Nei dibattiti sulla liceità dell'aborto, quello dello stupro è un caso limite che agisce come "argomento grimaldello" per deflettere l'attenzione dall'orrore dell'uccisione di un bambino innocente. In questa abile argomentazione, sottolineando la malvagità di un atto di violenza sessuale, si insiste sulla madre come vittima, occultando il fatto che anche il bambino è una vittima, ed è certamente innocente delle azioni del padre. Per questo è importante sottolineare le storie di quelle donne che, pur violate nella loro natura, hanno deciso di portare a termine la gravidanza, e che non hanno avuto paura di crescere il bambino concepito con un atto di violenza. Oggi vi presentiamo la storia di Elena, una donna russa che non ha ceduto all'incanto dell'aborto e che ha potuto nondimeno formare una famiglia felice.
21/10/2024
La cattedrale di Cherkassy è stata sequestrata: cosa succederà adesso?
Nell'analisi di Kirill Aleksandrov che vi presentiamo, diamo un'occhiata alle conseguenze del violento sequestro della cattedrale di san Michele a Cherkassy, osservando le attitudini del governo, delle forze dell'ordine, degli attaccanti e dei fedeli, per capire quel che può succedere anche nei prossimi episodi di simili prepotenze.
Vi presentiamo una risposta alle più comuni obiezioni protestanti sulle preghiere ai santi, sul loro ruolo nella vita dei credenti e sulla presenza di questo rapporto di preghiera e di comunione reciproca nelle Sacre Scritture.
19/10/2024
Bilancio del sequestro della cattedrale di Cherkassy
Ecco il risultato netto del recente atto di teppismo a Cherkassy: 26 feriti, di cui 14 (incluso il metropolita Feodosij) sono stati curati in ambulatorio, mentre 12 hanno dovuto essere ricoverati in ospedale.
"Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome" (Lc 21:12).
18/10/2024
Il teppismo degli scismatici ucraini sale di livello: cattedrale sequestrata a mano armata
Questa è la cattedrale di san Michele a Cherkassy. O per lo meno, lo era fino al 17 ottobre 2024, quando circa un centinaio di uomini in tute mimetiche (e molti con passamontagna) l'hanno occupata, sparando gas lacrimogeni, picchiando i fedeli che la stavano difendendo (e che nonostante l'inferiorità numerica – erano in maggioranza donne anziane – sono riusciti a respingere il primo assalto), e alla fine hanno malmenato anche il metropolita Feodosij. Vi preghiamo di osservare il teppista che spara con una pistola a gas lacrimogeni proprio davanti al metropolita, in mezzo alla chiesa:
Una volta abbandonata la chiesa, il metropolita Feodosij ha annunciato che assieme ai fedeli se n'è andata anche la grazia ecclesiale. La cattedrale è ora un luogo dissacrato.
In una trasmissione online di Radio Svoboda (ovvero "Radio Libertà", un vero inno all'ipocrisia), i sequestratori si sono fatti ritrarre mentre, piantate bandiere ucraine sul coro e in mezzo alla navata, hanno servito una funzione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" con uno stuolo di "preti", disposti a fianco di "soldati" in mimetica, in perfetto accordo con le regole canoniche di anzianità clericale. Per radunare così tanti "preti", la struttura di Dumenko deve averli fatti venire da molte parti, o forse si sono semplicemente tolti la mimetica e il passamontagna... Giova ricordarlo, questi sono i "chierici" benedetti da Bartolomeo (il patriarca che inaugura statue alla sua umiltà).
17/10/2024
Facce di bronzo: il patriarca Bartolomeo inaugura una statua di se stesso
Nick Stamatakis di Helleniscope ci offre un resoconto commentato di un episodio di arroganza autocelebrativa. Nella sua recente visita in Australia, in mezzo a elogi e adulazioni, il patriarca Bartolomeo ha svelato e inaugurato una statua di se stesso, come adeguata prova della sua semplicità e umiltà. Vi invitiamo a immaginare che cosa avrebbe detto il mondo dell'informazione se a fare un gesto simile fosse stato il patriarca di Mosca.
La festa della Santa Protezione della Madre di Dio (1/14 ottobre) coincide con l'inizio della stagione fredda. Ci si riscalda anche con i ricordi, e la galleria fotografica del viaggio estivo di Dar'ja Parmenova ai luoghi santi e popolari dell'Armenia contribuisce a far sentire quel sole ancora caldo su di noi.
In una voce di blog del 2014 vi avevamo annunciato l'inizio dei lavori della chiesa di san Panteleimone a Sihanoukville, nel regno di Cambogia. A distanza di dieci anni potete vedere in un nuovo video le funzioni nella chiesa ormai completata, e se siete incuriositi dalla vita ortodossa in un paese al 98% buddhista, potete riprendere l'intervista del 2022 al decano della Cambogia, lo ieromonaco moldavo Paisie (Ipate).
14/10/2024
La Chiesa dovrebbe educare il popolo: una risposta al metropolita Feodosij
Dopo il recente discorso del metropolita Feodosij (Snigirjov, nella foto) sui fallimenti della Chiesa ortodossa ucraina nel seguire l'educazione dei fedeli (in comparazione con gli uniati, molto pro-attivi nell'educazione universitaria), l'Unione dei giornalisti ortodossi ha preparato un testo di risposta che delinea gli ambiti e le tappe della pastorale educativa, possibile (e auspicabile) anche in una Chiesa estromessa dagli spazi pubblici della cultura.
13/10/2024
Visita pastorale del metropolita Konstantin in Kenya
In questo video lungo un'ora potete vedere lo svolgimento della visita pastorale dell'esarca patriarcale d'Africa, il metropolita Konstantin di Zarajsk, che dal 10 al 29 agosto 2024 si è recato in Kenya. L'espansione della Chiesa ortodossa russa in Kenya non ha luogo solo nelle chiese (come nell'ordinazione sacerdotale che vedete nella foto), ma anche in ricoveri, scuole, asili nido, comunità monastiche e progetti di sostegno alle parrocchie. Nel video ascolterete l'autentico canto ortodosso africano, così come le voci e i discorsi degli stessi padri africani, inclusa la menzione delle difficoltà e dei dolori che hanno dovuto affrontare a causa del loro cammino verso la Chiesa russa. Padre Georgij Maksimov, che ha accompagnato vladyka Konstantin nel viaggio e che ha compilato questo video, lo dedica a quanti pensano ancora che l'Esarcato d'Africa sia meramente una presenza virtuale.
12/10/2024
La "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" denuncia il sequestro di un luogo di culto in Crimea
Di fronte a centinaia di luoghi di culto sequestrati alla Chiesa ortodossa ucraina dagli scismatici di Dumenko, si è sentito il bisogno di fare una "denuncia di vendetta", parlando di ben una chiesa in Crimea portata via alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" dal cattivo regime russo.
In un editoriale dell'Unione dei giornalisti ortodossi si descrive il caso della Chiesa della Risurrezione di Cristo nel villaggio di Oktjabrskoe (nella foto), che sarebbe stata sigillata per opera della locale amministrazione rurale, che ne rivendica la proprietà. Il gesto sarebbe "una politica secolare dei russi mirata a distruggere l'intero popolo ucraino, un vero etnocidio".
Il caso è comunque (...ci credereste?) un po' più intricato di quanto lo voglia presentare l'ufficio di propaganda ucrainista, almeno per un paio di ragioni:
1) In primo luogo, stiamo parlando di un singolo luogo di culto, che probabilmente non riusciva nemmeno a essere riempito da tutti i fedeli della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" che abitano in tutta la Repubblica della Crimea. Già in un nostro editoriale del marzo 2014 facevamo un po' di pulci alle pretese degli ucrainisti della Crimea (che sbraitano contro il "mondo russo" un giorno sì e uno pure, ma al contempo si guardano bene dal rifiutare la loro preziosa cittadinanza della Federazione Russa), che ai tempi vantavano di rappresentare ben il 10% della popolazione della Crimea, e che, visto che le vanterie non costano nulla, oggi probabilmente vorrebbero rappresentarne il 110%.
2) Inoltre, il luogo di culto non sembra avere neppure una storia di stabilità giurisdizionale: l'articolo riporta che è stato trasferito dalla Chiesa ortodossa ucraina al "patriarcato di Kiev" nel 2022 (guarda caso, proprio sotto il repressivo regime putiniano) e in seguito è passato sotto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".
11/10/2024
Perché la priorità del Vangelo di Matteo è importante
Quale Vangelo è stato scritto per primo? Secondo la santa Tradizione e i Padri della Chiesa, quello di Matteo, e secondo la critica accademica contemporanea, quello di Marco. Non si tratta certo di un dogma di fede, ma è uno di quei piccoli dettagli che possono essere usati come breccia per far crollare tutto l'edificio della Chiesa, come ci spiega l'articolo di Augustine Martin che vi presentiamo. L'autore è molto convinto della tesi che presenta, tanto da mettersi in diretto contrasto con molte delle stesse autorità accademiche ortodosse, che accusa di servilismo verso una mentalità secolarista e anti-ecclesiale.
10/10/2024
Una ricerca scientifica ri-data la Sindone di Torino al I secolo
I ricercatori Liberato de Caro e Cinzia Giannini (nella foto) dell'Istituto di Cristallografia di Bari hanno sottoposto una minuscola fibra della Sindone di Torino a una datazione tramite la tecnologia del Wide-Angle X-ray Scattering (WAXS), che misura il degrado strutturale e l'invecchiamento dei materiali antichi. "È una specie di radiografia, simile al tipo di scansione che si farebbe su un osso per vedere se c'è una frattura. Ma questa radiografia penetra il materiale molto in profondità per analizzarlo a livello microscopico", afferma il Prof. De Caro. "Col tempo, la struttura del materiale si degrada. Da questo possiamo capire quanto tempo è passato e quindi datare l'oggetto". La datazione riportata dall'apparecchio è di circa 2000 anni fa, e c'è una sorprendente corrispondenza con una simile analisi su un brandello di lino proveniente dalla fortezza di Masada, conquistata dai romani nel 73 d.C. Il brandello di stoffa di Masada è stato datato tra il 55 e il 74 d.C.
Sulla rivista peer-reviewed Heritage dell'agosto 2022, gli scienziati hanno affermato: "Il grado di invecchiamento naturale della cellulosa che costituisce il lino del campione esaminato, ottenuto tramite analisi a raggi X, ha mostrato che il tessuto della Sindone di Torino è molto più antico dei sette secoli proposti dalla datazione al radiocarbonio del 1988. I risultati sperimentali sono compatibili con l'ipotesi che la Sindone di Torino sia una reliquia di 2000 anni, come supposto dalla tradizione cristiana".
Cosa significa questo risultato nella controversia sulla Sindone?
1) In primo luogo, un ridimensionamento della insistente (e in molti casi fideistica) narrativa sorta dai risultati della datazione al radiocarbonio del 1988. Oggi chi sostiene l'autenticità della Sindone non potrà più essere accusato di attaccamento oscurantista a leggende tardive.
2) In secondo luogo, la distruzione della dicotomia "autentica reliquia o mero falso medioevale" (come se non fosse possibile alcuna altra ipotesi intermedia), che ha fatto schierare gli studiosi anti-autenticisti su una sola possibile linea di ragionamento. I risultati del team di Bari sono molto meno dogmatici nelle loro affermazioni: se anche il lino viene fatto risalire al I secolo d.C., questo non dice ancora nulla della natura dell'immagine e della sua formazione.
3) In terzo luogo, una possibilità di riesame futuro: a differenza del test del radiocarbonio, la tecnologia del WAXS non è distruttiva, e i campioni della Sindone di Torino e del lino di Masada sono ancora intatti, e conservati presso l'Università di Padova.
4) Infine, si delinea una strada ancora molto in salita. In un mondo onesto, la notizia della ricerca pubblicata oltre due anni fa avrebbe fatto il giro del mondo (e dei media) in poche settimane, mentre ancora oggi molti tra i semplici interessati al fenomeno della Sindone di Torino ne sono ancora all'oscuro. Questo dovrebbe farci riflettere su quanto siano onesti i rappresentanti di un'ideologia che afferma di voler liberare il mondo dalle superstizioni medioevali.
09/10/2024
Ritornano dopo 200 anni le funzioni in un famoso monastero della Russia
Pochi giorni fa si è celebrata la prima funzione, dopo circa 200 anni, nella chiesa della Trasfigurazione al monastero di san Cirillo del Lago Bianco a Kirillov, nella regione di Vologda. Anche se può sembrare una delle tante riprese della vita religiosa di una chiesa vittima del regime comunista, qui la storia è diversa: la chiesa (che conserva un'iconostasi originale del 1595) era stata chiusa nel XIX secolo, quindi in un epoca largamente pre-rivoluzionaria. Il complesso monastico è stato finora usato a fini museali e di rievocazioni storiche.
Questa ripresa di vita di culto deve farci pensare all'enorme quantità di chiese che aspettano solo di essere riaperte, e dell'altrettanto enorme lavoro che attende la Chiesa russa nella restaurazione della sua eredità.
Il nostro confratello padre Andrew Phillips (nella foto) ha osservato, come abbiamo fatto noi, molto da vicino la tragedia ucraina nell'ultima decina d'anni, ed è in grado di offrire un quadro in dodici punti delle conseguenze del conflitto, da lui definite "rivelazioni". Alcuni di questi punti potrebbero essere legati alla sua storia personale (nella considerazione negativa della Chiesa ortodossa russa gioca un ruolo di un certo peso la sua uscita dalla ROCOR, che a suo tempo abbiamo descritto in modo dettagliato), altri potrebbero essere visti come vere e proprie sorprese da chi non ha seguito le vicende ucraine, o le ha seguite da una prospettiva biecamente propagandistica: un esempio può essere quello della resistenza antinazista in Ucraina, una pagina di storia che un giorno farà vergognare gli italiani per il sostegno che il nostro paese ha nuovamente dato a un tipo di regime di cui avrebbe dovuto sapere qualcosa.