Sua Beatitudine il metropolita Onufrij fa il punto della situazione sulle sofferenze addossate ingiustamente alla Chiesa da lui retta: nonostante uno sforzo di prim'ordine nelle iniziative di pace e nell'assistenza alle vittime del conflitto, non cessa la demonizzazione di una Chiesa che durerà sicuramente più a lungo di qualsiasi regime politico umano.
L'icona di cui vedete qui a fianco i resti carbonizzati è del XVII secolo, venerata nel vilaggio di Budyatichi, nella Volinia nord-occidentale. Nella notte tra il 6 e il 7 luglio, vandali ignoti l'hanno quasi completamente bruciata: stando a quanto dice il sito della diocesi, l'icona aveva già subito più di un attacco sacrilego.
Dalla sua apparizione presso una sorgente nel 1637, l'icona è stata oggetto di continua venerazione, e davanti a essa sono avvenute diverse guarigioni e altri avvenimenti miracolosi.
Per avere un'idea dell'amore e della venerazione che i fedeli locali hanno per l'icona, potete vedere questo video del 2010.
10/07/2023
"I tossicodipendenti possono essere salvati. Il nostro compito è fornire le condizioni necessarie"
Vi presentiamo in traduzione italiana l'intervista di Natalija Lisovaja al vescovo Mefodij (Kondrat'ev) di Kamensk e Kamyshlov, che nel quadro del Dipartimento caritativo della Chiesa ortodossa russa ha il compito dell'aiuto ai tossicodipendenti. Come molte attività di questo genere, l'apostolato del vescovo Mefodij è relativamente nuovo, sviluppato negli ultimi decenni in cui la Chiesa russa ha potuto riprendere uno spazio nel servizio sociale. Vediamo come da un centro aperto quando vladyka Mefodij era un semplice parroco di campagna, l'assistenza a chi ha problemi con le droghe si è sviluppata in una rete di solidarietà di portata internazionale.
09/07/2023
Le autorità fanno irruzione e sigillano la residenza del metropolita Onufrij e altri edifici della Lavra di Kiev (+VIDEO)
Il mattino del 7 luglio, all'alba (per prevenire la presenza di fedeli che avrebbero impedito il sopruso), cinque edifici della Bassa Lavra, inclusa la residenza del metropolita Onufrij (nella foto) sono stati oggetto di sequestro di polizia e di chiusura, in totale spregio agli accordi legali che ne garantiscono l'uso da parte della Chiesa ortodossa ucraina.
Si tratta del primo affronto diretto al metropolita Onufrij, e può significare che il regime di Kiev è ormai con l'acqua alla gola per forzare la distruzione della Chiesa ortodossa del proprio paese.
Vi presentiamo in traduzione italiana una conversazione in due parti con Aleksej Gvozdetskij (nella foto), uno dei maggiori esperti della tradizione di canto dei Vecchi Credenti russi, che cerca di spiegare le caratteristiche e le complessità di uno dei più antichi stili musicali ancora usati nelle chiese.
07/07/2023
Ulteriormente ristretto l'accesso alla Lavra delle Grotte
Nel tentativo di rendere la vita quanto più possibile infernale ai monaci della Lavra delle Grotte e ai cristiani ortodossi di Kiev, a partire dal 5 luglio 2023 il ministero ucraino della Cultura ha ristretto ancora di più l'accesso al complesso, che ora è possibile solo attraverso un singolo cancello della Lavra inferiore, e limitatamente all'orario lavorativo dalle 9 alle 18. Queste manovre di sapore bolscevico non fanno altro che rendere monaci e fedeli più determinati a non farsi estromettere dal loro luogo santo, con tanta fatica ricostruito e reso fruibile negli anni successivi alla caduta del regime sovietico.
05/07/2023
Processi di canonizzazione in corso per santi vecchi e nuovi
Il disegno che vedete è uno schizzo per l'icona del santo asceta Ioakim di Uglich, vissuto tra il XVII e il XVIII secolo, che è oggi considerato per la canonizzazione nella diocesi di Pereslavl. Altri sono al lavoro per raccogliere testimonianze per la canonizzazione di santi più recenti. L'eremo di Optina, per esempio, sta avanzando le cause di canonizzazione dei suoi tre monaci martirizzati nel 1993, oltre che di tre altri asceti contemporanei, l'ultimo dei quali (lo ierodiacono Iliodor) si è addormentato nel Signore nell'ottobre del 2020. Inoltre, non scordiamo l'opera della diocesi di Pskov nel raccogliere materiali per la canonizzazione del noto anziano Ioann (Krestjankin).
04/07/2023
L'abate della Lavra di nuovo agli arresti domiciliari
Il metropolita Pavrel (Lebed, nella foto), abate della Lavra delle Grotte di Kiev, il 30 giugno è stato di nuovo messo agli arresti domiciliari per altri due mesi. Questa è la terza sentenza (la prima è stata dall'inizio di aprile al 29 maggio, mentre una proroga ha coperto tutto il mese di giugno)
Come nei primi due casi, non sono state fornite prove delle accuse di incitazione all'inimicizia religiosa e di giustificazione della guerra rivolte al metropolita, né sono state rese note le basi della decisione giudiziaria.
Nella corsa del regime ucraino verso il suicidio, vediamo come vittima niente meno che il Natale, così come celebrato dalla stragrande maggioranza dei cristiani ucraini. Ora Zelenskij si assume il compito del Grinch, proponendo l'abolizione della festività del Natale del vecchio calendario, e torna a fare precisamente quel che avevano fatto i sovietici. La pretesa di "spostare" la festività secondo il calendario gregoriano non ha fondamento, perché il giorno di Natale del nuovo calendario è già festa in Ucraina fin dal 2017.
Per la folle fretta di liberarsi di tutto ciò che è "russo", gli uniati e gli scismatici filo-fanarioti si sono dati la zappa sui piedi dovendo riconoscere che il vecchio calendario faceva parte dell'identità ucraina, e in questo hanno dimostrato di non essere altro che dei russi rinnegati.
Potete leggere in traduzione italiana le cronache delle follie anti-natalizie del regime di Kiev.
02/07/2023
"Una famiglia felice è quella che accetta con gioia il giogo di Cristo"
L'arciprete Mark Tyson è noto ai lettori del nostro sito fin dalla notizia del suo passaggio alla ROCOR nel 2018, e dall'intervista da lui rilasciata a Jesse Dominick. Ora lo vediamo alle prese con il tema della famiglia cristiana, a partire dalle esperienze vissute con la moglie Lisa e i loro sei figli.
01/07/2023
Dichiarazione/giuramento dei serbi del Kosovo nel giorno di san Vito (Vidovdan)
"Noi, serbi e donne serbe del nord del Kosovo e Metohija, a Vidovdan 2023, per obbligo verso i nostri gloriosi antenati, i loro sacrifici e le loro imprese, e per responsabilità verso i nostri figli e le generazioni future, verso tutta la Serbia e l'intera comunità, diciamo:
Da più di due decenni, e soprattutto negli ultimi mesi, noi serbi del Kosovo e della Metohija, da Štrpce a Leposavic, ci troviamo di fronte a una violenza senza precedenti, che, sia per le motivazioni che per il modo in cui viene condotta, non può essere definita nient'altro che fascista. Dall'inizio dell'anno, sei nostri connazionali, tra cui due bambini, sono stati feriti con armi da fuoco in un'esplosione di odio etnico. Milun, Dušan, Nemanja, Dalibor, Uroš, Nenad muoiono nelle prigioni di Priština, senza colpa, solo perché non sono d'accordo che il nome serbo di Kosovo e Metohija scompaia silenziosamente e senza resistenza. La terra ancestrale serba viene confiscata in modo che i nostri carcerieri possano costruirvi le loro basi. I nostri santuari vengono profanati per distruggere ogni traccia della nostra esistenza in queste zone. I nostri comuni e le nostre città sono occupati con la forza e i fucili, da quelli che, anche in base ad accordi raggiunti con mediazioni e garanzie internazionali, qui non hanno nulla da esigere. Chiediamo alla comunità internazionale di compiere passi decisivi per calmare le tensioni, perché non possiamo più tollerare questa crudeltà!
Il nostro popolo sofferente ha posto la sua fiducia in un domani migliore, attraverso la costituzione della Comunità dei comuni serbi, garantita anche dalla comunità internazionale. Da dieci anni aspettiamo il nostro diritto a una vita degna di un essere umano nel XXI secolo, per la nostra permanenza e sopravvivenza in queste zone. È giunto il momento che la verità venga portata alla luce e che in questo Vidovdan sia chiaramente affermato che avremo la ZSO o altrimenti, sappiamo cosa fare.
Consapevoli che ciò che accade qui, nella culla statale e spirituale della nostra nazione, avrà inevitabilmente conseguenze per tutti i cittadini della Serbia e per l'intera Serbia, ci impegniamo a continuare la nostra giusta lotta per la sopravvivenza in Kosovo e Metohija con saggezza e responsabilità, sempre lasciando un ragionevole spazio al dialogo e al compromesso. In questa lotta legittima, contiamo sull'aiuto e il sostegno del nostro unico paese, la Serbia, e del nostro presidente, A. Vučić, che è sempre stato un nostro difensore.
Il popolo serbo, dopo due guerre mondiali, nelle quali, combattendo dalla parte del bene e contro il male del mondo, ha compiuto sacrifici indicibili ed è arrivato anche sull'orlo della sopravvivenza, dopo essere stato recentemente perseguitato nei propri focolari e bombardato al di là di ogni diritto e legge, è fermamente impegnato per la pace. Purtroppo stiamo assistendo al fatto che la pace è messa in pericolo da chi ha sangue serbo versato ogni giorno davanti ai nostri occhi.
Ecco perché stiamo dicendo da questo luogo all'intera comunità, che vogliamo vivere in pace con i nostri vicini albanesi e costruire un futuro comune su basi umane e democratiche, perché il futuro di nessuno è mai stato costruito sulla sfortuna di qualcun altro.
Vivendo qui e senza voler fare del male a nessuno, chiediamo il diritto alla vita e al futuro, e non permetteremo a nessuno di negarci tale diritto. I serbi non lasceranno mai, a nessun costo, quella che è la nostra terra per diritto umano e spirituale.
Alla vigilia di Vidovdan, quando tutto si vede, e quando ogni parola data diventa un giuramento, noi serbi e donne serbe del nord del Kosovo e Metohija diciamo che, se la crudeltà contro il nostro popolo continuerà, saremo costretti a rispondere a tutti coloro che ci provocano del male, a coloro che sognano la guerra invece della pace, sappiano che noi saremo uniti nella nostra giusta lotta per restare e sopravvivere in queste aree e difendere le nostre case e famiglie".
30/06/2023
Qualunque cosa accada, la Liturgia sarà celebrata!
Di fronte alle persecuzioni, eccovi il resoconto di un atto di resistenza: il metropolita Luka (Kovalenko, nella foto) di Zaporozh'e ha dovuto dare istruzioni al suo clero per la potenziale chiusura di tutte le chiese della città da parte del Consiglio comunale.
29/06/2023
In che modo il martirio della Chiesa ortodossa ucraina influirà sul mondo?
Secondo il metropolita Neophytos di Morphou della Chiesa di Cipro, "la Chiesa ortodossa ucraina è perseguitata per creare nuovi santi". Vi presentiamo in traduzione italiana un saggio che cerca di trovare le ragioni di una simile affermazione, e di studiare gli effetti che questo fenomeno avrà sul mondo.
28/06/2023
Liturgia sulla tomba della santa patrona di Oxford
Mentre la Chiesa d'Inghilterra sta diventando un araldo del movimento Woke e sta abbandonando ogni radice della propria fede, tocca agli ortodossi dare un esempio di ciò che interessa veramente ai cristiani: gli esempi di quanti hanno trovato la vita eterna nel Signore. Il nostro confratello padre Stephen Platt, lo scorso 15 giugno, ha celebrato una Liturgia davanti alla tomba di santa Frideswide (†735), patrona della città e dell'università di Oxford.
27/06/2023
Le autorità sono infastidite dal sorriso del metropolita Onufrij
Vi presentiamo in traduzione italiana un articolo di Jaroslav Nivkin, che riporta le parole dell'arcivescovo Viktor (Kotsaba) sull'attitudine delle autorità ucraine verso sua Beatitudine il metropolita Onufrij (nella foto). Ai poteri costituiti dà un considerevole fastidio il fatto che il primate della Chiesa ortodossa ucraina non si perda d'animo e continui a sorridere, confidando in Cristo, di fronte alle persecuzioni che quegli stessi poteri gli scatenano contro. Quando qualcuno si inquieta perché gli altri sorridono, questo è già di per sé un segnale che la sua credibilità è esaurita. Per chi crede, tuttavia, è la conferma della stessa attitudine serena con cui i santi martiri e confessori hanno affrontato le proprie sofferenze in ogni tempo e luogo.