Circa sei anni fa vi abbiamo presentato la storia del primo prete ortodosso di colore in America, padre Raphael Morgan (nella foto). Già in quel primo articolo, si facevano dei cenni alla vita di questo convertito, avvolta in un certo mistero, delineandone luci e ombre. Spesso la vita degli iniziatori delle chiese è proprio un simile miscuglio di elementi positivi e negativi, e dobbiamo tenerne conto quando, passati molti anni, siamo presi dal naturale impulso romantico a idealizzare il nostro passato.
Come ci insegna l’articolo di Matthew Namee che vi abbiamo tradotto in italiano, la vita di questo sacerdote ha degli aspetti ben più oscuri del colore della sua pelle: fu coinvolto in un caso di divorzio per maltrattamenti che, a prescindere da quale fosse la verità oggettiva, dimostra una certa lontananza dalle storie di santi che vorremmo sentire a proposito dei pionieri della fede ortodossa nei nostri paesi. Questa è una buona lezione per tutti, che ci insegna a cercare e a rispettare la verità, e al tempo stesso a riconoscere che il Signore sa spesso servirsi anche di strumenti imperfetti per far avanzare i suoi piani di salvezza per tutti.
20/10/2019
Il piccolo Filaret: un archimandrita della ROCOR passa sotto Costantinopoli per essere stato escluso dall'episcopato
Per un secondo sabato consecutivo, le notizie dalla Chiesa di Grecia portano conseguenze che non è facile valutare: se è vero che l’arcivescovo di Atene ha concelebrato con il patriarca Bartolomeo una Liturgia con una menzione degli scismatici, è altresì vero che questo gesto, nello stesso stile della decisione di sabato scorso, potrebbe essere o non essere una dichiarazione di riconoscimento ufficiale, a seconda del modo in cui è considerata.
Oggi diamo pertanto la precedenza a una notizia, che per quanto triste, è per lo meno molto chiara nelle sue premesse. Da poche settimane avevamo salutato la nomina dell'archimandrita Alexander (Belya, nella foto) come vescovo vicario della ROCOR in Florida, quando ci è giunta la notizia che la sua candidatura era stata ritirata ed era iniziato nei suoi confronti un processo canonico. Poiché la ROCOR aveva chiesto un periodo di calma per valutare le accuse, ci siamo astenuti noi stessi dal commentare la situazione, ma a quanto pare il diretto interessato non ha atteso lo svolgimento dell’indagine, passando sotto l’obbedienza dell’arcidiocesi greca di Costantinopoli negli USA.
Ci permettiamo un attimo di tregua dal nostro monitoraggio della crisi ucraina (anche il Creatore si è riposato al sabato...) e vi presentiamo un progetto che offre speranze alla nostra visione della missione ortodossa in Occidente: il design di una nuova chiesa monastica nei monti della Virginia occidentale, dove si sta radunando un gruppo sempre più consistente di monaci americani.
Convocato d'emergenza a causa della crisi del riconoscimento degli scismatici da parte della Chiesa di Grecia, il Santo Sinodo del Patriarcato di Mosca ha preso decisioni serie ma caute, notando tutte quelle ambiguità nel riconoscimento degli scismatici che abbiamo cercato di spiegarvi negli ultimi giorni. Il Sinodo, di cui vi presentiamo le decisioni in italiano, ha deciso per una linea preventiva generale, che non interrompe la comunione con la Chiesa di Grecia finché il suo primate non esprimerà un riconoscimento inequivocabile, e al tempo stesso invia note di incoraggiamento a chi nella Chiesa di Grecia si oppone al riconoscimento degli scismatici, e di interruzione personale della comunione con quei vescovi che già hanno compiuto atti di riconoscimento e concelebrazioni.
18/10/2019
Le Nazioni Unite chiedono la chiusura del sito "Mirotvorets"
Vi forniamo la traduzione italiana di un articolo su di un altro piccolo segno di giustizia finalmente in azione in Ucraina: è finito addirittura sotto la condanna delle Nazioni Unite il famigerato sito "Mirotvorets" (il "pacificatore" che incita alle stragi, non l'unico degli assurdi ossimori di uno stato che chiama "operazione anti-terrorismo" una guerra combattuta a base di azioni "belliche" come le bombe nei locali pubblici). Si conclude così l'appello alle Nazioni Unite di cui vi abbiamo accennato alla fine di marzo di questo stesso anno.
1) Consapevoli delle gravi conseguenze di un riconoscimento esplicito degli scismatici sotto forma della concelebrazione con il patriarca Bartolomeo a Salonicco il prossimo sabato, i vescovi greci contrari al riconoscimento hanno invitato l'arcivescovo Hieronymos d'Atene a non concelebrare con il patriarca, o addirittura a saltare la visita a Salonicco.
Intanto, è stato rivelato il nome di un undicesimo vescovo della Chiesa di Grecia che si oppone apertamente al riconoscimento degli scismatici ucraini: è il metropolita Kallinikos di Paronaxia, che aggiungiamo volentieri alla lista dei vescovi da noi onorati:
Άξιος!
2) La Chiesa serba ha rifiutato di inviare una sua delegazione alle celebrazioni dell’ottavo centenario della sua stessa autocefalia che il patriarca Bartolomeo voleva tenere a Istanbul, e crescono le preoccupazioni che la “gratitudine” fanariota offra un grado di riconoscimento agli scismi interni del Patriarcato di Serbia.
16/10/2019
I metropoliti di Citera e del Pireo dicono che non c'è stata votazione, né riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"
Gli eventi relativi alla crisi ucraina si susseguono senza darci pace (e sì che vorremmo anche noi prenderci un po’ di relax e parlare di cose più edificanti per la fede, ma sarebbe da sconsiderati proporre stare ad ascoltare un’orchestra su una nave che sta rischiando di affondare). Cominciamo a sentire di vivere, come nell’augurio cinese, “in tempi interessanti” (in realtà l’augurio è un po’ una maledizione, perché nella filosofia cinese i “tempi interessanti” sono i tempi di conflitti).
In breve, dopo che il mondo ortodosso ha iniziato a riflettere su una grave decisione dell’episcopato della Chiesa di Grecia, stando alle recenti dichiarazioni dei metropoliti Seraphim di Citera e Seraphim del Pireo (nella foto), che vi presentiamo in italiano, questa decisione non avrebbe neppure avuto luogo! Non è la prima volta, negli ultimi mesi che le notizie provenienti dalla Chiesa di Grecia sono diffuse in modo distorto e poi smentite: la situazione, come dice il nostro amico George Michalopulos, è “più o meno chiara come il fango”. E questo potrebbe essere un bene, perché il Santo Sinodo del Patriarcato di Mosca, che dovrebbe riunirsi giovedì 17 ottobre, non prenderà misure reattive a meno che la Chiesa di Grecia non si esprima in modo chiaro e inequivocabile a favore del riconoscimento degli scismatici ucraini. Tempi interessanti, davvero... speriamo di ritornare quanto prima ai “tempi noiosi” dell’ordinaria missione ortodossa nel mondo.
Pur nella tristezza della recente e riprovevole scelta del Concilio episcopale della Chiesa di Grecia, non dimentichiamo i metropoliti che si sono opposti a una decisione che sarà sicuramente ricordata come una pagina nera dell’Ortodossia greca. Onoriamo chi ha saputo resistere alle pressioni, sia tra i metropoliti presenti al Concilio ad Atene, sia tra quelli che hanno espresso il loro dissenso da lontano:
Andreas di Dryinoupolis, Pogoniani e Konitsa
Daniil di Kessariani, Vironos e dell’Imetto
Germanos dell’Elide e di Oleni
Kosmas d’Etolia e di Acarnania
Nektarios di Corfù, Passo e delle Isole Diapontiche
Nikolaos di Mesoghea e Lavreotiki
Seraphim di Karystia e Skyros
Seraphim di Citera e Anticitera
Seraphim del Pireo
Simeon di Nuova Smirne
14/10/2019
Festa dei 40 anni della parrocchia di santa Parascheva
In questo video potete vedere la Divina Liturgia di sabato 12 ottobre, celebrata dal metropolita Iosif (Pop) di Parigi e dal vescovo Atanasie (Rusnac) di Bogdania, vicario della diocesi romena d'Italia, nel quadro della celebrazioni per i 40 anni della parrocchia ortodossa romena di santa Parascheva a Torino. Durante la Liturgia è stato ordinato prete padre Vasile Istina, da molti anni diacono alla parrocchia dell'Esaltazione della Santa Croce. I nostri preti e alcuni fedeli della parrocchia erano presenti a questo momento di gioia: saremo sempre grati e vicini a padre Gheorghe Vasilescu, alla presbitera Ilinca, alla loro famiglia e alla comunità parrocchiale, accanto ai quali abbiamo mosso anche noi i primi passi della crescita della nostra parrocchia.
Il 14 ottobre, giorno della festa della santa Protezione della Madre di Dio, è anche il quarantesimo giorno dal decesso di un grande amico dell’Ortodossia russa, che si affidava in modo speciale a quella protezione: sua Eminenza il cardinale Roger Etchegaray (Espelette, 25 settembre 1922 – Cambo-les-Bains, 4 settembre 2019), forse il più famoso basco dell’ultimo secolo.
I legami di sua Eminenza con la Chiesa russa sono fin troppi per poterli ricordare: ci sono stati molti incontri quando viveva a Roma, e alcuni di noi sono stati a trovarlo anche nella sua madrepatria, nei Paesi Baschi francesi. A noi piacerà sempre ricordarlo come ci aveva accolti nella sua casa romana, quando gli abbiamo regalato un’icona dei santi vescovi dei Paesi Baschi dipinta nella nostra parrocchia di Torino (potete vedere l’icona alle sue spalle nella foto) e quando ci ha fatto mille domande, con la sua agile e curiosa mente di “giovane” ultranovantenne, sulle interazioni tra le culture italiana, basca e dell’Europa dell’Est. Che il Signore lo riposi nella pace e gli conceda una gloriosa risurrezione.
Eterna Memoria! Memoire Eternelle! Betiko Memoria!
Il Concilio episcopale della Chiesa di Grecia, con l’opposizione di soli sette metropoliti (che saranno probabilmente menzionati in relazione a san Marco di Efeso) ha deciso di riconoscere l’autocefalia della “Chiesa ortodossa dell’Ucraina” nella sua sessione straordinaria di sabato 12 ottobre. Avremo molto tempo per discutere la notizia, ma ora vogliamo lasciare la parola al nostro amico George Michalopulos, che incarna la posizione dei greci profondamente addolorati da questo evento, e che nel suo post che vi abbiamo tradotto in italiano ha saputo, con il suo abituale acume, individuare le vere ragioni di questa triste decisione.
12/10/2019
Aggiornata la cronologia della crisi ucraina: 1 anno di copertura quotidiana degli eventi
La nostra cronologia della crisi ucraina, che non aggiornavamo più da un certo tempo (e ce ne scusiamo con i lettori) è stata portata al passo con gli articoli e i materiali caricati fino all’11 ottobre 2019, primo anniversario dell’infausta decisione fanariota di legittimare lo scisma in Ucraina (un gesto che, comunque finiscano le cose, sarà ricordato come una delle peggiori pagine della storia della Chiesa ortodossa). Vi abbiamo tenuti al corrente con molta cura, e se possiamo vantarci di un anno di lavoro ben fatto, possiamo affermare che non troverete in lingua italiana una copertura di questo tema più approfondita di quella che vi ha offerto (e che continua a offrirvi) il nostro sito.
Vi presentiamo in russo e in italiano la notizia della pubblicazione di un libro davvero importante: nato come iniziativa dell'Unione dei giornalisti ortodossi per testimoniare le vessazioni ai credenti da parte degli scismatici ucraini, il libro "L'altro lato del Tomos" è divenuto, al di là delle intenzioni degli autori, uno specchio di ciò che è descritto nelle storie della Chiesa antica in cui si parla di cristiani perseguitati dal potere. Il libro è già stato tradotto in altre lingue: ci auguriamo che la versione greca, distribuita ai vescovi della Chiesa di Grecia poco prima del loro incontro conciliare sul riconoscimento degli scismatici, serva loro come utile materiale di riferimento e di discussione.
11/10/2019
La Chiesa ortodossa russa pubblica una chiarificazione teologica sulla non canonicità della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"
Proprio nei giorni in cui la Chiesa di Grecia si trova sospinta a discutere la questione del riconoscimento degli scismatici ucraini, arriva al momento giusto un documento di chiarificazione teologica sul perché questo riconoscimento sia inaccettabile. In questo testo, che vi presentiamo in russo, in romeno e in italiano, si possono vedere le caratteristiche migliori dei documenti prodotti dal nostro patriarcato: un’analisi seria, approfondita, priva di qualsiasi trionfalismo o argomentazione ad personam o con qualsivoglia riferimento etno-tribalista, ma piuttosto incentrata sull’importanza di mantenere immutata la fede e la pratica della Chiesa ortodossa.
In giorni di pesanti conflitti all’interno della Chiesa ortodossa, è un balsamo per l’anima leggere le parole dell’abate Tryphon (nella foto), superiore del monastero della ROCOR a Vashon Island presso Seattle, che ci ricorda che simili conflitti sono sempre esistiti nella storia della Chiesa, e che tali conflitti non impediscono a Dio di prendersi cura di coloro che egli ama.