cenni da un articolo di Pravoslavie.ru (russo e inglese)
L'arcivescovo Luka (Kovalenko, nella foto) di Zaporozh'e e Melitopol, in una conferenza stampa il 2 gennaio, ha espresso preoccupazione per la proposta di spostare la data della festa del Natale dal 7 gennaio al 25 dicembre del calendario civile.
In un paese in cui la stragrande maggioranza dei cristiani (inclusi gli uniati) segue il vecchio calendario, una simile proposta sarebbe insensata, nient'altro che uno dei tentativi di spaccare la società ucraina dietro il pretesto dell'Euro-integrazione.
È interessante che il promotore dell'iniziativa non sia altri che l'ex-presidente del parlamento (e ora segretario del consiglio della difesa) della giunta di Kiev: Aleksandr Turchinov, che in quanto battista fa parte di una delle poche esigue minoranze che in Ucraina celebra il Natale secondo la data gregoriana. Ci si può a buon diritto chiedere quale attinenza abbia la data del Natale con le competenze del segretario per la difesa nazionale, e quanta parte abbia invece l'imposizione della volontà di una minoranza arrogante sulla maggioranza della popolazione.
05/01/2016
Che cosa significa quando cantiamo "eterna memoria" alle funzioni di commemorazione funebre?
Il canto che chiude le commemorazioni funebri ortodosse, “eterna memoria”, è una delle espressioni più affascinanti del culto ortodosso, ma al tempo stesso lascia anche molto perplessi: si sta forse cercando una sorta di immortalità di compensazione nei discendenti dei defunti? A queste perplessità risponde John Sanidopoulos in un articolo del suo blog Mystagogy, che abbiamo tradotto in italiano nella sezione “Domande e risposte” dei documenti.
L’articolo di Aleksej Murav'ev sui vecchi credenti russi in Australia è un piccolo gioiello di testimonianze storiche e sociali, utile non solo per la città in Europa occidentale con la maggior concentrazione di vecchi credenti (per chi ancora non lo sapesse, questa città è Torino), ma anche per tutti luoghi in cui un’emigrazione ortodossa si trova prima o poi a fare i conti con la società circostante (integrazione, assorbimento culturale,adattamento linguistico). Per il suo valore di testimonianza e di elemento di comprensione, presentiamo l’articolo nell’originale russo e in traduzione italiana nella sezione “Pastorale” dei documenti.
03/01/2016
Un messaggio per il nuovo anno: fuggite dagli estremi!
Partendo dalla foto dgli anziani Cleopa (Ilie) e Justin (Popovich), Padre Andrew Phillips ci insegna come sia sempre possibile un’armonia tra ortodossi che seguono sostanziali differenze come quelle del calendario. L’armonia è divenuta con il tempo più difficile, a causa delle posizioni estreme che hanno assolutizzato tali differenze, fino al punto di dubitare della fede ortodosssa di chi non la pensa allo stesso modo. Leggiamo la traduzione italiana di un saggio che ci aiuta a capire le motivazioni di questi estremismi, e a tenerci in guardia da loro.
Padre Josiah Trenham (nella foto) parroco della chiesa di sant’Andrea a Riverside in California, è uno degli ortodossi americani più prolifici (e non solo nei termini di una notevole produzione teologica, ma anche come padre di dieci figli). Seguiamolo in una seria panoramica sulla visione ortodossa della sessualità, che presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Etica” dei documenti.
Iniziamo il nuovo anno con un corposo articolo autobiografico. Il nostro confratello padre John Whiteford, che ci è noto dalle sue numerose risposte a domande sulla fede e la prassi della Chiesa ortodossa, ha raccolto molti episodi del suo cammino di fede in un ampio saggio intitolato “Il podvig di un pellegrino”. Il riferimento letterario del titolo è al celebre romanzo seicentesco di John Bunyan, Il pellegrinaggio del cristiano. Il termine slavo podvig è usato per indicare gli sforzi ascetici con un’enfasi sul coraggio e sull’eroismo. Poiché proprio ieri, nell’articolo sul fondamentalismo islamico, abbiamo letto che uno dei doveri più urgenti è trovare un senso della parola araba jihad che non risenta di elementi militaristi, chissà che non possiamo trovare uno spunto nel podvig dei cristiani ortodossi.
Alcuni degli elementi che leggiamo in questo racconto biografico ci sono già noti dall’intervista di John Anton a padre John Whiteford che abbiamo tradotto oltre due anni fa, ma siamo lieti di presentare in termioni più estesi la vita del nostro amico padre John come un buon esempio di cammino verso l’Ortodossia.
31/12/2015
Tre contributi alla comprensione del Medio Oriente
Mentre finisce un anno che non è stato facile e sereno, offriamo ai nostri lettori una serie di ricapitolazioni basate su eventi del Medio Oriente:
1) dal blog di Saker abbiamo tradotto il saggio La verità sul fondamentalismo islamico di Nureddin Shami, che ci porta a considerare come alcune distorsioni terminologiche del messaggio coranico hanno generato una visione che continua a produrre mostri bellicosi.
2) sempre dal blog di Saker, abbiamo tradotto un breve saggio intitolato L'Impero Ottomano colpisce ancora, che ci svela alcune delle inquietanti mire della Turchia di oggi (i cristiani ortodossi dovrebbero essere molto preoccupati di queste mire espansionistiche, che si possono riassumere in una sola parola: Grecia).
3) Da Russia Insider, abbiamo un saggio in traduzione italiana della giornalista e teologa danese Iben Thranholm, che nota come la Russia si stia ponendo come protettrice dei cristiani perseguitati in tutto il mondo, in modo da non far più apparire improbabile che il centro della cristianità possa passare da Roma a Mosca.
30/12/2015
Митрополит Онуфрий призвал остановить информационную войну против УПЦ
Митрополит Киевский и всея Украины Онуфрий заявил об информационной кампании против Украинской православной церкви.
"Сегодня мы все являемся свидетелями открытой спланированной информационной войны, которая ведется против Украинской православной церкви с использованием непроверенной, а иногда и откровенно клеветнической информации", - заявил предстоятель на годовом собрании Киевской епархии, сообщает пресс-служба УПЦ.
По его словам, такие действия приводят "к еще большему напряжению в обществе и угрожают внутренней безопасности и стабильности в стране".
В этой связи митрополит призвал духовенство активно опровергать недостоверную информацию "и, конечно, собственной жизнью не давать ни малейшего повода для предмета обсуждения журналистов или общественности, быть максимально осмотрительными, не создавать конфликтных ситуаций, максимальное внимание уделять своей пастве".
Con la sua esperienza di meccaniche di collasso societario, Dmitry Orlov (nella foto) non ha difficoltà ad applicare tali schemi alla situazione attuale dell’Ucraina, e non ha da essere profeta per diagnosticare una fase terminale. Ma le conseguenze più gravi per cui Orlov ha ragione di temere il collasso non sono di carattere politico o economico, bensì di tragedia nucleare. L’Ucraina ha ben 19 reattori nucleari ad alto rischio di danno e di possibile fusione (immaginiamo l’incidente di Chernobyl moltiplicato per varie volte), e l’attuale situazione sta spingendo all’aumento di tutti i rischi relativi al malfunzionamento. Scopriamo come, nella traduzione italiana del saggio di Orlov nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
L'arciprete Igor' Vyzhanov (nella foto) è stato sollevato per decreto sinodale dal compito di rettore della chiesa del santo apostolo Andrea a Napoli, e posto al servizio del patriarca Kirill. Ci dispiace sempre quando uno dei nostri confratelli deve terminare un servizio di molti anni in Italia, ma siamo sicuri che padre Igor' avrà un ruolo ancora più importante di collegamento tra il centro della Chiesa ortodossa russa e le nostre comunità. Многая Лета!
Peter Papoutsis (nella foto) è un avvocato americano di famiglia greco-ortodossa, appassionato di studi biblici. Come traduttore di una versione delle Sacre Scritture in inglese dal textus receptus greco, conosce molto bene il messaggio di san Paolo, e ha saputo offrire una critica ortodossa coerente e teologicamente ben articolata del recente documento vaticano sul dialogo ebraico-cristiano, di cui abbiamo segnalato alcuni giorni una valutazione di Maurizio Blondet. Le ragioni per cui i cristiani ortodossi non possono accettare questo documento vanno al di là della semplice reazione a un rifiuto circostanziale della missione cristiana nei confronti degli ebrei: nella critica offerta da Peter Papoutsis, scopriamo come il documento ha di fatto sostituito un altro Vangelo a quello che Cristo ha affidato ai suoi apostoli. Presentiamo la traduzione italiana del saggio di Papoutsis nella sezione “Confronti” dei documenti.
I recenti licenziamenti di due influenti portavoce del patriarcato di Mosca, il giornalista Sergej Chapnin e l’arciprete Vsevolod Chaplin (nella foto) sono stati accompagnati da una serie di illazioni, polemiche e dietrologie tanto intense da far venire il capogiro. Notiamo che chi più pontifica, tanto meno conosce i protagonisti della vicenda. Chi scrive ha avuto contatti epistolari con Sergej Chapnin e ha potuto fare alcune conversazioni con padre Vsevolod (uno dei primi visitatori della nostra attuale chiesa a Torino), ma non si sognerebbe mai di millantare una conoscenza delle stanze dei bottoni del patriarcato, tale da poter “spiegare” i motivi degli allontanamenti. Come sempre, apprezziamo il buon senso di padre Andrew Phillips, che ha una conoscenza delle dramatis personae (incluso il patriarca) ben superiore alla nostra, e che suggerisce di vedere questi allontanamenti non tanto come epocali contese personali, quanto come lo specchio del cambiamento di mentalità di questa generazione, che non è più quella in cui i primi esponenti di una Chiesa ormai libera si sono fatti strada (con un margine molto largo di manovra) a ricostruire le strutture di un patriarcato stremato da oppressioni e persecuzioni. Offriamo le considerazioni di padre Andrew in traduzione italiana nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.
Partendo da una considerazione sulle ragioni per cui gli stati artificiali non sopravvivono, padre Andrew Phillips ci guida a osservare come uno stato che ancora molti considerano come unitario sia ormai un conglomerato di regioni assolutamente indipendenti retta da un potere centrale assolutamente nominale (se non vi riesce di immaginare un paese simile, allora pensate a Somalia, Kosovo, Afganistan, Iraq, Libia, e chiedetevi quale intervento straniero ha trasformato questi paesi in quel che sono ora). Possiamo leggere il testo di padre Andrew in traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
Mantenere il digiuno del Natale è particolarmente arduo per gli ortodossi che seguono il vecchio calendario: infatti, non solo sono invitati ai banchetti e alle feste del periodo pre-natalizio, oggi sempre più frequenti, ma ci si aspetta la loro partecipazione anche a pasti di Natale di amici non ortodossi, oppure ortodossi di nuovo calendario. Come trovare un equilibrio tra dovere religioso e vita sociale accanto ai nostri cari? Non esiste una misura uguale per tutti, perché questo dipende dall’ambiente in cui viviamo e lavoriamo, dall’importanza e dalla vicinanza dei legami con chi non digiuna con noi, e così via: alcune indicazioni utili sono offerte da padre John Whiteford in una risposta del suo blog, che abbiamo tradotto in italiano per tutti gli interessati.