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29/04/2012  La preparazione al Battesimo nella Chiesa ortodossa  
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Sezione 1

Siti ufficiali delle Chiese Ortodosse nel mondo

 
Due risposte alle proposte del metropolita Hierotheos

Le posizioni oggi totalmente filo-fanariote del metropolita di Nafpaktos Hierotheos (Vlachos, nella foto) hanno suscitato diverse obiezioni. È in parte a causa di queste posizioni che il professor Tselengidis ha scritto la sua lettera al Sinodo greco da noi tradotta l’altro ieri. Oggi vi presentiamo un altro paio di questi documenti di risposta:

1) la traduzione italiana del saggio del lettore americano Dyonisus Redington sulle due fallacie logiche del documento del metropolita Hierotheos;

2) la traduzione italiana dell’analisi di Konstantin Shemljuk sulla proposta del metropolita Hirotheos risolvere “alla greca” la crisi ucraina proponendo un’improponibile mescolanza di ortodossi e scismatici.

 
La realtà parallela del patriarca Bartolomeo

Esaminiamo i canoni che sono stati violati dal Patriarcato di Costantinopoli nel creare una giurisdizione parallela in Ucraina, nella traduzione italiana del saggio dell'arciprete Andrej Nikolaidi diffuso dall’Unione dei giornalisti ortodossi.

 
Decisione storica a Rue Daru

Vi presentiamo la traduzione italiana del comunicato dell’arcivescovo Jean (Renneteau, nella foto), che annuncia di avere preso la decisione del ricongiungimento dell’Arcivescovado di Rue Daru con il Patriarcato di Mosca, a partire da domenica 15 settembre 2019. Finalmente, dopo 95 anni, Rue Daru ritorna a casa per una decisione interna, per quanto sofferta.

Siamo anche noi consapevoli che ci saranno dei lealisti a oltranza del “si stava meglio quando si stava peggio”, che faranno notare usque ad nauseam che questa decisione è stata presa senza il consenso dei due terzi dell’assemblea generale, ma “solo” con il 58% dei voti favorevoli. A questi novelli paladini della legalità, ricordiamo che si sono schierati con un patriarca che ha preso unilateralmente la decisione di dare un’autocefalia a un paese che non glie l’aveva chiesta, contro il parere di “solo” i nove decimi dei fedeli del paese... e non diciamo altro, perché ai buoni intenditori si addicono poche parole.

 
Perché aderire alla Chiesa ortodossa russa?

Come sottolineato dallo stesso patriarca Kirill, con l’inizio di questo nuovo anno ecclesiastico la Chiesa ortodossa russa festeggia finalmente la sua riunificazione. Ora, a chi si accosta al cristianesimo ortodosso nei paesi del mondo occidentale, resta da rispondere alla domanda sul perché scegliere questa Chiesa locale a preferenza delle altre. Padre Andrew Phillips cerca di offrire una risposta, che vi abbiamo tradotto in italiano nella relativa sezione dei documenti. Padre Andrew si riferisce principalmente alla situazione nel Regno Unito, ma le sue conclusioni si applicano anche da noi, anzi in modo ancor più restrittivo, visto che in Italia è praticamente assente l’opzione della Chiesa antiochena, che invece offre nello scenario inglese un’alternativa di una certa rilevanza.

 
La Chiesa ortodossa ucraina ringrazia chierici e laici greci per il loro sostegno

In seguito alla lettera aperta di chierici e laici greci sulla questione ucraina, che da alcuni giorni ha cambiato molto del panorama della crisi ucraina all’interno della Chiesa di Grecia, vi pubblichiamo anche il testo italiano commentato della lettera con cui l’arciprete Nikolaj Danilevich, portavoce della Chiesa ucraina, ringrazia i fratelli greci per il loro sostegno.

 

 
Come gli scismatici sono utilizzati dal governo degli Stati Uniti contro la Chiesa ortodossa

Vi presentiamo la versione italiana dello studio di Aleksandr Voznesenskij, specialista dei movimenti scismatici dell’Ortodossia russa, che rivela la fitta rete di intrusioni in questi movimenti di potenti funzionari americani come John Herbst (nella foto), e il lavoro di lobbismo esercitato dai membri di questi gruppi scismatici per promuovere gli interessi geostrategici americani. L’ironia singolare è che il leit-motiv di queste organizzazioni scismatiche è l’accusa alla Chiesa russa di compromesso con i poteri politici...

 
Lettera pastorale dell'arcivescovo Jean del 17 settembre 2019

Vi presentiamo la traduzione italiana della lettera con cui mons. Jean (ora arcivescovo di Dubna nel Patriarcato di Mosca) cerca di far fronte alla “fronda” interna del Consiglio arcidiocesano di Rue Daru, mostrandone con pazienza le profonde contraddizioni. Mettiamo il testo nella sezione “Testimoni dell’Ortodossia”, perché monsignor Jean, nel dimostrare una benevola fermezza anche nei confronti di quelli che gli remano sistematicamente contro, sta dando una notevole prova di un carattere patristico di cui la Chiesa ha sempre un grande bisogno.

 
I 4 punti principali del riconoscimento degli scismatici ucraini da parte delle commissioni greche

Vi presentiamo la traduzione italiana dell’analisi di Matfey Shaheen su alcuni punti del lavoro delle commissioni istituite dalla Chiesa di Grecia per studiare il riconoscimento dell’autocefalia ucraina.

 
Il Tribunale amministrativo di Kiev ordina il reintegro della cittadinanza ucraina del vescovo Gedeon

Speriamo che vi ricordiate tutti del vescovo Gedeon (Kharon, nella foto) di Makarov, privato il 5 febbraio scorso della sua cittadinanza ucraina dal regime di Poroshenko, per la "colpa" di essere andato negli USA a parlare delle persecuzioni della Chiesa ortodossa ucraina alle autorità degli USA e dell'ONU.

Il 19 settembre, il Tribunale amministrativo distrettuale di Kiev ha dichiarato illegale la procedura del Servizio di immigrazione ucraino, ordinando la reintegrazione della cittadinanza ucraina al vescovo Gedeon.

Ora speriamo che vladyka Gedeon possa tornare al suo ruolo di abate del monastero delle Decime a Kiev (già oggetto di numerose persecuzioni), ma soprattutto, come vescovo che parla bene l'inglese, a informare il mondo di quel che accade ai fedeli ortodossi in Ucraina.

 
Appuntamento in Vaticano: Shevchuk e il patriarca Bartolomeo si sono incontrati per caso?

Vi presentiamo in traduzione italiana l’analisi di Konstantin Shemljuk sullo strano incontro tra due strutture che sembrano lavorare per l’unità dei cristiani in tutti i modi tranne quelli giusti e veri.

 
Il centro può reggere a causa della purificazione della Chiesa

Ascoltiamo in traduzione italiana alcuni commenti di padre Andrew Phillips sul processo di purificazione in atto negli ultimi anni nelle diverse ramificazioni della Chiesa ortodossa russa.

 

 
Il patriarca Bartolomeo e l'etnofiletismo

Il sito Orthodox Synaxis (che continua discretamente e con serietà a occuparsi del problema ecclesiologico nell’Ortodossia per cui ha iniziato l’anno scorso le sue attività) ha preparato uno studio sulle contraddizioni interne di un patriarcato che a parole si considera il nemico dell’etnofiletismo, ma nel proprio linguaggio e nelle proprie azioni dimostra di compiere proprio gli stessi atti di prevaricazione etnocentrica per i quali è pronto ad accusare le altre Chiese ortodosse locali. Vi presentiamo questo studio in traduzione italiana, sperando che queste ipocrisie non restino più nascoste.

 
Gli scismatici ucraini fanno pressioni sui fedeli di lingua romena perché si uniscano a loro

La popolazione di lingua romena della Bucovina ucraina è fortemente opposta agli scismatici ucraini (che annienterebbero volentieri questa minoranza, se i loro progetti di ucrainismo fossero portati alle loro logiche conseguenze). Tuttavia, nel loro sforzo di ingraziarsi i favori delle Chiese ortodosse locali, oggi gli scismatici arrivano al punto da corteggiare la Chiesa romena creando un “vicariato romeno” fittizio che non conta neppure una parrocchia (una sorta di variante clericale dei villaggi Potëmkin). Vi presentiamo in traduzione italiana uno studio su questo ulteriore livello di ipocrisia dello scisma ucraino.

 
Chierici greci che hanno concelebrato con il metropolita Onufrij e gli hanno dato una lettera di sostegno sono censurati da un vescovo greco

Una notizia al tempo stesso dolce e amara, di cui vi presentiamo la traduzione italiana, testimonia la profonda divisione che sta avvenendo nella Chiesa di Grecia. Sono sempre di più i fedeli e chierici greci che testimoniano la loro solidarietà con la Chiesa ucraina perseguitata, mentre si schierano contro di loro altri che non dicono – notate bene – che sia sbagliato essere solidali con la Chiesa ucraina perseguitata, ma che si deve essere fedeli “a prescindere” al Patriarcato ecumenico. In altre parole, “il nostro patriarca potrà anche sbagliare, ma noi dobbiamo essergli fedeli perché solo se siamo fedeli a lui siamo nella vera Chiesa”. A ben pensarci, questa è la stessa posizione erronea che gli ortodossi rimproverano ai cattolici romani...

 
Visita di padre Petru (Pruteanu) a Torino

Ci ha fatto molto piacere avere fra noi a Torino il nostro confratello padre Petru (Pruteanu, in centro nella foto) alla celebrazione della Liturgia della festa della Santa Croce. Padre Petru è stato per molti anni un grande ispiratore del nostro sforzo di divulgazione della fede ortodossa. Potrete trovare decine di articoli tradotti dal suo blog sul nostro sito (cercateli con la funzione di ricerca interna del sito usando il nome di padre Petru oppure il titolo del suo blog, teologie.net), con cui vi abbiamo presentato negli anni molte testimonianze interessanti, soprattutto nel campo principale trattato da padre Petru, la teologia liturgica e missionaria.

 
Sulla situazione dell'Arcivescovado dal punto di vista legale

Avere dei membri del Consiglio arcivescovile che gli remano contro sembra non aver scoraggiato più di tanto l’arcivescovo Jean (che se è arrivato al punto a cui è arrivato, deve avere avuto notevoli risorse di pazienza); tuttavia, quando la “fronda” di Rue Daru inizia a dichiararlo decaduto, o a far circolare missive “private” con velleità direttive, anche l’arcivescovo deve difendersi con un comunicato, che vi presentiamo in traduzione italiana.

 
Sentieri di scisma: il patriarca Bartolomeo condividerà il fato di Filaret?

Vi presentiamo la traduzione italiana di un attento studio di Taras Rebikov sulle possibili uscite dal vicolo cieco causato dal Fanar con la crisi ucraina, che ormai passano tutte per una condanna conciliare del patriarca Bartolomeo, salvo un possibile ma improbabile pentimento. Il parallelo con il comportamento scismatico di Filaret Denisenko è inquietante, e viene analizzato a fondo nell’articolo.

 
Domande e risposte (settembre 2019)

Vi presentiamo in traduzione italiana la più recente serie di domande e risposte dal blog di padre Andrew Phillips. I temi trattati sono la situazione della Chiesa di Costantinopoli (sottotitolata “la caduta dal primo tra eguali all'ultimo senza eguali”), il futuro della Chiesa ortodossa russa e l’insegnamento e la pratica dell’Ortodossia.

 
Vescovo greco: “Siamo della stessa razza di Costantinopoli, dobbiamo schierarci con il Patriarcato”

Quest’affermazione del metropolita Chrysostomos di Dodoni, che è discussa nell’articolo che vi presentiamo in traduzione italiana, riassume la tragica attitudine di una parte del mondo greco che non sa vedere i legami ecclesiali al di sopra di quelli razziali. In altre parole, non conta che un patriarca stia facendo qualcosa che dal punto di vista ecclesiale è sbagliato come l’inferno: la cosa importante è agire in base al legame etnico. La cosa davvero triste è che queste affermazioni provengano dagli ambienti del patriarcato che un secolo e mezzo or sono aveva condannato l’etnofiletismo (degli altri...)

 
I nuovi tormentatori di Cristo

Vi presentiamo in traduzione italiana uno studio del blog Orthodox Synaxis relativo ad alcune affermazioni del nuovo arcivescovo Makarios d’Australia (a destra nella foto) che dimostrano come la percezione dell’ecclesiologia ortodossa nel Patriarcato di Costantinopoli di oggi sia ormai diversa da quella di tutta la Chiesa ortodossa (incluso il Patriarcato di Costantinopoli di ieri), e che piuttosto che al ruolo di servitori di Cristo, al Fanar stanno iniziando ad aspirare a quello di suoi tormentatori.

 
Metropolita Seraphim dello Zimbabwe: dove potrebbe portare l'assenza di un dialogo sulla questione ucraina

Il metropolita Seraphim (Kykkotis, nella foto) dello Zimbabwe, uno dei vescovi greci del Patriarcato di Alessandria, ha fatto una dichiarazione riportata da Orthodox Synaxis, che vi offriamo in traduzione italiana. Anche se il discorso del metropolita Seraphim è parziale in un modo plateale (quando parla del dialogo “del nostro Patriarcato ecumenico e del Patriarcato di Mosca” si sente tangibilmente la differenza etnofiletista tra gli ortodossi di serie A e di serie B), lascia comunque trasparire la paura di uno scisma a livello globale e il desiderio generale delle Chiese ortodosse locali di risolvere la crisi ucraina in modo conciliare e secondo la prassi canonica.

 
L'incoronazione dello tsar dal Paraguay

Padre Andrew Phillips non è nuovo a regalarci storie immaginarie di un futuro che potrebbe succedere se si avverassero alcuni sogni a cui molti aspirano, per esempio se ci fosse un papa di Roma davvero-filo-ortodosso o una Chiesa ortodossa davvero locale in Europa occidentale; nel saggio che vi presentiamo oggi in traduzione italiana, padre Andrew cerca di ipotizzare come si potrebbe realizzare in un modo del tutto imprevisto ma plausibile il sogno di un ritorno della monarchia in Russia.

 
La guerra civile in Ucraina 100 anni fa

Arricchiamo la nostra sezione di geopolitica con la traduzione italiana di un attento sguardo sulla situazione dell’Ucraina dopo la rivoluzione bolscevica, che ci aiuta a capire l’immenso caos del paese e le forze di disgregazione del mondo russo in un periodo nel quale l’indipendentismo ucraino rappresentava una totale novità.

 
Testa o croce?

Vi presentiamo in traduzione italiana un breve saggio del nostro amico George Michalopulos che, da greco della diaspora, vede l’indecisione della Chiesa di Grecia riguardo al riconoscimento degli scismatici ucraini non tanto come un tentennamento diplomatico, ma come un’abile mossa di resistenza (non diversa da quella di Leonida alle Termopili) per far guadagnare ai propri fratelli tempo prezioso di fronte all’invasione di un nemico comune.

 
La Chiesa e la "formula di Steinmeier": che cosa attende gli ortodossi ucraini

Ora che l’Ucraina ha accettato la proposta di attuazione degli accordi di Minsk proposta dal presidente tedesco Steinmeier (un processo molto lento e difficile, ma comunque una garanzia di piccoli passi verso la pace), inizieranno ad apparire le attitudini delle diverse confessioni religiose nella guerra civile. Nell’analisi di Kirill Aleksandrov, che vi presentiamo in italiano nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti, vediamo come l’unica Chiesa ad aver coerentemente appoggiato i processi di pace è quella alla quale non ci vergogniamo di appartenere.

 
Come il riconoscimento della Chiesa autocefala dell'Ucraina influenzerà il futuro dell'ellenismo

Vi presentiamo in traduzione italiana l’articolo della giornalista freelance greca Sophia Iliadi, che analizza le conseguenze nefaste di un riconoscimento degli scismatici ucraini da parte del Concilio episcopale della Chiesa di Grecia.

 
Parole di pace dall’abate Tryphon

In giorni di pesanti conflitti all’interno della Chiesa ortodossa, è un balsamo per l’anima leggere le parole dell’abate Tryphon (nella foto), superiore del monastero della ROCOR a Vashon Island presso Seattle, che ci ricorda che simili conflitti sono sempre esistiti nella storia della Chiesa, e che tali conflitti non impediscono a Dio di prendersi cura di coloro che egli ama.

 
La Chiesa ortodossa russa pubblica una chiarificazione teologica sulla non canonicità della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

Proprio nei giorni in cui la Chiesa di Grecia si trova sospinta a discutere la questione del riconoscimento degli scismatici ucraini, arriva al momento giusto un documento di chiarificazione teologica sul perché questo riconoscimento sia inaccettabile. In questo testo, che vi presentiamo in russo, in romeno e in italiano, si possono vedere le caratteristiche migliori dei documenti prodotti dal nostro patriarcato: un’analisi seria, approfondita, priva di qualsiasi trionfalismo o argomentazione ad personam o con qualsivoglia riferimento etno-tribalista, ma piuttosto incentrata sull’importanza di mantenere immutata la fede e la pratica della Chiesa ortodossa.

 
Aggiornata la cronologia della crisi ucraina: 1 anno di copertura quotidiana degli eventi

La nostra cronologia della crisi ucraina, che non aggiornavamo più da un certo tempo (e ce ne scusiamo con i lettori) è stata portata al passo con gli articoli e i materiali caricati fino all’11 ottobre 2019, primo anniversario dell’infausta decisione fanariota di legittimare lo scisma in Ucraina (un gesto che, comunque finiscano le cose, sarà ricordato come una delle peggiori pagine della storia della Chiesa ortodossa). Vi abbiamo tenuti al corrente con molta cura, e se possiamo vantarci di un anno di lavoro ben fatto, possiamo affermare che non troverete in lingua italiana una copertura di questo tema più approfondita di quella che vi ha offerto (e che continua a offrirvi) il nostro sito.

 
Pubblicato il libro "L'altro lato del Tomos"

Vi presentiamo in russo e in italiano la notizia della pubblicazione di un libro davvero importante: nato come iniziativa dell'Unione dei giornalisti ortodossi per testimoniare le vessazioni ai credenti da parte degli scismatici ucraini, il libro "L'altro lato del Tomos" è divenuto, al di là delle intenzioni degli autori, uno specchio di ciò che è descritto nelle storie della Chiesa antica in cui si parla di cristiani perseguitati dal potere. Il libro è già stato tradotto in altre lingue: ci auguriamo che la versione greca, distribuita ai vescovi della Chiesa di Grecia poco prima del loro incontro conciliare sul riconoscimento degli scismatici, serva loro come utile materiale di riferimento e di discussione.

 
I greci si arrendono

Il Concilio episcopale della Chiesa di Grecia, con l’opposizione di soli sette metropoliti (che saranno probabilmente menzionati in relazione a san Marco di Efeso) ha deciso di riconoscere l’autocefalia della “Chiesa ortodossa dell’Ucraina” nella sua sessione straordinaria di sabato 12 ottobre. Avremo molto tempo per discutere la notizia, ma ora vogliamo lasciare la parola al nostro amico George Michalopulos, che incarna la posizione dei greci profondamente addolorati da questo evento, e che nel suo post che vi abbiamo tradotto in italiano ha saputo, con il suo abituale acume, individuare le vere ragioni di questa triste decisione.

 
Festa dei 40 anni della parrocchia di santa Parascheva

In questo video potete vedere la Divina Liturgia di sabato 12 ottobre, celebrata dal metropolita Iosif (Pop) di Parigi e dal vescovo Atanasie (Rusnac) di Bogdania, vicario della diocesi romena d'Italia, nel quadro della celebrazioni per i 40 anni della parrocchia ortodossa romena di santa Parascheva a Torino. Durante la Liturgia è stato ordinato prete padre Vasile Istina, da molti anni diacono alla parrocchia dell'Esaltazione della Santa Croce. I nostri preti e alcuni fedeli della parrocchia erano presenti a questo momento di gioia: saremo sempre grati e vicini a padre Gheorghe Vasilescu, alla presbitera Ilinca, alla loro famiglia e alla comunità parrocchiale, accanto ai quali abbiamo mosso anche noi i primi passi della crescita della nostra parrocchia.

La mulţi ani! Per molti anni! Ad multos annos!

 
In memoriam: cardinale Roger Etchegaray

Il 14 ottobre, giorno della festa della santa Protezione della Madre di Dio, è anche il quarantesimo giorno dal decesso di un grande amico dell’Ortodossia russa, che si affidava in modo speciale a quella protezione: sua Eminenza il cardinale Roger Etchegaray (Espelette, 25 settembre 1922 – Cambo-les-Bains, 4 settembre 2019), forse il più famoso basco dell’ultimo secolo.

I legami di sua Eminenza con la Chiesa russa sono fin troppi per poterli ricordare: ci sono stati molti incontri quando viveva a Roma, e alcuni di noi sono stati a trovarlo anche nella sua madrepatria, nei Paesi Baschi francesi. A noi piacerà sempre ricordarlo come ci aveva accolti nella sua casa romana, quando gli abbiamo regalato un’icona dei santi vescovi dei Paesi Baschi dipinta nella nostra parrocchia di Torino (potete vedere l’icona alle sue spalle nella foto) e quando ci ha fatto mille domande, con la sua agile e curiosa mente di “giovane” ultranovantenne, sulle interazioni tra le culture italiana, basca e dell’Europa dell’Est. Che il Signore lo riposi nella pace e gli conceda una gloriosa risurrezione.

Eterna Memoria! Memoire Eternelle! Betiko Memoria!

 
Άξιοι!

Pur nella tristezza della recente e riprovevole scelta del Concilio episcopale della Chiesa di Grecia, non dimentichiamo i metropoliti che si sono opposti a una decisione che sarà sicuramente ricordata come una pagina nera dell’Ortodossia greca. Onoriamo chi ha saputo resistere alle pressioni, sia tra i metropoliti presenti al Concilio ad Atene, sia tra quelli che hanno espresso il loro dissenso da lontano:

Andreas di Dryinoupolis, Pogoniani e Konitsa

Daniil di Kessariani, Vironos e dell’Imetto

Germanos dell’Elide e di Oleni

Kosmas d’Etolia e di Acarnania

Nektarios di Corfù, Passo e delle Isole Diapontiche

Nikolaos di Mesoghea e Lavreotiki

Seraphim di Karystia e Skyros

Seraphim di Citera e Anticitera

Seraphim del Pireo

Simeon di Nuova Smirne

 

 
I metropoliti di Citera e del Pireo dicono che non c'è stata votazione, né riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

Gli eventi relativi alla crisi ucraina si susseguono senza darci pace (e sì che vorremmo anche noi prenderci un po’ di relax e parlare di cose più edificanti per la fede, ma sarebbe da sconsiderati proporre stare ad ascoltare un’orchestra su una nave che sta rischiando di affondare). Cominciamo a sentire di vivere, come nell’augurio cinese, “in tempi interessanti” (in realtà l’augurio è un po’ una maledizione, perché nella filosofia cinese i “tempi interessanti” sono i tempi di conflitti).

In breve, dopo che il mondo ortodosso ha iniziato a riflettere su una grave decisione dell’episcopato della Chiesa di Grecia, stando alle recenti dichiarazioni dei metropoliti Seraphim di Citera e Seraphim del Pireo (nella foto), che vi presentiamo in italiano, questa decisione non avrebbe neppure avuto luogo! Non è la prima volta, negli ultimi mesi che le notizie provenienti dalla Chiesa di Grecia sono diffuse in modo distorto e poi smentite: la situazione, come dice il nostro amico George Michalopulos, è “più o meno chiara come il fango”. E questo potrebbe essere un bene, perché il Santo Sinodo del Patriarcato di Mosca, che dovrebbe riunirsi giovedì 17 ottobre, non prenderà misure reattive a meno che la Chiesa di Grecia non si esprima in modo chiaro e inequivocabile a favore del riconoscimento degli scismatici ucraini. Tempi interessanti, davvero... speriamo di ritornare quanto prima ai “tempi noiosi” dell’ordinaria missione ortodossa nel mondo.

 
Le nuvole si addensano

Eccovi dalla Grecia e dalla Serbia due ulteriori notizie relative alla crisi ucraina:

1) Consapevoli delle gravi conseguenze di un riconoscimento esplicito degli scismatici sotto forma della concelebrazione con il patriarca Bartolomeo a Salonicco il prossimo sabato, i vescovi greci contrari al riconoscimento hanno invitato l'arcivescovo Hieronymos d'Atene a non concelebrare con il patriarca, o addirittura a saltare la visita a Salonicco.

Intanto, è stato rivelato il nome di un undicesimo vescovo della Chiesa di Grecia che si oppone apertamente al riconoscimento degli scismatici ucraini: è il metropolita Kallinikos di Paronaxia, che aggiungiamo volentieri alla lista dei vescovi da noi onorati:

Άξιος!

2) La Chiesa serba ha rifiutato di inviare una sua delegazione alle celebrazioni dell’ottavo centenario della sua stessa autocefalia che il patriarca Bartolomeo voleva tenere a Istanbul, e crescono le preoccupazioni che la “gratitudine” fanariota offra un grado di riconoscimento agli scismi interni del Patriarcato di Serbia.

 
Decisioni del Santo Sinodo russo del 17 ottobre

Convocato d'emergenza a causa della crisi del riconoscimento degli scismatici da parte della Chiesa di Grecia, il Santo Sinodo del Patriarcato di Mosca ha preso decisioni serie ma caute, notando tutte quelle ambiguità nel riconoscimento degli scismatici che abbiamo cercato di spiegarvi negli ultimi giorni. Il Sinodo, di cui vi presentiamo le decisioni in italiano, ha deciso per una linea preventiva generale, che non interrompe la comunione con la Chiesa di Grecia finché il suo primate non esprimerà un riconoscimento inequivocabile, e al tempo stesso invia note di incoraggiamento a chi nella Chiesa di Grecia si oppone al riconoscimento degli scismatici, e di interruzione personale della comunione con quei vescovi che già hanno compiuto atti di riconoscimento e concelebrazioni.

 
Le Nazioni Unite chiedono la chiusura del sito "Mirotvorets"

Vi forniamo la traduzione italiana di un articolo su di un altro piccolo segno di giustizia finalmente in azione in Ucraina: è finito addirittura sotto la condanna delle Nazioni Unite il famigerato sito "Mirotvorets" (il "pacificatore" che incita alle stragi, non l'unico degli assurdi ossimori di uno stato che chiama "operazione anti-terrorismo" una guerra combattuta a base di azioni "belliche" come le bombe nei locali pubblici). Si conclude così l'appello alle Nazioni Unite di cui vi abbiamo accennato alla fine di marzo di questo stesso anno.

 
Una bella chiesa per il monastero della santa Croce in West Virginia

Ci permettiamo un attimo di tregua dal nostro monitoraggio della crisi ucraina (anche il Creatore si è riposato al sabato...) e vi presentiamo un progetto che offre speranze alla nostra visione della missione ortodossa in Occidente: il design di una nuova chiesa monastica nei monti della Virginia occidentale, dove si sta radunando un gruppo sempre più consistente di monaci americani.

 
Il piccolo Filaret: un archimandrita della ROCOR passa sotto Costantinopoli per essere stato escluso dall'episcopato

Per un secondo sabato consecutivo, le notizie dalla Chiesa di Grecia portano conseguenze che non è facile valutare: se è vero che l’arcivescovo di Atene ha concelebrato con il patriarca Bartolomeo una Liturgia con una menzione degli scismatici, è altresì vero che questo gesto, nello stesso stile della decisione di sabato scorso, potrebbe essere o non essere una dichiarazione di riconoscimento ufficiale, a seconda del modo in cui è considerata.

Oggi diamo pertanto la precedenza a una notizia, che per quanto triste, è per lo meno molto chiara nelle sue premesse. Da poche settimane avevamo salutato la nomina dell'archimandrita Alexander (Belya, nella foto) come vescovo vicario della ROCOR in Florida, quando ci è giunta la notizia che la sua candidatura era stata ritirata ed era iniziato nei suoi confronti un processo canonico. Poiché la ROCOR aveva chiesto un periodo di calma per valutare le accuse, ci siamo astenuti noi stessi dal commentare la situazione, ma a quanto pare il diretto interessato non ha atteso lo svolgimento dell’indagine, passando sotto l’obbedienza dell’arcidiocesi greca di Costantinopoli negli USA.

Leggetevi con attenzione in italiano il resoconto di questo passaggio da Mosca a Costantinopoli, e se volete capirlo meglio, confrontatelo con i casi di passaggio in direzione opposta, dei padri Mark Tyson, Nectarios Trevino, Spyridon Bailey, Emmanuel Hatzidakis e Ioannis Maridakis e del lettore Dionysius Redington. Le ragioni sono abbastanza chiare, e ci fanno capire che sta delineandosi sempre più netta la dicotomia tra pecore e capri.

 
I documenti del divorzio del primo sacerdote ortodosso nero in America

Circa sei anni fa vi abbiamo presentato la storia del primo prete ortodosso di colore in America, padre Raphael Morgan (nella foto). Già in quel primo articolo, si facevano dei cenni alla vita di questo convertito, avvolta in un certo mistero, delineandone luci e ombre. Spesso la vita degli iniziatori delle chiese è proprio un simile miscuglio di elementi positivi e negativi, e dobbiamo tenerne conto quando, passati molti anni, siamo presi dal naturale impulso romantico a idealizzare il nostro passato.

Come ci insegna l’articolo di Matthew Namee che vi abbiamo tradotto in italiano, la vita di questo sacerdote ha degli aspetti ben più oscuri del colore della sua pelle: fu coinvolto in un caso di divorzio per maltrattamenti che, a prescindere da quale fosse la verità oggettiva, dimostra una certa lontananza dalle storie di santi che vorremmo sentire a proposito dei pionieri della fede ortodossa nei nostri paesi. Questa è una buona lezione per tutti, che ci insegna a cercare e a rispettare la verità, e al tempo stesso a riconoscere che il Signore sa spesso servirsi anche di strumenti imperfetti per far avanzare i suoi piani di salvezza per tutti.

 
La parola del patriarca

dal blog del sito Orthodox England, 21 ottobre 2019

Patriarca Kirill, 18a domenica dopo Pentecoste, 20 ottobre 2019

L'esistenza della Russia ha un grande valore spirituale e culturale – non solo per voi e me, ma per tutta l'umanità. Noi preghiamo per la conservazione del popolo russo, per la nascita di nostri nuovi compatrioti, non solo e non tanto perché queste persone sono necessarie al paese, ma anche in larga misura perché questo paese è necessario alle persone. La Russia deve esistere e svolgere il suo ruolo insostituibile nel nostro destino con voi, nel destino dei nostri discendenti e nella storia del mondo.

Il valore speciale della Russia, la sua speciale vocazione è quella di essere una roccaforte del cristianesimo ortodosso. Preservare la fede ortodossa, la tradizione e la cultura ortodossa, degli intatti principi morali cristiani. Forse è per questo che i poteri costituiti sono così accaniti contro la Chiesa ortodossa russa, vogliono strappare il mondo ortodosso greco dalla Chiesa russa, vogliono distruggere l'unità della Chiesa ortodossa. Abbiamo informazioni affidabili sul fatto che tutto ciò che sta accadendo ora nell'Ortodossia mondiale non è un incidente, non è solo il capriccio di una figura religiosa la cui mente si è annebbiata. Questa è l'attuazione di un piano molto specifico che mira a strappare il mondo greco dalla Russia. Secondo i perpetratori – non posso descrivere questi strateghi in nessun altro modo – la Chiesa russa sembra essere una sorta di "soft power", attraverso il quale la Russia influenza il mondo che la circonda. Ma perché la Russia non può condividere i suoi doni spirituali? È qualcosa di criminale? Questo può essere criminale solo nella prospettiva di coloro che cercano di indebolire e, se possibile, di distruggere l'influenza della Russia. In tutta questa storia relativa al problema del riconoscimento o del non riconoscimento degli scismatici ucraini da parte delle Chiese ortodosse locali, c'è qualcosa che non viene dichiarato, ma che è l'obiettivo principale delle forze dietro le quinte che hanno scatenato questa attività scismatica. Noi nella Chiesa russa lo capiamo chiaramente, ma oggi lo capiscono anche i nostri fratelli in Grecia e in altre Chiese ortodosse. Dobbiamo resistere, non vacillare, continuare la lotta per mantenere l'indipendenza spirituale della Chiesa ortodossa russa da tutti questi centri di influenza mondiale, e, soprattutto, mantenere l'unità dell'Ortodossia universale.

 
Il mondo ortodosso prende posizione

Le reazioni alle recenti azioni dell’arcivescovo Hieronymos di Atene sono state numerose, e in massima parte esprimono indignazione. Abbiamo raccolto e tradotto per voi tre di queste reazioni:

1) La posizione della Chiesa ortodossa serba, espressa dal portavoce ufficiale del patriarcato, il vescovo Irinej di Bačka.

2) Una delle recenti dichiarazioni in russo e in italiano dal profilo Telegram del metropolita Luka di Zaporozh'e, con riferimenti al messaggio profetico di Cristo a chi lo abbandona.

3) La dichiarazione dello scienziato e teologo greco Vasilios Eustathiou, che si dissocia dal suo arcivescovo e da quanti riconoscono gli scismatici ucraini: forse vedremo diversi altri esempi di questa resistenza nei giorni a venire.

 
Ortodossia francese: osservazioni e prospettive

Il nostro amico Claude Lopez-Ginisty richiama sul suo ottimo blog Orthodoxologie una panoramica sullo stato dell’Ortodossia francese, che vi presentiamo in italiano per un confronto pastorale sulle nostre rispettive situazioni.

 
Il metropolita di Corfù: "tutti vogliono dialogare, tranne il patriarca ecumenico"

Vi presentiamo in traduzione italiana una notizia relativa all’intervista del metropolita Nektarios di Corfù, in cui emerge il carattere equilibrato e dialogico dei vescovi greci che si oppongono al riconoscimento degli scismatici ucraini, e che sono tutt’altro che un partito di fanatici, ma semplici arcipastori rispettosi dei canoni e aperti a soluzioni di dialogo.

 
Vescovi di Mosca e Costantinopoli si incontrano nel quartier generale antiocheno in America

Vi presentiamo in italiano la notizia di un incontro, avvenuto presso la sede dell’Arcidiocesi antiochena d’America a Englewood nel New Jersey, tra l’arcivescovo Elpidophoros (Lambriniadis) e il metropolita Ilarion (Alfeev). Anche se è un passo di distensione, finisce paradossalmente per confermare le parole del metropolita di Corfù che vi abbiamo riportato ieri, e cioè che tutti vogliono dialogare tranne il patriarca ecumenico.

 
Altre reazioni alla crisi ucraina

Continuiamo a offrirvi aggiornamenti sulla situazione della crisi:

1) Il metropolita Kliment di Nezhin (nella foto, scattata quando ancora era arcivescovo) ci spiega in italiano come i trasferimenti di chiese agli scismatici provengano da decisioni del tutto artificiali e fittizie.

2) Un resoconto in traduzione italiana ci spiega che secondo i media greci la fiducia dei fedeli nella Chiesa di Grecia è scesa dall’80% al 36% in seguito all’interferenza del Fanar in Ucraina.

3) Terminiamo con il resoconto in italiano dello studio sulla questione ucraina inviato dal monastero athonita Grigoriou ai vescovi della Chiesa di Grecia, e dei commenti in puro stile neofascista del blog Phos Phanariou, che pur senza pubblicare lo studio (verosimilmente contrario all’invasione fanariota), si scaglia contro i monaci che perdono tempo di preghiera per occuparsi di ricerca ecclesiologica. Ecco una conferma che il Fanar non si limita a sostenere il fascismo in Ucraina, ma ne ha assimilato a fondo l’ideologia: “Non occorre cercare di studiare: basta pregare, obbedire, combattere”.

 
Un premio visto da dietro le quinte

A fine agosto vi avevamo accennato alla proposta di premiazione del “metropolita” Epifanij Dumenko da parte degli arconti greco-americani con il premio Atenagora per i diritti umani.

Il premio è stato assegnato sabato 19 ottobre, giorno in cui il mondo ortodosso, focalizzato sulle decisioni dei vescovi della Grecia, era opportunamente distratto. Noi stessi, di fronte alle notizie ben più ponderose dalla Grecia, abbiamo trascurato la premiazione per la farsa che era... ebbene, sembra che non siamo stati i soli.

Secondo un rapporto citato dal nostro amico George Michalopulos, di cui vi presentiamo la traduzione italiana, la stessa premiazione, accompagnata da un pranzo di gala, è stata disertata da oltre la metà degli stessi invitati opportunamente selezionati. Si ripete uno schema che abbiamo già visto molte, fin troppe volte: gente che pretende di parlare “a nome del popolo ortodosso” si ritrova poi in piccoli club per sessioni di congratulazioni reciproche.

 
Una presenza ortodossa in India

Vi presentiamo la traduzione italiana di un saggio di Sergej Soloviev, che esplora le condizioni dell’Ortodossia in India oggi e le prospettive del potenziale missionario nel paese.

 
I comportamenti del Fanar in Ucraina e al Monte Athos

Eccovi due altri approfondimenti sulla crisi ucraina:

1) la conversazione del diacono Sergej Geruk con l' arcivescovo Feodosij (Snigirev, nella foto) di Bojarka, portavoce della Chiesa ortodossa ucraina, sui rischi dello scisma e le speranze del mondo ortodosso;

2) la riflessione sulle ultime ipocrisie fanariote espresse al Monte Athos, dove i russi sono stati accusati di “nazionalizzare” il Monte Santo, in parole espresse paradossalmente in un eremo russo che negli ultimi decenni è stato grecizzato senza che da parte russa ci sia stata alcuna obiezione.

 
Geronimo!

Chi l'avrebbe mai detto che il grido di lancio dei paracadutisti americani si sarebbe associato così bene al nome dell'arcivescovo d'Atene per quanto riguarda un salto nel vuoto?

Ebbene sì, sembrerebbe (a meno che qualcuno non abbia fatto circolare un falso) che Hieronymos d'Atene e di [non] tutta la Grecia abbia dato una risposta ufficiale alla lettera irenica d'elezione dello pseudo-metropolita Epifanij, compiendo proprio uno di quei gesti di riconoscimento degli scismatici che era stato diffidato dal compiere (non solo dal Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa, ma pure da un certo numero dei più intelligenti e lungimiranti dei suoi stessi vescovi).

Anche di questo atto seguiranno nei giorni a venire diverse interpretazioni e studi, e cercheremo di portarvi a conoscenza di tali sviluppi.

Per il momento, preferiamo invitarvi a mantenere la speranza e la calma nel cuore, con le parole di qualcuno che sa tuffarsi in abissi ben più profondi, perché protetto dal paracadute più sicuro che ci sia, il velo protettivo della Madre di Dio:

"Quando non possiamo risolvere da soli i nostri problemi, dobbiamo rivolgerci alla Madre di Dio e chiederle aiuto. Non ci sono situazioni senza speranza nella vita. Solo noi non vediamo una via d'uscita, perché siamo peccatori. Non abbiamo saggezza, discernimento e umiltà. Ma la Madre di Dio attraverso le sue preghiere ci aiuterà sempre e mostrerà la via d'uscita dalle situazioni in cui ci troviamo".

Metropolita Onufrij, 1/14 ottobre 2019

 
Due interviste a parroci nell'Unione Europea

Il 29 novembre sono apparse casualmente insieme due interessanti interviste a parroci della Chiesa ortodossa russa:

1) il nostro amico padre Andrew Phillips è stato intervistato da un sito della Chiesa ortodossa serba, e vi presentiamo la versione italiana dell’intervista.

2) il nostro amico Sergej Mudrov, instancabile a girare per le parrocchie russe di tutta l’Europa, ha intervistato l’arciprete Vitalij Babushin (a destra nella foto), rettore della  parrocchia del Patriarcato di Mosca a Stoccolma, e vi abbiamo preparato la traduzione italiana dell’intervista.

 
"Una pugnalata alla schiena"

Con queste parole, la Chiesa ortodossa ucraina commenta il riconoscimento degli scismatici ucraini da parte dell'arcivescovo di Atene, come spiega l’articolo che vi abbiamo tradotto in italiano, e che riporta il comunicato ufficiale dalla Chiesa ucraina. Perché la Chiesa (solo in parte) autocefala di (non tutta la) Grecia non si sentisse sola nella divisione e nel tradimento, notiamo come sia stata nuovamente ufficializzata in Lettonia un’anti-chiesa sotto lo Scismarcato ecumenico, proprio quando l’Ortodossia era riuscita a diventare la religione principale del paese grazie agli sforzi del Patriarcato di Mosca. Non poteva durare così pacificamente, e qualcuno ha sentito il bisogno di portare a tre gli scismi sul territorio canonico della Chiesa russa, dopo quelli in Estonia e in Ucraina. Di fronte a questa trinità poco santa di attentati all’unità ortodossa, non ci resta che concludere, come ci insegna il detto francese, "plus ça change, plus c'est la même chose".

 
Una vocazione speciale

Il discorso del patriarca Kirill che vi abbiamo tradotto alcuni giorni fa, è stato commentato dal nostro amico George Michalopulos, con riferimento alla “vocazione speciale” della Russia di essere una roccaforte del cristianesimo ortodosso, senza particolari eccezionalismi, senza alcun disprezzo per gli altri popoli e paesi, ma con la consapevolezza di una responsabilità nel difendere la fede. Vi presentiamo in traduzione italiana le parole con le quali George, pur orgoglioso del suo retaggio di greco-americano, “sceglie la Russia”.

 
Domande e risposte (ottobre 2019)

Ecco a voi in traduzione italiana l’ultima serie di risposte di padre Andrew Phillips alle domande dei suoi lettori.

 
Il transgenderismo arriva in un sobborgo del Texas

Vi presentiamo nella sezione “Omiletica” dei documenti la traduzione italiana della predica tenuta la scorsa domenica da padre John Whiteford, che commenta il caso del piccolo James Younger (a destra nella foto), un bambino ortodosso del Texas che la madre vuole sottoporre a un dubbio iter di transgenderismo.

 
Fino a che punto la Chiesa può essere coinvolta nella politica?

Vi presentiamo nella sezione “Etica” dei documenti la traduzione italiana dei pareri di alcuni sacerdoti ortodossi russi sulla delicata questione dei coinvolgimenti nella vita ecclesiastica nella sfera politica.

 
Una decisione salutare

Vi presentiamo la traduzione italiana dell’editoriale di ottobre 2019 dal sito dell'OLTR, che analizza e sostiene le decisioni dell’arcivescovo Jean (nella foto, nel momento in cui il patriarca Kirill lo eleva al rango di metropolita), e saluta nella recente riunificazione di Rue Daru con la Chiesa russa il compimento profetico dell’invito fatto nel 2003 dal patriarca Alessio II a tutta l’Ortodossia russa dell’Europa occidentale.

 
Buon compleanno, vladyka Onufrij!

Il 5 novembre 2019 il metropolita Onufrij ha compiuto 75 anni. Con profonda gratitudine per il suo servizio alla Chiesa, preghiamo che il Signore lo conservi a lungo tra noi.

Per molti anni! Многая лета!

 
La missione indonesiana della ROCOR passa sotto l'esarcato patriarcale del Sud-est asiatico

Vi riportiamo in italiano la notizia della ricollocazione delle parrocchie della ROCOR in Indonesia sotto il nuovo esarcato del Sud-est asiatico guidato dal metropolita Sergij, in seguito a uno sforzo concertato assieme da entrambe le giurisdizioni.

Il passaggio ci sembra un gesto pastorale di buon senso, perché queste parrocchie passano dalla cura di un vescovo anziano residente in Australia a quella di un metropolita giovane residente a Singapore, molto più vicino a loro e attualmente alla guida di numerosi sforzi missionari nei paesi asiatici. Quando c'è la compresenza di giurisdizioni multiple su uno stesso territorio, questo sembra uno dei modi migliori per risolvere i problemi.

 
L'autocefalia della Chiesa serba nel 1219 come paradigma dell'acquisizione canonica dell'autocefalia

Dopo che nell’ultimo anno abbiamo sentito parlare usque ad nauseam di autocefalia a proposito dell’Ucraina, non ci farà male studiare un caso storico di autocefalia solida e indisputata di una Chiesa ortodossa, quella serba, nella traduzione italiana del relativo saggio di padre Vladimir Vranić. Una buona familiarità con le cose vere è uno dei metodi migliori per riconoscere a prima vista quelle false.

 
Vescovi greci invitano tutti i primati a convocare un Concilio pan-ortodosso, anche senza il patriarca Bartolomeo

Per risolvere i conflitti interni alla Chiesa ortodossa l’ultima istanza è una decisione conciliare recepita dalla pienezza della Chiesa. È a questa decisione che si sono appellati primati, sinodi e vescovi di diverse Chiese ortodosse locali. Ora un appello a tale soluzione conciliare, che possa travalicare anche l’ostruzionismo del Fanar, è stato fatto in termini autorevoli dai metropoliti Seraphim di Citera e Seraphim del Pireo (nella foto), e ve ne riportiamo la notizia in italiano.

 
Vedute aeree delle Chiese ortodosse dell'Alberta in Canada (galleria fotografica)

Vi presentiamo una foto-galleria con interessanti immagini aeree delle chiese che coloni ortodossi dall’Europa dell’est hanno fondato tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo nelle pianure canadesi dell’Alberta.

 
L'anziano athonita Gabriel, discepolo di san Paisio, rimprovera il patriarca Bartolomeo definendolo nemico di Dio

Vi riportiamo in traduzione italiana alcune severe parole di accusa mosse dallo stimato anziano Gabriel del Monte Athos (nella foto) al patriarca Bartolomeo.

 
Il voltafaccia di Theodoros d'Alessandria

I "tempi interessanti" che stiamo vivendo continuano a fornirci colpi di scena nelle già fin troppo complesse vicende della crisi ucraina.

Oggi è la volta del patriarca Theodoros II di Alessandria, che ha iniziato a commemorare gli scismatici ucraini e ne ha dato l'annuncio avendo al suo fianco, tra tutti i possibili consiglieri, l'ambasciatore di Grecia in Egitto.

Chi ha un po' di sale geopolitico in zucca non troverà difficile unire i puntini: il Ministero degli esteri greco, che dovrebbe finanziare il Patriarcato d'Alessandria ma che in questi tempi di crisi dipende pesantemente dalla Segreteria di stato americana, minaccia di togliere i fondi al Patriarcato di Alessandria, a meno che questo non sia disposto a fare un piccolo sacrificio a mammona.

Se qualcuno trova la nostra conclusione un po' azzardata, sappia che non siamo i primi ad averla raggiunta.

La cosa più triste in questo patetico gioco di pressioni politiche e di divisioni forzate degli ortodossi è che il patriarca Theodoros conosce bene l'Ucraina, ha servito per diversi anni a Odessa, parla il russo e appena nel settembre 2018 si era presentato ai fedeli ucraini come un difensore di una canonicità che, per una ragione o per un'altra, oggi non sembra più rispettare.

 
Verso un esarcato africano?

La recente presa di posizione del Patriarcato d’Alessandria replica su tutto il continente africano la situazione che si è creata con la Chiesa di Grecia, ma con una particolarità fondamentale: a differenza della Grecia, non esistono in Africa popolazioni cristiane ortodosse (per lo meno di ortodossi calcedoniani) di origine sub-apostolica o antica. Per questo, la situazione africana può vedere in futuro un inaspettato sviluppo di comunità locali dipendenti dalla Chiesa russa, che (a differenza del Fanar) ha generalmente rispettato il territorio delle altre Chiese locali, ma che potrebbe non sentirsi obbligata a una simile politica di rispetto verso tutto il continente africano. Leggiamo che cosa potrebbe succedere nella traduzione italiana dell’analisi di padre Andrew Phillips.

 
Tra il Fanar e Mosca: una falsa scelta della Chiesa di Cipro

Vi presentiamo la versione italiana del saggio di Andrej Vlasov, che critica la strana neutralità che la Chiesa di Cipro vuole avere tra Mosca e il Fanar, ma esimendosi al tempo stesso di fare le dovute considerazioni sul divario tra la posizione fanariota e la tradizione ortodossa.

 
Il tradimento di Isengard

Prendendo come spunto un dettaglio del Signore degli Anelli di Tolkien, George Michalopulos riflette sulla portata del recente voltafaccia del patriarca Theodoros, facendo alcune considerazioni interessanti che abbiamo ritenuto utile presentarvi in traduzione italiana.

 
(In)definizioni liturgiche: l'incensazione all'Inno cherubico

Vi presentiamo in romeno e in italiano il primo di una nuova serie di articoli di spiegazione di particolari (in)definiti del mondo liturgico ortodosso, a cura del nostro attento e competente confratello, lo ieromonaco Petru (Pruteanu).

 
Discernimento o impalcature?

Vi presentiamo in traduzione italiana una nuova risposta di padre John Whiteford agli attacchi del sito Public Orthodoxy, che presentandosi come proposta di dialogo e di discernimento, sta cercando di usare i suoi argomenti come impalcatura per il sovvertimento della dottrina ortodossa sull’omosessualità.

 
Un ordine cavalleresco ortodosso in America

Con la benedizione del metropolita Hilarion (Kapral) della ROCOR, è stato fondato a Hartford, nel Connecticut, il Sacro Ordine ortodosso di san Giorgio il Grande Martire.

Questo ordine cavalleresco, diretto da fedeli ortodossi di famiglia nobile sotto la guida spirituale dell'archimandrita Maximos (Weimar), si prefigge scopi di aiuto caritativo, con una particolare attenzione verso chi è vittima di persecuzioni religiose.

Noi siamo sempre stati piuttosto scettici sulla sostenibilità di un ordine cavalleresco ortodosso, sia per le inevitabili commistioni con una mentalità feudale aliena allo spirito dell'Ortodossia, sia per la scarsa coerenza degli esempi che abbiamo visto qui in Italia. Tuttavia, ci sono persone che si sentono naturalmente portate verso l’espressione cavalleresca, e non è male che la Chiesa possa offrire loro una possibilità di sperimentare tale espressione in un modo controllato e approvato. Inoltre, la società più egualitaria degli Stati Uniti potrebbe provvedere un ambiente meno pericoloso per lo sviluppo di un ordine come questo, per cui ne osserveremo la crescita cercando di non farci prendere da pregiudizi.

Per il momento, notiamo che l'ordine è aperto esclusivamente ai cristiani ortodossi, richiede ai propri membri di NON essere massoni, e di partecipare attivamente alla vita delle loro comunità ortodosse locali: speriamo che questi requisiti siano sufficienti per evitare pericolose deviazioni.

Il sito web dell'Ordine è http://www.orderofsaintgeorge.org/

 
Documentario sulla vita di Vladyka Onufrij

Eccovi l’anteprima del film documentario Наш Блаженнейший, dedicato ai 75 anni del metropolita Onufrij, e per ora disponibile solo in lingua russa.

 
Disegni preparatori come icone temporanee

Quando si costruisce o si allestisce una chiesa ortodossa, spesso la struttura dell’iconostasi è terminata prima dell’arrivo delle icone, e questo pone la domanda di cosa mettere al posto delle icone ancora da finire. Lo ieromonaco Silouan (Justiniano) del monastero di san Dionigi l’Areopagita nello stato di New York ha risolto una di queste situazioni senza fare ricorso a riproduzioni temporanee: ha usato i disegni preparatori delle icone, che pur non essendo cromaticamente variati, hanno le stesse fattezze e le stesse dimensioni delle future icone definitive. Vi presentiamo questa ingegnosa soluzione, che magari potrebbe venire incontro alle necessità di alcune delle nostre chiese.

 
Qual è l'errore del patriarca Bartolomeo?

Vi presentiamo la traduzione italiana del recente articolo di padre Aleksandr Mazyrin dalla Rivista del Patriarcato di Mosca, dove si passa in rassegna l’attitudine del Fanar nei confronti della Chiesa ortodossa russa, e si indica come migliore modalità di reazione “un’esposizione dettagliata e onnicomprensiva del fallimento dogmatico, canonico ed etico-morale delle pretese e delle azioni del Patriarcato di Costantinopoli”. La cosa non può che farci piacere, perché non fa altro che confermare la validità di quanto, vox clamantis in deserto, stiamo affermando su questo blog parrocchiale da molto, molto tempo.

 
Lo Scismarcato ecumenico avvia l'erosione delle ALTRE Chiese locali

Ormai siamo abituati a vedere il Patriarcato di Costantinopoli nell’atto di appropriarsi di parti della Chiesa russa, per cui ci viene quasi a noia di riportare la notizia dalla Lettonia, dove lo scismatico locale pretende la cessione al suo gruppuscolo del 10% delle parrocchie locali del Patriarcato di Mosca, e si augura pure che questo sia fatto “con le buone”. Ormai è chiaro che il Fanar non si fermerà più davanti a nulla (perfino davanti al ridicolo) pur di cannibalizzare Mosca.

Oggi tuttavia vi segnaliamo il primo gesto di invasione a gamba tesa nel territorio di un’altra Chiesa autocefala, nella Repubblica Ceca. L’invasione è limitata per ora a un singolo monastero, ma prelude a uno sviluppo ulteriore nel paese, e può servire come cartina di tornasole per quel che il Fanar potrà compiere nel territorio di QUALSIASI Chiesa locale che non sia disposta a cedere ai suoi diktat. Non sarà difficile trovare dissidenti locali dappertutto, e da oggi nessuna Chiesa è libera da questa minaccia, finché non smetterà di credere che il Patriarcato di Costantinopoli sia uno dei protagonisti di un problema nell’Ortodossia, e inizierà a pensare che forse il Patriarcato di Costantinopoli è IL problema nell’Ortodossia.

 
Tentativi di produrre borse di seta da orecchie di scrofa

Usando la metafora inglese dei tentativi di produrre risultati buoni e di qualità da materiali cattivi e scadenti, padre John Whiteford continua la sua critica (che vi presentiamo in traduzione italiana) dei tentativi di Aristotele Papanikolaou di giustificare la pratica dell’omosessualità su basi patristiche.

 
I 20 principali consigli spirituali di sua Beatitudine il metropolita Onufrij

Vi presentiamo in traduzione italiana una serie di consigli spirituali carichi di immediatezza e di buon senso tratti dalle conversazioni con il metropolita Onufrij.

 
La Chiesa e il Simulacro: in cosa si trasformano quelli che riconoscono la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

Vi presentiamo la traduzione italiana dell’analisi di Kirill Aleksandrov sulle caratteristiche della vera Chiesa e della struttura internazionale che si sta costruendo attorno al riconoscimento degli scismatici ucraini.

 
Il metropolita di Limassol conferma di riconoscere solo la Chiesa ortodossa ucraina

L’affidabilità del patriarca Theodoros d’Alessandria ha ricevuto un ulteriore duro colpo quando, dopo le promesse di non esportare nella sua visita a Cipro il suo nuovo “punto di vista” sugli scismatici ucraini, si è messo inaspettatamente a confermarlo in una commemorazione pubblica a Limassol, il cui metropolita Athanasios (nella foto) è notoriamente a favore della Chiesa canonica. Scopriamo in italiano quali sono state le conseguenze di questo ulteriore voltafaccia.

 
I perché del nuovo calendario

Vi presentiamo in traduzione italiana un’intervista allo storico Pavel Kuzenkov, che spiega la nascita del movimento del nuovo calendario come una pedina di una strategia geopolitica estremamente intricata, e che aiuta a capire da una parte i difficili anni a cavallo della prima guerra mondiale, e dall’altra getta luce sui motivi della continua posizione antagonista che Costantinopoli mostra (anche quando sembrerebbe non essercene ragione) verso la Chiesa russa.

 
Inizia la guerra del Fanar contro la Chiesa cecoslovacca?

In seguito alla notizia dell’apertura di una “stavropegia” fanariota illegale nella Repubblica Ceca, di cui vi abbiamo parlato alcuni giorni fa, vi presentiamo in traduzione italiana l’analisi di approfondimento di Kirill Aleksandrov, che ci offre numerosi dati sulla situazione passata e presente della Chiesa ortodossa delle Terre Ceche e della Slovacchia.

 
Il monarca ecumenico

Vi presentiamo in traduzione italiana un saggio di padre Emmanuel Hatzidakis, un prete dell’Arcidiocesi greca d’America che in gioventù, da studente a Roma, si era convertito al cattolicesimo romano, ed è quindi ben equipaggiato per capire a fondo i rischi di deriva papista del Patriarcato di Costantinopoli.

 
Patriarca Kirill: i discorsi sul riconoscimento degli scismatici 'sotto pressione' ci fanno sorridere

Vi presentiamo in italiano l’articolo di Pravmir sulle reazioni del patriarca Kirill alle voci delle pressioni che starebbero inducendo i primati di altre Chiese a capitolare sulla questione ucraina. Non è cosa delicata sorridere davanti alle difficoltà altrui, ma la Chiesa che ha subito nell’ultimo secolo la quantità più spaventosa di persecuzioni si è guadagnata il diritto di sorridere delle ‘ordalie’ a cui i politici americani sottopongono dei primati ortodossi abituati per tutto il resto a una vita piuttosto calma e sicura.

 
Dov'è la voce autorevole del Giudice dell'ecumene?

Vi presentiamo in italiano la lettera che il metropolita Agafangel (Savvin) di Odessa, a nome di tutti gli ucraini ortodossi delusi e disgustati dal voltafaccia del patriarca d’Alessandria, ha scritto a Theodoros II ricordandogli il suo precedente impegno per la canonicità e la legalità. Il tradimento è reso ancora più amaro dal titolo di Giudice ecumenico, tradizionalmente portato dal patriarca della Chiesa dell’Africa.

 
Nuova icona di san Martino di Tours

Ecco l’icona di san Martino di Tours, con il ciclo degli episodi della sua vita, che è arrivata nella nostra chiesa e che abbiamo iniziato a venerare questa domenica, festa di san Martino nel calendario ortodosso.

San Martino era uno dei santi più venerati nell’antico Occidente cristiano, dove la sua fama era pari a quella di san Nicola. La nostra chiesa sorge sulla collina torinese in Val San Martino, un toponimo che ricorda un antico luogo di culto dedicato al santo, in un’area abitata e coltivata fin da prima del X secolo. Fino a oggi solo il nome della valle ricordava l’antico culto, e siamo contenti di riportare la venerazione di san Martino in una valle che prende il suo nome proprio da tale culto. Quanto prima riusciremo a spiegare che il cristianesimo ortodosso non ha tanto a che fare con le particolarità di alcuni popoli orientali, ma con l’essenza della fede cristiana di sempre e dovunque, tanto prima potremo dedicarci a un apostolato decente.

 
Come aiutare la Chiesa e come mandarla in corto circuito

Giovedì 21 novembre, ricevendo a Mosca il premio per gli sforzi per l'unità ecclesiale intitolato alla memoria del patriarca Alessio II, il patriarca Theophilos III (Giannopoulos, nella foto) di Gerusalemme ha proposto di tenere un incontro dei primati delle Chiese ortodosse ad Amman (il Regno di Giordania è nel territorio canonico del Patriarcato di Gerusalemme) per consigliarsi reciprocamente sul mantenimento della comunione eucaristica.

La Chiesa russa, nonostante si consideri parte offesa per l’invasione dell’Ucraina da parte di Costantinopoli, ha accolto favorevolmente la proposta. Altre Chiese che stanno chiedendo a gran voce l’intervento di un Concilio ecumenico, come quella di Albania, non possono che considerare quest’iniziativa un passo nella giusta direzione. D’altra parte, l’imbarazzante silenzio da parte del Fanar è stato interrotto dall’arcivescovo Hieronymos di Atene, che ha dichiarato che non parteciperà ad alcuna riunione dei primati non convocata dal patriarca di Costantinopoli, perché solo quest’ultimo ha il diritto di convocare i concili ecumenici (prerogativa vantata dal solo Fanar e basata su un’evidente falsità storica, perché finora nessun Concilio ecumenico della storia dell’Ortodossia è mai stato convocato da un arcivescovo o patriarca di Costantinopoli) o qualsiasi altro tipo di sinassi dei primati.

Mentre cerchiamo di resistere alla tentazione di assegnare all’arcivescovo Hieronymos il titolo di primo tirapiedi (πρωτοτσιράκι) del Trono ecumenico, riflettiamo sulla situazione di vicolo cieco nel quale questo tipo di ragionamento sta spingendo la Chiesa ortodossa. Ecco il nuovo Comma 22 dell’ecclesiologia fanariota: “Se un patriarca di Costantinopoli compie degli illeciti, solo un Concilio ecumenico può sanzionarlo o deporlo; tuttavia, solo il patriarca di Costantinopoli ha il diritto di convocare il concilio che potrebbe sanzionarlo o deporlo per gli illeciti da lui stesso compiuti” (nei termini dell'ordinamento penale italiano, questo sarebbe equivalente a poter perseguire il furto solo dietro querela del ladro). Benvenuti nella fantasilandia del diritto canonico e del buon senso!

 
La vertiginosa Karoulia sul santo Monte Athos

Ringraziamo il nostro fratello Claude Lopez-Ginisty per averci segnalato sul suo prezioso blog Orthodoxologie un reportage fotografico davvero unico di Karoulia (nella foto), uno degli insediamenti monastici più isolati del mondo, e dimora di notevoli asceti del passato e del presente.

 
Cosa può aspettarsi la Chiesa? A cosa dovrebbero prepararsi i credenti?

Vi presentiamo in traduzione italiana una breve intervista del metropolita Antonij (Pakanich, nella foto) di Borispol e Brovary, cancelliere della Chiesa ucraina, riguardo al tradimento e ai doveri dei cristiani ortodossi nella difficile situazione ecclesiastica presente.

 
Una visita in preghiera alle Grotte di Kiev

Avete mai sognato di visitare le più famose grotte monastiche della Chiesa ortodossa? Ora potete vivere parte del sogno in questo video, mentre percorrerete le grotte accompagnati dal canto dei fratelli del monastero, che accompagnano la celebrazione del Moleben ai santi (circa 150!) della Lavra delle Grotte di Kiev.

 
Lo scisma in Ucraina: cosa dovrebbe fare un laico?

Vi presentiamo in traduzione italiana la risposta di padre John Whiteford alle domande di un fedele ortodosso in America (ma fatte le debite distinzioni, le domande potrebbero benissimo arrivare da un fedele in Italia), che chiede cosa fare di fronte alla spaccatura sempre crescente all’interno del mondo ortodosso a causa della crisi ucraina.

 
Immagini dal pellegrinaggio in Terra Santa

Il gruppo dei pellegrini della nostra parrocchia ci ha inviato le immagini del proprio viaggio: dalla partenza nella notte tra venerdì e sabato scorso, alla visita a Betlemme, al bagno nel fiume Giordano.

 
Dal Patriarcato di Gerusalemme: Rivestitevi di una tunica d'umiltà e accettate l'appello del patriarca

Eccovi in italiano la notizia della richiesta del metropolita Timotheos (Margaritis, nella foto) di Bostra, esarca del Patriarcato di Gerusalemme a Cipro, di non rifiutare la proposta di un incontro dei primati ad Amman, per uscire dall’impasse provocato dalla crisi ucraina.

 
Il Tomos è divenuto il muro di Berlino spirituale per l'Ucraina

L'arciprete Nikolaj Danilevich (nella foto) ci spiega le ragioni per cui il Tomos dato agli scismatici ucraini si può paragonare al muro di Berlino: costruito unilateralmente, divenuto un simbolo della disunione che continua, non solo nella propria terra, ma in tutto il mondo, non fa altro che ritardare l’inevitabile crollo della parte che l’ha voluto.

 
Domande e risposte dalla corrispondenza (novembre 2019)

Vi presentiamo in traduzione italiana le risposte di padre Andrew Phillips alle ultime domande dei suoi corrispondenti, su temi riguardanti la Chiesa e il suo insegnamento, e su una serie di dilemmi geopolitici.

 
I primati "greci" rimpiangono di avere dato al Fanar un tale potere

Finalmente ci arriva, attraverso il quotidiano "Ορθόδοξος Τύπος", una notizia che da lungo tempo attendevamo: la presa di coscienza dei primati del mondo ortodosso "greco" (quelle Chiese del mondo mediterraneo che in un modo o in un altro gravitano attorno al Patriarcato di Costantinopoli) che il loro continuo cedimento ai capricci del Fanar (soprattutto attorno alla gestione del Concilio di Creta) non ha fatto altro che innescare una bomba che ora incombe su tutta l’Ortodossia. Il primate che ha fatto queste rivelazioni al quotidiano ortodosso greco rimane anonimo, ma la sua identità non è poi così rilevante: a volte basta che un solo bambino abbia il coraggio di dire che l’imperatore (in questo caso, il patriarca della città imperiale) è nudo, perché tutti si accorgano di poter recuperare il buon senso perduto.

 
La persecuzione non ha fatto altro che consolidare i fedeli dell'Ucraina

Il metropolita Arsenij (Jakovenko, nella foto) di Svjatogorsk, invitato a Cipro per un congresso sul monachesimo, ha rilasciato una dichiarazione a proposito delle persecuzioni della Chiesa ucraina, che in ultima analisi sono riuscite a rafforzarla. La testimonianza di un vescovo come il metropolita Arsenij, che dirige uno dei monasteri più colpiti dal conflitto (la Lavra di Svjatogork, che si trova nel Donbass settentrionale, è da anni un rifugio per centinaia di profughi) è di particolare valore per convalidare queste affermazioni.

 
Gli ultimi sono diventati i primi: cosa possono imparare i patriarchi dai parrocchiani della Chiesa ortodossa ucraina

Vi presentiamo in traduzione italiana un articolo di Sergej Komarov sulle conseguenze della crisi ucraina, che stanno portando gli ultimi (i semplici fedeli ucraini) a diventare i primi (confessori della fede) e i primi (vescovi, teologi, padri spirituali) a diventare gli ultimi, con il tradimento delle norme della Chiesa e delle parole da loro stessi pronunciate in precedenza.

 
La cremazione e i familiari non ortodossi

Abbiamo già trattato in dettaglio sul nostro sito delle obiezioni ortodosse alla pratica della cremazione dei defunti, e vi abbiamo postato altre considerazioni con un video dimostrativo. Vi presentiamo ora in italiano la risposta di padre John Whiteford a una domanda relativa a un problema che può verificarsi sempre più spesso: come rispondere alle richieste di genitori o parenti stretti che chiedono a un cristiano ortodosso di occuparsi della cremazione dei loro resti.

 
Metropolita Feodor: l'apostasia è un risultato della mancanza di rispetto verso i canoni ecclesiali

Vi presentiamo la traduzione italiana delle considerazioni del metropolita Feodor (Gajun, nella foto) di Kamenets-Podolskij sui rischi delle scissioni tra gli ortodossi odierni. Siamo lieti di lasciare la parola anche a vladyka Feodor, che conosciamo personalmente da molti anni, e concordiamo con la sua tesi che spesso sono i delitti “minori” di riformismo e modernismo che a lungo andare causano le crisi di scisma ed eresia come quella che stiamo vivendo ora.

 
“L’ostruzionismo liturgico” dei vescovi fanarioti al Santo Sepolcro

Vi riportiamo in italiano la notizia dell’ultima curiosa forma di ricatto sui pellegrini della Chiesa ortodossa russa in Terra Santa e di pressione sul Patriarcato di Gerusalemme: i vescovi del Patriarcato di Costantinopoli (che finora brillavano per la loro assenza ai pellegrinaggi a Gerusalemme), hanno iniziato una serie un po’ improbabile di pellegrinaggi liturgici al Santo Sepolcro, con il doppio effetto di impedire le celebrazioni simultanee di vescovi e chierici della Chiesa russa, e di mettere in imbarazzo costante i loro confratelli greci della Custodia del Santo Sepolcro. Ancora una volta, il Fanar dimostra la sua vocazione di Chiesa madre amorevole utilizzando il pellegrinaggio come arma di eversione.

 
Relazioni di ieri e di oggi tra il Fanar e la politica americana

Chi ha ancora qualche dubbio sul totale asservimento del Patriarcato di Costantinopoli agli interessi politici degli Stati Uniti (con buona pace del principio di separazione tra chiesa e stato a cui questi ultimi dovrebbero fare riferimento) può trovare interessanti queste due testimonianze:

1) la relazione dello storico ortodosso americano Matthew Namee sulla dipendenza del patriarca Athenagoras (nella foto, con il presidente Truman) dai servizi segreti americani, attraverso lo studio di documenti da poco desecretati;

2) lo studio del giornalista ucraino Konstantin Shemljuk, che passa in rassegna tutte le recenti intromissioni del Dipartimento di Stato americano nella creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" scismatica.

 
Dichiarazione del Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina

Vi presentiamo la traduzione italiana del comunicato del recente Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina, che con il passare del tempo e della sofferenza si distingue sempre di più nella confessione della fede.

 
Momenti commoventi del patriarca Kirill
Poiché con la polarizzazione in atto nel mondo ortodosso a qualcuno verrà prima o poi l'idea di demonizzare il patriarca Kirill, per nessun'altra ragione che per il fatto di essere il primate dell'ormai abbastanza demonizzata Chiesa ortodossa russa, eccovi come contrappunto alcuni video che mostrano un patriarca Kirill diverso da quello degli stereotipi:
 
Eterna memoria: anziano Ephraim (Moraitis)

Alla sera di domenica 8 dicembre 2019, lo ieronda Ephraim (nella foto) si è addormentato nel Signore nel monastero di sant'Antonio, da lui fondato nel 1995 nel deserto dell’Arizona.

Al secolo Ioannis Moraitis, nato a Volos nel 1927, giunse a 20 anni al monte Athos, dove visse nella fraternità del santo Iosif l’Esicasta e dal 1973 aiutò a ripopolare i monasteri di Philotheou, Xiropotamou, Konstamonitou e Karakallou.

Nel 1990 lasciò la carica di abate di Philotheou e andò negli Usa e in Canada a fondare una rete di 17 monasteri di osservanza athonita, che hanno contribuito a contrastare una certa deriva modernista (pur subendo critiche e controversie) nelle diocesi greche locali.

Eterna memoria! Memory Eternal! Αἰωνία ἡ μνήμη!

 
Arcivescovo Anastasios: la conciliarità è il principio dell’unità ortodossa

L’arcivescovo Anastasios (Yannoulatos, nella foto) di Tirana ha recentemente dovuto difendersi dalle accuse del “gruppo d’assalto” del Fanar, per aver osato esprimere pubblicamente ciò che ogni cristiano ortodosso istruito sa della propria Chiesa, e che ogni convertito all’Ortodossia ha promesso di seguire al momento del suo ingresso nella Chiesa, ovvero che il processo decisionale nella Chiesa è conciliare e non risiede in alcun singolo primate. Scopriamo cos’è successo nella traduzione italiana dell’articolo sulla vicenda di sua Beatitudine l’arcivescovo Anastasios.

 
La Chiesa e il Simulacro – parte 2: che cosa attende coloro che obbediranno all'autorità del Fanar

Nella prima parte dell’articolo di Kirill Alexandrov che vi abbiamo presentato il mese scorso, erano analizzate le caratteristiche della pseudo-chiesa che si sta formando agli ordini del Fanar. Oggi vi presentiamo la seconda parte dell’articolo, che descrive il vicolo cieco dell’ecumenismo fanariota, che ormai non si basa più sulla verità ma sulla convenienza, e perciò non può portare a una riunificazione ecclesiale.

 
Chiude "Mirotvorets": vittoria della verità e della giustizia in Ucraina

Vi presentiamo in traduzione italiana la notizia della chiusura del famigerato sito "Mirotvorets" (il "pacificatore") che negli scorsi anni ha incitato alla guerra civile contro tutti quelli che non sposavano l'ideologia del Majdan. Oggi a Kiev torna a essere illegale attentare alla serenità (e anche alla vita, come nel caso di Oles' Buzina) dei propri avversari politici nel nome di un presunto patriottismo. A nostro modesto parere, per quanto abbiamo potuto seguire attentamente le vicende ucraine, siamo di fronte al primo trionfo della verità e della giustizia in Ucraina dopo 5 anni. Per ora possiamo tirare un sospiro di sollievo e di speranza, ma occorre non abbassare la guardia: il male ha ancora tanti altri modi per manifestarsi...

 
7 ragioni legittime per cui così tanti bambini sono annoiati dalla chiesa

Dopo un articolo di Natasha Crain sul tema della noia dei bambini di fronte ai discorsi religiosi, vi presentiamo in traduzione italiana altre considerazioni della stessa autrice sul perché i bambini possono annoiarsi in chiesa o alla scuola domenicale, e su cosa possono fare genitori e adulti a riguardo.

 
L'arcivescovo Mark (Arndt) elevato a metropolita

L'11 dicembre 2019, a New York, L'arcivescovo Mark (Arndt, a destra nella foto) di Berlino e della Germania è stato elevato al rango di metropolita dal Sinodo della ROCOR in onore dei suoi 40 anni di servizio episcopale.

Vladyka Mark, che ha visitato anche la nostra chiesa nel maggio del 2015, è stato il più attivo tra i vescovi della ROCOR a promuovere il cammino di riunificazione con il Patriarcato di Mosca culminato nel 2007.

Многая лета!Unto Many Years! Auf viele Jahre! Per molti anni!

 

 
Il potere illusorio del Patriarcato di Costantinopoli

L'arciprete Darko Djogo, un docente ortodosso serbo che abbiamo già incontrato sul nostro sito in occasione del resoconto del viaggio a Mosca di padre John Whiteford, ha scritto un saggio di una certa profondità che vi presentiamo in traduzione italiana, e nel quale si sottolinea come la posizione del Fanar sia sostenibile solo a prezzo di decostruire la realtà e la verità. L’attitudine che crea tanta rabbia e indignazione nel mondo ortodosso è vista come il riflesso di un processo di decostruzione e ricostruzione postmodernista, in cui la realtà è sostituita da una rappresentazione ideale che, per quanto ridicola, mira a essere il punto di riferimento anche per tutti gli altri ortodossi che vorrebbero invece restare ostinatamente attaccati alla realtà.

 
Patriarca Kirill: il 2019 è stato un anno di grandi lotte e di grandi gioie

Vi riportiamo in traduzione italiana le parole dette dal patriarca Kirill mercoledì 11 dicembre all’apertura del Consiglio ecclesiastico supremo della Chiesa ortodossa russa, dove cerca di evidenziare dolori e gioie dell’anno che sta finendo.

 
Il "vandalismo ecclesiale" del Fanar nel XX secolo e la Chiesa russa

“C'è molto in comune nelle azioni illegali della gerarchia del Fanar all'inizio del XX e del XXI secolo”: così inizia l’analisi di Konstantin Shemljuk che vi presentiamo in traduzione italiana, e che mette in parallelo i riconoscimenti da parte di Costantinopoli degli scismatici rinnovazionisti dopo il 1918 e degli scismatici ucrainisti dopo il 2018. Le conclusioni sono che purtroppo la storia ha una tendenza a ripetersi (e chi fa errori non impara da quelli analoghi del passato), ma che c’è sempre possibilità di rimediare agli errori di oggi così come lo si è fatto con gli errori di ieri.

 
Sacerdoti africani pubblicano una lettera aperta sul riconoscimento della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da parte del loro patriarca

Vi presentiamo in traduzione italiana l’articolo relativo alla recente lettera di 27 sacerdoti ortodossi da Kenya, Tanzania, Uganda e Zambia che esprimono la loro contrarietà alla decisione del patriarca Theodoros d’Alessandria di riconoscere gli scismatici ucraini, e affermano che la decisione è avvenuta a totale insaputa del clero africano.

 
Nessuna differenza dogmatica tra cattolici e ortodossi? Il parere di Canon il barbaro

Per un momento di sollievo comico nella tragedia della crisi ucraina, leggiamo in traduzione italiana come il nostro amico George Michalopulos (nella foto) prende bonariamente in giro le recenti affermazioni del patriarca Bartolomeo (queste sì davvero ridicole, ma non in un senso bonario) che tra la Chiesa ortodossa e il Cattolicesimo romano non ci sarebbero differenze dogmatiche, e che la loro unità (secondo il progetto fanariota) sarebbe inevitabile.

 
Il metropolita ucraino Luka di Zaporozh'e si rivolge all'arcivescovo Chrysostomos di Cipro

Sua Eminenza il metropolita Luka (Kovalenko, nella foto) di Zaporozh'e, con la sua abituale franchezza, valuta il recente intervento dell’arcivescovo di Cipro, che pur non riconoscendo gli scismatici ucraini cerca di “bordeggiare” nella sua valutazione dello scisma ucraino muovendo pari accuse contro Mosca. Possiamo leggere in italiano l’opinione tutt’altro che positiva che vladyka Luka ha per queste forme di cerchiobottismo ecclesiale.

 
In memoriam: padre Gheorghios Metallinos

Padre Gheorghios Metallinos (Γεώργιος Μεταλληνός), una delle figure più note della teologia greco-ortodossa, è morto giovedì 19 dicembre all'età di 79 anni.

Nato a Corfù nel 1940, studiò teologia e filologia ad Atene, e proseguì gli studi universitari a Bonn e Colonia. Dal 1984 al 2007 fu docente della Scuola di teologia dell'Università di Atene, divenendone preside nel 2004.

Eterna memoria! Αἰωνία ἡ μνήμη!

 
Lettera di un ortodosso italiano dal Regno Unito

Fin dai primi tempi delle attività di questo blog (chi è interessato può confrontare una nota risalente addirittura al 26 maggio del 2012) ci siamo fissati l’obiettivo di fornire risposte e informazioni utili a chi è interessato alla Chiesa ortodossa.

Di tanto in tanto scopriamo con un certo piacere che il nostro sito aiuta la vita di cristiani ortodossi che non avremmo mai immaginato di conoscere, come nel caso di P., un parrocchiano di origini italiane della ROCOR nel Regno unito (nella foto, la cattedrale della ROCOR a Londra), di cui queste nostre pagine hanno aiutato la vita di fede, e che ci ha scritto una lettera che pubblichiamo volentieri. La storia di P. ci ricorda che ci sono ancora molti altri in attesa di consultare fonti come il nostro sito per chiarimenti sull’Ortodossia o conferme nella fede.

 
Il giubileo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina": un anno di illusione e di inganno

Vi presentiamo in traduzione italiana un articolo di Konstantin Shemljuk sulle conseguenze di un anno di legalizzazone di uno scisma che non ha saputo portare altro che afflizioni e divisioni in Ucraina e in tutto il mondo ortodosso.

 
La missione ortodossa giamaicana lascia Costantinopoli per la ROCOR

Eccovi un resoconto in italiano da un altro paio di parrocchie missionarie che non vedono più il Patriarcato di Costantinopoli come un riferimento credibile dell’Ortodossia. Il fatto che questi eventi abbiano avuto luogo in Giamaica, paese dai forti legami storici con la diffusione di forme cristiane africane nel mondo, fa pensare che forse un simile scontento si potrà estendere alla più estesa cultura ortodossa africana.

 
La chiesa di san Giovanni il Taumaturgo a Colchester, in Inghilterra, sarà consacrata nel luglio 2020

Vi presentiamo l’anteprima dell’invito alla consacrazione della chiesa parrocchiale di Colchester, a noi tanto cara. Cercheremo di non far mancare anche una presenza dall’Italia a quest’evento.

 
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