Il portale Pravoslavije i Mir ci presenta una straordinaria testimonianza storico-fotografica dei luoghi santi della Chiesa russa, con fotografie scattate a un secolo di distanza.
Il grande fotografo e chimico Sergej Mikhailovich Prokudin-Gorskij (1863-1944, nella foto) fu uno dei pionieri della fotografia a colori nei primi due decenni del XX secolo, cosa che prova quanto la Russia pre-rivoluzionaria fosse all’avanguardia scientifica e tecnologica nel mondo. Le sue eccezionali fotografie dei luoghi santi russi, dalla Carelia al Caucaso, sono state recentemente “rivisitate” da artisti e studi fotografici contemporanei: il confronto tra foto distanti un secolo racconta la storia della Chiesa russa, e mostra quanto avanzata fosse la tecnica di Prokudin-Gorskij. Presentiamo l’articolo con galleria fotografica e didascalie in russo e in traduzione italiana nella sezione “Testimoni dell’Ortodossia” dei documenti.
07/10/2014
Come capire la “rivoluzione degli ombrelli” di Hong Kong
Saker presenta tra gli articoli del suo blog anche un utile contributo per capire la recente “rivoluzione” colorata in corso a Hong Kong, e che presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti. Perché un articolo su Hong Kong dovrebbe influenzare particolarmente una visione geopolitica ortodossa? Proviamo a spiegarlo in due modi:
1) La Cina (inclusa Hong Kong) è oggi parte del territorio canonico della Chiesa ortodossa russa. Piaccia o non piaccia, l’immane sforzo di evangelizzazione ortodossa in preparazione nel paese più popolato del mondo passa anche attraverso questi eventi.
2) Come tutte le rivoluzioni colorate, le primavere arabe, e soprattutto l’Euromaidan, anche questo movimento segue alla lettera lo schema di destabilizzazione mondiale che abbiamo ormai visto ripetere fino alla nausea: stesse rivendicazioni artefatte, stessi estremismi, stessa politica di divisione e controllo, stessa macchina di disinformazione mediatica. Cambia solo il nemico immediato (la Cina invece della Russia), ma non è difficile vedere a Hong Kong la stessa regia dei fatti di Kiev.
Padre Andrew Phillips riporta sul dal blog del sito Orthodox England la notizia di una recente intervista all’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby (nella foto), in cui il primate della Comunione anglicana ammette la sua assenza di un incontro con Dio; di contro, la risposta di uno dei sacerdoti di San Pietroburgo, l’archimandrita Nektarij (Golovkin), insiste sulla presenza dei miracoli di Dio sentita nella vita di ogni fedele ortodosso. Presentiamo questo significativo confronto nell’omonima sezione del nostro sito.
Il nostro amico Ennio Bordato, nell’ottimo blog da lui curato, Russia.it, ci presenta Tatjana Zhdanoka (nella foto), europarlamentare russa dalla Lettonia, che ha ricevuto enormi e inqualificabili pressioni da parte dei capi del Parlamento Europeo per aver “osato” parlare fuori del coro a proposito del referendum della Crimea. Riportiamo l’accaduto, nelle parole della stessa signora Zhdanoka, nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
05/10/2014
Che cosa ci rivela la battaglia per l'aeroporto di Donetsk
In questi giorni, a chi riceve notizie da Donetsk non saranno sfuggite quelle un po’ contraddittorie relative all’aeroporto della città, dato alternativamente per “quasi del tutto riconquistato” oppure “totalmente riconquistato dalle forze della Novorossija. Sia che il capitolo sia ormai chiuso, sia che resti poco per chiuderlo, l’episodio dell’aeroporto di Donetsk rimane comunque uno dei punti più inconcepibili di questa guerra già del tutto inconcepibile. Come sempre, Saker ci viene incontro con una spiegazione che ci aiuta a capire cosa sia successo in mesi di un assurdo assedio di una struttura priva di alcun valore strategico, in un’analisi che presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
Presentiamo nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti la versione russa e la traduzione italiana, corredate da fotografie e da un video, della recente testimonianza di un parroco di Lugansk, l'arciprete Aleksandr Ponomarev, pubblicata dal portale Pravoslavie.ru. È toccante sentire come hanno reagito agli orrori della guerra i parroci rimasti al loro posto a condividere le difficoltà e le angosce del loro gregge.
Padre Andrew Phillips condivide con noi alcune considerazioni sui disastri subiti dall’Ucraina in quest' anno tragico, e sulla situazione che ora attende il paese, nel panorama di un attacco a livello mondiale contro la fede ortodossa e contro la Chiesa. Presentiamo i pensieri di padre Andrew in traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
03/10/2014
Il declino dello stato ucraino e la zuppa di pesce
Il moltiplicarsi di casi di impunità omicida nelle città ucraine ufficialmente sotto "controllo governativo" è significativo perché tutti questi sono chiari segni di una società che cade a pezzi, di un ordine sociale sostanzialmente distrutto e sostituito dal dominio della violenza a tutti i livelli. Questo è molto importante perché una società che discende per quella strada non può fare altro che crollare globalmente: davvero, cessa di essere una "società".
Si tratta di una questione aperta, se rimane veramente alcun tipo di "autorità" in quel che resta dello stato ucraino. Mentre Poroshenko sembra avere un certo controllo su Kiev, e Kolomoiskij sembra essere il "proprietario" di Odessa, è solo il Settore destro, che ha filiali in tutta l'Ucraina controllata dalla giunta e abbastanza attivisti per spaventare qualsiasi funzionario o civile da Lvov a Dnepropetrovsk e da Chernigov a Odessa. Tutto questo comincia a sembrare stranamente simile all'Afghanistan, alla Libia o all'Iraq, dove un gruppo controlla (più o meno) la capitale, mentre il resto del paese è completamente fuori controllo e gestito da varie bande armate.
L'Ucraina è sempre stata una finzione storica, un'entità completamente artificiale, originariamente concepita dal Papato, ma che ha acquisito veramente una forma materiale solo grazie a Lenin e Stalin (gli ucroidi non dovrebbero abbattere le loro statue, dovrebbero onorarle come loro "padri fondatori", in realtà). Eppure, dal 1991 al 2013 è esistita. Era molto imperfetta e soffriva di molti problemi, ma almeno esisteva. Ora quell'Ucraina è andata per sempre. Se fate bollire un acquario, è facile trasformarlo in una zuppa di pesce. Ma non si può ri-trasformare una zuppa di pesce in un acquario. Quello che osserviamo oggi è questo processo di "ebollizione sociale", da cui non esiste ritorno.
02/10/2014
L’ignoranza occidentale delle atrocità ucraine è un oltraggio
In questi giorni stanno diffondendosi le notizie di scoperte di fosse comuni nei luoghi del Donbass abbandonati dai “liberatori” dell’esercito ucraino. Chi, come noi, ricorda le tempeste mediatiche intorno alle fosse comuni (vere o false) in Bosnia e in Kosovo, rimarrà assordato dal silenzio dei nostri media su questi ultimi ritrovamenti.
In una delle sue prime collaborazioni con il sito Russia Insider, Saker analizza questa ennesima riprova di doppi standard dell’Occidente, in un breve ma efficace articolo che presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
02/10/2014
«Причиной катастрофы стали не природные катаклизмы, а преднамеренный план мирового правительства»
Митрополит Пирейский Серафим посетил благотворительный концерт, посвященный сбору финансовых средств для бедствующих греков...
На днях в Греции состоялся благотворительный концерт, организованный Пирейской митрополией Элладской Православной Церкви. Мероприятие прошло при большом стечении народа. Были собраны значительные финансовые средства, которые пойдут на помощь пострадавшим от финансового кризиса, сообщает Православие.ru.
На мероприятии выступил митрополит Пирейский Серафим: «Мы живём в трагическое время для нашей страны. Причиной катастрофы стали не природные катаклизмы, а жадность и преднамеренный план мирового правительства. Но Греция переживала и куда более суровые испытания и всегда преодолевала их с верой во Христа и бессмертные идеалы нашего народа. Именно Православная Церковь всегда была ковчегом спасения для греков».
Говоря о благотворительных задачах Церкви, владыка Серафим сказал:
«Церковь не министерство социальной защиты, ее цель и задача – Царствие Небесное, поэтому она вдохновляет человека на преодоление себя. В современных условиях, когда государство беспомощно и представляет из себя пустое место, реализацию его задач взяла на себя Церковь. У нас мало возможностей, но с безграничной любовью и доверием к Господу мы совершаем свое служение. Если понадобится, мы готовы продать даже паникадила и лампады наших храмов, чтобы помочь нуждающимся».
01/10/2014
Un confessore dell'Ortodossia: l'arciprete Mikhail Shuvar (1958-2009)
Cinque anni fa, il 26 settembre 2009, è morto a Pescara uno dei parroci del Patriarcato di Mosca, padre Mikhail Shuvar, che era stato assegnato all’Italia dalla diocesi di Ivano-Frankovsk agli inizi del 2007. Abbiamo incontrato padre Mikhail nel corso della conferenza del nostro clero diocesano a Parigi nel novembre del 2007. La sua insistenza sui problemi dell’uniatismo allora ci sembrava un poco eccessiva: la capivamo come parte del vissuto di padre Mikhail, che veniva da una delle regioni a maggior conflitto tra ortodossi e uniati di tutta l’Ucraina occidentale, ma questo problema non era per noi la maggior preoccupazione pastorale. Eppure, a distanza di anni, la crisi ucraina del 2014 ha dimostrato che avremmo dovuto dare molta più attenzione al grido di allarme che padre Mikhail ha cercato di trasmetterci. Un’altra ragione per ascoltarlo era il suo stato di salute che lo avrebbe portato alla tomba entro un paio d’anni: il suo fisico era debilitato dai pestaggi (con spranghe di ferro divelte dalle cancellate di una chiesa) che aveva subito da parte dei teppisti che avevano occupato per conto degli uniati le chiese ortodosse della sua regione negli anni precedenti. Forse non un martire in senso stretto, ma certamente un confessore della fede, padre Mikhail rimane per noi un esempio luminoso di figura profetica e di coraggioso pastore d’anime dei nostri tempi: presentiamo nella sezione "Testimoni dell’Ortodossia" dei documenti un paio di articoli su di lui in russo e in traduzione italiana, che comprendono un’intervista da lui rilasciata poco prima di morire.
Nel blog The Soul of the East, Mark Hackard riporta un brano dello scrittore Ivan Solonevich (1891-1953), esponente dei russi bianchi e critico del liberalismo. Presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti la traduzione italiana di questo brano, che analizza le attitudini speculari verso la guerra dei regimi autoritari (sia per scelta, come la monarchia, sia per costrizione, come le dittature) e dei regimi liberali, che finiscono per trasformare la guerra in opportunità di sfruttamento mercenario, per la loro incapacità di coinvolgere il proprio popolo in una vera causa patriottica. Il brano ci offre molti spunti per valutare l’evoluzione delle guerre contemporanee.
Il blog Da Russophile di Anatolij Karlin, dedicato a sfatare i miti occidentali sulla Russia, ci offre un quadro dei miti sul tracollo demografico della Russia, e le attente confutazioni di tutti queste teorie. Da demografo professionista, Karlin offre strumenti, fonti, ricerche, tabelle, ma soprattutto una generosa dose di osservazioni acute e di buon senso che servono a distruggere uno dei principali miti russofobi, ovvero che la Russia sia un paese morente. Presentiamo le osservazioni di Anatolij Karlin nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti
29/09/2014
La risposta russa a una doppia dichiarazione di guerra
Le recenti parole di Poroshenko al Congresso americano e di Obama all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite lasciano pochi dubbi che sia in corso una “dichiarazione di guerra non dichiarata” contro la Russia. Quella che stupisce è la risposta apparentemente debole della Russia, che tuttavia ha una ragione abbastanza profonda, e Saker ha i mezzi per cercare di analizzarla e spiegarla ai suoi lettori. Riportiamo l’analisi di Saker nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
29/09/2014
La morte dell'Ucraina nelle nostre predizioni e nella cronaca recente
In questi giorni, sta facendo il giro della rete un articolo che sembra dare esattamente la risposta alla nostra domanda, ed esattamente nei termini che avevamo ipotizzato:
L'Ucraina non sarà mai più un paese unito. Abituatevi all'idea.
Con tutte le ipotesi sui negoziati di pace in Ucraina, è essenziale tenere a mente un paio di cose:
In primo luogo, tutte le chiacchiere occidentali di come i russi stanno tenendo le redini dei negoziati sono semplicemente aria fritta, e non del tipo che potrebbe aiutare gli ucraini a sopportare il freddo pungente di questo inverno.
In secondo luogo, anche Putin e la sua cerchia si sbagliano se pensano di poter mettere di nuovo insieme Humpty Dumpty, anche se penso che probabilmente già lo sanno, e stanno semplicemente recitando un copione.
Il fatto evidente è che l'idea di uno stato unitario chiamato Ucraina è completamente morta, e non vi è alcun "protocollo Lazzaro" in attesa dietro le quinte.
Qualunque sia la forma che assumerà, per quanto a lungo il processo sarà portato avanti, e per quanti sforzi contorti si facciano per rimettere il genio nella bottiglia, la campana ha suonato e semplicemente non si può annullarne il suono.
Il popolo della Novorossija ha visto i propri fratelli e sorelle assassinati, prima a Odessa, poi a Mariupol, e poi bombardati senza pietà a Lugansk e Donetsk, uccisi senza esitazione o rimorso da un gruppo di teppisti impazziti incitati dall'Occidente.
Gli Stati Uniti hanno fatto della morte dell'Ucraina una certezza assoluta finanziando, armando e sostenendo fascisti e oligarchi per commettere atrocità sui propri connazionali. La Russia in questo non ha alcuna responsabilità, e anzi ha tentato invano di spiegare all'Occidente che questo avrebbe distrutto l'Ucraina, un paese che capiscono molto meglio di noi.
Che ci sia un'amnistia, o qualche trattato o comunicato fasullo, è in gran parte irrilevante. Gli abitanti di queste regioni, semplicemente, non saranno più disposti a vivere sotto il controllo di Kiev, mai più. Nessun piano, protocollo o trattato di pace può cambiare questo fatto.
La forma specifica di come avverrà tutto questo è ancora sfocata; le linee generali non lo sono.