimento. Per chi vuole provare a leggere tra le righe, la qualificazione dell’arcivescovo Jean come “presidente dell’Unione diocesana che è la persona giuridica del diritto francese che assicura la comunione di tutte le parrocchie e comunità dell’arcivescovado” può essere letta in termini più prosaici come un avvertimento a non pasticciare con la legge secolare.

All’assemblea del 23 febbraio, ovviamente, saranno valutate le offerte di presa in carico di Rue Daru da parte di Mosca, della ROCOR e della Romania. Per sottolineare la sua libertà di scelta, il comunicato ricorda che l’assemblea diocesana, fondata nel 1921, è una struttura antecedente all’accettazione di Rue Daru nel Patriarcato di Costantinopoli, e afferma che l’Arcivescovado si trova oggi de jure nella situazione in cui si trovava prima di tale accettazione.

 
Metropolita Jonah (Paffhausen): una crisi canonica nella Chiesa ortodossa

Dopo avere fatto un vibrante appello (purtroppo inascoltato) a fermare la pazzia dell’autocefalismo ucraino, il metropolita Jonah (Paffhausen) torna a esprimere il suo parere con un saggio che vi presentiamo in traduzione italiana, e che attribuisce la crisi canonica nella Chiesa ortodossa alle profonde deviazioni ecclesiologiche che si sono insinuate nel Patriarcato di Costantinopoli: la scelta della nuova struttura ucraina, per vladyka Jonah, è pari alla sottomissione alla nuova ecclesiologia aberrante del papismo orientale.

 
Consacrazione del nuovo vescovo di Vevey a Ginevra

L'archimandrita Alexandre (al secolo Adrien Echevarria, nella foto) è stato consacrato vescovo di Vevey il 20 gennaio 2019 alla cattedrale della ROCOR a Ginevra. Il nuovo vescovo è un cittadino svizzero di padre messicano (di origini basche: Echevarria in lingua euskara significa “casa nuova”) e di madre francese, sacerdote dal 1997, e dal 2000 uno dei più convinti sostenitori della riunificazione della ROCOR con il Patriarcato di Mosca.

Una caratteristica del nuovo vescovo (oltre al fatto singolare di essere probabilmente il primo vescovo ortodosso di famiglia basca dai tempi del grande scisma) è che non ha avuto istruzione teologica formale, né un lungo periodo di monachesimo: di fatto, è stato tonsurato monaco dall’arcivescovo Mark di Berlino solo lo scorso 25 novembre. Anche se queste scelte non dovrebbero essere generalizzate, il fatto che il Santo Sinodo a Mosca abbia approvato la consacrazione del vescovo Alexandre dovrebbe servire a ridimensionare gli estremisti che dicono che solo con anni di studi teologici e di vita monastica si può formare un vescovo come si deve.

Al nuovo vescovo di Vevey:

Pour de longues années! Auf viele Jahre! Per molti anni!

Unto many years! Многая лета! Por muchos años! Urte askotarako!

 
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