L'intervista parla della situazione in Siria e in Egitto, dei rapporti tra cattolici e ortodossi, della Chiesa russa in Cina e in Italia, della reazione della Chiesa russe alle ultime leggi e altro. Per far notare come il Patriarcato di Mosca sia ancor oggi oggetto di disinformacija da parte dei media occidentali (e di conseguenza, come in genere sia estremamente difficile ricevere notizie corrette sulla Chiesa ortodossa russa), ci preme sottolineare questo dettaglio dell'intervista:
Molti accusano il Patriarcato di essere troppo vicino al Cremlino e anche una parte dei fedeli pare non gradire questa vicinanza. Quale è il rapporto tra Stato e Chiesa in Russia, oggi?
Non mi pare che tra i nostri fedeli ci siano molte persone non contente dei rapporti con lo Stato. Sono i giornali che a volte scrivono di questo. L’ultima volta che sono stato in Inghilterra, la Bbc mi ha chiesto in un’intervista se non pensassi che i rapporti della nostra Chiesa col Cremlino fossero troppo stretti. Ho risposto che in Russia i rapporti tra lo Stato e la Chiesa non sono più stretti che in Gran Bretagna, dove il capo della Chiesa e i vescovi sono nominati dalla Regina su segnalazione del Primo ministro. Poi mi hanno chiesto: non le sembra che una stessa persona non dovrebbe essere al potere per troppi anni? E io ho risposto che da noi non è ancora successo che qualcuno sia al potere per 60 anni di seguito, come la Regina in Inghilterra. Ma a dispetto delle tradizioni democratiche inglesi, queste mie risposte sono state censurate e l’intervista è stata trasmessa dopo che erano state tagliate.
Il decimo capitolo dell’analisi della storiografia medioevale svolta da padre Andrew Phillips riguarda un’opera veramente interessante per il nostro viaggio alla scoperta delle cause dello scisma. The First European Revolution, c. 970–1215 (La prima rivoluzione europea, c. 970-1215), di R. I. Moore, insiste sul considerare il ‘punto di svolta’ dell’undicesimo secolo come la prima rivoluzione europea. Con buona pace della scuola ‘contro-rivoluzionaria’ cattolico-romana, che vede nella riforma protestante la prima rottura dell’ordine tradizionale cristiano, la storiografia contemporanea sottolinea come ciò che plasma le basi del cattolicesimo romano contemporaneo, lungi dall’essere una continuità con la tradizione cristiana precedente, è di fatto il frutto di un processo rivoluzionario. Seguiamo questa linea nei passi dell’opera del professor Robert Moore, valutando aspetti quali l’urbanizzazione, la servitù della gleba, la proliferazione dei castelli, lo sviluppo di stereotipi contro il precedente cristianesimo ‘non riformato’ (=ortodosso), la demonizzazione degli ebrei e le crociate.
02/09/2013
Il suicidio secondo la Tradizione della Chiesa ortodossa
Affrontiamo il tema del suicidio dal punto di vista dei canoni ecclesiastici, per vedere quali siano le motivazioni della (apparente) durezza della Chiesa a vietare i funerali e le commemorazioni dei defunti per i suicidi. Il protopresbitero Lambros Fotopoulos analizza la legislazione ecclesiale e la tradizione (soprattutto monastica), per sottolineare la volontà di bene verso tutti gli esseri umani (anche quelli che hanno operato una scelta auto-distruttiva). Presentiamo l’articolo sul suicidio nella sezione “Etica” dei documenti.
Ultimamente abbiamo ricevuto diverse richieste di informazioni sulle possibilità di soggiorni e ritiri in un monastero ortodosso. Ovviamente, i monasteri non mancano nei paesi di tradizione ortodossa, ma ben presto abbiamo sentito le prevedibili obiezioni sulla lontananza, la difficoltà di accesso, i problemi linguistici... per trovare un compromesso, abbiamo provato a dare un'occhiata alla situazione d'oltralpe. Ebbene, in Francia, non distante dall'Italia (soprattutto da Torino e dintorni) si contano attualmente ben 21 monasteri, sui quali è stata compilata una guida, a cura dello ieromonaco Samuel del monastero della Theotokos e di san Martino nei Pirenei orientali. Invitiamo tutti gli interessati a leggere la pagina della guida ai monasteri ortodossi di Francia, e se sono interessati, ad acquistarne una copia per valutare le possibilità di visitare uno o più dei tanti monasteri ortodossi più vicini a noi.
Olga Rozhneva (nella foto), collaboratrice del portale pravoslavie.ru con diversi testi dedicati agli anziani di Optina, ne ha presentato recentemente uno sul valore della cultura artistica e musicale nella vita dei cristiani. Assodata l’importanza di tale cultura per lo sviluppo dell’anima (cosa di cui parla anche padre Seraphim Rose in un altro articolo del nostro sito), la crescita interiore nella contemplazione delle bellezze del creato è perfettamente legittima e anche benefica (non si può stare in tensione spirituale continua), pur di non essere assolutizzata a discapito delle realtà invisibili. Presentiamo l’articolo di Olga Rozhneva nell’originale russo e in traduzione italiana nella sezione “Ortoprassi” dei documenti.
Molti dei nostri parrocchiani ricordano Slavcho Stoilkovski (nella foto), il giovane violoncellista macedone che negli ultimi anni ha frequentato spesso la nostra parrocchia, cantando nel coro e dando un ottimo esempio di fedele ortodosso (vivendo a una novantina di chilometri da Torino, in una zona poco servita dai trasporti pubblici, la sua regolarità in chiesa ha dimostrato quanto sia facile frequentare le funzioni... se davvero si ha la fede nel cuore). Da poco tempo Slavcho si è trasferito a Riga, dove si è sposato con Jana, la sua collega insegnante che abbiamo avuto il piacere di avere in visita da noi a Torino. Dobbiamo ringraziare Slavcho per molte cose, non ultimo per averci aiutati a conoscere meglio e apprezzare la figura di vladika Jovan dell'arcivescovado ortodosso di Ohrid. Auguriamo a Slavcho e Jana ogni bene nel loro cammino sprituale e nella carriera musicale!
In Internet, la presentazione del cristianesimo ortodosso in lingua italiana è ancora tutt’altro che esaustiva, ma ci sono inizi promettenti, e vale la pena monitorarli da vicino. Oggi ci occupiamo del fenomeno dei blog ortodossi, la cui crescita a nostro parere è il settore più interessante (e non solo nel nostro paese) del panorama dell’Ortodossia in rete. Osserviamo in dettaglio la blogosfera ortodossa in Italia nella sezione “Pastorale” dei documenti.
In un paese in cui la propaganda intellettuale dell’ateismo raggiunge una diffusione capillare, persone come il diacono Andrej Kuraev sono dei doni provvidenziali per i credenti. Padre Andrej non è solo il più brillante apologeta contemporaneo della Chiesa ortodossa russa, ma anche un accademico che prima della sua conversione ha avuto una educazione sistematica nell’ateismo scientifico. È pertanto di grande interesse sentirlo argomentare senza alcuna polemica, e affermare con un candore disarmante che il credente ha una gamma di conoscenza più vasta di quella dell’ateo. Presentiamo l’articolo di Nadezhda Pronina su padre Andrej da La Voce della Russia nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.
Ci siamo chiesti dove fosse nel mese d'agosto il nostro confratello padre Iosif (Pavlinciuc), coordinatore delle parrocchie moldave dell'Europa occidentale, di cui negli ultimi mesi abbiamo pubblicato sul sito un'intervista. Abbiamo scoperto dai nuovi aggiornamenti del sito di collegamento delle parrocchie moldave che padre Iosif è arrivato nientemeno che al Circolo Polare Artico, in missione presso i fedeli ortodossi dell'isola Spitsbergen, nell'arcipelago norvegese delle Svalbard. Presentiamo il breve resoconto fotografico della missione nell'originale romeno e in traduzione italiana, nella sezione "Figure dell'Ortodossia contemporanea" dei documenti.
Nel nostro nono incontro con la storiografia medioevale, incontriamo un elemento che faremmo bene a tenere attentamente associato alla deviazione dell’Occidente dall’Ortodossia: la persecuzione. Il testo analizzato da padre Andrew Phillips èThe Formation of a Persecuting Society; Power and Deviance in Western Europe 950-1250 (La formazione di una società persecutrice: potere e devianza nell’Europa Occidentale 950–1250), di R. I. Moore. È interessante riflettere sull’altrimenti inspiegabile rinascita di eresie, vere o presunte, che in vari modi (anche per via negativa) hanno servito gli scopi della separazione dell’Occidente cristiano. Suonerà pure strano agli orecchi di molti come la recrudescenza di persecuzioni anti-ebraiche (assenti nei precedenti secoli “ortodossi” del cristianesimo occidentale) abbia messo fuori combattimento un’elite culturale che poteva danneggiare lo sviluppo della società “riformata” che abbiamo analizzato nel corso di questi articoli.
Una delle voci di dissenso interno dell’Ortodossia è quella dei vecchi calendaristi. Anche se non è la voce più numerosa o influente, è certamente una delle voci teologicamente più articolate, soprattutto per la pretesa di rappresentare una visione “tradizionale” e non adulterata dell’Ortodossia. Purtroppo, accanto a rivendicazioni di per sé legittime, i vecchi calendaristi hanno creato sinodi separati in totale spregio dei canoni della Chiesa (e quindi, il termine “non canonici” si adatta a loro perfettamente); in questo, dimostrano di essere anti-tradizionali e anti-ecclesiali. In un estratto di un articolo dal blog di padre John Whiteford (che pure è solidale con l’idea del valore del vecchio calendario o, per meglio dire, scettico su quel che il nuovo calendario presume di aver “aggiustato”), si cerca di spiegare quali sono questi canoni calpestati dal vecchio calendarismo scismatico. Presentiamo l’estratto sul tema dei vecchi calendaristi nella sezione “Domande e risposte” dei documenti.
Ci sono poche notizie in italiano sul metropolita Lavr (o Laurus, al secolo Vasil' Michalovich Shkurla, nato nel villaggio carpato-russo di Ladomirová in Slovacchia il 1 gennaio 1928, e morto a Jordanville, nello stato di New Yourk, il 16 marzo 2008), che è stato il primo ierarca sotto il quale la Chiesa Ortodossa Russa fuori dalla Russia (ROCOR) ha avviato e concluso il processo di riunificazione con il Patriarcato di Mosca. Nel marzo 2013, sul sito ROCOR Studies, l'arciprete Gregory Naumenko ha intervistato il protodiacono Victor Lochmatow, testimone di quasi 50 anni della vita di vladyka Lavr, ricavando un quadro di toccante profondità umana e spirituale. Presentiamo l’intervista (pubblicata originariamente in inglese) nel testo russo e nella nostra traduzione italiana nella sezione “Testimoni dell’Ortodossia” dei documenti.
26/08/2013
Perché i cristiani ortodossi preferiscono la Bibbia dei Settanta
In un testo di alcuni anni or sono abbiamo presentato le linee guida del perché la Chiesa ortodossa ritiene ispirata la Bibbia dei Settanta; in un articolo tratto dal blog Mystagogy, che presentiamo nella sezione “Confronti” dei documenti, approfondiamo alcune di queste ragioni, scoprendo come il testo dei Settanta è meno manipolato storicamente, e forse più aderente all’antica tradizione ebraica che non il testo oggi considerato ispirato dagli ebrei, dai protestanti e da molti cattolici romani.
Abbiamo già pubblicato da anni sul nostro sito un testo critico delle apparizioni mariane, scritto da una fedele ortodossa inglese che ha fatto un attento studio della fenomenologia delle apparizioni nel suo complesso. Recentemente, padre Andrew Phillips ha proposto, sul blog del sito Orthodox England, una revisione delle due più importanti apparizioni, Lourdes e Fatima, e un’interpretazione del loro messaggio in chiave ortodossa. Non è il primo a tentare questa via, ed è certamente competente sul contenuto e sull’interpretazione delle apparizioni e dei loro messaggi (competenza a cui ha contribuito la sua esperienza pastorale in Francia e in Portogallo), e può farne osservazioni basate sugli ultimi eventi in Russia. Può sembrare strano che due inglesi, entrambi fedeli della Chiesa ortodossa russa, giungano a conclusioni diverse su questo tema, ma la cosa non deve stupirci, visto il carattere facoltativo e in ultima analisi opinabile che è lasciato (anche nello stesso mondo cattolico romano) alle apparizioni mariane. Presentiamo pertanto anche l’interpretazione di padre Andrew nella sezione “Confronti” dei documenti.
24/08/2013
Funerale e sepoltura dell'archimandrita Marco (Davitti)
Il 22 agosto i fedeli ortodossi in Italia hanno dato l'addio al defunto archimandrita Marco (Davitti). Il 20 agosto, il giorno della morte del sacerdote, il suo corpo è stato consegnato alla chiesa di San Basilio il Grande a Bologna - dove padre Mark ha servito per la maggior parte della sua vita. In un flusso senza fine, giorno e notte sono arrivate persone alla tomba del defunto padre e hanno portato fiori freschi.
Con la benedizione dell'amministratore delle parrocchie del Patriarcato di Mosca in Italia, l'arcivescovo Mark di Egor'evsk, il 21 agosto è arrivato a Bologna il segretario dell'amministrazione della Chiesa ortodossa russa in Italia, l'archimandrita Antoniy (Sevryuk). Padre Antoniy ha celebrato una panichida alla bara del defunto, e poi ha preso parte alla lettura del Vangelo. Le parole delle sacre Scritture sono risuonate ininterrottamente nella chiesa fino all'inizio del servizio funebre.
Alle 6 del mattino del 22 agosto, l'archimandrita Antoniy, assistito dal rettore della parrocchia di sant'Ambrogio a Milano, l'archimandrita Ambrogio (Makar), dal rettore della parrocchia di san Massimo di Torino, l'igumeno Ambrogio (Cassinasco), dai chierici della parrocchia di Bologna, lo ieromonaco Seraphim (Valeriani) e il sacerdote Sergej Averin, oltre ad altri sacerdoti che svolgono il ministero in Italia, ha celebrato la Divina Liturgia, dopo di che si è rivolto in una predica ai fedeli presenti in chiesa a pregare.
Alle 8 è iniziato il rito funebre, che è stato guidato da un caro amico di padre Marco - l' archimandrita Dimitri (Fantini), rettore della parrocchia dei santi Sergio di Radonez, Serafino di Sarov e Vincenzo martire di Saragozza a Milano. Sono giunti anche altri chierici delle parrocchie del Patriarcato di Mosca in Italia. Le funzioni sono state condotte in slavonico ecclesiastico e in italiano. Al termine del rito sulla bara del sacerdote defunto è stata letta la preghiera di assoluzione funebre, e tutti i presenti nella chiesa hanno potuto dire addio al caro e amato pastore.
Al clero e ai parrocchiani si è rivolto il fratello di padre Mark, David Davitti. Ha ringraziato in particolare la comunità per il sostegno che invariabilmente hanno offerto al loro rettore. Poi, l'archimandrita Antoniy ha annunciato le condoglianze dell'arcivescovo Mark di Egor'evsk, che sono state lette in lingua russa e italiana e offerte alla famiglia del defunto.
Dopo il funerale la bara con il corpo di padre Mark è stata portata dai sacerdoti fuori dal tempio, e sulla strada è stata servita un'altra litia. Poi, diversi autobus con clero e parrocchiani sono andati presso Firenze, alla cittadina di Reggello, luogo di nascita dell'archimandrita Marco. Qui, al cimitero è stata nuovamente servita una litia presso la tomba, dopo di che il corpo del sacerdote è stato affidato alla terra.