Padre Andrew Phillips pubblica sul suo blog quello che può sembrare un cri de coeur profetico, più che un’analisi obiettiva della situazione dell’Occidente contemporaneo, anche se gli elementi oggettivi sono precisi e ben presentati. Possiamo non essere d’accordo con la conclusione di padre Andrew, che vede la Russia ortodossa come ultimo baluardo del cristianesimo e ultima speranza per i cristiani in Occidente... purtroppo, il guaio con le visioni profetiche è che non si possono avere certezze sulla loro solidità finché non si realizzano o sono provate false. Anzi, prima che si realizzino, sono di solito considerate sciocchezze, e dopo che si sono realizzate, di solito si razionalizza dicendo che non si potevano capire con certezza. In attesa di vedere l’esito delle previsioni di padre Andrew, pubblichiamo il suo testo in russo e in traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
Sta iniziando, lentamente, anche in Occidente, un’apertura di cateratte dell’informazione che testimonia quanto sia stata massiccia la disinformazione sull’Ucraina nell’ultimo anno. Laddove non bastano le immagini della catastrofe umanitaria del Donbass, qualche occhio (soprattutto di quelli che si ricordano di abitare in una repubblica nata da una resistenza) si può aprire vedendo da parte dell’Ucraina “democratica” repressioni, squadre della morte e simili amenità... purtroppo gli americani, che sono stati alle spalle dello sforzo globale di disinformazione, sembrano non avere imparato la lezione del loro presidente Lincoln: “Si può ingannare alcuni per tutto il tempo, e tutti per qualche tempo, ma non si può ingannare tutti per tutto il tempo”.
Dato lo sforzo di appiattimento mediatico, tuttavia, resta ancora uno sforzo enorme di contro-informazione da fornire: presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” due video, con trascrizioni e commenti.
Nel primo si vedono i leader della Repubblica Popolare di Donetsk rispondere in una conferenza stampa a vari tipi di domande, dei quali presentiamo la trascrizione in italiano. Possiamo giudicarli dalle loro stesse parole, dal contegno, dalla disponibilità a parlare di tutto, anche di crisi e beghe interne, eccettuando solo i dettagli operativi legati al segreto militare. Ci fa piacere vedere che i giornalisti alla conferenza stampa sono veri giornalisti (specie rara in Italia), che non hanno problemi a fare domande scomode e tenere gli intervistati sulle spine. Ci fa ancor più piacere vedere che questi leader, che pur vivono sotto assedio, non hanno bisogno di ricorrere ad alcuna retorica politico-ideologica per giustificare il loro rifiuto del programma di “ucrainizzazione” del Donbass. Non guasta, al termine della conferenza stampa, un cenno all’icona venerata dai russi durante l’invasione napoleonica, e giunta ora nel Donbass: un chiaro esempio e ricordo del motivo per cui si battono i cosiddetti “ribelli” e/o “terroristi” di cui si è diffusa finora solo un’immagine negativa.
Il secondo video, commentato da Saker, ci presenta miliziani provenienti dal Caucaso (...osseti o ceceni? Scopritelo voi stessi nei commenti!) che servono in uno dei battaglioni di difesa del Donbass, e un semplice ma toccante gesto di incoraggiamento e di benedizione (potenzialmente fatto a musulmani) da parte della popolazione ortodossa locale.
14/07/2014
I luterani scrivono al patriarca: come si arrivò a un passo dall'avere una “Chiesa ortodossa tedesca”
La storia dei confronti tra ortodossi e protestanti nasce con la prima generazione dei riformatori: Filippo Melantone, uno dei collaboratori di Lutero, fu il primo a tentare un approccio dottrinale all’Ortodossia spiegando le idee dei riformatori al patriarca di Costantinopoli. In un saggio di Gabe Martini, che presentiamo nella sezione “Confronti” dei documenti, si ripercorrono le tappe dello sfortunato e fallimentare dialogo tra i teologi luterani di Tubinga e la sede ortodossa di Costantinopoli. È degno di nota il successivo sviluppo storico del protestantesimo, che, mentre riuscì a strappare diversi popoli all’obbedienza romana, non ebbe alcuna vera influenza laddove incontrò ben radicato il cristianesimo ortodosso, proprio come se queste due fedi si escludessero a vicenda.
13/07/2014
Perché il patriarca Kirill non era a Kiev al funerale del metropolita Vladimir?
Il funerale del metropolita Vladimir di Kiev si è tenuto senza la presenza del patriarca Kirill, e molti hanno interpretato questa assenza in modi diversi. Per mettere a tacere almeno le più maligne di queste interpretazioni, Vladimir Legojda, il portavoce del patriarca, ha rilasciato una dichiarazione che presentiamo nell’originale russo e in traduzione italiana nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.
In un breve commento di Saker, che riportiamo in russo e in traduzione italiana nella sezione "Geopolitica ortodossa" dei documenti", si analizza un'agghiacciante paragone tra l'attuale governo ucraino e quello della Germania nazista. Dopo la sconfitta militare che ha portato alla distruzione di un'intera brigata ucraina presso Lugansk, il presidente Poroshenko promette rappresaglie di centinaia di persone per ogni suo soldato ucciso. Saker nota come "ogni lettore francese o italiano saprà facilmente confermare che questa era la prassi nazista standard". Beh, per essere corretti, la prassi nazista era dieci volte più mite, come può ricordare chiunque sa qualcosa della strage delle Fosse Ardeatine o simili episodi, nei quali gli occupanti nazisti "si accontentavano" di dieci esecuzioni per ogni soldato ucciso.
Saker riporta questo episodio per quelli che lo rimproverano quando chiama l’attuale giunta ucraina “nazista”. Questa in realtà non è affatto un’esagerazione, né un’opera di propaganda: se ammetti nella tua coalizione di governo partiti apertamente neo-nazisti, se glorifichi criminali di guerra nazisti, e se ti comporti come i nazisti, esiste almeno il ragionevole dubbio che possa essere nazista tu stesso...
A coloro che invece hanno criticato il nostro sito perche usiamo “definizioni politiche”, rispondiamo che non ci sentiamo affatto obbligati a definire “nazista” l’attuale governo dell’Ucraina. Possiamo tranquillizzare i critici usando una categoria esclusivamente religiosa, senza alcuna colorazione politica, e definire tale governo “satanico”.
Padre Lawrence Farley ci parla di un problema che coinvolge spesso i preti ortodossi: l’arrivo al battesimo di bambini non abbastanza gradi da capire l’importanza del rito battesimale, ma già abbastanza cresciuti per rifiutare di essere battezzati (tipicamente, come forma di capriccio). Questi eventi sono in sé un notevole incubo per i parroci, e rivelano un’attitudine completamente sbagliata da parte di quei genitori che possono attendere anni per portare i loro figli in chiesa per la prima volta (e talvolta per l’unica volta) nella loro infanzia. Oltre a offrire alcuni consigli pratici su come gestire il caso di un battesimo “difficile”, il saggio di padre Lawrence, che presentiamo nella sezione “Pastorale” dei documenti, sottolinea l’importanza di una seria preparazione battesimale che coinvolga in primo luogo i genitori.
12/07/2014
Sarà restaurata a Mosca una chiesa distrutta da Napoleone
La chiesa della decapitazione di san Giovanni Battista, presso il convento di Novodevichy a Mosca, sarà ricostruita entro un anno. Non si tratta di una chiesa distrutta nel periodo comunista, ma addirittura dall’armata napoleonica nell’occupazione di Mosca del 1812. La sua ricostruzione festeggerà i 200 anni dalla cacciata degli invasori francesi.
Proprio come la cattedrale di Cristo Salvatore, immaginiamo che questa nuova chiesa avrà i suoi detrattori, motivati dalla stessa mancanza di visione spirituale. Per noi questi esempi continuano invece a sottolineare la grandezza e la vitalità del progetto millenario della santa Rus’.
Padre Andrew Phillips (nella foto) risponde a una serie di domande sulla storia, la natura e la missione della ROCOR, la Chiesa ortodossa russa al di fuori della Russia, nella quale è sacerdote in Inghilterra. In questa intervista, che riportiamo nella sezione “Domande e risposte” dei documenti, notiamo alcune prospettive che non coincidono con le nostre, ma questo non ci fa sentire lontani nella comunione reciproca. Per esempio, mentre il punto di vista di padre Andrew (che immaginiamo prevalente nella ROCOR) è di considerare il nome “Patriarcato di Mosca” come una denominazione politica ormai superata, e “Chiesa Ortodossa Russa” come un nome al di sopra delle nazionalità, tra noi si vede spesso il contrario, e proprio il termine “Patriarcato di Mosca”, che non contiene alcun appellativo etnico, neppure ideale, è per noi la garanzia di una Chiesa che guarda al suo centro a prescindere da quali possano essere i popoli che la costituiscono. Questa pluralità (o magari anche opposizione) di vedute non impedisce comunque né agli uni né agli altri di vedere la Chiesa come un’entità non legata alla storia di un singolo popolo o etnia. Anche se permangono diverse sensibilità, pertanto, queste sono legittime espressioni si una pluralità di approcci agli stessi principi. Presto o tardi, le unità amministrative della nostra Chiesa al di fuori del suo storico territorio canonico (e quindi parliamo sia di Inghilterra sia di Italia) passeranno sotto un’unica gestione, e non sarà male imparare gli uni dagli altri le nostre rispettive sensibilità, e provare a capirle e ad apprezzarle. Da parte nostra, offriamo volentieri le traduzioni italiane delle opere di padre Andrew proprio per facilitare questo processo.
Sulla piazza di fronte alla Cattedrale della Dormizione della Lavra delle Grotte di Kiev, si sono tenute le funzioni della Liturgia e del funerale del defunto primate della Chiesa Ortodossa Ucraina, il metropolita Vladimir di Kiev e di tutta l'Ucraina.
Molti sono venuti a rendere omaggio, compresi i rappresentanti delle Chiese ortodosse locali di Costantinopoli, Gerusalemme, Georgia, Serbia, Polonia, America, Bielorussia e la Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia.
Dopo il funerale tutto il pleroma della Chiesa ortodossa ucraina ha completato una processione con il corpo di sua Beatitudine al cimitero del monastero delle Grotte lontane, dove è stato sepolto presso la chiesa della Natività della santa Vergine.
Il primate della Chiesa ortodossa ucraina, Vladimir, metropolita di Kiev e di tutta l'Ucraina si è addormentato nel Signore sabato, 5 luglio 2014, a 79 anni di età.
Ai molti che si chiedono il perché delle decisioni russe nella crisi ucraina e nella guerra in corso nel Donbass, Saker offre una riflessione, che riportiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti, sul vero scopo di questa guerra e su ciò che comporterebbe un intervento militare russo. Oggi il primo obiettivo strategico della Russia è quello di rinascere come stato sovrano (non solo nella sua componente cristiana), e la provocazione alla guerra è proprio un tentativo di bloccare questo processo di rinascita. Saker ci ricorda cosa sarebbe in grado di fare una Russia rigenerata, con le parole di un altro fautore di rinascita dello stato russo, il grande ministro Pëtr Stolypin (1862-1911, nella foto): "Date alla Russia 20 anni di pace interna ed esterna e non la riconoscerete".
10/07/2014
"Se essere 'buoni' è la misura della nostra salvezza, allora siamo perduti"
In un’omelia sul testo dell’Apostolo della domenica passata, il sacerdote Robert Miclean della Chiesa Ortodossa in America ci spiega il senso ortodosso del peccato, del cammino di redenzione e del pentimento nell’ottica ortodossa, ricordandoci che il fine della vita cristiana non è un generico ‘essere buoni’, ma la partecipazione alla vita stessa di Dio. Riportiamo il testo della predica di padre Robert nella sezione “Omiletica” dei documenti.
10/07/2014
Il bue dà del cornuto all’asino: accuse di intromissione politica alla Chiesa georgiana
Domenica 6 luglio il vescovo Jakob (nella foto), uno dei tre vicari del patriarca Elia II della Georgia, ha fatto sentire la voce della Chiesa in una predica alla cattedrale della Santissima Trinità a Tbilisi. All'approssimarsi del ballottaggio elettorale del 12 luglio, ha invitato i votanti a "respingere coloro che non si pentono per quello che hanno fatto al paese" quando erano al potere.
Anche senza fare nomi, è chiaro il riferimento all'Unione Movimento Nazionale di Mikheil Saakashvili, oggi all'opposizione, e responsabile dei disastrosi conflitti del 2008 e della svendita della Georgia al peggior europeismo anticristiano.
Quattro gruppi di monitoraggio e di diritti umani (paraventi della CIA, come tutta l'ingloriosa epopea della 'rivoluzione delle rose') gridano alla violazione della legislazione elettorale, dando la triste immagine che a tutte le organizzazioni religiose, sociali, umanitarie e non governative in Georgia è consentito ingerirsi a volontà e fare lobbismo politico... a tutte, tranne alla Chiesa ortodossa, soprattutto quando quest'ultima si limita a riconoscere la verità dei fatti.
Come vi abbiamo annunciato ieri, è ora on-line la versione in lingua russa del blog the Vineyard of the Saker, che sempre più commentatori non hanno paura di definire “la fonte on-line più informata sull’Ucraina”. Vi presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” la versione russa e la traduzione italiana dell’articolo di presentazione del nuovo blog in russo (i riferimenti alla Francia e ai francesi sono dovuti al fatto che negli stessi giorni è apparsa anche la versione francese del blog). La versione russa è certamente meno utile, visto che i russi e i russofoni sanno trovare abbastanza informazioni accurate sulla crisi ucraina nella loro lingua; quello che conta davvero è l’opera di informazione (o di contenimento della disinformazione mediatica) che Saker e il suo team di collaboratori hanno reso possibile nelle principali lingue dell’Occidente. Dal nostro sito, siamo lieti di aver potuto dare il nostro contributo, nei limiti delle nostre possibilità, per quanto riguarda il mondo di lingua italiana.
Lo ieromonaco Petru ci aiuta a non idealizzare “l’età d’oro dei Padri antichi”, presentandoci una prova molto tangibile e grottesca di quanti veri e propri farabutti ricoprivano cariche episcopali nel IV secolo. L’autore di questa prova non è altri che san Gregorio Nazianzeno, che dedica alcuni dei suoi componimenti poetici ai peggiori esempi cristiani del suo tempo. Presentiamo l’originale romeno e la traduzione italiana del saggio di padre Petru nella sezione “Santi” dei documenti.
09/07/2014
Eletto il nuovo metropolita antiocheno del Nord America
Il 3 luglio 2014 il Santo Sinodo del Patriarcato di Antiochia, riunito alla residenza patriarcale di Balamand (Libano), ha eletto l'arcivescovo Joseph (Zahlawi) di Los Angeles alla sede di New York, come successore del defunto metropolita Philip (Saliba). Il nuovo metropolita, nato a Damasco nel 1950, ha studiato all'Università di Beirut e alla facoltà di teologia di Tessalonica; parla correntemente arabo, inglese e greco, e conosce altre lingue europee.