Il 19 gennaio celebra la memoria di un santo georgiano: il venerabile Antonio di Martqopi, lo Stilita. Si tratta di uno dei tredici Padri siriani che si stabilirono in Georgia nel corso del VI secolo per predicare il Vangelo e ai quali è attribuito lo sviluppo del monachesimo in Georgia. Sant'Antonio era conosciuto perché portava sempre con sé un'icona del Salvatore "non fatta da mani umane", ed è notevole che i monaci giunti in Georgia per evangelizzare usassero icone per questo scopo. Infatti, l'icona originale "non fatta da mani umane" era stata determinante nel causare la conversione di Edessa.
Un nobile pagano che aveva incontrato il santo mentre questi reggeva l'icona ed era circondato da cervi (la vicinanza agli animali selvatici è una caratteristica di molti santi asceti) fu condotto dalla paura a far rimuovere l'icona da Antonio tagliandogli le mani. Questo fu miracolosamente evitato e tale evento contribuì a convincere molti della verità del cristianesimo.
Dopo aver stabilito monasteri, Sant'Antonio trascorse gli ultimi anni della sua vita in solitudine, ritirandosi nel deserto e vivendo in cima a una colonna (da cui viene il suo titolo di stilita), anche se non poté impedire a molte persone di andare da lui con richieste e in cerca di consigli. Dopo il suo riposo, sant'Antonio fu sepolto nel monastero da lui fondato - tenendo sempre nelle mani l'icona del suo Salvatore.
Il sito della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d'Italia e Malta ha pubblicato in formato PDF la tesi di dottorato del 2005 del nostro confratello, il protopresbitero Iosif Restagno, dal titolo Liturgia e Sacerdozio nel Costituirsi della Tradizione Bizantina Ortodossa. Vi invitiamo a scaricare il documento, a salvarlo e soprattutto a leggerlo, perché l’approccio del testo è esattamente quel che serve a far capire, attraverso l’esperienza liturgica della Chiesa ortodossa, le radici della tradizione cristiana dimenticata nel nostro paese.
11/07/2016
Sulle origini delle lettere Ὁ ὬΝ nell'aureola di Cristo
L’abitudine di vedere nelle icone ortodosse di Cristo l’aureola con la croce e le iniziali greche della frase Ὁ ὬΝ (Colui che è) è tanto radicata da far trascurare che queste lettere sono un’aggiunta molto tardiva, risalente a ben oltre gli inizi del secondo millennio. Padre Steven Bigham ci porta in un viaggio di scoperta delle origini e del significato simbolico di quest’iscrizione, in un saggio che abbiamo tradotto in italiano nella sezione “Testimoni dell’Ortodossia” dei documenti.
Il gruppo dei nostri parrocchiani che in questi giorni è in pellegrinaggio al Monte Athos, guidato dal nostro diacono Nicolae, ci invia alcune foto, assieme ai loro saluti e alle loro preghiere per noi:
10/07/2016
Una lezione di storia ortodossa: la successione dei patriarchi di Costantinopoli
Uno dei retroscena del Concilio di Creta e dell’ansia di tenerlo a tutti i costi nei tempi prestabiliti (anche in assenza della rappresentanza di oltre i tre quarti degli ortodossi nel mondo) può essere l’età avanzata e lo stato di salute cagionevole del patriarca Bartolomeo, cosa che riapre la questione della sua successione, e rivela diverse tensioni nell’episcopato del Fanar. Per capire queste tensioni, riapriamo un capitolo di storia poco studiato, e osserviamo le cause delle rivalità odierne nelle radici della successione al trono patriarcale di Costantinopoli per oltre quattro secoli e mezzo, in una lezione che presentiamo nella sezione “Domande e risposte” dei documenti. Apprenderemo come patriarchi come Cirillo V (Lukaris, nell'immagine) potevano ascendere al trono, essere deposti o costretti a dimettersi, e attendere con il supporto delle loro fazioni un'opportunità per essere reinsediati come patriarchi, anche più volte. Queste rivalità per il trono ci insegnano qualcosa delle radici storiche della cultura istituzionale del patriarcato di Costantinopoli.
09/07/2016
Un miracolo poco noto di san Giovanni di Kronstadt
Il generale Dzambolat Abatsiev (1857-1939), aiutante di campo dell'imperatore Alessandro III, era a Livadia (luogo di villeggiatura estiva degli ultimi sovrani russi in Crimea), dove l'imperatore era malato, e dove sarebbe morto il 1 novembre 1894.
Padre Giovanni era stato chiamato al capezzale dell'imperatore morente il 17 ottobre per dargli la comunione e l'unzione degli infermi. Il padre era già noto per le sue cure miracolose e la gente accorreva da tutto l'impero per vederlo - ortodossi, ma anche musulmani ed ebrei. Si ebbero centinaia di casi di guarigioni.
Una sera una signora chiese al generale Abatsiev di farle avere un incontro con padre Giovanni, e il generale decise di andare a trovarlo alle 5 di mattina. Nonostante l'ora mattutina una piccola folla si era riunita all'esterno della dimora del taumaturgo, compresi alcuni tatari locali a cui la polizia non permetteva di avvicinarsi.
Sulla porta di casa una donna tatara piangeva e la polizia non capiva cosa volesse. Abatsiev, che era nato in Ossezia e conosceva il tataro, chiese alla donna che cosa desiderasse. La donna spiegò che aveva portato il marito malato, che giaceva in un carretto sulla strada, e lo pregò di lasciar avvicinare il "mullah Giovanni". Abatsiev trovò padre Giovanni nelle sua preghiere del mattino, anche se erano le 5, e gli parlò della donna tatara. Padre Giovanni chiese di lasciarla entrare.
Attraverso Abatsiev, padre Giovanni chieste alla donna se credeva in Dio e alla sua risposta positiva, disse: "Pregheremo insieme, tu prega al modo tuo, e io pregherò al modo mio". Quando padre Giovanni ebbe finito la sua preghiera, benedisse la donna tatara con un segno della croce e poi Abatsiev uscì con lei, e con loro grande stupore, videro il marito malato venire verso di loro perfettamente guarito.
La kasha (pappa di cereali) è per i russi ciò che la pasta è per gli italiani. Vediamo in un articolo di Kristina Bausman (un'americana ortodossa) come questo piatto semplice ma creativo ha plasmato la cultura del popolo russo, assieme a un video che abbiamo tradotto in italiano. Buona visione e... Приятного аппетита! (Buon appetito!)
08/07/2016
La Chiesa russa accoglie con favore la chiusura della 'Chiesa di Scientology di Mosca'
La Chiesa ortodossa russa ha accolto con favore una sentenza della Corte suprema russa, che ieri ha confermato la legittimità della chiusura della "Chiesa di Scientology di Mosca".
"Il sostegno da parte della Corte suprema alla legittimità della chiusura della cosiddetta Chiesa di Scientology è visto come un precedente importante che dimostra la determinazione dello stato a non riconoscere come religiose quelle organizzazioni che utilizzano i sentimenti religiosi della gente per scopi maligni", ha detto a Interfax-Religion il portavoce della Chiesa ortodossa russa Vakhtang Kipshidze.
La sentenza nel caso degli scientologi non è una violazione della libertà di religione in quanto "è stato dimostrato in tribunale che l'attività stessa di questa organizzazione è un affronto alla libertà umana in quanto tale", ha detto Kipshidze.
La Chiesa ortodossa russa viene regolarmente in contatto con persone la cui appartenenza a sette totalitarie le ha lasciate profondamente ferite spiritualmente e mentalmente, e ha rovinato la loro vita e la loro felicità, ha detto il portavoce. "Questo è il motivo per cui noi vediamo la decisione contro Scientology come una misura diretta a proteggere la libertà e la dignità dei cittadini russi", ha detto Kipshidze.
Il 29 giugno la Corte suprema russa ha emesso una sentenza definitiva che conferma la chiusura della "Chiesa di Scientology di Mosca" per inadempienza ai requisiti per un'organizzazione religiosa.
Il tribunale di primo grado aveva ritenuto che l'attività della organizzazione religiosa era piuttosto di natura societaria e a scopo di lucro, cosa che è in contrasto con gli obiettivi di un'organizzazione religiosa. "Nel frattempo, l'organizzazione ha ricevuto preferenze fiscali ingiustificate da parte dello Stato", come riportano i fascicoli del caso.
Presentiamo il testo in russo e la trascrizione in italiano della video-intervista di padre Georgij Maksimov a Vasilij Lazarev (nella foto), che ha cambiato completamente la sua vita dopo un’esperienza ai confini della morte. Abbiamo già da tempo presentato sul nostro sito un’esperienza di pre-morte vissuta da un autore russo del XIX secolo, e vi invitiamo a paragonarla con quella di questo testimone dell’Ortodossia dei nostri giorni, per vedere se e quanto queste esperienze abbiano un carattere immutabile nel tempo.
06/07/2016
Metropolita Onufrij: come raggiungere la pace tra tutti i popoli
Presentiamo il testo russo e la traduzione italiana di un articolo sul metropolita Onufrij di Kiev e la sua recente omelia sugli operatori di pace: il testo ci offre spunti di riflessione in questi giorni in cui il conflitto in Ucraina ha subito una recrudescenza.
Dopo la nostra pausa, eccoci di ritorno, con la traduzione italiana di alcuni consigli di san Teofane il Recluso (che scriveva lettere a figli e figlie spirituali che vivevano nel mondo) su come creare una propria regola domestica di preghiera e come trarne il massimo beneficio.
Come già abbiamo fatto lo scorso anno, andiamo ancora a trovare padre Andrew Phillips alla parrocchia di san Giovanni il Taumaturgo a Colchester, in occasione della festa patronale. Questo significa anche qualche giorno di assenza di novità sul sito, ma vi preghiamo di non scoraggiarvi: lo scorso anno siamo tornati dall’Inghilterra con spunti nuovi e interessanti, e speriamo di avere anche quest’anno la stessa ispirazione. Per chi soffre di assuefazione alle nostre novità quotidiane... può essere un momento giusto per fare un po’ di ripasso di tutto quello che in questi anni abbiamo lasciato a disposizione dei lettori sul nostro sito.
Presentiamo la traduzione italiana di un saggio sull’attitudine dei Padri di lingua greca verso l’istruzione e la filosofia pagana del loro tempo. L’autrice, Eirini Artemi, ricercatrice di teologia e filologia classica all’arcidiocesi ortodossa di Atene, spiega accuratamente come i Padri siano riusciti ad accettare il pensiero greco a loro contemporaneo, pur respingendo quegli elementi cultuali e religiosi del paganesimo che sono in contrasto con la fede cristiana.
Presentiamo la traduzione italiana di un piccolo ma esauriente testo sulla formazione dello stato ucraino nel XX secolo, che riporta alcuni dati storici meno noti, ma non per questo meno rilevanti, tipo il fatto che non è mai esistito uno stato ucraino prima della rivoluzione bolscevica. L’autore, Vladislav Sotirović, è docente di scienze politiche a Vilnius, nonché attivo blogger di saggistica geopolitica.
Dopo avere offerto la carrellata storica degli elementi rilevanti di tutti i Concili ecumenici, padre Petru (Pruteanu) trae le conclusioni di ciò che è venuto fuori da Creta, con i principali risvolti positivi e negativi, e soprattutto la rilevanza teologica delle affermazioni sinodali. Presentiamo le considerazioni conclusive di padre Petru nell’originale romeno e in traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti.