Ringraziamo Nicola per averci segnalato questo documentario sul Monte Athos (cliccate sulla foto per aprire il video), che era disponibile fino a un certo tempo fa con sottotitoli, e che ora è stato messo online in traduzione italiana dal canale YouTube Diaspora Ortodoxiei: questa novità è ancor più gradita, perché nel video diversi monaci athoniti parlano delle loro vite ed esperienze.
12/03/2024
Reazioni alle richieste di negoziati in Ucraina da parte di papa Francesco
Il recente suggerimento di papa Francesco all'Ucraina di iniziare a pensare ai negoziati di pace (che sarebbe quel che ogni leader religioso decente vorrebbe veder implementare) ha provocato le prevedibili reazioni da tutto il mondo dell'ucrainismo arrabbiato (e pompato dalla piaggeria mediatica del mainstream occidentale). Dalle satire sul papa come marionetta di Putin, si sale presto a un livore spaventoso, con vignette in cui la bandiera bianca prospettata agli ucraini in Vaticano è in realtà il papa stesso appeso a un pennone: la cosa più inquietante, poi, è che gli stessi autori di tali orrori sono in gran parte cattolici. Non preoccupatevi, comunque: queste immagini non ve le faranno vedere sui media italiani, se no il volto dell'ucrainismo sarebbe fin troppo riconoscibile. Accontentiamoci di sentire i commenti di Nicolai Lilin, che nel suo modo pacato e chiaro, cerca di gettare un poco di luce sulla vicenda.
11/03/2024
Visita arcipastorale del vescovo Konstantin in Tanzania
In questo video (cliccate sulla foto per aprirlo) potete vedere qualche momento della recente visita in Tanzania del vescovo Konstantin (Ostrovskij) di Zarajsk, capo dell'Esarcato patriarcale d'Africa della Chiesa ortodossa russa.
Le tappe di una visita episcopale sono piuttosto standardizzate in ogni parte del mondo: incontri con i fedeli locali, celebrazioni di Liturgie e battesimi, visite a scuole e orfanotrofi, sessioni pastorali con il clero locale, e così via. Quello che colpisce in questa visita è la semplicità e la bontà con cui le comunità locali ricevono il loro vescovo.
Sforzarsi di parlare la lingua locale è uno dei primi compiti del missionario, e valorizza sia lui che la missione. In questo senso, ci fa davvero piacere vedere un vescovo russo che canta in swahili (4:10, 10:55).
Al minuto 6:00 potete vedere il pozzo di acqua potabile che l'Esarcato ha fornito al villaggio di Sokoine dopo che i chierici del Patriarcato d'Alessandria avevano tagliato i rifornimenti idrici a tutti quelli che non frequentavano più la loro chiesa (ricordiamo il Vangelo appena letto questa domenica: "avevo sete e [non] mi avete dato da bere...").
Purché il nuovo Esarcato sappia fare tesoro delle lezioni del passato (prima di tutte, quella di ascoltare la voce degli ortodossi locali, che spesso dimostrano di essere più fedeli dei loro stessi evangelizzatori), la sua missione ci riserverà ancora molte notevoli sorprese.
10/03/2024
Diaconesse, donne diaconi e l'ordine del giorno del Phoebe Center for Deaconesses
Vi presentiamo un serrato confronto tra il centro americano che spinge per la restaurazione dell'antico ordine delle diaconesse e il nostro amico padre John Whiteford. Quest'ultimo sa fin troppo bene che lo scopo degli accademici che sostengono questa mossa non è il mero ripristino delle antiche diaconesse, ma piuttosto l'apertura del sacerdozio alle donne, come avvenuto nella Comunione anglicana. Nel portare alla superficie e nel confutare questi propositi inconfessati, padre John è in grado di aiutare anche noi a tenerci lontani da un errore disastroso.
09/03/2024
Non rimandate MAI l'educazione religiosa dei bambini
Vi presentiamo una serie di commenti del patriarca Kirill su un tema sempre attuale: l'effetto che l'educazione religiosa e la frequenza in chiesa hanno sui nostri figli.
08/03/2024
Quanto è vicina la Chiesa macedone al riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"?
Vi presentiamo in traduzione italiana un'analisi di Nazar Golovko che testimonia le pressioni e i ricatti sulla Chiesa ortodossa macedone, affinché cambi la propria posizione sugli scismatici ucraini in cambio di un riconoscimento da parte del Fanar dell'autocefalia ottenuta l'anno scorso dalla Chiesa serba.
07/03/2024
Una lettura illuminante sulla disumanità corrente nei paesi baltici
La carrellata delle prepotenze di questi paesi contro la loro minoranza russa (che in Estonia e Lettonia rappresenta più di un quinto, quasi un quarto, degli abitanti dei paesi) è molto precisa, e trattata perfino con garbo (l'autore non cita i tremendi "passaporti alieni" che per anni hanno fatto indignare l'opinione pubblica, ma ce n'è abbastanza per gridare a molti scandali).
Forse non sarebbe stata fuori luogo una breve analisi di come i paesi baltici siano diventati tre delle nazioni più depresse del pianeta, a causa delle politiche economiche europee del tutto sconsiderate, e se ora le loro popolazioni "europee" possono contare su posti di colf, badanti e (per le creature più carine) prostitute nei paesi occidentali, forse si capisce che l'unico sfogo delle loro frustrazioni è prendersela con i parenti di quegli "invasori" che avevano offerto loro posti di medici, ingegneri e scienziati.
In questo articolo ci rincresce soltanto una citazione a dir poco agghiacciante: nel condannare le tendenze (vere) di pulizia etnica dei tedeschi del Baltico attuate dai paesi baltici indipendenti prima della loro annessione forzata all'URSS, come esempio di questa minoranza l'autore non trova di meglio da citare che uno dei più disumani leader militari del XX secolo: "Molti avranno letto della figura straordinaria del barone Roman Nicolaus von Ungern-Sternberg, generale dell'esercito zarista e poi 'signore della guerra', capo di un'Armata Bianca formata da russi, cosacchi, mongoli, buriati e altri asiatici, che in Siberia e in Mongolia si batté vittoriosamente per anni contro i bolscevichi. Catturato solo per un tradimento, venne fucilato dai rossi dopo un processo farsa". Per una valutazione un po' più oggettiva del 'barone sanguinario', suggeriamo la lettura delle pagine 88-90 di Contro il buddismo di Roberto dal Bosco (Verona: Fede e Cultura), dove si analizza la figura di Ungern, che di 'straordinario' ebbe solo la crudeltà, tanto che fu consegnato ai bolscevichi dai suoi stessi soldati. Se proprio si voleva trovare qualche persona rappresentativa dei tedeschi del Baltico, e ben più vicina allo spirito dei russi, si potrebbero ricordare i nomi di tanti teologi ortodossi provenienti da famiglie di baroni baltici (Schmemann e Meyendorff non sono proprio nomi slavi...), per finire con un discendente di conti tedeschi d'Estonia, Aleksej (von) Ridiger, più noto come patriarca Alessio II.
06/03/2024
Ragazzi e tecnologia: I sorprendenti risultati dell'esperimento di una psicologa
Vi presentiamo i risultati, tanto interessanti quanto inquietanti, di un esperimento condotto da una psicologa di San Pietroburgo, che ha chiesto a 68 ragazzi dai 12 ai 18 anni di vivere per 8 ore (una giornata delle vacanze estive) senza dispositivi elettronici come cellulari, Internet, computer, radio e TV. Pur avendo a disposizione una gamma immensa di attività e di divertimenti consentiti, solo tre dei ragazzi sono riusciti a portare a termine l'esperimento con successo, e in quasi tutti i casi ci sono stati effetti psicologici negativi. Questi dati preoccupanti ci aiutano a capire il ruolo che le nuove tecnologie ricoprono nell'educazione e nel controllo sociale.
05/03/2024
Stoccolma contro la Chiesa ortodossa russa: la guerra dei sospetti ideologici
La Svezia ha tagliato i fondi statali alla Chiesa ortodossa russa per il 2024... perché?
Ecco cosa appare nel rapporto della Säpo (il servizio di sicurezza svedese) del 20 febbraio: "La polizia di sicurezza valuta che lo Stato russo stia utilizzando la Chiesa ortodossa russa del Patriarcato di Mosca in Svezia come piattaforma per condurre raccolte di informazioni e altre attività pericolose per la sicurezza sotto forma di influenza contro la Svezia".
Il pretesto che scatena queste accuse è sempre lo stesso: l'attitudine della Chiesa russa verso la guerra, un tema che ormai non conta più niente, poiché qualunque cosa si affermi, viene sempre presunta la ragione ideologica preferita dal governo. In questo tripudio di ipocrisia, l'Agenzia per il sostegno alle comunità religiose ha dichiarato che i rappresentanti della Chiesa russa in Svezia non supportano la guerra e si occupano solo di questioni spirituali, tuttavia fa propria l'opinione della Säpo che vede nella Chiesa una minaccia alla sicurezza dello stato.
04/03/2024
L'anti-Chiesa di Dumenko e l'ipocrisia del Fanar arrivano a Mosca
Nella città di Noginsk, a 60 chilometri a est di Mosca, è stato aperto un luogo di culto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" (nella foto) in cui è stata registrata una "eparchia", guidata dal "metropolita" Adrian (Valentin Egorovich Starina), cittadino della Federazione Russa. I dati curiosi di questo contraltare (in tutti i sensi del termine) sono questi:
1) i seguaci di Dumenko possono registrare e aprire luoghi di culto sul territorio della Russia, dove nessuno li sequestra. Un bel po' di differenza da casa loro, vero?
2) tali seguaci, per registrare legalmente le loro organizzazioni in Russia, devono essere cittadini russi, e secondo la legge ucraina (NON secondo la legge russa), la loro cittadinanza russa li esclude automaticamente dall'essere cittadini ucraini. Niente male per essere i rappresentanti dell'ucrainismo presso Mosca, vero?
3) Noginsk è la città il cui antico nome, Bogorodsk, è stato scelto alcuni anni fa come sede titolare per il vescovo del Patriarcato di Mosca residente in Italia: oggi il titolo è assegnato al vescovo moldavo Ambrozie (Munteanu), che vive poco lontano da Bologna. Ora dovremo necessariamente parlare del "vero" vescovo di Bogorodsk e di quello farlocco.
4) la cosa più ipocrita (e dal punto di vista ecclesiastico, la più pericolosa) di questo show del circo di Dumenko è che, secondo il "Tomos" generosamente rifilatole dal Fanar, la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non ha il diritto di aprire neppure una chiesetta (figuriamoci un'eparchia) al di fuori dei confini dello Stato ucraino. O il patriarca Bartolomeo si è convinto che Mosca faccia parte dello Stato ucraino (visto il tenore delle sue dichiarazioni, questa non sarebbe un'ipotesi del tutto peregrina), oppure ora sta decretando che i suoi seguaci possono aprire "eparchie" all'interno del territorio canonico delle altre Chiese locali. A quando la fondazione di "eparchie" fanariote alle periferie di Belgrado, Varsavia, Praga, Bratislava, Bucarest, Sofia, Tbilisi, Tirana e Gerusalemme...?
03/03/2024
Per la sovversione dell'Ortodossia, un'immagine vale più di mille parole
Il blog Orthodox Reflections, sempre attento alle deviazioni odierne dalla Fede ortodossa, ci presenta un articolo di denuncia di quelle azioni discutibili, presentate come casi isolati ed estremi (nella foto, un momento di presenza del vescovo greco-ortodosso Athenagoras di Nazianzo alla consacrazione di un tempio induista), ma che in realtà condizionano l'opinione pubblica dei fedeli molto più efficacemente di tanti discorsi, quando sono viste in immagini fotografiche ad alta diffusione.
A quanto sembra, il regime di Kiev non riesce proprio a smetterla di fare figuracce, continuando a perseguitare un metropolita ortodosso dopo l'altro. La nuova vittima è il metropolita Evlogij (Gutchenko, nella foto) di Sumy e Akhtyrka, accusato di "incitamento all'odio religioso" (cioè, per dir le cose come stanno, accusato di aver diffuso la notizia vera e incontrovertibile che molte Chiese ortodosse locali non hanno riconosciuto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina") e forse, ancor di più, per aver rifiutato di firmare un documento in cui si auto-accusava di collaborazionismo con i russi. L'aspetto paradossale di questa vicenda è il fatto che, nel 2022, proprio il metropolita Evlogy e la diocesi di Sumy erano stati i primi a interrompere la commemorazione liturgica del patriarca Kirill e a premere per una dichiarazione unilaterale di autocefalia della Chiesa ucraina canonica: una dimostrazione lampante che se c'è una cosa più pericolosa che essere sotto il mirino del regime ucraino, è proprio l'essere graditi al regime ucraino.
L'arcidiacono John Chryssavgis (al podio nella foto) ha pronunciato il 22 febbraio un discorso in cui critica la Chiesa di Grecia per essersi opposta alla legge sul matrimonio omosessuale, concludendo che "Il mondo può non ascoltare l'obsoleto monologo della Chiesa".
Il nostro amico George Michalopulos, che come noi non crede alla teoria del monologo obsoleto, pubblica una seria riflessione sullo sprofondamento del Fanar in un ulteriore livello di stupidità, che gli alienerà anche le simpatie (e il sostegno) di tanti ortodossi greci.
29/02/2024
Tutte le religioni condividono la fede in un unico Dio?
Di fronte a una delle domande che è diventata un tormentone dell'ecumenismo moderno, vi presentiamo una risposta del professor Aleksej Osipov, che come sempre si dimostra lucido conoscitore delle verità della fede cristiana.
28/02/2024
Un altro "chierico" che non sa fare nemmeno il segno della croce
Il patetico personaggio nella foto qui accanto, Jurij Bol'shakov, è uno dei due "preti" di Dumenko che il 22 febbraio hanno cercato di sequestrare la chiesa di san Panteleimone a Vyshgorod, presso Kiev.
Oltre a saper spaccare le serrature (un'abilità che probabilmente fa parte dei crediti formativi di seminario nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina") sa vestirsi con una tuta mimetica (ha perfino scritto "batjushka" sulla targhetta del nome, un segno poco serio per un cappellano militare), ma deve essersi addormentato il giorno in cui insegnavano a fare il segno della croce.
In questo video lo potete vedere mentre, spronato da alcuni a farsi almeno il segno della croce, lo sbaglia in pieno per ben due volte di fila.
Poiché questo non è un caso isolato (possiamo rivedere questo articolo per altri esempi di come i pagliacci del circo di Dumenko trattano il segno della croce), desideriamo che queste storie restino a futura memoria, per ogni volta in cui i sostenitori del patriarca Bartolomeo e delle sue disgraziate azioni vorranno farci lezione su cosa sia l'Ortodossia.