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Siti ufficiali delle Chiese Ortodosse nel mondo

 
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Le lampade da vigilia

Nella sezione "Ortoprassi" dei documenti, un nuovo testo sulle lampade da vigilia, con spiegazioni dell'uso delle lampade votive negli "angoli delle icone" domestici, e numerosi accorgimenti pratici per il loro mantenimento ottimale.

 
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Panoramica del nido dei bambini

 
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Arrivo del coro

 
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RICETTE - Crema di formaggio vegetale

Per chi passa a nutrirsi di cibi di origine vegetale (per ragioni di salute, di etica, di digiuno religioso o quant'altro), una delle dipendenze alimentari più difficili da vincere, paradossalmente, non è quella della carne, ma quella del formaggio. Ci sono varie ragioni per questa dipendenza, e sono dovute al fatto che il formaggio concentra a gradi molto alti diverse sostanze (dalle catene di glutammato alle caso-morfine) fatte per rendere l'allattamento un processo che porta piacere e assuefazione. Se riusciamo a trovare qualche alternativa che aiuti a non sentire la voglia di formaggio, avremo contribuito non poco a spezzare una dipendenza non molto sana per il nostro organismo.

Quella che vi presento è una ricetta di base per una crema di formaggio davvero sana (solo un cucchiaio di un grasso "moderato" come la tahina, per l'equivalente di un'ampia ciotola di crema), che può servire di base a molte ricette che prevedono l'uso di formaggio fuso.

Ingredienti per una ciotola di crema:

• 1 tazza piena per un quarto di ceci bolliti e per tre quarti d'acqua (oppure di aquafaba di ceci)

• 2 cucchiai di amido di tapioca

• 1 cucchiaio di tahina

• 1 cucchiaino di sale

• 1 cucchiaio di lievito alimentare

• mezzo cucchiaino di paprica affumicata (o un quarto di cucchiaino di fumo liquido)

Preparazione

Frullate bene tutti gli ingredienti, e versateli in una padella antiaderente. Cuocete a fuoco medio, avendo cura di girare spesso con un cucchiaio o meglio ancora con una spatola.

Dopo pochi minuti, l'amido di tapioca inizierà a diventare gelatinoso, facendo assumere gradualmente al liquido una consistenza simile a quella dei formaggi fusi. Il lievito alimentare (di per sé non indispensabile per questa ricetta) aggiunge un sapore che ricorda quello dei formaggi, mentre la paprica o fumo liquido dà alla crema un sentore di affumicato (se si usa la paprica affumicata, la crema assumerà anche un leggero colore rossiccio).

La crema si può usare al posto del formaggio su pane tostato, lasagne, pizze, come rivestimento sulla zuppa di cipolle alla francese (che vi presento nella sezione dei piatti unici) o in un'infinità di altre combinazioni. Si possono aggiungere anche aglio, curcuma, pepe, erbe e altri ingredienti che possono dare a questo "formaggio" sapori e colorazioni particolari; a fine cottura, la crema può essere ravvivata anche dall'aggiunta di una minima quantità di succo o scorza di limone.

Per chi vuole provare un'alternativa ai ceci, suggerisco di usare al posto dei ceci la stessa quantità di fagioli cannellini, o di fagioli bianchi di Spagna.

Buona sperimentazione!

 
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28 giugno

 
Le autocefalie romene e la nascita del moderno Patriarcato di Romania

Oggi proverò a raccontare la storia di come le Chiese ortodosse romene sono diventate indipendenti. Noterete che ho detto "Chiese", non "Chiesa" – questo perché, nel XIX secolo, c'erano non meno di tre Chiese ortodosse romene distinte e indipendenti:

  1. i "Principati danubiani" di Valacchia (alias Muntenia, nel sud della moderna Romania, inclusa Bucarest) e Moldova (est)

  2. la Transilvania (Romania centrale)

  3. la Bucovina (nord della Romania)

Durante la prima metà del XIX secolo, tutte queste Chiese erano sotto la giurisdizione del Patriarcato ecumenico. C'erano altre regioni romene oltre a queste – per esempio, la Bessarabia, a est, fu annessa all'Impero Russo nel 1812. Valacchia e Moldova, che sono una sorta di regioni storiche centrali della Romania, facevano parte dell'Impero Ottomano e erano governati da principi etnicamente greci conosciuti come "fanarioti". Le prime fasi della rivoluzione greca furono lanciate da queste regioni, con il sostegno dei principi fanarioti locali. Il governo ottomano rispose sostituendo i fanarioti con nuovi governanti, più fedeli al sultano. Questo fu davvero l'inizio della separazione delle Chiese ortodosse dei Principati danubiani dal Patriarcato ecumenico.

Nel 1823, il nuovo principe Grigorie IV Ghica di Valacchia convocò un concilio locale di ventitré ecclesiastici per eleggere un nuovo metropolita. Il concilio scelse uno ierodiacono nativo romeno di nome Grigorie, che era nato a Bucarest e fu tonsurato monaco nel monastero di Neamț dal grande san Paisio Velichkovskij nel 1790. Grigorie trascorse poi del tempo sul Monte Athos prima di tornare in Romania. Sebbene fosse tradizione che il vescovo di Râmnic o il vescovo di Buzău diventasse il prossimo metropolita, l'elezione di Grigorie ruppe questa pratica, poiché era solo uno ierodiacono. Durante il suo mandato come metropolita, Grigorie nominò nuovi vescovi, fondò nuove chiese, scuole e seminari e pubblicò una raccolta in 12 volumi delle vite dei santi. Era particolarmente amato per la sua cura per i poveri, le vedove e i bambini, e nel 2006, fu canonizzato come san Gregorio l'Insegnante (sfântul Grigorie Dascălul)

san Gregorio l'Insegnante

Due mesi dopo l'intronizzazione di san Gregorio, il principe di Valacchia ordinò che tutti gli abati dei monasteri greci fossero sostituiti da romeni locali. Ciò pose fine al flusso di finanziamenti dai monasteri danubiani al Patriarcato ecumenico, cosa che comprensibilmente condusse alle proteste del Patriarcato.

Cinque anni dopo, durante la guerra russo-turca del 1828, l'esercito russo occupò i Principati danubiani. Quando la guerra finì l'anno successivo, il trattato di pace riconobbe il dominio ottomano nominale sui Principati, ma consentì anche la continuazione dell'occupazione russa. A tutti gli effetti, i Principati non erano più sotto il controllo dell'Impero Ottomano. L'indipendenza dagli ottomani non significava necessariamente condizioni migliori per la Chiesa. San Gregorio fu esiliato dal 1829 al 1833, ma mantenne la sua sede e alla fine tornò a Bucarest, dove morì durante una veglia nel 1834. Dopo la morte di san Gregorio, la Chiesa valacca rimase senza un leader per sei anni, fino a quando il metropolita Neofit fu eletto nel 1840. Dovette affrontare una situazione ambigua: era sotto gli ottomani, sotto i russi, o sotto un governo locale? – e dopo la sua elezione, si assicurò di informare lo tsar della sua nuova posizione.

Nel Principato gemello di Moldova, il metropolita Veniamin guidò la Chiesa per circa quattro decenni, dal 1803 al 1842 (tranne un paio di interruzioni). Nei suoi ultimi anni, Veniamin si scontrò con il principe regnante di Moldova e all'inizio del 1842 il metropolita si dimise per protesta. Il principe tentò poi di imporre un proprio capo alla Chiesa moldava, senza il consenso del Patriarcato ecumenico. Il patriarca ecumenico intervenne: accettò di accettare le dimissioni di Veniamin ma rifiutò il successore scelto dal principe. Il principe fu d'accordo e la Chiesa moldava fece un'elezione per scegliere il suo prossimo metropolita, che fu confermato dal Patriarca ecumenico. Nel frattempo, il clero russo in Moldova cercò, ma senza successo, di radunare il popolo per presentare una petizione affinché la Chiesa moldava si staccasse da Costantinopoli. Negli anni a venire, la Chiesa moldava soffrì di ripetute battaglie per il trono primaziale, con vari vescovi e attori statali in lizza per il potere. L'Impero Russo fu coinvolto in entrambi i Principati danubiani per ventisette anni, fino alla fine della guerra di Crimea, quando la Russia fu costretta a ritirarsi dai territori.

il principe Alexandru Ioan Cuza

Dopo il ritiro russo, nel 1859, il principe Alexandru Ioan Cuza fu eletto principe sia della Moldova che della Valacchia, unendo i due principati sotto un unico sovrano. Tre anni dopo, i principati adottarono formalmente il nome "Romania". Cuza iniziò rapidamente ad affermare la sua autorità sulla Chiesa ortodossa nei Principati danubiani, che a questo punto non avevano una struttura di governo unificata: nessun primate, nessun Santo Sinodo e una dipendenza canonica relativamente nominale dal Patriarcato ecumenico. Nel giugno 1859 Cuza nominò un nuovo vescovo per la sede di Buzău, contro la volontà del metropolita Nifon di Valacchia. Cuza e il suo governo iniziarono a confiscare le proprietà monastiche. A settembre, il metropolita Sofronie di Moldova scrisse a Cuza per protestare contro le azioni arbitrarie del governo.

La primavera successiva, il metropolita Sofronie protestò davanti all'Assemblea nazionale romena. Il principe Cuza reagì duramente: sciolse trentatré monasteri moldavi e impose pesanti tasse ai restanti monasteri nel territorio di Sofronie. Nel febbraio 1861 il governo organizzò un sinodo di dodici vescovi, che rimosse Sofronie dalla sua sede. Il metropolita morì pochi mesi dopo.

Questo fu solo l'inizio. Nel 1863 Cuza ordinò la confisca di massa di tutti i possedimenti monastici nei Principati danubiani. Decretò: "Tutti i beni monastici della Romania sono e rimangono di proprietà dello Stato". Come risultato di questa legge, il 26% di tutta la terra nei Principati romeni passò sotto il controllo del governo. La maggior parte dei monasteri romeni era, a questo punto, controllata da chierici di lingua greca e il Patriarcato ecumenico si oppose fermamente al sequestro di queste terre monastiche. L'anno successivo il governo romeno si offrì di pagare al Patriarcato un'indennità, che l'episcopato greco rifiutò. La legge limitava anche gravemente la capacità di uomini e donne di intraprendere la vita monastica: con l'eccezione degli anziani (uomini di almeno 60 anni, e donne di almeno 50), potevano diventare monaci solo coloro che avevano una formale istruzione teologica. Separatamente, Cuza impose anche l'uso della lingua romena in tutti i suoi domini. Parte delle ricadute delle riforme di Cuza fu la deposizione del patriarca ecumenico Ioakim II, che era stato duramente criticato per la sua cattiva gestione della crisi.

L'acquisizione della Chiesa ortodossa in Romania da parte del principe Cuza continuò nel 1864. Nel dicembre di quell'anno emanò una legge, detta "Decreto organico per l'istituzione di un'autorità sinodale centrale", che dichiarava autocefala la Chiesa ortodossa romena e creava un Santo Sinodo per i principati di Valacchia e Moldova. La legge stabiliva: "La Chiesa ortodossa romena è e rimane indipendente da qualsiasi autorità ecclesiastica straniera in materia di organizzazione e disciplina". A questo si oppose il Patriarca ecumenico, ma Cuza ribatté che l'autocefalia non era un passo così rivoluzionario, poiché la Romania era sempre stata autonoma. Cuza afferm, che Costantinopoli "non ha mai fatto leggi per la Chiesa romena, ma ha solo dato una benedizione alle elezioni dei vescovi fatte nel paese".

Quindi, nel gennaio 1865, il metropolita Nifon di Ungro-Valacchia ricevette il titolo di "metropolita primate" della Romania. A maggio, il governo romeno decretò che tutti i vescovi della Chiesa romena fossero nominati dal principe, una netta rottura con la tradizione dell'elezione canonica. Nella primavera e nell'estate del 1865, il patriarca ecumenico e l'episcopato romeno si scambiarono lettere sull'autocefalia della Romania, con il patriarca Sophronios che affermava che l'autocefalia romena era non canonica e i metropoliti romeni che affermavano che la Chiesa romena era sempre stata autonoma e mai veramente soggetta a Costantinopoli.

Le azioni del principe Cuza, culminate in una dichiarazione di autocefalia per la Chiesa ortodossa romena (cioè la Chiesa ortodossa dei Principati danubiani) furono sorprendentemente simili alle azioni del re Ottone e del suo governo in Grecia un paio di decenni prima. In entrambi i casi, il nuovo governo dichiarò la chiesa locale libera dal controllo esterno (cioè dal Patriarcato ecumenico), imponendo contemporaneamente un alto grado di autorità e controllo statale sulla Chiesa, sequestrando le proprietà ecclesiastiche e ponendo restrizioni sulla vita monastica. In un certo senso, l'autocefalia per la Romania – come prima per la Grecia – equivaleva a scambiare un padrone con un altro.

* * *

Mentre ciò accadeva nei Principati danubiani (ora conosciuti come "Romania"), anche un altro gruppo di ortodossi romeni affermava la propria indipendenza. Nel 1848, nella città di Sremski Karlovci in quella che allora era l'Ungheria, il popolo serbo ortodosso locale fondò il Patriarcato di Karlovci, con giurisdizione su tutti i cristiani ortodossi in Ungheria (che allora faceva parte dell'impero asburgico). La comunità ortodossa in Ungheria non era monoetnica: sebbene il nuovo patriarcato fosse controllato dai serbi, la Chiesa comprendeva molti romeni, in particolare nella regione della Transilvania. Nel 1862, una coalizione di leader ortodossi romeni in Ungheria presentò una petizione all'imperatore austro-ungarico Francesco Giuseppe, chiedendo che una giurisdizione ortodossa romena fosse separata dal Patriarcato di Karlovci.

Nel dicembre 1864 – lo stesso mese in cui il principe Cuza dichiarò autocefala la Chiesa romena nei suoi domini – in Transilvania, la diocesi romena di Sibiu, guidata dal metropolita Andrei Șaguna, si dichiarò indipendente dal Patriarcato di Karlovci. Ciò ristabilì la Metropolia di Transilvania, che era stata soppressa nel lontano 1701.

il metropolita Calinic di Moldova

Tornato nei Principati danubiani (Romania) nel febbraio 1866, il principe Cuza fu costretto ad abdicare. Ad aprile gli successe il principe tedesco Karl di Hohenzollern-Sigmaringen, che prese il nome di Carol di Romania. A questo punto, non era affatto garantito che i due principati di Valacchia e Moldova, uniti solo pochi anni prima dalla doppia incoronazione del principe Cuza, sarebbero rimasti uniti sotto Carol. Molti in Moldova si opposero all'unione con la Valacchia. Ad aprile, la domenica di san Tommaso, il metropolita Calinic di Moldova (da non confondere con il suo contemporaneo san Calinic di Cernica) tenne un appassionato discorso contro l'unificazione nella capitale moldava di Iași. I manifestanti antiunionisti si ribellarono e la rivolta fu repressa da due battaglioni di fanteria. Lo stesso metropolita Calinic fu arrestato e imprigionato in un monastero, e per un certo tempo fu sospeso dall'episcopato. Nel tentativo di riparare i danni, il mese successivo il principe Carol lo perdonò.

A giugno, il parlamento romeno adottò una nuova costituzione, che includeva un articolo che affermava la completa indipendenza della Chiesa romena, che doveva essere governata da una "autorità sinodale centrale". In ottobre, il principe Carol visitò Costantinopoli e incontrò il patriarca ecumenico, facendo sperare in un disgelo nelle relazioni tra la Chiesa di Romania e il Patriarcato ecumenico. Nel 1869, il senato romeno adottò una nuova legge organica per la Chiesa e il principe Carol, ancora una volta cercando di placare il Patriarcato ecumenico, decise di inviare la nuova legge al patriarca ecumenico Grigorios VI per l'approvazione. Grigorios, nel mezzo della sua stessa battaglia sulla proposta di separazione della Chiesa bulgara da Costantinopoli, aveva idee diverse. Lungi dall'accettare l'indipendenza della Chiesa romena, Il patriarca Gregorio chiese che tutti i vescovi (non solo i primati) della Chiesa di Romania fossero confermati dal Patriarcato ecumenico, che il nome del Patriarca ecumenico fosse commemorato liturgicamente e che Costantinopoli fornisse il santo crisma alla Romania. I romeni respinsero le richieste di Grigorios, sebbene il principe Carol fosse d'accordo sul fatto che la Romania avrebbe ricevuto il suo santo crisma dal Patriarcato.

Fino a questo momento, le Chiese ortodosse dei due principati – la metropolia della Valacchia e la metropolia della Moldova – erano ancora entità ecclesiali tecnicamente separate. Nel 1872 si unirono formalmente per creare la Chiesa ortodossa romena. A dicembre il governo romeno emanò la "Legge organica per l'elezione dei metropoliti e dei vescovi eparchiali e per la creazione del Santo Sinodo della santa Chiesa autocefala ortodossa romena e del Concistoro ecclesiastico superiore". La legge era stata in fase di elaborazione negli ultimi sei anni. Allontanandosi in qualche modo dalla controversa legge del principe Cuza in base alla quale i vescovi erano nominati dal principe, la legge organica del 1872 prevedeva che i vescovi fossero eletti da un collegio elettorale composto da vescovi, arcipreti anziani e da tutti i legislatori statali ortodossi.

il metropolita Andrei Șaguna

Tornato in Transilvania, il 15/28 giugno 1873, il potente metropolita romeno Andrei Șaguna di Sibiu, che aveva ristabilito l'indipendenza della Chiesa di Transilvania, morì all'età di 74 anni. Le sue ultime parole, rivolte al suo vescovo vicario, furono "Sono pronto, Nicolae! Sia fatta la volontà di Dio, tutto è in ordine. La pace sia con tutti voi, non litigate!" Nel testamento insisteva per un funerale semplice: "Le mie esequie siano fatte prima di mezzogiorno, senza sfarzo, musica e predica […], solo il mio confessore celebri la santa Liturgia e compia il servizio funebre". Nel 2011, la Chiesa ortodossa romena ha glorificato il metropolita Andrei come santo. Due mesi dopo la morte del metropolita Andrei, la Chiesa di Transilvania elesse un nuovo primate: il collaboratore di lunga data del defunto metropolita, Prokopije Ivačković.

L'Impero Austro-ungarico era un luogo affascinante per l'Ortodossia, con molteplici Chiese ortodosse autocefale che operavano sul territorio imperiale. In Bucovina (all'epoca parte dell'Impero Austro-ungarico e oggi divisa tra la Romania settentrionale e l'Ucraina sudoccidentale), la popolazione ortodossa locale era insolitamente diversificata: la maggioranza era romena, ma con un gran numero di ruteni e serbi. Fino alla fine del XVIII secolo, gli ortodossi della Bucovina erano sotto la Chiesa di Moldova. Gli austriaci conquistarono la regione nel 1774 e, sulla scia di questo eventi, l'Impero asburgico collocò la Chiesa di Bucovina nominalmente sotto il metropolita serbo di Karlovci. In pratica, però, lo stato controllava la Chiesa: l'imperatore nominava il vescovo locale, e il clero parrocchiale era assegnato dal governatore.

La Chiesa di Bucovina rimase parte della metropolia (e, dopo il 1848, del Patriarcato) di Karlovci fino al 1873, quando il governo diede alla Bucovina il permesso di fondare una Metropolia indipendente di Bucovina e Dalmazia. Questa nuova struttura sarebbe stata distinta sia dal Patriarcato di Karlovci, dominato dai serbi, sia dalla Chiesa della Transilvania, dominata dai romeni, entrambi nell'impero asburgico. I bucovinani volevano tracciare il proprio corso, poiché la loro Chiesa era etnicamente mista. La Chiesa di Bucovina si proclamò autocefala, status che rivendicò fino a dopo la prima guerra mondiale.

il metropolita Prokopije Ivačković

Entro la metà del 1874, la sede patriarcale serba di Karlovci era vacante da quattro anni e mezzo, poiché i vari partiti ecclesiastici e il governo asburgico non riuscivano a concordare un candidato. Il principale elettore, il vescovo Stojković di Buda, era stato respinto dal governo, ma in un'assemblea della chiesa il 29 maggio/11 giugno aveva ricevuto ancora una volta la maggioranza dei voti. E ancora, il governo austriaco rifiutò di accettare la sua elezione, questa volta ordinando all'assemblea di eleggere qualcun altro. Così fecero, scegliendo il metropolita Prokopije Ivačković, che era stato eletto primate della Chiesa di Transilvania meno di un anno prima. Sorprendentemente, Prokopije, dieci anni prima, aveva spinto affinché una Chiesa romena indipendente fosse staccata dal Patriarcato di Karlovci. Gli austriaci accettarono l'elezione di Prokopije e, finalmente, Karlovci ebbe un nuovo patriarca.

Nel suo messaggio ai fedeli della Transilvania, annunciando la notizia, Prokopije scrisse, in parte:

Sopraffatto da circostanze così potenti, non mi è stata lasciata altra scelta che sottomettermi e dimettermi, essendo profondamente persuaso che questo sia per il bene della nostra santa Chiesa. E così è stato, carissimi, che io, seppur affranto dal dolore e pienamente consapevole della mia più grave responsabilità, ho dovuto separarmi da voi, e abbandonare il mio episcopato tra il mio amato popolo romeno, al quale da 21 anni ho dedicato tutti i miei modesti poteri e cure. Mi sono separato da voi, vi ho lasciati, ma, certo, solo con il mio corpo; il mio spirito sarà per sempre con voi, vi seguirò per sempre con amore e con tutta la mia sollecitudine, come richiesto dal legame della Chiesa e dalla comunione sincera e intima del passato.

Secondo la storica romena Maria Pantea, l'accettazione da parte di Prokopije del trono patriarcale di Karlovci fu vista da alcuni romeni come un tradimento e la sua elezione da parte dei serbi come un tentativo di reimporre l'autorità serba sulla Chiesa di Transilvania. Ma questa non era una prospettiva unanime, poiché altri vedevano la mossa come un esempio positivo di cooperazione inter-ortodossa.

Dopo aver ceduto la sua sede in Transilvania, a Prokopije successe Miron Romanul, che prestò servizio come metropolita di Sibiu fino alla sua morte nel 1898.

* * *

Nell'aprile 1877, la Russia, in alleanza con la Romania, dichiarò guerra all'Impero Ottomano. Il mese successivo, il principe Carol e il parlamento romeno dichiararono formalmente la completa indipendenza della Romania dall'Impero Ottomano. La guerra terminò effettivamente nel gennaio 1878 e il trattato di pace di marzo stabilì l'indipendenza dello stato romeno (insieme a Serbia e Montenegro, nonché un Principato autonomo di Bulgaria).

Il Giovedì Santo del 1882, che coincideva con la festa dell'Annunciazione, i vescovi della Chiesa di Romania (cioè Valacchia e Moldova) consacrarono per la prima volta nella storia romena il nuovo santo crisma. Ciò provocò a luglio una risposta arrabbiata da parte del patriarca ecumenico Ioakim III, a cui il Santo Sinodo di Romania rispose che aveva il diritto di consacrare il proprio santo crisma tanto quanto la Russia.

Infine, nel 1885, il Patriarcato ecumenico accettò il fatto compiuto dell'autocefalia romena, emettendo un tomos che riconosceva la Chiesa di Romania come chiesa autocefala.

* * *

A questo punto, c'erano tre Chiese ortodosse indipendenti con una grande popolazione romena: la "Chiesa ortodossa romena" (Valacchia e Moldova), più la Transilvania e la Bucovina. Quelle non erano le uniche chiese romene, però. In un trattato di pace del 1812 tra Russia e Turchia, la regione della Bessarabia (che comprende l'odierna Repubblica di Moldova, da non confondere con la regione della Moldova della Romania odierna) fu incorporata nell'Impero Russo. Il metropolita romeno fu nominato esarca della Chiesa ortodossa russa e inizialmente i moldavi locali furono trattati con tolleranza. Questo era un bel contrasto con l'incorporazione nell'Impero Russo della Georgia, che avvenne nello stesso periodo: in quel caso, la Chiesa georgiana fu abolita e i suoi vescovi furono sostituiti da russi etnici, e la politica russa consistette nel sopprimere l'identità georgiana, inclusa la lingua. Col tempo, tuttavia, il Sinodo russo iniziò a inviare vescovi russi in Bessarabia e, alla fine del XIX secolo, i vescovi russi adottarono una politica simile a quella della Georgia, limitando l'uso della lingua locale a favore del russo.

Sulla scia della rivoluzione di febbraio del 1917 in Russia, un concilio ecclesiastico della Bessarabia dichiarò l'autonomia, mantenendo un legame con la Chiesa russa. Il concilio rese anche il moldavo l'unica lingua consentita nei servizi religiosi. Ben presto, però, la Chiesa di Bessarabia/Moldova sarebbe stata incorporata nella Chiesa ortodossa romena unificata.

il patriarca Miron di Romania

La prima guerra mondiale pose fine ai grandi imperi del mondo ortodosso: russo, ottomano e asburgico. Tutti dimenticano sempre gli Asburgo, ma come abbiamo visto, erano attori importanti nell'Ortodossia nonostante fossero essi stessi cattolici romani. Nel 1920, le varie regioni romene furono unificate in un unico stato, unendo la più piccola "Romania" (Valacchia e Moldova) con la Transilvania, la Bucovina, la Bessarabia e molte altre aree. I leader ortodossi furono intimamente coinvolti in questo processo e l'unificazione delle Chiese fu ovviamente inevitabile. Nel 1918 un vescovo romeno prese il controllo della Chiesa in Bessarabia. L'aprile successivo, la Chiesa di Transilvania si dichiarò parte del Santo Sinodo di Romania. A dicembre, un concilio di vescovi scelse il vescovo Miron Cristea come metropolita primate.

La Costituzione romena del 1923 dichiarava la Chiesa ortodossa romena la Chiesa "dominante" dello stato. L'Ortodossia romena, ora unificata in una grande struttura ecclesiastica e sostenuta da uno stato sempre più potente, era in ascesa. Lo stato romeno esercitò pressioni a nome del Patriarcato ecumenico durante i negoziati al Trattato di Losanna. Lucian Leustean scrive: "Durante il processo di negoziazione del trattato, la Romania, che godeva di buoni rapporti con entrambi i paesi [Turchia e Grecia], chiese alla Turchia di garantire che il trasferimento di popolazione previsto dal trattato non portasse all'abolizione del Patriarcato ecumenico". Subito dopo, le Chiese ortodosse pianificarono di riunirsi a Gerusalemme per commemorare il 1600° anniversario del primo Concilio ecumenico.

Nel febbraio 1925, il Santo Sinodo romeno e poi il Parlamento romeno votarono a favore dello status patriarcale e quindi inviarono lettere alle altre Chiese autocefale informandole di questa decisione. Il Patriarcato ecumenico, grato per l'aiuto della Romania durante i negoziati di Losanna, rispose rapidamente e favorevolmente, emettendo un tomos che riconosceva la Romania come Patriarcato il 30 luglio. Il patriarca ecumenico Baseilios II scrisse in una lettera alle altre Chiese autocefale,:

Compiendo i doveri riguardanti la santa nave a noi affidata, abbiamo trovato, sulla scrivania del nostro santo e venerabile Sinodo, le lettere di proclamazione del 12 marzo di quest'anno concernenti questa decisione della santa Chiesa ortodossa di Romania, che attendeva la nostra risposta.

Benché sia chiaro che l'ascensione al valore patriarcale di alcune sante Chiese di Dio in parte, secondo l'ordinanza strettamente canonica e come testimoniano gli esempi dei padri, è soggetta al giudizio del sinodo ecumenico, tuttavia la nostra grande Chiesa di Cristo, giudicando e comprendendo e la decisione della santa Chiesa ortodossa di Romania, sua figlia e sorella in Cristo, non ha trovato per lei un ostacolo insormontabile, con buona economia, a dare il suo consenso fraterno e a riconoscere l'opera già compiuta.

Questo consenso e riconoscimento è stato fatto con la fiducia che, come per altri esempi reali del passato, la grande Chiesa di Cristo trovi opinioni e voti unanimi tra gli altri santissimi e onestissimi patriarchi e primati di tutte le sante Chiese ortodosse autocefale sorelle e ancora con la speranza che tutta la santa Chiesa ortodossa, riunita nel Sinodo ecumenico o nel grande Sinodo, che, secondo l'ordine strettamente canonico, ha diritto di decidere in ultima istanza, non giudichi altrimenti ciò che per buon fine e per il bene e la gloria della Chiesa è stato deciso prima.

In particolare, il patriarca ecumenico riconosceva l'elevazione della Romania allo status patriarcale come "opera già compiuta" dal Sinodo romeno (piuttosto che una cosa fatta da Costantinopoli). Il Patriarca ecumenico diede il suo "consenso e riconoscimento" di questo fatto già compiuto, e poi chiese "opinioni e voti unanimi" degli altri primati, indicando un futuro "ecumenico" o "grande" Concilio che presumibilmente avrebbe confermato il nuovo status una volta per tutte.

Infine, poi, abbiamo la struttura di governo della Chiesa di Romania come la conosciamo oggi: il Patriarcato di Romania, che unisce tutte le varie regioni con le popolazioni romene.

Fonti principali

Sono in debito con Lucian Leustean, non solo per il suo eccezionale contributo accademico pubblicato su questo argomento (si veda sotto), ma per aver dedicato del tempo a rivedere questo articolo e offrire il suo inestimabile feedback.

Diacono Iulian Dumitraşcu, "St. Gregory, Metropolitan of Wallachia", Basilica.ro, 22 giugno 2021, https://basilica.ro/en/st-gregory-metropolitan-of-wallachia-hieromartyr-eusebius-the-bishop-of-samosata/

Laurențiu Nicolae Stamatin, "Romanian Orthodox Church in the First Decades of Carol I's Reign (1866-1885)", Codrul Cosminului 17:1 (2011), 95-115.

Lucian N. Leustean, "Eastern Orthodoxy and national indifference in Habsburg Bukovina, 1774-1873", Nations and Nationalism 24:4 (2018), 1117-1141.

Lucian N. Leustean, "The Romanian Orthodox Church" in Lucian N. Leustean, a cura di, Orthodox Christianity and Nationalism in Nineteenth-Century Southeastern Europe (Fordham University Press, 2014), 101-163.

Lucian N. Leustean, Orthodoxy and the Cold War: Religion and Political Power in Romania, 1947-1965 (Palgrave MacMillan, 2009).

Dejan Mikavica e Goran Vasin, "Proclamation of Patriarch of Sremski Karlovci Prokopije Ivackovic", Istraživanja, Јournal of Historical Researches 22 (2011), http://istrazivanja.ff.uns.ac.rs/index.php/istr/article/view/512/531

Procopiu Ivacicoviciu, "Venerabilului Consistoriu metropolitanu gr. or. romanu in Sibíiu; la manele naltuprésantíei sale parintelui Ioane Popasu, dreptmaritoriu Eppu romanescu alu Caransebesiului, ca celui mai betranu Episcopu alu Ierarchíei romane gr. or. din Ungari'a si Transilvani'a, in Caransebesiu", in Lumina. Organu Oficiale alu Eparchiei Romane Gr. Or. Aradane 38 (1874).

Maria Alexandra Pantea, "Procopiu Ivacicovici de la episcopie la patriarhie", Anuarul Institutului Cultural Român din Voivodina (2011), 65-75.

Ion Tutuianu, "Failure of Impropriation of Monastery Possession from Romanian Principalities until 1834", Acta Universitatis Danubius 6:1 (2013), 95-113.

 
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Grande santificazione delle acque alla Teofania del Signore

 

GRANDE SANTIFICAZIONE DELLE ACQUE

Alla Teofania del Signore

Terminato il Vespro, o la preghiera dietro all'ambone se si celebra la divina liturgia vespertina, ci rechiamo in processione al nartece, oppure al fonte, attraverso le porte sante. Il primo celebrante tiene la croce preziosa al di sopra del capo ed è preceduto dai portatori delle candele e del turibolo. Il primo celebrante depone egli stesso la croce su di un tetrapodio già allestito, mentre si distribuiscono candele ai fedeli, e incensa i quattro lati del fonte, le icone, l'icona della festa posta su di un leggìo, i sacerdoti e i fedeli.

Durante tutto questo tempo cantiamo le seguenti

Stichire idiomele, Tono 8°

(di Sofronio, patriarca di Gerusalemme)

La voce del Signore echeggia sulle acque proclamando: venite, ricevete tutti lo Spirito di sapienza, lo Spirito d'intelligenza, lo Spirito del timor di Dio, ora che Cristo si manifesta. (tre volte)

Oggi è santificata la natura delle acque; il Giordano si interrompe e delle stesse sue onde arresta il decorso, vedendo bagnarsi il Sovrano. (due volte)

Qual uomo tu ti rechi al fiume, o Cristo grande Re, ti accingi a ricevere il battesimo dei sudditi, o Buono, dalle mani del precursore, a causa del nostro peccato, o amico degli uomini. (due volte)

Gloria al Padre e al Figlio e al santo Spirito, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

Alla voce di colui che grida nel deserto: preparate la via del Signore, sei giunto, Signore, assumendo forma di servo, chiedendo il Battesimo, tu che non conosci il peccato. Ti videro le acque ed ebbero paura; tremante divenne il precursore, che ad alta voce disse: come può illuminare una lampada la luce? Come può imporre le mani un servo sul padrone? Santifica me e le acque, o Salvatore che levi i peccati del mondo.

D. Sapienza!

Il lettore legge le letture:

L. Lettura dal Libro del profeta Isaia.

D. Stiamo attenti.

L. Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saròn. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi». Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto, perché scaturiranno acque nel deserto, scorreranno torrenti nella steppa. La terra bruciata diventerà una palude, il suolo riarso si muterà in sorgenti d'acqua. I luoghi dove si sdraiavano gli sciacalli diventeranno canneti e giuncaie. Ci sarà una strada appianata e la chiameranno Via santa; nessun impuro la percorrerà e gli stolti non vi si aggireranno. Non ci sarà più il leone, nessuna bestia feroce la percorrerà, vi cammineranno i redenti. Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo; felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto.

L. Lettura dal Libro del profeta Isaia.

D. Stiamo attenti.

L. O voi tutti assetati venite all'acqua, chi non ha denaro venga ugualmente; comprate e mangiate senza denaro e, senza spesa, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro patrimonio per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l'orecchio e venite a me, ascoltate e voi vivrete. Io stabilirò per voi un'alleanza eterna, i favori assicurati a Davide. Ecco l'ho costituito testimonio fra i popoli, principe e sovrano sulle nazioni. Ecco tu chiamerai gente che non conoscevi; accorreranno a te popoli che non ti conoscevano a causa del Signore, tuo Dio, del Santo di Israele, perché egli ti ha onorato. Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. L'empio abbandoni la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie - oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri. Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata. Voi dunque partirete con gioia, sarete condotti in pace. I monti e i colli davanti a voi eromperanno in grida di gioia e tutti gli alberi dei campi batteranno le mani. Invece di spine cresceranno cipressi, invece di ortiche cresceranno mirti; ciò sarà a gloria del Signore, un segno eterno che non scomparirà.

L. Lettura dal Libro del profeta Isaia.

D. Stiamo attenti.

L. Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza». In quel giorno direte: «Lodate il Signore, invocate il suo nome; manifestate tra i popoli le sue meraviglie, proclamate che il suo nome è sublime. Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose grandiose, ciò sia noto in tutta la terra. Gridate giulivi ed esultate, abitanti di Sion, perché grande in mezzo a voi è il Santo di Israele».

Prochimeno, Tono 3°

Il Signore è la mia illuminazione e il mio salvatore, di chi avrò paura?

Il Signore è il difensore della mia vita, chi mai temerò?

L. Lettura dalla Lettera del santo apostolo Paolo ai Corinzi (1 Cor 10:1-4)

D. Stiamo attenti.

L. Non voglio infatti che ignoriate, o fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, tutti attraversarono il mare, tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nuvola e nel mare, tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo.

Durante la lettura dell'epistola, o meglio, durante il canto dell'alleluia, D. incensa il fonte.

L. Alleluia, Tono 4°

La voce del Signore è sopra le acque.

Il Dio della gloria tuona sopra le acque.

D. Sapienza, in piedi! Ascoltiamo il santo vangelo.

S. Pace a tutti!

C. E allo spirito tuo.

D. Lettura dal santo vangelo secondo Marco.

C. Gloria a te, Signore, gloria a te.

D. In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto».

C. Gloria a te, Signore, gloria a te.

D. recita la grande colletta, mentre S. dice segretamente la prima preghiera.

D. In pace preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per la pace dall'alto e per la salvezza delle nostre anime preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per la pace del mondo intero, per la prosperità delle sante Chiese di Dio e per l'unione di tutto preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per questo santo tempio e per quelli che vi entrano con fede, pietà e timor di Dio, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per il gran presule e padre nostro santissimo Patriarca (...), e per il presule nostro eminentissimo Metropolita (o Arcivescovo, o sacratissimo Vescovo) (...), per l'insigne presbiterio, per il diaconato in Cristo, per tutto il clero e il popolo preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per il nostro paese custodito da Dio, per i suoi governanti e l'esercito preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per questa città (oppure contrada, o per questo santo monastero), per ogni città e contrada e per quelli che con fede vi abitano preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per la salubrità del clima, per l'abbondanza dei frutti della terra e per tempi di pace preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per i naviganti, i viandanti, i malati, i sofferenti, i prigionieri e per la loro salvezza preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Perché quest'acqua sia santificata per la potenza, l'azione e la discesa dello Spirito Santo, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Perché sia inviata su di essa la grazia della redenzione e la benedizione del Giordano, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Perché su quest'acqua avvenga l'opera di purificazione della Trinità che esiste da sempre e prima di ogni cosa, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Perché, per la discesa dello Spirito santo, siamo rischiarati dalla luce dell'intelligenza e della pietà, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Perché quest'acqua sia salvaguardia contro tutti gli attacchi dei nemici visibili ed invisibili, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Perché quest'acqua divenga dono di santificazione, lavacro dei peccati per la guarigione dell'anima e del corpo, e provvista per ogni utilità preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Perché quest'acqua divenga fontana di vita eterna preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Perché essa sia capace di mettere in fuga ogni insidia dei nemici visibili e invisibili preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per quanti la attingono e la raccolgono per la santificazione della loro casa preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Perché essa provveda alla purificazione delle anime e dei corpi di quanti ne attingono con fede e ne comunicano preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per meritare di essere colmi di santificazione con la comunione di queste acque all'invisibile manifestazione del santo Spirito preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Perché il Signore Iddio ascolti la voce della nostra preghiera di peccatori e abbia misericordia di noi, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per essere liberati da ogni afflizione, collera e necessità, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Soccorrici, salvaci, abbi misericordia di noi e custodiscici, o Dio, con la tua grazia.

C. Kyrie eleison.

D. Facendo memoria della tuttasanta, purissima, più che benedetta, gloriosa Sovrana nostra Madre-di-Dio e semprevergine Maria insieme con tutti i santi, affidiamo noi stessi e gli uni gli altri e tutta la nostra vita a Cristo Dio.

C. A te, Signore.

S. Signore Gesù Cristo, Figlio unigenito, tu sei nel seno del Padre, sei Dio vero, fonte della vita e dell'immortalità, luce da luce, e sei venuto nel mondo per illuminarlo: rischiara la nostra mente con il tuo santo Spirito e accoglici ora che ti porgiamo la magnificazione e il ringraziamento per i tuoi prodigi mirabili sin dall'eterno e per la tua economia salutare per gli ultimi secoli.

In tale economia ti sei vestito della nostra povera e debole argilla e sei disceso nella dimensione della servitù, o Re dell'universo, e, ancora, hai accettato di essere battezzato da mano di servo nel Giordano, per santificare la natura delle acque, tu immune da peccato, per aprirci la strada alla rigenerazione mediante l'acqua e lo Spirito, e per ricostituirci alla libertà originaria.

Festeggiando il memoriale di questo tuo divino mistero, ti preghiamo, Sovrano amico degli uomini: spargi su di noi indegni tuoi servi, secondo la tua divina promessa, l'acqua purificante, dono della tua benignità, affinché la nostra richiesta di peccatori su quest'acqua sia benaccetta alla tua bontà e la benedizione per mezzo di essa sia data in grazia a noi e a tutto il tuo popolo credente, a gloria del tuo santo e adorato Nome.

Poiché a te si addice ogni gloria, onore e adorazione, insieme al tuo eterno Padre e al tuo Spirito tuttosanto, buono e vivifico, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen.

Se S. desidera può far seguire a questa preghiera anche la preghiera di san Sofronio patriarca di Gerusalemme (riportata in apendice).

Quando D. ha terminato la colletta, S. comincia:

S. Grande sei tu, Signore, e mirabili sono le tue opere, e nessuna parola è sufficiente a cantare le tue meraviglie.(tre volte)

C. Amen.

S. Tu infatti, per la tua volontà, hai condotto tutte le cose dal nulla all'esistenza; per la tua potenza, sostieni la creazione e, per la tua provvidenza, governi il mondo. Sei tu che, dai quattro elementi, hai composto la natura; dalle quattro stagioni, hai coronato il ciclo dell'anno. E' davanti a te che tremano tutte le potenze spirituali, è a te che canta il sole; sei tu che la luna glorifica, sei tu che le stelle incontrano sulla loro strada, è a te che obbedisce la luce; è davanti a te che gli abissi tremano; è a te che le sorgenti obbediscono; tu hai steso il cielo come una tenda, hai consolidato la terra sulle acque, hai circondato il mare con la sabbia, hai diffuso l'aria per farci respirare. Le potenze angeliche ti servono e i cori degli arcangeli ti adorano; i cherubini tutti ricoperti d'occhi, e i serafini dalle sei ali, che stanno attorno a te, si velano per timore della tua gloria inaccessibile.

Quale Dio indescrivibile, eterno, inesprimibile, tu sei venuto sulla terra, dopo aver preso forma di servo, e ti sei fatto simile agli uomini, poiché o Signore, a causa della tua misericordia, non hai sopportato di vedere il genere umano tormentato dal demonio, ma sei venuto e ci hai salvato. Noi confessiamo questa grazia, proclamiamo questa misericordia, e manifestiamo questo beneficio. Tu hai liberato le radici della nostra natura, hai santificato il seno verginale con la tua nascita. Tutta la creazione ti cantò quando apparisti. Poiché tu nostro Dio, sei nato sulla terra, e hai vissuto tra gli uomini; tu hai santificato le acque del Giordano inviando dall'alto del cielo il tuo santo Spirito, e sei tu che hai schiacciato le teste dei demoni che vi si tenevano nascoste.

E dice per tre volte, benedicendo ogni volta l'acqua con la mano:

S. Tu dunque, o re amico degli uomini, vieni anche ora per l'effusione del tuo santo Spirito, e santifica quest'acqua. (tre volte)

C. Amen.

S. E donale la grazia della redenzione, la benedizione del Giordano. Fanne una sorgente d'incorruttibilità, un dono di santificazione, di remissione dei peccati, di guarigione delle malattie, di annientamento dei demoni, che sia inaccessibile alle potenze nemiche, colmata della forza degli angeli. Che tutti quanti ne attingono e ne bevono possano averla per purificazione dei corpi e delle anime, per medicina contro le passioni, per santificazione delle case, vantaggiosa per ogni bisogno. Tu sei il nostro Dio, che con l'acqua hai annegato il peccato al tempo di Noè. Tu sei il nostro Dio, che attraverso il mare hai liberato dalla schiavitù del faraone, per mezzo di Mosè, il popolo ebraico. Tu sei il nostro Dio, che nel deserto hai spaccato la pietra, da cui sgorgarono le acque e si riempirono i torrenti, e hai soddisfatto il tuo popolo assetato. Tu sei il nostro Dio, che con l'acqua e con il fuoco, per mezzo di Elia, hai liberato Israele dall'errore di Baal.

S. soffiando sull'acqua vi intinge le dita e dice ad alta voce:

Tu stesso anche ora, o Signore, santifica quest'acqua con il tuo santo Spirito. (tre volte)

C. Amen.

E concedi a tutti quanti la toccano, ne usano e ne partecipano la santificazione, la benedizione, la purificazione e la salute. Salva, Signore, e abbi misericordia del gran presule e padre nostro, santissimo Patriarca ... e del presule nostro eminentissimo Metropolita/Arcivescovo (oppure sacratissimo Vescovo) .... dell'insigne presbiterio, del diaconato in Cristo, di tutto il popolo qui presente e di tutti i nostri fratelli assenti per una giusta causa, e accorda loro ciò che è necessario alla loro salvezza e alla vita eterna, affinché per gli elementi, per gli angeli e per gli uomini, per le realtà visibili e invisibili, sia glorificato il tuttosanto tuo nome, con il Padre e il santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

C. Amen.

S. Pace a tutti.

C. E al tuo spirito.

D. Inchiniamo il nostro capo al Signore.

C. A te, Signore.

S. recita segretamente la seguente preghiera:

S. Inchina il tuo orecchio, Signore, ed esaudiscici, tu che ti sei degnato di farti battezzare nel Giordano e di santificare le acque; benedici tutti noi che inchinando il nostro capo significhiamo la condizione di servitù. E concedici di essere ricolmi della tua santificazione, per la partecipazione e l'aspersione di quest'acqua; e sia per noi, Signore, di salute per l'anima e per il corpo.

E a voce alta:

Poiché tu sei la santificazione delle anime e dei corpi nostri, e a te innalziamo gloria, grazie e adorazione, assieme all'eterno tuo Padre e al tuo santissimo, buono e vivifico Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

C. Amen.

E subito benedice l'acqua in forma di croce con la croce preziosa, e la immerge verticalmente, e inizia a cantare assieme al clero il tropario della festa, che viene terminato dal coro.

Tropario, tono 1°

Nel Giordano, al tuo battesimo, Signore, si è manifestata l'adorazione della Trinità: la voce del Padre ti ha reso testimonianza, chiamamdoti Figlio diletto; e lo Spirito in forma di colomba, ha confermato la sua parola. O Cristo Dio, ti sei manifestato e hai illuminato il mondo: gloria a te.

Poi, tenendo la croce con la sinistra, S. prende l'aspersorio con la destra, e asperge i quattro punti cardinali con l'acqua benedetta. I fedeli si avvicinano per baciare la croce e ricevere l'aspersione sul capo. Prima di ritirarsi si beve un sorso di acqua benedetta. Nel frattempo il coro canta il tropario della festa. Poi si rientra in chiesa al canto del seguente idiomelo (Tono 6°):

Cantiamo, fedeli, la grandezza della divina benevolenza a nostro favore. Egli, divenuto uomo, ha compiuto la nostra purificazione nel Giordano, lui il solo puro e senza macchia, che santifica me e le acque e che schiaccia in queste acque la potenza dei nemici. Attingiamo dunque quest'acqua con gioia, fratelli miei; poiché la grazia dello Spirito, a quanti ne attingono con fede, è donata invisibilmente per mezzo di Cristo Dio, Salvatore delle nostre anime.

Rientrati in chiesa si termina la liturgia come di consueto.

APPENDICE

Nell'Eucologio greco è riportata questa seconda preghiera sacerdotale, prima dell'ecfonesi “Grande sei tu, Signore, e mirabili sono le tue opere...”

Anche se la preghiera non compare nei testi e nella prassi della Chiesa russa, la includiamo per il suo valore catechetico.

PREGHIERA di Sofronio di Gerusalemme

Trinità sovrasostanziale, buonissima, divinissima, onnipotente, onniveggente, invisibile, incomprensibile, creatrice delle sostanze spirituali e delle nature razionali, innata bontà, luce inaccessibile che illumini ogni uomo che viene nel mondo, illumina anche me, indegno tuo servo; illuminami gli occhi della mente affinché possa anch'io inneggiare l'incommensurabile tua opera e potenza. Ti sia bene accetta la mia supplica per il popolo qui presente, e fa' che le mie colpe non impediscano che scenda qui il tuo santo Spirito, ma concedimi di invocarti senza condanna e dire anche ora, tutto buono: ii glorifichiamo, Signore amico degli uomini, onnipotente, eterno Re. Glorifichiamo te, autore e creatore di ogni cosa. Ti glorifichiamo, Figlio di Dio unigenito, senza padre da parte della Madre e senza madre da parte del Padre. Nella festa precedente infatti ti abbiamo visto bambino, in questa invece ti vediamo perfetto, essendoti da perfetto manifestato Dio nostro perfetto.

Oggi infatti è giunto il tempo della festa, e il coro dei santi si riunisce a noi e gli angeli fanno festa insieme agli uomini. Oggi la grazia del santo Spirito, in forma di colomba, è discesa sopra le acque. Oggi è spuntato il sole che mai tramonta, e il mondo risplende alla luce del Signore. Oggi la luna con i suoi lucenti raggi brilla assieme al mondo. Oggi le luminose stelle con la chiarezza della loro luce rendono bello l'universo. Oggi le nuvole dall'alto dei cieli fanno piovere all'umanità la rugiada della giustizia. Oggi l'Increato per sua volontà è toccato dalle mani della sua creatura. Oggi il profeta e precursore si avvicina al Signore, ma si arresta tremante, vedendo la condiscendenza di Dio verso di noi. Oggi le rive del Giordano sono tramutate in farmaco per la presenza del Signore. Oggi tutto il creato è irrigato da mistiche correnti. Oggi le colpe degli uomini sono cancellate con le acque del Giordano. Oggi si apre agli uomini il Paradiso e il Sole della giustizia ci inonda di splendore. Oggi, con la venuta del Signore, è trasformata in dolcezza per il popolo l'acqua che era amara sotto la guida di Mosè. Oggi siamo liberati dal vecchio lutto, e siamo salvati come nuovo Israele. Oggi siamo riscattati dalla tenebra e samo resi sfavillanti dalla luce della divina conoscenza. Oggi la caligine del mondo è messa in fuga dalla manifestazione del nostro Dio. Oggi risplende tutta la creazione. Oggi l'errore è dissipato e la venuta del Signore ci prepara la via della salvezza. Oggi le creature celesti fanno festa con le terrene e le terrene ragionano con le celesti. Oggi esulta la sacra e sublime assemblea degli ortodossi. Oggi il Signore si accosta al battesimo per sollevare in alto l'umanità. Oggi Colui che non si è piegato si inchina al proprio servo per liberarci dalla schiavitù. Oggi abbiamo acquistato il regno dei cieli, e il regno del Signore non avrà fine. Oggi la terra e il mare prendono parte alla gioia del mondo e il mondo è ripieno di allegrezza.

Ti videro le acque, o Dio, ti videro le acque ed ebbero paura. Il Giordano si volse indietro, vedendo il fuoco della Divinità che discendeva corporalmente ed entrava in esso. Il Giordano si volse indietro vedendo il santo Spirito disceso in forma di colomba che ti aleggiava attorno. Il Giordano si volse indietro vedendo l'invisibile fatto visibile, il creatore incarnato, il padrone in forma di servo. Il Giordano si volse indietro e i monti trepidarono guardando Dio nella carne; e le nubi emisero una voce, ammirando colui che veniva, luce da luce, Dio vero da Dio vero. Contempliamo oggi la solennità del Signore nel Giordano: Egli infatti vi sommerge la morte della trasgressione, il pungolo dell'errore, il collegamento con l'inferno, e dà al mondo il battesimo di salvezza. Per cui anch'io, peccatore e indegno servo, narrando le grandezze dei tuoi prodigi, preso da timore, con compunzione a te esclamo:

SIGLE E ABBREVIAZIONI

S. Parti del sacerdote

D. Parti del diacono

L. Parti del lettore

C. Parti del coro (e anche di tutti i fedeli)

 

 

Compilato a cura dell'igumeno Ambrogio (Patriarcato di Mosca) Torino, A.D. 2012

 
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Patriarcato di Serbia

- serbo, inglese
http://www.spc.rs

- Arcivescovado di Ohrid: macedone, inglese
http://www.poa-info.org/

 
Un'altra visita da Chișinău
I padri Octavian Moșin e Mihail Bortă, curatori di riviste e siti ortodossi in Moldova, accompagnati da padre Grigore Catan di Piacenza e da una delegazione di cantori, tengono una conferenza e un concerto il 10 novembre 2015
 
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Una guida alla scelta dei nomi battesimali

Caricata nella sezione "Ortoprassi" dei documenti una guida sui nomi di battesimo nella Chiesa ortodossa.

Per ora non si tratta di una lista di tutti i nomi possibili (magari un giorno metteremo in rete anche qualcosa del genere...), ma di una serie di considerazioni utili sia a chi deve scegliere un nuovo nome di battesimo (o di conversione), sia ai preti che devono valutare queste decisioni. 

 
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Panoramica della parete di fondo del santuario

 
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Il coro della parrocchia di Santa Parascheva

 
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RICETTE - Crema di zuppa di funghi

Molti di noi hanno ricordi di gioventù di gustose creme a base di funghi (spesso diffuse come zuppe condensate in scatola), prominenti nei ricettari della cucina luterana degli Stati Uniti settentrionali. Oggi possiamo ricrearle con tutto il loro sapore usando ingredienti della nostra cucina di digiuno stretto. Questa ricetta è una variante di quella proposta dal canale YouTube Yeung Man Cooking, dove Wil Yeung, fotografo e food blogger cino-canadese, propone ottime ricette vegane da tutto il mondo.

Per questa ricetta scegliete funghi freschi: sono ideali i cremini o Portobello, ma vanno bene anche i più comuni champignon. Il brodo vegetale può essere anche ottenuto con un dado, e un dado per brodo a base di funghi esalterà ancor di più il sapore della crema.

Il latte di cocco serve per dare l'effetto di una panna vegetale; in alternativa, si può sostituire con un trito di 50-60 grammi di anacardi.

Una spolverata di scorza di limone grattugiata (prima del passaggio finale in fruullatore) ha un effetto "sgrassante" e aromatico, e l'aggiunta di un poco di succo di limone armonizza il gusto sapido dei funghi. Il mix di erbe più indicato per accompagnare la crema è un tritato di timo e prezzemolo fresco, ma si possono sperimentare altre erbe come rosmarino, origano, maggiorana, dragoncello, erba cipollina o coriandolo.

Ingredienti

• 1/2 litro di brodo vegetale (o brodo di funghi)

• 250 grammi di funghi

• 1 cipolla bianca o bionda

• 2-3 spicchi di aglio

• 1 patata piccola (o mezza patata grande)

• 80 g latte di cocco

• Sale e pepe

• (Opzionali) scorza e succo di limone, erbe

Preparazione

Pulite i funghi senza bagnarli (spazzolandoli o sfregando via le impurità con un tovagliolo di carta) e tagliateli a fettine. Se volete ottenere un effetto di pezzi di fungo nella zuppa, fate saltare metà delle fettine ottenute dai funghi, o anche dalle sole cappelle, e mettetele da parte.

Riscaldate una pentola da brodo a fuoco medio, e fate rosolare fino a doratura la cipolla tagliata a fette non troppo sottili, e gli spicchi d'aglio interi e schiacciati.

Tagliate la patata in pezzetti o fettine sottili, da sciacquare in acqua fredda e scolare per eliminare l'amido in eccesso.

Aggiungete alla pentola i pezzi di patata lavati e i funghi non ancora saltati. Fate rosolare per qualche minuto, e poi aggiungete il latte di cocco e il brodo vegetale, aggiustando di sale a piacere. Cuocete a fuoco lento per 10 minuti, aggiungete se lo desiderate un po' di scorza di limone grattugiata, quindi frullate tutto il contenuto della pentola. Ora, se avete saltato in precedenza una parte di fettine di funghi, aggiungetele assieme alle erbe aromatiche desiderate, e continuate a cuocere per qualche minuto. Togliete dal fuoco, aggiungete se lo volete un po' di succo di limone e servite la crema con una spolverata di pepe appena tritato.

 
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28 giugno

 
Quando sono nate le Chiese autocefale di oggi?

La più antica chiesa autocefala del mondo raggiunse la sua forma attuale nel 1845.

Oggi, a seconda di chi risponde alla domanda, ci sono quattordici o quindici o forse sedici (o diciassette?) Chiese ortodosse autocefale nel mondo. In discussione sono la Chiesa ortodossa in America (OCA), che tutti accettano come canonica, ma che la maggior parte delle Chiese non accetta come autocefala, e la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", la cui autocefalia e canonicità è respinta dalla maggior parte delle Chiese, riconosciuta solo dalle Chiese di Costantinopoli, Alessandria, Cipro e Grecia (e in alcuni casi solo da parti di quelle Chiese). E ora abbiamo un altro pretendente all'autocefalia: la "Chiesa ortodossa macedone" (o, se preferite, "Arcivescovado di Ohrid"), che è stata dichiarata autocefala dalla Chiesa ortodossa serba poche ore prima della pubblicazione di questo articolo. Finora solo la Chiesa serba ha riconosciuto questa nuova autocefalia, e nessuno è sicuro di ciò che accadrà in seguito.

Lasciando da parte questi disaccordi, esaminiamo ciascuna delle quattordici Chiese autocefale universalmente riconosciute. Quando sono diventate autocefale? Quando sono nate le attuali strutture ecclesiastiche che governano quelle Chiese? Questa domanda apparentemente semplice è in realtà un vero ginepraio...

Esamineremo i dittici in ordine inverso, dal basso verso l'alto, utilizzando i dittici secondo il Patriarcato ecumenico prima della formazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". ("Dittici" si riferisce all'elenco dei primati autocefali che vengono commemorati liturgicamente da ciascun primate autocefalo. Ogni vescovo commemora nella sua Chiesa il vescovo che "si colloca" immediatamente al di sopra di lui; così, per esempio, un metropolita nel Patriarcato d'Antiochia commemorerà il patriarca Giovanni d'Antiochia, mentre lo stesso patriarca Giovanni commemorerà tutti gli altri primati autocefali, a cominciare dal patriarca ecumenico e proseguendo fino al primate delle Terre Ceche e della Slovacchia.)

san Gorazd di Praga, il primo dei primati della moderna Chiesa delle Terre Ceche e della Slovacchia

Terre Ceche e Slovacchia

L'odierna Chiesa delle Terre Ceche e della Slovacchia ha le sue origini nella missione dei santi Cirillo e Metodio nel IX secolo. La struttura moderna della Chiesa risale in realtà agli anni successivi alla prima guerra mondiale. Il paese della Cecoslovacchia fu fondato nel 1918 e nel 1921 il patriarca serbo consacrò per il nuovo paese il vescovo Gorazd, che fu il padre della Chiesa moderna locale. Il vescovo Gorazd era un uomo di vita santa che fu martirizzato dai nazisti nel 1942 e da allora è stato glorificato come santo.

Dopo la seconda guerra mondiale, la Cecoslovacchia entrò nell'orbita sovietica e, di conseguenza, la Chiesa ceca entrò nell'orbita del Patriarcato di Mosca. Nel 1951, il Patriarcato di Mosca concesse un Tomos d'autocefalia alla Chiesa della Cecoslovacchia. Questo non fu accettato dal Patriarcato ecumenico. Decenni dopo, nel 1998, il Patriarcato ecumenico concesse il proprio Tomos d'autocefalia alla Chiesa, che da allora è stata universalmente riconosciuta come autocefala. Anche così, la data dell'anniversario della sua autocefalia rimane controversa, con molti nella Chiesa ceca che considerano la loro autocefalia risalente al 1951, il che ha causato attriti con il Patriarcato ecumenico.

Polonia

Il territorio della Polonia è stato assediato per secoli, passando di mano tra vari imperi. Prima della prima guerra mondiale, questa regione faceva parte dell'Impero Russo e la sua Chiesa ortodossa faceva parte del Patriarcato di Mosca. Dopo la prima guerra mondiale, la Polonia ottenne l'indipendenza e nel 1921 il metropolita Jerzy di Varsavia, il primate nominato da Mosca, firmò un accordo con il governo polacco per stabilire una Chiesa ortodossa di Polonia indipendente dal Patriarcato di Mosca. Tre vescovi polacchi si opposero a questa azione e, secondo le notizie, il metropolita Jerzy li fece deporre e li esiliò nei monasteri. Nel 1923, l'archimandrita Smaragd Łatyszenko, un monaco pro-moscovita, assassinò il metropolita Jerzy. L'anno successivo, il Patriarcato ecumenico concesse un Tomos d'autocefalia alla Chiesa polacca.

Dopo la seconda guerra mondiale, la Polonia cadde sotto il dominio sovietico e nel 1948 il Patriarcato di Mosca concesse il proprio Tomos d'autocefalia alla Chiesa polacca. Da allora, la Chiesa polacca è stata universalmente riconosciuta come autocefala. Il caso polacco è ovviamente simile a quello delle Terre Ceche e della Slovacchia, con la differenza principale che il Patriarcato ecumenico, piuttosto che Mosca, agì per primo rispetto alla Polonia.

Albania

La terra dell'Albania ha ricevuto per la prima volta la fede ortodossa nell'era apostolica. La conquista ottomana portò molti cristiani della regione a convertirsi all'islam. La Chiesa in Albania è stata sotto il Patriarcato ecumenico per tutta questa epoca. Nel 1912 fu istituito uno stato albanese indipendente. Un decennio dopo, nel 1922, un Congresso ortodosso albanese si riunì e dichiarò autocefala la Chiesa albanese. Il Patriarcato ecumenico non ne fu particolarmente entusiasta, e l'anno successivo riconobbe all'Albania solo una parziale autonomia. Nel 1929, senza l'approvazione del Patriarcato ecumenico, i vescovi in Albania istituirono un Santo Sinodo e il Patriarcato ecumenico reagì deponendoli tutti. Le relazioni si scongelarono sette anni dopo, quando un congresso della Chiesa albanese votò per scusarsi formalmente con il Patriarcato ecumenico. L'anno successivo, il 1937, il Patriarcato ecumenico concesse un Tomos d'autocefalia alla Chiesa albanese.

Dopo la seconda guerra mondiale, l'Albania passò sotto il controllo comunista. Il primate albanese, l'arcivescovo Kristofor, fu deposto nel 1949 a causa della sua opposizione al regime comunista. Fu sostituito da un arcivescovo più compiacente e le cose andarono di male in peggio. Nel 1967 il primate albanese fu arrestato e imprigionato e la Chiesa albanese fu crudelmente repressa. Nessun nuovo primate fu eletto e, a tutti gli effetti, la Chiesa albanese cessò di esistere. Dopo la caduta del comunismo, nel 1991, il Patriarcato ecumenico ha inviato il metropolita Anastasios Yannoulatos come esarca patriarcale per ricostituire la Chiesa albanese. L'anno successivo, il Patriarcato ecumenico ha eletto Anastasios arcivescovo d'Albania e ha ripristinato lo status d'autocefalia dell'Albania, accettato da tutte le altre Chiese ortodosse.

Georg von Maurer, reggente bavarese del re Ottone e architetto della prima Costituzione ecclesiastica della Grecia

Grecia

La rivoluzione greca iniziò nel 1821 e anche le chiese nel territorio che si staccò dall'Impero Ottomano furono disconnesse dal Patriarcato ecumenico. Nel 1833, in seguito all'adesione del nuovo re greco Ottone (che era cattolico romano), il governo greco controllato dai tedeschi riunì i vescovi in Grecia e dichiarò la Chiesa di Grecia autocefala, indipendente dal Patriarcato ecumenico, ma molto sottomessa al governo greco. La Chiesa inizialmente non aveva primati e divenne, di fatto, un dipartimento dello Stato, che a sua volta aveva il potere di nominare i membri del Santo Sinodo, e nessuna decisione sinodale era valida senza la firma del procuratore di Stato. Sebbene i vescovi apparentemente avessero autorità sugli affari ecclesiastici "interni", questi affari interni erano definiti in modo restrittivo. Un funzionario del governo laico, il "procuratore di Stato", coordinava il Santo Sinodo, in un modello esplicitamente basato sul sistema sinodale russo (discusso qui di seguito). Il governo poteva intervenire in molti ambiti che sembrerebbero interni alla Chiesa, come la programmazione dei servizi liturgici, le ordinazioni del clero, il numero e i confini delle diocesi.

Il Patriarcato ecumenico inizialmente rifiutò tutto questo, ma nel 1850 era chiaro che la Grecia non sarebbe tornata nel Patriarcato, e il Patriarcato ecumenico emanò un Tomos d'autocefalia, che fu accettato da tutte le altre Chiese ortodosse. Il Tomos imponeva alcune condizioni alla Chiesa di Grecia: il Patriarca ecumenico deve essere commemorato alla Divina Liturgia e deve essere il dispensatore del santo crisma, e la Chiesa di Grecia deve sottoporre tutte le questioni importanti al Patriarcato ecumenico. In seguito al Tomos, la Chiesa di Grecia si ristrutturò internamente: la diocesi dell'Attica divenne la metropolia di Atene, e il vescovo vi assunse il titolo di "metropolita" e fu nominato presidente permanente del Santo Sinodo – in altre parole, la Grecia aveva ora un primate. Nel 1923 tutte le diocesi furono elevate allo status di metropolie, e al metropolita di Atene fu dato il titolo di "arcivescovo" (che, nella tradizione greca, è un rango superiore a quello di metropolita).

Quando diverse regioni di lingua greca lasciarono l'Impero Ottomano e si unirono alla Grecia, sorse la questione su come le chiese di queste aree dovessero relazionarsi con il Patriarcato ecumenico e con la Chiesa di Grecia. Alcune aree sono state semplicemente annesse alla Chiesa con sede ad Atene, mentre altre (Creta e Monte Athos) rimangono direttamente subordinate al Patriarcato ecumenico, senza alcuna relazione con la Chiesa di Grecia. Le cosiddette "Nuove Terre", che comprendono Salonicco, annesse alla Grecia dopo le guerre balcaniche negli anni '10, sono un caso affascinante: i vescovi di queste Nuove Terre sono eletti dalla Chiesa di Grecia ma confermati dal Patriarcato ecumenico, e sono elencati come vescovi di entrambe le Chiese.

Fino a oggi, la Chiesa di Grecia rimane strettamente legata allo stato greco, con il clero pagato dallo stato e l'elezione primaziale sottoposta a un funzionario governativo.

l'arcivescovo Makarios III di Cipro

Cipro

La Chiesa di Cipro è la prima chiesa "antica" della lista. Originata dagli stessi apostoli, la sua indipendenza fu confermata dal terzo Concilio ecumenico nel 431. L'isola fu conquistata da varie potenze straniere nel corso dei secoli, e sotto il dominio dei franchi e dei veneziani dal 1260 al 1571, l'autocefalia della Chiesa di Cipro fu soppressa. Nel 1571, gli ottomani presero il controllo di Cipro, il che si rivelò un importante miglioramento rispetto ai tre secoli precedenti di dominio cattolico romano. Nel 1572, un sinodo dei quattro antichi patriarchi ripristinò l'autocefalia di Cipro.

Sebbene nominalmente "autocefala" dal 1572, è solo nel XXI secolo che Cipro è stata veramente in grado di governare i propri affari interni senza il coinvolgimento di altre Chiese. All'inizio della rivoluzione greca nel 1821, il governatore ottomano di Cipro massacrò l'intero episcopato locale, che dovette essere ricostituito dall'esterno. All'inizio del XX secolo, l'intero episcopato di Cipro era ridotto a due soli vescovi (entrambi di nome Kyrillos), che gareggiavano per diventare il successivo arcivescovo. I patriarcati di Costantinopoli, Alessandria e Gerusalemme furono tutti coinvolti nella disputa. Successivamente, a causa dell'ingerenza britannica negli anni '30, finì per esserci un solo vescovo a Cipro e il governo britannico cercò di far nominare un nuovo arcivescovo dal Patriarca ecumenico, il che avrebbe completamente abrogato l'autocefalia di Cipro.

Nel 1973, l'arcivescovo Makarios, che era sia il primate della Chiesa che il presidente di Cipro, dovette affrontare una ribellione di tre dei cinque vescovi ciprioti, e l'episcopato era troppo piccolo per gestire internamente la crisi. Makarios richiese un "Sinodo maggiore", composto dalle Chiese vicine di Costantinopoli, Alessandria, Antiochia, Gerusalemme e Grecia. Costantinopoli e la Grecia non parteciparono, ma le altre Chiese tennero il sinodo (presieduto dal patriarca d'Alessandria) e risolsero la situazione. Altri due Sinodi maggiori si sono svolti nel XXI secolo, entrambi necessari perché Cipro non aveva abbastanza vescovi da sola. Più di recente, nel 2006, l'episcopato di Cipro ha chiesto un Sinodo maggiore per affrontare la tragica situazione che coinvolgeva l'arcivescovo Chrysostomos I, caduto in coma e che doveva essere congedato, ma a Cipro mancava un numero sufficiente di vescovi per farlo da solo (canonicamente, la deposizione di un vescovo richiede almeno altri dodici vescovi). Il conseguente Sinodo, presieduto dal patriarca ecumenico Bartolomeo, ha dichiarato vacante il trono primaziale di Cipro, aprendo la strada all'elezione arcivescovile locale. Da allora, la gerarchia di Cipro è cresciuta considerevolmente, il che significa che probabilmente Cipro non avrà bisogno di fare appello ad altre Chiese per aiutare a risolvere le sue questioni interne in futuro.

Tutto ciò solleva una questione: Cipro era effettivamente "autocefala" prima del XXI secolo? Voglio dire, certo, è abbastanza chiaro che sia stata autocefala dopo il terzo Concilio ecumenico, ma quando arriviamo all'età moderna, è altrettanto chiaro che la Chiesa di Cipro non è stata in grado di gestire i propri affari interni senza il coinvolgimento di altre Chiese - il che significa che le mancava di uno dei tratti distintivi di una Chiesa autocefala. Se c'era una crisi ecclesiastica, Cipro doveva richiedere un aiuto esterno. Se questo è cambiato solo nel XXI secolo, dobbiamo considerare la possibilità che l'iterazione moderna della Chiesa di Cipro come Chiesa autocefala risalga non al 431, ma agli ultimi quindici anni.

san Kyrion, eletto nel 1917, è stato il primo catholicos-patriarca della Georgia nel XX secolo

Georgia

L'apostolo Andrea fu probabilmente il più ativo viaggiatore tra i dodici apostoli e, come con la Romania (e la Russia, e Costantinopoli, ecc.), secondo la tradizione, fu il primo a predicare il Vangelo in quella che oggi è la Georgia. Nel IV secolo, la stessa santissima Theotokos inviò santa Nino a evangelizzare la Georgia, rendendola l'unica nazione il cui principale evangelista sia stata una donna. In questi primi anni, la Chiesa di Georgia era sotto l'autorità del Patriarcato d'Antiochia. Nella seconda metà del V secolo la Georgia sarebbe diventata "autocefala", ma in pratica questa sembra essere quella che oggi chiamiamo "autonomia": il primate era confermato da Antiochia, ma poteva nominare vescovi locali senza coinvolgimento esterno. L'indipendenza ecclesiastica georgiana rimase un punto controverso per centinaia di anni, ma nell'XI secolo la Chiesa di Georgia fu riconosciuta da tutti come autocefala. Il suo primate aveva il titolo di "catholicos-patriarca".

Nel 1801, l'Impero Russo annesse la Georgia e dieci anni dopo abolì con la forza la Chiesa ortodossa georgiana, rimuovendo il catholicos-patriarca nativo e subordinando il popolo georgiano a vescovi russi. Ciò iniziò un'era oscura di oppressione e persecuzione inter-ortodossa, poiché la Chiesa e lo stato russi tentarono di eliminare qualsiasi traccia dell'ortodossia georgiana indigena. Ciò alla fine fallì e all'inizio del XX secolo iniziò un movimento per il ripristino dell'autocefalia georgiana. Dopo la caduta dello tsar nel 1917, i leader della Chiesa georgiana tennero un concilio, che restaurò la Chiesa georgiana ed elesse un nuovo catholicos-patriarca. La Chiesa russa condannò l'azione. Presto i sovietici presero il controllo della Georgia e la Chiesa fu nuovamente soppressa duramente. Ma sopravvisse e nel 1943 il Patriarcato di Mosca le concesse un Tomos d'autocefalia.

Questo inizialmente non fu riconosciuto dal Patriarcato ecumenico. Negli anni '60, le Chiese ortodosse si incontrarono più volte per preparare un Concilio pan-ortodosso. Il Patriarcato ecumenico insistette nel trattare la Georgia come una Chiesa autonoma sotto Mosca piuttosto che come una Chiesa autocefala. Ciò frustrò i georgiani e l'impasse è continuata fino al 1990, quando l'Unione Sovietica era in procinto di crollare. Il Patriarcato ecumenico e la Chiesa georgiana hanno avviato negoziati, con un punto critico: se il Patriarcato ecumenico stesse concedendo l'autocefalia o semplicemente riconoscendo l'autocefalia già esistente e antica della Georgia. Alla fine, il Patriarcato ecumenico ha conceesso un Tomos accuratamente formulato in cui concedeva il suo "riconoscimento" e "approvazione ufficiale" - cioè, la Georgia era stata a lungo una Chiesa autocefala, cosa che il Patriarcato ecumenico ha accettato. Il Patriarcato ecumenico ha anche accettato che la Georgia avrebbe continuato la sua antica pratica di consacrare il proprio santo crisma.

Il Tomos della Georgia da parrte del Patriarcato ecumenico risale solo al 1990 e, di conseguenza, il Patriarcato ecumenico e numerose altre Chiese classificano la Georgia più in basso nei dittici rispetto a Serbia, Romania e Bulgaria, che hanno ricevuto il loro tomos dal Patriarcato ecumenico prima della Georgia. Tuttavia, secondo i dittici del Patriarcato di Mosca e di alcune altre Chiese (per esempio, l'OCA), la Georgia è al di sopra di questi tre patriarcati, poiché l'origine della sua autocefalia li precede. In ogni caso, dal 1990 la Georgia è universalmente riconosciuta come autocefala.

Bulgaria

In vari momenti della storia, la Bulgaria ha avuto una Chiesa autocefala (spesso, ma non sempre, chiamata patriarcato), e in vari momenti tale Chiesa è stata soppressa. La soppressione più recente risale al 1767, quando l'Impero Ottomano soppresse l'arcivescovado di Ohrid e subordinò le chiese bulgare al Patriarcato ecumenico. Questa situazione continuò per un altro secolo e i bulgari divennero sempre più ostili all'essere controllati da una gerarchia di lingua greca con sede a Costantinopoli. Nel 1870, il governo ottomano creò una Chiesa bulgara indipendente, "l'Esarcato bulgaro", con l'innovativa disposizione che qualsiasi provincia con una massa critica di bulgari avrebbe potuto votare per trasferire la propria giurisdizione dal Patriarcato ecumenico all'Esarcato. Nel 1872, un concilio a Costantinopoli condannò questo modello di governo ecclesiastico basato sull'etnia definendolo "etnofiletismo". Lo stesso concilio anatemizzò i vescovi bulgari ei loro seguaci.

Non tutti riconobbero le decisioni del concilio. In particolare, le Chiese russa e romena fornirono ai bulgari il santo crisma nei decenni successivi. Nel 1945, il Patriarcato di Mosca facilitò la riconciliazione tra l'Esarcato bulgaro e il Patriarcato ecumenico, e dopo quasi tre quarti di secolo lo "scisma bulgaro" fu sanato e l'autocefalia della Bulgaria fu riconosciuta da tutti. Nel 1953 la Chiesa bulgara elesse un nuovo primate e gli conferì il titolo di patriarca, restaurando così il Patriarcato bulgaro. Le uniche Chiese che riconobbero questo nuovo status patriarcale furono Antiochia, Mosca e le altre Chiese dietro la cortina di ferro. Il Patriarcato ecumenico condannò l'azione unilaterale della Bulgaria, ma all'inizio degli anni '60 il Patriarcato ecumenico e tutte le altre Chiese hanno accettato l'elevazione della Chiesa bulgara a Patriarcato.

il principe Alexandru Ioan Cuza di Romania

Romania

L'apostolo Andrea è tradizionalmente considerato il fondatore dell'Ortodossia in Romania. Nel XIX secolo, i romeni erano divisi in varie regioni, in territori variamente controllati dagli imperi ottomano, russo e asburgico. I principati di Valacchia e Moldova passarono di mano tra ottomani e russi e per la maggior parte, fino al 1818, la Chiesa ortodossa in queste terre fu costituita da un gregge etnicamente romeno governato da vescovi greci. Dopo il 1818, i vescovi romeni divennero la norma. Nel 1850, Valacchia e Moldova furono unite sotto un unico sovrano, il principe Cuza, e divennero note come "Romania". Nel 1864 Cuza emanò una legge che dichiarava indipendente la Chiesa nei suoi domini e l'anno successivo fu eletto un primate. Questo era sostanzialmente paragonabile alla situazione in Grecia di tre decenni prima: un sovrano prevaricante che dichiarava la sua Chiesa autocefala come un modo per affermare un maggiore controllo su di essa. È da notare che sia nel caso della Grecia che della Romania, il sovrano che aveva dichiarato l'autocefalia aveva perpetrato contemporaneamente anche la confisca dei beni monastici e aveva posto pesanti restrizioni alla vita monastica. Il Patriarcato ecumenico respinse la pretesa della Romania sull'autocefalia, ma ciò fu sostanzialmente ignorato e nel 1882 il Santo Sinodo della Romania consacrò per la prima volta il santo crisma. Infine, nel 1885, il Patriarcato ecumenico accettò il fatto compiuto e concesse un Tomos d'autocefalia.

Questa è solo una parte della storia, però. Oltre alla "Romania" (vale a dire, Valacchia e Moldova), c'erano altre Chiese romene. Nel 1864, lo stesso anno in cui Cuza dichiarò l'autocefalia per la Chiesa nel suo territorio, la Chiesa ortodossa romena di Transilvania dichiarò la propria indipendenza, che era stata soppressa dagli Asburgo dal 1701. La Transilvania, che era nell'Impero asburgico, faceva parte del Patriarcato serbo di Karlovci, che a sua volta era stato ristabilito abbastanza di recente, nel 1848. Poi, nel 1873, la regione multietnica della Bucovina, anch'essa nell'Impero asburgico, si staccò dal Patriarcato ecumenico. Nel frattempo, la regione etnicamente romena della Bessarabia, che aveva fatto parte del principato ottomano di Moldova fino all'inizio del XIX secolo, passò sotto il controllo russo nel 1812. Fu governata da un esarca nominato dal Santo Sinodo della Russia per il secolo successivo.

Nel 1919, come parte di una serie di trattati del dopoguerra, lo stato romeno fu unito a Transilvania, Bessarabia e Bucovina, per formare la Grande Romania. I vescovi ortodossi romeni in tutte queste terre si unirono in un'unica Chiesa ortodossa romena ed elessero il metropolita Miron di Transilvania come loro primate. Nel 1925 il Santo Sinodo decise di elevare il metropolita Miron al rango di patriarca. A differenza dell'elevazione patriarcale bulgara del 1953, questa decisione non fu realmente osteggiata dal Patriarcato ecumenico, che, all'epoca, era in un tale stato di crisi da non essere proprio in grado di opporsi.

Dimitrije Pavlović divenne metropolita di Belgrado nel 1905. Nel 1920 fu eletto primo patriarca della Chiesa ortodossa serba unita

Serbia

Alcuni anni fa, la Chiesa serba ha celebrato l'800° anniversario della sua autocefalia, risalente a san Sava, il grande padre di una Chiesa serba indipendente. Questa chiesa fu infine elevata allo status di patriarcato (il Patriarcato di Peć), che durò fino al 1766, quando fu soppressa dall'Impero Ottomano e i suoi territori furono ceduti al Patriarcato ecumenico. Fino a quel momento, i principi vescovi del Montenegro (un insolito tipo di disposizione teocratica, con la carica che passa da zio a nipote) erano funzionalmente indipendenti, ma erano tipicamente consacrati dai vescovi del Patriarcato di Peć. Dopo la soppressione di Peć, i vescovi montenegrini assunsero il titolo di "Esarca del trono di Peć".

Alla fine del XVII secolo, l'imperatore asburgico fondò la metropolia di Karlovci, una Chiesa autocefala per tutti i cristiani ortodossi del suo impero. Questa Chiesa aveva un gregge multietnico (per lo più serbi e romeni, oltre ad alcuni greci), ma la gerarchia era dominata dai serbi. L'imperatore cattolico romano aveva un'ampia autorità, proprio come la sua controparte musulmana ottomana in relazione al Patriarcato ecumenico: l'imperatore doveva approvare tutte le nomine gerarchiche e la Chiesa era fortemente regolata dallo stato. Come con la Grecia, l'autocefalia era utilizzata dallo stato come strumento per rafforzare il controllo del governo sulla Chiesa all'interno dei suoi confini. Nel 1848, in seguito alla rivoluzione ungherese, i serbi in Ungheria tennero un'assemblea nazionale ed elevarono Karlovci allo status di patriarcato.

Il Montenegro e Karlovci erano tutt'altro che le uniche chiese serbe in quest'epoca. Nel 1830, il principe di Serbia, che era nominalmente soggetto all'impero ottomano, istituì un metropolita autonomo, con sede a Belgrado, con un metropolita e altri tre vescovi. Un anno dopo, il Patriarcato ecumenico accettò l'accordo, conservando il diritto di confermare le elezioni gerarchiche. Il metropolita di Belgrado di lingua greca si fece da parte per consentire l'elezione di un serbo nativo. Successivamente, nel 1879, il principe di Serbia e il metropolita di Belgrado chiesero formalmente e ricevettero dal Patriarcato ecumenico un Tomos d'autocefalia. Ma nel 1881 il principe ebbe una disputa con la gerarchia, destituendo il primate e sciogliendo il concilio dei vescovi. Il successivo metropolita di Belgrado dovette essere consacrato dai vescovi del Patriarcato di Karlovci, il che equivaleva a una temporanea abrogazione della nuova pretesa all'autocefalia della Serbia.

Alla fine del XIX secolo, il Patriarcato di Karlovci non era nemmeno l'unica Chiesa ortodossa serba nell'Impero asburgico. Nel 1878, gli Asburgo assunsero di fatto il controllo della Bosnia ed Erzegovina, che fino a quel momento era stata sotto l'Impero Ottomano. Ciò sollevava la questione della giurisdizione ecclesiastica, poiché il Patriarcato ecumenico continuava a rivendicare questi territori. Il Patriarcato ecumenico e l'Impero asburgico avviarono i negoziati e, infine, nel 1883, firmarono un accordo per creare quella che equivaleva a una chiesa "autonoma" della Bosnia ed Erzegovina. I vescovi di questa chiesa sarebbero stati nominati dall'imperatore (cattolico romano) asburgico, previa conferma da parte del Patriarcato ecumenico, che avrebbe anche fornito il santo crisma e avrebbe continuato ad essere commemorato liturgicamente.

Queste non sono nemmeno tutte le chiese con una grande popolazione serbo-ortodossa – non ho nemmeno menzionato luoghi come il Kosovo e Skopje. Nel 1918 i vari territori serbi si unirono politicamente, formando quella che divenne nota come Jugoslavia. Due anni dopo, le varie Chiese ortodosse del nuovo paese si unirono, formando l'odierno Patriarcato serbo. Il patriarca serbo vive a Belgrado ma detiene il titolo di "patriarca di Peć", che lo lega all'originaria Chiesa serba indipendente fondata da san Sava.

san Giona, il primo primate della Chiesa russa dopo la sua dichiarazione di autocefalia nel 1448

Russia

La Chiesa ortodossa russa è un ottimo esempio della differenza tra una Chiesa e la struttura di governo di quella Chiesa. Secondo la tradizione, l'apostolo Andrea portò per primo il cristianesimo nella terra che sarebbe diventata nota come Rus'. Ciò detto, fu solo nel X secolo che la Chiesa arrivò nella regione in una qualche scala percepibile. Notoriamente, san Vladimir, gran principe di Kiev, invitò i missionari di Costantinopoli a evangelizzare il suo popolo nel 988. Questo evento fu noto come il Battesimo della Rus' ed è il punto di origine delle Chiese ortodosse nell'odierna Russia, Ucraina e Bielorussia. La struttura originaria della nuova Chiesa era una metropolia sotto il Patriarcato ecumenico, la metropoli di Kiev. Nel XIII secolo, la città di Kiev era in declino e il suo status di città principale della Rus' fu infine superato da Mosca, sebbene il metropolita di Mosca inizialmente continuasse a usare il vecchio titolo "di Kiev". (Per anni, in realtà ci furono due metropoliti che rivendicavano il titolo "di Kiev", entrambi sotto Costantinopoli. Ma questa è una storia a sé stante.)

Le cose cambiarono nel XV secolo, quando la maggior parte dei vescovi del Patriarcato ecumenico, incluso il metropolita Isidoro di Kiev nominato dal Patriarcato ecumenico, entrarono in unione con la Chiesa cattolica romana al Concilio di Firenze. Quando Isidoro tornò a Kiev, il suo popolo lo respinse ed egli fuggì in Occidente. Nel 1448, i vescovi russi elevarono uno di loro, Giona, come loro nuovo primate. Ciò avvenne senza il consenso del Patriarcato ecumenico, che all'epoca aveva abbandonato l'Ortodossia a favore dell'Unia. L'elevazione di Giona al rango di metropolita è vista dalla Chiesa russa come il momento della sua autocefalia. Il Patriarcato ecumenico tornò all'Ortodossia al tempo della conquista ottomana nel 1453, ma la chiesa di Mosca rimase indipendente. Nel 1589, il Patriarcato ecumenico accettò finalmente questa nuova realtà, non solo riconoscendo Mosca come autocefala, ma elevando il suo primate allo status di patriarca. Nel 1591, questo fu ratificato dagli altri patriarcati di Alessandria, Antiochia e Gerusalemme.

Il nuovo Patriarcato di Mosca durò poco più di un secolo. Nel 1700 il patriarca morì e lo tsar Pietro il Grande rifiutò di consentire all'elezione di un successore. Il patriarcato fu guidato da un locum tenens fino al 1721, quando lo tsar lo abolì formalmente e lo sostituì con una struttura completamente nuova: un Santo Sinodo coordinato da un funzionario del governo laico noto come il "procuratore capo". Questo quadro era stato modellato sulle disposizioni della Chiesa luterana in Svezia e Prussia. Il nuovo sistema sinodale durò per quasi due secoli – più a lungo dell'originario patriarcato – fino alla caduta dello tsar nel 1917.

Dopo la rivoluzione di febbraio del 1917, il nuovo governo provvisorio in Russia autorizzò la convocazione di un Concilio pan-russo, che riorganizzò la Chiesa ortodossa russa e ristabilì il Patriarcato di Mosca, eleggendo san Tikhon come primo patriarca. Mentre si svolgeva il concilio, si verificò la rivoluzione d'ottobre, che portò al potere i bolscevichi. Sotto il nuovo regime comunista, la Chiesa russa fu duramente perseguitata e la normale amministrazione della chiesa fu resa impossibile. San Tikhon morì nel 1925 e fu impossibile tenere una normale elezione patriarcale. Invece, in una sorta di accordo ad hoc molto insolito, san Tikhon nominò nel suo testamento tre potenziali successori, che avrebbero potuto diventare il locum tenens se necessario. Subito dopo la morte di Tikhon, il locum tenens da lui nominato era stato egli stesso imprigionato, ma aveva stilato il proprio elenco di potenziali successori. Ciò lasciò il Patriarcato nominalmente nelle mani del metropolita Sergij Stragorodskij. Sulla carta, il Patriarcato di Mosca continuava ad esistere, ma in pratica non poteva effettivamente governare la Chiesa ortodossa in quella che ora era l'Unione Sovietica. Fondamentalmente non aveva istituzioni funzionanti. Le sue scuole teologiche erano state chiuse da tempo e non potevano verificarsi processi normali come i concili e le elezioni gerarchiche. Il metropolita Sergij si aggrappò al titolo di locum tenens per anni, ma non era un titolo che portasse molta autorità nel mondo reale.

il patriarca Sergij di Mosca, il primo primate del ricostituito Patriarcato di Mosca

Tutto è cambiato durante la seconda guerra mondiale. La guerra portò il dittatore sovietico Iosif Stalin a ristabilire il Patriarcato di Mosca. Nel 1943 permise che si tenesse una nuova elezione patriarcale, insieme all'apertura di scuole teologiche e alla stampa di materiale ecclesiastico. Il Patriarcato di Mosca rinacque e il metropolita Sergij fu eletto Patriarca. Questo, più del 1917, segna davvero l'inizio dell'attuale Patriarcato di Mosca come istituzione funzionante che governa l'intera Chiesa ortodossa russa.

Durante tutti questi cambiamenti, la Chiesa ortodossa russa non ha mai smesso di esistere, ma il governo di questa Chiesa è cambiato in modi drammatici. 988, 1448, 1589-91, 1721, 1917, 1943: tutti questi sono punti di svolta chiave, quando il governo della Chiesa russa ha cambiato la sua forma. La Chiesa russa ha avuto origine formalmente nel 988, ma l'attuale Patriarcato di Mosca è nato proprio nel 1943.

Gerusalemme

Il Patriarcato di Gerusalemme viene talvolta chiamato la "madre delle Chiese", e questo ha senso: fu, ovviamente, a Gerusalemme che lo Spirito Santo discese il giorno di Pentecoste, e fu da Gerusalemme che gli Apostoli diffusero il Vangelo in tutto il mondo. Ma la città di Gerusalemme fu rasa al suolo dall'esercito romano in seguito alla rivolta del 70 d.C. e alla ribellione di Bar Kochba negli anni '30, e i romani costruirono in cima alle rovine una nuova città, nota come Aelia Capitolina. Sebbene la città continuasse ad avere una presenza cristiana con un vescovo locale, questa era ormai una sede molto minore. Col tempo la chiesa di Aelia Capitolina divenne subordinata al metropolita di Cesarea, che era la città maggiore della Palestina.

Nel IV secolo, dopo che san Costantino il Grande divenne seguace di Cristo, sua madre sant'Elena si recò ad Aelia e trovò la vera Croce. Finanziò la costruzione di chiese e Gerusalemme rinacque come una nuova città di pellegrinaggio cristiano. Il canone 7 del primo Concilio ecumenico ha dato particolare onore alla città, pur conservando i privilegi del metropolita di Palestina, la cui sede era Cesarea: "In quanto è prevalsa un'usanza, e un'antica tradizione, il vescovo di Aelia [Gerusalemme] sia onorato e segua in onore il metropolita [di Cesarea] che ha preservato la propria dignità".

Ciò creò una sorta di accordo imbarazzante, con il vescovo di Gerusalemme che ricopriva una posizione d'onore molto alta senza effettiva autorità – nella sua regione esercitavano la massima autorità i vescovi di Cesarea e d'Antiochia. Ciò persistette fino al 451, quando il quarto Concilio ecumenico emanò un decreto che stabiliva la giurisdizione sia d'Antiochia che di Gerusalemme, e Gerusalemme come primaria nella propria regione: "... il santissimo vescovo Massimo, o piuttosto la santissima Chiesa d'Antiochia, avrà sotto la propria giurisdizione le due Fenici e l'Arabia; ma il santissimo Giovenale, vescovo di Gerusalemme, o meglio la santissima Chiesa che è sotto di lui, avrà sotto il proprio potere le tre Palestine, essendo abolita tutta la pragmatica imperiale, le lettere e le pene secondo l'ordine del nostro santissimo e pio principe". Un altro secolo dopo, al tempo dell'imperatore Giustiniano, il titolo di "Patriarca" venne applicato ai vescovi delle quattro grandi città romane: Roma, Costantinopoli, Alessandria e Antiochia, così come l'onoratissima Gerusalemme. L'importanza di queste cinque sedi divenne nota come la "pentarchia" – il "governo dei cinque".

Le fortune di Gerusalemme diminuirono nel millennio successivo. La Terra Santa era forse il luogo più conteso al mondo, conteso tra romani, arabi, crociati e turchi. Dalla sconfitta dei crociati a Gerusalemme fino al 1534, tutti i patriarchi di Gerusalemme furono eletti tra gli ortodossi indigeni di lingua araba. In quell'anno, un greco etnico, Ghermanos, divenne patriarca. Ricoprì la carica per tre decenni e nel tempo sostituì gradualmente i vescovi indigeni con compagni greci. Formò la Confraternita del santo Sepolcro, una comunità monastica di soli greci. I membri del Santo Sinodo di Gerusalemme erano – e sono – tratti esclusivamente dai membri della Confraternita. Così la Confraternita venne a funzionare come una sorta di chiesa nella chiesa per Gerusalemme, con la sua appartenenza ristretta ai greci e l'esclusione dei fedeli ortodossi indigeni di lingua araba. Questo rimane vero fino a oggi.

Dalla caduta dell'Impero bizantino fino al XVII secolo, era consuetudine che il patriarca di Gerusalemme nominasse il proprio successore, di solito nominando come erede prescelto il metropolita di Cesarea. Questa pratica continuò per un certo periodo dopo il 1534, ma le cose cambiarono nel 1669, quando il Santo Sinodo di Costantinopoli intervenne per eleggere un nuovo patriarca di Gerusalemme. Questo segnò l'inizio di una nuova era per il Patriarcato di Gerusalemme, in cui i Patriarchi successivi furono scelti dal patriarcato ecumenico. Nonostante il loro titolo, i patriarchi di Gerusalemme vivevano tutto l'anno a Costantinopoli, governando la loro Chiesa da lontano. A tutti gli effetti, Gerusalemme era ora una Chiesa autonoma sotto Costantinopoli .

Nel 1845, il Santo Sinodo fece il passo importante di eleggere ancora una volta il proprio patriarca, senza il coinvolgimento del Patriarcato ecumenico. Col tempo quel patriarca, Kyrillos II, trasferì la residenza patriarcale a Gerusalemme. Così l'odierno Patriarcato di Gerusalemme può essere ragionevolmente datato all'elezione di Kyrillos nel 1845, nonostante la grande antichità della Chiesa di Gerusalemme.

il patriarca Meletios II d'Antiochia (1899-1906)

Antiochia

Come Gerusalemme, la Chiesa d'Antiochia ha un posto di rilievo nel Libro degli Atti. Il suo primo vescovo fu l'apostolo Pietro, e fu una delle grandi città dell'Impero Romano. Quando il sistema "metropolitano" emerse nei primi secoli della Chiesa – con i vescovi delle principali città che presiedevano sinodi di vescovi regionali regolarmente convocati – Antiochia era una sede di spicco. Il Canone 6 del primo Concilio ecumenico confermava l'antica preminenza d'Antiochia, insieme a quella di Roma e d'Alessandria: "Prevalgano le antiche usanze in voga in Egitto e in Libia e in Pentapoli, per consentire al vescovo d'Alessandria di avere autorità su tutto da queste parti, poiché questo è anche il trattamento abitualmente riservato al vescovo di Roma. Parimenti con riferimento ad Antiochia, e in altre province, si conservi l'anzianità delle Chiese..." Ciò fu ulteriormente chiarito nel Canone 2 del secondo Concilio ecumenico.

Antiochia come sede della pentarchia emerse nei secoli a venire, ma col tempo, poiché la regione fu conquistata da un susseguirsi di invasori, le fortune d'Antiochia diminuirono. Per lunghi periodi i patriarchi d'Antiochia vissero a Costantinopoli. Un esempio famoso fu Theodoros Balsamon, che è famoso come canonista ma fu eletto patriarca d'Antiochia nonostante non avesse mai messo piede in Siria. La stessa antica città d'Antiochia continuò a decadere e nel XIV secolo l'attuale sede del Patriarcato fu trasferita a Damasco, unendo di fatto le sedi d'Antiochia e Damasco. La città d'Antiochia è ora chiamata Antakya e si trova nell'odierna Turchia. È un fatto un po' poco noto che il Patriarcato d'Antiochia continua ad avere giurisdizione su un territorio in Turchia, inclusa Antakya.

Dal 1250 fino all'inizio del XVI secolo, l'Impero mamelucco governò la Siria e l'Egitto. Ciò terminò con la conquista ottomana di queste regioni nel 1516-17, che portò per la prima volta in circa nove secoli i quattro membri rimanenti della Pentarchia (meno Roma, ovviamente) sotto un'unica autorità civile. Antiochia sentì presto gli effetti di questa nuova realtà. Nel 1543, il patriarca Doroteo III d'Antiochia fu deposto da un sinodo presieduto dai patriarchi di Costantinopoli, Alessandria e Gerusalemme. Nel XVIII secolo, il Patriarcato d'Antiochia divenne un campo di battaglia tra l'Ortodossia e le forze dell'uniatismo, che cercarono di porre Antiochia sotto il controllo del papa di Roma. Nel 1724 morì il patriarca Athanasios Dabbas e il popolo di Damasco elesse un patriarca filo-uniate come suo successore. Il Santo Sinodo d'Antiochia lo respinse. Il candidato alternativo è il diacono del patriarca Atanasio, Silvestro, che aveva un piede sia nel mondo greco che in quello siriano: era nato a Cipro e viveva come monaco sul monte Athos, ma sua madre era siriana e parlava arabo. Grazie all'intervento del Patriarcato ecumenico, Silvestro divenne patriarca d'Antiochia. Silvestro fu patriarca per ben quarantadue anni e durante il suo regno crebbe l'influenza greca nel Patriarcato d'Antiochia. Dopo Silvestro, il Patriarcato fu controllato dall'etnia greca fino alla fine del XIX secolo. Questo periodo è noto agli antiocheni come la "cattività greca d'Antiochia" e divenne fonte di immensa frustrazione per i siriani indigeni, ma all'inizio poteva essere ragionevolmente visto come un ultimo disperato tentativo di salvare Antiochia dall'eresia.

Il Patriarcato d'Antiochia fu sotto un controllo etnicamente greco dal 1724 fino alla fine del XIX secolo. Nel XIX secolo, il Patriarcato passò sotto il controllo della Confraternita del santo Sepolcro di Gerusalemme. Durante questo periodo, i patriarchi d'Antiochia furono tutti membri della Confraternita. Con il passare del XIX secolo, i siriani indigeni si irritarono sotto il dominio di quelli che consideravano intrusi greci. Nel 1898, i vescovi siriani d'Antiochia, che costituivano la maggioranza del Santo Sinodo, deposero il loro patriarca greco e l'anno successivo elessero Meletios Doumani come nuovo patriarca, il nativo primo siriano a dirigere la sede d'Antiochia in 175 anni. Elezione del patriarca Meletios nel 1899 può essere ragionevolmente visto come l'inizio della moderna struttura di governo del Patriarcato d'Antiochia.

Ancora nel XVII secolo Antiochia consacrava il proprio santo crisma, ma negli ultimi secoli, insieme a Gerusalemme e Alessandria, ha ricevuto il santo crisma dal Patriarcato ecumenico.

il patriarca Photios d'Alessandria (1900-1925)

Alessandria

Secondo la tradizione, la sede d'Alessandria fu fondata dall'apostolo ed evangelista Marco. Insieme a Roma e ad Antiochia, fu una delle principali sedi del cristianesimo nei primi secoli della Chiesa, e il suo status elevato fu confermato nel Canone 6 del primo Concilio ecumenico e nel Canone 2 del secondo (sopra citato). La Chiesa alessandrina fu dilaniata dallo scisma monofisita e nel tempo il suo territorio fu conquistato dagli invasori arabi. Come la Siria, l'Egitto fu governato dai mamelucchi fino al XVI secolo, quando fu conquistato dagli ottomani. A questo punto, la Chiesa d'Alessandria si era ridotta a una debole ombra del suo antico splendore. Per secoli, nonostante fosse chiamato patriarcato, fu effettivamente un'unica diocesi con un vescovo ordinario (il patriarca) e pochi vescovi titolari, i quali erano tutti di lingua greca e governavano un gregge di lingua araba.

La situazione alessandrina ricorda quella di Gerusalemme: il patriarca venne a vivere a Costantinopoli e il Patriarcato ecumenico intervenne regolarmente negli affari interni d'Alessandria. Nel 1825, il Patriarcato ecumenico depose il patriarca Theophilos II d'Alessandria. Nel 1845, mentre Gerusalemme riaffermava la sua indipendenza da Costantinopoli, il trono alessandrino divenne vacante e il Santo Sinodo del Patriarcato ecumenico tentò di eleggere un nuovo patriarca. Questa volta, il gregge egiziano locale protestò, portando a una battaglia di due anni culminata con l'organizzazione da parte del governo egiziano di un'elezione patriarcale locale e, in modo critico, il trasferimento della residenza patriarcale in Egitto. Negli anni '60 del XIX secolo, Alessandria istituì il suo primo Santo Sinodo nella storia moderna. Nonostante ciò, il Patriarcato ecumenico continuò a intervenire nelle elezioni patriarcali alessandrine e nel 1889 l'intero episcopato d'Alessandria si era ridotto a un solo uomo: lo stesso patriarca, che aveva questo titolo, ma a tutti gli effetti era sostanzialmente una sorta di vescovo diocesano autonomo.

All'inizio del XX secolo (29 dicembre 1899 nel calendario giuliano, 10 gennaio 1900 nel gregoriano), Alessandria elesse Photios Peroglou come suo nuovo patriarca. Photios si accinse rapidamente a garantire l'indipendenza d'Alessandria: ristabilì le vecchie diocesi alessandrine, consacrò nuovi vescovi e si assicurò che il Patriarcato non fosse più soggetto a interventi esterni. Sotto il successore di Photios, il patriarca Meletios Metaxakis (che in precedenza era stato patriarca ecumenico), Alessandria iniziò ad espandere la sua giurisdizione oltre il suo territorio tradizionale, rivendicando il titolo di "tutta l'Africa".

Sebbene Alessandria continui a ricevere il santo crisma da Costantinopoli, ora ha dozzine di vescovi, un Santo Sinodo pienamente funzionante e la capacità di gestire i propri affari interni. Questo è molto lontano dalla situazione fino al XIX secolo. Così la vera nascita del moderno Patriarcato d'Alessandria può essere datata qualche tempo dopo l'elezione di Photios nel 1899/1900.

Costantinopoli

Il Patriarcato ecumenico considera il suo fondatore e patrono l'apostolo Andrea, che, si dice, insediò san Stachys come primo vescovo di Bisanzio nel I secolo. Nei primi secoli della Chiesa, i vescovi di Bisanzio erano soggetti al metropolita di Eraclea. Sotto san Costantino il Grande, la città relativamente minore di Bisanzio fu trasformata in Costantinopoli – Nuova Roma, la capitale dell'Impero Romano. In risposta a questa nuova realtà, il Canone 3 del secondo Concilio Ecumenico (381) dichiarava: "il vescovo di Costantinopoli, però, abbia le priorità d'onore dopo il vescovo di Roma, perché è la Nuova Roma". Poi, nel 451, il quarto Concilio ecumenico produsse il famoso e controverso Canone 28 di Calcedonia, che ampliò l'autorità del vescovo di Costantinopoli sulla base della logica "che la città che è sede di un impero e di un senato, ed è uguale all'antica Roma imperiale per quanto riguarda altri privilegi e priorità, dovrebbe essere magnificata anche rispetto agli affari ecclesiastici, poiché viene dopo di lei, o poiché è seconda a lei". Questo canone subordinava i metropoliti del Ponto, dell'Asia e della Tracia (ma non i vescovi diocesani in queste province) al vescovo di Costantinopoli. Il canone attribuiva anche a Costantinopoli la responsabilità sui "vescovi delle suddette diocesi che sono situate in terre barbare".

È chiaro, quindi, che nel 381 e certamente nel 451, l'istituzione che sarebbe diventata nota come Patriarcato di Costantinopoli occupava una posizione estremamente elevata nel mondo cristiano. Il ruolo di questa istituzione si è evoluto nel tempo. Alla fine, il patriarca di Costantinopoli iniziò a usare il titolo di "patriarca ecumenico". In vari momenti il Patriarcato cadde nell'eresia (diverse eresie cristologiche, iconoclastia e uniatismo), ma, prima o poi, gli ortodossi ne recuperarono ogni volta il controllo. A cavallo del secondo millennio emerge il modello di un "sinodo endemico" (endemousa synodos): un raduno di vescovi che si trovavano per caso a Costantinopoli in un dato momento, per affrontare le situazioni che si presentavano. Nel 1440, il Patriarcato si arrese alla Chiesa cattolica romana, ma al momento della conquista ottomana di Costantinopoli nel 1453, tornò all'Ortodossia. Il primo patriarca ecumenico dopo la conquista fu Gennadios Scholarios, amico di san Marco di Efeso e fermo oppositore dell'unia.

l'imperatore ottomano Mehmet II e il patriarca Gennadios di Costantinopoli

Questo momento, il 1453, segna l'inizio di una nuova era nel Patriarcato ecumenico. Per tutto il XX secolo è stato frequente sentire che dopo il 1453 il patriarca ecumenico è diventato, non solo il capo degli ortodossi nel Patriarcato di Costantinopoli, ma il capo ("milletbasi") del "Rum millet", che comprendeva tutti i cristiani ortodossi nell'Impero Ottomano, compresi quelli sotto altre Chiese autocefale. Questa storia è stata alquanto sfatata negli ultimi anni: la situazione era infatti molto più complessa e fluida, e il modello e la terminologia Rum millet/milletbasi sono emersi nel tempo, senza prendere la propria forma definitiva fino al XVIII secolo.

Prima di tutto, c'era un'immensa quantità di instabilità durante il periodo ottomano: l'ufficio patriarcale era effettivamente venduto all'asta dal governo ottomano al miglior offerente e il patriarca e altri vescovi funzionavano come esattori delle tasse per i loro signori ottomani. Il ribaltamento della carica di patriarca ecumenico è quasi insondabile: dalla conquista ottomana nel 1453 fino alla fine della prima guerra mondiale nel 1918 (che segnò la fine de facto del dominio ottomano, anche se la carica di sultano fu abolita solo nel 1922), il titolo patriarcale è passato di mano 166 volte, una media di soli 2,8 anni per mandato patriarcale. Molti patriarchi hanno ricoperto la carica in più occasioni; per esempio, Kyrillos Loukaris fu patriarca per sei volte tra il 1620 e il 1638 (più un altro termine come locum tenens nel 1612). Il sultano aveva il potere di rimuovere i patriarchi a piacimento,

Nel 1741 furono introdotte riforme nel Patriarcato ecumenico, che finì per essere governato da un sinodo di metropoliti anziani. Questo sistema fu noto come "gherontismo" e rimase in vigore per più di un secolo, fino a quando fu sostituito durante il periodo delle riforme Tanzimat dopo la guerra di Crimea negli anni '50 del XIX secolo. Ciò inaugurò una nuova era per il Patriarcato, che ora sarebbe stato governato in parte da un concilio misto che includeva rappresentanti del clero e dei laici. Lungi dall'essere un segno d'antichità, la struttura di governo del Patriarcato ecumenico è cambiata in modo drammatico nel tempo.

Alla fine della prima guerra mondiale, una coalizione alleata guidata da inglesi e francesi occupò Costantinopoli. Dal 1918 al 1921 il trono patriarcale fu vacante e il Patriarcato fu guidato da un locum tenens. Quest'uomo morì nel 1921 e finalmente si tenne una nuova elezione. Sessantotto metropoliti potevano votare, ma solo tredici di loro erano presenti alle elezioni. Altri cinque votarono per delega. Meletios Metaxakis, l'ex metropolita di Atene in esilio, fu eletto con sedici voti su diciotto.

Meletios Metaxakis: primate, in tempi diversi, di Costantinopoli, Alessandria e Grecia

Nel breve mandato di Meletios – meno di due anni – l'identità stessa del Patriarcato ecumenico cambiò in modo fondamentale. L'Impero Ottomano fu formalmente abolito, sostituito dalla Repubblica laica di Turchia e, con questo cambiamento, anche l'autocomprensione del Patriarcato ecumenico come rappresentanza civile del Rum millet nell'Impero Ottomano fu spazzata via. La guerra greco-turca si concluse con una catastrofe per i greci, portando all'incendio della città in gran parte greca di Smirne e al massacro di migliaia di cristiani ortodossi. In modo più traumatico, il Trattato di Losanna, che pose fine alla guerra greco-turca, impose uno "scambio di popolazioni" tra Grecia e Turchia. Milioni di cristiani ortodossi furono deportati con la forza dalla loro antica patria in Asia Minore e reinsediati in Grecia.

In queste circostanze difficili, il Patriarcato reinventò se stesso. Il patriarca Meletios era un uomo creativo e ambizioso e formulò una nuova interpretazione del Canone 28 di Calcedonia. Come discusso sopra, il canone 28 attribuiva a Costantinopoli la responsabilità di ordinare i metropoliti (ma non gli altri vescovi) delle province romane del Ponto, dell'Asia e della Tracia, nonché "i vescovi delle suddette diocesi che sono situate in terre barbare". Di fronte alla perdita di quasi tutto il gregge del Patriarcato ecumenico, Meletios compì un'acrobazia nel reinterpretate il Canone 28, essenzialmente ignorando le parole "delle suddette diocesi" e affermando che la frase "terre barbare" significava che il Patriarcato ecumenico ha giurisdizione su tutti i territori ovunque si trovino sulla terra che non fanno già parte di un'altra Chiesa ortodossa. In un colpo, Meletios tentò di espandere il territorio canonico del Patriarcato ecumenico in rapida contrazione per comprendere l'intero emisfero occidentale, nonché l'Australia e gran parte dell'Asia, tra gli altri luoghi. Se il Patriarcato non poteva più essere il capo di tutti gli ortodossi nell'Impero Ottomano, sarebbe diventato ora un'istituzione transnazionale, l'organo di coordinamento dell'Ortodossia globale.

Nel luglio 1923, il mese dopo che Meletios aveva ospitato un Congresso pan-ortodosso che ha approvato il Nuovo Calendario, e alcuni giorni dopo aver ricevuto le Chiese di Finlandia ed Estonia (ex parte della Chiesa russa) nella giurisdizione del Patriarcato ecumenico, Meletios fuggì dalla Turchia a bordo un piroscafo britannico. In ottobre fu creata la Repubblica di Turchia. Il 2 ottobre 1923, proprio mentre avveniva l'evacuazione alleata di Costantinopoli, il Santo Sinodo del Patriarcato ecumenico si riuniva al Fanar (la sede del Patriarcato ecumenico). Papa Efthim, leader della "Chiesa ortodossa turca" scismatica, fece irruzione nella stanza con una guardia della polizia turca. Ordinò al Santo Sinodo di dichiarare la deposizione del patriarca Meletios entro dieci minuti. Il Santo Sinodo ha rispettato. Poi la polizia turca espulse sei degli otto membri del Santo Sinodo, insieme al locum tenens, dall'edificio (tutti i vescovi espulsi avevano sedi al di fuori della Turchia). Papa Efthim sostituì quindi i sette vescovi espulsi con i suoi stessi partigiani. In quel momento, sembrava che il Patriarcato ecumenico o non esistesse più, o fosse stato appena occupato da un colpo di stato. Meletios, che era in Grecia, alla fine accettò di non poter rimanere patriarca, ma retrodatò le sue dimissioni nel tentativo di minare le azioni di papa Efthim.

Nel novembre 1923, il Santo Sinodo di Costantinopoli elesse come successivo patriarca Grigorios VII. Questi regnò per soli undici mesi prima di morire di infarto. Il principale contendente a sostituirlo era il metropolita Konstantinos di Derkos. Questo era un problema, perché Konstantinos si era trasferito a Istanbul solo nel 1921 e il Trattato di Losanna prevedeva che gli unici greci esenti dalla deportazione fossero quelli che risiedevano a Istanbul da prima dell'ottobre 1918. Konstantinos, quindi, era "non esente", soggetto a espulsione. I turchi arrestarono brevemente Konstantinos e altri due candidati e il console greco a Istanbul pregò il Santo Sinodo di posticipare le elezioni. Ma i membri del Sinodo si rifiutarono e il giorno successivo Konstantinos fu eletto patriarca ecumenico. I turchi insistettero sul fatto che Konstantinos sarebbe stato comunque deportato.

il patriarca ecumenico Konstantinos VI

Era stata istituita una "commissione mista" internazionale per sovrintendere all'attuazione del Trattato di Losanna e i rappresentanti greci cercarono di appellarsi a questa commissione a nome del Patriarca. Ma le mani della commissione erano legate: le disposizioni sulla deportazione del Trattato di Losanna non facevano eccezioni per i leader ecclesiastici, quindi il Patriarca doveva essere trattato non diversamente da qualsiasi altro greco. Intorno alla mezzanotte del 30 gennaio 1925, il governo turco con sede ad Ankara inviò un telegramma cifrato a Istanbul, ordinando l'espulsione del patriarca Konstantinos dal paese. Alle 6:30 del mattino, il patriarca fu affrontato dal vicedirettore della polizia, che lo condusse in una stazione ferroviaria e lo caricò su un treno per la Grecia. Circolavano voci secondo cui altri vescovi ortodossi sarebbero stati deportati nei giorni seguenti.

Konstantinos era patriarca ecumenico da circa due mesi quando fu deportato e non era affatto chiaro se la Turchia avrebbe consentito l'elezione di un nuovo patriarca. L'arcivescovo di Atene si indignò – affermò che l'espulsione del patriarca era stata "molto più grave persino dell'impiccagione del patriarca Gregorio V nel 1821, perché il suo scopo non fu solo quello di terrorizzare i greci, ma di realizzare un piano per sradicare il Patriarcato". I turchi, i greci e i restanti membri del Santo Sinodo a Istanbul stavano negoziando i passi successivi, ma poi il patriarca in esilio Konstantinos mise i bastoni tra le ruote a marzo quando si rifiutò di abdicare. Sia Konstantinos che il suo predecessore Meletios, insieme a un numero considerevole di metropoliti, proposero di trasferire il Patriarcato sul Monte Athos e di nominare un arcivescovo al Fanar di Istanbul.

Ma, controintuitivamente, i turchi non erano del tutto decisi a espellere il Patriarcato stesso. L'ambasciatore britannico in Turchia spiegò: "Ci si è resi conto che la sua permanenza qui potrebbe fornire alla politica turca alcune leve che potrebbero andare perse se l'istituzione fosse completamente soppressa. L'attuale intenzione di Angora [Ankara] è, quindi, di mantenere il Patriarcato qui, ma in uno stato così ridotto che sarebbe una presa in giro di se stesso e uno strumento pronto nelle mani dei turchi". Questa è la posizione turca che alla fine ha vinto e il Patriarcato ecumenico è rimasto a Istanbul fino ad oggi. Per decreto turco, i candidati a patriarca devono essere cittadini della Turchia e il governatore turco di Istanbul ha il diritto di porre il veto a qualsiasi candidato per qualsiasi motivo.

Il periodo dal 1922 al 1925, quindi, rappresenta un importante punto di svolta nella storia del Patriarcato ecumenico. Nel 1925, l'istituzione del Patriarcato era praticamente irriconoscibile rispetto alla sua manifestazione prima della prima guerra mondiale. La figura di ponte qui è Meletios Metaxakis: il patriarca dell'occupazione alleata, l'ultimo patriarca ottomano e il primo patriarca turco, l'ultimo patriarca a supervisionare un gregge indigeno e l'ideatore della moderna identità transnazionale del Patriarcato ecumenico.

* * *

il patriarca Kyrillos II di Gerusalemme, il primo patriarca di Gerusalemme dopo il ripristino della sua indipendenza da Costantinopoli nel 1845

Ecco, quindi, una cronologia di quando le quattordici chiese autocefale universalmente riconosciute sono nate nella loro forma moderna:

1845 Gerusalemme

1850 Grecia

1899 Antiochia

1900 Alessandria

1919 Romania

1920 Serbia

1922-25 Costantinopoli

1924 Polonia

1943 Mosca e Georgia

1945 Bulgaria

1951 Terre Ceche e Slovacchia

1992 Albania

Dopo il 2006 Cipro

Mi rendo conto che questo potrebbe sembrare assurdo, o anche forse offensivo, per alcuni. Come posso dire che nessuna delle Chiese ortodosse del mondo è esistita prima del 1845? Come posso affermare che il Patriarcato ecumenico ha appena un secolo di vita? Qui è importante precisare la distinzione, in primo luogo, tra una Chiesa e la struttura di governo di quella Chiesa. Come ho detto sopra parlando della Russia, è ovviamente vero che la Chiesa ortodossa russa ha un millennio di vita, ma è altrettanto ovvio che il Patriarcato di Mosca nella sua forma attuale è nato nel settembre del 1943, con il permesso di Iosif Stalin. Nominalmente, certo, si può far risalire la sua data di inizio al 1917, ma come istituzione, è abbastanza chiaro che nel 1943 è stata raggiunta la forma attuale. Prima del 1917, la struttura di governo della Chiesa ortodossa russa era radicalmente diversa: nessun patriarca, un Santo Sinodo senza un primate e un procuratore nominato dal governo che esercitava una notevole autorità.

Possiamo fare lo stesso tipo di analisi nei confronti del Patriarcato ecumenico. L'istituzione cambiò molto chiaramente in modo massiccio dopo la conquista ottomana nel 1453, e cambiò anche in modo significativo in altri momenti, come il 1741 (l'istituzione del "gherontismo") e l'era delle Tanzimat del 1850 (con l'avvento del concilio misto). Questi non sono piccoli cambiamenti, aggiustamenti intorno ai bordi – sono terremoti ecclesiastici. Gli anni '20 furono un terremoto ancora più grande, tanto che il Patriarcato ecumenico prima di Meletios e quello dopo di lui hanno pochissime somiglianze tra loro. Il nome è lo stesso, ma l'istituzione no.

Cosa significa questo per noi oggi? Significa che, per molti aspetti, siamo una Chiesa che soffre d'amnesia. Ricordiamo i concili di Nicea e di Calcedonia come se fossero successi ieri, ma abbiamo pochissima comprensione del XIX e del XX secolo, come un uomo di mezza età che ricorda la sua infanzia ma niente dopo essere diventato un adolescente. Ci siamo risvegliati da uno stato di stupore per ritrovarci in una realtà sconosciuta e profondamente angosciante, e senza capire come siamo arrivati qui, non riusciamo nemmeno a comprendere noi stessi, i sentimenti e le lotte che sperimentiamo, tanto meno a discernere una qualsiasi via da seguire. Come Chiesa, dobbiamo venire a patti con la cruda, dolorosa e talvolta imbarazzante realtà del nostro recente passato se mai vogliamo sperare di trovare soluzioni alle nostre crisi attuali e di tracciare una rotta per il futuro.

 
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Fidanzamento e santo Matrimonio

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RITO DEL FIDANZAMENTO

S. si reca alla porta della chiesa per accogliere i fidanzati, li benedice e consegna loro dei ceri accesi. Poi dopo averli fatti entrare nella chiesa, li incensa in forma di croce.

[D.] Benedici, presule.

S. Benedetto il nostro Dio, in ogni tempo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

C. Amen.

[Д.] Благослови, владыко.

С. Благословен Бог наш всегда, ныне и присно и во веки веков.

Х. Аминь.

[D.] Binecuvintează, stăpîne.

P. Binecuvîntat este Dumnezeul nostru, totdeauna, acum şi pururea şi în vecii vecilor.

C. Amin.

 

GRANDE COLLETTA

D. In pace preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per la pace dall'alto e per la salvezza delle nostre anime preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per la pace del mondo intero, per la prosperità delle sante Chiese di Dio e per l'unione di tutto preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per questo santo tempio e per quelli che vi entrano con fede, pietà e timor di Dio, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per il gran presule e padre nostro santissimo Patriarca (...), e per il presule nostro eminentissimo Metropolita (o Arcivescovo, o sacratissimo Vescovo) (...), per l'insigne presbiterio, per il diaconato in Cristo, per tutto il clero e il popolo preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per il nostro paese custodito da Dio, per i suoi governanti e l'esercito preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per il servo di Dio (...), e la serva di Dio (...), che si fidanzano ora l'uno all'altra, e per la loro salvezza, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Perché siano loro accordati dei figli per la continuazione della loro famiglia, e tutto quello che chiedono per la loro salvezza, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Perché sia loro inviato l'amore perfetto, la pace e il soccorso, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Perché siano conservati nella concordia e in una incrollabile fedeltà, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Perché siano benedetti in una vita irreprensibile, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Perché il Signore nostro Dio doni loro la un matrimonio onorato e una vita senza macchia, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Perché siano liberati, così come noi, da ogni afflizione, collera e necessità, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Soccorrici, salvaci, abbi misericordia di noi, e custodiscici, o Dio, con la tua grazia.

C. Kyrie eleison.

D. Facendo memoria della tuttasanta, purissima, più che benedetta, gloriosa Sovrana nostra Madre-di-Dio e semprevergine Maria insieme con tutti i santi, affidiamo noi stessi, e gli uni gli altri, e tutta la nostra vita a Cristo Dio.

C. A te, Signore.

S. Poiché a te si addice ogni gloria, onore e adorazione, al Padre, e al Figlio e al santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

C. Amen.

Д. Миром Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О свышнем мире и спасении душ наших Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О мире всего мира, благостоянии святых Божиих церквей и соединении всех Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О святем храме сем и с верою, благоговением и страхом Божиим входящих в онь Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О Великом Господине и Отце нашем Святейшем Патриарсе (...), и о Господине нашем высокопреосвященнейшем митрополите (или архиепископе или преосвященнейшем епископе) (...), чеснтем пресвитерстве, во Христе диаконстве, о всем причте и людех, Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О Богохранимей стране нашей, властех и воинстве ея, Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О рабе Божии, имярек, и рабе Божией, имярек, ныне обручающихся друг другу, и о спасении их, Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О еже податися им чадом в приятие рода, и всем яже ко спасению прошением, Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О еже низпослатися им любви совершенней, мирней, и помощи, Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О еже сохранитися им в единомыслии и твердей вере, Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О еже благословитися им в непорочном жительстве, Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. Яко да Господь Бог наш дарует им брак честен, и ложе нескверное, Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О еже избавитися имже и нам от всякия скорби, гнева и нужды, Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. Заступи, спаси, помилуй и сохрани нас, Боже, Твоею благодатию.

Х. Господи, помилуй.

Д. Пресвятую, пречистую, преблагословенную, славную Владычицу нашу Богородицу и Приснодеву Марию, со всеми святыми помянувше, сами себе и друг друга и весь живот наш Христу Богу предадим.

Х. Тебе, Господи.

С. Яко подобает Тебе всякая слава, честь и поклонение, Отцу и Сыну, и Святому Духу, ныне и присно и во веки веков.

Х. Аминь.

D. Cu pace, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Pentru pacea de sus şi pentru mîntuirea sufletelor noastre, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Pentru pacea a toată lumea, pentru bunăstarea sfintelor lui Dumnezeu Biserici şi pentru unirea tuturor, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Pentru sfîntă biserica aceasta şi pentru cei ce cu credinţă, cu evlavie şi cu frică de Dumnezeu intră într-însa, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Pentru Marele Domn şi Părintele nostru Prea Fericitul Patriarhul ..., şi pentru Domnul nostru Înalt-Prea Sfinţitul Mitropolitul (sau Arhiepiscopul sau Prea Sfinţitul Episcopul) ..., pentru cinstita preoţime şi întru Hristos diaconime şi pentru tot clerul şi poporul, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Pentru de Dumnezeu păzită ţara noastră, stăpînirea şi oastea ei, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Pentru robii lui Dumnezeu (...) şi (...), care acum se logodesc unul cu altul, şi pentru mîntuirea lor, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Pentru ca să li se dea lor fii spre moştenirea neamului şi toate cererile cele către mîntuire, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Pentru ca să li se trimită lor dragoste desăvîrşită, paşnică şi ajutor, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Pentru ca să fie ei binecuvîntaţi în deplină înţelegere şi în credinţă tare, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Pentru ca să fie păziţi ei în viaţă şi petrecere fără prihană, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Pentru ca Domnul Dumnezeul nostru să le dăruiască lor nuntă cinstită şi viaţă neîntinată, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Pentru ca să fie izbăviţi ei şi noi de tot necazul, mînia şi nevoia, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Apără, mîntuieşte, miluieşte şi ne păzeşte pe noi Dumnezeule, cu harul Tău.

C. Doamne miluieşte.

D. Pe Preasfînta, curata, preabinecuvîntata, mărita stăpîna noastră, de Dumnezeu Născătoarea şi pururea Fecioara Maria, cu toţi sfinţii pomenindu-o, pe noi înşine şi unii pe alţii şi toată viaţa noastră lui Hristos Dumnezeu să o dăm.

C. Ţie Doamne.

P. Că Ţie se cuvine toată slava, cinstea şi închinăciunea, Tatălui şi Fiului şi Sfîntului Duh, acum şi pururea şi în vecii vecilor.

C. Amin.

 

S. Dio eterno, tu riunisci nell'unità ciò che è separato e rendi indistruttibile il legame dell'amore: tu hai benedetto Isacco e Rebecca e li hai designati come eredi della tua promessa; tu stesso ora benedici i tuoi servi (...) e (...), dirigendoli in ogni sorta di buone azioni. Poiché tu sei Dio misericordioso e amico degli uomini, e a te innalziamo la gloria, al Padre, al Figlio e al santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.

C. Amen.

S. Pace a tutti.

C. E allo spirito tuo.

D. Inchiniamo il nostro capo al Signore.

C. A te, Signore.

S. Signore nostro Dio che tra le nazioni ti sei scelto per sposa la pura vergine che è la Chiesa, benedici questo fidanzamento, unisci e conserva questi tuoi servitori nella pace e nella concordia.

Poiché a te si addice ogni gloria, onore e adorazione, al Padre, e al Figlio e al santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

C. Amen.

С. Боже вечный, разстоящаяся собравый в соединение, и союз любве положивый им неразрушимый: благословивый Исаака и Ревекку, и наследники я Твоего обетования показавый: Сам благослови и рабы Твоя сия, имярек и имярек, наставляя я на всякое дело благое.

Яко милостивый и человеколюбец Бог еси, и Тебе славу возсылаем, Отцу, и Сыну, и Святому Духу, ныне и присно, и во веки веков.

Х. Аминь.

С. Мир всем.

Х. И духови твоему.

Д. Главы наша Господеви приклоним.

Х. Тебе, Господи.

С. Господи Боже наш, от язык предобручивый Церковь деву чистую, благослови обручение сие, и соедини, и сохрани рабы Твоя сия в мире и единомыслии.

Тебе бо подобает всякая слава, честь и поклонение, Отцу, и Сыну, и Святому Духу, ныне и присно, и во веки веков.

Х. Аминь.

P. Dumnezeule cel veşnic, Care pe cele despărţite le aduni întru unire şi ai pus dragostea legătură neîntreruptă; Cel ce ai binecuvîntat pe Isaac şi pe Rebeca şi i-ai arătat pe ei moştenitori făgăduinţei Tale; Însuţi binecuvîntează şi pe robii Tăi (...) şi (...), povăţuindu-i pe dînşii spre tot lucrul bun. Că milostiv şi iubitor de oameni Dumnezeu eşti şi Ţie slavă înălţăm, Tatălui şi Fiului şi Sfîntului Duh, acum şi pururea şi în vecii vecilor.

C. Amin.

P. Pace tuturor.

C. Şi duhului tău.

D. Capetele noastre Domnului să le plecăm.

C. Ţie, Doamne.

P. Doamne, Dumnezeul nostru, Cel ce dintre neamuri mai înainte Ţi-ai logodit Biserica, fecioară curată, binecuvintează logodna aceasta; uneşte şi păzeşte pe robii Tăi aceştia în pace şi într-un gînd.

Că Ţie se cuvine toată slava, cinstea şi închinăciunea, Tatălui şi Fiului şi Sfîntului Duh, acum şi pururea şi în vecii vecilor.

C. Amin.

 

S. prende gli anelli. Dapprima con l'anello d'oro fa il segno della Croce sulla testa dell'uomo, dicendo (una o tre volte, secondo l'usanza):

 

S. Il servo di Dio (...) riceve per fidanzata la serva di Dio (...), nel nome del Padre, del Figlio e del santo Spirito, amen.

 

С. Обручается раб Божий, имярек, рабе Божией, имярек, во имя Отца, и Сына, и Святаго Духа, аминь.

P. Se logodeşte robul lui Dumnezeu (...), cu roaba lui Dumnezeu (...), în numele Tatălui şi al Fiului şi al Sfîntului Duh, Amin.

E gli infila l'anello al dito della mano destra.

Poi, prendendo l'anello d'argento, fa lo stesso con la donna, dicendo (una o tre volte, secondo l'usanza):

S. La serva di Dio (...) riceve per fidanzato il servo di Dio (...), nel nome del Padre, del Figlio e del santo Spirito, amen.

С. Обручается раба Божия, имярек, рабу Божию, имярек, во имя Отца, и Сына, и Святаго Духа, аминь.

P. Se logodeşte roaba lui Dumnezeu (...), cu robul lui Dumnezeu (...), în numele Tatălui şi al Fiului şi al Sfîntului Duh, Amin.

E le infila l'anello al dito della mano destra. Poi i testimoni scambiano agli sposi gli anelli per tre volte.  

 

D. Preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

S. Signore, nostro Dio, che hai accompagnato in Mesopotamia il servo del patriarca Abramo, inviato alla ricerca di una sposa per il suo padrone Isacco e che, nel momento in cui gli diede da bere, gli rivelasti che Rebecca gli era stata riservata, benedici tu stesso questo fidanzamento dei tuoi servitori (...) e (...), e conferma la parola che essi hanno pronunciato, confermali nell'unità che viene da te. Poiché tu stesso, Signore nostro Dio, hai inviato la verità sulla tua eredità e la tua promessa sui tuoi servitori nostri padri, che furono i tuoi eletti di generazione in generazione. Guarda sui tuoi servitori (...) e (...) e conferma il loro fidanzamento nella fede e nella concordia. Sei infatti tu, o Signore, che hai insegnato a dare un pegno e ad esservi sempre fedele; con l'anello Giuseppe ricevette il potere in Egitto, Daniele fu glorificato nel paese di Babilonia, fu messa in evidenza la fedeltà di Tamar, il nostro Padre celeste mostra la sua compassione verso suo Figlio. Infatti egli dice: "Mettete un anello alla sua destra e ammazzate il vitello grasso, cosicché possiamo festeggiare insieme". E' la tua destra, Signore, che ha fatto sostare Mosè davanti al Mar Rosso; è per mezzo del tuo Verbo di verità che i cieli sono stati stabiliti e la terra fondata; e la destra dei tuoi servitori sarà benedetta dal tuo Verbo potente e dal tuo braccio elevato; tu stesso anche ora,m o Sovrano, benedici questo scambio d'anelli con la benedizione celeste, e che l'angelo del Signore cammini davanti a loro tutti i giorni della loro vita. Poiché sei tu che benedici e santifichi ogni cosa, e a te innalziamo la gloria, al Padre, al Figlio e al santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.

C. Amen.

Д. Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

С. Господи Боже наш, отроку патриарха Авраама сшествовавый в средоречии, посылая уневестити господину его Исааку жену, и ходатайством водоношения обручити Ревекку открывый. Сам благослови обручение рабов Твоих, сего имярек, и сея имярек, и утверди еже у них глаголанное слово: утверди я еже от Тебе святым соединением. Ты бо из начала создал еси мужеский пол и женский, и от Тебе сочетавается мужу жена, в помощь и в восприятие рода человеча. Сам убо Господи Боже наш, пославый истину в наследие Твое, и обетование Твое на рабы Твоя, отцы наша, в коемждо роде и роде избранныя Твоя. Призри на раба Твоего имярек, и на рабу Твою имярек, и утверди обручение их в вере и единомыслии, и истине, и любви. Ты бо Господи показал еси датися обручению и утверждатися во всем. Перстнем дадеся власть Иосифу во Египте; перстнем прославися Даниил во стране Вавилонстей; перстнем явися истина Фамары; перстнем Отец наш Небесный щедр бысть на Сына Своего: дадите бо, глаголет, перстень на десницу Его, и заклавше тельца упитаннаго, ядше возвеселимся. Сама десница Твоя, Господи, Моисея вооружи в Чермнем мори; словом бо Твоим истинным небеса утвердишася и земля основася, и десница раб Твоих благословится словом Твоим державным, и мышцею Твоею высокою. Сам убо и ныне, Владыко, благослови перстней положение сие благословением Небесным, и Ангел Твой да предыдет пред ними вся дни живота их. Яко Ты еси благословляяй и освящаяй всяческая, и Тебе славу возсылаем, Отцу, и Сыну, и Святому Духу, ныне и присно, и во веки веков.

Х. Аминь.

D. Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte

P. Doamne, Dumnezeul nostru, care împreună cu sluga Patriarhului Avraam, ai călătorit în Mesopotamia, trimiţîndu-l să logodească femeia stăpînului Isaac şi, prin mijlocirea scoaterii de apă, i-ai descoperit să logodească pe Rebeca; Însuţi binecuvintează logodna robilor Tăi acestora (...) şi întăreşte cuvîntul ce şi-au dat. Uneşte-i pe ei cu sfînta unire cea de la Tine. Că Tu din început ai zidit parte bărbătească şi parte femeiască şi de la Tine se însoară bărbatului femeie spre ajutor şi spre dăinuirea neamului omenesc. Însuţi dar, Stăpîne, Dumnezeul nostru, Cel ce ai trimis adevărul peste moştenirea Ta şi făgăduinţa Ta peste robii Tăi, părinţii noştri, cei aleşi ai Tăi din neam în neam, caută spre robul Tău (...) şi roaba Ta (...) şi întăreşte logodna lor în credinţă, în înţelegere, în adevăr şi în dragoste. Că Tu, Doamne, ai arătat să se dea logodire şi să se întărească toate. Prin inel s-a dat lui Iosif stăpînirea în Egipt; prin inel s-a preamărit Daniel în ţara Babilonului; prin inel s-a arătat adevărul Tamarei; prin inel Părintele nostru cel ceresc S-a îndurat spre fiul cel risipitor, cînd a zis: daţi inel în dreapta lui şi, junghiind viţelul cel gras, mîncînd, să ne veselim. Această dreaptă a Ta, Doamne, a întrarmat pe Moise în Marea Roşie, căci prin cuvîntul Tău cel adevărat cerurile s-au întărit şi pămîntul s-a întemeiat. Şi dreapta robilor Tăi să se binecuvinteze cu cuvîntul Tău cel puternic şi cu braţul Tău cel înalt. Însuţi dar şi acum, Stăpîne, binecuvintează această punere a inelelor cu binecuvîntarea cerească şi îngerul Domnului să meargă înaintea lor în toate zilele vieţii lor. Că Tu eşti Cel ce binecuvintezi şi sfinţeşti toate cîte sînt şi Ţie slavă înălţăm, Tatălui şi Fiului şi Sfîntului Duh, acum şi pururea şi în vecii vecilor.

C. Amin.

 

Se la cerimonia dell'incoronazione non segue immediatamente, D. recita l'Ectenia:

D. Abbi misericordia di noi, o Dio, secondo la tua grande misericordia: noi ti preghiamo, esaudisci e abbi misericordia.

C. Kyrie eleison. (tre volte)

D. Ancora preghiamo per il gran presule e padre nostro santissimo Patriarca (...), e per il presule nostro eminentissimo Metropolita (o Arcivescovo, o sacratissimo Vescovo) (...), e per tutti i nostri fratelli in Cristo.

C. Kyrie eleison. (tre volte)

D. Ancora preghiamo per il nostro paese custodito da Dio, per i suoi governanti e l'esercito, affinché [nella loro moderatezza anche noi] viviamo una vita calma e tranquilla, in tutta pietà e purezza.

C. Kyrie eleison. (tre volte)

D. Ancora preghiamo per i servi di Dio (...) e (...), che si sono ora fidanzati l'uno all'altra.

C. Kyrie eleison. (tre volte)

D. Ancora preghiamo per tutti i nostri fratelli e per tutti i cristiani ortodossi.

C. Kyrie eleison. (tre volte)

S. Poiché tu sei Dio misericordioso e amico degli uomini, e a te innalziamo la gloria, al Padre, e al Figlio, e al santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

C. Amen.

Д. Помилуй нас, Боже, по велицей милости Твоей, молим Ти ся, услыши и помилуй.

Х. Господи, помилуй. (трижды)

Д. Еще молимся о Великом Господине и Отце нашем Святейшем Патриарсе (...), и о Господине нашем высокопреосвященнейшем митрополите (или архиепископе или преосвященнейшем епископе) (...), и всей во Христе братии нашей.

Х. Господи, помилуй. (трижды)

Д. Еще молимся о Богохранимей стране нашей, властех и воинстве ея, да тихое и безмолвное житие поживем во всяком благочестии и чистоте.

Х. Господи, помилуй. (трижды)

Д. Еще молимся о рабех Божиих имярек, и имярек, обручающихся друг другу.

Х. Господи, помилуй. (трижды)

Д. Еще молимся за всю братию и за вся христианы.

Х. Господи, помилуй. (трижды)

С. Яко милостив и Человеколюбец Бог еси, и Тебе славу возсылаем, Отцу и Сыну, и Святому Духу, ныне и присно, и во веки веков.

Х. Аминь.

D. Miluieşte-ne pe noi, Dumnezeule, după mare mila Ta, rugămu-ne Ţie, auzi-ne şi ne miluieşte.

C. Doamne miluieşte. (de trei ori)

D. Încă ne rugăm pentru Marele Domn şi Părintele nostru Prea Fericitul Patriarh (...), pentru Înalt-Prea Sfinţitul Mitropolitul (sau Arhiepiscopul sau Prea Sfinţitul Episcopul) nostru (...), şi pentru toţi fraţii noştri cei întru Hristos.

C. Doamne miluieşte. (de trei ori)

D. Încă ne rugăm pentru de Dumnezeu păzită ţara noastră, stăpînirea şi oastea ei, ca [şi noi întru liniştea lor], viaţă lină şi fără gîlceavă să vieţuim întru toată bună credinţa şi curăţenia.

C. Doamne miluieşte. (de trei ori)

D. Încă ne rugăm pentru robii lui Dumnezeu (...) şi (...), care s-au logodit unul cu altul.

C. Doamne miluieşte. (de trei ori)

D. Încă ne rugăm pentru pentru toţi fraţii noştri şi pentru toţi dreptmăritorii creştini.

C. Doamne miluieşte. (de trei ori)

P. Că milostiv şi iubitor de oameni Dumnezeu eşti şi Ţie slavă înălţăm, Tatălui şi Fiului şi Sfîntului Duh,

acum şi pururea şi în vecii vecilor.

C. Amin.

Seguequindi il congedo del giorno.  

 

RITO DELL'INCORONAZIONE

I fidanzati con in mano una candela accesa e S. con il turibolo entrano in chiesa, mentre C. canta il salmo 127:

C. Beati coloro che temono il Signore.

Gloria a te, Dio nostro, gloria a te!

Coloro che camminano nelle sue vie.

Gloria a te, Dio nostro, gloria a te!

Ti nutri del lavoro delle tue mani.

Gloria a te, Dio nostro, gloria a te!

Beato te: avrai prosperità.

Gloria a te, Dio nostro, gloria a te!

La tua sposa è come vigna feconda nella tua casa.

Gloria a te, Dio nostro, gloria a te!

I tuoi figli, come virgulti d'olivo, attorno alla tua mensa.

Gloria a te, Dio nostro, gloria a te!

Ecco com'è benedetto l'uomo che teme il Signore.

Gloria a te, Dio nostro, gloria a te!

Ti benedirà il Signore da Sion, e vedrai i beni di Gerusalemme tutti i giorni della tua vita.

Gloria a te, Dio nostro, gloria a te!

E vedrai i figli dei tuoi figli. Pace su Israele!

Gloria a te, Dio nostro, gloria a te!

Х. Блажени вси боящиися Господа.

Слава Тебе, Боже наш, слава Тебе.

Ходящии в путех Его.

Слава Тебе, Боже наш, слава Тебе.

Труды плодов твоих снеси.

Слава Тебе, Боже наш, слава Тебе.

Блажен еси, и добро тебе будет.

Слава Тебе, Боже наш, слава Тебе.

Жена твоя яко лоза плодовита, во странах дому твоего.

Слава Тебе, Боже наш, слава Тебе.

Сынове твои яко новосаждения маслична, окрест трапезы твоея.

Слава Тебе, Боже наш, слава Тебе.

Се тако благословится человек бояйся Господа.

Слава Тебе, Боже наш, слава Тебе.

Благословит тя Господь от Сиона, и узриши благая Иерусалима вся дни живота твоего.

Слава Тебе, Боже наш, слава Тебе.

И узриши сыны сынов твоих: мир на Израиля.

Слава Тебе, Боже наш, слава Тебе.

C. Fericiţi toţi cei ce se tem de Domnul.

Slavă Ţie, Dumnezeul nostru, slavă Ţie.

Care umblă în căile Lui.

Slavă Ţie, Dumnezeul nostru, slavă Ţie.

Rodul muncii mîinilor Tale vei mînca.

Slavă Ţie, Dumnezeul nostru, slavă Ţie.

Fericit eşti; bine-ţi va fi!

Slavă Ţie, Dumnezeul nostru, slavă Ţie.

Femeia ta ca o vie roditoare, în laturile casei tale.

Slavă Ţie, Dumnezeul nostru, slavă Ţie.

Fii tăi ca nişte vlăstare de măslin, împrejurul mesei tale.

Slavă Ţie, Dumnezeul nostru, slavă Ţie.

Iată, aşa se va binecuvînta omul, cel ce se teme de Domnul.

Slavă Ţie, Dumnezeul nostru, slavă Ţie.

Te va binecuvînta Domnul din Sion şi vei vedea bunătăţile Ierusalimului în toate zilele vieţii tale.

Slavă Ţie, Dumnezeul nostru, slavă Ţie.

Şi vei vedea pe fii fiilor tăi. Pace peste Israel!

Slavă Ţie, Dumnezeul nostru, slavă Ţie.

 

NB. Nei paesi in cui il rito nuziale ortodosso ha valore di matrimonio civile, seguono a questo punto le domande del prete sul consenso degli sposi. In Italia il matrimonio civile ha altri requisiti, e tali domande sono qui omesse.

I fidanzati stanno dietro a S., in piedi su un tappeto. S., davanti al tavolo con le corone, dà la benedizione iniziale elevando il santo vangelo sulle corone.

[D.] Benedici, presule.

S. Benedetto il regno del Padre, e del Figlio, e del santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

C. Amen.

D. In pace preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per la pace dall'alto e per la salvezza delle nostre anime preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per la pace del mondo intero, per la prosperità delle sante Chiese di Dio e per l'unione di tutto preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per questo santo tempio e per quelli che vi entrano con fede, pietà e timor di Dio, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per il gran presule e padre nostro santissimo Patriarca (...), e per il presule nostro eminentissimo Metropolita (o Arcivescovo, o sacratissimo Vescovo) (...), per l'insigne presbiterio, per il diaconato in Cristo, per tutto il clero e il popolo preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per il nostro paese custodito da Dio, per i suoi governanti e l'esercito preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per il servo di Dio (...), e la serva di Dio (...), che si uniscono ora l'uno all'altra nella vita comune del matrimonio, e per la loro salvezza, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Perché questo matrimonio sia benedetto, come quello di Cana di Galilea, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Perché sia loro accordata la castità e una progenie che faccia loro onore, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Perché sia loro dato di rallegrarsi, vedendo i loro figli e figlie, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Perché sia loro dato di rallegrarsi di una bella discendenza e di condurre una vita irreprensibile, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Perché siano dati a loro e a noi tutti i doni chiesti per la salvezza, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Perché siano liberati, così come noi, da ogni afflizione, collera e necessità, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Soccorrici, salvaci, abbi misericordia di noi, e custodiscici, o Dio, con la tua grazia.

C. Kyrie eleison.

D. Facendo memoria della tuttasanta, purissima, più che benedetta, gloriosa Sovrana nostra Madre-di-Dio e semprevergine Maria insieme con tutti i santi, affidiamo noi stessi, e gli uni gli altri, e tutta la nostra vita a Cristo Dio.

C. A te, Signore.

S. Poiché a te si addice ogni gloria, onore e adorazione, al Padre, e al Figlio e al santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

C. Amen.

[Д.] Благослови, владыко.

С. Благословенно царство Отца и Сына, и Святаго Духа, ныне и присно и во веки веков.

Х. Аминь.

Д. Миром Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О свышнем мире и спасении душ наших Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О мире всего мира, благостоянии святых Божиих церквей и соединении всех Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О святем храме сем и с верою, благоговением и страхом Божиим входящих в онь Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О Великом Господине и Отце нашем Святейшем Патриарсе (...), и о Господине нашем высокопреосвященнейшем митрополите (или архиепископе или преосвященнейшем епископе) (...), чеснтем пресвитерстве, во Христе диаконстве, о всем причте и людех, Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О Богохранимей стране нашей, властех и воинстве ея, Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О рабех Божиих, имярек и имярек, ныне сочетавающихся друг другу в брака общение, и о спасении их, Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О еже благословитися браку сему, якоже в Кане Галилейстей, Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О еже податися им целомудрию, и плоду чрева на пользу, Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О О еже возвеселитися им видением сынов и дщерей, Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О еже дароватися им благочадия восприятию, и незазорному пребыванию, Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О еже даровати имже и нам вся ко спасению прошения, Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О еже избавитися имже и нам от всякия скорби, гнева и нужды, Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. Заступи, спаси, помилуй и сохрани нас, Боже, Твоею благодатию.

Х. Господи, помилуй.

Д. Пресвятую, пречистую, преблагословенную, славную Владычицу нашу Богородицу и Приснодеву Марию, со всеми святыми помянувше, сами себе и друг друга и весь живот наш Христу Богу предадим.

Х. Тебе, Господи.

С. Яко подобает Тебе всякая слава, честь и поклонение, Отцу и Сыну, и Святому Духу, ныне и присно и во веки веков.

Х. Аминь.

[D.] Binecuvintează, stăpîne.

S. Binecuvîntată este împărăţia Tatălui şi a Fiului şi a Sfîntului Duh, acum şi pururea şi în vecii vecilor.

C. Amin.

D. Cu pace, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Pentru pacea de sus şi pentru mîntuirea sufletelor noastre, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Pentru pacea a toată lumea, pentru bunăstarea sfintelor lui Dumnezeu Biserici şi pentru unirea tuturor, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Pentru sfîntă biserica aceasta şi pentru cei ce cu credinţă, cu evlavie şi cu frică de Dumnezeu intră într-însa, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Pentru Marele Domn şi Părintele nostru Prea Fericitul Patriarhul ..., şi pentru Domnul nostru Înalt-Prea Sfinţitul Mitropolitul (sau Arhiepiscopul sau Prea Sfinţitul Episcopul) ..., pentru cinstita preoţime şi întru Hristos diaconime şi pentru tot clerul şi poporul, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Pentru de Dumnezeu păzită ţara noastră, stăpînirea şi oastea ei, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Pentru robii lui Dumnezeu (...), care acum se însoţesc unul cu altul, prin taina nunţii, şi pentru mîntuirea lor, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne, miluieşte.

D. Pentru ca să fie binecuvîntată nunta aceasta, ca şi aceea din Cana Galileii, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne, miluieşte.

D. Pentru ca să li se dea lor viaţă cumpătată şi naştere de prunci buni spre folos, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne, miluieşte.

D. Pentru ca să se veselească ei la vederea fiilor şi a fiicelor lor, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne, miluieşte.

D. Pentru ca să le dăruiască lor bucuria naşterii de prunci buni şi purtare fără de prihană în viaţă, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne, miluieşte.

D. Pentru ca să li se dăruiască lor şi nouă toate cererile cele către mîntuire, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne, miluieşte.

D. Pentru ca să fie izbăviţi ei şi noi de tot necazul, mînia şi nevoia, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Apără, mîntuieşte, miluieşte şi ne păzeşte pe noi Dumnezeule, cu harul Tău.

C. Doamne miluieşte.

D. Pe Preasfînta, curata, preabinecuvîntata, mărita stăpîna noastră, de Dumnezeu Născătoarea şi pururea Fecioara Maria, cu toţi sfinţii pomenindu-o, pe noi înşine şi unii pe alţii şi toată viaţa noastră lui Hristos Dumnezeu să o dăm.

C. Ţie Doamne.

P. Că Ţie se cuvine toată slava, cinstea şi închinăciunea, Tatălui şi Fiului şi Sfîntului Duh, acum şi pururea şi în vecii vecilor.

C. Amin.

 

PRIMA PREGHIERA

D. Preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

S. Dio purissimo e autore di tutta la creazione, per amore degli uomini Tu hai trasformato in donna la costola presa da Adamo, nostro primo padre, e Tu li hai benedetti dicendo: "crescete e moltiplicatevi, e dominate su tutta la terra". Tu hai dichiarato che, per la loro unione, l'una e l'altro non formano che un solo essere, e che, per questa ragione, l'uomo lascerà il suo padre e la sua madre e s'unirà alla sua donna e saranno come una sola carne, e che l'uomo non deve separare ciò che Dio ha unito. Tu dunque, aprendo il seno di Sara, hai benedetto il tuo servo Abramo e l'hai fatto padre di una moltitudine di nazioni; tu che hai concesso Isacco a Rebecca e hai benedetto la sua maternità; tu che hai unito Giacobbe a Rachele e da lui hai fatto discendere i dodici patriarchi; tu che hai unito Giuseppe e Aseneth e hai dato loro per figli Efrem e Manasse; tu che hai esaudito Zaccaria ed Elisabetta e nel loro figlio hai manifestato il Precursore; tu che dalla radice di Iesse hai fatto germogliare nella carne la sempre vergine, da lei hai preso carne e sei nato per la salvezza del genere umano; tu che per il dono ineffabile della tua immensa bontà, sei stato presente a Cana di Galilea per benedirvi il matrimonio che vi si celebrava, per manifestare che l'unione e la procreazione che ne risulta sono conformi alla tua volontà. Tu stesso che sei qui invisibilmente presente, come lo eri là, benedici questo matrimonio e accorda ai tuoi servi (...) e (...) una vita lunga e tranquilla, la castità e l'amore nei vincoli della pace, una prosperità viva, la felicità dei figli, la corona incorruttibile della gloria. Effondi su di loro la rugiada del cielo, dona loro l'abbondanza della terra, ricolma la loro dimora di grano, di vino, d'olio, e di ogni altro bene, perché li distribuiscano a chi ne ha bisogno. A loro, come a tutti i presenti, dona tutto ciò che si può desiderare in vista della salvezza.

Poiché tu sei Dio di misericordia, d'indulgenza e di amore per gli uomini, e a te innalziamo la gloria, te assieme al tuo eterno Padre e al santissimo, buono e vivifico tuo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

C. Amen.

Д. Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

С. Боже Пречистый, и всея твари Содетелю, ребро праотца Адама за Твое человеколюбие в жену преобразивый и благословивый я, и рекий: раститеся и множитеся, и обладайте землею, и обою ею един уд показавый сопряжением. Сего бо ради оставит человек отца своего и матерь, и прилепится жене своей, и будета два в плоть едину, и яже Бог спряже, человек да не разлучает. Иже раба Твоего, Авраама, благословивый и разверзый ложесна Саррина, и отца множества языков сотворивый; иже Исаака Ревекце даровавый, и рождество ея благословивый; иже Иакова Рахиле сочетавый, и из него дванадесять патриархов показавый; иже Иосифа и Асенефу спрягий, плод детотворения им, Ефрема и Манассию даровавый; иже Захарию и Елисавет приемый, и Предтечу рождение им показавый; иже от корене Иессеова по плоти израстивый Приснодеву, и из нея воплотивыйся, и родивыйся во спасение рода человеческаго; иже за неизреченный Твой дар и многую благость, пришедый в Кану Галилейскую и тамошний брак благословивый; да явиши, яко Твоя воля есть законное супружество, и еже из него чадотворение. Сам, Владыко Пресвятый, приими моление нас, рабов Твоих, якоже тамо, и зде пришед невидимым Твоим предстательством, благослови брак сей, и подаждь рабом Твоим сим, имярек и имярек, живот мирен, долгоденствие, целомудрие, друг ко другу любовь в союзе мира, семя долгожизненное, о чадех благодать, неувядаемый славы венец. Сподоби я видети чада чадов, ложе ею ненаветно соблюди, и даждь има от росы Небесныя свыше, и от тука земнаго; исполни домы их пшеницы, вина и елеа и всякия благостыни, да преподают и требующим, даруя купно и сущим с нима вся яже ко спасению прошения.

Яко Бог милости и щедрот, и человеколюбия еси, и Тебе славу возсылаем со безначальным Твоим Отцем, и Пресвятым, и Благим, и Животворящим Твоим Духом, ныне и присно, и во веки веков.

Х. Аминь.

D. Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

P. Dumnezeule cel preacurat şi Ziditorule a toată făptura, Care, din iubirea de oameni, ai prefăcut coasta strămoşului Adam în femeie şi i-ai binecuvîntat pe dînşii şi ai zis: Creşteţi şi vă înmulţiţi şi stăpîniţi pămîntul; şi pe amîndoi i-ai arătat un trup prin însoţire, căci pentru aceasta va lăsa omul pe tatăl său şi pe mama sa şi se va uni cu femeia sa şi vor fi amîndoi un trup, şi pe care Dumnezeu i-a unit omul să nu-i despartă. Cel ce ai binecuvîntat pe robul tău Avraam şi ai deschis pîntecele Sarei, şi l-ai făcut tată a multe neamuri; Care ai însoţit pe Iacov cu Rahela şi dintr-însul ai arătat doisprezece patriarhi; Cel ce ai însoţit pe Iosif cu Asineta şi le-ai dăruit lor prunci pe Efrem şi pe Manase; care ai primit pe Zaharia şi pe Elizabeta şi le-ai dat lor prunc pe Înaintemergătorul, Cel ce, din rădăcina lui Iesei după trup, ai crescut pe pururea Fecioara şi dintr-însa te-ai întrupat şi Te-ai născut spre mîntuirea neamului omenesc; care, pentru negrăitul Tău dar şi multa Ta bunătate, ai venit în Cana Galileii şi nunta care era acolo ai binecuvîntat-o, ca să arăţi că din voia Ta se face însoţirea cea după Lege şi naşterea de prunci dintr-însa. Însuţi, Stăpîne Preasfinte, primeşte rugăciunea noastră a robilor Tăi şi, precum acolo, şi aici, fiind de faţă cu ajutorul Tău cel nevăzut, binecuvintează nunta aceasta. Şi dă robilor Tăi acestora (...) şi (...) viaţă paşnică, lungime de zile, înţelepciune, dragoste unuia către altul întru legătura păcii, dar de prunci, seminţie cu viaţă îndelungată, cununa cea nevestejită a slavei. Învredniceşte-i pe dînşii a-şi vedea pe fiii fiilor lor. Păzeşte viaţa lor fără bîntuială. Şi le dă lor din roua cerului de sus din belşugul pămîntului. Umple casele lor de grîu, de vin, de undelemn şi de toată bunătatea, ca să dea şi celor lipsiţi; şi dăruieşte şi celor ce sunt dimpreună cu dînşii toate cererile cele către mîntuire.

Că Dumnezeu milostiv şi îndurat şi de oameni iubitor eşti, şi Ţie slavă înălţăm, împreună şi Celui fără de început al Tău Părinte şi Preasfîntului şi bunului şi de viaţă făcătorului Tău Duh, acum şi pururea şi în vecii vecilor.

C. Amin.

 

SECONDA PREGHIERA

D. Preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

S. Benedetto sei tu, Signore nostro Dio consacratore delle pure nozze sacramentali, legislatore delle nozze fisiche, custode dell'integrità e saggio dispensatore della vita. Tu o Sovrano, in principio hai creato l'uomo, lo hai posto come re del creato e hai detto: "Non è bene che l'uomo sia solo sulla terra, facciamogli un aiuto che gli sia simile" e prendendo una delle sue costole hai creato la donna, della quale vedendola, Adamo disse: "Questa ora è osso delle mie ossa e carne della mia carne. Si chiamerà donna perché è stata presa dal suo uomo". Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne, e l'uomo non separi quello che Dio ha congiunto. Tu stesso, o Sovrano, Signore nostro Dio, fa discendere anche ora, dall'alto, la tua celeste benedizione sopra questi tuoi servi, (...) e (...), concedi alla tua serva di essere sottomessa al suo sposo, e al tuo servo di essere il capo della sua donna, perché la loro vita sia conforme alla tua volontà. Benedici, Signore nostro Dio, come hai benedetto Abramo e Sara, benedicili, Signore nostro Dio come hai benedetto Isacco e Rebecca; benedicili, Signore nostro Dio, come hai benedetto Giacobbe e tutti i Patriarchi; benedicili, Signore nostro Dio, come hai benedetto Giuseppe e Aseneth; benedicili Signore nostro Dio, come hai benedetto Mosè e Sefora; benedicili Signore nostro Dio, come hai benedetto Gioachino e Anna; benedicili, Signore nostro Dio, come hai benedetto Zaccaria ed Elisabetta. Preservali, Signore nostro Dio, come hai preservato Noè nell'arca; proteggili, Signore nostro Dio, come hai protetto Giona nel ventre della balena; proteggili, Signore nostro Dio, come hai protetto i tre santi giovani nella fornace ardente, inviando loro la rugiada del cielo. Che discenda su di loro quella gioia che provò la beata Elena, quando ritrovò la preziosa Croce. Ricordati di loro, come ti sei ricordato di Enoch, di Sem, d'Elia; ricordati di loro, Signore nostro Dio, come ti sei ricordato dei tuoi santi, i quaranta martiri di Sebaste, ai quali hai inviato dal cielo le loro corone. Ricordati, o Signore nostro Dio anche dei genitori che li hanno cresciuti, perché le preghiere dei genitori assicurano alla casa delle solide fondamenta. Ricordati, o Signore nostro Dio, dei tuoi servi (...) i testimoni, venuti a prendere parte a questa gioia. Ricordati, Signore nostro Dio, del tuo servo (...), e della tua serva (...), e benedicili. Dona loro dei bei figli come frutti del loro grembo e la concordia delle anime e dei corpi, esaltali come i cedri del Libano, come una vigna dai tralci vigorosi. Dona loro messi abbondanti, perché abbiano tutto a sufficienza, e abbondino in ogni buona azione. Ti siano graditi e vedano i figli dei loro figli come delle giovani piante d'ulivo intorno alla loro tavola; e per essere stati graditi al tuo sguardo, essi brillino come stelle del cielo in te, nostro Signore, a cui si addice gloria, potere, onore e adorazione, assieme al tuo eterno Padre e al santissimo, buono e vivifico tuo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

C. Amen.

Д. Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

С. Благословен еси Господи Боже наш, иже тайнаго и чистаго брака священнодействителю, и телеснаго законоположителю, нетления хранителю, житейских благий строителю. Сам и ныне, Владыко, в начале создавый человека и положивый его яко царя твари, и рекий: не добро быти человеку единому на земли, сотворим ему помощника по нему; и взем едино от ребр его, создал еси жену, юже видев Адам, рече: сия ныне кость от костей моих, и плоть от плоти моея; сия наречется жена, яко от мужа своего взята бысть сия. Сего ради оставит человек отца своего и матерь, и прилепится жене своей, и будета два в плоть едину; и яже Бог сопряже, человек да не разлучает. Сам и ныне, Владыко Господи Боже наш, низпосли благодать Твою Небесную на рабы Твоя сия, имярек и имярек; и даждь рабе сей во всем повиноватися мужу, и рабу Твоему сему быти во главу жены, яко да поживут по воли Твоей. Благослови я, Господи Боже наш, якоже благословил еси Авраама и Сарру; благослови я, Господи Боже наш, якоже благословил еси Исаака и Ревекку; благослови я, Господи Боже наш, якоже благословил еси Иакова, и вся патриархи; благослови я, Господи Боже наш, якоже благословил еси Иосифа и Асенефу; благослови я, Господи Боже наш, якоже благословил еси Моисея и Сепфору; благослови я, Господи Боже наш, якоже благословил еси Иоакима и Анну; благослови я, Господи Боже наш, якоже благословил еси Захарию и Елисавет. Сохрани я, Господи Боже наш, якоже сохранил еси Ноя в ковчезе; сохрани я, Господи Боже наш, якоже сохранил еси Иону во чреве китове; сохрани я, Господи Боже наш, якоже сохранил еси святыя три отроки от огня, низпославый им росу с небесе; и да приидет на ня радость оная, юже имяше блаженная Елена, егда обрете Честный Крест. Помяни я, Господи Боже наш, якоже помянул еси Еноха, Сима, Илию; помяни я, Господи Боже наш, якоже помянул еси святыя Твоя четыредесять мученики, низпославый им с небесе венцы; помяни, Боже, и воспитавшия их родители; зане молитвы родителей утверждают основания домов. Помяни, Господи Боже наш, рабы Твоя уневестившияся, сшедшияся в радость сию. Помяни, Господи Боже наш, раба Твоего, имярек, и рабу Твою, имярек, и благослови я. Даждь им плод чрева, доброчадие, единомыслие душ и телес; возвыси я яко кедры ливанския, яко лозу благорозгную. Даруй им семя класяно, да всякое самодовольство имуще, изобилуют на всякое дело благое и Тебе благоугодное; и да узрят сыны сынов своих, яко новосаждения масличная окрест трапезы их; и благоугодивше пред Тобою, возсияют яко светила на небеси, в Тебе, Господе нашем. С Тобою же слава, держава, честь и поклонение, безначальному Твоему Отцу, и животворящему Твоему Духу, ныне и присно, и во веки веков.

Х. Аминь.

D. Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

P. Binecuvîntat eşti, Doamne, Dumnezeul nostru, sfinţitorul nunţii celei tainice şi preacurate şi legiuitorul nunţii celei trupeşti, păzitorul nestricăciunii şi chivernisitorul cel bun al celor de trebuinţă vieţii. Însuţi Stăpîne, Cel ce din început ai zidit pe om şi l-ai pus pe dînsul ca pe un Stăpîn al făpturii şi ai zis: "Nu este bine să fie omul singur pe pămînt; să-i face lui ajutor după dînsul"; şi, luînd una din coastele lui, i-ai zidit femeie, pe care văzînd-o Adam a zis: "Iată acum os din oasele mele şi trup din trupul meu; aceasta se va numi femeie, căci din bărbatul său s-a luat ea"; pentru aceasta va lăsa omul pe tatăl său şi pe mama sa şi se va uni cu femeia sa şi vor fi amîndoi un trup, şi pe care Dumnezeu i-a unit omul să nu-i despartă. Şi acum, Stăpîne Doamne, Dumnezeul nostru, trimite harul Tău cel ceresc peste robii Tăi aceştia (...). Şi dă roabei Tale acesteia să se plece în toate bărbatului său, şi robului Tău acestuia să fie cap femeii, ca să vieţuiască după voia Ta. Binecuvîntează-i pe dînşii, Doamne, Dumnezeul nostru, precum ai binecuvîntat pe Avraam şi pe Sarra. Binecuvîntează-i pe dînşii, Doamne, Dumnezeul nostru, precum ai binecuvîntat pe Isaac şi pe Rebeca. Binecuvîntează-i pe dînşii, Doamne, Dumnezeul nostru, precum ai binecuvîntat pe Iacov şi pe toţi patriarhii. Binecuvîntează-i pe dînşii, Doamne, Dumnezeul nostru, precum ai binecuvîntat pe Iosif şi pe Asineta. Binecuvîntează-i pe dînşii, Doamne, Dumnezeul nostru, precum ai binecuvîntat pe Moise şi pe Semfora. Binecuvîntează-i pe dînşii, Doamne, Dumnezeul nostru, precum ai binecuvîntat pe Ioachim şi Ana. Binecuvîntează-i pe dînşii, Doamne, Dumnezeul nostru, precum ai binecuvîntat pe Zaharia şi pe Elisabeta. Păzeşte-i pe dînşii, Doamne, Dumnezeul nostru, precum ai păzit pe Noe în corabie. Păzeşte-i pe dînşii, Doamne, dumnezeul nostru, precum ai păzit pe Iona în pîntecele chitului. Păzeşte-i pe dînşii, Doamne, dumnezeul nostru, precum ai păzit de foc pe sfinţii trei tineri, trimiţîndu-le lor rouă din cer. Şi să vină peste dînşii bucuria aceea pe care a avut-o fericita Elena, cînd a aflat cinstita Cruce. Adu-ţi aminte de dînşii, Doamne, Dumnezeul nostru, precum Ţi-ai adus aminte de Enoh, de Sem şi de Ilie. Adu-ţi aminte de dînşii, Doamne, Dumnezeul nostru, precum Ţi-ai adus aminte de sfinţii Tăi patruzeci de mucenici, trimiţîndu-le lor cununi din cer. Adu-şi aminte, Doamne, Dumnezeul nostru, şi de părinţii lor, care i-ai născut şi i-au crescut, pentru că rugăciunile părinţilor întăresc temeliile caselor copiilor. Adu-ţi aminte, Doamne, Dumnezeul nostru, şi de robii Tăi (...), naşii lor, şi de nuntaşii care s-au adunat la săvîrşirea acestei Sfinte Taine. Adu-Ţi aminte, Doamne, Dumnezeul nostru, de robul Tău (...) şi de roaba Ta (...), şi-i binecuvintează pe dînşii. Dă-le lor roadă pîntecelui, prunci buni şi bună înţelegere sufletească şi trupească. Înalţă-i pe dînşii ca cedrii Libanului, ca o vie odrăslită. Dă-le lor roadele pămîntului, ca, toată îndestularea avînd, să sporească spre tot lucrul bun şi bineplăcut Ţie şi să vadă pe fiii fiilor lor, ca nişte mlădiţe tinere de măslin împrejurul mesei lor, şi, bineplăcînd înaintea Ta, să strălucească ca luminătorii pe cer, în Tine Domnul nostru, căruia se cuvine slava, puterea, cinstea şi închinăciunea, împreună şi Părintelui Tău celui de viaţă Făcător, acum şi pururea şi în vecii vecilor.

C. Amin.

 

TERZA PREGHIERA

Al momento in cui dice “unisci tu stesso...”, S. prende la mano destra degli sposi e le congiunge, benedicendole con l'epitrachilio. Secondo gli usi, le mani degli sposi possono essere legate con un nastro.

D. Preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

S. Dio santo, tu che hai formato l'uomo dalla polvere, e da una sua costola hai creato la donna unendola a lui come un aiuto che gli fosse simile, perché piacque alla tua maestà che l'uomo non si trovasse solo sulla terra, tu stesso, Sovrano, stendi anche ora la tua mano dall'alto della tua santa dimora e unisci tu stesso il tuo servo (...) e la tua serva (...), poiché sei tu che unisci la donna all'uomo. Uniscili in concordia, incoronali in una sola carne, concedi frutto al loro grembo, che possano gioire di una buona prole. Poiché tua è la sovranità, e tuo è il regno e la potenza e la gloria, del Padre, e del Figlio, e del santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

C. Amen.

Д. Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

С. Боже Святый, создавый от персти человека, и от ребра его возсоздавый жену, и спрягий ему помощника по нему, за еже тако годно бысть Твоему Величеству, не единому быти человеку на земли: Сам и ныне, Владыко, низпосли руку Твою от святаго жилища Твоего, и сочетай раба Твоего сего, имярек, и рабу Твою сию, имярек, зане от Тебе сочетавается мужу жена. Сопрязи я в единомудрии, венчай я в плоть едину, даруй има плод чрева, благочадия восприятие. Яко Твоя держава, и Твое есть Царство, и сила, и слава, Отца и Сына, и Святаго Духа, ныне и присно, и во веки веков.

Х. Аминь.

D. Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

P. Dumnezeule cel sfînt, Care din ţărînă ai făcut pe om şi din coasta lui ai făcut femeie şi ai însoţit-o lui spre ajutor, pentru că aşa a bineplăcut slavei Tale, să nu fie omul singur pe pămînt, Însuţi şi acum, Stăpîne, întinde mîna Ta din sfîntul Tău locaş şi uneşte pe robul Tău (...), cu roaba Ta (...), pentru că de către Tine se însoţeşte bărbatul cu femeia. Uneşte-i pe dînşii într-un gînd, încununează-i într-un trup, dăruieşte-le lor roadă pîntecelui, dobîndire de prunci buni. Că a Ta este stăpînirea şi a Ta împărăţia şi puterea şi slava, a Tatălui şi a Fiului şi a Sfîntului Duh, acum şi pururea şi în vecii vecilor.

C. Amin.

 

S. prende una delle corone, e imponendo la corona allo sposo dice:

S. Il servo di Dio (...) riceve come corona la serva di Dio (...), nel nome del Padre, del Figlio e del santo Spirito, amen.

С. Венчается раб Божий, имярек, рабе Божией, имярек, во имя Отца, и Сына, и Святаго Духа, аминь.

P. Se cunună robul lui Dumnezeu (...), cu roaba lui Dumnezeu (...), în numele Tatălui şi a Fiului şi a Sfîntului Duh, Amin.

 

Prende poi l'altra corona e la impone alla sposa, dicendo:

S. La serva di Dio (...) riceve come corona il servo di Dio (...), nel nome del Padre, del Figlio e del santo Spirito, amen.

С. Венчается раба Божия, имярек, рабу Божию, имярек, во имя Отца, и Сына, и Святаго Духа, аминь.

P. Se cunună roaba lui Dumnezeu (...), cu robul lui Dumnezeu (...), în numele Tatălui şi a Fiului şi a Sfîntului Duh, Amin.

Poi li benedice tre volte dicendo:

S. Signore Dio nostro, coronali di gloria e d'onore.

С. Господи Боже наш, славою и честию венчай я.

P. Doamne Dumnezeul nostru, cu slavă şi cu cinste încununează-i pe dînşii.

D. Stiamo attenti.

S. Pace a tutti.

C. E allo spirito tuo.

D. Sapienza.

Д. Вонмем.

С. Мир всем.

Х. И духови твоему.

Д. Премудрость.

D. Să luăm aminte.

P. Pace tuturor.

C. Şi duhului tău.

D. Înţelepciune.

 

PROCHIMENO, Tono 8°

L. Tu hai messo sul loro capo corone di pietre preziose, / ti hanno chiesto la vita e l'hai data loro.

Poiché dai loro benedizione nei secoli dei secoli, li hai colmati di gioia davanti al tuo volto.

Х. Положил еси на главах их венцы, от каменей честных, / живота просиша у Тебе, и дал еси им.

Яко даси им благословение в век века, возвеселиши я радостию с лицем Твоим.

C. Pus-ai pe capetele lor cununi de pietre scumpe, / viaţă au cerut de la Tine şi le-ai dat lor.

Că îi vei da lor binecuvîntare în veacul veacului, îi vei veseli pe dînşii întru bucurie cu faţa Ta.

 

APOSTOLO

D. Sapienza.

L. Lettura della Lettera del santo apostolo Paolo agi Efesini.

D. Stiamo attenti.

L. Fratelli, in ogni tempo e in ogni occasione rendete grazie a Dio Padre, nel nome del nostro Signore Gesù Cristo. Siate sottomessi gli uni agli agli altri nel timore di Cristo. Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto. E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per santificarla, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga né alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la moglie ama se stesso. Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, poiché siamo membra del suo Corpo. Per questo l'uomo lascerà il padre e la madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa. Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito.

S. Pace a te.

L. E allo spirito tuo.

Д. Премудрость.

Ч. К Ефесеем послания святаго апостола Павла чтение.

Д. Вонмем.

Ч. Братие, благодаряще всегда о всех, о имени Господа нашего Иисуса Христа, Богу и Отцу: повинующеся друг другу в страсе Божии. Жены своим мужем повинуйтеся, якоже Господу: зане муж глава есть жены, якоже и Христос глава Церкве, и Той есть спаситель тела. Но якоже Церковь повинуется Христу, такожде и жены своим мужем во всем. Мужие, любите своя жены, якоже и Христос возлюби Церковь, и Себе предаде за ню: да освятит ю, очистив банею водною в глаголе. Да представит ю Себе славну Церковь, не имущу скверны, или порока, или нечто от таковых, но да есть свята и непорочна. Тако должни суть мужие любити своя жены, яко своя телеса: любяй бо свою жену, себе самаго любит. Никтоже бо когда свою плоть возненавиде, но питает и греет ю, якоже и Господь Церковь: зане уди есмы тела Его, от плоти Его, и от костей Его. Сего ради оставит человек отца своего и матерь, и прилепится к жене своей, и будета два в плоть едину. Тайна сия велика есть: аз же глаголю во Христа и во Церковь. Обаче и вы по единому, кийждо свою жену сице да любит, якоже и себе, а жена да боится своего мужа.

С. Мир ти.

Ч. И духови твоему.

D. Înţelepciune.

C. Din Epistola către Efeseni a Sfîntului Apostol Pavel, citire.

D. Să luăm aminte.

C. Fraţilor, mulţumiţi totdeauna pentru toate, întru numele Domnului nostru Iisus Hristos, lui Dumnezeu şi Tatăl. Supuneţi-vă unul altuia, în frica de Dumnezeu. Femeile să se supună bărbaţilor lor ca Domnului, pentru că bărbatul este cap femeii, precum şi Hristos este cap Bisericii, fiind şi mîntuitorul acestui Trup al Său. Şi precum Biserica se supune lui Hristos, aşa şi femeile bărbaţilor lor, în toate. Bărbaţilor, iubiţi pe femeile voastre, precum şi Hristos a iubit Biserica şi S-a dat pe Sine pentru ea, ca s-o sfinţească, curăţind-o cu baia apei prin cuvînt. Şi ca s-o înfăţişeze Sieşi: Biserică slăvită, neavînd pată sau zbîrcitură, ori altceva de acest fel, ci ca să fie sfîntă şi fără de prihană. Aşadar, bărbaţii sunt datori sa-şi iubească femeile, ca pe înseşi trupurile lor. Cel ce-şi iubeşte femeia, şi pe sine se iubeşte. Căci nimeni vreodată nu şi-a urît trupul său, ci fiecare îl hrăneşte şi îl încălzeşte, precum şi Hristos Biserica; căci suntem mădulare ale trupului Lui, din carnea Lui şi din oasele Lui. Pentru aceasta va lăsa omul pe tatăl său şi pe mama sa şi se va lipi de femeia sa şi vor fi amîndoi un trup. Şi această taină mare este; eu însă zic tot aşa şi despre Hristos şi Biserică. Astfel şi voi, fiecare aşa să-şi iubească femeia sa ca pe sine însuşi; iar femeia să se teamă de bărbat.

P. Pace ţie.

C. Şi duhului tău.

D. Sapienza.

С. Премудрость.

D. Înţelepciune.

 

ALLELUIA, Tono 5°

L. Tu Signore ci custodirai e ci preserverai da questa generazione, e in eterno.

Ч. Ты Господи сохраниши ны и соблюдеши ныот рода сего, и во век.

C. Tu, Doamne, ne vei păzi şi ne vei apăra de neamul acesta, şi în veac.

 

VANGELO

D. Sapienza, in piedi, ascoltiamo il Santo Vangelo.

S. Pace a tutti.

C. E allo spirito tuo.

S. Lettura del Santo Vangelo secondo Giovanni.

C. Gloria a te, Signore, gloria a te.

D. Stiamo attenti.

С. Премудрость, прости, услышим святаго Евангелиа. Мир всем.

Х. И духови твоему.

С. От Иоанна святаго Евангелиа чтение.

Х. Слава Тебе, Господи, слава Тебе.

Д. Вонмем.

P. Cu înţelepciune, drepţi, să ascultăm Sfînta Evanghelie. Pace tuturor.

C. Şi duhului tău.

P. Din Sfînta Evanghelie de la Ioan, citire.

C. Slavă Ţie, Doamne, slavă Ţie.

D. Să luăm aminte.

S. In quel tempo ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: "Non hanno più vino". E Gesù rispose: "Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora". La madre dice ai servi: "Fate quello che vi dirà". Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascunma da due a tre barili. E Gesù disse loro: "Riempite d'acqua le giare"; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: "Ora attingete e portatene al maestro di tavola". Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: "Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po' brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono". Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui.

C. Gloria a te, Signore, gloria a te.

С. Во время оно, брак бысть в Кане Галилейстей, и бе Мати Иисусова ту. Зван же бысть Иисус и ученицы Его на брак. И не доставшу вину, глагола Мати Иисусова к Нему: вина не имут. Глагола Ей Иисус: что есть Мне и Тебе, жено? Не у прииде час Мой. Глагола Мати Его слугам: еже аще глаголет вам, сотворите. Беху же ту водоносы каменни шесть, лежаще по очищению иудейску, вместящия по двема или трием мерам. Глагола им Иисус: наполните водоносы воды. И наполниша их до верха. И глагола им: почерпите ныне, и принесите архитриклинови. И принесоша. Якоже вкуси архитриклин вина бывшаго от воды, [и не ведяше откуду есть: слуги же ведяху почерпшии воду,] пригласи жениха архитриклин. И глагола ему: всяк человек прежде доброе вино полагает, и егда упиются, тогда хуждшее: ты же соблюл еси доброе вино доселе. Се сотвори начаток знамением Иисус в Кане Галилейстей, и яви славу Свою, и вероваша в Него ученицы Его.

Х. Слава Тебе, Господи, слава Тебе.

P. În vremea aceea s-a făcut nuntă în Cana Galileii şi era şi mama lui Iisus acolo. Şi a fost chemat şi Iisus şi ucenicii Săi la nuntă. Şi, sfîrşindu-se vinul, a zis mama lui Iisus către El: "Nu mai au vin". Iar Iisus i-a zis: "Ce ne priveşte pe Mine şi pe tine, femeie? Încă n-a venit ceasul Meu," Dar mama Lui a zis celor ce slujeau: "Faceţi orice vă va spune," Şi erau acolo şase vase de piatră, puse pentru curăţirea iudeilor, care luau cîte două sau trei vedre. Zis-a lor Iisus: "Umpleţi vasele cu apă"; şi le-au umplut pînă sus. Apoi le-a zis: "Scoateţi acum şi aduceţi nunului.", iar ei i-au dus. Şi, cînd nunul a gustat apa care se făcuse vin şi nu ştia de unde este, ci numai slujitorii care scoseseră apa ştiau, a chemat nunul pe mire şi i-a zis: "Orice om pune întîi vinul cel bun, iar cînd se îmbată, pune pe cel mai slab; dar tu ai ţinut vinul cel bun pînă acum." Acest început al minunilor la făcut Iisus în Cana Galileii şi Şi-a arătat slava Sa; şi au crezut întru El ucenicii Săi.

C. Slavă Ţie, Doamne, slavă Ţie.

 

D. Diciamo tutti da tutta l'anima, e da tutta la nostra mente diciamo.

C. Kyrie eleison.

D. Signore onnipotente, Dio dei nostri padri, noi ti preghiamo, ascolta e abbi misericordia.

C. Kyrie eleison.

D. Abbi misericordia di noi, o Dio, secondo la tua grande misericordia: noi ti preghiamo, ascolta e abbi misericordia.

C. Kyrie eleison. (tre volte)

D. Ancora preghiamo per ottenere misericordia, vita, pace, santità, salvezza, protezione, perdono e remissione dei peccati dei servi di Dio (...) e (...).

C. Kyrie eleison. (tre volte)

Д. Рцем вси от всея души, и от всего помышления нашего рцем.

Х. Господи, помилуй.

Д. Господи Вседержителю, Боже отец наших, молим Ти ся, услыши и помилуй.

Х. Господи, помилуй.

Д. Помилуй нас, Боже, по велицей милости Твоей, молим Ти ся, услыши и помилуй.

Х. Господи, помилуй. (трижды)

Д. Еще молимся о милости, жизни, мире, здравии, спасении, посещении, прощении и оставлении грехов рабов Божиих, имярек и имярек.

Х. Господи, помилуй. (трижды)

D. Să zicem toţi, din tot sufletul şi din tot cugetul nostru să zicem.

C. Doamne miluieşte.

D. Doamne, Atotstăpînitorule, Dumnezeul părinţilor noştri, rugămu-ne Ţie, auzi-ne şi ne miluieşte.

C. Doamne miluieşte.

D. Miluieşte-ne pe noi, Dumnezeule, după mare mila Ta, rugămu-ne Ţie, auzi-ne şi ne miluieşte.

C. Doamne miluieşte. (de trei ori)

D. Încă ne rugăm pentru mila, viaţa, pacea, sănătatea, mîntuirea, cercetarea şi iertarea păcatelor robilor Lui Dumnezeu (...) şi (...).

C. Doamne miluieşte (de trei ori).

Si possono introdurre a questo punto suppliche per i testimoni e per tutti i presenti.  

 

S. Poiché tu sei Dio misericordioso e amico degli uomini, e a te innalziamo la gloria, al Padre, e al Figlio, e al santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

C. Amen.

С. Яко милостив и Человеколюбец Бог еси, и Тебе славу возсылаем, Отцу и Сыну, и Святому Духу, ныне и присно, и во веки веков.

Х. Аминь.

P. Că milostiv şi iubitor de oameni Dumnezeu eşti şi Ţie slavă înălţăm, Tatălui şi Fiului şi Sfîntului Duh, acum şi pururea şi în vecii vecilor.

C. Amin.

 

D. Preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

S. Signore nostro Dio, che nella tua economia di salvezza, ti sei degnato di manifestare, con la tua presenza a Cana di Galilea, come il matrimonio sia cosa onorevole, conserva così anche ora nella pace e nella concordia i tuoi servi (...) e (...), che ti è piaciuto unire l'uno all'altra. Fai brillare l'onore della loro unione, conserva la loro vita senza macchia, accorda loro di giungere a una opulenta vecchiaia con un cuore puro e nell'osservanza dei tuoi comandamenti. Poiché tu sei il nostro Dio, un Dio di misericordia e di salvezza, e a te innalziamo la gloria, insieme al tuo eterno Padre, e al tuo tuttosanto, buono e vivifico Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.

C. Amen.

Д. Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

С. Господи Боже наш, во спасительном Твоем смотрении, сподобивый в Кане Галилейстей, честный показати брак Твоим пришествием: Сам ныне рабы Твоя, имярек, и имярек, яже благоволил еси сочетаватися друг другу, в мире и единомыслии сохрани, честный их брак покажи, нескверное их ложе соблюди, непорочное их сожительство пребывати благоволи, и сподоби я в старости маститей достигнути, чистым сердцем делающа заповеди Твоя. Ты бо еси Бог наш, Бог еже миловати и спасати, и Тебе славу возсылаем, со безначальным Твоим Отцем, и всесвятым, и благим, и животворящим Твоим Духом, ныне и присно, и во веки веков.

Х. Аминь.

D. Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

P. Doamne, Dumnezeul nostru, Care, în purtarea Ta de grijă cea de mîntuire, ai binevoit în Cana Galileii a arăta nunta cinstită, prin venirea Ta, Însuţi şi acum pe robii Tăi aceştia (...) şi (...), pe care ai binevoit ai însoţi unul cu altul, păzeşte-i în pace şi bună-înţelegere. Arată nunta lor cinstită, fereşte patul lor neîntinat. Binevoieşte să-şi petreacă viaţa lor fără prihană. Şi-i învredniceşte pe dînşii să ajungă bătrîneţi fericite, cu inimă curată împlinind poruncile Tale. Că Tu eşti Dumnezeul nostru, Dumnezeu care miluieşti şi mîntuieşti, şi Ţie slavă înălţăm, împreună şi Celui fără de început al Tău Părinte şi Preasfîntului şi bunului şi de-viaţă-făcătorului Tău Duh, acum şi pururea şi în vecii vecilor.

C. Amin.

 

D. Soccorrici, salvaci, abbi misericordia di noi e custodiscici, o Dio, con la tua grazia.

C. Kyrie eleison.

D. Chiediamo al Signore che tutto il giorno sia perfetto, santo, pacifico e senza peccato.

C. Concedi, Signore.

D. Chiediamo al Signore un angelo di pace, guida fedele, custode delle nostre anime e dei nostri corpi.

C. Concedi, Signore.

D. Chiediamo al Signore il perdono e la remissione dei nostri peccati e delle nostre colpe.

C. Concedi, Signore.

D. Chiediamo al Signore ciò che è buono e utile alle nostre anime e la pace per il mondo.

C. Concedi, Signore.

D. Chiediamo al Signore di concludere il tempo che resta della nostra vita in pace e conversione.

C. Concedi, Signore.

D. Chiediamo una fine cristiana della nostra vita, senza dolore, senza rimorso, pacifica, e una buona difesa innanzi al tremendo tribunale di Cristo.

C. Concedi, Signore.

D. Chiedendo l'unità della fede e la comunione del santo Spirito affidiamo noi stessi, e gli uni e gli altri, e tutta la nostra vita a Cristo Dio.

C. A te, Signore.

Д. Заступи, спаси, помилуй и сохрани нас, Боже, Твоею благодатию.

Х. Господи, помилуй.

Д. Дне всего совершенна, свята, мирна и безгрешна у Господа просим.

Х. Подай, Господи.

Д. Ангела мирна, верна наставника, хранителя душ и телес наших у Господа просим.

Х. Подай, Господи.

Д. Прощения и оставления грехов и прегрешений наших у Господа просим.

Х. Подай, Господи.

Д. Добрых и полезных душам нашим и мира мирови у Господа просим.

Х. Подай, Господи.

Д. Прочее время живота нашего в мире и покаянии скончати у Господа просим.

Х. Подай, Господи.

Д. Христианския кончины живота нашего, безболезненны, непостыдны, мирны и добраго ответа на страшнем судищи Христове просим.

Х. Подай, Господи.

Д. Соединение веры и причастие Святаго Духа испросивше, сами себе и друг друга и весь живот наш Христу Богу предадим.

Х. Тебе, Господи.

D. Apără, mîntuieşte, miluieşte şi ne păzeşte pe noi Dumnezeule, cu harul Tău.

C. Doamne miluieşte.

D. Ziua toată desăvîrşită, sfîntă, în pace şi fără de păcat, la Domnul să cerem.

C. Dă Doamne.

D. Înger de pace, credincios îndreptător, păzitor al sufletelor şi trupurilor noastre, la Domnul să cerem.

C. Dă Doamne.

D. Milă şi iertare de păcatele şi de greşealele noastre, la Domnul să cerem.

C. Dă Doamne.

D. Cele bune şi de folos sufletelor noastre şi pace lumii, la Domnul să cerem.

C. Dă Doamne.

D. Cealaltă vreme a vieţii noastre în pace şi întru pocăinţă a o săvîrşi, la Domnul să cerem.

C. Dă Doamne.

D. Sfîrşit creştinesc vieţii noastre, fără durere, neînfruntat, în pace şi răspuns bun la înfricoşatoarea judecată a lui Hristos, să cerem.

C. Dă Doamne.

D. Unirea credinţei şi împărtăşirea Sfîntului Duh, cerînd, pe noi înşine şi unii pe alţii şi toată viaţa noastră lui Hristos Dumnezeu să o dăm.

C. Ţie Doamne.

S. E rendici degni, Sovrano, di osare con confidenza e senza condanna chiamarti Padre, Dio dei cieli, e dire:

С. И сподоби нас, Владыко, со дерзновением, неосужденно смети призывати Тебе, Небеснаго Бога Отца и глаголати:

S. Şi ne învredniceşte pe noi Stăpîne, cu îndrăznire, fără de osîndă, să cutezăm a Te chema pe Tine, Dumnezeul cel ceresc, Tată, şi a zice:

PREGHIERA DEL SIGNORE

C. Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo, così sulla terra; dacci oggi il nostro pane quotidiano; e rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori; e non indurci in tentazione, ma liberaci dal maligno.

S. Poiché tuo è il regno, e la potenza, e la gloria, del Padre, e del Figlio, e del santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

C. Amen.

Х. Отче наш, Иже еси на небесех! Да святится имя Твое, да приидет Царствие Твое. Да будет воля Твоя, яко на небеси и на земли. Хлеб наш насущный даждь нам днесь. И остави нам долги наша, якоже и мы оставляем должником нашим. И не введи нас во искушение, но избави нас от лукаваго.

С. Яко Твое есть царство, и сила, и слава, Отца и Сына, и Святаго Духа, ныне и присно, и во веки веков.

Х. Аминь.

C. Tatăl nostru, Care eşti în ceruri, sfinţească-se Numele Tău, vie Împărăţia Ta, facă-se Voia Ta, precum în cer aşa şi pe pămînt; pîinea noastră cea de-a pururea, dă-ne-o nouă astăzi; şi ne iartă nouă greşelile noastre, precum şi noi iertăm greşiţilor noştri şi nu ne duce pe noi în ispită, ci ne izbăveşte de cel viclean.

S. Că a Ta este Împărăţia şi puterea şi slava, a Tatălui şi a Fiului şi a Sfîntului Duh, acum şi pururea şi în vecii vecilor.

C. Amin.

S. Pace a tutti.

C. E allo spirito tuo.

D. Inchinate il vostro capo al Signore.

C. A te, Signore.

С. Мир всем.

Х. И духови твоему.

Д. Главы ваша Господеви приклоните.

Х. Тебе, Господи.

S. Pace tuturor.

C. Şi duhului tău.

D. Capetele voastre, Domnului să le plecaţi.

C. Ţie Doamne.

 

D. Preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

Д. Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

D. Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

S. benedice la coppa di vino, dicendo:  

 

S. O Dio che hai fatto tutto con la tua forza, che hai reso saldo l'universo e che hai ornato con una corona tutto ciò che hai fatto, benedici con una benedizione spirituale questa coppa comune offerta a coloro che sono uniti per la vita comune nel matrimonio. Poiché è stato benedetto il tuo nome e glorificato il tuo regno, del Padre, e del Figlio, e del santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

C. Amen.

С. Боже, вся сотворивый крепостию Твоею, и утвердивый вселенную, и украсивый венец всех сотворенных от Тебе, и чашу общую сию подаваяй сочетавающимся ко общению брака, благослови благословением духовным. Яко благословися Твое имя, и прославися Твое Царство, Отца, и Сына, и Святаго Духа, ныне и присно, и во веки веков.

Х. Аминь.

P. Dumnezeule, Cel ce toate le-ai făcut cu puterea Ta şi ai zidit lumea şi ai înfrumuseţat cununa tuturor celor făcute de Tine, şi acest pahar de obşte, pe care l-ai dat celor ce se însoţesc prin unirea nunţii, binecuvintează-l cu binecuvîntarea duhovnicească. Că s-a binecuvîntat numele Tău şi s-a preaslăvit împărăţia Ta, a Tatălui şi a Fiului şi a Sfîntului Duh, acum şi pururea şi în vecii vecilor.

C. Amin.

 

S., prendendo la coppa, ne fa bere tre sorsi prima allo sposo e poi alla sposa. Secondo l'usanza, il coro canta:

C. Il calice della salvezza prenderò e il nome del Signore chiamerò.

Х. Чашу спасения приму и имя Господне призову.

C. Paharul mîntuirii voi lua şi numele Domnului voi chema.

S. prende gli sposi per mano, mentre i testimoni tengono le corone dietro di loro, e girano per tre volte intorno al tavolo, mentre il coro canta ad ogni giro uno dei seguenti tropari, in tono 7°:  

 

C. Isaia esulta di gioia / la Vergine ha concepito / e ha partorito un Figlio /Emmanuele, Dio e Uomo / Oriente è il suo nome / e magnificandolo / proclamiamo beata la Vergine.

C. O santi martiri che avete combattuto valorosamente / e avete ricevuto la corona, / chedete al Signore la misericordia / per le nostre anime.

C. Gloria a Te, o Cristo Dio, / lode degli apostoli, / gioia dei martiri, / che predicarono / la Trinità consustanziale.

Х. Исаие, ликуй, / Дева име во чреве / и роди Сына Еммануила, / Бога же и Человека, / Восток имя Ему, / Его же величающе, / Деву ублажаем.

Х. Святии мученицы, / добре страдальчествовавшии, и венчавшиися, / молитеся ко Господу, / помиловатися душам нашим.

Х. Слава Тебе, Христе Боже, / апостолом похвало, / мучеников радование, / ихже проповедь, Троица Единосущная.

C. Isaie, dănţuieşte; / Fecioara a avut în pîntece / şi a născut Fiu pe Emmanuel, / pe Dumnezeu şi Omul; / Răsăritul este numele Lui, / pe Care slăvindu-l, / pe Fecioara o fericim.

C. Sfinţilor mucenici, / care bine v-aţi nevoit şi v-aţi încununat, / rugaţi-vă Domnului / să se mîntuiască / sufletele noastre.

C. Slavă Ţie, Hristoase Dumnezeule; / lauda apostolilor / şi bucuria mucenicilor, / a căror propovăduire / este Treimea cea de o fiinţă.

 

S. toglie la corona allo sposo, dicendo:

S. Sposo, sii magnificato come Abramo, sii benedetto come Isacco e moltiplicato come Giacobbe, camminando nella pace e compiendo nella giustizia i comandamenti divini.

С. Возвеличися женише якоже Авраам, и благословися якоже Исаак, и умножися якоже Иаков, ходяй в мире, и делаяй в правде заповеди Божия.

P. Mărit să fii mire ca Avraam, binecuvîntat să fii ca Isaac, să te înmulţeşti ca Iacov, umblînd în pace şi lucrînd dreptatea lui Dumnezeu.

 

Toglie poi la corona alla sposa, dicendo:

S. E anche tu, sposa, sii magnificata come Sara, sii nella gioia come Rebecca, moltiplicati come Rachele, trova la felicità nel tuo sposo osservando le prescrizioni della legge, poiché è questo che piace a Dio.

С. И ты, невесто, возвеличися якоже Сарра, и возвеселися якоже Ревекка, и умножися якоже Рахиль. Веселящися о своем муже, хранящи пределы закона: зане тако благоволи Бог.

P. Şi tu, mireasă, mărită să fii ca Sara, să te veseleşti ca Rebeca, să te înmulţeşti ca Rahela, veselindu-te cu bărbatul tău şi păzind rînduielile Legii, că aşa a binevoit Dumnezeu.

 

D. Preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

S. O Dio, Dio nostro, che un tempo sei stato presente a Cana di Galilea e hai benedetto quelle nozze, benedici anche questi tuoi servi, che per la tua provvidenza sono ora uniti in matrimonio. Benedici le loro entrate e le loro uscite, moltiplica la loro vita nel bene, prendi le loro corone nel tuo regno, conservandole intatte, immacolate, senza timore, nei secoli dei secoli.

C. Amen.

Д. Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

С. Боже, Боже наш, пришедый в Кану Галилейскую, и тамошний брак благословивый, благослови и рабы Твоя сия, Твоим промыслом ко общению брака сочетавшияся: благослови их входы и исходы, умножи во благих живот их: восприими венцы их в Царствии Твоем, нескверны, и непорочны, и ненаветны соблюдаяй, во веки веков.

Х. Аминь.

D. Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

P. Doamne, Dumnezeul nostru, care ai venit în Cana Galileii şi nunta de acolo ai binecuvîntat-o, binecuvintează pe robii Tăi aceştia, care, cu purtarea Ta de grijă, s-au însoţit prin unirea nunţii. Binecuvintează intrările şi ieşirile lor; înmulţeşte cu bunătăţi viaţa lor. Primeşte cununile lor în Împărăţia Ta, păzindu-i curaţi, fără prihană şi neasupriţi în vecii vecilor.

C. Amin.

S. Pace a tutti.

C. E allo spirito tuo.

D. Inchiniamo il nostro capo al Signore.

C. A te, Signore.

S. Che il Padre, il Figlio e il santo Spirito, Trinità tuttasanta, consustanziale e fonte di vita, unica divinità e regalità, vi benedica e vi accordi una lunga vita, una numerosa posterità, il progresso nella vita e nella fede. Che vi colmi dei beni terreni e vi dia infine di gioire un giorno dei beni della promessa, per le preghiere della purissima Madre-di-Dio e di tutti i santi, amen.

С. Мир всем.

Х. И духови твоему.

Д. Главы наша Господеви приклоним.

Х. Тебе, Господи.

С. Отец, Сын, и Святый Дух, всесвятая, и единосущная, и живоначальная Троица, едино Божество и царство, да благословит вас, и да подаст вам долгожитие, благочадие, преспеяние живота и веры, и да исполнит вас всех сущих на земли благих: да сподобит вас и обещанных благ восприятия, молитвами Святыя Богородицы, и всех святых, аминь.

P. Pace tuturor.

C. Şi duhului tău.

D. Capetele noastre Domnului să le plecăm.

C. Ţie, Doamne.

P. Tatăl, Fiul şi Sfîntul Duh, Treimea cea întru tot sfîntă şi de o fiinţă începătoare de viaţă, o dumnezeire şi o împărăţie, să vă binecuvinteze pe voi. Să vă dea vouă viaţă îndelungată, naştere de prunci buni, spor în viaţă şi în credinţă. Să vă umple pe voi de toate bunătăţile şi să vă învrednicească şi de desfătarea bunătăţilor celor făgăduite; pentru rugăciunile Preasfintei Născătoarei de Dumnezeu şi ale tuturor sfinţilor, Amin.

 

Gli sposi si baciano e ricevono le felicitazioni e gli auguri dei presenti.

D. Sapienza!

[S. Santissima Madre-di-Dio, salvaci.]

C. Più insigne dei cherubini, e senza confronto più gloriosa dei serafini, senza corruzione hai partorito Dio Verbo: te, la vera Madre-di-Dio, noi magnifichiamo.

S. Gloria a te, Cristo Dio, speranza nostra, gloria a te.

C. Gloria al Padre, e al Figlio, e al santo Spirito, e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.

Kyrie eleison (tre volte). Benedici.

Д. Премудрость.

[С. Пресвятая Богородице, спаси нас.]

Х. Честнейшую херувим и славнейшую без сравнения серафим, без истления Бога Слова рождшую, сущую Богородицу тя величаем.

С. Слава Тебе, Христе Боже, упование наше, слава Тебе.

Х. Слава Отцу, и Сыну, и Святому Духу, и ныне, и присно, и во веки веков, Аминь. Господи помилуй (трижды). Благослови.

D. Înţelepciune.

[P. Preasfîntă Născătoare de Dumnezeu, mîntuieşte-ne pe noi.]

C. Ceea ce eşti mai cinstită decît heruvimii şi mai slăvită fără de asemănare decît serafimii, care fără stricăciune pe Dumnezeu Cuvîntul ai născut, pe tine, cea cu adevărat Născătoare de Dumnezeu, te mărim.

P. Slavă Ţie Hristoase Dumnezeule, nădejdea noastră, slavă Ţie.

C. Slavă Tatălui şi Fiului şi Sfîntului Duh şi acum şi pururea şi în vecii vecilor. Amin. Doamne miluieşte (de trei ori). Binecuvintează.

S. Colui la cui presenza a Cana di Galilea ha manifestato la dignità del matrimonio, Cristo nostro vero Dio, per le preghiere della sua tuttapura madre, dei santi e gloriosi apostoli degni di ogni lode, dei santi imperatori coronati da Dio e pari agli apostoli Costantino ed Elena, del santo grande martire Procopio e di tutti i santi, abbia misericordia di noi e ci salvi, qual buono e amico degli uomini.

С. Иже в Кане Галилейстей пришествием Своим честен брак показавый, Христос, истинный Бог наш, молитвами Пречистыя Своея Матере, святых славных и всехвальных Апостол, святых боговенчанных царей и равноапостолов, Константина и Елены, святаго великомученика Прокопия, и всех святых, помилует и спасет нас, яко благ и человеколюбец.

P. Cel ce cu venirea Sa în Cana Galileii a arătat nunta cinstită, Hristos, Adevăratul Dumnezeul nostru, pentru rugăciunile Preasfintei Maicii Sale, ale sfinţilor, măriţilor şi întru-tot-lăudaţilor apostoli, ale sfinţilor de Dumnezeu încununaţi şi întocmai cu apostolii, împăraţii Constantin şi Elena, ale Sfîntului marelui mucenic Procopie şi ale tuturor sfinţilor, să ne miluiască şi să ne mîntuiască pe noi, ca un bun şi iubitor de oameni.

 

PREGHIERE ALL'OTTAVO GIORNO DOPO IL MATRIMONIO

Gli sposi vengono in chiesa con i testimoni, S. li accoglie nel nartece della chiesa, e dopo la benedizione iniziale, "Benedetto il nostro Dio..." e le preghiere iniziali, dice:

S. Preghiamo il Signore.

Signore Dio nostro, che hai benedetto la corona dell'anno e hai moltiplicato le tue creature, benedici anche questi tuoi servi (...) e (...), che per tua scelta ti sei compiaciuto di unire l'uno all'altra. Invia loro il tuo angelo custode che li preservi da ogni smarrimento fino alla fine. Rendili degni di entrare nella tua santa chiesa e di comunicarsi con i tuoi santi misteri, per glorificare sempre il tuttosanto tuo nome, del Padre, del Figlio e del santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.

C. Amen.

S. Pace a tutti.

C. E allo spirito tuo.

D. Inchiniamo il nostro capo al Signore.

C. A te, Signore.

S. I tuoi servi sono giunti all'unione, Signore, e come alle nozze di Cana di Galilea, così anche qui, per mezzo di segni invisibili, hai dato la tua benedizione, affinché essi ti innalzino gloria, al Padre, al Figlio e al santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli, amen.

С. Господу помолимся.

Господи Боже наш, венец лета благословивый, и сия венцы возложити предавый законом брака, сочетавающимся друг другу, и мзду аки отдая им целомудрия: зане чисти ко иже от Тебе узаконоположенному браку сочеташася: Сам и в разрешении сих венцев, сочетавшихся друг другу благослови, и сочетание их нерастерзаемо соблюди: да благодарят выну всесвятое имя Твое, Отца, и Сына, и Святаго Духа, ныне и присно, и во веки веков.

Х. Аминь.

С. Мир всем.

Х. И духови твоему.

Д. Главы наша Господеви приклоним.

Х. Тебе, Господи.

С. Согласная достигше раби Твои, Господи, и последование совершивше в Кане Галилейстей брака, и спрятавше яже в нем знамения, славу Тебе возсылают, Отцу, и Сыну, и Святому Духу, ныне и присно, и во веки веков, аминь.

P. Domnului să ne rugăm.

Doamne, Dumnezeul nostru, Care ai binecuvîntat cununa anului şi ai înmulţit făpturile Tale, binecuvîntează şi pe robii Tăi aceştia (...), pe care, cu alegerea Ta, ai binevoit a-i însoţi unul cu altul. Trimite-le lor pe îngerul Tău cel păzitor, ca să-i păzească de orice rătăcire pînă la sfîrşit. Învredniceşte-i a intra în sfînta biserica Ta şi a se împărtăşi cu Sfintele Tale Taine, ca totdeauna să slăvească Preasfînt numele Tău, al Tatălui şi al Fiului şi al Sfîntului Duh, acum şi pururea şi în vecii vecilor.

C. Amin.

P. Pace tuturor.

C. Şi duhului tău.

D. Capetele noastre Domnului să le plecăm.

C. Ţie, Doamne.

P. Întru unire au ajuns robii Tăi, Doamne, şi precum la nunta din Cana Galileei, aşa şi aici, prin semne nevăzute, ai dăruit binecuvîntarea Ta, ca aceştia slavă să-Ţi înalţe, Tatălui şi Fiului şi Sfîntului Duh, acum şi pururea şi în vecii vecilor, Amin.

Segue la formula del congedo (come nel rito matrimoniale) e l'ingresso nella chiesa. Dopo avere venerato le icone e ricevuto da S. la benedizione, gli sposi restano per la funzione (se ce n'è una) oppure tornano in pace a casa.  

 

NOTE

Questo testo trilingue è stato pensato per le comunità ortodosse in Italia, particolarmente quelle in cui si richiede per vari motivi la celebrazione di un matrimonio in più lingue.

Data la numerosa serie di varianti testuali e di usi locali, il testo è basato per quanto possibile su quello slavonico in uso corrente nel Patriarcato di Mosca; in alcuni casi abbiamo segnato alcune variazioni dal testo di base che oggi si riscontrano anche nell'uso della Chiesa russa (tra cui la ripetizione triplice delle formule di fidanzamento e di incoronazione, e il canto del verso del Salmo 20 alla consumazione della coppa comune). Come d'abitudine nei nostri testi trilingui, abbiamo mantenuto al minimo le rubriche, che nel caso dell'analisi degli usi matrimoniali differenti avrebbero potuto occupare un posto pari quello del testo del rito.

SIGLE E ABBREVIAZIONI

(per la parte italiana)

S. Parti del sacerdote

D. Parti del diacono (in assenza del diacono, spettano al sacerdote)

[D.] Parti riservate al diacono (in assenza del diacono, si omettono)

L. Parti del lettore

C. Parti del coro (e anche di tutti i fedeli)

 

Compilato a cura dell'igumeno Ambrogio (Patriarcato di Mosca) Torino, A.D. 2012

 
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Patriarcato di Romania

- romeno, inglese
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I contatti della parrocchia

Nella pagina dei contatti, sono stati inseriti i dati del clero e dei principali responsabili della parrocchia.

 
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Foto della Settimana Luminosa - 2023

 
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L'icona vista dall'angolo delle candele

 
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RICETTE - Crocchette di patate

Uno dei modi più diffusi di preparare le patate come snack o contorno è quello di trasformarle in crocchette, soffici all'interno e croccanti in superficie. Eccovi un metodo per ottenere crocchette gustose e perfettamente adatte al digiuno stretto ortodosso.

Ingredienti

• Patate a pasta gialla, preferibilmente un poco disidratate (sono ideali quelle patate che rimangono a lungo in dispensa e sono sul punto di iniziare a produrre germogli)

• Sale

• Spezie ed erbe a piacere

• Tahina

• Pane grattugiato

• (opzionale) latte vegetale

Preparazione

Mettete le patate (intere e con la buccia) in acqua bollente, e a seconda delle loro dimensioni tenetele a bollire fino a 40 minuti (quando la punta di un coltello le attraversa facilmente, saranno pronte). Scolatele, e passatele in uno schiacciapatate mentre sono ancora calde (la buccia non dovrebbe essere un problema, ma se ostruisce il fondo dello schiacciapatate, basta rimuoverla). Lasciatele un poco a rilasciare vapore, estendendole sul piano di lavorazione in cui le impasterete.

Aggiungete a questo punto il sale, le spezie e/o i mix di erbe che desiderate (ricordate che il colore dell'interno delle crocchette cambierà di conseguenza: se volete che la pasta sia più gialla, basterà aggiungere un poco di curcuma), e se un'aggiunta di grasso non vi crea problemi, un poco di salsa tahina.

Impastate bene fino a ottenere una massa uniforme, e modellate piccole quantità in cilindri di dimensioni uniformi. Rollate i cilindri nel pane grattugiato, facendo eventualmente una seconda impanatura dopo avere immerso per un istante i cilindri in una ciotola di latte vegetale.

Le crocchette così impanate sono pronte per essere messe in forno (su una teglia coperta di carta da forno), oppure in una friggitrice ad aria calda, a 200 gradi per 30 minuti. Per brunirle in modo uniforme, potete girarle dopo la metà della cottura. Per risparmiare spazio nella friggitrice ad aria calda, potete disporre i cilindri non per lungo, ma in verticale: se per caso qualche crocchetta si adagia contro un'altra in cottura (un rischio che possiamo diminuire con la pratica), l'impanatura dovrebbe prevenire che si attacchino: cercate comunque di mantenere una minima distanza per favorire il passaggio dell'aria in cottura.

 
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28 giugno

 
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Domenica delle Palme 2015

 
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Rito delle Seconde Nozze

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RITO DELLE SECONDE NOZZE

Questo rito si usa quando entrambi gli sposi sono già stati incoronati almeno una volta.

[D.] Benedici, presule.

S. Benedetto il nostro Dio, in ogni tempo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

C. Amen.

[Д.] Благослови, владыко.

С. Благословен Бог наш всегда, ныне и присно и во веки веков.

Х. Аминь.

[D.] Binecuvintează, stăpîne.

P. Binecuvîntat este Dumnezeul nostru, totdeauna, acum şi pururea şi în vecii vecilor.

C. Amin.

     

Seguono le preghiere iniziali e il tropario del giorno.

GRANDE COLLETTA

D. In pace preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per la pace dall'alto e per la salvezza delle nostre anime preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per la pace del mondo intero, per la prosperità delle sante Chiese di Dio e per l'unione di tutto preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per questo santo tempio e per quelli che vi entrano con fede, pietà e timor di Dio, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Per i Servi di Dio (...) e (...), per la loro protezione in Dio e per la loro vita comune, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Perché possano vivere bene in concordia, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Perché sia loro accordata la remissione dei peccati, la cancellazione delle colpe, il perdono delle iniquità volontarie e involontarie, preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

D. Soccorrici, salvaci, abbi misericordia di noi, e custodiscici, o Dio, con la tua grazia.

C. Kyrie eleison.

D. Facendo memoria della tuttasanta, purissima, più che benedetta, gloriosa Sovrana nostra Madre-di-Dio e semprevergine Maria insieme con tutti i santi, affidiamo noi stessi, e gli uni gli altri, e tutta la nostra vita a Cristo Dio.

C. A te, Signore.

S. Poiché a te si addice ogni gloria, onore e adorazione, al Padre, e al Figlio e al santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

C. Amen.

Д. Миром Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О свышнем мире и спасении душ наших Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О мире всего мира, благостоянии святых Божиих церквей и соединении всех Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О святем храме сем и с верою, благоговением и страхом Божиим входящих в онь Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О рабех Божиих (...) и (...), и еже о Бозе покрове, и сожитии их, Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О еже спожити им добре во единомыслии, Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. О еже подати им прощение прегрешений, грехов очищение, прощение беззаконий вольных же и невольных, Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

Д. Заступи, спаси, помилуй и сохрани нас, Боже, Твоею благодатию.

Х. Господи, помилуй.

Д. Пресвятую, пречистую, преблагословенную, славную Владычицу нашу Богородицу и Приснодеву Марию, со всеми святыми помянувше, сами себе и друг друга и весь живот наш Христу Богу предадим.

Х. Тебе, Господи.

С. Яко подобает Тебе всякая слава, честь и поклонение, Отцу и Сыну, и Святому Духу, ныне и присно и во веки веков.

Х. Аминь.

D. Cu pace, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Pentru pacea de sus şi pentru mîntuirea sufletelor noastre, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Pentru pacea a toată lumea, pentru bunăstarea sfintelor lui Dumnezeu Biserici şi pentru unirea tuturor, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Pentru sfîntă biserica aceasta şi pentru cei ce cu credinţă, cu evlavie şi cu frică de Dumnezeu intră într-însa, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Pentru robii lui Dumnezeu (...) şi (...), pentru ocrotirea cea de la Dumnezeu şi pentru bună-vieţuirea lor împreună, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Pentru ca să vieţuiască ei în bună înţelegere, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Pentru ca să fie datorită lor iertarea greşealelor, curăţirea păcatelor şi iertarea fărădelegilor celor cu voie sau fără de voie, Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

D. Apără, mîntuieşte, miluieşte şi ne păzeşte pe noi Dumnezeule, cu harul Tău.

C. Doamne miluieşte.

D. Pe Preasfînta, curata, preabinecuvîntata, mărita stăpîna noastră, de Dumnezeu Născătoarea şi pururea Fecioara Maria, cu toţi sfinţii pomenindu-o, pe noi înşine şi unii pe alţii şi toată viaţa noastră lui Hristos Dumnezeu să o dăm.

C. Ţie Doamne.

P. Că Ţie se cuvine toată slava, cinstea şi închinăciunea, Tatălui şi Fiului şi Sfîntului Duh, acum şi pururea şi în vecii vecilor.

C. Amin.

S. legge questa preghiera ad alta voce:

S. Dio eterno, tu riunisci nell'unità ciò che è separato e rendi indistruttibile il legame dell'amore: tu hai benedetto Isacco e Rebecca e li hai designati come eredi della tua promessa; tu stesso ora benedici i tuoi servi (...) e (...), dirigendoli in ogni sorta di buone azioni. Poiché tu sei Dio misericordioso e amico degli uomini, e a te innalziamo al gloria, al Padre, al Figlio e al santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.

C. Amen.

S. Pace a tutti.

C. E allo spirito tuo.

D. Inchiniamo il nostro capo al Signore.

C. A te, Signore.

S. Signore nostro Dio che tra le nazioni ti sei scelto per sposa la pura vergine che è la Chiesa, benedici questo fidanzamento, unisci e conserva questi tuoi servitori nella pace e nella concordia.

Poiché a te si addice ogni gloria, onore e adorazione, al Padre, e al Figlio e al santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

C. Amen.

С. Боже вечный, разстоящаяся собравый в соединение, и союз любве положивый им неразрушимый: благословивый Исаака и Ревекку, и наследники я Твоего обетования показавый: Сам благослови и рабы Твоя сия, имярек и имярек, наставляя я на всякое дело благое.

Яко милостивый и человеколюбец Бог еси, и Тебе славу возсылаем, Отцу, и Сыну, и Святому Духу, ныне и присно, и во веки веков.

Х. Аминь.

С. Мир всем.

Х. И духови твоему.

Д. Главы наша Господеви приклоним.

Х. Тебе, Господи.

С. Господи Боже наш, от язык предобручивый Церковь деву чистую, благослови обручение сие, и соедини, и сохрани рабы Твоя сия в мире и единомыслии.

Тебе бо подобает всякая слава, честь и поклонение, Отцу, и Сыну, и Святому Духу, ныне и присно, и во веки веков.

Х. Аминь.

P. Dumnezeule cel veşnic, Care pe cele despărţite le aduni întru unire şi ai pus dragostea legătură neîntreruptă; Cel ce ai binecuvîntat pe Isaac şi pe Rebeca şi i-ai arătat pe ei moştenitori făgăduinţei Tale; Însuţi binecuvîntează şi pe robii Tăi (...) şi (...), povăţuindu-i pe dînşii spre tot lucrul bun. Că milostiv şi iubitor de oameni eşti şi Ţie slavă înălţăm, Tatălui şi Fiului şi Sfîntului Duh, acum şi pururea şi în vecii vecilor.

C. Amin.

P. Pace tuturor.

C. Şi duhului tău.

D. Capetele noastre Domnului să le plecăm.

C. Ţie, Doamne.

Doamne, Dumnezeul nostru, Cel ce dintre neamuri mai înainte Ţi-ai logodit Biserica, fecioară curată, binecuvintează logodna aceasta; uneşte şi păzeşte pe robii Tăi aceştia în pace şi într-un gînd.

Că Ţie se cuvine toată slava, cinstea şi închinăciunea, Tatălui şi Fiului şi Sfîntului Duh, acum şi pururea şi în vecii vecilor.

C. Amin.

S. prende gli anelli. Dapprima con l'anello d'oro fa il segno della Croce sulla testa dell'uomo, dicendo (una o tre volte, secondo l'usanza):

S. Il servo di Dio (...) riceve per fidanzata la serva di Dio (...), nel nome del Padre, del Figlio e del santo Spirito, amen.

С. Обручается раб Божий, имярек, рабе Божией, имярек, во имя Отца, и Сына, и Святаго Духа, аминь.

P. Se logodeşte robul lui Dumnezeu (...), cu roaba lui Dumnezeu (...), în numele Tatălui şi al Fiului şi al Sfîntului Duh, Amin.

E gli infila l'anello al dito della mano destra.    

Poi, prendendo l'anello d'argento, fa lo stesso con la donna, dicendo(una o tre volte, secondo l'usanza):

S. La serva di Dio (...) riceve per fidanzato il servo di Dio (...), nel nome del Padre, del Figlio e del santo Spirito, amen.

С. Обручается раба Божия, имярек, рабу Божию, имярек, во имя Отца, и Сына, и Святаго Духа, аминь.

P. Se logodeşte roaba lui Dumnezeu (...), cu robul lui Dumnezeu (...), în numele Tatălui şi al Fiului şi al Sfîntului Duh, Amin.

E le infila l'anello al dito della mano destra. Poi i testimoni scambiano agli sposi gli anelli per tre volte.    

 

D. Preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

S. Sovrano Signore Dio nostro, tu che fai grazia a tutti e di tutti ti prendi cura, che scruti i segreti degli uomini e hai conoscenza di ogni cosa, cancella i nostri peccati, e perdona le colpe dei tuoi servi, chiamandoli alla penitenza e accordando loro il perdono delle colpe, l'espiazione dei peccati e la remissione di tutte le iniquità volontarie e involontarie. Tu che conosci la debolezza della natura umana, avendoci formati e creati, che hai perdonato a Rahab la cortigiana, che hai accettato la penitenza del pubblicano, non ricordare i peccati commessi per ignoranza fin dalla giovinezza, perché se tu consideri le colpe, o Signore, Signore chi resisterà davanti a te? E quale essere vivente sarà giustificato al tuo cospetto? Tu solo infatti sei giusto, senza peccato, santo, longanime, molto misericordioso, pieno di bontà, che perdoni le cattiverie degli uomini. Tu, Maestro, che fai vivere insieme i tuoi Servi (...) e (...), uniscili l'uno all'altra con l'amore; dona loro la conversione del pubblicano, le lacrime della cortigiana, la confessione del ladrone, affinché compiano i tuoi comandamenti nell'accordo e nella pace, e facendo penitenza con tutto il loro cuore essi siano resi degni del tuo regno celeste. Poiché tu sei il creatore di ogni cosa, e a te innalziamo la gloria, al Padre, al Figlio e al santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.

C. Amen.

Д. Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

С. Владыко Господи Боже наш, всех щадяй, о всех промышляяй, тайная ведый человеческая, и всех ведение имеяй, очисти грехи наша, и беззаконие прости твоих рабов, призываяй я в покаяние, подая им прощение прегрешений, грехов очищение, прощение беззаконий вольных же и невольных, ведый немощное человеческаго естества, создателю, и содетелю: иже Рааву блудницу простивый, и мытарево покаяние приемый, не помяни грехов наших неведения от юности. Аще бо беззакония назриши Господи, Господи, кто постоит Тебе, или какая плоть оправдается пред Тобою? Ты бо Един еси Праведен, Безгрешен, Свят, Многомилостив, Многоблагоутробен, и Сожалеющий о человеческих злодеяниях. Ты, Владыко, присвоивый рабы Твоя (...) и (...), соедини их любовью друг к другу: даруй им мытарево обращение и блудницы слезы, да покаянием от всего сердца своего во единомыслии и мире заповеди Твоя делающе, сподобятся и Небеснаго Твоего Царствия. Яко Ты еси строитель всех, и Тебе славу возсылаем, Отцу, и Сыну, и Святому Духу, ныне и присно, и во веки веков.

Х. Аминь.

D. Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

P. Stăpîne Doamne Dumnezeul nostru, care pe toţi îi miluieşti si de toate porţi grijă, Cel ce ştii cele ascunse ale oamenilor şi ai cunoştinţă de toate, curăţeşte păcatele noastre şi iartă fărădelegile robilor Tăi chemîndu-i pe dînşii la pocăinţă, şi dîndu-le lor iertare de greşeli, curăţire de păcate, dezlegare fărădelegilor celor de voie şi fără de voie. Cel ce ştii neputinţa firii omeneşti, Ziditorule şi Făcătorule, Care ai iertat pe Rahav cea desfrînată şi ai primit pocăinţa vameşului, nu pomeni păcatele tinereţii cele făcute de noi din neştiinţă. Căci de vei căuta spre fărădelegi, Doamne, Doamne, cine va putea suferi? Sau cine se va îndreptăţi înaintea Ta? Că numai Tu singur eşti drept, fără de păcat, sfînt, mult-milostiv, mult-îndurat, şi-Ţi pare rău de răutăţile oamenilor. Tu, Stăpîne, Cel ce ai însoţit pe robii Tăi aceştia (...), uneşte-i unul cu altul în dragoste, dăruieşte-le lor întoarcerea vameşului, lacrimile desfrînatei, mărturisirea tîlharului; ca, prin pocăinţă din toată inima lor, într-un gînd şi în pace făcînd poruncile Tale, să se învrednicească şi de

împărăţia Ta cea cerească. Pentru că Tu eşti chivernisitorul tuturor şi Ţie slavă înălţăm, Tatălui şi Fiului şi Sfîntului Duh, acum şi pururea şi în vecii vecilor.

C. Amin.

 

D. Preghiamo il Signore.

C. Kyrie eleison.

S. Signore Gesù Cristo, Verbo di Dio, che essendo stato elevato sulla preziosa croce, hai strappato la condanna che pesava su di noi e ci hai liberato dalla dominazione diabolica, cancella le iniquità dei tuoi servi, che non avendo potuto sopportare la calura del giorno e la febbre della carne, vengono ad unirsi con un secondo legame matrimoniale, come tu hai stabilito per mezzo del tuo vaso d'elezione, l'Apostolo Paolo, che, a causa della nostra debolezza, ha detto: "Meglio sposarsi nel Signore, che bruciare". Tu stesso dunque, come buono e amico degli uomini, abbi misericordia, perdona, abbi compassione, dimentica, rimettici le nostre colpe, poiché tu hai caricato le nostre miserie sulle tue spalle. Nessun uomo infatti è senza peccato, anche se la sua vita non dura che un giorno; nessuno è senza macchia, se non tu solo che hai portato una carne senza peccato e che, nell'eternità, ci accordi l'impassibilità.

Poiché tu sei il Dio dei penitenti, e a te innalziamo la gloria, al Padre, al Figlio e al santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.

C. Amen.

Д. Господу помолимся.

Х. Господи, помилуй.

С. Господи Иисусе Христе, Слове Божий, вознесыйся на честнем и животворящем Кресте, и еже на ны рукописание растерзавый, и насилия диаволя избавлей нас, очисти беззакония рабов Твоих: зане зноя и тяготы дневныя, и плотскаго разжжения не могуще понести во второе брака общение сходятся: якоже законоположил еси сосудом избрания Твоего Павлом, рекий нас ради смиренных: лучше есть о Господе посягати, нежели разжизатися. Сам яко благ и человеколюбец, помилуй и прости, очисти, ослаби, остави долги наша: яко Ты еси недуги наша на рамена вземый: никтоже бо бысть безгрешен, аще и един день живота его есть, или кроме порока, токмо Ты един еси плоть носяй безгрешно, и вечное нам даровавый безстрастие.

Яко ты еси Бог, Бог кающихся, и Тебе славу возсылаем, Отцу, и Сыну, и Святому Духу, ныне и присно, и во веки веков.

Х. Аминь.

D. Domnului să ne rugăm.

C. Doamne miluieşte.

P. Doamne Iisuse Hristoase, Cuvîntul lui Dumnezeu, Cel ce Te-ai înălţat pe cinstita şi de viaţă făcătoare Cruce şi ai rupt zapisul care era asupra noastră, şi ne-ai izbăvit pe noi din stăpînirea diavolului, curăţeşte fărădelegile robilor Tăi, pentru că, neputînd purta zaduful şi greutatea zilei şi aprinderea trupească, vin împreună la primirea nunţii a doua, precum ai pus lege prin Pavel apostolul, vasul Tău cel ales, care a zis pentru noi smeriţii că mai bine este a se căsători în Domnul decît a arde. Însuţi, ca un bun şi iubitor de oameni, miluieşte şi iartă, curăţeşte, slăbeşte şi lasă greşelile noastre, că nimeni nu este fără de păcat sau fără de întinare, chiar dacă viaţa lui este de o singură zi; numai Tu singur ai purtat trup fără a săvîrşi păcat şi ne-ai dăruit şi nouă nepătimire în viaţa cea de veci. Că Tu eşti Dumnezeul nostru, Dumnezeul celor ce se pocăiesc, şi Ţie slavă înălţăm, Tatălui şi Fiului şi Sfîntului Duh, acum şi pururea şi în vecii vecilor.

C. Amin.

Dopo questa preghiera il servizio religioso prosegue come di solito per l'incoronazione, a partire dalla terza preghiera del rito nuziale:

S. Dio santo, tu che hai formato l'uomo dalla polvere...

С. Боже Святый, создавый от персти человека...

P. Dumnezeule cel sfînt, Care din ţărînă ai făcut

pe om...

SIGLE E ABBREVIAZIONI

(per la parte italiana)

S. Parti del sacerdote

D. Parti del diacono (in assenza del diacono, spettano al sacerdote)

[D.] Parti riservate al diacono (in assenza del diacono, si omettono)

L. Parti del lettore

C. Parti del coro (e anche di tutti i fedeli)

 

 

Compilato a cura dell'igumeno Ambrogio (Patriarcato di Mosca) Torino, A.D. 2012

 
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Patriarcato di Bulgaria

- bulgaro
http://bg-patriarshia.bg/

 
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I cristiani ortodossi e la cremazione

Aggiunta alla sezione "Ortoprassi" dei documenti una serie di considerazioni sulla pratica della cremazione e sulle sue implicazioni per i cristiani ortodossi.

 
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Il Catechismo del metropolita Hilarion: il buono, il brutto e il cattivo

Catechismo. Breve guida alla fede Ortodossa, del metropolita Hilarion (Alfeyev) di Volokolamsk, è stato pubblicato il 28 maggio 20222 da Nova Millennium Romae. Non è il primo catechismo ortodosso pubblicato in lingua italiana, ma è l'unico disponibile oggi sul mercato librario. Inoltre, se teniamo conto della breve vita editoriale delle opere di questo genere, destinate a un pubblico di lettori non molto vasto, colma un vuoto davvero tragico.

La lettura evidenzia aspetti positivi e negativi, tra i quali, grazie a Dio, quelli positivi sono nettamente prevalenti. Osserviamoli da vicino con l'aiuto della metafora del titolo di un noto film di Sergio Leone.

Il buono

Il libro attira l'attenzione anche solo a sfogliarlo casualmente. A differenza dei catechismi pubblicati negli scorsi decenni, questo ha una veste editoriale accattivante, è dotato di fotografie di una certa bellezza, riproduzioni di icone e tabelle didattiche. Vale senza dubbio ogni centesimo del suo prezzo.

Con un'introduzione che spiega a chi è dedicata l'opera, potremo capire non solo se facciamo parte delle categorie dei lettori ideali, ma anche con quale spirito possiamo intraprendere la lettura. La suddivisione del testo in tre parti tematiche (il Credo, la morale cristiana, la Chiesa e il culto) non è una novità, ma è chiara e aiuta a orientarci negli insegnamenti. La conclusione, poi, è una graditissima sorpresa: presentando un programma di vita cristiana, ci insegna in poche pagine come mettere in pratica le nozioni apprese nel libro.

Le tabelle del libro sono chiare e pulite. Accanto a quelle che possiamo aspettarci da qualsiasi catechismo, come le suddivisioni dei libri della Bibbia o le note di spiegazione del culto ortodosso, ci sono alcune vere e proprie perle, come l'elenco di tutte le parabole di Cristo (pp. 48-49) suddivise per le loro tematiche di base, per la loro presenza nei quattro Vangeli e per il periodo in cui furono pronunciate.

L'accuratezza dei dettagli, la completezza degli argomenti e la semplicità dell'esposizione fanno di questo catechismo, abbastanza obiettivamente, il miglior esempio che possiamo avere oggi a disposizione.

Il brutto

Il percorso di fede proposto da questo libro non è esente da alcuni sassolini nella scarpa, dovuti principalmente alla traduzione in lingua italiana. Non ne vogliamo al traduttore, monsignor Roberto De Odorico, che ci sembra aver fatto un buon lavoro di traduzione dal russo. Il vero guaio è che un sacerdote cattolico che traduce un catechismo ortodosso lo fa nei termini a lui familiari, e fin qui non ci sarebbero problemi, ma proprio perché si tratta di un catechismo ortodosso, la revisione stilistica e terminologica da parte di qualcuno interno alla Chiesa ortodossa (e alla lingua italiana) sarebbe stata non solo utile, ma indispensabile.

Il primo punto che colpisce il lettore è il Credo (pp. 13-14), che non è quello della Chiesa ortodossa, ma piuttosto il Credo in uso nelle chiese cattoliche di lingua italiana, purgato del Filioque e con l'aggettivo "sinodale" al posto di "cattolica". Sarebbe stata accettabile anche la scelta di lasciare "cattolica", magari con una spiegazione, ma quello che il Credo ortodosso non ha è la prima clausola "Dio da Dio" del Credo di Nicea, omessa nel Credo del Concilio di Costantinopoli (e siccome la Chiesa ortodossa fa uso del Credo niceno-costantinopolitano, la clausola non appare più nel Credo usato nelle chiese ortodosse). Poca cosa, mi si dirà... ma stiamo parlando di un catechismo, in cui il Credo è centrale, non di un'opera storica o letteraria che vi fa un cenno casuale!

Per fortuna le citazioni bibliche seguono il testo CEI del 1974, che oltre a essere il testo più conosciuto dai lettori di lingua italiana, è molto meno criticabile da un punto di vista ortodosso rispetto alla versione del 2008.

Se dovessi fare una cernita dei termini tradotti male o con poca cura riempirei una pagina intera, ma non voglio infierire. Riporto soltanto il mio stesso titolo, quello di igumeno (che in russo si dice igumen, quindi non distante dalla versione italiana). Ebbene, la spiegazione del termine (p. 97) è letteralmente questa:

  • Abate (in greco leader) abate di un monastero

Se ci capite qualcosa... complimenti! Anche se ho appena scoperto di essere in greco un "leader", temo di non riuscire a guidarvi verso una comprensione più coerente.

Alcune delle scelte sembrano piuttosto risultati di una sciatteria di revisione. Scrivere (p. 242) che la "Liturgia di S. Basilio il Grande" ha come autore (letteralmente, nella riga seguente) "San Basilio Magno" non mi pare particolarmente rispettoso né del santo né della coerenza editoriale. Le attribuzioni agli autori delle fotografie (p. 273) o sono un omaggio al dadaismo nell'arte (Sergei, Valery, Aleksej, Andrei, Andrey e Sergej) o testimoniano un'incapacità di traslitterare coerentemente i nomi russi (cosa da non poco conto in un libro di un autore russo, aiutato da un comitato progettuale russo).

La cosa più curiosa è che una revisione stilistica di tutti questi punti sarebbe stata disponibile, a costo zero, presso qualsiasi chierico ortodosso di madrelingua italiana. Per capire perché questo lavoro così semplice non sia stato fatto, provo a offrire qualche ipotesi nella successiva sezione, dedicata all'aspetto "cattivo" dell'opera, per fortuna poco visibile al lettore.

Il cattivo

Vi chiederete per quale motivo sto recensendo a fine inverno del 2024 un'opera apparsa nella primavera del 2022... ebbene, il motivo molto prosaico è che ho saputo dell'esistenza di questo catechismo solo da un paio di mesi! Non so come i miei lettori valutino la mia personale conoscenza del panorama ortodosso russo in lingua italiana, ma anche da prete con poche pretese, non penso di essere il più ignorante in materia. Eppure, per oltre un anno e mezzo, nessuno si è preso la briga di avvertire me, e penso anche molti altri chierici ortodossi italiani, dell'uscita di un libro così importante nella missione di catechismo e cura pastorale. Questo diffuso disinteresse può avere una serie di motivi differenti (immagino che nella primavera del 2022 la leadership della Chiesa ortodossa russa avesse altre preoccupazioni ben più urgenti), e non mi interessa andarli a scoprire in dettaglio: tuttavia, questi fatti possono servire a far capire quanto sia difficile dotare un lettore di un libro decente sull'Ortodossia... anche quando il libro c'è!

A questo aggiungiamo la nostra esperienza sulla breve vita editoriale di tutti i testi che parlano della Chiesa ortodossa sul mercato editoriale italiano. C'è solo da sperare che non arrivino presto problemi di disponibilità del Catechismo, come è accaduto a fin troppi altri libri. Grazie a Dio, vediamo che il copyright è dell'autore, e quindi possiamo sperare che, se l'editore presente non se la sentirà per qualsiasi ragione di ristampare il libro, lo stesso sforzo possa essere affidato ad altri editori.

 
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Padre Liviu dalla parrocchia di Giaveno

 
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RICETTE - Curry di cocco e verdure

In un giorno di "digiuno stretto" della Grande Quaresima, mi sono trovato con una certa carenza di ingredienti freschi: appena mezzo chilo di carote nel frigo, e un po' di cipolle e aglio in dispensa. Come fare a utilizzare questi pochi ingredienti per tirarne fuori un piatto dal sapore fantastico, e al tempo stesso offrire uno spunto per i giorni quaresimali più rigorosi?

Ho pensato a una ricetta dalla cucina dell'India del sud, presentata da Michael Greenfield in uno dei video del canale Brothers Green Eats. Si tratta di un modo estremamente versatile di utilizzare le verdure che avete a disposizione (può andare bene letteralmente con qualsiasi genere di verdure e ortaggi che si può saltare in padella o stufare, da solo o in combinazione). Il cocco forma un buon legante delle verdure, e le spezie aggiungono note di sapore che formano una vera e propria sinfonia: bastano pochi accorgimenti per fare della cucina di digiuno un appuntamento a lungo atteso!

Ingredienti

• Verdure a vostra scelta (tagliate a pezzetti)

• Semi di coriandolo

• Semi di fieno greco

• Corteccia di cannella a pezzetti

• Semi di senape

• Peperoncino secco

• 1 cipolla tritata

• 2 spicchi d'aglio e una pari quantità di rizoma di zenzero, tritati o frullati in una pasta

• 1 lattina di latte di cocco

• 1 rizoma di curcuma grattugiato

• Funghi freschi o reidratati, a fettine

• Pasta di tamarindo

Preparazione

Iniziate facendo scaldare una padella larga abbastanza da contenere tutti gli ingredienti. Aggiungete due cucchiaiate di latte di cocco, e gettate i semi, ciascuno più o meno nelle proporzioni di un grosso pizzico (raccoglietene con tutte le dita), facendoli saltare nel latte di cocco: prima i semi di coriandolo, poi quelli di fieno greco, quindi la corteccia di cannella sbriciolata finemente, poi i semi di senape e infine il peperoncino secco sbriciolato (dosatene le quantità a seconda del livello di tolleranza piccante: per chi è molto sensibile, meglio diminuire un poco la dose).

Girate i semi con un cucchiaio di legno, o meglio ancora con una spatola. Quando i semi di senape iniziano a saltare, è il segno che potete aggiungere la cipolla. Lasciatela appassire a fuoco medio, poi aggiungete il mix di aglio e zenzero tritato o frullato, e lasciate ancora saltare per circa un minuto. È il momento di aggiungere le vostre verdure: giratele per bene in padella, saltandole insieme agli elementi aromatici, e salate a piacere. Aggiungete quindi il resto della lattina di latte di cocco, portate a bollitura e lasciate sobbollire a padella coperta per circa 5 minuti. Quindi, aggiungete il rizoma di curcuma grattugiato (per non macchiarvi le dita, potete grattugiarlo indossando un guanto), e mescolate bene.

Aggiungete una manciata di funghi a fettine (non avendo funghi freschi, io ho optato per funghi shiitake reidratati e tagliati fini) e una cucchiaiata abbondante di pasta di tamarindo (ideale per i piatti indiani, anche se potrebbe andar bene il succo di un limone o di un lime). In questo modo, avrete aggiunto elementi di sapidità e di acidità alla gamma del sapore.

Cuocete ancora alcuni minuti, a piacere. Se arrivate a strafare un poco con la cottura (finché le verdure si disfano) non è un male.

Il significato di "curry"

Mentre vi gustate questa specialità, possiamo fare una digressione sul termine "curry", che oggi vediamo applicare, nel significato settecentesco attribuito dagli inglesi, alle miscele di spezie in polvere. Ebbene, la parola viene dal termine tamil kaṟi, che significa "salsa", e ancora oggi, impiegato da solo, indica proprio piatti cucinati in salsa, come questo (le miscele di spezie, invece, si dicono propriamente masala). Se pronunciate il nome come "kárri" (invece di "kérri" o altre variazioni) vi avvicinate di più al termine originale.

மகிழ்ந்து உண்ணுங்கள்! Magizhnthu unnungal! Buon appetito!

 
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28 giugno

 
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Nevicata sulla chiesa - 29 gennaio 2012

 
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