Sabato 22 novembre è stata finalmente inaugurata la chiesa ortodossa romena di Moncalieri, di cui avevamo segnalato sul nostro blog la costruzione poco più di un anno fa. Qui potete vedere la notizia della santificazione della chiesa sul sito della diocesi ortodossa romena d'Italia, con il rimando a un'interessante galleria fotografica.
Ci sarebbe piaciuto partecipare a questo momento, così come eravamo stati invitati il 1 maggio 2012 alla posa della prima pietra della parrocchia ortodossa romena di Chivasso. Siamo sicuri che il mancato avviso sia una svista del tutto minore e perdonabile, e non ne vogliamo a padre Marius, al quale auguriamo ogni successo pastorale in questa splendida nuova chiesa. Tuttavia, rimane il problema che già avevamo sollevato l'anno scorso: gli ortodossi in Italia non si parlano gli uni con gli altri, e questo potrebbe diventare un giorno un aspetto piuttosto triste del mondo ortodosso nel nostro paese. Noi siamo convinti che sarebbe molto importante una comunicazione reciproca: per esempio, ora che padre Marius ci ha dimostrato che è perfettamente possibile costruire in Italia una chiesa ortodossa bella e caratteristica, che fare se anche altre giurisdizioni ortodosse volessero seguire questa strada, offrendo magari lavoro prezioso alle maestranze romene? Non è detto che le chiese in legno interessino solo agli ortodossi romeni, come dimostra un esempio di quasi vent'anni fa nello stesso Piemonte. La via per crescere insieme è aperta davanti a noi, ma... siamo interessati a percorrerla?
Recentemente, per mano di uno dei nostri giovani blogger ortodossi, è arrivata un'ennesima accusa di cesaropapismo, diretta al patriarca Kirill. Potevamo ritenere questa posizione come frutto di una svista totale (tanto più che, di fronte alle esplicite parole del patriarca che dichiara che l'imperialismo NON è desiderabile, gli attribuisce esattamente la dichiarazione contraria), ma non vogliamo lasciar correre l'accusa di cesaropapismo in sé, perché dopo lungo tempo siamo ormai abituati a sentire il termine nella polemica dei non ortodossi (tipicamente apologeti cattolici ed evangelici con conoscenze storiche dimezzate), ma troviamo assai grave quando questa retorica è ripresa dai nostri stessi divulgatori. In pratica, e in poche parole, che cos'è questo (assai poco) benedetto cesaropapismo? Lasciamo la parola a padre John Whiteford, che nel suo blog offre una risposta semplice e ben articolata, che abbiamo tradotto in italiano nella sezione "Domande e risposte" dei documenti.
25/11/2014
Gli Stati Uniti, il Canada e l'Ucraina rifiutano di condannare all'ONU la glorificazione del nazismo
Il 21 novembre, alle Nazioni Unite, è stata proposta una risoluzione che condanna la glorificazione del nazismo. Il voto presenta molte sorprese: 115 paesi a favore, tre paesi contrari (gli Stati Uniti, il Canada e l’Ucraina), e 55 paesi astenuti, tra cui TUTTI i paesi dell’Unione Europea e gli aspiranti tali (con l’eccezione della Serbia). Oltre a notare il totale servilismo dell'Unione Europea di fronte ai suoi veri padroni, ci si può chiedere perché proprio USA e Canada abbiano respinto la risoluzione assieme all’Ucraina, e la risposta è piuttosto semplice: si tratta dei tre paesi nel mondo in cui i nazisti ucraini operano liberamente e con supporto governativo (non parliamo solo di neo-nazisti: c’è una continuità storica dei movimenti filo-hitleriani della Galizia). Nella sezione “Geopolitica ortodossa”, presentiamo un’analisi di questo inquietante voto fatta dal nostro amico Saker.
Padre Konstantin Parkhomenko (nella foto) è uno dei preti ortodossi più noti in rete, in quanto è uno dei principali collaboratori di un portale ortodosso di San Pietroburgo, Azbuka very (l'Abbecedario della fede), estremamente ricco di risorse per i cristiani ortodossi. In un articolo di oltre cinque anni fa, ma ancora molto attuale, padre Konstantin spiega le ragioni della presenza in Internet dei sacerdoti, con una serie di consigli che possono essere utili a tutti i responsabili della predicazione e della catechesi che si ricolgono al mondo informatico. Presentiamo l’articolo in russo e in traduzione italiana nella sezione “Pastorale” dei documenti.
23/11/2014
Continuano le violazioni di diritti umani nel Donbass
Presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” un paio di filmati caricati nelle ultime settimane su YouTube e le loro trascrizioni in italiano, che ci danno il senso di quanto stiano continuando nel Donbass gli orrori che abbiamo già denunciati più volte. Nel primo filmato parlano due prigionieri di guerra rilasciati con profonde ferite nell’animo (uno anche sul corpo, come possiamo vedere nell’immagine qui a fianco); nella seconda, una donna parla dalla “tranquilla” Mariupol spiegando cosa stanno facendo i “difensori” ucraini della città. I contenuti dei video potrebbero essere inadatti, così come il resto degli orrori di questa sporca guerra civile, a lettori troppo impressionabili.
Vi abbiamo presentato finora diversi combattenti della Novorossija, nativi e stranieri. Riteniamo che valga la pensa parlarvi anche di Dejan “Deki” Berić, la cui intervista si è diffusa in rete nelle ultime settimane, e che illustra il senso di fratellanza ortodossa tra i popoli serbo e russo, oltre alla comune indignazione per le ingiustizie perpetrate a entrambi negli ultimi anni. L’intervista è stata rilasciata in origine in serbo, e ve la presentiamo in russo e in italiano nella sezione “Geopolitica ortodossa dei documenti.
Vladimir Golstein, il professore della Brown University che ci ha messo in guardia contro la discesa dell’Ucraina nel fascismo, ci aiuta a capire più a fondo il meccanismo della russofobia, che ha radici ormai millenarie, e che rimane uno degli ostacoli più grandi alla diffusione della fede ortodossa in Occidente. Chi crede che l’Ortodossia possa convivere con un clima di russofobia permanente, o addirittura prosperare in questo clima, potrebbe fare un utile esercizio inverso: immaginare come la Chiesa ortodossa sarebbe accettata in un mondo completamente privo di paure irrazionali della Russia. Forse così potrà apprezzare meglio il saggio del professor Golstein, che presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
Chi ha voglia di aprire questa pagina del blog Volti del Donbass, scoprirà un’intervista quanto meno curiosa. Anche se molte delle cose trattate saranno forse familiari ai lettori abituali del nostro blog parrocchiale, allo stesso modo speriamo di offrire loro alcuni spunti nuovi da prendere in considerazione. E oltre all’intervista, naturalmente, date un’occhiata all’intero blog, che è ricco di articoli e testimonianze di grande importanza, è che riteniamo un complemento ideale a quello che abbiamo cercato di proporvi negli ultimi mesi.
Il nostro amico Sergej Mudrov, nel corso dei recenti viaggi in Italia in cui ha intervistato padre Dimitri (Fantini), ha avuto occasione di fare una visita alla sede della diocesi ortodossa romena d’Italia, dove ha realizzato un’interessante e pregevole intervista al segretario del vescovo, padre Atanasie (Rusnac), che a suo tempo abbiamo avuto il piacere di avere ospite anche nella nostra parrocchia torinese. Così, accanto all’intervista a un archimandrita italiano della Chiesa russa, possiamo ora presentarvi anche l’intervista a un archimandrita moldavo della Chiesa romena, nell’originale russo e in traduzione italiana, nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea”. I ricordi e le valutazioni di padre Atanasie sono un complemento a ciò che abbiamo visto nell’intervista a padre Dimitri, e ci aiutano a seguire le linee della crescita della presenza ortodossa in Italia.
18/11/2014
L’arcivescovo Mark di Egor’evsk e il Programma della costruzione di chiese ortodosse a Mosca
Ripresentiamo nella sezione “Pastorale” dei documenti il testo russo e la traduzione italiana di due documenti apparsi in agosto sul nostro sito diocesano, che spiegano un ruolo importante tra quelli assunti dal nostro arcivescovo quando gli è stata affidata la gestione economica del Patriarcato il 25 luglio 2014: la supervisione dell’immenso progetto di ricostruzione di chiese a Mosca (che oggi è la più grande area urbana in Europa, e che in molte aree periferiche ha una preoccupante carenza di luoghi di culto). Inoltre, i documenti spiegano la differenza essenziale tra il sovvenzionamento di questo progetto di ricostruzione (basato su apporti volontari) e quello operato per mezzo di fondi statali.
Presentiamo nella sezione “Etica” dei documenti la traduzione italiana di una serie di considerazioni del blogger russo-americano Evgenij Filimonov, che riflette sui mali dell’omologazione di una cultura mondiale nata dai processi di globalizzazione, processi che gradualmente distruggono le singole culture, le lingue, le identità personali e sociali in favore di una piatta omologazione. Per quanto in netta contro-tendenza rispetto alle idee prevalenti di interdipendenza globale, l’articolo offre numerosi spunti di riflessione.
17/11/2014
I Don Giovanni e le Ciccioline: pensieri dello ieromonaco Savatie (Baştovoi) sull’odierna degenerazione sessuale
L’articolo, partendo dalle figure-simbolo della licenziosità, nota come queste figure oggi farebbero una figura un po’ patetica in una società dove la degenerazione sessuale è la norma. Presentiamo le considerazioni di padre Savatie in russo e in traduzione italiana nella sezione “Etica” dei documenti.
17/11/2014
Le chiavi del successo dei ribelli della Novorossija
L'autore del brano che vi abbiamo proposto ieri, sul perché la Russia non ha invaso l'Ucraina e non lo farà, è noto su Russia Insider con lo pseudonimo di Shellback (letteralmente "dorso corazzato", ovvero tartaruga), uno specialista militare proprio come il nostro amico Saker, e che condivide con Saker ben più di un soprannome zoologico: conosce le tattiche di guerra, e riesce a spiegarci aspetti della guerra civile ucraina che un semplice spettatore non può capire (ancor più, di fronte a una massiccia campagna di disinformazione). Come mai i ribelli della Novorossija hanno distrutto una forza militare di molte volte superiore a loro per numero ed equipaggiamento, e senza subire perdite rilevanti? Ovviamente, la macchina mediatica lo spiega in un singolo modo: l'inesistente invasione russa. Ma con un poco di perizia sul campo, Shellback ci spiega in una serie di tre articoli, che abbiamo tradotto in italiano nella sezione "Geopolitica ortodossa" dei documenti, i seguenti punti:
- quali sono le 'armi segrete' dei ribelli;
- dove i ribelli hanno trovato queste armi; e
- quali tattiche hanno usato per fare (letteralmente) a pezzi l'esercito ucraino.
Ci auguriamo che con questi dati in mente i nostri lettori prestino un po' meno fede alla disinformazione mediatica. La traduzione di tre articoli al posto di uno è un piccolo segno che "stiamo lavorando per voi" per offrire un'informazione che a nostro modesto parere è fondamentale per farsi un'idea chiara del tempo di crisi in cui viviamo.
16/11/2014
Perché la Russia non ha invaso e non invaderà l'Ucraina
Presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” la traduzione italiana di un’analisi da Russia Insider sul tema dell’invasione dell’Ucraina da parte dei russi, evento che nei nostri paesi deve ormai avere portato i lettori dei giornali e i telespettatori all’esasperazione, visto che dal 28 febbraio al 12 novembre un’invasione russa dell’Ucraina è già stata annunciata ben 36 volte. Peccato per chi l’annuncia, questa invasione non si è mai vista, a meno che non sia stata effettuata da quei reparti russi davvero speciali, i soldati invisibili di Putin (nell’immagine). L’articolo spiega come mai l’invasione non c’è mai stata e le ragioni per cui non ci sarà.