Finalmente ci arriva, attraverso il quotidiano "Ορθόδοξος Τύπος", una notizia che da lungo tempo attendevamo: la presa di coscienza dei primati del mondo ortodosso "greco" (quelle Chiese del mondo mediterraneo che in un modo o in un altro gravitano attorno al Patriarcato di Costantinopoli) che il loro continuo cedimento ai capricci del Fanar (soprattutto attorno alla gestione del Concilio di Creta) non ha fatto altro che innescare una bomba che ora incombe su tutta l’Ortodossia. Il primate che ha fatto queste rivelazioni al quotidiano ortodosso greco rimane anonimo, ma la sua identità non è poi così rilevante: a volte basta che un solo bambino abbia il coraggio di dire che l’imperatore (in questo caso, il patriarca della città imperiale) è nudo, perché tutti si accorgano di poter recuperare il buon senso perduto.
02/12/2019
La persecuzione non ha fatto altro che consolidare i fedeli dell'Ucraina
Il metropolita Arsenij (Jakovenko, nella foto) di Svjatogorsk, invitato a Cipro per un congresso sul monachesimo, ha rilasciato una dichiarazione a proposito delle persecuzioni della Chiesa ucraina, che in ultima analisi sono riuscite a rafforzarla. La testimonianza di un vescovo come il metropolita Arsenij, che dirige uno dei monasteri più colpiti dal conflitto (la Lavra di Svjatogork, che si trova nel Donbass settentrionale, è da anni un rifugio per centinaia di profughi) è di particolare valore per convalidare queste affermazioni.
01/12/2019
Domande e risposte dalla corrispondenza (novembre 2019)
Vi presentiamo in traduzione italiana le risposte di padre Andrew Phillips alle ultime domande dei suoi corrispondenti, su temi riguardanti la Chiesa e il suo insegnamento, e su una serie di dilemmi geopolitici.
30/11/2019
Il Tomos è divenuto il muro di Berlino spirituale per l'Ucraina
L'arciprete Nikolaj Danilevich (nella foto) ci spiega le ragioni per cui il Tomos dato agli scismatici ucraini si può paragonare al muro di Berlino: costruito unilateralmente, divenuto un simbolo della disunione che continua, non solo nella propria terra, ma in tutto il mondo, non fa altro che ritardare l’inevitabile crollo della parte che l’ha voluto.
29/11/2019
Dal Patriarcato di Gerusalemme: Rivestitevi di una tunica d'umiltà e accettate l'appello del patriarca
Eccovi in italiano la notizia della richiesta del metropolita Timotheos (Margaritis, nella foto) di Bostra, esarca del Patriarcato di Gerusalemme a Cipro, di non rifiutare la proposta di un incontro dei primati ad Amman, per uscire dall’impasse provocato dalla crisi ucraina.
28/11/2019
Lo scisma in Ucraina: cosa dovrebbe fare un laico?
Vi presentiamo in traduzione italiana la risposta di padre John Whiteford alle domande di un fedele ortodosso in America (ma fatte le debite distinzioni, le domande potrebbero benissimo arrivare da un fedele in Italia), che chiede cosa fare di fronte alla spaccatura sempre crescente all’interno del mondo ortodosso a causa della crisi ucraina.
Il gruppo dei pellegrini della nostra parrocchia ci ha inviato le immagini del proprio viaggio: dalla partenza nella notte tra venerdì e sabato scorso, alla visita a Betlemme, al bagno nel fiume Giordano.
27/11/2019
Cosa può aspettarsi la Chiesa? A cosa dovrebbero prepararsi i credenti?
Vi presentiamo in traduzione italiana una breve intervista del metropolita Antonij (Pakanich, nella foto) di Borispol e Brovary, cancelliere della Chiesa ucraina, riguardo al tradimento e ai doveri dei cristiani ortodossi nella difficile situazione ecclesiastica presente.
Avete mai sognato di visitare le più famose grotte monastiche della Chiesa ortodossa? Ora potete vivere parte del sogno in questo video, mentre percorrerete le grotte accompagnati dal canto dei fratelli del monastero, che accompagnano la celebrazione del Moleben ai santi (circa 150!) della Lavra delle Grotte di Kiev.
26/11/2019
Come aiutare la Chiesa e come mandarla in corto circuito
Giovedì 21 novembre, ricevendo a Mosca il premio per gli sforzi per l'unità ecclesiale intitolato alla memoria del patriarca Alessio II, il patriarca Theophilos III (Giannopoulos, nella foto) di Gerusalemme ha proposto di tenere un incontro dei primati delle Chiese ortodosse ad Amman (il Regno di Giordania è nel territorio canonico del Patriarcato di Gerusalemme) per consigliarsi reciprocamente sul mantenimento della comunione eucaristica.
La Chiesa russa, nonostante si consideri parte offesa per l’invasione dell’Ucraina da parte di Costantinopoli, ha accolto favorevolmente la proposta. Altre Chiese che stanno chiedendo a gran voce l’intervento di un Concilio ecumenico, come quella di Albania, non possono che considerare quest’iniziativa un passo nella giusta direzione. D’altra parte, l’imbarazzante silenzio da parte del Fanar è stato interrotto dall’arcivescovo Hieronymos di Atene, che ha dichiarato che non parteciperà ad alcuna riunione dei primati non convocata dal patriarca di Costantinopoli, perché solo quest’ultimo ha il diritto di convocare i concili ecumenici (prerogativa vantata dal solo Fanar e basata su un’evidente falsità storica, perché finora nessun Concilio ecumenico della storia dell’Ortodossia è mai stato convocato da un arcivescovo o patriarca di Costantinopoli) o qualsiasi altro tipo di sinassi dei primati.
Mentre cerchiamo di resistere alla tentazione di assegnare all’arcivescovo Hieronymos il titolo di primo tirapiedi (πρωτοτσιράκι) del Trono ecumenico, riflettiamo sulla situazione di vicolo cieco nel quale questo tipo di ragionamento sta spingendo la Chiesa ortodossa. Ecco il nuovo Comma 22 dell’ecclesiologia fanariota: “Se un patriarca di Costantinopoli compie degli illeciti, solo un Concilio ecumenico può sanzionarlo o deporlo; tuttavia, solo il patriarca di Costantinopoli ha il diritto di convocare il concilio che potrebbe sanzionarlo o deporlo per gli illeciti da lui stesso compiuti” (nei termini dell'ordinamento penale italiano, questo sarebbe equivalente a poter perseguire il furto solo dietro querela del ladro). Benvenuti nella fantasilandia del diritto canonico e del buon senso!
Ringraziamo il nostro fratello Claude Lopez-Ginisty per averci segnalato sul suo prezioso blog Orthodoxologie un reportage fotografico davvero unico di Karoulia (nella foto), uno degli insediamenti monastici più isolati del mondo, e dimora di notevoli asceti del passato e del presente.
Ecco l’icona di san Martino di Tours, con il ciclo degli episodi della sua vita, che è arrivata nella nostra chiesa e che abbiamo iniziato a venerare questa domenica, festa di san Martino nel calendario ortodosso.
San Martino era uno dei santi più venerati nell’antico Occidente cristiano, dove la sua fama era pari a quella di san Nicola. La nostra chiesa sorge sulla collina torinese in Val San Martino, un toponimo che ricorda un antico luogo di culto dedicato al santo, in un’area abitata e coltivata fin da prima del X secolo. Fino a oggi solo il nome della valle ricordava l’antico culto, e siamo contenti di riportare la venerazione di san Martino in una valle che prende il suo nome proprio da tale culto. Quanto prima riusciremo a spiegare che il cristianesimo ortodosso non ha tanto a che fare con le particolarità di alcuni popoli orientali, ma con l’essenza della fede cristiana di sempre e dovunque, tanto prima potremo dedicarci a un apostolato decente.
24/11/2019
Dov'è la voce autorevole del Giudice dell'ecumene?
Vi presentiamo in italiano la lettera che il metropolita Agafangel (Savvin) di Odessa, a nome di tutti gli ucraini ortodossi delusi e disgustati dal voltafaccia del patriarca d’Alessandria, ha scritto a Theodoros II ricordandogli il suo precedente impegno per la canonicità e la legalità. Il tradimento è reso ancora più amaro dal titolo di Giudice ecumenico, tradizionalmente portato dal patriarca della Chiesa dell’Africa.
23/11/2019
Patriarca Kirill: i discorsi sul riconoscimento degli scismatici 'sotto pressione' ci fanno sorridere
Vi presentiamo in italiano l’articolo di Pravmir sulle reazioni del patriarca Kirill alle voci delle pressioni che starebbero inducendo i primati di altre Chiese a capitolare sulla questione ucraina. Non è cosa delicata sorridere davanti alle difficoltà altrui, ma la Chiesa che ha subito nell’ultimo secolo la quantità più spaventosa di persecuzioni si è guadagnata il diritto di sorridere delle ‘ordalie’ a cui i politici americani sottopongono dei primati ortodossi abituati per tutto il resto a una vita piuttosto calma e sicura.
Vi presentiamo in traduzione italiana un saggio di padre Emmanuel Hatzidakis, un prete dell’Arcidiocesi greca d’America che in gioventù, da studente a Roma, si era convertito al cattolicesimo romano, ed è quindi ben equipaggiato per capire a fondo i rischi di deriva papista del Patriarcato di Costantinopoli.