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19/04/2015  Viaggio tra le iconostasi ortodosse in Italia  
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31/08/2012  I nostri iconografi: Ovidiu Boc  
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31/05/2012  La Veglia di Tutta la Notte  
28/05/2012  La preparazione al Matrimonio nella Chiesa ortodossa  
08/05/2012  La Divina Liturgia con note di servizio  
29/04/2012  La preparazione al Battesimo nella Chiesa ortodossa  
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Sezione 1

Siti ufficiali delle Chiese Ortodosse nel mondo

 
I monasteri rupestri della Crimea

Ieri vi abbiamo presentato una denuncia piuttosto preoccupante sulle condizioni presenti del Monte Athos. Siamo consapevoli che molti ortodossi, nel nostro paese, non hanno altri punti di riferimento monastico se non il Monte Athos, e ci dispiace che il loro mondo sia così scosso dalle notizie presenti. Ci preme tuttavia ricordare che il Monte Athos è solo uno dei luoghi monastici dell’Ortodossia (per quanto importante), e che molti altri aspettano solo di essere scoperti. Oggi ve ne presentiamo uno dei meno conosciuti, sotto forma di galleria fotografica.

 
Documento di quattro metropoliti della Chiesa di Cipro

Di fronte al voltafaccia dell’arcivescovo Chrysostomos di Cipro (ancor più ignobile in quanto il primate cipriota si era proposto come voce della neutralità nella crisi ucraina e come mediatore nel rispetto della sinodalità), non si è fatta attendere la reazione di quei vescovi di Cipro che ancora rispettano l’Ortodossia al di sopra delle convenienze personali. Leggiamo in traduzione italiana l’appello di quattro membri del Santo Sinodo di Cipro di fronte agli abusi del loro primate.

 
Hristos.it ci chiede un aiuto

Il portale www.hristos.it è di fronte al rinnovo del proprio dominio Internet. Vi invitiamo a visitarlo, ad apprezzarne i contenuti, alcuni davvero originali (è l’unica fonte in italiano a proporre sondaggi su temi di fede e pratica ortodossa), che aiutano ad ampliare il panorama dell’Ortodossia in lingua italiana. Come tante iniziative messe in piedi da poche persone di buona volontà, si affida all’aiuto dei propri lettori per sopravvivere: se leggete e apprezzate i suoi contenuti, potrete considerare anche di offrire un contributo (il sito ha una sua area per le donazioni) per mantenere il portale in vita.

 
Come parlare di Dio ai bambini: 5 errori che fanno i genitori

Vi presentiamo in traduzione italiana alcuni suggerimenti dell'arciprete Andrej Bliznjuk, insegnante della scuola di san Pietro a Mosca, sugli sbagli da evitare di fronte alle domande strane o imbarazzanti che i bambini possono fare ai genitori sui temi della fede.

 
La visita del capo del Fanar a Roma: cosa può aspettarsi l’umanità?

Gli incontri tra un papa di Roma che sembra prendere sempre di più le distanze dal Cattolicesimo romano e un patriarca di Costantinopoli che sembra prendere sempre di più le distanze dall’Ortodossia possono essere un preludio all’azzeramento delle rispettive divergenze ecclesiali... ma siamo sicuri che questa strada ci porti nella direzione giusta? Leggiamo nella traduzione italiana dell’analisi di Konstantin Shemljuk le ragioni per sentirci piuttosto inquieti per questi sviluppi.

 
Un ricordo sui social media della lettera del metropolita di Kiev al Fanar nel 2008

Di fronte ai ripetuti tentativi di fare del defunto metropolita Vladimir (Sabodan, nella foto) di Kiev un campione dell’autocefalismo ucraino, l’arcivescovo Iona (Cherepanov) di Obukhov ci ripresenta le parole del 2008 di sua Beatitudine, che avvertiva il patriarca Bartolomeo nei pericoli e delle deviazioni di una sua ingerenza in Ucraina.

 
Risposte alle argomentazioni degli abortisti

La Chiesa ortodossa non sente il bisogno di produrre continui documenti ufficiali sulle cose più ovvie, e una di queste cose ovvie (ai primi cristiani come agli ortodossi di oggi) è che l’aborto è pari all’omicidio. Tuttavia, è necessario avere risposte adeguate alle molte insidiose argomentazioni dei sostenitori dell’aborto. Eccovi in traduzione italiana una lista di queste risposte, originariamente pensate per la scena americana (in cui questo dibattito è più acceso che mai), ma in massima parte adattabili anche alla situazione italiana. Leggiamole, impariamo a farle nostre e discutiamone, soprattutto con gli adolescenti e i giovani adulti.

 
Eterna memoria: metropolita Amfilohije (Radović)

Al mattino del 30 ottobre 2020, sua Eminenza il metropolita Amfilohije (al secolo Risto Radović, nella foto) del Montenegro e del Litorale si è addormentato nel Signore, dopo avere ricevuto i santi misteri, presso la clinica pneumologia di Podgorica. Aveva 82 anni, e oltre alla carica di metropolita del Montenegro, era stato anche locum tenens patriarcale della Chiesa ortodossa serba durante la malattia e dopo il decesso del patriarca Pavle. La causa della morte è stata una complicazione polmonare collegata al Covid, anche se il metropolita, risultato positivo agli inizi di ottobre, era ormai da diversi giorni libero dal virus.

Vladika Amfilohije era molto legato al nostro paese: aveva studiato presso il Pontificio Istituto Orientale, conosceva bene l’italiano ed era un esempio di come si può vivere serenamente presso il cuore del mondo cattolico romano senza svendere la propria fede ortodossa. Noi lo abbiamo incontrato in diverse occasioni, ma quella che rimarrà più profondamente nella nostra memoria è la visita fatta al monastero di Cetinje nel 2003, quando volle che celebrassimo la Divina Liturgia in italiano nella cappella della sua sede metropolitana, presso le reliquie di san Pietro di Cetinje e sotto la sua attenta supervisione. L’Ortodossia in Italia perde con lui un grande amico e difensore.

Eterna Memoria! Вјечнаја памјат!

 
È un peccato portare a battezzare un bambino all'insaputa del padre?

Nei matrimoni misti con un coniuge ortodosso, in Italia, nella stragrande maggioranza dei casi il coniuge ortodosso è la madre. Quando ci sono dei disaccordi sul battesimo dei figli, spesso la madre cerca la Chiesa non come via di salvezza, ma come alleata nel perseguimento dei propri capricci. Purtroppo, nel fare così, la madre viola uno dei principali comandamenti del matrimonio cristiano: la facoltà del marito di avere l’ultima parola nelle decisioni familiari (il riferimento, che è letto in ogni matrimonio ortodosso, è Efesini 5). Questo non solo non offre al figlio una crescita ideale nella fede, ma spesso allontana il marito dall’essere un potenziale nuovo cristiano ortodosso. Leggete in traduzione italiana la risposta di padre Roman Posypkin e il relativo commento editoriale per una serie di illuminanti considerazioni in proposito.

 
La Chiesa di Cipro in crisi per lo scisma ucraino

Vi presentiamo due approfondimenti del nuovo scenario che si è aperto nella crisi ucraina con il voltafaccia dell’arcivescovo Chrysostomos di Cipro: un’analisi di Konstantin Shemljuk sulle ragioni per il riconoscimento degli scismatici da parte del primate della Chiesa di Cipro, e un resoconto di Jaroslav Nivkin sul percorso evolutivo (o più prosaicamente, sul tradimento) compiuto dall’arcivescovo.

 
La Chiesa ortodossa ostacola il nuovo ordine mondiale

Come tributo al recentemente scomparso metropolita Amfilohije del Montenegro (nella foto), il portale Orthochristian.com ha ripubblicato l’intervista fatta al metropolita dallo ieromonaco Ignatij (Shestakov) del monastero Sretenskij nell’anno 2015, e ancora straordinariamente attuale, anche se alcuni protagonisti del dramma (per esempio, l’anti-patriarca Filaret) sono passati oggi in secondo piano. Vi presentiamo l’intervista in traduzione italiana, in memoria di un vero difensore della fede ortodossa in molti paesi, incluso il nostro.

 
L'arcivescovo Juraj ricorda gli ortodossi italiani

La scorsa domenica, l'arcivescovo Juraj (Giorgio) di Michalovce e Košice della Chiesa ortodossa delle Terre Ceche e della Slovacchia ha celebrato una Divina Liturgia molto significativa per gli ortodossi in Italia.

La celebrazione è avvenuta nella cattedrale ortodossa della città di Košice, in Slovacchia orientale, e si è dovuta tenere a porte chiuse (la Slovacchia è uno dei paesi più restrittivi del culto nei tempi del Covid); parti della Liturgia sono state in greco, in latino e in italiano, e come potete ascoltare nella registrazione disponibile alla pagina https://www.youtube.com/watch?v=O2OpehyhrWI, al minuto 38:29 è incluso un saluto agli ortodossi italiani, per il quale ringraziamo sua Eminenza di tutto cuore.

 
In memoriam: metropolita Maximos (Aghiorgoussis)

Il 2 novembre 2020, all'età di 85 anni, si è addormentato nel Signore sua Eminenza Maximos (Aghiorgoussis, nella foto), metropolita emerito di Pittsburgh negli USA.

Nato il 5 marzo 1935 da una famiglia sacerdotale dell'isola di Chios, aveva studiato teologia a Roma e a Louvain in Belgio e per un certo tempo a metà degli anni '60 era stato il rettore della chiesa greco-ortodossa di sant'Andrea a Roma.

Dal 1979 al 2011 ha retto la diocesi greco-ortodossa di Pittsburgh, dando un particolare impulso alla vita monastica e alle missioni estere. Fu sotto la sua cura che padre Daniel Byantoro avviò la missione ortodossa indonesiana.

Con lui l'Ortodossia greca perde, oltre che uno dei rari vescovi che conoscevano l'italiano, uno degli ancor più rari vescovi capaci di fare missione senza chiudersi nel mondo greco e senza cannibalizzare i fedeli di altre Chiese ortodosse.

Αιώνια η μνήμη! Eterna memoria!

 
L'icona della madre di Dio di Kazan' e l'unità nazionale

Madre Cornelia (Rees), monaca ortodossa americana che vive a Mosca, riesce facilmente a vedere sottili analogie tra il suo paese d’origine e il suo paese d’adozione: riflettendo sulle polarizzazioni che dividono la società americana a un grado allarmante in questi giorni elettorali, nota come il giorno delle elezioni americane coincida in Russia con una festività che richiama in modo molto speciale all’unità nazionale. Vi presentiamo in traduzione italiana le riflessioni di madre Cornelia.

 

 
Domande dalla corrispondenza recente (ottobre 2020)

Eccovi le ultime risposte di padre Andrew Phillips ai suoi corrispondenti sul Covid, sul defunto metropolita Amfilohije, sulla crisi di Cipro, sull’interesse per la Chiesa ortodossa tra i cattolici conservatori, sui crimini verso la Chiesa ortodossa e sulla crescita di un’Ortodossia occidentale.

 
Le azioni del Fanar e la postmodernità: tutto combacia

Quando si inizia ad abdicare alla verità e al buon senso a favore dei propri interessi, il processo di degradazione nichilista che ne consegue non può che portare al caos e all’autodistruzione. Nell’analisi di Kirill Aleksandrov, che vi presentiamo in traduzione italiana, ripercorriamo le tappe della caduta di un faro dell’Ortodossia (un fanale, di nome e di fatto) nelle tenebre della dissoluzione postmoderna della verità.

 
Roma chiama, Costantinopoli risponde. L’inquietante dialogo

Ringraziamo il blog Ricognizioni per aver apprezzato e voluto commentare e ripubblicare la recente analisi di Konstantin Shemljuk, che abbiamo presentato sul nostro sito il 29 ottobre. Ci fa piacere che questo tema sia stato ritenuto importante da una voce non diretta principalmente a un pubblico di cristiani ortodossi, ma molto attenta a scrutare i risvolti inquietanti dell'attualità religiosa.

 
“Voi sostenete dei bestemmiatori rivestiti di paramenti sacerdotali”

Nel mese di dicembre 2019, il metropolita Luka (Kovalenko, nella foto) di Zaporozh’e aveva scritto una severa lettera all’arcivescovo Chrysostomos di Cipro, in cui deprecava la sua politica “cerchiobottista” di fronte alla crisi ucraina. Sempre contenti di potervi offrire i documenti più autentici e profetici dell’Ortodossia contemporanea, a suo tempo vi abbiamo presentato quella lettera sul nostro sito. Ora che l’arcivescovo Chrysostomos si è liberato della politica dei colpi simultanei al cerchio e alla botte, e ha deciso di abbracciare lo scisma senza riserve, non poteva mancare un appunto, in toni egualmente profetici, da parte del metropolita Luka. Sempre al servizio della verità e della vostra comprensione degli eventi, vi presentiamo ora il testo della lettera più recente.

 
Lezioni ortodosse sull’equanimità tra le Chiese

Da due notizie recenti vediamo come si possono mantenere rapporti di equità (se non sempre buone relazioni) tra Chiese ortodosse che si sostengono e che non si sostengono a vicenda:

A) Il Patriarcato di Mosca sa di poter contare sulla lealtà del Patriarcato di Antiochia, e un esempio è la recente visita in Libano del metropolita Varsonofij (Stoljar, nella foto a sinistra) di Vinnitsa, che ha consegnato aiuti (la Chiesa ucraina è perseguitata e maltrattata, ma i disastri del Libano dopo la tragica esplosione del 4 agosto a Beirut sono un’emergenza ancor più importante), e ha raccolto l’indignazione dei vescovi antiocheni per l’interferenza del patriarca Bartolomeo in Ucraina.

B) A differenza dei vescovi antiocheni, il patriarca Theodoros di Alessandria ha fatto un voltafaccia dalla lealtà verso la Chiesa ucraina alla lealtà verso gli scismatici, e questo ha causato altrettanta indignazione tra i suoi chierici, tra i quali oltre un centinaio ha già chiesto di passare sotto Mosca; tuttavia, la richiesta è stata frenata, perché creare una doppia giurisdizione nel territorio canonico di un’altra Chiesa ortodossa (anche per ragioni di giusta indignazione) sarebbe contrario ai canoni, e farebbe scendere Mosca allo stesso livello a cui si è abbassato il Fanar.

 
Una vita nel giorno di un prete ortodosso

Proprio così, avete letto bene: "Una vita nel giorno", e non "Un giorno nella vita", come avreste immaginato. Non si tratta di un errore di copiatura o di traduzione: l'effetto iperbolico è proprio voluto da padre Andrew Phillips, che ci insegna come un normale giorno (feriale) di un prete ortodosso può compendiare un'intera vita, se vissuto con la dovuta intensità. Proviamo a seguire questo giorno in traduzione italiana nella sezione "Pastorale" dei nostri documenti.

 
Solo alcuni primati ma non i Sinodi delle Chiese sostengono il Tomos

L’arcivescovo Leonid (Gorbachev, nella foto) di Vladikavkaz ci offre una spiegazione sul perché i recenti riconoscimenti primaziali degli scismatici ucraini, anche se tristi e dolorosi, non preoccupano più di tanto la Chiesa russa: infatti, sono decisioni personali di singoli primati sottoposti a pressioni, e non decisioni sinodali che impegnano l’intero corpo delle Chiese da questi presiedute: questa è ecclesiologia ortodossa pura e semplice.

 
L'anniversario del riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" in Grecia: illusioni di Chiesa e di unità

Leggiamo in traduzione italiana la spiegazione di Konstantin Shemljuk sui guai che ha portato un anno intero di riconoscimento degli scismatici ucraini da parte del primate della Chiesa di Grecia.

 
Chi è che il patriarca Bartolomeo tollera in Ucraina e che cosa offre in cambio

In un’altra delle magistrali analisi della crisi ucraina da parte di Kirill Aleksandrov, vi presentiamo in traduzione italiana uno dei motivi di confronto a cui siamo tutti prima o poi tenuti a rispondere nella nostra coscienza: come riconoscere gli ortodossi in Ucraina a partire dai loro frutti.

 
Come ripristinare la comunione tra il Fanar e Mosca

Per i molti che sperano e pregano per un risultato positivo della crisi ucraina, ecco cosa insegna lo stesso metropolita Onufrij in una recente intervista. Come bonus per voi lettori, e in ricordo del metropolita Amfilohije del Montenegro, vi presentiamo anche la soluzione proposta da quest’ultimo oltre un anno fa, in un video con trascrizione italiana.

 
Le "ordinazioni" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" come problema per il Fanar

Partendo da una recente ordinazione episcopale al Fanar, vediamo nell’analisi di Konstantin Shemljuk che cosa questo gesto significhi per la presunta autocefalia ucraina e per il valore delle ordinazioni degli scismatici.

 
Un vescovo cipriota pubblica un libro con la posizione ortodossa sulla questione ucraina secondo i sacri canoni

Vi presentiamo la notizia della pubblicazione in greco di un libro in cui il metropolita Nikiforos di Kykkos della Chiesa ortodossa di Cipro spiega le basi canoniche della questione ucraina.

 
Come restituire ai cattolici la fede dei loro antenati

A partire da un recente rapporto di Aleksandr Shchipko, il politologo russo del Dipartimento sinodale per i rapporti con la società e i media (di cui vi abbiamo presentato le posizioni sul patriarca Bartolomeo e sulla subcultura ortodossa liberale), vi presentiamo in traduzione italiana alcune note di Pavel Darovskij, che con rammarico ma al tempo stesso con realismo nota la fine di un’era di dialogo teologico e augura che si passi quanto prima agli appelli alla scelta dell’Ortodossia diretti a quei cattolici romani che non si sentono più a casa nella propria appartenenza ecclesiale.

 
Il papismo di Costantinopoli esce pienamente allo scoperto

In una recente intervista su Romfea, il patriarca Bartolomeo afferma: “Noi ortodossi dobbiamo fare un'autocritica e riconsiderare la nostra ecclesiologia se non vogliamo diventare una federazione di chiese protestanti”. La garanzia di unità e di testimonianza comune sarebbe un “primo” non solo per onore, ma per “responsabilità speciali”.

In pratica, ci ricorda che siamo tutti protestanti se non siamo in comunione con la prima sede: guarda caso, questa linea di ragionamento l'abbiamo già sentita... e (almeno finora) NON da parte ortodossa. Per di più, l’abbiamo sentita usare (usque ad nauseam) CONTRO gli ortodossi, proprio per la loro ecclesiologia “non autocritica né riconsiderata”, che esclude a priori nel proprio episcopato un primus sine paribus.

Quando queste dichiarazioni aberranti provengono da uno o più sicofanti del Trono ecumenico, possiamo anche immaginarci che siano fatte ad arte per mendicare favori, ma quando a esprimerle (per la prima volta nella sua vita in modo così esplicito) è l’occupante stesso del medesimo trono, la nostra coscienza cristiana ci spinge a non tacere più.

Vorremmo far notare a sua Mediocrità (*) il patriarca Bartolomeo che quelli tra noi che sono ortodossi per scelta, lo sono proprio perché hanno fatto propria quell’ecclesiologia che lui vorrebbe “riconsiderare”. Alcuni, con grande sacrificio, sono usciti dalla comunione romana allontanandosi da quello stesso papismo che lui vorrebbe far rientrare dalla finestra; altri hanno scelto l’opzione dell’Ortodossia invece di quella della Vecchia Roma proprio perché non potevano accettare in coscienza l’ecclesiologia del primato romano (ecclesiologia ritenuta eretica, ma di gran lunga più credibile e storicamente coerente di quella che la Nuova Roma di questi anni vorrebbe propinarci). Molti di noi, se si fossero trovati di fronte a questa propaganda di papismo fanariota, non sarebbero entrati in prima istanza nella Chiesa ortodossa, o ne sarebbero scappati indignati. Non ci resta che sperare che ora gli altri patriarchi e primati ortodossi non trovino più scuse per non dire e non fare nulla in proposito a queste aberrazioni della fede.

(*) Prima che qualcuno si azzardi ad accusarci di prendere in giro il patriarca Bartolomeo con questo appellativo, riteniamo importante ricordare che, proprio al contrario, prendiamo ESTREMAMENTE sul serio le parole di un patriarca che si auto-definisce spesso “la nostra Mediocrità” (η ημετέρα Μετριότητα).

 
Biden e l'alleanza liberale-omofila: chi e perché partecipa

Congratularsi con un presidente eletto quando costui non è ancora stato dichiarato il presidente eletto è un tentativo (nemmeno troppo azzardato) di vantare doti di premonizione, oppure un preciso programma di affiliazione politica? La domanda inizia a interessare i cristiani ortodossi soprattutto quando alcuni personaggi (i soliti noti) del mondo ortodosso si affrettano a compiere questi atti di sfacciato clientelismo. Eccovi in traduzione italiana l’analisi di Kirill Aleksandrov sulla partecipazione a un’alleanza fra troni e altari che è piuttosto inquietante per chi ci tiene davvero all’Ortodossia.

 
"La gente è stanca del cristianesimo razionale, privo di mistero gioioso"

La Chiesa ortodossa finlandese ha perso in pochi mesi quasi il due per cento dei suoi fedeli, che se ne sono staccati per una serie di ragioni spiegate in un’intervista dal teologo Hannu Pöyhönen (nella foto). Vi presentiamo quest'intervista in traduzione italiana come monito di quel che può facilmente accadere in molti paesi del mondo occidentale contemporaneo.

 
Eterna memoria al patriarca Irinej

Sua Santità il patriarca di Serbia Irinej (al secolo Miroslav Gavrilović, nella foto) si è addormentato nel Signore al mattino del 20 novembre 2020 all'ospedale militare di Belgrado. Aveva 90 anni, ed era ricoverato da poco più di due settimane per l'aggravamento della sua cardiopatia cronica a causa del Covid. È il primo tra i patriarchi e primati ortodossi a morire per complicazioni dovute al Coronavirus, e la sua perdita è ancor più sentita nella Chiesa ortodossa serba, ancora in lutto per il recente decesso del metropolita Amfilohije.

Eterna Memoria! Вјечнаја памјат!

 
Nessun papa nella Chiesa ortodossa, nessuna minaccia alla fede cristiana tradizionale

Vi presentiamo in traduzione italiana un articolo di un autore anonimo pubblicato su un blog ortodosso di lingua inglese, con serie riflessioni per i cattolici che stanno seriamente considerando l’opzione ortodossa, e si trovano disorientati da espressioni di papismo “ortodosso” che, evidentemente, li possono inquietare. Leggete con attenzione l’articolo e giudicate da voi stessi se l’autore ha fatto un buon lavoro per tranquillizzare questi ricercatori nelle loro apprensioni.

 
Come la Chiesa ortodossa russa ha preso diocesi dalla Chiesa di Georgia: una risposta all'arcivescovo Chrysostomos

Per coprire le contraddizioni del suo voltafaccia nella crisi ucraina, l’arcivescovo Chrysostomos di Cipro ha utilizzato il ben noto, per quanto ritrito, espediente di scaricare sulla controparte (in  questo caso, la Chiesa russa) tutte le accuse che potrebbero essere mosse alla propria parte (in questo caso, il Fanar). Conosciamo bene questa tattica (sono anni che leggiamo accuse alla Chiesa serba di avere “invaso il Kossovo e il Montenegro”...), e possiamo capire che la stampa internazionale, in omaggio al principio di buon senso che la gallina che canta per prima è generalmente quella che ha fatto l’uovo, si sia semplicemente rifiutata di commentare le dichiarazioni sconclusionate del primate cipriota. Ringraziamo tuttavia l’Unione dei giornalisti ortodossi per averci offerto un saggio di Pavel Darovskij che cerca di rimettere ordine sulle accuse di interferenze della Chiesa russa nella Chiesa georgiana e ci offre chiarezza in un paio di scenari poco noti, sia per rispetto della verità storica, sia per chiarire da dove viene il vero pericolo per l’unità della Chiesa georgiana.

 
Un tributo a sua Santità il patriarca Irinej

 
È sua Beatitudine Onufrij che tollera il patriarca Bartolomeo

Vi presentiamo una video-intervista all’accademico ucraino Pjotr Tolochko (nella foto), che fa a pezzi le pretese storiche di Costantinopoli a gestire l’Ucraina come proprio territorio.

 
Attacchi dell'alleanza tra Dipartimento di Stato e Fanar: in Georgia e a Gerusalemme resisteranno?

Eccovi il resoconto dell’offensiva che tutti dovevamo aspettarci, nella traduzione italiana del saggio di Konstantin Shemljuk, che ci elenca i retroscena della recente visita del segretario di Stato americano Mike Pompeo ad autorità accuratamente selezionate nel mondo ortodosso.

 
Io sono il primo senza eguali: il patriarca Bartolomeo ha deciso di cambiare ecclesiologia

Ci sembrava di aver parlato con molta, forse con troppa schiettezza quando alcuni giorni fa abbiamo apertamente denunciato il papismo che affiora apertamente nell’ecclesiologia del patriarca Bartolomeo. Ora siamo contenti di non essere i soli su queste posizioni di denuncia (su cui non abbiamo alcuna pretesa di originalità o di esclusiva), e lasciamo volentieri all’analisi di Kirill Aleksandrov il compito di spiegare in modo più attento e approfondito il tema che abbiamo introdotto.

 
Come la Chiesa ortodossa russa ha portato via metà della Chiesa polacca: la seconda risposta all’arcivescovo Chrysostomos

Eccovi la seconda puntata dell’analisi di Pavel Darovskij, che dopo averci fatto un’accurata e provvidenziale lezione su ciò che avviene davvero in Ossezia del Sud e in Abkhazia, smonta con diligenza un altro degli strafalcioni del primate cipriota sulle presunte malefatte della Chiesa russa in Polonia.

A quelli che si sentono un po’ stanchi di queste incessanti risposte, e magari vorrebbero dirci “E va bene, l’abbiamo capito che i membri della mafia fanariota sono dei contaballe, ma che bisogno avete di scagliarvi continuamente contro le loro affermazioni?”, possiamo soltanto ricordare questo passo da Le lettere di Berlicche (n. 23), in cui il diavolo ricorda al suo sottoposto:

“Non si deve permettere agli esseri umani di accorgersi che tutti i grandi moralisti sono inviati dal Nemico non a informare gli uomini ma a ricordare loro, a riaffermare le banalità morali primordiali contro il continuo occultamento che ne facciamo noi. Noi facciamo i sofisti: egli fa sorgere un Socrate a rispondere loro”.

 
Un blog ortodosso di considerazioni sui cattolici tradizionali

TradCatholic Watch ("La sentinella sul Cattolicesimo tradizionale") è un nuovo blog di un nostro corrispondente di madrelingua inglese che, dopo diversi anni di frequentazione del mondo del tradizionalismo cattolico, ha ritenuto opportuno offrire un punto di vista ortodosso in questo campo che interessa sempre più cattolici in crisi.

Il primo articolo del blog è la disamina di una figura che ha parlato (spesso a sproposito) dell'Ortodossia: Ann Barnhardt (nella foto), che dopo avere attaccato con forza per anni i sedevacantisti (ovvero quei cattolici convinti che la sede romana sia attualmente vacante) si è spostata su posizioni non molto dissimili, che oggi sono definite "benevacantiste" (ovvero la convinzione che Benedetto XVI sia ancora papa e le sue dimissioni siano invalide).

Ovviamente, non sono tanto le idee di Ann Barnhardt sul papato romano a interessarci, quanto la scarsa serietà delle sue informazioni di base sulla Chiesa ortodossa. Anche chi non conosce l’inglese potrà seguire il nuovo blog attraverso le traduzioni automatiche, e avere un quadro più chiaro di cosa stia succedendo a molti cattolici privi di un punto di riferimento.

 
Un uomo si riconosce dalla sua compagnia, o perché ci separiamo dal patriarca Bartolomeo

Vi presentiamo in traduzione italiana le riflessioni di uno dei vescovi canonici ucraini, l'arcivescovo Bogolep di Aleksandrija e Svetlovodsk, che si interroga sulla logica di un patriarca che considera lui e i suoi confratelli delle nullità, e al tempo stesso collabora a imporre le volontà di politici anti-cristiani che stanno perseguitando la Chiesa.

 
Vescovo cipriota annuncia l’inizio del rovesciamento del regime sinodale della Chiesa

Il metropolita Isaias di Tamassos (nella foto) ribadisce la sua posizione senza compromessi nel non riconoscere gli scismatici ucraini, un tema che tocca la struttura stessa della fede ortodossa, e spiega come questi tempi possano essere risolti solo con la ricerca di una piena e profonda sinodalità, che ora si sta iniziando a perdere, a scapito di una ricerca di soluzioni affrettate di convenienza.

 
Un’iconostasi professionale per una chiesa di missione

Nell’estate 2016 vi abbiamo presentato un modello di iconostasi per una chiesa di missione realizzato da Andrew Gould in America. Oggi vi presentiamo con una piena galleria fotografica di dettagli un modello avanzato della stessa tipologia di iconostasi, adatto a chiese di uso temporaneo e progettato in modo da essere realizzato in massa per le chiese agli inizi.

 
Una copia dannosa dell'Ortodossia viene creata davanti ai nostri occhi

Il metropolita Antonij (Pakanich, nella foto) di Borispol e Brovary, cancelliere della Chiesa ortodosa ucraina, lamenta la creazione di un altro simulacro dell’Ortodossia, come lo è stato l’uniatismo. Seguiamo in traduzione italiana le sue parole, e sottolineiamo che il metropolita Antonij ha già ricordato come questa crisi nell’Ortodossia non abbia a che fare con conflitti tra greci e slavi (dopo tutto, gli scismatici ucraini sono tanto slavi quanto gli ortodossi canonici), ma tra chi è a favore di Cristo e chi è contrario.

 
Come la crisi ucraina complica la vita alla Chiesa di Cipro

Eccovi due saggi di Konstantin Shemljuk sulle conseguenze della recente caduta della Chiesa di Cipro nel problema dello scisma ucraino: nel primo saggio vediamo le ragioni di chi obietta al riconoscimento degli scismatici da parte dell'arcivescovo Chrysostomos; nel secondo osserviamo le minacce di ritorsioni verso i vescovi obiettori, e tutte le contraddizioni interne di tali minacce alla luce della prassi canonica ortodossa.

 
Le parole di due primati

Il patriarca Kirill e il metropolita Onufrij non parlano molto spesso, ma quando lo fanno le loro parole hanno un certo peso. Oggi vi presentiamo una selezione delle ultime prediche del patriarca e una recente intervista al metropolita di Kiev per valutare il loro insegnamento.

 
Il monachesimo ortodosso in Italia

Dal mese di dicembre inizia una nostra collaborazione con il portale Hristos.it attraverso la nuova rubrica Riflessioni di uno ieromonaco.

Il primo testo che offriamo ai lettori di entrambi i nostri sforzi editoriali riguarda il monachesimo ortodosso in Italia, un tema che occupa una parte non indifferente dei nostri progetti per il futuro.

 
Il suono del colore

Vi presentiamo una vasta galleria di immagini con le più significative opere di Anatolij Alëshin, docente di iconografia all'Accademia teologica di Mosca.

 
Ritorno senza pentimento: è possibile l'unità con eretici e apostati?

In questi giorni la nostra Chiesa piange la perdita di uno dei suoi più amati vescovi, Iov (Tyvonjuk), proveniente da Pochaev in Ucraina ma per decenni metropolita a Cheljabinsk in Russia: di lui manteniamo uno straordinario ricordo per la sua semplicità e umiltà. Nei giorni in cui lo incontrammo alla Lavra di Pochaev (dove era stato tonsurato e dove ritornava ogni anno per le festività) era inseparabile dai suoi confratelli più giovani nell’episcopato, Onufrij (oggi primate della Chiesa ortodossa ucraina) e Fjodor (Gajun), oggi metropolita di Kamenets-Podolskij e Gorodok. Proprio il metropolita Fjodor ha preparato sul suo sito diocesano un articolo che vi presentiamo in traduzione italiana, e che riassume molto bene la ragione dello scisma ucraino e dell’impossibilità di riassorbirlo attraverso un “colpo di mano” del Fanar: chi ha lasciato la comunione con la Chiesa è il benvenuto a rientrarvi, ma solo a condizione di pentirsi  del gesto compiuto, una cosa che finora non si è vista.

 
La Chiesa ortodossa ucraina si aspetta persecuzioni alla visita del patriarca Bartolomeo quando il primo ministro rivela che l'Ucraina finanzia gli scismatici

Ora più che mai gli ortodossi in Ucraina e in tutto il resto del mondo devono alzare il livello di guardia, perché la prevista visita (di stato) del patriarca Bartolomeo a Kiev sarà senz’altro usata per giustificare altri abusi e violazioni di diritti. Leggiamo i particolari in traduzione italiana per renderci conto di come questo appello all’attenzione non venga solo da alcuni giornalisti in cerca di notizie forti, ma dalla stessa leadership della Chiesa ortodossa ucraina.

 
Euromajdan: è davvero la "vittoria del bene sul male" per i cristiani?

Dopo i proverbiali sette anni di disgrazie, riflettiamo su chi ancora sta sostenendo l’Euromajdan in Ucraina come un trionfo della luce sulle tenebre. In un saggio di Kirill Aleksandrov in traduzione italiana, vediamo come la principale voce che aiuta a non farsi incantare dalle sirene nazionaliste è ancora quella della Chiesa ortodossa ucraina.

 
Una conversazione con l'iconografo Anatolij Aleshin

Noi non siamo mai stati troppo convinti dell’assolutizzazione del principio che “le icone non devono essere firmate”. Se da una parte questo principio aiuta a creare uniformità in un contesto di fraternità di monaci (dove le lodi a un singolo monaco o novizio iconografo possono fare più male che bene alla fraternità), dall’altra parte è di grande interesse seguire il percorso formativo dei singoli iconografi (che comunque, in un’era di informazioni diffuse come la nostra, difficilmente riuscirebbero a restare anonimi). Siamo contenti di offrirvi in traduzione italiana un resoconto del cammino formativo di Anatolij Alëshin (nella foto), l’iconografo di vi cui abbiamo presentato pochi giorni fa la galleria delle opere.

 

 
Senza gli ortodossi ma con i cattolici: quale unità cerca il Fanar?

Leggiamo in traduzione italiana un’analisi di Konstantin Shemljuk sulla recente festa di sant’Andrea al Fanar, in cui l’assenza delle altre Chiese ortodosse, accostata alla notevole presenza cattolica romana, fa presagire un futuro nel quale un Patriarcato di Costantinopoli ormai del tutto isolato promuoverà iniziative di riunione sempre meno sentite e apprezzate dagli ortodossi.

 
È possibile un glossario ortodosso in italiano?

Sul portale Hristos.it, vi abbiamo preparato la seconda delle nostre Riflessioni di uno ieromonaco, dedicata alla ricerca di un glossario che spieghi in modo comprensivo la terminologia ortodossa al pubblico italiano.

 
Firmato un accordo sulle comunità provenienti dall’ex esarcato di Rue Daru

Il 4 dicembre 2020, a Parigi, il metropolita Jean (Renneteau) di Dubna e il metropolita Emmanuel (Adamakis) di Gallia hanno firmato un comunicato congiunto sulla pacifica convivenza e sull’assenza reciproca di rivendicazioni tra le comunità dell’ex esarcato di Rue Daru che hanno seguito la loro arcidiocesi sotto la Chiesa ortodossa russa, e quelle che hanno preferito transitare come vicariato di tradizione russa sotto il metropolita Emmanuel nel Patriarcato di Costantinopoli. Salutiamo con favore questo nuovo sviluppo, che mette termine a diversi spiacevoli contenziosi legali degli ultimi anni, e chiude definitivamente una funesta politica del “piede in due scarpe”.

 
Un attentato alla memoria comune di serbi e macedoni

Uno degli aspetti meno felici dei nuovi autocefalismi è costituito dai continui sforzi di riscrivere la storia e di cancellare ogni traccia di radici comuni che il popolo appena indipendente ha con la sua Chiesa madre. Lo abbiamo visto in tutte le sfumature dell’ucrainismo contemporaneo, e lo vediamo oggi in un episodio piuttosto patetico: in un monastero macedone, gli affreschi (nella foto) dei più noti santi della Chiesa serba sono stati “ritoccati” con i nomi di santi greci o russi. Il gesto, oltre che sciatto, è ancor più triste per il fatto che gli ortodossi serbi non sono mai stati contrari alle istanze autonomistiche dei macedoni (a cominciare dal loro stesso nome) o al loro diritto a esprimere la propria identità linguistica, storica o culturale.

 
Intervista al metropolita Ilarion sulle pretese papiste di Costantinopoli

Il metropolita Ilarion (Alfeev, nella foto) di Volokolamsk ha rilasciato un’intervista a RIA-Novosti, che vi presentiamo in russo e in italiano. Le sue considerazioni ci sono note, ma hanno una particolare autorevolezza dovuta al suo ruolo di membro del Sinodo e portavoce della Chiesa ortodossa russa nei dialoghi tra cristiani.

 
Qual era l’albero del giardino dell’Eden, e perché Gesù lo maledice?

Per due volte, durante i momenti culminanti della caduta e della redenzione, un albero di fico assume un ruolo prominente (per la verità, il racconto della caduta ne nomina solo le foglie, ma è logico dedurre – come fece la più antica esegesi – che le foglie provenissero dallo stesso albero del frutto proibito). Vi presentiamo un breve saggio che analizza questi due episodi, e offre un’interpretazione cristiana ortodossa di un gesto di Gesù che pochi sanno spiegare.

 
La terza unione di Costantinopoli con Roma: si chiarificano i contorni

Nell’osservare la politica del riavvicinamento tra Roma e Costantinopoli, tutto fa presagire un’unione di tipo prettamente politico. Ma la storia ha già conosciuto due episodi simili, che cerchiamo di analizzare e di paragonare al caso presente attraverso il saggio di Kirill Aleksandrov che vi proponiamo nella sezione “Confronti” dei documenti.

 
"I migliori anni della mia vita sono stati quelli in cui ho servito come ieromonaco"

Il metropolita Onufrij ha fatto una dichiarazione in occasione del suo trentesimo anniversario di servizio episcopale: gli anni più ricchi e pieni della sua vita sono stati quelli in cui ha iniziato a servire come prete. Abbiamo sentito noi stessi vladyka Onufrij ricordare episodi della sua vita monastica, e possiamo confermare che questa dichiarazione corrisponde accuratamente a quel che ci aveva raccontato due decenni or sono.

 
Pace in terra a quali uomini?

Ci sono pervenute di recente alcune domande riguardo alla traduzione dell’annuncio natalizio di Luca 2:14, che i cattolici hanno recentemente visto cambiare nelle loro funzioni liturgiche, dagli “uomini di buona volontà” agli “uomini che egli ama”. Cosa hanno da dire gli ortodossi a proposito? Scopriamolo nella nostra risposta a queste domande.

 
Il metropolita Luka commenta le parole dell’igumeno di Vatopedi sul conflitto tra Fanar e Chiesa ortodossa russa

Di fronte alle affermazioni dell’igumeno di Vatopedi, l’archimandrita Ephraim (Kutsu), che il Monte Athos non può far niente nel conflitto tra la Chiesa russa e il Fanar, il metropolita Luka di Zaporozh’e ricorda che qui non ci troviamo in una questione di dispute territoriali, ma di un eclatante disprezzo dei canoni ecclesiali, accompagnato da reali persecuzioni. La risposta del metropolita Luka, come sempre di una disarmante franchezza, ricorda le scelte che l’igumeno Ephraim poteva fare, e non ha fatto.

 
Il capo del Fanar si era vantato di 25 vescovi pronti a passare sotto di lui

Alla fine di agosto del 2018, ha avuto luogo al Fanar l’estremo tentativo di riconciliazione bilaterale tra i patriarcati di Mosca e di Costantinopoli prima che la disgraziata iniziativa dell’autocefalia ucraina gettasse, ancora una volta nella storia, il mondo ortodosso nel caos. I contenuti di quella riunione (che, a meno di un improbabile dietro-front fanariota, sarà pure ricordata come l’ultimo incontro tra i patriarchi Kirill e Bartolomeo) non sono stati divulgati, ma in una recente intervista il metropolita Ilarion di Volokolamsk ne ha rivelato un dettaglio significativo: il patriarca Bartolomeo era convinto che 25 vescovi (un quarto dell’episcopato ucraino) sarebbero passati sotto la nuova struttura ecclesiale che intendeva fondare. Il patriarca Kirill azzardò che si sarebbe trattato di uno o due vescovi. I fatti hanno confermato chi dei due avesse ragione, e nelle parole del metropolita Ilarion, presente all’incontro, “il patriarca Bartolomeo è stato male informato, in primo luogo, dagli scismatici ucraini, in secondo luogo, dalle autorità ucraine di allora e, in terzo luogo, dai suoi consiglieri incompetenti”.

 
Pubblicati online documenti unici sulle chiese e cappelle demolite di Mosca

Un’altra testimonianza della Chiesa russa pre-rivoluzionaria è ora disponibile in rete, grazie a un progetto educativo che pubblica i dati di 20 chiese e cappelle distrutte a Mosca dai bolscevichi, e di cui vi riportiamo la notizia.

 
Un'iconostasi retrattile

Aidan Hart ci spiega alcuni accorgimenti per creare un’iconostasi pieghevole, che può essere montata e smontata con il minimo sforzo: questo artificio è molto utile per tutti quegli ortodossi che devono condividere i locali di una chiesa priva di iconostasi, e sono tenuti a rimuovere i propri arredi alla fine delle loro funzioni.

 
Un appello all'unità dalla Chiesa ortodossa polacca sofferente

Vi presentiamo in traduzione italiana il testo del recente appello della Chiesa ortodossa polacca all’unità inter-ortodossa, con una dovuta prefazione che ricorda come tale Chiesa sia sempre stata in prima linea a difendere la Chiesa ucraina canonica. Solo con questa premessa si può capire un appello all’unità: infatti, molti appelli al dialogo provenienti da fonti che non si sforzano di capire la crisi ucraina suonano come appelli alla pacificazione tra il ladro e il derubato, senza l’indispensabile condizione che il ladro restituisca la refurtiva.

 
Il sentiero di Сhrysostomos: sulla tragedia del primate che ha diviso la sua Chiesa

In una nuova analisi di Konstantin Shemljuk, leggiamo in traduzione italiana come si avveri il detto che chi va con lo zoppo impara a zoppicare. Dopo il suo voltafaccia sulla questione ucraina, l’arcivescovo Chrysostomos di Cipro ha cominciato a evitare le sensate critiche teologiche del suo operato, e si è chiuso in un circolo vizioso di auto-giustificazione che ricorda molto da vicino quello dell’anti-patriarca Filaret a Kiev.

 
La missione russa a Taiwan sviluppa una lingua cinese ecclesiastica

L’idea di una lingua ecclesiastica separata da quella di uso corrente non suona strana alla maggior parte degli ortodossi, e in Cina si sta vivendo uno sviluppo simile: leggiamo in traduzione italiana (per ora in italiano di uso corrente, non in italiano ecclesiastico) come questo fenomeno sia possibile.

 
Il Tomos dello scisma: l'anniversario del "concilio d'unificazione" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

A due anni dall’infausto pseudo-concilio che ha portato a divisioni a non finire nel mondo ortodosso, la “Chiesa ortodossa dell’Ucraina” sta iniziando a implodere, ma il suo “primate” ha fatto una dichiarazione sorprendentemente veritiera: “il futuro dell'intera Ortodossia dipende dalla nostra Chiesa – se ci sarà o meno la pace nella Chiesa ortodossa”. Consapevoli che la crisi ucraina è stato proprio questo – la creazione di una pseudo-chiesa talmente fasulla che il suo mero riconoscimento provoca davvero la fine della pace e del futuro dell’Ortodossia – leggiamo in traduzione italiana l’accurata analisi di Konstantin Shemljuk su cosa è successo in questi due anni.

 
Domande sulla "canonicità" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da un suo "vescovo": il punto di vista di Mikhail Zinkevich

Spesso, per capire le contraddizioni degli esponenti della pseudo-Ortodossia, è sufficiente farli parlare. Una recente intervista del “metropolita” degli scismatici in Volinia, Mikhail Zinkevich, offre materiale più che sufficiente per un’attenta analisi di Kirill Aleksandrov, che vi presentiamo in traduzione italiana.

 
"Vi aspetto a Samtavro". Prima della versione inglese

Nel resoconto del pellegrinaggio dell’icona dei santi Serafino e Gabriele, di cui vi abbiamo parlato nel maggio del 2019, vi abbiamo accennato al film biografico sull’anziano Gabriele (Urgebadze) della Georgia. Il film è stato ora completato in inglese, e noi possiamo presentarvelo con un’introduzione in italiano in un video integrale, grazie al diritto di trasmissione via internet concesso al portale Orthochristian.com. Ci associamo alla gioia degli autori del film, e segnaliamo la loro richiesta di aiuti per continuare l’opera di diffusione del film in altre lingue (magari – perché no? – anche in italiano), e per far conoscere al mondo il più straordinario padre spirituale ortodosso georgiano dei nostri tempi.

 
Intervista di Kathimerini al metropolita Ilarion (Alfeev)

Eccovi in traduzione italiana un testo più esteso delle recenti dichiarazioni del metropolita Ilarion di Volokolamsk, di cui vi abbiamo illustrato alcuni dettagli la scorsa settimana. Le parole di vladyka Ilarion sono un riassunto di tutte le affermazioni più autorevoli della Chiesa ortodossa russa sul tema della crisi ucraina di questi ultimi due anni.

 
Un creatore di una realtà alternativa: 5 fatti sulle bugie di Dumenko al "Concilio" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

Alla recente riunione del suo “episcopato”, il capo degli scismatici ucraini di Costantinopoli ha elencato una serie di sfacciate bugie, che sono state oggetto di un’analisi di Konstantin Shemljuk che vi riportiamo in traduzione italiana. Più che nascondere la vera natura dello scisma ucraino, queste affermazioni rivelano la vocazione di un creatore di una “nuova verità”, un affabulatore che non si preoccupa più neppure di vedere le sue tesi sbugiardate dalla logica e dal buon senso, perché sta creando una realtà alternativa modellata sul proprio capriccio (non sarebbe fuori luogo rileggere a questo proposito la recente analisi del nuovo corso del Fanar alla luce del postmodernismo, che vi abbiamo presentato il mese scorso).

 
I canoni dei Concili ecumenici limitano il potere del capo del Fanar

Vi offriamo in traduzione italiana le riflessioni del vescovo Sil'vestr (Stojchev, nella foto) di Belogorod, rettore dell'Accademia teologica e del Seminario di Kiev, che ci aiuta a comprendere come le fonti canoniche usate dal Fanar per giustificare il suo primato sono in realtà misure di contenimento di tali pretese.

 
Verso la missione mondiale della Chiesa di Dio

In un breve saggio, padre Andrew Phillips ci ricorda  come gli attuali conflitti nel mondo ortodosso abbiano in realtà liberato un immenso sforzo missionario, in cui i rappresentanti dell’Ortodossia in Occidente (sì, anche noi...) possono avere un grande compito nel fornire alla stessa gerarchia della Chiesa la focalizzazione giusta per parlare ai cuori di chi ha bisogno della profondità e dell’autenticità della fede ortodossa.

 
Il patriarca tratta due temi pastorali

Vi presentiamo due articoli che trattano interventi del patriarca Kirill su tempi pastorali di una certa importanza. Il primo è relativo alla presenza dei preti sui social network, cosa che sua Santità incoraggia come terreno di missione e sostegno, ma su cui invita a una grande cautela (scopriamo il perché...). I secondo è relativo a piccole riforme dello slavonico ecclesiastico che sostituiscano termini non più usati nel linguaggio corrente (incidentalmente, è un percorso che lo slavonico ecclesiastico ha già fatto più volte nella storia della Chiesa), pur senza rinunciare alla lingua liturgica specifica di tutti i popoli slavi.

 
Perché la Chiesa ortodossa ucraina insegna ad amare, mentre la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" insegna a picchiare

Il titolo non è un’esagerazione: ora i sequestri di chiese non sono nemmeno più giustificati da “vescovi” scismatici che ne spazzano gli aspetti vergognosi sotto il tappeto, ma ufficialmente incoraggiati e definiti “atti sacri”: leggete, per togliervi ogni dubbio, l’articolo di Kirill Aleksandrov che spiega le nuove frontiere ideologiche dei briganti di Costantinopoli in Ucraina.

 
Ci sono enormi prospettive per la missione in Papua Nuova Guinea

Vi presentiamo in traduzione italiana l’intervista di Sergej Vinogradov a padre Kirill Shkarbul, che testimonia un inatteso interesse per l’Ortodossia in una paese che finora non ha avuto presenze di chiese ortodosse, e approfondisce la nostra conoscenza della missione ortodossa di Taiwan, dalla quale si occupa di testimoniare il Vangelo in altri paesi.

 
Presentazione della parrocchia in piemontese

Finalmente estendiamo le nostre radici anche nelle tradizioni linguistiche regionali con la presentazione della parrocchia in piemontese.

L’autore della pagina è il professor Mauro Tosco, linguista dell’Università di Torino e cultore del piemontese. Ringraziamo Mauro per il suo "travaj bin fait", e per averci ricordato che un messaggio non può essere universale se non ha il dovuto rispetto per la cultura locale.

 
Uno ieromonaco e una parrocchia nelle Filippine passano da Costantinopoli a Mosca

Mentre il più anziano sacerdote e unico ieromonaco del Patriarcato di Costantinopoli nelle Filippine, padre Philemon (Castro, nella foto), assieme alla parrocchia da lui fondata, si unisce alla già ragguardevole schiera di chierici che hanno lasciato la Chiesa di Costantinopoli per quella russa in protesta per la pirateria fanariota in Ucraina, il suo ex-vescovo archivia il suo caso dichiarando il prete e la parrocchia “non canonici”. Leggiamo il resoconto di questa notizia in traduzione italiana, e riflettiamo pure sul pericolo dell’introduzione di questo nuovo termine della neo-lingua del Fanar: da domani, l’appellativo “non canonico”, generalmente usato per le anti-chiese che rifiutano per qualsiasi motivo la comunione con la Chiesa ortodossa, potrà essere rivolto anche a noi! La nostra colpa sarà di pretendere di essere ortodossi non costantinopolitani entro le acque territoriali fanariote, che a parere di chi le rivendica, dovrebbero coprire il 110% della superficie del nostro pianeta.

 
10 pietre miliari della Chiesa del 2020: i risultati dell'anno trascorso

L’Unione dei giornalisti ortodossi, attraverso un riassunto in 10 punti di Kirill Aleksandrov, ci riporta ai principali eventi del 2020 vissuti dalla Chiesa ortodossa ucraina nel suo sforzo di testimoniare la fede ortodossa.

 
La Verità o il Fanar: cos'è più caro ai monaci contemporanei del Santo Monte Athos

Vi presentiamo in traduzione italiana l’analisi di Konstantin Shemljuk sul rischio che corrono gli ortodossi che vogliono rifarsi sempre e comunque al Monte Athos come bussola per l’orientamento della loro fede. Voci monastiche che non sanno esprimersi in difesa della verità di fronte allo stupro dell’ecclesiologia ortodossa potranno difficilmente essere punti di riferimento di vita spirituale.

Vogliamo ricordare ai nostri lettori che, almeno nel caso di questo testo, la versione italiana (a cura della nostra parrocchia) è stata preparata prima dell’uscita della traduzione inglese presente sul sito dell’Unione dei giornalisti ortodossi. Questo dovrebbe aprire gli occhi a chi sospetta che gruppi come l’Unione dei giornalisti ortodossi (che non riesce neppure a permettersi un traduttore inglese a tempo pieno) operino con fondi governativi russi o supporti di simile calibro.

 
Sacerdote greco di Costantinopoli si unisce alla Chiesa russa a causa della crisi ucraina (+ VIDEO)

Salutiamo il nuovo anno con la traduzione italiana (corredata da un video in inglese) della notizia del passaggio di padre Ioannis Fortomas (nella foto), un sacerdote della Chiesa di Grecia in diaspora (e quindi “in  prestito” al Patriarcato di Costantinopoli), che ha avuto dal suo vescovo in Grecia una benedizione a un cambio di giurisdizione ed è stato accolto sotto la diocesi canadese della ROCOR. Questi casi rari si stanno moltiplicando, e tutto fa presagire che stiamo vedendo solo la punta di un iceberg. Per ora, vi invitiamo a leggere la storia di padre Ioannis, ad ascoltare (per quelli che sanno l’inglese) le argomentazioni con cui spiega apertamente perché non riusciva più a sostenere il patriarca Bartolomeo nella sua coscienza ecclesiale, a pregare per lui e a sostenerlo in ogni modo possibile: è infatti già sotto attacco dei partigiani del Fanar, che non avendo ragioni teologiche o canoniche per confutarlo, stanno iniziando a diffamarlo come vittima di una non meglio specificata “propaganda russa”.

 
Oggi molti sono portati alla Chiesa attraverso le icone

L'archimandrita Luka (Golovkov, nella foto) è il fratello maggiore del nostro ex vescovo, il metropolita Mark di Rjazan', nonché preside della Scuola di iconografia alla Lavra della Trinità e di san Sergio (uno degli insegnanti della scuola, Anatolij Aleshin, è stato l’oggetto di un nostro recente articolo). Ora vi presentiamo in traduzione italiana l'intervista di Olga Lunkova all'archimandrita Luka, che ci offre la testimonianza di un insegnamento profondo e permeato di vita spirituale.

 
"Quando si vede la tenacia degli irlandesi, si capisce da dove Tolkien ha preso i suoi hobbit"

Vi presentiamo in italiano la recente intervista di Vladimir Basenkov a padre Ioann Kazadoev, uno dei preti russi che servono in Irlanda: possiamo osservare molte similarità tra la gestione pastorale e l’approccio alla missione nelle sue parrocchie e in molte altre chiese ortodosse dei paesi occidentali.

 
I drappeggi delle pareti della chiesa
I nostri iconografi hanno appena terminato un lavoro significativo di abbellimento della chiesa: la fascia del drappeggio pittorico sulla parte inferiore delle pareti. Con pochi e semplici elementi, questo rivestmento riesce a offrire un'atmosfera molto più attraente all'interno della chiesa, oltre a costituire la base per altre opere pittoriche che speriamo di realizzare in futuro. Ringraziamo Ovidiu e Vladislav per la loro paziente opera, e vi invitiamo a prendere visione delle fasi del loro lavoro sotto forma di galleria fotografica.
 
Appello del patriarca Kirill all'arcivescovo di Cipro

Eccovi la notizia di un’insolito intervento diretto del patriarca Kirill sul tema della crisi ucraina, con un’appello all’arcivescovo Chrysostomos di Cipro, dopo che quest’ultimo ha mosso una serie di accuse velenose e infondate contro la Chiesa russa (di cui vi abbiamo presentato le confutazioni nei tre saggi di Pavel Darovskij sul tema dei rapporti con la Chiesa georgiana, polacca e romena).

 
Come la Chiesa ortodossa russa ha preso diocesi alla Chiesa romena: la terza risposta all'arcivescovo Chrysostomos

Dopo i due capitoli dedicati alla confutazione delle accuse dell’arcivescovo Chrysostomos di Cipro sulle presunte malefatte della Chiesa russa nei confronti della Chiesa georgiana e di quella polacca, vi presentiamo ora il terzo articolo della serie dei saggi di Pavel Darovskij, dedicato alle tensioni con la Chiesa romena per le questioni della sovranità ecclesiale sulle regioni moldave e ucraine ai confini della Romania.

 
Annunciamo il nuovo anno suonando le campane: non una professione ma uno stato dell'anima

Non avevamo finora trattato in dettaglio sul nostro sito il tema del suono delle campane, che è una delle forme di arte sacra meno conosciute. Vi presentiamo ora in traduzione italiana l’intervista di Elena Nasledysheva a Bogdan Berezkin (nella foto), direttore della scuola campanaria di Minsk.

 
Messaggio di Natale del patriarca Kirill

Messaggio di Natale

del patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus'

agli arcipastori, pastori, diaconi, monaci

e a tutti i figli fedeli della Chiesa ortodossa russa

2021

Beneamati nel Signore arcipastori,

reverendi presbiteri e diaconi,

monaci e monache amati da Dio,

cari fratelli e sorelle!

Mi congratulo di cuore con tutti voi per la luminosa festa della Natività di Cristo.

Oggi la Chiesa celeste e terrena trionfa, allietandosi per la venuta nel mondo del nostro Signore e Salvatore, e offre lode e ringraziamento a Dio per la Sua misericordia e amore per l'umanità. Ascoltiamo con trepidazione spirituale le parole del canto: "Cristo è nato – glorificatelo! Cristo dal cielo – andategli incontro!" (irmo del canone della Natività di Cristo). Con devozione e speranza, guardiamo la grotta di Betlemme, dove in una misera mangiatoia giace Dio bambino avvolto in fasce.

Veramente in questo giorno si è avverato "il grande mistero della pietà: Dio si è manifestato nella carne, è stato giustificato nello Spirito, si è mostrato agli angeli" (1 Tim 3:16). È impossibile addentrarsi fino alla fine con la mente nel mistero dell'Incarnazione. È impossibile comprendere appieno come colui che è la fonte della vita per tutto ciò che esiste è ora riscaldato dal respiro degli animali! Il Creatore dell'universo si umilia, assumendo la forma della creazione!

Il Figlio di Dio diventa il Figlio dell'uomo!

"Non indagate su come avvenga avverte il santo Giovanni Crisostomo – laddove Dio vuole, è vinto l'ordine della natura. Voleva, poteva, discendere e salvare. Tutto obbedisce a Dio. Colui che è nasce oggi, e Colui che è diventa ciò che non era. Pur essendo Dio diventa uomo senza smettere di essere Dio" (Sermone per la Natività del nostro Salvatore Gesù Cristo).

Celebrando la festa salvifica per il mondo della Natività di Cristo, riflettiamo sul suo duraturo senso spirituale e sul suo significato chiave per tutta l'umanità. E questo è vero. Ma è anche importante rendersi conto della dimensione personale che ha per ciascuno di noi il mistero dell'Incarnazione, perché non è un caso che ci rivolgiamo in preghiera al Signore, chiamandolo nostro Salvatore.

Sappiamo per esperienza che l'uomo non è capace di vincere il male in se stesso, non importa quanto ostinatamente cerchi di farlo. Il peccato che ha colpito profondamente l'anima e danneggiato la natura umana non può essere superato da nessuna pratica spirituale o addestramento psicologico. Solo Dio è in grado di guarire e riportare l'intera persona alla bellezza originale. "Perché il nostro Signore si è rivestito di carne?" – si chiede il venerabile Efrem il Siro, e risponde: "Affinché la carne stessa assapori la gioia della vittoria e si compia e conosca i doni della grazia ... così che le persone, come sulle ali, ascendano a lui e in lui solo trovino la pace" (Esegesi dei quattro Vangeli, cap. 1). L'Incarnazione di Cristo libera dalla schiavitù del peccato e apre la strada verso la salvezza.

"Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre" (Gv 12:46), testimonia il Signore. Come la brillante stella di Betlemme, che ha portato a Gesù Dio bambino i sapienti orientali da paesi lontani, noi cristiani, essendo veri figli e figlie della luce (Gv 12:36), siamo chiamati a illuminare questo mondo con la luce della fede (Mt 5:14), in modo che quelli che ci circondano, vedendo un esempio della nostra fermezza e coraggio, pazienza e nobiltà spirituale, generosità e amore non ipocrita per il prossimo, "diano gloria a Dio nel giorno della sua visita" (1 Pt 2:12).

Oggi, quando i popoli della terra stanno vivendo una difficile prova di una nuova malattia, quando i cuori delle persone sono presi dalla paura e dall'ansia per il futuro, è particolarmente importante per noi rafforzare la preghiera comunitaria e privata, offrire al Signore un'opera speciale di buone azioni. Molti dei nostri fratelli e sorelle sono ora privati ​​dell'opportunità di andare in chiesa a causa di una dannosa epidemia. Offriamo le nostre preghiere per loro al Creatore misericordioso, in modo che rinnovi la loro forza mentale e fisica, garantisca ai malati una pronta guarigione e invii il suo aiuto ai medici e a tutti gli operatori sanitari che combattono disinteressatamente per la loro salute e la loro vita.

Ricordiamoci che nessun problema può spezzare lo spirito di una persona se questa mantiene una fede viva e si affida a Dio in ogni cosa. Pertanto, le prove che ci hanno colpito sono accettabili senza mormorare, perché se speriamo in lui, saremo santificati, poiché Dio è con noi (officio della Grande Compieta), come canta la Chiesa di Cristo in questi giorni sacri del Natale. Preghiamo che la luce incorruttibile della Divinità illumini la misera caverna della nostra vita, così che i nostri cuori contriti e umili, come la mangiatoia di Betlemme, ricevano con riverenza il Salvatore venuto al mondo.

Non è angusto per Dio stare nel cuore di una persona, se questo è pieno d'amore. "L'operatore d'amore sarà convivente degli angeli e regnerà con Cristo", testimonia il venerabile Efrem il Siro (Discorso sulle virtù e sui vizi, 3). Che i giorni santi della festa diventino un momento speciale per noi per fare buone azioni. Usiamo questa benedetta opportunità e glorifichiamo la nascita di Gesù Cristo mostrando misericordia verso i nostri vicini, aiutando chi è nel bisogno, confortando le persone in lutto e, forse, prima di tutto, quelli che soffrono di infezione da coronavirus o per le sue conseguenze.

Possa il Signore illuminare i popoli della terra con la luce della Sua conoscenza, possa benedirli con la pace e possa aiutare tutti noi a realizzare la nostra responsabilità comune per il presente e il futuro del pianeta. Possa il divino bambino nato inviare amore e armonia alle nostre famiglie, possa proteggere i nostri giovani e tutti noi dai peccati e dagli errori pericolosi. Ancora una volta, mi congratulo sinceramente con voi, miei cari, per la festa radiosa della Natività di Cristo e auguro a tutti voi buona salute, gioia infinita e generoso aiuto da parte di Dio – la vera Luce, che illumina ogni uomo che viene al mondo (Gv 1:9). Amen.

Kirill

patriarca di Mosca e di tutta la Rus'

Mosca,

Natività di Cristo

anno 2020/2021

 
Messaggio di Natale del metropolita Antonij

Messaggio di Natale

dell’esarca patriarcale dell’Europa occidentale,

metropolita Antonij di Korsun e dell’Europa occidentale

 

 

Benemati confratelli nel Signore, arcipastori, presbiteri e diaconi, monaci e monache, cari fratelli e sorelle!

Mi congratulo di cuore con tutti voi per la festa della Natività di Cristo!

Dopo molti giorni di digiuno, siamo stati di nuovo onorati di raggiungere questo santo giorno e di inchinarci con riverenza alla mangiatoia in cui si rivela il Signore, giunto “per noi uomini e per la nostra salvezza”.

Dio si è compiaciuto di bussare alla porta di un mondo che non lo aspettava, che non lo ha accettato, che fin dai primi giorni della vita del divino bambino ha scatenato tutta la sua malizia contro colui che ha portato la salvezza sulla terra nella mitezza e nell’umiltà e ha aperto all’umanità le porte del regno dei cieli. Tuttavia, nonostante tutta la profondità del male umano, è stato sconfitto dall’amore di Dio, e questa grande vittoria è la garanzia di una speranza duratura.

Quest’anno andiamo incontro alla festa della Natività di Cristo in circostanze difficili. La pandemia di infezione da coronavirus ha notevolmente cambiato le nostre vite. Ciò che sembrava così banale e familiare oggi è divenuto improvvisamente inaccessibile. Ciò a cui prima non davamo peso ha rivelato un valore precedentemente nascosto. Forse non abbiamo mai pensato seriamente a quanto significhino per noi la salute, la comunicazione con i familiari e gli amici, la preghiera nella chiesa di Dio, tutte le volte che il cuore ci comanda. Oggi, sopportando molte privazioni e avversità, stiamo imparando a dare un nuovo valore alla nostra vita.

Stando alle soglie del nuovo anno e riassumendo i risultati dell'anno che se ne va, impariamo, sulle orme del retaggio del santo apostolo Paolo, a ringraziare Dio per ogni cosa e a vedere in ogni cosa l'azione della sua ineffabile provvidenza, che ci conduce sulla via del regno dei cieli.

Guardando le prove che hanno colpito l’umanità, noi, da credenti, non ci perdiamo d’animo, e ora, stando davanti al presepe del Natale, guardiamo con speranza al divino bambino che tende verso di noi le sue mani. Crediamo che il Signore che ha infranto le porte dell’inferno e ha vinto la morte con la morte libererà presto il mondo dalla dannosa epidemia, garantirà la guarigione ai malati e consolerà chi si trova nel dolore.

Vi rivolgo, cari vladyki, padri, fratelli e sorelle, le mie più sincere congratulazioni per la Natività di Cristo e per l’anno nuovo che viene. Possa il prossimo anno essere per tutti noi pacifico e benedetto.

+ ANTONIJ,

metropolita di Korsun e dell’Europa occidentale,

esarca patriarcale dell’Europa occidentale

Natività di Cristo, 2020/2021

 
Messaggio di Natale di sua Beatitudine il metropolita Onufrij

Agli arcipastori, ai pastori, ai monaci e a tutti i fedeli figli della Chiesa ortodossa ucraina:

Cristo è nato, glorificatelo!

Mi congratulo sinceramente con tutti voi: arcipastori e pastori amati da Dio, pii monaci e monache, cari fratelli e sorelle, per la grande festa, portatrice di salvezza al mondo, della Natività nella carne del nostro Signore Dio e Salvatore Gesù Cristo.

Oggi la santa Chiesa ortodossa celebra devotamente e glorifica il grande mistero della pietà: l'apparizione di Dio nella carne (1 Tim 3:16). Il mistero della venuta di Cristo il Messia nel mondo ha origine dal paradiso, da quel tragico evento in cui i nostri progenitori Adamo ed Eva violarono il comandamento dell'amore divino. Non desiderando pentirsi, Adamo ed Eva si allontanarono da Dio e, grazie alla loro auto-giustificazione, divennero anche oppositori di Dio. Per non violare la libertà degli antenati e per non costringerli a vivere assieme a colui contro il quale si erano ribellati, il Signore li condusse dal paradiso in un mondo di dolore e devastazione, dove avrebbero comprenso il loro vuoto spirituale personale. Lo avrebbero capito, ma troppo tardi: prima del ripristino del loro vuoto interiore, hanno dovuto bere fino in fondo il calice del dolore. E lo bevvero con gratitudine e pentimento. Per tutta la vita Adamo alzò gli occhi verso il paradiso, gridò e disse le parole: "Il mio paradiso, il paradiso, il mio dolcissimo paradiso!" Adamo e i suoi discendenti piansero, si addolorarono e aspettarono pazientemente quel giorno benedetto in cui, secondo la parola di Dio, il seme della donna avrebbe schiacciato la testa del serpente (Gen 3:15), il diavolo, quando il Redentore sarebbe venuto sulla terra a risuscitare, a ripristinare le anime umane devastate. E quel momento è arrivato. Il Figlio di Dio è venuto nel mondo.

Lo proclama il santo Vangelo della Natività di Cristo. Durante il regno dell'imperatore romano Augusto, che a quel tempo si estendeva anche sulla Giudea, fu ordinato di fare un censimento di tutta la terra (Luca 2:1). La Madre di Dio, che portava nel suo grembo il Salvatore che voleva prendere da lei la natura umana, e il suo angelo custode terreno – Giuseppe il Promesso Sposo – vennero da Nazaret a Betlemme, per essere censiti nella città di Davide, come discendenti di Davide. E poiché tutti i discendenti di Davide venivano a Betlemme in quel momento per il censimento, tutti i posti negli alberghi erano occupati. E giunse per la beata Vergine il momento di partorire. Allora uscirono dalla città, in una grotta dove si nascondevano i pastori in caso di maltempo, e lì, in una povera grotta, la Madre di Dio diede alla luce il Salvatore del mondo, il Figlio di Dio, che voleva diventare il Figlio dell'uomo. La beata Vergine Maria avvolse in fasce il Bambino divino e lo depose in una mangiatoia, alla quale, secondo la profezia di Isaia, erano legati un bue e un asino (Is

 1:3): l'asino che portò la beata Vergine da Nazaret a Betlemme, e il bue che il giusto Giuseppe il Promesso Sposo prese per venderlo quando sarebbero mancati i mezzi per vivere.

A quel tempo, nei campi, non lontano dalla grotta benedetta, i pastori facevano la guardia ai greggi. L'angelo di Dio apparve loro e la gloria del Signore risplendette su di loro. I pastori erano terrorizzati, ma l'angelo di Dio li rassicurò e disse: "Non abbiate paura. Vi porto buone notizie che daranno grande gioia a tutte le persone. Oggi nella città di Davide vi è nato un Salvatore; è il Messia, il Signore. Questo sarà il segno per voi: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia" (Lc 2:9-12). E improvvisamente con l'Angelo apparve una grande schiera celeste, che glorificava Dio e cantava un canto meraviglioso: "Gloria a Dio negli eccelsi, e sulla terra pace, tra gli uomini la benevolenza" (Lc 2:14). Quando gli angeli li avevano lasciati ed erano saliti al cielo, i pastori si dissero l'un l'altro: "Andiamo a Betlemme e vediamo quello che è successo, di cui ci ha parlato il Signore" (Lc 2:15). I pastori furono i primi sulla terra a venire alla grotta di Betlemme per trovarvi il Bambino divino, che giaceva nella mangiatoia. "Quando lo ebbero visto, raccontarono alla beata Vergine Maria e a Giuseppe il Promesso Sposo ciò che era stato detto loro di questo bambino" (Lc 2:15-17).

In seguito, tre re dall'oriente giunsero per adorare Cristo il divino bambino: uno dalla Persia, uno dall'Arabia e uno dall'Etiopia. Avevano visto una stella meravigliosa in cielo e si erano resi conto che era venuto al mondo il Liberatore atteso da tutti i popoli della terra. I Re Magi vennero ad adorare Cristo il Bambino proprio il giorno di Natale. Portarono con sé doni: oro, incenso e mirra. Oro come il re, incenso come il sommo sacerdote e mirra come simbolo che il sommo sacerdote Cristo avrebbe sacrificato se stesso per la salvezza dell'umanità. Dopo aver offerto doni e adorazione a Cristo il Dio Bambino, i Magi tornarono nella loro terra ed Erode il Male iniziò a cercare il Dio Bambino per ucciderlo. L'infelice Erode non sapeva che Cristo, nato a Betlemme, non era nato per essere re dei Giudei. Cristo è il Re di tutta la terra e del cielo e non vuole governare sulle persone come fanno i re terreni. Vuole abbracciare tutte le persone e riscaldarle con il suo amore divino. Cristo il Salvatore è venuto sulla terra non per renderci schiavi, ma per liberarci dalla schiavitù. Cristo il Salvatore ha preso su di sé i nostri peccati che ci rendevano schiavi, li ha vinti sulla Croce e ci ha resi liberi nel senso pieno e vero della parola. Cristo Salvatore non solo ci ha liberati dalla schiavitù del peccato, ma ci ha anche insegnato come dovremmo vivere per mantenere la nostra libertà spirituale: cosa dovremmo fare e cosa non dovremmo fare. Tutto questo insegnamento del Salvatore è registrato nel Libro sacro, chiamato Vangelo.

Ogni volta che celebriamo la Natività di Cristo, ricordiamo con amore la storia di questo glorioso evento. La storia della Natività di Cristo in apparenza è semplice e modesta, ma nella semplicità e nella modestia il Signore ci rivela la sua saggezza, grandezza e potenza. Il Cristo bambino è ancora nella mangiatoia e i re terreni sono già preoccupati. I re dell'oriente, spinti dall'amore per la verità, vengono con doni e adorano il Dio Bambino. Il malvagio Erode è preso dalla paura, ma invece di venire e adorare razionalmente il Dio Bambino, rafforzando in questo modo se stesso e il suo regno, cade nella follia e cerca di ucciderlo. Anche l'imperatore romano Augusto, davanti al quale tremava il mondo intero, servì il mistero dell'Incarnazione: fece un censimento della popolazione, non sospettando che la cosa principale in questo non fosse contare i suoi sudditi, ma condurre la Madre di Dio a Betlemme per adempiere la profezia, secondo la quale Cristo, il Messia, sarebbe nato a Betlemme.

L'apparizione degli angeli nella notte di Natale, le loro parole e i loro canti testimoniano la grandezza del mistero della Natività di Cristo, che ha scosso non solo la terra, ma anche il cielo.

In questi giorni santi, ricordando devotamente e glorificando il mistero della Natività del nostro Salvatore e Dio, ci uniamo alla celebrazione mondiale e, insieme a tutti i cristiani ortodossi, adoriamo il nostro Salvatore e lo ringraziamo umilmente per il suo amore per noi peccatori. Preghiamo umilmente che il Figlio di Dio, "che per noi uomini e per la nostra salvezza discese dai cieli e si incarnò dallo Spirito Santo e da Maria Vergine" (Credo), scenda verso le nostre infermità, perdoni i nostri peccati, la nostra aberrazione, per la quale oggi approviamo e accettiamo leggi innaturali che ci distruggono. Preghiamo che il Signore illumini la nostra cecità spirituale, in modo da vedere e amare non la nostra verità, ma la verità di Dio, che è perfetta, eterna e l'unica utile per noi.

In questo luminoso giorno, quando ricordiamo la venuta nel mondo di Dio, secondo la parola di san Gregorio il Teologo, rallegriamoci con trepidazione e gioia: con trepidazione – a causa dei nostri peccati, ma con gioia – a causa della speranza (san Gregorio il Teologo. Vol. 1, Discorso 38, Pag. 522, San Pietroburgo 1912), la speranza nella misericordia, nella forza e nella filantropia di Dio.

Ancora una volta, mi congratulo sinceramente con tutti voi, cari fratelli e sorelle, per la festa della Natività di Cristo. Auguro a tutti voi salute, salvezza e benedizioni di Dio. Possano la pace e la grazia di Dio, annunciate dagli angeli alla vigilia di Natale, riempire i nostri cuori, le nostre famiglie, la nostra terra ucraina e il mondo intero. Amen.

Buon Natale!

umile

† Onufrij

metropolita di Kiev e di tutta  l'Ucraina

Natività di Cristo,

2020/2021,

Kiev

 
La cripta della cattedrale di san Sava a Belgrado

Eccovi come pensiero di Natale un viaggio in un luogo che molti non hanno ancora visto: la cripta della nuova cattedrale di san Sava a Belgrado, in un video che presenta anche la cupola a mosaico appena terminata e alcune riprese dall'esterno della chiesa.

 
Il patriarca Bartolomeo accusa il patriarca Kirill di papismo

Ormai in piena fase di negazione della realtà, il patriarca Bartolomeo conferma il detto che “la miglior difesa è l’attacco”, e in assenza di argomentazioni concrete, usa la ben nota tattica di gettare fumo negli occhi dei suoi accusatori, rivolgendo loro le stesse accuse. Vi presentiamo in traduzione italiana un breve resoconto di questa vicenda, ricordando che chi ricorre a questa tecnica è generalmente chi non ha più alcuna freccia al suo arco, e ha ormai abdicato anche alla comune decenza di presentare una posizione ragionata.

 
Che cosa accadrà alle Lavre di Kiev e Pochaev se saranno sequestrate dalla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"?

Uno degli aspetti più tragici e meschini dello scisma ucraino è la bramosia di luoghi che non solo si vorrebbe sottrarre a chi li usa, ma che si vorrebbe anche assegnare a chi non è in grado di usarli: è il caso delle Lavre delle Grotte di Kiev e di Pochaev. Vediamo nell’analisi di Konstantin Shemljuk come gli scismatici ucraini abusino dei pochi luoghi monastici da loro occupati, e chiediamoci cosa ne sarebbe dei due più significativi centri monastici ortodossi ucraini, se si realizzasse su di loro il piano piratesco del Fanar.

 
Se Bandera è vostro padre, che cos'è la Chiesa per voi?

Ecco una seria domanda che gli ucraini davvero ortodossi pongono a quelli che pretendono di esserlo: un recente spettacolo dei preti scismatici ucraini (che oggi si ammantano dell’autocefalia farlocca del Fanar, ma sono rimasti gli stessi scismatici di prima) rimette in discussione le loro vere lealtà. Leggiamo in traduzione italiana le obiezioni al canto “Il nostro padre è Bandera, l'Ucraina è la madre”, eseguito da “chierici” di Dumenko a Ivano-Frankovsk, una delle città dell’Ucraina occidentale più funestate dall’uniatismo e dalla pseudo-Ortodossia.

 
Il primate russo è sicuro che il Fanar abbia riconosciuto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sotto pressione esterna

Quand’è che si fa un favore a qualcuno definendolo un criminale, piuttosto che dirgli che si sbaglia? Quando si conoscono bene le circostanze del crimine e le forze che stanno dietro al criminale. La recente affermazione del patriarca Kirill in un’intervista natalizia può sembrare molto sprezzante, ma è di fatto la ricerca di un’attenuante per la colpevolezza delle azioni di un suo confratello patriarca che, senza enormi pressioni, non avrebbe mai agito come lo abbiamo visto fare.

 
Bisogna essere con Cristo anche nei giorni di dolore e persecuzione (+VIDEO)

Vi presentiamo una notizia in traduzione italiana con un video della predicazione di sua Beatitudine il metropolita Onufrij, che ci ricorda come il nostro impegno di cristiani è quello di stare accanto al nostro Signore nei giorni di gioia e di speranza, così come in quelli di dolore e disperazione.

 
I canti pasquali di un monaco cieco

Vi presentiamo il video con il canto del Canone di Pasqua da parte del nostro confratello, il monaco Jeremija di Visoki Dečani. Padre Jeremija è uno dei due monaci non vedenti della fraternità monastica di Dečani, e come potete osservare dal filmato, segue i canti su uno spartito in Braille. Ascoltandolo, abbiamo l’impressione che forse sia il mondo a essere cieco...

 
Sulle 5 tesi del patriarca Kirill

Le interviste televisive sono un gran mezzo per capire le motivazioni umane: molti nemici della verità si rivelano più facilmente intervistandoli, che non cercando di confutare tutte le loro menzogne. Da questo punto di vista, l’intervista del 6 gennaio all’ex metropolita Aleksandr Drabinko sul canale YouTube Drozdov è davvero uno spaccato rivelatore di tutte le contraddizioni degli scismatici ucraini. Drabinko dice che il metropolita Onufrij "manca di una coscienza patriottica perché vede tutto attraverso le Sacre Scritture", rivela i giochi di potere nell'episcopato della sua attuale "Chiesa", e sottolinea come quest'ultima non sia riconosciuta con serietà nemmeno da quelli che l'hanno promossa.

Il patriarca Kirill, invece, non è un nemico della verità. Le sue posizioni nell’intervista di Natale al canale televisivo “Rossija” non sono contraddittorie e sono molto più degne di considerazione, anche se possono essere discutibili. Di fatto le discute, in un saggio che vi presentiamo in traduzione italiana, anche Andrej Vlasov dell’Unione dei giornalisti ortodossi, che non è d’accordo sull’importanza che il patriarca pone nella crisi del Covid, né sul fatto che non collega direttamente questa crisi al problema del controllo globale. Tuttavia, anche se può avere elementi di legittimo dissenso, si vede come un autentico giornalista ortodosso sa apprezzare le parole di un autentico patriarca ortodosso.

 
Eterna memoria: metropolita Filaret (Vakhromeev)

Il 12 gennaio, all’età di 85 anni, si è addormentato nel Signore il metropolita Filaret, esarca emerito della Bielorussia. Al secolo Kirill Vakhromeev, era nato a Mosca il 21 marzo 1935 in una famiglia di insegnanti di musica di origini nobiliari. Il suo servizio alla Chiesa è troppo lungo per essere elencato qui, ma vale la pena ricordare che tra i suoi innumerevoli compiti si è occupato anche delle parrocchie in Europa occidentale, prima come arcivescovo di Berlino dal 1973, e poi, da poco nominato metropolita di Minsk nel 1978, con la direzione della diocesi di Korsun. Ebbe modo di dimostrare la tempra di un vero servitore di Cristo dopo essere stato letteralmente scacciato in malo modo quando aveva voluto fare una visita privata alla chiesa di Rue Daru a Parigi: ne parlò in seguito con un sorriso come una grande lezione d’umiltà... che il Signore ci conceda altre persone come lui alla guida della sua Chiesa.

Вечная память! Вечная памяць! Eterna memoria!

 
Perché non c’è una Bibbia ortodossa in italiano?

È apparso su Hristos.it il nostro contributo di riflessione su una questione che ci siamo sentiti riproporre fin troppe volte: la mancanza di una Bibbia ortodossa in lingua italiana, le ragioni della sua assenza, e i passi che dobbiamo ancora fare perché questo proposito si realizzi.

 
Il manifesto di Drabinko: cosa sono realmente la Chiesa ortodossa ucraina e la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

Vi presentiamo in traduzione italiana un’analisi della recente intervista all’ex metropolita Aleksandr (Drabinko), a cui va il merito di saper evidenziare le falsità degli scismatici ucraini da lui sostenuti, meglio di quanto possano farlo i più attenti critici.

 
La Chiesa romena non ha cambiato posizione sull'Ucraina, afferma il consigliere patriarcale, nonostante l'affermazione di Dumenko

Per gli scismatici ucraini è facile sfruttare la parcellizzazione delle Chiese ortodosse locali per auto-promuoversi: basta affermare che tutte li sostengono, e l’onere della prova ricade poi su chi deve smontare le loro menzogne. Ma smontare menzogne come queste non è neppure troppo complicato: basta chiedere alle Chiese in questione, come ha fatto Orthochristian.com con il Patriarcato di Romania, e si scopre che la presunta montagna di sostegno ha partorito il proverbiale topolino.

 
Quaranta scuse per non entrare nella Chiesa ortodossa

Chiudiamo i giorni santi del Natale con qualcosa di leggero: una lista di quaranta scuse per non diventare cristiani ortodossi, assieme alle relative risposte, che, anche se spesso ironiche, sono tutt’altro che ridicole: esprimono infatti la profondità della nostra fede, che è il cardine della nostra vita.

 
Convergenza attraverso la purificazione: il futuro dell'Ortodossia russa post-sovietica e post-emigrazione

In un saggio che vi abbiamo tradotto in italiano, l’arciprete Andrew Phillips ci offre una lezione per il futuro attraverso l’analisi delle debolezze di un’Ortodossia russa un tempo divisa tra i drammi del mondo sovietico e quelli del mondo dell’emigrazione. La purificazione di entrambi gli estremismi, secondo padre Andrew, ha messo la Chiesa russa in grado di appoggiare la crescita dell’Ortodossia in tutto il mondo.

 
Una grave inondazione distrugge le mense diocesane del Kosovo

Alla vigilia della Teofania, quando il mondo ortodosso si prepara a richiedere al Signore la discesa sulle acque del suo Spirito vivifico, purtroppo le acque hanno portato distruzione e paura ai già tanto martoriati cristiani serbi in Kosovo e Metohija. Vi presentiamo la notizia delle recenti inondazioni, che purtroppo hanno avuto tra le vittime alcune delle cucine popolari che offrono cibo agli abitanti delle enclavi più isolate. Per chi vuole saperne di più su questa iniziativa, suggeriamo di visitare questa pagina con annesso video. La nostra parrocchia ha già raccolto un primo contributo, e continua ad adoperarsi per la raccolta di fondi per i bisognosi, assistiti dai nostri fratelli monaci della Chiesa serba.

 
Un nuovo mondo? I cristiani e il "sistema digitale di credito sociale"

Nella sezione “Etica” dei documenti, vi presentiamo in traduzione italiana un’analisi di Nazar Golovko sulle pressioni che si stanno facendo per l’introduzione in Ucraina di un sistema di controllo digitale dell’accettabilità sociale dei cittadini, sul modello cinese, tale da far apparire la non troppo defunta Unione Sovietica come un paradiso del libero pensiero. Naturalmente, il punto preoccupante non è tanto l’ipocrisia dello stato ucraino contemporaneo, che professa di voler coprire la maggior distanza dal sistema comunista mente ne adotta servilmente i peggiori modelli: è piuttosto il fatto che simili modelli si avvicinano molto pericolosamente al sistema di controllo descritto dall’Apocalisse riguardo al regno dell’Anticristo, e questo è un pericolo che ogni cittadino di ogni stato del mondo potrebbe dover affrontare un giorno.

 
Le tendenze moderne nell’architettura ecclesiastica

Vi presentiamo in traduzione italiana l’intervista di Olga Lunkova allo storico dell’arte Andrej Jakhnin, che deplora la perdita di contatto di molti architetti di chiese in Russia con una vera vita ecclesiale, unica garanzia per non far uscire la fantasia artistica al di fuori delle vere funzionalità (quelle liturgiche) dei luoghi di culto. Notiamo come in Russia siano disponibili pochi architetti ecclesiastici, perché il gran numero di chiese in costruzione riduce la disponibilità sul mercato dei professionisti più autentici. Ecco perché possono trovare spazio le proposte che Jakhnin definisce per mera cortesia “strane” (come il progetto nell’immagine qui a fianco). Notiamo comunque che le chiese ortodosse che si costruiscono senza rispetto dei canoni si possono davvero contare nel mondo sulle dita di poche mani, mentre le chiese cattoliche e protestanti degne di menzione nei musei dell’orrore potrebbero oggi riempire diverse enciclopedie.

 
Cosa sta preparando Biden per noi?

Il nuovo presidente degli Stati Uniti causa non poche inquietudini tra i cristiani che non si vogliono allontanare dalla loro fede e morale tradizionale. Tra questi, i cristiani ortodossi hanno anche ragione di sentirsi minacciati da una commistione tra religione e politica che sta avendo effetti devastanti nella Chiesa. Eccovi pertanto in traduzione italiana un’analisi di Kirill Aleksandrov su cosa possiamo aspettarci da questo nuovo mandato presidenziale.

 
Disinformazione e notizie false

Il tema delle fake news (notizie false) sembra aver ottenuto un interesse del tutto contemporaneo, ma stando a una riflessione di padre Theodore Bobosh, un prete in pensione della Chiesa ortodossa in America, ci troviamo di fronte a un dramma già ampiamente documentato nel Nuovo Testamento. Approfondiamo questo argomento in traduzione italiana nella sezione “Etica” dei documenti.

 
Obbedienze di Diveevo: fotografie dell'inizio del XX secolo

Uno straordinario album fotografico, sopravvissuto alle devastazioni della rivoluzione russa, testimonia la vitalità del convento di san Serafino a Diveevo e ricorda come, anche con la rinascita della Chiesa in questi decenni, siamo ancora lontani dal vedere di nuovo qualcosa di analogo a quanto ci descrivono queste fotografie.

 
Il culmine di una ricerca di quindici anni

Jesse Dominick, il redattore di Orthochristian.com, ha intervistato padre James Siemens, un prete canadese della Chiesa greco-cattolica ucraina che a dicembre è stato ricevuto nell’Ortodossia alla cattedrale di Rue Daru. Vi presentiamo in traduzione italiana l’intervista, ricca di storie di vita di fede, di impegno pastorale e di ricerca teologica.

 
Un nuovo progetto di aiuti per i cristiani in Kosovo e Metohija

Alcuni giorni fa vi abbiamo dato la notizia delle inondazioni che hanno devastato le terre del Kosovo e Metohija, togliendo opportunità di sopravvivenza ai serbi ortodossi isolati nelle enclavi. Vi abbiamo promesso un interessamento speciale da parte della nostra parrocchia, e ora vi annunciamo l’apertura del progetto “Turin for Kim” (Torino per Kosovo e Metohija), di cui si possono leggere tutti i dettagli su questa pagina del sito dell’Associazione Amici di Dečani. Attraverso questo progetto, per tutto l’anno 2021, potremo dare un contributo per salvare dalla disperazione una o più famiglie di cristiani ortodossi in difficoltà. Per offrire un contributo via IBAN non dovete essere necessariamente legati alla nostra parrocchia, e la vostra offerta sarà considerata a tutti gli effetti una donazione ai fini fiscali. Anche piccole somme fanno la differenza per una famiglia che è stata portata sull’orlo della disperazione.

 
La liturgia eucaristica e il suo legame con le agapi o mense fraterne

In un momento in cui si sente la mancanza di fraternizzazione, torniamo a parlare del tema delle agapi, che vi abbiamo presentato anni fa in uno studio del nostro confratello padre Petru (Pruteanu). Oggi possiamo leggere in romeno e in italiano padre Petru che risponde a domande sulla fattibilità dei pasti fraterni consumati nel contesto parrocchiale dopo le funzioni liturgiche.

 
Il riconoscimento dei diritti LGBT: "amore" per le persone o rinuncia alla fede?

Mentre i vescovi della Chiesa cattolica romana si adeguano al revisionismo protestante e in nome di una battaglia per i diritti demoliscono ogni residuo di autorità delle Scritture, Kirill Aleksandrov ci richiama a una riflessione sugli inquietanti paralleli che ha l’attuale forzatura dell’ideologia LGBT con la forzatura del sacrificio all’imperatore nei primi secoli dell’Impero romano: un gesto nel quale gli stessi pagani non credevano veramente, ma che serviva a espellere dalla società quelli che non erano disposti a rinnegare un’autorità superiore a quella mondana.

 
Non ne sappiamo abbastanza sul virus e sul vaccino, ma ricordatevi di confidare in Dio – metropolita Luka di Zaporozh'e

Il metropolita Luka (Kovalenko, nella foto) di Zaporozh'e e Melitopol' interviene sul tema del Covid e del vaccino con la sua competenza di chirurgo, ricercatore medico e pastore di anime. Ascoltiamo in traduzione italiana i suoi consigli e moniti di assoluto buon senso.

 
L'archimandrita Alexander (Cutler), un chierico statunitense trasferitosi in Ucraina, si è addormentato nel Signore

Ricordiamo in traduzione italiana la figura di un prete monaco americano che, dopo una vita di servizio tra chiese e monasteri negli Stati Uniti, ha scelto di passare i suoi ultimi anni in Ucraina, dando un esempio di fraternità internazionale e di fede all’Ortodossia in una regione travagliata da uniati e scismatici.

 
Due domande e risposte sulla Chiesa ortodossa russa contemporanea

Padre Andrew Phillips risponde a un paio di domande sulle “correnti” (di tendenze spesso opposte) in seno alla Chiesa russa contemporanea e sugli effetti del ritorno alla fede nella Russia di oggi.

 
Istruzioni spirituali del metropolita Filaret di Minsk

In ricordo del recentemente scomparso metropolita Filaret (Vakhromeev) di Minsk, riportiamo una selezione di sue citazioni e immagini nella sezione “Testimoni dell’Ortodossia” dei documenti.

 
Una chiesa cattolica del XVI secolo a Granada è stata trasferita alla Chiesa ortodossa russa

In Spagna, a differenza che in Italia, è ben difficile che un locale di culto cattolico, anche se poco usato, sia concesso in uso ad altri cristiani. Questo da una parte ha spinto i cristiani ortodossi, molto più che in Italia, a darsi da fare per creare luoghi di culto autonomi (possiamo vederne un esempio con la chiesa di Torrevieja, di cui vi abbiamo parlato nella primavera del 2018). D'altra parte, questa fatica ha fatto sì che la Chiesa ortodossa si sia sviluppata in Spagna molto più lentamente che in Italia. Eppure, sembra che questa tendenza stia cambiando: nel mese di gennaio 2021, è stata concessa in uso al Patriarcato di Mosca una chiesa del XVI secolo a Granada, di cui vi offriamo la notizia in traduzione italiana.

 
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